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SULUINOCULAZIONE
QUAL MEZZÜ PUOIILATTICO
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letla alia Uegia Accademia medlco-chirurgica di Torino nelie sue adunanze del is uovembre e dt4 2 e 9 dicembre isöö
DAL DOTTOUE
icjviami ii¥Iäxis
Membro OR.DiN.vnro deli.a 'jedesima Accademia eCoreispos-
DRNTE DELLE ACCADEMIE MeDICUE J)I FerKAKA, MaRSIULIA,
Lione, Bordeaux, Toi.osa, Lilla , Dijon, Amiens, Dolai, (•and, daesda, vllna, ecc. ecc, della societa'imperiale e
CeNTRALE DI MeDICINA VETERINARIA DELLA FftANCIA, DELLA
Societa' Veteiiinaiua di J^iHifiÄA e.di molte altre Sociexa' Veierinarie eigt; AcuicoltfiiWiL? Europa.
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BIBUOTHEEK UNIVERSITE1T UTRECHT
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SIILL9 1K0CULAZI0KE
QUAL MEZZO PROFILATTICO
DELLA
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DEGL1 AMU ALI DELLA SPECIE BOVIM
RSIAZIOHI
lelta alia Regia Accademia medico-chirurgica di Torino nelle sue adunanze del 18 novembre e del 2 e 9 dicembre 1835
DAL DOTTORE
xnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;MAURIZIO REVIGLIO
MEMBRO OrDINARIO DEf.LA MBDESIMA ACCADEMIA E CoRRISFONDENTE DELLE
Accademie Mediciie di Ferrara , Marsiglia, Lione, Bordeaux , Toi/OSi, Lilla, Dijon, Awiens, Douai, Gand, Dresda , Vilna, ecc. ecc, della Societa' Imperiale e Centrale di Medicina Veterinaria della Francia, della Societa' Veteriharia di Londra e di molte altre Societa' Veterinarie ed Agricole dell' Europa.
TORINO
TIPOGRAFIA DI GICSBPPE CASSOKE
18S3
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ziotze, aeuamp;e/*v cne /a meaeutma venuJe afainAato ciAw. Aflt;€4fo //oJJWife neb juo {Itor/ia/e.
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JLa pleuropneumonia epizootlca, di cui di-
battesi presentemente con ardore fra gli scienziati la con-venienza o no dell'innesto, qual mezzo proGlaiiico, e una delle malattie ehe menarono e menano piü terribili stragi nel bestiarae bovino in raolte rcgioni deU'Euiopa. L'ltalia, la Francia, il Belgio, I'Olanda, I'lnghilterra, la Prussia, ecc. sono da piü o men lungo tempo devastate da questo flagello, il quale, eludendo le provvide misure dei governi, gli studii e le indagini delle persone dell'arte e deicorpiac-cademici, non ehe gli sforzi e 1laquo; vigili cure dei proprietarii, persiste in tnolti luoghi nella sua intensita, allargasi in altri, con immenso danuo e spesso eolla totale rovina dell'agricol-tore, e si ritiene generaltnenie, dopo il tlfb e le affezioni carboncolari, come la piü micidiale alia specie bovina.
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E dessa un' infiammazione di un corso di varia durata, cioe or rapido, or piu o meno lento, dislinta perciö in acuta, subacuta e cronica, dell'organo respiralotio , la quäle puö invadere i due lobi del polmone, la pleura e i Lroncbi, o limitarsi ad una porzione anche ristreua di un sol lobo.
Ma siccome questa malaltia occupa per lo piü il pol­mone e la pleura conlemporaneamente, !e si assegna per­ciö comunemeiUe la denominazione di peri pneumonia o pleuropneumonia; e perchela massima generalitadegliau-tori e concorde in disiinguerla dalla pleuropneumonia comane o sporadica, le si aggiungono i nomi di enzootica, cpizootica, contagiosa, interlobulare essudativa, ecc, se-condo la varia opinione degli autori iulorno alia sua natura e i diversi rispetli solle cui ciascuno la considera ; e fu anche delta Tplemoipneuwonw gangrenosa, carboncolare, ecc. in ragione delle sue lerminazioni o complicazioni, e finalmenle pneumosarcia ecc.
I polmoni delle besiie bovine, secondo I'osservazione ^ia da lungo tempo fatla da autori ledesclii e francesi, e confermata successivamente da tulli j^li oculati osservatori, si distinguono da quelli di tulli gli allri animali soprattulto per la straordinaria abbondanza del tessuto cellulare in­terlobulare ; e le principali alterazioni o prodotti patologici tnanifesti ncgli animali morti di pleuropneumonia epi-zoolica, sono: versamento per lo piü siero-aibuminoso nelle pleure, pseudomembrane di varia cousislenza, e piü specialmente poi quello stato del polmone indicato coi nomi di carnificazione o di epatizzazione marmoreggiata; nel quale stato quest'organo e screziato di varii colori, duro e resistente alia lacerazione, stridente al taglio, e su-pera quattro, cinque, sei e piu volte il peso dell'organo
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sano ; giacche, mentre esso in uua bestia bovina adulta non eccede nonnalmente il peso di tre chilogramini, in quelle perite vittima di tale morbo, od uccise perche ri-dotte agli eslremi, si trovo del peso di quindici, diciotto e perfino di venli chilogramtni.
Ma una cosi sensibile aherazione non vale a diradare la profonda oscurita ehe regna tultora sulla natura ed in-tnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; dole di questa maialtia ; dappoiche questi stessi caratteri
anatomici, sulle cui indicazioni i piü degli autori stabili-scono Taccennata difFerenza tra la pleuropneumonia epi-zoolica e la sporadica non sono lali da poter farvi sopra abbasianza sicuro fondamento, siccome dovuli forse piü alia notaia speciale organizzazione del polmone dei grossi ruminanti ehe non a specificita di malattia.
Tale infalii e il parere iroppo competente del chiaris-simo professore Delafond, il quale nel suo Trattato della malattia del grosso bestiame conosciuta sotto il nome di pevipneumonia contagiosa , cosi si esprime : laquo; .... Lappe e Dielerichs pubblicando ehe la pleuropneumonia era di natura specifica a cagione da un canto, della nalura par-ticolare dell'epatizzazione del polmone; daH'altro , della lendenza dell'organisino a deporre in quesla maialtia, piü ehe in ogni altra, una maieria plastica organizzabile, han commesso un errore in questo senso: ehe ralterazione cosi rimarchevole del polmone si connette colla slruuura tutta particolare di questo viscere nei grandi ruminanti, e ehe il deposito della linfa organizzabile e un fenomeno dovulo all'aumento della quantita normale della fibrina del sangue ehe manifeitasi nel corso di lulte le infiamma-zioni raquo;.
II medesimo professore ammettendo tultavia le due specie di pleuropneumonia; ne fa consistere I'essenziale
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diSerenza in do ehe quella di cui e caamp;o e capace di dar origine ad un virus alto a riprodurre in altri animali della medesima specie la medesima malatlia; e la presenza della epatizzazione marmoreggiata, delie pseudomembrane ecc. non sono per lui un indiziosufiicientedeU'esistenzadelta pleuropneumonia epizootica, se non ve ne concorrono insieme piü altri da lui menzionati nella precitata sua opera.
Manernmeno I'indole contagiosa della pleuropneumonia epizootica bovina e al di d'oggi oggetto fuor d'ogni contesta-zione; peroeche se autori in grandissimo numero V ammet-tono, altri furono e sono tuttavia di contraria opinione, fra i quali ullimi io godo di citare il nome del benernerito nostro concittadino, il prof. cav. Carlo Lesioua, i! quale, con varie sue dotte scritture, e specialmente col suo libro pubblicato uel 1856 e intitolato: Delia non esistenza del contagio nella peripneumonia delle bestie bovine, sostenne dictro molli argomenti ehe questa malatlia, la quale si ma-nifesta sovente sotlo forma epizootica per cause generali ehe operano tanto piu attivamente su molli animali sotto-posti ad un medesimo regime, quanto e maggiore in cia-scun di essi il grado di predisposizione speciale, non e di nalura contagiosa e solo puo esserlo accidenlalmente allor-che tende alia degenerazione gangrenosa ehe nella specie bovina e sempre accompagnala dallo sviluppo del princi-pio carbonchioso.
Egli e pertanto alle scopo di rischiarare in qualche punto la scienza riguardo a questa malatlia, cioe di farla meglio conoscere ne'suoi caratteri principali, e soprattutto di porvi argine con mezzi curativi o preservativi ehe Go-verni ed Accademie convennero nel divisamento di asse-gnare vistosi premii pecuniarii a pro degli autori di ulili
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relative scoperte, o quanto nieno delle migliori rnemorie su di tale argomento, come hannofauospecialmenteilGo-verno di Francia, le Societa centrali di agricoltura e di veterinaria del medesimo paese, e la Sociela d'agricoltura di Londra , ed ultimamente l'Tstituto Imperiale e Reale delle scieaze, lettere ed arli della Lombardia in favore deli'autore della miglior memoria sulF inoculazione della pleuropneutnonia epizootica.
II dottore in medicina Luigi Willems di Hasselt (Belgio) si e vantato autore della scoperta di un mezzo preservativo. Commosso egli principalmente delle gravi annue perdite ehe, per causa della pleuropneumonia epizootica, vedea dal 1836 in poisuccederlaquo; nelle stalle disuopadre, provvedute sempre di ottanta a centodieci bestie bovine, si diede, colla scorta dei lumi della da lui professata medicina umana, allo sludio di questa malattia, indagandone le varie fasi, la natura, le cause, i sintomi e la cura; tentö contro di essa varii medicamenti, fra cui afferma di avere trovato assai proficuo il solfuro nero di mercurio aecoppiato al ca-lomelano; ma, perebe gli animali soltoposti a questo ri-medio dimagravano rapidamente , ne piü si riavevano ehe dopo lunghissimo tempo, gli venne in mente, soggiunge egli, di ricorrere ad un mezzo profilaltico, quäl e l'inocu-lazione della stessa malattia agli animali sani.
E dopo di averlo sperimentato per piü di un anno nelle stalle di suo padre e di averne riconosciuta l'utilitä, non du-bitava d'inculcarlo con apposita memoria del 22 niarzo 1852 al Ministro dell' interno del Belgio, dal quäle, con successivo decreto del 3 aprile stess'anno, mandavasi ad una speciale commissione di sottoporre a decisive indagini il ritrovato del dottore Willems e di accertarne il valore.
Altre sirnili delegazioni furono quindi create, dai Go-
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verni in ispecie, perche avessero ad esaminare il proposto metodo preservativo. Cosl il Governo d'Olanda, con de-crelo del 17 aprile 1832, affido ana lale missione al corpo insegnante della scuola veterinaria di Utrecht, per cui il direttore signor Wellemberg e il professore Jennes reca-ronsi tosto nel Belgio ad esaminare sul luogo il pro-cesso e 1' utilita di esso metodo, onde ripeterne poscia in Olanda la prova sperimenlale. II Governo di Prussia, con decreto ministeriale del 2(i agosto 18o2, ordinö al dottore Ulrich, professore di agricoltura a Moeglin, di trasferirsi a Colonia , dove il mplodo inoculativo era messo in pratica dal dottore De Saive, e di osservarne e raccoglierne i ri-sultamenli. In Inghilterra , dietro una lettera del niese di giugno 1852 di S. A. R. il principe Alberto alia R. Society d'agricoltura, con cui accennavasi alia pratica deirinocu-lazione, venne dalla Societa medesima, in una delle sue adunanze del seguente inese di luglio, incaricato il signor Simonds, professore alia scuola veterinaria di Loudra, di fare quei passi ehe avrebbe creduto necessarii a rischiarare I'argomento. Al quale incarico I'illustre professore rispose con recarsi tosto nel Belgio, ove, raccoltecon diligenza tutte le possibili osservazioni, queste consegno ed espose in un suo primo rapporto alia Societa predetta. Dopo di ehe ven-negli dalla stessa Societa R. d'agricollura di Londra asse-gnato per le relative sperienze un cenlinaio di animali bo-vini stati generosamente offerti a tale scopo dal signor Paget di Ruddington. Dalla Francia si trasferi pure ad Hasselt il signor Lefour ispetlore generale d'agricollura; ma sic-come dal ministero d'agricollura e di commercio era gia stata fino dal ISoO nominata, per lo siudio della pleu-ropneumonia, una commissione permanente composta del celebre Magendie presidente, del signor Yvart ispetlore
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delle scuole veterinatie della Francis, del direttore e dei professori della scuola veterinaria d'Alfort e di altri perso-naggi eininenti per fama, per merilo e per dotlrina, que-sla commissione aveudo gia prima della pubblicezionc della metuoria del sig. Willems intraprese sperienze sul-I'inoculazione , punto non intermise per siffalta concor-renza i suoi studii e le sue sperimentazioni.
Ohre alle sin qui delte furono delegate a procedere al medesimo esame altre commissioni ancora, fra cui anno-verasi quella mista della Societa cenirale di inedicina e del comizio agricolo del Nord della Francia, quella della Sociela agricola di Ober-Bamein, alcune dell'Italia , ecc.
II chiarissimo doltore Ludovico Ponza di Candia Lo-rnellina, appena ebbe contezza delio scritlo puLblicalo dal medico belga e della parte die varii Governi vi prende-vano, bramoso di veder estesi alia sua provincia , desolata essa pure da gran tempo dalla funesta malattia, i benefizii sperali dall'inoculazione della medesima, fece un sunio di tale scritto arricchendolo anche di proprie osservazioni, e lo presemö alia Sociela agraria Lomellina , la quale, accol-tolo favorevolmente, nominava anch'essa una commissione onde valutare I' importanza del metodo preconizzato dal dottore Willems.
II prelodato dottore Ponza faceva intanto premuroso omaggio a questa R. Accademia dell'indicalo suo sunto , e in questa circostanza appunto piacque a Voi, Chiarissimi Sigtiori, commettermi d' indagare i progressi e i risultati della teoria e della pratica della pneumonizzazione od ino-culazione anlipleuropneumonica bovina e di farvene poscia im ragionato ragguaglio.
Al quale onorevole mandato oggi adempiendo, io vengo a presentarvi questa mia, il piu possibile , compendiata
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relazione, in cui duolmi di non poter per anco registrare il risultato dei lavori della mentovata grande comnnissione di Parigi perche non ancora pubblicato.
Prima pero di entrare nel merito intrinseco della qui-stione, non essendo a cio ristrelto I'afEdatomi assunto , a me parve non isconvenienle ed anzi opportuno a rendere in certo modo piü compiuta la prescrittami relazione , di toccar brevemenie, anche pel necessario nesso logico delle idee, qualche generalita relativa, cioe le applicazioni ehe gia ebbe l'inoculazione nella medicina veterinaria, alcune questioni di priorita elevatesi sulla scoperta d'inoculare gli animali per difenderli dall'invasione della pleuropneumo-nia, e i principali processi o inetodi operalivi a tal fine piü couosciuti; ond' e ehe il mio lavoro mi venne disiinto nei seguenti articoli:
ARTICOLO I.
APPL1CAZIONE DELL* INOCULAZI0NE NELLA MEDICINA DEGLI ANIMALI DOMESTICI.
L' idea di applicar 1' inoculazione agli auimali bruti per proteggerli contro 1'influenza di malattie epizootiche e contagiose risale a ben oltre un secolo addielro. Mafino a Schwencke, Dodson, Bensley, ecc, non pare ehe echeg-giasse nel pubblico. Layard stampo nel 1757 un opuscolo nel quale egli accenna a relative sperimentazioni da lui medesimo instiluite, e raccomanda vivauaenle un tal mezzo profilatlico nello scope di frenare una malattiamicidialeche distruggeva in Inghilterra un immense numero di cavalli e di bestie bovine.
SifiFatti tentalivi furono successivamente rinnovati da
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Camper sopra una grande scala , e coraggiosamente per piü anni di seguito in occasione di una malattia ehe im-perversava in Olanda fra gli armenti bovini, e cui quot;Vicq-d'Azir, alia descrizione fattane da Munnichs, ad onta di al-cuni sintomi speciali attribuibili a circostanze locali ed all'umidita del clima olandese, riconobbe qualche tempo dopo identica col tifo , anche detto pel paese d' origine nel 1811 bosungarico , od altrimenti epizoozia o peste bosungarica, e resosi d'allora in poi piü volte cosi mici-diale alle bestie bovine in Francia, nel nostro Picmonte e i n altre regioni dell' Europa.
Collo stesso ardore di Camper e Munnichs continua-rono per alcuni anni i medesimi sperimenti Van Doevren, Grashuis e Sandifort in Olanda, Claus Detlof nel Meclem-burgo, Witer ed altri in Danimarca, il giä citato Vicq-d'Azir in Francia, ecc.
Ma I'inoculazione nel tifo bovino, avendo avuto risulta-menti allrettanto e forse piü funesti della malattia natu-rale, era giä stata fin dal 1776 poco meno ehe pienaraente condannata dallo stesso Vicq-d'Azir in un rappono ch'egli ne faceva alia Societä R. di medicina di Parigi sotto il ti-tolo di: Esame imparziale dei vantaggi ehe Vinoculazione ha prodotto in Olanda e di quelli ehe se nepossono atten-dere in Francia, come lo fu poscia fra noi dal 1'illustre professore Buniva, il quale in una sua memoria intorno alia stessa malattia scriveva: laquo; Alcuni non abbastanza per-suasi dell'insuccesso delle sperienze di Schwencke, di La-yard, di Zannoni, di Fantini e di molti altri, proposero la pratica dell' inoculazione; ma dopo essermi penetrato dei principii tralti dalla dissertazione di Vicq-d'Azir sopra quest'oggetto, inserita nei volumi della SocietaR. di medi­cina di Parigi, io venni a capo di arrestare un progetto ehe
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mi pareva contrario agl'interessi della nazione raquo; ; e in altra successiva sua memoria lelta nel t798 alia Sociela d'agri-coltura di Torino dichiaravasi di bei nuovo contro il sistema deU'inoculazione laquo;con tanto maggior confidenza, dic'egli, in quanto ehe trovasi pur dello stesso avviso il celebre Brugnone direuore della scuola veterinaria raquo;; e varii lustri dopo il sommo Hurtrel d'Arboval nell'accura-lissiaio sue Dizionario di medicina, chirurgia ed igiene veterinaria, parlando dell'istessa malattia , cioe del tifo bovino, e della pretesa analogia ehe qualcheduno ha cre-duto esistere tra quest' affezione rnorbosa ed il vaiuolo , comincia ad avvertire ehe ben di rada sviluppasi durante il corso di tale malallia un'eruzione pustolosa, la quale sarebbe nel case nnlla piü ehe nn epifenomeno, e ehe, quando I'inoculazione parve seguita da qualehe vantaggio^ egli era perche la malattia gia piu o meno antica in uu dato paese diminuiva d'intensila per la propria sua durata e naturalmente tendeva a seomparire : sentenzia quindi senza esitazione ehe: laquo; questo mezzo vuol essere riget-tato, perehe genera una malattia aitrettanto micidiale quanto quella contro cui si adopera, e perehe tende a favorire la propagazione del male, a perpetuarlo e ad acerescerne la mortalita invece di diminuirla raquo;.
