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COME INTHOBUZ^ONE
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DELL'ALIMENTO DEGLI ANIMALI DOfeTICi
PER
SEBASTIAKO EIVOLTA
PROF. D! PATOI.OGIA GENERALE E Dl A.XATOJIIA I'ATOLOIiKJA
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PARASSITI VEGETAL]
COME 1NTRODUZIONE
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SEBASTIANO RIVOLTA
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ALLA VENERATA E SACRA MEMORIA DE'MIEI GEMTORI
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AVVERTENZA.
Queslo lavoro comincialo nel 1870 e pubblicalo fino a pagina 140 nel Medico Veterinario, per circoslanze indipendenti dal mio Luon volere, non pole esscrc con-linuato. Ora pcrö die mi fu possibile condurlo a icrmine e slamparlo, il presenlo, benche pieno di molte imper-fezioni, al benigno lellore invocando la sua iodulgcoza. Se avro raggiunlo lo scopo di porre il giovano zooiatro in condizione di poler formarsi, con poca falica, un adegualo concetto dello slalo delle conoscenze raicolo-giche applicate alia zoopalologia , io avro olleniUo il massimo dei compensi alle mie faliche.
Intanlo dcbito di graliludine mi impone di porgere i mici piü cordiali ringraziamenli ai prof.quot; Sadun e Pcrosino, ed a lulli quei colleghi ehe mi somminislraiono matcriali per la redaziooe di queslo iavoro. 11 prof. Sadun mi diede alcune sue note inlorno a' parassili vegelali; ed il prof. Perosino mi procure larghi mezzi di studio menlre era a capo doirinslilulo zooiatrico di Torino.
Sebastiako Rivolta. Pisa, 25 Agoslo 187o.
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I
AL LETTORE
Sono giä due anni ehe dopo i! corso di zoologia veteri-naria, faccio alcune lezioni intorno ai para?sili vegetali come propedeutica allo studio della patologia e delle alterazioni dell'aliraento. I velerinarii, gli ngronomi cd i proprietarii hanno in ogni epoca allribuito airalimenlo mullato , le piii gravi malattie da cui vanno affelli i nosüi animaii. Se i medici cd i velerinarii piii ocuiali osscrvarono spesso diverse epizoozie consociarsi ad epidemic, videro del pari Ic epidemic congiuogersi non raramente con le alterazioni dclla vita stessa dei vegetali. Nel 1707 cioc in uno dei decennii delle mag-giori epideraie, scrive il chiarissimo prof. M. Bufalini, e ri-cordato clic una rugiada assai vischiosa danneggio ic piante, le foglie degli alberi non ehe i volaliii, i caai e soprattutlo le beslie lanule. L' Hoffman ricorda pure una rugiada assai corrosiva ehe I'ece morire moito bcsliame: il Ramazzini as-segnava a cagionc dell' epidemia da lui descrilta , una ru­giada ehe rose affctte dalla rugginc c dal carbonchio le biade ed allri frutli. Di quesla congiunzionc delle malattie del regno vegetale con quelle del regno animalc polremmo citare assai piii frequcntcmentc gli escmpi sc ci restassero nozioni piii
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accurate: ehe ehe sia di cio, possiamo noi considerare come fatlo hen certifiealo ehe talora regnano le epidemic mentre dominano le epizoozie non solo, ma Ig malatlie ancora delle pianlc: onde cgli e forza d'amrnelterc ehe allora le influenze inorbifere farono veramcnle di tale natura e cosi estese da poter colpirc ad im tempo tulto quanto il regno organico (1).
I progressi della microfitologia e l'indirizzo dato allo studio di certe infermitä , hanno chiaramenle fatto eonoscerc una relazionc tra aleune malattie dei vegetali e degli aniraali. Sa perlanto un grande numero di malatlie negli animali con-segue a malattie cd altcrazioni dei vegetali, ognun vede di quanta importanza sia pel vclcrinario lo studio dei microfjti. Accingendomi a colmare la lacuna esislcntc in veterinaria, appoggiato ai lavori dei chiarissimi A. De-Bary, Denolaris ed E. Ilallier, veggo essere enlralo con troppa temeritä in una via aspra e malagevole per le mic deboli forze in modo ehe, ho acquistata subito la convinzione ehe il lavoro riescira in-complelissimo e non seevro da gravi rnende ; con tutto cio spero , ehe il benigno leüore , tenendo conto del mio buon volere di giovarc, rai sarä benevolo cd indulgente.
Torino, 20 agosto 1870.
(1) Bufalini M. htitutioni di jialologia amlilica, pn;;. T2').
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I
CAPITOLÜ I. Cenni anatomo-fisiologici sui micromiceti.
Vola con gli ucclii jier queslo giardino: Che voder lui t'aceonccn'i lu sguardo
Piu a montar.....
Dante. Paradiso, lt;:. xxxi.
Dicesi micologia da juvxlaquo;? micis fungo e gt;.e logos di-scorso , quelhi parle dclla Lolanica ehe sludia i funglii o miceti.
I funghi o miceli chc Fimmorlale Linnco ha collocati nel-rultimo ordine della classe crittogamia, comprendente i ve-gelali con organ! sessuali nascosli e poco visibili, occupano gli infimi gradi della serie vogclale cd hanno un'organizza-zione semplicissima. Se per cssere conosciuli nella loro in-dividualitä, rocchio deve esserc armato di microscopio , al-lora si chiamano micromiceti , (microfiti da (juxpös micros piccolo fvrov fiton pianla, diconsi in generale tutle le piante microscopiche) c molte specie volgarmcnte mufl'e. La mi-cromiceloloquot;ia ö scienza moderna e devesi esclusivamentc a quel prezioso e potente mezzo di osscrvazionc, dctlo micro­scopio.
I micromiceti hanno un'aUissima imporlanza ncll'economia della natura, costituiscono agenti formidabili per la circo-lazione della materia dal mondo organico al mondo inorga-nico distniggendo gli esseri vegetali ed animali , concor-rono alia trasformazione del mondo cd in parle al manleni-menlo della polizia in esso. Rappresenlano il vaso di Pandora della veneranda anlichila, da cui uscirono ed escono in parte i malori ehe travagliano ed uccidono gli animali cd i vege-lali piü elevati.
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Inbsp; nbsp;micromicoli ehe traggono dall'orgaaismo di allri vegcfali c di animali i materiali per la loro nutrizione , sono chia-mali parassiti vegelali da napa para appresso e uJtolaquo; sitos nutritnento. I parassiti vegelali poi sono denominali cpifili da Bitl cpi sopra, fvrov filon pianla od enlofili da ivrc^ denlro a seconda die vivono o sopra o dentro un organismo vege-tale od aniraale. Lc malaltie o 1c alterazioni die producono sono detle parassilarie. I inicromiceli non solo possono vi-vere, cresccrc e moltlplicarsi sopra corpi dolati di vita, ma eziandio godono del privilcgio di potcr vivere sopra cadaveri.
L'ilkiflrc De-Bary ha denominali saprofili da oxzpog sapros pulrido c lt;pvTov pianla i micromiccti parassiti di cadaveri, e parassiti propriamenle dctli quelli die vivono solamentc sopra corpi dotati di vita. Una laic distinzione secondo il profes-sore C. Ilallier e superflua e falsa solto il punto di visla si-sternatico: imperocche vi hanno inicromiceli di una mede-sima specie ehe possono vivere c molliplicarsi o sotto una forma od un'altra tanto sugli organismi vivi die morti: perö, non vuole essere abbandonata cd lia un'imporlanza in quanto dimostra ehe vi hanno parassiti vegelali die prediligono per il lore sviluppo sotlo una qualcbe forma gli organismi morti.
IInbsp; corpo dei micromiceli detlo tallo lliallus e fatlo da parti in forma di filamenti die si diramano piü o meno, delti ifi, hyphae (fig. 1, lav. 1), die nd maggior numcro dei micro­miceli nun sono altro die una serie di cellule piu o meno allungale. Qucsti ifi intrecciati fillamentc, talvolta formano un tcssuto dense a modo di fellro lela contcxta , ovvero collo-cali piii a distanza gli uni dagli allri, danno origine ad un lessulo piü o meno lasso. In alcuni casi il tallo e fatlo da cellule rotonde o policdricho die non serbano una disposi-zione regolarc , il lessulo die ne risulla , come in alcune specie di sclerozii , put) esser delto pseudo parencbima. Al­cuni micromiceli inollre in cerli sladi della loro vila hanno il corpo costiluito csdusivamente da cellule ovali , rolonde od allungale {fig. 2), ed allri da cellule rotonde o corle die si accresnono per divisione conlinuata or liberc or in serie riunile in piccole masse (schizomiceli) (fig. 3).
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In generale la cellula dei microrniceli presenta una mem-brana ed un contenuto detto protoplasma: non e dislingui-bile un vero nucleo {fig. 3). In molli micromiceti, massime in quelli di vita breve, la mcmbrana deila cellula del corpo e dclicata , senza struttura c senza rimarchevole inspessi-mento: in altri e leggermcnte inspcssila, ma oraogenea, con doppio contorno, lalora gelatinosa ovvero molto spcssa, stra-tificala e perfino legnificala.
Rispetto alia composizione della membrana secondo ['illu­stre A. De-Bary (1) e, da una seric di analisi chimiche, dimostrata analoga a quella della cellulosa. A. Kaiser la fun-gina di Braconnot apparve una cellulosa impura. Siccome la renzione caratteristica col iodo c cloruro di zinco, col iodo ed acido solforico non si osserva in tulli i miceli e micro­miceti, cosi e convenevole ammellere due specie di cellulosa entrarc nella composizione della membrana delle cellule. La rcazione caratteristica delta forma ordinaria di cellulosa cogli agenti indicali ossia la colorazione in bleu o violelto vennc scoperta in molti miceti c micromiceti. Cosi De-Bary vide la colorazione azznrra col iodo ed acido solforico nella mem­brana delle giovani cellule del Mucor Mucedo , Hallier la trovö ne' giovani ifi del Mucor scarlatinosus (2), e di alcune specie di mucedinee e Schacht nelle spore c nello sporangio di una pcronospora e ncgli ifi di una specie vivente nella corteccia di qucrcia in decomposizione. Altri micologi feccro analoghe scoperte in altri miceti e micromiceti. Ilarz os-servö nel polyporus officinalis una specie di processo di resi-nificazione (3). Invecchiando Ic cellule , la loro membrana subisce una specie di legnificazione, per cui diventano brune, piii di raclo azzurre , rosse o gialle. Le membrane legni-ficate prcsentano una grande resistenza all' azione dell'acido solforico.
(l) De-Bnry. Morphologic xmd Physiologie der pilzc, ccc. Leipzig, 1866. (i) Zeitschrift fur Parasitenkunde, pag. i~2lt. 1869. (5) Zeitschrift, loco citolo, pag. 123.
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La forma delle cellule e assai variabile: Bonorden (1) slando sui generali la riduce a Ire tipi: cellule globose, ovali, ci-lindrielie. Lfb ovali possono poi esserc semplicemcnle ovali oblungbe, venlrali, biveatrali, ineguali, vesligiali eliiiiche. Lc cilindriche cd lianno estremitä arrolondale otluse o pianc troncate: vi lianno inoltre cellule esagonali, poliedriclie, al-lungate in forma di filamenlo con lc numerose modiücazioni intermedie.
Nclle cellule vi e contenula una sostanza scmiiluida piü o meno granulosa, ricca d'azoto, abbondanle nelle cellule degli ili giovani cd in aleuni gruppi di miceli, scarsa o mamanle nclle cellule ed ifi vecclii di allri, della protopiasma.
11 liquido acquoso si raecoglie nel protopiasma ton la for-mazione de'vacuoli. Scblossberger e Döppiag secondo rit'c-risce A. De-Bary (2) irovarono 86. 90 ed anche 94 per cento di acqua nella sostanza de' imenomiecti carnosi. In geneiale la quanlitä d' acqua e grande , massirae qnando i raicromi-celi si trovano vegetare in un ierreno umido od in un'atmo-sfera carica di vapore acquoso.
I grassi od olii si trovano nel protopiasma sotto forma di goccic rolondc splendenli di varia grandezza. Abbondanti so-praüutto neila segala cornuta sono gli olii grassi.
Lc materie coloranti dei micromiceti o sono contenute nel protopiasma o diffuse anebe alia parelc delle cellule. Le pro­priety cbimiche di aleune di queste sostanzc le avvicinano a corpi grassi ed alle resine e si trovano allor finamenle diviso nel protopiasma o sotto forma di goccie e di granuli. Altrc invece in soluzione acquosa colorano ia membrana ed il pro­topiasma. E d'uopo avverlire die aleune specie di micromi­ceti prendano la materia colorante dal terreno in cui vivono.
Nel tessuto inollre di molti micromiceti si trovano cziandio cristalli.
Micelio. — II tallo, torpo, slroma de'miceli e micromi-
(1) Handbach der Allg. Mykologie, pag. (#9632;2\ I.nri) eilato.
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celi e quasi sempre composto di due parti, Tuna si espande sul suslralo o terreno in cui vegcta il rnicromicete, serve ad assorbirc il nutiimento c venne perciö delta micelio da Necker, I'altra porta gli organ! della frultificazionc o genera gli ele-menti riprodullivi, chiamala riccttacolo da Leveiile , e falta lt;la ifi o filamenli detti frutliferi {ßg. h. a.).
1! micelio e falto da ifi o fdamenli ehe se sono debol-menlc o lassamcnle intrecciali, esso e detto filamcnloso sem-plico o nemaloideo, e detto membranoso od achorion se sono fittamcnte disposti. 1 filamenli del micelio giacciono sopra i corpi senza alcuni organi speciali per aderire: alcune specie perö parassile presenlano organi per aderire o per succhiare il nutrimento, ad es. I'oidium tuckcri, le peronospore: cpiesli organi succhianti sono appcliali auslorii e consistono in fi­lamenli od otricelli esilissimi die derivano dai filamenli del micelio del purassita, penelrano le membrane dclle cellule c si insinuano entro le medesime. Se le cellule ehe compon-gono il micelio sono corle e londeggianli , csso vien detto celluloso, se sono allungate cd in seric, sotto forma di fila­menli, viene denominato fioccoso, floccosum, Elibcro od aereo se vegeta alia superficie dei corpi ed al conlalto dell' aria, e nascosto quando si sprofonda nolle parli interne : rimanc sterile quando vegeta in ambienle od in suslralo sfavorevole cd in molti casi considerato perciö come indiprmdente si crearono crralamente specie particolari di miciomiceti.
Come forma particolare di micelio sono da considerarsi gli sclerozii , corpi di forma diversa, di consislenza cartila-ginea, carnosa o sugberosa. Leveiile e stalo il primo a di-mostrare fin dal 1843 ehe gli sclerozii non sono altro ehe una forma di micelio di diverse specie di raicromiceti. Escm-pio di sclerozio 1' abbiamo nella segala cornula (sclerolium clavus).
GH iß frultiferi {ßg. 1 e 4 a. a.) sono rami ehe si elevano dal micelio in forma di filamenli e porlano di orirani di ri-produzione. In molle specie gli ifi si risolvono in rami pri-niarii e secondarii alle lore sommilä: presenlano sepimenli o non. I rami secondarii od anche printiarii corti od assnt-
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ligliali alia loro punta, non sono altro die cellule allungalc chiamale dal Leveille col nome di basidii o sterigmi {fig. 34. b.) ehe separano 1c spore od dementi riproduttivi. I microrai-celi le cui spore si generano dai basidii vennero eziandio chiamati basidiosporei e le spore basidiosporc. Ma non sem-pre le cellule allnngale deltc basidii die producono alia loro pnnla terrninale le spore, insorgono sopra ifi frultiferi , ta-lune volte in molle specie originano dalle cellule del micelio. In altri micromiceti gli ifi frultiferi prescntano alia loro sornmitä una lieve tumefazione, dalla quale spuntano fuori i basidii generanli calenc di spore come ncgli aspergilli eu-rotium (fig. t. b.).
Vi banno poi micromiceti, i cui ifi frulliferi si dilatano alia loro sommita forraando cosi una cisli, nella quale si generano le spore. Queste cisti vennero appellate teche o sporangii, peridio c le spore tecaspore (ßg. 4. b,). Nei mixo-miccti gli sporangii si generano nello stroma o caj)illizio del micromiccte.
La membrana die forma lo sporangio in alcune specie non e omogenca ma fatla da tre strati (1): lo slralo esterno die forma la rnassa principale dclla membrana ed appare come una cuticola splendenle e di spessore equivalente a pid della mclä (leH'intiera membrana, vicne denominate episporangio: Lo slrato interne sotto forma di membrana sotlile con mar-cato doppio conlorno , tenace ed dastico , bluastro , splen­denle nell'acqua, vien dello endosporangio: tra 1'epi - ed endo-sporangio si nola un lerzo slrato senza splendore canilteristico analoge a soslanza liquida chiarnato mesosporangio (fig. 7. o.). Nel prolomyces macrosporus vide De-Bary culla soluzione di iodo la membrana diventare giallo bruna, I'episporangie tal-\olta bruno violette: il nieso e I'endosporangio tiaitali col iodo ed acido solferice giaramai li trove assuraere la cole-razione azzurra o vieletta.
Asci Ascus. — Organi in cui si producono le spore sono
^) A. Dc-Bary. Morphologk und /Vii/.lt;. dfi- pilxe erste reihe, 1804, pas. ;i.
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gli asci {fig. 8. 11. a.): sono dcssi olricclli piü o meno allun-gati di forma variabile, ne' primordii di sviluppo pieni di pro-toplasma finamente granuloso con vacuoli isolali e con un nucleo ncl mezzo ben discernibilc loslo ehe lianno raggiunto un terzo della loro lunghezza definitiva. II nucleo si prcscnta come un corpuscolo cbiaro, globose, in cui giace un nucleolo piccolo, rolondo, forle rifrangenlc la luce. Quando I'asco lia compiuto il sue sviluppo , nel luogo del primilivo nucleo compaiono piii nuclei allorno a cui si dislribuisco il proto-plasma e cosi a poco a poco si formano le spore. NeH'asco De-Bary distinsc due qualilä di protoplasma , proloplasma ordinario , ed epiplasma ^ il quale ultimo si distingue dal primo per potere rifrangenlc maggiorc , aspctlo omogeneo splcndentc e specialmente perchc tratlato con soluzione dc-bolc di iodo prende un color rosso bruno o bruno violelto.
La membrana degli asci in generalc si prescnta come una culicola scolorala, Irasparente, estendibile, di qualitä talvolta tenace c gelatinosa ed allora piü o mono si rigonfia nel-I'acqun. Si comporta coi reagent! in generalc come la cellu-losa dei miccti: in molli casi si e osservala la colornzione a/zurra col iodo. In generale c o semplice, non stralificata piü o mono spessa , ovvcro e stralificata c mollo spessa. I raicromiceti le cui spore si generano negli asci si dicono ancbe ascomiceti.
Parafisi. — In molli micromiccli tra gli asci si Irovano fila-mcnli in maggiore o minor numero delli parafisi {fuj. 11. b.). Non si conosce I'importanza di qucste parti od organi.
Tmenio. — Una seconda forma di organo porlante gli de­menti riprodutlivi e quella fatla da molli ifi collocali vicini gli uni agli allri c formanti uno stralo o letlo parlicolare, su cui si generano i basidi, gli asci, le parafisi; a qneslo stralo generante spore , vien dato il nomc di imenio. II fondo o pavimenlo dell'imenio vennc dcllo ipolecio.
Perilecio. Concellacolo. Pirenio. — E un ricellacolo pic­colo in forma di vaso (brocca) o rotondo die per lo piü si aprc allo cstcrno per una strelta apertura c die neirinterno o spazio cavo contiene gli organi di riproduzione.
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I peritecii nelle sfcrie semplici come ad es. nella i}leo-spora lierbarum (^^r. 8. b.) giacciono libcri sopra im micelio filamenloso isolali od a gruppi, ovvero come nelle sferie com-posle sono soprapposli od immcrsi in un soslcgno comunc detlo stroma. Lo stroma ha nel piü dci casi la forma di guan-ciale, in altri casi perö ha la forma di peziolo semplice di-ramantesi o di bicchiere. Lo slroma e per lo piü povero il'acqua , la mcmbrana delle sue cellule c dura, legnificata, fragile, rcsistentc, per lo piü bruno o nero, carbonaceo. So-lamenle pochi generi presentano uno slroma carnoso.
Ne' peritecii si distinguono in gencralc due strati , uno estcrno fatto da cellule a pareti resislenti; un allro interno fallo da cellule piü piccolo delicate e scolorate ehe slanno in rapporlo immediate con lc parli ehe formano l'imenio e con le parti ccnlrali dette nucleo del peritecio.
L'illustre De-Bary ne\VEurotium repens cd Eurulium asper-gülus glaats lenne dietro allo sviluppo del peritecio (1). La formazione del peritecio comincia dai piecoli rami lateral! del micelio, i qnali cessano dall'allungarsi, e la loro estre-mitä si ravvolge a spira come un cava-turaccioli {fig. 1. c); il ravvolgimenlo comincia dalla punta ed una volla ehe si e compiulo si trova ehe il numero dei giri o contoreimenti e di 5 — 6, piü di rado cito: la direzione dei giri o rawolgi-menli e a destra od a sinistra. Poscia il filamenlo ehe e cosi contorto a modo di vile per mezzo di lanli sepimenti deli-cali trasversali si divide in tante cellule quanto i giri. Quindi in uua od in ambeduc le cellule de' giri piü inferiori della vile sporgono laleralrnenle ramoscelli con corso ondeggiante ehe si dirizzano in allo. 11 numero di questi ramoscelli e per lo piü due, di rado Ire. Uno de' due ramoscelli arriva primo alia sommitä della vile, si ineurva e colla sua punta si pone in conlatto col capo lerminale della vite; nel punlo di conlallo scompare la mcmbrana ed il proloplasma deH'iino e dell'allro si unisce, si efieltua in una parola una vera co-pulazione {[ig. 1. d.).
{{) De-Bary und Voronin Beilrage snr Morph. und Phys. iritte reihe, 1870.
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I ramoscelli descrilli, nati dalle cellule del piano inferiore della vite, assai prima della copulazione, mandano fuori ra­moscelli secondarii senza alcun ordine e direzione: i quali ramoscelli crescono e prendono varic direzioni per modo ehe in ultimo la vite in tutta la sua superficie eslerna e supe-riore trovasi circondata da uno strato di filamenli. In tutti questi filamenli si formano sepimenti trasversali ed essi ri-mangono divisi in tanLe cellule convesse esternamente : in questo modo , essendo rimasta intatta la vite , si e formato intorno ad essa uno strato di cellule (invoglio). 11 perilecio c cosi abbozzato ed ha una forma globosa. Le cellule die hanno formato I'invoglio continuano a crescere ed a poco a poco I'esterna loro superficie convessa prende la forma irre-golarmente poligonale: la superficie loro interna concorrc alia formazione della cavitä interna ; quando poi questa ha acquistato una data estensione allora una specie di sepimenlo divide tulte le cellule in due parti, una eslerna, interna Fal-Ira. L'oslerna forma la parete del perilecio, e I'interna fatta da cellule olricellari ehe si toccano si comprimono e vanno crescendo verso la parto mediana e riempiono I'inliero spazio ova danno origine ad una specie di tessuto riempilivo. La vite rimase intalta in questo lavoro, sollanlo ehe i suui giri divennero piu rilassati e nel mentre aumentö il numero dei sepimenti nel suo filamento. Dagli articoli di questo fila-mento ehe formava la vite spuntano fuori ramoscelli senza ordine ehe si insinuano nel lessuto riempilivo , si dividono con sepimenti e si diramano: le loro ultime diramazioni sono poi gli asci. La vite adunque e l'organo ehe produce gli asci ed e chiamata Ascogonio o Carpogonio.
Ascogonio o carpogonio. Pollinodio, — L'ascogonio o car­pogonio e un filamento a parete delicata pieno di protoplasma omogeneo ravvolto a spira od a vile (fig. 1. (/.) (organo fem-mineo) ed il ramoscello formatosi nel piano inferiore della vite e ehe si c congiunto con essa (capula) e l'organo ma-schile ehe De-Bary chiama pollinodio {fig. 1, e.). 11 perilecio perlanto {fig, 1. f.) non e allro ehe il frutto del fecondato carpogonio.
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La formazione del perilccio dimostra in aleune specie di micromiceti una generazione sessuale. Le osservazioni del De-Bary la pongono fuori d'ogni dubbiu ; conviene avverlire ehe allri micologi tra i quali il Bonorden (i), non si mo-strano guari convinti delle osservazioni del De-Bary. Queslo modo di generazione si compie in diversi rnodi.
Oogonü. Anleridii. — Ora organi ehe servono alia genera­zione sessuale sono 1' oogonio (organo lemmineo) e l'ante-ridio (organo maschile) (fig. 9. a. h.). Gli oogonü (fig. 9. a.) sono cellule larghe sferiche con membrane talvolta spesse, rieche di protoplasma granulöse e di un liquido l'ormaiivo ehe si sviluppano al termine od ai lali dei filamcnti del mi-celio da cui sono prodolli per mezzo di filamenti. 11 proto­plasma nell'oogonio si riducc in piecole masse ehe si riuni-scono in una massa germinaliva lontana dalle pareli e nuo-(anle in un liquido acquoso. Gli anleridii (Jig. b.) sono pure cellule con forma alquanto ottusa od obovala, considerevol-menle piii piecole dcgli oogonü conlencnti un protoplasma finamente granulöse. 1 rami del micelio ehe devono dar ori-gine ad un enteridio si applicano alia superfleie del crescentc oogonio, si distendono, prendono la forma obovala, c da un sepimcnlo alia base loro , il loro contenulo , viene separate da quello del micelio, allora I'anleridio e perfello. Giunti a complete sviluppo i delti organi, I'anleridio matula uno o piü prolungamenti olricellari, ehe perforano la parele deH'oogonio e versano in esso il liquido ehe si puö dire fecondante. Ter-minala la eiaculazionc , la massa germinaliva dell' oogonio viene circomlata da una membrana chiamata oospora secondo il linguaggio di Pringsheim.
Copulazione. — De-Bary descrissc un'altra maniera di fe-condazionc nolle mneorinee (fig, 5. b. c.) e nel Syzigites Megalocarpus (2). Due cellule spettanti a due fdamenti dcllo stesso micelio si uniscono e dal loro aecoppiamenlo
(U Bonorden. Abhandlunijm, etc. 4864.
(2) Dc-Bary. Morpholog, und Phys. 18G4-1866.
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viene formata una cellula o spora chc acquista volume tnag-giore e prendc una forma allungata o globosa piii di rado cilindiica: la sua membrana si inspessisce c si separa in Ire strati: episporio, mesosporio ed endosporio: queste spore o cellule ehe si sono formate nel modo indicato , lo cliiama zigospore. Dice poi azigospore cellule die si formano nello stesso modo, ma rimangono piü piccole, una parte Jella loro superficie rimane liscia e I'altra verrucosa.
Un fenomeno singolare ha osservato e descritto A. De-Bary (1) nel iVotonj/ces macrosporus (fig. 7. b.). La membrana dello sporangio essendo in alto grado elaslica si distende per I'aumento del conlenulo finchc siensi formate 1c spore. Com-piutasi la formaziouc dcllc spore, cessa la causa distendenle dello sporangio, ma dura i'aumento del liquide interiore ed esercita una pressionc fmche la membrana nel punto piü as-sottigliato si rorape ed in un batter di ciglio si restringe e spinge fuori il contcnuto a modo di eiaculazione. Avvenula I'eiaculazione dello spore, queste si avvicinano a paia per il diametro trasversale, c trascorso breve spazio di tempo adc-riscono per mezzo di una striscia die si allarga presto. Dopo trc o quatlro ore, la copulazione dclle spore si c compiuta, la duplicc spora allora prendc la forma di II o di T, od una forma inegolare [fig. 6).
Spcrmazii. Spermogonii. Cislidi. Picnidi. — Tulasnc ha scoperto negli ascomiccti organi ehe denominö spermazii cd i loro sostegni o conlcnenli, spermogonii {fig. 53). Gli spcr­mazii {id. a.) sono corpuscoli piccoli, ovali o per lo piii in forma di baclerio: la loro organizzazione c analoga a piccole spore con protoplasma omogeneo : sono separat!, isolali od in serie, alia punla di un filamento corto e soltile (sterigma o basidio): sono per lo piii prodotli in grandc quanlilä im-mersi in una specie di gclatina : nell' acqua acquislano un movimento oscillatorio: si formano gli spermazii in casi re-lalivamente rari sullo stesso imenio degii asci. Nel piü dei
(I) De-Bary, locu citato, 18G'raquo;.
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casi perü si formano in cavilä o rccipienli particolan chia-niati spermogonii, la cui superficie inlerna presenta un imcnio die separa spermazii: un laic imenio fatlo da sleiigmi o ba-sidi vicini gli uni agli allri nati sopra un micelio a modo di fcltro e detlo spermaloforo. G!i spermogonii vennero de-scrilli come specie paiiicolari di miceti e Tulasnc li consi-derö come organi maschili, ed i spermazii li rilennc come spermatozoidi. Ora Tulasne al dire di Bonorden (1) os-servö die gli spermazii germogliano e sono perciö forme di spore.
Leveille chiamö cistidi (fig. 12. a.) grosse cellule die si for­mano qua e lä sulla superficie deU'imenio in molle specie di imenomiceti: quesli organi vescicolosi lianno la stessa di-rezione dci basidii, e son fatti da una membrana delicala ehe avvolge un contenuto scoloralo : De-Bary osservö in qualche specie un ammasso di protoplasraa mandare prokingamenti verso la membrana. Vennero considerati erralamenle come organi scssuali maschili.
In un gruppo di funghi vennero ancora distinti altre specie di organi riprodultivi, secondo Tulasne, distribuiti in diversi ricetlacoli o strati, e sono: 4deg; I conidi, spore ehe si produ-cono sopra filamenli ehe derivano direltamente dal micelio o dalla superficie dello stroma di una specie. 2deg; Le stilospore sono forme di spore die si formano da specie di basidi corti, spessi, semplici ehe si producono entro particolari concctta-coli chiamali da Tulasne picnidi {fig. 8. c). 3deg; 1 picnidi (2) completamentc sviluppati appaiono come corpi di forma glo-bosa siluali sopra i filamenli del micelio, di color bruno ed arrivano talvolta a volume discrelamente grandc. Le pareli dei picnidi consistono di uno o due piü o meno spessi strati di cellule poligonali. Alia punla di quesli concellacoli si trova una piccolissima aperlura: alcuni prescntano specie di sctole o di appendici filamcntose. Alia superficie inlerna si
(l) Bonorden. Abhandlungen aus dem Gchiele der Mythologie, 1864. (i) A. Do-I!.'.ry. Morpholoij. und I'hys. der pilzc, 187(t, png. 23.
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r.].'.'.V-*H—J!--'—-
17 formano basidi o slerigmi die producono spore delle slilo-spore: cssendo qucsle slilospore molto piccolo sono stale deltte nricrostilospore: queste si trovano immerse in una specie di soslanza mucosa ed aU'epoea della maturanza vengono spinte fuori in una specie di budellino: le microstilospore sono molto piccole, rotonde od ovali e contengonn in alrunc specie uno o due granuli chiari e splendenli. Si e osservalo ehe le mi­crostilospore germogliano Irovandosi in favorcvoli condizioni. Vi hanno pertanto micromiceti die presentano varie sorta di organi riprodutlivi secondo Tulasne, cioo 1deg; picnidi con mi­crostilospore. 2deg; Pcrilecii con lecaspore. o0 Conidi ed alcuni alli'i anche spermogonii. ad es. nella fumago salicina c nclla pleospora herbarum. Quest! organi di una medesima specie furono descrilti come forme di rniccli indipendenti.
Clamidospcre. — Yoronin xxcWascobolus}mkhcrrimus{\), de-scrivebene questa specie di spore. Le clamidospcre (fig. W.c.) si sviluppano per lo piü sopra i ramoscelli fatti da quatlro o cincjue cellule (arlicoli). Si distinguono dagli altri rami del micelio perche fin dal principio si incurvano ad uncino, di rado i rami sono retti; la cellula terminale di uno di quesli ramoscelli die si incurva non solo in basso , ma anche ad un lato si rigonfia considcrevolmenle c divenla globosa, elit-tica od ovale: pallida da prima, il contcnulo divonta granu­löse con goccic di olio e vacuoli, acquisla inline un colore intense, scuro., ranciato giallo: il conlenulo presenlasi spesso, la membrana divicne pin tardi a doppio contorno ; queste sorta di spore si dislaccano diflicilmente dal micelio, il loro germogliamento ba luogo dopo la morle del micelio.
Spore. Sporoidi. — Sono le spore o sporoidi, cellule ri-produltive dci miceli c micromiceti : da alcune specie no viene generata una si grandc quanlilä ehe la loro massa e maggiore dell'intiero individuo.
Le spore hanno una forma assai variabile (2) : si distin-
(1)nbsp; Beitrage. Sitr Morph. und Pltys., 2 scrie 1865.
(2)nbsp; Bonorden. Uandbneh der Myeologie.
Rivolta
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o-uono spore liberc , sessili , pedicellale, umbilicale (se pre-s'enlano un'infossatura clove era aderenle il pedicello), sem-plici e composle , Ira le semplici si collocano 1c globose, angolose, plane o dentate, ovali, oblunghe, subglobose, su-bovate, cuneiformi, cilindriche, filiformi, baculilbrmi, fusi-forrai, eliltiche, ovatofusiformi, ccc. Tra le spore composle (sono quelle falle da molte cellule aderenli le une alle altre) vi hanno quelle delle loculate o schizosporangii (fig. 17), quando 1c cellule riunitc senza ordine formano un corpo ovalc rolondo: septate se le cellule sono collocate in serie e separate da sepimenti. Quando le spore presentano restrin-gimenti sono delle didime, telradlme o polidime secondo il nüraero del reslringimenli.
Le spore cbe si formano alia sommilii dei basidi a modo di cellule figlie da cellule madri son anche denominate aero-spore da a-xpov acron, sommita : dai basidi una tale forma-zione o si compie in piü punli, es. sopra gli imenii, o si compie in un punlo solo : quest' ultimo modo offre tic forme prin-cipali secondo De-Bary; cioe ammasso di spore sopra un ba-sidio , catena o serie semplice di spore come nel penicillio glacuo, catena ramosa di spore come nel penicillio Clorino Fresenius. Inoltre la formazione delle spore avviene 1deg; per divisione del nucleo e disposizione del protoplasma inlorno ad esso nucleo come negli a;ci; 2U per divisione del proto­plasma cbe riempie la cellula madre in piü porzioni come nelia pcronospora; 3deg; per divisione della cellula madre con formazione di sepimenti come nelle spore composle.
Le spore si dislinguono ancora in mobili ed immobili: le prime essendo munite di ciglia furono denominate zoospore
{fig- 9- '•)•
Strullura delle spore. — Nelle spore vi lia a considcrare una membrana ed il conlcnulo ossia protoplasma. La mem-brana all'epoca della maluranza c consistcnle e si presenia in molli casi costituita da due strati: I'eslerno detto episporio od esosporio , rinlcrno detto endosporio: dei quail o I'uno o I'altro in molli casi appare slratilicato. Nelle spore pic-cole e molto delicate c diibcile od impossibile distinguere i
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due indicali strati. L'episporio si presenta in generale come una membrana resistente colorata o incolora, con superficie esterna affatlo liscia ovvero sparsa da ineguaglianza, verru-clie, denti, spine, rughe, magiie di spessezza assai variabile. L' endosporio e per lo piü scolorato o piü pailido , liscio, omogeneo o stralificato.
Le spore di alcune specie presenlano pori o punli neile loro membrane , ed allre presenlano lalvolla una specie di involucro gelatinoso.
11 colore delle spore mature puo essere bianco, bruno, bruno giallo, bruno, rosso, nero, verdiccio, ecc. ecc.
Proprieiä cJiimicIic. — Le membrane delle spore resistono alia decomposizione cd aH'azione de' rcagenti cliimici. Al­cune sono poco inlaccale dall' acido solforico concentrate: colla cozionc nclla soluziono di potassa in generale sono piü o meno distrutle (1). Trattale col iodo e coll'acido solforico in alcune specie di micromiceti, si colorano in azzurro.
II conlenulo delle spore consisle in una massa di proto-plasma omogenea o-sparsa di granuli e goccie di olio, cliia-mata nucleo da Tulasne e Corda: per lo piü e scolorato: I'olio die conliene appare talvolla in grosse o piccole goccie. II co-lore di alcune spore dipende da un olio grasso coloralo ehe coll'acido solforico ora passa all'azzurro era al verde. Un vero nucleo nelle spore di recente mature solo di rado e facilmenle distinguibile , in molte peiö e ben chiaro e di-slinto: non conviene nascondere ehe vacuoli o goccie di olio possano essere scarabiale col nucleo. 11 contenuto delle gio-vani spore e ricco di acqua, ne sono in parle distese , ed all'asciutlo o nella glicerina per sotlrazione di pane acquea si ritrae e la giovane spora si deforma; in uno dei modi di germogliamenlo deile spore avviene die la spora mandi fuori un filamenlu appena lungo poche volte la spora , il quale comincia subito a generare spore di second'ordine, detle spo-ridii {fig. 12. b.). Colale filamenlo die gode dell'indicata prerogativa e delto Promicelio {fig. 12. c).
(1) I)c-Bary, opern 'itala.
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Dalle spore dei mixomiceti (micoli mucosi) germoglianJo, esce la massa di protoplasma ehe forma un corpo mobile analogo alle zoospore delle alghe , si rauove quesla massa, manda fuori ciglia c prolungamenli. Quindi si moltiplica per divisione : si riuniscono poi molte di quesle pieeoie in piü grosse masse mobili delle Plasmodii da Gicnknvski (fig. '10. a. b.). Dalle quali poi si sviluppano le specie corrispondenti dei mixomiceti.
11 plasma perlanto e rclemonto essenzialc lanto delle cel­lule ehe delle spore dei micromiceti. 11 plasma o protoplasma conliene come abbiarao visto dei granuli microscopici detli cocci o micrococchi , i quali venne dimostrato dal dollore Hallier avere un'alia imporlanza Gsiologica per la riprodu-zione della specie (1); le spore o le cellule dei micromiceti si risolvono spesso in ammasso di quesli cocci. La forma dei micrococchi e per lo piü rotonda, talvolla ovale e cau-ilala. 1 micrococchi allungandosi alquanto nolle condizioni favorevoli di ambiente si mutano in corpuscoli caudali ed acuminati di moviraento assai vivace , dai tedeschi vennero chiamati Schwärmer e da noi, parrai si possono denominare, zoococci,
Guerin-Menneville chiamö i micrococchi nel sangue del baco col nome di Emalozoidi. Altri autori li denominarono Microzimi da ,u.r/.f.o; micros e sVquot; ^mi lermcnto, perche ri-conobbero in essi gli agenli delle fermentazioni, per cui dis-sero zimotiche le malatlie prodoite da una fermentazione nei liquidi c nei solidi deU'economia animale.
Micotrici, Leptolrici. Sporoidi. Torula. Oidium. —I micro­cocchi moltiplicandosi, formano catenelle chiamale catene mi-colrici dal D. Hallier dietro proposta del proicssore Ilzigsohn {ßg. 15). Hallier propone I'abbandono dell'espressione leplo-Irice usala da Remak: se poi formano filamenli Dnissirai die si uniscono gli uni con gli altri per mezzo di anaslomosi
Ml Hallier, GÄhrungsercheinungen, elc. IS67. Id. Zcilschrifl, elc. hi. 1, 1869,
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SSXt
21 in guisa da cüsliluire specie di feltro, allora Ilallier propone ehe questa specie di lessulo si dica i'eltro micolrice (1). Parmi die l'espressione leploiiicc non sia stata abbandonata.
Se ii susliato in cui si Irovano i miciococchi e assai utnido o lluiilo, allora non si produeono catene micotrici, ma ogni mic'rocono si rigonüa ed aumenta fino 10 — 20 volle il sno diametro dando cosi origine ad una celiula capace di ger-mogliare avendo forma cd importaoza analoga alle acrospore della sporoidc.
I raicrococchi si raoltiplicano rapidamente quando cadono in im mezzo conveniente; il modo piü semplicc di riprodu-zione o moltiplicazione e quello per divisione ehe si osserva quando dessi si trovano in una soslanza liquida o mollo umida. In im liquido capace di subire la fermentazione aeida, aumenlando di volume assuraono una forma allungata, e piü tardi presentano una membrana, allora sono deüi arlrococci {fig. 33. c); aumenlando di numero e di volume nelle condi-zioni favorevoli e formandosi corle o lunghe catene, allora questc prendono il nome di torula (fuj. 29. a.) od oidium (2) (fig. 33).
In allri raezzi, i micrococchi come nella fermentazione al-coolica c nella fermentazione di certi liquid! deU'organismo animale si rigorifiano e danno sviluppo a piecole cellule ehe non si molliplicano piü per divisione ma per gemme o bal-loni spinti fuori ad im punlo: pertanto i micrococchi tume-fatli in sporoidi ehe si molliplicano per gemme sono stati denominati criplococci (fig. 46).
I criplococci moltiplicandosi formano rami e quelle forme delicate delle Hormiscium o quelle membrane detle Mico-derma od Hormiscium rini ed aceli.
E. Hallier poi chiama conidi (fig. 33. d. tav. 11) ogni cel­iula di micromicete non matura sprovvisla di episporio, ma capace di funzione riprodulliva: Basidio conidi quelle cellule
(1) Hallier. ParatiMogitehe untersvehnmgen. ISfiS.
(S) Id. Zuilschrift: Die Parasiten der infectiontkheiteraquo;
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immature riproduttive portate da basidi, tecaconidi se si for-mano neirinterno di altre cellule per divisione del plasma: i conidi die si fonnano al conlatto dcU'ana li dice aeroconidi, se si sviluppano fuori del conlatto deU'aria, anaeroconidi.
Pcrtanto i micrococchi ed i loro derivali debbono essere annoverali fra gli elementi di riproduzione dei micromiceti.
Polimorßsmo. Gcnerazioni altemanti. Gcnerazioni e Morfe. — L'illuslre Tulasne ncl 1851 pubblico un lavoro in cui prese a dimostrare die una specie di micele non solo in singoli casi puö avere piü forme di spore , ma eziandio die nella grnndc famiglia dei pirenomiccti si sviluppano pin organi riprodullivi in coslanle e determinala successione cioe sper-mogonii con spermzii, picnidi con stilo spore, conidi ed in­line peritccii con nscospore , cioe molliplicitä di forme di organi riprodullivi ossia polimorfismo. Questo polimorfismo degli organi riprodullivi ha condolto subito a scoprire il rap-porlo di sviluppo fra eerie specie di miceli ossia le gcnera­zioni allernanli: un micromicete puö prcsentarsi sollo forme diverse capaci di molliplicarsi con organi riprodullivi parli-colari e ccrle specie crednte indipendenli, ora si riconobbe non essere allro die forme di micromiceti piü elevali. 11 professore Ilallier sulla proposla del professore II. E. Ricbter di Dresda, ha designate col nome di morfe tulle le specie di micromiceti ehe apparlengono ad una medesima specie. E siocome le diffcrenze non si limilano soltanto al micelio ma eziandio agli organi di riproduzione, cosi 1'Hallier chiama generazioni le forme principal! di micromiceti die si dislin-guono dalle allre per una esscnziale diversa formazione di spore: ad cs. il Mucor racemosus Fres. ed il Penicillium Lh. sono diverse generazioni secondo 1' Ilallier , di cui il Mucor sviluppa tecaspore ed il penicillio acrospore. Hispetto alle di­verse forme di fennenti (micrococchi, zoococci, criplococci ed arlrococchi) e le forme di passaggio da anacrofili ad aerofili (Hormiscinm, oidiina, loruld), sono tutte morfe e non gene­razioni (1).
M) E. Ilallier. Para$titologitche Vntenuch. Leipzig, 18G8.
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La liüUrinu del poliibrmismo di Tulasne se venne esplicata da celebri micologi, tra i quali vi ha De-Bary, da altri non meno illustii fu accolta con riserva, e l'illuslre Bonnrden fece alia medesima gravi obbiezioni. Per veritä si dimanda (juali sono le note gpccificlie di im micromicele? (1).
1deg; E d'uopo abbia un micelio con cui possa assorbire il suo nutrimento da un sustralo o terreno.
2deg; Che abbia uno stroma (tallo, ifo) ehe per la strultura e forma si dislingaa dagli altri generi e dalle altre specie.
3deg; Che abbia organi di riproduzione o spore di forma caratterislica. Dove esistono queste note o propriela organi-che, hassi il fondamento per una specie indipendentc, poiehe si hanno lulti i caratteri ehe presentnno le specie indipen-denti, cioe radice, fusto e frulto. Applicando quesli prineipii il Bonorden ai generi ed alle specie dubbie nei varii ordini non raostrasi inclinato, appoggiato alle sue proprie osserva-zioni ad accellare il polimoiTismo di Tulasne : ad es. tra Veurolium herbariorum e Vaspergillus glaueus non vede che rapporto di coabitazione , e se spesso si trovano vivere in-sieme, osserva, awiene anchc altre volte di trovarli disgiunti. Sviluppo. #9632;— La comparsa rapida dei micromiceti in kioghi o sopra sostanze che poco prima non ne presenlavano traccia, ha porlalo Tuomo a pensarc alia gencrazione sponlanea. I modi varii di propagazione dei micromiceti, la quantilä im-mensa di spore ehe possono essere generate da un micelio e la loro densilä minore di quell'acqua, l'essere pure i micro-cocchi di estrema piecolezza elementi riprodultivi, sono falli che in modo aleuno ci lasciano pensare alia generazione spon-tanea. 1 casi di direlta osservazione favorevoli a queslo modo di generazione, quäl valore possono mai avere quando si ri-flelta che vi hanno rnicrococchi che non possono essere os-servali che ad un ingrandimento di mille diametri? Adunque nelle attuali condizioni cosmiche non si puo pei micromiceti pensare alia generazione spontanca.
(I) F. Bonorden, dbhandiungen, f/c. I8(i'j,
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Accrescimento. Resistenza vitale. — L'accrescimento dei rni-
cromiceti e rapidissimo cd e in relazione con la qualitä e
(]ii;intilä di nulrirnento , e con l'uniidilä e lempcralura del-
I'amliieiite. Date le favorevoli condizioni, ognuno sa ehe ba-
stano venliquatlro o quarantolto oie per vedere una rign-
gliosa vegetaziooe di micromiceli sotto forma di muHa sopra
le soslanze alimentari de' noslri animali. In generale quelli
ehe banno una vita piii eflimera crescorlo piii rapidamenle di
qiielli ehe hanno una vila piii lunga, 11 Mnror scarlalinosus
di E. Ilallier alia temperatura di '12. R. lu vislo crescere o
di 2^ mm. per ciorno (1). 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ' 6
üii elemenli riproduttivi hanno una grande resislenza vi­tale. IIofTman trovö le spore dell'uslilugo carbo capaci di ger-mogliare 11. 12. 81 mesi dopo la raccolla, quelle deW'usti-larjo destruens dopo 3 anni e mezzo, deWustilago maidys dopo due nnni, delle tillelia caries dope clue anni, secondo Robin e De-Daiy le spore dclle botrylis bassiana dopo due anni; quelle del rhiiopus, secondo De-Bary un anno dopo.
Resistono in generale 1c spore ad alta temperatura, se­condo Herman Hodman le spore dell'ustilago carbo e del-VusUlago destruens all'asciutto tollerano la temperatura di lO-i0 lino 120deg; : in spazio saturo di vapore sono nccise fra 58,5deg; h 62deg;. Per Vustilago destruens dopo un'ora di riscaldamento fra 74deg; —78deg;, dopo duo ore fra 74 — 78deg;. Secondo Payen le spore dell' oidium auranliacum sopporlarono la lempera-lura di l?0o; ftirono scolorate cd uccise a 140deg;. Secondo Pasteur le spore del peniciilio giauco in aria asciulla rima-sero imrnulate a 108quot;: molte a 119deg; — 121deg;, ma non tutle per-dettero la lacolla di germogliare: urcise tutle a 127deg; —132deg;. Negli esperimonti di Pasteur, le spore sospese nell'acqua ri-scaldala a 100deg; furono tutle uccise. Secondo Schmilz le spore del peniciilio giauco sopportano aeiracqna un riscaldamcnlo di 61deg;.
r
(I Ballier. Zeitschrift, etc. bd, 1 loco citato.
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Che gli elemenli riprodultivi al massimo a 100deg; aeU'acqua sieno quasi sernpre uccisi, osserva De-Bary dipcnde dal coa-gulamenlo dei corpi proleici a questa temperatura.
Per le forme varie di fermenlo (aiicrococci, bacterii , vi-brioni) la cozione devc cssere prolungaia perche in pochi mi-nuli non sono uccisi (Ilallier).
Non solo le spore tollcrano un' elevala temperatura , ma eziandio resislono ad una mollo al disotlo dello zero. Le spe­cie ehe si trovano ne' noslri climi sopportano senza danno i piü rigidi inverni. Secondo De-Bary non sofTrono pel gelo le spore dell' ustilago , del Iricholhechim roseum , del pent-cillium glaucnm, dalle bolrytis cinerea, tanto aU'asciutlo ehe nell'acqua e il fermenlo della birra secondo Cagniard-Latour conserva la facolia di germogliare —90deg;.
Le eslerne condizioni necessarie per il germogliamenlo, sono in una parola il caldo umido. La temperatura necessaria non deve essere molto elevala, il minimo ricliicslo e molto basso. Secondo Hoffman, riferisce De-Bary, Vustilago carbo ^ermoglia giä -f-0,5o 4deg;, la botryk's cinerea -i-i,b0 2, 1deg;, il penicillio glauco a -f-6,2quot; , si deve nolare die a quesla temperatura precede il germogliamenlo mollo lenlamente.
Non meno necessaria per il germogliamento c la qualilä del terreno o del sustralo: e un fallo die il germogliamento si compie solo in quei sustrati die possono offrire i materiali di nulrizione necessarii. NeH'acqua semplice eerie specie di spore non germogliano, ma facilmenle in soluzioni di zuc-chero ed in sughi di frulti, ecc. In aliri casi so avviene il germogliamento in un liquido od in una sostanza, il micro-miccie rirnane una raorfa e non produce gli elemenli di ri-produzione delle specie. Certe specie c certe rnorfe vegelanö e prosperano in certi mezzi soltanlo, altre al contrario pos­sono trarre i mezzi di nulrizione da diversi sustrati. Ciö ci conduce a dire poche parole sui raateriali die servono per la loro nulrizione.
Materiali di nulrizione. Assimilazione. — Andie per quesli minimi esseri le materie alimentari debbonn conlenere ossi-geno , idrogeno , carbonio ed azote ed alcuni sali minerali.
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Molti cominciano la loro esistenza sopra organismi vivi e non toccano il massimo loro sviluppo ehe quando le parli od or-gani invasi hanno sofferto qualche grave lesione o sono morli. Le qualilä di alimenlo ehe abbisognano, si puö dire, sono assai diverse ed in certo modo in rapporlo con le specie. Un numero di muffe e di fcrmenti, specialmente penicillii, Hormiscium ccrcvisiae, Rihizopus nigricam prendono il carbo-nio, l'iilrogeno e l'azolo e sali rninerali dal terrene o dal li­quide in cui e immerso il micelio. Prendono dall'aria Tossigeno in grande quantita, ed csalano acido carbonico. L'azolo pcro non viene preso in alcuna forma daH'almosfera. Riferisce al conlrario lodin, osserva De-Bary, ehe alcuni la cui soslanza conliene flno al 0 per cento di azolo, prosperano sopra so-stanze non azolate come soluzione di zuccaro, glicerina, de-strina , ccc. quando conlengono i necessarii elementi rnine­rali, e ehe in un'atmosfera chiusa di azolo e di ossigeno, as-sorbono una quantita considerevoie di azolo e fino il 7 per cento deirassorbilo ossigeno. Rigngliose vegetazioni di muffe vennero osservale sopra sostanze di composizione parlicolare, cosi il penicillium glaucum fu osservato rigoglioso sopra so-kizioni di acido arsenioso discrelamenle concenlrato , sopra soluzioni di solfato di rame fu visto da De-Bary, e da me fu vi?lo pure rigoglioso sopra pezzi palologici non essicati, im-pregnati di soluzione di solfalo d'allume e di cloruro di sodio.
Rispelto al chirnismo deila respirazione e d' uopo nolare die Pasteur parla di sviluppo di calorico nella vegetazione del micoderma dell'acelo.
Degli effetti ehe prodacono sopra i varii suslrali, orga­nismi vegetali od animali in cui si trovano vegelare, diremo Ira breve.
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CAP1T0L0 II.
Classificatione.
Esposle con la massima brevita considerazioni anatomiche e fisiologiche intorno ai micromiceti, credo ulile presentare una classißcazione dei miceti, la quale ci permetla di poter un po' ordinalamente enumerare quelle specie o moife ehe producono malaltie ne' noslri animali owero ne' vegetali vi-venli o morti, ehe formano ralimenlo de'nostri animali e ehe da questo lalo possono nuocere agli animali , sia alle-rando la composizione degli alimenti, sia ingenerando pro-dolti di azionc tossica od irrilanle.
Tra le varie classificazioni proposlc, quella di Bail, di Berkeley, di De-Bary, di Rabenliorst, di Elias Fries, di Corda, credo bene altenermi a quella di Bonorden , die nel 1804 slabili i seguenti ordini (1):
1.nbsp; Goniorniceli, Fries. Sporomiceli Wallroth. Gimnomi-ceti Link. Prolomyccs Nces. Miceti pulvernlenli. Comprende i micromiceli di strutlura piü elementare ehe rappresenlano morfe di miceti degli ordini successivi. Spore alia sommita di un basidio o di altre cellule riunile in cumuli , vivenli sotto l'epidermide per lo piü di vegetali vivi o morti.
2.nbsp; Ifomiccti Fries (/j?/p/iomsce/6's).Nematomyci Noes, funghi fatti da filamenli. Gonstano di filamenli fini, fatli da cellule ehe elevandosi dal micelio e porlando gli elementi riprodul-tivi sono detti ifi fruttiferi.
3.nbsp; Mucorini. Ifi semplici o ramosi portanti alia lore sommitä dilatazioni sotto forme varie, in cui si formano le spore o libere od aderenti ad un peduncolo.
4.nbsp; nbsp;Micetini Bonorden. Cellule o filamenli riunili in parle in un corpo solido (Vicettacolo) a cui aderiscono le spore im-mediatamente o slanno aderenti su una parte dell'ifo rimasla libera.
#9632;
(1( Jblmitilbuigni. Halle. 1864,
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5. Tremellini. Cellule od ill riunili in una massa gela-tinosa : gli ifi mancano di sepimenli, hanno molleplici ana-stomosi , porlano le spore al lermine di semplici cellule o degli ifi frulliferi.
G. Imenomiceti Fries. Forma diversa, formazione di spore per jjasidi sopra un iinenio era vero era falso.
7.nbsp; nbsp;Discorniceti Fries. Stroma discoide o globoso o im-buliforme o bichieriforme e ne' piü perfetli pedunculato ed informa di cappello come negii agarici.
8.nbsp; nbsp;Mixomiceli. Nella prima epoca di sviiuppo sono rap-presentali da ima massa analoga a pus od a grasso , in cui si formano crislalli: presontano poscia una capsula per lo pin senza slruttura (Peridio) die conliene nel sue inlerno 1c spore era libere o porlalo da ifi in forma di reticella.
9.nbsp; nbsp;Gasleromiceti. Utero o sacco resistentc fatto da cel­lule o da fibre con soslan/.a carnos.i, midollare, bianchiccia ne' primordii di sviiuppo , micelio insignificanle fallo da fi-lamcnli die formano un sacco od ulero coriaceo (Peridio) nei cui inlerno si producono le spore.
10.nbsp; Criptomiceti. Endofili, spore separate o prodotte da uno strato prolifero fallo da cellule , il micelio vive nelle piante: un invoglio fallo da cellule circonda il micelio.
11.nbsp; Sfeionemci. Invoglio membranoso o corneo fatto da cellule rotonde, ccc. (Perilecio) in cui si Irova od uno strato prolifero od un muco da cui si formano le spore.
12.nbsp; Pirenomiceli. Sferiacei. Capsula cornea e resistente (Pirenio) fatla da cellule rotonde aderenli le une alle altre, die mature evacua le spore o per fendiiure o per un'aper-tura. Spore prodotte enlro otricelli.
Fra gli ordinamenli dei micromicoti non debbo dimenti-care quello die propone il signor E. Halber: distingue il regno raicromicelologico in due grandi sezioni cioe micro-miceli con spore semplici (sporomiceti) e micromiceti con spore entro otricelli (Ascomiceti).
Passo ora a loccare brevissimamente dei generi o delle specie piü comuni die si trovano spesso vegetarc sulle so-slanze alimentari degli animali o sulle piante die circondano
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29 le abitazioni deH'iiomo e degli animali, ed anche sopra o denlro il corpo dei medesimi animali, per cui questi snno colpili da piü o meno gravi malallie. Non dissimulo le gra-vissimc obbiczioni ehe mi possono essere falle rispelto I'or-dine adottato, ma io non essendo micologo e non scrivendo per essi, ma per i veterinarii pralici , spero saro perdonalo se mi son trovato nella neoessilä di prooedere un po' libera-menle in questo lavoro.
Ordine 1. Dei Coniomiceti.
Non mtti i micologi sono concord! nello ammellere que-st'ordine: I'llallier vorrebbe radiarlo, perche i generi die ven-nero posli nel medesimo, comprenduno specie die meglio stadiale apparlengono ad allro online , oppure queslc non sono indipendenti , ma sono solo morfc di rnicromiccli piü elevati. Coraunque sia, a me pare utilissimo manlenerc que-sl' ordine solto il punlo di vista medico , imperocche molte morfe di micromiceli die recano danno a'noslri animali vo-gliono essere sludiate a parle, e ciö tanlo piü die non sono ancora note le specie piü elevate da mi esse dcrivano. I ca-ratteri fondamentali di quesl'ordinc sono secondo il Bonorden spore cd elcmenti riprodullivi liberi o prodotti da un mi-celio senza elemenlo inlermedio.
1. Famiglia. Proiomiceli: miceti elcmcnlari.
Le forme o morfe di micromiceli collocali da Bonorden in questa famiglia sono cellule e spore, a cui parmi polersi ag-giugnere i micrococci, le micolrici, leplotrici, zoococci, arlro-cocchi, bacterii, ecc, elcmenti caralteristici o moriV, causa di gravissimi stati morbosi. E importante uno studio sepa­rate di quesle morfe, poiche in brevissimo spazio di tempo possono molliplicarsi a milioni c noi non siamo ancora giunti a conoscere i micromiceli di organizzazione piü complicata. da cui lutlc emanano.
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1raquo; SERIE
Dei micrococci, zoococci, micotrici o leptotrici, baclerii, criptococci, artrococci ed hormiscii.
1 micrococci sono granuli microscopici ehe si possono ri-lenere come nucleoli derivanti dal plasma delle cellule e dalle spore dei micromiceli: sono falli da plasma, sono elementi riprodutlivi , e benche gii Schwann e Schleiden nel 1840 nella libera formazioae cellulare gii dessero alta importanza a consimili elemenli, pure avendo Hallier dimostralo la loro importanza fisiologica c la loro iniluenza nel mondo organico, esso si deve eonsiderarne lo scopritore. I nudi nucleoli plasmatici o cocci , scrive Hallier (1) formano i micrococci die producono la pulrefazione e la decomposi-zione dei corpi azotali. II micrococco, o fermento nucleolare si presenla in lulli i corpi azotali, in ogni sostanza liquida o pultacea in pulrefazione, nel sanguc cd in altre secrezioni delle malallie da infezione dei mammiferi. Esarainato ai piix forli ingratuiimenli esso non appare altro ehe una piccolis-sima c splendente massa globosa di plasma senza membrana c senza conlenuto diverse dal plasma. In cambio della mem­brana e avvollo da uno slralo eslerno piü rnolle e gelatinoso die spella al nudo plasma; si moltiplicano per rapida divi-sione taato die per lo slralo gelatinoso eslerno formano grosse masse. Lo strato eslerno gelatinoso si vede bello nei micrococci della pleospora herbarum. I micrococci si possono riunire in massa e germogliare, oppure possono continuare a moltiplicarsi. In molte cellule (2) in un sustralo liquido il plasma per simultanea o succeclanea divisione si risolve in cocci, i quali o conlinuano a dividersi ovvero si mutano in cellule. 11 nucleo e nelle spore i'unico contenuto della cel-
()) Die Partisiten der infectinnskrankheiten Xeitscrift, \\Hfi. 155, hii, i, 1869. f-2. Ibid., \™j; . 361.
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31 lula. Nelle spore esso si risolve, in convenienle lerreno, a poco a poco in piccolissimi nucleoli per divisione ossia in cocci (1), cosi si formano in grande numero i micrococchi mobili od immobili. Nelle cellule germoglianti e nei filamenti si formano dei piccoli nucleoli ehe vengono circondali da un piccolo vacuo, nell'interno del quale si movono vivacemente(2). Ponendo spore di penicillio glauco nell'acqua distillala, al-cune di esse si rigonfiano, la membrana ed il conlenulo ap-paiono dislinli e quindi si scorge il nucleo per contimiala e ripeluta divisione risolversi in piii nucleoli o micrococci; intorno ad essi si formano vacuoli; la cellula si distende ed i micrococchi vengono resi liberi, sono mobili ed all'ingran-dimento di 1500 diamelri hanno la forma di un globeltino caudalo, talvolta hanno la forma conica, il movimento e af-fallo determinalo, la puntacaudale giace sempre al disotto (3). Pertanlo dal plasma delle spore e da quello delle cellule ehe compongono il filamenlo dei raicroraiceti si generano due sorte di nucleoli o micrococchi, di cni gli uni^ sono immo­bili per lo piü ovali o rolondi, gli altri presentano un pro-lungamenlo caudale e sono mobilissimi (zoococci). Alcuni botanici negano una lale origine dei micrococci, e gli ele-rogenisli sostengono ehe molecole organiche sono capaci di organizzarsi e passando da una ad allra forma possono pro-durre perfino un infusorio. Facendo sludi sopra i micromi-celi e specinlmente sopra quelli ehe decompongono i foraggi de'noslri animali, noi ci convinciamo facilmcnle del modo in cui si producono i micrococci. Si trovano spesso spore le quali si differenziano dalle altre perche il lore contenuto e converlito in una massa di granuli piccolissimi e special-menle queslo si osserva in quei casi in cui una vegelazione di due o piü specie ebbe luogo in un dato mezzo; dopo ehe i maleriali di nutrizione necessarii sono esauriti, e le specie
(4) GaArunjsercheinungen, 1867. (2) Ibid., pag. 106. 13) Ibid.
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ehe vegetarono hanno frullificalo e versalo le loro spore nel mezzo, queste non polendo germogliare perche piü non si trovano in condizioni favorevoli, o rimangano immulale op-pure i! loro proloplasrna si risolve in molli micrococci die spesso si rendono liberi; avvicne per queslo ehe talvolla, rade si Irovano le spore integre in lali sustrali, cssen-dosi molte trasformate in micrococchi. Per quesla ragione e per essere durante la vegelazlone molti cocci resi liberi dalle cellule del filament! di un micelio, avvicne die sin-golarmente abbondino ira il micelio nel luogo in cui vegeta una data specie. Abbiamo visto ehe ventiquaUro o quarantolto ore bastano perche un foraggio , in ambicnle caldo umido, si copra di una rigogliosa vegelazlone, di curotium aspergil-lus glaucus, di penicillii, ecc, e di alcune specie di [niuccdi-nec, cos! in brevissirao spazio di tempo si producono inilioni e milioni di spore e di micrococci; mutate le condizioni di questo foraggio ed essicalo, cessa la vegetazione, ma riman-gono i diversi elementi riprodullivi e scuotendo tale foraggio si eleva un soltile pulviscolo, falto da spore c da milioni di micrococchi; essendo in generale gia le spore piccolissime e leggerissime e tenute in sospensione perrio dall'aria atmo-sferica, ognuno puö iramaginare con quanta maggiore faci-litä debbano elevarsi c continunmenle nuotare nell'atmosfera i micrococchi ehe hanno una piccolczza eslrema non appa-rendo molti ehe della grandezza di un pnnlo a millc dia-mctri d'ingrandimento. Una parte pertanto dei genni dell'at-mosfera vicne formata da essi.
Fonlc o centro della produzione dei micrococchi sono le varie specie e morfc di micromiceti in qualunque mezzo vi-vano. 1 micromiceti di organizzazione piü elevata die trovano per lo piü un lerreno convenicntc o sulla cortecda delle piante vive o morte, ovvcro dentro le medesirae, ne lormano una sorgente perenne: basta portare uno sguardo sopra i ve­getal! essicati e lenuti in luogo umido o lasciati nei campi, per trovarli spesso copcrli da clevazioncelie brune o da chiazze brunc, fatle o dal vegetare sulla cpidermide o nella mede-sima, ascomiceti di varie specie. Giunli a maturita, eiaculano
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33 o dagli oslioli o da fenditure le spore ed i micrococchi. A queslo riguardo e mile ricordare, die le spore ed i cocci essendü nei peritecii conlenule in un liquido mucoso, awe-nula 1'eiaculazione si presentano i delli dementi talvolla solto forma di un Lndellino ravvolto a spira, essendosi a! contatto dell'aria essiccato la specie di muco. cssc cola ri-raangono aderenti; in altri casi le spore mature o sono co-perle da soltile stralo di cpidermide, ovvero eiaculate fuori del peritecio, dello spermagonio, permangono appiccicale solto forma di chiazze o di puslole bianchiccie o rosee. Avvenuta una pioggia, la maleria mucosa die leneva le spore cd i cocci rianili, si scioglie e le une e gli altri ailora si diflbndono sulla corteccia ovvero si espandono neiratmosfera.
Pare polersi ammetlere come sicuro ehe i climi caldi c secchi, freddi e seechi se non si oppongono, ne limitano al-meno il loro sviluppo, al contrario i caldi umidi cd i freddi umidi loro sono favorevoli. Piü difficile e stabilire c deter-minarc le condizioni di slagioni e di annate die no favori-scono lo sviluppo specialmenlc di date specie. Gli elemenli riprodutlivi di date specie formano i contagi. Ora stände alia comparsa di certe affezioni conlagiose si puo afferraare con sicurezza ehe dale specie si sviluppano solo di quando in quando in alcune annate. Tnlti sanno come ncl decorso inverno la febbre aflosa aLbia percorso eslese regioni e siasi manifestala in localilä in cui da molti ar.iii non erasi vista. Bisognö pertanlo die nei 1869 sia slata rigogliosa la vege-lazione in qualche regione di quelle specie di funghi, i cai micrococchi formano il virus die la produce. Rispello alle regioni percorso in Italia pare sia venula dal Tirolo o da regioni conligue; da queslo appare come la localita ne abbia non poca influenza per la produzione di eerie specie di mi-cromiceti; e da tulti ammesso die certe localitä di Oriente sono il cenlro di produzione della pesle bovina, nelle noslre regioni e sempre importala. Per quanta incerlezza ed oscu-rilä regni ancora intorno a queste queslioni d'origini, il falto e inconteslabile e rimanc posto fuori d'ogni dubbio come eerie specie di cocci compaiono solo in alcune localita, in al.
Tiivolta
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cuni cliini ed in dale stagioni. Ma passiamo ad esamrrlars
ancora altre proprietä relative ai micrococchi in generale.
I micrococci godono di una cerla individualilä cssendo for-niti delle facollä di molliplicarsi c di produrre morfe diverse a secondo delle qualilä del sustrato come abbiamo vislo cioe: inicolrici o leptolrici, bactcii, sporoidi, arlrococci, criptococcr, liorraiscii ed infinc le specie da cui dcrivarono. Giunti nelle sostanze organiche e ne' corpi organizzati passano o sollo una o I'allra morfa. Rispelto ai vegelali penelrano nelle foglie, nella corleccia del fusto, del rami e della radice: non rispar-rniano nemmeno il legno dci vegelali essicali.
Poilando I'occliio sopra i giovani rami ed i leneri germogli del gelso per cilare (|Lialclie eserapio, si osservano nei primi chiazze ovali e quesle piii acuminate ad ambe le estremitä un po' elevate; di colore bianchiccio, e nei secondi macchie hiancbicce die non sono die lo sladio primo delle cliiazze suddescrilte. Col niicrosco|uo si scoprono nelle cliiazze le gt;ellule vegelali sprovvedule di dorofilla e di conlenuto, e dentro di esse, ma segnatarnenle nelle cellule die circondano le delle chiazze vi banno numerosi micrococchi, zoococci, di grandezza considerevole cd anche solto forma di baclerii, i quali godono di un movimento molto vivace enlro le cellule; cambiando ad un tempo forma ad ogni islanle, ora assurnono la forma ovale e rilraggono alquanto i corpuscoli del Cor-nalia, ora si mostrano allungati con cstremita caudale , ora in forma di capsula o di cellula rolonda {fig. 13). Quäle e roriffine delle delle chiazze elevate e delle macchie? derivano da punlure falte da insetti, nolle quali sono penelrati i cocci? ma quale e la specie di insetti die su quasi tulti i teneri gerraoglii di un gelso va a praticare quesle punlure? Indicano forse i punti in cui venne portata una spora ehe si risolse in cocci e quesli penelrarono nelle cellule cpidermiche? e difficile per me rispondere a quesle dimande. E inconlestalo ehe le cliiazze cominciano solto forma di macchie, ehe in quesle macchie scompare la clorofilla cd il conlenuto per la presenza dci cocci, e ehe le cellule n iperlrofizzano onde I'elevazione piü lardi.
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35 Anche sui giovani steli di erba medica c sopraltullo alia punta, nolle cellule dell'epiderraide si trovano quasi analoghi elementi di forma ovale, ed allri mold grandissimi parago-nabili a piaslrelle irregolarmenle rotonde, roteando era in-loi-no il proprio asse, ora mostrandosi inclinale sopra il me-desimo (fig. 14). Non ho potulo esaminare il trifoglio ; si insimiano peiinnlo nelle parti verdi delle pianle, diventano rnobili, si mutano in forma di infusorii e cos! di cellula in cellula, poco a poco possono giungere lino alia radice; nei frulti tuberosi penelrano la cuticula e giungono alle parli profonde del parenchina, nei frulli con nocciolo, penelrano dentro, e si raoltiplicano fino a cosiiluire una moria.
Reslando sospesi nell'almosfera, quesla no e sempre piu o meno inquinata, anche i fieni essiccali ne conlengono buon numero, onde la ragione del coprirsi di muffe ordinarie nei caido uraido. Ma la nota carailerlslica di un fieno o foraggio secco state invaso da varie specie o generazioni e raorfe di micromiceti si e appunto la presenza di micrococci o zoo-cocci, micotrici ed anche hormiscii in cumuli da costiluire chiazze o macchie di colore diverso, sparse sugli steli e sulle foglie, o quando e in isiato di decomposizione avanzata, al-lora le varie morfc si insinuano Ira le cellule e llbre ve^e-lali, le disgiungono ed a poco a poco le distruggono. Avendo avuto l'opportunitä di esaminare varie qualilä di fieni muf-fati per la gentilezza di ottimi e distinli colleghi, riferirö brevemente il risultalo di alcuni di quesli esami falli, no-lando ehe le macchie e le chiazze erano o bianchicce od azzurre o rosee a secondo del grado di decomposizione del lieno.
1. Macchie o chiazze bianchiccie. II dislinto collcga signer Giordano medico veterinario a Cavallermaggiore mi inviö varie volte fieno inquinato da simili macchie; nello scorso inverno me ne sped! una qualilä lolla in una cascina, nella quale morirono in capo ad un anno 27 bovine e verso la line del febbraio del correnle 1870 ne ammalarono buon numero. Tale fieno aveva un colore un po'carico, era com-posto da varie specie di graminee c da trifoglio pratense. Le
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fofflie di Irifoglio c pli sloli delle graminec offrivano Irani sparsi da sollile patina biancastra traente all'azzurro, die in alcuni altri punii aveva I'aspetlo di gesso. Le delte raacchie crano falte da micrococci, micotrici e bacterii {fig, 15. ß. C).
Ancbc i colleghi Colla Lcopoldo e Boltino mi porsero I'oc-casione di esaminare fieno con simili eliiazze, die scosso mandava un fino pulviscolo.
Nel 31 raarzo accorapagnai il collega signer Brusasco ad una cascina posia nc' dinlorni di Torino a visitare fieno ehe era incolpato d'aver prodolto coliclie ed aborlo nelle vacche ehe lo mangiavano. Trovammo ehe gli sleli e le l'oglie die lo formavano crano cosperse da paline bianeaslrc falte in parle da limo ed in parle da micrococci, artrococci e mi­cotrici (fig. 15. D.).
2.nbsp; Macchie glauche od azzurrognole. Quesle le ho trovate sopra foraggi profondamenle allerali da pregresse vegelazioni ili micromiceti; si presentano come cumuli od devazioni az-zurrognole o cinerognole, cosliluile pure da micrococci, mi­cotrici, artrococci, baclerii. Appena tocchi si risolvono in polvere. Alcuni arrivano perfino alia grandczza di un gra-nello di veccla.
3.nbsp; Macchie o cumuli di color rosco. Anche queste sopra foraggi grandementc alterali; I'egregio collega sig. G. Bosso da Crescentino ha raccollo una polvere finissima sulia parete di una camera umlda, fatta esclusivamente da micrococci, mi­cotrici rolondo-ovali, da corte micotrici, da artrococci e da finissimi bacterii (fig. 15. A.).
Adunquc col mezzo dcU'alimento muffato giungono nell'ap-[larato digerente milioni e milioni di micrococci insieme a straordinario nuraero di spore, di filamenti, di morfc c di specie diverse di microlili.
Esaminiamo ora brevemente l'azione ehe i micromiceti in generale disjticgano sopra i suslrali in cui arrivano c si rnol-liplicano. Fermenti.
Fra i fenomeni di combinazioni e di decomposizioni nei corpi organici piii importanti c piu anlicamcnlc conosciuli
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vi ha quello cliiamato fermentuzione die Van Helmont de-fini: la madrc delle Irasmulazioni. Perche ?i compia qucslo Icnomeno sono nficessaric cei'le comlizioni cioö: 1deg; Una so-stanza capacc di fermenlare. 2deg; Un fermento il ijuale agcmlo sulla soslanza fermentescibile cccili in es?a i I'enomeni di combinaziooi c decomposizioni die cuslituiscono la fermen-tazionc e fntto ciö indipcndonlemenle dall'aflinilä. 3deg; Una certa quantilä di acqua. 4deg; Una delerminala lornperalura (in generale fra 15deg; — 40 R). 5deg; La presenza dell'aria per aleune tbrmc di fernaenlazioni, 1 corpi del regno organico sommi-nistrano la raaleria fermentescibile. Gli si'orzi dei chimici piii iliuslri dalle prime epoclie delia pcienzi lino alia presenle furono serapre direlti a scoprire gli eccitatori delle fcrmen-tuzioni ossia i fornicnli.
Per Lieijig i fermenti crano una matcria in preda a mcta-morfosi clie vencndo a contallo delle soslanze fermenlescibili, comunicava a fiuesle 1c mcdcsimo serie di cambiamenti o melamorfosi.
Berzelius irnmaginö una forza sui generis ehe disse cala-litica (dissoluzione).
Avendo Gay-Lussac riconosciulo I'azione indispcnsabile del­l'aria per ie fermcntazioni, attribui, Ira gli clemcnli dell'aria il maggior ufilcio nella ferrneniazione, all'ossigene.
Schwann nel 1837 avendo scoperlo gcrmi vcgclali ed infu-sorii nell'aria, atlribul a quest! I'azione principale nella fer-nieniazione. Conosciuta la natura vegetale del fermcnlo della birra si ammisero fermenti organizzati e fermenti di un'or-ganizzazione equivoca.
Schraeder e Dusch nel 1859 altribuirono la ferrneniazione alia presenza dell'ossigeno ed alia formazione di un acido.
Un illustre rhimico francesc nel 18(30 con brillanli cspe-rimenli dimoströ ehe i fermenti consislevano in csscri oica-nizzali (vibrioni, monas crepusculum, bacterium Icrmo, etc.), di cui gli uni lianno bisogno dell'aria per vivere, allri vivono senza ossigeno, anzi muoiono in contatlo di csso.
L'immorlalc Piria (Piria.Stti/e fermentazioni. Torino, 1804), collocö pure i fermenti in esseri organic! speltanli gli uni a!
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regao animale, e gli altri al regno vegelale: li divise in due categoric: quelli della prima vivono nell'aria ed impiegano I'osslgeno libero per trasforraare i corpi organici di cui si aliraentano, in acqua, in acido earbonico ed in aramoniaca:
Micoderma oil Horraiscium aceti, le monad!, i baclerium, lo mucedinee, ccc. Quelli della seconda categoria vivono senza ossigeno , anzi nell' aria periscono (le diverse specie di vi-Lrioni ehe si producono nella fermenlazione bulirica e nella putrefazione dei corpi albominosi). Defini per conseguenza le ferraenlazioni, melamorfosi di soslanze organichc in nuovi prodoiti per opera dei fermenti.
Tali melamorfosi o sono decornposizioni come e il caso delle materie alburninoidi, in cui si producono composli am-moniacali (fermenlazione pulrida) per io sviiuppo dei micro-cocci, ecc, o dello zuccaro ehe per I'azione del criplococcus cerevisiae si scinde in alcoole ed in acido earbonico {fig. 16): ovvero le melamorfosi sono combinazioni come nella fermen­lazione acelica per opera del mycoderma accti^ 1'alcoole com-biaandosi coll'ossigene atmosferico si converle in acido ace-tico , o sono cambiamenti molecolari come nella fermenla­zione vischiosa dello zuccaro , in cui queslo si converle in goroma ed in acido latlico per opera di muffe.
11. Hoffman colloco i fermenti in forme mulabili di oidium, di monilie, di lorule c di ailre specie di funghi.
E. Halher risolse affatlo il problema dimoslrando i fer­menti coslilulli dai micrococci , micotrici, baclerii , lorule, oidium, hormiscium , ccc, in una parola da morfe di mi­cro lili.
Ma i microfili sui vegetali elevati producono ancora altra sorla di lesioni; alcune sjiecie spesso irritano le cellule vege-lali, per cui queste allraggono una maggiore copia d'umori, proliferano ed allora si formano ipertrofie, tiimel'azioni, es. I'usliiago maidis sulla zea mays: penclrano, disaggregano gli eLemcnli istologici vegetali, li atrofizzano, sosliluendo il loro micelio al lessuto preesistenle : in altri casi producono la morle delle parti abitale senza dar luogo prima ad ipertrofia od alrofia del tcssulo vegelale , es. nei punli invasi dalle
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umHnee, nei quali la clorofilla scompare dalle cellule e qucslo diventano brune cd iniine rnuoiono. Dove vegelano erisife si osserva abbrunaraento, essicamenlo delle parli e for-mazione di macchic estcse: in cerli ca?i intliiiscono sulla vila dell'inliera pianla togiiendo I'acqna, ie malerie organiche, i sali minerali ed allorando la respirazione. Altcrazioni per-lanto gravissime producono i microfiti snlle allre specie di vegelali e studieremo molie di queste in quanlo hanno rap-porlo con la raedicina dcgli animali.
Conlagi. Miasmi. Prodotli tossici. Infetioni.
Non meno ehe a! vegelali nuocono agli animali le morfe dei microfili. Formano i conlagi ed i miasmi. Secondo una dottrina die conla ancnra alcuni fantori, i conlagi erano ri-tenuii un prodotlo morboso deH'organismo malalo o cada-vere (Hufeland , Ruhini, Reil, ecc.) , ed erano falli da un muco tenuissimo disciolto in un vapore acqueo rarcfallo (Moscali) o da una sccrezione morhosa (Prank).
Una dollrina chimica ehe ebbe il suo fondalore in Silvio ed il piii illuslre rappresenlanle in Liehig, accolla ancora da molli palologi , pone i conlagi in un fermcnlo cioe in una sosianza anirnale in islalo di decomposizionc oil in una ma-teria generatasi dalle parli del corpo in seguilo a qualche processo moiboso, capace di comunicare il suo slalo di dc-composizione a luitc le parli di un organisrao vivo disposlo ad enlrare in simili raelamorfosi.
La dollrina del parassilismo c pure mnllo anlica, ofl'ri due: fasi , nell' una i conlagi furono considerali e?seri animali (Varrone, Kirker, Ruischio, Vallisnieti, Redi e Linnco; (|iie-sti due autori avevano osservato 1' acaro della rogna): nel-I'altra i conlagi ed i miasmi furono lenuli di nalura vege-lale. Benchc palologi illuslri, quali llenle, Franz, Von Gieil, Gordwel ed altri molli insegnassero i conlagi cssere di na­lura vegelale, pure le basi solide di quesla dollrina vennero poste dal doll. prof. E. Ilaliier, il quäle avendo scoperto i micrococci , lenulo dielro alle lore fasi di sviluppo e falli prosperi lenlalivi di collivazione dei medesimi , pule pone fuori di ogni dubbio ehe i conlagi ed i miasmi non sooo ehe
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morfc cioc micrococci, micolrici, artrococci, ecc, spore di microfiti. La dillcrenza fra contagio o miasma non consislc in allro ehe nellc diircrcnzc specifiche doi microfiti da cui irasrgrono origine le indicale morfe e nelia non attitudine in quelle ehe formano i raiasmi a passare dall'uno aU'allro or-ganismo animale. Derivano la maggior parte, per quanlo fi-noia ci e dale arguire, da microfiti piii elevati.
Essendo pertanto i rontngi nella lore forma piü semplice, fatli dai micrococci, si comprende qualc valore abbia la di-slinzione dei contagi o virus in Ossi e volalili. 1 cocci della febbre aftosa come della rabbia possono ilmanere cr.u eguale agevolczza sospesi neiralmosfera. Tullavia I'osservazione di-moslra conic quelli della febbre aftosa trapassano facilmenle da un organismo aU'allro , ncl mentre ehe per quelli dclle rabbic 6 necessaria la raorsicalura o la penetrazione nell'ap-parato digerente insieme a quelle sostanze sopra cui vennero deposli. Eppure i micrococci nella febbre aftosa c nella rabbia si trovano numerosi nella saliva o liqnido della bocca. Non si puo pertanto per spiegare il fatto, pensare aU'essiccnmento della saliva ehe viene a cadcre in terra o sopra corpi, ehe imprigiona i micrococci e le lien fissi ai corpi nell' un caso e non neH'allro. Vcrosiniilmenle per ijuanto mi vennc falto di osservare, i micrococci della febbre aftosa ehe cadono sopra i corpi, o si conservano tali (luogo asciuttn) oppure aumen-lano un po' di volume e per boltoni si moltiplicano cioe si mulano in criptococci (luogo umido): solto forma di cripto-cocci si trovano non solo nella saliva, ma anclie ncllo siero delle vescicole die si sviluppano sopra le inammellc: hanno adunque una vila mollo tenace cd una facoltu proliferanle straordinaria , cio ehe rende ragione della lore dilTusione. Lo slesso non si puo dire dei micrococci della rabbia , i quali penetrati in un organismo ehe riunisca le condizioni I'avorevoli per il loro sviluppo, tullavia impiegano un tempo lungliissimo per moltiplicarsi. La sunnotata dislinzione in quanlo diraostra la maggiore o ininore diffusione ha un'im-portanza lullavia dal lalo clinico.
Rispclto alia difi'usibilitä o non agli organismi animali, i
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41 parassiii vegelall ed i lora clcmenli o morfc si possono di-stinguere: 1deg; in fissi nell'organismo in cui penelrano come ad cs. i miasmi propriamenle detii ehe producono le febbri
inlermiltcnti , Ic febbri perniciose , alcune forme di febbri tiloidi c quelli ehe danno luogo alia dislagia paraiilicn, ad alcune forme di letano, e di affezioni culance, al carcinoma del piede, alle fimalosi del Jlegnin, alle carie dei denli, ecc.; 2deg; in parassiti od eleraenli vegetali conlagiosi piü o meno, tali sono ([uelli die danno luogo alia febbrc aflosa, vaiuolo, polrnonera, ecc.
E difficile detcrminare il loro modo di agire neU'organismo animale, giacche gli uni agiscono prima irrilando localmcnte c poi passano ad agire sopra gli organi cenlrali del sislema nervoso, altri agiscono sul sangue c la loro presenza e ca-ratterizzala dalla febbre e poi dall'azione locale sopra diversi organi od organi speciali: a secondo dei segni o sintomi a cui danno luogo ed a seconda dello lesioni patologicbe pid cospicue pare si possino ordinäre in qucslo modo: agiscono
1.nbsp; nbsp;Sul sislema nervoso i cocci del LyssopUiton suspectum Ilallicr (rabbia).
2.nbsp; nbsp;Sul sangue: i micrococci del carbonchio, delle forme di lifo, delle febbri inlermillenti perniciose, del calcino (Fu-rnago salicina) della alrolia o pebrina (plcospora berbarum Ilallier) della flaccidilä o gangrena umida dei bacbi : quelli the producono alcune malatlic nelle mosebe o nclle api.
3.nbsp; nbsp;Sulla mucosa del ranale alimenlarc o sul ronlenuto: i micrococci della paste bovina, del colera, della febbrc aflosa (Tillelia aplogenes) della dissenteria, del metcorismo.
k. Sulla mucosa respiraloria e sulle glandule linfatichc. I cocci del cimurro, della morva dei cani, del moccio e far-cino dei-cavalli (Maleomices equestris Ilallier) della polmo-nera, della tubercoiosi e i cocci o le morfe die danno luogo a malatlic speciali (disfagia paraiitica).
5.nbsp; nbsp;Sulla mucosa degli organi gcnitali: i cocci del morho coilalc.
6.nbsp; nbsp;Sui muscoli: i cocci die producono alcune forme di letano:
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7.nbsp; Snl relicolo del Maipighi , sulle cellule epidermichc e sui pcli, i cocci del vaiuolo, ciclla ligna favosa, dell'erpele lonsurante, del carcinoma del piede, ecc.
8.nbsp; Sopra organ! divers! i cocci e le morfe ehe proda-cono forme d! cancro.
I cocci the producono morbi contngiosi non Irovano in lutle le specie di animal! un terrcno favorevole , ad es. la peste bovina non si comunica al cavallo ed all'uomo, ecc.
Inoltrc alcuni allri non trovano un terreno adatlo in al-cuna specie animale die dope esser passati ncl corpo di altre; cogt;i i cocci dclle rabbie e del moccio equino non si molti-plicano nel corpo dell'iiomo ehe dopo esser passati ncl corpo dei carnivori e del cavallo. II lallo pare dipenda da ciö ehe l'ucmo (oltre la composizione diversa del suo organisnio) n^n Irovasi in condizione di poler riccvere i cocci della rabbia ehe per mezzo dci carnivori e quelli del moccio die per mezzo dei cavalli. 11 baco da seta riceve i cocci del calcino e dell'alrofia (fatta astrazione dal locale infetlo) dai micro-miceli elevali ehe vegetano sul gelso (Fumago salicina e Pleospora herbarum). Questo falio ci conduce a ricercare i microfili elevati ehe producono i cocci del moccio in quci vegetal! elevali o ehe l'ormano l'alimenlo degli equini o ehe pure lo circondano, ed i cocci della rabbia in quei vegetal! elevati die in una qualche forma si trovano c nel campo apeito ovvero nolle sale del ricco.
Palologi germanici chiamarono zoonosi da %oov animal! e yoeos malatlia, quelle materie contagiose die si comunicano all'uomo dagli animal! (farcino, moccio, carboncbio). Virchow po! distinse le malattie die dagli animal! passano all'uomo: 1deg; in malallie omologhe contagiose (carboncbio); 2deg; in ma­lattie eterologhe contagiose (acqua alle gambe, siiilide); 3deg; in malallie elerologhe non contagiose (sostanze deleterie, setli-che). G. I. Fuchs cambaltc quesla classificazione (1).
I micrococci de' microfili comuni, in eerie condizioni del-
(1) /lllgemeiuc Irhre 'Irr Seiuhrn. Leipzig, IRfiä.
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l'organismo e sopraltutlo in quelle favorevoli formale da un'iperemia o da mi versamento, concorrono ad oggravare gli stall raorbosi, es. la pneumonite gangrenosa, pulrefazione no' liquid! versati nella cavila del pctlo, mctritc seplica. Un Icrreno mollo acconcio alia loro molliiilicazione vicnc loro ofl'crlo dalle ferite e dalle ulceri di qualsivogiia nalura. Tulli sanno come condizione iiKlispensahilc per la cicatrizzaxione pronla delle ferite e per la cura dclle ulceri sia il sollrarre le medesime al conlallo dell'aria : tulli conoscono ie gravi succession] quando non si compie a quest' indicazione , pe-rocche i micrococchi ehe giungono nelle ferite o nolle ulceri si moltiplicano, deslano ferrnentazionc putrida, caratterizzata dalla qualila del [ms, dall'odore i'etido e daH'aspello poco fa-vorevole dell'ulcera. 11 signor dotiere Maisonneuve ha dimo-slrato die la maggior parle delle morti dopo ie operazioni sono conscgucnzc di intossicamento chirurgico per prodolli generalisi nella gangrena o per penelrazione di elcmenli ve-gctali nel sangue (1).
E note come a piaghe o ad ulceri in cui si sviluppi la fermentazione pulrida consegue I'infezione purulenla, I'icor-remia, la seplkoemia, e come Virchow, Schweninger, Hemmer e molti allri si sludiassero con variali esperimenli di giu-gnere a spiegare il fatto. Bergman e Schmiedberg hanno sco-perto nel pus allcrato od in preda a pulrefazione una soslanza parlicolare da essi cliiamata solfalo di sepsina die agisce come lossico suH'organisrao (2). Si intende il perchc giovino i cosi delli cicalrizzanli, le linlure alcooliche, i balsamici e rocclusinne pneumatica del chirurgo lules Gucrin (3).
Tra le gravissime succession! alle piaghe suppuranti vi ha il telano. Intorno a questo lulluoso avvenimcnlo indarno si dislillarono il cervello i patologi per trovarne la nalura. II falle ehe nel lelano gli animal! presenlano in principio di
(I) Complex Htmhi, 1806, png. 985.
(2 Midico Ictcnnuno, ISU.S.
(5) Cauttc Meiicale, pag, 87, 186laquo;,
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malallia lino a corso inoliralo , inlegre le funzioni cerebro spiaali, la prcsenza de' numerost micrococci nclle fibre mu-scolari dimoslrano chiaramenle come la scde del morbo sia noi rauscoli.
Jl D. Ascar Klolzsch in una imporlanle mcmoria sulia na-lura del!a fermentazione, Iralla la queslione della disinfezionc (arreslo e distruzione dello sviluppo delle morfe dci microfili) e dope avere esperimentate varie soslanze conchiude: 1deg; raezzi disinfellanti sono divers! a seconda dclla nalura del suslrato in cui i germi de' microfili vegctano; ^0 in un terreno asciullo giova j)i(i di ogni altra sostanza 1' alcool ed in un terreno umido la soluzione di potassa (I).
Micrococci nei terreni geologici.
E note da lungo lempo chc la crcla agiscc come ferraenlo suU'amido e sullo zuccaro, ecc. Una tale azione e dovuta ai micrococci in essa conlenuli. II signer A. necliamp ha re-cenlemeiile dimostrato ehe i micrococci si Irovano eziandio in cerli terreni geologici, i quali per ultima conseguema godono della facollä di auirc come fermenti.
1 calcari d'Armissan presse Narbonne elä lerziaria, di Bar-beniane presse Beaucaire, di Pigncn, il Neocomien presse Montpellier, l'Ooliiico, il tufe calcare di Caslelnau presso Monl-pellier hanno servito a far fermentare dello zuccaro di canna e dclla fecola; in tutte le operazioni si e sprigionalo deil'a-cido carbonico e dell'idrogene; I'alcool, I'acido acelico, I'a-cido lattico e spesso il bulirrico furono i termini costanli della reazione. La igt;olvei,e delle grandi cilia, come quella delle strade presso Monlpellier, puö csserc impiegala come fcrmento. Nel calcare di Armissan c di Barbenlane si Iro-vane bacleri, i quali non si sviluppano nella crela e nel cal­care oolilico in condizioni analoghe. Le ricerclie di Kunth
I) '/.cihdirifl far Parasifcnhidrn, 18u9. pag. 278.
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45 sulle pianle trovate nolle lombc egiziane, come sulle ossa anliche, dimostiano 1'csistenza di micrococci. I microcooci ilei calcari esaminali dal Bechamp ?ono quasi scnza azione alia bassa lemperatura cd ogni loro allivilä non si dispiega die Ira 35-40 gradi (1).
Dei Bacterii, Vibrioni e Spirilli.
Sappiamo ehe i micrococci pervenuli in un mezzo the loro presenti condizioni favorevoli per il loro sviluppo passano presto ad allra forma. Tultc le forme o morfe piü semplici die ne nascono vennero con ragione relegate al rcgno vc-gclale.
II Dnjanlin nel 1841 (2), ha riuniti nella famiglia dci vi-brionidi i generi Bacterium, Vibrio e Spirillum, assegnando ad ognuno dei delli generi specie diverse a seconda della forma e delle qnalila del loro movimento. 1. Genere Bacterium. Zooglea Colin 1857.
Cellule rninime o corpuscoli della forma di micrococco al-lungato ed un po' sviluppato lino a quella di piii o meno lungo bastoncino, senza colore, ialini, riuniti in cumuli od in membrane in una specie di gelalina ialina, isolati e nuo-tanli in un liquido o godono di movimento vacillanle, oppure ne sono privi affatlo; lunghezza c grandezza assai variabile.
Specie: a) Bacterium tcrmo. Duj (fig. 2!) B e fig, 40 B C F lav. 11). Vibrio lincolu. Elir.
Monas lermo. Müller. Zooglea lermo (Müller). Colin.
Questa specie c formalraquo; da bacilli o filamenli ialini, in-colori, cilindrici, un po' rigonli nella parte mediana secondo Dujardin, spesso riuniti a due od in maggior numero; tal-volla presenlano granuli, od in specie di granuli si risolvono invecdiiando. La lunghezza c grandezza c assai mulabile;
(1)nbsp; Conip. llcnixi, 1870, \™?,. 'Jl'i.
(2)nbsp; Ilistaire Mahtreüc dc /.uoj'hyics.
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secondo Dujaidln e di 0mm, 003 —0mmgt; 002; secondo Hauss-man e di 0m'n, 00o3 — 0quot;quot;quot;, 0105, fra le cellule epitcliaii dell'apparalo genitale del fanciuili, di 0mm, 011 nci catarri
,. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1
del collo uterino (I); secondo Rabenhorst e di äfijüi~ nnä
di mm (2). Compare in tutte le infusioni vegelali cd animal!, in alcuni liquidi deU'organismo animale malalo, nclla pulre-fazione del cadaveri, nolle piaghe trascurate, di catliva na-inra c felide; si trova nelle acque slagnanti e corrolte, ccc. Lewenhock la trovo primo nella maleria polposa rimaslalra i denli. Deriva dai micrococci di specie diverse di microrni-celi. II chiarissimo prof. Balsame Crivelli ammellc possa svilupparsi dai granuli vilellini del luorlo d'uovo (3). II pro-1'essore E. Hallier vuolc il Bacterium termo non essere altro ehe un pezzo di micolrice (4). Hermann Hoffmann ammelle in generale nei baclerii una membrana, negala da E. Hal­lier (5).
6) Dadcrium catenula (fig. 40 A. tav. 11). E falto da cellule rninime o corpuscoli un po' allungale, spesso riunile a ire, a quatlro od a cinque in guisa da formare perfino ca-tenellc dclla lunghezza anco maggiore di 0min, 02. Quesla specie non e allro ehe una micolrice; compare ne' li(iuidi albuminosi, nel sangue in pnlrefaziono ccc.
c) Bacterium puncium. Corpuscoli di forma ovoide, un po' allungata, spesso riunili a due, con molo vacillante. E lo sladio primo di sviluppo delle specie precedenti.
(/) Bacterium cunealum (fig. 27. B. tan. il). Cuneiforme, allungale, con estremita arrolondale, piü largo ad un'eslre-raitä ehe all'allra, al lermine deU'estremita piü ristrelta pre-senla una specie di goccia splendenle. Nel sangue in pulre-
(1)0. H.uissinaii. IJie Parasiten da- fp'eiblichen Geschlechts ccc. iS'O. |CI Flora Euro^uea ulgarum.
(5) Mcmorie. Istitulo Lombardo. V. 1, fasc. vn, pag. 288. ('lt;) GahrhiingerscheiHun^en. ISOquot;, pag. SI. • ] Hallier, ZeUtchrift, ccc. 1869, pag. mi.
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fazjone e sopraltutto nell' intestino del cane c del eavallo moni jier maiallia a processo dissolutivo; I'ho Irovalo eziandio nelia metrite se(itica.
e) Bacterium carbuncolare [fig. 27. A.). Delafoiul, Pol-lender, Davaine. Fu bene studiato da Delafond (1) da Pol-lender e da Davaine (2); compare nol sangue degli animali colpiti da carbonchio sotlo forma di bacilli immobili, piatli, relii, trasparenli, forte rifrangenll la luce, non raraificali, cgualmenle larglii; per lo piü se corli non hanno frangiture ma se lunghi presentano una o due frangiture, per cui si jiossono piegare ad angolo in uno o due puali della loro cstensione; la lunghezza e variabile assai, piü ordinariamenle secondo il Davaine c di 0m,n, 004. — 0mn\ 012 e lalvoita di 0mm, 05. .Non subiscono cambiamcnto per I'azione dell'acqua, alcooi, etere, acido acetico, nilrico, fosforico e della soda, polassa cd arnmoniaca. L'acido solforico concentrate li di-slrugge discrctamente presto (Delafond). Appena sviluppatisi dai micrococci sono omogenei, ma invecchiando cioe al piü a! secondo giorno cominciano a divenire granulosi ed a poco a poco poi si converlono in una massa di granuli, essiccali si conservano integri piü lungo tempo. Numerosissimi nel sangue di animali affetti da carbonchio, o rari od anche man-canli. Beuche non possano in modo alcuno venire confusi con crislalli, lultavia mi pcrmello di osservarc die nci casi in cui si trova pronla la crislallizzazionc del sangue, i crislalli non lianno mai frangilura, sono rigid!, con estremitä spesso incguaii e disposli sovenli volte a cenlri raggiali, si sciolgono presto nella glicerina, Ilallier scrive (3) ehe i bacterii del sangue di milza dei bovini godono di un movimenlo assai vivace, serpentine o meglio oscilianle, analogo a quello delle oscillarinee c dipendenle dalla vitalita del protoplasraa; scrive pure die i bacterii da lui osservali nel sangue di milza del
(1)nbsp; nbsp;Rccueil 18CO.
(2)nbsp; Recueil. 18Ö4, p. S87.
(3)nbsp; Zeilsthrift, ecc. p.ig, 30i, 303. Bd. ). iSö'J,
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raaiale, erano piü delicaii, soiiili e mono numerosi tli quclli del sangue di rnilza clei bovini. Evidenlemente riiluslre au-tore ebbe a studiare sangue carboncliioso tollo da lrop[)o lungo lempo ngli animali malati o cadaveri in modo ehe i bactcrii immobili caralleristici del carbonchio eransi gia ri-solli in granuli (specie di cocci) ed il sangue era gia slalo in-vaso da allre specie di baclcrii e vibrioni {bacterium termo, vibrio bacillus, ecc). 1 baclcrii da me esaminali in molli casi ili carbonchio nei suini, non avevano differenza ili sorla ri-spetto alia grandezza paragonata con quclli del sangue di milza dei bovini.
'#9632;2. Gencie, Palmellina. Radlkofer 18(J5.
Palmellina capülonim (Zooglea capillorum. Bulb.). Cellule minutissime, rolondalc, rufoflave con nucleo pifi scuro. Tro-vansi vegelare rigogliosamente solto repidermide del capo danJo luogo al carabiaraento di colore dei capelli (,Rabhen-horst, loco citato).
3. Genere, Vibrio (Müller, 4773. Ehrb., 1838).
Filainenlo {trichoma) piü o meno dislintnmente articolalo, dolato di molo proprio, llessuoso, ondulalorio, con prolo-plasma (citioplasma) pallido, talvulia di colore parlicolare. Lunghezza variabile.
a)nbsp; nbsp;Vibrio Jmeo/a. Müller (fig. 38. A.). Corpo o trichoma sotto forma di filamento cilindrico o leggeimente rigonfio nella parte mediana, diafano, articolalo indislinlamente, citioplasma pallido o granuloso. Nel movimonlo presenta duo o tie in-llessioni. Nolle acque c nei liquidi albunoinosi in putrefa-zione, nel sangue carboncliioso so e conscrvalo per qualche tempo ecc.
b)nbsp; nbsp;Vibrio trcmnlans. Ehrb. Simile al precedenle ma piü
grosso c piü lungo.
c)nbsp; nbsp;Vibrio sublilis. Ehrb. Allungalo, sottilissimo, artico­lalo distintamenle, arlicoli subglobosi, movimento a spirale,
lungo 0mm,0024.
d)nbsp; nbsp;Vibrio rugula. Müller (ßg. 38. C). Filamento o tri­choma allungalo con molo serpenlino vivace c flessuoso (cinque ad otto inflessioni) dislinlamenlc articolalo, arlicoli
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subylobosi; lunghezza 0mm, 008 — 0ram, 01:'., (Dujardiri:; Lc-wenlioecli l'osservö primo nelle deiezioni alvine; si [rova nulle soitanzc oiganiche in putrefazionc ecc.
e)nbsp; nbsp;Vibrio serpens. Müller. ÄlluDgato^ filiforme con molo ondulato flessuoso, in direziune i-ultilinea (inflessioni 10-1,quot;)) ha ailicoli indistinli.
f)nbsp; nbsp;Vibrio bacillus. Müller {ßj. 38. B.). Molto allungalo rilifonne, eguale in lulia la sua lunghezza, ailicoli assai lunghi, moli d'intlessione poco Fensibili avanzandosi lenla-menlc con indifTercnza in avanti ed aU'indietro. Lunghezza di un solo articolo 0nim, 005 — O1quot;quot;1, 008. Lunghezza totale sino a 0mrn, 0o3. Nclla soslanza bianca Ira i denli (Lewen-hoech), nelle infusioni a lungo conservale (Müller). Balsame Crivelli, scrive, aver veduto il vibrio bacillus sviiupparsi dai granuli conlenuli nelle cellule e|iiteliali della hocca. — Varie specie di vihrioni si trovano nelle acque dclle paludi Pon-line, di Ostia e di Maccarese (1),
4. Genere. Spirillum. Ehrb. 1830. Trichoma o ßlaraenlo contorto a spirale non eslensile sebben eontraltiic,
o) Spirillum nndula. Müller. Ehrb. (fig. 38. ]).). Tri­choma o filamenlo contornalo ad el ice lassa di un giro c mezzo a due; lunghezza totale 0mm, 008 — Oquot;1quot;1, 010 (Dujar-din), in riposo, secondo Müller, rappresenta la lellera V., se si muove la lettera M. Nelle infusioni animali felide c nelle paludi*
b)nbsp; Spirillum volulans. D. {fig. 28. E.). Corpo liliforme, molto tortuoso, contorto ad clice con 3, 4 giri serrati.
c)nbsp; Spirillum plicalilc (id. F.). Filiforme, rawollo ad clice lunghissimo, flessibile, capace di ravvolgersi sopra se slesso c di muoversi ondulando. Lunghezza da 0mm, 12 — 0mm, 020 (Dnjardin. Rabenhorsl).
Allre specie speltanti agli indicali generi (Bacterium, Vi­brio, Spirillum), dislinguono gli aulori; ma quelle enume-
(1) Dr. Pictro Baleslra, liiccnlie al eiperimcnli lulia tialura t geneii del minimo. Uoinj, (S(j9.
Rivoltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;/.
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rale, credo, basteranno a dare uu concelto itdegualo delfc moife piii elemenlari con cui possono presenlarsi i miorofili. Rispello a quelle varietä o, se si vuole, specie, die nelle so-stanze aliraenlari producono fermentazioni, e neU'organistno animale affezioni conlagiose, ne lerremo specialc discorso. Voglio osservare pcro die, a mio avviso, c utile conservare I'espressione leplotrice per indicarc quei filamenli fatli da ;irlicoli o non, molto lunglii die si trovano non di rado nelle soslanze animal! o vegelali in istato di decomposizione ecc.
Lodovico Rabenhorst pone i vibrioni c gli spirilli nella t'amiglia delle OsciUarinee Ira le alghc. E. Ilallier e di con-Irario avviso per i vibrioni. II sig. A. Polotebnow (1), col mezzo ddle sue ricerclie, crcde esser giunto a conosccre il rapporlo di unione esistente Ira i baclerii, i vibrioni c gli spirilli, e come sislemalicamenle non possono essere sepa-rali; perocche i baclerii apparlcngono ai miceli e parle de-rivano dalle spore, c parte dai rainoscdli linissiini del mi­celle; inollre GO — 100deg;, forraano le condizioni piii favorevoli per 1'osservazione dello sviluppo dei vibrioni, dalle spore del penicillio; do|io avere solloposto le spore alia cozione per uno o due minuti, vide da esse svilupparsi non solo vibrioni, ma eziandio filamenli normal! di micclio. I vibrioni nati dalle spore non sono alii ad ulleriore riproduzione. La co-7ione delle spore per qnindici minuti in vin liijuido alcalino e condizione favorevole per !o sviluppo dei vibrioni. Le con-rentrate soluzioni di chinino sono eziandio propizie alle svi­luppo di vibrioni dalle spore.
11 prof. Cantoni (2) fece ingegnosi esperimenti per dimo-slrare la genesi spontanea dei vibrioni. Ammellc die i germi ((egli infusorii nelle soluzioni organicbe sono distrulli col-i'ebullizione e ehe a 100quot; avviene completa decomposizione della maleria organica, ma cio malgrado, quando esislono le condizioni volute, cioc quanlilä di maleriali nulritivi, con^
(I) Her. Hoffman. Mykologische Berichte. 1870.
'•.') Gaszelta üfßciak iltl llrgnn ilaUano. ISTOi Aquot; 238.
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51 Vetiiente lempcrakiia dell'aria racchiusa nei malracci, in cui sono conlcnute le soluzioni organiche, e la necessaria tcm-peralura deH'aiia ambienle in cui sono lennti i delti in,i-Iracci, ammelte dico, la riaggregazione degli elcmcnti stall decoraposli per si alia lemperalura e la formazrone cosi di vibrioni. In soluzioni rieche di material] organic! porlale a 100deg;, 105, 110 c 117 in malracci cliiusi, i vibrioni si svi-lupparono in moiJo da ftmnare una membrana proliTera. Col Liodo di Liebig riscaldato a 110deg;—118deg; e mantenuto in co-municazione con aria di ci70 — SOquot;, per parecchi giorni non pole vedcre nascere vibrioni, raenlre, con soluzioni di carne e luorlo d'uovo in analoghe condizioni, ebbe favorevole ri-sullaraento anche dopo porlate quelle ad alia lemperalura. La mislura di tuorlo d'uovo riscaldala a 117deg; dicde sempre favorevole risullato (]uando la lemperalura dell'aria era tra 25quot;— 27quot;. Quando quesla lemperalura era al dissotlo del 25deg;, il'piü spesso i vibrioni non si manifestarono ancorchc le so­luzioni non fossero scaldate allro -f- i 110deg;.
Duolmi non [loler accogliere rinterprelaziono data ai iife-rili bnllanti risullali dell'esperiraenlo. E un falto come un suslralo parlicolare ed una data lemperalura siano indi?|ien-sabili per lo sviluppo di eerie specie di vibrionidi, e queslu lisulla ben cerlificalo dalle esperienze deU'illuslre aulore, ma non puossi aramellere ehe i raicrococci sieno decomposti alia lemperalura di 117raquo;, giacchc dalle esperienze di 11. Hoffman risulta die le spore di Penicillio anche riscaldato fine a 120quot; — 121deg; in spazio asciullo non lutte perdono la facollä di germogliare. Ora se lanta lenacilä di vita banno le spore, quale non dovn'i essere quella dei micrococci? Parmi pcr-lanlo essere autorizzato a credere ehe negli csperimenli del-I'A. alia lemperalura di 117deg;, se furono decomposti i vibrioni gia esistenli nelle soluzioni, riraasero inalterali i micrococci; e ciö dimoslra resperimcnlo dei professori Balsamo Crivelli, L. Maggi e V. Canloni ehe sotloponendo una soluzione di luorlo d'uovo a 150deg;, videro l'apparizione di muffe tenendo i palloncini a 45deg; — 50deg;.
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Micrococci e vibrionidi nella pseudomelanosi dell'uonio, ne'sarcomi melanotici ulcerati del cavallo; nel veleno del cobra capello, nel curare; pneumomicosi zoogleaina nel cavallo, bronchite negli agnelli. Color sanguigno sopra sostanze alimentari. — Latte azzarro.— Fermento della digestione, del pane e del latte.
#9632; 1
#9632; #9632;
!
Specie di vibrionidi vennero scopcrte in regionraquo; in cm prima n^in si sospetlavano.
11 signor A. Beehamp (1) scoperse nella polpa di alcune specie di vogelali baclerii di grandezza c specie diversa. Dopo ii t'reddo del 1867-68 a Montpellier trovo ncll'echinocactus gelato, previa un'incisione, miriaili di baclerii: il Bacterium Itrmo, e della pulrefazione (pulredinis), predominavano; con-simile osscrvazionc fece ncWOpuntia vulgaris, Agave ameri-cana, nella Colla oethiopica. Datura suawalens, nel Solanttm fiviculare, Neriuni oleander, ecc. Noi gia abbiamo osservalo come si trovino neue parti verdi dei vegelali di tali mori'e clemenlari di miceto. Cerlanoente debbono averc anelie un'alta importanza.
II prof. Waldeyer in Breslau (2), in on caso di atrofia neula del fegato deH'uomo con pseudomelanosi scoperse co-lonie di baclerii nei punli pigmentali. Le chiazzo pigmentalc prescnlavano nel loro centre un piccolo punlo di colore bianco giallo; coll'acido cloridrico riconobbe ehe tali punli bianchicci crnno formati da colonie di baclerii. Tali colonie di bacterii si Irovavano pure al venliicolo nel connellivo dello slrato giandulare, al pancreas nel connetlivo dei pic-coli lobuii giandulari, e nella capsula soprarenale destra. 1 bacterii componenli 1c detle colonie slavano riunili a due ml a quattro unitamente a vibrioni cd a forme di spirilli. Pare vi esislesse un rapporlo 1'ra il pigmento ed i bacterii; 6 verosimile die lo sviluppo dei bacterii abbia dato luogo
(1) Com;'!. Ilendu. ISfiO, pa^. 'i6(i. i) Virrttow. Archiv., vol. 'i5, 1868, pag. 530.
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ol proccsso tli decomposizioae die ebbe per conseguenza la fonnazionc ilcl soll'alo di fcrro clic con i rcatlivi si scopriva. Nel fegalo, oltrc i preJctli elcmenii, esislevano eziandio cri-slalli tli vivianile. Ponenclo nell'acqua dislillala un pezzellu Oi fcgato si sviiuppö toslo un numero grandissimo di bac-(crii da furmare alia superlicie dell'acqua una mernbranella di colore splendenlc metallino pee cagione di granuli di sol-furo di ferro come nel fegalo. Cul ferrocianuro polassico si colorarono in azBurro anche i baderii.
in mi turaore rnclanoiico ulceralo, feiiilo, alia radice della coda di una cavalla, insieme al collega Brusasco osscrvai bac-lerii (inissimi, relti, omogenci, e baclerii piü corli (forme del bacterium tenno e punctum) e lo spirillum undula.
Le ricerchc microscopiche accurate condussero il dollore, Scollin a Irovarc nel conlcnulo mucoso dei follicoli cliiusi die Irascorrono nel maialo, le glandule del Cowper, nume-rosi baclerii, di cui la maggior parle aveva esiremita oltnse ed appuntate, spesso anclie in forma di mazza rigonfiandosi ad un' esiremita o oil in forma di un ago —o, spesso in forma di go o di catena a piü articoli (1).
Eziandio il D. E. Rider osservö microfiti di forma rolonda o con depressione cenlralc dolali di movimcnlo allorno al proprio asse enlro i follicoli delle amigdale dcU'uomo (2).
Ilolforl assicura appoggiato a molli esperimenti nel cane c nel galto, die con la morsicalura del Cobra di Capello ven-gono inietlali nel sangue, germi di rcllule animali o masse ruolecolari capaci di germogliare. Cul rapide gerraogliare si generano, in breve spazio di tempo, milioni di cellule ca-latterisliclie die prendono I'ossigeno del sangue e producono la rnoite degli animali; il sangue dcgli avvelcnali olfre un culore scuro analoge a quello degli asfissiati (3).
Tutti conoscono i pronti effctli del curaro sullo cslroinitä
{I) Zeitchift,, hi. 1, pag. 78. (2) I.I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;pap. 88.
'.-) liciiilil POP. Ilclr. raquo;857,
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dei nervi motori cioe la Inro paralisi. L'esame microscopico di questo tcrrihilc veleno jionc in luce rome esso contenga mi-lioni e milioni di micrococci, rhe anzi si puo asserire ehe ie masse brunaslre essiccate in cui e poslo in commercio, siano quasi interamente falte da microcorci. La preparazione di esso pare sia legala alia vegelazione di dale specie di microfili; come pure gli effelli clic produce nel corpo animale pare dipendino dalla penetrazione ncgli elemenii nervosi dei mi­crococci. La patina biancastra die rivesle Ic masse brune del curare e falta da mi micelio ramose con nnmerose spore rolomie, iiio richiama alia mciitc una specie di Bohyiis.
Pneuniomicosi zooglenina, Olto Bellinger.
Nel 1869 ebbe il Bellinger a sezionare un cavallo vecchio tnal nulrilo. Ollre ie lesioni patologiche della pericardite fi-brosa e deU'idrolorace, osservo ncll.i jtarle superiore e postc-liorc di ambo i polmoni cinque o setle noduli deila gran-dezza di un'avellana, duricci al talto, di color grigio bianco, non ben circonscrilli, avevano Taspctlo di semplici fibromi. Incisi olfrivane uno slroma reticolare c comunicavano coi ram! bronchiali; dal lessuto reticolare collo scalpello si ot-leneva un liqnido bianchiccio puriforrne ehe ad occhio nudo lasciava vedere numerosi fini corpuscoli della grandezza c deU'aspeUo di fina sabbia; analogbi corpuscoli si scoprivano nei bionclii la cui mucosa era percio jiiü spessa. II loro dia-mctro oscillava Ira 150 — 250 millcsimi di millimelro. 1 piii liiccoli avevano solo 51 mm. di diamelro trasverso, isolali la loro grandezza oscillava fra 4 — 45 mm. A forte ingran-dimenlo quesli corpuscoli die sono conglomerali a grappolo, presentane granuli in mezzo a sostanza fondamenlale gelali-nosa senza slruttura die alia periferia ha I'aspeUo di mem-brana. Ad ingrandimenle maggiore i granuli offrono un mo-vimento molto energico, cd alcuni si veggono in preda alia divisione Irasversale, altri sono scmpliccmenle arlicolati.
Traltali coll'iodo e coll'acido solforico si coloravano in giallo. Ndlo slroma di molti nodi a canlo ai corpuscoli a
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tinmm uraquo;jj-la.mttK_:#9632;_ ;quot;;*
grappolo si irovavano pezzctti di sostanze vegelali, laquo;li rado i corpuscoli a grappold avevano la sede ncgli alveoli, erano avvolli da giovani cellule purulenli. 11 Bollinger erode di natura idenlica ai sopradescritli, i nodi e noduli lenuli da alenni per tubercoli, c quclli descritli dal Roll die nella parle posleriore del polmone del cavallo, toccarüno perfmo la grandezza di un pugno, producendo cctasie e dispnea; di idenlica natura ritiene i nodi sollo forma di fibrioidi descritli da Bruckmuller nelle parti superioii ed Inferior] del pohnonc del cavallo (Virchow. Archiv. 1870).
Nel polmone di un cavallo rnorlo per tetano verso la line dello scorso settembre, Irovai alcuni noduli della grandezza di un'avellana, ben circoscrilti, di color grigio-bruno, erano di data recenle; incisi presenlavano uno stroraa fatio da les-sulo polmonale con centri di epalizzazione, da quuli si ot-teneva un liquido sanguinolenlo con qualche stria biancbiccia falta da pus, le cui cellule conlcnevano granuli o cocci do-tali da moto molecolare assai vivace.
Bronchite da vibrioni negli agnelli?
II velerinario Scbimdt (1) riferisce aver osservato in un gregge di circa 400 agnelli dell'ela di uno a due anni una i'orma di bronchite prodolta da vibrioni.
I sinlomi die presentavano i malali erano rifiulo dell'ali-mento in modo instantaneo, respirazione frequenlissima c gemebonda con movimento agitato dei fianchi: scolo nasale in alcuni infermi, senza tosse; dolore alia percussione delle pareli loraciche. La morle avveniva dal terzo al decimo giorno in quelli in cui i suddelli sinlomi andavano aggra-yandosi, se si mitigavano i sinlomi e gli animali entravano in convalescenza, la guarigione avveniva presto. Negli animali uccisi in principio di malaltia non si rinvenne allro die inic-zionc deila mucosa bronchiale con edema. Nei morli od ii.i
({) Thierarzt. 18C9.
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(luelli uccisi a corso inollralo si trovava lumeriizione, edema, marcala iniezione nella mucosa bronchiale c muco spumoso, laquo;lenso nei piccoli bronchi, nei polmoni si notavano ccntri di epatizzazione. Nei muco bronchiale numerosissimi vibrioni.
Le misure di polizia sanitaria, cioe polizia c disinfezionc (leH'ovile, aria lihera, inspirazione di acido carbolico dile-guarono la malallia.
Pare ehe nei raso rifcrito si trallasse di con^eslione bronco polmonale prodolla dall'aria inquinata e rarefatla della staila e ehe i vibrioni non fossero ehe secondarii e non la causa prima del morbo.
I inicrococci e le morfe piü elementar] ehe ne dciivano, danno luogo colla vegelazione loro entro diversi suslrali a prodolii di diversa nalura, Ira quesli cominciamo a segnalare la formazione di materia coloranle e prima
Del color sanguigno o delle goccie di sangue sopra le sostanze alimentari.
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Fin dalla piü rcinola anlichilä e nolo il fenomeno della comparsa di sangue o goccie di sangue sopra il pane. Ales-sandro il Grande rimase sbigollilo all'assedio di Tiro, quando qli venue riferilo ehe i suoi soldali trovarono sansue entro il pane. Paolo Orosio racconla chc nell'anno 91 v. Chr. dal pane spczzato per mangiarlo, usciva sangue come da una fc-riia. Nei Medio Evo venne pure osservato questo fenomeno, e come neue eta precedenti si 6 lenulo come un miracolo. Nei 1264 avvenne questo prodigio sopra cose sacre, ne fu conservata in Civitavecchia reliquia. H celelire in Germania il sangue miracoloso o sangue sacro di Wilsnack. II feno­meno fu osscrvalo nei '1383 dopn ehe Enrico di Bulow ebbe ridotto in cenere la cilia e la chiesa di Wilsnack.
Le prime ricerebe scienlifiche sul color sanguigno nolle sostanze alimentari vennero falle daH'illustre medico Seile nei ISM.
Nei '1819 in un borge presse Padova, un contadino dopo aver falto la polenta., ne pose il rimanenle enlro un piatlo
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57 nel cassellino della lavola, al mallino soguente fu sorpresn all'osservare sopra qucsta polenta goccie di sangue; la Luttü via, ma il giorno dopo si rinnovo il fenomeno sulla polenta fresca collocata nello stesso cassctlino; avendo poi visto clic allrc vivande nella sua casa assumevano simile colorc san-guigno, allora tulla la famigiia cd i vicini, ne presero grandc spavcnto. Vani furono i digiuni c le preghiere ecc, e Ic cose Irascorsero tanl'ollre die la famigiia del conlailino cor-rendo pericolo di cadere vittima della superstizione e dcll'l-gnoranza, intervennc la polizia e fu mandate sul Inogo il dotlo medico Setle a studiare il i'enomeno. 11 dotlor Settc giunto sul hiogo ricorsc aU'csperimenlo per distruggerc le idee supcrstiziose e fecc conoscerc a lulli die il color san-guigno poteva propagarsi sopra diverse sostanze non solo nella ensa di quol contadino, ma anchc in quella dei preli ed in altro pacsc. 11 dotlo medico riescl a trasmeltere il color rosso alia mineslra di riso, alia carne di Stockfisch, al polio cotio od in arroslo, alia came di hue, al pane fresco, alia carne cruda di animali a sangue caldo e freddo, alia gelatina, aH'amido cd a pere mature; e per contra vide andarne immnni le pere acerbe, il formaggio ed il fegato crudo degli animali.
II Settc fece dipendere il color rosso da un fungo scono-sciuto cliiamalo da lui col nome di Zoojalactina imelrofa, e In di parere ehe la materia eolorante ehe poteva dare detlo fungo, meritasse I'altenzione degli Slati. II chimico De Col presenlö campioni di seta tinti di un magnifico color roseo con quesla materia coloranle, ehe considerando di origine vegetale, chiamö Mucor smniuineus.
11 fenomeno in discorso fu osscrvato nel 1821, verso la fine del mesc di agoslo c nel setlemhre in altra regione di Europa. Nel mese di sellembre del 1848 se ne presenlö un case sopra 1c palate a Berlino in una casa in cui era morta una donna per colera. II prof. Ehrcmherg fece profondi stiuli in proposito c numerosi espcrimenti e pervenne a slabilire ehe il sollile stralo di materia coloranle die copre le vi­vande c fatlo da un ammasso di corpuscoli piccoli mobili
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, subrolondi, con piccola proboscide,
ehe danno originc a macchic del color di sanfruc; spar?i in Siria cd in Europa. Lore diedc 11 nome ili Monas pro-digiosa.
JI prof. Giorgio Fresenius (1), ebbe dal prof. Tbomac pa­late cotte nel 1852, ehe venliquallro ore dopo la cotlura presentarono speeie di goeeic di color rosso sanguigno, piü o rncno grosse e ronfluenti. I corpuscoli contenuti nelle dettc
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di linea di diamclro per lo piü
goecie avevano ^
rolondi, molti ovali e spesso eon restringimenlo nel mezzo, indizio di divisione, con movimcnlo vivace; chiarnö i detli corpuscoli, cellule slraordinariamente [liccole con conlenulo rosso, ehe per la loro piccolezza apparivano scolorale, in-sieme ad essc vide allri corpuscoli del color del luorlo d'uovo o di ainbra appena a[ipena un po' piü voluminosi in modo insignificante.
Nell'agosto 18üG il prodigio nelle sostanze alimcnlari com-parve a Berlino ed i prof. Müller cd Erdmann lo sludiarono accuralamenle (2): si osservo sopra la carne di polio e di vilello arroslita e stala conservala per 48 ore in un ar-madio: la carne di polio presentava chiazze rosso in forma di punteggiature isolate piü o meno confluonli , ed in altri punti 1c chiazze erano coperle da una massa di colore rosso inlenso. La carne di vilello era coperta da una massa pollacea di colore rosso inlenso intermedio nl colore del sugo di ci-liegio e del lampone, ehe si insinuava profondamenle: inciso il pezzo di arrosto, neH'interno era sano, ma in capo a 24-48 ore si copri della massa dello slesso colore. Riuscl I'innesto a carne colta od arroslita, ed cziandio al pane bianco ehe dopo 18-24 ore prese nei punti inncstati un rosso inlenso c
(1)nbsp; nbsp;BeUrage zur Sfycologie, paj;. 70. IStiquot;.
(2)nbsp; nbsp;Magazin fttr die yesammte Th'erheitfcttndc, IS(i7, pag. ^'ti,
Wirchow. Archiv, ISCs. pn:;. 109.
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59 Irascorse nitre 24 ore, 1'inlera superficie del iiano assunse un color rosso sangnigno o rosso porpora.
L'esamc microscopico dimoslrö la massa sanguinolenla fatla da corpuscoli rolondi , lunghi, in forma di basloncino, per lo piü senza movimenlo, lunghi 0,mm 0005 — 6,deg;quot;quot; 0015 c larghi 0,mm 0001 —0,0003. Müller li cliiama vibrioni.
II doltore Erdmnnn ottenne la loro molliplicazione nell'al-luimc d'uova debolmenle cotto e nello siero sanguigno de-bolmenle coagulalo; colla pulrefazione il colore rosso passö in giallo ilopo aver presentato la sfumatura color mattone c scarlatlo. Non e riuscito l'inneslo al lalle prima cotto, alia gelatina ed ai formaggi magri di vacca.
Secondo Erdmann la sostanza colorante in discorso si seinraquo; glie faciimente in alcool con un bei color rosso traentc al rosso carmine, la soluzione si intorlnda coll' agffiunta di acqua per cagione del grasso. 11 colore scomparc nelle so-lnzioni caustichc alcaline, ma si rislabilisce coll' acido ace-tico. L'acido nitrico fumanfe, solforico e I'acqua clorata di-slruggono la maleria colorante. La maleria colorante c ri-icmita anilina.
AmmettODO Erdmann e Müller ehe i vibrioni sono gli agcnli della produzione riella maleria colorante, giacchc nel campo del microscopic appaiono scolorati, menlre le sostanze azo-lale hanno un rosso inlcnso: operano come un fermenlo, il materiale viene somminislrnto dalle materie azolate, c quesle sono trasnautale cost in anilina.
Onde impedire quest'aiterazione nelle maleiie aiimentari, consiglia Müller di pralicar lozioni nelle dispense, ccc. con acqua creozotala o con debole soluzione di acido carbolico o di carbonate di soda.
Sullo scorso inverno i869-70 facendo tcntati\i, sopra pa­late cotte, di collivazione deH'crpele lonsuranle, nel sustralo coperto da rnuffc di specie diverse si formö una bella chiazza lt;li color rosso-sanguigno, qncslo colore era fallo da maleria colorante sciolla: piü lardi a canlo a quesla se nc sono for­mate due o Ire altre piü piccole di colore bluastro: col mi-cro=copio qnestc chiazze si vedevano falle da maleria colo-
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ranle con milioni di corpuscoli ovali conic (juelli del Cor-nalia. Non polei trasmellere quesio colore azzurro al pane, al lalle, alia polenta, ecc.
Dal su csposto risulla die il color sanguignö puo csscr proJollo da moifc di microfiti ora subrolondc (Manas prodi-giosa Ehr.) ora piu allunr,rale in furma di biicillo lt;lellc vi-hiioni da Müller.
Vibrio Cyanogenus Ehr. Fuchs.
Latte azzurro.
II prof. Fuchs nel 1841 (1) pigliando le mosse dalle scoperle di Ehremberg,le quali dimoslravano clic i colori giallo, iogt;gt;o c bleu di cortc ac(|iie, terre, ecc. dipendevano da infusorii o da vegetali, studio con forle ingrandimenlo il lalle azzurro o scoperse in c?so un infusorio ehe Ehremberg ebbe la genli-lezza di esaminare, e collocö nel genera Vi'fcmraquo; chiamandolo Vibrio Cyanogenus per la propriety die ha di renderc az­zurro il lalle. Fuchs dice quesli vibrioni animalelli compo-sli ordinariamenle da due o ire articoli, spesso con [ilii c iolo di rado con selto articoli: una minima qunntilä di essi posla in lalle sano, baslava a Irasmularlo in azzurro, ma in un allro liquide ad es. acqua pura, zuccherala, soluzionc di gomma arabica, siero sanguigno, morivano presto, nel rnon-Ire nclia specie di inuco delia radice di allca si moltiplica-vano prodigiosamenle tanlo die egli pole manlenerli vigo-rosi per lungo tempo e produrre a piacimento il latte azzurro. Credelle die Iracssero scco la materia coloranlc e non la producessero dal licjuido in cui vegelavano.
Lc recenli riccrdic del Furslenberg sopra il lalle azzurro lianno coiilcrmalo in parle ed ampliale quelle del Fuchs. 11 Furslenberg ha trovalo nel lalle azzurro micrococci con mo-vimenlo assai rapide, dal quali per proliferazioni Si fonna-vano micotrici di due cd anche di Ire, dieci o venli cellule
I) j/(I.Jlaquo;zill, rlc. IS'll. praquo;g. iW.
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mininie o baclerii; quest! baccilli (ini divisi come in tre parti od articoli da due sepimenli avevano niovimcnto assai rn-liido e caratlerislico in cio die non si compiva inlorno al punto mediano silualo nella lunghczza, ma si effettuava ap-parentemente a modo di vile intorno al loro asse longitudi-riale. Dai micrococci inoUrc si sviluppavano poco a poco co-nidi o cellule allunfrate riunile in serie a modo di filamento: neU'inlerno poi di questi conidi si generavano piü lardi nu-merosi micrococci. Dalle osscrvazioni del Ilallior c del Fur-sleaberg adunque venne poslo fuori di ogni dubbio die il vibrio cyanogenus non e allro ehe una forma clemenlare dell'olaquo;imm laclis {fig. 33. lav. \\), ehe in una qualitä di lalte con cascina modificala vegela piü pronlamenle dando luogo alia produzione di una materia azzurra: acciocchc per-lanto si [iresenli il fenomeno e mestieri ehe la cascina de! lalle od il lalle prcsenli la disposizione o quclla teadenza a sdoppiarsi in una lulc dire/.ione.
Una lale modilicazione della caseina e dipendenle o da una inanelicvole digeslione per slalo parlicolare della via dige-sliva (calarro slomacale) o per allerazioni dclle malerie ali-nientari (alimcnlo di difficile digeslione, coperto da mufla , aria viziata delie stalle): e degno di nola I'osservazione di Uebel, la comparsa del lalte azzurro delie vacche dopo I'uso i!i alimcnlo umido od allerato per aver soggiornato sul fc-nile cd esserc stato csposlo ai vapori della slalla, e la scora-parsa dell'allerazione dopoche dello fieno venne csposlo al sole e di nuovo essiccalo. Qucslo fallo dimostrerebbe ehe i microcucci contenuti nel ficno mufTato passarono nel lalte c per non aver dclto allerato alimcnlo somminislralo i ma-leriali per la formazione di buona o normale caseina , essi si svilupparono rapidamenlc c Irovarono la caseina disposta a Irasformarsi in anilina. Fu osservato nella state c neil'in-verno, nel lalte di una o due vacche sollanlo in una slalla o di un grande numero ad un tempo. In un caso fu vislo ehe il lalle non divenne piü azzurro trasporlalo a dislanza dal luogo infetto. Una tale allerazione non fu vista compa-rire die solo ad intcrvalli.
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11 lalle azzurro si distingue da qiicliü coloralo da cerle specie di vegetal! mangiali dalle vacclie da cio die esso laile diventa azzurro soltanlo alcun tempo dopo la mugnilura.
Piccola quanlilä di materia culoranle bastu a colorare in-
tensamenlc i corpi chc vi vanno a contalto. Risiietto al suo
comportarsi verso il latle sano, il prof. Furslenberg (1) ha
vislo:
1deg; Che in alcuni casi la colorazione si propaga rapida-
nienle, cd in 2-4 ore invade I'intcra superficie del latle sano
e si propaga profondamenle, menlre in allri casi , la dilTu-
sione e minore ed altorno al punlo in cui fa deposla la rna-
. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1
teria colorante, si formano zone di — polhce ad 1 — pol-
lice; in quesl'ullimo case 6 necessaiio uua grande quanlilä di cnaleria azzurra per infellare una massa di lattc sano.
2deg; 11 color azzurro si propaga al lalte sanu quando la materia azzurra conliene seric di conidi con micrococci liberi.
3deg; La materia colorante aderisce non solo alia cascina coagulala, ma si didonde eziandio allo siero del punlo colo-rato ed inollre vicne presa dalla morfa deH'oidiura; il dot-tore Mosler ha osscrvati filamenli cite non avevano tutte le cellule (conidi) colorale ; la materia colorante e sciolla e passa nttraverso il lillro per modo die non puo essere iso-lata: coU'evaporazione prende un color rosso cliiaro.
4' Gli alcali causlici, soda, potassa mutano il colorc az­zurro in rosso ehe scompare cogü acidi cd il primo si lisla-hilisce. L'ammoniaca lo muta in rosso bleu; i sali minerali, acido nitrico lo distruggono ; lasciato lo siero azzurro a sc per alcuni giorni, trapassa in im rosso sucido.
5deg; Dopo la scoperla di Erdmann ehe vibrioni vegetando possono Irasforraare corpi allmminosi in anilina, il Furslenberg ritiene il color azzurro del lattc per un composto d'anilina,
(1) Die Miklidruscn der kuli, etc., 1Ö6S, pag. -lUS. .Miisler. Leber blaue milch, clc. Wirchow. Archir, pag, 161. 18G8, vol. 43.
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dd il prof. A. W. Hofftnann lo considera come un It-ifenilo-josa anilina.
La diagnosi di questa altcrazionc del lalle e facile, la |iro-j^nosi in generale favorevoie.
La prima indicazione a compiersi si c: collocare in reci-pienli separati il lalle ehe va soggelto a quesl'allerazionc, cd evitare di poire il lalle sano nei vasi dove vi sia slato lalle alleralo: cambiare ralimento se allerato, e se mud'alo esporlo al sole e scuoleilo: aria pura e pulizia neue slaile ; all'interno bicaibonalo di soda (15-20 grammi) cogli infusi e decolti amari (vermuth, lonacelo, millefoglio, finocchio , assemio , ecc). Nel menlre ehe si sla agendo sul generale dell'organismo dei malati, onde irapedire ehe il lalle diventi azzuiTo si aggiungerä a queslo lalle appena munto uno o due eucchiai di siero di lalle secondo la pralica di Gielen cd Herwig (1), perche, secondo osserva il prof. Chiappero, l'a-eido lallico o buliirico ehe si trovano nello siero di lalle ;tgevolano la coagulazionc della caseina, ritardano lo sviluppo dei ^ibrioni cd anco sviluppandosi, a mio avviso, morfe eie-lacniari di oidium, e si sviluppano necessariamenle perche lo siero ehe si aggiunge conliene micrococci o conidi di oidium lactis, lolgano alia caseina la disposizione a Irasmu-larsi in anilina.
Azione del latte azzurro sull'organismo animale.
Sleinhof al dire di Müsler (loco eilalo) fu il ])rimo ad os-servare ehe neh'uomo e nel maiale il lalle azzurro produce uffanno, vertigine, convulsioni , vomiti violenli , e quando e niollo allerato , morle nel maiale immediatarnente o dopo lunga malattia.
11 prof. Mösler fecc csperimenli nel coniglio onde porre fuori d'ogni dubbio l'azione del lalle azzurro.
Ad un coniglio sano amminislrö abbondantc quantilä di
(1} Giornak di Meiicim Feterinarilaquo;, 1856, pag. I-
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placclie azzurre; il giorno dopo, questo coniglio evacuö feci soltili di color giallo bruno: ripele buona ilosc di placclie azzurre, la diarrea crcbbe, ma il coniglio non peidelle I'ap-pellito. Uccisc il coniglio per csamkiare le alterazioni palolo-giclic alia mucosa gastro enlerica e Irovo: la mucosa gaslrica coperta da spe?so slralo di muco; il tenuc disleso da gas, colia mucosa mollü inieltata e tumida; conlenulo fluido con nume-rosi Ijacleiii mobili e fdamenli di oidinm lactis, ecc. Un sc-condo coniglio a cui dicde il conlenulo gastro enlericp del prime ebbe solo diarrea leggiera.
L'azione irritanle del lalle azzurre viene da Mosler allri-buita aU'anilina die conlicne. Poiche dagli esperitnenti di Schuchardt e Sonnenkalbe provalo die I'anilina localmenle delermina Irrilazione. Ad un cane a cui furuno amminislralc due dramma di anilina , alia sczione si linvcnne : rossore della mucosa della bocca , faringe e dell'esofago con slralo di muco grigio-giallo ; ncl ventricolo muco rosso-vinoso con fiocclii bianco-gialli , muco lenace od aderenle alia mucosa. Lesioni analoghe si irovarono al duodeno.
l'erlanto il lalle azzurro non debbc essere amminislrato agli animali, pcrche dolato di azionc inilanle, ecc.
Vibrio Xanlhogenus. Fucbs. Latte giallo.
La colorazione gialla del lalle fu pure osservala da Fuchs e da allri alcune ore dopo la mugnitura prodolla da vibrioni; Vibrio Xanlhogenus Fuchs. 1 vibrioni xanlhogenus e eiano-genus si Irovano spesso vegelarc insieme nel lalle, il quale presenla alia sua superficie chiazzc gialle azzurre.
Latte rosso.
II color rosso ehe ahbiamo vislo maaifeslarsi sopra ceile soslanze alimentari, venne qnalche volla osscrvalo ncl lalle. Gbiazze rosse allora compaiono accanlo alle azzurre cd alle gialle. 11 color rosso e pure prodotlo da vibrioni.
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jBamp;aamp;ämigamp;HemMmmi i l.m i ii^un,.
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Coagulabilifä del latte.
Queslo fenomeno e caraüerizzato d;il coagularsi del lalle prima del tempo consuelo, ed avvicne il coagulamento come se nel lalle fosse slalo poslo del presame. 11 lalle perlanlo in queslo caso coagulasi poco tempo dopo esser cavalo dalle mammelle: in sulle prime non ha un sapore acido, ma perö non e cosi dolce come nello slato ordinario. Non sempre si coagula tulla la caseina , ma la coagulazione avviene qua e lä per modo ehe nella massa liquida si Irovano piecoli coaguli circondali da lalle normale. 11 Furslenberg (loco ci­tato) ammette con ragione in queslo laue una manchevole elaborazione della caseina e degli altri clemenli sopralullo della latlina o zuccaro di lalle.
Favoriscono una tale allerazione del lalle nella latlifera la temperalura elevala ed il mefitismo delle stalle , non ehe qualche dislurbo gaslrico secondo il Furslenberg. Comunque sia , sappiamo ehe il lalle neue condizioni normal! non si coagula presto e ehe abbandonalo a se, la coagulazione co-mincia solo ad avvenire quando si e sviluppalo V oidium laclis: non si puö conleslare ehe ncl latte ordinario \i arri-vano gli elementi riprodutlivi deWoidium, ma non si svilup-pano ehe lenlissimamente; nel lalle al eonlrano in discorso per spiegare la pronla coagulabilitä si possono fare Ire supposi-zioni: i0 o ehe gli elementi riprodutlivi dell'oidium sono giä nel lalle appena munlo ; 2deg; o si Irovano in grande quantilä nella camera o nei vasi in cui e deposlo il lalle, ovvero pur arrivandovi come nello slato normale, si sviluppano piü ra-pidamente per la modificala composizione del lalle. Spero ehe l'osservazione microscopica togliera ogni incerlezza in proposito.
Per impedirc quesla allerazione il Furslenberg raecomanda pulizia dei recipienli pel lalle , il teuere il lalle in luogo fresco, ed in caso di sconcerlo gaslrico nelle lallifere l'am-minislrazione del bicarbonalo di soda o solo od associato agli amari, di un alimenlo di facile digeslione, verde se e possibile. Inollre e ulile la pulizia e venlilazione delle stalle,
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; k
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l'evitare l'eccessiva quantili di alimento, amministrare be-vande con nilralo di sotla (due gramma per dose). Di piii aggiungendo al lalle appona munto una piccola dose di car bonalo di soda si impedirä la coagulazione.
Putrefazione del latte.
La pnlrefazione del lalle lascialo ne' recipienli per la se-parazione della crema, secondo il Furslenberg, avviene in ge­nerate dopn 48-70 ore col sollevarsi vescicole o bollicine alia superficie per lormazione d'idrogeno solforalo e coH'assumere un colore giallo sudicio. Qaesta qualilä di lalte ha pure una caseina nude elaborala, e lalvolta piü acquoso deU'ordinario, ed ha modiücate le qualilJi sapide. Dopo 48 ore si vedono i primi segni della pnlrefazione: si rompe il sollile stralo di crema formalosi per reslricaraento delle bollicine gazzose e per la vcgclazione rigogliosa di micelii di micromiceti (Mucor stolonifcr o Rlnjzopus e Penicilii). Fra i singoli punli coperli da muffa si scorgono masse caseose iraenli al bluaslro, cir-condate da siero.
Ca^'ioni predisponenli sono alimento allerato o muffato dato alle vacche, la mancanza di pulizia nei locali e reci­pienli in cui e deposlo il lalle e I'elevala temperatura. Ri-spetto alia cura si puö dire lolta la causa cessato rcffetlo.
Le cose riferile intoi-no al lalle ci fanno vedere chiara-mente come una medesima morfa (pidium laclis) a seconda della composizione del lalle e della condizione dell'ambienle valga a produrre allerazionl diverse in csso.
Alta importanza delle morfe piü elementari (micrococci, bacterii) dei microGti negli organismi.
Prima di procedcre ollre, voglio accennare all'inlluenza fi-siologica die esercilano i micrococci cd i bacterii sugli or­ganism! vegelali cd animali. L'Ilaliier, il Lamaire (1), il
(1) Kccueil, 1869, pap. 50.
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v-ag #9632;raquo;#9632;#9632;—-— • - quot;- '••s
07 Bechamp ed altri scienziati gii si occuparono del gravissimo argomenlo.
Giä sappiamo die i fermenti non sono formali da allro ehe da morfe elementari, tra cui ocenpano la parte princi-palissima i micrococci cd i bacterii. Come agiscüno eccilandn le fermentazioni non e cosa agevole a spiegare. II Berthelot crede ehe deltc morfe operino nelle soslanzc ferraenlabili come eccitalori delle fermenlazioni scrernando una sostanza la quale cosliluirebbe il fermento. 11 Bechamp ed Eslor in-segnano ehe secernano una sostanza nlbuminoide appellata Zimasi da Bechamp, la quale godc della propriela di trasfor-mare isomericamente o chimicamente le raaterie proprie alia nutrizione lore : quesle malerie in tal modo trasformate c preparale vengono assorbite cd assimilate dagli organism] fermenti, i quali poi, come gli organism! superiori, escreano dei prodotti di disassimilazione o di metamorfosi retrograda: quest! prodotti sarebbero quclli ehe i chimici ritenncro per prodotti di decomposizionc della materia fermentescibile.
Cosi sccondo questa teoria detla fisiologica la torula cere-visiae giunta in un sustralo convenienlo secerne la zimasi, ehe trasforma in glucosio lo zuccaro del sustralo, assorbe ed assimila di questo glucosio, quanto nc 6 necessario, il resto ehe non puö ulilizzare lo elimina solto forma di alcool (1).
Le zimasi o materic albuminoidi solubili conosciutc sono per la saliva la diastasi salivare, pel sugo gastrico la pepsina, pel pancreas la pancreatina, per 1'orzo germoglialo la dia­stasi, per le mandorle la sinaplasi, per I'urina , pel fegato, tubercolo, pei fiori, per le parti coloranli non vcrdi dei ve­getal) le zimasi seoperle da Bechamp ; le quali zimasi non sarebbero die un prodollo di sccrezione dei micrococci sparsi in tutti i tessuti ed umori, die anzi sccondo il Bechamp i globelti sanguigni deriverebbero dai micrococci c la fibrina non sarebbe die una falsa membrana prodolta da cssi. In questa teoria la pepsina non sarebbe die un'escrczionc dei
(1) Dr. F. De Ransr. Du role de microtoairtt. Guzttte Sledital, 1869-7Ü.
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micrococci c dei bacterii della digestione o del vcntricolo. Se cio fosse vero, dovrobbe essere possibile la trasformnzionc dell'albumina in peptono nella digestione arlificiale con qual-chc aeido, ad es., coll'acido cloridrico: poiche i micrococci ed i b;ictcrii die si sviluppano, dovrebbcro prima di lutto scpararc la pepsina. Nissun cbimico fisiologo ha mai cio os-servato. So si dicesse ehe sono i micrococci, i quali arrivano nelle cellule cosi delte a pepsina delle glandule gaslriche, die producono la pepsina subito al loro arrivo nelle cellule, al-lora si polrebbe rispondcre: perchc voler attribuire tanta al-tivitii ai micrococci , cellule minime, e perchc considerare come scmplici organi passivi le cellule delle glandule gaslri­che? Non vi ha qnesta nccessila. Perlanlo quesla parle ddla teoria del Bechamp non puö essere ammessa. Occupiamoci intanto
Dei micrococci e dei bacterii del ventricolo o della digestione.
Nel ventricolo di ogni specie di animali massimc durante la digestione si trovano numerosissimi micrococci e moltc forme di bacterii con tnoto oscillanle abbastanza energico in varie direzioni, lanto nel sugo die copre la superficie della mucosa quanlo nella massa chimacea: le delte morfe di mi-crofiti si possono considerare come forme varie di sviluppo del bacterium terrao.
Nel sugo gastrico del cane, valcndomi di un cane opcralo di fislola gastrica or sono alcuni mesi dal sig. dircllore prof. Perosino, e nel chimo si trovano nnmerosi i micrococci ed i bacterii, molli di aspetto omogeneo splendcnte di un pezzo solo o divisi in due, e non pochi granulosi, gli uni corlissimi e gli allri piu lunghi: so ne trovano poi di quelli falti da due o tre cellule minirae riunile insiemo {corta micolrice): po-nendo pezzelti di came nel vcntricolo, tanlo i bacterii ehe i micrococci si insinuano tra le fibre ed in conveniente spazio di tempo penelrano nel loro centre: ho posto un pezzetto di carnc cotta di vilcllo avvolto da un pezzetlo di tela di colone
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69 nel ventricolo di detlo cane, ed in capo a due ore e mezzo, estratlo , era giä tullo imbevuto di sugo gaslrico c comin-ciava a rammollirsi alia periferia, e lanlo alia periferia clio tra le fibre interiori ancora intatte erano numerosi i Ijacterii ed i micrococci della digestione.
Nel quaglio delle pecore trovai i baclerii mollo piii fini ed alquanto piü lungbi.
Nel coniglio si trovano eziandio numerosi bacterii, molti divisi in due con la parle raediana un po' piii larga, e mollc micotrici fatte da piii cellule minime.
Nel ventricolo di un cavallo digiuno da 24 ore, uon vidi ehe micrococci e pocbi bacterii molto corli; le glandule ga-slriche con le cellule a pepsina contenevano numerosi gra-nuli (micrococci?)
Si puö siabilire die la temperatura piii favorevole per la loro atlivilä c quella slabilila da Schiff per la digestione, cioe Ira i 36 — 40deg;, al di la di 00deg; cominciano a diventare inallivi e cessano di funzionarc a 100quot;. Negli animali la cui temperatura supera di pocbi gradi quella dell'ambicnle, la digestione e piii lenla.
Non c cosa facile c sernplice determinare rufficio doi de-scritti elemenli ncü'atto della digestione stomacale; le cellule mature delle glandule gastriche, si dislaccano da quesle e vanno nel dulto escrelore, si sciolgono e passano nel ventri­colo: queste cellule divenule mature, cioe formale, arrivale nel dutto escretore sono assalite dni micrococci o dai ba­cterii , uno dei prodotti , per I'azione dei micrococci e dei bacterii si e I'acido del sugo gastricb. 11 sugo gaslrico im-pregna le sostanze albuminoidi, le rigonfia, le rammollisce, onde possono piü agevolmenlc essere assorbite ed assimilate dai haclerii e trasformate in peptoni. Hanno pertanto un doppio uflicio, formazione dcll'acido del sugo gaslrico e tras-formazione dei corpi alburainosi in peptoni.
La produzione delle cellule gastriche cosi delle a pepsina e grande durante la digestione, poscia succede un inlervallo di riposo, i bacterii non banne azione sulle cellule imma­ture delle glandule gastriche situate del reslo profondamente
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e non operano sugli allri clomcnti ilella inucosa gastrica du-rante la vita; ed ccco la ragione per cui non avvienc I'au-lodigestione. Trascorso I'iadicato inlcrvallo di riposo, 1c glandule gastriche hanno ristorate le perdile faltc per la pre-cedente digestione, moltc cellule son divenulc mature c forse uioile sono giä entrale nel dutlo cscrctore e sono il gradito alimenlo pei raicrococci e bacterii della digestione, ende Tor-ganisrao prova qnclla parlicolare sensazione die per riuanlo esprima il bisogno generalc doH'organismo di inlroduzione di matcriali nutritivi, pure ogni individuo della noslra specie senlc avere una sede locale ed il volgo indica con diverse espressioni Ira cui vi ha pur quella: mi son sentito venir meno il cuore, ed ho dovulo mangiare un pezzo di pane: la sensazione della fame c pertanto I'espressione della prc-gnanza a termine, per cosi dire, delle glandule gastriche c quando il parlo ha luogo per Teccitazione delle malerie ali-menlari, lo si compie con sensazione piacevolc ehe dal ven-liicolo si irradia all'intero organismo. 11 venlricolo pur cosi da questo lato si trova nolle slesse condizioni in cui sono gli allri organi deU'economia animale. Le glandule gastriche come ogni organo del corpo animale. hanno cccilatori spe-ciali, c Ira questi, lasciando a parle la qualilä cleH'alimento, vogliono essere collocali i peplogeni (destrina, pus, ecc.) sco-perti da M. Schill.
Ma non solo nel venlricolo trovansi numcrosi micrococci e bacterii attivi, se ne trovano eziandio negli allri compar-limcnti del canalc alimentare; ognuno ha poluto esaminare un po' di saliva boccale di animale c poluto verificare come dessa contenga micrococci, micotrici, bacterii e cellule blan­che piene di elemenli con moto assai energico e vivace; si inlende quindi come la lemperalura deU'ebullizione, agendo sulla composizione della saliva e sulle morfe vegetali lolga al fermenlo diaslalico di Schiff il polere saccarificante. Si trovano micrococci nel sugo pancreatico cd in tulto I'ambilo del canalc inteslinale. Le glandule pertanto ehe versano il prodotto di sccrezione nel canale inlestinale porgono ma-teriale diverse ai baclcrii ecc. , ondc prodolti diversi ehe
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71 concorrono al compimenlo dell' allo finale ehe e la dige-stione.
L'azione lerapeulica dei sughi gastrico e pancrealico nella cura delle ulceii cancerosc non devesi ripetere lanto dalla digestione dei tessuli cteroplastici per parte de' dctli sughi, giacche dai nsullamenti dell' esperimenlo inlorno le dige-slioni natural! ed arlificiali dei corpi albuminosi , risulta essere necessaria una data quanlilä di sughi ed un tempo lungo, perche avvenga la solu/.ione dclle materie albuminose, quanlo devesi ripetere da cio ehe i sughi gastrico e pancrea­lico sono nocivi o micidiali alia vita delle morfe vegetali ehe vegelano nelle ulceri cancerosc e ne producono la feliditä, non ehe a quelle ehe sono l'elemenlo essenziale del morbo canceroso: avvenuta cosl la loro morle, cambiato rambiente, cessa I'irrilazione da loro prodotta, rnutano le qualila delle ulcere, e puö anche cessare la neolormazione etero|)lastica.
1 micrococci c morle elementari di microliii vengono in-trodolti in grande copia nell'apparalo digerenle col mezzo delle sostanze alimentari c pare die alcune specie cooperino al lavoro digestivo.
Fermento o lievito per la fabbricazione del pane
{ßg. 3G. lav. ii.).
11 lievito ehe si pone nella pasta e fatto da micrococci ro-londi piccoli a camuli (Zgt;.), da zoococci agili, molli di forma ovale con striscie nel diaraelro longiludinale (C), da specie di cellule mollo grandi, con parole spessa, splcndcnte e sostanza granuläre nel mezzo, da hacterii (ß.) ehe presentano fran-gilura, onde molli inclinali ad angolo, altri flessuosi, i piü sono dirilli con aspello per lo piü granulöse. Colla coltura del pane non vengono distrulti ed ognuno esaminando un pez-zetlo di mollica di pane rimane sorpreso all'osservare I'in-numerevole quantitä di hacterii cec, ehe contiene. Pare ehe quesli elcmenti abbiano un'alla imporlanza nella digestione.
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Fermento del iatte.
II fermento per la coagulazione del lalte trovasi in com-mercio sollo forma solida, e sotto forma liquida; ambedue le forme derivano dalla stcssa sorgenle.
La prima e conosciuta volgannenle col nome di presame, ed c falta dal lalte quagliato ed essiccalo entro il quaglio, o qu;irlo ventricolo di agnello o di vilello. Questa soslanza essiccala e ricca di micrococci, di micolrici e di varic forme di bacterii. Prendendone un pezzelto ed avvolgendolo con pezzo di lela sollile e porlandolo nel lalle piü die tiepido, si rammollisce e compresso in tulli i sensi colle dita ne escono i micrococci, i Laclerii, lo sostanze albuminose con-vertite in peploni ecc, e gii acidi e sopraltulto Tacido ga-slrico. Se il pezzetlo di presame adoperalo e grande relati-vamente alia quanlitä di latlc, allora la coagulazione della caseina avviene presto, per opera dell'acido gaslrico, ma se raquo;i piccolo, allora la coagulazione ritarda finche i cocci ed i bacterii moltiplicandosi e sviluppandosi abbiano prodollo la quantilä necessaria di acido laltico dallo zuccaro di latte, in questo lalte compaiono presto conidi, per le ragioni esposle (oidium laclis).
La seconda forma del fermento, si presenla come un li­quide analogo allo siero, lievemenle lorbidiccio die lascialo in riposo vien copcrto da una soltile peliicola biancbiccia fatta da micrococci , bacterii , e da qualcbe cellula analoga aU'oidium. E preparata coll' infusionc di quagli (ventricoli propriamenle detti) essiccati di vilello o di montone nello siero di latte con I'aggiunla di un po' di cloruro di sodio (le raucose cosi essiccate contengono molti micrococci). E molto alliva e ponendone la quantita sufficienle in data quantilä di latte , si produce istantancamente la coagulazione della caseina.
Dei fermenti solto allra forma ne diremo piü tardi.
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Dei micrococci della rabbia (lyssa, idrofobia, fotofabia).
L'osservaziono microscopica e la coltivnzionc del virus ra-bido fecero collocare la rabbia ira 1c malatlie parassitarie contagiose. II virus o conlagio rabido, secondo le riccrclie di E. llallier, consla di micrococci. Ilallier nel sangue di cani afTelti da rabbia muta vide i micrococci di piccolez/a cslrema, immobili, ora isolati ed era in colonie (1). Nel sangue di un cane affetto da rabbia furiosa, come pure in una bovina ed in due porcellini li Irovai rarissimi e veramcnte di picco-lezza singolare. Ilallier assicura nella rabbia muta aver Iro-valo quasi tulli i globelli sanguigni trasformali in una massa analoga a grasso solto forma di goccie o belle grassose piü o meno piccolo (2). Ne' casi da me osservati numerosi di rabbia tranquilla e di rabbia comunicata con I'innesto, non mai ebbi ad osservare consimile profonda altcrazione del sangue.
Colla collivazione (camera umida) Ilallier vide i micrococci moliiplicarsi per divisione, ingrandirsi poi fine ad aurnen-tare in capo a 4 o 5 giorni di 10-20 voile il loro diamelro, indi moliiplicarsi per boltoni e dar luogo ad una specie di hormiscium: cessata al SMO0 giorno la molliplicazlone per botloni, diedero origine ad un filamcnto (3). La vegela/.ione procedeüe piü rapidamenle in un suslrato asciulto die in uno umido, all'aria die fuori dell'azlone di quesla.
In quanto poi alia composizione del suslrato trovö nell'al-bume d'uovo i micrococci rigonfiarsi, trasmularsi in sporoidi e germogliare senz'allro ; mentre in una soluzione di frulli c fosfato d'ammoniaca a parti eguali, dopo il rigonOamento dei micrococci ebbe luogo la molliplicazione per bolloni die essiccando il suslrato germogliavano. Dalla seminagione al germogliamento trascorsero nel 4deg; case 0-8 seltimane lal-volta 3-4 mesi.
(1)nbsp; Zcilschrifl., hd. 1, Drill. Ucfl., pag. 301, iSGV.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid. pag, 301.
(3 y.ciltrhrifi., U\. I, Drill, heft., y.nz. 331,
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74
DaH'uIteriore cvoluzione degli sporoidi ollenne niorfe di­verse di micromiceli (1): cioc in Icrreno umiilo filamenti diramanlesi c frultificanti solto foi-ma di penicillio: in ler-reno asciulto ossetvö piccoie anaerospore matuie genuo-gliare {fig. 17. E. lav. I.) od al lermine de' rami formarsi spore aeree malure in catena {fig. 17. D.) {Cladosporium).
In allro Icrreno asciulto ollenne ülamenti ehe si divide-vano in ariicoli corli e generavano schizosporangii {G) forma del primilivo genere Slempkyliutn.
In terreno uniido \ide prodarsi anaerospore mature con-catnerale o schizosporangii (A) e nei rami ciie si elevavano al contalto dell'aria, al contrario vide formarsi spore acrec (aerospore) (C) (Cladosponum).
Ollenne inoltre anaerospore in parle mature (1) o leca-coniiii solto forma di olricelli vcscicolosi e mufle falle da anaerospore affatto mature o schizosporangii {F II) , forma del primilivo genere Coniothekium.
Come appare dalle cose sopra ril'erite, finora non si pole giugnere col mezzo dclla coltivazione artißciale die ad ot-lenere raorfe di micromiceli c non gia la specie da cui ema-nano i micrococci della rabbia. Tale specie die debbe tro-varsi tra i raicroliti elevali fu denominata dall'Eallier Lwso-phylon suspectum.
forme. — Secondo die gli animali ricevono il virus cd i micrococci in nalura, ovvero dalla morsicalura dei malali, la rabbia disiinguesi in sponianea o primiliva nel primo caso cd in Irauraalica o da conlagio nel secondo caso. Rispello poi ai sinlomi prevalent! dislinguesi in rabbia furiosa acula ed in rabbia lorpida occulta, lacila, tranquilla o muta; a se-conda poi delle lesioni anatomo palologiche fu detla tifoidc od anlracica e aervosa. In quanto alle parlicolarilä del corso Virc.how ammise: i. lino sladio prodroinico o melancolico. 2. Uno stadio di irritazionc e di furiositä. 3. Uno stadio di
ir
(1) ZeiUchrifl., pag. 77, bd. 11, 1870.
8!laquo;
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75 paralisi. Puö manil'cslarsi sollo forma sporadica , enzoolica ed cpizoolica (1).
(1)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;SlNTOMl DELIA RAIlilli ^EL CANE.
1deg; laquo;) liabfiia furiota. — I cani talor liisti, abliatluti, lingliiosi, piii irri-labili eJ imjuicti senzn cagione assalgnno gli allri cani ; lalor piii allcgri cd affeltuosi, obbedicnti al padrone prcfcriseono i luoghi oscui'i cd nppartati: sono irrcquieti, mutano spesso di luogo, abboccano ucU'aria, riposando si dc-slano improvvisamenle : occliio talor fisso , fosco o lucenle , lalor 1'appctilo i' diminuitO) lasciano cadcrc I'alimcnlo prcso in bocca, Icccano gli oggoiti frcddi die jiiii tardi dcgluliscono, provano cccilamcnto vcncrco , Icccano l'auo o gli orgaoi scssnali ilogli allri cmii: bcrono I'acqua all'oscuro, rovesciano c nascon-dono i rccipienli picni d'acqua o di alimcnlo, I'iu lardi qualcbe vdlta vomiti, diflicoltä n dcglutirc: tcndenza od abbandonarc la casa: ncl parossismo nssal-gono gh allri animali proditoriamcntc: sguardo fosco, congiuntiva rossa, pulle rugosa sull;i fronte e sul dorso, pupilla dilatola, ocdii lalor sporgenti, mucosa liciie inieltsta, Dopo il parossismo lornano lalvolla a casa c si inostrono limidi: dcglutiscmio malcrie cstrancc, ccc, le propric fcci, Purina : Icgati rodnno la catena c le barrc dclln gabbia : lalor prurito vivo a qualchc parlc, si Icccano, si mordooo, laccrano e rodono la parlc ; un cane fece a lirani una cagnolioa con oni tonlo accoppiarsi (Obermaycr), 1c fcinininc uccidono qualchc volta i nconati : avvcrsionc per I'acqua non csisle sempre: nmlazionc ndla vocc, pcr-dila dell'intelligenza, nioviiiicnti mal sicuri, paralisi dclla mascclla poslcriorc e (Idle cstrciiiila posteriori, inscnsibilita: occlii sprotondati, bocca aperta, spesso asciutta, di color livido, ccc , morlc in istatu di soporc dal 5-8 giorno.
h) Hubbia i/iulri o lorpida, — In principio prescntano s|)csso i medesimi sintomi dclla rabbia funosa secondo Hering, perö sono pin deboli cd insensi-bili , non lianno lendcnza ad allontanarsi, niorJono se eccitali a cambiare di luogo: In paralisi dclla mascclla posleriore c spesso il prinio sintomo: ina-grezza assai per tempo: morle al 7 giorno.
2quot; ilamilo. — Trislo, sguardo lisso, fiero, spavcnlcvolc, lalvolla scnoli-incnto del capo; cssi si fcrmano alle passeggiate e scalpitano, agitaoo I'acqua ma non licvono oppure Iremano alia visla di cssa : lalvolla prurito alia testa onde si fregano le labbra, il naso, le guancie (mo a larsi escoriazioni (Lcssona Carlo), andatura incerla, trcmori, lingua pendente, scolo di saliva dalla bocca, inquie-ludine, mortlono la grcjipia e t'uomo, lalvolla cccilamcnto vcncrco, si acco-sciano per urinarc, nitrilo raueo, si gcltano nclla mangialoio co' piedi anlcriuri, urtano il c:ipo contro il muro; paraplegia, convulsion! c morlc.
3* lltK'uii. — Sintomi di gaslritc o d'angina : sguardo lisso, pupilla dila-tala, occlii scintillantl, rossi, liocea bavosa, andatura incerla, barcollantc, coda conlralla, agilazione grandissinia per cui diflicile tencrli, innggiti rancln, tron-cati, prolungati , rifiutano ralimcoto, bocca scliiumosa, si avventano a quanti
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Credesi dai piix ehe la rabbia sponlanea solo si presenli sopra specie di carnivori (specie del gen. Cam's, Felts, Mcles, Muslela), e uon mai sopra le allre specie di animaii dome-slici, e da qualche patologo si ritiene die vadi sempre per-pctuandosi per mezzo del virus iabide tra i carnivori o da (juesli soltanto sia propagata alle allre specie di animaii.
Tulli sanno come casi siano registrati nei;li annali della scienza, da cui risulla ehe cani, lupi, gatti e tassi per una vio-lenla irrilazione divonnero rabbiosi, e come Hering vide un fanciullo (fu delto per letano), perire per la morsicalura di un cane, liinanendo (jueslo sano: e cgualmenle nolo a lulli come pralici dislinli osservarono tulti i sintürni della rabbia in allre specie di animaii domestici, cosi il veterinario Daflieno in un cavallo in seguilo a ripeluti rolpi di fiamma pella pra-lica del salasso (1), il veterinario Bossello in due bovine (2) di cui una guari, neU'altra alia sezione si trovö un riccio di castagna nell'esofago, nella gaslro enterile (!) del cane , ed il sig. Guyon (3) nel veterinario signor Larme Viardet, ccc. e verosimile ehe nei casi cilati tra i carnivori e gli allri ordini d'animali giä esislcssero nel corpo i micrococci e la causa irritante non facesse ehe accelerare la preparazione del sustralo favorevole al loro sviluppo e la manifestazione della rabbia, poiche ognuno sa die tanlo al cane quanlo alle
ccrciino avvicinsrli, mordono le funi , divontano fnriosi alia vista dci cani, sussulli iii muscoli dclle cslremita, morto (Lcssona Carlo, Longo Lorenzo).
