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COMPENDIO
PATOLOGIA E TERAPIA SPECIALE
DEGLI ANIMAL1 DOMESTIGI
BASATO SVl REGENTI PROGRESSI DELLA FISIOLOGIA ED ftNATOMIA PATOLOGICA
A. DE SILVESTRI
PKOFESSORE DI MEDICINA VETERINARIA
Volume IV
3a Eclizione
Riveduta, corretta e grandemente accresciuta.
TORINO
G. CANDELETTI, SUCCESSORE G. CASSONE E COMP.
TIPOGRÄPO-EDITORE
1876.
V-A
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Presentato per gadere della proprietä letteraria, addl 18 ngosto 1871.
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iisrmcE
MALATTIE COS TITUZIONALI.
PARTE I. Anomalie generali di nutrizione indipendcnti da infezione.
Capo I. — Febhre infiammatoria.......Par/.nbsp; nbsp; nbsp; 1
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; II. — Anemia, oligoemia, mancanza di sangue. . raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 3
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;HI. — Idremia, oligoemia con oligocitemia ...raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 5
•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; IV. — Osteomalacia, cachessia ossifraga. — Osteite
enzootica.............,nbsp; nbsp; nbsp;io
V. — Diabete mellito, diabete zuccberino ...raquo;nbsp; nbsp; 14
•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; VI. — Diabete insipido, poliuria.......laquo;nbsp; nbsp; 18
quot;VII. — Febbre intermittente e febbre perniciosa. —
Febbre adinamica........nbsp; nbsp; raquo; 20
raquo; VIII. — Febbre tifoidea, influenza, tifoemia, tifo .nbsp; nbsp; raquo; 24
raquo; IX. — Anasarca idiopatico.........nbsp; nbsp; raquo; 29
raquo; X. — Scorbuto.............nbsp; nbsp; raquo;39
raquo; XI. — Emofilia.............nbsp; nbsp; raquo;43
PARTE II.
Malattic da infezione.
Vaiuolo, coiopox o vaccino, horse pox od equino, rainolo pe-
corino, caprino, suino, canino . . . Pag. 44 Capo I. — Vaiuolo equino e vaccino........45
•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;II. — Vaiuolo pecorino, suino, caprino, canino .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;66 III. — Antrace. — Carbonchio. — Peste carbonchiosa.
febbre carbonchiosa, pntrida, maligna. — Tifo
carbonchioso..........., 72
IV. — Febbre carboncolare, antrace ematico nei bo-
vini..............,75
V. — Tifo carbonchioso del cavallo.....raquo;79
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IV
Capo VI. — Carbonchio esantematico ed antrace locale ino-
culato............Pag. 84
#9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;VII. — Rabbia, idrofobia..........raquo;91
VIII. — quot;Moccio, morva, cimurro, morhus farciminosus,
equinia nasalis.........raquo; 100
i IX. — Farcino.............raquo;110
X. — Febbre aftosa...........raquo;113
#9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; XI. — Pleuropneumonia essudativa, epizootica , pol-
monera. — Pneumonia contagiosa ...raquo; 120 raquo; XII — Tifo contagioso esotico dei ruminant! ...raquo; 133
raquo; XIII. — Colera asiatico..........raquo;145
raquo; XIV. — Esantema coitale. — Morbo coitale benigno
(cavallo).............146
raquo; XV. — Sifilide equina. — Morbo coitale maligno. —
Tabe dorsale. — Tisi nervosa. — Malattia
. paralitica dei riproduttori......raquo; 150
a XVI. — Moccio canino ossia malattia dei giovani cani • 155
gt; XVII. — Adcnite equina..........raquo; 162
laquo; XVIII. — Tubercolosi miliare acuta.......raquo; 175
. XIX. — Tubercolosi polmonare, tisi polmonare tuberco-
lotica, tubercolosi miliare cronica . . . raquo;177
PARTE III.
Misure di polisia sanitaria.
Geseralita'................Pag. 186
Capo I. — Misure profilattiche di polizia sanitaria veteri-
naria.............• 18T
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;II. — Misure repressive di polizia sanitaria veteri-
narla.............raquo; 189
PARTE IV.
Giurispruäcnza veterinaria generale.
Deirarbitramento o del giudizio per mezzo di arbitri . Pag. 201 Disposizioni del codice civile del regno colle quali e regolata
la compera e vendita degli animali domestici ...raquo; 202 Regole a seguirsi ncll'esercizio dell'uffizio di perito o della
procedura relativa alia perizia........• 204
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MALATTIE COSTITUZIONALI
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PARTE I.
Anomalie generall di nutrizione indipenlaquo;lenti da infezione.
CAPO I.
FEBBRE 1NFIAMMAT0R1A.
Patogenesi ed eziologia. — La febbre (febris) nel senso piü generale e un morbo caratterizzato dall'aumento del calore dell'organismo, daH'accelerazione del polso e dalla diminuzione od alterazione delle secrezioni. Come malattia essenziale non e frequente nei nostri animali domestic].
La febbre infiammatoria puö essere primaria o idio-patica, secondaria o di reazione. Una grande copia di sangue, la sua eccessiva plasticita o la presenza nel medesimo di sostanza flogogena, eccita e stimola abnor-memente il sistema nervoso. Siccome conseguenza appaiono fenomeni febbrili intensi, quali si osservano nella febbre ehe accoaopagna le iufiammazioni acute,. Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1
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La febbre infiammatoria avviene in tutte le specie di animali domestici. I giovani vi sono predisposti.
Ne sono causa la pletora, il temperamento sauguigno, il riposo prolungato, gli alimenti eccitanti e molto uutritivi in grande quantitä.
Reperto anatomico. — Tutti gli organi sono ricchi di sangue rosso-carico. II ouore ed i grossi vasi con-tengono grossissimi coaguli. II sangue e assai ricco in albumina ed in corpuscoli rossi. Le mucose sono iperemiche, le vene turgide. Talora trovansi pure iperemie ai polmoni, al cervello, ai reni, al fegato, alia milza.
Sintomi e decorso. — I primi siutomi a comparire sono i brividi, cui segue l'aumento di calore (40-41 C). Occhio, congiuntive, pituitariainiettate, bocca asciutta, polso pieno, lento, arteria tesa, pelle urente, dispnea, sete eccessiva, arresto di feci e d'orine. Questo quadro sintomatico dura dalle 24-36 ore. Nell'ulteriore decorso od avviene flussione ed infiammazione in qualche organo, oppure il morbo volge a guarigione, i sin­tomi diminuiscono di intensitä per quindi scomparire affatto. Nel prime caso sorgono i fenomeni di alterate funzioni dell'organo, ehe diviene sede della congestione e della üogosi.
La febbre infiammatoria ha decorso acutissimo e, se curata bene, terraina in 2-3 giorni colla guari­gione.
Terapia. AWindicazione proßtatlica si attende col raoderato lavoro, col non concedere in copia eccessiva alimenti molto nutritivi ed eccitanti, coiramministrare i sali minorativi, ecc.
L'indicazione del morbo richiede una o due larghe cacciate di sangue, e le bevande temperanti (carbonato di aoda, nitrato di potassa, acetato di potassa, ecc), non ehe la liberazione deU'alveo.
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Se avvengono flussioni bisogna fare la cura speciale non trascurando di combattere i sintomi piü salienti e minacciosi.
CAPO II.
ANEMIA, OUGOEMIA, MANCANZA Dl SANGÜE.
Palogenesi ed eziologia. — Nell'anemia esiste effettiva diminuzione della quantitä del sangue in tutto I'orga-nismo, o in una o piü parti. Pertanto puo essere generale o locale. La composizione del sangue si con-serva normale.
La generale avviene in seguito ad abbondanti perdite di sangue (emorragie, abuso di salassi). Questa, se non trae seco immediatamente la morte deiranimale, si converte prestissimo in idroemia. E pertanto di bre-vissima durata. Ciö dipende dal pronto assorbimento, per parte delle radici vascolari, del plasma e siero dei parencbimi. Per questi fatti talora formasi una pletora sierosa (formazione di albumina e siero con deficieuza di globuli).
La parziale o locale e prodolta da pressioni sui vasi, per cui il sangue non puö giungervi (fascie, cinghie, sella, finimenti, idropi, stravasi, trombosi, embolismo, neoformazioni, enfisema (nei polmoni), meteorismo (negli intestini), cause nervöse, freddo, elettricitä, so­stanze astringent! e narcotiche (piombo, segale cor-nuta, oppio).
Reperlo anatomico. — Gli organi ed i tessuti sono piü scolorati del normale, piü piccoli, piü leggieri, meno turgidi, meno resistenti; i grandi vasi sanguigni contengono poco sangue, i piccoli sono divenuti quasi invisibili, flosci, pallidi. Dalla superficie di taglio dei tessuti od organi sgorga pochissimo sangue.
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Esaminato al microscopio il sangue lascia vedere la proporzione normale dei suoi corpuscoli, cioe un leu-cocito (corpuscolo bianco) su circa quattrocento emazie (corpuscoli rossi). Trattato chimicamente riscontransi aucora nelle normali proporzioni tutti i principii ehe locostituiscono (fibrina, albnmina, glcbulina, ematina, grasso, sali, materie estraltive).
Sintomi e decorso. — L'anemia generale si mauifesta col pallore di tutte le mucose apparenti (congiun-live, scbneideriaria, labbiale, boccale, ecc). La pelle ove non e pigmentata mostrasi pure assai pallida. La secrezione cutanea e scemata, per cui lä cute si fa secca, il pelo rabbuffato e senza splendore. La temperatura deH'organismo si abbassa di alcuni de-cimi di grado. I muscoli volontari ed involontari mostransi debilitati (diminuzione di energia funzio-nale). Tutto Torganismo diviene floscio. Le funzioni digestive illanguidite (cosi e scemato Tappetito). Le secrezioni (saliva, sugo gastrico, bile, latte, ecc), scarse e piu acquose. 11 polso piccolo, profondo, celere. L'arteria depressa, attivita cardiaca esaltata. Talora soffii nel cuore e nelle grosse arterie. Non e raro nascano vertigini.
Dei sintomi dell'anemia locale si e gia trattato par-lando di ciascun organo in particolare.
L'anemia generale puö terrainare o colla guarigione, o col passaggio all'idremia, o colla morte. .. II primo esito e molto raro; piü frequente il se-condo; frequentissimo il terzo.
La guarigione, quando avviene, si fa molto atten-dere, ed ha una convalescenza molto lunga. Non av-venendo la morte in 1-2 giorni, il rnorbo passa in idremia.
Terapia. AWindicazione causale dell'anemia gene­rale non si puö sempre attendere. Quando lo stato
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morboso dipende da emorragie sarä duopo arrestarle tosto.
L'indicazione proßlattica richiede ehe non si abusi del salasso nella cura dei morbi dei nostri animali doraestici.
L'indkazione del morbo esige la trasfusione del san-gue, un assoluto riposo e 1'amruinistrazione di alimenti assai nutritivi e di facile digesticne, avendo I'avver-tenza di aumentarli gradatamente.
Di man tnano ehe le forze digerenti andranno rai-gliorando riesclranno giovevoli I'assafetida, I'estratto di ginepro, i preparati di ferro.
CAPO III.
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IDREMIA, OLIGOEMIA CON OLIGOCITEM1A.
Patogenesi ed eziologia. h'idremia si produce per diminuzione della massa sanguigna con sproporzione in alcuni elementi ehe costituiscono il sangue.
II siero diviene piu acquoso, scarso in albumina, in globuli rossi, e ricco in sali.
In tutti gli animali domestici puossi osservare una idremia semplice. In molte specie poi incontrasi pure unidremia parassitaria.
Questa prende nome di ictero-verminosa nei bovini, nei lanuti e nei cervi, quando moltissimi distomi sono raccolti nei fegato; idatiginosa nei suini; psorosper-mica nei conigli; parassitaria in genere per cumulo di entozoi di una o piü specie negli intestini, di larve nei ventricolo del cavallo (estri), di echinoeocchi nei fegato e nei polmoni dei bovini, ecc.
Fra le cause deWidremia semplice annoveransi una anemia acuta precessa, le emorragie, I'abuso dei sa-lassi, un'eccessiva secrezione lattea, le suppurazioni
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di lunga durala prodotte dai setoni, profusi effluvi come catarri bronco-nasali, intestinali (le quali cause privano il sangue de' suoi materiali anatomici e dell'al-bumina e spossano I'organismo), rinsufEcienza di ma­teriali riparatori, la loro cattiva qualitä, le alterazioni avvenute neirassorbimento, nell'assimiiazione, nella sanguificazione (per malattie del tubo gastro-enterico, del fegato); il difetto di aria e di moto, I'aria umida, i pascoli paludosi (per cui non si puo fare una buona sanguificazione ed inoltre i tessuti si impregnano di siero essendo diminuita la perspirazione culanea), al-cuni morbi discrasici (tubercolosi, carcinomi), pei quali entrano nel sangue prodotti morbosi atti a distruggerne i suoi elementi anatomici.
Riporto il brano seguente del chiarissimo mio maestro professore Ercolani, sulle cause e modo loro d'agire uell'idremia ictero-verminosa.
laquo; Nelle stagioni umide, nei luoghi umidi e bassi, e peggio se paludosi, se le plante sono alte e la vege-tazione rigogliosa, contengono perö sempre una mag-giore quantitä d'acqua di vegetazione, sono piü rieche nelle loro parti legnose e contengono una notevole quantitä in meno di elementi alibili o nutritivi per gli animali erbivori, per cui introducendo nel loro organismo abbondante quantitä di' materia vegetale, ne avviene una deficiente e scarsa alimentazione ed inoltre ricca d'acqua. L'umiditä dell'atmosfera o delle stalle importando nella massa del corpo una maggior copia d'acqua merce l'assorbimento cutaneo e polmo-nare, esagerando per questo alcune funzioni e sop-primendone o rendendone altre difficili (traspirazione cutanea), imprime un carattere speciale alia forma cachetica ehe ne risulta, ehe ebbe appunto i nomi di cachessia acquosa, dai versamenti sierosi ehe incon-transi nel corpo degli animali malati o di idremia
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se si pose raente al modo speciale dell'alterazione del sangue, od anche di clorosi o leucosi dai tedeschi, riguardando al palore ed allo scoloramento della pelle
e delle mucose.......Le stagioui, e specialmente
Tautunnaie piovosa ed umida, particolarmente nei luoghi per natura umidi, bassi o paludosi, non solo per se vale ad ingenerare la cachessia acquosa nelle pecore e nei buoi, ma favorendo rumidila le condi-zioni per cui sbocciano le uova dei distomi emesse colle feci dagli aniraali, e favorendo inoltre la pro-pagazione ed il mantenimento in vita di un maggior nuruero di molluschi acquatici, entro il corpo dei quali si compiono le prime fasi e metamorfosi della vita dei distomi, aiutasi pur anche mirabilmente la seconda cagione ehe abbiamo veduto determinare la cachessia, solo perche un maggior numero di embrioni di distomi entrano nei corpo degli animali. Ed ecco come facilmente s'intende come in alcuni anni ed in alcuni luoghi si svolga epizooticamente questa ma-lattia, ed in altri regni enzootica indipendentemente dalla piovosa stagione, e come le due cagioni ehe isolatamente debbono avere un certo grado di inten-sita, possano riunite collimando alia produzione delio stesso fatto determinarlo senza toccare ognuna quel grado di intensita voluto se fossero separate. raquo;
Gli embrioni dei distomi vengono pure introdotti uell'organismo mediante le acque dei detti prat! in-geste per bevanda.
Reperto anatomico. — La cute e pallida, molle; il pelo scolorato, nelle pecore la lana si stacca facilmente alia trazione; il tessuto connettivo sottocutaneo infil-trato di siero, edemi nelle parti declivi; i muscoli scolorati, flaccidi, poco resistenti; gli organi contenuti nelle varie cavitä pallidi, edematosi. II cuore, le ar-terie, le cave, la porta, quasi affatto vuote. II poco
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sangue contenuto e pallido, molto acquoso, avente I'aspetto di lavatura di carne, meno denso del normale di 2-3 gradi. Non si coagula ehe assai lentamente. II coagulo e relativainente assai piccolo ed il siero molto ubboDdante. AU'esame microscopico risulta assai po-vero di emazie. L'analisi chimica ci da diminuzione di fibrina, albumina e sali, e questa tanto piü mar-cata, quanto piü grave fu il morbo.
Nella forma parassitaria, prodotta dalla presenza dei distomi nel fegato, tutti i tessuti assunsero una colo-razione leggiermente itterica. Inoltre nelle varie specie di idremie parassitarie si riscontrano i particolari pa-rassiti negli organi o tessuti di loro elezione. Cosi nella cosi detta cachessia ictero-verminosa, nel fegato, ehe presenta colorazione gialla, talora gibbositä, du-rezza maggiore del normale, dovuta a vari gradi di cirrosi, si riscontra un numero piü o meno grande di distomi lanceolati ed epatici i quali abitano i dotti biliari.
Nei detti condotti sonvi incrostazioni calcaree in forma di cillndri cavi od anche veri calcoli biliari. Nel fegato dei cervi trovasi ancora il disloma gigante (Bassi), cosi denominato, perche ha una grandezza quintupla deWepatico.
La mucosa dei dotti presenta caratteri di un ca-tarro piü o meno intense, cronico nella massima parte delle volte, con iperplasia del connettivo adiacente. Talora pel numero dei parassiti o delle concrezioni avvenne otturamento di alcuni dotti e si trovano ectasie (dilatazioni) uniformi o saccate.
Nei dotti epatici riscontrasi inoltre un liquido giallo-verdastro cjstituito di cellule epiteliali, materia colo-rante della bile, muco, sali calcari ed ova di distomi in numero sterminato. La cistefellea e dilatata e con-tiene bile meno densa e meno colorata dei normale.
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Nella idatiginosa dei maiali si riscontra il cislicerco abbondantissimo nel connettivo intermuscolare sieche i muscoli presentano corpicciuoli bianchi e sodi (detti grandine peranalogia d'aspetto colla raeteora di questo nome) piü o meno abbondanti e piu o meno marcati, secondo la quantitä e grado di sviluppo di detto ci-stico. Nella psorospermica dei conigli trovansi nel fe-gato e nella mucosa intestinale numerosissi.mi psoro-spermi, sieche anche all'aspetto macroscopico quello diventa macehiato di punti grigiastri, e questo di un pallido graduato.
Non dico di tutti gli altri parassiti ehe possonsi riscontrare nel reperto anatomico di animali morti per idrernia, giacche sarebbe un'inutile ripetizione avendone parlato nei rispettivi capitoli.
Sintomi e decorso. — In sul principio un osservatore poeo esperto puö essere tratto in inganno dall'aspetto di benessere ehe gli animali off'rono, il quäle perö e prodotto dallo aceumularsi di sierositä nel connettivo sottocutaneo.
II morbo si appalesa con debolezza museolare, pal-lori delle mucose apparenti o eolorazione giallo-pallida nella ictero-verminosa, edema al canale delle ganasee nelle pecore (questo perö compare a malattia inoltrata e preude il nome di bottiglia dalla sua forma), distacco facile della lana, dimagramento generale, coriaggine, abbassaraento di temperatura, polso piccolo, frequente, orine abbondanti chiare, diarrea ehe negli ultimi mo-rnenti si fa colliquativa.
II decorso n'e sempre lento. II morbo puö durare 3-4 mesi. Quando trattasi di idrernia semplice talora guarisce.
L'esito e soventi volte fatale quando e parassitaria. In questi casi sono suscettibili di guarigione solo quelli ehe albergano un piccolo numero di parassiti e quando
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queati possono venire eliminati. Cosi guariscono i ca-valli ehe albergano le larve d'estro, perche queste, prima di agosto, abbandonano il loro ospile.
La guarigione della cachessia per distomi epalici puo parimenti avvenire, perche anohe questi abban­donano il fegato spontaneamente nell'estate (Gerlach, Bassi).
Terapia, — Nella forma verminosa Tindicazione da soddisfare e la dietetica. Cibo secco, abbondante, nu­tritive e di facile digestione. AU'amministrazione di rimedi, se si eccettuano le castagne d'india, i de-cotti di salice, il sale di cucina, il solfato di ferro, si oppone I'economia (1). E meglio ridurre gli ani-mali ad uno stato di nutrizione sufficiente per essere macellati.
AWindicazione proßlatlica si soddisfa col tenere lon-tane le pecore ed i buoi dai pascoli umidi e paludosi in cui sono depositati tanto frequenteraente i germi dei distomi, e col dare loro di tratto in tratto ali-menti secchi e sale di cuciua, Nella forma semplice giovano i ferruginosi, i tonici (castagne d'india, il salice bianco, le bacche di ginepro), e gli eucrasici
CAPO IV.
