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RIJKSUNIVERSITEIT TE UTRECHT
2671 528 8
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', /. e. z 9
V
COMPENDIO
DI
PATOLOGIA E TERAPIA SPECIALE
DEGL1 ANIMALI DOMESTIGI
BASATO SUI RECENTI PROGRESSI DELLA FISIOLOGIA ED ANATOMIA PATOLOGICA
PER
A. DE SILVESTRI
PROFES60RE DI MEDICINA VETEBINARIA
Volume 1.
2a Edizione
Riveduta, corretta c grandemente aocresciuta.
TORINO
O. CANDELEITI, SUCCESSORE G. CASSONE E COMP.
TIPOGEAFO-BDITOEE
1876.
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Presontato per gaJere della propriety letteraria, addl 18 agosto 1871.
Bibhotheek det
Rijksuniversiteit te UtrecLt
Afd. Diergeneeskunde
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ROBERTO BASSI
DOTTO PROFESSORE El) ILLUSTRE OLINIOO
PBESIDENTE
DELLA SOCIETÄ REALE E NAZIONALK
DI
MEDICINA VETERINAR1A.
A
FRANCESCO PAPA
BENEMERITO SEGRETARIO GENERALE
CULTURE INFATICABILE
DELLE DISCIPLINE VETERINARIE
QUESTO
COMPENDIO DI PATOLOGIA
DEDICO.
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Illustri colleghi. carissimi amici,
Dando alle stampe questa Seconda Edizione del mic
Gompendio di Palologia e Terapia, mi si porge la favore-
vole occasione di soddisfare al vote di dimostrare a voi, carissimi amici, tutta la stima e raffetto onde sono per voi compreso, pel religiose culto ehe professate verso la zooialria ilalkma, di cui siete la personificazione vivente.
Non ignoro ehe il lavoro, ehe vi dedico, e impari ai vostri meriti; perö mi conforta il pensiero ehe la mia tenue offerta sarä per riescire a voi grata, essendo esso il maggior tribute d'amieizia, ch'io possa offrirvi.
Pertanto mentre vi ringrazio dei vostri consigli e delle vostre comunicazioni, ehe mi facilitarono la compilazione di questi volumi, vi prego di avermi in cento,
Di voi, o illustri colleghi e carissimi amici,
Torino, 15 giugno 1876.
Devotissimo ed affczmiatissimo Antonio De Silvestri.
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I N DI C E
GENERALITÄ DI SEMEIOTICA
Sfiymica.................-flaquo;i/-nbsp; nbsp; nbsp; 2
1deg; Qualitä dei polsi secondo la velocitä......nbsp; nbsp; nbsp; 3
2deg; Qualitä dei polsi secondo la forza d'impulso ...raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 4
3deg; Qualitä dei polsi secondo la durata.......nbsp; nbsp; ivi
4deg; Qualitä dei polsi secondo la diversa estensione . . raquo;nbsp; nbsp; ivi
5deg; Qualitä dei polsi secondo il loro ritmo.....tnbsp; nbsp; nbsp; 5
6deg; Qualitä del polso secondo il modo di essere delle arterie
ncgli atti di diastole e di sistole......gt;nbsp; nbsp; ivi
7deg; Qualitä del poiso quanto all'essere della colonna san-
guigna................gt;nbsp; nbsp; nbsp; 6
Fisiologia delle alterazioni del polso........•nbsp; nbsp; rvi
Regole fondamentali della sfigmica........•nbsp; nbsp; nbsp; 7
La tcrmometria elinica e la febbre.........#9632;nbsp; nbsp; nbsp; 8
Uroseopia..................raquo;15
MALATTIE DELI/APPARATO RESPIRATORIO
Generalita................Pag. 29
Esame fisico degli organi della respirazione eudotoracici . raquo; 31 a) Inspezione...............82
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I. — Alterazioni del respiro relative allo spazio . Pag. 34 II. — Alterazioni del respiro relative al tempo . . raquo; 35 HI. — Alterazioni del respiro relative allo sforzo dcter-
minante.............raquo; ivi
IV. — Alterazioni del respiro relative al ritmo . . . • 3(i h) Palpazione.............raquo;38
c)nbsp; Percussione.............-ivi
d)nbsp; Ascoltazione.............raquo;43
e)nbsp; Esame combinato...........raquo;49
MALATTIE DELL'APPARATO DELLA RESPIRAZIONE
PARTE I.
MdlaUie clcllc cavitä nasali.
Capo I. — Iperemia della mucosa nasale. — Catarro acnto della pituitaria, corizza, scolo nasale, in-fiammaziono della mucosa delle cavitä na­sali e del seni..........raquo;51
II. — Catarro acutissimo delle narici e dei seni an-
ncssi, o corizza gangrenosa nci bovini . lt; GS
i III. — Epistassi, eraorragia nasale......raquo;74
gt;. IV. — Vertigini da estro nella pecora......78
gt; V. — Catarro acuto delle cavitä nasali causato dal
pentastoraa tenioide........raquo;83
PARTE II.
MdlaUie della laringc.
Cai'o I. — Iperemia e catarro della membrana mucosa
della laringe. — Laringite catarrale . . raquo; 87 raquo; II. — Crup della laringe, angina membranosa, squi-nanzia, laringite crnpale, inflamraazione cru-posa della laringc.......... lJ2
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Capo III.
IV.
V.
VI.
. VII.
. VIII.
NeolOTraazioni della laringe.....Pag.
Edema dolla glottide.........raquo;
Pericondrite laringea........raquo;
Keurosi dolla laringe........raquo;
Laringismo stridulo (asma laringeo) ...raquo;
Disfonia ed afonia paralitica. — Paralisi del mn-
zzoli della glottide........raquo;
is
95
96
99
101
ivi
102
Capo I. —
PAUTE III.
Mdlattic della trachea e dei bronchi.
Iperemia e catarro della membrana mucosa tra-chcale e broncliiale. — Tracheite e bronchite catarrale. — Bronchite capillare, broncoblcn-norrea, bronchectasia diffusa.....• 106
Inamp;ammazione crnposa della mucosa trachealc e bronchiale. — Tracheite e bronchite mem-brannsa ............raquo;118
Tisi polmonaro •vcrminosa.......raquo; 120
II. —
III.
Capo I. II. III.
IV.
PARTE IV. Malattie del parenchima polmonare.
Ipcrtrofia del polmone........raquo; 126
Atrofia del polmone. — Enfisema senile. . raquo; 127 Enfisema polmonare. — Enfisema vescicolare
cd intcrlobulare.........raquo; 128
Diminuzione dell'aria contennta nelle yesci-chette, atelettasia, apneumatosi, colapso del
polmone......., . . . . • 135
Iperemia del polmone, edema polmonare. —
Ipostasi ed idrorrea........raquo;137
Emorragie degli organi respiratorii. — Bron-
corragia, eraoftoc, emottisi......141
Emorragia polmonare senza lacerazione del pa­renchima. — Infarto polmonare. — Meta-
stasi nei polmcni.........raquo; 142
Pneumonite. — Infiammazione del polmone raquo; 146 Pneumonite cruposa. — Pneumonite genuina. — Polmouia............ivi
V.
VI.
VII.
VIII. IX.
JWMriita
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Capo X. — Pneumonite catarrale.......Pag. 162
IX. — Pneumonite interstiziale cronica. — Induramento del polmone. — Dilatazione sacciforme dei bronchi. — Caverne bronchiettasiche . . • 165
. XII. — Gangrena polmonare.........raquo; 169
laquo; XIII. — Pneumonite caseosa. — Infiltrazione caseosa
dei polmoni, tisi polmonare caseosa . . • 171
PAPSTE V. Malattie della pleura.
Capo I. — Pleurite , pleurisia. — Infiammazione della
pleura..............1'9
#9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;II. — Idrotorace............• 189
gt; III. — Pneumotorace...........raquo; I90
PARTE VI.
Malattia complessa.
Capo Unico. — Delia bolsaggine..........• 194
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(MEßALITA DI SEMEIOTICA
* w
A fare una diagnosi si giunge per tre vie, ognuna delle quali ha un valors diverso e presenta un vario grado di certezza.
La prima e la diagnosi a dislanza, e consiste nel rico-noscere le malattie a colpo d'occhio. II limitare rin-dagine a questo esame e 7netodo assai superßciale e fecondo di errori (Uhle e Wagner).
La seconda via, la quäle puo facilitare, ma non ba-stare da se a farci istituire la diagnosi e l'anamnesi.
Anamnesi si dice la storia ehe il proprietario od il guardiano deU'animale ci fa intorno ai precedenti della malattia.
Perche Vanamnesi riesca utile e necessario abituarsi a comprendere il linguaggio, ehe il popolo usa in sif-fatte narrazioni e sapere tradurre quelle vaghe espres-sioni nel linguaggio scientifico.
La terza via, fra tutte la piü sicura, e quella del-i'esamo oggettivo. Questo si instituisce per mezzo del sensi, coi quali e coU'esame fisico si tenta ogni via pos-sibile per iscoprire le anomalie, ehe presenta I'orga-nismo ammalato.
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 2
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L'arte del zooiatro consiste principalmente nell'abi-litä,che possiede nello islituire le dette indagini e nel modo il piü perfetto, con cui utilizza i suoi sensi a questo fine. Quando e deficiente di queste doti, ogni suo sapere e tutta la sua coltura rimangono sterili per la pratica.
Perche il giudizio del veteriuario non rimanga in-completo, non bisogna ehe si limiti a ricercare quelle parti cui si riferiscono i principal! fenomeni morbosi, ma e d'uopo passi in rassegna tutte le parti del corpo e tutte le sue funzioni. Onde arrivare perö in una ma-niera piü pronta ad un risultato sarä bene ehe cominci le indagini colla disamina di quegli organi e di quelle funzioni, ehe appariscono principalmente lese.
SFIGMICA.
II polso viene tastato in arterie different! nelle varie specie degli animali domestici. Cosi nel cavallo si tocca ali'arteria glosso-facciala ed alle coccigee; nei bovini, alle carotidi, alle glosso-faringee, all'auricolace ante-riore ed alle coccigee; nei piccoli quadruped], come pecore, capre, maiaii e cani, si esplora alia femorale.
Ogni specie di animali ha un numero speciale di pulsazioni. Detto numero pub provare delle oscilla-zioni in piü (nei giovani) ed in meno (nei vecchi).
In generale le pulsazioni sono:
Nel cavallo.........70-38
NeH'asino.........60-45
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Nel mulo....., . . . 60-45
Nel bue..........55-32
Nel montone........90-60
Nella capra.........90-60
Nel maiale.........nbsp; nbsp; 100-50
Nel cane..........nbsp; nbsp; 110-75
Nel gatto.........nbsp; nbsp; 140-120
Secondo il Dubois poi sono:
Nella scimmia '........nbsp; nbsp; 92
Nella gfraffa.........nbsp; nbsp; 60
NeU'elefante.........nbsp; nbsp; 28-25
Nel dromedario........nbsp; nbsp; 32-25
Nel leone..........nbsp; nbsp; 40
Nella tigre..........nbsp; nbsp; 64
Nella pantera.........nbsp; nbsp; 60
Nella iena..........nbsp; nbsp; 55
Nel polso devesi considerare: 1deg; la velocitä; 2deg; la forza; 3deg; la durala: 4deg; I'eslensione; 5deg; il ritmo; 6deg; I'es-sere delle arlerie; quot;iquot; Vessere della colonna del sangue.
1deg;
Qualitä. dei polsi secondo la velocitä.
Polso celere. — Quando la diastole arleriosa descrive un determinato spazio in minor tempo del normale, epperciö si compie con maggiore velocitä e le pulsa-zioni sono piu numerose.
Polso lento. — Quando la diastole avviene in modo opposto.
Polso vibrato. — Quando Tatto d'impulso, oltre ad essere celere, iraprime alle dita un moto simile ad un tremollo.
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- 4 —
2deg;. Qualitä dei polsi secondo la forza d'impulso.
Polsi forti. — Si dicono forti i polsi allorche la diastole arteriosa comunica alle dita esplcratrici una spinta piü forte del normale.
Polsi deboli. — Sono quelli, ehe presentano un'op-posta condizione.
3deg;. Qualitä dei polsi secondo la durata.
Polso distinlo. — Si cbiama polso distinto quando ogni sistole ed ogni diastole arteriosa descrivono uno spazio tanto normale, ehe l'una succede all'altra con un intervallo ben marcato.
Polso confuso. — E quello in cui non e distinguibile la diastole dalla sistole dell'arteria.
4deg;. Qualitä dei polsi secondo la diversa estensione.
Polso elevate. — E quello in cui gli atti diastolici si presentano e si pereepiscono con faeilitä dalle dita,
Polso profondo o basso. — E quello, ehe e in con-traria condizione dell'ora descritto.
Polso grande o largo. — E quello, in cui l'arteria nella diastole prende un diametro maggiore del solito.
Polso piccolo o concentralo. — E l'opposto.
Polso ondoso. — E quello ehe si sente con una dia­stole formata ad arco, sieche le dita pereepiscono un moto ondulatorio.
Polso vermicolare. — E quello ehe oltre ad essere ondoso e anche piccolo.
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Qualitä dei pölsi secondo il loro ritmo.
Polso lungo. — E quello ehe si sente per un graa tratto della lunghezza dell'arteria.
Polso hreve. — E quello, ehe si sente in piccolo tratto.
Polso eguale e regolare. — E quello in cui la diastole e la sistole dell'arteria si succedono come le pulsazioni del euere.
Polso ineguale ed irrcgolare. — E quello ehe si trova in condizioni contrarie.
Polso intermütente. — E quello ehe presents una intermittenza uella pulsazione, cioe ehe dopo aleune pulsazioni avviene rommessione di una battuta.
Qualitä del polso secondo il modo di essere delle arterie negli atti di diastole e di sistole,
Polso teso. — Ohiamasi quello in cui la parete ar-teriosa presenta rigidezza eome se si toccasse colle dita una grosso, corda tesa di violino.
Polso contraüo. — E quello in eui l'arteria offre la sensazione di un rigido serramento verso l'asse cen-trale, ed il suo diametro e pereepito siecome divenuto meno es teso.
Polso molle. — £ quello in cui la parete arteriosa e pereepita sotto le dita piü molle e piü arrendevole dell'ordinario.
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— 6 —
7deg;. Qualitä del polso quanto all'essere della colonna sanguigna.
Polso pieno. — E quello ehe (allorquando si preme a grado a grado serapre piü l'arteria) presenta la sen-sazione d'una resistenza maggiore del consueto, la quäle non proviene dalla tensione della parete arte-riosa, ma dalla maggiore ripienezza di sangue.
Polso vuolo o vaeuo. — E qaello ehe presenta le condizioni opposte.
FIsiologia clelle aUcrazioni del polso.
Sebbene le eause delle alterazioni del moto del san­gue e delle pulsazioni anormali eardiache ed arteriöse, non si possano in modo generale preciso ed invaria-bile elassiücare. pure puossi ritenere quanto segue.
Le alterazioni circolatorie possono venire prodotte:
1deg; Da condizioni meccaniche ledenti le leggi idrau-liehe della eircolazione;
2deg; Dall'azione di influenze eapaci di stimolare anormalmente il sistema nervoso e di promuovere un'innervazione irregolare.
Pertanto le pulsazioni eardiache ed arteriöse pos­sono aumentare in forza e quantitä per ipertrofia del cuore, per pletora, per aumento d'innervazione, per eccitazione dipendente da prineipi insoliti formantisi cd introdotti nell'organismo e cireolanti eol sangue; o da azioni nervee propagate o riflesse, suseitaie da
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locali agenti (in queste condizioni e sempre fenomeno dello stato febbrile), per eccitazioni provenienti da commovirnento dell'animo, ecc.
Le pulsazioni cardiache ed arteriöse possono dimi-nuire d'intensita e numero per atrofia e degenerazione delle fibre del cuore, per minorata innervazione, per anemia, per I'azione chimico-orgaDica d'alcune so-stanze insinuatesi o fonnatesi neH'organismo, per 1'in-fluenza di patemi d'anirno, ecc.
Resole fondamentali della sOgmlca.
Talora influenze esterne eventuali, come il timore o i'applicazione di sostanze sul corpo, il lavoro, I'in-troduzione di cibi, ecc, possono aiterare transitoria-mente la circolazione, perciö bisoguera sempre, prima di tastare il polso, eliminare questi dubbi.
E d'uopo riüettere ehe le pulsazioni cardiache ed arteriöse rappresentano non solo lo stato normale od anormale del cuore e delle arlerie, ma ehe il loro mo-vimento anormale puo ancora dipendere o da altera-zioni funzionali del sistema nerveo, oppure da altera-zioni della massa sanguigna.
Inline una regola importantissima della sfigmica e quella, ehe fa considerare attentamente il differente valore semeiottico, ehe hanno le alterazioni di pulsa-zione diverse ed antagoniste fra il cuore e le arterie, e tuttavia coesistenti. Le varie qualitä delle pulsa­zioni arteriöse hanno in generale il seguente signi-ficato:
I polsi forli, frequenti, grandi, vibrali, celeri, duri e
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lesi, sono segni d'aumento degli atli sistolici e diasto-lici (e si osservano nelle flogosi vere, nelle febbri infiammatorie, ecc).
I polsi deboli, bassi, piccoli, celeri, fuggevoli, lenli, molli, cedevoli, ondosi e vermicolari indicano la di-minuzione degli atti sistolici e diastolici (e si osser­vano nelle anemie, idroemie, cachessie e nella febbre etica).
Molte volte perö non corrispondono le qualita delle pulsazioni delle arterie con quelle del cuore, e mentre quelle sono deboli, molli, cedevoli, celeri, quesle sono forti, resistenti, vibrate (queste condizioni in gene-rale si osservano nelle malattie a processo dissolutivo o d'infezione acuta del sangue). In questi casi avviene I'antagouismo fra le pulsazioni cardiache ed arteriöse: 1deg; per i cangiamenti d'innervazione ed in particolare per la paralisi dei nervi vaso-motori periferici; 2deg; per i'accresciuto attrito nelle arterie periferiche dovuto alia paralisi dei loro nervi motori, od alia mutata crasi del sangue.
LA TERMOMETRIA CLINICA
E LA FEBBRE.
Nella febbre la temperatura animale si innalza oltre il normale, e sorpassa 11 massimo fisiologico. Un ani­male, nel quale la temperatura subisce un aumento, ehe dura alcune ore, e quindi febbricitante, (febris est calor).
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Questa cosa era gia nota nelTantichitä, e non fu ehe eccezionalmente, in alcuni periodi della medicina, ehe si diede il primo posto alia frequenza del polso.
Traube fece derivare 1'elevazione della temperatura nella febbre dalla ditninuita perdita del calorieo in seguito alia contrazione spasmica dei capillari cutanei, cioe dalla minorata irradiazione e traspirazione.
Questa teoria fu specialraente combattuta da Vach, Smuth, Auerbach, Immermaune Liebermeister, perehe se sembra verosimile nel periodo algido, e perö er-ronea nel periodo del ealdo, nel quale la pelle e urente ed avvi perfino sudore.
La temperatura dell'animale durante la febbre si eleva per Taumentata combustione delle materie or-ganiche, cioe per I'aceelerato ricambio, e ciö viene provato dall'accrescersi dei prodotti di eombustione o di riduzione, e specialmente dell'urea contenuta nelle orine, e dell'aeido carbonico eonteauto nelle esalazioni, eome lo dimostrarono le ricerche di Unruc, Sehultzen, Rosenstein, Leyden, Hirtz, Liebermeister, eee.
La febbre puö precedere o seguire un morbo lo­cale; essere cioe primaria, o seeondaria.
Sia nell'un caso, ehe nell'altro, ha sempre rnanife-stazioni general!; quando e seeondaria prende il nome di sintomatiea.
Sebbene fino dal 1600 si cominciasse a teuer eonto dell'aumento della temperatura, pure fu solo in questi ultimi tempi, nella febbre, ehe si fece I'applicazione del termometro per misurarla.
E ciö si fece perehe si era osservato, ehe nell'ap-prezzare i gradi di temperatura col tatto si cadeva in grandissirai errori, dando la mano solamente sen-sazioni relative. Infatti, se essa e fredda fa sembrare piü caldo il corpo ehe toeea, e vieeversa.
Nel periodo iniziale delle malattie febbrili (stadio
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del freddo, periodo algido) la temperatura periferica deil'animale e abbassata: ma la temperatura interna sorpassa giä la normale.
II termometro medico inventato da Sanctorius di Capo d'Istria fu meglio applicato da Boerhawe e dal suo allievo Dehaen.
Fuvvi poi un periodo di apatia.
Dope qualche tempo di tale indifferenza ed auzi quasi di ostracismo per la termometria, fu essa richia-raata in vita nel 1797 da James Currie e quindi dal Brodie.
Nella seconda metä del presente secolo ebbe uno straordinario impulse per opera di Wunderlich, di Barensprung e di Traube.
In questi ultimi tempi pure i medici veterinari si giovarono della termometria, e molto commendevoli sono le ricerche e gli esperimenti di Zangger, di Schmelz, di Schmidt, di Adam, di Gerlach, di Ganges, di Pflüg, di Sanderson, di Zundel, di Bassi e di Bru-sasco.
La temperatura fisiologica subisce piccole oscilla-zioui dipendenti dall'etä, dallo stato di ripienezza del ventricolo3 di gravidanza, di lavoro, della tempera­tura ambiente.
Infatti negli animal! giovani si ha sempre il mas-sirao e nei vecchi o logori il minimo; quando il ven-tricolo e pieno siccome sorge la leggiera febbre della digestione avvi qualche decimo di grado al disopra del massimo, negli ultimi periodi della gravidanza si riscontra pure qualche decimo d'aumento; dopo un lungo lavoro muscolare puossi alzare la temperatura anche di un grado e mezzo, come fu esperimentato da Brusasco e da me.
Dopo un'ora tutto al piü di riposo deil'animale, la temperatura discende quindi allo stato normale.
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— 11 —
Inoltre la temperatura iisiologica al mattino e mi-nore di alcuni decimi di quella della sera.
Brusasco per numerosi esperimenti istituiti sui ca-valli e bovini ha stabilito ehe il maximum deila tem­peratura fisiologica si verifica nelle ore pomeridiane, cioe da mezzogiorno a mezzanotte, ed il minimum nelle antimeridiane cioe dalle ore tre del mattino alle dieci.
L'atmosfera/mWa richiedendo maggiore irradiazione deterraina un leggiero abbassamento della tempera­tura generale deU'organismo; la calda per la condi-zione opposta produce un lieve innalzamento: queste oscillazioni perö sodo minime, stante le raolteplici azioni organico-animali, ehe coucorrono al manteni-mento dell'equilibrio termico nelle diverse tempera­ture atmosferiche.
Per misurare i gradi della febbre e d'uopo far uso di un termometro clinico a mercurio. II piü usitato e quello di Celsius (centigrade). Sono migliori quelli a massima, perche quando sono tolti dall'apertura na-turale ove furono introdotti, per fare I'esplorazione, la colonna di mercurio non si abbassa, e cosi segnauo a tutto nostro agio il punto ove il mercurio e salito.
II clinico deve misurare la temperatura durante il decorso della febbre almeno due volte al giorno, cine mattino e sera, onde conoscerne le oscillazioni.
Per ciö fare si introdurrä il termometro nel retto, e nelle femmine anche in vagina, facendolo penetrare almeno finoal grade 38-39, perche I'ambiente non abbia azione sull'istrumento.
II termometro va tenuto al posto finche la colonna di mercurio ha cessato di salire. In generale bastano 5-10 minuti.
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- 12
Temperature normali
Le temperature fisiologiche negli animali domestici sono:
Nel cavallo.
Minima Media
Davy......Gradinbsp; Cg. —37,5
Fleming......*nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; —38,8
Sonnemberg.....gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;37 —38,0
Roll.......raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;37 —38,0
Peters........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 37,5—38,2
Zangger.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 37,7—38,0
Krabbe.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 37,1—38,1
Bassi.......raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; —38,7
Brusasco......raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 37,4—38,8
De Silvestri . . . . raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 37,9-38,4
Nel hue.
Media
Krabbe.......Gradinbsp; Cg.nbsp; 38,7
Heuter.........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; 38,5
Davy..........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; 38,9
Sanderson.......raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; *nbsp; nbsp; 38,5
Fleming........raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; 38,7
Bassi......... raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; 38,5
Brusasco........raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; 38,85
De Silvestri......raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; 38,5
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13
Nella pecora.
Media
Krabbe.......Gradinbsp; Cg. 39,8
Davy.........nbsp; nbsp; ,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;,nbsp; nbsp; 38,5
Prevost e Dumas.....nbsp; nbsp; gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; 38,0
Fleming........nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,nbsp; nbsp; 40,3
Bassi.........nbsp; nbsp; ,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,nbsp; nbsp; 40,6
Brusasco........nbsp; nbsp; jnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; 39,8
De Silvestri.......nbsp; nbsp; gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;*nbsp; nbsp; 39,5
Net maiale.
Krabbe Fleming Gurlt . Bassi . Brusasco De Silvestri
Media
Gradinbsp; Cg. 39,1
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 40,5
laquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 40,5
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 40,5
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 39,3
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 39,5
iVW cane.
Media
Krabbe.......Gradi Cg. 38,7
Bassi........., , 38,5
Brusasco........gt; gt; 38,8
De Silvestri.......raquo; raquo; 38,5
Nel coniglio.
Media
Brusasco.......Gradi Cg. 38,9
De Silvestri........ . 38,5
A
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— 14 —
Dalle riportate cifre si scorgono le oscillazioni ehe esistono uella temperatura dell'individuo sano, oscilla­zioni, ehe come si e detto, dipendono dall'etä, dal contenuto del ventricolo, dal colorico ambiente, ecc.
Nella febbre la sopra indicata temperatura si eleva piü o meno, e dura uno o piü giorni. II grado di ca-lorico nou si mantiene sempre eguale, ma subisce in generale aumenti e diminuzioni nella stessa giornata. Essendo il medesimo in istretto nesso col grado della combustione organica serve ad indicarei la misura di questa.
Piü grande e la consunzione febbrile e I'elevazione del calorico, maggiore e la gravitä della malattia ed ed il pericolo della morte. Al di la di 41,5 il prono-stico deve sempre essere grave; quando e raggiunto il 42,5, e non si osserva entro qualche ora un abbassa-mento, la vita si spegne.
Le remissioni del mattino signiticano un migliora-mento nella malattia. Se la diminuzione poi della temperatura continua tutta la giornata e si mantiene anche alia sera il miglioramento puö rilenersi per assicurato.
Le esacerbazioni invece, ehe avvengono nel mattino, sono sempre di cattivo augurio.
La diminuzione della febbre perö non deve essere troppo repentina, specialmente nelle malattie gravi, perche essa puö essere ingannevole e non essere altro ehe la diraostrazione dell'avvenuto colapso.
La diagnosi differenziale in questi casi si fa pren-dendo in esame tutti gli altri sintomi, ehe accompa-gnano il morbo.
Se la temperatura si eonserva molto elevata per piü giorni di seguito, anche se si notano leggiere re­missioni nel mattino, avvi poco a sperare della risolu-zione del processo morboso, e quindi della guarigione.
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Da quanto si e dettü si compreadera facilmente non solo l'utilitä, ma la necessita di tener conto, nella mi-surazioae della febbre, del suo svolgersi, deU'iütensitä, del decorso, della durata e delle remissioni.
Nella convalescenza ordinariamente la temperatura oscilla nei limiti fisiologici, ima maggiore elevazione, od un piü grande abbassamento indica uno stato mor-boso.
Onde avere un criterio esatto nel giudicare della temperatura nella convalescenza, e per non cadere nell'errore di pensare subito ad una ricaduta od allo sviluppo di altro morbo, e d'uopo porre mente ehe la medesima puo modificarsi anche per cause leggiere o passeggiere, come per disordini dietetici e per con-trazioni muscolari.
UROSCOPIA.
Le orine modilicandosi facilmente per molte in-fluenze, come ad esempio degli alimenti, delle be-vande, dell'umiditä atmosferica, ecc. e d'uopo nel loro esame di teoere conto di queste circostanze.
Gli antichi distinsero tre specie di orina, cioe della bevanda, del chilo, e del sangue.
La prima (della bevanda) e quella ehe segue all'in-gestione di bevande piü o meno copiose. E propor-zionata al liquido bevuto, meno colorata, meno densa e piü limpida di tutte.
La seconda (del chilo) e quella ehe segue alia dige-stione, e piü densa, piü colorata, meno abbondante
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della prima, ed e inüuenzata dalla quantilä e dalla qualitä dei cibi stati ingesli.
La terza (del sangue) e emessa molte ore dopo il pasto e specialmente al mattino. Quesla mentre e sot-toposta rneno delle altre alle influenze del cibo e della bevanda e in piü stretta attinenza colle qualitä del sangue.
Per conoscere la quantitä d'acqua e di materia di-sciolta in una determinata quantitä d'orina servono Tareometro di Baume e la tavola delle proporzioni di Bequerel, I'areometro di Fahrenheit e di Nicholson, e la bilancia idrostalica.
Ordinariamente per le analisi si scelgono le orine del mattino (orine del sangue), le quali sono le meno influenzate dai detli elementi esterni.
Se perö si desidera conoscere la quantitä dei mate-riali di riduzione, emessi in un determinate tempo, e necessario istituire le ricerche su parte di tutte le orine emesse nelle ventiquattr'ore.
I caratteri fisici delle orine e I'uso deli'areometro pos-sono giä dare alcuni indizi sulla loro composizione, e valutarne la densitä, perö questi mezzi di apprezza-mento non sono sempre sufficienti.
La densitä, ehe e in ragione diretta dei materiali solidi contenuti nell'orina, la fa apparire meno iluida, piü vischiosa e crassa, intensamente colorata.
La colorazione piü marcata coincide in generale colla diminuzione della quantitä. II sangue, il pus, il muco, i pigmenti biliari ed ematici rendono le orine piü scure e piü torbide. II sangue ed i pigmenti ema­tici la fanno comparire rossa o rosso-nera; i pigmenti biliari verde; il pus bianco-giallastra.
Le orine biliose presentano una colorazione piü o meno carica, verde, rossa, bruna. Esse accompagnano le malattie di fegato.
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I sali biliari neH'orina (taurocolato di soda e glico-lato di soda), nonehe le materie coloranti della bile (bilirubina, biliverdina, bilifuscina, biliprasina, e bili-lumina) si ricercano nel modo seguente: per estrarre i prirai si evapora a siccitä a bagno maria, circa un chilogrammo di orina itterica e quindi si tratta i! re-siduo coU'alcooI ordinario. Si evapora di nuovo ed il residue e trattato con alcool assolulo; ehe evaporate di nuovo lascia per residue il taurocolato di soda con un po' di glicolato. Si scioglie nell'acqua, si tratta col sotto acetato di piombo, ehe viene poi decomposto col carbonato di soda.
Per estrarre le materie coloranti adoperasi la rea-zione di Emelin, cioesi versa dell'orina in un bicchiere a calice e quindi vi si fa giungere lentameute, scor-rendo sulla parete interna, dell'acido nitrico con vapori nitrosi, per cui si manifesta alia superlicie di separa-zione dei due liquid! una zona verde, e poi al disotto anelli sovrapposti di colore bleu, violetto rosso, rosso, e giallo. Non bisogna dimenticarechela comparsadella zona verde e indispensabile, essendo la sola caratte-ristica, perche gli anelli rossi e violetti compaiono anche sotto I'influenza deU'acido nitrico nelle orine ehe contengono uua notevole quantitä di indican od uroxantina.
Le orine quanto piü sono dense e colorate mandano piii forte odore.
Bequerel distingue le orine morbose in febbrili, ane-miche, alcaline e semi-normali.
Le alterazioni perö, ehe molto spesso intervengono in questa secrezione (orina) secondo il Bufalini, sono solamente due, ehe costituiscono le orine febbrili e le anemiche. In ambedue e molto diminuita la quantitä dei materiali solidi, specialmente I'urea, poco le materie organiche.
Fatologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;3
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Nelle febbriü aumenta I'acido urico; talora sono nor-mali o di poco aumentate le materie organiche, grande e la diminuzione deU'acqua.
Nelle ancmiche le malerie organiche sono rnolto di piu dimiouite, I'acido urico normale o diminuito, l'acqua in quantitä normale.
II Wunderlich afferma ehe nell'lperinosi l'orina scar-seggia in quantita ed in tutti i suoi principii solidi, e ehe solo sul declinare del morbo offre il sedimento d'acido urico, per ritornare chiara e limpida a guari-gione completa.
Le orine dei carnivori sono piü acide di quelle del-I'uomo. Le orine degli erbivori sono alcaline. Le espe-rienze di Bernard (sottomettendo gli erbivori ad un digiuno assai prolungato) provano ehe anche le orine degli erbivori diveugono acide quando nella loro nu-tri/.ione entrano materie animali. Un'alimentazione in-sufficiente (esperimenti di Chossat) produce lo stesso eff'etto. Queste cose avvengono perche gli erbivori tenuti a digiuno o scarsamente alimentati consumano se stessi, cioe le proprie sostanze animali.
Per quesli fatti si ha la spiegazione della grande acidita delle orine degli erbivori febbricitanti.
L'aciditä delle orine puö essere riconosciuta colla carta di tornasole, ehe in questo caso si arrossa.
Per determinare il grado d'aeidita si adopera un liquido di soda titolato, ehe si ottiene sciogliendo io un dato volume di acqua (eentimetro cubo) una quan­tita determinata di soda caustica (1 centigramma).
L'odore delle orine varia in intensitä ed in qualita secondo i diversi stati morbosi dell'animale. E debole nella poliuria o diabete insipido, e forte nelle malattie infiamtnatorie, e fetido in aleuni morbi a processo dissolutivo del sangue.
La quantitä dell'orina aumenta nella glicosuria (dia-
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bete zuccherino, diabele mielito), nell'albuminuria, nella poliuria semplice od idruria (diabete iDsipido).
Le oriue diminuiscono in seguito ai sudori ed alia diarrea, e nelle idropisie e nella febbre.
Le orine dei febbricitanti contengono una quantitä minore del normale di cloruro di sodio. Infatti secondo le ricercbe di Redtenbacber, di Beale. di Bergeron, di Hoeppfueredi Fouilhoux il cloruro di sodio diminuisce man mano ehe le flogosi progrediscono. Anche nelle ma-lattie croniche il cloruro di sodio scarseggia nelle orine. Quando durante un'idropisia il cloruro di sodio au-menta nelle orine in generale e segno favorevole. II cloruro di sodio per lo piü aumenta nel diabete in-sipido.
La presenza del cloruro di sodio si riconosce ver-sando nell'orina una soluzione di nitrato d'argento mediante cui si forma un preeipitato bianco coagu­late di cloruro d'argento, insolubile neU'acido nitrico ed istantaneamente solubile neH'ammoniaca. 11 cloruro sodico viene poi dosato raccogliendo il preeipitato, lavandolo, disseccandolo e pesandolo dope d'averlo fuso. A 100 corrispondono 24,73867 di cloro e 40,76655 di cloruro sodico. Vi sono altri metodi per dosare il clo­ruro di sodio, e fra questi avvi il liquide d'argento titolato.
I fosfati di calce e di magnesia sono eliminati in maggiore quantitä dell'ordinario neU'osteomalacia, e nel rachitismo; e secondo Rabuteaux anche nella tisi.
Nell'orina la presenza dei detti fosfati e riconosciuta versandovi della potassa, delia soda o dell'ammoniaca. determinando queste sostanze con preeipitato.
La dosatura dell'acido fosforico puö essere poi fatta col peso, ma la volumetrica di Neubauel e molto piü rapida perö un po' meno esatta. In qutsto processo si aggiunge qualche goccia d'aeido acetico, e 1/2-1
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grammo d'acetato di soda a 50-100 grammi d'orina, quindi si colorisce il miscuglio con qualche goccia di una soluzione di ferrocianuro di potassio. Vi si fa poi cad^re mediante una provetta di Mohr una so­luzione titolata d'acetato d'uranio fino a ehe tutti i fosfati sono precipitati allo stato di fosfato d'uranio ehe e giallo. Si agita incessantemente con una can-netta di vetro il miscuglio durante la detta operazione. Quando questo assume un colore bruno-rosso persi­stente si cessa, perche la precipitazione dei fosfati e completa. La quantita del liquido titolato adoperata indica la dose dell'acido fosforico.
La proporzione del solfato di soda, di potassa e di magnesia aumenta uelle malattie febbrili.
La ricerca e la dosatura dei solfati si fa nel modo seguente. Se le orine contengono deU'albumina deb-bono venire private di questa filtrandole, dopod'averla fatta coagulare riscaldandole, od aggiungendovi del­l'acido nitrico. Ciö fatto, come pure quando non con­tengono albumina vi si versa una soluzione di cloruro di bario in leggiero eccesso, poi si fanno bollire. Dopo qualche minuto di riposo si decantano, quindi si aggiunge dell'acqua regia e si fanno bollire, poi si aggiunge dell'acqua distillata, si fanno bollire ancora, si lasciano quindi riposare e poi si decantano . Dopo un paio di lavature con acqua distillata bollente si ottiene il solfato di barite bianchissimo ehe si pesa. Nella pratica serve comodamente Vuromelro. Questo istrumento sembra ad un densimetro ordinario. E gra-duato in modo ehe s'approfonda fino alia divisione 1000 neH'acqua pura a 4 gradi; a 1010, 1020, 1030, 1040 nell'acqua ehe ha questa densita. Gli intervalli sono divisi in dieci parti eguali in modo ehe le divi-sioni indicano le densitä di un millesimo. Gli urometri essendo in generale graduati alia tern-
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peratura di #9632; - 15 gradi, e d'uopo ehe Torina abbia questo grado di calore quando viene esplorata.
II peso medio delle orine e di 1018. Le orine die hanno una densitä superiore a 1025 si intorbidano col raffreddamento; queste sono le febbrili. Nella poliura semplice la densitä deli'orina e assai debole, cioe di 1000-1002 e raramente 1003. Nella poliuria con albuminuria e da 1002-1010; nella poliuria zuccherina (diabete mielito) ha in generale grandissima densitä; tuttavia non si intorbida o pochissimo, raffreddandosi.
Le orine contengono normalmente una piccola quan-titä di ferro. Questa aumenta assai poco dietro Tam-ministrazione dei ferruginosi, anche dopo I'ingestione del protocloruro di ferro ehe e assorbito tanto rapida-raente. Rabuteaux dopo d'avere amministrato a cani digiuni o dopo il cibo 20-50 centigrammi di protoclo­ruro di ferro trovö tanto nello stesso giorno ehe nei due seguenti pochissimo ferro nelle orine. Nel tubo gastro-enterico di altri cani sottoposti aU'esperimento dallo stesso Rabuteaux ed uccisi dopo tre ore dalla araministrazione del protocloruro di ferro non ne trovö neppure la metä. In seguito all'iniezionedi 30-50 cen­tigrammi di protocloruro di ferro, sciolto in 40 gramrai d'acqua trovö il giorno dopo pochissimo ferro nelle orine.
E probabile, dice Rabuteaux, ehe nello scorbuto ed in tutti i morbi, in cui avviene una deglobulazione piü o meno rapida, il ferro passi nelle orine in mag-giore quantitä dello stato normale. Maneano perö le ricerche.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;,
Avviene qualche volta ehe la materia colorante dei globuli si diseiolga nel sangue e passi piü o meno alterata nelle orine (ad esempio neU'avvelenamento coll'idrogeuo arseniato) ed in questi casi le orine sono colorate in rosso-bruno. I globuli sono distrutti, ma
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l'analisi spettrale mostra i raggi d'assorbimento del-I'ematina acida. Nei casi d'ematuria Tanalisi micro-scopica iadica la presenza di globuli intatti o piü o meno alterati, ma seinpre facilmente riconoscibili, e si ottiene lo spettro dell'emoglobulina.
Per riconoscere e dosare la quantita di ferro conte-nuta nelle orine il migliore metodo e quello di Mar-gueritte, ehe e fondato sul principio, ehe allorche si versa una soluzione di permanganato di potassa in un sale ferroso la colorazione violella del permanganato scompare e divien verde ßnche il sale ferroso e trasfor-mato in sale ferrico.
Questo processo si applica preparando un liquido di permanganato titolato, ehe eioe un centimetro cubo di esso sia seolorato esattamente da 1/5 di milligramma di sale ferroso.
Quindi fatte evaporare le orine di una giornata, ed ottenute le ceneri residue, si trattano eoll'acido clo-ridrico, si filtrano e si lavano.
Questa soluzione contiene del percloruro di ferro ehe si riduce a protocloruro aggiungendo dello zineo e se e necessario aneora dell'acido cloridrico.
La dosatura si ottiene quindi faeendo pervenire nel liquido alcune goecie della soluzione titolata di per­manganato, ed agitando con una bacchetta di vetro e si continua finche 1'ultima goccia fatta eadere non di-viene piü scolata. Moltiplicando poi per 5 i eentimetri cubi della soluzione titolata, ehe si dovettero acope-rare si ha il peso del ferro in milligrammi,
L'urea aumenta nelle malattie febbrili, e diminuisce nell'enfisema polmonare, nelle cardiopatie, nell'anemia, nelle eaehessie e nell'uremia.
Prima degli esperiraenti di Prevost e Dumas non era noto ehe l'urea trovasi preformata nell'organismo innanzi di essere elitninata per la via dei reni, e questi
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erano creduti gli organi ehe la formavano, mentre oggi e posto in luce ehe i reni la eliminano solameute.
L'urea non si trova solo nel saugue, ma nei diversi tessuti e liquidi deH'organismo. II sangue ne contiene 0,16 per 1,000 (Pieard), 0,177 per 1.000 (Marchand), 0,1 per 1,000 (Rabuteaux). II chilo e la linfa ne con-tengono 2 per 1,000 (Wurtz), la saliva 0,36 per 1,000 (Pieard), 0,67—1 per 1,000 (Rabuteaux).
L'urea proviene dai materiali azotati introdotti nel-Torganisrao cogli alimenti ed e tanto maggiore nelie orine, quanto piü ricca in azoto e I'alimeritazione.
Per estrarre l'urea dalle orine, le si fanno evaporare
fino ad y- e quindi vi si versa un po' d'acido nitrieo.
Si forma cosi un nitrato d'urea ehe si deposita. Si purifica questo sale eon una o due cristailizzazioni nell'acqua boliente e quindi si tratta colla barite, per cui formasi un nitrato di barita e l'urea rimane libera. In ultimo si fa disseecare a bagno maria e quindi si tratta ooll'aleool, ehe laseia cristallizzare l'urea per evaporazione.
Per dosare l'urea si usano od il processodi Leconte, ehe basa sulla sua decomposizione cogli ipocloriti, od i proeessi d'Yvon, di Ucagnier e d'Esbach cioe col-Tipobromito di soda, od il processo di Ueellon, ehe e fondato sulla decomposizione dell'urea per via dei vapori nitrosi.
Secondo le osservazioni di Lehmann, Neubauer e Rauke la quantitä giornaliera d'acido urieo eliminato daU'uomo eolle orine alle stato di urati o parzialmente allo stato d'acido urico libero varia da grammi 0,3-08; di Becquerel e Rodier grammi 0,5. Queste proporzioni perö non sono costsnti1 ed hanno nesso coll'alimen-tazione. La diffieoita di raceogliere tutte le orine di una giornata, negli animali domestici, ha avuto per
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effetto ehe non si pote constatare la eliminazione gior-naliera esatta d'acico urico fatta da essi.
Anche molte sostanze medicamenlose possouo fare variare la quantita di acido urico, come il solfato di chioino, la caffeina, I'angostura nera, il joduro potassico.
Gli urati aumentano assai nelle orine dei febbrici-tauti, e diminuiscono nei malati di morbi cronici, apiretici, come nell'anemia, nell'albuminuria, nelle idropisie, ecc.