'i0 i'ecore, — Talvolta lialtonsi con 1c compagne, raspano il suolo, anam-nlcano alia f;rrigt;pia , si avvcnlano furiose, cozzano contro le persone, pre-sciituno agitazione , Ircmori , prostrazione , bocca scliiumosa , cercano di nior-ilerc , mordono le funi, prurito alia ferila, ecc. (Lcssona Carlo).
üe Maiali. — Tristi con sguardo fcroce, anoressia, in(|uietu(linc, grugnili ripeluti cou voce nuitata, respirazione laboriosa, scliiuma dalla bocca, mordono ncgli oggctli die inconlrano, e le madri spesso uccidono i neonali; inollrc si osserva in essi magrezza rapids, dcbolezza dellc azioni muscolari e paralisi so-praitutto raquo;lei ireno postoriorc.
(!) Oiornnk di Medicina Fclerimria, 18öj.
(-2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;li.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.
(3) Compt, Hendu. 1870, pag, 79C.
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77 altre specie di animali domeslici in individui nervosi cd ir-ritabili si pralicano spcsso gravi e dolorose operazioni senza ehe mai insorgano fenomeni rabidi: clii rnai vide neircnle-rite traumatica per la pratica della fislola cieca per scopo fi-siologico nel eane comparire fenomeni di rabbia? E se al Bosselto ehe esplorando la bocca di una delle bovine cilate malgrado ferite riportate alle mani non si comunico la rabbia, non inlervenne forse lo stesso al Volpi ehe trascurö le ferite alle mani ricevutc alTesplorazione della bocca cli un cane adetlo da rabbia muta? Nella condizione attuale delle cono-scenzc scienlillche intorno la rabbia con gli argomenli con cui si eschide , si puö ammellere la rabbia sponlanea nelie aitre specie di animali domeslici.
Per la rabbia sponlanea non sappiamn se i micmcocci per-venuli nel sangue, per dar luogo alia rabbia debhono essere in considerevole quanlitä o se arrival] in piccola quanlilä sia ncccssario un dalo lempo per la loro molliplicazione cioe una incubazione.
Nella rabbia Iraumatica la durata di incubazione e varia-biiissima non solo nolle diverse specie di animali, ma anchc nella medesima specie.
Nel cane, sccomlo riferisce Ilaubner (1) in circa 200 casi, la rabbia comparve al secondo raese in 83 quot;/oi a' lerzo mese in 16 % cd al quarlo mese in 1 %#9632; Vi banno poi regislrali casi in cui i fenomeni della rabbia si manifeslarono al 70-80 ed al 140 mese. II Viborg vide eziandio un cane diventare rabbioso lo slesso giorno della morsicalura ed allri aulori raccontano pure casi in cui 1' incubazione fu di 2-3-8-9 giorni (2).
Nel cavallo la durala di incubazione fu veduta cli 3-20-44-56-154-170 giorni e perfino di nove (Gneiieli) e di 1raquo; mesi (Ilaubner).
Nei bovini fu osservala di 5-C-10-24-57 giorni fino a 6-9
(U Handbuch der Veterinär Polizei, 18(i9, p. ÖOC. (2) Hering. Pai/iologie und Therapie, pag. 612.
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mesi ed anclie oltre un anno. Iliiiibner dice dubbiosi i casi di incubazione di due anni o mezzo.
Nella pecora e nella capra di 3-42-46-24-H2 giorni. Sc-condo Flaubner di 100 pncore, ammalaiono al 1quot; mcsc 80 %; al -2deg; mese 18 % cd al 08 giorno 2 %.
Nel maialo da due a quatlro mesi: in 25 maiali sccondo Haubner fu osservala di due mc?i. Da Faber, Gcrlach , Re­nault si racconlano casi in cui la incubazione fu di due anni (1).
Nell'ucmo secondo Tardieu (2) fu la durala deU'incubazione da menu di un mese ail 1-3-6-12 mesi (sopra 224 casi), e secondo Canierc anche di 18 mesi (3).
Dal rappoilo del prof. Bouley supra i casi di rabbia rac-colti in Francia dal 1863-1868, risulta die ncll'uumo la dn-rata media deH'incnbazione fu tli 44 piorni neU'elü di 3-20 anni, nienlre dai 20-72 anni fu di 75 giorni.
Non lulti gli individui morsicati da cani rabbiosi od ino-culati cadono affetli da rabbia. Sopra 99 ca?i di animali mor-sicnli od in allra guisa inorulali (cani, cavalli, pecore) Re­nault Irovö un lerzo rimanere illeso c solo in 07 avvenire la contagione. Herlwig sopra 25 cani morsicali od inoculali, vide 15 rimanere inimuni dalla rabbia (4). Pare strano poi il fatlo cbe si Irovino cani rabbiosi separanli una saliva o ]ii|iiido boccale non alia a irasmeltere la malallia rhc ad uno sopra sei cd anche seile, menlrc allri la comunicano ai 5/6 ed anche 6/7 degli inoculali.
Curd fecc un'osservazione singolare in un cane affcllo da rabbia: negli individui morsicati da questo cane al matlino (due cani cd una vacca) I'incubazinne fu di 15-17 giorni. Ne' morsicati piii tardi in altra locality fu di 5-7 sellimane. In qnelli morsicati dope mezzogiorno in localilü diversa tu 3-7 mesi (5).
(1)nbsp; nbsp;Hering. Path und Therap, Hanbner loco citato.
(2)nbsp; nbsp;Hering. /ahfclaquo;beric/il, etc., iraquo;ü7gt;. (5)nbsp; liecueH de Melt;l. l'et., IHüS, p. UU. (ti)nbsp; lluring. lahrtsbtricht, etc., 1832, fü)nbsp; Hering. Jahi: 1852.
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79 Quanlo c mai variabile la durata deH'incubazione! Non vi ha dubbio die la disposizionc degli animali ad ofiVirc un lerreno acconcio alia molliplicazione del conlagio rabido, non ehe la quanlitä di questo instiilalo neila ferita debbe con-tribuire mollissimo ad abbreviare od allungare I'incubazione. L'osservazione del Curd dimoslrcrcbbe die la quantity del virus nella saliva vadi diminuemlo con le morsicalure. Nogli inoculali con virus lolto a bovina alia Scuola di Torino dal sig. direUore Tombari nel 18U5 (1) e nel 1808 dal mio col-lega Brusasco (un cane, un monlone) e da me (porccliini) po-nendo nelle fcrite molta saliva, in lulti ebbe luogo la rabbia e la morte con durata di inenbazione piullosto breve.
11 virus rabido trovasi abbondantc nel liquide boccale, senza mancare nel sangue e negli organi impregnati da queslo li-quido come risulla dagli innesli falli al cane , cavallo, ma-iale e disgraziatamente pei' ancidenle all'iiomo secondo i la-\ori di Herlwig nel 1829, di Eckel, Hering e Pillwax nel '1809. Wei sangue degli animali morti per rabbia (cane , bovina c porccliini) ho trovali assai scarsi i micrococci : d'onde forse la ragione die poterono essere impunemente loicate e ma-neggiate molte voile le carni di cadaveri rabbiosi, sebbene la storia regislri casi deplorabili, quale si e la morte di un allievo di Medicina Veterinaria in Copemigben per aver con lesione alle dila falla la sezione di un cane. 11 virus ehe trovasi nel liquide della bocca deriva dal sangue, sia ehe i micrococci irovino condizioni lavorevoli di sviluppo nelle glandule salivali, sia ehe queste glandule formino organi di eliminazione pel virus. Nelle remillenze della rabbia, e nel non trovare i malali individui da assalire , il virus si accu-mula nelle glandule salivali e nel liquido della bocca e per conseguenza le morsicalure nell'accesso rabido sono piü ef-ficaci per la maggiore quanlitä di virus contcnulo nella sa­liva e le morsicalure uheiiori, conlenendosi mono virus nella saliva, o non comunicano il contagio ovvero venendo nelle
(I) Medico Feterinario, 1865.
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lerite iniettata saliva con poca quantity di virus si ha una incubazione lunghissima. Non deve quindi recarc meraviglia ehe cani rabbiosi in certi momenli prcsenlino saliva ancbe senza virus o die queslo si trovi nel liquido della Locca prima ehe l'animale presenli i fenomeni essenziali della rabbia. Per questo ne' tentalivi d'innesto e bene conlemporaneamente inoculare liquide boccaje e sangue.
Tenacilä del virus rabido. — Secondo Ilertwig I'inneslo di bava e di sangue presi dal cadavere 24 ore dopo morle, fu inedicace. lo ho inoculalo a due porcellini bava presa a bo-vina moita di rabbia da 24 ore e per allre 24 ore conser-vala in un recipienle (in tutto 48 ore dalla morte della bo-vina) e fu efficacissimn. Ecker trovo aneora conlagioso il sangue della cava di un uomo morlo da due giorni (i). Pare perlanlo ehe il rafFreddaraento ed anche ressiccamento non dislruggono I'efiicacia del virus, poiche cani lenuli in gabbia dove furono rabbiosi conlrasscro la rabbia e bovine die usa-rono per alimcnto foglie di nicliga inquinate di bava viru-lenta catldero tulte affette da rabbia (2). ColTinncslo il virus fu trovato efficacc fino alia 5a generazione (Re\).
Sedc. — II contagio penetralo nel sangue e molliplicalosi va a dispiegare la sua azione sopra i centri ncrvosi. Marchal de Calvi passando a rassegna i sinlomi principaii do' rab­biosi Irovö aU'elli: l'S0 paro, nervo ehe influisce sui museoli della laringe, faringe e deglutizione , il 10deg; paro nella sua branca spinale, il 7deg; paro ehe invia filamcnli ai museoli jo laringeo , stilo ioideo e digaslrico , il 5deg; paro in quanto e nervo di sensibilila generale della relina; il glosso faringeo come nervo molorc per le anaslomosi col faciale per 1' in-iluenza sull'abbondante secrezione follicolarc alia base della lingua; avulo riguardo perlanlo all'origine degli indicali nervi, I'aulore pone la sede della rabbia nel bulbo rachideo e nolle parli del midollo cervicale d'onde Irac la sua ori-
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(1) Haulmcr, loco citalo.
(i) Longo Lorenzo, Ciormk di f'etcrinaria, 18Ö3, pag. 569.
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81 !,'ine il nervo spinale. Sono pure affelti i nervi gangliari del vcnlricolo come lo indica il pervertimenlo del senso dclla lame, ed in allri casi si nola una piofonda allerazione del sangue ossia lo stato dissolulivo.
In alcune circoslanze si e osservato I'invasione della rabbia con si leggera lesione dei centri nervosi ehe mancavano i fe-nomeni ed i sintomi piii caratleristici. Dal rapporlo sui casi di rabbia dal 1843 al 1863 nel Wurlemberg (1), risulla ehe Ire cani ebbero cosi poco mulata la loro indole e la loro fi-sionomia ehe tre persone morsicale non si diedero pensiero della morsicatura e poscia furono colte da rabbia. Un falto degno di considerazione viene raccontato dal prof. Ercolani osservalo in un carabiniere ponlificio, ehe, afTetto da ulceri veneree al pene, per risanare piii facilmenle, le faceva 1am-bire ad un giovane cagnolino ; il dcUo cagnolino senza dor segno di rabbia, comunicö la rabbia al carabiniere ed am-bedue morirono. Queslo fatale avvenimento deve servir d'e-sempio per coloro ehe hanno la funesla abitudine di farsi baciaie dai eani, massimc se di lusso (2).
Alia rnaggior parle dei pratici poi e occorso il caso di ve-dere nel cane tulli i segni dclla rabbia ehe in breve spazio di tempo si dileguarono poi: eosi Pillwax (3) osservö in un cane cambiamenlo di abitudini, voce rauca, tendenza a mor-dere, stitichezza, poco appclito, appelenza per corpi eslranei, sguardo fosco, abboccar 1c raosche, inquicludine, tendenza ad abbandonar le abilazioni, ecc. , e malgrado qucsli gravi sintomi, I'animale guari in otto giorni. Di tali casi no fu­rono osservati da louatt^ da Grave e da Spinola (4). Nell'epi-zoozia del 1852-53, a canto ai casi di rabbia con esito le­tale, se ne osservarono anche di quelli con esito favorevole: in un caso si 6 notala la paralisi dclla mascella poslcriore
(1)nbsp; Hering. Iiihr., 1865, p. 55.
(2)nbsp; (^oriinfc di Mcdicina fettrinaria. Torino, 1853. (5) luhrcsbcrichi, 18G2.
('0 Handbuch der gpeciellen pathologie und Ihcrapie, 18iiS. Ricolla
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senza grande alteraziune della fisionomia e si vide in dieci giorni avvenire la guarigione; in due cani, ehe prescnlavano eguali sinlomi rabidi si nolö ehe nell'uno I'esilo della ma-lallia fu lelale e neU'allro fu favorevole (1). Quesli casi di-moslrano negli animal! la guarigione della rabbia spontanea?
E d'uopo ricordare die alcune malallie nel cane possono essere accompagnale da fenomeni ehe si risconlrano nella rabbia, ad es. eerie forme di epilessia , I'angina, la gaslro enlerile, (!) la presenza di alcuni corpi eslranei nella faringe, nell'csofago od in ailra rcgione, I'elminliasi dei seni fronlali ßd inlestinali, lo sposlamcnlo della mandibola inferiore; ma il pralico di retlo senso pnö con pacalo giudizio esaminando i fenomeni ed i sinlomi dei malati, pervenire facilmenle a fare-la diagnosi dilTerenziale.
In conseguenza parmi polcr rispondere alia fatta dimanda, dicendo, ehe i falli su cilali mostrano die alcuni organismi animali possono non solo residiere all' azione del virus ra-bido, ma assalili, guarirne come si verifica per gii allri con-lagi. I casi rarissirni poi di cani die comnnicarono la rabbia con la morsicalura, reslando essi in islalo di salute (Hering e Marocbelli), avvicinano la rabbia a quei conlngi die in certi organismi danno luogo sollanlo a manifeslazioni poco apprezzabili. Ne' due casi riferiti il virus, per il sustralo sfa-vorevole, si limilö a dcslare fenomeni lanlo Icggieii ehe sfug-girono agli osservatori, perö la lendenza a mordere ei fu e gli svenlurati morsicali nel niomento in cui avveniva I' eli-minazione del virus per mezzo cielle glandule salivali, ne rimasero vittima.
Epizoozie. — Epizoozie di rabbia fnrono osservale in Svezia (Camcrarius e Scbarf) nel 1708, nella Slcsia e nella Francia durantc la primavera e la slate del 171Ü. Inoltre nel 1721 e nel 172.'gt;, la rabbia fu rivedula epizootica in Francia. L'inglese Layard osservö im' epizoozia di rabbia die durö dal 1754 al 1700. Anche in America la rabbia fu epizootica
(11 Spinola, loco citato.
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83 nel 1783-84, lanlü die i cani con la morsicalura la comu-nicarono a' maiali^ a' cavalli ed a capre. Nel 1803 e nel 1830 la rabbia fu epizoolica Ira la volpi in Svizzera, in Baden, nel Wurlembcrg , nclle provincie Renane e laquo;pncialmcnle in Baden e Nassau dal 1825 al 1827 (Kovhiin e Franque). Epi-zoozie rabide si osservarono in Ingliilterra nel 1825; in Vienna nel 181/1-1815 (Waldinger) ; in Kopenhagen nel 1815-181Ü (Wiborg); a Canton, S.1 Galles, Glarus, dal 1821 al 1823 e piü tra le volpi ed i galli, dai quail il morbo fu trasmesso ai bovini; a Dresda nel 1828 e nel 1830 (Prinz); in Daden e nel Wurlemberg dal 1839 al 1843; ed a Vienna nel 1841. Inoltre numerosi casi di labbie comparveio nel 1837 tra i cani, i lupi, i raaiali ed i bovini in Polonia (Adamowicz); in Allemagna, neH'alta Ilalia, Ira i cani, nel 1851-56 ed in Francia (Parigi) e nolle provincie Bcnanc nel 18G1-1amp;02 (1).
Tutle le razze di cani sono colpile dalla rabbia , ma piü frequenlemenle le razze di lemperamento nervoso , assai ir-ritabile e di lusso; i mascbi ne sono assaliti piü spesso ehe le femmine; i castrali poi non sono irnmuni dalla rabbia spontanen (2).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; '
La rabbia spontanea si sviluppa in tntli i climi cd i^i ogni slagione deH'anno. Secondo Ileiing nel Sud della Germania e piü frequente ehe per lo passato (3). Dalla relazione del pro-lessore Bouley sopia i casi di rabbia, sviluppalisi in Francia dal 1863 al 1808, risulla die il maggior numcro dei casi si osservo in piimavera, il minor numero in aulunno, ma anchc nell'inverno se ne osservarono casi. Dalla relazione del pro-fessore Pillwax sopra i casi di rabbia nel 1859-60 si racco-glie die il piii dei casi si verificarono nei mesi di gennaio e di aprile (4). Giusla riferlsce Spinola durante i calori del-
(1)nbsp; Spinola. Ilauilhucli der speeiellen pathologic, etc. 1863, png. C-2S, II. Hering. Pathologie und Iherapie, pag. old.
(2)nbsp; Hering, lahr., 1852. (5) Hering, lahr., 1805. (*) Hering, lahr., 1805.
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Tanno 1857-1858 non si verilico caso di rabbia. lleusingcr vide un rapporlo Ira le cause die favoriscono lo sviIu|)po del carbonchio nelle altre specie di aniraali e lo sviluppo delia rabbia nel cane.
Sono da considerarsi cause predisponenli pei cani tulte quelle clic inilando od indebolendo I'organismo hanno per risullalo ultimo una modificazione nel cliimismo degli umoii, onde il virus puo moltiplicarsi e suscilare i fenomeni della rabbia.
Lcsioni analomo-paioloyichc. — Nella rabbia sponlanea e traumalica , il virus pervenulo nel sangue c molliplicalosi, dcterraioa in quesl'umorc piü o mcno grandi apparenli al-tcrazioni; ora il sangue si Irova nei cadavcri aver conservala la coagulability, ora I'ha solo diminuila e molte altre volte I'lia complctamenlc perduta. Tali lesioni furono riscontrale da tutli gli osjervalori.
Nel primo caso trovasi coagulato nei grossi vasi e nel cuore, con colore oscuro; ed io 1'ho trovato tale nella rabbia comunicala ai porcellini , alle bovine ed anclie nel cane in caso di rabbia mula^Briickmüller vide i coaguli consistenti grigi .e pieni di globuli biancbi (1).
Nel sccondo caso trovasi di colore oscuro, semifluido, con grumi nelle grosse vene e nel cuore. CoU'csame microsco-pico si osservano in csso , un discreto numero di globctti biancbi, la Qbrina coagulata in bellissimi filamenti, e cu­muli di granuli o micrococclii ; detto sangue talvolla cri-slallizza in specie di aghi finissimi od in cristalli piü grossi e larglii.
Nella rabbia antracica il sangue e sciolto con grurai rail e mollicci nei grossi vasi e nel cuore, di colore bruno o ne-raslro, piceo, viscliioso e spesso: cola tale dai troncbettini vascolari incisi, c tinge inlcnsarnenle i corpi con cui c posto a conlallo. Ne' grumi mollicci trovasi la bbrina coagulata in
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(!) Brackmüllcr. Lehrbuch ilcr path, tootomic, 1865).
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85 sottilissimi (ilnmcnti clic contongnno ncllc loro maglic glo-belli Lianclii; i baclerii, ehe possiamo dire analoghi a quelli del carbonchio, sono bellissimi e non poclii lungliissimi, pre-senlanli due o Ire frangiture: la crislallizzazione di ta!e sanguc avviene pure nel campo del preparato microscopico.
Le delle allcra/.ioni del sangue io le ho sempre trovale in cani ehe in vita ehliero tutti i segni carallerislici della rabbia mu(a, cioe tendenza a mordere gli allri cani e l'uomo, paralisi della mascella posteriore, vacillamento del treno po-steriore , paraplegia , sgunrdo Iruce , fisonomia contratla , bocca livida , escoriata e Lavosa, ecc. Le descrille altera-zioni del sangue si trovano anche nel carbonchio , onde il Pillwax sosliene ehe forse la rabbia non e contagiosa , ehe nei casi in cui vi hanno le lesioni di anlrace: riferisee l'A. il caso di un cane ehe, inoculato con sangue di cavallo rabbioso avente i caraücri di sangue carbonchinso, contrasse la rabbia ed alia sezione cadaverica oflVi le lesioni antra-ciche. Prinz, Frangue, Slütz, llensingcr furono spinli a di-chiarare la rabbia una malatlia analoga al carbonchio, c Locher l'u il primq a dare impoi lanza ai nodi ed alle tumc-fazioni della milza (1): il Dr. Satory ammise due sorla di rabbia , una contagiosa con le lesioni patologiche del lifo, l'altra non contagiosa ma priva di lesioni lifiche.
L'opinione dei prelodati autori ha molto valore , ma Iß mic osservazioni come quelle di molli allri aulori, tra cui Bruckmüller (2), dimoslrano il contrario. Nel cane e nei por-cellini, morti in seguito all'inneslo di virus lollo in una bo-vina ehe nel cadavere non presentava il sangue sciollo, alia sezione cadaverica, Irovai il sangue coagulalo. 11 Bruckmüller dice solo di rado il sangue di color rosso eiliegio; e negli animali morli per rabbia comunicata , lo trovö analogo a quello de' morti per tetano o di altre affezioni accompagnale
(1)nbsp; Hering. S;iccifl(e pathologic, etc., img. fin.
(2)nbsp; I-nco citiito.
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da dolori ncrvosi (ibid.)- Devesi avverlire pcrö ehe in eerie forme di lelano, il sangue e sciollo e ricco di baclerii.
Del reslo nel carbonchio, il sangue e sempre sciollo e con baclerii? Dagli esperimcnli d'inneslo da me falti nel coni-glio irovai molle voile il sangue coagulalo e senza baclerii, come ancbe altri esperimenlalori ebbero ad osservare nel bue (I).
Ma ciö cbo mi ha colpito neU'esame del sangue de' cani morli per rabbia rauta, sia cbe il sangue avesse diminuita, tolla o non, la congulabililä, si c I'osscrvazione di numerose filarie ematichß, costantcmente in ogni caso. Quesle avevano la lunghezza di 0mm 180 e la larghczza di 0'nra 0029, la paric anleriore poco grossa e londeggianle con una slriscia a modo di bocca e la paiie posteriore o caudale mollo assotligliata; erano ravvolle nella parle mediana e con deboli movimenli {lav. 4, fig. 10). Nel sangue degli animali domeslici sono slali veduti, piü volte, dei vermi. Cos! Wedl scoperse vermi vivi,
nel sangue delle cave di due cavalli (1S49), lunglii — di Mm.
ed in numeio di quot;1-3 in una goccia di sangue.
In un cane morlo improvvisamcnle nel 1854 trovö Scrnec esemplari di Dochmius Tn'gonocephalus.
J loncs di Filadelfia Irovo due volte, nel cuore destro di un cane, filarie emaliche (Filaria immilis Lckhj) oslruenli, in un caso, il cuore dcslro c I'arlcria [)olmonale; nel sangue eravi grande numero di cmbrioni : Davaine credo ehe da quesla filaria ematica di cui il mascbio c lungo 12 cenli-melri e la Fcmmina 25 cm. derivino le filarie emaliche di Gruby e Delafond.
Gruby e Delafond nel 1843 le scopcrscro , nel sangue di un cane vivo, della lunghezza di 0,25 mm. Sopra 480 cani Cfaminati stabilirono ehe sopra 20-25 cani se ne trovava uno con filarie emaliche. In un fresco coagulo del cuore de-
(1) S. Rivulla. Medico VeUrinario, 1861).
(04.
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87 stro di un cnne, in una goccia di sanguc del quale si con-lavano 15-20 fiiarie , scoperscro sei grandi vermi luoghi 14-20 cm. spetlanli nl gen. Filaria.
Secondo i prelodali A. gli embrioni di filaria si trovano piü spesso nel sangue de'cani avanzati in elä ehe ne'gio-vani: in quanlo agli efTelti prodotti, osservarono in ire cani atlacchi epileltici, di cui due morirono. Possono passare nei capillari piü sottili, finclie poi ingrossando si arreslano nel cuore e ne' grossi vasi, senza produrre allerazione nel sangue. La trasfusione del sangue da cane con fiiarie a cane sann, offri per risultato ehe le fiiarie scomparvero in nove cani cntro 8-40 giorni : in due vissero un anno ; nel sangue di un coniglio si poterono trovare all'SQ giorno. I genitori al-felli da emalozoi produssero una prole, die al 5-6 niese di elä, prescnlava fiiarie nel sangue.
11 prof. Leisering, dal cui lavoro lulsi i riferili ragguagli inlorno le fiiarie, in un cane di 13 anni, allelto da debolezza ai lombi, Irovo una specie, i cui maschi avevano la lunghezza di 1,20-1,50 Mm. c le femminc 1,50-2,00 Mm., la quale crcdelte diversa da quclla di Gruby e Delafund ed a cui perciö diede il nome di Ilacmatozoon subulalum. Gli embrioni ave­vano diverse dimensioni (1).
II sig. Sauzade Louis veterinario a Gencrac, Card, nello scorso 18G9, invio al Museo anatomo-palologico del la Scuola Veterinaria Superiore di Torino , un cuore di volpe conle-nente nel venlricolo deslro un giomere di fiiarie, di cui al-cune si insinuavano nell'arleria polmonale — avevano il corpo biancbiccio, reslrcmilä anleriore piü rolonda e grossa , la posleriore piü sotlile — la culicola omogenea; erano lunglie da 10-18 cenlimelri e larglie sei diecimillimelri: la volpe era slata uccisa alia caccia.
lo bo sempre Irovali i dctli embrioni di filaria nella rabbia mula ed in un cane morlo improvvisamente. 1 falli sopra narrali dimoslrano ehe embrioni di filaria possono circolare
(1) Wircliow. Jrchiv., M. 53, i86'6.
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lungo tempo nel sangue , scnza ehe la salute dei cani ne soffra, ma qucsto si verißclicrä semprc? Debbono prendere dal sangue i maleriali per la loro nutrizionc e rawolgen-dosi noa si puo contestare la loro azione come embolo lal-volla. Ma di certo fra essi e la vera rabbia mula non vi ha alcun rapporto.
Sistema muscolarc. — 1 mnscoli delle varie rccrioni sono di colore rosso bruno 0 di colore livido asciulli, molli e la-ceranlisi con facilitä nel hue e nel cavallo (Lessona Carlo).
Bocca. — La mucosa della bocca c iperemica, asciulta 0 bavosa come (juella della faringe e della laringe nel cane. Nci bovini trovansi iperemic piü 0 meno grand! alia base della lingua, alia faringe ed alia laringe. Vogel (1) vide licve iniczione 0 nissun cambiamento alia mucosa faringea: in due casi conslato calarro aculo.
Nella forma anlracica la mucosa delle labbra, delle gen-give e della lingua e di color rosso biuino 0 livido con esco-riazioni alle labbra ed alle gengive; alia mucosa della lingua e della bocca (Biuckmiillcr) (2) lalvolta trovansi delle escare.
Liamp;se 0 vescicole della rabbia. — L'illustre Dr. Auzias Tu-renne , ha pubblicato un'eccellente raonografia sopra le ve­scicole del Marochelli nel 18C9 (3), della quale mi valgo per riassumcre 1c conoscenze inlorno a quelle.
Plinius parlö di un verme sollo la lingua, detto dai Greci Lylia, die il prof. Ercolani dimoslro essere un musr.olo (4). Avicenna nel cane rabbioso osservö il corpo copcrlo da pu-stole con tinta cinerea; Demetrio accennö ad un piccolo bol-tone simile a verme bianco ehe bisogna distruggere ! Se-condo il Dr. Tanthas e M. Ramon !e lisse son note in Grecia, in Russia, in Gallizia, nel Brasile cd a Rio Janeiro ove si cauterizzapo. Per Heysham, al dire di Koreff (1824), il verme
(1) Hering. Reperlorium, 1865.
{*!) Loco ciuto.
(5) Recuci], de, pag. o, 4SCU.
('i) Erculani G, \i. Giomate di Sled, f'tter., 185't.
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89 della rabbia e una giandula scccrnenlc del virus! Gillmann nel 1820, vide puslole nello slomaco, ehe inoculö senza ri-sultali.
Nel 1817 Kollier osservö afte in bocca ad alcuni individui morli per morsicalura di lupa rabbiosa.
Nel 1812 Earamasin liferi die un veccbio pretendeva cu­rare la rabbia nelle persone morsicale , aprendo i piccoli ascessi ehe si formavano sollo la lingua, e facendone uscire la maleria e medicando con gargarismi di decozione di gi-neslra.
Nel 1819 Salvatori medico a Piclroburgo scrisse, ehe gli abilanti di Gallici lianno scoperlo aleune puslole biancaslre, in vicinanza del frenulo della lingua ne' morsicati, ehe si aprono sponlaneamente al 13deg; giorno.
Marochetli nel 1821 insegnö, ehe, in una persona morsi-cata, il virus si accumula verso gli orifizii dei condotli escre-tori delle glandule sotto-linguali sui lali del frenulo ed alle parti lalerali della iaccia di quest' organo , ove si formano aicune puslole effimerc., la cui flutluazione si riconosce con uno stiletto; Tepoca della comparsa delle puslole c indeler-minala ; ordinariamente ha luogo al 130-90 giorno dopo la morsicalura , ma anche dopo il SA0 giorno. Se il virus di queste puslole non e dislrullo, viene assorbito e produce la rabbia; debbonsi almeno per sei settimanc. visilare le lin-gue, ecc, e se si scoprono puslole, devono esser aperte.
Un contadino dell' ükrania (1813) dimoslrö al Marochetli rimportanza delle lisse. Fra 14 persone raorsicate, I'eruzione delle lisse ebbe luogo in 12, e lulle, essende state curate le lisse col metodo sopraindicalo , furono preservate dalla rabbia. II Marochetli in Podolia euro 26 persone morsicale; le 17 in cui vennero osservate e curate le lisse, non cad-dero egualraente affelte da rabbia. Osservö il Marochetli inoltre ehe una cagna gravida morsicata comunicö la rabbia ai neo-naii rimanendo essa illesa.
II prof. Erdmann ritrovö in Estonia un conladino sessaq-c-nano ehe curava le lisse nelle persone morsicale.
Constanlincsco e Rehmann osservarono pure le lisse ; il •
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Dr. Baumbach ollenne la guarigione di una donna cauteriz-
zando le pastole sublinguali.
Inbsp; dolloii Etlmuller ed Edeler in unmo morsicaio da un gallo, avvenendo gii la tumefazione della ferita, inipedirono lo sviluppo della rabbia, caulerizzando le lisse.
Magistel, in persone morsicale da una lupa, vide clielaquo;^elte sopra nove , ebbero le lisse ; Fulgence Fievce le osservö in una dama; Soares, Dupuy, Bailhclemy, Vianna di Resenda portoghese, le osservarono nol cane, Bartlielemy aine, ino-cnlo il liquido prcso in una pustola di un cane morto ad Alfort, ed i cavalli morirono.
Ncl 1823 alia scuola di Alfort (Arboval) si inoculo indarno ad un cane il liquido preso da una puslola ai lati del fre-nulo della lingua di altro cane rabbioso.
Cloquel osservö 1c lisse in una donna nel 1827; e Maillel nel 1835 alia sezione di un cane rabbioso scopri otic ulce-razioni assai superficiali sollo la lingua. Peuoli sopra 17 casi di rabbia alia scuola di Lione nel 1808 , Irovo in 12 ul-cerazioni alia lingua ed in 2 puslolc o lisse propriamenle detle.
IInbsp; piii grande numero delle lisse osservate era al lalo si-nislro della faccia inferiore della lingua.
Nel 1867, Auzias Turenne prcsenlö, all'Accademia di Pa-rigi , una lingua di cane , ucciso durante I'incubazione ra-bida, la quale avova una vescicoia rabida intalla e ben ca-ratterizzala al lato destro della sua base. I professor! Colin e Leblanc dissero ehe le vescicole rabide erano semplici glandule ipertrofichc.
11 prof. Reynal sopra quatlro lingue di cani morli per rabbia, in due trovo escoriazioni, su una leiza vide un' ul-cerazione ehe avrebbe poluto esser derivata da una vescicoia rabida. Sopra lingue poi di cani non affelli da rabbia trovo lesioni idenliche a quelle suddescrilte nei cani rabbiosi cd in un caso scopri un'ulcerazione idenlica a quella osservala nei cani rabbiosi.
Non si puo perlanlo contcslare ehe in cerli casi durante .rincubazione della rabbia, abbia luogo I'eruzione dr vesci-
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91 cole o puslole lalvolla ai lati della base della lingua; e pro-habile die, il virus moltiplicatosi nel sangue e porlato nei varii lessuli , tra cui alia mucosa della bocca , lalvolla su quesla possa dare luogo alia forma/ione di qualche vescicola o puslola ; il virus rabido in tali casi seguirebbe la legge di altre specie di virus ehe molliplicalesi nel sangue slabi-liscono in dali organi o lessuli parlicolari irrilazioni. Ma sono necesfaric ancora clinicbe osservazioni per logliere ogni incertozza intorno Torigine e Timportanza delle lisse del Ma-rochelli.
Liquida orale. — Nei cadaveri il liqnido orale ora Irovasi in sulficienle quanlila, ora scarseggia e manca nfTallo, mas-simamenle nel cane. In qnello di una bovina, coll'esame tni-croscopico , irovai nelle cellule epiteliali un grande numeio di micrococcbi c micolrici, baclei'ii, spirilli, vibrioni con rno-vimenlo vivacissimo , qualche filamento di micromicele ed aramassi di crislalli (fig. 20 , tav. 1) ; in quello del cane Irovai solo micrococclii , corle micolrici {fig. 49 , tav. 1) e bacterii.
Come ognuno comprende, i delli clemenli non hanno al-cuna imporlanza diagnoslica, percbe i tnicrococchi, le mico­lrici ed i baclerii , si Irovano nel liqnido orale dei malali di diverse malallie. L'osservazione di Wright ehe per mezzo di iniezioni di saliva normale nei vasi del cane si e predotlo una serie di fenomeni analoghi alia rabbia merila di passare di nuovo nel crogiuolo deH'esperimento.
Le glandule salivali ora Irovansi epiremiche, ora non: nelle cellule si scoprono numerosi micrococchi.
Ventricolo. — Nel venlricolo ora non liovasi apprezzabile alterazione alia sua mucosa, cccelluali corpi estranei di varie maniere; ora nolasi arrossamenlo grandissimo sopratlullo alle rughc o pieghe di cssa , die sono di color rosso scuro e sparse di pnnli sanguigni; in allri casi si scoprono chiazze brune per cenlri emorrngici ed erosioni; i variali gradi di colorazione clipendono dai gradi varii dell'ipercmiajclie quando c intensa allora vi ha emorragia leggiera nel venlricolo e specialmente quando vi sono numerosi corpi eslranei , Ira
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cui alcuni irrilanli ; luraccioli alcune volle falti da corpi estranci si incontrano nel piloro con vivo rossore della mu-cosa pilorica. In cerli casi si trova ipercmia alia sierosa del ventricolo e reazione neutra della raucosa; rnancano allora i bacleiii della digeslione o quesli sono solto altra morfa.
L'inleslino molle volte non olfre lesioni; altre volte pre-senia viva ipercmia ai villi , rotlura di capillari cd i villi distaccantesi in polliglia; allrc volte presenta mueositä spesso lenaci c la sua mucosa tumida con chiazze brune. Ill piu violenta Tiperemia quando conliene corpi cstranei ; non di rado in csso si trovano ascaridi, tenie , e Temistoma alalo nel duodeuo (Bruckmiiller).
Nei bovini per lo piii trovansi alimcnlo cssiccalo tra i fo-glii del millefoglio, ccnlri iperemici alia rnucosa del quaglio, c punlcggialure in quella delTinlestino.
11 fegalo c spesso iperemico, di colorc oscuro, talvolta ram-moliito, con le cellule epaliclic piene di goccie grassose o di maleria granulosa, ehe si disfanno facilmenle.
I reni o sono scmpliccmentc iperemici , oppurc pieni di sangue sciolto e rammollili.
La vescica urinaria e per lo piii conlraUa e vuota.
Cervello. — NeU'encefalo vennero trovale lesioni d' ogni maniera cioc: la sierosa torbida imbevuta di sicrositä; la sostanza cerebralo molle e tenera spesso imbevuta di sic­rositä e talvolta rammollila e riducenlesi in polliglia; ipe-remie agli invoglii cercbrali ed a! cervello con rammol-limenlo in punti talora estesi; di rado flogosi cerebralc con essudato sieroso e versamento nei venlricoli cerebrali (Druckmüller).
Lesioni accidentali. — Queste possono essere : 1. Lesioni delle ossa craniane, perforazione del pariclale deslro con ver­samento sanguigno fra la dura e la pia madre, frattura man-dibola posteriore; contusioni (Vogel). 2. Pioemia. 3. Cachessia cancerosa per sarcomi negli organi del petto o deU'addome. A. Lesioni alle valvole del cuore con idropisia. 5. Nodi lin-fatici nclla milza. G. Croup nelle vie aeree. 7. Piccole emor-ragie alia mucosa respiratoria. 8. infiltrazione polmonale con
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93 cavcrne ncl polmone. 9. Edema polmonale. 10. Ulceri nella faringe per corpi eslranei. 11. Epalile (Brackmüller).
Nei cadaveri dei bovini degli ovini e clei porcellini d'lndia ho osservala la giacilura sternale, il muso appoggiato sulla letliera, gli occhi aperli, le cornee scoloiate e nella fisio-nomia e nelle estremilä i Iratti di oscura contrazione.
Essendo diverse le lesioni patologiche nella rabbia credo ehe, nello stato atluale delle conoscenze scienlifiche intorno la rabbia, debba accogliersi in parle il precetto dato da Bruckmüller, cioe ehe nei casi in cui non ci venne dato di osservare I'animale in vita anche quando sia stato morsicalo da altro cane, debbasi escludere I'esistenza della rabbia, al-lora ehe nei ventricolo si trovano residui abbondanti di ma-terie alimentari o nei lenue una grande quanlitä di chilo; al contrario devesi ritenere sospctto di rabbia un cane quando nei suo ventricolo trovansi sostanze indigeribili, insolite ed una piü o meno grande iperemia con crosioni alia mucosa anche nei caso, in cui in vila non abbiasi potato constatare I'esistenza della rabbia; un cadavere di cane sconosciuto deb-besi ritenere sospelto quando offre le lesioni del lifo. lo aggiungerei doversi pure ritenere sospctto di rabbia quel cane ehe alia sezione offra nei ventricolo corpi eslranei senza iperemia e le lesioni antracichc cioe sangue sciollo con bac-lerii e la mucosa del ventricolo di color rosso bruno diffuso anche quando sia morto improvvisamentc.
Adunque: 1. La rabbia e una malattia parassitaria. 2. E spontanea nei carnivori. 3. Fatti dimostrano la guarigione della rabbia spontanea. 4, 11 cane die presenti aleuno dei sintomi o fenomeni della rabbia, devesi ritenere sospelto e come tale posto in osservazione ; i cani morsicati o sospelli devono essere uccisi avuto riguardo alia lunghezza della in-cubazione verificala in molti casi. 5. Gli embrioni di filaria nei sangue forse concorrono a generare la predisposizione alia rabbia spontanea. 6. Le cam! degli animal! sospelli, afl'etti c morli per rabbia devono essere escluse daH'alimen-lazione.
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Dell'antrace negli animali domestici.
L'anlrace (avp^laquo;^) o carbonchio (carbunculus) e pur esso una malallia inp;enerala da speciali morfe elemenlari di mi-crofiti die, anivate ncl sangue, delerminano in esso una particolare decomposizionc e pulrefazione.
Presso ranlicliilä le parole anlrace e carboncliio furono espressioni genericlie adoperate per indicare lumori infiam-malorii e gnngrenosi di diversa nalura dovuli ad un'alte-razione degli umori: prima del i80 secolo si comincio a considerare I'antrace come un'entila dovula aiTallerazione degli umori e si dislinse in benigno, maligne c pestilen-ziale; ma dope 1'indicalo secolo si rilenne come affezione distinla, prodotta da un principio morboso derivanle dagli animali malali (1). Nel corrcnle secolo, benebe la mäggior parle dci vetcrinarii rilenessero I'elemento carbonchioso come un prodotlo della degenerazione cosi della gangrenosa o come un veleno {anlracina Schwab), pure il Virchow, ri-guardando il carbonchio di nalura miasmalica, ne pose il virus in un fermento. In quest' ultimo ventennio piofondi studi vennero falti in Europa per riscbiararne la natura, 1'eziologia e scoprire i mezzi curativi e preservalivi.
E rnorbo proleiforme, per modo die gli osscrvalori, a se-conda del sistema medico seguito, dei sintomi prevalent!, deU'andaraento, del caratlere di benignilä o di maligiiilä, del grado maggiore o rninore di contagiosila, del criterio ezio-logico, terapeulico e curativo, impiegarono per caratleriz-zarlo le piü diverse cd opposle denominazioni; es. Peste carbonchiosa, tifo carbonchioso, ftbbre carbonchiosa, fulrida, maligna, ßorjosi gangrenosa, lifo o febbre tifoidea, ecc; al-cuni aulori moderni poi luscro insicme le forme tifiche ed antraciebc. Essendo di alia imporlanza la dislinzione delle forme antraciche da allrc forme morbose sia dal lato clinico
(1) Raimbcrt. Gazzelle Meiicale, p. 20, 1857.
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95 ehe di polizia sanitaria, i patologi in qnesti ullimi anni di-ressero lulti i loro sforzi a cleterminare le note caralterisliche delle forme di antrace.
L'anlrace e spnnlaneo, tra pli animali domeslici, nei ru-minanti, nei pachidermi e nella classe degli uccelli. E con-tagioso non solo agli individui della medesima specie, ma anche a quelli di specie diversa.
La contagione si cffellua per virus fisso c laivolla anche per virus volatile.
Virus anlracico. — 11 prof. Delafond cercö il primo se nei bacterii potevasi collocare relemento diagnoslico dell'an-trace; ma si aecorse presto come col mezzo dell'inneslo non sempre si trasraettevano i bacterii, benche. si comunicasse la maiattia e come il sangue anlracico anche senza bacterii fosse pure contagioso (1).
Brancll e Pollemier nei ISSS feecro osservazioni analoghe a quelle dal Delafond c Braueil trovando eziandio contagioso il sangue senza bacterii, conchiuse ehe i bacterii non co-stituivano il virus anlracico.
Dopo il classico lavoro deirimmortale Delafond, i veleri-naiii di Europa avevano quasi dimenticali i bacterii del sangue anlracico, quando nei 1863 (2) il prof. G. Davaine avverti, nei cosi detlo sangue di milza, i bacterii e senza esi-lare, essendo giä note le dotlrine del chimico Pasteur sulle fermenlnzioni e sulla putrefazione, pose in essi il virus o l'elemento caralteristico dclTantrace. Si impegnö una viva polemica scientifica a cui prescro partc e medici e veleri-narii.
11 Signol nello stesso 1863 (3) scopri i bacterii, come giä il Tigri nei sangue dell'uomo, nelle forme lifiche, toraciche, addominali ecc, e nella gangrena traumalica degli animali, dimoslrando ehe in lali affezioni il sangue era pure conta­gioso.
(\) Remcil, etc., 4860.
(2) Recueil, elc, p. 587, 1804.
(5) Ilccweil, etc., p. 124, 1863.
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1 dollori Loplat e laillard (I) verificarono poi nel 18G5 ehe il sangue carbonoso senza bacterii era contagioso nei
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11 veler. Megnin ncl 18G6 (2) scoperse i bacterii nelle gravi afTezioni lifoidee! ed osservo die il sangue alia 5-6 ge-nerazione perdeva quasi la sua viruienza e la trasraissione aveva luogo solo col mezzo deU'inneslo,
Eziandio il Colin fece osservazioni simili alle sopracilate nella creduta febbre tifoidea dei cavalli.
11 dott. Brauell in Dorpat (3) trovö ehe in due puledri, inoculali con sangue sonza bacterii, dopo la morle il loro sangue era baclerioso. Anche il prof. Bouley (4) fecc osser­vazioni identiche.
Nel mentre pertanto in Francia si disputava snlla speci-ficita o non dei bacterii nell'antrace e sulla loro origine ed imporlanza, in Germania il chiarissimo dolt. Ilallicr scopriva i micrococchi e faceva conoscere il rapporto genetico die vi era Ira essi ed i bacterii ecc. (1866-67).
Ma in Francia il velerinario Sanson (5), inteso a combat-tere la specificilä dei bacterii, inscgnava die il plasma del sangue carbonoso subiva una modificazione , in virlü della quale la sua albumina passava allo stalo di diastasi e poteva trasformare I'amido in glucosio , ciö ehe pure avveniva nel sangue preso da un animale sano e lascialo a se entro un tube ; per cui venne a conchiudere die 1'antrace allro non era ehe una fermentazione pulrida.
In questo mentre il Bechamp osservava la trasformazione de' suoi microzimi (micrococchi di Ilallicr) in bacterii (6), ed il vetcrinario Grosset (7) scopriva nel sangue carbonoso i
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(1)nbsp; Recueil, etc,, 18G5, p. 917.
(2)nbsp; nbsp;Bulielin dc la Societe, tic, p. 212.
(3)nbsp; quot;Vircliow. Archiv., pag. 292, 1860.
(4)nbsp; Itecueil, etc., p. 'raquo;I, 1869.
(5)nbsp; liecueil, etc., p. 'il, 18C9.
(6)nbsp; Complaquo;. Kcudu, 1809, p. UGG.
(7)nbsp; fircueil, etc., p. 612, 1869.
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97 microzimi trasmulanlisi in Lacterii. Ma Sanson, sonza avver-tire alle specie dei microzimi ed alle ([tialilä dei sustrati, lia risposto die Irovandosi i microzimi in tulle le soslanze in fermentazione, queste dovrebbero tulle produrre il carbonchio! La (iiscussione sopra i baclerii die si Irovano ncl sanaue carbonoso ha perlanlo condollo a slabilirc:
1.nbsp; Che le forme pin semplici del virus anlracico sono i micrococci, i quali ncl sangue di cerli individui si mutano nel bacterio carhoncolare moltiplicandosi, menlre ncl sangue di allrinon subiscono queslo grado di sviluppo semplicissirao.
2.nbsp; Che delli baclerii compaiono nel sangue dei malati, ordinariamenle alcune ore (un'ora, Ire, od al piü dieci ore) prima della morte (I).
Sede del virus anlracico. — Risiede nel sangue, ncgli or-gani e nei lessuti impregnati da csso: Irovasi eziandio nellc secrezioni cd escrezioni dell'organismo quando esse per av-venule emorragic ncgli organi irovansi inquinate; per questa ragione sono virulent! il liquido boccale, il mueo nasale, il sudore, le feci ecc; si intende cosi come il Roche-lubin (2) trovasse innocua la saliva, il mueo nasale e I'urina; il Garrau (3) e Bouley (4) vedesscro pure laic lo spertna e la bava essiccala. E inlcnso il virus ne' tumori carbonchiosi, nelle cosi delle degenerazioni carbonchiose ecc, c soprat-tutlo nei cadaveri prima del ralTrcddamenlo e nei grandi ca-lori estivi (5).
Virulenza del sangue anlracico. — 11 prof. Dclafond lia osservalo ehe '/laquo;o di goccia di sangue carbonchiose era au-cora capace di trasmellere il morbo, ed il prof. Davaine trovö efficace un millionesimo di goccia ne' porccllini d'lndia.
Secondo il prof. Bouley il sangue non c virulente ehe negli ullimi istanti della vita dei malali e dono morle.
(1)nbsp; VirchoTv. Archiv., \iv, pag. 402.
(2)nbsp; nbsp;iVouucau Didionnaire, ecc. par ISoulcy cl Ucynal. iSS7, p. 520. (ö) Recueil, ecc. 18G9, p. 101.
(4) Loco cilato.
(3)nbsp; Haubner, Handbuch, ecc. pag. 289 c 2SG.
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 7
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Nel menlre poi ehe il prof. Delafond ha scrilto ehe il sangue carbonchioso esposlo per 14 giorni all'aria, riesci letale a due conigli sopra 10 e ehe il Barthelemy vide con-tagioso nel cavallo il liquido conservato da un anno; il pro-fessore Davaine alTcrmo ehe quando il sangue comincia ad csserc invaso dalla putrefazione e ehe i bacterii si risolvono in granulazioni, perde la conlagiositä lanlo die ne' grandi calori estivi quesla puö scomparire in mono di due giorni: diffalli sangue carbonchioso da lui conservalo a 280-o20 clie era giä divenulo fetido, dopo oü-4o-50-52 ore inoculate a quattro conigli produsse in ire la morle, ma ne' tre cada­ver] mancavano i bacterii; ora la non riproduzione dei bac­terii non prova la non contagione, come crratamenle cre-delte il Davaine.
II Garrau sopra 37 innesli con sangue appena dopo morte, oltenne 31 falti positiv! sopra G negalivi; in 48 innesti con sangue da 30-00 ore dopo morte, ebbe solo olio casi di con­tagione: iaonde conchinse die quando il sangue e invaso dalla putrefazione, perde la propriela di Irasraeltere la ma-lattia e l'innesto vuole esser fallo subito dopo morle (1).
Ne' numerosi csperimenti da me latti in quesla R. Scuola Torinese, confesso ehe il sangue carbonchioso 12-30-40-60 ore dopo morte, ne'piü dei casi l'ho Irovato virulente ai conigli ed alle cavie cobaie; virulento in grado elevate pel coniglio vidi il sangue di una gallina inorla improvvisamente di carbonchio al sig. ingegnere Garovoglia di Livorno vercel-lese e benche fossero Irascorse giä cinquanla ore dalla morte. pure rinoculazione continuata lino alia 5a generazione diede sempre per risullato la morle degli inoculati in '17 ore: questo sangue non produsse die lievc lumefazione nel ca­vallo. Oltre il termine indicato lo trovai sempre innocuo, e gli innesli I'alli con sangue conservato da 3-6-12 mesi e piii alia dose di poche goccie non diede risullato, ma quando la quanlitä era maggiore allora insorse una lumel'azione
(1) Recueil, ccc, 1869, p. JOI,
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99 eslesa per infillrazione sierosa del connedivo e lalura av-venne anche la morte del conigli inoculali.
Non ho mai notala diminuzionc della viruleoza come oc-corse al piof. Colin in seguito all'inneslo di sangue di ca-vallo raorlo di supposla febbre tifoidea!
II Bouley si credetle autorizzalo ad alierraare ehe il sangue bacterioso perdeva la sua virulcnza col mezzo deH'essica-zione e non la licuperava punondolo ncH'acqua benche i bacterii fossero inlegri (1).
Ma il dolt. Raimbert (2) vide virulenlo il sangue e la materia disseccala della puslola maligna delTuomo; il dot-tore Lulon (3) trovo virulenlo almeno per cinque mesi il sangue essiccato senza die avesse prima provalo decompo-sizione; ed il Davaine constalö la virulenza lino all'undecimo mese sc per la lenla essicazione non aveva subita un'inci-piente fermenlazione pulrida (4). Anche il veter. Garrau (5) si convinse die il sangue essiccato aderenle a' pezzi cadave­ric! private del conlalto dell'aria, del calore e deH'umiditä, serba per lungo tempo la sua virulenza; ma siccome tamo il Davaine quanto il Garrau, come molti allri esperimcnla-tori, videro ehe il sangue putrcfatto riusciva, inoculato, pure nocivo, e non solo quello piovenicnte da animali malali ma anche quello proveniente da animali sani (cosi sangue di hue putrefallo a -f- 20 e 32 gradi iniettato alia dose di quattro goecie nelle pareli addominali di conigli o di cavie pro-dusse la morte, epperciö Raimbert, Coze c Feltz lo dissero conlagioso), i prelodati aulori tenlarono esporre le note ca-ratleristiche del sangue carbonchioso in quanlo agli ell'etti e della septicoemia; cosi secondo il Garrau:
4. II sangue carbonchioso a piccola dose dispiega il suo effetto, come ad esempio, colla puntura di una lancetla,
(1)nbsp; liecueil, ecc. m9, p. 41.
(2)nbsp; nbsp;Compt. Rendu. 1SG9, pag. 2C9.
(3)nbsp; Compf. laquo;ch-Iu., pag. 273, 1860.
(4)nbsp; nbsp;Compt. Rcndu. 1869, p. 273.
(3) Recutil. ecc. ßullelilaquo;. 1SG9, p. 101.
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mentre per il sangue putrefatlo e necessaria una dose mag-giore.
2. Le rnaterie putride disseccale perdono quasi coslan-ternenle la loro proprielä, menlre se allo slalo liquido [li-quame) uccidono rneglio e piii pronlamentc gli animali; da cui dedusse die il carbonc esscnziale era malallia seltica o gangrenosa die differiva cssenzialmente dal vero carbonchio. Secondo poi il Davaine, la seplicoemia differisce dall'an-trace:
1.nbsp; Perchc i bacterii ne'cadaveri seplicoemici sono do-lali di movimenlo.
2.nbsp; II sangue putrefalto essiccato, inietlato sotlo la cute, non da luogo a morbo generale.
3.nbsp; La milza non subisce cambiamenli ndla seplicoemia.
4.nbsp; 11 sangue conserva caralteri normali, menlre nel car­bonchio i globetti divenlano agglutinalivi formando isololli separali da spazii chiari.
5.nbsp; Garni e visceri de' seplicoemici possono venire im-punemenle inghiollile dai conigli (1).
Appoggiato a' miei esperimenli ed alle mie numcrose os-servazioni, confesso non aver mai osservato baclerii doiali di movimenlo nel sangue de' cadaveri seplicoemici, ma solo nel luogo dell'innesto e nelia pneumonile gangrenosa. L'ag-dulinamento de' dobelli rossi ecc. 1' ho Irovato anche in altre malallie e taivolta ne' conigli morli per innesto dell'an-trace la milza fu senza cambiamenlo: molle voile poi vidi die sangue caibonchioso fresco od essiccato, ehe uccideva i conigli, nel cavallo non produceva altro ehe piii o meno estesa tumefazione seguila da suppurazione e guarigione.
Dal su esposto parmi si possa 1'ondalamcnle dedurre: 1. Che la virulenza del sangue anlracico e in ragione diretla della freschezza del sangue ed in ragione inversa della sua putridilä non cslingucndosi afTalto in quesl'ullimo case.
(1) Com;i(. limiu. (809, p. 193.
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2.nbsp; Che col mezzo deU'essiccamento rapide del sangue, la virulenza si manliene per lungo tempo.
3.nbsp; Che nella seplicoemia il sangue pulrefatto agisce come lossico ed irritanle in ragione dclla sua quantity, e come tale, stando sui generali, opera il sangue anlracico conscrvalo per molli raesi.
Tenacilä. — Si comprende facilmenle come il virus essic-cato, aderenle alle pelli, ai peli, alle lane, alle feci, alle ma-terie alimentari, agli oggclli ehe circomlano gli animali, nel terreno ecc, possa conservarsi atlivo per un tempo abba-stanza lungo; fra i fatti numerosi raccolti, ollre quelli die si verificano ogni giorno, c degno di menzione quello riferito da Ilaubncr osservato da Harlmann (1) in una pelle di bovina ehe essiccata e lenuta appesa da un anno venne posta nel-i'acqua per 24 ore onde rammollila peter fare finimenti ecc., il sellaio ebbe la puslola maligna e 20 pecore tra quelle ehe bevettero di tale acqua caddero affeltc da carbonchio; egual sorte incontrarono i cavalli die indossarono gli arnesi. In-tendiamo cosl come il virus possa conservarsi nelle stalle e come nci lavori ehe si fanno nelle medesime possa comuni-carsi anche ad individui discosti dal luogo infclto. Ma ri-spetto al modo in cui avviene la conlagiune diverse e con-tradditlorie sono le opinioni.
Contagione. — 1. La contagione per mezzo dei malati am-messa da Chabert, Toggia , Brugnone, dai Lessona fralelli, dal Delafond ecc. fino al Garrau , venne negata dal Rar-thelemy, Renault, Reynal ecc, ehe col mezzo della coabita-zione dei malati coi sani, col far mangiare e here gli ani­mali nello stesso luogo, col lener sospesi, sopra i sani, pezzi cadaverici di ovini carbonc.hiosi non videro avvenire la con­tagione, e secondo il Roche-Lubin la contagione non si ve­rified ne col leccare, ne col soggiorno di lanuti sani presse focolari d'infezione, ne coirappiicazione di pelli tolte a ca-daveri sopra parti sprovvedule di lana in individui sani.
(!) IlaDdbuch, ecc. loco citato.
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Contro quesll fatli di non trasmissione, lasciando a parle rimmunilä di cui godono ccrli individui e ehe perche av-vcnp;a la conlagionc e necessaria 1' inlroduzione del virus neH'organismo die nc' cilali esperimenli puö non essere av-venuta ed ancho puo non essersi trallalo di reale carbon-chio, e die i sani debbano coabilare coi rnalali per un certo tempo, conlio i dctti fatli, dico, stanno i numerosi regi-slrali negli annali della scienza c qnclli cho dimoslrano come colla separazione del sani dai rnalali, coiremigrazione ecc,
si arrestarono miriiliali enzoozie (1).
2.nbsp; Rispetlo alia conlagione per volalilili del virus dai rnalali, da pezzi cadaveric], per mezzo dello slalle infelle, dei foraggi pure infolli, del pascoli, degli arnesi ecc, troviamo pure registrali fatti conlraddiltorii. E Renault e Reynal (2), benche conlraiii alia volatilitä del virus, pure ammettono die ua'atmosfera limilala inicllante circondi i malati; non si sa se i micrococci possino cscirc per I'aria cspirata, con il liquido boccaie e con il mueo nasale ecc. , e rimaner sospesi nell'aria clic attornia gli animali: e perö un falto ehe verso il terraine dellc forme antraciche , spesso avven-gano emorragie ehe rendono contagiosi i liquidi di escre-zione e di sccrczione; ora sparsi cjuesli liquidi atlorno al-I'animalG cd esäiccali, scuotendo la paglia del giaciglio o muovendo i corpi in cui vennero deposli, perche relemenlo virulento non si poträ elevare neH'aiia, e non poträ avve-nire !o slesso rispetlo ai pezzi cadaverici? 1! Garrau e Cezard sono de' piü strcnui soslenitori di questa maniera di tras­missione. Hispetto agli altri indicali modi di conlagione sono troppi numerosi i falli c troppo noli perche sia meslieri spendere parole per ricordarli.
3.nbsp; nbsp;Per mezzo dclle carni e clelle felli il morbo si co-munica sopraltutto ali'uomo die le prcpara e maneggia, ai
(1)nbsp; nbsp;Delafood, Traue sur la Police sanitaire, ecc. 1838. — Toggla F. Ri-flcssioni criticlu e fatologiche. 1822.
(2)nbsp; JVouceau Diclionnaire. ecc. 1837.
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carnivori die ne fanno uso come del pari agli uccelli da cortile; anche 1c carni in qualcbe modo confezionnte e cotte se non trnsmellono sempre forme antraeiche ricscono nocivo producendo diarree e dissenterie, c talora febbri putride, come ossei'varono Toggia F. e Delafond (loco citato), e come dimostra luminosamenle la giornaliera esperienza nc' luoglii in cui sono trascurale ic leggi di polizia sanitaria. Se dagli esperimenti di Renault risultano innocue le carni, c da quelli del prof. Colin (1) 1' innocuila 6 dovula alFazione dci sughi digestiv! specialmentc del sugo gastrico, poiche sangue e pez-zetti di carne ehe ne subirono I'azione, furono innocui ap-plicati solto la cute, dovrcmo credere die ciö fi verifichi per tutti i ventricoli? La storia deirantrace dimostra il con­trario e lo scorso anno il dotlore Ilamella cd il signer Per-roncilo fecero la sezione ad una donna morta per aver man-giato carne di maiale (specie di salciccia), nel cui sangue esisteva il bacterio carbuncolare come io ho potato verificare per la gentilezza dei prelodali signori.
4. La contagione infine per mezzo de' muscidi o taba-nidi (specie di moschc e lafani) fu arnmessa con ragione dal professore Giuseppe Lessona (2) e da Raimbert fino dal 1807, dal professore Davaine (3), c cotnbaltula da Bouley, Briquet, Iluzard, Colin e Megnin, osservando quesi'ullimo autore ehe la musca carmria o sarcophaga can aria, la mosca dorala, lucilia caesar, la mosca bleu o calliphora vomitoria, non si portano mai sopra gli animali vivenli e ehe le mosche ehe ricercano specialmenle gli animali vivenli fuggono i cadaveri, la mosca poi ehe depone le larve nelle piaghe appartiene ad altra specie, ed e la musca cervina, Fab.
Nulla possiamo dire della trasmissione col mezzo del guano oltenuto dalle carni degli animali morti per carbonchio.
Incubazionc. — E brevissima tanlo ehe I'azione del virus
(i) Comjil, ücmiii. 1869, p. 135.
(2)nbsp; Giornofc di yetcrbmria, tec, pug. U'j', IStiS.
(3)nbsp; /iccucif, occ. p. 182, 1870.
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puö dispiegarsi appena avvenula la sua inlroduzione nel sanguc o deposlo sopra le parti denudate da epidermide: ordinariamcnte la sua durata e di 12 ore a 2-4 giorni; la media nel coniglio fu di 43 ore (Davaine). Per le vie dige­stive fu trovala piü lunga c piu incerta (Davaine).
IinmuniUi. — In ogni specie di animali vi hanno individui privilegiati ehe benchö siano stati esposti a!la conlagione tnediata od immediala od anclie inocuiati, pure non cadonü malati; Davaine (loco citato 1864) sopra 65 conigli ne vide tre resistere per lo spazio di tie raesi all'innesto; Brauell di Dorpat inconlrö due polcdri ehe per Ire volte refistettero all'innesto di sangue giä esperimentato virulenlo(l). Le specie di un ordine resistono spesso all'azione del virus sviluppa-tosi in quelle di altro, cosi nrauell (loco citato), trovö ehe i maiali non ebbero suscettivilä al contagio degli erbivori (buoi, cavalli, conigli), come pure i carnivori e gli uccelli furono da lui trovati in eguali condizioni organiche. CoH'in-nesto del sangue antracico di hue, di coniglio e di maiale, io non ottenni mai nel cavallo ehe un'estesa tumefazione flemmonosa seguita poi da guarigione. 1 detli fatti non ci recheranno mai meraviglia pensando come non tutti gli in­dividui della nostra specie componenli una famiglia ehe man-giarono carni trichinizzate, furono colti da trichinosi (2).
Predisposnione. — E riposta questa in una pariicolare modificazione della composizione chimica del sangue e degli organi e dcH'altivita degli elementi islologici, in seguito alia quale viene permesso I'assoibimento dei contagi e viene loro offerlo un sustrato idonco alia loro raolliplicazione. Senza predisposizione i contagi o non sono assorbiti, oppure ven-gono distrulti sc assorbiti. Tale insigne modificazione orga-nica insorge respirando gli animali un'aria caldo-umida ca-rica di gas irrespirabili o lenente in sospensione milioni e milioni di micrococci, ovvero insorge per il lavoro eccessivo
(1)nbsp; Oesierrekhische Vierlelj, ccc. ^'ion 1S6j, p. 117.
(2)nbsp; nbsp;Vircliow. Archie., v. 'i3, p, 17(i.
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od essenJo gli animali sottoposli ad alimenli i cui corpi al-buminosi subirono una modificazione cliimica per la vegeta-zione di specie varie di micromiceti, e perciö sono anche inquinali da niiüoni di micrococci o di spore e flai composli special! prodotlisi; lo stesso inlendasi per le bevande al-terate.
Slalo degli organismi assalili da carbonchio. — Od hanno il sangue ricco di globelli sanguigni e di corpi alhuminosi e sono in buon stalo di nulriziono (plelorii) od lianno il sangue ricco di parti acquee (grado di idroemia), o defi-ciente di globelli sanguigni (slalo ipoemico) in ambedue quesli casi vi hanno callive condizioni di nulriziono.
Coltivazione del virus anlracico. — 11 Delafond e slalo il primo a far tenlalivi di coltivazione. Ha irovalo ehe a 4 e 6 gradi sollo zero non avvengono cambiamenli nei bacterii menlre alia temperatura di 8, 10, 15 gradi sopra zero i bac­terii aumenlano del doppio o triplo della lore lunghezza, danno originc a filamenli e ad un micclio. lo pure vidi au-menlare in lunghezza i baclerii e formarsi filamenti special-menle nella slagione estiva. In sangue coagulalo preso dal mio collcga cd amico signer G. Torrelta da un lumore car-bonchioso esaminalo 12 ore dopo, trovai nunoerosi filamenli articolali a modo di conidi come neWoidittm laclis, e pieni di proloplasma granuloso. Un coniglio inoculate con questo sangue soccombclte al terzo giorno senza ehe nel suo sangue scuro coagulato si vedessero baclerii: ho poslo un pezzetto di coagulo di questo sangue nell'acqua distillata cd in capo a 48 ore si svilupparono bellissimi i baclerii carbonchiosi, lasciando nella delta acqna il coagulo, si (brmo un micelio fatto da conidi di cui una piccola massa della grandczza di un granello di veccia posi sotto la cule di un rohuslo co­niglio cbe mori al terzo giorno senza presentare bacterii, e dal sangue di questo coniglio si sviluppö ancora il bacterio carboncolare. In altri esperimenti ho poslo, solle la cute di un coniglio sano e rohuslo, una piccola massa della grandezza di un piscllo composla dal pcnicillio microsporo e macrosporo, daH'aspcrgillo macrosporo e microsporo e
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dal Mucor racemoms, oüenuto in sustrato di fieno inumidilo con saogue carbonchioso molto alkingalo; il coniglio mori con licve infiltrazione siorosa al luogo deH'inneslo avendo manilalo per due giorni grida strazianli. In due altri speri-menti ebbi analogo risullalo (1).
Origine del virus carbonchioso. — li Delafond credette causa dei baclerii l'acqua piitref;iüii ed una specie di alga. Anche il signer \V. Bender in Camburg fece derivare i bacterii da una specie d'ahja c da un prolococco ehe devesi cercare nel-I'acqua (2).
1! dolt. Carsten Harms altribui I'erisipola carbonchiosa del maiale a roicrofiti, cho sotto forma di filamenti e di piccoli eiemenli trovö nella cute ed in varii organi, assicurando ehe nelle annalc calde favorevoli allo sviluppo dei microfiti, I'e­risipola compare con violenza epizootica, menlre ncU'in-verno ecc., e solo sporadica.
Numann e Marchant accusarono VUredo inconslans, la Puccinia graminis, la Pucciniola diadelpha, YAccidium con-ferlum cl ranuncidacearum, il Mucor mucedo, VErysiphe, Xiloma, menlre Gerlach incolpö soprallutlo VUredo Candida e silophyla.
II prof. Magne nlimcntö un dato numero di pecore con paglia di frumonlo (ble) coperta da ruggine per modo die il velio delle pecore aveva presa una tinla giallaslra, ma le pecore acqaislarono buona nutrizione (parrni si tratlasse di una specie di Cephalotecium innocuo).
Nelle numerose qualitä di fieni mangiate da bovine e da cavalli ehe caddero affetti da febbri tifiche e da carbonchio, ehe devo alia gentilczza dei colleghi fratelli Martini, signori Giordana, Volante A., Muratore, Longo T. e L. Colla, di­verse furono le specie di microfiti da me ritrovate cioe; specie di Eurolium aspergillus, di Penicilii, Mucedinen, Ery-siphe, VerticiUi, Artrobotrys, Chaclomnum Chartarum, ecc;
(lt;) Medico Velerinario, 18G9.
(2) Zeihchrift., ecc. I, ls09, pag. 188.
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107 di cui sarä discorso in appresso ed inollre numcrosissimi raicrococci, sporoidi, filamenli hormiscii ecc.
Appare pertanto die suH'alimento muffaio si trovano per lo piü diverse specie di micromiceti e milioni di micrococci; ehe nell'aria miasmalica oltre la minore fiuanlilä di ossigeno esislono pure numerosi micrococci e spore e nell'acqua in istato di decomposizione si rinvengnno eleinenti analoghi (micrococci, bacteiii, vibrioni, spirilli e composli chimici speciali), nell'aria mefitica, gas irrespirabiii; adunque negli agenti incolpati di produrre il carbonebio sono conlenuti una doppia serie di elemenli:
1.nbsp; Morfe di microfiti elemeniari e microfiti di specie diverse.
2.nbsp; nbsp;Composli chimici, cioe alcaloidi e gas di varie specie. Non vi ha dubhio ehe i micrococci del carbonebio deri-
vino da una specie paitieoiare di micromiceli; non si sa e nulla si puö dire se in cerle stagioni dell'anno la comparsa deH'anlrace in certe regioni enzootico cd e[iizoolico sia do-vuto alia maturanza di cerle specie di sclerozii o micromi­celi clevali ehe versano le loro spore ed i loro micrococci nei pascoli e ncllc acque.
Rispelto ai prodoili cliimici nclla pulrefazione, lasciando a parle i gas irrespirabiii, e nolo come Bergman e Schmie­deberg dal fermento della birra in pulrefazione abbiano ot-tenulo il solfalo di sepsina, ehe inietlalo nel sangue di un cane alia dose di 0,01 gr., produsse vomilo, diarrea sangui-nolenta, echimosi allo stomaco ed aH'inleslino crasso. Se Fischer non giunse nel pus putrefalto ad isolare il solfalo di sepsina, Zuelzer e Sonnenschein isolarono da liquidi putridi un alcaloide ehe produsse applicato sulle congiunlive la di-lalazione delle pupille e nel sangue l'acceleramenlo dei bat-lili cardiaci forse per paralisi del vago. A. Schmidt osservö i sintomi e le lesioni della seplicoemia e Pcrsenn si convinse della presenza di sostanze lossiche nel sangue pulrido ehe subiscono metamorfosi, per cui l'azione tossica dei liquidi pulrefatti a diversi tempi non solo quantilativamenle ma
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anche qualitalivamente e divcrsa cd infine scompare (1). I prodolli dolla putrefazione forsc concorrono a determinare alcune forme di antrace e ad imprimervi la malignilä. 1m-perocchc se con '/laquo; od un milioncsimo di goccia di sangue si inocula i'antrace al coniglio od alle cavie, non e pensa-bile ehe si ponga nel luogo dcli'inncslo tanto alcaloide ca-pace da determinare intossicamenlo e ehe detlo alcaloide si molliplichi nel sangue c renda efficaci gli innesü di prima e seconda riproduzione. Non e pertanlo Ibndala Topinione die ammelte I'anlrace come un inlossicamento. L'antrace perlnnto e prodotlo da un vero contagio , la cui nola ca-ralleristica si e il passaggio solto una moifa innocua in un suslralo non conveniente appena e uscito dal corpo animale.
Forme deWantrace. Lesioni palologichc del sangue e degli organi. — Pcnelrali i micrococci nel sangue, avviene subito la loro rapida moltiplicazione o solto forma di micro-cocci o passando in quella di bacterii; si desta per conse-guenza una viva fermenlazione ehe trascorre presto in una putrefazione accompagnata da aumento considerevole di tem-peratura (2). II detlo lavoro fermentativo avviene talvolta cosi subdolo, occulto e larvato die gli animali non ne danno segno obbiettivo, mostrando fisonomia allegra, huon appetito e talvolta ancora discreta atlitudine al lavoro. Ma crescendo la decomposizione del sangue ed i prodolti chimici di essa, aumentando la temperalura interna, insorgono piü o meno presto paralisi dei nervi vaso malori, aiterazioni negli ele-
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ct) Benlt und Meissner Bericht, ccc. t868-G9, p. 274-207.
(2^ In un coniglio U ore e U'j minuti dopo rinnosto, lio notato Taumento di Vraquo; grado centigrado. In un socondo coniglio nollo slcssn spazio di tempo Irovai raumento di '/gt; di grado. In un lerzo I'aatnento di '/j grado avvenne solo dopo H ore. Nel primo di detli conigli, 9 ore dopo I'innesto, la tempe­ralura misurata per la via del retto aveva aumenbto diSgrndi ed l/l, Nel se-condo, solo dopo 13 ore misurai in piü 2 gradi e '/laquo; di grado. Nel tcrzo eo-niglio raumento di 2 '/, si verificö 14 ore dopo Tinnesto. A 16 ore dopo rinncsto la tempentura abbassü di 2 gradi '/raquo; e 'a niorte cosi avvenne 17 ore dopo I'innesto.
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109 menti istologici e deficienle milrizione di essi onde per lo piu si formano emorragie nei cenlri nervosi o negli organi, ed avviene la rnorle degli animali.
A seconda poi deH'azionc preponclcrante di certe cagioni e dell'idiosincrasia degli animali o nel parossismo febhrile giä dispicgato, ovvero quando corre larvalo si stabiliscono le varie forme deiranlrace , 1c unc ben carallerizzate dal lato clinico, le altre meglio dal lato anatomo patologico.
Chabert distinse I'antrace: 1deg; in essenzialc (carallerizzalo da tumore comparso improvvisamente senza esser preccdulo da fenomeni generali); 2deg; in sintomalico (caralterizzalo da fenomeni febbrili a cui segue un tumore carboncliiosn); 3deg; in febbre carboncbiosa (carallerizzalo da fenomeni febbrili senza la comparsa di lumori carboncbiosi.
E. Renaull e Reynal divisero 1'anlrace in febbre carbon­cbiosa con eru/ioni di lumori eslerni, ed in febbre carbon­cbiosa senza eruzioni di lumori (1).
Noi dislingueremo I'antrace: 1. in locale, Iraumalico o da contagio; 2. in generale od emalico, qucsta dislinzione ba un grande valorc dal lalo clinico.
Forme antracichc emalichc o generali. — 1. Anlrace ema­lico o febbre carboncbiosa. 2. Anlrace cerebrale e spinale. 3. Naso faringo-laringeo. 4. Pneumonico o pneumonile car­boncbiosa. 5. Epalico. 0. Splenico o spienite carboncbiosa. 7. Renale o nefrite carboncbiosa. 8. Ovarico. 0. Inlestinale od entcrile, colite, reltile anlracicbe ud enlcroragia carbon­cbiosa. 10. Anlrace bubonico.
Forme antracichc locali. — Alia cule: 1. Anlrace enfise-matoso, eresipelatoso, solto forma di lumori, e di flemmoni eslesi e di edema. 2. Anlrace alia regione deila gola od an­gina eslerna. 3. Anlrace seloloso. 4. Glossale. 5. Inlerfa-langeo.
L'antrace in qualunque forma si manifesti puö complicare le altre malallie degli animali e segnalamcnlc quelle conla-
(1) iVouwau Didionnairc, ccc, loco cilato.
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giose, cosi ad esempio, nel cavallo puö associarsi col moccio e nei bovini con la poste bovina o colla polmonera ecc.
Nell'invasione deile forme anlraciche generali, la lesione pri-mitiva esiste nel sangue; negli individui pletorici o in buono stale di nulrizionc il sangue ollenulo col salasso e di colore scuro e si coagula piü Icnlamcnle, ncgii equini il coagulo bianco rimane mo'.le, gialliccio, spesso sfnmalo rossiccio; in casi rari la congulazione del sangue avviene ancora discreta-mente. Negli individui ipoeraici avviene rapida la precipita-zione de' globctti rossi scarseggianli, ed il coagulo bianco si forma lenlamenle di colore giallo rossiccio. Ne'idroemici av­viene pure rapida la precipilazione de'globetti rossi e len­lamenle si forma un molie coagulo fallo da rari filamenti di fibrina comprendenti Ira ie loro maglie i globelli bianclii. A corso piü avanzalo della rnalattia, o verso l'esito lelale la congulazione piii non avviene ed il sangue si presenla scuro neraslio, picco c piii o meno denso a seconda delle propor-zioni di siero die conticne. Sccomlo le ricerche di E. Re­nault e di Reynal la densili del sangue c spesso maggiore, e secomlo le analisi del prof. Clement la fibrina c dimi-nuita di due terzi. Una tale diminuzione della fibrina di-pende forse daH'allerazione indotla dai micrococcbi nei glo­belli bianclii o nel consume per parle dei medesimi dei maleriaii die la costiluiscono? lo credo ehe per la moltipli-cazione dei tnicrococci e dei bacterii avvenga im reale con-sumo dei maleriaii clic ibrmano la fibrina, percbe questa nelle forme emaliche di antrace csisle ancora, ma solo in propor/.ioni minori, come lo indicano i giumi mollicci ehe si Irovano nei grossi vasi venosi falli da bellissimi filamenti di fibrina die nelle loro maglie comprendono i globelli bianclii ed i rossi. Lo slalo dissolutivo del sangue adunque dipende dalla diminuita proporzione di fibrina, daH'allera-zione dei globelli rossi e bianclii prodolla dalla fermenta-zione e pulrefazione delerminale dagli dementi specifici. I globelli rossi sono colpili da paralisi c la maleria colorante li abbandona. Nel sangue di maiali morti di carboncbio, tulti i globelli rossi avevano un piccolo nuclco al loro ccnlro
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die esciva libero con facililä {fig. 27, c. tav. 11 , Medico Velerinario, 1870). Spesso poi si osserva nei cadaveri die il sangue cristallizza ed i globetli binnclii sono invasi dai mi-crococci die in alcuni si tiovano con inolo molecolare assai vivace.
II signor Baraldi in qualtro milze di animali morli per carbonchio ha trovato iperlrofici i corpuscoli del Malpighi.
Nelle forme anlracicbe prirnitivamente locaii siano esterne ehe interne il coagulaniento del sangue si irova ancora av-venire pcrfino nd cadavere. Ho indicalo giä come il signor Torretla raccogliesse sangue da un tumorc carbonchioso die si e coagulalo benissimo e ehe fu contngioso; ora gli espe-ritnentatori tulli sanno come ne'conigli morli in seguito ali'innesto si trovi il sangue rappreso in coagulo bruno ncl cuore e nei vasi, e tale, io I'bo pure osservato nei gailinacei. Premesse quesle considerazioni generali passiamo brevemenle a rassegna le lesioni piu cospicuc die si riscoQlrano nelle singole forme di anlrace.
Anlrace emalico o febbre carbonchiosa (Ghaberl) (1). Ne'ca-
(l) Sin(omi ddle forme di nntracc. — I prodromi riconoscibili colla vista e colla palpazione (Inividi, sbbattimento od animazione dolla (isonomia, freddo delle estremita, nlterszioni passoggiere dellc funzioni digestive o dclla circola-zione, proslrazioiie dclle forze ccc), o passano inosscrvati la prima voltn die la malütlia compare in una stalla o nei casi successivi sono tronpo indeterminati; nl contrario e prodromo eostantc I'auoicnto delta temperatura riconosciuto col-t'introduzione del tcrmomctro net retlo, anzi e sc^'i0 diagnostico intaltibile deU'esistrnza dclla malattia anche quando gli animali si prcsentano nelle con-dizioni piii lusinghiere di salute. Talc aumento die indica la penctraziooe c nioltiplicaj.ionc del virus nei sangue, segue qacsta legge: 1deg; Aiinienlo piü o meno rapide. 2deg; Acme o massimo. 5deg; Abbassamento rapido lino al grado delta temperatura normale o mollo al dissotlo di qucsta.
Quando la temperatura sta per toccare il suo acme, negli individui vigorosi ed a sangue plastico, sia per la prnfonda allerazione del sangue, e dei ccutri ncrvosi, sia per paraiisi di nervi v:iso niotori succedono ijioreniir, emorragie e lacerazioni nei centri nervosi, o negli organi intcrni, ondc la morte im-provvisa; oppurc le ipercmie, le oinnrragie avvenendo in organi esterni o se-condarii, la morte tia luogo piu tanli con wbbassnmenlo rapido di temperatura.
In atlri casi o per disposizione cd idiosincrasie o per altre condizioni orga-niche, 1'aunacnto delta temperatura interna fino quasi al suo acme non puö
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daveri il sangue trovasi ora coagulalo in grumi piccoli mol-iicci, di colore scuro o nerastro entro il cuore ed i grossi tronchi vascolari, ora e affallo sciollo, denso, sciropposo, splendente con goccie numerose oleose e con grumi raris-
corrcrc larvato, per gnisa die i malati prcsentano fcnomoni piu o nieno gravi c sinlomi, ili cui alcuni caraUorizzano forme cliniche antraeiche, cioe;
Fisonomia IrisU', piü tardi abbattuta, pclo dritto senza splendore, cstrcmiüi orccchic fredde e piü tarcli freddissime; Ircmori parziali ai muscoli, sensibilitä alia spina cd a cnrso piü inoltratolaquo; pelle dolente nclle rogioni in cui avven-gono cruzioni antraeiche: in principio di rnalattia dopo i brividi di freddo, la cute diventa calda e liruciaiile; compaiono in scguito trcmori ed agitazionc convulsiva ai muscoli e inline sudoii freddi e freddo glacialc alle estremilä.
La congiuntiva e o pnllida, o rossa per iperemia vrnosa con sfumalura gialla, talor rosso neraslra ncl liue eon petccchic, rosso scura ncl raaialc.
Inbsp; Imlbi oculaii talor foschi, laior splendenti e salienli e piü tardi scolorati e sprofondal; nell'orliita .
La bocca e bavosa, calda, la mucosa talor bluaslra, la lingua pendente.
IInbsp; nbsp;polso piccolo, celere, talor inscnsilnlc intcnuittcnte; battiti cardiaci forti, violenti, eeleri, irregolari sempre e talor intermittent!.
La respirazione diventa agitata, tumultuosa, sospirosa, accelerata, soffiante e gemclionda.
Sele ardente ncl pcriodo febbrile.
Debolezza grandc, prostrazione di forze, vacillamento del treno posteriorc, c piü tardi decubito cd insensibililä.
Feci in principio nerastro ed iisciuUc, piü tardi liquide o sanguinolente.
Nell'antrace eerebrole ec non avviene morle improvvisa per emorragia cere-brale, i malati prcsentano oltrc inolti de' su'indicati sintomi, anebe qnelli idro-cefalici c talvolta qnelli raliidilormi (?) (Pagliero G. Vcdi Giomale di Ulcdicina f'elcrinaria Pratica. 1858, p. 213.
NeU'aa. spinale, la paraplegia e un sintomo die appare fin dal principio di rnalattia.
NcU'antraco nasn larinjo fnringeo, colpisce in modo singolare il rcspiro ran-toloso o sibilante, la colorazione liruna o neraslra della piluitaria e spesso I'in-gorgaracnto della regione della gola; lo scolo sanguinolenlo.
Nella forma spUnica, la sensibilitä all'ipocondro sinislro e la zoppicatura.
Nell'an. rcnale, la colica c I'ematara.
NeH'ati. intestinale c nci gang/ii mcseiUerici, i dolori colici orenleroragia ecc, formano i sintomi piü cospieui.
Nelle forme nlla rute avvengono enfisemi cstcsi o eircoscritti o flemmoni die si estendnno rapidamentc c passano subito alia gangrena.
Lc forme di anlraci locali primitivaincnlc come ad csempio il glossantrace, I'anlracc scloloso dei maiali non sono mai prcccdutc da fenomeni morbosi gc-ncrali.
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simi fatli da lllamenli di (ibrina. Tale maggiure sjiossezza del sangue enlro i vast dipende da ciö, ehe lo siero san-guigno appena avvenuta la morle abbandona i vasi cd in-fillra i tessuti circoslanti. In quesla (|ua!itä dl sangue la pii-trefazione e corninciala giä fin dali'agonia dell'animale ed avvenuta la morle progredisce piu o mono rapidamente a seconda del grado di temperatura in cui soggiorna il cada-vere. Spesso alcune ore dopo morle, inridendo le giugolari insieme a sangue sciropposo cscono bollicinc gassose felide. La rnaggior parte degli organi ne hanno i capillari pieni, onde il lore coloie scuro o nerastro e la diminuzione della loro consislenza; co^i il cuore e di colore scuio e spesso i muscoli lulli del Ironco sono di co'ore scuro o di color rosso mattone scuro rammollili come cotli, si sßbrano e lacerano con l'acililä per poco ehe si rilardi a fare la sezione. Ta-gliando la cute e le pareli addorninali, si scorge il sangue escire dai vasi della cute o del conneltivo sottocutaneo sotto forme di goccic nerastre; ncraslro c grumoso si trova nei Ironchi venosi bracciali ecc. Nei muscoli poi delle varie re-gioni spesso si trovano nella loro soslanza cchimosi nerastre o piccoli slravasi, le fibre muscolari perdono le stile e sono granulöse.
1 polmoni spesso iperemici di sangue sciolto, di colore nerastro o scuro con varie sfumalure di altro colore: se si ritarda alquanlo la sezione si trovano giä invasi dalla pulre-fazione e la pleura sollevala da hollicinc gassose. In tale slalo di iperemia si trovano pure il mediastino ed il peri-cardio ehe spesso contiene uno siero rossigno come la cavitä del petto.
Turgidi di sangue piu o rneno si trovano i vasi del me-senterio, del peritoneo e deile pareli inteslinali; la milza piu o meno ingorgata di sangue, la sua pulpa nerastra, mollc assai; il fegato di colore scuro o nerastro picno di sangue e rammollilo, le sue cellule si isolano facilmente e sono piene di goccie grassose e si risolvono in detrito granulöse.
Spesso si trovano petecchie, echimosi sulle mucose e sulle sicrose, cioe sulla mucosa nasale, suU'esocanlo e sull'cndo-Rivollraquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; s
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cardo, sulla pleura, sul peritoneo, sulle pareti inleslinali ed ancbe sulla mucosa dell'inteslino, in cui il conlenulo spesso e rossiccio. Ma si noli ehe le delte peteechie ed echimosi po?sono raancarc.
La matcria coloranle abbandonando subito i globeltini san-guigni ehe si trovano piu londeggianli, si diffonde rapida-menle c nel menlrc eolora in sanguigno lo siero del sangue, va pure a colorare tulti i tessuli specialmenle le sierose delle cavilä splancniche; con linta rosso scura si trovano le sie­rose del petto c deH'addome ed il connettivo degli organi; Tendocardo si trova di un rosso-scuro omogeneo e diffuse, come pure I'intima dei grossi vasi e la mucosa respiratoria e sopratlutlo la mucosa gaslro intestinale, la quale spesso si trova di un rosso scuro omogeneo singolare; nel ventricolo la mucosa non da piii la rcazione acida ed i bacleri della digestione sono scomparsi o sono passati sotto altra forma, pieno di bactcrii si trova il contenuto intestinale.
Nei eadaveri degli animali ipoemici od idroemici, sembra minore la quantilä di sangue e mancano spesso le peteechie, le echimose nelle sierose, colpisco sopratlutlo il rammolli-mento del fegalo e il rammollimenlo della polpa della milza, in guisa ehe si puö credere ad una semplice forma lifoidea (febbre adinamica) mentre detto sangue c conlagioso.
Negli uccelli da corlile se spesso il sangue e sciollo, altre volte Irovasi coagulato cntro i grossi vasi e nel cuore destro, ehe ne c disteso.
L'anlrace ematico di rado esiste semplice e quando con-dusse a morte improvvisamente gli animali, egli e perche si formarono stravasi od al midollo oblungato, od in qualche punto del midollo spinale. La forma emalica si trova quasi sempre formare il suslrato di altre forme.
NeU'anlrace cerebrate o spinale si trovano sopraltulto ipe-remie od emorragie negli invogli ccrehrali o spinali e nella so-stanza nervosa del cervello o del midollo spinale, ehe c ratn-mollita; gli invogli come la sostanza nervosa si trovano co-lorati in rosso scuro per imbibizione della matcria colorante, analoga colorazione si osserva aU'ependima insicme con ver-samento sanguinolento.
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Nell'anlmcc naso-faringo-laringeo (Corizza, angina carbon-cbiosa o gaagrenosa). — Lc piii gravi allerazioni si trovano alia mucosa naso-faringo-laringea ; la mucosa del sctlo na­sale, (lei cornetli nasali, come clclla faiingc e laringe e ipe-remica, tumida, di colore oscuro o nerastro con centri gan-grenosi ; vedesi infiltrazionc gelalinosa nel connellivo sollo mucoso; riperemia non si c limitala solo alle parli indicale, ma si Irova diffusa spesse voile anclic alia mucosa della trachea dei bronchi o del tessulo polmonalc, nelle quali parti si trovano perciö colorazioni nerastre od cchimosi cd i pol-moni dislesi da sanguc sciollo; in allri casi awengono centri ipcremici nol connettivo ehe circonda la gnla c nei mnscoli della parle superiore del oollo, ondc lumefa/.ionc considere-vole per infillrazione gelatinosa alcune volte.
Nella forma polmonale, i polmoni sono iperemici in alto grado, la pleura polmonale e di colore scuro con centri emor-ragici e gangrenosi nel parenchima polmonalc ehe si lacera con facilitä , gli alveoli sono picni di sanguc sciolto e la mucosa dei bronchi e di colore nerastro con liquido nera­stro schiumoso a felido. Vcrsamento sanguinolento nel cavo toracico.
Nelle forme epatica, splenica, renale cd ovarica, Irovasi nel prime caso il fegalo iperemico in modo straordinario, di colore oscuro o nerastro, in alcuni punli rammollilo al massimo grado o lacerato. Nel secondo la milza lumefalta in alto grado, o con lumefazioni circoscrilte di colore ne­rastro, la sua polpa e analoga ad una poltiglia lucente, spesso c lacerata con versamenlo di sangue sciolto nel cavo addominale. Nc'casi di localizzazione ai reni o ad uno di essi, riperemia della capsula renale e del tessuto renale e grande, la capsula si distacca, spesso si trova lacerata in-sieme alia sostanza renale; la mucosa del pelvi renale c li-vida, nella vescica l'urina e di color sanguinolento nerastro, se la localizzazione awenne nella ovaia, allora grande e ri­peremia di sangue sciollo in qucsli organi e la colorazione neraslra.
Nelle forme inteslinali (cnteritc, colite, retlilc carbon-
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chiose), trovansi le pareli del lenue, del colon, del rello in qualche eslcso punto tumefalte, di colore scuro o neraslro per iperemia avvenula ai vllli, al sotlo-raucoso e nolle lonache rauscolari: i villi Irovansi quasi dislrutli e nel lume inlesli-nale grande quanlila di sangue sciollo.
Nei gallinacci trovai spesso il lenue in esleso Irallo lume-fallo di colore scuro con emorragia sulla mucosa ed essudalo pseudo croupale fallo da molli globelti bianchi e da fibrina. Le forme anlraciche ehe avvengono alia cute era sono se-condarie, cioe raquo;na successione deH'anlrace ematico o febbrc carbonchiosa, come quelle di cui abbiamo parlato finora, ora sono local!, cioe primitive o da conlagione, nel primo ca=o sono letali ed incurabiii, nel secondo sono suscellive di cora; quesle compaiono sollo forma di enfisemi, di ere-sipola, di tumori fletnraonosi od edemalosi ed anche di mac-cbie oscure.
Anlrace enfisematoso; secondo Leroi e in alcune localilä frequenlc alia regione lombare; nel menlrc gli animali sono in vita e prodolto da estricamento di gas nel connetlivo sol-locutaneo c da iperemia, onde lumefazione crepilante: tra-scuralo, sc c locale, avviene infillrazione di sangue sciollo, od essudato gelalinoso , gangrena e morte del malali: se e una Jocalizzazione della febbre carbonchiosa e incurabile.
Antrace crcsipelaloso (ignis sacer , fuoco sacro, fuoco di S. Antonio nei maiali e nelle pecore). Comincia la malatlia con macchie rosse piü o meno numerose, lalor con macchie brune e violette o con cchimosi nella cute, con calore urente della cute stessa; 1c dcttc macchie od alterazioni ingrandi-scono, si riuniscono, ed invadono grande estensione della cute; la cute divenla presto enfiäemalosa o flemrnonosa ed invasa da gangrena; lalora si screpola e geme icore (Toggia), lalora si induriscc come una pergamena. Contemporanea-mente alle lesioni indicate, avvengono in alcuni casi tumori carbonchiosi alia estremitä, aU'inguine od alia gola, ovvero alia lingua.
Anlrace solto forma di tumori, fiemmoni eslesi e di edema: fa osservalo in lulle le regioni, alia testa (guancie, labbra,
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117 spazio inlermascellare, gola), al collo, petto, aH'aildome, in-quot;uine, alle mammcllo, eslremilä, all'apertura sessuale nelle femmine. Comincia solto forma tli noduli isolali o mullipli, duricci, sensibili mollo, falli da ccnlri ipcremici nel connct-livo sotloculaneo o nella cule, per cui quests divcnta rcssa, poi scnra cd i peli si drizzano; allre volte delli noduli son molli ed edematosi; crescono rapidamcnle c si cstcnciüno con-siderevolmenle in breve spazio di tempo formando ingorga-menli raolto eslesi: la pclle clie li copra divenla tesa come pcrgamena, brunaslra o nerastra, insensibile cioe gangrenala. Secondo Goux, Reynal ed E. Renault in questi lumori in via di formazione colla mano si percepiscc un freniito o crepitio per estricamento di gas; spesso si formano sopra i detli lu­mori delle voscicole o Qiltene piene di li(iui(io rossastro; dalle incisioni cola sangue sciollo nerastro o siero sangui-nolento ed csrono gas felidi. Dopo morte i lumori flemmo-nosi sono fatli da cstesi versamenti di siero gclatinoso con numerosi ccntri emorragici di sangue sciollo, ovvero da slra-vaso di sangue sciollo lalor rnggrnmalo nel conncltivo. Mag-giore e la quantitä di siero e di gas nei lumori ed ingor-gamenli edematosi.
Antrace alia gola od angina carhonchiosa csterna (Leroi), c costituita da piccolo lumore nella regione delta gola senza segno apparente di (logosi nel primordio del suo sviluppo; ma pur crescendo I'iperemia nel connellivo sollocutaneo ed in quelio situalo profandamenle aumenta il lumore e si propaga alle parti lalerali del collo e della testa; awiene grande essudalo gelalinoso con cenlri emorragici, ed iperemia alia mucosa della faringe e laringe e gangrcna. Se e locale e curabile.
Una seconda forma di anfrace alia gola o di angina esterna si e V angina ossia glossanlrace seloloso dei mini (Metaxa, Leroi), antrace del collo, mal della sctola (Toggia), soie, piquet, poil pique dei francesi. Compare solto forma di de-pressione superficiale e circoscrilla pid o mono profonda sollo la gola in vicinanza delle glandule liroidee Ira 1c giogolari: la cute e lirata e concava, fa prominenza aH'inlerno cosli-
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luendo an tumore in senso inverse accompagnalo da vivo tlolore per la compressione die esercila sullö parti inlerne. Le sclolc sono indurile, inlralciale, tumide, grosso il doppio, di color bruno cupo , e formano un ciuffo capace di puu-gere c traforare i vasi e la trachea; la gangrena awienc piii o raeno rapidaraenle, ed alia sezione si trova pure ipe-remia alia tnucosa della faringe, della lingua, spesso della trachea e del bronchi.
Antrace glossale o glossanlrace Sauvages, comincia sotlo forma di macchie rossiccie, livide nei contorni per ipereraie alle papillc ed al conneltivo soltomucoso, nel centro dellc quail macchie per essudato oil iperemia si eleva un punlo nericcio, talor una vescichella die si rorape presto, si dilata c sprofonda dando luogo alia formazione di un'ulcera ed alia gangrena; in casi rari il lavoro gangrenoso si propaga nel parenchima della lingua prima ehe succeda la roltura della vescicola; in allri II morbo si manifesla subito sotlo forma dl ulcera (forse ne'casi di ulceri traumatiche preesi-slenti). Tali lesioni si proscntano ai lall della lingua, sul scilinguagnolo, o verso la radice della medesima; contempo-raneamenle lalvolla insorgono macchie livide, ncriccie, pa-vonazM sullc gengive, sul palato, alia faecia inlerna dellc labbra od un'eruzionc esantematica sopra tulta la lingua, per cui quesla si tumefä e divenla assai dolente. L'anda-mento distrutlivo e rapido assai e quando viene avvertito, talvolla metä della lingua e giä gangrenala e cadnta nella greppia ccc. L'ulcera die segue alle vescicole ha bordi tu­mid! lividi cd al fondo separa una sanie die irrita la mu-cosa della bocca, della faringe ccc. L'iperemia si fa intensa c si propaga alia mucosa del palato, delle fauci, della fa­ringe o della laringe ccc; talor compaiono iperemie in ahn punli del canale alimenlare (intcslino ecc); c epizootica e contagiosa; curata in tempo guariscc (1).
i:
(1) Toggia F. Malallia della lingua. — Loroi. Compenifo (eomo prad'eo ecc.
j,ei ensi di qiizoozie. läfü.
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*nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 119
Antracc interfalangco (Leroi) epizoolico, altacca i bovini eJ i maiali, ma soprallutlo i primi condolti al pascolo: con-tcmporaneo spesso al glossantrace si presenla solto forma di nodulo nello spazio inlerfalangeo piü o meno prominente tloloroso, 1'epidermidc si solleva, i peli si fanno drilli, si rompe c rimane un'ulcera ehe si dilata e sprofonda sepa-rando un icore rodenle e felido: I'iperemia si propaga al vivo del piede ed alia regione della corona cec, la cornea si distacca dal vivo del piede cd il lavoro distrutlivo si pro­paga anclie alle parti lendinee e legamentosc. Fu osservalo di preferenza ai piedi anteriori, talor anche alia picgalura del ginoccliio od alia base del garrctto; negletlo avviene I'in-fezione generate.
In ogni forma anlracica enumerata poi, ncgli animali su­bito dopo morte comincia la putrefazione; le inlestina ed i ventricoli vengono distesi da gas, bollicine gassose si estri-cano dal sangue c si forma poco a poco cnfisema generalc cadaverico; il venire divenla lumido , 1'ano rovesciato di color rosso bruno , spesso succedc il prolasso della cloaca negli uccelli. 1 cadavcri mandano un fetore grandissimo.
Di tutle le note caraltcristiclic diagnosliche dellc forme di antracc, cioe:
1. L'andamento rapido o rapidissimo, la brevilä del corso. 2. La coagulabilitä del sangue molto diminuita od in-teramente tolta od ancora esisleale in alcune specie. 3. Le cchimosi, le pctecchie, le emorragie negli organi o nei ca-nali o sotlo la cute, le essudazioni gelatinöse, le diffuse co-lorazioni scurc. 4. I rammollimenti e le gangrene. 5. 1 bacterii nel sangue. 6. La pronla putrefazione dei cadavcri di tutte le indicate note caralteristiche, quella piü sicura onde evitare ogni causa di errorc si e la contagione rico-nosciuta col mezzo dclTinnesto falto secondo le regole volute.
Cura. — Le forme antracichc realmentc locali nc' pri-mordii della loro cruzione si curano con successo con le pro-fonde incisioni, colle scarificazioni, colla cauterizzazione col caulcrio attualc e con continnate medicazioni antisettiche.
Per le forme di antracc die sono una localizzazione del-
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1'anlrace cmaiico o febbre carbonchjosa, essendo gii av-venala profonda allerazione del sangue torna inutile ogni cura. Nell'invasione dell'anlrace ematico giovo talvolta I'olio fosfornlo, il solfalo di chinina alia dose di 10-18 gr. ad una volla, la salicina ad altissima close e I'acido fenico alia dose di 10-15 gr. nei grand! animali ed i solfili.
Polizia sanitaria. — Separazione dei malali dai sani;po-lizia ed aerazione dei ricoveri; emigrazione o mulazione di ricovero sc e possibile: disinfezione delle stalle c degli og-gclli infetli con lozioni di lisciva bollcnlc a cui sia aggiunlo im po' di soda o di polassa; imbiancamento delle stalle c pin sicuro rnezzo la scrostazione delle pareti.
Mez:i preservalivi. — Mulazioni deiralimcnto o delle be-vando se alterate; decozioni toniche, amare o cliinate agli animali; amminislrazione di qualche tonico c di un po' di alimento agli animali prima di condurli al pascolo; per gli animali in buona nulrizione I'acqua acidulala con acido sol-forico o cloridrico ccc. Evitare il salasso e la raggiatura quando sia possibile resislere ai pregiudizii dei proprietarii.
Delle febbri miasmatiche negli animali domestici;
Dopo avere parlato dell'anlrace e d'uopo toccare breve-rriente di quci morbi cbe rassomigliano all'antrace nella loro forma clinica cd anatomo-patologica o se ne differenziano prodolti egualmente o da morfe elementar! di microliti so-spese ncH'aria o deposilale sopra soslanze alimenlari (miasmi) ovvero prodotti da morfc elemenlari di microfili ehe vege-lando in qualche punto dell'organismo vivo o sopra soslanze alimenlari solide e liquide producono la decomposizione e la putrefazione.
Lc morfe elcmentari (micrococci, criptococci sporoidi, spore ecc.) del primo grappo formano i miasmi: diverse sorta di miasmi dktinsero sempre i patologi avulo riguardo
il
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alia loro azione suU'organismo animale. Noi, seguendo il Delafond (1), dislinguercmo:
1.nbsp; nbsp;Miasrai falli ila morfe di specie parlicolaii di micro-fili ehe vegelano in luoghi paiudosi sopra sustrati ehe con-tengono materie organiche e le decompongono.
2.nbsp; nbsp;Miasmi coslituiti da morfe di inicrofili die decom­pongono le materie organiche in luoghi non paiudosi.
3.nbsp; Miasmi provenicnti dalla decomposizione dei male-riali di metamorfosi retrograda e di escrczione degli nnimali sani o malali.
Nclla decomposizione e pulrefazione delle malerie orga­niche nel menlre avviene slraordinaria produzione di morfe di microfili, si generano eziandio alcaloidi e gas di diversa natura. Nel conternplare I'azione deH'aiia miasmalica cioo contcnente in sospensione morfe di microfiti conviene con-siderare a parte I'azione provenienle dai gas di diversa na­tura ehe la inquinano. Gli effetti perniciosi del mefitismo vanno distinli da quelli del miasma, benche opcrino insiemc suU'organismo animale.
1. Miasma puludoso - malallie da rsso prodotte.
11 miasma paludoso produce le febbri inlermittenti e lo febbri inlermittenli perniciose penetrato neU'organismo dei nostri animali.
Moseali, Boussingault, Rigaud de l'lsle e molli allri autori avevano giä riconoscinto nell'aria miasmatica causa dello predelle febbri, una materia organica: ma soilanto le mo­derne ricerche dei professori Salisbury, Graliolel, Ilallier e Balestra tolsero ogni dubbio intorno la natura del miasma paludoso (2).
(1)nbsp; nbsp;Traite de Pathologie gnierale, ccc. 1835.
(2)nbsp; nbsp;Gaztilta Oelte Ctinicke, ecc. Vol. VII., p. 755. ISlii). — Balostra, rilalo.
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II prof. Baleslra di Roma, vide il miasma nella sna forma piii scmplice fallo da sporangi e da sporule ehe isolala-menle considerate crano ovoidi, del volume diVioo mm., giallognole, irasparenli al ccntro con una specie di nucleo, il piü delle voile poco appariscente; li sporangi o sporocisli crano pieni di sporule di color giallo vcrdastro.
Per E. llallier, la forma piü elementare del miasma pa-ludoso ehe trovasi pure ncl sangue dei tnalali e il micro-
cocco.
Secondo il Salisbury, il miasma e fallo da corpuscoli o cellule minime, oblunghc, isolate o conglomerate con nucleo dislinlo c con paretc cellulate liscia, e con spazio vuolo Ira il nucleo c la parete. Secondo poi il Gratiolel e fallo da
sporule.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . ,, i-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; i
11 Salisbury ha trovato i predelli elementi nella saliva, ncl muco espeltoralo, nel sangue, sudore e nell'urina ecc, tanlo dei malati ehe degli csposli airinfczione; inoltre h trovo nella rugiada, nei terrcni e sulle sostame alimentan ecc.
Derivano da specie di alghe del genere palmeüa vegetanli nei luoghi di malsania sollo forma di muffa o polvere di vano colore cioc bianco, rosso-mallone, rosso-garofano, vcrdognolo o giallo sporco; 1c specie predominanti sono di color rosso-matlone e verdi. La vegelazione di delle specie awiene ngo-gliosa nei luoghi di malsania dopo I'evaporazione delle acque lei terreni ricchi di materic organiche delle paludi, degh sta^ni, dei fossati ecc; succede pure rigogliosa con gene-razionc di Immense numero di spore, micrococci quando dopo la siccitä succede una pioggia nolle dettc localita; 1'immenso numero di spore c micrococci si elevano nell ana non piü di 35-Ü0 100 piedi sopra i terreni bassi, ncadono al suolo dopo il levar del sole.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; _
Se il terrene e calcare e le acque sono dolci, le specie di palmelle sono di colore bianco o con lieve tinla gialliccia e di color verde. Le febbri suscitatc guariscono presto.
Se il terrcno e calcare ma l'acqua densa e stagnante, al-lorasono di color rosso-garofano, rosso-mallone, vcrdognolo, o giallo sporco, e le febbri sono pin gravi.
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II Irasporto poi di terra inquinata dalle localila infelte in localilä sane e la produzionc rapida delle febbri intermil-Icnti, come I'arreslo dcllo sviluppo di dette alglie nelle solu-zioni di chinino, non lasciano piü alcun dubbio suila vera nalura del miasma paludoso.
Le forme cliniche prodotle dal miasma paludoso ccc, ncgli animali sono caralterizzate da parossismi fcbbrili separali da inlervalli di apparenle salute (febbri interrnillenli), o da pa­rossismi cosi vicini e eosi violenti, ehe le febbri hanno un corso continuo e per le lesioni cbc avvengono ricscono pron-tamente lelaii (febbri perniciose).
1. Fehbre intcrmillenlc. — Negala dapprima negli animali, venne dall'osservazione clinica trovata non rara nelle regioni di rnalsania nelle varie specie de' nostri animali.
J lipi o I'ordine in cui succedonsi i sintomi osservali sono:
a)nbsp; 11 lipo quolidiano (parossismo febbrile ogni giorno) veduto da Liegard, Hering, Ciicby, Delwarl, Reboul, Dollola nel cavallo, da Lessona Giuseppe ccc, nelle bovine, da le-ninscbi nel raaiale ecc.
b)nbsp; Tipo lerznnario (parossismo ogni due giorni) osser-vato da Roystan, Leroi (in una cavalla limoslna 13 acccssi con remittenze regolari) e da Ilertwig ccc. nel cavallo c nel cane, da Demoiseau in uno siallonc.
c)nbsp; Tipo quarlanario (parossismo ogni tre giorni) Ruini, Dcmoiscau, Gros Claude, Bertacchi ecc. (1).
1 parossismi o furono visti comparirc alia medesima era o ad ore diverse.
Come successioni e complicazioni venne osservala la pleu-ropneumonile con idrolorace (Liegard, Hering, Flolmann) nel cavallo, e I'ipertrofia della railza nelle pecorc (Clegorb).
(1) Hering. Loco cilalo.
Lcroi. Epizoozic, i, p. 89.
Uainard. Traue de Path, grn., 4841.
Cisrnale ili Meilcina Feterinariu, is'i'i.
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Nessun cambiamenlo nelle qualilä fisiche del sangue e nella
sua coagulabilitä.
Pare col prof. Salisbury si possa ammellcre die nel pe-rlodo febbrile del caldo e del sudore avvenga eliminazione del miasma per mezzo della cute e delle vie urinarie ecc. Non e agevole spiegare l'inlermiltenza; non vi ha dubbio ehe 11 miasma giunto ncl sangue e molliplicandosi deterraina una fermentazione, per cui succede raumenlo della lemperalura c la febbre; venendo una parte del miasma o dei maleriali di melaraorfosi relrograda eliminala nel periodo del caldo c del sudore col rnezzo dcile escrezioni 1' organismo si cosli-luisce in istalo di apparenle salute, finclie il miasma cd i maleriali di rnetamorfosi relrograda, siano aumentali di nuovo sufflcienteraente da peter produrre un altro parossismo feb­brile: dopo una dose dei preparati di chinina e difficile suc-ceda la dislruzione di lutlo il miasma; pare si manlenga altivo una parlc di quello ricoveratosi nei globelti bianchi della milza ondc poi molliplicandosi succede piü tardi un novello parossismo ecc.
c2. Febbre pemiciosa od inlermiitentc perniciosa.
Ordinariamente confusa col lifo o col carbonchio e tal-volla una succes?ione della inlermittenle, come venne osser-vata negli elefanti alle Indie (l)e dalle scrivenle nei bovini. Deve csserc sludiala a parte per indicare lo slrelto rapporto di essa con il miasma paludoso.
Parossmni. — ln princii)io per la loro leggerczza passano inavverlili ai proprielari, in molli casi perö sono apprezza-liiii, sia die gli animali siano al pascolo, al lavoro, ovvero nella stalla. Doj)0 Ire o qualtro giorni di malatlia solle forma larvala, avviene un parossismo violento die puö uccidere I'a-nimale; se questa lelaie lerminazione non si verifica, allora in qualclie era della giornala avvengono remission! rese ma­nifeste da solo leggiera mitigazionc dei sintomi.
(1) Medico f'rlrrinarin. 1802, p. GI7.
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Sintomi. — II quadro sinlomalico vaiia assai a seconda Jello slalo deH'organismo dei malati nelle vario regioni ri-spelto la crasi sanguigna come pure varia randamenlo a seconda delle complicazioni ehe possono insorgere. Ecco come il Sabartlies (1) descrivc la sua febbre carbonchiosa nei bo-vini curata mirabilmente col solfalo di chinina.
Tremori alia groppa, alle coscie, pelo arricciato, occhi lagrimosi, sensibiliu'i alia spina: durante il paslo rinculano dalla mangialoia o cessano di premiere I'alimento; nel ia-voro si arreslano c sospendono la ruminazione: offrono lieve imbarazzo nella respirazione: lale acce?so dura da 3-4. mi-nuti e dope questo tempo le funzioni riprendono il loro rilmo normale. Un secondo acccsso compare 24 ore dopo; gli enumerali sintomi si presentano piu gravi, il polso e de-bole, irregolare, inesplorabile, lalor presentano dolori co-lici, ecc, e dura questo secondo accesso nun meno di due ore e non piü di cinque; ordinariamente c nella terza ora dell'accesso in cui soccombe il malalo senza molto agilarsi e senza accusare vivi dolori.
In Sardegna il prof. G. Lessona osservo nei malali il polso piccolissimo, intermiltente e frequente, le mucose iniettale o livide, scroscio de' denti, dorso incurvato, gelide le parti perifericlie e poi febbre ardenle, oreccbie calde, bocca calda, grande sete, feci liquide o nerastre, orine cbiare, scarse o sanguinolente; verso sera spesso avveniva una lieve remis-sione, i malati ruminavano a piccoli inlervalli ; gli emollienti, i purganti ed i salassi erano letali; la morle succedeva nelle 48-50 ore.
In regioni di malsania io bo osservalo le dette febbri con sintomi quasi eguali ai surriferiti (2); le remissioni dei pa-rossismi febbrili erano appena appena apparent! c le com­plicazioni die si manifestavano lino dai primi accessi erano
(1)nbsp; Journal des Vcler. du Midi. lt;8jä.
I'cllcrini. Giornale di Fclerinaria. Torino, 18jj.
(2)nbsp; Medico Fcler. 1860.
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spesso l'emaluria c lostruzione del millcfoglio nci bovini: il salasso o gli emollienli od i purgalivi favorivano un accesso febbrile letale, in cui 1'animale si presenlava con occhi in-fossali, pelle aderenle, aspello marasmalico e con grande proslrazione; o sc era gia avvenuta I'oslruzione del rnille-foglio, i malati avevano stupiditä, vertigine, urtavano il capo contro il muro, saltavano nella greppia ecc.
Ne' paroäsismi gagliardi sc la ternperalura non oltrepassa il limile compalibile colla vita, awcngono suocessioni gravi come 1'amaurosi, la paraplegia (Delia Rovere) ehe possono ancora guarire col solfato di chinina, omorragie nel connet-livo sotloculaneo (Goffi) ed il plialismo qualche rara volta (1). Nel cavallo il veter. Vimercati osservö conati di vomito, susscguiti dall'espulsione per 1c nari e per la bocca di un fluido scuro mislo ad alimcnlo.
Parmi ehe la febbre perniciosa da A. Andreis descritta nel cavallo spetti all'affezione in discorso.
Rispetlo alle lesioni anatomo-patologiclie vcdule nei cada-veri, il prof. G. Les?ona trovö congestioni fortissime alia milz'a, al fegalo, al quaglio, al tenue, al mesenterio, ai reni; i quali organi erano neri e come gangrenati.
11 velerinario Sabartbes, quando in vita tra i sintomi man-cavano i Iremori, trovava nei cadaveri iperemia al tenue, raenlre se erano comparsi i brividi Irovava 1'iperemia alia milza; il sangue era sciolto nel cadavere.
Wei bovini per lo piu avviene I'oslruzione del millefoglio. 11 sangue estratto nell' agonia vedesi qualcbe volta coagu-
larsi bene.
Le decozioni di genziana e di corteccia di salice giallo, il solfato di chinina, le frizioni irritanti sulla cute, la canfora vincono sempre le perniciose quando sieno posti in opera per tempo.
(!) .1/ttJico Irett:r. 186'!, p. 'l'6'J. Medico Peter. 1839.
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1-27 Febbri prodolle dal miasma delle stalle, daWalimento e dalle bevande allerate, colla cooperazione dell'allerazione dell'aria respirala e del lavoro eccessivo.
Del tifo. — Con tale espressione da Typkos Tvfoe, stupore, insensibililä, comprcnderemo quelle fonne febbrili a corso piü o meno rapido accompngnate per lo piii da proslrazione o perverlimenlo delle azioni norveo muscolari con la dimi-nuila o lolta coagulabililä del sanguc e la decomposizione e putrefuzione pronla dei cadaveri; non contagiose, enzooliche od epizooliclie.
Tulle le s[iccie de' nostri animali domestici ne possono ve­nire colpilc.
Dal punlo di vista clinico ed analomo-palologico varie sono le forme con cui il tjfo si manifcsla; parmi ulile ridurle alle seguenti:
1. Tifo cmalico o lifoemia. 2. Tifo cerebrate e spinale. 3. Tifo polmonale. 4. Tifo addominale ed cpalieo. 5. Tifo emorragico (ehe si manifesta con petecchie, coU'emaluria, con tumefazioni od ingorgamenti e con enfisemi).
11 life emalico o la lifoemia considcralo dal lato analomo-patologico forma il sustrato delle allrc forme di lifo.
II sangue neH'invasione dclla malallia si rapprendc len-lamente in un coagulo molle: nel cavallo un po' ipoemico avviene rapida la precipilazione dei globetli rossi ed il coa­gulo bianco e allo e rimane come Iremula gelatina. Nei ca­daveri o si Irova incomplelamenlc coagulate ovvero affallo sciolto di colore scuro, neraslro e taivolta piceo come nel carbonchio; la maleria colorante abbandona presto i globetli sanguigni, e da luogo a colorazioni rosse o rosse scure sfu-mate con colorazioni biliari ehe nella mucosa gaslro enterica possono portare a credere alia gaslro entente; le petecchie, le echimosi, le suggellazioni si osservano pure taivolta alle sierose del cuore e degli allri organi: spesso la cristallizza-zione del sangue avviene prontamenle dopo la morle appena ehe il sangue vienc a conlatlo dell'aria; sopra di csso si
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forma allora una specie di pelücola composla da cristalli e da specie di piastre irregolari. Niun allerazione di forma irovasi nci globetti rossi del sangue: i globetti bianchi spesso pieni di micrococci mobili (A) si vedono in cumuli in mezzo a globetlini piccolissimi o granuli di varie forme gli uni ro-tondi, gli altri ovali od a due a due: so ne Irovano di quelli analo'glii al bacterium termo ma sono immobili (fig. 28, B. C. tav. 11. In un caso di life cerebrale sludialo col collega signor Brusasco , nell' agonia si trovavano lulli i descrilli elementi od avvenuta la morte il sangue era pieno di bacterii analogbi affalto al carbuncolare: il sangue con quesl'ullima qualilä di baclerii non fu mai contagioso al coniglio; inollre in cavalli morli per telano dopo la caslrazione bo trovalo nel sangue sciollo numerosi bacterii perfetlamenle simili al bacterio carboncbioso: si Irattava in quest! casi di anlrace? 1 muscoli era si trovano di colore scuro, ora invece sono di color mallone come colli, cd allora si lacerano con faci-lit-i; il conlenuto delle fibre e granulöse per numerosi mi­crococci cd in altre non si Irova piü Iraccia di fibrille pri­mitive ma una sostaaza omogenea globosa.
Nolle cavili splancnicbe, falla astrazione di un po' di ipe-remia al polmone, si irova solo il rammollimento del fcgalo e dei reni e lieve iperemia alia milza. ' Negli animali ipoemici od idroemici in debolissimo grade avvicne spesse volte di non trovare alia sezione ehe la tolla o diminuita coagulabililä ere, si comprende per conseguenza il perche i dinamisti credessero il tifo primilivamente una lesione dei centri nervosi.
Nella forma di tifo cerebrale, Irovasi lalora il ccrvello pal-lido, con lievissima diminuzione di consistenza, e versamenlo ,11 laquo;iero giallaslro o sanguinolento nei ventricoli: altre volte irovasi iperemia agli mvogli cerebrali o nella sostanza ner-vosa • iperemia nolle meningi spinal! c nella sostanza ncr-vosa del midollo spinale si risconira nella forma spinale.
Nel tifo polmonale i polmoni sono molto iperemici di sangue sciolto con centri di epatizzazione e di same fetida grigiaslra; irovasi versamenlo sanguinolento nel pencardio
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1-20 c nella cavila del pelto: macchie od ccliimosi si irovano imrc sulle sicrosc del pello e dell'addome,
Nella forma epalica colpisce sopraltutto la tumefazione cd il rammollimento del legato, die apparisce di coloro scuro, come cotlo ; lalvolta le cellule epaliche contengono goccie grassose e granclli di pigmento, si risolvono in detrilo gra-nelloso c si isolano facilmente (1); la hue nei canali biliari o nella cislifellea e densa, anologa a pece fusa; il conlenulo dell'intestino c gli organi hanno una linta giallastra.
Nella furma addominale e considerevole I'ipcremia alia mucosa di qualche csleso tralto deU'lntestino, per cui la mu-cosa e di colorc rosso-scuro o grigiaslro piu o meno omo-geneo per la diffusione delia materia colorante dei globelli. II conlenulo dell'intestino e grigio, o sanguinolcnto: in al-cuni casi trovasi la tumefazione delle chiazze del Pever e la loro ulcerazionc (2). Questo falto avviene per la irritazione prodolta dai rnicrococclii , die sono penelrali nelle cellule Manche dello suddelte glandule.
Nella forma di tifo cmorragico della pctecchiale sono nu-merose le pclccchie sulle congiunlive , e 1c ccliimosi cslcse sopra la mucosa nasale lin daH'invasionc delia malattia, per cui la mucosa nasale diviene tumida e lo scolo nasale san-guinolenlo, lanto ehe nel cavallo puö il morho simulare il raoccio acuto (3).
(I) Del rosto il rammoUimento c la infiltrazione grassosa del fegato trovansi in quasi tulle 1c forme di lifo. ISci cani (*), il fegato e sjiosso di colore gial-laslio, le sue cellule contengono una, due, iro o piü goccie splcndcnti di grasso; in alcuni isololti epatici vedesi nelle cellule una bella sostanza giallastra o talvolta anclie snlto forma di lili csilissimi Ira 1c sorie di cellule come se i capillari biliari fossero oslruiti. Anche nel cavallo si riscontra e qualche volta al iiiassimo grado la infiltrazione grassosa. E difficile spicgare la linta subitte-rica dei tcssuli e delle umeosc die apparisce lin dall'iovasione dello forme ti-fielie. Le osscrvazioni dello Sladclcr sullo straordinario potere colorante della bilirubina dimostrano clic una piccola quantilä di questa penetrata nel saugue e snflicieDtc a dare I'indicata colorazione.
{i) G. Ercolani, Midico Veltr, tst)4. Hering. Specitlie l'allwloijic.
{Ti) gt;'el cadavere vedesi allora la mucosa del scllo nasale e delle ossa tuilii-iiatc o eonclic inicttata in modo singolarc c lutta sparsa da piccole raaccliic o
(#9632;) Medico veleriuario, ISüü, p. 4jS.
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; o
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Lc emorragie alia culc c ncl connellivo s.Uiocuianeo sono caralterizzate da rnacchic, piü spesso da luraefazioni edema-to^c o llcmmonose alle guancie , alia gola, al pelto od alle cstremilä (anasarca passive od idiopalico) ecc, si estendono rapidamente invadendo grand! eslensioni : sum. pencolose quelle ehe compariscono alia test;., ece.; dalle mcisiom cola siero sanguinolenlo c nel connellivo delle parli lumcfatic tro-vansi centri iperetnici circondali da inlilirazione di siero gial-jastro nel connellivo: nelle incisioni delle lumefaziom, ecc, awiene prontamcnle la gangrena.
Gravissimo e prontamenle leiale e il lifo emon-agico dei bovini in alcune localilä. 11 professore T. Tombari ed il vu-lerinario L. Matelicani (1) no diedero una complela descn-•/.ionc; la morle awiene in 3-8-12-24 ed al piü lardi m 30 „re. Le luraefazioni compariscono alle coscie, alle spalle, al pello alia gola e crescono rapidamente e perfino dope morle risuonando colla percussione. Ne' vilelli ehe mumono dopo I'uso delle prime erbe immalure , nella lumefazione trovasi un essudato tremulo come gclalina : in quelli ehe mumono .lopo aver mangialo erba piü matura e ehe sono plelonci, I'infiltrazione delle lumefazioni 6 Men. sangninolenta e trovansi suffusioni di sangue tra le masse musculan delle
nctCcchip Ira cui cl.inm molto esteso cd al.iuanto elevate sopra la c.rcoslantc „.ueosa- Uli chiazw .1, color rosso bruno o ne.ic.MO si eslemlono lalvolla l.nlaquo; .lie ..arid c dipcmlono Jalla ipcrcmia Jolla mucosa c dollo slravasosanSu!g..o; in ulcuni punli poi delle largl.c chiazze apParisco..o lalvolla forme d, ulcer. ..er o^ione del distacco dellVpitclio o del sangue sl.avasa.o css.eealos. m LmadisoUilopellicola-lnollrcdove mancano lc cl.iaxze seorgons. taIvo ta elcvazioni dclla mueosa per coaguli bianco giallicci ne. vas. Irombos.). La macosa ,1 dislacca con faciliti e nelle rcgioni occupate dalle clnawe dessa e molto spossa per causa deiripcrcmla e dcU'cssudalo.
I scni frontal! c masccllari, come lc saccoccio gultu.nl, non prcscntano al-terazionc. Ncssuna lesionc trovasi spesso alia laringc ed alia traebca. Vcdes. ordinariamenle muco pus nei bronchi c nei polmoni piu o menlaquo; cslcso cpa-
lizzamento.
viküi delle tlarche moriUimc. Rcca-
(1) Uemoria sul crednto carbonchio nei nali, 1870.
T. Tombari. Mal, Feier., 1860.
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HS quot;ml. Wlraquo; #9632;
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spalle, ecc; ne'bovini plelorici le parli lumefalte sono im-pregnate da sangue nerissimo c sembrano all'esame grosso-lano come carbonizzale: i pezzi di muscolo slrelii fra !e ditn crepilano per lo sprigionamento di gaz ehe esce dal connet-livo, ma lavati rilornano ad acquislare im beH'aspello; vedesi scolo di sangue dalla bocca e dalle narici nei cadaveri. La milza e duplicata di volume, il fegalo qualche volta e ingros-sato e di colore nero, 11 puzzo cadaverico e caralleristico. 1 cadaveri fi pulrefanno pronlamente. Gome scorgesi dalle cose discorse, le lesioni patologiche nelle forme di lilb non dif-feriscono da quelle dell'antrace. Sc e vero in cerli casi cio ehe scrisse il Gerlach ehe nel lifo il corso e piü lenio , il sangue non e nero, piceo, e mancano le infiltrazioni gelati­nöse c la disposizione alia gangrena; sc e vera (alvoila l'af-fermazione di Müller ehe nell'anlrace il sangue ha provalo maggior grade di deeomposizione; e gt;e e vera l'assicurazione di Uaubner secondo cui, nel lifo addominale, il sangue c (luido ma rosso ciliegio; c del pari un fatln ehe in mollis-simi altri easi noi Iroviamo perfeüa identilä Ira le lesioni patologiche del lifo e deH'anlrace. (ill innesli inefiicaci del lifo emorragico del hue ncjl coniglio operali da L. Mateli-cani e Maüozzi dimostrano in modo evidente come il risul-larncnto dell'innesto valga solo a guidarci ad una diagnosi coseienziosa.
Ne' cadaveri de' maiaii trovansi egualraenle stravasi san-guigni, echimosi sotto la cute, nolle sierosc del petto e del-l'addome c congestion! passive ai varii organi di sangue scuro incoraplelamenle coagulate.
I maiaii amraalano d'improvviso al porcile cd al pascolo: stanno volenlieri e di continue coricati sul venire, aleuni si moslrano furiosi od hanno vomiti; il barcollamento del Irene posleriore c piü tardi la paraplegia o di rado la paralisi delle parti anteriori, si osservano talvolta fin dal prineipio della malattia: alciine ore prima della mortc, formansi echimosi alia eule e la pelle assume un colore ehe varia dal rosso chiaio al nero turchino : 1quot; emalidrosi e la diarrea vennero considerate da Schmidt cornc fenomeni crilici. L' csilo del
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moibo iquot;; nella inorte (tlopo o 4 ore o dopo alcuni giorni
di duraia) o nella risoluzione incompleta.
Andamento. Corso. L'andamenio puö essere aculissirao o lenlo; il corso brevissimo o lungo, Influiscono assai sull'an-damenio e sul corso del tifo la medicazione piü o meno ap-propriala, come 1'epoca in cui viene applicala dopo I'inva-sione del morbo.
Avremo perlanto due calegorie di forme lifiche, le une ad andamento acutissimo ed a breve corso spesso lelali, le allrc a corso lungo od a caraltere mite facilmente guaribili, cu­rate nella lore invasione. A produrre queste doe categorie concorre 1' intensilä maggiore o minorc delle cagioni die hanno opcralo sui corpi animali per dar luogo alle sviluppo del lifo (1).
(1) La cristaUizzazionc del sangue in crislalli bacillirornii (inissinii o gros-solani Irovasi spesso nella septicoemia e nei cadavcri di nniniali in eui il sangue e sciolto oil incomplclamenle coagulato o quando csislano ad un tempo allrc Irsioiii ehe accennano indubliiamcnto ad Una forma lifica, comic ail es., 1 ipc-rcmia oil il rnmrnollimcnto del fegalo, ripercmia e la fiagililä del lessuto pol-rnooale, I'iperemia alia mucosa gastro enleriea, il rammollimcnlo ed il color scuro delle carni ecc. Cosi lo I'ho vcdula nel sangue sciolto di una lupa morta con altncchi cpiletliformi, ed in quello di cani morti improvvisamente, dei quali uno aveva anche Pilaric cmatiche ml sangue. Pcrö si incoulra la crislallizza-zionc in cadaveri, in cui il sangue e discrelamenle bene coagulate, i visceri c le carni hanno conscrvata la loro eonsislenza, ed in vita gli animali pre-scntarono i segni di malattia diversa da una forma lifica,
II veterinario lluail ('), descrisse una malattia in otto cavalli, in cui I'al-tcraaione principale osscrvala nei cadavcri era la cristallizzazione del sangue. i sintomi piü cospicui prescntati dai malall crano uno state di lorpore, una specie di trismo, debolezza c paraplegia. La morte avveniya rapidamcutc. II sangue nei cadavcri era coagulato, c coll'esame microscopico si vedeva cn-stallizzato.
L'aumento dclla temperatura inlcrna nei malali di lifo , ora fu osscrvato dal collcga Brusasco avvenire Icutamcnlo ora rapidamente; in gt;hi cavallo in olto giorni gimisc poco a poco a 39—40—41 ' . poco prima del deccsso : in allri in lquot;i ore arrivö da Tii) a 42 '/laquo; ci! avvenne poche ore dopo la morte.
In una bovina nello spazio di 24 ore, la Icinperatura interna giunse a 'rl • ,, C, dielro I'a.....linistrazione del solfato di chinina disccsc poco a pom cd era nor­male al tcrzo giorno. Non sempre la frequenza del polsu fu in rapporlo coll'ele-vazionc dclla temperatura.
C) Hecucil, ecc. 1SG9, p. 287.
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Ctira. — In tutte 1c forme lt;li lil'o furono sempre efllcaci le decozioni di genziana, ili corlice peruviano e ili calico giallo, la canfora, I'assafelida, il solfalo di chinina e la sa-licina (Ercolani). II professorc Lcroi usö con vanlaggio 80 giani di o|ipii) o due grammi di canfora scioili in seile od otto oncie di alcool ed uniii a seile ocl otlo libbre mediche di vino generoso da amminislraivi in Ire o quattro dosi ed a Ire o quatlro ore di intervallo ed anclie piü presto finche non si scorga miglioramento.
Le frizioni slimolanti eil irritanli sulla cule non ehe i ri-vulsivi coailiuvcranno la medicazione inlerna.
Nel maiale Schmidt trovo giovevole la seguente emulsione: ralomelano 3-7 grammi: olio di crolonlilio ,quot;i-ü goccie: olio di ricino e mucilaggine di gom. arab. ana 29 gr. Acqua di fonte 110 grammi facendone amminislrare uno o due cuc-chiai ogni duo ore (Med. Veler., \SGi, p. 375).
Mczzi preservativi: aria pura, pulizia dei ricoveri, muta-zione delJ'alimento e delle bevande gt;c alterale, amministra-zione aH'iiilerno dei lonici, degli amari c soprallulto del solfalo di chinina a piccola dose.
Misure di polkia sanilarin: anclie queste non vogliono mai esscre trascurale, poiche la complicazione deU'anlrace puö succedere come avviene in altrc malaltic.
Bella febhre tifoidea o deü'influenza dei cavalli.
I velerinarii sono discord! inlorno a ciö clie devesi inten-dere per influenza, Nel monlre Hering e Spinola ammetlono varie forme d'influenza, il Falke ed Ilerlwig riferiscono le varie forme di influenza dei prelodali aulori al lifo e con-siderano 1'influenza come malatlia di corse acuto die as-sale improvvisamenle gli animali della specie equina, Sollo il punlo di vista analomo-palologico, il Falke assicura man-care sczi( ni cadavcriche, perche I'esilo del morbo c sempre nclla salute; al conlrario Spinola, Dehvari , Hering, Pero-sino e molti altri velerinarii in nmnerose sezioni cadave-
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richc fanno la doscrizionc ili gravissime Icsioni ai visccri del pcllo c dell'aildoino.
E incontestabile the la parola influenza venne introdolla nella scienza per indicare forme lebbriii catarrali e reurna-tichc die so da un lato si allontanavano dal lifo, dairallro vi si avvicinavano: tuiii i clinici verificarono die per quanlo ii morbo influenza si prcsentasse ora solto forma reumalica, era calarrale od eresipelalosa, il fondo o la sua natura coa-sisteva in un non so ehe di analoge al tilb. Per conseguenza parmi clio eon espressione piü appropriala, lale forma feb-brile si debba indicare per quelle ehe c realmente cioe una febbre tiloiile cioe vicina, analoga, ma nun idenlica col tifo od all'allo dislinla da esso. Nello slesso modo ehe nudle ma-lattie verso il loro esito letale convergono verso il lifo, cosi i cavalli vanno colpili da una malatlia ehe benchc si appa-lesi in principio per una febbre reumalica o reumalica ca­larrale enc, pure fiu dal sue esordire ha fenomeni ed anche un sustrato per cui si avvicina al lifo.
Per consCLiiienza l'iniluenza e una malatlia febbrile ehe ora corre con fenomeni e sinlomi ehe la rendono analoga al tifo cmalico, cerebrale od epatico; ora corre con fenomeni di reumalisrno die la rendono analoga alia febbre reuma­lica; ora al contrario corre con fenomeni catarrali die la fanno rassomigliare ad una hroncliite e ad una pneumonite. Le forme in cui si presenta lianno lutle un sustrato tifico comune, cioe la diminuila piü o meno coagulabilitä del san-gue. Non si sa se i fenomeni catarrali e reumatici dipendino dal principio calarrale e reumatico ordinario , ovvero dal virus dell'influenza, Puo essere sporadica, enzoolica ed epi-zoolica (1).
(1) Nlaquo;1! docorso i872| in America I'inducnza si manifesto rpizoolica. 1 primi casi si conobhero ii -i otlobiv ; :il 23 ilcllo stcsso mese il nunioro lici innlati era ili seile niila, cil n\ t!(i in New-York e contorni, ilolto minuro di maiati ascendeva a S7,78'( sopra i^,.')!!) cavalli, cioe al (i3 per quot;'0. II eonmicrcio ilo-vcltc osspre snspeso.
1 sintomi ehe si osservavano crano i srj;iiciili; dapprima inappcltcnza, tossc
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Alterazioni del sangue. — La coagulabilita del sangue varia a seconda del periodo a cui e giunla la malallia. Dessa e o solo dimiimita, oppure non offre ehe Hove cambiamento. Raccollo il sangue eslrallo dalla vena in un vaso, scrive Spi-nola, i ^lobclli precipitano rapidarnenle a! fondo c si forma uno spesso coagulo bianco, di colore giallastro o grigio-giallo ed anco rancialo. La consistenza del coagulo e minore clie nulle flogosi vere; minore e la quantilä di siero separate, e laic separazione avviene piü lenlamenle. In aliri ensi iiuando la malatlia esordisce con sinlomi leggeri o poco dislinli, il sangue presenla ancor nolevole quantilä di siero, cd un coa­gulo bianco-gialliccio di varia grossezza , ehe cuopre allro coagulo poco lenace di color bruno. A misura die il male la progress! c si persisle nei salassi , il sangue si coagula piü pronlatnenle, ma perde delio siero e del coagulo bianco, mentre acquisla del coagulo nero; e se si salassa ancora, quando la malatlia offre i caralleri della maggiore gravitä, il sangue esce a gelti con difficollä di colore oscuro, torbido, con tinta leggermente gialla; e si coagula in una raassa di colore ne-raslro poco consistente quasi simile a gelalina (1). In allri casi il sangue ha molto diminuila la coagulabilita fin dall'in-vasione della malallia. Nei cadaver! poi il sangue Irovasi af-lalto ineompletamenle roagulalo; e vedonsi coaguli fibrinosi di colore rossiccio circondali da liquido dense quale pecc. La maleria coloranle si diiloiidc, onde avvengono colorazioni scure. Venne osservala eziandio 1'iperemia talvolla ai vasi dellc meningi cercbro-spinali con rammollimenlo della so-stanza nervosa.
secra, orchi l.igrimosi, dcliolozza gencralc laquo; poscia freddo alle orccchie cd alle rslicinitä, mueose iüsso, scolo acquoso dalle narici, polso f;'('(|iicnte, tossc vio-lenta da produrrc cpislassi; in .#9632;ilcimi cosi scolo nnsiile giallastro c vciiliccio.
La mortalila non In considercvole; la guarigione si ottcneva col riposo, colla amniiaislrazionc di sal nilio, di sal ammoniacOf coilo frizioni irritauti alta cule occ. Dec.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (/' ochenscrifl, ccc. p. öDS, 187-J).
(1) F, Pcrosino. Intomo ml una malatlia di caratlere fiernicioso ecc. Gioynale di Mol. I'd. jiiulicu. 18{J0, pag, -2-2.
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Ndla forma toracica, i polmoni quasi co?tantemonle Iro-vansi violentemcntc congcslionali; per cui il parenchima slesso rimane pieno di sangue con essudato ncgli alveoli; in alcuni casi il polmone e di colore nero e rammollito come gangrcnato; in altii casi presenla eslcsi Iralti di epa-tizzazione ; c vi ha iperemia alia pleura cd al pericardia con essndalo Obrinoso e versaraento alcunc voile di sangue sciolto, ncro, ndla caviiä del petlo o nel pericardio, con mac-chic cd echimosi sidle sierose; allre volle l'ipereinia Irovasi alia mucosa bronchiale.
Nella forma addominale, il niesentcrio c 1c pareti inlcsti-nali alcune voile Irovansi iperemiche con colorazione diffusa ed allora vedesi versamento nel cavo addominale: allre volte in qualche esleso Irallo della mucosa enlciica notasi iperemia ed arrossamcnlo con chiazze di varie dimension] c di colore rossigno; anche le glandule del Pevcr sono slate pure ve-dute sviluppate cd iperemiche; nelle inlcslina crasse le i'eccie furono trovale dure c lalvolta semiliquide, come pure i reni rammollili ed irapregnati di sangue e talora l' urina san-guinolenla nella vescira.
11 legato e ([uasi sempre di colore scuro o giallaslro molio rammollito. Le lesioni dei visceri addominali si associano quasi sempre a quelle dei visceri del petto.
Le forme adunque deU'influenza dal iaio anaiomo-patolo-gico possono essere ridolte alle seguenti : ematica, toracica ed addominale; la forma eresipelalosa accompagna o Tuna o I'altra delle dette forme fondamenlali.
Contagione. — Vienc ammessa dallo Spinola e dal Falke, c negala dai prof. Hering, Percival ed Ilerlwig ehe non rie-scirono a irasmellcrla coll'innesto. Lo sviluppo della malallia in una stalla in seguito aU'inlroduzione in quesla di un ca-vallo proveniente dall'eslero e cadulo il primo affelto, sembra convalidare la contagione. Nella forma di influenza svollasi negli slalloni provinciali del deposilo di Annecy nel 1800, il prof. F. Perosino vide cadere malati i gallinacei, ehe mo-rivano come colpili da fulmine, abitanli nel corlile a cui mclleva la scuderia dei cavalli malati: vi In Ira i morti di
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137 influenza qaalche caso con complicazione antracica? Fra i contagionisli debho annoverare anche I'egregio collega si-gnor Torrella di cui creilo utiie riferire la risposta fatta ail una mia interpellanza, onde la queslione della contagione venga agitala e risolla dai pratici ilaliani (I). Durala da 7-10-14 giorni.
(1) Mandn ([iiosla ri'pnsla olio diiiiancla faltami:
I covalli dillo Kcali Scaderic colpili dalla malaltia cosi delta iulluonzo pro-sentavano i siiiloini segurnti :
Pel primo c secomio giorno, inoppctenza, poUo frequente e vibrato nclla mai^sio'' partc, lempcraturj alquonto elcvata , rcspirazioue celerc , dillipollä di erneuere Purina, battiti del cuore impcrccllibili in alcuni e poco scusiliili in altrij stupiditä e indilTcrcnza a ([imnto succedevo altorno a loro.
Cura. — Solfiito ili soda grammi 50 j nilro grammi 10 ol giorno; frizioni per lullo il corpo lalle eon essenza di tremeutina cd alcuol a parti uguali da ripetcrsi due voile ol giorno.
Al terzo e quarto giorno, polso piü frequente, comparsa d'una leggiera tosse, I'alterazionc del (ianco ben pronunciata, la temperatnra incouinciara a divenir irregolarc (verso sera prcsentando i malati di tanlo in tanto un'orcc-chia ealda c I'altra freclda , un'cstremitä ealda e t'altra fredda , sinlorno ehe durava per parecchi giorni) diDicolta somma di cmettere I'urina, congiuntive eon una leggiera tinla di color zall'erano.
Tarlaro emetico grarami S e nilro grammi 10 net lieverone. Solfalo di elii-nina grammi 3, miete c polvere di liquirizia grammi (J per due boli da farsi premiere nclla giornata, Frizioni ripelule di senapa ai costati.
ü:il quarto fino al setlimo giorno gli Indicali sintomi piü Intcnsi. II polso (iliforme giungendo a lt;lai-e 100 e piü battiti al minuto e presentando dellc in-termillenze; i liattiti del cnore ben disliiili ed alquanto tumulluosi, scroscio frequente dei denti, la temperatura plt;'r lo pin liassa, le fcoclc giallastrc, im-possitiiiita a reggersi in picdi, barcollamcnto.
Solfato di cliinina grammi 10 al giorno, in bolo qualchc poco di canforu alia dose di U grammi, Fiizioni di senapa c scnapismi.
Sc aU'ottavo giorno gli indicali sintomi diminuivano d'intensitä, in allora si era slcuri ehe il eavallo ristabilivasi.
Invece se i sintomi pcrsistcvano o si facevano sempre piü gravi, in allora Tanimalc liniva per soceomlierc nel nono o dceimo giorno di malattia,
Le convinzioni cbc mi son lulte osservamlo attentamente per parecchi anni colcsla malattia, sono:
1deg; Clie i eavalli inglesi e loro dcrivali banno una disposizione particolaie ad esscrc spontancameote alfetti dall'influenza quando domina una disposizione morbosa capace di determinarla , o lo sviluppo avvenne costantemente allor-qaando venivano importali nuovi eavalli dall'Inghillcrra.
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Curd. — Sal nitro, crcmorlartaro , ralomelano, tartaro-emelico, fegato ili anlimonio, ossido d'anlimoiiio solforato, canfora, valeriana, assafelida, carbonalo d'ammoniaca, china, soifato di chinina ecc; veoncro amminislrati con snccesso ai tnalati. In molii casi la cura inlerna si cominciö col nilro, cremorlarlaro ed emelico c si conlinuo pui con la valeriana e con i sali di china; in allri casi venne cominciata con la valeriana o genziana e china, c piu (ardi si amminislrarono nilro, soll'alo di soda e tarlaro stibiato. Pratici distinli la-lora dovettero ricorrere a qualche salasso benche qucsto in generale sia sempre iicniicioso.
Alia cura inlerna coi mcz/.i indicali, devc segnire ad un tempo la cura eslerna colic frizioni eccilanti-irrilanti sulla cute, coi rivulsivi e coi clisteri; gli irritanli ed i rivulsivi sono assolutaraenle indispensabili per impedire 1c successioni, cd alcuni pratici alia loro unica a/.ionc dovellero i risultati piü favorevoli.
Mezzi preservativi. — Aria pura con temperalura convc-nienlc dei ricoveri, buon alimenlo, evitare le perfrigerazioni cutanee.
Sintomi deU'influenza. — Per lo piü assale improvvisamenle i cavalli, conic afferma il Falke (1), i quali cessano di man-glare, si allontanano dalla mangialoia, e si moslrano deboli per modo die lalii camminare vaciUano. I nialali presentano briviili i'ehbrili seguili da iiiaggiof elcvazione della tempera­lura culanea, polso quasi sempre moderalamenle accelerato,
2deg; Clio talc malatlia una volta sviluppata e cajiacc di propagarsi per con-tngione a tutti i cavalli come io lio poluto piü volt.; constatare.
öquot; Clio la roalattia dura da due ;gt; Ire scttimane, o la couvalescenza suole esscro assai Imii;;!, e ic ricadute nvvengono ben raramenlc,
Udeg; Che la maliiitiii noraquo; ha mai il caraltcre d'un'infiammaziono genuioa; consta deirclcmrnlo rcumntico e dul tifoideo piü o meno grave c pronunciato, Ni'l mrtoilo curative ('#9632; iln proscrivcrsi il salasso. II miglior metodo di cura ilovra piccipuamcnte fondarsi sui rubefacenti, cmclici, tonic! e sudoriicri, Turinu, -Jii niarzo 1871.
AfT.IIKl Cullc^ll TllllRLiTA.
(I) Medico Fetcr. 1863, p. 72.
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13!) lalor duro e leso, per lo piü molle, i iKilliti dol cuore son-sibili oil insensibili, il respiro curio affannoso; rapgravamenlo del capo |)ii('gt; accresrersi pur modo fra due ore ehe il nia-lato I'appoggia sulla mangialoia ?pingendo innanzi. Nelle mu-cosc osservasi il colore giallognolo, o rosso, le congiuntive vedonsi lutnefalle, gli occhi era socdhiusi, colic pupille dila-lalc, ora aperli con una specie Ji (blofubia; alia spina nelhi rcsrione lombale Irovasi sensibilitä aumenlata od inilessibililä c rigidila.
In allri casi ['inlluenza presenlasi coi fenomeni di vera febbre reamatica: i malali presentano le mucose inieltate, gli occhi socchiusi e lugTimosi, la testa pesante, cvitano ogni movinienlo od hanno i moti rigidi, le eslremilä rigide, lalor zoppicano: hanno la mncosa delta bocca rossa, asciulla c calda ed irregolare disiribuzioae del calorico snlla superficie del corpo. L'alterazione del moli respiralorii si fa piü mar-eala, divealano accelerali cd inline comparisce la tosse.
Altra volia il morbo comincia coi fenomeni di indige-slionc (1); i malali sono irrequieti, piegano le eslremilä, si appoggiano sulle ginocchia, si lasciano cadere snlla leltiera, quindi si guardano i fianchi e cercano di mellersi snl dorso: si rialzano, guardano dolenti i fianchi , provano brividi di freddo c Iremori: le eslremilä portale sollo il corpo vacil-lano: fanno vani sforzi pec erneuere le urine e le feccie: piü lardi i fianchi divenlano lesi, le mucose inieltate, ccc.
La temperatura inlerna aumenta. Sccondo Schmidt ed Adam puci la ternperalura inlerna ascendere a AU0 ed anclie 42deg; 5deg; C. L'abbassamenlo di un grado fu sempre un segno di miglio-ramento. Un aunienlo rapide fu sempre visto piü pcricoloso die un aunienlo lenlo. Bagge vide elevarsi la ternperalura nclla forma toracica, sino a 40-41-M,8deg;; e ciö malgrado avvenne la guarigione dci malali (Brusasco L. Discorso inau-gui'de \STil-7S, pag. 80).
(1) Desllvpslri. Mei. Feter., iSO-.' G. Dctnarchi, ibid,, 1803.
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Coi salassi si aggravano i preileili sintomi e soprattutto i moti respiratorii divenlano piü frequenli. Quando lafebbre si 6 accesa, |ier I'aumento tlella lernperatura e per I'a/.ione del principio reumatico o per la disposizione ilegii animnli si sta-biliscono presto le I'ormc della febbre tifoidea o dell'influenza. Nella forma loracica ai sintomi generali si associano accessi ili tosse, lalor sensibilila della gola, difficolta a respirare cd a deglutire; e rimarcbevole I'acceleramcnto del respire, la sua irregolarilä, la dilatazione spasmodica dellc ali del naso, 11 polso celcre e debole o lalor lo scolo nasale purulento gial-lognolo, i battiti tumulluosi del cuoro (Buillif). In altri casi la losse e slcntala, profonda o secca e pleuritica, il respire c agitato: i moli ilei fianchi precipitati : se vi ha pleurite, la respirazione si compic a stento , il fiance si solleva con tremolio.
Nella forma cpato-polmonare e singolare I'iniezione giallo songuigna delle mucose apparenti.
Nella forma addominale ehe si complica quasi sempre con la forma loracica, la bocca e calda, la lingua e ceperla da patina, odonsi borborigmi, i malali provano dolori colici cd offrono le feccie Jure, ncriccie, talor melli, cd i fianchi tesi, ccc.
Nella forma eresipelalosa sono rimarchevoli le luraefazioni edemalosc alle estremitä od in altre regioni c ad esse si as­sociano 1c cbiazze cchimotichc alia congiuntiva cd alia pi-luitaria c spesso ancora I'emaluria.
Tifo nei pesci.
Non solo i mammiferi e gli uccelli, ma ancbe i pesci sono colpiti dal tifo. Un'epizoozia di life nel '1807, condusse a morto molte migliaia di pesci (perca /luvialilis) nel bigo di Leman c nella riviera di Onales.
I cadavcri presenlavano la dissoluzionc del sangue con al-lerazione dci globuli sanguigni, un grande rammollimento dei mnscoli, microzoidi e balterii nel sangue, nello siero, nei muscoli c nel conlcnnlo intcslinalc.
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L'inoculazione del sangue ai mammiferi non diedc effetlo: 1c carni venncro maagiate impunemente daH'uomo.
1 si^nori Forel e Duplessy (1) die descrissero la malaltia assicurano aver osservato, nel corso di essa: 1deg; un periodo d'invasione; 2deg; di slato; 3U di lerminazione o tli agonia.
1 pesci malaii erano pigri, raalgrado clic il corpo c 1c branchie prefontas?ero il colorc normale, si lasciavano pren-deie, erano in istato di grande adinamia o di coma con diarrea biliosa, si volgevano sul nance ed erano Irascinali dalla corrente.
Endometrite septica. — Febbre puerperale.
Yenne indicato a pagina 43, ehe 1c morfe elementari di microfiti nolle ferite, nelle piaghe e nolle ulceri di qualsi-voglia natura, come nci liquidi versali negli oigani cavi o nci canal! deH'organismo, dcslano putrefazione; lanto clic lo piaglic si lanno di callivo aspello, il pus diventa icuroso c fetido ecc, e gravi pericoli insorgono per I'organismo inliero.
Anche nell'ulero si accende putrefazione:
iquot; Nclla non espulsione dclle secondine; le quali pereiö si pulrefanno poco a pocc e solle forma di 1'eliilo liquame vengono espulse. La pulrefazione delle secondine avviene piü prcslo nclla stale ehe nell'invcrno. La parle delle secondine pendenle dalla natura, nella stale dopo qnalche era divenla livida, perche i capillari si fanno lulti ben apparenti o come inieltali, c specialmente quelli dci villi componenli i colile-doni; i quali pereiö essendo picni di sangue, assumono il co­lorc nerastro, le lore cellule cpileliali si dislaccano, diven-tano granulöse e si risolvono in delrilo granuläre. Venlidue ore dopo il parlo, le secondine pendenli dalla natura pre-scntano i coliledoni ridolli a polliglia neraslra, in cui si isolano bene i villi con i capillari pieni di sangue, c col microscopic si seorge un'iromensa quantitä di micrococchi,
(I) Ikcucil, ccc. 1809, p. \!i0.
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lt;li l);itlciii dl specie e di forma diversa; il fetore e discre-lamcnlc grande. In un caso, in cui il professore Vaciielia eslrasse ie secondine ad una vacca 22 ore dopo il parto, vidi, chc, ncl menlre la pulrefazione era yiä inollrata nella parle di placenta pendenle dalla vulva, in quella conlenuta neU'ulero era appena cominciala, non esislendovi nei liquido sanguinolenlo ulcrino die (lualche balterio, migliaia di mi-crococchi e delriio granelloso. Nel lerzo c quarto giorno la pulrefazione e gia hen avviala anche nella jiarle di placenla eompresa nell'utero, c neU'ottavo o decimo giorno e ridotla a polliglia, come barbabielola colta, nuotanle in liquido puz-zolenle.
2deg; Nella morlc del feto cniro 1'utero, quando iima?e pervia la bocca dell'ulero, avvenne o non la lacerazione degli invoglii felali e pcnelrö aria. Le parli molli del feto si pu-Irefanno a poco a poco e vengono eliminate, reslando ncl-1'utero gli ossi pulili c tersi.
3deg; Dopo il parlo anche felicc nei liqnidi e nolle parli-cellc solide rimaste neU'ulero, quando l'uturo e cadulo in inerzia o cagioni generali hanno agile od agiscono sull'orga-nisnio, come ad esempio la deficiente ed allerata alimenla-zione, la respirazione di un'aria mefitica o poco ossigenala, la disposizione a rnorbo tifioo, la perfrigerazione cutanea, o qualche accidenlale e locale slato morboso.
4.'gt; Nel corso della inelrite e dell'endometi'ite traumatica, reumalica o da eteroplasia. Le Hogosi uterine allora pren-dono il nome di sejiliche, pier cagione dclla pulrefazione del prodolto delle Qogosi cioo dell'essudato, delle cellule bianche, del connellivo dclla mucosa, ['laiigrenn). L'endometrite laquo; la melriic seplica in qualunque modo uascano, recano la sepli-cocmia o la tussicoemia.
NeU'endoinelrile scptica da causa generale trovasi nella vacca, alia sezione cadaverica, ora I'ulero mediocremente di-lalato, conlencnle poca sanie di color nerastro , e di odore Jetido culla sua mucosa di color nerastro , c coi cotiledoni uterini rammolliti e pure di colore nerastro; un color rosso bruno vedesi pure alia mucosa vaginale per ipcremia dei ca-
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pillari; ora invece trovasi 1'utcrn dilatato, colla mucosa lu-mida tli colore grigiaslro, sparsa da cenlri iperemici c da un liquido pure nerastro e felido.
L'csame microscopico dimoslra la sanie od il liquiilo I'e-tcntc ronlencre: 1deg; Cellule bianche piene di goccie e granuli splendenli: 2deg; Una quanlilä imniensa di micrococclii, di cni molli si allungano in bacterii {tav. II, fig. 40, letl. C), di micotrici falle da cellule minime o piu grand! disposte in seiie (lett. A.) di forma ovale o londeggiante: 3deg; Una grande quanlilä di filamenli leptotrici (B) con Iraccie tli granulazioni e numerosi bacterii, fra cui il bacterio cunealo (D).
Inollro la mucosa ulerina ed i cotiledoni sono infillrati da cellule bianche, Ic glandule ulcrine sono pure piene di delte cellule bianche, ed i vasi mollo dilatali.
11 sangue e di color rosso bruno incomplelamenle coagu­late, il fcgato iperernico con cenlri di colore piu oscuro, c per lo piii rammollilo; oil ai polmoni vedesi iperemia circo-scrilla od estesa.
Nolle cngne si rinvengono pure nell'iilero eguali allcra-zioni, ciiiC felido liquame, mucosa nernstia, rammollita e qualche volta ulcerala; il sangue c dol pari incoagulalo e cristallizza all'esame microscopico.
NeU'enflomelrile seplica conseculiva a (logosi iraumatica inconlrasi I'ulero ordinariamonlc jiiii clilatato con liquido pu-triilo e felido: vedesi la mucosa piü tumida con cenlri estesi iperemici e gangrenosi; il sotlomucoso ö di colore scuro come puie talvolla le lonachc muscolari; lo parcli uterine si lacerano con facilila. La mucosa vaginale c tumida e li-vida; si irova alcune voile metroperilonite, iperemia ai pol­moni, rammollimenlo del fegalo, lumefazione delia milza, asccssi melaslalici c sangue sciollo. Venne eziandio qualche volta osservala trombosi delle vene ulcrine (Bruckmüller e Roll).
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Febbre puerperale.
Che cosa e la fobbrc puerperale?
Per rispondere a questa dimanda, c d'uopo innanzi lutlo ricercare brevemente il concetto die si fecero dclla febbre puerperale gli autori ehe nu trattarono. Cosi la febbre puer­perale fu delta:
1deg; Congestione cerebrale od apoplessia cerebralc (Deve-leeshouwer, Festal (1), Deneubourg (2), Droper (3)).
quot;i0 Congeslione al midollo spinale o deH'intiero sislema nervoso (Nocquet) (4).
3deg; Indigestione acula od oslruzione del cenlopelle (Mi­chels (5), Coenraels (0), Weher (7)).
h0 Melroperilonite (Lessona Giuseppe e Caltaneo (8)).
5deg; Una forma di febbre irritaliva inflammatoria (Lessona Carlo , opera citala) o di febbre tifoidea versatile o slupida (Spinola (9), Schult (10)).
0deg; Paraplegia, paralisi cerebrale o paralisi gencralc del gran simpotico (Kohn (11), Fischer (12) Caster-harms (13)).
7deg; Leucocitomia (C. Alleraani (14)).
8deg; Collasso del parlo (Favre) o forma raorbosa dovula
(I) Rectteii, ecc, p. 428. 18't9.
Lessona C:i!lo. Ddla fehl,re, ccc. 1852, p. )8(i. (i) lie]gt;irtoriiim dn Thierheilkunde, Ilcring. JSji. p. 63. (ö)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; p. 246, Ks'i8.
('i) Hering. Jahresbericht, ccc. 1837). (3) Lessona Carlo, Opera citata. ((gt;) Repertorium, ccc. IS^'J, p. 107. (7) Jahresbericht, occ. ISiJG.
(y) Manuale di Ostctricia-idcrinaria, 18'ij. — Giornote dclhi Sociclii iVtuio-nale di med, veter, 1857. (0) Handbuch. (10) Jahresbericht ccc. ISjß. (H) llrid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1855.
(12) /{fjirrt. ccc. 18'id, p. 2'-i8. (*5} /,ehrbncli der Thier, GtlbursthutCc. 1867, ()#9632;'() Medico velerinario, I8()8.
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;il passnggio rapido dallo stato di gravidanza a quello chc segue il parto (Rainard (1)).
9deg; Infcziono putrida (Pave?c (i2)). Septicoernia (Stockflelh, Osvaldo Elelti (8)).
Per veiilä nelle sezioni cadaveriche venncro trovate le­sion! diverse. L'ipcrcmiu cerebrale cd al midullo spinale (re-gione lornbarc) fu osservala costantcmente da Nocquel e da Coenraels; riperemia degli invoglii cerebral! i'u veduta da Bragard dc Grenoble (#9632;'(•), da Stohrer (5), e Saake (6), in-sieme ad altre lesieni; riperemia dei vasi dolla pia madre vonnc incontrala da Feslal e Deneubomg, quella del plesso coruideo e del midollo spinale Tu vedula da Baumeister.
Feslal osservö eziandio versamento di sangue sotto i'arac-noidea c coaguli sanguigni in maggiore o minor numero sul cervello e sul cervellello.
Inoltrc furono osservati: I0 la flogosi degli invoglii cerebral! e spinal! con essudalo sieroso rossiccio (Deneubounr), inem-branoso giallo (Garrau (7)); 2deg; la flogosi della pia madre del cervellello (Saake); o0 il versaraenlo purulento tra Taracnoidca spinale o cerebrale (Stohrer), I'essudalo sieroso sanguinolento fra le membrane del midullo spinale (Baumcislcr, Felizet), e ressudato grigiastro sul lobe desire del cervellello.
L'essudaio sieroso nei venlricol! cerebral! (Lecoulurrier (8)), venne Irovato lorbidiccio ed in poca quanlilä da Sänke.
Inoltre vennero osservati il rammollimcnlo della soslanza cerebrale taivolla sino a forma pollacca (Stohrer), il ram-mollimento della soslanza del cervelletto all'eminenza vcrmi-
(lt;) Traitr coviplet dc la purlxuition, ecc. ISäO.
(2) Giornale di veterinaria. Anno in, 1854, pag. 254.
(5) F^ochenschrift Adams ccc. 1871, p. UO-Z.
Giornale della Societä Nazionalt ccc. 1872, p. 5ö5. ('i) Rainsrd ccc. Loco citato. (ö) Reperforiutn, Hering. 18i5, [gt;. 291, (U) Magazin ccc. 18C.'i.
(7)nbsp; nbsp;liccueil, ecc.
(8)nbsp; /iiy., Hering, p. 2o'i, iS'-ii.
Hivoiiunbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; lo
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forme (Saake), cd il ramraolliracnlo tlel midollo spinale (ßau-
meisler)-
Saake trovö e/iandio, in im caso, un vaso occluso da coa-milo anlico (trombo) sulla convessilä deU'emisfero cerebrale sinislro ed uno stravaso sopra la meiä sinislra del midollü dlilungato; in un allro caso irovo punli emorragici nella so-stanza cerebrale.
Non rinvennero lesioni ai cenlri nervosi Fischer, Kniebuscb in Oi'peln, Kohne ccc.
11 veterinario Weher rilenne, come lesione principale nella febbre pucrperale, l'oslruzione del millefüglio, il qualc organo egli vide duro, pieno di alimento essiccalo e colla mueosa di colorc rosso; anrhe Slöhrer c Dcneubourg uni-lamcnte a lesioni cerebral! ed ulerine, osservarono l'oslru-zione del millefoglio.
Alcuni osservalori furono colpili dalle lesioni al periloneo; il (juale organo irovarono rosso, inicllalo, sparso dl echi-mosi e talvolla di essudalo alia superficie con versaraenlo sieroso nella cavitä addominale; inoltre videro lutti i les-suli, circondanti l'ulcro, di colore oscuro, le pareli ule­rine rnolio spesse e facili a lacerarsi (Lcssona Giuseppe (1), Cattanco, Dcneubourg) c la mueosa di color rosso brnno coperla da specie di poltiglia. Kniebusch nella sua forma (logislica della febbre pucrperale inconlro il periloneo in-fiammalo con essudalo purulento ed alcuni coaguli nella ca­vitä addominale; E. Hering trovö cbiazze gangrenose sull'in-testino, neH'inlestino e sul mesenlerio c flogosi talvolla dei visceri del lorace.
In quanto all'utero Nocquel, Rroqman, Lecouturrier, kohne, Weber, Schult, Fischer ecc, non trovarono in esso allcra-zione morbosa. Ragerson assicurö sollanto ehe le lesioni principali nella febbre pucrperale esislano all'utero, da cui per metastasi si generano le altre lesioni negli altri organi. Sanson trovö l'ulero pallido; Stöhrer al contrario lo vide di-
;i) Ciurnale della Sucicta üauunalt, ccc. IbtiO.
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147 scretamenlc dilatalo, colle pareli spcsse, infiammale, con molli cotiledoni gangrenati e pieno di grande quantitä di siciü sanguinolento. 11 Kniebusch ns?erv6 pure la llogosi uterina. Deneubourg ehe incontrö yravi lesioni nei centri nervosi e ncgli organi addominali, ora incontrö l'utero pal-lido, altre volle nolö in esso la metrile o rendomelrite sop-liche (supeiiicic esterna dcH'ulerü di color ros.-o scuro, la mucosa pure di color rosso nero coperla da liquido viscliioso, felido in alto grade, le pareli uterine spcsse c facilmente lacerabili e gas felidi nclla cavilä uterina). II vcter. Cauvet non fa menzione ehe di suggellazioni cii cchirnosi sul peri-toneo, sull'utero e suirintcslino. II Felizet [larla sollanto di iperemia alia mucosa dell'apparato genilale c di lumefazione dclla mucosa uterina c vaginale. 11 veterinario Pavcse nolo coslante il lividorc della mucosa vaginale. SlockOeth rac-conta aver trovato Tutero dilatato, ed in un caso colle sue vene piene di coaguli neri, contenente un liquido analoge a cioccolatte; nd cadavere si notava pure epatizzamenlo esleso del igt;olnione ilestro con Ironibi ne' rauii dell'arleria polmo-nale. Riticne die i gravi sintomi nervosi della febbre puer-perale derivano da un veleno penetrate ncl sangue e forma-tosi neU'utero dal delrilo delle parti dei tessuti, dai liquidi c dai jms fctidi.
Inbsp; focolai o centri purulenli di cui parlano alcuni autori, mi sembra die sieno ritcnuli a lorto per trorabi rammollili nolle vene uterine.
IInbsp; nbsp;professorc Leisering osservö in un caso anchc il catarro acuto inteslinale c !c traccie di endocardile.
Nella cagna ho osservato le lesioni dclla metrite seplica, talvolla ulcere alia mucosa c centri iperemici ai polmoni ed al fegato.
