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NELL'UOMO E NEGLI ANIMAL1
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TORINO
TIP. E LIT. CAMILLA E BEIiTOLECO
Via Oipedale, N. i8 IS??-
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BIBUOTHEEK UNIVERSITEIT UTRECHT
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31.86
DELIA GRANDINE 0 PANICATÜRÄ
NELL'UOMO E NEGLI ANJMALI
PEL
Phof. EDOARDO PERRONCITO
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TORINO
TIP. E LIT. CAMILLA E BERTOLERO
Via Ospedale, N. 18
1877.
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Eslrallo dagli Annali delta R. Accademia d'Agricollura, vol. xix. Lelto ed approvalo nella sedula del 27 giugno 1876.
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fi la quiuta volta die assumo I'impeguo di trattare della pauicataranegii animali, e se nei lavori preeedenti io scorg-cvo un bisogno non tanto j^ei cultori della scienza, quanto per gli agricoltori di conosccre estesamente quello ehe si era fatto nello studio di questa malattia, ora vedo la necossitä ehe tali oonoseenze si diftbndano maggior-mente in tutte le classi sociali. Si tratta infatti di un morbo parassitario ehe a debellarlo fa d'uopo Taceordo unanime e generale nell'applieazione dei mezzi, ehe la seienza ha giä eon raolto rigore saneito.
Coi nomi di grandine, di xjanicatura, di gramigna, in-gramlgnatura e chachessia iäatigena, s'intende una ma­lattia dovuta alia presenza dei eistieerchi in maggiore o minor numero nolle earni delle diverse region! del eorpo degli animali. Essa e frequente nel maiale, piü rara nel cane e nei bovini , rarissima nolle seimie , nolle pecore, nell' orso e nei topi. La panicatura venue osservata pure con qualchc frequenza negli individui della specie umana, e le carni da macello raangiate coi eistieerchi vivi producouo nel nostro intestino il
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cosi detto verme solitario. La grandine quiudi arreca danni si considerevoli all'umanitä ed all'industria del
bestiame da reclamarc I'attenzione del governo, delle provincie o del comuni. Essa e incurabile, piü o meno grave e talvolta anche fanestissima; ma e malattia de-stinataa scomparire dai quadri nosologici, e scomparirä tanto piü presto, quanto maggiore sarä la diffusione ehe si darä*alle norme giudicate efficacemente preventive.
Un lavoro ehe racchiudesse le principali conoscenze ehe attualmente si hanno intorno alia medesima era tut-tora un desiderata di molti. La partelaquo;poi ehe io presi nella soluzione di uno dei quesiti piu importanti della scienza e dell'igiene pubblica, mi spinse coraggiosamente a colmare tale laeuna aggiugnendo pure qualche fatto non del tutto privo di interesse, persuaso ehe le raie fa-tiche tomerannodi giovamentospeeialmente all'igiene di moltecittä o eomuni rurali ed ägli allevatori di bestiame..
I.
ß noto come Mose proibisse ai suoi popoli I'uso delle carui suiue. A quei tempi, sebbene non si possedessero ancora i microscopi e tanti altri pregcvolissimi mezzi di fine indagini, l'esperienza aveva giä dimostrato come qualche voltalo carui degli animali domestici epiüspe-cialmente quelle dei maiali tornasseropernicioseall'uomo. Donde si ha la ragione del divieto di cibarsi di carni suiue imposto per legge dal profeta al popolo ebreo : legge igienica ehe per la sua straordinaria importanza si e tras-formata in un precetto religiose sempre in vigoreecon-servato ancora attualmente saerosanto dai correligionari di quella fortissima popolazione. Le norme di pulizia sa­nitaria riflettenti gli animali da raacello in vigore presso gli ebrei, sebbene empiriclic, hanno ancora un inconte-stabile valore, e se e assurdo oggigiorno il volerle con-servare inalterate, e certamente molto piü riprovevole
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la indiffcrenza o I'igrioranza di quei sindaci, ehe perraet-tono il macellamento e lo smercio delle earni senza sov-veglianza di sorta, oppure ehe affidano il delicato ufficio diispezionareralimento piü uutriente e piü eonfaciente per I'uomo a persone tutt'altro ehe eompetenti!
Aveva quindi ragione il compianto ed ottimo nostro eollega, il commendatore Baruffi, di richiamare I'atten-zione pubblica su questo fatto, ponendo ingegnosamente a raffronto con ciö ehe si fa attualmente 1' operato sa-pientedegli autichi per prevenire le epidemie, ehe aucora in questi ultimi tempi si dovettero lamentare in talune delle pin incivilite nazioni europee.
Allora la trichinosi e i cisticerchi non si conoscevano per nome, ma se ne sapevano i malangurati effetti; ed il fatto ehe ai tempi di Mose la rogua era gia ritenuta quale malattia contagiosa e parassitaria (1) ehe si curava in conseguenza con mezzi riconoseinti efficaci anche dai moderni, dimostra meglio quanto dotti igienisti fossero i sacerdoti di queU'epoca. Ma la conoscenza della gran-dine del maiale rimonta solo ai tempi dei Greci, ed Ari-stofane (2) sarebbe stato il prime a segnalarela lebbradei maiali o cachessia idatigena; Aristotile poi avrebbe in-dicato piü esattamente i sintomi e i caratteri ehe pre-sentano le carni dei maiali affetti dalla malattia a grado molto inoltrato (3).
Bisogna venire fin oltre alia meta del XVII secolo prima ehe sifacesse un passo nello studio della grandine.
A Marcello Malpighi (4) e ad Hartmann b dovutala sco-perta della natura verminosa delle cosi dette grane, costi-tuenti 1' essenza della malattia. Ma, come avviene quasi sempre delle piü belle conquiste scientifiehe, 1' insegna-mento specialmente dell' illustre anatomico anatomieo rimase offuscato dalle nebbie dei tempi e 1' onore della
(1)nbsp; Halbner. Handbuch dor Velfriniir-Polhei Di-esdm, JSfiS, pas. 344.
(2)nbsp; Oreste. Lezioni di putolnyia sperimenlali' velerimria. Milano 1871.
(3)nbsp; Ercolani. Nyovi rle.mettti teorico-pralici di Med Veler., Bolosilll, 1861
(4)nbsp; Malpighi. Opera postuma, Regia Socielale Lomlini, 1097, pag. 84.
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scoperta viene generalmente attribuito al benetnerito elmintologo Pastore Göze di Quedlimburgo (1), il quale per altro ha il grande merito d'aver dimostrato meglio die i tumoretti cara.tterizzanti la malattia iiel maiale sono dei veri vermi vescicolari.
Nou e perö ehe in questi ultimi anni ehe col eorredo di ben condotti esperimenti Küchenmeister, Haubner, Van Beneden cd altri dimostrarono ehe i cisticerehi delle carni del maiale, racchiusi in partieolari vescichette non sono die scolici, embrioni rapprcsentanti il periodo lar-vale del verme solitario (Taenia solium) delTuomo. 11 cistiecrco della cellulosa {Cysticercus cellulosae llu-
dolphi) e formato da una vesci-chetta a membrana sottileecon-tennto trasparcnte, della grossezza d'un pisello, d'un fag-iuolo o di un seme di mclaraucio, raramonte piu grande; esso trovasi ordina-riamente racehiuso in una capsula di tessuto eonnettivo ehe, come
vedremo, si sviluppa dalle parti
fig. 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fig. i
Cisliberclii del maiale iiigrandili.
vicine. Ad un punto della vesci-cola si osserva un corpicino re-
tratto nello interno, duro, bianco o giallog-nolo ehe traspare attraverso la vescicola. Rom-pendo questa il corpo citato si prescnta come un sacco a clava o a pera entro cui sta invaginata la testa del ci­stiecrco, entrpflessa come un dito di guanto (2). Questa involuzione chiamasi il receptaculum capiti o la lanterna di Göze (fig. 1), come ben scrisse Cobbold.
So piu attentamente si esamina una eosidetta grana, costituente il cisticei-co si trova formata da una porzione anteriore bianco-splendente (fig. 2), consistente o corpo, e
(JjGiizE. Neueste Entdeckung, dass die Finnen im Schweinefleisch keine Dr'üsenkrankeit sondern wahre Blasenwurmer sind, Halle Uli.
(2) Heller nel Ziemsskis. Handbuch der Specieüen Pathplotjie und The­rapie, vol. 3.
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di una porzione posteriore o vescica pallida,per lo piü ovale, racchiudente un liquidoalbuminoso. Se poi, con graduale pressione esercitata dal di dietro aU'avanti se no distende delicatamente il corpo e si osserva airingrandimento di 50-60u, oppure ad un ingrandimento di 200-250deg; (1), si vede nella parte anteriore la testa tetragona, ad ang-oli
Fig. 3. Tesla mollo ingrandila del cisiicerco della cellulosa del maiale.
smuzzati (fig. 3) formata da una proboscide conica a margini convessi, circondata da una doppia corona di uncini (12-16 per ordine), gli uni piü lunghi, gli altri piü corti ed alternativamente disposti, in modo perö
(1) II ii.elodo di cui mi sono sempre giovalo per disiendere i eislicerchi, con-sisle nel comprenderc Ira il pollice e Pindice di una mano il corpo del cisiicerco esercilando su di esso una graduale e dclicaia pressione; effelluando qnesla ope-raiionesovcnte si rompe od anche si dislacca la vescica caudale senza die perciö lo scolice perda delle sue appareml propriela.
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ehe i margini liberi arrivano tutti allo stesso livello (fig-. 4). Sotto la proboscicle e nel rigonfiamento mag-giore della testa si osservano le quattro ventose o pori succhianti, ai quali tien dietro il collo ehe si prolunga fino alia vescica eaudale. II collo preseuta una serie di pieghe trasverse ehe secondo Cobbold sono giustamente
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riguardate come linee di limitazione di una sequela di
anelli imperfettamente sviluppati. Attorno alle ventose ,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;e particolarmente su tutta la faceia esterna del coUo si os-
servano tauti corpiiseoli calcari (Kalkkörperchen) di forma varia, ovali, tondi, ed anche alquanto irregolari, a margini convessi, qnalche volta con punto centrale rappresentante il nucleo, omogenei o a strati concentrici, rinfrangenti molto la luce, bianchissimi, ehe costitniseono nna specie di eorazzaal corpo del cistieereo. La testa ne presenta in minor numero piü piceoli e verso la base; essi vanno pure di­minuendo rapidamente o seomparendo affatto sulla cisti eaudale. Questa non e piü bianca, ma ha tinta pallida, mucosa, forma sCeroidale o elissoide.
I cistieerchi esaminati all'ordinaria teraperatura non eseguiscono movimenti, o, se pur neeffettuano, essi sono talmente leggeri da non renders! palesi ai nostri occhi. Essi aU'ordinaria temperatura non danno segni apparenti di vita neppure quando viene tentato I'eccitamento elet-trieo.
Se si pongono neU'acqua cistieerchi freschi non di-stesi e si eleva graduatamente la temperatura fino alia ebullizione, adoeehio nude non si veggono mai eseguire movimenti ehe ei indiehiao il loro stato di vita o di morte; so inveee si distendono e se ne fanno dei prepa-rati microseopici neU'acqua semplice, o nella diluzione di cloruro sodico o in qualche altro liquide indifferente, esi sottopongono aU'osservazione sopra il tavolino riscal-dante di M. Schulze, esaminando all'ingrandimento di 100-200 dianetri, a misura ehe si eleva la temperatura si vedono eseguire movimenti piuttosto vivaei e molto spiccati. Per tal modo, fra i 30deg; e i 45-460C. si seorgono
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dei movimenti di contrazione e disteudimento della testa, del collo e movimenti di rotazioue delle ventose, piü o meno attivi, finche la temperatura non e giunta a grado tale da spegnere la vita del cisticerco (1).
Del resto, il fatto dei movimenti nei cisticerchi vivi, venue avvertito probabilmente prima dagli oftalmologi, avendomi i professor! Manfredi e Reymond assicurato di aver osservato nella Clinica di Graefe parecchie volte ci­sticerchi con movimenti assai vivaci nel globo oculare, ai ricoverati nell'ospedale e di altri ehe si erauo recati alia visita.
Quando il cisticerco si mantiene caldo nel modo sopra indicate e si trova nella pienezza delle sue maggiori atti-vita, all'esame microscopico presenta evidentissimi at-torno alle ventose ed alia proboscide dei canaletti o vasi capillari ehe si riuuiscono a due per parte e discen-dono nel collo del cisticerco. Questi capillari umoriferi formano alia base della proboscide ed attorno alle ven­tose un intreccio bellissimo, anastomotico ehe finisce nei capillari collaterali e uniformemente dilatati del collo.
Se i cisticerchi della cellulosa del maiale vengono man-giati colle carni, o in qualche modo ingoiati vivi, da individui della nostra specie, giunti nel ventricolo, se ne scioglie la vescica caudale e comincia la conversione dello scolice in Taenia solium. Passati nell'intestine vi si fermano, e col mezzo dei loro uncini possono fissarsi alia mucosa, ed essere talora causa di sconcerti nervosi, i quali ripetono la loro cagione dalla profonditä mag-giore o minore a cui arrivauo.
Nello stesso modo ehe nel cane varie specie di tenie infiggendo il loro rostrello armato di doppia corona di brevi ma robusti uncini, furono viste produrre accessi
(1) Vedi a queslo riguardo il mio lavoro: Sulla tenacitä di vita del Cy-slicercus cellulosae e di altri clmtnli, anno 1876, di quesli Annali della R. Accademia d'Agricoltura, oppure sul Zeilschrift für Vcterinair Wissenschaf­ten, Berna, 1876, ove sono anebe piü detiagliatamente descrilte le proprielä del cisliccrclii.
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di furore ed attacchi epilettiformi, anche neH'uomo e particolarmente nei g-iovaui possono detenninare raoti convulsivi, vomiti, ecc. Ma fatta astrazione dall'apparato sintomatico diverso ehe puossi manifestare, il cisticerco o cisticerchi una volta privi della vescica caudale (pro-g-Iottide abortita) allungano il collo, sguainano la testa, e g-li anelli imperfettamente sviluppati del collo si tra-sformano per i primi in proglottidi sessualmente mature (Cobbold).
Noa si conosce ancora bene il modo di sviluppo delle proglottidi; non si sa cioe, se si producono dalla estre-mitä del collo dello scolicc o parte anteriore di questo, o se pure un anello allungandosi, si scinda in due e cosi per divisione si moltiplichi il numero delle proglot­tidi. fi perö un fatto ehe mentre la testa si mantiene anaioga a quella del eisticerco, la catena o la serie di anelli pub raggiungere una lunghezza considerevole.
La tenia armata deH'intestino umano ehe si ottiene col eisticerco della eellnlosa del maiale venne denomi-nata solium perche si riscontra ordinariamente isolata e si credette per un certo tempo cbe non si trovasse mai con altre eompagne nel medesimo individuo. Invece, os-servazioni ripetute hanno dimostrato trovarsi qualche volta in numero di 2-3 e in rari casi anche a colonie in uno stesso intestine (1). Sono del resto note le osserva-zioni di Küchenmeister ehe ne eontb fino a 33, di Kleefeld ehe ne vide 40, di Paff ehe ne osservö sette e di Heller ehe ne risoontrö 30 nell'intestino di uno stesso.individuo.
Ora, quali sono i caratteri della eosidetta Taenia solium (verxne solitario) o tenia armata delVuomo ?
Riesee facile il distinguerla dalla tenia inerme. Essa (fig. 5a) ha ordinariamente la lunghezza di2-3 metri, qual­che volta di 4 m., e fu, sebbene di rado, osservata lunga fino a 8 m. La Tenia solium ha testa globosa (fig. 5 b e
(1) Vedi a questo rigoardo Davaime, TraitS des entoxoaires et de$ maladies vermineutei de Vkomme el des animaux domesliques, Paris I860.
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fig-. 6) con 4 ventose molto sporgenti (del diametromassimo di mm. 0,33, del diametro trasverso di 0,32). La probo-scide e le ventose sono sovente colorate da pigmento nero. II rostrello h munito di doppia corona di uncini, in tutto 24-32, gli uni piü lunghi, gli altri piü corti ed alternativamente disposti in modo ehe, come nel cisticerco, i loro margini liberi arrivano tutti allo stesso livello. Gli uncini piü lunghi misurano millimetri 0,15-
H li
Fig. 6.
Testa di taenia solium
piii ingramlila
visla da un lalo.
Fig. 7.
a)nbsp; Semi immaturi. •
b)nbsp; nbsp; nbsp;raquo; maturi.
Fig. 5. — Taenia solium.
a)nbsp; Grandezza naturale
b)nbsp; Testa ingrandila.
0,17, e i piü corti da millim. 0,11-0,13 (fig. 1, 2, 3). Alia testa fa seguito il collo lungo da 24-26 millimetri, poi anelli stretti e sottili (fig. 5 a), ehe graduatamente diventano quadrati, quindi rettangolari ad angoli smuz-zati come si vede nolle fig. 7 a e fe, riprodotte dal Leuckart. Le proglottidi mature hanno gli angoli arrotondati, sono lunghe 8-10 millim., larghe 5-6. Le piü mature, quelle ehe si distaccano con maggiore facilita hanno tal-
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volta la lunghezza di mm. 16-20. L'utero occupa la linea media e manda 8-10 diramazioni lateral! ehe ancora si di-vidono e suddividono in modo dentritico (fig. 8). Le aper­ture genitali si trovano nel mezzo dei margini laterali, ora a destra, ora a sinistra, alternantisi nei differenti anelli. Di mano in mano ehe quest! maturano si distaccano e vengono eliminati; ordinariamente perö sono dei pezzi piü o meno lunghi format! da un numero vario di anelli maturi ehe si ren-dono liberi. Ogni anello gode di attivitä sue proprie: e un individuo completo gra­vide di uova ad embrione sviluppatissimo ogni qualvolta giunge a maturitä. Esso e dotato di contrattililä e puo anche lo-comuoversi, ond'e ehe Heller cita senza altro ehe furono osservate delle proglot-tidi evacuate attaccarsi a fili d'erba e sa­ure fino verso la punta. Tali movimenti furono osservati conservarsi oltre alle 24 ore dopo 1' eliminazione dal eanale inte- n Fi9- *.• ... stinale, ed io ebbi occasione di vederli di quot;aeKolium spiccatissimi (di contrazione e distendi- in coisi vedono mento in tutti i seusi) in anelli maturi ingrandimemo doppio ed immaturi sottoposti al riscaldamento t0quot;1 Leuckarl'-entro un po' d'aequa sul tavolino di Schulze. Anche in essi i movimenti vanno spegnendosi oltre i 46-47deg; C. e cessano affatto dopo breve momento ehe furono portati a 50deg; C.
