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| I POSTULAjNTÏ E NOVIZ1

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DEL

TERZ' OEDINE Dl S. FEANCESCO

P. V. c.

roma

TIPOCtRAFIA POLiai.OTTA DELLA S. O. Dl PROPAG. FIDE

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PICCOLO CATECHISMO

PER

I POSTULANTI E NOVIZJ

DEL

TERZ' ORDINE Dl S. FRANCESCO

PEL

p. v. c.

ROMA

TIPOGRAFIA POLIGLOTTA BELLA S. C. Dl PROPAG. FIDE

1874.

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AI LETT0R1

È pur troppo vero, che vi sono gia altri piccoli Catechismi e istruzioni per i Fostulanti del Terz'Ordine di S. Francesco: per cui il presente potrehlte sem-brare superllno. Ma io iio creduto di riuscire utile ai medesimi, semplificando maggiormente la cosn, e rendendola piü facile ad esser capita anche dn' pin igno-ranti : e frattanto ci è anclie il vantaggio di contenersi in questo nuovo Cateclii-smo per ordine i Capitoli della Regola con qualclie utile commentario a tenore del bisogno. Per renderne anclie piace-vole la lettma, Topuscolo precede a modo di racconto, ed in forma di dialogo ; di-viso in tie brevi Conferenze tra un Postulante ed il Padre Superiore, ecc.

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CONFERENZA PRIMA

lln bel giorno un tale uomo di circa trenta anni di eta, e ammogliato, e che noi chiameremo Pietro, si presentó ad un Convento di PP. Cappuccini; e fat-tosi condurre dal P. Superiore, mostró un vivo desiderio di essere ascritto al Terz'Ordine di S. Francesco. E volendo operare a ragion veduta con tutta pru-denza da quell' uomo savio che era, si fece a pregare il Superiore, che prima di ammetterlo, lo istruisse sulla Regola del Terz'Ordine, e sulle nuove obbliga-zioni, che verrebbe ad incontrare dopo 1'ammissione neli'Ordine istesso.

Tutto bene, gli disse il P. Superiore : io lodo la vostra buona volontè., e prego Dio, che ve la benedica, e ve la mantenga ; ma qui nel momento io non avrei nè tempo nè comodo di farvi 1' istruzione che domandate. Facciamo cosi : eccovi questo libriccino, che con-tiene la Regola del Terz' Ordine di

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S. Francesco (1); leggetevela a bell' a-gio; poi tornate da me; e ci intende-remo. Non inancate, sapete, mio buon Pietro: poichè avendovi il Signore man-data questa buona ispirazione, sareste bene ingrato al sno amore, se non la metteste in pratica. Dunque addio, signer Pietro; ci rivedremo,

E il Signor Pietro, baciata divotamen-tela mano alSuperiore si licenzio promet-tendo, cbe fra qualche giorno, piacendo a Dio, sarebbe sicuramente tomato da lui. E difatti ecco che il P. Superiore, pas-sati alcuni giorni se lo vede ritornare; e baciata che gli ebbe la mauo, e chiesta licenza di parlare, ebbe luogo fra loro due la seguente conferenza.

Pietro. Caro P. Superiore, ho letto il libriccino della Regola del Terz' Or-dine di S. Francesco per le persone, che vivono di mezzo al monde , e gli elogj fatti a quest' Ordine da tanti Som mi

(1) Era una copia dell'Opnscolo, che ha per titolo: II Terz'Ordine di S. F:ancesco per Mon-sig. De Segur, aggiuntovi nn Plorilegio, ecc. Milano. - Stabilimeuto Civelli, 1872.

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Pontefici, da tanti Vescovi, e da tanti Dottori Cattolici ; ho goduto assai nel vedere la lunga serie di tanti Santi e Santé che furono ascritti all'Or dine stes-so, e di tanti uomini grandi ed illustri per dottrina, e per la loro alta posizione sociale, che si fecero un vanto di ap-partenervi: e pm che mai mi si access la voglia di esservi ascritto anche io povero peccatore , specialmente per i grandi beni spirituali e per le tante in-dulgenze, di cui 1' arricchirono i Som-mi Pontefici: e piü mi edificó 1'esempio del nostro amabilissimo Papa Pio Nono, che vi si volle ascrivere anche esso sin dalla sua gioventü. Tuttavia a dire il vero, io nella Regola incontro delle dif-ficolta per la pratica di alcuni punti, Sara un effetto della mia ignoranza ; e perció mi faccio a pregare Ia P. V. Rina di illuminarmi, facendomi delle opportune spiegazioni su que' punti della Regola, che io da me non intendo bene; e cosi cesseranno Ie difficolta, e tutti i dubbj, cui nel mio animo ha dato luogo la lettura della Regola istessa.