OSTEOMALACU, CACHESSIA OSSIFRAGA. OSTEITE ENZOOTICA.
Palogenesi ed ez-iologia. — NeH'osteomalacia le ossa, e specialmenle quelle lunghe per deficienza di sail (fosfato di calce) acquistano cedevolezza, perdono la resistenza e divengono iraproprie alia loro funzione.
(1) Verheyen suggerisce anche il petrolio e I'essenza di tremeDtina.
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Queslo morbo si produce per riassorbimento di sali calcari cou assottigliamento degli strati compatti e delle parti spugnose.
La cachessia ossifraga e quasi esclusiva ai bovini. Venne perö osservata anche nel cavallo, nel maiale e Delia capra.
Si manifesta piii specialmente sulle montagne, nelle vallate e sugli altipiani.
E enzootica od epizootica. Fu studiata nel Belgio (Verheyen, Dele), in Russia (Roloffj, in Savoia (Roux), in Italia (Bianchi, Bassi), ecc. lo la vidi nella Val Ca-nobina e nella Val Vegezzo.
Le cause di questo morbo sono i pascoli aridi per gran siccitä, gli alimenti poco nutritivl e deficienti di fosfati. Nelle annate in cui piove raramente, i mi­neral! del suolo, e specialmente quelli ehe sono diffi-cilmente solubili, come il fosfato di calce, non entrano in quantitä sufficiente nelle erbe dei pascoli (Roll). Cio spiegherebbe I'azione di tali alimenti. Anche i residui delle distillerie, delle fabbriche di birra (fru-mento, orzo, patate, ecc), i quali sono poveri di sali di calce, furono riconosciuti cause determinant!. II fieno e l'erba di prati, sebbene rieche di altri sali, ma deficienti di fosfati di calce, producono la cachessia ossifraga (Roloff).
Le euzoozie osservate da Bianchi erano prodotte anch'esse dalla raiseria. Ecco le sue interessanti pa­role : laquo; Gli animali affetti sono in generale i piü magri, di coloni miserabili, ehe per la penuria di da-nari e per la mancanza di prati sono costretti nutrirli di strame, il quale per la dominante siccitä non ha potuto acquistare i voluti principii nutritizii, essendo per lo piü questi terreni di natura siliceo-sabbiosa e privi di acqua. raquo;
fi delta per questo malattia della miseria.
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Nön so ehe valore possa avere Topinione di quelli ehe credono essere prodotta da abitazioni uraide, dal freddo invernale, da privazione d'alimenti verdi, ecc..
Le vacehe pregne e le lattifere offrono maggiore disposizione. Le prime perche necessitano di molto fosfato di calce per la formazione dello aeheletro fe­tale; le seeonde per la produzione del latte.
Reperto anatomico. — I eadaveri sono raaeilenti, e gli organi presentano tutti i caratteri di anemia. Le ossa nel principio del morbo conservano aueora resi-stenza e compattezza. U raidollo e ancora abbastanza sodo, ma e giä piü rosso del normale. I capillari sono piü o meno dilatati. A malattia piü avanzata il mi-dollo diviene molle e forma una poltiglia di colore rosso, la cavitä midollare dilatata per atrofia della sostanza compatta. Nei casi gravissimi il midollo di­viene liquido, giallo, e rassomiglia a molle gelatina. Nella diploe trovansi piastriccine ossee staccate e li-bere. Lo strato corticale e iperemico e la sostanza ossea fragile cd anche flessibile per assorbimento straordinario dei fosfati. L'assorbimento perö eomu-nemente e avvenuto dall'interno aH'esterno. In aleuni casi si e formato in focolai piü o meno sparsi. In questi casi l'osso ha maggiore fragilitä. E sempre molto piü leggiero del normale. L'analisi chimica di-mostra ehe i fosfati talora sono diminuiti del 50 0/ü-
Siniomi e decorso. — Fra i prodromi si osserva fre-quentemente ptialismo, pica (leccano i muri, i pavi-menti, gli abiti, mangiano calciuaccio, ecc.), indizio di sentito bisogno di minerali. Gli animali dimagrano, la pelle si fa aderente alle ossa, il pelo diviene irto e perde la sua lueentezza. La secrezione lattea di-minuisce.
NeU'ulteriore decorso sopravviene la febbre lenta, la colonna vertebrale e le estremitä divengono rigide.
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e difficoltato il movimento. Le estremita si fanno do-lorose e gli animali si reggono in piedi con difficoltä. Se sono coricati si alzano a stento. Avvi zoppicatura da uno o piu arti ed in ispecie dei posteriori. Si odono lalora schricchiolii articolari. Alle estremitä formansi edemi. Si osservano üussioui alle giunture (garretti, anche, spalle, nocche). Stanno coricati roolti giorni, non alzandosi neppure per mangiare e bere. Dopo il pasto emettono talvolta gemiti. Quando sono in piedi non rautano posto per non essere molestati dal dolore, e vi stanno per 3-4 e piii giorni.
Piu avanti compaicno turaori alle mascelle, i denti si muovono nei loro alveoli ed i malati divengono sempre piü deboli. In questo punto le alterazioni di nutrizione delle ossa sono gravissime, e perciö queste sono assai fragili. Pertanto o nel coricarsi, o nel rial-zarsi, o nell'urtare contro un qualsiasi corpo duro, od in uno sforzo qualsiasi si producono fratture o delle ossa del bacino, o delle ultime vertebra lombari, o del femore, scapola, ecc.
Le fratture avvengono piü facilmente negli ultimi giorni della gravidanza o durante le contrazioni del parto.
Esse non cagionano mai grandi dolori agli animali e frequentemente avviene il saldamento delle ossa (Roux, Roloff).
Nel gabinetto patologico del mio amico professore Bassi trovansi le ossa del bacino di una vacca abbat-luta per osteomalacia, le quali presentano numerosi calli, essendo stata la frattura comminutiva.
Talora le ossa non si saldano, e le punte si fanno passaggio all'esterno attraverso i tessuti (Dele).
Ildecorso della malattiae lento. Puö durare 3-4mesi.
La sua durata perö e dipendente dalle sostanze ali-menlari e dal trattamento terapeutico.
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— u -Lasciata a se e non cambiando il regime dietetico, rauimale muore raarasmatico, con diarrea colliqua-tiva e colle complicazioni prodotte dal decubito in seguito ad una o piü fratture. Posto invece in con-dizioni igieniche, guarisce in qualche mese.
E rarissimo ehe le vacche gravide abortiscano. I vitelli ehe ne nascono sono abbastanza robusti ed in buono stato di nutrizione.
Terapia. — Vindicazione proßlattica richiederebbe Vemigrazione quando i pascoli per accidentale siccita non sono atti a nutrire normalmente gli animali, op-pure Vimportazione di altri alimenti nutritivi e carichi di fosfati (i frutti delle leguminose, il trifoglio, ecc.)-Quando i terreni sono deficient! di fosfati sara bene correggerli con concimi ehe abbondino di tali sostanze.
Per Vindicazione causale, nei paesi in cui i pascoli sono ubertosi, ma il eontadino e misero, sarä d'uopo faccia un sagrifizioe comperi del buon fieno onde al-ternarlo colle sostanze poco atte airalimentazione ehe sono I'unico suo possesso. Quando non possa ciö fare, e meglio suggerirgli di vendere subito pel macello l'animale prima ehe sopravvengano maggiori altera-zioni per cui non si possa permetterne il commercio.
AU'indtcazione del morbo giovano la polvere d'osso calcinato, il fosfato di calce, il sale di cucina.
Quando sono avvenute fratture, gli animali debbonsi destinare al macello per eeonomia domestica.
CAPO V.
DIABETE MEIXITO, DIABETE ZUCOHERINO.
Patogenesi ed eziologia. — II diabete mellito venne osservato nel cavallo, cane, scimmia (Delaber, Bleine, Denanzio, Basse, Lebianc, Thiernesse, Delprato, ecc ).
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La patogenesi della melituria non fu ancora rischia-rata in modo sicuro neppure dalle recenti scoperte fisiülogiche, ne dagli Ultimi esperimenti. La presenza dello zucchero nell'orina non proviene da anomalia istologica ne funzionale del reni. Dipenderebbe, se-condo alcuni, da alterazione di fuuzione dello stomaco preparata direttameiate da una alimentazione incon-grua (Delprato, Polli).
II diabete si credette provenire da impedim'enlo nella trasformazione dello zucchero introdotto nel sangue; da acceleraraento ed auraento anormale della trasforma­zione degli amilacei in glucosio. Queste teorie non possono reggere, poiche nel primo caso lo zucchero sarebbe un costitutivo comune delle orine, e nel se-condo, dopo un considerevole aumento d'introduzione di amilacei neU'organismo, nell'orina dovrebbe serapre aumentare in copia lo zuccaro.
Lo zuccaro del sangue dei diabetici differisce dailo zuccaro delle orine diabetiche (Cantani, Paladine). Traccie di zuccaro ehe viene eliminato dal sangue trovansi anche nelle orine dei sani (Brücke).
Perö se si riflette ehe il diabete prodotto artificial-mente colla puntura del quarto ventricolo cerebrale proviene da perturbamento d'iunervazione nel fegato (C. Bernard), perche se innanzi della operazione si esporta il fegato, la melituria non avviene (Schiff); e ehe l'iperetnia del fegato prodotta direttamente per irritazione o paralizzando i nervi vaso-motori, deter-mina melituria (Schiff); e ehe il volume del fegato ha stretta relazione sulla quantitä di zuccaro nelle orine (Schiff); per tuttiidetti esperimentisembrerebbe ehe la melituria dipeuda da alterazioni passeggiere o permanenti d'innervazione del fegato.
Era state additate di ricercare la causa del diabete zuecherino in un'alterazione della secrezione biliare
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(Mead). Fu anche osservato la stearosi ed il rammol-limento della ghiandola pituitaria essere causa di diabete in una cagna (Thiernesse).
Sono cause occasionali il raffreddamento per cor-renti d'aria, o per pioggie, bagni, ecc, specialmente a corpo estuante, le eccessive fatiche.
Reperto anatomico. — Corpo dimagrato, muscoli pallidi, in una parola le alterazioni deiranemia. I reni lalora sono tumidi, iperemici, raramente colle.ano-malie nutritive deH'infiammazicne cronica parenchi-matosa.
Sintomi e decorso. — Le orine vengono emesse in copia straordinaria. Sono pallide, dolciastre, piü pe-sanli del normale, da 1,0122-1,0520 (I'aumento del peso dipende dallo zuccaro e dall'accresciuta quantitä di urea), spumeggianti, giallo-verdiccie. Neil'estate gran numero di mosche copre il pavimento bagnato dalle orine, avide del dolce ehe contengono. Sete ar-deute, fame insaziabile. Le orine sono quasi sempre in minors quantitä del liquido introdotto. Furono perö vedute anche piü abbondanti delle bevande in-geste (Delprato). La loro emissione avviene 4-5 volte all'ora.
Lo zuccaro nel sangue attira per endosmosi acqua da tutti gli umori dei parenchimi, dalle bevande e dai eibi ehe pervengono nel ventricolo e negli inte-stini. Per detta attrazione i vasi sanguigni si riem-piono soverchiamente, e da ciö avviene aumento di pressione sanguigna ehe si estende ai glomeroli dei reni e produce poliuria (Vogel).
Per conoscere se le orine contengono zuccaro, se ne prende una quantitä, si mesce con abbondante so-luzione di potassa caustica e vi si aggiunge adagio adagio una soluzione allungata di solfato di rame fino a nuova soluzione del precipitate primitivamenle
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formatosi. Ciö fatto, filtrando e riscaldando il filtrato, questo assume un colore azzurro (Trommer). Riscal­dando I'orina melittica unita ad una soluzione di po-tassa caustica, quella prende un colore giailo, e poi bruno, e quiüdi bruno-nero. Puö usarsi anche il reattivo di Barreswill.
La quantitä dello zuccaro contenuto nelle orine puö misurarsi colla soluzione titolata di Febling, oppure coirapparecchio di polarizzazione di Soleil-Ventzke e di Robiquet.
L'analisi chimica fatta pralicare dal professore Del-prato dal chiarissimo professore Truffi diede:
Albumina.....Grammi 13,500
Glucosio.....Id. 1,250
Minerali.....Id. 1,520 ]#9632; 1000.
. Urea ed acidi organici. Id. 11,730 Acqua e perdita . . Id. 972,000
Nel decorso del morbo la quantitä di zuccaro su-bisce varie osciilazioni. Colla coraparsa dello zuccaro nelle orine scompare l'urea talora totalmente (Krimer). Lo zuccaro diabetico e composto di carbonio 39,99, di idrogeno 6,66, di ossigeno 53,33 (Proust). La p'ro-porzione dello zuccaro nell'orina e di 52,1—86,8 (Ca-pezzuoli).
Per la aumentata secrezione orinaria diminuisce la perspirazione cutanea, e perciö la pelle diviene secca ed il pelo perde la sua lucentezza.
I malali dimagrano perche gli albuminati debbono surrogare gli idrali di carbonio (Cantani). Le evacua-zioni fecali scarse od in ritardo. La regione lombare seasibile alia pressione. II polso dapprincipio normale ed in spguito celere e molle. Le pulsazioni cardiache piü eslese e maggiormente percettibili. La pupilla dilatata, vista diminuila, e nel progresso intorbida-menlo della lente. La temperatura o rimane normale Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2
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oppure diminuisce di alcuni decirai e perfino di an grado. NeU'ulteriore decorso si manifesta la prostra-zione delle forze, ehe qualche volta e preceduta da albuminuria, cui tiene dietro la morte.
II diabete mellito ha decorso per lo piü lento (30-40 giorni. Fu visto a protrarsi a piü di 3 raesi (Rueff). Talora dura solo qualche settimana. L'esito piü fre-quente e la guarigione.
Terapia. — AU'intiica^ione del morbo giovano il car-bonato di ferro, pel cavallo, alia dose di 60 grammi per giorno con 20 grammi di genziana polverizzala (Delprato); il bolo armeno in boli (Verheyen), i ferru-giuosi, i tonici, il creosoto (Delwart). Detti rimedii vanno continuati quasi un mese.
AW'indicazione proßlatlica si altende col nutrir bene gli animali e col non esporli all'acqua fredda o alle correnti d'aria a corpo estuante, col moderate la-voro, ecc.
L'indicazione dietetica esige fieno aromatico di col-lina, fava franta, ceci, ecc.
AWindicazione causale si soddisfa, quando ha agito ilraffreddaraento, con strofinazioni e colle coperture.
CAPO VI.
DIABETE INSIPIDO, P0L1ÜRIA.
Patogenesi ed eziologia. — II diabete insipido e la secrezione straordinaria di orine. In esso il saugue e le orine non contengono materie eslranee. La piccola quantita d'inosite scoperta nelle orine di un diabetico da Mosler fu riconosciuta ritrovarsi sempre nelle copiose orine, ehe seguono alle ingestioni di abbon-danti bevande (Strauss).
La poliuria si fa derivare da dilatazione del vasi
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afferent! delle capsule Malpighiane renali (Wachsmuth) per la alterata innervazione dei reni, e da alterazioni dei tubuli (Henle). Giä dal xv secolo fu descritta come proveniente da calidilä di rene (Columbre). Dette teorie erano giä state emesse per spiegare la gran copia di orine nel diabete mellito (Willis). L'esperimento ver-rebbe in loro appoggio. La punzione del midollo al-lungato praticata un po' piü in alto del punto diabe-tico produce poliuria semplice (Bernard).
Fra le cause occasionali del diabete annoveransi le reumatizzanti, I'ingestione di acqua molto fredda, spe-cialmente quando Tanimale e in sudore, le fatiche esagerate, i traumi al cranio.
La poliuria inoltre si produce sempre nei primi giorni ehe si offrono agli animali alimenti verdi, non ehe in seguito ad alcuni diuretici.
Reperto anatomico. — Reni tumidi, iperemici. L'e-pitelio delle pareti dei tubuli renali in gran parte staccato, rammollito, disgregato. Gli ureteri e la ve-scica ingranditi, le loro pareti pallide. Siccome e ra-rissimo ehe muoiano animali per poliuria insipida, cosi dette alterazioni si riscontrano quando muoiono per altri morbi, e nei quali esistette poliuria.
Sintomi e decorso. — Le orine sono abbondantissime, limpide, piü leggiere del normale, perche contengono meno di sali e di urea. La traspirazione cutanea dimi-nuita, e perciö la pelle non e piü morbida ed il pelo perde la sua lucentezza. Sete ardentissima prodotta daU'aumentata secrezione orinaria, per cui vengono sottralte al sangue grandi quantitä d'acqua ed ai tes-suti i liquidi interstiziali. Per un tempo abbastanza lungo i malati non dimagrano e non perdono le forze.
Neirulteriore decorso compare I'anemia coi feno-meni ehe l'accompagnano. La durata della malattia puö variare. Alcune volte termina in pochi giorni
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colia guarigione, ed in rarissimi casi dura dei mesi e finisce colla rnorte.
Terapia. AW'indicazione del morbo non giovano la valeriana, la belladonna, I'oppio. Tergotina, il creo-soto da alcuni suggeriti. Danno invece buoni risultati i sudoriferi, i tonici e gli alimenti cbe coutengono poca acqua di vegetazione. Ordinariamente basta un adatto regime dietetico. Nei casi gravi si ricorrerä con vantaggio ai ferruginosi. Nel massimo numero dei casi si rende necessaria la cura dfcU'iperemia re-nale e della paralisi dei nervi ehe vi si distribuiscono. La canfora in quesli casi da buonissimi risultati.
CAPO VII.
FEBBRE 1NTERM1TTENTE E FEBBRE PERNIGIOSA, FEBBRE ADINAMIGA.
Patogenesi ed eziologia. — Ho unite nelio stesso capo la intermittente e la perniciosa, perche generalmente la prima passa nella seconda, la quale non e ehe un grado piü intenso di quella.
La intermittente, negata negli animali domestici, fu ammessa in questi ultimi tempi.
Fu osservato il tipo quotidiano nel cavallo (Liegard, Hering, Cliolog, Delwart, Reboul, Dollola), nelle bo­vine (G. Lessona, Brusasco smiore, ecc), nel maiale (Leninschic). II tipo terzano nel cavallo (Roxstan, Leroi, Hartwig. Demoiseau. ecc), nelle bovine (Ri-volta, Brusasco seniore). II tipo quartano (Ruini, De­moiseau, Grosclaude, Bertaccbi, ecc).
II miasma paludoso n'e la causa. Moscati, Bous-singault, Rigaud ammisero pei prim! una materia or-ganica nell'aria miasmatica. Salisbury, Gratiolet, Halber, Balestra lo dimustrarono.
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Giunto nel sangue o per le vie respiratorie o per le cutanee o per le digestive, ecc, determina una fermentazione, per cui succede l'aumento della lern-peratura (la febbre). L'intermittenza verrebbe spie-gata daU'eliminazione di una parte del miasma e dei materiali di metamorfosi regressiva nel periodo caldo o del sudore. II parossismo si ripeterebbe allorche la sostanza miasmatica e di nuovo moltiplicata spe-cialmente nella milza, di cui inquina i leucociti.
Noa si conosce il motivo pel quäle la malaria negli animali dotnestici tante volte si limiti a produrre una intermittente od una perniciosa, e tal'altra una car-buncolare. E probabile ehe per determinare quest'ul-timo morbo la malaria non sia sufficiente, e ehe sia d'uopo l'azione simultanea dei miasmi delle stalle, o di altre circostanze inerenti al suolo ed alia eultura d'una regione. Dette cause verrebbero poi rese piü uttive daü'altissima temperatura atmosferica, la quäle inoltre dispone gli organismi a malattie di processo dissolutivo, come si osserva a Borneo, all'Ava, a Su­matra, non ehe neU'Africa centrale, ecc.
II miasma nella sua forma elementare e costituito di sporangi contenenti sporule giallo-verdastre e di sporule libere, ovoidi, del volume di 1/100 di mil-limetro, giallognole, trasparenti al centre, con nucleo talora poco appariscente (Balestra). E costituito da micrococci (Hallier). E fatto da corpuscoli o cellule minime, oblunghe, isolate o conglomerate aventi nucleo distinto, parete liscia e spazio vuoto tra il nucleo e la parete (Salisbury). E formato di sporule (Gratiolet).