L'acido urico a motive della sua debolissima solu-bilitä nell'acqua si deposita facilmente sotto I'm-fluenza deH'aciditä morbosa delle orine o per I'ag-giunta di acido cloridrico, presentando cristalli di forma elissoide o romboidale, colorati in rosso.
I sediraenti d'urato di soda e d'ammoniaca, ehe si dissolvono nell'acqua bollenle quando sono prima ri-dotti in polvere e ehe si trattano coil'acido cloridrico, danno luogo alia formazione di acido urico.
Gli urati essendo molto piü solubili dell'acido urico si separano da questo facendo bollire l'orina e quindi filtrandola. L'acido urico ehe e quasi insolubile anche a caldo rimane sul filtro.
Si raccoglie il deposito sia d'acido urico, sia d'urati ehe hanno fatto le orine e si pesa.
L'acido ippurico fu scoperto da Liebig nelle orine degli erbivori, ed e dovuto airalimentazione vegetale. Esso aumenta nel diabete e nella corea e nei catarri delle vie orinarie.
Per effettuare la dosatura dell'acido ippurico si ag-giunge acido cloridrico alle orine, per cui si deposi-tano a poco a poco i cristalli d'acido ippurico, ehe si purificano con successive cristallizzazioni. Allo stato normale un kilogr. di orina di cavallo da 3-4 gramtni d'acido ippurico, e la stessa quantitä d'orina di vacca ne da 10-15.
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La creatina scoperta da Chevreul nelle carni dei mammiferi, si trasforma nel sangue quasi totalmente in creatinina e perciö uelle orine quella e scarsissima o raanca, ed invece trovasi questa.
La creatinina aumenta nelle urine degli uremici e secondo Munk anche in quelle dei febbricitanti.
Per fare la ricerca di queste due sostanze nelle orine si neutralizzano con acqua di calce, quindi vi si versa una soluzione di cloruro di calcio per precipi-tare i fosfati. Dopo una o due ore di riposo si filtrano e si evaporano a consistenza sciropposa. Dopo il raf-freddamento si decanta il liquido, ed in questo si ver-sano alcune goccie di una soluzione concentrata di cloruro di zinco, per cui si forma un cloruro doppio di zinco e di creatinina, ehe si isolano disciogliendo i cristalli in acqua bollente; quindi si trattano col-l'ossido di piorabo idrato e poi coiridrogeno fosforato.
La xantina aumenta nelle orine dei malati di litiasi. Per riconoscerla si puo seguire il metodo di Stro-meyer ehe e basato sulla preeipitazione della xantina per via del sublimato corrosivo e del nitrato d'ar-geuto. Si preeipita l'orina col latte di calce e si neu-tralizza coU'acido cloridrico il liquido filtrato, poi si preeipita la xantina con una soluzione di sublimato. Si lava il preeipitato, si sospende nell'acqua e si de-compone, facendovi passare una corrente d'idrogeno solfurato. Si filtra, e si evapora il liquido filtrato e si fa bollire con idrato d'ossido di piombo per privarlo della materia colorante bruna e dell'acido urico.
Si filtra ancora e si tratta il liquido con idrogeno solforato per togliere l'ossido di piombo. Dopo la eva-porazione e ii raffreddaraento si ha una xantina me-scolata all'acido urico. Per purificarla si scioglie nel­l'acqua bollente e si mescola col nitrato d'argento; col raffreddamento si depongono cristalli di xantina
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combiuata col nitrato d'argento, e si ha poi la xan-tina pura traltando questi con una soluzione ammo-niacale d'argento, e quindi coiridrogeno solforato.
Le orine cootengono ancora acido carbooico, acido fenico, acido taurilico, damalurico e daraolico, di cui finora non puossi tener conto nella semeiotica.
Le orine pallide, emesse in quantitä media, poco dense, indicano cbe non esiste malattia febbrile acuta, ma anemia, idroemia, uremia.
Le orine gialle contengono uro-xantina (indican). Questa colorazione si osserva in seguito all'ingestione del rabarbaro, della senna, ehe posseggono acido cri-sofanico; oppure dietro I'amministrazione della san-tonina.
Le orine rosse generalmente sono molto dense, e sono quelle, ehe si verificano nelle malattie febbrili, ed anehe dopo il lavoro, od al mattino (orine del sangue.
Le orine di colore bruno contengono in generale materie coloranti anormali, come elementi della bile, materie coloranti del sangue, materia melanogena.
Negli animali affetti da catarri vescicali le orine sono mescolate a materie mueose e purolenti. Avve-nendo la fermentazione I'urea si trasforma in uroso aeido di ammoniaca.
Nelle orine dei diabetici ed albuminosi trovasi pure l'inosite, ehe si riconosce trattandole, dopo d'aA'erle private dello zucchero e dell'albumina, col nitrato mercurieo, ehe produce un precipitato giallastro.
La cistina si trova nella litiasi, e la tirosina e la leucina nelle affezioni febbrili e nella cirrosi del fegato.
L'allantoina si riseontra nelle orine dei vitelli lat-tanti, le quali sono molto acide. Si ottiene precipi-tandoia eon una soluzione mista di nitrato di barite e di barite caustiea.
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L'acido ossalico e gli ossalati di calce trovansi nelle orine dei rnalati di litiasi e di quelli animali ehe, man-giano i romici, ecc. L'acido ossalico e gli ossalati coiraggiunta d'ammoniaca o di cloruro di calce alle orine precipitano sotto forma di ossalati di calce e di fosfato di calce. II precipitate misto e trattato col-I'acido acetico, eke scioglie i fosfati.
L'acido benzoico si trova solo nelle orine ehe si alterarono nella vescica.
Le traecie d'albumina nelle orine costituisconosempre un sintomo patologico. L'albumina trovasi neU'albumi-nuria o malattia di Bright.
Rabuteux ha prodotta esperimentalmente I'albumi-nuria in animali, iuiettando nel loro sangue diverse sostanze atte a modificarlo. Nei suoi esperimenti ha osservato ehe talora i reni non si alterano, come ad esempio in seguito all'iniezione di nitrato di soda, ma 11 sangue presenta un'alterazione rimarchevole.
Invece ha veduto a divenire i lubuli renali ora gra-nulosi ora grassosi ed ora disquamati, iniettando pla-tino, oro, palladio, nickel, cadmio, i seleniti, i tel-luriti, ecc. Oltre I'albuminuria prodotta dalle cantaridi egli segnala, per esperieuza propria, quella determi-nata dal colchico in molti animali.
Per riconoscere la presenza dell' albumina nelle orine bastano il riscaldamento o 1'aggiunta di acido nitrico.
La glicosuria ossia lo zuccaro nelle orine accompa-gna il diabete mielito. Le orine dei diabetici sono in generale abbondanti, pallide, o giallo-verdastre, di sapore dolce, d'un odore particolare etereo, sono acide e molto dense, e si putrefanno presto. L'urea in essa talora e aumeutata e tal'altra diminuita. In alcuni casi contengono albumina; e secondo Lehmann sempre acido ippurico. Diminuito e il cloruro sodico.
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Si riconosce la glicosuria facendo bollire le orine nel Hscivio potassico o con potassa caustica, Piü diven-gono nere e maggiore e la quantita dello zucchero ehe conlengoao. — Vi sono altri mezzi ma li taccio per brevitä.
#9632;
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MALATTIE
DELI/APPARATO RESPIRATORIO
GENERALITA
Nelle malattie dell'apparato della respirazione, oltre aU'esame di tutti gli altri apparati e funzioni, biso-gnerä fare raolta osservazione a quanto segue:
Caratteri esterni della mucosa nasale. — L'esplorazione della mucosa nasale e facile nel cavallo, meno nel bue, ed e difficile nei piccoli ruminauti e nei cani, avuto riguardo alia disposizione anatomica delle ca-vita nasali. Essa si puö fare sia colla inspezione, ehe colla palpazione. Coll'esplorazione si osservano le mo-dificazioni di colore (rosso-iperemia, pallido-anemia. violetto-cianosi, giallo-colemia, ecc), gli edemi, i no-duli, le neoplasie, le ulceri, ecc.
Caratteri dello scolo nasale. — In quanto al secreto emesso dalle cavitä nasali e d'uopo osservare la sua solubilitä, quantitä. tenacüä,e quindi ricercare se con-tiene pus, sangue, micromiceii, ecc.
Quando il secreto proviene da una ipersecrezione delle ghiandole mucipare della mucosa nasale e prima diffluente, chiaro, inodoro, quindi cremoso e si essicca al contatto dell'aria. Quando e un prodotto di pro-fonde alterazioni della mucosa delle cartilagini e delle
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ossa nasali e vischioso, di cattivo aspetto, variegato, £e. tido e contiene talvolta i micromicetes equestris {KaMier, Rivolta)- E cremoso, giallo, ricco in detritus quando proviene dalle saccoccie gutturali (Roll). E unito a fiocchetti, a membranelle allorche proviene da iper-secrezione cruposa bronchiale ed emesso colla tosse. II secreto e sieroso, spumoso, allorche proviene da bronchi capillari corrispondenti ad una parte di pol-nione ancora permeabili (per lo piü indica edema pol-monare). Uno scolo rosso-vermiglio e spumoso indica una emorragia capillare delle vescichette polmonari.
Caratteri deU'aria espirata. — L'aria espirata e fe-tida nella distruzione ulcerosa delle cavitä nasali, nelle raccolte purolente delle saccoccie gutturali. nelle ca-verne polmonari comunicanti coll'aria per I'apertura di un bronco, nella gangrena polmonare e nella de-composizione putrida del liquidi stravasati, ecc.
Tosse. — La tosse e un sintomo importante per la diagnosi. Essa non manca quasi mai nelle malattie pol­monari, della laringe, della trachea e dei bronchi.
La tosse consiste in un particolare rumore prodotto da una forte espirazione per lo piü involontaria e vio-lenta, accompagnata d'espulsione d'aria o di liquido contenuto nelle vie aeree.
II rumore ehe accompagna la tosse si produce nella laringe in causa delle osciliazioni della colonna d'aria espulsa.
Allorquando si succedono repentinamente numerose espirazioni di detta natura si dice ehe ha luogo un ac-cesso di tosse.
La fosse e determinata da movimenti riflessi dei mu-scoli respiratorii ed avviene ogni qual volta una parte sensibile delle vie aeree posta al di dietro ed in basso della laringe viene anormalmente irritata (da corpi stranieri, iperemie, essudati, ecc.); essa proviene da
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una eccitazione del vago trasmessa ai nervi motori dei muscoli respiratorii.
La tosse manca nelle raalattie polmonari, in cui 6 diminuita la sensibilitä della mucosa dell'apparato re-spiralorio.
La tosse ha diversi caratteri; e cort.a, dolorosa, abor-tita nelle bronchiti capillari, nelle pleuriti e nelle pneu-moniti.
Efrequente (access! prolungati) nei catarri bronchial!, nelle iperemie tracheal! e laringee.
E rauca ed aspra nei catarri bronchial! e polmonari.
E cavernosa ed anforica ailorche esiste un suono an-forico di percussione ed un rantolo pure anforico di ascollazione. (Nelle caverne di varia natura, nell'enfi-sema vescicolare esteso).
E secca ailorche I'aria percorrendo le vie aeree non trae seco verun liquido, perche non esiste ipersecre-zione ne nelle vescichette polmonari, ne nei bronchi, ue nella trachea.
E umida nei caso opposto. (Si osserva nei catarro e nei crup dei polmoni, dei bronchi e della trachea sia acuti ehe cronici, come pure in alcuni casi di bol-saggine per eofisema).
Ailorche si vuole esaminare il timhro della tosse la si puö provocare (nei cavallo) costringendo i prim! cerchi cartilagine! della trachea.
Esame flsieo degli or^ani della pespipazione endotopaclcl.
Per I'esame lisico del torace no! impieghiamo I'm-spezione, la palpazione, la. percussione e Vascollazione. Con questi mezzi noi possiarao decidere talvolta perfino
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con sicurezza matematica in ehe stato si trovano gli organi contenutivi, cioe le pleure, i bronchi, i polmoni. il pericardio ed il cuore.
Daro un breve sunto del valore semeiotico di quest! mezzi d'esame fisico per quanto riguarda alia diagnosi degli organi respiratorii, tralasciando di tenere parola della toracometria e della spiromelria, ehe non sono di alcun valore in zooiatria.
a) Inspezione.
L'inspezione (esame colla vista) ci somministra la forma del torace ed i suoi movimeuti.
11 torace fisiologieo e sempre simmetrieo, e nello stato normale i costati nei movimenti respiratori ese-guiscono delle escursioni pure simmetriehe.
Gli spazii intercostali essendo organi molli e eede-voli, si approfondano in ogni ispirazione in causa della pressione atmosferica, ehe non puö venire da essi superata.
II torace puö acquistare forme anormali {cilindrica, conica, carenata, enfisematica, ecc), in seguito a ma-lattie degli organi respiratorii.
La cirrosi del poimone e le concrezioni pleuro-pol-monari danno lucgo ad ahbassamenlo degli archi co-slali in seguito alia ritrazione cicatriziale del tessuto connettivo e delle pseudo-membrane.
L'enfisema, per lo contrario, determina il rialzo dei detti archi, perehe la pressione dell'aria interna vince la pressione deU'aria atmosferica.
II torace puö venire dilatato anche dalla pleurite e dagli spandimenti, e la dilatazione puö essere od uni­laterale o bilaterale a norma della unilateralita o bila-teralitä della malattia.
Aliorche esiste idrotorace si osserva lo appiammento
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dei solchi intercostali, e ciö in causa della paralisi dei muscoli interoostali.
L'appianamento dei solchi intercostali si osserva in tutte quelle malattie, in cui la pressione atmosferica viene paralizzata dalla pressione dell'aria accumulata nella cavitä toracica, perciö si risconlra anche nell'en-fisema polmonare e nel pneumolorace.
Invece dell'appianamento talvolta gli spazii interco­stali presentano uu'arcuazione all'infuori, dovula alia graude pressione interna. In questi casi le pareti to-raciche sono accompagnate da grande tensione.
Movimenti respiralorii. — Nello stato fisiologico e du-rante il riposo Vinspirazione si eiTeltua colla dilata-zione della cavita toracica in seguito alia contrazioue dei muscoli elevalori delle cosle, intercostali e del dia-fragma. Noi sappiamo dalla fisiologia ehe in questo movimento il polmone segue le pareti loraciche; ehe le sue vescichette si dilatano, e ehe mediante questa dilatazione si forma in esse un vuoto, il quale fa si ehe attiri laria atmosferica, ehe vi si precipita pel proprio peso.
Tanto i muscoli sopracostali, come gli intercostali ed il diafragma nelTespirazione si rilasciano e riman-gouo sostituiti dai loro antagonisti in maniera, ehe le pareti toraeiehe si abbassano, il diafragma si spinge in avanti, compresso specialmente dagli organi addo-minali per la contrazione dei muscoli obbliqui, e cosi ne risulta una diminuzione grandissima della eapacita toracica.
I polmoni, sia per la contrazione delle fibre elastiche proprie, sia per la eompressione prodotta dallo impic-ciolimento della cavitä del petto spingono esterna-mente l'aria ehe contenevano, le vescichette si acea-sciano e le loro pareti si addossano.
Questi due movimenti, cui si da il nome di respi-
Patoloyia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4
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razione, hanno un ritrao ed una frequenza costante nello stato normale. Cosi nel cavallo adullo in riposo si contano 10-12 respirazioni per minuto ; ne.\\e bovine da 12-13; nella pecora e capra da 15-20.
La respirazione e piü frequente nelle femmine, ehe non nei maschi, piü nei giovani ehe non negli adulti e nei vecchi.
I movimenli respiralorii possono venire in molte maniere e per difierenti cause modificati.
Cof'i possonvi essere modificazioni relative allospazio, al tempo, allo sforzo ed al rilmo (Bufalini).
I. — Alterazioni relative allo spazio.
1deg; Respirazione piccola. — I moti respiratorii in questa respirazione patoiogica sono rneno estesi ehe nello stato fisiologico (s'osserva la respirazione piceola nell'enfisema in cui le costole si elevano poco nell'in-spirazione, e per conseguenza di poco si abbassano nell'espirazione).
2deg;Respirazionegrande. —In questa lo spaziodescritto dai moti sopradetti e maggiore del normale (si os-serva specialmente nella dispnea prodotta da dolori).
3deg; Respirazione breve. — Allorche I'alterno dilatarsi e restringersi del torace e minore del solilo dieesi breve la respirazione (si osserva in tutte le malattie acute dei polmoni e negli spandimenti pleuritici).
4deg; Respirazione addominale si chiama quella, in cui i moti alterni d'iflspirazione e d'espirazione si appale-sano, stante la piccola elevazionedelle costole per semi-paralisi dei muscoli respiratorii, principalmente eolla contrazione dei muscoli addominali.
Se la respirazione addominale e accompagnata da moviraenti violent! si dire ehe l'animale batte i flanchi.
Quando il battimento dei fianchi e molto accentuate
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si forma un solco lungo le cartilagini di prolungamento delle costole spurie, solco ehe fa dire ehe ii ßanco e incordato.
Questa grande difficoltä nella respirazione si osserva in ispecienelle malattie croniche delle vie aeree e negli spaudimenti endcpleuritici.
Quando ha luogo la respirazione addominale si os­serva nei grandi quadruped! domestici una dilalazione esagerala delle narici e delle ali del naso ed una spor-genza ritmica del retto.
1 piccoli animali rimangono a hocca aperta onde favorire I'ingresso dell'aria nei polmoni.
II. — Allerazioni del respiro relative al tempo.
1deg; Respirazione frequente, celere, dicesi quella ehe in un dato intervallo di tempo si compie eon un numero d'atti d'inspirazione e d'espirazione maggiore di quello ehe avviene normalmente in un individuo, avuto ri-guardo alia specie, alia razza, all'etä, al sesso, al tem-peramento, ecc.
2deg; Respirazione rara, lenta, quella ehe si compie in una maniera opposta.
III. — Allerazioni del respiro relative allo sforzo delerminante.
Respirazione difficile e quella in cui il malato prova una penosa difficoltä all'espansione del polmone ed in cui mette in azione quelle potenze museolari, di cui non si serve nella respirazione normale.
La respirazione difficile porta il nome di dispnea o d'ortopnea, secondo la maggiore o minore sua gravitä.
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IV. — Alterazioni del respiro relative al ritmo.
1deg; La respirazione ineguale, ehe si puo chiamare anche assimetrica nell'escursione inspiratoria del torace e ehe si osserva sempre allorquando, sia per malattia, siaper pressione esterna, il parenehima di un poimoue nella inspirazione non puö dilatarsi come neilo state sano.
Pertanto nelle pleuriti, nelle pneumoniti, negii idro-toraci e pneumotoraci, oltre il restringimento o la di-latazione di un lato o d'ambedue del torace, si os­serva anche rimmobilitä completa od incompleta del medesirao.
2deg; La respirazione inlercisa od inlerrolia e quella in cui, incomineiata la espirazione, viene momentanea-mente sospesa per quindi ricominciare e fiuire, come si osserva in quel gruppo di erotopatie, ehe nel ea-vallo e indicate sotto il nome di bolsaggine.
La respirazione s'accelera appenaehe la quantilä d'aria ehe s'introduee nelle vescichette polmonari non e suf-ficiente all'ossidazione del sangue. Cosi la dispnea si osserva in tutti i restringimenti delle vie resp:.ratorie, nelle pneumoniti, edemi polmonari, eatarri e erup dei bronchi, nell'idrotorace e pneumotorace, nel metee-rismo gastrieo ed intestinale, nell'ipertrofia del fegato e della milza per pressione del diafragma e eonse-guente restringimento della eavita toracica.
La respirazione si aceelera pure in seguito ad irri-tazione del rnidollo allungato e dei pneumogastrici, come si osserva nella febbre, nel tetano, nella epi-lessia, eec.
Essa pu^ rallentarsi per diminuzione d'innervazione dei ruuscoli respiratorii, come si osserva negli stati soporosi del eervello, nella sincope, neD'agonia, ecc.
Allo state fisiologico \'inspirazione e immediatamente
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seguita dall'espirazione, e questa dopo una brevissima pausa e seguita da una nuova inspirazione, e la durala di un'mspirazions e sempre maggiore di quella della espirazione.
In quelle pneumopatie, in cui I'espulsione delFaria e difficultata e neU'enfisema in cui le vescichette pol-monari hanno perduta la ioro elasticita, epperciö non possono contrarsi e soacciare I'aria, il detto rapporto e modificato ed avviene precisamente il contrario.
Piu la respirazione diviene accelerata, maggiore ne e il numero dei movimenti respirator!, e questi di-vengono molto piu brevi.
La respirazione oreve, celere, corta, superficiale pub essere determinata sia da lesioni materiali, come ade-renze, essudati, pleuriti, ecc, sia da neurosi o sensazioni dolorose, ehe accompagnano i movimenti del torace.
Nella dispnea i movimenti delle pareti toraciche e dei fianchi divengono molto accentuati. II dentato an-teriore, il triangolare dello sterno, il trasversale delle coste si contraggono violentemente per aiutare i so-pracostali, gli intercostali ed il diafragma. Nell'inspi-razione i muscoli obliqui dell'addome ed i dentali po­steriori contraendosi rendono visibilissimolosforzo, ehe gli animali fanno per introdurre aria nei polmoni. Questa dispnea si osserva nella maggior parte delle malattie acute polmonari di una qua'.che esteusione e gravita. Esiste allo stato cronico in alcune forme di bolsaggine, specialmente di grado elevato.
NeW'ortopnea si contraggono i musooli pettorali ed il grande dentato, le estremitä anteriori si divaricano in maniera, ehe ilgomitorimane distaecato da) tronco; e per questa attitudine ehe i muscoli pettorali possono agire nell'inspirazione.
La dispnea aumenta allorche gli animali si eoricano, perche specialmente nei decubito laterale i muscoli pet-
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torali ed i grandi dentati non agiscono per dilatare la cavitä toracica, quando esiste uno spandimento, perche il liquido portandosi in avanti impedisee il passaggio dell'aria. Per questi motivi i cavalli e le bovine ma-lati di pneumopatia si mantengono in piedi quasi co-stantemente, ed allorquando si coricano lo fanno sullo sterno, portando le estremitä aU'indietro, ripiegandole sotto il torace (decubito vacchino) (1).
Allorche si osserva ehe i grandi quadruped! nelle malattie degli organi endotoraci si coricano lateral-mente per un tempo abbastanza lungo e lecilo infe-rire ehe si e prodotto un migliorraquo;mento.
b)nbsp; Falpazioue.
Colla palpazione del torace in zooiatria si evoca un vivo dolore, specialmentecomprimendosulle cartilagini di prolungamento delle scapole e negli spazii inter-costali ogni qnalvolta esiste un processo acuto sia pleurico, ehe polmonare.
c)nbsp; Peroussione.
II suono di #9632;percussione di un polmone sano e chiaro, pieno, schietto.
Sul suono chiaro e sul suono ottuso ha molta in­fluenza la minore o la maggiore grossezza dello strato intermedio tra il plessirnetro (quando si fa uso di questo istrumento) e gli organi nsuonanti contenenti aria.
(1) I cani stanno seduti sulle estremitä posteriori e divaricano in maniera veraraente straordinaria le anteriori; inoltre essi fanno descrivere al collo ed alia testa un'orizzontale onde facilitare I'in-gresso dell'aria.
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Lapercussione si comunica al dettostrato intermedio ma le sue vibrazioni non dauno suono. Lo strato in­termedio invece indeboiisce la forza della percussione rispetto agli organi sottoposti, perche non e capace di fare al minulo tante vibrazioni quante ne ccnipiono essi.
II suono e tanto piü ottuso, quanto piü spesso e lo strato intermedio, ed e tanto piü chiaro, quanto piü e sottile, pertano nei magri e sani avvi il mas-simo di risuonanza.
II suono pieno ed il suono vuolo dipendono dalla quantitä assoluta dell'aria quot;vibrante. Quanto maggiore e l'aria ehe risuona, tanto piü distintamente pieno riesce il suono di percussione; pertanto il pulmone sano da un suono piü pieno, ehe non uno cui, per un processo morboso, fu sottratta una parte d'aria.
11 suono limpanico e caratterizzato da un timbro tin-tinnante, ehe manca nello schielLo {non timpanico).
Un tintinnio non e possibile se le vibrazioni non sono uniformi, e ciö avviene soltanto allorche vibra un sol mezzo (cioe l'aria sola) senza partecipazione delle pa-retidelle vescichettepolmonari. Per conseguenzail suono timpanico si ode neli'imbibizione sierosa del parenchima polmonare (edema polmonare); nella compressione e rarefazione del parenchima polmonare per enfisema; sopra caverne e bronchiettasie sacciformi, ecc, in cui le pareti delle vescichette hanno perduta la loro ela-sticilä, sono rilasciate, oppure furono distrutte per dar luogo a cavitä piü grandi e piene d'aria.
II suono metallico (modificazione del timpanico) esiste in grandi spazii pieni d'aria (caverne) con pareti non solo tese ma anche tenere, perö capaci di compire delle vibrazioni numerose.
II suono anforico ossia cavernoso e prodotto dalle vibrazioni dell'aria di una grande caverna, a pareti
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resistenti, e da cui le onde sonore si riflettono per incontrarsi in un fuoco. II suono anforico si incontra in grandi caverne prodottesi per enfisema nella bolsag-gine. Si trova pure nel pneumotorace, e talora nelle caverne tubercolose.
II suono di pentola fessa o di vaso screpolato si fa sentire allorche una caverna superficiale ed in contatto della parete toracica comunica con un grosso bronco, e ciö perche colla percussione il torace si deprime, la caverna si ristringe, 1'aria sfugge nel bronco dando luogo ad uno sfregamento, ehe produce il suono di pentola fessa.
Qualche volta i different! suoni di percussione non sono ancora cosi chiari, da potere distinguere una percussione timpanica, oppure ottusa, oppure vuota, e tuttavia si puö sentenziare di anomalie nel paren-chima polmonare. Per ottenere questo scopo e perö d'uopo ricorrere alia percussione comparala (percussione delle corrispondenti regioni dell'una e dell'altra metä del torace).
La percussione ci fornisce degli schiarimenti intorno ad alcune condizioni fisiche, e specialmente nela pre-senza o mancanza d'aria negli organi sottostanti, e suila loro maggiore o roinore resistenza e tensione, e sulla loro possibilita di entrare in vibrazione, ma poco si puö arguire sul vero processo patologico, ehe deter-mina questi fenomeni acustici. Onde trarre profitto pertanto dai suoni di percussione e d'uopo poss-edere un ampio corredo di cognizioui anatomo-patolcgiche per sapere apprezzare rigorosamente tutte le parti-colarita dei casi concreti.
Acciocche la percussione toracica nei grandi animali domestici abbia a riescire proficua e necessario pren-dere in considerazioue la disposizione anatomica del torace stesso e delle parti, ehe gli stanno applicate.
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Posteriormente sonvi gli organi addotninali, ehe si spingono rnolto in avaati nella concavita del diafragma ed al disotto delle coste, per la disposizione obliqua di quello, in maniera ehe posteriormente le coste sono rieoperte da uno strato assai sottile di parenehima polmonare. Per questi fatti qui il suono di percus-sione e totalmente o quasi totalmente vuoto.
Qaelli ehe fanno esercizio di percussione sul torace degli animali sani e ehe eonoseono le differenze di suoni nelie differenti parti, possono con tutta facilita giudicare i suoni patologici, e chi si e occupato appena un pochino di anatomia patologiea dei nostri animali domestici e dell'esplorazione fisica d'amp;nimali affetti da pneuraopatie sa, ehe i processi morbosi nelie parti poste­riori del polmone sono assai rari (eceettuato Fenfisema vescieolare nel cavallo); e ehe quando si presentano eoesistono coH'identica malattia nelie parti anteriori.
L'impossibilita d'esplorare nei grandi quadrupedi le parti anteriori dei polmone, perche coperte da grossis-simi strati museolari delle spalle, e la parte inferiore per i grandi muscoli pettorali e sternali, ha I'incon-venieute di privarei di un grande mezzo diagnostico di malattie, ehe hanno principalmente la loro sede nelie parti anteriori ed inferiori del polmoni.
Una eircostanza ehe aumenta le difficoltä del dia­gnostico in zooiatria (nei grandi animali) e l'impos­sibilita di potere simultaneamente fare la percussione comparata.
Molti usano la percussione mediata, usando cioe il plessimelro, e fra questi il Roll la suggerisce. lo mi servo sempre e con maggiore facilitä deWimmediata (punte delle dita piegato a martello),
L'energia della percussione deve variare secondo la convessitä e lo spessore della parete toracica, essa deve ancora essere differente secondo, ehe ci vogliamo
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rendere conto dello stato degli organi superficiali o dei profondi.
Colla percussione in un cavallo sano si intends un suono pieno. Perö e vuolo al terzo superiore della ca-vita toracica per via degli spessi strati muscolari e della forte convessitä delle costole in questa regione.
Piü indietro il suono e talvolta leggermente limpa-nico in causa dei soltostanti intestini.
AI lato destro il suono e vuoto nella regione delle ultime coste spurie a causa del sottostante fegato.
Nella parte mezzana dei lati del costato si ottiene il suono il piü pieno e piü chiaro, ma posteriormeDte secondo ehe gli intestini sono pieni di masse fecali solide, oppure sono distesi da gaz, il suono diveuta piü vuolo oppure timpanico.
AI lato sinistro, al livello delle ultime coste, si sente un swono vuoto dovuto alia sottostante milza, e nello spazio corrispondente a! terzo inferiore delle coste, e precisameute appena al disopra del gomito, il suono e vuoto per la presenza del cuore per lo spazio di circa dieci centimelri in senso verticale ed in senso oriz-zontale.
Lo spazio posteriore a questa regione, ehe corri-sponde all'ultima cos'a vera da un suono chiaro e pieno.
Nei bovini il diafragma occupando una posizione piü verticale non permette ehe ad una piccola porzione di intestini di insinuarsi sotto le pareti coslali, ep-perciö il suono e pieno in maggiore estensione.
Nella pecora la lana e di impedimento alia percus­sione.
II grande strato di lardo nei maiali ci priva del be-ueficio di questo mezzo di diagnostica.
Nei cane di grossa ra/za la percussione presenta maggiore facilita ehe negli altri animali. Nei piccoli e impossibile.
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La vuotezza od ollusilä ehe si trova fuori di posto indica sempre mancanza d'aria sotto la parte percossa; cosi puo essere segno di infiltrazione polmonare o di effusione pleuritica.
II suono ottuso si trova in grande estensione nella pneumonite lobare (per tutto un lobo inferiore o su­periors o medio di un poltnone, od anche per un pol-mone intiero e per una porzione dell'altro), e nelle ef-fusioni liquide nella pleura.
11 suono timpanico esiste nei confini dell'epatizza-zione, neH'imbibizione sierosa, neU'enfisema acuto.
Sebbene, come dissi superiormente, da-li'otlusitä o vuotezza, della percussione non si possa dedurre la cro-topatia, perche esse indicano solamente mancanza d'aria od allontanamento anormale deil'aria dal ples-simetro, e ehe perciö sia comune agli spandimenti, alle infiltrazioni, ecc, e ehe il suono timpanico non indichi ehe riiassatezza delle pareti vescieoiari, uni-formita di vibrazioni dovute ad nn solo mezzo (aria), eppereiö comune alle pneumatosi polmonari (enfisema) come ai pneuraotoraci (pneumatosi pleurica), pure sonvi dei suoni, come i melallid, Vanforico e di pen-tola fessa, ehe sono caratteristici di caverne.
d) Ascoltazione.
Si possono ascoltare il rumore respiratorio, i ranloli, i ronchi, i rumon da sfregamento.
Negli animali sani si sentono il rumore di respira-zione (mormorio vescicolare polmonare) ed il rumore bronchiale.
La respirazione vescicolare, detta anche mormorio in-spiratorio, nasee per lo sfregamento deil'aria prodotto dal suo passaggio dai bronchi eapillari negli alveoli polmonari, o, come dice il Niemeyer, pel succhiamento
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d'aria fatto dalle vescichette polmonari e pel passaggio di quella da tubi piccolissimi in vesciche di maggiore dimensione, e si puo imitare pronunciando una f lunga.
La respirazione vescicolare indica serapre la permea-bilita del bronchi capillari, la dilatazione delle vesci­chette polmonari e I'ingresso dell'aria nelle medesime; in una parola indica un polmone sano.
Si ammette una respirazione vescicolare dolce ed una respirazione vescicolare aspra.
La prima indicherebbe una mucosa affatto normale; la seconda una mucosa leggermente gonfiata, come nei leggieri catarri capillari, finche questi sono pervii.
La respirazione bronchiale, chiamata pure soffio tu-bario, nasce per lo sfregamento dell'ana, ehe passa in tubi a pareti rigide, resistenti. II rumore della respi­razione tubaria si puö imitare artificialmente coll'in-spirare ed espirare a bocca molto aperta e pronun­ciando nello stesso tempo uua vocale aspirata (come ha, he, ecc.) (1). oppure respirando per un tubo non elastico. II soßo tuborio indica sempre, ehe i grandi bronchi sono permeabili all'aria ; esso si ode normal-mente nella laringe, nella trachea e nell'albero bron­chiale fin dove le pareti del bronchi sono resistenti, cartilaginee.
La respirazione tubaria laringea e piu alta della tra-cheale. Questa differenza serve di indicazione allcrche un neoplasma restringe le vie respiratorie per cono-scere se esso ha sede piuttosto nella laringe o nella trachea.
II soffio tubario dei bronchi e molto debole, e per lo piü non puö venire percepito, perche fra i bronchi e I'orecchio, appoggiato al torace, trovasi uno strato piü
(1) Skoda, Bufalini.
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o meno grande di parenchima polraonare, il quale, come abbiamo visto, da il mormorio vescicolare. Que-sl'uliimo rumore, siccome piu forte del soffio bron­chiale, lo copre totalmente.
La respirazione bronchiale propagata si ode soltanto nella espirazione, e la forza del rumore e piü piccola di quella della respirazione tracheale e manca in essa il Hnlinnio o consuonanza ehe ha luogo in questa. La respirazione bronchiale propagata ha luogo in quei casi di dispnea, di laringostenosi, ecc, in cui si respira sforzatamente, ed in cui il soffio normale dei bronchi talora supera il mormorio vescicolare (sebbene le pleura ed i polmoui sieno sani).
Talvolta la respirazione bronchiale propagata esiste in certe malattie, nelle quali i bronchi capillari e le ve-scichette aeree non sono pervii all'aria (come nell'in-filtrazione, induramento del polmone ecc). In questi casi la maggiore densita del polmone, e quella ehe favorisce la duzione delle vibrazioni sonore.
La respirazione bronchiale consuonante o soffio tu-bario auloclono si ode alia periferia del torace con forza uguale od anche maggiore, ehe nella sua origins e talora ha un timbro ehe si distacca dal normale. Questo avviene : 1deg; per concentrazione di vibrazioni sonore, concentrazione ehe non puo effettuarsi nei polmoni norraali; 2deg; per la consuonanza di una co-lonna d'aria in bronchi non respiranti.
Come si e gia detto, la respirazione tubaria e troppo debole, perche possa propagarsi fino alia periferia del torace, attraverso il parenchima polmonare, perciö se si propaga vi debbono esistere delle eondizioni fisiche ehe non si oppongano alia propagazione e ehe le vi­brazioni conservino la loro concentrazione.
Esaminando i polmoni, in cui nasce la respirazione bronchiale consuonante si trova accresciuta la condu-
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cibilitä del suono ia causa della solidificazione omo-geaea del parenchima, da cui e stata cacciata I'aria in seguito a compressione, infiltrazione, induramento, callosita, ecc). Questo fatto spiega la concenlrazione delle onde sonore, perche abbiarao imparato dalla fisica ehe i corpi solidi ed omogenei conducono il suono meglio, ehe non i fluidi o strati alternanti di un mezzo piu conduttore di urialtro (dl diversa densitä).
II soffio bronchiale puö presentare un risuono me-tallico (eco metailica). Questo risuono si ode allorche la consuonanza nasce in uno spazio moito ampio contenente aria e circondato da pareti niolto tese (come nel pneumotorace, nelle caverne).
Qualche volta il sofjio bronchiale fa sentire un risuono anforico (eco anforica) ehe si produce nelle identiche condizioni del metallico allorche ie pareti sono troppo rigide per poter dare delle vibrazioni regolari, ed in-vece riflettono in un faoco comune le onde sonore ehe s'incontrano.
La respirazionc bronchiale consuonante si ode nell'in-spirazione e nell'espirazione, ma piü frequentemente nell'ultima.
La respirazione bronchiale consuonante e piü forte della tracheale, e differisce dalla medesima molte volte anche pel timbre, e talora scompare per ricomparire.
Cosi nella pleurite la respirazione bronchiale e bassa fiuche sono compresse le sole vescichette polmonari, ma diventa alta allorche si comprimono anche i bron­chi; se questi poi vengono compressi totalmente, la respirazione bronchiale scompare affatto (rumore respi-ratorio mancante).
La 7*espirazione indeterminata e quella, in cui il ru­more respiratorio e cosi eonfuso, ehe non si puö de-terminare il carattere succhiante (vescicolare), o sof-jiante (bronchiale).
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II rumore respiratorio puo divenire indeterminato per piü cause, cioe, o per la combiuazione del suc-chiante e del soffiante di forza uguale, o per la lon-tananza del la sede d'origine del mormorlo o del sofjio, o per debolezza della respirazione, o per ditninuzione d'elasticilä. delle pareti alveoiari (imbibizione sierosa), o per la diminuzione numerica delle vescichette (ea-fisema, rarefazione) ecc.
Inbsp; nbsp;ronchi sono runiori prodotti dallo sfregamento dell'aria, ehe attraversa bronchi cod pareti ruvide, tumefatte, inuguali, aspre. Nascono nel catarro e nel crup bronchiale.
IInbsp; nbsp;ronco sonoro o rombantc trae origine da tume-scenza inuguale cella mucosa nei grossi bronchi, da restringimento accidentale del loro lume per aderenza alle loro pareti di muco vischioso e tenace.
II ronco sibilanle nasce per restringimentodei bronchi minori in seguito ad edemae turriefazione della mucosa.
II ronco ßschiante e analoge al sibilante, ma piii forte e piü aculo e nasce per la stessa cagione.
I rantoli o le crepilazioni sono rumori prodotti dallo scoppiare di bolle d'aria in un liquido (siero, muco, essudato, ecc); pertanto per la loro produzione sono necessarii aria ed umore nello stesso spazio.
I rantoli vescicolari nascono nelle vescichette pol-monari e nei bronchi capillari allorquando contengono un liquido e sono tuttavia accessibili all'aria. II ru­more del rantolo vescicolare e cricchiante e puö para-gonarsi a quel rumore, ehe si sente soffregando fra le dita capelli vicino all'orecchio (Läennec).
I rantoli hronchiali se nascono dallo scoppiare di grandi bolle si chiamano rantoli a grandi bolle; e vi-ceversa si domandano a piccole bolle se nascono dallo scoppiare di bolle piccole.
I rantoli a grandi bolle nascono nei grandi bronchi
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II
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II
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ed i piccoli nei piccoli, pertanto se si odono rantoli a grandi bolle in porzioni del polmone, ehe fisiologi-camente non contengono bronchi di grande lume (alia periferia, alia base) si deve ritenere una dilata-zione (bronchiettasia).
I ranloli sono secchi se nascono per un umore vi-schioso e tenace (muco denso), e diconsi umidi se traggon origine per un liquido acquoso (siero).
I rantoli possono essere consonanti (Sckoda) o tin-tinnanli (Traube) se esistono le condizioni deila con-suonanza.
Inbsp; ranloli cavernosi si producono in spazii di una certa grandezza e contenenti aria e liquido in molo (in caverne tubercolose, gangrenose e bronchiettasiche, nel pneumotorace).
Le cause accennate siccome determinanti il risuono anforico ed il melallico producono i ranloli anforici ed i rantoli metallici.
Un rantolo metallico assai distinto, argentino, di timbro alto, ecc, ed il suono delta goccia cadenle in un fiasco vuoto sono caratteristici del pneumotorace.
IInbsp; rumore di sfregamenlo o stroßnio nasce dalVatlrito delle lamine pleuriche coslale e polmonare, durante la respirazione, e si puo paragonare allo sfregamento di pergamena.
Le condizioni lisiche della sua origine sono la li-berlä di movimento del polmone nella respirazione, il contatlo delle due lamine sierose parietale e visce­rate, e le asprezze della superflcie guardantisi; percio esordirä al principio di una pleurite innanzi ehe si faccia versamento di liquido nella cavita pleurica; sara frequentissimo nella pleurite secca ed in quella con essudato ricco di fibrina; diminuirä coll'usarsi delle villositä, coli'appianarsi delle ineguagtianze, col-concrescere delle lamine sierose, ecc. Mancüera per lo
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contrario allorche esiste una concrezione solida delle lamine pleuriche, oppure allorquando un fluido liquide cd elaslico tiene aliontanate le lamine sierose (ceme nel pneumotorace e neH'idrotorace).
L'ascollazione al pari delia percussione richiede il coufronto di regioni corrispondenti deil'una e deil'altra metä del torace (ascoltazione comparata), cioe di due regioni congruenti. Quesl'operazioue non e in-dispensabile per aleuni fenomeni acuslici molto distinti e caratteristici; perö chi non ha una idea precisissiina dei vari suoni normali faiä cosa proficua ii ricorrervi sempre, onde megiio valutare la differenza ehe passa tra i rumori respiratorii di regioni corrispondenti.
e) Esame combinato.
Allorche per ricercare una pneumopatia ci serviamo contemporaneamente di due mezzi dell'esame fisico, noi adoperiamo il cosi detto esame combinato: cosi avvi Vascoltazione palpata, la palpaziona ispezionata, la per­cussione ispezionata, la perewisione palpata, la percus­sione ascoltala.
L'ascollazione palpata e quella ehe otteniamo appog-giando l'orecchio al torace, poiehe con questo metodo si ode e si pa/pa contemporaneamente lo sfregamentö, i rantoli grossi, ecc, poiehe non si possono disgiun-gere le vibrazioni sonore dalle taltili.
La palpazione ispezionata e quella in cui si combina la vista colia palpazione. Di questo mezzo ci serviamo per misurare la elevazione del torace applicando in due regioni corrispondenti omonime le mani larghe o le dita in maniera uguale e palpando il solievarsi delie costole.
La percussione ispezionata (suecussione) e quella ehe si pratica colla punta delle dita riunite a martello,
Falologia, Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5
laquo;laquo;k
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come Corvisart praticö, la percussione immediata, e come io pratico sempre. Si adopera per produrre una fluituazione percepibile dagli occhi (nell'idrotorace).
La fercussione ascollala si pratica tenendo rorecchio vicino alia parte ehe si percuote. Si ascolta in questa maniera il suono della percussione con tutte le rao-dificazioni prodotte dai mezzi edotoracici vibranti. Questo esame e utilissimo nel pneumolorace, in cui si sente il suono di percussione con rimbombo anforico o metallico, e qualche volta con rantolo argentino.
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MALATTTE DELL'APPAMTO DELIA RESPIRAZIOME
GENERALITÄ
PARTE I.
Halattic delle cavitä nasali.
CAPO I.
IPEREMIA DELLA MUCOSA NASALE. — CATARRO ACUTO DELLA PITÜ1TARIA, CORIZZA, SCOLO NASALE, INF1AMMAZI0NE DELLA MÜGOSA DELLE CAV1TA' NASALI E DEI SENI.
Patogenesi ed eziologia. — Allorche i vasi delle mem­brane mucose soqo riempiti di sangue al disopra del convenevole, queste diventano sede di catarro, cioe presentano succolenza e gonfiamento del tessuto, se-crezione anormale, distacco di epitelii ed un' abbon-dante formazione di giovani cellule.
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Dall'or ora detto emergendo, ehe il catarro segue molto davvicino Tiperemia delle mucose, cosi per non cadere in ripetizioni inulili terrö parola di essi unita-mente, considerandoli process! morbosi fra loro con-nessi.