Cio non ostante I'inoculazione fu in diversi tempi estesa in veterinaria a piü altre malattie.
Non parlo deU'inoculazione della pellagra pratieala ai suoi tempi dal gia citato professore Buniva su' buoi e su altri anirnali, ne di quelle state istilüite a riguardo della morva e di altre malattie , ne infine di quelle tentate dal professore Toggia sul bestiame bovino nei casi di retroces-sione della suddetta affezione cutanea, perehe tulte quesle inoculazioni erano dirette ad uno scopo diverso da quello ehe si propone I'inoculazione profilattica.
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Inlorno alia quale soltanto versando la presente rela-zione, diro ch'essa, fin da quando era in voga 1'inocula-zione nel tifo bovino , fu da Bourgelat applicala al farcino. Un' allra malailia poi , di cui si tenlo spesso di prevenir coll'inneslo la nalurale intensita, si e il cimurro dei pu-ledti (gourme dei francesi). Infaili Prosser chirurgo in-giese in un suo opuscolo starapato nel 1787 insisle suU'ino-culazione di questraquo; malattia e ne commenda 1' uiilita. White nel suo Trattato di medicina veterinaria (torn. 1 e 3) loda pure una tal pratica e crede anzi ehe, usata nei puledri, all'eta princlpalmente di un anno, valga non solo a procurar lore un cimurro benigno ehe tiene le veci del nalurale talvolta non esente da piü o nieno trisli conseguenze, ma anche a preservarli dal moccio o morva, come rilevasi da varii squarci della rnentovata sua opera e in ispecie dalseguente: laquo;Per tal modo, egli scrive, la co-stiluzione del cavallo verrä ad essere efficacemente assicu-rata si dallo slranguglione (o cimurro) ehe dalla glandula (o morva) raquo;.
Fra varii allri ancora il dottore Sacco nel suo Trattato sulla vaccinazione slampato a Milauo nel 1809, ed in allre analoghe sue memorie, dietro a numerose sperienze amp;o-stiene ehe tale innesto praticato nei puledri valga a gua-rentirli dallo sviluppo della malattia nalurale; e mostrasi tanto piü sicuro nel suo avviso, in quanto ehe, dic'egli, la stessa materia atta a svolgere il cimurro artificiale benigno con un primo innesto, rimane senz'effetto sui gia innesiati.
Ognun sa fmalmente ehe il signor Toggia figlio, nella sua dimora per lo spazio di sette anni qual Vftterinario della R. razza dei cavalli a Chivasso, rinnovö le medesime sperienze sopra un considerevole numero di puledri en-tro e fuori dello stabilimento, e nel 1826 mandavane alle
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stampe i risultamerui, concliiudcndo clie laquo; rinnesto del cimurro puo risguardarsi quäl sicuro preservativo di tal morbo, come il vaccino lo e del vaiuolo raquo;; e benche questa conclusione de! Toggia non sia scevra da qualche inesaltezza, il fatto si e perö ehe fu praticalo l'innesto di questa malattia onde ottenerla coll'arte d'un caraltere piü beaigno della naturale.
Si cerco anche in un tempo d'inoculare i maiali onde preservarli dalle conseguenze annesse allo sviluppo natu­rale di un' affezione cutanea simile al vaiuolo (swine-pox degl'inglesi); i polli d'India, a scanso di quelle di un'altra affezione della pelle riconosciula epizootica da ßrugnone e da altri ecc.; ma fra tutte le malattie nelle quali fu al medesimo scopo pralicala Tinoculazione, il finor da nie non accennato vaiuolo pecorino oschiavina (clavelee dei fraraquo;-cesi) e quella ehe piü di iutle ne comprovo coslante-mente l'utilita.
Pero se non e dei nostri tempi l'introduzione dell'innesio nella medicina degli animali domeslici, puo solo, se vuolsi chiamarsi recente e nuova l'applicazione fattane alia pleu-ropneumonia bovina.
ARTICOLO II.
A CHI SPETTA LA PRIORITa'
DELL 1NOCULAZIONE ANT1PLEÜROPNEUMONICA
DEGLI AMMALI BOVINX,
11 dottore Willems nelle sue pubblicazioni sulla pleuro-pneumonia epizootica del besliame arrogasi la scoperla della relativa sua inoculazioue; ma noi sappiamo ehe si{-fatta operazione era gia stata fin dagli ultimi luslri dello
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scorso secolo suggerita, e nel 1793 disapprovaia dall'IIIu-stre prof. Toggia, il quale la giudico sconveniente nella pleuropneumonia anche per la sua inefficacia nel tifo bovino.
La stessa priorita fu pure contrastata al Willems da un medico olandese, il dolt. Donkersloot, da un certo Ype Bouwes di Ringnalda, possessore a Doersum (provincia di Frisia), da un velerinario franeese, il sig. Anjnere Pairot-terierie, e finalmente da altro medico, il doiloreDeSaive, professore e direttore di una scuola veterinaria stabilitasi nel 1835 a Liegi.
II primo di essi, cioe il dottore Donkersloot, dice ehe ollre all'aver da lungo tempo concepito I'idea di premu-nire in tal guisa gli animali bovini daH'influsso epizootico, I'avea pure partecipata a diversi proprietarii di bestiame e ad un membro della Commissione provincials di agricol-tura di Utrecht e postala egli stesso in pratica; ma le re­lative sue sperienze sono pochissime, ne di data anteriore od auche solo contemporanea a quella del dottore Willems, la prima avendo avuto luogo soltanlo nel mese di maggio 18o2 nelle stalle del signor Hardenbroek.
II secondo dei pretendenti,Ype Bouwes, autenticherebbe la sua anteriorita con un esteso rapporto da lui indirizzato nell'aprile del 1851 al consiglio provinciale di Frisia, e nel quale, all'oggetto di far abbandonare la pratica quivi invalsa di uccidere gli animali affelti dalla pleuropneu­monia epizootica, espone ch'egli fin dal 1849 aveva intra-preso lo sperimento dell'inoculazione, indicando le stalle nelle quali appunto avea procedulo a quest'operazione, ed aggiungendo che,sebbene gli animali avessero sofferlo assai per la medesima, tutti perö guarirono e si conservarono dappoi immuni dall'influsso pleuropneumonico.
II terzo, il signor Pairolterie, appoggierebbe le sue pre-
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lese ad una sua dissertazione presenlata nel 1846 in oc-casione di im concorso aperto dalla Societa cenlrale di medicina velerinaria della Francia, nella quäle e^ü ac-cenna all inoculazione come preservatrice della pleuro-pneumonia e adduce alcuni falti o sperimenti in conferma.
Egli poi piu espressameme rivendico a se la priorita sul doltore Willems della della scoperla con una sua lellera indirizzata all'esiensore-capo del Recueil de midecine ve-terinaire, il professore Enrico Bouley, dal quäle pero gli venne assennatamente risposto ehe, riguardando egli nella precilala sua roemoria l'innesto come preservalivo nel pe-riodo d'incubazione, menlre il dotier Willems lo applica alle beslie riconosciute pienamenle sane per irasmeltere loro una malailia eslerna benigna onde preservarle dal-l'invasione della malailia sponianea, liavvi percio una fon-damentale difiFerenza fra i due meiodi, e i loro aulori ser-bano eiaseuno illeso il proprio dirillo.
Di mollo peso sarebbe sibbene il riebiarno di priorila per pane del dollore De Saivc. Assevera quesiiformalmente in due opuscoli suirinoculazione della pleuropneumonia bovina, slampati il primo a Colonia nel 1852 e il se-condo a Parigi nel correnle anno, d'avcr egli fino dal 1855 nellc sue pubbliche lezioni insegnalo ehe in una ma­lailia come quesia, sempre ad un cerlo grado incurabile, uuti gli sforzi della scienza dovevano tendere a preve-nirla, e ehe [inoculazione sembravagli il mezzo a cio piu razionale. Dice di averne falla egli siesso fin dall'anno 1836 l'applicazione sollo gli occhi del doltore Lombard, professore all'universiia di Liegi: di aver quindi rinnovale in ogni opportuna occasione le relative sperienze nelle quali, tultoche non sempre coronate da bnon esito, egli perdurava tultavia persuaso di non isbagliarla.
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Narra poi ancora come di queste sue sperienze egli ne rendeva nel 1843 partecipe il Minisiro dell'iuteruo del Belgio, da cui venivagli risposio con dispaccio del lo raquo;nag-gio stesso anno; ehe, volendo poi assicurarsi se gia da ahri questo mezzo profilaltico fosse state immaginalo e messo in pratica, egli aveva nel 1847 posto a disposizione del Go-verno belgico la somma di trecento franchi in favore della miglior memoria sulla pleuropnemnonia del besiiame e sui mezzi di antivenirla; offerta ehe fu dal Governo acceltata coll'aggiunta di altreltale, purche ne fosse giudice I'Acca-demia R. di raedicina del Belgio, e le concorrenti memorie fossero a questa inviate avanii ii 1deg; di aprile del 1849; e ehe finalmente, irovandosi ad Hasselt il 16 febbraio del 1851, ebb'egli stesso a proporre al dottore Willems, onde arreslare i progressi dell'epizoozia peripneumonica, di ri-eorrere aU'inoculazione; al qnal proposito egli si esprime in questi precisi termini: laquo;II 10 febbraio 1851, accom-pagnato dal sigiior Maris veterinario distintissimo e circon-dalo di una meritata considerazione in Hasselt, io mi reeai aU'abitazione del signer Vanvinkeroy, distillatore, dove re-gnava Tepizoozia c vi mieteva cosl numerose vittime, ehe il medesimo avea preso il partite di sostituire alle sue be-stie bovine maiali pel consume degli avanzi della dislilla-zione del ginepro.
laquo; Io visitai pure I'antice mio co'lega del Consiglio Supe-riore d'Agricollura, il signer Willems padre, il quale mi presento uno de' suoi figli, dottore in medicina.
laquo; Noi abbiamo pereorso insieme le stalle del sig. Wil­lems, dove molti buoi trovavansi affetli dalla pleuropneu-monia. La conversazione s'aggiro priucipalmente su questa lerribile malaltia , sulle patologiche lesioni ehe la caratle-rizzano, suU'impotenza deU'arte a guarirla. Si fu durante
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cjuesta visiia ch'io died! il consiglio al dottore Willems di sperimentare 1'inoculazione per prevenire tal flagello , e gli dissi ehe da molto tempo io m'era occupato di siffalta questione, e ch'io era convinto ehe linoculazione era il preservativo per eccellenza di questo rnicidial morbo. II signor Willems figlio presto grande attenzione alle mie parole, mi fece alcime osservazioni alle quali io risposi senza riserva, senza sospetto o diffidenza, forlunalo di tro-vare chi mettesse i miei consigli alia prova nella dominante epizoozia, istituisse nuove sperienze, e mi ragguagliasse dei risultamenti raquo;.
II dottore De Saire chiama quindi il Willems plagiario ed usurpatore ; ed infatti le sperienze di quest'ultimo sono posteriori al IGfebbraio 18ol, ecceltuatene solo due, I'una delle quali, sopra tre conigli, si fa dal medesimo risalire al 10 dello stesso mese di febbraio, e la seconda, sopra tre altri conigli, porta la data di un mese e mezzo prima, ossia del 28 dicembre 1850.
Non tacero fmalmente ehe le sperienze suH'inoculazione profilatlica della pleuropneumonia bovina instituite dalla Gommissione permanente di Parigi nominata nel ISoO, essendo stale coatemporanee, se non anterior!, a quelle del dottore Willems, la medesiina Gommissione, o chi per essa, ha pur credmo bene di fame cenno nel fascicolo di maggio 1832 del Recueil de medecine vdterinaire.
Seppero il fin qui detto militar sembra contro la pretesa del dott. Willems d'esser egli I'autore della scoperta del mezzo profdattieo in discorso, rimane cionullameno al me­desimo incontrastabile il merito, non solo di assidui studii e di perseverante sperimentazione, ma anche della prima spinta a varii Governi ehe se ne occuparono altivamenle, e promossero con luui i mezziche polevano essere a loro dispo-
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sizione, presso i corpi scientifici e le persone dell'arte la solnzione di un problema ehe interessa in eminente grado 1'industria agricola e la medicina in generale e riuscirebbe per questi due versi di grande benefizio aU'umaniia.
AHTICOLO III.
processi d'inoculazione
usati nblla. plevropneumonia epizootica
degli animali bovini.
Varii sono i metodi o processi d'inoculazione a tal uopo seguiti. Quelle del dotlore Willems consisie neH'inlrodurre, mediante una grande lancetta o scalpello bitagliente, all'e-stremita della coda, due o tre goccie del liquide spumoso (formato apparentemenie da una mescolanza di siero, di muco e di sangue) e ottenuto premendo il polmone di animali affeili ed uccisi nel primo o lutt'al piü nel secondo periodo di malallia, oppure morti in conseguenza della medesima, scegliendo, soprauutlo in quest'ullimo case, la parte ineno degeneraia del polmone, ossia quella ehe an-cor contiene del sangue, e facendo girare nella ferita lo scalpello in modo ehe siavi sicurezza della penelrazioue della malaria inoculativa nel tessuto inciso.
A questo liquido il signer Willems sosiituisce anche le trassudazioni della parte inoculata ed ahre materie dotate secendo lui della medesima proprieta del liquido euenuto direttamente dal polmone.
II signer Maris veterinario del Governo e membro della Commissione locale di Hasselt si serve per le inoculazioni sia del liquide poltnonare, come il signer Willems, sia anche delle trassudazioni delle parti innestate.
II dotlore Donkersloot pralica I'inoculazione facendo
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peuetrare soito la pelle della coda degli aniiuali saul una parlicella di tessuto polmonare delle bovine niorte della malattia. Ype Bouwes limitasi ad insinuare solio la pelle delle orecchie un filo di cotone imbevulo del muco nasale degli animali malaii, e il signor Pairollerie passa nella gio-gaia una miccia intrisa in essenza di trementina mediante im ago intinlo nel sangue di animali bovlni affelti dalla plenropneuinonia.
Questi ulliini Ire melodi parendomi praticati a caso e quasi a tenlone, cioe quäl piü quäl meno senza cognizione di causa, io gli accenno di volo e passo a quelle del signor De Saive.
II quäl melodo differisce sosianzialmenle da quello del doitore Willems in quanto ehe il dotlore De Saive e d'av-viso ehe il liquido inoculato dal Willems sia una dannosa mescolanza di fluido virulenio e di materia piü o meno alterata dalla malallia.
Egli crede inoltre ehe esista veramente nel pohnone di un animale affetto dalla pleuropneumonia un virus coi suoi caratteri dislinlivi, colla sua propria maniera di ope-rare, ma ehe questo non si possa oltenere comprimendo a caso una parte del polmone; e cio esser quanto il signor Willems non sa e non ha compreso nella conferenza seco lui avuta in Uasselt il IG febbraio 1851.
Avverle iufinc il doli. De Saive ehe, essendo egli stalo leso ne'suoi diriiti di priorila sulla scoperta dell'inoculazione profilattica della pleuropneumonia, per non pregiudicarsi maggiormente, irovasi costretlo a conservare il segreto sul modo di estrarre e di purificare il virus pneumonico dai prineipii ehe ne compromettono 1' efficacia, e ch'egli ne ri-serba la pubblicazione a lempo opporluno, avendo percio deposiiatosolto suggello i relalivi ragguagli all'Istituto di
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Francia, aU'Accademia B. della scienze mediche di Berlino e a piu altre Accademie.
Siffaite inoculazioni profilauiche furono anche praticaie alia base della coda, alia yiogaia, alle spalle ed al ^arrese; ma avendo I'esperienza dimosiraio ehe 1'operazione su queste parti e assai piü sovente pericolosa e funesla, si e generalinenic data la preferenza all'estremitä della coda.
Pero il doltore De Saive asserisce ehe da quando egli e pervemno a trovare il virus genuino, egli inocula da per tutto, e ehe sono per lui eonsiderazioni praliche soltanto quelle the determinano la convenienza dell'una o dell'altra delle sunnoininate parti per I'introduziotie del virus.
Ma supponendo anche per ora la reale esislenza di que-sio virus, se si considera tuttavia da una pane ehe i vi­rus sono malerieimperceltibili, ehe la loro essenza efin qui sfuggila ad ogni osservazione, ad ogni analisi e ehe nis-suno mai pervenne a separarli dai loro veicoli natural!; e se si considerano per altra parte i funesti risultati, i disastri ehe a questo preteso virus maneggiato dal signer De Saive lennerodietro l'anno scorso in Älleraagna e nell'anno cor-rente in Francia, si potra quindi fare stima della fiducia ehe meritar si possa il vanlato segreto di questo sperimen-tatore; e per lutta prova basti quanto ne disse il professore Enrico Bouley nel Journal d'agriculture pratique dal quale io tolgo il seguente squarcio: raquo; .... Bisulla dai riscontri daii alia socielk (imperialc e centrale diraedicina veterinaria) da quesii due veterinarii (i signori Proud-homme e S. Bouley) ehe 1'inoculazione praticata alia giogaia, secondo il processo segreto di quelli ehe si sono fatti i propagator! di questo metodo ad uno scope ehe neu e forse abbasiaiua qucllo dcll'inleresse della scienza e del-
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I'agricoltura, fu seguito da accidend gravi, sovente mortali sopra un gran numero di soggetli soitomessi a quest'espe-rienza, e ehe persino gravi azionid'indennila furonolnten-taie contro gl'inoculantidagli allevatori di bestiame delusi nelle loro speranze e non poco danneggiati per le perdite sofferie in conseguenza deU'inoculazione.....raquo;
ARTICOLO IV.
