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SCiTlflCODELt'lLUOTPMSTEUB
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e dell'uso ehe se ne puo fare.
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Tip. G. Bruno e C. - 1883
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BIBLIOTHEEK UNIVERSITEIT UTRECHT
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2855 732 4
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DOGMATISMO SCIßpIFICÖ ^|f|STB||R0P. PASTEUR e delFusiar lt;^^ ^H^vÄ ^,re.
Ne magnus tenuem despicito.
L' illustre Prof. Paster, facendo una sua Comunicazione sopra la vaccinazione car%nchiosa nella Seduta del 21 maggio 1883 all'Accademia delle Scienze di Parigi (*), rispondeva in modo indiretto all' ultima nostra lettera indirizzatagli da Torino il 14 maggio p. p. Noi diamo qui integramente e fedel-mente tradotta quella parte della detta Comunicazione, ehe piü direttamente ci riguarda, perche ci crediamo in obbligo di farvi adeguata risposta.
laquo;La Commissione di Torino adunque non accetta ch'io mi rechi presso di essa.
laquo; Se I'Accademia si compiacerä di riferirsi alle Note da me pubblicate nel 1877 sopra il carbonehio e la setticemia, non durerä fatica a pensare, ehe io non mi sono inoltrato in questa diseussione ehe con completa certezza di riuscita.
laquo;Forse non e eosa priva d'interesse, oh' io dia quivi una prova novella dello sbaglio della Commissione di Torino.
laquo;Io aveva pregato uno de' miei giovani eollaboratori, il si-gnor Roux, il quäle rappresenta piü speeialmente nel mio la-boratorio le cognizioni mediehe e patologiche, di aceompagnarmi a Torino. Siccome perö il signor Roux non era ancora nel 1877 addetto al mio laboratorio, quand'io, dappriraa insieme al signor
(*) Vedi a pag. 657, 658 e 659 del N. 21 (26 maggio 1883) della Bevm scientifique.
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Joubert e quindi assierae ai signori Joubert e Chamberland, ho rischiarati i fatti di setticemia dopo la morte e le relazioni ehe essi hanno col carbonchio, io 1' ho pregato di esercitarsi in questo genere di studi prima delia nostra partenza, affinche ogni coSa riuscisse di una chiarezza stringente nolle esperienze ehe noi avremmo da fare dinnanzi alia Commissione di Torino.
laquo; II 5 maggio corrente, ed alle ore 7 antiraeridiane, muore un montone per eausa di carbonchio inoculato. La temperatura media era di 11deg;; la sera e la notte furono un po' calde ed anche prooellose. Nel di 6 maggio, precisamente 26 ore dopo la morte, si fa I'autopsia del montone e si raccoglie sangue nel sue cuore. Si semina una goccia di tal sangue in brodo steri-liMato da una parte a contatto deiraria, e dall'altra in tubi proprii a far il vuoto. Inoltre lo stesso sangue e inoculate a un montone vergine (neuf). k\\'indoma.ni lacoUum all'ariafor-niva la bacteridie charbonneuse, ehe inoculata a due cohaie le fece perire di carbonchio puro. La coltura nel vuoto fu al contrario settica, ed essa inoculata a due cobaie le fece perire della setticemia la piü acuta in mono di 24 ore.
laquo; II montone inoculato col sangue del cuore mori egualmente settico rindomani dell'inoculazione.
laquo; In poche parole: quando un montone muore di carbonchio, e quand'esso e giä addivenuto ad un tempo carbonchioso e settico, si ricava facilmente dal suo sangue il carbonchio ed il suo microbo, e parimenti la setticemia ed il suo microbo.
laquo; La presenza dell'aria al contatto del liquido di coltura in sottile strato impedisce i vibrioni settici di nascere, perchö questi sono anaerobi; tale presenza dell'aria provoca lo sviluppo della bacteridie, mentre 1' aria distruggerebbe i vibrioni se vi prendessero nascimento. La coltura nel vuoto oppure in presenza dell'azoto o dell'acido carbonico puri permette loro, al contrario, di svilupparsi. La bacteridie non puö far senza del-I'ossigeno dell'aria per moltiplicarsi. Tale e I'analisi altrettanto sicura, e piü pronta ehe un'analisi chimica, ehe noi avremmo
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fatto subire al sangue del cuore di un montone all' indomani della sua morte alia presenza della Scuola di Torino.
laquo; Avvi un'altra maniera meno precisa e piü soggetta ad il-lusione di studiare un sangue ehe sia insieme carbonchioso e settico, ed e 1' inoculazione diretta del sangue ad animali di xazze diverse, cobaie, conigli, montoni, senza separare in prece-denza i due microbi ehe il sangue contiene. In tal ease, a seconda delle recettivitä degli individui inoculati e a seconda delle re-lazioni di sviluppo delle due malattie nel sangue doppiamente infezioso, vedesi apparire or a il carhonchio puro, ora la settieeraia pura, ed ora la setticemia ed il earbonchio associati. Accade altresi ehe nel corso dei sintomi ehe succedono all'inoculazione si vede talvolta 1' una delle due malattie sostituirsi all' altra. Tale cobaia morrä, ad es., carbonehiosa dopo d'aver manifestati in sulle prime sintomi settiei, e puo egualmente presentarsi il caso inverse.