Inbsp; nbsp;sopradescritti perturbamenti di circolo, di nutri-zione e di funzioni, propri delle iDfiammazioni catarrali in genere, allorche si osservano sulla mucosa nasale e dei seni, portano il ncme di catarro nasale, raffred-damento di iesla, corizza, rinile, per lo piü il catarro nasale decorre separatamonte da quello dei seni.
IInbsp; catarro nasale puo essere acuto o cronico. La. disposizionc al catarro nasale, come pure ai catarri
delle allre mucose, e differeate non solo fra individui di diversa specie e ra/.za, ma anche fra quelli della stessa.
II cavallo, per la grande estensione delle cavita na-sali, offre maggiore disposizione alia rinite die non gli altri aniraali.
II hue, per lo contrario, e piü soggetto al catarro dei seni.
Inoltre si osserva ancora ehe molti animali esposti alle medesime influenze nocive, presentano uua diffe-rente disposizione alle iperemie ed ai catarri di diverse mucose, oppure alle infiammazioni delle sierose, e ehe ammala di preferenza ora questa ed ora quella.
Verificasi infatti, ehe in seguito ad una perfrigera-zione talora si sviluppa una eorizza, tal'altra una pleu-rite, alcune volte una pneumonite, in altri easi un ca­tarro intestinale, ece.
Pare ehe la disposizione ai catarri in genere si trovi Cougiunta ad un'epidermide molto tenera e molto pro-pensa al sudore.
Gli animali molto giovani, quelli male nutriti, i ca-chettici e quelli fini, di razze pregevoli e delicate.
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come i cavalli inglesi e loro derivati, tenuti con troppa cnra mollemente nei ricoveri, in generale oppongono minore resistenza alle influenze nocive e sono i piü disposti a contrarre un catarro qualsiasi.
Per controverso gli individui adulti, robusti ed in-durati alle influenze esterne, ad esempio i cavalli al-levati allo stato brado e semibrado, si conservano per lo piü refrattari anche a cause morbose talora molto violenti.
Gli individui poi, ehe andarono soggetti ripetuta-mente alia oorizza contraggono una maggiore dispo-sizione ad arnmalare nuovameute, perche la pituitaria rimane piü facilmente vulnerable, ossia rneno resi-stente in causa del pregresso stato morboso ; ed in­fluenze nocive talora di poca intensitä vi provocano di nuovo disturb! di circolo, uutrizione e secrezione.
Nel maggiore numero dei casi non si puö compren-dere il perche le stesse influenze nocive talora pro-ducano dei catarri della mucosa nasale e tal'altra della laringe, della faringe, dei bronchi, delle pleure, dei polmoni, del ventricolo, degli inteslini, ecc.
Le cause occasional ehe provocano il catarro delle cavilä nasali sono numerose.
E innanzi tutto perö da avvertirsi:
1deg; ehe l'opinione dominante quasi generalmente nel volgo, cioe ehe tutti i catarri provengano da raffredda-mento della pelle, e erronea, sebbene la. perfrigerazione ne sia la causa piü frequente, ed ogni giorno si veg-gono animali a contrarre una corizza, od un catarro di un'altra mucosa dopo d'essere stati esposti ad un raffreddamento.
Non ostante perö ehe non si possa negare un nesso genetico fra questi due fatti, pure non si ha di ciö una ragione fisiologica.
2deg; chelaperfrigerazione si deve piuttosto alFumiditä
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ed al moto dell'aria, ehe alia bassa temperatura della stessa.
Possono produrre il raffreddamento (perfrigerazione) I'insolazione seguita da aria fredda ed umida, I'esposi-zione degli animali alia pioggia od alle correnti d'aria specialmente quando sono in sudore od in traspira-zione, ecc.
Anche I'ozouo, ossia ossigeno in uno stato partico-lare di attivila, siccome dotato di un'azione irritante le mucose, e talora causa di catarri nasali.
Influenze nocive di azione locale, come I'inspirazione d'aria molto fredda; di polvere sia da strada, ehe com-mischiata col fieno; di gaz acri ed irritanti, special­mente prodotti dalle decomposizioni delle orine, delle feci, della lettiera; la presenza di parassiti animali nei seni frontali maseellari (il pentastomatenioide nel ca-vallo, cane e capra; I'estro nella pecora; la presenza di questi parassili nei seni di detti animali produce, pure fenomeni nervosi sensibilissimi); la bagnatura della mueosa eon acqua molto fredda ed a corpo estuante, le percosse sui dorso del naso, le fratture delle ossa di questo, le ferite interne, I'amputazione delle corna negli animali ehe ne sono provveduti, gli alimenti ehe pervengono nei seni per earie e fistole dentarie, neoplasmi poliposi provenienti da una proli-ferazione del tessuto congiuntivo mucoso e sottomu-coso, nonche delle membrane vascolari, consistenti o d'una sostanza fondamentale gelatinosa o mueosa e di pochi fascetti fibrosi (mixomaj, oppure di tessuto con­giuntivo eondensato e ricoperto dell'epitelio (polipo fibroso).
Nel cavallo si osservarono pure dei casi di sarcomi nelle cavita nasali quali causa di catarro (Roll).
In altri casi il catarro si propaga alia mueosa na­sale dagli organi vicini, come frequentemente si os-
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serva uei catarri dei bronchi, della trachea, della laringe, ecc, senza ehe sopravvenga una nuova po-tenza nociva.
In alcuue malattie costituzionali e d'infezione come nel moccio, nel vaiuolo , nella peste bovina, nella febbre aftosa, ecc, il catarro nasale e un solo sintomo di queste.
II nesso fisiologico fra i disturb! della nutrizione, ehe si osservano in dette malattie sulle mucose e sulla pelle, e le alterazioni del saugue, ehe ne sono la causa, non e conosciuto. E perö noto ehe nei morbi d'infe­zione le mucose divengono sede d'irritazione e di ca­tarro.
Dagli esperimenti di Friedreich la corizza e dimo-strata non contagiosa nella specie umana. In zooiatria l'osservazione e gli sperimenti dimostrarono il catarro aeuto semplice non attaccaticcio; si riteneva conta-gioso da alcuni il catarro cronico, poiche o non si sapeva o non si voleva slabilire una giusta diagnosi, e si scambiava col catarro cronico il moccio cronico, solo perche non erano visibili nei luoghi accessibili alia vista ne i nodoli, ne le ulceri mocciose, o perche man-cava I'ipertrofia dei ganglii intermascellari, oppurenon esisleva la loro aderenza alle branche deH'osso ma-scellare.
Ailo slato attuale della scieuza non awi medico ve-terioario ehe peasi pure alia sua contagione.
Reperlo anatomico. — E difficilissimo ehe si preseuti I'oceasione di fare autopsie di animali morti per catarro acuto; pertauto le seguenti alterazioni si osservano durante la malattia.
Nel catarro aculo i capillari della mucosa nasale sono dapprincipio turgidi per soverchio riempimento di san-gue; la mucosa per questa iniezione e di un coiore rosso vivo; perö quando l'animale e morto I'iniezione per
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lo piü scompare quasi totalmente; il tessuto mucoso e succolento e gonfiato per imbibizione di siero.
Nei primi giorni del morbo, siccome conseguenza della iperemia e dell'edema avvi secrezione di un umore siero-mucoso, incoloro, ricco di pali In seguito il secreto diventa piu opaco e piü denso, di colore gial.lastro per abbondante produzione di giovani cel­lule, le quali vi si frammischiano.
E solo nel decorso di malattie da infezione ehe si osservano sulla mucosa nasale i segni anatotnici d'una infiammazione cruposa o difterica.
Nel catarro cronico le dette giovani cellule diventano nel maggior numero dei casi ancora piü numerose, sieche per la loro presenza il secreto e sempre piü abbondante e puriforme.
Alcune volte perö scema sia la secrezione dell'umore siero-mucoso, sia la proliferazione cellulare, sia il di-stacco di epitelii, cosi ehe il secreto trovasi in scarsa quantitä.
II liquirlo di secrezione scarso, aderisce tenacemente ai bordi interni delle ali nasali, sotto forma di croste di colore cinereo sporco. Questa colorazione e causata dal polviscolo inspirato dall'animale quando era in vita.
II catarro nasale semplice (idiopatico) non da mai origine ad ulceri catarrali, poiche la proliferazione cellulare rimane limitata alia superficie della mucosa: perö talora da luogo ad erosioni ed a neoformazioni, e precisamente a quelle gia citate parlando dell'ezio-logia del catarro, le quali in alcuni casi sono causa ed in altri effetto del medesimo.
Sintomi e decorso. — In tutte le malattie degli ani-mali domestici non possiamo avere sintomi soggettivi e giovarci dei medesimi; ma e'e solo possibile esami-nare ed analizzare gli oggettivi ed i fisici.
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Nella corizza acuta ordinariamente il principio della malaltia caratterizzato dalla secchezza delle mucose nasali passa inosservato, perö in molti casi e avvisato. La pituitaria allora si presenta asciutta, rossa, e calda piü del normale.
Per I'irritazione prodottasi nella mucosa nasale e per azione riflessa il cavallo qualche volta sbruffa, la pecora ed il cane sternutano.
Alia secchezza delle cavita nasali ed all'iperemia tiene dietro in meno di ventiquatl'ore una secrezione abbondanlissima di un liquido incoloro, trasparente, di sapore saLso e per lo piü irritante.
Secondo Donders, la proprietä irritante del secreto nasale, ehe nel principio della malattia da una rea-zione fortemente alcalica, dipenderebbe dall'abbon-danza di cloruro ammonico contenutovi.
Sebbene il sapore del secreto sia salso, pure con-tiene solo piccolissima quantitä di cloruro sodico.
Dopo alcuni giorni il secreto diviene opaco. abbon-dante, gialiognolo; i ganglii linfalici iutermascellari s'infiammano e s'ingrossano.
Nei casi gravi il calarro si estende anche alia mucosa dei seni frontali e mascellari, sieche i malati per un senso di pressione alia regione frontale si mostrano melanconici e comatosi, tenendo la testa abhassata.
Nei buoi anche nelle corizze leggiere, prende parte al processo catarrale la mucosa dei seni.
La mucosa nasale fin dove e accessibile aU'occhio, anche colla preventiva illuminazione delle cavitä collo specchietto d'Hering. si mostra rossa e tumefatta.
Alcune volte la corizza si complica con una congiun-tivite catarrale. Gli animali divengono fotobofi ed abbondanti lagrime passano o nelle cavitä nasali pene-trandovi pei condotti lagrimaii o sulla faccia, versan-dosi dall'angolo nasale degli occhi.
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II quadro sintomatico or ora descritto, nei cavalli fini e molto sensibili e in generale accompagnato da un malessere febbrile (39.C.) specialraente allorquando il catarro giunge ad un alto grado d'intensitä e gua-dagua molto in estensione.
Negli individui linfatici, e specialmente nei cavalli di traino pesante, nei buoi, ecc, ehe sodo poco pro-pensi alia reazione febbrile, questo malessere passa ioosservato. Per lo contrario, ripeto, e molto sentito e manifestato dagli animali irritabiii (cavalli e cani fini e delicati).
In questi la malattia comincia per lo piü con orripi-lazione od anche con veri brividi.
Sopravvengono spossatezza generale e dolori arti-colari, ehe aumentano sotto la pressione e ehe irnpedi-scouo imovirnenti. II termometro da un leggero au-mento di temperatura 38 1/2-39 centigradi; il polso e poco piü celere del normale, (sessanta battute nei ca-vallo); I'appetito diminuisce; le secrezioni fisiologiche vengono soppresse; in una parola avvi la cosidetta febbre reumatico-catarrale. I cani pel prurito ehe sen-tono si fregano il rauso contro i corpi circostanti o colle loro zampe.
Nei maiali la respirazione si fa difficile e rumorcsa, essi sono costretti di teuere aperta la bocca onde re-spirare meglio.
La durata della corizzaacutae ordinariamente breve. Nei raaggior numero dei casi al terzo o quarto giorno la febbre e cessata, e neH'otlavo o nono giorno il se-creto e meno copioso, piü denso ed opaco, di reazione meno alcalina, perde il sapore salso ed acquista un colore giallognolo, cremoso.
Gli sbruffi divengono meno frequenti; la pressione e I'aumento del calore alia regione frontale scompare; la tumefazione della mucosa si dilegua; la sua colo-
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razione diventa rosea; il dolore e I'ingrossamento dei gangli intermascellari diaiinuiscono; la congiuntivite, quando esisteva, tende a risolversi, ed infine verso il dodicesimo giorno la salute e ristabilita.
Nella corizza cagionata dalla frattura o dall'ampu-tazione delle corna si osserva uno scolo nasale uni­laterale o bilaterale, ehe talvolta e sanguinolento.
Solo rarameute ed in particoiare in animali liufa-tici, cachetici o male nudriti, la rinite catarrale si protrae oltre questo tempo e passa allo stato cronico. In questi casi come pure quando fin dal suo principio e cronico, il secreto della mucosa nasale ora e mucoso ed ora muco-purolento, ora scarso ed ora abbondante.
Nel catarro cronico generalmente il processo e esleso anche ai seni frontali e mascellari sia nel cavallo ehe nel bue.
Sulla mucosa inspessita e pallida -veggonsi vasi capil-lari varicosamente dilatati, ehe le danno una colora-zione screziata, grigia plumbea.
II secreto assume un aspetto o vitreo o sgradevole e s'attacca molto ai margini delle narici, formando delle croste cineree, talora lucenti.
Lo scolo in generale e intermittente, o per lo meno non si conserva sempre in eguale quantila, ed appare percio iueguale quando esiste I'lufiammazione dei seni. In questi casi la materia secreta esce in maggior ab-bondanza per le cavitä nasali, quando il cavallo tiene la testa bassa o sbruffa.
L'inspessimento della mucosa dei seni, il risultante
ristringimento del foro di comunicazione colle cavitä
jiasali e I'impedito passaggio del secreto ci viene pa-
lesato dal suono ottuso, ehe si ottiene coll'esame fi-
sico della percussione.
II passaggio degli alimenti nei seni segue alia per-forazione della parete alveolare consecutiva aU'infiam-
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mazione e necrosi della membrana omonima, conse-cutiva alle carie di qualche alveolo. In questi casi lo scolo e unilaterale, e la materia escreta e fetida, di olore variabile e variegato, e per lo piü commista a frustoli di alimenti.
La raasticazione per lo piü e difficoltata. Epaminando la cavitä boccale si osservano le alterazioni dei denti e dalle gengive, cioe suppurazioni a colorazione bruna, viva sensibilitä ed odore fetido.
Negli ovini il catarro cronico della mucosa nasale trovasi nel maggior numero dei casi coesistente con quelle della trachea e dei bronchi (morva delle pecore). Vi sono maggiormente disposti i deboli, i cachettici, ed abitanti nei luoghi umidi; e piü frequente nella stagione fredda e piovviginosa.
In questi animali siccome la materia di scolo si ac-cumula e s'indurisce facilmente nelle cavitä nasali, e siccome queste sono relativamente strette ed ede-matose, cosi osservasi dispnea. Quando avvi anche il catarro della trachea e dei bronchi si fa sentire una tosse grassa, frequente.
L'esito piü frequente di questa malattia negli ovini e la morte per febbre marantica.
II catarro cronico delle cavitä nasali e dei seni e una malattia assai ostinata e non di rado ribelle ad ogni metodo curativo. Dura essa con varia intensitä per piü mesi e finisce col produrre inspessimenti iper-trofici della membrana mucosa (ipertrofia delle conche) e sollevamento e gibbositä della tavola esterna dei seni.
Quando dipende da carie e fistola dentaria il decorso e subordinato al morbo primitivo. Se mediante 1'estra-zione del dente cariato si ottiene la guarigione della fistola, il catarro, essendone tolta la causa, guarisce prontamente.
Se proviene da neoformazioni o da parassiti la durata
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del catarro e dipendente dalla piü o meno sollecita esportazione di quelle, e dall'espulsione od estrazioue di questi.
Diagnosi. — Si distingue larinite catarrale dal moccio perche in questa malattia, oltre allo scolo avente dei caralteri speciali di cui si dira in seguito, si osser-vano sul setto nasale e generalmente in una sola delle cavita, dei noduli sporgenti, rari e dissetninati, oppure numerosi e gli uni riuniti agli allri, del volume di un grano di miglio o di canape, fine alia grossezza di un pisello, costituiti di una massa gelatinosa bianco-giallastra oppure cinerea.
In altri casi questi noduli hanno gia subito un rammollimento dovuto ad un'abbondante proliferazioue di cellule purolente trasformatesi in detritus, ed hauno prodotto delle soluzioni di continuitä della mucosa, a margini rovesciati ed a fondo sporco, lar-daceo, del diametro talvolta di 7, 8 e piü millimetri, chiamate ulceri mocciose. Queste, man mano ehe i disturbi nutritivi si estendono alle parti vicine for-mando nelle loro vicinanze altri noduli ehe subiscono lestesse trasformazioni, si ingrandiscono, la loro forma diventa irregolare e s'approfondiscono sempre piü per la distruzione dei tessuti sottoposti. II secreto in ge-nerale nel moccio e opaco, torbido e vischioso, tal­volta emesso a fiocchi; esso aderisce molto piü for-temente alia lanugine interna delle ali del naso ehe non il secreto della riuite, ed ha per lo piü una colo-razione variegata, di cattivo aspetto e d'odore di-saggradevole. Nel moccio inoltre di regola i gangli linfatici intermascellari, ehe nella corizza sono infiam-mati, dolenti, ingrossati, ma mobili nel tessuto con-nettivo, sono poco sensibili ed aderiscono piü o meno alia faccia interna ed al margine posteriore della branca corrispondente dell'osso mascellare; la pelle pure si
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#9632;#9632;
fa loro molto aderente pel rinserramento, raggrinza-mento ed induramento del conoettivo.
Molte delle alterazioni anatomiche suddescritte tal-volta non sono alia portata della vista, e non possono neppure venire toccate colle dita, come suggerisce di fare il Roll, ma la lunga durata del catarro e le sue qualitä fisiche ci danno un dato quasi certo della loro esistenza. In seguito agli studi ed alia coltivazione dei micrococci del virus raoccioso fatto da Hallier, alcuni vorrebbero ehe la presenza del malleomyces equeslris, proveniente da quelli, nel secreto mucoso osservato
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al microscopic fosse un segno certo di diagnosi. Cio uon e, perche detti parassiti non sono costantl in detta malattia.
La corizza si distingue dal vaiuolo cavallino, perche in questo avvi un esantema vescicoloso o pustoloso, ehe appare piü specialmente sul labbro superiore fino sulle nari e dentro di esse. II labbro superiore da questo processo vieneinfiammato, tumefatto e dolente. e gerne daU'epidermide sollevata una sierositä albu-mino-fibrinosa, viscida, giallaslra, inodora. II secreto nasale e poco abbondante e trasparente; le ghiandole linfatiche intermascellari. nella maggioranza dei easi non prendono parte al processo morboso, ed una tosse frequente, prodotta da azione nervosa riflessa, aocora-pagna il vaiuolo equino.
Negli animali bovini, e faciimente distinguibile il catarro di una corizza da quello cheaccompagna aJcune malattie febbrili acute d'infezione, come la peste ossia tifo, la febbre aftosa e la peripneumonia. Innanzi tutto l'intensitä della febbre (nella peste bovina il termo-metro sale sino a 42 centigradi, e nel morbo aftufi-golare a 39 1/2,40 1/2) con tutti i sintomi ehe raccom-paguano, cioe spozzatezza, inappetenza, sete, ingran-dimenti ed accelerazione dei moti cardiaei od arteriosi,
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alterazione o soppressione delle secrezioni fisiologi-che, ecc; in secondo iuogo i particolari process! cruposi e difterici delle mucose boccali; e nella peri-pneumonia l'esame fisico della cavilä toracica, ci dimostrano chiaramente la diversa natura del processo morboso.
Lo scolo ehe accompagna la bronco-adenite (stran-guglioni) dei poledri e ehe e un sintomo di quest'ul-tima malaltia, si distingue facilmente dal catarro della rinite, prima pei fenomeni bronchiali ehe l'accompa-gnano (tosse, dispnea, ecc.), e quindi per la infiam-mazionee tumefazione di un numero piu o meno grande di gangli e vasi linfatici. Nella broncorinite dei puledri prendendo parte al processo flogistico anche il tessuto connettivo ehe attornia i gangli ed i vasi linfatici specialmente nella cavitä intermascellare e sulla faccia, ne avviene ehe talora la testa acquista una figura deforme, ehe il movimento delle mascelle e difficol-tato e doloroso e la masticazione impossibile.
Nella pecora lo scolo predotto dalla presenza nei seni frontali e mascellari delle larve d'estro si rico-nosce o per la presenza di alcune di queste nel se­crete, o dalle scuotimento e rovesciamento indietro del capo, o pel fregamento del naso nei corpi vicini, movimenti quest! dipendenti dall'irritazione della mu-cosa mantenuta dai carabiamenti di posizione e dalla infissione in essa degli uncini boccali delle larve.
Si riconosce il catarro nasale prodotto da carie di uno o parecchi denti molari della mascella superiore colla distruzione della parte palatina dell'osso sopra-mascellare, come risulta dai sintomi gia anteriormehte descritti: 1* dalla qualitä dello scolo ehe per lo piü contiene delle particelle di aliment! piü o meno ma-sticati e di colore vario secondo le sostanze ehe lo inquinano e di odore fetido; 2deg; ed in modo positivo
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se coll'ispezione degli archi dentari si riscontra detta lesione.
Lo scolo nasale proveniente da catarro delle tasche guttural! e raccolto in esse e riconoscibile perche quello diviene piu abbondante allorche s'obbliga il ca-vallo ad abbassare la testa, oppure gli si comprime la regione parotidea corrispondente, la quäle e qualche volta molto proemiaente (Roll).
II catarro nasale prodotto e mantenuto dalla pre-senza di neoformazioui uelle cavitä nasali non e djffi-cile a diagnosticarsi, perche basta illumiuare collo specchio le medesime, ehe vi si veggono le condizioni morbose differenziali.
Terapia. Profdassi. — E meglio consigliare d'avez-zare prudentemente gli animali alle influenze atmosfe-riche ed irritanti ehe cagionano per lo piü la corizza, ehe non la eccessiva cautela, poiche con queste ba-stano sempre piccole cause a produrre la malattia. Pertanto converra teuere gli animali possibilmente all'aria libera, e non mal troppo coperti anche quando fa freddo. Quando si racchiudono nei lore ricoveri e d'uopo ehe mantengasi uu certo equilibrio nella tem-peratura fra l'aria eslerna e I'interna.
Indicazione causule. — Se irritazioui dirette della mu-cosa nasale sono le cause del catarro, ad esempio, pol-vere, gaz irritanti, aria fredda, ecc, si debbono al-lontanare gli animali dall'ulteriore influenza di esse. Se la cagione del catarro fu un rafl'reddameuto della cute, rindicazioue causale richiede una cura generale diaforetica.
In medicina umana ne' catarri molto intensi e rac-comandato il bagao a vapore russo allorche avvi op-portunitä di prenderlo, e nei catarri leggieri basta curare una temperatura moderatamente caida deli'al-loggio, prendere qualche bevanda lepida ed inspirare
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dei vapori caldi e specialmente di sale ammoniaco. In veterinaria si puo solo far uso di una conveuiente temperatura dei ricoveri, delle bevande tiepide, e dei vapori caldi.
In zooiatria s'usano come diaforetici le coperte di lana, i vapori aromatici d'infuso di fiorume di fieno nei grandi animali. I piccoli si avviluppano ordinaria-mente in cenci. L'indicazione causale, allorche trattasi di estro nei seni e di raccolte nelle tasche gutturali ri-chiede la trapanazione nei primo caso, e la punzione nei secondo.
Allorquando pci l'irritabilitä della mucosa e stata seguita da uno stato torpido riescono utili le passeg-giate a passo lento alTaria fresca.
Nelle neoplasie si richiede la loro esportazione e cauterizzazione della parte.
Nelle fistole dentarie e necessario I'estrazione del dente e successiva cura.
Allorche la rnalattia passa alia mucosa della fa-ringe, laringe, trachea, bronchi, ecc, Vindicazione causale richiede la cura ehe si usa nei catarri di queste.
L'indicazione della rnalattia non esige giammai nei catarro acuto delle cavitä nasali evacuazioni di sangue generali e locali.
Nei massimo numero dei casi basta produrre con mezzi irritanti la pelle una flussione su questa, per mezzo di cui si modera 1'iperemia della mucosa.
Nei casi i piü intensi si amministreranno i sali rin-frescanti e lassativi (nitrate di potassa, solfato e car-bonato di soda, ecc). II sale culinare in piccole dosi, un venti grammi al giorno nei solipedi e trenta nei bovini, riesce piuttosto giovevole. Non saprei darne una ragione fisiologica dopo ehe un illustre patologo tedesco (Niemeyer) scrisse: t ehe sebbeue la cenere del rauco sia piü ricca di cloruro di sodio ehe non Patoloyia, Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6
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quella del sangue, ed il muco divenga meno tenace coll'ammiüistrazione di detto cloruro sodico, pure non puossj conchiudere ehe l'uso di queslo favorisca lagua-ri^none od ncceleri il decorso del processo catarrale •
II cloruro d'arnmonio, 30 grammi al giorno, sciolto nella Vjevanda sembra anche, secondo mie osservazioni. di jjodfre un'azione moderatrice della nutrizione e funzione delle mucose delle vie respiratorie.
L'amminislrazione del tartaro slibiato da molti sug-gerito, fra quali da H Bouley, dovrassi abbandonare, oppure usare assai raramente e con moita cautela cioe a piccole dosi, poiche oramai e prnvato ehe i'emetico agisce sulla mucosa del canale digerente come la po-mata dello stesso preparato agisce sulla cute, cioe pro­duce delle vescicazioni, epperciö erosioni, e perfino ulcerazioni non solo della mucosa, ma del tessulo musco-lare soUostante. lo ebbi campo di osservare in alcuni cavalli trattati col tartaro emetico per affezioni pol-monari, dei sordi dolori intestinali, ehe io ritenni sic-come sintonii di erosioni delle mucose gastro-intestinali, perche non eravi altro motivo della loro eomparsa, e ehe potei dissipare eoll'oppio e coll'estratto d'aconito. Oppio grammi uno, eslratto d'aeonito grammi tre, miele grammi venticinque. polvere di liquirizia quanto basta per fare un bolo. Di questi se ne amministrano tie al giorno.
Lo zolfo, il solfuro d'antimonio, il chermes mine-rale proposti dagii autori, fra cui dal Lafosse, possono trovare meglio la loro applicazione altrove, ehe non nella eorizza.
L'uso del setone nel catarro acuto in qualunque re-gione applieato neU'intento di determinare una rivul-sione, non solo none giovevole, ma ancora e molto nocivo alle stalo generale del maiato, perehe agendo o come displastico, produce impoverimento di cor-
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puscoli e di albuminati del sangue, eppercio idremia con stato cachettico e marantico.
Nol catarro nasale cronico, ailorche il processo nior-boso non laquo;i complica col moccio, danno buoni risul-tati le inaiazioni di vapori di calrame vegelale o del gaz cloro ehe si fa svolgere dal cloruro di calce, e di essenza di tremeutina messa nell'acqua boilente.
Dette inaiazioni verranne coadiuvate dairamn;ini-strazione di boli fatti con catrame, trementina, fel-iandro acquatico, cloruro ammonico e polvere di gen-ziana.
Giova pure i'acqua di catrame alia dose di due iitri al giorno nei grandi animali. Se non ostante detti trat-tarnenti, la malattia persiste ed anzi i ganglii inter-tnascellari tendono ad indurarsi devesi temere la com-plicazione col moccio cronico.
Sebbene moiti, e fra questi Roll, suggeriscano nei casi di lunga durata le iniezioni nelle cavitä nasali di soluzioni di nilrato d'argento, dei solfati stilici metal-lici e di creosoto, e talora anche la trapanazione dei seni, pure io non ottenni mai guarigioni radicali da questi mezzi terapeutici.
Nei catarro cronico talora giovano i setoni, se perö in pari tempo si amministrano gli eucrasici, ferro, as-safetida, ecc, onde prevenire I'idroemia.
La costante osservazione della facilitä, con cui i ca-tarri nasali di lunga durata si complicano di moccio deve eccitare i zooiatri a richiedere un pronto isola-mento dei maiati, e dopo un certo tempo, ailorche lo scolo dura da piii di due mesi, sebbene non scorgansi le alterazioni auatomiche del moccio, a suggerire Tabquot; battimento siccome sospetti ed incurabili. Io non trovai utile in questi casi Tamministrazione del tartaro eme-tico a dose gradualmente cresciuta proposta dal Bouley e dal Lafo.tse.
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In ogui caso bisognera curare con diligenza la net-tezza delle cavilä e delle ali del naso mediante fre­quent; lavacri con tiepida decozioue di malva.
La diela in questa maiallia se acuta, non e molto differente di quella delio stato sano. Tutto al piü si poträ dirainuire per qualcbe giorno la quantilä dei cibi ed abbeverare i malati con acqua di temperatura non troppo bassa. Allorche il morbo e passato allo stato cronico e indispensabile una alimentazione tonica, ec-citante e molto nutriente.
CAPO II.
CATARRO AGÜT1SSIMO DELLE NARICI E DEI SEN1 ANNESSI, 0 GORIZZA GANGRENOSA NE1 BOVXNI.
Palogenesi ed eziologia. — II catarro acutissimo delle narici e dei seni annessi, ehe si sviluppa nei boviui, e un morbo proprio di questi e caratterizzato dalla tendenza sua alia gangrena e da compartecipazioue del cervello e degli occhi.
Esso compare sotto forma sporadica ed enzootica, di preferenza negli animali giovani e nelle feminine, nella primavera e nell'autunno, e con maggiore fre-quenza quando la stagione corre umida, ed in quelle localitä, dove e molto estesa l'irrigazione dei prati e dei campi.
In seguito all'azione delle cause, atte a deterrainare questo morbo, succede un'intensissima iperemia alia membrana mucosa, ehe tappezza le cavitä nasali ed i seni annessi; in conseguenza di questa iperemia avviene dapprima un'infiltrazione edematosa (sierosa) molto cospicua della mucosa e del connettivo sotto-mucoso, alia quale ben tosto succede un'infiltrazione
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plastica nella sostanza della membrana mucosa, ed un essudato pure fibrinoso alia sua superficie, tappcz-zandola sotto forma di membrana crupale.
L'infiltrazione sieroso-plastica della sotlile membrana mucosa ehe tappezza i seni, la quäle e ricchissima di vasi, e causa per cui molti element! di essa, per la compressione, si necrotizzano.
Per questa stessa compressione il circolo sanguigno prima diventa difficoltato ed in seguito si arresta, per cui le parti cadono in gangrena.
II disordine di circolazione dei seni e delle cavitä nasali, come pure le annesse infiltrazioni sierosa e pla­stica, sono causa di un disturbo di circolazione nella vicina meninge, colla quale sono in diretta connes-sione vascolare.
Nella meninge pertanto, e propriamente nella parte ehe riveste le porzioni anteriori dei lobi cerebrali, si forma iperemia eon spiccata infiltrazione sierosa e tal-volta anche plastica.
II menzionato disordine di circolazione, e le infil­trazioni sono causa di un'alterazione secondaria di circolo negli occhi, nei quali si formano intorbida-menti.
Le cause, ehe furono riconosciute capaci di deler-minare questo morbo sono: i raffreddamenli rapidi ed intensi della testa. Difatti egli e specialmente negli animali tenuti in istalle calde, perche strette e sover-chiamente popolate, le quali sono ventilate eon aper­ture strette e basse, al livello della testa dei bovini, ehe questa malattia si svolge di preferenza. Non si deve tacere perö, ehe per le indicate condizioni dei ricoveri, soventi avvi un'altra causa d'intensa irrita-zione sulle cavitä nasali, ed e lo svolgimento di gaz ammoniacali dallo strame fermentato, rinnovato troppo di rado.
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lo so di un esperimento fatto dal mio amico pro-fessore R. Bassi, il quale esperimento comproverebbe il riiio asserlo, ed e il seguente:
La corizza gangrenosa aveva mietute molte vittime in un branco di bovini nell'autunno dell'auDO 1874. Detti bovini erano tenuti in una staila bassa, stretta-e prospiciente a mezzogiorno, con piccole e basse fine, strine al nord (verso prati irrigui) continuaraente le-nute aperte per moderare la soffocante temperatura della slalla. Chiaraato il sullodato prof. Bassi ed at-tribuendo lo sviluppo della corizza allo smodalo raf-freddamento della testa, ha ordinato di mettere tutti i bovini ancora sani sotto una tettoia, per toglierli dalla diretta e forte corrente d'aria,
Questa disposizione bastö per fare cessare I'enzoozia, e non si verificö piii alcun caso di questo morbo.
Dopo 15 giorni ehe questo erasi dileguato, i proprie­tär! avendo introdotto nella staila di nuovo i bovini, prima di fare chiudere le dette finestrine e di fame praticare altre piü grandi e piü elevate come aveva suggerito Bassi, e dopo di averla perö senza sugge-rimento di alcuao, disinfettata, si mauifestarono tosto altri casi. La malattia scomparve ancora subho dopo d'avere di nuovo condotti i bovini sotto la tettoia.
Questo esperimento mi sembra assai probativo, perche fatto con prova e contro prova.
La corizza gangrenosa e stata considerata da qual-cuno come un'affezione carbonchiosa; come una dif-terite (Haubner, Eberth); come una tifoidea; perö nessuna di queste opinion! pare fondata, 1deg; perche non e contagiosa; 2deg; perche mancano le alterazioni ana-tomiche caratteristiche delle dette malattie.
La prima osservazione e avvalorata dagli esperi-menti di Bassi, ehe sono i seguenti:
Preso I'essudato delle cavita naaali di una vacca
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morta da poco per corizza gangrenosa, ne introdusse nelle narici esterne ed interne di un'oca e di due anitre; e nelle narici di due conigli.
Inbsp; due conigli 24 ore piü tardi presentavano scolo tenue e trasparente dalle due narici, ed i tre palmipedi nulla, ed an^i avevano le narici molto puiile.
Due giorni piii tardi i due conigli non presentavano piü scolo e negli uccelli non si manifesto.
Tulti detti anirnaii tenuti per piü mesi in osserva-zione non aramalarono mai.
Reperlo analomico. — Si osservano arrossamento, iufiltrazione plastica, edema, membrane crupose, ero-sioni, ulceri e gangrena della mucosa Schneiderania; talvolta anche gangrena del derma ehe nveste le ca-vicchie ossee delle corna; iperemia intensa degli in-vogli dell'encefalo, con versamento sieroso ed anche essudato piastico, rarnmollirnenlo delia sostanza dei lobi anteriori del cervello, intorbidamento degli umori degli occhi per essudato d'apparenza puriforme; in alcuni casi necrosi delle conche nasali e dei cartooci etraoidali, come pure ulceri nelle fauci, sulla iaringe, ed anche verso la base della lingua.
Qualche voltasi riscontrano slravasi sanguigui, ecchi-mosi e piccoli ascessi in diverse parti del curpo. II saugue e sempre di colore nero nei grand! vasi venosi e nel cuore destro, Negli intestini si trovano le lesioni proprie del catarro enterico acuto.
Sinlomi e decorso. — La corizza gangrenosa ora esor-disce con una diatrea sierosa reumalica, ora con intor­bidamento degli occhi, e con brividi febbrili marcatis-simi, i quali sono seguiti da temperatura moito elevata.
Si manifestano pertanto siccome siutomi, ehe accom-pagnano la febbre, I'inappetenza, la prostrazione delle forze.
IInbsp; polso e piccolo, cedevole, frequente.
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II calore esterno si rende sopratutto appariscente alia testa; le ali del naso, le palpebre, la congiuntiva si tumefanno, e quest'ultima assume un colore rosso intenso.
II musello divieae caldo, asciutto, e screpolato. Ab-bondanti lagrime colano sulle guancie.
La raembrana mucosa nasale diviene tumida, rossa e talora violacea.
Trascorso un giorno daU'inizio del morbo compare uno scolo nasale da prima scarso, tenue, di colore pagliarino, ehe si fa poi di colore giallo-sporco, e quindi rossigno, o semplicemente striato di sangue. La materia di scolo escreta assume proprieta corrosiva e fetida.
Nell'ulteriüre decorso il respiro addiviene sibilante ed anche russante; gli umori degli occhi se erano ancora trasparenti, si intorbidano; le corna alia loro base divengono urenti; cresce lo scolo nasale ehe si fa icoroso.
Colla percussione i seni danno un suono ottuso.
Compaiono maeehie rosse (petecchie) sulla mucosa boccale; I'espulsione delle feci e delle orine riesce dolorosa; nelle feminine gravide generalmente succede Faborto.
In seguito sopraggiungooo prima i sintomi nervosi, come convulsioni, perdita della conoscenza, barcolla-mento, paralisi, poi diarrea abbondante colliquativa, alia quale segue la morte.
In qualche caso succede la caduta deirastucchio delle corna per la gangrena del tessuto dermoideo ehe tapezza le caviechie ossee.
La corizza gangrenosa ha decorso acutissimo o sem­plicemente acuto. La sua durata oscilla fra 6-20 giorni.
La guarigione e rarissima, e quando avviene riman-gono per qualche tempo gli intorbidamenti degli occhi.
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Quest'esito favorevole e da sperarsi quanrio TiDfiam-mazione non e molto intensa, e quando dopo 3-4 giorni lo scolo nasale diviene tioccoso, non e striato di sangue e si conserva inodoro, il ehe dimostra ehe non e av-venuta la gangrena. Negli individui guariti rimane una disposizione alia recidiva.
Gli animali giovani e deboli soccombono piü facil-mente al male.
La morte e un'esito frequente, ed avviene secondo Fuchs e Zürn nella metä dei colpiti. Bassi eonstatö una mortalilä molto maggiore, anche Roll ammette ehe muoiono piü della metä dei colpiti.
L'esito sfavorevole e annunziato dairabbattimento e stupidezza sempre maggiore, d;il dimagramento ra-pidisslmo, dallo scolo nasale fetente ed ieoroso, dalle paralisi e dalle convulzioni, sieche sembra avvenire per assorbimento putrido. senza perö escludere la eompartecipazione deU'asfissia.
Terapia. MVindicazione profilattica e causala si soddisfa eoH'alloutanare dagli animali le oecasioni di repentini ed intensi raffreddamenti, specialmente le eorrenti dirette sulla testa; porciö bisognera tenerli in istalle ehe abbiano le fiuestre alte, oppure, ehe siano munite di ripari, ehe evitino le eorrenti d'aria dirette sni bovini, e, se ciö non e possibile, eoll'evitare almeno Teccessivo risealdamento delle stalle, affinche non si stabilisca una forte corrente tra I'aria fredda esterna e la ealda interna.
L'indicazione del morho richiede I'applicazione eon-tinua per 2-3 giorni di tropici ehe raffreddino la testa, ad esempio il ghiaccio, aequa ghiaccia, terra bagnata con aequa freddissima, ecc.
Le strofinazioni secche, o meglio le frizioni irrittanti general!, I'iniezione d'acqua fredda nelle cavita nasali.
Nei pletoriei le abbondanti sanguigne furono trovate
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assai giovevuli ed alle a fare abortire il morbo da Ercolaui, Hering, Roll ed altri.
In seguito convengono le iniezioni degli antisettici, come di soluzione d'acido fenico, di cloruro di calce, ed anche le inspirazioni d'acqua con acido fenico; i rivellenti alia nuca, ai lati della gola. Internamenle gli eccitanli diffusivi ed anliputridi come la canfora, I'essenza di trementina, il vino, I'alcool, I'acido fenico, la valeriaua, Tarnica, ecc.
La slitichezza richiede I'amministrazione dei sali lassalivi, e fra questi il solfato di soda, di magnesia, i carbonati, ecc. Alcuni prescrivono anche il tartaro emetico (Hering, Roll).
Alia diarrea si rimedia cogli oppiacei e coi tonici amaro-aslringeuti.
Nei casi cronici puo riescire giovevole la Irapana-zione dei seni, onde pralicarvi iniezioni delersive, anli-selliche ed astringenli.
I convalescenti abbisognano di aria pura e di mo-derala lemperatura, ed alimenti nutrienti e di facile digestione.
Con questi ultimi mezzi si soddisfa aWindicazione dielelica.
CAPO III.
EPISTASSI, EMORRAGIA NASALE.
Patogenesi ed eziologia. — L'epistassi e uno stravaso di sangue dei capillari della mucosa nasale.
Generalmenle la lacerazione delle tonache dei capil­lari ha luogo nelle parti superior! delle cavitä nasali, e per effetto di queste lesioni anatomiche il sangue esce dai vasellini, s'avviciua alia doccia interna delle
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dette cavitä e viene a cadere a goccia a goccia oppure a getto continuo aH'esterno delle narici.
Questo morbo fu primieramente segnalato da Sol-leysel e Lafosse seniore. Fu quindi osservato da moltis-simi altri ed ultimamente da Lafosse di Tolosa e da me.
Vi possono andare soggelti tutti gli animali domestic!,
Fra le cause determinanti 1'epistassi sonvi: 1deg; le meccaniche o traumaliche, ad esempio, i colpi sul dorso del naso, i corpi stranieri introdolli nelle cavitä na-sali, ecc.; 2deg; le parassilarie, ad esempio, Vhaemopis sanguisorba, ossia sanguisuga equina, le larve d'e-slro, ecc; 3deg; lesioni di nulrizione delle pareti vascolari, come nello scorbuto, nell'anemia, ecc; 4deg; lacerazioni dei vasi dovute a pressione endovascolare, o ad un processo difterico della mucosa con proliferazione cel-lulare e metamorfosi retrograda, come ad esempio, nelle ulceri mocciose; 5deg; le fisiche come I'insolazione, il calore; 6deg; i polipi delle cavitä nasali, ecc; 7deg; le alterazioni del sangue, come nella febbre petecchiale.
Sintomi e decorso. — II sangue neU'epistassi non e commischiato a bolle d'aria, epperciö non eschiumoso, II sue colore e rosso ossidato. La sua quantitä e piu o meno graude secondo I'estensione ed il numero delle lesioni vascolari. Lo scolo di sangue osservasi da una o da ambedue le narici. L'escita del sangue aumenta quando la testa e abbassata e diminuisce allorche questa viene elevata. II sangue talora e deglutito, e tal'altra invece passa nella laringe provocando la tosse.
La durata del morbo ordinariamente e breve; per lo piü in pochi minuti il flusso si arresta.
Allorche perö l'epistassi e dipendente da corpi stra­nieri e specialmente da polipi, il suo decorso dipende daH'allontanamento o guarigione di essi.
Se e sintomo di malattia a processo dissolutivo del sangue segue il decorso del morbo primitivo.
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Le emorragie ehe hanno per potenza causale forze meccaniche o traumatiche. se sono leggiere non sono ne pericolose, ne uocevoli.
Quelle dipendeuti dalla esistenza temporanea di pa-rassiti iafissi sulla rnucosa del naso possono divenire pericolose sia pel nuraero dei medesimi, sia per la loro localita d'infissione.
Le emorrogie dipendenti da lesionidinutrizionedelle pareti vascolarioda un processo difterico delia mucosa sono sintomi di malattie costituzionali gravissime, delle quali seguono i pericoli.
Diagnosi e prognosi. — L'epistassi si differenzia dalla emoftisi, poiche in questa il sangue ehe esee in parte dalle cavita nasali ed in parte dalla bocea presenta la forma di grumi piü o meno voluminosi, di colore rosso-vivo, commischiato da bolle d'aria, epperciö alquanto spumoso. Inoltre quest'ullima malattia ha un decorso con piressia, grande abbattimento, access! di tosse, ecc.
Si distingue daU'ematomesi, poiche in questo pro­cesso morboso il sangue non essendo commischiato a bolle d'aria non appare spumoso, ma in pari tempo presenta perö grumi di colore rosso-cupo venoso, di-pendente dalla poca ossidazione del medesimo, e quel ehe e piü, addimostransi degli sforzi di vomito.