Detti microfiti non si trovano solo sospesi nell'aria, ma anche nella rugiada, nelle erbe, nei terreni, ecc. Traggono origine da specie di alghe del genere pal-mella, le quali vegetano sotto forma di muffa o pol-
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vere di vario colore bianco-giallo-sporco, rosso-garo-fano, rosso-mattone, verdognolo. Esse divengon origo-gliose dopo l'evaporazione delle acque e dopo una pioggia ehe segue a grande siccitä nei terreui ricchi di materie organiche in putrefazione, nelle paludi, negli stagni, nei fossati, nelle risaie, ecc.
Reperlo anatomico. — E raro ehe abbiansi ad eseguire autopsie di animali morti da febbre intermittente sem-plice. Invece sono frequenti allorche trattasi di per-nieiosa. II sangue e diluito per impoverimento di globuli rossi e di albutnina. Esso si coagula difficil-mente. 1 tessuti in generale sono pallidi o giallognoli. La milza e ingrandita e talora presenta alterazioni melaniche, il fegato ha pure alcuni punti colorati di nero. I reni flosci, seolorati. II mesenterio ed i gangli con leggiera iperemia passiva, Trasudazione sierosa nella cavita addominale. La polpa cerebrale in alcuni punti infiltrata di sostanza melanica, Predominanti le alterazioni deU'idremia.
Sinfomi e decorso. — Si producono parossismi feb-brili separati da intervalli di apparente salute. I pa­rossismi compaiono alia stessa ora del primo o ad ore diverse. Essi durano poco tempo. D'ordinario co-minciano coi brividi, cui tiene presto dietro il calore ed il sudore. La ternperatura si porta quindi presto al normale. Nei tipo quotidiano il parossismo si ri-pete tutti i giorni; nei terzano avvi un giorno libero; nei quartano ve n'hanno due senza aeeesso. Si am-mette ehe nei periodo febbrile del caldo e del sudore avvenga eliminazione del miasma per mezzo della cute, delle vie respiratorie e delle vie orinarie, da cio alcuni casi di apparente guarigione spontanea.
Talora i parossismi sono cosi vicini e cosi vio­lent!, ehe le febbri hanno un decorso continuo e producono alterazioni si gravi negli elementi co-
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stitutivi del sangue da cagionare prestamente la raorte.
La febbre e molto intensa, i sintomi general! ram-mentano quelli del tifo o del carbonchio; gli ani-mali sono colti da coma o da vertigini; non e raro ehe s'associno itterizia e diarrea, essudati plearitici e peritoneali.
In questi casi la malattia prende il nome di perni-ciosa. E raro ehe fin da prineipio la febbre si sviluppi cosi grave. Per lo piü prineipia corae una intermit-tente leggiera. Pero si osserva talora coi caratteri di perniciosa fino dalla sua origine.
I sintomi piü salienti sono una elevazione sorpren-dente della temperatura (42,5 centigradi). Per la breve durata di questo eccessivo aumento non avviene pe-ricolo per la vita. Nella pernieiosa, come nelle ma-lattie febbrili in cui il calore si porta ad un grado elevato e dura per lungo tempo, produces) adinamia. A tali fenomeni si unisce poi la febbre algida con polso piccolo, profondo, frequente, intermittente, mu-cose iniettate, dorso ineurvato, distribuzione perife-rica del calore anormale, scroseio dei denti, tremori alia groppa, alle coscie, alle spalle, pelo arricciato. Nel principio della febbre perniciosa le orecchie, la pelle, la bocca sono calde, havvi graade sete; le orine sono scarse e rossastre. Le remission! in questa sono appena sensibili. Per lo piü vi seguono I'ema-turia, la prostrazione delle forze, il dimagramento, lo scoloramento delle mucose apparent! con tutt! i sin­tomi d'idremia.
I vitelli lattanti, ehe vanno molto soggetti alia forma continua perniciosa, rimangono fino dal prin­cipio paraplegici e giacciono sdraiati, eon tempera­tura eutanea molto abbassata, diarrea fetida, polso filiforme, celerissimo, occhio languido, ecc.
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Tauto la febbre intermittente quanto la perniciosa negli anirnali domestic! hanno decorso acuto. La prima, se non e tosto curata, fa talvolta passaggio alia se-conda. In generale cedono ad un'appropnata terapia e guariscono in 12-15 giorni.
Terapia. L'indicazione vrofilatlica richiede di ren­ders sane le localitä prosciugando le paludi, ecc, di allevare razze locali, le quali resistono di piü all'agente morbigeno.
AWindicazione del morbo si soddisfa con sostanze spe-cifiche. Giovano i preparati di chinina amministrati in larga dose, la salicina, e quindi gli amari ed i to-nici. lo guarii piü volte anche i vitelli coH'ammini-strazione di quattro grammi di solfato di chinina in una bottiglia di vino generoso diviso in due volte nella giornata e ripetuto per due giorni. Per ottenere poi una reazione e per ovviare alia paraplegia feci con vantaggio applicare clisteri d'acqua fredda. Al-lorche dopo il periodo di caldo e durante il brivido si produce adiuamia, colapso, e d'uopo prescrivere vino caldo spiritoso, canfora, etere, non ehe i rube-facienti, i senapismi. Se si unisce eraaturia si dovrä ricorrere ai preparati di ferro, al bolo armeno in boc-coni con miele.
KWindicazione dieietica si attende con alimenti sani e copiosi. Bisognerä perö evitare di araministrarne quando le funzioni digerenti sono difficoltate. L'acqua un po' salata con cloruro di sodio e ottima bevanda.
CAPO VIII.
FEBBRE TIFOIDEA, INFLUENZA, T1FOEMIA, TIFO.
Patogenesi ed eziologia. — In altro volume ho trat-tato della febbre gastro-biliare alia quale mi sembra
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alludano alcuni autori col nome di influenza. Ad ogni modo siccome questo nome e pure usato per indicare la febbre tifoidea, cosi ho creduto bene di metterlo in testa a questo capitolo per maggiore intelligenza. Perö io dichiaro ehe per influenza intendo una feb-brieiattola di poco momento come gia la descrissi, e ehe per me la tifoidea non e altro ehe un grado piü leggiero del tifo. Hering e Spinola ammeltono varie forme d'influenza (tifoemia). Hertwig e Falke la eon-siderano un tifo leggiero aculo dei cavalli. E desso un morbo febbrile analogo al tifo, ma di esso piü benigno.
Si manifesta ora con fenomeni reumatici, ora te-tanici, cerebrali, toraeici ed addominali. Le forme in eui si presenta hanno tutte un sustrato tifieo, cioe la maggiore o miaore diminuzione della coagulabilitä del sangue, ecc.
La tifoidea non e eontagiosa, raramente sporadica, per lo piü enzootiea od epizootica. Alcuni perö la credono attaccaticcia (Falke, S'pinola, De Marehi, Bassi, ecc). Io ritengo ehe lo sviluppo di molti casi in una loealilä dipenda da influenze atmosferiehe, o dal fatto ehe le stesse cause agiscono su molti indi-vidui. Ne sono causa gli squilibrii di temperatura, le migrazioni in climi differenti, il passaggio dalle state libero e dai paseoli nelle scuderie, la poca venlila-zione e scarsa pulizia di queste, Tagglomerazione esa-gerata, la mancanza di moto.
Fu osservata in Inghilterra nel 1732-34 (Gibson). Nel 1822-23 uella razza di Tarbes (Sajoux), ove ri-ricomparve nel 1854-59 (Gauzard, Trelut, Lafosse). Dopo il 1820 se ne parlö molto in Europa, e fu de-serilta da Girard, Dupuy, Reynard, Bouley giovine, Delafond, ßey, Berthier, Jourdier, Baillif, Sanson, Gourdon, Knoll, Anker, Dietrich, Spinola, Hayne,
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Funck, Vehreyen, Bertacchi, Bassi, De Marchi, Pe-rosino, da me e da altri moltissimi.
Reperto anatomico. — Nella forma emalica i tessuti presentano ua giallore piü o meno marcato. 11 sangue si coagula difficilmente, il fegato giallo, cotto. Nella forma toracioa i polmoni sono congestionati, oppure flogosati, rammolliti, quasi gangrenati, od anche epa-tizzati. In nessuna forma esistono le ecchimosi am-messe da alcuni nel pericardio. Queste sono proprie deile febbri carbuncolari.
Nella forma addominale trovansi iperemie nel me-senterio, nei gangli omonimi e nelle pareti intestinali, ehe presentano un fondo giallastro; anche le ghian-dole del Peyer sono iperemiche ed ipertrofiche. II fe­gato giallastro, quasi cotto, oppure rammollito. Al-lorche il morbo ebbe decorso subacuto si trova inoltre la mucosa del tenue tumida, rammollita, coperta di muco e di masse epiteliali. Le ghiandole solitarie e le aggregate sporgono dal livello della mucosa cir-cumambiente, e sono iarghe quelle come un pisello, queste come un pezzo di dieci centesimi. Alia super-ficie di taglio dette ghiandole sembrano infiltrate di sostanza cerebriforme dovuta all'aumento enorme di elementi cellulari. Lo state tegumentale di alcuni fol-licoli trovasi convertito in escara giallastra, secca, friabile. In altri casi le ghiandole hanno dato esito al contenuto anormale nella cavitä delfintestino. In-fine trovansi erosioni ed esulcerazioni prodotte dal distacco delle escare. Le stesse osservazioni fatte da me vennero gia descritte (Gerlach, Hering, Ercolani). La mucosa del duodeno e del digiuno colorata in giallo intense, piastre vinose con rammollimento epiteliale nel cieco e nel colon (Delprato). II sangue, oltre la diminuita coagulabilitä, la facilitata scompo-sizione ed abbandono della materia colorante pre-
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senta aU'esame microscopico i bacterii irregolari, fu-siformi, o bifidi, piü lunghi dei carbonchiosi. Nella forma cerebrale si trova lalora anemia e tal'altra iperemia deU'encefalo e dei plessi coroidei (Raynard, Dupuy). Talvolta trovasi pure I'idrope dei ventricoli iaterali con depositi. Nella forma tetanica non si tro-vano alterazioni precise. Le alterazioni circolatorie delle raeningi spinali non sono costanti.
Sintomi e decorso. — I cavalli ommettono improvvi-samente di mangiare I'avena ed a poco a poco ces-sano di prendere alimenti di qualsiasi natura. II morbo comincia pertanto prima con aberrazione e quindi colla scomparsa deirappetite. Essi si allontanano dalla mangiatoia, sono deboli, e se si fanno cammi-nare vacillano (per alterata innervazione). Nascono brividi seguiti dall'elevazione di temperatura ehe puo raggiungere, secondo mie osservazioni e quelle di Schmidt, Adam, Bagge, Brusasco, ecc, a 40o-4lo-42o,5.
Un aumento rapido della medesima e sempre piü pericoloso di uno lento. L'abbassamento di un grado non susseguito da elevazione e segno di miglioramento.
II polso leggermente accelerate da 60-65 battute, dapprincipio pieno con arteria tesa, in seguito piü celere e piü molle. I battiti del cuore dopo i primi giorni si fanno sensibilissimi. Le orine sono scarse, cariche, torbide per materie estrattive e coloranti. Hanno maggiore densitä per I'aumento d'urea. Con-tengono in meno il cloruro di sodio. Danno quasi sempre reazione acida.
Nella forma toracica si uniscono i fenomeni delle alterazioni polmonari, tosse, dispnea, ecc.
Nella reumatica tetanica si osservano la rigiditä mu-scolare e le contrazioni. Prevalgono i sintomi anemici.
Nella forma addominale prevale la tinta itterica e si producono coliche piü o meno intense.
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Nella forma cerebrale vi puo essere lo stupore, il coma, od anche I'erettismo, le convulsioni. la questo caso il malato e pericoloso per quelli ehe lo gover-nano.
la generale il morbo ha un decorso acuto e beni-gno. In alcuni casi veste la forma di tifo.
II tifo, sia quando ha cominciato con fenomeni di tifoidea, sia quando e primario si appalesa coi sin-lomi fiuora descritti, ma resi piü intensi dalla mag-giore gravitä delle alterazioni anatomiche. La febbre giunge perfino a 4^,5deg;, e quindi rapidamente discende a 35-36. I fenomeni cerebrali, tetanici, addominali si esasperano. In quest'ultimo caso si manifesta pure la diarrea. La temperatura esterna diviene irregolare, 1'occhio perde la sua vivacitä, le forze sono prostrate e la morte sopravviene.
Quando e benigno I'esito ne e la guarigione ehe si presenta in 10-12 giorni. Allorehe diviene grave la durata puö protrarsi oltre un mese e guarire. Se e grave dapprincipio la morte n'e quasi I'esito normale. Per lo piü i malati muoiono prima dell'ottava. Altre volte, nella forma polmonare, le alterazioni del pol-mone divengono cosi gravi, ehe anche se arriva la guarigione, questa e ineompleta.
Diagnosi. — Potrebbe venire confuso eolla febbre intermittente e perniciosa, eolle carbuncolari, eoll'a-nasarca idiopatico del Bouley, ma leggendo detti ca-pitoli si trovano le differenze.
Terapia. AWindicazione del morbo giovano dap­principio il solfato di soda, il cremortartaro, I'acetato diammoniaca, quindi la salieina (Gotti, Ercolani), la canfora ed il solfato di chinina in boli oppure nell'ln-fuso di camomilla. I clisteri, le frizioni rubefacenti, i larghi senapismi aU'addome ed ai costati. II salasso e nocivo. Nei casi gravi, in eui I'intestino non assorbe
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sufficientemente, si faranno le iniezioni ipodermiche col solfato od idroclorato, od anche arseniato di chi-nina sciolti in acqua distillata.
Nella forma cerebrale i bagni ghiacciati alia testa.
Cessata la febbre e comparendo l'appetito e utile ramministrazione di assafetida, di piccoie dosi d'aloe con estratto di ginepro e polvere di genziana. Non bisogna abusare dsect;i setoni e senapismi, perche ta-lora producono intavolature enormi e gangrena, de-terminaado la caduta di pezzi piü o meno grandi di cute. Nella forma addominale, quando esistono coliche, si amministreranno bevande mucilaginose con estratto d'aconito, con etere solforico, con cloralio o con lau-dano liquido.
L'indicazione dieletica richiede bevande fresche ni­trate, salate con cloruro di sodio, pochi alimenti e di facile digestione.
KWindicazione profilatlica si soddisfa col procurare una dolce temperatura ed aria pura nelle scuderie, e colle passeggiate quando evvi miglioramento.
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CAPO IX.
ANASARCA IDIOPATICO.
Patogenesi ed eziolcgia. — Questa malattia prese un numero stragrande di nomi e quasi tutti arbitrarii. Fu chiamata Mai di testa per contagione da Lagueri-niere, poiche la credeva contagiosa; Carbone bianco da Chabert; Anasarca idiopatico dal Bouley; Febbre petecchiale da Hertwig; Corizza gangrenosa da Ve-rheyen; da molti Morva acula. Delafond fu il primo ad ammettere una preesistente alterazione negli ele-menli costitutivi del sangue e la cbiamö diastasemia rapida. Bouley, appoggiandosi a sue osservazioni di
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avere visto a prodarsi rapidatnente I'anasarca in ani-mali sani e vigorosi in seguito a soppressione di traspirazione cutanea ehe guari con antiflogistici e diaforetici, sostenue essere di natura infiammatoria. Festal la ritiene un'aglobulia, poiche coll'analisi chi-mica ha riscontrato un grande abbassamento di glo-buli e I'elevazione di albumina, e per quest'ultimo fatto la vorrebbe chiamare poliatbuminia; ma nello stesso tempo ammette di avere riscontrati i fenomeni esterni dell'anasarca in animali vigorosi e pletorici ehe euro cogli antiflogistici, e nel sangue delle lar-ghe sanguigne loro pratioate trovö i globuli a circa 120deg;, I'albumina a 78deg; e la fibrina a 6deg;, epperciö chiamö questa malattia anasarca acute caldo od ipe-remiat L'illustre mio maestro, il professore Ercolani, la pone nel'.a grande famiglia delle malattie a pro-eesso dissolutivo. Verheyen la crede un'infiamma-zione della mucosa nasale con tendenza alia gangrena, alia infiltrazione del tessuto cellulare sottocutaneo, ed all'aiterazione dei liquid! circolatorii. Girard la ritiene un'iperemia del tessuto connettivo, ma da abilissimo osservatore s'aceorse ehe in molti casi havvi pure una specie di setticoemia o di avvelena-mento del sangue per accumularsi in esso certe so-stanze ehe non possono eliminarsi per la strada della cute.
lo, pei caratteri anatomo-patologici macroseopiei e microseopici, pei chimici, e pei eriterii ezioiogici, sintomatici e terapeutici, la reputo un'idroemia acuta.
Per la diminuzione dell'albumina e dei corpuscoli rossi e per I'aumento dell'aequa avviene la tendenza agli edemi; ma queste condizioni non basterebbero per determinarii. Oggigiorno, contro la dottrina di Beequerel e Kodier, i quali credevauo ehe dovesse avvenire idrope tutte le volte ehe i! sangue non con-
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tenesse ehe il 6 % di albumina, e ammesso siccome necessario uq aucieato di pressione sul sistema va-scolare.
lo divido I'opinione di Henle di fare derivare I'e-dema neU'idroemia oltre dalla qualitä del sangue, daU'assottigliamento delle pareti vascolari, dalla mi-nore resistenza ehe queste offrono alia pressione del sangue, e forse anche dalla rninore attivitä dei vasi assorbenti; sebbeue Brücke abbia cercato di dimo-strare con esperimenti ehe il sangue povero di albu­mina trasudi facilmente dai vasi. Egli, dopo avere reciso ad una rana l'ischiatico di un lato e quindi d'averla posta in un bicchiere avente sul largo fondo una carta asciugante bagnata, scörse dopo alcune set-timane I'edema nell'arto paralizzato. Nutrendo quindi la rana eon acari della farina I'edema scompariva tosto per indi ritornare allorche I'animale veniva af-famato, e cio osservö avvenire per piü volte di se-guito. Sebbene Brücke attribuisca I'edema alia sem-plice diminuzione deH'albumina, a me sembra ehe non sia indifferente la diminuzione di resistenza delle pareti vascolari in seguitoalla recisione deH'ischiatieo.
Questo morbo talora si prepara lentamente per in-sufficienza di alimento; tal altra iusorge in modo rapido per repentine perdite di sangue (per abusi di salassi o per gravi emorragie), per raffreddamento della cute. Mantegazza dimoströ ehe l'iniezione del-I'urea nolle vene produce rapidamente anemia glo-bulare. Allorche la malattia si sviluppa per una forte eausa reumatizzante, cioe per raffreddamento e so-pressione della traspirazione cutanea, e facile inten-derne la genesi, poiche sospendendosi la secrezione cutanea, il sangue si carica di sostanze di riduzione, epperciö d'urea, e da qui I'alterazione. La sovrab-bondanza d'urea nel sangue in questa malattia ci
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viene confermata dal trovarsi dessa in quantitä piut-tosto rimarchevole nel siero di filtrazione formante I'edema.
Reperto anatomico. — Nei cadaveri riscontransi ab-bondanti infiltrazioni sottocutanee, larghe macchie ecchimotiche, alcuni punti di mucose e pelle piü o meno grandi, gangrenati ove tnaggiore fu la mace-razione (alia pituitaria, alle gengive, alia faccia in-terna delle labbra). La raucosa nasale e fortemente tumefatta e qualche volta fino al punto d'occludere le cavita nasali. La sua colorazione e violello-chiaro; in varii punli esistono degli stravasi sanguigni ed emboli; di tratto in tratto banvi delle ulcerazioni di varia forma e profondila. Queste interessano ancbe il tessuto sottomucoso e sul selto nasale vauno fino alia cartilagine. Tumefatte sono pure le gengive ed identicfae sono le ulceri loro e quelle delle labbra. La gloltide e edematosa ed i polmoni splenizzati. Talora tutti i tessuti sono leggermente tinti in gial-lognolo poiche I'idroemia si congiunge ad un po' di colernia. II cuore e pailido ed il miocardio si lacera facilmente.
