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CEiMNO STOMCO
T/flOZIl MlllOLOSi
INSORTA A NAPOLI NEL 1870-71
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CONSIDEIUZIOINI SUl VAilOLO PECORINO
E SIC.LI INNESTJ STATI FINORA TENTATI
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AllEVIARE 11.IIWI Wm CHE EI SUÖLE ARRECAfiE ALLE GREGGIE
NELLE SUE SPONTANES IRRUZION1
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PROFESSORE CAV. VALLADA
Dircltore ddla II. Scuola Superiorcdi mcdicina votcrinaria
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NAPOLI
DAl.l.A TIPOCRAFIA LM ANTONIO CONS
sinula s. Anionio nlhi Viearia n.quot; 44 187 I
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BIBUOTHEEK UNIVERSITEIT UTRECHT
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31.86
CEMO STORICO
Diiiipizooziii mmm ovii
INSORTA. A. NAPOLI NEL 1810-71 CONSIDERAZIOM SÜL VA1U010 PECORINd
E SUGLIINNESTI STATI FINORA TENTAT1
PER IIUPEDIRE
OD mmi IGRATIDASM CUE El SUOLE Ullll'CUIE ALLE GREGGIE
NELLE SUE SPONTANEE IURUZIONI
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PROFESSORE CAV. VALLADA
Dircltore della B. Scuola Supcriore di racdiciaa vetcrinaria
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NAPOLI
DAttA TIPOGItAFIA DI ANTONIO CONS
SlradoS. Antonionlla Vicariau.044
1871
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Sciibimus haec docilcs, stuiliojue iummli.
Per una coincidenza non nuova, 116 infrcqucnto o di poca cnliU\ per la Medicina gencrale, rimarcata di gii per lo passalo da Sclmnrrer, Jobert, Parola, Gianelli, c molli allri scriltori, per la quale le epi-demie cd cpizoozie vaiuolosc ncgli uomini e negli animali veggonsi spesso coesisterc, cd in certo qual modo alimenlarsi a vicenda, 6 a me pure, per mis-sionc aflidalami dal Consiglio Sanitario provinciale, toccalo di vodere in sul lermine del racsc di novembrc 1870, svolgersi pressoch6 contcmporaneamenle, 11 va-iuolo umano in Napoli cd il pecorino nolle greggic de' suoi dinlorni, c, direi quasi consociati, dominaro per piü mesi di seguito, ora piü, era meno infausli c le-tali. La prima irruzionc del vaiuolo ovinofu nolala a Marano, donde egli si 6 cslcso in parecchic allre Co-muni del Circondario di Pozzuoli, e spccialmente a Pianura, diffondendosi in pari tempo nelle campa-gnc giacenti a' fianchi cd appiOs dello storico Monte Gauro o Barbaro, del vulcanico Monte Nuovo, ncllc
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circoslanze del Logo d' Averno, c particolarmente della Fossa di Nerone cosliluenle oggidi il Ingo di Licola, e nelle lerre d' Opicia, rieche se non allro di anliche c grandiose rimombranze, ove siedeva un giorno la citlä, unica nella sloria per lo sue glorie e 1c sue sciagnre, la vetusla Cuma. Si ö credulo die il morbo sia slalo iraporlalo in quosle regioni dalla vicina Terra di Lavoro, ed invero avendo io dovulo perconere negli ultimi periodi della epizoozia le fal-de di Somma Vesuvlana, in Iraccia di armenti ehe la voce pubblica diceva esserne colpiti, uno ne rinvenni alia Madonna dell' Arco, in cul la malaltia era ormai pervenula alPullimo suo periodo, di cssicamenlo cio6 delle puslole c disquamazionc loro, e qneslo era da poco tempo sfnggilo per lo appunto al sequeslro, ehe il medico-velei inario provineialc di Caserla gli aveva falle imporre in un podere di Cancello, circoslanza quesla, ehe naluralmenle indusse a prestare maggior fede alle informazioni, ehe prima si erano avule su tale proposilo , mollo piü aeeetlabile rendendo la suindicata credenza. Fratlanlo in queste localiti si era la morbosa affezione ognor presenlata sollo be-nigna forma, mite e bella eorrendo la slagione, e ciö flno ai primi giorni di gennaio 1871, nella quale epoca si abbasso di raolto la temperatura dell' almo-sfera , ghiacciali venti vennero a spirare , recando perfino eon se una cerla copia di neve, genoralmcnle insolita in quesle regioni, ed allora un'ultima greg-gia attaccata in Planura manifesto tulti i caratteri del vaiuolo maligno, per cui 1' eruzione cutanea in una gran parle d'animali non potea piü aver luogo, ed ella ebbe orribilmentc a soffrire, e fu anzi in gran par-tc dislrulla. Dapcrtutto, ove por ragion d' ufficio ho
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dovulo recarnii, m'inconlrai in armenli in barbara guisa innestiili per opera dei pastori slessi,o,com'essi dicono, imcrtati, loccbö fanno con grossolani collelli, praticando in sulla fucoia inlcrna u nuda della coda profondi lagli in crocc.disposizione quesla nella ferila, ehe per la lorosupersliziosa menlc ha la massima im-portanza ed cnlili, e pcnelrando fin sollo la pelle, ove depongono, inlromcllono la malcria purulenla, le cro-sto, ilsangue, e quanto altro hanno indifferenlemenle e senza cautela alcuna raccolto dalle puslolc degliani-mali, fosser desse rare e scoslale, o moltiplicate c confluenli, per 11 ehe vidi ovunquc dellc code enornii per causa di tumori flemmonosi, svollisi nolle me-desime, passali in suppurazionc, c non di rado in gangrena , per la medicazione dö' quali bo dovuto piü volle prescrivcre la tintura aloetica, ed avrei au-che volenlieri prescritla quella di chinachina, se la altezza del suo prczzo non mi avesse impedilo di Iradurre in alto qucsto mio desidcrio. I proprielarii di questi diversi armenli si moslrarono lulli piena-raenle soddisfalti della pralicala inoculazione, ad essa inlieramcnle riferendo la lenuilä relativa delle per-dile, dal dieci al quindici per ccnlo, ehe in essi si ebbero a deplorare, e debbo anzi agginngere ad onoro del vero, ehe non m' 6 occorso di imballermi in un solo paslore, ehe non nulra a lale riguardo un'ugualc fiducia c convinzione. Le conscguenzc di si barbaro inncsto m'hiinno naluralmenle richiamali al pensiero gli effctli allra volla da me osservati nc' bovini, e piü particolarmenle in quclli della Lomellina per le prime voile inoculali col melodo Willems, ende pre-scrvarli dagli allacchi della pleuropneumonia essuda-tiva e conlagiosa , c Irallomi a fare Ira di essi un
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confronto, indiiccndomi a pcnsarc, sc il vaioloso in-ncsto, qualo vionc da qncsli pccorai cscgulto, non spioghcrebbc cziandio si pari dolla pneumonica ino-cul izionc anco un' azione rivcllenle ( ummessa per quella da varii scrittori), di non poco vanlnggio agli inneslali ovini, di modo ehe sia d' uopo dquot; andare a rilonlo nel lanciare conlro di esso un* assolula con-danna ? Se non ehe un' eguale inneslo fu pralicato, sebbene un po' lardi, sulla greggia ullimainente col-pi la e flagellala di Pianura , la quale, malgrado il medesimo, ebbe a porderc pel vaiuolo, apparso in quella circoslanza a lipo confluentc, maligno, ed ir-rogolare, una grandissima parle degli individui cho la componevano, e particolarmenle di femmine go-stanli, o di fresco sgravale, e dei loro piccinl.
II falto piü notevole e disgusloso da me osservato in quosta Irisle occasione, si ö quello d' un' assoluta e continua infrazione alle prescrizioni di polizia sa­nitaria, infrazione allarnente favorila invero in que-sle rcgioni dal regime parlicolare, a cui sono abi-tualracnlc lenuti gli anirnali di questa specie, pe' quali mancano generalmenle i ricoveri, in guisa da cssere quasi sempre costretti a vivere 1'anno inlie-ro al pascolo in aperta campagna, e fatli spesso emi-grarc in sulla fine di aulunno c ncl verno di colicquot; in colic, di monle in montc, in cerca degli ullimi pro-do Hi di una povcra e languida vegclazione. In tali circostanze b impossibile affatto di ottenere il manle-mmenlo del prcscrillo scqueslro, giacche non aven-dosi forflggi in scibo da sosliluirc al [ascolo per lo alimontamento degli infetti o sospctti brancbi , b aroolutübaenlo ncccssaiio ehe essi abbiano ad es-eere condolti alia compagna, c mutar spesso di luo-
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ghi, se non si vuolc coslringerli a morire di fame. Nissuno ignora del resto, ehe i paslori ingenere sono genie caparbia e lestarda, ehe mal si presla o ,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cede al poter della legge, di modo ehe ho dovulo
convincermi, cho, specialmenle in questi paesi, rie-scc in tai casi offalto impossibile di farla rispetlaro ed escguire, a meno ehe si voglia ricorrere alia coer-cizione, alia forza, ciocche ricsce ognora disgusloso non solo, ma altamcnle diflicile, deplorevole, e pe-ricoloso; cosicchi, anchc per tale circostanza, la raa-lattia trova dovunque lulta ropporlunitä per propa-garsi, diffondersi, ed estendere e molliplicare i danni, ehe 6 per se slessa suscettiva di determinare. Pre-scrivono infalli i vcglianli regolamenli, ehe tulli co-loro ehe posseggono pecore affette da questa infer-milh, debbano renderne immedialamenle avverlite lo Aiitorita locali, o verbalmente, o per iscritto, cd in vece si fi di lulto per nasconderne in ogni modo la esistenza, e solo di straforo si viene ad averne no-lizia, quand'ella giä ebbe tullo il tempo per spar-gere ovunque la desolazione e la morte. II zooialro, incaricalo di vegliare e provvedere per tali epizoo-zic, non ö mai sicuro, almeno cosli, di reperire al-I'indomani I'armento sequeslrato il giorno innanzi; egli 6 deslinalo a riprodurre al vivo I'immagine del-I'ebreo erranlc, condannalo al perpeluo moto, co-slrelto a falicar senza posa, e senza mai raggiunger lo scopo ehe gli 6 prufisso, ed a veder coulinua-
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mente osteggiala per ogni verso l'opcra sua, e ma-
lamente sprecala ogni sua fatica! E scveramenle vie-talo di porre in commercio non solo gli animali af-futli c sospelli, ma ben anco ogni prodolto die dai medesimi si possu oltcncre, o sia slalo a loro con-
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(allo, ed a dispelto di quesla saggia prcscrizione veg-gonsi esportali animali infermi, agonizzanli, ed an-co morli dalla malallia in piü o meno lontane re­gion!, destinale airalimentamento deU'uraana fumi-glia le carni infelle ehe se ne traggono, smerciatQnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;^
le pelli e la lana ehe se ne ricavano, sparse senza precauzione di sorla il concime ehe da essi si 6 ot-tenulo nelle circostanli regioni, senzachö possa porsinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;i.