Delle differenze causali suaccennate quelle dei due primi numeri si riconoscono esarainando la natura della lesione anatomica delle cavitä nasali o riconoscendo la presenza dei parassiti; quelle del terzo numero si riconoscono sia per la qualita del sangue ehe esce, il quale e per lo piü molto diluito e di colore rosso-scuro, carico di ematina e povero d'ossigeno e di corpuscoli rossi, oppure rosso-sbiadito, poverissimo di albumina, di corpuscoli rossi e di ematina, in una parola, dai fe-nomeni di dissoluzione del sangue e di clorosi. Quelle del quarto sono per lo piü commiste a catarro, cui il
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sangue s'unisce striandolo; in questi casi poi, come in quelle del numero sette, si scorgono i segni della grave malattia ehe n'e causa essenziale di questo sin-tomo.
Terapia. — La terapia dell'epistassi consiste nell'm-dicazione causale Cosi le emorragie causate dalla rot-lura di alcuai capillari per pressione endovasoolare cessa presto da se, poiche essendo diminuita detta pressione dall'emorragia stessa non avvi piü motivo del suo essere. In questi casi la guarigione avviene nello stesso modo ehe succede quella dipendente da piccole lesioni aoalomiche vascolari pel fatto di cause traumatiche o meccaniche, cioe si formano dei piccoli trombi o coagoli fibrinosi, ehe ne oceludono in loco la ferita ed intanto i margini di questa si uniscono per proliferazione cellulare delle fibbre di tessuto coq-nettivo e per trasudazione di plasma ehe presto si organizza.
Se tardassero formarsi i trombi e si temesse ehe il sangue ehe esee sia in copia tanto grande da rie-scire dannoso alle forze e nutrizione degli animali, od anche di determinare degli attacchi vertiginosi oppure sincope, od ancora un'anemia acuta, si favo-rirä la produzione di trombi iniettando nelle cavita nasali acqua quasi diaeciata, od acqua con aeeto, o con cloruro di sodio.
Nei easi ancora piü gravi sara d'uopo favorire la coagulaziune della fibrina coH'aequa di Rabel. Questi astringenti giovano in tutli i easi.
Vengono pure suggerite le iniezioni di soluzioni di alume, di solfato di ferro, di solfato di zineo, di sot-toacetato di piombo, di acido solforico, di corteccia di china, di noee di galla. Gli empirici adoperano I'in-chioslro ehe non e altro ehe un tannato di ferro.
E molto diffiede in zooiatria ehe abbia ad essere ri-
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chiesta l'occlusione delle cavitä nasali con filaccie, ed in caso di suprema necessitä non dovrassi uei solipedi occludereche una cavitä distintamente, poiche, comee noto, non respirando gli animali del genere equus ehe dalle cavitä nasali, l'occlusione simultanea d'ambedue ne produrrebbe I'asfissia.
Le epistassi causate dalle sanguisughe cavalline, le quali per altro sernbrano trovarsi quasi esclusiva-mente nei pantani e nelle acque dei paesi meridio-nali, come nell'Italia del sud, nella Sardegna e nelia Sicilia, nella Spagna, nelTAfrica, eoc, cessano cogli stessi tnetodi or ora accennati; pero e innanzi tutto necessario di rimuovere detti parassiti, il ehe si ot-tiene facendo pervenire sul loro corpo dell'acqua resa tnolto salsa con sale culinare.
Quando Tepistassi e fenomeno di malattie costitu-zionali si cura trattando la rnalattia primaria, se questa e suscettibile di trattamento e guarigione.
h'indicazione dietetica richiede, allorche I'emorragia fu di qualche importanza, un regime molto nutriente ed eucrasico.
CAPO IV.
VERT1GINE DA ESTRO NELLA PECORA.
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Patogenesi ed eziologia. — Nelle pecore riscontrasi una iperestesia ehe prende il nome di vertigine da estro, poiche detto disturbo primitivamente funzionale e prodotto e mantenuto dalla presenza nei seni frontali e mascellari della larva di uu insettodel genere oestrus, Yoestrus ovis di Swab.
L'estro della pecora e grigio-giallognolo superior-raente, guernito di fine setole nelle parti posteriori.
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ha il torace gr;gio-scuro-!ucente striato di nero. Gli organi boccali resistenti, le ali incolori e traspnrenti, colla piccola nervatura traversale posta al di dietro del termine delia prima nervatura acressoria, e colla quarta longitudinale ehe ültrepassa appena l'ultima tra-sversale. Lungo 10-12 millimetri.
La femmina fecondata cerca le peeore e deposita gli ovuli probabilmente sul loro naso, da cui le larve s'insinuano poi nei seni frontali e mascellari.
Le larve presentano un'estremitä anteriore sottile ed una posteriore piü larga; una superficie superiore convessa ed una inferiore piana. L'anello cefalico e il piü corto, i sette successivi vanno gradatamente allargaudosi, il nono ed il deeimo sono i piü grandi, ed inline i posteriori si restringono ancora gradata­mente. AU'anello cefalico stanno annessi gli organi della bocca diretti in basso, consistenti in due grandi uncini in forma di griffe, la cui base e articolata collo scheletro della faringe e si continua con una parte acuta ripiegata in basso, indietro ed infuori. La pic­cola e nuda bocca si trova fia la superficie inferiore e trasversale di quest'anello e gli uncini. AI disopra degli orgaui boccali hanvi delle grosse e corte antenne. Le placche delle stigmate poste sull'ultimo anello sono pentagonali. Gli angoli sono rotondati e l'orifizio delle stigmate trovasi nel centro. Le placche delle stigmate anteriori trovansi tra il primo ed il secondo anello e sono piecolissime.
Le larve hanno un colore dapprima bianco, colle placche delle stigmate rosso-scuro e gli uncini neri; quindi compaiono sugli anelli delle strie trasversali di colore cupo. La loro lunghezza massima e di 20-30 millimetri.
Le larve nelle cavitä nasali e nei seni delle peeore stanno infisse mediante i loro uncini boccali alia mu-
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cosa finche non sono espulse per maturanza, con vio-lenti sbruffi.
La larva passa poi allo stato di ninfa in 21 ore e rimane tale per sei settimane, per quindi metamor-fosarsi in insetto perfetto.
Reperlo anatomico. — Si riscontra un numero piu o meno grande di iarve, ma sempre maggiore di una dozzina nei seni frontali e nelle circonvoluzioni et-moidali. Esistono nei detti seni delle raccolte di pus e di muco ehe avvolgono le larve per la maggior parte ancora vive. La mucosa ove erano infisse e inspessita, iperemica e talora perforata ed ulcerata.
Alcune volte iltessuto osseo e divenuto bernoccoluto, rammollito, insotlilito. Le meningi talora sono intor-bidate ed iperemiche.
Sintomi e decorso. — La piccolezza dell'estro e la sua coiorazione grigia impediscono di seguire i fe-nomeni della deposizione delie uova, perö questa deve essere dolorosa per le pecore, perche appena seguita esse scuotono la testa, raspano il terreno colle zampe, corrono in vari sens! tenendo il naso a terra o fre-gando i! nauso contro le estremitä anteriori, contro i corpi vicini o contro la terra. Esse guardano in giro timide e spaventate, cercano luoghi bassi, profondi, come fossi, buchi, per nascondersi.
Le cavitä nasali divengono sede d'iperemia e di ca-tarro, ed in seguito si manifestano le vertigini. Sem-bra ciie queste non sieno una conseguenza necessaria della presenza di estri nei seni delle pecore, poiche Greve ha riscontrato delle grandissime quantitä di larve d'estro nei seni delle pecore, ehe vivono sulle bru-ghiere di Lun6bourg, nelle quali non s'era manife-stato ehe un intenso catarro.
Socondo Lafosse, i fenomeni vertiginosi si sarebbero osservati specialmente allorquando per disturbi di
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nutrizione delle ossa craniane si produsse una con-vessitä nella cavitä cerebrale comprimente la polpa del cervello.
lo non credo necessarie tali losioni anatomiehe per determinare le vertigini, poichö queste possono rice-vere una sufficicate spiegazione dall'iperemia, ehe si diflbnde ai vicini intagli della parte anteriore dei lobi cerebrali, e dalla continua irritazione dclle fibre ner­vöse, ehe si cspandono nella mucosa.
Allorche la malattia assume la sua maggiore gra-vezza, s'uniscono fenomeni febbrili (39 c.) ed i di-sturbi nello apparato respiratorio; infatti si manifesta dispnea con sibili c roncbi, i quali perö dipendono dal-l'irradiazione dello stato iperemico e catarrale alia mu­cosa tracheale e bronchiale.
Talora perö la tosse, la dispnea ecc, possono di-pendere dall'accidentale passaggio delle larve d'eslro al disotto dell'epiglottide e nella trachea (Ercolani).
L'appetito diminuisce o scompare tolalmente, gli anitnali ripiegano la testa totalmente all'indielro od ai lati, oppuro la tecgono fissa in basso coutro qualcbe corpo per alquanto tempo.
In seguito le pecore divengono apatiche, la denutri-zione fa rapidi progrcssi c la morte per esaurimeulo libera le pazicnti in sette od otto giorni.
Quest'csilo letale perö e raro, poiche ordinariameule le larve si staccano da se ai comparire della prima-vera ed abbandonano il lore ospite, il quale tosto si ristabilisce in salute.
Diagnosi. — La vertigine dolla pecora prodotta dal-l'estro e distinguibile da quella determinata in esse dal cenuro cerebrale, perchii in questa avviene il fe-uomeno ehe gli animali affelti girano intorno se stessi, era a destra ed ora a sinistra, secondo la localitä ehe occupa il cenurc, meutre ehe nella vertigine d'eslro
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 7
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ciö non avviene tnai, e le malate portano bensi la testa o da un lato o dall'altro od all'indietro, e pre-sontanc anche un po' di vacillamento, ma non si puö dire ehe dirnostrino una vera e genuina vertigine.
Inoltro nelle vertigini per cenuro delle pecore non esiste il grave catarro nasale.
Terapia. h'indicazione causale richiede l'allonta-namento delle larve dai seni. Onde ciö ottenere si consigliarono moltissimi medicamenti. Si pensö a priori ehe gli sternutatori, cioe gli irritanti la mueosa nasale avrebbero giovato, e cosi si proposero le pol-veri di tabaeco, d'elleboro, d'euforbio, di betonica, di #9632;\nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; maggiorana, d'iride firentina, ecc.
fi appena necessario di conoscere la disposizione anatomica dei seni per intendere quanto errouei fos-sero tali suggerimenti, poiehe sebbene l'antro d'Igmoro sia molto piü grande nelle pecore, ehe non nel ca-vallo ed altri animali, pure dette polveri non vi pene-trano ed anche penetrandovi non possono determinare azione aleuna su di esse, e pel semplice fatto dello sternuto le larve ne si staccano, ne staccate escono.
Gli sternutatori ed errini, possono tutt'al piü gio-vare quando le larve d'estro non sono ancora ginnte ad annidarsi nei seni.
Anche i vapori di olio empireumatico, sebbene pos-sano in parte entrare nei seni, pure riescono piü a fa-cilitare una grave iperemia ehe il distaeco delle larve.
La trapanazione dei seni giä adoperata da Chabert e da Stoerig, onde potere direttamente estrarrele larve o iniettare, come essi suggerivano, acqua salata, o tin-tura di mirra allungata, e ancora la migliore medica-zione; anzi quest'ultimo assicura ehe solo per la pene-trazione dell'aria nei seni, per via della trapanazione, le larve si staccano senza avere bisogno del concorso di iniezioni piü o meno irritanti.
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Quando le larve non sono in numero molto grande e non producono dei disturb! funzionali ed anatomici molto sensibili, si poträ attendere la loro spontanea uscita, ehe come vedemmo, avviene in primavera.
L'indicazione del morbo non richiede nessun tratta-mento speciale, poiche, allorche si e provveduto alia indicazione causale, 1'iperemia, le erosioni della rau-cosa dei seni, non ehe i fenoraeni d'iperestesia, si dileguano da se stessi.
L'indicazione dietetica riehiede un regime nutriente, accioeehe non soffra molto la nutrizione delle pazienti, allorquando la malattia ha un rieeorso cronieo, stante la pieeola quantitä di larve ehe abitano i seni. La denutrizione in questi casi si spiega colla difficoltata assimilazione dovuta ai disturbi delle funzioni nervöse, i quali favoriscono I'idremia.
L'indicazione proßlattica infine richiederebbe di os-servare I'escita delle larve, onde uceiderle affinehe non sieuo causa di guai nell'avvenire; ma questo riesce pressoehe impossibile nella pratica.
CAPO V.
CATARRO ACUTO DELLE CAVITA' NASALI CAUSATO DAL PENTASTOMA TENIOIDE.
Patogenesi ed eziologia. — II pentastoma toenioides e stato seoperto da Chabert nelle eavitä nasali del ca-vallo e del eane e denominato toenia lanceolata per la somiglianza, ehe nelle forme del eorpo ha coi vermi nematoidei.
Fu poi da Albigaard e da Froelich rinvenuto nel fegato e nell' omento della eapra, e nel fegato e nel polmone di una lepre il penias^oma denticulatum, ma
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il primo apphcava all am male da lui rinvenuto il nome di loenia caprina, ed il sec.ondo davagli queilo di lin-(jualtda serrata.
Dobbiamo alle osservazioni ed agli sperimenli di R. Leuckart la sicura cognizione di fatlo, die la lin-guatula serrata (Froelich) o loenia caprina (Albergaard)gt; o pcnlastoma denlicolalum sono uno stesso animale, ehe costituisco la larva od il primo stadio di sviluppo del penlasloma toenioides, il quäle non e un nemaloideo, ina un acarideo.
11 penlasloma toenioides ha il corpo appiattito, largo anleriormente, stretto posteriormenle, di colore bianco o bianco-gialiiccio. ed e lungo da 70-130 milliraetri nella femmina, da 18-26 millimelri nei maschio. La faccia dorsale del corpo e un po' convessa, e piana I'inferiore, ed ha apparenza articolata od anellata.
Alia parle anteriore della testa ha due piocole pa-pille tattiii, ed inferionnente un'apertura della hocca circondata da un orlo resistente; un po'indietro della bocca e lateralmeute ad essa esistono due paia di un-cini, ehe ponno essere ritralli dentro aperture falte a mo' di fessura. II pene solliie e lungo del maschio adulto puö essere sguainato da un'apertura esistentc nell'addome, ed introdotto Dell'apertura sessuale della femmina, la quale trovasi appena al davanti dell'ano aU'estremita posteriore del corpo.
II pentastoma tenioide s'incüiitra piuttosto frequen-temente neile cavitä nasali e suoi annessi del cane e del lupo, e talvolta eziandio nella laringe di quest! animali; e piü di rado c stato trovato nelle stesse ca­vitä presse cavalli, muH e ca[)re.
Icarnivori prcdelli piglianoil parassita pel mangiare o liutaro parti di altri animaii infette dalla presenza del penlasloma denlicolaliun; questo entra per la via delle narici e va ad annidarsi uelle cellule etmoidali
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e nei seni frontali e mascellari, dove si sviluppa; op-pure giugne alle localitä era raenzionate per la via delle narici interne; ovvero, a norma degli sperimenti di Gerlach , il parassita dallo stomaco del cane si fa strada al polmone, perforando la parete di quello ed il diaframma, e quindi giugne nella trachea e poi nelle cavitä nasali.
Si crede ehe l'infezione nei cavalli e muli puö suc-cedere quando essi mangiano foraggi per accidente inquinati dal pentastoma denticolato.
Quando questo parassita ha preso posto nelle cavitä nasali, abbisogna di 4-5 mesi per raggiugnere il grade di sviluppo e di maturitä occorrente per propagarsi ed assumere i caratteri proprii del pentastoma toenioides.
Sintomi e decorso. — II pentastoma tenioide irrita colia sua presenza, col frequente spostarsi da un luogo all'altro; e coH'attaccarsi alia membrana mucosa, me-diaute gli uncini e la bocca, fa svolgere un'intenso catarro, la cui estensione sta in ragione del numero e dello sviluppo dei parassiti; cosicclie lievissimo in molti casi, puö in altri aggravarsi tanto, da tenninare colla gangrena.
Gli animali ehe ospitano questi incomodi parassiti hatino rossa e tumefatta la schneideriana, scolo nasale abbondante e denso, ehe talvolta e anche striato di sangue.
Essi sternutano sovente, si grattano il naso colla zampa, oppure appoggiano il muso contro terra od altro, e se lo strofinano rabbiosamente.
Taluni addivengono stizzosi e corae furiosi, e mo-strano grande tendenza al mordere; attalche destano cosl sospetto di rabbia.
Ma un tale sospetto facilmente puö essere dileguato se si tiene conto ehe tutti gli altri sintomi della rabbia mancano; o se si osserva randamento del male, dap-
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poiche la rabbia si termina prontamente colla morte (non piü tardi di una settimana); e se si fa la sezione, degli animali uccisi la quale rivela lesioni ben diverse nelle due malattie.
Terapia. — Si previene lo sviluppo del male nei carnivori, nei solipedi e nelle capre distruggendo, meglio cbe con altri mezzi col fuoco, i visceri ed or­
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gan! (specialmeute il fegato e ganglii mesenterici) delle pecore, capre, lepri e conigli, ehe albergano il disloma denticulatum.
L'indicazione del morbo richiede, ad invasione recente constatata, I'uso dei rimedi errini o sternutatori, le #9632;#9632;'jinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; iniezioni di benzina e di creosoto, convenientemente
dilungati, e piü tardi la trapanazione dei seni frontal!
allo scopo d'estrarne i parassiti direttamente, oppure di praticarvi le anzidette iniezioni..
Si,
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PARTE II.
IMalattJe ilella lariu^c.
CAPO I.
IPERF.M1A E CATARRO DELLA MEMBRANA MÜCOSA DELLA LARINGE. — LARINGITE CATARRALE.
Patogenesi ed eziologia. — Come si e giä anterior-raente detto parlando della mucosa nasale, pure cosi la raucosa laringea, quando vi si stabilises un'iperemia, diviene ben presto sede di catarro; si sviluppa cioe una secrezione anormale, gonfiezza e suecolenza del tes-suto della mucosa con distaeco di epitelii ed abbon-dante formazione di giovani cellule.
Talora all'iperemia laringea non segue rinfiamma-zione della mucosa, e quella si dilegua, ma in molti casi nasce la laringite.
La laringite catarrale puö essere o acuta o cronica.
Fra le cause occasionali si annoverano:
1deg; Le influenze noeive locali, ehe agiscono irri-tando la mucosa laringea, come l'inspirazione d'aria molto fredda, di gaz irritanti, di polveri, di fumo; oppure Tintroduzione, per bevanda, di liquidi troppo freddi, ecc;
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2deg; I raffreddamenti della pelle sono causa non in-i'requente del catarro laringeo;
3deg; Per continuita di tessuto si propaga dagli or-gani vicini, come si osserva nei catarri dei bronchi, della trachea, della raucosa faringea e nasale.
Tutti gli animali possono andare soggetti a questa malattia, ma vi sono specialmente disposti i cavalli fini ed i cani.
Reperlo anatomico. — Nel catarro acuto la mucosa laringea non presenta talora quel grado di pienezza dei capillari e quel rossore ehe si aspettava di trovare, poiche le abbondanti fibre elastiche ehe trovansi nella mucosa laringea contraendosivuotano i vasi sanguigni. II tessuto mucoso e tumefatto, rammollito, umido. II sottomucoso qualche volta e fortemente infiltrato di siero. Allorche il catarro fu molto forte si trovano delle ecchimosi (leggiere apoplessie) nel tessuto mucoso. Alcune cellule epiteliali cilindriche vibratili si sono staccate, e neila torbida secrezione si osservano nu-merose cellule diafane, o giovani cellule epiteliali, corpuscoli di muco, prodotti dalla proliferazione degli strati sottostanti e dalle ghiandole mucipare. Per lo piü perö la mucosa e rosso-scura ed inspessita. Talora esiste pure enfisema del tessuto sottomucoso.
Sinlomi e decorso. — II catarro laringeo comune-mente insorge e decorre senza febbre. Lo stato gene-rale pertanto non e alterato.
Se la mucosa dell'epiglottide, delle cartilagini ari-tenoidee, ecc, sono sede di un catarro molto intenso, suole riescire difficile e dolorosa la deglutizione; per-fino le bevande vengono rigettate dalle cavitä nasali; la febbre insorge (39.c) il cavallo rimane melanconico e col collo teso; tutte le secrezioni diminuiscono, I'ar-teria diviene dura e plena.
Nei cani la febbre e maggiore (40.c), e ad alcune ori-
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pilazioni succede tosto raumento di temperatura. La loro voce si altera, diventa bassa e fioca, poiche gon-fiandosi e rammollendosi la raucosa delle corde vocali ed inoltre coprendosi di un secreto piu o meno abbon-dante, la tensione prodotta dai muscoli della laringe non basta ad ottenere un numero di vibrazioni capaci di dare il suono primitivo, e la loro superficie ruvida impedisce la sua chiarezza. Essi ricercano i siti oscuri per accovacciarvisi, hanno perduta la loro vivacita, e talvolta cercano di mordere; fenomeno questo ehe puo fare confondere la laringite coll'idrofobia, e viceversa i fenomeni di dolori laringei nella idrofobia possono fare confondere questa colla laringite.
Sia nel cavailoj die nel cane e negli altri animali si associa la tosse come fenomeno d'azione riflessa dei nervi.
II secreto laringeo viene emesso dai cavalli sotto forma di scolo nasale intermittente, specialmente du-rante, oppure in seguito agli accessi di tosse.
Talora il secreto aderisce alia mucosa laringea ed in questi casi avviene dispnea, la quale scompare nei cavalli eccitandoli a tossire stringendo loro gli anelli superiori della trachea, e nei cani coU'amministra-zione di un vomitivo. Nel cavallo alcune volte s'in-gorgano i ganglii guttural!. Questa alterazione si puö riconoscere solo indirettamente, cioe solo nel vedere ingrossati le regioni parotidee, le quali sono assai sensibili se toccate.
Alcune volte il catarro acuto della laringe dimi-nuisce e scompare in pochi giorni, la tosse si dissipa, la malattia svanisce in 10-12 giorni.
Talora perö passa allo stato cronico e dura perfino dei mesi essendo causa di tossi ostinate e dando luogo a dei ronchi, oppure ad espirazioni ed inspirazioni fischianti e stridenti (cornage, rantolo laringeo, ran-
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tolo sibilante). In questi casi non e difficile ehe le car-tilagini della laringe ed anche i primi cerchi della trachea si alterino anatomicamente.
II Lafosse ha qualche volta praticato la tracheoto-mia, onde col dito esplorare direttamente le lesioni.
Nei casi piü gravi la mucosa si ulcera, si formano ascessi nelle parti adiacenti, il rantolo diviene piü sensibile, la respirazione riesce impedita e I'aaimale soffoca se e sottoposto al lavoro.
Non osservai esiti letali nel cavallo, perö nei cani talora avviene la morte per asfissia quando vi esiste anche un grande edema della glottide.
Allorche passa allo stato cronico e si forma un indu-ratnento del tessuto sottomucoso si mantiene continua-mente la losse, poiche detto induramento non e su-scettibile di metamorfosi retrograda.
Diagnosi. — II catarro della laringe si differenzia dai catarri nasali, poiche manca I'iperemia della Schnei-deriana e perche avvi tosse, difficoltä di deglutizione,' rigurgito delle bevande, dolore locale al tatto.
Si differenzia dai catarri provenienti dalle mwcose della trachea, e dei bronchi per i segni negativi, ehe si ottengono coU'esame fisico.
Si distingue dalla infiammazione cruposa laringea, poiche in questa non esiste la seerezione di catarro e relativcopy; seolo nasale; dai carbonchio laringeo e per la mancanza dell'elevata febbre propria delle malattie di infezione acuta, e pel suo decorso subacuto in confronto del decorso rapidissimo del carbonchio laringeo.
Nel cane si distingue dallo spasimo laringeo, ehe ac-compagna la rabbia, per mancanza degli altri feno-meni nervosi.
Terapia. — Per Vindicazione proßlattica quanto giä dissi parlando del catarro della mucosa nasale, anche qui lo ripeto, cioe essere bene I'avvezzare gli animali
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alle influenze esterne, a preferenza di tenerli troppo riparati, poiche in questi casi, anche una causa mo-dica puö talora produrre il catarro della laringe.
Nod bisogna perö abbandonarli alle correnti d'aria l'redda, ed a tutte le altre cause ehe rltengonsi atte a produrre una perfrigerazione o raffreddore.
Onde soddisfare amp;\\'indicazione causale bisognerä ri-muovere le irritazioni locali, quando le cause morbose appartengono a quesl'ordine.
Se la malattia dipende da un raffreddamento della pelle, l'indicazione causale richiede una cura diafore-tica (coperte ed infusi aromatici caldi). Quando la ma­lattia proviene da irradiazione da una localitä vicina, l'indicazione causale e di curare la malattia primaria.
L'indicazione del morbo nel catarro acuto non ri­chiede cacciate sanguigne ne generali ne locali. Si prescrivono utilmente il sale ammoniaco ed i prepa-rati antimoniali, fra cui il solfo dorato ed il chermes sembrano avere una speciale azione correttiva sulla nutrizione delle mueose respiratorie. Questi preparati si amministrano comunemente in veicoli mucillagi-nosi (decotto di malva^.
Nei cani riescono utili le polveri del Dower e l'oppio (Roll).
Nei cavalli il medicamento ehe io trovai migliore e ehe porta una radieale guarigione in minore tempo si e l'applicazione d'un senapismo o di un esteso vescicante alia gola.
Nel catarro cronico poi nessun rimedio interno, ne nessun topieo puö surrogare la benefica azione dei vescicatori. Sebbene l'azione derivativa del vesci-canti sia oggigiorno grandemente eombattuta, e spe-cialmente dal nostro Cantani, il quäle asserisce ehe tantoessi, quanto i senapismi e tutti ieosidetti rivul-sivi uon agiscono certamente come deriyauti di process!
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profondi verso la pelle, ma bensi come eccitanti per azione rißessa dei nervi sensibili della cute ai centri motorii della respirazione e della circolazione, pure trovansi degli eminenti patologi, fra cui il Niemeyer ehe ne ammettono ancora, appoggiati ai fatti clinici, 1'azione derivativa.
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CAPO II.
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CRUP DELLA LARINGE, ANGINA MEMBRANOSA, SQUINANZIA, LARING1TE CRUPALE, INF1AMMAZ10NE CRUPOSA DELLA I.A-R1NGK.
Patogenesi ed eziologia. — L'infiammazione cruposa e un processo flogistico delle membrane mucose, in cui vengono interessali gli epitelii, e si secerne un essudato ricco di fibrina, ehe si coagola prontamente aulla superficie libera delle raedesime.
Gli epitelii si rigenerano, senza ehe vi rimanga perdita di sostanza, ne cicatrice della mucosa, tosto ehe si distacca la membrana crupale.
Le pseudo-membrane prima di staccarsi vengono a poco a poco sollevate e rammollite da un'essuda-zione sierosa, ehe proviene dalla superficie stessa della mucosa.
Staccato ehe sieno vengono espulse o sotto forma di tubi intieri, od in pezzi di differente forma e lun-ghezza.
Alcune volte al distacco ed espulsione della prima membrana segue la deposizione di nuovi essudati, e questa alternativa talora dura finche il malato muore. II crup della laringe si osserva piu frequeutemente nei bovini e nei porci ehe negli altri animali, e spe-cialmente nei giovani.
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II crup e piü frequente nelle region! seltenlricnali umide e rieche d'acqua, esposle ai venli freddi.
Le cause occasionali deila laringite cruposa nella maggior parte clei casi non si possono rintracciare. Qualche volta sembrano essere i raffreddamenti e le irritazioni locali ehe la determinano.
Reperlo analomico. — La mucosa e generalmente rossa, tumefatta, rammollita al pari del tessuto sot-tomucoso, ed e priva del suo epilelio. I muscoli della iaringe sono piü pallidi, umidi e molli; alcune parti sono coperte dalla membrana cruposa.
L'essudato cruposo ora presenta la consistenza di una panna vischiosa; ora forma membrane tenaci e coin-palle; ora riveste tutta la superficie deila mucosa la-ringea fino alia trachea, ed ora presenta solo delle chiazze aderenti qua e lä alia mucosa. Sulla superficie libera delle pseudomembrane compatte, le quali sono anche le piü aderenti ed hauno lo spessore superiore ad una linea, si veggono molte volte delle striscie e punteggiature rosse sanguigne.
La membrana cruposa e formata da fibrina amoiia o da sottili fibre, entro cui trovansi racchiuse molte cellule giovani. 11 piü delle volte coesistono il crup laringeo ed il faringeo. Sono pure frequenti le irra-diazioni infiammalorie al resto delle mucose aeree. Nelle sezioni si trova quasi sempre, oltre le lesioni suddescritte, una marcata iperemia della mucosa bron­chiale e polmonare con catarro ed edema, focolai di pneumonile, enfisema vescicolare ed intersliziale ed atelettasia.
Sintomi e decorso. — La malattia generalmente pro-rompe in modu rcpentino e senza prodromi. Si fa sentire una tosse breve td acuta, la quale termina pi^r divenire fioca. Questi sintomi sono prodotli dall'in-grossamento delle corde vocali, dal secretquot; ehe li
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ricopre e dalla incipiente paralisi dei muscoli laringei. Pel ristringimento della glottide nasce la dispnea, ed un particolare rumore di sibilo o di sega.
Gli animali sono inquieti, si agitano, si dimenano, ed i cani cercano colle estremitä anteriori di fregarsi il collo quasi per liberarsi del corpo straniero ehe hanno nella laringe. II polso suole essere pieno, duro e frequente; la temperatura della cute molto aumen-tata. La dispnea sembra auraentata per la paralisi dei muscoli laringei, e ciö risulta chiaramente dagli esperi-menti di fisiologia. Infatti tagliando i nervi vaghi a giovani animali nasce in loro la dispnea. La paralisi poi delle fibre muscolari sottoposte ad una mucosa o sierosa infiammata ci viene confermata sia nelle en-teriti catarrali ehe nelle peritoniti, ecc, nelle quali il pezzo di intestino sottoposto a queste membrane in-fiammate rimane paralitico, e cessa in lui il movi-mento peristaltico.
Nei casi letali la morte negli animali avviene per soffocazione.
Se I'angina tende a buon esito il migliorarnento si manifesta coll'eliminazione, per mezzo della tosse, della pseudomembrana intiera od a pezzi, e col calmarsi della respirazione.
Diagnosi. — Si differenzia in clinica I'angina crupale dalla laringite catarrale, e perche in questa avvi il ca-tarro (scolo nasale), mentre in quella manca, e per la maggiore gravitä della cruposa.
II crup laringeo infatti e sempre malattia gravissima, poiche impedisce la respirazione, atto importantissimo alia vita. Perö, allorche le membrane si sollevano, si distaccano e vengono espulse, e la dispnea non e tanto marcata e tende a scomparire, devesi sperare un buon esito.
La malattia decorre in 15-20 giorni.
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Terapia. — La profilassi del crup laringeo e identica a quella raccomandata per preveuire la laringite ca-tarrale.
AWindicazionc causalo ö difficile poter soddisfare, poiche per lo piü non sono note le vere cause.
AXVindicazione del morho non convengono le cacciale sanguigne ne generali, ue locali, le quail sono co-munemente suggerite per la falsa opinione, ehe ipe-remia ed infiammazione sieno identiche, e ehe perciö un'emissione sanguigna debba togliere la flogosi. Le sottrazioni di sangue possono moderare le iperemie collateral! alle parti infiammatc, ma non possono in-terrompere il prccesso flogistico.
Ove e possibile lacauterizzazione si a col nitrato d'ar-gento, sia coll'acido idroclorico bisognerä tosto mct-terle in uso, poiche i caustici e gli stittici sono i mi-gliori antiflogistici. Questa cura perö sarä corroborata dall'applicazione di vescicatorii alia gola, i quali negli animali sono di incontrastata utilitä.
L'indicazione sintomatica richiede, allorche la dispnea coraproinette la vita deU'animale per intossicazione da acido carbonico ed asfissia, la tracheotomia. Perö questa riesce per lo piü di poco sollievo, poiche nel crup grave prendono parte aU'infiammazione laringea anche le mucose bronchiali e polmonari.
CAPO III.
NEOFORMAZIONI DELLA LAR1NGE,
Le neoformazioni ehe si osservano nella laringe sono: 1deg; i cosi detti tumori papillari, ossia escrescenze si-mili a cavolifiori od a verruche, le quali si formauo specialmente per proliferazione degli epitelii; 2deg; i po-
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lipi mucosi, ossia ipertrofie parziali della mucosa e prolungamenti dolla stessa allo indentro per raccolte di umore sieroso o colloidc. Questi talura sono pedun-• colati e tal altra presentano una base piu o meno larga. In ogni caso possono arrivare dalla grandezza di una testa di spillo a quella d'una avellana; 3deg; i tu-rnori ßbrosi, i quali si chiamano polipi ßbrosi allorche sono peduncolati, sono molto rari nella laringe; 4deg; le ncoplasie mocciose, le quali talora presentano sernpli-cemente i cosi detti nodoli, cioc una abbondante pro-liferazione cellulare della mucosa, e tal'altra i nodoli sono in preda alia metamorfosi retrograda, ed in questi casi esistono pure delle ulcerazioni.
Lo scirro, il cancro midollare ed il cancro epiteliale non furono peranco osservati sulla mucosa laringea degli animali domestici, airaeno per quanlo e a mia coguizione.
I tumori laringei furono riscontrati come cause di dispnea e succedettero nel maggior numero dei casi ai catarri cronici della mucosa laringea.
Altre volte i tumori laringei furono riconosciuti cause di un rumore stridente {cornaga, rantolo) e di respirazione penosa, caralteristiche della lanngoste-nosi. La produzione o la mancauza dei sintomi della laringostenosi (ristriugimento della laringe) e della dispnea dipende dalla sede e dal volume del tumore.
Lacura dei tumori laringei appartiene alia chirurgia.
CAPO IV.
EDEMA DELLA (iLOTTlDE.
Patogenesi ed eziologia. — Noi vediamo nei punti, in cui la cute e congiunta cogli organi sottoposti per
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mezzo di tessuto connettivo lasso e rado, ehe nei pro­cess! infiammatori delle parti vicine si effettua fre-quentemente con graade prestezza un'eflfusione sierosa nel tessuto sottocutaneo. Ad esempio, noi vediamo ciö avvenire nelle parti ehe eircondano i'ocehio, al-lorehe quivi si stabilisce un'infiammazione, siaprodotta da trauma, sia da altre cause. Quest'edema, chiamato da Virchow edema collaterale, e la conseguenza del-l'aumentata pressione laterale sulla parete dei capillari, la quale avviene nelle parti vicine ad un focolaio flo-gistico, in seguito alia stasi capillare, nel sito infiam-mato. II siero trasuda tanto piü abbondantemente, quanto piü eedevole e il tessuto.
La mucosa laringea e attaecata quasi per intiero alle cartilagini ed ai museoli laringei per via di tessuto connettivo breve e teso; soltanto sull'epiglottide e principalmente alia sua base ed al disopra dei lega-menti, ehe vanno dall'epiglottide alle cartilagini ari-tenoide, cioe al disopra delle pieghe ariepiglottiehe, trovasi sotto la mucosa un tessuto connettivo lasso e molto disposto all'edema.
• Le cause occasionali ehe producono repentiuamente ed inaspettatamente I'edema della glottide sono: 1* i processi morbosi acuti della laringe; la laringite pu-stolosa, ehe accompagna il vaiuolo; il tifo dei rumi-nanti esolico e la febbre aftosa; 2deg; i processi cronici della medesima, come i catarri cronici della laringe, la pericondrite laringea, i nodoli mocciosi, ecc.; '6deg; vi sono dei cavalli nei quali I'edema della glottide in-sorge d'improvviso e ripetutaraente ad intervalli di pjchi giorni o settimane, senza ehe se ne possa sco-prire con sicurezza la cagione. di guisa ehe per poco si potrebbe dire idiopatieo (Bassi).
Reperlo analomico. — L'infiltrazione sierosa e tante volte cosi considerevole, ehe l'epiglottide tumida sporge
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
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al disopra della radice della lingua, e due tumori pendenti s'estendono dalla sua base all'indietro fino alle cartilagini aritenoidee ed alia fariuge. Queste pos-sono raggiungere un volume tale, ehe avvicinandosi impediscano i'entrata deU'aria; quelli sono ora pallidi ed ora piü o meno rossi, e se si tagliano esce dalle loro maglie disgregate un liquido sieroso, ora limpido ed ora torbido e giallognolo, ed essi avvizziscono e la mucosa diviene rugosa e raggrinzata. I muscoli della laringe sono umettati e pallidi.
Sinlomi e decorso. — Sviluppandosi I'edema della glottide, si associa ai sintomi dei morbi acuti o cro-nici gia esistenti una grave dispnea, poiche venendo rarefatta I'aria nella trachea le pieghe tumide sopra-descritte si portano contro 1'apertura, ed un'ispira-zione lunga e penosa introduce poc'aria nei polmoni, ed e seguita da breve e leggera espirazione.
Diagnosi e prognosi. — I sintomi dell'edemd della glottide s'avvicinanomolto a quelli del crup; ma questo e discernibile da quelio, sia perche I'edema della glot­tide, come abbiamo gia visto, e quasi sempre secon-dario e successivo ad altri morbi, sia perche quando e idiopatico decorre apirettico.
II pronostico dev'essere basato special men te sulla gravitä della malattia preesistente, e subordinatamente sulla entitä della dispnea.
Allorche I'edema succede ad un catarro laringeo o ad altro processo locale e per lo piii guaribiie.
Terapia. — La medicazione generale dev'essere sug-gerita dalla malattia preesistente. Nella cum locale si ottengono talora degli effetti sorprendenti coll'appli-cazione di un largo vescicante alia gola. Se si aggiun-gono sintomi d'avvelenamento del sangue per acido carbonico, e il polso diventa piccolo, irregolare, con fenomeni di semiparalisi, s'intraprenda senz'altro la
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tracheotomia, e s'introdaca e si tenga in posto una cannula fiuche il pericolo dell'asfissia e deiravvele-namento e passato. Nel cane si puo ricorrere all'eme-tico ed alia scarificazione dei turaori edematosi (Roll).
CAPO V.
PERICONDRITE LARINGEA.
Patogenesi ed eziologia. — II pericondrio, ehe e il tes-suto fibroso, ehe aderisce immediatamente alle cartila-gini, e abbastanza resistente e solido da non venire colto per un eerto tempo dai processi d'ulcerazione provenienti dalla mucosa; allorche perö vi partecipa, la cartilagine viene messa allo scoperto, perde il suo nesso coi vasi nutritivi, e si mortifica e si distacca. Questi pezzi di cartilagine neerotizzata per lo piü of-frono traccie di ossificazione.
Per perkondrite laringea s'intende quella forraa, in cui I'essudato deposto fra la cartilagine ed il pericon­drio produce un esteso distacco di questo da quella, stante ehe il pericondrio sodo e resistente non si lascia tanto facilmente perforare daU'efTusione. Questo pro-cesso va distinto da queirinliammazione parziale con suppurazione del pericondrio, la quale daU'esterno si porta aU'interno.
Le cause occasionali di questa pericondrite sono tal-volta le ulcerazioni mocciose, potendo il pericondrio divenire sede di un'infiammaziorje suppurativa, ehe de-posita il suo essudato fra la cartilagine ed il pericon­drio invece di consumarsi daU'esterno aU'interno.
Reperto anatornico. — Talora non esiste ehe un pic­colo ascesso fra la cartilagine ed il suo pericondrio; e tal'altra nuotano come in un sacco riempiuto di
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pus, divengono scolorate e ruvide, sono sottili, molli, e ridotte in frustoli.
In alcuni casi si trova il pus nel tessuto sottomucoso della laringe ove e pervenuto perforando il peri-condrio.
Sintomi e decorso. — Generalmente i sintomi della pericondrite laringea sonu oscuri e sono facilmente confondibili con quelli del catarro laringeo e del crup, e come in essi v'ha congiunto un vivo dolore, ehe viene riconosciuto col comprimere leggertnente colle dita la gola. L'invincibile eccitazione al tossire fa tal-volta supporre ehe siasi introdotto un corpo straniero nella laringe. In seguito si manifesta la laringostenosi colla rainaccia d'asfissia, sia per I'ossificazione parziale dalle cartilagini, sia per causa della crescente quan-tita di pus, ehe rende sempre piütesn il pericondrio, e talora per l'effusione di detto pu* üel tessuto sotto­mucoso, Se il pus perfora il tessuto e si fa strada al-I'esterno scornpaiono i sintomi della laringostenosi. Talora esistono ulceri mocciose siccome causa della pericondrite senza dare siutomi di sorta.
Terapia. — La cura non puö essere ehe sintomatica e deve venire tentata solo allorquando la pericondrite non e uuita ad altri processi morbosi ehe non am-mettono guarigione. Allorche avvi effusione nel tessuto sottomucoso si ricorre alia traeheotomia ed all'aper-tura dell'ascesso se e possibile. Questa e praticabile solamente quando I'ascesso si fa strada fino al tessuto connettivo sottocutaneo.
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CAPO VI.
NEÜROSI DELLA LARINGE.
La neurosi di sensibilitä della laringe, cioe I'ecces-sivo aumento di eccitabilitä delle fibre sensibili (ipe-restesia), si osserva in alcuni cavalli; ma I'anormale diminuzione di essa (anestesia) non si trova come ma-lattia idiopatica. Tra le neurosi con iperestesia si puö annoverare la frsse convulsiva. I parossismi di tosse debbonsi considerare siccome fenomeni di azione ri-flessa, dipendenli daU'eccitazione morbosa delle fibre sensibili la cui eccitabilitä e aumentata.
Le neurosi di rnotilitä della laringe si dividono in ipercinesi (spasmo) ed acinesi (paralisi). Appartiene allo spasmo il laringismo ttridulo (asma laringeo); ed alia paralisi la disfonia, Vafonia paralitica, ed il rantolo sibilante (cornage).
CAPO VII.
LARINGISMO STRIDÜLO (ASMA LARINGEO).
Patogenesi ed esiologia. — La raalattia avviene per l'eccitamento morboso dei nervi ehe presiedono alia contrazione dei muscoli della gloltide. I muscoli la-ringei raccorciandosi uniformemente tendono le corde vocali e chiudono la glottide. II laringismo stridulo puö essere sintomatico nella infiammazione della mu-cosa laringea e dipendente da azione riflessa dei nervi.
L'idiopatico 6 dipendente da affezione del nervo vago o del ricorrente, sia ehe venga irritata I'origine cen-
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trale del vago, sia ehe amendue siano compress! in un punto del loro cammino, sia ehe rauraentato eccita-mento del vago si debba prendere per uu'azione ri-flessa produtta daU'iriitazione di altri nervi sensitivi.
Lo spasmo della glotlide assale quasi es'jlusivamente il cavallo. Nel massimo numero dei easi la patogenesi e oscura.
Reperto anatomico. — Le lesioni ehe si trovano non sono eostanti. Cosi si trovarono la degenerazione e ringrossamentodeile ghiandole del collo e dei bronchi, processi essudativi nel cervello, iperemia ed ipertrofia nello stesso. La mucosa laringea dev'essere sana.
v.
CAPO VIII.
DISFONU ED AF0N1A PARAL1TICA. — PABAUSI DEI MUSCOL1 DELLA GLOTTIDE.