11 sangue colorato in nero, per mancanza d'ossi-geno, non si coagula cbe lentamente e molto imper-fettamente, e forma un coagulo piccolo il quale si divide in uno strato superiore giallastro forrnato da fibrina e leucociti ehe non e minore del soltoslante forrnato dai corpuscoli rossi i quali banno un colore cupo. AH'esame microscopico vedesi conlenere i ba-stoncini del Pollender e di Brauell. Anni sono, ancbe Gurlt e Kohne li incontrarono nel sangue di due cavalli ed in un maiale malalo di ematuria. II Lei­sering H trovö nel sangue di un cavailo morto per un'aflezione a processo dissolutivo, ma non d'indole carbonchiosa, e furono pure rinvenuti in un maiale
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morto di tricfainosi alia scuola di Berlino. Da queste ed altre osservazioni e dalle esperienze istitiate dal professore Bassi alia scuola di Torino, risulta ehe i detti bastoncini si rinvengono comunemente in tutte le malattie plastolliche.
Sintomi e decorso. — Si manifesta primieramente con edemi acuti e dolenti delle estremita posteriori e quindi anterior]. Questi edemi al principio sono molli al tatto, e la temperalura locale non vi e ehe leggermente o nulla affatto aumentata. Progredendo la malattia, 1'edema si porta alle region! sottotoracica ed addominale.
Fino dal principio talora I'edema comincia dalle labbra e dalla faccia e va man mano aumentando finche I'animale acquista un aspetto informe. Quindi portandosi indietro ed in alto comprime la laringe impedendone la respirazione, la quäle perciö diviene ansante e soffocativa. L'infiltrazione edematosa col-pisce di preferenza il tessuto connettivo e piü forte-mente e piü presto l'areolare, cioe quello ehe sta fra i vasi, i nervi, i muscoli, ecc; il tessuto connettivo sottocutaneo e specialmente quello delle palpebre, delle labbra, delle parti inferiori delle estremita, del prepuzio, dello scroto, ecc.
Per I'edema avviene una tensione molesta ed una debolezza nei muscoli delle estremita e la difficoltä di contrarli; come pure avvengono dei restringimenti di aperture naturali, come della bocea, delle aper­ture nasali, delle oculari, delle fauci, della glottide, deU'orifizio dell'uretra. Avvengono inoltre alterazioni nutritizie prodotte dalla compressione, dall'imbibi-zione e da una specie di macerazione, in seguito alle quali si producono lacerazioni di tessuti (le screpola-ture della pelle), cui non e raro succeda la gangrena.
II liquido dell'edema e leggiermente giallognolo e Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 3
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talora rossastro, trasparente, di sapore salino, di reazione alcalina e di peso specifico inferiore al siero. Questo liquido si distingue dagli essudati infiamma-torii perche non contiene cellule di neoformazione e raramente fibrina, e questa mai coagulata. Contiene 95 % d'acqua, quindi- vengono le seguenti sostanze per ordine di maggior quantitä: albumina, fibrina, materie coloranti di natura ignota ed ematina, grassi, urea, ed i sali die trovansi disciolti nel sangue,
Le mucose apparenti sono di colore leggermente violetto, e su di esse veggonsi turgide le venuzze. La mucosa nasale e in preda ad una supersecrezione mucosa, la quale ben presto si stria di sangue ehe trapela dai vasi. Non e raro ehe vi si scorgano delle petecchie della grandezza d'una lentiechia e fino a quella di circa cinque millimetri di diametro. Le parti di raucosa su cui queste hanno sede se ne ca-dono gangrenate lasciandovi delle uleerazioni molto irregolari. Allorche esistono le petecchie sulla pitui-taria, sonvi pure alle eongiuntive, alle gengive ed alia mucosa labbiale, ed anche queste, meno quelle delle mucose palpebrali, passano ben tosto in gan-grena formando una specie di escara, la quale stac-candosi in seguito per una linea di demarcazione ehe producesi mediante una lieve suppurazione, vi lascia un'ulcera a fondo scuro, a bordi irregolari ehe lascia gemere un sangue sciolto e nero sieroso. Questi fe-noraeni hanno tutta I'analogia eollo scorbuto umano, ed io avendo avuto occasione di osservarne varii casi, nel 1867 ne inviai uno alia Scuola di Torino, denomiuandolo appunto scorbulo equino. II polso e piccolo e celere, e l'attivilä del cuore e esaltata. CoU'ascoltazione si odono soffii nel cuore e nelle giugolari; talora in queste esiste il eosi detto polso venoso.
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L'ascoltazione polmonare fa sentire di molto aumen-tato il softio bronchiale prodotto al certo daU'ederna polmonare.
La percussione non da indizii positiv! e chiari in questa malattia. L'appetito si conserva, ma havvi quasi impossibilitä alia preensione per lo enorme edema delle labbra; inoltre havvi pure grande diffi-coltä alia deglutizione anche dei liquid! per I'edema della glottide. La seta e aumentata. La secrezione orinaria e diminuita, e le orine sono cariche e se-dimentose. La termogenes! e aumentata alia volta del cervello, e diminuita alle orecchie, e si mantiene leg-germente innalzata nei luoghi edematosi. L'occhio e tenuto infossato, abbattuto e talvolta perfino chiuso dal grande edema palpebrale. La cute e secca ed i peli hanno perduto la loro mnrbidezza e splendors per la diminuita o soppressa traspirazione cutanea. Le parti della cute in cui la temperatura si e abbas-sata sono divenute ottuse al tatto per paresi dei nervi cutanei.
Questa malattia ha rapidissimo decorso. Talvolta in 24 ore dalla sua comparsa minaccia di soffocare 1'a-nimale, ed e necessario praticare la tracheotomia onde farlo respirare. E sempre gravissima, poiche oltre al-I'essere il sangue molto diluito, epperciö inetto al man-tenimento della vita, va a formare infiltrazioni sotto-cutanee ed organiche di grande estensione; sieche queste, oltre all'impedire le funzioni d'alcuni organi interessantissimi (polmoni ad esempio), distendendo molto i tessuti e comprimendoli tolgono loro la facolta di riassorbirle, epperciö in seguito si scompongono, ed entrando poi anche in piccola quantitä nel torrente della circolazione ne cagionano la morte per setti-coemia, la quäle avviene piü prontarnente se si fanno delle scarificazioni, poiche dalle ferite entrando I'aria
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il liquido stravasato si putrefa piü prontamente e si-curamente ed i tessuti vicini si gangrenano. Bassi ha trovate utili le scarificazioni profonde ed estese degli edemi anche nell'esordire del male, perche uscendo lo siero dalle maglie del tessuto connettivo sottocu-taneo, e piü sicuramente prevenuta la gangrena e la icorizzazione.
Se s'aggravano i fenomeni morbosi, a specialmente gli edemi, Tanimale muore tutto al piü verso il 5deg; o 6deg; giorno di malattia; se perö questi stanno stazionari, oppure diminuiscono e le funzioni tendono a rior-dinarsi, havvi una lieve speranza di esito felice. La speranza dev'essere finora ben leggera, poiche e avve-nuto ehe allorche sembrava ehe l'animale volgesse a pronta guarigione, poiche I'edema scompariva, quasi repentinamente insorgesse una febbre settica ehe lo togliesse di vita in poche ore.
Da quanto venni tin qui discorrendo emerge ehe la prognosi di questa malattia e molto grave e I'esito incertissimo.
Terapia. AWindicazione proßlatlica giova I'aria sana, non mossa da correnti, ne impregnata da odori od eraanazioni seltiche. Si presenteranno ai malati degli alimenti sostanziosi e non avariati, e siccome per lore diviene impossibile la preensione e la masti-cazione, fa d'uopo alimentarli con farina e con zuppe. Le bevande saranno medicate con aromi; il the fatto coll'infusione del fiorume del fieno e ottimo.
AWindicazione sintomatica, sebbene si ammettano generalinente dagli autori le scarificazioni per dare esito agli stravasi, io debbo confessare ehe ogni volta ricorsi a quelle ebbi sempre a vedere peggiorare la malattia per sopravveniente setticoemia, e talora ebbi pure la morte. Con questo perö non intendo di esclu-dere assolutamente le scarificazioni, ma queste si pra-
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ticheranno solameute allorche si e formata qualche pozzetta, o meglio un focolaio idropurolento, ed in questo caso sara d'uopo cauterizzare bene le ferite e quindi di bagnarle di tratto in tratto cogli antisettici. Riconobbi molto giovevoli le cariche tonico-astrin-genti fatte con argilla e soluzioni di solfato di ferro applicate sulle parti edematose. Alia testa usai i bagni pure ferruginosi. Le applicazioni topiche nou debbono venire continuate ma interpolate con frizioni secche per attirare la circolazione cutanea e la traspirazione. Le coperte sono serapre giovevoli. Allorche si formano naturalmente delle fenditure o screpolature trasversali nella pelle delle estremitä, e massimaraente nelle re­gion! corrispondenti alle piegature delle articolazioni, e da esse si fa strada all'esterno il siero stravasato e raccolto nelle maglie del tessuto connettivo sottocuta-neo, sarä bene favorirne I'uscita mediante leggiera pressione, e quindi si useranno i bagni antisettici, cioe di cloruro di calce, di percloruro di ferro, di acido fo-nico, ecc. Alcuni poi, e fra questi lo Schütte ed il Ve-rheyen, suggeriscono sugli edemi le frizioni con irri-tanti energici, come I'ammoniaca liquida, I'essenza di trementina, onde favorirne I'assorbimento degli stra-vasi, oppure I'applicazione di setoni animati per fa­vorirne I'eliminazione. lo vidi, in seguito a queste frizioni, come pure dietro alle vescicatorie, allorche 1'edema e alquanto grande e I'anemia molto pronun-ziata, ad aumentare quello in maniera di non potere piu ottenerne I'assorbimento e, sia per la putrefa-zione delle maglie del tessuto connettivo fra le quali havvi lo stravaso, sia per la scomposizione di questo, sia per la crescente anemia, avvenire sicura morte. Nei pericoli d'asfissia praticai la tracheotomia, ma allorche la malattisf era tanto grave da richiedere quest'operazione non potei ottenere buoni risultati.
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Uiiidicazione del morho richiede gli eucrasici, perciö si amministreranno i preparati di ferro, e fra questi trovai raolto giovevole I'ipercloruro. Non bisogna ommettere nello stesso tempo i diaforetici, i diuretic! e gli eccitanti, specialmente gli infusi caldi aromatici, la trementina e la canfora. Bassi ottenne eccellenti risultati coll'uso della sola essenza di trementina a grandi dosi. Verheyen suggerisce la birra forte (dop-pia), Stecle e Dobson ottenuero tre guarigioni coH'ain-ministrazione di tre oncie di etere e tre di essenza di trementina divisa in due volte in una giornata, e ripetute nel giorno susseguente. Girard trovö utile Folio fosforato amministrato per piü giorni di seguito alia dose di 150 centigrammi in mucilagine; questo rimedio fu usato senza buoni risultati in 3 solipedi da Bassi. lo trovai mortal! le cacciate sanguigne, ed anzi in un cavallo affetto da catarro delle mucose bronchial!, mentre dominava epizootica questa ma-lattia ne! cavall! d! rimonta del 'reggimento Guide nel 1867 e ehe ben cento erano simultaneamente ammalati, per un salasso abbondante praticato si ma­nifesto I'anemia acuta tanto grave ehe lo credetti incurabile, ed infatti, previa intelligenza col mio amico professore Bassi e coll'annuenza del comandante il reggimento, lo inviai alia Scuola di Torino, onde servisse d'istruzione agli allievi. Nello stesso anno fui invitato a vedere, col signer Volante, veterinario capo della cittä di Torino, un cavallo in cui avendo ri-scontrati tutti i sintomi deU'anemia acuta molto avan-zata ed inoltre ehe il cavallo era stato largamente salassato, suggerii d'inviarlo tosto in dono alia Scuola veterinaria, ma non vi pote arrivare, perche innanzi tutto non poteva quasi muoversi pei grandi edemi, ed in secondo luogo perche la moife non si fece molto attendere, sia per I'esaurimento, sia per asfissia. II
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signer Amerio, veterinario a Vercelli, in un cavallo affetto da questa malattia cui praticö un salasso per prova, trovö il sangue estratto diffluente e die pre-sentava alia parte superiore del piccolo coagulo un alto strato di materia siero-albuminosa, ed il cavallo peU'aumento dell'edema mori asfitico. Lafosse, di To-losa, commenda la china, il vino, la genziana, le in-fusioni aromatiche, il sale ammoniaco.
Allorche la malattia volgerä in meglio dietro la cura suddescritta, e ehe l'animale poträ piegare le estremitä, si comincierä assoggettarlo a delle passeg-giate.
CAPO X,
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SCORBDTO,
Patogenesi ed eziologia. — Lo scorbuto fu descritto nel maiale, nel cane e nella pecora. lo I'ho osservato anche nel cavallo. Nel cane, nel massimo numero del casi, e morbo locale e limitato alle gengive. Molte volte, secondo 1'avviso di Bassi, le ulcerazioni delle gengive ehe si riscontrano in quest'animale sono pro-dotte dal tartaro dei denti. Nella pecora, nel maiale e nel cavallo e sempre malattia costituzionale ed a de-corso acuto, meno nel secondo ehe ha deeorso cronico.
Spinola ed Aygaleng credevano ehe andassero sog-getti allo scorbuto solo i cani delle dame nutriti con ciambelle.
L'analisi microscopica e chimica non ci svelano quelle alterazioni del sangue ehe si osservano in tutti i morbi di proeesso dissolutivo.
Per la mancanza di diserasia non si puö spiegare I'anomalia di nutrizione delle pareti capillari, e d'uopo pertanto di sospettarla.
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Avvi chi pensa dipendere lo scorbuto da squilibrio nei sali dei tessuti, cioe tanto da prevalenza della soda alia potassa, quauto viceversa non nel sangue ma nei tessuti stessi (Cantani), e ehe per la sproporzione nella quantitä dei due alcalini negli elementi cellular! dei tessuti perturbasi l'osmismo e quindi la struttura or-ganica. Da altri si ammette la discrasia cachelico-scorbutica (Verheyen).
Siccome causa di scorbuto sono da annoverarsi il freddo umido, la cattiva alimentazione, la privazione d'aria pura, di moto, la mancanza di luce, le fatiche smodate, il cambiamento di clima.
Reperlo anatomico. — Nella forma costituzionale le estremitä posteriori sono per lo piü edematose. Le mucose presentano ecchimosi, stravasi sanguigni e crosticine rossastre, in varie localitä, prodotte dall'es-siccazione del sangue.
Dette alterazioni si osservano anche alia cute delle estremitä posteriori. In queste talvolta formansi ulceri estese e profonde. Non solo ulceri della mucosa nasale, ma distruzione di parti osseefurono pur osservate (Roll).
II sangue e liquido, difficilmente coagulabile, nera-stro. L'endocardio e le pareti vascolari infiltrate in rosso. Nelle sierose e nelle capsule articolari trovansi una copia piü o meno grande di liquido sieroso o siero fibrinoso, talora commisto a sangue.
11 fegato, la milza, i reni iperemici, imbevuti di sangue stravasato presentano ecchimosi.
La mucosa enterica e per vari tratti tumida ed ar-rossata,
Nella forma locale riscontrasi alle gengive una co-lorazione violetta con delle punteggiature piü scure. Qua e lä scorgonsi ulcerette gementi sangue. II sistema capillare venoso e turgido. Le pareti capillari fragi-lissime e danno sangue al minimo tatto.
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Sintomi e decorso. — Debolezza muscolare, inappe-tenza, quindi comparsa di suggellazioni alia faccia interna delle labbra, tumefazione sanguinolenta ede-matosa e rammollimento delle gengive e della mucosa nasale. In seguito effusioni sanguigne costituenti pe-tecchie ed eccbimosi.
Nei cani e negli agnelli i denti incisivi e qualche volta i mascellari si muovono negli alveoli.
Talora pertanto e diflBcoltata la masticazione. L'alito e fetido, il deperimento rapido e la morte nel cane avviene in 25-30 giorni. Negli agnelli compare ancbe un catarro nasale, e talora pel disseccamento del mucco intorno alle nari e per I'edema della pituitaria soprav-viene la dispnea. NeU'ulteriore decorso cade la lana, la mucosa si ulcera e I'animale muore in 15-20 giorni. Nel raaiale e nel cavallo le eccbimosi si producono ancbe alle estremitä posteriori, le quali sono assai edematose. Le maccbie banno una colorazione violacea o nerastra. Se tendono alia risoluzione divengono ce-rulee, verdi e poi gialle (scala dei colori del sangue stravasato). II piü comunemente alia cute formansi vescicole piene di liquido sanguigno cbe scoppiando danno luogo ad ulceri con fondo coperto di granula-zioni molli, spugnose e cbe facilmente sanguinano.
L'elevazione della temperatura non e molto sensi-bile (39,5), il polso si fa profondo, filiforme. Nei luogbi ove sonvi le eccbimosi e le peteccbie produconsi ul­ceri gangrenose. L'animale diviene pertanto puzzo-lente. Non e raro cbe si presentino epistassi.
NeU'ulteriore decorso avviene la prostrazione delle forze, dispnea, cardiopalmo. L'esito letale e preceduto da esaurimento ed idropisia generale, e talora da diarr rea colliquativa.
Nel maiale il morbo e cronico. Puö durare molti mesi. L'esito letale e preceduto da paraplegia e da diarrea.
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Nel cavallo dura da 8-10 giorni, e la morte n'ö il fine piü coraune.
In tutte le specie, quando gli edemi, le ecchimosi, le petecchie non sono molto estese e confluenti, quando il polso si mantiene elevate, quando 1'animale non perde affatto l'appetito non e rare ehe il morbo volga a guarigione.
Quelle locale ha decorso lento. Puo durare mesi ed anni, e guarisce con adatta cura.
Diagnosi. — Non esiste la deformazione della testa per edema, come si osserva nell'anasarca idiopatico del Bouley, e neppure I'enorme edema della mucosa nasale. Pertanto non avvi nel principio del morbo dispnea. Non avviene neppure in questo il distacco di estesi pezzi di mucosa nasale per gangrena.
Terapia. AWindicazione locale del morbo giovano gli acidi minerali, gli astringenti. gli aciduli, gli amari ed aromatici. Alia cute si applicheranno 1'aceto are-matico, lo spirito canforato.
Le gengive dei cani saranno bagnate piü volte al giorno con una soluzione d'alume in infuso di salvia (Verheyen).
Negli agnelli bisogna far escire il pus dalle gengive mediante compressioni, e quindi lavare loro la bocca con soluzioni di cloruro di calce e bagnarle con una decozione di scorza di china, miele ed acido cloridrico (Verheyen).
h'indicazione generate richiede I'amministrazione del decotto di china, dell'infuso di calamo, del decotto di genziana, d'assenzio, dello spirito canforato, dei fer-ruginosi, del vino aromatico, del decotto di salice bianco, del decotto di quercia, del crescione.
Nel maiale i bagni, le aspersioni d'acqua fredda, 11 siero di latte inacidito, i ferruginosi in bevanda, le frutta immature.
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AWindicazione dietetica si soddisfa coi farinacei e fieno arotnatico pegli erbivori, e con brodi poco salati nei carnivori; nei maiali colle ghiande di quercia., piselli.
CAPO XI.
EMOFILIA.
Patogcnesi ed eziologia. — NeU'emofilia si osservano emorragie dovute ad una diatesi emorragica congenita per sottigliezza e lacerabilita delle pareti dei capillari cutanei, per la dilatazione di questi, perfinezza di pelle e per diminuita coagulabilitä del sangue, il quale con-tiene fibrinadi tarda coagulazione^radifibrinajSostanza fibrinogena) e per difficile guarigione dei vasi lacerati.
Fra le cause occasionali si annoverano 1'esposizionea forte calore (Faas), l'alimentazione troppo lauta(Schulz)! I'esercizio anche moderato (Rossignol, Apitz), le gravi fatiche, le dolorose pressioni, i grandi calori (Falque).
Si osserva nei cavalli e nei bovini.
Sintomi e decorso. — La cute degli animali da sangue per eslensioni piu o meno grandi. La quantitä puö es-sere piü o meno abbondante. Tante volte ne escono perfino dei chilogrammi. La durata e I'esito sono vari. In alcuni casi avvenne la guarigione in poche ore, in altri si verificö la morte in 15 giorni, in altri infine il morbo durö per mesi con delle remission! piü o meno lunghe.
Terapia. — Fu trovato utile qualche volta il salasso. Questo giova allorche esiste pletora, diminuendo la massa del sangue e per conseguenza la eccessiva pres-sione. I bagni freddi general! sono I'unico rimedio razionale.
Per le alterazioni congenite ehe esistono v'e poco a sperare.
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PARTE 11. Malattie da iufezione.
VAIUOLO, COWPOX o VACCINO, BÖRSE POX od EQUiNO, VAIUOLO PECORINO, CAPR1N0. SUINO, CANINO.