Nella forma cronica della febbre puerperalc, il veterinario Bosseflo trovö rutero raggrinzalo in modo straordinario, pal-lido aU'eslerno, con il colic rislrello ed il muso di tinea chiuso ; la mucosa era di color rosso sbiadilo, coperla da piccolissime cscrescenzc carnosc ehe non sembravano piü ai veri cotiledoni, di cui c dotalo rutero delle bovine: crano
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circondale delle escrescenze ila umor denso di color rosso Lruno, ma poco fetenle; una certa quanlitä di quesla raa-leria era pure contenuta libera nella caviia del corpo del-I'utero come in quelle delle coma; il tessulo della mucosa irovavasi di color rosso cupo; le membrane dell'ulero pare-vano piü sodc e resistenti.
In una vaccina sezionala col siynor Malvaldi Irovai i'ulero quasi del volume normale: la sua mucosa, di color idallo gri-giastro, era coperta da pieeoli cnliledoni mammillari dello slesso colore; lanto la mucosa quanlo le lonache dell'utero si laceravano colla massima facilila.
Alia faccia inferiore del cervello, della suddetla vacca, si notavano i vasi piii dilalati e la pia madre di colore bruna-slro ai peduncoli del cervello, al punle di varoglio, al liulbo rachideo, ai lali di esso, fino sullc eminenze quadrigemine. Nei ventricoli laterali del cervello vi era un po' di siero san-guinolento, il plcsso coroideo era spesso ed iperemico, come pure tale era il plesso coroideo alia base del eervelletlo. La consistenza del cervello e del cervellello pareva inaggiure dell'ordinario.
In una canina Irovai numerose cisli da rilenzione nella mucosa uterina della grandezza di un pisello.
In una seconda canina col pi la dal morbo in seguilo al-Taljorlo , Irovai il corpo dell'ulero rislrelto colla mucosa pallida, il collo e la bocca di detto utero completaraente ehiusi; in ambedue le coma vi esisleva la placenta tnaterna, analoga a due colilcdoni della vacca, della grandezza di una monela da cinque cenlesimi infillrala da cellule bianche e da detrilo granelloso.
Riassunle breveraente le lesioni patologiclie riscontrate nella febbre puerperale, cerchiamone ora il mudo di sviluppo.
La febbre o morbo puerperale puö raanifeslarsi duranle il parlo (1), iramediatamenle o parecchi giorni dopo di esso. E interessante l'osservazione del veterinario Haycock (2), il
(4) Medico veter., Ib60 p. 84. (2) Reperl. ^üoi, |). 161.
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14!) quäle in SU casi di febbre puerperale nrlla vacca, nc osscrvö cinque appena do|io il parlo, olto venti ore dopo il parto, cinque ventilre ore dopo il parlo eil nno seltantadue cro do|raquo;o il parto. 11 morbo consegue lanlo ai parli fainli ehe difTicili; colpisce le femtnine lanlo in bunn ehe callivo stale di nutrizione; sono piü predisposle le feramine ehe hanno figlialo parecchie volle; e piü freqnente nella slate ehe nel-rinverno. II veterinario Giuseppe Barbieri vide ia malallia puerperale surcedere all'estrazione delle seeondine.
Secomlo Stöhrer, e piü frequenle nolle bovine, piü rara nelle {raquo;ecore c nolle eagne, ancor piü rara nel maiale e nelle cavalle. Nelle eagne rai pare sia piultosto frequente la forma cronica.
Ora considerando lo stato dell'utero e la qualita dal suo contenulo appena dopo il parlo, e eo?a sicura, ehe ancora rmn esiste putrefazione nei re?idui polidi o liquid! ehe puö contenere. Anche nei casi piü favorevoli, come ad esempio, nell'inerzia ulerina per eccessiva dilalazione patila dall'utero, nella disposizione ai tifo, la putrefazione non puö essere co-minciaia ehe almeno 12 o 20 ore dopo il parlo. E un fallo |ini ehe la putrefazione del conlcnulo uterino puö aver luogo senza ehe si sviluppi la febbre puerperale, come e pure un fallo ehe aH'estrazione delle secondine puö succedere imme-diatosviluppo del morbo puerperale. Diremo adunque: 1deg; Clie nel parlo od appena dopo di esse, o dopo le 12-24 ore, la febbre puerperale insorge per penelrazionc nel eireolo san-guigno di cellule epiteliali (provenienti dalle glandule ulerinc e dai villi fetali), di delrito granuloso, di goeeie di pigmenlo, di cellule di pigmenlo, e forse lalvolla anche di pezzelti di coagulo sanguigno. 2quot; Chc alenni giorni dopo il parlo quando e giä cominciala la putrefazione puö dipendere medesima-menle dalla penetrazione nel sangue dei eilati clemenli so-l'nli insieme a maggior quanlilä di dolrito di micrococcbi o di soslanza tossica, prodolto della putrefazione, come si verifica ndla endoraelrite seplica o quando questa c una successione o complieazione della meliite od endomelrile traumatica.
La rnatcria perlanto chc pcnelra nel sangue od c grosso-
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lana c fina scnza lossico, oppure conliene lossico prodollo
della putrefazione, micrococchi e bacieiii.
I fenoraeni della febbre puerperale, I'andamento, il corse, 1'esilo sono tlipcndenli dalla quanlita, forma e qualilä della materia penetrala ncl sangue c dal punlo dci cenlri nervosi in cui e giunta. L'invasione subilanea, il rapido succeilcrsi de' sconcerli dei cenlri nervosi, I'esito pronto o nella morlc o neila guarigione il dimoslrano chiaramente.
Kniebusch nel 1IS4-8 distinse una forma nervosa di febbre puerperale nel parlo facile, cd una forma nervosa Ilogislica nel parlo difficile. Jlolti allri palologi, Ira cui Hering, am-misero una forma nervosa ed una (logislica (melro-perito-nite) della febbre puerperale. Ma siccome i fenomeni Qogi-stici possono esislere ancbe nella forma nervosa, cosi a mio awiso 6 d'uopo dislinguere la malatlia in acuta ed in cro-nica , contemplando nell'uno e nell'allro cagt;o le forme con cui si manifesla. L'importanza di una talc distinzione ri-sulta dalla considcrazione delle ammesse funli di ciö ehe I'u detto dai vetcrinarii febbre puerperale, per cagione delle quali questa puo correre anclie senza fenomeni febbiili. Per-lanto esaminiamo le forme della febbre puerperale acute o croniclie prodotte dalla penetrazione nel sangue di materia grossolana o discrelameme fina (embolia) con o senza ele-mento tossico (seplicoemia).
A. Forma apopletica e di congeslione cerebrate e spinale.
Bliggenstorfer, racconta Hering, vide una vacca dopo il parlo e dopo 12 ore di malaltia morire improvvisamente. Hermann osscrvo eziandio un caso analogo. Borner nel 1850 (I) rac­conta ehe una vacca, venliquattro laquo;ire dopo il parto, cadde e perdctle quasi del tutlo la sensibililä; col mezzo del salasso, di bagni diacciali al capo, di frizioni di olio di terebentina al dorso, di clisteri diaccii con emetico in soluzione, e poi colla amministrazione di canfora c di etere aH'inlcrno riusci di nuovo a ristabilire in salute, enlro ire giorni, i'animale.
(1) Jahrtthtrichl, Ilcring. 1856, p. 'i'i.
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Anclic Gregory (1) o.blie a vedere una vacca rolfiila dalla malatlia alenni giorni dopo il parlo; la malala giaceva a terra colla lesia rivolta aH'indielro, col respiro ranloloso, oA polso celere, irregolare, e colle estremitä fredde; presentava inohre amaurosi, la paralisi della mascella posteriore c dci muscoii della deglulizione e l'insensibililä in varie rogioni del corpo. Mori in breve fpazio di tempo.
Draper (2) racconta die una vacca, rimasia in salute per tre giorni dopo il parlo, divenne ad un tratto inquieta con diminuzione deH'appetilo e della sccrezione del lalte; aveva il respire celere, gli occhi spaventali, sporgenti I'uori clel-I'orbita, le pupille dilalale, le congiuniive iniettate, lo pul-sazioni 120, la testa calda, cable ed asciutle pure 1c narici, la bocca, le eslrcmiu'i c la cute; stava immobile, rifiulava I'alimenio od aveva le mammelle lurnide. Condolla nel cor-lilc c poscia di nuovo nclla slalla cadde senza jiolersi piii sollevare. Coi salassi, bagni diaccii al capo, coiraloo ed olio di crotonliglio per purgante e poscia coi sedalivi occ., guari.
II Festal (3) ed allri ebbero quasi sempre ad osservare nolle vaccine malalc gli occbi trisli , lagrimosi , sporgenti (Slöhrer), infuocali (Uowald), la congiunliva inieltata, la su-perflcie del corpo fredda, il polso rislrelto, duro, celere, il vacillamenlo della parte posteriore del corpo; piii tardi, gli occhi niolto aperti, lo sguardo incerto, ilisattcnzione, abbas-samento della testa di quando in quando sullo slraine; [)0scia caduta subitanea, dibattersi colic estretnilä posteriori, Tagi-laie la testa in diversi sensi, il sollevarla sovente e lasciarla ricadcre al suolo; piii ordinarianiente il lencre la medesima inclinala sopra la spalla, la vista eslinta, la pupilla dilatata, il polso celere inlermillente, il respiro pure celere ed in-termittente; inline paraplagia di molo c di senso ehe si pro-pagava alle altre parti, lingua pendente ccc. ecc.; e morlc dono 24 o 30 ore daU'invasione.
(1)nbsp; nbsp;Heuert., p. 'i.'iö, IS'iii.
(2)nbsp; nbsp;Rcpert., p. -i'i7, 1848.
(3)nbsp; nbsp;Lessono Carto, Op. ciUita.
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Ib2
B) Forma adinamica o di colasso dclle forte, delta pure lifosi, febbre nervosa, ccc.
Quesla forma e stala ben descritla da Schacht, Allemani, G. Grassi, Osvaldo Elulli, ccc. Ora comincia cun inlcnsi Ire-raori general! die durano talvolla da l/i a due ore , e du-rante i quali 1c nialate sono inquiele, muovono le eslremili posteriori or dall'urio or dall'altro lato, vacillano, finche poi cadono a terra e non cercano di alzarsi, se non sono cccilale: ora invece comincia con paralisi di un arto , paraplegia, e talvolta anche con eraiplegia: sdraiale rivolgono il capo verso il fianco poggiandolo sul costato, o lo lengono disteso sullo strame. I battiti delle arlerie sono lenli, piccoli, deboli o fre-quenli cd irregolari: le mucose appariscono pallidc o legger-menle inicttaic ovvero lividaslre, principalmenle quelle della vagina e della vulva chc scmo pure floscie, gli occlii slupidi, le pupillc dilatale , le palpebre semichiuse cd havvi spesso amaurosi: la Lucca talora e fredda o jioco calda, la sua mu-cosa coperla da liquide clie cola chiaro e dense: le oreccliie sono fredde e pendenli: vi ha slridore dc' denti: la respira-zione si fa lenla o irnliarazzala, lalor stertorosa, inlercisa, gemebonda: (|ualclic volla si presenla la losse: il rctto iro-vasi ingornbro di feccic dure e secche: la secrezione lallea e diminuila ovvero ecccdenle: la circolazione nelle varie parli del corpo e poco alliva: poscia si nola paralisi di sense e di moto, sopore proCondo, grande proslrazione dclle forze, llac-cidilä dci muscoli e della cute, cd alle membra si puo dare qualunque posizione: la temperalura va sempre diminuendo; perö alcunc voile venncro osservati sudori parziali preceduli da calore urente al collo cd alle orecchie: progredisce la pa­ralisi di senso e di rnolo, cd il malalo muore in 24- o 48 ore dall'invasione della malattia. E d'uopo avverlire die i malaii talvolla lianno dobui addominali c meteorismo ehe nell'in-vasione della malatlia possono lasciar credere ad indigeslione acula. Inollre raollc volte ai sintomi riferiti si associano con-trazioni cloniciie ai muscoli del cullo , ddle labbra, deli'oc-chio, delle estremitä ecc.
Cum. — Le piii diverse medicazioni vennero impiegale c
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luüe lalvolla con qualche successo. Avendo l'occhio alle forme da noi dislinlc di febbre puerperalc cd alia condizionc ma-terialc ehe le produce, si comprende facilmentc corne in molli casi giovassero il salasso, i purganli cd in allri i to­nic! cd i sedalivi ed infinc in allri casi ogni sorla di me-dicamenlo dovesse lornare inulile.
Se perlanlo la malallia avviene subito dope il parlo cd anche qualche tempo dopo, ma non vi esisle endomelrilc septica ed il polso si conserva duro; aliora si polrä porgere internamente in prineipio qualche purgantc come aloes, olio di crotontiglio, solfalo di soda, ende sgombrare il canale alimentare ed operarc una salutare derivazionc, non Irascu-rando ncllo stesso tempo i clisteri , le frizioni eccilanti ed initanti aH'integumento cutanco, il mugnere le mammelle se e necessario, etc., ricorrendo poscia alia valeriana, all'as-safelida, alia icrebentina, ecc.
Se invece vi ha pulrefazione del conlenuto deH'ulero, al­iora si ricorrera alle iniezioni aromatiche o tenenti in solu-zionc i solfiti del Polli nell'ulero, ai clisteri oleosi o lassalivi nel reito, alle coperlure cd alle frizioni eccilanti e slimo-lanti alia regionc dorso lombare; airinterno si polrä ammi-nislrare l'uno o l'allro degli indieali medicamenti (cioe can-fora, assafelida, deeozione di corleccia di china associala alia segala cornuta, solfiti de! Polli, essenza di lerebentina, estratio di bella donna, Nino generöse colla teriaca, ecc). C. Forma convulsiva acula e di mania.
Howal (1) nel 184U euro una vacca die aveva parlorilo da 4 giorni e ehe presenlava i seguenii sintomi: inquieludine, occhi infuocali , lemperalura aumentata, rausello asciutto, polso (60) pieno, duro, respirazione frequenle, feccie nere, piecole, asciutle, e leggiere convulsioni ai muscoli del Ireno posleriore; poco a poco crehbe il numero delie respira/.ioni e delle pulsazioni, gli occlii si fecero lorbidi e le convulsioni toccarono un grado clevalo al treno posleriore; sopraggiunse
(1) Hepert. 184 0.
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poscia la paraplegia; la vacca giaceva dislesa sullo slramc, aveva i ballili del cnorc lorli cd irregolari, non poteva tenci-la testa sollevata, ecc. Con il salasso c coi sali purgalivi es-sendo divcnuto il poiso molle , ecc, I'A. ricorse alia vale-riana, al calamo, alia canfora, alle frizioni irritanti cd oltennc la guarigione.
11 Landcl (1) racconta ehe una vacca, la rpialc aveva fi-gliato da 8 giorni, nclla nolle ruppe la fune c si trasferi in un angolo della stalla, spingeva colla lesla contn) il rnuro, aveva bava alia bocca e scroscio de' denti; trascorsa rnezz'ora c divenuta piü calma ?i condnsse alia posta ma insensala e senza udilo; aveva gli ocelli furiosi, la bocca calda e bavosa, il polso frequenle, i ballili ilel cuore poco sensibili, gli cscre-menti molii, le mammcllc calde , piene di lalle; in breve spazio di tempo lo state di eccilamenlo si mulö in una vera catalessia, in cui la vacca era senza conoscenza ed in istato di rigiditä. Gli attacchi convulsivi si ripclerono per alcuni giorni, nci (jnali faccva anche movimenti colla lingua.
Fu curata in principio col salasso, coi bagni diaccii al capo coiramministrazione del tartaro stibiato e nitro, colle frizioni di olio di trementina, e piü tardi coll'infuso di valcriana, di fiori di arnica c coll'ctere solforico, D. Fonnn convulsiva subacida e lenla.
Bossetto (2) vide quesla forma manifestarsi verso il 15-21-17-0i9 giorno dal parto. Le vacche in principio prcscnlano poco appetite, emeltono le urine con dillicoitä restando qual-cbe lernpo accoscialc. Dopo 5-6 giorni presenlano lenlezza nei movimenti, tengono la tesla bassa ed a lunghi inlervalli sono assalite da spasmo generale; spingono col pello conlro la greppia, hanno gli ocrhi scinlillanti, le pupille dilatate, il collo piegato da un lalo e cosi rigide ehe a ibrza d'uomo difficilmente puö farsi ripiegarc, raggrinzano le narici ed il labbro superiore, crollano il capo, slanno colle cslremiiä ri-
(1) Rejiert. iS?i9, p. 251.
(i) Ciornu(lt; di Mid, lilcr. Torino 1837, ]gt;. 'ijö.
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gide eil allonlanate, sono insensibili alia voce oil alia sferza, fanno moti colle labbra conic per succliiar I'aria, minacciano di cadere, ma ili rado cailono.
Ne'jraquo;rimi. access! le conlrazioni sono di hrevc durata, ma poscia durano tlalli 8-10 minuli. I)opo 1'allacco , tornano a muovcrsi come prima, cercano l'alimenlo e ruminano.
Hipetendosi gli accessi cresce la proslrazione, gli occhi si fanno stupidi, le urine e le feecie scarse , flnche in un at-tacco convulsivo slramazzano sullo strame e muoiono.
La cura consiste, secondo il Bossello, in principio di ma-laltia neiramtninistrazione deH'infusione di fiori ili camo-milla (7 decagr. in 2 litri d'acqua da ripelersi 4 o 5 volte in 24 ore), dell'acqua liepida falta bianca colia farina di se-gala o di grano ; nellc iniezioni nclla vagina con infusionc tic[iiila di fiori di sarabuco e di camorailla; nelie slrofina-zioni, coperlure o fomeniazioni vaporose di decozione di malva sotio il venire ; quindi nello amminislrare zafferano (crocus salivus) in infusionc neH'acqua calda (2 decagr. con 0 decagr. di (iori di camorailla), e se le spasmodicbe conlra­zioni si rinnovellano, anche un bolo fallo da 8 gr. di canfora con 2 d'oppio polverizzalo e di leriaca diatesseron ed il tuiio ammiaislralo in un lilru di infuso di camorailla, da ripelersi matlina e sera ad ogni giorno. Alle predelte sostanze associo I'A. pure l'assafelida cd in casi gravi ricorse alle bagnature su tullo il corpo con infusionc liepida aromalica. Osservö I'A. ehe oltenula I'evacuazione dalla vulva delle malerie saniose, ebbe luogo sempre un n.otovolc miglioraraento.
Col chiarissimo sig. Malvaldi visilai una bovina die aveva da 52 giorni dato alia luce un vilello raolto sviluppato e die , altaccata colla compagna al carro per andare in cilia a prenderc concimc, tornata a casa dalla gita, nel levarle il giogo, si moslrö assalita da mania furiosa, spingeva con vio-lenza innanzi e riuscita a svincolarsi dalle robuste mani del conladino corse per la campagna; agguantata e condolla alia slaila e ben assicurala, nella nolle ruppe la fune; assicurala bene alia sua posta, presenlavasi sensibile assai ed agilata da convulsioni clonichc ai muscoli degli arli, del tronco, della
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testa e degli occhi, per cui questi erano fissi, sprofondati, con pnpilla dilalala ed in uno stalo di particolare contra-zione; nogli attacchi convulsivi leneva le estremitä un po'di­varicate ed appoggiavasi alia rnanpiatoia. Gli attncchi di con-vulsioni cloniche o di corea erano violenli se era visitata da persone estranee e trovavasi in piedi. Se era coricata le con-vulsioni si facevano piü leggiere; aveva discrete appelilo e ru-minava: non presenlava alterazione all'apparato respiratorio e circolatorio, la pelle era aderenle. Sette cd olto giorni dope l'invasione, presentö i segni di paraplegia. Solloposla a cura conveniente, migliorö di rnollo , ma le convulsioni clnniclie rrnn cessarono del lutto. Avendo il proprielario slubiliio di impinguarla, fu abbandooata ogni cura dal collega Malvaldi: ma un mesa circa piii lardi, le convulsioni si fecero piü ga-gliarde, alle labbra, alle nnrici , agli occbi , alia faccin, al tronco cd al treno postcriore; non si potendo piü tenere in piedi, venne macellala. Lc lesioni ritrovate, vennero gii sopra riferile (pag. 148).
Sembra polersi lilencre die in qucsto caso la malaltia si sviluppasse lin dai primi giorni del puerperio e corresse con fenomeni cosi leggieri da non essere avvertiti dal proprie­lario.
Neile cagne (mania puerperale) i sinlomi, ehe spesso ap-pariscono dopo alcuni giorni dal pavto sono assai variabili. Alcune malate si presentano tri,-li, poco sensibili, coH'occbio stupide ; slanno sposso nolle cuccie , o rimangono inquiele, banno poro appetite e slanno apaliche : altre sono assalile da convulsioni epileltiformi, cadono a terra, gli occbi ruo-lono nell'orbita, e poi divenlano in stalo di rigiditä : dopo gli attacchi epileltiformi non vogliono piü vedere i novelli, fuggono da casa, ccc. In allri casi le malate presentano solo anoressia con lendenza a mordere gli altri cani; ovvero con­vulsioni cloniche alle estremita antcriori o rigidezza delle posteriori; vacillamcnlo del treno postcriore ed infine para­plegia, ecc.
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Aborto epizootico nelle bovine.
Abbiamo visto quali sieno gli elemcnti vegelali ehe si Iro-vano nel liquido putrido dell'ulero e nclla jilacenla fetale in istalo di putrefazione. L'esperienza ha dimostralo le qua-litä initanli di queslo liquidu applicato sui lessuti vivi, come ne fa lede l'erisipila talvolta al braccio dei veterinarii ehe inlrodusscro le mani nell'iileio, ecc.
11 veterinario Zundel (1) scrisse risultare da' suoi esperi-menli ehe intioducemlo nella vagina di una vacca gravida delle materie raeeoite sugli invoglii fetali di un'allra vacea ehe abortisee, (]iieslc possono piovocare l'aborlo della gra­vida. L'aborlo seeondo l'A. dipenderebbe dalia molliplicazione nelia vagina e dalla penetrazionc neU'ulero dei mieroeoeci e batterii ehe si trovavano sugii invoglii felali. Paiiendo da (incsti fall! de! Zundel , il veterinario Roloff assienrö ehe l'aborlo ehe si propaga nelle stalle deriva dali'introduzione in vagina delie materie in ilt;tato di decomposiziune , ehe si Irovano nel sugo del lelame c sulle lelticre, le quali materie sulla mueosa vaginale agendo, deterrainerebbero il rossore e la turaefazione della mueosa, ehe precedono sempre la ma-nifestazionc deU'aborto.
Non dubilo ehe inlroduecndo nella vagina un pezzo di pla­centa fetale in istato di putrefazione, atteso 1c qualita irri-tanli ehe possiede, non possa dar luogo all'aborlo nelle vacche a gestazione inoltrata : rna ehe il fatto si verißchi in na-tura o come vuolc Roloff, ehe i mierococchi del sugo del lelame, ecc., possano giiignere in vagina e cornpiere paca-tamenle il loro viaggio fino neU'Lilero , e ciö ehe e inam-missibile, o ehe almeno non venne finora dimostrato. Le placenle poi delle vacche ehe aborliscono, so sono eliminate sette o dudici ore dope l'aborlo, non sono ancora putrefalte.
(I) Compt, Rendui, 1871, p. 921, vol. lxxmi. — Giurnallaquo; di anat, t fts, di I'isa, 1871, p. 318.
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Le vacche allo stalo libero lalvolla dopo il parto od anclic laquo;lopo I'aborto, espulse le sccondino, le mangiano saporila-meiite. Dunque le cause dell'aborto epizootico sono ben di­verse da quelle sopra indicate.
CAPITOLO 111.
Barbone dei bufali (1).
Malallia febbrile aculissima , clie assale i bufali una sol volla duranle la loro vita, giudicata una loima di lil'o o di carboncliio,, ora riconosciula affine a! cimurro dei cavalli od al vaiuolo delle altrc specie di animali.
Virus. — Secondo le ricerche del prof. T. Tombari e co-slituilo da micrococchi.
Conlagione. — E eminentemenle conlagiosa per gli indi-vidui delle specie bufaline. La liifTnsione del virus ha luogo pei1 via immediala e mediala. Si sviluppa e si propaga nei vilelli bufalini non mai prirna di qualtro o sei mesi, nc dopo i due anni secondo Melaxa; assale anche le bufale di setle od olio anni di ela , quando non ne siano ancora slate af-feltc , risparmiando quelle die danno lalle, secondo Fauvet e Ponzi; Tamberlicchi assicura clie i vilelli ne vengono col-]iiti appena dopo lo slallamenlo. Non si cornunica alle allre specie di animali (Ime, cavallo, cane, maiale); la carne dei bufali malati o morti puö venire impunemenle mangiata dal-l'uomo e dal cane, ecc. La malallia ha una durala breve: e ordinariamente enzootica: neU'invasione e micidialissima.
(I) Mi'laxä L. Trallalo delle malattie epizootiche, v. •2deg;, Tamberlicchilaquo; Du! barbone dt-Uc bufale, ISüü. Fauvet. Recueil dc medicine vclcr,, itiö't. Heperlorium Hering, v. xvi. Tombni'i T. Del Imrbonc delle btifale, 1836.
!J.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Oiornalc di anat. fisiol. c jia/ulojiu dcgli onimaii. I'isa iUli,
|iag. (79.
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poscia pcrdo dellri sua ferocia, c molti intlividui la supcrano. La perdita piu comune e di l/i0 degli animali coljiili (Metaxä); ncl 18D3 fu ill l/s (Fäuvet); e del oO — 40 % sccondo Tom-Lari. I proprielarii si sono fin qu\ rassegnali a quesle gravi perdite, cd hanno preso I'abiludine di propagarla ai sani di-stcndendo pelli lolte a' cadaveri sugli slcccali die circondano gli appezzamenti di tencno , in cui sono tenuti i giovani bufali.
Forme cliniche. — Que^te ?i possono ritlurrc alia forma febbrile apopleiica, all'angina faringea e laringea cd a tumc-1'azioni cslernc.
II virus penctralo ncl sangue si molliplica rapidanaente dc-slando un movimcnlo febbrile gagliardo. 1 maiati hanno il polso freiiucnle, forte, duro , la cute arida e calda, il capo c gli orecchi bassi, gli occhi inieltali, prominent!, immo-bili; riOutano 1'alimenlo, c sono in isialo di abbatlimenlo ed insensibili, cola dalle loro narici un muco giallo e gelali-noso. Nel comparire rapidamente gli indicati fenomeni , se riperemia cerebrale fu considerevole , gli animali muoiono improvvisamente jioclie ore dope I'invasione.
Alia sezione cadaverica si irovano gli invoglii cerebral! ipe-remici.il cervello pure iperemico, talvolla con cenlri cmorra-gici e con essudato nei ventricoli cerebral!. Venue pure in al-cuni casi trovata iperemia negl! invoglii del midolio spinale.
Sc nel movimenlo febbrile si slabilisce viva irrilazione alia mncosa laringea c faringea per cui si formino cenlri ipere-mici ed avvenga una abbondante essudazione nel sollomu-coso die renda considerevolmenle lumefatla la mucosa della glollide, della laringe e della faringe; allora i malat! assiemc ai sinlomi soprariferil! presentano il respiro diOicilc, ranto-loso , accelerato , con singolare dilalazione e reslringimcnto delle narici; per I'impedita ematosi , il loro polso diventa presto debole, irregolare ed intcrmitlcnle; quando poi ripe­remia c l'inlillrazione sierosa ebbe anclie luogo alia lingua, allora qoesta rimane pendente dalla bocca e da quesla cola molla saliva; in allri casi avviene pure inflllrazione di essu­dato c tumefazionc alia cola cd al collo.
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ICO
Altre voile 1'irritazione, fin daU'invasione dclla malatiia, ?i stabiliscc ncl conncltivo delle parti esterne, cioe della faccia, del collo, delle spallc, delle cofoie o del venire; lanto ehe, o ncll'una o neU'altra delle region! indicate si formano tumori o tumefa/ioni considerevoli cd estese, prodollc da centri iperetnici nel connellivo o nei muscoli e da cssuda-zione abbondanle di linfa gelalinosa. Quesie lumefazioni per il rapido andamenlo e per i caralleri anatomici hanno ana-logia con quelle carbonchiose.
In qualunque forma si present! la malatiia in una mandra di bufali, i primi colpiti soccombono; ma il virus passando da organismo in organismo, si molliplica meno copiosamenle, diventa piii scarso, di rnodo die la malatiia poscia si mani-lesla con sinlomi meno gagliardi cd i malati la superano e guariscono.
La durata deU'enzoozia in una mandria e da 9-20 giorni.
Come successioni morbose dclla malatiia, il Mclaxä rife-risce tumefazioni croniclic alle eslremitä, alle mascelle, edemi e paralisi.
Cura. — Nissuna medicazionc intcrna od esterna fu tro-vata utile.
II professore Tombari propose sedici anni or sono, come mezzo profilatico, la vaccinazione dei giovani bufali col cow-pox originario od umanizzato. Questa proposta accellala c mandata ad elTetlo dal signer Duca Sforza Cesaiini, valse a preservare , da sedici anni, i bufali dalla malatiia , in una sua tenuta malgrado die piü volle siasi fallo respcrirnenlo di inocularc la malatiia coi raczzi ordinari cioe colic pelli lolte ai cadaver! (i).
(1) K difficile sinilicarc so la forma ill carbonchio (nailabrandseuche) osscr-vata ii!'i bufali ilcllo Indie c drseiilla dal \on Crinco Le Loy sia onaloga al cosl detto barbone elm si manifesta ncl bnfali del cpniro d'ltalia. La forma os-survata ndle Indie oricntali dall'autorc citato is I'enflteinatosa, clue (juella carattcrizzata da luinori al polio, al ventre, di rado alle cslremila, ehe con-teogono uii cssudalo giallo gelatinoso cd mi gas fctiilo; la durata fu pertino
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161 Barbone, cimurro, stranguglioni, piccionara, adenitis tcrophula equorum , tnorbug glandulosus. Druse tedesco e gourme francese.
II barbone e una malattia contagiosa ehe ordinariamente si manifesla sollo forma di flogosi catarrale degli organi respiratorii e di flogosi del ganglii linfalici (adenile) nei gio-vani equini.
Virus. — II vims e costituito da micrococchi piccolissimi isolali o riuniti a due, a Ire, a quatlro a modo di batterio o di micolrice. Cosiffatli balterii o micotrici (serie di mi­crococchi) si riconoscono ben distinli nel pus degli ascessi formalisi nelle varie regioni del corpo (4) e sembrano go-dere di un certo grado di contrallilila; poiche spesso si veg-gono i cocchi in serie avvicinarsi lanto gli uni agli allri da dar origine ad un ballerio quasi omogenea. 11 virus trovasi pertanlo nel pus degli ascessi e nel muco pus die cola dalle cavila nasali. Secondo Donnarieix, l'intensilä del virus e maggiore nel primo sladio della malallia ehe verso la sua declinazione. 11 virus e fisso e volatile, cioe i finissimi ele-menli ehe lo compongono possono agevolmenle elevarsi nel-Talmosfera delle scuderie ed infellare i cavalli delle scuderie vicine e comunicanti. E mollo diffuse in varie regioni di Europa.
di 7 giorni; sopra 200 bufali ne morirono 91. In Ire sezloni cadaveriche, Irovo in ogni tumofazionc cssudato gelalinoso c gas, ed il connetlivosparso di chiazze gangrenose (?).
La milza era piu grandc, ma senza cambiamento di tessitura. I reni cd i visceri del potto normali. Otlenne buoni effetti dairamininislrazinne nH'interno del sale di Glaubero , dalle senrificazioni dei tumori enfisematosi e dalla tin-lura di mirra. Di dodici malati ne guari 10 coll'rsposto mctodo di cura.
Avendo rocchio alle lesioni cadaveriche deseriltc dall'A. cd ai buoni effclti ottcnuti dal scmplice mctodo di cura, pare non si tratlnsse di carbonchio, ma piutlosto di malattia analoga al barbone sopra descritto (quot;).
(1) Quesl'osservazione venn'e falta dallo serivente sssicme ai colleghi Regis e Bosio Ottavilaquo; nelPagoslo 1872, sui puledri del Dcposito di allevamento di Grosseto.
(') Repertorium. Hering. 185ä, p. 193.
Rivoltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ^ |
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Altre volle l'irritazione, fin (lall'invasione dclia malatlia, si stabiliscc ncl conncttivo delle parti csterne, cine della faccia, del coilo, ilellc ?pallc. delle coseic o del venire; lanlo ehe, o nell'una o nelTaltra delle regioni indicate si formano tumori o tumefazioni considerevoli cd estese, prodolle da cenlri iperemici nel conncllivo o nei muscoli e da essuda-zione abbondante di linl'a gelalinosa. Quesie tumefazioni per il rapido andamento e per i caralteri anatornici hanno ana-iogia con quelle carbonchiose.
In qualunque forma si presenti la malaltia in una mandra di bufali, i primi colpiti soccombono; ma il virus passando da organismo in organismo, si moltiplica rneno copiosamente, diventa [)iii scarso, di rnodo die la malattia poscia si mani-i'esla con sinlomi meno gagliardi cd i malati la superano c guariscono.
La durata deU'enzoozia in una mandria e da 9-50 giorni.
Come successioni morbose ilella malatlia, il Metav't rifc-risce tumefazioni croniclic alle estremita, alle mascelle, edemi e paralisi.
Cura. — Nissuna medicazione interna od esterna fu tro-vata utile.
II professore Tombari propose sedici anni or sono, come mezzo profilatico, la vaccinazione dci giovani bufali col cow-pox originario oil umanizzato. Questa proposta acceltata c mandata ad effetlo dal signer Ikica Sforza Cesarini, valse a preservare , da sedici anni, i bufali dalla malatlia , in una sua lenuta malgrado ehe piü volle siasi fatto l'esperimento di inocularc la malatlia coi mczzi ordinari cioe colic pelli lolte ai cadaveri (i).
(1) V, dilTicilc i;i|l'li''ar,' 5c In fornia ili carlioncliio (milzbrandseuchc) osscr-vata ni'i hufali delle Indie e drscriUa dnl Von Ciinco Lc Ley sin analoga al cos'i ili'tto barbone ehe si manifesta nei Imlali del ccntro d'ltalia. La forma ns-sorvata nelle In lie oriental! dall'autore citato e rennsematosa, cioe ([uclla carultcrizzala da tumori al pi'lto, al ventre, ili rado alle estremitä, ehe con-tengono un cssudato giallo gclatinoso cd un gas fotido; la durata fu pcrfino
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161 Barbone, cimurro, stranguglioni, piccionara,
adenitii scrophula equorum , morbus (jlanjulosus. Druse tedesco e gourme francese.
11 barbone e una malallia contagiosa ehe ordinariamente si manifesta sotlo forma di flogosi catarrale dcgli organ! respiratorii e di flogosi dei ganglii linfalici (adenite) nei gio-vani equini.
Virus. — II virus e costiluilo da micrococchi piccolissimi isolali o riuniti a due, a Ire, a quatlro a modo di ballerio o di micotrice. Gosiffatli batterii o micolrici (serie di mi­crococchi) si riconoscono ben distinli nel pus dcgli ascessi f'ormalisi nelle varie regioni del rorpo (1) e sembrano go-dere di un certo grado di contrallilila ; poiche spesso si veg-gono i cocchi in serie avvicinarsi tanto gli uni agli allri da dar origine ad un ballerio quasi omogenea. 11 virus Irovasi pertanto nel pus degli ascessi e nel muco pus die cola dalle caviia nasali. Secondo Donnarieix, l'intensilä del virus e raaggiore nel primo sladio della malallia ehe verso la sua declinazione. 11 virus e fisso e volatile, cioe i finissimi ele-menli ehe lo compongono possono agevolmenle elevarsi nel-I'almosfera delle scuderie ed infeltare i cavalli delle scuderie vicine e comunicanli. E moito diffuso in varie regioni di Europa.
di 7 giorni; sopra 200 liufali nc morirono 91. In Ire sezioni cadaveriche, Irovo in ogni tumofazionc essudato gelatinöse e gas, ed il eonneltivosparso di chiazzc gangrcnose (?).
La milza era plü grande, ma senza eambiamento di tessitura. I rcni ed i visceri del petto normali. Ottenne buoni clletli daH'ainininistrazionc airinterno del sale di Glaiibero , dalle scirificazioni doi tumori enfisematosi e dalla tin-tura di mirra. Di dodici malati ne guari 10 collVsposlo mttodo di cura.
Avendo l'occhio alle lesioni eadaveriehe desciilte dall'A. ed ai buoni effclti ottenuti dal semplice mctodo di cura, pare non si tratlasse di carbonchio, ma piutlosto di malattilaquo; analoga al barbone sopra descrilto (quot;).
(1) Quesl'osservazione venne fatta dallo serivente assiemc ai coilcgbi Regis c Bosio Ottavilaquo; ncH'agosto 1872, sui pulcdri del Deposito di allevamento di Grosseto.
(*) Reperlorium. Hmng. 1835, p. 193.
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Incubazionc. — La durata dell'mcubazione , nei casi di innesto coll'ago , fu osservata da Toggia flglio essere di sei o seile giorni (i), ncH'inncslo coll'inlroduzione del pus nelle cavilä nasali fu di 3-4-6-7-8 giorni. Colla coabila-zione la malaltia si manifesto perfino al quindicesimo giorno (Mousy, 4841).
Contagione. — La contagiosilä della gourme o barbone ai sani venne osservala da Solleysel fin dal 1604, aramessa daPaulet, Lafosse figlio, Toggia padre e figlio, Brugnone ecc, e nell'epoca moderna confermata dalle osservazioni e dagli psperimenli di ilousy, Donnarieix, Charlier ecc. (2). I mezzi di trasmissione pid frequente sono la coabilazione dei ma-lati coi sani, ovvero il soggiorno di quesli in una scuderia infelta , i pascoli , gli abbeveraloi ecc. Molle vulte si e os-servato ehe coraparsa la maiallia in un individuo, lulli gli altri della slessaquot; scuderia ne vennero pure assalili; in molti allri casi invece il morbo non si comunico ai sani; per guisa ehe i veterinaiii ehe videro non poche voile, dopo la rimonla, manifestarsi il cimurro in alcuni cavalli senza ehe awenisse la contagione a tulti gli altri, dubitarono perfino della con-tagiosiiä.
Adunque il barbone puö essere spontanco e comunicalo, ossia da contagione.
Origine e nalura del virus spontaneo. — Conosciamo le forme elemcnlari di microfili ehe formano il virus del bar­bone, ma finora ignoriamo quaii sieno le specie di microfili elevati da cui derivano. 11 cambiamenlo di clima, i viaggi, le vicissiludini almosferiche, le perfrigerazioni culanoe ecc.; considerate come cause efficienli delio sviluppo sponlaneo del barbone, non possono essere riienule ora, ehe cume cagioni valevoli a far insorgere la predisposizione. L'elä piü propizia alle sviluppo sponlaneo si e dai due ai sei anni; per con­tagione poi si propaga facilmente agli individui di tulte le
(1)nbsp; G. B. Ercolani. liicerche comjmiulire iui('inneraquo;(o dei morbi eontagiori, 1853,
(2)nbsp; Hecuril ,U med. yet., i8i9.
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163 ctä, cioe di sei mesi di elä fino ai 6-14-17 anni di eti. Se-condo il Donnarieix gli animali allempali vanno il piii spesso esenli dalia infezione.
Toggia insegna ehe il barbone atlacca una sola volta lo stesso individuo durante la vila (1), e Briip:none (2) assicura cio esser vero soltanto quando lo spurgo fu abbondanie. Hering vuole ehe un altacco di barbone lolga per lungo tempo la disposizione ad un secondo. Al eontrario Reynal sostiene ehe il barbone puo assalire lo stesso individuo pa-rccchie volte, e Riquet racconla ehe ad Hamburg i cavalli di recente comperali ne erano assalili; i quali poi rimandati ad Hannover ne venivano colpiti una seconda volla (3). Ad ogni mndo, rnalgrado le opposle opinioni, parml si possa ri-lenere provalo dall'esperienza ehe in generals i cavalli, ehe hanno superalo il baibone, hanno [)erduta per lungo tempo la disposizione allo sviluppo spontaneo della malattia e se questa e comunicala, ordinnriamente e benigna.
Conosciuta la natura parassilaria del barbone, si com-prende come desso non sia un benefizio, una depurazione, od un mezzo, ciie la natura impiega per liberare I'economia da un eccesso di nutrizione ecc, ma sia im grave danno o malore per I'organismo, die ne e colpilo. La credenza vol-gare, cbe. altribuisce al cavallo, die superö il barbone una salute piii ferma ed una costituzione piu robusta di quelli ehe non lo sofl'ersero, conferma l'immunitä da ulteriori at-tacchi del morbo in molti cavalli, ehe ne furono alTetti, die hanno percio un pregio maggiore. L'avvertenza poi di molti pratiei, secondo cui, il barbone o cimurro mal geltalo, e se-guito da allre infermilä, come ad esempio dalla flussione pe-riodica, da tumori voluminosi indolenli, da gonfiamenti ede-matosi, da tossi eroniche e crepacci ecc, dimostra la gravitä del barbone, il quäle puö lasciare successioni morbose c mo-
(\) Intorno al governo dclle cavafte pregnanti.
(2)nbsp; nbsp;Traliaio dtlle razze, 1871.
(3)nbsp; nbsp;Afatttfeau ßieliontiairc etc. Public par Boulry c Reynal. Paris 1865.
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dificare profondamente l'organisino o gli organi, lanlo da far
insorgere novelle predisposizioni ad altre gravi malattie.
II barbone venne dislinlo dai Iraüalisli in benigno regolare ed in maligno irregolare, in acuto e cronico, in epizootico, cnzoolico e sporadico, in infianimalorio ed in pulrido.
11 profcssore Reynal ammisc le seguenli forme di barbone benigno (1):
1.nbsp; Barbone con gclto nasale ed ascessi subglossei.
2.nbsp; Barbone con geüo nasale ed ingorgamenlo solle la gola senza formazione di ascessi.
3.nbsp; nbsp;Barbone con gello nasale senza ingorgamenlo dei ganglii subglossei.
4.nbsp; nbsp;Barbone con eruzioni culanee cd ascessi eslerni.
5.nbsp; Barbone sollo forma di angina faringea.
6.nbsp; Barbone sollo forma di angina laringea.
A me pare migliore consiglio, parlendo dalla sede delle lesioni palologiclie piü cospicue, anzi ehe dai fenomeni mor-bosi, distinguere le seguenli forme:
1.nbsp; nbsp;Barbone sollo forma di rinile con adenile.
2.nbsp; nbsp;Barbone sollo forma di bronco-rinite con o senza adenite.
3.nbsp; nbsp;Barbone sotto forma di bronco-pneumonilc.
4.nbsp; nbsp;Barbone sollo forma di angina laringo-faringea.
5.nbsp; nbsp;Barbone sollo forma di adenite isolala o multipla.
6.nbsp; nbsp;Barbone sollo forma di adenite loracica o mesenlerica. Ognuna delle indicate forme per irregolarilä di corse o
per allre influenze, puö divenlare pericolosa per la vita e meritare il litolo di maligna.
Azione irrilante del vims e fenomeni morbosi generali nel barbone. — II virus del barbone penetrate neU'organismo per le vie rcspiralorie o digestive, va a dispiegare la sua azione irrilante sopra le glamlole delle mueose e soprallulto sopra i ranülii del sislema linfalico. E perö neecssaria una modi-fieazione Specials nolle indicate parti e nel sangue , perche la delta irritazione si dispieghi, giacche ne' cavalli immuni
(I) .Youtcalaquo; Diclitnnairr, etc., png. öiO. 186rgt;.
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165 dal cimurro o non predisposti ad esso, il virus anche appli-cato sulle mucose non da luogo ad alcuna irrilazione. Sembra ehe lo slalo calarrale dclla mueosa respiraloria ed una mo-difieazione della crasi sanguigna, dopo una perfrigerazione o l'azione del prineipio reumalico, siano il momento indispen-sabile onde il virus possa molliplicarsi e manifestare la sua azione. L'andamento, talvolta , reguläre o benigno del bar-bone comunicato nel lemperamento linfalico, e l'andamento irregolare o maligno nel temperamenlo sanguigno o nervoso sanguigno, dimostrano ehe la predisposizione e indipendente dal temperamenlo.
Ria avvenuta rinfezione o la eonta^ione crourmosa, aleune volle gli animali non presenlano fenomeni morbosi generali, o questi sono cosi leggieri ehe non sono avveitili dagli os-servalori; altre volte perö, eome insegna Toggia, prima delle manifestazioni locali, i puledri divenlano trisli, portano la lesta bassa, hanno il pelo rabbuifalo, sudano al menomo esereizio, presenlano gli occhi inictlali, torbidi, gonfi e la-griraosi, rappetilo alteralo , il respiro non libero , la pilui-taria di un rosso vivo , il polso piü Torte ece. In nltri casi poi l'infezionc e resa rnanifesta da fehbre gagliarda seguita da alternali brividi di freddo e di ealdo, da Iremori inlegu-menlali , lalor convulsi e lungamente sostenuti , da calore urenle alia boeea ed alia lingua, dal collo teso ecc; i malali tengono la testa, oltremodo sensibile, quasi immobile, provano somma la stanehezza ecc. E difficile discernere se i fenomeni febbriü piü o mono gagiiardi dipendano daila moltiplieazione del virus nel sangue o daila sua azione irritante sulle mu­cose o sugli organi.
Cagione delle localizzazioni del barbonc. — Sembra ehe la minor lesistenza di aleuni organi, il temperamento, il clima e sopraltutlo ie pregresse irritazioni neue glandule linl'atiche od in vicinanza di esse siano la cagione di certe forme o manifestazioni locali del barbone. 1 signori Regis Giuseppe e Bosio Ollavio osservarono, cho , nel 1872, lulti i puledii ai quali fu applieato il marchio di razza alia coseia, vennero, alia piegatura di quesla, coipiti dal barbone solto forma di
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grossi tiimori. L'eruzione dei dcnli , epoca die coincide per lo piii colla invasione del cimurro, sembrerebbe una delle cagioni delle frequenti localizza/ioni del cimurro al capo.
\. Darbone o cimurro sotlo forma di rinite (infiamma-zione calarrale della mucosa nasale) con aclenile (infiamma-zione dei ganglii linfalici alia regione della gola o dello spazio intcrmascellare).
La rinite insieme coU'adenite, molte volte si presenta tanlo benigna ehe leggier) o quasi inavvertiti sono i sintomi gene-rali. II virus si limita a destare un'irrilazione alle glandole mucose della piluitaria, per cui quesla diventa un po' ipere-mica, di color rosso e seceine in abbondanza muco. 1 gan-glii intermascellari ad un tempo sono pure irrilati, per cui in essi si stabilisce la neoformazione di cellule purulente; epperciö si iperemizzano , si tumelanno e per I'cssudazione nel connettivo circostanle, la lumefazione diventa considere-vole qualche volia. 1 malati per cagione di coflesle (logosi locali sono lalora liisti, lianno le congiunlive un po'rosse e diminuiio Tafipeliio. Ma so la malallia ha un andamenlo regolare, allora continua lo scolo bianchiccio piii o meno abbonrlante da una sola o da ambeduc le narici ed i ganglii intermascellari, un solo o due ere, divenlano sede di ascessi purulenli, die dislendono ed esulcerano la cute e cosi il pus viene a versarsi al di fuori; dope i'apertura degli ascessi o dcH'ascesso , gii animali provano subito grande sollievo, spesso diminuisce lo scolo nasale, ed in 10-15 giorni avviene la guarigione.
La cura da applicarsi ai cnvalli nello stato di schiavitü, consiste nolle fomentazioni emollienti alle cavitä nasali e nei cataplasmi alia regione intermascellare, onde lavorire la sup-purazione dei ganglii; se la neoformazione di pus nei ganglii procede lenlarnente, allora si ungono i detli ganglii con qualche unguenlo irritante, come ad es. con unguenlo basi-lico animato ecc. 1 malati debbono essere tenuti in scuderie a temperatura regolare, in cui 1'aria sia convenientemente rinnovata, ed abbisognano di un buon governo della mano e di ogni cura igienica.
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1 cavalli allo slato libero non lianno bisogno di alcuna cura; la malattin, quando si presenla benigna nel tnodo su indicate, guarisce spontaneamente.
Ma in molti casi la rinite c I'adenite corrono con fenomeni gravi, sia per parlicolare disposizione degli individui, sia per la cooperazione delie vicissiludini almosfericlie ecc.
Ai fenomeni febbrili generali segue allora violenla rirriia-zione alia piluilaria lt;li una sola o di ambedue le cavilii nasali e la mucosa per cagione della grande ipercmia divenla molto lumida, rossa e secerne muco pus; i ganglii inlermasceliari o della regione della gola per rirritazione in essi slabililasi, si tnrnefanno considerevolmenle, e la tumefazione si estende lanlo in avanti, clie indielro, per cagione dell'essudazione nel conneUivo soltoculaneo. 1 malati provano vivo dolore, hanno le congiunlive iniettale, il polso fiequente, il respiro un po' accelerate e sollianle, piü o meno ranioloso e sibilante per la tumefazione della mucosa nasale; dalle narici cola un muco pus talvolta di colore giigiaslio per i corpi eslranei clie lo insudiciano. L'appetito e diminuito alquanlo e gli ani-mali diventano magri.
Queslo slato di acutezza si combatle colle fomentazioni emollienti, coi cataplasmi alia regione della gola, coila am-minislrazione inlerna di bevande lenenti in soluzione nitrato di potassa od emelico ecc, col salasso e col lenere gli ani-mali in buone condizioni igieniche. La formazione di ascessi nei ganglii e la loro aperlura spesso fatla col bistoii e se-guiia da grande miligazione dei predelti fenomeni.
Ma quando la flogosi invade i ganglii profondi, die cir-condano la laringe ed il principio della tracbea, ovvero quando gli ascessi tendono ad aprirsi nella faringe, allora grande e la dillicültä ehe i malati provano a respirare; la respirazione e rantolosa, sibilante e la deglulizione e impo?-sibile; se cogli emollienti o cogli irritanti applicati alia re­gione della gola, o coi setoni al collo, non si giunge a ri-movere il pericolo dell'asfissia, allora e necessario ricoirere alia tracheotomia.
Coi mezzi curalivi posti in opera si ottienc spesso un mi-
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glioramento sia perche qualche ascesso si aperse nella fa-ringe ovvero perche gli ascessi formatisi nel connellivo sol-tocutaneo si apersero al di fuori, ovvero vennero aperli col bistorl. Ma in allri casi il migliorarrienlo e sollanto passeg-giero: imperocche tumefazioni ricompariscono nello spazio in-lermascellare ehe si diflbndono aila faccia ed al naso, cresee 1' iperemia alia pituitaria , e qtiesta presenta allora chiazze brune ehe si esulcerano, uno scolo purulenlo linlo in san-guigno eola dalle naiiei e cresee la difficoltu della respira-zione; complieazioni gravi insorgono, ad esempio, la bronco-pneumonite, un'oftalmia, {'enceliilile, ovvero uno stalo lifico e cosi succede la morte degli animali.
In molti casi quesla forma di barbone comincia subito con andamenlo subaculo o cronico, cioe si presenta carallerizzala da scolo mueo purulenlo bianchiccio o grigiastro, e da tu-mefazione dei ganglii inlermascellari con poca tendenza alia suppurazione. Le frizioni irrilanti saranno indispensabili per agevolare la suppurazione dei ganglii ed aU'interno si da-ranno i preparali anlimoniali. Rispetto ai ganglii cd alle tu­mefazioni della regione della gola , c bene avverlire ehe qualche volla awiene la loro risoluzione senza suppurare.
E d'uopo inollre ricordare come la rinile con adcnile gour-mosa, si presenti qualche volla ton caralleri ehe la avvici-nano al moccio od al horse-pox nasale, e parmi lale quella osservata dal velerinario Serres nel Messico. I cavalli malali avevano scolo nasale di caltiva natura, erosioni alia mueosa nasale, tumefazione delle glandule inlermascellari; i malali guarirono tutti colle semplici fumigazioni (1).
Come successioni vennero osservalc la flogosi dei seni, delle saccoccie gutlurali, la parotidite ecc., e la listola del condolto slenoniano (Prampolini) (2).
2. Bronco rinile con adcn'de nel canale delle ganasce cd in allra regione.
(1) Jnhreahcricht, Hering ecc, p. 23. (Sfiö.
(i) Ciornale (it med, vtt, pratica. 18tgt;l, paj;. 5't8.
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Quesla forma di barbone puo essere primiliva o secondaria.
E primitiva quando fin dall'invasione si presenla tale e non consep;ue come grave complirazione ad un'altra forma.
La bronco-rinite primitiva o secondaria, se e accompagnata da adenite grave nel canale delle ganascie, ecc, per lo piii presenla quasi i sinlomi, il carattere, I'andamento ed anche I'esito della forma sopra descrilta; ne diversifica soltanlo per la tosse piii o meno frcquente, forte, laboriosa die travaglia i nialali, dipendenle dalla flogosi catarrale della mucosa dei grossi ram! broncbiali.
In molti casi perö fin daU'invasione, 'I'irrilazione si slabi-lisce leggerissima alia pituitaria e piü inlensa alia mucosa bronchiale; i malati aliora hanno leggiera la lumefazione dei ganglii del canale delle ganasce senza tendenza alia suppu-razione; ma per contrario hanno tosse frequente laboriosa ed aH'ascoUazione della trachea neU'entrala del petto, lasciano percepire in principio il rantolo ronfanle o russante piü o meno inlenso, e poscia il rantolo mucoso. La bronco-rinite gOLirmosa aliora non sembra altro die una bronco-rinite ca­tarrale ordinaria. E sempre perö una forma di barbone gra-vissima, perche puö essere seguita facilrnente dalla bronco-pneumonite.
Le cure igienicbe , una temperatura regolare , le frizioni eccitanli all'in lego men to culaneo, le frizioni irrilanti sopra i ganglii intermascellari se hanno poca tendenza a suppurare, ramminislrazione aH'interno dell'emetico, se i malati sono in boon stalo di nutrizione, o dei preparali anlimoniali o di zolfo, se deboli ed in callivo stalo di nulrizione ecc, sono i mezzi terapeutici ehe in 12-20 giorni conducono gli animali a guarigione completa.
3. Bronco-pneumonite, ecc. La bronco-pneumonile quasi sempre consegue e da il carattere di malignitä , alle due forme sopra descrilte, quando o per disposizione dell'ani-male, o per azione di cause reumalizzanti, rirritazione si e diffusa ai minimi bronchi, e per conseguenza a' varii punli del parenchima di uno o di ambedue i polmoni, nei quali si formano cenlri ipcremici piii o meno numcrosi. Puö pre-
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sentarsi circoscrilla od cslesa , subacula, acula o lenla; in ogni caso e aocompagnala da fenomeni morbosi general!, Ira cui la febbre leggiera od inlensa.
I malali, ollre i sintomi caraUeiistici della forma di bar-bone da cui sono afi'elti, presenlano le congiunlivo iniellule, il respire piu o meno frequenle , accelerate ctl iiregolare; ma soprallulto sono travagliati da tosse secca, laboriosa, pa-rossistnica, forte, ehe parle dal profondo del pello. L'ascol-tazionc aU'entrata del petlo lascia percepire il soflio lubaie, od il ranlolo icnlianle o mucoso etl ai lali del petlo, se nu-merosi e dilTusi sono i cenlii iperemici, la diminuzione del mormorio respiralorio; inoltre in queslo caso si scopre I'ot-tusila di suono alia percussiune delle pareli loiaciche. I ma­lali hanno la cute aderenlc e I'appelilo di molto diminuito. Devesi notaie ehe in alcuni cavalli la bronco-pneumonile e cosi leggiera die , aH'infnoii della (]ualitä della losse , essi non ne presenlano allro sinlomo cospicuo.
Colle frizioni ecciianii generali, colle coperlure, coH'eme-lico, con qualche salasso e coi seloni al petlo si giunge spesso ad arrestare il processo morboso slabililosi al polmone: allora a poco a poco si dileguano i centri iperemici, le cel­lule bianche di novella formazione o passano nei bronchi, ovvero subiscono la degonerazione grassosa e sono riassor-bite; a misura die si dileguano le indicate lesioni si rior-dinano i movimenti della respirazione, la tosse divenla umida, meno laboriosa, pid rara ecc.
Ma svenluratamenle alcune voile o per cura rilardala o mal adalla, le lesioni polmonali fanno progress!; nei cenlri iperemici succede, die, per proliferazione dell'epilelio degli alveoli, qucsli si riempiono di cellule bianche, riraangono dislesi e cosi le loro pareli siano pure invase dalla prolife­razione; i piccoli cenlri iperemici divenlano piü consislenli e si mutano in noduli, i quali nei loro centro conlengono pus. Progredendo il moto neoformativo, i piccoli noduli vi-cini si fondono e formano un grande ascesso, i noduli ehe erano gia piü grandi, si mutano pure in ascessi piü grand! (vomiche): ad un lempo in estesi trail! del parenchima pol-
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monale si formano piü o meno eslese cpatizzazioni. Ordina-riamente qualche ganglio linfalico nel petlo, od altorno al cuore si inliamma c da origine ad un ascesso; una profondu alterazione succede allora nella circolazione polmonale, di cui e conseguenza il versamenlo sieroso nel sacco delle pleure; la morle consegue piii o meno presto alle indicate lesioni.
I sinlomi pertanlo ehe presenlano i malati variano assai c stanno ordinariamente in relazione colle lesioni del polmone; se perlanto i noduli o piccoli ascessi sono poco numerosi, allora continua la tosse forte, iaboriosa, doiorosa ed accom-pagnala da abbondanle espeltorazione sollo forma di scolo na­sale; la respirazione si manliene irregolare; neirascoltazione ali'enlrata del petto si percepisce il soffio anforico od il gor-golio broncliiale; i malati hanno la peile aderenle eccv poco appelilo e tristezza.
Coi rivulsivi al petto e colla amministrazione dei preparali antimoniali, i piccoli ascessi possono lalvolla a poco a poco scomparire, o quell! piü grandi aprendosi la via in un ramo bronchiale possono vuotarsi, e cosi per neoformazione poco a poco di tessuto conneltivo , polranno guarire le gravi le­sioni polmonari.
Ma quando i piccoli ascessi sono multipli, e ve ne hanno anche dei grandi, ehe comunieano con rami bronchiali, quando si formarono estese epatizzazioni ed e avvenuto versamenlo, allora i mulati hanno la respirazione frequente, interrolta, irregolare; la losse pure frequente, Iaboriosa o debole; lo scolo abbondanle dalle cavitä nasali di colore grigiaslro, ci-nereo, fetido o fetidissimo quando e cominciata la pulrefa-zione nelle vomiche c si formarono centri gangrenosi al pol­mone; e muoiono piü o meno presto.
Lesioni paloloyiche. Alia sezione cadaverica si trovano le seguenti lesioni patologicbe. I poimoni sono piü o meno iperemici, di colore grigio cinereo , sopraltutto alle ali ed alia base e sparsi di noduli della gramlezza di un granello di miglio lino ad una nocciola ed anche piü. I poimoni nei tratli iperemici hanno raaggiore consislenza (epalizzazione) e nelle falte incisioni Irasversali, si voggono 1c superficie di se-
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zione di color rosso cupo o carnicino ed in parle di color grigio cinereo; le detle superficie si presenlano granulöse e tali granulazioni sono formale, alia loro periferia, da gruppi di alveoli iperemici die conlen^ono poche cellule bianche nel loro centro , e da alveoli invasi da iperplasia alle loro pareli e pieni di cellule bianclie, tra cui alcune mollo grandi e di apparenza epilelioide con uno o due nuclei velali da maleria granellare, I noduli di diversa grandezza non sono altro die piccoli o grandi ascessi comunicanli coi rami Lron-chiali, per cui lanto il maggior nuniero di essi ehe dei bronchi, hanno un color scuio cinereo e contengono sanie fetente. Coli'esame microscopico si Iruva la sanie fetenle falla da cellule purulenlc, da nuclei, da malaria raolccolare, da gra-nuli brunicci, da ballerii e da numerose ralenelle micolrici. Quando vi sono grandi vomiche ed ebbe luogo la gangrena in qualche punlo, allora Irovasi ii parenchima molle, lace-rabile e fetido ; e quando la sezione viene fatta alcune ore dope la morte, per cagione della polrefazione si sviluppano bolle gassose, die sollevano la pleura polmonale.
Nel sacco delle pleure Irovasi quasi sernpre versamenlo sie-roso sanguinolento, talora con briglie fibrinose e pseudo-membrane. Vi ha [Hire alcune volte versamenlo nel pericardio, ed inlorno alia base del cuore qualche ascesso della gran-dezza di un uovo di lacchino, pieno di pus biancliiccio, dense come lalte grumoso.
11 fegato Irovasi iperemico e spesso rammollilo.
Le descritte lesioni al polmone vennero da qualche vete-rinario erralarnente considerate come caratterisliche della tu-bercolosi del cavallo.
CompUcazioni. Nolle due sopradescrilte forme di bar-bone non solo puo svilupparsi la flogosi nei ganglii linfalici dello spazio intcrmascellare, della gola ecc, e la jiaroli-dile; ma ha luogo talvolta eziandiola flogosi dei ganglii della faccia, per cui si formano noduli Oemmonosi alle guancie, alle labbra, al naso, ed al cranio, per modo ehe dopo l'aper-lura dei piccoli ascessi, si vede la testa coperla di piaghc di aspelto ribultante; in alcuni casi la flogosi e la suppura-
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rione si propagö anche alle orecchie e distrusse la sommila (k'l padiglione (Cliarlier).
La bronco-pneumonite puo anche presentarsi senza I'ade-nile nello spazio interrnascellare.
4'. Barbone solto forma di angina laringo-faringea. — Questa forma di barbone e piutloslo rara e per lo piu si os-serva in seguito alia bronro-rinite catarrale, quando per I'a-zione di cause reumatizzanli, i'irritazione si fa piü inlensa alia murosa laringo-faringea, per cni quesla si lumefa di mollo, e ad un tempo si sviluppano adenili ai lati della fa-ringe, della laringe ecc. II vclerinario E. Serres la osservö epizootica sui giovani puledri nel diparlimenlo di Aulevive dopo forli venli di mozzogiorno. II veterinario Peyronnet os­servö pure casi di quesla forma di barbone e di piü ne con-slato la contagione (1).
Nei malali il Serres osservö in principio di malatlia: ab-baltimenlo, pelo irlo, anoressia, tosse secca, respirazione accelerala, polso pieno celere e mucose rosse; e poscia dopo le 2-4 ore, aumenlo di inlensilä dei predelli sintomi e forma-zione di ascessi nel canalc delle ganasce o ai lali delie la­ringe, od ali'articolazione tempora masccllare. AlFimpossi-bililata deglulizione si aggiungeva la dispnea, il rantolo si-bilanle e la minaccia di asfissia.
La cura consislelle nelle famigazioni emollienli, nell'ap-plicazione di pomala canforata o di cataplasmi maturalivi sopra gli ascessi ed alcune voile di frizioni vescicatorie. In cerli casi si dovelte ricoirere ai seloni al petlo.
5. Barbone in forma di adenile isolala a multipla, ov-vero di tumori e di ingorgamenli.
Questa forma venne osservata da quasi tulti gli scriltori, da Solleysel a Toggia e da quesli agli aulori moderni. E piü frequenle nelle regioni meridionali ehe nordiche; nei cavalli tenuii allo slato libero ehe in schiavitü. Spesso complica le forme di barbone sopradescrille. Si manifesta nei puledri di tutte le elä, piü frequentemenle aU'epoca della mula dei denti,
(1) Mti. vtf., p. C05-607. IS6raquo;.
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cioe dai due ai cinque anni; e pure piü frequenle in prima-vera, fiequentissima nella stale, cioe nei mesi di giugno, luglio ed agosto. Siccome i dislinli collcghi sigg. Regis Giu­seppe e Bosio Oltavio nel deposito di allevamenlo di Gros-seto, ebbero ad osservarla molle volle e specialmenle il signor Regis, ehe in seile anni pote osservarne piü di qual-tromila casi, cosi cedo volenlieri la parola ai prelodali col-leghi, perche di auloritä inconteslala.
lt; Forma delle lumefaziuni. — Sono piü o nieno regolari e variano dalla grandezza di una meia a quella di un grosso popone, arrivando lalvolta anche a mole maggiore. Raramente presentansi in forma di bottoni e corde, ehe simulano mollo bene il farcino, ed in queslo caso i bolloni e le corde os-servansi specialmenle al pelto, alle spallo, al braccio e lal-volla anche all' anlibraccio. Apparisce conlcmporanearnonte una qualche tutnefazione in allra regione del corpo , ehe devesi rilenere delia slessa natura, avvenendo sempre, ben-che in periodo diverso, la guarigione. Nella forma farcinosa del barbone, i nodi ed i tumori devono esseie aperli e cau-terizzali raquo;.
laquo; Regioni. — I lumori o le lumefazioni appariscono in lulle le regioni del corpo. Tra le regioni die l'eruzione pre-dilige vengono in prima linea:
j iquot; a) La piegatura della coscia. b) La coscia e special­menle la sinislra, luogo in cui viene applicato il marcliio a fuoco, qnando si acquislano i puledri pel deposilo. In seconda linea vengono:
raquo; 2deg; a) La regione inlermascellare. b) I lali della la-ringe (comparisee solto forma di lumefazione diflusa, die si eslende in avanli nel canale delle ganascie ed indielro sulla Irachea e suU'esofago, ponendo ostaeoio alia deglulizione ed alia respirazione). c) La regione parolidea ; la lumefazione eslemlesi in basso, in avanli ed aH'indielro in modo da si-muiare una raccolla purulenla nelle lasche gullurali, ciö ehe si conosce non essere vero, perche, quando il pus si e for-mato, con un semplice laglio, si trova ehe la sua sede era fra la eule e la parolide. In terza linea vengono:
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raquo; 3deg; a) La rcgione anteriore della gpalla e del pelto. b) I riscontri. c) La base del collo. d) La resjione ascellare (piü di rado). In quesl'ultimo caso I'animalc comincia a zoppicare senza lesione apparenle , e dopo alcuni giorni si sviluppa una tumefazione all'ascella, per cui la zoppicalura aamenta e cessa quando il lumore viene aperlo. e) he parti lateral! del collo ed i conlorni del solco delia lt;;iogolaie (mollo rara-mente), per cui il respiro si fa ranloloso o sibilanle. f) Di rado pure ie pareti addominali. In quarla linea infine:
raquo; 4deg; a) Le false narici. b) Le guancie. c) Le palpebre e le regioni zigomaticiie igt;.
11 Solleysel ha osservalo tumefazioni al garrello , ed alia regionc dei reni: anche il Sanson osservo lumefazione al gar-relto. La lumefazione in queslo caso invade tulto il garrello e si diffonde alia coscia , ehe clivenla tesa e dolenle ; dopo due o Ire giorni cessa la febbre, ed ha luogo la risoluzione in 10-14 giorni. Di rado si formano alaquo;cessi e rimangono in-spessimenti. Vennero eziandio osservali lumori alia radice della coda, all'lnquine, ed allo scrolo.
raquo; I tumori o le lumefazioni, ehe neirinlerno conlengono pus, quando si aprono da se , presentano sempre il pus di un colore bianco sudicio, cremoso, mollo fluido: quando si fa uso del bislori , secondo il grado di maluritä , possono presenlare due qualitä di pus: i0 se il lumore o 1'ascesso ha le pareti mollo spesse, allora trovasi profondamenle una piccola quanlila di pus paglierino, cremoso e consistenle: 2deg; se il lumore e maluro ed ha le pareli sollili, allora il pus ha un color paglierino piü cbiaro ehe si avvicina al bianchiccio ed e scorrevole e linlo in sanguigno colando dall'incisione.
raquo; II pus delle corde o dei bolloni e piü dense, di un co-lore lalvolla gialio sudicio, o bianco opaline.
raquo; I puledri riconosciuli affelti da barbone in qualcuna delle regioni indicate, sono spinli in serrate di osservazione; poi quando gli ascessi sono forrnali, o stanno formandosi attorno la trachea o la laringe e recano ostacolo alia re-spirazione, i malali sono spinti nel mandriolo (capannone
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londo); vengono presi alia lacciaia , e loro messo il capez-zone , colie funi vengono abbatluli se indomiti , o se il bi-sogno lo richiede; e cosi gli ascessi maturi vengono aperli, e sopra gli ascessi incipienti viene fatta una frizione irritanle; ai puledri alquanlo docili , messo il capezzone , I'operalore apre gli ascessi senza abbatleiii, facendosi schermo con un cavallo attempato e quielo. Gli animali operali vengono di nuovo rimessi in liberlii e senza allre cure ordinariamente guariscono tutti raquo;.
laquo; La descrilla forma di barbone assume un caratlere ma­ligne per cagione delie enormi e diffuse tumefazioni, per la sede e per la profondilä in cui si sviluppano; il dolore die provano i malali , lo slato febbrile die si accende e poi la diarrea fanno itnmagrire rapidamenle i malali; dalle piaglie pallide cola un pus sieroso biancastro e la morle avviene al lO-^ giorno. £ da nolarsi ancora die qualche volla accanlo ad un ascesso se ne forma un allro, e quando i ganglii sono profondi , aliora si formano estesi e voluminosi tumori ed infillrazioni purulente tra il connetlivo ed i muscoli raquo;.
Per mezzo della peilrigcrazione, le lumefazioni possono di-minuire in una parle, per aumentare in un'altra; Charlier, in un cavallo ehe presentava losse , gello nasale , ingorga-mento delle membra, tumefazione sollo il petlo ed il ven­ire, ecc, osservö die per I'azione del freddo , le delte lu­mefazioni diminuirono, ma al conlrario si svilupparono assai voluminöse al naso , alle labbra, a lulla la parle inferioie della tesla : la respirazione aliora si fece sibilanle, il polso pieno, Tandatura divenne vacillanle; i salassi, le frizioni ir-rilanti, i seloni e piü lardi la Iradieolomia condusseio il cavallo alia convalescenza. Parmi die questo caso offra un esempio di anasarca allivo complicanle la broncorinile ci-murrosa.
Le descritle lumefazioni ed i conseculivi ascessi dipendono daU'lrrilazione deslata dal virus nei ganglii linfalici. Si sla-biliscono diffalli nei ganglii, pareccbi cenlii di neoformazione di cellule bianche, per cui i ganglii ed il connellivo circo-slanle si iporemizzano e lumefanno. E cosi in alcuni giorni
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si formano voluminosi ascessi , cho sempre aumenlando per proliferazione del conneltivo circostanle, spesso assottigliano la cule, ed il pus viene versalo al di fuori. II virus nell'in-lerno dell'ascesso si molliplica prodigiosamenle; quando qucsla molliplicazione si arrcsla, I'acciescimcnto dell'ascesso si ar-resla pure cd allora si lormano ascessi a pareli spesse, con-lenenli poco pus. In alcunc regioni venncro trovati ascessi voluminosissimi contcnenti parecchie libbrc di pus, con [larcli spesse e carlilaginee.
0. Barbone sollo forma di adenile toracica ed addominalc.
L'adenile toracica, o flogosi dei ganglii della cavita del potto, di rado e primiliva ed a sc; c quasi sempre nna com-plicazione e, secondo qualclie vclerinario, una melaslasi. Tanto acula die cronica per lo piü viene, nel campo clinico, confusa colle forme di barbone, chc hanno sede neH'apparato respi-ratorio.
Allo state cronico sembra averne osservato un caso il pro-fessore Corvini (1) in una cavaila, la quale duranle la fosse cacciava dalle narici e dalla bocca bevande, alimenti, saliva c muco: inoltre aveva la rcspirazionc difficile ed il polso pic­colo. Alia sezione cadaverica presentnva I'esofago fino all'en-Irata del pelto fiieno d'alimento: ollre il detlo punto vi era un si grande restringiinento esofageo, per cui non potevano passare i liquid!: il tralio rislrello era circondato da una massa di nodi e di essudati. I ganglii bronchiali avevano il volume di un uovo ed erano molto duri.
Adenile mesenlcrica, tabe mescnlcrica.
Anclic quesla forma di rado e primitiva e venne conside-rala eziandio come una metastasi.
II veterinario Cherry, nel 1854, osservö un puledro di tre anni, dopo un catarro soppresso (!;, diventare magro , poi maiasmalico. Alia sezione cadaverica di questo puledro, I'A. Irovö i ganglii mesenlerici scirrosi e degenerali, e nel luogo in cui il colon passa in relto, un grande ascesso conlenente
(I) Jahresbericht. Hering ccc, 18jS, p. 25.
liiinltunbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;j j
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dieci libbrc tli pus spcsso ed im piccolo ascesso: le pareti
de' delti ascessi erano spesse e quasi carlilaginee.
11 Derneesler in un puledro di anni due, morlo in alcuni giorni per una colica accompagnala da vomito , inconlrö, alia sezione cadaverica, nella caviu'i addominale , un grosso ascesso piono di 24 libbie di pus, die impediva il corso delle malerie fecali.
Ancbe il signor Uegis ebbe parecchie voile ad osservare puledri, divenlare magri, aflelli da diarrea c poi marasrna-lici; alia sezionc cadaverica Irovo i ganglii mescnlerici lu-inefatli e contenenli un pus giallaslro con deposili calcari.
Vi banco perlanlo casi in coi d'ipo reruzione di un lu-more aU'esterno, avviene I'irrilazione ai ganglii mescnlerici; e tpicfli si lumefanno c per la neoformazione ehe in essi si stabilisce, si mulano in ascessi; allre volte la flogosi si pro-paga alle pareti del colon ed alia sua mucosa, e si sviluppa una oolite cimurrosa die e caratlerizzala da diarrea este-nuante; i malali diventano allora marasmalici a poco a poco. 11 signor Regis mm pote otlenere vanlaggio ili sorla dalle varie merlicazioni postc in opera. Alia seziune si Irovano chiazze iperemiche, ulceri cslese e rammollimento della rnu-cosa deirinleslino.
11 professore Lafosse ed il velerinario Beyer in Trakenen, osservarono non poche volte ascessi nella cavila addominale in cavalli morli in seguilo al barbune.
Successioni morhose complicationi, Encefalite melaslatica per virus ? per embolia'?
Lewis osservö clic un puledro di Ire anni, ad'etto da bar-bone regolare gia da 'li giorni sollo forma di ascessi ncl
c
anale delle ganasce ed alia regione parolidea , fu collo da
pandisi; tanto die nun poleva levarsi in piedi, leneva le
B
ambe dislese, aveva Iremori, la raascella poslcriore abbas-
sata ed amaurosi. Alia sezione cadaverica si irovarono ascessi alia base del cervello lia gli invogli cercbrali, c nella so-stanza slessa dei lobi cercbrali : gli invogli cercbrali erano iperemici, c la sostanza midollare del cervello analoga a pol-
liglia.
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#9632;miiiiii,1,. #9632;üi i.1quot;1 #9632; #9632; i #9632;. .
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Anche il veterinario G. Poano (1) osservö I'encefalite con-sccuiiva alia gourme. Ad una puledra affolla da gourme in trraclo leggiero, racconla I'A., coll'impiego ilei mezzi ordinarii di cura, scomparve lo scolo nasale, ma rlmase un po' di to?se ed una zoppicalura erralica: fu rimandala al pascolo, ove mo-strö (cnilcnza a camminar in alto, e carnminando era barcol-lanle ed incerta nclla direzione; alcuni giorni dopo 1'arrivo al pascolo, si mosliö malata col sepucnli sinlomi: anoressia, orecchie fredde, pallore dcllc mucosc, sguardo (ifso, pupilla dilatala , alito fetenle; ebbe quindi rigidezza della cerviee e delle membra, e sinlomi di profonda lesione cerebrale, per cui le fu lalto un piccolo salasso c 1c i'uiono applicali i se-toni: poco dnpo cadde per non piü sollevarsi, Alia sezione cadaverica, il Peano irovö il ventricolo cerebrale deslro pieno di pus e solio il corpo calioso ed in vicinanza del cervellelto nn ascesso, quasi del volume d'nn uovo di piccione, conle-nenle |nis inspessilo.
Ileiint; riferisce pure clie alia sezione di un cavallo, die preseniö i segni dell'idrocefaio , e dell' amaurosi deH'occhio sinislro con diminuzione delle forze dal medesimo lato , si trovo un ascesso nella mela destra dcH'cmisfeio cerebrale.
Anche ii veterinario Charlier vide l'encefalile, i Icnomcni del­l'idrocefaio e deirimmobililä complicare il cimurro (gourme).
La congiuntivite acuta , la keratite superQciale e paren-cbimalosa e rol'lalrnia interna, vcnncro pure osservale com­plicare talvolta il barbone.
Forme morbose erutlive raquo;el hurhonc cqui.no.
Diverse forme di eruzioni e-di esaulemi vennero osservate dai pralici complicare il barl4|j|fe^ c se colla scoperla del horse-pox venne recala un po'^l^luce, e d'uopo confessare die molte incertezze esislono atJcora intorno alia natura di quesie dermatopalie.
Ennione vcscicolosa Beynal, a fie Hering.
Elevazioncclle clie si mulano in vescicole, plane alia som-milä, un po' elevate, col contemito sieroso, infine puruienlo;
(1) Giornule rfi feterinaria della 11. Scuoln f'elerinaria di Torino, 1835, p. 509.
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alia loro rottura seguono piccole piagbe circolari con bordi la-gliati a picco, fontio roseo c sparso di botloni carnosi ehe si coprono poi di croste grigie ; producono spesso grande tu-mefazione delle labbra e cordc linfaliclie grosse come il dito. Tale eruzione comparisce alia cule, alle labbra, alia mucosa delle labbra, alle barre, alia mucosa delle guancie, alia lin­gua, ecc, Talvolta ha luogo eziandio alia piluilaria, alia base del selto nasale sollo forma di papule numerose o di placche grandi quanto la raoneta d'un franco, coperle da pellicola biancaslra: le une lenlicolari, 1c allre sollo forma di vesci-cole circoscrilte da aroola rossa: per la cadula dcll'epitelio si banno ulccri superficiali. Forma analoga alia preccdenle e quella osservala da Sauberg (1) in 70-80 cavalli in quaUro setlimane senza ehe i malali avessero avuto reiazione gli uni con gli altri : cioe puslole alle labbra , al naso , agli occhi ehe erano seguite da ulcere, cosi die i cavalli per la qualilä dello scolo nasale sembravano affelti da moccio. Anche Char-lier ed allri velerinarii fecero analoghe osservazioni (vetli afle, vaiuolo). Scmbra perlanlo ehe Yhorse-pox complichi tal­volta il barbone.
Vennero pure osservatc eruzioni di allre qualilä e di di-versa natura. Cos) Reynal osservö:
4deg; Un'eruzione generale vescicolosa resa manifesta dal sollcvamenlo dei pcli sopra piccolissimi noduli della gran-dezza di una lenliccliia; le vescicole si rompevano, ed i pcli restavano agglutinali in piccoli ciuffi. La cute era sede di un prudore inlenso.
2deg; Un'eruzione erpetica caratterizzata dalla formazione di chiazze irregolari con depilazione; le quail chiazze si co-privano poi di squamme furforacce ncl mentre ehe la cute si faceva spessa e secca. La vide avvenire alia testa, al gar-rese, solto il venire, alia faccia interna delle coscie ed alia base della coda. 11 velerinario Grolh, sulla cule di due pulcdri affelti da
(1) Jahretberieht, Hering, 1898, p. 29.
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harbone, osservö la formazionc di chiazze rosse in prima se-guite poi da noduli, da vescicole ed infine da desquamazione.
Barbone tifico. — Questa complicazione avviene quando i malali sono tenuli agglomcrati in stalle anguslc, in cui I'aiia non essendo linnovata, acquisla una lemperatura troppo ele-vata c diventa niefitica. Allora lo scolo nasale aumenta , si fa di cattiva nalura, lo congiunlive assumono una linla gial-laslia , prcsentano peleccliie e !c piaghe scparano un pus sieroso, felido ecc. Gli animali divcniano deholi ecc,
Calnrro nasale cronico. — La successione del calarro na­sale cronico al barbone ehe ha sede nella piluilaria e eom-provata da numerosi fatti.
Moccio. — Rispetlo alia queslione so il barbone possa de-generare in moccio o morva, ne sarä tratlalo parlando dclla morva.
Jnnesto. — Onde rendere piii benignn il corso del barbone, e poler far nascere la malatiia in epoche determinate, si e ricorso all'innesto. Lafosse figlio, nel 1790, praticö rinncsto per lo scopo indicalo. Toggia figlio, nel 182.3, inoculö col-l'ago comune da inneslo, alle narici e sollo le mascelle circa ollanta puledri con felicissimo risultalo; gli innestali furono ptesi da barbone assai mile.
Morva o cimurro dei cani.
E malattia conlagiosa, propria dclle specie del gen. Cants, e, secondo qualche palologo, ancbe delle specie del gen. Felis; frequente nelle razze nobili del cane famigliare, e ca-ralterizzala da una febbre calarrale ehe puo correre con ir-ritazione o ilogosi catarrale della mucosa : 1quot; dell'apparato respiralorio (rinite, bronchite, pneumonile, pleurite, catar­rale); 52deg; del canale alimenlare (stomalile, angina, catarro gastro-enterico, diarrea, dissenleria); 3deg; deH'occhio (blefarite, congiuntivile, keralite, irido-coroidite); 4deg; dei centri nervosi (epilcssia, eclampsia, corea); 5deg; del relicolo del Malpighi (der-inatile pustolosa). Si presenla con carallere benigno o ma-ligno, cd ha un corso acuto o lentolaquo;
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Virus. — 11 virus dclla morva canina e formalo da mi-crococclii piccolissimi {lav. 11. fig. 22.). Nellc puslole cu-tanee, i micrococclii si veggono dotali di movimenlo vivace, ora allungati ed avvicinanli le loro cstremila ora a due, a tie, in forma di catenella rnicolrice ; i globetti di pus ne sono spes?o ripicni. Nei giobclli bianchi del sangue, appena dopo la morle , si Irovano dolali di movimenlo molecolaie {fig. 22. kit. A.).
Incubazione. Predisposhione. Immunilä. — La durata del-I'incubazione c di alcuni giorni (settc, secondo To^gia), o di qualche setlimana. 11 virus Irova un terrcno favorevole nei giovani organismi, lanto die la morva canina raanifestasi nelie prime elä della vita del cane, non ne andando peio immune aflaito l'etä adulla. Gli animali die superarono la malallia, ordinariamente non ne vengono piu assalili; vi lianno perö osservazioni die provano come alcuni organismi ne possono venir colpiti anche alcuiie voile (Yuoall). 1 cani lt;li razza nohile, mollemcnle allevali e manlenuli, come ad es. pinsclicr, griffoni, piccoli spagnuoli, lenieii, jioinlcr inglesi, bracchi ecc, vi sono piü predisposli, ehe an/.i sjiesso ne ca-dono graveraenle adctii, c rauoiono. 1 mastini, o le razze allcvalo duramenle in campagna, olirono per io piii grande resislenza c godono spesso deH'immunilä. 1! cambiamento di clima fa ppogt;so pure insorgere la predisposizione.
Sale del vims. Cnnlagione. Fenomeni febbrili. Melaslasi. — 11 virus Irovasi nei muco pus ehe tola dal naso, nei pus delle pustule cutanee ed anche nellc feccie. La conlagione 1 luogo col mezzo della coabitazione, del soggiorno in luogh intelti e sopratlutto col fiularsi a vicenda, e anche col fiu tare i Inoglii in cui depongono I'urina. Non si puö pensar per conseguenza alia dilTusione [icr volalilitä del conlagio.
Awciiula la conlagione e difiicile stabilirc se la discrasia virulcnta del sangue preceda o segua sempre alle lesioni lo-cali. E perö un fatto ehe, penelralo il virus nei sangue, si moltiplica piü o mono, a seconda delle favorevoli condizioni clic Irova, si accende una febbre leggiera o gagliarda, ed il virus si dilTomle per lulla I'cconomia. Negli individui in cui
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^BH—iPraquo;WltMraquo;Ml I I I raquo;r rint-arii #9632;#9632;Mm inraquo; raquo; n mlraquo; n.lgt; tauf'
183 la disposizione e lepgiera, il movimenlo feLbrilc per lo piii passa inosservalo e talvolla e a[)[iena avvertilo; perclie i ma-lali presentano, solo per qualche giorno, un po' di stancliezzit, minore vivacitä, sovcntc diininuzionc di appelilo, talvolla vo-milo, offuscamento dcgii occhi, slcrnuti frequenli ecc, al-lernative di caldo e di freddo, sensibililä esaltala, c piii lardi un po' di scolo nasale, o di cispa ngii occhi, ovvcro qualche puslola alia cute del venire o delle coscie. Con lulto ciö si deve por mente, die anciie nelle forme \gt;m benigne die ri-veste la morva, rorganismo presenla una grande vulnerabi­lity, ossia una minorala resislenza aH'azione delle ordinarie cagioni morbose; lanto ehe i vermi inlestinali suscilano con faciliiä sconcerli nervosi, e la perfrigcrazione culanea pro­duce ie fiiii gravi complicazioni. La dillusionc della ma-lallia da nn apparato all'allro, ad esemiiio, dalTapparalo respiratorio al sistcma nervoso, pare dipenda da metaslasi del virus. Semhra pure ehe lo slalo calarrale ilclle mucofc favorisca la moltiplicazione did virus. Per conseguenza il passaggio di una forma con caratlere benigno, ad uu'altia forma con caratlere maligno, sc in niolli casi dipende dalle cause orcasionali, ad esempio, dalla perfrigcrazione occ.; in molli altri casi dipende dalla predisposizione deH'animale affelto, ossia dal sustralo favorevole die rorganismo oflVe al virus. Per veiitä la morva manifeslandosi in ogui sta-gione, si vede spesso presentarsi con caratlere maligno, lanto nell'inverno die neila slate. In alcuni anni poi pre-senta una maggiore inalignila e riesce piii micidiale. Cosl alia clinica di Vienna ncl 1857-58, si osservö die sopra 17o malali no morirono 75 (1). Pilhvax, sopra 200 cani eolpili dalla morva, ne vide morirc G^ c ne dovetle far abbattere io come incurabili (quot;2).
Le forme cliniche die assume la morva canina sono: Ie forme, toracica, gastrica, nervosa, culanea (dermalile puslo-losa). L'irritazione o la flogosi di alcune parli ddl'occliio, non
(1)nbsp; nbsp;Hering. Jahresbericht 1859.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4 862.
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la considereremü come una forma speciale, perche complica sempre o Tuna o I'altra delle forme sopraindicale; e perciö ne pailcremo prima delle allre forme.
Blefarite. Congiuntivite, ecc. — OrdinariamenLe I'invasione della malatlia dei cani c conlrassegnata da irritazione alle glandole del meibomio, c perciö da separazione piu o meno abbondanle di cispa, die si acoumula agli angoli palpebrali. Gli animali in queslo caso sono ancora vispi , banne buon appelito, ma di Iralto in Irallo presenlano I' angolo interno dell'occhio ingombro di cispa di colore bianco sudicio o gial-liccio; dispiegandosi la malatlia, o solto una forma o sollo I'aUra, cresce sempie piü la irritazione alle dctle glandole, e le ciglia veogoDO appiccicate dalla cispa separata abbon-danlemente. Intanto le congiuntive oculare e palpebrale e la terza palpcbra si fanno iperemiclie piii o meno , sepa-rano malaria purulenta ehe aggiulina le ciglia , lanto clu; ogni maltina si veggono i malati coilo palpebre appiccicate e cliiuse. La blefarite e la congiuntivite calarrale, esistono molle voile in alto grade verso Tesito letale del morbo. Allora al-I'abbondante separazione di liijuido analogo a pus, di color sudicio e sfumato giallugnolo, ehe ingombra le aperture pal­pebrali, si aggiunge roll'uscanienlo del bulbo oculare ed il suo sprofondamenlo nell'orbila. Kella forma di morva a ca-raltere benigno, sono spesso la blefarite e la lieve congiun­tivite uno dei segni piü cospicui della malatlia. Medesima-mente nella convalescenza ancbe inollrala, la blefarite e la congiunlivilc ancbe leggiera , sono segni della non ancora avvenuta guarigione completa e del pericolo di gravi succes-sioni, quando non si usino agli animali le debile cure.
Alia congiuntivite si consocia qualche volta la keratile acula o lenla.
La keratile acula e quasi sempre superficiale. L'irritazione si stabilisce per lo piü verso il cenlro della cornea. La cornea nel punlo irritato divenla opaca per cagione dell'inlorbida-menlo del conlenulo delle cellule epiteliali, o dei corpuscoli corneali, a seconda ehe l'irritazione e porlala sull'epilelio o sul parencbima della cornea.
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L'opacamenlo circoscnllo si diffontle a modo di sfumalura verso la periferia della cornea; il cerchio cigliare dei vasi, alia periferia della cornea, si fa piu iperemico ed un afllusso di suglii nuliilivi si opera per mezzo dei canali dei corpu-scoli corneali verso il punlo irrilalo. 11 punlo irrilalo, di colore biancliiccio, divenla scmpre piü sporgente; quesla sporgenza od elova/ione, dipende dalla lumefazione delle cel­lule epiteliali, daU'essudato tra le medesimc e dalla compres-sione di molte di essc; allorno al punlo opacalo non tarda di mollo a formarsi un' arcola rossa per la neoformazione di vasi. Infine nel punlo irrilalo, le cellule epiteliali idropiche o compresse, si dislaccano dal parenchima corneale e resla un'ulcera profonda, era tomleggiiinle, ora con bordi un po' ineguali. La profondila dell'iilcera e ropacamenlo della cornea, sono maggiori quando rirrilazione si c slabilila al paren­chima della cornea. 1 Lord! deH'ulcera sujieificiale, lalvolla si vedouo ancora Irasparcnli.
Bisogna evilare di conlondore la keratite prodolla dalla ca-gione fO|ira indicala con quella cho consegue alia coroidile od all'ii ido-coioidite. Nella coroidile o neH'indo-coroidite, ressndalo della camera posleriore spinge la lente nella ca­mera anleriore; la lente allora preme contro la cornea, ne irrita il parenchima ehe si opaca. La cornea perciö in cor-rispondenza del punlo irrilalo e cornpresso dalla lenle si fa sporgente; queslo sporgimento corneale ha quasi la dimen-sione di un granello di veccia, e di colore biancliiccio, e pare fatto da una specie di tessuto gclalinoso, colla superficie aspra ed ineguale e circondala da areola sanguigna. Conti-nuando la prcssione della lenle, avviene infine la taduta del-l'epilelio e la necrosi del parenchima della cornea nel punto sporgente e cornpresso dalla lente, e cosi si forma un'estesa ulcerazione. Queste ulcere sono circolari od irregolari, con fondo grigiaslro. Inlorno ad esse ha sempre luogo in questi casi neoformazioni di vasi e grande lumefazione dei corpu-scoli corneali (1). La diagnosi di questa ultima forma di gra-
(t) Vedi Carlo Pansccclii, [lag. 201, Sled, vet., raquo;866.
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vissima keralite si fa, notando in principio la grande ten-sione del buliio ocularc, e poscia rintoibidanienlo dell'umor acqueo die precede qucllo della cornea, cd infine coll'osser-vare la lenle nclla camera anleriorc.
Fvrma loracica. — La forma loraciea comincia sempre coila rinite catarrale. Gli animali presentano un po' di scolo nasale, die dapprima c cbiaro c poscia divenla lorbidiccio c bianchiccio; di queslo scolo spesso non si scoriae Iraccia all'aperlura delle narici, perche i malati lianno I'abiludine di leccarsi le narici; ni;i divenulo lo scolo piu abbondanle c fatlo piü denso, allora si vode ingombrare rapertnra delle narici, ove talvolla si addensa ed essiccu, ostacolando la re-spirazione. I malali [irovano allora frequenli sbrniii c spesso si fregano il naso e di piü per I'irritazione alia congiuntiva, pre­sentano lagrimazione e cispa agli angoli palpebrali. Coll'esplo-razione si riconosce la mucosa nasale sollanto un po' ipere-mica. Del reslo i malali sono abbaslanza allegri e vivaci, hanno discrelo appetite, il polo solo un po' rabbuffalo, ma diventano raagri.
L'irritüzione catarrale si diffonde spesso alia mucosa della faringe e sopraltutlo della laringe e dei bronchi, cd allora i malati insieme ai sinlomi sopra indicali hanno anche tosse piii o meno forte e frequente. Come conijilicazioni si osscr-vano alcune volte il catarro gastro inleslinale, ovvero la sli-lichezza. Gun earattere tanlo benifiiio puo correre la malaltia e risolversi nclla salule colle semplici cure iiiieniche, col buon alimento e coU'arnministrazione di qualche preparato antimoniale.
Ma in molli allri casi i fcnomcni sopia descrilli si pre­sentano piü gravi. L'irritazione alia mucosa naso-broncbiale essendo piii intensa e spesso anche diffusa ad un gruppo di alveoli polmonali, allora lo scolo nasale si fa piii abbondanle e piii picslo purulento, la tosse ranlolosa e frequente , la respirazione irregolare e laboriosa, il polso piii frequente, e la febbre piii gagliarda. 1 malali sono ti isli, deboli, cogli occhi cisposi e colle palpebre die sembrano lumefatle alia base, rifiulano ralimento o lo voraitano appena dcglutilo, ecc.
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187 Se i malali sono Irascurati, insorgono fcnomeni nervosi o la llo^osi polmonale si estende, e la raalattia termina in brcvi; tcrnjio con la rnorle. Ma sc il calarro bronco-polmonale viene con mezzi convenienti curalo, allora i malali in capo a due o Ire giorni, si mostrano di nuovo un po'allegri cd appeli-scono gii alirnenli: in cssi ces?a la febbre, si fa piu regolare la rcspiia/ione e la tosse diminuisce; e henclie siano deboli, magri, cogli occhi infossali, luliavia a poco a poco si risla-biiiscono in salute.
Come compiicazioni ncl corso del calarro bronco-pneumo-nale, si osservano spesso sintomi nervosi, come qualclie con-vulsione clonica ai rauscoli di qualche regione, oweio il vacillamenlo e la debolezza del treno posleriore. In qucsli casi c necessario sopratlulto tcncr d'occhio i n)alali, e non Irascurare lo frizioni irrilanti di alcool canforato e di es-senza di tercbcntina al dorso etl alle regioni, in cui vi hanno convulsion!.
Ma quando fin dall'Invasione, o nel corso del calarro bionco-pneumonale leggiero e limilato, rirrilazione si e eslesa agll alveoli di alcuni o ili lulli i lobi polrnonali, cd e awenula riporemia degli alveoli, e la proliferazione del lore ejiilelio; c per conseguenza gli alveoli polrnonali sono divenuli imper-meabili ailquot; aria in uno o piü lobi (cpalizzaziune); allora i malali presenlano grande sconcerlo della respirazione e fa-ciimenle soccorabono.
1 sintomi die indicano la formazione delle sopra indicate lesinni sono: il rantolo mucoso, l'impefmeabililä all'ascolla-zione di eslesi Irani di polraone, la frequenza ed irregolariiä della respirazione e della losse, l'aumenlo dello scolo nasale die si c fatlo purulenlo cd oslruisce 1c narici; la debolezza, la magrezza, gli occhi sprofondali nell'orbila e cbiusi da li-quido purulenlo; il colio di bava dalla bocca die insudicia ed immolla le parti anleriori del malato; le convulsioni clo-niche od epilelliformi, la diarrea ecc, ed infine la merle.
In alcuni rari casi nel corso della rinite o bronco-pneu-monite limitata e leggera, ovvero primillvaraente si sviluppa la plcurile unilaterale o bilaterale ed avvicne I'idrotorace.
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Lesioni palologiche nella forma loracica. — Le lesioni piii gravi si incontrano sempre ai polmoni od alle pleure.
La mucosa nasale, se vi fu rinite inlensa, presenlasi piu o meno lumida, ipcremica e coperta da muco-pus; spesso presenla erosioni. Riferisce Lebl.inc, die .loualt in alcuni casi osservö noduli miliari alia piluilaria, ulcerazioni tanlo alia piluilaria die al setto nasale e qualche volta incontrö raccolta puruleuta nei seni frontali e Ira le volute etmoidali. In alcuni casi trovasi il connctlivo sotto mucoso infiltralo di cellule purulenle.
Nei grossi bronchi vedesi spesso la mucosa un po' tumida, iperemica e per lo piü coperta da muco-pus.
Secondo riferisce il LeLlanc, vennero talune volte osser-vate anche ulcerazioni alia faringe, hm'ngc ed ai bronchi.
Nei polmoni le lesioni possono avere maggiore o minore eslensione; cioe la imeninonite catarrale si puo trovarc par-ziale, ossia limilata ad uno o due lobi, ovvcro generale cioe eslesa a tutti i loin polmonali. Quesla differenza di eslen­sione della ilogosi dipende, o dall'aver la forma nervosa com-plicala !a pneunionilc, appena dopo I'invasione di quesl'ui-tima, o dail'essere la pneumonite una complicazione della forma nervosa o di allra forma di morva.
Se la pneumonite e parziale, vedesi uno o due lobi imbe-vuli di sangue, tumidi, dislesi, piü teneri, di colore oscuro o con tratli di colore sftrmalo gialliccio. Dalle superlicie di incisione cola un liquido sanguinolenlo, die e fetido quando vi e gangrena incipiente; i piccoli bronchi sono pieni di muco-pus. L'esarae microscojiico diinoslra graude iperemia nei capillari degli alveoli, e dentro gli alveoli cellule bianche c detrito granuloso.
In ccrli casi vedesi uno o due lobi iperemici, distesi, piii pesanli ed infillrati da punleggialure o piccole chiazze di colore gialliccio o carnicino. Le supcrficie di sezione prcsen-tano il tessulo polmonale piü denso e tutto sparso delle delle punteggiature ehe prendono un colore carnicino, c qua e lä vedesi pure qualcbe piccolo ascesso. CoH'esame microscopico, si trovano gli alveoli pieni di cellule grandi epilelioidi piene
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189 (li goccioline o di granulazioni, 1c quali abbandonano facil-mentc il proloplasma delle cellule. Quesle cellule banno il nu-deo grosso e difficilmente clislinguibile ; inoltre si vedono cel­lule analogbe alle purulenle e numeroäi corpuscoli sjjlcndenli.
Le suddescrille lesioni (cenlri di epatizzazione semplice e di infilliazinne o di epalizzazionc rossa e gialla), trovansi per lo piü combinatc tanlo nella pneumonite limilala ehe dilfusa.
Nei cani di qualcbc mess di eta vedonsi spesso i lobi pol-monali di colore scuro, dislcsi dal sangue (epatizzazione semplice).
Se vi fu pleurile, le plenre ed il mediaslino hanno le su-perficie ineguali ed iniettate cd inconlrasi versamento tor-bidiccio nel sacco di quelle. In altri casi vedonsi le pieure piü spesse e trasforraate quasi in una sollile membrana pio-genica, infiltrala da cellule biancbe, e qua e lä sparsa di ecbimosi; il versamento allora e lorbido, purulenle, piü o meno abbondanle.
Forma addominalc. — La forma addominale della morva canina e caralleiizzala ordinal iamente da calarro gaslrico o gastro-enlerico, da diarrea, disscntcria, invaginazione inle-slinale , c , secondo qualcbe palologo , lalora da illerizia e da slomatile. La forma addominale complica spesso le allre forme di morva canina. Quando e primiliva, se lalora e resa grave e letale da idiosincrasia , piü spesso c resa grave e letale dalle medicazioni slimolanti od irritanti , a cui ven-nero solloposti i malati nell'invasione del morbo.
I malati di forma addominale, oltre ai fenomeni morbosi generali, cioe un po' di cispa agli occbi e talor un po' di gclto nasale, brividi febbrili, presentano tiislezza, inappe-tenza, bocca fetente, vomiti frequenti, il venire teso, c la­lora sole, il polso piccolo e frcfjuente, e qualcbe volta sliti-chezza. In alcuni rari casi mandano gemiti conlinui.
Qualcbe volta come in altre forme di morva canina, avviene il pervertimento dell'appetito, tanlo ehe i malati deglutiscono materie eslranec, per cui o sono colpiti da stitichezza o da una gaslro-enterile acula con sintomi rabidiformi.
Quando Firritazione e raaggiorc al colon , allora i malati
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emellono le fercie molli, gialliccie o liquide con premili do-lorosi, c se non sono convpnevolmenle curali, quelle si lanno sanguinolente; i malali divenlano allora ogni giorno piü de-lioli, magri, vacillanli; i loro ocilii si fanno cisposi; infme assaliti da convulsioni cloniclie od epiiettiformi soccorabono.
In alcuni casi in seguilo ai premili per 1'etnissione delle leccie, si fa invaginazione inleslinale, appena al disopra del ceco, dall'innanzi all'indietro, e la mucosainvaginalasi inollra ßno a melä del rello c poscia in seguilo ai premili esce per 1'ano (prolasso dcllo erroneamenle del relic). I'erlanlo quando i malali emellono per Tano un liquide sanguinolente, inolle volle e giä avvenula 1'invaginazione n(,,l punto sopra indi-calo. Come si comprende , sari innlilc ogni cura della dis-senteria, se non si pen mente all' avvenula invaginazione c non si riduce. Alcunc voile appena dopo la manifeslazione della dissenleria, compariscono convulsioni ed avviene preslo la rnorte dei malali , per guisa ehe non si pno nemmeno pensare all'avvenula invaginazione. Quando I'inleslino inva-ginalo esce per I'aoo per un Iratlo abbastanza cunsiderevole nel pralicare la riduzione (sicconie non si Iratta di prolasso del rello), si ileve aver cura di spingere la parle prolassata fine ollre il ceco, perche altrimenli la jiarie invaginata nun sarebbe slala ridetla raa sarebbe rimasla ncl rello. La morie sarehbc inevilabile.
11 Leblanc ha osservalo la morva canina complicarsi con una specie di scorbuto: cioe vide formarsi, sulla mucosa della bocca, delle maccliie violcllc e poscia delle ulcerazioni sulle gengive, sul vclo del palalo, sulla mucosa faringea ecc, vide avvenire il vacillamenlo dei denli e la loro cadula. Ho pa-recchie voile osservalo quesla forma di scorbulo in cani gio-vani, ma mi parve forma morbosa primiliva e non una com-plicazione ne una successione della morva canina.
Lcdoni patologiche nella forma addominale, — Siccome quesla forma di morva canina si complica quasi sernpre, verso la sua lerminazionc lelale, colla forma nervosa, cosi spesso nei cadaveri non si Irovano nella mucosa gastro-enterica le-sioni cospicue, e ben caraUerisliche. Cosi era la mucosa
J
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191 dello stomaco Irovasi rossa, corrugala e spalmala da slrato di muco, ora benclu; coperla da patina mucosa e di colore pallido. 1 batterii della digestione sono scomparsi e sosli-tuili da allre forme vegetali.
Egualmenle la mucosa del tenue ora trovasi iperemica con-venevolmente, specialraente nei casi di complicazione vermi-nosa, ora al contrario vedesi pallida: il contenulo dcll'inle-slino (enuc e per lo piu spesso, giallaslro, fallo da muco e da cellule epiteliali cilindriche distaccatesi dai villi.
In alcuni casi trovansi raaterie eslranee (sleli di erbe o di paglia) nel contenuto inlestinale.
Nei casi di diarrea cslennnnie trovasi la mucosa del colon molto piü iperemica e qnella del rello colle pieghe della mucosa di color rosso per intensa inieziooe dei capillari: qualche volta il contenuto dell'inteslino ö di color rossastro. Faccndo preparati microscopici sulla mucosa, scoju-esi, in alcune glandule del Lieberkunn , il distacco e I'accumula-menlo dell'epitelio in qualche punlo del tubo delle glandule da produrre una specie di cisti. L'iperemia dei capillari nel soltomucoso e nello slrato delle glandule del Lieberkunn, non si puo piü scorgere bene uc' pezzi indurili neH'alcole. II Lc-blanc osservö qualche volla , sulla mucosa del tenue, delle ulceri ben nette, circondalc da aureola infiammatoria (loco citato).
Nei casi di invaginazione cominciala al disopra del ccco, irovasi la parte invaginata ehe arriva lino a metä del rctto, ovvero fuori clell'ano. Tanto nell'uno ehe neiraltro caso ve­desi la mucosa iperemica in alto grado e di colore neraslro con molli capillari rolti ; e di piü inconlrasi emorragia fia le parti invaginate.
Forma cutanea {dermatite pustolosa). — Qucsta forma di raorva canina, presenlasi primitiva o conleroporanea alle allre forme. La dermatite pustolosa trascurala, e sempre seguita da qualcuna delle allre forme di morva. 1 proprietarii, cre-dendo i cani affetti da erpele , danno le bagnature fresclie ai malati , c qucsli mollc volte vengono colpili da forma nervosa letale, ccc.
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La dermalile puslolosa ordinariamenle manifeslasi solto il venire, al pialto delle coscie, all'inquine, sopra il pene , ai lali del venire; ma in cerli casi comparisce rziandio alle na-liche, sotlo il pello, al collo, alia faccia, alia lesla, ecc. Ora c confluenle, ora c discreta: le puslole cli mano in mano ehe guariscono sono sostituite da allrc, cd in aleuni casi rari, quando la dermatite l'u conlemporanea ad una forma grave di morva o la prececietle, l'eruzione puslolosa si conlinua an-cora nella convalescenza.
L'eruzione delle puslole prineipia per una punleggialura rossa ehe si allarga e si eleva preslo in papula rossa per cagione deU'irritazione delle cellule del reticolo del Malpighi e deli'iperemia della punla di un gruppo di papille culanee. In 20-40 ore, per l'essudato avvenuto nel punto irritalo e per la neoformazione nelle cellule malpigliiane, le papule in-grandiscono e diventano di colore bianco gialüccio al centro, cioe sono irasformale in vere puslole pianc con bordo al-quanlo clevalo. Le puslole formale banno la grandezza di uno o due granelli di veccia: il loro colore c di un giallo verdiccio; sollevando l'epidermide ehe copre la pusiula e lo-gliendo il pus si metle allo scoiierlo il l'ondo delle puslole ehe e una superficie bianchiccia piana un poco elcvala: qucsla fondo si copre presto di una crosta sollile. In casi di eru-zione confluenle , alia regione della gola vedonsi fonnarc piaghe estese ; al venire ed alle coscic aleune puslole arri-vano perfino alia grandezza di due niillimetri o di un cen-lirnelro.
In un cane poinler, osservai rernzionc in discorso prece-dere di molli giorni lo sviluppo della forma toracica: nella convalescenza poi vidi comparire un'allra ernzione, ehe co-rninciö colla formazione di rnacule rosse sbiadile giallognolc, seguite poi nel eenlro da lieve sollevamenlo giallognolo, con-lenente una goccia di pus: aleune puslole avevano un volume maggiore di un granello di miglio: l'ünizione fu generale c coniluente, i peli divennero un po' rari e l'animale provava un po' di prudore. E forse qucsl'ullima forma di dermalile puslolosa ehe il Toggia padre considerö come una sucecs-
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193 sione della morva canina. Guariscc con le unzioni di pomata solforosa.
La dermatile pustolosa puo correre o con un po' di calarro gaslrico ovvero con una lieve rinite catarrale. Ma ordinaria-menle o per azione del freddo o per allra cagionc e seguila o dalla forma gastrica, o nervosa, o loracica.
Perö quando e sola, colle cure igicniche e con buon ali-raenlo si risolve in breve spazio di tempo. La relropulsionc e sempre lelale.
Forma nervosa. — La forma nervosa complira per lo piü le allre forme o conseguc ad alcune dellc medesime; e ca-ratlerizzata da convnlsioni o conlrazioni parziali o general! dei muscoli (corca, eclampsia, epilessia) e da paraplegia.
Le convulsioni parziali (fenomeni coreici) possono vedersi limitate ad nn muscolo o ad alcuni muscoli volontarii di una regione o di una mclä del corpo. In ogni ca?o il muscolo si conlrae e rilassa rapidamenle, onde alle parli viene dala una scossa die le abbassa , solleva o le spinge da un lalo. Le convulsioni talvolla si fanno piü lenle ed offrono una cerla pausa di quando in quando; mollc voile nella lore comparsa le conlrazioni sono oscure, poscia nel corso della malaltia diventano ben apparent! e riconoseibili. Quando ne e colpilo qtialche muscolo delle eslremiu'i odi qualche regione del tronco, ad es. della regione dorso lombare di uno dei lali del corpo, i malati non possono rimanere in slazione , e quando sono fatti correre cadono facilmenle. Lo slato di debolezza del treno nosteriore die talvolta presentasi nel corso di una qual­che forma di morva, e spesso dipendente dall'oscura contra-zione clonica di uno o piii muscoli di una regione del treno posleriore. Le convulsioni parziali o si presenlano nell'inva-sione o nel corso di una dellc descrilte forme di morva. Molle volte guariscono, altre volte si fanno generali, oppurc perdurano come una successione morbosa.
INelle conlrazioni di piü muscoli o nella corea generale, gli animali provano difTicoltä alia coordinazione dei movi-menli volontarii. Se la corea generale cornplica una dellc note forme della morva, allora i malali non possono rima-
Riwlfa
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nere in piedi e se si allenlano di levarsi, cadono rotoloni o da un lato o daU'allro; spesso non possono ncmmeno deglu-lire il liquido della bocca, ehe cola fuori, immolia ed insu-dicia la parte anleriore del corpo: nei lenlalivi per levarsi in piedi percuolono spesso la lesta conlro i corpi circostanli o sul pavimenlo del canile, ecc. Le convulsion! infine si fanno frequenti, nascono paralisi c gli animali muoiono presto.
Se la corea generale o parziaie c una snccessione di una raquo;jualche forma di morva , aliora gli animali possono vivcre piü o meno lungo tempo conscrvando l'appetito e mostran-dosi gai; sollanto ehe rimangano talvolta in piedi con dif-ficollä, perche le conlrazioni muscolari involonlarie dei mu-scoli del tronco danno scosse ehe sollevano od abbassano il corpo o lo spingono da un lato o dall'allro, ecc. Rey, riferisee Leblanc, ha osservalo in un caso una torsione considerevole della testa.
Le conlrazioni involontarie si osservano anclie nelle eslre-mitä paralizzale ; Goubaux in uno di tali casi vide le con-trazioni o scosse coreiche frequentissime (40 per minulo).
La sede della corea o delle conlrazioni coreiformi vennc da Onimus e Legros (1) collocata nelle cellule nervöse del eorno superiore del midollo spinale ossia nei fiiamenti ner-vosi ehe uniscono le delle cellule eon quelle molrici.
Perö Craville (2), ehe esperimento sopra un cane affetto da corea, osservö ehe, messo a nudo il midollo spinale per lo spazio di 12 centimetri nella regione dorso lombare senza ledere ie meningi, osservö, dico, ehe i moti coreiformi per-sistevano dope I'aperlura dello speco vertebrale e dopo I'af-lievolimenlo dei muscoli del treno posleriore. Falla |)Oscia la sezione del midollo spinale, vide die i moti coreiformi pcrsi-slevano aneora nei muscoli paralizzali con isocronismo pcifetlo coi moti coreiformi dei muscoli delle eslreniitä anteriori; con-slatö inoltre ehe l'intensilä delle conlrazioni cloniche non era
(1)nbsp; Kmicil, paj:. dB?, lt;870.
(2)nbsp; Recueil, pag. 735, 1870.
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195 diminuila nei mnscoli paralizzali per la sezione del midollo spinale.
11 profcssore Chauveau giä fin dal 1864. (1) in un caso di corea generalizzata nel cane aveva veduto persistere le con-Irazioni o convulsioni coreiforrni nei niuscoli del Ironco e deila testa dopo la sezione del midollo spinale nello spazio alloido axoideo.
Perciö tanlo il Ciiauveau ehe il Craville conchiusero ehe la corea non era die una manifeslazione morbosa del polere riflesso del midollo spinale.
Nei muscoli die presentano convulsioni coreiforrni , ho osservato incite fibre muscoiaii col contenuto granuloso senza le stric trasverse. Per queslo, considerando I'andamento deile convulsioni coreiforrni nel cane in molli casi di morva; con­siderando ehe in certi organism! nmani per opera della per-frigerazione culanea insorgono conlrazioni clonichc in gruppi di fibre muscolari , die si dileguano per I'azione di conve-nienle lemperalura; pnrmi si Hebba rilenere ehe in molli casi le convulsioni coreiforrni nclia morva del cane dipendano da lesione o da morbosa eccitazione deile cellule nervöse dei muscoli stessi ehe presentano la convulsione.
Ma la forma nervosa della morva e altre volte costituila da attacchi epileliici od eclampsici. Gli animali si arrestano ad un trallo, vacillano, agilano convulsivamente le mascclle, la bocca si fa schiumosa, pli occbi fieri e lorbidi c cadono a terra tra le convulsioni. Alcuni animali corrono mandando grida fincbe cadono a terra. In alcuni individui 1c convul­sioni si limilano ai muscoli della faccia tanlo ehe non ca-dano a terra.
Gli attacchi epileliici ora sono frequenti (piu volte in un giorno) ora sono rari o rarissimi (un attacco ogni giorno ecc). Molle voile sono suscilati da elminti intestinali (ascaridi o tenie). Quando dipendono da irritazione alle meningi cd al cervello , allora ordinariamente dopo 1'attacco , gli animali restano stupidi, cogli occhi torbidi, foschi, infossali, con la
H) Gazelle medic, dc Lvcn, iS6i, pag. m.
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pupilla dilatata, alcune voile con amaurosi, amenza, con in-
quieludine muscolare, o con altro fenomeno morboso, per es.
il girare allorno; i malali divenlano preslo magii e ordinaria-
mente in seguilo ad un allacco di convulsioni opilelliformi,
muoiono.
Lesioni palologiclic. — Se la forma nervosa non fu simpa-lica, ma fu da irritazlone ai cenlri nervosi e scevra da compli-razioni ai visceri toracici, ecc, allora nei cadaveri si trovano sani gli organi del pello. Nel venlricolo e ncli'inlestino tal-volta trovansi malerie eslranee con flogosi della mucosa; le pareli deü'inteslino ed il mesenteiio banno i vasi venosi pieni di sangue. Incontrasi pure qualche volta una o clue brevi invaginazioni succedule di ccrlo nell'agonia, percbe le parli invaginate non sono ipcretniclie ; i reni poi alcune voile pre-sentano un colore giallo alia soslanza corlicale, ed i ganglii rnesenlerici si trovano ingrossali.
AU'enccfalo ora si inconlra iperemia in qualcbe punlo degli invogli cerebral! o del cervello con leggiero versarnento subaracnoidale o nei venlricoli ialerali: ora I'ipercmia tro-vasi consiilcrevole agli invogli cerebrali, e cousiderevoie tro-vasi pure il versamenlo sieroso nei venlricoli Ialerali e nel cavo dei lobi olfaltivi. 11 cervello ora e pallido, discrelamenle consislenle , ora e edemaloso , splendenle e rammollilo in qualche punlo ed imbevulo di siero.
In un cane mallese ehe girava a deslra piultoslo con ce-lerilä lino a cadere a terra, e?sendo stalo ucciso per dissan-guamenlo, si videro, alia sezione, i vasi della dura madre e dell'aracnoidea pieni di sangue venose con considerevole ver­samenlo sollo l'aracnoidea e con ingrossamenlo leggiero del lobulo mastoideo.
In un cane morlo nella clinica del prof. Silvestrini , die in vita ebbe amaurosi, pcrdila della conoscenza, paralisi degli arli anterior! e fenomeni corcifurm! , si osservarono , alia sezione , le vene de! lobi cerebrali piene di sangue , versa­menlo sanguinolenlo nei venlricoli lateral! e stravaso sollo l'aracnoidea in corrispondenza alia parle mediana dei lobi lateral! del ccrvcllello.
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Agli invogli del midollo spinale ora trovansi tralli ipere-mici , ora non si scoprono lesioni. Nella paraplegia venne osservala Tiperemia degli invogli e del midollo spinale con rammollimcnlo di quesl'nllimo.
II prof. Goubaux, negli arli paralizzati dalla corea, ha tro-vato la diminuzione di volume e la atrofia dei muscoli ; la degenerazione grassosa delle fibre muscolari; la scomparsa dei lubi nervosi, la diminuzione di peso e di volume delle ossa degli arli paralizzati (1).
Mezzi profilaltici dalla morva ennina. — La vaccinazione dei giovani cani proposla dal celebre Sacco non passö nel campo della clinica zooiatrica, perche se Sacco con qualche allro auiore oltenne favorevoli risullali , molli allri esperi-menlatoii (Rainard, Gohier, Nnman, Tleisclibauer, Ilamon, S])inola), ebbci-o o risullali negativi o conlraddittorii.
Anche riguardo aU'inncslo del morbo ai sani onde ollenere una forma con caialleie mile , i risullali sono conlraddil-toni; perche se gli esperiraenli di Henner riuscirono felice-menle, quelli falli da Slütz furono sfavorcvoli (2;. Toggia ha consiglialo, come mezzo preservalivo, im selone ai collo e ramminislrazione, ogni matlina a digiuno nella mineslra, di ima piecola do?e di fiori di zolfo c di anlimonio. II miglior mezzo preservalivo sembra Talleviire duramente gli animali; ma giova confessarlo, gli individui di certe razze, malgrado le eure piii scrujiolose ne vengono colpili. In generale il buon alirnenlo azotato, le eure igieniche, se non preservano sempre gli animali dalla malallia, danno agli organismi una maggiore resislenza. Se non ci e dato molte volle preservare i cani dalla malatlia in discorso , e perö in noslro polere rallenuarne i danni col teuer d'oechio i giovani anirnali, cd sottoporli a eure convenienli appena ehe presentino il me-nomo sconcerto moiboso e coU'evilare ramminislrazione di certi mezzi corae preservativi, ehe rendono spesso micidiale il morbo.
(1)nbsp; nbsp;/Jecueil, pag. 190, 1871.
(2)nbsp; Spinota, pag. 511, tüm. 1, opera citata.
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Cura. — La congiunlivile, quando e leggiera, non richiede ehe le lozioni d' acqua liepida salala o di infuso di fiori di sambuco, sopraltullo per detergere la cispa, ecc. Quando e acula, oltre alle predelle lozioni, debbesi far uso dei collirii di solfato di rame, di zinco; quando e cronica piü ehe i col­lirii in soluzionc giova la caulerizzazione col solfato di rame in forma di lapis (Brusasco).
Se alia congiunlivite si associa la keralite ulceraliva , al-lora giovano mirabilmenle il collirio di soluzione concentrata di solfato di soda e la caulerizzazione col nilralo d'argento. Negli opacamenli cronici giova pure I'insufllazione neU'occhio del solfato di soda in polvere, ecc.
Se si e sviiuppala un irido coroidile e vi ha tensione del hulbo oculare ed intorbidamenlo deH'uraor acqueo, e indi-spensabile la paracenlesi della camera anteriore ed un se-tone al collo, perche del reslo viene spinta la lenle nella camera anteriore e si sviluppa una keratite secondaria.
Nella forma toracica, posti gli animali in convenient! con-dizioni igieniche, e sollralti aH'inllucnza dclla peifrigerazione cutanea , so e leggiera ed incipiente , si comincierä la cura coiramministrazione di nna piccola dose di tartaro slibialo e si ricorrerä poscia alle pillole di solfuro d'antimonio o d'etiope minerale o di solfo doralo, ecc. Si potra pure co-minciare la cura colla medicazione di Langenbacker e Busse cioe coi bagnoli di decozione di veratro (ü-lü dramma in 1 l/i liasco di birra) ai lombi ed alle eslremita posteriori. Si ha il doppio vantaggio di deslare un'irrilazione favorevole alia cute e di provocare il vomilo, ecc, peicbe i malali leccan-dosi, inlroducono nel loro stomaco la decozione di veralro. Giova pure il kermes minerale. Nello slesso tempo non si dovranno trascurare le frizioni alia cute coH'alcoül canforalo od associate all'essenza di lerebenlina. In molti casi e ne-cessario cominciare la cura con un purgante per causa della stilichezza.
Quando si e sviiuppala la bronco-pneumonitc calarrale, e mestieri far uso egualmentc del tartaro emetico, applicare i senapismi al pelto ovvero fare frizioni irrilanli. 11 Leblanc
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19Ö ha consigliato negli individui robusli cd in buon slato di nulrizione le sanguisughe al petto , il selone , ed anche le unzioni di pom;ila emetica(devono csser falle leggiere, perche l'regando la cute colla pomala emetica, si deslano numerose pustole, si forma una vasla piaga , vicne assorbito tarlaro emetico in Iroppo grande quantilä c si sviluppa una diarrea colliquativa cbe conduce a rnorte ranimale). Nella pleurile gioveranno sopratlutlo le frizioni irritanli alle pareti tora-ciche, e se il versamenlo fu considerevole si dovra ricorrere alia toracenlesi. Ordinariaroente la debolezza del Ireno poste-riore o qualclie convulsione coreiforme complicanle la forma toracica, cede poco a poco alle frizioni irritanli.
Quando la pneumonite e passala allo stalo cronico, cssendo complicata da qualclie fenorneno nervöse, gli animall cliven-tano poco a poco marasmalici, deboli e muoiono.
Nella forma gaslrica. Spesso si comincia la cura con una piecola dose di tartaro emetico o di iperacuana o con qualclie purgante come ad es. l'olio di ricino, Se gli animali sono deboli, delicali, e non presenlano coslipazione alvina si puö ricorrere subito al sciroppo od aH'inl'uso di valeriana od al-l'infuso ili cade (Vallada). 11 Leblanc ncl catarro acuto trovö giovevoli i senapismi al ventre, e le frizioni alia cute.
Nella diarrea sono molto ulili il sollonilrato di bismuto, le deeozioni di riso per clistere e Foppio: nei casi gravi puö associarsi il sotlonitrato di bismuto all'acido tannico e al-l'oppio (Brusasco). Se compariscono ulceri alia mueosa della bocca giovano le iniezioni astringent! come le limonale , la limonala solforica, i nutrienti, ecc,
Quando i malali emeltono per l'ano un liquide sanguino-lento, e mestieri ricercare se esisle invaginazione; e se vi ha prolasso dell'inleslino, deve operarsene la riduzione corapleta.
Contro i fenorneni coreiformi vennero impiegati i piü di-versi ed opposti metodi curalivi. I fenomeni coreiformi o complicane qualcuna delle forme della morva , ovvero ne sono una successione. Nel primo caso se sono generali, or-dinariamenle gli animali soecombono; se parziali o limilati, spesso guariscono in seguilo a cura piü o mene lunga. Quando
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sono una sncccssione di una delle forme di morva, si e ol-tenuto qualche volla la loro guarigione (1) con qualcuno dei seg-uenti medicamenli: ossido di zinco, solfato e valerianato di zinco, nilralo d'argento, arsenico (soluzione di Fowler), valeriana, assafelida, canfora, cloioformio (Rey), bagni freddi (Belle), idralo di cloralio (L. ßrusasco).
Conlro gli atlacclii di epilessia cd eclampsici ha spesso giovato I'idrato di cloralio alia dose di un gramma a tre grammi e mezzo in ccnlo d'acqua distilhila in piccole dosi nelle 24 ore (Drusasco). Quando si sono formale lesioni gravi ai centri nervosi, come versamenlo sieroso sollo I'aracnoidea o nei vcnlricoli cerebrali, allora e inutile ogni cura.
Moccio, Morva, Cimurro, Ciamuno, morbm farciminosut, Morve franc. Jioti ted.
E malaltia parassilaria contagiosa ordinariamente caratle-rizzata da ulceri spociali alia mucosa nasale (moccio nasale) o da noduli nei polmoni (moccio polmonale), ovvero da no-duli (boltoni, tumori) in varie regioni del corpo (farcino). Propria dei solipedi (cavallo, asino, mulo, bardollo) si co-munica per contagione aU'uomo, ai carnivori, ai rodilori e ad alcune specie di ruminanti.
11 moccio a seconda deU'andanienlo e del pericolo per la vila dei malali , e dislinto in aculo ed in cronico: secondo il grado, a cui e giunlo e detlo incipiente, confermato, sem-plice e complicato. Secondo I'origine distinguesi ancora in sponlaneo e da contagione.
Wims. — Secondo le ricerche del prof. E. Hallier nei 1868 (2) il virus e formalo da micrococchi, quasi del diametro di due dieci millesimi di millimelro immobili e quasi scolorali, ora con uno, ora con piü prolungamcnti caudali; sono in ammassi
(1)nbsp; S. Verhoyen. iVouveau Diction., p. par Boulcy et Rcyn.
(2)nbsp; nbsp;Zeitachrifl, etc., 1870, p. m.
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201 nei ganglii subrnascellari e lalora anche nel sangue. Veggonsi alia base dei prolungamenti ehe presenlano i globetli rossi di forma slellala ; nei globetti rossi e bianchi del sangue si trovano lalvolla molliplicarsi per divisione. Nei ganglii subrnascellari e sulle mucose trovansi eziandio calenelle mi-colrici (1).
Secondo le osservazioni dei dollori Chrislot e Kiener, il virus e costiluilo: 1deg; da gnmulazioni sfericbe omogenee, assai rifrangenli la luce , Irasparenti, dolate di movimenlo rola-lorio e di Iraslazione con curve vaiiale : 2deg; da bastoncini a contorno rciliiineo rifrangenli, oraogenei, del diamelro di 0,mquot;gt;00'2 —l.-nmOlO ora con movimenlo di traslazione rel-tilineo, ora curvilineo, rari nel sangue, innumerevoli nel pus e nelle glandule vascoiari (2).
Chauveau ripose il virus nelle granulazioni libere o conte-nute nei leucociti, ma derivanli dagli slessi leucocili. Isolando le delle granulazioni del pus o de' iiquidi mocciosi virulenli, dimoslrö coil'innesto die la maleria virulenla e formala da quelle granulazioni e non dal plasma (3).
Nello scolo rnoccioso io ho osservalo forme di goccie splen-denli con doppio conlorno (fig. 21, luv. 11, lell. A), nume-rosi raicrococchi di cui molti riunili a due , a Ire in serie (accanlo alia letlcra A).
Nella polliglia delle ulcere bo trovato balleiii omogenei assai corli in grande numero falli da due cellule ovali riu-nite , micolrici di due o ire cocchi in serie (Z)) e talvoila ammassi di micrococclii.
Nei ganglii subrnascellari c nelle cellule Lianche, bo ve-dulo numerosi granuli, tra cui molti riunili a due, a tie; ed ho anche vetluto un granulo piü grande in relazione con uno piü piccolo (B).
Nel sangue estralto da cavalli affelli da moccio aculo, ho veduto un numero slraordinario di corpuscoli di varia gran-
(1)nbsp; Zciischriß, ecc, 1869, p. 298.
(2)nbsp; Compl. reniut, t. lxvii, pag. 103*, 1868.
(3)nbsp; Compt. renduf, 1869, p. 828. Jiecueil, etc., 1869, p. It'iO.
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dezza e forma, cioe angolosi, acuminali, rolondi, analoglii a bacterio (C), isolali ed in cumuli; ma detli corpuscoli, tral-tali colla soluzione di potassa, si düeguavano; e per cui tro-vandosi anche nei globelli bianclii del moccio e nel sangue di allre malaltie cronicbe, debbono rilenersi come albuminosi e non specifici. Con grande allcnzione e con giande pena si riesce nel sangue fresco dei mücciosi a vedere qualche gra-nulazione analoga a granello di pigmenlo, ehe resista alia so­luzione di potassa.
Nelle ulcere mocciose e nella corda i'arcinosa di un roni-glio, ho veduto baüerii lunghissimi in forma di (ilamenli, i quali trovavansi e/.iandio in un coagulo del cuore (1).
Perlanlo nel sangue di recenle estrallo ai cavalli aflelli da moccio aculo o cronico, non ho polulo Irovare ne la colonia di micrococchi di cui parla Ilallier, ne le numerose granu-lazioni ed i balterii di Christol c Kiener, ne la forma slel-lala io (jualche globetlo rosso con enlro micrococchi. Evi-dentemenle in quesl'ultimo caso un fonomeno comune cada-verico dei globelli sanguigni, venne consideralo come un'ai-terazione. Perlanlo le forme piü sempiici del virus moccioso, souo i micrococchi isolali, o riunili a due, a Ire?
Nello scolo moccioso e nella polliglia ehe copre le ulcere mocciose, si scoprono gruppi rli cellule bianche, analoghe alle purulenle , le quali presenlano debole resislenza alia solu­zione di polassa 5 0/o'gt; lier l'azione di questa divenlano molto pallide, ma non sono subilo sciolle. 11 micrococco moccioso aumenla di volume e si molliplica come i psorospermi, sollo forma di cellule idenliche alle purulenle?
Collivazione del virus. — Dalla collivazione dei micrococchi rilenuli mocciosi in sustrati convenienli, Ilallier crede aver ollenulo filamenti (micelio) fruttificanli in forma di penicillio, di stacliilidio e di coremio. A sviiuppo piü inollrato, otlenne un micelio, fatlo da cellule brunc, riferibile aH'anlico genere Coniothekium, ma dislinlo di mollo dal Coniolhekiwn sypfn-
(t) Medico l'etcr., 1809, p. 2'i2.
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203 iilicum. Otlenne ailunque un fungo con micelio fallo da grosse cellule a doppio conlorno, da schizosporangi o spore com-
posle {fig. 18), e da rami die si elevavano dal detto miceii
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e producevano scliizosporangi o grosse capsule (Teche), le quali si riempivano di spore. Con ulteriori coltivazioni (1), osservö Ilallier dal descrilto micelio, elevarsi filamenli bruni, seplati, i (juali essendo verticali e vicini gli uni agli allri for-mavano uno slrato (fig. 45) analogo aWtmenio di un fungo elevate. 11 descrilto micelio ed irnenio venne da Ilallier detlo Malleomyces equestris. Adunque il malleomicese equeslre non e allro ehe uha rnorfa, die nulla ha di caralterislico; siamo ancora ben Ionian! dal micromicele elevalo, da cui derivano gli elementi die proclucono il moccio.
Sale del virus. — Tiovasi nello scolo nasale, nella pol-liglia delle ulcere nasali, nel pus dei ganglii submascellari, dei noduli polmonali, dei bolloni o lumori farcinosi e nel sangue; secondo Wiborg (2) risiede eziandio nella saliva, nel sudore, neH'uhna e probabilmente anche nelle feccie.
11 virus e fisso; secondo alcuni patologi, gli elementi viru-lenti possono reslar sospesi neil'aria, e inollre I'aria espirala dei malali di mucdo aculo, puo lener sospesi elementi viru-lenli, e cosi inquinare I'aria ambienle (Wiborg, Gerlach, Wun­deilich, Semmer). Perö Ilurlrel d'Arboval opina die I'aria non si faccia veicolo infettanle die a breve dislanza (3), menlre Mo-scali, Vicq-d'Azir, Faulet e Toggia padre credono, die I'aria impregnata di molecole mocciose, non possa infettarc anche a piccola dislanza un cavallo sano. Al principio del 1796, Toggia padre pose quatlro cavalli mocciosi sotto un porlicaln colla testa volta verso il cortile; in distanza di pochi trabucchi pose sei cavalli sani in faccia agli infetti solto un baracconc aperto al davanli, quesli sette cavalli restarono rimpelto gli
(1)nbsp; Zeitschrift, elc. 1871, p. 13.
(2)nbsp; Hering. Specielle palkolugie, etc. paj. 93.
(5) Dizionario di medicina, chirurgit ecc. vol. 2, pag. 34. Traduzione Tam-Jierlicchi 18'il.
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uni agli allri sino alia fine di giugno, senza die sia coin-parsa la morva in qualcuno dei sani. Di piü, in una scu-ileria spaziosa, tcnne alia distanza di solo trenla passi due cavalli Tune moccioso e I'allro sano, senza ehe in quesl'ul-timo avesse luogo la conlagione (1).
Tenacitä di vila del virus. — E grandissima: ne'luoglii umidi o discretamente asciutli, come stalle, sotloscaia, ca­mera poco ventilate, il virus puö conservarsi attivo per al-|nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; cuni anni. Alia Scuola veterinaria di Torino nel 1ö68 un
sotloscaia comunicanle con una scuderia di mocciosi, venne con un muro separalo dalla scuderia infetla; a questa poi venne tolto rinlonaco, e ben disinfettata fu destinata in parte ad ovile, ed in parte per via di comunicazione con altro cor-tile. Alcuni conigii posli nel suddello soltoscala verso la line del 1869 e nol 1870 caddero affelli da moccio. Anclie il signor Domenico Tavella fece analoga osservazione.
llaubner crede die in ceiti luoghi il virus possa mante-nersi attivo per alcuni mesi (C-8 mesi), e nclle stalle oltre un anno (2). L'essiccamenlo, secondo gli esperimenti di AYiborg e Renault, tolse in certi casi reflicacia del virus, in altri casi fu senza eflclto, poiclie la materia die conleneva il virus sciolla nell'acqua ed inoculala, produsse il farcino aculo.
Hartwig, racconla Hering, osservö la dislruzione del virus a 4-5deg; ed a — 10deg; —15deg;. Nelle regioni nordidie duranle l'inverno, stalle infelle sotlcstanno lalrolla a temperalura anche piü bassa di 15quot; sotto zero, senza ehe sieno crcdute perciö disinfellale.
Incubazione. — La durala dell'incubazione, facendo coa-bitare i sani coi malati, in 16 cavalli , per sei fu di 7-15 giorni. e per 10 fu di 1-2-4 mesi. Delafond (3) racconta, die
(1)nbsp; Osscrrazioni cd espcrienzc pratlche sulla tiiorni. Torino 1S07, ]gt;. i03.
(2)nbsp; Gcrlacli pose scolo nasale fra due lastre di vetro alia lempcralura di H- 12deg; R., cd in alcuni giorni lo cssicco. Ridolto in polvere to trovö inaltivo in due cavalli; mentre lo slcsso scolo nasale mm cssiccato, oonscrvalo per nove giorni, produsse it moccio laquo;cuto. (Die Rinderpest ete, p. 108.
(5) Recucil etc., 18'i9 p. 646.
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in 36 solipedi ha varialo da 3 giorni a 3 tnesi c mezzo e piü. In 8 mull fu di 3-H giorni. In un cavallo fu solo di 3 giorni. Secondo Ilaubner e Spinola fu di 1, 3, 4, 5 e la-lora piü di 0 setlimane. Da una relazione pmssiana si ap-prende ehe in molli casi fu di 4-6 rnesi. König e Buhler videro comparire il moccio anche dopo un anno di coabi-tazione. Anche Straub (1) osservö la durata della incubazione di 3 mesi ed Ottenbacher di 3, 4, 6, 8 mesi. Einike vide un cavallo cader malato di orchile mocciosa qualtro setlimane dopo la coabilazione con tre cavalli mocciosi.
Coll innesto la durata deirincubazione fu in cinque cavalli di 4-6 giorni. Secondo Hering e di 3-5 giorni.
Colla trasfusione del sangue fu veduta di 3-5 giorni (2), ed Hering dopo 8-10 giorni riscontrö i noduli mocciosi al polmone.
Dopo I'uso di fornimenti, di cavezze infetle ccc, la du­rata deH'incubazione fu in pochi casi di 4-10 giorni.
Toggia padre assicura die vide sempre comparire il moccio venti giorni dopo Tassorbimento del virus.
Adunqae la durata deU'incubaziono coll'innesto e colla trasfusione del sangue, quando avvenne la contagione, e stala assai breve. Come spiegare la lunga incubazione in seguito alia conlnsione per coabitazione? E un falto die un equino puö coabitare con un moccioso, senza venir colpito da moccio, sia per caijione dell'immunitä, sia per non avvenuta conta­gione. D'allronde poi ne' casi di contagione per coabitazione, come doterniinare il memento in cui ebbe luoquot;o la conta-gione? Quando poi un cavallo ehe soggiornö in luogo infelto per poche ore, o per alcuni giorni, e ehe cade poi rnalalo di moccio dopo 2-4-6-8-li2 mesi, come credere die davvero abbia preso il virus nel citato luogo infetto e non altrove? Come giudicare se si tralti di moccio spontaneo o cornuni-cato, dopo 8-12 mesi daH'avvenuta coabitazione con infetti?
(1)nbsp; nbsp;.Wrd. cef., 18G5.
(2)nbsp; nbsp;Recueil, c(r. !laquo;v.i.
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Percio pensando, come, dnl cadere del secolo scorso fino quasi ai nostri giorni, la non contagione del moccio cronico, abbia avuto parligiani neue varie regioni d'Europa; e come le leggi dl polizia sanitaria siano slate e siano ancora al pre-sente piulloslo trascurate, sembrami ragionevole il non ac-coglierc le lunghe incubazioni , ma rilenere ehe la durata delTincubazione del moccio ehe si sviluppa in seguilo a con­tagione per coabitazione, non si debba estendere oltre ai trenta giorni, ne' casi di giurisprudenza velcrinaria.
Contagione. — La conlagione ha iuogo per le vie rospi-ratorie, digestive, per le piagho e per le ferite ecc. I mezzi ordinari sono: la coabitazione, i pascoli, gli abbcveraloi, le stalle degli albergbi, i fornimenti ecc.
II professore Renault amminislrö, per alimento, carni di cavalli mocciosi a' cani, rnaiali e gallinacei. Nissun cane cadde atfetto da morva. Tia 9 cavalli, a cui aveva fatto inghiotlire una cerla quanlilä di scnlo nasale o di pus di morva acuta, sei diventarono mocciosi (1).
Malgrado i risultamenti negativi oltcnuü dal Renault, espe-rimentando nei cani, ecc. l'osservazionc ha dimostrato la contagione per la via digestiva nei carnivori. Tra gli esempi basli ricordare il case oecorso nei Serraglio zoologico di Fi-renze, in cui nei lasso di breve tempo, selte leoni morirono di moccio per aver mangiate carni di cavallo moccioso (2).
Nell'uomo, riferisce Einike, avvenne la contagione per la via della congiuntiva oculare. All'aperlura di un ascesso far-cinoso, il signor Müller ebbe uno spruzzo di pus sulla con­giuntiva. Malgrado le cure usate, dopo due giorni provö do-lori reumatici ed a poco a poco si sviiuppö il moccio e mori.
L'assorbimento del virus, secondo le esperienze di Renault, si eflettua rapidissimamente nelle piaghe, ferile ed escoria-zioni. Nelle parti denudate daU'epidermide e nelle incisioni del derma, rassorbimento del virus della morva acuta ebbe
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(1)nbsp; nbsp;Rnueil de p. 880. 4831.
(2)nbsp; Mti. vd. IS/O, p. 576.
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-207 luogo in meno di un'ora. II sangue di cavallo inoculalo con moccio aculo, eslratlo dalla giugulare 2-4 ore dopo I'inneslo cd inieltato nella giugulare di un cavallo sano, non riusci conlagioso (1).
I veterinarii piü illuslri d'Europa, se furono concord! nel-rammellcre la conlagione del moccio aculo, furono poi divisi intorno alia contagione del moccio cronico. Ammisero la con­lagione del moccio cronico Toggia, Volpi, Brugnone, la Scuoia velerinariadi Lione, tluzard, Arbova1,Mazza,Leblanc, Rainard, Ercolani e molli allri dislinli velcrinarii italiani e slranieri; sostennero la non conlngione Godine giovane, Frcumage de Feugre, Magendie, la maggior pane dei professori della Scuoia d'AIfort, Dupuy, Lessona Carlo ecc. Lcssona Carlo, dal 1789 al 1848, raccolse 203 casi di non contagione in Francia ed Italia. Duecentotre cavalli di ogni etä, adalli a diversi servizii, hanno avuto relazione con mocciosi cronici confermati, e sono stati sollomcssi a diverse prove d'inoculazione senza conlrarro il morbo (2). 186 dei dclli cavalli hanno coabitalo, mangialo, lavoralo con afTelli da moccio cronico per un tempo ehe ha variato da un mese a 7 anni (!); 26 sono stati inoculali sopra diversi punti del corpo con lo scolo del moccio cronico; 15 sono slati soltomessi gli uni ad un'iniezione giornaliera nelie cavila nasaii e nella trachea, gli allri aH'introduzione di ma-leria mocciosa nelle cavila nasaii o nclio spessore delia pelle, senza ehe avesse luogo la contagione, Inoltre quattro puledri hanno coabitalo colle ioro madri afTelte da moecio cronico, ne hanno preso il lalte senza conlrarre la malattia. Renault ha lenlalo indarno di inocuiare il farcino cronico.
Sono celcbri le esperienze falle neirAdroiraull, da cui ri-sulla ehe di 105 eavalli di diversi reggimenli, posli succes-sivamenle in comunicazione con 40 rnocciosi, 7 sollanto con-trassero il moccio cronico.
Ma se i casi di non conlagione del moccio cronico ineri-
(1)nbsp; Recueil etc. 1869, p. 12.
(2)nbsp; 0, Dclafond. Reeneil IS'tD, pjg. 6!iS.
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tavano seria considerazionc, non dovevano pero essere posli in non cale quelli ehe in raoilo evidente la comprovavano. Se si fosse indagala la ragione dei falti colle ricerche ana-tomo-palologiclie, e coU'esperimento non sarebbe stata niera-vigliosamenle favorita la difTusione del virus moccioso, ed i varii Slali d'Europa non avrebbero sofferlo gravissimi danni per patle del moccio cronico.
Se il virus, nel moccio aculo, Irovasi in grado di concen-trazione negli umnri ehe gli servono di veicolo e soprattulto nello scolo nasale, al contrario e ne' medesimi umori mollo allungato o meglio scarso nel moccio cronico, e pare possa periino mancare per qualche tempo nello scolo nasale in certe forme di mnccio cronico.
Immunila. — Come per gli allri morbi conlagiosi, cosi per il moccio vi hanno organism! ehe almeno temporanea-mente sono refrattarii all'azione del virus moccioso. I casi raccolti da Lossona Carlo sopra cilati, qiiclli deirAdmirault cd allri molli registrali negli annali dclla scienza, dimostrano in modo evidente l'immunilä.
Prcdisposizione. — La coslituzione debole, il temperamento linfatico, le faliche eccessive , le malattie a lungo corso, lo state catarrale delle vie respiratorie, la respirazione di aria poco ossigenala nelle stalle rislretle , insomnia ogni causa debilitante, fanno insorgere la prcdisposizione, ossia quella modifieazione nel cliirnisrno del corpo, ehe c suslrato favo-revole alia rnoltiplicazione del virus moccioso.
Elä. — II moccio per conlagione puö manifestarsi in tnlti i periodi della vita non eselusa la vita entroulerina. Casi di cavalle mocciose die partorirono puledri affelti da moccio, o ehe divennero malati poco tempo dopo la nascila, ne riferi-scono Toggia padre, Richter, il professore Bassi, Snarlouis, Straub (1). Da una relazione di Straub sopra 236 cavalli mocciosi, si rileva ehe un lerzo dei mocciosi, di cui si co-nobbe l'etä, era Ira i 14-18 anni (2).
(1)nbsp; JahresherkM, Hering pcc. 1839, 1853.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;18(35.
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209 Considerazioni intorno al moccio spontaneo.
Le fonli del moccio spontaneo o del virus, aramesse dal maggior numero dei velerinatii, credo possano ridursi alle due categoric seguenti:
A.nbsp; nbsp;Fonti inlrinseche all'organismo:
1deg; Catarro nasale cronico (la maggior parte degli aulori).
2deg; Mai del garrese, tlella talpa ecc, o qualunque piaga cronica suppuranle sia prodotla da causa fisico-meccanica, ehe chimico-organiea.
8deg; Fimalosi, cliiodo di strada, carcinoma del piedc, rogna cronica (Toggia padre).
A0 Barbone o gourme mal gellalo (Toggia).
Squot; Forme di febbri tiliche ed in ispecie di influenza.
6deg; Morbo coilale.
7deg; Infezione purulenta od iniezione di pus nel sangue.
B.nbsp; Fonli estrinseche aH'organismo.
1deg; Lavori eccessivi e prolungaii - diuturne azioni mu-scolari - pervertimenlo della nutrizione.
2deg; Alimcntazione scarsa od alterata da muffe.
3deg; Agglomeramento dei cavalli in scuderie anguste (i).
4deg; Le perfrigerazioni cutanee, le cause reumatizzanti.
5deg; Allerazione dell'aria respirala. Nissuna delle indicate sorgenti e per se sola valevole ad ingenerare il virus rnoccioso; ma puö cooperare indue modi cioe: \deg; Debilitando I'organismo o generando un morbo ca-pace di modificare rorganismo e di far insorgere la predis-posizione. 2deg; Offrcndo una via di penelrazione al contagio. Ma in quanto alle piaghe suppuranti ed all'infezione pu-rulenla, viene assicurato da illustri patologi ehe si e il pus penetrato nel sangue I'agenle generalore del virus moccioso. Dalle sperienze falle, Renault (1834), Bouley (1838-39), ed il venerandü Hering piü tardi stabilirono:
(J) Vedi F. Perosino. Jltd. vtler. 1863. E. Heuault. lircunl. 1862, p. 627.
Rimllanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;14
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1deg; Clie il pus di una piaga suppurante a.^sorbilo dai lin-falici vicini, poteva dar lnogo a farcino aculo.
2deg; Che riniezione, nelle vene di un cavallo, di pus pro-veniente da cavallo sano, dava luogo in breve a moccio od a farcino contagiosi.
3deg; Che la rapida e Lrusca soppressione della suppura-zione delle piaghe, poleva essere seguita da pneumonile gan-grenosa ecc.
11 professore Ereolani poi, lenendo conlo degii sperimenli del Gamgee, secondo cui per I'lniezione di pus nel sangue sorgono ascessi negli organi; c parlcndo daU'esperimento da lui falle, cioe daU'iniezione delle ova di ascaridi nel sangue ehe si arreslano al polmone; Irovando nel sangue dei cavalli mocciosi abbondanti i globelli bianchi ed ap[iiccicali ha lore, credclle die, generandosi nel sangue ed appiccicandosi Ira di loro, i glohetti bianchi si arreslassero nei minimi capil-lari come le uova di ascaridi e cosi producessero le varie lesioni del moccio e del farcino. Colle sue ricerche il pro­fessore Ereolani in cambio di giugnere a scoprire la nalura del virus, scoperse la leucocitosi mocciosa e I'embolia ('!).
Considerando, come giuslamenle ha osservato E. Hering, ehe quando vennero falle le sperienze citale, la doltiina della non conlagione del moccio, aveva un grande numero di sc-guaci e die era assai diffuso il virus moccioso; inollre av-vertendo ehe col nomc di infezione purulenta si comprcn-deva la septicoemia e I'ennbolia, si puo stabiiire:
1deg; Che i casi di farcino c di moccio succeduli a piaghe suppuranli, al calarro nasale cronico ed a forme febbrili, ad es., Tinlluenza. dipendevano da avvenula conlagione du-rante il corso delle predelte malatlie, poiche csse fanno in-sorgere la predisposizione airallecchimcnlo del virus.
2deg; Che i piccoli ascessi al polmone, alia milza, ai reni, od ai muscoli veduli conseguire all' iiiiezionc di parecclii gramnii di pus nel sangue, crano cffelti di cmbolia simili a
(J) Giomale di veterinaria. 185S, p. 337.
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quelli prodotti dal professorc Ercolani colle uova di ascaridi inieltale nel sangue.
3* Che le pneurnonili gangrenose ed i farcini aculi erano reffetto di seplicoemia e di cmbolia insieme accoppiate.'
-4deg; Clie nei casi, in cui, per le indicate cngioni (cioe suppurazioni croniclie, catarri cronici, iniezione di certe qua-liiä di pus nel sangue ccc), veniva prodolla una forma di moccio contagioso, il l'allo dipendeva da ciö ehe, essendo dillnso il virus moccioso, nelle piaglie croniclie, nei catarri cronici ecc, se gia non erano forme di moccio cronico, si depositava il virus, il quale Irovando un sustrato favorevole si moltiplicava c produceva un vero moccio contagioso, come successione o conversione, o degenerazione mocciosa, se si vuole , degli indicali stall morbosi cronici.
E da tutti i jtratici ammesso clie per lo sviluppo del moccio spontaneo, e neccssario, ehe cagioni slraordinarie ab-biano agilo piu o meno lungarnente sopra rorganisrao. II soggiorno dei cavalli in scuderie basse, poco aerate, calde, meliliehe, I'aliraenlazione scarsa ed allerala, il diuturno la-voro muscolare (1), formano cagioni ehe modifieano profon-damenle gli organism! e preparano il sustrato favorevole alia molliplicazioDe degli clemcnli del virus del moccio. Impe-rocehe se nell'organisrao animale non csistono le condizioni indicate, non vi ha dubbio ehe gli elementi virulenti lo per-corrono senza produrre la loro azione; ed avviene nel corpo animale, quanlo si verifica nei corpi dei vegelali rispetto a certe specie di filoparassili. Diffalti in un campo di grano nolle annale ordinarie, ehe eosa si puo osscrvare all'epoca in cui formalasi la spica 6 giä avvenuta la liorilura e la fecon-dazione? In mezzo a migliaia di pianline rigogiiose di grano, se ne trovano alcune chc per avere le radiei in un punlo
(I) Bertacchi 1). Igicnc dei caualli di iruppu. Giornah di med veter. pratica etc. ISiiä, p. 131.
Lodozjano Basilio,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1865, p. 10.
F. Pcrosino. Mtmorii dei tgt;gg. veUrinarii militari, Firrnic, 1868.
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basso, soffersero rumiditä, eppercio vennern nssalife nelle fogiie ecc, dnlla Tn'chobasis rubigo Vera o linearis in modo leggiero; menlre lulte le nitre piantine di frumento rimasero illese. Nelle annale poi in cui nella delta epoca vi ha il caldo umido, allora si sviluppa il morbo rnhiginoso epidemico.
Forme del moccio. — Sono desunte dalla regione del corpo o daH'organo primilivamcntc, o sccondariamente invaso dal virus e sono: il moccio nasale; il moccio dei scni froiilali o mascellari, dolie saccoccie gullurali; il moccio laringeo, Ira-chenle, bronchiale, polmonale; Vorchilide, Vurelrile e ia vagi-niie mocciose, ed inline il moccio ederno ossia farcino. La mnggior partc delle cennale forme po?sono avere un anda-rncnlo cronico, sub-aculo ed acuto: possono essere primitive o seconclarie o complicare altre malattie.
Sintomi generali od indelcrminali. — L'invasionc del moccio c molte volte preceduta da fenomeni morbosi imlelerminaii. II veterinario Villate (1) scrive, die spcsso gli animnli pro-vano brividi frequenli, lumno i [teli scolorati e rabbuffati, sudori nhhondnnti, le digcslioni incomplete e difticili, la re-spirazionc piii corla c fieiiucnte, i lianchi lesi e ritratti, il polso lenlo e molle, zoppiccamenli ad intervalli, ingorgamenti alle arlicolazioni, alternative di benessere e di malessere, tal-\olla i sintomi di gaslricismo, di angina faringea, di bron-chite, di reumali?mo articolarc ecc.
Moccio nasale cronico. — 11 moccio na?ale cronico pnö es­sere piimitivo o secondario alle altre forme mocciose. Arri-vato il virus nei linfatici di uno o piii punti delia mucosa del setto o dei cornetli nasali, si molliplica e da luogo ad un'irritazione e ad un centro iperemico; la mucosa, ne'varii punti iperemici, prcsenla un color roseo o rosso carico sfu-rnato giallognolo. Conlemporaneamenlc, le glandule mucose della pituitaria provano un'eccitazione e separano una mag-gior copia di muco. Continuando la irrilazione, i corpuscoli del conneltivo ingrossano, cd il connetlivo si infillra di eel-
(1) flecueil. 1849, p. 666.
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lule bianche; per consegucnza la mucosa si tumefa alquanto e si eleva nei punti irrilali; cresce I'elevazione a misura ehe nel luogo irritato si accumulano cellule blanche. Le cellule cpiteliali cilindriche ehe coprono il punlo inilalo, rimangono quasi lulle immutate , ma soflrono nella loro nutrizione. I punli irrilali pigliano un colorc giallaslro o bianco sudicio con aureola rossa. Si ha pcrlanlo una puslolina moeciosa formata, la quale e piccola, rnii;liare, e di colore giallaslro al ccnlro. Conlinuando la proliferazionc, cadono 1c cellule cpi­teliali cilindriche, si apre la puslola, ed il pus si versa sulla mucosa nasale c si mescola col mueo ehe viene separalo piii o meno abbondanle, c lo scolo nasale per cagione dei globetli purulent! c dell'essudalo diventa piii denso, sfumalo gialla­slro, albuminoso, ed aderiscc ai bordi delle narici.
Le puslole mocciose ora si formano negli strati superficiali, ossia appena al disotto dell'epitelio, ora negli strati profondi del eonnellivo della mucosa. Quando le puslole sono super­ficiali, allora, caduto 1'cpitelio die le copriva, danno luogo ad ulcerette, ehe si presenlano come abrasioni a bordi irre-golari sinuosi, col fondo copcrlo da pus o da specie di pol-tiglia rossiccia. Quando sono profonde, molle volte prima ehe si sieno aperle ed abbiano dato luogo ad ulcera, vengono circondate da allre puslole, di modo ehe aprendosi poi le une dopo le allre, rimane formata un'ulccra molto piü grande; in altri casi allorno alia prima ulcera cd a brcvissima di-slanza si formano allre puslole, ehe aprendosi viene poi a risullare un'ulccra grande. Di tali ulccrc formate da molle puslole piccole, se ne conlano di quelle della grandezza va-riabilc Ira pochi millimetri a 15 fino a 20 millimetri. Hanno la forma oblunga, allungata, irreguläre o circolare, i bordi sporgenti dal fondo, bianchicei, leggiermente lumidi, tagliati a picco con sinuosilä die si inoltrano nella mucosa sana; il fondo ordinariamenle c inegualc, sparso di rialli tondeggianti, di colore grigiaslro o bianco sudicio, eoperlo da pus albu­minoso ehe si insinua tra i rialli del fondo, ovvero da pol-tiglia grigiastra o rossiccia. Talvolta il fondo delle ulcere estese presenta specie di avvallamenli e sollevamenti sparsi
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da elevazioni piccole, verrucose e coperte da poltiglia. Le ulcere tanlo piccole ehe grandi, veggonsi spesso circondate a breve od a maggior distanza da novelli noduli o puslole. I noduli e ie ulcere piü o meno eslese si possono formare in lutte le regioni delle cavitä nasali, cioe all'enlrala, nel londo, sul seüo e sopra i cornelti. Ordinariamenle la forma-zione dei noduli precede lentamenle.
Formalesi una o piü ulcere, lo scolo aumenta, si fa piü dense, assume un colore bianco sudicio sfumato, giallaslro; cola lentamenle ed aderisce alle narici. Ad un tempo i ganglii inlermascellari dal lato corrispondenle alia cavitä nasale, sede del moccio, si sono tumefatti. La tumefazione non progre-disce, per cui i medesimi restano duri e spesso poco do-lenli. Se le ulcere formalesi nelle cavitä nasali sono acces-sibili alia inspezionc oculare, allora c facile la diagnosi di moccio nasale; ma se sono situate nel fondo delle cavitä na­sali, allora la diagnosi e difficile; perche molte volle i ca-valli, eccetluato il gello nasale e la tumefazione dei ganglii submascellari, sono lieli, hanno boon appetito e sono in buon slalo di nutrizione.
Inoltre nelle ulcere piccole o grandi, superficiali o pro-fonde, dopoche il virus e uscito ilal loro fondo trascinato dal pus nello scolo nasale, comincia spesse volle presto il lavoro neoformalivo o di cicalrizzazione; il loro fondo si copre di granulazioni e di bottoncini carnei; a poco a poco cellule bianche, sostanza interceliulare e vasi di nuova for-mazionc riempiono l'ulcera, si forma sostanza connetliva, e cosi una cicatrice slellata o raggiata, ehe poi si copre di nuovo di epilelio cilindrico. INel mentre ehe ulcere si cica-trizzano, inlorno ad esse, od a breve distanza per irrilazione del virus, si formano novelli noduli e novelle ulcere. Per questo lavoro di cicalrizzazione e di formazione di ulcere ehe corre mollo lento, si intende come la malallia possa durare lungamente, senza ehe l'inUero organismo ne soffra gran-demenle.
Sul selto nasale ed anche sopra i cornelti, non poche volle i noduli superficiali o profondi sono gli uni molto vicini
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agli altri; tanlo ehe si hanno tanti piccoli cenlri purulenti, separat! il maggior numero gli uni dagli allri da sottili se-pimenti di tessulo connettivo, ehe e. slalo compresso e ehe ha sofferto nella nufrizione. Aprendosi i noduli gli uni dopo gli allri, le ulcere restano separate dagli indieati sepimenli di connettivo come necrotizzato; i quali sepimenti si essie-cano al contatto dell'aria, si impregnano di muco e di pus ehe pure si essicca, e si formano cosi croste di colore grigio-bruno, verdastro o neraslro; tali estese crosle molte volte aderiscono tenacemente al fondo dell'uleera per gli indieati sepimenti i quali del reslo poco a poco si vanno distruggendo per necrosi del connellivo; con una sonda o colle pincette si penetra solle le delte estese croste, le quali coprono quasi tanle gallerie, in parle , comunicanli. Dislaccando le delte crosle, apparisce un'ulcera estesa a fondo ineguale, sangui-nante, coperto da polliglia rossastra, falta da cellule puru-lente e globelli sanguigni.
Facendo sezioni microscopiche, si Irova die i! fondo delie ulcere e coperto da cellule bianche, e die il connellivo e pure tullo infiltralo delle dclle cellule bianclie; ma tale infiltra-zione non si eslende di mollo, ed e molto limilala in eslen-sionc atlorno al punlo ehe e stato irrilalo; quando le ulcere sono superficial!, il tessuto a brevissima distanza dal fondo dell'uleera ö lullo sano; quando sono profonde e Ira le glan­dule mucipare, allora si vede il connellivo tra le delte glan­dule tulto infiltrato di cellule bianche od in istato di iper-plasia; ma I'epitelio delle delte glandule non e alterato; quando si formarono noduli confluent! profondi, e profonde ulcere, allora avviene spesso la distruzione dclle dette glan­dule; eio dimostra come il virus non agisca suH'epitdio delle glandule mucipare. Inollre nolle ulcere estese, a fondo con rialti, facendo preparati microscopic!, s! trova ehe il fondo qua e lä e cosperso da gruppi di cellule epiteliali cilin-driche aneora intalte; fatto questo, die pure dimoslra come il virus non agisca sull'epitelio della piluilaria, poicbe solo in casi rari si trova qualche cellula epiteliale con due o tre nuclei.
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Un'altra varielä di ulcera sulla mucosa del sello nasale e quella considerala dagli uni come caratteristica di una forma di farcino nasale, e dagli altri come caratteristica di una forma di moccio detto secco, morbus aridus di Vegezio. Prange ne osservo 2 casi, io pure ne vidi due casi; uno dei cavalli era anche farcinoso. Le ulcere in discorso arrivano anche alia grandezza di una moneia di cinque cenlesimi, sono un po' elevate sopra la circoslanle mucosa, hanno superficie rossa, granulosa , ineguale e coperla da crosle giallastre; tolte le croste, si coprono presto di nuove croste. Mancano lo scolo nasale, la tumelazione dci ganglii submascellari, cd inoltre la tendenza delle ulcere a cicatrizzare.
E bene notare die in certi intlividui nffelti da moccio cro-nico, per lungo tempo si formano ulcere superficial), od alia parte superiore del setto nasale o dei cornetli, die sempre poco a poco cicatrizzano. In altri casi essendo in un qualche punto esteso del sello o dei cornetli, avvenuta un'eruzione estesa di noduli profondi e per conseguenza la Cormazione di ulcere larghe oblunghe e profoode, avvenuta la cicatriz-zazione, si formano per lungo tempo ulcere superficiali ehe pure cicatrizzano. Nella parte si trovano poi, alia sezione ca-daverica, ample cicalrici di color bianehiccio, raggiate, co-slituite da denso strato di connetlivo; in queste spesse cica-trici, soventi volte, non si trova altro die le traccie delle glandule mucipare. 11 professore Ercolani da quesle cicalrici dedusse la curabiiita del moccio, ed e strano ehe alcuni ve-terinarii le abbiano considerate come una forma di moccio
cronico
In casi rarissimi, nel fondo delle ulcere profonde, die ar-rivarono al pericondro del sello, in cambio di tessuto di ci­catrice, si forma un tessuto sarcomaloso, die ha la sua radice nel tessuto carlilagineo del setto, e la neoformazione si pre-senta sopra il sello nasale in forma di produzione sarcoma-tosa oblunga alquanto elevata con superficie di cavolo-fiore. ß fatla da grosse cellule di connetlivo di varia grandezza nella parte superiore e nella inferiore da tessuto scartilagi-nato. La scartilaginazione si compie in questo modo; la so-
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217 stanza fondamentale carlilaginea, da omogenea si fa granu-losa, e poi fibrata; le cellule cartilaginee, sciolte dalle loro capsule, si allungano, proliferano e si mutano in corpuscoli connellivi.
Un'allra grave lesione, associata a quelle indicate nella morva cronica, si e la trombosi, soprallullo delle vene del setto nasale; 11 setlo in quesli casi nella sua parte mediana ed in senso longiliuiinalc si fa luniido, coi capillari dilalali, colla mucosa di color sudicio, per neoformazione di connet-livo e di cicatrici; nelle vene cospicue si Irovano antichi coaguli. Dipcndono tali Irombi dail'azione del virus sopra il sangue, come ebbi ad osservare nel coniglio?
II moccio cronico nasale c seguilo ordinariamente da qual-cuna delle altre forme di moccio, specialmcnle dal moccio polmonale, dal farcino ecc. Puo passare anclie allo slalo sub-aculo ed acuto.
Moccio sub-acuio ed aculo. — Molli veterinarii, specialmente francesi, clic negavano la conlagione del moccio cronico, tut-tavia la lemevano, perche I'osservazione aveva loro insegnato il passaggio del moccio cronico in moccio sub-acuto od acuto contagioso! E un fatlo chc una lesione traumatica, un irri-lanle sull'apparato digestivo, una perfrigerazione, la scarsa ed alterala aiimenlazione, I'aria non rinnovata ecc, si ren-dono spesso causa dell' indicalo passaggio. Sembra ehe per I'azione delle annoverale cagioni, la molliplicazione del virus divenga piu rigogliosa.
Per veritä in questo case i noduli sulla mucosa si lormano piü numerosi, confluenti e prolbndi; la mucosa si iperemizza, diviene piü lumida, separa una maggiore quanlilä di muco. II gello nasale diventa abbondanlc, spesso, verdaslro, grigia-stro, talor (into in sanguigno; 1c narici ne rimangono inqui-nate; I'alilo diventa fetido; cresce la tumefazionc dei gangli sub-rnasccllari; gli occhi divenlano cisposi ed il pelo rabbuf-falo; diminuisce I'appelito, la respirazione si fa difficile, talor soffianle ecc. I nodnli si esulcerano c si formano o sul setto nasale, o sui cornetti, ulcere estcse pcrfino della lun-ghezza di 4 cenlimetri e della profondilä di 4 millimelri,
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con bordi lumidi infiltrati, debolmenle aderenti ed a fondo ineguale e sparso da rialti o coperto in parte da crosle, o da materia di color giailastro; le ulcere si estendono perfino al pericondro sul sello nasale, hanno lendenza ad allargarsi e non si stabilisce in esse il lavoro neoformativo. Se questo slato sub-aculo non cessa, allora passa allo stato acuto od aculissimo.
Moccio aculo. — Puö e?serc prirailivo , cioe spontaneo e da contagione ovvero secondario alle altre forme di moccio. Piü frequente negli asini e nei muH, ehe nelle razze della specie cavallina.