VALORE SCIENTIFICO E PRATICO
DEu/lNOCULAZIONE PROFILATTICA DELLA FLEUROPNEUMONIA
EPIZOOTICA DEGLI ANIMALI BOVINI.
Ma la priorita dell'lnvenzione e un merilo illusorio se non e provata l'utilita e l'efficacia della medesima. La quesiione a tal riguardo pende tuttavia indeeisa fra gli scienziati; ed io verro esponendovene, Onorevoli Signori, brevemente e fedelmente lo stalo, tenendo ugual conto deile ragioni hinc inde addotte e favorevoli e comrarie al sistema deU'inoculazione anzidetta, affinche non si giudichi se non come richiedesi per una ponderata senienza, utra-que parte audita et tola causa bene perspecta.
Le prime sperienze del dottore Willems sull'inoculazione della pleuropneumonia furono da lui istiluite ad insapula del pubblico e segretamente nelle stalle di suo padre, e la massima parte durante ranno 1831; ma presero poi una estensione grandissima dopo divulgalasi la raemoria da lui indirilta il 22 marzo 1852 al Ministro dell'interno del Belgio.
Tre prlncipali ragioni, dice il dottore Willems, lo deter-minarono ad intraprendere lo speriraenlo deU'inoculazione, cioe:
1.deg; II desiderio di chiarire la contagione della malat-
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tia ammessa dagli uni, negata dagli altri, e I'esser egli stato tratto a dubitare di tale contagiosilä dalle sperienze ne­gative di Dieterichs ed incerle di Vix.
2.deg; La considerazione ehe nella medicina utnana si ricorre con tanto vantaggio all' inoculazione di malaltie epidemiche e contagiose.
3.deg; L'osservazione costantemente da lui falta e da celebri autori eonfermata, ehe la pleuropneumonia, a guisa del vaiuolo nella specie umana c del tifo nella specie bo-vina (salve alcune ben rare eccezioni), non assale ehe una sola volta lo stesso individuo nel corso della sua vita.
Per assicurarsi quindi viemmeglio della conlagiosita di questa malatlia, del suo autidoto nella previa inoculazione del virus e della sede di qnesto, egli diyenne alle molte ingegnose sperienze registrate nella suddetta sua memoria e per esse alle conclusioni seguenti:
laquo; 1.deg; La pleuropneumonia non e contagiosa pel falto dell'inoculazione del sangue e di altre materie prese da animali infetli ed innestate ai sani.
laquo; 2.quot; Col metodo da me impiegato cento otto bestie sono state preservaie dalla pleuropneumonia, menlre di cinquanta non inoculate poste nelle medesirue stalle di-ciassette hanno conlralta la malattia; ed oggi il male e bandito dalle nostre stalle ehe non ne furono mai esenti dal 1850 in poi.
laquo; 3.quot; L' inoculazione della malaltia medesima fatla nel modo da me descritto, abbia essa o non dato luogo a ruanifestazioni morbose apparenti, non manca tultavia di preservar gli animali operati dalla pleuropneumonia.
laquo; 4.deg; II sangue ed il liquido sieroso e spumoso spre-muti dal polmone di animali infermi al primo periodo di pleuropneumonia e la raaierla piu conveniente per I'ino-cuiauone.
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laquo; 3.deg; L'inoculazione del virus dura da dieci giorni fino ad un mcse prima di manifestarsi con sintorni sensibili.
laquo;6.deg; La materia ehe serve all'inoculazione non ha piü verun effeito in generale sugli animali giä siaii inocu-lati o ehe hanno avulo la malatlia spontanea.
laquo;7.quot; L' animale inoculalo affionta impuneniente le influenze epizootiche, e s'impingua meglio e piü rapida-mente di quelli ehe si trovano eon lui nello siesso am-biente eche non furono inoculati.
laquo; 8.deg; L'inoculazione dee essere falta con prudenza e circospezione di preferenza sopra anirnali magri; e verso il decinio giorno dopo I'operazione giova amminisirar loro un purganle salino da ripetersi all'uopo.
u 9.quot; Inoculando la pleuropneumonia creasi una malattia nuova, si localizza in certo modo all'esierno I'af-fezione del polmone con lulti i suoi caralteri pariicolari.
laquo; 10.deg; II virus raccollo su buoi pneuaiouici ha qual-che cosa di affatto speeifico; non e simile nella sua essenza a qualunque allro virus ; la razza bovina sola ne prova gli effetti, mentre tulti gli altri auimali di razze differenli ino­culati allo stesso modo e cogli stessi umori ne rimangono illesi raquo;.
Or io a queste ragioni e a questi risultali degli speri-menti del dotiere Willems verrodi mano in mano contrap-ponendo alcune osservazioni ehe la scienza e la verita mi hanno suggerite.
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29 RAGIONE I.
La prima delle suddetle ragioni fu ildesiderio di chia-rire la contagione delta malattia ammessa dagli uni, ne-gata dagli altri, e Vesser egli stato tratto a duhitare di tale contagiosith dalle sperienze negative di Dieterichs ed incerte di Fix.
OSSERVAZIONI IN PR0P0S1T0.
Ella e infalti condizione rigorosa e sine qua non, per-che I'inoculazione nel senso dell'autore produr possa un effetto preservative), ehe la malallia da combattersi in tal modo sia d'indole conlagiosa.
II doltore Willems non procede pero qui, a mioavviso, a tutlo rigor di logica. Egli diee d'essere stato tratto a dubitare delta conlagiosita delta malattia dai jisultati delte sperienze di Dieterichs e di Vioc: Soggiunge la questione deltinocutazione non essere ancora risolta, la Commissione franeese aver inirapreso una serie di espe-rienze per verificare se la plenropneumonia puo essere trasmessa per mezzo deH'moculazioue del sangne e di eerli prodolli di secrezione provenienti da animali infermi, ed
innesiali su animali sani;......aver egli pero studiata la
questione dettinoculazione in tulte le sue particolarita ed averla risolta; e con cio la finisce e passa ohre senz'ac-cennar ne quando ne come egli I'abbia risolta.
Scendendo poi a'corollarii egli stabilisce col primo di essi ehe la pteuropneumonia non e conlagiosa per Vino-culazione del sangue ecc.
Colle quali espressioni, s'egli non ripeiesse ad ogni Iratlo nei suoi ragionamenti la parola virus, egli lascierebbe a dubitare se la malattia in discorso sia o non sia secondo lui conlagiosa.
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Quindi giä ii dottor De Saive, nel suo ultimo opuscolo sull'moculazione (De Pinoculation du betail ecc), chia-mando tortuoso siffalto linguaggio, fa le seguenti domande: laquo; Come! La pleuropneumonia non e contagiosa, ed il sig. Willems inocula il liquido spremuto dai polmoni malati? A quale scopo serves! egli del virus pneumonico? Perche non prend'egli la materia d'inoculazione sopra animali sani? Ha egli, il sig. Willems, obbliato cio ehe lia scritto in proposito delle sue ricerclie microscopiche ? raquo;
Ad onta di quest'imbroglio d'idee e di proposizioni non treppe fra loro d'accordo, mi parve tuttavia, analizzando attentamente questo passo del dottore Willems e confron-tandolo col rimanente della sua memoria, di poterne ri-cavare i seguenti teoremi, cioe: 1.deg; esistere nel polmone affeito dalla pleuropneumonia il virus rigeneralore del morbo; 2.deg; oltenersi questo virus spremendo il polmone medesimo; 5.deg; non propagarsi la pleuropneumonia coll'in-nesto del delto virus agli animali sani; 4.deg; provocarsi pero al luogo dell'innesto una malaltia locale coi caratteri spe­cific! della pleuropneumonia, ehe tiene le veci di questa e ehe vale, quanto se dai medesimi sofferta naluralmente, a preservar gli animali dalla sua invasione. Cio stante egli crede risolta pienamente la queslione deH'inoculazione.
Ma senza entrare nella discussione della contagiosita o non della pleuropneumonia, essendo questo un punto lul-tora problematico ed estraneo al fine della presente mia relazioue, diro cio non di meno, appoggiato alle sperienze da molli dotti instituile anche assai prima di quelle del dottore Willems, ch'io porto da lunga pezza opinione die qualunque altro esser possa il modo di trasmissibilila della pleuropneumonia epizootica, I'inoculazione della saliva, del müco nasale, del sangue e della slessa materia polmo-
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torts di änimali affctli dalla malaltia , non e atta a propa-garla agli animali sani.
Ne sarebbe percio que-stfi upa novita nella scienza. Cosi
il citato professore Dielerichs, in una sua tnemoria indiriB-zata giäda un pezzo allaSocielä centrale d'agricoiluradella Francia ed in allre posteriori sue pubblicazioni, confessa ingenuamenle la cosiante vanita de' suoi sperimenti a tale riguardo. Egli prese dello scolo purulento dalle narici di animali affetti dalla pleuropneumonia e prossimi a soc-combere e lo sperimento sepra nove animali deH'eta dai tre a'sei anni e coraprati neH'Oldemburgo. Tre di quest! animali furono inoculati alle narici con incisioni sulla membrana piiuitaria del setto nasale, e gli aliri sei alia giogaia ed alle spalle per mezzo disetoni formati lt;li miccie inlrisedellamaleria suddetta. Gli animali inoculati alle na­rici nulla soffersero e tre giorni dopo non presentavano pin ehe un leggier rossoreal luogo deirinnesto, cneglialtri sei si rnanifestarono fenomeni morbosi locali e generali, e spe-cialrnenle la parte inoculata si tumefece, s'infiamrno, passo quindi alia suppurazione; ma con essa si dileguarono tuiti gl'mdicati fenomeni, non avendo piü i detti animali, ehe dal Dieterichs furono percio tenuti d'occhio per cinque o sei settimane, dato alcun nuovo segno di malattia.
Molle altre sperienze hanuo dato il medesimo risulta-mento. Veith , antico direttore della scuola veterinaria di quot;Vienna, le ripete senz'aver mai veduto per esse prodotta la pleuropneumonia. Sick di Berlino, ehe tenlo egli pure d'inoculare questa malaltia, non e riuscito a provocarla. Alia scuola veterinaria di Annover simili esperienze istitui-tesi pur giä da gran tempo d'ordine dello stesso Governo, diedero anch'esse un successo negativo. Conforme ai pre-cedenti e.il caso riferila nel Recueil de medecine w'teri-
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naire da un distimo veterinario francese, il sig. Gaullet, il quäle, fra altre simili delegazioni, ebbe fino dal 1818 dal sotlo-prefetto di Bar-Sur-Aube quella di recarsi a Bli-gny, dove varii animali erano giä morti di pleuropneumo-nia ed altri irovavansene allora affetti. Egli dunque voile tenlare a sue spese la stessa csperienza: compro del pro-prio denaro una vacca, la inoculo profondamenie fra due coste colle materie purulente raccolte dai polmoni di un'altra bovina morta della malallia polmonareepizoolica; e non oslanle ancora ehe la della sua vacca fosse prepa-rata a meglio assorbire con due giorni di dieta anteriore, cio nullameno essa non conlrasse ombra di pleuropneumo-nia, bensi sulia parte offesa un lumore accompagnaio da grande sensibilila e da altri fenomeni locali, e in capo a quindici giorni essa irovavasi pienamente risiabilila.
Un' altra prova della non comunicabilita della malallia per mezzo dell'inneslo ricavasi daila memoria presentala nel 1846 dal signor Pairotterie sulla pleuropneutnonia epizootica in occasione di un concorso alia Sociela cenlrale di medicina veterinaria della Francia, nella quale memo­ria ( V, Recueil de medecine veterinaire) riferisce, ehe avendo egli avulo a visiiare nelle sialle del sig. Vangevin di Sainl-Elher dodici beslie bovine fra cui tre affetie dalla malattia^ inoculo le allre nove apparenlemente sane, iniro-ducendo loro nella giogaia una felluccia per mezzo di un ago intinto nel sangue di animali malali, senza ehe alcuna di qneste abbia percio conlrallo la pleuropueumouia.
Da lulti i quali risullamenli e ovvio conchiudere ehe le materie di animali pleuropneumonici imiestale ai sani loro non trasmellono la malallia, e ehe questa e pur giä no-zione anlica.
Se poi a questi vani tentativi aggiungansi ancora qüelli
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35 delle migliaia d'inoculazioni state, dopo la pritna pubbli-cazione del doltor Willems, pralicate nel Belgio, neU'O-landa, nell'Inghilterra, nella Prussia, ecc, perfino con bri-cioli di polmone, senza ehe tnai sia stato il caso di dover giustamenle atiribuire a lale pratica lo sviluppo della pieu-ropneumonia , perde necessariamente ogni valore il faito, narrato nel 1830 da Vix, di due beslie bovine ch'ebbem la malatlia e ne perirono per I'introduzioae nella loro gio-gaia d' un pezzelto di polmone di altra bovina moria di pleuropneumonia; quando questo falto, anche ammesso puo interpretarsi e spiegarsi assai piü diritlameme pet av-ventura ia tiut'altro modo ehe non fa I'autore di siffaita sperienza.
Prescindendo adunque da altri ragionamenli a lal ri-gnardo, ripeto non essere mio divisamento, ne mio scope, ne mia missione di trattare qui la tesi della contagiosita della plenropnemnonia, cioe se la medesima sia trasmissi-bile per mezzo deU'esalazione polmonare od ahrimenti, oppure se , come avvisa il giä citato chiarissimo prof. Les-sona, possa esserlo solo accideuitalmente ecc. (V. a pag. 10 della presente relazione), ma solo di toccarne quei punti ehe hanno piudiretta attinenzacollateoria deirinoculazione profilaltica in discorso.
Ma se la pleuropneuraonia non propagasi per I'inocula-zione ne della materia suggerila dal dottore Willems, ossia del liqnido ottenuto dal polmone, ne delle varie allre materie di cui sonosi serviti gli altri da me qui sopra mentovati sperimentalori, ne derivano quindi conseguenze opposte a quelle traue dallo slesso dottore Willems, man-cando persino la ragione sufficienlc, la base su cui appog-giare si possa la denominazione di virus alle indicate ma­terie polmouari usate per praticare. glinnesti. Perocche
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tulti i virus conosciuti banno indistinlamente la proprieiä di affeltare sempre un organo od una parte speciale del-1' organismo riproducendo la inalaitia ehe ha generato lo slesso virus; corn'e il caso del vaccino, del vaiuolo umanoj del vaiuolo pecorino, del cimurrOj della scabbia, dell'iclrofobia e di piü altri niorbi ehe riproducono col loro innesto, se non luiii letteralmente, come p. e. la febbre gialla (Magendie, V. Union medicate), tutli almeno i principali sintomi caratteristici della propria nialaltia; lad-dove ben diverse e il caso dellinoculazione della pleuro-pneumonia bovina.
]Ne c questa da dirsi sempliceiucnte un'eccezione alia regola, giacche come una cosa non e mai un'allra, e I'aria^ il calore , 1'elellricita, ece., sono sempre aria e ealore ed eletlricila, ecc., e producono in parila di condizioni i medesimi effelli, cosi anche un virus debb' essere sempre tale e determinare ideutici effelli; e dacche cessa il carattere, la propriela d'una cosa, ne cessa pure l'entilä e la relativa denominazione.
II doltore Willems percio, ben lungi dalVaver i'iwlia, com'egli prelende, la questione delt inoculazione , altro non ha falto ehe ailribuire un nomc ad una materia, ad un corpo di cui egli non ha provalo lesistenza.
II non irasmeltersi adunque la pleuropneumonia pel suo innesio pugna direltamente contro il principio radicale dellapplicazione di quesio metodo, essendo condizione imporiante non solo, ma essenzialissima, indispensabile, almeno secondo le odierne cognizioni, perche I'inocula-zione possa esser seguila da corrispondenie effeilo, ehe la inalaitia a cui si applica tale operazione, sia di quelle ehe sono per essa rigenerate: e per altra pane I'inneslo del cosi delto virus pneumonico non ripereolendosi mai sul-
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1'organo polmonare, i) quale, anche negli anirnali morii in conseguenza deU'operazione, si trovo sempre illeso, manca il fondamento primario alia leoria deU'inoculazione profi-lattica di questa malatlia.
RAGIONE II.
La seconda ragione ehe indusse il dottore Willems a sperimenlare 1' inneslo nella pleuropneumonia epizooiica delle bestie bovine sarebbe la considerazione ehe nella medicina umana si ricorre con grande vantaggio alfi-noculazione di malattie epidemiche e contagiose.
OSSERVÄZI0NI IN PR0P0SITO.
Come la medicina, cosi anche la veterinaria, ricava real-menle un immenso beneficio dali'inoculazione. Riguardo alia prima , Voi lulti ben nieglio di me sapete, Chiarissimi Signori, quante migliaia d'inoculazioni siano state fatte per produrrc un vaiuolo generalmente piu benigno del natu-rale, specialmente nel secolo xvm in Inghilterra ed al-trove, prima dell'imniortale scoperta del Jenner, e quanlo pin antico ne fosse luso in varie parti deH'Africa e del-I'Asia, e massimamente nella China e nel Giappone: e vi e pur noto ehe la veterinaria, se non ne preserva sinora gli anirnali ehe vi vanno soggelli, come fa la vaccina-zione sulla specie umana, oltiene peiö inconlrastabllmenle in essi coll' innesto del loro stesso vaiuolo una malattia identicaartificialeassai piü mite della naturale. Cos! si ad-diviene alia vaiuolizzazione (clavelisation) od inoculazione del vaiuolo pecorino per oltenerne Ira gli altri il ragguar-devolissimo vantaggio ehe la malattia idenlica sucessiva al-Foperazione e benigna e dun corso regolare, menlr'e ge-
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neralmente ToppoMo nell'invasione naturale della malattin; lal ehe in un gre^'ge inoculato per tempo e prima della manifesiazione ili araquo; influsso epizootico, la niortalita e ap-pena del due o del ire e talvolta anche meno dell'uno per cento, e in un gregge non operato puo ascendere diirame il regno deU'epizoozia al terzo, alia meta ed anche piu.