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II P. Superiore. Caro Pietro, io gia lo prevedevo , che la lettura del libric-cino vi avrebbe fatto nascere dei dubbj, e delle difficolta; cbè peró volentieri io mi prestero a darvene i necessarj scbia-rimenti: e col divino ajuto spero di riu-scirvi in modo, cbe rimarrete soddisfat-to ; e cosi potrete a ragion veduta esser messo a parte del gran bene, cbe è 1'es-sere ascritto ad un Ordine cosi illustre, e cosi acconcio per i secolari a vivere da buoni cristiani in mezzo al mondo, e specialmente in questi nostri tempi di miscredenza e di corruzione. per riem-pirvi di meriti innanzi a Dio, e assicu-rare sempre piü la salvezza eterna del-I'anima. Scorriamo dunque insieme punto per punto la Regola; e voi frattanto mi affaccierete tutte quelle difficolta, cbe di manoin mano vi avverra d'incontrarvi; e di tutto avrete, io lo spero, scbiarimento e spiegazione. Caro Pietro, leggete, di grazia, il primo Capitolo della Regola.

Qui Pietro, aperto il libriccino della Eegola, legge il primo precetto, formo-lato in compendio cosi:

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—. 9 — CAPITOLO PEIMO

u Chi vorra essere ricevuto nel Ter-rgt; z' Ordine di s. Francesco, dovra essere » esaminato circa la Fede Cattolica, ec-rgt; cetto il caso , che il Postulante fosse rgt; bastantemente conosciuto per vero Cat-■n tolico Romano. Dovra aver data prova » di soda piëta, e motivo a sperare una ■n vera condotta cristiana ed edificante, » abbracciato che avra quest'Ordine..•gt;

11 P. Sup. Caro Pietro , è questo il primo Capitolo della Regola del Terz'Or-dine, Non vi pare molto ragionevole , e bastantemente chiaro ad intendersi ? Che cosa si ordina in questo capitolo? Si ordina che le persone, le quali do-mandano di esservi ascritte, non devono riceversi cosi alia cieca , ma devono esa-minarsi per vedere a quale scopo vo-gliono esservi ascritte; e vedersi inoltre se sanno le cose necessarie a sapersi di necessita di mezzo , e di precetto , coi capi principali della Dottrina Cristiana;

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e se credono a tutto cio che crede la S. ChiesaCattolica Romana. Per lo stesso motivo prima di ricevere alcuno, fa di mestieri informarsi della di lui condotta morale; perchè ove fosse persona di fede sospetta, o di mal costume, o di famiglia notata di pubblica infamia, non potrebbe esservi ammessa,

Pietro. Un momento, Padre , quelli clie sono di sentiment! liberali , e che nel tempo stesso si spacciano Cattolici, e passano per persone oneste, potrebbero essere ammessi al Terz' Ordine ?

II P. Snp. No per da vero : perchè i cosl detti Liberali, bencliè onesti quanto si voglia, non sentono col Papa, mentre professano sentimenti contrarj ai sentimenti del Papa e della S. Chiesa: per cui o sono gia eretici, o poco meno. Peró non si pretende gia. , che tutti i Postulant! debbano essere stati per 1'in-nanzi e sempre persone dabbene e timo-rate di Dio, Si pretende peró giusta-mente , che abbiano cominciato gia a dar saggio di vera emendazione, e prome1;tano espressamente di volere essere buoni cri-

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stiani per l'avvenire , . osservando i co-mandainenti di Dio e della Chiesa, e vo-lere essere attaccatissimi ed obbedientis-simi al Sommo Pontefice, che ne è il Capo e il Maestro infallibile. Anzi, se durante l'anno del Noviziato non daranno buon saggio di se stessi, i novizj non si am-metteranno afPatto alla Professione, e si casseranno.

Pietro. Pure io credevo, che i Liberal! buoni, cioè i liberali Cattolici , che sentono la Messa, e si confessano, e sono di onesti costumi, si potessero ricevere nel Terz' Ordine di S. Francesco.

II P. Stip. Eh, caro mio , cotesti liberali , che voi dite onesti e buoni , sinchè si attengano a' loro sentimenti liberaleschi, cotesti liberali bastardi, voglio dire, i quali intendono servire due opposti padroni, facciano pure tutto il bene che vogliono, sono sempre fuori di strada. I loro sentimenti sono opposti, come vi dissi, a quei del Papa e della Chiesa; e sono percio nella via di perdizione. Quindi non possono essere ammessi nel Terz' Ordine, anzi neanche

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possono assolversi in confessione, sinchè non rinunzino per davvero ai loro falsi principj.

Pietro. Ho capito il primo Capitolo della E-egola ; faccia grazia , Padre , di spiegare ora il secondo, cte sta formo-lato cosi :

CAPITOLO II.

u Le persone clie vorranno essere ri-» cevute in quest' Ordine, dovranno fare » il possibile prima della loro Profes-» sione di restituire la roba d' altri , e n pagare i loro debiti, se ne hanno; e v riconciliarsi col prossimo perdonando » le ricevute offese.»

Padre mio , questo precetto della Kegola è cbiarissimo; ma se uno non potesse fare queste restituzioni e pagare questi debiti , e ee si trovasse di avere un nemico, che non voglia in conto alcuno rappacificarsi; cosa dovreb-be fare ?

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II P. Sup. Quanto al restituire la roba altrui, e pagare i debiti ai creditor! , ció ben s' intende, che ove real-mente non possa farlo sul memento, ba-stera, che abbia la buona volonta, e tutte le buone disposizioni a compiere al piü presto possibile il suo dovere. E cosi an-cora quanto al riconciliarsi col prossimo; faccia esso quello che puó dal canto suo, deponga ogni rancors e contrarieta; faccia qualche prova di salutarlo ove lo in-contri: e se nulla ottiene, pazienza. Alia fine cbi fa quello che puó, fa quello che deve : su di che sara bene intendersela col proprio confessore.