laquo;I miei onorevoli eolleghi della Scuola di Torino vorrebbero jestare sul terrene della scienza pura. Sebbene la loro lettera del 14 maggio non miri a gran pezza aU'effettuazione di sif-fatto desiderio, pure agevolmente vi perverranno eol ripetere gli sperimenti ehe preeedono; ed aggiungo, ehe nella stagione calda in cui siamo il sangue di montone a tutta prima eselu-sivamente carbonchioso sarä di giä settico e carbonchioso do-dici o quindici ore soltanto piü tardi. Se si aspetta ehe siasi dichia-rata una putrefazione piü generale possono comparire altre set-ticemie, segnatamente una setticemia molto piü putrida di quella, di cui ho teste discorso, la quale accompagna la putrefazione avanzata.
laquo;Isignori Professori della Scuola di Torino dichiarano in un \post-seriptum alia loro lettera del 14 maggio, ehe io darei soddi-sfazione ad uno dei loro piü fervid! voti, se io volessi indicare al pubblico le asserzioni e citazioni erronee, ehe io dissi contenute nella loro lettera del 30 aprile. Non posso rifiutarmi di eorrispon-
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dere al loro desiderio. Un solo esempio bastera senza dubbio ad appagarli.
laquo; lo leggo nella loro lettera del 30 aprile 1883: laquo; La S.V. 111. in data 16 aprile 1882 scriveva al signer Direttore raquo; della Scuola di Torino, ehe in tale stagione (di marzo(l)) un raquo; montone morto per causa di innesto carbonchioso puro e, dopo raquo; 24 ore, di gia carbonchioso e settico, e ehe il sangue con-raquo; tiene ad un tempo la bacteridie charbonnese et le vibrion septique ; raquo; ma probabilmente Ella, in quel giorno, non si ricordava piü raquo; d'aver affermato all'Accademia di Medicina di Parigi, nella raquo; seduta del 17 luglio 1877, ehe — le sang du coeur ne sera nul-raquo; lement virulent, quoiqu'il soit extrait d'un animal dejä pu-raquo; tride et virulent dans plusieurs parties etendues de son corps. raquo; Le microscope ne signalera pas davantage dans ce sang la raquo; presence de vibrions septiques.
laquo; lo non ho mai scritto tal cosa a riguardo di animale morto da 24 ore. Ecco eiö ehe realmente si legge nella Nota del 1877 citata da questi signori: parlando del vibrione settico raquo;, I'expe-rience suivante — dicevo io — facile ä reproduire, demontre bien que ce vibrion passe dans le sang, en dernier lieu, dans les dernieres heures de la vie ou apres la mort. Un animal va mourir de la putridite septique qui nous occupe, car cette ma-ladie devrait etre definie, la putrefaction sur le vivant; si on le sacrifie avant sa mort et qu' on inocule d'une part la sero-site qui suinte des partie enflammees ou la serosite Interieure de l'abdomen, ces liquides manifesteront une virulence extraordinaire; qu'en meme temps, au contraire, on inocule le sang du coeur recuelli avec le plus grand soin, afin de ne point le souiller par le contact de la surface exterieure du coeur ou des visceres, ce sang ne sera nullement virulent, quoiqu'il soit extrait
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(1) Pare ehe I'illustre Pasteur avease dimenticato, quando scriveva la lettera citata, ehe la decomposizione pntrida dei cadaveri puo succedeie piii o mono tardi a seconda della temperatura variabile dei giorni di marzo; la quale notoriamente cambia a seconda degli anni e dei laoghi.
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d'un animal deja putride (1) dans plusieurs parties (2) du corps.
laquo; Da questa citazione paragonata alia precedents risulta, ehe i professor! della Scuola di Torino oppongono i fatti della mia lettera del 16 aprile 1882, concernente un montone morto da oltre 24 ore, a cio ch'io dissi nel 1877 a riguardo di un ani-male settico sagrificato prima della sua morte (3). Certamente non si rimane nel campo della scienza serena col commettere di siffatte inesattezze di citazioni a riguardo deU'argomento in discussione raquo;.
Incominciamo col raramentare all'illustre Pasteur, ehe noi non abbiamo respinta la offerta fattaci da lui di venire a Torino; ma ehe abbiamo soltanto subordinata la nostra accetta-zione alia condizione, ehe egli in precedenza ci facesse conoscere: 1deg; Quali caratteri microscopici presenterä, secondo il suo avviso, il sangue degli ovini preso direttamente dal cuore, quan-d'esso sara settico e carbonchioso ad un tempo;
2deg; Quale sara, secondo la sua opinione, il genere ed il corso della malattia, e quali le alterazioni macroscopiche e microsco-piche, die si dovranno riscontrare negli animali ovini e bovini, ehe si facessero ammalare ed anche morire, mediante I'innesto del detto sangue; sperimento ehe, a nostro avviso, sarebbe pure neoessario difare, a complemento di quello da Lui proposto.