Un certOj benche di gran lunga piü lieve vantaggio, ri-dondaancora dalla vaiuolizzazione praticata, dominante l'e-pizoozia medesima, sopra il rimanente degli ovitii non ancora colpiti dal morbo, avendo dimostrato I'esperienza ehe anche in tale funesta circostanza la raorialila puo es-serne piü o meno ridotta, dal quaranta p. e. al venti per cento, sia perche qualcheduno degli animali non trovisi ancora nel periodo d'incubazione, sia perche I'inoculazione possegga alle volte anche in questo periodo qualche virtu minorativa del flagello.
Ma in ogni caso la vaiuolizzazione e fondata sul principio ehe la malattia artificiale e piü benigna della naturale, e ehe rende per sempre da questa esenle il soggetto operato eziaudio vivenle frammezzo alle influenze epizooliche.
E conumque non sia per anco accertata i'utilita dello stesso mezzo proposio e praticato dal Prosser, dal White, tlal Sacco, dal Toggia, ecc. riguardo al cimurro dei pu-ledri,e da altri riguardo ad altre malaitie, la sua appli-enzione deriva sempre dal medesimo principio, il quale non puö eslendersi alia pleuropneumonia bovina per es-sere osservazione confennala da tutii gli sperimentalori ehe, quando quesia malattia sopravviene agli animali ino-culati col piü pieno successo, essa e intensa e mortale del paro ehe negli animali non inoculati.
In quanto poi alia pretesa analogia tra rinoculazione del liquido polmonare come mezzo preservative della pieu-
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37 ropneumonia con quella del fluido vaccinico, qual prespr-vativo del vaiuolo, diro non poler tale atialogia per alciin verso sussistere : perche 1.quot; si it vaiuolo ehe il suo preser-vativo, il vaccino, sono morbi ehe si irasniettono coHino-culazione; non cosi la pleuropneumouia ne il suo liquido polmonare; 2.deg; il vaiuolo laquo;lie, per caso eecezionale,puoas-salire soggelli stnii solloposli con successo alia vaccinazione, e geaeralmenle benigaissimo; cairinconiro la pleuropneu-monia sopravveniente non si videmai miligala dalla previa inoculazione pneumoniea; 5.deg; il vaiuolo non colpisce rego-larmenle ehe nna volla sola in vila il medesimo individno; non cosi la pleuropneumonia; 4.deg; il ptimo e malattia della pelle ; malaltia viscerale la seconda; o.0 rolla vaccina­zione s'inocula snll'organo medesimo ehe c la scde dell'af-fezione morbosa , ossia del vaiuolo ehe si vuol prevenire; e colla pneuaionizzazione s'inocula sulla pelle per preser-vare da una malaltia ehe ha la sua sede in nn organo dif:-ferente di lessnio, di struttura e di funzioni, cioc nel pol-mone; ß.0 il vaccino (o cowpox) e originario della vacca, ossia dun soggelto di specie differenie ; e il liquido usato per I'inoculazione pneumoniea e proveniente da individui della medesima specie; 7.quot; il fluido vaccinico ed il vaiuo-lico sono due diversi virus, di cui il primo ha la pro-prieta di agire sul secondo e di neuiralizzarlo o renderlo, per cosi dire, sterile; e il liquido pulmonare e quello pro-prio della pleuropneumonia; 8.deg; dopo subita una buona e felice vaccinazione per cinque anni almeno, secondo le osservazioni di Trousseau, gl'individui non provano piü lo stess'effelto in generale dalle vaccinazioni successive; ma gli animali bovini possono reinocularsi con successo quante volte si voglia; e so questa rcgola soffre eccezioni, gli c per ragioni ben diverse da quelle avvisate dal doilorWil-
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58 lems; 9.deg; il fluido vaccinico si estrae da un individuo del rimanenie in plena saluie ; e il fliiido polmonare da un corpo in isialo di decomposizione pulrida, da un cadavere; 10.quot; I'inoculazione del vaccino e seguila dallo sviluppo di piistole di un caiallere coslanlenienie idenlico; e, lull'al-I'opposto, all' inoculazione pneumonica tengono dietro fenomeni incostanti, variabilissimi e di nessuna significa-zione specifica.
Gosl non potendo per alcuu punto reggere la menoma analogia tra la vaiuolizzazione, la vaccinazione, ecc, e la pneumonizzazione, cadono adunqne le conseguenti indu-zioni del dottore Willems, e manca percio anche questo fondarnento alia sua teoria. ..
RÄGIONE III.
La terza ragione ehe ha suggerilo al dottore Willems lidea d' inoculare gli animali bovini per preservarli daila pleuropneumonia epizootica, e /' osservazione co-stantemente da luifatta , e da celebri autori confermata, ehe la pleuropneumonia, a guisa del vaiuolo nella specie tiniuna e del tifo nella specie bovina (salvo alcune ben Tare eccezioni), non assale ehe una sola volta nel corso della vita un medesimo individuo,
OSSERVAZIONI IN PR0P0SIT0.
Dimostrata I'insussistenza dei due primi argomenti su cui fondasi la dottrina del medico Willems, a poco o nulla monta il terzo ch'egli a sostegno della medesima ricava da ehe la pleuropneumonia non invade ehe una sola volta in vita un medesimo animale; il qual fenomeno tutlavia, eziandio se atnmesso, non vale a distruggere o ad infirmare
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le ragioni ehe oppugnano neue precipue sue basi la dot-trina suddelta.
Del resto il doilore Willems ha egli falto baslanli os-servaxioni a questo riguardo? Egli e forse permesso di du-bitarne. 11 sislema seguito dal padre del dottore Willems e dai molti disiillatori di Hasselt, d'ingrassare il bestiame per venderlo al macello, rinnovandolo di mano in mano ehe diradasi, si oppone direltamenle alia cominuitk delle osservazioni sul medesimo soggelto per tutla la suavila , osservazioni nel caso noslro tanto piü difficili a farsi sopra una grande e sufficienle scala, inquanlo ehe irailasi di una malattia insidiosa e funesla ehe miete quasi lulle le villime ehe ne vengono aiiaccaie e lascia consegueniemcuie per le ulleriori indagini e sperimenti pochi soggeili i quali do-vrebbero percio da un coscienziato osservatore gelosamente conservarsi.
Non mancano, e vero, auiori, fra cui il celebre Yvart, ehe non hanno osservalo o non hanno avuto I'occasione di osservare rinnovala sul medesimo animale la pleuropneu-monia; ma in materia d'induzioni ehe debbono appoggiarsi a falti costanlemenle rilevati nelle medesime condizioni e fra i medesirni ostacoli, ha ben piü valore scientifico un sol fatto positivo ben accertato ehe mille negalivi, perche non preseniatisi all'osservazione, e perciö appunto, ed atiche per cio solo, inelti a dar alcuna prova ne positiva ne negativa.
Ma qui anzi abbiamo prove posilive della tesi conlraria. Cosi il signer Tissot, veierinario a Poligny (dipariimento del Giura), persona degna di tutta la fede per la sua lealla e dottrina, e ch'ebbe nel lungo suo esercizio pralico fre-([uenii occasion! di curare la pleuropneumonia e ne fece uno sludio accuralo, aliesla, in una sua memoria presen-
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iata ncl 1827 alia Socielä cenirale d'agricohura di Parigi, di aver vedulo piu biioi e piü vacche ripeiulamenle assa-iite da quesla malatiia.
Cosi pure il dollore Ulrich, veterinario del circolo a Wrielzen suli'Oder e professore neiraccademia regia di Moeglin, scrisse in an sno rnpporlo al governo di Prussia Sui jisultatideltinoculuzione ecc. ehelaquo; i casi benavverali, in c.u\ bestiami guarili dalla pleuropneumonia sono slati affeui una seconda ed anche una terza volia dalla mede-sitna malatiia, sono talmente numerosi ehe converrä ben guardarsi dal considerarli come casi eccezionali raquo;.
Tanto basla ad abbaltere eziandio il lerzo appoggio del-i'opinione del medico Willems.
Ridüita cosi, come a me pare, al suo giusto valore la pane fondamentaie dello scriito del dotiore Willems, io passo alia disamina delle alire parti del medesimo scritto da me ristrette ai seguenti tre capitali quesiti, ehe verrö di mano in mano discutendo e svolgendo e al mio possi-bile sciogliendo.
QUESITO I.
Se coWaiulo del microscopio sia possibile raccogliere dati comprn-vanti die In malattiu locale successiva all'inoculazionee, come pretende il dollore Willems, della medesima natura di quella del polmone affetlo dalla pleuropneumonia epizoolica.
ESAME ANALIT1C0
deile osservazioni relative e loro consegaenza.
Esaminando il dottorc Willems varii pezzi patologici all'pggettp di studiare e dilucidare roppormnita dell'ino-culazione pleuropnemnonica, dice d'aver irovato, coll'a-iuto del microscopio, nel polmone di animali morli di pleu-
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ropneumonia epizootica , sopratulto dei corpicciuoli ele-nientari dotali cli un movimento parlicolare, e ehe questi stessi eletnenti microscopici li rinvenne pure esaminando brani cli pelle e di tessulo soltocutaneo di bestie bovine morte in conseyuenza dell'inoculazione ; ma ehe tali ele-meiui non furono da lui trovati soltoponendo al medesimo esame microscopico la bava, ronna e il sangue di animali sani e malati, porzioni di fegato, ecc. di una vacca morla di pleuropneumonia, di modo ehe i polmoni infermi e il tessuto inoculato sarebbero secondo lui entrambi la sede del virus speeifico.
Soggiunge lo slesso dotiere ehe, per accerlarsi meglio del falle con farlo da allri verificare, egli invio il 12 feb-braio 1832 al sig. Van Kempen, acciö lo esaminasse, un pezzo di pelle e di lessuto soltocutaneo di una bovina inorta il giorno prima dietro all'inoculazione, e ehe il ri-scontro avutone confermo le sue osservazioni; dond' egli conchiuse ehe la malatlia locale artefatla e della medesima nalura di quella del polmone degli animali divenuti in­fermi solto 1' influenza epizootica, od in allri suoi termini ehe taffezione del polmone e in certo modo locedizzata altesterno con tutti i suoi cai'atteri particolarc.
II risultato di siffatte osservazioni fu poi tenuto dal dot-tore Willems in cosi gran conto ehe riguardo per esse il valore dell'innesto pneumonico come perentoriamente de-ciso, e non dubilo di richiamarvi sul serio rattenzione del ministro dell' interno del Belgio colla stessa sua memoria del 22 marzo 1832.
Ma l'esistenza di speciali corpuscoli si nel polmone af-fetto da pleuropneumonia ehe ne.lle parti inoculate, e da considerarsi come una scoperia del tulio immaginaria.
Nell'üccasione infaui ehe lo stesso sig, Willems si reco
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il 10 luglio 1852 nel seno della cotnmissione governativa del Belgio, per darnc una dimostrazione, la quale non riusci a bene, venne dal professore Gluge stesa la se-guente nota:
laquo; Risulta dalla dimostrazionefalta dal doltore Willems e dalle nostre proprie ricerche :
laquo; 1,deg; Che la pleuropneumonia epizootica non presenta prodotti anatomici caraiierislici e rilevabili col micro-scopio.
laquo; 2.deg; Che il prodolto infiammatorio deH'inoculazione non si distingue percaralleri anatomici daalcunaltro pro-dotto d'infiammazione.
laquo; 3.deg; Che le asserzioni del doltore Willems su questo punto non sono esatte.
laquo; 4.deg; Che questa circostanza, spiacevole senza dubbio, non pregiudica in nulla la queslione pratica ehe mi pare dover essere soprattutto esaminata raquo;.
Leggesi di piü nel rapporto del professore Ulrich ehe, avendo il doltore Willems mandato al signor Gurlt prof, d'anatomia palologica ecc.; e direttore della scuola vete-rinaria di Berlino, un brano provenienteda una pane ino-cuiaia, quest'ultimo, dopo attenta osservazione microsco-pica, dichiaro ehe lal brano non differiva In nulla da qua-lunque altro simile ehe fosse divenuto la sede di uu'infiam-mazione con essudazione.
La medesima dichiarazione eziandio fu falta dal profes­sore Simonds, il quale, nel suo secondo rapporto alia So-cieta R. d'agricollura di Londra, asserisce ehe ristromento ottico adoperalo dal signor Willems e dalui stesso, mentre Irovavasi ad Hasselt, era di qualila assai debole e ehe alia sua potenza d'ingrandimento non poteasi presiare molla iiducia; ma ehe le osservazioni successivamente da lui ri-
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peiule in Inghilterra gli dimosirarono nelle parti inocu­late non esistere altro ehe i prodotti ordinarii deH'infiaiu-mazione, ne trovarvisi quindi gli speciali corpuscoli iodi-cati dal dollore Willems.
In quanto poi all'apparente contrasto delle altrui osser-vazioni coi fenomeni avvertiti dal Van Kempen, giova ri-fleltere ehe, o trattasi solo di corpuscoli mobili o di quella inobilila propria delle estreme molecole della tuateria or-ganica, ossia del cosi detto movimento browniano, oppure anche di qualche particolar movimento molecolare inde-finito finora, ed allora cade ogni relativa quistione; o- trat­tasi invece di corpuscoli speciali o pneumonici, e questi non furono mai rinvenuti da alcuno.
Egli e percio a torto ehe il dottore Willems cita in te-sdmonio della pretesa sua scoperta I'illustre Van Kem­pen, il quale non ha mai potuto ne asserire, ne anche pen-sare ehe esistessero nel pezzo patologico da lui esaminato element! dovuti a speciale causa pleuropneumonica , igao-rando egli non solo la data autentica della morte dell'a-nimale da cui proveniva il detto pezzo patologico, ma per-fino la causa di quesla morte, e di qual cosa stesse occu-pandosi il dottore Willems , e qual fosse lo scopo dell'in-vio fattogli del brano di pelle perche lo esaminasse.
E ciö nulla meno il Van Kempen, profondo ed accuralo anatomico ed osservatore microscopico, consenle piena-mente nelle altre qui sopra riferite osservazioni, giacch^
egli rispose al dolt. Willems queste precise parole:-----la
cosa era tal quale assolutamente come se vi fosse stata una copiosa essudazione del derma; cosicche o il dotiere Willems non intese nel suo senso la risposta del Van Kem­pen , oppure la intese, e con isludiali artißzii di parole venne a travolgenic il concetto per abbacinare, come meglio
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a lui conveniva , le menti di cotali ehe, pur lusingandosi di vedervi a fondo, mostrano di non attingerne tampoco la corteccia.
Che se pure la cosa merilasse tuilavia ulteriori ricerche, a me pare ehe queste dovrebbero essere comparative, ossia istituite e sufficientemente ripelute, a uguai distanza dälla morte degli animali, sopra tessiiti innestali ed altri simili tessuti affetli da comune processo flogistico, onde ricono-scere se proprio esista una differenza tale nei relativi mi-croscopici elementi da doversi attribuire ad una causa di-versa e speciale ossia pleuropneumonica. Ma uel easo no-stro simili sperienze riuscirebbero certamente di nessuna utilila e non avrebbero allro effetto fuorche quello di far ripetere ciö ehe si e giä detto iteratamenle e ehe non fu dal Van Kempen in verun modo eontesiato , cioe ehe non esistono nelle parti inoculate (e quindi nemmeno nellorgano polmonare morboso) speciali covpuscoli.
Essendo pertanto infondata afFallo a lal riguardo I'idea del doltore Willems, ne segue ehe ugualmente infondate sono le conseguenze ch'egli ne inferi a sostegno della sua teoria.
QUESITO II.
Se la maleria ehe serve all inoculazione non determina ptit in tjctif-rale venm ejfMo sugli individui giä stali inoculaU, iw su quelli die lianno superalo la malattia spontanea.
RISULTATO
degli sperimenli relalivi e lore conseguenza.
E opinione del dottore Willems ehe agli animali bovini nna volta inneslati eon suceesso o guarili dalla plcuro-pneumoniasia tolta la suscetlivita per I'inoculazione pneu-monica: nella qual opinione egli dice d'esserc statoindotto
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dall'aver piü volle nelle proprie stalle infruttuosamente inoculato il liquido polmonare agli animali ehe si trova-vano nell'una o neU'allra di queslc due condizioni, cioe o ch'erano stall felicemenle operali o ehe aveano superato la malattia.
Se cio fosse veto non sarebbe questa ancora una prova diretta, ma un dato soltanto da eonghielturarne con una certa probabilita I'efficacia preservatrice dell'innesto con-tro I'influsso della pleuropneumonia epizootlca, in quanto ehe proverebbe fino ad un cerlo punto i'analogia dal dot-lore Willems supposta Ira queslo ed altri morbi.