un limite a si gravi abusi! Perfino ne'oasi, in cui si perviene colla forza pubblica ad imporre e man-tenere un sequeslro di rigore, trovasi tutlavia im­potente il zooialro a ben corapiere la sua importanle e delicala missione, giacche i paslori si rifiutano piü o meno apertamenle, o mal si preslano ad accor-dargli il loro aiuto , la loro assistenza per fare un censiraento degli animali, separare i sani dagli affetti, c facilitargli le molle e penose operazioni oho ei deb-be compifere; fanno anzi di tullo per creargli noie, impacci, e molestie d'ogni sorla, per trarlo in inganno, c rendere ognor piü penoso e difficile I'arduo suo uf-ficio! E d'altra parte anche nelle regioni, in Piemonlo ad esempio e nelle Lombardo-Venete provincie, ove, parlicolarmonle nella stagione invernale si perviene spesso, per differenli circostanze topografiche e ru-rali, c di allra natura eziandlo, a tradurre in atlo i piü rigorosi sequestri, senzacchö ai medesimi si oppongano grandi difficolla, quali sono poi in genero i risultamcnli ehe se ne banne? Uno solo oggi si
ollienc, a dir vcro della massima imporlanza, quello
cioö di pervenire mollo piü facilracnte ed eflicace-mente ad arrestarc la diffusione del morbo; ma per quanto ai proprietarii de' sequeslrati armenli, is giuo-coforza confessarc, chc nclla raaggior parlc del casi
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il sequeslro arreca loro per sc slcsso un danno ira-menso, ponendoli nella dura condizione di non po­ler piä Irarre alcun parlilo, nö de' capi ehe li cora-pongono, nö de'prodolli ehe so ne potrebbero rica-vare, lalle, lana, agnelli elc, dalla vendila dei quali essi dovrebbero ritrarre i mezzi di soslentamenlo per se e per le piü o meno numerose loro faraiglie, e coslringendoli inollre a sublre non di rado i mag-glori nocuraenli, ehe sono la conseguenza deU'ac-cenlramento, dell' agglomerazione degli animali in ricoveri, in recinti, ove Paria non puö liberamente circolare , non puö essere convenienlemenle rinno-vala e resa igienica e salulare, e depurala dalle in-felte emanazioni di cui si viene a sopracaricare, e lalora aneo della privazione di paseoli ehe lor rie-scirebbero doppiamenle proficui, e per reeonoraia e per I'igiene, a meno ehe non si trovino i bran-chi in condizioni lopografiche tali, da poterne al-meno pormetlere lo accanlonamenlo. Epperö non si puö sempre ascrivere a loro piena ed assolula col-pa, se cercano sollrarsi alle vessalorie prescrizioni, cd ai gravi disaslri ehe ne sono la conseguenza, fin-tanlochö la scienza non abbia Irovato un mezzo di ampiamenle compensare i danni inerenli alle sani-tario esigenze, un mezzo ehe valga a prevenire con qualche cerlczza lo svolgimento del raorbo negli ani­mali ancora sani, od alleviare evidenlemente i dan­ni ehe sogliono esserne la conseguenza. Finlanlo-che ciö non sia, non puossi a meno di confessare, ehe gli indicati provvedimenli sanilarii, riesciranno pur sempre, sovratullo in eerie region!, di difflci-lissiraa applicazione, e ehe , se giovar possono in genere alia maggioranza della popolazione, sono perö
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sempro un tormenlo cd un disaslro grave per coloro ehe vi debbono solloslare, cosliluendo pur troppo un male necessario, a cui si e lullavia dolorosamenlc costrclli di ricorrcre, per cvilarne allri d'assai mag-giori. Qucsla triste necessilä rendesi tuttora ianto piu evidente , in quanlo ehe non si ö sciaguralamentc licsclti finora a scuopriro una medicaziono acconcia ed utile ad opporsi a questo trcmendo malore , di maniera ehe gli evacuanti, gli anliflogistici, gli amari, gli eccitanti, i lonici, gli eucrasici o ricoslituenti del sanguc, gli antizirnlci, gli antisettici etc. etc., tutli moslraronsi in regola generale egualmente inefUcaci ed inctti. In questi ullinai tempi ci si era fatta con-cepire la speranzu, ehe l'acido fenico, usato esterna-menle, cd anco internamente araministrato, valcsse se non altro a rendere piü mite il corso del vaiuolo confluenle, moderare la suppurazione, opporsi allo sviluppo delta febbre secondaria, ed impedire I'ul-cerazione delle pustole; roa pur troppo gli esperi-menli, ehe or ora se ne soao instituili a Pianura, nclia disgraziala greggia ultimamente colpita , non dicdero alcun favorevole risultameiilo (1). Epperö oggi ancora, si e costretti a conchiudere in proposito coll* illustre Roll, ehe i mezzi proposti per troncare quest' aflczione, alloracchö il virus ha gii avuto catn-
(I) Doblo (iciö frnncamente confessnre , chc il rimedio fu adopcrato colu in adallo | I'ssime cuiidizioni, ond' is die si rcudnno ncccssaiii ul-ieriuri cspOfimonlii |icr |;olcr rccare un giudizio rctlu c fondato circa la sua rclaliva azione, il suo rclalivo valorc. Non sarebbe male peri), cho venisse agualmenle sperltneaUta la cura aboriiva di Dclioff, consistcnic uell' applicazionc buIIo insorgcntl puslole del collodion merctirialc, e della lintnrn ili iodio, non dm il nictodo eclrvtivo di Vdpau, pel qualc si usa di apriic 1c pnslule con mi ago, cvacunilo, e caulerizzailc inline col ni-uatu d'argciito. Sicconie c gcncraliiienlc nolo, (jucsl'ullimo proccsso fu pore assai vaululo da parccdii cmiiiCDli cultoii dcl!u zooialria.
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po ad csercitaro la sua azionc, c prima della com-parsa del culaneo esanloma, furon In Hi riconosciu-li complelamcnle irapotenli ed inetlicaci. IVella cura dell'ovino vaiuolo, i volerinarii non possouo far al-tro, ehe avere ricorso alia pura raedicina dei sin-lomi, raedicando ncl solo scopo di pre venire I'azio-no delle nocive condizioni, di instiluire un regime dietclico convenienle, e di combaltere negli animali di cccezionale valore, per quanlo e loro concesso, gli accidenli ehe ne coraprometterebbero piü o men pre­sto la vila, ed infine di opporsi per tempo e con ener-gia alle complicazioni, ehe potrebbero sopravvenire. Cosi 6 ehe, ne' casi di non del tutto grave vaiuo­lo, si consiglia di meliere a disposizione degli ani-muli un raiscuglio di sale marino, salnitro, e farina d' avena , e dare loro beveraggi acidulati con una leggiera dose d' acido solforico; ehe agli infermi, a' quali un considerevole intumidimento delle lab-bra e degli organi della dcglulizione impedisce di inghiottire gli alimenti, si amministrano grani d'avena o d' orzo cotli, a liepida lemperatura, unilamenle a beveroni farinosi; ehe si applicano agli infermi co-stipati o slilici 1 clisleri coll' acqua saponala ; die si propinano, agli individui sofferenli di vaiuolo ma-ligno, gli arnari, gli eccitanti, le bacche di ginepro, la radice d' angelica e di valeriana unite alia can-fora, ed altri simili rimedii dioccasione. Ma inlanto, a dispcllo delle piü energiche cure, la mala Ilia se-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; \'
guita ad arrecare annualracnle alia patria noslra, c senza distinzione di provincic, sicno csse del Nord, del Centre, o del Mezzogiorno , dei danni ehe non si possono neanco approssiuuitivamcntc calcolarc, c costituisce lullora una delle piii lerribili imposizio-
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ni, cui soggiaccia lu paslorizia ilaliana. V hanno delle annale, b vero, nolle quali compare dessa sollo forma benignm, non arrecando alle greggie, ehe una perdila del dieci al venli per cento incirca ; ma non rare sono quelle purtroppo in cui dislrugge la metä, i due terzi, e financo i Ire quarli o la quasi tota-lila degli artnenti, colhi circoslanza aggravanle di non potersi Irarre alcun parlilo de'eadavcrici avvan-zi, i quali lulli debbouo, siccome e a buon dirillo ordinalo dalle leggi sanitarie allualmenle vigonli, es-sere inlerrali, resi inservibili, od in qualunque ma-niera dislrulti. In visfa di si gravi danni, i veleri-narii di lulli i tempi, unilarnenle ad un'eletla schiera di medici ed agronomi, si sono diligenlemenle e pa-zientemente dedicali alia ricerca di mezzi ehe in qual-sivoglia guisa alii fosscro a prevenirli, impedirli, od allcviarli almeno,senza peröavere giammai roggiunta la sospirala mela, preßssa ai loro sludii, alle loro faticlie. Non essondosi potulo, siccome giä si 6 dello, rinvenire riracdio alcuno , ehe valga a comballere con successo lo schifoso raalore, nulls seppesi fare di meglio , fuorchö inculcare severe e gravose pre-scrizioni sanilarie, slate dovunque sancite per legge, per le quali vonissc poslo un'ostacolo, un freno alia sua diffusione, ncl pure scope di salvare dai suoi at-tacchi il maggior numero di animali. Nel tempo slesso perö, erasi pur dovulo riconoscere, ehe il vaiuolo pecorino serba una grandissima analogia, se non iden-tilä , con quello di altre specie di animali, e con quello dell' uomo in parlicolare, e quesla conside-razione indusso i cullori dell'arte a lenlare gli slessi mezzi, coi quali nella medicina dell'uomo erasi cer-cato di scemarc i disastri ehe il vaiuolo uniano suolc
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arrccare, od anco di prevenirli con varie forme di innesli, o di inoculazioni. E si ^ appunto di questi processi operalivi, ehe inlendo era di parlare, fa-cendone conoscere esallaraenle le varie particolaritä, e quelle in ispecie ehe risullano dalle piü recenli ed accurate osservazioni, nella cerlezza di disculere uno degli argomenli, ehe maggiormenle possano inleres-sare la putria agricollura, e la sociale economia.
