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DELLE

TAVOLE

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TAVOLA I.

Α. I^arte del Fregio ed Arcliitrave del Tempio d'Antonino e
di Faustina in Campo Vaccino.

B. Vaso lustrale ritrovato fra gli scavi della Villa Adriana nel-
Γ anno 1771 dal sig. Cav. Domenico De Angelis Tirolese^ si vede
presso il sig. Cav. Enrico Blundell in Inghilterra.

C. Candelabro antico di metallo posseduto da S. E. il sig. Duca
Gaetani.

D. Tegola e Fregio E antichi, i quali si vedono nel Museo
del Cav. Piranesi.

F. Lucerna di terra cotta ^ ed altra G di metallo, che si con-
servano nel Museo Rircker.

H. Lucerna antica, la quale si vede presso S. E. il sig. Cav.
Hamilton, ambasciatore d'Inghilterra a Napoli.

/. Statua colossale del Fiume Reno, la quale una volta stava
nell'antico Foro di Marte in Campo Vaccino, ed al giorno d'oggi
esiste in Campidoglio situata nel cortile del Museo.

K. Vaso antico posseduto in Inghilterra dal sig. Riccardo
Hayward.

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TAVOLA XLII.

Veduta in prospettiva di un antico Vaso di marmo di gran
mole j ritrovato Γ anno 1770 nello scavare e diseccare il Lago detto
Pantanello, luogo anticamente situato nel recinto della Villa Adriana
presso a Tivoli due miglia. Sì l'invenzione di esso^, che le sue ben
intese sculture dimostrano la perfezione delle arti del secolo d'Adriano.
L'iscrizione che si legge nel suo moderno piedestallo, parimente di
marmo5 indica il personaggio che si è preso la cura di far ristaurare
questo antico monumento.

Si è dimostrata la pianta della stessa grandezza del manico per
far vedere l'architettura delle scanalature.

Dimostrazione in piana superfìcie delle foglie che adornano il
gran corpo del Vaso.

TAVOLA in.

Altra veduta del già descritto J^aso.

Si rende particolare l'idea generale di questa mole per le sue
nobili investiture d'ornamenti che la compongono. Lo scultore in-
gegnosamente ha ricoperto la principale circonferenza di due pelli
di tigri j cosicché le ha distribuite in maniera che formar dovessero
un decoroso ornamento ; ed a guisa di nobile apparato dispose che
non solo la testa , ma anche le due zampe un oggetto formassero
interessante e de'principali. Le teste de'Sileni e dei Baccanti coi
loro tirsi sopra di esse pelli in circonferenza disposti formano un
ornamento che ben connette e ben si adatta in questo luogo sopra
le medesime. Perciò fa credere che dedicato fosse questo Vaso in
alcun Tempio di Bacco situato nella Villa suddetta. Si unisce pur
anche al soggetto medesimo la ben composta ed intrecciata dispo-
sizione nei due gran manichi a grottesco disposti, e rappresentanti
grandi tronchi di viti che vanno a terminare serpeggiando colle loro
frondi ed uve in quello sporto che forma la grazia di tutto il la-
voro del VasOj come pure gli altri ornamenti sono anch'essi allusivi
allo stesso soggetto.

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TAVOLA ΙΥ.

Veduta di fianco dello stesso Vaso.

In questa si scorge distintamente Γ intreccio e la distribuzione
dei due gran Tronchi di vite grottescamente distribuiti, die formano
il gran manico del Vaso, e che co' suoi rami serpeggiando compon-
gono il principale ornamento in quella situazione del corpo mede-
simo. Fra i dne tronchi si osserva come lo scultore ha simmetrica-
mente collegate e riunite le due pelli di tigre pel mezzo delle zampe
di esse, e nel tempo istesso ha fatto servire per un interessante
soggetto ogn'altra lor parte al circondario del tutto di questo Vaso.

TAVOLA V.

A. B. Due Urne cinerarie antiche di marmo, adornate con fi-
nissimi intagli ed arabeschi. Esse furono trovate nei sepolcri antichi
di Siena. Furono queste Urne comperate dal cav. Cavaceppi scultore,
e trasportate in Roma , ed oggidì sono in Inghilterra. Il Vaso cine-
rario
C fu trovato nell'anno 1760 in una Tenuta del Collegio Ger-
manico chiamato S. Maria di Galera, dentro il quale si trovò la
Lucerna Z), la Catena d'oro e gli Aghi da testa d'avorio con dentro
molte ossa abbrucciate. Gli altri due Vasi presentemente sono in
Inghilterra.

TAVOLA VI.

Bassorilievo antico di marmo che si vede nel Giardino Aldo-
brandini vicino a' SS. Domenico e Sisto a Monte Magna Napoli.

TAVOLA VII.

A. Lucerna antica di bronzo fatta per appendersi, come lo di-
mostrano le sue catene e l'uncino. Rappresenta questa una carretta
fatta a similitudine di quelle che si usavano nei circhi tirata da due
tori. Si rende particolare questa Lucerna non solo per la rara forma

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ed invenzione 5 ma ancora per vedersi i due cuscini situati tra il
giogo e i due colli de' Tori ^ maniera usata forse dagli anticlii di
sottoporre i detti cuscini alle testate dei gioghi dei timoni dei carri
condotti dai bestiami di lavoro. La figura che mostra di guidare ^
potrebbe immaginarsi che fosse una Proserpina, ovvero Cinzia Dea
della notte
j la quale co" suoi raggi illumina il mondo involto nelle
tenebre. Questa figura è stata adattata nella Lucerna, per dimostrare
il suo ufficio espresso in que' due lumi soliti risplendere in tempo
di notte per dar luce anticamente a que'luoghi ove era collocata.
Questa Lucerna è stata ritrovata l'anno 1778 negli scavi fatti nel
cortile del Palazzo dell'Ecc. sig. Francesco Gaetani, Duca di Ser-
moneta, situato a S. Maria Maggiore.

B. Lucerna che si conserva nel Museo Kirckeriano del Collegio
Romano.

Vaso cinerario antico di marmoornato a guisa di un capitello
corintio^ con Frondi^ Delfini, Caulicoli di ottima scultura. Neil'altra
facciata si legge un' iscrizione della persona, le cui ceneri combuste
sono state in essa riposte. Si vede nel gabinetto di S. E. il sig. Prin-
cipe Altieri.

Veduta di fianco dello stesso Vaso.

TAVOLA Vili.

A. Lucerna antica di bronzo ritrovata negli scavi fatti l'anno
1773 nel cortile del Palazzo appartenente all'Ecc. sig. Francesco
Gaetani, Duca di Sermoneta, situato a S. Maria Maggiore. Essa è de-
dicata a Giove j come ce lo dimostra la testa scolpita al di sopra.

B. Lucerna antica di bronzo, rappresentante una testa di Moro:
fu ritrovata negli stessi scavi.

C. Lucerna antica di terra cotta esistente nel Museo del Col-
legio Romano.

D. Altra veduta della Lucerna già'descritta nella Tavola ante-
cedente , dimostrata in altra figura, la quale era dedicata a Diana.

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TAVOLA XLII.

Le Lucerne A. Β sono di bronzo e di forma molto bizzarra
ed elegante.

C. Lucerna di finissima terra cotta che si posava sopra can-
delabri. SI questa che le altre due suddette si conservano nel Museo
Kirckeriano.

D. Lucerna di terra cotta trovata negli scavi fatti nel giardino
delle RR. Monache di S. Susanna l'anno ιηη^, posseduta dal Cav.
Piranesi.

La Lucerna E di bronzo è posseduta dal sig. Gaspare Scara-
muccia pittore romano.

È rimarcabile il Dolio antico di terra cotta F di una grandezza
insolita, e capace di 3o barili della nostra misura. La grossezza della
terra cotta che lo compone è di oncie 8 di palmo romano. Sono
osservabili le spranghe di piombo situate una dentro , Γ altra fuori
in circonferenza del Dolio, acciò fosse corroborato da esse.

TAVOLA X.

Lucerne antiche di bronzo, che si conservano nel Museo Kir-
ckeriano del Collegio Romano. La Lucerna di bronzo rappresen-
tante una testa di Moro, e la principale posta nel mezzo della ta-
vola 5 sono state ritrovate nel cortile del Palazzo Gaetani a S. Ma-
ria Maggiore.

TAVOLA XI.

A. Lucerna antica di terra cotta rappresentante un Sileno che
siede sopra un Priapo.

B. Altra Lucerna parimenti di terra cotta finissima.

C. Lucerna antica di terra cotta dimostrante Amore e Psiche.
Queste, come le altre due Lucerne di bronzo segnate
D. E^

si conservano nel Collegio Romano.

F. Lucerna antica di bronzo, che si conserva presso S. E. il
sig. Duca Gaetani.

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TAVOLA XLII.

6

Lucerna antica di bronzo, che si conserva in Napoli presso
S. E. il sig. Cav. Hamilton.