II nostro illustre contraddittore non stimö, nella sua saviezza, conveniente di acconsentire al nostro desiderio; e per cio noi, alia nostra volta., non ci siamo trovati in grado di decidere, se
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(1)nbsp; Nel testo della comunicazione fatta il 17 luglio 1877 aXVAccademia di Medicina, ehe abbiamo sott'occhio, 6 stampato: putride et virulent, come noi abbiamo riferito.
(2)nbsp; Nel testo precitato si legge: parties etendues, come nella nostra citazione.
(3)nbsp;A questo riguardo si fa osservare aU'illustre Pasteur ehe uno di noi, in molti esperimenti ehe sarauuo a suo tempo pubblicati, alcune ore prima della morte di eobaie in preda a settioemia sperimentale ha trovato nel sangue loro, preso da un orecchio, il vibrione settico.
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da noi si potesse accettare la proposta ehe ci era stata fatta a mo' di sfida.
Dichiariamo francamente ehe, ai nostri occhi, la proposta fattaci sembrava nascondere un tranello, e piuttosto tendente a dimostrare ehe noi eravamo stati sperimentatori crassamente ignoranti o perfidamente disonesti., anziehe diretta allo scopo di porre in chiaro la veritä. CoIFindirizzarci la sua proposta l'illustre Pasteur si riprometteva di raggiugnere un suo intento: ed era quello d'infirmare il valore e l'importanza dei risultati del nostro sperimento del 23 marzo 1882, sia ehe noi l'avessimo accettata, sia ehe l'avessimo seraplieemente respinta. Ma egli non previde ehe noi, non imbeeilli com' egli ci fece F onore di giudicarci, avremmo subodorata la trappola, ed avremmo preteso di sa-pere in precedenza da lui ehe intendesse per setlicemia, e ri-chiesto ehe lo sperimento fosse fatto completo e nelle condizioni e net modi seguiti da noi il 23 marzo.
Imperocche era ovvio il presupporre, ehe noi non avremmo p'otuto accettare come dimostrativo uno sperimento fatto soltanto a metä; oppure uno sperimento fatto in condizioni different! da quelle del nostro e con procedimenti diversi da quelli da noi praticati. Se ci si venisse a dire, ehe senza la coltura non si puö aver la certezza assoluta ehe un dato raicrobo sia patogeno ed effettivamente capace di produrre una data forma morbosa, noi non lo negheremmo in modo assoluto; ma pensiamo di essere nel vero sostenendo ehe, quand'e stata data una volta sicura-mente una tale dimostrazione, la presenza del microbe patogeno negli animali fatti perire mediante l'inoeulazione di pro-dotti morbosi ehe lo contengano e per causa della forma morbosa clinica ehe quello suole produrre, e eriterio bastevole di diagnosi affermativa; come la mancanza di esso e argomento suffleiente per pronunciare un giudizio negative. E crediamo di non errare sostenendo ehe il microscopio porge mezzo suffleiente di diagnosi, quando vale a dimostrare la presenza unica ed esclusiva del microbo patogeno speciale di quella data forma
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morbosa, tanto nel materiale d'innesto, quanto nei cadaveri degli animali uccisi dalla materia innestata; e ciö sosteniamo qu;in-tunque I'illustre nostro contraddittore abbia a noi, per lettcra, dichiarato ehe il microscopio soventissimo e impotente.
Quindi e ehe per noi la diagnosi di setticemia nel montene ehe ei servi per resperimento del 23 marzo sarebbe stata senza fondamento, ed intieramente arbitraria, perche non vi si scor-gevano altri micro organismi ehe quelli del earbonehio, ossia il bacillus anthracis. E dato, ma non concesso, ehe vi fossero stati vi-brioni settiei, e noi non li avessimo saputo, o potato, vedere; se quel sangue avesse operate sopra gli animali ovini, bovini e soli-pedi inoeulati quale agente d'infezione settica, come ha sostenuto gratuitamente I'illustre Pasteur, anziehe quale agente d'infezione earbonchiosa, il corso e durata della malattia determinata in quelli, del pari ehe le alterazioni maeroscopiehe e mieroscopiche, avrebbero dovuto essere quelle delle setticemia e non quelle eselusivamente proprie del earbonehio, come effettivamente furono constatate negli animali periti.
Noi non ci possiamo rendere ragione della grande pertinacia posta dall'illustre Pasteur nel voler negare soltanto a favore dei risultati del nostro sperimento del 23 marzo le circostanze attenuanti del suo ommai famoso vaccino indebolilo del 1881 , se non supponendo, o ch'egli ce ne voglia, perche ha creduto ehe non abbiamo mostrata tutta la deferenza da lui desiderata ai suoi dogmi sopra la setticemia; ovvero perche la pronta ed estesa difPusione della pratica della vaceinazione earbonchiosa in Italia ha incontrato uno dei primi ostacoli in quei risultati.
Se cosi fosse, ce ne dorrebbe assai: ma nello stesso tempo dichiariamo esplicitamente, ehe ripresentandosi una circostanza simile terremmo la stessa condotta, perche abbiamo creduto e crediamo, d'aver il diritto di verificare e di giudicare le opinioni degli altri uomini, quia errare humanum est; e perche abbiamo stimato, e stimiamo, dover nostro quello di riconoseere, alia stregua degli sperimenti, se le nuove pratiche concernenti le malattie
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contagiose degli animali domestici ehe si propongono al fine lo-devole di prevenirne lo sviluppo, corrispondano effettivamente alle speranze ed alle promesse, o se, per caso, neli'applicazione non riescano realmente tali da ai'utarne la diffusione.