Pietro. Caro Padre, tante grazie per queste belle spiegazioni, che io trovo chiare come la luce del giorno. Se mel permette , posso passare a leggere il Ca-pitolo terzo della Regola.

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CAPITOLO III.

u Grli ascritti al Terz' Ordine, e spe-» cialmente le donne, vestiranno secondo » il loro stato rispettivo, osservando pero » sempre la possibile semplicita e mode-n stia, lo spirito di poverta ed umilta, rgt; restando proibita qualunque vanita rgt; mondana e superflua negli ornamenti. •n Sotto 1' abito secolare poi porteranno » un piccolo abitino o scapolare di panno » scuro, il quale cadendo davanti al pet-» to e dietro le spalle verra cinto dal » cordoncino benedetto. »

11 P. Sup. Ebbene, Pietro, trovate al-euna difficolta od oscurita in questo terzo Capitolo della Regola?

Pietro. Oh no : capisco bene, clie chi si è ascritto al Terz' Ordine, che si dice Ordine di penitenza, non deve andare appresso alle delicatezze, alle mode , e alle caricature mondane : ma tutto deve spirare compostezza, modestia, e morti-

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ficazione; beu inteso, secondo il proprio stato e condizione.

CAPITOLO IV.

Pietro. u Grli ascritti al Terz'ürdine » si terranno lontani dai teatri, dagli » spettacoli profani, dai festini e balli » promiscui; e da tutte quelle cose, che v uon solo possono essere di danno all'a-» nima, ma che sono anche contrarie » soltauto allo spirito di penitenza, e di n raccoglimento. »

IIP. Sup. Ebbene, Pietro, ci avete che ridire su questo Capitolo?

Pietro. E che c' è da ridire ? Si sa, che certe cose non si convengono tra i buoni Cristiani, e specialmente poi tra que' Cristiani, che intendono di profes-sare un istituto di vita piü perfetta, oom' è il Terz' Ordine. Si potevano anche aggiungere le mascherate, ed altre si-mili profanita troppo sconvenienti tra persone, che davvero intendono salvarsi.

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II P. Swp. Benchè non nominate , tanto anche le mascherate, ed altre si-mili baldorie, p. e. i chiassi e i festeg-giamenti politici, o dimostrazioni pa-triottiche, come le chiamano, s'intendono proibite ai Terziarj, e tanto piü alle Terziarie, perchè come disse un Santo Padre : GJii vuole giuocare col Diavolo, non potra godere con Crista. Sono le sacre funzioni della Chiesa quelle che convengono ai Terziarj, e a quelle si devono sforzare di sempre concorrere con vera divozione e con santa allegria. Ed ora, se non avete altra difficolta da proporre, proseguite pur la lettura, cioè il Capitolo quinto.

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CAPITOLO V.

Pietro. u Gli ascritti al Terz' Ordine » digiuneranno tutti i Yenerdi dell'an-» no; e tutti i giorni dalla prima Do-» menica dell'Avvento sino al Santo Na-n tale, eccettuate le Domeniclie. E si » asterranno dal mangiar carne tutti i « Mercoledi dell'anno, potendo pero libe-» ramente in questi giorni fare uso di » latticinj. n

II P. Sup. Caro il mio Pietro, dbe vuol dire che avendo letto gli altri Ca-pitoli della Regola con tanta disinvol-tura e franchezza, questo del digiuno per I' opposto 1' avete letto co' denti stret-ti, e quasi di mala voglia, e quasi con-torcendovi?

Pietro. Le diró. Padre, che qui pro-prio mi casoa 1' asino, come si suol dire. Come mai potrebbe osservare questi di-giuni e queste astinenze una persona che vive in famiglia, specialmente se

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soggetta all' altrui autorita, e tanto piü ove si tratti di persone di finanze ri-strette, o male affette di salute, o per altre circostanze poco o nulla compati-bili con tali astinenze e digiuni?

II P. Sup. Ho capito; e queste diffi-colta le comprendo da me stesso. Ma rasserenatevi pure; perchè questi digiuni ed astinenze possono essere modificate e temperate dal Superiore ssnza alcun pregiudizio della sostanza della cosa. Quando alcuno prende I'abito del Ter-z'Ordine, esponga sinceramente la sua posizione domestica e personaie al Superiore: e questi gli commutera, o modifi-chera questi tali digiuni e astinenze.

Pietro. Oh adesso respiro, e mi sento quasi rinato. Per cui lieto e franco posso passare, se le piace, a leggere il Capi-tolo sesto.

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— 19 — CAPITOLO VI.

u Gli ascritti a quest'Ordine si con-n fesseranno, e si comunicheranno al-n meno tre volte 1' anno ; cioè nella Nati-» vita del Signore, nella Pasqua di Ri-» surrezione, e nella Pentecoste; ed anclie n in altri tempi dell' anno secondo la loro » divozione e licenza del propi'io Diret-» tore. E reciteranno un Pater ed Ave n prima del pranzo, e della cena, ed un » altro Pater ed Ave col Beo gratias v dopo detto pranzo e cena. » Questo Capitolo è cbiaro, e non ho alcuna os-servazione da farvi sopra; nè alcuna spiegazione da domandare; perció passo subito a leggere il Capitolo settimo.