Due sono le inoculazioni, ehe vennero specialmente proposle e sperimentale a tal uopo, la vaiuolizzazione cio6, delta impropriamenle da taluni itnliani clave-lizzazione (dalla clavelisation dei francesi), e da va-rii ledeschi ovinazione, ossia 1' inneslo di nialeria conlagiosa, Iralla dalle puslole stesse degli ovini at-taccali da vaiuolo nalurale, o comtnunicalo; e la vac-cinazione, ossia V innesto del virus vaccinico, tratto dalle vacche affetle da vaiuolo vaccine primilivo o communicato, il quale, con ulleriore inoculazione nelle pecore, verrebbe poi a coslituire ciö ehe ora in Germania appellasi vaccino ovinizzato, della quale ultima occorre piü specialmente ancora di prendere esalta conoscenza.
Vaiuolizzazione ovina. Le prime nozioni piultosto esalte di quesla operazione, stala flnora con termine Iroppo generico dislinta dai veterinarii col puro nome di vaiuolizzazione (2), risalgono alia melk del secolo passato, locche non esclude ehe anche prima di quel-1' epoca fosse giä la medesima praticata, se non dai cultori dell'arte e della scienza, dagli allevatori al-
(2) In un receme lavoro sulle ricorrenti epizoozie degli nnimali cor-nuli, il Siciliano dottorc zooiatro Baldassare Drago ha proposlo per mag-giore chiarczza e precisione, di appcllarc semprc schiavina il vaiuolo pe-corino, schiavino, oppure schiavinico virus ii suo coutagioso elemento, e schiavinazivne il suo ioncsto.
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meno e cuslodi de'pccorini armcnli. Con queslo pro-ccsso si pervicnc ad inlrodurre ncll' organismo de-gli ovini piu o meno pcrfctlamcnlc sani un'elcmcnlo contagioso (virus), il quale furebbe svolgcro nci me-dcsimi un vaiuolo ordinariamentc assai piü benigno ehe non il naturale, per cui vengano poscia prcscr-vali da ulleriori attacchi di questa infermitä, la quale per fortuna non suole colpirli ehe una volla sola nel eorso della loro vita.
Si b dessa d' allora in pol generalizzola e resa fa­miliäre in Europa, e vantati ne furono in alto grado 1 benefici effetli, cosicche non solo i zooiatri in gc-nere si abiluarono a ricorrere esclusivamente, e sen-z' altro pensiero, alia raedesima ; ma i logislalori stcssi andarono fino al punto di rendcrc obbligalo-ria pei proprielarii di simil besliame la operazione, ne' casi almcno di enzoozia o di epizoozia, ed i pa-stori medesimi le venncro ad accordare, siccome vog-giamo lutlodi in Italia, la loro piona fiducia, in guisa ehe spesso occorre di vedere varii fra loro dclcrmi-narsi a compiere questa operazione, senza punto es-scrvi in modo alcuno incoraggiati e spinti. II Dea-can, ehe abitö per non breve tempo nelle steppe della Russia meridionale, ove teneva solto la sua am-minislrazione greggi di merini, il cui numero elevalaquo; vasi fiuo a 20000, acccrla di aver ricavali da que­sta inoculazione ottimi effetti, non avendo giammai avuto a dcplorare la pcrdita di pecore adulte per cansa dell' ordiiumo vaiuolo, mentrecchö in gran co-pia perivano quelle dci vicini armenli, non stali sot-loposli all' aziono di questo ulile preservative. Ac-cennando egli alle persone, per la maggior partc ad-delte alia dirczionc dclle immense greggie di quelle
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regioni, dice ehe sono di tedesca origino, e ehe sa­rebbe piü facil cosa Irovare qucste senza pipa, die non provvcdulc dcgli aghi, de' quali deggiono scr-virsi per operarc il vaiuoloso innesto.
Ed invero ndla lore patria, nella Gcrmnnia in gc-nere, se ne 6 quiisi sempre vantala , e dirö anche non di rado esagerata la ulilitä, poiehö si venne coli nella delerminazione di vaiuolizzare addiriltuia lulli gli agnclli, nella ferma fiducia di averne ad dienere effelli egualraente benefici, ehe quelli ricavali dalla prevenliva vaccinazione dei bimbi della umana spe­cie , senza aspellare perciö, ehe venisse a regnare solle enzootica od epizoolica forma la infermitä; e perchä non avesse a mancare il conlagioso elemen-to, e questo avesse a Irovarsi ognora nelle migliori condizioni per produrre il desideralo effetlo , si ö addoltato in que' paesi il partilo di fame incetta c magazzeno, sotloponendolo dappriraa ad una specie di arlificiale collura, e raccogliendolo quindi pei fu-turi bisogni. L'idea, il concetlo primo di ricavarc la maleria d' inneslo da una pustola inoculata, piut-lostoch6 da una pustola nalurale, ancoracche que­st* ullima si trovasse nelle migliori condizioni, nello intento di moderarne 1' attivilä con una parlicolare collura della medesima, spellano all' illustre Pessi-na, la cui opera fu poi diligentemente conlinuata da Togl, Waldinger, Wold, Pettinghoflor, e Liebbad. Ed ecco in quale maniera fu da essi praticala que-sta coltura : si sceglieva a tal' uopo una decina di giovani monloni, perfettamente sani, ed a quesli era inoculate il virus tralto da una benigna pustola va-iuolosa. Fra questi prendevasi quello, in cui le pu-slole eransi manifeslale meno numerose, piu belle, e
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meglio sviluppale, e col prodotto della loro secrezione veniva innestata un'altra dccina di capi ovini. Oavasi novellamente infra quesli ultimi la preferenza a qnel-lo, ehe ofiriva la pustola meglio disegnata, o col pro­dotto da essa ottenuto si innestavano ancora altri dicci animiili della stcssa specie, ed in identiche condi/ioni.
In seguito a ciascuno di questi particolari e suc-cessivi innesti si manifestava un numero di pustole sempre minore, e questi venivano continuati, fintanto-chä non si fosse oltenuta ehe una sola e bella pustola. E questo era il segnale indicante, ehe il virus vaiuo-loso era arrivato a quel periodo,in cui varrebbe a pro-durre ognora un benigno vaiuolo, e poteva per ciö es-sere col massimovantaggio preventivamente inoculato.
Soddisfacentissimi risultarnenti furono attribuiti a questa operazione praticata per non breve tempo, e su vasta scala nell' Austria, ehe, siccome tulti san-no, possiede una quantitä innurnerevole di lanuto bestiame ; e si 6 eziandio con virus in tal guisa col-tivato, ehe Pessani e Liebbad di Mosca riescirono ad inoculare con successo circa cenlomila ovini ne-gli iramensi dominii della Russia. La Seuola veteri-naria dellquot; Austriaea Capitale si era a tal fine inea-ricata, per non breve volger d' anni, di una tale col-tura, mettendosi cosi in condizione di somministrare in larga eopia la matoria richiesta pel preventivo in-nesto delle ovine greggie ai numerosi e ricchi pos-sidenti, ehe ne sole van fare rieerca. Ma disgraziata-mente si dovette riconoseere alQne , ehe il grande entusiasmo destato dalla medesima peceava di esa-gerazione, e ehe non sempre eorrispondevano all'a-spetlazione gli ottenuti effetti, avendo 1'esperienza dimoslralo, ehe non tanlo di rado vengono a man-
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care, se lion in lulto, almeno in gran parte, i van-taggi ehe da quesla inoculazione si e credulo di pe­ter sernpre ricavare, e vi abbinno anzi non pochi incoiivenicnli, ehe alia stessa si debbono particol.ir-menle riferirc. Accade assai spesso ehe i success! ad essa aUribuiti,debbansi invece riferire aU'indole mi­te e benigna presenlata dalla infermila, dovendosi purlroppo convenire, ehe quando ella veste per qual-sivoglia cagione un lipo maligno, moslrasi confluen-te, e procede a decorso afialto irregolare, le greggie ne vengono, malgrado tale inneslo, terribilmenle fla­gellate, rovinatc, distrutle.
Per quanlo a I primilivo, originario concello della convenienza, opporlunilä di procedere in cerli modi alia conservazione, per piü o meno lungo spazio di tempo e pei futuri bisogni, del virus vaiuoloso pc-corino in buone condizioni raccollo, pare ehe il me-rilo ne sia dovulo al francese Girard padre, ehe pri­me avrebbe consigliato di addollare a tal fine I'uso degli slessi processi di conservazione, applicali dai medici de' suoi tempi al vaccine.