Ed in ogni disamina futura di tal genere sapremmo sempre procedere guidati unicamente dai criteri oggettivi, ehe dai ga-lantuomini sono seguiti nella ricerea del vero, e per nulla af-fatto da considerazioni soggettive tendenti ad oscurare la veritä, od a menomare I'importanKa delle altrui scoperte.
Prima d'inoltrarci maggiormente nella discussione dell'argo-mento, ehe ci proponiamo di trattare eon qualehe larghezza, al-fine di non essere piü eostretti di ritornarvi sopra, crediamo nostro dovere di congratularei col nostro illustre oppositore, perehe esso ha finalmente ammesso, con una lealta degna di grandissimo encomio, ehe I'inoculazione di sangue carbonchioso e settico ad un tempo pub, a seconda della recettivitä degli individui inoculati, ed a seconda delle relazioni delle due ma-lattie nel sangue doppiamente infezioso, produrre tantot le char-bon pur, tantöt la septkemie pure, tanlot la seplicemie el le char-bon associes. Con questa dichiarazione Egli deroga al suo dogma del non-developpemenl de la baoleridie charbonneuse quand eile est associee d d'aulres organismes, aerobies ou anaerobies, e rico-nosee la possibilitä della produzione del carbonchio pretto eziandio negli animali, ai quali fosse inoculato sangue desunto dal ea-davere di un animale perito per causa di carbonchio da piü di 24 ore. Noi, con molta compiacenza, prendiamo atto di questa preziosa dichiarazione, sia perehe potremo per 1' avvenire va-lerci deU'autoritä del nome dell'illustre scopritore dell'attenua-zione dei virus come arma di difesa contro alcuni altri nostri contraddittori, e sia perehe speriamo, die esso; sperimentando in condizioni eguali, se non identiche, a quelle in cui fu fatta la nostra prova di controllo del 23 marzo 1882, finirä per eon-vineersi, ehe noi non abbiamo agito ne da ignoranti, ne da di-sonesti, interpretando i risultati del nostro sperimento nella
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9 guisa ehe abbiamo pubblicato, e non senza ostinazione sostenuto. D'altra parte la nostra ostinazione ha dato ancora un altro risultato importante, ed e ehe l'illustre prof. Pasteur ha potuto infine persuadersi, ehe da Parigi non si potrebbe giudicare se un animale sia morto di setticemia o di carbonchio in Torino, quan-d'anche gli si facesse I'inoculazione di sangue settico ed insieme carbonchioso.
Ci rallegriamo altresi con noi stessi d'aver agito senza fiac- ' chezza nel difendere il nostro operate, perche inconsciamente abbiamo dato impulso alle recenti ricerche intraprese dal signor Roux; le quali recarono quei risultati ehe determinarono Til-lustre Pasteur a rivedere i suoi dogmi sopra la setticemia ed il carbonchio, ed a riconoscere erroneo altresi il seguente principio, parimenti da esso annunciate nella eua piü volte citata Comu-nicazione fatta h\\'Accademia di Medicina di Parigi il 17 luglio
^877..... laquo; On peut introduire ä profusion dans un animal la
bacteridie charbonneuse sans que celui-ci contracte le charbon. Il suffit qu'au liquide qui tient en suspension la bacteridie on ait associe en memo temps des bacteries communes raquo;.
I dogmi dell'illustre nostro avversario sopra la setticemia ed il carbonchio, quelli ehe furono, per dir cosi, Tipomoclio della fiera, e fors'anche un po' sprezzante, opposizione mossa alle in-terpretazioni da noi date ai risultamenti del nostro esperimento del 23 marzo 1882, erano stati da lui proclamati nelle Note lette sdl'Aecademia delle Scienze (30 aprile 1877) ed all'^lcca-demia di Medicina (17 luglio 1877), epoi riconfermati in qualche altro suo scritto di data posteriore. Or bene noi crediamo di avere il diritto di fare ancora breve analisi critica di alcuni di quei dogmi, al fine di determinare se essi corrispondano eöet-tivamente alia realta dei fatti; e eonseguentemente possano avere il valore probatorio ehe si e lore voluto attribuire a nostra confusione e disdoro.
Dagli seritti deH'illustre Pasteur, e specialmente da quelli di-retti a noi, risulta , ehe per lui e dogma inconcusso , ehe il
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sangue carbonchioso deve essere necessariamente altresi seltieo dopo 24 ore, nel mese di marzo, e piu presto ancora, cioe dopo 12 o 15 ore soltanto, nei primi giorni del mese di maggio. Ciö equivale a dire ehe Egli considera la setticemia quale conse-guenza necessaria e fatale del processo di putrefazione ehe in-sorge nei cadaveri carbonchiosi piü o meno sollecitamente ed in modo subordinato alia temperatura dell'ambiente in cui quelli si trovano; e ehe per ciö nulla e piü facile e certo della pro-duzione della setticemia nei cadaveri carbonchiosi.