L'invasione quando e sponlanea, e quasi sempre precedula da sintomi general! cioe tristezza , inappetlenza , iniezione della congiuntiva oculare, febbre, elevazione della tempera-lura sino a 41, 5deg; e 41, 7Ü (1). Per la formazione di nume-rosi e profondi noduli la pituilaria di una sola o di ambedue le cavilä nasali si lumefa e prende un color rosso-giallastro o scuro. Lo scolo allora si fa abbondante; i ganglii sub-ma-scellari si tumel'anno e diventano spesso voluminosi e do-lenli; per cagione della lumefazione della mueosa nasale la respirazione si fa soffianlc c celere cd il polso frequenle. Dopo aleuni giorni, due o quallro, lo scolo si fa piü abbon­dante, spesso, grigiaslro c sanguinolenlo, 1c pinne del naso ed il naso si fanno luraidi, i noduli si esulcerano e si for-mano numerose, grandi e profonde ulcere, le quali si spro-fondano ogni giorno piü, ed invadono la carlilagine del selto nasale e lo perforano; gli animali lengono la testa bassa o nella mangiatoia , od allontanala da quesla; lianno 1'alito felido, i batlili cardiaci forti. Ja cute secca ed i peli dritti; rimmagrimenlo progredisee rapidamentc; il respire diventa sempre piü frequente; per la disserninazione del virus nel polmone, sviluppandosi la pneumonitc mocciosa, comparisce anche la tosse; se gli animali non sono abbattuli, compari-scono petecchic sulla congiuntiva, tumefazioni alle estreniitä
(I) Brusasco L, Discono mau], p, 32.
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e ad altre regioni, eruzione di boltoni farcinosi ccc, e l'adi-namia si fa grande fpecialmenle al Ireno posteriore; gli ani-mali cadono a terra, e al 10-15 giorno per lo piu muoiono.
II professore Renault ha osservalo la conservazione dell'ap-petilo, anclie quando i maiali crano giä caduli a terra.
Quando lo ulcere sono numerose alia pltuitaria, ordina-riamente al polmone esistono lesioni meno gravi; mentre quando sonvi lesioni leggiere alia pituitaria, allora al polmone si formano lesioni gravi, cioe, pneurnonile mocciosa acula.
Esaminando le ravilä na?ali dope morle, si vedono larghe ed estese ulcere coperte da poltiglla sanguinolenta, estesi tratli in cui la mueosa rimase distrutla; spesso 11 selto na­sale trovasi perforalo.
Si ha pertanlo nel moccio acuto il vero lipo di un morbo dislrullivo della parte ehe ha invaso.
Se il moccio acuto e da tulli ammesso contagioso in allo grado, bisogna convenire ehe, da qualunque cansa sia pro-dolto, in esso il virus si molliplica piü rigogiiosaniente, ed alia rapida mollipiicazione del virus devesi l'aculezza del moccio.
Nel moccio cronico, il nodulo o puslola mocciosa si forma lenlamenlc; nella formazione del nodulo vi ha proliferazione da un lato c dislruzione daH'altro; cioe le cellule bianche o purulente di mano in niano ehe si aecumulano, comprimono il tessuto sano sopra poslo, lo alrofizzano e lo sciolgono, onde si fa cosi 1'ulcerazione del nodulo; nel nodulo formafo vi sono cellule blanche con bei nucleo o con aleuni nucleoli, spesso maschcrali da granuli albuminosi, c da micrococchi; il l'ondo del nodulo c poi dell'ulcera presenla solo infiltra-zione di cellule bianche per brevissimo tralio. 11 detto con-lenulo, aperlo il nodulo, passa sulla mueosa nasale; il virus del nodulo in parte passa sulla mueosa nasale insieme colle cellule bianche, ed in parte si diflbmle nellc parli sane at-torno aU'ulcera; nel moccio cronico adunque vuolalosi il no­dulo , il virus passa nello scolo nasale, e solo qualche ele-mento virulento si diffonde ne'dinlomi dcH'ulcera; il per-che il fondo dell'ulcera, sprovvisto di virus o di elemento
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irritante, si copre di boltoncini carnei e comincia in csso la cicatrizzazione. Nel moccio aculo, per la rapida molli-plicazione del virus cd i noduli si formano piü prestamente, e subito ad un nodulo ne succede un allro, o ne succedono molti lanto nelle parli circoslanli quanto profonde; si in-tcnde cosi come per forniazione di ulcere profonde e larghe, ancbe nel selto nasale la sostanza carlilaginea venga presto irritata; per cui 1c cellule cartilaginee si lumefanno, proli-ferano e la soslanza fondamenlale si scioglie, onde ba luogo 1' ulcerazione c la dislruzione od il perforamenlo del selto nasale.
Epistassi. — Nel corso della morva cronica sub-acula ed acuta, fenomeno gravissirno e repistassi od emorragia nasale. L'emorragia nasale si avverle per lo piü Irovando la man-• gialoia ecc, insudiciala di sanguc; era le epistassi sono leg-gicre ed intermittenti, altre volte, invece sono molto gravi ed abbondanti. Toggia padre, vide un cavallo perdere in una sol volla piü di 20 libbre di sangue, ed alia sezione cada-verica Irovo un'ulcera profonda nel seno frontale (1). Bleweis, in un moccioso osservo l'eniorragia conlinua e cosi abbon-danle dalla narice sinislra die il cavallo diventö anemico, in guisa die mori al seslo giorno; alia sezione risconlrö un'ulcera al selto nasale die aveva nperto una grossa arleria. In un altro cavallo trovo lesioni ai seni.
Nel Giornalc velerinario di Monaco del 1862 (2), no e ri-ferilo un caso singolarc: un cavallo, ndl'invcrno del 1859, era spesso colpilo da epistassi senza presentare la piü leg-giera manifestazione mocciosa. Presenlö i sintomi del moccio solo nel febbraio 1860; fu ucciso; ma due cavalii della stessa stalla caddero malati di moccio.
Ricordo un cavallo osservalo alia Scuola velerinaria di Torino, nel quale, essendo stato solloposlo a cura, scomparve la tumefazionc dei ganglii sub-mascellari e lo scolo nasale,
(t) Opera citata.
(2) Jahresbericht. Hering, 1862, p. 62.
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221 per guisa ehe parve guarilo. Ma quasi un mese dopo, le fre­quent! epistassi avendo indebolito I'animale , ricomparve lo scolo ecc, e dovelte essere abballuto.
Nelle sezioni cadaveriche, ora nella mucosa nasale osservai qualche ulccra superficiale, ora piü ulcere, ma queste non sembravano avere im rapporto colle ripelentisi epistassi.
Getto nasale. — A seconda della sede delle lesioni nel moccio nasale, e unilaterale o bilaterale. Alcuni pralici avendo piü spesso incontrato il getto nasale dalla narice sinistra, gli hanno atlribuito un'importanza dingnostica. Alia Scuola di Vienna (1), sopra 23 mocciosi, si e verificato in 40 bilate­rale, in 9 laterale sinistro ed in 4 destro. Secondo Bagge (2), in 1026 casi di moccio, lo scolo fu bilaterale in 498, destro in 271 e sinistro in 257.
II getto nasale, dopo rinfezione mocciosa, puö mancare anche per mesi e cio sopratlulto quando il virus e penetrato nei ganglii sub-mascellari. Osservai una puledra, la quale per tre mesi non prescnlö ehe un ganglio sub-mascellare lu-mefatto, dare, ed alquanto aderente; al quarto mese fu as-salita da moccio aculo. Lo scolo nasale manca nella forma di moccio detto secco.
II getto nasale e leggiero nel moccio cronico e polmonale benigno; e pure talvolta leggiero, insignificante ed intermil-tcnte nel moccio polmonale complicalo con quello dei seni (Nicklas) (3), o delle saccoccie gutturali. fi pure scarso, siero mucoso nell'invasione della malattia, ma diventa presto piü dense, bianco sudicio, sfumato giallo, e poi verdaslro, gri-giastro o sanguinolento, aprendosi i noduli, ossia formandosi le ulcere e queste eslendendosi. Nel moccio sub-aculo ed aculo e grigiaslro, rossastro, bruno e molto fetido per la decomposizione da cui e invaso.
Ne' cavalli soltoposti a cura spesso diminuisce, si fa denso
(1) Jahresbericht. Hering, lt;8d9.
(S) IbU.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4863.
(3) Jahretbericht, Hering, 18S9.
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bianco, lalor sfumalo gialliccio o verdastro. II color giallo-verdastro o grigio e tanlo piii spiccanle quanlo maggiore c, il tempo, dacclic le narici non vennero netlate.
Per la sua densilü e perclie cola lento, spesso, aderisce ai peli die circondano le narici in forma di specie di goccie, aderisce alle narici e si essicca in croslicine giallo-verdastre.
L'esame microscopico (1) dimoslra lo scolo composlo da cellule mucose, purulenle di varia grandezza, rolonde le une, angolose le allre, munite di un nuclco sjiiccante e talor di (juaitro nucleoli, mascherali lalvolta da malaria granellosa e da micrococchi; da nuclei e da cellule risolvenlisi in de-Irito granelloso e da cellule epileliali. Nel raoccio acute si incontrano cellule purulentc, con due o Ire globelli rossi nel loro interno, e molli globelli rossi liberi. Qualche patologo crede ehe le cellule bianche del gelto nasale o componenti la poltiglia die copre le ulcere, siano invase dalla degene-razione grassosa! Lo scolo giallaslro, ollre la molta materia moiecolare, contiene eziandio micrococchi a due, a tl'e, ed in forma di catena micotrice e lalvolta ballerii di variabile grandezza, ed in cerli casi mollo numerosi; parmi die la sl'umalura gialla sia dovula agli indicali elemenli vegetali. Nello scolo grigiastro o verdastro si incontrano dementi di-versi, doe spore di aspergilli, penicillii, di Irichobasis, di mucedinee; schizosporangii dclla pleospora ticrbamm, dello sporidesmio ecc; nunaerosi lilamenti c spore del Ctadospo-rium herbarum ecc, acari cd aculei di gliciphagus ecc; vi si trova eziandio materia tcrrosa. Tutli gli accennati de­menti, si comprende, sono accidentali c per lo piü derivano dai foraggi.
11 professore Ercolani fece menzione di una criplogama rinvenuta dal Langenbcck nel getto nasale dei cavalii moc-ciosi (1841). Secondo rifcrisce Robin, le spore di questa sono brunastre riunite in corona, e danno al gello nasale il colore brunaslro ; hanno una grandezza doppia di quella dei glo-
(1) S. Rivolla. Med, leter., 4868 c 1869.
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223 bull purulenli ed un episporio coriaceo e trasparenle; rollo l'episporio sono messe in liberlü molecolc brune ehe si muo-vono con vivacila. E sicuro clie queste spore erano acciden-tali, e non saprei proprio a clie specie riferirle; si Irallava al cerlo di scliizosporangii.
Tumcfazione dei gmglii sub-mascellari, — La lumefazione dei ganglii sub-mascellari puö comparire, come venne indi-calo, molto temjio prima della rnanifeslazione de! moccio na­sale; quando perd, queslo esiste, la lumefazione dei ganglii non manca mai. Di rado pure manca nel moccio dei seni fronlaii e delle saccoccie gutlurali. Puö mancare nel moccio tracheale e polmonare.
Anivato il virus ai ganglii linfalici sotto-mascellari, irrita in varii punti le cellule bianche dei ganglii, le quali proli-fcrano c producono cosl piccoli cenlri biancliicci, o cumuli di cellule simili alle purulente. Conseguenza dell'irritazione e della neoformazione, si e I'iperemia altorno a' ganglii e la tutnefazione maggiore o minore dei ganglii stessi a seconda della quanlilä di virus ehe e giunto nel loro interno. La neo­formazione di cellule bianche, col nucleo mascherato da nu-merosi granuli, avviene lentamenle, e toccalo un dato segno si arresla; onde il conneüivo allorno i ganglii divenla spesso e forma come una capsula; i ganglii cosi ingrossali rcslano duri, aderenti, indolcnti o poco dolenli. 1 ganglii nell'inva-sione del moccio nasale rronico, sono dolenli e poco ade­renti , sono piü dolenli e voluminosi nel moccio aculo. La proliferazione non Irascorre mai lanl' ollre, da produrre ascessi e la suppurazione. Non ho mai osservalo, nei ganglii tumefatli del moccio, sostanza ehe avesse I'aspeUo di luber-colo caseoso.
Moccio faringeo. — II moccio in qualche rarissimo caso puö cominciare con angina faringea. 11 veter. C. Martin (1) osservö, in questo caso, difficollä a deglutire gli alimenli so­lid! e liquidi, loro rigelto per le narici; losse e sensibilitä
(1) Rccueil. 1862,
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alia regione della gola. Ai detti sintomi seguirono piü lardi quelli caratterislici del moccio nasale; cd alia sezione cada-verica rinvenne estese cicalrici alia faringe ecc. Del resto segue ordinariamente alle altre forme di moccio.
Moccio laringeo, — Anclie alia mucosa dell'epiglollide e della laringe, alcunc voile si formano noduli e poscia ulcere. Per lo piii i noduli sono secomlarii alle allre forme. Perö il moccio laringeo e rare. Tra i numerosi casi di moccio os-scrvali, ricordo un solo cnvallo affetlo da moccio acuto la­ringeo; aveva gello nasale abbondanle e verdastro, leggera tumefazione dei ganglii sub-masccilari, grande sensibilitä alia gola, la respirazione freqnente c ranlolosa, gli occhi cisposi, la lesla bassa. Alia sezione cadaverica ho Irovalo tumefazione con ulcere nellc varie rcgioni della mucosa laringea; alcune ulcere soltanto esistevano alia mucosa nasale.
Bruckmüller ha osservalo ulcere cosi profonde nclla mu­cosa, da essere lese le cartilagini della laringe.
Non poche voile si formano ulcere alia Irachca; si hanno csempi di scoli leggieri con o senza tumefazione dei ganglii sub-mascellari, ehe riescirono contagiosi. La maggior parte dcgli aulori osservarono ulcere e cicatrici alia trachea.
Moccio dei seni frontali o mascellari. — E primitive o se-condario al moccio nasale. Possono esserne colpili i seni ma­scellari, fronlali deslri e sinislri, ovvero i seni fronlali ecc, deslri e sinistri ad un tempo.
L'irrilazione del virus nei seni, e resa manifesla dalla for-mazione di vasi, c di un sollilissirao slralo di soslanza con-neliiva, infdlrato di cellule biancbe e di corpuscoli connettivi ehe ha analogia con una membrana piogenica; sulla super-ficie di quesla si prodncono molle cellule purulente, e nelle parli profonde la soslanza connelliva va sempre aumenlando ed assodandosi. Questo processo neoformativo procecie lentis-simo, e siccome il pus si accumula nei seni e ad intervalli viene eliminalo per la via delle cavilä nasali, cosi si stabi-lisce uno stalo calarrale alia piluilaria; i raalali perlanlo hanno uno scolo nasale leggiero, per lo piii bianco sudicio, ehe ad intervalli, cioe quando gli animali abbassano la testa
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225 per here ecc, ha luogo in forma di fiocchi napiformi. Inoltre i malati lianno i ganglii sub-mascellari lumefatti; questi molte volte in principio sono mollicci, poco aderenti, ma poscia diventano duri ed aderenti. Aumentando sempre la sostanza connelliva nci seni, questi se ne riempiono; le faccie eslerne degli ossi e specialmente del frontale si fanno poco a poco convesse, ed i seni perdono la loro sonoritä alia percussione. Lo stralo di connellivo die si e formate nei seni, molte volte lia la superficie tuberosa c sembra ehe, in molli punti della sua superficie, cessi la generazione di cellule purulente, poi chö si forma uno strato di cellule epiteliali pavimentose; que-ste avendo osservato il professore Ercolani, denominö la le-sione epitelioma dei seni, ecc. Ma siccome questo strato di cellule epiteliali si osserva di rado , e non si forma ehe a corso inoltralo , cosi mi pare piü propria la denominazione di sarcoma moccioso o massa sarcomatosa dei seni. In molti casi la detta massa, toccato un dato limite, pare si arresti nello sviluppo, generando soltanto cellule purulente alia sua bnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;superficie; in altri casi invece lo sviluppo c rigoglioso e po-
liposo.
Quando si operö la trapanazione dei seni, allora per il conlallo dell'aria aumenla I'irritazione, cresce rigogliosa la so­stanza sarcomatosa, e spesso si accende la putrefazione nel pus e nella massa irritata si fanno cenlri gangrenosi. lo non ho mai osservato, nei seni frontali e zigomalo-mascellari, un'al-terazione die si potesse dire tubercolosa e non ho poluto ca-pire il significato attribuilo da Haubner a quesla espressione.
La inflammazione dei seni succede eziandio per cagione ordinaria, ed in questo caso si forma una membrana pioge-nica sottile ehe scpara pus, i! quale si accumula nei seni; talvolta avvicne la proliferazione rigogliosa del conneltivo solto forma di polipo; ma la densitä di questo connettivo non c mai cosi grande come nel sarcoma moccioso. Convicne del resto confessare ehe in molti casi e difficile la distinzione tra una flogosi semplice e quclla mocciosa.
Kohne, se colla trapanazione escluse il sospetto di moccio in un cavallo, in un altro ehe era state vicino a moccioso,
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;15
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alia sezione riconobbe tessulo poliposo nei seni, ma del reslo
nissun'altra lesione di moccio!
Rotbenbusch (1) fece la irapanazione in un cavallo affetlo da scolo unilaterale e da lumefazione dei ganglii sub-ma-scellari; nei seni Irovo pas inodoro, denso, e la mucosa spessa; colla cura convenienlc diminui lo scolo, avvenne iper-plasia polipo?a nei luogo della Irapanazione ecc., ma trascorsi sei mesi fu afletto da vero moccio.
Ilaubner, Leisering , Zanger rilengono la vegelazione lar-dacea nella ferila del trapano come segno infauslo (2). Menlre Nicklas trapano tre cavalli sospelti secondo gli inscgnamenti di Ilaubner, in uno trovö tessuto sarcomatoso nei seni, nel-Taltro seraplice iniezione, nei terzo nulla di morboso. Ogni cura fu inutile.
Schult (3) assicura ehe il cosi detto catarro dei seni quando non e mantcnulo da polipi, fislole denlali, losioni meccaniche c da moccio, guarisce col buon alimento, mentre coirali-mento cattivo degenera in moccio!
Dotninick (4) racconta ehe nei i8b9 cum un cavallo con gelto nasale deslro senza glandula , il quale guari in se-guito alia Irapanazione fatla nella primavera 1860 ai seni mascellari. Ricadde nei '1861 , e colla Irapanazione nello stesso luogo, avendo dato esilo ad un pus caseoso , guari di nuovo in 4 sellimane. Nei setlembre 1861 ebbe una se-conda ricaduta presentando gelto nasale, glandula ed ulccre. Fu ucciso.
11 professore Delpralo riferisce casi di catarro nasale cro-nico, tra cui il case osservato in una cavalla, ehe nei seni presentava carni fungose, le quali si presentarono poi anche alia ferila del trapano; nondimeno con cura assidua scom-parve la glandula, e lo scolo a poco, a poco si dileguo (5).
(1)nbsp; Hering. Jahresbericht, iSG'i.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1866.
(3)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;J862.
(4)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; iöid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1862.
(5)nbsp; Medico vefermorio, 1866.
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227 Dal su esposto risulta come non sempre sia facile distin-gucre il sarcoma moccioso dei seni da una semplice flogosi. Si deve pcrö aver per norma in quesli giudizii l'esperienza, la quäle dimoslra ehe le flogosi catarrali, reumaliche ai seni sono rarissime e ehe nel piü dei casi, escluse le conlusioni, le fendilure cec, dcgli ossi die formano le pareli dei seni, e la carie dei denti, ecc, la flogosi dei seni e una forma di moccio.
Moccio delle saccoccie guliurali. — Di rado e primitive, per lo piü e secondario al moccio nasale o complica altre forme di moccio.
La mueosa delle saccoccie guliurali alia sezione dcgli ani-rnali uccisi pnö Irovarsi:
1deg; Spessa in lulla la sua eslensione, col soltomucoso pure spesso ed infillrato di cellule bianche ; menlre gli animali sono in vila, il pus separate alia sua superficie, si aecumula e viene poi espulso ad inlervalli. Vidi quesla lesionc in ca-valli decisatnente mocciosi cd in im cavalio, il quäle era slnto cinque mesi in osservazione , ed aveva scolo nasale bianchiccio poco abbondanlc c ad inlervalli, un ganglio duro della grandc/za di un' avellana ncl canale delle ganascie in vicinanza delle sinl^i del mcnlo: alia sezione trovai noduli ai polmoni, c la murosa del selto nasale rugosa e spessa.
5deg; Tuberosa alia sua superficie. L'osservai tale in un ca-vallo die in vila ebbe gello nasale, epistassi, e dopo l'ucci-sione presenlava alia mueosa nasale solo abrasioni ed ulcere superüciali a bordo irregolare.
3deg; Sparsa di granulazioni della grandezza di un cecc, de|iresse al cenlro e coperte da mueo pus denso ed albumi-noso. L'osservai in una cavalla magra, giudicata elica , ehe aveva appelito capriccioso, losse di quando in quando, i gan-glii submascellari non ingorgali, sudava facile, ed aveva gello nasale specialmenlc dopo il trollo. Alia sezione cadaverica, si nolavano aleuni noduli polmonari c cicatrici stellate e rag-giale ai bronchi ed alia trachea.
4deg; Sparsa di noduli, in qualchc punto confluenli, della grandezza di una lenlicchia fino ad un grancllo di gran turco,
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elevati con superficie bianchiccia per cagione del pus: I'os-servai in una cavalla ungarese affetta da scolo nasale e da grandc lumefazione dei ganglii del lalo sinislro: era slata cu-rata per due mesi: alia sezione cadaverica, si notavano nel sello nasale, alia faccia sinistra, una lumefazione oblunga bianchiccia per trombosi delle vene: elevazioni, sulla mucosa dei cornelli, circoscriUe, irregolari, frastagliale ed analoghe ad ulcere cicalrizzate.
5deg; Sparsa da qualcbe ulcera specialmenle verso il suo fondo, ecc. Vedi Gutluromicosi.
Orchilide, epididimüe mocciose. — Qualcbe rara volta il moccio comincia con periorchite, od orchile od epididimile. Kohne racconta ehe uno Stallone cadde affelto da colica, poi da orchile ed epididimile: parve guarilo in cinque selti-mane: ma 25 giorni dopo, presenlo i sinlomi del moccio e venne abbatlulo. Alia sezione cadaverica si trovö un ascesso in ambedue i teslicoli della grossezza di una noce moscala. Karwalski osservö molti cavalii afTelli da orchile, ehe 6-8 mesi dopo la flogosi del leslicolo, morirono di moccio. L'orchile e la periorchile consecutiva o conlemporanea al moccio ed al farcino venne piü volle osservala.
Urelrite mocciosa. Vaginite mocciosa. — L'urelrile moc-ciosa venne osservala qualche volta nei cavalii iniieri e spe­cialmenle come complicazionc del morbo coitaie detlo mali-gno. La presenza delle ulcere mocciose nell' urelra produce uno scolo muco purulento. Anginiard osservö uno slaiione affetto da scolo nasale unilaterale sospetto, e da catarro urc-trale, ehe avendo coperto 40 cavalle non solo non le t'econdo, ma comunicö ad esse il moccio ed il farcino ed una forma di morbo coitaie raaligno; lanto ehe 38 morirono, nel corso di 2 anni, parte di moccio e di farcino, e parte marasma-tiche e paralitiche. Alia sezione cadaverica dell'indicato Stal­lone , si trovarono le lesioni del moccio cronico alle cavilä nasali, ed all'urelra e sul pene numerose ulcere, piccole, analoghe a quelle mocciose. Queslo Stallone aveva soggior-nalo in una stalla , in cui era stato manlenuto un cavallo mocciose.
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Tutte le cavalle coperte dal deüo slallone, divenule moc-ciose, presenlavano ulcere alia mucosa vaginale, uno scolo periodico vischioso purulenlo, e quelle affette da farcino pre­senlavano pure ulcere superficiali alia vagina e lumori far-cinosi in vicinanza della vulva.
Non vi ha dubbio ehe questo Stallone, prima di cadcr in-felto da urelrite mocciosa , fosse affello da morbo coitale, perche parle delle cavalle da esso coperle , raorirono para-litiche e marasmatiche.
Simon riferisce pure il caso di uno Stallone moccioso ehe copri 12 cavalle, ad una delle quali comunicö il morbo coilale, mentre esso non presenlo mai i sinlomi del morbo coitale I
Anche Erdt osservö uno Stallone affetlo da moccio ehe a molte cavalle comunicö il moccio ed il farcino , mentre ad altre comunicö ulcere, noduli e scolo vaginale, ehe guari-rono in molte malate. Einiche pure vide uno slallone cre-dulo affello da esanlema coilale, ehe comunicö ad una ca-valla il farcino e ad un'allra il moccio. La cavalla divenuta mocciosa, dopo I'accoppiamenlo, presenlo alle labbra della vulva piccole ulcere simili alle mocciose, e dope 3 mesi ebbe i sinlomi di morva. Lo slallone aveva una profonda ulcera sul pene (1).
Qualche autore credelle erroneamente, ehe uno slallone moccioso polesse generare il morbo coilale maligno nelle ca­valle. E sicuro ehe il moccio puö attecchire alia mucosa degli organi genilali e complicare il morbo coitale, come puö complicare allre malatlie.
Pneumonile mocciosa. — Di rado e primiliva, per lo piü e secondaria alle descritle forme di moccio: puö essere cro-nica od acula.
La pneumonile mocciosa si presenta sotto forma di noduli (sparsi nel parenchima polmonale), di nodi e di estesi epatiz-zamenti.
(1) Hering. Jahr-Ber. 1852-55-58 e MiUheil. and. d. Thitr. Prax. in Preui-leo, 1861-64.
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L'inizio di formazione dei noduli e indicalo da macchie di color nero, della mole di una punleggialura minima a quella di un grano di lenticchia. Le piccolissime punteggialure nei casi di moccio aculo sono tanto copiose die tal liala tutto il parencliima polmonale ne e disseminate (1). Quesli piccoli cenlri lenliculari, scoperli dal professore Ercolani, derivano dall'irrilazione prodolta dal virus disseminate ncl parencliima polmonare e dalla iperemia di un gruppo di alveoli , i cui capillari vengono dislesi dal sangue. 11 gruppo degli alveoli iperemici si riempie presto di cellule purulenle; tanlo ehe la macchia scura si mula in un nodulino di color bianco sudicio al centro ed oscuro alia periferia ehe piu tardi di-venla di color giallognolo o bianco circondato da areola di color rosso scuro. Quando pel i noduli sono vecchi, diven-tano piü consislenti cd anche duricci. Hanno la grandezza variabile daila testa di uno spillo fino a quella di un gra-nello di gran lurco. Talvolta cssendo conlluenti danno ori-gine ad un nodo anche della grandezza di una noce o di un uovo di gallina. Superficial! o profondi ncl parencliima pol­monale, non sono mai siluali sulla pleura. Le superficie di sezionc degli indicati noduli si fanno sporgenti e convesse, e contengono nel loro centre una goccia di pus lalvolta un po' denso. I nodi presenlano le superficie splenizzale e sparse da centri purulenti.
CoH'esame microscopico si vede, die sono formati, nel cen­tre , da alveoli e da minimi bronclii pieni di cellule puru-lente di varia grandezza con uno o piü nuclei, con numerosi granuli ed anche con goccie grassose; quando sono giovani, gli alveoli vicini sono soltanlo iperemizzali. Quando i noduli sono vecchi e piccolissimi, le cellule negli alveoli cenlrali sono stipale , granulöse e si risolvono in delrito; qualche volta si scorgono in essi ancora le traccie delle pareli degli alveoli: il tutto e circondato da una specie di membrana connettiva isolanle.
(i) Medico feJer, 18G0, p. ii
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Nei noduli si trovano eziandio, tra le cellule purulenle, ca-tenelle micolrici.
Gli epatizzamenti o sono circoscrilli ai bordi, od aH'apice del polmoni owero sono molto estesi: si danno casi in cui comprendono i due terzi di un lobo polmonale: era si Irovano limilali in un polmone, ed estesi nell'allro. II lessulo polmo­nale e consistenle, pesante, talor piii fragile, e di aspelio car-noso od epalico : si vejrgono linee gialliccie ehe sepnrano i lobuli: la pleura polmonale e o torbidiccia o trasparente da lasciar scorgere, nei lobuli, punti bianco-giallicci della gran-dezza di una lenliccbia. Alle snperficie di sezione deU'epatiz-zamenlo, si presentano slrie sollili rosso-carnee, ed in mezzo, punti biancliicci falti da minimi bronchi con pus o da alveoli pieni di cellule bianche. In alcuni casi le superficie di se­zione presentano marmoreggiature parlicolari cioe cosliluite da grosse strie bianco-gialliccie die limitano eslese areole con cerchelli di color bianco e grandi come una lenticchia, separate da lessuto grigio, ehe ai conlatto cleH'aria diventa rosso vivo giallognolo, a cagione dei numerosi capillari. Le vene ed i condolli broncbiali, talvolla acquistano uno spes-sore slraordinario: negli estesi epatizzamenti si trovano ca-vilä comunicanti, piene di pus tinto in sanguigno ; le quali cavitä talor presentano le superficie granulöse con chiazze brune, perche i capillari sono iperemici.
1 detti epatizzamenti derivano daH'iperemia degli alveoli e dalla conseculiva iperplasia delle loro pareti; per cui alcuni alveoli si riempiono di cellule bianclie, altri si dileguano; le maglie capillari pure scompariscono: il connettivo inter-lobulare viene pure invaso da iperplasia, ed il tessulo polmo­nale si mula in una massa impermeabile all'aria. Inietlando una massa colorata nei vasi, si trovano scomparse le maglie de'capillari e sostituite da altre irregolari, piü grandi, quali si Irovano nella sostanza connettiva ordinaria.
Nei rnoccio polmonale acutissimo essendo molteplici i centri d'irritazione, come venne sopra indicate, essendo grande I'ipe-remia, epperö alterata I'ematosi, possono ai centri purulenti associarsi anche centri gangrenosi.
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L'infezione mocciosa al polmone sembra avvenire per mezzo della correnle d'aria inspirata.
I nodnli ecc. , mocciosi polmonali , possono formarsi in breve spazio di tempo.
Haubner (1) scrive in proposito: laquo; Nel moccio cronico, i laquo; noduli al polmone sogliono formarsi 4-6 setlimane dopo a la contagione (Bagge): cio non e esalto. Hering ed altri laquo; li Irovarono ancbc prima; io dcbbo notare di averli osser-a: vati al 2-3 giörno ed in uno slalo ialino, circondati da un laquo; piccolo stravaso ad aureola rossa: i lubercoli nel polmone laquo; non mancano mai (Gorlach, Sjdnola, Haubner, ecc), o non laquo; si trovarono o passarono inosservati in casi isolali (Bering, laquo; Leisering , Bouley) o vennero osservali nel piii dei casi laquo; sopra i Vs (Roll) raquo;.
Hering innestando il moccio alia pituitaria, vide i noduli polmonaii al 13deg; giorno (2). Bagge Irovö i noduli dopo 4-6 settimane; in 107 cavalli mocciosi, in 53 trovö sollanlo no­duli ai polmoni ed ulcere alia trachea , e ni3?una lesione alia mucosa nasale , ecc., lanlo cbc i delti cavalli in vita parevano sani. L'aulore assicura ehe Ira numerosi cavalli se-zionali non ne rinvenne alcuno con lubercoli al polmone, il quale non fosse prima slato esposto alia conlagione (3). Quando la forma di moccio polmonalc c leggerissiraa, alloia per la calcificazione dei noduli polmonali, puo avvenirne la guarigione. Ma sccondo lacoby (ibid. 1863) e Bagge (4), il moccio non devesi ritenere guarito, quando scomparsi i sin-tomi del moccio nasale, esislono ancora lubercoli al polmone non calcificali, e nel Congresso velerinario danese si slabili, ehe i lubercoli calcificali al polmone di un animalc, ehe in vita non diede segni di moccio, non e possibile ehe abbiano poluto trasrnellere il moccio (5).
(1)nbsp; Loco citato, p. 324.
(1)nbsp; Jahreshericht, iStHi. (3)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid. 4863.
{'.)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid. 4865.
(S)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1865.
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Müller conoLbe una cavalla , la quäle fu ritenula guarila per 8-9 mesi, e poi fu riassalita dal rnoccio.
II moccio polmonale cronico e rcso manifesto dalia losse asciulla, forte, rimbombante in lutta la cassa toracica e da respire corto; coH'ascollazione si pereepisee il rumore respi-ratorio allungalo e nel piii dei casi un debole ranlolo vesci-colare. Quarulo il polmone e epatiz^alo in una grande eslen-sione, allora manca il monnorio respiralorio. 11 respire e un po' frequente cd irregolare massime dopo il niovimento. Se e facile la diagnosi del rnoccio polmonale secondario al moccio nasale, non e cosi ijuando esiste solo, perche lo scolo e molte volle leggiero, o manca la tumefazione dei ganglii submascel-lari. E degno di nola il seguente caso registrato da Hering: im cavallo vecchio die soffriva, da due anni, scolo bilaterale ed era rimaslo in mezzo ad altri cavalli sani, fu venduto dal proprietario nel mese di aprile del 1862, e nell'ottobre co-raunicö il moccio a due cavalli. Alia sezione non si trova-rono die noduli dclla grandezza di un pisello e di una noc-ciola ai polmoni (1).
In un cavallo ehe in prima fu affetto da colica , poi da febbre pelecchiale con tumefazioni alia tesla, al collo, ecc. aecompagnate da scolo felido nasale senza glandula, Bagge Irovo, alia sezione, ccnlri gangrenosi alia mueosa nasale ed i polmoni sparsi di noduli in parte calcificali ed in parle purulent!.
Perlanto il moccio polmonare puö esislere primitivamente solto forma cronica ed in tale forma puö cssere conlagioso. Pare die un cavallo, afletlo da moccio cronico polmonale, possa vivere anebe per un dato tempo senza comunicare il moccio; la ragionc sembra quosta; quando nel polmone esi-slono noduli piecolissirni sparsi qua e lä, e non comunicano con un ramoscello broncliiale, il virus rimane imprigio-nalo nel nodulo, e non ne esce ehe nei casi in cui, aumen-tato il pus nel nodulo, viene ad uscire per un qualchc ramo bronchiale.
(1) Hering, Jahreibericht, 1SG5.
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Inbsp; cavalli pertanto die alia sezione carlaverica presenleranno i descritti noduli rari o numerosi, senza altra lesione alle cavilä nasali, si dovranno giudicare affelti da rnoccio pol-monale? Parmi si debba rispondere afTermalivamente.
IInbsp; moccio puo essere confuso con diverse malallie:
1deg; CoW'lwrse-pox, quando I'eruzione di questo morbo ha luogo sulla mucosa nasale, snguono numerose ulcere ed una forma di moccio aculo. Ma in questa malatlia eruttiva, I'eru­zione alia mucosa nasale ha sempre luogo aU'enlrata delle cavilä nasali e quasi coslantemcnle compariscono anche no­duli e poi vescichelte alle labbra , alia faccia , alia mucosa della bocca ovvero in altre region! del corpo. üi piii quando si e giunli in tempo per vedere I'eruzione, si scorge ehe le ulcere seguono a vescicole, e die non hanno un fondo co-perlo da polliglia. Di piü 1c delle ulcere hanno una lendenza alia cicatrizzazione, ehe di fatti si opera prestamenle.
2deg; Col barbone o fjourme; l'etä giovane dei malali , la lendenza dei ganglii lumefalli sia del canale delle ganascie, die di altre regioni , alia suppurazione ; il dominie della gourme in altri individni, la conoscenza delle cagioni ehe hanno operato suH'organismo dei malati ci conducono nel maggior numoro dei casi alia diagnosi differenziale.
3deg; Col catarro nasale cronico. La conoscenza delle ca­gioni straordinarie ehe hanno prodollo lo scolo nasale e I'in-gorgo dei ganglii del canale delle ganasce , ecc. L' essere secfuilo I'uno e I'altro al catarro acuto o subacuto od al bar-bone; lo scolo bianchiccio o sicro mucoso purulenlo espanso (Delpralo); i ganglii sottomascellari non duri ed aderenli; il pronto miglioramento ottenulo con una cura conveniente; la mucosa nasale di colore roseo od un po' inieltata, la man-canza sopra di cssa di noduli o di ulcere o di abrasioni con margin! spiccanti irregolari; la conoscenza delle condizioni igieniche in cui era tenuto l'animale prima di ammalare, il nissun contalto avulo con cavall! infelli o con cose infelte pongono il pralico in condizione di evitare la confusione del catarro nasale cronico col moccio. Perö e bene avvertire ehe il cavallo deve essere considerato come sospetlo e mantenuto
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in luogo separate da altri cavalli. Nel catarro nasale cronico da causa reumalica ordinariamente il malalo migliora e gua-risce coU'emelico, o coi preparali antimoniali come solfuro d'anlimonio, etiope minerale, fiori di zolfo, ecc, buon ali-mento, i)iion governo della mano.
4deg; CuU'infiammazioue clci seni frontali e mascellari. E d'uopo avvertire ehe la flogosi semplice dei seni dipende o da contusioni e fenditure delle pareti dei seni, o da carie dei denli molari e iragetti comunicanti con essi, ovvero da perfrigerazioni. In quest'ultimo case la conoscenza delle ca-gioni die lianno agito sul malalo, il non aver quesli avuto relazionc con sospctli ne con mocciosi , la conoscenza delle condizioni igieniche in cui visse, la mucosa piluitaria rossa inietlata dal lalo dello scolo, conducono ad eliminare il moccio dei seni.
11 professore Delpralo dice, ehe nel catarro dei seni, lo scolo puo essere unilaterale destro o sinislro, ma la materia dello scolo non e verdlccia, inai sanguinolenta come takolla nel moccio: la materia discende dalla doccia nasale solle forma di muco bianco, espanso , mislo ad aria od unite a grumi giallastri: la secrezione e grande quando gli animali tengono la testa bassa o la scuotono bevendo: le mucosc nasali pre-sentano traccie di flogosi senza elevatezza; manca I'irriiazione della mucosa degli occhi. I ganglii o non sono tumefatti, o sono piccolissimi o voluminosi in basso oil in mezzo del ca-nale delle ganasce e si prcsentano come un gruppo di pic-cole masse vicine, non ristrelti c duri come nel moccio: i ma-lati hanno prurito alle narici e fregano le ganasce conlro i corpi circoslanti: sbruffano sovenle; hanno 1'alito facilmente fetenle; i seni affelti hanno pcrduta la sonoritä.
5deg; Ma come si distinguerä il moccio dei seni dalla flo­gosi semplice? Parmi ehe, se la flogosi dei seni non e rico-nosciuta slrellamente legata a lesione meccanica o ad azione reumatica e non migliora e guarisce coi raezzi ordinarii di cura (emetico , preparali antimoniali, trapanazioni ed inie-zioni), debbasi rilencre come una forma di moccio.
6deg;. In quanlo alia flogosi delle saccoccie gulturali os-
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servo, ehe la flogosi reumalica di qucsle e quasi sempre se-guila da accumulamento di pus nel loro inlerno, da sensibi-lila alia regione parotidea, e da tumefazione eslerna: tanlo ehe e facililala la punlura. In qualche caso avviene la pu-Irefazione del contenulo o la cosi detla limpanilide per aria atmosferica. Nelia ilogosi mocciosa invece, la flogosi e cro-nica: di rado gli animali danno segno di sensibilitä: lo scolo nasale ha luogo per la doccia e ad inlervalli: manca la lu-melazione doi ganglii , oppure quesli sono piccolissimi nel mezzo dello spazio submascellare. Cresce poi la tumefazione dei ganglii e lo scolo quando si formano ulcere superficiali alia parle superiore deile cavila nasali.
7deg; In quanto spelta ali'anasarca idiopatico, si evita ogni errore considerando la sua invasione ed il suo andamento: o comincia con lumefazioni edernalose alle estremilä od alia lesta , e le lesioni alia mucosa nasale non avvengono ehe quando le tumel'azioni si sono eslese al naso ed impediscono la respirazione.
Nella corizza gangrenosa si Irovano nella mucosa nasale non giä ulcere seguile ad eruzione di bottoni , cioc ulcere rodenli ehe distruggono i tessuli a modo di causlico, ma si vedono cenlri gangrenosi nella mucosa per cagione di in-lensa ipereraia.
8deg; Per quanlo riguarda il moccio polmonale, la diagnosi e facile quando esso e secondario alle forme di rnoccio de-scrille, e queste sono slate diagnosticate; per es. constalalo il moccio nasale , e ehe questo dura da qualche tempo, se i malali presenlano tosse forte ecc., possiamo essere sicuri ehe la tosse e prodolta dal moccio polmonale. E diflicilis-sima la diagnosi se il moccio polmonale e primitivo; come norma generale debbesi tenere sospetto qualunque cavallo un po' attempato, anchc senza tumefazione dei ganglii, il quale sia affelto da tosse e da scolo piü o meno leggiero denso, ehe aderisca ai peli del naso.
Moccio nelle allre specie di animali. — Tra i ruminanli venne solo osservato nella capra.
II professore Wirth innesto il moccio nasale cavallino alia
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237 radice della coda di un caprone di 10 mesi; dopo 5 giorni comparvero i primi fenomeni, cioe malessere e spossatezza, e poi scolo di materia densa e lennce dalle narici; mori al 14deg; giorno. Alia sezione si trovarono i caralterislici tuber-coli polmonali e le ulcere alia mucosa nasale (1).
11 professore G. B. Ercolani (-2) osscrvo un caso di moccio acnto in una capra per aver abilata wna stalla in cui 5 ca-valli cadrlero afTelti succes?ivamente da moccio e farcino. La malatlia cominciö per mammite flemmonosa ; si formarono molteplici ascessi nel corpo della glandula mammaria , piu tardi comparve uno scolo denso appiccaliccio dalle narici ed una respirazione rantolosa. Alia sezione cadaverica si trova­rono ulcere mocciose alia pituitaria , noduli ai polrnoni, ed ingorgo dei ganglii submascellari.
Hering e Spinola (3) parlano anche di contagione alle pe-core, e Spinola scrive chc non sottoscriverebbe all'assoluta innocuitä del virus moccioso ne' bovini, e die alcuni espe-rimenti di innesto relle pccore e nelle capre, ne pongono la conlagione piü o meno fuori dubbio. Dalle osservazioni falle alia Scuola di Torino, parmi essere obbligalo a credere ehe colla coabilazionc, od in altro modo, il moccio non si tras-melte ne alle pecore, ne ai bovini.
Tra i roditori , nei conigli il virus moccioso attecchisce con grande (acilitä. ßasla manlcnere conigli in un luogo infello per vedere subilo, tra di essi, casi di moccio e di far­cino. 11 moccio nei conigli ordinariamente prosenlasi solto forma di moccio nasale con tumefazione dei ganglii del ca-nale delle ganasce, o sollo forma di farcino con corde e tu-mori in varie regioni. Avviene anche di Irovare nei cadaveri ulcere alia trachea e lesioni al polmone ecc.
Nei topi presentasi per lo piü in forma di farcino, cioe con ascessi moltiplici od isolati (Ercolani).
(i) G. B. Ercolani. Medico Veltr. 1801, pag. 580.
(2) Ibid, loco citato.
(5) Handbuch. Der specielle path. eic. 1863.
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Moccio nei carnivori. — Tra i carnivori venne osservato nelle specie dei generi Urstts, felts e canis, lenutc in schia-vitü ed alimenlale con carni di cavalli affclti da moccio cro-nico. Decker ne osservö un caso in una ligre coquar; Lei­sering in una leonessa; nel serraglio zoologico di Firenzc nel '1870, nel lasso di breve tempo morirono seile leoni. A. Schmidt, dice, essere slalo il moccio piü volte osservato nei grossi gatti, cioe leone, tigre, orso bianco; Leisering in-neslö, colla materia mocciosa presa ad una leonessa, un gatto al naso ed alle coscie; il povero animale cadde affetlo da dispnea e da ulcere farcinose e mori al decimo giorno.
I sintomi ehe le Here presenlano sono: rigetto degli ali-menli, giacilura in un angolo della gabbia in islato di qniele, rigiditä nel camminare, lumefazioni alle gambe, zoppiccatura, peli ruvidi scolorali, talor il naso asciutto e scolo nasale. In seguito compariscono noduli alia supcrficic del corpo, cadono i peli sopra i noduli e quesli si esulcerano; 1c ulcere si al-largano e talvolta si sprofondano nel connetlivo sottoculaneo,
0nbsp; si coprono di crosta; in alcuni individui si sviluppano tu-mefazioni attorno alle arlicolazioni; si formano ulcere ehe si sprofondano ed arrivano fino ai lendini ed ai legamenli.
1nbsp; malati divenlano magri e debuli; hanno diflScollä a deglu-tire, lumefazioni alia testa, scolo grigio, giallo o verdiccio dalle narici ecc.; infine il respiro si fa rantoloso ed avviene la raorle per asfissia. Alia sezione cadaverica, oltre le ulcere alia mucosa nasale e nelle varic regioni del corpo, si rin-vengono noduli sparsi nei polmoni, e tutli i ganglii linfalici piü o meno tumefatti (1).
Nardström (2) osservö due cani affelti da moccio, per aver mangiato carni di cavallo moccioso. Uno dei delli cani presentava scolo nasale sanguinolento, occhi rossi, tumel'a-zione edematosa alia testa e scolo di maleria fetida. Confesso
(1)nbsp; A. Schmidt. Handbuch der Fergkichenden palhologie anatomit dei Sauj(/i etc. 1872, p. 518.
(2)nbsp; Hering. Jahrcsb. 1803.
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239 perö ehe ho visto molte volle somministrare carne di cavallo moccioso a cani, senza ehe questi ne provassero danno.
La comunieazione del moccio poi dai leoni aU'uomo, si osservo in Firenze in seguito al caso sopra narralo; il signor Pampana imbalsamalorc, per causa di una scalfitura in un dito, ne ricevelle Tinfeziüne.
Hering, Spinola, Erdt, parlano di infezione al maiale; ma mi pare degno di nota il seguente esperimento delTilluslre Renault (1); un maiale dentro 16 mesi mangiö 97 selti na-sali e 90 cornotti sparsi di uleere, 39 polmoni, 30 milze e 53 pachetli di ganglii senza cadere malato di moccio. La carne de' maiali impingnali con carne di cavallo morvoso fu Irovala eccellente.
Moccio nelVuomo. — Numerosi sono i casi di moccio e di farcino nell'uomo in seguito a conlagione, registrati negli Annali della sciema. Si puö affermare ehe ogni anno in Eu­ropa non poelii individui scendono nella tomba per affezione moeeiosa.
Da una slalislica inglese si apprende (2), ehe nel
1858nbsp; ne fu osservalo \ caso.
1859nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 3 casi. 1866 raquo; 4 raquo;
In Irland a:
1841 ne furono osservati il casi. 1851nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;196 raquo;
maschi 168 e femmine 28.
Sono poi registrati casi di famiglie intiere infetle ed uc-cise dal moccio.
11 moccio tiasmesso aU'uomo dal cavallo, era dapprima considerato come malatlia pestiforme. 11 dolt. Parola raeconta ehe la trasmissione dal cavallo aU'uomo, era giä stata in Italia osservala e descritta nel 1815 (3).
(1)nbsp; nbsp;Recueil, ccc. 48S1, p. 880.
(2)nbsp; Jahresbericht, Hering. 1863.
(3)nbsp; Sopra aleuni easi ii affezione Moccio ekfanziaca, ccc. 1847.
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Alcuni nnni dopo, casi di trasmissione vennero raccolti nelle varie regioni d'Europa. (Muliers, 1820. Schilling, 1821. Giornale di Edimburgo, 1821. Annali universali di med. Mi-lano, 1822, vol. 2o, png. 220. Tesmer, Weisses e Lcideler, 1822-24. Remcr, 1822. Tarozzi, 1822. Melaxa, Ercolani, 1841. Parola, 1847 etc.). La letteratura medica ora ne c ricca di casi e svenluratamente si va, per la trascuranza delle leggi di polizia sanitaria, ogni anno aumentando.
II dott. Kultner (1) rannoda i casi di moccio sparsi negli Annali della scienza, ni seguenti gruppi: 1deg; Casi di moccio per infetionc notoria.
a)nbsp; Per la via delta congiuniiva, della mneosa nasale cd orale. — Ouesto modo di contagione si effetlua per mezzo degli sbrufll dei cavolli malati nelia faccia'deU'uorao, o per gli sprimi di pus pure nella faccia, pungendo qualche ascesso. Cosi il velerinario Gigii, in seguito ad uno sbruffo di scolo nasale nella faccia, fu colto da moccio e mori un anno dopo. II dott. Reyncr in im uomo ehe assisteva cavalli mocciosi, vide svilupparsi la puslola mocciosa sulla congiuniiva ocu-lare (2). II sig. Abrardo, riferisce Bonino, veler. in 1deg; nel reggimenlo Aosla cavalleria, nel 1840 neü'aprire im tumore farcinoso, ebbe uno spruzzo di pus sulle labbra, fu colpito da farcino cronico e moil dopo 9 mesi di malnüia (3). E singolarc il caso di contagione avvenuto in uomo alia di-stanza di sei piedi dalla testa di un cavallo moccioso; si vuole ehe il povero uomo abbia inspirata l'aria espirala dal cavallo infello (4). II moccio cominciö con deglulizionc difTi-cile, tumefazione della lingua ccc.
b)nbsp; Per ferite o lesioni alle mani, alle hraccia, ai piedi ccc. — Questa via di conlagione e la piü comune.
c)nbsp; Per cunlullo dclla maleria vindenla colla eule di qualche regione del corpo. — IlerUvig narrö un caso d'infe-
(1) Virchow. Archiv. 1867, pg. 564.
(i) Hering Jahresbericht, 1866.
(3) Dell'Acqua. Gau. med. ital. lombaria, 1868, tom. i.
(t) Hering. Jahr., 18ö'i.
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zione per maleria proiettata sulla guancia. II dolt. Stahman riferisce ehe 11 soldati conlrassero un' eruzione analoga al farcino sulla pelle delle mani o delle braccia facendo la pu-lizia a seloni applicali a cavalii. II dolt. Reyner racconta, ehe un uomo contrasse il moccio por aver dormito sopra del fieno poslo in una stnlla, in cui, 15 giorni innanzi, aveva dimorato un cavallo moccioso. Wilt-Hammer riferisce il caso di un giardiniere die olio giorni dopo aver aiulalo a sca-ricare da un carro un cavallo moccioso, fu colpito da moccio. Riflettendo clio vi hanno veterinarii die visitano ogni giorno cavalii mocciosi; persone di servizio, die fanno ogni giorno la medicalura ai medesimi; e die in alcune Scuole veleri-narie una volla si facevano gli esercizii di chirurgia sopra cavalii mocciosi, senza die si verificassero casi di conlagione; {)are si possa ammellere die nei casi di conlagione per sem-plice conlalto colla maleria virulenla, o con corpi o sostanze inqninate dalla medesima, esisleva qnalche leggiera abrasione o fendilura aH'epiderniide delle mani o del braccio ecc, se la manifeslazionc mocciosa e slala locale; ovvcro se la ma-nifeslazione mocciosa fu generale, accidentalmenle chi ebbe contallo con materie virulente, introilu^se molecole di virus nel suo apparalo digerente, o le poilö a conlatlo di una qualclie mucosa.
2deg; Casi di moccio per virus volatile. — A quesla ma-niera di Irasmissione del moccio, vennero rifcriti quei casi di conlagione ehe si verificarono in uomini dopo aver falta una sezione cadaverica, od aver dimorato e dormito in una slalla contenenle cavalii mocciosi, ed anche dopo aver preslate !c cure a cavalii malati di moccio. Non si puö negare la pos-sibililä di sospensione, per un po' di tempo, del virus nel-I'aria dclla slalla in cui sono accumulali cavalii moccio-far-cinosi. Ma analizzando attcntamente i casi di conlagione riferili a virus volatile, si acquisla la convinzione ehe I'infe-zione awennc con uno dei modi sopra indicali. Soggiornando in una slalla un cavallo o piii cavalii mocciosi ecc, e evi­dente ehe in breve tempo per mezzo dello scolo nasale, il virus viene sparso nella scuderia o nclla slalla; c cio tanto
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;16
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püi facilmenlo awiene, quando, o non si crede di aver a fare con cavalli mocciosi, o non sapcndosi ehe il moceio e conlagioso, si traseurano afTatlo le misure di polizia sani­taria. Non deve recar meraviglia se, ehi dimora o dorme in una stalla di cavalli mocciosi, toccando oggelti inquinali da virus, porta il virus od a conlatlo di una mucosa, oppure nell'apparato digerenle. Che diremo delle persone ehe assi-stono cavalli mocciosi? Quanlo mal sarebbero numerosi i casi di trasmissione all'iiomo, se la contagione polesse avere luogo faeilmente per virus volalile!
Squot; Casi di nwecio in persone ehe non ehbero rapporto con cavalli mocciosi. — T;ile e il easo osservato in un la-vorante nella seta a Lione, die ammalato con febbre, lume-fazione erisipelatosa, puslole supcrficiali e numerosi ascessi profondi, mori in Ire setlimane. Un altro uomo in Parigi, ehe da nove anni non aveva piü relazione con cavalli, cadde malalo con fenomeni analoghi al lavorante in sete e di piii ebbe gelto nasale, ulcere ehe perforarono il selto nasale e tumefiizione dei ganglii della gola (1).
Quesli casi avvenuli in epoca in cui il moceio cronico non era da molli veterinarii lenuto per conlagioso, dimostrano come il virus essende molto dilTuso, ancbe gli uomini acci-denlalmenle potevano infellarsi.
11 moceio neH'uomo puö essere aculo o cronico, od in forma di farcino, e puö cominciare con fenomeni generali o locali. L'incubazione e da 3-23 giorni. Benclic la maggior parle de' malali soccomhnno, pure si conlano casi di guari-gione. Laseiando a parle i casi di guarigione riferiti dal pro-fessore Timmermans, cilo il caso narrato dal Verheyen, os­servato in un maniscaleo, il quale per avere lesioni alle raani, cadde affetto da tumefazione, da tumori e da ascessi raultipli sollocutanei fino alia regione ascellare; ebbe dolori ai muscoli ed alle arlicolazioni, mulamenlo nella voce ecc; guari in 10 setlimane (2).
(4) Jahr. Bcr. Hering. 18S2. (2J Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1856.
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Savory (1) racconla die 1'inferrniere di una stalla di ca-valli mocciosi ammalö con puslola al naso, scolo abbondante giallo e fctido, tumefazione alia gola, nodi purulenli al cello ed al braccio. Non oltenne miglioramenlo dal chinino. Col-I'uso deirioduro potassico, 7-15 grammi per dose, guari in tre mesi.
E inutile riferire ehe l'innesto del moccio dall'ucmo al ca-vallo fu eflicace.
Cura del moccio. — I velerinarii ed i medici piii illustri (e merilano perciö la noslra riconoscenza), posero ogni studio in ogni epoca per conoscere la nalura del moccio e per gua-rirlo. II professore Ercolani nel 1860, vedendo come nel moccio cronico si compiesse spontaneamente la cicatrizza-zione delle ulcere raocciose, credetle alia curabilila del moccio e pigliando le mosse dai risultati favorevoli oltenuti Jal dottore Grimelli e dal professore Ghiselli coll' arsenialo doppio di morfina e di stricnina, sulla proposta del prelo-dato dolt. prof. Grimelli esperimentö, alia Scuola velerinaria di Torino, il biarsenito di stricnina e I'estratto di noce vo-mica. Venne il nuovo metodo sperimentato nelle Scuole ila-liane, in Francia ed in Germania ecc. Ma perö se ha efiicacia di arrestare il corso del moccio quando e localizzato, con-viene confessare ehe nel biarsenito di stricnina non si cre­detle mai di aver trovato uno specifico. Si comincia in un cavallo di taglia ordinaria dalla dose di 25 centigrammi in due paiti, una al matlino e I'altra alia sera, e si sale a poco a poco anche fino a 70 centigrammi; avverlendo di sospen-derne ramministrazionc ogni qualtro o cinque giorni, per evilare rinlossicamento. E meglio ehe la ilose oscilli sempre tra i 25-45 centigrammi. Coadiuvano la cura il buon ali-mento, I'aria pura, il buon governo ecc. 11 medieamento in­dicate si amministra in pezzelli di pane tagliali in forma di dado.
11 prof. Gerlach, avendo vedulo ehe il virus moccioso di-
(t) Jahr. Hering. 1856.
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\enfa inerte tratfato coll'acido fenico, tentö quest'acido per la cura del moccio. Sc qualche esperimenlatore non ottennc coU'acido fenico miglioramento nei malali, allri, come Meyer, cuiö con buon successo un cavallo sospello, e guari uno Stallone ehe presentava pustole (mocciose?) al na?o, con in-iezioni fenizzate impiegate per lungo tempo. L'acido fenico si amministra colle bevande, cogli alimenti, perfino alia dose di oO grammi al giorno.
Geriach Timpiegö aila dose di 50-100 grammi in pillole. Le iniezioni nelle cavitä nasali, son fatte nel rapporlo di 1 di aeido fenico con 100 di acipia.
Ulcere alia püuitaria giudicate mocciose e guarile {Ilorse-pox - Barbone?). — Alia clinica di Brnsselle , in 8 cavalli affelti da pcolo nasale con ulcere alia piluitaria , si ottonne la guarigione ncgli uni colle semplici iniezioni nelle cavitä nasali del liquido di Villate, e negli allri facendo la trapa-nazionc (1).
Ilaselbach ebbe a curare ed a guarire due puledri con scolo , ulcere e lumefazione dei gangiii sub-mascellari; i delli [iiiledri provenivano da una slalla, in cui una cavalla era cadula mocciosa, ed im puledro era pure slato rolpito da ulcere numerose alia piluitaria, e da tumori farcinosi e perciö ucciso. Impiegö per la cura le iniezioni di soluzione di cloruro di calce e di nitrato d'argento cd i tonici inter-namente, lasciando gli animali all'aria libera.
Adam (2) racconla ehe una cavalla, alfelta da un'uicera lar-dacea alia regione del pastorale , da scolo nasale e glan-dula, fu uccisa come mocciosa; il cavallo a lei vicino ehe aveva leccato la testa cd il naso della cavalla, dopo aleuni giorni, presentö noduli ed ulcere perfino della grandezza di una moneta di cinque centesimi denlro e fuori delle labbra, neila bocca e sulla lingua. L'A. caulerizzö le ulcere eol ni­trato d'argento e coU'acqua fagedenica. AI 18 giorno, il ca­vallo era guarito.
(1)nbsp; nbsp;Jahrcsb. Qering, 1838.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1862.
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Guyon (1) assicura aver guarito, in 45 giorni, un cavallo ehe presentava ulcere alia pituitaria, scolo vischioso e tume-fazione dei ganglii sub-mascellari, coll'arsenico, colla noce vomica, colle furnigazioni eccilanli e con buon alimenlo.
Anche ii veler. Marlin ha guarili cavalli afTelti da moccio, coirimpiego dell'arsenico sciolto nell'acqiia (2 grammi per giorno), e della noce vomica alia dose di 1/8 oncia. Tra i guarili vi ha una cavalla di 8 anni con bolloni e lumori far-cinosi ai fianchi ed al coslalo; un cavallo con getto nasale abbondanle, pituitaria pallida e ganglii sub-mascellari volu-minosi. I detti cavalli venivano da una stalla, in cui allri cavalli erano gii stati abbatluti per moccio (2).
Blanc osservo la guarigione sponianea in 3 mesi di due cavalli lasciati in liberüi, affetli da tumefazione doiente dei ganglii sub-mascellari e da ulcere analoghe a cancri sulla mucosa nasale.
II prof. Carlo Lesson a (3) racconta ehe nel 1806, al ge­nerate Cosciusko, comandante I'armata |)olonese, venne rife-rilo ehe la rnorva si era manifestata sopra un grande numero di cavalli ehe conveniva uccidere per impedire la conlagione. 11 generale non si risoise di far uccidere i cavalli; i cavalli guarirono lutti.
Anche alia Scuola di Torino, col biarsenito e coH'eslraUo di noce vomica, si ottennero numerosi casi di guarigione di cavalli ehe avevano gelte nasale ed ulcere ecc, o tumori o corde farcinose.
La curabililä del moccio non puö essere conteslala. E se Ono ad ora non si e giunti a scoprire uno specifico, devesi confidare ehe il progresso della scienza ci condurri un giorno allo scopo desiderate.
Isopalia. — Boek (4) credelle, nelle ripelute inoculazioni
(t)nbsp; Jahr. Hering, 4862.
(2)nbsp; Recueil. 1862, p. 302.
(3)nbsp; Giornofe di teterinaria. Anno iv, 1858, pag, S7i
(4)nbsp; Jahr. Hering. 1858.
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del moccio ad un cavallo moccioso, di trovare il mezzo cu­rative o preservalivo. Tscberning e Bagge fecero gli esperi-menli, e ripelerono perfino piü di 460 innesli sopra lo stesso individuo. 11 risultato di tali innesli fu ehe la preesislente morva , non solo non guariva, ma accelerava il suo esilo lelale (1).
Farcino.
11 moccio prende il nome di farcino qnando il virus, in qualunque modo giunto neH'organismo , dispiega primiliva-mente la sua azione irritanle, sopra i ganglii linfalici delle parli eslerne del corpo. 11 farcino puo essere spontaneo o da conlagione, locale o generale, primitivo o socondario ad altra forma di moccio, acuto o cronico. L'invasione, come il moc­cio, e spesso precedula da fenomeni morbosi general! inde-lerminati (vedi moccio).
Giunto il virus nei gangli linfalici a seconda della regione, del lemperamento, dello slato degli animali colpili, desta una piü o meno violenta irritazione accompagnata spesso da tri-stezza, da sconcerlo delle funzioni digerenli e da febbre. Allorno e nel ganglio si forma un'iperemia maggiore o mi-nore, il ganglio si tumefa ed ingrossa, perche si accende ad un tempo in esso la neoformazione di cellule bianche; il con-nettivo circostante si inspessiscc, nel mcnlre ehe il ganglio si muta in un ascesso cornposto da cellule purulente nu­cleate, con numerosi granuli e delrito molecolare; il pus e omogeneo, giallastro, albuminoso, denso piü o meno; qualebe volla contiene micrococcbi in islalo di germogliazione solto forma di criptococchi (devo quesl'osservazione alia genlilezza del collega G. Demarchi).
11 farcino si manifesla in forma di noduli, di boiloni, di tumori e di ingorgamenti, denominali dalla regione in cui si
(1) Nel moccio delle lasche gullurali ho osscrvato una volla la flogosi della tuba eustachiana e delta cassa del timpano.
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247 presentano; ad eserapio, bottoni farcinosi al collo, alle estre-mila ecc.
Noduli. — Sotto tale forma I'eruzione farcinosa ha luogo alia faccia, alle guancie, al naso, alle labbra, alia base delle orecchie ed anche talvolta alle estremita ecc. I noduli hanno I'aspello di circoscritle e dolenti elevazioni, sopra cui i peli stanno alquanto sollevati , della grandezza di una nocciula; si elevano sempre di piü a misura die aumenta la forma-zione del pus nel lorn interno ed alia loro sommila, la cute si assotliglia, per cui, quando il pus e formalo, si senle alia loro pressione una fluttuazione; se non sono aperli coll'arle, rassoltigliamenlo precede lanto oltre, ehe alia Qne si esul-cerano, il pus ne esce ed appiccica i peli; il pus e albumi-noso ed e subito invaso da decomposizione. Di rado i no­duli trovansi sparsi; per lo piü sono riuniti in forma di cordicina farcinosa sulle guancie, od al menlo ecc. Una volta esulcerati, cresce e si inspessisce il connetlivo del loro fondo separando alia superficie pus; tanto die le ulcere si presen­tano con fondo elevato pallido e bordi rovesciati senza ten-denza alia cicatrizzazione. Possono venire confusi coi noduli e colle ulcere del cosi detlo erpete flittenoide o vaiuolo equino; ma per essere limitati alle regioni indicate e per i caralteri descrilti si distinguono facilmente. Si disUnguono poi dal-I'ebullizione, perche questa apparisce in forma di noduli in varie regioni della cute, per congeslione dei capillari delle papille ed in parle del derma; questi noduli sono pastosi, dolenti, ed in breve spazio di tempo si rompono alia som-mitä dando luogo ad un'emorragia cutanea ovvero sopra di essi si forma una vescicola plena di siero, ehe si rompe pure presto.
Bottoni. — Sono noduli ehe sorpassano talvolta anche la grandezza di una noce, ed appariscono isolati o mullipli nelle varie regioni del corpo; isolali, si osservano alia faccia, al canale delle ganascie, alia gola, al collo, alle spalle, al petto, al braccio, all'avambraccio, cd allorno alle arlicola' zioni, o sul ventre ecc. Talora sono appena sotto la cute, allre volte sono situati piü profondaraente. La forraazione
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del pus precede lentamente; quando si sono aperti sponta-neamenle, o vennero aperli col bislorl, spesso a breve di-slanza, si forma un secondo boUone, e questo aperlo, se ne forma pure un lerzo; si riconoscono tali boltoni in relazione per una corda o lumefazione dei linfatici. Si scoige die il virus da un ganglio per mezzo del vaso linfalico si e por-lalo ad un secondo ecc.
Questa forma di farcino si distingue dal barbone (gourme), perche in questo la formazione di pus ha luogo piii rapida-menle, ed i bolloni ecc, arrivano a mole maggiore; inoltre il pus degli ascessi piccoii o granili, e biancliiccio e spesso grumoso, e le ulcere banno lendenza alia cicatrizzazione, e non presenlano mai fondo elevato, lardaceo e pallido.
Boltoni molleplici, nel farcino generale, si presenlano in tutle le regioni del corpo conlemporancamenle. Ricordo una cavaila di lemperamento linfalico, cbe aveva boltoni al cello, alle spalle, al costato, al durso, al venire ecc, die erano superficiali e molti avevano la sede ncl derma. CoH'ammini-strazione del biarsenito di stricnina, guari; poscia ricadde e Irascurala alquanto tempo, fu colpita da moccio, e dovetle essere abballula.
Corde farcinosc. — Sono formate da boltoni piü o meno grossi collocali in serie e riuniti dalla lumefazione del vaso linfalico intermedio. Avvengono quando il virus, da un gan­glio linfalico (giä irrilato e mutalo in boltone od ascesso), passa nel vaso linfalico e va ad irrilare un altro ganglio ecc; si presenlano come corde nodose piii o meno dolenti, dure e profonde. A poco a poco nci nodi avviene la neofortna-zione di pus, cosi die si mulano tulli in tanli ascessi, ehe l'uno dopo I'altro si esulcerano. Si osservano alia faccia, ai lali del collo, nel solco delle giogolari, ai risconlri, all'a-vambraccio, alle parli lalerali del lorace, del venire ed alle eslremilä posteriori ecc.
Tumori. — In forma di lumore lia luogo per lo piü ai risconlri e quasi sollo I'ascella ed all'inguine. La neoforrna-zione di pus procedendo lenlamente, il connettivo circostanle si inspessisce; sono duri, resistenli, lalvolta poco dolenti,
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altre volle invece sono dolorosi. Per csportarli e necessario fare larghe breccie.
Ingorgamenti. — Sono tumefazioni flummonose od edema-tose estese o circoscrille; in principio lalor molto dolenli ed accompagnale da febbre ecc, altre volte poco dolenti; appa-riscono in qualclie regione delle estremilä, come melalarso, melacarpo, garrello, ginocchio ccc.; o sollo il petto ed il ventre od in altra regione.
Sono costituiti i detii ingorgamenti da centri iperemici e da essudazione cli siero nel connettivo sollocutaneo; dopo parecchi giorni si formano in essi cenlri purulenti, die alia palpazione si riconüscono fluttuanti, e ehe poi si aprono, ne esce ii pus, e ne risullano ulcere ehe non hanno tendenza alia cicatrizznzione.
Alle eslremila, questa forma molte volte si presenla con un certo grado di benignilä e con andamenlo lenlissimo. Un in-gorgamento ad es. dolente piü o rneno, invade uno dei me­tatarsi e dei garretti; die divenlano tumefatli e dolenli; e sopra di essi e sulla tumefazione, appariscono di quando in quando piccoli ascessi die si aprono da se. Quindici, Irenta o piü giorni dopo, si ripele la stessa lesione ad uno degli arti anteriori; nel menlre ehe negli arli posteriori si for­mano lenlamente noduli alia coscia od airinguine.
In aitri casi si presenla come flemmone aculo al garretto, nel quäle si forma qualclie ascesso; quando poi si crede es-sere vicina la guarigione, si presentano parecchi noduli alia coscia od all'inguine; lalor guarite queste lesioni, gli ani-mali vengono colpili da getlo nasale, da tumefazione dei gan-glii sub-mascellari e da losse, ossia da moccio cronico.
Alle estremilä, gravissimo ed ineurabile e il farcino, quando l'ingorgamenlo invade tutto l'arto, cioe dal pastorale fino alia parle superiore della coscia. Cio ha luogo, quando per la diffusione del virus in lullo l'arlo, si slabiliscono numerosi cenlri di irrilazione e di iperemia, e si formano numerosi ascessi, e poi numerose ulcere. 11 connettivo sollocutaneo viene in modo singolare infiltralo da sierosilä giallastra, ehe prende l'aspelto gelatinöse. Gli arli, o l'arlo acquistano un volume
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slraordinario, il triplo del volume normale; le ulcere sepa-rano un pus sieroso ehe si decompone al contatlo dell'aria e si mula in sanie ehe manda un fetore caralteristico.
Quando il farcino locale si e diffuse a qualche eslesa re-gione, e quando data da mollo tempo, di rado incontra ehe non avvenga la penelrazione del virus nel sangue e quindi la discrasia mocciosa; allora si formano noduli al polmone o negli altri organi, ovvero alia piluitaria (moccio-farcino). 1! farcino, o solto una forma o sotto I'altra, segue spesso alle descrilte forme di moccio, ed allora devesi rilenere in-curabile. Talor si propaga agli ossi (osteite mocciosa).
11 farcino ed il moccio suno pcrtanlo di identica nalura (Renault, Delafond, Ercolani, Hering ecc). Lessona Carlo so-stenne la non identita del moccio c del farcino. Inlorno alia contagione del farcino, ora convengono tulti gli scriltori ed i pratici, benche poi, nel campo della clinica, da alcuni non si applichino rigorosamente le misure di polizia sanitaria.
II corso e quasi sempre lentissimo; i malali possono du-rare in vita mesi ed anni; con un metodo di cura adatto, puö lalvolta guarire se locale. Sembra ehe il farcino cosi detlo benigno e ehe guarisce faeilmente , allro non sia ehe una forma di barbonc. La prognosi dove sempre essere riservala.
Cura. — Apertura e cauterizzazione col ferro a bianco dei noduli, dei botloni, delle eorde ecc, pcrche col caulerio nel menlre si modifica il fondo dell'ulcera, si distrugge anche il virus; frizioni irritanti atlorno le ulcere e sopra i lumori, le corde ecc.; polizia delle ulcere, sottrarle al contatlo deH'aria con polveri disinfettanti. Quando dopo 1'apertura dei bot­tom ecc., e la lore cauterizzazione col ferro , le ulcere si mostrano pallide , fungose, allora si ricorre al cloruro di calcio, al solfuro di antimonio, al nilrato d'argento, all'acido nilrico ecc, per cauterizzarle, modificarle ecc. Inoltre e parte essenziale della cura, il buon alimenlo, Tamministrazione in-terna del ferro, o deU'assafetida, o della noce voraica in pol-vere, o dell'estratto di essa noce vomica, e deirarsenico ecc.
Misure di polizia sanitaria, — Queste debbono consistere: 1. Nella separazione degli individui sospelti di moccio
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251 e di farcino dai sani. Mi sembra die un equino debba rite-nersi sospetto di una forma di moccio, quando presenta scolo nasale con o senza tumefazione dei ganglii sub-mascellari, non in rapporto con una causa ehe da poche ore, per cosi dire, abbia agito sul sue organismo. Meclesimamente, devesi rilenere, sospetto di farcino, ogni equino ehe sia affetlo da bolloni o turnefazioni non dipendenti da causa ordinaria o dal barbone e ehe non hanuo rapida tendenza alia suppu-razione.
2.nbsp; nbsp;Nella pronla uccisionc degli individui riconosciuti af-felli da una forma di moccio. Mi pare ehe dovrebbero essere riconosciuti tali anche i cavalli sospetti, e percio uccisi, quando sottoposti per 20 giorni ad un mctodo di cura non ne provassero tale miglioramenlo, da lasciar credere sicura in pochi giorni la guarigione. Nel seppellire i cadaveri a con-veniente profonditn, onde non sieno utilizzale le carni e le pclli, e nello abbruciarc le feccie.
3.nbsp; nbsp;Nella disinfezione delle scuderie e degli oggetli tutli ehe furono a contatto eon cavalli malati. Riguardo alle scu­derie, e bene levare Tinlonaco dalle parcli, mulare la rastrel-liera e la greppia se sono di legno, e se di ferro o di pietra, lavarle piü volte con liscivio bollenle.
4.nbsp; nbsp;Nel mulare rammatlonato del pavimento delle scu­derie, e se questo e fallo di terra, scavarlo a certa profon-dilä e rinnovare la terra.
5.nbsp; Nel disinfetlare, con liscivio bollente, o con soluzioni di cloruro di calce ecc, lulli gli arnesi ehe vennero ado-perati per cavalli malati; io credo, ehe sarebbe meglio di-struggere, anzi ehe disinfettare i fornimenli.
6.nbsp; Nel lasciare, i locali disinfettati, aperti ed esposti alia circolazione libera dell'aria per qualche tempo, prima di in-trodurre in essi animali sani.
7.nbsp; Nel procedere colla massima prudenza nell'esame di un equino afTetto da moccio; evitando di esaminarlo e di fame la sezione cadaverica, quando si abbiano ferite od esco-riazioni alle mani ecc.
8.nbsp; Nel proibire ehe le persone di servizio dormino nelle
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stalle di cavalli raocciosi e iarcinosi, e nel dare a quelle, le
opportune islruzioni, ende evilino la contagione.
9.nbsp; Nel far conoscere ai proprielarii ignoranti la natura conlagiosa del morbo, e nel raecomandare lore le norme ende evitare la contagione.
10.nbsp; Nel proibire ehe cavalli sospeüi siano adoperali a lavori pubblici nelle cittä e siano condotti sui rnercali.
11.nbsp; Nell'escludere la carne di cavallo sospetto o moc-cioso, daH'alimenlazione dclle altre specie di animali.
Mezzi preservalivi. — Amministrare buon fieno e buona avena agii equini ehe furono in rapporto con cavalli afletli; amministrare loro qualche tonico, od amaro, come ad es. i preparali di lerro, la genziana, l'assafelida ecc. Manlenerli in islalle ampie, in cui l'aria sia continuamenle rinnovata.
Per i cavalli sani onde preservarli, vulgono i medesimi mezzi, cioe buon alimento, aria libera, lavoro in rapporto colla buona qualilä e quantitä deiralimenlazione, e sopraltulto coH'aver cura di evitare la contagione nella localitä in cui il virus e assai difluso. Non conviene dissimularlo , e que-sl'ultima precauzione il mezzo essenziale di preservazione.
Pleuro-pncumonite essudativa Ginge o polmonera contagiosa dei bovini.
fi malaltia parassitaria, ehe ha la sua sede nei polmoni, ed e contraddistinta dall'essudazione di siero albumino-fibri-noso nel connetlivo interlobulare e negli alveoli polmonali, non ehe dalla proliferazione dell'epitelio degli alveoli mede­simi; tanlo ehe le superficie di sezione dei polmoni si presen-tano d'aspetlo mannoreggiato per causa delle grosse striscie giallaslre formate dal connettivo interlobulare, ehe incislida 0 circonda i lobuli polmonali di colore piü o meno scuro, grigio, od anche sfumato giallo. E epizootica, enzootica, ed anche sporadica; di rado spontanea (1 sopra 100 casi), piü spesso da contagio. Colpisce gli individui della specie bovina di ogni elü (compresa la vila entro ulerina), e di ogni razza.
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Non si comunica alle altre specie di animali domestici, ec-celtuala la capra, in cui ne venne osservala la Irasmissionc nel 1871 (Annd. de Mei. Veler. Bruxelles, 1871).
Frcquenle in molle regioni di Europa, fu osservatn eziandio in alcune regioni dell'Asia, deH'Africa e dell'America.
Vims pneumonico. — 11 dolt. Weiss, nel 1868, scrisse ehe il virus era formalo da piccole cellule in serie analoghe alle calenelle leptolrici di Ilallicr. Ncllo stesso anno, il professore Hallier lo disse fatto da cocchi {tav. 11. fig. 24.), piccoli, rolondi, dolali di movimento vivace e da calenelle di 2-200 e piu individui con movimento flessuoso, analogo a quello del vibrio lineola (vedi tav. 11. fig. 38. A.).
Ne' poimoni freschi, trovai sollanto micrococchi piuttosto grandi, splendenli e granuli piccolissimi, di cui molle cel­lule, piccole o grandi, ne erano spesso ripiene.
Le lunghe calenelle e gli element! dotati di movimento flessuoso, rinvengonsi sollanlo ne' poimoni dogli animali da qualchc tempo uccisi o morti, e sembrano in rapporto colla incipiente decomposizione e non col virus pneumonico.
11 virus e concenlrato neU'epsiidato albumino fibrinoso degli alveoli polrnonali e del punli epalizzati (1), e pure concen-tralo nel muco-pus dellc vie aeree. Gli csperimenti di Herlwig nel 1827, lo dimoslrano allungato nol sangne e nel liquido della bocca.
Leccandosi gli animali, non vi ha dubbio ehe col liquido chc cola dal naso, pottano il virus in varii punti della cule, tanto ehe si affermö die il virus esisteva anche nella traspi-razione cutanea! AH'uUimo stadio della malaltia, quando, grande parle del poimoni e epatizzala, e del pari un fatlo ehe allora il virus pa?sando in copia nel sangue, si potra trovare nei liquid! d! secrczione e di escrezione. E un errore ralFermarc ehe il virus venga separato in maggiore o minore intensila nell'uno o nell'altro periodo della malaltia. Arri-valo nel polmone, il virus si moltiplica e la süa quantitä c
(i) Vix. 1835. Willems. 1832.
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in relazione coll'eslensione avvenula dell'epalizzazione, ossia coll'avvenuta moltiplicazione. E fisso, ma puö elevarsi e re-stare sospeso neU'atmosfera (volatile). Si moltiplica lenta-mente, onde il corso lenlissimo in niolti casi della pleuro-pneumonile.
Collivazione del virus. — Ilallier, dalla collivazione dei micrococclii in divers! suslrali, ottenne sempre il Mucor Mucedo, Fres. cioe il fungo i cui micrococchi si trovano net sangue degli individui della specie uraana afTetli da morbillo (Masern). Sopra foraggio, ehe era stato amminislrato a bo­vine cadute affette da polmonera, inviatemi dal vcterinario signor Antonio Collilanzi (Novara) , vegelava una specie di lorula di color ruggine , die cliiamni rubiginosa. Anche sopra fieno, inviatomi da Parma dal prof. Deiprato, preso in una tenula, dove si era sviluppala la polmonera, ehe io tenni airumido, vidi in pochi giorni svilapparsi una torula quasi analoga alia prima, circondala da cumuli di milioni di grossi micrococchi. Sul fbraggio del Collilanzi e del prof. Deiprato, non si sviluppö aicuna mucedinca.
Sembra pertanlo ehe il virus pneurnonico, non abbia rela­zione con alcune specie di mucedinee.
Immunitä. Predisposizione. — Anche per il virus pneu­rnonico, vi hanno individui reiraltarii od insensibili alia sua azione. In Baviera, nel 1854 (1), in alcune localilä in cui dominava il morbo, ammalö il terzo, ii quarto o la melä dei bovini soltoposti alia conlagione. La Commissione fran-cese per 1'inneslo, sopra 46 individui inoculati, ne trovö 15 ehe resisletlero all'azione del virus (2). La Commissione olan-dese, sopra 247 inoculali, ne vide il terzo resistere all'in-nesto. In alcune epizoozie si sono eziandio osservati individui esposli alia conlagione ehe non presentarono altro ehe un lieve sconcerto delle funzioni respiratorie. Forse il carattere di benignitä e di raalignita ehe prende talvolta il morbo di-
(1)nbsp; Jahr-Ber. Hering, 18S5.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; /bid. 1853.
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'255 pende dalla minor o maggior predisposizione esislente negli animali, e dalle condizioni igieniche in cui sono tenuti.
Stato degli organismi malati. — Fatla aslrazione dalla qua-lilä del lemperamenlo e della coslituzione, gli individui as-salili dal morbo possono Irovarsi in buon o callivo stato di nulrizione, ossia in islato di plelora o di ipoemia.
Incubazione. — E assai variabile dopo I'innesto alia coda. Secondo Willems e Desaive, e di 12-30 giorni. Secondo ri-ferisce uno dei membri della Commissione olandese, la du-rala deH'incubazionc c di 21-24 giorni. Van Dommeln la vide di 11-25 giorni; la incubazione piii breve fu di cinque, e la piii lunga di 66 giorni (1). Da una relazione Sassone, si apprende ehe fu di 7-14-21 giorni. Dal rapporto della Com-missione del Comitalo Medico-Lomellino si apprende, ehe negli innesti fatli dal veterinario Piazza di Pieve del Cairo, fu di 8-30 giorni (2).
Nello sviluppo della polmonera per conlagione, la durata media deli'incubazione fu di 30-40 giorni. II minimo fu di tre, ed il massimo di 90 giorni (3). König assicura poter durare parecchi mesi (4). Gerlach l'osservö nei vileili di 9, 16-23 seltimane (5). Bretsch, in un bue, la trovö di 4-6 mesi. Ilafer vide una vacca esser colla dal morbo al quarto mese dopo la morte della compagna.
Le lunghe incubazioni verosimilmente dipendono, o dalla mancanza della disposizione al rnomenlo in cui l'animale e esposlo alia contagione o dalla tarda penetrazione del virus nel corpo dell'animale, pure esposlo alia contagione.
Conlagione. — Benche il virus pneumonico sia volatile, tuttavia per lo piü la contagione ha luogo per virus fisso. Essa si compie col mezzo delle stalle infetle, dei pascoli, dei pezzi cadaverici, degli animali convalescenli o di quelli ven-
(1)nbsp; Jalir. 1853.
(2)nbsp; Giornale di Med, Filer. Torino 1854.
(5) O. Delafond. Traile sur la maladie de poilrinc etc. Parigi, i8'i4,.
(4)nbsp; Jahrcsb. Hering. 1855.
(5)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ibid. 1854.
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duli al macello, delle persone ehe furono in contatlo coi ma-lati (Verheyen), delle vie commcrciali (1). Haussman non ammette la conlagione col mezzo dell'alimenlo, del concime, degii ulensili di slalla, della carae ecc; mentre Belllc rife-risce casi di conlagione avvenuta colle feccie, col sangue, coiruomo (2).
Intorno la conlagione della polmonera, si c a lungo cd acremenle dispulalo in Europa. Fu ammessa tra gli autori moderni da Dclafond, Mariagc, Lecoq, Herlwig, Gerlacli, Ver­heyen, Delwart, Brugnone, Toggia, Laurin, Ercolani, Pero-sino ecc. Fu negata da Gelle, Arboval, Lessona Carlo, Die-lerichs ecc.
Alcuni pralici dislinli in eerie localitä ebbero a constatarc una forma di pleuro-pneumonile realmenle non coniagiosa. Sehellage nel iSSS, ed Hildebrandt piraquo; tardi, videro una pneumonile non coniagiosa analoga per sintomi e lesioni pa-lologiche alia coniagiosa. Anche alia clinica del prof. Vallada c dei colleghi Slroppa c Martini, lo scrivenle vide do' casi analogbi. 11 prof. Fiirslcnberg, alcuni anni or sono, tenlö slabilire caralteri anatomo-palologici difl'ercnziali Ira le due forme di pneumonili.
Sviluppalasi la pleuro-pneumonile coniagiosa in una stalla, dapprima colpisce qualclie individuo isolalo, poi nc assale poco a poco un numero maggiore, od il maggior numcro; alcuni individui rimangono illesi; si propaga con grande lenlezza, ed ha una lunga dinala.
Secondo i calcoli di Ilaubner (3), 15-20-50% rimangono illesi. 11 50-60 % muore, o deve essere ucciso. Gravissimc sono le perdile ed i danni ehe arreca.
Corso e lesioni patologiche. — La polmonera si presenta in forma acuta o cronica.
11 virus pneumonico pcnelralo ncll'organismo, o per la via
(1)nbsp; nbsp;Dclafond. Loco citato.
(2)nbsp; Jahrcsb. 1862. (5) Loco citato.
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257 respiraloria o digerenie, dispiega la sua azione sulla pleura e sugli alveoli polmonali.
Secondo le osservazioni di Antonio Demarchi (1), la pleura sarebbe primilivamenle affetta. In 29 tra vilelli e manzetli, il Demarchi Irovo, die 18 erano affelli da un solo lato, e 11 da ambedue i lali. Ignorasi se il virus giunga ad agire sopra i polmoni e le pleure per le vie dei linfalici o dei capillari.
Ad ogni modo giunlo il virus nei polmoni, si moltiplica piü o meno rapidamente, destando Tirntazicne negli alveoli di un numero maggiorc o minore di lobuli; i quali lobuli perciö si fanno iperemici, c l'epilelio de' loro alveoli si tu-mefa e si dispone a prolifeiare. Per poco die duri I'iperemia, avviene un po' di essudazione nel connetlivo inlerlobulare e negli alveoli, lanlo die i lobuli prendono un colore scuro, il connetlivo inlerlobulare si rende piü delineato c distinlo, ma con tullo ciö gli alveoli sono ancora permeabili all'aria, i lobuli conservano, sebbene diminuita, la loro cedevolezza ed elasticilä. Si ha allora il prime grado dell'epalizzazione polmonale nella pneumonile contagiosa. Queslo primo grado di epalizzazione e cosa difficilissima polersi trovare unico negli animali uccisi; ma si osserva pero sempre inlorno ai cenlri di epalizzazione di secondo o di lerzo. Ciö dimostra come il virus si diffonda da alveole in alveole, da lobulo a lobulo; lanlo ehe nel cenlro di un trallo epatizzalo, si trovano gi;i le lesioni di lerzo grado, menlre alia sua periferia si tro­vano quelle sollanto di primo grado.
Al descrilto primo grado di semplice epalizzazione, ne suc-cede un secondo molto piü grave, e dipende daH'essudazionc ehe si fece abbondanle nel connetlivo interlobulare, per cui questo divenlö spesso, formando uno slralo altorno ai lo­buli iperemici e di colore oscuro. in questo 2deg; grado di epa­lizzazione quasi lulli gli alveoli hanno ancora inlegra la ma-glia de' capillari; l'epilelio in molti alveoli ha proliferato, c questi perciö contengono un numero raaggiore o minore di
(4) Medico veter., 1860 p. 230.
Rivoltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 17
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cellule bianche con nucleo, piene di un granJe numero di micrococchi. Sembra ehe non pochi alveoli sieno ancora in parle permeabili all'aria. II tessuto polmonale e divenuto pid consistenle, pid pesante, ha perduta in parte la cedevolezza c relasticila, e si e fatto alquanto piü tenero e fragile.
Nelle superficie d'incisione appariscono piü o meno spesse 1c slriscic del conneltivo inteilobulare ehe circondano in modo irregolarc i iobuii, ehe per essere iperemici hanno un colore oscuro; le delte superficie prendono allora quell'ap-parenza ehe fu della marmoreggiatura, e ehe fu ritenula come lesione carallerislica della polmonera conlagiosa. E d'uopo avverliie ehe i lobuli, come incistidali nelle slriscie di conneltivo infiltralo di essudato, conservano ancora in parle la lore cedevolezza.
11 terzo grado di epalizzazione e anco piü grave del pre-cedenle; in questo gli alveoli, o per essere pieni di essudalo o di cellule bianche, sono affatto impermeabili all'aria; le slriscie formate dall'infiltralo conneltivo inlerlobulare sono piü grosse e piü dense; inoltre la proliferazione, daU'epitelio degli alveoli, si e estesa alle loro pareti, la magiia dei ca-pillari si e alterata e quesli si son falli piü rari con dire-zioni irregolari; il tessuto dei lobuli e divenuto piü denso, compallo e fragile , e per contenere un numero rninore di vasi, assume al contallo dell'aria un colore rosso (epalizza­zione rossa).
Un quarto grado di epalizzazione viene formalo dall'ab-bondanza di cellule bianche di varia grandezza negli alveoli e dall'alterazione delle maglie dei capillari degli alveoli; per cui nelle incisioni falte nel parenchirna polmonale, i lobuli hanno un colore giallastro ed al contallo dell'aria prendono un colore debolmenle carnicino.
Riassumendo le indicate lesioni, osservo ehe desse si tro-vano orclinariamente riunite in uno slesso polmone, od in una parle epalizzala; cioe si veggono, nelle superficie di sezione del polmone, le marmoreggialure cosliluile da centri di epa­lizzazione di colore oscuro o carnicino o giallo, separate da slriscie di color bianco sudicio o giallastro.
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Le striscie ehe separano gli indicati cenlri di epalizzazione, o sono larghissime, cioe di 1 '/, centimetro, o piii piccole cioe di 1,5 mm. Nolle striscie larghe il connettivo e sollo, areolare, con v.mi piü o meno grand) pieni di essudato sie-roso, e con (ralli clie sembrano linfatici ingranditi, tagliali nel loro diametro longiludinale; anche nelle striscie piü pic­cole, si incontrano trail! Irasparenli prodolti dall'accumula-mento dell'essudato neH'arcole del connettivo. Nelle striscie inollre si vedono piccoli ramoscclli bronchiali pieni di coa-gulo albumino-fibrinoso sparso di cellule bianche e vasi con le loro pareli piü grosse. Col microscopio si trova, nel tes-suto dalle striscie, una piii o meno grande infiltrazione di cellule bianche.
I ccntri di epalizzazione, ossia i lobuli ehe trovansi come innicchiati nelle descritle striscie, gli uni sono scuri o ne-raslri, die diventano poi, aU'aria, di colore rosso carico san-guigno, gli altri sono piü pallidi o carnicini; la forma degli indicati cenlri di epatizzazione e molto irregolare, essendo gli uni grandi e ben distinli, gli altri piccoli, corti, slretti ed allungati.
Dalle incisioni poi falte nei varii gradi di epatizzazione, cola abbondanle un liquido sieroso, gialliccio o rossaslro, il quale col microscopio si riconoscc contencrc cellule di varia grandezza, le une piccole come un globulo bianco del sangue, e le altre gramlissimc con altre cellule nel loro inlerno. Molte sono piene di granuli piccoli, non poche contengono granuli [tiü grossi (corpuscoli), splendent!, die resistono benc alle soluzioni di polassa.
Negli indicati gradi di epatizzazione, il lavoro morboso si propaga presto alia pleura polmonale, e massimamente quando la lesione nei polmoni ha cominciato negli alveoli collocati verso la superficie; la pleura polmonale allora divcnla presto spessa e coperla da pseudo-membrane infiltrate di cellule bianche. La pleurite puö dunque essere primitiva o secon-daria, e ne viene colpita la pleura polmonale, la pleura co-slale, il mediastino ecc. In ogni caso, per I'irritazione nel lessuto sieroso, i vasi diventano iperemici, I'epitelio si fa
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Len distinlo e prolifera, e succede piü o meno abbondanle, a seconda del grado di irritazione, I'essudazione. NeU'esame degli uccisi per dissangnamenlo a morbo incipienle, si in-contra talvolla versamento sieroso con fiocchi albuminosi in uno dei sacchi pleurali senza marcata iniezione nella pleura slessa; in allri casi, la iniezione la si trova debole.
Le pleure adunque per I'irrilazione divenlano iniellate, ))unleggiate, echimosate e rugose; divenlano spesse e per I'in-iillrazione di essudato e di cellule bianche, e per le pseudo-membrane piü o meno spesse ehe si formano sopra le slesse; le pseudo-membrane si veggono qua e lä infiltrate di cellule bianche; se sono recenli si trovano molli, penetrate da sie-rositä, facili a lacerarsi, poco aderenli o nuotanti in un liquido gialliccio, rossastro di 2-20-30 litri, ehe tiene in sospensione fiocchi albumino-fibrinosi con cellule bianche (1); quando sono antiche, si trovano organizzate, cioe piü dense e sparse di capillari. Le pseudo-membrane fanno aderire il polmone alia pleura costale od al diaframma ere.
Nel mentre ehe, nel polmone, si formano le lesioni sopra-descritte. in alcuni dei piccoli vasi avviene talvolta il coa-gulamento del sangne e la formazione di un coagulo bianco albumino fibrinoso ehe aderisce alia loro parete e ne re­stringe in prima e poscia ne oblitera il lume (Delafond).
Queste trombosi vennero pure constatate dal prof. G. B. Er-colani, da Gluge, da Spinola ccc. II veterinario Meneveri ha trovato neU'arteria polmonare di un bovino, guarilo dalla polmonera e morto per lacerazione della delta arleria, un grosso coagulo della lunghezza di 12 centimetri, e della gran-dezza di un uovo di tacchino, piü convesso da un lato, e falto da strati irregolarmente concentrici (2).
Inollre sia perche I'irritazione nel corso della polmonera, si difTonde eziandio sopra i minimi bronchi, sia per opera dell'essudalo degli alveoli, i piccoli bronchi si riempiono di coaguli albumino-fibrinosi sparsi di cellule bianche.
(1)nbsp; Delafond. Loco cilato.
(2)nbsp; G. Rodina c B. Castagna. Mcd. Vet., 1368.
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11 Faas ha notato ncH'urina la scomparsa dell'acido ippu-rico, e quasi anche quella dell'acido carbonico.
Infine per le alterazioni sopra descrilte, i polmoni malati acquislano un volume ed un peso considerevole. Un solo pol-mone puö pesare da 8-12-17-20 ecc. chilogr. (Deiafünd, Die­terichs, Bojanus, Wagensfeld) (1). Faas vide un pollice qua-dralo di polmone maiato pesare 17 gr., menlre pesava soltanlo 8 gr. eguale eslensione di un polmone sano.
Nelle sezioni degli animali morli in seguito alia polraonera, si possono trovare lesioni molto piü gravi di quelle sopra descrille.
L'esito della polmonera e nella gangrena o nella risolu-zione od in una forma di pneumonite cronica.
L'esilo nella gangrena ha luogo facilmentc, e sembra di-pendere, o dal corso aculo del raorbo, o dalla Irombosi dei vasi, o dall'estensione e dal grado ehe le lesioni polmonali hanno raggiunlo, o dal soggiorno dei malali in stalle calde e poco igieniche.
Nella gangrena incipienle, come si verifica quasi sempre quando l'epalizzamenlo ha invaso tutto un polmone, si tro-vano, nelle incisioni pralicale, numerosi cenlri, o gruppi di lobuli polmonali di colore nerastro, in cui il tessulo si la-cera facilmente, e manda un odore felido. Nei casi gravi si Irovano delle cavita a paveli spesse, piene di materia semi-liquida, nerastra o grigiastra, ehe cornunica con rami bron-chiali cospicui ed anche talvolla colla cavilä della pleura; in quesla poltigüa fetida si Irovano micrococchi, forme di Lat-terii, detrilo granelloso, nuclei ecc.
11 Delafond incontrö ample cavilä allraversale da briglie, da bronchi o da vasi. Macchie brune o verdastre si veggono allora sui pohnoni e solle pseudo-membrane; punteggialure echimoliche sull'endocardo, nei ganglii; colorazioni rosse diffuse aU'inlima dei vasi ecc. II sangue e sciolto, piceo e sciropposo.
(1) Delafond. Loco citato.
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Se ebbe luogo la complicazione carbonchiosa, le lesioni ehe si osservano nei cadaveri sono analoghe alle sopra de-scritle, il polmone epalizzalo e bruno, rammollalo, crepi-lanle e feiido assai; si vedono echimosi e colorazioni scure nei vasi, nella milza ecc; il fegato e rammollilo, la pulre-fazione invade rapidamenle il cadavere.
L'esilo nella risoluzione renne non pocbe voile osservato. Gerlach osservö ehe i punti di polmone non del tulto imper-meabili, erano diventati permeabili all'aria dope 3-4 selli-mane. 1 punli cirooscritti impermeabili, erano permeabili dopo 6-8 settimanc. Per gli epatizzamenti piu eslesi occor-revano due roesi prima die si osservasse (raccia di perraea-bililä (1).
Adunquc nei cenlri di epalizzazionc alquanto estesi in cui esislono i varii gradi di epalizzazionc, awiene ehe cessando la molliplicazione del virus, e per conseguenza ['irritazione comincia a dileguarsi poco a poco Fipeiemia nelle parti pe-riferiche del cenlro di epalizzamenlo, si arresla la prolife-razione dell'epitelio, ressudato conlenuto nei connettivo inler-lobulare e negli alveoli va diminuendo; le cellule bianche contenute negli alveoli si risolvono in detiilo grassoso adallo al riassorbimenlo; e cosi a poco a poco la parle periferica del ccntro epalizzalo divenla permeabile all'aria.
Ma nella parle cenlralc dove vi hanno le alterazioni del 3-4 grade di epalizzamenlo, la permeabililä non puö piü risla-bilirsi; per cui quesla parle di lessulo polmonale profonda-menle allerala, viene poco a poco a rimanere isolala dal cir-coslanle lessulo sano, secondo le osservazioni di Spinola, per mezzo di una linea fatla da connellivo. Dopo 2-3 mesi, lolla la massa epalizzata sequestrata nella sopra descrilla cavilä, si trova die e porosa, piü consislenle neirintcrno, lalor in parle fibrosa, e ehe serba al laglio I'aspello primilivo mar-moreggialo, di colore grigio-giallo o bruno. Al 4 od al 0 mese, la delta massa si trova libera nella cavilä, manca di porosilä aU'eslerno, conserva appena Iraccia di marmoreg-
(I) Jahresbericht. Hering. 183'4,
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263 giatura, gli strati esterni sono piü molli e sugosi. Dopo 1-2 anni, gli strati eslerni si trovano rammollili daila suppura-zione della parete delle cavilache la conliene, infine la massa divenla molle, caseosa e granulosa. Dopo 2-10 anni nei punli dove avvenne il descritto lavoro di guarigione, si trova una massa calcare racchiusa in una capsula cartilaginea; i pol-moni si vedono sparsi da noduli ehe, o conlengono maleiia calcare o soslanza caseosa.
Pleuro-pneumonile non contagiosa. — L'illustre Fürstenberg insegnö ehe la polmonera contagiosa si dislingue dalla non contagiosa: 1deg; Per la infiltrazione di linfa neile parli malale del polmone; 2deg; Per la tumefazione e colorazione gialla dei tratti di connellivo inlerlobulare; 3deg; Per le larghe aperture de' linfatici dilalnti ehe si presentano nei connellivo interlo-bulare. Avendo fin dal 1868 confrontati polmoni con le le-sioni dell'una e dell'allra pneumonile, non lio potulo mai ri-conoscere differenze.
Ordinariamenlc dal lato clinieo si sospelta lo sviluppo della forma non contagiosa, avendo I'occhio alia localitä, alia non precedenle comunicazione con infetli, cd alle manifestazioni del morbo in uno o in pochi individui o in molti individui ad un tempo, dielro I'azione delle cause reumalizzanli.
Del resto la pieuro-pneumonite eonlagiosa dal lato ana-tomo-patologico non puo venir confusa con qualcuna delle altre forme di pneumonite del bue.
Misure di polizia sanitaria. — Sequeslro ed isolamento dei malati. Separazione dei malali dai sani. Disinfezione delle stalle infelte, e interramento dei cadaveri e delle pelli, evi-tando di porle in coramcrcio. 11 Dr. A. Gierer applied contro la polmonera (e cerlo con grande vantaggio), i provvedi-menti di polizia sanitaria per la pesle bovina.
I provvedimenti poi necessari per preservare gli animali die coabitarono con malati e ehe sono sospetti di essere di gia infetli consislono nei collocare e mantenere i delli ani­mali in buone condizioni igieniehe, nell'amministrare loro buon alimento e qualche condimento come sale di cucina e nei sottoporli all'innesto.
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Inoltre si deve far atlenzione di non acquislare animali di localila in cui domina la polmonera e quando non si conosce la localilä da cui provengono gli animali comperati, e me-stieri tenerli in osservazione per qualche tempo in una slalla isolata. Nella slagione invernale, non si nmministrerä agli anirnali alimenlo mufTalo od inquinalo da limo, e si procu-rerä ehe l'aria dells stalle sia continuamente rinnovala.
Inneslo. — L'innesto, come mezzo preservative, venne per la prima volta dimoslrato efllcace dal dott. Willems nel 1852 (1). Dopo la pubbiicazione dei favorevoli risultati otlenuti dal Willems, l'innesto venne esperimentato nelle varie regioni d'Europa infestala dalla polmonera, cioe nel Belgio, nel-I'Olanda, nella Germania, in Inghilterra ed in Italia. In Italia oltennero favorevoli risultati, i veterinarii Piazza di Pieve (Lomellina), G. B. Mazzini di Mortara, prof. Corvini, Corti G. B. di S. Giorgio, Gio. Bonetti, Lazzaroni Luigi, F. Pue-rari, Casorali, Cattaneo, Berlani, Ferrari, P. Collilanzi, Me-neveri ecc. Degni di nota sono i risultati ottenuli da Stei-gewald ne' 2000 innesti da lui pralicati, la mortalilä non si elevö al Vraquo; %• Huart, in 8000 innesti, ottenne sempre favorevoli risultati. 11 dott. Antonio Ferrari osservö il 3 e 53 centesimi p. 0/o di perdila. Collilanzi Pietro osservö il 3% di perdila. Qualche pratico osservö la morlalitä del 7-8 0/0, ed inoltre non poche volte si videro gli inoculati cadere ma-lali qualche sellimana od un mese dopo l'innesto. Ad ogni modo si puo rilenere ehe:
4deg; L'innesto e I'unico mezzo valevole ad arrestare la dif-fusione della polmonera contagiosa ed a preservare i sani o quelli rimasti esposti alia conlagione.
3deg; Quando l'innesto non da effelti, si deve ricorrere ad una reinoculazione.
L'innesto non arresta il corse del morbo negli individui in cui e incipiente.
3deg; L'innesto non esercita alcuna influenza sulla gravi-danza: ed i giovani animali ne provano i benefici effelli.
(() Giornallaquo; di veterinaria, ecc. Torino 1832raquo; p. HG.
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265 4deg; Gli anirnali inoculali resislono all' influenza epizoo-lica: qualche individuo, dopo superato I'inneslo, viene tul-tavia assalito dalla polmonera. Inoltre e d'uopo avverlire ehe alcuni pralici in aloune localita non otlennero buoni risullati dall'inneslo (Prof. Delpralo).
Luogo deU'innesto. — L'inneslo si pralica alia faccia infe­riore deila punta della coda: venne praticalo o con uno degli aghi da inneslo, specialmenle con quello scanalalo di Slicker, o con punlure, sollevando un poco i'epidermide, falte colla lancetla, coilo scalpello Lilagliente, inlriso di linfa o di li­quide preso da polmone malato; ovvero venne praticalo col mezzo di un piccolo selone (passando col mezzo di un ago sotlo I'epidermide un liio immcrso nella linfa).
Le incisioni, in numcro di una o di due, latle a conve-niente distanza Tuna dall'altra debbono cssere superficial]quot;, cioe non ollrepassare il reticolo del Malpighi; in ogni inci-sione si pone subilo una goccia di linfa virulenta. Medesi-mamenle quando si opera con qualcheduno degli aghi d'in-neslo carico di linfa, le punlure in numero di due o di tre non debbono giugnere ollre al reticolo del Malpighi.
Fenomeni conscculivi all'innesto, — Nel luogo dell'inneslo I'incisione o la punlura dell'inneslo cicatrizza presto. Dal 40 al 30 e talora al 60 giorno, sovente I'animale inoculato di segno di malessere, e meno vivo, perde l'appetilo, e nel luogo dell'inneslo si sviluppa una lumefazione circoscrilla ehe puö perö invadere tutta la coda ecc. Quando cominciano a ma-nifestarsi i fenomeni locali, si aniministra agli anirnali un purgante salino o da qualche pralico si fa un salasso. Le lesioni palologiche die si stabiliscono nel luogo dell'inneslo, sono I'iperemia, I'infillrazione abbondante di linfa nel con-netlivo, la lumefazione e I'aumento della sensibilita. L'essu-dato rende piü spessa la cule ed il connetlivo soltoculaneo dando luogo ad un'apparenza di marmoreggialura, la quale non puö compiersi analoga a quella polmonale per cagione della diversa slrutlura. Quasi mai ha luogo la suppurazione. La lumefazione e dura fin dal principio; sopra la lumefa­zione, qualche volla avviene I'eruzione di una specie di pu-
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slule o di fliltene, perche I'essudato portatosi solto I'epider-midc, solleva questa in forma di voscica. Praticando incisioni sulla tumefazione, cola da esse mollo siero e la tumefazione ed il dolore diminuiscono. Sono le incisioni e gli emollienli mezzi di cura degli effelti locali deH'innesto.
Accidenti consecutivi all'inneslo. — Gli accidenti ehe pos-sono seguire all'innesto sono: 1deg; La diffusione della tume­fazione dal luogo deH'innesto fino alia metä od alia radice della coda. 2deg; Lo sviluppo di tumori glandular! atlorno alia base della coda, all'ano, alia vulva ecc, ehe impediscono I'e-missione delle feccie e passano spesso in gangrena. quot;Willems osservö, alia sezione cadaverica in tali easi, i muscoli delle region! vicine all'ano di eolore rosso pallido e Iramezzali da tessuto infillralo; I'ano eon tntle le parti aderenli per I'eslen-sione di un piede e I'intestino in istato di sfacelo; i polmoni di eolore nero; maechie rosse, brune, punteggiate sulla mu-cosa intestinale; la perilonite eon versamenlo nel cavo addo-minale; il fegato rammollito e giallo cbiaro; la mucosa della trachea e dei tronchi di color bruno earico. Hufnagel vide estendersi I'azione deirinneslo fino al treno posteriore , per cui si formö essudato fra i muscoli dei lombi, del bacino, delle coscie. Le indicate tumefazioni rlapprima sono dolenti, calde, poi diventnno fredde e si mantengono durissime (Er-colani). La diffusione delle tumefazioni, secondo le osserva-zioni del professore Corvini, talvolta suecede rapidamente ed invade parti lonlane dal luogo deH'innesto. 3deg; La gangrena ehe suecede alle eslese ed enormi tumefazioni o di lutta la coda o di una parlc soltanto. Sleigerwald in 2000 innesli vide la gangrena della punta della coda nell'S 0/0. La Commis-sione Belga scrisse avvenire nel 7 0/o e Didot nell'S-O % (!)• La gangrena totale o locale della coda, sembra dipendere o dalla qualitä o quantila di malcria inoeulata o dall'inneslo fatto troppo diseosto dalla punta, ovvero dalle eondizioni igie-niche delle stalle. Hildebrand, in 145 inoculati, a 73 dovette
(1) Ercolani. Loco citato,
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267 amputare una parte della coda, 8 morirono in seguito alia gangrena della coda. Nella slagione calda , e nelle stalle in cui I'aria ha temperalura elevata ed e miasmalica, sono fa­vorite le gravi e letnli succession! dell'inneslo. In 148 ino-culati nelle cilate condizioni, 4 morirono, 1 perdetle lutta la coda, 10 penlettero la melä e 37 la punta della coda (i).
Negli animali ehe soccomhono all'innesto, molle voile non si trovano le lesioni caratleristiche della polmonera nel pol-mone. Haubner, die su 149 inoculati, ne perdette 13 per gangrena della coda, in nessuno dei tredici cadaveri, trovö lesione del polmonc caratteristica.
Scella della Unfa o dello siero vindcnlo. — La scella della linfa per I'inncslo e assai importante. Non si deve mai racco-gliere dai cadaveri o da polmoni di un animale ucciso da molte ore, ma bensi da un animale espressamente ucciso, e ehe presenli nei polmoni 1c lesioni caratleristiche incipient! o poco estese. Gli animal! ehe s! ucci'dono per raccogliere la linfa per I'innesto, non devono presentare sintomi adinami'ci od altri fenomeni morbosi ehe lascino sospettnre una grave successione. Ucciso I'animale e levati i polmon! dalla cavitä del pello, si esamina atlentamente !1 tratlo di epatizzazione, ed alia pcriferia del tralto di polmone epalizzato, dove il polmone si prcsenta soitanlo iperemico, o dove le striscie interlobulari non sono mollo spesse, cioe vi ha I'epatizza-zione di 1deg; e 2deg; grado, si fanno incisioni, dalle quail cola abbondante sierositä; si raccoglic di questo liquido sieroso, e si impiega per I'innesto.
E anche necessario, nei polmoni in gramlc parte epaliz-zali, pralicare profondc incisioni onde vedere se per caso esistessero ccntri nerastri, rnmmolliti o di gangrena.
11 signor Lenglen (2) adopcra, per I'innesto, linfa raccolla da incisioni praticatc alia lumefazione della coda delle bo­vine innestate; con questo metodo pote fare I'innesto del
(I) Hering. Jahrcshericht 18Ö9. (i) Medico Fetor., 1863, p. 273.
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virus fino alia 25a generazione. Sopra 1000 innesli, non ebbe
a deplorare accidenli.
L'A. perlanlo prende il virus dal polmone di un animale affello da polmonera da 4-5 giorni, ed innesla una o due bovine; stabilitosi I'ingorgamenlo al luogo dell'innesto fa una lunga e profonda incisione, dalla quale cola sierosila cilrina, la quale raceoglie per inneslare altri bovini ecc.
Si e pure tentalo I'inneslo con pezzetli di polmone epa-tizzato alia pagliolaia od in allra regione, ma con effelli poco favorevoli.
Schlicht, avendo inoculalo 11 buoi ai riscontri, ne per-delte Ire in seguilo aü'enorme tumefazione sviluppalasi, ehe si estese alia spalla cd alia testa ecc.
Nei casi di epizoozia venne osservalo ehe alcuni bovini esposti alia contagione, presentarono sollanto alcuni feno-meni di malessere, ehe presto si dileguarono, e poscia resi-stettero ad ulleriori attacchi del morbo (1).
Cura. — Nei casi in cui si trova ulile sottoporre i malati ad un melodo curativo (non dovrebbe mai essere permessa la cura), e d'uopo non dimenticare il precelto terapeutico di Gerlach, cioe die I'andamento della polmonera viene mi-tigalo, alimentando gli animal! con fieno asciulto. Se gli ani-mali sono in cattivo stale di nutrizione, oltre i mezzi coa-diuvanli la cura, come frizioni cutanee, qualche rivulsivo, potra essere dato con vantaggio il solfato di ferro alia dose di mezza oncia seiolto nell'acqua. Negli animali in buon stato di nutrizione, venne impiegato con vantaggio da Kroqmann e da molti altri la potassa alia dose di mezz'oncia mattina c sera sciolta nell'acqua, il carbonato di potassa pure alia dose di mezz' oncia ad un'oncia, unilamente a frizioni al petto.
(4) II dolt. Thomson avendo osscrvato contemporancamente lo sviluppo della polmonera nei bovini c la rosuli:r noll'uomo, ammiso ridcnlila dclle due affe-zioni. Se vi fosse identitä, sembra die a quest'ora, nelle tenutc in cui si sri-luppa la polmonera, o spontaneraquo; o da contagione , lo sviluppo della rosolia nclla specie umana, almeno in molti casi, avrebbe destata raUeiuiouc dei ve-terioari c dei conudini.
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269 Dupont impiegö il salasso, il solfalo di soda, il nitrato di potassa continualo fmo a produrre la diarrea; adoperö pure 1'emetico ecc. Altri vetcrinari otlennero buoni eflelti daH'im-piego del cloruro di calce in unione col solfato di soda, al-ternato col carbonato di potassa e ridroclorato d'ammoniaca. La pleuro-pneumonile non contagiosa, guarisce coi mezzi ordinari di cura, cioe colle cure igieniche, con qualchc sa­lasso secondo I'indicazione, colle frizioni inilanli al petto e coiramminislrazioue del tartaro slibiato ovvero coi tonici e coi preparati di china,
Febbre aftosa.
E una mnlaltia parassitaria, febbrile, contagiosa, epizoo-lica, caratterizzata daU'eruzione di vescicolc per lo piu alia mucosa della bocca, od alia corona dei piedi, piii di rado in altre regioni, ad es., sulla mucosa gastro-enterica, sulle maramelle ecc. Spontanea nella specie bovina e suina, si co-munica alle pecore, alle capre, ai cavalli, agli uccelli da cortile ed anche all'uomo, ecc.
Virus. — Nella linfa dellc vescicole sviluppatesi sulle mam-melle, trovasi il virus formato da micrococchi tondeggianti, di diametro variabile tra 0,0014 — 0,0028; i piii grandi pre-sentano una specie di nucleo centrale (vedi fig. 29. lett. D. ingr. 1000). 1 medesimi elementi vedonsi pure nel liquido, ehe cola dalla bocca dcgli infermi {lelt. G. fig. 29).
Nel liquido bavoso die cola dalla bocca vedonsi: 1deg; Cel­lule epileliali piene di micrococchi, di cui molli sono riu-niti in serie. 2deg; Criplococchi rotondi a due od in serie, mu-niti di nucleo ben distinlo e splendenle. 3deg; Criptococchi ovali (leU. A.), a due od in serie, talor rari, talor numerosi. -4deg; Fi-lamenti lunghi (leptotrici). 5e Micrococchi moventisi {lell. E.), catenelle micotrici {lett. F.). In una soluzione di zuccaro od in allro sustrato convenienle i micrococchi piccolissimi in-grandiscono, si molliplicano e prendono la forma rolonda (C) od ovale (A). Nell'essudato ehe copre le ulcere della bocca ve-
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donsi micrococchi di cui molti a due od a ire c baUerii ta-
lora di varia lunghezza (B).
Collivaiione. — 11 miglior metoclo di coltivazione, ho cre-duto essere quello di porre , cnlro un vaso di velro, fieno inumidilo colla bava inquinata di virus.
Sopra il delto fieno ho vedulo nel 1870 scguire la pro-Juzione delle seguenli morfe:
1.nbsp; nbsp;Cladosporium sfumato verdc-giallo (fig. 100).
2.nbsp; Eurolium aspergillus glaucum di colore azzurro ci-nereo.
3.nbsp; nbsp;Peniciliio microsporo (spore della grandczza di 0,0028 - 0,0029).
4.nbsp; nbsp;Cumuli di micrococchi.
5.nbsp; nbsp;Mucor stolonifer.
6.nbsp; nbsp;Aspergillo microsporo (spore rolondc od ovali del diamelro di 0, 0025).
7.nbsp; nbsp;Aspergillo flavo.
8.nbsp; Sterigmatocystis nigra.
9.nbsp; nbsp;Penicillium nigrum. Non credo ehe alcunc delle in­dicate specie o morfe di funglii, abbia rapporlo col virus.
II dolt. Bender nel 1869 (1) assicura avere trovato, nella iinfa delle vescicole formatesi in varie regioni del corpo, sempre la forma di spore anaeree di un fungo. In queste spore, malgrado la loro piccoiezza, si vedeva anche a pic­colo ingrandimenlo (!) un episporio! per cui si dimoslravano come una specie di Tillelia Tut.I Evidentemenle i'A. non usö grande cura neU'esame della linfa presa dalllaquo; vescicole delle mammelle, e permise die alia medesima si mescolas-sero elemenli estranei. Devesi perciö rilenere immaginaria la sua Tilletia aplogenes.
Nel mese di gennaio del 1872, il sig. medico velerinario Marini mi condusse ne' dintorni di Pisa a visitare una stalla in cui era coraparsa la febbrc aflo^a. Le bovine non erano uscite dalla slalia da hinge tempo, e nc' dintorni non si era
(1) Zeitschrift für Paratil. Bd. i, p. 289. 1869.
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271 ancora manifestata la febbre aftosa; uu vilello, non ancora affello, fu venduto e trasporlalo a Massa, ove si sviluppo su-bilo la febbre aftosa; mi sembro si traltasse di un caso di sviluppo spontaneo della predelta malattia. La stalla era scura, caldo-umida, poco aerala; ralimenlo, per un mese in-circa, era slalo una mescolanza di veccia e paglia, al mo-mento della mia visila consisleva di foglie di granturco e paglia. Sulle foglie di granlurco vegetava rigoglioso un cla-dosporium ehe separava spore ovali piccolissime, le quali sulle foglie di granturco formavano una specie di patina. Le dette spore ovali si trovavano numcrose nella bava ehe co-lava dalla bocca dei malati. Inollre sulle foglie del granturco si scorgevano punli nerastri ehe allro non erano ehe picco-lissimi peritecii immaturi. Sulla paglia, oltre a macchielte prodolle dalla trichobasis linearis e dalla puccinia slraminis vedevansi peritecii die contenevano le diverse forme di spore designate nelle figure 213-214-215-216-217-218-219.
Sugli steli di patio, specie di arundinacea dei luogbi pa-ludosi, die serviva per lelto alle bovine, vi erano numerose macchie nere prodolte da pareccbie specie di Puccinia.
Origine. Palria del virus. — Gome patria del virus, deb-bonsi considerare i luogbi paludosi delle varie regioni d'Eu-ropa; ne' luogbi asciatti e sempre importato.
Veicoli del virus. — II virus risiede nelia linfa delle ve-scicole aftose e trovasi per conseguenza concentrato nel li­quide ehe cola dalla bocca dei malati, ncl liquido purulento od icoroso delle ulcere ai piedi ecc, e piii allungato nelle feccie, sia per essere stalo doglutilo col liquido della bocca, ossia per la formazione di vescicole sulla mucosa inlestinale. Secondo riferisce Ilaubner, le ulcere aftose, non perfetta-mente cicatrizzate, sono ancora conlagiose (1). U virus per-tanlo aderisce ai corpi con cui le malerie cbe lo conlengono vanno in contalto. Nessun fatto comprova I'eliminazione del virus per mezzo della traspirazione cutanea. 1 malati coi
{{) Loco cilalo, p. 259.
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movimenli della testa, o col leccarsi si spargono il virus nelle varie regioni deH'inleguinento cutaneo; inollre I'uomo slesso toccando le parti affelle ecc, contribuisce spesso a spargere il virus sul corpo dei malati. Se perlanto i peil o la cute dei malali conlengono elemenli virulenli, non e ne-cessario farli derivare dalla traspirazione cutanea.
Mezzi di trasmissione. — I mezzi ordinarii di Irasmissionc della malatlia sono I'uomo, le vie percorse dai malali, i mer-cati, i vagoni ehe servirono al Irasporlo dei malali, i pa-scoli, i concimi, in una parola gli oggelli ehe furono in con-lalto con malali.
Tenacitä di vita del virus. — Intorno alia lenacila di vila del virus, mancano esalle osservazioni. Racconta Ilaubner, laquo; clie da una lenuta, quatlro sctlimane dopo la scomparsa
lt;nbsp; della febbre aftosa, venne, col mezzo di un paio di buoi laquo; ehe abitavano in un'allia lenuta, trasporlato il concime; laquo; in questi due buoi, dopo alcuni giorni si sviluppö la ma-
lt;nbsp; laltia, rimanendo illesi gli allri bovini della (enula (Ro-laquo; senkranz). Due vitelli clie furono afTclti dalla febbre aftosa laquo; vennero, tre mesi dopo la guarigione, condolti in un'altra laquo; tenuta; nei bovini di qucsla lenuta si sviluppö la febbre laquo; aftosa in capo a 10 giorni (Schleg. Sachs. V. B. 1860-63) raquo;.
Slraub assicnra ehe nelle stalle e ncl concime, il contagio si conserva efficace per cinque sellimane.
Qucsli fatti dimostrano a mio avviso, ehe il virus puo rima. nere lungo tempo efficace ed aderente ai peli, alia cute ecc, degli animali die soffersero la malatlia, massime per la man-canza di pulizia della cute.
Incubazione. — Secondo le osservazioni di Ilausemann (1), I'elevata lemperatura dcH'ambiente abbrevia la durala del-I'incubazione (I'innesto con piccole scalfillure alia piluilaria fu seguilo dalla formazione di vescicole in S'i ore), mentre la bassa lemperatura invernalc la rende piu lunga (36-40 ore). Secondo Lehnhardt la durala dell'incubazione e di 5 giorni
(i) Jahresbericht, Hcriug ecc. 1837.
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273 e nei casi di Irasmissione della malaltia dal maiale al buc sarcbbe in cerli casi di 3 giorni (1), Del resfo poi per I'in-Iroduzione di animali infelli in una slalla sana, la malatlia puö svilupparsi al 10-12 giorno.
Contagione. Immumla. Sulla conlagione della feltbro aflosa ora sono d'accordo tulli i pralici. Perö noil tulti i bovini di una localilä invasa d;dla malatlia, ne sono colpili. Nel 1870, il veler. Martini Giacinlo di Roliella (Chivasso), sopra 700 bovini di una parle della sua clientela, non os-servö die 59 casi di febbre aflosa. 11 professore Reynal, in una slalla di 30 bovini, non ne vide ehe ammalare il quarto; osservö pure die una troia non comunicö la malatlia ai no-velli, e die maiali malali non la trasmisero punlo ai com-pagni. Tra 20 monloni, sollanto quatlro ne furono afTelli; i sani non contrasfcro la malatlia in pascoli infelli. Indivldui non vennero infelli, benchc separali dai maiali solo da una barriera (2).
Rncconla pure il Reynal, die il signer Levigney vide una mandra di bovine passare in luogo infelto senza conlrarre la malatlia, mentre un'allra mandra ne fu colpita.
II signor Peyssy, desiderando die 12 sue giovenclie gra­vide di 2-3 mesi fossero affette dalla fehbre aflosa, indarno le tenne in conlalto coi maiali, o fece loro mangiare fieno impregnalo di liqaido virulente. Caddero piü lardi maiale in vicinanza del parlo,
lluzard poi nel 1810 inoculö, senza risullamenlo, il liquido ehe colava dalla bocca non solo ad individui della stessa spe­cie, ma anchc di specie diversa.
Inoltre si osserva eziandio, die i bovini di una lenula, sono in un anno assalili dal morbo, nel menlre quelli della lenula altigua ne sono esenti; nell'anno seguenle quesli ne sono assalili, ed i primi reslano irnmuni.
I falli sopra narrali e gli altri molti di non conlagione registrati negli annali della scienzn, dimostrano, ehe il con-
(1)nbsp; nbsp;Jahresbericht. Hering ccc. 1865.
(2)nbsp; nbsp;Nouveau üictionnaire de mtd. ehirurg. el vcl., torn. I,
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tagio della febbre aflosa, come tulli gli altri conUigi, per al-lecchire negli organism!, bisogna die quesli gli presenlino un suslralo favorevole al suo allccchimento. Molti individui adunque nellc invasioni di febbre aflosa, godono del privi-legio deirimmunilä.
Sc la febbre aflosa assalga una sol volla in vita i hovini. — Rvclmer, Rainard, Levigncy cd il velerinario Garreau cre-dono cbe la febbre aftosa colpisca i bovini una volla sola duranlc la loro vita. Garreau riferisce poi, come un'ecce-zione, un caso in cni un bovine cadde affetlo la seconda volla, dope cinque mesi dalla guarigione, per opera di un rnaiale (1). Stockflelh vuole ehe i bovini colpiti ne reslino immuni per \-\ */,, anno. Perö vennero osservati casi di re-cidiva dopo un anno, 17 mesi (Lemairc), dopo 8 setlimane e dopo 4 mesi (in Sassonia). Ilertwig osservö un medesimo bovino essere colpilo dal morbo Ire volte in tre iuoghi di-versi, c Tannenhauer vide bovini esser colpiti tre volte in clue anni e mezzo. Malgrado i diversi casi di recidiva osser­vati, e inconleslabile cbe il maggior numero degli individui cbe superö la rnalatlia, non offre cbe tardi un suslralo pro-pizio airallecchimento del virus e I'innesto dopo la guari­gione non diede risullati al prof. Brusasco. Cerlo se cosi non fosse, la rnalatlia sarebbe, or e buon tempo, divenlata spo-radica c comune nelle varie region! di Europa. II velerinario GrifTa di Carignano e molti altri de' dintorni di Torino eb-bero la loro condolta esente dalla febbre aftosa per 15 anni, cioc dal 1855 al 1870. Nel decorso inverno 1872, in una stalla dell'agro pisano, rimasero immuni le vacehe cbe due anni innanzi ne erano slate colpite. E cosa molto diflicile deter-minare la durala di una tale immunita.
Sintomi vet bovini. Andamenio. — Nei bovini la febbre aflosa ordinariamenle assume la forma di slomatite aftosa o la forma di cutidile aflosa; benigne nel piü de' casi e maligne quando insorgono complicazioni, o quests sono trascurate. Ta-
II) JahrabtricM, Hering, Ib5ö, p. 44.
.
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raquo;
275 lora appariscono ad un tempo nello slesso individuo; spesso pero si presenta la sola slomatile aftosa. Secondo Siraub stanno, in quanto allo svihippo, in lagione inversa, cioe se 1'eruzione di afte e grave alia bocca, allora e leggierissiraa alia corona; se e grave invece alia corona, allora e leggiera o mancanle in bocca.
La stontatile aflosa leggiera e molle volle appena avvor-lila; i bovini per qualche giorno banno la bocca piii calda, provano un po' di tristezza, e quando I'eruzione aftosa ha luogo alia bocca, non mangiano l'intera razione e dalla bocca cola molto liquido bavoso; spesso questa forma leggiera si scoprc sollanto per questo sintomo, cioe per trovare il re-siduo alimentare tutto immoilalo, e la mangialoia ancbe urni-dila con liquido scbiumoso colato dalla bocca. Avvenuta cosi I'eruzione di parecchie vescicole alia mucosa della bocca, dopo qualche giorno gli animali riprendono il primitivo ap­petite.
Ne' casi piü gravi i fenomeni morbosi general! sona piu manifest!; i malali hanno la fisonomia triste, il pelo drilto, la cute aderente, diminuzione deU'appetito, allerazione o so-spensiune della ruminazione, rigidezza del movimenli, tal-volta gli occhi lagrimosi, brividi e tremor! molto inlensi par-ziali o general! ehe durano piü o meno lungo tempo ed in alcuni individui, meno Lrevi sosle, ancbe per 48 ore, spe-cialmente se sta per svilupparsi anche la malatlia a! piedi; la lemperatura inlerna cresce e tocca perfino 42deg; C. (1). II polso e piccolo, duro e celere, e la respirazione talora si fa frequentc, il musello secco, la bocca calda.
II movimento febbrile piü o meno gagliardo, die annunzia I'invasione, si mitiga di molto dopo I'eruzione vescicolosa alia bocca od a! piedi, o nell'una e neU'altra regione contcm-poraneamente. Nell'eruzione la bocca diventa piü calda e co-mincia da essa per Jo piü abbondante il colic di liquido ba­voso (plialismo); la corona dei pied! si fa dolente, gli animal!
(1) L. ßrusasco. Mti. Icier., 1871, p. 509.
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hanno i movimenli rigidi e zoppicano. Inlanlo sia per l'im-
pedita preensione, ehe per la febbre, gli animali malati di-
magrano.
L'eruzione aftosa si compie alia faccia interna delle labbra, al loro raargine aderente, alia loro commessura e piii spesso al margine incisivo calloso. La nmcosa perlanto, in regioni circoscritlo, si presenta in prima lumida cd un po'elevala per cagione dcH'iperemia nelle papille determinata dall'irri-lazione del virus nel relicolo del Malpighi. A poco a poco si accumula essudalo siero-albuminoso tra 1c cellule del reli­colo del Malpighi, e solleva lo stralo epileliale cd anche lo dislacca dalle sollostanli papille o dal sotlomucoso; le vesci-cole allora sono formale; e si presentano ordinarianienle come elevazioni piane dislinle per un colore piü pallido dalla cir-coslanle nmcosa c per essere flaccide, piü rigonfie di li(|uido nelle parli declivi; hanno la grandezza dclla monela di un cenlesimo, di 5 o di lO cenlesimi; le piii eslese hanno luogo ai lau del margine calloso incisivo. Aprendo la bocca dei malali , le dette vescicole si rompono , ed allora si vede il loro fondo di colore rossiccio o grigio bianchiccio, con bordi irregoiari, a cui aderiscono lembi della vescicola.
Quando si sono formale vescicole in forma di elevazioni piane ai lali del bordo incisivo calloso, allora per l'iperemia inlensa formalasi allorno ad esso, soffre nella nulrizione il denso stralo epileliale, ed a poco a poco si dislacca come necrolizzalo ; il margine incisivo superiore rimaslo allora privo completamenle di stralo epileliale, si iperemizza, diventa inollo sensibile , ed i malali non possono in modo aleuno prendere alimenlo, e solo per quesl'accidente la malatlia si presenla piü grave. Esaminando col microscopic il detlo stralo epileliale ehe rivestiva il margine incisivo calloso , si trova ehe le sue cellule epileliali sono granulöse, piene di micro-cocchi, di batterii c di leplolrici; allorno al suo bordo si scorge inlillrazionc di cellule purulente e di essudalo con numerose granulazioni.
Formalesi le ulcerc nel modo indicalo, il loro fondo si copre subito di essudalo albuminoso ehe si condensa cd ade-
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risce in forma di crosla o stralo bianco-giigio, di apparensa albuminosa o gelatinosa. L'epilelio del bordo incisivo callosn rimane, quando e cadulo, soslituilo dall'indicalo slralo di essudato.
Se I'eruzione ai lati del bordo calloso fu di vescicole pic-cole, allora non reslando alteralo lo stralo epitcliale del bordo calloso, i malali continuano a mangiare discretaraenle e non dimagrano tanto.
Piii grave ancora e la malattia se ad un tempo si compie I'eruzione di vescicole suila mucosa delle guancie e della lingua, o nella cavilä nasale per cui I'alilo diventa fetido. Quando poi le vescicole sono confluenli sulla lingua, i tratti di epitelio sano od intermedi alle vescicole, soffrono nella loro nutrizione; il perclie esplorando la bocca e prendcndo in mano la lingua, questa si spogiia alTalto del suo epitelio e si forma allora una vasta superficie di color rosso, sensi-bile assai, ehe pure presto si copre di uno strato di essudato, ehe serve a proteggeie le parti sensibili e sommainenle irri-tabili, ossia le papille; sotto I'indicato strato albuminoso si stabilisce la neoformazione di cellule epileliali, il conneltivo sottornucoso trovasi pertanlo iperemico ed in islato di iper-plasia. Si allunga cosi il corso della malatlia, ed i malati diventano magri.
E inutile notare ehe avvenuta la eruzione c la rottura delle vescicole, aumenta considerevolmente il colio del liquido dalla bocca, die gli animali spargono sui foraggi, suile mangia-loie ecc. Nella bocca la decomposizione procedc abbastanza presto per opera di elementi vegetal!, e diventa allora felente.
Eruzione di aße alle mammelle, nella cule, nell'intestino ecc. — In laquo;asi abbastanza rari la formazione di vescicole avviene al musello, alle narici, alia mucosa vaginale, alle mammelle, ai capezzoli, nella cule, alia base delle corna, alia faringe, alia mucosa intestinale.
Sopra le mammelle le vescicole si formano per lo piii rare, qualche volta perö confluenti e se ne producono ancbe sulla punta del capczzolo (Huzard, Reynal); si presentano come ele-vazioni rosse, rolonde, ehe passano poi al bianchiccio od al
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gialliccio, quando I'essudato lia sollevalo I'epidermide. Se
sono sui capezzoli, questi diventano lumefatti ed assai do-lenti; quando sono confluenti sulle mammelle, allora si ha una specie di perimasloite. Una masloile parenchimalosa par-ziale o generale seguita da ascessi, sembra non possa dipen-dere da allro ehe dalla formazione di vescicole nei canali e seni galaltofori. In Prussia nel 186l-b2 in una slalla, la febbre aflosa si manifesto sollanlo con vescicole alle mam­melle. C. Gavalli osservö la cadula per gangrena dei capez­zoli, c rotturamenlo dei canali galaltofori.
Sia per il lavoro morboso ehe lalvolla si slabilisce alle mammelle, sia per la febbre generale, si comprende come la secrezione del lalte debba diminuire, cessare od allerarsi qua-lilativamente.
Secondo le analisi di Donne, Lassaigne, Chevalier ed altri, il lalte, e credo nei casi di masloile aflosa, ollre all'essere qualche volla di odore disaggradevole puzzolenle, di colore verdastro, presenla al microscopic frammisla alle goccie di grasso, una piü o mrno grande quanlilä di cellule puru-lenle (1). U prof. C. Lavena, in vacche ben nulrile e curate, affelle da febbre aflosa (certo mollo benigna), trovö die il loro lalle non presenlava dilTerenza sensibile da quello in islalo fisiologico. Coll'analisi di allro lalle derivanle da altre bovine malate, riconobbe una minore quanlitä di soslanza bu-tirrosa, zuccherina e di caseina, ed una maggiore quanlitä di acqua e di materie solubili (2). 11 veler. Benzle osservö il lalte vischioso mucoso.giallo-bianco; altri veterinarii lo irovarono sieroso, die non dava burro, c si coagulava in fiocchi colla collura. Jhone rimarco il color giallo del hurro (3). Tanne­nhauer vide pure il latle giallo vischioso, di callivo odore, e coagulantesi rapidamenlc. Perlanto nella febbre aflosa, molle
(1)nbsp; ('.. Lavona. Anulisi di luttc proyenientc da i/on'ne affetle da ftbbre aflosa. Giomale ili veler. etc. 1852.
(2)nbsp; Loco citato, p. 508,
^3) /(cjierlonum Itering, v. xxim., ygt;. II.
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volle il lalto non si presenta dissimile dal normale, allre volle invece presenla perfino alterazioni nelle sue fisiche qualilä.
L'eruzione di vcscicole alia cule, dove e fina, e rnoito rara (Anker (1) Zundcl). Talvolla in alcune rcgioni si fürmano lumori ehe suppnrano (Zundel). Nel 1870 in alcune localilä ho osservalo in qualche individuo la eruzione di lumori alia spalla, alia coscia, ecc, clie suppurarono. Nel 1863 nferisce Straub , in casi in cui la malattia aveva carallere maligno, si formarono lumefazioni cdemalose ai piedi o lumel'azioni erisipelalose in diverse regioni del corpo , ehe si esulcera-vano e davano esilo ad un liquide rosso bruno: i rnalali di-magrarono e non pochi morirono: alia sezione si verificava un' infillrazione di siero nel connellivo solloculaneo delle eslremitä e raccolla di pus verdiccio e di sanie Ira i mu-scoli , nclla cavilä dolla pelvi e nelle mammelle. 1 polmoni crano pieni di sangue piceo o di sangue sieroso, il fegato era di color giailo sudicio e rammollilo (forma tifica?)
Piu frequente e l'eruzione deile vescicole neila mucosa in-testinaie tanlo negli odulli ehe ne'giovani animali. L'eru­zione di qualche vescicola sulla mucosa inleslinale c resa ma-nifesta dalla diarrea. Se 1c vescicole sulla mucosa enterica sono numerose, allora la malattia si presenla con caralterc maligno, la febbre si accende gagliarda, ed alcuni individui muoiono nello sladio erullivo o per gastro-enterile , o per perilonile. I vitelli per lo piü soccombono.
Mcnner osservö, nell'esito letale, i seguenti sintomi: disfagia, completa inerzia del canale inleslinale, gemili, rnucose blua-stre, e pallide, orecchie ed eslremitä fredde, affanno, agila-zione , aborto delle gravide , o se avveniva I'espulsione del feto vivo, la morte succedeva dopo alcuni giorni.
Alia sezione cadaverica si rinveniva il sangue rosso pal-lido, poco coagulalo, il millefoglio inieltalo e pieno di ali-menlo; alia mucosa gaslro-enlerica le lesioni della gastrite
(I) Hering, S/icric/ie Palholoijie, peg, 301.
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e deH'enlerite, ecliimosi ed ulceri al quaglio cd all'inleslino, ecliimosi al pericardio. In caso di peritonilc, Kehm Irovö cssudato nciraddorne, essudato plaslico sulle sierose, cd il jieriloneo ineguale ed aderente al ruminc. Rocliz nei vilelli risconlrö vcscicole alia mucosa del quaglio e deU'inleslino.
Quandü i malali non soccombono alia entente, ecc., ma la malatlia passa allo stalo cronico , alloia il corso e lun-gbissimo. Alia sezione cadaverica di una vacca, alia mucosa ialestinalc ho trovatü noduli scuri : erano fatli da tessuto connettivo di cicatrice, infillralo di cellule pigmentali: erano ulcere cicaliizzate.
Pare ehe qualclie volla nbbia luogo eziandio Teruzione di voscicole in qualclie punto della mucosa respiratoria.
Puiclnquot;; Hebele osservö come successione nella febbre aftosa, la respirazione corta , die si compieva con tale slbrzo die tutto il corpo si muoveva In raodo oscillanle , ed i malati distendevano il cello aprendo il piü die era possibile le na-rici: il numero di tali rcspiiazioni era lino a 40 per minuto; la losse rara e debole , le mucosa plumbee o gialle , ed il polso normale. Nel decorso 1870, alcuni conladini si lamen-tavano die qualclie vacca era guarila, ma aveva la respira­zione affannosa.
Tra le forme di eruzione aftosa merila pure di essere ri-cordala la coraparsa di vcscicole sulle congiuntive dell'occhio. Zundel inollre (1) usservö la complicazione lifoide quando gli animali enlravano nella convalescenza, cioe al 5-7 giorno di malatlia. Gli animali colpiti rnorivano improvvisamente. A Zundel non parve die le lesioni prcsenlate dai cadaver) lossero caralteristiche delFanlrace. Assicura die questa com­plicazione e giä slala descrilta da Rycbon di Bcrna sollo il nome di [also carbone o di anlracc sieroso e die nel 18^9 nei pascoli di Fribourg fece perire piü di 2000 bovini, ehe ap-pena avevano superato giä la febbre aftosa.
Si annovera eziandio tra le complicazioni o successioni qualche caso di paralisi della faringe.
(1) laquo;eciicil, 1872, pag. SC9.
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Cutidile aflosa. — L'eruzione di vescicole alia corona, av-viene o nel fondo Jella biforcazione, owero alia faccia in-terna, esterna o verso i lulioni delle dila di uno o piu piedi. ALbiamo giä indicalo, ehe comunemenle I'enizione ai piedi sta in lagione inversa deU'eruzione alia bocca. Dove si for-mano vescicole, la corona si tumeia, divenla cuida, dolenle, per la irritazione al relicolo del Malpighi prodolta dal virus: in breve spazio di lempo, nel punto irritato si accumula essudato, repidermide viene sollevata in piü o meno grande vescicola. Per I'indicato lavoro morboso, quando le vescicole. sono confluenli, i malati provano vivo dolore nella slazione, lengono 1c giimbe dirette verso il cenlro di gravilä, zoppi-eano , rimaugono coricali, e prima ehe abbia avuto luogo 1'eruzione, banno febbre, ecc.
Rolle le vescicole, se i malati sono mantenuli in buone coudizioni igienicbe, le ulcere si coprono di essudato e preslo di crosta: se invece sono negletli e mal curali, le malerie cslranee irritano le ulcere , i'essudato viene invaso da pu-trefazione, divenla fetido ed irritante: le ulcere assumono un brutto aspelto , si fa iperemia alia cute del pastorale ed al vivo al piede: gli animali sono tormentali dalla sensazione del dolore. Le ulcere si sprofondono ed ingrandiscono, la sanie distacca gli ungbioni, il vivo del piede divenla ipere-mico e con cenlri gangrenosi. Inlanto la tumefazione, dal pa­storale sale alio slinco e puo propagarsi a tulta la gamba. Secondo il Volpi alia trascuranza delle ulcere , puö seguire I'aperlura delle arlicolazioni, la carie dei lendini e delle ossa, la gangrena e la morte. Quando avvengono le successioni in­dicate , i malati non possono piü fare 1' appoggio sul piede malalo, ma si appoggiano perfino sulle ginocchia.
Le epizoozie ed enzoozie di febbre aflosa per lo piü hanno un caraltere di benignilä. La durala del corso della malallia e di 6-8-14 giorni, al piü di 3-4 sellimane. Quando la ma­lallia si fa maligna, od avvengono gravi successioni e com-plicazioni, allora se non soccombono i malali, il corso puö essere di alcuni mesi.
La febbre aflosa c malallia dislinla dal cowpox: ma le due
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malallic possono percorrere le loro fasi conlemporaneamenle sul medesimo individuo. Non pochi casi ne sono registrali nella scicnza (Dr. Reifstech. Jahr. 1855). Inollre la febbre aftosa non lia alcuna relazione con la polmonera contagiosa. Febbre aflosa nel cavallo. — Non pochi casi di febbre aflosa nel cavallo registrali ne' varii giornali di Medicina Veterinaria dl Europa e dai Irattalisli spellano al /iorse-poa;,concui la febbre aftosa fu confusa. Cosi Dard 1832-1840, Jacob e Reynal 1849, Livraga di Lodi 1852,Hering 1855,Buuley 1855-59, Vogel 1855, Patte 1859, Garrcau 1858, Zangger 1860, Viraercale 1863, ccc, descrissero casi di febbre aflosa die bene considerati si pos­sono riferire nWhorse-pox; la scoperta pertanto del vaiuolo cquino (horse-pox) ha. fallo nascere il dubbio sulla natura delle affezioni descritte col nome di afte nel cavallo. Vi hanno perö casi, die sembrano condurre ancora a rilcnere, die la febbre aftosa puö svilupparsi anclie nei cavalli. Lemaire fi-glio (1) riferisce tre casi di febbre aftosa nel cavallo: nel 1deg; 8 cavalli sopra 9 ricevetlero il morbo dai bovini malati, percbe si usavano i medesimi vasi per abbeverare e bovini e cavalli; nel 2deg; i cavalli di un altro proprielario caddero malati per aver abitata la stalla infettata dai precedent! cavalli; nel 3deg; caso ebbe luogo la contagione da cavallo a cavallo (2). Holmes osservö la malattia con carattere maligno in quattro puledri ehe erano separati per uno sleccato da bovine malate ed ave-vano in comunc I'abbeveratoio. Tre dei puledri morirono in 35 ore (3). Straub ed Uebele la dicono affezione rara nel
(1)nbsp; nbsp;Repertorium. Ilcrins-, etc., 1858, n. 199.
(2)nbsp; Alcuni c:iv:illi, osscrvoti dal Lümaire, presentavaDO la mucosa dclla hocca rossa, dolcntc; allri avevano veseicole dclla grandezza di una lenticchia, spe-cialmcnte ai bordi dclla lingua, alia faccia intenia dclle Ulibra: infinc in 4 ca­valli si vedevano Iralli ostcsi dclla mucosa priva di cpitclio, ccc. 1'rcscntavano inoltie diminuzione deU'appetito, masticazione dilUcile, plislismo, sclc, cute calda, rcspiio celerc, polso (iO-87, mucosa gialla.
(3)nbsp; L'A. trovo die i puledri avevano il polso di 80-100 battitl cd appenn sensibile: fisionomia abbattata, dcbolczza, mucosa rossa, cslremilä fredde; scgni di colica, diarrca violcula con prcmiti, avvcrsione agli alimcnli , ad cccczionc pel decotto di avena: dalla bocea colio di licjuido bavoso, veseicole alia lingua
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283 cavallo (1); il veterinario Martini Giacinto ne osservo un caso nel 1870; il professore Brusasco non riesci a Irasmetterc il morbo aftoso dal hue ad un cavallo nel 1870.
I signori Regis ed 0. Bosio, medici veterinarii del Depo-sito di allevamenlo in Grosselo, nell'agoslo 1872 mi scrissero: laquo; Che i puledii nel correnle 1872 acquistali sull'agro Ro-laquo; mano furono colpili da eruzione aftosa; non essendo stata laquo; osseivala I'afta nei bovini del Deposito, non si sa se ab-laquo; hiano coabilalo con buoi afl'elli da afie. Perö nel 1871, laquo; Regis ebbe ad osservare il morbo aftungulare in lutli i laquo; bovini del deposito, ed ollre ciö vide piü tardi (seile od laquo; olio giorni dopo) svilupparsi I'afta nei puledri die (urono laquo; ricoverati nel capannone, dove abiiarono i buoi aftosi.
laquo; La malaltia nei cavalli comincia in forma di noduli clella laquo; grandezza di un grano di miglio , i quali tagliati col bi-laquo; slori scricchiolano, appariscono d'aspelto lardaceo e non laquo; conlengono liquido alcuno. Lasciali questi noduli inlalli laquo; crescono in poco tempo e si cambiano in vescicole a pa-laquo; reti molto spesse. Tre o quattro gioini daiia compnrsa dei laquo; noduli, le vescicole sono giunle al lore completo sviluppo, laquo; le pareti sono divenule bianco-rosee, alquanto irasparenti, laquo; senza areola e senza depressione ombilicata; tagliale, esce laquo; un liquido siero vischioso quasi incoloro, piü o meno denso. laquo; Le vescicole arrivale a queslo grado di sviluppo, vi per-laquo; mangono qualche giorno, e poi si rompono; la cicatrice laquo; si opera prontamente, e questa e depressa circolarmenle ed laquo; in forma di scodella; se questa cicalrice viene rotla col bi-laquo; slori, gerne da essa una piccola quanlila di pus inspessilo. laquo; Dopo alcuni gioini la cicatrice c perfelta, ma la depres-laquo; sione circolare persiste pareccbie seltlmane cd anche mesi, laquo; quindi poco a poco si fa piana e scompare di essa ogni
conlluciiti: col progrcdirc del morbo lo scnio dalla liocca laquo;liveniva fetido, la lingua rossa c lumefiitta. Tie iiulcdri morirono in öö ore: il laquo;niarlo alTilto in grado piu leggicro gunri {liefert. Hering, xxxi, p. 589), (1) lifiiertorium. Hering, ccc., 1872.
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laquo; Iraccia. Quando le vescicole si fanno conQnenli, allora ne laquo; risullnno larghe cicatrici irrepolari, ehe sep:uono lo stesso laquo; andamento. Nel 1871 (in futto 300 puledri), l'eruzione ebbe • laquo; lnogo alia mucosa della bocca, e specialmenle alia mucosa laquo; delle guancie e delle labbra, in (|ualclie individuo anche laquo; alia cule. Nel 1872 (59 puledri), l'eruzione ebbe anche laquo; luogo alia congiunliva, alle palpebre, ed alia cule circo-a staute aH'occhio. Le congiunliviti e keralili aftose furono laquo; assai gravi.
laquo; La durata del morbo aftoso fu in media di circa 10-12 laquo; giorni, calcolando dalla comparsa dei noduli alia cicatriz-laquo; zazione delle vescicole. Non occorre nissun traltamenlo cu-laquo; ralivo. Rare volte e quando le vescicole snno confluenti, laquo; alia commessura delle labbra, si osservano i bachi ehe laquo; dänno luogo a profonde ulcerc gangrenose; pert) i bachi laquo; (larve di una specie di mosca) si uccidono presto col sol-laquo; limato corrosivo, e le piagbe guariscono senza allra com-laquo; plicazione.
laquo; Nel periodo di eruzione si osservano lalvolta lurnefazioni laquo; cdematose alia faccia, alle labbra, alle guancie, al naso cd laquo; alle palpebre; in tali casi giovano rnollo le scarificazioni raquo;.
11 signer A. Desilvestri descrisse un'epizoozia di horse-pox sviluppalasi in 300 cavaili del reggimento Guide, nel mese di agosto 1871. Osserva I'A., die in una delle scuderie di cavaili infetti, si trovavano 27 puledri lerraresi di 4 anni, giunti da tre mesi dal deposito d'allevatnenlo di Grosseto, i quali puledri rimasero refraltarii al morbo (1). 1 dclti pu­ledri in Grosseto, secondo il signor Regis, ebbevo a soffrire eruzione aflosa per aver soggiornalo nel cappanone dove fu­rono tenuli i buoi creduti alTelli da febbre aflosa. Ora sono i delli puledri ferraresi provenienli da Grosselo, Ira cui forse alcuni non complelamenle guarili, od nncora inquinati di conlagio, cbe porlarono la rnalallia ai cavaili del reggimenlo Guide? Evidcntemenle la rnalallia da cui i puledri ferraresi
(1) 11 mcd. tlaquo;t. 1871, pag. 383.
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285 in Grosselo furono atlelli, era di natura idenlica a quella dei cavalli del reggimenlo Guide.
Ecco i sinlomi osservali dal Desilveslri nei cavalli delle Guide :
Febbre per 2-3 giorni ; labbra lurgide , calde , dolcnti c dure; in alcuni cavalli edema alle palpebre. Dopo il periodo febbrile, cruzione di vescicole di 2-3 millimelri fra le na-rici, sul dorso Hel naso, alia commessura delle labbra, lalor alle guancie, sulle palpebre e perfino in alcuni alia base delle orcccliie; eruzione abbondante alia mucosa respiraloria; setto nasale, in alcuni cavalli, iperemico ed edemaloso; sccrezione abbondante di muco biancaslro e viscido ; erosioni circolari, alcune emorragiche aU'entrata delle cavilii nasali. Dall'S-O giorno essiccazione e formazione di crosle di color rosso-bruno. Desquamazione al 12 giorno. Guarigione al 15. Al luogo della cicatrice, la pelle perdelte il pigmenlo e rima-sero cbiazze circolari bianche ed ombelicate die presto si dileguarono.
Ora dai fall! soprariferiti, risulta chiaro, die i puledri del deposito d'allevamcnto di Grosselo contrassero dal bue nel 1871 una forma morbosa erulliva die lanlo sui puledri di Grosselo, quanlo sui cavalli del reggimento Guide, presentö i caratleri deWhorse-pox.
Ora la malallia da cui erano colpili i buoi di Grosselo era la febbre aflosa, ovvero il cow-pox? b'on. signer Regis dai sinlomi prescntali dai bovini malali, daU'andamento del morbo ne'bovini, gli parve si Irallasse di febbre aflosa; e fu con sorpresa die vide comparire il morbo nei puledri poco dopo aver soggiornalo solto il capannonc die licoverö i buoi ma­lali. Ma ci possiamo ancora dimandare, la malallia erulliva nei bovini fu una febbre aflosa complicala in qualcbe indi-viduo da cow-pox, oppure fu una forma di coiv-pox die si presentö con tutii i fenomeni morbosi della febbre aflosa?
Mi sentbra si possa giuslamenle sospetlare la comparsa del cow-pox nei bovini di quando in quando con manifestazioni analoghe, se non del lullo idenliche a (juelle con cui si pre-senla la febbre aflosa. Forse i casi di credula febbre aflosa
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ehe si mnnifeslano i?olali in qualche lenuta ill quando in
quando non ?ono allro die una forma del cow-pox. 1 pralici
non v'lia dubbio, toglieranno con accurate osservazioni ogni
incertezza.
Inlanto risulla dimostralo ehe i puledri ehe soffersero Vhorse-poco o ehe vengono da Icealilä dove il virus e diffuse lo possnno trasporlare a dislanze grandissime; e tra i ca-valii del laogo, in eui i cavalli inquinali vengono trasporlali, l'horse-pox puö manifestarsi a! lerzo mese dall'arrivo di questi. Erano dilTalti giä Irascorsi Ire mesi daU'arrivo dei puledri del deposilo di Grosseto al reggimenlo Guide, quando nei eavalli di qaesto Reggimenlo comparve Vhorse-pox.
Pertanlo sia ehe il cotv-pox complichi spesso la febbre af-tosa, sia die si manifesli lalora eon fenomeni analoglii alia febbre aflosa, ognuno comprendo come con grande riserva si debbano aceogiiere i c;gt;?i di fcblire aflosa descritli nel ca-vallo nei 1871-72, c come sia mcslieri ancora I'accurala os-servazione e i'osperinienlo per non |)oter dubilare della iras-missibililä delia febbre aflosa al eavalio.
Febbre aflosa nei maiale. — L'erumne delie vescicole per lo piü ha luogo alia corona dei piedi. Taniberliccbi ed allri veterinarii hanno nolala la maggior virulenza clelle malerie ehe colano dalle uleere ai piedi. Seeondo molti velerinarii tedesciii, la malatlia nelle loro regioni sarebbe per lo piü imporlata da maiali slranieri. Dubuis vide la raalaltia co-minciare nei porco, e da quesli irasmetlersi alle pecore e poi ai bovini ilcllo stesso proprielario, Tannenhauer osservö i maiaii soccombere a pneumonili, per essere stalo il corso della malatlia disturbalo dal freddo. Alia sezione cadaverica riscontrö erosioni sulla raucosa della bocoa ed ingrossamenlo dei ganglii linfalici del eollo e del canale delle ganasce. Nei torace incontrö ascessi alia base del polmone sinislro , cd epalizzazione rossa del medesimo - versarnenlo sieroso ros-signo neir addome - tumefalli i ganglii mesenlerici {Med. vet. 1863). Anche il signor G. Gavagna nd 1804, osservö la raalaltia prima nd maiale e poi nei buoi. Adunque la irasmissionc della febbre aftosa dal maiale al hue c da que-
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287 slo al maiale, come il rontemporaneo sviluppo nel buc e nel maiale, vennero non rare volte osservati.
Febbre aftosa nellc pecore e capre ecc. — Racconla Hering die neue epizoozie del 1852-53 e del 185G-57, in Prussia venne osservala laramenlc nelie pecore. Molli allii veleri-narii, ira ciii Slraub, assicarano essere rara la malattia nelle pecore. Nel 1872, M. Gire osservö il morbo anche nelle pe­core e nelle capre.
L'eruzione ha luogo alia mucosa della bocca ed alia corona dei piedi. Non debbesi perö confondere colla lebbie afiosa il palereccio (pielin) delle pecore, benclie il signer Giro la vedesso, nel 1872, comparire alia corona in forma di botloni coiraspelto di furuncolo.
La febbre aftosa venne eziandio veduta nei dromedarii, nei camelli, nei caprioli, nei cervi, daini, camoscii e nelle renne (1).
I lentallvi d'innesto al cane ed al gatto rinscirono vani ad Hering; alcuni velerinarii prussiani afTeimano avere vedula la trasmissione al cane, al gnlto ed ai conigli. Slraub assicura clic nn bracco cadde affelto dali'afta, tre giorni dopo aver mangialo un porcellino morlo di i'ebbrc aftosa (2).
P. Adam osservö tre casi di febbre aftosa nel cane (3), menlic la febbre aftosa dominava nei bovini. 1 cani diven-nero tristi, avevano le mucose apparent! iniettale, febbre, dolori ai piedi in principio, anoressia e scolo abbondante di saliva dalla bocca; posoia prescntarono crosioni alia mucosa delle labbra ed in allii punti della bocca , cd ulcere alle zampe coperle da essudalo. Inline i malati divennero deboli c morirono. Alia sezione cadaverica conslatö ulcere fra le dila dei piedi, rossore della mucosa orale, erosioni alle labbra, alia lingua ed alle guancie della grandezza di un pisello. Si notavano eziandio tralti privi di epilelio alia mucosa delle labbra; il rossore esisleva pure alia mucosa delle faringe e
(1)nbsp; tiering. Specidie pa(/tolraquo;gie, etc. pag. 363.
(2)nbsp; Repert. Hering. V. 53, p. 9.
(3)nbsp; nbsp;FochcntcUriß fur (Wer. f(c. 1872, p. 'lOI,
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deU'esofago; la mucosa del venlricülo era lumida. In uno
dei detli cani osservo rossore del rello c fliltene verso I'ano.
Fchbrc aflosa neU'uomo. — La comunicazione della febbrc aftosa all'uomo venne osservala da Sagar nel 1704 , da un velerinario di Lione nel 18H, e poscia da Wendeburg, Filquar, Lehaard e da Hertwig Mann e Villain, e?perimen-lando sopra loro medesimi, nel 1834. Casi di conlagione sono riferiti da Lawak (1854), Vuger (1855), Duman (1862). Rac-conta Adam, ehe un mugnitore di vacche malalc cadde af-lello da ma! di testa, calore, disfagia, chiazze rosse al braccio ed al peüo; nel 1862 vennero pure vedute trc ragazze cader afTette da eruzione alia faccia ed alle mani, per avere munlo vacche malale. lluggins poi osservö la trasmissione della febbre aflosa a tulti i membri di una famiglia (1862). Fuchs (Straub, loco citato) osservö reruzione aftosa alle dila dclle mani di tre bambini, per cssersi insudiciale le mani colle feccie di bovine malate. Racconta Gaupp, die nel 1870 un uomo dell'etä di 26 anni, prestando le cure a bovine malale, cadde affetto da febbre, vomiti, doloie al capo, oppressionc di petto ecc. ecc, ed al sesto giorno di malallia, ebbe una eruzione vescicolare alle labhra, alle guancie, alia faccia dor-sale dellc mani, al braccio ecc. ecc. Casi analoghi al sopra descritto, vennero pure, nel 1872, osservali in Francia.
11 Dr. llugues in un villaggio poco distantc da Lovanio as-serisce die morirono 10 individui dell'elä di 4-14 anni af-felti da ulcere ai piedi, alle mani ed alia bocca. II Dr. Ilulin ai 10 casi sopra riferiti , ne aggiunse altri 13. I fenoraeni morbosi piü cospicui presentati dai malali die soccombettero erano pustule, ulcere alle dita dei piedi ed angina. Si trat-tava di morbo afloso ricevuto da'bovini? (Zeitschrift fur Veler. Wissenschaft etc. 1. Jahr., pag. 90).
Vi hanno perlanto fatti ehe dimostrano, die I'uomo puo con-trarre la febbre aflosa: 1deg; Colla mugnilura delle bovine ma­late. 2deg; Col preslare le cure alle malale, e vivendo Ira le medesime. 3quot; Col maneggiare le feccie. 4deg; Col mezzo del lalle.
Rifleltendo alia eslensione delle epizoozie di febbrc aftosa, alia trascuranza di ogni regola di polizia sanitaria per parle
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289 deU'uomo onde preservare se slesso, al numero degli indi-vidui ehe passano anche grande partc del giorno nelle stalle infeite, conviene confessare ehe i casi di conlagione all'uomo sono scarsi e massime poi quelli gravi; lanlo ehe vi hanno aatori, tra cui Toggia, Brugnone, Luciano ecc., ehe non cb-bero mai a conslalare casi di conlagione alia specie urnana col mezzo del lalle. Non si polrebbe sospeüare ehe la i'ehbre aftosa e solamenle conlagiosa aH'uomo quando c complicala da coiv-pox? od e una forma di coic-pox?
Del reslo poi rispello alia virulenza maggiore o minore, o mancante del lalte e bene avverlire:
1.nbsp; nbsp;Che nei casi gravi di febbre aflosa, la secrezione del lalle e abolila.
2.nbsp; Che se il virus aftoso del sangue passa nel lalle, un tale passaggio deve avvenire neU'epoca in cui esiste la di-scrasia virulenta del sangue, cioe duranle la febbre e I'eru-zione. Imperocclie compiutasi reruzione ed entrali gli ani-mali in convalescenza, e a presumersi ehe il lalte sia afTalto spoglio di virus; tanlo piii quando il rnorbo corre benigno.
3.nbsp; nbsp;Che e probabile ehe in eerie forme assai benigne di febbre aflosa, il virus non passi nel latle; e specialmente in quei casi in cui la secrezione del lalle non diminuisce di mollo e per la milezza della febbre e per il buon aiimenlo dalo ai malali.
4.nbsp; Nel caso poi ehe il lalle contenga il virus ognuno sa ehe in gencrale vi ha I'abiludine di bollire il lalte pritna di cibarsene, e poi non lulti gli individui offrono disposizionc per raltccchimento del virus.
5.nbsp; 11 virus puö essere comunicato al lalte dai mugnitori, massime loccando i malali prima o duranle la mugnilura.
G. 1 vitelli slessi possono inlrodurre nel loro apparato digerenle il virus, sia leccando le madri o gli oggelli circo-slanti inquinali da virus.
Le cose suesposle considerando, noi polremo agevolmenlc
spiegarci la virulenza, o non, del lalte nella nostra specie.
Mezzi preservalivi. — Nelle regioni dove c sponlanea, ne
impediscono lo sviluppo, le stalle igicniche, cioe pullte cd
Rioollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1 i)
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aerate ed il buon alirncnlo, massime asciutto, e non inqui-
nalo da miceli.
Quando la rnalallia si e sviluppata in una colonia, se esi-slesse in ogni Uiogo un buon servizio sanitario, converrebbe il sequcslro o risolamenlo^ e quando poi si diffondc in un comune od in un circondario, I'interdizione dalle fiere e dei mercali ecc.
Parmi ehe coi provvedimenli piü sevcri di polizia sanitaria si riescirebbe d'assai a limitare ed anche ad impedire la dif-lusione della malatlia ed i gravissimi danni ehe sempre arreca.
Innesto. — Tra i mezzi profilaltici nella localitä in cui si e sviluppata, venne tentalo I'innesto del morbo ai sani. 11 primo a far esperimcnlo dell'inncsto fu Buniva nel 1810. Fu poi pralicalo da Brauell, da Renner (1810), da Kallschmidt (1838-1839),daWisih.Rodiger.Spinola.Levi, da Bartels(1842), da lirandes (1843), dal prof. L. Gibellini (1850), da G. Magri (1852-53),. da E. Cavalli (1857) (1), da Ilausemann (1857), nel Belgio (18G2-G9), da Gontamine (1809) ecc.
Per I'innesto dei bovini si adopcra il liquido ehe cola dalla bocca. Per I'innesto delle pecore venne presa anche la linfa dalle vescicole del piede.
L'innesto nci bovini si opera (Bartels) passando nella bocca e sulla lingua degli animaii da inneslarsi, una mano imbrat-tata con liquido virulente, oppurc i'regando la laccia interna del labbro superiore con un pannilino imbevuto di liquido viruienlo e scali'endo la mucosa colla lancetta, per assicurare I'inneslo (Spinola). 11 vetcrinario Cavalli impiegö il setono longitudinale alia giogaia, imbevuto di liquido infelto. Nelle pecore I'innesto fu praticato alia faccia interna delle orecchie coll'ago per I'inneslo.
1 vantaeei dell'inncsto sono di abbreviare il corso della malatlia, di impicgare minor tempo e dispendio per la mano d'opera richiesta al governo dcgli animaii, e di evilare gravi complicazioni (Ercolani).
(I) (i. B, Ercolani, Oiorn, di mcd. tcltr. Torino I8ü7.
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Malgrado gli indicali vanlaggi, la pralica dell'innesto non si e di molto difl'usa, e Straub racconla ehe i proprielari del linden I'lianno nbbandonalo per non aver ad un'epoca tulli gli animali ammalati.
Del resto in tempo di epizoozia per andar esenli dal morbo, sarä sopraltutto necessario risolamenlo, e per averlo benigno converrä la pulizia delic stalle, il rinnovamenlo frequenle della leltiera, ramministrazione di bevande acidulate con aciilo solforico e soprattulto la pulizia dei piedi.
Non collocare eqnini o pecore in luoghi infelti, se pritna non vennero disinfettati.
11 lalle se non e collo, non deve essere adoperato come alimento ne per I'liomo, nc per le allre S[)ecie di animali, sopraltulto per i vilelli.
Le carni degli animali morti od agonizzanti devono essere interrale.