Se si distacca una proglottide matura e se ne sotto-pone all'esame microscopico il contenuto si trovano mi-riadi di ovoli a grosso e denso guscio a struttura prisma-tica, precisamente come quelli degli altri cestoidi. Se i preparati si trattano colla dilazione dl potassa cau-stica 5 OjO, risultano meglio evident! i prism! costituenti il guscio per l'azione solvente dell'alcali sulla sostanza interprismatica. D! rado s! distacca una sola proglottide;
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ordinariamente vengono eliminate a pezzi piü o meno lunghi formati da anelli tutti maturi. Le uova hanno forma sferica o leggermente ovoidale del diam. di 30 rail-lesimi di millimetro (fig. 9).
Che veramente i cisticerchi delle carni suine si tra-sformino neH'organisroo dell'uomo in Tenia solium ce lo dimostrano gli esperimenti di allevamento tentati da molti illustri elmintologi. Cosi, Küchenmeister avendo somministrato ad un delinquente tre giorni prima di essere giustiziato 75 cisticerchi colla minestra e coi salsicciotti di sangue {Blutwurst), all'autopsia eseguita
Fiq. 9.
dvoio
di laenia solium
Ftg. 10.
48 ore dopo la morte rinvenne neirintestino tenue 10 giovani tenie della lunghezza di 3 fiuo ad 8 millimetri di lunghezza (1). Piü tardi avendo ripetuto gli esperi­menti sopra un altro delinquente gli amministro in due volte, di cui Tuna 4 mesi e I'altra 2 mesi e li2 prima del giorno stabilito per la morte dell'mdividuo, 20 cisti­cerchi del maiale col pane. Dopo la decapitazione nel-T intestine si trovarono 19 tenie, delle quali 11 con pro-glottidi mature (2). Lo studente Humbert di Ginevra e Hollenbach (3), al-
(1)nbsp; Wiener medicinische Wochenschrift. 1855, n. 1.
(2)nbsp; Deutsche Klinik. 1860, n. 20. Leuciuht, vol. 1, pag. 234-235.
(3)nbsp; Wochenschrift der Thierheilkunde und Viehzucht di Adam e Niklas. II, 30i e 353.
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lievo della scuola veterinaria di Monaco, si sono pei primi nel 1855-56 procacciata sperimeiitalment'e la Tenia solium mang-iando il Cysticercus cellulosae del maiale. Lilla poi piü recentemente ci ha offerto un esempio elo-quentissimo della trasformazione del cisticerco del maiale in Tenia solium. Quivi, come in moltissimi luog-hi d'ltalia, la grandine dei maiali si teneva in nessun conto e le carni deg'li animali infetti venivano indifferentemente con-sumate dai cittadini; non tardarono perö a farsi risentire i funesti effetti. I medici ebbero ben tosto ad accorgersi del verme solitario, ehe si era reso epidemico e dovettero pensare quale ne fosse la sorgente per applicarvi efficace rimedio. Numerose altre prove di questo genere io potrei ancora citare, se non credessi superfluo il proseguire sopra un argomento, la cui soluzione ha ormai trovato posto anche tra i piü increduli.
Nello stesso modo ehe il cisticerco della cellulosa portato nel ventricolo umano si trasforma in verme so­litario, le uova mature di quest'ultimo coutenute a mi-gliaia nelle proglottidi, quando vengono introdotte colle bevande, cogli alimenti o in qualche altro modo nel-I'apparato digestivo del maiale, possono convertirsi in altrettanti cisticerchi. Le uovagiuntea maturitä presen-tano giä nel loro iuterno I'embrione rnunito di sei un-cini (fig. 9, e 10 a); sieche arrivate a contatto del succo gastrico ne viene intaccata la sostanza interposta ai prismi del guscio, i quali poi si risolvono a contatto della bile (Bertholus). Gli embrioni resi cosi liberi (fig. 10 h), non trovando piü terreno adatto a svilupparsi, coi lore uncini traforano le pareti intestinali e si portano per tutta 1' economia animale , ove percorrono gli ulterior! sviluppi, finche si riducono allo stato di cisticerco e rap-presentano il primo stadio di vita del verme solitario.
ß noto come questo cestoide arrivato ad una certa lun-ghezza maturi continuamente gli ultimi anelli della catena, i quali muniti come sono di organi genitali maschili e femminili di mano in mano ehe sviluppano
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le uova le fecondano. Si e calcölato ehe la trasforma-zione del'eisticerco della eellulosa in verme solitario allo stadio di maturitä necessita otto settimane circa. Cosi gli individui affetti da verme solitario, tratto tratto eliminano cogli escrementi pezzi piu o meno lunghi di anelli maturi contenenti migliaia di ovoli e per tal modo disseminano i germi della grandine del maiale. Anche quando le proglottidi si putrefanno, gli ovoli non ne ri-sentono alcuna influenza; essi continuano a vivere e portati in acconcio terreno germogliano.
In altro mio lavoro aveva giä rilevato i danni ehe possouo conseguire all' allevamento dei maiali adoprando senza riguardi gli escrementi umani, siccome materie di con-cimazione. Allora m'ero studiato d'inculcare nei pro-prietari il bisogno ehe si ha di far cessare i'abuso delle immondizie nel villaggio in cui la pastorjzia tiene un posto distinto fra le altre industrie agrarie; e facevo notare essere nei dintorni dei molini e delle case rurali ehe piü soventi i contadini vanno a deporre il loro so-verchio peso! Per tal modo nel mentre si alletta il terreno agrario per lo sviluppo di radici zuccherine, si attrag-gono in questi luoghi i maiali ehe di esse sono ghiot-tisimi. Del resto non 6 infrequente il case di porco e di altre specie domestiche ehe appetiscano le deiezioni umane fresche; e a questo proposito sono molto importanti le osservazioni fatte da Flemming nelle Indie, ove la pa-nicatura degli animali e frequentissima. Egli scriveva a Cobbold di essere state testimone oculare del disgustante spettacolo di bestiame ehe graditamente mangiava le evacuazioni umane fresche nelle vicinanze di villaggi indiani e di avere saputo ehe altrettanto fanno le pe-core.
laquo; E un avvenimento giornaliero nell'India dove i ma­iali sono abbondanti, il vedere questi animali ehe ve-gliano sugli indigeni, specialmente di giorno, e ne di-vorano gli escrementi appena sono deposti; io credo anzi, continua il Flemming, ehe gli indigeni qualche
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volta siano costretti a portarc grossi bastoni per respin-gere tali animali (1)raquo;.
I maiali d'Europa non si mostrano per nulla degeneri da quelli delle Indie, e in molti luoghi dalle provincie Meridionali avevano una gran parte nella pulizia delle cittä a dei villaggi!
Ma anche fatta astrazione da queste abitudini immonde dei porci, ammesso die essi siano ghiotti delle dolci radici a dei tuberi e naturale oome nei luoghi ove pa-scolano, col cibo inghiottano talvolta anelli o uova mature di Taenia solium, e cosi portino nel loro orga-nismo i garmi della grandine o panicatura. Che cosi varamante succada, lo prova Tesperimentazione diretta, e basti citare I'artificiale produzione della panicatura nel maiale ottanuta da Van Beneden (2), da Haubner (3), da Leuckart (4), da Gerlach (5)e da altri, coU'amministra-zione di pezzi pin o meno lunghi di Tenia solium, per convincere sempre piü i lettori della veritä di quanto si espone. Del resto, son note abbastanza le metamorfosi progressive e regressive della maggior parte dai vermi piatti (plattelminti), per non credermi dispensato dallo intrattenermi oltre sopra questo importantissimo argo-mento.
Nello stesso modoquindi ehe la uova mature della tenia marginata del cane o del lupo inghiottite dai bisulci si convertono in cisticerchi teuuicolli, le uova della tenia solium si trasformano nel maiale in cisticerchi della cellulosa, i quali, una volta sparsi per I'organismo caratterizzano la malattia ehe ora ci occupa.
Gli embrioni adunque usciti dalle uova se trovano
(1)nbsp; Cobbold. Paratsiii inlerni dcyli animali domeslici. Traduzione del dotl. Tommaso Tommasi, Fircnze.
(2)nbsp; Annalcs des sciences nalitr. 1804. t. I, pag. 104.
(3)nbsp; Gurlt's. Magazin für Tliicrurzneihmde. i8SS, pag. dOd.
(4)nbsp; Leockakt. Mcnschlicho Parasiten, i vol., pag. 237, ccc.
(8) Gerlach. Zweiter lahresherichl der Thierarzneischule zu Hannover, 18C9.
PEB.aoNciTO, Grandinc o panicalura, 2.
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coudizioni fisicho spociali nolle pareti del tubo digerente
del maiale, emigrano dirigondosi per tutte le parti del
corpo. Arrivano in tal guisa nel tessuto unitivo inter-
fasciolare dei niuscoli, nelle maglie del connettivo sotto-
lardacco e tra il lardo stesso, e taluni anche nel cervello
e nel midollo spinale. Quivi giunti, coi lore movimenti
destano una leggera irritazione, per cui s'accumulano
nei varii punti ed attorno a lore dcgli elementi anato-
mici, i quali costituiscono il cosi detto Strato granulöse
ehe li avvolgc. I leucociti cd il plasma arrccati dal sangue
sono destiuati a fornire i materiali ehe occorrono al pa-
rassita nel progressive sue sviluppo, fine a tanto ehe non
si e formata la cisti avventizia, e non si e completato
il corpo del cisticerco. Secondo le diligenti osservazioni
del prof. Gcrlach, occorrono tro mesi circa perche gli
embrioni appena scliiusi arrivino al corapleto sviluppo
di cisticercbi; cosi soraministrandp ai porci nova mature
di tenia solium vide ehe dopo 20 giorni gli scolici erano
appena enunciati da un punticino torbido senza mem-
brana involgente; trascorsi 40 giorni il cisticerco aveva
la grandezza di un grano di scnapa, la testa lasciava
osservare poco distinte le ventoso e la corona dcgli un-
cini. A 60 giorni il parässita conteuuto nella cisti aveva
la grandezza di un pisello ed anche piu ; la sua testa
era rappresentata da un nodalino l)ianco mancante di
collo, in cui si scorgevano complctamentc fonnati gli
uncini e 1c ventosc; solo dopo 90 giorni vide i cisticercbi
completamente sviluppati, ma capaciancora di crescerc
in volume specialinente nella vescica caudale. Dopo 110
giorni vi aveva notato nel collo le piegature trasverse,
destinate a trasformarsi in anelli di tenia, e la testa
inraginata nella vescica caudale. La cisti avventizia si
inizia per mezzo di un tessuto connettivo delicate ricco
in cellule semoventi, ehe vanno scomparendo e trasfor-
mandosi a misura ehe il cisticerco inveechia. Una volta
ehe e completamente sviluppata presenta anche una
struttura lamellare di uatura eonnettiva densa. Alia sua
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faccia interua qualcho volta si riscontra un piano di cellule bianche e tondeg-gianti, le quali probabilissima-mente fanuo I'uffizio dello strato intercistico degliechi-nococchi. Per tal modo i cisticerchi incapsulati atten-dono il tempo ed il luogo opportuno per compiero le ultcriori fasi e trasformarsi in vermi perfetti, capaci di produrre uova c pcrpctuarc la specie. E questo terreno adatto lo trovauo appunto come giä ho accennato, nel ventricolo cd intestine umano.
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Fig. il.
Fig. 12.
i'ezzi di iuuscoIü di maiale in cui sono abbondunli i cisticerchi.
Non tutti i maiali sono egualmente disposti a cou-trarre la panicatura. Gli esperimenti dell'Haubner (1) e del Gerlach (2) hanno dimostrato ehe i maiali vecchi sfug-gono ordinariamente all'infezione; auzi, Gerlach avrebbe
(1)nbsp; Vergl. Gcrlt und Heriwio, Magazin für Thicrhcilkunde, Jalirg. 21, pag. 109, HO.
(2)nbsp; nbsp;Vergl. Gerlach, Zweiter Jahresbericht der Thierarzneischule sgt;i Hannover.
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trovato ehe soltanto i maiali molto giovani possono di-ventare grandinosi.
I maiali si presentano a uu grado diverso della ma-lattia a seconda degli anelli di tenia o delle uova ma­ture deglutite coll'alimento. Donde si ha la ragione di maiali, i quali non lasciano vedere nelle loro carni ehe pochissimi cisticerchi; altri invece, ehe in tutto il loro sistema muscolare sono talmente tempestati da tumo-retti o grane da non lasciar piü vedere quasi alcun fascio muscolare colla sua tinta normale.
Le figure 11 e 12 rapprescntano superficie di seziono di carni molto panicate. Le regioui pero ehe in gene-rale si manifestano maggiormente inquinate da cisti­cerchi, sono: la pettorale, I'ascellare, sotto la scapola, sotto la lingua, il cuore, il diaframma, ed i muscoli del treno posteriore; si trovano anche frequenti lungo I'esofago, rarissimi invece nei polmoni, e nella milza, piü rari ancora nel fegato e reni, se pur in essi si possono sviluppare. Sopra un centinaio di maiali pani-cati sezionati io non vidi mai cisticerchi ne al fegato, ne ai reni.
Nessun sintomo patognomonico vale a diagnosticare in tutti i casi la panicatura nel maiale, sebbene gran profitto traggano i negozianti dalla presenza di questc vescichette elmintiche esistenti sotto la lingua. Questo carattcro della malattia, frutto ancora di insegnamenti Aristotelici, utilizzato giä dai Langtieyeur, non impe-disce ehe nei maiali csaminati vivi, dope il macellamcnto si trovi ancora la malattia nel rapporto di 1—250—300. Egli e pero un fatto giä avvcrtito dall'Ercolani, e con-fermato dalla giornaliera osservazione, ehe maiali alta-mente impinguati, del peso di 18 a 20 e piü miriagrammi, si presentano talora infest! da cisticerchi in modo molto pronunciato.
Inutile ch'io dica ehe una tale malattia si deve pre-venire, essendo vano ogni sforzo dell'arte quando si e sviluppata. Fatte rarissime eccezioni di morte e calcifi-
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cazione dei cisticerchi.come io descrissi nel 1868 nel cuore di un maiale (forse perche i parassiti uon trovarono terreno adatto a svilupparsi completamente), la terapeu-tica e insufficiente a guarirla (1).
Emerge quindi ehe il solo esame dei maiali macellati ci puo accusare con sicurezza la preseaza della malattia, e come si renda indispensabile I'ispezione sanitaria, per tal modo intesa, in tutte le citta e paesi. Ma non e il solo maiale ehe vada soggetto ä panicatura. Come avevo premesso, I'uomo, le scimie, il cane, Torso, il gatto, il hue, il cavriolo, il topo, vanno tutti soggetti a questa forma morbosa, quantnnque non sia sempre prodotta dalla medesima specie di larva verminosa. Esamineremo ora brevemente la grandine e la specie di cisticerco nel-l'uomo e nei differenti animali accennati,appartenenti a ordini diversi dei mammiferi, per vederc qual rapporto esista colla stessa malattia nel maiale.
II.
1 casi di panicatura neÜ'udmö vanno disgraziatamentc moltiplicandosi, e credo pur troppo col Regnoli (2) ehe il cisticerco nell'uomo possa essere piü frequente di quello ehe si pensi comunemente. Dopoche Werner (1782-1783) segnalö la presenza del Cysticercus cellulosae in unoadavere di soldatomortoper sommersione, unostuolo numeroso di settori, illustri naturalisti e medici regi-strarono casi di grandine nell'uomo. Cosi Fischer, Stein-buck, Laennec, Dupuytren,Hymby, Mascagni, Rudolphy, Demarquay, Follin, Robin, Anger, Reynaud, Delore, Vir-chow, ed altri molti, tutti ne ebbero da csaminare. Allo
(1)nbsp; VEconomia rurale. Torino, 1868.
(2)nbsp; Giornale di Amtomia, Fisioloyia c Palologia degli animali, genn. e febbr. 1872, Pisa.