Ma sfortunataniente le altrui esperieuze depongono troppo altamente in contrario. Fra esse si annoverano quelle del siglior Maris velerinario civile in Haiselt, il quale vide molli animali inocnlati con successo e nuovamenle afFetti dnirinocnlazionc^ e molti eziandio guarili dalla ma­lattia, e cio nulladimeno capaci di successive inoculazioni. II qual risultamento ebbero pure a raccogliere dai lore sperimenti il sii,'. Douterluigne velerinario del governo a Brusselles e molli altri velerinarii del Belgio ; ne dissimili furono gli effetti ollenuli dalla commissione cenirale bel-gica, la quale quindi contrariamente pure all'opinione del dotlore Willems conchiuse ehe: laquo; I fenomeni suecessivi all'innesio possono manifestarsi molte volte nel cnedesimo animale ehe amp;ia o non sia stato affelto dalla pleuropneu­monia. raquo;
II professore Ulrich, dopo d'aver narrato diversi casi di reinoculazione frulluosa e d'inoculazione felice in animali (•he superato aveano la pleuropneumonia, eonchiude in questi termini: laquo; sonovi casi in cui Tinoculazione e rimasta senz'effello sul besliatne guarilo dalla pleuropneumonia; ma ve ne sono altri in cui l'inoculazione e ugualmente riu-
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scita su animaliche snperato aveanoquesta malattia; eson-vcne infine di quelli in cui i'inoculazione e rimasla senza cffetlo, c tultavia gli animali operali ne erano stall prima dcH'operazione, ne furono dopo di essa aliaccati dalla pleu-ropncumonia. laquo;
Varie esperienze al medesimo fine furono pur praticale in Inghillerra dal professore Simonds, il quale, avendo ri-peluto leinoculazioni anche tre o quallro voile a piüo men lunghi intervalli sulle medesime beslie bovine , vide per lo piü coronate di successo le ullime come le prime ope-razioni, e ne conchiuse ehe laquo; gli animali bovini sono su-sceltivi dell'azione di una non solo, ma di ripelute inocu-lazioni. raquo;
Perfeltamente simili pur sono le conclusioni falle al me­desimo riguardo dalla commissiüne di Lilla ; e se da lulli quest! risultamenti conformi sono discordi quelli notali dalla commissioneolandese, egli e da credere ehe le rela­tive sue sperienze non siano state eseguiie in numero suf-ficiente da poterne ricavar dati, se non precis!, probabili almeno. Cioche induce anche forzatamenle a questa sup-posizione si e ehe non risulia ne dal primo ne dal secondo suo rapporlo ch'essa abbia falto speriment! di reinocula-zionejbensi ch'ella abbia solo inoculati animali ehe aveano sofferto precedentemente la pleuropneumonia; oltrecche nön trovansi nel primo rapporlo (21 setlembre 18o2) indicati ne la condizione delle stalle, ne il numero degli animali stall in esse sottoposti all'inoculazione, e non si accenna nel secondo rapporlo (28dlcembre 1852) ehe ad laquo;n sol caso indicate col N. 16.
Null'allro quindi si puoinferiredal complesso delle risul-tanze sperimentali relative al mio secondo quesilo, se non ehe fell animali, inoculali con successo o guariti dalla pleu-
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ropneumonia, non hanno perciö perduto la capacitä di provar nuovi effelti dalla materia morbosa inoculata^e ehe la frequenza di tali casi e da aversi per regola anziehe per eccezione.
Mancando adunque anche quest'appoggio alia teoria del doiiore quot;Willems perche impugnato dall'esperienza gene-rale, ed essendo con cio terminato I'esame della pane scien-tifica si fondamentale ehe induttiva della doltrina dello stesso dottore Willems sull'inoculazione profilattica della pleuropneumonia bovina, altro piü non rimane ehe di esa-minar questa medesima dottrina nella cerchia limitala al punio praiico, od altrimenti delto empirico, locche forma il soggeltc del seguenle ullimo quesito.
QUESITO III.
Si: gli nnimnli stall iuoculali
esposti all' influenza della pleuropneumonia epizootica
possano andarne immuni.
R1SÜLTATO
degli sperimenli relalivi.
II dottore Willems riconobbe dalla propria sperienzraquo; ehe Taaimale inoculato affronta impunemenle le influenzc epizooliche. A portar un plausibile giudizio sul risulta-mento ch'egli ne allega in prova, c d'uopo esaminare an-zitullo i successi ehe ottennero le sperienze delle varie comniissioni istituilesi a tal fine.
E cominciando dalla commissione del governo olandese diio qui nuovamente ch' essa fece due serie d'esperienze regisirate in due diverse relazioni, la prima in data del 21 settembre e la seconda del 28 dicembre 1832.
Dalla prima di quesle risulta ehe di247 animali inocu-
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48 lati Ißcaddero ammalatidi pleuropneumonia in un diverso intervallo di tempo, e di questi ullimi 10 periiono della raalattia. laquo; Benche queslo numero d'animali dlvenuti in-fermi non ostante 1'innesto, dice la commissione, sia con-siderevole, esso non prova nulla contro I'inoculazione, perche, fva gli animall inoculati, molti ve riemno al momento dell'inoculazione sotto Vinßusso della malattia in conseguenza della coabitazione anteriore con animali malati raquo;.
Dal secondo rapporto appare essersi fatte nuove espe-rienze sopra 37 animali, di cui 52 soltanto inoculati e S no, perche servissero di lermine di confronto, sollomessi poi tulli insieme aU'influenza della malattia, ed allo stesso am-bienle con animali affetti, tulti indistinlamente circondali dai medesimi riguardi. 1 32 innestali resistellero alia ma­lattia e i o non innestali ne furono colt! e ne perirono , saWo un solo ehe ne fu meno iniensamente assalilo.
La commissioneconchiuse pertanto: laquo; Dallenostre spe-rienze risulta ehe non saprebbe negarsi allinoculazioneun potere almeno temporaneo di guarentire contro la conta-gione della pleuropneumonia: rimane tuttavia incerto fino a qual grado la predisposizione a contrarre la malattia si perda per essa, e se in perpetuo o per un tempo limilalo. Ci vorranno, secondo la nalura medesima della questione, anni assai prima ehe si pervenga a dame una soluzione
definitiva.....Appoggiata sulla propria sperienza la
commissione non esila a raccomandare chesi pratichi colle dovule caulele I'inoculazione, ovunque si manifesti la pleu­ropneumonia od infurii in una mandra vicina raquo;.
(Solloscritti) P. H. I. Wellemberg, I. Jennes, R. I. G. Reynders, F. C. Hekmeyer, G. Wit, I. R. E. Vanlaer.
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II professore,Ulricb ehe, in adempimento del decreto ministeriale 26 agosto 1852, erasi recato aColonia, dove il dottore DeSaive avea eseguilo varie inoculazioni, seppe dalle conferenze avule col velerinario regio signor Slicker e ricavo dalle sue proprie indagini ed osservazioni, die va-rii animali inoculaii furono cio nulla meno posteriormenie colpiti dalla malatiia; e nella fallane relazione cita il nonie dei paesi e dei proprietarii di bovine state affelte dalia pieuropneumonia neilo spazio di seiseltimane, di due, ire e piü mesi dopo d'essere state inoculate con successo; e di 204 ehe subirono tale operazione ne conla 12 assalite poscia dal morbo, oltre a 15 rnorte per effeito deU'opera-zione e 56 ehe perdeltero in pane o tntta la coda.
E quindi abbastanza chiaro, senza ehe occorra qui rife-rire la conclusione del professore Ulrich su tal pnnto, ehe i risultati di queste prime sperienze riuscirono in Prussia sfavorevoli a segno ehe il governo ordinö ehe le medesime fossero sospese.
II siffatto mal esito delle operazioni del signor De Saive proviene senza dubbio in gran parle dall' essersi queste praticale durante i piü forli calori dell'esiiva stai^ione del 18o2; giacche, permesse poi nnovamente eripigliate sotto miglior temperatura dal prenominalo signor Slicker, eb-bero un esito di verso e incoraggiante, e furono qnindidallo stesso governo protelte e promosse.
II professore Simonds durante i tnesi di dicerabre 18o2 e di gennaio e febbraio 18o5 inoculö nelle stalle del si­gnor Paget di Ruddington La (i range presso Nottingham circa cento bovine coll'assistenza ed aiulo del signor Pyatt veterinario a Nottingham, il quäle teneva pur conto dello andamento e successo delle operazioni e gentilmente in-formavane ad ogni minima essenziale occorrenza il signor
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Simonds; ed il risultato ne fu ehe dalla data dell'inoru-lazione fino al primo di giugno di quesi'anno (esclusi uno 0 due casi, ehe, stante il quasi coniemporaneo sviluppo della malaitia, colla data dell'operazione, non possono riguardarsi come elemenli di prova) cinque bestie furono assalite dalla pleuropneumonia, non ostante il buon suc-cesso dell'innesio; ehe un giovane toro mori pel fatlo del-I'inoculazione, ed otto allre bovine perdeltero la eoda siac-catasi per gangrena.
II nutnero degli animali ehe eonlrassero la pleuropneu­monia dopo I'inoeulazione non essendo lutiavia in propoi-zione colle perdile anleriori, il proprieiario signer Paget, con lellera del l0giugno 1835, scrisse al signor Simonds: laquo;... Id spero ehe voi vi troverete giusiificalo nel pro-porre ulleriori sperienze d'inoculazione , pcrche io non posso dubilare di averne avulo un gran benefizio laquo; ; loe-che non fa tuttavia ehe il professore inglese non ravvisi lali perdite come gravi e lali da sereditare il rimedio e da in • durre lui stesso a giudicarne sfavorevolmente.
Megiio ancora dal rapporlo della eommissione gover-naliva del Belgio riscontrasi ehe gli animali stali inoculali da cinquantaqualtro veterinarii, compresovi Willems, nellf varie parti del Regno sono in numero di 3301 ; ehe I'ino­eulazione produsse i snoi efTelii sopra 4324; ehe di quesii ullitni 8lgt; perirono pel faito clelliiineslo, 74 penletlero la coda fino alia base, 504 la penletlero in pane e 73 Hanno suceessivamenle coiilralto la pleuropneumonia; dal qua! ullimo numero sotlraeodo 18 casi conlroversi od allri-meuli interprelati dal Willems, o per allra ragione non abbaslanza aulenlici, restano lullavia oo i easi di pleuro­pneumonia sviluppatasi in animali stali anteriormente ino­culali eon pieno successo : onde la eommissione conchiuse
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ehe: laquo; L'inoculazione col liquido estratlo da un polmone epatizzato in conseguenza della pleuropneumonia essuda-liva non e un preservative) assoluto contro questa malaltia; e ehe in quanto al punto di sapere se l'inoculazione pos-segga realmente una virtu preservaliva, e in questo caso in qual proporzione e per qual durata essa assicuri I'im-munita agli animali su cui fu praticata, la quesiione non poträ essere risolta ehe per via di ulteriori ricerche laquo;.
Lelto ed approvato in adunanza dcllacommissione, pre-senti i signori Verheyen presidente, Bellefroid, Douter-luigne, Gluge, Sauveur, Theis e Thiernesse membri, Fal­let e Marinus delegati dell'Accademia R. di raedicina raquo;.
Brusselles, 6 febbraio 18o5.
(Sott.0) // Presidente Relatore Verheyen.
A proposito pero del qui sopra riferito giudizio della commissione centrale belgica, siccome solo due membri deH'Aceademia R. di medic'ma de! Belgio si trovano sot-toscritti al rapporto, mi e d'uopo rammentare ehe que-st'accademia ne aveva anzi delegati tre, i signori Marinus, Fallot e Didot, per istudiare la quesiione deH'inocuIazionc e preparare gli elementi ad una reladva discussione scien-tifica; i quali membri furono successivamente con oppor-luno decreto minisleriale del 25 agoslo 18o2 autorizzati a prender parte ai lavori della commissione centrale.
Ma uno di essi, il professore Didot, da una parte lontano
di residenza da Brusselles, e dall'altra forse non consen-
ziente neU'opinione degli altri membri, stimo di uscirne e
di procedere da solo alia disamina del soggelto dell'iiiocu-
lazione.
II medesimo pertanto dopo di aver deposto il mandato
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si reco egli solo in Hasselt per ivi fare le nccessarie inda-gini, cui puLblico poscia i risultamenti per le stampe con un suo libro di 236 pag. in 8deg;, inlilolato : Deux jours ä Hasselt ou Essai sur f inoculation de la pleuropneumonie ecc. , e dedicate a S. A. R. it duca di Brabante.
Questo libro e un'apologia, dir si puo, compita di tutli i principii professali dal dotiere Willems, e combatle con-seguentemente in lulli i suoi punti il rapporto della com-missione belgica.
II professore Didot insiste sopratutto nel dimostrare in-sussistenie 1' avviso della commissione, ehe la cessazione deU'epizoozia in Hnsselt fosse dovuta alia fortuita coinci-denza della medesima colla pralica dellinoculazione; al qual riguardo egli cosi si esprime:
laquo; Egli e a torto ehe allegasi qui una cessazione spon-tanea deU'epizoozia. Giammai la malatlia non ha cessalo di fare strage! Se ella e scomparsa dai grandi centri agricoli, si e perche 1' inoculazione preservativa gliene ha dispuiato le vitlime e le ha schermite dalle sue invasioni.
laquo; Per consegnenza nella preservazione generale del besiiame inoculato hnvvi ben altro ehe una semplice coin-cidenza con questa pretesa cessazione d'epizoozia. Havvi un effello fisiologico cosi reale come qnello ehe succede airinlroduzione del virus vaiuoloso nell'organismo umano. laquo; Del resto e forse cosi ehe in generale scompaiono le epizoozie ? Cosi ehe le grandi epidemie eessano i loro ec-cidii? No, mille volte no! L'esperienza dei secoli il con­fer mn.
laquo; Qnando il cholera ci abbandono nel 1833 e nel 1811), cio fece ad un tratto; quando il vaiuolo sottentro alia lue asiatiea , imperverso intensamente per qualche tempo, poi scomparve ancor esso.
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laquo; Ma questa doppia scomparsa fu cosi pronta ehe pochi giorni basiarono a non riscontrar piü iraccia nö di colerici ne di vaiuolosi.
laquo; La pleuropncumonia al contrario continua sneora a scagliarc i suoi colpi dove non fu praiicalo I'innesio; ella non e dnnque scomparsa ad un tratlo come le grandi epi­demic od epizoozie; ella non e dunque cessata spontanea-menie come si vorrebbe far credere raquo;.
II prof. Didot accusa poi anche la commissione d'aver dalo soverchia relta ai documenti ehe le si irasmettevano, di non averne fatla sufficiente discussione e di non essere slaia nel suo rapporio troppo conseguenle alle premesse.
laquo; lo sono ben lungi, soggiunge il signor Didot, dal so-spetlare in qualunque cosa le intenzioni della medesima; diro ancora ehe la coscienza del dovere ehe una delica-tezza esagerala hanno sole inspirato i membri della com­missione centrale e particolarmente I'onorevole relatore. Ma cosa imporiano le intenzioni (continua egli) le piü pure se il risnltato e lo stesso , e se si e troppo accordato alle prevenzioni accusatrici ? Altri gia. il dissero primadinoi: I'inferno e lastricaio di buone intenzioni; e intanto queste buone intenzioni sono condannate coi loro autori raquo;.
II signor Didol prende ancora ad esaminare i principali fatli relmivi all'inoculazione inseriti nel rapporio della com­missione centrale, gl'interpreta e gli spiega diversamente, e poi conchiude in tutto e per tulto in favore del dotiere Wiileins.
Tal e, ridolto a poche parole, il concetto dell'opera del sulludato prof. Didot, di cui alcuni punti torneranno al-trove sotl'occhio.
Un'altra commissione, ehe ha gia pubblicato anch'essa il suo rapporio, e quella di Lilla.
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Risulta da questo rapporto ehe di 1245 animal! bovini inoculaii, lOOoil furonocon successo, e negli aliri 240 I'o-perazione non riusci ; ehe fra gl' inoculaii 17 morirono in consegnenza dell'innesto, 189 perdettero pane o tulla la coda e 32 contrassero la pleuropneumonia nou osiante la inoculazione. La commissione scusa in pane quest'ultimo nutnero osservando ehe varii di essi trovavansi sollo I'in-flusso epizooiico al momento deU'inoeulazione, e forse co-vavano gik neH'organismo il germe della malattia, e ehe probabiltnente rinoculazione non aveva in alcuni prodotto sufficienle effeuo. La conmgt;issione conchiude quindi di-cendo ehe laquo; la questione non e ancora studiata abbastanza da polersene dare un giudizio definiiivo raquo;.
La commissione permanente di Parigi, come giä si not6, non ha ancor pnbblicato il suo rapporto; ma possiamo presumerlo fin d'ora piü tosto favorevolc aH'inoeulazione, come lo accenna uno dei mernbri della medesima,il pro-fessore Enrico Bouley, in un fascicolo dello scorso settembre del Journal cV agriculture pratique, dal quale io traserivo
!e seguenti linee: laquo;.....al punto in cui erano le spe-
rienze quando furono interroUe,i loro risultati sembravano favorevoü alPinoculazione; locche apparira, erediamo, dal rapporto generale ehe la commissione sta ora preparando sul complesso de' suoi lavori . . . . raquo;
Finalmente, per nulla tacere dei risultamenli eh'io sap-pia fino al giorno d'oggi oltenuli e pubblicati sull'mnesto profilaltico della pleuropneumonia, aggiungero ancora riu-.scire anzi ehe no ad esso favorevoü le eonelusioni della Soeietä agricola di-Ober-Bamein e quelle del dottore Lu-dersdorffdi Berlino.
Ma questa esposizione, benche coscienziata ed esatta, non e al postutto ehe un arido cenno di gravi si ma divergenli
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sentenze di tanti nomi illustri ehe aliamente onorano le scienze medica e velerinaria, e not) serve ad aitro ehe a rendere perplessoil leiiore sia sul valore inlrinseco della inoculazione, sia sulle ragiotli teoriche di lal pralica.
lo mal eorrisponderei quindi al vostro mandato, Chiaris-simi Colleghi, se non procedessi piu oltre e non lentassi di poriare una scinillla di luce sull'oscura ed intricata ver-tenza.
A \oler riuscire per tanto possibilmcnte a tal meta, io mi faio in pritno luogo ad anaiizzare e disculere i falti suc-cennaii ontle rieavarne it valor pralico; e raccogliendone suecessivamenie le pin sincere analogic e le piü rigorose in-duzioni ne proporro la teoria, dividendotui cosi la maieria da traitare in due parti.
Parte Iraquo;
DISCÜSSIONE ANALITICA
dei falli relalivi al lerzo quesito.