*,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Patogenesi ed eziologia. — fi probabile ehe in alcuni
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casi, ehe di solito si considerano dipendenti da spasrni della glottide, esisla una paralisi dei museoli della glot-tide, inveee d'una eontrazione spasmodiea. Appartiene alia seienza ehe tra i sintomi d'una paralisi del nervo ricorrente vi siano degli access! di oppressione e di semi-soffocazioue eon respirazione sibilante e eon au-mento di dispuea dietro a sforzi respiratorii, come ap-punto si osserva nel rantolo sibilante (cornage); come pure vi sia una forma morbosa (rabbia muta) in cui la respirazione non e disturbata, ma ne sono modifi-lt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; cate le vibrazioni delle corde vocali in modo, ehe ne
risultano disfonie ed afonie paralitiche, le quali si possono com prendere sotto il nome di paralisi f'onica dei museoli della glottide. Disturb! nutritizi! ehe interessano il vago od il suo
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ramo ascendente producono talora la paralisi dei mu-scoli laringei. Per alcune osservazioni sembra proba-bile ehe aoche i raffreddamenti possano produrre dei disturb! di nutrizione nei rami del vago o del ricor-rente, per cui questi nervi perdario la loro eccilabilitä ed i muscoli cui presiedono diventino paralitici. Sic-come cause perö non iufrequenti di queste lesioni di nutrizione furouo riconosciute le pressioni fatte sul ramo ascendente del vago da arnesi con cui si vestono i cavalli da tiro (collane o collari) e tumori di varia nalura.
Non e certo se quelle paralisi, cbe rimangono dopo una difterite, e ehe esistono negli idrofobi, si debbano considerare come periferiche o come cenlrali.
Quelle d'origine centrale, cioe dipendente da un'af-fezione del cervello, sono rarissime.
Reperto anatomico. — Fra le alterazioni anatomiche sono solamente accettabili le alterazioni di tessitura, ossia la scoperta di tumori ehe comprimano e stiriuo i rami nervosi; oppure la loro atrofia per compressioni esterne prodotte dagli arnesi. E dimostrato ehe anehe i muscoli della laringe, al pari degli altri muscoli pa-ralizzati, soggiacciono alia metamorfosi adiposa ed alia atrofia; Günther fu il primo a trovare i crico-aritenoidei e gli aritenoidei siffattaraente degenerati nel rantolo laringeo (cornage). Bassi ha deposto nel museo della scuola di Torino una laringe di eavallo affetto da grave rantolo, nella quale si vede la atrofia dei muscoli dilatatori della laringe di un lato, conse-euliva a compressione del nervo ricorrente corrispon-dente, causata da un ganglio linfatico, ipertrofieo ed indurato.
Sintomi e deccrso. — Per le esperienze di Turk e di Gerhardt, e quelle fatte da Bassi sul eavallo. risultö ehe per la paralisi dei muscoli della glottide il nor-
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male avvicinamento o la tensione normale delle corde vocali essendo divenuto quasi impossibile, ne avven-gono rantoli ed afonia. Tanto in seguito a processi catarrali, quanto per compressione o stiramento di uno dei nervi ricorrenti, succede ehe i muscoli di una meta della laringe sono paralizzati e quelli dell'altra restano sani, ed in tal case si sviluppa qualche volta un rantolo permanente.
La diagnosi della paralisi dei muscoli della glottide, non potendosi far uso nei grandi animal! del laringo-scopio, e d'uopo sia basata sulle lesioni respiratorie e di fonazione (rantolo inspiratorio, effetto prodotto dalla compressione sulle parti lateralidella laringe, esplorazione diretta delle corde vocali fatta colla mano introdotta nelle fauci del cavallo ecc.)
Terapia. L'indicazione causale nella cura della pa­ralisi della glottide e di grandissima importanza. Se la paralisi dipende da un'infiammazione catarrale della laringe, e utilissimo un energico trattamento locale. A ciö riescono vantaggiosissime le applicazioni vesci-catorie alia gola, e oei piccoli animali I'appiicazione sulla mucosa di una soluzione di nitrato d'argento mediante un pennelletto. Se la paralisi dipende da un'affezione dei tronchi nervei la indicazione causale tante volte non puö soddisfarsi. Se proviene da com-pressioni, si esportano i tumori o si aggiustano gli arnesi comprimenti. Se deriva dai centri nervosi, la terapia non possiede ancora mezzi efficaci, come pure e impotente nella rabbia.
All'indicazione del morbo si puö solo soddisfare rara-mente, poiche nel maggior numero dei casi la paralisi dipende da irreparabili disturb! nutritizii dei nervi. La guarigione e possibile solo in quei casi, in cui la paralisi 6 dipendente di diminuzione d'eccitabilitä dei nervi periferici in seguito a lungo riposo od inerzia.
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L'eccitamento metodico dei nervi per mezzo della cor-rente d'induzione elettrica e un rimedio efficacissimo in medicina umana. Per irritare il laringeo superiore si sceglie quel luogo del collo, ehe corrisponde alia parte superiore della cartilagine tiroide, e per irritare il ricorrente si sceglie quello corrispondente all'infe­riore. In zooiatria non si e ancora introdotto con ba-stante costanza ed insistenza I'uso delle correnti elet-triche nella cura delle neurosi. Per faradizzare il ricorrente sarebbe il migliore metodo applicare un reoforo alia parte inferiore della cartilagine tiroide e Taltro al capo aateriore dello sterno.
Bassi speriraentö senza successo favorevole sopra un cavallo affetto da rantolo, causato da paralisi deu-ropatica dei muscoli dilatatori della laringe del lato de.stro, I'uso della corrente d'induzione per parecchie settimane di seguito.
AWindicazione sintomalica si puo corrispondere me-diante due operazioni chirurgiche, la tracheotomia e la esportazione parziale della cartilagine aritenoidea del lato corrispondente ai muscoli laringei paralitici. Questa ultima operazione inventata ed eseguita con successo da Günther sopra cavalli affetti da rantolo laringeo paralitico, fu parimenti con buoni risultati, in casi analoghi, praticata da Stockflebh, da Bassi e da altri.
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PARTE III. Malattie della trachea e dei broochi.
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CAPO I.
1PERBM1A K CATARKO DELLA MEMBRANA MüCOSA TRACHEALE E BRONÖH1ALE. — TRACHE1TE E BRONCH1TE CATARRALE. — BRONCH1TE CAPILLARE, BRONCOBLENNORREA, BRONCHECTAS1A Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; D1PFÜSA.
Patogenesi ed eziologia. — La disposizione della mu-cosa bronchiale al catarro e variabile nei diversi in-dividui e nelle differenti specie e razze, cosi ehe sotto Tinfluenza della medesima potenza nociva esso si svi-luppa ora con maggiore ed era con minore facilitä.
Secondo I'esperienza, alcuni stati individuali possono considerarsi come predisponenii a dette affezioni ca-tarrali.
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Cosi l'etä giovanile, specialmente aU'epoca della rnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;prima dentizione, offre una grande disposizione alle af-
fezioni calarrali delle mucose in genere ed ai catarri bronchiali in ispecie (cimurro canino, cavallino, ecc.) Negli adulti diminuisce detta disposizione, la quale ritorna negli animali vecchi (catarri nasali e bronchiali
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cronici, specialmente nei cavalli; congiuntiviti catar-rali croniche e blenorree nei cani).
Gli animali flosci e male nutrili hanno maggiori di-sposizioni ehe mm i sani e robusti. Questa disposizione pare dipendere da una minore resistenza contro le influenze esterne in genere, ma potrebbe anche di­pendere dalla cattiva nutrizione, epperciö dalla poca resistenza dei capillari e dalla mollezza e cedevolezza dei tessuti, entro cui decorrono i vasi capillari. Queste condizioni debbono almeno produrre una disposizione all'iperemia e conseguente trasudamento.
Gli animali ehe andarono gia soggetti a catarri sono disposti alle recidive, e quelli tenuti con troppe eure si risentono molto piu facilmente delle cause esterne, ehe non quelli awezzati a queste.
Fra le cause determinanti od ecciianti si devono an­no vera re :
Iquot; L'impedito vuotamento delle vene bronchiali.
Non e a dimentiearsi ehe le arterie bronchiali pru-venienti dall'aorta e dalle intereostali immettnno solo parzialmente il loro sangue nelle vene bronchiali, da cui coll'intermedio della vena azigos passa nei ven-tricolo destro del cuore, poiche una porzioue del sangue delle piccole vene bronchiali si versa nelle vene polmonari fra il parenchima polmonare stesso.
Per questi fatti avviene ehe una slenosi dell'ostio venoso sinistro, od un'insufficienza della valvola mi-trale, producendo un'iperemia dei polmoni. vale a dire una replezione di sangue nella rete capillare delle vescichette polmonari, produce un catarro dei bronchi.
Questo catarro avviene sempre e necessariamente allorche esiste un vizio organico del cuore di qualche entitä, perche una parte del sangue della mucosa bron­chiale si vuota nei cuore sinistro;
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2deg; La ßussione collaterale, la quäle avviene allorche la corrente del sangue trova nei piü grossi rami del-l'aorta, e specialmente dopo avere emanate le arterie bronchiali, un aumento di resistenza, per cui la pres-sione del sangue cresce nelle arterie non ristrette e non compresse, e queste si dilatano e producono un'ipe-remia nei loro capillari, come avviene allorche gli inte-stini sono ripieni e tesi da feci e da gaz, poiche questi comprimono Vaorla addominale e producono congestioni polmonari e cefaliche;
3deg; Le irritazioni dirette delta mucosa prodotte da vapori, da polvere, da aria troppo calda o troppo fredda;
4deg; II raflreddamento delta cute prodotto daU'influenza d'una brusca variazione della temperatura.
II catarro qui non si puö attribuire ad una flussione collaterale, poiche mentre viene provocato da una va­riazione della temperatura o colpo d'aria, esso non avviene poi per freddo intenso continuo, siccome io in piü anni osservai nei cavalli dei reggimenti, i quali erano tenuti nei rigore deH'inverno in una tempera­tura inferiore allo zero, essendosi adottato l'uso di te­uere continuameute aperte le finestre e le porte delle scuderie sia di giorno ehe di notte, senzache per questo si manifestasse la flussione;
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5* Alcune discrasie, ossia viziate composizioni di
sangue, per assorbimento di sostanze o gaz deleterii non conosciuti (miasmi) o per assorbimento di virus, decorrono con catarri bronchiali, come il tifo dei ru-minanti esotico , il vaiuolo, ecc. La parte fisiologica
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di questo processo non si puö spiegare; perö si ri-scontrano fatti analoghi in aleuni intossicamenti, ehe si possono produrre artificialmente con alcune sostanze inorganiche. Cosi il iodio ed il bromo producono co-stantemente un abbondante catarro delle mueose delle vie aeree;
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6deg; L'azione di ignote influenze cosmo-tetluriche pub produrre questi catarri. Cosi si osserva epizootica-mente lante volte la cosi delta inßuenza, specialmente nella primavera e neirautunno, e quando si riuniscono assieme molti cavalli.
II catarro della membrana mucosa tracheale e bron­chiale puö essere acute o cronico.
Reperto anatomico. — Allorche la morte avviene in seguito di un catarro acuto della trachea e dei bronchi si rinviene nel cadavere un rossore della mucosa, ora diffuse, ora circoscritto. La mucosa e ramollita e fa-cilmente lacerabile, perche e imbibita di siero infil-tratovisi per 1'aumento di pressione del sangue sulle pareti dei capillari. Gli edemi della mucosa e del tes-sutosottomucosoproducono un ristringimento del lume dei bronchi, il quale e molto piü sensibile nei piccoli quadruped!, specialmente nei bronchi di terzo o di quart'ordine, epperciö il passaggio dell'aria e molto piü difficile in questi. Sulla mucosa si trova un secreto liquido, torbido e giallognolo piü o meno abbondante, frammisto a cellule di epitelio vibratile ed a cellule epiteliali giovani.
Se la mucosa bronchiale e tumefatta ed i bronchi sono pieni di muco, i polmoni non avvizziscono, e talora aprendo la cavitä toracica, si spingono fuori' di questa con una certa violenza; e ciö avviene perche i polmoni non hanno potuto impicciolirsi, perche i bronchi chiusi dal muco non lasciarono sfuggire I'aria dalle vescichette polmonari, e lo spazio del torace e troppo ristretto per contenere i polmoni senza ehe I'aria in essi contenuta sia notevolmente compressa. Questo reperto potrebbe far dubitare di enfisema pol-monare, da cui perö si distingue per marcatissimi caratteri.
Nel catarro cronico dei bronchi, la mucos?). d'ordi-
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narionegli animali adulti, presentaun colore piü cupo, i suoi vasi sono dilatati, varicosi, il suo tessuto ede-matoso e ruvido. La mucosa, la tonaca muscolare e le fibre longitudinali in ispecie sono ipertrofiche, ed avvi una dilatazione diffusa dei bronchi, prodotta dalla rilasciatezza deile pareti bronchiali. Talvolta trovasi sulla mucosa un abbondante secreto giallo, puriforme con cellule granulate e con nucleo diviso. Tal'altra la mucosa e secca perche il secreto si ferma nel tessuto sottomucoso e mucuso, determinando un considerevole edema.
Sintomi e decorso. — II catarro acuto bronchiale e so-vente combinato con quello della laringe, delle cavitä uasali, dei seni frontali e delle congiuntive, ma si estende raramente ai bronchi piü sotiili.
Quand'esso e molto esteso comincia con orripilazione ed anche brividi, i quali sono ripetuti e sono carat-teristici della cosi detta febbre catarrale, mentre al-lorche invece d'una febbre catarrale comincia una febbre flogistica, questa si manifesta con un solo bri-vido. |,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Si sviluppa una spossatezza generale e rigiditä nei
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rauscoli e nelle articolazioni.
L'appetito diminuisce, la lingua diventa asciutta e sporca, latemperaturaeleggermenteaumentata(39 c), il polso e duro, I'arteria plena e le battute si alzano a 70-80 per minuto.
Nei cani giovani, irritabili, s'associano talvolta ver-tigini, ed in quelli molto sensibili anche convulsioni
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epilettiformi.
Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;II catarro della trachea e dei bronchi maggiori non
e perö sempre accompagnato da febbre; sorge anche la tosse, ma essa non e tanto molesta come nel ca­tarro della mucosa laringea, ehe e piü ricca di nervi. II secreto ehe si porta all'esterno sotto forma di scolo
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nasale e in principio scarso o raanca affatto, ma piä tardi diventa piü copioso; e, siccome questo proviene solo dai bronchi maggiori, bastano pochi colpi di tosse per eliminarlo. Lo scolo dapprincipio e liquide, tra-sparente, poi si fa torbido, opaco, giallognolo.
In questo catarro manca generalmente la dispnea, poiche anche un grande edema ed una tumefazione grande della mucosa ed un secreto copioso ristringono di poco I'ampio lurne di questi canal!.
La percussione del torace non e alterata dal catarro dei bronchi maggiori.
Anche Vascoltazione in molti casi non ci somministra ehe risultati negativi, e dappertutto si sente quel ru­more succhiante (mormorio vescicolare) ehe l'aria produce inoltrandosi nelle vescichette polmonari, piü grandi delle strette terminazioni dei sottili bronchi.
Se la mucosa dei bronchi maggiori e considerevol-mente tumefatta, in un punto circoscritto, o se vi ha nn accumulo di muco tenero e vischioso, nel passag-gio dell'aria vi si sviluppa uu rumore brontolante, rombante o russante (ronco sonoro), ehe viene per-cepito dall'orecchio appoggiato al torace non solo nel punto ove si sviluppa, ma anche in estensione maggiore.
In seguito raccogliendosi il secreto in maggiore quan-titä nei bronchi maggiori, il liquido vien mosso nel-I'inspirazione e si formano delle bolle, ehe scoppiano dando luogo a rumori di crepitazione (rantoli). Le bolle nei bronchi maggiori possono divenire molto piü grandi ehe nei minori, formando in tal guisa un ran-tolo a grandi bolle.
II catarro della trachea e dei bronchi maggiori ordi-nariamente ha un decorso celere e favorevole. La feb-bre scompare prestissimo, la tosse elimina di tratto in tratto, e specialmente dopo I'ingestione di bevande, i secreti, ed infine svauisce,
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Nei grandi quadrupedi, allorche la malattia e estesa ai bronchi minori, sonvi i sintomi della febbre catar-rale. Inoltre la tosse durante tutto il decorso e piü forte ehe nel catarro dei bronchi maggiori e gli ac­cess! durano piü a lungo; avvi dispuea, la quale tal-volta e intermiltente e periodica; questo fatto perö dimostra esservi complicata una neurosi del vago per cui i muscoli della mucosa bronchiale vengono con-tratti convulsivamente. La percussione non ci da alte-razione di suoni. L'ascoltazione invece ci offre3 in causa deU'inspessimento parziale della mucosa, il ronco si-bilante o fischianle. Se la secrezione diviene piü ab-bondante si formano rantoli, ehe per la piccolezza delle bolle si chiamano ranloli a piccole bolle.
II catarro acuto generalmente scompare in 12-15 giorni; prima cessa la febbre, quindi svanisce la tosse e subentra la sauitä. In alcuni casi perö si residua una secrezione cronica.
Negli animali delicati ed indeboliti la febbre assume
:'inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; spesso il carattere adinamico e vi si associano feno-
nemi nervosi.
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Nei piccoli quadrupedi qualche volta ia malattia in-comineia coi sintomi di un catarro dei bronchi mag­giori, e poi si estende propagandosi nei canaletti aerei piü fini e piü stretti.
In questi casi nasce la dispnea per I'impedito ac-cesso dell'aria alle vescichette. Gli aecessi di tosse sono violenti, il polso si fa piccolo, la pelle fredda, com-paiono o lo stupore, o le vertigini e convulsioni; in-somma si hanno i fenomeni d'intossicamento del sangue per acido carbonico, e di idremia.
I sintomi descritti nel catarro acuto dei bronchi si osservano con una leggiera modificazione anche nella bronchite catarrale cronica.
Questa suole essere la conseguenza di catarri reci-
v
or
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divati, o piü o meno protratti. Cosi. oaservansi accessi di tosse e scoli piü o meno abbondanti per le nari.
Al catarro tronico succede spesso Venfisema polmo-nare, epperciö colla percussione si sentono i suoni a lui proprii. Coirasco/tozione si sente piü spesso il ronco sibilante ehe non il sonoro; in alcuni casi si ode un rantolo a piccole bolle, ed in altri una respirazione vescicolare debole.
Allorche avviene uua bronchiettasia diffusa (dilata zioni diffuse dei bronchi) sorgono nuovi sintomi. II contenuto dei bronchi dilatati, come quello delle ca-verne della bronchiettasia sacciforme, passa facilmente e molto di frequente in putrefazione; ciö forse dipende dalla paralisi dei muscoli bronchiali, percui non puossi piü effettuare l'espettorazione, e ne rimane favorito il ristagno e la putrescenza del secreto bronchiale.
Quand'avvi bronchiettasia I'aria espirata ha un cat-tivo odore penetrante, e nel liquido deilo scolo, il quale lalvolta e verdastro, si unisce una sostanza purifonne d'aspetto caseoso e di odore cattivo penetrantissirno.
Questi secret! sotto il microscopio preseutano cel­lule giovani intatte, cellule passanti in metamorfosi adiposa e del detrito. La decomposizione putrida del contenuto bronchiale esercita spesso una influenza as-sai nociva sulle pareti stesse del bronco e sul paren-chitna polmonare circostante.
Diagnosi e prognosi. — II catarro bronchiale si di­stingue dal laringeo perche in quello non havvi dif-ficoltä di deglutizione, ed e molto meno abbondante il secreto in questo; inoltre la larioge non e dolente al tatto. Si differenzia dalle affezioni acute del paren-chima polmonare perche quello non altera mai il suono della percussione, e perche colVascoUazione nou si rau-colgono i sintomi ehe spettano all'impermeabilitä del parenchima polmonare.
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
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II pericolo del catarro bronchiale dipende intiera-raente dali'etä deH'aminalato e dalla specie degli ani-mali : quanto piu giovani sono gli animali e quanto piü piccoli, tanto piü grave e il pericolo. Negli adulti e nei grossi quadrupedi non e quasi mai minacciata la vita.
Terapia. L'indicazione proßlattica ricfaiede di abi-tuare cou prudenza gli animali alle variazioni di tem-peratura; e questa pertanto cosa da raccomandarsi.
Se le cause eccitanti (determinanti) sono occulte e sconosciute non si puö soddisfare alVindicazione causale.
Se la causa eccitante e un impedimento meccanico, ehe si oppone al vuotamento delle vene bronchiali, talora e possibile una cura palliativa colla digitale. Questa e pure utilissima nella stenosi dell'ostio venoso sinistro. Giova poco neWinsufßcienza della valvola mi' trale.
La flussione collaterale nelle arterie bronchiali, ehe procede da compressione deU'aorta addominale per feci o gaz, ehe riempiono e distendono gli intestini, richiede d'agire direttamente su questi ed a tal fine si amministra I'aloe, I'ammoniaca, ecc.
Se la causa eccitante consists in dirette irritazioni della mucosa (fumo, aria fredda, gaz irritanti, pol-vere, ecc), e d'uopo allontanarle.
Nei catarri epizootici non si puö soddisfare all'in-dicazione causale.
AlVindicazione del morbo non giovano, anzi sono a proscriversi nei catarro acuto le cacciate sanguigne, le quali oltre ad essere impotenti a guarire il catarro, lo favoriscono, poiche il sangue divenendo piü povero, dopo le emissioni, filtrerebbe ancora meglio dalle de-boli pareti capillari.
I sali antiflogistici propriamente detti, i nitrati di
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potassa e di soda, sebbene vengano raccomandati nella infiammazione catarrale, pure debbono venire usati modicamente siccome dotati di azione displa-stica, epperciö atti a produrre idremia ed aumento di edema e catarro.
Sono mollo usati nel catarro bronchiale certi sali, cui si attribuisce piuttosto un azione anticatarrale ehe antiflogistica, sia ehe eccitino l'attivitä della pelle, sia ehe modifichino direttamenle la nutrizione della mucosa bronchiale; come alcuni preparali antimonia-cali, cioe il tartaro stibiato, il chermes mineraie, il solfo dorato dantimonio e principalmente il cloruro d'ammonio (1).
La cura diaforetica si raccomanda moltissimo quando il catarro e recente ed anche allorche proviene da un raffreddamento. Non e certoseper essasi produca sulla superficie cutanea una flussioue, ehe determini una deplezione dei vasi della mucosa, oppure se si debba ascrivere ad un altro effetto il risultato favorevole. Entro poche ore puo diminuire l'irritabilitä delle mu-cose ed in alcuni casi troncare con una copiosa dia-foresi il catarro. I migliori diaforetici sono : le coperte, le bevande calde, aromatiche ed alcooliche.
Nel catarro bronchiale cronico si uniscono le appli-cazioni dei senapismi, setoni, vescicanti, i quali hanno per iscopo una derivazione locale sui tegument! del petto e del costato.
Secondo Cantani i vescicanti impiegati a scopo de-rivativo nelle flogosi acute irrilano le ghiandole lin-fatiche vicine, ed accrescono il numero dei globuli bianchi, i quali possono in seguito aumentare quelli
(1) Per quanto riguarda le dosi, allorche io non ne parlo m'in-tendo si debbano seguire quelle suggerite nel Compendio di Far-macologia Veterinaria dei professori Chiappero e Bassi.
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giä emigrati per essudazione ; inoltre possono produrre perfino la febbre negli individui raMto seusibili ed ir-ntabili. e quiudi diminuire la resisteuza organica ed accrescere il consumo della materiu, e Tanemia. Se-condo lo stesso, l'accresciuta vascolarizzazione delle parti vicine prodotta daU'applicazione di un vesci-cante, non e sufficiente per favorire il riassorbi-mento degli essudati flogistici, perche la vascolariz­zazione aumeutala dei vescicanti e sempre inferiore alia neoforniazioue vascolare prodotta dalla flogosi stessa.
L'attrazioue poi di pochi leucociti e linfociti alia superficie non ha influenza di sorta sul processo flo-gistico, perche la cousecutiva irritazione delie ghian-dole linfatiche aumenta d'assai la produzione di quelli.
L'azione dei vescicanti, senapismi, ecc, sarebbe ec-citanle per azione rißessa dei nervi sensibili della cule ai centri motori della respirazione e della circolazione.
La formazione di un gran numero di giovani cellule e quindi di un abbondante secreto, divenuto piu li­quide, e un sintomo della dissipantesi iperemia, ep-perciö del decorso favorevole del catarro. Pertanto colla formazione di un catarro cotto si ottiene un mi-glioramento deü'affezione catarrale. Ailorche trattasi jnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; di catarri, in cui esiste un'eccessiva irritabilitä della
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mueosa bronchiale, e ehe perciö esiste una tosse mole-stissima, l'indicazione siniomatica deve tendero a com-
battere questi insulli di tosse, e ad abbreviare il de­corso della malattia.
Senza effetto e nocevoli alia digestione sono in questi casi i decotti dolei e rnucilagginosi, il miele, ecc, quantunque assai vantati. Giovano invece i narcotici, e fra questi i preparati d'oppio, l'estratto d'aeonito, e negli auimali piecoli la polvere di Dower.
Se esiste una dispnea, ehe si riproduce periodica-
i!
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mente con ronco sibilante, cift ehe si osserva allorch^ le fibre muscolari dei bronchi minori si irovano spa-sticamente contratli, souo pure a raccomandarsi i detti narcotici, i quali moderano la lensione dei rauscoli bronchiali.
Se le pareti bronchiali sono rilasciate, i bronchi dilatati e la tonaca muscolare subparalitica, cose ehe si conoscono daila straordinaria abbondanza clella se-crezione, dalla debolezza della tosse e dai copiosi ran-toli a piccolo ed a grosse bolle, si faccia uso dei rimedi irritanti, ehe sono posti nella eategoria degli espetto-ranti e producono contrazioni piü energiche del mu-scoli bronchiali, e dietro il loro uso il polso divideg;ne piü pieno ed il cuore si contrae con maggior energia; come senega, squilla, pimpinella, carbonato di ammo-nio, canfora, ecc, e delle bevande aromatiche ealde, nonche delle cosi dette specie pellorali, cioe le radici d'altea, i fieri di tiglio, di papavero, di verbasso unite ai semi di plante rieche d'olio etereo, come: semi di anice, di finocchio, di fellandro acquatico.
L'indicazione sintomatica riehiede talvolta di mo-derare I'eceessiva secrezione della mucosa bronchiale, ehe minaccia di consuraare le forze deH'ammalato. L'acelato di piombo, la ratania, ii tannino, le foglie d'uva orsina, ecc, riescono inefiicaci. I rimedi resinosi e balsaraici producono buoni effetti; fra questi io pre-scrivo con vantaggio la trementina, il catrame vege-tale, e talora le inalazioni dei vapori d'olio essenziale di trementina o di catrame, ed il professore Bassi lo amministra con profitto internamente a grandi dosi, sia diluito in decotto di malva, sia in boli special-mente nei cavalli.
Nel calarro cronico allorche gli animali sono inde-boliti dalla lunga durata e dalla gran forza della ma-lattia, debbonsi somministrare i tonici, gli amari, i
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ferruginosi, ecc, per migliorare I'appetito, regolare la digestione e la nutrizione.
Nella cura del catarro broDchiale dei piccoli cani, ehe ancora non sanno tossire, Tindicazione sintoma-tica richiede in primo luogo reliminazione del secreto accumulate) amministrando loro ipecaquana o tartaro emetico.
CAPO III.
1NF1AMMAZ10NE CRÜPOSA DELLA MÜCOSA TRACHEALE E BRONCHIALE.—TRÄCHEITE E BRONCH1TE MEMBRANOSA.
Patogenesi ed eziologia. — Molte volte e la laringite cruposa, die si propaga sulla trachea e sui bronchi, oppuree i'infiammazione cruposa delle vescichette pol-inonari ehe si trapiauta sulle terminazioni dei bronchi.
Indipendentemeute perö di queste bronchili crupose #9632;jecondarie, avvene pure uua pnman'a, la quale assale i bronchi di terzo o quart'ordine e ehe costituisce una malattia idiopatica.
La bronchile cruposa primaria attacca specialmente gli animal! adulti, senza ehe per ora si siano trovati i momenti eziologici, tanto riguardo alia disposizione, quanto alle cause determinanti, se si eccettuano le perfrigerazioni, ed i gaz irritanti proveuienti dalla combustione, come ad esempio nei easi d'incendio.
Reperto anatomico. — Nella bronchite cruposa pri­maria si trova lo stesso essudato coagulate cei bronchi ed aderente alia mucosa come nel crup della laringe. Nei rami piu grandi non rimane intieramente riempito il lume ed i coagoli hanno la forma di tubi, nei mi-nori perö si presentano come turaccioli cilindrici. Di
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solito la bronchite crupale e parziale e liraitata ad un piccolo numero di bronchi.
Sinlomi e decorso. — La poca estensione della bron­chite cruposa e I'apiressia sono la causa per cui quesia malattia decorre cou sinlomi molto differenti di quelli ehe accompagnano la laringi'.e crupesa.
Gli ammalali in generesoffronouna mediocredispnea;
La tosse spastica, ehe si manifesta di tratto in Iratto, elimiDa masse di secrete.
Coirasco//a2iorje si ode, nel sito corrispondente alia estensione del crup, un distinto ronco sibilante , op-pure ii morraorio respiratorio manca affatto, fiocbe i bronchi sono riempiti di essudato, e ritorna dopo la avvenuta espettorazione.
L'infiammazione cruposa della mucosa bronchiale ha un andamento cronico, e di tempo in tempo suole esa-cerbarsi.
Alcune tossi croniche, ehe si osservano in molti ca-valli e ehe si denominavano grasse, perche cogli ac­cess! venivano espettorate delle quantitä piu o meuo grandi di muco vischioso, tenace, giallastro, apparten-gono a questa malattia.
Diagnosi. — II crup dei bronchi si distingue dal ca-tarro, col quäle perö ha moltissima somiglianza, perche nel crup il secreto viene espulso solo cogli accessi di tosse e non esiste un continuo seolo nasale, ed il se­creto e composto di fibrina coagulata.
Per accertarsi della qualita de\Vespatlorato si ricorre alia reazione chimica della fibrina e del muco con I'acido acetico. I coagoli cruposi coll'aggiunta di quest'acido diluito si gonfiano, ed i mucosi si fanno consistenti, sodi e raggrinzati.
II crup dei bronchi e una malattia molto ostinata, pa-lesa una grande tendenza alle recidive ed e tante volte seguito da tisi caseosa e da bolsaggioe.
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Terapia. — La cura dev'essere diretta come quella del catarro bronchiale; inoltre trova qui grande uti-litä i'arnministrazione del cloruro di sodio per la sua proprietä di rendere meno teuace, meno viscido e per consegueuza piü liquido il secreto, ehe viene in seguito cou maggiore faciiitä espettorato colla tosse.
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CAPO IV.
TISl POLMONARE VERMINOSA.
Patogenesi ed eziologia. — Aliorchö alcuue determi­nate specie di parassiti animali si portano ad abitare il lume dei bronchi di alcuni animali domestici, per la loro insolita presenza avviene un'irritazione della mucosa, cui succede iperemia, succolenza di tessuto, edema, secrezione di muco, distacco di epitelii, ecc, come appunto avviene quando un'altra causa ecci-tante qualunque abbia direttamente agito sulla mu-cosa bronchiale.
La tisi o pneumonia verminosa fu studiata solo in questo secolo, prima da Chabert ed Augyalffi, poi da Weith, Roche, Lubin, Michey, Fischer, Vigney, Spi-nola, Hering, Gerlach, Ercolani, Alessandrini, Chaussat e molti altri.
Presentano una disposizione ad incontrare questa maiattia specialmente gli animali bovini giovani, (vi-telli), le pecore, il porco e gli uccelli. In questi fu specialmente osservata da Jomvatt, Przibylka, Falkes e Loffler. Raramente ammalano il cavallo e I'asino.
Per ciascuna delle dette specie avvi un verme par-ticolare, cosi: lo strongilo micruro e lo stringilo pol-monare abitano i bronchi dei bovini e rarissimamente
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quelli dell'asino (Gurlt); lo strongilo filaria quelli della pecora, e lo strongilo paradosso quelli del porco.
Lo strongilo micruro (Strongilus micrurus, Mhelis) ha la testa rotonda, non alata, tre piccole papille sul margine della bocca; corpo filiforme, borsa caudale del maschio tronca, unita ed a cingue raggi; estre-mitä caudale della femmina acuta; I'apertura genitale collocata sulla parte anteriore del corpo, ovovivipara. II maschio e lungo circa 15 millimetri e la femmina 50. Hanno colorazione bianca.
Lo strongilo polmonare (Strongilus pulmunaris, Er-colani) diff'erisce dal precedente per la minore lun-ghezza del corpo 10-40 millimetri. I maschi sono piu grossi posteriormente ehe anteriormente; la bocca e circondata da una corona di minute papille subro-tonde; ia coda della femmina, mucronata, discreta-mente sottile ed obliqua, quella del maschio ottusa e tondeggiante, dalla quale partono sette linguette o costole ehe sostengono la borsa caudale in forma di espansione membranosa semi-campanulata, lalinguetta dorsale impari arriva fino alia periferia della detta borsa. Apertura dell'ano bilabiata. Le femmine sono ovovivipare. In ambedue i sessi la colorazione e bianca.
Lo strongilo filaria (Strongilus filaria, Rudolphi) ha la testa ottusa, non alata, la bocca guernita da Ire piccole papille, il corpo filiforme, la parte anteriore leggermente assottigliata. II maschio ha dieci raggi inflessi alia borsa caudale. L'estremitä caudale della femmina termina in una punta, e I'orifizio genitale e oollocato appena al di dietro della metä del corpo. II maschio e lungo da 15-20 millimetri, e la femmina da 25-40; il loro diametro e di un terzo di linea, Di colore bianco.
Lo strongilo paradosso (Strongilus paradoxus, Mhelis) ha la testa conica non alata, tre piccole papille sul
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margine della bocca; corpo filiforme; estremitä cau-dale del maschio curva; ventosa caudale fatta di due lobi a cinque raggi; aU'estremitä caudale della fern-mina una breve punta; il contorno dell'ano tumefatto, ovovivipara. Lunghezza del maschio da 8-10 milli-metri, della femmina da 10-15. Colors bianco.
Le ova emesse col secreto mucoso frammischiandosi ed aderendo ai cibi ed alle bevande determinano la malattia negli animali ehe le ingeriscono.
I pascoli bassi ed umidi, l'umiditä dell'atmosfera sembrano favorevolissime condizioni, perche le uova possaoo Innghissimamente conservarsi e, penetrate neU'organismo, svilupparsi.
Perö non sono condizioni essenziali perche gli ovoli hanno una tenacitä di vita straordinaria. Ercolani e Vella li fecero rivivere dopo 15 tnesi, durante i quali furono piü volte fatti essicare. II Roll credendo ancora ignota la maniera e sotto quale forma questi parassiti infettano il corpo degli animali domestici, e propenso ad attenersi all'ipotesi ehe gli embrioni, come avviene nei trematodi, debbano passare un periodo della loro vita nel corpo delle lumache o di alcuni insetti priraa di introdursi in quello di organismi superiori.
L'illustre mio maestro, il professore G. B. Ercolani, presentava fin dal 1854 airAecademia delle Scienze di Parigi una comunicazione di una serie di esperienze istituite in compagnia del professor Vella onde studiare la metamorfosi e la trasmissione dei Dematoidei, colle quali hanno intieramente e perfettamente sciolto il problema; perö nei suoi elementi di medicina veleri-naria l'Ercolani dichiara ehe erano conosciute molto tempo prima in Germania merce le osservazioni di Weiht e di altrl.
Reperto anatomico. — Oltretutte le lesioni anatomo-patologiche ehe si riscontrano nelle bronchiti in ge-
J?'
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uere, cioe iperemia, succulenza ed edema della mu-cosa, sua lacerabilila, distacco di epitelii, secreto piu o meno abbondante, piü o meno ricco di giovani cel­lule, secondo la maggiore o minore durata della ma-lattia e secondo il minore o maggior numero di elminli si riscoutrano i bronchi in piü o meno graode esten-sione obliterali da questi, da embrioni e da uova, coperti da un muco vischioso e spumante. Si riscon-trano delle bronchiettasie contenenti un gran numero di quelli ravvolti in giro ed aggomitolati. Ai lobi inferiori dei polmoni sonvi frequentemente degii in-duramenli del parenchima con infiltrazione caseosa e metamorfosi calcare (Ercolani). Allorche la malaltia data da lungo tempo si trova pure il reperto della idremia, cioe pallidezza dei tessuti e raccolte sierose neile varie cavitä, sangue poco colorato e difficilmente coagulabile.
I distomi epatici ehe pure frequentemente si riscou­trano all'autopsia dei morti per tisi polmonare vermi-uosa nei cauali escretori della bile e nella cistifellea non sono ehe uua complicazione accidentale.
Sintomi e decorso. — I sintomi ehe accompagnano le bronchiti le piü intense si osservano anche qui; inoltre i fenomeni di dispnea, di intossicamento del sangue per acido earbonico e di eianosi, sono molto marcati neU'acme della malattia, perche nei bronchi oltre all'edema della mucosa ed il segreto a restrin-gere il loro lume ed a difficoltare il passaggio del-I'aria trovansi pure gli ovoli, gli embrioni ed i vermi perfetti, di cui si parlö nell'eziologia.
La tosse e ancora piü veeraente per I'azione rillessa dei nervi prodotta dal vellicamento di questi parassiti, e con essa e emesso un abbondante secreto eontenenle ova ed embrioni.
Talora gli auimali giuugouo ad espelleroe uua gran
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parte e perciö diminuiscono sia la dispnea, sia la cia-nosi; poiche I'aria penelra pid facilmente nelle ve-scichette polmonari ed il deflusso del sangue dalle giugolari non e piü tanto impedito dagli access! con-vulsivi di tosse; perö rimane sempre una febbre lenta, marantica (38,5-39), con spossatezza.
L'appetito non ritorna, rorganismo si denutrisce, il polso diventa piccolissimo e celere per la tenuitä e scarsezza del sangue; le pulsazioni cardiacbe per con-verso sono fortissime e cercano supplire alia diminuita tonicitädelle tonache arteriöse, ed alia quasi abolita con-trattilitä tanto necessaria a spingere avanti il sangue; la temperatura di molto abbassata (37-37,5); le mucose
;a.
pallide e leggermente giallognole, in una parola e so-
praggiunta I'anemia (idremia).
Allorche avviene rinduramento parziale dei polmoni, I'esame fisico ci dimostra la sua estensione e localitä, poiche coll'ascoüasione non s'ode piü il mormorio ve-scicolare, e colla percussione si sente una matitä di suono (suono vuoto).
La tisi verminosa ha per lo piü un esito infausto, e la morte succede o per idremia e versamento sieroso nella cavitä toracica o per pneumonite caseosa dopo alcuni mesi dallo sviluppo della malattia.
Diagnosi. — Questa malattia si distingue dalle affe-zioui bronchiali e polmonari prodotte da altre cause, perchenel secreto emesso colla tosse si riscontrano ova, I ;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; embrioni, o il nematode perfetto ehe abita i bronchi.
Terapia. L'indicazione proßlatlica ricbiede di te-nere lontani gli animali dai prati, in cui pascolarono degli infetti.
Cosi e pure necessario di separare i malati dai inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;sani e di porli in differenti stalle, e quindi di pulire
'nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ben bene i ricoveri e specialmente le mangiatoie e
rastrelliere.
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AW'indicazione del morbo non si puö atteodere di-rettamente, perche l'ipereraia ed il catarro bronchiale guariscono adempiendo aWindicazione causale, e non possono risolversi diversamente, epperciö riescono ve-ratnente inutili i medicaraenti interni, come il pierato di potassa, il creosoto, i'essenza di trementina, I'al-cool canforato, la benzina, ecc, prescritti da eminenti scrittori.
L'indicazione causale richiederebbe rallontanamento dei parassiti dai bronchi. A cio ottenere perö non si conoscono rimedi abbastanza efficaci.
Cosi le fumigazioni prodotte daU'abbruciamenlo di sostanze corne3, come peli, unghie, penne, ecc, e da niolti proposte, non rispondono aH'atto pratico, perche essi non fanno altro ehe aumentare I'iperemia, I'edema della mucosa dei bronchi con crescente secrezione di muco e dirninuzione della capacita del loro lurne, e pertanto aumeutano la dispnea; impediscono Tematosi e producono pericolo di sofFocazione. L'Ercolani sug-gerisce di tentare le fumigazioni di tabacco, le quali come narcotiche e probabile ehe non producano so-verchia irritazione della mucosa bronchiale.
Altri proposero le fumigazioni col catrame o con I'olio animale fetido; ma a me sembra ehe ben scarsi potrebbero essere i vantaggi ehe si ricaverebbero da questa medicazione, in apparenza razionale.
AWindicazione sintomatica si soddisfa amministrando i tonici, gli amari ed i ferruginosi quando si mani-festa l'anemia o I'idremia; modificando la secrezione mucosa col cloruro di sodio e colle inaiazioni di vapori di olio di trementina.
Quando e sopravvenuta la pneumonite caseosa e d'uopo cousiderare la malattia incurabile.
L'indicazione dieletica esige alimenti molto nutritivi e di facile digestione.
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PARTE IV. Malattie del papenchlma polmonare.
CAPO I.
1PERTR0FIA DEL POLMONE.
Nel maggior numero dei casi, in cui si trova in-grandito il polmone, il suo parenchima e atrofico, ma-rantico, invece d'essere ipertrofizzato. Questa forma d'ingrandimento del polraone verrä studiata sotto il nome di enfisema. Un ingrandimento del polmone con contemporaneo aumento del tessuto (vera ipertrofia polmonare) venne descritlo da Rokitanski. In esso le pareti delle vescichette sono piü grosse e piü rieche di sostanza e la capacitä di queste aumentata, i loro capillari cresciuti in numero, e tutto il parenchima polmonare piü resistente. Skoda descrisse un'ipertrofia polmonare ehe Virchow earatterizzö come indurimento pigmenloso bruno.
Questa ipertrofia consiste nell'aumento della massa del parenchima polmonare a spese delle vescichette, e si osserva nelle iperemie croniehe gravi dei polmoni, dipendenti specialmente da ipertrofia del more destro o da vizi organici della valoola milrale. Anche in
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questo caso le pareti delle vescichette sono ingrossate ed i loro elementi aumentati, ma il polmone non es-sendo venuto piü voluminoso, le vescichette riman-gono piü ristrette per l'inspessimento avvenuto nel tessuto delle sue pareti. II colore e piü oscuro e bru-nastro, e si osservano delle macchie nere prodotte dal pigmento forrnatosi in seguito ad emorragie ca-pillari del tessuto, prodotte dalla forte slasi polmonare. Questo pigmento si trova nel tessuto interstiziale e negli epitelii delle vescichette sotto t'ormola di granuli nerastri o brunastri.
CAPO II.
ATR0F1A DEI POLMONI. — ENFISEMA SENILE.
Per atrofia del polmone s'intende il diraagramento, I'assottigliamento e la successiva perforazione e scotn-parsa delle pareti vescicolari prodotta da difettosa nutrizione del polmone. L'atrofia del parenchima pol­monare si osserva insieme al marasmo generale spe-cialmente nella vecchiaia. Talvolta l'atrofia dei pol-moni si manifesta prematuramente. In questi casi i sintomi sono piü distinti.
In seguito alia consunzione delle pareti interstiziali molte vescichette confluendo insieme danno luogo a cavitä piü grandi, ed il parenchima polmonare pre-senta una rete a larghe maglie. II tessuto rilasciato, anemico e secco, assai pigmentato, e mcrbido al tatto. Qui la pigrmntazione non e effetto di stravaso san-guigno, ma di trasformazione in pigmento del sanguQ consumato nei capiliari atrofizzati ed obliterati. Seb-bene le alterazioni della nutrizione ehe subisce il pol­mone in questa malattia sieno identiche a quelle ehe
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accadono neU'enfisema vescicolare, pure nell'atrofia senile il volume del polmone e diminuito, mentre nel-I'enfisema vescicolare e aumentato. E ciö avviene perche la maggiore o minore capacitä del polmone dipendendo da quella del torace, neU'enfisema vero quello si trova realmente in uuo state di dilatazione patologica ed in una permanente espansione inspira-toria, mentre neU'enfisema senile il torace e rirapic-ciolito ed in uno stato di permanente restringimento espiratorio.