II P. Sup. Perdonate, caro Pietro, era non potremo piü proseguire; perchè devo pur soddisfare e compiere altre faccende, che non ammettono dilazione. Avrete perció tanta bonta di ritornare un altro giorno : e continueremo allora

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la rassegna degli altri Capitoli. Addio, Pietro; non mancate; e il Signore vi benedica.

Pietro. Tante grazie, Padre : e Iddio la riconipensi della carita. Verro dunque un altro giorno, piacendo a Dio, e piu presto che per me si potia. E baciata la mano al P. Superiore, che gli strinse la sua, se ne andó tutte contento, e lo-dando e ringraziando il Signore.

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CONFERENZA SECONDA

Dopo alquanti giorni il buon Pietro puntualmente si ripresentö al Sicperiore; e baciatagli la sacra destra, e dettogli da lui che sedesse, dopo lo ncambio di alcune parole di convenienza, cavd di tasca il librettino della Itsgola; e chie-sto il permesso, ne lesse il settimo Capi-tolo che suona cosl:

CAPITOLO VII.

Pietro. a Grli ascritti al Terz'Ordine » fuggiramio le contese e i litigj ; e ac-» cadendo qualche dincordia o ditferenza v col prossimo, faranno pace al piü pre-» sto posrtibile. Nè porteranno cinni senza v giusta causa, n

Padre mio, questo Capitolo della Re-gola intendo anche io, che è molto ra-

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gionevole; e gia non contiene alcun che di nuovo: essendo proprio di ogni cri-stiano fuggire le contese e i lit.igj ; e che se talvolta avvengano discordie e differenze col prossimo, si deve procu-rare di subito accomodarle, e pacificarsi al piü presto possibile. Tutto questo è si conforme alla carita cristiana, che chi facesse il contrario, sarebbe gia per questo solo fuori di strada. Mi quanto al non potere portare le armi, mi par-rebbe troppo assoluto il divieto. E vero che vi sta 1'aggiunto senza giusta causa: ma questo è quelle che lo vorrei sapere; cioè quale sarebbe questa giusta causa di portare le armi.

II P. Snp. Ecco , mio caro Pietro. II P. S. Francesco proibisce ai suoi Ter-ziarj di portare armi offensive di qua-lunque sorta, sia per fare private ven-dette , sia per tenersi pronto , come i bravacci del secoio, a ribattere le off'ese, per sapersi levare, come dicono, le mo-sche dal naso. I Terziarj devono essere persone mansuete e pacifiche, e tenersi sempre lontani dai pericoli di venire alle

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«mam. Ma chi porta le armi indosso, fa 1'audace, e affronta :i pericoli invece di fuggirli. Del resto vi sono delle cause onestissime, che giustificano il portare le armi come quando p. e. un Terziario sia addetto alla milizia; e quando possa trovarsi nel caso di difendere la Fede, la S. Eomana Chiesa, o la Patria, presa nel sue vero senso , non nel senso libe-ralesco e rivoluzionario; o per la pub-blica tranquillita. Si puo dare anche il caso , che un Terziario possa avere e portare le armi per la difesa della propria vita, o roba, ed anche per la caccia, sempre peró co' debiti permessi. D'altron-de anche nel piccolo eseroito Pontificio trovavansi , coiue sapete, non pochi Ter-ziarj o ufficiali, o soldati comuni; e cosi fu sempre fin dai tempi di S. Francesco. Peró per l'amor di Dio, non sia mai, che un Terziario si lasci trarre a prender parte alle combriccole politiche, o tenga mano, o faccia amicizia in conto alcuno co'frammassoni, co'liberali, co'rivolu-zionarj.

Pietro, Ho compreso tutto ; nè ei ho

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che ridire: piuttosto io incontro qualcHe di£B.colta pep 1' intelligenza e per l'osser-vanza del Capitolo che siegue, e che è 1' ottavo nella serie.

II P. Sup. Ebbene, leggetelo, e ci sen-tiremo.

CAPITOLO VIII.

Pietro.uOgni giorno reciteraano I'tlf-» ficio divino , o quello della B. Vergine. n I Confratelli sacerdoti non astretti al n Coro di qualehe Chiesa, cui debbono » uniformarsi , possono per privilegie n usare del Breviario e Calendario Fran-v cescano, di cui si servono i Religiosi, v da' quali furono ascritti al Terz' Or-» dine.

n I Confratelli secolari, e le Conso-» relle possono compensarlo col recitare » ogni giorno cinquantaquattro Pater n noster,£ Gloria Patri ; cioè 12 pel Mat-n tutino, e Laudi, sette col Credo e Mi-n serere per Prima, sett.e per Terza, sette » per Sesta , sette per Nona , sette per » Vespero, e sette finalmente per Gompie-

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» ta con in fine il Credo e il Miserere} che » serve per il compimento dellagiornata.»