Mezzi curativi. — L'eruzione aftosa non polendo essere ar-restata ed essende di assoiula necessitä un dato tempo per la rigenerazione deH'epileiio dove si formarono le ulcere, si capisce come ogni medicazione debbe essere diretta ad im-pedire le coraplicazioni ed a soslenere la nutrizione dei ma-lati. Nei bovini ben nutriti ed in cui la febbre si accendc gagliarda, un salasso giova (Brusasco, Hess), Nelia forma be-nigna di slomalite aftosa, baslano i mezzi igienici, cioe ali-inenlo di facile maslicazione e digeslione, pappe nutrienli; nelle eruzioni confluenti, polrü essere ulile quaiche iniezionc nella bocca con soluzione di solfato di soda, o di acido sol­forico, o di acido acelico nell'acqua. Si deve evilare cli lor-menlare gli animali con medicazioni alia bocca.
Straub racconta ehe Hess in 40 vacche ben nulrite impiegö un salasso e prescrisse solfato di soda nella crusca.
Si deve rinnovare spesso la letliera e tenerla asciulla.
NeU'eruzione ai piedi giovano le lozioni astringcnli con so-luzioni di acido acelico, o di solfalo di rame nell'acqua. Tombs impiega le soluzioni di pennanganalo di potassa (1:25); vennero pure trovale ulili le soluzioni di acido fenico e dei solfili del professorc Polli.
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Se si loimano ulcere profonde ed avviene il dislacco del-l'unghia, e soprattullo necessario logiiere quanto e alteralo.
Nelle complicazioni si deve far uso di convenienli medi-cazioni. Cosi nella diarrea insiemc ai nutrienti giovano gli aslringenli inlerni.
Nelle astenie slomacali carallerimte da inappelenza e da pallore delle mucose, si ricorrera ai lonici ed agli amari (ass.'ifctida, genziana, china).
Nelle alterazioni croniche della respirazione, gioveranno i preparali anlimoniali, remetico, i fiori di zolfo ecc.
Colera Asiatieo.
E malaltia parassitaria, conlagiosa, propria della specie umana; e caratlerizzala, per rallerazione e dislacco in piü o meno grandc eslensione deU'epilelio della mucosa gaslro-enlerica, da un'abbondante Irasudazione sulla mucosa gaslro-entcrica, onde la maggiore densitä, viscositä e diminuzionc di volume del sangue, il prosciugamenlo del tessuli, la dif-ücollä della circolazionc, la lenla emalosi e rabbassamento della lemperalura del corpo (F. Pacini) (1). Corre coi se-guenli sinlomi: prostrazione delle forze, raffreddamenlo uni­versale, depressione dei polsi, colore azzurro della cute (cia-nosi, algidismo, venositä), mancanza delle urine, materie bianco latliginose miste alle malerie rigetlate per vornito dalla bocca o per scccsso (diarrea), allerazione della fisionomia; spesso, conlrazioni ai muscoli delle eslremitä o del tronco (granchi) (2). 11 prof. F. Pacini dislingue i seguenli sladii dopo la diarrea premonitoria di durala indeterminala: 1deg; Lo stadio linforragico o delle deiezioni colerose, il cui pro-tluvio dopo un certo tempo, diminuendo, cessa finalmenle di venir fuori , ma conlinuando a trasudare resla negli inle-
.
[i] Otservaiioni micoseopichi e deiutioni palolojiche sxd colera dsialico, per il prof. 1). F. I'iicini. 185'laquo;.
(2) C'cimi sturici sul ciiira Asiatico, ilcll'avv. 0, Aniircucci. 1835.
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293 slini. 2deg; Lo stadio algido od asfilico o cianolico. 3deg; Lo sladio di morte apparente ehe segue al secondo , e quindi morle efleltiva.
Inbsp; colerosi conservano fino aU'estrcmo le lore facolla men-lali, e nei cadaveri la pulrefazione si svilappa lentamente (1).
IInbsp; colera Asialico distinguesi dal colera Europeo od indi­gene, per la mancanza in quest'ultimo di virus, e perche ie lesioni inleslinali si formano dietro un'irrilazione alia mucosa gastro-enterica.
Virus. — II doll. Franz v. Giell, secondo riferisce Ilallier, fu il prime a considerare ii virus del colera asialico di na-tura vegelale (2).
Parkes nel 1849, e Klob e Thome 1860 Irovarono nelle deiezioni dei colerosi corpuscoli o granulazioni , die klob riferi al genere Zooglea, e ehe nel 18(57 Ilallier riconobbe identici ai micrococchi (3). Gli indicali elementi vennero ve-duli ncH'intestino da Boehm nel 1838, e 1'urono bene de-scrilli daH'illustre prof. F. Pacini nel 1854. Diffatli il Pacini collocö il virus del colera nei milioni di vibrioni analoghi a forme del bacterium lermo, Duj., ehe si vedono uscire dis-gregando agglomerazioni di cellule e di muco; ad essi {vibrio cholerae) allribui Fallerazione, il dislacco delle cellule epi-leliali delia mucosa deirinleslino, il dislacco di villi e le cor-rosioni della mucosa slessa (4).
E. Hallier (5) nelle deiezioni alvine descrisse: 1deg; Masse di color giallo cromaceo o aureo, di rado brune o rosso brunc {fig. 54), con forma irregolare a prima visla. 2deg; Cisli sparse qua e la rolonde globose o rolonde oblunghe, in cui si trova un dalo numero di cellule (spore) giallo splendenli. Le in­dicate cisli hanno diversa grandezza, come pure le spore in esse racchiuse. Le cisli poi si inconlrano spesso in islato di
(1)nbsp; nbsp;F. Pacini. SiiU'uUimo sladio del colera Aiiatico. Fircnzc, 1871.
(2)nbsp; ParasilologiicA. Untersuch. 18(!8.
(3)nbsp; Paraiitol. Unter, p. 48. 1868. ('i) F. Pacini. Loco citato.
(5) Das cholera Contayium. 1867.
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ilisfacimento prendendo la loro parele un aspetto gelalinoso e scioglicndosi poco a poco ; anche le spore si vedono so-venle risolversi in granulazioni, ossia micrococchi.
Le cisli talora si inconlrano vuole e lacerate, cd altre voile le spore contenute nelle cisli non si distinguono. Si deve evitare la confusione delle cisli con masse di grasso {fig. 55).
Le spore libere hanno un grande splendore, e quando sono rigonfie appariscono come giobi gelalinosi isolali o riuniti. Le spore si inconlrano eziandio ridolle in masse di micro­cocchi {fig. 56).
I micrococchi si Irovano nei residui alimenlari, nelle goccie di amido, nelle goccie di grasso ecc, e sopraltulto nell'epi-lelio della mucosa inteslinale. i micrococchi hanno lalora un colore giallo o bruno, ovvero sono incolori. Nelle cellule vegetali delle deiezioni alvine ecc. inconlransi eziandio forme di torula ecc.
Nelle materie reiette col vomito si Irovano i sopradescritli elemenli ed Ilallier trovo eziandio in un caso un esemplare di penicillio croslaceo.
Dalla collivazione dei micrococchi in diversi sustrali ollenne l'Hallier forme di torula, di calene leplolrici , criplococclii, arlrococchi, micelii separanli alia punla dei filamenli raacro-conidi o capsule di mucedinea, cisli con spore, inline una forma di fungo ehe giudicö analogo a\\'Urocyslis occulla Rab., e lo denominö Vrocyslis cholerae asiatici {fig. 57).
Colera asiatico negli animali.
Scimie. — Duranle le epidemic di colera asialico, vennc lalvolta osservala nella scimia una forma morbosa, ehe fu ri-tenuta idenlica al colera asialico. Ilildebrand , Dekker, ed altri aulori riferiscono di quesli casi (1). U dolt. Lindsay poi racconla ehe nell'epidemia di colera in Trinidad (Indie oriental!), morirono molte scimie di colera, ed il viaggia-
(1) Scliniidt. Ilandfjucb der Fergltieh, Path, unil palh. anal. etc. 1870, p. 403.
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tore le trovava nelle selve affelle da cholera a diversi sladi. I sintomi nolati nelle scimie malalc sono: diarrea acquosa, mucosa lalvolla con slrie di sangue , diminuzione della se-crezione deU'urina, grande sete, labbra asciulle, proslrazione, pelle aderente e fredda, colore bluaslro delle parli sprovve-dute di pigmento nero, occhi infossali, ed inoltre dolori co-licl piü o meno violenli, nausea o vomilo di maleria mucosa scolorata o bruna o verdiccia (1).
CVme. — Pare non si debba dubitare della (rasmissione del colera al cane colla violenza dello esperimenlo. Assi-cura Meyer aver trasmesso il colera ad un cane, ammini-strandogli due oncie di deiezioni alvine. Ancbe I. Müller vide ammalare con lenomeni colerici i cani, ai quali aveva falle deglulire deiezioni di colerosi. Sender, Lindsay ehe eibö colle deiezioni cinque cani lenendoli chiusi in una camera oscura, umidae mal ventilala, ne vide morire con fenomeni di colera, soltanto due. Weber poi, nel 1749, alimenlö indarno cinque cani colic deiezioni. Namias, Novali, Borsani, Fieschi, G. Calderini e Semmola esperimentarono in vario modo sul cane e su altri animali, ollenendo ora la morte degli ani-mali con sintomi colerici , ora non. Berlini assicura aver veduli perire sei enni esposli all'inalazione degli effluvii delle deiezioni (2). Secondo gli esperimenli di Thiersch, le deie­zioni alvine non hanno azione sugli animali durante i 3-4 primi giorni della loro decomposizione, ma nel giorno se-guenle si sviluppa un principio tossico ed una minima por-zione di deiezioni amminislrata ad un animale produce fe­nomeni colerici (3). Se Magendie vide innocua i'iniezione, nelle vene del cane, del sangue di un coleroso, Loir al contrario la vide produrre fenomeni colerici.
Imporlanti sono gli esperimenli fatli nel 1871 dal doit. Leo Papoff in Pietroburgo. Distinse I'azione delle deiezioni alvine
(I) Schmidt. Handbuch der Fergltkh, Path, und path. anal. etc. 1870, p. 103. (8) M. Bufalini. /laquo;laquo;(iluiioni di paiologia analitica. [5) Compt. rendui, pag. 992, I86fi.
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fresche da quella dellc slesse malerie in putrefazione die conlengono sempre un tossico. Fece 40 esperirneuli in 19 cani; e trovo die: 1deg; 11 virus coleroso non agisce pronta-nicnte sugli animali, ma dopo un cerlo tempo (1-3 e piii giorni): 2deg; Che le escrezioni (fcccie, urine e materie del vo-milo) hanno forza infeltiva lanto maggiore quanto piü sono fresche: 3deg; Gli escrementi decomposli spiegano un' azionc ehe produce fenomeni meno carallcristici del colera , piii proprii delle infezioni putride: 4deg; L'infezione colerica puö farsi direltamente nel sangue (inietlando le malerie inlesti-nali fresche), senza ehe il raateriale infetlanle pervenga prima ncll'inteslino (1).
Conigli, sorci e piccioni. — Nel quot;1831 in Varsavia, cinque conigli furono lasciali in liberlä nella sala del colerosi, e ad uno dei delli conigli venne inieltala un'oncia di sangue neU'addotne senza die cadessero malati. Due piccioni tenuli nella sala dei colerosi rimasero sani.
Thiersh racconla ehe sopra 34 soici die ingerirono carla imbibila di deiezioni espulse dai 3-9 giorni, 30 caddero ma-lali e 12 morirono con fenomeni di colera. I sorci die in­gerirono le deiezioni recenli non caddero malati. Quelli ehe caddero malati presenlarono i seguenti sinlomi: i'eccie acquose scomparsa dell'odore nell'urina, soppressione poscia dell'u-rina ed in alcuni prima di morire, rigidezza lelanica (2).
Fenomeni analoghi a quelli del colera , osservali nei cani e nelle fiere in tempi di epidemia colerosa. — Riferisce Hering ehe in Edimburg vennero osservali nei cani fenomeni analoghi a quelli del colera, e die in Tunisi nel 1850 morl il quarto dei cani. I. Quiek racconla ehe il pinscher di una po-vera donna ammalö improvvisamenle, cioe in seguilo all'am-ministrazione di un purganle fu cello da vomilo a da diarrea, e mori in 24 ore fra violenti crampi colle mucose plumbee; la donna die aveva prodigate le cure al cane, ammalö pure
(I) Garie((a delle cliniclw., vol. viu, 1872, |). 763. (-2) .Ved. vrj., 186laquo;, p. 3'i,
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B^W^raquo;laquo;-=^^^^W ,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;II #9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. J I #9632;#9632;! Mnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; laquo;u #9632;#9632;
297 improvvisamente, e colta da collasso mori in poche ore. Dekker in una ligre (Fdis bengalensis), osservo fenomeni co-lerici (!) cioc dorso incurvato, tremori, occhi sprofondati, diarrea acquosa, vomiti ripeluti, sospensione tlella secrezione dell'urina ecc. Alia sezione cadaverica trovo il fegato ram-mollilo, la vcscica urinaria ripiena di urina sanguinolenla, la mucosa spessa e di color nero bluastro dall'iirelra fino negli ureleri, ingrossamenlo dei reni col lore pelvi pieno di massa spessa; stomaco ed inlestino quasi vuoli; nissuna le-sione agli organi del pelto; sangue in poca quantila e di co-lore piceo (1).
Cavallo. — In un cavallo, nel 1847, osservö il Fergusson diarrea scolorala, crampi, freddo e morle nel primo giorno; casi analogbi vennero osservali all' isola Pinang nelle Indie orientali (2), sui cavalli di un reggimento polacco ne' din-lorni di Varsavia nel 1831. Recö slupore I'osservare nei ca-daveii rinfoscamenlo e la rilrazione degli occhi nel fondo dell'orbita (3).
In Bramherg pure nel '1852-53 si osservarono molli casi di grave malallia nei cavalli, per lo piii con diarrea, dolori colici, sudori fredtli, mucose plumbee ed esito nella morle in dodici ore. Alia sezione si riscontravano le lesioni deila entente.
Ruminanli. — Nell'Asia duranle la epidemia colcrosa, vennero veduti bovini, camelli, pecore e capre, ammalare di diarrea violenlissima. I casi rapportali dal Guyon non sem-brano indicarc die gli animali morissero per una malattia analoga al colera.
II dolt. Liegey in Rambervillers, neH'inverno 1854, ebbe ad osservare un'epizoozia fra le pecore, di cui in 4 mesi ne mori la metä delle cadute rnaiale (s/j). I sinlomi erano: diarrea violenla, rapide abbassamenlo delle forze, convulsion!,
(1)nbsp; nbsp;Doll. M. Schmidt, Zoologische klinik., p. 317.
(2)nbsp; Hering. Speettlle Pat., p. *22.
(.gt;) Guyon. iaC6. iled. vet, 1866, p. 33.
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colore plumbeo delle mucose. Alcune pecore morirono im-provvisamente, le allre in 1-3 criorni. Se la malatlia si pre-senlava con lenomeni ieggieri, la guarigione aveva luogo al 14 giorno.
Nel mese di maggio , negli abilanli di Rambervillers co-ininciarono coliche, diarree, vomili e convulsioni, ehe l'A. considerö in relazione colla malatlia delle pecore, e col co-lera ehe dominava a breve dislanza.
Anche nei maiali Irovansi descritle certe forme febbrili caratlerizzate daU'andamenlo acuto, dalla diarrea estenuante, dal freddo delle eslremilä dei maiali e dal colore bluaslro delle parli prive di pigmento.
Dalle cose sopra esposle, scorgesi come negli animali do-meslici e nelle fiere, finora, eccetlualo il cane per la vio-lenza deU'esperiraenlo, non siano slali osservali casi di con-lagione naturale ehe si possano ritenere realmente della na-tura del colera asiatico. Dal 1856 ad oggi , fui in localilä diverse maltraltate dal colera, ma nulla mai di morboso si presentö nei bovini, nei cani, nei cavalli, die lasciasse so-spettare una relazione col colera dominante nella specie umana.
Uccelli. — Si c negli uccelli da corlile, nei quali piü spesso vennero osservate epizoozie (vedi Ercolani, Mcd. veler., 1861), precedere o seguire il colera o menare slrage durante I'in-vasione di questo morbo; e ehe perciö furono ritenute della stessa natura del colera asialico da alcuni autori. E celebre la storia della moria dei fagiani a Vcklrod nel 1831. In 8 giorni sopra 600 ne morirono un cenlinaio: macchie nere si osservavano sopra diverse parli del cadavere: quando la morle era meno rapida, I'uccello emetleva bava dal becco ed escre-menti liquid! per seeesso; 1'epizoozia apparve negli uccelli lo slesso giorno ehe il colera nella popolazione.
Nel 1832 in Parigi, in qualtro giorni, sopra 64 galline in via S. Giacorao ecc, ne morirono 64. Le galline dope aver mangiato ed anche mangiando mandavano un grido, facendo un giro sopra se slesse e talor due o Ire salli e poi cade-vano rigide e fredde. Emellevano una bava glutinosa dal
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599 becco e feccie liquide dall'ano; i cadaveri avevano la mucosa del relto prominente e rossa, la cresla livida, gli ocelli in-cavati.
Nei cadaveri si trovarono i cenlri nervosi non inieltali - il sangue del cuore die pareva una gelatina di ribes, un poco pallida , la tinta rossa neH'inteslino ; il conlenulo deli'inte-slino era una rnateria spessa o liquida di eolore grigiaslro o bianco verde.
Inbsp; veterinari francesi die si occnparono dell' argomento e die studiarono la raalaltia dei gallinacei sono discoidi nei giudicarne la natura. Nei menlrc die Delafond la ritenne una forma di carbonchio , Reynal la giudicö afTine ma non simile al coiera asiatico ; altri veterinari poi le conserva-rono il nome di coiera piü per dislingueila dalle allre epi-zoozie die per affinitä col coiera asiatico.
In una malatlia di tanla importanza scienlifica, credo bene riassumerc rjuanlo ne scrisse il professore Reynal,
IInbsp; cosi detlo coiera delle galline assale le galline cd i gal­linacei anche in epoche in cui non domina il coiera nella specie umana.
Inbsp; cadaveri hanno la cule di eolore cianotico o bluastro, le carni rosee pailide senza ecliimosi , ne macchie , ne versa-menti sanguigni, ne infillrazioni sierose; nulla di considere-vole trovasi alia mucosa della bocca, deU'esofago, del gozzo e del venliigiio.
Vedesi iniezione cospicua alle anse inteslinali od una co-lorazione rossa.
Nei tenue, pel tratto di 20-80 centimetri, trovasi , nella forma piü mile , una maleria mucosa di consislenza carnea grigiaslra, die sotto forma di slralo molle purulento un po' vischioso riveste la mucosa. Ne'casi gravi queste specie di pseudo-membrane sono piü spesse e grosse; al disotto la mu­cosa e iperemica , punleggiata con punti emorragici o con ulcerazioni: nei rimanente dell' intestine vedonsi traccie di iniezioni , macchie rosse o livide al retlo cd iperemia nei vasi venosi addominali.
IInbsp; fegato od e voluminoso c di eolore ocraceo o rammol-
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lito: vedonsi traccie di iniezioni alia mucosa respiraloria e
lalora I'epatizzazione ai polmoni.
Inollre si notano ecliimosi piccole all'csocardo ed all'endo-cardo: il sangue e coagulato tenaceraenlc nei ventricoli del cuorc, la materia coloranle non abbandona i globetti: lenta e la putrefa/ione dei cadaver!.
fi conlagiosa agli altri gallinacei e coll'innesto si comnnica al coniglio, al cane cd al cavallo (Renault, Delafond, Reynal).
Le carni perö vennero mangiate impuneraente dall'uomo.
Epizoozie od enzoozie nei gallinacei colle lesioni sopra de-scrille, le vidi spesso e ritengo col professore Delafond ehe non fossero altro ehe forme caibonchiose. In casi d'innesto del carbonchio ai gallinacei trovai nei cadaveri il sangue coagulato.
Sintomi. — Se la morte non e subitanea o non avvienc di nolte, i malati si vedono trisli, coll'andalura incerla , le ali cadenli, le piume dritle, la testa bassa; di iado razzolano: cercano il sole come se lormentali dal freddo : presentano anorressia e sete aumentata, diarrea bianca, siero mucosa e di callivo odore , die diviene poscia frequenle e talor tinta in sanguigno, spumosa: cresce ogni ora piü lo stato di de-bolezza; hanno sonnolenza, palpebre chiuse, cresta rossa vio-lacea o nera, infine muoiono. Alcuni individui hanno il re-spiro convulso c mandano un grido raueo detto dal volgo singhiozzo c cola saliva schiumosa dalla bocca; alcuni altri presentano una specie di verligine o girano sopra se stessi ecc.
(Yedi il citato arlicolo del professore Reynal).
Sembra pertanto non potersi dubilare die col nome di colera dei gallinacei si descrissero affezioni tifiche, carbon-chiose ecc., e si considerarono colera , perche avvenivano o poco prima o duranle Tinvasione del colera nella specie umana.
E indubitato ehe se il virus del colera asiatico trovasse un terreno per moltiplicarsi neU'inteslino degli uccelli da corlile; a quest'ora e massime in quest! ultimi anni, si sa-rebbe piü volte osservato passare da! gallinacei ai proprii pa­droni ed alle persone vicine alia abilazione dei gallinacei o
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301 ehe ne ebbero a loccare i cadaveri: ovvero comparso il co-lera in una tenula, si sarebbe almeno qualche volla vislo tras-mettersi ai gallinacei o ad allri animali della tenula slessa.
Feste bovina.
E malaltia eminenlcmente contagiosa , parassilaria, feb-brile ; il cui virus agendo sull'epilelio dl quasi tullc le mu-cose e su fjuello delle loro glandule mueipare e singolarmcntc sull'epilelio delle glandule e della mueosa del cannle alimen-lare, produce iperemie delle mueose, allerazione e distaeco delle cellule epiteliali in Iralti eslesi o circoscritli e forma-zione di erosioni, di noduli o di placche; onde febbre, diarrea, collasso delle forze e morle del maggior numero degli ani­mali colpiti. Ila corso aculo : e propria della specie bovina da cui si comunica alle allre specie di ruminanti, pecora, capra, dromedario, antilope, cervo. E originaria di aleune regioni palndose dell'Asia, e frequenle nelle razze bovine delle steppe della Russia da cui viene importata in Europa. Meno micidiale nei bovini delle steppe ehe spesso la supe-rano: non assale i bovini ehe nna sol volla durante la loro vita. Non e conlagiosa alia specie umana ed alle allre specie di animali, ecceltuali i ruminanti ed i pecari.
Virus. — Ilaliier dice ehe il virus della pesle bovina consla di micrococchi piecolissimi , i quali nel sangue dei malali non si trovano in grandissimo numero come in allre ma-latlie d'infezione. Nel sangue ehe Hallier ha esaminato (l'orsc cslratlo da parecchie ore dalla vena) i globelli bianchi erano risolli in masse informi , nelle quali si scorgevano micro­cocchi tanto isolali, ehe in calenelle e vibrioni dclicali. 1 globelti rossi del sangue erano immutali e conlenevano mi­crococchi. I micrococchi li trovö pure nelle feccie. Col mezzo della coltivazione ottenne una varietä di Rhyzopus ed una specie di Püobolus {fig. 200) ehe denominö Püobolus peslis bovinae. Ma Hallier non ha polulo scoprire da quali clementi vegetali conlenuli nelle feccie (vi erano in quesle pezzelli di mieclio, spore di trichobasis, di sporidesmio, di ustilaginee,
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cellule ron nuclco rotondo in forma di spore ed allre s|)ore rolonde) derivi il pilobolo ne quale rapporto abbia con la peste bovina (1). Se il virus della pcsle bovina deriva da un fungo elevato, non vi ha dubbio die questo non si puö col-tivare in Europa , percbe se ciö si polesse , aliora la pesle bovina sarebbc malallia indigcna : il pilobolo perlanto non fu die una niuffa accidenlale nelle coltivazioni del professore llallier.
Bcale collocü il virus della pesle bovina in corpuscoli eslre-maraente piccoli (rnicrococcbi di llallier) della grandczza di an diecimillesimo di millimelro , i quali mulano conlinua-menle la lore forma cioe sono dotali di moto emebiforme. Secomlo Beale i delli corpuscoli non sarebbero di natura ve-getale (!), ma sarebbero rnateria germinale provenienle dal-I'organismo malalo (!). Gerlach scrive non aver potulo confer-mare le osservazioni di Beale ed afferma ehe i corpuscoli di Beale sono goccie grassose (!). E probabile ehe i corpuscoli o nuclei analoghi ai corpuscoli purulenti (Gerlach , Beale) sieno una forma del virus.
11 virus Irovasi concentrato nelle lagrime, nello scolo na­sale, nel liquido orale, nelle feecie, nell'urina e nel sangue; eppcrcio trovasi in lull! i liquidi e lessuti del corpo malalo.
Tenacila. — 11 virus perde la sua vitalilä per I'essicca-mento e per l'a/.ione deU'aria asciulla. Oerlzen fin dal secolo scorso osservö il falto; in Russia pure si e verificalo ehe le pelli essiccate non sono piü conlagiose. lessen assicura non conoscere un sol falto di pelli essiccate alia lemperatura di 45-50 gradi ehe abbiano propagate il virus: crede pero ehe le pelli possano riuscire di veicolo al contagio se ven-nero essiccate ad una lemperatura inferiore a quclla indicala. U Congrcsso Internazionale veterinario di Vienna 1865 ara-mise perciö la libeita di commercio delle pelli essiccate, dure, come pure delle parli cornee e delle ossa essiccate, non ehe degli inlestini salati, del sevo fuso nelle bolli! 11 professore
(1) Zeilschrift, 1871-72, p. 57-157.
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Gerlach fece essiccare in dieci giorni alia temp, tli fraquo;0—12deg; R. un pezzo di intcstino con placche fiel Peyer malale, e l'innesto dimoslrö ehe il virus era rimaslo dislrullo. Anclie Franch la-sciö scolo nasale all'azione dell'aria, ed in 4-6 giorni per-dette la sua virulenza. II virus non resiste alia ternpcralura di 40deg; — 52deg; R., i calori estivi lo dislruggono in due ore (Abilgaard. Raupach) (1^.
La bassa ternpcralura non sembra rnodificare l'azione del virus; si e osservato ehe il lelame dopo la congclazione dei-l'inverno propagö ancora la malallia. La lemperatura di 10deg; R., il caldo umido, ed i luoglii chiusi sono favorevoli alia con-servazione del virus. Neue stalle si e constalato attivo per quattro mesi (Müller) e lessen crede ehe quivi si possa con-servare per oltre un anno. Anche il fieno In veduto consejr-vare atlivo il virus per cinque mesi (Müller) e per un anno (Salchcm). Nci pezzi cadaverici interrali, come ad es. nella eule, neue carni ecc., fu vedulo altivo il virus al 30 giorno dairinlerramento (Vic-d'-Azyr). Vcnne eziandio osservalo da Haupt ehe bovini sani contrassero la pesle bovina per essere stall condotli in un luogo dove 7-8 seltimane innanzi furono sepolli cadaveri. II virus, ncgli esperimenti d'innesto prali-cali in Russia, conservato in vasi chiusi (lubi, barattolini ece.) ora perdelte la sua efficacia in breve tempo, ora si mantenne
1
allivo per 2- — G mesi. 11 virus conservato per nove mesi
non tolse ai bovini, a cui venne inoculalo, la disposizione a ricadere nella pesle bovina. Weiss assicura aver conservalo altivo il virus in un vaso chiuso per lo spazio di 0 anni (2). Inollre il virus resisle all'azione dei suehi diueslivi dei carni-vori e passa imraulalo nelle feccie. Per conseguenza i cani pos-sono propagare il morbo col mezzo dclle feccie (Viseur, 1871). Conlogione. — 11 virus essende volatile, la contagione di-retta avviene facilmente per mezzo dell' aria. Secondo Ger-
(laquo;) Gerlach. Die ßiraquo;i(ierjics(, 1867, p. laquo;08. ^2) Gcrliich, cec, opcid cilala. Ilaubner, id,
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lach, ad aria Iranquilla il virus non puö essere trasporlato ollre 20-30 picdi; secondo Ilaubner, appoggiato alle osser-vazioni di Haupt, sembra ehe il virus ad aria Iranquilla od agilata non sia trasporlato ollre i 20-200 piedi. Si e piü voUe osservato ehe bovini sani, chiusi in stalle distanli dalle in­fette 30-40 piedi, rimasero illesi. Del reslo la diffusione della malatlia ha sopraltulto luogo col mezzo degli animaii infelli o giä guarili dal morbo, col mezzo delle carni, delie peili male essiccale , dei foraggi impregnati di virus , col mezzo delle stalle, delle ferrovie, degli abbeveratoi,. dei pa-seoli , delle vie percorse dai malati, delle feccie ecc. Sono pure veicoli del virus gli uomini, le altre specie di animaii ehe godono deirimmunitä dalla malatlia, come ad es., cani, ueeeili ecc. Perlanlo la pestc bovina, falta la sua comparsa in una loealilä , per la volalililä ed i numerosi veicoli del virus, in breve spazio di tempo si diffonde in una grande eslensione di terrilorio.
Immunüä. — Nelle regioni, dove la pesle bovina e indi-gena e spontanea, si trovano individui della specie bovina ehe godono deü'immunilä; l'osservazione ha dimostralo die le razze delle steppe hanno minor disposizione ed offrono maggior resistenza all'azione del virus, ehe le razze Europec o lontane dalle razze delle sleppe. Roll nel 4856 osservö in Ungheria e nella Gallizia, ecc. ehe la morlalita fu rainorc nelle razze delle steppe ehe nelle razze tedesche: lanto ehe tra le prime in un caso sopra 1924 malati si ebbero a de-plorare 1035 morli; in un secondo caso sopra 13,585 malati ne morirono solamente 3007; mentre ehe tra le seeonde (razze tedesche) la perdila fu di 138 morli sopra 178 ma­lati. Müller nel 185G osservö grande la morlalita sopra la razza svizzera; nei buoi ungaresi, la perdila fu del 10-20 % e ne' giovani del 20-30 %. Mentre ehe nelle razze delle sleppe (Fuslenvieh) non osservö morli, essendosi la malatlia mani-feslala solo in forma di semplice e passeggiero calarro ga-slro-cnlerico.
La morlalita nelle razze della specie bovina lontane da quella delle steppe e spesso grandissiraa. Racconta lessen
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305 ehe nel 1858 in 47 circondarii sopra 178,690 malati, si con-tarono 118,315 morli: nel 1845 (Dr. Thiele) in 47 governi o circondarii rnorirono 726,398 bovini recando h perdila di 7 miliioni di rubli. Rüll nel ISOS osservö la pesle con carat-lere maligne, e cosi vide la mortalilii oscillare fra il 77-100 %. firavissime sono le perdile falle dall'llalia nel 1803-06; dal-ringhilterra nel 1803-07 (morli cd abballuli 345,000), nel 1870-7-2 dalla Francia (57,000 morli cd abballuli). 1 rap-porli commerciali, se non si applicano ie misure dl polizia sanitaria piü severe, saranno probabili cagioni, per cui l'Eu-ropa del Nord sarä spesso visitala dal micidiale malore.
Incubaitone. — La durata ordinaria delia ineubazione se-condo lessen. Roll, llaubner e Gerlach e di 6-7 giorni e lal-volla anche di 1-2 giorni. Dal Congresso intcrnazionale di Vienna 21 agoslo 1805 si e stabilito ehe nel maggior nu-mero dei casi la durala deU'lncubazione non ollrcpassa i 9 giorni, epperciö si e limilata la quaranlena a soli 10 giorni. Ma perö negli annali della scienza sono registrali casi di du­rala piü breve c piü kinga di quella indicala. Cosi Camper nel 1770-1772 negli esperiraenti d'inncsto, la vide in 201 casi di inneslo di 11-20 giorni ed in 20 allri innesli di 21-26 giorni. Da im quadro di osserva/ioni falle in Russia si ap-prendc ehe si ebbero casi di ineubazione di 4-10-15-20-25 giorni di ineubazione. Le lunghe ineubazioni, secondo viene notalo In quel quadro, sembrano dijiendcie da posluma con-tagione. Nella contagione naluiale e spesso cosa difficile a determinarsi la durata deirineubazionc , ed in cerli casi si e visla estendersi dall'll al 21-64 giorno.
Lesioni palologleite prodolte dal vims. — Avvenula la con­tagione o per la via deH'apparato digerenle, respiralorio o culaneo o per mezzo dell'inncslo arlificiale, non si sa so il virus passi direllamenle nel sangne ed in questo si molli-plichi , oppure si molliplichi prima in loco e passi poscia nel sangue. E perö probabile ehe ne' casi di contagione per la via deii'apparalo digerenle, il virus si molliplichi prima nelle cellule epileliali della mueosa , invadendone i singoli comparlimenli e poscia penelri nel sangue: mentre ne' casi
Hivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ^(i
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d'inneslo arliliciale scmljra cbe il virus giunlo nel sangue si molliplichi , c da queslo fluido sia porlato poi negli or-gani del corpo.
Comunque avvenga il fallo, e sicuro ehe, cominciata la mol-liplicazione del virus ed arrivata ad un dato punto, una delle prime allerazioni a notarsi nel corpo animale si e quella della lemperatura inlerna e poscia quasi ad un tempo le al­lerazioni maleriali e funzionali della mucosa del canale ali-menlare, dell'apparalo respiralorio, culaneo ecc. (1).
(1) Sinlomi (*) — Durante 1'incubazione ordinnriamente I'animale apporiscc .roo al propriclario, ma non all'occhio del pralico. Gli animal! prendono an-kots hi contuela razione ma non con avidilä c Icslezza; la ruminazione si cl-f. itua piü lenlaroenle e le femmine laltifere hanno diminuita la secrezione
quot; LaVisioiioinin degli animali e tneno animata; dessi stanno coricali piü a lun-o o sono in istalo di eccilamcnto e lt;li inquicludine. Spesso al 3-4 giorno dell'inncslo o della conlagiono presenlano una tosso forte e rauca: emcUono leccie conaislcnli, scure, asciutle come nello stale di salute ovvero 1c emetlono .ü ra.lo o frenoentemenlc, e lalvolla con premili. Alcunc volte scuotono la testa
Ineoaionlaquo;. Prime perioäo. - AI 3-7 giorno della contagione compansce .1 nrimo accesso febbrile, durante il quale gli animali l.anno tremon per tutlo 'l corpo, i peli rabbuCfali, il respiro celcre , e la lemperatura intcrna aumen-lata Tale acccsso febbrile avviene per lo piü di notte c spesso passa niavvor-liloquot; ma perö la frequenza del polso e della respirazione, raumento delta lem­peratura inlerna, i peli ralbuffali indieano ehe perdura la febbre. La tosse iotanto si fa piü frequcnte e forte, datt'angolo interno dell occh.o colano la-Krime ae.niose, die poi divenUno mueosc cd infine purulente: il bulbo ocu-lare spesso pare immerse nell'acqua. La conginnliva si fa rossa e spesso assume presto un color rosso ciliegio. Cot progrcdire della malatlia i bulb, oculan si litrascaona di piü nell'orbiu, menlre nci malati cbe sono in islato di eccita-menloe spingono il capo contro il mure, sono sporgenti, spalancal. c ross,
II nuisello e asciulto od allernalivaniente umido e secco , sempre pm caldo
dell'ordinario.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . i- i
La mucosa della bocea e della f.ringe era e pallidlaquo; , ora e di color roseo, sempre peio piü calda ; le orcccliie sono lenule hasse; perö i malati muovono inicora le orecchie e la coda per cacciarc le nioscbc.
Secondlaquo; feriodo. — Oal 3-7-8 giorno dopo la contagione spesso, bench* non sempre ha luogo alia mucosa della bocca (labhro inferiore, gcngive, ecc., d. rado al naso), ia formaziono di noduli ehe sono presto seguiti da erosiom o do ulccro o da piastre di malcrie sp.ssc, ehe scmbrano di cssudato. I'm tardi la mucosa o nei punli indieali od in grando cslonsionc riraane spoglia delPcpi-lelio. L'appelilo vicn meno e la ruminazione ccssa alTatlo, c le feccic emesse
(•) P. lessen. Die Rinäerputfrage ecc, 1S65.
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a) Temperalura interna. — E pertanto raumento di que-
sta il primo segno dell'invasione della pesle bovina avvertito
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o sono (lure od oscure mislc a sangue, ovvero molli e dinrroidie. la aleunc feminine avvicne raliorto.
Dall'S-tO-ll giorno dclla contaginne, la malatlia toeca il suo aoinp: i inalali alldi'a Iriniio le gnndie iivvicinalp, il dorso inarcalo , il cello e 1,1 testa bassi, il pclo rsbbuffalo e seolorato, i fianchi lilralli; sono divenuti niagri, si muo-vono di mala voglia, Iranno lenta I'andaturn o troscinano le gaoibo posteriori; alcuni quando sono coritali rivolgono la testa ad un lianeo. Dagli ocelli in-fossati, dal naso cola un iiuico spesso e fetido e dalla liocca un liquido pure, felido.
Terto pcriodo. — La respirazione scmprc piü aUcrala si fa gcmelionda , ta-lora con tosse c scuolimenlo del capo,
Le feecic sono cmessc liquide, senza elevazione della coda, talorn con qualche rrsiduo di matcrie alimentari, piü spesso sono mislc a snngue, fclide, con masse grigio gialle, purifonni e coseose. I crini della coda sono appiccicati c sudicii insieme colln eslremila posteriori. Spesso avvicne la procidenza della nmcosa del rctlo c I'ano rimiinc apeilo I'aria enlrando cd uscendo con rumore. Kclla stale uno seianie di moselie si gelta copra i malali, perelie la sensiliilita ge-nerale u distiutla. Primn della oioi'le spesso avviene il meleorismo , renfisema solloculanco in varic parti, cd infine la moi te sorprende i malali od in islalo ili coma o di convulsioni.
Megli animali mal nulrili il morlio Iia spesso un andamento piu rnpido. E pure piü rapido I'andamento quando la peste si complies con la polmoncia cssudaiiva c coll'aDtrace, ece.
In alcuni malali Gn did principio del morbo prcdomina, sopra gli altii feno-meni morbosi, uno slalo di eccilazione eonsiderevole ; lanlo ehe idcuni diven-lano furiosi, spingono il capo conlro il muro, maodano muggili cd assalgono gli altri aniiuali (fenomeni rabidiformi). In alcuni casi si osservarono nci ma­lali anclie i sintomi dell'angina.
L'cruzione culanea e incoslaiilc. Qncsl'cruzione esantematica giä descrilla dal Kamazzini si presenta in forma di noduli (Weber) palpabili alia cute e collo-eati in scrie, ai quali scguono croslc ed insieme con qucste cadono i peli e rimangono ulccrc superlieiali, o eieatiici rolondc. Di rudo ineonlra ehe i delli noduli mutandosi in pustole si possa spremere da queslc il loro conlenulo gialla-stro. II Dr. Kocb osservo la fonnazione lt;lei noduli sulla cute al S-7 giorno di malatlia nel I8ä'i: avevano la grandezza di un seme di canapa cd rrano nu-merosi al collo ed al garresc. Alcuni pratiei aU'eruzionc indicala vidcro sc-guire un esilo favorcvole del morbo; altri pratiei invece non osservarono ini-glioramenlo nel corso del morbo cd i inalali morivano sia clic l'cruzione avesse avulo luogo o non.
La diarrca o pu6 comparire nel primo o al 2deg; o al 5deg; giorno di malatlia: in alcuni casi poco prima della moile. In alcuni casi Gerlacb non osservo la diarrca.
A seconda die prcdominano gli sooncerli di queslo o di qucll'allro apparato, Gerliich distingue Una forma nervosa, una forma pneuinonica , una forma ga­stricraquo; cd una forma •esantcinatica della pcslc bovina.
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dai velerinarii inglesi e bene studiato dal prof. Gerlach (1). La lemperatura inlcrna nel corso del morbo oscilla fra 39deg; — 410C. e puö salire fmo a 42,5deg;. 11 morbo si aggrava coU'elevazione della lemperatura febbrile e cresce il pericolo per la vita deH'animale. Tero si danno casi in cui nel primo giorno si eleva la lemperatura interna e poi nel giorno appresso ri-bassa ; raumenlo si cornpie per lo piii con rapiditä, lalora in 24 ore, in cerli casi locca 1'acme al 3d giorno di malatlia e quando gli allri fenomeni morbosi si dispiegano ancora; rimane elevata spesso per un giorno, lalvolla per Ire giorni e ribassa poscia come anche neU'esito letale. Le recidive du-ranle la convalescenza per aver preso dcgli alimenti, elevano serapre la lemperatura interna e lalvolla come al principio della malatlia. Le moderate oscillazioni di lemperatura inte-riore i'ra il giorno e la nolle non furono in se pericolose: anche gli aumenti vesperlioi non furono sempre pericolosi. L'auraenlo di 2 gradi nel seltimo giorno di malatlia fu se-guilo da esilo favorevole. Le graduate diminuzioni di lempe-ratura da un giorno aU'allro sono buon segno. Mentre un abbassamenlo considerevole nel corso del giorno e ordinario segno di prossinoa morte.
b) Sangue. — Le allerazioni del sangue cominciano gia nel periodo d'invasione e si trovano poi gravissime nel ca-davere. Estratlo dalla vena non coagula presto, ed il coagulo aderisce alle pareli del rccipienle; il grumo c tenace, ela-slico, contiene maggiore quanlilä di fibrina a scapito dell'al-bnmina. L'aumenlo della fibrina fu conslatato da Papi C, Albini, Perelli (1863), da Mercet quasi del doppio (1805) e da Audemans (1807). La fibrina (Albini), oltenuta coll'impe-ilire la coagulazione del sangue col liquido del Piazza e pre-cipitata coll'aciclo acetico , viene sempre a galla nel sangue malalo e precipila al fondo del vase nel sangue sano. La fi­brina e elaslica; ha molla forza di coesione; un cilindrello di essa sostiene un peso due o Ire voile maggiore di quello
(I) Die RindtrjiMlaquo;, 1^67.
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sostenga la fibrina del sangue sano: ö capace tii grande di-slensione. L'albumina e diminuila sccondo Albini, aumenlata secondo le ricerche del Perelli e di Auilemans. E pure au­menlata la densila (Papi, Albini e Perelli). La diminuzione dell'acqua venne nolata da lulti i chimici sopracilati e se­condo Mercet e del 19, 7 per miile per causa della diarrea. II color dello siero e giailo arancialo piii carico die nello siero sano (Albini).
E aumenlala la materia grassa del sangue (Perelli): sono diminuili i carbonali ed i fosfati alcalini ed aumenlali i car-bonali, solfali e fosfali lerrosi (Perelli); sono pure aumenlali i cloruri, e si Irovano inollre soifocianuro d'ammoniaca e Qlarie (Perelli). II numoro dei globetli rossi e pure aumentalo, e sono dessi piu pesanli relativamenle al loro plasma ehe e piü denso (Albini, Papi). 11 sangue coagulalo e di colür rosso scuro e violaceo per causa di maggior copia di pigmento nello siero (Albini) (I).
Verso il termine lelale della malatlia, la coagulabilila di-minuisce di piü, e nei cadaveri trovasi poco o nulla coagulalo ed anche scuro o piceo; nelle camerc del cuore e nelle grosse vene, si trovano coaguli molli in mezzo a sangue scuro e fluido. La materia colorante abbandona i globetti e si dit-fonde nei tessuti e nei liquid! (I'inlima dei vasi, e 1'endocardo vedonsi di color rosso scuro ciliegio). La putrefazione non in­vade rapidamenle i cadaveri.
c) Canale alimenlare. —11 virus agisce costanlemenle sulla mucosa del canale alimentare e soprattulto sull'epilelio e sulle glandule della mucosa gastro-enterica; sopra 1'epi-telio della mucosa e delle glandule degli allri compartiuienli del canale alimenlare, I'azione del virus od e minore, ov-vero talvolla puö mancare.
1deg; Sulla mucosa della bocca, della faringe, del principio deU'esofago in molli casi il virus non produsse die leggiere lesioni, in altri casi le allcrazioni furono gravissime o man-
(1) C. Pnpi. Mal. vcler., 1863.
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carono. 11 prof. Jessen assicura ehe lalvolla negli aniraali in-neslati, I'unico sinlomo furono le lesioni sulla mucosa orale.
Arrivato adunque il virus nelle cellule epiieliali delle glan­dule e della mucosa della bocca produce colla sua molliplica-zione una inila/ione, a cui segue: 1'iperemia in maggiore o minore grado, l'arrossamenlo piü o meno inlenso, una cerla tu-mefazione della mucosa orale, ed una separazione piii abbon-dante di liquido orale. Percio, le cellule epiieliali della mucosa, ne' punli invasi dal virus, soOVono nella loro nulrizione, di-venlano lorbide, granulöse, perdono le loro aderenze e pren-dono un color giallo grigio. 1 punli in cui repilelio e alte-ralo nel modo sopra indicato, si presentano aU'osservalore come piccolo elevazioncellc, 0 noduli della grandezza di uu granello di miglio, o di papavero, o di canepa; i detli no-dull ora sono discreli, ora conlluenli e compariscono sulla mucosa del lubbro inferiore, delle guancie, agli sbocchi del condolli del Warton, alle gengivc, ai bordi della lingua e talora anche verso la base della lingua, al palato duro e molle, al velo del palato c sulla mucosa della faringe. Di-slaccandosi poi I'epilelio ne seguono abrasioni, ulcerelle su-perficiali oil erosioni, ovvero le cellule epiieliali riunile ed addensale, si presenlano come essudato empale; nci punli poi dove i descrilli noduli erano conlluenli, per I'addensa-mento ed appiccicamento delle cellule epiieliali si formano piastre o placche bianco-gialle ehe sembrano falle da essu­dato, e sollo cui la mucosa e scura e sparsa da piccole emor-ra^ie talora. Se avviene la guarigione della malatlia, a poco a poco si dileguano i fenomeni di flogosi, e le descritle ero­sioni od ulcerette cicatrizzano senza lasciare traccie di ci­catrice.
Alia sezione cadaverica, trovasi poi maggiore o minore ros-sore, imbevimento o tumefazione della mucosa orale, maggiore o minor numero di noduli o di abrasioni, di escoriazioni od ulcere superliciali per cadula deU'epilelio. Bruckmiiller scrive avere osservate di tali ulcere largbe , rolonde e coperte da rnassa bianco-gialla, sollo cui la mucosa era scura e sparsa da piccoli cenlri emorragici, Le abrasioni e le escoriazioni si os-
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servano pure al palalo molle ed al palalo duro piü raramenlo c talora anche al musello (Gerlach). 1 nodnli, le placclie di masse caseose o pollacee e le abrasion! si inconlrano anche alle mucosc della faringe, e del principio dell'esofago.
Qnando invece fa debolissiraa I'azione del virus sulla mu-cosa oralc, allora quesla non presenla die un colore rosso piü o nieno intenso, od uno slato di apparenza erilecnaloso, cd un liquiJo viscliioso piü o meno abbondante ehe la copre.
Gerlach coU'esame microscopico, vide i noduli e le placclie di apparenza caseosa, falte: I0 Da cellule epileliali piene di graneilazioni. 2deg; Da cellule epileliali proliferanti, cioe grandi eellule-madri piene di nuclei, cellule piccole con uno o lie nuclei, cellule fusilbrmi con un numero maggiorc o minore ili granula/ioni. o1 Da nuclei liberi. Aquot; Da delrilo moleco-lare. Gli elemenli di novella formazione invasi da degene-razione grassosa. Solle poi repileiio ehe il Gerlach ha giu-dicalo proliferanle, cioe nel sollo mucoso, non si vedevano ehe i nuclei del connetlivo con licve tumefazione, ma non in islalo di proliferazione.
2deg; Eiceltacoli gastrici. Sulla mucosa del rumine, della enffia e del cenlopelle, alia sezione cadaverica si veggono solo rossori piü o meno intensi ed ii distacco dcU'epilelio; nel cenlopelle l'alirnento e spesso indurilo, e la mucosa rosso scura. Gravissime sono sempre le lesioni al quaglio o quarlo venlricolo.
Le cellule epileliali della mucosa del quaglio, essendo state colpile da irrilazione piü o meno inlensa fin dall'invasione del morbo, perciö a seconda del periodo del morbo, in cui si uccidono i malali, si trovano sulia mucosa lesioni piü o meno gravi, cioe iperemia piü o meno inlensa, punli rossi in maggiore o minor numero, slravasi piccoli al piloro, tu­mefazione piii o meno cospicua della mucosa. E siccome anche sulia mucosa del quaglio, per Tirritazione e Fipcremia, re­pileiio divenla torbido, granulöse e si distacca, cosi alia se­zione cadaverica si Irovano erosion!, specie di noduli, di crosle talvolla, per lo piü di piastre plane od elevate, giallo, brune o rosse, mlerenli piü o meno alia mucosa nclla loro
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parte centrale; e lalvolta si inconlrano eziandio delle ulcere della grandezza di una lenticcliia o di una fava, ed infine il rammollimenlo della mucosa e rinfillrazione del sollomucoso per paiie di siero?ilä. La superficie poi della mucosa ga-slrica trovasi coperla da muco spesso, vischioso, tenace, pu-rulenlo, vossastro o grigiastro.
L'esame tnicroscopico (Gerlach) dimostra la massa vischiosa ehe copre la mucosa composla: V Da delrilo molecolare-2deg; Da cellule epileliali granulöse. 3deg; Da cellule gaslriche p;rosse e granulöse, c da nuclei liberi. 4.deg; Inollre scopresi die le glandule gaslriche souo alquanlo dilalale, e le loro cel­lule piü piccole e granulöse in mezzo ad una massa di mo-lecole e di granelli di grasso. 5deg; die le glandule gastliche nella loro parte superiore (nelle ulcere, abrasion!), sono di-strulte e come corrose, ed il loro conlenuto e loimato da materia molecolare e da cellule pure granulöse. 0deg; Che le glandule mucosa della regione pilorica, sono piene di cellule e di delrilo molecolare.
3deg; Tnteslino tenue - colon - retto. — 11 lenue insieme col quaglio, e la parle del canale alimenlare in cui il virus trova condizioni piu favorevoli alia sua molliplicazione; lanto ehe fin dal!' invasione della peste , I'irritazione destala dal virus produce: 1quot; Rossore della mucosa, ehe si fa serapre piü intenso col progredire del raorbo e passa al rosso ciliegio o livido in alcuni puuli. 2deg; Tumefazione dei follicoli solilari e delle placche del Peyer, con iperemia cospicua ed un suc­cessive color rosso livido, die poi divenla grigiastro nel loro conlorno. 3deg; Formazione di piccolissimi noduli e placche, coperle da masse ehe hanno Papparenza clell'essudato, e for­mazione talvolta di ulcere. 4n Distacco dell'epilelio dai villi e dalle glandule inleslinali.
Per conseguenza alia sezione cadaverica, dal piloro fino all'ano, si inconlrano noduli ora consislenli, ora molli (tu­mefazione dei follicoli), della grandezza di una lenticehia o di un pisello, ehe contengono una massa di aspello caseoso, ora molle, purulenta, ora consistente. Molli di quesli noduli essendosi aperti od esulcerati, si vedono coperli da una massa
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easeosa, ehe il microscopico dimoslra falta da corpuscoli pu-rulenli e da detrilo molecolare. Le pkeche del Peyer si tro-vano lumefalle od esulcerale, o coperte da soslanza di appa-renza caseolt;a ehe forma le colaquo;i dclte placclie o piastre; quando poi le placclie del Peyer per ulcera/ione si sono vuo-lale del loro conlenuto, allora prendono l'aspetlo areolato e di ratio sono seguile da ulcere profonde, ehe da alcuni fu-rono visle giungore fine alia tonaca muscolare. I! microscopio dimostra ehe le placehe del Peyer contengono cellule puri-formi, piceoli globctli granulosi sfeiici, cellule piü o meno granulöse con nuelco o senza di questo, nuclei liberi, am-massi di protoplasma, ed eziandio grand! cellule piene di nu­clei muniti di uno o due nucleoli. La soslanza ehe spesso ricopre le placehe del Peyer e pure coslituila da cellule, da nuclei e da delrito gianuloso. Quesle lesioni in grade eguale o minore , si Irovano pure ncgli altri comparlimcnti dell'inlestino (ileon, colon e rello).
Inbsp; villi sono tutli iperemici, i loro eapillari sono soverchia-mente dilalali, I'epilelio cilindrico ehe li guerniva si e di-slaecato, e le cellule epileliali eilindriche sono piene di cel­lule analoghe alle |)urulenle.
Beale scrisse aver osservalo: 1deg; dilatati i capillaii e le pic-eole vene dclle mucose; 2deg; neoformazione ed accumulo di nuclei ne' loro epilelii fino a complela occlusione del lume dei vasi; 3deg; ehe i corpuscoli virulenli nel sangue dislrug-gono i globelli rossi e fanno aumentare di volume i giobetti bianchi e li dislruggono, in guisa ehe si generano trombosi od ostruzioni dei minimi vasi,
Anche le glandule del Lieberkun hanno perdulo il loro cpilelio, c si trovano perciö ripicne di masse molecolari, di corpuscoli non dislinguibili dai purulenli ed anche di cellule cilindriformi eon 2-3 nuclei.
IInbsp; contenuto dell' intestino lenue e un liquido vischioso, lenace; quello del colon e del ceco e piü ttuido e poltaceo, raenlre il relto e per lo piü vuoto; talvolla il conlenuto in-teslinale vedesi sanguinolento. La reazione del conlenuto del quaglio e deH'inteslino e alcalina (Gerlach).
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L'infiltrazione purulenta c la proliferazione del sotlomu-coso sono considernte da Gerlacli come accitlentali; le colo-razioni poi falte da pigmento di color nero o grigio scuro nella tnucosa inleslinale e nei ganglii sono prodolte , se-condo I'analisi cliimica di Gerlach e Begeinann , da solfuro di ferro.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; quot;
d)nbsp; Apparato respiratorio. — Ordinariamente il virus ngisce anchesugli elemenli epitelialidella mucosa rcspiraloria, e perciö fin daU'invasione del morbo, la mucosa nasale di-venla rossa e separa abbondante moco sieroso in prima, die poi diviene spesso c purulenio. La mucosa prende un color rosso piü o meno intenso sul seile nasale, sui cornetli cd all'entrala delle narici. Anche alia laringe ed alia trachea avvengono i medesimi fenomeni ilogislici, tanlo ehe nei punli piü tnalati I'epitelio si distacca, si addensa in forma di cs-sndato, formando lalora perfino dclle piastre. Nei cadaver!, nei punli malali si conslala I'iperplasia (Gerlach) epileliale, e si trovano per conseguenza noi noduli e nelle specie di placche, dei gross) nuclei e delle cellule giganli piene di cellule; inollre vedonsi cellule lotonde con uno o piu nuclei, nuclei liberi e detrito molecolare.
I polmoni sono piü o meno enfisemalici; renfiserna od e leggiero nei conncllivo inlerlobulare , ovvero in allo grado; per lo piü e circoscrilto c leggiero; talor si Irova diffuso al mediaslino ed al connellivo solloculaneo. Nei polmoni inollre trovansi, altre volte, anche epalizzazione e pneumonite lo-bulare ccc.
e)nbsp; II cuore, nei cadavcri, prescnla spesso un color rosso difTuso e piccoli slravasi alia base, alia superficie esterna ed anche sotlo I'endocardo.
/) Addomc. — Periloneo ed omenli spesso sparsi da punli rossi; il fegalo tenero; i condolli biliari assai dislesi da bile chiara e fluida, e la loro mucosa lumelalta e talor coperta da specie di essudalo. 1 ganglii mesenlerici sono lumefalli, e la loro massa di color grigio-giallo.
Sulla mucosa della vulva e della vagina si trovano le le­sion! ehe si vedono sulle allre mucosc, cioe colore rosso piü
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o ineno intenso, elevazioncelle, noduli, placclie, escoriazioni e lalora muco pus essiccalo ai bordi del la vulva,
Se durante il corso della malallia e succeduto I'aborlo, nilora si Irova rossore alia mucosa uterina od alia bocca del-I'utero slesso.
Anclie alia mucosa dell'apparalo urinario, vennero spesse volte inconlrale lesioni plii o mcno gravi analoghe a quellt' delle allre mucose.
(j) Encefalo. — I vasi deU'encefalo si rinvongono talune voile pieni di sangue; I'encefalo lalora piii molle; piii spesso iiiconliasi Irasuclamento piü o nieno considerevole sollo I'a-racnoidea e nclle camere cerebral! (Jessen, Gerlach).
h) Cute. — Ne* casi in cui alia cute si e sviluppala I'e-ruzione pustolosa del Ramazzini, si trovano noduli o crostc. Secondo le riccrcbc microscopicbe del prclorlalo Geilach, le ciosle sono formale da cellule epidermicbe, da cellule deli-cale, piatle, poligonali analoghe alle pavimenlose, da un grande numero di cellule piccole, sferiche per lo piii gra­nulöse, da globetli granellosi e da grosse cellule epidermicbe invase da proliferazione endogena. II processo moiboso e li-rniialo soltanlo al reticolo del Malpighi.
i) I cadaveri, aH'abilo esleriore, si presenlano molle volle come impicciolili, col venire rilrallo o floscio o lumido ed in alcune regioni con enfisema solloculaneo; sono rnagri; hanno gli occhi cisposi, infossali ed inquinati da muco-pus o da crosticine le narici, 1'ano rovescialo , la mucosa di color rosso livido, la mucosa della vulva rosso-scuro con erosioni ecc, e con crosticine di muco-pus ai bordi, la coda e le eslrcmila sudicie per le malerie diarroiche ecc.
Complieazioni. — L'ofservazione ha provato ehe la febbre aflosa, la polmonera essudativa, la dissenteria, la corizza ma-ligna e I'aplrace possono complicare la pesle bovina, ed in quesli casi per la diagnosi differenziale dal lato analomo-pa-tologico, vedi le lesioni delle precilale malallie. E laquo;n er-rore il credere la febbre aftosa come profilallica della pesle bovina.
Pecore e capre ecc. — Le lesioni osservate nelle pecore e
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nolle capre ecc. (Roll (1), Chicoli (2)), sono simili a quelle ehe vennero de^ciille nei bovini. La pesle bovina tia gii ovini i'u osservaia la prima volia da Marescb e Galambas, bendie giä il Roll fin dal 1851 avverlisse negli ovini una malattia analoga alia pesle bovina.
In setiuilo I'u osservata da Seifmann, Rleiweis ecc, e dal chiaiissimo prof. Chicoli in Sieilia, tra le capre e gii ovini.
Cura. Innesto. — Abbiamo veduto die non sempre lulli gii animali bovini soccombono alia peste, ehe anzi nelle razze delie stoppe, il numero delie guarigioni e sempre grar.de. Pero 1'osservazione e I'esperienza hanno ampiamenle dirao-slralo, ehe nelie varie region! d'Europa non conviene asso-lulamcnle solloporre a cura i ruminanti caduli affelti da pesle, quando quesla ha invaso sollanlo la parte di uno slalo, ossia non e di mollo eslesa.
Fia i inezzi a cui si ricorse ncl secolo passalo e nel cor-rente onde minorare i danni delia peste bovina, vuole essere ricordato I'innesto. Fu lentato in Francia la prima volla dal marchese di Conrlivron nel 1745, e da Dodson in Inghiiterra nel 1740, poscia venne esperirnenlato in Oianda, nel Mek-lembourg ecc. ecc, e nel conente secolo in Prussia, in Au­stria, in Italia e sopraltutto in Russia, ove in varii governi (Kbarkow, Koursh ecc.) nel 1853-1861, si fecero numerosi e varii esperirnenti.
Come materiale d'inneslo furono scelte le lagrime, il getlo nasale, il liquido orale, il sangue nel prinoo periodo della peste a forma benigna; si credeva ehe il virus preso da individui in cui la peste correva benigna, fosse piü deboie e meno mici-diale. Ed onde poler otlenere una mitigazione del virus si e: 1deg; Allungata la materia vitulenla con acqua distillala o glice-rina. 2quot; Si e provato a far passare il virus nelle pecore e nelle capre prima di inneslarlo a bovini. 3deg; Si e conservata in lubi alquanlo tempo la materia virulenta prima di inocularla. 4quot; Si e inoculalo il virus da bovino a bovino, facendo cosi
{{) Roll. Dilaquo; Riii(Iet|)cs(onft(ic/i8 krmkheil der Schafe und Ziegen. llaquo;6'i. (2) N. Cliiooli. Tifo caprino tpizooticraquo; in Sicilia. Med. cef. 48()li.
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una seiie tl'innesli. Quesle serie di trasmissioni del virus da individuo della slessa specie furono delle generazioni, e si raccolse perciö ed inoculo virus di 1a, 2a, 3.8-14quot; genera-zione. Ora con alcuni dei mezzi soprariferili, come ad es., coiralliing:lt;imenlo della materia virulenla con acqua, colla conservazione in tnbi delle materie virulente ecc, si otlienc realmenle una maleria virulenta di azionc piii debole; ma (inest'azione piü debole della materia virulenta, osfia (juesla rnitigazione del virus non dipende giä dalla diminuila atti-vitä degli elemenli virulenti, ma bensi dalla dirninuzione del lore numero. Conservando entro tubi maleria virulenla, molti elemenli ehe furmano il virus muoiono ecc. Del reslo poi, l'esperienza dimoslrö ehe l'inneslo del virus creduto mitigato 0 piü debole in organismi molto predisposti, si moltiplicö rapidamente e produsse gravi danni, e si e [Hire verificalo ehe molte volte il virus, alia S'M^ generazione, produsse perdile eguali a quelle del virus alia la generazione. I ri-sultamenti oltenuti coirinneslo furono diversi e conlraddit-lorii; lanlo die se Ilayne, Weber, Wehii, Jessen, Kersling gli sono favorevoli, allri dislinli veterinarii gli sono contrarii (Unterbergei), ed in Russia si comincia a credere ehe per evitare i danni della pesle bovina, si deve ricorrere alle mi-sure di polizia sanitaria.
La cura della pesle e I'innesto come mezzo per allenuare i danni, convengono nelle razze delle localila dove la pesle e originaria, ma non si dovranno mai applicare nelle varic region! di Europa invase da pesle bovina.
Provvedimenti sanilarii conlro la pesle bovina, nelle loca­lila invase dal morbo. — I provvedimenti riconosciuli asso-lutamenle indispensabili nelle varie regiuni di Europa onde impedire la diffusione della pesle o dislruggerla nel suo prin-cipio sono i seguenli:
i. Avviso della comparsa del morbo alia popolazionc del comune infello ed a lutli gli allri comuni del circondario e de' circondarii limitrofi e di lutto lo State.
2. Censimento di lulle le specie di ruminanli del co­mune e della localila infella.
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3.nbsp; Marca dei medesimi. Sospensione delle fiere e dei mercali.
4.nbsp; OrganLzzazione di un servizio velerinario ed intima-zione, per parte delle aulorita locali, clella dichiarazione dei singoli casi di malallia die si manifeslano nel lemlorio tlel comune.
5.nbsp; Sequcstro di ogni specie di ruminanli anclie nei casi di malatlia sempliceraenle sospclta.
6.nbsp; Sequestro ed isolamenlo delle fatlorie in cui si veri-licarono casi di peslc insieme alle altrc specie di animali quivi ricoverate ed anclie dei conladini e mandriani ehe pre-starono la loro opera per i bovini malati.
7.nbsp; Proibizione di lasciar uscire i ruminanti dal territorio del comune per cagione di lavori, vendile, permute ecc. ecc, ed insistenza per 1'isolamenlo delle stalle sane.
8.nbsp; nbsp;Abballimento di lulli i ruminanli malali e di qnelli ehe hanno soltanlo coabitato cogli inielli, od in altro modo reslarono esposli alia conlagione.
9.nbsp; Abbruciamenlo dei cadaver! o dcgli uccisi, od inter-ramento dei medesimi a conveniente profonditä in un Uiogo apparlalo , coprendoli con uno strato di caice; spargere di calce e raschiare la via percorsa dal cadavere, ed il tutto seppellire a conyenienle profonditä. Proibizione di gettare nei fiumi o nel mare i cadaveri o gli oggelti inquinati o supposti inquinali da materia virulenta.
10.nbsp; nbsp;Proibizione di visitare le stalle infette o gli animali ammalati.
11.nbsp; Proibizione di curare gli animali malati, e di tras-portare, fuori del luogo infelto, fieno, paglia, od altro og-getlo ehe possa esserc veicolo di virus.
12.nbsp; Disinfezione di tutti gli oggelti ehe furono a con-tatto degli animali malali o sospelli. E meglio, se di poco valore, ehe le greppie, le rastrelliere di legno, gli altri uten-sili di stalla pure in legno, il letame, il fieno e la paglia die si suppongono infelte sieno abbruciati. Gli altri arnesi di ferro saranno disinfettati con fiammate, quando non vi sia pericolo d'incendio nella stalla, oppure con I'acqua bollenle ecc.
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319 Per la disinfezione dellc persone die furono a contallo con malati e ehe eseguirono i lavori necessarii per I'ueeisione eec., liei malati o dei sospclli, Gerluch laccomanda le lavalure delle mani e delle scarpc eon acqua di cloro allungala, e i'esposizione dellc veslimenla ai vapori di cloro in uno spazio chiuso oil alia teroperalura di 40deg; R. Itel resto le veslimenla potranno essere benissimo disinfellale col porle nel iiscivio hoilente. 1 cenci sarä megiio abbruciarli.
Gli animali poi, come ad es., cavalli, ehe abitavano la fat-loria o ehe servirono al Irasporlo dei cadaveri, saranno dis-infeltali colle lavalure falle con una soluzione di cloruro di calce o di solloclorilo di soda (1 parle sopra 20 parti d'aequa, secondo Gerlach), o con 1 parle di cloruro di cake e 40-GO parli d'aequa, secondo Jessen. I cani dclla fatloria anzi ehe disinfeUarli, sarä megiio ucciderli ed inlerrarli a eonvcnienle profondila.
13.nbsp; Alia disinfezione delia stalla ed anclie della casa si procederä col massimo rigore. Nelle slalle, dopo lollo ed ab-brucialo il lelaine e lulli gli allri ulensili, si piocederä a grand! lavacri con soluzione di solfnio di ferro o di carbo­nate di soda, o di sal marino. 1 lavacri lanlo alle parli in­terne ehe esterne della stalla, potranno essere piii comoda-menle eseguiti coi pompieri. Poscia si leveranno gli inlonachi alle pareti cd alle volte e gli ammattonali, e si seppelliranno a conveniente profondila. La terra del pavimenlo della stalla sara rinnovala. Dove 1c stalle sono a solaio, queslo deve es­sere abbruciato. Dopo i lavacri ed il rinnovamenlo degii in­lonachi e deirammattonato, si eseguiranno le fumigazioni di cloro, secondo il melodo di Guiton Morveau (3 parli di clo­ruro di sodio, 2 parli di biossido di manganese e due parti e mezzo di acido soll'orico allungato con parli eguali di acqua), nella stalla a porle chiuse per 24 ore. Ovvero volendo un grande sviluppo di gas cloro, si prendono 1 parte di cloruro di calce, 2 di acido cloridrico e 2-3 parli di acqua.
14.nbsp; Per la disinfezione dei carri, dei vagoni c dei hasli-menli, giovano i lavacri di acqua bollenlc, lenenle in solu­zione carbonato di soda.
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15. 11 cordone sanitario, per quaato possa essere cli dil-ficilc attuazione, deve semprc essere tentato, e ciö per mag-giore garanzia aH'impedimento del trasporlo di animali o di cose inloUe in luoghi sani.
10. La macellazione degli animali sani per I'alimenta-zione deH'uomo, dovrä essere falla col permesso deH'aulorilä, e gli animali dovranno essere visilali ecc.
17. Lc norme di poli/.ia sanitaria, dovranno essere me-desimamenle eseguile, anche quando molli comuni di un cir-condario sicno infelli, ed anche sul semplice sospetlo di peste Lovina.
Provvedimenti di poliziu sanitaria da porsi in opera nei comuni o circondarii limilrofi agli infelli.
1.nbsp; Slabilimenlo di un circolo epizoolico.
2.nbsp; interdizione delle fiere e dci mercati.
3.nbsp; Certificato d'origine per la circolazionc dei rumiuanli nella sfera epizoolica.
4.nbsp; ProiLila ogni imporlazione di cose die possano essere veicolo di virus, come ad es. coma, pelii, paglia, (ienu ccc, o di animali ruminanti dai luoghi infelti.
5.nbsp; nbsp;(Jccisione di lull! i cani vaganli nella sfera epizoolica. Consegna dei cani die dai proprietarii vogliono essere man-tenuli in vita, proibizione di condurli in giro.
6.nbsp; Sequeslro e disinfezione dei vagoni die avessero tras-portalo animali malati.
Provvedimenti per impedire la introduzione delta peste lo­vina clagli Stali limilrofi.
1.nbsp; nbsp;Proibizione deH'inlrodiizione per mare e per lerra di animali di qualunque specie e di qualsivoglia oggelto die possa essere veicolo di virus, come pelli, unghie, carni ccc, dallo Stato in cui serpeggia la peste.
2.nbsp; Se il morbo si fosse sviluppalo in comuni vicini alia frontiera, allora si deve stabilire un cordone sanitario per quante dilTicolta offra I'altuazione di questa misura di po-lizia sanitaria.
3.nbsp; Se fusse di assolula necessila I'introduzione di ani­mali dal luogo infelto, allora gli animali saranno alia fron-
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3-21 liera solloposti ad una quaranlena di 11-12 giorni e poscia lavali bene con im miscuglio falto di 1 parle di cloruro di calce e di 40-60 parti d'acqua (Vedi Circolare 2 otlobre 1863, Med. Veter., 1863, p. 600).
Vaiuolo.
II vaiuolo e malallia parassilaria, febbrile, die si manifesta con pustole o vescicole pustolose alia cute cd alle mucose. Si dislinguono parecchie specie di vaiuolo: 1deg; II vaiuolo delle vacche (cowpox), il vaiuolo equino {horse-pox). 2deg; II vaiuolo pecorino. 3deg; II vaiuolo umano. 11 vaiuolo di alcune specie di animali, cioe della scimia, della capra, del maiale, del cane, del coniglio e degli uccelli, non sembra cssere altro die o Tuna o I'altra delle specie di vaiuolo sopra indicate. Ogni specie di vaiuolo puö essere sponfanea o da contagio, locale o generale, benigna o raaligna. Gli individui ehe soffersero una volta la specie propria di vaiuolo, ordinariamente sono preservati da ulteriori atlacchi per un tempo piii o mono
1. Cowpox o vaiuolo vaccino.
ViVms. — II virus vaccinico, secondo le ricerche di Bender e di Ilallicr, e formalo da micrococchi sommamente piccoli, ehe a 1000 diametri di ingrandimento appariscono come punti (1). Nella linfa conservata in tubi capillari, i micrococchi si tro-vano anche riuniti a due od in catenelle (micotrici). II virus c concentrato nel liquido purulento delle pustole, nella linfa ehe cola da esse e nelle croste; e meno concentrato nci li­quid!, con cui si mescola la linfa purulenta delle pustole, quando queste sviluppansi sulle mucose, ad es., sulla mucosa della bocca ecc.
La lenacitä di vita del virus e grandissima; resisle all'es-
{)) C. Ilallicr. Paraiilohglsch Untersuch, p. 22, 1868.
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .;{
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siccamenlo, per modo clic il dolt. Rigal (I) nolle croste di vaccino umanizzalo lo conservö atlivo per 7-H anni; man-tiensi efficaco pure per lungo tempo nella linfa chiusa in lubi capillari. La sua viialila non e s|ienta da una tempcralura di circa SO gradi cenligradi sotto zero (2), ma a 50 gradi Reamur sopra zero, viene sicuramonlc dislrulla (Gerlach).
Collivazionc. — E. Ilallier collivando il virus in parlicolari suslrali, vide ingrandirsi i micrococthi in sporoidi, e da quesli svilupparsi forme diverse di funghi microscopici, cioe Vasper-gillus glaucus, il mucor mncedo Fres., Yustilago carbo Tul., Veurolium herbariorum Cord., la torula rufescens ecc. (3). Ilallier rilicne die il virus del cotvpox sia lormalo dai mi-crococchi dellc spore della torula rufescens dcrivanle dal-Yuslilago carlo Tul. Nessun fulio perö appoggia qucsi'ipolesi del prof. Ilallier. La lorula rufescens non venne mai da me osservata sul foraggio degli animali. Quando nelle femmine raanca la predisposizione, i cocchi percorrono rorganismo senza moUiplicarsi; rncnlre quando la predisposizione esiste, allora si moltiplicano ed ha luogo il vaiuolo spüntaneo. La molliplicazione dei micrococchi serabra debba awenire ncl sislema linfalico, di dove passando poi nel sangue venoso ed arteriöse, vengono portati nelle varie parti del corpo; queili die arrivano nei capillari delia cute, e sopraltulto delle mam-melle nelia vacca, si moltiplicano nel relicolo del Malpigbi della cute delle mammelle, destando irrilazione e formazione di pustole. Dill'atli il professore Reynal (4) riusci a riprodurre nel cavailo la forma di vaiuolo spontaneo, solamente iniel-tando linfa di cowpox nei linfalici del cavailo. L'iniezionc della detta linfa nel sangue venoso ed arlerioso del cavailo, non aveva dato risultato.
Forma del cowpox nella vacca. — II cowpox si osserva
(I) Dolt. Parola. Dollrina vaecinica, {8oG, p. 109. (S) Melstns. Compf. rendus., t. ixx, p. C09, iH'O. (Ti) Parasitologisch. Unter., p, öj.
('i) itttiiti/, pog. 5H, ISOC.
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^23 nelle vaccine lallifere sporaüico od cnzootico; i vilclli pero od i tori non ne vanno esenti. L'osservazione clinica lo ha di-inostrato rnalaltia piulloslo frequente nellc vaccine. La forma piii comune die riveste e quella di esantema pusloloso, discrelo o confluenle, alle mammeile della lallifcra; resanlema puslü-loso perö venne osservalo eziandio in allre region! della cute , alia mucosa della bocca , altomo alle narici ed :iilc palpebre delle vacche (1), cd allo scrolo dci tori (dermalile, stomalite, rinile, congiuntivili vaiuolose). Gonfondesi facil-menle in tali casi colla febbre aflosa (vcdi questa malatlia). Sviluppasi in tulte le slagioni deH'anno, ma specialmente nella primavera e nella slate.
Fenomeni morbosi generali. — Nellc vaccine per lo piii il cowpox ha un caraltere benigno, c perciö i fenomeni morbosi generali passano inosservati (2). Quando 1'eruzione, special­mente alle mammeile, avviene confluente, allora e prcceduta nelle malate dalla febbre coi fenomeni seguenti: brividi, mu-sello asciulto, iniezione delle mucosc, slilichezza, respiro cc-lere ecc, e sopratlulfo calore, rossore, sensibililä c talora tumefazione delle mammeile e dei capczzoli. Trascorse 12-24 ore o 3-4 giorni, succede Tcruzione locale delle puslolc e la rnitigazionc della febbre.
L'evoluzione delle pustole del cowpox venne hen dcscriUa dai veterinarii (Fnrslenbcrg), e dai medici. Le pustole in principio compariscono in forma di macchic rosso piccolo ai capezzoli ed al corpo delle mammeile^ per cagione deH'irrita-
(1)nbsp; Toggia F. Malatlte ttterne, ccc, p. 59, vol. 11.
(2)nbsp; II professore Silvcslrini racconta: Che tie giorni dopo esoguita uiiü lunglaquo; e futicosa opcrazione tli parto sopra una vaeca , ad csso cd ai TClerinerii Sc-lafini e Lomi ehe l'aiularono, sugli avamliracci e sullc mani comparvcro noduli rossi isolati cd aerompagnali da mollo prudorc. Verso il 5deg; giorno venncro ool-|gt;ili da fehbre, cd i noduli con circoslante anreola rossa divenncro dolcnli cd al (i0 giorno erjnsi mulüti in bellissime pustole della grossezza di una Icntic-clua e qualcuna anchc di quolia di un lupino. Le indicate pustole crano um-Inlicale ; la madrc del Serafini e la moglie del Lomi die feccro 1c medica-noni, Tuna al figlio c I'altia al marito inconlrarono la stessa rnalaltia. Fu cowpox ?
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zione destala dal virus nel relicolo del Malplghi, e per la con-seculiva iperemia nelle papille della cute delle matnmelle. Rgli c per la avvenula penelrazione del virus nel reticolo del Mal-pighi della cute ehe rivesle le mammelle, ehe si slabiliseono gli indicali oenlri di irrilazione, ehe comprendono un dalo numero di papille. Sopra le rnacchie rosse (per la tumefazione delle cellule del relicolo del Malpighi, per la lore incipienle proliferazione e per I'essudazione), nello spazio di due o ire giorni si formano noduli rossi, ehe sporgono sopra la pellc circoslanle. 1 delti noduli ingrandiscono a rnisura ehe nel relicolo del Malpighi precede la proliferazione; la quale si propaga presto anche ai corpuscoli del connetlivo della punla delle papille. Le cellule purulenle di nuova formazione e la linfa essudata si raccolguno in lanti spazii o vani piü o meno grandi, separali gli uni dagli allri da cellule vecchie com-presse. Nel menlre ehe per la indicala proliferazione la pu-slola aumenta di grandezza, mula eziandio di colore; il quale a poco a poco dal rosso passa al plumbeo, al grigiaslro ed al giallaslro. Siccome la formazione degli indicali eenln pu-rulenli microscopici si compie altorno allo sbocco di una glandula sudorifera o sebacea, cosl si comprende come la puslola nel cenlro si moslri depressa (umbilico), e piii cle-vata alia periferia. 11 descrillo lavoro di proliferazione si compie lenlamenle, per modo ehe la puslola, nel corso re-golare del cowpox, c formala solo all'8-iO giorno. Allora dessa si presenla come un'elevazione piana, rolonda, con una depressione nel cenlro, di colore dal grigio argenlino al gial­laslro, e del diamelro di 2-3 linec circondala da aureola rossa. Quando la puslola e formala, siccome nei vani o vacui di essa abbonda la linfa cssudala, cosi allora il suo conle-nulo apparisce chiaro ; ma dope 10-20 ore , se non vennc rolla , per 1'evaporazione il conlenulo diventa piü spesso, denso', di color giallo o torbido, aderisce alia pellicola epi-dermica, la puslola si raggrinza, e si copre di una crosla da prima bruno-chiara, poi scura, ehe va sempre pm ad-densandosi. Dislaccala quesla crosla, si melte a nudo un'ul-cerclla con un fondo depresso. Dopo la formazione delle
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325 rrosie, a poco a poco avviene, sotto di esse, la rigenerazione del reticolo del Malpiglii o del tessulo connellivo delle pa-pille die hanno proliferateraquo;, e nello sjjazio di 14-16-20 giorni, essendo I'indicalo lavoro di riparazione compiulo, le crosle si distaccano lasciando una cicatrice rossa, poi bianca rolonda. Golla mugnilura, le pustole dei capezzoli vengono presto rotte, distaccate, e per le ripetule irrilazioni sono seguile lalvolta da ulcere die impiegano lungo tempo a cicatrizzare.
Talvolta I'eruzione delle pustole alle mammelle non avviene ad un tralto, ma in tempi diversi; allora si vedono pustole a vario grado di sviluppo.
Ne' casi di cowpox confluente alle mammelle od ai capez­zoli, questi per le numerose pustole divcnlano tumidi, assu-mono un colore bluastro, ed anclie sono colpiti da gangrena. Nel 1804, alia clinica ambulante della Scuola Veterinaria di Copenaglien, venne osservalo il vaiuolo gangrenoso ai capez­zoli delle mammelle in 80 vacche, le quali perö tutte gua-rirono. Nel 1859-60 nella stomatite vaiuolosa di una vaccn, per mancanza di pulizia nella stalla, venne osservata un'nlcera gangrenosa nella bocca. Anclie in Norvegia venne nel 1860 osservalo il vaiuolo gangrenoso ai capezzoli delle mammelle.
Le pustole del cowpox non si formano sempre belle , pu-slole fere, quali vennero descritte; spesso Ira le pustole belle, se ne formano allre ehe rimangono allo slato di nodulo, chiamate perciö false pustole o (also cowpox.
Kullrich (l) osservö il coivpox nci vitelli, piü o meno confluente, in forma di nocluli alia cute della grandezza di un pisello fino a quella di un grosso d'argenio (moneta). 1 detti noduli occupavano soprattulto la cute alia faccia in-tcrna delle coscie, ai genitali, ed allo scroto in un toro; al collo erano tanto confluent! da coslituire specie di cbiazze dell'apparenza erpetica. I detli noduli erano caldi, dolenli, coi peli sollevati sopra di essi ed appiccicati; dopo alcuni giorni dalla loro cornparsa si coprirono di crosle rotonde,
(I) Hering. Jalir-Bericht. 18fi2.
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brunaslrc, ehe tlislaccale, lasciavano una cicatrice profonda. Avendo lalte scarificazioni sopra due noduli non ancora svi-luppati, otlenne ua po' di linfa colla quäle pralicö nuraerosi innesti ad alcuni bimbi; soltanlo sopra ua bimbo vide for-marsi lenlamente nna pustola non tipica. Dalla linfa raccolla sopra di qucsla puslola, ollenne l'A. brillant! risultali col-I'innesto di altri fanciulli.
Anche il Jacoby nel 1859 osservö una forma di cowpox verrncoso; e solo da una pustola pole oltenere linfa efficacc nei fanciulli.
Kühne, in seile vacche, osservö il cowpox in forma di no­duli piccoli, appuntati, alquanto rossi, senza aureola ed um-bilico; disse I'esanlema varicella; ma una donna di servizio cadile affelta da puslole vaiuolose al braccio.
Racconta Hering, ehe nel 1858 in Sassonia, fu osservato in 20 bovini; le puslole piii piccole crano giallo-bianche, le piü grosse bluastre. L'inncslo ad un bimbo non riusci.
Ycdesi pcrlanlo, ehe forme di falso cowpox allecchirono neH'iiomo, e forme di vero cowpox coll'inneslo, non si pole-rono trasmeltere aH'uomo.
Hering fa osscrvare die il vaiuolo originario allecchisce difiicilmente ; ollenula perö una puslola, da questa si olliene una linfa mollo altiva nell'uomo.
Le forme di fidso vaiuolo vennero dall'Hering riferile alle scguenli: 1deg; Vaiuolo migliare o secondario, i noduli sono pic­coli appunlali, compariscono a cenlinaia dopo il veto vaiuolo e sono contagiosi alle allre bovine. Risoluzione in 4-0 giorni. 2deg; Vaiuolo verrucoso, i noduli sono duri, insensibili, si co-municano spesso alle altre bovine, della grandezza di una lenlicchia ad un'avellana; si dileguano a poco a poco. 3deg; Va­iuolo bolloso, e formalo da vescicola della grandezza di un pisello ad una nocciola; guarisce in 5-0 giorni. In lutle le forme indicate di falso vaiuolo, manca rumbilico el'aureola.
11 cosi dcllo falso vaiuolo sembra dipendere da ciö ehe i micrococchi del cowpox arrival! alia cute delle nnammellc, forse per non Irovarc Iroppo favorevole sustralo, si mollipli-cano deholmenle, onde ne avviene la forraazione di semplici
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nodoli; in allri casi invccc sembra chc la molliplicazione Je-
hole avvenga rapidamente nelle cellule del relicolo Malpi-gliiano , appena.sotlo I'epidermide , onde allora succcdc la formazione di vescicole ehe guariscono rapidamenle. In molii casi poi, pare ehe il falso vaiuolo dipenda da incompleta pre-disposizione degli individui esposli all'azione del virus in na-tura, per esserne giä stati affetli da poco tempo.
Del resto, 1 aver creduto die 11 cowpox seraprc si manifesti con caratleri determinati ed immatabili, fu causa per cui il cowpox si rilenessc malaltia rara nelle vacche. 11 cowpox *i romunica all'iiomo. Sembra die si possa ammcltere chc i! virus del cowpox nell'uomo, molliplicandosi, distrugga o con-sumi i materiali neccssarii per lo svilu|ipo e molliplicazione del virus vaiuoloso umano. Si inlende cosl come coirinneslo del cowpox, I'uomo sia preservalo dal vaiuolo arabo.
II cowpox, collivalo sull'ucmo, e detlo vaccine umanizzalo, o scm|)licemcnte vaccino. II vaccino umanizzato si conserva altivo nell'uomo per lungo tempo; per ottcnere sempre un virus attivo umanizzato, il virus debbe essere raccolto dalle puslole ben svlluppale neH'uomo, perche in (jucllo piccole c non ben sviluppale, il virus e scarso (Degcnerazione del vaccino).
Horse-pox a vaiuolo cavallino. — Benclie buttons e Fowsler nel 1708 conoscessero ehe il cowpox si comunica all* uomo c lo preserva dal vaiuolo arabo, pure avendo lenner bene sludialo il coivpox e dimostralo sperimenlalmentc la virlü pre-servatrice del cowpox dal vaiuolo arabo, venne, per comune consenso, lui ritenulo come aulore della grande scopcrla. lenner, appoggkilo sopra falti da lui osservati c sulla tradi-zione popolare, arnmise die il coivpox derivava dalla grease, sore-heels, malattia ehe sviluppasi alle gambe del cavallo, cd analoga all'acqua alle gambe o fimalosi dei veterinarii fran-cesi ed italiani. L'opinionc di lenner venne subito centra-delta, ma il Loy (i) osservando ed csperimentando si ac-
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(1) F. Toggio, p, 5-'i, Op. ciliUa.
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corse die il cavallo andava affello da due grease, di cui una era precetiula da fenomeni morbosi general!, ed era questa, ehe egli chiamo cosliluzionale, la causa del cowpox. Inlanto Birago e Sacco nel 1803 (1) osservarono uomini conlrarre la puslola del cowpox, medicando cavalii affetli da ulcere alle gambe. Nel menlre pertanlo coU'inneslo dell'acqua alle gambe si ollenevano risultati negativ! da alcuni esperimenlalori, da altri rinnovavasi I'osservazione di Birago e di Sacco, di Loy e di lenner. Per cui si accese una dispula vivissima tra i dolli di Europa, a cui pose termine la scoperta de\Vhorse-pox falla dal professore Lafosse nel 1860, e complelala dal pro-fessore Bouley nel 1863.
Rimase provalo ehe il cavallo e colpilo da vaiuolo {horse-pox, Bouley), e ehe questo e idenlico per essenza al cowpox.
Forme dell'horse-poic {(i). Uhorse-pox nel cavallo (con-fuso spesso colla febbre aftosa, vedi questa malallid) , puo essere benigno o maligno, discrete o confluenle. Si presenla solto forma di dermatite , rinite, stomatite pustolo-vcscico-lari ed anche solto forma di keratite e di congiuntivile.
Dermatite vaiuolosa cquina. — E conlraddislinla daH'eru-zione di vescicole sulla cute: dove la pelle manca di pigmento si forma prima una macchia rossa , poi un'elevazione lenli-culare o piccolo nodulo duriccio (vedi a pag. 283-28.4): cre­scendo prende lalvolla la forma di un disco depresso al centre con periferia elevata : anche dove la cute e pigraentata, la pustola c spesso umbilicata; ma tale depressione non dura a lungo, die in capo a Ire o qualtro giorni si appiana, si forma una crosta nera o grigio gialla. Dislaccando le croste, si scopre una piccola piaga circolare , finamente granulosa, depressa in cupula , di color roseo o grigio, da cui cola in abbondanza un liquido sieroso limpido. Verso l'S0 o 9deg; giorno dopo la formazione delia puslola, la secrezione diminuisce. Quando la crosla non viene staccata , la cicatrizzazione si com pie senza suppurazione, ed al 15deg; o 20deg; giorno la crosta
(4) F. Toggia, p. 54. Op. cilata.
(2) AFoutfcau Dielionnaire. Bouley e Rovual, ecc.
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329 si stacca, lasciando una depressione di colorc roseo. Quando le pustole sono confluenli, e molte ad una stessa epoca giun-gono a maluritä, allora l'umore ehe fluisce dalle puslole rolle, rammollisce le crosle delle allre puslole, quesle vengono ir­ritate e suppurano, e piii tardi le piccole ulccie coprendosi di crosle, cicatrizzano poco a poco.
Se I'eruzione ha luogo in parti solloposte alle influenze meccaniche, allora le pustole rotte ed irritate preadono un aspetto ulceroso e si sprofondano; se sono confluenti dknno luogo ad una piaga a fondo duriccio, die Simula il farcino, specialmente se succede la tumefiizione dei vasi c dei gan-glii lintalici e la formazione di ascessi.
Le pustole sulla pelle del tronco sono pin piccole e si ri-conoscono spesso al tatto ed al sollevamenlo di un ciuffetlo di peli.
Alle narici, alle guancie, alle labhra ecc., hanno le pu­stole ordinariamenle la grandezza di lenticchie , ma se ne veggono anche delle piü grandi: possono presenlarsi discrete o confluenti.
Ma I'eruzione piü spesso ha luogo considerevole dal gar-relto, dal picgo del pastorale alia corona del piede. Allora la parle si piesenta dolente , tumefatta e sopra di essa si effellua la eruzione di pustole riconoscibili al latto in forma di noduli: aprendosi poscia le pustole, cola sierosila con cel­lule purulenle, ehe fa raddrizzare ed agglulinare i peli: questo liquido si decompone subito al contatto delle morfe di mi-crofili piü elemenlari e spande un odore felido. Allora si ha una specie di fimalosi od acqua alle gambe. Radendo i peli sulla parte, e facendone la pulizia con una saponata, si ve-dono le piaghe circolari cupuliformi: sopra questc piaghe ir­ritate ripullulano bolloni carnosi. Quando I'eruzione fu con-lluente, possono aver luogo ulcere profonde e necrosi parziali della cute eppercid forme di chiovardo cutaneo o carlilagi-noso, angioleuciti e adenili.
11 professore Gotti Alfredo (1) osservö casi di horse-pox
[i) Giornale di anut. fisiol. t palologia di-gli animuli, 1872, )gt;. 329.
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connuenlc maligno: l'eruzionc ebbe luogo ai raggi inferior! delle eslremila posteriori, sul Ironco, alia faccia ed alia mu-cosa ilcila bocca; i vasi linfalici ed i ganglii diventarono tn-mefalli dal garrelto all'inquinc, ed alia faccia e nel canale sub-raascellare. Dove le puslole erano confluenli si formarono cslcse ulcerazioni irregolari. Avvenne la gangrena nelle pu­slole di varie regioni; si deslo infiammazione suppuraliva del connetliyo sotloculaneo ai melalarsi ed ebbe luogo il distacco di porzioni di pelle gnngrenala, reslando cosi allo scoperlo i legamenti ed i lendini; osservö pure lo scollegamenlo dello zoccolo in corona, la gangrena nelle ulcere del naso e della bocca, e la niorle dei malali al 32 giorno per icorremia.
Alia sezionc cadaverica oltre la magrezza del cadavere c la gangrena a Iralti estesi della cule dal piede al garrctto, il rammoliimenlo dei lemlini , il distacco degli zoccoli con lieve trazione, numerose ulcere sordide, corrose, profonde in varie parti della peile; oltre ulcere gangrenose sul terzo in­feriore della mucosa nasale, si rinvennero eziandio la tume-fazione e suppurazione dei ganglii del collo , del torace e mesenlero. Nella cavita del petto poi si Irovo essudato sulla pleura , epatizzazione dei polmoni con piccoli ascessi e con centri gangrcnosi. Neli'addome si Irovo pure essudato sul peritoneo, piccoli ascessi al fegalo ed alia milza.
Slomalile vaiuolosa cquina. — Secondo il citato professore Bouley, la slomalitc vaiuolosa si presenta coll'eruzione di ve-scicole della grandezza di un pisello, circolari, od allungale, di color opaline ehe risalla sul color rosso della mucosa; hanno aspelto liscio e pel colore sono paragonabili a perle, senza deprcssione cenlrale, ehe alia pressione delle dita ap-pariscono come noduli resislenti e dolorosi. Le descritte pu-stole vcscicolose sono o discrete ovvero conlluenti alia faccia intcrna delle labbra, delle guancie e sulla lingua. Rompen-dosi, si formano piccole piaghe lenlicolari, con bordi un po' gonfii, e con fondo finamente granulöse e di color rosso. A. Gotti, in un caso di vaiuolo conduente , constatö eslesc ulcerazioni alle guancie, ai lati del frcnulo della lingua, alia mucosa delle barre e su (juella del palate duro, ed inoltre
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3.! I vide pezzetlini tli mucosa gangrcnata die cscivano raescolali
col üquido della bocca. Alia eruzione sulla mucosa della bocca segue il plialisrno, la tumclazione dei iranglii sub-ma-scellari, rimpedimcnlo della maslicazione, ccc.
Quasi sempre I'eruzione ha luogo eziandio al naso , alle narici e lalvolia anche al ironco.
Sulla mucosa della bocca quando la eruzione c connuente si formano ulcere molto eslese ehe guaiiscono diflkilmenlo, le quali banno i bordi tumefatli cd un fondo rosso: in allri casi si formano ancbe ulcere gangienose.
Rinite vaiuolosa. — Quesla forma si mnnifesta con un'inie-zione rossa uniforme della mucosa nasale, scguila da mac-chie piü scure, piccole e circoscriilc, sopra le quali repitelio non larda a venir sollevalo dalla accumulalasi sierosila ; le vescicole banno la grandezza della enpoccbia di uno s|)illo o di piccole lenliccbie con aureola iniiamraaloria assai viva die le melle in rilievo: in 24 ore divenlano giallaslre; alia loro rollura segue un'erosione circolare di color rosso vivo: Temzionc puö essere discrein o confluentc e sempre al terzo anteriore delle cavilä nasali. Per cagione dei piü o mono nu-incrosi cenlri di irrilazione, la mucosa divcnla lumcl'alta piü o meno c sede di secrczionc catarrale; per cui ha luogo un gelle nasale purulenlo , giallaslro , spesso glulinoso con la tumefazione dei ganglii sub-masceilari. L'eruzione alia mu­cosa nasale e spesso accompagnala daU'ernzione di puslolc atlorno le narici, alle labbra od in qualcbe rcgione del corpo: riconoscendosi le pustole umbilicate, allora la diagnosi e falla.
Ma invece quando l'eruzione e conlluente, e mancano pu­stole in altre parli del corpo, allora la diagnosi e didicilis-sima, e la malallia Simula mirabilmcnle il moccio acuto. Si rompono le vescicole e si formano ulcere die presto si con-fondono e dänno origine a larghe ulcerazioni con bordi lu-mel'alli, ingorgali e preslo gangrenosi: il liquido purulenlo ehe proviene dalle vescicole, o dalle ulcere cd il muco sono invasi da putrefazione e rnandano un felido odore : per la roltura de'capillari, lo scolo felido divcnla sanguinolenlo o linlo in sanguigno: i ganglii sub-mascellari si lumefanno e
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divenlano dolenli: sovenle avviene anche la tumefazione dei linfalici della faccia. Per i numerosi centri iperernici e di ulcerazione nolle cavilä nasali e per la essudazione sulla mu-cosa nasale , il respiro divenla ranloloso , la febbre intensa con tosse. II professore E. Golti ebbe a curare questa forma di horse-pox in 22 cavalli: solamenle in due dei malali vide #9632;vicino al margine delle narici alcune puslole. I malati ave-vano scolo sanguinolenlo fclido dalle due narici, ulcerazioni gangrenose sulla imicosa del setlo, il respiro difficile e ran-toloso con tosse , febbre gagliarda , in alcuni con tremori. Sollnposti a cura convenienle, in pochi giorni sedici miglio-rai'ono, ma sei nel corse della malattia avendo avulo luogo l'enizione alle labbra, alia faccia, al collo ed in allri punti ad eccezione degli arti; le pustole clivenlarono gangrenose ed avvenne la loro merle per selticoemia. In uno dei malali si complico la malatlia coll'anasarca ed in un allro con la pneu-monile.
Riconobbe il Golti nei cadaveri le seguenli lesioni. I cor-doni linfalici alia faccia erano circondati da sicro gialliccio ed i ganglii pieni di pus. La mucosa nasale era tumefalla per essudalo sieroso nel sottomucoso: estese ulcere si nola-vano sopra il selto nasale, sui turbinati, a' lirnili irregolari per la mucosa gangrenala; si vedevano scoperte le parti ossee nasali e le canilaginee: nel fondo delle cavila nasali, le ul­cere erano meno eslese, a bordi irregolari e circondati da chiazze di rosso livido: in alcuni cavalli vi erano pure ul-ceretle alia faringe, laringe ed alia parle superiore della tra­chea. Nella complicazione lifica, nei cadaveri si vedevano slravasi in tutle le parti del corpo; nella complicazione colla pneumonite, si trovava essudalo liquido puriforme nelle ca­vila del petto con grosso slrato di essudato giallognolo sulla pleura; epalizzazione ai polmoni e piccoli ascessi del volume della capoccbia di uno spillo: ingrossamento dei ganglii bron-cliiali, ed in generale suppurazioni in varii punti del sistema linfalico.
Conlagione. Uhorsc-pox e conlagioso ogli individui della specie equina, ai bovini ed all'iiomo, ecc. Per l'uomo c un
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conlagio benefico. II virus Irovasi nella linfa delle puslole, eppeiciö nella saliva, nel gello nasale, nel liquifio della fi-malosi od acqna alle gambe vaiuolosa: la diffusione del virus si fa per mezzo degli abbeveratoi, delle stalle e degli arnosi infetli, degli uomini, ecc. La conlagione ha luogo presto negli individui ehe lianno lesioni alia cute, come piaghe, ecc. 1 cavalli specialrnente dei deposili di allevamento, guariti da poco tempo od incompletamente guariti ne sono inquinati e possono portare il virus a dislanze considerevoli ed essere causa di enzoozie o di epizoozie vaiuolose tra i cavalli die ancora non ne furono affetti o ne furono affetti da lungo tempo.
Sembra ehe la conlagione possa aver luogo eziandio per virus volatile, poicbe il virus puo restar sospeso neU'atmo-sfeia. 11 professore Chauveau a 13 equini fece inspirare allo stale pulverolenlo il vaccine disseccato nel vuoto senza ef-fetto in otto esperlmenti , nel nono e nel 13deg; esperimento oltenne un successo completo ; un cavallo ebbe 1' esantema vaiuoloso labbiale ed un altro ebbe l'csantema leggerissimo. Potc pure comprovare la conlagione del vaccine per la via deH'apparalo digerente (1).
11 cowpox si trasmelte per una serie di generazioni da vacca a vacca, come pure il vaccine umanizzato si Irasmette indefinitamente da braccio a braccio neU'uomo. Perö una serie di circostanze diverse possono agire in queste trasmis-sioni, ed una delle principali si e la predisposizione degli individui inoculali a fornire un sustrato conveniente alia mol-liplicazione del virus. Giacche sappiamo ehe nei casi di con-tagionc delle forme indicate di vaiuolo non in tulti gli in­dividui I'eruzione si presenla in grade eguale e ve ne hanno sernpre alcuni, ehe, benche non ancora stati affetti pure in essi I'eruzione e o leggiera od appena apparente, mentre in allri puö essere conduente. Per conseguenza negli innesti ar-tificiali di cowpox da vacca a vacca e specialrnente nell'innesto
(l) Cumi't. nndus, 1808, pag, 9!il.
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del vaccino da braccio a braccio nell'uomo puö succedere clic gli organismi inoculali non abbiano ehe un grado de-liole di predisposizione, epperciö moltiplicandosi scarsamenle il virus, si abbiano puslole o poco sviluppale, oppnre anchc sviluppate ma con poco virus. In questo modo nei succes-sivi innesti difettando il virus nella linfa, si arriva ad un punlo, in cui gli innesli sono ineflicaci. Onde il bisogno sen-tito dai vaccinatori di ristorare di quando in quando il vac­cino prendendo il virus vaccinico nelle pustole di coiupox sviluppale sulle vacche. E siccome il vaccino umanizzato at-leccbisce di nuovo sulla vacca , cosi nei casi in cui si so-spelta ehe la linfa vaccinica contenga un allro virus , come ad cs. il sifilitico, I'inneslo alia vacca sorä mezzo sicuro per mettersi al coperlo di irasmeltere la sifilide insieme al virus vaccinico.
Dalla relazionc del Chauveau (1) risulla ehe lo slesso vac­cino trasporlato in parlc sul cavallo c sull'asino, ed in parle sopra una giovenca, in questa prodnsse belle puslole ed in quelli piccolo pustole. II virus dalla delta giovenca riporlalo suH'uomo attecchi c produsse una magnifica pustola, mentre il virus ripreso dalle pustole del cavallo sopra citato e ripor-tato nell'uomo produsse un false vaccino. 11 Chauveau deduce ehe l'organismo del cavallo c poco atlo alia collivazionc del vaccino, perche il virus vaccinico si affievoliscc, o perdc Fattitudine a molliplicarsi.
II cotvpox inoculate al cavallo produsse lalvolta puslole co-niche , aventi un'evoluzionc lenta ; sotlo la crosla esisteva una cavitä : nell' asino le pustole si osservarono urabilicale (Chauveau).
Se alcuni osservatori coll'inneslo deWhorse-pox sulla vacca videro svilupparsi puslole poco belle, allri invece, tra cui il Gotti, ollennero magniliche pustole e tanle puslole quanle Ic incision! di inneslo.
I fatti conlraddillorii su narrati di inneslo di cowpox e di
(I) Rccueil, 1865, pag. 450.
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horse-pox agli equini cd alle vaccine, pare dipendano dalla predisposizione dcgli animali inoculati all'cpoca deH'innesto; e soprallullo daH'aveie in anleccdenza da piu o mono lungo tempo soflerlo il vaiuolo, oppurc dal non averlo ancora soflerlo.
L'horse-pox inoculato aU'uomo dispiega un'azione encrgica e da luogo a fenomeni gencrali talora gravi ed a pustole vo­luminöse seguite spesso da tumefazione dei gangli del braccio. II perchc prima di adoperare 1' horse-pox per preservare l'uomo dal vaiuolo arabo , e bene farlo passarc prima ncl-I'organismo di una giovane bovina, ehe ancora non sia stala colpila da coivpox.
Dal su csposlo si deduce: die, per fare la diagnosi del-Vhorse-pox ne' casi dubbii, devesi far l'innesto alle vaccine; c per fare la diagnosi del cowpox ne' casi dubbii devesi ri-correre all'innesto nel cavallo, quamio qneslo non sia ancora slalo colpito da horse-pox: inollre ehe uno slesso ed iden-tioo virus (coivpox ed horse-pox) nelle bovine segnalamenle lal-lifere, da quasi sempre luogo ad un morbo benigno, rnenlrc negli equini il piii spesso da luogo a malallia grave e gra-vissima e taivolta letale. Ciö indica ehe 1'organismo degli equini olfre spesso un terreno piii favorevole alia mollipli-cazione del virus vaiuoloso.
Non deve recare meraviglia se il vaiuolo animale (horsc-pox-cou'pox) neH'uomo taivolta produce gravi succession! e la morte degli inoculati. 11 fatto pare dipenda o dalla ecccssiva quanlita di virus ehe la linfa vaccinica contiene, o dal non essere stala ben conservala e daH'aver acquistale qualila ir-rilanti per patila putrefazione. 11 Dr. Luce in un uomo di 68 anni ed in una donna di 52, in seguito alia rivaccina-zione con coivpox non umanizzato vide insorgere nel luogo dcU'inneslo una forte infiammazione risipelatosa, la gangrena dei tessuli dalla regione ascellare al gomito e la morte. Sulla cute della parle infiammala si svilupparono deile bolle piene di liquido neraslro. Anchc a Spezia 17 individui rivaccinati doveliero riparare aH'ospedale per insorta gonfiezza llemmo-nosa nel luogo deH'innesto. Un marinaio mori {Gazxclla delle CUniche, p. 285, 1873).
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Mistire di polizia sanitaria e mezzi preservativi. — E so-pralluüo necessario di separare gli animali sani dai malali c di evitare ehe le persone di servizio nelle stalle infette co-municliino cogli animali sani, ecc. In una parola si debbono isolare i malali. Inoltro devonsi collocare i malati od i so-spelli di conlagione nelle migliori condizioni igieniche onde evitare un horse-pox maligno o confluente. Nei cavalli allo stalo libero (deposito di allevamento), il vaiuolo e sempre benigno e non si depiorano perdile o gravi inconvenienti.
Cura. — Nei casi di horse-pox benigno, bastano per la cura i mezzi igienici. Quando la febbre e gagliarda e l'eru-zione e confluente giovano un salasso o le bevande nitrate o tenenli in soluzione solfalo di soda c soprattutto tartaro eme-lico. La pulizia dei ricoveri, il rinnovamento deli'aria delle seuderie c assolutamcnle indispensabile; debbonsi aprire gli ascessi nelle engioleucili ed adeniti, delergerc le ulceri, ecc. per evitare le sopradescritte successioni. Del resto il pratico deve regolarsi nella cura a seconda dellc indieazioni ehe in-sorgono.
2. Vaiuolo umano.
Dalla meoioria del prof. Chauveau si apprende die (1): il vaiuolo umano inoculato ai bovini da luogo soltanto a pa­pule rosse di 2-4 mm., poco saglienti, coniche, ehe arrivano a sviluppo completo in 5 giorni e scompariscono al 12deg;. Sopra 10 bovini inoculati col vaiuolo umano e poi solloposli all'in-nesto del cowpox, sei non provarono gli effelti del cowpox, tre ebbero pustole rudimenlarie ed eflfimere, un solo fu af-felto da bella puslola. II vaiuolo umano inoculato a due bo­vine vaccinate, rimase senza effetto.
II vaiuolo umano pcrlanto non si puö coltivare sui bovini; la sua alliviiä diminuisce con tale rapidila ehe non produce effetlo alia 2a generazione.
(I) iiccuei;, 1863, p. 537.
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II vaiuolo urnano, dal bue portalo neiTuomo, da luogo a helle puslole vaiuolose, e poscia daU'uomo al hue di luogo a papule inefficaci alia 2'1 generazione.
L'innesto del vaiuolo umano nel cavallo produsse solo pa­pule coniche rossastre, dolorose, die si coprivano di piccola crosta. Piii deboli furono gli efletti del virus alia 2a gene­razione.
Deboli efTetti produsse poi il vaccino sopra i cavalli, a cui era stato inoculate il vaiuolo umano: medesimamente debole o nulla fu reffelto del vaiuolo umano sui cavalli vaccinati. 11 vaiuolo umano, trasportalo dal cavallo al bue, non attec-cbisce, mentre riporlato dal cavallo neU'uomo allecchisce mi-rabilmente.
II virus vaiuoloso umano, ehe vienc dalla puslola prodot-tasi sul cavallo, inoculafo di nuovo al cavallo vi allecchisce, ma non da luogo a]l'horse-pox.
Si scorge pertanto die, sebbene il virus del vaiuolo umano e deWhorse-cowpox sieno diversi, lutlavia per la loro molti-plicazione abbisognano degli stessi mnleiiali e percio si neu-Iralizzano vicendevolmente anche negli animali.
Secondo le ricerche del prof. Ilallier, il virus del vaiuolo umano sarebbe verosimilmenle formato dai micrococchi di una forma di Stemphyliun - Sporidesmium!
3. Vaiuolo pecorino (1).
Virus. — Hallier fa derivare i micrococchi die formano il virus del vaiuolo pecorino dalla Pleospora herbarum, ehe, secondo lo stesso Ilallier , e in generazioni allernanli col Rhyzopus nigricans e con una Tilletia verosimilmenle la Til­lelia holii Tul. (2). Nel 1871 ho amminislrato, assieme a crusca inumidita, a due pecore di giovane elä in varii giorni, un kilogramma incirca di paglia hen Irila inquinata dalla
(t) Rcynal. iVouu. Diclionn. etc. Vallada D. Epixoozia vaiuolosn, ecc. 1870-71. (2) Hallier. Parasitologische Untersuch, p. lit.
Rivolta
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Pleospora lieibarum. Le spore malure della pleospora si tro-vavano immnlalo nelle feccic. Le due pecore non caddero alTetle da vaiuolo, no provarono qualche sconcerto morboso. F. A. Zum iniellö nella giugolare di due pecore e di due conigH micrococchi del Rhyzopus e deila Pleospora; ed in una pecora ed in un eoniglio , 1'cce la slessa iniezione sollo la cule, senza ehe ncli'un caso c neH'altro insorgesse il vaiuolo; lento, in una pecora, indarno I'inalazione dci medesimi mi­crococchi (Zoopathologische und Zoophys. Untersuchungen, 1868-1871, pag. 29. Slullgarl, 1872).
Veicoli del virus. — II virus trovasi sopraltulto concen-trato nel liquido delle pustole; secondo Haubner si trova pure nei liijuidi di secrezione e di cscrezione (1): nel sangue e raolto allungato, poiche rifcrisce Hering, in seile innesli fatti col sangue, si ebbe un solo caso di allccchimento. Adcrisce a tulli gli oggelli e soprattutto al vello dei malali, ove puö consorvarsi efficace per lungo tempo: si eleva faciimento nel-I'atmosfera e puö esser irasporlalo in lavorevoli condizioni alia dislanza di 25-30-200 inelii (Gilbert) o di 1000 piedi (Veilh) (2).
Tenacitä. — Nolle slalle il virus puö rnanlenersi atlivo per cinque mesi fino ad un anno; Roche-Lubin (3) vide 45 pe­core giovani cadcr affetlc da vaiuolo 5-6 mesi dopo il sog-giorno in una slalla, dove 3-4 mesi innanzi furono pecore malale. Un greggc di 80 agnelli condotto in una slalla dove un anno innanzi erano slate pecore vaiuolose, cadde malalo di vaiuolo ncllo spazio di 10 giorni.
Gerlach eziandio riferisce casi in cui pecore propagarono il vaiuolo a sane, due mesi dopo l'inneslo o due mesi dopo la guarigione.
L'assorbimento del virus nei luoghi di innesto si compic, secondo gli esperimenli del Renault, in meno di 5 minuli.
(1)nbsp; Loco citato, pag, 237.
(2)nbsp; nbsp;l.oco cilnto, p. 237.
(3)nbsp; Umring. JalmsbcricMf Ibäö, p. (iö.
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II cloruro di c.ilce, I'acqua bollenle, i vapori solforosi ecc, dislruggono il virus (Förster).
Contagione. — La conlagione si compie per lo piü col mezzo della coabitazione, flegli alimenli , dei pascoli, degli abbeveratoi, dellc vie e dei mercati infetli, col trasporto deile lane, delle pelli e dei concimi, colla circolazionc dei ma-cellai, ecc.
11 vaiuolo pecorino puö essere spontaneo, ovvero da con-tagio; bcnigno, regolare, ovvero maligno od irregolare.
Forma clinica. — L'ernzione delle puslole e preceduta ed accompagnata da fenomeni febbrili, ehe si miligano e dile-guano alia comparsa delle pustole. Lc jiusiole si sviluppano per lo piü dove la pelle c sprovveduta di lana, cioe sulla faccia interna delle coscie, ai lali del Ironco, solto il venire, sulle mammelle, sul prepuzio, altorno all'ano, alia vulva, alia lesla, alle labbra ecc. Quando le pustole sono poco nu-merose, ed il corso del vaiuolo non viene ostacolalo ne dal frcddo, ne daH'elcvala lemperalura, allora il vaiuolo e bc­nigno e regolare.
II principio dell'eruzione e contrassegnalo dalla comparsa di macchie piccole rosse altorno agli occhi, alia faccia, alle labbra, alle narici ecc. ecc; le quali macchie per la molti-plicazione del virus, per la continuala irritazione e per I'au-menlo deH'iperemia alle papille cutanee, in 24 ore prendono im color piü inlenso, ed arrivano alia grandezza variabile da un cenlesirao ad una monela di 50 centesimi ad un franco (Revnal). In capo a Ire o quattro giorni, per causa della lumefazione delle cellule del rclicolo del Malpighi, dei cor-puscoli del connellivo delle papille culanee c dell'essudalo, le suddetle maccliie apparlscono come noduli culanei di color rosso, alquanlo elevate sopra la cute circostanto, leggierrnenle convesse o plane, sensibili e dolenti. A poco, a poco pro-grcdisce la proliferazione, lanto ehe si formano cumuli di cellule purulente nuolanti neU'cssudato ehe sollevano I'epi-dermide sopra i noduli, per cui quesli perdono il color rosso, divenlano biancbicci, o giallicci, o bianco-grigiaslri. Distac-cando I'epidermide, ne esce an liquido siero purulenlo cd
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il fondo della puslola appare ineguale e di color rosso. Se le pustole non sono rolle, allora per 1'evaporazione dello siero, il pus si addensa, aderisce aH'cpidermide e si forma laquo;na crosta (essiccamento). Alcune puslole pare guariscano senza suppurare; allre per la violenza e profondilä della flo-gosi, sono seguile da ulcere profonde.
Formatesi le crosle, sollo di esse si riproduce a poco a poco il relicolo del Maipighi, o Tepidermide dislrutta, e cio si eflellua in 4-C giorni. Allora succede la caduta delle crosle, ossia la desquamazione; se le puslole erano superficiali, cioe formate dalla suppurazione del solo relicolo del Maipighi, allora, caduta la crosla, non resta ehe una macchia vinosa; se invece erano profonde, cioe formale anche dalla suppu­razione delle papille del derma, allora rimane una depres-sione indelebile.
Quando le pustole si sviluppano sulla congiuntiva oculare, allora si destano cheralili ed oftalraia inlerna mollo gravi.
La forraazione di pustole sulla mucosa inlcslinale, e indi-cata dalla diarrea; quando le puslole si sviluppano anche sulla mucosa della bocca, allora si accende una stomalile piii o meno grave. La lumefazione della mucosa nasale, la diflicollä della respirazione, Falilo felente, indicano la for-mazione di puslole sulla pituitaria.
La durala del vaiuolo in una pecora e di circa 48-30 giorni; in una greggia e di 3-4 mesi e perfino di 6-7 mesi (Tessier, Gilbert, Gayot, Reynal). Ha influenza sulla durala del vaiuolo, la stagione e la lemperalura dell'ambienle in cui soggiornano i malali. La lemperalura calda e regolare ac-celera I'eruzione, mentre la fredda la rilarda ed anche I'o-slacola, e da luogo spesso al vaiuolo irregolare o maligno.
Vaiuolo irregolare o maligno. — Ha luogo, o per azione del freddo, o per I'accumulo dci malali in luoghi ristretti, o per deficienle ed alteralo alimento, o per speciale predis-posizione. Pauli e Beyer, nel 185-4-55, I'osservarono nelle pe-core grasse e negli agnelli.
L'eruzione e irregolare, le pustole appariscono in forma di bolloni, riunili in gruppi o sparsi in diverse regioni del
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corpo. I botloni contluenti, ora sono largbi, appena spor-genti sopra la cute, ora sono piccoli di color violetto, lividi o nerastri, ehe rendono la cute lulta come sparsa di nodi. Perlanto l'irregolarita o rnalignitä del vaiuolo dipende:
1.nbsp; Dalla confluenza delle puslole, per cui si stabiliscono nuraerosi centri di irritazione e di flogosi sulla cute, e si accende una febbre gagliarda.
2.nbsp; Dalla profondilä dell'irrilazione, cioe dall'essere eslesa anche alle papille del derma, per cui si formano puslole die dänno luogo ad ulcere profonde, e quando le puslole sono confluenli a largbe ulcere; in altri casi i noduli duri ehe rappresentano le puslole, non passano die con grande len-tezza alia suppurazione, lanto die si formano ecbimosi ed infillrozioni gelatinöse nelia cute piii o meno estese.
3.nbsp; Dalla conlemporaiiea eruzione di pustole nel canale intestinale e respiralorio, o dall'irritazione dei ganglii iinfa-tici e dei centri nervosi, i malali allora muoiono durante il periodo eruttivo per la violenza dclla febbre, o per una delle indicate complicazioni.
4.nbsp; Dalla putrefazione sulla superficie delle pustole, tanlo ehe diventano felide, violacee, si mulano in ulcere gangre-nose, da cui cola un liquido sanioso. Si formano facilmenle di quesle ulcere gangrenose all'inguine ed alia faccia inlerna delle coscie; ed i malati soccombono alia seplicoemia.
Lesioni cadaveriche. — Nei cadaveri la putrefazione co-mincia presto; hanno il venire lumido, e mandano un odore fetido. Ordinariamente le labbra, le palpebre, la faccia, vc-donsi lutnefatte e sparse da puslole, croste o piaghe di varia estensione; le narici sono ingombre da muco-pus di caltiva natura, e la bocca e schiumusa; la lana si svelle a cioccbe, la pelle del corpo e sparsa da macchie, croste e da ulcere gangrenose. I cadaveri magri, le grandi croste e le grandi ulcere, risultano dalla confluenza delle pustole, e trovansi a diverso grado di evoluzione. Nolle une e giä incominciala la cicatrizzazione, e sotto la crosta vedesi giä il reticolo Mal-pighiano di nuova formazione, e le papille tulle sparse da corpuscoli conneltivi; in allre invece non e ancor cominciata
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la neoformazione, e sollo le crosle trovansi cellule purulpnlo, come cumuli di sevo, o grandc infillrazione di cellule puru-lenle nelle pajiille del derma, ed in molli punli del derrna istesso; dove vi lianno molle crosle vicine, si ha un'ulcera eslesa, a fondo ineguale, in cui si nolano punli in cui e in-tegro il reticolo del Maipighi, ed altri in cui vi ha pus ed inüUra/.ione purulenta delle papille; nelle ulcere profonde ve-desi die il lavoro di proliferazione si e esleso anche al derma, alle glandule sebacee ed ai follicoli dei peli e die il connet-livo sottocutaneo e inOltralo di sierosili'i. Le crosle ordinaria-mente sono spesse e falle da cellule epidermiche, da malcria granuläre e globctli di pus. In quelle in cui vi lia pulrefa-zione si scopre grande quantitä di micrococchi e di forme del bacterium lermo.
Inollre sulla pello si osservano eziandio raacchie superfi-ciali lievcmenle depresse, cicalrici dipendenli dalle puslole ehe lianno seguito il loro corso; ovveio si vedono maccbie scure un po' elevate die sono pustole abortitc.
In varii punli della mucosa della bocca, quando vi fu slo-malite vaiuolosa, sul velo del palate, sulla t'aiinge si vedono ulcere superficiali o profonde; le prime, prodolle dalla ca-duta dcU'cpitclio, e le seconde arrolondate grigiastre, piü o mono conlluonti, costiluile non solo dalla caduta dell'e-pilelio, ma eziandio da suppurazione del conneltivo sollo-mucoso. Reynal assicura trovarsi eziandio puslole sulla mu­cosa del quaglio, del tenue, sul fegalo, sulla milza e sui foglii mesenterici. Sulla mucosa del lenuc vennero trovale anche le ulcere abbaslanza estese.
Nelle cavilä nasali trovansi pure ulcere superficiali e pro­fonde, queste ullime talor con distruzione del soltomncoso si estendono sulla sostanza carlilaginea del setlo nasale e sui cor-netli nasali; vennero pure trovale ulcere sulla glollide. Piccoli ascessi trovansi ai polmoni, e piü o meno estese epalizzazioni.
I ganglii del collo, deH'inguine, del mesenterio sono lu-mefatli per neoformazione di cellule bianche, imbevuli di sierosilä, punteggiali e molli, e coslituiscono, secondo il Reynal, una lesione caratterislica.
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I grossi vasi sono gonfi di sangue nero, spesso e coagulato.
Bruckmiiller osservo eziandio cenlri iperemici nella sostanza cerebrale, e qucsla la trovö meno consislenle.
Negli animali guariti di vaiuolo si notano talvolta cica-Irici indelebili in varie region!, opaoamenti della cornea, cecitä da uno o da ambedue gli occhi per le lesioni deli'of-lalmia interna, ingorgamenti del lendiiü e periartritidi cro-niche, indurimenti delle mammclle ecc.
Mczzi preservativi, di polizia sanitaria e mezzi curalivi. — L'unico mezzo per prcservare dal vaiuolo il gregge sano, si e il tenerlo lontano dagli uomini, dagli ;inimali, dalle slrade, dai pascoli, insomma dagli oggclti clie furono in contallo con malati; non accogliere nel gregge ehe individui ricono-sciuli sani e non provenienli da luoghi e da greggie infelle. L'isolamenlo il piii completo ed il sequeslro devono appli-carsi per le greggie inl'elte.
Devesi far rilardare la tosalura sino a perfella cadula delle crosle, non permeUere ai pastori ehe vendano lana sudicia, obbligandoli a lavarla in una soluzione di sapone ecc, ece.; c prima di levare il sequeslro, devonsi far lavare e slrofinaie bene le pecore guarile, onde logiiere le minime squamrrn; epidermiehc, cd assegnare poscia un luogo per il paseolo, lonlano dalle pubbliehe vie.
Infine, devesi esportare la terra del pavimento degli ovili, scavandola sino a 42 o 15 cenlimelri, e surrogarla con terra i'resca ecc, imbiancarc le pareti dell'ovile, e lasciare aperte le porte molli mesi (Lessona Giuseppe, p. 417. Giornale di Med. Ycler. pralica, 1862), e sarehbe utile non inlrodurvi pecore ehe due anni dopo la disinfezione.
Per impedire poi lo sviluppo sponlanoo non vi ha altro mezzo die la pulizia e I'aerazione degli ovili, e il non am-ministrare aiimcnli allerati e muffati.
I malati poi non devono essere tenuti in luoghi in cui I'aria sia allerata o troppo calda, ma devono essere tenuli in ovili igienici. Pel vaiuolo regolare e benigno bastano i mezzi igienici. Nel vaiuolo confluenle oltre i mezzi igienici, nella gagliardia della feblire si amministrerä il solfato di soda.
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il nitro nella bevanda o qualclie decozione emolliente, e se si formano ulcere o centri gangrenosi, 6 d'uopo medicarli convenevolmenle.
Manifcstatosi il vaiuolo in mm grcggia, I'unico me/zo per evilare gravi danni, si e I'innesto. Si sceglierä, tra le ma-late, una o due pecore in cui I'eruzione sia benigna, rego-lare, con poche puslole, e le maiale sieno in buona nulri-zionc e assai vivaci.
Si cercheranno le pustole bene sviluppate, con bordi ele-vali, ossia mature e colla linfa ehe da essc si raccoglierä, si innestcranno le pecore sane alia coda, alia faccia interna delle coscio ecc.
II melodo migliore c la puntura coll'ago scanalato; si as-sicura la pecora, indi si tende la pelle, si infigge I'ago con-lenente virus sotlo repidermide, e premendo con un dito sopra di esso, si toglie dopo qualche secondo in direzione verticale, perchö il virus rimanga sotto I'epidermide.
Le prime traccie deU'eruzione dopo I'innesto, per lo piii si vedono al 3-5 giorno, di rado all'S-iO. La maturilä delle pustole airil-13, e per eccezione al 16-18 giorno; il tempo piii breve fu dicci giorni nella slate. Per la cicatrizzazione 20-36 giorni dall'innesto; Ira il 9-iO giorno, talora si svi-lupparono pustole gangrenose, ed in un case avvenne il te-lano; la grandezza delle pustole varia Ira un granello di ca-napa ad un uovo di oca; la supcrficie delle puslole in parte vescicolare cd in parte con umbilico. Eruzione generale si verifica lalvolla in qualche individuo. In tredici morti, si notö l'epatizzazione polmonale.
La linfa fresca diede il 24 per % di insuccesso; la con-servala il 78 0/o di insuccesso. Si e notalo die la linfa pu-trefatla produsse belle puslole. Nel 1846, in un gregge col ripetuto inncsto, si ebbe il ö7 per 100 d'insuccesso, la slessa linfa in allro gregge attecchi in 98 per 100 (1).
Roche Lubin (2) osseivö alcuni casi, in cui pecore, sei
(1)nbsp; Juhresbcrichl, p. 47, 18äS.
(2)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; p. /(7, 4853.
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345 raesi dopo l'innesto, caddero affelte da vaiuolo nalurale. Os-servo la sensibililä per l'innesto in agnelli, le cui madri erano stale inoculate.
Nelle invasioni dl vaiuolo, rosservazione dimoströ ehe quasi il 9 per 100 rimane illeso.
Goli'innesto non si lia, secondo G. Lessona, il 2 0/0 di per-dila, menlrc senza innesto 1c perdite sono del 37 0/0.
II sig. Müller professore in Berlino, assicura ehe il vaiuolo pecorino e mollo piü frequente nei paesi ove si pratica l'i-noculazione ehe in quelli in cui non si pratica. Propose per conseguenza, ehe l'innesto profilalico annuo, si esoguisca su tutti gli agnolli deli'annala dello stesso paese, cd ad una stessa epoca delerminata; ehe lale inoculazione di necessilä debba annoverarsi fra i provvedimenti obbligatorii di polizia.
Vaiuolo del cane. — L'innesto del cowpox al cane, ora non attecebisee (Leblanc), ora da luogo a piecoli noduli (Chauveau), od a pustole piecole con umbilico, ma con aureola pieco-lissima (Ilamon) (1). Trasportato il virus da! cane ad un l'anciullo, ad una seimia ed al maiale, si ottenne nei primo belle pustole; nella seconda, pustole con un'aureola larga, nei terzo, puslole prive di umbilico. Waldinger, riferisce Hering, inoculö pure il vaccine al cane.
Boscnroth (2) osservö in un cane 40-50 pustole alia faccia, nei mentre ehe due fanciulli ed una donna della famiglia, a cui apparleneva il cane , erano malati di vaiuolo. Greve innesto pure il vaiuolo uraano ad otlo cani, tre morirono.
Hazard osservö la trasmissione a 17 cani del vaiuolo pe­corino, per avere mangiato carne di cadaveri; undici cani morirono.
Leblanc e Barrier parlarono di vero vaiuolo nei cane, ed Hering riferisce sintomi febbrili, vomito ecc, nei raalali.
Pare ehe assai di rado il cane abbia la predisposizione per le indicate specie di vaiuolo. Adunque non sembra ehe il cane vadi soggelto ad una specie particolare di vaiuolo.
(t) Jahresbericht. Hering, 18a9. (ä) Ibid.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1860.
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Maiale. — Sacco (1) osservö die i maiali giovani con-traggono con facilitä il coivpox, e ehe in cerli casi si svi-luppano !e [mstole del vaiuolo spurio, cioe noduli dellagran-dezza di un pisello, ehe si risolvono lasciando una lieve de-pressione. Ma il Chauveau tra i modern! coll'innesto vide formarsi papule rosse emisferiche dure al latlo, ehe si dile-guarono senza suppurare (2).
Gli esperimenli di Viborg, di Delafond e di Girard ditno-slrarono ehe il vaiuolo deiruomo si irasmelle al maiale eon facilila. Le pustole osservate da Delafond e da Girard erano higiastre, depresse alia sommila, circomlate da areola rossa e simili al vaiuulo porcino nalurale (3).
La Irasrnissione pol del vaiuolo porcino all'uomo, fu vc-dula da Eiscle, Arnsberg e Gerlaeh (4). lenner, inoeulö al proprio figlio nel 1789, linfa presa dalle pu?lole di un ma­iale. Le puslole ehe si svilupparono nel lislio di lenner, erano piecole, rotondo, lenle nella loro evoluzione.
Riferisce Hering, ehe Viborg, Schrader, Paeh, Pradal eec., distinsero nel maiale un vaiuolo benigno e maligno; i por-celiini ne vanno piü spesso affelti.
Ai fenomeni morbosi generali febbrili, segue l'eruzione di maecliie rosse alia lesla, al collo, alle coscie ecc. Le pustole ehe si formano sopra le indicate maechie hanno la grandezza di un pisello e si presenlano come veseicole appuntale (Eisele), con aureola rossa cd umbilieo; airil-12 giorno si formano le eroste eec.
Se le pustole sono confhienli, o se per azione del freddn reruzione fu oslacolala, allora insorgono gravi eomplieazioni ed avviene la morte.
Alia sezione cadaverica, Rousseau risconlrö alia cute pu­stole variamente disseminate, le piü piceole uguagliavano la
(1)nbsp; nbsp;Parola. Loco citato.
(2)nbsp; Loco citato.
(3)nbsp; nbsp;Parola. Loco citato, p. Jil. ('i)nbsp; Hering. SpecieKe Palh.
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347 capocchia di uno spillo, e le piii grosse avcvano la forma c la largbezza di una lenlicchia; le croslc coprivano una specie di ulcera a margine frangiato.
11 Greve, secondo Hering, Irovo nella trachea, nell'esofago, nel polmone ccc, pustole della grandezza di un pisello die contencvano pus sanguinolcnlo.
Venne pure trovata I'iperemia del fogato, delia milza, I'e-patizzazione, la gangrena polmonale , e I'idrotorace, chiazze di color verde giallo al fegato, la llogosi e la gangrena del-I'inleslino.
Capra. — II cowpox altecchisce nelle capre, ma ie pustole sono discrelamenle sviluppale ed umbelicale (lenner, Ilusson, Malhieu, Auzias-Turenne e Cliauveau).
11 vaiuolo caprino fu bene descrillo da llerlwig e da Waltrup; le puslole sono piccole , umbelicale e sembrano una derivazione del cotvpox.
Giesker, Lehnhardt, Kersten, Spinola inocularono, con suc-cesso, il vaiuolo pecorino alle capre. Vcnne pure osservata la contagionc in una capra coabilanle con pecore vaiuolose (Hering, loco citato).
La raalaltia osservata dal velerinario Monlinb (1) nel 18G1 in capre egiziane vicino alle lerrne di Valdieri, senibra una forma di vaiuolo. Nelle capre si accese fehbre gagliarda, con tumefazione delle palpebre e dellc labbra; la durala dello stadio febbrile fu di 2-^1 giorni; quindi avvenne scolo na­sale, aderente alle narici, grigiaslro e felido, in seguito si formarono ulcere sulle labbra, attorno alle palpebre, sulla lingua e sulle mammelle. Dopo il setlimo giorno di malatlia, si sviluppavano tumo.ri ghiandolari al collo, alia gola, alle ascelle, della grandezza di un granello di canapa ad un uovo di gallina, clie incisi collo scalpcllo, si presenlavano com-palli e grigiastri; si svilupparono inoltre infiltrazioni sicrose alia punla del pelto, Tingorgamento delle gbiandole sotto-mascellari, la losse ecc. I tumori ghiandolari al collo erano costanli. Di 120 capre nc morirono 70.
(1) Medico velerinario, 1861.
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Alia sezione, si irovava la pitmtaria sparsa di ulcere nu-nierose piü in vicinanza delle narici ehe nel fondo delle ca-vilä nasali; le ulcere erano pure numerose alia commessura delle labbra e sulla mucosa della bocca.
Scimie. — Abilgard e Viborg riuscirono a trasmellere il vaiuolo umano alle scimie. Nel 1767, una scimia conlrasse il vaiuolo in S. Gcrmano giuocando con fanciulli; ed un altro caso, pressoche simile, secondo Faulet, fu veduto a Parigi nel 1770 (Lessona Carlo, p. 392).
Le osservazioni di M. Schmidt confermarono tale tras-missione; e da una relazione di S. lago (America) del 1841, si apprende, ehe un viaggiatore osservö nelle foreste molte scimie malate e morle di vaiuolo,, tra cui ne esamino una affalto cieca. II vaiuülo in quel tempo dominava a S. lago (1).
Cammelli. — II signer Agnelli assicura ehe in Algeri si sviluppa tra i cammelli un'affezione erutliva, die altro non e ehe il cowpox, poiche (2) la linfa inoculata nell'uomo, lo preserva dal vaiuolo arabo.
Lepri. — II vaiuolo nelle lepri fu riconosciuto da Curdt, idenlico al vaiuolo pecorino. Wa giä Aslruc e Faulet ave-vano osservato ehe i conigli contraggano il vaiuolo, andando la nolle a mangiare 1'erba in un campo ove hanno pascolato pecore vaiuolose.
Uccelii. — Nelle galline, nei piccioni, nei tacchini e nelle oche, venne spesso osservala uu'eruzione vescicolare o pusto-losa al capo, sulla faccia inlerna delle ali, delle coscie ecc, ehe fu considerata come una specie di vaiuolo. Sembra ehe malattie diverse siano stale considerate come vaiuolo negli uc­celii, perche nell'epizoozia di psorospermi dell'inverno 1871-72. Le lesioni alia cresta od alle caruncole, dai conladini erano delle vaiuoli.
Vaiuolo delle galline. — Leblanc, secondo scrive Hurlrel d'Arboval, osservö il vaiuolo nelle galline in forma di belle
(1) Hering. Jahresbericht, 1862. {i} Ilmng. JahreskricM, 1852.
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249 o piccole vescichelle giallognole, con aureola infiamrnata sulla faccia interna ilelle coscie, delle ali, delle caruncole del capo ecc, I'eruzione era precedata da slato di malcssere ge-nerale o di febbre. Alle bolle succcdevano le croste giallo­gnole, coniche e formate di molli strati soprapposli. Gilbert con lo scopo di riconoscere se la malatlia delle galiine era analoga al vaiuolo pecorino, innestö queslo con molte pun-ture sopra sei laccbine e tre gallinc; ma non otlenne ri-suitamento.
Tacchini. — Scrive Ercolani (1), ehe in molte cpidemie di vaiuolo umano, i medici dicono aver osservata la malallia nei tacchini e nelle oche. Toggia osservö epizoozic micidiaii, e fa derivare il vaiuolo dei taccliini, dai montoni. 11 profes-sore T. Tombari, nel 1872 nel territorio di Fano, osservö il vaiuolo nei tacchini; tanto gli adulli ehe i novelli pre-senlavano sulla testa, suH'interno delle coscie, sulla mucosa della bocca (alcuni), delle pustoie tonde con Lordi rilevati e con pronunciata deprcssione nel centro, di un colore giallo carico e della iarghezza di un granello di leniiccliia ecc. La materia della suppurazione fu abbondanle, c di odore pic-cante negli adulti. I piü giovani Ira il 3-4 giorno di delta suppurazione morivano quasi consunti; tra gli adulti mori-vano quelli ehe avevano pustoie in bocca. Le galiine cd i piccioni ehe vivevano coi tacchini non ne furono colpiti.
11 vaiuolo dei tacchini si manifesto dove erasi sviluppato il vaiuolo umano. Tombari in due tacchini inoculö pus tollo da pustoie vaiuolose di un giovane di 16 anni. Uno dei tac­chini inoculato al sesto giorno, al luogo delle punture pre-senlo piccole prominenze rosso-gialle, dolenti al tatlo con gonfiore alia loro base; e l'animale divenne triste, senza ap-petito ecc. Dopo il 9 giorno eransi formate vere pustoie ma piccole, il pus di queste pustoie aveva Todore del pus dei tacchini di cui si parlö di sopra.
Piccioni. — Rohhvcs (Ercolani) dice i \aiuoli dei piccioni
(I) iWedicu wfer., 1861, p. 467.
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liericolosa e maligna malattia; e dello dagli aulori (Arboval, Guersent) comunissimo in Italia.
Alcuni asseriscono frequenle I'eruzione vaiuolosa nei co-lombacci. Nelle torlore rinlezione dal vaiuolo urnano e alfer-mala da molli (Ercolani).
Ho fatlo un cenno dei cosi delli vaiuoli degli uccelli, onde invogliare i veterinari a ricercare cogli innesli la loro na-tura, e se idenlici o non, colla specie di vaiuolo conosciulo.
Malattie veneree e sifilitiche.
Alia mucosa degli organ! di relazionc scssuale dcgli ani-mali venncro osservale cd ossoivansi lalvolla forme di flogosi die si propagano coiraccO[ipiameiilo. La propagazione si compie per im principio virulente sccondo gli uni, o per malerie irrilanti secondo gli altri. Le forme di flogosi ehe reslano local! e producono solamente alterazioni local! piü o meno gravi, venncro chiatnate semplicemenle vencrce, ad es., la blennorragia (urclrite, vaginile) e la oftalmia bleunorra-gica del cane, i'esantema venereo del cavallo e delle altre specie di animal! dornestici. Le nitre specie di flogosi ehe producono solo lesioni local! in prima, e poscia diventano costituzionali od universal!, ossia infeltano altri sislcmi del-recouomia animale, si mantengono e dift'onduno per un virus speciale, furono delte sifilitiche. Di queslc non troviamo negli animal! die la sifilide equina, ossia morbo coitale maligno.
Blennorragia venerea net cane, rtrclrile e vaginile conta-giose. — Consisle, sccondo no scrive Hering {Specielle Path., p. 075), ncllc flogosi della mucosa deH'urctra nei maschi e dclla vagina nelle femmine, ed e caratlcrizzala da uno scolo urctrale o vaginale muco purulento, da principio senza odore e poscia fetido. L'emissione dcH'urina e spesso difllcile e do-lorosa, se la malattia si fa sub-acuta. Secondo Hering, nei maschi dctla flogosi puo essere accompagnala talora da ba-lanite (flogosi del pene), da postitc (flogosi del prepuzio), da ulceri superficiali o rodent!, da condilomi e verruche in forma
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di cavolofiore, ed in seguilo anche da orchite, da proslalilc, e da cislile ecc.
Greve inoculo un cane al prepuzio; dopo sei giorni si formö un'ulcera rodenle al luogo dell'inneslo; la poslile si lece acula, il pene era in erezione cominua , fu oslacolala Tcmissione dell'urina e Tanimale mori al 23 giorno. Schneider vide un cane ehe da parecchi anni era afTetto da blennorragia laquo;relrale e da condilomi. Riferisce pure Hering, ehe i cani si comunicano la malattia alia mucosa delle labbra, della bocca, degli occhi e dclle orecchie.
Oflalmia blennorragica. — Secondo il veter. Guiltnol (1), {)uö essere acula o cronica, e consiste nclla flogosi della con-i^iunliva palpebralc ed oculare (oongiunlivile), ed infine anche della cornea (keratile). Dalle ricerchc ed esperienze del Guilmot, risuha ehe sempre dipende dal trasporto diretlo della maleria muco-purulcnta ehe cola daila vagina o dal-I'urelra. Difl'alti 1'A. de|)Ose, sulla congiunliva di due cani dell'elä di Ire anni, della materia dello scolo uretrale; al terzo giorno si sviluppo congiunlivile con dolore pruriginoso, al quinlo giorno si nolo aumenlo di lemperalura, lagrirna-zione, folofubia; al sellimo separazione di muco-pus dalle congiunlive, agglulinamenlo delle palpebre ecc; al decimo giorno ulccre alia cornea ecc.
Due altii cani posti per 15 giorni nel canile infetto, con-trassero la congiunlivile blennorragica in grade lieve. L'A. ebbe ad osservare e curare 24 cani aflclli da quesla malatlia.
La cura consislelle nel coilocare gli infermi in luoglii sani, ncl cibarli con lalle e brodo di carne, e neH'animinislrare un purganle di olio di ricino, e poi il halsamo di copaiva e nell' usare qual rimedio eslerno la pomala di precipilato rosso.
Non si sa se l'uretrile e I'oflalmia blennorragica del cane siano prodotte da un virus. Mancano ricerche microscopiche in proposito. Del reslo sono malaltie rarissime.
(I) Mciico /'tier., 1SC2, p. 6H.
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Esantema venereo o coitale, morbo coitale benigno, morbo venereo. Aphten und Beschalausschlag, ledes.
Malaltia contagios.i sempre locale e die si presenla alia mucosa degli organi di relazionc sessuale per io piü in forma di ilogosi catarrale con eruzione di vescicole o fliltene, seguite poi da ulcere e scolo, e da piü o meno rapida guarigione. Le successioni morbose gravi sono rare. Venne osservata e de-scrilla in Italia negli stalioni e nolle cavalle da L. Bellardini, da Lessona Carlo (1), da V. Giolo di Rovigo e da G. Elelli (2).
Virus. — Mancano osserva/.ioni inlorno alia forma del virus. Difl'erisce perö per natura dal virus della sifilide o morbo coilale equino maligno, dal virus sifilitico della specie umana, ed ha una grande analogia col virus blennorragico o gonorroico della slcssa specie umana.
Conlagione esviluppo. — La malatlia si trasmelle col mezzo dell'accoppiamenlo dagli stalioni malati alle cavalle sane, e da quesle a quelli. Nel .Magazin di G. e II. (3) si racconta ehe uno Stallone ehe coperse 50 e piü cavalle, ne infeltö 32, parle ai genitali e partc al garrese (colia morsicatura nel-I'alto del coito). La malatlia si comunicö anche ai puledri delie cavalle, di cui alcuni morirono. G. Elelli e V. Giolo assicurano, ehe quando la maleria virulcnta e deposilata sulla mucosa della bocca, produce una stomatite aftosa con ingorgamenlo dei ganglii sublinguali; sulla congiunliva pro­duce una congiuntivile ulcerosa con epifora, e sulla mucosa nasale una corizza ulcerativa. V. Giolo e G. Elelli hanno inoltre osservato la conlagione all'uomo, quando alle mani vi erano escoriazioni ecc. Anche il Renaud nel 1803 (4) fece analoga osservazione di conlagione all'uomo.
(1)nbsp; Giornah di vetcrinarin. iSSo.
(2)nbsp; Ciornale di Med. yeler. pratica, 1861. (i) Jahres'). Hering. i8o6t p. 6ti.
i'l) Reeueil, png. 421, 1863.
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353 La malallia si sviluppa sponlanea nelle cavalle appena dopo il parlo, o lungo tempo dopo, od all'epoca del calore. Negli stalloni, lo sviluppo sponlaneo si vuole dipenda dall'abuso del coilo. Werner crede la malattia in relazione causale col barbone o gourme, ed assicura averla vedula comparire du-ranle il dominio di questa malatlia. Ne' casi di contagione, la malallia si rnanife.sta al 3-5-11 giorno dopo il coilo.
Sintomi, andamento e lesioni negli stalloni. — La flogosi puo cominciare al pene, al ghiande, od al principio (ioll'u-relra. Se e leggiera e con carattere benigno, nelle delle parli lievemente tumide e dolenli, si formano pustoie e vefcicole, ehe rorapendosi, dänno luogo ad un'ulcerazione superficiale a fondo rosso ed a margini regolari, da cui cola siero pu-rulento. Senza altra lesione locale o generale, Lessona Carlo nel 1815-45-46, la vide guarire nello spazio di 10-12 giorni. Fischer vide il primo sladio delTeruzione delle fliltene, co-sliluilo da piecole tuberosilä periformi, accompagnale da lieve lumefazione edematosa al prepuzio (poslile), Altri pralici os-servarono le vescicole esscre seguile da ulcere ehe si copri-vano di essudato o da croste e ehe guarivano presto, la-sciando alia loro caduta, chiazze bianchiccie o cicatrici. Giolo ed Eielli nel 1837-38 osservarono l'eruzione di vescicole, ora isolate, era confluenli, bianchiccie, semisferiche, del dia-mclro tii un pisello, ehe dopo due giorni al piü dalla loro comparsa, si rompevano e producevano uno scolo giallognolo. In altri casi l'eruzione delle fliltene fu preceJula (Giolo, Eielli) da scolo leggiero, limpido in principio e poi abbon-danle, giallaslro, denso, mislo talora a striscie di sangue, da frequenti erezioni, dali'emissione dolorosa e a goccie dell'u-rina, da febbre e lalune volle da ematuria o da ischuria. Verso la declinazione della flogosi, in seguito ad appropriala cura, avveniva l'eruzione delle flittenc.
Qualche pralico osservö l'eruzione locale collegarsi con uno stalo di malessere generale, con lumefazione dei gangli inlermascellari, scolo nasale, noduli alia cute e lieve movi-mento febbrile.
Riwltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ä3
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Quando il morbo cone coi fenomeni sopra indicali, la sua durata e breve, 10-30 giorni.
Ma quando la malallia, o per disposizione, o per Irascu-ranza di ogni regola igienica, o per medicazioni sconvenienli, assume un carattere maligno ed un andamenlo aculo, allora, secondo Giolo ed Eletli, I'eruzione delle vescicole non c pre-ceduta da scolo, la flogosi si accende gagliarda al pene od a! ghiande ecc, ed in breve spazio di tempo, si formano ulcere maligne, ehe ora lianno una superficie livida e bordi rossi, ed ora sono coperte da escare; se non sono conve-nienlemente curate, separano una sanie irritante la mucosa del prepuzio e del ghiande e ne seguono escare gangrenose nelle detle parti, le quali escare tolte, nelle ulceri talvolta ri-pullulano escrescenze fungose ehe coprono lulto il glande. Le escare gangrenose formatesi sul ghiande , sulla verga o sul corpo cavernoso dislruggono talvolta la parete deU'urelra, oppure la gangrena invade il pene.
In altri casi la flogosi si diffonde al prepuzio, allo scroto (con ingorgamento sieroso ehe si estende fino solto il venire) ed ai testicoli. In seguito alia formazione di ulcere sul ghiande, sulla mucosa del prepuzio o sulla verga, puö manifeslarsi la llmosi o la parafimosi. Come suceessioni si osservarono I'in-durimenlo del pene, il restringimento uretrale, I'idrocele ci-stico e rorchite cronica (scirro).
Sinlomi, andamenlo nelle cavalle. — Nelle cavalle la ma-lattia comincia con irritazione calarrale alia mucosa vaginale c vulvare; appariscono sulla mucosa punti rossi e poi bot-loni e si formano vescicole o pustole per lo piii ai bordi od all' entrata della vulva, od alia sua parte inferiore at-lorno alia clittoride. Lo scolo ehe ha luogo e dapprima mucoso, poscia divenla purulento; quando e leggerissimo, le malate hanno i segni del calore; se piü grave fanno fre-quenti sforzi per urinare; spesso ai bordi della vulva, la ma-teria dello scolo si essica in erostieine. Ballardini nel 1847, alia faccia interna della vulva ed anche ollre le grandi labbre, osservö delle ulcere estese con fondo giallo pallido, lardaceo, accompagnale da un qualche stillicidio puriforme e da tu-
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355 mefazione, ed in alcuni casi ben anco da tumefazioni ghian-dolari o bubboni all'inguine, con inlumescenza alle mam-melle ed in qualche caso ai garrelti (1).
V. Giolo e G. Elelli nel 1837-38 osservarono la malattia con caraltere maligno. La lumefazione della mucosa vaginale c vulvare era grande, tanlo die talora vi era ostacolo all'e-missione dell'urina; lo scolo era da principio bianchiccio, denso, e dopo la comparsa delle ulcere si faceva filoso, ver-(liceio, linto in sanguigno. Per causa del prudore, Je malale fregavano gli organi genitali contro i corpi circoslanli, emet-tevano spesso 1' urina e parevano in preda all' estro amo­roso. Se la malallia non veniva energicamenle e convenevol-mente comballula, aumenlava la tumefazione; se 1c grandi labbra della vulva si facevano edernatose, la mucosa prendeva un colore azzurrognolo, le malale si accosciavano spesso per urinare, lo scolo diveniva felente, le ulcere si allargavano e succedeva la perforazione della vagina e talvolta anclie del-1'inleslino; tanlo die le feccie venivano emesse in parte per Fano, ed in parle per la vagina. Di rado nelle femmine gli A. videro la formazione di bubboni all'inguine. In seguito alia formazione delle lesioni sopra indicate succedevano fenomeni generali, paraplegia e morte.
La forma grave del morbo venne eziandio osservata dal Renaud nel 4863. La durala fu di 40-60 giorni. La forma benigna ha una durata molto piü breve. In questa, se dopo la guarigione delle prime ulcere, se ne formano delle no-vclle, allora la durata puö essere da 5-6 settimane.
Questa malattia venne eziandio osservata nei tori, nelle vaccbe, negli ovini e nei suini deslinati alia riproduzione. Secondo qualche autore in alcune rep;ioni sarcbbe frequente, la forma e ordinariamente benigna (Vedi Hering, Path. Sp., Spinola, Handbuch, ecc, Fischer, Nouveau Dictionnaire, ccc).
Mezzi profilalici di polizia sanitaria c curativi. — Pare ehe la piü scrupolosa osservanza delle regole igieniche riguardo ai riprodullori della specie, valga ad impedire lo sviluppo
(1) Gamberini. Loco cilalo, p. 38-39.
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spontaneo e sopratlullo il non far coprire le cavalle in epoca troppo vicina al parlo ed afTclte ancora da qualche irrita-zione catarrale alia mucosa vaginale, il coilo moderalo clegli slalloni e la pulizia degli organi genitali. Per imped ire poi la diffusione della malallia, bisogna lenere lonlane dal coito le femmine ed i maschi malali fino a guarigione complela. Quando la malallia e benigna, ordinariamenle per la cura haslano i mezzi igienici coH'amministrazione interna di qual­che rinfrescalivo (sollato di soda e nilro), e I'applicazione lopica di astringenli leggieri od emollienti secondo I'indica-zione. Qnando la flogosi agli organi genitali c iniensa e gli animali presenlano fenomeni morbosi gcnerali, allora negl'in-dividui robusli ed in buon stalo di nulrizione, devesi ricor-rere al salasso alia giugolare; e localmenle si faranno ripe-lute iniezioni emollienli e mucilagginose e poscia astringenli, secondo il bisogno si ricorrerä alia cauterizzazione delle ul-cere, alle scarificazioni nolle enormi tumefazioni, e agli altri mezzi indicati dalla cbirurgia in caso di fimosi c di perafl-mosi. Ne' casi gravissimi di gangrena del pene, si dovrä fare Fampulazione. E sopraltutlo indispensabile la accurata pu­lizia delle parti malate. Ballardini ricorse anche aU'ammi-nistrazione interna dei preparali mercuriali e di iodio con grande successo, specialmente ne' casi gravi.
SiElide umana.
Malallia propria della specie umana, primilivamenle locale e caratlerizzata da un ulcero molle delto anche primitive ov-vero piii spesso da un ulcero duro dello eziandio infetlanle alle mucose degli organi genitali o di altri organi; lalvolla e anche caratlerizzata da blcnnorragia (flogosi della mucosa uretrale o vaginale); in ogni caso puo sempre essere accom-pagnala da adeuiti consecutive. Per la diflusione del virus neU'animale economia o per la via dei linfatici o per quella dei vasi sanguigni si fa morbo universale o generale ed al­lora viene cbiamata sifilide secondaria o coslituzionale: la si-filide coslituzionale, ehe e morbo proteifortne , e caralleriz-
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/.ala dall'ulcero duro, da adenili secondarie, da dermalili, da tubercoli e da ulcerazioni dette sifilitiche, alle mucose della bocca, della faringe, del palalo, del naso, ecc. ecc, da kera-lite, da irite, ecc. Se nella cura della sililide secondaria non venne dislrulto od eliminato daU'economia tullo il virus sifi-lilico, ma ne rimase qualche molecola nei gangiii (ove se-condo il professore Sperino puo rimanere a lungo inerle senza moltiplicarsi), allora dopo ehe una guarigione apparente lia durato per piii o rneno lungo tempo , ricompare la sifiiide coslituzionale, da molti medici ciiiamala lerziaria; e quesla conlrassegnata da eleroplasmi siluati piü profondamenle come tubercoli, gomme, nodi, peiioslili, osteili , dolori osteocopi, flogosi al cervello , al fegato , ai reni, ecc. ecc, ed inline da cachessia sifililica, ecc.
Inollre la specie umana e spesso affella da un ulcero molle detlo anche seraplice, da blennorragia (uretrite, balanite, po-stite, vaginite) ecc. non prodolle da virus sifilitico, le quali o per un virus particolare o per le qualilä irritanti del pus, si trasmeltono pure col mezzo deH'accoppiamento, e possono essere seguitc da gravi alterazioni locali ed anche da neo-plasie ehe hanno analogia colle sifilitiche. Di piii il pus della blennorragia non sifililica c anche un irrilante per la con-giuntiva, onde viene spesso a destarsi una congiunlivite bien-norragica. Percio alcuni medici ammettono un virus blennor-ragico o virus gonorroico. Qucste forme morbose non prodotle dal virus sifilitico sono indicate col nome di veneree, perche non sono mai seguite da sifiiide coslituzionale.
Virus gonorroico o blennorragico. — II prof. Salysbury ri-pone il virus blennoragico in elemenli vegetali die riliene spetlanti ad un alga ehe chiaraa Cripta gonorroico. Quesla e {fig. 62, a) formata da cellule minime (dette spore dall'A. e ehe non sembrano altro ehe micrococclii) ehe si mollipli-cano sulle mucose genilali e poi si aliungano in filamenli cmbrionali {le.U. b) die poco a poco diventano maturi {lett. c) e producono le spore (lett. d) {Zeitschrift etc., p. 33, 1873).
Virus sifilitico. — E fallo dai micrococclii secondo il pro­fessore Hallier (1868); Ilallier daila coltivazione dei micro-
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cocchi giunse ad otlenere una forma di micelio, ehe deno-minö Coniolekium syphüiticum. Nel 1870 dal proi'. Sperino e dai signori D. cav. Gaglia e Giacomini, mi furono donati aleuni tubelli pieni di linfa sifilitica presa da un'ulcera sifi-litica, perche facessi innesli sugli animali. CoH'esame micro-scopico ritrovai, ehe la predelta linfa era fatla da cellule purulente e da corpuscoli analoghi a quclli della saliva pieni di zooeocchi ossia di microeocchi un po' allungati, finissimi, dolali di movimento singolare e formanli negli indicart eor-puseoli un formicolio rnirabile a conlemplarsi.
II Dr. Drigidi (1) nel sangue del eadavere di un sifililieo osservö:
I0 Un gran numero di granulazioni lucide, rotonde, se-movenli del diametro di 1-2 milles. di millim.
2deg; Cerle forme di basloncelli, fortemenle refiangenli la luce , isolali o riunili in numero di due o di Ire in serie lineari.
3deg; Taluni corpi vescicolari sferici della grandezza dei leueocili, nel conlenuto dei quali scorgevasi un brulichio pro-dolto dal muoversi rapide e quasi vorticoso di tanti piecoli granuli. Non vi ha dubbio ehe gli elementi descrilti dal dol-tore Brigidi non sono allro ehe forme del virus sifilitico.
Un'altra forma del virus sifililieo sembrano gli elementi osservali dal Dr. Loslorfer (2) cbe ehiamö corpuscoli della sißlide e ehe non sono allro ehe forme di eriptoeoeebi. II Dr. Lostorfer pone una goeeia di sangue di un individuo si­filitico sopra un porta-oggelli e la ricopre con una lamina sollile di velro e la colloea poscia in una camera umida, ove rimane euslodita per essere osservata di giorno in giorno. 1 microeocchi contenuli nel sangue, a poco a poeo ingrandi-scono finehe si rendono visibili e toccato un grado di svi-luppo si moltiplieano per gemme (eriplococchi). L'A. con queslo metodo pole fare la diagnosi di sifilide. Ma si com-
prende, ehe perche queslo metodo riesca, e necessario ehe I
(1)nbsp; SperimtnlaJe, p. 39, 1872.
(2)nbsp; nbsp;Cazzella Mid. Ilal. Lomiarda, p. 59. 4 872.
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nel malalo sia gia avvenulo rinquinamenlo del sangue, e dip questo conlenga un grande numero di rnicrococchi. Quesli criplococcbi si trovano anche nel pus dei buboni aperti, come vidi assieme al Dr. G. Marcacci.
II prof. Salysbury considera il virus sifililico come un algn ehe denomina Crypta syphililica. Quesla nelle ulcere e for-mata da filamenli con estremitä oltuse e rolonde, flessuosi, lavvolli, omogenei, Irasparenti senza linee trasverse[ßy. (31, laquo;). Questi filamenli derivano dalle spore (lett. b) ehe sono cel­lule minirae (micrococchi) rolonde, le quali gennogliando danno origine ai filamenli sopradescritli die frullificano poi alia loro volla {ßg. 70). Nel sangue venne trovala dall'A. in forma di filamenli e di spore germoglianli {ßg. 69).
Trapasso delle forme morbose venerce e della sißlide umana negli animali. Scimia. — 11 Dr. Auzias-Turenne nel 1844 annunziö aU'Accademia di Medicina di Farigi, di essere giunlo ad inoculare la sifilide primiliva ad una scimia; e la scimia presenlala all' Accademia aveva 10-12 ulceri in apparenza perfetlamente carallerisliche. 11 Cullerier voile ripeiere I'espe-rirnenlo d'inneslo insieme all'Auzias-Turenne, ma vani riu-scirono i lenlalivi. 11 Cullerier ehe esaminö la scimia del-I'Auzias-Turenne non ritenne le credute ulcere per caralle­risliche, come pure, essende venula a morte la scimia per lubercolosi, rilenne effelto cadaverico e non rosolia sifililica, le macchie echimoliche del cadavere.
Nel 1850 l'Ausias-Turenne inoculö il pus ulceroso primi-livo di un uomo nell'elice dell'orecchio deslro di un scimiolto: quivi sviluppossi un ulcero carallerislico, col cui umore venne fallo un secondo innesto nello stesso scimiolto. 11 Dr. Roberto De Velz, coH'umore dell'ulcero dell'animale si inoculö in tre diverse epoche il proprio braccio ed ogni volta vide svilup-parsi un ulcere venereo carallerislico. 11 professore Gambe-rini avrebbe desiderato, per la soluzione del problema, die il De Velz coll'uinore delle proprie ulcere avesse inoculato un allro scimiolto (1).
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(1) P. Gamberiui. TraHaUgt;s etc., delle malaitie venerer, p, 38.
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II Dr. Lund (1) ebbe ad esaminare il cadavere di una scimia {Macacus sinicus) ehe, per quanlo si diceva, aveva sof-ferlo la sifilide. 11 pene di queslo macaco era quasi dislrutlo da ulcere, i peli erano quasi tutti caduli in varie regioni del corpo, il frontale ed alcune ossa lunghe, erano affelte da carie. Dalle ricerche falle dal prelodalo doltore presso il Giardino zoologico in cui visse quel macaco, apprese ehe talvolla le scimie sono colpile da una malatlia conlagiosa carallerizzata da ulcere negli organi genilali: gli fu moslrala una femmina malala, nella quale vide alia vulva alcuni con-dilomi discrelamenle grossi con uno scolo sieroso purulenlo.
II Dr. Schmidt, direttore del Giardino zoologico di Berlino scrive, ehe molli esperimenti hanno dimostralo ehe la sifilide c facilmente Irasmissibile alia scimia, ma ehe finora non venne dimoslrata la conlagione Ira le slesse col mezzo dell'accop-piamento.
Sembra pertanto potersi ammettere: i9 11 trapasso dell'ulcera primitiva deH'uomo, in parlico-lari condizioni di predisposizione, alia scimia e da questa alTuomo.
2deg; Nissun fatto coraprova la contagionc dell'ulcera pri­mitiva tra scimia e scimia.
3deg; Non si puö con sicurezza affermare ehe le lesioni allo scheletro accennate soltanlo dal Lund, sieno effetto di sifilide costiluzionale. Lo slesso dicasi delle ulceri rodenti al pene, e dei condilomi alia vulva; le quali ultime potrebbero essere una successione della vaginile venerea, come venne notato nel cane.
Cane. — 11 dott. Lallemand raecontö ehe una donna con-Irasse ulceri sifilitiche (!) da un cane (2). II dott. Pislocchi nel 1850 scrisse al prof, Gamberini (3) ehe un tale affetto dal mal venereo ulceroso praticö brutalmente il coito con una
(1)nbsp; Jahresberichl. Hering, 1865, p. 57.
(2)nbsp; Hering. Repert. p. 52, 1851.
(3)nbsp; Opera citata. p. '40.
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3(51 cagna di razza bracca di slalura mezzana, di carallere viva-cissimo e ben nulrita. La povera bestia cadde subito rnalata, divenne trisle, beveva molto , non mangiava, camminava a stenlo lenendo divaricate le gambe posteriori, presenlava lu-mefazione all'ano, alia vulva, colle labbra di quesla rovesciate in fuori; e si leccava continuamente le parti malate, recan-dosi di qnando in quando a prender bagnature nell'acqua corrente. Gnari, ma non sopravvisse di molto. Greve ritenne di natura sifilitica (!) le neoplasie in forma di cavolo fiore die non di rado si presentano al pene del cane. 11 prof. Rollet ammise la blennorragia nel cane (venerea).
II dott. Ilorard e F. Peucli (1) tenendo conto della distin-zione fatta dai sifilografi tra ulcera semplice, blennorragia (balanile, uretrite, vaginite ecc.) veneree non specifiche e non infetlanti, e tra ulcera sifilitica vera ecc. infettante, inlrapre-sero un doppio online di esperienze nel cane ed in altri ani-mali onde giungcre a risolvere il problema del Irapasso delle affezioni veneree agli animali. Dalle loro esperienze fatte con inaterie non sifilitiche, dedussero:
1deg; 11 pus o muco pus della balanile e della uretrite del cane (blennorragia) non e inoculabile alia congiunliva dello slesso cane non avendo, negli esperimenli falli, prodotto ehe una pa?seggiera irritazione.
2deg; II muco pus della blennorragia dell' uomo deposto nel canal dell'urotra del cane da luogo ad un'urelrite di breve durata ehe e ben lungi dall'avere le successioni ehe si notano nell'uomo.
3deg; Le punlure falte coll'innesto dell'ulcero semplice non infettante, si comportano come semplici ferite e solo una volta si notö in esse la formazione di due piccole pustolette ehe guarirono in sette giorni. In due casi avvenne la tume-fazione dei ganglii inguinali chß si risolse presto.
4deg; Che non esiste nel cane una balanile, una uretrite, una vaginite blcnnorragica come nell'ucmo.
(I) ttetucil. ecc, 4371, p. 161.
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Perö, gli esperimenli sopra riferiti non valgono a dislrug-gere le osservazioni del Guilmot (vedi sopra).
Delle esperienze poi falte coll'innesto di pus di placche mucose (sifilide vera) vennero alia conclusione ehe la sifilide non e punlo inociilabile al cane.
Lo scrivente nel 1870, al ghiande ed alia congiunliva di due cani ha inoculate linfa di ulcero infettanle donalagli dal prof. Sperino e dai dottori Gaglia e Giacomini. Le punture fatle cicalrizzarono presto e la mucosa del ghiande si man-tenne rossa per alcuni giorni; nissun fenomeno fu osservato nella congiunliva.
Inbsp; casi di non trastnissione soprariferiti confermano quelli gia regislrali nepli annali della scienza ehe devonsi al Del-I'Acqua (1) a Velpeau, a Riccordi ecc. ecc. e sopralutto ad Hunter ehe primo affermo la non trasmissibilila della sifi­lide al cane.
Con lulto cio merilano di essere riferiti gli esperimenli di E. Semmer (w2), ii quale con filo imbevuto nel pus del-l'ulcere indurito inoculö un cane sul gluzio e tre cagne alia mucosa della vagina.
IInbsp; cane fu assalilo da febbre e convulsioni e mori aH'ot-lavo giorno. Alia sezione cadaverica si Irovo infillrazione sierosa allorno al luogo d'innesto, rammollimenlo del cer-vello e del midollo spinale con versamenlo sieroso nei ven-Iricoli cerebrali.
Nelle tre cagne nel punto dell'inneslo si sviluppö una tumefazione seguita da suppurazione e da cicatrizzazione: perö la tumefazione ricoraparve piü tardi e produsse la merle dalle tre cagne. Alia sezione cadaverica si trovarono mac-chie rosse bluastre alia vagina, echimosi aU'intestino ed al legato e piccoli stravasi nel polmone: in una delle dette ca­gne si notö la vagina rossa,, stravaso di sangue, tubercoletti ed epalizzazione al polmone. 11 sangue era rosso bruno,
(I) Dell'Acqua. Sulla, trastnissione della sifilide dcU'uomo laquo;ti bruli, Hitano 4867. (i) Oesterreich. Viertclich. bd. xxx, 4 869.