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illustre Graefe parve ehe tale malattia fosse piü fre-quente in Austria, in Francia ed in Germania. Rudolphy narra ehe su 250 eadaveri cirea, esaminati eiaseun anno eol prof. Knape, e per lo spazio di 9 anni a Berlino, trovava quattro o einque casi di cisticerco della cellu-losa, nel mentre ehe Brunser, in dieei anni di accurate autopsie su eadaveri provenienti dal grand'ospedale di Vienna, non ne vide mai degli infetti. Virehow rac-eonta d'aver osservato il cisticereo una sol voltain sette anni a Wursburg, nel mentre ehe a Berlino ogni anno gli capitavano in media 5—6 casi (1). Delore, di Lione, nel 1873, riferiva un caso di panicatura in cui ha potuto contare piü di 2000 cistieerchi nelle diflerenti regioni del corpo. 11 dott. Bertholus, ehe si distinse particolar-mente pei suoi diligenti studi fatti sulle uova di tenia, raeeonta di un caso di panicatura osservato in un uomo morto aH'Hötel-Dieux, di Lione, nel 1864, in eui i cisti­eerchi erano a migliaia sparsi per tutto Forganismo (2). Un easo molto interessante di cisticereo multiple nel tessuto connettivo sotto-eutaneo e in eerti visceri (3) ha formato recentissimamente oggetto di una lezione del professore Broea alia Ciinica di Parigi. Trattasi di un individuo sui 27 anni ehe ha esercitato sueeessivamente le professioni di calzolaio e di cocchiere, professioni ehe non hanno eertamente aleun rapporto colla malattia di cui era affetto. II dott. Tartivel raeeonta ehe quattro anni fa l'individuo s'aecorse perla prima volta ehe emet-teva degli anelli di verme solitario. L'esame di tali pro-glottidi le feee riconoscere come appartenenti alia por-zione piü vicina alia testa, e la loro apparenza, rende-vano molto probabile l'ipotesi della presenza della Tenia
(1)nbsp; Giornale di Anat., Fisiol. e Patol., eil. Pisa, 1872, pag. 20-21.
(2)nbsp; Gazelle Mddicah de Paris, 18CG, pag. il e 43.
(3)nbsp; Cyslicerques multiples dans le tissu ccllulairc sous-coutani et dans certains viscSret, par M. De A. Tartivel. Recueil de Midecine Velcri-naire. - 1870, pag. C38, 039.
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solium. Malgrado questa scoperta, rammalato non con-sulto alcun medico e non si sottopose ad alcun tratta-mento. Qualche mese dopo, essendo a cavallo, venne colto da un accesso pel quale cadde con perdita completa della conoscenza. Dopo quest'epoca, eg-li ebbe successivamente varii altri attacchi dello stesso genere, ed un ultimo, recentissimamente, all'ospedale ove egli trovasi attual-mentc ed evacuo anelli di teuia; in nessuuo di questi accessi, si constatarono convulsioni epilettiformi. Dieci mesi prima, egli s'accorse d'avere sotto la pelle della rcgione anteriore del petto un tumoretto particolare come piccola bolla, e successivamente si vide aumentare il numero dei tumoretti della stessa natura e col medesimo caratterc. Questi tumoretti, posti sotto le fibre superficial! dei muscoli, sono generalmente iudolenti edisposti in modo ehe il loro grande asse e parallclo alia direzione delle fibre muscolari; cssi sono delle cisti regolari, di forma olivare; presentano 10-12 millimetri di lunghezza sopra G di larghezza. L'esame di questi tumori, fatto dal Broca, non lascia alcun dubbio sulla presenza dei cisticerchi. Dopo gli accidenti notati sopravvenne nel malato una alterazione della visione nell'occhio sinistro. L'oftalrao-scopio ha dimostrato ehe esisteva da questo lato leg-gera atrofia della retina, senza pero speciali alterazioni ehe fossero in rapporto col genere di malattia da cui era infetto. La presenza di ciyticerchi nel cervello e di-sgraziatamente resa probabile dagli accidenti cerebrali giä riferiti. Trecento settantacinque piccole cisti sono state aperte colla punzione; un gran numero, non tutte, sono in via di risoluzione e si sono atrofizzate in modo da non avere piü ehe il volume di un grano di orzo, ultimo periodo, secondo Lanceraux, della risoluzione di questi tumori parassitarii. Tartivel pcro erroneamente cita questo caso come il primo fatto noto di coincidenza dei cisticerchi col Taenia solium. Questo cestoide venne in-vece ripetutamente trovato coesistente con cisticerchi
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sparsi in diverse regioni del corpo dell'uomo particolar-mente dal Zenker in Erlangen (1).
Anche in Italia vennero riscontrati casi di cisticerchi nell'uomo, ora isolati, ora in gran numero a costituire una vera panicatura. Descrissero cisticerchi isolati in di­vers! organi, Sangalli, Visconti, Lombroso, Marini, Gior-dani, Pertot, Lainati, Giacomini, ed altri ancora; casi di vera grandine vennero raccolti da Gemelli, da Mi-raglia, e piü recentemente dal Regnoli e dal Giaco­mini (2). Per cui fa duopo ammettere ehe eziandio nel­l'uomo il cisticerco della cellulosa e in talune regioni d'Italia assai piü frequente di quelle ehe apparentemente sembra.
Rudolf Mayer (3) dopo aver notato ehe, come nel maiale, anche nell'uomo i cisticerchi vivono nel tessuto connct-tivo fra i muscoli, scrive, chc dessi si presentano relati-vamente alia loro frequenza, nel cervello, nell'occhio, nel cuore, nei polmoni, nel fegato, nei reni e nelle ghiandole linfatiche. Uhle e Wagner (4) s'accordano pure nel ritenere piü frequente il cisticerco nel tessuto connettivo intermuscolare, sottocutaneo e nel cervello. Ma, continua Mayer, nei muscoli e connettivo sottocu­taneo i cisticerchi non sono pericolosi, quando invece si trovano nel cuore possono essere causa di palpitazione, di ansietä, di sincope e di endocardite.
Nell'occhio producono intorbidamento degli umori, sono causa di reunite, coroidite ; talvolta rimangono li-beri, altre volte s'incapsulano, ed in tutti questi casi producono la cecitä. Nel cervello i cisticerchi si trovano
(1)nbsp; Lelckart. Op. cit., 2quot; vol., 3' Lieferung. 1876.
(2)nbsp; Camo Giacomini. Sul Cysticercus ccllulosae hominis e sulla tcnia mediocandlata. Conlribulo allo studio dci cesloidi parassili dell'uomo. Torino, 1874.
(3)nbsp; R. Mayer Lehrbuch der allgemeinen palhologischen Anatomie für itudirende und Aerzle. — Leipzig, 1871.
(4)nbsp; UniE e Wagner. Handbuch der Allgemeinen Pathologie. — Sechste Auflage. 1874.
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frequentemente sulla superficie degli emisferi, piü rado nelle parti profonde, sulla pia madre e sulla aracnoidea e dura madre. In queste reg-ioni manca talvolta la cisti avventizia; ma i sintomi sono quasi sempre gravi, mas sime quando i oisticerchi hanno la loro sede nei ganglii del cervello. Si notano allora vertigini, dolori di capo cecitä, tremori, debolezza e rigidimento delle estremita paralisi, imbecillitä, demenza, ecc. Vennero inoltre os servati, da Rokitanski e da altri, in individui adulti prima sani, accessi epilettiformi ed epilessia prodotti da cisticerchi negli strati del cervello.
Recentemente poi il dott. Luigi Mazzotti, assistentedel Taruffi di Bologna, pubblicava un caso di numerosi cisti­cerchi nel cervello e nelle meningi cerebrali di una donna sui 32anni, die moriva con emicrania gravissima, altera-zioni psichiche e convulsion! ehe le durarono interpola-tamente alcuni mesi. Fatto singolare e ehe mentre il cervello conteneva parecchie centinaia di cisticerchi, non se ne rinvenne in nessun altro viscere e parte del corpo esseudone state immune perfino il cervelletto ed il midollo allungato (1).
Ora e dimostrato dall'osservazione anatomica essere il cisticerco LadrigodelFuomoanalogo a quellodel maiale. Ma donde proverrä nell'uomo? Ill forse effetto di auto-fagia ?
Una tale importantissima questione venne gia discussa dal Bertholus fin dal 1863 (2). Egli aveva confermata la osservazione dei piü diligent! anatomo-patologi, ehe cioe il verme solitario s! trova abitualmente nell'intestine tenne, e ehe necessariamente gli anelli ed ovoli maturi si riscontrano nelle ultime porzion! dell'intestino. laquo; La infezione autogena nell'uomo, scrive, I'infezionecioe per la sua propria tenia e un'impossibilitä nelia maggio-
(1)nbsp; Dolt. Luigi Mazzotti. — Caso di numerosi cisticerchi del cervello e delle meningi. Rivista Clinica di Bologna. — 1876.
(2)nbsp; Gaszelle AMicale de Paris, 1860, pag. U e 48.
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ranza dei casi, trovandosi le prog-lottidi mature al ter-mine della catena raquo;.
Per quanto perö sembri diificile un tal modo di in-fezione, tuttavia essa si avvalora dalle osservazioni del Heller, e recentissima del Broca. La concomitanza della tenia col cisticerco pare dimostrare Una vera auto-infe-zione. Del resto, questo mododi infezione nell'ucmoeam-messo dalla maggioranza degli elmintologi e patologi.
Solo quando gli anelli maturi, oppure la tenia intiera arrivano nello stomaco per mezzo dei loro movimenti o vi sono portati dalle contrazioni antiperistaltiche dello intestino, possono infestaredi cisticerco I'individuostesso ehe alberga il verme solitario.
Nella maggioranza dei casi perb di cisticerchi vari e sparsi nell'organismo dell'uomo, essi sono un prodotto dell'inghiottimento coiralimento o bevande, di ovoli ma­turi daU'esterno. Nei casi invece di cisticerchi in grande numero nelle varie parti del corpo, e piü probabile una auto-infezione a meno ehe proglottidi intierc o ripctuta-mente degli ovoli maturi non vengano mangiati dal-I'uomo infetto.
Intanto h posto fuori dubbio ehe oltre al verme soli­tario, I'uomo va pure soggetto alia panicatura prodotta dal cisticerco della cellulosa.
III.
Nelle scimie venne pur qualche volta osservata la gran-dine e I'accennarono Rudolphi, Ercolani, Leuckart, Uhle e Wagner ed altri scrittori. Nel cane e del pari molto rara; Dupuy perö ha osservato alia superficie del cer-vcllo di un cane una grande quantitä di idatidi ehe Ru­dolphi (1) rifeii ai cisticerchi. Gurlt ha descritto questi parassiti neiraracnoide e fra i muscoli, mentre Chabert
(1) Rudolphi, Enloz., bist, na(. I. II, pars 2, pag. 231.
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ed Hertwig1 lo riscontrarono nel peritoneo del cane. Ri-volta infine nel 1865 ha descritto altro case di cisticerchi nel cervello di un cane volpino ehe moriva quasi im-provvisamente in seguito ad un attacco di epilessia senza avere mai dato segno alcunodi malessere. All'autopsia si trovarono i cisticerchi nei muscoli delle estremitä anteriori e posteriori, in quelli del petto, delle pareti addominali, nei polmoni, nelle pareti cardiache, nelle pleure e nel-I'intestiuo. II cervello poi si presentava molto infesto, ed il diligente osservatore notb i varii puuti della sostanza nervosa bianca e grigia, nei quali rinvenne cisticerchi. Quasi tutte le regioni comprese nel cervello propriamente detto erano invase da questi scolici, i quali si trovavano racchiusi in una particolare cisti avventizia (1).
In questo viscere perö importantissimo deU'organismo non sempre i parassiti si raccolgono dentro nna cisti avventizia. In esso non sono rari gli esempi di cisticerchi liberi fra le meningi e nei ventricoli cerebrali ove possono raggiungere un piü considerevole volume. Cos! Küchen­meister raccolse esempi di cisticerchi nella cavitä dell'en-cefalo del volume di un uovo di piccione e di gallina (2).
Bruckmüller accenna al caso di un solo cisticerco nei peduncoli del cervello di un cane. Era una cisti consi-stente ehe racchiudeva del pus e degli uncini, ehe egli credette essere di un cisticerco. L'animale trovavasi af-fetto da vertigine (3).
Ma sarä sempre solo il cisticerco della cellulosa die si troverä sparse nelle carni e nei visceri dei cani ? Non potranno forse le tenie serrata, cenuro e marginata tanto comuni nel!'intestine del cane per una auto-infezione produrre la panicatura in questo utile e fido campione dell'uomo? Ecco ciö ehe la scieuza ancora attende dal-l'osservazione e dagli esperimenti.
(1)nbsp; Rivolta. II Medico-Veterinario. Torino, 186S.
(2)nbsp; R. Leuciuht, op. cit. vol. u, 3quot; Lieferung, 1876.
(3)nbsp; Bruckmüller, Lehrbuch der pathologischen Zootomie der /lustati-gethiere, 18G!), pag. 309.
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IV.
La specie bovina va pure soggetta ad una particolare forma di grandine, la quäle mentre conserva molti ca-ratteri di analogia con quella dei maiali, ne diversifica essenzialmente per la sua natura.
Cislicerco della tenia mediocanellala.
Fig. li.— Testa e collo mollo in-grandili del cislicerco, tenia mediocanel­lala, oltenuto in 75 giorni. (II disegno lo debbo alia corlesia cd all'abilitä de! mio allievo sig. Loj).
Abbiamo visto come nei suini la malattia sia ca-ratterizzata dalla presenza del cisticerco della cellulosa nelle carni delle diverse regioin del corpo. Nei bovini invecee il cosidetto Cysticercusbovis (fig. 13) ehe si trova disseminate in particolari cisti avventizie nelle varie parti
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deH'organismo. II cisticerco dei bovini rappresenta lo stadio larvale della tenia inerme dell'uomo, o Taenia mediocanellata. Esso, dice Cobbold, non pub vedersi pie-nameute e bene ehe rompendo la cisti e quando con una pressione delicata si costring-e la testa ed il collo a pro-tundere dal loro ricettacolo. Allora, se con una lente in preparato microscopico si esamina aH'mgrandimento di 100-300, come abbiamo detto pel cisticerco della cellu-losa, se ne osserva la testa globosa con quattro ventose distribuite ai quattro angoli della testa, e perfettamente inerme. Nella sua parte centrale invece di una probo-scide munita di uncini si scorge un infossamento ovalare con tutta 1' apparenza di una quinta ventosa (fig. 14). Cobbold , riferendosi a questa depressione, discorre di un succhiatoio spurio, ehe faceva proiettare e retrarre a suo piacimento. Nei pochi preparati a fresco di cisti­cerco dei bovini ehe ebbi Topportunitä di fare ho sempre osservato ben distinta la depressione mediana citata, di forma ovalare o circolare, piü grande dell'apertura in-terna delle ordinarie ventose ; manca perö la grossa cor­nice o labbro ehe forma il succhiatoio e limita I'apertura di ogni singola ventosa. Come nel Cysticercus cellulosae, il collo e guernito fino alia cisti caudale di numerosis-simi corpuscoli calcari; del pari si presenta pieghettato e termiua in una vescica caudale rimarchevolmente piü piccola, come in proporzione sono piü piccole tutte le altre.
La figura 13 rappresenta uno di questi cisticerchi di-steso c giä riprodotto a piü forte ingrandimento dallo Spencer Cobbold, ehe dichiara averlo tolto da un disegno originale del dott. Temperley Grey, siccome commen-devolissimo per la chiarezza e precisione.
II Cysticercus bovis rarissimamente si trova in tauta copia nelle carni da produrne una vera panicatura o grandine; nella maggioranza dei casi invece si rinviene isolate e'scarso. Ciö ehe spiega la difficoltä ad osser-varlo e la mancanza fiuora di casi constatati nella lette^
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ratura italiana. I primi esemplari di cisticerco della tenia mediocanellata furono iu Italia da me ottenuti e raccolti in un vitello di 5 mcsi e mezzo al quale feci mangiare molte proglottidi della tenia inerme dell'uomö.
La tenia mediocanellata sembra abbia storia assai an-tica. Vallisnieri aveva giä osservato varie Israelite eg-i-ziane affette da verme solitario. Hasselquist riferisce ehe al Cairo la tenia ehe infetta il quarto della popolazione e sovratutto comune ncg-li ebrei (1). NcirAbissinia e nel sud dell'Africa, dove le carni dei bovini si consumano crude , si trova eziandio comunissima la tenia medio­canellata neiruomo, e perciö del pari frequentissima si riscontra la grandinc nei bovini. Schimper osscrvb il ci­sticerco inerme nei bovini dell'Alto Egitto; Cauvet lo vide in quelli della Siria.
Che veramente Fuse dellc carni bovine grandinose formi la cagione essenzialissima dello sviluppo della tenia me­diocanellata nell'iiomo, lo dimostra il fatto dell'epidemia costante di questo verme in quelle popolazioni; cd il rap-porto del dott. Knok sullo stato sanitario dei soldati in-glesi ehe nel 1deg; ottobre 1819 combattevano per la guerra del Kaffro (2), mostra ad evidenza maggiore il fatto esposto. Allora la tenia mediocanellata sotto forma epi-demica colpi gli inglesi ehe si alimentavano con carni crude bovine e ovine.
Kaschin, medico nell'armata russa, citato da Leuckart e da Cobbold, ha notato come i Burati e i Cosacchi della regione Baikal, siano tutti afletti da tenie. Essi si cibano della carne di vitelli, pecore, camelli c cavalli. Essi non preparano conveuientcmente la carne, ne completamente la cuociono. II grasso, il fegato e i reni sono mangiati quasi crudi; gli animali malati poi sono gustati quauto le carcasse a metä imporrite. Nessuna meraviglia quindi
(1)nbsp; Davaine, Trailcdes entozoaires el des maladies verminettse de l'homme et des animaux domesliques. Paris, 18G0.
(2)nbsp; Leückart, vol. I, pag. 293.
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ehe su 500 persone ricoverate in uno spedale, ueppur una fossc esente da tenia come assicurava il Kaschin. Siccome poi i Burati nou si eibauo ehe raramente di earne di maiali e lecito ammottere ehe essi siano affetti piuttosto della teuia medioeanellata.