Per procedere in qnesta discussione con qualche ordine logico soddisfacenle e poterne quindi rieavare legiltime e ulili deduzioni, mi e forza suddividere 1'argomento ne' tre punli segnend, a eiasenno de' quali terra dielro la relativa risposta, cioe 1.deg; Se la pratiea dell'inoculazione sia o non sia stata segnita da benefici effelii; 2.quot; Se in caso affcrmalivo questo vantaggio debba altribuirsi all'accidente ossia ad una semplice eoineidenza della pratiea dellino-culazione colla cessazione spontanea dell'epizoozia in eon-seguenza d'una favorevole mutazione nelle condizioni co-smotelluriche; 3.deg; Se rinoculazioiie non abbia eziandio una
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virlü sua propria preservaliva del bestiame bovino contro I'invasione della pleuropneumonia epiaootica.
PUNTO I.
Slaquo; la praliva dell'vwculazione sia o non sia slain toguita da bene -fici effelti.
RISPOSTA
dedotla da'Tanaliai delle relalive risullaoze sperimenlali.
Quesia prima quesiione io nou esito punto a crederla gia lisolla afferinalivamenle.
In fatli se la commissione olandese chiuse il suosecondo rapporio riconoscendo vantaggioso l'inneslo e raccoman-dandone, sempre die sia il caso, I'applicazione al bestiame bovino ; se le altre da me citaie cotiitnissioni quasi tulte propendono in favore dell'moculazione; se quelle stesse ehe vi si mosirano poco o nulla favorevoli, coachiudono in termini lutiavia ehe, per lo meno, non la condannano ancora formalmenie, riserbandosi a nuove sperienze; se, dopo le inoculazioni praticate in Inghilterra dal valente professore Simonds, il proprietario stesso del bestiame ino-enlato, signer Paget di Ruddingtoti, con sua lettera del l.deg;giugno del corrente anno gli dichiaro d'averne avuto un gran benefizio, e se per ultimo il governo di Prussia, dopo d'aver fatlo sospendere le inoculazioni malamente riuscite (sia per la siagiooe itnpropria in cui vennero eseguite, sia anche per altre ragioni), si e qnindi indotlo a permetterle non solo, ma a proteggerle energicamente e fame diffon-dere la pralica; anche senza far caso della troppo lunga enumerazione di fatti felici narrali dal dotiere Willems nelle varie sueleltere alia commissione centralebelgica ed
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epilogati in massima parte in una sua leüera del 5 giugno di quest'anno al ministro dell' imerno del Belgio^ e delle niolte esplicite dichiarazioni spedile in suo favore dagli stessi distillatori ed allevalori di bestiame e dal prefato dot-tore Willems inserite in altro suo scritto pubblicato colla data deH'ora scorso ottobre e col titolo di Meponse aux adversaires de Vinoculation ecc. e confermate del resto da altre loro diinostrazioni in onor dello slesso Willems con generöse offene in danari, medaglie, ecc., sembra fuor d'ogni dubbio ehe rinoculazione sia stata comunemente se-guita da effeiii benefici ed anzi iuminosi.
PU.NTO 11.
Sr gli allegati benefici risuJtamenii non debbano mere allribuiti al easo, ad una sponlanea e naturale coincidema di cessaiione del morbo colla pratica dell'inoculazione.
R1SP0STA dedotta daU'analisi delle relative risultanze sperimenlali.
Hannovi certaraente gravi e pahnari argomenti in favore di quest'opinione. II dottore Willems scrisse il 24 giugno 1852 al ministro dell'interno: laquo; .... II paese di Hasselt trovasi in grazia degl'innesti liberato dal terribile flagello ehe lo desolava dal 18:56 in qua ....raquo;, e allo stesso modo a un di presse esprimesi in varie sue leltere alia commis-sione centrale belgica, e piu specialmente in quella deir8 settembre 1832, dove leggesi:laquo;.... Non e, come laluno potrebbe supporre, il caso ehe ha falto scomparire la pleu-ropneumonia da Hasselt; essa ne scomparve in grazia e solo in grazia degl'innesti....raquo;; al quale riguardo cosi osserva la commissionc belgica:laquo; Questa proposizione ci pare di
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unagravka e importanza taleche,se fosse dimostrata, I'ino-culazione sarebbe un fatto pienamenie acceriato, \ menarla buona era perö necessaria la cerlezza ehe questa pratica non coincidesse con un decremento, una tregua, un inter-regno dell'epizoozia. La commissione non poleva ammet-tere senza esame, e come argomenio unico il post hoc, ergo proptev hoc raquo;.
Ma per dimosirare ehe la pleuropneumonia ad Hasselt era lungi dal suo periodo di decadenza quando fu appli-cato l'innesto, il dottore Willems riproduce le cifre ricavale dai bollellini del Gonsiglio superiore d'agricoltura e fa ve-dere ehe dal 1847 al 1832 il numero degli animali rico-nosciuli officialmenle affelti presenla una serie ascendente, mentre ehe, di mano in mano chel'iMoculazioiie vi fu pra-licata, la pleuropneumonia ha abbandonate le stalle.
Ma, senza dar gran peso alle osservazioni di alcuni i qnali oppongono ehe giä negli anni addietro corsero assai lunghi tratti di tempo in cui Hasselt resio, anche senza Tallua-zione deH'innesto, come oggi libero dal morbo epizootico, non ci mancano documenti ehe rendono inconcludente al caso il suddelto argomento di prova addotlo dal medico Willems.
Vi sono in fatti nel paese di Hasselt varie stalle eve il bestiame fu inoculato nella proporzione di un quinto, un quarto o un terzo soltanto, ed allre ancora eve non fu pralicata inoculazione veruna; e nulladimeno il bestiame conservasi in quesle e in quelle sano come reUe stalle le cui bovine furono tutte inoculate ; e lo lestifica la seguente relazione del veterinario signer Vacs in data del 6 novera-bre 1832 :
laquo;Cioche da subito, dic'egli, nell'occhio a tulti, e ehe lutti possono anche accertare, si e ehe la pleuropneumonia, poco
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fa cosi micidiale in Hasselt, ae span quasi per incantesimo conie appena vi fu attuato l'innesto, e ciö avvenne tamo nelle stalle ove fu praticato come in quelle ovc not fu. Diffalti il signor Stellingwerff, uno de' miei clienti, di-siillatore e padrone di 40 a SO bovine, sebbene non ab bia fatto operare innesti, pure non ebbe mai il suo be-siiame cosi sano e cosi bello come ora, ne avverti in tutto questo tempo nelle sue stalle alcun caso di pleuropneu-tuonia raquo;.
laquo; I lattivendoli ed i piccoli agricoltori mi avevano lasciato iniziare gl'innesti, sotioponendovi le lore vacche ben volen-tieri,quando, correndo il luglio, reiterati sinistri e tre casi tli morte pel fallo degl'innesli mi sforzarono a soprassedere presso questa classe d'industriali dalle mie operazioni; ep-pure la pleuropneumonia, die laniio scorso decimava loro il bestiame, in quesio il lascio loro intatto, sebbene non venisse inoculalo raquo;.
Un' altra relazione del signor veterinario Maris del 13 dicembre 1832 concorda pienamente colla qui trascritta del Vaes, e sono poi Tuna e I'altra confeniiale ancora da due verbau della commissione locale di Hasselt, il prime del 28 otlobre e il secondo del 23 dicembre 18o2, da cui consta ehe la delta commissione avendo proceduto nei di suddetti alia visita del bestiame si dei distillatori ehe dei lattivendoli del paese, trovar non seppe la menoma differenza nello stato di salute tra il bestiame inoculalo e quello ehe nol fu. Dalle quail incontrastabili attestazioni vuolsi inferire indubitalamente ehe l'epizoozia, dopo d' a-vere per un certo tempo infuriate nelle stalle di Hasselt, trovavasi in un naturale periodo di decreincnto quando venne praticato l'innesto.
E veramenie chiunque abbia un' idea dell' andameuto
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irregolare e senza legge conosciuta delle epizoozie e quindi della pleuropneumonia, non resta punto inaravigliato dal vederla infierire in una dala regione e poi cessare per ri-prodursi quando ehe sia a diversi intervalli di tempo e tal volta con nuova intensita.
Perciö appunto il signore Simonds, a proposilo dell'os-servato minor numero di casi di pleuropneuinonia, dopo di aver egli stesso applicato il mezzo profilallico del dot-lore Willems al bestiame del signor Paget, osserva: laquo; e d'uopo andar con molta cautela nelladotlare un'opinione intorno alle cause del rallentamento di un morbo epizoo-tico. Circostanze o cause di cui non sappiamo nulla o poco ne producono l'invasione, e circostanze di cui ne sappiamo ancor meno ne delerminano rallontanamento raquo; ; e gia piü mesi piima il signor Lafosse, professore di clinica veteri-naria a Tolosa, riferendosi al primo rapporto della com-missione governativa d'Olanda, pubblicava nel Journal des veterinaires du midi de la France fra le altre la seguente os-servazione: laquo; L'inoculazione fu praticata in istalic dove 1'epi-zoozia imperversava furiosamente, e da questo momento la rnalattia si dileguo. Ma questo fenomeno vedesi ognidi suc-cedere naturalmente senza die abbiasi avuto ricorso alia inoculazione raquo;.
Con profonda ragione adunque la commissione belgica non accolse 1' asserzione del doltore Willems, ehe la pleu-pneumonia fosse scomparsa da Hasselt in grazia soltanto degl'innesti, e dichiarö di non polerla ammettere sul solo fondamenlo del post hoc, ergo propter hoc.
E siccome le avanti citate relazioni particolari dei si-gnori Maris e Vaes, e i verbali di visita della commissione locale di Hasselt attestano ehe stalle di numeroso bestiame non sotloposte o sottoposte solo parzialmente aU'iiiocula-
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none , si trovavano libere dal morbo al pari di quelle del bestiame inoculato, e ovvio non solo supporre, rna tenere per fermo, ehe cause naturali e recondite nella loro na-tura abbiano mutato la costiiuzione atmosferica e per essa I'indole epizoolica della pleuropneumonia, e clie quesia moflificazione abbia grandemenle conferito alia cessazione della malattia.
PUNTO III.
Se I'inoculaiione non abbia fziandio una virtü sua propria pre-servaliva del bestiame bovino conlro l'inßusso della ptewropnewnonia ifiznotica.
RISPOSTA
dedolla dall'analisi delle relative risullanze sperimenlali.
Che rinoculazione non possegga veruna virlu preserva-tiva non parmi potersi ragionevolmenle sostenere.
Senza una lunga ricerca di prove a tal fine, ed escluso qui ogni caso controverso o per qualsivoglia ragione non abbastanza chiaro, verro a notare soltanto ehe se dalle spe-rienze comparativamente istiiuite dalla commissione olan-dese e registrate nel suo secondo rapporlo risulta ehe di 37 bestie bovine, 32 inoculate e 5 non inoculate, messe insieme a coabitare con animali pleuropneumonici, quesle ullime tulte caddero ammalate e 4 ne perirono, mentre le inoculate in nurnero sei volte maggiore si conservarono sane, non ostante ehe Ic influenze e i riguardi fossero uguali per time, non si puo giustamente in questo caso negare tin effetio benefico alTinoeulazione.
Di piü, benehe non esista in me il rnenomo dubbio sul-resaitezza e sulla realta dell'esposto sia dai signöri Maris e Vaesnelle gia mentovate loro relazioni, sia dalla commis-
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sione locale di Hasselt nc' pur giä citati loro verbali, cioe ehe non esistesse piu realmente al tempo della loro visita traccia di pleuropneumonia nelle stalle di Hasselt, e ehe questa favorevole condizione fosse uguale per le bestie ino-eulate come per le non inoculate, risulta ciouulladimenoda un quadro beu particolareggiato inserito dal dottore Wil­lems a pag. 26 diun sno recente nuovo scritto suirinocula-zione (Encore un mot sur f inoculation ecc.) ehe la pleu­ropneumonia negli ultimi mesi del 1832 e nei primi del 18o3 faceva ancor nel suo paese qualche comparsa, ma sopra soggetti non inoculali.
Di piü ancora il rapporto fatto dallo stesso signor Vacs veterinario civile al Governatore del Limborgo sui casi di pleuropneumonia da lui osservati durante il primo trimc-stre del 1835, testifica ehe seite bestie bovine fino allora non inoculate appartenenti a cinque diversi proprietarii es-sendo state assalite dalla pleuropneumonia,egIiimmediata~ raente inoculo il resto del bestiamee ehe finoalgiornodel suo rapporto non succedettero piü nel medesimo nuovi casi.
A fronte dei quali falti circonstanziati ed autentici non puocertamentepiü esser lecilo attribuire ogni efFetto all'ac-cidente o dirö meglio a leggi da noi sconosciute e forse imperscmtabili della nalura,ma e forza riconoscere nel-I'inoculazione una virtu sua propria preservativa del be-stiame bovino contro la pleuropneumonia.
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Parte IM,
TEORIA
dein noculazione pleuropneumoniea.
Come un edifizio mancante di base crolla necessaria-nienle da ogni suo lato, cosi pure il doiiore Willems, come fu gia ampiamenie chiarilo a suo luogo (V. a pagina 29 e segg.) avendo dedotto i suoi corollarii da erronei suppo-sti o da gratuite premesse, erronea ancora ne risulta con-seguenlemente la sua spicgazione scienlifica del falte ossia dell'utile qualsivoglia derivante dall'inoculazione pneumo-nica; il quäl falle percio, come ne convincera, spero, il seguilo della presenle mia relazione, e lungi ancora dal poler meriiamenie pretendere al nome di scoperla pralica od empirica,inquanlo ehe Tempirismo, nel vero senso eii-mologico della parola, se mauca d'una spiegazione scienli­fica ehe probabilmenle supera l'umana imelligenza, non poggia pero, come nel caso la pralica del dotiere Willems, sopra itnmaginarie e false basi e non si fa come questa manlello di gratuite ragioni e d'inammessibili leorie.
In vero quali sono gli effetti localideirinoculazione pra-ticata secondo il metodo del doltore Willems? Sono tal-vollaimsemplice tumore, un'altra voltaun'infiammazione la quäle ora si risolve, or fa passaggio alia suppurazione, e degenera non raramente in ulcerazione, gangrena, sfacelo, quando il lessuto non viene colpito piü o men presto da gangrena secca ; variela d'eöelti dipendente dalla maggior o minor capacita d'azione della materia inoculata, dalle spe-
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ciali predisposizioni dei diversi aniraali, dalla temperatura esterna, ecc., e proprii delle malerie animali sommamente alterate, decouiposte, e perciö chiamate setliche o putride.
Or quäl e il risultato finale o fisiologico dei succitati fe-nomeni morbosi locali, quando non sono ne troppo debol; da non farsene caso , ne soverchiamente intensi da riuscir pericolosie funesli? lo non so rilevarne alcun altro ehe una rivulsione o derivazione operata sulla pane ehe fu la sede deH'innesto, e simile a quella ehe puo essere prodotta dal-I'inlroduzione di diverse altre raaterie setliche od altri-meuti dotate di una proprieta irritante.
Mi rassicura in quest'opinione il dolto e giustamenlc rinomato professure Simonds neU'ullinio suo rapporto sul-I'inoculazione della pleuropneumonia letto alia R. Societa d'agricollura di Londra; e mi confermano poi ancora nella medesimaopinione le stesse osservazioni microscopi-che fatte e ripetute nel Belgio, neU'Allemagna e nell'In-ghilterra da uomini ehe certamente non confondono il reale coll'immaginario, il veto coirillusorio , e sanno in ogni caso possibilmente riferire gü effetti alle loro cause; le quali osservazioni appunto chiariscono, altro non esislere nelle parti inoculate ehe i prodotti ordinarii della loro rea-zione flogistica.
Egli e vero ehe, stando la qui riconosciuta analogia, al-tri mezzi eapaci di provocare similmenle uneffetto irritativo e per esso il rivulsivo, dovranno possedere eziandio quel tanto di efficacia preservativa ehe ragion vuole si debba atlribuire all'innesto pneumonico del dottore Willems. E cosi appunto surcede, come passo a diraostrarlo.
I.0 II dottore Willems, dopo d'avere stabilito col quarto corollario dedotto nella sua memoria del 22 marzo 18ö2 ehe il sangtee edil l'iquiäo sieroso e spumoso raccolto dai
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polmoni di anitnall infermi al primo periodo di pleuro-pneumonia e la maleria conveniente per tinoculazione, con sualetteradel 26giugno 1852 notifica alia com missione centrale belgica potersi cogliere la maleria inoculabile rial luogo sede di un primo innesto per inoculare un secondo animals; ehe il pus proveniente dalla parte inoculata di queslo secondo animale serve per operare similmenle so-pra un terzo ecosi di seguito ; ehe sempre. idemici ne sono gli effelti a quelli della maleria olienuta direlianicnte dal polmone rnalato, e ehe 11 pus conserva sempre latnedesima forza preservativa.
Niun dubbio, io dico, ehe cosi esser debba perche la materia purulenla ricavata dalle parti innestate , essendo morbosa, seilica ed irritanie dal piü al meno, come quella del polmone, aver dee anche dal piü al meno la tnedesima virtu e dee produrre i medesimi effetti.
2.quot; Con altra sua lellera del 27 otlobre, ossia qualtro mesi dopo, il doltore Willems informa la slessa commis-sione ehe ulleriori suoi studii, meditazioni e sperienze nellc stalle di sue padre gli fecero fare la scoperla di an nuovo virus apparentemenle diverso dagli aliri gia conosciuti,nia in sostanza d'idenlica natura e atto a tenerne le veci,con-sistente in nna specie di linfa raccolia ai margiui clelle inci-sioni falte il di avanti e formala dalla trassudazione chesuc-cede nel derma e nei tessuli soltostanti alle parti inoculate. laquo; Prendo quesla linfa, dice il medesimo dou.Willenis,Ia in­nesto; ed essa determina esallamente lesioni idenliche a quelle del virus pneumonico preso dai polmoni raquo;. Ed ecco giaquatlro diverse materic,cioe il liquido spremulo dal pol­mone, il fluido purulenlo prodotto dall'infianimazione lo­cale, questo medesimo fluido passato per 1' organismo di allre bestie della medesima specie , come si pratica nella
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vaccinazione da braccio a braccio, e finalmente la linfn novellamenle scopena o la trassudazione oltenuta per iii-cisione dalle parli inoculate, materie tutte ugualmenle ca-pari di determinareiiegli animalisani i merlesinii effeili eil nnche, sccondo I'autore, di procurar loro i'inunuuiia dall.t pleuropneuüionia.