B. C. Lucerne di bronzo esistenti nel Gabinetto di S. E. il
sig. Duca Francesco Gaetani j ritrovate Γ anno 1778 negli scavi del
suo Palazzo a S. Maria Maggiore.

D. E. Lucerne antiche di bronzo esistenti nel Museo del Col-
legio Romano.

jP. G. Vaso 5 ossia Olla cineraria coperchiata di bronzo, acqui-
stata in Roma da S. A. S. il Landgravio d'Hassia , in cui furono
sepolte le ossa combuste di un Comico. Si sono rappresentate in
diverse Medaglie, situate nel corpo del Vaso, le varie maschere di
Fauni delle quali faceva uso. Questo Attore riportò corone, come si
vede in
H. La Medaglia Κ si apre e si chiude, e però due in
questo luogo se ne contano, cioè
K, L^ e questa parte L sì h
espressa di facciata in M. Si apriva dunque essa Medaglia in tempo
in cui si facevano le consuete libazioni annuali, introducendo nel
Vaso per mezzo dei buchi iVcon gli schizzi, il latte e gli altri odori-
feri liquori.

O. Immagine del Comico qui situata per compimento del Vaso.
La Medaglia Ρ è la stessa che la Q.

TAVOLA XIII.

Carro ο Biga di metallo antico etrusco usalo ne'giuochi Circensi.

A. Parte anteriore dove sono effigiati i simboli denotanti la
velocità del Carro.
B. Parte posteriore ed interna che conteneva
l'auriga e suo ajutante.

TAVOLA XIV.

I. Pianta geometrica di una marmorea antica tavola delle sorti
Circensi, ritrovata presso le rovine di un antico Circo a Boville,
luogo in oggi detto le Frattocche di Albano. Essa rappresenta un
Circo in cui scorreva un fonte a guisa del Meandro, fiume della

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Frigia. Α. Tubo d'onde veniva l'acqua che spingeva le Tessere nel
canale inclinato.
B. C, Carceri ossiano posti da cui erano lanciate
le Tessere.
D. Infimo foro ο emissario dell'acqua.

2. Prospettiva della Tavola e de' posamenti che mostrano aver
sostenuti gli ornati soliti piantarsi nelle spine del Circo : si veggono
anche le volute del marmo pel corso delle Tessere fino alle ultime
mete.

3. Sezione della spina del Circo coli'aggiunta degli ornamenti
che solevansi stabilire in mezzo alle spine.

4. Dimostrazione del livello e corso dell'acqua.

5. Scenografia della spina di questo Circo.

TAVOLA XV.

Nella serie de' Cavalieri che posseggono genio e guslo nelle arti
liberali^ devesi annoverare in quest'Opera il sig. Cav. Grenville. Tra
i varj scelti pezzi di antichità da esso lui acquistati nel suo sog-
giorno a Roma l'anno 1774^ η,ηο è il presente Vaso antico di'marmo^
di gran mole^ ritrovato l'anno 1769 nella Villa Adriana dal sig. Ga-
vino Hamilton pittore inglese;, nel sito detto Pantanello^ oggi pos-
seduto dalla nobile famìglia Lolli di Tivoli.

Si rende particolare questo Vaso pe'suoi begli ornamenti, ed
in ispecie pei manichi, avendo il giudizioso scultore impiegato in
essi quattro pesci marini sq^iamosi, le code de'quali s'innestano
coi tronchi di vite in un ammasso di ben aggruppate foglie, dal che
ne dipende e la
bizzarra invenzione di detti manichi, e la dirama-
zione intorno al Vaso di molti intrecci di rami, da' quali pendono
diversi grappoli d'uve e pampani. Stanno qua e là tra quei rami
alcuni Genj alati in graziosi atteggiamenti disposti, con uve e pam-
pani in ambe le mani, i quali con altri gentili fregi diversi formano
un ben ordinato e ricco abbellimento a tutto il corpo del A^aso.
Qui il Vaso sta sovrapposto ad un antico Pulvinare di marmo, il
quale , atteso che non si sa qual Deità, immagine, ovvero altra fi-
gura simbolica sostenesse, rende incerto ed oscuro il significato dei
suoi
ornamenti· ma per altro le sue sculture sono di maniera ec-
cellente. Tal Pulvinare ritrovasi in oggi in Inghilterra.

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TAVOLA XGVII.

8

Veduta di fianco in prospettiva del Vaso del sig. Cav. Giorgio
Grenville, dove parimenti si dimostra Γ altra veduta del Pulvinare
di già delineato nella Tavola precedente.

TAVOLA XVII.

Vaso antico di marmo di elegante intaglio di maniera egizia,
trasportato da Roma in Inghilterra d'ordine ed a spese del sig. Ric-
cardo Hayward, che volle farne acquisto. L'Ara che lo regge è pa-
rimenti di marmo e della stessa maniera. Fu ritrovato Fanno 1702
nella Villa Adriana in Tivoli vicino al cancello della Vigna che si
chiama Roccabruna^ e si vide situata nel Tempio di cui tuttora scor-
gonsi le rovine. Dagli ornati chiaro apparisce essere stata un'Ara
votiva d'Iside. Agli angoli i Sacerdoti di quella Dea fanno comparsa
di un principal sostegno di tutta l'invenzione. GF idri, ο come altri
vogliono due aspidi d'Egitto, bizzarramente avviticchiano li piedi
di due volatili^ primo oggetto del centro dello specchio, i quali
nello sforzo delle ali dimostrano di voler fuggire :. questi volatili
egiziani si deve dire che fossero gli animali che in Egitto sagrifìca-
vansi ad
Iside. Il Sistro^ la Patera e la Face non hanno bisogno
di esposizione. L'impegno dello scultore è stato di alludere ai sa-
grifìzj d'Iside. Tale invenzione sostiene molto bene il carattere egi-
ziano 3 e non sappiamo se veramente egli sia uno sforzo dello scul-
tore, che abbia saputo cosi bene adattarsi a far capire in questo
monumento il carattere di quella nazione , ovvero se sia copia di
altra consimile Ara veduta in Egitto, usata in qualche simile occasione.

TAVOLA XVIIL

Parte angolare d'un antico Fregio di marmo, che anticamente
apparteneva alla fabbrica aggiunta al Tempio della Fortuna in Pre-
neste, fatta fare da Augusto dopo la vittoria ottenuta ad Azzio.
Oggidì si conserva nel nuovo Museo dementino in Vaticano.

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TAVOLA XGVII.

9

Α. Urna sepolcrale antica di marino^ la quale esiste nel Museo
Vaticano5 trovata Fanno 1748 poco lungi dal sepolcro di S.Elena^
ora detto volgarmente Tor Pignattara. Si rappresenta in quest'Urna
la guerra dei Giganti contro di Giovedove altri "combattono lan-
ciando sassi ^ altri sono uccisi dal fulmine. Hanno essi le gambe in
forma di serpi per essere favoleggiati come figli della terra. Nel suo
Coperchio Β si vede scolpito un Eroe a cavallo che colla sua le-
gione combatte con buon successo contro i Germani, per vedervisi
i trofei ai lati, e però si può credere che sia un Capitano di M.
Aurelio ο dì Trajano. Questo Coperchio sta presso il sig. Cavaceppi.

C. Urna antica di marmo ^ la quale si trova in Roma nel
Cortile del Palazzo di Governo.

D. Questa Base antica, con quei due Leoni ossiano Chimere
a lato, si vede parimenti in Roma nella Villa Montalto.

TAVOLA XX.

Volta e Parete d'una delle camere appartenenti alla fabbrica
di delizia contigua al Circo di Caracalla.

TAVOLA XXL

Disegno di una quarta parte d'una Volta, la quale esiste in
una delle antiche fabbriche della Villa Adriana. Oggidì si vede
presso alla casa di campagna del sig. Conte Fede.

TAVOLA XXIL

Questo Suffitto è vagamente distribuito nelle sue fasce e riqua-
dri, e l'architetto ha cercato di disporli in maniera che ogni lor
minor parte sia soggetta alle maggiori. Molti ripieghi quivi si veg-
gono, come sono nella prima intrecciatura in A, eh'è lavorata con
riporti in bastoncelli soprapposti^ e altri ornamenti, acciocché ella
fosse più ricca delle fasce in B. C, ma queste per esser ambe dif-

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ferenti nel pensiero e nella loro grandezza dell'esecuzione, l'una
regge Γ altra, e tutte tre contrappongono a'ioro fondi, i quali sono
da esse guernite con diversi ornamenti ^ e ben a proposito in quella
varietà, ma sempre camminano F uno dirimpetto all'altro uniformi.
Piranesiha supplito alcune di queste parti per esser mancanti, ma dette
mancanze sono quelle, come sopra si è detto, che si richiamano.

L· da notarsi che ogni parte di questo lavoro è stato eseguito
con grande diligenza secondo il vero buon gusto che regnava ai
tempi di Adriano.

D. E. Modinature in forma più grande, che si richiamano nel
suffitto alle lettere
A. C.

F. G. Modinature che si richiamano nel suffitto alle lettereB.

TAVOLA XXIII.