Auehe in Europa venne osservato questo verme nastri-forme, ed iraportanti sono le notizie compendiate dal dott. Weisse sul Journal für Kinderkrankheiten, 1851, vol. xvi, eitato pure dal Leuckart. II Weisse ha notato la tenia uei fanciulli di Pietroburgo ehe erano sottomessi ad una dieta con came bovina cruda; osservazioni co-deste ehe vennero ripetute in varie localitä della Ger­mania da altri mediei. Cosi il dott. Harnier constatö la prosenza della teuia medioeanellata in Cassel, Huber in Memmingen cd il dottor Schmidt, a Francoforte, vide provocata la tenia in discorso in moltc persone ehe ave-vano mangiato carni bovine crude e salate.
Anche da noi pare ehe la tenia medioeanellata domini con certa frequenza e in questi ultimi anni in diverse regioni d'Italia se ne raeeolsero in considerevole numero degli esemplan. Cosi il dott. Consalvo Campani (1) ne descriveva due stati ricouosciuti per vere tenie medio-eauellate dal prof. Marchi di Firenzc. Tre anni piü tardi il Marchi (2) comunieava alia Societä medico-fisica di Firenze 34 casi di tenia medioeanellata su 35 raecolti nel breve spazio di un anno. II dott. Levi (3) nel 1874 riferiva all'Atenco di Venezia 9 casi heue accertati di tenia mediocancliata avvenuti in individui di varia etä, in seguito all'uso di carne cruda di vitello per iscopo terapeutico, per eui egli aueora appoggiato alle osser­vazioni di Minich, di Santello, di Namias, di Cini e di
(J) Dolt. Consalvo Campani, SuU'cfficacia di semi di zucca conlro la tenia. Iinparzialc, 1808, png. 709.
(2)nbsp; Mahciii. Alii delta sociclümed.-fis. di Firenze. Sciala del ö fehl). 1871.
(3)nbsp; Levi. Della frequenza della tenia per V nso medico della carne di manzo cruda, c proposla di sostitnirvi (jitella dei polli domestiei Gior-nale Veneto di scienze mediche. 1874, vol. i, pag. 169.
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altri, proponeva cli sostituire I'uso della carne cruda di bue, con quella dei volatili domestici (polio, gallo, pic-cionc, tacchino), perohe nutritiva e digeribile quanto
quella di manzo e priva af-fatto dei germi della tenia. Ma, come faceva notare il Giacomini (1), an die gli uc-celli domestici vanno sog-getti a trichinosi muscolare, e se 1c loro carni non vengono attentamente esaminate pri­ma possono riuscire nonmeno funestc delle bovine. Ond' e ehe noi crediamo di consi-;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; : \ gliare per le carni, ehe deb-
/ #9632; 4MM : ,! bono essere maugiate crude,
non solamente 1' esame ad occhio nudo, ma ancora I'e-same microscopico. II profes-sore Giacomini su otto esem-plari statigli rimessi da me-dici o settori dell' ospedale maggiore di S. Giovanni di Torino, quattro erano di te­nia solium, e gli altri quattro di tenia mediocanellata. lo poi su varii esemplari di te-nie munite di testa e di fram-menti di tenia umana, ehe ebbi dalla cortesia degli egre-gii prof. Lorenzo Billotti di Pollone, dottor Delia Valle , ,,(/. •,:,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; dottor Sormanni, dottor De
Tenia mediocancl'laladi grand, nalurale. Paoli , dott. Margary , e dal
cav. C. Ramello, capo dell'utficio d'igienc di Torino, ne
(1) C. Gucokuu, lav. cil., Giorn. della R. Accad. di med. di Torino, iS7i.
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trovai di tenia solium e di tonia mediocanellafa quasi nella stessa proporzione. Mentre lt;]iiiiidi in Firenze ed in Venezia sembra dominante la tenia mediocanellata, a Torino si presentano con egnale frequenza le due spe­cie di tenia.
Ecco ora i caratteri ehe servono a distinguere la me­diocanellata dalle altre specie di tenia e specialmente dalla solium. I lettori ne hanno intanto un bei disegno nelle figure 15 e 16, ehe riproduciamo dal Leuckart.
La taenia mediocanellata o tenia inerme delVuomo{tig. 15) ha ordinariamente la lunghezza di 4-5 metri; essa puö pero raggiungere una lunghezza molto maggiore cssen-dosene trovati esemplari ehe misuravano oltrc 7-8 metri. La sua testa e grossa (fig. 16), quasi tetragona, con quattro bottri o ventose grandi, sporgenti, elissoidali, il cui diameti-o e di 0,62 mm., ed il diametro trasversale e di 0,58 millim., corrispon-tlenti ai quattro angoli. Invece della proboscide presenta nel mezzo una de-pressione trasformata qualche volta in una quinta piü piccola ventosa (1). Glinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Pig- 16.
anelli sono piü grossi e piü larghi ehe .. , . Tef!11 quelli della lenta solmm. Non na collo vista di prospeiio distinto. I primi anelli si mostrano so- lJlli vol'e ingrandita. veuti laquo;come perle di una corona di rosario iufilateraquo;. Nella porzione media gli anelli sono molto larghi e misurano in lunghezza 9-12 mm. e la larghezza di 10-16 mm.; le proglottidi mature sono molto piü lunghe ehe larghe (sono lunghe 18-24 mm. e larghe 6-8 mm.); il corto e grosso cirro e la vagina sono ordinariamente pigmentati di nero. Le aperture genital! si aprono da unlato di cia-scun anello e si trovano alternativamente disposte. L'utero si presenta ramificato, non perö in modo dentritico come
(1) Zürn. Die Schmarotzer auf u. in dem Körper unserer Ilaussäuge-thiere. Weimar, 1872.
Perroncito, Grandine o panicalura, 3.
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nella tenia solium. Le ramificazioni della matrice sono talvolta in uumero di 60 e si portano verso la periferia di-videndosi dicotomicamente (fig. 17). Una proglottide ma-tura puö contenere fino a 30 mila uova. Queste non sono rotonde, ma ovali e piu grosse, con diametro cioe, longi-tudinale di millim. 0,030-0,04 e diametro massimo tras-versale di 0,02-0,030 (fig. 18). Gli embrioni giä formati negli ovicini sono muniti di 6 uncini; e perö notevole il fatto da me notato in compagnia del prof. Giacomini di non pochi embrioni con un numero maggiore di un­cini, e tra essi di uno in cui ne constatammo dodici distribuiti a gruppi di tre ciascuno (1).
Secondo gli esperimenti giä citati del dottor Oliver la tenia mediocanellata impiegherebbe dodici settimauc per arrivare al suo stato perfetto o di maturitä.
Generalmente e ammesso non si trovino contempora-neamente ehe da 60 a 100 anelli pieni di uova mature. Ebbi perö un esemplare di tenia mediocanellata della lunghezza di 7 metri circa, in cui oltre a 200 proglot-tidi erano mature. In media, un individuo ehe fa da oste a questo verme, secondo Cobbold, elimina 400 seg-menti circa al mese, e per conseguenza viene ad esserc il mezzo di dispersione di 100 milioni di queste uova annualmente. Si comprende quindi, come malgrado ne muoiano moltissime, a qualcuno sia sempre dato di svi-lupparsi ed assicurare alia specie una estensiva propa-gazione (2).
Che la tenia mediocanellata sia la causa precipua dello sviluppo della grandine nei bovini, lo dimostrarono gli esperimenti direttamente eseguiti e pubblicati dal Leu-ckart (1863), da Hosier (1865), da Cobbold e da Simonds (1865), da Roll (1865), dal Gerlach (1869), dallo Zürn
(1)nbsp; C. Giacomini. Sul cisticerens eclhdosac, hominis e sulla tacnia medie-canctlala. Conlribulo allo sliulio ilei eesloidi parassili deH'iionio. Torino, 1874.
(2)nbsp; Cobbold. Manuale dci parassiti interni degli animali domestici. Tra-duzione del doll. Tommaso Tommasi. Firenze, 1874.
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nel 1869-72, dal Saint-Cyr ncl 1873, da me, da Masse e da Pourquier (1) nel corrente anno scolastico.
Cosi, Leuckart nel 1861 somministrava ad un vitellino di 4 settimane, 4 piedi di anelli maturi di tenia inedio-canellata, ed otto giorni piü tardi glie nc faccva ancora deglutire un piccolo pezzo. II 24quot; giorno dopo effettuata la prima amministrazione, il vitellino cadde malato, non poteva pin stare in piedi, quantunqnc succhiasse il latte dalla madre come se fosse stato sano; il 25quot; g-iorno mori.
Fig. 18.
Ovolo di lenia mcdiocanellata.
Fig. 17. Ancllo della leni.i me-diocanellaia, ingran-dilo della meta circa.
Fig. 19. Cuore di vilello con cislicerchi.
AU'autopsia tutti i muscoli si trovarono infetti dai cisti-cerchi, e segnatamente i pettorali, i muscoli del collo, ed i psoas.
Le cisti elmintiche misuravano giä in larghezza mil-limeti-i 1,5-3 ed avevano la lunghezza di 2-4 mm.
Esse erano d'apparenza bianchiccie e presentavano giä l'avventizia di tessuto connettivo, nel cui interne si tro-
(1) E. Masse el P. Pourquier. Note sur la ladrerie du beuf par le taenia iiierme de l'homme, communiquee a rAcademie des sciences de Paris dans la seance du 17 juillel 1876.
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vava un denso strato di essudato cellulare ehe circon-dava una vescicola ehiara della grossezza di 0,4-1,7, la (jualo esaminata ben bene si vedeva eostituire un gio vaue cisticerco (I).
Come il cisticerco del maiale, anche il cisticerco dei bovini si puö trovare sparse in tutte le parti del corpo; ma le osservazioni hanno dimostrato come esso si trovi piü frequentemente nei muscoli e specialmente nel cuore; di rado nel fegato, nei polmoni , nei reni, ecc. Esso venue osservato nella lingua ove fu visto di un volume molto piü grande dell'ordinario, nel diaframma, nei mu­scoli glutei e delle coscie. In un'autopsia praticata da Zürn sopra un vitello, al quale si erano fatte mangiare molte proglottidi mature di tenia mediocanellata, il mag-gior numero di parassiti si trovava nei muscoli: massetere esteruo ed interno, complesso, splenio della testa c del collo, cherato ioideo, ioglosso; iotiroideo, frenico, oblique esterno cd interno (2).
Riproduciamo qui la figura di Mosler gia ridotta da Cobbold a piü piccole proporzioui per dare uu'idea dei caratteri ehe presenta la sezione di un cuore infestato da numerosi cisticerchi della tenia mediocanellata (fig. 19).
Ora, la panicatura degli auimali e forse suscettiva di cura ?
Non tutti gli individui di una stessa specie vanno egualmente soggetti alia detta malattia.
Basti citare 1' intiuenza ehe puö avere l'etä sul sue sviluppo nel maiale. Accade talvolta ehe gli embrioni muoiono nell' intestine prima di emigrare; altre volte emigrano, e, giunti ehe sono nelle carni, dope aver rag--g-iunto una certa grossezza, muoiono e degenerano in sostanza caseosa, grassa o ealcarea.
Tale modu di terminazione dei cisticerchi si osserva
(1) Lelckakt. Op, eil. piig. 21)4.
Ci) Zürn. Op. cil. e Oreste. Lezioni di itutulotjiu speriountale velerinaria, Milanu, 1871, vol. 1.
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frequentemente neH'uomo la cui vita amp; relativamente lunga; venne da me descritto nel cuore di un maiale fin dal 1868 (1), e frequentemente osservata da Cobbold in Inghilterra nei bovini. Anzi, quest' illustre elminto-logo sembra essere stato il primo a richiamare I' at-tenzione sul fatto interessantissimo, e nel 1865, sul Bol-lettino della Linnaean Society, egdi forniva prova della certezza di una guarig-ione spontanea della grandine avvenuta per morte e degenerazione dei cisticerchi in meno di un anno. Piu tardi, corroborato da un certo numero di osservazioni, tnanifestava la sua convinzione ehe un tal modo di guarigione della grandine succede ordinariamente in un tempo ancora minore: i cisticer­chi , sei mesi dopo il loro completo sviluppo, morireb-bero e si trasformerebbero in sostanza calcarea, caseosa e grassa. Certo ehe quando 1' esperimento giungesse a confermare le osservazioni del Cobbold si avrebbe giä molto guadagnato nello studio della storia naturale del cisticerco in generale.
Non ci sono ancora noti i sintomi ehe accompagnano la migrazione degli embrioui dal tube intestinale del-I'uomo e degli animali; e, malgrado gli esperimenti tentati su varie specie domestiche, non possiamo finora ehe, al riguardo, fare eongettnre. Naturalmente ehe i fe-nomeni saranno piü o meno gravi a seconda del numero delle nova schiuse neH'intestino, ea seconda della quan-titä di embrioni migratori. Essi perö non hanno nulla di caratteristico, e si confondono con quelli di dolori colici, reumatico-muscolari, di enteriti, spossamento o infiacchimento generale.
Leisering, in un agnello alimentato con pezzi di tenia marginata, e morto cinque giorni dopo I'inghiottimento delle proglottidi, vide il fegato tumefatto, iperemico, e nei capillari della vena porta assai dilatati centinaia di embrioni giä visibili ad occhio nudo; osservava pure
(1) E. Perroncito. / maiali e le loro carni. L'Econ. Rurale, 1868.
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icterus e stravasi di sangrue particolarmente ai pol-moni (1).
Leuckart, ehe fece moltissimi esperimenti specialmente sui conigli, videanimali morire frequeutemente nei primi giorni e perfino nelle prime 24 ore successive all'inge-stione di grandi masse di ovoli di tenie.
AH'autopsia riscontrava ordinariamente forte iperemia dei visceri con ecchimosi qua e cola, specialmente nei polmoni e nei fegato, senza perö i sintomi di una morte specifica. Egli osservava pure delle embolie capillari de­terminate dagli embrioni, ed embrioni nei sangue della vena porta (2).
Gerlach, nelle sue diligenti ricerche sullo sviluppo dei cisticerchi, ha osservato ehe i maiali possono morire in seguito airingestion.e di una graude quantitä di ovoli della tenia solium, per l'irritazione ehe gli embrioni de-terminauo nei periodo di emigrazione attraverso alle pareti intestinali. — Egli perö non ha notata alcuna manifestazione morbosa in seguito all' infezione in un vitello di 3 mesi, al quale aveva efficacemente sommi-nistrato proglottidi mature della tenia mediocanellata. II soggetto di osservazione venne soltanto colpito da uno stato di denutrizione, ehe, migliorato alquanto dopo due mesi, conduceva a morte il vitellino sei mesi dopo ehe aveva tentato I'esperimento (3).
In una capretta alimentata con tenia mediocanellata (saginata) Zenker osservava debolezza muscolare straor-dinaria, trernori continui, Fanimale non poteva reggersi solle gainbe; poco per volta perö si riebbe e crebbe prosperamente (4).
(1) Bericht über d. Velerinärwesen Sachsens, 1857-1838, pag. 22.
{2) Leuckart, Die menschlichen Parasiten, etc., vol. i, pag. 101.
(3) Geblach, Zircilrr Jahresbericht der T/iierarzneischute zu Hannover. 1869.
(i) Zenkeb, Werhandl. d Phys. Med. Soeiet. Erlangen, pag. 88. 1872. Cilalo da Heller.
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Heller (1) narra ehe la sezione di una capra alimeu-tata con proglottidi di tenia mediocanellata, morta 13 giorni dopo la prima somministrazione, 5 dopo la seconda e 2 dopo la terza, ha rivelato una peritonite emorragica distiutissima, specialmente nella glissoniana del fegato; il fegato era attraversato da Stti canalicoli seavati dal verme, ehe alia superficie apparivano come strie di un rosso azzurro scuro; in molti di questi ca­nalicoli furono trovate le larve; sopra aleuni la capsula epatica era rotta, e la larva sporgeva dal foro nella ca-vitä addominale; molte larve si trovavano liberamente entro quest'ultimo.
Zürn ha osservato ehe, amministrando a vitelli molte proglottidi di tenia mediocanellata, si produce in essi la tubercolosi aettta cestoidea ehe conduce a morte gli animali. In un vitello di tre mesi, sottoposto ad uno di tali esperimenti, dopo quattro giorni si manifesto febhre e dolori di ventre; trascorsi nove giorni dall'ingestione delle proglottidi, la temperatura del corpo sali a 40deg;, 7'C., 86 pulsazioni e 22 respirazioni al minuto.
L'inappetenza s'aggravö semprepiü eogli altri sintomi e in 23 giorni l'animale moriva marasmatico (2).
Nel corrente anno avendo ricevuto una tenia medio­canellata della lunghezza maggiore di 7 metri, ammi-nistrai 190 centim. di anelli maturi ad un vitellino del-l'etä di 3 mesi; ad un altro vitello dell'etä di 16 mesi circa ne feci ingoiare 175 centim. in una volta sola; ad un agnello dell'etä di 45 giorni ne amministrai, co-spersi di sale in polvere, 60 centim. II primo vitello ap-petiva molto i pezzi di tenia e li mangiava avidamente; il 1deg; giorno ne ha mangiato 160 centimetri, il 3deg; gtorno 30 centim.; il 2deg; giorno dopo la prima amministrazione
(1)nbsp; Heller. Nel Ziemsscn, op. cit., |)ag. 338.
(2)nbsp; Arbeiten der landxvirlhschafllichen Versuchsstation, Jena, Zeilschrift für Parasitenkunde, 1869. — Zürn. Die Schmarotzer, ecc, 1872, pa-gine 143, Hi.
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il vitellino si e mostrato un po' melanconico con stiti-chezza; il 3deg; giorno manifesto diarrea ehe andö lenta-mente scomparendo sieche dopo otto giorni Fanimale stava benissimo.
Sottoposti ad esame gli escrementi il 1deg;, 2deg;, 3deg;, 4deg; e 5deg; g-iorno dopo I'ingoiamento delle proglottidi, non mi riusci di vedere, ne embrioni, ne ovoli, ne anelli della stro-bila.