Al qua! numero gia esorbitante di scopcrle di liquid! pneumonici non sarä fbrse maloontentoil dottore Willems ehe, prima di procedere oltre tiella propostami dimostra-ziono, io ne agginnga artcor alcune alire mieproprie, dellr quail pero io tengo siuora le prime come dubbie, e 1'ullima sollanto coaie ceria.
10nbsp; propendo in faili a credere ehe lo stesso liquid t spremmo dai polmoni di animali di altra specie, del ca-va!!o,p. e., moni di vera pleuropneumonia od uccisi du-ranle il corso della malauia, produr possa, innestato cd medesimo processo alle bovine sane, i medesimi efielti delle varie malerie di cui serves! il dollore Willems per allnare I'innesio.
11nbsp; qual mio avviso se fallisse tultavia alia prova, sarebbr per la ragione semplicissima ehe gli animnli delle diver;r specie, come ho spiegalo altrove (V. il mio Irattato d: ierapeutica e di mater la medico, veterirtaria, vol. 1deg;), di! ferendo fra loro per organizzazione, sensibilila, tempera memo, abitndini , malaiiie, ecc.; e non lulli provando i medesimi effeili dai medesimi agentinalurali, farrnaci, ecc. cosi anche non e sicuro ehe la materia proveniente dnl polmone del cavallo inneslata agli animalibovini saniabb:,! a provocare effeili ideniici con qnelli del medesimo liquid gt; ricavato dal polmone della specie bovina.Onde non e puoto da stnpire ehe il dollore Willems e le persone ehe Io aiu-lavano nelle dissezioni cadaveriche punlisi, e tagliatisi piü
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volte, come si asserisce^ inavvertentemente collo scnlpello imbrattato di sangue o dialtri liquidi di animali pleuro-pneumonici, non abbiano avuto a risentirsene di piü die da una semplice punlura o taglio fiitto con un simile stro-mento polite.
Ma io nondubito poi pernulla, e non temo in quesio la disdetta della prova, ehe l'innesto del liquido polmonare d'una bovina morta di pleuropneumonia sporadica non sia capace di determinare i rnedesimi, e (per ragioni ehe qui non e meslieri addurre) forse ancor piü sensibili (per non dir piüfunesti) effetti di quelli del liquido polmonare tralto da animali morli di pleuropneumonia epizootica.
3.deg; II signor Gaullet inoculo aucora, gia raolti anni so-no, un'altra tnateria ugualmenle sellica, cioe un poco di marcia o di fluido suppurato dal polmone di un bue ap-pena mono di pleuropneumonia; e, benche la sua sperienza mirasse solo a riconoscere lacontagiosita della malattia, nc risullo cio nulladi menoche la vacca cosi inoculata, supe-ratol'effetio dell'operazione, rimase incolume dal morbo per tuna la sua vita: e dico per lutta la sua vita, perocche il il sig. Gaullet non si contento di tenerla in osservazione per qualche tempo, ma non la perde di vista per ben due anni finche questa vacca, come poco lattifera,fu venduta al ma-cello. Egli volle di piü esaminarne i polmoni dopo morte e li trovo perfetlamentesani.
4.deg; II doltore Donkersloot e il signor Van Dommelen inocularono bricioli di polmone, e ^li animali cosi inoculati (abbastanza forti per resistere aU'infezione della materia settica) andarono esenti dalla pleuropneumonia.
5.deg; II signor Anjuere Pairotterie inoculö nova animali bovini con far passare nella loro giogaia con un ago intinto del sangue di animali pneumonici una miccia imbevuta
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d'essenza di trementina; ne succedettero un forte ingorgo ed altri fenomeni locali, e, benche le besiie bovine trailate in quesio modo dal signor Pairotterie fossero fortemente sospelie sia per qunlche gia apparenle fcnomeno morboso, sin perranieccdenle lore coabilazione con ahri animali am-malaii e per la medesima influenza aimosferica a cui si iro-vavnno souoposte, e fosstro percio dallo stesso velerinario giudicate nel periodo d'inenbazione , furono cionullameno preservatc dalla pleuropneumonia; ma in quesio casonon e piu ne il liquide polnionare, ne alcana dalle akre materie promiscuameiile or Tuna or l'allra suf;gerite dal dotiere Willems, bensi il sangue di cui era iminlo I'ago da selone. e piü probabilmente ancora il coutalto permanente della iniccia indjevula d'essenza, quello ehe qual corpo irritante provocö il lumore e baslo a proteggere gli animali contro rinflusso epizooiico.
C.0 Un empirico, come attesta il signor Cambron stu-dioso ed ottitno veterinario del governo a Namur, inlro-dusse radice d'elleboro nero aU'estremiia della coda di 12 besiie bovine nelle stalle del sig. Desneux di Saint-Marc, funestate dalla pleuropneumonia, e quest'operazione, se-guila da una forle enfiagione pari a quella indolta dalla maieria del dottore Willems, baslo anche a salvare ulte-riori viltirne.
Ora se il doltore Willems, nou pure con quell'unica materia ehe contiene i pretesi elementi microscopici speciali, e secondo lui veri e soli agenii del trasporto della malallia polmonare alia coda e persino della pure da lui vedula epatizzazione caudale , ma ora con questa, ora con altre malerie ctlenne lo stesso fine preservative: se il sig. Gaullet preserve una vacca inoculandola con un po' di suppnrazione presa dal pelmone di un hue merto
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di pleuropneumonia; se il doltore Donkersloot e il signor Van Donunelen, invece di far uso per !e !oro inocuiazioni di due o ire f^occie di liquido polmonare proclamato a lutta prima come il solo conlenenle il vero virus, con in— serir solio la pelle deyli animali una materia ancor piü evidentemenle seuica , ossia an pezzoiio di polmone forse in islaio di gan^rena , j^li ebbern ugualmenie prcservaii dalla malaltia ; se 11 signer Pairollerie, svotgendo nn tu-more alia f^io^aia di nove beslie bovine per efTcllo del sangue morboso o deil'esscnza di iremeniina introtlottavi, pervenne al medesimo risullaio; se dodici ahie bovine abilanli stalle infeiie furono assiciir.ile conlro il minacciato aUacco di pleuropneunionia nierce di uu tuinore prodolio dall'inserzione nella loro coda di un corpo medicinale ir-t'ilante ossia di radice di ellcboro nero; se in fine HUli qnesii falti risullano da doenmenti auteniici e inconirasta-bili,clie cosa dovrebbe pretendersi di piu per rioonosrere analogo, se non idenlico, I'eflTeUo finale fisiologico rivulsivo delle materie seltiche adoprale dal Willems con qnello di altre malerie dolate d'una semplice azione irriiame, e nelfuno e neH'akro case da quesio enuilo fisiolo^ico di-pendere quella qualunque forza prcfilauica ehe negarnon si puo all'inoculazione come agli allri mezzi rivulsivi?
Aggiungasi ancora ehe lo stesso professore Didot viene in mia difesa ed in appoggio dell'or da me fafta dimostra-zione in quanto eh' egli e d'avviso tniie quelle malerie o supposti virus secondarii potere anch' essere una materia seuica. laquo; Gli effeiti locali del virus secondario, dice que­sio professore, sembranomenoviolenli diquellidel liquido polmonare medesimo, locche non ispiega in aleun modo ehe i suoi effelti generali esser debbnno meno potenli. lo credo tuttavia (cominua il signorDidol) ehe I'applicazione
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pralica non rispondera complelamente alle concepile spe-ranze, perchela duraia del periodo della virulenzaessendo ancora perfellamenie sconosciula, potrebbe darsi ehe non si raccogliesse ahm ehe un liquido inerte e gia purulento in luogo del vero virus, e ehe non si producesse percon-seguenza alenn mile effelto. II meglio e dunque per ora di altenersi al solo liquido pueumonico fintanto ehe 1' espe-rienza abbia indicato il grado di fiducia ehe aceordare si possa al virus secondario raquo;.
Colle quali osservazioni il signor Didot verrebbe per-tanio, fors'anche senz' avvedersene, e con intenzioni piü. pure certamenle (per valermi qui delle espressioni mede-sime usale da questo professore rignardo alia commissione centrale belgica) con intenzioni piü pure senza dubbio di quelle ehe lustrican Vitiferno, a distrnggere il frutto dei iunghi studii e rneditazioni del doltore Willems sul valor preservalivo dei varii liquidi secondarii, e quindi sulle in-duzioni ch'egli presumeva di ricavarne onde avvalorare in-vincibilmente la sua teoria.
Ma il professore Didot non s' arresta a questo punto, e dubilar sembra perfino ehe anche dal polmone possa cosi facilmente come altri opinano ottenersi il vero virus pri-mario; e per poco ehe si proceda di questo passo la teoria fundamentale del dottore Willems viene atterrata dallo stesso suo apologista. laquo; Fors'anche , dice il signor Didot (a pag. !I5 del suo libro), la grangrena locale dell'estre-miiädella coda e il risultato d'una specie d'avvelenamento sellico prodotto daH'inocnlazione d'un virus decomposto, d'una maleria putrida abbastanza attiva daspegnctela vita ne' tessuti sui quali essa viene applicata. lo credo eziandio (soggiunge il signor Didot) ehe quest'interpretazione s'ap-prossima tanto piü al vero, in quanto ehe abbiamo veduto
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il signor Jobert de Lamballe (Jbeille medicale de Paris, febbraio 1848) denunziare, come causa ignota della gan-grena secca delle esiremiia, la puniura falia con un isiro-menlo impregnato di rnateria seilica. Ora il modo otide sono succeduie le cose nelle relative osservazioni falle dal-I'abile chirurgo di S. Luigi, non differisce in nulla per cosi dire da cio ehe si osserva neHinoculazione seguiia da gangrena secca della pane inoculala secondo il rnelodo del dottore Willems raquo;.
Ma se ammellesi dal piofessore Didot ehe i cosi detti virus primitivo e secondario siano molle o rare voile un prineipio setlico, qual ragione si avrä ancora a non cre-derlo sempre lale? Su qual cosa appoggiatisi dunque i so-steniiori della parola virus pneumonico ? In ehe dunque consistc cjuesla rnateria priva di lull! i caralleri ehe la scieuza allribuisce alia parola virus?
lo ben so ehe i chiarissimi professori della noslra scuola veterinaria piemonlese, i signori doilore Giuseppe Lessona e Domenico Vallada, in un relative loro rapporioal signer Minislro della Pubblica Islruzione , si sono cosi espressi: laquo; Venendo ora alle conclusioni o deduzioni ehe dall' os-servazione dei falli si possono lrarre; noi dobbiatno since-ramente eonfessare chejSc finora non fummoguaridisposti a credere alia conlagione di questa malailia, coiniuciamo in oggi ad avvicinarci all'opposta credenza, parendoci im-possibile ehe unliquido qualunquo, siaegli muco, sangue, siero o parlicolare prodollo morboso tratlo dal polmone, possadar luogo ad effetti simili a quelli di cui fummo spet-talori, ove non avesse qnalche cosa di speciale, e; dieia-laquo;noio pure, di virulento o conlagioso raquo;.
Ma lasciata da banda la quistione della contagiosith di questa malailia, al qual riguardo io mi riferisco nuova-
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ttiente alle medesime mie parole inserite nelle pag. 10 e 53 di quesia mia relazione, e restringentlomi sempre al mio assunlo, al solo scopo del mio mandato, eppercio al punto della virulenza o non del liquido pulmonico, con cui con-netlesi il valore della relaiivateoria profilattica del dotlore Willems, diro ehe il ragionamenlo dei sullodali professori confermala mia lesi, perche, siccome presetualo solto forma dubitativa o supposiiiva ; dimoslra chiaramente I'assolula mancanza d'un caraltere speciale da potersi il liquido pol-monare insiguire col nome di virus.
So ancora ehe uno dei piu gloriosi ornamenti della ri— nomala seuola veterinaria d'Alfort, e membro della com-missione permanente diParigi,!! professore Enrico Bouley, in un fascicolo di seitembre 1855 del Journal cCagri­culture pratique, spicgavasi al medesimo riguardo in quesli termini: laquo; Tal e la malignila del virus della pleu-ropneumonia ehe la sua inoculazione in qualunque akra parte fuorche all' esiremila della coda puo trarsi dielro i piü terribili accidemi, in conseguenza degl'ingorghi enormi ehe ne succedono il piu sovente. E cio, soggiunge egli, ri-sulta indubilalamente dalle sperienze falte in ogni dove, in Francia come nel Belgio, in Olanda come in Allemagna raquo;.
Ma siccome la sola ignoranza e intollerante di ogni os-servazione, e ehe, qnanio piü splende ruomo per doltrina e per lutni, allreltaiito piü voloniieri accoglie lealtrui ob-biezioni per esaminarle pacatamente e per modificare alia occorrenza le proprie opinioni scienlifiehe, eperche dotto e illuminato in soramo grado e il professore Bouley, cosi io non posso ccrtamente aver limore d'offenderlo col fon-dato mio dubbio, anzi col mio pieno convincimento con­trario all'anzideuasuaproposizione, cioechenon sia punto il caso, cotn'eglisupporie,di dover ammetterela malignila
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(acuite) d'nn virus per ispiegare e rendere piü die suffi-ciente ragione di quei grandi efFelti prodolti dall'inocula-zione della materia morbosa polmonare.
Troppo nnmerosi argomenti io potrei addurre in ag-giunla ai varii gia da me sul medesimo proposilo regislrati nel preseme mio rapporlo a sostegno di questa mia opi-nione; ma apprezzando, come merila, anzi trovandocolla mia perfellamente conforme la giuslissima sentenza emessa dal professore Didot a pag, 149 del suo Essai sur Vinoculation de la pleuropneumonie ecc. laquo; . , ehe il nu-mero importa poco, bastando ehe noi siamo a fronled'un sol faito ben osservato perche ci sia forza arrenderci raquo; ; e I'altra analoga ripetuta a pag. 217 dello stesso suo libro : laquo; ehe un falto ben accertato val raeglio di tulle le sotli-gliezze teoriche ingenerate dallo spirito di sisiema raquo; , io mi restringero ai pochi seguenti, appoggiali pero alle piü irrepugnabili tesiimonianze.
II celebre professore Magendie, intemo nelle sue lezioni dello scorso anno al Collegio di Francia a dimostrare spe-rimenlalmenle al numeroso suo uditorio le vie per le quali le materie selliche penetrano nell'organisnio, dopo d'aver chiarito con ingegnosissime sperienze la grande po-tenza del sugo gastrico a neuiralizzarne l'azione, e d'averne inferito ehe, se l'indusiria umana possiede da lungo tempo processi atti a neutralizzar gli effelti della pulrefazione , il ventricolo, sin dalla creazionc, ne possiede nel siigogastrico nna simile d'una grande energia ; passando quindi al pa-rallelo dei funesti effelti sulla superficie polmonare e sulla culanea dell'introduzione nell'organismo delie maleric settiche, egli osserva: laquo; ma gli effetli delle materie pulride sono infinitamente piü rapidi quando uno viene a pungersi o tagliarsi dissecando un cadavere in decomposizione:
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si manifestano primieramenie sintomi locali, ascessi nume-rosi, gangrene^ cui ben tosto tengono dielro accidenti ge-nerali, e i malati soccombono in pochi giorni. Ciö ehe succede allora , dic'egli, somiglia all'azione d'un virus laquo; ; epoi conchiudendo dice nuovamente ehe: laquo; gli effetti delle materie pulride sono ben piü tapidi e piü energici quando penetrano per una puntura ehe per mezzo delle vie pol-monari raquo; ; e quindi ripete ancora ehe cid ehe succede in tal caso somiglia (per la tenuiia deila dose e per lenergia degli efTelti) alfazione dun virus; locche tradolio in ter­mini applicali al caso nosiro vuol dire precisamente ehe I'intensiia degli effetti locali e generali della maleria settica pneumonkra equivale, sotto il rispetto della dose edel processo iuoculativo , all'inteusiiä d'azione d'un virus.
Una senlenza tale di uno dei piü grand! luminari me­dic! deU'Europa, qual e il prof. Magendie, presso i capaci estimatori del peso delle autorita , valer puo per mille.
Di piü ancora la coaimissione mista della Societä cen-trale e del Comizio agricolo del Nord della Francia (Lilla) ha emesso nel gia anzi citato suo rapporlo un parere non solo in tulto e per tutio conforme a queslo di Magendie _, ma pienamente diretlo al proposito della malattia in di-scorso e cosl espresso: laquo; nelle inoculazion! praticate se-condo il inetodo del dotiere Willems, il lavorlo patolo-gico locale e generale prodollo dalFazione del liquido eslralto dal poltnone di animali pleuropneumonici e della piü perfetta somiglianza con quelle risuhanle dall'inser-zione, sul medesimo luago e col medesimo processo, del sangue di animali sani, ma alterato dalla fermentazione pulrida raquo;.
Che finalmenie si spieghino abbastanza i funesti effetti del liquido polmonare morboso, senza bisogno d'imtuagi-
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narsi la presenza d'un virus, risulta ancora evidenlemenle da sperienze gia insiiiuite fin dallo scorso secolo e pubbli-oate nel 1779 da Claus Dellof, il quale avendo preso mu-scoli di animali sani e, lasciatili putrefare, avendone f|iiiiidi eseguilo I'innesio, ne vide prodolti negli animali iiovini gli slessi effeili ehe oggidi voglionsi altribuire a .specifica o viruleula azione della maleria spremula dal pol-mone tnalato; laquo; e bastava, dice lo stesso Claus Dellof, per ollenere il risullato funesto, I'iniroduzione d'una te-nuissima quantila di quesia maleria putrida sollo la peile degli animali sani raquo;.