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Patogenesi ed eziologia. — II vaiuolo e morbo d'in-fezione acuta, ehe attacca i bovini, gli equini, le pe-core, i maiali, i cani e gli uccelli. Puö nascere spon-tanearaente e si propaga per contagio.
Vuolsi ehe il virus sia costituito da micrococchi ehe a 1,000 diametri d'ingrandimento sembrano punti (Bender, Halber) ed anehe piü grandi. Bassi e Zum li riscontrarono quasi sempre piü grandi e non mai colorati in rosso. Trovasi eoneentrato nel liquido delle pustole prima ehe si intorbidi, in minore copia quando e intorbidato, e nelle eroste. Resiste all'essie-camentu e fu conservato nelle eroste per 11 anni (Rigal). Si distrugge a -raquo;- 50 Reaumur (Gerlaeh), ma si eonserva aneora a — 80 Centigradi (Melsens).
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CAPO I.
VAIUOLO EQU1NO E VÄCCINO.
II vaiuolo cavallino fu giä da lenner sospettato sic-come sorgente del vaccino, e fu confuso fino ultima-raente con malattie di differentissima manifestazione e natura.
Alia fine dello scorso secolo si ammetteva il vaccino proprietä esclusiva delle bovine del contado di Glo-cester in Inghilterra.
Nelle sue ricerche istoriche sul vaccino Husson scrive ehe lenner sapeva ehe il cotvpox era scono-sciuto in Scozia, Irlanda, Austria, ove non s'impie-gavano gli uomini nelle vaccherie ed ove per conse-guenza non era stabilita nessuna comunicazione tra gli individui ehe governavano i eavalli e fra quelli ehe mungevano le vacche.
Man mano perö ehe lo studio della patologia degli animali domestici andö progredendo, e ehe lo spirito d'osservazione si fece piü famigliare fra i cultori la zooiatria, si venne a conoscere ehe non solo quel contado inglese, ma neppure la stessa Inghilterra era Tunica patria del vaccino, ed infatti lo si osservö in Francia da Bourdajet, da Morlanne, ecc.; nel Me-cklemburgo, nell'Holstein ed in altri siti della Ger­mania da Bremer, Fischer, Mende ed altri. In Italia fu osservato da Sacco, Nota, Griifa.
Metaxä inoltre fa cenno del varii nomi popolari con cui veniva nominato il vaccino in varie localita della nostra penisola; e cosi scrive ehe si cbiamava goffera nella valle di Scalfa, brocardo sui monti della Piave, e scabiola e verola in altri siti. E non era sco-nosciuto al certo in Asia, poiche Bruce afferma ehe
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in Persia i pastori delle tribü noraadi degli Eliaati restano preservaii dal vaiuolo, poiche contraggono il vaccino mungendo le loro vacche. Humbold afferma di averlo osservato fra le vacche della Cordigliera delle Ande.
Oggigiorno in quasi tutte le principali citta del-I'Europa si coltiva la linfa vaccinica per la vaccina-zione animale.
Non sono ancora concordi i pareri sulla sua reale utilitä, e mentre da alcuni dotti ed infaticabili se-guaci dell'arte di Esculapio si affatica per la conquista di questo antico ora ringiovanito trovato, da altri, specialmente conservatori del vaccino umanizzato, gli si grida la croce addosso. Che valore avrebbero se-condo questi gli esperimenti di Voodwille, Pearson, Marshall, Simmons, Decarro, Sacco, Buniva, Rubini, Mazzucchelli, Flajani, Soemerring, Huffeland, Kuhn, Schluze, Scott, Balmis, ecc?
Speriarao ehe le cose si appianeranno presto a be-nefizio dell'umanitä. Oh quanto bene saranno per ar-recare questi nuovi stabilimenti se avranno per base la scienza e la filantropia, e se non vi si infiltrera la speculazione!
La Commissione di questa cittä composta del si-gnori Carenzi, Bassi, Barberis, Arena, ecc, si e pro-nunciata contro la retro vaccinazione, perche in seguito ai suoi numerosi sperimenti, questa non sa-rebbe atta a togliere il pericoio della inoculazione della sifilide, ehe era il maggiore appunto ehe si faceva al vaccino umanizzato; e contro la vaccina­zione animale in genera, perche il vaccino umaniz­zato segnatamente da braccio a braccio e quello ehe e susseguito da piü splendidi risultati, e perche la linfa umanizzata e il materiale vaccinico piü atto alia conservazione.
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leaner, come gia dissi, fu il primo a raanifestare l'idea ehe il vaccino provenisse dal cavallo. Spinto egli dal suo spirito di osservazione, avendo visto ehe quell'eruzione eonoseiuta sotto il nome di coivpox era frequente fra le vacehe delle pianure umide della contea di Glocester, raddoppio d'attenzione ed istitui esperienze ehe lo convinsero della veritä de' suoi sospetti, e serivendo al dottor I. De Carro (4 febbraio 1802), gli dieeva ehe ovunque si sarebbe trovato un cavallo affetto da grease, un uomo ed una vacea lat-tifera, se il paese era umido si era eerti di trovare il cowpox.
lenner aveva osservato ehe non si manifestava ne il grease, ne il cowpox durante le siecita; ed inoltre sapeva ehe in Inghilterra I'inoculazione dava risultati negativi allorche la si praticava sui maniscalehi, perehe avevano gran de eontatto coi eavalli.
Voodwille, Pearson, Simmons e Chariers avendo in-nestato con risultati negativi il pus del grease si fecero oppositori della dottrina di lenner.
In Italia Brugnone, Toggia padre, Canaveri, Balbis, Buniva, Rossi, Saeco, ecc, non furono piü fortunati dei Voodwille e dei Pearson.
Quanto si ebbe in Inghilterra ed in Italia si ottenne in Franeia da Huzard e Tessier ehe esperimentavano per incarieo deU'Accademia di Medicina di Parigi.
Tutti questi risultati negativi avvenivano e dove-vano avvenire, poiehe il the grease di lenner non era Yeaux-aux-jambes, il giardone, rieciuoli, ece., degli autori, ma era il vero horse pox come si venne a sco-prire piü tardi.
Non ostante perö tutto questo continue esperimen-tare con esito sfortunato, i piü si erano ostinati a sostenere ehe il grease di lenner fossero i rieciuoli, acque alle gambe, giardone, ecc, poiehe avevano os-
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servato rimanere vaccinati alcuni uomini ehe medi-cavano, secondo essi, alcuni speciali ulceri delle estremitä del cavallo.
In questa apparente contraddizione fu d'uopo ri-correre allo sdoppiamento de\Veaux-aux-jambes; ed infatti si creo una malattia locale non attaccaticcia, ed un'altra costituzionale ed etiovaccinica,
Colla linfa di quest'ultima si ottennero inoculazioni positive sia da Birago ehe da Sacco in Itaiia. II Ley pe' suoi numerosi esperimenti, ehe feeero seguito a quelli di Tanner e Lupton, e venuto nelle seguenti deduzioni:
1deg; Che Tinnesto deH'umor liquide del grease puö produrre il vaceino nella vacca e neiruomo;
2deg; Che Tinnesto del grease non produce mai la vaecina spuria;
3deg; Che la facoltä di comunicare la vaecina non e propria del grease locale, ma del costituzionale, ehe e il solo eontagioso;
4deg; Che inoculando la vaeeina al cavallo presse la nocca ne risulta il grease, e eiö dimostra I'analogia dei due morbi.
Loy venne a queste conclusioni perche avendo nel 1801 osservato nella contea di York, sulle mani di un manisealco e di un beccaio ehe avevano prestale le loro cure a cavalli affetti dal grease, un'eruzione pustolosa ruolto somigliante alle pustole vacciniche ed accompagnata da febbre, ed avendo inoeulato a suo fratello e ad un ragazzo della linfa tolta dalle dette pustole, ottenne dei bottoni identici a quelli del vero vaceino.
Incoraggiato da questo risultato inoculö della linfa tolta da queste ultime pustole ad una vacca, la quale ammalö subito di vaceino. Con questo cowpox vaceino ancora un fanciullo, ehe presentö una bella pustola,
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e gli si pote sei giorni dopo iuoculare impunemente ilwaiuolo umano.
In Francia, Godin giovine, inoculo la linfa dell'eaua;-aux-jambes a dodici pecore con risultati tanto felici da poter ricavare in seguito pus per altre numerose inoculazioni.
Nell'anno 1812 il dottor Tartra avendo veduto un carrozziere ehe governava un cavallo affetto dal grease, con delle pustole alle mani, inoculö linfa delle medesime a ragazzi e pote ottenere del pus vaccinico in quantitä sufficiente per piü serie di vac-cinazioni.
II dottor Cazalz, Cazenave e Schedel ebbero identici risultati. Pichot e Mannoury fecero comunicazioni di casi simili aH'Accademia di Medicina di Parigi (29 aprile 1856).
La discrepanza dei risultati ottenuti, come abbiamo gia veduto, ha determinato i patologi a creare due qualita different! di grease. D'Arboval perö ha cre-duto di poter spiegare la differenza dei risultati otte­nuti aramettendo ehe uon si ha sempre fatta una scelta uniforme della materia da inocularsi.
Gourdon dice ehe e permesso di pensare ehe ci avvicineremo maggiormente alia verita, ammettendo ehe la malattia del cavallo inoculabile alia vacca, sebbene offra alcuni punti di rassomiglianza coll'eaMa;-aux-jambes, pure non sia questa stessa affezione, ma costituire una malattia speciale ehe solo la confusione di nomenclatura ha impedito di riconoscere fine ad oggi; ed avvalora la sua opinioue colla giusta sen-tenza ehe Veaux-aux-jambes non sembra potersi tras-mettere coll'inoculazione.
II grease di lenner, ehe e il vero horse pox d'oggi-giorno, e ehe e la sorgente del vaccine, fu molto bene osservato e descritto fino dal 1829 da Dupuy, di To-Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4
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losa, sotto il nome di: Maladie du cheval semblable ä la claveles.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;|
Gia fino d'allora Dupuy ha emessa Topinione ehe questa malattia fosse il grease di lenner, ehe a torto si era assimüato alV eaux-aux-jambes; e da questa confusione deduce l'insuccesso costante ehe segui alle inoculazioni fatte col liquide ehe scola dalle gambe dei cavalli affetti daM'eaux-aux-jambes.
Nel 1860 nella Scuola di Tolosa si istituirono degli esperimenti ehe confermarono le vedute di Dupuy. Questi stabili il vero piedestallo della dottrina di lenner allorche scrisse ehe la malattia pustolosa della vacca non puö nascere ehe da un'inoculazione pusto­losa e contagiosa come il cowpox stesso.
Nella malattia osservata da Dupuy vi erano di fatto le pustole ehe fecero eruzione nelle varie regioni del corpo e perfino sul setto nasale. Quest'ultima circo-stanza e da lui a segno indicata onde evitare il pos-sibile errore di tenerle per ulceri mocciose.
Gourdon nel suo sunto dell'epizoozia di Rieumes, osserva ehe malgrado quanto aveva lasciato scritto Dupuy, si credeva ancora alia identitä del grease di lenner co\Veaux-aux-jamhes, allorche s'istituirono le esperienze delle quali fu poi relatore Lafosse.
Leblanc, andato a Tolosa sclamente pel sue zelo verso la scienza, sebbene giunto tardi per osservare la malattia in tutte le sue fasi, fu il prime ad intra-vedere la verita, ed ha dichiarato die I'affezione os­servata sui cavalli di Rieumes non era la malattia conosciuta col nome di eaux-aux-jambes, ma ehe era un morbo speciale. Egli fu tratto a questa deduzione dal decorso regolare e rapido e dalla facile guari-gione (decorso di due settimane), e dall'avere appreso ehe il morbo era febbrile, e ehe la febbre non era di reazione perche si calmö colla comparsa dell'eru-
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zione, e ehe questa non era limitata al pastorale, ma si estendeva su varie parti del corpo.
Bouley, analizzaudo le varie malattie da cui si voile fare provenire il vaccino, cioe: 1deg; il grease degli in-glesi, tradotto dai francesi ed italiani per eaux-aux-jambes ed acque alle gambe; 2U Tepizoozia delle vi-cinanze di Tolosa; 3deg; il giavardo, giardone descritto da Sacco; 4deg; la malattia infiammatoria gangrenosa pubblicata nel 1846 nelle memorie dell'Accademia di Medicina del Belgio, dice ehe cio non provicne cho da insufficienza d'attenzione ed osservazione, poiche non e ammissibile ehe diverse malattie del cavalio sieno suscettibili di produrre il vaccino. Ammettendo ciö, sarebbe d'uopo rovesciare, come ha fatto osser-vare Depaul, tutte le coguizioni di patologia.
Anche Renault, appoggiandosi alia sintomatologia, al decorso, all'esito ed alle lesioni anatomiche non puo ammettere I'identita del grease di lenner, ovvero malattia osservata a Rieumes coWeaux-aux-jambes degli autori.
Sintomi e decorso del vaccino. — Tralasciando di parlare della leggiera febbre ehe precede I'eruzione delle pustole vaceiniche, dirö solo ehe questa avviene sulle mammelle e specialmente sui loro capezzoli, e rarissimamente sulle nari, sulle palpebre e sulle lab-bra. Allorche avviene I'eruzione si eleva I'epidermide formando specie di veseichette del diametro di 5-6 milhmetri, di colore rosso, infiammate, dure, isolate o confluenti, compresse al centro e circondate da un'areola rossa ehe va gradatamente dilatandosi e facendosi sempre piü pallida alia periferia.
L'eruzione di queste pustole dura quattro o cinque giorni, quindi passano in suppurazione e cessa la febbre. L'epidermide ehe le ricopre diventa diafana, poi di colore bigio-argentino; I'areola diviene pallida
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e la mammella non solo e dolente, raa si fa anche dara. II pus delle pustole in parte passa alia meta-morfosi grassosaj si emulsioua e viene riassorbito, ed in parte si essicca forraando la crosta, la quale verso il 12mo giorno si fa dura e nerastra al centro, finche dopo 2-3 giorni l'induramento e la colorazione scura si estende a tutta la crosta.
La loro presenza determina una leggiera mastite e rende anche molto dolorosa la trazione del latte.
Staccatasi la crosta verso il quindicesimo giorno, al suo posto si residua una cicatrice del corion di co-lore bleu rossastro dapprincipio, e ehe impallidisce coll'andare del tempo.
Talora nello stesso animale esistono gia delle croste mentre si forma I'eruzione di nuove pustole, e per-tanto la malattia in qualche soggetto ha un decorso piü lungo, potendo protrarsi fino a quattro settimane e piü.
Le pustole vacciniche possono avere diflerente co-lore, cioe dal roseo al rosso-cupo, e la colorazione non e un carattere essenziale e patognomonico della na-tura deila malattia.
Le pustole presentano una colorazione argentina o bianco-bleuastra allorche si sviluppano su una pelle fina e bianca (non pigmentata). Allorche il colore di questa e piü carico, esse hanno un riflesso grigiastro-metallico. Quando la pelle e spessa o pigmentata le pustole hanno un colore sporco opalino. La sola strut-tura anatomica ci deve servire di guida nella diagnosi.
In questi ultimi tempi si fecero degli studi profondi sull'istologia delle pustole vaiuolose. II Roll fa sue le osservazioni di Auspitz e Bosch. Secondo questi pa-tologi, nelle pustole avviene un processo infiamma-torio ehe invade la pelle ad una profonditä variabile, ma in punti circoscritti. Questo processo infiamma-
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torio determina nn'iperplasia cellulare nelle papule e la tumefazione delle cellule della rete Malpighiana. La sollevazicme deU'epidermide (formazione del no-dulo) ne e la conseguenza. Mentre ehe queste cellule si moltiplicano e si tumefanno, si sviluppa nel centro dello stesso nodulo ed a spese delle antiche cellule piatte dello strato di Malpighi, una trama areolare, i cui vacui sono riempiti da un liquido contenente delle cellule in sospensione (formazione di -vescicole). E questa struttura areolare ehe ci spiega il perche il contenuto di queste vescicole non iscola ehe im-perfettamente e lentamente in seguito alia punzione. Auspitz e Bosch attribuiseono la formazione dell'om-bellico delle vescicole a questo liquido ehe si accumula insensibilmente verso la parte centrale, si trova rac-chiuso come in una eapsula da uno strato di cellule tumefatte e poste alia periferia, sieche l'epidermide e elevato ai bordi delle vescicole, mentre ehe al centro si deprime leggermente, perche la quantita di liquido non vi si accresce ehe lentamente ed il corpo papil-lare e pure in depressione. Nel medesimo tempo ehe le cellule si moltiplicano nel corion, la suppurazione e la distensione delle areole divengono piü eonside-revoli; la vescicola diventa pustola, peU'accumulo di pus scompare l'ombellieo, ehe puö ritornare piü tardi in seguito al riassorbimento parziale di detto pus preventivamente emulsionato, oppure per la dissee-cazione dello stesso pus (ombellico per essiecazione).
II proeesso finisee per I'eliminazione insensibile del contenuto delle pustole, eliminazione ehe avviene in seguito alia produzione d'una nuova epidermide. II contenuto delle pustole disseceandosi si trasforma in una crosta bruna, sotto la quale la rete Malpighiana e normale o parzialraente atrofica, oppure e scom-parsa insieme allo strato papillare del derma. E sol-
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tanto nel caso ehe sia stata distrutta una parte del derma ehe ha luogo una vera cicatrizzazione.
Secondo W. Ebstein la struttura areolare delle pu-stole ehe intaecano profondamente lo strato papillare ed il corion e lasciano delle visibili cicatrici e dovuta agli invogli epiteliali delle papille del corion riempiti di pus. Ordinariamente molte di queste papille cor-rispondono ad una sola pustola.
La diversa colorazione delle pustole, seeondo lo stesso, dipende in parte dalla colorazione e dallo spessore dell'epidermide, in parte dal vario inspessi-mento dello strato di Malpighi e dalla struttura areo­lare della pustola, ed in parte infine dalla natura del contenuto.
Per l'osservazione ehe le pustole vaceiniche predi-ligono, nell'eruzione, le mammelle e loro capezzoli, sorsero molti a negare la possibilitä dello sviluppo di detta malattia nei buoi e nei tori. Bergman e Numan eredettero ehe lo scarso numero dei maschi esistenti nelle vaccherie sia il probabile motivo per cui non s'incontri il vaccino in essi.
Sacco perö, ehe per i suoi esperimenti era giunto ad inoculare il vaccino ai giovani tori e non ai vecchi, ammise il cowpox spontaneo anche nei maschi, ed i risultati negativi ottenuti nei vecchi, egli spiegava col credere ehe essi l'avessero di giä sofferto e ehe perciö fosse loro tolta 1'attitudine ad ammalare di nuovo.
Viborg ha felicemente inoculate il vaccino al bufalo.
Toggia padre, oltre all'avere determinato lo svi­luppo del vaccino nei tori, ottenne anche delle rivac-cinazioni di controprova.
Le differenze fra il vaccino vero ed il false sono marcatissime per un diligente osservatore.
11 vaccino spurio non produce mat febbre, e le
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vacche infette, si sapeva giä da Sacco, a mala pena si accorgouo di essere ammalate. In esso le pustole sono irregolari ed appuntate a guisa di minuti chiodi, di colore bianco-giallognolo; hanno una piccola crosta in punta, e contengono un umore bianchiccio, mar-cioso, e la loro durata e piü breve, terminando in 7-9 giorni, nel qual tempo cadono anehe le croste, le quali sono molto piü sottili di quelle del vero vaccino.