II vitello si mantenne dapprima con latte e farina, poscia con fieno, erba ehe mangiava al pascolo e farina. Non manifesto mai sintomi di sofferenza aleuna e rag-giimse discrete condizioni di carne. Dopo 76 giorni dalla prima somministrazione dcgli anelli di tenia, il vitello venue ueciso. All'autopsia riscontrai quattro soli ci-sticorchi; nno di questi era nel polmone destro, due uelle pareti dell'orecchietta sinistra, il quarto nella por-zione pin interna del corto addutore della gamba sini­stra. Del resto, 1c carni erano bellissime c malgrado il pin attento esame dci museoli delle diverse region! del oorpo non mi venne fatto di riscontrarue altri.
I quattro cisticerchi avevano press' a poco la stessa grossezza e la medesima forma ovoidale.
üno di essi misurava 5 mm. nel suo diametro mas-simo, c 4 nel trasverso: si presentavano sotto la forma di ima vescicola trasparente, tenera, raccolta in poco resistente cisti avventizia. In un punto si vedeva il corpo rientrato bianco della grossezza di una testa di spillo.
Essi erano giä bone sviluppati ed il loro corpo appa-riva rivestito giä di numerosissimi corpuscoli calcari.
Al vitello dell'etä di 16 mesi circa si dovettero far in-gollare a forza i divcrsi pezzi della catena. Esso pcro ha continuato a mangiare come |)rima e nessun sintomo accenuava a sofferenze.
Ueciso dopo 7 giorni presentava noduli piecolissimi nel fegato ed una infiammazione villosa, a piastre sul mesenterio. Tutti i tentativi di csami fatti per trovare
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embrioni neirintestino, nel fegato, sul peritoneo, nel cuore e nei suoi coaguli sanguigni, nei muscoli volon-tari, ecc, riuscirono vani.
L'agnello non manifesto mai il benche minimo indizio di sofferenza ed alia s\ia uccisione, operata cinque mesi dopo I'iogestione degli ovoli della tenia mediocanellata, non si rinvenne un solo cisticerco. Risultati egualmente negativi avrebbero ottenuto Masse e Ponrquier facendo mangiare ad un cane, ad un coniglio, ed a dne agnelli lattanti anelli maturi della stessa tenia (1).
Finora adunque non si e aacora giunti a trovare un sintomo patognonomico ehe valga a caratterizzare sempre la malattia. Tranne quindi i casi in cui i cisticerchi csistono sotto la raucosa della lingua, od e possibile ve-derli attraverso alia pelle non pigmentata, o neU'occhio come sucoede nell'uomo, e impossibile diagnosticare la pariicatura sugli animali viventi.
Forme particolari di grandine vennero ancora osser-vate in altri animali, come nella giraflfa, nella pecora, nel capriolo, neU'orso e nel topo.
Cobbold avrebbe notato Tarmatura ed una grandis-sima analogia del cisticerco delle carni della pecora con quello del maiale, per cui egli sarebbe propenso a cre­dere I'uno all'altro identici. Ma se e molto probabile ehe il cisticerco dell'orso sia della stessa natura di quello del cane, e pure verosimile ehe il topo ne cada infetto inghiottendo anelli e nova mature della tenia del gatto. Appoggierebbe quest'ultima opinione il fatto sperimen-tale di Leuckart ehe riusci a sviluppare il cisticerco nei ratti, facendo loro mangiare degli anelli della tenia del gatto (2).
Nulla perö di certo e finora stabilito a questo riguardo come intieramente ci e ignota la natura della tenia cor-rispondente al cisticerco del capriolo. Intanto, noi dob-
fl) Anna/es de mpdecinc vilcrinaire. — Brnxelles, 187fi. (2) Ercolam. Op. cit . paa;. US.
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biamo raccomandare per tutti g-li animali ehe servono di eibo umauo, l'applicaziorxe delle stesse leg-g-i, ehe re-g-olano il maeellameato dei maiali e dei bovini.
Ora quali saranno le norme igieniche da adottarsi per gli auimali affetti da grandine ?
La risposta a tale domanda non si puö conveniente-mente dare se prima non si discute la tenacita di vita del cisticerco.
II primo a sperimentare a tale rig-uardo fu Leuckart, il quale nel suo classico lavoro, fin dal 1863 aveva gih scritto ehe laquo; rafFLimicamento, per quanto risulta dalle mie osservazioni, distrugge completamente le trichine ed i cisticerchi. II eorpo veseicolare si raggrinza col riassorbimento del suo liquide e prende insieme colla testa un'aspetto torbido. Anche la eavitä nella quale sta il cisticerco, perde della sua primitiva ampiezza. Trasportando tali cisticerchi nel caldo umido dello sto-maco di un animale fresco, io non ho mai osservato se-gni di vita anche allorquando il presciutto (il quale io aveva fatto espressamente preparare per questo scopo cogli animali per le mie ricerehe) era del tutto fresco e molto meno naturalmente in tempi piü posteriori nei quali i cisticerchi progressivamente si raggrinzavano in granuli del diametro della capocchia di uno spillo. Nella uostra came salata dovrebbe conservarsi piü a lungo la capacita a vivere dei cisticerchi, sebbene le trichine anche qui posseggano una immunitä certamente molto maggiore. L'opinione sostenuta da Weindland ehe i sol-dati inglesi accampati in Crimea avessero la tenia dalle carni salate , ehe loro servivano di alimento dovrebbe perciö essere poco fondata. La vita dei cisticerchi sem-bra in nessun caso durare piü a lungo di 2-3 settimane dopo la morte del loro ospite , e ciö anche nei casi di rapporti molto favorevoli, quando, cioe, ne sia impedita la putrefazione. Nell' autunno e nell' inverno, io ho po­tato conservarli vivi nel loro mezzo fine a 14 giorni, e come Küchenmeister aequistai la persuasione ehe gradi
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profondi di calore non agiscono in alcun modo nociva-mente sopra di loro raquo; (1).
Leuckart perö, quantunque piü volte ripeta ehe le carni con cisticerchi semicotte siano quelle ehe produ-cono la tenia nell'uomo, non parla del grado di tempe­ra tura necessario ad uccidere con siourezza il cisticerco. Soltanto nell'ultima dispensa della sua opera cita le esperienze eseguite al riguardo da Lewis e da Pelliz-zari (2).
Fin dal 1871 ho iucominciato a esperimentare nello scopo di risolvere definitivameute la grave questione della tenacita di vita del Cysticercus cellulosae del ma-iale, e nelia seduta del 17 aprile 1872 io vi riferivo, as-sieme ad altri esperimenti, ehe:
laquo; Raccolti da carne muscolare una ventina di cisti-oerchi e messi nell'acqua bollente, dopo 20' di cozione nessun cisticerco moströ di soffrire. La testa continuava ad essere retratta nel corpo, e tolti ad uno ad uno i cisticerchi ed allungatane la testa, questa lasciava scor-gere ancora tutta l'elasticitä del cisticerchi vivi, e com-presso il vetrino coprioggetti il preparato subiva quei movimenti di dilatazione ehe son proprii del parassita non ancora morto. Gli uncini si vedevano del pari disposti in doppio ordine nella corona ehe formano alia proboscide; le ventose erano intatte; Tintiero preparato lasciava perö scorgere una colorazione tendente al bru-niccio. Del resto con due aghi riusciva facile lacerare il corpo del cisticerco ehe sembrava essere gonfio, con diminuita coesione raquo;.
Le apparenti contraddizioni ch'io feci a bella posta risaltare nel descrivere quanto avevo osservato addimo-strano lo state di incertezza in cui ci trovavamo per de-cidere se un cisticerco fosse vivo ovvero morto. Sta pero
il fatto ch'io allora avevo g
S'
ä avvertito ehe i cisticerchi
(1)nbsp; R. Leuckaht. Op. eit., vol. i, pag. 236.
(2)nbsp; K. Leuckirt. 3' dispensa del vol. II, 1876.
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dopo 20 minuti di cozione nell'acqua lasciavano scorgere una colorazione tendente al bruniccio con diminuita coesione.
laquo; Messi neU'adipe a 100quot; C. dei cisticerchi freschi e ap-pena tolti dalla came, essi facevano adire un gemizio, ma esaminati ripartitamento dopo 10-15' ne vidi la testa contratta nel collo, ventose intatte e gli uncini rego-larmeute distribuiti alia proboscide.
laquo; Spinta la temperatura piü oltre e posti dentro nuovi cisticerchi, a 125deg; cominciarono a friggere e crepitare; portata la temperatura a 130quot; e gettato neU'adipe un ci-sticerco per volta, si vedevano muoverc rapidamente in giro sulla superficic del liquido, approfondarsi nel me-desimo, allangare la testa e comparire come tanti cor-picciuoli della lunghezza di 1 centim. con punta rigonfia formata dalla testa. In meno di 5 minuti friggevano ed essiccavano completamente. Tolti qnesti scolici della iaenia solium ed esaminati ben benc si mostravauo fria-bilissimi e si riducevano in frantumi completamente es­si ccati.
laquo; Se poi introducevo i parassiti neU'adipe a 140deg;, 150deg; o ad una temperatura superiore, succedeva in piü breve spazio di tempo la completa morte, l'essiccamento e la mummificazione dei cisticerchi raquo;.
Per cui io venivo a concludere ehe laquo; se non si e certi ehe i cisticerchi muoiano a 80-100-115'', siarao certissimi ohe essi mummificano completamente a 125quot;, a 130quot;, a 150'' C, temperatura alia quale si potrebbe faoilmente arrivare (1) con apparecchi appositamente costrutti senza compromettcre la normale costituzione del grasso, ehe non si decompone prima dei 250quot; C. Qnesti apparec­chi, continuavo, poco importa di ramc o di poreellana, purche siano fabbricati in raodo da rendere facile lo
(I) Pekbomcito. Sulla morte del cysiicercus cdlulosae delle carni del maiale. Memoria leita nell1 adonanza del 47 aprile 1872. Vedi Annnli della R. Accademia d'Ayricollura di Torino, vol. XV, 1872, pag. 8S-88.
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scolo dell'adipe fuso attraverso mia lina rete metallica. Cosi i cisticerchi se anche fossero liberi ueU'adipe nou potrebbero oltirepassare la rete metallica per mescolarsi con quelle cbe si i-accoglie puriticato raquo;(1).
Chiaramente quindi appare ehe ne' miei lavori non dissi mai ehe i cisticerchi non morissero a 80o-100o C, solo ho affermato ehe non ci trovavamo in grado di poter accertare ehe a questa teinperatura essi perissero. In altri termini: i carattcri ehe presentavano i cisticerhi portati alia teinperatura indicata non erano tali, per cui si potesse essere autorizzati ad ammettere la medesima siecome sempre sufficiente a produrre la morte dei pa-rassiti. Trattandosi di uua questionc gravissima di igiene pubblica e naturale eh'io procedessi molto cauto, e non enunciassi un fatto se prima non l'avevo dimostrato vero. E infatti, possedevamo noi un carattere, tolto quello di allievamento, sul quäle fondarci col massimo rigore per distinguere se un pisticerco era vivo o inorto'?
Che poi io non possa venire ehe inginstamente aecu-sato di aver creduto la teinperatura di 100deg; C. insuffi-ciente per neeidere il cisticerco, lo dimostra quanto pubblicavo un anno prima, nel 1871. Incaricato allora dal Cousiglio direttivo dell'Istitnto Bonafous a teuere aleune conferenze sull'igiene ed allcvamento degli ani-mali, a pag. 14 della prima conferenza, pubblicata per cura di quella benemerita direzione, sta scritto che laquo; i maiali pauicati in molti villaggi e cittä vengono giustamentc sequestrati e le loro carni non possono smerciarsi se prima non si sono sottoposte ad una con-venevole cottura raquo; (2).
Ma altro e enunciare un fatto, altro invece e il dimo-strarlo esatto, e nelle scienze biologiche il merito nou sta nel dire, ma bensi nel provare.
(1)nbsp; Perroncito. Delia panicatura neyli ammali. Memoria lella neiracluiiünza dellMi dicembrlaquo; 1872. Vcdi Annati dclla R. Accademia cTAgrieollurQ O.i Torino. Vol. xv, 187-2. pag. 236.
(2)nbsp; Vedi Ecommia Ruralc — Torino, 1871.
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Fui indotto a perscverare nei miei esperimenti sulla tenacitä di vita dei cisticerchi, dal latto ehe i maiali panicati veaivano inviati allo squartatoio senza ehe i proprietarii potessero ritrarne almeno un prezzo corri-spondente al valore del relative grasso anche conside-randolo di inferiore qualitä. Neirammazzatoio di Torino era perb permessa la fusione dell'adipe dei suini ingra-mignati, e per impedire venisse fraudolentemente esposto in vendita per g\i usi domestici si mescolava con nero di fume e catrame. I residui cadaverici tolti dalle cal-daie, erano ancora trattati coH'acido solforico, cosicche in allora, scrivevo, ehe si poteva esser certi ehe nessun cistieerco sopravviveva alia cozione prolungata di pa-recchie ore, ed all'azione dell'acido solforieo adoperato. Ma roperazione riusciva costosa e I'adipe non poteva piü trovare applicazione in certe Industrie.
Appoggiato quindi alle mie numerose esperienze pro-ponevo di raccogliere il grasso fuse, netto e commer-ciabile previamente portato alia temperatura di 150-200deg; C. In tal guisa venivo anche a dimostrare ehe gli alleva-tori dei maiali avrehhero ancora ritratto i 2i5 o la li2 prezzo correute dei lore animali senza ehe venisse me-nomamente compromessa I'igiene pubblica (1). E si fu col piü grande compiacimento ehe vidi in seguito mo-dificate ed uniformate alle mie conclusioni le disposizioni regolamentarie ehe Ivigevano pei maiali panicati neg'li ammazzatoi di Milano e di Torino.
Dopo la pubblicazione del mio secondo lavoro la que-stione della tenacitä di vita del cistieerco parve in Italia per un po' assopita.
Intanto, un mese circa dopo la mia prima lettura fatta alia R. Accademia d'Agricoltura (seduta 17 aprile 1872) mi pervenne il libro dello Zürn, in cui senza citare nessun esperimento, solo fondandosi su quanto'general-mente si credeva, dichiarava pericolosi i preparati di
(I) Lavoro citato.
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came suina panicata, ehe non fossero portati alia tem-peratura di 56-60deg; R. Ammetteva perö ehe la bollitura, raffumieameuto ealdissimo e continuato, una eoucen-trata saiamoia, il prolungato essiccamento delle carni valgono ad annientare intieramence la vita dei eisti-cerehi (1).
Quasi eontemporaueamente, nello stesso anno 1872, il dottor Lewis, ispettore sauitario nelle Indie, pubblieava un interessante rapporto, in cui diseorreva di analoghi esperimeuti fatti sul cistieerco del maiale e del hue. Eg-li stabiliva ehiaramente eome risultato ultimo della sua esperienza:
1deg; Che I'esposizionc a ana temperatura di 120deg; Fahr, durante 5' non distrugge i cisticerchi, ma ehe essi hanno la possibilitä di continuare a manifestare indizi di vita per almeno clue o tre giorni;
2deg; Che I'esposizione alia temperatura di 125deg; Fahr, durante 5' non li ueeide;
3deg; Ma ehe dopo essere stati assogettati alia tempe­ratura di 130deg; Fahr, per 5 minuti si possono consideraro come morti. Dopo averli esposti a quest'ultima ed a piü elevata temperatura, in nessuna circostanza fui in easo, egli aggiunge, di persuadermi ehe avessero luogo i piü leggeri movimenti della lore sostanza, anche quando csaminai con potenti mezzi. Almeno si puö assicurare eon fiducia ehe, dopo I'esposizione loro ad una tempe­ratura di 135-140deg; Fahr., si pub consideraro la vita di questi parassiti come assolutamente estinta (2).
II dottor Lewis perö non dava una dimostrazione rigo-rosa delle sue deduzioni, quantanque in massima potes-sero, come vedremo, essere accettabili.
(1)nbsp; A. Zürn. Die Schmarotzer auf und in dem Körper unserer Ham-säugethiere. Weimar, 1872, pag. 133, 134.
(2)nbsp; .1 Report on the Bladder-Wurms found in Beef and Pork. Jiy T. /?• Lewiraquo; M. B. (Seeing Appendix B., in the Eighth Annual Report of the. Sanitary Commissioner with the Government of India, Calcutta, 1872). Dal The London Medical Record, fascicoll di ottobre e novembre 1874.
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Cobbold nel suo piccolo Manuale con prefazione datata dal 1873, a pag. 66 della traduzione italiana fatta dal dottore Tommaso Toramasi, ecco come si esprime:
laquo; Qualchc tempo fa io osservava ehe quando la gente persiste nel mangiare carne ehe nou e stata elevata alia temperatura di 140deg; Fahr. (60deg; C.) essa si rende soggetta a far la parte di Oste. Una cottura prolungata, sia col bollore, sia coll'arrostimento, a questo grade relativa-tnente basso di calore e perfettamente sufficiente a di-struggere i cisticerchi del bove, del maiale, e del mon-toue raquo;. E quantunque si mostrasse convinto ehe i cisti­cerchi muoiono a 60deg; C.,' pur tuttavia discorrendo della graudine del maiale, diceva ehe laquo; la carne panicata do-vrebbe essere evitata come cibo umano, benche perfet­tamente cotta raquo;.
A questo punto erano le conoscenze snlla tenacitä di vita del cysticercus cellulosae prima ehe io pubblicassi le ultimo inie osservazioni sulia tenacitä di vita del cisti-cerco della cellulosa e di altri elminti (1). D'onde la sfi-ducia nei cultori delle scienze biologiche piü scrupolosi e le diverse misure igieniche applicate dagli ispettori sanitari.