II risuhamenio de'quali lucidissimi falli confortato eziandio dall'analoga opinione e dalle relaiive sperienze riferite dall'apologista del dollore Willems, il prof. Didot (V. a pag. 09 e segg.), deve risolvere senz'allro la quislione in quesli lermini, cioe ehe lulli gli effeili indolti dall'in-serzione del liquido polmonare morboso nella coda od in alire parti de^li animali bovini ricevono nelle nalurali conseguenze della medesima la piu ovvia e piena spie-gazione , senza ehe sia in verun modo necessario d'invo-care Taltivilä o la malignila d'un virus, perche pur giä allivissima e per fin iroppo funesla quella d'una maleria seilica.
lo non posso quindi dubitare ehe il chiarissimo profes-sore Bouley , giuslo quanlo erudito e dotio, com'egli si mosira nelle frequenii e luminose sue pubblicazioni, vorrk ben dare a quesli miei ragionamenli dedoili dalle piü ac-ceriale e lampanli sperienze, ossia dall'inelullabile aulo-riia di falli i piu precis! c i piü rigorosamenle osservali, quel peso e quel valore ehe non puo negarsi all'cvidenza.
E siccome fuor d'ogni dubbio non prelendesi di pre-servar gli animali dalla pleuropneumonia con procurarne
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la morte, ne coll'esporne la vita a grave pericolo e nem-meno con suscitar in essi fenomeni di troppo Inn^a e dif-cile guarigione; bensi con produrre nei medesimi una co-lal infiammazione esierna da cui risulli un sufficiente ef-fetto fisiologico ; quest'effelto potendo otienersi non solo col iiquido polmonare o con altre moterie setiiclie, ma eziandio con agenii medicinali irritanii, e dal medesimo effetto dipendendo il beneficio dell' inoculazione praiicala secondo il metodo del dolt. Willems, perche dunqne allri-buir questo beneficio all'azione d'un virus, la cui esi-stenza e incerta non solo, ma infondata e contraddetta da ogni argomento ?
Che gli agenti medicinali irritanti siano essi pur dotati della medesima viriu preservativa delle succitate malerie settiche, risulta da alcune giä riferite sperienze (V. a pa-gine 67 e 68 di questa relazione), le quali, bencbe do-vule al puro caso, e senza ehe gli aulori ne abbiano sup— posla od avvcrlita menomamente la ragione ( nella stessa guisa appunto ehe il dottore Willems, quando occupavasi con esperimenti e studii e meditazioni indefesse e con si feconde relative scoperte nella ricerca di liquidi sup-pletivi del sue virus pneumonico, non supponeva ne av-verliva menomamente di preparar con esse le piu valide armi contro la stessa sua teoria), svelano tutlavia fatli, da cui si deducono prove assolutamente contrarie alia vantata specificila dell'innesio per supposta azione virulenla.
La qual analogia di effetli tra le materie settiche e le farmaceuliche irritanti e tanto piü esatta e conforms al vero in quanto ehe trovasi confermata ancora da altre spe­rienze instituite nei primi giorni di febbraio del corrente anno al collegio veterinario di Londra dal professore Si-monds, il quäle, avendo in esse adoperato ora un agente
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medicinale irritante, ora il liquido pneumonico cd ora uno dei liquidi secondarii, ne ricavö cosi simili gli laquo;ffelli ehe niuno al rnondo, dic'egli, avrebbe potuto rilevarvi la beu­che menoma differenza o qualche allra cosa di speciale.
Concedero non esser finora molio numeroselesperienze relative a siffalta ullima analogia, ma non lasciano perö di essere d'un grande valore nel caso nostro, sia perche, secondo la giusiissima osservazione del giä piü volle citaio signor Didot, in simil genere di falli positivi ed accertati // numero importa poco ... ., sia perche alcuni di quesii falli (cioe i primi), appunto come casuali, escludono ogni sospello d'anificio o di ailucinamento di animo preoccu-palo per pane di chi li ha fornili, e gli allri (i successivi), come risultato di sperimenti istituiti da un professore di somma perspicacia e d'un credito eminente, banno il sug-gello della piü severa critica e verita.
Che poi il risultainenlo finale deirinoculazione pneumo-nica non sia da dirsi specifico, ossia conseguenza d'un virus speciale, ma sia pur sempre il rnedesimo qui sopra al-legato effetto fisiologico rivulsivo, dal quale poi derivi la virtü piü o meno preservativa di tale operazione, ne da compimento di prova il fatto ehe i rivulsivi e gli essutorii giä stall proposti al rnedesimo fine da Bourgelat, Vitet, Chabert e successivamente da tutii i piü insigni cultori della scienza e dell'arte veterinaria, ogni volta ehe furono con-venientemente adoperati riuscirono a maraviglia. Fatto questo di tale importanza alia quistione ehe non mi basta enunciarlo se nol prove con qualche esempio palmare.
II signor Gelle professore alia scuola veterinaria di To-losa, portatosi nel maggio del 1825 per ordine superiore sulle rive paludosedel gran lago in Vandea, dove era scop-piata in una stalla l'epizoozia e menava strage,riconobbe
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losto giuntovi ehe la malattia dominante era la pleuropneu-ruonia epizootica. Di6l animali ivi supersliti al momentodi questa sua prima visila 4 erano malati, 22 sospetti e 3o giudicati sani. I primi quattro furono sottoposti a cura, e due di essi poterono salvarsi coi sussidii dell'arte, i 22 so-spelli si trattarono igienicamente sopratutlo coll'uso del selone alia giogaia e di nntrocisco di radice d'elleboro nero, e j non ostante it pericolo imminenle in cui si trovavano. nissuno piü di quesii animali cadde ammalato. II signor Tissot fino dal 1827 cito diverse osservazioni ehe compro-vavano pure I'uliliia delsetonequal mezzo preservativo delln pleuropneumonia. II signor Cros di Lodi in una sua memoria presenlata per causa di concorso alia Societa centrals d'a-gricoltura di Parigi, riferisce ehe un possidente, il qualc aveva impiegato 96 buoi pel dissodamento di un terreno posto fra Lodi e Piacenza e circondalo dall'anlico lelto de! Po, ebbe a vederseli assaliti dal la pleuropneumonia; ehe al suo arrivo 3 ne erano gia moni, 28 animalaii,frai quali due agli estremi e 26 in periodo meno avanzato di malattia, v. i rimanenti 63 ancor sani in apparenza. II signor Cros. mentre fece il suo possibile contro il morbonei soggetti in cui erasi gia dichiarato, soltopose a tratlamento preserva­tivo i 65 ehe non davano ancora segno sensibile di malat­tia. Fra gli altri mezzi a tal fine adoperati egli applico a tutti indistintamenle il setone e neppur uno di questi 615 animali fu piü colto dalla pleuropneumonia.
Senza dunque ehe oceorrapiu oltre diffondersi, restacon cio portata alia piü piena luce I'ideniita del risultato fi-siologico non solo delle materie seltiche, ma anche delk farmaceutiehe irritanli, dei rivulsivi, degli essutorii, ecc. con quello ehe il dotlore Willemsottiene dalliquidopolmonare, e cost dimostrata incontrastabilmente I'identica eificacia
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antipleuropneumonica di tutü gl'indicali agenti. Se tut-tavia non rilevasi in qnesio veruna sensibile differenza, havvi pero quella fondameniule ed inconlrastabile ehe, menlre io ne deduco e svolgo rigorosamente una teorica appoggiata a tulle le analogic, alia logica ed all'csperienza, il doltore Willems aggirato da preconcelte e false opinioni ne nrchiletla una di pura immaginazione e manennte di ogni base e d'ogni ragione induiliva.
Ma altre circostanze ancora concorrono all'efficacia pre-servaiiva ingiuslamenle atlribuila dal doll. Willems a spe-cificiia d'azionc della sopraddella malaria polmonare, e sono I'amminislrazione di purganti salini, il contempora-neo regime dieletico, ecc. prescrilli dallo stesso Willems a reprimere od anlivenire it progresso dell'mfiammazione locale e la sua influenza sul generaleorganismo, come rile^ vasi dalla conclusione ottava delta sua mcrnoria del 22 marzo 1852 e meglio ancora datta sua teltera indiritla il 27 ottobre delto stesso anno alia coimnissiune centrale belgica.
Ma il doltore Willems, insistendo nutla di meno in tac-ciare d'inesatto ed erroneo il rapporto delta prelodala com­mission e centrale belgica, con la sua lellera del 3 giugno ultimo scorso, scrive al ministro delt'inierno del Belgio es-ser cosa desiderevole ehe nell'interesse medesimo delta ric-chezza agricola siano ricominciate nuove sperienze le quali conducano la quesiione ad una soluzione definitiva e poi soggiunge: laquo; Per secondare questo voto e dimoslrare sempre piü ch'io non sono guidaio da alcun motivo d'in-teresse e ehe non indietreggio davanti ad alcuna prova, ho Tonore di proporvi, Signor Ministro, di far meliere in una stalla ch'io tengo adisposizione della commissione centrale e ehe puo contenere 19 beslie bovine, 7 beslie non ino-
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culate, 7 ehe inoculero io medesimo; e i o ahn posti sa-ranno occupati da bestie ammalale di pleuropneumonia. Tutte queste beslie abiteranno insieme nella medesima stalla senza alcunaspesa perlacommissione,e quandosara trascorso qnel tempo ch'ella vorrä indicarmi, ella mede­sima proclamerail risuitatoraquo;.
Ma a quale risultanza scieiuifica e finale, domando io polranno mai condurre celeste nuove proposte,eziandio se eseguite, sperienze, quando con esse, come colle prime il dottore Willems eper tutti i versi fuori distrada? Proponga in vece sperimenti comparativi del liquido polmonare col forse piü utili perche meno pericolosi agenli terapeutici irritantijCogli essutorii, coi trocischi formatidi variesostanze medicinali,oppuranche,se lo vuole, con altre materie sel-liche,cioecon muscoli ed altri tessuti seraplicemente putre-fatti, col sangue di animali sani, ma ridottosimilmente allo stato di putrefazione, col liquido spremulo dai polmoni di animali di specie diversa e morti di pleuropneumonia, eme-glio ancora, con quello ricavato dai polmoni di bestie bo­vine affelte da pleuropneumonia non epizoolica, ma spo-radica.
Proponga, io ripeto, il dott. Willems siffatti sperimenti comparativi; si ripetano i medesimi,si moltiplichino quanto basta a poter dedurne le piü sicure conseguenze; si trat-tino del resto i soggetti di sperimentazione con uniforme metodo igienico; commettasi infine lo scrupoloso e dilicato inoarico a persone capaci e nullamente prevenule; e poi verrä egli medesimo a proclamarne il risuitato quando vedra il naufragio cornpleto inevilabile della sua teoria, e per necessaria conseguenza quello di tutta la sua dottrina sulla proillassi della pleuropneumonia epizoolica degli ani­mali bovini.
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Siccome I'allenermi alia pura e nuda relazione dei ri— saltatt delle sperienze finora pubblicate intorno all'inocu-Inzioiio. pleuropneumonica Lovina e delle relative diver-genii opinioni tlei loro autori, sarebbe sialo un poco men cbe sterile Livoro, ho perciö credulo di entrar nelle ve­nerate vostre intenzioni, Onorevoli Collcghi, facendomi ad esaminare quindi da ogni suo lato la quanto impor-tanie altrettanto intricata quesiione della medesima qui anzidetta inoculazione bovina per riuscire,se mi fosse pos-laquo;ibile, non solo alle piü logiche induzioni, ma ancbe alia ragione scientifica, ad una probabile teoria dei fatti ehe la ragguardano. Ricerca questa ch'io credetti tanto piü in-dispensabile a soddisfar meglio al ricevuto incarico, in quanto ehe traltasi di una quesiione tultora indefinila nella scienza ed oggetto di moliiplici e perseveranti spe­rienze per parre di speciali commissioni, come in pres-soche tutta 1'Europa, cosi particolarmenle ancora nel nostro Piemonte, ove, in questi ultimi giorni dal Ministero dell'Interno, una ne venne pur depulata, composta dei pin r.ompelenti periti.
Or io riassumo, Onorandi Colleghi, il raio fedele rap-porlo nei seguenti corollarii;
I.quot; L'inoculazione proposta dal dotiere Willems i dedotla da erronei, anzi falsi, dati ed analogic , e percio manca d'ogni scientifico appoggio.
2.* La medesima non possiede alcunn virtu preserva-
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tiva specifica o, dir voglip, propria del preteso virus pnea-monico.
3.deg; La profilatlica ehe le si pno supporre, e ehe anzi io eredo doverlesi giuslamenle allribuire coniro la mor-bosa influenza della pleuropneumonia epizoolica de^li ani-mali bovini, non e specifica, o il prodollo dell'azione d'un virus speciale, ma comune con diverse allre malerie sia selliche sia medicinali similmente inserite nella loro pelle, ed e quindi da riferirsi a luu'akra causa o spiegazione leo-rica da quella assegnalale dal dott. Willems.
4.* Quesl'apparenle immunila e dovula ad un'oppor-tuna cecitazione flogislica provocala dalle indicate materie nei tessuti animali ehe sono la sede immediala della lorraquo; applieazione e diffusa in quelli ehe vi sono conligui e con-ünui,ossia ad un'irritazione arlificiale capace d'indurvi un sufficiente effelto fisiologico rivulsivo o derivativo.
3.deg; Concorrono a procurar siffatta imrnunita la cob-sueta amministrazione di purganti salini e i richiesti con-lemporanei mezzi igienici, i quali, soito un aspetto acces-sorio, esercilano un'azione principale graluilamenle poi at-tribuita aneor essa al decanialo valor preservativo dell i-noculato immaginario virus.
A tanto e nulla piü a me setubra ridursi Io siato della scienza intorno alia profilattica inoculazione della pleu-ropneurnouia bovina; anzi, seppur non mi fa velo il mio debole giudizio, in quesli cinque corollarii ehe ineluttabil-mente derivauo clai falti piü accertali e dai piii inconeussi prineipii seientifici, lu'e avviso conlenersi ana plansibile e forse adeguata spiegazione di un problema ehe ha levato di se lanlo rumore in Europa, e ehe non fu lisoho prima d'ora se non perche si sbagtio per avvenlura la via ehe unica potea conflurvi.
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smusQB
BELLA PRESENTE RELAZIONK.
Molivo della relazione......pag. 7
Art. I. Applicazione dell' inoculazione nella medicina degli
animali domeslici......raquo; 1 i
Art. II. A chi spetta la priorilä deH'inoculazione anlipleuro-pneumonica degli animali bovini .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;18
Art. III. Process! d'inoculazione usali nella pleuropneunsonia epizootica degli animali bovininbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;23
Art. IV. Valore scienlifico e pratico deH'inoculazione profilat-tica della pleuropneumonia epizootica degli animali bo­vini .........raquo; S6
Ragioni ehe determinarono il dolt. Willeros ad inlraprendere I'inoculazione pleuropneumonica.
Ragione I. II desiderio del dottore Willemsdichiarire laconta-gione della malallia ammessa dagli uni, negata dagli altri, e il dubbio a tal riguardo ispiratogli dalle sperienze ne­gative di Dieterichs ed incerle di Vix .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 29
Osservazioni in proposito......raquo; ivi
Ragione II. La considerazione ehe nella medicina umana si ricorre con grande vantaggio aU'inoculazione di malaltie epidemiche e contagiose.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;, .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; a 35
Osservazioni in proposito......raquo;ivi
Ragione III. L'osservazione costantemenle fatla dal doll. Willems e da celebri autoriconfermata ehe la pleuropneumonia, a gai=a del vaiuoio nelle specie umana e del lifo nella spe-
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ciebovina.non col.pisce (salve alcune ben rare eccezioni) ehe una sola volla nel corso delta vita il medesimo indi-viduonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• . •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; pag. 38
O^seivazioni in proposito......d ivi
Principali quesili inlorno alleconclusioni prese dal doll.Willems nella sua memoria del 22 marzo 1852.
Quesilo 1. Se coll'aiulo del microscopio sia possibile racco-gliere dali comprovanti ehe la malaltia locale successiva airinoculazioae 6 , come prelende il doll. Willems, della medesima ualura di quetla delpolmoneaffello dallapleu-ropneumonia epizoolicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . raquo; 40
Esame analilico delle osservazioni relalive e loro conseguenzaraquo; ivi
Quesilo II. Sc la uialeriache serve airinoculazione non dcler-mina piii in generate verun effello sugli individui giä
-' stali inoculali, ue su quelli ehe bannosuperalo la malat-
lia sponlanea .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. . . laquo;44
Kisullalo deglisperimenli relalivi e loro conseguenza . raquo; ivi
Quesilo III. Se gli animali slali inoculali esposli aU'influenza della pleuropneumonia epizoolica possano andarne im-muni.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;47
Risullalo degli sperimenli relalivinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . raquo; ivi
ülliao ragionamenlo sull'lnoculaziooe della pleuropneumo­nia bovina divisu in due parti, nella prima delle quali I'autore del rapporlo discule e deduce il valor pralico di tale inuculaziooe, e nella seconda ne propone la leoria.
Partei. Discussione analilica dei falli relalivi al terzo que­silo divisa in Ire punli . . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . raquo;55
Punlol. Se la pralicadeirinoculazione sia slala seguila dabe-nefici effellinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.......raquo;56
Risposla dedolladaH'analisi delle relalive risullanze speri-menlalinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.......,; raquo; ivi
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Panto 11. Se gli ailegali benefici mullamenli non debbano essere allribuiti al caso, ad una sponlanea e naturale coincideoza di cessazione del morbo coila pralica del-Tinoculazione.......pag. 57
Risposta dedotta daH'analisi delle relative risultaoze speri-
menlali........raquo; ivi
Punlo III. Se 1'inoculuzione non abbia eziandio una virtü sua propria preservativa del besliame bovino conlro l'in-flusso della pleuropneumonia epizooticanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;61
Risposta dedotta daH'analisi delle relative risultanze speri-menlali........laquo;ivi
Parte II. Teoria dell'inoculazione pleuropneumonica . raquo; 63
Conclusione........ raquo; 81
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