Ma sia die il metode sue fosse male applicato , sia ehe egni accesso all' aria nen fo5s3 inlerdetlo , sia infine ehe 1' acqua tiepida , di cui egli faccva use, fosse per se stessa un' alterantc del virulenlo umere, falte sia, ehe al termine di alcuni giorni avea il medesimo perdule tutle le sue contagiose proprie­ty. L' insuccesse di questi primi tentativi ne richia-mö degli altri, i quali a vere dire furone piü for-tunati; e fra i nevelli felici sperimentateri debbonsi cilare il Breard ed il Dupreuil , ehe nel 1823 rie-scirono a conservare per non raeuo di qualtro mesi il sudelto virus, collocandolo in piccoli tubi di ve-
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tro, chiusi crmcticamcnte con ccra da sugello , ed intromcssi in scalolc piene di cenere slacciala , e Gollocali in luoghi freschi, al riparo della luce. Si b pcrö spccialraenle al Lubel, ehe andiam debilori dei piü belli ed utili esperimenti in proposito, giac-chö si c per essi provato, ehe il virus vaiuoloso puö €ciiservaisi non solo per alcuni mesi, ma eziandio per intiere annate.
Varii inlanlo sono i processi adoperati per la sua €onservazione , siccome c'insegnano i compilatori del nuovo dizionario pralico di medicina, chirurgia, ed igiene velerinaria della Francia , e fra quesli i piü meritevoli di preferenza, anche per la loro sera-plicilä, sono i seguenli:
1.deg; Metodo di eonservazione col mezzo di piastre di vetro. E questo il piü anlico, quello di cui si 6 servito Girard padre ne'suoi primi tenlativi di eon­servazione, e ehe ö il piü usalo dai veterinarii, da-gli allevatori , e dai pecoraj. Polendo a lal' uopo disporre di piastre di velro avenli due cenliraetri di margine, si depone su d' una delle loro supcrfi-cie la materia virulenta, e si applicano quindi Tu­na contro 1' altra, procurando ehe le parti umettate si corrispondano , sugellandole poscia esattamenle, ed impedendo il contatto dell' aria col mezzo di ma-stico o cera applicata sui loro margini, avviluppan-dole quindi con un sotlile foglio di stagno o piom-bo, ed introducendole infino in una scalola ripiena di asciulla segalura di legno. In tal guisa il virus si essica, epperö quando lo si vuole usare, occorre di diluirlo in una piccola quantilä di acqua fredda. Si 6 queslo il processo piü generalraenle adoperalo con successo dagli allevatori di busiiame pecorino
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in Francia, quale usasi oziandio di preferire coIA , per la conservazione del vaccino da molti medici, e particolarmente dall'illustre ed autorevole Bosquet.
2.deg; Procesio di conservazione col mezzo di tubi ca-pillari. Questo metodo, usato gitraquo; da Bretonneau per conservare il vaccino, lo fu in seguilo da Girard pa­dre, eppoi principalmente da Lebel, ehe ne foce uno studio speciale, qual mezzo di conservazione del vi­rus vaiuoloso ovino.
I tubi a lal' uopo preparati , sono d' una grande finezza, allilati alle lore eslremilä , e rigonfii nella parte mezzana, della lunghezza di tre a quittro cen-timelri su due o tre millimetri di diametro nel mez­zo, e di un millimetro alle estremitä. Allorquando son dessi riempiti. vengono otturati alle due estre­mitä con cera da sugello.
Affine di conservare alia materia contagiosa le sue virulente propriety, 6 d'uopo di sottrarla alle prin-cipali cause alteranti, quali sono la siccitä , il ca-lore, e la luce. Per ottenere questo intento, si era consigliato di collocare i tubi in una scatola plena di crusca, di segalura di legno, di carbone polve-rizzalo, o di ceneri stacciate, e nasconderli poscia in luoghi oscuri. Ma con Ud mezzo, la conserva­zione del virus riesce me no sicura, e di men lunga durata, onde fu ehe il Lebel, conscio degli incon-venicnti di tutti i metodi fm'allora usali, e dei van-taggi grandissimi ehe si avrebbero, per la vaiuoliz-zazione, se possibil fosse di avere costantemento a disposizione un virus sempre alto a trasmettere un benignO vaiuolo, giunse alfine a scuoprire un ingc-gnoso mezzo, pel quale si 6 realizzato in tali pra-liche un vero progresso.
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Egli ha modificato il melodo gii nolo, pel quale i lubi capillari venivano conservati in una boccetla ripiena d'acqua, e messa al riparo dell'aria e della luce , consigliando invece di porli in una boccetla vuola e benlaquo; ollurata, galleggiante essa slessa in un vaso pieno d' acrfua, ed egualmenle sottratto all' a-zionc della luce e dell' aril.
II professore Reynal perö dice d' avere , al pari di molli suoi colleghi , impiegato un' altro mezzo, ehe gli pare riescire ancor meglio di quello prescrit-lo dal Lebel, e queslo consislerebbe neiriutrodurre nelle boccelte in cui si racchiudono i lubi capillari del musco, oppur delle steppe o spugne tagliuzzale, fiarnmezzo alle quali sostanze verrebbero inlrodotli questi ullirni, dopo di averle antccedentemenle inu-midile con acqua.
E necessario ehe le medesime si manlengano ogno-ra in islalo di umidilüi, ed a taruopo vengono spruz-zate con acqua di tralto in Iralto, ed alloraquando si avessero varie boccelle , polrebbersi riunire in una boccia maggiore, disposta siccome le medesime. Allorchö vuolsi far uso della maleria d' inneslo , si rompono le düe estremilä sugellale de' lubi capil­lari, ed una di quesle viene dirolta sopra una pia-slra di velro, o semplicernenle sullo stroraenlo die si usa per inoculare , raentre I' altra viene dirella-monle inlrodolla nella bocca , o meglio coll' inter­mezzo di una paglielta, oppure di un lubo di velro o di melallo, col quale si soffia in modo da cacciar-ne fuori il liquido virulenlo, ehe solto forma di goc-ciolelle viene a cadere.
I vÄntaggi di queslo processo sono inconlestabili, giacche la delta maleria si conserva liquida , Um-
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pida, chiara, e leggiermenle rossigna, senza odore di sorta , anche pel corso di due auni almeuo , e suscelliva serapre di Irasmellere colla stessa allivilä la vaiuolosa affezione. Si ö specialmenle nolle re-gioni, ove non si 6 finora usulo di vaiuolizzare le pecore fuori delle circostanze, in cui esisle pericolo imminenle di epizooliea invasionc, ehe queslo pro-cesso di conservazionc dovelle rilenersi come pre-zioso, penneltendo esso di avere ognora una prov-visla di virus da adoperarsi a qualunque evenlo.
Ciö malgrado non puossi punto dissimulure, ehe anche questo melodo offra degli inconvenicnti, es-sendocche i lubi capillari vengono talora didicilmcnte riempili, il liquido si addensa e fdssi concrelo sulle loro pareti, 1'ascensione cessa, una piccola bullula d'aria vi penelra, e produce piü lardi rallerazione del virus. Accade anzi lalfiala, ehe poco dopo la sua raccolta, perda il liquido la sua limpidezza, cambii di colore , divvenga bruno o biancaslro , si essichi sulle pareli dei tubi, i quali in ccrti casi rcslano anche perfettamenle vuoti. Sono considerazioni di queslo genere, ehe, per rapporlo alia conservazionc del vaccine, hanno indolli i dottori Husson e Bou­squet ad accord are la loro preferenza alle piastre di velro.
Cotali incönvenienli, ehe pur sono reali, non to-gliercbbero ciö malgrado, secondo il sullodulo Reynal, aleun ehe de' merili, ehe realmente speltano al pro-cesso di Lebel, poiehö nella maggior parte dei tubi il virus conservasi tuttavia coi voluti caratleri, colic volute proprietä.
3.deg; Conscrvazione del virus col mezzo delle crosle. Le crostc delle pustolc, sovmlulto in sulla fine del
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periodo di sccrezione, sono pur susceltive di con-servare per alcuni giorni il lilt;iuido virulento di cui sono imbevuto, e fra esse debbonsi prescegliere quel­le ehe si distaccano per cosl dire da se stesse, ehe sono succedute a puslole isolate, circolari, e bene sviluppate, ed il cui lavoro di secrezione si h per-follamente compiulo. Yengouo desse conservate in boccette ben chiuse, o semplicemente in cornelli di carla introraessi in una boccia, framrnezzo a* semi di lino, cenere, segatura di iegno, od in un luogo qualunque ehe sia al riparo dell' aria, della luce, e della umidilä. Per fame uso , 6 d' uopo diluirle nell' acqua o nella saliva, su d' una lastra di vetro.
La durata della conservazione del virus vaiuoloso con queslo processo non ö ancora slata, per quanto suppiamo, delerminatq ; ma generaltnente si credo, ehe le croste perdano in brevissirno tempo la con-tagiosa proprielä , cosicchö viene per esse indicalo d'inocularle al piü presto. II d'Arboval narra d'a-ver vaiuolizzato, senza alcuna apparenza di succes-so, col mezzo di sbriccioli crostosi, a quindeci gior­ni, e peggio ancora ad un mesc, a due, o tre mesi di data.
Furono ancor consigliati diversi altri metodi di conservazione, consislenti ad esempio nell'inzuppare di matcria virulenta de' fili di cotone , di lana , o dei piccoli pezzelli di finissiraa spugna, e di rac-chiudeili poscia , o Ira due laslrc di velro , od in tubi coperli di alcuni fogli di carta nera ; ma si 6 pure dovulo riconoscere, ehe il virus, cosi conscr-valo , alleravasi colla massima facililä, perdeva in brevissirno tempo i suoi altributi, oppure aweniva-no per csso tristi accidenti.