II Eoll da una breve ma precisissima descrizione del falso vaiuolo della vacca. Secondo lui, con detto nome si chiamano alcuni esantemi dei capezzoli, di differente natura, e ehe si distinguono dal vaccino per la loro forma, slruttura e decorso; e fra i piü co-muni nota: 1deg; le pustole acuminate; 2deg; le pustole dure o papulose, e 3deg; le pustole acquose ed enfise-matiche.
aj Le pustole acuminate si sviluppano nello stesso tempo o no delle vere vacciniche e si presentano sotto forma di nodositä rosse, del volume di un grano di migl-io, sprovviste di areola e d'ombellico, e si trasfor-mano rapidamente in una pustola acuminata, il cui contenuto purolento subisce presto la essiccazione e da luogo in tale maniera alia rapida formazione d'una crosta. Queste metamorfosi durano da 4-6 giorni. Perö le eruzioni possono ripetersi e cosi la malattia avere un decorso piü lungo;
bj Le pustole dure o papulose sono nodositä del volume d'una lenticchia a quello d'una nocciuola, dure, indolenti, leggermente rosse sul principio, e senza areola. Oppure sono escrescenze sotto forma di verruche, ehe si presentano sulla pelle del capezzolo. Esse conservano spesso la loro forma per delle setti-mane e perfino per dei mesi senza modificazione di sorta e scompaiono poi insensibilmente;
c) Le pustole acquose ed enfisematiche si presen-
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tauo sul capezzolo delle vacche sotto forma di chiazze rosse ehe si trasformano rapidamente in vescicole del volume di un pisello a quello d'una ciliegia. sprovviste di areola e d'ombellico. Esse racchiudono un essudalo sieroso o purolento, screpolano facilmente e lasciano dope la essiccazione alcune croste sottili, ehe si staccano rapidamente. Frequentemente il loro contenuto si riassorbe in poco tempo e non rimane ehe un invoglio epidermoideo vuoto (pustola enfise-matiea). Esse percorrono tutte le loro fasi in 5-6 giorni.
Sinlomi e decorso del vaiuol'o cavallino. — II quot;vaiuolo equino od horse pox, sebbene si possa sviluppare alia faceia posteriore del pastorale, in ispecie nei eavalli con balzane,. pure questa non e la sola sede, e nep-pure la piü frequente.
Sviluppandosi alle nocehe vi si produee una tume-fazione rossa, ealda e dolente, piü o meno estesa e eapace di fare zoppicare il malato. Questa fu la ma-nifestazione piü grave ehe si osservö nell'epizoozia delle vicinanze di Tolosa. Alia turaefazione succede un'eruzione di noduli, vesciehe, pustole di vario nu-mero e grandezza, contenenti un liquido giallastro, vischioso, di un odore pa-rtieolare, ehe s'indurisce prontamente formando una erosta. II Roll e il solo scrittore ehe, per quanto io mi sappia, abbia notata la fetiditä nella linfa del vaiuolo equino.
Bouley ha veduto coesistere alia suddetta eruzione un esantema veseicolare e pustoloso sulla muccsa boccale, sulle labbra, sul naso, sulla mucosa pitui-taria e sulle congiuntive, e le sue prove d'innesto sulla vacca gli diedero risultati positivi.
Vimereati osservö e deserisse tanto bene quanto fu da Bouley notato, solamente ehe il lodato mio amieo credette d'avere sotto gli ocehi una febbre aftosa.
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E precisamente resanterna osservato e descritto da Bouley e da Vimercati, ehe io ho veduto piü volte per lo passato, e ehe osservai sempre ad attaccare tutti i cavalli rieoverati in una stessa scuderia al-lorehe si sviluppava in uno di essi.
NeU'epizoozia ehe io osservai in 300 cavalli delle Guide nel 1871, ammalarono primieramente e simul-taneamente due cavalli del 3deg; squadrone. A questi due casi suecedettero dopo 24 ore altri 63. Grinfetti perö erano distribuiti in varie scuderie ed apparte-nevano al 1deg;, 2deg;, 3deg; e 4deg; squadrone. Le scuderie erano trasversali e capaei di 32 cavalli ciascuna. Al-cune comunicanti fra di loro per una porta mediana ehe le traversa. Desse erano perennemente ventilate e tenute pulite con lettiera permanente, abbondante, asciutta. Al quarto giorno dell'invasione del morbo, ben poclii furono i refrattari, e basti dire ehe del 4deg; squadrone ne rimasero immuni solo 4 sulla forza effettiva di 100 cavalli.
In tale giorno si sviluppö la malattia anche fra i cavalli dei signori ufficiali, sebbene quelli fossero in scuderie apposite e separate da quelle di bassa forza.
I primi due cavalli infetti essendo stati rieoverati all'infermeria onde separarli dai sani, fecero svilup-pare nei 22 cavalli rieoverati in questa Vhorse pox, sieche al terzo giorno del loro ingresso piü nessuno %ra esente.
I cavalli dello stato raaggiore ehe erano posti in un'ala tutta separata e sita alia parte interna ed a mezzanotte del quartiere, divisa dalle altre scuderie per mezzo d'una larghissima corte, ammalarono pure al quarto giorno dello sviluppo del vaiuolo avvenuto nei cavalli del reggimento, di maniera ehe al quarto giorno dell'iavasione i malati erano saliti al numero di 300.
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Sebbene i cavalli dello stato maggiore fossero in-fetti, e sebbene fossero posti nella stessa scuderia in cui si trovavano 27 poledri ferraresi di quattro anni,
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iunti da tre mesi dal deposito d'allevamento di Gros-
seto, pure questi rimasero refrattari al morbo.
Nel periodo d'essiccazione delle pustole volli intro-durre in mezzo a detti poledri due cavalli ehe furono maggiormente attaccati dal morbo, ma non polei ot-tenere la trasraissione per contagio.
Jo dubito ehe questa loro refrattarieta dipendesse daU'avere essi gia sofferto il vaiuolo nei pascoli di Grosseto unitamente alia linfo-bronco-rinite (strangu-glioni), giacche quando giunsero al reggimento uno fra essi aveva ancora delle voluminöse ipertrofie dei ganglii e vasi linfatici della faccia e del canale inter-mascellare, e gli altri non andarono soggetti ehe ad una leggiera broncorrea d'accliraazione.
La eontagione dei eavalli posti nella stessa scuderia e facile a spiegarsi colla sempliee coabitazione, ma quella avvenuta nei cavalli dei signori ufficiali non puö spiegarsi colla coabitazione, poiche, come giä dissi, abitavano scuderie separate.
Pcrö l'osservazlone ehe i cavalli dei signori ufficiali erano divisi in varie scuderie, e ehe ammalarono solo quelli di due, mentre quelli delle altre rimasero im-muni, e ehe ammalarono precisamente quelli ehe ve-nivano abbevorati in comune coi cavalli ditruppa; e* I'essere per eontroverso andati esenti quelli cui si presentava la bevanda in seeehi proprii, sembra ac-certarci ehe la infezione avvenne durante I'abbeve-rata, sia perche trovavansi commisti i malati coi sani, sia per mezzo degli abbeveratoi e dell'acqua stessa.
lo non seppi spiegare le cause ehe hanno deter-minato lo sviluppo della malattia nei primi due ca­valli ehe caddero malati. Cosi non potrei aifermare
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— Sa­che sia nata spontanea, e tanto meno ehe sia stata comunicata, poiehe per ricerche ehe abbia fatte non mi fu possibile sapere ch^ esistesse nei dintorni ne il cowpox, ne l'horse pox. lo, in quanto alia eausa, ri-tenni aneora giusto il precetto di lenner, cioe ehe unendo eavalli e vacehe in luoghi umidi si ottenga Vhorse pox ed il vaeeino, seguendo in questa parte Topinione di G. Flemiuing, cioe esistere un'azione reeiproea od influenza degli animali di razze differenti nella produzione di malattie special], anche quandc in preeedenza sono sani (1).
Nessun soldato andö soggetto a puslole, e questo e facile il comprendersi, poiehe essendo loro stato ino-eulato il vaeeino da poeo tempo non potevano con-servare I'attitudine ad incontrarlo di nuovo.
lo provai ripetutamente ad innestarmi del pus al braeeio sinistro, ma non ottenni ehe un leggiero ar-rossamento alia periferia dell'inoculazione, per irrita-zione della pelle, della grandezza d'una lenticchia, ehe scomparve in quattro giorni.
Anch'io perö credetti non potere avere la reeittivitä pel vaeeino, poiehe da poehi anni avevo sofferto il vaiuolo naturale.
I eavalli dei signori ufficiali ehe avevano le seuderie nelle ease particolari, e quelli del 5deg; e 6deg; squadrone ehe erano ricoverati in altri quartieri, rimasero per-fettamente illesi.
Coramischiati ai eavalli infetti vi erano quattro muli, tre dei quali rimasero immuni dal morbo, ed il quarto cadde malato allorehe gli Ultimi casi erano guariti. Bassi osservö lo sviluppo spontaneo del-Vhorse pox nei somari e nei muli, quindi puo dirsi
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(1) I eavalli del reggimento andavano spesso in contatto coi bovini per varie istruzioni e specialmente per quella äeWorientamento.
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ehe questo morbo e proprio delle varie specie di so-lipedi domestici.
La malattia si dilato, cdtne ho detto, quasi istanta-neamente, perö anche in seguito si verificarono dei singoli casi. Cosi amraaiaroao tre altri cavalli di truppa ed un cavallo d'ufficiale precisamente nel pe­riodcopy; di disquamazione, cioe quattordici giorni dopo Tinvasione del Yaiuolo (1).
L'horse pox ha cominciato con un leggierissimo ma-lessere, epperciö con una febbriciattola appena sen-sibile, il calorico era aumentato appena di un grado centigrado. La febbre durö da 2-3 giorni, durante i quail le due labbra divennero tumide, calde, dolenti e dure. Anche le palpebre in alcuni si fecero edema-tose. L'animale in seguito alia smodata ipereraia ed iperestasia delle labbra non poteva prendere gli ali-menti ehe con difficoltä. Avvicinandoglisi per toccar-giiele, tentava di allontanarsi per timore ehe gli si facesse male. L'appetito perö non venne alterato per la febbre esistente.
Dopo questo primo periodo febbrile, repidermide del labbro superiore e dell'inferiore e dello spazio posto fra le narici ed un po' sul dorso del naso si elevava per spazii maggiori o minori, e piü o meno circoscritti o confluenti, dando luogo a vesciehette di 2-7 millimetri di diametro, di figura circolare. Queste vesciehette in alcuni individui si svilupparono anche alle guancie, sulle palpebre, ed in altri perfino alia
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(1) La deacrizione piuttosto minuta dell'istologia delle pustole vacciniche mi dispensano d'una ripetizione nel trattarc la pustola cavallina, la quäle e tutt'affatto identica a quelle. L'unica diffe-renza fra queste malattia consiste nella predilezione di sede, la quale e le mammelle nelle bovine, ed 6 la faccia, la mucosa re-spiratoria, oppure le estremita negli equini.
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base delle orecchie. Dette vescichette durarono da 3-4 giorni, dopo i quali I'epidermide si stacco in gran parte alia loro periferia, ed in parte rimanendo ade-rente al corion sottostante, si elevava quasi perpen-dicolarmente alia pelle facendo dare al muso del cavallo un'espressione particolare e presentando un aspetto forforaceo di color nero per grande pigmen-tazione.
L'eruzione piu abbondante fu sulle mucose dell'ap-parato respiratorio.
La presenza delle pustole nelle parti non accessi-bili alia vista veniva palesata dalla comparsa della tosse. La mucosa delle cavita nasali e specialmente quella del setto nasale divenne estremamente ipere-mica ed edematosa, ed in alcuni casi tumida al punto da difiicoltare il passaggio dell'aria per la respira-zione. In seguito a detta iperemia comparve un'ab-bondante secrezione di muco biancastro e viscido ehe aderiva tenacemente alle frogi. Appena all'entrata delle cavitä nasali e sulle superficie del setto 1'epitelio della mucosa elevatosi formo delle cbiazze circolari bian­castro, in altri casi staccatosi lasciö allo scoperto delle erosioni circolari, emorragiche alcune, e purolenti altre, sieche lo scolo nasale in molti casi oltre al contenere corpuscoli di muco e di pus, conteneva pure corpu-scoli rossi di sangue ehe lo coloravano.
La suppurazione fu scarsissima agli orecchi, alle palpebre ed alia faccia esterua delle labbra su cui furono scarse le vere pustole ed abbondanti per lo contrario leveBcicole; perö fu molto abbondante spe­cialmente alle commessure delle labbra. Col dimi-nuire dell'iperemia e pertanto della tumefazione delle labbra, la quale diminuzione cominciö col comparire dell'esantema, sui margini liberi di quelle, ed appunto nei luoghi ove la pelle si comrauta in mucosa boc-
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cale si formarono delle numerosissime grinze ehe si convertirono in ragadi suppuranti ehe determinarono la perdita del pigmento e laseiarono in seguito le marche bianche.
Dair80-90 giorno cominciö I'essieeazione del pus (pe-riodo di disseccazione), colla formazione di croste piü o meno sottili, di colore rosso-bruno, le quali erano totalmente asciutte verso rilmo giorao.
Colla formazione delle croste scomparve I'iperemia delle mucose nasali e con essa lei la rinnorrea.
L'ultimo fenomeno a scoraparire fu la tosse, la quale durö qualche giorno dopo la disquamazione per la maggiore sensibilita rimasta alia mucosa respiratoria. Al luogo della cicatrice, ove vi fa vera cicatrice, la pelle perdette il suo pigmento e rimasero delle belle chiazze circolari bianche ed ombellicate.
Quello ehe e sorprendente perö si e la prestezza con cui si forma una nuova deposizione di pigmento. Tenendo dietro giornalmente ai rapidi progressi, si veggono seomparire le chiazze bianche quasi a vista d'occhi: appena 8 giorni dopo guarita la malattia le marche erano gia quasi totalmente sfumate, meno ove vi fu abbondantissima perdita di sostanza.
Secondo il mio modo di vedere, questa malattia e quella stata deseritta per lo passato da Dard, Bouley, Raynal e Lafosse siccome un erpete flitenoide, ci-murro o morva flitenoide, fareino voiante, morva pemfigoide, ecc. Infatti essi danno per caratteri I'eru-zione di vescicole, ordinariamente discreta, e di forma lenticolare della grandezza di un centimetre di dia-metro, alle parti inferiori della testa e specialmente alle labbra, ehe si estende talvolta alia pituitaria.
La malattia ha un decorso di 2-3 settimane e svi-luppasi comunemente verso la fine della linfo-bronco-rinite (stranguglioni). Lafosse I'ha osservata in una
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cavalla a complicarsi d'artrite gottosa! Forse le pu-stole alle estremitä osservate a Rieumes?
lo dubito anche ehe l'impetigine labbiale del ca-valli descritta dalTHaubner, Spinola, dal Eoll non sii ehe l'horse pox.
Fu osservata aache una forma maligna di horse pox complicato da tifo (Gotti). In essa producesi iperemia della tnucosa nasale, quindi si formano macchie pic-cole, circoscritte, di colore piü scuro. Da esse si sol-leva presto I'epitelio per raccumulata sierosita. In 24 ore divengono giallastre, e per la lore rottura ri-mane un'erosione eircolare di colore rosso-vivo della grandezza d'una lenticchia. Per causa di numerosi centri d'irritazione la mucosa diviene tumida, il eatarro nasale aumenta, i ganglii intermascellari si tume-fanno e divengono dolenti.
Le erosioni si uniscono e danno luogo ad estese ulcerazioni.
La febbre aumenta, la tosse diviene grave, il re-spiro difficile e rantoloso, lo scolo sporco o sangui-nolento. Su 22 casi morirono 6 (Gotti).
Diagnosi. — Ho gia detto come le malattie conta-giose conservano i proprii caratteri, specialmente ana-tomici, passando in altri Individui anche di specie differente. Or bene, studiando i riceiuoli yedremo quanto lontani siamo dall'avere neppure una lontana ombra di rassomiglianza col vaccino, e per conse-guenza poi coU'horse pox.
L'eaux-aux-jambes (acque alle gambe), fimatosi, riceiuoli, giavardo (1), giardone, ecc, si manifesta alle region! delle nocche (artieolazioni raetacarpo e
(1) Allorche parlasi di giardone, giavardo, chiovardo, ecc, sic-come traduzione del the grease, bisogna intendere riceiuoli, ossia eaux-aux-jamhes.
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metatdrso l'alangee). Puö venire affetto un solo mera-bro, od anche tutti e quattro. Hanno raaggiore dispo-sizione ad ammalare i posteriori. E malattia qualche volta piretica all'esordire. Si distingue una forma acuta iniziale ed una cronica secondaria.
Nella localita ove si sviluppa il morbo, si mani-festa un'iperemia con leggiero ederna e tumefazione ehe vanno poi crescendo nel decorso. A motivo del-I'ipereinia havvi rossore. dolore, tensione ed aumento di calorico. I bulbi piliferi s'iufiammano, s'ipertro-fizzano, i loro orli si elevano e fanno drizzare i peli come in una spazzola. In seguito dai bulbi dei peli, dalle ghiandole sebacee e dalle sudorifere havvi se-crezione di un umore prima chiaro, e quindi gial-lastro, viscido, fetido, acre. Dapprincipio molto fluido ed in seguito cremoso. Esaminato al microscopic contiene molti corpuscoli di pus, cellule grassose e granuli di detrito. Allorche l'umore secreto e molto fluido segue il corso dei peli e si porta sul loro apice a mo' di gocciolette ehe quindi cadono a terra. Al­lorche il secreto s'inspessisce forma un intonaco ehe fa aderire fra di loro molti peli formando cosi dei mazzetti piü o meno voluminosi. Nell'ulteriore de-corso il tessuto connettivo sottocutaneo si ipertrofizza per proliferazione de' suoi corpuscoli, epperciö la parte malata oltre all'essere tumefatta diventa dura per neoformazione di tessuto. A questo punto una metamorfosi retrograda non e piü possibile, ed una guarigione perfelta non da sperarsi. Mentre tale la-vorio avviene nelle parti sottocutanee, le cellule dello strato Malpighiano anch'esse proliferano, il corion s'in­spessisce, i bordi dei follicoli piliferi e delle ghiandole sporgono dal livello della cute in modo da dare luogo a delle nodositä su cui sono impiantati i peli, ehe di-vergono a modo dei raggi di un corpo incandesoente
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e sembrano i palpi dei felini. Per rinfiammazione formativa del derma, di cui giä dissi, compaiono delle granulazioni aciniformi, dette tuberi da Vatel, di varia forma e grandezza, per lo piu perö arrotondate e del volume di un grano di miglio a quelle d'una ciliegia raccolti in piü lobi. Questi lobi, ed i lobuli da cui quelli sono formati, presentano un peduncolo piü o meno marcato e delle sinuositä piü o meno profonde. I peduncoli e sinuosita risultano dal raggrinzamento di element! elastici. Fra gli acini, lobuli e lobi si sta-bilisce nella maggior parte dei casi, allorche la ma-lattia ha un decorso cronico e della durata di piü mesi od anni, un'ulcerazione motto ostinata e ribelle ai mezzi terapeutici
Questa malattia, come si e visto da questa breve ed incompleta descrizione, non ha nessun carattere comune colle pustole dei morbi esantematici, pusto-losi, febbrili in genere.
Terapia. — Durante 1'epizoozia io non ho fatto altro ehe prescrivere un semplice trattamento profilattico ehe feci estendere a tutti i cavalli del reggimeuto. Cosi si sospesero tutte le istruzioni ed i cavalli ve-nivano passeggiati per una buon'ora sul mattino pel fresco.
Ammaestrato della benefica virtü del sale di cucina sulle mucose respiratorie e sulla pelle, non ehe della sua attivitä promovente la digeslione, prescrissi I'am-ministrazione di 20 grammi di detto sale al giorno e per ciascun cavallo, diviso per metä nella bevanda del mattino, e l'altra metä neU'abbeverata della sera. Anche in questa epizoozia, come nei vari altri casi, ehe osservai per lo passato, ottenni con questo mezzo un decorso mite. Sebbene il cloruro di sodio, come qualunque altro rimedio, non sia atto a promuovere un decorso piü rapide della malattia, essendo dessa Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5
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ciclica (quindici giorni), pure io credo appormi al vero nel ritenere ehe il felice audamento ed esito avvenuto in tutti i 300 cavalli, senza ehe vi sia nata alcuna complicazione, sia dipeso dalla profllassi adot-tata e dal buono stato di nutrizione dei cavalli, e dalla maneanza di disposizione in essi ad ineontrare ultri morbi, stante la stretta osservanza dell'igiene.
E inutile ehe aggiunga, ehe ho creduto superfluo il separare i cavalli infetti dai sani, dal momento ehe una gran parte era cadula ammalata, e preferii il tenerli commischiati onde ottenere un'infezione rapida in tutti, ed evitare in tal maniera le suecessioni in vari periodi di nuove eruzioni, capaci di prolungare l'epizoozia per piü settimane.
CAPO II.
VAIüOLO PEGOR1NO, SUING, CAPRINO, CANING.
Patogenesi ed eziologia. — II vaiuolo pecorino puö essere spontaneo e da contagio, benigno e regolare, o maligno ed irregolare.
Fu descritto nel xvi secolo (Joubert, Rabelais). Dal principio di questo si ebbero eccelleuti monografie (Huzard, Girard, Ramazzini, Gasparin, D'Arboval, Tog-gia, G. Lessona, Papa, Roche-Lubin, Uriquel, ecc).