Verso la fine del 1874 il Pelizzari leggeva all'Acca-demia medico-fisica di Fireuze una comunicazione intorno all'ardua questione della temperatura necessaria alia di-struzione dei cisticerchi nella carne del maiale e del bove, in cui impugnava il risultato de' miei esperimenti facendorai anche dire e pensare a suo talento.
Cosi, egli dopo aver messcr in rilievo quelle ehe a lui sembravano imperdonabili contraddizioni, senza riguardo alcuno allo stato misero di cognizioni scientifiche ehe allora ancor si avevano per distinguere se un animale e vivo o morto, veniva nella conclusione ehe il cisticerco
(1) E. Perhoncito. Ucbcr die Lebenszähigkeil des Cysticercus cellulosae und anderer Helminten, nel Moleschott's. Uni ersuchungen zur Natur­lehre des Menschen und der Thiere. xi. Band. ö. Heft. Verlag von Emil Roll) in Giessen, 1876.
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muore a temperatura di 60deg; centigr., e per conseguenza egli si confortava delle mistire ehe, a sua ]'niziativa,erano adottate dal Municipio fioreutino, e con rigore eflfettuate contio la carne paoicata snina.
Ma fa d'uopo notare ehe le misure ig-ieniche attuate nei macelli muuicipali di Firenze erano state imposte assai tempo prima chc il Pelizzari e gli altri, ehe lo preeedettero nello studio della questione, esperimentas-sero, per cui qualcuuo poteva anche supporre ehe il Pe­lizzari non potesse alti'imcnti conchiuderesenza eompro-mettersi neH'alta sua funzione di Assessore prepostoalla igiene della cittä.
Pare ch'esse non fosscro basate ehe sul semplice suo modo di vedere, il quale eertamente poteva anehe essere errato, c quindi compromettente 1'igiene pubblica.
Del resto, gli esperimenti del Pelizzari mancano di una base rigorosamente seientifica, e si fondano su ca-ratteri troppo equivoci perehe si possano teuere in quel conto ehe sarebbe desiderabile.
Ecco difatti come li descrisse:
laquo; Furono presi cisticerchi isolati e furono messi in an matraccio con acqua distillata, elevando la tempe­ratura a 60 e a 80 eel a 100 centigr. Esaminandoli dope si aveva sempre un opacamento del siero della vesei-eola eaudalc con raggriuzamento o rimpiceiolimento del corpo, e tale diminuzione di lueentezza e di elasti-cita era proporzionata alia maggiore o minorc elevatezza della temperatura. Se si tentava lo schiacciamento, pur questo si effettuava sempre piu faeilmente in proporzione della elevata temperatura subita dall'animale, e si poteva ridurre con facilitä il cistieerco cosi bollito a poltiglia caseosa come albumina cotta gt;).
Qui 11 Pelizzari ha innanzi tutto dimenticato di notare il tempo in cui i cisticerchi vennero lasciati nell'acqna distillata a 60deg;, 80deg;, 100deg; C.; poi, siecomeogrii cistieerco ha la testa ritratta profondamente nel collo, invaginato allo interno a costituire il eorpo del parassita, ehe ton-
Perroncito, Grandinc o punkalum, A.
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deggiante sempre si trova ritratto nella vescica caudale, cosi e naturalc die alia temperatura suindicata, coagu-landosi I'albumina del liquido della vescica caudale, ne opacasse il contenuto, e non perraettesse piü di vedere il corpo o parte essenziale del cisticerco. Non si sa quindi nemmanco comprendere oome il Pelizzari potesse constatare tin raygrinzamento e un ritnpicciolimento del corpo ; come del resto, e molto vag-a Tasserzione ehe la diminuzione di lucentezza e di elasticitä era proporzionata alia maggiore o minore elevatesza della temperatura. Nulla di precise egli inline indicava coU'altro suo esperimento, ehe cioe : se si tentava lo schiacciamento , pur questo si effettuava sempre piü facilmente in proporzione della ele-vata temperatura subita dalV animale, e si pioteva ridurre con facilitä il cisticerco cosi hollito a poltiglia caseosa come alhumina cotta.
Quali erano adunque i caratteri sui quali egli si fon-dava per decidere se il cisticerco era morto, oppure ancor vivo?
II Pelizzari , per differenziare il cisticerco morto dai vivo, in tutti i suoi esperimenti si fondava essenzial-mente sui caratteri precitati , ehe, cioe, i eisticcrchi ri-sentivano g\i effetti notati piü sopra di opaeamento, rim-picciolimento, aggrinzamento del corpo, perduta elasticitä, facilitä a ridursi in poltiglia caseosa per lo schiaccia­mento sempre in proporzione diretta della awnentata forza di calorico.
E naturale come per tal modo si lasciasse il campo sempre aperto ad nna truttuosa discussione, e continuasse a rimanere insoluto il problema della tenacita di vita del cisticerco. Che cosi sia, pare ne fosse anche convinto il Pelizzari, ehe credette necessaria la testimonianza del dottor Tommaso Tommasi per dare peso ai suoi espe­rimenti.
II Pelizzari poi, quantunque convinto dell'esattezza delle sue osservazioni, ha tentato pararsi ancora da una obbiezione, ehe perö noi non sappiamo se abbia combat-tuto vittoriosamente.
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SI
laquo; Potrete dirmi: sarä vero tutto quello ehe voi soste-nete ; ma siccome v'e la possibility ehe un solo di questi cisticerchi sfugga all' azione del calore e sia capace di generare tenia, cosi sarebbe piu radicale i)artitodi proi-bire lo smercio di came panicata, e permettere solo la fusione del grasso, c cosi uccidere certamente tutti i cisti­cerchi. Non e a negarsi, soggiungeva, ehe ciö sarebbe piü radicale parti to, ma rammeiitava Tigienista dovere insieme guardare e la pubblica salute ed i rapporti sociali in quanto I'eccesso del da farsi non sia piü grave del danno da prevenire. Ora la dispersione di tutto un suino, meno il grasso (e come si dice di uno si intenda di cen-tinaia e di migliaia di animali), mentre e cosa gravosa al commerciante, recherebbe danno non solo all'Ammi-nistrazione municipale, ma svegliercbbe, aliraentorebbe il contrabbando, e, per mezzo di questo, maggior danno ne conseguirebbe alia pubblica salute. Una misura cosi radicale, cosi gravosa, spingerebbe il proprietario degli animali infetti a macellarli in clandestino macello, e a poco a poco, sottraendo la came ai pubblici funzionari, essa entrerebbe in consumo quotidiano per \ie fraudo-lente, e cosi, mentre scapiterebbe la pubblica Ammini-strazione, certo dall'altro lato non vi guadagnerebbe la pubblica igiene raquo;.
Pur troppo il contrabbando c un male gravissimo ehe funesta le cittä piü popolose; ma con un regolare ser-vizio d'ispezione interna si eviterä non solo la vendita elandestina delle carni panicate crude , ma oziandio si ripareranno molti altri danni lamcntati da'piü diligenti igienisti.
Intanto il Pelizzari non ha aggiunto milla alle co-noscenze ehe si avevauo sulla tenacitä di vita del cisti-cerco, e le sue esperieuze non fecero ehe oscurare mag-giormente la gravissima questione ehe anehe lui ha ten-tato di risolvere.
II cardine della questione stava pur semprc ncl tro-vare un mezzo sicuro per distinguere un cisticerco vivo
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da un altro morto. Carattere codesto ehe per quanto ap-parentemeute sembri semplicc, nou venue fiuora da nes-suno indicate. Certo ehe la via sperimeutale per mezzo deli'aliievamento e la piü sicura, ma per altro molto malagevole e pericolosa. Pochi sono quei benemeriti ehe si prestino per un tal geuere di esperienze, c le osser-vazioni cliniche non sempre sono corroborate da uua giusta e severa anamnesi. Quindl la soluzioue definitiva del quesito non si poteva dare iintanto ehe non si fos-sero stabiliti dei caratteri seientifici atti sempre a far distinguere se un cisticerco e vivo o morto, a prccisare con esattezza seientifica il grade di temperatura piü basso e necessario ad uccidere sempre i cistieerchi ed altri parassiti degli animali. I mezzi di cui mi cro ser-vito per un tal genere di indagini sono il tavolino ri-scaldanto di Schulze, la tintura neutra di carminio e la tintura di ematossilina, cd esperimenti di allievamento con cistieerchi. Il mio procedimento si fonda essenzialmente :
a)nbsp; Sul fatto ehe i cistieerchi frcschi quando veu-gono distesi e convciiieutemcntc preparati neH'acqua semplice o in una diluzione alluugatissima di eloruro sodico, poi portati graduatameutc dalla temperatura am-biente a quella del corpo degli animali supcriori, spin-gendo quindi a gradi piü elevati di calore, fine a tanto ehe non si estingua la loro vita, essi cseguiscono movi-menti piü o meno spiccati in tutto il corpo c piü spc-cialmente alle ventose ed alia proboscide;
b)nbsp; Sulla facolth maggiore imbibitrice dei tessuti morti in generale, proprietä resa indubbiamente piü ma-uifesta negli insetti e nei plattelminti ;
c)nbsp; Sugli esperimenti di allievamento, nello scopo anche di assieurarmi del valore dei due fatti precedenti.
Se, preparato an cisticerco fresco nel modo indieato, viene sottoposto aU'csamc microscopico sal tavolino ri-scaldante di Max Schultzc, si osserva ehe ordinariamente cominciauo a mauifestarsi dei movimenti dopo i 30-35deg; C;
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questi movimenti vanno rendendosi sempre piü attivi specialmente dopo i 38-40-42-44-45deg; C. Elevando mag*-giormente e progressivamente la temperatura si soorge ehe il cisticcrco della cellulosa arresta i suoi movimenti qualche rara volta da 45-46deg; 0, anche di rado a 470C, piü frequentemente a 48quot;C, qualche volta a 49deg;C; e su 50 e piü esperimenti un solo cisticerco pote mantenersi vivo oltre i 49deg;C, cessando ogni movimento a 50oC.
Una volta arrestati i movimenti il parassita h morto, Se difatti si lascia ridisoendere graduatamente la tem­peratura fino a quclla deH'ambiente e dopo si eleva di nuovo, si passa per tutte le temperature intermedie senza ehe il cisticerco dia il henche minimo segno di vita.
Ma una prova piü convincente della morte del paras­sita si ha nella facoltä maggiormente imbibitrice dei tessuti in cui e spenta la vita, e in tutto il corpo di questi cistici.
Se cisticerchi vivi, dopo averne distesa la testa, si pongono nella tintura neutra di carmiuio o nell'ematos-silina, vi si possono lasciare anche per 2-4-8-10-12 e piü ore senza ehe la testa si colori e succcda una vera im-bibizione. Questa incomincia nel corpo del cisticerco sol-tanto dopo ehe e avvenuta la sua morte; cosicche se i cisticerchi si portano prima ad una temperatura suffi-ciente per spegnerne la vita (col tavolino di Schulze a temperatura di 48-49-50nC) c dopo si mettono nolle tin-ture indicate, in meno di 45' si colorano intensamente a cominciare dalla testa e andare fino aU'estremita della cisti caudale. Anzi la testa si colora piü intensamente e rapidamente del collo, non essende essa rivestita di numerosissimi corpuscoli calcari, ehe si trovano invece sulla rimanente parte del corpo fino alia vescica cau­dale.
Cisticerchi della cellulosa del maiale, riconosciuti vivi, portati graduatamente alia temperatura di SO'C, poi in-g-ollati intieri con un po' di mollica di pane, non pro-
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Si
dussero rnai la tenia nel coras^ioso nostro allievo dott. Marello, ehe volontariamente si sottopose aU'esperimento. Ond'e ehe ho potato assicuravmi ehe:
II cisticerco della cellulosa del maiale muore qualche rara volta a 4b0C, piü spesso a 47deg;C , ordinariamente a 480C, in qualche easo tocca aucor vivo il 490C, e sono da riguardarsi pure eccezioni i casi in cui il cistieerco re-siste per breve momento alia temperatura di oOoQ; ehe iufine il eisticerco portato gradnatamente fiuo a qnesta temperatura muore sicurissimamente quando vi rimane piü d'un minute.
Ogni esperimento ha durato in media 10', c la tempe­ratura saliva in media da 8-10oC fine a 45-46deg; in 6-8', da 46 a 50quot; in un minuto. Queste esperienze parci ab-biano grande valore dal lato scientifico e pratico. Dal lato scientifico, inquantoclie ci dimostrano il grade minimo sufficiente ad uccidere sempre i cisticerchi ed altri pa-rassiti, limitaudo ancora di molto la tenacitä di vita generalmente attribuita alle forme larvali di buon nu-mero degli elminti; dal lato pratico poi ci assicurano dell'innocuita delle carni panicate, cotte in modo ehe in tutti i punti dei pezzi la temperatura sia arrivata a 50deg;C, e si sia mautenuta a tal punto anehe per soli cinque minuti. Le mie esperienze dimostrano inoltre non essere del tutto infondata la riluttanza ehe ebbero finora contadini e salsicciai per I'applicazione delle leggi di pulizia sanitaria dedotte dalla credenza ehe i cisticerchi godessero di una tenacitä di vita graudissima.
AH'incuria di taluni Municipii, i quali permettono, senza alcuna sorveglianza, 1' utilizzazione delle carni suine panicate , risposero altri, i quali , persuasi dello stato d'incertezza in cui erano le conoscenze seientifiche su questi parassiti, le eliminavano intieramente dall'ali-mentazione. Tra questi Municipi vanno lodati quello di Milano e di Torino. A Torino perö, i pizzicagnoli unitisi in societä iustarono perche venisse revocata la disposi-zione riflettente la distruzioue delle carni suine, e fosse
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loro concessa l'autorizzazione d'utilizzare il grasso per uso alimentare. Tale pratica trasmessa dalla Giunta al Consiglio Provinciale, fu da questo inviata al Consiglio Superiore di Sanitä, il quale ha emesso il seguente pa-rere, comunicato dal Miuistero dell'Interno al Prefetto di Torino con dispaccio del 4 giugno 1873:
laquo; Debbono escludersi dail'alimentazione le carni suine in cui abbiasi una vera infiltrazione di cisticerchi od in cui questi sieno frequenti o copiosi, ehe segnatamente se ne debbano escludere i loro grassi; ehe quando le carni suine non siano panicate se non per cisticerchi iso-lati possano essere messe in pnbblica vendita, purche siano state minutameute tagliuzzate in precedenza e poi sottoposte ad ebollizione, per non meno di un'ora, sotto la vigilanza sanitaria nei pubblici raacelli; ehe altret-tanto possa farsi pei loro grassi ehe sieno stati fusi ad una temperatura non inferiore a 200oC.; ehe, infine, i visceri dei suiui panicati in qualsiasi grado vengano sempre distrutti e subito portati allo squartatoio raquo;. Co-desto dispaccio veniva poi tradotto in Circolare piü det-tagliata ai Prefetti del Regno, portante la data del 18 maggio 1875 (1).
(I)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;CIRCOLARE gt;quot; iUJSi-S In tiala 18 maggio iS'iJ.
Venne a cogiiizione di (juesio Ministero, die in lalnne Proviocie del Regno si 6 da qualche iem|io sviluppala in nolevoli proporzionl negli animali suini la malallia denominaia eachessia Idatigena, conoscinta volgarmenie sollo i nomi di gragnuola, panicalura o gramigna.
La nccessilä di premanire I'orgnnismo umano coniro gli elTeiii morbosi del-Piiso alimeniare di silTaUe carni e la convenienza di adollare i relativi provve-dimenli nel limile dollo slrctlo bisogno, afflnchd non ne vengano all1 indnslria ed al commercio danni soperiori a quelli die sono resi ineviiabili dalle esigenze della saniiä pubblica, indnssero il Ministero a solloporre I'argomenio all'esame del Consiglio Superiore di Sanilä.
II precitalo consesso in adnnanza del 3 correnie avendo manifeslalo il sno avviso in proposilo, il solloscrillo, in piena eonformila del medesimo, delermina: 1deg; Che le carni suine nelle quali i cisticerchi siano in rilevanle numero, e nioilo piü quando essi cosliluiscano un vcro infillramenio, vengano assolnla-menle sollralle daH'alinienlazione, e ehe al pari di qnesle lo siano i loro grassi, ne possano si le prime die I second! essere nlilizzati se non per le indusine-.
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Iraquo;
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Sono queste appunto le misure igieniche ehe vigono uel nostro municipale ammazzatoio, pero alquanto modi-
2deg; Che quando le carni sieno lievemcnle malale, cioe quando non presen-tino die isolali e rari cislieerchi, possano csse rilcnersi commeslibili, anco insac-cale, a eondizione ehe esse carni e la colenna siano precedentemenle. ridolle in pezzi non piu grossi di un cenlimelro cubico, e siano solloposli ad ebollmone, da manlenersi per non meno di un'ora e mezzo:
3deg; Clie il brodo die no risulla debba esserc disperso o adoperalo ad uso industriale, similmente al grasso d' inflma qualila (ratio dalle ossa, ilai carcami od allro, per mezzo, se si vorra, ild brodo slesso;
V Clie nel caso di lieve malaltia, anche i grass! possano ammellersi all'nso alimentare, purcbi nella fusione loro siasi raggiunta una lemperatura non infe­riore ai ISO gradi, purclie lo slrullo sia passalo per un colaloio munilo di finis sima rele in ferro alia ad arreslare i cislieerchi, anche liberi, e purdie il de-pnsito o fondo del grasso rimaslo nella caldaia venga disperso :
Sdeg; Che quesle operazioni si facciano nei pubblici macelli solle rigorosa sorveglianza sanitaria.
6deg; Che inline il venlricolo, il cervello, il cuore, i polmoni, il fegato, la milza, i reni, gli inleslini, i visceri tuiti ed il sangue del suini, comunque pani-cati, vengano dispers! o adoperaii nelle Industrie.