NeU'enfisema senile nasce per lo piu la respirazione intercisa, e la dispnea.
La dispnea dipende dal fatto ehe l'espirazione e pri-vata d'un essenziale aiuto per la perdita deirelasticitä del tessuto polmonare, e I'inspirazione non si puö fare completamente a motive dell'atrofia dei muscoli die presiedono a quest'atto fisiologico.
Colla percussüme si ha un suono moltopieno e chiaro, perchö la parete del torace dimagrata ed assottigliata e le coste flessibili entrano facilmente in vibrazioni sonore.
CoW'ascoltazione si ode un rumore respiratcrio tanto piu intense ed acuto, quanto maggiore e la differenza fra il calibre delle cellule polmonari ingrandite e quello delle ramificazioni brenchiali di quan'erdine.
#9632;i
CAPO III.
I
ENFISEMA POLMONARE. — ENFISEMA VESCICOLARE ED INTERLOBDLARE.
#9632;
Patogenesi ed eziologia. — Per enfisema pelmenare ;:nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;s'intende tanto il vescicolare, cioe I'anormale espansione
delle singole vescichette aeree ed il cenfluire di molte
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in vesciche piu grandi, quanto I'interlobulare, cioe I'uscita deH'aria entro il tessuto connettivo intersti-ziale e sotto-pleuritico.
Gli autori non vanno d'accordo suU'origiae dell'en-fisema vescicolare del polmoue. Quattro sono le prin-cipali teorie colle quali si tento di spiegare questo fenomeno:
1quot; Teoria deWinspirazione. — L'enfisema avviene per tensione eccessiva delle pareti alveolari, o tensione coq-tinuata troppo lungamente nelle forzate inspirazioni;
2deg; Teoria dell'espirazione. — In questa l'enfisema e la consegueaza di una tensione tneccanica esagerata delle pareti alveolari per espirazioni forzate;
3deg; Teoria nuiriliva. — L'enfisema dipenderebbe da alterazioni della nutrizione del tessuto polmonare di-pendente da cause chimico-organiche;
4deg; Teoria spasLica. — L'enfisema dipenderebbe da una dilatazioue rigida del torace, cui soltantu secon-dariamente si unirebbe la dilatazione delle cellule pol-tnonari.
10nbsp; ho i'opinione di ISiemcyer, cioe, ehe eiaseuna puö valere per eerie forme di enfisema, sieche e erroneo il volere ammetterne esclusivamente alcuna.
Giä anticamente si divideva l'enfisema vescicolare in suppletorio e soslanlivo, divisione ehe si conserva ancora.
11nbsp; suppletorio avviene in tutti i casi in cui alcune porziooi del parenchima polmonare avvizziseono senza ehe vi corrisponda una duninuzione di capaeitä della cavilä toracica; in quelli in cui le cellule aeree non conlribuiscono tutle egualmente a riempire il vacuo prodotto dalla dilatazione inspiratoria; in quelli in cui vi sono forti aderenze della pleura polmonare colla pleura costale; in ultimo in quellt in cui esiste un ca-tarro cronico dei piccoli bronchi.
Fatologia, Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 9
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Allorche Venßsema suppletorio si forma acutamenle, i tramezzi iateralveolari si rompono; e quando si svolge in modo cronico, le pareti alveolari distese subiscono una consunzione progressiva, si assottigliano, si forano, e parecchie vescichette vengono a formare cavitä piü grandi per la scomparsa dei sepimenti intermedi. E erronea la teoria ehe le pareti dolle vescichette aeree eccessivamente dilatate perdauo la lore elasticitä senza ehe la loro tessitura si alteri, e ehe la dilatazionc degii alveoli dipenda da questa semplice diminuzione d'ela-sticitä del polmone. La perdita dell'elasticitä e dovuta unicamente alle suddescritte lacerazioni ed alia scom­parsa degli elementi elastici.
Anche Venßsema sostanlivo, cioö quelio in cui la dilatazione delle cellule polrnonari e affezione primi-tiva si produce spessissimo dietro una tensione e dila­tazione inspiraloria esagerata e persistente delle pareti alveolari. Secondo Laennec un ostacolo al libero in-gresso dell'aria nei piccoli bronchi, come un gon-fiamento catarrale della mucosa o I'accumulo di muco viscido, e vinto dai muscoli inspiratori; ma 1'espira-zione non avendo a sua disposizione gli stessi raezzi e facendosi in ispecie per l'elasticitä del polmone, del torace e degli intestini compressi, durante i'inspira-zione, non puö allontanare detto ostacolo; dado av-viene ehe, una parte dell'aria per la diminuzione di elasticitä del tessuto polmonare essendo rilenuta negli alveoli, e la prossima inspirazione aggiungendo una nuova quantitä d'aria a quella gia imprigionata, ehe a sua volta non puö sfu^rgire nell'espirazione, gli al­veoli si riempiono e dilatano sempre piü.
Due sono le obbiezioni mosse a questa spiegazione: la si disse giustamente essere erronea I'ipotesi secondo cui l'inspirazione dispone di mezzi piü tnergici del-I'espirazione forzata; 2deg; ehe sarebbe sufficiente se le
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cellule polmonari neU'enfisema presentassero il grado di dilatazione ehe subiscono gli alveoli di un polmoce sano nell'atto deH'inspirazione; ma non e sufficiente a spiegare la dilatazione degli alveoli di un polmone enfisematico, la quale oltrepassa di molto la massitna distensione normale.
La data spiegazione non e applicabile a tutti i casi. Certe volte bisogna ricorrere alia teoria dell'espim-zione. Cosi nei premiti, nel traiuo, negli sforzi, la glottide viene ristretla e I'uscita dell'aria impedita, mentre la cavita toracica si impicciolisce con violenza. II ristringimento del torace in questi casi avviene perche il diaframma viene spinto in avanti, ed una forte corrente d'aria passa nei bronchi posteriori, ehe sono obbliquamente diretti in avanti, e se si impedisce I'uscita dell'aria dalla laringe, questa compressa si caccia nei bronchi anterijri diretti obbliquamente in-dietro. Gli alveoli polmonari ed il torace vengono dilatati al loro massimo grado per via della pressione centrifuga? ehe l'aria compressa e spinta negli alveoli dei lobi anteriori esercita contro le pareti di questi e contro la cassa toracica.
Constatandosi dei casi in cui I'enfisema sembra svi-lupparsi senza le dette cause meccaniche, allorche gli animali sono tenuti in riposo ed a modico lavoro, e d'uopo amraettere la terza teoria per spiegare la genesi dell'enfisema, cioe disiurbi nella nutrizione delle pareli degli alveoli per cause chimico-organiche non ancora bene conosciute. Rarissima e la comparsa deU'enfi-sema vescicolare per la dilatazione rigida del torace, e nel massimo numero dei casi, sia la dilatazione rigida ehe I'enfisema vescicolare si sviluppano simultanea-mente.
h'enfisema inlersliziale od interlobularc si sviluppa perche le pareti degli alveoli posti sotto la pleura o
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confinanti cogli ioterstizii de' lobuli polmonari ven-gono distese in modo tale, ehe si assottigliano e poi si lacerano lasciando penetrare in seguito I'aria nel tessuto sottopleurico e nelVinteralveolare. Gli alveoli sof-frono questa dilatazione eccessiva nei violent! colpi di tosse ed in quei casi, in cui moltissirae vescicole aeree uoo vengono riempiute nella dilatazione inspiraloria del torace.
La disposizione aU'enfisema e talora congenita. Esso si sviluppa qualche volta nei giovani cavalli per fa-tiche ehe loro s'inipongono superior! alle loro forze. La disposizione cresce cogli anni. ed e maggiore nell'etä avanzata.
Da quanto si e fin qui detto risulta ehe le cause deU'eufisema sono; inßammazioni catarrali croniche ed obsolescenze del tessuto polmonare ; infiammazioni della pleure con consecutive aderenze; catarri cronici dei bronchi minori con ristringimento del loro lume; parossismi violenti di louse nel catarro secco; nel ti-rare gravi pesi e nelle corse accelerate.
Reperto anatomico. — E inesatto ehe i polmoui en-fisematici irrompono violentemente dal torace quando lo si apre; perö la retrazione incompleta dei polmoni stessi dopo I'apertura di questa cavitä e un fenomeno proprio e costante. II polmone enfisematico e serapre piü voluminoso e piü gonfio di uno sano; il sano all'apertura del torace si ritrae fino ad un certo punto, ed in seguito vi rimane senza ehe tutta I'aria sia uscita dagli alveoli, perche ie pareti dei bronchi, a motive del loro peso, si adagiano tosto le une sulle altre ed impediscono ehe tutta I'aria esca dagli alveoli. Questo fenomeno e ancora piü evidente in un polmone enfi­sematico, perche le pareti alveolar! sono ancora piü sottili, meno pesanti e meno elastiche.
II polmone enfisematico e assai molle alia palpazione.
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Praticando un taglio nel suo parenchima si ode un debolissimo r;jmore cricchiante. E di colore rosso-chiaro, e pallidonell'enfisema acuto; e di colore oscuro, dovuto alia trasformazione in melanina deU'eraatina contenuta nei capillari obliterati, nel cronico. Gli al­veoli sono ingranditi di molto e raggiungono il vo­lume di un pisello o di un fagiuolo ed hanno una forma irregolare. Le preparazioni a secco dei polmoni esa-minate al microscopio presentano nelle vescicole dei residui trabecolari sottilissimi delle pareti interalveo-lari lacerate. Vi sono fori nelle pareti alveolari, e talora avvi la scomparsa totale di pareti, oppure si osser-vano ancora alcuni residui sotto forma di sporgenze lineari. Dapprincipio si consumano i sepimenti inter-alveolari delle veschichette aeree appartenenti ad un solo ramoscello bronchico, in seguito anche gli alveoli di un infundibolo polmonare confluiscono con quelli dei viciui, ed iu alcuni casi gravissimi il tessuto pol­monare s'e trasformato in una rete a larghe maglie. NeU'enfisema interstiziale l'aria e contenuta in vesci-chette poste sotto la pleura e si puo spostare mediante pressione. 11 fatto poi, ehe alcuni lobuli sono circon-dati da un orlo di piccole bollicine d'aria a guisa di isolette, distrugge I'asserzione di quelli ehe sostengono ehe l'aria neU'enfisema vescicolare e raceolta negli insterstizii interalveolari.
Sintomi e decorso. — II malato dimostra I'impedi-mento della respirazione, egli usa tutta la sua forza per dilatare maggiormente il torace, le pinne nasali si agitano fortemente, latto espiratorio e interciso. Sonvi accessi ripetuti di tosse piccola, abortita, talora appena sensibile.
L'esame fisico del torace non da sempre dei caratteri distinti per la diagnosi.
Uinspezione non ci da risullati positivi. La percus-
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sione nei casi di enfisema esteso da un suono gene-ralmente molto pieuo e sonoro, giacche a motivo di un aumeoto nella resistenza delle pareti toraciche pos-sono avere iuogo vibrazioni tanto forli da produrre detto suono, sebbene sia accresoiuta la quantitä d'aria contenuta nei pohnoni. Quaudo il parenchitna polmo-nare ha perduta tutta la sua elasticita si ode un suono timpanico, il quale presuppone vibrazioni re-golari. Sinlomo caralleristico si e I'estensione ano-mala del suono pieno.
ColVascollazione generalmentenon si ode il mormorio vescicolare, il quale e rimpiazzato da ronchi sibilanti e da rantoh a piccole bolle e da respirnzione aspra. I suoni normali del cuore sono debolissani, il suono delle valvole sigmoidee perö suole essere rinforzato ed accentuato.
Quanto al decorso della malattia negli animali adulti dura per tutta la vita. La guarigione avviene solo in alcuni cavalli giovani.
Diagnosi. — L'anamnesi e I'esame fisico ci forniscono i caratteri differenziali deU'enfisema vicario e del so-stantivo. Se si sviluppö in se^uito a pleurite od a pleuro-pneutnonite si puö con tutta probabilitä am-mettere trattarsi di un'enfisema cagionato da concre-zioni delle lamine pleurinche o da obsolescenze par-ziali del polmone. Se si sviluppö in seguilo a grandi corse, o sforzi violenti, a lunghe fatiche, si ha dirilto di diagnosticare un enfisema soslanlivo
Prognosi. — Questa malattia non produce la tnorle ehe assai lontanamente, pero e rararaente guaribile, e recidiva con tutta facilitä.
Terapia. L'indicazione causale richiede il tratta-mento della malattia primana. Quanto alia cura del catarro bronchiale e della tosse si soddisfa coll'indi-cazione sintomalica.
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Per soddisfare #9632;dlVindicazione del morbo si lodano i rimedii tonici per rendere piii resislente il tessuto polmonare rilasciato e piü stretti gli alveoli polmo-uari. Questi perö hanno un'azione molto incerta e difficilissimamente producüno una guarigione radicale. Le anomalie di nulrizione del tessuto polmonare souo per lo piü irreparabili.
Per prevenire gli accessi di tosse e d'uopo tenere gli ammalati ad un regime prudente formato di sostanze nutritive e di poco volume, e di teuere il ventre aperto. Sono controindicati i narcotici ehe io tentai su vasta scala inutilmente (estratto d'aconito). Trovai inutile la digitale. Si ricorra piuttosto alia canfora, alia tre-mentina, aU'acido arsenioso.
CAPO IV.
DiMiNuzioNE dell'aria contenuta nelle vescichette,
ATELETTAS1A, APNEUMAT0S1, GOLAPSO DEL POLMONE.
Palogenesi ed eziologia. — L'aria contenuta nelle ve-schichette talvolta e diminuita e le loro pareli si toc-cano. Se l'aria non e mai entrata nelle vescichelte, giä dalla nascita Valdellasia si chiama congenita. Si chiama poi acquisila allorche l'aria viene assorbita piü tardi e le vescieole avvizziscono. L'atelettasia puö pure avvenire per compressione sul polmone prodotta da gaz, liquid! o tumori della cavita toracica e talvolta anche della cavitä addominale.
Reperto analomico. — II parenchima polmonare nel-I'atelettasia congenita ed acquisita e depresso, in por-zioni circoscrilte, al disolto del livello delie pareti vicine coutenenti aria. Queste sono dure, non cric-chiano sotto il taglio, e danuo una sezioue liscia, ricca
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di sangue. In principio si possono gonfiare, ma in fine non si riesce, perche le vescichette divengouo piü consistenti e sembrano saldate fra di loro mediante un glutine ed anche una vera concrezione. Nell'atelettasia per compressione del polmone avvi spessimento ed indurimento del parenchima; in seguito Taria e scacciata dai bronchi e dalle veschichette, e se la com­pressione non agisce anche sui vasi, il polmone di-venta rosso ed umido, somigliante ad un pezzo di carne.
Sintomi e decorso. — I sintomi de\Vaielettasia sono quelli ehe dimostrano una respirazione iusufficiente, cui si uniscono i fenomeni di una generale debolezza ehe talora si spiuge alia paralisi. Generalmente le parti cadute in colapso non sono abbastanza estese da pro-durre un suono ottuso o vuoto colla percussione. Se sono compressi anche i vasi, si aggiungono disturbi nella circolazione, soverchia replezione, dilatazione ed ipertrofia del cuore deslro, sovrempimento delle vene della grande circolazione, stasi nelle vene epatiche e renali. Contemporaneamente il cuore sinistro, ehe ri-ceve sangue solo dai capiilari non compressi, si riempie troppo poco ed il polso diviene piccolo e la secrezione dell'orina diminuita. Allorche il cuore destro non puö vuotare tutto il suo sangue ehe in un polmone, per­che l'altro e impermeabile, la pressione sul sano si accre.'ice enorraemente ed avvi pericolo in lui di idrorrea da richiedere perlino il salasso.
Terapia. — Si cerchi di eccitare la tossenegli animali e la dilatazione delle vescichette amministrando loro dei nauseanti, tartaro stibiato, ipecaquana, ossimele sciilitico. La compressione del polmone richiede la cura delle malattie primarie ehe ne sono la causa, ed una terapia sintomatica allorche insorgono disturbi gravi funzionali.
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CAPO V.
1PEREMIA DEL POLMONE, EDEMA POLMONARE. IPOSTASI ED IDRORREA.
Patogenesi ed eziologia. — Le iperemie del polmone si distinguono in attive e passive. Ora si accetta la nomenclatura di Virchow, il quale propose di denomi-nare flussioni le prime, e stasi sanguigne le seconde. La ilussione infalti consiste in un aumento ed accele-rato afflusso, e la stasi in un impedito e ralleniato deflusso del sangue nei capillari o dai capillari.
A) Le ßussioni polmonari avvengono :
1deg; Per accresciula azione del cuore massimamente in animali giovani e pletorici ed in seguito a corse o fa-tiche piü o meno grandi;
2deg; Per irritazioni dirette, come per influenza del freddo sulla mucosa dei polmoni; dall'inspirare aria molto calda e pregna di sostanze irritanti, le quali producono pure flussioni sulla cute, allorche agiscono su di essa. Sembra ehe l'iperernia in questi casi av-venga per rammollimento del tessuto in modo, ehe i capillari oppongono minore resistenza alia loro dila-tazione ;
3deg; Per ßussione collaterale, la quale avviene neces-sariamente allorche alcuni vasi si sono occlusi. Questa ci spiega I'azione dei salassi nella pneumonite e nella pleurite essudativa, ecc.
4deg; La rarefazione dell'aria nelle vescichette, poicbe essa produce una flussione verso la mucosa polmo-nare nella stessa maniera, ehe una ventosa la provoca sulla pelle.
D) La slasi sanguigna polmonare riconosce per cause :
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1deg; La stenosi deU'orifizio venoso sinistro, o l'insuf-ficienza della valvola mitrale. Le rotture dei capillari dilatati ehe produeono la colorazione bruna ncl pol-mone ipertrofico ed indurato, dipeudono per lo piü da vizi organici della valvola mitrale. Pertanto sia ehe resti impedito il vuotamento dell'atrio, sia ehe il sangue venga risospinto iu delto atrio nella sistole, questi processi si oppongono al vuotamento delle vene polmonari e produeono una soverchia replezione dei eapillari;
2deg; Lo indebolimento dell'azione cardiaca mediante cui le cavitä del euore si vuotano imperfettamente, e per-ciö il deflusso del saugue dalle vene e impedito. ISic-eome all'iperemia delle mueose seguono eostanlemente la succoleoza e la tumefazione del loro tessuto e l'al-terazione della secrezione dei follicoli mueipari, cos'i anche nelle vesciehelte le pareti si gonfiano, si fanno suecolente e trasudano. Nelle vescicole polmonari mancando i follicoli mueipari il seereto e pm sieroso e liquido.
h'idrorrea polmonare avviene anche se la pressione e de-bole, allorche il siero del saugue e povero d'albumina.
Reperto analomico. — Se l'iperemia e medioure, il polmone e rosso-scuro e goufio, i vasi piem di saugue, il tessuto lasse, poco criechiante al laglio. da cui esee abbondante sangue. Nell'iperemia piü grave il paren-chima e russo-cupo, ii tessuto interstiziale e le pareti delle veseichette assai tumefatte, ed il parenchima ia-spessito presenta appena tracce della strutlura alveo-laro, sieche per la somiglian^a ehe ha col tessuto della milza si chiama splenizzato. Allorche esiste idrorrea il polmone e lurgido al tatto , ha perduta Telasticitä e conserva l'impressione ehe vi si fa con un dito; al taglio esce un liquido piü o meno colurato in rosso e frammisto a saugue.
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Sintomi e decorso. — Se la flussione e di poco mo-meato, noa hannovi sintomi sensibili, i capillar; di-latati presontano mapgiore superficie all'aria, la cir-colazione n'e accelerata, lo scambio nel polmone piü attivo, l'ossigenazione piü completa.
Se la flussione aumenta puo restringere il lume delle vescichette aeree sia per ravvenula dilatazione della fitta rele capillare delle pareli vescicolari, sia per la tumefaziune di queste. sia per I'aumentato tra-sudamento e impedire la respirazioue. Quindi com­pare uua tosse breve e secca.
Talora 1'iperemia si sviiuppa rapidamente e miuarcia la vita; I'lmpulso del cuore diventa forte, il pulso in-dica la soverchia replezione delle arterie; sulle mu-cose apparenti sono di color rosso vivo.
La stasi sanguigna produce una dispnea maggiore, poiche nella stasi sanguigna la circolazione e rallen-lata di tanto, quauto e accelerata nella/iMsstone; per-tauto nella pnma trovausi riunite due cause produ-cenli la dispnea.
I sintomi dell'idrorrea si hanno coll'esame fisico del torace. Vascollazione da un rantolo umido e nei casi gravi sono scomparsi il mormorio respiratorio ed il soffio bronchiale. La percussione ehe non e alterata dall'iperemia da un suono limpanico nell'idrorrea, ed allorche I'aria e scacciata dal polmone, e dallo siero, evvi suono vuoto ed oltüso.
Diagnosi. — L'iperemia e I'idrorrea vengono facil-mente dislinte dalle altre malatlie del polmone. La difficoltä maggiore e il distinguere la flussione dalla stasi. Qüesta avviene ancora per scemata azione del cuore nelle malattie acute d'infezione.
Prognosi. — La prognosi dell'iperemiae dell'idrorrea dei polmoni e subordinata alle cause ehe ie produs-sero. Le flussioni general mente si vincono con maggior
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facilitä delle stasi, le cui cause non si possono allon-tanare.
Terapia. — L'azione ringagliardita del cuore, la ple-tora, ehe talora sono causa di iperemia polmonare vengono modificate, amministrando eibi in parca dose e non troppo eccitanti e nutrienti. La celerilä della circolazione non sara favorita con fatiche o con moto. Bisogna teuere gli animali in ricoveri non troppo caldi, non esporli alle correnti fredde, ecc, e conviene pre-sentarloro delle bibite nitrate. Nella stasi l'indicazione causale non e applicabile. Nella stenosi deU'orifizio venoso sinistro, per ottenere un rallentamento del-l'azione del cuore e suggerita la digitale. Allorche l'a-zione del cuore e troppo debole, sono indicati gli ec­citanti.
L'indicazione delmorbo nelle flussioni polmonari gravi cagionate dell'aumentata azione del cuore richiede una larga cacciata di sangue. Appena questo diminuisce, scema la pressione nelle arterie, e diminuisce la dispnea.
La flebotomia perö determinando impoverimento del sangue e quindi esaurimento delle forze, non dovrä essere ripetuta senza necessitä, perche il sangue per-dendo d'albumina acquista maggiore tendenza alle tra-sudazioni idropiche ed all'idrorrea polmonare stessa.
Nelle altre forme d'iperemia polmonare il salasso e direttamente noeivo. In questi casi bisognerä attivare il circolo sanguigno rinvigorendo l'energia cardiaca colla canfora, col vino caldo, col muschio, ecc.
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CAPO VI.
EMORRÄGIE DEGL1 OKGANI RESPIRATORU. — BRONCORRAGIA, EMOFTOE, EMOTTISJ.
Palogenesi ed eziologia. — Le lesioni traumaliche e le distruzioni ulcerose dei grossi vasi della mucosa bronchiale sono rarissime, come pure sono rare le emorragie ^apillari per dette cagioni.
Le cause piu frequent! di delta emorragia sono I'ec-cessiva replezione dei vasi, uno stato anormale della nutrizioue delle loro pareti ed una morbosa fragilitä delle medesirae, in guisa ehe avviene la loro laceraraquo; zione.
Reperio analomico. — Nei cadaveri degli animali, ehe soccombettero ad una broncorragia, si trovano i ca-nali aerei pieni di sangue coagulate misto con del li­quide. La mucosa e tinta uniformemente in rosso-scuro, e tumefatta , molle. I polmoni stessi sono piü o meno colorati in rosso, sono piü pesanti, piü densi ed enfiati, perche il sangue travasato impedisce la sortita deiTaria dagli alveoli; in alcuni tubi brouchiali esistono dei turaccioli fibrinosi, Aliorchc la morte avvenne per causa deU'eraorragia tutti gli organi sono aneraici.
Sintomi e decorso. — A forti e ripetuti colpi di tosse sgorgano contemporaneamente dalle narici edallabocca dei grumi di sangue rosso-vivo, schiumoso. Tra i sin-goli colpi di tosse passano dei brevi intervalli in cui sembra si accumuli ancora del sangue nei bronchi per essere in seguito eliminato. L'accesso suole svanire dope una mezz'ora od un'ora per ritornare dopo tre o quattr'ore; rammalato col ripetersi degli accessi di-
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venta anemico, le sue mucose si fanno pallide, il polso insensibile; una debolezza estrema lo assale, cui nel majigior numero dei casi succede la morte.
Diagnosi. h'ernorragia bronchiale si distingue da queila delio stomaco e delie cavitä nasali, poiche quella ha luogo con accessi di tosse ed il sangue emesso e schiuraoso perche commisto ad aria.
Prognosi. — La prognosi c generaimente infausta per l'impossibilitä di portare direttamente rimedii emo-statici sui vasi lesi , epperciö per la difficolta di de-terminare la loro occlusione per mezzo di trombi.
Indicazione causale. — La flebotomia, generaimente parlando, e nociva, e non fa ehe accrescere la debo­lezza del malato ed aumentare I'esaurimento delle forzo. Una dieta semplice, nutrionte, I'amministrazionc di marziali, allorche avvi poverta di globuli nel sangue, sono sussidii raccomandati. II rimedio pid energico per combattere I'emorragia e il freddo (acqua ghiacciata, ghiaccio) in bevanda, in clisteri e sulla cute. II sale comune, la segala cornuta, I'acetato di piombo, 1'acido tartarico e gallico sono pure rimedii raccomandati.
CAPO VII.
EMORKAGIA PÜLMÜNARE SENZA LACEBAZIONE DEL PAEENCH1MA. 1NFARTO POLMONARE. — METASTASI NEI POLMON1.
Palogenesi ed eziologia. Vinfarto emorragico e il risultato di uu'emorragia capiilare circoscritta ad una piccola porzione del polmone, e qualche volta anche ad un solo lobulo. Parte di sangue e versato negli in-terstizi alveolar! e tra le fibre elastiche ehe invilup-pano gli alveoli, e parte neli'interno stesso degli al-
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veoli e delle estreraitä dei bronchi. L'infarto emor-ragico e nettamente limitato, e ciö dipende da ehe l'emorragia comincia sempre ed esclusivamente dalla rete capillare di un determinato ramo dell'arteria pol-monare. In questa emorragia non avviene la lacera-zione del parenchima polmonare. Ueslensione del di-slretto capillare di un'arleria e in nesso col calibro di delta arteria, e per questo gli iufarti emorragici, ehe avvengono in un distretto di un ramo deirarteria pol­monare, hanno uu'estensione maggiore di quelli ehe si formano per emorragia capillare di un ramo minore della medesima artoria.
NelVinterno del polmone possono trovarsi degli in-farti voluminosi, perche le principali diramazioni del­l'arteria polmonare penetrano nell'ilo dei polmoni as-sieme ai grossi bronchi, e quindi si ramificano in di-visioni dicotome sempre minor! di mano in mano ehe si portano alia periferia, finche in ultimo ogni piccolo ramo terminale sbocca in un lobulo separate.
Le arterie nel eui dominio si e prodotto un infarto eraorragico contengono dei coaguli, ehe ne obliterano piü o meno eompletamente il loro lume. Per gli in-segnamenti di Virchow si ammette, ehe i grumi ottura-torii nei cosi detti infarti metastatici non si formano sul luogo. ma ehe provenienti da altre parti del corpo, trascinati dalla corrente sanguigna,entranoin un ramo dell'arteria polmonare e lo percorrono finche giungono in un punlo troppo stretto e vi restano incuneati. II turacciolo fibrinoso, ehe chiude queste arterie fu detto da Virchow embolo.
Si eomprende con tutta facilita il motive, per cui gli infarti inelastalici dei polmoni sieno formati da emboli, ehe provengono dalla periferia di trombi di tronchi fusi o da.\Vulcerazione e gangrena dei tessuli. Vembolo, staccato dal luogo, in cui si formö dalla vis
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a tergo deU'oada sanguigna, progredendo verso il cuore non incontra ostauoli, perche le vene diventano sempre piii graudi, epperciö arriva nel cuore destro e da questo nell'arteria polmonare. GH emboli ehe si formano nelle radici della vena porla, oppure die entrauo in essa distaccandosi da un focolaio purolento del canale in-testinale, ecc., obliterano le diramazioni della vena porta, ehe si distribuiscono nel fegato e vi producono delle metastasi. Gli emboli provenienti dai polmoni e dal cuore sinistro obliterano le arterie del cervello, della milza, dei reni, ecc.
Laspiegazionedi .RoÄ;!lt;ans%, per cui raquo; I'obliterazione degli ullimi ramoscelli dell'arteria polmonare e dei capillari produrrebbe un'iperemia collaterale con emor-ragia e trasudamento • non pare convincente, poiche I'emorragia proviene dai capillari dello stesso vaso obliterato e non dai capillari circostanti, Ludwig de-scrivendo Tinfluenza del restringimeuto di un'arteria sopra i capillari presenta pure una spiegazione sod-disfacente di questa emorragia: a suo avviso la ten-sione delle arterie al disotto del punto ristretto deve diminuire, perche un liquido corrente perde una parte piu grande delle sue forze vive passando per tubi ri-stretti, ehe non passando per tubi piü larghi. Da ciö non si deve punto conchiudere, ehe se un restringi-mento ha luogo nelle piccole arterie, i capillari ehe ne dipendono diverranno meno pieni e i tessuti at-traversati da questi capillari piü pallidi; nella lenta corrente ehe allora percorre il sistema capillare, deb-bono invece i pesanti corpusccli del sangue accumu-larsi ed addossarsi. Ora, siccome due o piü corpuscoli del sangue, ehe sitoccano, contraggonofacilmentedelle definitive aderenze fra di loro,' si possono formare dei trombi 1 quali chiudono i capillari medesimi; appena ciö sia avveuuto, la tensione deve nuovamente au-
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mentare, perche da questo momento i capillari souo diventati appendici cieche delle arterie (Niemeyer).
Reperto anatomko. — Succede di rado trovare il sangue ancora fluido alia sezione del cadavere, perche il punto in cui si deposita il sangue non e favorevole all'emissione di questo liquido, sieche prolungandosi la vita, il siero viene assorbito.
Gli infarti emorragici, ehe hanno luogo nelle ma-lattie di cuore, rappresentano in generale dei focolai di varia dimensione, da quella d'un'avellana a quella d'un uovo di gallina, e sono di eolore rosso-bruno , duri. La superlicie del tagl.:o da un aspetto ineguale, granulate. Nell'immediata vieinanza dei focolai il tes-suto polmonare in generale e ingorgato di sangue, ed edematoso per flussione collaterale. All'esame micro-scupico i capillari sono pieni di corpuscoli sanguigni, di cui se ne trovano anche nel parenchima polmonare. L'mfarto veechio 6 piü pallido e giallastro, poiche la inateria colorante del sangue si e in parte decomposta, la fibrina ha subita la metamorfosi adiposa. Col tempo la fibrina, trasformata in sostanza grassa, viene rias-sorbita; parto deU'ematina e trasformata in pigmenti, ed al punto dell'infarto non rimane ehe il parenchima polmonare incallito e nerastro. Quando gli infarti me-lastatici tertninano in pneumoniie metastatica ed a-scessi metastatici, il centre del focolaio si scolora e si fonde; si formano delle lacune piene d'una sostanza gialla ehe consta di minuzzoli delia sostanza polmonare e di detritus molecolare del sangue o delia fibrina del sangue travasata e priva, almeuo dapprincipio, di pus. VersHndo dell'acqua suila superficie di taglio, si veg-gono fluttuare neila lacuna i rudimenti del tessulo polmonare. A poco a poco la distruzione si estende piü leutano, e a mala pena si distingue alia penferia dell'ascesso traccia dell'iuspessimento precedente.
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 11
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Sintomi e decorso. — Gli infarti emorragici nei uostri animali non si possono diagnostieare e si confondono colie malattie del parenchima polmonare.
Terapia. — La euro, degli infarti emorragici deve es-sere sintomatica e deve tendere a togliere le compli-cazioni ehe si sviluppano nel tessuto polmonare.
CAPO VIII
PNEDMONITE. — INFIAMMAZIONE DEI. POLMONE.
Si distinguono tre forme di pneumonite, ossia flo-gosi del polmone, cioe:
1deg; La pneumonite cruposa; 2quot; la catarrale; 3deg; la in-terstiziale.
CAPO IX.
PNEUMONITE CRUPOSA. — PNEUMONITE GENU1NA. — POLMONIA.
Patogenesi ed eziologia. — Senza ripetere quanto gia scrissi superiormente a pagina 92 di questo volume, quanto trovasi a pagina 137 del 2deg; volume, del pro-cessi cruposo e difterico edelleloro differenze, dirö ehe oziandio nella pneumonite cruposa viene deposto sulla superficie libera della mucosa polmonare un essudato ricco di fibrina, il quale interessa gli epitelii normali delle veseichette e le cellule giovani formate di re-oente, e ehe, rimosso tale essudato, la parete alveolare ritorna tosto allo stato normale.
Quanto alia dispnsizione alia pneumonite cruposa sembra ehe sia eguale in tutti gli animali di qualun-que sesso ed etä. I soggetti affievolili e deboli, i con-
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valescenti da gravi malatlie, e quelü ehe hanno giä superata ia pneumonite vengono assaliii piu facilmente dei robusti, pletorici ed in florido slalo di salute, e spesso la paeumonite cumplica diverse malatlie croni-che ehe hanno giä prodolto depauperamento del sangue.
Le cause occasionali per lo piü sono ignote. In certe stagioni le pneumoniti sono numerose, edin pari tempo dominano ilreumatismo acuto dellearticolazionied altri process! flogistici senza ehe gli amrnalati sieno stati esposti ad una influenza nociva evidente. Questa cu-mulazione di malattie infiammatorie dovute ad ignote influenze atmosfericbe o telluriche, si suole chiamare genio epizootico inßammatorio dominante. La comparsa epizootica della pneumonite si osserva per lo piü negli inverni rigidi e lunghi, alloraqnando domina il greco, ma si sviluppa pure sotto condizioni opposte.
Le irritazioni dirette della mucosa polmonare, I'in-spirazione d'aria molto fredda o molto calda, i corpi stranieri, ehe s'iutroducono nelle vie aeree ed otturano un bronco, la frattura delle coste e le fente del torace possono dare luogo alia pneumonite cruposa. Questa non ha mai luogo vicino ad uu infarto emorragico, ed ai pseudoplasmi depositati o rammolliti.
Sebbene talora si espongano gli animali impunemente all'influenza di raflreddamento, senza cioe ehe perciö cadano amrnalati, pure tal'altra un minore grado di raffreddamento s'e visto a produrre la pneumonite.
Reperto analomico. — La pneumonite cruposa inte-ressa quasi sempre un segmento maggiore del polmone, per lo piü comincia alia di lui origine e si estende agli altri lobi (pneumonite lobare). Alcune volle la pneumonite assale un polmone intiero (pneumonite uni­laterale), oppure il processo s'estende anche all'altro polmone (pneumonite doppia).
Si distinguono tre stadii analomici della pneumonite
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cruposa, e soao: 1deg; lo stadio dell'mgorgo sanguigno (flussione, iperemia, splenizzazione); 2deg; quello del-Fepatizzazione; 3deg; quello deU'infiltrazione purulenta.
Nel primo stadio il parenchima pclmooare e roso-scuro, piü pesante e coosisteate, non piü elastico, ep-perciö lascia l'impressione digitale. Le parti infiam-matc cricchiano meno al taglio, ed un sangue bru-uastro scorre sulla superficie di detto taglio.
Nel secondo stadio le terminazioni dei bronchi e le vescichette non contengono piü aria e souo riempite da zaffi duri di fibrina coagulata e di color rossigno pel sangue commistovi. II polmone pertanto e piü pe­sante, consistente al tatto e non criccbia al taglio. Facendo cadere obbliquamente la luce sul taglio, la struttura del polmone pare granulosa. I granuii (die non sono altro ehe i detti zaffi fibrinosi) raschiati collo scalpello non si possono spremere ehe difficilmente , perche aderiscono alle pareti dei piccoli bronchi e delle vescichette.
La consistenza, la l'ragilitä, la colorazione rassa del tessuto indurito e la superficie granulosa del taglio (epatizzazione rossa), fanno rassomigliare il polmone al fegato.
Talora il pigmento nero depositato nel parenchima polraonare, il lume biancastro dei vasi e dei broncbi tagliati ed i punti di colore piü chiaro danno uno aspetto variopinto alia superficie di taglio, invsce del rosso omogeneo.
Quindi a poco a poco si perde serapre piü il colore rosso, ed il polmone assume un aspetto grigio e gial-lognolo (epatizzazione gialla), menlre la tessitura ri-raane la stessa ed il parenchima e consistente e gra­nulöse.
AU'esame microscopico si veggouo le vescichette aeree riempite da fibrina amorfa e da cellule nuove,
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ehe probabilmente provengono da cellule epiteliali delle pareti delle vescichette.
Allorchö ha luogo il riassorbimento nello stadio di epatizzazione, la fibrina e le cellule di pus passano alia degenerazione adiposa e si disfanno. II contenuto siero albuminoso delle vescichette si converte in una emulsione e parte viene riassorbito e parte espettorato.
Neue pneumoniti ehe decorrono in animali anetnici, idremici, vecehi, eec., I'essudato e piii povero di fi­brina, i zaffi meno consistenti, la epatizzazione molle, il taglio piü liscio e senza granulazioni.
Nel terzo stadio (infiltrazione purulenta) prevale la formazione di giovani cellule, la fibrina si scioglie, le granulazioni scompaiono, ed un pus grigio-rossigno e denso si lascia spremere dalla superficie del taglio, ehe e di color grigio-giallo.
II parenchima ö putri'io e si lacera facilmente sotto la pressione del dito, ma la struttura microscopica del polmone non essendo alterata, ed il tessuto non es-sendo disfatto, puö avvenire una pertetta guarigione, sia riassorbendosi dopo passato alia metaraorfosi adi­posa, sia venendo espulso colla tosse.
La pneumonite puö avere ancora i seguenti esiti:
1deg; Formazione dascessi. La forma cruposa dell'infiam-mazione polmonare esclude il disfacimento del tessuto infiaiiimato. La formazione di aseessi dimostra ehe il processo flogistieo si avvicina alia forma difteriea, ed in questi casi si devoQO alia compressione prodotta dal-I'essudato fibrinoso rinfiltranaento e la necrotizzazione del tessuto polmonare.
Nel polmone infiltrato di pus si formano una o pa-recchie piccole cavita riempite di pus e di detrito della sostanza polmonare, e per conlmuazione di fusione il focolaio purolento puö inarandirsi, ed inohre molti possono eonfluire a formarno uno grandissimo.
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Questi ascessi comunemente sono segu'ni da esiti letali. In alcuni casi si sviluppa intorno ad essi una piieumonite interstiziale, siccome flogosi di reazione, ehe incapsula I'ascesso in un tessuto counettivo con-sislente.
Se I'ascesso e in comunicazione coi bronchi il cod-tenuto puö venire elimmato; se e chiuso, il pus con-tenutovi puö condensarsi e trasformarsi iu una massa caseosa; se ie sostanze organiche sono scomparse, il pus puö cunverlirsi in una concrezione calcare circon-data da una cicatrice caliosa e resistente;
2deg; Gangrena polmnnare diffusa. Questa sembra awe-nire solamente in quei rari casi, in cui estesi coagoli ontro le arterie polmonari e le ramificazioni delle arterie bronchiali (arterie nutritive) impediscono total-mente I'afflussn del san^ue alle parti infiamrnate;
3deg; Uinßllrnzwne caseosa, o, come dicesi ancora comu­nemente, inßUrazione lubercolosa. Allorche avviene la metamorfosi adiposa della fihrina essudata e delle cellule di pus deposte nelie vescichette, se non v:ene trasudata una quantitä sufficiente di siero dalle pareti di queste, le masse adipose si esticcano e si trasformano in una massa caseosa, yialla e piü o meno consistente;
4deg; Vinduramenlo a cirrosi del polmone. Questo con-siste nella partecipazione delle pareti delle vescichette o del tessuto interstiziale alia pneumonite cruposa, per la quale partecipazione avviene un'iperplasia del tessuto connettivo.
Le parti del polmone non infiammate sono sede di lorle iperemia, ed in tanti casi i'idrorrea produce la morle.
Nei punti in cui la flogosi si estende fino alia peri-1'eria, anche la pleura prende partlaquo; al processo flogi-stico epresenta fine iniezioni dendritiche ed ecchimosi; essa e opaca, torbida, rammollita e coperla da strati
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sottili di fibrina. La maggior parte del sangue nei grandi vasi e coagolata in masse gialle, consisleuti, e grumi di fibrina coagolata riempiono il cuore, questi grumi sono intrecciati saidamente fra le valvole e le trabeccole.
Sintomi e decorso. — La pneurnonite primaria pria-cipia con im brivido (ehe per lo piü passa inosservatogt;.
Esso viene ben presto rimpiazzato da aumento di temperatura.
Insieme compaiono un'accelerata frequenza di polso, aumento della sete, rossore delle mucose apparent!, fiaC'.hezza e debolezza muscolare.
L'appetito si perde, la bocca diviene asciutta e la lingua si copre di muco.
Questi sintomi furono da molti autori derivati dal-I'aumento della fibrina nel sangue (ipprinosi); ed alcuni (Dietlj credettero persiuodi dovereattribuire alia pneu­rnonite ua'importanza critica riguardo a quest'ano-malia, e soslennero ehe tali disturbi si dissipassero al-lorquando venissn eliminata la fibrina sovrabbondante.
Perö tutti i sintomi sopradescritti spettano alia febbre, e si trovano piü o menquot; pronunciati in tutte le raalattie febbrili, tanto allorche la fibrina e aumen-tata, quanto allorrbe e diminuita, come pure quando si mantiene nello slato normale. Tutte lefebbri essendo congiunte ad un aumentato ricambio della materia, e ad una ossidazione accresciuta. aiterano la compo-sizione del sangue, perche i prodotti retrogradi del detto ricambio vi si trovano in nuantua superiore dello stato normale. Spesso la febbre si manifesta prirna dei sintomi della turbata nutrizione del polmone come avviene pure nei catarri febbrili ed in altreflo. gnsi; in alcuni casi perö si maaifesiano coutempora-neameute.
Ai sintomi di turbata nutrizione del polmone, iu
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questa malattia, appartiene la dispnea con inspirazione breve e respirazione superficiale. Ad ogni inspirazione celere gli elevatori delle ali del naso si contraggono e le narici si dilalano quasi spasmodicamente.
La dispnea avviene: 1deg; perche nei punti del polmone infiammati lo scambio del sangue e raiientato; 2deg; perche la superficie respiranle viene diminuita siapel formarsi dell'essudato nelle vescichette, sia per I'impermeabi-litä di queste,, 3deg; pprche nelie parti non infiltrate si forma una forte ip'-iremia collaterale per cai le pareti delle veschichette sane si tumefanno e la loro cavitä si restringe; 4quot; perche il bisogno di respirare e au-rnentato, per la ragione ehe si consuma piü ossigeno e viene prodotto neH'organismo piü acido carbonico per I'acceleramento del ricambio della materia e 1'au-mento dell'ossidazione.
Ai detti sintomi si unisce la tosse. la quale sul prin-cipio e breve, rauca, soppressa. La frequenza del polso auraenta fino a 90-100, e la temperatura fino al mas-simo di 41deg; centi^radi.
L'arteria da larga e plena diventa in seguito piccola e vuota. In molti casi questo fenomeno dipeude dalla diminuita energia delle contrazioni cardiache in se­guito ad un grande rialzo della temperatura del corpo; in altri dipeude dalla piccola quantitä di sangue con-tenuto nel ventricolo sinistro perche non vi puö af-fluire liberamente, sieche le arterie del grande circolo non ne possono contenere molto.