II virus riscontrasi concentrate nelle pustole e nei liquidi di secrezione e di escrezione (Haubner). E fisso e volatile. L'infezione pertanto puö comuniearsi per via del vello e di tutti gli oggetti con cui sono in contatto i malati (alimenti, paseoli, coneimi, lettiera), per la coabitazione e per mezzo dell'aria atmosferica alia distanza perfino di 200 metri (Gilbert) o di 1,000 piedi (Veith).
II virus puö conservarsi attivo nelle stalle da sei
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mesi ad im anno. Esso viene distrutto dal cloruro di calce, dall'acqua bollente, dai vapori solforosi(Förster).
Fra le cause ehe sono credute atte a fare nascere il vaiuolo sponlaneo si accennarono: la ruggine delle piante (Ramazzini), il miasma dei ricoveri (Carlier, Barberet), le vicissitudini atmosferiche (Barberet), ecc. Desse per maucanza di cognizione delle precise in-fluenze atte a produrre si micidiale morbo vennero da tutti gli scrittori posteriori ripetute. E meglio dire ehe non ne sappiamo nulla in quanto all'eziologia del vaiuolo spontaneo.
Siniomi e decorso. — Nella forma benigna la febbri-ciattola ehe precede l'eruzione per lo piü non e avver-tita. Le pustole si sviluppano di preferenza nelle regioni sprovviste di lana(sullafaccia interna delle coscie, sulle mammelle, sul prepuzio, intorno all'ano, sulla vulva, sulle labbra, ecc). Vi eompaiono piccole macchie rosse !e quali in 24 ore assumono un eolore intenso ed arrivano alia grandezza di un centesimo ad un franco. 11 decorso e acutissimo. In 3-4 giorni esse sembrano noduli cutanei, proeminenti dalla cute circostante in causa dell'essudato e della tumidezza delle cellule del reticolo di Malpighi e dei corpuscoli del connettivo delle papule cutanee.
Crescendo la proliferazione si formano cumuli delle cellule purolenti nuotanti nell'essudato. Per questa neoforraazione i noduli perdono il eolore rosso e di-ventano giallicci o bianco-giallognoli. Verso il 60-7* giorno 1'epidermide si distacca ed ha esito un liquide siero-purolento. La pustola rimane vuota con fondo irregolare e rosr.o. Continua la neoformazione di pus ehe, essiccandosi, da luogo alia produzione di eroste. Molte pustole non si rompono, la parte liquida in esse contenuta in parte e riassorbita ed in parte evapora, il pus si addensa formando pure una crosta. Altri
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Doduli non si convertono neppure in pustole e gua-riscono senza suppurare. Sotto le croste in 5-6 giorni si riproduce il reticolo di Malpighi e I'epidermide. A questa riproduzione succede la disquamazione ehe in generale avviene verso il 15deg; giorno dal principio della malattia. Caduta la crosta vi rimane una de-pressione causata daU'avvenuta perdita di sostanza. Le pustole talora si sviluppano aache sulla cornea, sulla congiuntiva, dando luogo ad oftalmie. Quando si producono lungo il canale respiratorio sopravven-gono catarro e tosse; se nel canale alimentare, com­pare la diarrea.
Dal fin qui detto risulta ehe il morbo ha varii pe­riod!, cioe d'incubazione, d'eruzione, di suppurazione, di essiccazione e di disquamazione.
In un gregge poi I'invasione segna ordinariamente tre periodi, cioe, il primo in cui vengono colpiti pochi capi, il secondo in cui cadono malati la mag-gior parte, ed il terzo in cui si ammalano ancora alcuni rimasti fino allora refrattarii. Queste tre inva­sion! furono chiamate lime. Esse sono attribuite al virus ehe non e sempre egualmente contagioso nei diversi periodi, ed alia maggiore o minore recettivitä degli animali (Gilbert, Girard, Guersent, Renault). E ben raro ehe una volta sviluppato il vaiuolo peco-rino in un gregge possa estirparsi prima di alcuni mesi. Infatti la sua durata fu vista di 3-4, e persino di 6-7 mesi (Tessier, Gilbert, Gayot, Reynal).
Nella forma maligna la febbre e intensissima, ed i ma­lati talora muoiono prima ehe l'eruzione abbia luogo. Quando poi questa avviene, e irregolare. Le pustole si manifestano come bottoni confluenti o sparsi, ma in numero stragrande, di eolore violetto o nerastro. Esse compaiono tanto sulla pelle ehe sulle mucose. Detti bottoni si esuleerano presto distruggendo le
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papille del derma. Le ulceri sono gangrenose, fetide, violacee, e danno un liquido sanioso. Se ne osservano specialmente agli inguini ed alia faccia interna delle coscie. Questa forma ha un decorso rapidissimo. L'esito per lo piü e infausto e la morte avviene o durante la febbre ehe precede I'eruzioue, oppure 3-4 giorni dopo questa. fi solo in casi rarissimi ehe il decorso e piü lento. La morte avviene e per causa deU'inten-sita del virus e per septicoemia.
Reperto anatomico. — Le labbra, la faccia, le pa!-pebre edematose, cosparse di croste, pustole, piaghe. In varii luoghi del corpo, sulla mucosa boccale, sul velo palatino, sulla faringe, nelle cavitä nasali, sulla glottide, macchie, pustole, ulceri gangrenate. Alcune pustole in via di cicatrizzazione. Dette alterazioni riscontransi pure talvolta sulla mucosa del quaglio, del tenue, sul fegato, sulla milza e sui fogli mesente-rici (Reynal). Nei polmoni tratti epatizzati ed ascessi. 1 ganglii del collo, dell'inguine e del mesenterio ede-matosi ed ingrossati per neoformazione di cellule linfoidi. II sangue nero, spesso, coagulantesi difficil-mente. La sostanza cerebrale molliocia, con focolai apopletici e centri iperemici.
Terapia. All'indicazione profilattica si soddisfa col teuere lontano il gregge dai pascoli e dalle strade durante le epizoozie vaiuolose, col non introdurvi pecore provenienti da luoghi infetti, coH'aereazione degli ovili, colla nettezza della lettiera e coU'ammi-nistrare alimenti sani.
Sviluppatosi il morbo e d'uopo ricorrere all'innesto. Questo procura due vantaggi: abbrevia l'epizoozia e diminuisce la mortalitä. Sembra ehe sia stato racco-mandato la prima volta nel 1763 (Chalette), e quindi nel 1765 (Bourgelat). Dopo d'allora si estese nelle varie parti di Europa. In Francia (Venel, Voisin,
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Tessier, Huzard, Girard, D'Arboval, ecc); in Ger­mania (Veith); in Inghilterra (Simonds); in Italia (Toggia, G. Lessona, Papa, ecc). Desso si pratica alia faccia interna delle coscie, alia faccia inferiore della coda, alia faccia interna delle orecchie. Serve benissimo I'ago scanalato. La linfa da adoperarsi verrä raccolta dalle pustole ben sviluppate, in cui il liquido non sia ancora divenuto torbido. L'eruzione per innesto avviene dal 3deg;-90 giorno. La guarigione delle pustole in 20-30 giorni. Talora avviene un'eru-zione diffusa.
L'innesto non preserva da ulteriori attacclii. Furono osservate pecore ad ammalare di nuovo dopo sei mesi (Roche-Lubin). Coll'irinesto si ha il 2 % di perdita, e senza innesto il 37 % (G. Lessona).
L'innesto della linfa vacoinica e di quelle del vaiuolo umano non ha alcun potere preservative (Haubner).
L'indicazione del morho non richiede nella forma benigna ehe inezzi igienici. Nella forma grave deb-bono amministrarsi i salini, nitrato di potassa, solfato di soda; e quando assume una forma tifica, il solfato di chinina. Le bevande acidulate coll'acido solforico o cioridrico giovano pure. Le ulceri ed i centri gan-grenosi vanno caulerizzati e quindi medicati come piaghe semplici.
All'mdicaztone di polizia sanitaria si soddisfa col sequestro, col non permettere ehe si venda la lana sucida, col determinare i pascoli, coll'imbiancare le pareti dell'ovile, colle disinfezioni.
Vaiuolo suino. — Anche nei maiali all'eruzione pre­cede la febbre. Dopo 2-3 giorni compaiono piccole punteggiature rosse alia faccia interna della coscia, al collo, alia testa. Si arguisce la lore comparsa nella trachea, nel polmone e neU'esofago per la tosse ehe sopravviene e per la difficoltata deglutizione. Quelle
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si converlono in 4-5 giorni in vescicole della gran-dezza di una lenticchia, con rialzo pungente ehe quindi viene depresso per dare luogo aU'ombellicn di colore giallognolo ehe spicea in mezzo ad un'a-reola rossa. Per lo piü le pustole sono numerosissime ed i rnalati muoiono.
I maiali coniraggono il vaecino (Sacco, Chauveau), il vaiuolo umano (Viborg, Delafond, Girard).
Vaiuolo caprino. — Nel vaiuolo delle capre le pu­stole sono piccole, ombellieate, la febbre intensa. Dopo l'eruzione avviene seolo nasale, tosse, ingorgo dei ganglii linfatici del collo, delle ascelle, edemi al petto. Quando l'eruzione non e confluente guarisce in 15 giorni. Negli altri easi sopravviene la morte verso 1'ottavo giorno. Le perdite per questo morbo sono di circa il 50 7o-
Le capre non sono refrattarie al vaecino (lenner, Husson, Mathieu, Auzias-Turenne, Chauveau), al vaiuolo pecorino (Giesker, Lehnhardt, Kersten, Spi-nola, Hering).
Vaiuolo del cane. — II vaiuolo in quest'animale com-plica spesso il cimurro. Le sue manifestazioni sono identiehe a quelle ehe si osservano negli altri ani-mali. L'esito ne e quasi sempre la raorte. Al cane fu pure innestato con riescita il vaecino (Chauveau, Hamon, Hering). In esso attecchisee anche il vaiuolo umano (Bosenroth), il vaiuolo pecorino (Huzard).
Le scimie, i eammelli, le lepri e gli uccelli vanno pur essi soggetti al vaiuolo.
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CAPO III.
ANTRAGE. — CARBONCHIO. — FESTE CARBONCHIOSA, FEB-BRE CARBONCHIOSA , PÜIRIDA , MAUGNA. — XIFO CAR-BONCIIIOSO.
Patogenesi ed eziologia. — L'antrace o carbonohio e malattia costituzionale contagiosa.
Fine al xvm secolo l'antrace venne distinto in be-nigoo e pestilenziale, e si disse dovuto airalterazione degli umori; coi suddetti nomi perö si confusero tu-mori iafiammatorii e gangrenosi.
Chabert divise il carbonohio in febbre carboncolare, carboue essenziale, e carbone sintoraatico. Detta di-visione fu in seguito accettata da Gilbert, Desplas, Guersent, D'Arboval, Gelle, Roche-Lubin, ecc.
Toggia lo divise in essenziale e sintomatico. Essen­ziale il carbonohio seaza esantemi, descritto da Leroi, Pozzij Metaxa; sintomatico quello con localizzazione esterna.
Renault e Reynal non ammisero piü ehe una febbre senza ed una con eruzione di turaori.
Lafosse, di Tolosa, ritornö alia divisione di Chabert.
E morbo spontaneo nei solipedi, nei ruminant:;, nei suini, e, secondo alcuni, anche negli uccelli, e si propaga per virus fisso e volatile.
Per lo piü e enzootico od epizootico.
La disposizione allo sviluppo deH'antrace non sembra raodificata ne dall'etä, ne dal sesso. In generale attacca i piü vigorosi, i pletorici, specialmente nella forma acutissima ed acuta. Gli animali ehe vengono importatt nelle localitä in cui dominano le febbri carbuncolari, sono attaccati di preferenza e vi soccombono.
II carbonohio puö innestarsi airuomoedaicarnivori.
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Avvi una forma febbrile con o senza localizza-zione, ed una forma locale senza febbre primitiva. La seconda non nasce spontanea. E sempre eflfetto d'inoculazione.
Firlaquo;laquo; antracico. — Si credette per qualche tempo ehe i bacterii fossero gli elementi virulenti. Ma giä Delafond prima, e Brauell, Peilender e Bouley poi, osservarono ehe ii sangue carbonchioso e infettante sebbene non contenga bacterii. Davaine risuscitö l'an-tica teoria, ehe fu nuovamente combattuta da Leplat e Jaillard per esperimenti fatti sui conigli.
Hallier, cui tennero dietro Bechamp (coi micro-zirai) e Grosset (coi micrococci), cercö di eomporre la quistione dimostrando il rapporto genetico fra i micrococci ed i bacterii.
Sanson eonsidera I'antrace una fermentazione pu-trida indipendente dai bacterii. Questa e pure la mia opinione.
II virus antracico ha sede nel sangue, nelle secre-zioni ed escrezioni, e nei tessuti irrorati dal sangue, in ispecie prima del raffreddamento dei cadaveri e quando e elevata temperatura dell'atmosfera. Secondo Delafond 1/40 di goccia di sangue carbonchioso basta per trasmettere il morbo; secondo Davaine ancora meno. Bouley vorrebbe ehe quello non fosse conta-gioso ehe nell'agonia e dopo morte.
La tenacitft del virus e seriamente controversa. Fu trovato contagioso dopo un anno (Barthölemy); dopo quattordici giorni (Delafond); non piu tardi di 52 ore (Davaine); di 60 (Rivolta).
L'opinione emessa da Bouley ehe il sangue carbon­chioso essiccato perda della sua virulenza, fu com­battuta sperimentalmente (Raibert, Luton, Davaine, Garrau, ecc).
II contagio si trasmette colla coabitazione, coi fo-
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raggi e bevande infette, cogli arnesi, coi pezzi cada-verici, colle carni, pelli. Secondo alcuni per mezzo delle mosche, tafani, ecc.
II periodo d'incubazione e brevissimo. Ordinaria-rnente da 1-4 giorni.
Eziologia. — Dopo il virus, per la produzione del carbonchio i miasmi delle paludi, delle stalle, delle cloache sono cause comunissime, poiche costituiti da materie organiche in via di decomposizione.
Sono localitä favorevoli allo sviluppo del morbo quelle delle risaie, e quelle in cui il suolo non e permeabile all'acqua od e ricco di torbiere, come nelle colline, nelle vallate.
L'alta temperatura ehe favorisce la decomposizione e la evaporazione; le pioggie ehe succedono a grandi siccitä, sono produttrici di identici effetti.
Le praterie nuove, rieche in vegetazione, e special-mente se concimate con gesso, oppure con ceneri, o coU'interramento delle zolle antiche sottoposte al-I'azione del fuoco (adebbiatura).
Le acque contenenti una specie non bene deter-minata di alga o di protococco (Delafond, Bender). Alcuni microfiti (Carsteu-Harms). I foraggi mufifati e guasti per Yuredo inconstans, la puccinia graminis, la pucciniola diadelpha, Vcecidium confertum et ranun-culacearum, il mucor mucedo, Verysiphe, il xiioma (Numann, Marchand), Yuredo Candida e sitophyla (Ger-lach), Yeurolium aspergillus, verticilli, artrobotrys, chcetominium chartarum.
L'azione deleteria delle crittogame fu di molto esage-rata, e finora non v'ha nulla di positive in proposito.
II fatto poi ehe in tutti i morbi, in cui si altera il sangue, formansi in esso organiti, deve farli rite-nere siccome effetto e non causa del medesimi.
Detti miasmi sono formati o da morfe di specie
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particolari di raicrofiti (Delafond) ehe vegetano in luoghi paludosi sppra sustrati, ehe contengono materie organiche e le decompongono; o da morfe di micro-fiti ehe decompongono le materie organiche in luoghi non paludosi; o derivanti dalla decomposizione dei materiali di metamorfosi regressiva e di escrezione di animali sani o malati, specialmente nelle grandi agglomerazioni; inline da gaz di diversa natura ge-nerati dalla decomposizione e putrefazione delle ma­terie organiche ehe costituiscono il mefilismo.
Per lo piu agiscono assieme I'aria mefitica e mias-matica.
1 miasmi ed il virus antracico alterano il sangue per intossicamento. Si comportano come fermento settico (Virchow, Ravitsch).
CAPO IV.
FEBBRE CARBON COL ARE, ANTRAGE EMAT1C0 NEI BOVINI.
Patogenesi. — Appena ehe sia penetrate nel eircolo il virus, oppure ehe abbia agito il complesso di cause capace di produrre il morbo, il sangue subisce una specie di fermentazione con riscaldamento (elevazione di termogenesi) e successiva alterazione, specialmente dei corpuscoli rossi e bianchi. Quindi seguono nei diversi elementi istologici dell'organismo varie lesioni, paralisi dei nervi vaso-motori, apoplessie, ecc.
Sintomi e decorso. — I prodromi, cioe i brividi, l'abbattimento od esaltazione della fisionomia, I'irre-golaritä della temperatura cukanea, le alterazioni delle funzioni digestive e della circolazione, la prostrazione delle forze, ecc, per lo piü passano inosservati nel primo accesso, e la prima volta ehe la malattia com­pare in una stalla.
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Nei casi successivi, sebbene ancora troppo indeter-rainati, pure detti sintomi annunziano gia la gravita del morbo sviluppatosi.
L'aumento della temperatura interna, ehe presto giunge aH'acme (41,5) e quindi passa rapidamente molto al disotto della normale (33-34),. ha gia valore diagnostico.
Nell'ulteriore decorso mostrasi una fisonomia triste, abbattuta. Le estremitä ed orecchie divengono fredde e quindi gelide. Ripetonsi tremori parziali ai muscoli. La spina si fa dolente.
A questi fenomeni, ehe sono proprii del periodo algido, seguono quelli del periodo di reazione. Cute calda. brueiante, febbre veemente. Indi ritorno dei brividi e comparsa talvolta di sudori freddi.
La congiuntiva e rossa per iperemia venosa; talora su di essa forraansi peteechie. La bocca bayosa, ealda. II polso pieno con arteria tesa (nel principio) diviene presto piccolo, celere, intermittente.
Ascoltando il fianco sinistro odonsi le pulsazioni delle arterie illiache. Queste anzi compaiono un paio di giorni prima ehe nascano i fenomeni di malessere. Esse pertanto possono annunziare I'ineubazione del morbo. Sembrano dovute alia incipiente paralisi dei nervi vaso-motcri, per cui fia d'uopo una forza mag-giore degli eleraenti elastic! per spingere avanti il sangue. Detto aumento di forza sarebbe reso pure necessario dalla maggiore densitä di questo liquido, dovuta alia evaporazione del siero per I'aumentata temperatura.
Quando il morbo volge ad esito letale sopravvengono grande debolezza, prostrazione di forze, vacillamento del treno posteriore, decubito, insensibilitä.
Allorche forraansi iperemie passive al eervello, oppure apoplessie, gli aniraali presentano i sintomi
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di pressione cefalica; e paraplegia allorche desse av-vengono nel midollo spinale.
L'ipocondro sinistro e assai tumido e dolente al­lorche I'iperemia formasi nella milza (splenite car-bonchiosa).
Quando avviene nel ventricolo, negli intestini, nel peritoneo o nei ganglii mesenterici, si producono do-lori colici, fenomeni rabidiformi, e talora enterorragia, Se nei reni l'ematüria.
Se il morbo volge a miglioramento la febbre di-minuisüe ed il termometro discende a 39deg;, ove ri-mane quasi stazionario se si eccettuano leggierissime oscillazioni. L'animale comincia ad appetire gli ali-menti. Dimiuuisce in esso la sete, ed a poco a poco si regolarizza la ruminazione.
II decorso puo osservarsi acutissimo od acuto. Nel primo caso la durata puö essere di poche ore, od auche di 2-3giorni. La morte ne e I'esito quasi nor­male. Nella forma acuta il morbo puö durare 8-10 giorui, e non sono rari i casi di guarigione.
Terapia. AiVindicazione proßlaitica si soddisfa colla polizia delle stalle, coll'allontanamento dalle me-desime delle materie organiche in putrefazione, col ripararle dai raggi del sole mediante piantagioni., col munire le finestre di frascate onde conservare una temperatura relativamente fresca, coll'evitare I'agglo-merazione esagerala di animali in stalle relativamente piccole, coU'isolamento dei malati, col far prendere i bagni ai bovini nella stagione estiva, col non intro-durre animali provenienti da localita sospette, col-I'allevare razze locali, coll'amministrare alimenti non alterati ne bevande corrotte e stagnant!, col bonifi-camento dei terreni, col non concedere in abbondanza i fieni dei prati nuovi o concimati con letame abbon-dante o con concimi minerali, coll'aereazione delle
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stalle e col fare respirare agli animali aria libera nelle ore piü fresche della giornata, coiraraministrare di tratto in tratto piccole quantitä di sale culinario (25 grararai al giorno), alternato col solfato di soda (50 grammi al giorno), ed anche con una sanguigna nei pletorici, la quäle riconobbi assai utile, sebbene da teorici venga combattuta. Quando il male scoppia in una numerosa mandra e efficace spediente profi-lattico la traslocazione dei sani (Rassi ed altri).