Vaso antico di marmo che si vede nella Galleria del Palazzo
Farnese. Sono scolpiti intorno alla circonferenza Sacerdoti e Sacer-
dotesse che danzano in onore di Bacco.

TAVOLA XXIV.

Vaso antico di marmo eh' è ornato da quattro maschere sce-
niche
rappresentanti le quattro Stagioniossiano le quattro età
dell'uomo3 si vede all'ingresso del Palazzo della Villa Borghese.

TAVOLA XXV.

Candelabro antico di marmo di gran mole ritrovato negli scavi
della Villa Adriana fatti Γ anno 1769: esso è dimostrato in pro-
spettiva nella Tavola seguente in altra vantaggiosa veduta.

Sì questo Candelabro che Γ altro triangolare, parimenti dimo-
strato in due Tavole di differente aspetto, ha per divisa, tra gli
altri preziosi ornamenti che lo compongono, delle teste di Elefanti
situate in quel posto con grande industria dell' artefice. Questi due
pezzi singolari di antichità, una volta dal sig. Cav. Piranesi pos-
seduti, e da lui fatti ristaurare con sua direzione, sono stati

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11

acquistati in Roma dal sig. Gav. Ruggiero Newdigate gentiluomo di
gusto e versato nelle arti liberali , e da esso poi fatti trasportare
in Inghilterra sua patria.

TAVOLA XXVI.

Veduta in prospettiva del Candelabro antico di marmo di gran
mole 5 di già esposto geometricamente nella precedente Tavola. Si
rende pregevole per l'elegante varietà e Γ idea degli intagli con fi-
nezza di gusto scolpiti, e sue sculture con leggiadra distribuzione
a grottesco disposte, di maniera che non ingombrano èssi l'idea
generale del suo tutto. Fu ritrovato fra le altre antichità.nello scavo
fatto Γ anno 1769 nel sito detto Pantanello due miglia lontano da
Tivoli j posseduto dalla famiglia de' sigg. Lolli, ed era anticamente
detto sito un Lago appartenente alle delizie della Villa Adriana. Fu
diseccato con grande spesa dal sig. Gavino Hamilton, Gav. e pit-
tore inglese , come si trova in oggi e nel suddetto anno j e si vede
dagli scoli delle acque di quelle colline che lo circondano , uscire
per quelP espurgato condotto antico fatto ripulire dal suddetto si-
gnore
inglese per fare detto scavo, dove si ritrovò grande quantità
di
bellissime sculture, parte che adornavano lo stesso Lago, e parte
a bella posta portale ne' tempi posteriori per riempire il Lago me-
desimo, il cui sito e sua circonferenza appena in oggi si riconoscono.

TAVOLA XXVII.

Candelabro antico di marmo che si vede nel Museo del Gav.
Piranesi. Egli si rende particolare a causa delle tanto variate parti
che lo compongono. Queste sono altrettanti ordini di linee archi-
tettonicamente disposte e di maniera diversa, che le une cedono
alle altre con armoniche proporzioni. Il mezzo e Γ oggetto dell' o-
pera. Viene per primo soggetto dell' opera stessa una gran testa di
Toro e due di Leone disposte e situate all'opposto, formando così
una principale proporzione triangolare non solo qui, ma in tutto
il complesso dell' opera. La proporzione loro è superiore ad ogni
altra parte, cosicché lo scultore accortamente bene ha divisato che

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12

Ogni ornamento avesse tale diversità ne' posti suoi ^ e per la gran-
dezza e per la forma;, che esse parti siano atte a rendersi interes-
santi^ ed al caso per formare una nobile e compita idea. Corrisponde
anche la bellezza e diligenza del lavoro ad ogni industria suddetta
usata dall'antico artefice.

TAVOLA XXVIIL

A. Vaso e Piedestallo antichi di marmo ^ che si vedono nel
Museo del Cav. Piranesi.

B. Vaso antico che si vede in Inghilterra presso S. E. Milord
Palmerston.

C. Vaso antico che sì vede nel Museo del Cav. Piranesi.

TAVOLA XXIX.

Vaso antico di marmo adornato di finissimi intagli ed ara-
beschi. Si vede in Inghilterra presso il sig. Egidio Earle Cav. in-
glese amatore di belle arti.

TAVOLA XXX.

Due Urne cinerarie. L' una A ornata di arabeschi e trofei ele-
gantemente scolpiti.
La sottoposta Β ornata di Genj con ali dimesse
e sedenti in atteggiamento di mestizia. Si vedono nel Museo del
Cav. Piranesi.

C. Due vedute di un Genio che abbraccia un Delfino, dal
quale sembra esser condotto a diporto per il mare. Questo gruppo
è nel Palazzo Farnese.

TAVOLA XXXI.

Altare antico di marmo ritrovato fra le macerie della Villa
Adriana nel sito detto Pantanello. La sua grande conca è ovata,
e sostenuta da due Ippogrifi elegantemente lavorati e corrispondenti
al secolo felice delle arti al tempo di Adriano. Questo monumento

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si vede nella raccolta delle antichità del Cav. Plranesi. Il basamento
che regge quest'ara è stato disegnato da un monumento antico che
si vede nella facciata del Palazzo Barberini verso il giardino.

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TAVOLA XXXII.

Magnifico Altare antico di marmo^ che fu ritrovato nella Villa
Adriana in Tivoli. Esso non solo si rende particolare per la sua
forma ^ che per la gran copia de' suoi diversi intagli. E perchè me-
glio apparisca la modinatura della facciata^ come parte più inte-
ressante^ si vede disegnata in forma geometrica nella Tavola pre-
cedente.

1. Anfora ^ ο sia V^aso antico di bronzo, che servir doveva per
uso dei libami^ essendo stata rinvenuta in un sepolcro nel terri-
torio deir antico Vejo.

2. Lucerna antica di bronzo in figura di grottesco animale
quadrupede. Osservasi che in ogni parte di essa distribuiti sono li
suoi ornamenti eccellentemente lavorati. Nelle tre code dell' animale
erano situati i lucignoli per accenderli a tempo ^ reggendosi il tutto
di detta Lucerna per le quattro zampe, oppure appendendosi per
mezzo della catena. È stata anch' essa ritiovata nello stesso sepol-
cro dell'antico Vejo.

TAVOLA ΧΧΧΙΠ.

Tripodi antichi di marmo, che si vedono nella Villa del-
l' Ecc. Cardinale Albani fuori di Porta Salara.

TAVOLA XXXIV.

Vaso cinerario antico di marmo di gran mole, che si vede nel
Museo del Cav. Piranesi. Tanto questo che il suo piedestallo è ornato
di sculture e d'intagli elegantissimi. Nel mezzo del bassorilievo è
figurata la Musica celeste indicata dal globo che ha a' piedi, e dalla
lira che tiene in mano· ad essa fanno onore due Donzelle, una
genuflessa, è Γ altra in piedi che gli porge la libazione. Le due

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Κ'

mascliere laterali sono simboli delle medesime. 11 Leone poi die op-
prime il Bue significa la debolezza della vita umana atterrata dalla
forza della morte.

TAVOLA XXXV.

Veduta in prospettiva dell' antico Vaso cinerario di marmo con
suo piedestallo alto palmi 14, già descritto nella Tavola precedente.
La sua facciata è adornata di pampani sostenuti da due clave pian-
tate dentro il· cratere. Sì il corvo, che è scolpito fra quei rami,
clie le clave sono simboli attribuiti ad Apollo. Le sculture eccel-
lentemente intagliate , le maschere sceniche^ i rami de' pampini, i
cornucopj e le corone di quercia che si veggono scolpiti nelle
quattro facciate del piedestallo, come ogni altro ornamento, sono
tutti simboli relativi a queste Divinità. Il Leone in atto di assalire
il Bue, esprime la forza che opprime la ragione^ come appunto gli
antichi esprimevano in simili casi ne' loro sepolcri, significando con
tale espressione qualunque uomo dover essere infine atterrato dalla
superior forza della morte. Questo monumento si vede nel Museo
del Cav. Piranesi.

TAVOLA XXXVI.

Vaso antico che si vede nella Villa di S. Em. il sig. Cardinale
Alessandro Albani fuori di Porta Salara. Posa questo Vaso sopra un
Tripode che si conserva nel Museo Capitolino.

TAVOLA XXXVII.

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Vaso antico di marmo di gran mole, che si rende particolare
per l'eleganza de'suoi manichi, i quali formano tutto il principale
ornamento di esso. Si vede nel cortile del Monastero di S. Cecilia
in Trastevere.

TÀVOLA XXXVIII.

Vaso cinerario di gran mole. Le teste dei Giovenchi mostrano
di reggere il pesante festone composto di frutta, fiori, grano ed

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ι5

^ il tutto necessario alla vita umana. Il restante degli orna-
menti con gli uccelli formano un vago intreccio nel corpo del Vaso.

TAVOLA XXXIX.