II P. Sup. Caro Pietro , questo Ca-pitolo, voi avete detto , che lo trovate di difficile intelligenza, e di difficile osser-vanza. Ma, caro mio, qualche cosa pure bisogna fare : e si sa , che non tutti i Capitoli della Regola sono cosi fatti da non portar alcun peso fuor di quelle, che si contiene nell' osservanza della legge di Dio, e della Chiesa. Tuttavia io spero con poche parole far cadere le vostre difficolta, che gia ho capito quali siano. Udite :

Questo Capitolo, come è chiaro , ha due parti; 1' una riguarda i Terziarj sa-cerdoti, l'altra i Terziarj secolari, e le Terziarie. Per quel che riguarda i sa-cerdoti, lasciate che ci pensino essi, chè ben intendono da se stessi la parte loro. Voi poi, che siete secolare, non sapendo o non potendo recitare 1' Ufficio divino, potrete dire que' Pater noster e Gloria Patri assegnati nella Regola; e con questo, che cioè se vi sembrano troppi , e non aveste alcuna volta 1' agio di reci-

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tarli, potete farveli abbreviate dal P. Di-rettore.

Pietro. Padre mio, perdoni; a me che so un po' leggere anche il latino , quasi quasi farebbe piü comodo recitare ogni giorno 1' Ufficio della Madonna. Che ne dice? Farei bene?

II P. Sup. Non solo fareste bene, ma benissimo; fu anzi permesso espressa-mente da Paolo III, e da Innocenzo XI; recitandolo pero , s' intende , con atten-zione e divozione; e distribuendone la recita nelle sue varie parti in diverse riprese, se non vi da tanto ir,comodo. Ma si vi dico , che intorno a c.ió ve la potete intendere col Direttore. Vedete dunque che questo Capitolo, il quale vi sembrava astruso e pesante, gia l'avete capito ottimamente , e lo trovate abba-stanza leggero e comodo ad essere os-servato. Del resto , caro mio , ve 1'ho gia detto che pur qualche cosa bisogna fare : e si sa , che i Terziarj devono essere anianti dell' orazione. Finalmente non occorre dirvi che questo Ufficio po-trete recitarlo o in chiesa , o in casa ,

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od altrove, come piü vi fara comodo , e sempre con attenzione e divozione per quanto si puo. Ció vale anche per quei che recitano i Pater noster.

Pietro. Quanto le sono obbligato, Padre uiio, per queste spiegazioni! Ci sono alcuni, che hanno paura di ascriversi al Terz' Ordine per le obbh'gazioni sca-brose , che porta seco, come essi dicono; e volevano perció dissuadere anche me di abbracciarlo. Ma adesso comprendo , che la cosa va altrimenti; e che ogni fedele Cristiano vi si potrebbe ascrivere senza paura, e senza incomodarsi quasi per nulla. Per cui adesso, ove mi sia data 1' occasione , mi adopreró di disin-gannarli: ovvero li manderö da Vostra Riverenza, o da altri che li potranno ill u ui in are.

II P. Snp. Si, caro Pietro, fate pure questo bene , chè il Signore ve ne rime-ritei a. Frattanto leggete su il nono Ca-pitolo che siegue.

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. CAPITOLO IX.

Pietro. u I Confratelli e Consorelle, n che abbiano heni mobili o immobili , rgt; dopo almeno tre mesi dalla loro pro-» fessione , faranno testamento , onde rgt; provvedere per tempo , secondo le re-» gole della giustizia, e della caiita.quot;

II P. Sup. Caro Pietro, voi siete ra-gionevole, e capite bene quanto sia stata prudente la condotta del P. S. Francesco nello stabilire un Capitolo a parte della Regola del Terz' Ordine per la solleci-tudine del testamento. II S. Padre co-nosoeva , e percio amava grandeaiente la tranquillita degli animi e la pace delle faruiglie. E siccome questa tranquillita degli animi , e questa pace delle fami-glie dipendono in gran parte da una buo-na disposizione testamentaria ; percio S. Francesco comanda in questo Capitolo a'suoi Terziarj , che non tardino a fare testamento: acció in caso di morte, che tante volte viene inaspettata , per cui il testamento o non possa farsi in conto

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alcuno, o con precipitazione, ntm riman-gano le famiglie malcontente, e soggette a domestiche discordie nella disposizione o distribuzione degli averi, e delle pas-sivita se vi sono. II S. Padre prudeate-mente da tempo tre mesi, computandoli dal giorno della Professione. Non è ne-cessario avvertire, che qui trattasi sol-tanto di que' Terziar j che hanno beni proprj, di cui possono dispone con pieno diritto; e che morendo senza aver fatto testamento, o per averlo dovuto fare con fretta nell'ultima infermita, le cose dif-ficilmente sarebbero disposte e distribuite in modo da rassicurare la propria co-acienza, e la tranquillita degli animi , e la pace delle famiglie.

Pietro. Tutto bene, nè ci è che ri-dire. Quel che ha bisogno di una spie-gazione per me, è il Capitolo che siegue, e che riguarda i giuramenti ; e nel li-brettino sta espresso in queste parole:

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CAPITOLO X.

a Si guarderanno scrupolosaraente dal » fare giuramenti senza necessita. E se » mai incautamente cadranno qualche 7gt; volta a giurare , «e faranno subito la n penitenza recitando tre Tater , Ave e n Gloria.»

Padre mio e clie? ai Terziarj non sara mai permesso il fare giuramenti?