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vischioso, coH'aspello piceo ; i cadaveri mandavano un odore puzzolenle.
L'innesto fatlo da E. Semmer col pus essiccato del luber-colo duro, e col pus e col sangue di un uomo sotloposto a cura mercuriale fu senza effello.
Potremo adunque conchiudere: i0 Se il muco pus della balenite, dell'urelrite ecc. del cane per lo piu non e inoculabile nel cane; acquislando pro-prietä irritanli puö determinare nel cane una congiuntivile blennorragica grave.
2deg; Che qualche volla I'inneslo dell'ulcero semplice del-I'uomo delto non infetlanle, puö dar luogo a puslolette ehe preslo si diieguano, e die il muco pus blennorragico del-I'uomo ha azione irritanle sulla mucosa dell'urelra del cane e la flogosi ehe ne consegue, ha breve durata e non d.h. luogo alle succession! ehe si osservano nell'ucno.
3deg; Che se non si riusci a comunicare al cone I'ulcero sifi-litico infetlanle, si e perö notato ehe il pus sifilitico produce nel cane per lo piü un'irritozione passeggiera , in qunlche case (inneslo falle col fdo imbevuto di materia sifililica) avendo proprietä irrilanli ha destala una violenta irrilazione locale e prodotta la morte degli inoculali con fenomeni e lesioni analoghi alia seplicoemia.
Gailo. — 11 doll. Malgaigne assicurö avere veduli lulli i fenomeni della sifilide cosliluzionale nel gatlo. L'illusire Au-zias-Turenne nol 1866, inoculö gatli alle orecchie e nel luogo dell'inneslo vide formarsi un ulcero con bordi frangiati, denlali, con fondo ed aspello grigiastro (1). Nella sifilidf cosliluzionale assicura poi, ehe i gatli non miagolano piü come prima, hanno la voce piü debole ed alcune volte presen-lano I'ulcerazione della cornea (due casi).
11 prof. Diday (2) inoculö un gallo aU'orecchio con pus dell'ulcera primiliva deH'uorao : al 6deg; giorno osservö l'ulcera
(1) fieperforium. Hering, v. 13.
{2) Jahr. Ber. Hering, 1S51, p. 17.
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Ibrmata; col pus dclla quäle inoculö con successo all'orec-chio allri galti; in un case vide I'ulcera con lulli i caratteri deli'ulcera sifililica umana. Con pus preso da un'ulcera dei galli inoculö se slesso con due punlure al dorso del pene. In tre giorni si sviluppö al luogo dell'inneslo una pustola e poi un'ulcera, la quale, malgrado la cauterizzazione si estese e fu seguila ila un bubone all'inguine. Col pus del-ulcera al pene e con quella del bubone, inoculö con favore-vule risullato un coniglio. Osservo ehe nel coniglio I'incuba-zione del virus del cancro priniitivo fu piü lunga die nei galti, le ulcere furono meno infiammate ed eslese, evidenle-mente dure e di guarigione piü larda.
11 dolt. Vernois osservö un galto affelto da discrasia sifili­lica, con ulcere in bocca per aver mangialo sostanze inqui-nate da virus sifililico (1).
II Dell'Acqua (2) racconla die il doll. Riccordi nell'infer-meria dei venerei vide pure un gatto, il quale dormiva nella cesta, dove erano le medicazioni lorde, mori tabido con vaste piaghe alia bocca; anche il dolt. Scaienzio, nel sifilicomio di Pavia, osservö un gatto affello da ulcere, dell'aspetto del-ulcero molle alia bocca , colle glandule di ambedue le re­gion! della gola ipertrofiche ed indurite. Tanto il Riccordi die lo Scaienzio credono die i due galti fossero affelli da ulcere di natura venerea, ma non sifililica.
Nel 1866 l'Anzias-Turenne (o) narrö la storia di un gatto deU'etä di cinque anni ehe dal 6 ollobre iamp;6i era slato sot-toposto aH'innesto di materie virulente di varia natura. 116 rnarzo 1865 quatlro giorni dopo rinneslo di pus preso da puslolette del prepuzio e da placclie mucose deH'uomo, il gatto presenlö una piccola ulcera ehe guari in 12 giorni e die indarno si lenlö inoculare aH'uomo. Nel luogo d'innesto della placca mucosa si svilupuö una papula, die scomparve
(1)nbsp; Jahresbericht, 1863. p. 37.
(2)nbsp; nbsp;Dell'Acqua, opera citata. (?) ffcciieil. ccc. 1866. p. 661.
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3Cö poi. Verso la fine del giugno 1865 si sviluppo in dello galto alia base degli arligli una placca rnucosa ben circoscritta, arrolondala, ineguale, lucenle, di color maltone un |io' scuro, con secrezione abbondanle, e di odor nauseabondo.
Ad un lempo cotnparvero, sulla cule del galto , cioc alia lesla, sul menlo, collo e sopra il dorso, delle piccole croslc, secche analoghe a quelle deU'acne e somiglianli alle crosle del cuoio capelluto di cerli individni della specie umana affelli da sifilide. La placca mucosa alle zampe guari in Ire seltimane, ma le cro?le alia cute di rnano in mano die scompa-rivano, si riproducevano. Verso la fine del dicembre 1865 il gatlo presento due balloni croslosi sotlo il menlo, un po' co-nici, del volume di una lenlicchia, poscia il numero dei bal-toni andö moltiplicandosi tanto ehe il gatlo prese Taspcllo di un sifililico lubercoloso. Le indicate lesioni poco a poco scom-parvero.
Secondo Horard, Peuch ed altri medici illustri le lesioni descritte dal Auzias-Turenne nel suo gatto non erano di na-tura sifililica.
Ma gravi risultali ottenne E. Semmer coU'innesto al collo col mezzo di ßli imbevuti nel pus dell'ulcero duro. I galti furono assalili da febbre, inappetenza, abbaltimenlo, e mo-rirono. Alle sezione si trovö nel luogo dell'innesto infillra-zione gelatinosa nel connetlivo e Ira i muscoli e suggellazioni.
I dott. Dell'Acqua e Porro nel 1857 ottennero risultati negativi.
Perö il Bradley nel 1871 inoculö il pus dell'ulcero duro ad un gattino: dopo 2-3 seltimane si svolse nel punlo ferilo un locale indurimenlo e poi comparvero i sintomi di morbo coslituzionale: ucciso alia fine dell'oltava setlimana presenlö gomme ai reni ed al fcgato (1).
Dalle cose sopra esposte debbesi arnmeltere:
1deg; L'inoculabilitä della sifilide al galto ed in eerie con-dizioni di predisposizione, lo sviluppo, dall'iilcera primiliva, della sifilide coslituzionale.
(I) P. Gambermi. Opera citala, ]gt;. 40.
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2deg; L'inoculabililä per eccezione anche dell'ulcera sem-plice cioe di queli'ulcera credula non infettanle (Horard e Peuch).
Coniglio. Cavia cobaya. — Mentre il Rollet assicura ehe il mueo pus della blennorragia attecchisce nel coniglio, Horard e Peuch coU'esperimento ottennero risultamenli negativi.
Depaul, Reynal, Fournier non riuscirono a trasmettere al coniglio il cancro semplice. Ma il Riccordi e Dcll'Acqua ot­tennero risullati positivi coH'innesto di materie prese da ul-ceri veneree.
Fournier, Riccordi, Dell'Acqua ecc. inocularono senza risul-tato il pus di ulcere o di altre lesioni sifilitiche.
Abbiamo giä sopra indicate ehe il Diday coll'innesto del pus dell'ulcera semplice e del bubone dell'uomo produsse nel coniglio un'ulccra dura. 11 dolt. Gailleton il 6 giugno 1866 tlaH'innesto del virus sifililico alle orecchie del coniqiio vide formarsi un'ulcera rotonda, con bordi tagliati a pieco, fondo pailido e sparso da detrilo. 11 giorno 19 delta ulcera era guarila, ma nel 23 dello stesso mese ebbe luogo, in diverse parti del corpo, un eruzione di pustole ehe si coprirono di croste, ehe per la forma e l'aspetto ricordavano l'acne sifi­lilico deU'uomo.
I dolt. Legros e Michot posero sotlo la cute di una cavia cobaya un pezzetto di ulcero duro esporlato ad un uomo, dopo 12 giorni videro formarsi un'ulcerelta coperla da crosla ehe ingrandi lentamenle e fu seguila dalla tumefazione dei ganglii linfalici.
Ma il piü imporlante falle di trasmissione della sifdide alia cavia e quelle narrate dal Bradley. Inoculö il pus dell'iilcero duro in un porcellino di Guinea, nel luogo d'inneslo si svi-luppö un indurimenlo e poi la sifilide costituzionale, cioe avvennero distruzione di un occhio , eslese ulcerazioni alia mueosa della bocca e del palalo, tanlo ehe mori un mese dopo la comparsa deH'indurimento nel punlo dell'innesto.
Adunque anche nel coniglio e nella cavia cubaya il virus sifililico puo attecchire, e data la predisposizione produrre manifeslazioni sifilitiche secondarie.
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Cavallo. — Malhieu (1) veterinario a Sevres inoculo un cavallo alia punla del naso col pus di un pseudocancro; dopo tre sellimane d'inoculazione si formarono nel luogo di innesto dne papule caratleristiche. Horard e Peuch inocula-rono un mulo coa parecchie punlure al naso. Nel luogo di inneslo si formö una lieve tumefazione, poi una crosta; ed avvenne la guarigione. Dopo I'inneslo , il mulo ebbe per qualche giorno un po' di catarro nasale.
DeH'Acqua ottenne risultali negativi nel cavallo.
Rispetlo ai casi di sifilide equina narrali dal Ballardini, vedi l'art. Morbo coitale.
Nissun falto lascia credere all'inoculabililä della sifilide al cavallo.
Due, pecora, capra. — Gli innesli fatli dal Depaul, Rey-nal, Fournier, Dell'Acqua ecc. nolle vacche, pecore e capre diedero risultali negativi,
Sifilide equina, Morbo coitale maligno, Tabe dorsale (Strauss); Tisi nervosa (liodloff).
E malaltia contagiosa, propria dcgli equini destinati alia riproduzione della specie; contrassegnata in principio spesso da esentema vescicolare o da irritazione catarrale o da lume-iazioni agli organi di relazione sessuale od in allre regioni e piü o meno tardi da allerazioni al sistema nervoso cioe da paralisi, ecc. Puö essere spontanea o da conlagio , enzoo-tica od epizoolica. Sovenlementc negli stalloni cone lenta, larvata, e con fenomeni morbosi cosi indistinti ehe ne e dif-ficilissima la diagnosi. Sembra originaria dell'Africa o del-I'Asia. Venne osservala per la prima volla da 1, Amtnon, e Diokauser nel 1796; fu importata e si propagö in epoche diverse in varie regioni d'Europa (Prussia, Austria, Francia, Italia).
(!) Recueil, ecc. 1871, p. i9S.
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Virus. — Mancano finora osservazioni microscopiche in-torno al virus. 11 prof. Perosino nel 4863 esaniino cliiazze at-lorno alia vulva di cavalle malate, e trovö in quelle nume-rosi elemenli vegelali, tra cui alcuni filamenli ricordavano Vaidium albicans.
Sede del virus. Incubazione. Contagione. — 11 virus Irovasi nel liquido segregalo dylla mucosa degli organi genitali degli animali malati; e concentralo neile vescicole, nelle puslole ed ulcere, quando esislono nelle delte parli. E difficile stabilire la sede del virus in cerli casi. Siccome si videro slailoni ehe senza lesione al pene, ed al principio deH'uretra, Irasmisero la malallia alle cavalle, cosi e probabile die il virus si possa conservare nelle glandule del prepuzio o nelle cellule epite-liali del principio dell'urelra; nei casi poi d'epididimite, di orchite o di tumefazione alle scroto pare possa aver la sua sede anclie negii elemenli epiteliali deH'epididimo o del te-sticolo. So fosse dimoslrata la terminazione degli elemenli nervosi sulla superiicie della mucosa degli organi genilali si potrebbe supporre die il virus invadesse quesle terminazioni e si propagasse poscia poco a poco alle cellule nervöse ed ai nervi degli organi genilali; e ciö lanlo piii, percbe i feno-meni ehe presenlano gli organi genilali sono quasi lulli neuro-paralilici. E sicuro ehe il virus non ba pnnlo oppure ba solo debolissima azinne irrilanle sugli elemenli dell'eco-nornia animale; e die Irova un suslralo favorevole alia sua molliplicazione nogli elemenli nervosi.
La durala deH'incubazione negli infelli coiraccoppiamento fu veduta di 2-3-8-60 giorni ed anche di 300-540 giorni se-condo Trelut.
La conlagione per lo piii si effellua coU'accoppiamento. Hering crede ehe in cerli casi il pene guernilo di spesso stralo di cellule epileliali possa Irasportare il virus da una cavalla malala ad una sana senza rimanerne infello. Sembra die la conlagione possa avvenire anche in allri modi. War-neke (18'20) vide una cavalla cader malala senza essere slala coperla. Slrauss eziandio osservö non pochi casi analoghi ai precedenli. Busse poi vide uno slallone ammalare di morbo
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3 GO coilale e moiirne senza aver coperta una cavalla infella. I castrati non furono risparmiali dal morbo in discorso (1). Weber inollre racconta ehe colla coabilazione la malaltia fu trasmessa ad un puledro dell'elk di un anno e mezzo e die duecavalle medesimamente infettarono il loro neonalo. Anclie Maresch osservö la contagione colla coabilazione, in aicune cavaile (2). 11 prof. Perosino osservö il morbo coilale alia R. mandria della Veneria nel 1862-63. Giunsero a S. M. dalla Siria Ire cavaile Florida, Osmana e Gourna ed uno Stallone: questo Stallone, per nome Rasoul, in Siria coperse piü volte le dette cavaile. Uno Stallone per nome Fescal ehe coperse Florida, contrasse da questa il moibo c lo propagö poi a lulte le cavaile da esso coperte.
La Gourna ehe presentö sempre tutti i segni di perfetta salute, dimorava in vicinanza di una cavalla malata, e cadde essa pure affetta dal morbo senza venire coperta. Non sembra ehe il palafreniere le abbia colla spugna, facendo il governo della mano, comunicalo inavverlentemenle il morbo; perche in Siria e stala piü volte coperta dallo Stallone Rasoul, ehe fin dal suo arrivo alia R. mandria fu sempre in istato ma-laticcio, con ripetule tumefazioni allo scroto ed ai leslicoli. (Manoscrillo del prof. Perosino).
CoH'inneslo secondo RodlofT (3) la conlagione avviene piii di rado ehe col mezzo deH'accnppiamento.
11 Prof. Perosino insieme al prof. Bassi depose sulla mu-cosa vaginale di un'asina del muco rnccolto da una cavalla morta per morbo coilale. Al quarto giorno comparvero sulla mucosa delle labbia della vulva e della vagina molte cliiazze rosse, con vivo dolore alia pressione della regione lombare e sacrococcigea; e poscia si manifesto paraplegia, lumel'azmne delle labbra della vulva ehe si eslese al perineo ed allorno all'ano, febbre, anoressia; mod al seltimo giorno. Alia se-
(1)nbsp; Spinola, vol. II, psg. 576,
(2)nbsp; Haubncr. Loco citdlo, paraquo;. 274.
(3)nbsp; Jahresbericht. Hering, 1853, pag. 30-31.
Rivolta
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zionc cadaverica si rinvenne congeslione venosa al midollo spinale con molli granelli pigmentali alia sua superficie; in-iezione venosa alle ovaia, alia mucosa della vagina e dell'u-lero e piccole chiazze nericcie con uno slralo di muco denso, liianco gialliccio. L'inlroduzione di queslo muco nel canal urelrale di un asino non produsse ehe una passeggiera lu-mefazione del gliiande ed un po' di seolo sieroso.
Non si hanno casi di contagione alia specie umana. 11 morbo coitale deve essere distinto per la sua natura dallo esantema coitale venereo, o dal cosi delto morbo coitale be-nigno o blennorragia (vedi).
Immunila. — Non sempre coiraccoppiamcnto si trasmette la malattia. Racconta Haubner ehe Ira 450 cavalle coperle da stalloni infetti ne amraalarono solo 58 e ne morirono 40. (Preuss. M. XI) (1). Alia scuola veterinaria di Tolosa si os-servo, ehe tra 15 cavalle, cinque ammalarono leggiermente, cinque gravemente e cinque rimasero immuni. Tra 321 cavalle ne morirono di morbo coitale iGO e di 14 stalloni ne ammala­rono 10 c cinque morirono (Rec. u. Hering 1-B. 1853, ecc.) (2). Warneke (Spinola) raccönta ehe nel 1850 col coito ricevet-tero il conlaggio 70-80 cavalle sopra 200. Secondo lessen, tra 24 puledri malati, cinque morirono e gli altri guari-rono; tra 194 malati, morirono 95, sono stall venduli 71, vennero uccisi 15 e sopravissero 13. Vedesi perlanto dalle cose esposte ehe molti organismi resislono alia contagione del morbo coitale, enon pochi di quelli rimasti infetti possono guarire.
La predisposizione a conlrarre la malattia in alcuni orga­nismi e grande ed in altri e leggerissitna; lanlo ehe il morbo puö rimanere locale e presto guarire. Cosi dai citali esperi-menti fatti alia scuola veterinaria di Tolosa, si apprende ehe 5 cavalle furono colpite leggermenle dal morbo coitale; cioe presenlarono pustole, ulceri o colorazione gialla della mucosa
(1)nbsp; Ilaubncr. Loco citato.
(2)nbsp; Haubner, Ibid.
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371 vaginale, lumefazionc della vulva, scolo di muco, e poscia anche lumefazionc di alcuni ganglii linfalici, noduli alia cute e magrezza ecc. Quesli sintomi scomparvcro in 2-8 sellimane senza allra conseguenza.
Eserapi di debole predisposizione e di grande resislenza all'azione del virus ce li porgono quelli stalloni e quelle ca-valle in cui il morbo rimane a lungo locale o divenulo ge-nerale, resta stazionario ed anclie , dielro una medicazione conveniente, guarisee apparenlemenle. Gii aninoali allora pre-senlano quasi lutti i segni della piu ferma salute, e possono trarre in inganno il pralico piü esperimenlato.
Destinali alia riproduzione neH'anno successivo, trasmet-lono la malatlia non solo, ma in essi medesimi si aggrava considcrevolmente.
Sembra fuor di dubbio, ehe i ripetuti aecoppiamenti favo-riscano la moltiplicazione e la generalizzazionc del virus,
Jnvasione. Sintomi. — I fenomeni moibosi dell'invasiono del morbo coilale sono molto indelerminali, incoslanli, e dif-ficili a riferirsi al morbo in discorso,- quando c spontaneo. Ebers rilenne ehe il morbo coilale sponlaneo e sempre ma­latlia universale, ehe si localizza agli organi gcnilali; rnentre quando e da conlagione, e primilivamenle locale, ehe a poco a poro diventa generalc o cosliluzionale. Perö , siecome in moilissimi casi la lieve flogosi agli organi genilali non spiega i fenomeni generali ehe presenlano i maiali ; cosl bisogna ammetlere, ehe spesso il virus deposiiato agli organi gcni­lali, venga pronlamenle assorbito; cd agendo o sui centii nervosi o sull'apparato digerente si renda causa dei fenomeni generali, ehe si notano nei malati.
Nel morbo sponlaneo, i malati, secondo Fischer, presen­lano l'appelito variabile e cnpriecioso, la perdila di vivacitä ed un non so ehe di affievolimenlo delle azioni muscolari; e poscia sono colpili o du eruzioni passcjigiere sulla rnueosa degli organi genilali o da tiimefazioni limilate al derma, circolari, dell'cslensione di 3-9 ccnlimclri, a bordi ben di-stinli, soprattullo sulla cute della groppa. Qualche voltauno dei primi fenomeni e la lumefazionc edemalosa del prepuzio.
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In una cavalla il prof. Perosino osservd, nell'invasione, rhiazze al perineo ed un po' d'inappetenza e piü tardi una inmefazione imJolenle all'ipocondro deslro, c, dopo un rnese c mezzo, un leggiero scolo mucoso dalla vulva.
Nei casi di conlagione, secondo Busse, gli animali infelli, 0-1^2 giorni dopo il coito presenlano un po' di abbaltimento a cui seguono i fenomeni morbosi ai genilali, edemi in varie region!, ovvero paralisi. Ma, giova confessarlo, i siniomi ge­neral! dell'Invasione sono lanto variabili, die per lo piü pas-sano inavveitili e vengono confusi con quellidi ailrc malallie.
Sintomi locali negli stalloni. — Ilaubner (1) li riassume cosi: rossore, lumefazionc in forma di rercine al principio ileli'uretra con lieve secrezione mucosa ; poscia piccole vc-Fcicole ed erosioni al ghiande ed al pene, di rado ulcere profonde; lumefazionc del prepuzio e dei testicoli: talvolta al prepuzio ed allo scrolo chiazze biancliiccie. Le riferite alle-razioni o siniomi possono ancbe mancarc o scomparire e ri-comparire.
Hering scrive pure ehe si manifeslano vescicole ed erosioni in vicinanza dell'apertura dell'urelra e sopra il pene.
Maresch assicura ehe il virus produce una flogosi specifica alia mucosa dell'iiretra, ehe spesso si limila per lungo tempo al principio deU'urelra medesima. In uno Stallone egli con-slalö la mucosa urclrale intensamente rossa, appena un poco lumefalta: in un allro Stallone incontrö una inacchia della grandezza di un piscllo aU'apertura urelrale con un'ulceretta, la mucosa sporgenle in forma di cercine, e colla pressione ne usciva un liquido bianchiccio. In un terzo Stallone vide la mucosa al principio dell'iiretra mollo piü lumefalta e di color rosso giallo pallido. Sul pene, nelle complicazioni di moccio si videro anche ulcere mocciose.
Yvart e Lafosse incontrarono lalvolla piccole erosioni sul pene ehe guarirono spontaneamenle o col mezzo degli astrin-genti; allri osservarono di rado le vescicole e le ulcere al pene.
: I) Loco cilalo.
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373 Molli aulori sul pcne osservarono macchie hiancaslre ehe rilennero segno di cicatrice e qualche volla chiazze rosso cupe ehe scomparvero dopo alcuni giorni. Talor il pene entra spesso in erezione ed e coperlo da materia gialiaslra, colla sua mucosa lucente e io?sa: entra e sorle spesso dal prcpu-zio: talor e lumefatto e non puö piü esserc coperlo dal pre-puzio (parafimosi), owero per tumefazione del prepuzio non puö piü escire dal prepuzio (fimosi). I corpi cavernosi ven-nero pure trovali tumefatli e neU'erezione molli e cedevoli. In altri casi videsi il prepuzio con leggiero ingorgaraenlü edematoso circoscritlo owero csleso fino all'umbilico. La tu­mefazione del prepuzio ehe puö anclie dileguarsi, spesso tro-vasi dura. Lo scroto e spesso lucente, ingorgato e di volume Iriplo del normale: i teslicoli ora lianno il volume doppio del normale ora sono piü piccoli, molli e sempre pendenti. Ora si osserva la tumefazione infiammaloria dell'uno o del-I'allro cordone testicolare: in allri casi i cordoni testicolari sono rilassali, i teslicoli pendenli, ed il pene vizzo.
Quando o l'una o I'altra delle sovra indicate lesioni si e formala o si va formando, i malati moslrano indifferenza per le giumenle, banne l'erezione meno pronla c gagliarda e piü tardiva la eiaculazione ; owero quando sono eccilali dalle femmine, le danno il sailo parecchie volte, e la eiacu­lazione e larda od anclie non si compie. Inoltre spesso si ac-cosciano per erneuere I'urina, o pestano coi piedi posteriori. 1 sopra riferiti fenomeni morbosi possono vedcrsi scompa-rire e ricomparire tanto ehe si dänno moment! in cui gli organi genitali si presenlano sani, cccetluato talvolla un po' di tumefazione in qualche punto.
Strauss riferisce la sloria di uno Stallone ehe cadde ma-lato di morbo coilale e mori dopo aver copcrla una cavalla infeüa e senza presentare fenomeni di qualche importanza agli organi genitali. Anche il veterinario Signol in Algeri osservö casi, in cui il morbo cominciö con paralisi senza sintomi locali.
Fenomeni morbosi locali nelle femmine. — 11 morbo spesso comincia con semplice irrilazione catarrale alia mucosa della
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vagina, ehe divenla piü rossa e secerne maggior copia di rauco: in aicuni casi avviene presto lumefazione della mucosa, ehe si propaga a quella delle labbra della vulva ecc. La mu­cosa assume un eolor giallognulo c sopra di essa si formano vescicole, puslole od erosioni. Le cavalle presentano aicuni dei I'enomeni del calore e certe volte sembrano davvero in
calore.
Le alterazioni alia mucosa vaginale possono offrire modi-licazioni c gradi divcrsi secondo il corso cd il grado della malattia.
Yvart e Lafosse (1) lianno vedulo nclla mucosa vaginale un color rossiccio poco intense e tumefazione propaganlesi alle labbra della vulva; c lo scolo di un umore fdarnenloso, die si essiccava, insudiciava cd agglutinava i crini della coda produeenda depilazioni parziali alia faccia inlerna delle co-scie; non videro mai ne pustule, ne ulcerazioni, ne vegeta-zioni. Louchart vide lievi erosion!.
lessen (2) osscrvu la mucosa delle labbra della vulva di colore rosso piu intense e turaefalla; e la tumefazione in cerli casi difl'usa fine al perineo ed alle mammellc. Vide inoltrc la tumefazione scomparire presto e le labbra della vulva farsi flaccide cd increspate, e talvoila divaricate, la-sciando scoperlo il elitoride. In allri casi, trovö la mucosa della vulva un po' inliltrata, qua e lä percorsa da vene di colore gialliccio o di color bigio pallido, disseminala qualche volla da pustolette giallognole, da \escichelte, o da piecole ulcere, o da maccbie bianclie (Maresch).
II veter. Trelut vide (Bee. 1865-66-67), ora la vagina di colore rosso livido, ora di colore pallido giallastro; incontrö lalune volte cicalrici fresche Ira la punla delle naticlie e le labbra della vulva; la vulva vide tumefalla, edemalosa con piagheperfmo deU'estensionedi un50 centesimi. Vide purela parziale didtruzione del elitoride e la formazione di un ascesso
()) Ciioniale di veterimria, 18ä5, p. 123. (2) Medico VeHr., 1861.
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Ira la punla dellc natiche e la vulva. Lo scolo dalla nalura lo Irovö ora vischioso ed abbondanle, ora liquuio vischioso con slrie sanguinolenle e scarso. 11 Maresch vide spesso mancare lo scolo; in 179 casi, I'ha osscrvalo 17 volte e moilo ab­bondanle.
Hering riconobbe lumefazione molle, cdemalosa della vulva, scolo vischioso bianchiccio, colore pallido o giallo, o con chiazze della muccsa; talora poi vide vescicole ed abrasioni cbe si dileguavano e ricomparivano.
F. Perosino osservö in principio, altorno alia vulva ed a! pcrineo, chiazze ciie si estendevano col progredire del morbo, e piii lardi piccole pustole atlorno a! cliloiide.
Le allerazioni sopra descrilte possono presentarsi in grado diverse ed anche essere lanto loggiere da non poler essere apprezzale; e cio specialmenle quando il morbo ha corsquot; lento e rimane a lungo locale alia vagina ed i malali sono solloposli a qualche medicazione. In molli casi il morbo pare sospenda il suo corso e rimanga slazionario; lanlo die I'anno appresso coli'accoppiamento si inasprisce. Ilaxlhausen in-oontrö non poche volte cnvalle die parvero completamenlc guaritc, ed in cui nell'anno seguente dope la monta, non solo si aggravö la malaltia, ma \enne comunicata da esse a slalloni sani (1).
Fenomeni morbosi gcncrali lanto negli slalloni ehe nelle ca-valle. — Questi sono pure molto incoslanti; molle volte corn-pariscono le circoscrilte tumefazioni sopra descritle in qualclie regione, specialmenle alia groppa o la lumefazione dei gangli inguinali; lalvoita altorno alia -vulva o sulle mammelle si formano luraori ehe si mutano in ascessi; I'appelilo dimi-nuisce, il pelo si fa scolorato e gli animali divenlano magri; la magrezza avviene eziandio in taluni casi anche quando I'appelito si manliene.
Uno dei fenomeni piii caralleristici si e la sensibilitä alia regione lombare, o sacro lombare, o sacro coccigea, e poscia un non so ehe di debolezza del Irene posteriore o vacilla-
(I) lliuhn. r, loco citato.
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menlo o rigidilä; in allri casi si presenlano tumefazioni alle arlicolazioni di qualche arto, oppure una qualche zoppica-lura. La magrezza ora e limitata alia groppa, ora ad un lalo della regione dorso-lombare. In altri casi comprende lutlo un'arto. Gli animali nell'andalura trascinano I'arlo sede del dolore; nell'aadatura provano flessioni o conlrazioni cloniche ai tendini dei pastoral! di un'arlo; lalora le contrazioni cln-niche si manifeslano alle fibre muscolari di diverse parli del corpo. A corso pid inoltrato si nola una considerevole de-pressione in qualche punlo della groppa. Gli animali diven-lano sempre piü magri, la fisonomia si fa triste e non tarda a comparire la paralisi di un'arto o la paraplegia.
Ma 1c paralisi in allri casi colpiscono gli organ! della parle anleriore del corpo, cioe od una qualche eslremiiä anteriore, ovvero il naso, le labbra, le guancie, le orecchie, le pal-pebre, Tocchio di uno slesso lalo. Trelul ebbe ad osservare in seguito a paralisi, la deviazione della punla del naso, le orecchie cadenti e fredde, I'abbassamento della palpebra su-periore e I'amaurosi incipiente; allora la preensione e diffi­cile od impossibile, ralimcnto si accumula Ira i denli e le guancie ccc.
Quando la paralisi colpisce i muscoli della respirazione, allora il respiro si fa rantoloso od asmalico. Quando nelle parti vi ha anche paralisi di senso, allora le punlure falte con aghi o spilli, non sono piii avverlile.
Le mucose sono pallide o gialle, e non poche volte com-parlsce un scolo nasale con lumelazione dei ganglii sublin-guinali; tale allre volte si manifestano tumefazioni edematose, o si formano ascessi, od avviene un' eruzione di fliltene in varie parti del corpo. 11 moccio ed il farcino vennero os-servati, coraplicare il morbo coitale (vedi Moccio). Gli ani­mali diventano sempre piü magri ed inüne soccombano.
I fenomeni di paralisi, ora si manifestano presto, ora molto tardi.
In molli casi sono leggieiissimi al treno posteriors e pos-sono restare stazionari per molti mesi, ed anche talvolta dis-siparsi, oppure ridursi cosi lievi da non poter essere bene
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apprezzati, spccialmente quamlo gli animali sono in buon slalo di nulrizione. Racconta Wernaer, ehe una cavalla rnagra di 4 anni presento per lungo tempo uno scolo vaginale bru-naslro, vischioso e debolezza del treno posteriore; in tale slato comunico il morbo a due stalloni. Anche Mersiwa os-servö casi analoghi. Nelle citate cavalle venule daU'Oiiente alTetle dal morbo in discorso, il prof. Perosino lia osservato solamenle le Iraccie dcH'applicazione del fuoco alia groppa ed alia radice della coda; ed in uno Stallone leggiera tume-fazione allo scroto ed ai testicoli; ed in un aitro un po' di rigidezza leggiera delle eslremitä posteriori.
Nel corse del morbo venne eziandio osservala la congiun-tivite. In tie slalloni ed in 3 cavalle die agli organi genilali nulla presentavano di morboso, fu nolala I'emisfione di urina scura contenenLe muco (Hering. Jahresb. 1857).
11 sangue estratto dalle vene offre profonde modificazioni. Nel vaso in cui venne raccolto, desso si divide prontatnenle in due parti: la coagulazione e lenta, ed il coagulo e scuro, inolle, analoge a gelalina e spesso scarso.
II corso d'ordinario e lentissimo, e la diagnosi neH'inva-sione, come durante le guarigioni apparenti, spesso diffici-lissima. Le femmine gravide spesso aborliscono. In un feto di cintjue mesi, Luchard incontro le lesioni della inadre. Se arrivano a termine di gravitlanza, ed avviene il parto, i neo-nati sono poco sviluppati. Si videro ancbe cavalle non co-inunicare il morbo al puledro neonato.
Lesioni palologiche. — I cadaveri per lo piü sono in islato di marasmo; se lalvolta si trova grasso, questo e giallaslro, i muscoli sono flaccidi e debolmente colorati; gli strati mu-scolari sembrano separati e fanno sporgenza sotto la pelle (Fischer, Perosino, Yvarl).
Alle articolazioni coxo-femorali trovasi lalvolta la sinovia spessa e misla a sangue, dislruzione parziale della cartila-gine d'incroslazione ed osleite; venne pure veduto il ram-mollimento del legamento coxo-feraorale (lessen, Yvart).
Da Louchard e Lerieux in uno Stallone si notö la fratlura di due costole.
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Nel prepuzio e nello pcrolo vedcsi spesso infiltrazione sie-rosa giallastra, e nel prepuzio indurimento; la vaginale poi trovasi inspessata nell'idrocele; e nei leslicoli e cordon! te-sticolari vedonsi talvolta ascessi piccoli oil estesi come inci-stidati. Rodloff conslalo ne' contorni deH'epididimo suggel-lazioni di colore giallo, a cui diede una grande imporlanza (Fischer, Spinola). Qualche autore incontrö anclie le vesci-cole seminali inspessile. Ma Warneke ed allri aulori non trovarono molte volte lesioni ai teslicoli, airepididimo, alle vescicole seminali, alle glandule del cowper e nel pene.
La Commissione di Tarbes conslalö sovenlemenle la va­gina in istato normale o rossori ed iniezioni sopraltulto verso il muso di tinea, Perosino rinvenne la mucosa vaginale con rughe prominenli, di colore cinereo e con iniezione venosa. Alcuni osservalori hanno vedulo la mucosa un po' infdlrata e sparsa da muco-pus, e Roll parla di ulcere difteriche e di condilomi. Fischer fa notare die la mucosa e pallida e sco-lorala, e le iabbra della vulva sono divaricate. Auginiard nel morbo coilale compiicato da moccio, rinvenne ulcere sulla mucosa vaginale ed un liquido vischloso puriforme.
L'ulero molte voile fu trovato vuoto e qualche volla con enorme quanlitä di liquido bianco-lalliginoso ovvero consi-stente: in allri casi si e trovato sulla mucosa uno slrato di semplice muco od un liquido lorbidiccio (Maresc.h. - Com­missione di Tarbes). 11 professore Perosino vide in una ca-valia la mucosa ulerina di colore cinereo, con iniezione ve­nosa cospicua e sparsa da chiazzo rossiccie parlicolarmenle alle corna. Nel corno desire scopri un immenso numero di
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epressioni della grandezza di una lenlicchia, rotonde, ovali,
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ehe si riconobbero coll'esame microscopico, non essere aitro ehe ulcerazioni ehe arrivavano fino alle lonache muscolari.
La mucosa nasale ora e pallida, ora iniettata o sparsa di ulcere nei casi di complicazione di moccio nasale; e nei seni frontali o mascellari incontrasi talvolta una massa muco pu-rulenta verde grigia (Maresch).
Nei polmoni sovente si Irovarono noduli duri, consislenli, di color rosso bianchiccio al taglio e della grandezza del-
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1'uovo di un piccione oppurc piccoli centri di epalizzazionc: in altri casi i polmoni erano ingorgali di sangue nero, Üuido e talor epatizzati in alcuni punli (Perosino, Fischer).
11 lessuto del cuore rammollilo, talvolta pure rammollilo il fcgalo e spappolanlesi facilmente.
Nel canale alimentare si vide lalvolla la mucosa inlestinalo sparsa da chiazze echimotiche , oppure pallida , oppure di color brunaslro o rosso (ceco), o con cenlri di rammollimento c qualche ulcerazione (ventricolo). 11 lubo digerentc vennc vedulo ristrello e flaccido (Perosino, Yvart, Fischer, ecc).
I ganglii dello spazio inlermnscellare , qnelli inguinali e mesenterici vennero trovali ingrossati e duri dal maggior numero degli osservatori. 11 prof. Perosino trovo i ganglii mesenterici , particolarmente quelii corrispondenli ai crassi (cieco e grosso colon) durissimi, di consistenza quasi lapidea f.d in forma di lubercoli della grossezza di una nocciola. L'esame microscopico da lui fatlo col prof. 0. Schrein dimo-stro gli alveoli ghiandolari dilatnli e conlenenli grasso per degenerazione grassosa: nel conneltivo non si scoprivano die nuclei voluminosi in degenerazione calloide con grande quan-liti di pigmenlo.
Le lesioni piü gravi vennero trovale ai centri nervosi, e specialmenle al rnidollo spinale nella regione lombare: in al­cuni casi perö non si trovö allcrazionc macroscopica. La Com-missione di Tarbes in 20 sezioni cadaveriche , in 13 trovö lesioni al midollo spinale. In alcuni casi le meningi spinali, nella regione lombo sacra e talor fino alia cauda equina, erano di color rosso inlenso per iperemia: eguale iperemia videsi ai nervi ischiatici. NeU'esame microscopico della so-stanza grigia si videro le cellule nervöse moltipolari piene di granelli scuri (Perosino e Schrön). In altri casi si incon-trarono le meningi npacate, torbide, con essudalo talvolta Ira le stesse: il midollo spinale imbevulo di sierositä e talor rammollilo (lessen, Fischer, Roll, ecc). Alcune volte il ram­mollimento della sostanza grigia aveva I'eslensione di 2-4 centimelri cd anche piü.
Bruckmuller in un cavallo castrato ollre a considerevole
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versamenlo torbido nella cavilä craniana e nel canal verte-brale, vide alia regione lombare una dilatazione del canale centrale del midollo spinale dell'estensione di cinque pollici e la sostanza grigia ridotta a polliglia, e la bianca di colore plumbeo.
Fiscber osservo il rammollimento in qualche pnnto del cer-vello ed il versamenlo sieroso piü o meno abbondante nei venlricoli cerebrali.
Cura. — Le medicazioni piü diverse vennero applicale. Si e osservato ehe il melodo curalivo ehe guari la malallia a corso giä inoltralo, cioe quando eiano comparsi fenomeni di paralisi, fall! in casi , in cui il morbo era incipienle o con fenomeni morbosi leggieri. In generale tuüi convengono die le femmine guariscono piü facilmenle dei maschi e ehe la cura debililanle e nneiva. 1 malali devono essere collocali nelle piü favorevoli condizioni igieniche e sotloposli a huono e nutrienle alimento. Ies?en dice ehe i preparati mercariali sono piü dannosi ehe utili: di rado sono utili e giovarono i salassi , i sali rinfrescalivi ed anliflogistiei. 11 tarlaro sti-biato, i preparali di ferro, il sale ammoniaco alia dose di amp;-8 grammi, Ire o quallro volle al giorno hanno acquistato fama: nelle debolezze e nelle paralisi incipienli si e ricorso alia canfora, alia valeriana ecc., alle frizioni irrilanti ed alia cau-lerizzazione col ferro incandescente.
Neue lesioni degli organi genilali sono commendale le inie-zioni aslringenti e la cauterizzazione delle ulcere.
Rodloff dopo un purganle , amminislra per lungo tempo boli falli da sale ammoniaco, canfora, ferro, radice d'ange-lica, di genziana, zenzero e valeriana; aH'eslerno seloni: fa scarifieazioni sugli edemi , appiica astringenü , lonici nelle piaghe, fa frizioni irrilanli sulle parti in cui si manifestano fenomeni di paralisi (1).
Trelut regislra guarigioni in casi in cui il morbo era giä mollo inoilralo (con paralisi). Appoggiato alle proprie osser-
(1) iVuui'frtu Dtclioniioi're, ecc, p. 2'iä, t. It, 1858.
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vazioni, slabilisce: 1deg; Che il morbo coilale guarisce coll'ar-senico alia dose ehe puo variare da 3-6 grammi per giorno. 2deg; Nel principio della cura, qnesta e coadiuvala da frizioni canlaridale sopra Jarghe supeifici, 3deg; Duranle la cura basla una razione ordinaria (1). Nel corso della cura se si mani-festano i fenomeni di avvelenamento arsenicale (gastro ente­nte, rififondimento o congestione al piede), si pralica qual-che salasso, ecc. ecc.
Sembra die la castrazione abbia poluto giovare nei casi in cui il morbo ebbs la sua sede piimitiva al leslicolo. Misure di polizia sanitaria.
1deg; Separazione dei malati dai sani, e non adoperare pel governo della mano di quest!, gli ulensili ehe hanno servito o servono per quelli.
2deg; Allonlanare dalla riproduzione i malati, i sospetli e quelli ehe ne sono guarili (secondo la legge Prussiana non devono cssere deslinati alia riproduzione ehe Ire anni dopo la guarigione).
3deg; Marca e denunzia dei malati, dei sospetli e di quelli guarili.
A0 Avverlire gli allevatori della comparsa del morbo. La vendita degli animali guarili, od il loro allontanamento dalle localitä infette debbano effettuarsi dopo la visita di un ve-lerinario delegalo e col consenso deiraulorilä locale (secondo la legge Prussiana, i cavalli guarili ad eccezione de' castrali, non possono per lo spazio di Ire anni abbandonare le loca­litä in cui vennero riconosciuti malati).
Psorospermi e Psorospermosi.
I psorospermi formali cioe alii a segmentarsi sono corpu-scoli o cellule oviformi ehe giä Hacke nel 1889 aveva veduto entro noduli del fegalo del coniglio e rilenuto come corpu-scoli parlicolari cancerosi e ehe Nasse nel iSA3 aveva de-
(4) Recueit, tic, p. 287, 1867
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scrillo col nome di cellule oviformi del fegalo del coniglio. Furono nel 1848 chiamati psorospermi da R. Virchow, perchc gli parve avessero analogia con i corpuscoli die 1. Müller nel 1^41 aveva scoperto negli organi intorni ed in una eru-zione vescicolare della cute dei pesci, ehe da psora scabro, rogna, e spenna seme, aveva denominali psorospermi (1).
I psorospermi debbono esscre dislinli dagli otriclaquo;lli del Miescher o corpuscoli del Rainey sia perche quesli hanno forma, slruttura e fasi di sviluppo differenli dai psorospermi c sia perche lo Schmidt, lo scrivenle ed E. Perroncito hanno dimoslralo con prcparali ehe gli olricelli sono guernili da ciglia ed hanno una parle anteiiore o testa cd una parte postcriore (2).
Tra gii animali domeslici i psorospermi si trovano spesso nel coniglio e nelle galline. Vennero osservati da Finch c da Ercolani nel galto e da Gubler ncH'uomo.
Psorospcimi del Coniglio. — I psorospermi adulli, cioe alii a segmentarsi (fig. 51, lett. a, b, c) si prescnlano ordinaria-mente come cellule o corpuscoli piii o mono ovali cioe con I'un polo londcggianle e colFallro alquanlo orizzonlale e mu-nilo del segno di un'aperlura o micropilo; lalvolla perö sono completamenlc rotondi. Tulli sono provveduli di una inern-brana a doppio contorno con un grosso nucleo nel centre. Le diflerenze di forma ehe i psorospermi presenlano, dipen-dono dall'influenza moccanica provata ne' primordii del loro sviluppo. La membrana a doppio contorno e senza slruttura, il loro conlenulo e iaiino , omogeneo bianchiccio , rifrange la luce, e nel mezzo di questa qualitä di conlenulo e situalo il grosso nucleo sparso da granelli brunicci o giallastri in tanlo numero da nascondere il nucleolo, ehe non manca mai.
1 psorospermi adulli resistono alia soluzione di polassa 5 0/o; benclie nelle soluzioni di alcool, di acido cromico, di bicroraato di polassa (L. Stieda, Keferstein, Hessling, Erco-
(1)nbsp; C. Taruffi. Compendio di ano(omia ))a(o(ojica ecc, 4 870.
(2)nbsp; S. Bivoltii. Psorospermi e jisorospcrmosi ecc, Med. veler. 1869.
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iani, Waldemburg) il loro nucleo sia stato vcduto in preda alia segmenlazione, lullavia lalesegmentazione non si compie con celerilä e regolarilä. Nelle soluzioni alcooliche alhingate, lo scrivente, dopo due mesi, li ha trovati senza indizio di segmenlazione nel nucleo , e queslo in molli era piutto?to alterato. AH'asciiUlo medesimamente molli si allerano. I pso-rospcrmi molto giovani si sciolgono rapidamente nella solu-zione di polassa 5 %.
Si Irovano in colonie od ammassi. Nelle colonie vecchie e poco numerose hanno ordinariamenle i caralteri sopra indi-cati. Nelle colonie giovani si inconlrano a diverse grado di sviluppo. Ecco i gradi di sviluppo dallo scrivenle descrilli fin dal 1869 (1).
1deg; Gorpuscoli della grandczza di 0m005-0m008.
2deg; Cellule della grandezza maggiorc o minore od eguale a quella di globulo bianco.
3deg; Cellule di grandezza anclie doppia di r|uella di un globulo bianco sanguigno; alcune con nucleo, allre [n'ene di granelli; mernbrana indislinta.
4deg; Cellule ovali o rotonde della grandczza quasi di pso-rosperma sviluppalo con mernbrana dislinla, contenulo gra-nuloso e nucleo chiaro nel cenlro.
5deg; CMIule o corpuscoli della grandezza de' psorospermi sviluppati, ma col conlenulo die in vicinanza della membrana comiucia a divenir chiaro ialino e sembra allonlanarsi dalla membrana.
6deg; Psorospermi adulti ossia formali cioe con membrana a doppio conlorno, conlenulo chiaro e grosso nucleo granu-loso, della lunghezza di 0mn,020-0'n'n028.
7deg; Cellule rolonde od ammassi di proloplasma del dop­pio di un globulo bianco del sangue con rare ciglia e con nucleo indislinlo.
Squot; Corpuscoli della grandezza maggiore o minore di un globulo bianco con numerose ciglia vibranli tulle in un senso.
(J) Mcmoria cilaln. MeJ. vcter.
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9deg; Psorospermi allerali ossia con conlenuto granulöse e con numerose goccie talvolla di colore giallastro.
Fasi di sviluppo de psorospermi. — I psorospermi giovani non diventano adiilli ossia formali die nel corpo degli ani-mali. Se prima di avere raggiunto il grado di sviluppo ne-cessario escono fuori del corpo, alloia vengono dislrulti dagli ordinarii agenli fisici. Nel corpo degli animali i pso­rospermi formali possono conservarsi inlegri lungo tempo; linihe soggiornano nell' organismo , il loro nucleo non si segmenla rnai. Non venne finora mai trovalo un psorosperma segmentato nel corpo degli animali. I psorospermi ehe ap-pena uscili dal corpo vengono accidentalmente porlali nel ca-nale alimentare coll'alimento , lo percorrono senza soiTrire dell'azione clei suglii del ventricolo. 1 luoghi di ubieazione ordinaria nel coniglio sono i condolli biliari e l'epitelio del-Tinteslino.
Molli psorospermi dei condolli biliari raggiunto il loro grado di sviluppo vengono duila bile portali neU'inleslino ed escono dal corpo colle feccie. Eguaimente quelli ehe oecupa-vano i villi, escono dal corpo colle feccie.
Uscili nel modo indiealo dal corpo e caduli in luogo caldo umido, quäle e quelle offerlo dalle stalle o dalle conigliere, nello spazio di 24-48-60 ore avviene la segmentaV.ione del loro nucleo ; e da im nucleo si formano quattro nuclei glo-bosi, ehe dopo aleuni giorni diventano oviformi. Quesli quat­tro corpuscüli oviformi hanno un polo acuminato con una specie di elevazione ed un polo rolondo e nel centro presen-tano un nucleo. Dopo aleuni giorni negli indicali corpuscoli ovali {fig. 49, letl. a) si formano nel loro inlerno due, tre o quattro corpuscoli splendenli. Se facendo preparati, si lacera la membrana del psorosperma, allora escono i quatlro cor­puscoli ovali pieni dei corpuscoli splendenli e nuotano con lento movimento nel liquide in cui sono immersi. Se in ogni corpuscolo ovale si formassero sempre quattro corpuscoli splendenli, ogni psorosperma dovrebbe contenere 16 corpu­scoli splendenli, ma ordinariamenle non se ne formano ehe 8-12-14 Perlanto in ogni psorosperma uscilo dal corpo degli
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animali e cadulo in condizioni favorevoli si generano globei-tini splendenli lalor omogenei lalor granulosi die a 500 diamelii di ingramlimenlo appariscono come un punlo ossia come un grosso microoocco. Gli indicati glubettini splendenli o microcchi psorospermici contenuli nei corpuscoli ovaii re-sislono di mullo aH'essiccamento.
Si comprende dalle cose sopra cspostc come nelle coni-gliere, nelle stalle, nei luoghi, in cui soggiornarono conigli inielti da psorospermosi debbono Irovarsi disseminali c nu-merosi i micrococchi psorospermici , i quali vengono poi dcglulili coll'alimenlo dai conigli sani ecc.
Arrival! od in un modo o nell'allro i micrococchi psoro­spermici nei ventricolo e neH'inlestino degli animali sani o si porlano nei condotli biliari, ovvcro fissano il loro domi-cilio neH'inleslino. Nei primo caso producono la psorosper-.mosi epatica, nei secondo la psorospermosi inteslinale. In alcuni casi rari si fissano alia cute ed aliora producono la psorospermosi cutanea,
Le indicate forme di psorospermosi possono essere spora-diche, enzootiche ed epizooliche. Frequenti in Italia, Francia ed Inghilterra, rarissime in America (1).
Per la produzione delle indicate forme di psorospermosi e necessaria la predisposizione dei conigli. Diffalli verificasi spesso die nei mentre gli adulli o sono immuni o ne ven-gano affelti in debole grado, i conigli giovani ne sono gra-vemente colpiti e muoiono. In generale si puö stabilire die i conigli mantenuti in catlive condizioni igicnichc o mal nu-trili vi sono piii predisposti. Del reslo poi qunndo i micro­cocchi psorospermici sono in una localita diffusi, di rado avviene ehe i conigli robusli o tardi o presto non ne vengano assaliti.
Psorospermosi epatica del coniglio. — I micrococchi pso­rospermici porlali coiralimento nello stomaco, in molli casi, sia perche non trovano nell'inlestino un suslralo favorcvole, sia per altra ragione, per la via del coledoco si porlano nei
(1) C, TnrunTi ccc. Loco cilalo. RivoUa
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canali Liliari e si innollrano fino alle minimc dirarnazioni dei condolli della bile, penelrando anclie lalvolta nelle cel­lule epaliche. Dentio i canali biliari pcnclrano nelle cellule epileliali; c formano delle colonie di cenlinaia o di tnigliaia di individai. La lormazione di queslc colonie non pare di-penda dalla sociabiülä dei psorospermi, ma dalla loro mol-liplicazione in loco. Nei punli dei condotli biliari, nelle cui cellule epileliali sono giunli dei micrococclu psorospermici, quivi si formano colonie percbe i micrococcbi psorospermici e poi i psorospermi giovani si molliplicano. Nelle cellulo epileliali si Irovano peifino Ire giovani psorospermi, per cui quelle si dilalano soverchiamenle.
Nei varii punli dei condolli biliari, nei quali si e formala una colonia, avviene una dilatazione circoscritla. Quesle par-ziali dilalazioni occupalc dai psorospermi appariscono alle superfici del fegato in forma di noduli alquanlo elevati q piani, londeggianli, allungali o come slriscie della grandezza di un pisello o di una nocciuola ; i delti noduli ora sono numerosi ora invece in piccol nurnero. In un fegato di coni-o-Ho esaminalo col prof. Silvcslrini ed invialo da Pisloia tlal signor Baldi, i noduli crano in nnmero slraordinario, e lulli i canali biliari, la cislifellea ed il coledeco erano dislesi in modo singolare: queslo fegalo perciö aveva un volume con-siderevole 1 noduli si formano eziandio nelle parli profondc del parencbima epalico. Quando i noduli sono numerosi, le superfici del fegalo divenlano incguali e dove i noduli sono siluali profondamente il fegalo presenla una specie di rilra-zionc bianchiccia e la capsula del glissonio e sparsa da vasi. 1 noduli poi gli uni sono consislenti, gli allri molli ecedevoli alia pressione. Dalle punlure falle collo scalpello cola un liquido denso finissimamenle granuloso, od un liquido bian-cbiccio ovvero una soslanza bianchiccia granulosa; in allri casi cola un poco di liquido torbidiccio e resla in loco una maleria grumosa come lalle coagulalo. La snperficie inlerna delle cisli dei nodi e lorbida ed ineguale. E un errore il credere ehe i psorospermi stiano ailaccali alle pareti dei condolli i'oaliri.
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387 L'csamc microscopico dimoslra il conlenulo lt;lei noduli fatto da psorospermi a diverso grado di sviluppo, Ira cui talvolta se ne incontrano aache di quelli piccolissimi raunili di ciglia moventesi lulle in un scnso (questi si Irovano sollnnlo nei no­duli giovani e quando il conlenulo e sieroso e I'esame viene lalto subito dopo morle o dopo rticcisione). Inollre si tro-vano eziandio amebe e mollo delrilo granuläre.
Lg pareli dei condolü epalici ehe formavano il nodulo sono inspessile per neoformazione di soslanza connelliva: in molli punli del fegalo vedesi epatile fibrosa , degenerazione grassosa delle cellule epalicbe cd atrofia degli isolotli epa­lici. Nei grossi comlolli epatici e nella cislifellea vi ha una bile fluida con molli psorospermi formati; solo nei case so-pracilato bo osscrvato nella cislifellea e nei condolto colcdoco psorospermi giovani.
Psorospermosi enlcrka. — La psorospcrmosi enlerica dei conigli e resa manifesta nei cadavere da chiazze o maccbie o punli di colore bianchiccio al tenue. Le macchie per lo piü hanno la grandezza o della tesla di uno spiilo o di un grano di miglio o di un piscilo e si vedono dislinlamcnlc guardando le pareli inlestinali. Nei casi gravissimi Uillo il tenue si scorge tempeslato dalle delle macchie o chiazze per rnodocbe riinangano solo brevi Iratli sani. Aperto rinleslino e logliendo il conlenulo, le delle chiazze rimangono. Cul mi-croscopio si conosce ehe le delle strie o macchie o punli sono fotli da colonie di psorospermi penetrati non solo neile cellule epiteliali dei villi, ma anche in quelle delle glandule del Liebcrkunn; le qunii ultime spesso ne sono ripienc. Le cellule epiteliali dei villi spesso conlengono due, Ire, qualtro e perßno sei psorospermi (Neumann) per cui si dilatano straordinariamente, si deformano, divenlano globose, scorn-pare lo spazio ehe limila il bordo , questo apparisce den-lato ed il loro nucleo vicne spinlo in basso. 1 psorospermi componenli la colonia per lo piü sono a diverso grado di sviluppo.
In casi rarissimi le macchie o chiazze al lenue sono ben distinle, arrivano fino quasi sollo la pcriloneale ed banno
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una eslensione grandissima cioe perfino di ire dlla Irasverse. Le pareli inleslinali in delli punli sono tumide e spesse. IVperto 1'inteslino in corrispondema ai delli iralti malali nulla noia^i di morboso sulla mucosa. Col microscopio perö si uovano a inigliaia i giovani psoro?permi occupanli Tepilelio dei villi e delle glandule del Lieberkunn. In quesli casi di nsorospermosi acuta la morle del conigllo avviene prima ehe molli psorosperrai divenlino adulti. Perö nelle feccie del colon e del relto si trovano sempre, in ogni case, i psoro-spermi in maggior o minor copia.
Sintomi della psorospcrmosi epatica ed enlerka. — Si com-prende dalle cose sopra esposle come nella psorospermosi epatica i psorospermi allerano i canali bilian, producono in quesli dei punli di irrilazione, oslacolano il corso della bile, Rd allerano 1c cellule epaliclie ecc, lanlo ehe soffre la fun-zione del fegato, vien separata una bile piü solide e meno alia alia digeslione ecc. Nella psorospermosi enlcnca poi, essendo le cellule epileliali dei villi e delle glandule del Lie­berkunn occupale dai psorospermi , viene ostacolata la se-crezione del sugo enlerico e 1'assorbimenlo del chilo ed inol-ire negli elemenli invasi dai psorospermi viene manlenulo uno stale di eccitazicne.
Per conseguenza i malali divenlano magn, le mucose appa-renli si fanno pallide , il pelo perde il proprio splendore, la fisionomia divenla triste, lardi si compiono i movimenli, i! venire si fa ristrello ed a poco a poco succedo il marasmo e la morle. Nei cadaver! irovasi poco sangue acquoso, e uilli i lessuli pallidi e scolorali. Nella psorospermosi acula „ero i cadaveri sono ancora in discrelo slalo di nulnzione. Diagnosi. - Non vi ha malaltia, la cui diagnosi possa venir falla colla maggior facililä ed esallezza. basla esami-nare le feccie dei conigli malali o sospelti per d.agnoslicare la malallia. Diffatll nella forma inleslinale leggiera Irovansi psorospermi formali nelle feccie in debole quantilä, menlre nella forma grave rinvengonsi a migliaia. Nella psorosper­mosi epatica, i psorospermi nelle feccie trovansi eziand.o benche in numero piü scarso..
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389 Misure di polizia sanitaria. — E un grave errore I'inse-gnare ehe non si conoscono mezzi alti a prevenire lo sviluppo della psorospermosi. Fin dal 1869 lo scrivente collo studio delle fasi di sviluppo de' psorospermi ha dimoslrato il modo di propagazione della malattia psorospermica da conigiio a coniglio col mezzo delle feccie. I malati evacuano colle fec-cie i psorospermi formali e questi vengono per conseguenza sparsi nelle conigliere e nelle stalle e ne' pascoli ecc. Colla segmenlazione del nucleo vengono a formarsi i micrococclii psorospermici, ehe i conigli sani od allri animali inlrodu-cono nell'apparato digerenle cogli alimenli e colle bevande ecc. Le misure pertanlo da applicarsi onde impedire la imporla-zione della malattia in una coniglicra sana, o quando svi-luppala, per arreslarne la difTusione ecc. sono:
1deg; Non inlrodurre in una conigiiera sana conigli pro-venienti da conigliere infelle, o ehe sieno magri od in cal-tivo stale di nulrizione.
2deg; Conslatare lo stalo di salute dci conigli importati coll'esame microscopico delle feccie.
3deg; Sviluppalasi la malattia in um conigiiera , uceidere gli individui malati o sospelli e seppellire piolbndamentc i visceri malati.
4deg; Raccogliere le feccie sparse abbruceiarle o seppellirle, e trasportare i conigli sani per qualche tempo in una camera aseiulla. In molti casi converrä aspeltare alcuni mesi prima di inlrodurre conigli nella localitä infetta.
5deg; Manlenere i conigli in Uiogo asciutlo, fare spesso la pulizia della conigiiera ecc. ed anclie amministrare qualche tonico o antisettico ecc.
Rispetlo alia cura vedi psorospermosi dei polli da corlile.
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Psorospermi dci polli.
I psorospermi nci polli {fig. 46-47-48-49-50), vennero per la prima volta osservali dallo scrivenle ncl 1809 (1), in un nodnlo molle situate in vicinanza del coclione in una gal-lina. Le varic forme di psorospermosi in modo sporadico cn/oolico ed epizoolico, vennero osservate c sludiate sulle galline e sui capponi de' contorni di Pisa nel 1872-73 dallo scriventc c dal prof. Silveslrini (Giornale di analomia-fis. Pisa, 1873).
Gli olricelli psorosperrnici od i psorospermi dei gallinacei, di cui lanno menzione alcuni traltatisli (Roll ecc), altro non sono ehe gli olricelli del Miescher o del Renay {fig. 5J2-74), ehe non si devono confondere con i psorospermi , propria-mente delli, dei polli.
1 psorospermi delle galline rassomigliano complelamonle a quelli del coniglio; e quando sono adulli cioe formali si prc-senlano pure come cellule oviformi, tondeggianli o roionde, con memluana a doppio contorno e con un grosso nucleo nel mezzo del loro conlenuto omogeneo. Ordinariamenle sono un po' piii piccoli di quelli del coniglio, lianno ambidue i poll egualmenle rotondi, se sono di forma ovale; la loro membrana sembra alquanto piii sollile e delicata; c chiusi nella glice-rina un poco allungala con acqua distillala si awizziscono presto; raedesimamente si awizziscono presto aU'asciulto: lal-volta presentano un color bruno od una sfuraalura lieve di delto colors.
I psorospermi giovani {fig. 40, 47, 48) lianno una gran-tlezza variabile: gli uni si presentano della giandezza di un piccolo nucleo di globule purulenlo veduto a 500 diametri, gli allri lianno il volume di uno o due globetli bianchi riu-nili assieme e veduli pure a 500. Quelli die lianno il volume di un piccolo o grosso nucleo {fig. 48, 46-47, a), spesso scm-brano ammassi di protoplasma senza membrana, ovvero un
(1) Uti. vet., 1869.
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301 oumulo di granelli di sfurnalura gialliccia: quelli ehe liann^ il volume di un globulo Lianco, lalvolla sono pieni di pro-toplasma biancliiccio lianno una forma vescicolare e sono molto dclicali; tal'allra volta sono pure pieni di granelli di color gialiiccio c prcseniano giä ben dislinta la membrana.
I psorospermi, die, nel corpo dellc galline, lianno rag-giunlo ii complelo loro sviluppo ossia son divenlaü adulti, uscili dal corpo colle feccie, se silunli neirintcslino, prcsen­iano presto la segmenlazione del loro nucleo, nci loro in-Icrno si formano presto i qualtro corpuscoli ovali giä descrilli nei psorospermi del coniglio, dentro i ijuali corpuscoli ovali si generano i raicrococchi psorosperraici. Le galline infelle spargono colic feccie i psorospermi adulli nel pollaio c nei corlili, dai quail escono poi i tnicrococchi psorosperrnici. I psorospermi adulli non segmenlati sono innocui agli altri polii sani cd anche deglulili percorrono ii canale alimentarc senza subire cambiamenlo; al contrario quando sono pervenuti al-i'ullimo lermine di segmenlazione allora sono agenle d'infe-zione, peiche degluliti e giunli nel canale alimentarc, i micro-cocclii psorospermici escono per il micropilo del psorosperma ed invadono le cellule epileliali deH'inleslino ecc.
Conlagione. — Essendo i psorospermi pervenuti all'uUimo lermine di segmenlazione, ed i loro micrococchi psorosper­mici sparsi nei pollai c nei corlili ecc, si comprende come i gallinacei possino introdurli con facililä nel loro corpo col-I'alimento, colle Levande, ovvero razzolando nei corlili.
Predisposizione. — Non tutli i gallinacei die abilano un medesimo corlile ecc, cadono afi'elli da psorospermosi. Si e osservato in nn corlile die la malallia psorospermica menava strage nei gallinacei di una covala giovane, nel mentre die lutti gli individui, alquanto piü allempali speltanli ad un'altra covala, ne andavano immuni.
Forme della psorospermosi. — Essendo trasportati od arri-vando i micrococchi psorospermici in un qualche punlo del-I'organismo, producono una forma di psorospermosi. Le forme, osservate col prof. Silvestrini sono le seguenti:
I. Laringile od angina laringea crupale psorospermica {vul-
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'jarmente dtflerile dei polli). — La laringite empale si svi-luppa allorquando i micrococchi psorospermici invadono I'epi-telio Hella mucosa larinp;ea. Ordinariarnenle ne sono colpiti i polli piü robusli ed in migliore siato di nutrizione; per lo piü qnesla forma e complicala da qualcuna delle forme di psorospermosi, di cui si dirä in appresso.
Sinlomi. — Gli uccelli (galline, capponi) i)resonfano per qualche giorno \m po' di trislezza ed una leggiera diminu-y.ione dell'appelilo; poscia ad raquo;n trallo la respirazione di-venta difficile ed accompagnala da ranlolo i'auco laringeo piü o meno forte, die in principio di malatiia si fa sentire per lo piü di nolle. Non di rado, per complicazione di psoro-speimnsi enterica, si agginnge ai predctti sinlomi, anche la dinrrea. Appena la respirazione si e falta ranlolosa, se si esplora la laringe afferrando colle pinzelle e colle dita la lincrua, si vedono bene dislinlamenlc le incinienli lesioni alia mucosa laringea; lasciando la laringe in site avviene spesso di non conslalare I'lncipiente malallia. Coirinspezione per-lanlo scopresi ehe la malallia comincia od al fomlo della la­ringe oppure ai bordi della medesima, cd ai lali. Piü spesso la malallia comincia al fondo della laringe ossia al punto in cui ha principio la trachea. Quivi alloia la mucosa si fa rossa, lumida e sparsa da granulazioni bianchiccie falle da essudalo e da cellule epiteliali. Le delle granulazioni in breve spazio di tempo ossia in quot;M o 30 ore si allargano, si avvi-cinano e danno origine ad una piaslra larga e sollile di color bianco sfumalo gialliceio. Ouesla piaslra si addensa presto, si fa molto spessa, tanlo ehe a poco a poco cd in breve spazio di tempo, arriva all'apertura superiore della laringe ponendo grande ostacolo alia respirazione. I malati hanno allora la respirazione rantolosa, sono tristi, rifiutano I'ali-rnento ecc, e se non sono soccorsi, muoiono di asfissia.
In allri easi i micrococchi psorospermici invadono I'epitelio della mucosa dei bordi dell'apertura superiore della laringe; allora medesimamenle la mucosa diventa rossa e lumida e copresi di pseudo-membrana bianeo-gialliceia; a misura ehe cresce la spessezza della pseudo-membrana, aumenta la dif-
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I.!,
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393 ficollä a respirure; e quando l'aperlura superiore della la-ringe e occlusa, allora avviene la morte per asflssia. In un cadavere vedevasi l'aperlura laringea completamente cliiu?a e la pseuclo-membrana aveva l'aspetto e la forma di ua semi; di lupino. Quando la pseudo-membrana sopra i bordi della laringe ha acquislalo un dato spessore, allora tocca la mu-cosa della faringe posla sopra all'apertura della laringe; e per queslo conlallo i psorospermi invadono anche l'epilelio della faringe ehe guarda l'aperlura della laringe e produeono una pseudo-membrana della grandezza di un seme di veccia.
Alia sezione dei cadaveri inconlrasi ehe la malallia si e spesso propagata anche alia mueosa ehe copre i primi anelli iraeheali, ovvero al principio deU'esofago. Le p?eudo-mem-brane hanno un colore gialliccio, sono molto lenaci, alquanto asciulle, elasliche, lalora inegualmenle slralißcale e non si riesce a disgregarle. Sono formate da cellule epiteliali senza cambiamento, da cellule epiteliali granulöse e piene di goccie splendenli, da soslanza fibrinosa ed intercellulare, da qualche morl'a accidentale di microfiti e da cellule bianche vescico-lari o granulöse, senza apparente membrana o con membrana (listinla, raolte delle quali cellule sono analoghe a nuclei od a globuli puiulenli. CoH'esame allenlo si scoprono molte cel­lule epiteliali ehe contengono uno o due ed anche Ire gio-vani psorospermi, aleuni dei quali di color giallo e con mem­brana distinla {[ig. 46-47, leü. a, b, c).
Cura. — La prima indieazione e di togliere colle pinzette l'essudato crupale (|uando esiste nel fondo o sopra i bordi della laringe, onde Impedire la piü o meno pronla asfissia. Quando perö nel fondo della laringe l'essudato e in piecola quanlilä, allora non e cosa agevole il levarlo, ed e meglio lasciarlo. Tolto Tessudato crupale dalla pnrtc superiore della laringe, si cauterizza la parle colla pietra infernale; e sia falla la cauterizzazione o no, si soltopone il malalo aH'uso di pappa fatta di farina di granlurco con iposolfilo di soda o fiori di zolfo. fi anche ulile versare nella faringe iposolfilo sciollo nell'acqua, oppure insufflarvi fiori di zolfo.
II. Rinile o corma psorospermi ca. — La penelrazione dei
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inicrococchi psorosperraici nell'epilelio (Jclla mucosa nasale e delle sue glandule da luogo ad una grave irritazione; in seguito alia qualc la mucosa si fa ipcremica, punleggiata, lumida, di color scuro e si copre di muco bianchiccio; gli ammalali provano difflcollä a respirare divenlano raagri, tristi e perdono I'appelilo, tanto die poi muoiono di asfissia. Esaminando le aperture delie narici interne alia parle su-periore della bocca, si vede la mucofa rossa, coperta da muco bianchiccio, vischioso e lalvolta fi inconlra la detla apertura nei cadaveri anche ingombra da un coagulo sanguigno.
Cura. — La cura consiste nel versare nolle cavita nasali dalle narici inlerne una soluzione di iposolfilo di soda, od una allungatissima soluzione di nitralo d'argenlo, e nello araministrare alln interne i fieri di zolfo o I'iposolfito di soda per comballcre la psorospermosi enlerica.
HI. Stomaiitc cruposa psorospermica. — E caralterizzata dalla formazione di pseudo-membrane nel canale della lingua, allo scilinguagnolo, alia base della lingua, od alia faringc. La mucosa nei punli afTelti e iperemica e tumida alquanto, le pseudo-membrane si fanno presto mnito spesse, tanto ehe se non vengono tolle rierapiono il canale della lingua, fanno deviarc la lingua cd oslacolano e rendono impossibile la preensione. Togliendo quesle pseudo-membrane od ammassi di sostanza bianco-gialliccia molto densa, si vede la mucosa rossa, scabra e rugosa. Le pseudo-membrane si riproducono presto nei punti, dondc vennero lolte. 1 malali non polendo prendere alimenlo sono trisli, e siccome ordinariamente vi ha ancbe psorospermosi enlerica, cosi diventano raagri.
Cura. — Consisle nel togliere I'essudato crupale, nel cau-lerizzare la mucosa col nitralo di argenlo c neU'amministrare inlernamente i medicamenti sopra indicali.
IV. Comjiunlivitc crupale psorospermica. — Questa forma di psorospermosi dipendc pure dalla penelrazione di psoro-spermi nellc cellule epitcliali della congiuntiva e comincia con un po' di iperemia o con cenlri iperernici alia congiun­tiva palpebrale, oculare o della terza palpebra, colla com-parsa sulle parli indicate, soprattulto sotto la terza palpebra
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S'j:, (detersoria), di granuli bianchicci o di piastre di essudalo bianco sfumato gialliccio. Tale specie di essudalo aumenla in breve spazio di tempo e forma delie larghe piastre ehe allonlanano le palpcbre dal bulbo oculare: raedesimaraente le piastre ehe si formano sotlo la lerza palpebra, sollevano quesia e coraprlmono il bulbo oculare. Accumulandosi queslo essudalo sotlo le palpcbre, i bordi di esse aderiscono Ira loro, e I'essudato crupale va sempre aumentando, cosicche il bulbo oculare e la cornea vengono compressi, la cornea si appanna, divenla giallastra e si esulcera. A queslo punlo I'animale p. triste, ha poco appelilo o completa anoressia, sia accovac-cialo nel corlile ovvero apparlalo, e presenla Foccliio o gli ocelli rigonfi in allo grado per cagione deU'avvenulo accu-mulatnenlo dell'essudalo cruposo solto le palpebre.
Se si loglie I'essudato, vedesi il bulbo oculare sprofondato nell'orbita e la cornea appianata o concava quando non e esulcerata. L'essudato crupale si riproduce con grande faci-lilä in 12 o 24 ore.
In un caso solo venne vedula la congiunliva con qualche punlo iperemico e con qualche piccola piaslra di essudalo crupale solle la lerza palpebra; ma la cornea era gii esul-cerala e di aspello caseoso. Queslo falle dimoslra ehe l'epi-lelio della cornea puö essere invaso dai psorospermi prirna ili quello della congiunliva.
L'essudato cruposo presenlasi coi caralteri di sopra indi-cati; e nolevole I'aspelto quasi carnco die lalvolla assume. E fatlo da cellule epiteliali, da sostanza inlercellulare e fi-brinosa e da numerosi globelti o nuclei bianchi: 1'essudalo ed i globelti ehe sembrano purulenli resistono alia soluzione di polassa 5 per cento (1).
(I) Nell'aprile .lei 1870 il signer vcterinario Bosso .la Ci-esccnlino mi porlö raquo;Ha R. Scuola Velerinapja di Torino, u.,u gallina affetta dlaquo; .ongiunlivite crupale all'occhio destro ; questa malatlla dominava allora ne' coniorni .li Cmcenlino. I.c lesioni die si crano sviluppale in queiroccliio crano analogho alle sopra-descritte. Avcndo la gallina discreto oppctilo c crodendo la malattia locale, mi limilai a levarc {'essudalo dalla congiunliva cd alle caulerizzaiioni col nilralo d'argeulo. Ottenni in sul princlpio an grande miglioranieulo , ma la gallina
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Cura. — La cura consisle nel logliere I'essudalo cruposo e nella caulerizzazione col nitrato d'argenlo. Anclie ai malali
divcnuva sempre pii magra. Finche esplorata la caviti Hella bocea vorso la melä di giugno , trovai ehe era affetta da slomatile alia base dclla Imgua, du palaUte in vicinawta della fenditura In cui si oprono le narici interne c da Uringito, Sulla roucosa del palalo e della base dclla lingua vl csislevano pic colissiroi noduli coperli da specie di polliglia bianchiccia fclida in olio grade. Le morfe di microfiti die vcg.tavano in quclla polliglia crano (/ij. 39) micro-coecl.i, forme di zooglea (A. C), mieotrici balterii (B. D) c baiterraquo; mollo lunghi in forma di leplolrici (E).
Dalle varle medicazioni applicate allVcbio deslro non oltenni chc migUo-ramenti die duravano soltanlo seile od otto giorui c poi si riproduceva I essu-dalo sulla congluntiva. Verso la fine di giugno cadde malala anel.e la congmn-tiva deU'occbio (inislro. Con sorprcsa osservai cssudalo bianchiccia anche nella camera antcriore. XJecisi la gallina per decapilaziono.
L'essudalo della cmcra auleriore conlencva micrococeln numcrosi, micolnci eorli, ballerii in forma di zooglea e .nicolrici. Era evidente In questo ease la penctrazione di morfe vegolali nella camera anlcriove.
Avendo conservala nell'akool la testa di quella gallina ed avendo ora csa-n.inate le ulcere alia base della lingua, ecc., trovai nello cellule cp.teliah delle glandule mucose c nella polliglia psorospemi a diverse grade di BVilnppo, tra cui alcuul iinasi firman.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. .
Ora e cbiaro ehe qucsta gallina essendo affetta anche da psorospermos! m-leslinale, c tenuta legata con una funicella in una camera ; le feecie ehe emel-teva contenevano psorospevmi chc si segmcnlavano; e cosquot;, si inlende ora, dopo le osservazioni sopra rifcrile, come i miglioramcnli ottenuti nella cura d. un occhio fossero passeggieri, e come alia fine anche cadesse malalo 1'occhio sim-stro, per infezione prodolta dai micrococchi psorospermici ehe si formavano nellc
fcccic die emeltcva.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,,. . .
Uu fatto imporlante fu 1'ossmlato nella camera antcriore. Ora 1 imtaz.onc causa di lale cssudalo venne prodolta dalle morfe di microOli sopra accenuale, ovvero da micrococchi psorospermici giunti nella camera antcriore ? I micro­cocchi psorospermici con raati anvbifcrmi possono giugncre negli orgam di-laquo;eosti dal canale alimentare e dai canali in rapporlo coU'estcrno?
L'cgrcgio signer E. Perroncito (Jraquo;/cd Vtltr., 1870, p. 572). osservö nlaquo; con-lorn! di Tornavosso la congiuntivile e la laringile crupale, chc euro coi fion di zolfo e col solfato di fcrro nella bevanda e ne arreslö lo sviluppo colla pu-lizia e disinfezione dei pollai, ccc.
Non vi ha dubbio ehe anche i casi osservati dal Perroncito non s.eno di psorospermosi. E quindi risulla come questa malaltia sia mollo diffus in Halm.
Nel corrcnte 1873 anche il professore Delpralo ebbe a curare casi della com delta diflerite nel Parmigiano.
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397 di questa forma e d'uopo amrainislrare aH'inlerno 1'iposolfilo di soda od i fiori di zolfo.
Psorospermosi delta cresta. — Le colonie di psorospcrmi alia cresta ed ai bargiglii producono una irrilazione a cui segue la formazione di una crosla. Qucstc crosle di colore Lruno e di forma conica si formano verso la base ma so-praltulto alia punta dei merletti della cresla. In alcuni mer-ielli la crosla e situata alia punta o verso la parle median.i, in altri vedesi un croslone die abbraccia lutlo il merletto. Nei bargigli le crosle coniche si formano soprallutto ai bordi: ancbe alia faccia lalvolla se ne osservano. In una gallina alia sommila della lesla csisleva una piastra croslosa die aderiva lenacemenle alle ossa del cranio. Le croste ehe sono silnale alia punla dei merlelli della crosla hanno la forma di guaina avvolgente la punla o tutto 11 merlelto. Tolle quesle croste, apparisce la cute umida, pallida, ehe arrossa pel contatlo (leH'aria.
CoH'esame microscopico si riconosce die le dette croste sono falle da cellule epiteliali, da soslanza inlercellulare, da materia estranea e da qualclie psorosperma brunaslro adulto. 1 psorospermi giovani sono siluati in gran numero nclle cel­lule epiteliali profonde ossia del reticolo del malpigbi.
Cura. — Si deve togliere le croste e pralicare una lieve cauterizzazione sulla parte malata col nitralo d'argento ecc. Non si deve dimenticare la cura inlerna.
Enterile psorospermica. — Di rado e primitiva, per lo piii e secondaria a qualcuna delle forme sopra descrille.
Sinlomi. — 1 malati divenlano tristi, perdono l'appelilo e poco a poco diventano raagri. Alcuni giorni dopo I'invasione, le penne perdono il proprio splendore e le feccie si fanno molli. A corso piü avanzato del morbo, i gallinacei diven­lano apatici, torpidi, insensibili, non corrono piü a beccare i'alimenlo e stanno appartati, evacuano feccie liquide, ten-gono gli occhi semicliiusi, il dorso inarcato; ed in alcuni giorni diventano magrissimi e debolissimi tanto die muoiono accovacciati.
Quando la psorospermosi enlerica e primitiva allora ha
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ordinaiianienle un andamento cronico; mentre sc complica
allre forme rli psorospermosi, allora ha un andamento aculo.
Diagnosi. — So c cronica, la diagnosi e facilissima; col-I'esame microsco|iico delle t'cccie, ?i trovano in qucsle nu-merosi psorospermi fortnali ili varia forma e granrlezza. Sc e secoudaria ad un'allra forma, allora se c incipienie non si Irovano psorospermi nelle feccic; raasedala da qnalche giorno s'inconlrano scmpre alcuni psorospermi adulli nelle feccie.
Lesioni cadaveriche. — 1 cadaver! preseninno una cnagrezza eslrema. Se ne vedono di quclli die hanno le pareli addo-minali lanlo assolliglialc ed i muscoli del torace pervenuti a- tal punio d'atrofia die per Irasparenza si vedono i visceri addominali ed onlroloracici.
Del reslo i visceri conleniiti nel petto sono lutti sani; del pari sani in apparenza sono quclli dell'addome; sollanlo qualche volia notansi i vasi venosi mesenlerici pieni di sangue coagulate; alle pareli poi deirinteslino si scorgono, situali aH'incirca nel sollomucoso, dci punti bianchicci sparsi qua c lä; quasi tulti dclla grandezza di un seme di papavero o di un semplicc punto. Quesli punii bianchicci non sono for-mali da colonic di psorospermi ma bensi da olricelli del Miescher o del Renay (ßg. 5-2) pieni di navicelle {fig. 74).
II contenulo deirinteslino c per lo piu un liquido bianco sudicio o Iraenle al rosso; nel cavo intestinale si irovano spesso delle ascaridi c delle lenic. In una gallina esaminala appena morta, trovammo repilelio dei villi mancanle in grande eslensione del lenue ed una grande quantila di giovani pso­rospermi a diverse grade di sviluppo cioc dal volume di un piccolo nucleo di globulo bianco fmo a quello di grossa cel-lula rolonda {fig. 47, a); in alcune poi di qucsle grosse cel­lule irovansi alcuni nuclei nel protoplasma. Nel colon poi c nelle appendici cecali mcscolati alle feccie sono a migliaia i psorospermi adulli o maturi.
Nella entente psorospermica secondaria alle altre forme o die le complica, per lo piü non si scoprono nel lenue die psorospermi giovani, in forma di piccole o grosse cellule ehe si scambiano facilmcnte o con nuclei delle cellule epiteliali
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399 nvvero con globuli purulenli; Ira que?tc colonie di cellule bianche perö se ne Irovano di quelle piene di granuli gial-licci e con doppio conlorno, c di quelle, i cui granuli gial-licci nascondono un nucleo rolondo. InolLre si trovano eziandio di queste cellule bianche riunite a Ire od a qualtro, alcune con nucleo, allre con piü nuclei, colla membrana appena distinla od indislinln. Pertanlo queste cellule bianche psoro-spenniche dimoslrano la loro molliplicazione per endogeoia e presenlano una cerla resislenza, avulo t'iguardo alia loro delicatezza, alia sohuione di potassa, cinque per cento.
Misure di polizin sanitaria. — Conosciuto il modo di dif-fusione della malattia, e cosa agevole lo slabilire le norme die valgono a preservare i sani. Manifestalosi il morbo in una 1'alloria ecc, primacura debbc essere quelia di far la pu-lizia e la disinfezionc del |iollaio o del luogo in cui consueta-mente dormono i polli, raccogliendo 1c feccie e seppellen-dole a conveniente profondita ecc, perche queste conlengono I'elemenlo virulento. Tulti i polli malali o sospelti devono essere posti in una stia se si vogliono curare. Sarebbe pure ulile porre in una slia almeno per seile od olio giorni quelli sani ed amministrare loro convenienle alirnenlo , a cui sia mescolalo ([ualche medicamento, come fiori di zolfo ed ipo-solfilo di soda. Trasportando altrove i sani per evitare il pe-ricolo di Irasporlare la malattia, sarebbe bene die si tenes-sero in una slia per qualche giorno soltoposti all'iiso degli indicati medicamenli preservativi. D'allronde poi ancbe man-(cnendo i polli nelle localiu'i infotle c indispensabile I'uso del medicamenli preservativi sopra indicali.
Cura. — Unilamentc al buon alirnenlo si deve ammini­strare riposolfilo ili soda ed i fiori di zolfo. Qualunque sia la forma di psorosperrnosi, siccome c quasi coslanle la pso-rospermosi enterica, cosi debbesi sempre fare la cura inlcrna. Se la malattia non e giunla aU'ullinio periodo, i malali gua-riscono. Perche col soltoporli a medlcazione inlerna i pso-lospermi giovani vengono dislrulli od uccisi od almeno viene impedita la loro molliplicazione. Quelli gia penetrali nell'e-pilelio delle glandule del Lieberkunn o dei villi inleslinali,
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se sono ancora giovani, o si arresta il loro sviluppo oppure lo completano; in queslo caso venendo alterate le cellule epileliali ehe li ospilano, queste si dislaccano e passano in-sieme al psorosperma nel contenuto (leH'inlestino, ed il pso-rosperma esce poscia maluro eolle feccie. Vedi G. Levi nel Giornale La Naziono, 23 aprile 1873.
Pebrina, alrofia del baco da seta.
La pebrina od alrofia e malallia conlagiosa parassilaria prodotla e mantenuta da corpuscoli ovali ehe dal nome delio scopritore il prof. Cornalia, sono chiamali corpuscoli del Cornalia.
1 corpuscoli del Cornalia (1) sono di forma ovale , splen-denli, rifrangenli la luce e munili di una slriscia longilu-dinnlc nella parte centrale, die talora si presenta ad nn lalo. La loro lunghezza, secondo Ilaberland e Verson, e di Ümm003 — 0mm 0045 —0,0007; la larghezza e di 0mm 002 —0mm003. Nei corpuscoli die lianno raggiunto il massimo grado di svi­luppo, la slriscia ccnlralc apparisce coine uno spazio oblungo pieno di soslanza trasparenle; le eslremilä o sono egual-nienle rotonde oppure non; allora una di esse e leggiermenlc acuminala ed un po' incurvala. Sono dolali di movimento oscillalorio; cioe oscillano ai lali compiendo un mezzo giro sull'asse longiludinale, ahbassano le eslremilä o girano sul-I'asse Irasversale, e talvolla contraendosi prendono la forma londeggianle.
Si niolli[)Iicano per divisione come primo osservö il pro-fessore LeLerl. Per moliiplicarsi {fig. 94) ingrossano, si al-lungano e molli pcrdono del proprio splendore; lo spazio chiaro, cenlrale si allunga ed allarga ed una linea di di--visione apparisce nella parte media del suddello spazio 0 slriscia longiludinale, ehe si propaga a tullo il corpuscolo;
{!) Emilio Cornalia. Norme pratiche per Veiame microicopico delle scmcntiecc. Milano, 1870.
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401 ianlo ehe talvolta il coipuscolo presenta due specie di nuclei; la divisione comincia e si compie rapidaraente; non poche voile si incontrano i due corpuscoli novelli ancora riuniti per le loro estremila.
La moltiplicazione dei corpuscoli del Cornalia, era procede lenta era rapida di modo die la pebrina puö avere un corso lento ovvero acuto.
La pebrina assale il baco da sela in lulli gli stadii della sua vita, cioe di cellula ovarica nelle uova, di larva, di ninfa o crisalide e di insetto perfetto,
Uova. — La pebrina delle uova non si riconosce die col-I'esame tnicroscopico. A lal uopo si prendono due o quallru nova, si schiacciano sopra un porla-oggelti di vetro, e si ag-giungc una goccia di acqua dislillata o di fonte; indi colle pinzelte si tolgono i guscii delle uova, il lutlo poi si copre con un allro velrino e si csamina al microscopio all'ingran-dimento di 500 diamelri. I corpuscoli del Cornalia si pos-sono trovare in pochi od in numerosi esemplari, e nelle uova possono reslare stazionari nel loro sviluppo oppure mollipli-carsi. Quando sono numerosi o si moltiplicano, allora I'cm-brione non si sviluppa e se anche si sviluppa, muore. Quando sono poco numerosi nell'uovo, allora sviluppandosi I'embiione, passano nel corpo di queslo ed alia nascila trovasi gia infelto.
Larve. — La pebrina nel baco allo slato di larva deriva dai corpuscoli del Cornalia dell'uovo o da contagione.
I bachi malati si riconoscono allo sviluppo ineguale, al-I'abbandonarsi al sonno ed allo svegliarsi a momenli diversi, al poco appetite, al torpore, al diventare piii piccoli se gia sviluppati ed alia comparsa di maccbie in varie regioni del corpo.
I bachi gravementc infetli al momento della nascita, ordi-nariamenle muoiono nella prima e seconda ela. Quando sono leggiermente malati e lenuli in buoni condizioni igieniche c di dicta, per cui non ha luogo la moltiplicazione copiosa dei corpuscoli del Cornalia, allora molli possono ancora giugnere alia terza od alia quarta elä. Quesli bachi infetli, o colle feccie o col loro cadavere poi diffondono i corpuscoli ilel
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Cornalia e propagano la malattia ai sani. 1 bachi sani, infelii alia tcrza od alia quarla eli possono ancora fare il bozzolo, passare allo slalo di ninfa, ili insetlü perfello e fare il seme. A secondo del grado di infezione delie femmine, le uova sa-ranno piii o mono infelle. II metodo di selezione, per olle-nere un buon seme bachi non infctlo, consisle neü'esaminare il corpo di UUte le femmine dopo die lianno falto le uova. 11 seme provenienle da femmine infelte si gella via.
I corpuscoli del Cornalia invadono lulli gli organi del corpo del baco, ed arrivano perfino nelle cellule della cute produ-cendo le macchie sul corpo del baco, caralteristiche della pebrina.
Le macchie sono tondeggianti e di diversa grandezza e di colore scuro; si preseniano sulla cute Ira i seginenli, sulle zampc e sullo sperone ecc. Si c molto dispulato sulla loro nalura (1). Esse compariscono solo allora quando i corpuscoli del Cornalia sono arrival! alia cute, ossia nelle cellule cu-lanee. La loro presenza e molliplicazione nella cule produce un'alterazione simile a quella ehe si osserva nelle cellule ve­getal! per la vegetazione di funghi, cioe un colore scuro sfu-malo giallastro, delto da De-Bary, umificazionc. Le macchie perlanlo alia cute del baco sono il segno della presenza dei corpuscoli del Cornalia nella cule slessa.
Secondo le ricerche del prof, llallicr, i corpuscoli del Cor­nalia non sono altro ehe le stilo-spore generates! nei picnidi AeWaPleospora herbarum. Vcramcnlc la rassomiglianza e gran-dissima. Ma si trovano anche slilospore di altre specie di microfiti die rassomigliano ai corpuscoli del Cornalia.
(!) Ameüco Vascu. Origint c rifroduiionc dcllc macchie, 1869.
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Flacciditä del baco da seta.
{morti passi murti ßaccidi — Negrone).
Qucsla gravissima malallia e caratlerizzata da aslcnia ga-slro enlerica, da sviluppo di micrococchi e di numerosi batlerit (forme analoghe a quelle del bacterium termo) nel contenuto inteslinale, da languore dei malati e poscia dalla tlaccidilä e dalia rapida pulrefazione dei cadaveri.
Assale i baclii specialmcnlc alia terza e quarta etä o quando slanno per monlare in frasca. Ora colpisce pochi bachi ora un grande numero e ne fa strage. I malati lianno diminuito l'appetilo, passeggiano sulla foglia o rimangono inerli, lorpidi
0nbsp; raggrinzati e non si scorgono progredire nello sviluppo se nclla terza etä o ne' primi giorni della quarta; spesso hanno nn color bianco o giallo sudicio agli anelli; si trovano pol tnorti sul lelto, flaeeidi o con una goccia di liquide alia bocca. La malallia sembra avere un andamento lento nei bachi piecoü, e rapide in quelli pervenuli a crescimenlo com-plelo. Dodici o piü ore dopo morte, i cadaveri prendono un color bruno oscuro al primo paio di zampe addorainali ecc, die si eslende a tutto il corpo e la flacciditä cadaverica si muta in rammollimento, tanlo ehe il cadavere viene conver-tilo in fetido liquame nericcio.
11 sanguc nci malati ha un colore gialliccio, i globetti bian-clii sono anrora dotati del moto amebiforme e molti di essi sono |iicni di specie di goccie o globcttini {fi.g. 6, lell. E, F).
1nbsp; micrococchi sono rarissimi. Tale qualitä di sanguc si Irova pure in molli bachi appona morti. Talvolla nel sangue dei malati inconlransi numerosi i micrococchi cd i balterii {[hj. 0, Iclt. G.) di questi se ne trovano di diversa lunghezza cioc dei lunghi c dei corli formali da uno, due o Ire arti-coli e dotati di movimento baslantemenle energico laterale destro e sinistro. Si trovano sempre numerosi i micrococchi cd i batterii nei cadaveri aleune ore dopo la morte. 11 sangue, appena in esso cominciano a svilupparsi i balterii, diventa torbidiccio.
1! contenuto deH'intesiino nei malati ordinäriarnente e
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scarso ed invaso da numerosi micrococchi e balterii analo-ghi a quelli ehe piü lardi si Iroveranno nel sangue. I mi­crococchi ed i balterii del sangue lanlo nei raalali ehe nei cadaveri derivano dall'intestino.
Qnesta malaltia sembra in relazione colle cattive condizioni i^ieniche in cui sono allevali i bachi. Venne descrilta bene da Cornalia e da Pasleur. Da Pasteur e rilenula ereditaria e da Cornalia con ragionc e considerata come accidentale e i ontagiosa.
11 rinnovaraenlo deU'aria, la mulaziono frequenle del letlo, e ralirnento asciulto e non fermentalo sembrano prcservare i bachi dal gravissimo malore, la (laccidilä.
Micosi delle mosche.
La malaltia delle mosche e caratterizzala da uno slalo di debolezza, di torpore e di immobilitä, a cui segue la morte, la distensione dell'addome e la formazione di una patina bianchiccia fra gli anelli dell'addome, die si estende. E pro-dolla dalla germogliazione nel sangue (Leberl) delle cellule deWempusa muscae (myriophylon Lcbert, eiifomophthera Fres) la quale poscia invade anche gli altri lessuli e compare tra gli anelli dello addome e frultifica.
Le spore mature hanno una forma campanulata e sono circomlate da un manlello plasmalico eguale a sotlile mem-brana {fig. 95, lelt. A).
Le cellule dell'empusa nel sangue sono globose, ovali ed in forma di otriccllo : quesli olricclli sono larghi ed irrego-lari {lelt. b) e mentre uno di questi funziona da radice,quot; i'allro si allunga e forma un basidio {lelt. c, d) ehe perfora la cute deU'addome e eomincia a generare spore.
Un' altra specie di empusa e queila detla (Brefeld) empusa radicans {fig. 96) osscrvata vegelare sopra alcune specie di bruchi. Secondo Bail I'empusa radicans puö anche atlocchire nelle mosche. Numerose sono le specie di empuse; e ne vennero osservale vegelare sopra diverse specie di inselti.
Ri^pello all'origine deH'empusa muscae varie sono le opi-
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nioni. Secondo Hail e una tnorfa di Saprolenia e di Mucoi-. Secondo Hoffman dalla empusa puö svilupparsi un achlya; e puö oltenersi I'impusa coll'inneslo del micelio di una mu-cedinea (1).
Micosi delle api.
Quesla grave malallia colpisce le api nelle celle allo slalo di larva e consisle nelia morle e nelia pulrefazione dellrquot; larve nale in una covala.
Se ne dislinguono due forme, Tuna conlagiosa e I'allra non.
Nelia forma non conlagiosa le api muoiono allo stalo ver-miforrne (larva).
La forma conlagiosa uccide sopraltulto le api allo stalo di ninfa. Le ninfe racchiuse nelle cellelle dei favi muoiono e si mulano in una poiliglia nero bruna ehe piu tardi si essica al fondo delle cellelle; il coperchio delle cellelle si albass.i e prcsenta per lo piü un piccolo buco. E probabile ehe que-slo piccolo buco dia esito ai gas ehe si sviluppano dalla pu­lrefazione.
Quesla malallia secondo le ricerche del dolt. Preuss e di Ilallier dipende da millioni di micrococchi e criplococcbi die le api operaie hanno introdolto nelle cellelle dei favi (2). Col mezzo della coltivazione dei micrococchi, Ilallier oltenne Vascophora elegans Corda , ehe rilenne insieme col dollore Zorn in relazione con Vascolricha chartarum Berk {fig. 252), imperocche dalle spore di quesla vide nascere Vascophora elegans (3).
Mezzi preservalivi. — 1deg; Evilare la compra di alveari da luoghi infelli. 2deg; Non amminislrare alle api miele alteralo.
(i) E. Ballier. Zeitiehrtft e.cc. M. i, p. 226-250-251.
EJuard Eidam. Der gegenwartige slant} punkt des Mycologte ece. Berlin 1872. (2) Xeituchrift, bd. i. p. 203-530-336. (5)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;li.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; bd. H |). 158.
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3deg; Allonlnnare dagli alveari le mnffe, lo api morte, la cera allerala. A0 Amminislrarc acqna pura per bevanda..
Scopcrta la malallia in un alveare, devesi allontanare la regina per impedire novelle covale: esporlare ogni pczzo di favo malato; visitarc spesso gli alveari e lenere iiuelli infetii in luoghi pulili e disinfellali. La dijinfezione degli alveari si pratica colle lozioni di acqua bollenlc , e poi dopo essere stali bane asciugali rilavandoli con alcool a 92deg; oppure con una soiuzione di acido fenico (1 di acido e 100 d'acqna) o di acido ipermanganico (1 di acido sopra 300 di acquiA (Ilallier).
Agaiassia contagiosa.
L'agalassia contagiosa ö caratterizzatn dalia dimiouzione in principio e poscia dal cessamenlo della secrezione del lalle. 11 lalle contiene un numero grandissitno di cellule bianclie analoghe alle purulcnle. E spontanea o da conlagiono nelle capre e nelle pecore lattifere di qualunque da. Lo svi-lnppo sponlaneo venne osservato in ogni slagione, ma spe-ciaimenle in primavera tanlo sui monli quanlo nel piano; e piii frequenle nella capra ehe nella pecora. L'illiislre Me-taxä (1) ne diede un cenno in una nola, chiamarulola slor-narella, asciultarella, mal-sec; il prof. L. Brusasco ne fece una completa descrizione nel 1871 dal lalo clinico ed ana-tomo-palologico (2).
11 lalle airinvasione della malallia comincia a presentare diminuzionc della soslanza grassa; riscaldalo a circa-f-00deg; si rapprende in una massa gelatinosa; a 100deg; non riduce il tarlrato cupro-polassico (3), ed e piü sollile, acqaoso, di co­lor bianco sudicio e di reazione acida. A misura ehe fa pro-
(1) Trattiito cleKe malatlie epixooticlie ecc, p. II, |gt;ag. 509, 1317.
(i) Mtd. feter. 1871, p. 245.
(3) G. Nalliuo, iMtd. Veter, 1371, p. 327.
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407 gressi la malatlia, viene separate dalle mammelle in minor quanlilä e sempre maggiormenle sieroso ; infine divenla di color bianco sudicio slumato giallo, piü o meno grumoso, glutinoso , ed allora cessa la sua secrezione , reslando ie mammelle ayvizzite. La cessazione della secrezione del lalte onlinariamente e coinplela al 18-30 giorno dopo I'invasionc del morbo (1).
L'esame microscopico (fatlo dallo scrivenle insieme al prof. Brusasco ed al signer A. Vulanle) dimoslrö in dello latlc: 1deg; {fig. 42, lelt. a) cellule grand) piene di goccioline mole-colari stipate, ehe in moke cellule nascondevano il nucleo; alcune delle sopraddclle cellule giandi avevano una membrana sotlilissima o I'aspelto epiiclioide, allre sembravano ammassi di proloplasma. 2deg; Cellule piii piccolo, di coloresfumato gialln verdaslro (fig. 42, lett. c), di cui lo unc avevano una sollile membrana, allre rassomigliavano ad una massa di proloplasma, ed erano simili ai globelli purulenli di pus inspessilo; molle di delle cellule contenevano piccole goccie di grasso. Nella glicerina allungata coll'acqua dislillala si conservano beno giä da due anni; 3deg; corpuscoli (fuj. 42, lelt. b) analoghi a cellula sfumali di color giallo rosso con doppio conlorno, con il conlorno eslerno piü pallido, cd il conlenulo fallo da una specie di crislalli ; alcuni dei delli corpuscoli sembra­vano conlenere due o tre nuclei omogenei, allri si risolvevano lacilmenle in soslanza oniogenea splendenle; 4deg; Molecole o granelli minulissimi e mobilissimi rassomiglianli ad un bru-lichio di vibrioni ncl liquido o nel menslruo in cui nuola-vano i sopra desciilli elemcnli (fig. 43).
I grumi ed il sedimenlo ehe si precipilava ncl fondo dci vasi in cui il lalle veniva raccollo erano costiluili dai sopra indicati elemenli, ma specialmente dalle cellule analoghe allo purulenli ehe reslavano appiccicale Ira di loro.
Virus. — E difficile cosa lo stabilire in quali degli elemenli sopra menzionali debba collocarsi il virus. E il virus fbrmalu
^1) Brusasco. Loco citulo.
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Jai granelli dolali ili moto vivacissimo oppure e formale dalle cellule analoghe alle purulenle sopra descrilie? Queste cellule analoghe alle purulenle sono desse le cellule od i nuclei delle vescicole della glandula mammaria ehe non hanno subito la rnetamorfosi grassosa? Ma in lal caso come avvenne il fatlo ossia perchc un tale arresto di rnetamorfosi grassosa? Evidentemenle non dcrivanoda neoformazione flogislica perche appunlo nel cnlmo della loro produzione le glandule marn-marie non offrono traccia di flogosi e sono avvizzile. D'al-Ironde poi riponendo il virus nei numerosi granelli dotati di molo vivacissimo, come si dislingueranno da quelli ehe allo stesso ingrandimento si vedono nel latte sane? Confesso randidamente ehe non ho potulo determinare gli elomenti costituenli il virus.
Contagione. — La contagione da animale malato ad ani-male sano si efTetlua per mezzo della mtignitura. Benche (|uesto modo di trasmissione fosse giä noto ai paslori, lul-lavia il prof. Brusasco voile accerlarsene coll'esperimenlo; pose una capra fresca di latte e due pecore pure sane a coabilare con una capra malata e con pecore malate; colla inugnilura la malallia si comunicö alia capra ed alle due pecore sane ; nessuna delle inoculate sofferse di masloile, solo Tuna delle pecore fu afletta da artrile e l'allra da ke-ratite passeggicra.
Incubazione. — La durata deH'incubazionc fu di O-lä giorni o di 15-20 giorni.
Sintomi. — 1 sintomi piü cospicui della malattia sono il cambiamenlo dei caratleri fisici del latte separate dalle fem­inine malate, la diminuzione e poscia il cessamento della sua secrezione. Perö I'esame microscopico del latte conduce a scoprire la malattia fin dalla sua invasione; e diffatli si tro-\ano nel lalle, in principio di malattia, alcuni globuli ana-loghi ai purulenti; e coll'osservazione si conslata die, a mi-sura die progredisce la malattia, cresce il numero dei detli globuli bianchi e diminuisce quello delle goccie grassose. La malattia ora colpisce una sola glandula mammaria, ora le colpisce ambedue in grado eguale od ineguale. Nelie malate
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400 gravemenle la secrezione lallea non si rislabilisce piü, roentre in quelle debolmenle inalale, in media dopo il 40 giorno, ricomincia in debole grado. Quando la malallia e complicala da mastoite, ehe pare dipenda daH'azione meccanica dellf cellule bianche accumulalesi ed appiccicalesi nei condolti ga-lallofori, ovvero e complicala da artrile carpea e tarsca, da keralite e da cateralta, allora le malate, ollre i sintomi di (jueste malaltie, presentano anche fenomeni morbosi gene-rali, come trislezza ecc, magrezza ecc.
Misure di polizia sanitaria. — Separazionc ed isolaraenlo delle femmine malale o sospetle dalle sane.
Cura. — II Melaxi scrive cbe le semenze aromaliche e carminative, il cimino, il ciliso , le infusion! di menta, di salvia recano qualche soliievo. Dagli esperimenli del prof. Brusasco risullano giovevoli i semi di anicc, di finoccbio, di lellandrio e la polvere di canlarelle.
CAP1T0L0 III.
Dopo aver discorso brevemente dei micrococchi, dei balle-rii ecc. e delle malaltie in cui piii comunemente si incon-irano, ora loccheremo di allri generi e specie di funghi ehe i'gualmenle sono dal Bonorden collocate nella famiglia dei protomiceti ossia miceli elemenlari.
1. Gen. Saccharomyces Reess. Sin. Honniscium Kunze, Mycoderma P. Torula Fries. — Cellule munite di nucleo, di diverse colore, di forma rolonda cd ovale, in catena o ra-mificale.
a) Saccarormjces ccrevisiae, cryptococcus cerevisiae Robin (fig. 16). Fermenlo della birra. Questa specie (1) e formata da cellule rotonde od ovali di 8-9mm nel maggior diamelro. La membrana delle cellule c resistenle , elaslica , soltile e scolorata ; il conlenulo e un protoplasma finamente granu-
(I) Max Uocss. D.itankhe Vnlfifuch.
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lo^o, scolorato, clio racchinde un liquido acquoso in forma
di mo!ti e piccoli vacuoli. Lc cellule si trovano isolate, a due od a gruppi; si moltiplicano per gemme. Ptr la vegelazione abbisognano dell' ossigeno dell'aria almosferica ; conlengono circa il 40 % d'acqua; possono perdere lentamenlc 2/3 della normale quanlila d'acqua e conservarsi in vita a lungoquando non sieno invase dalla patrefaziooe.
Per la rapida sotlrazionc di acqua muoiono. Lu tempera-lura media necessaria per la loro vegelazione e fra 8deg; e 35 C.
La vegelazione e minima fra 0 c 3deg; C. Vengono uccise dal freddo di - 60deg; C. (Cagnard-Lalours) o di—90deg; (Meisen). Muoiono pure nell'acqua riscald.ita a-i-75 C.
Nelle soluzinni di so^tanze adalle alia loro nulrizione ve-gelando, eccilano la fennentazione alcoolica. Tale fermen-tazione cresce o diminuisce in intensilä colla germogllazione del Saccharomyces cerevisiae I'ormalo dalle descrille cellule.
Si distinguono due varielä del Sacchoromyces cerevisiae. L'una ehe produce la sollofermenlazione o fermenlazione infe­riore e I'allra la sopraferrnentazione o fermenlazione superiore. Vi hanno perlanlo qualili di birra a fermentazione inferiore (Bavarese, Halle, Francoforle) ed a fermenlazione superiore (birra bruna, Lianca, I'Ale, Porter ecc.)
La fermenlazione inferiore corre fra H-^e 10deg; G. Al livello del liquido fermenlanle si sviluppa una schiuma finamente vescicolosa, solo di ratio con cellule di ferrnenlo. II fermenlo lanto veccliio clic giovane si depone al fondo del vaso in forma di slrato ben dislinto dal liquido.
La varietä di Saccharomyces cerevisiae ehe produce la fer­menlazione inferiore {fig. 63) e formala da cellule rolondo o corlo-ovali e riunite in semplice serie (di Q-S-i cellule) quarantolto ore dope, die vennero posle nel liquido die deve I'ermenlarc; venliijuallro ore piü lardi cioi nel colmo della fermentazione e formala da serie di 5-8 cellule vegelanli ri-gogliosamenle per lo piü di forma ovale e con rami. Al ler-mine della fermenlazione, le cellule sono riunile in cumulo; perö le cellule delle diverse generazioni sono separate le une dalle altre, e vegetano ancora lentamenlc.
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La seconda varietä üi Saccharomyces cerevisiae cine tlella fermenlazione superiore ü nello stalo di quiele c cli lenia vegelazione appena dislinguibile dalla prima. E formala draquo; cellule per lo piü corle ovali o periformi c vegeta piii rapi-damenle ehe la prima varietä: le sue cellule rimangono riu-nite le une colle allrc e formano funicelle ramose cd arli-colale ehe vengono in gran parle Irascinate via dalle bollc di aeido carbonico ehe si spn'gionano. La fermenlazione procedlaquo; solto la spontanea elevazione di lemperatura di ö —10quot; C. assai preeipilosa e separando grande quantitä di fermeBto in forma di poltiglia schiumosa giallastra, arriva a lermim-in 2-3 giorni. Una parle del fermento si precipila al fondo ilel vaso, cd in questo le cellule sono per lo piii ovali mentre nella schiuma ed in vieinanza della superficie prevalgono le cellule eiilliche.
Max Recss coltivö ii Saccharomyces cerevisiae sopra dischi di palate cotle, di topinambur eee.; ossorvö la germogliazione e di piü la produzionc di cellule fislie entro le cellule ma-dri del Saccharomyces cerevisiae. Gonsiderö le cellule madri come im asco [fig. 63, lett. a) e le cellule figlic come ascospore epperciö rilennc il Saccharomyces cerevisiae un ascomicelt-nel sense piü lalo di (|uesla paiola. E. llallier sosliene ehe il fermento della birra non ha aleun rapporlo cogli ascomi-ceti di Max Reess (\).
b) Saccharomyces exiguus (fig. 64.). Si trova talvolta nella fermenlazione preposlera della birra; e capace di eccilare la fermenlazione alcoolica. Le sue cellule sono circolari assai pic-cole. Le spore nell'asco sono in numero di 2-3 (fig. 64, Icll. a).
Dal fermenlo della birra pulrefalla Bergmann e Schmiede­berg ollennero un alcaloide ehe chiamarono solfato di sepsina; il quäle inietlalo nel sangue del cane produsse i seguenli l'enomeni morbosi: vomilo, diarrea sanguinolcnta , cchimosi nello stomaco e nel euere.
lloppe-Seyler dal fermenlo della birra ha isolalo una so-
(i) Zeitschrift, IST1-72, p, U'ii.
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stanza (fermenlo) die in soluzione acquosa produsse rapida-menle la trasfurmazione dello zuccaro di canna in zuccheru di uva e di frutti. Si otliene delta sostanza in forma di pol-vere bianca die asciutta si conserva nell'alcool. Quesla so­stanza e contenuta nelle cellule vivenli del fermenlo della birra.
Lc cellule del fermenlo della birra furono trovale da pa-recchi autori neU'esofago, nello stomaco e nello inlestino dei bevitori di birra (1). 11 doll. Kraus assicura ehe la birra re-cente , catliva od allerala produce dulori ai lombi , culiche renali e die il fermenlo (!) aggrava il catarro cronico della vescica ; I'urina di uno dei malali , dopo 6-8 ore presenla molte cellule fermenlo.
c)nbsp; Saccliaromyces ellipsoideus {fij. 65). Fermenlo del moslo d'uva. Fermenlo del vino. — Nello slato di vegetazione e IbriTiato da cellule elillicbe , omogenee , della lungliezza di circa 6 millesimi di millimelro : nel mosto d'uva le delle cellule eccilano la fermentazione alcoolica. Nella germoglia-zione le cellule figlie appariscono ad ambedue i poll della cellula rnadre, piii di rado ai lati. Alia temperatura della fermentazione inferiore ad es.- -5deg; e 10deg; C. la loro gernio-gliazione avviene piii lenta, le cellule si dislaccano le une dalle allre e di rado si trovano riunile in calenedi5-6 cellule.
Alia temperatura della fermentazione superiorel50e 180C. si formano calene di cellule ramificate di 10 —15 cellule.
Collivando questa specie M. Reess oltenne pure asci eJ ascospore (ßg. 65, lelt. a).
d)nbsp; Saccharomyces apiculalus Reess (fig. 66). — Si trova spesso tra il fermenlo del vino e produce pure un'azionu ferraenlante alcoolica. Consta di cellule elillicbe die ad am­bedue i poli banno corle punte, con un vacuolo nel cenlro circonrlalo da protoplasma.
e)nbsp; Saccharomyces conglomeratus Reess {fig. 67). — Tro-vasi nella fermentazione prepostera del vino : e falto da cu-
lt; i] Ch. Robin, Hist, nafur, des Feg. Pains, p. Sib.
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11 .i i i.)
n)oli di cellule rolondc, piccole. Non fu conslalala la sua azione fermentante alcoolica.
/quot;) Saccharomyces pastorianus. Reess (fig. 68). — Fu os-servalo da Pasteur ne'vini die fermenlano a lungo. ß lallo da cellule ovali , lunghe 5-6 millesimi di millimelro , for-manli serie per lo piu di tre cellule. Alia superficie del li-rjoido fermentante, sotto I'azione dell'aria atraosferica, forma catenelle di cellule disposte in rami. La fermentazione alcoo­lica, die produce, corre come fermentazione inferiore assai quiela.
Le spore delle sopramentovate specie di saccaromiccti o fer-menli del vino si Irovano sopra gli acini dcH'uva. Chi esamina quella patina sollilissima die rivesle gli acini d'uva c die e indizio delta freschezza e deU'inlegritä degli acini se ne con­vince facilmente; poiche trova quella patina od appanamento latta da micrococchi, da cellule minime o spore fermenlo, da sostanze estranee diverse, tra cui specie di cristalli. Nel mosto dell'uva appena pesta, trovansi cellule rotonde ovali con due punli e namerosi micrococchi moltili; 24-26 ore dopo trovansi i micrococclii in numero maggiore, e le cellule minime sopra indicate hanno uno spazio cliiaro con aspelto granu-loso e proliferano cellule figlie ad uno dei poll. Dopo altre quindici ore si trovano assai numerosi i criptococclii germo-glianli, die formano cumuli verso la superficie. Dopo allre quindici o venli ore, ossia verso il lerzo o quarto giorno dacclie vennero schiacciati i chicchi, l'ebullizione e giä ben awiala ed alia superficie della massa fermentante comparisce una polliglia falta da milioni c milioni di cellule minime e da criptococchi di varia forma e grandezza. 11 levar in capo ed il Irabocco delle belli dipende dal liquide spostato dalla delta massa di elemenli vegetal! di novella formazione.
Le specie di saccaromiceli o fertnenli del vino, sono falte derivare, da alcuni autori, dal Mucor mucedo (LK) Fres., dal Mticor racemosus Fres., dal Penicillium glancum (LK), dal-VOidium lactis Fres. Max. Reess nega un rapporto genelico ira queste specie di funghi coi fermenti sopra descrilli. Hallier combatte M. Reess.
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g) Saccharomyces mycoderma Kccss. Sin. Mycoderma me-senterieum Pers. M. cerevisiae el vini Desm., Hormiscium vini fl cerevisiae Ron., Mycoderma vini Puamp;l.,Myc. cerevisiae Trecul. Fiorc del vino e delta birra (fig. 73).
Alia superficie del vino e della birra conlenuti in vasi ma-lamenlc chiusi o pieni solo a raetä, cd in vasi aperti esposli al contatto dell'aria si sviluppa spesso in breve spazio di tempo una pellicola dolicala di color bianchiccio sfumalo color vinoso, gialliccio nella birra, denominata volgarmenlc fiore del vino ecc.
11 fiore del vino e formate da cellule ovali, eleltiche o ci-limlriche della larghezza di 2-3 miilesimi di millimelro, e della lunghezza in meilia di 6-7 mm. Le cellule madri si i.iolliplicano mnndando fuori gemme o cellule figlie ai poll e formando cosi ramiücazioni di cellule. 11 fiore o Sacch. mycoderma e agente di decomposi/ione dei vini, trasporta I'ossigene dell'aria al vino ed alia birra; i! vino e la birra perdono deH'alcool e le loro qualita sapide.
2. Gen. Criplococms. — Venne indieato a pngina 21, ehe i criptococchi sono cellule minime ehe si moltiplicano per gemme (die si sviluppano ad una tlelle loro eslremitä. Per l'analogia ehe hanno col saccharomyces o cryplococcus cerevisiae , furono da alcuni patologi e micologi ritenulc idenliclie con quello; ma vogliono essere dislinte perchc nei sustrali in cui germogliano non sono agenle di fermenta-zione alcoolica, ma di decomposizione, e non sono altro cbe una morla di micromiceli piü elevati, come ad es., del pe-aicillo, ecc.
Criptococchi semplici furono osservati da parecchi aulori (Vogel,Remak, Hannover, Henle, Boehm, Hallier, Tarufii ecc), nei calarri cronici della faringe, dell'esofago, dello slomaco, dell'inteslino, nella diarrea, nelle pseudo-membrane difterichc deH'uonao ecc. ecc. Nelle psendo-membrane ciifteriche, come osservai col dolt. Del-Chiappa, derivano dai micrococchi e ger-mogliando {jroducono Yoidium albicans. Nell'urina dei diabcti si sviluppano presto cioe in ventiqualtro ore c forrnano sulla superficie deH'urina una pellicola; ma si sviluppano anche lal-
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volla nell'urina priva di zuccaro (I). Negli nnimali, lo scri-venle, ha osservalo criptococchi nel pus degli ascessi farcinosi o nel ventricolo delle galline morle per rnorbo epizoolico. Per evitare confusione e meglio indicare quesle morfe vege-lali col nome di criplococco e con quello delia regione del luodotto morboso, tlella malattia o del liquido in cui si Iro-vano. Ma parmi, non debbono essere conl'usi col eriptococeus cerevisiae , lanto piü die olTrono diderenze abbastanza co-spicue tra di loro occ.
Criptococcus clava. — Con questo nome il prof. AVedl chiamo filamenli arlicolati ehe terminavano in im cilindro in forma di mazza ehe egli Irovo negli slomachi, specialmenle nel quaglio dei ruminanti. Non li trovö nei vilelli. Pare si Irattasse di clomenli vegelali introdolli coiralimento (2).
3.nbsp; Gen. IIormiscium Kunlze.
a) IIormiscium album, Bon. {ßg. 71). — E una morfa ed e formata da cellule rotonde in catena; forma bianclii cumuli sopra il legno putrefatto.
h) Ilor. sacchari (fig. 72). — E formalo da cellule al-lungale die a complelo sviluppo hanno ire nuclei, e forma una pellicola sopra i sughi zuccherini, i fruüi cd i f.chi in pulrefazione. II Bonorden assicura ehe quesla morfa si svi-luppa anclie sull'urina dei diabelici.
Al gen. Ilonniscium, il Bonorden rifcrisce un discrelo nu-niero di morfe di microfui descrille da Corda nel gen. To-rula; ad es., VHor. olivaccum (cellule globose depresse di color olivaceo die si svilappano sul legno putrefatto del pino). L'llor. trilici (spore globose, scure, minute, riunite in rami sulle radici del frumenlo). L'Hor. disciforme (cellule globose, olivacee, oscure, sui rami delle pianle ecc).
4,nbsp; nbsp;Gen. Cvlindrium. Bon. Sin. Fmidium. Link. — E ca-ratterizzato questo genere di morfa da cellule semplici, ci-lindriche, appunlale alle estremila, in catena e formanli rami.
(I) Ch. Robiu. Opera cilala, p. Ttiö. t). Taruflt. Opern cilata, p. 7'i0. ,#9632;quot;) HcrinJ;. Jahrcibtrieht, p. I'i. Inquot;;?.
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a) Cyl. fhvo virens. Bon. Fusidium Gorda {fig. 76). — Forma muffe composte da cellule concatenate di color giallo-verde sulle foglie in putrefazione. Le rauffe ne' iuoghi urnidi lianno un bei color verde die a poco a poco divenla giallo d' ore.
Allrc specie di questa morfa sono il cyl aureum (mufla color d'oro); il cyl elongatum (fatlo da catene di cellule corle cilindriche); il cyl septatum forma macchie bianchiccie, co-.^tiluite da spore bianche, cilindriche con sepimenli trasver-sali sulle foglie in putrefazione.
5.nbsp; Gen. Bispoiu. Gorda. — Gellule divise in due, in catena. Gorda ne descrisse quatlro specie: Dispora mouilioides, Bis. intermedia, Bis. catenulata e Bis. menzelia. Formano vege-lamlo, muffe di color bruno o nerastro sul legno vecchio o sulle sostanze in putrefazione.
ö) Bispora monilioidcs {fig. 77). — Spore oviformi di­vise a metä da un scpimenlo e nel punto dove questo rislede vi ha un reslringimenlo ; in ogni divisione vi ba una goccia oleosa. Sopra polliglia di ulcera mocciosa posta in una sulu-zione di zuccaro e divenuta di color scuro, nero, quasi piceo.
6.nbsp; Gen. Ustilago. Fries. — Spore riunile in cumuli in Iuoghi diversi delle plante, di rado solle l'epidermide, piü spesso nei fiori delle Singenesie e delle Grarainacee. Le spore si sviluppano da un micelio delicato ed indistinlo. Producono quella malattia nei vegetal! delta gangrena o carbone, le spore per lo piü hanno un color nero o scuro sfumato giallastro, o violetto. Numerose sono le specie di questo genere.
o) Ustilago mnydis {fig. 79). — Vegeta sulla zea-mays (granlurco) invadendo le varie parti delle piante, cioe il fuslo, le radici aeree , le cime, la pannocchia e perfino le foglie. Quando la pianta di granturco viene assalita dall'uslilago es-sendo ancor tencra, allora soffre nello sviluppo, vien defor-rnata e non produce la pannocchia.
La vegetazione dell'Ms/jVcrjo Maydis produce tumefazioni per lo piü peduncolale , polipose , verrucose tuberose schiac-cialc, Iriangolari o colla punta rotonda od acuminata: queslc tumefazioni spesso sono nuracrosc cd arrivano perfino alia
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417 ^landezza della lesla di un uorno. In principio hanno un colors bianchiccio grigiaslro: la slrullura inlerna e stratifi-cala e tra i varii slrati, massime in quelli vecchi, vi ha una soslanza neraslra fallada spore mature. Ne' giorni di pioggia, la della soslanza nerastra (spore) si presenla come una pol-tiglia nera analoga aU'mcbiostro e sui lumori sisviluppa spesso il penicillium glaucum. Ecco come avviene lo sviluppo delle sopra indicate lumefazioni.
Arrivali i germi deiruslilago ne! tessuto delle zeamays si sviluppano e danno origine ad un micelio falto da filamenli trasparenti ialini, ramificali , nodosi,', o disposli a modo di inlrigato cespuglio: prolungandosi quesli lilamenti Ira cellula e cellula vegelale, le irrilano e le eccitano a proliferare per Fafflusso grande di linfa die avviene; si sviluppa pertanlo nel luogo irritalo un neopiasma ossia una tumefazione formala da cellule vegetali. Vegelando sempre rigogliosamenle il mi­celio deH'uslilago, ne'suoi rami o filamenli appariscono nuclei die presto ingrandiscono e si mutano in una cellula (spora) ehe prima ha un colore bianchiccio con nucleo e granuli e poscia prende un colore scuro sfumato giallo: giunle a ma-lnrila assumono un color brunaslio sfumalo giallo. Egli e nei vani scavali dal micelio nel tessulo vegelale di nuova forma-zione ehe si accumulano le spore; e quesla formazione di spore ha luogo esuberanle alia periferia ed alia punla delle sopra indicate lumefazioni, dove i filamenli del micelio for-mano una specie di lello prolilero. Lc spore adunque del-VUalilago maydis derivano dai nuclei dci filamenli del micelio, e nei punti dei filamenli del micelio d'onde vennero tolle le spore, rimangono specie di cicalrici {py. 79, lett. b).
Le spore mature hanno un episporio guernito di punte o dentalure.
Azione dcU'ustilago maydis. — In molle localilä asciulle le foglie e le cime della zea-mays essiccate formano un buon alimento per i bovini neU'inverno. Le piante di zea-mays piu malate sono bullate via, ma perö alcune di queste mescolale con le altre, sono porlate sui fenili. Non ho mai vedulo ehe i contadini sia allimdendo ai lavori intorno alia zea-mays nei
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lampi o sulle aia, provassero qualche danno dal maneggiartraquo; le pianle malate. lo ho molte volte maneggiate le luinefa-zioni piene di spore senza riceverne danno.
Pero a qualche veterinaiio parve die le spore AeWustilago maydis producessero sinislri elTetti neH'oiganismo delle bovine.
Cosi il veler. Haselbach nel 1850, fu consultalo da un pro-priclario inlorno la causa deH'ahorto delle piü robuste sue vaccine (undici avevano abortilo nello spazio di (illo giorni). be vacche crano tulte in buon slato di nulrizione e riceve-vano per alimento pianle di zea-mays lagliuz/.alc; tra cui ve ne erano molle alTette dail'uslilago. Le undici vnccbe ehe avevano aborlito presentavano un poco di debolezza.IIaselbach ritenne causa dell'aborto le spore dcU'uslilago; e perciö fece inutare ralimento e non si ebbero piü a deplorare casi di aborto. Incdlrc avendo raccolle tumefazioni piene di spore di uslilago, amministro a due cagne gravide, di cui una do-\eva parlorire fra tre scttimane, e I'altra fra dieci giorni, araministrö loro, dico, rnezz'oncia di spore di uslilago nel pritno giorno, e nci giorni scguenti ne amministro due gramma. Dopo qualche giorno vide succedere 1'aborto in am-bedue le cagne (1).
Lo scrivenle ha amminislrato ad una cagna, per una sel-limana, spore di uslilago maydis. La delta cagna entro in caldo.
Scmbra ehe alia specie umana le spore dell'ü. maydis non siano dannose. II prof. Lussana racconla ehe lacob Imof nel 4784, prese, neH'acqua di fonle per qnallordici giorni a ventricolo digiuno, una dose di spore di uslilago maydis, aumenlando la dose fino ad una dramma, senza inconve-niente. lospirö e degluli le spore senza riceverne danno; si pralicö una ferila e la cosperse di spore senza ehe la piaga provasse un cambiamenlo. Anclie il Bonafous, nel 1836, as-sicura ehe i galli, le oche, le galline a cui amministro spore di uslilago marjdis, non provarono sconcerlo morboso, e cho
r, I mti. wf. iRCß, p?g. 4iquot;
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le vacche mangiarono impunemenle le lurnefazioni della zea-mays.
II prof. Lussana nel 1871, colse un tumore tli zea-mays grosso quanto un arancio, e fece dal sig. Piccinelli prepa-rare nn infuso neil'acqua Lollente alia colatura di grammi cento. Develle i'lnfuso in due voile a breve inlervallo senza riceverne danno.
Un giovane robuslo, il signer Tavclla Domenico si fece due fiizioni al braccio colle spore di ustilago senza die nella parle insorgessero fenomeni morbosi.
Vonnero per conseguenza a lorto considerate le spore di ustilago maydis, sia sparse nelle stalle, sia mescolale colla farina di granturco, come cau?a della pellagra neU'uomo.
Vennero considerati come causa della pellagra lo Spori-sorium maydis (Bellardini, Roussel, Zannelli, Guerreschi e Marzari ecc), cd il Penidllium glaucum.
Sporisorium maydis. Uredo maydis Ccsati. Verderame del yranlurco {fig. 80). — Filamenli sotlilissimi, semplici e lene-rissimi di color bianco pellucido ne formano il micelio. Que-sto si sviluppa da principio ncgli intcrslizii fra I'embrione ed il cotiledone dci cliiccbi di granturco; invade Tinlerno del chicco ne ailera e dislrugge la sostanza; per cui questa c Pembrione (il tessulo del cotiledone) divenläno conlratti, di color giigio vinoso, ed a poco a poco vengono distrulti, ed ii loro posto viene occupato dal micelio; poscia i filament! del micelio fendono le membrane del chicco di granturco e appariscono alia sua superficie producendo numerose spore incgnali e vcrdaslre.
11 prof. Lussana (1) nel 1854, iniettö nclle vene di cani, 1c spore (polvere) dello sporisorium, ed osservö i fenomeni c le lesioni caralterisliche dcH'embolia e della trombosi. Nel 1870 eibö per alcuni giorni ua Colombo con tie chicchi di gran­turco, molto alterali dallo sporisorio c I'animale non diede segno di alcun fenomeno morboso. Inoltre da un chilogramma
(I) Cwmzeiln mp.lica lomhario, |gt;. 7(1, 101, 102. lH7s5.
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di granturco mollo infello fece preparare nn eslrallo idro-al-coolico dal signor dolt. Cerato; quesli in due digestioni nel-l'alcool debole a gradi 21,3 otlenne di parle estratliva idro-nlcoolica grammi 0,95, ehe disciolse in Ire grammi di acqaa distillata. Dilui con altri Ire grammi di acqua dislillata quelle solnzione e la inietlö poscia nella vena femorale di un cane del peso di chilo 5 Vs- quot; cane nuquot;''1 sofferse.
In qunnto al peniciliio glanco vegetante sui chicclii del eranturco, ove il prof. Lombroso crede produca un'altera-zione tossica pellagrogenica, il prof. Lussana, considerando ehe Sirambio, Cipriani, Lussana, ecc, osservarono la pellagra sopra uomini ehe non avevano mangialo polenta o pane di granturco, riferisce il seguente esperimento: Raeeolse ollo cltogrammi di granturco alterato dalla vegelazione del peni-lt;illio glaueo e da qualche aspergillo, ne fece ridurre in pol-vere setle cltogrammi, impastö quesla polvere con farina bianca e ne prepare frittelle ehe fece cuocere nello sirutlo suino. Un cane ehe le mangiö in due giorni, non provo allro lt;'he qualche sforzo di vomilo. Fece maeinare il restunte di granturco alterato, e feee preparare una polenta con questa farina alterata mescolala eon altreltanto di farina buona. II Lussana la mangiö lutta; la trovo di sapore c di odore mar-cato di mufi'a, ma non ne soffri danno.
L'osservazione ha pure dimoslrato al prof. F. Lussana ehe la pellagra non dipende dalle macchie sanguigne della po­lenta (vedi pag. 56), prodottc dalla Zoogaladina imetrofa Setle. Serratia maydis Bizio. Monas prodigiosa Ehr. (fig. 44).
I riferili esperimenli se provano ehe Vuslilago maydis non ö un tossico, non dimoslrano ehe eerte specie di mierofiti nelle forme loro piü semplici non siano l'agenle di una ma-lallia cutanea prima limilata alia cute e poscia generalc o diffosa ad organi inlerni.
il dott. Anton-Giuseppe Pari (1) soslicne ehe la pellagra
#9632;:
(I) Scojicrfc laquo;iicroscojiic/ie gutla jitüojra ecc. Gatzclla rfi medicina pubblica, gt;quot;apoli, iSl-2, psg. 829.
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sla in relazione coW'ustilago maydis e colle morfe, ehe dalle spore di uslilago derivano. Osserva die la presa delle spore, lt;iella decozione ecc, per alcuni giorni non c prova baslante per eliminare rinllnenza dell'uslilago nella produzione della pellagra. La pellagra nella specie umana si manifesta in lo-calilä dove la pulizia e I'igiene delle case e trascarata, e le persone fanno uso di alimento scarso, deficiente, omogeneo (per lo piii polenta o pane di granlurco mal colto). Quesle cagioni non vi ha dubbio sono predisponenli, ma finora nissun falto prova ehe relemenlo produllore della pellagra derivi dalle spore deH'ustilago, o da una morfu di ustilaginea.
Alcuni vogliono ehe la pellagra si manifesli anche nel ca-vallo. 11 dott. Anton-Giuseppe Pari (1) racconta ehe nel Mes-sico i cavalli alimenlati col mais immaturo delle annate pio-vose e earico di tumori dell'iistilago provano sintomi idenliri ai pellagrosi; i messicani inculpano il mais, anzi per queslo denominano il morbo, Enmaisadurä ed il cavallo enmaisado. 11 cavallo enmaisado si consuma e perisce nello stesso modo dell'uomo pellagroso. II dolt. Salas perö dichiara ehe sebbene parccchi sintomi presentali dal cavallo enmaisado sieno so-miglianli a quelli offerti dai pellagrosi della specie umana, pure egli non osa conchiudere airiilenlitä delle due afl'ezioni. Sembra ehe il doll. Salas abbia scambiato qualche dermalo-palia cronica della cule del cavallo con quella caralleristica della pellagra. Perö finora in Europa non venne osservala nel cavallo alcuna malaltia analoga alia pellagra dell'ucmo.
b) Uslilago Carlo Tul. (fig, 81). Sin. Reticularia Bull. Uredo Persoon? Carbone del grano. L'Ust. Carbo ha spore rutonde di diversa grandezza con episporio oscuro, liseio e eon endosporio scoloralo; le spore hanno doppio conlorno ehe ad un punto si assolligiia e scompare in modo da lasciar come uscire granuli: hanno un color piii bruno alia periferia ehe al eenlro, ed al cenlro una sostanza finissimamente granu-losa. 11 micelio ö falle da filamenti piceoli, lortuosi, pieni
(I) Opera cilala,
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(ii granuli, con rami aumerosi, da cui si elevano lilamenii corlissimi , die producono le spore. 11 micelio fu bene stu-diato da I. Kuhne. 11 germc clcH'iisliiago penetra nella pian-lina di frumenlo fin dall'epoca tlclla germogliazione del seme (grano). Nella priraavera, all'epoca in cui la pianla di grano melte fuori la spica, il micelio deH'iistilngo invade le giovani spiclie e sopraltullo i lencri ed abbozzati organi di frutlifi-cazione c Ii dislrngge , prodaccndo un'immensa quanlitä di spore; tanlo die le giovani spiclie rimangano copcrle da un ammasso di sostanza nera die al menomo conlallo si espande in polviscolo bruno. Nella primavera piovosa nei luoglii umidi molte pianle di frumenlo ne sono invase.
L'Usl. dvbo fu pure osservata sullc spiclie dell'orzo, della segala e dell'avena, ed eziandio sopra le spiclie di altre specie di graminee.
Ustilago Hold Sorgi. — Ne' conlorni di Gro.^elo insiomc al collega Regis studiai qnesla specie sulla saggina (Holcus Sorgtim). La inaggior pane dei chicchi ne erano siaii in-vasi; la buccia dei cliicchi era inlalla, ma I'lnlerno loro era fallo da una soslanza di color cafTe, cioe da spore. Le spore e per grandezza e per colore e per forma sono analoglio a quella deWUst. Carbo.
11 Dr. Camisola scrisse die il pane fallo con farina misla col grano morou e noccvole e puö produrre la gangrena secca (Flora Asiesc, 1854, pag. 305).
c) Ustilago segehnn, trilici Dill. voig. grano nero, golpc del grano (fig. 82). — Quesla specie ha spore ehe sono quasi piii grosse del doppio ed anclie del Iriplo di quelle deWUst. Carbo. Le spore sono irregolarmenle rolonde, angolose, con doppio contorno scuro e color scuro sfumalo giallo Ira i due conlorni: i'lnlerno delle spore e pure di color sfumalo gi.al-liccio scuro, ordinariamenle splendenle e pare fallo da grossa goccia d'olio : spesso nell'inlerno si veggono Ire o quallro corpuscoli splendenli die sombrano goccie d'olio o di grasso. II micelio e molto delicalo, indistinlo; queslo micelio invade i chicchi delle spiche quando sono appena formal! e pro­duce una giande quanlitä di spore ehe rierapiono i chicchi
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distruggendo la lecola. La Luccia del chicchi rimane inlalta, ed i chicchi consenano la loro forma ; sono perö piu pic-coli e leggieri, come pure le spiche , ed lianno un color bianco sudicio o grigio; mancano del color formenlino dei chicchi sani; rotti o tagliali presentano nel loro interno una soslanza o polvere di color caffo scuro fatla da spore. Qaesla specie e piii daonosa delVUslilago Carbo; colpisce, nel campo di frumenlo, un grande nurnero di spiche, lanto ehe il pro-dollo vien diminuilo. Gli agricoltori la lemono e nella see!(a della semenza del grano hanno cura di esaminare, se con-tenga grani affelli da golpe, per eliminarla; poiclic allrimenii seminando grano alTello da golpe , la maggior parle delle spiche nel venture raccollo nc sarebbero invase.
Le spore di quesla specie nmminislrate coll' alimento ;i galline per alcuni giorni, non produssero danno; egualmenle innocue riuseirono al cane. Nelle feccie dei polli e delle altrc specie di animali le tie sopra descritle specie si Irovano spesso in gran numero e si scorge ehe percorrono, senza subir eambiamento lalvolta, il canale intestinale degli animali.
d)nbsp; Uslilago Deslrucns Schlecht - Sin - Coema deslruens Duby (fig. 83). — Quesla specie invade il perigonio dei fiori del miglio c del Iragnpogon, lo rigonfia a modo di veseica. Quesla veseica eonliene una massa (spore) di color scuro tuggine. Seeondo Link le spore sono di color nero e secondo Bonordcn sono per lo piu globose, ovale, obovale di color alro nilido, scabrose al di fuori. Sul miglio col collcga L. Colla irovai le spore rolonde , ovidi, grosso o piccolo ccn doppio conlorno, collo spazio Ira i due conlorni di color rosso tlammeo scuro e munile di nucleo granuloso.
e)nbsp; nbsp;Uslilago Ueceplaculorum Fr. {fig. S'i). — Spore fina-menle reticulate, ovate, di color bruno violelto e poscia nere: nel ricettacolo del tragopogon pralensis.
f)nbsp; nbsp;Uslilago Anlherarum Fr. (fig. 85) vegeta sul calice delle Silene nutans, elites etc. — Le parti del fiore alfcttt; sono sparse da polvere di color scuro violelto. Le spore sub-globose o quadrangolari di color violelto coll' episporio o memhrana sparsa da fine e corle elevazioni.
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g) Ustilago Flosculorum Fr. — Spore minule di coloi porporino scuro: vegeta sui fiori della seabiosa arvensis etc.
h) Ustilago Utriculosa Till. Sin. Uredo Utricolosa Corda. Coema Utricolorum LK. Ustilago Utriculosa Nees. Uredo Bis-tortarum De-Candolle {fig. 86), — Spore alro violacee globose, eleganlemenle reticulate. Invade. I'ovario del Polygonnm per-sicnria ed hydropiper alterando e dislruggendo tutle le parti del fiore e producendo un disco cbe conliene le spore.
i) Ustilago Duriaeana Tul. (fig, 87). — Spore brune, sfericfae, eleganlementc reticolate, sfum;ilc di color rosso nella linea della rete dell'episporio, col diametro di 0mm,006. Debbd alia genlilezza del collega L. Colla esemplari di questa specie.
1) Ustilago Salvci. — Spore ovate scabre per causa di granuli minuli sull'episporio. Fu osservala sulle foglie del Dactylis glomerata.
m) Ustilago Typhoides B e Br. — Vcgela snl fuslo del-VArundo Phragmites etc., producendo delle macchie lunghe alcuni pollici specialmenle agli internodi. Coollt;e dice cbe le spore sono globose, piu laiglie di quelle delie allre specie.
n) Ustilago Arundinacea {fig. 88). — SulI'arMndo donacc posla per soslegno delle vili nei campi vitlati, bo osservalo un ustilago, le cui spore somigiiano assai bene ali'Ustilago Monlagnei. 11 micelio vegela sollo l'epidermide e produce in prima macchie lineari die poi si |)rolungano e lormano lunghe stiiscie di color fuliggine quando si screpola l'epider­mide: le macchie fuligginose si estendono lalvolta e com-prendono largo trallo delle canne. Le spore sono di diversa grandezza e forma; rolonde, ovali, angolose, ecc. banno il conlorno esterno piu spesso e nero, ed il conlorno interno piü sotlile : il contenuto e omogcneo sfurnato giallo scuro.
o) Ustilago Monlagnei Tul. {fig. 89). — Nei chicchi del seme della Rhyncospora alba; le spore sono leggermente an-golose, piccole e mescolato con filamenti.
p) Ustilago Olivacea Tul. — Spore di color verde oliva, piccole , ovate, rotonde nei semi di varie specie di carici, onde la soslanza dei semi viene dislrutta.
q) Ustilago Hypodites Fr. {fig. 90). — Spore piccole sub-
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42'. globose, nero Lrune: sopra gli sleli di varie specie di grami-nee. Sulla paglia di frumenlo trovai vegetare quesla specie, 1c spore avevano un bordo scuro cd un conlenuto ornogeneo di color scuro sfumalo giallastro : erano ovuli rotonde cd irregolari di forma: slavano in cumuli sopra una specie di inienio indislinlo formando maccbie nere c punti neri.
r) Uslilago longissimä Tul. {fig. 91). Sin. Uredo Sawcriy. — II micelio vegela neue foglie della Glycerin speclabilis, delia Poa acquaiica, etc., e produce slriscie sub-epidermiche lun-glie, di colore bruno. (iiunle le spore a maturila, si rompe l'epidermide, e le spore di color bruno si presenlano in forma di polvere bruna.
laquo;) Uslilago ureeolorum Tul. (fig. 92). — Spore brune obiunghe , angolose con episporio spesso ; vegela sopra gli organ! riprodultivi del fiore di varie specie di carici.
G. Gen. TiLLETU Tul. Sin. Uredo süophila. Uredo foc-lida. Uredo caries. Tillelia caries.
a)nbsp; nbsp;Tilletia caries (fig. 93). — Spore sferiebe di color aim fuliggine con episporio reticulato nernslro ed endosporio sco-lorato. 11 micelio vegela ncl fiore (ovario di parecchie specie di graminee, Irilico sativo o frumenlo, logio tumulenlo, Bromo segalino, Poa pralense, logio peienno). Nelle spiche del fru­menlo riempie i chicclii cnlle sue spore, i quali appariscono come corpi polverosi rotondi oblungbi , neri e di odore fc-lido. Meyen giunse a dimoslrare il micelio nel fiore di fru­menlo e I. Kuhn dimoslrö il micelio neU'inlerno dei lessuli della pianta. E micidiale al frumenlo, perebe Irasforma come VUstilago segetum o trilici, la parle farinosa dei chicclii del frumenlo in una massa nera , granulosa c feüda. Serondo A. Payen pochi grani di frumenlo infelto baslano per infel-tare lulta la semenza per un campo, e nell'anno successive si ha un raccollo infimo, ecc. Le feccie adoperate per conci-mare i campi Irasporlano le spore di lillelia nei campi sani. Gleichen nel 1784 dimoslrö sperimenlalmente la conlagiono della malaltia (carie del frumenlo carie du ble).
b)nbsp; Tülelia aplogenes Bender. Vedi Febhre aftosa.
c)nbsp; Tülelia scarlalinosa Hallier. Vedi Mucor scarlatinosus.
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Nel 1868 il veleiinaiio AlLrcchl osservö delle vaccbe ca-ilere malale con fenomeni inorbosi analoglii a quelli liella peste bovina in seguilo all'iiso per alimenlo c!i Lolla affelta da Tillelia caries, da Puccinia graminis e da coniilii, ehe sembravano appartenere alia pleospora herbarum. E degno di nola ehe una giovane di servizio in quella slalla fu col-pita alle man!, alle braccia ed ai pieiii da eruzione pusto-losa (1).
7. Gen. Urocystis Lev. — Spore composle da piü cellule, a) Urocystis occulla Rabh. (fig. 97, kit. a). Sin. Uredo occulla. Polycistis occulla. — Vegeta soito I'epidermide degli sleli, delle foglie invaginanli gli sleli e sull'ovario della segala e del frumento, ove produee striscic e chia/.ze di color bruno nero. Giunte le sjiore a maluranza I'epidermide si rompe e le spore compariscono in cumuli solto forma di polvere nera; le spore sono composle cioe risullano da ])iü cellule riunite insieme di lorma londeggiante od irregolarmenle angolosa, con un e[)is|)orio spesso e bruno laquo;euro.
h) Urocystis pompholygodes Lev. {ßy. 97, lell. b). — Ve­geta sulle foglie e sui pezioli del ranunculus repens e sopra altre specie di ranunculacee, ove, dopo ehe le spore sono formate, per la lacerazione deU'epidermide, appariscono in una massa polverulenla di color nero fuliggine. Spore ccim-poste.
c) Urocystis violae (fig. 98). — Sulle foglie e sui pezloli delle foglie della viola; i punli affetti divenlano lumidi; le spore mature, rolla la epidermide, appariscono in forma di polvere. Secondo Cooke, le spore composle risullano da cellule piü piccole e riunile in numero maggioie (schizosporangi).
Urocystis oryzac Ilallier {fig. 59). — Sopra le foglie del rise produee slrie neraslic; il micclio e furmato da (ilamenii a rorti arlicoli; le spore composle (schizosporangi) risullano da numerose cellule. Germogliando all'umido, Ilallier la vide dar origins ad un penicillio cladosporoide (fig. 59, lelt. a).
(t) Zeitschrift hi. 1, p. 98.
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d)nbsp; nbsp;Urocyslis inlestinalis Uallier {ßg. 60). — Secondo Hallier, solto forma elementare germoglia sulle mucose degli individui della specie umana e produce la difterite. Egli col-tivando in una soluzione zuccherina gli clemenli vegclali conlcnuli nelle pseudo-membrane della difterite esofagea, oltcnne un micelio a corti arlicoli da cui si generavano grosse cisti , ossia grossi schizosporangi. Nissun fatto con­duce a far considerare la suddescrilta morfa come causa della difleiile.
e)nbsp; nbsp;Urocyslis cholerae asiatici Hallier (ßg. 57 e 58). — Vedi Colera.
8. Gen. Coniothecium Cord. — Spore generate da fila-menti corti o iunghi, semplici o ramosi di color bruno o chiaro, die banne sopimenti numerosi. I delti filamenti ed nlla loro punla c nel loro decorso gencrano cellule ai lali, dalle quali per divisione ehe ora precede regolarmente od irregoiarmente, si sviluppano spore di due o moltc cellule. Non sembrano die morfc.
a)nbsp; Coniothecium epidermidis Corda. (ßg. 99). — Micciio fatto da lilamcnli tnolto septali, ehe alia punla nd a quella dei rami lateral] separano masse di spore conglobate (schi­zosporangi i).
Nmnerose specie ne descrive Corda, die si sviluppano snl legno o sni rami essiccali. Ho fatto menzione della specie sopra indicala, perchc il letiorc giunga a farsi un'idea delle seguenti specie die vennero considerate come forme di virus.
b)nbsp; Coniothecium slilesianum (ßg. 101). — II dott. Stiles, nella peste amcricana dei bovini, ossia in una forma febbrile a processo dissolutivo del sangue, ha trovalo nel sangue c nella bile dei malali dei micrococchi. Colla collivazione di questi ottenne in diversi sustrali forme di criplococchi, di oidium, di penicillittm e di coniolkecium; e queslo dal nome del dott. Stiles fu detto coniothecium slilesianum. E formato da fdamenti bruni , articolati , da cui si elevano corti fila­menti ehe separano schizosporangi.
c)nbsp; Coniolkecium siphyliticum Hallier. — II prof. E. Hallier diede questo nome al microfila da cui credelte derivino i mi-
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crococchi clella sililiile. Dalla coltivazione del virus sifiliticü oltenne nel suslralo forme vegetali ehe lianno analogia con quelle morfe vegelali clie furono delta coniotecii.
d) Coniolhccium gonnorroicum Ilallier. — E pure una morfa analoga alle precedenli ollenula dalla colliva/.ione della materia della blennorragia. Le tre riferite forme di conio­tecii non sono ehe morfe vegetali; nulla hanno di specifico.
9.nbsp; nbsp;Gen. Leiosporium Ilallier. Leiosporium Jissentericum Ilallier. — 11 prof. Ilallier, nella dissenteria della specie umana, osservö micrococchi, micolrici, forme di vibrioni ecc., nelle deiezioni del malati. Analoghi elemenli si osservann pure nella diarrea da cause diverse negli animali. Dai ten-tativi di coltivazione dei predetli dementi vegetali, oltenne criptococcbi ed arlrococchi ecc., ed infine oltenne un micelio bruno , producente spore, avenli analogia con quelle delle ustilaginee (anaerospore), di colore bruno e con specie di endosporio reticolato. Colloro I'A. quesle spore in un genere di micete intermedio fra il genere Ustilago e Tillelia, ed avulo riguardo alle spore liscie denominö il fungo Leiospo­rium dissentericum. Da tale morfa di micete vide prodursi elemenli analoghi a quelli dell'otdmm laclis, ed infine una forma di cladosporium, di aspergillo e di mucor.
La diarrea e la dissenteria negii animali possono essere prodolle da cause diverse e non pare ve ne esislano forme esclusivamente prodolle da un micromicete ehe si possa chia-mare con nome speciale. Egli e vero ehe nelle indicate forme raorbose, il liquido o le materie intestinal! nel colon e nel ceco fermenlano e si decompongono per opera di morfe ele-menlari di miceti (fig. 78), come ad es., cumuli di micro­cocchi {lelt. a), di ballerii {lell. b) di forma, di giandezza e di lunghezza diverse; ma non v'ha dubbio ehe tali morfe non sono specifiche.
10.nbsp; nbsp;Gen. Ureclo Lev. Fries. — Fries aveva dislinto due generi di microßli gangtenosi uslilago ed uredo. Bonordeu collocö tra i prolomiceti il gen. ustilago, e fra i coemiacei il gen. uredo. Riferiremo solo qualohe specie del gen. uredo, il qnale ha il micelio fatlo da filamenti o da cellule ehe ve-
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jieta nel lessulo della pianta (endofilo), da cui si elevano cellule o filamenti in forma di imenio o letto prolifero ^enerante le spore. Producono macchie di colore giailo o h ru no.
a) Uredo hypericorum DC. (fig. 102). — Vegelando sotlo I'epidermide delle foglie delle varie specie di ipericon, pro­duce macchie gialliccie, elevale leggermcnle; rompendosi I'e-pidermide escono spore subglobose di color rancialo.
11.nbsp; nbsp;Gen. Fusidium LK. {fig. 103). — Cellule o spore fusi-formi lalvolla punteggiale, generate da un micelio endofilo, ehe escono dalle fendilure dell'epidermide in forma di pol-vere bianca o grigia.
Fusidium griseum {/ij. 103). — Si dislinguono parecchie specie di Fnsidio dal colore delle spore. Cosi il Fus. Flavo-virens, F. Candidum cd aurcum (Bonorden).
Sopra i foraggi muffati si Irovano spesso spore di fusidium.
12.nbsp; nbsp;Gen. Uromyces LK. — Spore uniloculari con peduncolo di maggiore o minor lunghezza. Dal micelio si elevano (ila-menli ehe alia punla producano spore die sono piu grandi di quelle delle specie del gen. uredo.
a) Uromyces appendiculala Lev. Sin. Uredo appendicu-lata Pers. {fiy. 10-4). — Spore per lo piü rolonde od ovali, con conlenulo granuloso die nasconde un piccolo nucleo bianchiccio, aderenti al pedicello; hanno un colore bruno-giallastro, coU'apicc bianchiccio appena appena discernibile, la membrana spessa con doppio conlorno. Venne osservalo sulle leguminose, sulla fava vulgäre, sulla vicia saliva, ecc. II professore Silvestrini vide vegelare questa specie sul-Ferba medica dell'agro Pisloiese nel 1872, e produrre la rug-gine dell'erba medica. Le pianle malate, esaminatc col pre-lodato collega, aveano le foglie sparse da minulissimi punli un po' elevati e spesso conflucnli, di colore cannella scuro, si alia pagina superiore ehe inferiore. In alcune foglie i delti punli erano tanlo confluenti da formare una piccola rnacchia rugginosa. Sopra gli stell poi notavansi macchielle linear! un po'elevale die per rollura deH'epidermide si erano mutate in ulccrclte lineari di color cannella. L' erba me-
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dica secca pareva sparsa da punti o da macchielte di color cannella.
Insieme a quesla specie vegetavano un allro fungo (/?j. 251) ed ammassi di inicrococclii (forme di zooglea e del bacterium lermo).
b) Uromyces apiculosa LK. {fig. 105). Sin. Uredo phy-leumalum DC. Coema phyteumatum Corda. Pttccinia ane­mones DC. Coema apiculosum LK. — Spore con corto pe-dicello, ovale, oblunghe, con apice oltuso. Sulle foglie produce piccole clevazioni di color scuro sudicio o macchielte come punti in chiazze irregolari.
L'uromice appendiculalo reca spesso gravi danni nell'agro Pisloiese alia collivazione deU'eiba medica (meditago saliva).
Le pianle malale dale come aiimenlo agli equini, secondraquo; ie osservazioni del prof. Silveslrini, producono forme lificlie gravi. Ordinariamenle i casi di lifo nel Pisloicse conseguono airarnminislraziune deU'eiba medica allerata daH'uromice ap­pendiculalo.
Sul Irifoglio rosso dell'agro di Figline nclla primavera del correnle 1873, il sig. Bianchi Leone medico-velerinario os-servö pure vegelare Turomice appendiculalo insieme ad un cladosporium {fig. 138, lell. b) ed alia trichobasis. 11 Cladospo-rium produceva, snlla pagina inferiore delle foglie verdi, dellc macchie scure o neraslre, fuligginee, della grandezza quasi di un seme di papavcro. AU'esame microscofjico le maccliie si riconoscevano falte da filli cespugli di (ilnmenti corli, fles-suosi, die alia punla producevano spore ovali, seplate, sfu-male di color nero fuügginc.
Le bovine mangiarono scnza senlirne danao, dello Irifoglio rugginoso.
13. Gen. Trichobasis Lev. — Spore mature libere senza Iraccia di pedicello.
a) Trichobasis rubigo vera Lev. {fig. 106). Sin. Uredo rubigo Decandolle. Uredo linearst Vers. — Spore di varia forma c grandezza, ovali oblunghe, rolonde, irregolarmente rolonde o multo allungalc; la membrana e cospersa da corli ticnlei hen Hislinti nelle spore fresche; dessa e molio spessa
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con doppio conlorno di color sfumalo giallo. II contenuto e fallo da cumuli di granuli giallicci con piccole o grosse goccie di pigmenlo giallo.
Le spore vengono generate da un lello proligero di due strali, rcslerno formalo da fdamenli sollili indislinli ed in-irecciali ehe allraggono il nnlrimerilo dalle cellule vegetali, I'interno e falto da filamenli filli e vertical! al primo slratrgt;, da cui derivano. I filamenli verlicali allo stralo esterno pri-mitivamcnle non sono ehe cellule, le quali essendosi allun-(;ale e poscia dilalale alia sommilä ed al disoüo della dila-lazione essendosi formalo un sepimento, la dilalazione si 6 inutala in una spora. Quesia, giunla a malurila, si dislacca lacilmenle dal pedicello. I pedicelli stanno piultosto aderenli lenaccmcnle allo stralo cslerno.
Quesli letli proligeri (spermogonii) si producono sollo I'e-pidermide delle foglie degli sleli del (rumenlu, arrivano alia grandezza maggiorc o minore di un millimclro, producendo sulle foglie e sugli steli delle linec un po' lumide nel mezzo e sollili alle eslremilä; formalesi le spore e giunle a malu­rila, 1'epidermide vien sollevala e lacerata, allora appariscono le spore di color ruggine nolle ulccrellc formalesi per la rot-lura deH'epidermidc, e pezzelli di epidermide di color pal-lido rirnangono aderenli ai bordi deH'ulceretla. Quando le spore sono prodotle in piccolo nmiiero sul lello proligero, non si formano le indicate ulcerelte. Adunque la Tr. rubigo vera, produce prima macchielte lineaii c poi ulcerelte co-(lerle da pulviscolo rubiginoso. Nei campi di grano malalo, le predellc macchic cd ulceri si formano sulle foglie, sugli sleli e sulla rcsle delle spicbe. Le pioggie frci|iienli degli ul-timi giorni di maggio, e dei primi giorni di giugno ed il caldo umido ne favoriscono la vegetazione rigogliosa sulle pianle di frnmenlo. Venendo soltralla una grande ciuantitä di sughi nutrilivi alle pianle di frumenlo, i cliicchi delle spichc non completano il loro sviluppo, molli aborliscono, molli rimangono avvizziti e molli piccoli. Gravi danni pro­duce per conseguenza al raccollo del grano.
La rup^ine del grann nel 1766 devaslö le campagnc To-
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scane, nel 1854-55 reco gravi danni alia Francia e nel 1872 all'Ilalia.
La vegetazione della Tr. rubigo vera e sempre accompa-gnala da quella della puccinia graminis e da morfe delie pleospora graminis (schizosporangi).
b)nbsp; nbsp;Trkhobasis linearis Lev. (fig. 107). — Vegcta pure sulle foglie, sugli sleli e snile spiclie del t'rumento e dell'a-vena ecc, ove produce macchie linear! di color giallo mat-lone le quali quando le foglie sono avvizzite impallidiscono alquanto e poi diventano score. Non reca danno.
c)nbsp; nbsp;Trichobasis glumarum Lev. {Urcdo glumarum ?) — Macchie minute, rotonde o lineari giaile, spesso confluent!; spore globose, di color giallo vivo con episporio liscio. Sugl! invogl! de! chicchi nelle spiche di frumenlo in luglio ed anchc sulle foglie clic prendono un color vinoso.
Numerose allre specie colle sjiore brune, sono dislinle c denominate dalle specie di pianle su cui vegelano; ad es. Trick, scillarum, Cichoracaearum, Artemisiac, Labialarum, Umbellatarum, Delae, Fabae, Poligonorum, Violarum ecc. ecc.
Azione della paglia rugginosa sull' organismo degli animali.
La paglia rugginosa, secondo Gohier (1), produce coliche ed afTezioni carbonchiose negli animali. Nel 1854, Magne ali-menlö per undid giorni due pecorc c due agnelli con grano ed avena rugginosi, senza ehe provassero sconcerlo morboso; un agnello ebbe una kcratite passeggiera. Fischer osservö nel 1865, die la i)aglia rugginosa, quando era data conic alimento per lungo tempo, si rendeva causa di affezioni pu-tride; in setle cavalli produssc diarrca, dolori colici leggier], ed il color giallo delle congiuntive.
Nel 1872, il sig. C. Delia-Pace la vide produrrc solo lievi
l) Magne, Traite d'agricolture pratiqut, ö.o piirlic, ISSO, p. 40. S, Rivolta. (iiomale rli anat. /is. ere. Visa, i87ü. G^rorsglio prof. Bendiconti H l.'.litul. Lombard. 1872.
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indigeslioni e diarree. II prof. Papa racconta ehe in alcune bovine del Vercellese, produsse dolori inleslinali, diarrea, scolo di mucosila dalla bocca, calore alia mucosa della bocca, tanto die alcune bovine morirono, e le allre vennero gua-rile con purganli, decozioni acidulate oppiacee, e con solu-zione di acido fenico (1). Un cavallo poi, dopo aver mangialo di delta paglia, fu afl'etto da colica, e poi divenne triste, col pelo rabbufiato, coi fianchi conlratti, col polso piccolo, colle mucose leggermenle inietlate e con grandissima sensibilitä alle regione faringea. In allre bovine, la paglia rugginosa produsse un'imtazione gastro-intestinale con enteroragia od ematuria ecc.
Avendo nclla slate del 1872, raccolto polvere provenienle dalla trebbiatura del fiumenlo irruginilo in alto grado, la amminislrai, mescolata alia crusca, per 5 giorni a due co-niglie ed a dieci giovani conigli senza die provassero il menomo sconcerto morboso. Lc feccie dei conigli conte-nevano le spore della tricbobasis, della puccinia graminis ecc. imrautate: soltanto alcune avevano perduto una parte del lore conlenuto.
Di piü osservai ehe gli uomini die accudivano alia treb­biatura del frumcnlo ncU'islilulo agrario ed in molto allre laltorie e die si trovarono immersi per rnolli giorni nella densa nube di polvere formala dalle spore della paglia rug-ginosa non ebbero a soffrirc il menomo danno. Non vi ba dubbio die se le spore della tricbobasis, della puccinia gra­minis ed i schizosporangi ave?scro posseduto una qualcbe azione lossica od inilantc, ([ualcuno degli uomini die per lanli giorni vissoro nell'aria inquinala dai detli dementi, od avrebbe dovuto cader affello da qualcbe forma febbrile o da irrilazione limitala ad alcuna ddle mucose esposte al con-lallo ddl'aria.
Inoltre ndl'inverno del 1872 il prof. Caruso amministrü impunemenlc alle sue bovine la paglia rugginosa in debole grado trila c mescolata ad crba o ad allre pianle sccclie.
(I) GiomaU di Mei. I'elcr. pratica, ix, p. 91, 1672. Itivolla
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Nella prinaavera poi alimenlö per venticinque giorni con paglia rugginosa in allo grado, liila e mescolala ad erba, due bellissime vacche gravide senza ehe ne patissero il piu lieve danno.
La paglia rugginosa perlanto sc miücc agli animaii c pro­duce indigeslioni od irritazioni gaslro enleriche ed a poco a poco predispone gli animaii a malallie gravi, la sua a/.ione nocevule non sembra dovnla all'azione irrilanle o tossica degli elcmcnli vegelali ehe formano la ruggine. Essendo poi detla paglia predisposta ad csscre invasa da altrc muire e conlcncndo allora milioni di micrococchi (zooglea) imn deve recar meraviglia sc in quesli casi possa renders! causa di raorbi gravi.
Lc spore poi lanto della Trich. Rubigo vera c lineare si Irovano in lulti i liquidi die colano dal canali ehe enmuni-cano airesterno e specialmenle nel conlenulo del canalc digereale.
44. Gen. Dicoema Bon. — Spore doppie irregolarmenle ovaii. aj Dicoema Bclulinum Bun. {fuj. 108). Vegela sollo la fpidermide delle foglie c produce macchie di color rosso maltone : le spore hanno un color bruno giallo.
15. Gen. Lecythea Lev. Sin. Epüea Fr. De-Bary. — I filarncnti del raicelio si riuniscono in uno slroma piü o meno circoscrillo, da cui verlicalmenle si elevano basidii e para-(isi sterili alia periferia c verso il centre, filamenli ehe alia sommilä separano le spore. Vegela nel parenchima delle fo­glie solto repidermide.
a) Lecythea ruborum (fig. 109). — Spore globose o sub-globose con episporio cchinolalo, di color giallo ocraceo; produce macchie alia pagina ini'eriore delle foglie di rovo die sono pallide, brune o porporine al lalo opposlo.
Nuraerose altrc specie vegelano sopra le foglie o parli verdi di allre piante ad es, del salix aurita , nigricans, vi-minalis (uredo caprearum D. C); del populus nigra (uredo longicapsula D. G.); della polentilla argentea (uredo polen-lillarum D. C.); della rosa centifoglia (uredo rosae pers.) c del Inlium pl#9632;rclUl'#9632; (De-Bary).
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435 1(j. Gen. Cystopus Lev. — Filamenti del micelio non ar-licolati, ramosi, forraanti un riceltacoli), da cui si elevano rami in forma di olriccllo die producono le spore. Questc rimangono j'iunile in serie di ^2-7 per mezzo di un cortlaquo; pedicello.
a)Cystopuscandidus(fig. HO) Sin. Uredo Candida Pers. — Vegeia sugli steli del Tragopogon maior, della Capsella ccc. Spore subglobose. Sulie foglie del cappero produce punteg-giature irregolari, clio sembrano sprizzale con biacca o con altra materia biancliiccia (anto alia pagina superiore ehe in­feriore. Tali maccliie sono formale da cumuli di spore ge­nerate da un micelio vegetante sollo I'epidermide. Le spore sono rolonde con doppio conlorno e protoplasma granuloso, c stanno riunite in serie per mezzo di un corto pedicciio.
17. Gen. Coleosporium Lev. — Stroma fallo da fiiamenli iulrecciati, da cui si elevano vcrlicali rami in forma di otri-cello die si dilalano in sporangio (De-Bary) pieni di contenulo granuloso, rosso-giallo : verso la punta dello sporangio si forma una spora, sollo quesla se ne forma una seconda ecc. ima terza, fino a 5 in serie. A misura die si formano le spore, vien sollevala la epidermide, die poi si rompe. Si formano cosi puslole rolonde.
a) Coleosporium petasitis Lev. (fig. 111). — Spore ovali ranciale o rosso-gialle: Sulla Tussilago pelasites.
Allre specie ne vennero descrillc da Leveille come ad es. il Coleosporium pingue Lev. (spore ovoidi giallo-brune) : Coleosporium campaniclae (spore giallo-pallide) ecc.
'18. Gen. Dicoccum Corda. — Spore divise con uno , due o piü selti, in cumuli sopra il legno di pino c di quercia pulrefalto.
a)nbsp; Dicoccum bctnlinum Corda (fig. 112, a).
b)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id. tricoilum ecc. (fig. 112 b).
19. Gen. Sporidesmium Lk. — Ammassi di spore o di cellule allungale in forma spesso di mazza colla piin(a acu-minata, sostenute sopra un pcdicello piü o meno lungo die proviene dal micelio vegetante nei tessuli delle plante. Le numerosc specie riferile a questo genere antico non sono
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die schizosporangi o ammassi di spore di specie diverse di miceti. Ne enumereremo soltanto aleune specie, perclie co-rnuni sui foraggi e neue stalle, trovansi nei liiinidi delle vie aeree e digestive. Corda ne descrive molte specie.
a)nbsp; Sporidcsmium fusctim (ßg. IIS, a). — E di color bruno siumato giallastro. Trovasi spesso sui fieni ecc. a diverso grade di sviluppo.
b)nbsp; Sporidesmium eremila {ßg. IIS, h).
c)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ovoidum {id. c).
d)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;elegans {id. d).
Queste e le allre specie enumerate da Corda non sono ehe morfe e trovandosi sui foraggi per se non recano danno.