Vaso antico di marmo che si conserva nella Galleria del Pa-
lazzo deir Ecc, sig. Principe Barberini. Egli è adornato d'intagli
finissimi tanto nel corpo di esso, come anche nelle tre faccie del
sottoposto piede triangolare.

TAVOLA XL.

uve

C. Colonna ritrovata nelF isola Tiberina vicino alla Chiesa di
S. Bartolommeo, ov' era anticamente il Tempio di Esculapio. Si vede
presso il sig. Jenkins.

A. Avanzo di un Pilastro con varj intrecci d'ornamenti, e
diversi animali, di lavoro mirabile. Questo si vede nella Villa Me-
dici in Roma.

B. Cornice in grande del Pilastro.

TAVOLA XLI.

Vaso antico di marmo adornato di eccellenti sculture sì nella
parte anteriore che nella opposta, le quali rappresentano Fauni e
Baccanti 5 che coi tirsi alla mano vanno danzando. Queste figure
sono rinserrate da gentilissimi festoni in due riquadri. Il meandro
sottoposto gli va girando all'intorno. Questo Vaso si rende parti-
colare anche per la vaga e bizzarra invenzione de' suoi manichi,
e si distingue per la sua mole. Un tal pezzo di antichità è stato
ritrovato l'anno 1771 negli scavi fatti fare dal sig. Gavino Ha-
milton nel sito detto Pantanello, luogo campestre nelF antico re-
cinto della Villa Adriana. L'Urna cineraria che vedesi sottoposta
al Vaso si conserva nel Museo del Cav. Pii^anesi, ed è ornata in
tutte le quattro faccie di eccellenti sculture e lavori di vario genere.

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TAVOLA XLII.

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Vaso antico di gran mole die si vede nella Villa dell'Eoe.
Casa Lanti sul monte Gianicolo. Il corpo del medesimo è circon-
dato da otto teste di Fauni e Silvani. Il piede che al presente lo
regge è di porfido e non corrisponde alla proporzione del Vaso^
perciò si comprende che apparteneva ad altro ·, tanto più che si
scopre la larghezza della superficie
A Β che posava sopra l'antico
suo piede di maggior circonferenza corrispondente alla grandezza
del Vaso.

TAVOLA XLIII.

Altra veduta laterale del Vaso che si vede nella Villa dell'Eoe. Casa
Lami. Il piede è-stato dal Cav. Tiranesi ideato a proporzione della
grandezza del Vaso^ e corrispondente alla traccia dell'antica superficie
accennata nelF altra Tavola colle lettere
A B. Il Monumento A, su
cui qui posa il suddetto Vaso, si vede in casa del sig. Collino Mo-
rison pittore ed antiquario inglese. Questo rappresenta un antico
Pulvinare ornato con bassirilievi e varj intrecci di arabeschi di ec-
cellente maniera. Nel bassorilievo si vede Nerone nel lettisternio
attorniato da' suoi vizj con altre figure simboliche alle sue dissolutezze.

TAVOLA XLIV.

Tripode antico di bronzo che si conserva a Portici nel Museo
reale di S. M. il Re delle due Sicilie.

TAVOLA XLV.

Vasi antichi di marmo eccellentemente scolpiti. Si vedono in
Inghilterra presso il sig. Cav. Townley trasportativi nell' anno 1768.

TAVOLA XLVI.

A. Vaso antico 5 alto palmi 4? oncie η^ che si vede nel Mu-
seo del Cav. Piranesi.

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^ 17

^.Piedestallo che si vede in Inghilterra presso S. E.MilordExeter.

C. In Inghilterra presso il sig. Hugh Deane pittore di paesi.

D. Altra veduta del Vaso suddetto che si ritrova presso il Cav.
Piranesi.

TAVOLA XLVII.

Vaso di marmo antico* che si vede nel Museo Capitolino.

TAVOLA XLVIII.

Vaso antico di marmo che si vede nel Museo Capitolino, alto
palmi 7 oncie i.

TAVOLA XLIX.

Monumento antico che si vede in Inghilterra presso il sig.
Giorgio Aufrere^ Cav. inglese ^ nella sua Villa a Chelsea.

Due Vasi antichi esistenti in Inghilterra prèsso S. E. Milord
Palmerston.

TAVOLA L.

Altro Candelabro antico de' due posseduti dal sig. Tommaso
Jenkins pittore inglese.

TAVOLA LI.

Candelabro antico di marmo posseduto dal sig. Tommaso Jen-
kins pittore inglese. Questo Candelabro è una delle opere più per-
fette dell'
antichità . non tanto per la mole e per F architettura ,
quanto per la finezza dell'intaglio e per le Divinità scolpite nei
triangoli del piedestallo.

TAVOLA LII.

Vaso antico di marmo ornato di bassirilievi rappresentanti il
sacrifizio di Suovetaurilii, ed altri ornamenti allusivi al sacrifizio.
Si vede in Inghilterra presso S. E. Milord Holland.

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TAVOLA LUI.

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Sileni num. 4 antichi di marmo^ di grandezza molto maggiore
del naturale che reggon su gli omeri ^ coperti di pelle di caprone^
una gran tazza di granito^ di diametro palmi
i6 1/4. Si vedono nella
"Villa dell'Em. sig. Cardinale Alessandro Albani.

L'ornamento antico sottoposto si trova nella Villa Negroni.

TAVOLA LIV.

Vaso antico di marmo di gran mole, rappresentante il sacri-
fizio d'Ifigenia soggiacente al simulacro di Diana, per placare così
il Nume, acciò i Greci felicemente si portino all'assedio di Troja^
ma per pietà della Dea subentrò una Cerva in vece della fanciulla
Ifigenia. Questo Vaso si vede nella Galleria delle statue della Villa
Medici.

TAVOLA LV.

Bassorilievo, il quale è scolpito sulla circonferenza del già descritto
Vaso antico di marmo esistente in Roma nel Palazzo della Villa Me-
dici sul monte Pincio. Si rappresenta in queste sculture il sagrifizio
d'Ifigenia, dove osservasi la statua di Diana panneggiata in atto
di scoccar Γ arco. Sotto Γ ara del simulacro vedesi prostesa in terra
in atto mesto e piangente la vergine Ifigenia seminuda. Avanti di
essa si vede Ulisse, che colla forza della sua eloquenza supplica la
Dea a voler concedere la vergine in matrimonio ad Achille. Dal-
l'altra parte dell'ara si sta Achille con gli altri suoi seguaci, tra
i quali Protesilao e Filottete, che stanno in pronto a rapire la
vergine qualora non si plachi la Dea. Il guerriero che sta vicino
ad
Ulisse appoggiato. colla gamba destra ad uno scanno è Agamen-
none padre d'Ifigenia, ch'egli stesso avea condotta al sagrifizio
per obbedire all' oracolo della Dea. Il vecchio velato vicino ad Aga-
mennone è Calcante gran Sacerdote, il quale volendo liberare quel-
Γ infelice vittima , fece intendere che la Dea mossa a compassione,
si contentava che le fosse in cambio sacrificata una Cerva, e che
la Vergine Ifigenia fosse quindi trasportata in Tauride per sua Sa-
cerdotessa in quel Tempio. E allora l'armata de'Greci che si tro-
vava in Aulide sciolse le vele alla volta di Troja.

-ocr page 24-

TAVOLA LVI.

Β,

Α. Jjassorilievo antico che si vede nel portico della Chiesa dei
SS. Apostoli.

I Vasi sono estratti dalla raccolta del Cav. Ghezzi esistente
nella Biblioteca Vaticana.

TAVOLA LVII.

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*

Vaso antico di marmo con suo Piedestallo^ che al presente si
vede in Inghilterra nella Villa del sig. Gio. Boyd. Questo monu-
mento si rende distinto e per la mole e per l'esecuzione^ perciò
è degno da riputarsi una delle maraviglie della scultura. È stalo
ritrovato negli scavi fatti nella Villa Adriana l'anno 1769. La ma-
niera eguale ne'lavori che si sono veduti in tante cose ritrovate
di questo genere , ci fa credere che anche il nostro Vaso sia stato
eseguito da quei celebri scultori che Adriano tratteneva in quella
sua Villa per condurre quelle tante opere, le quali dovevano esser
poste ne' loro rispettivi luoghi per ornamento di quelle tante
fabbriche5 le quali formavano, per così dire, un'intera città. Le

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sculture che circondano il corpo del Vaso rappresentano dei Fauni
di diversa età, alcuni dei quali sono occupati a raccogliere le uve^
altri a metterle nei canestri, ed altri dopo averne riempite le loro
pelli di
capra, passando per il luogo montuoso, indicano di por-
tarle al loro destino 3 ed altri in fìae, come si vede in questa
facciata j, cercano di sgombrare quel sito da alcuni macigni ^ forse
per mettere in piano il paese e renderlo più grato alla loro resi-
denza. Alcuni di loro sono qui espressi , gli altri si vedranno scol-
piti nelle due seguenti tavole.

TAVOLA LVIII.