II P. Swp. Ecco come è, caro Pietro. Vi sono de' Cristiani di cosi poco giudizio, che con molta facilita e senza giusta causa, e per ogni piccola cosa fanno de'giuramenti a confermare cio che af-fermano o promettono. No, dice S. Francesco in questo Capitolo, no; io non vo-glio, che i miei Terziarj siano cosi in-cauti e imprudenti da usurpare senza giusta e grave necessita la testimonianza e il Nome santo di Dio nè esplicitamente nè implicitamente : perchè questo vuol dire giurare. Cotesta facility di giurare senza ragione sufficiente , benchè sulla verita , venna biasimata da G. Cristo nel

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S. Vangelo : essendo chiaro e manifesto, che anche giurandosi sulla verita, quan-do non vi è grave causa , si viene a man-care di rispetto allo stesso Dio e vale lo stesso che invocare almeno implicita-mente il Nome santo di Dio in vano; cosa che è anche contraria al secondo comandamento del Decalogo , come voi ben sapete. Per cui allora soltanto sara lecito giurare, quando lo richiede la ca-rita, e la giustizia , e non se ne possa fare di meno: ma sempre peró sulla verita; perchè giurando il falso si com-metterebbe peccato mortale di sacrilegio. Dunque siamo intesi, caro Pietro; e po-tete ora leggere il Capitolo che siegue che sarebbe 1' undecimo.

CAPITOLO XI.

Pietro. u I Terziarj potendo ascolte-» ranno ogni giorno la Santa Messa; ygt; faranno limosina ai Confratelli biso-» gnosi, e particolarmente infermi. In

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rgt; Chiesa osserveranno silenzio, e sta-» ranno attenti al S. Sacrifizio, e alia rgt; parola di Dio; procurando anche di » intervenire per quanto loro sara pos-» sibile, a tutte le funzioni della Par-» rocchia.v

Padre mio, per questo Capitolo potra risparmiarsi ogni spiegazione ; perchè è tutto cliiaro, come la luce del giorno. Per cui a guadagnar tempo, se permet-te, leggo il Capitolo duodecimo,

II P. Srip. Fate pure; se non che vi rammento, che i Capitoli della Regola non basta soltanto intenderli, ma con-viene osservarli.

Pietro. E troppo giusto ; per cui passo a leggers.

CAPITOLO XII.

u I Terziarj visiteranno i Confratelli » infermi, e li soccorreranno se bisognosi. v Assisteranno ai Punerali de' Confra-i telli defunti; e suffragheranno alle

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» loro anime per quanto possono. II me-» desimo faranno le Consorelle verso le » Consorelle. Dientro 1' anno ognuno, po-» tendo, fara celebrare qualche Messa » pe' confratelli e consorelle vivi e de-» funti: e cio non potendo, si potra sup-» plire colla recita di qualche centinajo quot; di Pater noster accompagnati e accop-n piati- co' Requiem aeternam. v

IIP. Sup. Anche questo Capitolo è chiarissimo e ragionevolissimo: percio non vi aspettate da me una spiegazione, che sarebbe superflua. Solo alcune cose voglio farvi notare sopra i Fratelli e le Consorelle inferftie: cioè che per prima cosa si deve procurare di far loro rice-vere gli ultimi Sagramenti bene per tempo, e prima che avessero a perdere 1'uso de' sensi. Vi faro ancbe notare, che sebbene sia cosa doverosa il visitare gl' infermi fratelli, soccorrerli, servirli, e assisterli; tuttavia gli infermi devono accogliere questi servigj come opere di pura caritó,, mostrarsene riconoscenti, e non avervi una sovercbia pretensione. Discrezione da una parte, e dall' altra : Catechismo. 3

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e tutto per amore di Dio, e senza affet-tazione.

Resterebbero altri quattro Capitoli da leggersi, e da spiegarsi secondo 1' oc-correnza. Ma ormai è tardi; e sara bene differirlo e rimetterlo a qualche altro giorno. Addio, caro Pietro; raccoman-datevi al Signnre, a Maria SSma Im-macolata, al Patriarca S. Griuseppe, e al P. S. Francesco per la bella e distinta grazia che state per ricevere, di essere cioè ascritto al Terz'Ordine. Ci rive-dremo. E il buon Pietro ringraziando il P. Superiore, e baciatagli la mano, e fatta la riverenza, se ne va tutto con-tento pe' fatti suoi.

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CONFEftENZA TERZA

Dopo qualche giorno, ecco Pietro pre-sentarsi al Superiore, che per questa volta non trovó in camera, ma si nel giardino, ove erasi recato a prendere, come suol dirsi, un boccone di aria; di quell'aria balsamica, che si respira ne-gli orti de' Religiosi, sparsi qua e la di ogni sorta di fiori, e di erbe odorose. II buon Pietro a cappello in mano , con fronte serena, e colle labbra atteggiate a dolce sorriso, si avvanza a baciare la mano al Superiors, che nel vederselo innanzi cosi giulivo,

II P. Sup. Oh, il mio caro Pietro, gli disse, che nuova? Ma gia lo so, che siete venuto per conchiudere le nostre conferenze. Ebbene, passeggiamo un poco insieme cosi alia buona e senza cerimo-nie, e terminiamo il nostro affare.

Pietro. Tante grazie alia sua bonta, caro Padre. Vuole che legga subito i

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restanti capitoli della Eegola del Ter-z' Ordine?