La mancanza d'appetito nelle malattie fibbrili e difficile a spiegarsi, poiche in esse dovrebbe aumen-tare il bisogno di riparare la perdita per I'esagerato consumo delle forze dell'organistno, epperö sarebbe d'uopo introdurre maggiore quantitä d'alimento. Can-tani la spiega coll'assopita peneltibililä dei nervi. L'autnento pella sete perö e la durezza degii escrementi
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possono venire spiegati dalla perdita d'acqua ehe av-viene traverse la pelle e dalla superficie polmonare durante la febbre.
Nel fegato avvieoe talora un aumento di volume perche e itnpedito il deflusso del sangue, epperciö vi si forma una straordiuaria pienezza del vasi. Talora sopravviene un po' di color itterico alle congiuntive; questo probabilmente dipende dalla stasi sanguigna del fegato perche le vene epaliche incrociandosi cci dotti biliari. questi possono venire compressi daU'ec-cessiva pienezza di quelle, epperciö formasi un in-gorgo nei vasi biliari e riassorbesi la bile.
Quest'origine deiPitterizia e solo ammessibile allor-quando gli ammalati sono fortemente cianotici ed il fegato e molto gonfio.
Nel corso delia pneumonite i fenomeni itterici, ehe talora sopravvengono, dippndono per lo piü da un ca-tarro del duodeno, o dei condotti escretori delia bile, o da una disorganizzazione dei corpuscoii sanguigni, per cui messa in libertä la matena colorante del san­gue, questa si trasforma fuori del fegato in pigmento biliare.
NeH'orina, finche dura la febbre, le parti acquose sono diminuite. in seguito aU'aumento delia perspirazione, epperciö quellaeconcentrata. ha colore piuttosto carico ed un peso specifico elevato. L'urea e aumentata per I'aumentato ncambio degli element! azotati del corpo. Comunemente Forina, raffreddandosi, diventa torbida, perche si precipitano i sah urici. Ciö perö si deve piuttosto attribuire alia poca quantita d'acqua conte-nuta ned'orina. perche riesca sufficiente a mantenere sciolti detti sali ad una temperatura bassa; infatti, riscaldandola, svanisce I'intorbidamento. I sali inor-ganici, id ispecie gli alcali clorati, sono diminuiti nell'orina, e questo si conosce aggiungeudo alcune
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goccie di im acido qualunque e quindi una leggiera soluzione di nitrato d'argento, i quah uon danno luogo a reazione ed intorbidameato per formazione di clo-
ruro q argento.
L'aumeuto dell'urea, la diminuzione dei cloruri alca-lini, la cuuceatrazione deH'oriiia e la presenza nella medesima di pigmento biiiare avvengono per lo stalo anormale dei materiali, ehe i reni ricevono per dare I'onna.
Dopo ehe i sintomi morbosi si sono mantenuti in-tensi per 5-6 giorni e ehe la malatlia fa rimanere incerti sull'esito, per via della coniinua dispnea, della gravilä della condiziooe geuerale e della tosse, in poche ore volge a miglioramenio. La temperalura del corpo e la frequenza del polso si abbassano prontaiiiente, la dispnea cessa, I'appetito si mamfesla, respetlorazioue comincia, ed essendo esaurilo il processo dell'lnfiltra-ziune, principia i'assürbitnento; sieche, dope pochi giorni, 1 asciillazione e la percussioue dimosirano ehe I'mfillratu polmonare e lolHlmente scomparso.
In alcuni casi la malatlia prosegue e I'infiltrazione pneusiionica si esiende maggiurmente. la lemperalura non diminuisce e talora anzi cresce di manit-ra, ehe pel trasudamenlo considurevole a spese del sangue e per I'esagerata produzione di caioricu sopravveugono i sintomi dell'adinamia. II polso si fa piccolo, molle, fr^quentissimo, il sensorio e obnubilato, alcuni infermi sono comatosi, ed allri in preda ad un delirio funoso: insomma viene in iscena una febbre ast^nico-nervosa.
Nel passag^io dAW'epalizzazrone rossa all'infiUrazione purolenta la febbre dura ancora dopo la pnma setli-mana. e colla percussione e coll'ascoltazione si pub riconoscere il passaggio dell'epalizzazione nell'iüfillra-zione purolenta.
Quando la pneumonite si svolge in animali ehe souo
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idremici, vecchi, marantici, ecc, i sintomi dell'adina-mia si manifestano subito, seuza ehe il decorso sia prptratto, ed i gravi smtomi della febbre astenica co|.)rono i sintomi dell'impedita funzione del polmone. Tali malati spesso doq accusano dispnea, lossiscono poco o nulla, ne dimostrano gravi dolori. Qui trattasi di pneumonite floscia, la quale viene aocora troppo frequentemente confusa colla cosi detta febbre tifoidea con localizzazione toracica.
Fra gli esiti della pneumonite cruposa avvi la rapida guarigione in quei casi, in cui I'essudato si iiquefä e si riassorbe dopo avvenuta l'epatizzazione. La guari­gione completa puö avvenire anche nello stadio del-I'infillrazione purolenta.
Nel 1deg; e nel 2deg; stadio Viperemia e Vidrorrea collaterale rendendo inette alia respirazione anche le vescichelte non intaccate da flogosi. possono delerminare lamorte, la quale viene precorsa da repentino collapso dell'a-nimale, da ranloli, da abbassamento marcalissimo di temperatura alia cute, alle labbra ed alle estremi:a, unito ad uua respirazione ohremodo celere e super-liciale.
Nello stadio dell'epatizzazione rossa la pneumonite puö recare la tnorte per esaunmenlo di forze. Se I'in-ültrazinne purulenta o I'ascesso polmonare sono la causa della morle, questa avviene coi fenomeni sudde-scntti d'adinamia.
II passaggio in gangrena polmonare e avvertito dal-I'odore fetente deU'ana espirata, daila natura dello scolo e dai sintomi fisici ehe accorapagnano la forma-zione delle caverne.
Della cirrosi polmonare si parleiä piu avanti.
Sintomi ßsici della pneumonite cruposa. L'inspezione non da nsultati positivi in quanto alia deformazione del torace. I movimenli respiratorii perö presentano
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alterazioni essenziali. L'innalzamento delle costole dal lato malato e diminuito, perche dapprincipio il malato pel gran dolore ehe seate, risparmia il pohnone affetto, ed in seguito perche non viene piü teso dall'aria, la quale non vi puö piü entrare per causa dell'ostacolo, ehe vi oppone 1'essudato, Talora si conosee a prima vista da quäl lato esiste la pneumonite, poiche all'inspira-zione non si eleva il costato corrispondente al pol-mone malato.
La palpazione offre riDforzato I'impulso del cuore. Neil'ingorgo sanguigno e neU'epatizzazione rossa il fremito pettorale e piü forte. 11 rinforzamento del fre-mito pettorale durante I'ingorgo sanguigno avviene perche il tessuto polmonare ha perduta la sua elasti-citä. II rinforzamento del fremito pettorale e talora piü forte neU'epatizzazione, perche il polmone epatiz-zato, non solamente ha perduto relastieitä, ma anche le vibrazioni, ehe dalle corde vocali si comunicano all'aria nella trachea e nei bronchi, giungono con mag-gior for/.a alia parete loracica, essendovi trasmesse dal parenchima indurato.
La percussione neH'ingorgo presenta per lo piü un suono vuoto e timpanico. II polmone normale per la sua elasticitä e simile ad una vescica fortemente tesa, eppereiö non da suono timpanico; ma neil'ingorgo esso e un aggregato di vesciche tese solo leggermente, perche le pareti alveolari hanno perduta la loro elasticitä, e per conseguenza il suono della percus­sione diventa timpanico. Formandosi il trasudamento diminuisce la quantitä d'aria nelle vesciehette, e per effetto di questa diminuzione il corpo vibrante di­venta piü piccolo, e perciö la percussione da un suono vuolo. NeU'epatizzazione. allorche il puuto epatizzato tocca imtnediatamente il torace, il suono della per­cussione e ottuso, perche il polmone essendo dive-
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nuto compalto e privo d'aria non puö entrare in vi-brazioni.
L' ascoltazione nell'iagorgo sanguigno invece del rnormorio vescicolare fa sentire ua rantolo cric-chiante siaiile a quello die si produce gettando sale sul fuoco.
Queslo e un rantolo a finissime bolle, perche naamp;ce nelle vescichette e nelle tcrminazioni del bronchi mi-nori, ed e fra tutti i rantoli il piii secco, perche nasce da un liquido tenacissano. II rnormorio vescicolare svanisce allorche le superficie dei polmoni appoggian-tisi al torace sono infillrale, ed in suo luogo nasce il so/fio bronchiale, o respirazione lubare, ehe e un ru­more di siregamento prodotto dall'aria attraversandu la trachea ed i bronchi. Questo soffio si sente solo quando i bronchi comunicano colla trachea e vi puö entrare aria. Se i bronchi sono otturati da secreto la respirazione bronchiale scompare e non ritorna ehe dopo d'avere eliminate I'essudato con accessi di tosse. Nello stadio deila risoluzione della pneumonite si odono rantoli abbondanti. Se entra di nuovo I'aria nei pic-coli bronchi e nelle vescichette si ode un rantolo a iinissime bolle, e si chiama rantolo di rilorno (crepi-tazione reduce). I rantoli ehe si sentouo nei bronchi maggiori format! da grandi bolle possono divenire rantoli bronchial!, ehe Skoda chiama consuonanli, e Traube tinlinnanli,
Quando avvi complicazione di pleurite, quesla fisi-camente si constata solo allorquando esiste un versa-raento abbondaote.
I simnmi ßsici ehe ci fanno conoscere la formazione d'una caverna grande, in seguito ad ascessi o gangrena del polmone, sono quell! stessi ehe si incontrano nelle caverne tubercolose.
Diagnosi. — In molti casi la pneumonite e facile a
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diagnosticarsi coi sintomi fisici, colla febbre, dispnea, tosse, ecc, ed e appunto dall'assieme di quest) sin­tomi razionali, cioe il grado e la qualiia della febbre, I'asciultezza od umidila della hocca e della lingua, la comparsa ed il grado di tenacita deJl'essudato, ep-perciö scolo nasale, il colorito deile mucose apparenti, il grado di forza ehe il inalato conserva, ecc, ehe si puö trarre una giusta diagnosi. Perö negli animali idremici, vecchi, marantici, ecc., siccome i fenomeni di una febbre adinamica sono prevaleuti, ed i feno­meni fisici non ancora palesi, e facile commettere er­rors di diagnosi e giudicare di una tifoidea.
Prognosi. — La prognosi dipende dall'estensione del processo e dal grado della febbre. La pneumonite doppia, I'elevazione della temperatura a 41deg; centigradi e la frequenza del polso 90-100 fanno dubitare raolto della vita.
Le complicazioni con vizii organici del cuore, col-i'endocardite o pericardite, colla tubercolosi e col morbo di Bright fanno temere un esito letale.
Una buona espettorazione e segno favorevole; in-vece la sua assenza, mentre I'ascoltazione fa percepiro rantoli a piccole ed a grandi bolle, e un sin:omü in-fausto, poiche segna la paralisi incipiente dei bronchi e I'idrorrea polmonare.
I delirii, le vertigini segnano Talterata nutrizione del cervello|; Tesaurimento, l'adinamia e ranemia, sono pericolosissimi.
Inline la prognosi dipende dagli esiti della pneu­monite. La liquefazione ed il riassorbimento dell'epa-tizzazione e meno pericoloso deH'infillrazione puru-ienta, e questa meno della formazione d'ascessi e dell'infiltrazione caseosa con gangrena. Queste ultima alterazioni rendono la prognosi infausta.
Terapia. — Non si puö generalmente soddisfare al-
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l'indicazione causale, perche quasi tutte le pneumo-niti nascono per ignote influenze atmosferiche e tel-luriche.
Per soddisfare a.\\'indicazione del morbo non si deve dimenticare 11 decorso ciclico delta pneumonite, e ehe negli animali robusti, se e leggiera, guarisce aache spontaneamente. Questa recente conoscenza la si deve agli omeopalici ed alia cura aspettativa, e per essa e dimostrato, ehe i trattamenti etiergici sono nocivi el decorso della pneumonite, ecceltuati i casi di qualche indicazione sinlomalica.
11 salasso in generale e nocivo, ma puö ritornare utile e perfino necessario per combattere certe com-plicazioni ehe minacciano la vita.
Nella medicina umana e raccomandato 1'uso esteso del freddo applicato al torace con pannolini bagnati d'acqua fredda e quindi spremuti, ehe si cambiano ogni due minuti (Diettl, Cantani, Niemeyer).
Cantani perö da la preferenza ai cataplasmi caldi, cosi pure laksch ed altri. lo non usai mai dette me-dicature negli animali, sieche non posso pronunciarmi se sono giovevoli anche in essi. Roll asserisce ehe in Germania e usata coij profitto I'applicazione al torace di acqua diacciata. II freddo e ragionevolmente tenuto per un antiflogistico efficacissimo nelle flogosi esterne ed agisce contraendo direttamente i tessuti rilasciati ed i capillari dilatati; ma il suo effetto sugli organi interni separat! per via della pelle, dei muscoli e delle ossa dal punto delTapplicazione, e difficile ad inten-dersi, sebbene Tapplicazione del freddo sul venire col determinare la contrazione dei muscoli degli intestini e dell'utero dimosiri come la sua azione possa esserc sentita anche profondamente.
In quanto aWindicazione sinlomalica il salasso si puö usare solamente; 1deg; quando I'animale affetto e
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molto robusto, pletorico e ehe in lui la temperatura ohrepassa il 40deg; grado centigrade, ed il polso la fre-quenza, di 80 battute al rninuto, poiche in questi casi la febbre minaccia la vita ed un generoso salasso ne modifica la frequenza del polso ed abbassa la tem­peratura, almeno momentaneamente; 2deg; allorche la idrorrea collaterale produce pericolo di vita e ehe si odono nel torace copiosi rantoli a piecole ed a grandi bolle; in tale frangente il salasso diminuisce la pres-sione del sangue sulle paroti dei capillari, impedisce una maggiore trasudazione di siero nelle vescichette e previene rinsufiicienza dei poimoui e I'iutossieaziono per acido carbonico; 3deg; allorche esiste pressione ce-rebraie, eioe state comatose, iuiezioue fortissima dellc cengiunive di sangue rosso vivo, ecc.
La digitale e di un effetto incontrastabile nella cura della pneumonite; ossa abbassa la temperatura e di­minuisce la frequenza del polso seuza esercitare sul-rorganismo l'influenza tanto deprimente e debilitante ehe vi produce il salasso. lo I'uso a piecole dosi in infuse asseciandovi del tartare stibiato. Nelle bevandc poi, faccio sempre aggiungere dei sali temperanti come il nitrato di polassa. Anche nel chinir.;o trovai un medicamento ottimo per moderare la temperatura e diminuire Tattivitä del cuore, calmando eioe la febbre.
Nell'ulteriore decorso della pneumonite, I'indica-zione sintomatiea tante volte richiede dei rinoedii, la cui aziene fisiologiea e contraria alia lin qui descritta. Talora per abbondante essudazione, per la lun^ra du-rata della febbre, o per la debole costituzione dell'ani-male si produeono Tadinamia. un marasmo acuto, la consun/.ione delle forze, ed in questi casi per le deboli contrazioni del cuore e la ineipiente paralisi delle fibre muscelari de' bronchi si produce un'idrorrea ehe nou
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puö venire eliminata, e cbe richiede pertanto degli eccilanti per ridestare energia ijeU'attivitä dei cuore ed aumentare la conlrattilitä dei muscoli dei bronchi. Si riesce talora ad ollenere quesli cffniii colle grandi dosi di canfora, di vino generoso, di vino cbinato, di vino aromatico, di vino cotnmislo a brodo. Gli irri-tauli doila pelle, vescicanti, senapismi. ecc, non deb-bono usarsi, perche aumeutano la febbre, e possono in questa maniera nuoeere iuvece di recare vanlaggic. Giovano perö i seioni.
Riguardo ai si-toni. dirö ehe io non accetto l'antica dottrina, cioe ehe essi agiscano eome denvativi; penhe sebbene noi CüU'applicazione di quelli possiamo de-lermmare un proce.sso ßogistico alia cute e nel lessuto conneltivo sotloculaneo. pure culla produzione di questo non resla per nulia migliorato il processo flogistico, ehe altacca gli organi profomii.
Perö Tesperieoza giornaliera, maestra inappellahile, ditnostra chiaramente ehe aleuni processi flogistici profundi migliurano e guanseono dietro quesla medi-cazione.
Secondo me, tale azione dei setoni puö benissimo avere ana spiegazione fisiologica ehe sia consona con lo stato attuale della scienza. Noi sappiamo ehe molli processi morbosi susr.ellibili di guangione si risolvono pel beneßco irtßusso della legqe ßsiologica del rieavibio della rnalena; or bene, quäle medicamenlo. sia pure il j)dio od il bromo, possiede la facoltä di favorire delto rieambio piü prontamente e piü energicamente dei setoni, i qtiah pp| grande eonsumo di leuenciti e jraquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; di albuminati determinano un pronlo assorhimenlo?
Una cosa perö debbo aggiung^re, ehe per rico-stituire l'organismo ehe viene e.sausto dai setoni, e indispensabile un'alimentazione abbondante, ricosti-tuente.
Fatologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 18
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- 162 — CAPO X.
PNEUMONITE CATARBALE.
Patogenesi ed eziologia. — Nelle vescichette aeree non esistendo una vera mcmbrana mucosa con ghian-dole mucipare, ecc, ed il catarro essendo una affe-zione propria delle membrane mucose, il nome di pneumonite calarrale non sarebbe proprio; perö e accetlato da tulli perche queslo processo raorboso decorre colle alterazioni patologiche ehe caratterizzano la bronchite catarrale, e perche quesla precede sempro quella.
Nel massimo numero dei casi la pneumonite calarrale si sviluppa nel parenchima polmonare in seguito a coliapso del medesimo; alcune volte perö si produce in seguito alia propagazione alle vescichette aeree dalla mucosa bronchiale. Puö darsi ehe i capillari delle pa-reti alveolari (rnancando la pressione interna degli alveoli per mancanza d'aria) si dilatino e vengano riem-piuti troppo di sangue, ehe, fermandovisi per lungo tempo, determini un'abbondante trasudazione e forma-zione di cellule, come appunto si riscontra nel reperto anatomico della pneumonite catarrale.
Questa malattia e molto frequente nei giovani ani-mali, e si puö quasi chiamare malattia loro propria.
La pneumonite catarrale rimane quasi senipre limi-tata a singoli lobuli, epperciö puö chiamarsi pneumo­nite lobulare disseminata.
Reperlo anatomico. — Allorche il processo morboso si e sviluppato nel mezzo di parenchima polmonare bronchiettasico o contenente aria, si osservano dei focolai resistenti, il piu delle volte periferici e cu-
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neiformi, di colore rosso-ceruleo e quindi grigio. Al taglio la superficie ha un aspetto liscio uniforme e non si veggono le granulazioni ehe si osservano nelia cru-posa. Colia pressione si fa sgocciare un liquido torbido, sanguigno, contenente numerose cellule giovaai, di cui alcune hanno subita la metamorfosi adiposa. Le parti circondanti questi focolari sono in preda a col­lapse, epperciö e necessaria una maggiore forza per gonfiare le vescichette, e le porzioni gonfiate non presentano piu un colore rosso-vivo, ma un colore oscuro, ii ehe dimostra ehe il sangue vi si e aumen-tato. Praticando un taglio attraverso a questi focolai raorbosi si trova nel loro centre un piccolo bronco dilatato riempiuto di seereto tenace.
In seguito molti piccoli focolai possono confluire e comporre inspessimenti estesi tanto, ehe le porzioni superiori dei polmoni ofl'rono I'aspetto di un'infiltra-zione rosso-brunastra, resistente, dalla quale non si puo spremere ehe una piccola quantitä di liquido vi-schioso, purolento. Col tempo I'infiltrazione bruno-oscura va scolorandosi dal centro alia periferia, e le parti centrali assumono un colore bianco-grigio, e la loro resistenza diminuisce. Sotto il microscopio si os-serva uiravanzata metamorfosi adiposa e molte cellule granulöse (corpuscoli di pus) eontenenti parecchi nuclei. Nella pneumonite catarrale non ha mai luogo la depo-sizione di essudato fibrinoso. Alcune volte si trovano degli ascessi, ma molto piü di spesso si osserva una infiltrazione caseosa; anche la cirrosi del parenchima polmonare puö trovarsi in questo morbo.
Sintomi e decorso. — La pneumonite catarrale accede quasi sempre ad una bronchite catarrale od al risul-tante collapso delle veseichette polmonari. La qualitä dello scolo per le nari, la tosse e la febbre sono il migliore appoggio per la diagnosi di questa tualattia.
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Se la tosse e difficile, abortita, avvi giä il sospetto ehe si tralti di hronco-pneumonite. N^lia pneumonite ehe segue alia bronchite la temperalura si eleva pertino di due gradi. 11 polso diviene piü frequente. le mucose apparenli piü russe. La percussione e Vascoltazione, se la pneumonite e limitaia, ed i foculai profundi, daono segai negalivi.
Se la pneumonite catarrale dipende da un'estesa atelettasia, colla percussione si otliene un suono ottuso sulla linea lougitudiuale mediana del polmoni. Nei puuti corrispondt'Uti al collapso polmonare si odono meno distintamente i ronchi ed i rantoli della bron­chite capiilare. Se cresce il collapso in seguito ad ab-bondanti infiltrazioni pDeurnonitiche cresce Votlusitä, si forma la respirazione bronchale ed i rantoli pren-dono il caratlere di consonanza come nello stadio della epatizzazione nella pneumonite cruposa, appunto per-che I'esame fisico del torace non puö svelarci lequalilä deH'induramento e dello spandimenio.
II decorso della bronco-pueurnonite e per lo piü acuto. Se la malattia assale animali giovani, deboli e flosoi puö terminare colla morte. In quest! casi le mucose apparenti divengouo pallide, gli occbi perdono il loro spiendore, l'ansia e I'inquietudiue succedono all'apatia ; quindi convulsion!, vertigini, crampi, ecc, e morte. L'inhltrazione pneumonitica si risolve lentatnente, e non ha mai luogo la repentina cessazione della febbre come nella pneumocite cruposa.
Alcune volte la pneumonite catarrale prende un de­corso cronico. In quest! casi gl'inspessimetit! polmouari rimangono stazionari per un certo tempo, gl! animali dimagrano, finche coi fenomeni giä sopra menzionati arriva la morte; oppure I'infiltrazione poco a poco s! risolve e si ristabilisce la salute. La formazione di ascem, I'infiltrazione caseosa e la cirrosi presentano
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qui gli stessi sintomi ehe si osser^vano nella pneumo-nite cruposa in idenlici casi.
Terapia. — Allorche la pneumonile catarraie pro-viene da propagazione della bronchite eapiliare la eura ehe vale per questa e pure a raccomandarsi per quella. Anche qui ie soltrazioni sanguigne non furono mai trovate utili, e spessissimo nocive, debilitando le forze deH'infermo e provocando il collapso polmonare. In medicina umana sono raccomaodati i calaplasmi freddi (Bartels, Ziemssen) al petto anche in questa malattia
CAPO XI.
PNEUMON1TE INIERSTIZIALE CR0N1CA. — INDÜRAMEN'TO DEL POLMONE. — DILATAZIONE SACCIFORME DEI BRONCHI. — CAVERNE BRONCHIETTAS1CHE.
Palogenesi ed eziologia. — II polmone normale degli altri animali domestici contiene poco tessuto in para-gone di quello dei bovini. Nei polmoni il tessuto con-nettivo in parte serve a formare, unitamente alle fibre elastiche, le vescichette aeree; in parte serve ad unire i diversi lobuli, ed in parte circonda i vasi. Questo tessuto connettivo molte volte si trasforma in tessuto calloso, fibroso, in porzioni piü o meno grandi del pa-renchima polmonare in seguito ad una pneumonite interstizialo crouica.
Nella pneumonite interstiziale degli animali dome-*nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; stici, eccettuato il bue, non si forma essudato libero
negli alveoli o nei loro interstizii, ma le pareti inte-ralveoiari ed interlobulari vengono colpite da disturb! nutritivi infiammatorii, epperciö vi si forma un'iper-plasia del tessuto connettivo, inspessimenlo, cirrosi
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del polmone, ehe produce un aumento di volume nella trama a svantaggio degli spazi ehe eoutengouo I'aria. II tessulo eonnetlivo di nuova formazione, ehe fa au-mentare la deusila del polmone, col tempo si altera anch'esso, come tutte le altre neoformazioni di tes-suto eonnettivo prodotte da proliferazione infiamma-toria, eppereiö da molle si fa raggrinzato e quindi calloso strozzando ed atrolizzando i vasi.
La pneumonite intersliziale cronica sembra essere uua conseguenza della broncbite, della pneumonite cruposa e eatarrale, del coliapso polmonare, della tubercolosi, del rammollimento di focolai tubercolosi, d'infarti emorragici, d'apoplessia polmonare, d'ascessi del pol­mone. Le capsule di tessuto eonnettivo ehe aitorniano i parassiti, un sequestro, ece., dipendono da questo proeesso.
Conseguenza quasi necessaria della pneumonite in­tersliziale e la formazione di bronchieflasie.
Le bronchiellasie (dilatazioni bronchiali) ehe succe-dono alia pneumonite interstiziale cronica avvengono perche col raggrinzarsi del tessuto polmonare, questo esercita uno stiramento sulle pareli dei bronchi, li di-lata o li trasforma in cauali larghi ed in escavazioni vaste. Perö in alcuni casi probabilmente la formazione delle bronchieltasie dipende dalla pressione del secrete stagnante sulle pareti interoe dei bronchi, massima-menle se e diminuiia la loro resistenza. In altri casi poi hanoo probabile origine daila pressione deli'aria inspirata quando il polmone sano deve soslituire por-zioni malate e non permeabili all'aria.
Reperto anatomico. — II parenchima polmonare, per Tingrossamento delle pareli alveolari e del tessuto in-teralveolare ed interlobulare appare iuspessilo e privo d'aria, iperemico e rossastro, quindi giallognolo e poi grigio-ceruleo. Talora sonvi caverne bronchiettasiche
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circondate da tessuto fibroso, calloso. Talvolta si tro-vano slrie o masse amorfe, bianchiccie o pigmentate di nero, resistenti e stridenti solto il coltello, le quali circondano ascessi, coucrezioni calcari, tubercoli, no-duli mocciosi, ecchinococchi, ecc. La superficie interna delle caverne bronchiettasiche e liscia ed i folhcoli mucipari piani e talora scornparsi per la distensicne eccessiva della mucosa, ed in questi casi il secreto ä simile a quello delle membrane sierose, cioe vitreo, simile alia siuovia.
In seguito la parete interna divenla corrugata ed il contenuto s'intorbida, e non poteudo venire eliminato stante la callositä del parenchima eircosiante, ed es­sende in comunicazione coll'aria, ed esposto ad una temperatura alta, si putrefa e si trasforma in un icore puzzolente, penetrante, di colore giallo sporco, ehe spesso ne corrode le pareti e produce infiammazioni o putrefazione diffusa del polmone.
Sinlomi e decorso. — Sul principio non e facile il diagnosticare la pneumonite interstiziale; si puö perö supporre ehe una pneumonite cruposa terminerä con induramento del polmone allorche si protrae molto e si mantengouo la respirazione bronchiale e la percus-sione ottusa.
Quando \amp; pneumonite interstiziale segue la bronchite cronica la diagnosi e facilitata dagli accessi di tosse caratteristici delle caverne a pareti rigide e dallo scolo nasale. Pm tardi si uniscono i sintomi della dilata-zione ed iperlrolia del cuore deslro, onde cumpensare I'ostacolo alia circoiazione. L'esistenza di caverne bron-*•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;chieltasiche e segnalata dallo scolo nasale Ltente, ehe
e abboudante dielro ad accessi di tosse. Vi ha rossore della mucosa apparente da principio, e quindi pallore. All'esame^Mco il suono di percussione e molto ottusoe la resistenza della parele toracica aumeutata. L'ascolla-
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zione fasentire una respira/.ionedebole, indeterminata, o rantoli indeterminati, ed altre volte un forte soffio bron­chiale, o rumori cavernosi. L'abbondante scolo di ma-teria purolenta e fetente dimostral'esistenza dica verne.
Diagnosi. — E difficile senza I'anamnesi distinguere se la cirrosi polmonare e conseguenza di pneumonite interstiziale o d'una durevole compressione del pol-mone. Le caverne bronchiettasiche poi si dislinguono dalle tubercülose: 1deg; perche gli animali bronchiettasici non hanno febbre in generale, e raramente si osser-vano in loro affezioni secondarie della laringe e degli intestiui, e le caverne bronchiettasiche sono frequen-tissimatnente complicate di enfisema (con bolsaggine).
Prognosi. — La pneumonite interstiziale, eccettuando i bovini, non essendo mai primaria, la prognosi di-pende dalle malattie primarie. Talora vengono tolle-rate per qualche tempo anche grandi lesioni polmo-nari, come residui di pneumonite croniche. o come compagni cronici di un catarro cronico dei bronchi; in seguito gli animali muoiono marantici ed idremici.
Terapia. — La pneumonite interstiziale non potendo venire diagooslicata ehe allorquaudo I'iperplasia del connettivo e grandemente sviluppata e talora resa iibrosa o callosa, cosl e impcssibile il risolverla, nello stesso modo ehe non riesciamo a potere rammollire ed assorhire i tessuti di cicalrizzazione, ed a favorire la chiusura delle caverne bronchiettasiche. La uostra cura pub solo rivolgersi al vuotamento delle cellule del secreto perche non si putrefaccia e non corroda le loro pareti ed il parenchima in genere, e a dimi-nuire la secrezione. A questi casi si soddisfa colle inahizioni d'essenza di trementina o di catrame vege-tale ripetute tre o quattro volte al giorno. A queste succedono violenti accessi di tosse ehe determinano il vuotamento dei bronchi.
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capo xir.
GANGRENA POLMONÄRE.
Patogenesi ed eziologia. — La gangrena fiel polmone si distingue da quella necrosi ehe avviene nella pneu-monile e ehe da luogo agli ascessi, e da quella ehe succede oeWinfarlo emorragico e ehe da luogo al di-sfacimento del parenchima, perche si aggiungono i process! di decomposizione chimica (putrefazione). II passaggio della necrosi in gangrena e favorito dall'aria e da fermenti in contatto col tessuto mortificalo, pre-disponendoio a decomposizioni chimiche, pertanto nella cute e nei polmoni e piü facile questo processo.
Nell'acme della pneumonite la gangrena diffusa del polmone si sviluppa moltn raramente. La gangrena e favorita dalia coagulazione del sangue nelle arterie bronchial! per la stasi capillare. Nelle malattie da infe-zione acute I'aiterazione della funzione nervea, piucchö la stasi sanguigna e la speciaie inquinazione del sangue, sembra uno dei moment! principal! per lo sviluppo della gangrena dei polmoni (Cantani). La gangrena polmonare negli animal! debilitati all'estremo per cat-tivo od insufficiente vitto, ecc, sembra avvenire perche in organ!, la cui nutrizione e giä turbata da precedent! alterazioni, un nuovo disturbo flogistico puö facilmente avere per conseguenza la completa mortificazione delle parti ammalate (Virchow). fnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Reperto anatomico. — Fino da Laennec si distinsero
due forme di gangrena polmonare, la circoscrilta e la diffusa.
1deg; La zircoscritla ö la piü frequente. Per questa si trova il parenchima polmonare in alcuni punt! tra-
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sformato in un'escara verde-bruna, umida, di odore ingrato e penetrante, della grandezza di uua aveliana o d'una noce, nettamente demarcata e circondata da tessuto edematoso. Questa dopo breve tempo si ram-mollisce e forma un liquide icoroso commisto a fru-stoli di parenchima fraeidi e fimbriati. La gangrena polmonare circoscrilta avviene generalmente alia peri-feria del polmone. Allorche il focolaio e in comunica-zione con un bronco si sviluppa una bronchite intensa pel contatto dell'icore gangrenoso. Se si formano escare sulla pleura puo avvenire una pleurile, un piopneumo-torace, ecc, come e perche avvenne la bronchite, ecc. Rarissimi sono i casi in cui per una pneumonite in-terstiziale avviene l'incapsulamento del focolaio;
2deg; La gangrena diffusa assale per lo piü un lobo pol­monare intero ed il parenchima viene trasformato in un tessuto fraeido, disfatto, neraslro, fetente, molle, imbevuto d'icore grigio-nero; il processo gangrenoso in questa forma non e limilato nettamente, ma ha uua gradazione di passaggio nel parenchima circostante. Se la gangrena va fino alia pleura, questa pure rimane distrutta.
Sinlomi e decorso. — La gangrena circoscrilta del polmone, ehe segue ad un focolaio metastatico, ad un infarto emorragico, non si puo diagnosticare prima ehe il pus icoroso si faccia strada in qualche bronco e venga eliminato colla tosse. In questo caso lo scolo nasale grigio-scuro granuloso, felentissimo, e talvolta conte-nente anche frustoli di polmone ne sono segni carat-teristici. Talvolta il sunno della percussione diventa timpanico, di rado ottuso. Quando le caverne sono superficiali si odono i rumori da esse prodotti. Avvi prostrazione di forze, fisionomia alterata, abbattuta, polso piccolo, celerissimo. La morte avviene per set-ticemia (febbre putrida).
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Nella gangrena polmonare diffusa si osserva pro-strazione di forze, il polso piccolo ed irregolare, la fisionomia alterata, scolo grigio-sporco, fetentissimo, quindi brividi, stupore o vertigini, sudori freddi e rnorte.
In ambedue le forme di gangrena la prognosi e iufausta, ed ambedue possono produrre embohsmo ed ascessi metastalici in diversi organi della grande cir-colazione per assorbimenio, per via delle vene, di tes-suto decomposto.
Terapia. — In medicina umana si ricavö qualche vantaggio.dalle inalazioni d'olio di trementina (Skoda, Canlani, Niemeyer). Cibi nutriiivi, il decotto di china, il vino ed altri eccitanti, I'acetato di piombo, il creo-soto, il carbone, I'acido feuico ed altri antisettici pos­sono favorire il migliorameuto momentaneo dello state generate, ma non sono atli a combattere il processo locale.
Non m'e raai riuscito di guarire un animale affetto da siffatta malattia.
CAPO XIII.
PNEÜMONITE CASEOSA, 1NFILTRAZI0NE CASEOSA DEI POLMONl, TIS1 POLMONARE CASEOSA.
ratogenesi ed eziologia. — Allorche una pneumonite termina calla risoluzione, il prodotto d'infiammazione subisce la trasformazione adiposa, si fa liquido, si e-mulsiona ed e riassorbito.
Quando Tesito invece e per inßUrazione caseosa, la metarnorfosi adiposa e incomplela, I'infiltrato diventa secco, le cellule si atrofizzano , perdono la forma ro-tonda e si raggriuzano. In esse Tatrolia ed il raggrin-
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zamento, la loro necrobiosi (Virchow) e dovuta forse unicamente alia loro reciproca compressione.
Noa tutte le diverse forme di pneumonite presen-tano eguale frequenza all'infiltrazione caseosa.
Questa e frequente nella pneumonite catarrale cro-nica, avvieue qualche volta nell'acuta, e rara nella cruposa.
II nome di pneumonite catarrale cronica sembra il migliore per la cosi detta tubercolosi infiltrata (infil-trazione gelatiuosa o caseosa).
Le infiltrazioni lobulari e talora anche le lobari, ehe al taglio hanno una superficie liscia ed omogenea, di colore grigio-lucente, non dipendonosolo dalle giovani cellule ehe riempiono gli alveoli, ma anche dalla pro-pagazioue di un catarro cronico con copiosa forma-zione di cellule nelle terminazioni bronchial! e da queste agli alveoli polmonari.
L'infiltrazione caseosa e piü frequente nella pneu­monite catarrale cronica, perche I'andamento lento della malattia accumula sempre piü cellule negli al­veoli, le quali comprimendosi a vicenda soggiacuiono col tempo alia necrobiosi.
Ora essendo ammesso ehe nel maggior numero dei casi la cosi detta tisi polmonare non e prodotta da una neoplasia ma da un processo infiammatorio, e solo la metamorfosi caseosa dei suoi residui e stata la prima causa, e facile a spiegarsi Veziologia.
La disposizione alle pneumonili con infiltrazione ca­seosa e propria degli organismi deboli, poiche i deboli e male nutriti presentano poca resistenza alle influenze patogeniche, ed in loro i disturb! infiammatorii di nu-trizione producono comunemente una proliferazione abbondante di cellule di poca vitalitä ed indifferenti.
In tali organismi traumi leggerissimi danno luogo a grande irritazione nella parte ferita e ad abbondan-
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tissima produzione di pus, e ciö si spiega. sia perche la debolezza coincide coll'aumento d'irrilabiiitä, sia perche 1'irritnzione d'orgaoi male nutriti pruduce cel­lule poco vilaii e flusce.
In conciusiune, ^rinduramenti e le distruzioni del polmone nelia tisi caseosa sono i prodotti deila pneu-monite, e questa conduce alia lisi tanlo piü facilmente quanto ma^giore e il cumulo di cellule negli alveoli (r-d il tempo ehe dura, essendo queste due condizioni favorevoli alia trasformazione caseosa.
Questa. si mamfesta di preferenza negli acimali de-boli e mal nutriti come s'e gia detto, perche piü im-pressionabili; e la tendenza alia produzione di cel­lule ed alia metamorfosi cüseosa dalle medesime e maggiore nella razza bovina, ehe non negli altri ani-niali, e nelle femrnine ehe non ne' maschi.
La disposizione ad ammalare per tisi caseosa polmo-nare in molti casi e congenita ed ereditaria, perö non e la malattia stessa ehe si eredita, ma la debolezza della costituzione.
Dispongono poi alia tisi caseosa polmonare il vitto cattivo ed insufficiente e la mancanza d'aria pura.
Lo sviluppo della tisi in mandrie eomposte di nu-merosi eapi, raecolti in stalle basse, umide, calde, piene di gaz della fermentazione delle lettierc, ecc, e ad evidenza constatato.
Tutte le influenze esterne eapaei di produrre ipe-remie flussionarie dei bronchi e del polmone debbonsi ritenere siccome cause occasionali della tisi caseosa pol­monare.
Reperto analomico. — Le principali alterazioni ehe si osservano sono estese infiltrazioni caseose, indu-ramenti del parenchima, piccoli focolai, eaverne e vomiche.
Le inßlirazioni catarrali ehe per metamorfosi caseosa
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e per distruzione dell'infiltrato producono le caverne principiano siccome process! lobulari.
Alia periferia del polmone i punti indurati hanno forma conica come i lobuli periferici.
Riunendosi molti focolai lobulari puo avvenire lo inspessimento in un lobulo intero e questo divenire sede di uoa grande distruzione.
L'infillrazione caseosa perö conduce raramente alia formazione di caverne, e quando queste avvengono, la anemia ed il disfacimento necrotico del parenchima polmonare sono favoriti dalla proliferazione lussureg-gianle delle cellule, ehe riempiono gli alveoli e ter-rainano per comprimersi reciprocamente dapprincipio ed in seguito a comprimere le pareti alveolari.
In altri casi perö le masse caseose s'inspessiscono e le cellule raggrinzate ed atrofizzate si riducono in de­tritus, il quale termina in una concrezione cretacea venendo assorbite le parti organiche.
Talora i focolai cretificati si incapsulano e le ve-scichette si riempiono di tessuto connettivo riducen-dosi il parenchima polmonare in una massa dura e callosa, e restringendosi sempre piu il connettivo av­vengono delle bronchiettasie.
Sulla superficie del taglio si osservano molti focolai induriti sotto forma di piccoli noduli gialli, i quali sono bronchi tagliati trasversalmente e contenenti materia caseosa, o vescichette con pareti inspessite ed infiltrate della stessa sostanza.
Virchow vorrebbe ehe quasi tutti i supposti tuber-coli-miliari del polmone sieno focolai bronchitici, pe-ribronchitici, pneumonitici. Niemeyer ritiene invece ehe lo sviluppo secondario di tubercoli nei polmoni dei tisici e assai frequente.
Gli induramenti diffusi del parenchima polmonare alcune volte presentano una granulazione e colora-
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zione propria del polmone epalizzato; perö per lo piu preseutano infiltrazioni lucenti, omogenee, a superticie liscia. Allorche avvenne Vinfdtrazione caseosa, sulla su-perficie del taglio grigia-lucente vi sono altre infil­trazioni gialle non lucenti, e queste si estendono col progresso della metamorfosi, e quindi trasformansi col parenchima in una massa cremosa, puriforme, danno Inogo alle caverne a pareti irregolari ed anfrattuose rammollite ed infiltrate di materia caseosa.
Sinlomi e decorso. — Lo sviluppo della tisi caseosa polmonare non si fa mai manifesto con sintomi parti-colari riconoscibili. Esso avviene lentaraente e pro-gredisce per un tempo piü o meno lungo e segue sempre alia pneumonite catarrale, raramente alia cru-posa.
I sintomi della tisi caseosa polmonare variano se-condo ehe sono prodotti da processi polmonari sem-plici, oppure con tubercolosi.
In tutte ie forme avvi aumentata la frequenza della respirazione, sia per la diminuita superficie respirante, sia pel catarro concornitante, ehe restringe il calibre dei tubi bronchiali, sia per la febbre osistente (39 c).
Talora perö nello stato di riposo il numero delle respirazioni e normale, perche col riposo I'animale mette in esercizio solo una parle dei mezzi disponi-bili per la respirazione, ed ancora perche gli alveoli esistenti e permeabili all'aria si dilatanopiü fortemente e compensano la mancanza degli alveoli distrutti.
Una grande frequenza dei movimenti respiratorii smza otlusila della percussione e senza respirazione bronchiale, ehe succede ad una respirazione, ehe si manteneva quasi normale, sebbene vi esistevano in-spessiraento e distruzioue del polmone, e un sintomo essenziale della tisi caseosa , perche questi fenomeni sono prodotti dal riempimento d'alveoli disseminati e
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d'una graade quantitä di piccoli bronchi, di sostanza caseosa.
Molte volte sopra le caverne contenenti aria si sente un suono limpanico.
II passagjjio deli'aria da una caverna superficiale ad ua'altra vicina aventi pareli liscie e sottili da iuogo al rumore di penlola screpolata.
La febbre poi aumenta la frequenza della respira-zione. perche pnr i'esagtrata progt;luzione di calore au­menta latemperatura del corpo(40 c.); cresce il bisogno di respirare, perche siconsuma ma^rgior quantitä d'os-sigeno e si forma una maggior quantitä di acido car-bonico. L'esasperazione della febbre e un sintumo im-porlante della propagHzione del catarro della mucosa bronchiale agli alveoli; avvienequiudi Timpoverimento del sangue ed il dimagr. mento.
Molte volle la tosse e l'espetlorazione (scolo nasale) sono i soli fenoment della tisi caseosa, ehe segue alia pneumonite catarrale.
La lunghezza della durata del catarro non e co-stante; per lo piü perö, dopo due o tre settimane ap-pariscono i segni d'una propagazione del processo agli alveoli; talora questo avviene dopo 1-2 mesi.
Allorche alia superficie del polmoue si sono format! degli estesi induramenlt del tessuto intorno a caverne od a grossi bronchi, si odono la respi'azione bronchiale ed i rantoli consonanti (tintinnanli). Se le caverne ed i bronchi, ehe trovansi in parti di polmone prive di aria sono piene di muco, la respira zione bronchiale non si sente.
1 rantoli a grosse bolle uditi da punti, in cui non vi sono uormalmente grossi bronchi, ristanlaneo pas-sa^rgio di un rumore acuto, succhiante o sibilante in rantoli indeterminati od in una respirazione bronchiale indetermtnata, cheavviene probabilmente nelpassaggio
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deU'aria da una apertura piccola ad una caverna ampia e per la successiva dilatazione di quella apertura; la respirazione anforica ed il tintinnio melallico prodotti dalla riflessione simmetrica delle oude sonore dalle pareti della caverna, sono i principali sintomi ohe si ricavano coira5co//a2io?ie.