Veduta di prospetto del Vaso antico di marmo con suo Piede-
stallo, precedentemente descritto. Questo Vaso si rende del tutto nuovo
per la sua particolare e generale forma, composta di grottesca in-
venzione a causa delle tre zampe che lo reggono, dalle quali na-
scono Sileni che dimostrano di sostenere tutta la macchina. Tale
invenzione in simile soggetto finora non si
è veduta. Tra i Sileni
sorgono i busti di altrettanti Fauni in bassorilievo, i quali sono si-
tuati dallo scultore nel fondo del Λ^aso in maniera che facciano
buona simmetria in mezzo ai tre Sileni suddetti ^ e formino una
nobile idea. Nel corpo del Vaso si vedono de'Fauni fra luoghi al-
pestri , due de' quali sono
affaccendati a sgombrare un gran sasso.
Il vecchio Fauno, come primario direttore del lavoro, fa forza pre-
mendo la leva, e pare che così dia coraggio all' altro di fare lo
stesso. Lo scultore con
bizzarra invenzione ha collocato Γ altro com-
pagno in una azione che fa vedere che tutto il di lui corpo gravita
sopra la leva, acciocché essa operi per mezzo di questo peso onde
venga il sasso rimosso. Altri Fauni si dispongono per togliere altri
macigni. In fine un altro se ne vede a raccogliere le uve delie viti
situate sotto il labbrjo del Vaso, consegnandole agli altri per met-
terle nei canestri. Non ha mancato Γ artefice di introdurre in que-
sti alpestri luoghi degli alberi per rendere più vaga la composizio-
ne, ed anche perchè convengano al sito nel quale si credeva abitassero
queste Deità terrestri. Le maschere poi;, la siringa ed i festoni sono
stati appesi dai medesimi Fauni ad un ordine di doppie cordicelle

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21

clie girano intorno al Vaso, e perciò l'esperto maestro lia dato a
tali cose un rilievo minore che agli altri principali oggetti.

TAVOLA LIX.

Veduta in prospettiva per angolo dell'antico Vaso di marmo
con suo Piedestallo^ già descritto nelle due Tavole precedenti. L'aspetto
di questo lavoro comparisce di un' invenzione piramidale. La propor-
zione nel suo tutto e nelle sue parti è mirabile, essendo che egli
è stato adornato con grave e felice pensamento , nè viene in alcun
modo disturbato da tanti finissimi intagli e sculture che per ogni
dove vi ha vagamente introdotto Γ artefice per renderlo leggiadro.
Le figure sono eseguite con eccellente artifizio. Esse non sono ma-
nierate ^ nè di un carattere caricato e grave ^ perchè qui non si
tratta di rappresentare Divinità particolari, ma Fauni, ο nature di
corpi, i quali lo scultore suppone che siano stati nel mondo, e
perciò ha cercato di fare, per quanto ha potuto, nella rappresenta-
zione una semplice natura adattata alli suddetti soggetti. Parte di
questi Fauni sono intenti a raccogliere le uve di già mature per
quindi farne il mosto. Uno le ripone nei canestri, ed un altro sale
per luogo alpestre carico di un otre ripieno di liquore spremuto dalle
uve per portarlo al suo destino. Sotto ai rami di vite che circon-
dano tutto il labbro del Vaso si vedono varj uccelli , tra'quali vi
sono de' merli, i quali acconciamente dispos.ti qua e là posano so-
pra le funi che girano d'intorno al Vaso. Sono appesi alle funi an-
che de' gentili festoni d' alloro , un vasetto ed una canestrella, dentro
la quale vi si ravvisa un nido di merli. 11 Piedestallo è molto ben
proporzionato alla figura del Vaso. I suoi intagli sono adattati con
bizzarria alla ben composta invenzione del medesimo. Vi sono si-
tuate air intorno tre teste di Toro che sostengono de' festoni for-
mati di frutta e di fiori annodati insieme da magnifici nastri es-
pressi a similitudine di quelli che si compongono di lamine d'argento
e di seta. Gli ovoli e le bacellature scolpite nei superiori membri
del piedestallo, formano una specie di corona al piedestallo stesso.
Perciò si vede che Γ artefice a maraviglia industre usò ogni arti-
fizio, affinchè codesto insigne monumento fosse perfettamente com-
pito nel suo tutto e fosse nobile in ogni sua parte.

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22

TAVOLA LX.

Vaso antico di basalte ritrovato in più pezzi. Egli è di gran
mole 5 e fu scavato Γ anno 1772 con altri frammenti di statue negli
orti de'RR. PP. della Missione sul monte Quirinale nella profon-
dità di palmi 25. Si crede che queste ruine appartenessero alla
casa di Pomponio Attico. Egli è adorno di varie sculture. Le ma-
schere sceniche che si veggono in questa facciata sono altrettante
dalla parte opposta^ ma scolpite con qualche diversità da queste3
industriosamente sono state disposte dall'artefice^ essendo separate
architettonicamente per mezzo de' loro tirsi, e queste con ogni or-
namento e con finezza d' arte sono state lavorate e ben risolute in
questa durissima pietra. Il Sommo Pontefice Pio VI, essendo te-
soriere ^ mosse e determinò la s. m. di Clemente XIV a fare una
raccolta delle piif belle ed eccellenti statue ed altri pezzi di anti-
chità con diversi ornamenti che qua e là erano sparsi, essendosi
a tal fine innalzata una fabbrica adattata alla grandezza dell' im-
presa. Questa insigne raccolta , denominata dal suo autore Museo
dementino, venne da Pio VI arricchita di altri antichi preziosi mo-
numenti 5 e la stessa fabbrica fu dal medesimo accresciuta e por-
tata alla più singolare magnificenza.

TAVOLA LXI.

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Parte di Fregio ch'era anticamente in una fabbrica del Foro
di Trajano, in oggi è sulla muraglia del Palazzo di S. E. il sig.
Principe Aldobrandini.

Altro fregio antico posto inferiormente in questa Tavola. Si vede
in un tempietto della Villa di S. E. il sig. Cardinale Alessandro
Albani.

Ornamenti antichi esistenti in varie parti della medesima Villa
Albani.

TAVOLA LXII.

Tripode^ ovvero Ara antica di marmo, ritrovata l'anno 1775
negli scavi fatti fare dal sig. Gavino Hamilton ^ nel sito ove si crede

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die fosse V antica città di Ostia. I simboli che veggonsi scolpiti
nelle tre facciate di esso denotano essere stato consacrato ad Apol-
lo. Si è disegnato in due Tavole distinte a fine di maggiormente
mettere in vista la vaghezza de' suoi traforati e bene appropriati
ornamenti che lo compongono. La Santità di Pio Vi ha voluto fare
acquisto di sì nobile monumento a cagione della particolare bel-
lezza ed esquisita esecuzione de' suoi lavori, e lo ha fatto collo-
care fra le altre singolari numerose rarità antiche, le quali si am-
mirano nel celebre nuovo Museo Vaticano.

TAVOLA LXin.

Altra veduta dello stesso Tripode antico di marmo. La sua
conca è sostenuta da tre zampe di leone grottescamente architet-
tate, e da un tronco nel mezzo sottoposto alla medesima. Lo scul-
tore ha bizzarramente scherzato ad esso un Serpe, la di cui testa
sì distacca per unirsi alla vaga lira composta di due rami di acanto,
a' quali è appeso il turcasso di Apollo. Le due altre facciate hanno
Io stesso ornamento de' suddetti rami che formano altre lire con-
simili. Ogni parte è distaccata per mezzo de'trafori j lavoro diffi-
cile, che sembra piuttosto da farsi in bronzo che in marmo 3 la-
voro difficile , dico , ed affatto nuovo, nè mai in genere di Tripodi
se n' è veduto Γ eguale. L' opera con tutto ciò resta grave, e nello
stesso tempo leggiadra, attesa la perfezione de' suoi intagli ancora,
i quali ben dimostrano d'essere stati eseguiti da eccellente
maestro.

TAVOLA LXIV,

Trofeo antico di marmo che si vede nel Museo dementino
al Vaticano. Fu ritrovato l'anno 1772 negli scavi fatti fare dal
sig. Gavino Hamilton vicino a Cornazzano in un antico piano che
si crede appartenente ad una grande Villa di qualche Imperatore
ο cittadino Romano. Appare essere egli stato innalzato in qualche
parte rispettabile della casa in memoria di aver riportata qualche
vittoria navale, giacché fu ritrovato questo fra le grandiose mine
d'un magnifico edificio. Lo scultore in questo soggetto ha dimostrata

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la Vittoria alata e smascherata, che imperiosa preme e si appog-
gia sopra la grande corazza del vinto nemico appesa ad un grande
tronco. Nella mano destra tiene un serto^ ο corona d'alloro ap-
partenente al vincitore. Tiene poi coli' altra mano la maschera po-
sata sul capo^ indicando simbolicamente il di lei favore verso i
Romani. Il rostro navale e le altre spoglie nemiche sottoposte ai
piedi j dimostrano Γ oppressione del vinto.

TAVOLA LXV.