II P. Sup. Date a me il libriccino, chè questa volta lo leggo proprio io; e nel tempo stesso ove si incontri qualche passo oscuro, ve lo andró spiegando.

CAPITOLO XIII.

u I direttori di quest'Ordine devono » essere Francescani, deputati a ció da' » Superiori Maggiori (cioè i Religiosi del » Prim'Ordine, e sarebbero, ccme forse *gt; sapete, i PP. Conventuali, i PP. Minori » Osservanti e Riformati, e i PP. Cappuc-n cini). 1 Terziarj trasgressori siano per n tre volte ammoniti, quando siano colpe n manifeste: e non emendandosi siano » esclusi dall'Ordine. »

Pietro. Troppa discrezione.

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CAPITOLO XIV.

II P. Sup. u Potranno essere dispen-quot; sati da' digiuni, dalle astinenze, dal-n I'iJfficio, e dalle altre austerita della n Eegola ( o in tutto, o in parte ) dal * P. Delegate.»

S' intende quando vi intervenga una giusta causa.

CAPITOLO XV.

« A nessuno sara leeito, abbracciato »1'Ordine, di abbandonarlo, se non per n passare ad un altro sfato di vita piu » stretto. » Come sarebbe la vita Reli-giosa in un' Ordine approvato.

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CAPITOLO XVI.

u Niuna cosa posta nella Regola ob-n bliga i Terziarj sotto peccato, neanche n veniale, come dichiaró il Sommo Pon-n tefice Leone X; eccettuate quelle cose » die sono coinaudate o proibite nella n leggediDio, e ne'precetti dellaChiesa.»

Pietro. Oh questo veramente mi pare troppo: ed io sono persuaso che un buon Terziario si farebbe scrupolo, e se ne confesserebbe, se alcuna volta mancasse in qualche punto della Regola, p. e. nel digiuno, o nell'llffizio, o nell'essere ia-tervenuto a qualche spettacolo profano, e simili. D' altronde a che servirebbe ascriversi a quest'Ordine, quando poi rimanga negli ascritti 1' intiera liberta di trasgredirne le regole senza rimorso di coscienza? Mi perdoni, Pad re; quasi quasi io rimango scandalizzato di questa conelusione della Regola del Terz'Ordine.

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II P. Sup. Datevi pace, caro Pietro. lo lodo il vostro zelo: ma se il Sommo Pontefice ha dichiarato cosi, segno è che ne ebbe delle buone ragioni. Peiö state attento a quello che vi dico. E vero, che chi trasgredisce queata Regola lion pec-ca : ma se lo facesse con una certa non curanza simile al disprezzo, peccherebbe pur troppo, piu, o meno secondo la qua-lita o la quaotita di questa non curanza e disprezzo. Eh, si sa, che chi si ascrive ad un Ordiue, ne deve osservare le re-gole : diveraaraente perchè ascriversi ? Perció voi, caro Pietro, volendo ascri-vervi a quest'Ordine, lo farete proprio con proposito di essere sino alia morte osservatore fedele di tutti i punti della Hegola, con quelle limitazioni e modifi-cazioni che il P. Direttore che vi ascrive, vi indichera, considerate il vostro stato e condizione. Poichè mancandovi, se non altro rimarreste privo di tutto quel merito , che 1' osservanza esatta della Regola vi procaccierebbe davanti a Die. E si sa che i Terziarj si devono pur distinguere da' Cristiani comuni per

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una condotta di vita piu regolata, piü fervorosa, piü mortificata, pii\ edifican-te. E questo fu proprio 1' intendimento del nostro P. S. Francesco, quando isti-tui il suo Terz' Ordine ; lanciare cioè in mezzo alia societa miscredente e cor-rotta, come era quella di allora, e molto piü lo è al presente, un nucleo di anima generose e di una virtü piü distinta; onde meglio assicurare la salvezza del-1' anima propria, e col buono esempio e eoi buoni consigli cooperare alia salvezza altrui. Nè s'ingannó; percliè il Terz'Ordine in breve tempo crcbbe immensa-mente, e ben presto si verified una generale riforma de' costumi (1). Molte altre cose vorrei qui dire, ma il tempo non mei permette. II Signore vi bene-dica, caro il mio Pietro. A vostro co-modo, ma al piü presto, recatevi nella nostra Chiesa, ove dopochè vi sarete ac-costato ai SS. Sacramenti, indosserete le sacre divise di Terziario, e sarete messo a parte di tutto il bene che si fa

(1) Vedi rAppendice.

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in tutto 1' Ordine istesso per tutto il mondo. E per meglio incontrare il genio di S. Francesco vedete di esercitare un po' di Apostolato, cioè di indurre degli altri ad imitare il vostro esempio.

Pietro. Padre, a proposito: ho inteso dire, che in Milano si stampa un Perio-dico fatto a posta per i Terziarj di S. Francesco, voglio associarmi, se la V. P. R. mi assicura che possa riusciruii utile.

II P. Sup. Utili ssimo anzi. Voi nou potreste credere il vantaggio .a.rrec;ito alle anime da quell' ottimo Periodico, che esce in fascicoletti due volte al mese. E cosi bene scritto, e dice con molta grazia tante belle cose del Ter-z' Ordine, e riesce cosi edificante, che leggere quello e non ascriversi all' Ordine, non pare possibile. Per cui la pub-blicazione di quel Giornale ha chiamato all'Ordine migliaia e migliaia di nuovi aggregati. Associatevi pure, caro Pietro: costa poco; e lo potete dare a leggere ad altri, sicuro che farete del gran bene.