II Ministro
G. CiNTELli.
CIRCOLARE 4 aprile 1876, die modifica le disposizioni conlenule nella pre-cedente, direlta pure e raccomamlala ai sigg. Prefelti delRegno:
La Socieli laquo; Proprielari Salsamenlari n di Milano, dopo aver fallo osservare a questo Minislero come la preparazione ddle carni stiine licvemenle grandinale, eseguila nel modo prescriiio al njmero 2 della Circolare IS maggio 187S, N. 20338-3-130083, riduca le carni siosse allo slato di una viscbiosa polligUa, e quindi inservibili alPuso domeslico e alia induslria, ha chieslo die si possa eseguire la collura di delle carni lagliuzznle posleriormenle al loro insaccamenlo anzieht prima, alline di eliminare il lamenlalo inconvenicnle.
II solloseritto avendo solloposlo le osservazioni e la domanda della predclla Socieiä aU'esame del Consiglio Superiure di Sanitä, conformemenle al parere del medesimo, espresso in adunanza del 13 corrente, determina:
V Le disposizioni conlenule nella Circolare del 18 maggio 1878, numero 20338-3-138683, per regolare Puso delle carni del suini attaccali dalla cachessia idatigena o panicalura, sono confermale nella loro integrila ad eccezlone di quelle di cui alParl. 2deg;;
2deg; L'art. 2' di delta Circolare si dovrä ritenere riformato nei seguenti termini: Clie quando le carni sieno lievemcnle malale, quando äoä non presentino die isolali e rari cislieerchi, possano ritenersi commestiblli, anco insaccale, a
N
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floate, imperocche anche de! maiali molto panicati si pubsenza alcun danno consumare il grasso sempte quando si sia portato prima ad alta temperatura. La norma poi ehe riflette le carni suine infestate da cisticerchi isolati e scarsi, come il Naborre De Capitani ha molto bene diraostrato (1), presenta lo svantaggio di non esser pra-tica, giacche una volta ehe sieno state minutamente ta-gliuzzate in precedema e poi sottoposte ad ebullizione per non meno di un'ora, perdono la proprietä di essere com-merciabili, ed il solo grasso puö essere utilizzato per la alimentazione umana o per le Industrie. L'ultima dispo-sizione igieuiea riflettente i visceri dei suini panicati in qualsiasi grado, vorrebbe essere eorretta imperocche fre-quentemente i polmoni, e mcg-lio ancora il fegato, la milza ed i reni, si presentano immuni da cisticerchi.
A questo riguardo sarebbe eonveniente lasciar giudice assoluto il veterinario ehe dall'esame attento dei diversi organi, compreso dellasua grave risponsabilitä, sa meglio di ogni altro indicare i visceri ehe possono o non venire utilizzati. Le misure igieniche prescritte dal Consiglio Superiore di Sanitä nella Circolare 18 marzo 1875, si ridussero in ultima analisi alle norme pratiche ehe io avevo suggerito im anno prima, cioe, nel 1872, e con-fermate nel novembre 1872, state pure aecolte con mio pieno compiaeimento dai benemeriti Municipii di Milano e di Torino. La Circolare Ministeriale, colla data 4 scorso aprile, modifica e rende pratiche certe norme raecoman-
condizioni die esse carni e la cotenna prima di insaccarle sieno ridotle in pezzi non maggiori di un cenlimelro cubico, vengano ben lavale con acqua pura o saiala; P insaccamenlo sia fallo in forme non pid grosse dl einfiue cenlimetri, e, dopo insaccate, siano sotloposle ad ebollizione da manlenersi per non meno di an'ora e mezzo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo;
II Ministro G. Nico TER*.
(1) Naborre De Capitani , da Seslo. Brevi cenni sulla idatiginosi, volgarmenle gramigna nci suini. Eslraüo dal Bolleltino deWagricollura. — , Milano, 1875.
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date nella precedente del 18 mag-gio 1875; essa sarebbe perö riuscita piü commendevole se non avesse prescritto la inutile lavatura dei pozzettini di oarne non maggiori äi un eentimetro cuhico, essendo noto come Vacqua pur a . o salata non goda nel nostro case di altra proprieta ehe di privare le carni mascolari di certi principii nutritivi.
Ma vediamo quello ehe si p praticato e si pratica nelle altre cittä italiane.
Interpellato il veterinario ispettore dei macelli di Ales­sandria, signorCamillo Gilardenghi, mi rispondeva, colla data del 18 corrente giugno:
laquo; L'utilizzazione delle carni suine panicate, cotte, si ästende fin dal 1849, principio del mio ispettorato alia emanazionedellaCircolare Ministeriale, in data 8 maggio 1875, ehe stabilisce norme a questo riguardo. Dette carni venivano esportate daH'ammazzatoio senza precau-zioni, perche i preparati non conservandosi a lungo. i salsamentari, nel loro Interesse, non le impiegavano ehe a preparare roba fresca da smaltirsi al pin presto possi-bile; donde la necessita della cuocitura, ehe a mio av-viso basta a distruggere i cisticerchi raquo;.
L'ufficio d'igiene municipale di Torino, avendo fatto pratiche per dati sulla freqnenza o meno del verme so-litario in Alessandria, ne ebbe in risposta da quel Sin-daco laquo; non essere in grade di precisare il numero degli individui affetti da tenia, non essendosi tenuto conto dei pochi casi avvenuti in una lunga serie d'anni raquo; (I).
Come giä ho premesso, a Firenzc si concede pure, da parecchi anni, l'utilizzazione dei maiali affetti da pani-catura, ed ecco come il Pelizzari riassume le norme in vigore presse quel civico ammazzatoio:
laquo; Se la panicatura e grave, tanto da essere spinta al grado di cachessia ed il grasso dell'animale sia molle, infiltrate di siero, allora I'animale si sequestra, si or-
(1) liendiconto tlatislico dell'ufficio d'igiene di Torino per I'anno 1873. compilato per cura del direltore cav. dott. Giuseppe Rizzetti.
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dina sia sgrassato ed il grasso si fa bollire in caldaie apposite mescolandolo a potassa per renderlo almeno utile all'uso industriale.
laquo; Si permette poi lo smercio della came panicata negli altri casi meno gravi, perö sotto i seguenti trattamenti, cioe: si fa facoltä di fare lardoni, perche in generale nel lardo non annida il cisticerco, ma pure anco nel dubbio ehe nel fare 11 lardone sieno tagliate alcune fibre di cellnlare piü vicine ai muscoli, cosi si ordina ehe venga salato sotto la sorveglianza degli impiegati dello stabilimento, e pensaudo poi come il lardone negli usi domestici non si mangi crudo, ma si cuocia o meglio si distrugga, cosi ogni pericolo viene eliminate per questa doppia previsione.
laquo; Si concede ancora si possano fare delle soprassate le quali vogliono molta cottura, e questa venendo fatta nello stabilimento con molta sorveglianza, si e bastan-temente sicuri ehe la temperatura elevata e la prolun-gata ebullizione dei piccoli pezzi di carne distrugga la vita del cisticerco.
laquo;Si concede pure vengano formate croste e queste siano cotte nel forno, sotto sorveglianza, nello stabilimento e per questo lato pure e da credersi meno danno poterne riuscire, pensando appunto all' elevata temperatura del forno.
laquo; Si permette altresi la salatura dei prosciutti e mor-tadelle, salumi ehe dopo tal condizionamento non escono dallo stabilimento senonche cotti, talche abbiamo due elementi distruttori della vita dell'animale parassita tanto da restar tranquilli sulla di lui innoeuitä.
laquo; Si permette ancora 1'uso della sugna quando perö questa essendo trattenuta nello stabilimento mostri di es-sere invietita; e pensando come di essa certo alcuno la mangi, siamo anco per tal ragione tranquilli ehe danno non ne deriva all'uomo raquo;.
Cosi il Pelizzari, nella sua lettura fatta all'Accademia medico-fisica di Firenze nel 1874, dimostrava ehe si puö
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utilizzare quasi tutto I'animale panicato con precanzioni, ehe gli sembravano sicure in quanto conceme i pericoli della ingrestione del cisticerco ancora vivente e cosi fug-gire i danni della produzione della tenia.
Se tali misure igieniche potevano dirsi un po' avven-tate all'epooa in cui Pelizzari leggeva il suo lavoro, dopo i risultati ottenuti dalle mie ricerche sperimentali comu-nicate alia R. Accademia d'agricoltura nella seduta del 24 scorso marzo, non possiamo ehe approvarle in massima. Soltanto sarebbe a desiderarsi ehe i lardoni venissero preparati eon altre carni a salami e si facessero anche euocere prima di permctterne la vendita nei pubblici negozi. La difficolta con cui si scorge il cisticerco nel lardo non esclude la possibilita della sua esistenza in esso ed in numero talvolta anche considerevole. Non son tanto rari coloro ehe appetiscono il lardo crudo, tagliato a fette, per cui si comprende la necessity, di provvedoro ad ogni eventuale e possibile trasmissionc della tenia solium neiruomo.
Le carni panicate quando se ne volesse permettere I1 use alimentare, dovrebbero sempre esscro sottoposte a cottura nel modo ehe ho giä indicate. Tale operazione non o del resto in nessun modo difficile bastando la tempera-tura di 50oC, per soli 5', ad uccidere sempre e con sicu-rezza i cisticerchi delle carni. II dott. Lewis citato da Cobbold, assienrava ehe il centro d'una coscia di mon-tone posta in una caldaia giungeva alia temperatura di (140deg; Fahr.-60oC) appena ehe l'acqua entrava in ebulli-zione (212oF.-100deg;C); dopo 5'di bollitura la temperatura interna del pezzo era salita a n0oF.-77oC.
Pelizzari esperimentando sulle carni panicate ha os-servato ehe due pezzi di carne del peso di GOO grammi e della grossezza di 10 centim., messi a bollire in acqua di fonte, uno per 5', I'altro per mezz' ora, estratti fuori e misuratane la temperatura del centro, il termometro segnava nel primo pezzo 48 1[2 centig., e nel secondo Sl'C, e caleolando la perdita di calorico per I'equilibrio
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atmosferico ritenue ehe il grade di ealorico nel centre del prime pezze avesse potato teccare il 51deg; o 520C e quel secondo r830 od 8400.
Fatte tre braciole di carne panicata di 1 centim., di 2 e di 4 centim. in altezza e mantenute al fuoco per 10 e 15', rivoltate, come si usa nella cemune pratica cu-linaria, e dope saggiando nel loro centre la temperatura acquisita, vide il termometro segnare 76deg;C circa.
Preso poi un pezzetto di carne muscolare e tagliatolo a cube in modo da misurare 6 centim. per un lato e 5 per l'altro e messe sopra una gratella ad abbmstolire a fuoco lento e rivoltandolo, dopo 10' di cottura vi fu im-rnerso nel centre il bulbo di un termometro e questo (lasciando sempro la carne in posto) segno 770C.
Anch'io ho volute fare csperimenti in proposito. Un pezzo di vitello di un anno dello spessore di 7 centim. circa e della larghezza di dec. q. 2 li2, messo nell'acqua e portato nella pentola a cottura dopo 10' ehe era inco-minciata rebullizione, tolto il lesso, fatta una larga in-cisioue ed introdotto il termometro nel mezzo, il mercuric sali a 530C.
Messo di nuovo il pezzo nell'acqua e ricominciata la bollitura dope altri 10', tastata la temperatura, in di-versi punti centrali, si e trovato in uno 630C, in altri 65raquo; e 66deg; C.
Un pezzo di natica di bue dello spessore di 8 cen-timetri e della grandezza di 1 dec. q. venne introdotto nell'acqua quando giä era incominciata I'ebullizione. Toltevi dopo 20' di cottura si e trovato il centre del pezzo ancora sanguinante Che misurava 470C.
Rimessa la carne a continuare la cottura nell'acqua, in un pezzo della grossezza di 5 centim. di lato, tra-scorsi altri 15', il termometro segnava nel punto cen-trale 750C. Nel centre del pezzo piü grosso si e trovata la temperatura di 68deg; e 70deg; C.
Salami di testa, del diametro di 1 decim. circa, messi a cuocerc come si usa fare dai salsicciai, dopo uu'ora
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di oottura, immerso uel mezzo un termometro, la tem-peratara sali a 86deg;C.
A. Bordier cita esperienze di M. Vallin ehe avrebbe riscontrato nel centro delle carni poste ad arrostire la tempei'atura di 48'' 52l) 48quot; ed anche solo di 46deg; (1). Queste esperienze dimostrerebbero soltanto ehe il roest-biff, come si usa mangiarlo, non .offrirebbe nessuna ga-•rauzia per la trasmissione della tenia. Ma lo numerose da me fatte sulla tenacitä di vita del cisticerco della cellubsa e di altri elminti non solamente coufermano i risultamenti otteuuti da Cobbold, da Lewis, da Pelizzari e da me, ma danno alle nostre osservazioni un fonda-rnento verameute scientifico. E se prima poteva dichia-rarsi avventato e sempre discutibile I'asserto di molti distinti igienisti ehe pretendevano bastare 600C per ucci-dere i cisticerchi, oggi molto volentieri mi unisco a Cobbold quando scrive esser evidente ehe le piii semplici precausioni hastano ampiamente ad assicurarsi sulla per-fetta immimitäper tutte le tenie capaci di prendere stanza nel corpo umano.
In uu tempo quindi relativamente molto breve si potra colla cozione raggiungere la temperatura non di 50('C, ma di 650C. e piü, in tutti i punti de' pezzi o preparati di carne anehe piuttosto voluminosi 3 cosi prevenire lo svi-luppo uel nostro organismo degli ospiti molesti.
La misura piü radicale sarebbe perö sempre qnella di pioscriverle addirittura dall'alimentazione umana, eome giä si ordinava con pubblico editto a' tempi di Mal-pighi (2) e si e raccomandato dalla pluralitä degli scrit-tori, compresa la Commissione Municipale d' igiene (3), fino aU'emanazione della Circolare Ministerialc, 4 aprile 1876. Ma contro la rigorosa applicazione di questa norma
(1)nbsp; MA. Bordier. Du traitemenl du taenia. Journal de Thdrapeutique, public par M. A. Gubler, 10 oclobre 1870.
(2)nbsp; Maipighi, op. cit.
(3)nbsp; Boltetlino delta Commissione Municipale di sanitä di Torino. — Rapporio fallo dai membri prof. Perosino e cav. Rizzetti, 1868.
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di pulizia sanitaria si elevauo le leggi di economia e ie poco prospers condizioni degli agricoltori, sui quali geueralmente cade tutto il danno di un eventuale se-questro.
Ad un povero allevatove il sequestro di uuo o piü maiali puö costituire la sua rovina, e specialmente nelle campagne, gli agricoltori die di came ordiuariamente nou ne mangiano cho al Natale ed alia festa patronale del iuogo, trovano die anche le carui panicate formano per le loro famiglie pietanza ed alimento appetitosis-simi e nutrienti.
Essi perciö, ignari della natura della malattia colla quale hanno a fare, conservano salati i lardi ehe ado-perauo a coudire Ic vivaudc, e colle carni confezionano salami, cho consumano poi cotti o crudi durante Tanno. Per tal inodo fortunatameute molti cisticerchi muoiono colla cottura, e soltanto quelli ehe si mangiano vivi nei preparati crudi servouo a perpetuare la specie del verme solitario nell'intestine umano, e a promuovere la diffusioue della grandiue nel maiale.
Nei piccoli villaggi, dove manca I'ispezione del ma-celli, quando un salsicciaio trova un maiale grandinoso, ordinariamente dimiuuisce di una o due lire per miria-gramma il prezzo convenuto, e tutto finisce li. II sin-daco non viene neppure informato ed il bottegaio trae partito deirauimale come se nulla avesse.
Gencralmente si credono i cisticerchi o grane delle vescichette piene d'acqua, ehe rende piü umidele carni, di piü difficile conservazione i lardi ed i salami; perciö se ue fanno delle salsiccie e dei salami da far cuocere, e in questo modo inscientemente si evita nella maggio-ranza dei casi lo sviluppo della tenia solium. Soltanto coloro die appetiscono le salsiccie ed altri preparati se-micotti o crudi possono procacciarsi il verme solitario.
Egli e nei grandi villaggi e nelle cittä ove Tigiene vienc meglio tutelata, ehe, fatte alcune disonorauti ec-cezioni, quasi dappertutto vi hanno giä i veterinari ispet-
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tori dei macelli, i quali per altro, sia detto qui per in-cidente, dovrebbero essere in generale piü decorosamente retribuiti.
I nostri galsicciai, per non vedcrsi sequestrare gli ani-mali, usano da parecchio tempo di sottoporli ad un'ac-curata visita della faccia inferiore della lingua. Essi rifiutano e non introducono neU'ammazzatoio ehe quelli mancanti apparentemente di gram. Ciö non pertanto si puö calcolare ehe su 250 circa maiali se ne trova al-meno uno panicato. A Milano inveco sembra ehe non esistano i rapprescntanti diiajj^MeyeMJ-sistituiti ai tempi di Luigi XIV, e la proporzione dei maiali grandinosi e assai maggiore. Da dati gentilmente comunicatimi dal dott. Naborre De Capitani da Sesto, rilevo ehe, su 5500 maiali, macellati nello spazio di tre mesi circa nel pub-blico ammazzatoio di quella illustre cittä, 80 vennero trovati affetti da panicatura. E forse in Lombardia piü frequente la malattia? Ecco cio ehe noi non possiamo sapere per mancanza di dati statistici rigorosi appunto per I'uso invalso sul nostro mercato.