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Sia pOr dunque falla piena aslraziönc di qucsti Ul­timi melodi, ehe rossorvazione c I'esperienza hanno assolulamenle condannali ; ma do non toglio, ehe reslino a disposizione de' zooialri i primi, susceltivi di procurarci gli effelti ehe da cssi si possono pre-tendere e desiderare, semprecchÄ vengano usali colic volute cure , e con tutte le ncccssarie precauzioni, fra cui quolla eziandio di affldare loro maleria d'in-nesto, raccolla secondo tutte 1c norme e caulele, ehe la scienza ha prefisse a quest'ultima operazione. Che se, ciö malgrado , si va oggi perdendo sempre piü T antica fiducia nella preventiva vaiuolizzazione pe-corina, non e per eerto alia mancanza di mezzi per la conservazione del virus, ehe ciö 6 dovulo ; ma bensl alia non infrequenle inefficacia dello slcsso me-todo operalivo. V ha, h vero, chi prelendc, ehe que-sli insuccessi debbansi in regola generale atlribuire alia sfavorevolissima circoslanza , in cui ordinaria-mente si Irovano gli aniraali, alloracchÜ! vengono va-iuolizzali, quella cioß di esserc giä sol to 1' epizoo-tico influsso del morbo ; ma non debbesi tutlavia igno-rare o negare, ehe in varie regioni, della eitata Ger­mania in parlicolare, ove, per la grande frequenza delle epizoozie vaiuolose ovine, si era addoltalo 11 parlito di inoculare prevenlivamente gli agnelli al-1' infuori di ogni epizoolica influenza, con sostanza virulenta appositamenle preparata, e , come giä si disse, collivala e ben conservala, pur si dovelte al-fine smettere quest' uso, perchö era ancora ben dub-bioso e problemalico il fatto della vantata sicurez-za do' suoi effelli , c piü ancora perchö si ebbe la disgrazia di far svolgere talora la raalatlia in luoghi, ehe prima dell'inncslo ne crauo affallo immuni, con
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grave danno malamenle procurato alle greggie stesse, u cui spellavano gli aniraali inoculali, non ehe a quelle non guari da esse lonlane. Oggi inlanlo mol-tissimi velerinarii, massirnamenle in Italia, cui tocca (rovarsi ad ogni hallo alle prose con queslo Iremendo malore, si lengono bene spesso, per una triste espc-rienza amaramenle acquislata per lo addietro, sco-raggiali affallo ed avviliti, conscii essendo ehe la va-iuolizzazionc, stata lanto vanlala per lo passato, per lo piü non riesce, e gli efietti, ehe non di rado le sono altribuili, sono assai piü riferibili alia forma sotto la qualc 11 morbo si ö prcsenlalo, ehe non alia oflicacia dei raezzi cho gli furono opposti. Ed oltrac-ciö concorre non poco a scemare la quota de' suoi vantali beneGzii il fatlo, pel quale non pochi corag-giosi proprietarii, i quali pur sarebbero disposli ad aflronlare con sereno animo i danni, ehe dalla pra-tica slcssa della vaiuolizzazione ne sogliono avvenire per un dato numcro d' animal!, e specialmente di quelli ehe si Irovano in troppo tencra etä, si rifiu-tano lalvolla di aderirvi, acconlentandosi piultoslo di tramutare di luogo gli armenli , allontanandoli dalle locality piü o mono imminentemente minacciato da questo flagello, a preferenza di dover sottoslare alle noie, moles tic, disagi, e danni, ehe pur troppo sono inseparabili dal sequestro, a cui anche per que-b!o solo fatto dovrebbero essere per un dato tempo assoggellali.
Tulti sanno del resto, ehe per effelto delle giä no-tate trasgressioni alle leggi di sanitaria polizia, av-v.'cno ehe lo sequestrate greggie si facciano tutiavia e non tanlo di rado emigrare, sovratutto in alcune rcgioni, dall' uno all' altro luogo, obbligandole au^
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ehe a percorrere delle grandi distanzc, in guisa da spundere, diüondcrc ovunque il morbo, da cui sono aßelle. In si malaugurate circoslanze accade soventi volle, di veder svolla d'un Iralto e propagata la mor-bosa affezione in localilä, nelle quali si viveva il giorno innanzi nella massirna sicurezza e tranquil-lilä a tale riguardo, senzacchö si possa disporre del tempo riebiesto, perch^ in buone condizioni abbia ad esscr fallo 1' innesto, e finance di aeconcia raa-leria per operarlo. I pastori stessi sogliono non di rado obbligare, in lall occasioni, i loro compagni ad emigrare immediatamente colle loro greggie in-fclte, ancoracchö non ne avessero la volontä, minac-ciandoli in caso contrario dei piü brulali e violent! atli, neir egoistico e spesso vano'intenlo di preser-vare, a spese e danno altrui, 1c proprie greggie dagli allacchi della dominante infcnnilä.
Stande cosi le cose , 6 giuoeoforza conchiudere, ehe 1' esperienza slessa ha dimostrala la convenien-za, c dirö anzi la necessity di cercare ed addottare allri piü validi ed utili mezzi, per prevenire o sce-mare gli immensi nocumenti, ehe questo morbo an-nualmente arreca all'Ilalia, e specialmento di spe-riraentare, se la vaccinazione, della quäle vengo ora a parlare, stata allra volta raecomandata, ed anche recentemente inculeala da dotti medici e zooialri, sovratutto della Germanja, non potrebbe per avven-tura essere con somma ulilitä sostituila all' antica vaiuolizzazione.
Vaceimzione ovim. Tostochfe, dice il d'Arboval, ebbesi notizia dei benefici effetti apporlati all' uomo dalla vaccina, si fu naturalmente indotli, per r a-mlogia e somiglianza grandissima ehe corre tra il
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vaiuolo pecorino e I'umano, ad inferlrnc, ehe quelle ehe era preservative dell' uno dovesse esserlo pari-menti dell* allro. Valenti zooialri e medici hanne vaccinati molli arieli, e seltopostili quindi a parec-cliie conlroprove , per le quali parve ehe I' effelle corrispondesse pienamenle alle intendimenlo , per-ciocchö nen piü si era in quelli prodelto il vaiuole ovino, per quante le circestanze, nello quali ven-nero eollocati , fossere faverevoli al sue sviluppa-mento. Ma a quesli ne successero altri, i quali af-fermarene essere per melli falli assicurato, ehe gli arieti vaccinati centraevane ancora il vaiuelo peco­rino, come se rinneslo nen fosse avvenuto, salveccU^ perd preducevasi (Jesse con meno gravi apparenze, nella quale senlenza anche gli oppositeri in genere della vaccinaziene delle pecere, ebbero a cenvenire. Dietro numeresi esperimenti si credelte alfine di do-ver conchiudere, ehe la vaccina ö benissimo trasmis-sibile dair ueme alia pecera, non perö con idenliea forma, e ehe svenluralamente 6 dessa inella a pre-servare gli ovini dagli altacchi del vaiuolo naturale. E cio baslö, perchö si pcrdesse d'allora in poi ogni fiducia nella medesima, poco curandesi il falle per cui dovevasi pur riconoscere, ehe se si avevano espe­rimenti conlrarii all* use di questa ineculazione, ve ne erane pur molti di faverevoli, e tali da non do-ver essere con tanta facililä e leggierezza ebbliati onbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; H.
sprezzati. Non 6 a dire con ciö, ehe i medici ed i veterinarii in massa si sieno accordati nel lanciare Vanatema contro la vaccinazione di cui si tralla , ch6 si ebbero pur sempre delle onerevoli eccezioni in Italia e fuori, e di trallo in tratto qualche au-torcvole voce si ö pur fulla seiilirc per iudurre i
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pralici a novelli, accurali, e pazienti tentalivi in proposito.
Yiirii di essi si mantennero ognora nel fermo con-vincimento. ehe la vaccinazione debba riescire piü vantaggiosa ehe non la vaiuolizzazione, la quale ha il grande svantaggio di non poter essere addottata quale ulile e generale preservalivo, senzacchä si cor-ra per essa il pericolo di trasporlare e diffondere il morbo laddove non esiste, avverandosi cosl per le ovine greggie gli stessi nocumenti, ehe altra volla si ebbero a lamentare per I'umana famiglia, quan-do cioö era anche per essa in use la vaiuolizzazio­ne. In virlü della analogia ravvisala tra il vaiuolo vaccine, 1* umano , ed il pecorino, era infatli ben naturale, ehe non pochi cultori la medicina generale credessero all'utililä della vaccinazione, e si deci-dessero a sperimentare a piü riprese la medesima, quale mezzo preservative del vaiuolo anche nell'o-vina specie. £ fra quesli il Sacco affermö, ehe es-sendo state invitato a recarsi a Lucca per farvi prova di vaccinazione sopra il lanuto gregge, trasse da tale innesto i piu felici success!; e questo slesso impren-dimento riusci ottimamenle alle Spada in Macerata, al Dandolo edalGrossi nel Varese. Aggiungansi a que-sti 1'Alibert ed il Valois, i quali eseguirono linno-slo vaccinico su parecchi arieti, ehe sottoposli a con-troprova non diedero piü indizio alcuno di risenti-mento vaiuoloso, non ehe il Tessier, il Godine, lo Husson, il Lienard non mono sagaci e fortunati spc-rimentatori; ed in quanto ad intima convinzione in proposito 1' egregio Margolta, ehe da piü anni insi-sie sulla necessity di inslituire una serie di positi-vi espcritucnli cd accurate ossorvazioni, nella iiJu-
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cia ehe il vaccino abbia ad csserc ccrlatnenle rico-nosciulo quale preservalivo dell* ovino vaiuolo, ed il dollo Parola, ehe in alcuni suoi prcgiali lavori, uno de' i\[it\]i specialmeule onomlo di premio dall' Ac-cademia medico-chirurgica di Bologna , ha senlen-ziato, ehe /* afpticazMtie del vaecino (cow-pox) per tnoculamento preservalivo, noraquo; solo ha forza immc-diata nelle pecorc^ ma in rea'la esercita uri* influen­za sicura, salulare, ripulsiva. E per meglio provare non esser nuovo in Italia l' use di vaecinare le pe-core, (3) siami qtii concesso di richiam ire alia me-moria dei moderni veterinarii d' Italia un' opuscolo, avenle per lilolo Istruzione stilla schiavina, ( norne volgare col ^uale b coraunemenle indicalo il va uolo pecorino nelle provincie del mezzodi) , pubblicalo nel t820 dalla Facollä di medieina vclerinaria di Napo-Zi, e probabilmenle dovuto alia penna del Dominelli, ove debbonsi parlicolarmcnte notare i paragrafi XIX, XX, e XXII, ne'quali d delto quanlo segue;
sect; XIX. // solo preservalivo (del vaiuolo ovino) /i-laquo;* oggi seoperto, e da molli illuslri zooialri praticato, i appunto r inneslo vaccinico) dedollo dalVanahxjia,
(3) Ron (iosso nennco Iraitcn^i'mi dal nolarc, conic risulti dol citato opu-eto!o del dotiere Drago, ehe m-lla Sicilia si lia da lungo tciniio non pota lendeitza a ricorrerc all' uso dvlla vaccinaziuiie delle iiecorc , onde pre-servai'le dal vaiuolo. Ed infatti ucl 1833, in un discorso prelimiuare al-P Almanacco del contadino era detlo in proposllO : die mog'io I' inocu-lazioDC si puo fare collo slcsso virus vaccinico , e ehe i propriearii si Irovcrebliero aperta la slrada alia desiderata diiTusionc di late vurriua-zione dMe pecore, perche il Real Governo aveva oidinato die i vactina-tori coiiuinali ci apprestasscro I'opera loro; cd il Minä Palumbo, in un arlicolo inlitolato JJonografia sul vaiuolo pecorino, inserto negli Annali dell'agricolliira siciliana, diceva ammetlersi dai veterinarii varii prescr-vativi di questo niorbo, o due almcno, il (irlmo dc'quali consisle ndto iuuesto del pus vaiuoluso, cd il sccoi;do ndla vaccinazione, ossia nella iaoculaziuDC ((clgt; vavcinho viru*.