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Pietro. Oh, caro Padre, chi mi daró, termini per rendere a lei le dovute gra-zie del gran bene che mi ha fatto in, queste conferénze ? Solo Dio la potra ricambiare come merita: e frattanto la prego, caro Padre, che ella stessa, oh è tanto buona, mi aiuti a ringraziare Id-dio del beneflcio della vocazione, di cui mi dichiaro indegnissimo.

Addio, buou Padre : mi benedica. E baciata al P. Superiore la mano si licen-zió recandosi toste alia Chiesa del Con-vento a ringraziare il Signore.

Dopo qtcalche giorno comparve Pietro di buon mattino nella Chiesa de' Gappuc-cini, dove dopo ricevuti i SS. Sacramenti fu vestito e ascritto al Terz' Ordine. È riuscito pur troppo a condurre molti col suo zelo ad ascriversi, e la sua stessa Moglie, alia quale prima non aveva mai voluto permettere che si ascrivesse, per causa di certi pregiudizj che aveva in testa, e che nelle conferenze tenute col P. Superiore gli svanirono del tutte. L' è divenuto uno de' piu fervorosi Terziarj del suo paese, dove ve n' ha un huon nu-

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mero, gran parte de' quali hanno ahbrac-ciato V Ordine ad insinuazione di lui. La vita che cond'ice, da che si ascrisse alV Ordine, è la piü edijicante, Beato lui ! Santa Perseveranza !

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A MODO Dl APPENDICE

I. Federico II. Imperatore di Ger-mania quando pensava d' invadere e farsi padrone d' Italia , e spogliare il Papa , e annientare il Papato, sperimentó quanta forza avesse il Terz' Ordine di S. Francesco. Nessun potentate di Europa poteva opporsi alle sue brame rapaci , e all' incredibile ambizione di annettere tutto il mondo alia sua corona: ma vi si oppose questo Terz'Ordine, e gli taglió la via. E come vi si oppose? Vi si oppose col suo contegno, e colla formidabile resistenza passiva. Per cui il suo celebre segretario Pier delle Vigne si lagnava col suo sovrano, che questa grand'opera di S.Francesco faceva piü danno al suo partito in Italia di quello gli avrebbe cagionato una poderosa armata. E sog-giungeva , cbe append uno era rimasto tra uomini e donne in Italia che non

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fosse ascritto al Terz' Or dine. Doveva dire piuttosto, che tutti i buoni, che vivevano in Italia in quel tempo, tutti si ascri-vevano al Terz'Ordine... E il Terz'Or-dine in quel tempo aveva pochi anni di vita. Per cui si puo dire, che la natura e lo scopo del Terz'Ordine di S. Francesco sia questo, cioè di santificare 1'uo-mo e la donna in mezzo alia corruzione del mondo e della civile societa. II. numero grandissimo di Santi e Beati del-1'uno e dell' altro sesso, che quest' Ordine ha dato alia Chiesa e a Dio, fiancheggia e conferma , e assicura la nostra affer-mazione.

II. V'ha una Bolla di Gregorio No-no , che visse a' tempi di S. Francesco, e ascritto al Terz' Ordine da Lui isti-tuito, nella quale proclama solennemente essere peccato mortale 1' impedire in qua-lunque modo ad un Cristiano di farsi Terziario di S. Francesco; e che è sco-municato e maledetto da Dio chi ha la temerita di criticare, di contraddire, e di deridere il Terz' Ordine ; e nel tempo stesso imparte la sua indulgenza, eprega

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benedizione dal Cielo sopra chi procura la sua dilatazione, inducendo santamente altri ad abbracciare quest' Ordine.

III. II celebre e tuttora vivente Mon-signor De-Segi|r , fervoroso Terziario , in un suo asritto ha proclamato in sen-tenza « che come il Demonio è 1'autore della frammassoneria; cosi del Terz'Or-dine di S. Francesco è autore lo stesso Gesü Cristo , cbe lo suscitö per mezzo del suo fedel servo S. Francesco. ? E dice ancora, che il Terz' Ordine è la risurre-zione de' Sacerdoti secolari; e per loro opera è la risurrezione delle Diocesi, ove la Fede va continuamente estinguen-dosi.

IV. L' altro celebre Terziario fran-cese Grio: Battista Vianney Curato d'Ars, morto non ha guari in grande opinions di santitè., e il quale si spera cbe sara elevato all' onore degli altari, disse cosi, parlando del Terz' Ordine : u La riappa-rizione del Terz'Ordine di S. Francesco, e la sua maravigliosa propagazione nelle nostre citta e nelle nostre campagne , sono il mezzo scelto dalla Divina Prov-

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videnza per la nostra risurrezione morale e religiosa.»

E altra volta proruppe in cjuesta sen-tenza u Che allora si avrebbe il risor-gimento religiose e morale del popoio , quando in ogni casa vi fosse i?n Terzia-rio di S. Francesco.»

FINE

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IMPRIMATUE Fr. Vincentins M. Gatti O. P. S. P. A. M.