Dimodoche, in un villaggio in cui si uccidano 200, 300 maiali all' anno se ne troveranno 1-2-5 grandinosi; in una cittä dove invece so ne uccidono 6, 7 mila, si potranno avere 25-30-100 e piü panicati pure all'anno, e cosi sempre in una proporzione molto varia nei differenti luoghi. Ed e naturale ehe debba cosi succedere, e chei maiali grandinosi si trovino in maggiore o minor nu-mero nei villaggi e nelle cittä, a seconda del luogo di provenienza dei maiali, e a seconda della frequenza o meno del verme solitario nelle diverse regioni.
Ma, ammesso ehe le carni panicato cotte non possano nuocere, quali dovranno essere le norme ehe debbono regolare la loro vendita?
Abbiamo visto come la malattia possa essere piü o meno intensa a seconda dei diversi animali. Vi sono dei maiali con eisticerchi rari e sparsi, degli altri infestati da molti ed anche da moltissimi eisticerchi, e ciö sempre
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in ragione del numero degli ovoli di tenia introdotti nell'organismo cogli alimenti e bevande. Ma anche nei casi piü leggeri le loro carni non avranno certa-mente mai il valore delle sane, e costituiranno sempre un alimeuto pel quale gli intelligenti conservano gene-ralmente particolare avversione. Si tratta infatti di forme verminose piuttosto grosse, rivestite di numerosi corpu-scoli calcari!
Difficilmente pevö i proprietari lasciano ehe la ma-lattia conduca allo stato cachetico I'animale, impe-rocche quando s'accorgono ehe un maiale dimagra, e non si mostra vivace, lo vendono al macello. Egli e percio ehe a Firenzc su 11, 12 mila maiali, 3 o 4 soltanto vennero sequestrati in fieri ed inviati allo squartatoio, ed a To­rino su 150 e piü panicati uno solo trovai cachetico, e aucora I'esaurimento non poteva attribuirsi ai cisticerchi, ehe relativamente in iscarso numero si riscontravano nelle carni. luvece, frequentissimi si presentano dei maiali al-taraentc impinguati, con lardo sufficientemente dense e del peso di 200 e piü chilogrammi, le cui carni sono gretnite di cisticerchi.
Le carni dei maiali possono quindi presentare tutte le gradazioni della malattia, ehe sono comprese tra la pre-senza in esse di qualche rarissimo cisticerco e quella di un numero stcrminato di grane o cisticerchi al punto da infarcirue i muscoli. Arrogi die accadono pure dei casi in cui le regioni ordinariamente infestate dal piü gran numero di cisticerchi si mostrano immuni, mentre le altre, nelle quali sogliono essere scarsissimi o mancare affatto, si trovano numerosissimi. Donde la necessitä di procedere ad un esame diligente di tutte le parti del corpo per iscoprirne il loro stato di immunitä o di infe-zione. Quando si e manifestata la vera cachessia, le carni si presentano molli, floscie, scolorate, con infiltra-zione sierosa del connettivo, e raccolta dello stesso li­quide nelle cavitä splancniche; il lardo e poco dense, umido e molle, le setole facilmente si distaccano, presen-
Pebroncito, Grandinc o Panicaliira, S.
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tando taluue volte una gocciolina di siero .sauguig-no alia loro radice, oome aveva giä iiotato Aristotile.
Soltanto nei casi di leggera panicatura (con cisticerchi isolati e sparsi) si potrebbe senza inconvenionti trarre partito delle carni e del lardo, permettendone lavendita previa cottura in negozi d'occasione o su liberi banchi (Freibank) dietro dichiarazioue della natura delle carni, come ha saggiamente indicato lo Zürn (1).
Analoga propostafecc pure da noi il prof. Bassi, il quale peraltro vorrebbc ehe venisse permesso I'liso alimentarc dci lardi dei maiali leggermente panicati bastando, secondo lui, una forte salatura ad uccidere i pochi cisticerchi superficiali, ehe vi potessero essere ; ehe le carni degli stessi maiali fossero tagliate a pezzi, fatte cuoceree poiven-dute in una specialc bottega su cui siavi scritto: vendita di carni di maiali panicati (2). E naturalc ehe trattan-dosi di carni ehe debbono essere mangiate soltanto da coloro, ehe non ne scntono avversione, sia desiderabile ehe si vondano in spcciali negozi, come giä si pratica per le carni soriane delle altre specie di animali da bec-cheria. — Anzi, io reputcrei un negozio soriano suino molto importante, inquanto ehe in esso si potrebbero an-cora vendere le carni dei maiali affetti da altre malattie. Forse pert) si opporrebbe alia sua istituzionc il difetto anche nelle grandi citta della merce necessaria ad ali-mentarlo, e corrisponderebbe meg'lio alle esigenze del commercio la destinazione di un banco apposite, possi-bilmente vicino all' ammazzatoio , oppure al luogo eve gia si vendono altre specie di alimenti all'asta pubbliea. Ma queste sono question! di dettaglio e sempre relative, ehe ogni comune pub fare piü utilmente decidere dalla rispettiva Commissioue d'igiene. Ciö ehe importa e chc se le carni panicate si vendono, esse siano prima ben
(1)nbsp; nbsp;Zürn, op. cil., 1872, pag. 138.
(2)nbsp; nbsp;Giomale di medicina ve/erinaria pratica e di znolecnia delln Sociela Reale c Nationale veterinaria. Torino, fascicolo di maggio. Torino, 1872 e '.876, pag. idl.
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(iotte. D' altrondo, siccome sono relativamente pochi i maiali grandinosi, cosi, mediante opportuno avviso, il pubblico potrebbe csserc avvertito del luogo, del giorno e dellc ore in cui se ne farä la vondita previa cottura. Anche i lardi pei-o, dovrebbcro venire eg'ualmeiitc trat-tati, cioe, tag-linzzati, e con altre carni condizionati a sa­lami da vendersi cotti per evitar og-ni beuche lontano peri-colo di diffondcre la tenia. Imperocche, se Tesperienza dimostra ehe il sale distrugge i cisticerchi ehe vi sono immersi, non abbiamo ancora sufficient! prove per rite-ne-re ehe faccia movire quelli ehe potrebbero trovarsi a differente protbnditä nella grossezza del lardo. Brusasco, a qnosto riguardo, dichiara csplicitamente non cssere vero laquo; ehe la salatura, sia pur abbondante, valga a far moi'irc fcutti i cisticerchi (1) raquo;. Neu sono io solo ehe abbia osservato i cisticerchi a diversa profondita nol lardo (2), vi ha ancora, tra gli altri, lo Zürn, ehe mostra di aver studiato assai profondamente la questione. K noto del resto il fatto abbastanza frequente, dei mnscoli sottocutanei, ehe in taluni punti si trovano ad occupare la partc mediana dello spessore del lardo. Ora, pur vo-Icndo acconsentire a quelli ehe negano la presenza dei cisticerchi nel lardo, non si potra mai ammettere die detti parassiti nou si possano trovare a differente pro-ibndita degli stessi lardoni, attorno e nei fasci musco-lari, ehe vi sono compresi. D' altronde i cisticerchi si sviluppano particolarmente nel tessuto connettivo inter-muscolare e interfasciolare dei muscoli, nel connettivo sottocutaneo, del cervello, e di altri organi del corpo. Or bene, quelli ehe si svilupperanno appena sotto il derma della pelle dove verranno trasportati coll'ingras-samento deU'animale? Un recente fatto poi toglierebbe
(1)nbsp; Nuovo dizionario terapeulico rayionalo di patologia medica e chi-rurgica. Torino, 187G.
(2)nbsp; Vedi mio lavoro cilalo negli Annali delta H. Accademia d'Ayricottura 1872.
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ogni dubbio al rignardo. Si tratta di un tal Pathe, sal-sicciaio di Vincenues, al quäle verme dal tribunale cor-rezionale di Parigi inflitta la condanna di tre mcsi di carcere e 50 lire di multa per aver venduto a due riprese al 12ü regg. d'artigiieria una certa quantitä di lardo, in cni si trovarono dei cisticerchi e ehe fu cagionc dcllo sviluppo della teuia in molti soldati (1). Egli c percib ch'io mi trovo, mio malgrado, obbligato a dissentire dai Commissari della R. Societa Veterinaria, ehe, in un progetto di regolamento inviato a S. E. il ministro de-gli interni, ammisero la vendita del lardo dei maiali affetti da panicatura al priino grade, quantunque pre-scrivesscro una stagionatura di esso di tre mcsi dalla data della copiosa salatura (2). Come pure dissento da
(1)nbsp; Recneil de medecine velMnaire, 18TG, pag. 1087, 1088.
(2)nbsp; Ecco il progello di regolamenlo proposto dalla Socielä Reale e Nazionale Veierinarla a S. E. il Mlnisiro degrinternl, nello scorso luglio:
Progetto di Regolamenlo. — I velerinari prepostl airispezionedegii anitnali suiiii nei pubblici macelli, (rovandone degli affelli da panicatura, o grahdine, o (jrana, ne disiingueivimo 11 vario grado e li claäsilielieranno come in ap-presso:
1.nbsp; nbsp;Saranno conslderall siccome affelli al primo grado di panicatura quei porci die avranno poehissimi cislicerclii, aiicorcliö gia perfeltamenle sviliippali, cioe da I - i per 1)2 cliilogramma di carne muscolare lolla dalle regioni in cui essa e maggiormenle infella, e le carni ed il grasso di aspelio normale; come pure i maiali die avranno cislicerclii anche numerosi nel loro primo stadio di sviluppo, ossia colla lesla ancora incompiulamenle formata e disarmata di uncini;
2.nbsp; nbsp;Saranno dichiarali panlcall al secondo grado quei porci, die, avendo nu­merosi cislicerclii, da 5 — 1-4 per li2 cliilogramma di carne presa uelia reglone pid infella, non presenleranno alcun indizio di cadiessia. Nel caso In cui esisles-sero segni di cadiessia, Plndicalo numero di parassili non sari ragione sulli-ciente per far esdudere il cadavere dalla calegoria dei panicali al lerzo grado;
3.nbsp; nbsp;Saranno giudicali affelli al lerzo grado di panicatura quei maiali die, oltre ad un numero grandissimo di cisticerchi della cellulosa, pid di 15 per i\i cliilogramma di carne muscolare, lolta dalla regione in cui e maggiormenle in­fella, offriranno i segni di cadiessia, quali: Pinfiltrazione sierosa del connellivo, le carni scolorale, molli e flacide, il lardo ed il grasso di pocliissima consistenza, le setole debolmente infisse nella cute;
4.nbsp; nbsp;II lardo dei porci affelli da panicatura al primo grado, debitamente se­parate) dal pannicolu carnoso sottoslante, ripulilo dai poehissimi cisticerchi die
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6ssi quando collocano tra gli affetti al primo grado quei maiali, cbe presentano nelle carni numerosi cisti-cerchi nel loro primo staclio di sviluppo, imperocche fi-nora, per quanto io mi sappia, non venne dimostrato da nessunö ehe i cisticerchi imperfettamente sviluppati non possano originäre la tenia nel nostro intestino. Mi trovo invece su molti riguardi d' accordo colla R. Deputa-^nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;zionc scientifica per gli affari medici della Prussia, (Kgl.
wissenschaftliche Deputation für das Medicinalwesen in Preusscn) la quäle ha stabilito ehe laquo; 11 grasso otte-mito colla fusione o colla cottura dei maiali panicati, possa cssere ammesso incondizionatamente alia vendita ed all'use domestico; la carne magra invece solo quando contiene pochi cisticerchi, e dopo esserc stata sotto la
vi si possooo vetlere, e sotloposto a copiosa salamra, irascorsi ire mesi polrä cssorc vendulo in uno spaccio parlicolare;
5.nbsp; nbsp;Le canii dci maiali affelii da panicatura al primo grado saramio lagliale in pezzi non maggiori di A cemiinelri di lalo, preparale in salami, solioposle per uiTora a coiliira neiPacqua bollente, e quindi poiranno esserc, come il lardo, vendute in un apposito vendiioio;
II grasso, oUenulo medianle fusione o bollilura, potra servire per I'aso cu-linario;
6.nbsp; nbsp;II lardo dei pore! panicali al secondo grado sarä sotloposlo allo slcsso iraltameoto di quello dei panicali al primo grado. Dalle carni si polrä estrarrc, medianle fusione o coilura, il grasso per uso culinario, e le earn! saranno uti-lizzale soltanlo come quelle dei panicali al terzo grade;
7.nbsp; nbsp;Dai cadaveri dei porei affelii da panicalura al lerzo grado sarä pur le-cito ricavare il grasso per uso itiduslriale, e le carni saranno dislrnlle e ridolle ill guano arlificiale;
8.nbsp; nbsp;II grasso desiinatü ad uso induslriale sara soQslicato con acido fenico c nero fumo, od allrimcnli;
9.nbsp; nbsp;Le operazioni prescrilte agli arlicoli 4, 5, 6, 7 ed 8, saranno eseguile nci pubblici ammazzatoi e solle la sorveglianza e responsabililä dei velcrinari municlpali, prepostl alia pulizla dei macelll;
10.nbsp; nbsp;La vendita del lardo e delle carni panicale, di cui e fatla menziene negll arlicoli 4, 5 e G, sarii falla in un locale apposile, sotloposlo alia rigorosa sorveglianza dell'auierilil municipale, e die porli la segucnle insegna: Vendita di lardo, di grasso e di came di maiali panicati. (Giornale di medicina veie-rinaria pratica c di zooteema, dirello da! prof. Papa. — Torino, luglie d876.
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sorveglianza della pulizia, taglinzzata e completamente' cotta raquo; (1).
Nei Comuni rurali, ogniqualvolta accade un easo di grandine, il sindaco dovrcbbe per mezzo dclle guanlie o guardia municipale notificare il fatto al pubblico, sov-vegliando a ehe non succedano illegittime sostituzioni od inganni. Anche nei piccoli comuni non dovrobbe essere permessa la vendita delle carni e del lardo dei ma-iali con pochi cisticerchi se non dopo il tagliuzzamento e cottura. Mediante gli agenti tnunicipali,si possono or­dinäre le cose in modo ehe poco per volta tutto il maiale venga smerciato eotto. In tal guisa tanto nolle cittä quanto nei contadi rimarrebbe sufficientemente tutelata I'igiene pubblica, mentrc si provvederebbero di carni panicatc cotte soltanto coloro ehe non vi banno ripu-gnanza e si sentono disposti a mangiarle.
Pei maiali invece, le cni carni fossero iuquinate da molti o da inoltissimi cisticerchi ritengo cssore miglior eousiglio quello di utilizzare soltanto il grasso prcvia-meute fuse o eotto, portato, cioe, alia temperatura di TO-lOOquot; C, lasciando pero sompre il proprietario libero di trarre il massimo partito de' suoi animali , sotto la sorveglianza delle leggi di igiene pubblica (2); vale a dire, dietro accurata cottura. Con quest'ultima con-eessione si soddisfa al desiderio di molti proprietari e eontadini, i quali, quando banno la disgrazia di ve-dersi infetto di grandine qualchc loro maiale, prelcri-scono prcpararne salami e presciutti da far cuocere e consumare ad use di famiglia, mentrc si evitano i danni delle carni panicate crude o semicotte.
(1)nbsp; Deutsche Zeilschrift für Thiermedidn und verylcichende Pathologie. ö0 fasc, |)ag, 378, 379. Leipzig, 1870.
(2)nbsp; Vetli il mio lavoro: Ueber die LebenszäMgkeit des Cysticercus ccllu-losae und anderer Eingeweidewürmer nei Zeitschrift für praktische Veteri-rinair-Wissenschafleji, redigil von Dr. Hermann Pütz, Professor u. Di­rektor der Thitrarzneichule in Bern,\876.
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Naturalmente ehe nei casi di vera cachessia, a qua-lunque grado sia pervenuta la malattia, g\i animali do-vrebbero essere eliminati dairalimentazione umana e soltanto utilizzati per le industrie. Cosi le loro carni, i lardi ed il grasso, fatti a pezzi, si porranno entro cal-daie per estrarne Tadipe fuso, il quale, trattato con una quantitä di soluzione di acido fenico (come giä si usa nel raacello pubblico di Milano pei maiali con nume-rosi cisticerchi) non servirä piü ehe come materia in-dustriale. Esso, raccolto entro adatti recipienti, una volta indnrito, potrebbe ancora essere venduto ai fab-bricanti di sapone c di caudelc a prezzi abbastanza ri-levanti. Dai residui della fusione, fatti bollire fino a loro riduzione in molle poltig-lia, se no pub ancora separare dal brodo il grasso, mentre essi, mescolati con sostanzc terrose, per esempio, costituirebbero un eccel-lente concime.
I bovini c gli oviui ehe per avventnra si presentassero panicati dovrebbero essere sottop'osti alle stesse norme raccomandate per i maiali. Fortunatamcnte perb nelle carni dei montoni non venne finora osservato il cisticerco ehe per ececzione da Cobbold, e nei bovini anche quando si cerca di sviluppare sperimentalmente la panicatura non si riesce generalmente a produrla intensa. Non sarä quindi ehe in casi eccezionalissimi a grado tale da reclamarc, aU'infuori della cottura delle carni, altre misure di puli-zia sanitaria.
Ecco adunque in ehe modo si puö trarre il miglior partite degli animali panicati. Ora, Teconomia ruralc e I'igiene pnbblica si avvantaggieranno seuza dubbio di molto colla diifusione delle conosceuze riflettenti la na-tura di questa malattia c delle misure di pulizia vale-voli a prcvenire lo sviluppo della grandinc negli animali domestic!, dei vermi a nastro e dei relativi cisticerchi anche neiruomo.
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A si nobile intento si riescirä mediante pubbliche con-ferenze, con presentazibne dei relativi preparati nelie cittä e nei comuni rurali, ove i veterinarii, ehe per la loro missione si trovano in rapporto cogli allevatori di bestiame, potrebbero ancora moltiplicare la somma degli utili ehe giä arrecano all'igiene ed all'agricoltura.
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