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29 giä rkonosciula del vaiuolo wniano, del vaccinico, e de! pecarino, II siynor Uuzard innestö molle pecore delle rmndrc dt Chaplal a Chanlcloup; llolmaisler, direltore dei beni della famiglia imperiate in Unghe-rla, nc fece inoculare 24)000 senza perdersene um; e nel 18f6 il dollar Metaxä ncW Aqro Homano ne ha inneslale 4,000, senzachö ne fosse pericotata alcuna. Pcrchd dunque non approßttarne anche noi nel nnlro Rcgno, ehe tanto abbonda di animuli pecorini, la slra-ge dei quali ptodotta finoragt; tra le altre cagioni, in purticolar modo dalla schiavina, impoverisce diretta-menle i proprietarii, scema il pubblico erario, ed am-miserisce per consenso anche le altre ctassidiciUadini?!
sect; XX. Dunque il piü sicuro ed opportuno mezzo di presermre dalla schiavina le pecore , b i' innesto del vaiuolo vaccino. Qucslo perciö dcv'esser messo in, pratica, ed eseguüo con sollecitudine e diligenza.
sect; XXII. Quando si voglia praticare l'inncüo, hi-soyna prendere la marcia dJle pustole dclle vacche, o dei bambini vaccimli-, e du, pmlolc regolari, e picci-nc, c primu, ehe si formi la crosta. Esscndovi somma analogia tra il vaiuolo umano, il vaccino, e la schia­vina, possiamo perciö utilmcnte servirei della marcia vaccina, per preservar le pecore dalla schiavina, come della siessa marcia vaccinu, ci serviamo per preser-vare la specie umana dal vaiuolo spontanco; c nel solo caso ehe manchi la marcia vaccina, e siavi im-minente pericolo della schiavina maligna, ci ö per-messo impiegare la marcia della schiavina benigna at-tinta di fresco dalle pustole ben marcite; edinman-canza ancora di questa, bisogna servirsi della marcia vaccina conservata nei tubi capillari. Quesli tubi ca-pillari, pieni di matcria vaccina per /' innesto alle
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30 pecore, vcrranno a mo tempo dispensati e spedili da questa Facoltä etc. etc.
Ora poi sorge un novello campione a difesa di quel concetto, e questo si amp; il tedesco Pissin, il quale in una reconte memoria, riportata allra volta nell'ir-chivio delta veterinaria italiana, annunzia ehe dopo d' avere, per molti anni e con non poca fatica e pa-zienza, inutilmente tentato di ottenere un vaiuolo di immunity per gli ovini, 6 inüne riescito teslö nel suo intento.
Aflerma questo scrittore potersi ricavare, da gio-vani bovine affette da vaiuolo vaccino, un prodotlo il quale, venendo inoculato alle pecore, 6 susceltivo di produrre le pustole caratteristiche del vaccino, le quali appaiono rolonde , piü superficiali di quelle determinate dall' innesto del virus vaiuoloso pecori-no, sono limitafe alia pelle, di color roseo nei prirai giorni, poscia di color pallidastro, e quindi di co­lor bianco lucente. Dalla riproduzione del medesimo sugli animali ovini si riescirebbe sccondo lui , ad avere un vaccino ovinizzato, come si oltiene 1'uma-nizzato dalla vaccinazione dell' uomo, e quello agi-rebbe sulle pecore ; ma sarebbe senza azione sugli individui dell' umana specie, e non polrebbe ehe ge­nerare una pustola rudimentaria'nelle giovenche. Co-scienziosamente nota V aiitore, ehe giä prima di esso e 1' Ulrich, ed il Köne, ed il Lowel avevano insli-luiti esperimenli sul valore della vaccinazione, per premunire le pecore dagli altacchi dell'ovino vaiuo­lo, e ehe il Ludersdorf, nelle sue ricerche sulla vac-cina umanizzala, avea trovato, ehe le pustole vacci-niche si erano in esse ben sviluppate. Avverte perö, ehe non ö la vaccinazione direlta e primiliva dolle
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pocore, ehe valor possa a premunirle conlro gli al-tacchi del loro nalurale vaiuolo ; ma ehe sia bensi dalla inoculazione ripelula sugli ovini slessi, ehe si puö ricavare un prodolto in cerlo qualmodo natu-rulizzato in essi, e coslituente un vaccine, ehe d'ora innanzi diremo oviniszato, intendendosi per tale quel­le, ehe nelle pecore stesse fu riprodolto.
Dagli esperimenli per esso apposilamente instituili, sebbene non ancora molto numerosi, verrebbe a ri-sultnrc, ehe ovini in (al modo innestali, possono im-punemente eoabilare con altri affelli dal nalurale va­iuolo , e perfino essere vaiuolizzati, ossia inoculati eol prodolto delle puslole del vaiuolo pceorino, senza risenlire punto gli cffelti di queslo ultimo inneslo. Per quanto ha visto F autore, rimmunili conlro gli allacchi dell'ovino vaiuolo eomincerebbe verso il duo­decimo giorno dope V innesto ; ma nulla saprebbesi ancora circa la durata dell' azione profilalica, ossia del preservamenlo di quesli animali conlro ulleriori assulli del vaiuolo nalurale, nö circa quella del tem­po, in cui potrebbe essere necessaria la rigenerazione del vaccine ovinizzato, col mezzo di una novella ino­culazione primitiva della linfa ricavata dalle vacche allaccate dal vaiuolo vaccine.
Parrebbe inlanto, ehe dedurre si possa dalle os-servazioni ed esperimenti del lodato cultore delle mediche discipline, ehe la vaccinazione pralicata nei suindicali modi, e condizioni, eonferisca agli ovini, ehe 1' hanuo subita eon successo, la tanto desiderata immunitä centre gli allaechi del nalurale vaiuolo pe-eorino; ehe senza timore ed inconveniente alcuno possa essere pralicata su vasta scala; ehe sia utilis-sima cosa di soslituire la medesima alia vaiuolizza-
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32 zione, quale fu finor pralicala ; e ehe infine ccm-venga di vaccinare in tal guisa preventivamenle le greggie, nella stessa maniera, ehe si fa la profilalica, prevenliva vaccinazione dell' uomo. Se non ehe ei non ha punto detto , di quale provvenienza fosse il va-iuolo vaecino della vitella, dalla quale ricavo il pro-dollo ehe ha poscia inneslalo nelle pecore, se eio6 da vaiuolosa affezione spontaneamente sviluppata nella medesima, oppure communicatale coll' innesto del prodollo pustoloso dell' horse-pox, ossia vaiuolo ea-vallino, ehe non sempre e cosifaeilmentesipervenne a dislinguere dalla fimatösi equina, delta comune-mente acqm alle gambe, od aneo impropriamente gia-vardo, ovvero eonseculiva alia inoeulazione dell'uma-nizzato vaecino. E molto probabile perö, ehe ei fosse 11 prodolto di quest' ultimo innesto, poiehö corrono tempi, in cui non pochi cultori deirumanamedicina si sono dati a eredere ehe convenga, se non sempre, assai spesso almeno di vaccinare o rivaceinare gli in-dividui dell' umana specie con virus vaccinico uma-nizzato rigeneralo nella vacca, rarissimi essendo lut-tora i casi, ne' quali si offra la propizia occasione di peter pralicare V innesto con virus tratlo da bo­vine femrainel nelle quali il vaiuolo vaecino si sia spontaneamente sviluppato, ed eziandio infrequenli quclli in cui la maleria d' innesto si possa ricavare da bovini, a' quali fu praticata 1'inoeulazione del vi­rus dell' equino vaiuolo , ehe oggi perö il Bouley, colla scoria ed appoggio di luminosi falti, proclama
quale mezzo efjßcace per rigencrare il vaecino nelle
giovenche, eon soramo vantaggio per l' umanitä. Qul l' argomenlo mi trarrebbe per naturale discor-
rimento a ragionare dell'ardente queslione.oggigiorno
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agilala neH' umnna medicina tra i fautori dclla vac* cinazione animale, da vncca a braccio, c quelli della vaccinazione umana, da braccio a braccio; Ira quelli ehe opinano avcrc 11 vaccino umano un piü o meno urgenle bisogno di essere ritempralo, rigeneralo nol-la vacca, o venire pur anco intieramentc sostituito da vaccino d'origine animale, e quelli ehe nutrono laquo;na conlraria opinione; Ira quelli infine ehe vanlano la vaccinazione animale, perchö con essa si cvilereb-be il pericolo di communicare ai vaccinandi altri piu o meno gravi morbi contagicsi, di cui soffrono gli individui, da' quali 6 ricavata la matcria per la vac-cinica inoculazione, e quelli ehe inlendono eonleslaro, cd almeno ridurre alle minime proporzioni i men-tovati pericoli; ma io non voglio nö posso diretla-mente occuparmi della medesima, riconoscendomi af-fatlo incompelente a recare in proposito un fondato giudizio, e non volendo d' altronde porlare la falec nel campo allrui. Non si vorrä pero ascrivermi a col-pa, se mi permetlo puramenle di nolare, ehe se vi hanno raolli e valenti cullori delle mediche discipline, pei quali il vaccino umanizzalo dovrebbe averc as-solulaimenle la preferenza sull'animale, non puo lul-tavia negarsi, ehe non pochi ve ne siano pure, non men di quelli illustri ed istrutli, ehe convengono es­sere per varii rapporli d' assai prefcribile la vacci­nazione animale, la quale pur vanta in alcune re-gioni, dell' Italia in particolare, una non ingloriosa, nö breve slorica tradizione. Molli infatti, ehe per lo passato nienle euravansi di quesla , furono ullim:'.-mente eoslrelli a fame serio argomento di leorici e pratici sludii, e lo stesso Governo dovelle accordarle la sua altenzione, ed infatli si h saputo or ora c!ie.