Se vi fosse chi stentasse a persuadersi di questa maniera di pensare, molto unilaterale e ristretta e non corrispondente ai fatti, dell'illustre nostro oppositore, non avrebbe ehe a dar un'oc-chiata ai seguenti brani, fedelmente e senza inesattezze desunti dai suoi scritti.
laquo; Le sang d'un animal charbonneux ne renferme pas d'au-tres organismes que la bacteridie, mais la bacteridie est un or-ganisme exclusivement aerobie. A ce titre il ne prend aucune part a la putrefaction: done le sang charbonneux est imputre-scible par lui-meme. Dans le cadavre le choses se passent tout autretnent. Le sang charbonneux entre promptement en putrefaction parce que tout cadavre donne asile a des vibrions ve-nant de l'exterieur, e'est-a-dire dans l'espece, du canal intestinal toujours rempli de vibrioniens de toutes sortes raquo; {Comuni-cazione del 17 luglio 1817 sill'Accademia\di Medicina di Parigi).
II vibrione settico si mostra dapprima nella sierositä addomi-nale, ed infine nel sangue, come risulta dai brani seguenti:
laquo; Le siege par excellence de notre vibrion se trouve dans la serosite de l'abdomen autour de l'intestin raquo;.
laquo; Or, non seulement e'est dans le sang que le vibrion dont il s'agit passe en dernier lieu, mais dans ce liquide il prend un aspect tout particulier, une longueur demesuree, plus long souvent que le diametre total du champ du microscope, et une translucidite teile qu'il echappe facilement a I'observation; ce-pendant, quand on a röussi ä l'apercevoir une premiere fois ,
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on le retrouve aisement, rampant, flexueux, et ecartant les globules du sang comme un serpent öcarte l'herbe dans les buissons raquo;.
Rispetto alia provenienza del vibrione settico il Pasteur cosi si esprime:
laquo; Quoique ce sujet reclame encore de nouvelles etudes de notre part je n'hesite pas ä penser que le vibrion septique n'est autre que Tun des vibrions de la putrefaction, et que son germe doit exister un peu partout et par consequent dans les matieres du canal intestinal raquo;.
E piu innanzi:
laquo; Le vibrion septique existe done parmi les vibrions de la putrefaction apres la mort raquo;.
E poche linee piü oltre, dopo d'aver fatto a se stesso la do-manda, se la setticemia, o putrefazione sul vivo, sia una ma-lattia unica ? Vi risponde: laquo; Non, autant de vibrions, autant de septicemies diverses, benignes ou terribles raquo;.
Inoltre I'illustre Pasteur, nel suo lavoro dell'anno 1878 con-cernente La theorie des germes et ses applications d la medeoine et a la Chirurgie, trattö diffusam^nte dell'Eziologia della setticemia e sviluppö piü completamente le sue idee in argomento. Da questo scritto stralciamo parimente alcuni brani, ehe hanno im-portanza nella nostra controversia.
Egli, dopo d'aver toccato brevemente delle difficoltä incon-trate nel fare coltivazioni del vibrione settico, e degli spedienti posti in opera per riuscirvi, conclude:
laquo; Le vibrion septique se developpe avec facilite dans le vide parfait, avec une facilite non moins grande en presence de l'a-cide carbonique pur raquo;.
Discorrendo poi dell'azione deU'aria pura sopra i vibrioni set-tici, dice:
laquo; Qu'on place quelques gouttes de serosite septique, etalee en. tres-mince epaisseur dans un tube couche horizontalement et en moins d'une demi-journee, le liquide deviendra absolument
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inoffensif, alors meme qu'il etait, au debut, a ce point virulent, qu'il entrainait la mort par I'inoculation dune tres-minime fraction de goutte.
laquo; II y a plus: tons les vibrions qui remplissent ä profusion ie liquide sous forme de fils mouvants se detruisent et dispa-raissent. On ne trouve, apres l'action de l'air, que de fines granulations amorphes, impropres ä toute culture, non moins qu' a la communication d'une maladie quelconque. On dirait que l'air brüle les vibrions .raquo;.
Facendosi quindi a discorrere della forma del vibrione set-tico dice:
laquo; Nous avons dit que le vibrion septique est forme par des petits fils mouvants. Cast particulierement Taspect sous lequel on le rencontre dans la serosite abdominale ou dans les muscles des animaux morts de septicemie, mais il est souvent associe, et particulierement dans les muscles, surtout dans les muscles de l'abdomen, a de tres-petits corps generalement immobiles, ayant la forme lenticulaire. Ces lentilles, qui portent quelque-fois un corpuscule germe a une de leurs extremites, ont ete pour nous pendant longtemps un embarras et un mystere. Nos essais de culture nous ont appris heureusement qu' elles ne sent autre chose qu'une des formes du vibrion septique. Quelquefois la lentille se termine d'un cöte par un appendice allonge, pre-nant ainsi la forme d'un battant de cloche. Nous avons vu ega-lement le vibrion septique sous la forme de petits bätonnets extremement courts, dodus et tres-greles...raquo;.