Altra veduta di fianco del Trofeo dimostrato di facciata nella
Tavola precedente. Lo scultore ha nobilmente espresso questo sog-
getto disponendo ogni sua parte con maestà ed eleganza. L'ese-
cuzione è degna d' essere ammessa fra la serie delle opere eseguile
da valenti artisti in tal genere. La corazza è mancante del suo elmo
greco. Noi abbiamo qui in disegno perciò supplito una tale man-
canza dagli indizj rimasti nelle sue antiche rotture. L' abbiamo sup-
plito di forma greca per adattarsi all' altro elmo che si vede posato
fra quelle spoglie che viene calcato dalla figura della Vittoria. Il
Supplemento dell' elmo suddetto, qui disegnato, è stato ideato a no-
stro capriccio, seguendo però le tracce già dette, variandolo dal-
l' antecedente figura per non assoggettare quest' aggiunta ad una
sola invenzione , che è stata da noi ideata ; ma disegnarla, sup-
ponendola in due diverse maniere, acciocché ognuno giudichi qual
dei due possa essere il più confacente supplemento adattato alla
stessa erudita invenzione.

TAVOLA LXVI.

Vaso antico di marmo vagamente ornato con fusti d' edera in-
trecciati, e varj uccelli scherzanti. All'intorno vi sono otto diverse
maschere sceniche ed altri ornamenti. Si vede nel Museo del Cav.
Piranesi.

Vaso antico. di marmo che si vede in Inghilterra presso il
sig. Dalton Cav. inglese.

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TAVOLA XGVII.

25

Vaso antico esistente in Inghilterra presso ΓΙΙΙ. sig. Jane Synnot^
Dama inglese.

Vaso antico di terra cotta che si vede disegnato nella raccolta
di Pirro Ligorio nella Biblioteca Vaticana.

TAVOLA LXVIII.

Nell'anno 1765 nella Vigna Strozzi sulla via Appia fuori di
Porta S. Sebastiano mezzo miglio incirca, passato Capo di Bove,
furono trovate le presenti Cariatidi, le quali oggi si vedono nella
Villa Albani. Nella prima si vede scolpita la presente iscrizione greca
ΚΡΙΤΩΝ ΚΑΙ ΝΙΚΟΛΑΟΕ ΑΘΗΝΑΙΟΙ ΕΤΤΟΙ ΟΙΝ = Crìtone e Nicolò
Ateniesi facevano.
Quantunque in una sola vi siano scolpiti i nomi
degli artefici, pure è da credersi che siano tutte del medesimo scar-
pello , perchè si vede in esse lo stesso gusto, lavoro e perfezione.

TAVOLA LXIX.

Vaso cinerario antico di marmo. La Civetta nel coperchio e i
Cani rampanti, che servono di manichi, sono allusivi alla fedeltà
ed alla vigilanza in questo soggetto. Si vede nella Villa Casali vi-
cino a S. Stefano Rotondo.

Vaso antico di marmo che si vede nella Villa dell'Em. sig. Car-
dinale Albani fuori di Porta Salara. Egli è adornato con varj intrecci
di fusti e frondi si di vite che di pino3 nell'intreccio poi si vede
passeggiare un Lupo^ comechè lo scultore forse abbia voluto rappre-
sentarlo
hi un'ombrosa foresta.

TAVOLA LXX.

Grande Urna con suo coperchio nel cortile del palazzo Orsini
al Teatro di Marcello. Nello specchio principale si vedono cinque
ripartimenti di colonne
rappresentanti le forze d'Ercole. La i." che
strangola il Leonej la Ercole colla pelle
di leone sul braccio

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26

die ammazza l'Idra 3 3.^ lo stesso colla clava e col Cinghiale sulle
spalle ucciso ; 4·^ quando raggiunge ed uccide il Cervo di Diana,
5.® Ercole solo senza il segno della sua forza. Sopra il coperchio si
vedono due figure di persone rispettabili^ marito e moglie^, la quale
ha un serto nella destra· che stanno coricate su d'una coltre a guisa
di letto 5 ornata apparentemente con fasce di preziosi ricami.

Non si vede iscrizione, la quale forse potrebbe dinotare che
entro dell' urna siano state riposte le ceneri non solo dei conjugi,
ma ancora dei due bambini, quando non rappresentino due Genj.

Lucerna di bronzo appartenente al sig. John Lewis Boissier
Cav. inglese, oggi trasportata in Inghilterra. Si rende particolare per
le tre funzioni con cui si adoprava. L'originale è alto palmi i ,
once 6.

B. Rampino situato al piede della Lucerna, per uso di poterla
appendere in qualunque luogo sì accesa che spenta.

TAVOLA LXXI.

Monumento sepolcrale antico di marmo, nel di cui Vaso cine-
rario furono riposte le ossa combuste di Mamertino e Partenope sua
moglie, i di cui ritratti sono stati rappresentati uno in forma di
Meleagro, e l'altro di Atalanta. La figura che si vede situata al di
dietro sarà per avventura quel Q. Marzio che si legge nell'iscrizione.
Il lavoro è d'ottima maniera. Questo monumento fu ritrovato nella
via Labicana vicina al sepolcro di S. Elena fuori di Porta Maggiore
Fanno 1765. Presentemente questo pezzo d'antichità è stato inviato
in Inghilterra dal sig. Matteo Nulty antiquario inglese.

Il Vaso A si vede nel Museo del Cav. Piranesi.

La Lucerna di metallo Β insieme col Vaso di vetro di color
d'oro
C sono stati ritrovati dentro il Cinerario, con stili, i quali
servivano per uso dell'acconciatura de'capelli. Questa Lucerna si
rende particolare per le due funzioni che ella fa, cioè l'una per
appendersi, Γ altra per portarla a mano^ piegando il manico al con-
trario nel perno mobile.

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TAVOLA XGVII.

27

Tripode antico gentilmente ornato. Si conserva in Inghilterra
presso il sig. Aubreii Beauderk.

A. B. Vasi antichi che si conservano nel Museo del Gay, Piranesi.

TAVOLA LXXIIL

Vaso antico di marmo ornato di varie e ben intese sculture
all'intorno. Nel corpo di esso vi sono scolpiti oppostamente due
Servi ed Ippogrifi, i quali Servi poeticamente fìngono di tenere in
custodia questi animali, e dimostrano stare intenti ad abbeverarli.
Conservasi questo Vaso nel Museo del Gav. Piranesi.

Il Piedestallo ha negli angoli due ben ornati Gandelabri, e nel
restante alcune sculture fatte forse ad arbitrio dell'artista che le ha
scolpite, quando però esse non siano allusive allo stato della vita
presente e futura, solite a scolpirsi in simili casi, giacché s'impara
dall'iscrizione sepolcrale, che questo Piedestallo era stato fatto in
tale occasione.

TAVOLA LXXIV.

Vaso cinerario antico, che si vede sopra la porta dell' ingresso
del Palazzo della Villa Paniilj.

Vaso antico di marmo ornato di varj intrecci di frondi e festoni;
Si vede in Inghilterra presso il sig. Gav. Edward Walter nella sua
Villa a Pery Hill nella contea di Surry.

TAVOLA LXXV.

Vaso antico di marmo presso S. E. il sig. Generale Schouwa-
loff, rappresentante i fatti di Ercole.

11 basamento rappresenta un Feretro, che ora . si vede nella
Villa Casali a S. Stefano Rotondo.

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TAVOLA XGVII.

38

Parte di una parete di marmo ritrovata nella Villa Adriana
l'anno 1769, ornata a guisa di pilastro con varj arabeschi, figure
di Baccanti ed animali di diverso genere in essa disposti. Lateral-
mente vi sono divisioni variamente adornate con figure di donne
che sacrificano. Il Fregio di terra cotta rappresentante Giove, Giu-
none e Pallade, con altri arabeschi, fu ritrovato negli Orti dell'Ecc.
Duca Gaetani a S. Maria Maggiore. Oggidì ambedue questi fram-
menti si conservano nel Museo del Cav. Gio. Battista Piranesi.

TAVOLA LXXVII.

Urna cineraria antica di marmo, la quale conteneva le ceneri
combuste di L. Aurelio Terento e di Cecilia Ticherna sua moglie.
La Civetta colle sue sparse ali mostra di reggere Γ iscrizione coi
nomi dei conjugi defunti, denotando per mezzo di questo simbolo,
che coteste persone furono vigilanti nelle azioni della vita umana
e prudenti^ indicandocelo anche le sottoposte Sfingi. I Teschi, le
Patere ed il Simpulo che sono scolpiti nei lati di quest'Urna, sono
emblemi allusivi alla loro religione. Ella è ricca di finissime ed
eleganti sculture ed ornamenti bene intrecciati a suo luogo, i quali
compogono un'architettata e ben ordinata idea nel suo tutto. Fu questa
ritrovata Γ anno ^766 nel giardino del Convento de' RR. PP. Celestini
in S. Eusebio. Ora si conserva nel Museo del Cav. Piranesi.

TAVOLA LXXVIII.