La morte e I'esilo ordinario della tisi caseosa pol-monare, ed essa viene piü frequeutemente accelerata dalia pleurite, dal pneumotorace e daU'asfissia.
Terapia. — La cura della tisi polmonare ricevette un grande ausiliario nella scoperta ehe dipende da un processo flogistico del polmone e dalla inetamorfosi caseosa de' suoi prodotti.
La profilassi della tisi polmonare consiste nel nutrire bene gli animali , massimamente i giovani e prove-nienti da parenti vecchi, indeboliti o tisici; negli er-bivori i beveraggi con farina di segale meritano il primo posto, perche coatengono oltre i'amido anche albumina o glutine vegetale, cosi pure le farine del legurai, ehe da antico tempo hanno fama contro la tisi; nel procurare loro aria pura e di nun stancare ed impoverire I'organismo con smodata trazioue di latte; evitare tutte le influenze esterne, ehe possono aumentaie I'iperemia polmonare ed il catarro bron­chiale.
h'mdicazione del morbo richiede le prescrizioni pro-prie delle flogosi croniche polmonari allorche un ca­tarro bronchiale si e esteso agli alveoli, sieche si co-minciera col difendere il malato da ogni nuova causa patogenica, e si terra in un ricovero moderatamente riscaldato e contenente aria pura.
II catrame vegetale, il cloruro d'ammonio ed i fer-ruginosi danno talora un qualche vantaggio: il latte continuato per molto tempo da dei risultali favorevoli, significauti, e queslo dipende dai fatti constatati col-
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;13
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l'esperimento, ehe un abbondante assorbimento di so-stanze proteiche aumenta la produzione dell'urea, ep-perciö lo scambio delle sostanze azotate, e cbe intro-ducendosi in pari tempo nel corpo una grande quantitä di grasso. diminuisce detto scambio, epperciö dimi-nuisce il consumo degli organi e del tessuti.
In quanto alia cura sintomatica della tosse e dello scolo, si prescriveranno i narcotici, fra cui i'estratto d'aconito, e gli antiblennoroici, cioe quei rimedii ehe hanno il vanto di diminuire lo spasmo e la secrezione mucosa, come i balsamici, i resinosi.
I setoni ed i voscicanti tanto preeonizzali dagli an-tichi, debbono venire abbandonati siccome troppo di-splastizzanti.
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PARTE V.
.Ualatiic ilclla plenpa.
CAPO I.
PLEURITE, PLEURISIA. — INFIAMMAZIONE DELL A PLEURA.
Palogenesi ed eziologia. — Due sono le forme di pleurile.
L'una produce inspessimenti della pleura a concre-zioni dalle sue lamine per via della proliferazione del tessuto connettivo normale e si chiama pleurite secca.
L'altra versa inoltre un essudato piü o meno ricco di fibrina e di giovani cellule nel cavo della pleura stessa per la proliferazione dei corpuscoli del tessuto conaettivo normale della pleura e delle cellule epite-liali ehe la coprono, e prende il nome di pleurile es-sudaliva.
Lafosse figlio, fu il primo ehe in medicina veteri-rinaria separö la pleurite dalla pneumonite, essendo prima d'allora confusa assieme sotto il nome di cor-balura.
Furono poi Gohier, Fromage de Feugre, Dupuy,
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Vatel, ecc. ehe diedero maggiori sintomi differenziali dei due morbi.
Dopo i lavori di Laennec e d'Avenbrugger, la dia-gnosi ha acquistato una precisione quasi materaatioa.
La pleurite negli aoimali domestici e raramente iso-lata; per lo piu invece decorre colla pneumonite.
Delafond su 50 casi di infiammazioni di visceri en-dotoraci della respirazione, ne ha osservali 8 di pleu­rite, 24 di paeuinonite e 15 di pleuro-pnsumonite. Saint-Cyr ha osservato ua rapporto di 1-3.
L'eziologia della pleurite e identica a quella della pneumonite.
Sebbene tutti gli animali possano divenire malali di pleurite, tuttavia vi sono preferibilmente disposti quelli ehe hanno la cavitä toracica stretta ed i giovani.
Fra le cause occasionali annoveransi i raffredda-nieuti ed il conseguente disturbo della traspirazione cutanea; le cause trauinatiche ehe agiscono sulle pa-reti toraciche, quindi la frattura di una o piü coste con o senza laeerazione della pleura; la carle delle costole, dello sterno; gli ascessi ehe si versano nella cavila della pleura, i eorpi slranieri ehe vi proven-gono o dalla parete toracica o dai pohuoni.
Talora le pleuriti sono secoudarie ed appartongono alle perturbazioni della nutrizione dovute ad infezione deU'organismo per introduzione di malsrie putride, di virus tifieo, ece.
Reperto analornico. — La pleura in sul prineipio e rossa per iniezione dei vasi del tessuto connettivo sotto-sieroso, e presenta dei punti rosei derivauti dal-I'iniezione dei minimi capillari. Talora v'hanno eechi-mosi e piccoli stravasi di sangue. II tessuto della pleura e imbibito di siero, gli epitelii nella maggior parte distaccati, la superficie 6 intorbidata. Per la forma-zione di sottili e piceole pieghe e granulazioni papil-
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liformi molto aderenti, la superficie libera divieae ruvida e villosa. Queste granulazioni constano di cel­lule fusiformi neoformate e di teneri fascetti di tes-suto connettivo ondulato aveati dei capillari ripiegati ad ansa. Queste alterazioni sono proprie d'amendue le forme di pleurite, ma si trovano abbondanti solo nella pleurite secca.
La pleurite con essudato presenta due forme, cioe quella con essudato scarso, ma assai ricco di fibrir:a, e quella con essudato abbondante, ma siero-fibriooso.
La prima accompagna quasi costantemente la pneu-monite cruposa, complica molte malattie croniche del parenchima polmonare, e talora e idiopatica.
Nella pleurite con scarso essudato fibrinoso, I'essu-dato copre la lamina pleurica d'uno strato sottilissimo e tenerissimo die la rende ancora piü torbida e ehe ci impedisce di vedere le imezioni vascolari; talora forma delle membrane un po' piü spesse, molli e bianchiccie. Queste deposizioni possono subire la me-tamorfosi adiposa, liquefarsi e venire assorbite, men-tre le proliferazioni delle due lamine si riuniscono assieme.
La ssconda presenta inoltre un copioso spandimento liquido nella cavitä pleurica, ehe puö giungere nei grossi quadrupedi a dei secchi. Quest'essudato consta di siero giallo-verdognolo e di coagoli fibrinosi, di cui alcuni nuotano siccome fiocchi in quello, alcuni si precipitano sulle lamine deila pleura. Questi coa­goli possono diventare duri, fibrosi, ma tnai organiz-zarsi. In questo essudato si trovano pure corpuscoli di pus, i quali fanno dare un aspetto piü giallo al precipitato e piü torbido allo siero. Allorche la parte liquida dello spandimento e tanto ricca di cellule di pus da costituire un umore dense, giallo, opaco, ed i coaguli fibrinosi racolnudono anch'essi grande quan-
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tilä di corpuscoli di pus, questo essudato prende il nome di empiema o piotorace.
L'essudato in alcuni casi aumeuta per reiterate ri-prese del processo, e quelle non ha allora origine immediatamente dai vasi della pleura, ma dai vasi a soltili pareti del giovane tessuto connettivo, i quali talora rompendosi dauno luogo ad un essudato emor-ragico.
Talora parte d'essudato viene incapsulato per salda-menti e concrezioni delle lamine della pleura.
Per graude copia di essudato il torace si dilata e gli spazi intercostal! s'ingrandiscono, il diafragtna e spinto all'iudietro : se l'essudato e unilaterale il me-diastiuo ed il euere sono spinti dalla parte opposta.
II polmone, allorche non esistono aderenze, e spinto in alto verso la colonna vertebrale, ed in dentro verso il mediastino. Nella pleurite parziale la dislo-cazione e compressione sono limitate al punto del pro­cesso pleuritico. II polmone sano, specialmente i lobi superiori, sono sede di una flussione ed idrorrea col-lalerale.
Nei rarissitni casi ehe avviene la guarigione l'es­sudato si concentra a poco a poco per l'assorbimento della parte liquida, le lamine delle pleure vengono a toccarsi, i coaguli soggiacciono alia metamorfosi adi-posa, liquefazione ed assorbimento, e con vi riman-gono ehe delle masse caseose racchiuse fra saldamenti della pleure. L'empiema puo aprirsi tanto nei bronchi ehe esternamente, ma non si hanno casi di guarigione di esso.
Sintomi e decorso. — Siccome la pleurite secca e malattia ehe eoesiste con altre alterazioni primarie, cosi per lo piü non si riconosce, oppure non si eono-scoiio i fenomeni ehe raecompagoano; perö le aderenze della pleura polmonare eolla eostale danno luogo a
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dispnea piü o meno forte secondo ehe l'animale e in riposo o solto sforzi muscolari, e quesla e dovuta allo impedimento dello scorrere d'una pleura SL'll'altra, epperciö all'uniforme espansione del pohnone neH'alto inspiralorio.
La pleurite con essudato scarso, ma ricco di fi-brina, e accompagnata da dolori intercostali, ehe si riconoscono eol talto, e ehe aumeatano per lo sfre-gamento esteso e rapido dovuto alle ispirazioni pro­funde.
La tosse e assai dolorosa, perche pell'aria com-pressa la pleura infiammata subisce una pressione all'interao; e abortita, piccola, eui l'animale sembra opporsi.
La respirazione e superficiale. Gli animali tengono la testa rivolta verso la parte inakla, perehe questa posizione dimiuuisee la tensione dei muscoli intereo-stali e della pleura.
La febbre e leggiera {39 e.) e la perlurbazione dello stato generale non e notevole.
La pleurite con essudato abbondante siero-fibrinoso comincia con sintomi piü marcati,
Cosi un forte brivido e seguito da febbre violenta (4040,5) polso pieno e frequente, maucanza d'appetito e sete aumentata, come si osserva in tutte le flogosi acute con gagliarda febbre.
I dolori negli spazi intercostali sono meno acuti ehe uella forma anlecedeute, la tosse e penosissima, la dispnea cresce oolTaumentare dell'essudato e talvolta giunge ad un grado elevatissimo, prodotta sia dall'es-sudato, sia dall'iperemia ed idrorrea delle parti non compresse, sia dalla febbre.
Dopo d'avere progredito in questo modo per 4-5 giorni, la malattia puo volgero a miglioramento dis-sipandosiil perturbamento del benessere generale, cioe
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la febbre. In questi casi avviene il riassorbimeuto del-l'essudato. Talora perö dopo delto tempo la febbre si calma e I'essudazione non progredisce, ma ne il rias-sorbimento ne la cessazione completa della febbre avveucrono, e la malattia sta stazionaria per qualche giorno, onde poi esacerbarsi di nuovo e mettere a repentaglio la vita del malato.
Non e possibile diagnosticare I'einpiema od essudato purolento, poiche i sintomi della compressione, ecc, sono identici a quelli produtti dagii allri spandimenti. Tutte le forme di pleuriti possono terminare colla guarigione, perö le aderenze delle lamioe pleuriche fra di loro sono residui molto frequenti.
II riassorbimento di copiose effusion! verso la fine si effettua lentamente.
Non bisogna perdere la speranza tanto presto quando resistono ostinatamente al riassorbimento, poiche ta­lora avviene quando non se lo spera piii.
Gli animal! in cui il versamento pleuritico e assor-b!to troppo lentamente od incompletamente muoiono di pneumonite cronica sopravveniente.
L'esame esterno, quando la respirazione e molto do-lorosa, fa vedere ehe i movimenti respirator!, allorche la pleurite unilaterale, sono piü ristretti nel lato malato.
Inoltre gli spazi intercostal! negl! Enimali magri non formano piü de! leggeri solch!, ma sono liveliati per la pressione deli'essudato; le pareti toraciche non prendono pm parte ai movimenti respirator!, sia per paralis! dovuta alia imbibizione dei muscoii e flus-sione collaterale, sia per l'impossibilitä fisica di dila-tarsi della cavila toracica non polendo il polmone espandersi.
Allorquanlo il polmone compresso si dilata di nuovo, inentre si fa il riassorbimento., generalmente
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non rimangono traccie esterne della malattia dile-gualasi.
Gli essudati scarsi die ricoprono le lamine della pleura siccome sottili fogli, ed i piccoü essudati liquid! uon si possono constatare colla percussione.
I versamenti abboadanti e liquidi, allorche toecano la parete toracica, epperciö impediscono ogni vibra-zione, danno un suono ottuso.
In quei punti in cui il tessuto polmonare rilratto e ridolto a piccolo volume, ma contenente ancora aria, tocca la parete toracica, avvi un suono vuolo e lim-panico oovuto alia paralisi del polmone la quale im-pedisce alle pareti degli alveoli paralizzati di parteci-pare alle vibrazioni.
Coll'ascoltazione si sente un rumore di sfregamenlo se le lamine pleuriche hanno perduto, stante i de­posit! fibrinosi o la formazione di vegetazioni ruvide, la loro superficie liscia.
Questo rumore da l'impressione di raschiamento e ricorda pure il rumore cricchiante di cuoio nuovo, e si ode tanlo nell'atto respiratorio ehe neU'espiratorio. II rumore di sfregamento non si sente sul principio della malattia, perche i deposit! fibrinosi non sono ab-bastanza ruvidi, e perche il malato pel dolore ehe sente respira eon precauzione.
Allorche il versamenlo e molto abbondante e corn-prime anche i bronchi non si ode nessun rumore in tutta I'eslensione del polmone compresso.
Nelle porzion! non compresse odes! il mormorio ve-scicolare esagerato.
Si percepiscono ! ronchi e rantoli se avvi iperemia collaterale.
Alcune volte si ode una respirazione bronchiale anche nei luoghi, in cui trovasi una grande quanlitä di liquido fra I'orecchio ed il polmone compresao,
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sebbene sia d'uopo arumeltere ehe la massima parte dei bronchi e compressa e vuota d'aria.
Diagnosi. — La pleurite si distingue dalla pneumo-nite, perche questa incomincia per regola con un solo brivido e quella con molti; perche randamento della pneumonite e ciclico e volge alia guarigione istanta-neamente e complelamente in pochi giorni; perche I'essudato espettorato nella pneumonite ed emesso come scolo nasale manca nella pleuritide.
I'rognosi. — La pleurite secca e circoscritta e senza importanza ed innocua. La pleurite con scarso essuraquo; dato uon e pericolosa, ma lalvolta la dispnea causata dal dolore aggrava il processo morboso. Alcune volte per le aderenze avvenute, non poteudo piü i foglietti delle pleure scorrere, rimane per residue un disturbo nel ritmo della respirazione ehe fa dire ehe il cavallo e bolso. La pleurite con essudato siero-fibrinoso, se e acuta, ha una progaosi favorevole, se e cronica pro­duce per lo piü alterazioni polmonari gravissime.
La diminuzione dfcll'effusione, I'aumento delle forze, il comparire dei mormorii normal! della respirazione sono siutomi favorevoli.
L'idrorrea polmonare, rincompleta decaibonizza-zione del sangue, la searsezza della secrezione orinaria, la quäle dimostra ehe le arterie vengoto riempite in-completamente, sono segni infausti.
Terapia. — Siccome fu gia osservato trattando della pneumonite, anehe nella pleurite nel maggior numero dei casi non si puö soddisfare amp;\l'indicazione causale.
Contro quanto insegnavasi non e molto, il metodo diaforetieo e direttamente nocivo, allorche esiste una febbre intensa, anehe allorquando s'e certi ed e pro-vato ehe la pleurite fu causata da un raffreddamento.
Quando perö non e molto acuta e la febbre e leg-gera i diaforetici tornano utilissimi.
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AW'tndicazione del morbo, le sottrazioni abbondanti di sangue, racnminislrazione di calomelano, I'applica-zione di vescicanti, ecc, ehe erano tanto in voga, ora sono abbandonale nella cura della pleurile negli ani-mali come lo furono nell'uomo. 1 leggieri senapismi perö danno buoui effetli.
E errouea la credenza ehe il salasso preservi dal versamento, come pure neu giusta e l'asserzione ehe le pleuriü acute, ecc, ecu sintomi gravi lasciate a se fioiscano con versamenti abbondanti; anzi avviene precisameute il contrario, poiche le piu pericolose sono quelle, ehe rimangouo quasi latent! e prendono un decorso lento. 11 salasso uon tronca il processo della maiattia, ne impedisee la geuesi del versamento nella pleurite anzi e ancora piü pericoloso, perche questa conduce facilmente all'anemia per la lunga durata del suo decorso.
Sebbene molti autori e fra questi il Lafosse insislino per I'amministrazione del mtrato potassico, e prescri-vano di elevare la dose fino a 60-80-100 grammi; del tartaro emetico a 20-30-40 grammi, pure I'azione an-liflogistica del nitrato di polassa, del tartaro stibiato, del calomelano e molto problemalica secondo Cantani. II calomelano avvelena gli animali, il tartaro sti­biato corrode facilmente lo stomaco, il nitrato di po-tassa accresce per io meno I'adinamia del cuore ed il depauperamento del sangue come potente displastico alcalino (Cantani).
Indtcazione sinlomalica. — Se la febbre e molto forte e continua per molto tempo, per cui si teme I'esau-rimento delle forze e d'uopo amministrare gli antipi-retici. La digitale in polvere od in infuso ed il chinino sono commendevolissimi.
La forte dispnea ed il pericolo d'intossicamento del sangue da acido carbonico, o meglio da insufficiente
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ossidazione del medesimo dipeudono dal rallentamento del circolo per rilasciatezze del cuore, quindi dalla soppressa rinnovazione del sangue nel circolo polmo-nare e non dalla insufficienza della respirazione. Id questi casi il salasso ucciderebbe, ed e necessaria I'am-minislrazione di eccitanti (vino, ecc).
Bisogna pur guardar al depauperamento del sangue ehe si manifesta talvolta di buon'ora in seguito all'e-norme trasudameuto ed alia consumazione prodotta dalla febbre. Qui bisogna prescrivere una dieta nu-triente, se il malato ha appetito, l'assa-fetida ed i ferruginosi.
Si puo tentare di favorire il riassorbimento del ver-samento pleuritico coil'uso interno dell'infuso della radice di calamo aromatico. Con queste amministra-zioni sono giunto ad ottenere rassorbimento di rac-colte pleuritiche, facilitando esse il ricambio della materia.
Allorche non si puö ottenere Fassorbimento con medicamenti si pratica la paracentesi toracica. Non potei mai salvare un cavallo con quesia cura poicbe I'essudato si riproduce continuamente. Senza citare i numerosi casi occorsimi dirö solo ehe, in un cavallo del conte d'Asproraont sono giunto^, ripetere per otto giorni continui la punzione estraendo giornalrnente due secchi di essudazione bilaterale. Alia fine il ca­vallo mori per esaurimento ed anernico.
In qualche caso perö la paracentesi da buoni risul-tati, a condizione perö ehe si eseguisca per tempo (vale a dire appena si puö riconoscere I'esistenza di abbondante versamento), ehe la si ripeta tante volte quante occorre, e ehe se ne coadiuvino gli effetti coi­l'uso dei diuretic! detti caldi (come I'essenza di tre-mentina (Bassi).
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CAPO II.
IDROTORACE.
Patogenesi ed eziologia. — L'idrotorace non e vera-mente un essudato, ma un trasudamento effuso nelle cavitä delle pleure, un'idropisia della pleura. L'idro­torace non e mai primario, ma avviene allorche esisle giä una malattia delle pleure, per aumentata pressione dei vasi venosi, per diminuita, quantitä di albumina nel siero del sangue. L'idrotorace e quasi sempre una tnanifestazione di una idropisia generale. L'idrotorace non merita il nome di malattia, perche in veritä sa­rebbe un'esito di altre, ma io I'ho posto qui per uni-formarmi all'uso.
Reperto anatomico. — L'idrotorace e quasi sempre bilaterale, sebbene talora una cavita contenga piü li-quido deH'allra. La quantitä del siero trasudato puö variare da pochi bicchieri fino al riempimento totale delle cavitä pleuriche ben dilatate. Questo siero e chiaro e giallastro; esso consta d'acqua, albumina e sali del siero del sangue. Si distingue da un essudato pleurico per I'assenza di coaguli fibrinosi e di altera-zioni infiammatorie delle pagine della pleura. Quests hanno uu aspetto lattiginoso, torbido, tumefatto per imbibizione sierosa. Nelle raccolte abbondanti il pol-mone e compresso e spinto contro la colonna vertebrale.
Sintomi e decorso. — I siutorai dell'idrotorace sono discernibili coU'esame fisico e si confondono con quelli di un abbondantissimo versamento della pleurite ad essudato siero-fibrinoso.
Terapia. — Della cura trattai gia parlando della pleu­rite con essudato siero-fibinoso.
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CAPO III.
PNEUMOTORiCE.
Palogenesi ed eziologia. — Un pneumotorace prodotto da aria segregata dalla pleura non si puö ammettere. Un pneumotorace talora puö svilupparsi per decom-posizione dell'essudato pleuritico.
Piü comunemente perö ii pneumotorace avviene perche I'aria entra nelle cavita della pleura passan-dovi per una perforazione.
II pneumotorace puö avvenire dairinterno all'in-fuori in seguito di un processo distruttivo ehe dal polmone si estende alia pleura, come negli ascessi e nella gangrena del polmone, oppure dal di fuori al-I'interno quando un processo distruttivo oppure una feri'a penetra dalla pleura al polmone.
Reperto anatomico. — Aprendo la cavitä addominale il diafragma e spinto all'indietro e spiuge pure in-dietro il fegato e la milza. Se si punge con un coltello la parte dilatata del torace esce I'aria racchiusa ecu un rumore sibilante. Essa e composta di poco ossi-geno e di gran parte d'acido carbonico e d'azoto; la quantitä non e costante, ma per lo piü ed in ispecie dopo perforazione di caverne e tanto abbondante da produrre un'enorme dilatazione del torace. II pneu­motorace e per lo piü congiunto ad idrotorace ed a piotorace, perche I'aria al contatto della pleura I'in-fiamma, epperciö ne avvengono essudazioni siero-fibrinose e purolenti.
II polmone e contralto e spinto contro la colonna vertebrale.
Tante volte riesce impossibile scopnre il punto ove
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il polmone fu perforate perche e coperto da precipi-tali fibrinosi.
Allorche la causa del pneumotorace fu rempiema, questo si trova aU'autopsia; perö e a notarsi ehe si trova una raccolta purolenta anche allorquando la causa fu Tapertura di una vornica o di un ascesso.
Sintomi e decorso. — Allorche la cavita della pleura non e piü chiusa ermeticamente, il polmone puö ce-dere aH'influenza del suoi elementi elastic! e ritrarsi, e questa retrazione, ehe si trova nel reperto, avviene durante la vita per la penetrazione dell'aria.
Siceome Tapertura per cui I'aria entra nella cavita pleurica ha i caratteri di una ferita laeera, cosi ne av­viene ehe I'aria ehe vi entra per lo piü non ne puö escire, poiche si dilata a guisa di una valvola durante l'inspirazione e si chiude per compressione durante I'espirazione, e cio continua fino al punto in cui la cavitä pleurica non ne puö contenere di piü, e la val­vola resta continuamente chiusa, ed il polmone com-presso e quasi vuoto d'aria.
Nel pneumotorace puro la dilatazione del torace non oltrepassa il limite deU'inspirazione possibilmente piü sforzata. Se questo limite e oltrepassato avvi pneu-mopiotorace.
In quei casi in cui I'aria puö sfuggire dal torace li-beramente, la distensione del torace non ha luogo.
Quando il pneumotorace avviene per perforazione d'una caverna si sviluppa una forte dispnea, la quale dipende sia da ciö ehe in pochi minuti resta total-mente compresso un'intiero polmone, sia dall'iperemia ed idrorrea nel polmone intatto.
Qualche volta gli ammalati muoiono in poche ore per asfissia. Rarissime volte il pneumotorace uegli ani-mali finisce colla guarigione.
Altre volte si forma una larga comunicazione tra la
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cavitä della pleura ed un grosso bronco rimasto per-meabile nel polmone compresso, ed una parte dell'aria e del liquido contenuto nella cavitä pleurica penetra nel bronco e vengono eliminati.
L'esame fisico nel pneumotorace da i seguenti ri-sultali.
Ispezionando il torace, questo e considerevolmente dilatalo, manca l'espansioue respiratoria nel lato ma-lato ed i solchi intercostali negli animali magri e pic-coli sono livellati.
Colla palpazione si conosoe ehe il fremito pettorale e piü debole nel lato ammalato e talora manca del tutto.
Colla percussione si ottiene in tutta l'estensione del pneumotorace un suono pieno, chiaro, limpanico.
Se la tensione della parte toracica e molto forte il suono della percussione non e timpanico perche riesce impossibile la produzione di vibrazioni regolari e ta­lora da suono debole ed olluso.
Dopo pochi giorni il suono della percussione di-venla ottuso per versameuto nei punti. inferiori del torace.
CoWascollazione non si distingue piü la respirazione vescicolare, e questo sintomo e molto caralteristico quando coesiste col suono pieno della percussione. Si odono rumori metallici, una respirazione anforica, un tintinuio metallico, ecc, come si odono nelle grandi caverne a pareti lisce e sinuose.
Se 11 pneumotorace e sanato non si odono suoni metallici ne alia percussione, ne all'ascoltazione, ed il segno piü costante e piü sicuro e il suono pieno della percussione e l'assenza del rumore respiratorio.
Diagnosi. — II pneumotorace si distingue dall'enfi-sema, perche la dispnea in quello avviene repentina-mente, ed in questo in modo lento; incltre l'enfisema
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comunemeote e bilaterale; neU'eniisema la respirazione vescicolare e debole ma non scomparsa, e si odono rumori catarrali; neU'enfisema del cavallo poi esisle I'espirazione intercisa.
1'erapia. — La puntura con un trequurti e il mezzo migliore di togliere la dispnea togliendo la pressione sul polmone; perö quest'operazione nor; modifica il processo morboso del polmone e non e ehe un mezzo palliativo.
La cura di questa affezione dev'essere subordinata alia lesione primaria, ma siccome queste sono per lo piü gravissime, cosi anche il pneumotorace e rarissi-mamente guaribile.
Fatoloyia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;14
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PARTE VI.
Malattia complessa.
capo imico
D £ L L A BOLSAGG1NE
l'atogenesi ed eziologia. — Si usa il nonie di bol-saggine per indicare una manifestazione sintomatica propria ad un gruppo di diversi process! morbosi, e ehe ha per carattere costante un'alterazione speeifico-funzionale dei ritmi respiratorii.
Giä Ercolani fino dal 1856 scrisse : la bolsedine non e un'entita morbosa speciale, ma un ftnomeno mor-boso, ehe si associa alle piü svariate alterazioni pa-tologiehe.
Le principali alterazioni anatomiehe., ehe furono ri-conosciute eapaei di manifestarsi esternarnente eoi fe-nomeni di bolsaggine, sono le seguenti:
1deg; Le neoplasie delle cavitä nasali; 2deg; l'atrofia dei polmoui (enfisema senile); 3quot; renfisema vescicolare; 4deg; l'atelettasia dei polmoni; 5deg; le dilatazioni saeeiformi del bronchi; 6deg; gli iuspessimenti ed aderenze delle pleure, 7deg; le ipertrofie del euore; 8deg; le dilatazioni car-diaehe; 9deg; i vizi organici delle valvole del euore;
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10deg; le degenerazioni cartilaginee ed osseedel miocardio; 11deg; i polipi del cuore; 12deg; le concrezioni del pericardio col cuore; 13deg; lo sfiancamento del diaframma nella cavitä toracica e le ernie diafrainmaticbe; 14deg; le le-sioni di suslanza o di conducibilila del vago; 15deg; del-riperlrofia della milza.
Barilet e Gihsou furono i primi ad osservare ehe la boUa^rgine puo dipetidere rialladilatazione del euere, quindi Gordin, Dupuy ed altri; Delaforid richiamö in onore gli insegnamenli di Ruini, Culeman e Kyding dimoatraDdo ehe essa dipenie in gran nurnero di easi dall'enfisema polmonare. Dope di essi moltissimi os-servalori riscoctrarono le lesioni aunoverale disopra.
L'enfisema vescicolare con caverne piu o meno grandi, esiste quasi sempre allorche sonvi i fenomeni eslerni di bolsaggine, e per lo piu e un processo morboso secondario, cousecutivo alle varie anomalie del cuore.
Qualche volla sono invece le malattie del cuore, ehe sono secondarie.
Sono parlicolarmente disposti ad incontrare la bol­saggine i cavalli molto eccitabili, i piccoli ehe spie-gano per Tauimo loro generoso, piü forza ed energia di quanto lo possa comportare la loro mole.
Avvi pure accordo nel considerare siccome disposti alia bolsaggine i cavalli corti, a petto stretto , poco profondo, a venire voluminoso, e grandi mangiatori.
Fra le cause occasionali si annoverano gli alimenti grossolani, indigesti, ehe arrestandosi per molto tempo nel ventricolo comprimono il diaframma e difficultano la respirazione; gli sforzi violenti, durante i quali se-condo Laennec e Cloquet staote la forzala occlusione della glottide e la contrazione dei muscoli espiratori 1'aria contenuta nelle vie degli organi della respira­zione reagisce sulle pareti delle vescicole polmonari. le dilata, e talora le lacera.
Patologia, I.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;14*
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Atrofia polmonare senile. — Si riscontrano le pareti vescicolari dimagrate, assottigliate, ed in alcuni luoghi perforate, o scomparse, in seguito a difettosa nutri-zione del polmone. Per la consunzione delle pareti interstiziali, molte vescichette confluendo assieme hanno dato luogo a cavita piü grandi, ed il paren-chima polmonare presenta una rete a larghe maglie. II tessuto e morbido al tatto, e rilasciato, anemico, secco, ed assai pigmentato. Qui la pigmentazione non e effetto di stravaso sanguigno, ma di trasformazione in pigmento del sangue contenuto nei capillari atro-fizzali ed obliterati.
Sebbene le alterazioni di nutrizione, ehe subisce il polmone in questa malattia, sieno identiche a quelle, ehe accadono nelFenfisema vescicolare, pure nell'atro-fia senile il volume del polmone e diminuito, mentre neU'enfisema vescicolare e aumentato.
Enfisema vescicolare. — Si osserva un'anormale espan-sione di tutte e singole le vescichette aeree, oppure di un numero piü o meno grande di esse; molte, per l'atrofia e quindi scomparsa delle pareti ehe le separano, confluiscono e danno luogo a vesciche piü grandi. In molti casi si osserva un enfisema interlo-bulare, cioe il passaggio dell'aria fra il tessuto con-nettivo interstiziale e sottopleurico.
E inesatto ehe i polmoni enfisematici irrompano violentemente dal torace quando lo si apre; perö la loro retrazione incompleta e un fenomeno costante.
II polmone enfisematico e sempre piü voluminoso e piü gonfio di uno sano. II sano si ritrae fino ad un certo punto, ed in seguito vi rimaoe senza ehe sia uscita tutta Faria dagli alveoli, poiche le pareti bron-chiali si adagiano tosto le une sulle altre spintevi dal loro peso, ed impediscono ehe tutta Faria esca dagli alveoli. Ciö osservasi ancora piü evidentemente in un
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polmone enfiseraatico, poiche le pareti alveolari sono piü sottili, meno pesanti e meao elastiche.
II polmone enfisematico e assai molle alia palpa-zione. Praticando un taglio nel suo parenchima si ode un debolissimo rumore cricchianle.
E di colore pallido in generale, ma talora e rosso-scuro per la trasformazione in melanina deU'emaMna contenuta nei capillari obliterati.
Gli alveoli sono ingranditi di molto, e raggiungono il volume di un piselio o di un fagiuolo, ed hanno una forma irregolare.
Le preparazioni a secco dei polmoni enfisematici esaminati al microscopio presentano nelle vesciche dei residui trabecolari sottilissimi, appartenenli alle pareti inleralveolari lacerate. Nelle pareti alveolari vi sono fori, e talvolla avvi scomparsa totale delle mede-sime, o sussistono solo alcuni residui sotto forma di sporgenze lineari.
Dapprincipio scompaiono i sepimenti interalveolari delle vescichette aeree di un solo ramoscello bronchiale, poi quelli di un infondibolo confluiscono con quelli dei vicini, ed in alcuni casi tulto il tessuto polmouare si e trasformato in una rete a larjzhe magiie.
Ateletlasia acquisita. — NelTatelettasia il parenchima polmonare e depresso in alcune parti circoscritte. Le pareti alveolari sono dure, non cricchiano sotto il taglio, e danno una sezione liscia e ricca di sangue. Alcune volte, allorche la malattia durö poco, si pos-sono goufiare, ma negli altri casi non si riesce perche le pareti divengono piü consistenti e sembrano sal-date fra di loro da un glutine o da una vera con-crezione.
Dilalazione sacciforme dei bronchi. — Si osservano al taglio dei polmoni delle dilatazioni abnormi dei pic-coli bronchi con formazione di caverne. Queste hanno
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la loro superficie interna liscia, ed i follicoli mucipari sono diventati piani, o totalmente scomparsi, per la ecoessiva distensioue della mucosa. In quesli casi si osserva un secreto simile a quelle delle membrane sierose, cioe vitreo, analogo alia sinovia. Alcune volte la parete interna non e tanto stirata, il contenuto e torbido e vischioso.
Inspessimenti ed aderenze delle pleure. — La super­ficie libera delle pleure presenta delle granulazioni papilliformi e perciö e ruvida e villosa. Queste gra­nulazioni constano di cellule fusiform! neoformate e di teneri fascetli di tessuto connettivo ondulato con capillari ripiegati ad ansa; un essudato scarso, ma assai ricco di fibrina, copre la lamina pleurica di uno strato piu o meno sottile, ehe la rende torbida e ci impedisce di vedere le iniezioni vascolari; le prolifi-cazioni delle due lamine sono in una estensione piü o meno grande riuuite assieme, ed in altri punti I'es-sudato ha dato luogo a delle briglie, ehe uniscono la lamina viscerale al polmone, oppure la costale alle pareti toraciche, o la diaframmatica al diaframma.
Iperlrofia del cuore. — NeU'ipertrofia cardiaca talora si riscontra I'aumento di massa della vera parete car-nosa. Talvolta perö sono ipertrofiche le sole trabecole ed i muscoli papillari. Si osservano tanto I'ipertrofia semplice, come l'eccentrica e la concentrica. Secondo Förster, nell'ipertrofia cardiaca havvi aumento di fibnlle muscolari e dei fascetti primitivi, Rokitansky e Bamberger opinano per I'ingrandimento di questi ultimi.
Dilalazioni del cuore. — Nella dilatazione totale esso assume delle proporzioni molto grandi. Nelle dilata-zioni parziali, il piü delle volte limitate al ventricolo destro ed agli atrii, il cuore e cresciuto in larghezza ma non in lunghezza. Le pareti sono assottigliate; il
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grado perö di assottigliamento, se non e misurato esattamente, puo ingannarci. Quando la parete del ventricolo siaistro e assottigliata, il ventricolo si av-vizzisce dopo il taglio. I fascetti carnosi, negli atrii inolto dilatati, talora sono separat! e le pareti sem-brano membrauose. Le trabecole dei ventricoli alcune volte sono ridotte a cordoni di apparenza tendinea. AU'esame microscopico si osserva un'estesa degenera-zione in alcuni casi, ed in altri non si osserva nulla, sebbene si abbia diritto di sospettarla, sia per I'in-spessimento avvenuto, sia per la diminuita capacitä funzionale del cuore. Finora non conosciamo tulte le degenerazioni cui puö soggiacere il tessuto musco-lare, ed alcune sembrano possibili, sebbene I'aspetto esteruo delle fibrille osservate al microscopio non ce le dimostri (Cautani).
Vizi organici delle valvole del cuore. — Allorche esiste Vinsufficienza delle valvole semilunari (aortiche) levando dal cadavere il cuore e l'aorta e quindi riempiendo questa d'acqua in modo da rendere tese le sue pareli, questa deve entrare nel ventricolo sinistro perche i margin! liberi delle valvole non si toccano compiutamente.
Questo sperimento alquanto grossolano non cor-risponde, secondo Jaksch e Treitz, a tutto il rigore sperimentale della scienza per la semplice ragione, ehe tnauca la contrazione del ventricolo sinistro. Le val­vole sono diveaute iusufficienti per raggrinzamento ed accorciamento del loro tessuto o per saldamento colla parete aortica o per lacerazioni. Nell'insufficienza delle valvole aortiche si trova pure I'ipertrofia eccen-trica del ventricolo sinistro, e la faccia del setlo car-diaco, ehe guarda questo ventricolo, e comunemente concava.
Quando avvi sienosi deU'aorto si riscontrano inspes-
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simenti e raggrinzamenti delle valvole. Queste possono formare delle sporgenze dure aU'origine dell'aorta ed impedire, cue il sangue nella sislole ventricolare com-prima le valvole semilunari contro le pareti aortiche, epperciö trovi un ostacolo all'uscita. Per lo contrario nella diastole i rnargini liberi non si possono avvici-nare ed il sangue rigurgita dall'aorta nel ventricolo. La stenosi al principio dell'aorta talora e tanto grande da non lasciare adito ad un dilo mignolo.
NeU'insufficienza della valvola mitrale (bicuspidale) si riscontra nel massimo numero dei casi la valvola fitla, callosa, e concrezioni calcari di forma appia-nata; le sue lacinie si sono accorciate; I'orlo della valvola forma un grosso lembo, su cui si inseriscono i filamenti tendinei dei muscoli papillari; le corde tendinee di second'ordine sono scomparse senza la-sciar traccia. Talora la valvola e le corde tendinee sono lacerate. L'atrio sinistro e costantemente assai dilatato e le sue pareti inspessite. Le pareti del ven­tricolo destro si sono molto ingrossate e non avviz-ziscono dopo il taglio.
Nella stenosi deli'oslio venoso sinistro le lacinie delle valvole sono raccorciate e piü strette. Alcune volte esse, o le corde tendinee, sono saldate fra di loro in modo, ehe ia valvola mitrale forma una specie d'im-buto colla base verso l'atrio, e coll'apice verso il ven­tricolo. L'atrio sinistro, le vene poimonari, I'arteria polmonare e tutto il cuore destro sono oilatati e le loro pareti ipertrofiche. II ventricolo sinistro per lo contrario ha le pareti assottigiiate.
NeWinsuffidenza delle valvole sigmoidee (poimonari) e stenosi dell'orificio arterioso destro si osservano le stesse lesioni anatomiche, ehe si descrissero nell'insuf-ficienza delle val vole aortiche e nella stenosi dell'ostio ve­noso sinistro colla sola differenza della diversa localitä.
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L'insu/fioienza della valvola tricuspidale talora tro-vasi associate, ai vizi organici della milrale, ed e so-lamente in questa circostanza, ehe puö ritrovarsi alia sezione di un bolso.
lo trovai la degenerazione ossea dell'orecchietta destra e I'induramento ipertrofico della sinistra in un cavallo bolso e moccioso.
Lesioni di sostanza e di conducibilita del vago. — Ai-oune volte si riesce a trovare I'atrofia del vago spe-cialmente nella regione cervicale prodotta da com-pressioni per tumori o per altre cause; qualche altra pero aH'auLopsia non si riesce a riscoutrare le mutazioni di tessuto in nessun organo. In questi casi e d'uopo ricorrere all'ipotesi di lesione di conducibilita del vago, la quäle puö avere molta probabilita di vero, poiche la fisiologia c'insegna, ehe colla recisione di detto nervo eompaiono seri disturb! nella respira-zione. Nei casi in cui la bolsaggine e subordinata a lesioni del vago d'ordinario coesiste col rantolo.
Sintomi e decorso. — II sintomo patognomonico della bolsaggine e la respirazione inlercisa. L'intercisione av-viene nel movimento espiratorio, il quäle per ciö si compie in due atti, piü o meno distinti. Per questo fatto la respirazione invece di essere ritmica e piana, e fatta a sbalzi, e fa dire ehe il cavallo ha il con-traccolpo.
Un sintomo ehe aceompagna sempre il contrae-colpo, e la tosse, la quäle puö essere profonda, su-perficiale, umida, secca, abortita, ecc, secondo la qualitä della lesione anatomica, ehe sostiene la bol­saggine.
Per farsi un'idea il piü possibile chiara sarebbe d'uopo studiare questo gruppo morboso nella stessa maniera ehe si e fatto del roperto; perö avendo gia parlato nei vari capi speciali dei fenomeni morbosi,
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ehe nascono in seguito ai singoli process! patologici e dovendo discorrere di altri in altri capitoli, cosi per fare una diagnosi anatomica differenziale rimando i lettori a quelli.
In generale perö i cavalli, bolsi da poco, durante 11 riposo, presentanoranomaliadella respirazione tanto modica ehe e difficile vedere il conlraccolpo. Ma dopo una corsa piü o meno prolungata si mamfesta chians-sima la dispnea caratteristica.
Allorehe la bolsaggine esiste da lunga data, la re­spirazione a contraccolpo si osserva anche duraute il riposo deH'animale; ed in questi casi esiste pure una tosse abortita, ad aecessi di 5, 6 e piü colpi ripetuti.
I muscoli obliqui deli'addüme vengono spasmodi-eamente tesi e preseutano quel fenomeno, ehe si dice incordatura dei fianchi; le nari si dilatano e restrin-gono convulsivamente, e per la oressione ehe il dia-framma produce sui viseeri addominali nell'inspira-zione, la parte posteriore dell'intestino rette fa pro-eidenza, durante quesl'atto e si ritrae nell'espirazione.
In generale la bolsaggine nasee e decorre lenta-mente, e dura perfino molti anui; perö qualche volta si sviluppa in modo acutissitno, cioe in 2, 3 giorni si manifestano i fenomeni dispnoici in grado elevato, con tosse caratteristica senza ehe si abbia motive di sospettarne la causa, Dopo la sua comparsa decorre in seguito in modo cronico.
Terapia. — Per la terapia speciale delle varie alte-razioni anatorniche rimando ai rispettivi capitoli. Qui dirö solo, ehe riescono in generale giovevoli per un trattamenlo pallialivo l'acido arsenioso, e l'assafetida, nonche gli oppiati, allorehe si sospetta ehe la bolsag­gine sia un sintomo di alterata innervazione, o di alterata nutrizione del parenchima polmonare.
Bisognerä astenersi daiie cacciate sanguigne siecome
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assai nocevoli, sebbene siano suggerite da molti au-tori e fra questi anche dal Lafosse.
AWindicazione causale giova inoltre il non soprac-caricare il ventricolo dei bolsi con alirnenti indigesti e poco nutritivi, e il non sottoporre gli animali a corse troppo prulungate e veloci, ed al traino di pesi spro-porzionati alle loro forze. Queste indicazioni riesci-ranno pure utili siccome profilattiche.
AWindicazione sintomatica si soddisfa, per calmare la tosse, colle fumigazioni di latuca, di stramonio, di belladonna, e coiramministrazione di sostanze calmanti. II Lafosse prescrive i seguenti elettuari: estratto d'op-pio grammi 4, kermes minerale 12, polvere d'altea 32, miele 300 — si mescoli — polvere di stramonio gram-mi 6, solfuro d'antimonio 16, polvere d'anice 32, miele 300, si mescoli ciascuno di questi elettuari deb-bonsi amministrare metä il mattino e metä la sera per 8-15 giorni, e possono venire alternati.
Vindicazione profdatlica richiede di alimentare i ca-valli con molta avena e poco fieno, specialmente quelli, ehe per la razza cui appartengono, si dubita possano ereditarla, come sono in generaie i cavalli molto ardenti.
FINE DEL PRIMO VOLUME.
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