Ed inline riassumendosi:
laquo; Nous n'avons rencontre dans la septicemie proprement due qu'un seul vibrion, que les milieux oü on le cultive font changer d'aspect, de facilite de propagation et de virulence raquo;.
Si puo chiaramente desumere dalle citazioni testuali riferite, e piu ancora dalle dichiarazioni fatte dall'illustre Pasteur nella sua let-tera prima al sig. Direttore della Scuola di Torino, ehe secondo lui
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il sangue dei cadaveri carbonchiosi trascorse 24 ore, ed anche meno nella stagione calda, debb'essere necessariamente e fatalraente sel-tico, perche contiene i vibrioni della putrefazione, i cui germi sono contenuti nell'intestino. Cio equivale a dire ehe per lui putrefazione dei cadaveri carbonchiosi e setticemia sono due iatti ehe stanno tra di loro in attinenza necessaria di causa e di effetto. Egli e ben vero, ehe esso ammette delle setticemie diverse, benigne o ter-ribili, a seconda della qualita dei vibrioni; ma pare ehe i vibrioni delle setticemie benigne stiano soltanto di casa a Parigi, e non ve ne siano in Italia, giacche Egli dichiarö in modo assoluto ehe i disgraziati animali periti in conseguenza del nostro sperimento del 23 marzo sono stati uccisi dalla setticemia; la quale, essendo riuscita ad uccidere, dovette essere senza dubbio della categoria delle terribili. Malgrado la competenza dell'illustre Pasteur in tale argomento, noi osiamo scostarci dal sue avviso; e per dar ragione del nostro modo di pensare diremo in succinto, ehe al-cuni nostri esperimenti ci provarono, ehe anche in Torino vi sono i vibrioni della setticemia benigna, cioe di quella setticemia ehe non ueeide; e di piü ci addimostrarono, ehe il sangue ovino e bovine carbonchioso , il sangue bovine non carbonchioso, il succo di carne in preda a putrefazione, contenenti i vibrioni settici, nel senso inteso dall'illustre Pasteur, possono talvolta pro-durre ne il carbonchio puro, ne la setticemia pura, ne il carbo7i-chio e la setticemia associate. E per ciö ai tre risultati ottenuti dal sig. Roux sara necessario aggiugnerne un quarto, quelle asso-lutamente negative; vale a dire quelle, in cui il genere di sangue anzidetto non produce ne il carbonchio puro, ne la setticemia pura, ne il carbonchio e la setticemia associati, ma nulla, assolutamente nulla. Ed un tale effetto negative puö essere constatato quando nel sangue vi sono a milioni i vibrioni te-nuti in cento di settici dall'illustre Pasteur, e si muovono an-cora vivacissimamente.
Ma, per finirla una buona volta con questo sperimento del 23 marzo, riusoito tanto ostico al nostro illustre oppositore, esa-
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miniamolo ne' suoi momenti piü importanti rischiarandoli colla face dei suoi dogmi stessi.
Premettiamo ehe nel di 22 marzo 1882 la temperatura media di questa citta e stata di gradi 11,3gt; e nel 23 marzo di 4,2 sollanlo, come si puö desumere dai giornali cittadini, ehe reca-rono il Bollettino del R. Osservatorio Astronomico di Torino. L'abbassamento di temperatura, assai notevole, avvenuto nella notte del 22 al 23 marzo, e ehe persistette in quest'ultimo giorno, laseia faeilmente intendere come la putrefazione abbia dovuto svi-lupparsi assai tardi nel cadavere deU'ovino morto alle 7 antimeri-diane del 22 marzo 1882, e ehe fu tosto recato sotto una tettoia aperta, dove perö non poteva essere risealdato dai raggi del sole ; ed il perehe quella non esistesse ancora al memento in cui il cadavere fu utilizzato per l'esperimento. Alle 10 Ij2 ant. del 23 si fece la sezione del cadavere e se ne tolse il cuore insieme ai polmoni, dopo ehe erano stati legati tutti i vasi ehe vanno al euore o ne derivano; e, po'stolo in un catino, lo si tenne in ambiente freddo fino al momento in cui si incominciarono gli innesti di controllo verso le ore 3 pomeridiane. Allora soltanto fu aperto, e per ogni innesto si intinse nel sangue eontenuto dentro il cuore la estremitä d'un bastoncino di vetro, col quale si imbrattö ieggermente una ferita fatta a ciascun animale sulla faeeia interna di una coseia, se ovino, e sopra una delle spalle o sopra un lato del collo, se bovino o solipede.
La ferita d'inoculazione era per gli ovini appena lunga un centimetre al piü, e profonda quanto e grossa la pelle, e per i bovini e solipedi lunga il doppio, e parimenti interessante la cute in tutta la sua grossezza. La quantity di sangue applieata sulle ferite degli ovini non giunse mai a superare i quattro centigrammi, ne i dieci pei bovini ed i solipedi.