Vaso antico che si vede nella Villa di S. Em. il slg. Cardinale
Alessandro Albani fuori di Porta Salara.

Vaso antico e Tripode parimente antico che lo sostiene, esi-
stenti in Inghilterra presso il sig. Dalton.

TAVOLA LXXIX.

Fregio antico di marmo con Ippogrifi. Si vede nel cortile del
Palazzo della Valle a S. Andrea detto della Valle.

Altro Fregio che si vede nella Villa Borghese fuori di P. Pinciana.

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29

TAVOLA LXXX.

Vaso antico di marmo con Urna cineraria sottopostavi, che si
vede presso il Cav. Piranesi.

Gruppo di tre Donne, che si vede nel Palazzo della Villa
Borghese fuori di Porta Pinciana.

TAVOLA LXXXL

1. Sedia curule di marmo in prospettiva. Essa conservasi nel
Museo del Cav. Piranesi, ritrovata al tempo di Papa Paolo III nel
Foro Romano, nel luogo anticamente detto Rostri, oggidì vicino
alla Chiesa di S. Teodoro. Suppedaneo architettato con arabeschi
ed altri ornamenti,

2. Altra veduta deretana della Sedia medesima,

3. Vaso antico di marmo^ oggidì presso il sig. Guglielmo Smyth
in Londra,

TAVOLA LXXXII.

A. Prospetto della Sedia curule, B. Facciata del suppedaneo
sostenuto da mensole, ox^nato con diversi intagli di frondi ed ara-
beschi.
C. Scalino per salire al suppedaneo.

Veduta della parte deretana della suddetta Sedia curule. Le
due Lupe sono in atto di fremere come per la gravezza del peso
della sedia e della persona insieme che doveano sostenere.

TAVOLA LXXXIII,

Profilo di una Sedia curule di marmo, che si conserva nel
Museo del Cav. Piranesi^ adorna di finissimi intagli. In ognuno dei
due lati si vede collocata una Lupa per sostenere lo schenale
A e
reggere il cuscino mobile
Β per comodo di quelli che vi sedevano.
Il tappeto che si vede dietro le Lupe e circonda tutta la Sedia ^ è
lavorato negli altri due lati di finissimi intagli a guisa di ricamo.
Il suppedaneo
C fu fatto per comodo di quelli che dovevano salire

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3ο

per porsi a sedere. Questa Sedia fu ritrovata al tempo di Paolo III
nel Foro Romano nel luogo detto i Rostri^ oggi vicino alla Chiesa
di S. Teodoro.

TAVOLA LXXXIV.

Prospetto della medesima Sedia curule. I buchi nel sito A
contenevano anticamente le code di metallo delle Lupe suddette,
e facevano l'ufficio di spranghe per fermare il seditore di bronzo
B.
Nella fascia si leggono queste lettere di un Console^, cioè q. hortentivs
p. F. . .. N. COS. j e pare che vi fosse il nome dell' altro Console,
ma il marmo è corroso dal tempo.

Urna cineraria di marmo ornata di finissimi intagli. Nella fronte
del coperchio si vede il ritratto di quel Lucio Calvino, come s'im-
para dalla sottoposta iscrizione. Dal volume e dallo stilo si potrebbe
credere che fosse un uomo di lettere, ovvero uno scriba. Il Cane
che gli sta a canto per avventura poteva essere dello stesso Calvino,
ed amato da esso in vita 3 ο pure vi è stato posto per simbolo della
vigilanza.

TAVOLA LXXXV.

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Urna cineraria antica di marmo ornata con varj simboli allu-
sivi alla vita umana. La Civetta rappresenta il simbolo della vigi-
lanza , le Sfingi il simbolo della prudenza. Questo monumento si
vede fra le altre antichità del Cav. Piranesi.

Vaso cinerario antico. Nel corpo di esso si vedono Divinità e
Baccanti che lo circondano. È in Inghilterra presso il sig. Cav.
Edward Walter nella sua Villa a Berry Hill nella contea di Surry.

TAVOLA LXXXVI.

Tripode antico esistente nel Museo del Cav. Piranesi in Roma.
Vaso antico di marmo che si vede nella Villa Valenti vicino
a Porta Pia.

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TAVOLA LXXXVII.

Bassorilievo antico dì marmo esistente in Velletri nel Museo
Borgianoi

Bassorilievo in marmo greco esislente nel Museo Borgiano in
Velletri, rappresentante Ercole , servo di Onfale, colla serie delle
dodici sue prodezze descritte da Apollodoro.

TAVOLA LXXXVIIL

1. Fregio con Architrave. Si vede nella Villa Albani.

2. Colonna nel Giardino del sig. Marchese del Bufalo a S. An-
drea delle Fratte.

3. Capitello nel giardino del Palazzo Pio a Campo de'Fiori.
L' altro
A si vede nello stesso luogo, ed altro simile è nel giar-
dino di S. Marinella per la strada di Civita Vecchia.

4· Mensola che si vede al cantone dirimpetto al Palazzo del
Barone Piccolomini alla salita di Montecavallo.

5. Base che sì vede all'Oratorio contiguo alla Scala Santa.

6. Tegola antica di tetto con pina e lavoro in terra cotta Β
ritrovati nella Villa Adriana in Tivoli.

TAVOLA LXXXIX.

Urna cineraria antica di marmo con suo coperchio. Una volta
si vedeva in Roma appresso il sig. Tommaso Jenlins.

Ara antica di marmo ornata di finissimi intagli e sculture. Si
vede nel Palazzo detto la
Farnesina alla Longara.

TAVOLA XC.

Altra veduta del Tripode antico di marmo che si conserva nel
Museo Capitolino.

Vaso cinerario di terra cotta che si vede nella raccolta dei di-
segni del Cav. Ghezzi nella Biblioteca Vaticana. La Chimera che è
nel corpo del Vaso è allusiva alla vita umana.

5

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TAVOLA XGVII.

32

Tripode antico di marmo che si conserva nel Museo Capitolino.
Si può supporre che fosse dedicato a Bacco per gli intrecci di vite
che si vedono nei pilastrelli di esso. · Γ^ ■

Bassorilievo antico che si vede nella Villa Lanti:\ sul monte
Gianicolo.

TAVOLA XCIL

Candelabro ornato con diversi arabeschi. Si vede nel Palazzo
dell'Em. Cardinale Lanti a S. Eustachio.

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TAVOLA XGin.

Altare antico di marmo dedicato ad Apollo^'indicandolo i dodici
segni dello Zodiaco disposti nella circonferenza della sua gran conca^
la quale nel suo interno è gentilmente striata con una testa di Me-
dusa collocata nel centro. La suddetta conca è sostenuta da quattro
pilastri adornati da altrettante Divinità, collegati per mezzo di quat-
tro gran frondi nascenti dal basamento che nella sua concavità è
ornato di squame, e dal cui centro s'innalza un canestro con frutti
e frondi ^ il tutto è disposto con vaghezza ed eleganza. Questo mo-
numento è stato ritrovato nella Villa Tusculana di Cicerone ^ e si
vede fra le altre antichità nella raccolta del Cav. Tiranesi.

TAVOLA XCIV.

Altra veduta in prospettiva dello stesso Tripode.

TAVOLA XCV.

Si rappresenta in questa Tavola una delle due grandiose Are
del tutto simili in ogni lor parte, ed anche uguali nella loro gran-
dezza. Esse furono ritrovate in Albano nella Villa di Pompeo Magno.
Queste sono dedicate ad Apollo^ tanto più dal vedersi in esse

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scolpita la Lira, sopra la quale appoggia con la zampa un Ippogrifo.
Le Baccantiindicano come se fossero intorno all'Ara di questa Divinità
danzando. Sono architettate queste due Are con particolar gusto. Fra
le principali colonne si veggono altre dì$poste in simmetria^ Γ una
d'ordine jonico^ l'altra opposta d'ordiné dorico. Ogni lavoro è di-
ligentemente scolpito, nè v' è cosa alcuna trascurata. La parte su-
periore è incavata per ricevere il focolare· di bronzo che si metteva
per li sacrifizi· Queste Are si vedevano una volta in Albano. Al pre-
sente sono nel Museo del Cav. Piranesi.

TAVOLA XCVL

1. Rappresenta questo Candelabro essere stato consagrato ad
Ercole, Minerva e Silvano, per vedersi scolpite in ciascuna delle
tre facciate le suddette Divinità. Il basamento ornato di teschj ,
simbolo allusivo alla religione ^ viene sostenuto da tre zampe di
Leone rivestite di pelli dello stesso animale. Questo sorreggimento
era comune presso gli antichi nei monumenti di questo genere. Le
Sfìngi e testé di Elefanti sono situate come per guardia negli an-
goli, ove sostengono l'Ara delle Divinità suddette. Le patere poi
dimostrano essere sostenute da colonna striata e circondata da anelli.
Pianta la medesima sopra l'Ara vagamente rivestita di frondi, e con
mirabil arte fa che questi suoi ornamenti agiscano come necessarj
al tutto, ed acciocché il tutto sia concepito a favorire il soggetto di
cui si tratta.