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dielro proposta del Consiglio Superiore militare di; sanilüi, fu inlrotlolto presso I'Esercito, in via d'espe-rimento, il sislema dolla vaccinazione animale, pel cui uso fu pramulgala un' istruzionc, riassunla nellc seguenti conclusioni:
1.deg; La vaccinazione e rivaccinazionedeU'Esercito conlinueranno ud essere in raassima pralicale secon-do le norme era in vigore , ed indicate nella nola minisleriale del 24 settembre 1863, n.0 209;
2.deg; Nel tempo opporluno per la vaccinazione, e per quelle locality sollanto, in cui sari pessibile con facilili, e senza grave dispendio avcre delle giovenche vaccinifcre, le quali perö siano state, per quanto pos-siLile, rcse con cow-pox di origine spontanea, li me^ dici dirigenli il scrvizio nei Corpi faranno le pra-tiche necessarie presso i signori Comandanli li Corpi stessi, afllncbfi una quiula parle dei militari vacci-nandi o rivaccinandi, scelti fra i piü sani, robusti, ed esenti da ogni qualsiasi sospello di tabe o discra-s\a, possa essere innestata con pus vaccinico preso diretlamente dalle dette giovencbe vaccinifere.
3.deg; Ouelli tra i vaccinati per tale guisa, ed in cui la vaccinazione animale sia pienamente riusclta, do-vranno serviro quali vacciniferi per 1' innesto d' un* altra quinta parle della tolalilüi dci vaccinandi, c ri­vaccinandi ;
4.deg; Gli altri ire quinli conlinueranno ad essere vac­cinati nel modo sinöra pralicato, c giusta le ripetule norme indicate nella citata nota minislcriale;
5.deg; Lo state numerico delle vaccinazioni e rivac-cinazioni praticatenell'csercito, continuerä ad essere compilato, come per lo addietro per i vaccinati se-condo il melodo ordinario allualmcnto prescrilto, co-
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me di masslma generalc. Ma insiome con queslo sa-ranno conapilati ullri ducslali, riforibilo il priino ai vaccinali con Unfa animalo, prcsa direllamenlo dalle gicvcnchc, riferibile V altro ai vaccinali da bruccio o braccio per mezzo di Unfa lolta direllamenle dalle pustole degli uomini di Iruppa, resi prima vacciui-feri con vaccino animalc, come si 6 dello di sopra. Nella colonua dclle ossrvazioni dc' due slati, i me-dici avvcrtiranno di specificare luUc quelle circoslan-ze, die stiraasscro ulili a porre in maggiore evidenza le pruovc di confronlo, cui 6 rivolta la presentc islru-zione, Ira 1' ordinario molodo di vaccinazionc ora in vigorc, e la vaccinazione animale dirclla e rimlirclla.
Ciö essendo, non puossi a meno di riconoscere, clic in coraplesso le sorti non volgono punto sfavo-rcvoli per la vaccinaziono animale, sia die dessa si appliclii agli ovini, nello inlenlo di premunirli con-tro gli aUacchi del loro naluralc o spoiüanco vaiuolo, sia die servir debba a rendcre la vaccinazione piü vanlaggiosa per gli individui dell' umaua specie , c ehe, se non altro, occorrano ulleriori esperlinenta-zioni per dilucidare e scioglicrc le accennale que-slioni. Sollo il priino rapporlo, non puö cerlamenle esislervi dubbio alcuno circa i doveri, die incombono ai zooiatri di intraprendcre e compiere accurate c serie investigazioni in proposilo ; ma neanco solto il secondo 6 ad ammettere, die essi debbano rima-nere affalto stranicri agli sludii ed agli esperimen-ti, direlti al nobile inlenlo di scuopriie, qual sia il migliore e piü allivo genere d' inncslo per guaren-lire nel miglior modo possibile I'uraana specie con-tro le irruzioni del triste vaiuolo nalurale.
V banno oggidi stabilimenli, ne' quali si allcude
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alia produzionc e propagazionc della matcria d'in-neslo, ehe debbe ricavarsi dalle femmine della bo-\ina specie, sollo la sorveglianza dei conservatori o \ice-coiiscrvatori del vaccino, ove perö la provvisla, manutenzione, e sorveglianza degli animali, e financo la manualili operaliva della raccolla e conservazione del virus, vengono allidate a persone eslranee affatto all' arle ed alia scienza, ed a queste 6 chiara cosa, ehe dovrebbero possibilmenle essere soslituili i cul-tori della zooialria. Trallandosi della scella e dello ncquislo di bovine femmine secondo l'elü, e le fi-siologiche condizioni; dovendosi slabilire a qual re­gime debbano le medesime esser leimte; occorrendo di vegliare alia conservazione della loro salute, ed impedire ehe animali infermi abbiano a sommini-slrare sconvenionte maleria d' inneslo ; essendovi bl' sogno di studiaro csatlamenle i caralteri dell' affe-zione erultiva, accompagnata o non da febbrc di rea-zione, ehe deve somministrarc il prodotto da inocu-hire ; e facendo d' uopo alfine di esoguire sul corpo delle medesime delle delicate opcrazioni, per le quali soltanlo si pu6 ricavare da essc la materia ehe oc-corre per la vaccinazlone, io non s;iprei a chime-glio ehe non al zooiatro debbano affidarsi cosi im-porlanli e delicate missioni. Nolo a tale riguardo, ehe giä il celebre Henle, approvando e lodando le belle osservazioni ed esperiraenlazioni del Thiele, comprovanli i lurainosi risultaraenli ottenuti dall'in-ncsto della maleria raccolla dalle puslole djll'umano vaiuolo in sulle mammelle delle vncche, e dulla coil' seculiva inoculazionc falta agli individui dell'umana specie con sostanza ricavala dalle puslole del vaiuo­lo, svollosi in delle vacche in conseguenza di quel
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primo innesto sügli nnimali, avcva nolalo essore ne-cessario di ripetcre e molliplicare tali espeiimenti, facendo voti perch6 fossero uddottati c conlinuali nelle scuole di velerinaria, e negli instiluli vaccinici de' varii Stati d'Europa. Dirö inollre, ehe l'operoso e dollo Gianelli ebbe esso pure a raccomandare, die presso le scuole vclerinarie si avessero a tencre ap-farccchiati locali per accogliervi un dato numero di vacche prescelte, da cui trarre le malerie ehe servir debbono di vaccinico iimeslo, procurando, ehe le ino-culazioni coW uno o coll' altro materiale (con quello cioe, Iratlo daW* horse-pox, o vuiuolo cavallino, op-pure con quello ricavalo dal vaiuolo umano) laquo;'aves­sero a compire da veterinarii pcrili.
Aggiungerö infine, ehe in una delle ultime adu-nanze del Consiglio sanitario provincialc di Napoli, disculendosi appunlo 1' argomenlo dtlla provvisione, riproduzione, raccolta, e conservazione doll'eleiuenlo della vaccinazione animale, ebbi il piucere di udire Tegregio professor Canlani insislere, perche luli cure venissero aflidate ai veleriuarii, cho offrono per certo una mollo maggior garanzia, ehe non individui pro-fani all' arle ed alia scienza, per quanlo quesli eslaquo; ser possano esperti e perspicaci.
Nessuno poträ mai del resto conlestarc, ehe incom-ba senza fallo ai zooialri un veto obbligo morale di applicarsi a sever! studii su questa materia, per quanlo se uon allro si riferiscano al vaiuolo delle pecore od alia loro vaccinazione, epperö credo ulil cosa di di-scorrere ancora, se non dell'indole del vero vaiuolo vaccino, de' suoi caralleri essenziali, delle varie for­me spurie del medesimo, argomenti quesli nelle mi-gliori opere trallali e svolli in modo lale, da polervi
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per ora nulla aggiungor di nuovo, dellc modality al-roeno con cui debbesi procedere alia raccolla dell'ani-ttiah vaccino, e dei raczzi varii ehe si sono propo-sii cd addollati per la sua conservazione, sulla na-tura ed efficacia dei quaU si agitano tullora le piü seric question).