20.nbsp; Gen. Pliragmidium Lk. Sin. Aregma Fries. — Spore al-lungate cilindriche, multiseptale; con una punta trasparente alia lore sommitä e con un pedicello spesso trasparente. Le specie sono endofite, il loro mieclio vegela nelli spazii inter-cellulari delle piante, ove forma uno stroma piü o meno circoscritto, da cui si elevano rami vertical! in grande nu-mero per la produzione delle spore, Äccanto ai filamenli ehe generano spore, vi hanno pure parafisi. Rompendo l'e-[lidermide si prcsenlano come muffe di color bruno scuro o violetto. (Vedi Bonorden e De-Bary).
fl) Pliragmidiumincrassatum o mucronalum {fig. 114). — Alia pagina inferiore delle foglie di varie specie di rose e del Rubus caesius.
b)nbsp; Pliragmidium obtusatumfr. {fig. 116). — Sulla pagina inferiore della polentilla argentea ecc.
c)nbsp; Pliragmidium acuminahnn Fr. {fig. 115). — Alia pa­gina inferiore delle foglie di pimpinella.
21.nbsp; nbsp;Gen. Triphragmium Lk. — Spore trilocnlari cioe di-vise con setti verticali ed orizzontali.
o) Triphragmium uimaria {/ig. 117). — Spore brune con pedicello corto, sulle foglie della spiraea uimaria ecc.
22.nbsp; nbsp;Gen. Puccinia Pers. Sin. Tricholhccium LK. Sepedo-nium Fr. — Spore divise in due parli da un sepimenlo; col contenuto granuloso o con goccie oleose.
a) Puccinia graminis Pers. {fig. 118). — Spore ottuse
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437 e subfusifortni con reslringimenlo nella parle mediana , ili color rosso giallo fosco, c con [ledicello lungo.
b)nbsp; Puccinia Favi Ardslen. — Essende slata trovala da Ardslcn sulle crosle dei favi della tigna, ecc, 1'u erronea-mente credula una specie distinla, c sempre di color bruno rosso assai pronunzialo. E la Puccinia graminis accidental-mente Irasportata sulle croste della tigna o di altre malallie culanee, ecc.
c)nbsp; Puccinia coronata (fig. quot;119). — Spore divise, con pe-dicello mollo corto, c col bordo della ccllula superiore mu-nilo di denti od elevazioni.
d)nbsp; Puccinia arundinacca (fig. i20). — L'eslremilä su­periore delle spore termina in punta oltusa di color bian-chi.crio; il pedicello e lunghissimo e bianchiccio.
e)nbsp; Puccinia slraminis. — Spore sostenule da peduncolo brevissirao, persislenli suilo slroma e sempre coperle da uno stralo sotlile di cellule epidermiche; produce elevazioni mi­nute, confluenti, in slric linear! e larde ad aprirsi (v. Ga-rovaglio, loco citato).
Numerose sono le specie descrille da Corda (piü di 40 specie) e da altri autori: e sono denominate dalla pianta su cui vegelano.
Le Puccinie producono sulle piante delle linee o delle mac-chie lineari lalor delle ulceri, lunghe o corte, grandi o pic-cole di color nero inlcnso.
Azione delle Puccinie suH'organismo animate.
Secondo il velerinario Frank la Puccinia graminis e la Puc­cinia coronata sono innocue. Ulentre la Puccinia arundinacea die vegcta nelle foglie AeWArundo phragmilis sarebbe lossica per il bue ed il cavallo.
II cosi delto pa//o cbe viene raccollo nelle paludi per stranio degli animali vedesi inquinalo da puccinie in grade singo-lare. I bovini e gli equini non ne riccvono danno. Benche non sia mangiato dagli animali, pare chc se le spore aves-
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sero azione tossica, cadendo sull'aliraenlo renderebbero queslo
nocivo; ciü clio non venae finora conslatato.
23. Peslalozzia macrospora Cesati (fig. 1252). — Stralo pro-lifero sotio repidermide dalle foglie di vile; spore, riunile in colonnette arcaic di color caffc seuro, septate, scolorale alia punta oil alia base provvisle di due lihuiicnli omügenei a rnoilo di ciglie. Vegeta sopra le foglie di vile.
Ordine 2.
Ifomiceti Fries. Nematomici Nees.
Gil ifomiceti lianno il micello composlo da filamcnli sem-plici o seplali, dal qLiale si elevano allii filamcnli delli Ifi producenti le spore.
La maggior parle delle specie di ifomiceli süiio rilenute come morfe di .micromiceli piii clevali. Se ne dislinguono numerosi generi e specie.
2-4. Gen. Torula Pers. — Spore globose od ovali alia som-mitä di ifi corti , spesso formati da una ccllula aliungata; micelio fatlo da filamenli articolali semplici o ramosi.
a)nbsp; nbsp;Torula herbarum Lk. (fig. 1-23). — Ycgcta sui cauli delle piante eibacec e forma cumuli di color nero. 11 mi­celio e serpeggianle di color bruno chiaro, da cui si elevano corlissimi ifi ehe generano spore rotonde, subeguali di color nero fosco.
b)nbsp; nbsp;Torula rufescens Fresenius (fig. 124). — Qnesla spe­cie ha un micelio strisciante da cui si elevano corti ifi era isolali era riuniti o vicini ehe separano catena ramose di spore. Le ralenellc conslano persino di 30 spore; qucsle smio rolonde, con doppio contorno e con il centre chiaro.
Fu osscrvala da Fresenius, vegetare sopra una lento cri-slallina calerallosa in forma di patina bianca o rosso bruna.
c)nbsp; nbsp;Torula rubiginosa (fig. 120). — Atlfine alia precedente specie ma distinta per la forma cd il colore delle spore ehe sono irregolarmente rolonde con episporio sparso da corte elevazioni e con nucleu ben distinto. Dal micelio serpeggianle
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439 :i elevano corli Hi, alia cui punta ?! formano spesso gruppi ili cellule allungate (basidi) die producono catene di spore di color leggermenle t;i;illo mggine. So|)ia il ficno produce una miiHa in forma di patina o di pulviscolo a cumuli di color caffe ruggine. Ho osservala quesla specie sopra'fieno, inviatomi ncl ISiiO did medico velerinario Collilanzi da Ca-meri (Novara), con cui erano alimenlale bovine cadule ma-lale di pneumonile essudaliva. IIo pure Irovata delta mnflfa ma in rari eseraplari, sopra ficno mandalomi da Poin'no dal signer medico veterinario Faggiano, il qua! ficno serviva per nlimento a bovine cadute poi afletle da fchhre aftosa. E dil-ficile stabilire se quesla specie abbia un qualclic rapporlo cansale con la pneumonile essudaliva.
d)nbsp; nbsp;Torula monilioides Bon. {fuj. 125). — Spore ovali. Trovasi sulle plante erbacee cd anche sopra i foraggi essic-cali ed inumiilili.
e)nbsp; nbsp;Torula fructigena Corda. — Acrosporium fructigenum et hixum Persoon. — Oidium frncligenum Ehr. Aospora fructigena et laxa Vail. {fig. 127). — Spore ovate ed apicu-lale con episporio sollile, ialino, bianco, con nnclco oblungo cidorato ed ilo ad ambe le eslremitä. Trovasi vegelare in forma di mulT'a di colore ocraceo sopra i frulli in pulrefazione.
f)nbsp; nbsp;Torula alba vet umbilicala (fig. 128). — Micelio ser-peggianle , da cui parlono cellule allungate o basidi spesso vicini gli uni agli allri clic producono catene di spore bian-cbiccic ovali con doppio contorno ; il conlorno estemo ad un'eslremilä dellc spore, c interrotto c forma una specie di umbilico. Sopra gli sleli di fieno forma una patina sjjessa, o cumuli di color biancliiccio.
r/) Torula caseiBon, (fig. 129, a). — Mycobanche miniaia Wall. Sepodonium caseorum Lb. Oidium rubens Lk. Acgc-rila cmstacea D. C. Mucor crudaceus, id. — Vcnne trovata sopra la crosta di certe qualila di formaggio sopraUullo sviz-zero ed olandesc; e formata da lilamenli ramosi, scplali, die producono spore ovali, inegnali, sferoidec, di color giallo ran-cialo o rosso maltone, contenenli numerose goccie oleose. Sembra una forma deWoidium lactis.
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h) Tonda olivacea Conla {ßg. 129, 6). — Forma muffe di color nero olivaceo; ha pedicelli semplicissimi, erclti, bian-chicci; catene di spore alquanto lunghe di color olivaceo e di forma subglobosa.
i) Torula abbreviata Corda {fig. 129, c). — Ha spore concatenale, subglobose, depresse, di color cinereo od olivaceo fusco.
25. Gen. Oidium Lk. Fries. — Spore ovali appuntate alle eslremila, disposte in catene e genorale da pedicelli od ill semplici, septati o con diramazioni.
a)nbsp; nbsp;Oidium tritici Bonord. (fig. 130). Sin. Torula Corda. — Vegela sulle specie di Irilicum formando sulle foglie chiazze irregolari da prima di color ruggine, gialle e poscia di color bruno. Le catene di spore hanno una grandezza ineguale: l'episporio e chiaro, il nucleo un po' torbido.
b)nbsp; nbsp;Oidium maculans Bon. (fig. 131). —Micclio serpeg-giante di color bianco sudicio, formato da fllamenti inlrec-ciali, da cui si elevano pedicelli a modo di basidi die separano lunghe catene di spore ovali ed accuminatc alia estremilä cln; si disuniscono con facililä le une dalle altro. Trovasi sopra i foraggi muflali, sopra i rarai in putrefazionc cd anche tal-volta sopra i liquidi albuminosi in putrcfazione.
c)nbsp; Oidium pulveraceum [fig. ASH). Sin. Torula pulveracea Cord. — Ha il micelio fatlo da filamenti soltili ehe dilTicil-mente si riconoscono septati; dal micelio si elevano pedicelli ehe separano catene di spore piccole. Forma muffe di color verdiccio scuro od intenso sopra il fieno cd anche sopra la paglia.
d)nbsp; Oidium aureum. Sin. Tonda aurea Corda. Acrospo-rium aureum Pers. Oospora aurea, Oidium aurantiacum Lev. Penicillium sitophylum Montagne (ßg. 133). — 11a il micelio seplato, ramificato, da cui si elevano ifi, ehe produ-cono spore ovali, appunlate con ilo, con episporio soltile c nucleo ovale e colorato; forma muffe in cumuli sub effusi da prima bianchi, poi di color d'oro nelle cavitä e nelle fen-dilure delle vecchie piante e talor sopra il pane, di cui al-tera la composizione.
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Azione dell' O. Aureum.
Venne piii voile veduto vegelare sul pane; il Dr. Decaisne (1) racconla die nel 1862 vinggiando da Firenze a Roma, giunlo a Radicofani, gli venno presentato, alia locanda, del pane inquinato di 0. aurantiaeum; seppe dall'albergatore ehe le
persona di servizio avevano una volla inangialo di queslo pane senza danno; or perö im de' domeslici era caduto ma-lato. II malalo visilalo da Decaisne aveva vertigine, nausea, viso rosso , il collo gonfio , il polso debole e celere , sele viva, ecc. Coll'emelico e coi cataplasm! sul venire lo gnari in breve spazio di tempo. Ad Albano ed a Tivoli presso Roma osservo pure TO. aurantiaeum , ma non gli fu riferilo ehe producesse danni in quelle localilä. Pare si possa dubitare ehe i fenomeni osservati dal Decaisne nel domeslico di Ra­dicofani dipendessero daWoidium in discorso.
Anche Poggiale osservo TO. aur. sul pane. 11 pane invaso dal parassila in discorso si prescntava coperlo da una so-stanza di colore ranciato e di odore nauseabondo. Conslatö Poggiale ehe, durante la vegelazione dell'0. aur. nel pane la lemperatara si elevö di 15 gradi sopra quella dell'am-biente. F. Rochard e Ch. Legros insieme all'O. aur. nel pane videro vegelare eziandio il Mucor mucedo, VAspergillus glaucus ed il Rihzopus nigricnm (2). Gli aulori hanno amminislraln per quindici giorni a due ratti, grosse dosi di 0. aur. senza ehe quesli ne provassero danno. Ad un lerzo ratio fecero prendere, mescolala coll'alimento per seile giorni, una di-screla quantilä di Rhizopus senza ehe insorgessero in es?o sconcerti rnorbosi.
Pertanlo non si puo per ora affermare ehe TO. aur. pro-duca nell'economia animale una qualcbe forma morbosa par-ticolare; ed il Decaisne ehe fece esperienze sugli animali e sopra se stesso si limilö a conchiudere: 1deg; Che I'O. aur. del
(t) Gazette medical, pag. 070-371, 1871. (2) Gazette meil.. |). 500, IS72.
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pane, lia suH'economia gli slessi efTelli o ijuasi delle diverse sjiccie di raiide ehe atlaccano le sostanze aliinenlari. 2deg; Che per la produzione di lali elTelli e necessaria una predispo-sizione, pcrclie I'osservazione ha dimostralo xlic le muce~ dinee in ceili individui producono degli accidenti abbastanza gravi, menlre in aliri non recano danno (1).
c) Oidnim albicansRohia. Sin. Sporolrichum afftneGruby. Stemphylium polymorphum Hallier (fig. 134-). — Venne sco-|icrto da lalm (1820) nel lungaccio del bambini (mvguet, soor franc, e ledesch.) e poscia studialo da A. Annovcr , Vogel, Gi'uby, ßerg', Busch, Empis e Robin ccc. Nel massimo grado di sviluppo nolle pseudomembrane si presenla in forma di lilarnenti bianchicci splendent!, rifrangenli la luce, con con-torni ora ben nclli ora indistinli; lali filamenli sono fatti da lunglii articoli ed in vicinanza deirarlicolazione, appena cioc al disopra del selto, producono cellule ovali o periformi, pic-cole od allungale ; alcune di qucsto cellule si allungano preslo in uu filamento die produoe jmre cellule ehe si al­lungano in lami ecc, od in un peduncolo die alia punla produce spore ovali. In breve spazio di tempo perlanto nolle placche o pseudomembrane di essudato si possono generare nuiiierosi filamenli arlicolali con rami secondarii c terziarii ehe cosliluiscono un micclio fillo ed intralciato. E d'uopo notare ehe vi lianno filamenli ad articoli corli, separanli alia punla cellule globose.
Nelle placche o pseudomembrane in mezzo ai filamenli sopra indicali si incontrano eziandio numerosi criplococchi ovali, o londeggianli od allungati con conlenuto ajjpena ap­pena discernibile, omogeneo, o con specie di granuli o goc-cic (fig. liW, lelt. a, b); alcuni di questi mandano filamenli lorluosi. Se in alcune pseudomembrane favoritemi dal signor liarbieri Giuseppe lollc ad un suo bambino, trovai un fillo micelio^ in altre invialemi dal signor Baldi di Pisloia trovai soltanlo micmcocchi , die andarono poi poco a poco molli-
(1) G(i::e(lii delle cliniche, ccc., p. 17gt;ii, (871.
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plicandosi cd in c;i|io ad alcuni giorni avevano dato originn a molii filamcnli di oidium aliiicans ecc. Nun devc perlanln iccar meraviglia se nelle pseudomembranc non si Irovann rriptococchi nc filamcnli di oidium; gli uni c gli altri si svi-lupperanno preslo dai micrococclii esistenti nolle pseudomem­branc: cd im lale sviluppo avviene piü presto nclla slate n calda slagione die nell'inverno o nolle stagioni frodde.
Inoltre nelle pseudoraembrane si trovano nurncrosi am-massi di zooglea, ed anche spore accidentali di ustilaginec o di trichobasis ecc. catenclle micotrici , fiiamenti loplu-Irici ecc.
11 mughello o fungaccio, nelle mucosc dei bambini (mu-cosa orale, faringea, nasale,laringea, airano,allc pudende ecc, ai capezzoli delle mammelle dolle nulrici) , degli adulli ca-cbctici e dc' vecchi verso il tormine di vita, si presenta in forma di piccoli punti, di elevazioni circolaii, o di grosso cliiazze formate da una polliglia membranosa u da pseudo-membrane, latle da cellule epileliali, mucose c purulenle, da residui alimentari e da essudato fibrinoso.
Gublcr ed allri medici considerano la vegetazione doll'oi­dium come accidenlale, rna gli esperimenli di Berg hanno dimostralo ehe Toidium alhicans puö altecchire sulla mucosa orale ecc. do' bambini sani c die per conseguenza il morbo in discorso e contagioso.
11 prof, llallier collivando I'uidiura albicans ollenne una forma di stemphylium ; ma (]ueslo non c die una morfa. In altra circostanza oltenne il penicilljum glaucum ed il mucor racemosus Fres. 11 prof. Michelacci studiando Ic pseudomem-brane trovo sporangi, di certo speltanti al mucor racemo­sus (1).
Tra gli animali domestic! solianlo il prof. Lafosse assicura aver osservalo il mughello o fungaccio negli agnelli.
Ncgli agnelli di qualtro mesi di etii venne osservala alia mucosa orale un'affezione ehe sembrö difterica, perclie carai-
(1) Soygi tetirico-pralici di Dermalulogia. Milimo. (SliS.
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lerizzala daU'essutlazione Ji materia Lianchiccia alia superli-cie tlella mucosa orale di color rosso. NeU'acme delta ma-lallia si formarono ulceri alia cornea. CoU'esatne microscopico della maleria bianchiccia si conslatarono filamenli tubulosi senza 1c spore caralterisliche dell'oiilium. 11 medicamento usalo nclla cura del moibo fu il nilralo d'argenlo in solu-zione (1).
Rispctlo agli elemenli vegetali trovali in allre region! c ritenuli analoghi all'oidium albicans, vedi Eurotium asper-gillus glaucus.
f) Oidium laclis Fresenius (fig. 33). VOidium lactis a sviluppo corapleto, si presenta in forma di muffa bianchiccia cosliLuila da filamenli lunghi , ramosi, scptali , con bordo spesso e splendenle ; da quesli si elevano ifi di raro ra­mosi, i cui Ultimi articoli sono piü corli e si dislaccano la-cilmente sollo forma di spore lunghe o corle, egualmente larghe, ottuse alle eslremilä, lalor di forma ovale: quesle cel­lule fermenti hantio doppio contorno, e I'interno chiaro con granuli discrelaraenle grossi. Talvolta qualche tempo dope il loro sviluppo, come pure negli articoli dei filament!, si for-mano in esse grossi o piccoli vacuoli rotondi, dentro cui si vedono granuli o cocchi dotali di movimento vivace (E.Ilallier).
Si trovano anchc dove vcgeta I'oidium lactis filament! for­mal! da serie di cellule quasi oval!.
Azione dell'O. Lactis.
L'oidium laclis e il fermento ossia I'agenle della fermenla-/.ione acida del lalle. La forma piü clemenlare di questo fermento e costituita da micrococch! (vedi pag. 72) ecc. ehe nel lalle si ingrossano, s! mulano in sporoidi, e poscia in cellule die germogliando ddnno origine a' filament!. Diffalti, !1 latte appena munto si presenla come una emulsione de-bolmenle alcalina, non raramcnle pero di reazione acida
(1) Jahresbtricht, 1856, p. lttgt;.
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nppena dopo la mugnilnra (Schlossberger, Hoppe, Fürslen-berg). Esaminalo col microscopio, dopo averlo lascialo al-quanto in riposo, Ira i milioni di goccie grassose (globelli del latte) si incontrano micrococchi piii presto nella slate (dopo IS-'U ore) piü lardi nelFinverno (due o Ire giorni dopo), sempre in ogni caso prima dell'inacidire del latte. \ micrococchi si molliplicano e come venne indicate si mutano in cellule ehe germngliando generano filamenli. Per tale ger-mogliazione delle inorfe dell'oidium lactis , il latte dlvenla acido ossia la lattina o zucchero del latte si muta in acido lattice epperciö il lalle si coagula. Elemenli vegetal! nel burro mutano I'acido lattico in acido bulirrico.
Schwann fu il primo ad ammctlere die cagione della aci-dificazione del lalle sono germi vegelali enlrati nel lalle. Pasteur piü lardi chiamü infusorii i germi die rautavano la lattina in acido latlico ecc.
W. Bucholz (1) ponendo 1 di acido fenico in 370 parli di lalle vide il rilardo per due giorni della fermenlazione: que-sla poscia si manifesto, ma egli non polo scoprire nel latle morfe di oidium. Con ragione a questo riguardo nola II. Hoffmann die non dove rccar sorpresa clio'Bucbolz non ab-bia veduto morfe di oidium, poiclie e cosa diQicile scoprire i micrococchi in mezzo a milioni di goccie grassose. 11 Bu­cholz constalö eziandio die una piccola quanlilä di acido fenico unila alia saliva non impedisce la trasformazione del-I'amido in zuccaro : questa trasformazione non ha luogo se la dose dell' acido fenico e cospicua. Medesimamente nvn si olliene la formazione dell' acido prnssico daH'amigdalina, se si unisce a quesla sostanza una quanlilä grande di acido fe­nico. Sc Laraaire oltenne risullati diversi da quelli oilenuti dal Bucholz, il falle devesi altribuire alle deboli soluzioni di acido fenico impiegalc. Ora e nolo a lulli ehe colle deboli soluzioni di acido fenico non ?i riesce nerameno a preser-vare le soslanze organiche dalla putrel'azione.
I) H. Hoffmann. Mykologliche Berichte, p. 29.
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Secdhdo le osservazioni di E. Ilallier roidium lactis e una morfa del Penicillio-glauco Lk. llessling al contrario crede 1'agenlc ilella acidiQcazione del latlc derivi da una specie di mucidinea del gen. Ascophora.
Le forme elemenlari deU'oidium laclis germogliando nel lalte a seconda della qnalitä della caseina possono dar ori-ginc a prodotti diversi. Quando 1c vaccine o per ailerazione gastro enterica o per I'uso di alimcnlo muffalo separano un laue con caseina modificata, allora i micrococclii deU'oidium lactis (?) gencrano nel lalle una materia coiorante die gli da il colorc azzurro, rosso o giallo (vedi pag. (14) ed in eerie qua-litä di formaggi (raviggiuoli) si niodilica perQno roidium laclis nella sua forma. Sopra alcuni raviggiuoli donalimi dal collega L. Colla si nolava una muffa di colorc rossiccia; quc-sla era formata 1deg; da lilamenti seplati e sti{)ati gli uni agli allri die alia sommitä separavano cellule un po' allungate o spore; 2deg; da numcrosi micrococchi, criplococchi e da cel­lule rulonde die germogliavano {fig. 260).
Ognuno sa come per preparare il formaggio si faccia coa-gulare la caseina o ponendo nel lalle una soluzione di pre-same ovvero lasciando il latlc in riposo finchc inacidisca ccc. Seguendo il primo metodo si ollengono i formaggi cosidelli dolci, seguendo il secondo si ollengono i formaggi forti od acidi. Ora perchc i formaggi, secondo Hassling , acquislino le pregevoli loro qualitä caratteristiche, ossia perclie matu-rino, c necessaria la loro fermentazione ; c quesla viene pro-dotla dai micromiceli, i quaii hanno il compile di trasfor-mare il residue di zuccaro di latlc in acido lallico e I'an-cora esistente acido lallico, i grassi, ed inline la caseina in acidi grassi. Gli acidi grassi volalili ehe d;inno al casco vec-chio Todore ed il sapore caralleristico ripelono pure la loro origine dai microfili. Dlondeau aveva giä osservato la tra-sformazione della caseina nel grasso bulirroso per opera della Torula viridis ossia penicilliü glauco. Le forme piii eiementari dei micromiceli penelrano nel formaggio, o nel-i'epoca della fabbricazione (formaggio forte od acido) o dopo quesla daU'esterno procedendo verso I'interno, Una talc pc-
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447 netrazione si conosce al colore lardaceo, o giallaslro o ros-
sastro del formaggio.
Cosi il color rossiccio ecc. verso la cro.sla die si nola ad es. nel fbrmaggio d'OIanda o nelle Gruni-rc dipende da. micrococclii o zoococchi nutnerosi: lalvolta alia crosta oltre
i cocchi ecc. si Irovano cellule con gocrie
tli grasso ossia
dementi di oidiimi.
In alcune qualitä di formaggio i miceli non limitano la loro vegetazione verso la corteccia in forma di micrococclii, ma si eslendono profondamentc; i micrococclii allora däniio origine a filamcnti die frutlificano nei van! della massa di formaggio; tamo die il formaggio nolle saperficii di sezione jiresenta slriscic o maccliie azzurre falte dal penicillio glauco. g) Oidium erysiphoides Monlagne {fig. 135, left. a). — Riferisce Monlagne die Lagreze-Fossat osservö un campo di lupinella (Sainfoin onobrychis saliva) invaso dall'uidium ery-siphoides. Le pianle malate avcvano gli stcli piü corti, e piii dcboli alia base, c le foglie increspate, quasi secche; e gli uni e 1c allre erano poi coperle da unn si rate spesso e fa-rinoso, formale dai filarnenti e dalle spore, deH'oidium ery­siphoides. Tugliendo lo slralo fallo daH'oidiura erysiphoides lanlo gli sleli die le foglie presenlavano maccliie brunaslre analoghe a ([udle die si notano sui rami e sulle fnglie della vitc affetla da Oidium Tuchcri.
h'Oidium erysiphoides venne dallo scriveiile osservalo ve-getare sopra le foglie e gli sleli.dell'ellera, producendo una patina biancaslra in cui si notavano nurnerosi peritecii di erysiphe.
Racconta Monlagne die nel 185:! il veterinario Malhieu gli mandö sleli di Irifoglio, di eiba rnedica (Medicago saliva) e di lupinella die nei cavalli avevano prodollo eccessiva sa-livazione ed una magrezza subitanea analoga a quella die si notö nel colcra nel 1840. Gli steli e le foglie delle suddctle piante presenlavano maccliie brune in seguito ad umifica-xionc delle cellule vegclali.
h) Oidium ineguale (fig. 130). — Filamcnti serpeg-gianli septali, moltu ramosi, da cui parlono rami a modo di
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basidi ehe separano spore rolontle, ovali, di grandezza va-riabile, con doppio contorno e conlenulo granuloso Lian-cliiccio. Formava una muffa bianchiccia sopra (ieno inviatomi dal veterinario signor Pavese; un mulo, ehe era stalo alimen-lalo con detto fieno, mori afTelto da una forma di tifo.
i) Oidkim penicillioides {ßg. 137). — Micelio serpeg-gianle di color bianco sudicio o bianchiccio fallo da filaraenli piani, articolali , con bordo spiccanle , dai quali si clevano lunglii pcdicelli spesso piü grandi tlei filamenli del micelio da cui emanano, soltili alle loro sommitä e separanti hingbe calene di spore con punla quasi aecuminata e con base retta. Le spore componcnli le calene banno spesso grandezza ine-gualc, lianno il bordo eslerno scuro piü grosso, l'inlerno piü sollile ed un conlenulo (inamenlc granuloso. Trovai questa specie vegetare sopra fieno inumidilo con sangue carbon-chioso e sopra pezzelli di muscolo di un cane morlo di tnorva canina.
26. (!en. Gladosporiüm Lk. — Spore in parte septate, in parts non , variabili di grandezza c di forma, prodotte alia sommitä di ifi, gencrati sopra rnicelii spettanti a micromicetl diversi. Corda ne descrive specie numerose, aleune delle quali sono stale dal ßonorden poste nel genere Sporodum; For-tnano muffe di colore scuro, nero, olivaceo, sfumato giallo piü o rneno sopra le soslanze in islalo di decomposizione. Non sono ehe ninrfe. La specie piü comune sopra i foraggi c il Cladosporium herbamm.
a) Cladosporium herbamm. Corda. {fig. 100, Ictl. a, b, c, d, e, f, - 'lo8-135, lett. b, U, bquot;, c). — Quesla morfa c assai mutabile; il micelio e fallo da lilamenti piü 0 meno iunghi, relli od ineurvati, piü 0 meno varicosi, semplici 0 ramificali , seplati con doppio conlorno. I filamenli frulti-feri terminano spesso in una cellula allungala di forma ir-regolarc ehe produce le spore; e cosa difficile scoprire il rapporlo delle spore coi filamenli frutliferi, i quali per con-seguenza si trovano serapre in mezzo ad ammassi di spore tra cui non poche septate. II colore ö verde oliva, sfumato giallo, e talvolla oscuro, 1 filamenli septati del micelio sono
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3ICSirf5amp;*-w*-quot;'i-- .-.: --
449 spesso lempeslali da specie di granulazioni come elevazion-celle. Questa muffa si sviluppa presto sui foraggi tenuli in luogo caldo umido e Irovasi sulle imposte, sui lelai delle in-velriale delle (inestre e sopra i frulli in pulrefazione ccc. (palate, frulti ecc).
Sopra il fieno inumidilo dalla saliva di bovini affelti da febbre aftosa si prescntava come muffa di color gialio ver-diccio sfumato scuro, ed in qualche punlo di color bian-chiccio; i filamenti, (alor fatli da cellule, presenlavano va-cuoli numerosi o goccie collocate in serie: gli ifi elevanlesi dal micelio ramoso separavano spore ovali, rotonde o lon-deggianti septate o non. Sopra i foraggi inconlra spesso di trovaro le spore aderenti a qualche punlo dei filamenti frul-liferi o del micelio {Sporodum herbarumf). II micelio e sempre circomlalo da numerosi micrococchi. E frequente sui foraggi muffali con cui vennero alimenlati animali caduti malati di carbonchio o di life.
Altre varietä di cladosporii sono: il Cladosporium herb, fasciculare Corda {fig. 138, lell. a); qucllo della fumago sa-licina e della Pleospora graminis ecc. (questo e comune nella corteccia do' pagliai esposta alle intemperie).
27. Gen. Polydesmus Montagne. Sin. Allernaria Nees. a) Polydesmus cxiliosus Kuline. {fig. 139). — II micelio e forraato da filamenli ramosi e septati ehe solto I'epider-mide delle pianle e delle foglie, formano uno stroma, le cui rellule terminali si allungano in basidii ehe escono alia su-perficie cd alia punla producono spore lunghe, fusiformi, composle, die si colorano in bruno. Alia eslremiti libera della spora composla, la cellula o spora terminale si allunga alquanto e genera un'altra spora composla, ovvero si allunga in filamento, die produce pure nuraerose spore composle; quesle sono spesso in serie. Quesle spore composle non sono ehe schizosporangi ed allesa la forma diversa ehe prendono, eosi e spesso difiicile distinguerle da quelle dello stemphy-Uum ecc. Kuhne trovö vegetare queslo polidesmo solto I'epi-dermide delle foglie e degli sleli delle rape e dei ravizzoni, e lo vide produrre chiazze e gravi allerazioni nolle piante ecc.
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28.nbsp; Gen. Stehphylium VVallrolh. — Hi o filamenli frut-liferi septali die produeono spore composle o sclmosporangi. Corda ne descrive numerose specie;
1. Slcmplnjlium pyiiforme.
'-2. Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; polymorphum {fig. 140).
3.nbsp; nbsp;Elegans.
4.nbsp; nbsp;Graminis.
5.nbsp; nbsp;Bulbolrichum ecc, ecc.
Le specie indicate non sembräno ehe morfe: produeono rnufl'e di colore oscuro od olivaeco; trovansi spesso, o sollo una forma o sollo l'altra vegetare nelle stalle supra i lelai ilelle finestre o sopra le porlc; si sviluppano pure supra li-iiuicli aibuminosi in pulrefazione.
Lo Slemphylium ericodonum (/ig. IM) di A. Braun, ve-^eta suU'erica, ove produce sulle fogiie , ilelle macchie hrune ecc. ; dal micelio si elevano filamenli ehe separano spore composle (schizosporangi) di color scurö,
Forme di slemphylium mi sembräno le specie di Septospo-rhun di Frcsenius.
Seplosporium nilens Fres. Sin. Macrosponum Fries, (/t-gura 143). — Fu osservalo dall'A. produrre una nniira di color nero-verde sopra una zucca.
29.nbsp; nbsp;Gen. HELMiNTHoSPOniOM LK. — Secondo Bonorden, (pieslo genere ha gli ifi fiultiferi sc|itati, spesso nodosi cd alia sommitä dilalali ehe separano spore ovali o lunghe piü volte septate.
L'Helmintosporium brach yd ad am Fres. (fig. 141); forma uiulTe di colore nero sulle plante in decomposiziune ecc.
h'Helmintosporium oblusum Bon. (fig. 142); forma muffe liianchiceie.
30.nbsp; Gen. Arthrinium Kunze. Sin. Azosma. Corda. — Spore septate elitliche o scmielilliche, rolonde ad una eslremilä, e separate alia punla di iü seplali e resislenli. Tra le specie descriltc da Corda, vi ha VArl. leucospermwn {fig. 145), con ill Lruni e spore fusiform! bianchiccie.
31.nbsp; Gen. Gonatouisiiodum. Corda. — Ifi septali, semplici, nodosi, dai quail vengono generate spore in catena.
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quot;KW=STE=3-;^.--~
451 32. Gen. Briarea.. Corda. — Gli ifi alia loro sommitä por-!ano varie calene di spore.
a)nbsp; Br. elegans. Sin. Aspergillo pcnicillato Grevillc.
b)nbsp; Dr. orhicula o Peniciliium orbicula Corda. (fig. 146); fu scoperto da Fieber sopra carla die avvolgeva inselti in putrefazione die erano priraa slaii lenuli nell'alcool. Forma muffe diipprima Lianchiccie c pio tardi di color fulvo o grigio verde diva.
oi. Gen. Penicilliu.m LK. Sin. Rhadoccphalus Conla. — Ifi septali die alia loro sommila si n'soivono in nn pcnnello di rami corli, di cui ognuno separa una catenella di spore. Lc spore sono rotonde od ovali.
1. rcnicillii, lc cui cellule terminal! dell'ifo si risolvono in un pennello di ramoscelli die comunicano con la cellula madre e die producono le spore.
a)nbsp; Peniciliium brevipes Corda. (fiy. \4:1). Ill erelli bian-chicci di 4-5 articoli, chc alia sommitä portano basidi o ra­moscelli un po' rigonfii ad un' eslremita die producono lc spore, Qucsle sono n'unile in catonelle corle e sono minute, globose. Forma muffe delicate di color grigio bianco e spesso appena visibili.
b)nbsp; Peniciliium morsus ranae Corda. {fig, 148). Forma muffe delicate di color biancliiccio; gli ifi di uno o tre ar-licnli si risolvono alia sommitä in 5-6 basidi o ramoscelli coil! die separano lunghe catena di spore piccole cd ovali. Fu scoperto sulle foglic deWHydrocharis morsus ranae.
c)nbsp; nbsp;Peniciliium candidum Bon. Rhadocephalus candidus Cord. Ifi non septali ehe si risolvono in ramoscelli ehe pro­ducono catenelle di spore subglobose. Forma mufie di color bianchiccio. Di rado si osserva sopra i foraggi.
d)nbsp; Pen. Fiebert Bon. (fig. 149). La spora die termina la catenella di spore e piu grande delle allre.
Un'altra specie mi scmbra la seguente die denomino: Peniciliium echinalum (fig. 150-151). Si presenla sulla paglia e sul fieno invaso da iniceti, producendo una patina nera; gli ill sono scuri septati ed alia sommitä sono munili di basidi producenti spore ncre sparse da elcvazioni die dif-ficilmenle ;;i clistaccano lc uric dalle allre.
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2. Penicillii i cui ifi si lisolvono in rami primarii e se-condarii.
e)nbsp; Pen. glaucum LK. (fig. 152). Sin. Pen. crustaceurn Fries. Botrytis glatwa Sprenz. Mucor cruslaccus L. — Gli ifi ehe si eievano dal micelio si risolvono alia loro sommitä in ramoscelli primarii e secondarii ehe generano calenelle di spore di color azzurrognolo piü o meno intenso. Offre grande differenze nello sviluppo a seconda del suslrato in cui vegeta. In un sustralo rieco di materiale nutritivo, talvolta gli ifi si riuniscono ad ammassi e, producendo lutli i loro ramoscelli catenelle di sporc, ne risuita un funghillo die ha il caule e la sommitä abbastanza grossi. Ordinariamente perö !ili ifi seplali ehe si eievano dal micelio, si risolvono in nu-rnerosi rami primarii e secondarii (pennelli) ehe generano le spore; talvolta gli if! sono ramosi. Quando poi il sustralo c povero di materiali nutrilivi, ovvero nnche essendone rieco, la vegetazione avviene in piccolo spazio chiuso, allora il mi­celio e fatto da filamenli piü sottili come pure piü soüili sono gli ifi e quesli alia loro punta raandano fuori sollanto pochi e corli ramoscelli separanli le spore. Avuto riguarclo alia gran-dezza delle spore, si distingue un penicillio glaueo a spore grosse, ed un penicillio glaueo a spore di grandezza mediocre,
f)nbsp; Pen. microsporum. — II micelio e gli ifi sono piü sottili e gli ifi sono piü corti ed eziandio piü corli i ramo­scelli ehe produeono le spore. Qucste sono di moito piü piecole di quelle del penicillio glaueo. Forma mulTe piü de­licate di colore azzurrognolo.
g)nbsp; Peniciltium album. — E formate come il penicillio glaueo. Produce muffe di colore bianchiccio. Lo vidi vegetare sopra il lalle inspessilo dell'agalassia contagiosa.
h) Penicillium plicalum Bon. — Le spore sono grosse, rolonde, di color bianchiccio; forma membrane di color grigio bianco.
Sopra le soluzioni di bicromato di potassa conlenenli pezzi patologici, si sviluppa spesso uno penicillio, le cui spore in ammassi hanno un color grigio cenere; queslo penicillio non rni sembra ehe una varictä de! P. Plicato.
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3. Penicillii in cui i rami (iriraarii e secondarii degli ifi, sono f'atli da cellule per lo piü ovali ecc, die separano prima spore ovali e poi rotonde. Bonorden riunisce quesle specie al gen. Hormodendron. Sembrano forme di Cladosporii.
i) Pcmcillium viride (fig. 154, lell. a). — Ilallier oltenne questa specie collivando il Criptococcus ccrevisiae. Fresenio l'osservö sugli acini d'uva pulrefalli.
1) Pen. chlorinum Fres. (fig. 155 e 154, letl. b). — Spore di colore verde chiaro. L'osservö Fresenius sopra un ovario in putrefazione della musa paradisiaca; io I'osservai nelle uova marcie di galline.
m) Pen. nigrovirens Fres. (fig. 15(3). — Spore di forma variabile, forma muffe di color oliva scuro e rassomiglia al Cadosporium fuscum.
n) Pen. dadosporoides Fres. (fig. 157). — Produce mufflaquo; di color oscuro verde sudicio; gli ifi alia sommitä presentano una o due o piii cellule allungale ehe generano le spore in catene dicolome; e le spore sono rolonde od ovali.
o) Peti. olivaceum Coida. Sin. Hormodendron olivaceum Bon. (fig. 158). — Micelio scuro verdiccio.
Difiusione dei penicillii.
Le indicate specie o varielä di penicillii ecc, sono tra i mi-crofili, quelli ehe piü spesso si osservano invadere i corpi orga­nic! in istalo di decomposizione, o collocati nel caldo umido.
II penicillio glauco sollo forma di muffa azzurra, trovasi vegetare sopra le varie sorla di frulta, massime se contuse (mele, pcre, gariglii di noce, uva ecc), sulle materie ali-mentari come legumi colti, mineslre, pane, carne cotte e su lulli gli oggetti ehe circondano l'uomo e gli animali nelle abitazioni; tanlo ehe svolgcsi rapidissimamente sopra gli og­getti tutti conlenuti nelle stalle e nelle case; sviluppasi pure lalvolta rapidissimamente sulle parti degli organismi raorli. Lo osservai vegelare rigoglioso sulla polpa della milza degli animali morli di carbonchio.
II penicillio glauco macrosporo c microsporo sono le mufl'e
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ehe prime compariscono sui foraggi mal stagionali o Icnnii nel caklo umido. Sviluppansi pure pres(o sui resiilui di fieno lasciati nelle mangiatoie ecc. In tutli i fieni o sulle qualilä di foraggio die lio esaminali in Picmonle c clie formavano l'alimento di aniraali bovini colli da carbonchio o da febbre tifoidea, ho sempre trovalo il penicillio glaueo raacrosporo e microsporo. Spruzzando del fieno con sangue carbonchioso allungato nell'acqua, in 24-48 ore a seconda della lempera-tura dell'ambienle scorgesi rigogliosa la vegetazione del pe-nicillio microsporo. II penicillio echinalo non si sviluppa die rnolto tardi.
Lasciando del fieno inumidito con acqua di fönte, alia lem-peratura di una seuderia per qualtro o cinque giorni, co-presi di penicillio c di aspergillo glanco macrosporo. Una discreta quantilä di fieno vennc mangiato da im cavallo senza provare il menomo sconcerto morboso.
Secondo le osservazioni del prof. Ilaliier, il penicillio glanco si presenta eziandio sotto forma:
1.nbsp; Di criptococcbi.
2.nbsp; Di torula o di liormiscium.
3.nbsp; Di oidhnn e di artrococchi (latlc aeido).
4.nbsp; Di achorion (ligna).
5.nbsp; Di leptotrice nel liquido della bocca.
6.nbsp; Di leplotrice fermento (liquido zuccherino).
7.nbsp; Di acrospore fcrmenlo (olii grassi).
Anche altri micromiceü possono presentarsi solto qualcuna delle morfe sopra indicate. 11 perche finora non puossi con sicurezza affermare cbe le forme di cui passiamo a far men-zione derivino dal penicillio o da altro microfito.
Morfe di microfiti vegetanti neU'crganismo animale.
1. I. Vogel presenlö ad Hallier imzlorula ehe vegetava nel conlenuto dello slomaco di un uomo conlemporancamente alia sarcina vcntriculi. Aveva analogia colVOidium albicans (1).
(1) Hallier. Die Pftamlichen, ete., pag. 71.
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/ir.5
2.nbsp; nbsp;Leptomitus unoriui.L's Montagne. — E formalo da li-lamenti ialini, ramosi arlicolali; venne liovalo da Raver nel-I'arina malata dell'uomo. Non c allro ehe uu mieelio in-frultifero.
3.nbsp; Leptomitus hnnnoverii Cli. Rohin. Hormiscium sacchari Hallier (fig. 159). — E pure formalo da Glamenli retli, sol-tili, ramificali, colic csiromila un po'rigonfie. Fu scoperlo da Hannover in una massa analoga a poUiglia die copriva esco-riazioni della rnucosa esofagea dell'uomo; fu osservalo in ma-lallie diverse (tifo, pneumonile, pleurisia, delirium tremens, iliabele, gastrile cronica), ed anche sopra ulceri della mucosa inteslinale. II Icplomitns di Hannover non c allro ehe un mi­eelio infrutliferio o sviluppatosi dopo inorle, o negli ullimi sladii ilella malallia. Quando si forma in vita allora irrita le mucose.
11 15 marzo 1868 feci ingbiollire ad un coniglio sangue pulrefatlo. Mori tale coniglio il 3 aprile, in seguilo ad inie-zione di materie putrefatle sotlo la cute. Alia fezione trovai I'appendice cecale inietlata; esaminata la mucosa, quesia era lumida e coperla da una patina bianco sudicia giallognola; quesia palina o polliglia era coslituita da nuraerosi Glamenli ramificali e seplati, ehe sembravano caialterislici del mieelio di una mucedinea.
4.nbsp; Leptomitus epidermidis {fig. 100). — Fu trovato da Gubler in bottoni bianchi analogbi a ve?cicole di eczema, svi-iuppalisi altorno una piaga della mano di un giovane con-scculiva al passaggio di una palia da furile. L'A. lo vide fatlo da fiinmenli lunghi, septali, ramosi di cui alcuni fruttifica-vano come un oidium.
5.nbsp; Leptomitus uteri Lebert {fig. 101). — Osservalo da Leberl nel muco pus die copriva granulazioni del cello ulerino. K pur falto da lilamenti ramificati e seplati frutlifjcanti a rnodo di oidium.
G. Leptomitus del muco uterino {fig. 1G2). — Fu osservalo da Wilkinson nello seolo d'aspello purulento di una donna di 77 anni. Allro non ,c cbe un mieelio infrutlifcro.
7. Leptomitus oculi Ilelmbrecbl (Jig. 103). — Venne os-
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servalo da Helmbreclit neH'umore acqueo dell'occhio sinistro di un predicatore. Halmbrecht e Klencke praticarono la pa-racentesi e neH'umor acqueo eslratlo all' ingr. di 280 dia-melri osservarono un vegelale ranuficato e diviso in qualtro parli, die consisleva in cilindri ed in serie di spore. II malalo dopo I'operazione guari.
Un caso analogo al sopracilato, osservö Hannover nel 1852, in un uomo ehe da lungo tempo soffriva di un imagine sub-biettiva come di fila di perle ehe scomparve colla paracen-tesi. Nel liquide uscilo dalla camera anteriore, scoperse I'A. un micclio fatto da filarncnti sottili e grossolani. 1 filamenti piü fini avevano contorni lineari, conlenuto cbiaro ed uni­forme, dai quali partivano ramoscelli corti. 1 filamenli piii larghi avevano contenuto granuloso, ed alcuni si presenta-vano anche in forma di un fiio di perle. 1 filamenti piü gros­solani od erano semplici, con contcnulo omogoneo, con pochi e corti rami, ovvero avevano un contorno ondeggiante como se fossero composti da una serie di cellule. In mezzo ai fi­lamenti si trovavano delle cellule senza nucleo analoghe ai fermento della birra.
La penetrazione di elemenli vogelali nella camera ante-riore dell'occhio dei polli venne osservata dallo scrivente in una gallina affelta da congiunlivite psorospermica (vedi).
I professori Graefe, Forster, Waldeyer, Narkewikz, Schirmer e M. Del Monte osservarono elementi analoghi al leplolrix buccalis in ammassi denlro i canaletti lagrimali {Rullel. as-soce. dei Natur, e Med.. anno 111. Napoli 1872).
Inoltre non sono allro ehe morfe vegelali composte da fi­lamenti, e vegetanti nell'inteslino di alcune specie d'insetti.
1.nbsp; II Leptotrix insectorum {ßg. 1Ö4).
2.nbsp; L'Hygrocrocis inleslinalis. Valentin.
3.nbsp; II Cladophytum comalum Leidy; da Klados, ramo tenero e flessibile.
4.nbsp; nbsp;L'Arthromilns crislatus Leidy. E formate da filamenti.
5.nbsp; Un altro artromito fu pur detto dal Leidy Arthromilus nitidus. E formato da filamenti lunghi.
8. Trichophylon Malmesten. — Cellule o spore londeg-
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40 / gianti od ovali in serie fornoanli filamenti oppure in am-massi; spesso i filamenti sono I'ormali da cellule allungate (articulali).
I. Trichophylon tonsurans {ßg. 1C6). — Nei follicoli du peli e nella sostanza dei peli (traltando le croste con una soluzione di polassa 5 0/o) vedesi formato: 1quot; da filamenti falli da serie di cellule minime, di cui molle rassomigliano alle spore del penicillio glauco , di grandezza e di forma ineguale (lell. a); essendo le une londe od irregolarmente londe, le allre quadrangolari od un po' schiacciate cioe con diametro trasversale muggiore del longiludinale. Se ne incon-trano della grandezza di 0,mm002, 0,min004, 0,mm007. 2deg; da filamenti (lell. b) composli da cellule allungate o corte die si ramificano. 3deg; Da filamenti ramificantesi septali indislin-lamente, oppure composli da cellule di lunghezza doppia o tripla di quelle tondc sopra indicate. 4deg; Da filamenti ramosi sollilissimi ; questi si incontrano parlicolarmente sopra gli ammassi di cellule del follicolo del pelo {lell. c). 5deg; Da fila­menti assai allungali die mandano rami, appariscono come lubi e spesso formano una specie di micelio litto nella so-slanza del pelo {lell. U). 0deg; Da filamenli septali e ramificati di diversa grandezza , di cui alcuni sono dilatali alia sorn-mitä. Quesle dilatazioni o rigonfiamenli non si osservano in lulli i casi; vennero erralamentc considerali come uno spo-rangio.
Origine del trichophylon. — Le opinioni inlorno Porigine del Irichophylon sono diverse. Malmesten lo ritenne analogo alia Torula olivacca Bon (fig. 129, lett. I) od alia Torula ab-hreviala Corda (1) {ßg. 129, lell. c). Hebra avendo osser-valo il Irichophylon lonsurans vegelare assieme aWAchorion schoenlenii lo disse identico a questo. Hallier considerö dap-prima le cellule minime del Irichophylon come una catena di spore del penicillio glauco, ma poscia colle collivazioni avendo ottenulo un oidium ehe produceva spore rotonde glo-
il) Neumann. Lehrhuch der Hautkrankhtiten, 1870.
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böse in lunghe calene , lo consideiö un.i ilerivazione clelle sporc deW'ustilago carho Tul. Ammette eziandio die la morl'a trichophyton ton. possa esser prodolla direltamente eziandio daH'aspergillo glauco. Neumann ha confermalo le osserva-zioni di Ilebra e credo dcrivi da un penicillio : cgii colla coltiva/ione de! trichophyton non riuscl mal a prodiirre asper-gilli. Anche dal trichotecium fi volle derivare il fungo dcl-l'erpete tonsurante. Collivando il trichophyton all'aria libera sopra fette di palate, 1c cellule minime acquistano subito un nucleo distinlo c germngliano: vidi prodursi presto il peni­cillio giauco raacrosporo cd il microsporo: cd infmc pencili di basidi ehe producevano spore immite di epispoiio dentate di color sfumato giallo {ßg. 167).
Dell'erpete tonsurante.
Homo. — 11 trichophyton tonsurnns vegefando nei follicoli del peii e nei peli delTuomo e degli animali produce 1' er-pele tonsurante.
L'erpete tonsurante neH'uomo (vegetando il fungo nei fol­licoli dei capelli e dei peli) si presenta nelle seguenti forme secondo Neumann. 1deg; Erpete tonsurante vescieoioso, poiehe cotnincia con vescicole puntiformi disposte in circolo ehe rompendosi , si coprono di sottili squamme e croste , ecc. 2deg; Erpete tonsurante maculoso oil in forma di chiazza rosso pallida ehe si diffonde alia periferia. 3quot; Erpete tonsurante squamoso; perche si formano sottili squame disposte in cer-chio. E l'esito delle sopra menzionale forme nellc parti prive di peli.
Erpete tonsuranle negli animali. — E frequenle neila specie hovina, rare nei cavallo, piü rare nelle pecore (ove fu os-servato e descritto da E. Perroncilo) nei cane e nei gatto; mancano osservazioni finora nei maiale.
Le condizioni favorevoli per lo sviluppo spontaneo dell'er­pete tonsuranle sono la deficiente alimentazione, la mancanza di pulizia della pelle ed il mantenimcnlo degli animali in ricoveri male aerati e caldo urnidi.
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#9632; ' #9632;quot;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; #9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ll-_J,_
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Coniaqio. — La forma piii elcmenlare del conlagio nello sviluppo sponianco dell'erpele lonsuranle, serabra essere ii rnicrococco, il quale deposto sulla cule all'enlrala dei folli-coli dei peli , dale le condizioni favorevoli di sviluppo, in-grossa e si trasmuta in una piccola cellnla die germogliando da origine a filarnenli od a catenelle tli cellule in forma di piccolo oidium ; le quali cellule sono da considerarsi come altreltanle spore die servono per propagare la malallia. La lenacitä di vila di queste cellule minirae e, secondo Gerlach, almeno di sei mesi. La durata dell' incubaziono ossia del tempo di germogliazionc per produrre la malallia ne' casi di inneslo o di contagionc, oscilla fra gli 8-14 giorni. Dai juimi fenomeni di irritazione deslali dal conlagio alia for-mazione di una chiazza erpetica crostosa trascorrono dai 10 ai 14-24 giorni. Ne' casi di inneslo i fenomeni inilalivi fu-rono vcduli dopo 24 ore (Ercolani).
Due. — Gli elemenli del Iricophyton, vegetando sugli ele-mcnli cornei della vagina del pelo c sulla soslanza del pelo di un punlo della cute del bue , producono un'irrilazione, alia quale succcde iperernia dei follicoli piliferi e del derma: per conseguenza si forma una macchia e piu o meno preslo, per causa dell'essndazione si forma una vescicola , ovvero trasudamenlo e desquamazione. In ogni circoslanza perö si producono dapprima piccolo crosle comprendenti pocbi peli die poco a poco si allargano e prendono anche grande eslen-sione. Le croste sono ordinariamcnle spesse, di colore bianco sudicio o grigiaslro ed asciulte. Quando la malallia comincia in una regione, in cui i bovini non si possono fregare, allora si forniano cbiazze coperlc da crosta densa ancbe di grande cslensione; ma quando la parte affelta c esposla al frega-rnenlo allora si formano lanle piccolo crosle comprendenti poclii peli e Ira le une e le altre veggonsi punli o Iralli co-perli da crosle sollili c sede di discrela desquamazione: si nola per conseguenza la malaltia in forma di erpeto squam-moso.
11 fungo vegetando sopra e tra le cellule cornee della va­gina del pelo si insinua c si accumula Ira la vagina del
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ed il pelo slesso ; invade anche la sostanza del polo ed i suoi filamcnli si estendono fino alia parle libera del pelo. Si inconlrano peli , studiando lo croste rammollile coll'a-cqua o con una soluzione di polassa, i quali conlengono un numero grandissimo di filamenli di trichophyton o ehe presenlando pochi filamcnli si trovano separat! dalla vagina pilifera, per dati tralti, da ammassi considerevoli di filamenli e di cellule del Irichophylon. Per conseguenza venendo com-pressa la papilla del pelo, ed- il pelo perdendo poco a poco parti acquee, si allcrano le cellule della sua soslanza midollare e corticale, perdono la loro forma, si raggrinzano ed il pelo diventa piü asciullo, pid grosso, piü fragile, e poscia si rompe all'uscila del follicolo o sopra le croste. Gonlinuando il tricho­phyton a molliplicarsi sotto le croste e nelle croste passa da un follicolo pilifero ad un altro; lanto ehe quando si e formata una piccola chiazza, questa si estende dal ccntro alia peri-feria , perche ne' suoi contorni si vanno sempre formando macchie o vescicole e poi croste die allargano la chiazza primitiva. Non lutti i peli compresi nella crosta di una chiazza sono invasi dal fungo; in una crosta si trovano peli sani, peli con qualche filamenlo di trichophyton , o ehe ne eontengono un numero grandissimo. In una chiazza, in cui si distacea la crosta al centre e rimane ai bordi, la forma deU'erpete tonsurante fu detta erpele circinnato.
L'erpete tonsurante nei bovini per lo piü e circoscritto alia cute di qualche regione eioe della faccia, del colic o del tronco. Secondo le ricerche del prof. Ercolani una chiazza erpetica dura, secondo il tempo impiegato ad estendersi, dalle sei alle dodici setliraane.
Al coppo dei buoi l'erpete tonsurante si presenla in forma di piccoli noduli, duri al tatto (chiodetli del Toggia) ehe poi si esulcerano e dänno luogo ad ulceri umide, fungose e do-lentissime (G. B. Ercolani).
In certe circostanze, massime nei giovani bovini, sia die nell'invasione sponlanea comindi in molte regioni ad nna volla o sia ehe gli animali infetti offrino un favorevole ter­rene alia propagazione del fungo, l'erpete tonsurante si fa
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Renerale. Ricordo una viteJla osservala alia clinica del prof, lirusasco in Torino, in cui il morbo si era diffuso per lulto il corpo. La detta vilella presenlava delle chiazze eslese co-|)erte da croste spesse, alia cule delle varie regioni della tesla, della gola, del collo, del dorso, dei lombi, del coslato, della groppa, del venire, ecc. I peli erano rari, scolorali, rabbuf-lalli e sopra le crosle per lo piii rolti: la pelle era rugosa, spessa e lumefatla nelle regioni piü malate. ed esposle al Ire-gamento.
Cavallo. — Anche ncl cavallo l'erpete tonsuranle puö pre-scntarsi circoscritto a qualche regione ovvero generalizzato. Nel primo caso e contrassegnalo da chiazze coperle da croste spesse della grande/.za di una moneia anche di 5 franchi, elevate sopra la pelle sana ecc. Nel secondo caso le chiazze o placche sono nurncrose.
II doltor Bazin in Ire cavalli osservö placche arrotondale sul garese, sulle spalle, sul dorso, sul ventre; i peli erano rolti a 6-8 millimetri dalla pelle nel centro della placca. In varie regioni si notava eziandio un'abbondante separazione di squamme ed anclie sollili crosle attraversate da peli (1).
Pecora. — Negli ovini venne osscrvalo la prima volla da E. Perroncilo in un giovane ariete; queslo ovino presenlava due chiazze o crosle della larghezza della moneta di un dieci ccntesimi e dello spessore di 2-3 millimetri, di densiti mar-catissima, in vicinanza delle narici e del labbro superiore e sopra I'orecchio destro; I'ariete aveva contratta la malallia da un vitello (2).
Cane. — L'erpele tonsuranle nel cane venne osservato da Gerlach, da Neumann ecc. Quesfaulore esarainö le crosle di un cane, e di un uomo, a cui il cane aveva trasmessa la ma­lallia. Secondo Gerlach si puö presenlare in forma di erpete squamoso, crostoso, essudaiivo, umido, ecc. Parmi ehe l'er­pete tonsuranle nel cane debba essere raolto raro; poiche per quanta altenzione io abbia posta nell'esame delle forme er-
(1)nbsp; Ch. Robin. Opera citata.
(2)nbsp; Jnmh della R. Accndcwia di Jgricoltura di Torino, Vol. XT, 1872.
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peliclie del cane in Torino non mi vonnc mai falto cli osscr-varla. Secondo racconta il Gerlach gli elemcnli del tricho-phylon tons, nel cane sono piü piccoli.
L'erpclc lonsuranle nel cavailo e nel cane venne consideralo come dislinlo dall'erpele lonsuranle del Luc; l'idenlilä non vcnne ammessa per aver trovalo ehe il trichophylon nel ca­vailo e nel cane era rappresenlalo da elementi vegelali piü pjccoli. Ebb! Toccasione cli esaminarc il Irichophyton vegc-lante sulla cule del cavailo c non Irovai differenze da quello veduto vegclare sulla cule del bue. Le differenze del reslo av-vertite da qualche autore piü ehe caraUsect;re specifico, debbono essere ritenute come effelto del sustralo offerlo daU'organismo in cui vegelava i! fungo. L'osservazione poi di forme erpeli-(#9632;he analoghe all'erpeic lonsuranle, o di forme erpcliche in cui in principio non si scopriva cleraenlo di irichophyton, nicnlrc piü lardi si osservava, dimostrerebbero die il Iriciio-pliylon puö in cerli sustrali vcgelare anche in forma di micro-cocco per un dalo lempo.
Contagione. — La irasmissione dell'erpele lonsuranle non solo agli individui della medesima specie, ma anche a quelli di specie diverse venne piü volle osservala dai medici a dai velerinarii ed anche verificala coll'esperimenlo ; cosl ora e |iosta fuori di ogni dubbin la Irasmissione da bovino a bo-vino, dal hue al cavailo, alia pecora, al cane cd al gallo c viceversa. Venne pure constatalo die ruomo prende spesso la malattia dagli animali. (Letenneur, Gazenave, Uazin, Ger­lach, Ercolani, Rcynal, Bouley, Hering).
Cura. — Vennero trovate utili, dopo la pulizia delleparii malale con soluzioni di sapone o di polisolfuro di potassa, le frizioni con sapone di potassa (sapone molle) e lasciando asciugar le parli da so, le frizioni di alcool saponalo alcalino, le dcboli soluzioni di acido fenico. La clinica hadimostratopero ehe i piii sicuri medicamenli per cotnbaltere I'erpele lonsu­ranle sono la pomata di prccipitalo bianco o cloro-amiduro di tnercurio (25 p. di sugna e 0 p. di cloro-amid. di raer-curio) e la pomata di Helmerick (Grilli). La pomata di Hel-merik e anche un oliimo medicamento conlro la rogna.
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II.nbsp; nbsp;Trichophyton Trichomaßto Mycoderma (Gunsberg) ilella plica polonica {/ig. 168). — Fu scoperlo da Gunsberg nel 1843 sludiando la plica polonica; e forraato da filarnenli arlicolati composli da cellule numerose rotonJe, allungale, liscie e lalvolta riunite per mezzo di punti; le cellule per lo piii si trovano isolate, od in gruppi. Le cellule spore hanni) la grandczza di 0,mm002 — 0,mm005 conlengono granulazioni rnolecolari e di rado nuclei evidenti. Vcgelando nci capelli della specie umana, li altcra, per cui si deforraano, si sfi-lirano, e si appiccicano ed intrecciano in ciocchc. La rnassa ehe riticno riunili i capelli alterali dal fungo in discorso ehe e bruna, viscln'osa e molle e formata da cellule epiteliali e sebacee, da spore del fungo e da maleria estranea.
E d'uopo avverllre die il Irichoplnlon di Gunsberg da alcuni medici e considerato come accidentale. Studzienick; cha considera la plica polonica come tnalallia coslituzionale e do-vuta ad una alterazione nella produzione della soslanza cor­nea, assicura averla osservala in due tortore.
Mancano finora osservazioni intoiao gli elemenli vegetali della plica polonica degii animali.
in un cavallo magro ed indebolito dalla falica vidi ciocche di criui alia cliioma mirabilmenlc inlrecciali, ed aUentamenle esaminati a breve dislan/.a, essende il cavallo al lavoro mi parve ehe i crini inlrecciali e sudicii non presenlassero alte­razione nella lore soslanza.
III.nbsp; nbsp;Trichopliylon sporuloidcs Ch. Robin. Micoderma agglu-linalivo della tigna. Ch. Hobin. — Scoperlo da Walther (1844) nella maleria vischiosa ehe appiccica i pcli nella plica polo­nica c, secondo le ricerche dello scopritore, 1'atto da nume­rose e piccole spore di forma ovale piana o circolare ehe sem-brano formate da due vescicolc I'una denlro I'allra: sono delate di movimenlo molecolare.
Tricoptilosi (Irix capello e ptilosis penna). — Riferisce De-vergie die una signora dopo aver sofferto una affezione cu-lanea e prurili viotenli in varie parti del corpo, senza ehe nella cute si nolassero iiapule o rossori, i di lei capelli ehe erano di bei color nero e lunghi cominciarono a divenir sec-
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chi e molli a rorapersi. II cuoio capellulo sembrava sano. Ogni capello malalo presenlavasi secco, e scolorato, piü grosso e rigonfio in diversi punli. Al livello dei rigonfiamenli si sfi-brava ed i filamenli dirigevano le loro eslremilä libere talora in alto e talvoUa in basso, tali capelli poscia si rompevano. Per tale altcrazione i capelli venendo rotti ad altezzc ineguali c divisi in numerosi filamenli insieme confusi, offrivano un aspelto non solo crespo ma ancora fellrato (i).
Ad un mio conoscenle i baffi appena ehe banne raggiunto la lunghezza quasi di un cenlimetro si sfibrano alia punta ed ogni pelo termina in un pennello di fibrille di color nocino; tanto ehe i baftl sembrano bruciati. La sorella di questo mio i'onoscente presenla la stessa allerazione nei capelli. IIo csarni-nati i pennclli c non ho trovati die micrococclii {fig. 469), ed elemenli vegetal! analoghi a quelli ehe si Irovano in cerli erpeli croslosi {ßij. 165).
TrichopIn/Ion ulcerum Ch. Robin (fig. 170). — Fu osser-vato da Lebert sulle crosle di un'ulcera atonica della gamba di un uomo : e rappresentato da cellule spore del diaraelro di 0,005 — 0,010mra, rotonde o lievemente elitliche, munile di nucleo. Non sembra ehe una morfa accidenlale.
Porrigine decalvante.
IV. Microvporon Gruby, Sin. funrjo dclla ligna acromatosa, de­calvante, o della porrigine decalvante, trichophylon decalvante. a) Microsporon Audouini (Gruby) {fig. 267-208). — Ha le spore piccolo, rotondcggianli, ehe si Irovano in gruppi qua e l;i disposlc irregolarmcnle , tra cui alcunc impegnale fra le squammette imbricate del pelo. II micelio e sotlilu, ondu-lato, ramificato, si slendc lunghcsso il pelo ed arriva fino al bulbo e nel centro del pelo. 1 peli ed i capelli invasi per-dono il loro splcndore prendono un colore bigiccio e pre-sentano nella loro lunghezza alcuni nodi o rigonfiamenli, di-
(I) SpcrimentalCi p. 513, t. XXIX.
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venlano fiiabili, si mostrano storli e si rompono facilmente. Inollre il bulbo tlei peli divonla piü sottile , perde la sua furma olivare e la consistenza : i peli cadono a ciocche : la malaltia corre Lenigna ed il malato spesso non prova ehe un lieve pruiito: nelle chiazze ha luogo abbondante desqua-mazione (A.. Micbelacci).
Inbsp; veterinarii banno parlato di porrigine e di crpele decal-vanle, ma le derraatopatie descrille con tal nome non si puö afTermar siono idenlicbe a quella sopradcscrilla.
Nel 1850 osservai in un bue una cbiazza al ventre con-trassegnata dalla semplice caduta dei peli : a poco a poco si estese e divenne quasi generale : lulli i peli caddero e la cute rimase di un colore scuro splendcnle. I conladini crede-vano questa malallia contagiosa e la lemevano.
IInbsp; prof. Leisering esaminö la coda amputata ad un cavallo, la quäle aveva la cule sfiarsa da crosle, lumefatla, col connet-tivo sottoculaneo inßltralo di sicro c colle glandule sebacee ingrossate; presentava inollre pochi peli, questi si svellevano l':icilmcnle ed avevano la loro radice circondata da una massa bianchiccia e mollc, in cui si vedevano punli bruni fatti da clemenü vegetali, eine da spore piecolissime: queste si trova-vano eziandio Ira le cellule epileliali e nei frantumi di peli delle crosle. (Zeilsclirifl ecc. pag. 924, 1809).
Lo stesso Leiscring racconla avere osservalo nella regione del groppone di un gallo, la pelle sprovveduta di penne, un po' piü rossa c sensibile del normale, e qualcbe penna spun-tava di nuovo. Esaminando la massa ehe prcsenlavano 1c penne malale scopri spore o cellule in cumuli con conlorno spiccanle e di color verde scuro, sfumalo giallo. Germogliando (juestc spore nel follicolo delle penne, queste cadevano e poi rinascevano per ricadere un'allra volta (v. Micosi).
Mentagra.
b) Microsporon mentagrophytes (fig. 171) criltogama della meniagra Gruby. — Venne scoperlo da Gruby nel 1842, e for-raato 1deg; da numerose spore rolonde, piecole ehe si ammassano
Rivoltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;30
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ed adcriscono lenacemenlc alia inlcrna suporlicie della guaina del pelo ed al pelo; 2quot; da filamenli ramificanlisi e die se-condo la figura data da Kuclienmeister, sono seplati e lermi-nano alia punla in un rigonfiamenlo die separa spore oppure in un ammasso di spore. Secondo la figura data dal Neumann, nella soslanza del pelo e cosliluilo da filamenli seplali die si diramano prccisamenle come quelli del Irichopliylon tonsu-ranle.
Secondo Küchenmeister si distingue dal microsporon Audo-uini per la maggior grandezza dei filamenli, dei rami e delle spore e per la scde, die e nel follicolo del pelo e nella so­slanza del pelo. Invade i peli specialmcnle della barba (Sjco-siparassitaria della barba), secondo Bazin ancbc i capelli c secondo Anderson anche cjuelli di altre regioni. Comincia in forma di chiazze erilemalose (Oscar Klotzsch) die si propa-gnno dal cenlro alia periferia producendo anclli elev.'iti, di color roseo e copeiti da squamme forforacee: talor comincia con papule, noduli o puslolc. I peli divenlano gialli, cinerini, biancaslri e cadono.
Secondo Neumann la sicosi parassitaria o mentagra del-1'uomo, in 95 casi sopra 100, c precedula dall'erpele lonsu-ranle; l'A. ebbe a curare uomini die l'avevano conlralla da cani e cavalli afTclli da erpete tonsurante.
llallier crcdc die il fungo della mentagra non sia allro ehe una moifa (oidium ladis) del penicillio; Lovinson lo ri-tiene idenlico al micelc die produce la ligna favosa. Avendo l'occhio alle osscrvazioni del Neumann ed alia figura da esso data del fungo, il microsporon menlagrafilo non scmhra. sxllro ehe una varielä del trichopbiton lonsuranle.
11 dolt. Lovinson c'insegna die la maleria dei denli cariati (conlienc mode vegclali elemenlari) applicala sul mento raso di peli produce la mentagra, poicbe gli dementi vegclali die conticne penelrano nel follicolo e si sviluppano ccc. La barba preserva dalla malallia, nel menlre die il rasoio la favoriscc ponendo allo scoperto le aperture dei lollicoli, per cui pene-trano gli elemeuli vegclali. L'A. nei cronid assicura avcre trovalo spore del fungo sopra dcscrillo nel sanguc.
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Pitiriasi.
Microsporon furfur, fungus sen epiphytes pilyriasis versico-loris. Pitiriasi parassitaria {fig. 172). — K formalo in parte da filamcnti allnngali, septali c ramificali ed in parte da ammassi tli spore rifrangenti la luce, con doppio conlorno e con spazio chiaro e brillante al ccnlro. Venne scoperto da Eiclisladt nel 1846 e poscia studiato da Slayter, Robin, Ri­chter ccc. Kökner lo inoculö alia sua cute cd a quella del coniglio.
E. Ilallier insegna ehe queslo microsporon altro non c ehe una morfa achorion deiraspergillo (1). Colla collivazione ot-tenne tulli i gradi di sviluppo deiraspergillo. Piü lardi lo considerö come una forma di slcmplujlium derivante dal-VEurotiutn aspcrgillus uslilago. Dalle lavolo del prof. Miche-lacci, apparisce ehe il Mic. jurfur c un pcnicillio.
Vogela tra le cellule dcU'epidermide e neH'uomo in varie region! (pclto, dorso, collo, estremitä superiori, di rado alia faccia), produce nn'eruzione erpctica o chiazze orpeticlie piii o meno giallastrc di varia eslensionc chc si diffondono alia perlferia Icnlamcntc c talor guariscono al centre.
La pitiriasi venne descritta nel cavalio col nome di erpcto forforaoco. All'epidermide si stabilisce un'irrilazione, per cui avvicne una abbondanle scparazionc di cellule epidcrmiche in forma di forfora; i nialati provano prudore piü o meno forte a seconda deila razza, del lempcramento c dello slato di nutrizione. Si presenla ordinariamente negli equini deboli, estcnnali dal lavoro o vecchi, a cui non e falta die rara-mcnlc la pulizia dclla pelle. Invade la crinicra e la coda, le parti laterali del collo, la faccia, e si estende anclie alle varic regioni del tronco. Ordinariamente prcscntasi in forma dif-fusa e quando ha durato alquanlo tempo le regioni affelte presenlano i pcli radi c numerose squamme, col fregamento
(1) Die il/enic/iticficti ccc, Miti'J, p. 1\),
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si formano anche escoriazioni e crosie; eccettualo nelle re-gioni esposte al fregamenlo, la pelle di rado incontrasi piii spessa o lumefalta. In un asino in cui la malallia era gfcne-ralizzala non trovai, nello sludio della cute, ehe la rigogliosa separazione delle cellule epidermiche, del resto non rieono-scevasi ne tumefazione nel relicolo del Malpighi, ne nelle papule.
E difficile rinvenire il fungo tra le cellule cpidcrmiclie; se si pone un pezzello di cule in una soluzione piutloslo dehole di blcroraato di potassa, dopo alcuni giorni vedesi la epider-mide sparsa qua e lä da puntini hianchicci die allro non sono ehe ammassi di spore germoglianti.
Eczema marginalo Ilebra. — E una dermalopatia die nella specie umana si presenla e difiondc in forma di segmenti circolari di color rosso bruno, ora con hordi elevati, era con formazionc di noduli e vescicole periferiche, menlre al ccnlro guariscc. Durando molto tempo la cute si inspessisce si in-fillra ed alia periferia della chiazza si formano numerosc squnmme.
E considerato da Neumann come una succcssione ad una forma dell'erpete tonsurante o della pitiriasi parassitaria.
Onicomicosi.
Onicomicosi (fig. 173). — E un'alterazione delle unghie (uomo), per cui i'unghia diventa spessa, gibbosa, ineguale, di color giallo sudicio, fragile e friabile, lanlo die si sfoglia e riducesi facilmente in franlumi. E prodolla dalla vegelazione tra le cellule cornce di un micelio coslituito da filarncnli lun-ghissimi, ramificati ed in molti punli slipali. I rami sono piutloslo a discrela dislanza gli uni dagli allri; i filamenti rii dello micelio hanno grandezza diversa variabile in generale da 0,001 — 0,00285 — 0,003. I bordi sono abbaslanza spic-canti, il conlenulo e trasparenle e sparse da granuii o goccie splendent!, rolonde od allungate. 1 filamenti sono indislinta-mente seplati.
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Vircliow considerö questo micelio in relazione con una 60-tnjlis, peronospora e penicillio.
Baerensprung identiüco ronicomicosi coll'erpele tonsurante; Kuclienmeister ed llallier colla ligna favosa.
Ilobner ne descrisse due casi die colloca Ira I'erpete lon-suranle.
E un falto ehe puo associarsi aU'erpelc tonsurante, alia tigna favosa alia psoriasi 0 a qualche forma di eczema. Nei due casi osservati dallo scrivenle, il fungo aveva analogia con i filamenli del trichoplujton die si trovano Ira le cellule cornee della guaina del pelo neU'crpete lonsuranle del bue. Inoltre tra i filamenli si vedevano i criplococchi delle pso­riasi (fig, 173, a).
'sonasi.
Criptococclii della psoriasi (fig. 174). — Sono cellule ro-tonde, piccolo, con membtana a doppio contorno, e con lo spazio tra il contorno eslerno c Tinlerno, splendenle e rifran-gente la luce. Queste cellule sotto le croste o tra le squnmme per lo piii trovansi isolate ed a vario grado di sviluppo. Si molliplicano per bolloni, questi bottoni appariscono come un punto die ingrossa e si trasmuta in breve tempo in una cel-lula figlia; non sempre le cellule figlie si dislaccano dalla cellula madre, talvolla reslano debolmente riunile e formano catene al massimo composle di seile od otlo cellule. Hanno un diametro oscillante tra 0mra,00028 — 0mmgt;003. Non mai ger-mogliano mandando filamenli come le cellule delle pitiriasi, e non mai invadono il follicolo dci peli, od i peli.
Venni colpilo da psoriasi alia faccia nella primavera del 1869, epoca in cui mi posi a sludiare l'uslilago Carbo e varie specie di penicillii ed aspergillii. L'eruzione cominciö in prima tra la barba delle guancie, del menlo ecc, e poscia si eslese anche alle sopracciglia, al cuoio capellulo. L'eruzione e con-trassegnala da papule o piccolissime elevazioncelle allorno ai peli; il prudore e abbaslanza vivo; poscia le poche cellule
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cpidermiclie si sollevano c si distaccano in forme di squamme bianchiccie; quando una regione ne c invasa, come ad es., la guancia od il mento, dessa si presenta tulta cospcrsa di squamme cpiderrniche c di piccolo elevazioni appena rico-noscibili tra i peli dclla barba; la regione malala essendo la sededi prndore vivo ad inlervalli, cosi si presenta pure sparsa da croste, poiclic il malato essendo obbligalo a grattarsi, non solo dislacca le cellule epidermiche, ma anche le gio-vani cellule del reticolo del Malpighi onde csce il san^ue dalle papilla culanee, e si formano croste clie conlcngono sangue essiccato. Per quanlo dilTusa sia al cuoio capellulo, lutiavia in qualche regione forma chiazzc, le quali sono al-quanto elevate sopra la circostante cute sana; e per esscre il relicolo del Malpighi tumerallo e spoglio deU'epidermide e le soltostanti papille un po' iperemiche, la superficie delle chiazzc c ineguale, rossa o sparsa da squamme o da crosti-cine. Neumann ne distingue varie forme: le piccolo eleva­zioni della grandezza di una capocchia di uno spillo formano la Psoriasis punclala, ehe ingrandendo alia periferia assu-mono I'aspelto di una goccia d'acqua applicata sulla (Pso­riasis gullula) cute, o di una moneta {Ps. nummularis), o di un cerchio guarendo al centro {Ps. orbicularis), od e dif-ftisa {Ps. diffusa).
Quesl'affezione non c conlagiosa, nc rcca danno ai capelli ed alia barba.
La miglior raedicazione esperimenlala conlro quesla affe-zione fu Tapplicazione della pomata di Ilelmerik sulla eule malata ed i bagni di mare, non die il lavarsi la faccia nel-I'acqua di mare. Due o tie applicazioni di pomala di Ilel­merik baslavano per togliere il prudore e rendcre nella e pulita la cule. Mi e sempre sembralo provare un'esaspera-zione della malaltia studiando foraggi inquinali da jienicillii asi)ergilli e micrococcbi.
Finora non mi venne dalo di scoprire gli elerncnli vege-tali della psoriasi in una qualclie dermatopalia degli animali.
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Tigna.
Achorton Schöenlenii (fig. 175) Sin. Oidium Schöenlenii, mi-coderma delta tigna, criltogama delta tigna, fungo delta tigna scrofolosa favosa, fungo delte porrigine, — E formalo 1deg; da cellule cli tulte le forme, le une isolate, le altre in cumuli od in serie munitc di nucleo granuloso ben dislinto, costi-lucnti filamenti numerosi ed inlrccciali: si trovano anche cellule die mandano prolunganienli c molle di quesle ri-chiamano alia rnentc le cellule deU'ot^mm laclis. 2deg; Da fila­menti ramilicanlisi, di ogni grandezza cioe gli uni sollilissimi con goccie oblunghe splendent! , gli altri medii o grandis-simi, die si ramificano c si inlrecciano e lalora formano una specie di feltro.
Gli indicati eletnenti trovansi nelle croste della tigna. al-lorno o nella sostanza stessa del pclo o dei capclli. Nelle croslc inoltre trovansi micrococchi nurnerosi, baclerii espesso numerosi cor|)i eslranei c spore delle criplogame ordinarie.
L'Achorion Schöenlenii venne scoperlo da Scboenlein nelle croste della tigna c da Gruby e da Wedl nei pcli e nei ca-pelli degli individui affetti da tigna. Vegelando nei follicoli dei peli di ogni regione del corpo e specialmenle dei ca-pelli nella specie umana, V Achorion Schöenlenii produce la tigna.
La tigna e carattcrizzata da croste di color pallido o zaf-feranato o fulvo (secondo Ilallier queslo colore dipende dalle cellule del fungo), per lo piu londeggianti con la supcrficie esterna concava ossia con depressione centrale e colla su-perlicic intcrna convessa. Le croste lupiniformi o caliciformi furono ancbe chiamate favi. Ncl centre della crosla spesso vi ha un pclo.
La tigna e frequente nella specie umana, rara negli ani-mali. Fu osservata nei ratli da Droper di New-Jork (1854), da Bazin e Pouquet (1858) e da Tripier (1867) (1). Nei gallo
(i) liecueil, 1869, png. 6'i2.
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venne osservata dal Dr. laquelant (1847), da Droper (1854), da Zander (1) c dal prof. Saint-Cyr. Nel cane giovane venne vedula la prima volta dal lodato Saint-Cyr e nel coniglio dal Dr. Mourraud.
Batti. — Nei ralli si presenta alia testa, alle estrcmila an-teriori ecc. con crosle gialle un po' scure, di forma regolar-menle circolare , piü o mono elevate al dissopra della cute sana. Le croste hanno vina deprcssione al centro e dove queste si distaccano rimane una ulceretla.
Gatlo. — Nel gatlo invade tutte le regioni, ma specialmente le zampe e le dila verso la radice dellc unghie, la testa e la base degli orecdii. Anche nel gatlo si presenta con croste cir-colari piü o mono regolari c depresse al centro, elevate un poco sopra la pelle sana circostante; le croste sono altraver-sate da peli dritli, rigidi e scolorali ehe si svcllono alia me-norna trazione. Sotto le croste la pelle e sotlile , depressa come atroOzzala per süfferta corapressicne, ma liscia e con lieve gemizio sieroso: attorno alle croste la pelle e inliam-mala, rossa, e forma un orlo saglicnte. 11 prudore ehe de-termina e leggiero.
Cane. — Nel cane giovane venne la tigna favosa osservata lirnitata a qualche regione oppure diffusa a quasi lulta la cute del corpo. Trasbot (2) ne osservö un caso generalizzato in una canina adulla ; questa contrassc la malatlia dai no-velli, a cui dava il latte. Le croste favose ne' giovani vennero Irovale di 7-8 mm. di diamelro, ed in alcuni individui si e notato piii della meta della pelle del corpo coperla da favi, e sopra la testa i favi tanto numerosi da non lasciar piu qualche linea con peli. Nella canina adulla si e veduto da Trashot la pelle della lesla, dei fiancbi denudata di peli e ricoperta da una specie di sudiciume crostoso bianco, grigio o giallo esalante un odore felido. Le croste sul collo, sul dorso, ecc, erano a contorni sinuosi e dello spessore di uno
(1) Jahresbtricht, 1869, p. ii.
(-2) Huueil, etc., 1871. ßlaquo;IJe(m, pag. 213.
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473 a Ire rmllimelri. Solto le crosle la cute era piü sollile e come alrofizzata. 11 prudore. leggiero o vivo.
Cnvallo. — Nel cavallo e caratterizzata da crosle di color giallo dorato mancanti dclla depressione centrale (Megnin, William Williams) in principio alle parli superiori del tronco e poscia alle spalle , al cosiato , ai fianchi cd alle coscie. I mnlati provano prurito abbaslanv.a giande , onde fregandosi si fanno dejiilazioni, cscoriazioni, ccc.
Bite. — Nel Luc venne ossoi vala da William Williams (1) sopra 30 bovini, e secondo racconla quesl'autore, e caratteriz­zata da croste di color giallo coH'aspetlo dci favi. La malattia insieme co' buoi aveva pur invaso trc cavalli ed alcuni cani e gatli. Un falle in relazione colla malattia ne' buoi era cbe i gatti di quella lenuta frequenlavano la sialla ed araavano scdersi sul dorso dei bovini e dei cavalli. I gatli avendo ri-cevulo la malattia dai soici, non vi ha dubbio die I'lianno comunicala ai buoi ed ai cavalli.
Contagione. #9632;— La conlagione della tigna venne verificala avvenire dal lopo al galto e da questo al cane ed all'uomo e viceversa (lacquetant, Droper, Tripier, Saint-Cyr, Remak). Nella pralica deirinncsto a litolo di esperimenlo, il profes-sore Saint-Cyr rade il pclo, applica un vescicante e sparge la parle colla polvcre di croste di tigna ehe copra con dia-clulon; togliendo poscia il cerolto , comincia nclla parle la desquaniazione, ecc, indizio deiralteccliimento del fungo. La tiasmissione avviene facilmente ne' giovani cani e gatti e dif-ficilmcnte negli adulti. L'incubazione nei casi d' innesto fu vedula di 8-12 giorni.
Stadii della tigna favosa. — Secondo il professore Hallier ed il Dr. F. 1. Pick la tigna dopo l'inneslo e precedula da un'eruzione erpclica (stadio crpetico di Kobncr), alia quale segue poscia la formazione dei favi caralteristici della tigna oppure segue 1'erpele lonsuranle. Secondo le osservazioni di Hallier, innestando I'erpele lonsuranle nasce per lo piü I'er-
(1) The Prin. and Practice of Feier. Surgery, 1872.
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|)ele tonsurante, ma in qualchc caso si sviluppa ima forma identica con lo sladio prodromico della ligna. Anclie il pro-fessore Sainl-Cyiquot; esperimentando sugli animali lignosi, si inoculo la ligna alia i'accia dorsale della mano: il primo fe-nomcno Tu un'abbondante dcsquamazione, poi uno stato eri-lematoso e prudore cd infinc eruzione di vescicolo inlorno la chiazza (forma di crpete circinnato).
Allri esperimenlatori perö sostengono (Slrube, Peyritisli) ehe, all'inneslo della ligna favosa, videro serapre seguire la ligna favosa c non mai la ligna lonsuranle.
Setnbra non si possa poire in dubbio ehe la ligna favosa lalvolla si prescnla con caralleri diversi da quelli rilenuli caralteristici e ehe V Achorion Schöenlenü possa vegelare anche in forme diverse.
II dollore Del Chiappa mi fece vedere una bimbeüa del-l'elü di circa undici anni, la quäle presentava, alia eule del capo, numerose grosse croste elevate, spesse, rolonde o com-pressc ai lati, c Ira quesle aieune coprivano uu piccolo ascesso. AI vertice del capo si era formala una piaga sor-dida copcrla da una crosla con fendilure da cui usciva una poltiglia analoga a barbabielola cotla falta da cellule puru-lenli e globetli rossi quot;del sangue. E inutile dire die la bim-belta provava intenso prudore, ecc. Tre mesi innanzi ehe venisse consuhalo il Dr. Del Chiappa , la bimbetla provava prudore al capo ed i capelli cadevano; in mezzo al capo si era formala una chiazza, in cui i capelli parevano rasi col rasoio.
L'csamc delle croste dimoströ, tra quesle c sopratlulto nella radice del pelo, elemenli carallerislici del Tricliophylon ton-surans c doll'Achorion Schöenlenü. I cataplasm! emollienli, cosa singolare, guarirono complelamenle la bambina ; i ca­pelli, salvo ne' punti dove per causa degli ascessi ebbe luogo perdila di soslanza, ed avvenne una cicatrice mollo rislrctla, rinacquero fulli e belli.
Ctira della ligna favosa. — La cura deli a ligna favosa e facile ncgli animali ; ncl gallo la guarigione avviene anche sponlaneamenlc (Saint-Cyr); la guarigione ollenuta dal Del
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Chiappa nel caso sopra narrato, dimoslrcrebbe die lalor anche nolla specie umana, la guarigione si oliicne con mezzi sem-plicissimi. Negli animali si comincia la cara delia ligna col fare la pulizia della culc col mezzo di una saponala, e col levare lulle le crosle, poscia sulla parle malala, quando la malallia e circoscrilla, si fanno lozioni f)iü o meno concen­trate di soluzione di sollimato corrosivo (1 gramma di subli-mato corrosivo in cento grammi ill acqua disliliata o di gli-cerina scioglicndo il sollimato corrosivo prima nell'alccol). Cinque o sei lozioni Inislano per ottenere la guarigione. Fu-rono pure da Sainl-Cyr trovale ulili le formole seguenli:
'1deg; Sollimato corrosivo . . centigr. 10 Glicerina ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gram. 20
2deg; Nitrate d'argenlonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0,50
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;30
Origine delVAchorion Schöenlenii. — Diverse ed opposle sono le opinioni inlorno il fungo, da cui origina VAchorion Schöenlenii. Sc IlalHer c Baugmarlen, ecc. lo fanno derivare dal peniciilio glauco, Ilollniann lo dcriva da una muccdinea e Lowe daW'Eurolium ospergülus. Inollre nienlrc Ilallier as-sicura coll'inneslo del peniciilio alia cute aver oilenuto uno sladio erpetico ed anche il favus, c Zwin aver prodolli nel coniglio pure i i'avi; allri aulori come ad es. Köbner, Pey-litisli, ecc, affermano aver oilenuto sollanto risuitali nega-tivi applicando le spore del peniciilio glauco sulla cute del-ruomo e degli animali (1).
Microsporon mum. — Gluge ed Udekcm osservarono (1858) alia cute di un lopo una placca erpelica bianchiccia, ehe dagli occhi si eslendeva fine alle narici cd al lute sinislro dalla guancia si eslendeva lino all' occbio. La placca era asciiitla, dura e difficilmenle frangibile. Trovarono gli aulori in quesla placca filamcnli trasparenti, con mollc diramazioni, ehe alia punta separavano le spore. Queste erano sferiche, trasparenti, con contorni scuri, senza granuli nell'interne.
(I) Neumann, ecc, opera citnta,
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giacevano le laquo;ne accanlo alle altre eJ il loro diametro era di 0,006 mm. Gli autori disscro quesla morfa Microsporon muris? e analoga al Trichophyton od al Achorion Sch.? (1).
IL fungo di llaubncr. — 11 prof, llaubner (2) invio ad Ilallier dci peli e delle crostc prese da un cavallo francese afTelto da una derraatopia, ehe giä aveva comunicalo ad un aitro cavallo c ehe llaubner aveva inoculato con snecesso alia pecora. II prof. Richter ha diagnoslicato quesla malallia come una porrigine decalvante. Zurn poi c riuscito a far ailecchire il parassita sopra allri animaii eJ a produrre una tigna fa-vosa ben dislinla.
Sccondo Ilallier, il fungo di llaubner differisce dalle forme di Achorion disegnale dagli autori e presenla soltanlo ana-logia co! Trichophyton tonsurans.
II fungo di llaubner e formato da cellule globose od ovali di diversa grandezza accumulate sopra, o Ira le cellule epi-dermiche delle crosle. Lc cellule del fungo piu piccole, sono per lo piu globose , le piü grandi sono rolondo ovali. In un ammasso si trovano spesso molle centinaie delle delte cellule e presentano, quando sono piccole, un colore bruno o verdiccio. I filamenti di micelio sono assai rari e per lo piü delicati. Nell'inlerno dei canali piliferi lc piccole cellule sono in masse, in cui non si riconosce la molliplicazione in catene; distruggono la sostanza del pclo. Le calene di Tri-cfiophiton nella sostanza del pelo, sono per lo piü fatte da cellule piü grosse.
Allo scrivente pare die il fungo di llaubner altro non sia die una forma del Trichophilon tonsurans.
Micosi della cresta dei polli. Gresta bianca (Gerlach).
La micosi dei polli e caratterizzata dalla formazione di minute squamme epidermiche di color bianchiccio sopra la cresta, i bargiglii e le caruncule del capo, per cui le dette
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(1)nbsp; nbsp;Hering. licpert., vol. xx, p. 60.
(2)nbsp; nbsp;Zeitschrift etc., j). 2-2'i.
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parti prendono in principio una sfumatura bianchiccia simile a quella ehe si proJurrebbe colla spolveratura della cresta ecc, con farina di frumenlo; e quando lutta la cresla od i bar-giglii ne sono invasi, allora il colore e niveo. La colorazione bianca o nivea comincia a qualche punto e si fa presto dif-fusa^ dapprima aracnoidea, divenla presto piü spessa e non si scorgono piü allora le elcvazioni rosso (papille) della cresta. Le croste o megiio i cumuli di squamme epidermiche, die formano delta spolveratura o palina bianca sono molto sot-tili, piccole ed asciulte e piullosto tenacemenle aderenli; la cresla esaminata da vicino e rugosa, scabra, ed i malali sem-brano provare, ai loccamenti, una sensazione piacevole, tanto ehe lavando la cresta con una soluzione di sapone o di po-lassa, rimangono quieli e Iranquilli e non dänno segni di doiore. ancbe quando raschiando coll'iinghia si meltono a nudo le pnpiile e si rompono capiliari.
Le pai)iile della cresla si Irovano alquanto piü lumide, come pure i moiictti della slessa.
Dalla base della cresla la malatlia si diffonde alia cute del capo, del collo ecc.; 1c piume cadono e la cute si copre di forlbra e di minute squamme o croste bianchiccie , e se non c curata, i malati diventano deboli, magri e muoiono.
Dislaccando le squamme epidermiche appiccicate c tiat-landole colla soluzione di potassa si scoprono numerosi gli elemcnli del fungo (fig. 170). Questo c formato da filamenti di varia lunghozza o grandezza, la maggior partc composli da cellule minime o da corti arlicoli; sono molto ramosi cd in generale lanto alTitlili da cosliluire una specie di feltro; alia velta dei ram! producono spore ovali o rotonde. Si tro-vano poi eziandio filamenti con lungbi articoli o falti da cellule in seric nucleate analoghe quasi a quelle deWAchorion sclioenlcnii. DilTeriscono pcro iaWAchorion perche i cosi detti nuclei sono separali gli uni dagli allri da uno spazio chiaro, e perche il bordo esterno dei filamenti per mezzo di un se-pimento non si insiaua tra i nuclei. Questi filamenti hanno perfino la larghezza di 0mm,005.
II prof. Müller ebbe ncl 1858 ad esaininarc una gallina
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ehe presenlava, alia lefla cd al collo, dclle crosle bianchiccio, asciulle, facilmentc ritlucibili in frantumi, le penne e le piume si svcllevano con facilitä; la malallia si diffuse, crebbe la magrezza e la galiina morl. Alia sezione trovö sani gli or­gan! inlerni, e le crostc composte da filamenli semplici, ra-mosi, seplali e da spore. Delto fungo avvolgeva le piumc alia loro radice e si insinuava anche nel follicolo delle piume. Le spore ed i filamenli avevano, secondo l'A., analogia con quelli deWAchorion seh. L'innesto riusci nclle galline c non nel cane.
La micosi dei polli e malallia rarlssima in aleune localilä. Nel principio del correnle 1872 comparve in Calci, ed alia gentilezza dell'Ill.mo sig. G. Biscione ne devo l'osservazionc e lo sludio. Venne per la prima volla osservala e descritta dal prof. Gerlach. E conlngiosa agil allri gallinacci.
Cura. — Essendosi manifestata la malallia tra le galline di im pollaio e d'uopo innanzi lullo far la pulizia e la di-sinfezionc del pollaio. Volendo curare i raalati bisogna rac-chiuderli nella stia. Falla la pulizia dclle parti malate con liseivio, o con soluzione di sapone molle, si applicherä sulle parli malate la pomata di liori di zolfo, o di preeipitalo bianco (6 gramma di preeipilalo bianco sopra 25 di sugna, ovvero di glicerina).
34.nbsp; nbsp;Gen. Monilia Hill. Fries.
a)nbsp; Monilia Candida (fig. ill, kit. a). — Forma muffe di colore bianchiccio; dal micelio si clevano gli ifi ehe se-parano spore biancbiccie dapprima ovali, poscia rotonde.
b)nbsp; Monilia cinerca (ßr/. 177, letl. I'). Gli ifi produ-cono spore irrcgolarmente elilliche; forma mufl'e di color ci-nereo sopra i frulli in putrefazione.
35.nbsp; nbsp;Gen. Goprotriciium Bon. — III die separano spore ci-lindriche o rolondo ovali.
o) Coprotriclium purpurescens (fig. 178). — Gli ifi e le spore hanno un debole color porporino. Vegcla sullc feccie dell'iiomo.
b) Coprolriclmm cinercum. — Gli ill sono nodosi lume-falli in corrispondenza dei sepimenli; forma muffe di color grigiastro.
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479 30. Gen. Fusicladiusi Bon.
a) Fusidadiuni tenue Bon. (ßg. 179). — Sul caule dei fiigioli secchi forma muffe come punli appena visibili di co-lore verdiccio; gli ifi sono ereLli, semplici, oüusi aH'apice, le sporc oblunghe, fusiformi, debolmente verdiccic.
37.nbsp; Gen. Cladotrichum Corda. — Gli ifi sono seplali, poco ramificati, separano calene di spore con una sola seplatura.
a)nbsp; Cladotrichum polysporum Corda. {ßg. ISO).
b)nbsp; Cl. coniuiicliim. — Spore di colore verde-scuro; in forma di muffa sopra i pelargonii.
38.nbsp; nbsp;Gen. Acr.osror.iuM Don.
a) Acrosponum lernte {ßg. '181). — Filamenli seplali riu-nili alia base ehe alia loro sommilü produeono sporc cilin-driclie rolonde.
39.nbsp; Gen. Scolicotricum Kunlze. — Lo Scol.viresceiis{ßgASQ) forma muffe di color verde-bruno sulle loglie di varie specie di pianle morle, ira cui vi ha il Phaseolus vnlgaris. Gonsla di filamenli seplali riunili alia base ehe protiueono spore di-vise una o piü volte. Corda ne distingue parecchie allre specie.
40.nbsp; Gen. Cepiialotiiecium Corda. — Ifi semplici talor se­plali die si clevano dal micelio e produeono spore divise in due parli ineguali.
d) Cepli. candidum Bon. — Sui rami in pulrefa/.ione e sui foraggi allerali, si presenla in forma di muffe di color biancliiccio.
I)) Ceph. roseiin Corda. Forma muffe di color rossigno.
c)nbsp; nbsp;Ccph. ßavum {ßg. 183). — Nella stagione esliva vc-gela rigoglioso sulle s|iiclie del frumcnlo ammassalc in biche, se la stale corre uraida. 1 covoni mandano un odore parli-colare di muffa non disaggradevole. Appare in forma di pol-vere gialla sfumala rosso. Le sporc sono divise in due cellule di diversa graudem, ehe hanno un proloplosma omogeneo o linamenle granuloso. Vegela pure sulle foglie di gelso, sui rami all'unaido o sui garigiii di n'oee; Irovasi pure vegelare sul caccio. Vegclando sulle spichc di grano o di segala ecc, non reca aleun danno ai cbicchi. Nulla sappiamo della sua azione sul corpo degli animali. Sembra non recare danno
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rifleltendo alia grande quanlitä di spore ehe trovansi nelle Liehe, ed al nissun danno ehe ne provanö gli agricollori al tempo dclla trebbialura sull'aia.
41.nbsp; nbsp;Gen. Dactylium {Daclilos dilo) Nees. — Iß eretli ehe producono, alia punta, Ire o quattro spore seplale, oblonghe.
o) Dad. candidum Nees.
b) Dad. nigrum LK.
e) Dadiiium oogenum Monlagne (fig. 184.). — Le spore hanno 3-4 sepimenli, ed un colore lievemenle olivaceo-fer-ruginoso.
Fu trovalo da Rayer (18-42), sopra il giallo di un uovo comperalo al mercalo e rollo lo stesso giorno; formava macchie ncre circolari, cd in queste vi era un micelio con filamenli sterili di color olivastro, ehe all'aria libera fruüificö. Spring chiainö pcriconia ramosa e pulvendenla, un fungo die vegelava neile uova di galline e ehe ne produceva la pu-Irefazione. Neils uova trovo eziandio vegelare Vaspergillus glaucus ed allre morfe di funghi. Witlich, Schenk e Maerkiin fecero analoghe osservazioni sopra le uova (Ch. Uobin, opera cilala).
Pert) nelle uova putrefatle non ho mal poluto trovare no micelio ne altre morfe di funghi. In parecchie uova pulre-falte esaminale non trovai allro die specie di goccie die non polei determinare se crano micrococchi o goccie di grasso.
42.nbsp; Gen. Acremonixjm LK. — Ifi serpeggianli od crelli, di rado ramosi, dai quali partono ramoscelii lateral! (basidi) die producono spore rolondc od ovali. Corda e Bonordcn ne enu-merano parecchie specie.
a)nbsp; Acr. fuscum Kuntze. — Micelio sollile, olivaceo, fiasco. Le spore sono globose, olivacee; vegela sul cauie delie om-brellil'ere secche.
b)nbsp; Acr. erednm Bon. — Forma muffe bianchiccie;'le spore mature sono rolonde, ed immature sono cuoriformi. Fu osservato da Bonorden sull'amido in decomposizione.
c)nbsp; Acr. spicatum. — Ifi die di rado si diramano ed i cui basidi lalerali separano spore rotonde. Vennc osservato sulle palate in pulrefazione.
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481
d)nbsp; Acr. microsporon Sin. Vcrlicillium lenuissimum Corda {fifj. 185). — Da sottilissimi filamenti serpeggianli omogenei non seplali, si elevano numerosi basitli opposti die produ-cono spore ovali analoghe a quelle dei verlicillii. E comune sui foraggi muffati in mezzo agli aspergilli.
e)nbsp; Acr. lenuissimum {fig. 186). — Produce muffe pure di color biancliiccio; lo trovai vegetare sopra i chicchi di gran-lurco essendo la pannocchia avvolta dalle foglic ed aflella faWUslilago maydis. Dai filamenli sottilissimi scptati partono basidi o filamenti sotlili ehe si risolvono in Ire basidi c pro-ducono spore di grandezza varia, molte di csse un po'in-curvate ad un lato, e per conscguenza incavate.
43.nbsp; nbsp;Gen. Mycogene LK. — Ifi, i quaii alia punta di corli ramoscclli producono spore divise in due cellule, di cui la piü gronde ha I'cpisporio dentate c la piü piccola lo lia liscio.
a) Mycogene ßava Wallroth {fig. 187). — Le spore di questa specie si trovano spesso nei fieni allerati c male con-servati. 11 raicclio c fatto da filamenli con doppio contorno; i rami degli ifi producono le spore di un colore olivacco-giallo, col contenuto appena granulöse ed nn grosso nucleo ben visibile in alcune; giunte a malurilä lianno un colore giallo sfumato scuro ed un episporio dentato alia metü supe-riore. Vcgeta c frutlifica lalor sulle spiche di segala, ecc.
44.nbsp; Gen. Monospoiuum Bon. — Hi ramosi senza ordine, alia punta dei rami producono spore ovali o rolonde.
a)nbsp; Monosporium acuminalum {fig. 188, lell. a). — Mi-cclio in forma di slrato denso die si disgrega difficilmente, da cui si elevano ifi tcrminanti in rami assottigliati alia punta e producenti spore oblunglie od ovali allungate. Mufl'e bianchiccic.
b)nbsp; Mon. minulissimum {fig. 188, lell. b). — Muffe bian­chiccic. Ifi mollo ramosi senza ordine e producenti spore rotonde. Frequentissimo sui fieni alterati.
45.nbsp; Gen, Fusisporium LK. — Ifi arborcscenti ramosi ehe producono spore fusiformi septate.
a) Fusisporium candidum Ehr. {fig. 189). —Invade spesso lo palate in pulrefazione o tcnute in luogo umido.
ftivallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; -1
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40. Gen. Veuticiluum Nees.
a)nbsp; nbsp;Vertic. affine Corda {ßg. 190). — Micclio slriscianlc da cui si clcvano gli ifi mollo ramosi ehe alia punla di ba-sidi verlicillati produeono spore ovali, piecole munile di slria inediana, come i corpuscoli del Cornalia. Forma muffe di color ruggine o giallo rosso.
b)nbsp; nbsp;Vertic. ruberrimum Sin. Sporolrichwn ruberrimum. — 11 micelio e di color rosso-giallo, gli iß sono septali; pro­duce muffe ehe hanno il color del sangue essiccalo.
c)nbsp; nbsp;Yertic. candelabrum Bon. — Lc spore sono ovali, gli ifi di rado sono seplati; le muffe hanno un color bianchiccio.
d)nbsp; nbsp;Veriic. album. — Kami corli e nodosi, seplali, forma muffe bianciiiccic: le spore sono ovali con linee longiludi-nali {fig. 207.
e)nbsp; nbsp;Ycrlic. glaueum. — Ha le spore rolonde e forma muffe di color verde bluastro.
Dolle indicate specie Ji verlicillii, le qualtro prime sono quelle ehe si inconlrano piü frcquenlemente sopra i fieni muffati.
47.nbsp; Gen DirLOCiADimi Bon. — Ifi seplati ehe alia punta dei ramoscelli presentano basidi ternali ehe generano spore septate.
a) IHplodadhm maior {ßg. 191, lett. a). Id. minor
{ßg. 191, lell. b).
48.nbsp; Gen. Dh'losporium LK. — Ifi ehe si diramano irre-golarmente ed i rnmoseelli alle loro punle produeono spore divise (didime) {ßg. 192).
49.nbsp; Gen. Triciiotiiecium LK. — Ifi ramosi i cui ramoscelli produeono spore septate, lunghe ovali, ma non fusiformi. Bo­norden ne descrive parecchie specie.
a)nbsp; nbsp;Trick, agaricinum Bon. — Forma muffe bianchiccie; gli ifi sono di rado seplati; le spore triseptate o quadri-septate.
b)nbsp; nbsp;Trick, candldum LK. {fig, 193). — Micelio araenoideo di color grigio bianchiccio; le spore sono lungo ovali e ad un'cslremitä sono munile di una specie di papilla.
Afiinc alle indicate specie sembrami quclla descrilla dal
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483 prof. Neumann, cd ollcnula coltivando gli clemenli vegelali contenuti nello crostc deWEczema marginatum.
50. Gen. Peronospoua Corda. — Ifi erelti conlinui, non septati, nella parlc superiore ramosi: Spore conlenule in uno sporangio all'apice dei rami.
RIalattia delle palate e dei pomidoro.
a) Peronospora infestans Monfagne. Sin. Botrytis deva-stalrix Leben. Bolrylis infestans Montagne. Botrytis solani Ilarling. Peronospora trifurcata linger (fij. 194).
Vegeta ordinariamente sul Sulanum tuberosum (patata), sul Sulanum lycopersicum (pomidoro), e venne pure ossorvata sul S. sloloniferum, verrucosum, nignm e dulcamara ccc.
£ la cagione dclia malatlia delle palate e dei pomidoro.
11 micclio c falto da filamenti cilindrici con membrana de-licata, clic scorrono tra le cellule e Ic fibre del parenchima delle foglic, dei rami, dei tuberi delle solanee a cui tolgono le parli acquee; altcrano il protoplasma delle cellule vcge-tali, fanno disparire la clorofilla e ddnno origine ad una materia (ulmina, umina Mulder) die procaccia rannerimenlo delle cellule. Per tal modo avvienc la morte delle parli, ehe a motivo della formazionc di balterii ccc, Uamandano spesso un fetorc insopportabilc.
Poi dai filamenti del micelio si elevano gli ifi frultiferi, rigidi, a gruppi di due a cinque ecc, die al loro tcrzo su­periore si sparliscono in rami secondarii, prcsentando ncl loro decorso tumefazioni a guisa di nodi.
Alia sommita dei rami secondarii si forma lo sporangio, ehe a sviluppo completo ha forma ovale, doppio contorno, la sommilä acurainala omogenea, spesso lucentc (papilla De-Bary).
Quando gli sporangii trovansi all'umido (De-Bary), il loro protoplasma si divide in semmenti angolosi (spore 6-16), ognuno dei quali presenta uno spazio chiaro. Le spore escono per il micropilo dello sporangio ed appaiono come masse ovali un po' depressc da un lato, ottuse in una delle loro
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sommilä , acuminate nell'aUra. Dalla parte depressa presen-tano un filarnenlo, e si muovono attorno al propno asse lon-oitudinale (zoospore). Trascorso un po' di tempo , perdono il filamcnto ed il movimento e principiano a germogliare.
Secondo le ricerche del De-Bary, gli sporangi hanno poca lenacilä di vita; con tulto ciö le peronospore passano 1 m-verno e si conservano in vita per mezzo del nncel.o nolle parti malatc delle piante o dci luberi.
Dalle cose sopra csposte si comprende come laperono-spora possa propagarsi e diiTondersi. Gli sporangi malur. sono dal vento trasportati da una ad allra p.anta, oppurc ca-duli in terrene umido, uscitc le zoospore dagli sporang. sono trascinate dall'acqua sui tubcri a cui recano malatt.a come la recano alle foglie quelle cadute sui ram..
U proccdere rapido o lento della tnalalt.a prodolta da e peronospore, od il suo nrrestarsi ad un tratto d^ende dalla Lggiore o minore azionc delle cause ehe amtano lo sv.-luppo delle P. infeslans (temperatura clevala ed um.d.la). 11 De-Bary osservö qualche volta la peronospora vegetare e pro-durre frutti senza apporlare gravi alteraziont nel tessulo delle
tu in Ig
P La ionoscenza esatta della malallia fje palate nmonta alia seconda metä del secolo passato. Nel 1 30 dom.no m Alema-na; nel 1843 in America e nel Canada; nel 1845 si moströS anche nel Belgio, in Francia ecc.
Si e cosl manifestata di tratto in tratto per tulla I'Europa, arrecando talora danni gravissimi. Venne studiata da Martms, Payen, Montague ecc, e da De-Bary.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • . , • j0,
nfetta era le foglie, ora i rami, .1 fuslo o i tuber, del Solonum luberosum, e produce macclne brune depresse e d'aspetto analoge al legno essiccato; supcrnc.al, dappnnc P o c poi a poco a poco approfondantesi, d'ondc m ulfmo la canarena secca o umida della pianta e de. tuber.
Nei pomidoro appare sulle foglie, sopra . pez.ol. d. queste.
sui ramoscelli, sui fusto ed anco sui frutto pm o meno pros-
L a maturitä. Di rado tutte le parti delle piante ne sono
assalite ad un tempo; il procedirnenlo del morbo ora e ra-
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485 pido etl il raccolto va fallito, ora 6 lento e per mularsi delle condizioni almosferiche si arresla ad un Iralto e le piante possono riacquislare vigoria e condurre molti frutti a ma-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,
turilä.
I segni del morbo nelle piante dei pomidoro sono macchie di colore ruggine assai scuro oppure bianco grigiastro, Iraenli piti o meno al bruno; tali macchie hanno una su-perficie piü depressa della parte circoslanle: la loro periferia e irregolare e d'estensione variabile.
Compaiono sui rami, sul fusto e sui frutli immaturi. II parenchima del frutto diventa piü duro dell'ordinario e meno succoso: il frutlo in via di malurare viene invaso dalla pu-trefazione. NeU'agro Pisano nel 1871-72 il prof. Lombardini e lo scrivenle la videro recare gravi danni ; ed in alcuni orti il raccollo dei pomidoro andö fallito.
Nelle parti malale, per effetto deH'umiditä, si sviluppano micrococcbi, battcrii, lo sporidesmium fuscum ed il fusispo-rium solani {fig. 189).
Azione suH'organismo animate.
Nulla si sa di precise intorno I'azione delle patate e dei pomidoro infelli dalla Peronospora infestans sopra I'organismo animale.
Gli esperimenti falti a Stuttgart e confermati a Mecklem-burg, dimostrarono innocue le patate infette.
Racconla Hering ehe alcune delle capre alimentate con pa­tate alterate caddero malate di indigeslione; mentre due maiali solloposti allo stesso alimento, in poche settimane au-mentarono del doppio il peso del corpo. In un'adunanza dei veterinarii del Mecklemburg (1847), essendo caduto il discorso sugli efletli delle patate malate, l'adunanza riflettendo ehe i casi di azione dannosa delle patate malate, sono scarsi e pro-blematici, si pronunciö favorevolc all'innocuilä delle palate usale (con riguardi) per alimento del cavallo, del hue, della pecora e del maiale.
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Dai rcsoconli della Scuola vclcrinaria di Lione (1847 (1)), risulla ehe in queU'anno gli animali di ogni specie mangia-rono, senza soffrire danno, 1c palate malale.
Molli proprietari diedero, alle vacche lallifcre, palate gia molto alterate, senza ehe il latte o lo stato di nutrizione ne abbia sofferto. Alcuni hanno impinguato maiali Anglo-Cinesi con patate affallo putrefatte.
II vctcrinario Simon osservö un'affezione escntcmalica in 38 vacche alimeiUalc con palate copcrte da mufla. Le vacche dapprima presenlarono anorcssia, piialismo, c poscia ebbero un'eruzione crostosa die colpi le parti inferior] del corpo, ed i piedi rendendo inapediti i movimenli. 1 buoi, die non erano alimontati colle patale, rimasero sani.
La cura rinfrescativa e diaforelica aU'inlerno e aU'eslerno le lozioni con liscivio e decollo di linserae, guarirono tulle le vacche in Ire seltimane.
Palalii germogliate. — 11 sig. Recaraier richiamö Taltcn-zione sui cattivi effetli prodolti ncli'uomo dai pomi di lerra quando sicno usati per lungo tempo come alimento sopral-lutto nel tempo in cui cominciano a gcrmogliare.
11 signor V. Chalcl (2) racconta ehe il sig. Reund ncl 1800 aveva prolungata la distiliazionc do' tuberi, sino al mese di luglio. Si accorse ehe gli animali nudrili di polpa (residue della dislilleria) dimagravano considercvohncnte. Do[io pochi
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iorni alcuni bovi furono colli da gangrena nclio eslremitä
posteriori c poscia da bolloni di scabbie alia base degli arli slcssi. La gangrena si dilfusc preslo alle membra anlcriori c bolloni ulcerali e croslc spesse e rugose si formarono cziandio alia schiena. Sopra 50 buoi, nc morirono quallro. Allri agricoltori banno avulo pcrdile piü considcievoli in seguilo all'alimenlazione con i pomi di terra gcrmogliali.
51. Gen. Botiutis Bon. — Ifi ramosi, die alia loro punla si risolvono in ramoscclli corli ehe producono spore, oppure lt;iueste vengono prodolle nel decorso dei rarni c si riuniscono
(1)nbsp; nbsp;Ucring. Repcrt., png. 100, IS'iT.
(2)nbsp; nbsp;Med. vet., 1860, p. 544.
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^.. •,_
487 in cumuli o masse. Fra le numcrosc ppecio faro sollanlo rnenzionc dellc seguenli:
a)nbsp; Bolrylis vdulina W. {fig. 195). — Spore ovali brunc, forma muffe di color scuro.
b)nbsp; Bolrylis reptans {ficj. 190). — Spore rolonde, piccolo; forma muffe bianchiccie lalor anche cntro gli slcli di paglia di frumento.
c)nbsp; Bolrylis fusca {fig. 197). Yegcta nel cilralo calcico in forma di mufla aracnoidc di color scuro sudicio. 11 micelio 6 formalo da fdamenti numerosi senza sepimento pieni di goccie e da filamenli costituili da cellule ovali; le spore veg-gonsi in ammassi sparsi nel micelio: le spore sono ovali, o rolonde, di diverse grandczze con uno o due piccoli nuclei a modo di gocciolina. Devo l'osscrvazionc di questa specie alia gcnlilezza del prof. P. Tassinari.
d)nbsp; Bolrylis acinorum Per. {fig. 198). — Produce muffe di color bianco sudicio; i filamenli del micelio sono piccoli, seplali, lorluosi, analoghi a quelli dei cladosporii. Le spore sono ovali di varia grandczza, splendcnli, con doppio con-lorno; vidi quesla specie vegelare sopra le foglie di giranii avvizzile, donalemi dal vcler. signer Pavese.
e)nbsp; Bolrylis bassiana Balsamo. Monlagne {ßg. 199). — E formata da filamenli seplali ehe nel corpo del baco da seta sono flessibili, Irasparenli; da questi filamenli formanli il micelio, si elevano gli ifi rainosi die nel loro decorso pro-ducono corli basidi, in ammassi talvolta, separanli lo spore. Le spore sono piccolissime si'ericlic, subovoidi, con conlcnulo omogeneo, del diamelro da due fino a Ire millcsimi di mil-limelri. Fu scoperla dal prof. Dassi e dcnominala dal pro-fessore Balsamo Crivelli.
Del Calcino.
La Bolrylis bassiana vegelando nel baco da seta {Dombix mori L.), e causa della malallia delta apoplessia, mal rosso, calcino o moscardine dei franccsi.
Questa malallia eolpisec le larve del baco in lulle le elä.
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ma spccialmeulc alia lerza, alia quarla ela cd allo slato ill crlsalide.
Le spore della Botrylis bassiana penetrano nel corpo del baco insieme coiralimenlo; arrivate nel sangue del baco im-mediatamenlc germogliano; e probabüe ehe le spore fuori del corpo del baco, si risolvino in micrococchi, i quail pe-nelrano pure coll'alimcnto nel corpo del baco. Le spore ger-moglianti si presentano in forma cli cellule allungate, o di bacilli o di coili filamcnti; raggiunlo un dale grade di svi-luppo, cioc formatisi nel sangue del baco filamenli un po' lunghi, altcrano la circolazione del baco, onde il baco die era poco prima vigoroso e gagliardo, muore improwisamcnlc (apofilessia). Si riconoscono cadaver!, perclie nel giaciglio stanno immobili, col muso un po' allungato e sono in istalo di grande flaccidila.
Avvcnuta la morte, continua lo sviluppo della Bolrytis nei vasi sanguigni cd il micelio invade tulli i lessuti penelrando pcrfino nolle Iracliee. La Botrylis sviluppandosi rigogliosa-mentc assorbc I'acqua clal corpo del cadavere, tanlo die or-dinariamenle dopo 3-6 ore daila morlc, la flaccidila comincia a scomparire per dar luogo dopo 9-12 ore ad uno slato di indurimento particolare, o sc si vuole di rigidilä. Nel prin-cipio deirindurimcnlo, il cadavere della larva del baco prende laquo;na colorazione rossa ehe comincia sempre a comparire in vicinanza dei segmenti (mal rosso).
11 micelio della Botrylis avendo invasa la cute, allora da esso si elevano gli ifi ehe producono le spore. Dopo 24-40 ore dalla morlc, il baco prende un colore bianco-niveo per ca-gione delle spore numerosc prodolle dagli ili della Botrylis (calcine). A quoslo punlo, il cadavere e divenulo duro, secco ed c diminuilo considerevolmenle di volume.
Lc spore hanno una tenacilä di vita abbastanza conside-revole. Resislono aH'cssiccamento ed ai rigori dell'inverno. 1 vapoii di Iremcnlina, secondo Robin, ne ritardarono la gcrmogiiazionc, e quelli di acido solforoso tolsero al maggior numero delle spore la facollä germinativa e nelle altre le rilardarono soltanto.
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iVffi'gi.
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I mczzi di Irasmissionc dclla malallia da un anno all'nltro sono le camere o bigalliere infetlc, i graticci e la carta pure infella e le uova inquinale di spore.
La malallia in discorso mena slrage nelle bigalliere caldo o freddo umide. In molte regioni d'llalia questa malallia e affallo sconosciula. In alcuni casi assale i bachi alio sladio di crisalide, cioe appena dopo ehe hanno fabbricato il boz-zolo. I bozzoli allora sono piii leggieri ed hanno quasi il raquo;loppio di valore.
Mezzi proßlalici. — Sono la disinfezione delle bigalliere, dei graticci e del seme, quando e inquinale da spore. La disinfezione delle bigalliere si fa rinnovando rinlonaco alle pareli delle camere e quelia dei graticci si opera lavandoli con acqua bollenle lenenle in soluzione della soda o della potnssa e poscia lasciandoli 'tsposli all'aria per mollo tempo. Rispetto al seme, Robin consiglia di lavarlo nell'acqua con-lenenle in soluzione i/„0 di solfalo di rame, o di alcool,, o di nitralo di piombo.
Per impedire poi la diffusione de1, morbo, quando la ma­lallia si c sviluppala, e soprottullo indispensabile di logliere i cadaveri dai graticci, di manlenere nelle bigalliere una lemperalura asciutta e di rinnovare spesso il lello.
Origine dclla Boirytis bassiana. — 11 prof. Hallier avendo osscrvala la malallia in discorso epizoolica nelle larve della Gastropacha Pini (1), fece ricerche suH'origine della Boirytis bassiana. Egli giunse a slabilire ehe la Boirytis bassiana non c allro ehe una morfa della Fumago salicina Tulasne (/ijl 283).
Diffatli collivando le spore (spermazii) dei picnidi della Fm-mago salicina in diversi suslrali, egli assicura avere ollenuto la Boirytis bassiana. Inollre alimenlando le larve della Ga­stropacha Pini con foglie di pine infelte dalla Fiimago sali­cina, riesci ad infellare le larve sane della Gastropacha Pini, ed avverle nello slesso tempo ehe momenli favorevoli per lo sviluppo del morbo erano rumidilä, l'aria alterata c la man-canza di pulizia.
(1) Zeitschrift Bd. 1, p. Dl, 1869.
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Lc lane infelle, quando si ronlinni alt;l aiimentarle con
foglie infelle, muoiono; muoiono pure quando gia infetle sono manlenule in un luogo umido c si alimenlano con foglie sane.
Le larve malale per infezionc, trasporlale in un locale sano si possono riavere e conlinuaro a crcscere.
Pertanlo dalle osservazioni di llallicr viene dimoslrato come la malaltia calcino sviluppalasi in una bigalticra puö recare poco danno, quando i bachi sicno tenuti in favorevoli con-dizioni igieniche. Si inlendc cosi come presse il volgo abbia poliito radicarsi la crcdenza die il calcino non solo non c contagioso, ma anche c segno della robuslezza dei bachi.
52.nbsp; nbsp;Gen. Sporiirichum Sin. Trichosporium. — Ifi seplali, diramanlesi a cominciare dalla loro base ; i rami lerminali producono spore rolondc od ovali,
a) Sp. Fuscum Bon. (fig. 'SOO, lell. a). — Micclio bru-niccio soilo; ifi seplali, ramosi; i ramoscelli acuminali pro­ducono spore piccole, ovali c bruniccic.
Schenk ha trovalo questa specie in un uovo, il cui alhume era converlilo in una massa gelalinosa.
Non si sa se lo Sp. albuminis di Maerklin trovato p.ure nel bianco d'uovo apparlenga a quesla specie (t) (Vedi Ag-giunle).
53.nbsp; Gen. IIaplotrichum LK. — Ifi seplali sollili alia som-milä producenle spore ovali o rotonde in cumuli.
a) Hapl. pullum Frs. (//^f. 201). — Ifi di color bruno nero; spore di color grigio nero.
54.nbsp; Gen. GoNATOBOTnYS Corda. — Ifi semplici seplali, ehe alia punla e ncl loro decorso presentano nodi, sopra i quali si gencrano le spore.
a)nbsp; nbsp;Gonalob. Simplex Corda (fig. 202). — Numcrosi nodi sugli ifi; spore ovali. Trovasi frequente sui foraggi muffali.
b)nbsp; Gonatob. Flava. — Le spore sono obovalc e gialle.
c)nbsp; La Gonatob. microspora. — Ha le spore piccolissime {fig. 203).
(I) Robin, pag. 60G, o|icr;i cilata.
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55.nbsp; nbsp;Gen. Arthrobotrys Corda. — DifTeriscc dal gcnere precedente perche le spore sono divise.
a) Arlhr. Superba Corda. — Spore divise munite di nu-clco lungo ovale semplice.
m b) Arlhr. Oligospora De-Dar. (fig. 204). — Ifi bianchicci; i nodi sugli iQ spesso mancano esistentlo solo alle sommilä; vegeta sui frulli pulrefalli - di rado sui foraggi mufiali.
56.nbsp; Gen. Cephalosporium. — Ifi scrpeggianli od cretli, di rado ramificali; i rami secondarii proilucono spore rolonile od ovali riunite in cumulo.
a)nbsp; Cephal. Acremonium Cord. (fig. 205). — Forma muiTc bianchiccie, poi rosee.
b)nbsp; Cephal. macrosporum? {fig. 200). — MufTa di color bianchiccio sopra il cadavere di una locusla chiusa in un vaso. — 1 filamenti del micclio con rari sepimenli e di varia grandezza ; alcuni riuniti a fascii ed allorcigliati. Le spore prodolte da raraoscelli isolali od a pcnnclli, iMuITa comune sui foraggi.
57.nbsp; Gen. Staciivlidium Lk. — Ifi ramosi, erelli; ramoscelli secondarii e lerziarii verticillati producono le spore alia loro sommitä.
a)nbsp; nbsp;Stachyl. Ciiwaberrinum Sin. Acroslalagmns Cinna-bcrrinus Corda. — Ifi di color rosso cinabro; micelio scr-peggianlc; ramoscelli lerziarii ehe producono spore ovali. Secondo ITallier sarebbe idenlico alle Botrytis Bassiana e mu-lerebbe colore secondo il sustralo di vegelazione dal bianco a) porporino ed al giallo pallido.
b)nbsp; Slachyl. Diffusmn hill. — Ila un colore bianchiccio (fig. 208).
c)nbsp; Slachyl. parassitans Ilallier {fig. 209 , letl. a , b. Fusidiumt lell. c).
d)nbsp; Stach. Ilagcni Ilallier (fig. 210).
e)nbsp; Olomyces Hageni {fig. 211) (vedi Olomicosi).
58.nbsp; Gen. Periconia. — Ifi eretti, dilalati alia sommilä e sopra quesla dilalazionc si generano le spore.
a) Per. Phaseoli (jig. 212). — Maccliie scure sfumale verdiccie, sopra il baccello dei fagiuoli, falle da schizospo-
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rangi delta Pleospora Graminis. - Ifi di color scuro sfumalo olivaslro con doppio contorno, seplati, larghi e piani produ-centi cumuli di spore alia puola, di color sfumalo gialliccio c di grandezza varia, Vegcla anche sopra i rami di gelso.
59. Gen. Polyactis. — Ifi ramosi alia sommilä: dai ra-moscelli rigonfii alia loro punla vengono prodolte le spore.
a) Poly. Cana - Sin. - Bolrytis Cam Kuntze (fig. 220). — Forma muffa sopra le foglie in pulrefazione. Ha spore ovali, di color nero.
Ordine 111.
Dei Mucorini.
Bonorden distingue in quest'ordine Ire grandi famiglie: 1raquo; fam. Mucedincc (Mucores). 2raquo; Pilobolidee. 8a Cratero miceti.
1deg; Mucedinee.
Le mucedinee hanno il micelio serpeggianle nei sustrali formalo da filamenli per lo piü larghi, di rado seplati, con conlcnuto granulöse e vescicolare. Gli ifi alia punla si dila-tano in una vescica delta Sporangia o Peridiolo (/?#. 227, lett. d). Le spore ordinariamente si formano sopra un'eleva-zione della base dello sporangio delta Columella {fig. 227, lell. c). Quando le spore sono mature, lo sporangio si rompe ed oscono 1c spore. Bonorden ne distingue parecclii generi e numerose specie. Per comedo degli studiosi no faro una breve cnumerazione.
60. Gen. IIydrophoiu Tode. — Sporangio fragile senza columella; la caviti dello sporangio sembra comunicarc con quclla dell'ifo; ifi semplici talor con rami, per lo piü man-canti di sepimenli.
IG semplici.
a) Hydroph. Murina Fr. (fig. 221). Ifi erelti, sporangii globosi, gialliccii; spore ovali compresse in forma di fagiolo; sullo stereo dei ralti.
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h) Hydroph. tenclla Fr. {fuj. 222). — Ifi scmplici, alle-nuali alia punta bianchiccia ; sporangii grigio neri ; spore ovali.
c)nbsp; Ilydr. chlorospora Bon. (fig. 223). — Ifi eretli, lun-ghi; sporangii in principio di color cinereo verde, poi oli-vaceo; spore piccole, ovate e verdaslre.
IC ramosi; rami alterni.
d)nbsp; Ilydr. fimelaria Fr. {fig. 224). — Ifi ramosi, rigid!; sporangii dapprima acquosi, poi cinerei e neri; spore glo­bose, ialine; vegeta nello stereo vaccino.
c) Ilydr. seplala Bon. — Ifi septali , alquanto ramosi, corti ; sporangii piccolissimi , sferici, grigio gialli, e poscia fosco-neri; spore ovate, le giovani angolose; nel pane bianco.
Rami laterali racemosi.
/) Ilydr. alba Bon. — Sporangii piccolissimi biancbi, globosi; spore bianche,j ovate, globose ed incguali.
61. Gen. Mucor. — Sporangii muniti di columella, quando lo sporangio si rornpe ecc, la columella c per lo piii semprc visibile. Difficile dislinguere le specie.
1deg; IG semplici.
a)nbsp; Mucor cilialus Bon (ßg. 225). — Ifi crctli, semplici a cespuglio, non seplati; sporangii globosi muniti di ciglia dapprima di color giallo poi fusco neri ; columella ovala di color fusco giallo ; spore piu grandi ovate oblunghe , sulla carta sfumale di nero. Sul pane nero.
b)nbsp; Mucor Mucedo auct. {fig. 226). — Ifi semplici; spo­rangii globosi, dapprima sfumali gialli, poi fosco neri; co­lumella fusca, ovato globosa; spore di varia grandezza, glo-boso-ovale sfumate fosco; vegeta sul pane nero, ecc.
c)nbsp; M. viicrosporius Bon. {fig, 227). — Sporangii globosi,
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ili color giallo fosco, poi ncro; columella globosa; spore pic-colissirnc ovale, sulle carle cineree.
d) M. Caninus auct. — Hi semplici; sporangii globosi rotondi, sparsi da fine ciglia; columella per lo piü rolonda o semiovaln; spore ovali o rolondo-ovali, sulla carta grigio-giallc; vcgela sulle feccie deH'uomo e degli animali, spe­cial menle del cane.
c) M. Slercoreus Bon. (fig. 228). — Ifi rigidi, setolosi; sporangii globosi, giallo neri ; columella oblunga, rislrella alia base; spore globose od ovale globose.
f)nbsp; M. Microcephalus Ron. {fig. 229). — Ifi delicali e piccoli; sporangii di color ncro-bruno, spore oblunghc.
g)nbsp; M. Clavalus Lk. (fig. 230). — Columella unila all'ifo in foggia di clava; spore globose di diversa grandezza.
h) M. Macrocarpus Corda {fig. 231). — Spore gialle fusiform!.
i) M. Slolonifer. Rhnopus nigricans Ehrenberg {fig. 232, lelt. b, c). Ifi erelli di color bruno olivastro in cespuglio; i ccspugli in rapporlo per mezzo di ratni (sloloni). Spore di varia grandezza disposle in catena. Rhnopus Hallicrianus? (fig. 232, lett. a, d) vedi Peste bovina. Virus.
2deg; Ifi fertili ramosi, rami alterni.
I) M. Plumbeus Bon. (fig. 233). — Ifi sollili alia punta; sporangii di color plumbeo munili di corte ciglia; columella obovala, fuliginea, spesso cornuta all'apice; spore globose, fosco ncre; nel pane nero.
m) M. Glandifer Son. {fig. 234). — Ifi seplali alia base dcbolmenle ramosi ; sporangii dapprima cinerei, poi foschi globosi; columella glandiforme punteggiata; spore ovale.
n) M. Flavians LK. (fig. 235). — Sporangii di color scuro giallo; columella globosa, spore globose od ovale globose.
o) M. Glaucus lion. (fig. 236). — Ifi sfumali di color azzurro ; sporangii leggermente azzurri; spore globose, sfu-male di color azzurro.
p) M. Uaccmosus Frescnius (fig. 237). — Sporangii glo-
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—feegw—iwii raquo;#9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.#9632;#9632;-raquo;raquo;#9632; i i 11nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.....-#9632;..... .#9632;#9632; .lt;
490 bosi; columclla obovala; spore globose od ovate globose; ifi irregolarmente ramosi; rami lateral! corti.
q) M. Bifulus Fres. {fig. 238). — Gli ifi verso la som-mitä mandano uno o due rami (dicolomi). Sporangio mu-nito di fini denli; spore rotondc cd ovali.
62. Gen. Ascopiiora. Bon. — La columella ilegli sporangii maturi si deprime ed appiana formaodo una specie di cap-pello, alia cui faccia eslerna in partc appoggiano od aderi-scono dellc spore. Le spore sono ovali, appunlate ad ambcdue i poli e munili di grosso nucleo.
Spore liscie.
a)nbsp; Ascoph. todeana Gorda {fig. 209). — Ifi olivacei spo­rangii foschi punleggiati; columclla globosa: spore ovali con nucleo olivaceo.
b)nbsp; Ascoph. nigreseens Bononlen. — Sporangii punleggiati di color nero fosco ; columella giande ; spore grigio foscbe, ovate-acuminate.
c)nbsp; Asc. Rhizopus Sin. Rhizopus nigricans. Mucor stolonifer Ehr. {fig. 270, Iclt. a, b, c, d). — Sporangii globosi neri, verrucosi granulosi; columella globosa; spore obovate ineguali.
Spore striale.
d)nbsp; Asc. faliginea Bon. (fig. 271). — Sporangii punleg­giati fosclii: spore grandi globose, ovali, acuminate, slriale.
e)nbsp; As. De-Bary Bon. — Sporangii granulosi. di color nero ceruleo; columella elevata; spore globose ovate ed obo­vate, spesso accuminate striale di color alro ceruleo.
Spore con pieghe (cpisporio con piegbe).
f)nbsp; A. Mucedo Bon. {fig. 272). — 111 bianclucci , spo­rangii azzurri verdeggianti globosi; spore ovate, accuminate, episporio con piegbe, nucleo grande.
g)nbsp; A. numum Gorda {fig. 273). — Ifi giallastri : spo­rangii liscii; columella giallognola; spore grandi , oblonglic .accuminale, episporio con pieghe, nucleo cerulescente,
h) A. glauco Gorda {fig. 274). — Sporangio globoso glauco; spore oblonghe, grigiaslre.
De-Bary e Varonin ridusscro i mucorini ai gen. Mucor c Pilobolus.
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i) Mucor scaiiatinosas Ilallicr. — E. Ilallier lecc derivare i micrococchi della scarlallina cleH'uomo da una Tillelia die disse Scarlalinosa. Dalle collivazioni pur degli elemenli ve-gctali Irovati nel sangue del raalati di scarlatina ollcnne una mucedinca ehe denomino Mucor scarlalinosns {fig. 239) (Zeilschrift, tav. Ill, IV, 1809, p. 124 e seguenli).
1) Ckaclocladium lonesii Frcs. Sin. Botrylis lonesii. Asco-phora elegans Ilallier {fig. 240). — 1 ramoscelli die parlono dagli ifi e ehe producono gli sporangii sono numerosi, lernali c verticellati. Gli sporangii piccoli, di rado grandi, mancano di eolumella; spore rolonde e tenulc vicine nello sporangio. Venne considerata come una varielä del Mucor Muccdo; ma Fresenius e Brefeld la rilengono come una specie dislinta parassita del Mucor Mucedo e del Mucor Stolonifer. Non I'ho raai osservala sui foraggi, ma soltanto sulle feccie dei ci-gnali e sul tappo di una boccellina conlenenlc liquide orale di hue alTelto da febbre aflosa.
Hallier crede ehe i micrococchi del lifo petecchiale del-l'uomo derivino dal Bhyzopus nigricans, e die I'infezionc av-venga per mezzo dei micrococchi derivanii dai suslrali, ad es. frutle putrefatto , vegetali sugosi in putrefazione , fec­cie, ecc. su cui vegeta la delta mucedinea.
Ho raccolto una discreta quanlila di spore di questo Mucor vegctanle sopra i fichi e Tamminislrai coila zuppa di lalle in circa otto giorni ad un piccolo cane senza ehe presenlasse fenomeno morboso. Inoltre ognuno sa , die il pane sia per l'umiditä della stagione die del locale in cui c conservalo, copresi presto di una qualche specie e varieta di Mucor; questo pane non viene buttato via dai eontadini, ma pulilo appena con un tovagliolo, ecc. , viene mangialo ; lo ne bo mangiato molle volte senza danno.
Quando la came e mollo frollala, e comincia a mandare un po' di odore di incipiente putrefazione, conlienc molli fi-. lamenli di micelio di una qualche mucedinca e micrococchi.
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2deg; Famlglia. — Pilobolidei.
63.nbsp; Gen. Pilobolus Tode. — Ifi erelli dilatati alia loro sommitä in uno sporangio convesso ehe conliene la spore.
a)nbsp; Pilobolus crystallinus Bon. — Ha le spore rolondc di color giallo (Vedi Appendice).
b)nbsp; Pilobolus pestis bovinae vel Hallierii. — Spore di color rosso giallo pallido. 11 fungo a sviluppo complete ha la forma e la grandezza di uno spillo piccolissimo. Nella fig. 200, lell. b, vedesi a piccolo ingrandimento. Gli ifi sviluppansi da una doppia celiula e si dilatano poi alia loro sommilä (spo-rangio, Iclt. c): alia parle superiore di quesla dilalazione si forma un reslringimenlo, sopra il quale la membrana si fa spessa e copre la parle sotloposla a modo di una cappa (cap-pello). Dcntro il cappello si formano le spore sopra una specie di columeüa. II fnngo a sviluppo completo prende un colore violelto scuro (vedi vims pesle bovina).
Ordine IV. Micetini.
Ne* primordii di sviluppo presenlano uno slroma falto da cellule e da filamenli riuniti, da cui nc risulta un paren-chima (ricellacolo), dal quale si elevano o sviluppano cellule libere ed ifi. Solto il ricellacolo vi ha il micelio ehe si dif-fonde nel sustralo; i micelini era hanno una forma luber-colosa, era coralloide, discoide, era sono poduncolali.
Farn. Tubercolarii. — Ricellacolo fallo da cellule rotonde angolose, da cui si elevano cellule lunghe od iß die produ-cono le spore.
64.nbsp; Gen. Epicoccum Lk. (fig. 241). — Ricellacolo cellu­lose carnoso, da cui si producono schizosporangi o spore te-traedre, pedicellale, ecc. Gorda nc distingue numorose spe­cie; ma quesle non sono ehe morfe o modi di riproduzione di rniccli elevali.
65.nbsp; Gen. Chaetastroma Gorda, — Forma verrucosa o cu-
Rivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;#9632;so
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puliforrae: riccUacolo latto da cellule rotonde, da cui si elo-vano lunghe cellule. Spore fusiformi o lungo-ovali. Ifi slerili, selolosi. Varie specie ne enumcra e ne descrive Corda. a) Chaetastroma (fig. 242) bclae vulgaris.
Spore piccole, di diverga grandczza, aliungale rifrangenli la luce, e munite di goccioline lucenti neli'inlerno; imenio formalo da iilamenli soltili, stipali die alia punta gcnerano le spore; setolc rigide, con doppio contorno, spcsso septate, grossc e rifrangenli la luce e terminanti in punte.
Vegetando sui tuberi di barbabietole , ne produce la pu-trefazione. Ad occhio nudo sui tuberi verso il limile sano c malalo si prescnla in forma di cumuli perfino della gran-dezza di un seme ili papavero bianchicci e poi sfumali gial-licci; il micclio die invade il tubero e seplalo, talor sfumnlo giallo rossiccio; il tubero poco a poco diventa di color oscuro, viene invaso da nnmcrosi battcrii c micrococcbi, si putrcfa o si risolve in polliglia; ad un tempo in molli punli del tu­bero si sviluppano il Cladosporium cd il PeniciUto verde glauco (Vedi Appendice).
06. Gen. SELENosrouiUM Corda. Sin. Volulclla Fr.
a) Selen, lubercolarioides Bon. (fig. 243). — Produce pic roll tubercoli obiunglii, tondeggianti, della grandczza della capoccliia di sottile spillo elevali suH'epidermide, di color sfumato rossiccio giallo, quando le spore sono giuntc a ma-turita. L'imenio e fatlo da filamenli septati, filti , ramosi, die gcnerano spore fusiformi septate (tre scpimenli). Vcgeta sui rarai di gelso, di sambuco, di piojipo essiccati c tenuti aH'umido, sopra le foglie di gelso o sui foraggi conservali aU'umido. In quelle forma cumuli come verruche o chiazze sfumatc cgualmente di color rosso gialliccio.
Ü7. (ien. TUBERCüLAUU.
a) Tubercularia cilri? — Si presenta in forma di punli scuri o scuri giallicci, londi della grandezza della mela in-circa di un seme di papavero : qucsli piccoli tubercoli co-perti in principio daU'epidennide sono formali da un Ictlo proligero c da spore. Negli uni le spore {ßg. 252, lelt. a) sono spiendenti , allungate, con contcnulo omogencft sparso
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499 da una, due o (juallro goccie o spazii; alcunc sono piü pic-cole ad un'cslrcmilä, hanno la lunghez^a di 0mmÜ12 — 0,010, c la larghezza di 0mm, 004; negli allri le spore sono piü sot-tili, egualmente allungate, un po' flessuose (fig. 252, Ictl. I). 11 micelio scplaio vegeta neiia buccia dcgli aranci e dci 11-moni c molli filamenli si riuniscono in un panto per for-mare il letlo prolifero delle indicate spore. 1 delti lubercoli molli si formano nci limoni e nci mandarini quando la pu-trcfazionc c cominciata.
La coraparsa di quesli lubercoli nei frulli indicati c pre-cedula da un cladosporio di colore scuro in forma di palina suila corteccia dcgli aranci, ccc. 11 micelio e fallo da scrie di cellule di diversa forma c grandezza di color scuro , da schizosporangi e da forme di stemphylium da cui si elevano filamenli ehe producono spore septate, ovali, ccc. (fig. 252, lell. c). 11 micelio estendendosi alia corteccia dcgli indicati irutli , quesli si dislaccano dalla pianla , sono invasi dalla putrefn/.ione e dalla tubercularia sopra dcscritla. Dcvo que-sl'osservazione al signor velerinario Acconci.
08. Gen. Stilbum Tode. — 1(1 riuniti c lormanti uno sli-pite colla punla rigonfia ehe separa spore roiondc od ovali riunile da nna specie di muco.
laquo;) Slilbum Buqueiii Montague e Ch. Robin (fig, 245), stipite falle da varli strati di cellule , un po' ricurco c di color liruno nerastro sparse di peli rari fini. La sornraila c rigonfia, cd ha la grandezza della tesla di uno spillo, e sfc-rica, di color giallo rancialo; spore ovoidi.
Fu trovalo vegetare sopra il Pycnopus bufo, sopra il Hyp-sonotus davalus. Secondo Buquet cornincia a crescere sopra le indicate specie di aniraali appena dopo la lore merle; Robin invece c disposlo a credere, die cornincia a vegetare quando gli animali predelti sono ancora in vita, e riliene ehe sia causa della loro morle (1).
69. Gen. Stvsanus Corda. — Pcdicclli fatti da ifi riuniti ehe
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(1) Ch, Robin, p. G44, Opi'm citnta.
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alia sommitä sono liberi e scmplici e producono spore ovali od elittiche in catene. Corda ne descrive parecchie specie:
a)nbsp; Slys. candidus (fig. 246). — Pedicello corto, piccolo e bianchiccio.
b)nbsp; Si. slemonitis (fig. 247). — Pedicelli formali da ifi bruno neriquot;: spore in catena eliltiche.
c)nbsp; St. pudedrinis. — Pedicelli di color rosso plumbeo; spore lungo ovali.
d)nbsp; St. griseum. — Pedicelli bruni, teste rolonde, spore elittiche.
70.nbsp; Gen. Coremium LK. — Ilallier parlando dello' Sly-sanus slemonitis, dice antico il genere Coremium; Bonorden distingue il gencre Coremium dal gencre Slysanus, perchc quello ba i pedicelli falti da ifi septati e gli ifi liberi e ra-mosi verso la sommitä.
Riferisco al genere Coremium le specie osservate sui fo-raggi, perebe falte da ifi septati riiinili.
a)nbsp; C. candidum {fig. 248). — Pedicelli sottili fatli da Q-lamenti septati ehe alia sommilii si risolvono in filamenti sottili producenti catene di spore allungale. Le lesloline alia sommitä de' pedicelli oblunghe ed in forma di punta di lancia. E frequenle sul fieno all'ullimo grado di decom[)osi7.ione.
b)nbsp; C. fuscum {/ig. 249). — Pedicelli con testoline ro­londe, piccolissime ehe ad occhio nudo appariscono come punli di color scuro. Ifi septati, spore ovali o rolonde, con nucleo di color scuro.
c)nbsp; C. cinereum {fig. 250). — Pedicello con lesloline al­lungale, piccolissime, di color cinerco e fallo da filamenti septati sottilissimi; spore allungale ovali. Sopra la paglia ed il fieno a decomposizione inoltrata.
d)nbsp; C. fiavum {fig. 251, lett. b, c). — Spore ovali in lunghe catene; filamenti septati e sfumati giallicci; sopra le materie indigerile delle feccie di cavallo.
71.nbsp; Gen. Isaru Persoon. — Riceltacolo formato da pedicello eretto, delicalo, appena visibile ad occhio nudo: alia paiie superiore termina in forma di clava; dalla superficie parlono
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501 ifi ehe producono le spore. Fries, riferisce Bonorden, ne di­stingue 23 specie, la maggior parle vegetanli sui cadaveri degli insetli. Furemo menzione solo dcWJsaria citrina {fig. 253).
Criptomiceti.
Le specie di quesl'ordine vegetnno nella corleccia o nel parencliima delle plante vive o morle.
Dal micelio falto da lilamenli o da serie di cellule, viene formalo uno slialo di cellule o di corti filamenti (basidi), dello slrato prolifero (iraenio), il quale produce le spore. Lo Strato prolilero e avvollo da un altro stralo di cellule ehe forma come un involucio al prime dello spermogonio o pe-rilecio.
72. Gen. Cvtispora Bon. Sin. Liherklla naemaspora Frese-nius. — Spore cilindriche, arrolondate alle estremitä, spesso incurvate, generate da uno strato proligero cntro le lacune, ehe sono numerose ed in circolo, di nno spermogonio.
a)nbsp; Cylispora leucosperma Sin. Libertella salicis Corda (ßg. 254). — Spore incurvate od a mezza luna, alquanlo attenuate ad una dclle loro punle e presentanli nelFinterno una striscia appena disegnala in senso longitudinale, deila lun-ghezza di 0, 0045 e della larghezza di 0,0002; vengono ge­nerate da un imenio enlro uno spermogonio fatto da molle inllessioni e retroflessioni, e perciö da molle lacune. Quando le spore sono mature, escono insieme ad una specie di muco die si condensa al contatto dell'aria in budellini di colore giulliccio. Gil spermogonii sotlo Fepidermide dänno luogo a piccole elevazioni di color plumbeo.
b)nbsp; nbsp;Cylispora microspora Sin. Libertella microspora {fi-gnra 255). — Spore piccolissime, moventesi coH'avvicinare le le loro estremitä ed incurvanlesi leggermenle; le due estre­mitä sono alquanlo atienuale; la lunghezza e di 0mm,0028. Produce piccole elevazioni grigiastre sopra i rami di salice e di pioppo.
Bonorden distingue il genere Cylitpora dal genere Liber-
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tella, perclie in qucsto pli spermogonii rapprcscntano sacclii
semplici in cui si gencrano 1c spore curve o relic.
73.nbsp; nbsp;Gen. Melanconium Lk.
a) Melanconium iuglaiulis diffusum Cord. {fig. 250). — Spore rotontlc, ovali od allungale, c ad nn'cslreniilä ron bordo retto, della lunghczza ordiaaria di 0,012 — 0, 015, con doppio conlorno di color giallastro c contenulo granu­löse o con goccic.
Sono generate sopra un imenio dalla punta di basidi; il jierilccio e di color brnno. Sopra i rami essiccati solto forma di granelli della grandezza di un seme di papavero.
Pircaomiceti.
Le spore sono geaerale entro un perilecio dello anche pirenio.
74.nbsp; nbsp;Gen. EunoTiüM Lk. — Perilecii globosi, asci e spore egualmente globose; ifi, die si elcvano dal micelio, dilalali in forma di vescica alia sommitä, sopra cui si formano basidi producenli le spore. I perilecii subglobosi, di color sfumalo giallaslro si generano in vaiii ponli del micelio; talvolla mauca la produzione dei perilecii.
a) Eurotium aspergilliis glancus De-Bary. Sin. E. Iier-hariorum Lk. E. episcylon Schm c Kunze. Aspergilliis glaucus {jig. 257). — Micelio supcrficiale formale da filaraenli lassa-mente inlrecciali ccc; ifi grossi, ehe alia punta si dilalnno e sopra questa dilalazione i basidii producono spore globose, ovali, munile di episporio con corti dcnli, della grandezza di 9-15 millesimi di millimetro {Icll. b). 1 perilecii sparsi sul micelio lianno un color sulfureo {lell. a).
h) E. aspergilliis rcpens De-Bary (fig. 258). Sin. E. hcr-bariorum Fuckei. — Spore globose, ovali, piii piccole della specie precedente; micelio serpcggianlc.
c) E. aspergilliis flavus Lk. {fig. 259). — Spore piccolo globose; le lesloline degli ifi die le producono di color gial­laslro; trovasi vegetare sui corpi in patrefazione.
(/) E. aspergillus mgnm Van. Tieghera. — I capitelli degli ifi die portano le spore, di color fosco alro; spore glo-
i.
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503 böse, ili rado ovali, piccolo, diamclro 4-5-6, cli rado 7 mil-lesimi di millirnetro.
Fu osservato sul pane, sulle frulta, sopra le foglie dellc piante ecc. c fu anclic Irovalo vegelare nel meato uditivo di un uomo.
c) E. fumigalum Sin. Aspergülus fumigatus Frcs. (ß-gnra 2G1). — Spore iiscie, globose, di color verdiccio, pic-cole. Ifi non septali, o solo di rado con una septatura. Fu trovato nol polmone rJeli'uonio (Vircliow e Pngenstecher) c nolle lasche aeree dell'olis tarda (Fresenius, Weinland).
f)nbsp; E. aicpergülus nigrcscens C. Robin (fig. 2ü2). — Spore sferiche, a bordi netii, nere o di im grigio noro, quando sono accnmulale c vedule ali'azione della luce riilossa; sotto al microscopic hanno un colore bruno chinro, sono oraogenee. Ili formali da cellule allungatc. Fu Irovalo da Robin nolle lasche aeree di un laggiano e di un larus griseus ccc. (1).
g)nbsp; E. aspcrg'dlus nigricans Wreden. E. aspcrgilhis ßa-vescens. — Trovali nol meato uditivo deH'uomo, sembrano appartenere all'una od aH'aitra delle specie sopra indicate. Halber, crede ehe VAspergülus nigricans di Wreden sia una morfa della furaago saiieina.
h) E. aspcrgilhis microsporus (ßg. 260). — Spore piecn-lissirae, ordinariamente di color bleu-verdiccio; frequenle sui foraggi muflati.
i) Aspergülus virens. — Spore piecole, verdeggianti. Venne anclie questa specie trovata vegelare nel polmone e nelle lasche aeree degli uccelli (G. Robin).
/) Aspergiüus candidus {ßg. 263). — 1 cumuli di spore di colore bianchiccio, gli ifi corli (V. Ptiaiismö).
m) Aspergülus griseus Lk. — Spure rolonde piecole.
n) Aspergülus ovalispcrmus. — Spore ovali cd ifi bian-cliicci.
o) Aspergülus mueoroides. — Ifi dapprima bianebi, poi di color nocino; spore ovali, grigio, verdi; calene incom­plete di spore (Ronorden).
(i) Ch. Robin, Opera eilata.
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Morfe delle specie di aspergilli.
Secondo le osservazioni del prof. Ballier, le forme di ve-gelazione degli aspergilli ne' diversi sustrali si ricJurrebbero alle seguenti: 1deg; Micrococchi (dalle spore escono granuii clia si espandono ne' sustrali producendo la fermentazione o !a |iutrefazione). 2deg; Leptolrici o filamenli lunghi cd esili; sono un grado di germogliazione dei cocchi. 3. Arlrococchi, ron sono ehe micrococchi ingiossaii e germoglianli in forma di cellule ovali, corae ad es., si nola nella fermentazione aeida. 4. Torula. 5. Achorion, es., Achorion Schöenlenii. 0. Muffa falta da micelio infruüifero, ovvero producenle lo spore ca-ratterisliche delle specie. E questo il grado piü elcvato di sviluppo.
Aspergilli sollo forma di muffe. — Alcune specie di Eii-rolinm aspergülus, ad es., VE. aspergültis glaueus, repens, microsporus ecc, sono insiemo al penicillio glnuco, le specie piü diffuse e ehe si sviluppano nel piü breve spazio di tempo sopra le varie sostanze organiche lenute al caldo umido. Desse per conseguenza o in forma di muffa azzurrognola o sfumata verdiccio, invadono i frutli, l'uva, il pane ecc. e le varie piante ehe compongono i foraggi essiccati.
1 fieni male slagionali e collocati umidi sopra i fenili sono invasi dall'i?. glaueus, repens e microsporus con grande fa-cilitä; gli stell e le foglie ehe li compongono, si presentano pparsi da muffe azzurrognole fatti da iß, con testoline pic-(olissime della grandezza di un punto, Ira cui si inconlraoo numerosi corpuscoli di color di zolfo, ehe non sono altro ehe i peritecii delVEurotinm aspergülus glaueus. L'aspergülus mi­crosporus si sviluppa rigoglioso sul fieno, quando questo e inumidito con sangue carbonchioso allungato con accjiia. Gli aspergilli insieme al penicillio glaueo si sviluppano pure ra-pidamente sopra tutti gli oggetli lenuli neue stalle, come ad es., fornimenli, ecc. Non mai di questa specie, vidi vege-lazioni piü rigogliose ehe nell'agro Pisano durante il caldo umido della stagione delle pioggie.
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Azione dcgli aspergilli e dei penicillii
suH'economia animale. — Ptialismo.
Nel 1869 ho inumidili e lasoiati alcuni miriagrammi di fieno a! caldo umido clella slalla; dopo alcuni giorni erano coperli dall'J?. aspergillus glaucuse repens. ün cavallo mangiö con buon appetilo queslo fieno senza soffrirne.
Gohier ha amministralo pei'fino due chilogrammi di peni-cillio glauco a cavalli senza ehe ne patissero danno.
Cordier, secondo racconla il prof. F. Lussana, ha man-giato, per molli giorni, frulti ehe erano gremiti di penicillio glauco senza danno (Payen. Sur les Cryployames. Paris, 1870).
II prof. Varnel riferisce ehe fu invilalo da un tribunale a ricercare la cagione della rapida morle awenula in sei ca­valli. AI velerinario curante dei delli cavalli sembrö doversi attribuire la morle ad un tossico.
Intorno ai sinlomi presenlali dai citati cavalli dice: die ai 2:2 lugiio 1802 dopo mezzo giorno, ammalo un Pony, cadde al suolo e fu incapace a rialzarsi e mori in poche ore.
Ai 2-4 dello slesso mese un Hunter si irovo giacere e nel-rimpossibililä di levarsi, aveva 58 pulsazioni per minulo, le mucose rosse, il respire dilücile, i muscoli del Ireno poste-riore semi-paralizzati, la lingua pendenle. Mello stesso giorno cadde pure malalo un altro cavallo: pulsazioni 55, mucose rosse, dispnea, picdi caldi.
Alia sezione cadaverica del Hunter si trovarono infiam-mate e distaccantesi con facilita le mucose dello slomaco e del lenue: il fegato cd i [lolmoni ingorgati di sangue.
Esaminalo I'alimento, si scopri ehe l'avena era muffata e mamlava un aeuto odore di muffa.
Onde aceerlarsi Varnel se l'avena era da considerarsi come la causa della morte dei sopra menzionali cavalli, ricorse al-l'esperiraento; e ne amministrö ad un cavallo grigio e ad un vecchio cavallo ehe morirono presenlando i sintomi dei cavalli sopra menzionati. Ripele gli esperimenti sopra allri cavalli, Ira cui una cavalla ehe fu chiusa in box. A questa nel prime giorno si diede una misura dell'avena muffata ;
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ncl scfjondo c lerzo giorno sc no detlero finallro rnisurc c ncl quaiio giorno soltanto Ire razioni. Alle ore sei del quarto giorno, la cavalla cadde al snolo senza polersi piü rialzare; aveva le gainhe posteriori complelamentc paraiizzale, le mu-cose pallide, la pupilla dilalata, il respiro affannoso, 50 pul-sazioni fier tninulo, la lingua jiendente.
Alia sezione cadaverica si rinvennero pallide c floscie le inle?line.
L'anaüsi chimica deü'avena non scopii trateia di soslanza los^ica.
L'avena in discorso era, secondo TA., umidiccia, oscura, mandava un odore di mufl'a; aleuni cliicclii erano coperli da una specie di leia araenoidea: rinlcrno dei cliicclii con-leneva una soslanza granulosa nera. L'A. cd il prof. Fusan ascrissero il fungo al gencre aspergilhis! Ma ehe cosa era la sostanza nera irovala nei cliicclii rl'avena? L'esamc micro-scojiiro della detla avena sembra esscre mollo incompleto.
Mösler nel 1808 amministrö a parecchi conigli e ad un cane una grande quanlila di penicillio glaueo c di Mucor slolottifer, nessun sconcerto morboso nolo negli animaii (1).
L'aspergillo candido l'lio trovalo rigoglioso sopra gli stell c le fogiie di trifoglio essiccato, ehe produceva il ptialismo agli animaii (bovi, cavalli) ehe lö mangiavano. Baslava smel-tcre di amministrarc di questo trifoglio , perche cessasse il ptialismo.
L'aspergillo candido avendo gli ill corli, si scopriva con grande dilficoltä sopra gli stell del trifoglio.
11 veterinario Lualti (2) riferi due casi di ptialismo nel cavailo osservati in val di Chiana ehe rilenne prodotti dal trifoglio pralcnse.
1deg; Una cavalla, dell'etä di 14-15 anni ehe non era tanto esercitata al lavoro, veniva alimenlata alia stalla promiscua-rnente con erbe e trifoglio pratense; di cui nclla sera pre-
(1) HolTinanD, Berichte, p. 8.
(-2) Giomale di Mal. I'clcr. pratica, p, 145, 1SC3.
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007 cedentc a) plialismo, ricevetle una razionc raajgiore del con-suclo insieme ad una dose d'avena. Darante la nolle fu colla da plialismo acute; lanlo die divenne mesta e debole. II Luatli visitando qucsla cavalla fa colpilo dall'estremo stale di emaciazione e di proslrazione ehe presentava, a ciii si as-sociava pur anco 11 pallorc delle mucose, la piccolezza e lemma del polso ccc. 11 cambiamenlo deH'alimento, le fri-zioni, la genziana, la cliina e la canfora condusscro a gua-rigione la povera bestia.
2deg; II cavallo del Lualti die mangiö di quel trifoglio, cadde eziamiio alfello da plialismo.
II Lualli scrissc, ehe quel liifoglio pareva sano; probabil-menlo era nelle condizioni di quelle sopramenzionato die a lulli era semhralo sano, benche invaso daH'aspergillo candido.
11 velerinario Malhieu ad Ancy 1c France, osscrvo il plia­lismo epizoolico ncl sellembrc del 185c2 e con minore inlen-sila nel 1853, causato da fieno composlo di liifoglio, ciba medica ed edisaro raccolto in frei la e non bone fermenlalo. Le foalie e gli stcli delle delte piante crane co|icrle da mac-chie brune, die I'illuslre Monlagne ritenne dovute ad una allerazione profonda della clorofilla (!), per cui questa era auraenlala di volume. I cavalli appena ehe ne mangiavano una piccola quanlilä, venivano presi da plialismo; apiendo la bocca del malali vedevansi sgorgare gelli di saliva dagli orifizii dci condolti Wartoniani. 1 malali avevano bassa la lemperatura orale, la mucosa pallida, le ghiandole salivari indolenli. Inollre preseniavano lieve sconcerlo della digeslionc, il jiolso piccolo, lento, con sole ardente c magrezza. Nel bue c nella pecora il plialismo era sempre associalo al meteo-risme. La raulazione deiralimcnlo, le infusioni vinose, aro­maliche, il solfale di soda e di magnesia, i bagni freddi sulle ghiandole salivali ecc. guarivane i malali.
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Iniezione delle spore di aspergillo e di penicillio nel sangue.
II prof. Weilheitn (1), nel 1863, avendo osservato, ehe le urine de' malali di psoriasi si coprivano presto di penicillio glaueo, inietto neila giogolare di molli cani 8 o 12 centi-metri cubi d'acqua dislillala lenenli in sospensione spore di penicillio glaueo. Ventiquatlr'ore dopo l'operazione conslalo, nelle gambe dei cani, dei piccoli lumori rossi flogoslici, i cui caralleri obbiellivi ricliiamavano alia menle quelli delle pso­riasi; osservö gli elementi del fungo nelle parti malale e I'ostruzione del capillari; conchiuse ehe le spore del peni­cillio glaueo giunle nel sangue si arreslano nei capillari pe-riferici e producono una malallia analoga o identica alle psoriasi!
Nello stesso tempo il prol'. Colin riferi all'Accademia di Parigi, ehe alcuni contadini tagliando le loro vigne aflelte dalVOidium luckeri, si erano ferite le mani e ne ebbero ac-cidenti gravi; cioe un eruzione vescicolosa, poi una flogosi llemmonosa e gangrenosa ecc, ed inline la vegelazione del-VOidium albicans sulla mucosa orale!
Inbsp; signoii dotlori Leplal e laillard in vista dei fatti sopra-riferiti fecero esperimenti di iniezioni di spore di penicillio e di oidio nel sangue dei cani e del montone e ne dedus-sero: 1deg; Che le spore del penicillio glauco introdolle nel sangue non producono una dermatosi speciale, ma scom-paiono rapidamenle dal sangue, non producendo fenomeni embolici nei capillari, attesoclie il loro diamelro e appena il terzo di quello dei globuli sanguigni. 2deg; Che le spore di oidium non sono agli animali ne virulente, ne lossiche, e ne danno luogo ad accidenli paragonabili a quelli osservali dal signer Colin.
IInbsp; prof. Grohe (2), nel 1869, inietto spore di penicillioi
(1)nbsp; nbsp;Rec. de mei. vel. 1864, p. 859,
(2)nbsp; Hallicr. Zeilschrift, Bd, ii, p. 109.
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T
509 di aspergillo glauco nella giogolare de' conigli e coslanle-menle vide seguire la morle nello spazio di 30-36 ore.
Alia sezione cadnverica osservö ne' polmoni, ne' muscoli del cuore, nel legato, nei reni, di rado nella milza, nella mucosa dello slomaco e dell'inlestino (ccco in ispecie), nella cislifellea, nei muscoli del lorace e deiraddome, osservo, dico, numerosi nodulini della grandezza dei cbicchi di miglio fino a quella della capocchia di uno spillo , di color bianco o bianco-giallo Nello slomaco, ncH'intestino, nella cistifellea i noduli avevano I'aspetlo di cenlri di necrosi, menlre in altri punli presenlavano giä ulccrazione (ulcera necrolica). L'aKe-razione dei tessuli aveva in parte il carattere embolico, cioe erano invasi da distruzione granulosa e grassosa, ed in par(e daila vegetazione degli elemenli iniettali.
Dupo I'iniezione delle spore nelle carolidi del cane e del-I'agnello si nolavano numerosi focolari di miceli nella sostanza grigia e Lianca del cervello, nel plesso coroideo, nell'umore vilreo, nella coroidea. L'A. assicura die le spore germoglia-rono negli organ! (!) e perciö cbiamö il processo morboso una micosi generate acutissima fulminante! Dalla quale segui per cagione della germogliazione delle spore e della forma-zionc di nuiffc, la degeneiazione degli organ! e la morle.
Non vi ha dubbio ehe l'A. insieme alle spore iniellö anche nel sangue filamenli o pezzi di lilamenti forse provenienli dai basidii o dai pennelli dei penicillii, insieme a molli mi-crococclii o ad ailri elemenli, lanto die le lesioni sopra de-scrille sono dovate a fenomen! embolici e non ad una mi­cosi generate o germogliazione delle spore; imperocche le spore di penicillio poslo sollo la cute si conservano ma non germogliano.
AH'inie/ione poi di spore neH'addome vide seguire, sul pe-ritoneo, sulla sierosa degli organ! ghiandulari, del diafragma, la formazione di noduli o lubercoli; di quest! tubercoli ne trovo pure al fegato, ne! reni e nel polmone e nei muscoli. La sede dei lubercoli nel fegato era Ira gl! isololti, sulle sieiose nelia periferia dei noduli nolö flogosi circoscrille e vide la sierosa penelrata da fdamenti vegelali.
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Analoglii risultati oltenno coll'iriiezion(3 dellc spore nolli; ravilä del petlo; la morlc degli animali avveniva airil-14 giorno. L'inie/ione dclle spore nelle cavilä arücolari del gi-nocchio c nella camera anlcriore dell'occliio in due conigli produsse sernplicc flogosi.
L'A. deduce dai cilali cspcrimenli: 1deg; Che l'inie/ione dellc spore nella cavitä del pcllo ecc, produce una dislruzione ra-pida, grassosa, necrotica o caseosa dei tessuti o formazioae di pus. 2deg; Clio la produzione di filamenti dalle spore (!) o non avvenne , o fu molto incomidela o ccssö presto lanlu ehe 1c spore agirono come eccilanlc flogistico con o senza l'ormazione di lubercoli.