II sangue del cadavere, lolto dai vasi del petto recisi al momento delta sua sezione non conteneva altri micro organismi all'in-fuori del bacillus anthracis, e cost pure il sangue eontenuto nel
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euore, esaminato al momento dell'inoculazione, il quale fu adope-rato per gl'innesti di conlrollo,
Dunque, sicuramente non c'erano ne i vibrioni della putre-fazione, ne altri indizi di setticemia nel sangue innestato ai nostri animali vaccinati e non vaccinati. Cio non di meno vogliamo ammettere per un momento ehe vi fossero stati i vibrioni della setticemia, e ehe ne da noi, ne da altre persone competenti, fossero stati visti! In tal caso ehe doveva succedere secondo i dogmi proclamati dall'illustre Pasteur nel 1877? Di due cose Tuna:
0 il pochissimo sangue (una piccola goccia, o due, a seeonda della specie) disteso in sottilissimo strato sopra la ferita di ogni singolo animale, ed esposto all'azione dell'aria, doveva addive-nire inoffensive come agente d'infezione settica, perche i vibrioni ehe riempiono a profusione il liquido settico sotto forma di filament! semoventi si distruggono e scompaiono al contatto dell'aria; imperocche on dirait que l'air brüle les vibrions. Ma in tale caso la bacteridie charhonneuse aveva tutto I'agio di svilup-parsi; essa, ehe e aerobie, e ehe non aveva piü a lottare a contatto dell'aria coi vibrioni, ehe sono anaerobies.
0 i vibrioni non si distruggevano al contatto dell'aria, per-, ehe una ferita non si puö paragonare ad un lube couche hori-zontalemenl nel sue ufficio di mezzo di sostegno del liquido settico, per la ragione ehe la superficie di quella e capace di ope-rare un rapidissimo assorbimento del contenuto; ed in questo secondo caso doveva necessariamente svolgersi negli animali ino-culati una malattia ehe per il corso, durata, sintomi e lesioni vestisse i caratteri propri della setticemia, e di pura setticemia.
Ma, in tale ipotesi, si sarebbero dovute trovare nel cadavere le lesioni della setticemia e non quelle del carbonchio, e I'e-same microscopico del sangue avrebbe dovuto svelare in questo la presenza di vibrioni settici sotto qualcuna delle forme , ehe secondo il nostro illustre contraddittore possono assumere, e non soltanto bacilli carbonchiosi senza miscela di altri microrga-
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nismi; dappoiche lo sviluppo e la moltiplicazione della bacteridie non puö avveuire ehe molto stentatamente in presenza dei vi-brioni settici, giusta il seguente dogma stabilito nel 1877 dal-I'illustre Pasteur: laquo; La developpement de la bacteridie ne peut avoir lieu ou n'a lieu que d'une raaniere tres-penible quand'elle est en presence d'autres organismes microscopiques raquo;.
Egli e manifesto ehe, anche ammettendo, per ipotesi, ehe il sangue carbonchioso ovino da noi adoperato il 23 marzo fosse altresi state settico, senza ehe noi nella nostra erassa ignoranza ed imperizia ce ne fossimo accorti, pure non ha potuto pro-durre negli animali ai quali e stato inoculato, nel modo teste ricordato, ehe le charbon pur.
Questo risultato, ehe, prima degli sperimenti recentissimi del sig. Roux, e stato dal nostro illustre oppositore virilmente con-testato, perche da lui era ereduto inverosimile, sieeome quello ehe usciva dalla cerehia eircoscritta del suo veeehio dogma, e ora ammesso sieeome possibile, perche non si trova piü in eon-traddizione eol nuovo dogma, riformato a norma dei nuovi risultati delle esperienze di maggio 1883, i quali sono stati da lui eo-municati ail'Accademia delle Scienze di Parigi. Noi, soddisfatti di questa eoncessione, a dir vero im po' tardiva, pensando, ehe le morti numerose di animali vaccinati avvenute nel nostro sperimento del 23 marzo 1882 potranno essere anche dal nostro fiero e formidabile oppositore spiegate naturalmente e sem-plicemente ascrivendole a colpa del vaccino indebolilo del 1881, ehe a noi fu dal sig. Boutroux spedito per le vaecinazioni del 9 e 22 febbraio 1882, speriamo ehe non saranno piü attribuite ne, con poea urbanitä, alia nostra ignoranza, ne, eon poco ve-lata insinuazione, alia nostra perfidia.
Ma se noi avessimo a rimaner delusi nella nostra aspetta-zione, dichiariamo apertamente, ehe non ee ne importerebbe gran ehe; imperocche sentiamo ehe per ogni caso futuro tro-veremmo sempre in noi lena bastevole per rintuzzare qual-
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siasi ingiusto attacco, ehe avesse per obbietto I' argomento in discussione, da qualunque parte ci potesse venire.
Innanzi di finire non possiamo fare a meno di occuparci di un fatto, ehe si potrebbe dire personale.
II nostro illustre avversario nelia risposta indiretta, ehe ul-timamente ci fece, disse : cerlamente non si rimane nel campo della scienza serena col commeltere di siffatle inesatlezze di ciia-zioni a riguardo dell'argomento in discussione ; riferendosi con tali parole ad una citazione concernente Tepoca della comparsa della virulenza settica nel sangue del cuore dei cadaveri, citazione, ehe Egli reputö fatta da noi a sproposito.