2. Questo Candelabro, com'anche l'altro segnato 3, si vedono
ne'bassirilievi antichi di marmo nella Villa dell'Em. sig. Cardinale
Alessandro Albani fuori di Porta Salara.

4. Vaso antico di marmo pavonazzo di eccellente lavoro che
si vede in Inghilterra presso il sig. Cav. Gio. Barber.

5. Cippo antico di marmo, che si vede presso il sig. Giorgio
Aufrere Cav. inglese nella sua Villa a Chelsea.

6. Presso il sig. Cav. Piranesi.

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TAVOLA XGVII.

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Veduta in prospettiva del Candelabro antico N. i della tavola
precedente, die si vede nel Museo del Cav. Piranesi. Il presente
Candelabro è stato rinvenuto nella Villa Adriana presso Tivoli nel
luogo detto Pantanello. Questo monumento antico, e per eleganza
e per finezza de' suoi intagli, e per le parti che si mirano ben divisate
corrispondenti al tutto, fa che egli sia di una proporzione mirabile.

TAVOLA XCVIII.

Monumento antico di marmo ritrovato fra le rovine di un se-
polcro su la Via Appia vicino a Capo di Bove nella Villa Cenci.
Questo monumento è adornato ne'suoi quattro lati d' intagli e fi-
gure d' ottima maniera , e per la sua forma bizzarra si rende par-
ticolare fra tutti i soggetti di questo genere. Sembra che questo do-
vesse essere stato eretto per riporvi le ceneri dei servi e famigliari
di qualche Imperatore, e ciò si rileva dai nomi dell'iscrizione
urbanus

ET FABIA YERN......cioè figli di setvo nati in casa del padrone^ le

ceneri de'quali furono ritrovate nel sito dove è posta l'iscrizione.
Si vede fra le altre antichità del Cav. Pii^anesi.

TAVOLA XCIX.

Veduta dell' altra parte del sepolcro di urbanus. aug. n. vern.
et. fabia. successa,
Liberti d'uno degli Augusti. Questo sepolcro
antico di marmo di gran mole era certamente uno dei principali
ornamenti nella stanza ove fu trovato. GÌ' intagli che si veggono
in questo sepolcro sono allusivi alle cerimonie usate dai Romani
nei loro funerali. Egli è adornato senza confusione per mezzo di
essi, i quali sono stati eseguiti da un felice e ben inteso scarpello.
Lo scultore si è sforzato di assomigliar l'arte alla natura, la quale
è stata imitata, come si vede, nella general forma di essi intagli.
La parte superiore è adornata con un Vaso a cornucopia d'egual
forma di quelli che si chiamavano Uri, de'quali i Romani si ser-
vivano nelle mense e ne' libami. Esso comincia con una testa di

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GingMale^ d'onde nascono frondi ^ rose, steli, χ quali vanno ser-
peggiando nel corpo del Vaso con altri ornamenti. Nel basamento
evvi Γ urna nella quale erano riposte le ceneri delle suddette due
persone. Questo sepolcro è stato ritrovato nella Via Appia vicino a
Capo di Bove nella Vigna Cenci, e si conserva nel Museo del Cav.
Piranesi.

TAVOLA C.

Candelabro antico geometricamente disegnato, che si vede nel
Museo del Cav. Piranesi ^ alto palmi 12, oncie 10. Nel piantato di
questo Candelabro posano tre Ippogrifi reggenti la cimasa che forma
il basamento. Su questa triangolare forma vedonsi tre Tartarughe^
quasi in atto di sostenere la base circolare delle tre teste d'Arieti
come vittime sagre ed allusive al soggetto, che stanno nello stesso
tempo come di guardia a tutta Γ opera^ investendo il paniere forse
a Silvano dedicato^ in questo vedonsi fiori, frutti e frondi intrec-
ciati a guisa di caulicoli^ e nel mezzo s'innalza un fusto ossia tronco
circondato da fogliami e varj uccelli che formano vago intreccio fino
alla ben intesa e delicata patera. Questo Candelabro è stato dal
Cav. Piranesi risarcito nelle sue mancanze.

Candelabro di marmo antico disegnato da un bassorilievo etrusco
che si vede presso il Cav. Piranesi.

Candelabro di marmo antico disegnato da un bassorilievo che
si vede presso il Cav. Piranesi.

TAVOLA CI.

Veduta in prospettiva del Candelabro antico dimostrato nella
Tavola precedente, eh'è nel Museo del Cav. Piranesi.

TAVOLA CÌI.

Cinerario antico di marmo, eh'è nel giardino pontificio sul Qui-
rinale. L'iscrizione che si vede nel mezzo è sostenuta da un fe-
stone portato da due Genj alati, che posano sopra de'cornucopia.

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ne'quali sono fusti e frondi d'uvQ circondate da uccelli^ che pare
essi siano intenti a mordere. La Lupa che assale il Cinghiale sembra
che voglia uscire da queir intrico del festone. Questi animali nel
presente soggetto pare che vogliano alludere alle vicende della vita
deir uomo.

TAVOLA CHI.

Altro Candelabro che si vede nel Cortile del Palazzo delFEm.
Cardinale Lanti a S. Eustachio.

TAVOLA CIV.

Veduta per angolo dello stesso Candelabro.

TAVOLA CV.

Profilo di una nave antica di marmo a tre ordini di remi, t
Numi tutelari che si veggono scolpiti nei due lati verso la poppa
sono Nettuno ed Apollo. Il suo piedestallo parimenti antico è di
marmo e abbellito di frondi^ festoni, cavalli marini ed altri ornamenti.

TAVOLA CVL

I. Profilo dalla parte di prora. 2. Profilo dalla parte di poppa.
3. Sezione per traverso della nave. 4· Sezione per il lungo della Nave.

TAVOLA CVII.

Un tal lume perpetuo antico di mirabil lavoro dovrà collocarsi
sopra magnifico piedestallo rotondo dinanzi la tomba del Cav. Pi-
ranesi nella Chiesa della Certosa. I tre Genj che a' piedi gli si veg-
gono, stanno in atto di lutto con l'ali dimesse, e con in mano le
rovesciate faci. Il basamento triangolare sostenuto da zampe di Leone
circondato da Sfingi alate e vestite a strie con le code spirali, ovvero
serpeggianti che racchiudono canestri di fiori e conchiglie j le tre

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teste di Ariete sporgono ad esse Sfìngi, e dimostrano di reggere
l'ara rotonda. La sua base circolare è intagliata sopra a stirie^ a
fettucce intrecciate , frondi e squame. Le quattro teste di Fauni,
ossia maschere sceniche, alludenti ai quattro generi della poesia ^
sostenute da sorreggimento scorniciato^ rappresentano anche le quattro
età dell' uomo^ ovvero le quattro stagioni simboliche della vita umana.
La sciringa a lato della maschera e il pedo^ appartengono alle due
teste de'Fauni figurati per l'estate e l'autunno. All'opposto si veg-
gono le figure de' Fauni accanto alla maschera dell' inverno in atto
di raccogliere pigne, ultimo frutto della stagione^ simbolo del ter-
mine della vita umana. Il rimanente dell' opera è un complesso di
ornamenti di frondi, di festoni e teste di Leoni che circondano il
fusto che regge la patera, cose tutte allusive alle produzioni della
terra necessarie per la vita dell' uomo. Questo lume si vedeva una
volta a pezzi dimessi nel Palazzo del Duca Salviati alla Longara.

TAVOLA CVIII.

Altra Veduta in prospettiva del precedente Candelabro antico,
che si vede nel Museo del Cav. Piranesi,

TAVOLA CIX.

Vaso antico di marmo di gran mole, che vedesi nel Palazzo
della Villa Borghese j esistono in esso Fauni e Baccanti che dan-
zano, uno de'quali sostiene Sileno ubbriaco, scorgendosi al mezzo
della parte opposta Bacco in piedi, ed in atto grave da' suddetti
Fauni e Baccanti festeggiato.

TAVOLA ex.

Bassorilievo scolpito nel precedente Vaso di marmo esistente
nel Palazzo della Villa Borghese vicino a Porta Pinciana, il quale
rappresenta un Baccanale.

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TAVOLA CXI.

1. Capitello che si vede nel Palazzo Massimi.

2. Base altrevolte esistente nel Museo del Cav. Piranesi, ora
in Inghilterra.

3. 4· Tre. frammenti trovati nella Villa Adriana in Tivoli.
5. Urna che si vede nella Vigna del Marchese Casali a S. Ste-
fano Rotondo.

TAVOLA CXIL

Antica Plastica rappresentante un Cocchio circense presso alla
voltata delle mete, col suo Agitatore vestito dell'abito quadrigario
che tien cinte le redini intorno al petto. Il Desultore precede il
Cocchio^ e l'attende, gittato per terra, un di coloro che^ secondo
alcuni pensano, si lasciavan passar sopra i carri, rimanendo per la
loro destrezza illesi. Il monumento
è ora in Inghilterra.

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