Anche 11 Semmer nel 1870 (1), inietlo spore di penicillio nella giogolare di due puledri senza ehe quesli nc solTrisscru danno. Piü tardi iniellö senza danno cocchi del formaggio c della saliva cd artrococchi provenienti da liquido aeido. Iniet-tando una grande (iiiantitä di spore, osservo una febbre pas-seggiera. Alia sezionc degli operali non trovö lesione negli organi. Inültre.l'A. iniellö, nella giogolare del puledro, delle spore e dei micrococchi derivanli da funghi otienuti dalla coltivazione del sangue carbonchioso; il puledro rnori pre-senlando alia sezione inlillrazionc gelatinosa nel conncllivo altorno l'iniezione praticala alia giogolare cd echimosi alle sierose; il sangue piceo, ncro e sciolto.
QiicsL'esperimenlo del Seinmor conferma quclli falti dallo scrivenle nel 1869 (vedi pag. 105). Medesimamenle gli spe-limenli del Grobe conrermatio quclli falli jiure dallo scri­venle nello slesso 1809, intorno la proprielä irrilanle dei micrococclii e delle spore del penicillio sopra gli elemenli anatomici. Difatti oecupandomi allora della produzione arli-liciaic dei lubercoli, ho posto sotto la cute de' conigli delle spore di penicillio (un glomcrulo), e dopo aleune scllimane avendo uccisi i conigli ho Irovato sul legato dei noduli cd in un caso un ganglio addominale quasi della grandezza di
(I) Virdiow . .Inlur.. ltd, 50.
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511 una nocciola. Non lio mai lenlatn la iniczione iJi sporo so-spcse nell'acqua distillala, percbe avcvo osservalo clic ncl-I'acqua slanno riunile spesso in ammassi, e poi perche mi parve co?a difficilissima il raccogliere semplici spore di pe-nicillio o di aspergillo senza die fossero mcscolate con qualclie filamenlo o con altro corpo eslraneo; tanlo nell'uno die nel-Tallro caso era facile la lore azione embolica. Ma invece po-nendo cumuli di spore solto la cute, si poteva rneglio accertarc se penelravano nel sangne o nci linfatici cd andavano ad agire negli organ! inlerni come irritante.
Seminagione sulla cute delle spore di penicillio. Pellagra.
Avendo il dolt. Ph. los. Pick assicuralo die gli elemenii dell'AcÄonoraquo; Schöcnlenü spetlano al penicillio glauco, e die coll'innoslo diretto, dalle spore del penicillio glauco si produce lo stadio precursore delia ligna favosa: inoltre avendo Ilallier afiermato, appoggialo alle sue osservazioni die il fungo della tigna non c altro die una morla del penicillio glauco: 11 tlott. F. A. Zürn {Zoopalli. und Zoophys. Untersuch, 1872, pag. 32), voile csperimentare se coll'innesto o colla semina­gione delle spore di penicillio glauco sulla cute degli ani-mali egli riusciva a produrre la ligna favosa. Esperimentando sul cane, non ollennc die rossore, papule passeggiere, e sui polli non vide proJursi die efflorescenze del pari passeggiere. Mentre in un coniglio avendo rasi i peli alia regione del collo, cccilata ed inumidila la cute, c poi questa sparsa con spore di penicillio glauco ehe copri con ovalle ed assicurö con un bendaggio, ottenne risullato favorevole. Quallro giorni dopo la seminagione, comparvero alia cute rossore, ed al sel-timo giorno piccoli noduli e numerose vescicole, die rom-pendosi formarono crosle. Ilallier die esamino delle crosle di qaeslo coniglio, assicurö die contenevano (ilamenli od ele­menii vegciali analoglii aW'Achorion Schöenlenii.
Nissun risullato ollennc culla seminagione delle spore del Wnzopus, äeU'AspergiUus, della Tillctia caries sulla cute dd cane e del coniglio.
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II dott. Baiardini assicura ehe nei grani di granlurco mac-chiati, avariati, subhollili ehe egli ritenne cngione della pel­lagra, trovansi vegelarc diverse specie dl mufle, ad es., il Penicillium glaucum, VEurolium aspergillus, ed alcune specie di Lolrili. Racconta die i polli alimentali con grani di Zea mays alterato, divennero tristi, tremolanti, diminuirono di peso, bevevano spesso ed infine morirono (Gazzella medicu Lombardei, p. 189, 1872).
11 prof. Garovaglio in semi di granturco guasti, iuvialigli dal prof. C. Lombroso trovo vegelare una specie di Sporo-trichum ehe chiamö Sporotrichum maydis (fig. 320). Qucslo fungo comparisce in forma di sostanza nerastra, ed e forrnalu da filarnenli ramificali e seplati; ha ie spore neraslre, unilo-culari sparse qua e la senza ordine e quasi lutle [)rive di gambo. Ilanno grosso i'episporio ed un diarnelro di 0mm,140 (Rendiconli Istilul. Lombard., pag. 240, 1873).
11 prof. Lombroso racconta die la linlura alcoolica prepa-rata col mays macchialo da penicillio glauco produsse nel-I'uomo sussulti, proslrazione di forze, sonno , diarrea, pi-rosi, nausea, bruciore delle fauci, cefalea, voracilä, doiori ai lombi, confusione di idee, verligini, prurilo ecc. II dotlore Luigi Slroppa, il prof. A. Corradi, ed il dott. Milanesi ehe si sotloposero all'uso dell'indicala lintura non provarono nissun sconcerlo morboso nel loro organismo {Rendiconli. Istilul. Lombardo, pag. 318, 1873).
Aspergillo in forma di Olamenti o di micelio negli organi.
11 dolt. Cohnlieim in un nodulo polmonale dell'iiomo, sco-perse una massa di filarnenli ehe paragono a quelli AcWOidium albicans. Le pareli degli alveoli polmonali erano copcrle da un micelio da cui si elevavano filarnenli aventi maggior nu-mero di diramazioni lerminali, ehe quelli delVOidium al­bicans (1).
(I) Die fiflanglichcn jmrasitcn. Ilallicr. 186Ü, p. 91.
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Bennet trovö nellc cavernc, nclla maleria lubercolare del polmone di un uomo affetlo anche da pneuma-torace, dei filamenti lunghi, septati, con numerosi rami, Ira cui molli falli da una sola cellula allungala con spore numerose.
Anche Rayer trovö elemenli vegctali sulla pleure di un uomo affetto da tubercolosi e sui visceri di un allro affetlo da pneumalorace.
Remak parlö pure di filamenti di micelio ncgli spuli di uornini affetli da tubercolosi.
Anche Gairdner descrisse un fungo trovato nel sacco di una pleura di un individuo aflctlo da pneumatorace (1).
E probabile ehe i detti elemenli accidentali trovati in le-sioni croniche del polmone dell'uomo non siano altro die morfe di aspergilli.
Aspergilli con iß fruttiferi
vegctanti nell'organismo animale.
Pncumomicosi aspergillina. — Le specie di aspergilli Iro-vate sono le seguenti :
1deg; L'aspergillo candido nei sacchi aerei della Pyrrhtda vulgaris (Rayer e Montague) (2).
2deg; L'aspergillo glauco nel Charadrius pluvialis e nirjre-scens, nel Phasianus colchicus, nel Lams griseus, nella Strix nyctea (Mueller e Retzius), nel Corvus glandarius (Mayer), neWAnas mollissima (Deslongchamps), neW'Anas olor (laeger), nel Plwenicopterus ruher (R. Owen), nella Ciconia (Ileusinger), tlqWAslorre (A. Vachelta), ecc.
3deg; L'aspergillo fumigato (3) fu trovato nel polmone del-Tuomo (Virchow e Pagenstecker) nel polmone dell'Oto tarda (Fres. Veinland) (4). La pncumomicosi aspergillina ben caratterizzata, finora fu
(() Kuchenmeister. Opera citata.
(3) Robin. Opera citata.
(5) Frcscnius, Beitrage, ccc. Opera citata.
('4) Virchow. Jrchiv. bd. ix,
Rivolta
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osservata sollanto negli uccelli allo slalo libero o di schiavilu. Non si puö dubitnrc ehe, data la predisposizione, le spore di varie specie di aspergilli non possano germogliare nellc vie aeree degli uccelli. La loro germogliazione produce ir-ritazione alia mucosa respiratoria o nelle tasche aeree. Suc-cede un'iperemia in loco ed essudato tra i filamenti del mi-celio deU'aspergillo ehe li riUene riunili; si formano cosi placclie piu o mono grandi, piii o meno spesse, ehe poco a poco si addensano, e negli alveoli polmonali dänno origine a noduli die prendono piü tardi un colore gialliccio e I'ap-parenza de' tubercoli. Tra I'essudalo ed i filamenli del fungo si uencrano nuraerosissimi micrococchi.
Gli indicali noduli polmonali lalora sono friabili, di color bianco giallo con superficie tubcrosa, e con forma rotonda, della grandczza dclla testa di una spilla o di un piscllo, spesso cavi nel loro interno; alia superficie delle loro cavitä vegeta e frutlifica I'aspergillo; talora poi formano placclie alia su­perficie del polrnone perfino deH'eslensione di quatlro lince. In alcuni casi il micelio del fungo produce sollanto centri di epalizzazione, sui quail vcgela e frutlifica I'aspergillo. In altri casi si formano noduli grossi, cavi nell'interno in cui frutlifica I'aspergillo.
Nelle tasche aeree del torace e deU'adJome o si formano specie di pseudo-membrane piü o meno estese, su cui ve­geta, in centri, il fungo; ovvero si formano placchc circo-scritte: se ne trovano dello spessore di 4 milliraetri sopra 2-3 di larghezza; se ne trovano anche di quelle di un rnil-limetro (nodulo). Talvolta quesle pseudo-membrane formano tumori abbastanza voluminosi per cagione deirinspessimento delle pareti delle tasche e per l'ampia cavitä interna, in cui frultifica I'aspergillo.
Anche sulla mucosa bronchiale si videro delle placclie. Deslongchamps ne ha vedute delle grandi e delle piccole; la mucosa sotto le placclie di essudato c rossa ed iperemica: le placche distaccale si presenlano come una massa resi-stenle, piü soltile alia periferia e piii spessa al centre. Sulle placche frutlifica I'aspergillo.
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515 Muncano flnoru eseropi di pneumomicosi primiliva ncyli animali domeslici. La pneumomicosi zooglcaina di 0. ßöllingcr e la bronchite da vibrioni negli agnelli di Schmidt non sono da paragonarsi a quella sopra descrilla; la zoogiea ed i baclerii essendo solo accidenlali ne' noduli o sulla mucosa bronchiale. Non e ammissihile una forma primiliva di bron­chite prodotla e mantenuta solaraenle da vibrioni negli animali.
Gutturomicosi o disfagia paralitica del cavallo.
Due soli casi di gutturomicosi (micosi delle lasche gutlu-rali) vennero finora osservati. 11 primo fu osservato dallo scrivente nel 1807 (Med. Vcter., 1868), il secondo fu osser­vato nel 1809 dal signor Gorradi medico vclcrinario del reg-gimenlo Nizza cavaileria. I pezzi patologici sono conservali nel Museo anatomo-palologico della R. Scuola zooialrica di Torino.
La malaltia sembra cominciaro ordinariamenle con inap-petenza ovvero con lieve gcllo nasale.- Nell'invasione con grande difficoltä si riconoscc die il malalo prova diflicollä a deglutire ralimenlo. Ma dopo alcuni giorni cioc quando c giä comparso lo scolo nasale, allora osscrvando allcnlamcnte I'aniraale, quando mangia o quando bevc. si scopre ehe una parle deU'alimento o della bevanda esce per le cavilä nasali e ehe e causa per conseguenza dello scolo nasale.
I inalati per non polcr bastanlemente nulrirsi, diventano magri, cd il loro occhio perde la consueta vivacitä. II rigctlo delle malerie alimenlari per 1c caviti nasali a poco a poco, ollre ad irritazione e flogosi della pituitaria desta irrilazionc alia faringe ed all'epiglottide; tanlo ehe i malali sembrano afielti da angina faringea per cagionc della sensibilitä an-mentala alia regione della gola e per la tosse ehe si suscita dal tenlalivo ehe fanno per dcglulire Ig sostanze liquide o solide.
La paralisi della faringe va sempre aumentando, finchc arriva il giorno in cui i malati possono solo deglutire una minima parlc delle soslanze alimenlari, come ad es. pane
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inzuppalo o barljollaggio. Gli alimenli ordinarii (fieno, erbe o avena) vengono maslicati bene dai malali, ma poi li la-sciano cadere dalla bocca o provandosi a deglulire, solo una piccolissima quanlilä arriva nell'esofago c I'allra vienc, sollo sforzi di sbrufli o di tosse, cacciata per le cavila nasali. Non di rado, durante gli sforzi di tosse, minacciano di soffocarc e di cadere. Cresce di giorno in giorno lo scolo nasale muco purulenlo felido ed inquinalo da particelle alimenlari. Quando poi malerie alimenlari sono giunte nella trachea e nei bron­chi, allora si sviluppa una bronco-pneurnonite, ed i malali sono travagliati da tosse forte, profonda e da lievc accelc-ramenlo dci moti dei fianchi.
Diventando i malati, ogni giorno, piü magri e deboli, se non sono abbattuti come incurabili, o muoiono di febbrc ti-foidea o di una pncumonite gangrenosa traumelica.
Alia sezione cadaverica del cavallo osservalo dullo scri-ventc , essendo stato ucciso come incurabile , non si trovö nissuna lesione ai visccri dcll'addome; nel lorace il polmonc sinistro era sano mentre il dcslro era epatizzalo nella sua regione inferiore.
La mucosa faringea e deH'epiglottide crano un po' rugose; il velo del palato era sotlilc e di colorc un poco giallastro.
Nel cavallo osservalo dal collega Corradi, essendo il ca­vallo morlo in conseguenza del morbo, i polmoni prcsenla-vano le lesioni dclla pneumonitc gangrenosa cioe erano ne-raslri, pieni di sangue sciolto , sparsi da ccntri gangrenosi. Gli alveoli erano pieni di maleria granellare e di bacterii; la mucosa respiraloria (faringe, laringe, trachea, bronchi) era livida: i tcssuti e gli organi si laceravano con facilitä, specialmente il fegato.
La lasca gutturale dcstra era sana nella sua regione inler-mascellare e parolidea, ma al suo fondo cioe nella sua parlc situata nello spazio stilo condiloideo a venire lino alle ripie-galure della saccoccia ehe si trovano a piccola dislanza del-I'unione del ioide coll'apofisi vaginale, in cui esistono il 10 paio , il ganglio cervical supcriore, si vedeva un'ulcera in parte coperta da una crosta cd in partc denudala per il di-
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517 slacco dclla crosta , ehe si trovava verso la parlc anteriorc dclla delta tasca. La crosta di color bianchiccio ed aderenlc ancora aU'ulcera nello spazio stilo condiloideo erasi distaccata sulla ripiegatura della tasca gutturale; ed in queslo punlo I'ulcera aveva tulli i caratteri di un'ulcera moceiosa, poiche il suo fondo era copcrlo da poltiglia rossiccia, ecc.
Quesla poltiglia era formata da globetti rossi sanguigni, da globuli di pus; da goccie splendenli, da maleria moleco-lare finissima c da numerosi filamenli seplali diramantcsi.
Le croste poi piii spesse al centre e piü sotlili alia peri-feria risultavano composte da numerosi fdamenli di varia grandczza intralciati diramanlesi e comprendenti Ira le loro maglie una grande quantitä di matcria molecolare , di mi-crococcbi e di globetti purulenti in via di distruzione: sulla superfiric libcra della crosta si elevavano ifi dilatati alia loro velta {ßg. 275) ehe , in un caso avendo gia prodotti frulti, erano in mezzo a nnmerose spore sfumale gialliccie. Bencbe non mi sia stato possibile isolare un qualcbe ifo munito di basidi, tuttavia la tumefazione dell'ifo propria degli asper-gilli, lascia credere ehe il fungo sopra descritto {Gulturo-myces equi) non sia altro ehe un aspergillo.
La gutluromicosi pcrtanto comincia colla vegetazione della specie di aspergillo indicata ncl fondo di una delle saccoccic gutlurali; si forma perciö iperemia, proliferazione dclla mu-cosa, e formazione di un'ulcera, nel cui fondo germoglia il micelio: I'lilcera sempre piü si dilata e sprofonda tanto ehe quando Tirritazione si e propagata al nono paio, allora co-minciano i fenomeni di paralisi nci muscoli die scrvono allu deglutizione, ecc.
Cura. — La sola cura da tcntarsi si c la punlura dalle lasche guttural! e I'iniezione di soluzioni antizimiche.
Rinomicosi.
, Ne' primi giorni di febbraio del 1872 giunse dalla Vcnaria al 7deg; Arliglicria in Pisa un cavallo fuori roarca di razza fran-ccse , il quale nel giorno 14 fu dal collega Ernesto Bassi
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fatto passare airinfermcria pcrchc prescnlava i segni di ca-tarro nasale cronico, cioe scolo bianchiccio abbondante dalla narice sinistra , tumefazione delle glandule del canale delle ganascie. Essendosi piu tardi constatato il sarcoma dei seni, Bassi gli ba pralicata la trapanazione. Nolevole miglioramenlo ottcnne dalla cura intcrna e dalle iniezioni falte per I'aper-tura dcll'osso frontale: ma persistcndo lo scolo bencbe in ap-parenza di buona natura , il cavallo fu abbattuto il giorno 17 maggio.
Nella sezione cadaverica falla col collega Bassi velerinario del 5U Artiglieria, si trovarono sane le tasche gutturali, i polmoni c la cavilä nasale deslra ed il seno frontale destro. Nella cavilä nasale sinistra la mucosa sopra i corncui era lorbidiccia, tumcfatla, con elcvazioni biancbiccie e spalmatc di pus. 11 cornelto nasale vicino al selto preaentava a breve dislanza Tuna daU'altra, due chiazze dclla grandezza di un centcsimo a bordi ineguali, cd a fondo pure ineguale, rugos'o per cagionc di clevazioni coperlc da muco pus e polliglia.
Sopra il setto nasale verso la parle mediana ed in senso longitudinale, notavasi pure una chiazza a bordi tumidi ed a fundo ineguale con tratti sani: sopra due elevazioni della grandezza quasi di un centesimo vegetava una mulla azzurra (Aspergillo glauco); attorno alia della chiazza la mucosa na­sale era tumida , c verso I'ealrata della cavilä nasale nola-vnsi una cicatrice; in altri punti poi vcdcvansi piccoli noduli ed ulccrc. II scno frontale sinistro era picno di tessulo sar-comatoso,
L'aspergillo vcgclanle (ßg. 270) sopra elevazioni della de-scrilla chiazza ulcerosa aveva il rnicelio composlo da nume-rosi liiamcnli scptali, di cui molli piccolissimi e soltilissimi ehe si insinuavano in tulle le direzioni nel fondo dell'ulcera.
Gli ifi erano rari, corli, non scptali; sopra la loro vella dilatata si elevavano basidi piuttosto grossi die producevano spore piccole, tondo, sfuinatc, appena di un colore azzurro vcrdognolo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; t
Si Irallava nel caso dcscritto di moccio dei seni e na­sale? L'aspergillo fu accidenlale c si sviluppö in scguilo
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519 alle iniezioni falte col liquido del Villate per I'apcitura del Irapano?
Sopra le ulccre raocciose o nella poltiglia ehe le copre, si Irovano talvolta filamcnli provenienli dalla germagliazione di qualche spora venula claH'cslerno; ma finora non si era os-scrvato mai la vcgetazione e la frullificazione di m aspcr-gillo o di un altro micclc, come lo scrivenlc cd E. Bassi vi-dero nel caso sopra narralo.
Otomicosi (Foerster).
Fu delta otomicosi (olos orecchio e micis fungo) I'infiam-mazione delia mucosa del meato uditivo eslerno prodolta e mantenuta dalla vegetazione di qualche specie di micete. .Nu-merosi casi ne venncro osscrvali nclTuomo. Si presenta in forma di elite seraplice o di otile calarrale; per la irrila-zione alia mucosa e per la gcrmogliazione del micele si sla-biiisce scolo pnrolentü, si formano specie di pseudo-mem-brana in forma di piastrelle ehe reslringono od oslruiscono talvolla il mealo uditivo, sopra le quali fruttifica il micclc; in qualche caso si formano produzioni polipose sulla mucosa ed escrescenze cave ncl cui inlcrno frullifica pure il micele (queste lianno analogia coi noduli cavi die si osservano nella pneumoniicosi aspergillina degli uccelli).
Le specie di miceli slate crcdulc causa dclla otomicosi nell'uomo sono le seguenli:
1deg; Aspcrgillus virens Mayer. 1844.
2deg; Aspcrgillus niger (die sccondo lo slato di maluranza presenlava i cajiilelli di color giallo rossastro, bluaslro c nero) Pacini, 1851. F. Steudcncr, V. Tiegbem eDe-Eary(l).
3deg; AspcrgiUus nigricans M'reden. 1867. — Rilenulo da llallier come nna morfa della Fumago salicina.
4deg; Aspergülus ßavesecns Wreden. 1807.
(1) De-Bary c Waroniu. Beitrage zur morph, unit phys, 1870.
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5deg; L'Ascliophora clegans insieme colVAschophora muccdo {Mueor muccdo), fu credula accidcnlalc. Tröllsch.
0deg; II fungo Nölling (1) (trovato dal dolt. Nolling in un caso di olomicosi seguita all'introduzione nel meato udilivo, di una foglia di pelargonium). Ilallier rilenne qucsta forma di aspergillo come una morfa di acroconidi delia Fumago salicina Rab. Allo scriventc pare idenlico alia Slerigmalocystis sutphurea Fresenius.
7raquo; Olomyces Hageni {fig. 211). 11 Dr. Ilagen (1869) trovö causa dcirolomicosi un fungo die gii parve analogo aWAsper-gillus nigricans Wrcden. Vegctando sulla mucosa del meato udilivo ajipare in forma di aspergillo di color verde erbaceo, con ill molto ramosi. Ilallier chiarno questo aspergillo Olo­myces Hageni, Col mezzo della coltivazione in suslralo umido, Ilallier oltenne una forma di penicillio , di stachilidio od acrostalagmo (suslralo povero), una variola di mucor race-mosus; un micelio con spore analoghe al frulto delle uslila-ginee, im cladosporium, uno stemphylium (terrene piii asciutlo) infine (suslralo ricco di materiale) oltenne uno sclerolnim.
In allri casi vide prodursi uno stachylidium parassilans {fig. 209 , letl. a), uno stachilidium ehe denominö Hageni {fig. 210), un penicillio o fusidio {fig. 209, kit. c), ed infine uno stysanus stemonilis {fig. 247).
8deg; Peziza Phrigerii osservala dal Dr. Frigerio nel ce-rume (vedi Garovaglio. Rend. Islul. Lombardo, p. 464, 1872).
9deg; Mucor racemosus Taruffi. Meringomicosi. Fu con tal nome chiamata la flogosi della membrana del timpano. Vennero trovati i seguenli miceli ollre quelli sopra indicali, vegetare sopra la membrana del timpano.
1.nbsp; Mucor mucedo. I. Böke.
2.nbsp; Aspergillus microsporus. I. Böke.
Mancano finora osservazioni di olomicosi ne' grossi animali domeslici.
Zeilschrift, ccc. p. 65, 1870.
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II prof. Alfredo Golli (1) ncl 1871 nc osscrvo un caso in un canino bastardo inglese di 2 anni d'ela. Questo canino era afTello da olile catarralc; la mucosa del meato uditivo eslerno era tumida rossa e facilmenle sanguinanle c separava una maleria purulenta fetida. Colle iniezioni emollicnli ed astringenli non si ottennero ehe mitigazioni del male. Avendo il Golti piü tardi esaminato lo scolo purulenlo, trovo in questo un'innumerevole quanlitä di filamenti arlicolali, di cui rnolti lerminavano alia loro punla in una vescicola di forma sfe-rica un poco allungata: le spore erano minulissime c circon-davano le delte dilalazioni. I filamenti formavano un inlreccio assai compiicalo. Pare ehe il miceto fosse od una muccdinea ovvero uno aspergillo.
Enteromicosi o micosi della mucosa intestinale.
Buhl c Valdeyer (2), in un uomo di 30 anni ammalatosi improvvisamenle di gaslralgia, con vomilo, diarrea, cianosi ed asfissia e morlo al 2deg; giorno di malaltia, credcttero os-servare un entero-micosi. Nel cadaverc Irovarono le seguenti lesioni: cianosi, ulcerazioni furunculose emorragiche nello stomaco e neirintcslino, versamento sieroso emorragico nel-I'addome: grande tumefazionc della milza c dei ganglii rne-senterici.
GoU'esarne tnicroscopico videro alia supcrficic dei focolari dello stomaco e deH'intestino cd in vicinanza di essi, piccoli e grossi cumuli di elomenti analoghi alia Zooglea Colin: i corpuscoli lungo ovali infillravano quasi tulta la mucosa in­testinale nei focolari emorragici furuncolari.
In un secondo caso irovarono nel cadavere, numerose mac-chie , focolari papulosi e pustolosi emorragici - slomalite -ulceri alia faringe - focolarc gangrenoso al polrnone - grossi focolari difterici ed emorragici neila mucosa slomacale e del
(1) Gioru, anal, /is., ]iag. 100. Tisa 1871. ('2) Virchow, Archiv, lid. ui, p. 541. 1871,
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grosso inlcstino - considercvolc lumcfazione dclla rnilza c dei liangiii linfalici, ccc. CoH'esame microscopico Irovarono ele-monti analogbi alia Zooglea nc' rami dclla porta, e nei vasi del fegalo una considercvolc quantitä di elementi vegelali analoghi a' bacilli. Numerose zooglee nei vasi della milza. Le masse di zooglee le trovarono pure nei ganglii linfalici, nelle lonsille, nei parencliima renale, nei linfalici della cute c nei piccoli vasi Irombizzati.
Ncl cadaverc di un canc maslino in cui esistevano le le-sioni palologiclic del tifo, cioe sangue di color nero Icgger-menle coagulalo, colorazione dei tessuli per diflusione ilelle malerie coloranli, ccc, esaminando atlentatnenle la rmicosa del lenue in ispecie del piloro, si vedevano numerosi punli bianchirci , rotondi cd ovali della grandezza , al piü , della capocchia di un sollilissimo spillo: questi nodulini erano falli da maleiia molecolare finissima contenula nei villi insieme ad alcunc gocciolinc splendenti: la della soslanza molecolare conslava da granuli dulali movimento molecolare assai vi­vace. In un allro cane ehe tra i sintomi presenlava vomili, e sembrava affctlo da morva gaslrica, nei cadavere Irovai la mueosa del venlricolo pallida, lucente, con reazione neulra e sparsa da balterii immobili. Alia mueosa del piloro, pal­lida, noiavansi punteggiature brunaslre appena visibili ad oc-chio nndo , falle da granuli numerosi esislenti nelle cellule cpilcliali dei villi e delle glandule. Trallavasi in arnbedue i casi di pigmenlo?
Endocardo micosi puerperale. — II Dr. Ileiberg (1) alia se-zione cadaverica di una puerpera (giovane di 22 anni) rin-venne: endocardite ulcerosa con trombi della milrale, infareli della milza e dei reni con ascessi metastici, due grandi ulcere gangrenose e cavilä suppuranti in vicinanza del sacro, ecc. Nei trombi esistenli nelle uleeri dellc milrali e nei cuore, trovö nbbondante detritus con molle granulazioni, forme di bacilli e di micolrici. Evidenlemenle non tratlasi qui di mi-
(I) Virdiow. Archiv., p. ')07, 187'2.
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523 cosi, ma di irasporlo ncl circolo snnguigno di materia in islalo di decomposizione proveniente da qualche focolare ule-rino e di conseculiva embolia e Irombosi. Gli dementi vc-gelali od i loro gerrni esislevano gia nelle malerie passate nel circolo, ecc.
11 Dr. C. Bozzolo in un'opidemia di febbre puerperale os-servala alia Malernilä in Milano , non inconlro mai nei ca-daveri lesioni aU'endocardo. Invece in una pneuraonite ca-seosa acula osservö micosi gaslrica e renale. Considera con ragione il Bozzolo queste micosi come secondarie complica-zioni {Rivisla di mcd. ch. c terap. del Dr. G. B. Sorosina. Milano 1873. p. 324).
11 Dr. C. 1. Ebert narra avere osscrvato nei malali di pioemia una endocardile diflerica. I bordi delic valvole car-diache eiano leggcrmenle sjiessi , di aspelto gclalinoso , di color grigio rosso, e coperli da fiocchi o masse grigio rosse; in quesle accanlo a filamenli di librina osscrvo una grande quantila di sfere bacterii.
L'A. racconta aver osservato una micosi baclerica con ri-' produzione dei bacterii tanto alle eslremitä superiori , ehe enlro ascessi dei rcni. Quesli falli sono sempre secondarii.
Microsporum septicum.
A pag. A3 venne indicate ehe ai micrococchi vicne ofTerlo un terreno molto adalto alia loro molliplicazione dalle fcrite e dalle ulceri di qualsivoglia natura; ove possono perciö de-slare una fermenlazione putrida carallerizzata da parlicolare qualitä del pus, dall'odore fetido e dall'aspetto poco favore-vole delle ulceri e delle piaghe; tanlo ehe in quesli casi ne puö avvenire l'icorremia e la seplicoemia. Inollre a pag. 53 vennero enumerati gli elemenli vegelali (ballerii llnissimi, relli , omogenei , e ballerii piu corli (forme del bacterium termo) e lo sphilium undula) ehe rendevano fetida e di cal-livo aspello 1'ulcera di un tumore melanotico silualo alia base della coda. Nella fig. 40, lav. 11 sono slate poi disegnate alia bella meglio le moii'e vegelali della metrile seplica e
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nelle fig. 31 e 35 vennero discgnale quelle ehe si irovavano nel cancroide del cane ulceralo e nella pseudo-membrana del croup dei poili (psorospermosi). Si comprende facilmente come diverse sieno le morfe ehe possono trovarsi in una piaga, ecc. di calliva nalura od in preda alia decomposizione putrida.
II prof. Klebs (1) denominö le morfe vegclali ehe si incon-trano nelle piaghe setliche, col nome di Microsporum seplicum, fncendone una specie unica. Siccomc 1c morfe vegelali die sono causa dellc decomposizioni o putrefazioni sono di specie diverse cioe per lo piii forme o specie di Latterii, di vibrioni, di spii'ilii, di criptococchi, di micotrici, ecc, cosi si com­prende come non si debbano indicare con un solo nome, ma sia piu proprio e con maggiore esaliezza indicarne il genere c le specie a cui appartengano ed in senso molto ampio e generico comprendcrle solto il nome di morfe vegetcdi o mi­cro fili elcmenlari produccnti la decomposizione ecc, delle pia­ghe, ecc.
Microsporon batracosis {fig. 290) oidium Balr.
II velcrinario Megnin nel carcinoma del piede del cavallo (formica) scrive aver trovato un fungo causa del morbo, a cui diede il nome sopra indicate. E falle, slando al disegno dell'A., da filamenli ramiQcali. Non avendo mai potuto tro-vare nel carcinoma del piede del cavallo ehe le morfe or-dinarie vegelali , lo scrivente riliene accidentali i filamenli descritti e designati dal veler. Megnin.
Criptococchi nel farcino.
A png. 246 ho accennalo all'esislenza de' criptococchi nel pus dei botloni e delle corde farcinose. In un cavallo ehe aveva numerosi botloni alle estremitä posteriori , tra cui molti aperti e ehe separavano un pus mandante quel silo
(I) Gaz. mci. ital. Lombardu, 1872.
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525 proprio del pus farcinoso in islato di dccomposizione, esi-stevano in quelli a migliaia gli indicati criptococchi; molle cellule purulenti ne erano piene, altre ne conlenevano due o tre {fig. 153, lett. b). E non solo esislevano nei botloni ulcerali, ma si trovavano eziandio numerosi negli ascessi nelle corde profonde e nei ganglii a grandc dislanza dalle ulcere. Sia ehe si considerino come una forma del virus o come morfe vegelali alle ad eccilare la decomposizione, non vi ha dubbio ehe dalle ulceri penctrando nei linfaliei c nelle corde conlribuiscono ad aggravare il farcino.
Si presenlano come corpuscoli ovali od acuminati {fig. 153, lell. a, b) o rotondi con doppio contorno e conlenuto omo-geneo, talvolta con granuli , della grandezza di 0mm,0085 a 0,nm,U0555.
II cavallo in discorso, nei polmoni presentava giä nume­rosi noduli, Ira cui i piii giovani avevano il volume di una lenlicchia. In qucsti noduli le cellule purulenti erano piene di corpuscoli splendenti rolondi (sporoidi), della grandezza di 0mm,00150 a 0,00160 {fig. 153, lell. d, c).
Criptococchi in una forma di formica del piede del cavallo (carcinoma).
Nei liquido felido o meglio nella polliglia clie rammolliscc ed impregna lanlo il vivo del piede ehe il tossulo kcralo filloso, trovai col prof. Vachclla numerosi criplococchi pic-coli, ovali e rotondi con una specie di nucleo nei lore in-lerno {fig. 153, lett. e, ingrand. 1050). Facendo preparali sulla parele, si inconlravano i peli eornei ehe in alcuni punli presentavano le cellule alleratc , e ridolle in molecole , in mezzo a cui esislevano alcuni dci predclli criplococchi.
Criptococco guttulato Ch. Robin.
Queslo criptococco presentasi in forma di cellule allungale {fig. 75) colle cslremitä rotonde, prolifcranti per gemme ad una delle indicate eslremita; il loro conlenuto e lievemente
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opaco, omogcneo, sparso di granuli, con due vacuoli rotonili piü chiari a guisa di nucleo. La membrana godc di un ccrlo grado di resistenza. La lunghezza varia traOmm,015 — 0mm,020 — 0m,024, ccc. Taluni hanno la larghezza di 0m,n,008. Fu considerato come un alga.
Fu scoperto da Remack nel conlenulo stoniacalc cd intesti-nale di un coniglio: Remack assicura averlo irovalo eziandio neH'intestino de' mammiferi erbivori (bue, porco, montone). Vegeta piü o meno rigogliosamenle e si molliplica sulla mu-cosa gastro-intestinale dei roditori sani (coniglio). Non scrnbra causa di alcuno stalo morboso. Lo scrivente non ha mai Iro­valo detla morfaneH'inleslino del bue, del cavallo e del porco.
Bacterii nella peile dei vaiuolosi, nel pus e nel sudore
(sudore gialio ed azzurro neH'uumo).
11 Dr. Wegert (1) nel primo stadio al piü lardi alia sesla giornata dopo la comparsa dellc prime traccie dell'esanlema vaiuoloso con carallere emorragico, osservö dcgli olricoli si-nuosi pieni di sostanza avenlc i caratleri dei balterii e la trovö: 1deg; ne' [)iccoli focolai; 2deg; nel tessuto ehe si trova sotto cd alia pcriferia delle puslolc; 3deg; nei piccoli stravasi san-guigni.
II colore azzurro (2) del pus separalo da eerie ferile c do-vulo secondo gli esperimenli di Lucke ad una sfiecie di vi-brioni vogelanli sulle piaglie e sulle ferile. 11 pus azzurro si puö riprodurrc, porlandone sopra una superficic suppu-ranle una minima quanlilä. La materia coloranle prodolla dai vibrioni c la cosi delta piocianina.
Anchc il colore azzurro del sudore sembra dovulo alia stessa cagionc. Diffatli G. I. Eberlh assicura die tanlo il sudore az­zurro ehe il gialio conlengono ballerii. 1 balterii si prescnlano
(1)nbsp; Gazzelta mei. fruv. Pentle, p. 70, IS7i.
(2)nbsp; W. Kulinc. Lehrbuch der I'hys. Cltem., ISGS, ]t. 40ü-456.
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527 come corpuscoli discrctamenlc mobili, piccoli, ovali spesso riuniti in catene di due o Ire arlicoli. Nelle regioni coperlc da peli aderiscono per lo piü a quesli (1).
los variolosa vacciola.
Nelle puslole vaiuolose e del coivpox si irovano deile cel­lule minime micrococchi. 11 prof. Salisbury (2) assicura aver trovalo nelle pustole del vaiuolo fruUificanle il fungo (causa del vaiuolo) c lo chiamö los variolosa vacciola. Osservö I'A. ehe le spore del los variolosa si riempivano di cellule mi­nime sviluppalesi dal proloplasma.
Fungo di Beigel o del Chignon.
Secondo le osservazioni di Deigel consla di grosse masse di cellule vegelali semplici o con 2-4 division!: le cellule hanno grossi granuli plasmatici (cocchi). Beigel osservö piii lardi ehe la parete di qucste cellule si scioglie e rimangono liberi i micrococchi, i quali secondo le condizioni del su-slrato germegliano e producono filamcnti die setnbrano spel-tare al genere penicillio ed aspergillo. Gli ammassi discre-tamenle consislenti di queslc cellule possono venir considerali come colonie o sclcrozii semplici.
Madre dell'aceto. — Micoderma aceti.
La madre deU'aeelo sludiala a sviluppo complelo, si pre-senla in forma di membrana piii o meno spessa, composta da slrali o membrane piü sottili falle da soslanza gelali-nosa , da bacterii , criptococchi, cellule e micrococchi. Gli slrali eslerni hanno un color rosso vinoso carico , mcnlre quelli inlerni sono appena sfumali di color vinoso rossiccio.
(1) Sorcsina. Hirisla mcd. eh. c tcr. Milano, 1875. (i) Zeilschrift. Uallier., p. 99, 1869.
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Dei micrococclii vc ne hanno di tutle le grandezze e sono manifestamentc circondati da una specie di sostanza gelali-nosa paliida (fig. 293).
Inbsp; baclerii si presenlano a diverse grado di sviluppo (/?-gura QM); ve nc hanno di quelli falli da due o piü micro­cocclii in serie cd avvolti dal I' indicata sostanza gelalinosa paliida {/ig. IM, letl. a); ovvcro fatti da uno o piü articoli piü o meno lunghi , ma sempre lenuli assieme da sostanza gclatinosa. Inollre vi hanno numcrose cellule criplococco, nu-merose cellule ovali e molte grosse cellule allungale. I pre-dclti elementi sono piu sviluppali allo slrato estcrno, mentrc negli strati interni sono piu fini. La sostanza gelatinosa o citioplasma deriva dai descrilli elementi.
IInbsp; principio dclla fermentazione acetica del vino e carat-lerizzato dalla comparsa di numerosi micrococchi e di bat-tcrii die si riuniscono in una sottile pellicola alia superficie. Viene a poco a poco separata la sostanza gelatinosa chc tiene riunili i predctti elementi, ehe acquistano diverso grado di sviluppo. In mezzo alia madre dell'aceto e nell'accto prospera c si moltiplica I'anguillula aceti.
Vino torbido (fig. 295).
Ognuno sa ehe certe qualilä di vino diventano torbide al-I'avvicinarsi della calda stagione. L'intorbidamento del vino c dovulo a micrococchi ed a balterii. In molti casi si svi-lup[)a il micoderma aceti ed il vino inacclisce, in altri casi si sviluppa Yhormiscium vini in forma di una membrana sopra la superficie.
Micosi dell'ingluvie dei polli (Käsesucht dei tedes.).
II prof. Ercolani (1) ebbe ncl 1800 a studiare questa ma-lattia in otto pulcini. I sintomi presenlati dai malati erano la
(I) /J meii. id. 18CO, pag 432.
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sospensione della funzione dell'ingluvie o gozzo, per cui ri-maneva pieno d'allmento piü deH'ordinario; diarrea c stan-chezza ed in fine morte. Alia sezione cadavcrica il professorc G. B. Ercolani trovo, sulla mucosa del gozzo, delle croste bian-chissime e dure, largbc come un grano di lenticchia o poco piü aderenti alia sottoposla mucosa c grossc piü di un mil­limetre.
Quesle croste esaminate col microscopio si vedevano formate da un intreccio di filamenti e di spore di un fungo mollo vicino a quello del fungaccio. Qucsta malattia era gia stata considerata dall'IIeusinger come una specie di fungaccio.
Delia difterite.
Fra le rnalatlic parassitaric debbesi collocare anchc la dif­terite della specie umana. fi caralterizzata dall'cssudazionc o forraazione di pseudo-membrane e piü specialmente daiiainor-tificazionc e dislruzione (ulcerazione) delle parti delle mucose assalite dal contagio; 1c mucose ehe piü spesso sono sede del morbo, sono quelle della faringc c della laringe; ma anche altre mucose, ne possono essere invasc. E morbo pri-mitivamente locale, ma spesso fenomeni gencrali prcccdono le lesioni locali. I medici disputano intorno la differenza ehe vi ha Ira il croup e la difterite (flogosi distrulliva), ma ac-canlo alle lesioni difteriebe trovandosi talvolta anche quelle del croup, non vi ha dubbio ehe l'essudazione crupale puö essere prodotta dal contagio difterico. II prof, A. Tigri di­stingue la difterite propriamente delta dal fungaccio, dall'an-gina cotennosa, dall'affezione crupale difiusa c dal croup (i).
Virus difterico. — II prof. A. Tigri noH'angina raembra-nosa (1857), trovö una specie di oidium ehe chiamo alga ramosa. Nel croup scoperse organismi vcscicolari dotati di grande potere proliferante ehe denominö globulinee vcscico­lari solilarie.
(1) Sperimcntale, 1873, p, 206. Rivolta
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11 prof. Lclzcricli (Virchow. Archiv., vol. 52, p. 231), ri-pose il contagio in un fungo ehe chiamö Zigodesmus fuscus {fig. 289). 11 micelio di questo fungo e formato da filamenli delicati, septati e lalor di rado seplati, dai quali vengono prodolle le spore ehe allo stato di maturanza sono di color giailo bruno e munite di episporio sparso da elevazioncclle. Gli olementi vegelali penetrano nclla mueosa, ondc avviene essudato c dislruzione della mueosa stessa. Quando Tessudato non vicno allonlanalo, allora secondo I'A., gli elemenli ve­gelali pcnolrano nei vasi sanguigni e nei linfatici ed arri-vano fino ai rcni: arrivano dalla mueosa dclle fauci e della laringe anche allo stomaco ed all'intestino.
Molli osservalori non veriiicarono le o?servazioni del Let-zerich. Le spore del fungo di Lctzerieh sembrano di una (jualclie ustllaginea aecidenlalc.
II dolloro prof. Hallier ammise come causa del morbo in discorso una variola di diplosporium fuscum.
II ilotl. C. Morelli (1), incontrö nelle pseudo-membrane fi­lamenli ehe avevano analogia con un oidium.
Anche il doll. Nesli ed il dolt. Fasce ncllc pseudo-mem­brane scoprirono dei micelii. Ed il doll. Nesli in uno dei noduli della milza, trovo filamenli seplali.
Lo scrivenle in una pseudo-membrana distaccalasi sollo violenlo sforzo di tosse dalla mueosa dclle fauci di un bimbo del vclcr. G. Barbieri, trovö un nuracro grandissimo di fila­menli di Oidium aWicans. Ed in un'allra pseudo-membrana riccvula dal collega Silveslrini da Pisloia e presa dal cada-vere di un bimbo ehe aveva anche le glandule della regione della gola lumefalte, trovö dei eriplococchi, da quali in due giorni nella pseudo-membrana si svilupparono bellissirni fi­lamenli ramificati di Oidium albieans, ed inollre vide name-rosi ammassi di Zooglea Cohn. e forme di quesle, libere, non die filamenli leplotrici. Le feccie di questo bimbo con-
(l) Istoria dinica della diflcriU osservata ndla cilia di Fircnzc; per C. Mo-iclli c L. Nesli, 1873.
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531 lenevano a migllaia le uova di ascaride lombricoide c di tri-cbocefalo.
Altri illuslri osscrvalori collocarono il contagio ia dementi jiiccolissimi.
Cosi Buhl (1867) ripose il contagio In corpuscoli finissimi, splendenti, resislenti alle soluzioni di potassa e di etere; i quali elemenli poi,sccondo I'A. penetrano nolle parti profondo delle mucose.
G. Tommasi c C. Huter lo riposero in eiementi piccoli, rotondi, dotali di movimento enei'gico, ehe penetrano poscia anchc nel sangue. Colla coitivazione si formarono numerosi bacterium lermo e Monas crepusculum.
II dott. A, Classen non trovö nelle pseudo-membrane le forme vegetal! descritle dal Lotzerich, ma in cambio scopri corpuscoli splendenti aventi analogia coi micrococchi del va-iuolo pecorino e tie! vaccine, i quali stanno in masse enormi nelle membrane difteriche, riempiono le celkile cpiteliali c 1c dislruggono. L'A. li ritenne identici a quelli descritti da llufor, Sclionborn, Tommasi ecc.
Inbsp; dotlori Ocrlel e Nassiloff collocarono pure il contagio in dementi vegetali ruicroscopici (micrococcbi).
IInbsp; dott. Senator oltre i corpuscoli rolondi, splendenti, ben contornati die a 500 diamctri appariscono come punli, irovo nolle pseudo-mcraLrano dementi semdiformi, mobili die sombraviino esscre generati per gemmazione dai primi. Ma poi in pscu do-membrane frcscho avendo trovali rari o man-canti i predctti eiementi, non ritenne i predetti eiementi come causa ddla difterile.
Anche ai chiarissimi dottori G. Faraili, Brigidi e Filippi, le ricerche piü accurate sulle produzioni i'ungoidi, diedero ri-sultali negativi; e qnando trovarono dementi vegetali, qucsti nulla avevano di caraltciristico.
Dal suesposto vedesi come non vi sia accordo intorno la nalura del contagio diftcrico, e come queslo sia state dagli uni collocato in eiementi vegetali piccolissimi (micrococchi) e dagli allri nelle spore o di un zigodesmus o di diplosporium.
Non vi ha dubbio ehe nelle pseudo-membrane esistonu
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anche criptococchi {fig. 134, Ictt. a), i quali gcrmogliantlo
[jroducono forme di oidium.
Ma nolle pscudo-membranc vennero trovati eziandio altri elementi. Che cosa sono i corpuscoli citoidi od i nuclei an-golosi o rolondi somiglianti a corpuscoli purulenti descrilti da Buhl? (1). Sono realmente cellule linfoidi e provenienli dalla neoforraazione delle cellule connetlive della mucosa, quelle descrilte dal Lelzerich cntro I'epilelio cilindrico della mucosa laringea, nella sua memoria suH'essudato e sulla for-mazione di pus nel croup e nella difterile? Che cosa sono le globulinee vescicolari proliferanti del Tigri? Che cosa sono i globuli pioidi o 1c cellule ehe assumono forme cosi stra-vaganti da lasciar incerti sulla loro nalura, descrilte dal dot-lore Nesti?
Mi pare di non dire un'eresia dimandando se tra gli ele­menti contenuti nelle pseudo-membrane difteriche ve ne hanno di quelli simili ai psorospermi giovani dei gallinacei.
1 medici piü illustri trovarono un' analogia od un' identiia Ira il croup, la difterile umana, ed il croup e la diflerite dei gallinacei. Le riccrche dcllo scrivente e del prof. Silveslrini dimostrarono die le dette malattie nei gallinacei non sono altro ehe forme di psorospermosi.
Singolari sono le prerogative del contagio del croup o dif­terile dei gallinacei. Nella sua forma piü elementare e un micrococco, ehe penctra nelle cellule epileliali c cresce in un corpuscolo vescicolare analogo ad un nucleo e ad una cellula talvolta identica alle purulente. Mentre quesli corpu­scoli puriformi sono giovanissimi non resislono per nulla alle soluzioni di potassa, ma tocchi da queste scoppiano e si ri-solvano in materia molecolare finissima. Quando sono un poco piü vecchi allora contcngono dei granuli giallicci; e quando sono piü avanzati ncllo sviluppo allora resislono alle solu­zioni di potassa. Non c cosa facile per conseguenza dislin-guerli dagli elementi purulenti o mucosi. Inoltre abilando
(1) Virchuw. Archiv., p, 259, 1871.
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le cellule epitcliali dclla mucosa enlerica del gallinacci non producono mai pseudo-membrane menlre quesle si svilup-pano, quando sono penelrati nelle cellule epiteliali della mu­cosa della bocca o della faringe ecc.; inollre sulla mucosa orale penetrando nell' epilelio delie glandule ddnno anclic luogo a noduli ehe si esulcerano e diventano fetidi; nella mucosa nasale producono sollanlo un catarro aculissimo.
I psorospermi del coniglio poi in quest'aaimale non dänno mai luogo ad alcuna forma cruposa o diflerica alia mucosa orale, faringea ecc. Vedesi pertanto quanto slranamcntc agi-scano i psorospermi negii animali ehe li ospitano.
Vi ha relazione Ira la psorospcrmosi dei conigli , dci gal-linacei e la difteritc parassitaria della specie umana? Cerlo signor Baldi di Pisloia osservö ehe morirono di difterile pa-recchi bimbi, i quali visitavano spesso una stalla in cui erano mantenuti 40 conigli alTctli da psorospermosi, ehe Tun dopo l'altro morirono tutti. Non saro credo rimprove-rato se dico, ehe studi fatli in queslo senso e probabile pos-sino spandere qualche luce intorno le gravi ed oscurc quc-slioni sopra menzionate.
Trasmissione della difterite agli animali.
Coniglio. — II prof. Lelzcrich (opera citata) inncsto la difte­rite nel coniglio dell'etä di 6-8 seltimane. L'innesto venne praticato non con le masse fresche di essudato, ma col fungo coltivalo di recente o conservato giä da due anni! Amministrö piecoli pezzetli di pane essiccali sparsi del fungo. Ila scelto pezzetti essiccati per evitare I'infezione alia bocca ehe non sempre riesce.
Agli inncstati , dopo 36 o 48-52 ore ilivenuti piü quieli, scomparve I'appetilo, si clevo la temperatora e comparve una diarrea violenla o la stitichezza nc'aUempati ecc. Vennero uccisi.
I conigli giovani presenlavano.lo stomaco vuolo, la mucosa iperemica e sparsa da masse sporgenli della grandezza di
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una lonticchia fino ad un piscllo; solto le dctte masse si sco-privano ulccre con Lordi corrosi. Nella parle anteriore del duodeno 1c masse erano piii diflüse; i reni erano pieni di sanguc. Coll'esame raicroscopico, dice I'A. aver riconosciulo sotlo le dcscritte masse, distruzione dclla mucosa fino alia tonica mnscolarc e le masse composte da cellule, da fibrille c da essudato granulöse in cui esistevano fdamenli del fungo spore immature e spore mature. Assicura die la strutlura dellc glandule gastliche ed intcstinali e del viili non era piii riconoscibile. Eziandio nei lubuli dei reni incontrö filamenti vegetali c spore.
Corradi e Ilutcr ricscirono pure a trasmettcre la malatlia agli animali.
Ocrlel inoculö dodici conigli alia traclica; gli inoculati morirono con lesioni alia trachea c con fenomeni di infe-zione generalc. Alia sczione cadaverica trovo membrane spesse, estese , echiraosi nel tcssuto sottomucoso, tumefazione della milza c nefrite parenchimatosa.
Riusci pure a trasmetlere la malaltia coU'innesto alia pelle. L'inncslo fu pralicalo da coniglio a coniglio, e dal coniglio al piccionc. Sembro chc la forza del conlagio diminuisse col numero degli innesli (1).
Cane. Gatlo. — II prof. Bossi {Giornale di med. vel. pra-tita XX) scrisse: un mio amico ehe ebbe la disgrazia di per-dere in pochi giorni un bambino per difterile , mi pregö di visitargli un bcllissimo cane lepriere di piccola razza ehe ammalö qualtro giorni dopo aver trangugiato escreati emessi dal bambino, non die gli avanzi di alimento dello slesso. 11 cane presentava i scguenti sinlorai: grande abhat-limento, sguardo languido, occhi lagriraosi, hocca beanie, da cui colava bava viscida, respirazione frequcnte e sibilanle, tosse fioca, polso pieno, duro e celere, colic allungato quasi rigido, difhcollä a deglutire; taslando la gola si scntiva ede-inalosa c molto dolorosa; la mucosa delle fauci era rossa
(1) Sorcsina. Hivista di med. cliirurg. e kruj)., iS'i, p. lö
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lumcfalla con due ulccrazioni, una sul vclo palalino c I'altra sulle lonsille desire, di una certa estcnsiono c profondilä.
Alia sezione cadavcrica Irovo: la mucosa delle fauci ram-mollita e denudala da epilelio; essudalo membranoso qua c la in chiazze molto compatle, spesse, aderenli alia mucosa: ulceri annerile e mollo profonde: la flogosi erasi eslesa pure alia mucosa delle vie aeree.
Duranle I'cpidemia nell'agro risloicse, vcnne rlferilo al prof. Silvcslrini ehe qualche cane c gatlo mori con 1c lesioni alle fauci della difterile.
Tosse convulsiva, Pertosse (Tosse canina, tosse asinina).
Secondo le osservazioni del Dr. Ludwig Letzeiich (I) la losse convulsiva dci bambini e prodotta da una morfa ve-getale, ehe vegcta sulla mucosa laringo-lracheale e negli alveoli polmonali.
11 fungo c formate secondo 1'A. citato, da filamenli sotli-lissimi aracuoidi ehe si diramano, i quali producono un grande numero di spore. Queste sono piccolo, rolonde, elil-tiche di color rosso bruno, ehe poi germogliando danno luogo a'filarnenti. Queslo micete e analoge secondo 1'A. a quelle della dil'lerile, e ne differisce soltanto, perche le sue spore sono piu piccole ed hanno un cpisporio liscio.
Alia sezione cadaverica trovansi gli alveoli dilalati (/?3. 292) e per lo piu pieni di massa fungoide; c nci minimi bronchi lalvolta vedesi vegetare il fungo in forma di ammassi ncri e spessi. 1 liiamenli fini , dclicati del fungo, talor con pochi, talor con molli sepimenli ed in quesli casi appaiono come corone di perle, si Irovano tanto ne' grossi, ne' minimi bronchi e negli alveoli, quanlo nella mucosa dell'epigloUide e della trachea. 11 fungo puö anche penetrate a poco a poeo nel conneltivo polmonale imbevuto di sierositä.
(1) Vircliow. Archiv., bd. 'i'J, pag. jjO, 1870 — bd. .'iT, jgt;^g. ÜIS, 1S73.
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Gli elcmcnti del fungo si trovano negli sputi dei malati {fig. 291) cd c per mezzo di quesli ehe l'elemento contagioso si diffonde.
11 chiarissimo Dr. Galligo e lo scrivente esaminarono I'es-creato di un Limbo cd in quelle torbidiccio e sparso da pic-coli grumi biancbicci (falti da goccie e da specie di cellule, di certo malcriale di melamorfosi retrograda) non Irovarono aitro ehe grossi criptococchi pallidi, omogenei ed in picciol numcro.
L'A. coltivo il fungo sopra pezzetli di pane ehe si copri-rono di filamcnli scplati producenti spore nere.
Trasmissione agli animali.
L'A. fece ianesli nci conigli, pralicando un'incisione alia trachea e ponendo sulla mucosa masse del fungo con spore mature; 4-6 giorni dopo ropcrazione notö i primi segni di vero catarro tracbeale, e dopo 8 giorni ne uccise uno e trovö lieve iniczionc alia mucosa tracheale e laringea. Trascorse 2 scttimane gli inoculati presentarono sforzi di soffocazione e poi di tosse sonori e talor cosi violenti chc con forza ve-nivano cspulse dalle narici mueositä, die contenevano fila­mcnli e spore immature. Essendosi sempre aggravati i feno-meni respirator!, c divenlando magri, furono uccisi.
Alia sezione trovö l'A. i polmoni enfiscmatosi, piccolo echi-inosi sotlo la pleura polmonalc, isolotti polmonali piü grossi c di color oscuro, ecc.
CoH'csamc raicroscopico scopri, sopra la mucosa della la-ringc e dclla trachea, dei filamenli con spore splendent! ed elitticbe di color bruno. Anche ne' minimi ramoscelli bron-chiali incontrö gli stessi filatnenti.
In due cani affetti dalla cosi detta tosse canina ed uccisi come incurabili, lo scrivente tanto nella mucosa respiratoria quanto nci polmoni non riesci a scoprire traccia alcuna di mi-crofilo. Inlanto niuno vorrä credere, ehe lo scrivente creda la cosi delta tosse convulsiva, tosse canina del cane, idenlica a quella dei bimbi.
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537 Tigna liuguale.
II signor Raynaud (Zeitschrif. 11, pag. 92) osservö una malallia nella lingua (homo) die cliiamo tigna linguale ca-ralterizzala dairipcrtrofia deile papille della lingua. Alcune delle spore del I'ungo richiamavano alia mente quelle del Tri-chophyton.
75. Gen. EnvsiPHE Hedwig. — Peritecii globosi, asci ovali contratti sopra uno slipile breve papilliforme, spore grandi ovale. Numerose s|iccie.
a)nbsp; Erysiphe communis. — Peritecii globosi in mezzo ai lilamenti, da cui si elevano ifi ehe separano spore ovali oblunghc {Oidium erysiphoides). Ne' peritecii sonvi asci corti ehe contengono spore ovali con un nuclco gioboso centrale. La vidi sul glecoma llederacea formare una patina a guisa di ragna.
Malattia delta vite.
b)nbsp; Erysiphe Tuckert (Berk-Mold. Tulasne) Sin. Oidium Tuckeri Berk {fig. 265). — Micclio senza sepimcnli da cui si elevano: i0 degli ifi con due o tre sepimenti ehe alia vetta separano spore ovali rotonde ed eliltiche, della lunghezza di '/so — Vss mm-j 2deg; degli ifi ehe, in cambio di generare spore come un oidium, formano un dclicato peritecio a ma-glie irregolarmente esagonali di color sfumato gialliccio della grandezza di 0mmgt;024; comprimendo i peritecii , le spore spicciano fuori in forma di budcllino; esse sono oblunghe, ovali, acuminate ad una dellc loro eslremitä, spesso contc-nenli due goccie verso 1c punle : la loro lunghezza c da 0,005 — 0,006 mm. Questo mode di fruttificazione venne ve-duto in prima da Amici e da Mohl.
L'Erysiphe Tuckeri vegeta sopra gli acini d'uva, sui grap-poli ed anche sulle foglie e sui rami dando luogo ad una patina di color bianco sudicio; col mezzo degli austorii pcr-fora I'epidermide ed assorbe il nutrimenlo; ncgli acini perciö si arresta il lore crcscimcnto , c rimangono piccoli, ruggi-
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nosi, e se giä sviluppali (iivcnlano piccoli: cadcndo poi una pioggia si screpolano c si cssiccano. Yogelando sopra le fo-glic e sopra i rami da luogo ad eslese macchie scure perclic produce nelle cellule epidermichc una specie di umificazione.
Fu scoperta nel 1845-40 nelle serre di Margolc in Inghil-lerra dal giardiniere Tucker c denominata da Berkley in omaggio dello scoprilore Oidium Tuckeri.
Penetrö in Francia nel 1848; dal 1849 al 1851 si diffuse niaggiormcnte in Francia e giunse anclie in Italia, Ungheria, nel Tirolo e nella Svizzera e poscia si eslese anche nell'Al-gcria, nella Siria, ecc.
II caldo umido favorisce assai la sua vegetazione e diffu-sione. Fu questo fungo una delle piü gravi disgrazie die ab-biano colpita 1' Europa, perche mandö a male il raccollo del vino.
Si c trovato un medicamento nei fieri di zolfo.
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70. Gen. Chaetomium Kuntze. a) Chaetomium Chartarum (fiy. 278). — Pcritecio glo­bose, sollile, nero, f:ilto da cellule, c munito da selole erelte, acute , lunghe , scure septate e circondale da granuli ; mi-celio breve , spore mature clitlidie acuminate ad ambedue le estremitä, con doppio conlorno e conlenulo granulöse o sparso da nucleoli rotondi, ovvero con una grossa goccia al centre. Le spore sono contenute negli asci.
Corda descrive varic specie di Chaetomium. La specie sopra descrilta e la piü comune sui foraggi a decomposizione inol-trata. Compare in esemplari numerosi sopra la paglia e le varie piante componenli il fieno, Nulla sappiamo deH'effetlo delle spore nell'organismo animale. Amministrai spore ad una gallina senza ehe ne provasse danno.
77. Gen. Spiiaeria.
o) Sphaeria Havida'! {fig. 279). — Peritecio falte da una membrana sparsa da linee gialliecie scure a guisa di maglia e neu' inlerno con sfumatura gialliccia ; spore ovali con doppio conlorno, sfumale gialliccio. Comune sui fieni muf-fali tanlo da apparire qucsli come sparsi da punli giallicci.
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531) Picnidi sui foraggi dafi a bovine ehe caddero affette da febbre aftosa.
1deg; Perilccii della grandezza di punli scuri c rolondi ad occhio mulo, pieni di spore ovali (ßg. 217), di cui mollc lievemenle olluse ad nn'eslremilä. Sulla paglia mangiala da bovine die caddero afletle da febbre aflosa.
2deg; Perilccii della grandezza di punli scuri visli ad occbio nudo sopra sleli di veccia c Irifoglio, pieni di spore ovali (ßg. 216), piccolissime , allungatc , molle con leggicro rc-slringimenlo nclla ])artc mediana in mezzo a' numerosi mi-crococchi.
3deg; Perilecii, della grandezza di un punto ad occhio nndo sopra sleli di paglia, fatti da maglie osciire, rolonde, sopra un miceiio composlo da numerosi filamenli di color sfurnato gialliccio. In alcuni peritecii sono conlenule slilosporc della forma e della grandezza di piccolissimi bacterii (fig, 214) rclli, incurvali o flessuosi e movenlcsi debolmcntc: in allri si Irovano spore ovali di diversa grandezza con parcte c con-lenuto ialino ed uno o duo granuli o goccie (ßg. 280).
Vi hanno pure perilecii die conlcngono slijo spore mollo piü lungbe e grosse (fig. 213).
4deg; Perilecii di color olivaceo, falti di filamenli inlrcc-ciali discretamenle grandi, sulle foglic di paglia e di altrc graminacee solle forma di punli scuri, die compress! lascia-vano uscire un grande numero di slilosporc (fig. 215) mollo allungate, assolligliale alle estremilä, pallide, con goccioline in serie nel contenulo. Questi peritecii crano assicmc ad allri ehe conlenevano spore rolonde piene di una specie di grosse o piccole goccie splendenti (ßg. 218). In allri perilccii 1c cellule spore erano ovali con una slriscia longiludinale nel mezzo (ßg. 219).
5deg; Peritecii a maglie ovali, della grandezza nalurale di punli scuri; spore ovali, splendenti, mobili ed anche un po' contratlili, ad eslremitä appunlate od otluse con due globel-lini splendenti verso le eslremitk (fig. 282), sopra gli sleli di graminacee componenli il fieno dato a cavalli die caddero
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aflelli laquo;la tifo cmalico. In vicinanza dci miceli numcrosi cri-
stalli a punle acute.
L' avena data poi ai suddctli cavalli aveva un colore un po' sbiadilo. I grani di avcna presentavano chiazze scure di-pendenti dalla vegetazionc della Puccinia gramims; punli scuri dipendenli dalla vegetazionc del Cladosporium herbarum; perilccii sparsi qua e la della Sphaeria ßavida; sopra dati chicchi di delta avena si trovavano poi numcrosi micrococclii g forme del Bacterium termo e batterii piii allungali. (Devo quest'osservazionc alia gcnlilezza del prof. Silvestrini).
78.nbsp; nbsp;Gen. Lamyella Fr.
a) Lamyella alra Don. (fig. 281). — Pcritecii a maglia con una apcrlura cenlralc (osliolo), die si prcsentano ad occhio nude come piccoli punti; I'imenio fallo da rami sep-lali, die al disopra del sepimenlo producono spore ovali ana-loghe a forme del Bacterium termo all'ingraml. di 1050 dia-raetri. La lunghezza dclle spore e 0mm,0014 — 0mm,0015 sopra la corteccia di salice.
79.nbsp; nbsp;Gen. Fumago.
a) Fumago salicina Tul. (ßg. 283). — Dal micclio si ele-vano filamenti, crassi, scuri, septali die alia velta producono spore ovali (Cladosporium fumago). Inoltre dal micclio si gc-ncrano scliizosporangi ispidi e poi picnidi e perilccii o pi-renii. I picnidi della grandezza talor di mezzo millimctro separano slilospore die hanno analogia con un baclerio. I pc­ritecii sono lunghi, Liforcati, alri, sessili, all'aperture lalor guerniti di appendici: contengono asci obovati, sessili, senza parafisi; le spore sono aterrime obovate (schizosporangii). Ve-gcta sui rami e sulle foglie vive degli alberi, del salice ecc.
80.nbsp; Gen. Pleospora Rab.
a) Pleospora herbarum Rab. Sin. Sphaeria herbarum. Vcrs. (fig. 8). — Pcritecii (lett. b) di colore oscuro , ovali, coperti daU'epidermidc e leggcrmente prominenli, asci corti in forma di clava; parafisi filiformi, ramose; spore ovalc oblunghe, composte, di color scuro {lett. a). Picnidi a collo lungo, die contengono slilospore ovali, spesso con due goccie. Micclio scuro, septalo, da cui vengono prodotti schizospo-
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541 rangi di forma varia {lelt. F. II.) ed il Cladosporium her-barum. Trovasi sopra i rami cd i cauli delle piante. I pic-nidi trovansi talvoita sollo rcpidermide dei rami di gelso ed in quesli casi i rami presentano delle specie di ammaccatura in cui la corteccia ha perduto il color verde.
Sopra gli steli di alcune pianle componenli il foraggio dato a bovine cadute affelle dalla polmonera (Delprato) i perilecii si presenlavano come punti scuri, sporgenti sopra I'epider-mide con osliolo o maglie larghe, gli uni pieni di spore {fig. 311, lell. a), composle, poliseptate con goccie splen-denli e gli aliri pieni di stilospore reite o lievemenle strette neila parte mediana {fig. 311, lelt. b). Si notavano poi altri picnidi contenenti spore con slriscia centrale (/eM. c). ,
b) Pleospora agave Denotaris {fig. 284'). — I peritecii o pircnii esaminati ad occhio nudo si presentano in forma di linee oblunghe neraslre piii o meno elevate sollo I'epider-mide degli steli di paglia de' pagliai rimasti esposti alle in-Icmperie; ovvero talvoita prescntansi sopra rcpidermide in forma di ciuffetti ncrastri in mezzo a filamenli pure neraslri (dopo le pioggie). In questo case si nola sopra gli steli di paglia una muffa in forma di lanuggine scura, fatta da fila­menli {fig. 312) con doppio contorno, septati, un po' fles-suosi, colla punta tondeggiante o nodosa ehe produce spore grosse, septate, piii rigonfie alia base e rislretlc alle som-mila. 1 detli filamenti {Cladosporium) banno un color scuro sfumalo giallo olivastro.
I peritecii racchiudono asci {fig. 284, lelt. a) contenenti spore a vario grado di sviluppo. Le spore giovani septate od banno un color pallido, od olivastro o giallo d'oro. Le spore mature poliseptate banno un color venlastro scuro o lalor un bei color rossigno.
E quesla specie cbe vennc amministrata dallo scrivente senza inconvenienle a due pecore nel 1871 c non la Pleospora herbarum come per errore venne scritto a pag. 337.
E comune sugli steli di paglia esposti aH'intemperie,
81. Gen. Robeugia Desmaz. a) Robcrgia straminis {fig. 285). — Peritecii die for-
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mano macohio ovali oil oblunghe, di color scuro, della gran-dezza di un punto, siluali sotlo I'epidermide. Asci di diversa grandezza cho contengono spore lunghissirne, piccolissime, filiforrai, piii sotlili ad un'eslremitä con granuli e goccie al-Tintcrno. Parafisi lunghe e filiformi; sopra gli steli di paglia.
82. Gen. Labouldenia. Montagne. a) Laboul rnnscac {fig. 280). — Pcdicello lungo, cilin-drico, fatto da due cellule, colla rnembrana di Ire strati di color bruno. Alia sommitä del pedicello vi ha un ingrossa-mento fatto da quattro cellule {b) (riccltacolo) sopra 11 quale giace il perilecio piü largo alia base e piü rislretto alia som­mitä; spore fusilbrmi, spesso alquanto incurvate composte di due cellule scolorate {lelt. D).
Vegeta in forma di una patina rosso-bruna sul corpo delle mosche.
Segala cornuta.
Sclewlium clavus. — La segala cornuta ailro non c die un miceiio o complcsso di cellule, il quale non pote giu-gnere a sviluppo complcto, detto Sclerotium clavus; ogni ccllula die lo compone contiene una sostanza oleosa e nis-suna traccia di amido. Qnesto scierozio altro non e ehe l'or-gano di fruttificazione, arrcstalosi nello sviluppo, della Cla-viceps purpurea Tidasne.
Lo scierozio clavo trovasi sullc spiclic di segala [secale cc-realis) in maggio c giugno. Ecco come si forma questo scie­rozio. Arrivate le spore sullc giovani spiche nel momento in cui I'ovario va sviluppandosi, ed in questo penetrate vi de-tcrminano un'irritazione, per cui afiluisce una maggior quan-litä di linfa ehe all'osservatore si presenta a guisa di goccia mucosa; le spore in mezzo a queslo sustrato germogliano rigogliosamcnte sotto forma di criptococchi; in breve tempo se ne forma un ammasso; quelii collocali nel centro del cu-mulo si allungano poi in filamenti fallraquo; da serie di cellule piü o meno lunghe: alcuni di quesli filamenti appena for-mati sono esilissimi c piccoüssimi, allri sono piü corli, ma
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543 piü grandi perchö falti da cellule in serie piü grandi. 1 li-lamenli periferici si allungano sempre maggiormcnle, reslando perö vicini gli uni agli altri, ed assuraendo poscia una tinta vinosa scura o violetta. I filamenti periferici e specialmenle quelli alia soramila del cumulo produeono ramoscelli corti ehe generano alia loro punta spore ovali in copia slraordi-naria (Sphacelia, fig. 287). Lo sclerozio clavo a questo punlo di sviluppo e hen delineato. Inlanlo la produzione di spore ovali dal ramoscelli periferici comincia a cessare verso la base ed allora il granello della segala cornuta sembra alia sommilä provvedulo di un ca[)puccio, cappuccio formalo dal-riodicato stralü proligero. Cessando l'afllusso di umori, cade il cappuccio o lo slrato proligero c lo sclerozio c formato.
Esaminando moile spiche di segala se ne inconlrano di ([uclle , ehe alia sommilä del chiccho giä formato , hanno ciocche di sostanza spugnosa fatie da filamenti di varie gran-dezze e di color giallastro e da nurnerose spore ovali. Giö dimostra ehe lo sclerozio clavo non si forma ehe quando i i suoi gerrni arrivano neH'ovaiio delle spiche appena fecon-dato; se il chieco e giä formato, allora si sviiuppano bensi ma formano una specie, di cappuccio al chieco e non lo scle­rozio clavo o segala cornuta. La forma c la lunghezza della segala cornuta variano a seconda delle specie di plante in cui si sviluppa. La segala cornuta o lo sclerozio clavo vennc trovato auche sul Bromus secalinus, Festuca gigantia, Pha-laris arundinacea, Lolium perenne, ecc.
Lo sclerozio clavo si sviluppa nelle spiche delle pianlc sopra indicate, quando l'epoca della fioritura corrc umida c piovosa.
In condizioni favorevoli, dallo sclerozio clavo si elevano ammassi di ifi in forma di pedicello ingrossato alia punta; in quest'ingrossatnento si produeono peritecii ehe conlengono numerosi asci ehe racchiudono spore allungale e sottili; questo ascomiecto fu detto da Tulasne Claviceps purpurca {fig. 288).
Lo sclerozio clavo o segala cornula c un tossico, agisce sull'utcro risvcgliando Ic contrazioni uterine. Ora certi aborli
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opizootici ncllc femmine degli animali descritti dagli aulori dipendevano dallo sclcrozio clavo vegelaate od in'quinanle ralimcnlo?
Nelle rcgioni in cui la segala o la sua farina e adoperata come alimenlo dell'uomo e degli animali, quando e inquinala da sclcrozio clavo produce una malallia grave delta crgolismo o gangrcna sccca delle eslremilä.
Malaflia deH'aglio (aglio in rabble).
Rhizoctonia allii {fig. 41). — Uno sclcrozio ehe produce presto la rnorlc delle piante in cui si sviluppa, e quelle ehe invade la pianla dcU'aglio.
Le pianline d'aglio malalo benche in apparenza rigogliose, lullavia aU'invasione del morbo prescnlano le vetle delle foglie di color giailo: il giallore c ravvizzimento cresce ogni giorno, lanto ehe in 4-6 giorni la pianla si essica. Svellendo le piante malatc, queste si rompono facilmcnte a fior di terra o si sbocciano c rimanc il capo d'aglio nudo di foglie, mul-liccio alia pcriferia e di color un po'sudicio o lorbidiccio; la buccia del capo d'aglio c molle, ammuffita e sparsa da sclerozii o da chiazze di sclcrozii. Questi hanno la grandezza lalvolta (piasi di un seme di papavero. Sono formati da fila-mcnli splendenli diramali in guisa da formare una maglia.
Devo I'osservazione di questa malaltia alia genlilezza del collcga signor Ghignola.
83. Gen. Peziza Fr. a) Peziza cibarioides Fr. (1). — Si presenta sotlo forma di sclcrozio (fig. 297, leit. a), globoso, o composlo di molti pezzi globosi; i piu piccoli non presentano cavitä interna; la grandezza e variabile. La superficie esterna degli sclerozii c cospersa da elcvazioni verrucose ed e di colore nero. Sono ncll'interno formati da cellule eliltiche unite da una sostanza inlercellularc.
(1) C. Khcm. Die Knlwkli tines die Wee art. Pihes ecc. 1872.
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Dagli sclerozii si formano i riceltacoli {fig. 297 lelt. b), ,
quali sono soslenuli da un pedicello. 11 ricellacolo formato
risulta da'segueuli strati: 1deg; Strato corticale. 2quot; Strato mi-
dollare. 3deg; Tessulo subimeniale. 4deg; Imcnio.
L'imenio e composto da parafisi e da aschi (fig. 298). Le spore mature hanno una forma lungo elittica, una mcmbrana delicata, scmplice; sono piene di fino protoplasma regolar-mente con due goccie di olio. 11 loro diametro e da 0 OIG a 0,02mrn.
Lepiante ehe invade ed uceidesonoii Trifolium pralcnse L. 11 Trif. incarnalum L. 11 Trif. repens. 11 Trif. hybridum.
Reca per conseguenza gravi danni all'agricoltura invadendo gli steli delle dette pianle.
84. Gen. Ascotriciu Berk.
a) Ascolrkha charlarum lierk. (fi.g. 244). — Ha il peri-tecio globoso con parete pseudo-parencliimatosa quasi ncra; alia paite superiore presenla numerosc appendici ramose e fruttiferc, producenli spore nero-brune globose. Nell'infeino del peritecio sono conlenuti aschi. Le spore dcgli aschi al piii sono in numero di otto di forma cliltico.
Mixomiceti o miceti mucosi.
Lo sporangio nel maggior numero dei mixomiceti e ro-tondo, allungato, sostenuto da un pedicello o non, di rado (i orizzonlale. La sua membrana e scmplice o divisibile in due strati, colorala o non. In alcune specie e incrostrala da carbonato di calce in forma di granuli o di crislalli. La ca-vitä dello sporangio o contiene le spore owero presenta numerose fibre ramificate c riunite in relicelle, il cui in-sieme venne dctto capillizio. Questi tubuli comunicanti pre-sentano dilalazioni vescicolari piene di granuti calcari. In alcuni generi la strutlura dello sporangio e piu complicata (corpo frultifero De-Bary), cioe e fatlo da lubi riunili in forma di rele. Si notano poi ancora altre differenze. Negli sporangii, lo spazio libcro del capiilizio e occupato dalle spore.
11 pedicello ehe sosticne lo sporangio, ad cccezionc di al-
lurollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;-g
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cune specie, e fallo da lubi, lia nna parcle rcsistenle con pieghe longitudinal!. E in comunicazione cello sporangio o ne e separalo da un sepimenlo. La base del |ieilicello ade-risce al suslralo in modo di cspansiune membranosa.
Le spore in certe specie conscrvano la facollä di ger-mogliare anchc per Ire anni, conscrvale in luogo ascinllo. Nell'acqua le spore si rigonfiano , dope 102-24 ore csce il protoplasma, prende la forma globosa , si muove e manda prolungamcnli a guisa di ciglia; lt;|iiesle masse ehe somigliano ad animali si molliplicano per divisione, indi si riuniscono in masse i)iü grosse di protoplasma mobili (plasmodio). Qncste masse di aspello mucoso o si presentano in forma di lubi ramificati e riuniii in rote (incsentericlie) sopra i suslrali, oppure in forme di sollili cordoni nel legno in decomposizionc.
85, Gen. Piiysabum Fr. a) Physamm cinereum (fig. 302-303). — Queslo noixo-micele vedulo vegetare sopra foraggio ha il cappello o lo sporangio in forma londcggianlc o di fagiuolo, soslenulo da corlo peduncolo. 11 color dello sporangio c cinereo scuro, il pednncolo scuro gialliccio. Esaminato al microscopio ri-sulla faito da una trama di lllamenli con dilalaziom varia-bili (fig. 303) conlenenti matcria granulosa, sfumala giallic­cio. Spore numerose con nuclco , di color bruno sfumalo gialliccio (fig. 302, lelt. a).
8(3. Gen. Spumaru Persoon (Vedi Appendice).
87. Gen. Synciivtrium De-Dary. a) Synchylrium laraxaci De-Bary (fig. 209). — Sulle parli vcrdi del Taraxacum officinalc si presenta in forma di piccoli corpi sferici od un po' allungali (tubercoli). I tuber-coli piii grandi hanno quasi V* ai' 'A niiilimctio; sono si-luali nel parenchima deli'organo invaso sollo I'epidermide ed lianno un colore ranciato. Questi tubercoli ranciali risullano formali da un nnmero piü o raeno gramle di cellule (15-50). Quesle cellule lianno grandezze diverse (fig. 300), c per lo piii forme poliedriche irregolari. Ilanno una rnembrana incoiora.
Melleado nell'acqua un pezzo di Taraxacum ehe ronlenga i delli tubercoli, questi si mutano in zoosporangii, ehe pro-
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547 ducono delle zoospore. Nell'acqua cscono le zoospore; dimo-vano neU'acqua un istante immobili c poi compiono movi-menli rapidi. Le spore hanno in gonerale una forma sferica, di rado ovale ed allungata. Si muovono nell'acqua in varii modi; do|io qualche tempo, alcunc vanno al fondo e si muo­vono come un ameba {fig. 301, lell. a).
I. Kuhn sludiando gli olricelli del Miescher, gli sembrö ehe quesli avessero analogia col Synch. Taraxaci e perciö ne fece una specie ehe chiamö Synchylncum Mieschierianum.
Ma gli olricelli del Miescher die si trovano nelle fibre mu-scolari del maialc, quando arrivano nelle fibre muscolari si prescnlano come infusorii muniLi di ciglia {fig. 322) ehe hanno una pai le anteriore con bocca guarnila di ciglie ph'i lunghe. Sc rassomigliano alle gregarine non mi pare pos-sano essere rilenuli come una specie di sinchitrio.
CAP1T0L0 IV. Alghe.
Le alghe secondo Rabenhorst (1) sono pianle acqualiche, di rado aeree, cellulari, |)er lo piii con sessi, clorolillose o piene di soslanzc aflini alia clorofilla; hanno una vegelazione lerminale o periferica e si propagano per divisione o per mezzo di spore tranqnilie o mobili.
Sono classificale dall'illuslre algologo sopracilalo in
1deg; Dialomoficee con cilioderma siliceo , rigido, incom-buslibile.
2deg; Ficocromoficce con cilioderma non siliceo, flessibile, molle, combuslibile.
3deg; Clorofilloßcee con citioplasma clorofilloso.
amp; Malacroficce con cilioplasma olivaceo, fosno o nero.
5deg; Bodoficee con cilioplasma roseo porporescente, coc-cineo o violaceo.
(1) Opera cilala.
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Alga Balestra.
A pag. 122 venne fallo un breve cenno delle credutc forme del miasma palustre, causa delle febbri inlermitlenli e delle perniciose. Alia gentilezza del cliiarissirno Dr. Pielro Baleslra devo una copia tlei disegni dell'alga {fig. 307) die egli rin-venne alia su[ieificie di lutte ie acque di differenli paludi anclie fra loro lontane, come quelle d'Oslia e le Ponlinc, e ehe l'illuslre aulorc ncl 1869 descrisse nell'aurea Memoria {Riccrche cd esperimcnli sitlla nutura e genest del miasma pa-lustre. Roma, lipografia Romana, 1869). L'alga del Dr. Ba­leslra a 250 diamelri (Nacbcl ocular 2 ed obbielt. N0 3) si presenla in forma di filamenli a guisa di lunghe e sotlili lacinie , talune delle quali si divide in altre due , o meglio sorgono allre due lacinie su ciascuna. Quando e invecchiala allora scompaiono le arlicolazioni delle lacinie: il contenuto e falto da sostanza Irasparente piena di granuli; le sporulc isolate somigliano a piccoli granuli ovoidi di circa l}i00 di mm. giallognoli, trasparenli al cenlro, con una specie di nucleo, il piii delle volte, poco appariscente. Gli sporangi o sporocisli sono ricellacoli picni di spore, alquanto ovali, giallo verdaslri, a margini spesso sinuosi e della grandczza di '/soo e Vsoo ^i millimetre.
Quando delta alga irovasi immersa neH'acqua, non vegela gran falto ed al suo germinare c propagarsi, oltre I'aria, I'acqua ed una tcmpcralura abbaslanza elevala , si richieg-gono materie organicbe in islalo di lenla pulrefazione.
Alga Selmi.
II prof. Selmi fece sludi intorno la natura del miasma pa-lustre. Fillrava I'aria inquinala da miasmi allraverso 1' a-mianlo; quindi preparava del sciroppo ehe portava alia lem-peratura di 110deg;; lo lasciava poscia raffreddare colle dovule caulele omle non penclrassero gerroi vegetal!: poscia in quello poneva pezzelti di amianlo allraverso al quali era lillrala I'aria miasmalica. In ripeluli esperimcnli anche variali, FA.
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549 vide scmprc svolgersi sul sciroppo 1'alga di cui riporto il disegno nolla fir/. 308 (vedi il Miasma Paluslre, ecc. Pa-dova, 4871).
E formala da filamcnli di varia lungliezza, ramosi, tor-luosi e composli da cellule od arlicoli di varia lunghezza, alcune delle quali cellule essendo rigonfie, i filamenli appa-iono nodosi. II colorc c verdaslro.
Palmelle Salisbury.
A png-. 1^2 venne pure indicalo ehe il prof. Salisbury fece derivarc il miasma da alcune specie di alglie del genere Palmella die rlenominö Palmella gemiasma, Palmella Pro­tuberant c Palmella lamella. Avendo trovato disegni di Pal-melie nelia Flora Crypt. Greville's Scottish, vol. V, lio cre-dulo hene riporlarne i discgni cd un breve cenno descrillivo. 1deg; Palmella Protuberans (fig. ol4). 11 {lelt. a) ricellacolo e gelalinoso, ialino, espanso, irregolarmente lobato, mollis-simo, vcide e picnu di granuli eiitlici {lelt. b).
2deg; Palmella Botryoides (fig. 315, lelt. a). Ricetlacoli glo-bosi, sublobali, verdi, pieni di granuli elillici {lett. b).
1! prof. Salisbury, nella meraoria sulla causa delle febbri iotermiltenli, racconta aver esaminato 1c secrezioni salivali cd il rauco espellorato al mallino dai malaii, ed assicura ehe quo' corpuscoli die in lulle le osservazioni coslanlemenle e generalmenle si risconlrarono abbondanli , si fuiono delle piccole cellule obluvghe, isolate e conglomerate, con micleo di-stinlo, avviluppalo da involucro cetlalare liscio, con un pttnto molto piü chiaro simile ad uno spazio vuulo , siluato tra la parete cellulare ed il nucleo (V. Ga.zzclta delle cliniche, ecc. Torino, p.. 755, 1809).
Gli indicati elemcnli vennero pure osservati nella rugiada de' luoghi di malsania da lui esaminali.
L'A. lia giudicato Ic cellule Irovate nel muco espellorato dui malaii di nalura ahjoide. Allo scrivenle sembrano le pre-delle cellule non allro die criplococchi.
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Nella decorsa prirnavera (1873) lo scrivenle ha esaminala una pseudo-membrana di bambino morlo per difteritc. In qucsl'esame ha impicgato due sedule senza usare alcuna pre-cauzione.
Alcuni giorni dopo vennc assalito da mnlessere generale, ehe cominciava alle 10 del maltino e si risolveva verso sera: un talc slalo di malessere ricomparvc al 2quot; giorno. In al­cuni giorni si dispiegö una terzana caratlerizzata da brividi di freddo, da punlure nrlicali alia eule del dorso, dalla sen-sazione di diminuzione della temperalnra interna, da freddo alle cslremilä, da inerzia cd incapacity inlellcUuale ; c piii tardi cioe verso mezzogiorno da cefalea intensa, e calore pe-riferico, da sospensione della digestione, proslrazione grande, espellorazione abbondante di mueositä, ccc. Mitigazione gran-dissima di ogni fenomeno morboso verso sera.
Ncgli spuli un po' densi disiaccali dalle fauci con un po' di sforzo, si trovavano cellule epileliali pavimenlosc, globelli di rnuco, balterii molto lunghi irmnolnli e numerose cellule con contorno spiccante ed un granulo ncl-ccnlro o verso un lalo {fig. 316). l)i qnesle cellule ve ne erano ili quelle pic-colissime cioe del volume di un grosso microcoeco. Avendo rassomiglianza con le cellule della pseudo-membrana mi ri-solsi a prender subilo il solfalo di chinino.
Mi sembra die i descrilti criptococcbi sieno simili alle rellnlc trovale dal prof. Salisbury nel rnuco espeltorato dai suoi malali. Sono desse la forma jiiu elementare del micro-fito causa deile febbri inlermillenli?
88. Gen. Merismopoedia Cli. Robin. — Sarcina Goodsir. a) Merismopoedia venlriculi Ch. Rob. Sarcina ventr. Good. (fig. 3, A, 1J, lav. 1).
Venne scoperta da I. Goodsir nel 18-42 nelle malerie re-ictle col voraito da un uoino. Vennc poi anche Irovala nel venlrieolo di un coniglio sano ucciso per caso (Virchow), in un ascesso gangienoso del polmone dell'uomo (Virchow T. Cohnlieim) nelle feccie dell'uomo (Bennel), nelle feccie diarroiche pure dell'uomo c nei sedimenti dell'urina di un giovane di 8 anni (Heller). Lo scrivenle la scopri nel ven-
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i^praquo;.....m -,i '#9632;#9632;i*quot;(W*|k*jiriisraquo;*w*laquo;^,,'-gt;quot;:*'
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Iricolo degli equini (1870-71) (1) e ncll'inleslino colon e nd ceco dei polli (1873). Nell'uomo produce spesso gravi scon-cerli gasliici. Negli animali non produce danni od almeno sconcerli funzionali riconnscibili.
Nel venlricolo del cavallo presentasi solto forma di masse simili a cubi lagliali per melä, composli onlinariamenle di un ammnsso di otic cellule, di cui quatlro slanno nel piano superiore e quattro nel piano inferiore, cioe sono sovrap-posle le une alle ailre (ßg. 310), le quali colla pressione o col Iraumalismo si separano facilmenle le une dalle altre. Si inconirano anclie ma?se falle, da 32 spore, cioe sedici nel piano superiore e sedici nel piano inferiore. Le indicate cel­lule sono lifrangenli la luce, trasparenti, per lo piü londeg-gianli, omoi^enee. Le cellule del piano inferiore sporgono per uno dei loro bonli.
NeH'inlcslino dei polli si liovano spesso in grande numero gli ammassl di sarcina. Le cellule disposte cume venne giä indicalo, si veggono riunile per me/zo di grosse masse di soslanza ialina, omogenea {fig. 309, lell. a). Si puö perlanlo dire, clic il flcoraa (miceiio o complesso di cellule) della sarcina c quadrato cd irregolare composlo da piccolo cel­lule (8, 16, 64) awoke da una grossa massa di soslanza gelalinosa pallida.
Alterazioni dell'aliniento degli animali prodottG da microGti.
Dopo die abbiamo passalo a rassegna diverse specie di microfili, ci riescirä cosa facile sludiare c riconoscere le al-lerazioni ehe producono nelle sostanze alimenlari.
O^ni gencre di sostanze alimenlari puo olfrire suslrato adaiio alia vegelazione ed alia molliplicazione dei micrufiti e venirne piü o meno profondamenle alteraio. Diffatli i me-
{{) Giornale anal, fis Pisa 1871.
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lodi impiegali per la conscrvazione delle soslanze alimenlari lianno per fondamento la distruzione dei germi dei microfili o la creazione di condizioni sfavorevoli al loro sviluppo.
In quanlo aH'alimenlo vcgctale, i microfili invadono 1c pianle pabular! cd i loro frutli lanlo ne' varii stadii di vege-lazione, quanlo, allorche quelle sono falciale ed essiccale, e quesli giunli a maturanza sono raccolli c conservali per use alimentare.
Nelle pianle alimenlari vercli e nei loro frulti dänno luogo alle seguenli allerazioni macroscopiche ehe caratlerizzano par-licolari malallie:
1.nbsp; Gallozzoline, piccole elevazioni in prima e poi ulce-rclle linenri o rigonfie nel mezzo e sotlili alle loro eslre-milä, piii o mono confliienli e discrete e di colore analogo piii o meno a quelle dclla ruggine {Vredo o Trichobasis ruhigo vera ecc. Uromyces appendiculata ecc).
2.nbsp; Maccliie piccolissime o punleggialure rosso-giallc o di altro colore (Lccylhea).
3.nbsp; Punleggialure bianchiccie come sprizzalure di biacca (Cislopus candidus).
4.nbsp; nbsp;Linee o maccliie lineari lunghe di varia grandezza e quasi di eguale larghezza nel loro decorso c di color nero inlenso {Puccinie).
5.nbsp; Tumefazioni bianchiccie o bianco sudicie in priraa, e poscia coperle da polligiia o polvere nera o scura {Usli-lago maydis).
6.nbsp; nbsp;Polvere neraslra o color caffc sugli organ! di frulli-ficazionc die li dislrugge ed impedisce la formazione dei frulli {Uslilago carbo del grano, Uslilago destruens del mi-glio ecc).
7.nbsp; Trasformazione del conlenulo dei semi o dei chicclii in una sostanza nera o scura, per cui i cliicchi rimangono piii piccoli, leggieri c di colore oscuro {Uslilago scgdum del grano, Uslilago Hold sorgt della saggina ecc).
8.nbsp; nbsp;Palina bianchiccia o bianco sudicia sulle foglie e sugli sleli (Oidium cresiphoides), ovvcro chiazze o paline scure o sfumate verdicie {Cladosporii).
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553 Sopra le pianle essiccalc e conservalc per uso alimentaro producono:
1.nbsp; Punteggiature alquanto olevate, tondcggianli piü o meno conlluenti, so[ira I'epidermide degli steli e del!e foglie (Peritecii di specie diverse).
2.nbsp; Punteggiature ovali scure o plumbec {Pleospora agave, peritecii o picnidi di I'unglii elevati).
3.nbsp; Noduli o tubcrcoii di grandezza variabile (specie di­verse di microfili).
-4. Pustolc di diverse grandezze e di diverso colore, cioe elevazioni a base larga ed a superficie ineguale,
5.nbsp; Corpuscoli o globetlini giailastri o solfurei appena visibili ad occliio nudo in mezzo a muffe (Peritecii dell'-Ew-rotium aspergülus (jlaucus; Sphaeria ßavida.
6.nbsp; nbsp;Mulle in forma di lanuggine fina e rara di colore bianchiccio, azzurro veidiccio o scuro (Peniciilii, aspergilli, cladosporii).
7.nbsp; nbsp;Muffa in forma di palina di colore bianco, azzurro, verdiccio, neraslro, scuro o plumbeo (Peniciilii, aspergilli, cladosporii, stemfilii). Quando le pianlinc lt;li aspergilli sono rare, si distinguono bene per le teslolinc ineguali c piccolis-sime alia loro vclta. So la patina e nerastra o sulfurea, e le tesloline sono molto piii grosse, allora e formala da una sterigmatocyslis. Nellc muccdinee 1c lestoline alia punta degli ill sono liscie e basla averle vedule una volta per caralte-rizzarle. Le palinc bianchiccie sono spesso formate da oidium, da un semplice micelio.
8.nbsp; Mulfe in forma di piccoli ciufti o cespuglii appena discerniliili ad occhio nudo (Chaelomittm).
9.nbsp; nbsp;Cliiazze piccole o grand), o cumuli (cladosporii) di diverso colore.
10.nbsp; Colorazioni scure per lo piü per umificazione dei tcssuli vegetali.
Quando i micromiceti invadono i foraggi essiccali c male conservati, il loro micelio comincia a serpeggiare ncll'epi-dermide ed a diramarsi in mille guise, poi penelra nelle parti profonde. La vcgelazione piü o meno rigogliosa del mi-
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celio e la sua frultiGcazione 6 accompagnata da una grandc gcrmogliazione di micrococchi, di sporoidi, di baclerii, di micolrici, die si insinuano Ira le cellule e le fibre vegetal!, vi penetrano denlro, allerano e dislniggono la clorofilla, disgregano il tessulo vegclale, gli fanno prendere il colore bruno o scuro c lo umificano. Oi'din;iriainenle le specie di microfili clic compaiono sui fieni sono penicillii, aspcrgilli, mucedinee; a (iiie.-le specie, dopo breve spazio di tempo, seguono lorule, oidii, slachilidii, verticillii, c poscia clie-tomii, coremii ed infine micrococchi, criptococchi, sporoidii die disgregano e distruggono il tessnto vegetale. I fieni in cui si succedono, come in qualunque alfra soslnnza, le ve-getazioni di microliti sopra indicate mandano un forte odore di muffa.
Nci grani, nei tuberi, nei frufli di qualsivoglia nalura i microfili producono eguali allerazioni c danno luogo ad ana-loghe manifeslazioni, salvo clic i luijeri cd i frutli perdono il colore loro caraiteristico, si rammolliscono e si pulrefanno mandando lalvolta fclido odore.
I tessuti anirnali come ad cs., Ic carni ecc., sono invasi da prima da micrococchi e da micelii per lo piü di muce­dinee, tanlo die perdono il colore, diventano scuri, sitano forte e poi si rammolliscono e pulrefanno.
Considerando alcuni casi di morli avvenule in breve spazio di tempo negli anirnali per I'ingestione di aiimento mullalo sembra ehe neil'alimenlo muffato ad un cerlo grado, si for-mino principii tossici per rorganismo animale.
Nell'acqua conservata per bevamla degli anirnali si incon-Irano talvolla lilamenti di micelii; ma le piü gravi allera­zioni dcH'acqua vengono prodotle da micrococclii, ballerii, vibrioni, spirilli di ogni specie c da infusorii. Egli e nelle ac(iue stagnant! contenenti materie organiclie in cui le morfe sojira indicate vegetano rigngiiosamente, lalvolta insiemc ad alenne specie di contagi; in modo die qucste sono causa di malallie o per le morfe vegetali, o per i contagi ehe con-tcngono.
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Dei contagi e dci micrococchi.
Venne gii imlicato a pag. 3G come le forme piü elemen-lari dei microfiti, micrococchi, micotrici, sporoidi, ballerii, criplococchi costituiscono i lermenli, i contagi, i miasmi e gli agenli della putrefazione.
In quanto all'lrnportanza de' fermenii comuni (fermenlo del vino, della birra, dell'aceto, ilei lievito ecc), nissun osa piii elevare il menorno dubbio. E dal pari atnmessa da tulti I'azione pcrniciosa die le morfe ordinarie de' microfiti eser-cilano sopra le I'crile, le piaghe, le produzioni morbose csul-cerale, cioe die sono agenli di decomposizione e di putrefa­zione dei liquidi ovvero di irrilazione.
Ma i dubbi e le incerlezze insorsero rispello ai fermenii moibosi, ai contagi ed ai miasmi. Le osservazioni dell'il-luslre llallier vennero accolte poco bcnevolmenle da qualche medico tcdesco (1) e da parecchi botanici. Qualcbe patologo non potendo far allro, crilicö i metudi di osservazione o pro-clamö ehe Ira laquo;jualchc anno le osservazioni parassilologiche sarebbero co*a rancida. Alcuni velerinaiii chiamarono pelil licle , i microfiti die si ritengono cause di malallie; qual-cmio poi si spavenlö ai nuovi tenlativi di studio e si lamenlö, perche, per essersi irovato qualcbe volta neilo scolo moc-cioso fiiamenti e sjiorule si e ammesso la natura parassilaria del moccio (nissnn palologo medico e veterinario, mai cbiamö morbo parassitario il moccio |)cr aver veduto fiiamenti e spo-rule nello scolo moccioso), e j)cr aver rinvenuto, alia super-ficie ulcerata della laringe, particolari epifiti si e fatto dipen-dcre I'esislenza di quest'ulceri laquo;la parassili vegetal! (nissun veterinario mai osscrvo ulceii alia laringe die abbia allri-buile ad epilili).
Causa di scetticismo c slala la piccolezza dei micrococchi, la loro omogencilä e sopraltutlo la difiicolla grandissima a tener dictro alle loro cvoluzioni progressive tanto die alcuni
(I) Kritik der paratit. linlcrsucli von Ualllcr ccc., von R. Weise. 1868.
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botanici negano del lullo uno sviluppo progressivo di qnesln morfc vegelali, o lo spiegano slranamenle. Ma quando si ha Toccliio alle bellissime ricerche ed osserva/.ioni del pro-fessore Ilallicr e si sludia accuralamente qualcuno dei fer-menli cotnuni, ad es., qnello dell'aceto, del lalle, del lie-vito ecc, uno sviluppo ullerioie dci micrococclii non puö csscre contestato. Lo sviluppo deW'oidium da criptococchi non puö esscrc mcdesimamente posto in dubbio; del pari non puo esscrc negalo uno sviluppo ulteriore del micrococco di eerie specie di conlagi.
Che poi micrococclii, batlerii ecc., formino alcune specie di virus capaci di uno sviluppo ulteriore vicne mirabilmenlc dimoslralo da quclli die costiluiscono il virus carbonchioso. Innestando in animali sani (iniczioni sotlo la cute) sangue bacterioso anlracico, si vede spesso morirc di anlracc ema-tico gli inoculali, senza die nel loro sangue prcsenlino i bal-Icrii, c viceversa inoculando sangue non bacterioso si incon-Irano poi no' cadaveri i ballerii. L'illuslrc Delafond die primo osservö quesli fatti, no dedusse die il bacterio carboncbioso non era specifico. Alcuni sperimenlalori moderni poi accella-rono I'opinionc del Delafond contra la specificila del baclerio carboncbioso, perche inicllando solto la cute di piccoli ani­mali parcccbie gramma di sangue putrelallo o di allro li-quido pulrefatlo , trovarono nel sangue de' morti per sepli-coemia batlerii analogbi a quello carboncbioso (1). In nu-mcrosi innesli fatli dalle scrivenle, ponendo sotlo la cule del coniglio qualcbe goccia di sangue pulrefalto o preso da ani-male morto di septicoemia, non mai vide avvenire la morte degli animali. Ora e noto anche al volgo die una goccia di sangue anlracico vale a far sviluppare Tanlrace. Quando si iniettano solto la cute di piccoli animali pareccbie gramma di sangue pulrefalto o scplicoemico, si comprende come sia facile cosa die soccombino per septicoemia. Adunque il rrii-crococco cd il bacterio carbonchioso non devono essere con-
(1) I. Ravitscli. Zur Lehre von der putriden infection ecc. Berlin, 1872.
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557 fusi con quelli della seplicoemia e dal micrococco anlracico c un fatlo, ehe si possono sviluppare i baclerii deH'antrace.
Ma ciö ehe concorsc cziandio a far dubilare della speci-licilä del virus anlracico, si c la facollä di queslo virus di passare presto ad altra forma innocua, cioe lo sviiuppo dei Laclerii in lunghi filamenli, ovvero la loro decomposizione quando nel menstruo ehe li conliene si e acccsa la putre-fazione ordinaria; ma quesla prerogaliva 6 coraune ad altri conlagi.
Nell'adenile equine tanlo negli ascessi sollo la gola quanlo in quelli di nitre regioni del corpo situali profontlamentc, si trovano numerosi micrococclii e batterii di varia lunghezza. Ora i batterii in talc caso si sono evidcntemenle sviluppati dai micrococchi.
Ma cio ehe risolve del tulto la questione e ehe spande una luce vivissima intorno i contagi, si e la conoscenza delie prerogative del microcücco psorospermico. Questo micrococco alqoanto grosso gode di movimenlo amebiforme, giunto nel-1'organismo, penetra nolle cellule epiteliali delle mucose c delle loro glandule; ingrandisce e si mula in una specie di nucleo veseicolare; prolil'era elementi pure vcscicolari di una singoiare fragilita die perdono t'aciimente il contenuto gra-nuloso e talor si presentano come specie di vesciche ialine; e non resistono alle soluzioni di potassa. A sviiuppo inol-Irato si mula in una cellula la cui parete resisle alle solu­zioni di potassa e nei polli, data la predisposizione, e capace di produrre I'cssudazione sulle mucose e pseudo-membrane crupali e difteriche. Si ha nei psorospermi un contagio ben singoiare rispetto alia sua evoluzionc c trasmissionc. Dil-falli se maluri cd a sviiuppo alquanto inollrato non si co-municano ad animale sano, se giovani, tolti dalle mucose in cui vegetavano e tenuli csposti ali'aria non si trasmettano del pari. La trasmissionc loro ha luogo soltanlo quando sono allo slato di micrococco formalosi enlro uno psoros-perma maluro al di fuori deH'organismo degli animali. Si coraprende come ignorandosi le fasi loro non si puö giu-gnere a spiegare lutto ciö ehe c relativo al loro passaggio
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da animale ad animulc, c si liovano le slesse difficolla in-
conlrate fin qui per gli allri contagi.
Per verita aleuni contagi in quanto al modo dl loro Iras-missione ciaU'imo aU'altro organismo si comporlano come i psorospermi. E noto abbaslanza come il virus rabido, 11 car-bonchioso ecc, non siano efficaci ciie a menslruo caldo per cosi dire. Quanto non si e dispulalo inlorno all'esislenza de! virus di aleune malaltie! Quanli pralici dislinti, appoggiali alle proprie osservazioni cliniehe ed all'espcrimenlo, negarono la proprietä contagiosa di aleune mnlallie, ad es., del moccio cronico, del farcino, del baibone, della pneumonile essiula-tiva ecc! Ed a ciö si peivcnnc, perclie non si ebbe della vi-rnlenza dei morbi un conccllo esallo e si sludiarono i virus con le preoecupazioni del volgo; al quäle, il conlagio si pre-senla come un causlico cd un tossico die toccando la parte o penelrando neU'organismo animale debbe od abbrucciare o produrre subito fenomeni di intossicamcnlo. Ma i virus essendo organismi vegetali godono in parte dellc prerogative di questi, e per germogliare e propagarsi richiedono un su-slrato conveniente, un clima ronvenienle e condizioni parli-colari favorevoli, spesso create dalla Irascuranza delle leggi igieniclie. Quindi fin daH'anlicbilä si senil il bisogno di di-slinguere i contagi in due grandi categoric, cioe in indigeni ed esülici. 1 lt;|iiali ultimi perdono presto la lacoltä di pro­pagarsi lonlani dal luogo nalivo, imperocclie lonlani dal luogo nalivo non possono percorrere le fasi lore. 11 polimorßsmo di certi contagi e ormai un fatto acquistato alia scienza; perlanto la conoscenza di un conlagio si ha raggiunta, quando si pervenne a conoscere le forme per cui passa e le fasi clio percorre.
Per le cose sopra discorse, ormai i contagi devono esscre dislinti in due grandi gruppi.
1. Gli uni in lutle le forme in cui si liovano neU'or­ganismo animale resistono alle soluzioni di polassa ed in lutti i lore sladii die percorrono si manifestano come mi-crofiti, es., Trychophilon lonsurans, Achorion Schücnlcnü, baclerio anlracico, ecc.
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550 2. Gli altii al conlrario, in alcuni sladii del loro svi-luppo, si presenlano come morfe organiche an.iloghe a quelle oscilianli per caralleri Ira ii regno animaic e vegelale. Non resislono alle soluzioni di potassa; dallo stato di micrococco passano a quello di nuclco o cellula vescicolare c granulosa; si rnolliplicano per scissione o per endogenia c non si di-slinguono per ciö ne dai granuli albuminosi no dalle cellule rmicose e puriformi.
Se si ha l'occhio alle osservazioni pubblicale in questi Ul­timi anni inlorno ai morbi conlagiosi ed alle lesioni ehe pro-ducono, si trova menziüiic di granulazioni con molo amebi-lorme, di specie di nuclei libcri o conlenuli in cellule, die si puö dimandare die cpsa sono?
Gravissinai problemi sono pci-cio ancora insoluii inlorno ad alcuni morbi conlagiosi parassitarii; quando si rilletle ehe alcuni anni or sono, I'acaro dclla rogna era ancora posto in dubbio, od era considcrato da alcuni come una cornpli-cazione, si lia ragione di sperare die in un avvenirc non lanlo lonlano, tulle le fasi die pcrcorrono i conlagi saranno disvelate e conosciule. Inlanlo e sicuro die vi banno pa-recchie specie di micrococchi die producono azioni diverse sui sustrali o nell'organismo animale c possono subirc un grade ulleriore di sviluppo in bacterii ed in criplococchi ecc. I micrococchi ed i balterii della seplicoemia non sono i mi­crococchi ed^ i baclerii del carbonchio, nello slesso modo die queili del lievito del pane non sono i micrococchi ed i bal­terii {Zooglea Colin.) deU'ordinaria docomposizione delle ma-terie organiche; la Monas prodtgiosa Ehr. o Serratia maydis Bizio, die sulla polenla produce le macchie di sangue non sarä mai sosiiluila nella sua a/.ione dalla Zooglea di Colin. Nella piimavera decorsa dnranle le pioggie, venne osservala dal prof. Delprato in Parma c dalla genlilezza del prelodalo professore ebbi un pezzeltino di polenta sanguinolenta; col-tivai la Monas prodigiosa sulla polenla, sui polli lessati, ovc vegelö abbasl'anza rigogliosamente, ma non polei mai otlc-nere le macchie di sangue, ossia la produzionc di anilina colla vegclazione dclla Zooglea Colin, sullc soslanze indicate.
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L'azione specifica di certe specie di micrococchi e ballerii non puö esseic adunquc posla in dubbio. Quclli ehe resi-slono alle soluzioni di potassa possono esser rilenuli come cellule minime, la cui parete e rappresenlata da un orlo scuro ehe limita uno spazio piit splendenle o chiaro. L'orlo o parete e circondato da una specie di gelatina pallida. I batterii non sono allro ehe un grado di sviluppo dei mede-simi micrococchi. E se la giande rassoniiglianza di questi elemenli vegelali e cagione di incertezze; e sperabile ehe qnesle saranno presto tolle dal progrcsso del la scienza.
Frollamento delle carni.
E nolo abbaslanza come la carne degli animal! uccisi per scope alimenlare, se viene cotla (in qualunque modo) subito dope l'uccisione tli quelli, sia ligliosa c ßlosa, menlrc so colta qualcbe giorno piii lardi, riesca lenera, gradevole c di phi facile digestione. Lo stato di ammollimenlo, di lenerezza, di fragilitä e la cozione facile delle carni, quando sieno state conservate per qualche giorno dicesi IVollalura.
II tempo in cui possono venir conservate le carni percbe frollino bene, varia secondo l'etä, le specie degli animali a cui esse spcllano e la temperalnra deirambienlc, in cui ven-enno conservate. Per lo meno sono necessarie 24-30-40 ore. A lemperatura bassa durante l'inverno o nelle ghiacciaie pos­sono esser conservate per 4-G giorni ed anche piü.
Le parti solide e liquide deli'organismo animale appena sottratle all'impero della vita, per una scrie di azioni chi-miche die subito si deslano, suhiscono cambiamenti di com-posizione c divcnlano sustrato favorevole alia vegetazione di micrococchi e di bacterii. li didficile stabilire se la frolla-tura delle carni sia dovuta soltanlo a semplici azioni chi-miche svoltcsi nelle carni oppure all'azione di micrococchi e di batterii.
E sicuro perö ehe sullc carni per poco ehe sia elevata sopra zero la teraperatura deU'atnbienle in cui sono tenule, si sviluppano forme di Zooglca o di Bacterium termo ehe ri-
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gogliosamenle si inolliplicano alia lemperalura di 15 o piii gradi Reaumur, tanlo die le carni al lerzo giorno mandano un sito discreto, sono divenute molli, presenlano qualche sfumatura verdaslra , c sono anche di facile digestione. A bassa temperatura le indicate morfe vegelali si sviluppano piü lentamenle, e quando le carni sono portate dalle ma-cellerie alle ghiacciaie e da queste a quelle, allora la vege-tazione dei micrococchi viene era impedila, era favorila.
Le forme di zooglea a 600 diamelri d'ingr. appaiono come grossi o piccoli punli (micrococchi) formati da un Lordo piü o meno dislinlo e scuro circondato da un aureola di specie di gelatina pallida e da un centro piü splendente. Sono ro-tondi, isolati od a due, a Ire, od allungali in forma di bac-terio. Quando sonosi sviluppali a milioni, formano sulle carni una specie di palina invisibile; si insinuano tra le fibre mu-scolari e danno origine colla loro molliplicazione a prodotli particolari.
Le carni stale mantenute in ambiente a temperatura ele-vata e ehe perciö al terzo giorno silano alquanlo non devono essere credute nocive, ma sono eccellcnli; perö per la sem-plice cozione non perdono ehe pochissimo del sito ehe hanno acquistato.
Inbsp; ghiolloni non mangiano il salvaggiume ehe a putrefazionc molto inoltrata e quando sita forte. Le carni allora sia per opera dei micrococchi o dei composti chimici di novella for-mazione, producono salulari scariche alvine.
L'importanza della frollatura delle carni, necessila nelle citta un buon servizio di polizia sanitaria, onde sia evitala la macellazione c la vendila di animali in caltive condizioni di salute od affelti da morbo contagioso.
Del letame.
IInbsp; contadino raccoglie lo strame ed ogni altra soslanza ve-getale, ehe abbia servito per letto degli animali inquinala dalle feccie c dall'urina e da ogni altra malaria escremen-lizia, in cumuli nella concimaia. In questa massa , special-
Kivollanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;jg
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mcnle se inumidita con acqua, si accemle preslo la fennen-tazionc putrida , per cui aumcnla in modo considerevole il calore. Una lale fermenlazione e prodotla e manlenula da micrococchi, da micolrici e da balterii. Per modo ehe quando si rime^cola il letame o si smuove per Irasportarlo nci campi, si veggono sleli di slrame o di allro ve^elale sparsi da una palina sfumata cinorca, e I'allra parte del lelame si presenla di colore scuro. Quesla palina e composta da masse di mi­crococchi, di micolrici, ecc. di varia grandczza.
Inbsp; nbsp;micrococchi sono rolondi, ovali piu o meno grandi con bordo scuro spiccante c spazio cenlrale piü splendente e ri-IVangenle la luce. II bordo scuro die liniila il micrococco e circondalo da una specie di gelalina pallida hianchiccia. 1 micrococchi alquanto allungati ed in forma di corlo baclei'io sono in preda alia moliiplicazione per divisione. Per mezzo della specie di gelalina pallida die li circonda po^sono riu-nirsi in cumuli ed anche in scrie per formare una mico-Irice; ma la lore moliiplicazione avviene per divisione; anche i balterii hanno il bordo o margine loro circondalo dalla specie di gelalina pallida sopra Öescrilta. Penelrano tra le fibre dei lessuli vegetal! ecc., cd a poco a poco 1c disgre-gano e 1c decompongono.
IInbsp; nbsp;prof. Ercolani in una prcgevolissima memoria, ha fatto conoscere 1' imporlanza deile mude per la formazione dei concimi, poiche quelle decomponendo i vegetal! fissano Tazoto in modo die sostanze poco azolale adoperale come concime, per opera delle mulTe acquislano dell'azolo. La decomposi-zione de! semi di lupino adoperali |)er concime delle risaie e quella delle pianle verdi pure di lupino e di veccia ecc, sepolie coll'aralro per concimare i campi, e prodolta dalle sopra di'sciiile morfe vegetal!.
Per mezzo pertanlo di microfili viene aumenlalo conside-revolmente il polere ferlilizzante di molle sostanze vegetal! e de! concimi; e quelle e questi vengono decomposli e resi alt! a ferlilizzare ! campi.
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I. Gen. Sterigmatocystis.
a)nbsp; Sterigmatocystis sulphurea Fres. Ha gli ifi non septati ehe alia vella presenlano una dilatazione globosa sopra la quale sono infissi i ba?idi. Qnesti sono allungnti, riälrelti al punto di inserzione e piu larghi alle loro punle, sulle quali stanno inlisse cellule delicate allungate ehe producono le spore. Le spore sono globose semplici. II Fresenius osservö questa specie sugli escremenli del fanello; lo scrivenle I'os-servo sopra il fieno invaso da mu(Te colia soguente specie.
b)nbsp; Slerigm. nigra (ßg. 290). Ila gli ifi non seplali, gros-solani, rigidi, con bordo mollo spesso e con conlenuto tras-parenle e vitreo, alia cui punta dilatata vi lianno basidi piü larghi alia loro punta (letl. b) su cui stanno infissi 4-6 basidi secondarii o cellule allungate {letl. c), di color scuro sfumalo gialliccio die producono spore rolonde sfumate debolmenle di color gialliccio scuro.
Trovai questa specie sopra acini d'uva appassiti esaminati col velerinario Colla Leopolde ; la vidi svilupparsi sul lalle dell'agalassia conlagiosa ed insieme alia sopra descrilta specie sugli sleli di fieno invasi da miceli.
2. Gen. SncAniA. Spicaria Solani {fig. 304). — Sopra le palate forma muffe di color bianco niveo. II rnicelio e composlo da filamenli ra-mificantisi, con doppio conlorno appena dislinguibile; dai quali si elevano ifi seplali, ramosi, ehe si risolvono in pen-nelli producenli le spore. Si distingue dai penicillii perche i pennelli sono numerosi cd i basidi producenli Ic spore sono piü lunghi.
3. Gen. Cvlindrotaenium Thome. a) Cylindr. cholerac {fig. 305). — II prof. Tiiome col-tivando il virus del cholera ollcnne una morfa fiilia da eel-
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lule allungale, cilindriclie, ramose e producentd pure s[)ore cilindriche allungale, ehe l'Aulore denominö Cylind. cholerae. (Hallier. Zeit., bd. 11, pag. 121).
II prof. Ercolani fin dal 1866 osservo, nellc deiczioni dei colerosi , delle morfe vegelali analoghe a quelle vedule piü tardi dal prof. Thome.
4.nbsp; Gen. CLADOsroniuM.
b) Cladospornm vilis {fig. 306). — Da origine a macchie scure sfamate olivaslro sulle foglie di vile. Delle macchie rare o confluenti giungono fino alia grandozza di una len-licchia; dipendono da filli cespugli formati da filamenli con due seplalure: alia cui punla si formano cellule in serio (schizosporangi). Le foglie di vile con questo fungo non re-cano danno ai bovini quando vengono loro date per alimenlo.
5.nbsp; Gen. Sporotrichum.
Sporotrichum ovale (fig. Til). Ha le spore ovali, acuminate, ad un'estremili con traccia di pedicello ialino bianchiccio; !e spore sono di color nero caffe scuro, hanno il bordo con doppio contorno. Formano col loro micelio muffe bianco scure, sopra cui si trovano le spore a cumuli. E difficile dislinguere il micelio di questa specie da quello di altre muffe in mezzo cui vegeta.
Trovasi spesso nell'agro Pisano sopra i foraggi insieme ad altri microfili; si sviluppa pure sulle feccie delle bovine.
Ilo provato a Seminare delle spore sopra feccie di bovina ed in capo a 10-12 giorni nacquero su quelle feccie nume-rosi esemplari di Pilobolus cnslallinus. 1 pedicelli erano molto lunghi ed alia loro vella presentavano una dilatazione cristallina (sporangio) sopra cui poggiava il cappello di co-lore nero. Giunle a malurila le spore, scoppiava la dilata­zione cristallina e cacciava le spore a dislanza. Le spore erano di colore sfumato giallaslro.
Non so se vi sia relazione Ira lo sporotrichum sopra de-scrillo c queslo pilobolo.
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6. COKPUSCOU NELLE FECCIE (homo).
In un uomo afleito da febbre intertnillente, trovai nelle feccie anche delle cellule grosse, bianclie con tonlorno ap-pena dislinto e conlenuto omogeneo, bianchiccio; avevano la forma ovale, ed alcune anche londa o peri forme {fig. 317).
7. Gen. Spumaru.
a) Spumaria alba De-Gaml. Sin. Relicnlaria alba Bull. Mudlago alba Pers. {fig. 313). — Secondo Graviile ha il pe-ridio semplice, cellulose, fioccoso ehe si apre nel mezzo; le spore sono accumulate Ira le pieghe mernbranose interne ascendent!; giunte a matnrita hanno un color violelto.
NeH'aulunno 1864 presse un villaggio dclla Francia, sul fieno deH'ultimo taglio in una prateria a suolo argilloso e molto umida comparve un numero straordinario di macchie gelatinöse, scbiumose e di tale apparenza ehe molti proprie-tarii credettero ehe i vicini per raalvagita avessero sparso su-diciume sul fieno. Le dette maccbie essiccarono prontamente e presero I'aspelto di muffe; seuotendo allora il fieno, si sol-levava un'abbondante polverc nera e cosi acre cbe recava molestia ai contadini, perö queslo pulviscolo falto inspirare ai conigli, loro noa recö danno. II veler. Rlegnin ehe esa-minö le macchie sopra deseritte, trovo ehe erano formale da individni di Spumaria alba. L'illustre Tulasnc riconobbe esatta la determinazione di rjuesla pianta.
II Megnin riferendo i caratleri del gen. Spumaria scrive: ricettacoli numerosi di forme svariate, saldali con una mem-brana mucosa comune, eoperti da un invoglio molle scorre-vole come la schiuma c riducentesi in polvere a malurilü completa.
Benche la Spurn, alba si credesse innoeua agli animali, tuttavia il fieno da essa inquinato venne in gran parte ri-dotto in cenere,
8. Rakbia.
II chiarissimo prof. F. Fedell da un uorno rnorto con fe-nomeni di rabbia fece prendere sangue e liquido orale per
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fare innesli col prof. Vachella e cello scriventc, nella Scuola zooialrica di Pisa. Vennero inoculali 4 conigli, i quail in 7 mesi non provarono sconccrto morboso.
11 sangue inoculalo ai conigli era scuro, sciropposo; i glo-belli rossi non presenlavano allerazione. Perö tra i globelli rossl si vedevano corpuscoli {fig. 319) jialiidi col bordo in-terno piü spesso e col bordo esterno piü sotlile , di forma londeggianle od un po' irrcgolare e contenenti nell' interno alcuni granuli. I descritli corpuscoli somigliavano a' cada­ver! de' globelli rossi sanguigni. Perö e cosa singolare die i sopra descrilli cor|)uscoli siansi per parcccbi mesi conser-vali affallo dislinli da quelli rossi.
9. Adenite equina.
A pag. 1G1 vennero descrillc le morfe vegelali trovate nel pus degli ascessi dei puledri affetti da barbonc. Nel decorso agoslo 1873, il sig. E. Delia Pace, aiut. di clinica chirur-gica, aperse due ascessi al canale delle ganasce di due ca-va'.li affelli da barbone. II pus esaminalo immedialamente {fig. 318) conleneva micrococcbi isolati , a due, ecc. forme di baclerii {letl. a) filamenli lunghissimi, gli uni granulosi e gli allri omogenci {lell. b).
10. Gen. Chaetastroma.
Venne sopra descrilla una specie di chaetaslroma vegelanle sopra luberi di barbabietola. Ora piacemi nolare ehe i tu-beri di barbabietola sani erano dati affellali a delle vaccine per aumenlare la secrezione lallca. II lalle aumenlö , ma dalla jianna anclie coIl'aggiuDla di un acido o del solfalo di soda non si pole mai oltenere burro. II prof. Paolo Tassi-nari coll'analisi die pole fare di una piccolissima quanlilä di delto latte, riconobbe una modificazione nella caseina e molto diminuita la quanlilä del grasso.
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jt-g?—'quot;.—
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etc. Leipzig 1867. Id. Die Pflanglichcn parasiten des menschlichen Körpers
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E. Ballier und D. A. Zürn. lena anni 1860-1870-1871-
1872-1873.
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560 Tülasne L. R. et C. TüLiSNE. Selecla fungorum carpologia.
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dell'lsliluto Lombardo. Pari Dr. Anton Giuseppe. Studio leorico-pralico sul paras-
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con 19 tavole. Bologna 1870.
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570
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE
TAVOLA I, II.
Fig. i. Eurotium Aspergillus repens secondo De-Dary. a Ifi (Vul-tiferi. b Rigonfiamenlo lerminale di un ifo, su cui si fürmano i basidi. c Ifo ehe si e ravvolto a spirale alia sna punla per la formazione di un peritecio. e Ramo-sceilo ehe parle dal giro inferiore delia spira e va a coslituire il poUinodio. d La vile o spirale ehe va a for-mare Vascogonio o corpogonio. f Perilecio formalo.
raquo; 2. Ilormiscium vini, (lore del vino.
raquo; 3. Meritmopedia ventriculi Robin.
ygt; 4. Mucor siolonifer o RUiMpus nigricans Ehrbg. a Ifi frutli-feri. b Sporangio. g Stolonc. De-Bary.
raquo; 5. Ibid, bed Zigospora. e Columella (copiata da De-Bary).
raquo; 6. Copulazione delle spore del Protomyces macrosporus. E B C D F Microzyma bombicis. Sangue di baco da sela eolpilo da flaecidila o gangrena umida. A Glübeüino bianco eontenenle micrococci. C Baclerii. D Cristalli. E F Cellule piene di specie di goccie splendenli.
raquo; 7. Protomyces macrosporus. A Sporangio. De-Bary.
raquo; 8. Pleospora herbarum Rabenhorst, a Asco conlcrifinte spore. b Perilecio. c Picnide. (/ Slilospore. e Jlicelio. f Sclii-zosporangii. g Clodosporium herbariorum. Tulasne. Selecta fungorum Carpologia.
raquo; 9. o Oogonio. b Anleridio della Peronospora ahinearum Casp. c Zoospora. d Sporangio. c Ifo eon sporangio della Pe­ronospora infestans. (De-Bary).
raquo; iO. a Piasmodio.
raquo; i\. Ascobolus pulcherrimus. a Asco. 6 Parafisi. c Clamidospore. De-Bary.
raquo; 12. a Cislide. b Sporidio. c Promicelio. rf Teleutospora o spora della Puceinia slraminis. Ingr. 3(.I0. De-Bary.
raquo; 13. A Cellule dei gennogli del gelso con micrococchi, zoo-cocchi, baclerii. B I predetli elementi liberi.
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571
Fig. 14. Micrococchi c zoococchi dalle cellule subepidermiclie del-l'crba metlica (Medicago saliva). Ingr. 1000. quot; 15. A. Micrococchi, micotrici, ecc. di color roseo raccolli dal sig. Bosso. D C Micrococchi e micolrici sopra lieno muf-fato. D Specie di crislaili e micolrici sopra lieno sparso da limo e muffe.
raquo; 16. Cryptococcus cerevisiae o ferraento della birra.
raquo; 17. Lyssoplutum tuspectum Ilaliier. Morfe ottenute con la col-tivazione del virus rabido. A Anaerospore (genera Co-niothekium. B U. C Aerospore. D Aero^pore in catena. BAnaerospore lerreno asciulto. FSchizosporangii. GSclii-zosporangii forma di Slemplujlium. II Anaerospore ma­ture. / Anaero?püre.
tgt; 18. Malleomijces equcstris Ilallier. Ottenulo con la coltivazione del virus moccioso.
raquo; 19. A Filarie emaliche tolte nel sangue dei cani affelli da rabbia cosi della muta o tranquilla. B. Baclerii e mi­crococchi nella saliva.
raquo; 20. Saliva di bovina affelta da rabbia. A Ccllula epitnliale con micrococchi e micolrici. B Spinlli. D Cocci. E Vibrioni. F Cristalli. G Baclerii.
ygt; 21. Muccio eqniiio, tnicrococci, micolrici, baclerii.
raquo; 22. Morva canina. a Globelto bianco piano di micrococchi mo-bili. b Micrococchi e micolrici.
raquo; 23, Vaiuolo pecorino (Ilallier).
raquo; 24. Pohnonera contagiosa (Ilallier).
raquo; 25. Feste bovina (Ilallier).
raquo; 26. Colera (Ilallier).
raquo; 27. Carbonchio.
raquo; 28. Tifo equino.
raquo; 29. Febbre aftosa.
raquo; 30. Telano.
ygt; 31. Cancroide cane.
raquo; 32. Tubercolosi delle scimmie.
raquo; 33. Oidium laclk Fres.
raquo; 34. Penicillium ylaucum.
raquo; 35. Sarcoma nel cane.
ygt; 30. Lievilo per la fabbricazione del pane.
raquo; 37. Forme di cristalli nel sangue de' cavalli affelli da telano.
raquo; 38. Vibrioni e spirilli. A Vibrio lineola. B Vibrio bacillus. C Vi-
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572
brio rugula. D Spirillum undula. E Spirillum volulans.
F Spirillum plicatile. Fig. 39. Congiuntivile e laringile empale; dalle pseudomembrane
di un giovane polio invialomi dal sig. G. Bosse di Cre-
scentino nello scorso mese di aprile del correnle anno. raquo; 40. Metrilis septica in una bovina.
TAVOLA III-X.
raquo; 41. Sclerotium alii.
ygt; 42. Agalassia conlagiosa.
raquo; 43.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.
raquo; 44. Monas prodigiosa Ehr.
raquo; 45. Malleomyces equestris (Hallier).
raquo; 46. a Cellula epileliale cilindrica contenenle tre psorospermi
presa dall'essudato crupale della mucosa laringea di un
polio. raquo; — b cellula pavimentosa con due psorospermi. raquo; — c Cellula cilindrica con un psorosperma a sviluppo inol-
trato. raquo; 47. a Giovani cellule psorospermiche nell'enterite psorosper-
mica di un polio. raquo; 48. o Psorosperma rotondo quasi formato. b Giovani psoro­spermi presi dall'essudato cruposo di un gallinaceo. raquo; 40. a Corpuscolo ovale isolalo contenente quatlro micrococchi
psorospermici. b Psorosperma di polio con i quatlro cor-
puscoli ovali ehe contengono micrococchi psorospermici. raquo; 50. Psorosperma formato di polio. raquo; 51. a 6 Due psorospermi di coniglio. e Giovane psorosperma
di polio. raquo; 52. Due otricelli del Miescher o del Renay presi dalla mucosa
intestinale di un polio (vedi ßg. 74). j 53. a Sperraogonio. b Basidi formanti I'imenio producenle le
spore, c. a 54. a Masse di color giallo, ecc. delle deiezioni alvine de' co-
lerosi (Ballier). t 55. a 6 Cisli di diversa grandezza contenenti cellule o spore
nelle deiezioni dei colerosi. c Spore libere (Hallier).
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------- _, __
Fig. 56. Spore ridotle in masse di micrococchi. raquo; 57. Uroq/stis cholerae asiatici (Hallier). ygt; 58. Urocystis cholerae Rabenhorst (Hallier). raquo; 59. Urocystis eryzae (Hallier). raquo; 60. Urocystis intestinalis (Hallier). raquo; 61. a Crypto, syphilitica (Salisbury), b Spore (dal Zeitschrift ecc.
Ilaliier). s 62. a Spore della Crypta gonorroiea. 6 Giovani filamenli della
slessa. c d Filamenli della stessa raaturi ehe generano
le spore, j) 63. b Saccharomyces cerevisiae. a Asco dello stesso (Max Ilees). j) 64. b Saccharomyces exiguus. a Asco dello stesso (Max Rees). tgt; 65. 6 Saccharomyces ellipsoideus. a Asco dello stesso (Max Rees). i 60. Saccharomyces apiculatus (Max Rees). raquo; 67. 6 Saccharomyces conglomeratus. a Asco dello stesso (Max
Rees). raquo; 68. Saccharomyces pastorianus. a Asco dello stesso (Max Rees). raquo; 69. Spore e filamenti, germoglianti nel sangue , della Crypta
syphilitica Salisbury (dal Zeitsch. Hallier). raquo; 70. Crypta syphilitica fruttificante (Dal Zeitsch. Hallier). i 1\. Ilormiscium album (Bonorden). j 72. Ilormiscium sacchari (Bonorden), j 73. Saccharomyces mycoderma (fiore del vino), j 74. Navicelle uscite dagli otricelli del Miescher o Renay dei
polli (v. fig. 52). raquo; 75. Cryptococcus guttulatus. ygt; 70. Cylindrium flavo-virens (Bonorden). raquo; 77. Bispora monilioides. raquo; 78. a Micrococchi. 6 Varie forme de' balterii nella diarrea del
cavallo. raquo; 79. a ümlra micelio ; a destra dell'osservatore , spore del-
VUstilago Maydis. raquo; 80. Sporisorium Maydh. a Chicchi di granturco in cui lo Spo-
risorium comincia a fruttiücare. b. id. (T. Lussana). raquo; 81. Uslilago carbo. Spore. raquo; 82. Ustilago segetum. Spore. Ti 83. Ustilago destruens. Spore. * 84. Ustilago receplaculorum. Spore. raquo; 85. Ustilago anlherarum. Spore (De-Bary).
#9632;)
86. Uslilago ulriculosa (Gerda).
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574
Fig. 87. Ustilago duriaeana.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 88. Ustilago arundimcea.
gt;nbsp; nbsp; nbsp;89. Ustilago montagnei,
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 00. Ustilago hypudites.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 01. Ustilago longissima (De-Bary).
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 02. Ustilago urceolorum (Cüüke).
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 03. Tilletia caries (Payen).
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; Oi. Corpascoli Cornalia in via dl molliplicazione.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 05. Empusa muscae. a Spore, b Otricelli larghi ed irregolari
dell'Empusa. c d Filamenli frutlilicanti deli'Empusa.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 0G. Empusa radicans.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp;07. Uroeystis occulla Rab.
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 08. Uroeystis violae (Gooke),
jnbsp; nbsp; nbsp;99. Coniothecium epidermidis (Fresenius).
snbsp; nbsp; 100. Cladosporium di color sfumato verde ginllo. a h'd c Modi
dl Iruilificazione. c Micelle. / Spore.
raquo;nbsp; nbsp; 101. Cladosporium stilesianum (Ihllier).
raquo;nbsp; nbsp; 102. Oredo hypericorum (Gooke).
raquo;nbsp; nbsp; 103. Fusidium (Bonorden).
raquo;nbsp; nbsp; 104. Uromyces appendiculata.
jgt;nbsp; nbsp; 105. Uromyces npiculosa.
raquo;nbsp; nbsp; 100. Trieholmsis rubigo vera.
raquo;nbsp; nbsp; 107. Trichobasis linearis.
raquo;nbsp; nbsp; 108. Dicoema betiiliniim.
ygt;nbsp; nbsp; 109. a Leeythea ruhorum. D Lecylhea lolium perenne. c Salix
aurita (De-Bary).
raquo;nbsp; nbsp; 110. Cystopus candidus.
raquo;nbsp; nbsp;111. Colcosporium petasitis (De-Bary).
jnbsp; nbsp; 112. a Dicoccum betulinum (Gorda). b Dicoccum trieoilum.
raquo;nbsp; nbsp; 113. a Sporidesmium fuscum. b Sporid. eremila. c Sporid. ovoidum,
d Sporid. eleyans.
raquo;nbsp; nbsp; 114. Phragmidium incrassalinn (De-Bary).
raquo;nbsp; nbsp; 115. Phragmidium aetminatum (De-Bary)'
raquo;nbsp; nbsp; 116. Phragmidium ablusum (De-Bary).
raquo;nbsp; nbsp; 117. Triphragmium ulmaria (De-Bary).
raquo;nbsp; nbsp; 118. Puccinia graminis.
7gt;nbsp; nbsp; HO. Puccinia cornnata.
raquo;nbsp; nbsp; 120. Puccinia arundinacea.
raquo;nbsp; nbsp; 121. Puccinia populi albae.
raquo;nbsp; nbsp;122. Pestalozzia macrospora.
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575
Fig.nbsp; 123. Torula kerbarum.
raquo;nbsp; nbsp; 124. Torula rufescens (Fres.).
raquo;nbsp; nbsp; 125. Torula monilioides.
raquo;nbsp; nbsp; 126. Torula rubiginosa.
raquo;nbsp; nbsp; 127. Torula fructigena.
raquo;nbsp; nbsp; 128. Torula alba vel umbilicata.
raquo;nbsp; nbsp; 129. A Torula casei. B Torula olivacea. C Torula abbreviata
(Gorda-Bonorden).
raquo;nbsp; nbsp; 130. Oidium tritiei. Bon.
raquo;nbsp; nbsp; 131. Oidium maculans.
raquo;nbsp; nbsp; 132. Oidium pulveraceum.
ygt;nbsp; nbsp; 133. Oidium aureum (Corda).
raquo;nbsp; nbsp; 134. Oidium albicans. a Criptococchi. b Idem, c Filamenti.
raquo;nbsp; nbsp; 135. a Oidium erysiphoides. bbb Cladosporinm. c Criptococclii.
raquo;nbsp; nbsp; 13(3. Oidium ineguale.
raquo;nbsp; nbsp; 137. Oidium penicillioides.
raquo;nbsp; nbsp; 138. o Cladosporium fascieulare (Corda). b Altro Cladosporinm
vegetante sull'erba medica. c Stille foglie di gelso.
dnbsp; nbsp; 139. Pohjdesmus exitiosus (Ilallier ed Eidam).
tgt;nbsp; nbsp; 140. Stemphylium polimorphum.
raquo;nbsp; nbsp; 141. Ilelmintosporium brachycladum,
raquo;nbsp; nbsp; 1 i2. Ilelmintosporium abtumm (Donorden).
raquo;nbsp; nbsp; 143. Scptosporium nitens (Fres.).
raquo;nbsp; nbsp; 144. Stemphylium cricoclonum.
raquo;nbsp; nbsp; 145. Arlhrinium leueospermum (Bonorden).
raquo;nbsp; nbsp; 146. Briarea orbicula (Corda).
raquo;nbsp; nbsp; 147. Penicillium brevipes (Corda).
raquo;nbsp; nbsp; 148. Penicillium morsus ranae (Corda).
raquo;nbsp; nbsp; 149. Penicillium ßeberi (Donorden).
raquo;nbsp; nbsp; nbsp;150. Penicillium echinaiam.
raquo;nbsp; nbsp; 151. Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; id.
raquo;nbsp; nbsp; 152. Penicillium glaucum.
raquo;nbsp; nbsp; 153. o b Criplococchi nel pus farcinoso. c ö Micrococchi nei
noduli metaslatici polmonali. c Criptococclii in una
specie di formica al piede de! cavallo
raquo;nbsp; nbsp; 154. a Penicillium viride. b Penicillium chlorinum.
raquo;nbsp; nbsp; 155. Penicillium chlorinum (Fresenius).
raquo;nbsp; nbsp; 156. Penicillium nigrovirens (Fresenius).
raquo;nbsp; nbsp; nbsp;157. Penicillium cladosporoides (Fresenius),
ygt;nbsp; nbsp; 158. Penicillium olivaceum (Fresenius).
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576
Fig. 150. Leptomilus hannoverü (Kobin). raquo; 160. Leplomitus epidermidis (Robin), j 161. Leplomitus uteri (Robin). raquo; 162. Leplomitus del muco ulerino (Robin). #9632;raquo; 163. Leplomitus oculi (Robin). gt; 164. Leptotrix insectorttm. j 165. Micrococchi nell'erpete crosloso. raquo; 166. Trichophtjton tonsuruns. raquo; 167. Ustilacjo oltenulo coltivando il Trichophtjton. raquo; 168. Trichophylon della plica Polonica. raquo; 169. Elemenli vegetali o micrococchi trovali nei fcafii ehe si
sfibrano alia punta. s 170. Trichophtjton ulcerum (C. Robin). raquo; 171. Microsporon mentagrophijtes. aSecondoNe\immn. bSecondo
Kuchenmeisler. s 172. Microsporon furfur. Ammasso di spore germoglianli. raquo; 173. Onicomicosi. Filamenli ehe si diramano Ira le cellule
cornee; preparato microscopico, a Criptococchi. raquo; 174. Criptococchi della psoriasi. raquo; 175. Achorion Schöenlenii. a Filamenti con goccie oblunghe.
b Filamenti falti da cellule con nucleo. c Filamenti
nella sostanza cornea di un capello. raquo; 176. Filamenli seplati ecc. della micosi della cresta dei polli. #9632;raquo; 177. o Monilia Candida, b Monilia cinerea (tanto a destra ehe n
sinistra della figura o). raquo; 178. Coprotrichnm purpurescens (Bon.). #9632;raquo; 170. Fusicladium tenue (spore) (Bon.). raquo; 180. Cladotrichum polysporum (Bon.). raquo; 181. Acrosporium tenue. raquo; 182. Scolicolricum virescens (Bon.). d 183. Cephalothecmm flavum. raquo; 184. Dactilium oogemm (Bobin). raquo; 185. Acremonium microsporon. raquo; 186.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; tenuissimum.
raquo; 187. Mycotjene flava.
raquo; 188. a Monosporium acuminatum. b Id. ininulissimum. D 189. Fmspormm candidum. 7gt; 10O. Yertidllium affine,
raquo; 191. a Diplocladium maior. b Id. minor (Bon.). raquo; 192. Diplosporiuvi (Bon.).
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ssssr^^s^-;,-.:
_ —- . —-. -—
0/ / Fig, 193. Trichothecium candidum,
laquo;nbsp; nbsp; 104. Peronospora infestans.
raquo;nbsp; nbsp; 195. Botrytis veluäna (Fres.).
raquo;nbsp; nbsp; 196. Id. replans.
raquo;nbsp; nbsp; 197. Id. fusca.
raquo;nbsp; nbsp; 198. Jd. acinorum.
raquo;nbsp; nbsp; 199, Id. Bassiana.
raquo;nbsp; nbsp; 200. a Sporilrichum. b c Püobolus pestis bovinae (Hallier).
raquo;nbsp; nbsp; 201. Haplotrichum pullum.
ygt;nbsp; nbsp; 202. Gonatobotrys simplex.
raquo;nbsp; nbsp; 203. Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; microspora.
raquo;nbsp; nbsp; 204. Arthrohotrys aligospora.
raquo;nbsp; nbsp; 205. Cephalosporium macrosporum.
raquo;nbsp; nbsp; 206.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;/lt;/.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;macrosporum.
raquo;nbsp; nbsp; 207. Verticillium album (spore).
raquo;nbsp; nbsp; 208. Stachylidium diffümm.
raquo;nbsp; nbsp; 209.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;W.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parassitans.
raquo;nbsp; nbsp; 210. 7rf. £%laquo;laquo; (Hallier).
raquo;nbsp; nbsp; 211. Otomyces llageni (Hallier).
raquo;nbsp; nbsp; 212. Periconia Phaseoü.
raquo;
213.nbsp; Stilospore uscite da peritecii (picnidi).
214.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.
215.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.
216.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.
217.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.
218.nbsp; Spore uscite da peritecii.
219.nbsp; Stilospore.
220.nbsp; Polijaclis cana.
221.nbsp; Ilydrophora murina (Bon.).
222.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;tenella (Bon.).
223.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;chlorospora.
224.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ßmetaria (Bon.).
225.nbsp; Mucor ciliatus.
226.nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; mucedo (Bon.).
227.nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; microsporius.
228.nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; caninus (Bon.).
229.nbsp; nbsp; nbsp; Id.nbsp; nbsp; mierocephalus (Bon.).
230.nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; clavatus (Bon.).
231.nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; macrocarpus (Corda).
232.nbsp; b c Id. Slolomfer. a lihizopus HaUierianm (Hallier),
flivolla
J
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578
Fi'j. 233. Mucor plumbeus (Uon.). raquo; 234. Id. glandifer. raquo; 235. Id. jlavidus (Bon.). 3i 236. Id. glaucui (Bon.). raquo; 23quot;. Id. racemosus. i 238. Id. bißdus. i 230. Id. scarlatinosus (Uallier). j 240. Dotrytis ionesii. j 241. Epicoccum. j) 242. Chaetastroma betae vulgaris. raquo; 243. Selenosporium luhercolarioides. raquo; 244. Ascolhrica chartarum (Uallier). raquo; 245. Siilbum buquetii (Eidam). j) 240. Stisanus candidus. raquo; 247. Id. stemonitis. raquo; 248. Coremium candidum. raquo; 249. Id. fuscum. raquo; 250. /(/. cinereum.
j 251. a Spore di un ascomicete. b c Coremium flamm. #9632;raquo; 252. Cladosporium. j 253. haria citrina (Robin). * 254. CylUpora leucosperma. a Spore, b Sczione del peritecio
imenio. raquo; 255. Cylkpora microspora. a Spore. 5 Sezione del peritecio. raquo; 25G. Melanconium juglandis äff. a Spore. 6 Imenio. c Maglia
del peritecio. j 257. Eurotium aspergillus glaums, a Peritecio. b Ifo generante
le spore. i) 258. Eurotium repens.
))
259.
Id.
))
2G0.
Id.
5
201.
Id.
raquo;
202.
Id.
))
203.
Id.
i
204.
Id.
ßavus. microsporvs. futnigatum (Robin). nigrcsccns (Frcs.). candidus.
ramosus Ilallierii.
raquo; 205. Oidium Tuckeri. Erysiphe Tuckeri. a Gidium. 6 Peritecio.
c Spore. raquo; 200. Oidium laclis. a Micelio. h Spore micrococchi e criplo-
cocchi. raquo; 207. Microsproraquo; Audouini. a ?; Spore sparse ed in cumuli sopra
i capelli.
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579
Fig. 2G8. Microsporon Audouini a piü forteingrandimento(Michelacci). raquo; 269. Ascophora todeana. tgt; 270. Id. rhizopus. a Spore, b Columella scliiacciata.
d Spore. ygt; 271. Ascophora fuliginea. o Columella. b Spore, j 272. Id. muceto (Corda). raquo; 273. Id. nucuum (Corda). a Columella depressa. ä Spore.
c Ifo alia cui sommitä vedesi la columella. raquo; 274. Ascophora glauca (Corda). raquo; 275. Gutturomyces equi. 7gt; 276. Aspergillus glaucus nella rinomicosi. raquo; 277. Sporolrichum ovale.
ygt; 278. Chactomium chartarum. a Asci con spore, b Spore. raquo; 279. Sphaeria flavida? a Peritecio. b Spore. raquo; 280. Picnide. a Peritecio. h Spore. raquo; 281. Lamyella atra. a Imenio. b Spore, c Idem. raquo; 282. Spore uscite da un picnide sugli steli di fieno. raquo; 283. Fumago salicina (Tulasne). a Picnide con stilo spore.
b Cladosporium fumago. c Asco con spore, d Spore.
e Spore contenute negli aschi. raquo; 284. Pleospora agave, a Asco e parafisi. b Spore, c Idem. raquo; 285. Robergia straminis. a Parafisi. b Asco con spore, c Spore
isolate. raquo; 286. Laboulbcnia tnuscae (Eidam). raquo; 287. Sphaceüa (Eidam). raquo; 288. Claviceps purpurea. b Sclerolium clavus. c Claviceps purpurca.
a Aschi della stessa contenenti le spore (Eidam). raquo; 289. Zigodesmus fuscus. a Spore, b Micelio (Letzerig). raquo; 290. Oidium batracosis (Megnin). raquo; 291. Tosse convulsiva. a Spore. B Filamenti di micelio negli
sputi (Letzerig). raquo; 292. Tosse convulsiva. 'Alveolo polmonale dilatato pieno di
massa fungoide (Letzerig). raquo; 293. Mieodcrma aceti. Micrococchi e Lacterii piccoli nella massa
golatinosa. raquo; 294. Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id. piü grandi.
raquo; 295. Bacterii nel vino torbido. raquo; 290. Stcrigmatocystis nigra. a Piccolo ingrandimento. 6 Basidi
primarii. c Basidi secondarii. n 2,,)7. Peziza cibarioides, a Sclerozio. h Ricettacoli (Rhem).
-ocr page 592-
580
Fig. 298. Peziza ciharioides. Aschi con spore e parafisi. jgt; 290. Synchytrium taraxaci. a Tubercoli. b Spore cigliate (De-
Bary e Varonin). raquo; 300. Cellule isolate dei tubercoli del Synch, taraxaci. raquo; 301. Zoosporangio. a Zoospore con raoto amebiforme. ygt; 302. Phtjsarum cinereum. a Spore. amp; II fungo.
gt;nbsp; nbsp; 303. Filament! del Phys. cinereum.
gt;nbsp; nbsp; 304. Spicaria solani.
jnbsp; nbsp;305. Cylindrotaenium (Thome).
raquo;nbsp; nbsp; 300, Cladosporium vitis.
gt;nbsp; nbsp; 307. Alga Balestra (dalla gentilezza dell'A.). raquo;nbsp; nbsp; 308.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id. (Selmi).
raquo; 309. Merismopedia avium. raquo; 310.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Jd.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;equi.
gt;nbsp; nbsp; 311. Pleospora herharum. a Peritecio con spore, h Slilospore
di pienidi.
gt;nbsp; nbsp; 312. Cladosporium della Pleospora agave. •raquo; 313. Spumaria alba (Graville).
Jgt; 314. Palmella protuberans (Graville).
raquo; 315. Id. bolrioides (Graville).
raquo; 310. Criplococchi nel mueo espettorato da uomo affetto da
febbre terzana. raquo; 317. Corpuscoli nelle feeeie d'uomo affelto da febbre terzana.
gt;nbsp; nbsp; 318. Micrococchi e batterii nel pus degü ascessi dell'adenite
equina. raquo; 319. Corpuscoli trovati nel sangue di un uomo morto con i
sintomi di rabbia. raquo; 320. Sporotrichum Maydis (Garovaglio). raquo; 321.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;fusco album (Garovaglio).
gt;nbsp; nbsp; 322. a Otricello del Miescher o del ßenay nella came del ma-
iale. b Navicelle (vedi S. Rivolta, Med. Veter. 1809).
-ocr page 593-
lirtBg #9632;^raquo;#9632;^^^Kggj
.81
INDICE
Delle materie contenute in questo volume.
Aborto epizootico .
Aceto (madre dell')
Adenite equina
Accrescimento
Acrospore
Achorion Schiienlenii
Acrosporium .
Acremonium
Agalassia contagiosa
Albicans v. Oidium,
Alghe .
Alga Balestra
Alga Selmi .
Alimento (alterazioni)
Alternaria
Anteridio
Antrace .
Appendice
Artrococchi .
Arlhrinium .
Arlhromitus cristalus
Aranci (malattia)
Arllirobotrys .
Asco
Ascogonio
Ascomicete
Ascophora
Ascotricha charfarum
Aspergillus (eurolium)
Aspergilli in forma di muffe
Pag. 157
, 418
j
527
raquo; 161
5GC
i
24
raquo;
18
gt; 471,
511
raquo;
479
raquo;
480
•gt;•gt;
406
ygt;
547
gt; 122,
548
raquo;
548
3)
551
: raquo;
44',)
3;
14
raquo;
94
raquo;
503
raquo;
21
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450
raquo;
456
raquo;
498
3gt;
491
raquo;
10
raquo;
13
i 11,
28
405, 405,
496
raquo; 405,
545
raquo;
502
raquo;
504
-ocr page 594-
582
Aspergilli azione sull'economia aniraalenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; #9632; Pag* 50lraquo;
raquo; 508
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;delle spore nel sangnc
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;sulla cule .
Id. in forma di filamenti o di roicelio
Id. con ifi frutliferi vegelanti nell'organismo animale Assimilazione .... Austorii ..... Azosma.....
B
Dacterii.....
Id. nel carbonchio
Id. nella pseudomelanosi
Id. ne' sarcomi ulcerati
raquo;
5H
raquo;
512
I raquo;
513
raquo;
25
raquo;
9
raquo;
450
30,
45
B
47
raquo;
52
raquo;
IVl
S
1V1
Id. nel veleno del cobra Capello
Id. nelle glandule del Cooper
Id. nei follicoli delle araigdale
Id. del ventricolo
Id. nella pelle del vaiuolosi
Id. nel sudore
Id. dei morbi contagiosi (v. le monografie de' morbi tagiosi).
Id. dßll'adenite equinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . ...
Id. del vino (vedi Vino torbldo). Basldii .
Barbone dei bufali Barbone dei cavalli Bispora Beigel (fungo) Bibliografia . Botrytis
Id. devastatrix
Id. infestans .
Id. solani Briarea
raquo;nbsp; nbsp; 53
raquo;nbsp; nbsp; ivi
raquo;nbsp; nbsp; 08
raquo;nbsp; 520
raquo;nbsp; nbsp; ivi con-
raquo;nbsp; 500
raquo;
10
raquo;
158
raquo;
101
raquo;
410
raquo;
527
B
507
480,
490
raquo;
483
s
IVl
raquo;
IVl
raquo;
451
raquo;
487
raquo;
421
raquo;
13
raquo;
7
raquo;
401
raquo;
470
Calcino del baco da seta Garbone del frumento Carbonchio (v. Antrace) Carpogonio . Cellula . Cephalosporium Cephalolliccium
-ocr page 595-
583
Chaetaslronaa.......Pag.
407, 5ü(i
Cliaelocladium........
raquo; 49ü
Chaetomium........raquo;
538, 5üü
Cistidi..........
raquo; 15
Cladosporium.....raquo; 448, 540,
541, 504
Ciadopbytum........
raquo; 450
Cladolrichum........
raquo; 479
Claraidospore ........
raquo; 17
Claviceps purpurea.......
raquo; 543
Classificazione-........
b 27
Coagulabilita del latte .......
raquo; 05
Colera asiatico........
raquo; 292
Id. negli animali .......
raquo; 294
Coleosporium........
raquo; 435
Color sanguigno delle sostanze alimenlari
raquo; 50
Contagi........raquo;
39, 555
Coniomiceti........raquo;
27, 20
Coniothecium.....raquo; 202, 358,
427, 428
Conidi.........raquo;
10, 21
Coprothricum........
raquo; 478
Copulazione........raquo;
12, 14
Coremium.........
raquo; 500
Corpuscoli nelle feccie.......
raquo; 505
Id. nel sanijue di uomo morlo con fenomeni di rabbia raquo; ivi
Gowpox.........
raquo; 321
Criptococcbi.......raquo;21,
414, 550
Griptococcus cerevisiae.......
raquo; 409
Id. clava.......
raquo; 415
Id. del pus nel farcino . . . . raquo;
240, 525
Id. delle psoriasi.....- .
raquo; 460
Id. nel pus dei buboni.....
j 359
Id. nel liquide felido di una forma di carcinoma del
piede del cavallo.....
raquo; 525
Id. gutlulatus.......
raquo; ivi
Criptomiceli...... . . raquo;
28, 501
Crypta gonorroica........
raquo; 357
Crjpta syphilitica ........
raquo; 359
Cylindriura flavo-virens......
raquo; 410
Cylindrotaenium........
raquo; 503
Gylispora.........
raquo; 501
Cyslopus.........
raquo; 435
D
Dactylium.........
raquo; 480
Dicoccum.........
b 435
-ocr page 596-
raquo;^quot;
584
Dicoema
Difterite
Digestione (bacterii della)
Diplosporium
Diplocladium
Discomiceti .
Disfagia paralitica .
Dochmius trigonocephalus
. Pag. 428
raquo; 529, 533
gt; 08
raquo; 482, 530
raquo; 482
#9632;raquo; 28
tgt; 515
raquo; 80
raquo; 404
raquo; 10
raquo; 141
raquo; 522
raquo; 404
raquo; 521
gt; 18
raquo; 421
raquo; IVl
raquo; 407
s 10
gt; 18
j. 458
j 537
raquo; 352
raquo; 18
raquo; 502
raquo; 240
raquo; 200
raquo; 123
raquo; 124
3gt; 133
raquo; 144
30, 555
raquo; 71
raquo; 72
s 400
raquo; 412
raquo; 527
raquo; 80
raquo; 414
raquo; 403
Empusa muscae
Endosporangio
Endometrite septica
Endocardo micosi
Enlomophtera
Enteromicosi
Endosporio
Enmai'sado (cavallo)
Enmaisadura
Epicoccum
Episporangio
Episporio
Erpete tonsurante
Erysiphe Tucker!
Esanteraa venereo o coitale
Esosporio
Eurotium aspergillus
Farcino Febbre aftosa Febbre intermittente Id. perniciosa IJ. tifoidea od influenza Id. puerperale Ferment!
Fermenlo del pane Id. del lalte Id. della b!rra Id. del mosto d'uva Id. dell'aceto Filana immitis Fiore del vino Flacciditä dal baco da seta
-ocr page 597-
Frollamento delle carni Fumago salicina . Fusidium Fusicladium . Fusisporium .
Gasteromiceti
Generazioni allernanti
Goccie di sangue .
Golpe del frumento
Gonatobotrys
Gonatorrhodum
Grano nero .
Granturco (raalattia v. Ustilag
Gutturomicosi del cavallo
Gulturomyces equi
o Maydis)
585
Pag. 500
j 540
raquo; 429
raquo; 479
gt; 481
raquo; 28
raquo; ivi
raquo; 50
raquo; 422
raquo; 490
gt; 450
raquo; 422
gt; 515
gt; 517
gt; 490
gt; 450
raquo; 21,
414, 415
gt; 327
gt; 492
raquo; 456
raquo; 9
27, 438
raquo; 527
raquo; 11
raquo; 27
39, 556
raquo; 133
j. 500
raquo; 542
raquo; GO,
60, 444
raquo; 540
raquo; 434
raquo; 45copy;
20, 30
raquo; 456
raquo; 561
raquo; 428
Haplotricutn . Helmintosporium Ilormiscium . Horsepox Ilydrophora . Hygrocrocis .
H
Ifinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ...
Ifomiceli
los variolosa vacciola
Imenio .
Iraenomiceti .
Infezioni
Influenza dei cavalli
Isaria
Laboulbenia muscae
Latte (alterazioni)
Lamyella atra
Lecythea
Leptomitus
Leptotrici
Leptotrix insectorum
Letame
Leiosporium
-ocr page 598-
^^^^^^m^m*
580
m
Macchie
Malattia dell'aglio
Id. del baco da seta
Id. del Irifogiio
Id. del IVumento .
Id. del granlurco .
id. delle palate
Id. della vite Malattie veneree e siQlitiche Malleomyces equestris Melanconiura Mentagra Meringomicosi Merismopedia equi
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;avium
Mesosporangio Miasma Micelio Micetini Mieoderma Micologia Micosi delle a pi
Id. delle rnosche
Id. della cresta del polli
#9632; I'ag.
35
raquo;
544
00, 403,
487
gt;
544
raquo; 421,
422
raquo;
410
ygt;
482
Tgt;
537
raquo;
350
raquo;
203
raquo;
502
raquo;
405
raquo;
520
raquo;
550
raquo;
551
raquo;
10
30, 121,
547
raquo;
8
raquo; 27,
407
5 21,
527
raquo;
5
raquo;
405
gt; 404,
542
raquo;
470
raquo;
528
raquo; 20,
30
raquo;
5
52, 496,
555
raquo;
464
raquo;
524
raquo;
407
raquo;
465
raquo;
475
raquo;
20
20, 28,
545
raquo;
200
raquo;
45
ygt;
420
)gt;
478
raquo;
481
Tgt;
23
raquo;
454
raquo;
307
Id.
deH'ingluvie
Micotrici Micromiceli .
30
20
Micrococchi . Microsporon audouini Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;batracosis
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;fur/ur
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;mentagropbj'tes
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;inuris
Microzimi Mixomiceli Moccio e(]uino Monas termo
Id. prodigiosa Monilia Monosporium Morfe ....
Id. vegetanli neH'organisrao anirnale Morbo coitale maligno
-ocr page 599-
w
Morbu coitale venereo o bcnigno Morva equina (v. Moccio).
Id. dei cani Mucorini Mucedinee Mucor .
Mucor sanguineus Mucor scarlalinosus Mycogine Rlyriaphjton
Nemalomiceli Nutrizione
Ofialmia blennoragica Oidium
Id. Tuckeri Onicomicosi . Oogonii Otomicosi Olomyces Ilageni Uova (putrefazione).
PJ
587
. Pag.
352
raquo;
181
raquo; 27,
492
raquo;
497
raquo; 403,
496
raquo;
57
raquo;
49G
raquo;
491
5
404
raquo;
438
raquo;
25
raquo;
351
raquo; 20, 439,
440
raquo;
537
raquo;
4G8
raquo;
U
raquo;
519
raquo;
491
Palraella Salisbury
Palmellina capilloruro
Parassiti vegetali
Parafisi
Patate (malattia)
raquo; 549
gt; 48
raquo; 6
gt; H
raquo; 483
raquo; 48G
raquo; 400
raquo; 418, 542
raquo; 451
raquo; U
raquo; 491
raquo; 483
raquo; 301
raquo; 544
raquo; 520
raquo; 430
raquo; 540
raquo; 15
cade
ero afiette
Id
germogliate
Pebrina Pellagra Penicillium Peritecio Periconia Peronospora Peste bovina Peziza cibarioides
Id. phrigerii Phragmidium Physarura cinereum Picnidi
Id. sopra foraggi mangiati da bovine ehe da febbre aftosa
raquo; 0
39
-ocr page 600-
588
Pilobolus peslis bovinae
Pireneo
Pirenomiceli
Piliriasi
Piasmodii
Pieospora
Pleuro-pneumonite essudativa
Pneumomicosi zogleaina
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; id. aspergillina
Pollinodio Polimorfismo Polraonera conlagiosa Porrigine decalvante Polydesmus . Protoplasma Prodotti tossici Proloraiceli . Prolomyces macrosporus Prolomicelio Psoriasi Psorosperrai e psorosperraosi
Id. coniglio
Id. polli . . . Ptialismo Puccinia Putrefazioni uova
Pat
F. 301
, 497, 504
raquo; li
i 28
raquo; 467
raquo; 20
raquo; 540, 541
raquo; 252
raquo; 54
raquo; 513
raquo; 13
raquo; 22
raquo; 252
raquo; 464
raquo; 449
raquo; 8
raquo; 39
raquo; 29
raquo; 15
raquo; 19
s 4C9
raquo; 381
j 382
j 390
raquo;
505, 50G raquo; 436
a
Kabbia
llesistenza vitale .
raquo; 73 raquo; 24
Itespirazione
.
raquo; 26
Khizopus
Ilhizoctonia
liicettacolu
i 404,
495, 406 B 544 raquo; 9
Piinomicosi Kobergia straminis
.
raquo; 517 raquo; 541
Ruggine
raquo;
430, 432
S
Sangue sopra le soslanze aiimentar
i . . . raquo;
56, 559
Saccaromyces Saprofiti Sclerozio Schizomiceti
raquo; 9,
409, 414
raquo; 6
542, 544
raquo; 6
-ocr page 601-
w^sr
589
Scolicolricum
Segala cornuta
Selenosporium
Sepsina (solfato)
Septosporium
Serratia maydis
Sferonomei
Sifilide Id. negli animali Id. equina
Sphacelia
Sphaeria
Spermogonio
Spermazii
Spicaria
Pag.
479
raquo; 542 raquo; 408 raquo; 107, 411 raquo; 450 raquo; 420 raquo; 28 raquo; 356 raquo; 359 raquo; 367 raquo; 543 raquo; 530 15 15 503 570 45 10 19 17 512 20
Spiegazione delle
figure
Spirilli .
Sporangio
Sporidii
Spore .
Sporisorium
Sporoidi
Sporidesmium
Sporitrichum
Spumaria
Stachylidium
Sterigmi
Stemphylium
Sterigmatocystis
Stilbum
Stilospore
Stranguglioni
Stroraa
Sudore
Sviluppo
Synchitriura taraxaci
Id.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;mieschierianum
Stysanus Syzigites megalocarpus
raquo;raquo;
raquo; 435 raquo; 490, 564 raquo; 565 raquo; 491 raquo; 10 raquo; 450 raquo; 563 raquo; 499 raquo; IG raquo; 161 s 12 raquo; 526 b 23 546 547 499 14
Tallo . Teca . Tigna favosa
ygt;, 10 raquo; 471, 511
-ocr page 602-
590
Tigna linj,uale
• . •
Pag. 537
Tifo.....
. . raquo;
127, 140
Tilletia caries
raquo; 425
Id. aphtogcnes
raquo; ivi
Id. scarlatinosa
raquo; 49G
Torula . . . .
20, 438
Tosse convulsiva .
raquo; 535
Tremellini . . . .
raquo; 28
Tricoma . . . .
raquo; 48
Trichobasis rubigo
raquo; 430
Trichophyton lonsurans
raquo; 457
Id. sporuloides
raquo; 403
Id. ulcerum .
gt; 404
Id. decalvante
raquo; ivi
Trichoptüosi
raquo; 403
Tricholhecium
raquo; 483
Triphragmium
j 430
Tubercularia
U
s 498
Uova (putrefazione)
,
.
s 480
Uredo ....
,
raquo;
419, 428
Uromyces
.
ygt;
429, 430
Urocyslis
.
raquo;
420, 427 j) 410
Uslilago
.
V
Vaiuolo
.
gt; 321
Vibrioni
raquo;
45, 49, GO,
04, 293
Vino torbido
.
raquo; 528
Vite (malattia)
.
raquo; 537
Venlricolo (bacterii del)
raquo; 68
Verderamc del granturco
.
t 419
Verticilüum
z
raquo; 482
Zigodesrnus fuscus
.
raquo; 530
Zoococchi
raquo;
20, 30
Zooglea
j) 45
Zoogalaclina imetrofa
raquo;
57, 420
Zoonosi
raquo; 42
Zoospora
'
raquo; 18
-ocr page 603-
591
EftlUTA
CORIUCE
Pag.
linea
ii
13
C. Ilallicr
E. Ilallicr
8
12
ed iii vecchi
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copula
21
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micrococco
26
8
c sali
ed i sali
26
28
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e sugli organismi vcgctali ed animali
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13
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26
dai micrococchi
da micrococchi
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53
disaggregano
disgrcgano.
41
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alia febbrc aftosa, al vaiuolo cd
monera
alia polmonera
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29
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glandule linfatichc; i cocehi
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la putrefazione... e la melritc
tica
scptica.
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20
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i quali avcvano raspcllo
35
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56
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prima
e da prima facciam parola
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23
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la comparsa del colore azzurro
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ncl latlc dellc vacchc
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tonaceto
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Hertwig
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25
a camuli
a cuuiuli
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aU'inquinc
all'inguine
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til
molleomiccse
malluomicctc
208
31
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prof. Kossi
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17
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da individuo ad individuo dclla
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di un lupino
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colic specie
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dellc piccolo croste sccchc
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tra i muscoli, suggcllazioni
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granclli pigmental!
571
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o difficile a rifcrirsi
cd e dilTicile riferiili
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20
dcg. calloidc
dcg. colloidc
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possano
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