Noi replichiamo:
1deg; Che la nostra citazione e la fedele riproduzione del testo trovato in due giornali scientifici francesi dell'anno 1877, e ehe non contiene inesattezze, volontarie od involontarie, di sorta; locche risulta dalla stessa citazione ripetuta dal nostro opposi-tore, tranne ehe in questa sono state intralasciate alcune parole (etendues — et virulent) esistenti nel testo ehe abbiamo sot-t'occhio; come pure vi e state omesso I'ultimo periodo della nostra citazione, il quale esiste pure nel testo;
2deg; Che la citazione fatta da noi, servi, e serve a noi oggi ancora, per provare, ehe lo stesso illustre nostro oppositore aveva constatato, ehe quel certo vibrione settico di lunghezza smisu-rata, slrisciante^ flessuoso e ehe allonlana i glohuli del sangue come un serpente scosta I' erba nelle macchie , passa nel sangue nelle ultime ore della vita o dopo la morte;
3deg; Che se e vero, come Egli dice, ehe il sangue del cuore di un animale ehe sta per morire di setticemia, sagrificato prima della sua morte, non sard per nulla virulento, quantunque sia estratto da un animale, gia putrido e virulento in parecchie parti estese del corpo, ed il microscopio non fara scorgere in detto sangue la presenza dei vibrioni settici; a fortiori, diciamo noi, non si dovranno trovare i vibrioni settici nel sangue del cuore dei cadaveri carbonchiosi, non ancora putridi. Ed in con-
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seguenza la nostra citazione , incriminata d'inesattezza, oltre di essere esatta nella forma e nella sostanza, e ancora conve-niente ed opportuna per l'obbietto, dal quale noi siamo stati indotti a farla. E noi manterremo una tale convlnzione fino a tanto ehe ci sara chiaramente dimostrato, ehe nei cadaveri car-bonchiosi, il cui sangue est imputrescible par lui-mSme, secondo I'asserzione dell'illustre Paster, i vibrioni settici trovano mezzi speciali di piü faeile e pronta locomozione ehe nei cadaveri degli animali moribondi di setticemia, ammazzati dalla mano deU'uomo, per recarsi dagli intestini nei sangue contenuto nei cuore;
4deg; Noi abbiamo fatta quella citazione, compreso 1'ultimo periodo ehe e state intralaseiato dall' illustre nostro avversario nella sua controcitazione, perche da essa appariva chiaramente ehe egli eonsiderava la mancanza dei vibrioni settici dal sangue del euore deH'animale affetto di setticemia, ueciso, quale indizio e ragione della non viruknza di esso; e per eio c' importava assai di valerci della sua autoritä per rändere piü convincente la dimostrazione ehe volevamo dare.
E giacche l'illuätre prof. Pasteur non si e peritato, a proposito di citazioni fatte da noi, di muoverci 1' accusa non meritata d'inesattezza usata da noi in quelle; noi, alia nostra volta, pigliamo l'oecasione favorevole ehe ci si porge per dolerei assai del con-tegno da lui tenuto verso di noi a proposito della pubblicazione fatta in Francia della nostra lettera (1) del 30 aprile p. p.
Noi non vogliamo togliere al nostro illustre oppositore I'il-lusione della completa rimeüa ehe gli abbia potuto arridere in
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(1) II professore Pasteur, dopo d'averci invitati, con sua lettera par-ticolare, a eorreggere gli errori ehe potessero essere occorsi nella tradu-zione. in francese della nostra risposta, stata da lui affidata a persona di sua confidenza, e di essere in ci6 stato da noi pienamente favorito, fece poi pubblicaro la detta nostra lettera senza tenere il menomo conto delle numerose, troppo numerose correzioni, ehe uoi dovemmo fare, allo scopo di far seomparire gli errori commessi dal traditore e non traduttore, come suol dirsi fra noi; errori gravissimi di senso, per cui vennero espresse nella versione francese, pubblicata nella Revue Scientifique, molte nostre idee in maniera diversa ed anche contraria a quelle ehe noi avevamo detto.
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questa discussione; ci asteniamo altresi daU'amareggiargli la dolce compiacenza da lui provata, quando dava ultimamente una prova novella dello sbaglio commesso dalla Commissione di Torino r pero non crediamo di scostarci dal vero, e neppure di man-cargli di rispetto, col manifestare 1' opinione, ehe la sua com-pleta riuscita trova qualche riscontro nella storica vittoria di Pirro; e coH'affermare ehe il preteso sbaglio della Commissione di Torino servi, piü ehe egli non potesse immaginare e preve-dere, a rondere palesi le non poche pecche de' suoi dogmi intorno alia setticemia ed alle attinenze di questa eol carbonehio. Quindi e ehe la discussione ehe ebbe luogo tra Lui e noi non riusci sterile ed inutile; e di ciö noi ei dichiariamo soddisfatti, perehe e stato raggiunto lo scope ehe noi ci eravamo proposti, ehe era quello della ricerca e della dimostrazione della verita, e della confutazione dell'errore.
Torino, addi 10 giugno 1883.
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La Commissione: Vallada, Bassi, Brusasco, Longo, Demarchi, Venüta.
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