Mi occorre infatli di nolarc, come nell* adunanza lenuta dalla Socie(i lerapeulica francese addl 1.0 apri-le 1870, il professore Paul ha solennemenle dichia-ralo, die in dense tenebre s' avvolge ancora la que-sliono della animale vaccinaziono, ignorandosi per-iino quale esser debba il voro e preferibile mezzo da adoperarsi pel raccogliraento del vaccino, facendo inlanlo osservare, die se si usano a tal'uopo le pin-celtq a lorsione, si ollieue fticilmenle dalle vaccini-fcro giovenche il ricercalo virus, menlrecchö trascu-randosi quesla precauzione, non si arriva a racconie cho una meschinissima qüanlilä. In quclla slessa oo casione il doltore Moulard-JIarlin opponcva al Buc-quoy, ehe i risullamonti da esso ollenuti col mezzo di comparative esperienze sul valore delle inocula-zioni del vaccino animale e dello umano , possono cssore contestati, in quanto ehe risulta essersi fallo use di maleria conscrvata nei tubi, negt; quati ilvac' cino si coagula, in guisa ehe ciö ehe nc etee foi non b piü ehe mraquo;' inatliva sierosita; ed il prof. Trasbot facova pure rimarcare al medesimo, ehe il vaccino della vacca si eoagula colla massima rapidilot,, d* or-dinario in due minuti, di maniera ehe puö, per que-sto solo fatlo, per der e le sue proprielä. r d una par-ticolarila operatoria, soggiunge quest' ultimo scrit-lorc, ehe troppo spesso b traseurata, cd ö quella ehe riguorda 1' epoca della raccolla del virus, durando
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tuUavia il peisimo costume di raccoglierlo al Icrzo giorno, menlre non dovrebbesi far qucslo prima del quinto, od anco del seslo, o setlitno giorno, circo-slanza quesla della massima entilä, siccome I'espe-rienza slessa ha diraostrato. Nö mono interessante ö la comunicazione, recentemenle fatta dal doltore Bom-bu al Comitato Ligure per 1' animale vaccinazione, del quäle ö uno dei piü attivi racmbri, per cui viene chiaramenle a risultare, ehe uno dei raaggiori osla-coli ehe si sono presontati al Comitato stesso. si fu per lo appunto quello inerente alia raccolta, ed alia conservazione dei vaccinici eleraenti. Nella priraa-vera, dice egli, e nell' estate del 1870 gli elementi furono intromessi nelle penne, nelle piastre di ve-tro, nei lubi. 'La puslola vaccinica, ehe ncl sue stato di freschezza costituisce la miglior sorgente della con­servazione e Irasraissione della vaccinica Unfa , fu poco ricercata dai sanitarii della cillä e della pro-vincia, poco diffusa per varie ragioni, e, quel cho Ö peggio, da pochissimi eserccnti saputa adopcrare. Catliva pruova fecero le penne, rnigliore le piastre di vclro, pessima i tubi capillari, ehe nondimeno erano i piü ricercati in onta alia ritrosia per la loro dif-fusione del Comitato medesimo, comapevole giäper propria esperienza, e per quella altresi degli altri Co-milali, dei negativi rtsultamenti offerti da quesli mezzi di conservazione. Il Comitato, nello studio delle ca-gioni, ehe ostano alia raccolta e conservazione della vaccina animale nei lubi capillari, nella ricerca dei modi richiesti per superare quesla diflicoltä, ehe sora-minislra un' arma agli avversarii della vaccinaziono animale, puö fln d'ora annunciare di aver raggiunta lu desiderata raetii, col renderc cioe il tubo uu'ot-
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timo mezzo di raccöglimenlo e di cönservazione del vaccino, quanlo la puslola stessa. In ragione dei ca-ralteri fisici proprii della linfa animale, il Comitalo adopera tubi di velro di un diamelro maggiore, die non quelli usati pel vaccino umanizzato, cd impie-gati finqui anco per la vaccina animale medesima, ed in luogo di raccogliere coi tubi la linfa conuni-sta a molto sanguc, quale scalurisce dalle incisioni delle puslole in poslo sulla mammclla della vacca, riempie invece i tubi con la linfa, quale colla pres-sione delle dita, o per mezzo di una pincella a pres-sione, vien fatta sprigionare dalle incisioni falte in diversa direzione sulla pustola distaccala dalla rnarn-inella col suo lembo cutaneo, su cui si impianta. Per tal modo, in luogo di avere, come per lo pas-salo, tubi di una linfa rossiccia, sanguinolenla, e po-vera di parti solide, le quali furono riconosciule dalla esperienza siccome i veri ed unici elementi atli alia proliflcazione e riproduzione del vaccino ani­male, si trasmettono invece tubi ripieni di una linfa di color giallo citrino, densa, e ricca di parti solide e di detriti.
II tubo riempito sulla puslola dislaccata, colle vo­lute modalilä, non la cede punto alle stesso pustole nella sicurezza dello attecchimento per le vaccina-zioni recenti e prossime al suo riempimento, e le supera poi di gran lunga per le lontane o (arde vac-cinazioni, conservando per varii mesi inalterala la linfa animale.
Da quanlo or ora lio delto, credo ehe i zooialri i quali vorranno coraggiosaraente accingersi ai pro-posti esperimenti, abbiano ad essere suilicientemente jstrutli c convinli delle non poche ne lievi diflicol-
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la, ehe avranno immancabilmcnlc a supcrarc, perchö la generosa loro intrapresa possa recarc i sospirati frulli, sia per rapporlo alia scelta c raccolla del raa-torliile d' inneslo, ehe relalivamente alia sua conser-vazione, ed agli usi ehe se ne dovranno fare.
Conclusione. Senza punto pretendere, ehe giunto sia 1' islanle di pronunziare una pronla ed assolula condanna della vaiuolizzazionc pecorina, ehe pur van-ta tuttora tanti seguaci ed ammiratori, ed una non ingloriosa ne breve iradizione, e tenture per contro di soslituirle immediatamente e pienaraentc la vac-cinazione, credo perö di non andare errato dicendo, essere ovvia ed equa cosa il ripelere, ehe i moderni zooialri sono moralmente lenuti ad applicarsi con aidore alle speritnenlazioni indispensabilmente ri­ch iesle per poter delerminare, se reahnenle la vac-cinazione abbia sullu vaiuolizzazionc tanti vantaggi. quali oggi in ispecie le vcrrobbero altribuiti, perchc infine la scienza e l* arte possano pronunziare un fondalo giudizio circa la convenienza e 1' utilM di preferire 1' uno all' altro sistema. Chiaro 6, ehe og-gigiorno non e piu perracsso di mostrarsi corrivi e facili ad acceltare, senza il volulo controllo degli es-fierimcnti e dei futti, la dommatica doltrina di co-loro, die vogliono accordala una perfelta e piena fi-ducia alia vaiuolizzazionc, e fuori di quella non veg-gono altro scampo, non conoscono altro mezzo per alleviare le gravissime perdite annualmenle infliite dal vaiuolo agli italici possessor! di lanuto bestiame, siccorae non lice abbracciare di botlo e ciecamente il parlilo di quelli, ehe vorrebbero senz'allro sosli-tuita d'un (ratio la vaccinazione alia vaiuolizzazionc,
Assolulautente non 6 chc ad una vasta, uccurala,
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c seria cspcrimenlazionc, ehe spetlar puö il dirillo di pronunziare mm saggia cd ultima parola su lale proposilo, eppero occorre ed urge, ehe i veterinaiii approfiltino con ardore di tulle Ic occasion! ehe lor si possano offrire, per com pi ere ed eslendere gli es-perimenli d' innesto sulle pecore del vaccino dell' uo-nio, di quelle primilivamenle prodotlo, oppure se-condariamcnle riprodollo nella vacca , non ehe del pus vaiuoloso pecorino, onde comparalivamenle ri-conoscere, quale dei due venga ad offrire una piü sicura guarcntigia ncl dare la tanlo vagheggiata im­munity per 1' ovino vaiuolo. Occorre sovralulto, ehe dessi operino senz' ombra di preconcetle idee, ehe non trascurino alcuna delle prccauzioni indispensa-bili perch6 gli esperimenli si ahbiano una felice riu-scita, ehe tengano esaltissinao conto di quanlo avran-no colla massima diligenza osservalo, e si premuni-scano fermamenle conlro le illusion!, ehe si lusin-ghicre soglion sorridere agli inesperti e troppo fidu-ciosi o baldi sperimenlalori, cui tocca poi di rim-piangere la lore ialtura, quando si trovcranno di fac-cia ai tristi disinganni, alle amare delusion!. Se ar-dua, se irta di triboli 6 la via ehe si debbe pereor-rere, non per qucslo hassi ad esilare nel porvi ri-solutamente il piede , e cercare di farvi energico e fermo cammino , giacch^ in ragione appunlo delle difficoM ehe si saranno abbaltute e vinle, maggiore sari la gloria del vincilore. Si tralta di recarc la luce, ove numerose e dense son tuttavia le tenebre, si tratla di tentativi direlti a far grandemente pro-gredire ed onorare la seienza, ed a rendere un ser-vizio imrnenso alia socialo economia, eppero non 6 neauco pennesso il dubbio, il süspcllo, ehe la gran
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maggioranza degli ilaliani zooialri abbia a rifiutare una si Leila e nobile missionc.
F6 dunque fervidi voll, percbö non ricusino di fa-vorire e facililare, per quanto b in loro, la gene-rosa opera del cullore dell' arle dirella a si hello scopo, i riccbi possidenti di lanute greggie, ehe pur non sono (anlo rari nelle varie provincie d' Ilalia, e perehö all' occorrenza non venga loro mai negalo il possenle aiulo, il valido appoggio e soslegno delle pubbliche amminislrazioni, e del Governo stesso, e parlicolarmenle del Ministero d' Agricollura e Com-mercio, per la giusta e possenle influenza, ehe pud e debbe csercitare su tullo ciö ehe puö favorire gli interessi, ed il progresso della palria agricollura, non ehe il Minislero delia Pubblica Istruzione, pel poterc ehe naluralmenle gli spella sui varii insliluli di ve-terinaria , di cui ^ si riccamenle fornilo il Conli-nente ilaliano, in confronlo di qualsivoglia allra lerra d' Europa.
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