AWindicazione del morbo sono uocivi i salassi. fi necessaria una cura attiva coi preparati di chinina e col vino chinato. Le dosi successive di questo me-dicamento possono venire unite a pochi grammi (2-3) di tartaro stibiato. Le iniezioni ipcdermiche, e nei casi acutissimi nella giugolare, di soluzioni di solfato di chinina, danno dei risultati eccellenti.
h'indicazione sinlomalica richiede nei dolori colici ramministrazione di 15 grammi di estratto d'aconilo coll'infuso di caraomilla. Nella forma torpida-adina-mica, la canfora, l'essenza di trementina con decotto aromatico, la valeriana, la radice d'angelica. Nella diarrea i lavativi di acqua fredda e le bevande mu-cilaginose. Nella forma erettile i bagni ghiacciati alia testa e lungo la colonna vertebrale. NeU'ematuria i decotti mucilaginosi ed il ferro. Dovrassi perö non trascurare la indicazione del morbo intanto ehe si atlaquo; tende alia sintomatica.
L'indicazione dielelica esige bevande acidulate con aeido nitrico, cloridrico, solforico, ecc.
AWindicazione di polizia sanitaria si attende col se-questro dei raalati, coU'interramento dei morti, onde non nuocere alia salute pubblica permettendone il consurao, e colle disinfezioni.
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CAPO V.
TIFO OAKBONCHIOSO DEL CAVALLO.
Patogenesi ed eziologia. — II tifo carbonchioso del cavallo e malattia d'infezioue acuta. Tante volte nasce primitivo per avvelecamento del sangue prodotto dalle emanazioni della lettiera in istato putrescente e dalla riunione troppo grande di animali in scuderie strette, basse e non aereate. Esso puo propagarsi per contagio.
A favore deU'origine miasmatica sonvi casi bene accertati di sviluppo, senza ehe siavi il minimo so-spetto di avvenuta importazione di contagio. In questo novero sonvi quelli da me osservati nel 1868 nel reggimento Guide, e dal mio araico professore Bassi in altre localita, causati dalle emanazioni del letame ehe tenevasi nelle scuderie sotto il nome di lettiera permanente.
Una spiegazione l'abbiamo in cio, ehe gli esseri inferiori, ehe oggigiorno sono ritenuti quali- agenti infettivi, si trovano fuori dell'organismo ed entrano in esso in alcune circostanze speciali e favorevoli al loro sviluppo. I germi morbiferi entrano nel corpo specialmente per la via dei polmoni.
Nelle scuderie in cui sonvi aggloraerati moltissimi cavalli e difficile lo stabilire se i casi ehe si continuano siano di origine miasmatica o contagiosa.
II numero dei malati aumenta o diminuisce secondo l'umiditä dell'aria ambiente e lo stato della lettiera, perche il caldo umido e favorevole alia putrefazione delle sostanze vegetali ed animali dalle quali dipende lo sviluppo dei germi infettanti.
Ciascun individuo presenta diversa suscettibilita sia pel miasma ehe pel virus.
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I/eta media e la robustezza degli organismi presen-tano la maggiore disposizione.
Puo essere fulminante od acutissimo, ed uccidere I'animale istantaneamente ed in poche ore; aculo e durare 4-5 giorni; subacuto e protrarsi fino a 12-15.
Reperto anatomico. — All'apertura del cadavere si osservano i muscoli di un rosso-cupo. Nei posti in cui avvenne una tumefazione si scorge una quantitä piü o meno grande di liquido gelatinoso, giallognolo, lu-cente cui e dovuta la tumescenza. Osservai, con Bassi, un caso di localizzazione alia laringe, nel quale il iiquido gelatinoso, oltre ad infiltrare i muscoli cir-costanti, aveva riempita una saccoccia gutturale. II sangue del cuore e dei grossi vasi scuro, denso, con pochi coaguli. La sua fibrina e diminuita. La den-sita del sangue dipende dalla perdita avvenuta del siero. Esso diventa rosso difficilmente al contatlo del-I'aria, contiene numerosi bastoncini (Bassi, Brauell, Pollender) considerati vibrioni (Brauell); bacteridi (Da-vaine); cristalli (Wirchow, Leisering, Müller); fibrina coagulata (Briickmuller). Detto reperto perö trovasi in tutti i morbi a processo dissolutivo del sangue. II cuore e ordinariamente floscio, il miocardio, Ten-docardio e la tonaca interna dei grossi vasi, di colore rosso-cupo, presentano ecchimosi. Nelle parti inferiori dei polmoni ipostasi. Talora induramento del paren-chima polmonare e splenizzazione, oppure collapso del medesimo. Le ghiandole broncbiali iperemiche, tume-fatte. Le mesentericbe presentano identiche allera-zioni. La milza ingrandita 2-5 volte piü del normale. La sua capsula tesa; il parenchima rarnmollito, pul-taceo, nerastro, il sangue contenuto piceo. La mucosa gastrica iniettata, rammollita, tumida. La mucosa del lenue e iperemica, talora di color violetto per grandi estensioni, iutorbidita, tumida, rammollita, coperta di
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muco e di cumuli di cellule epiteliali. Frequentemente esiste dentro gl'intestini, nel tenue in ispecie, liquido sanguinolento. Le ghiandole solitarie ed aggregate sono iperemiche, ingrossate e sporgono dal livello della mucosa circostante. Le solitarie hanno assunto il volume talora di un pisello; le conglomerate di Peyer la grandezza di un pezzo di due soldi. Alia superficie di taglio si mostrano infiltrate di saDgue, raramente di una massa molle, biancastra o rosea, prodotta dall'aumento degli elementi cellular!. Non vi si trovano mai ulcerazioni. Stravasi sanguigni ed essudati gelatinosi nel connettivo sottocutaneo, sottosieroso, sottomucoso. L'encefalo ed il midollo spinale non offrono alterazioni costanti ehe spieghino i gravi perturbamenti funzionali osservati durante la malattia.
Questo reperto e proprio anche della forma ematica dei bovini, oviui, suini, cervi (Bassi), ecc.
Sintomi e decor so. — Nella forma apopletica od acu-tissima gli animali ehe sembrano sanissimi presentano ad un tratto tremori, convulsioni, con o senza remis-sione. Essi muoiono in 5-6 ore.
Nella forma acuta i primi sintomi a comparire sono i brividi, tremori dei muscoli, 'battere dei denti, de-bolezza e prostrazione delle forze. La sete viva, I'ap-petito abolito. Stitichezza al principio e quindi diarrea. Per la gravissima iperemia ai ganglii mesenterici ed agli intestini si manifestano leggieri dolori colici ehe divengono poi gravi. La temperatura del corpo, per I'aumentato ricambio materiale nei tessuti dell'orga-nismo, si eleva verso sera fino a 41deg; e ridiscende il mattino seguente a 40deg;. L'arteria, da principio tesa, nell'ulteriore decorso diviene floscia; i battiti arteriosi da 50 60 sul principio, ascendono a 80-100 per minuto. II polso diviene filiforme, intermittente, insensibile.
Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6
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Alcune volte, per la poca attivitä degli elementi con-trattili della parete arteriosa esso si fa dicroto. Le orine sono concentrate, scarse ed hanno un peso spe-cifico di 1015-1030.
Quando la malattia volge ad esito letale la tenipe-ratura si abbassa al disotto del normale.
La durata del raorbo e di 4-5 giorni. L'esito piü frequente la morte.
Nella forma subacuta la malattia puo presentare sintomi di etupore oppure di erettismo. Nel prime case i malati sono comatosi, imtnobili ed insensibili a quanto si fa intorno di loro. Nel secondo succedon^ feno-meni di eccitabilitä cerebrale, divengono pericolosi a quelli ehe li avvicinano, tentano di inalberarsi, di spingersi contro la mangiatoia, ecc. Le mucose appa-renti si fanno cianotiche per infiltrazione e stasi san-guigna, le palpebre tumefatte. Talora compaiono ec-chimosi alle congiantive, alia pituitaria, alia faccia internadelle labbra.
Verso il fine del morbo la sonnolenza e I'assopi-rnento giungono al massimo grade. Anche quando fuvvi la forma erettile subentra la paralitica. II polso e frequente, la respirazione accelerata (dispnea), le forze prostrate.
L'esito non e sempre infausto. In alcuni casi la temperatura si porta in pochi giorni a gradi a gradi allo state normale, il polso diminuisce di frequenza, I'aspetto del malate si fa piü vivace, la sete dimi­nuisce, compare I'appetito ed in breve tempo il ma­late entra in cenvalescenza.
La durata del morbo e di circa 15 giorni. La morte, nei casi sfortunati, avviene generalmente nella prima settimana. Essa e preannunziata o dal rimanere per lungo tempo la temperatura da 41.,5-42, o dalla sua repentina discesa talora fine a 34.
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Terapia. L'indicazione profilattica richiede la pu-lizia delle scuderie, I'allontanamento delle materie organiche in putrefazione, di evitare le agglomera-zioni, e di esigere I'isolamento dei malati.
AWindicazione del morbo sono nocivi i salassi, gio-vano invece i preparati di chinina, il vino chinato, uniti a piccole dosi di tartaro emetico o di calome-lano. In questi ultimi tempi venne lodato I'acido fe-nico. lo dalla sua amministrazione ebbi risultati ne-gativi, e lo stesso fatto e stato accertato da Bassi e da altri. Trovai di vantaggio incontrastato le inie-zioni ipodermiche di 3 grammi di solfato o d'idro-clorato di chinina sciolti in 10 grammi d'acqua di-stillata, come pure nei casi gravissimi le iniezioni d'arseniato di chinina.
Uindicazione sintomatica richiede, allorche esistono dolori colici, 1'amministrazionedi 10 grammi d'estratto d'aconito nell'infuso di camomilla, oppure il fegato d'antimonio nello stesso eccipienle (Roll). Nella forma torpida la canfora, I'essenza di trementina, la vale-riana, la radice d'angelica. Se esiste diarrea i lavativi d'acqua fredda e I'amministrazione di bevande muci-laginose (fatte colla bollitura di avena, orzo, lino, riso). Nella forma erettile i bagni ghiacciati alia testa. Nelle manifestazioni sottocutanee le scarificazioni e quindi le medicazioni con acido fenico diluito o col-I'acqua di Goulard.
AWindicazione di polizia sanitaria si attende col se-questro dei malati.
h'indicazione dieletica viene soddisfatta con bevande acidulate.
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CAPO VI.
CARBONCHIO ESANTEMAT1CO ED ANTRÄGE LOCALE INOCÜLATO.
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Patogenesi. — I fenomeni locali del carbonchio pos-sono essere successivi ad infezione generale, epperciö alia febbre (secondari, sintomatici, esantematici), op-pure primitivi (idiopatici, locali, inoculati) senza ehe abbia avuto luogo assorbimento.
La diagnosi differenziale poggia pertanto sulla pre-senza o meno della febbre. Questa distinzione e di grande importanza, perche il prime morbo e molto piü grave del secondo. Quelle richiede una cura ge­nerale, questo semplicemente locale. Ciö detto li de-scriverö unitamente per brevitä.
Antrace enftsematoso (nei bovini e cavalli). — Secondo Leroi e frequente alia regione lombare. Avviene perö in qualsiasi parte del Ironco. Si manifesta con tumori piani, larghi, crepitanti. E prodotto da sviluppe di gaz nel connettivo sottocutaneo e da iperemia, ende tumefaziene della cute ehe crepita al tatto.
Nell'ulteriere decorso vi succede infiltrazione di sangue sciolte, essudato gelatinöse e gangrena. E sempre secondarie.
Antrace flemmonoso ed edematoso (nei bovini e nei cavalli). — Si manifesta con tumori alle guancie, alle labbra, alia gola, al cello, al petto, aU'addome, al-l'inguine, alle mammelle, alle aperture sessuali delle femmine.
Quando e preceduto dalla febbre e nell'acme ehe erompe il tumere flemmonoso. Appena comparso cresce con somma rapiditä, eleva la cute, provoca dolori acutissimi e I'animale si fa irrequieto. II flem-mene passa assai celeremente in gangrena. In ge-
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nerale e ben circoscritto, emisferico, conico o depresso al centro. Esordisce con noduli isolati o riuniti, assai sensibili, prodotti da iperemia circoscritta negli strati cutanei o nel connettivo sottostante. Per cio la pelle ivi assume una colorazione rossastra, violacea. L'ipe-remia talora si ästende a piü decimetri di estensione, e la pelle diviene dura, insensibile, gangrenosa. Col tatto questi tumori fanno sentire un crepitio dovuto alia presenza di gaz formatisi al disotto come negli enfisematosi. Non e rare ehe alia superficie di detti tumori forminsi flittene o vescicole, ehe incise lasciano colare un liquido rossastro o sangue nerastro e gaz fetidi, Alcuni tumori flemmonosi debbono la loro ori-gine a trasudazione e raccolta di una quantitä piü o meno grande di siero gelatinoso.
Poco dopo la comparsa dell'antrace diminuiscono la febbre ed i dolori. In molti casi vi succedono in-sensibilitä generale, freddo cutaneo, polsi filiformi, deboli, intermittenti, prostrazione delle forze, enfi-sema cutaneo. NelTulteriore decorso il tumore spesso si perfora in vari punti e lascia gemere una materia albuminosa, giallastra, sanguinolenta, corrosiva. In seguito la parte centrale ehe rimane isolata si distacca (escara carbonchiosa). Si e appunto in questo periodo ehe erompono le flittene. Caduta I'escara costituita dalla pelle, dal tessuto connettivo sottocutaneo e ta­lora perfino da un pezzo di muscolo, vi rimane una piaga piü o meno larga e profonda, di cattivo aspetto, ehe secerne un icore sanguinolento.
II decorso e rapidissimo, 3-4 giorni. Quando i tu­mori carboncbiosi sono preceduti da febbre guariscono difficilmente. Hanno talvolta esito felice quando sono locali ed inoculati.
Terapia. Vindicazione del morbo richiede la cura generale nella forma febbrile. I tumori, sia primari.
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sia secondari, debbonsi scarificare profondamente coc incisioni e quindi si raedicheranno coll'acido fenico o cogli altri autiseltici, ed in mancanza di essi si cau-terizzeranno col ferro rovente.
Anirace naso-faringo-laringeo, e nei cavalli naso-fa-rlngo-gutturo-laringeo. Corizza, angina carbonchiosa o gangrenosa. — La mucosa del setto nasale, dei cornetti nasali, della faringe, laringe e saccoccie gutturali e iperemica, tumida, colorata in rosso-cupo. In essa formansi alcuni centri gangrenosi. Inoltre avvengono estese filtrazioni gelatinöse nel connettivo sottomu-coso, negli interstizi intermuscolari, nella soccoccia gutturale. L'iperemia per lo piu e diffusa alia mucosa della trachea, dei bronchi, ecc, sieche trovansi lungo essa ecchimosi e chiazze rosso-cupe derivanti da apo-plessie piü o meno circoscritte.
In questa forma, oltre una febbre veementissima, sopravviene quasi istantaneamente la dispnea per dif-ficoltata inspirazione, cui segue I'asfissia. La morte sopraggiunge in 2-3 ore. Nella mia carriera clinica mi capitö un cavallo ehe mori in pochi minuti. Sem-brava sanissimo, si fece per condurlo fuori della scu-deria per attaccarlo al carro. Ad un tratto gli si e tumefatta in modo straordinario la regione della gola e cadde morto.
Alcune volte perö I'angina carbonchiosa non e cosi grave ed ha un decorso meno celere. Voglio dire quando non attacca le parti profonde, ma solo i mu-scoli del collo, nella cosi delta angina esterna.
L'angina carbonchiosa esterna (Leroi) ha origine con un piccolo tumore nella regione della gola senza segno apparente di flogosi. Nell'ulteriore decorso la iperemia aumeuta, sia nel connettivo sottocutaneo, sia in quello intermuscolare, ed il tumore aquista in grandezza ed estensione. In seguito vi si forma una
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abbondante essudazione gelatinosa, circondata da stra-vasi sanguigni nerastri e da gangrena circostante.
In questi casi la dispnea e raolto raiuore, non esiste il pericolo iraminente di soffocazione. Le profonde scarificazioni per lo piü sono sufficienti a soddisfare aWindicazione sintomatica.
Allontanato il pericolo maggiore si ha tempo di attendere aU'indicazione del morbo, la quale ricbiede il trattamento delle febbri carbuncolari.
Angina o glossantrace setoloso dei suini (Metaxä, Leroi), antrace del collo, mal della setola (Toggia). — Avviene sotto la gola presso le tiroidi, tra le giogo-lari. Comincia con una depressione circoscritta, la quale ya man mano facendosi profonda. La cute e distesa e concava. La depressione esterna e seguita da una prominenza interna (tumoretto) dolentissima. Le setole sono ispide, agglutinate, e formano un ciuffo ehe perfora i tessuti. Vi si sviluppa frequente-mente la gangrena.
II decorso e acuto. La morte l'esito piü comune. Perö non sempre il tumore della gola dei maiali e di natura carbonchiosa. Anzi il piü delle volte non e altro ehe un tumore schiettamente flemmonoso. II prirao non e curabile. II secondo invece guarisce fa-cilmente mediante le profonde ed estese scarificazioni (Bassi).
Antrace glossale o glossantrace (Sauvage). — Ha ori-gine con macchiuzze rossiccie, livide nei contorni della lingua, dovute ad iperemia delle papille e del connettivo sottomucoso. Per I'iperemia o pel succes-sivo essudato il centro di quelle mostra un punto nericcio, gangrenoso, ehe si estende, od una vesci-chetta ehe presto si lacera, si dilata, si fa profonda e produce un'uleera gangrenosa. Queste alterazioni ta-lora si sviluppano ai lati della lingua e tal'altra sul
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scilinguagnolo, o verso la radice della stessa. Non e raro il caso ehe sviluppinsi contemporaneamente macchie livide, nericcie, pavonazze sulle gengive, sul palato, alia faccia interna dalle labbra, od un'eruzione esantematica sopra tutta la lingua, per cui questa si tumefä e diviene assai dolente. L'andamento distrut-tivo e ässai rapido, e talora meta della lingua e giä gangrenata e caduta nella greppia prima ehe venga conosciuta la presenza del morbo. L'ulcera ehe segue le vescicole ha bordi tumidi, lividi, ed il suo fondo separa una sanie ehe icrita la mucosa della bocca, della faringe, ecc. L'iperemia si fa intensa e si pro-paga alia mucosa del palato, delle fauci, della faringe, laringe, ecc.
Per dette alterazioni l'animale e impossibilitato a prenderegli alimenti, a masticarli ed a deglutirli. Dalla bocca esce una quantitä piü o meno grande di saliva. La febbre in generate non e tanto grande ed il morbo assume un decorso subacuto. Esso puö protrarsi fino a 15-20 giorni. I malati dimagrano rapidamente, il loro pelo si fa irto, la cute coriacea, e se non si cu-rano sopravviene la morte. Le guarigioni non sono rare.
AWindicazione del morbo si soddisfa col cauterizzare le ulceri, collo scarificare i punti tumidi in cui il cir-colo viene rallentato o sospeso, e quindi col iavare la parte coll'acqua di Rabel. oppure con soluzioni aci-dule (acido nitrico, cloridrico, solforico).
Antrace inlerfalangeo (Leroi) epizootico. — Attacca i bovini ed i maiali; contemporaneo spesso al glos-santrace, si presenta sotto forma di nodulo nello spazio interfalangeo piü o meno prominente, dolo-roso. L'epidermide si solleva, si rompe, versa il con-tenuto, e rimane quindi un'ulcera ehe si dilata e spro-fonda e separa un icore rodente e fetido; l'iperemia
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si propaga al vivo del piede ed alia regione della corona, ecc, la cornea si distacca dal vivo del piede ed il lavoro distruttivo si propaga anche alle parti tendinee e legamentose.
Fu osservato di preferenza ai piedi anteriori.
La diagnosi difftrenziale fra I'antrace interfalangeo e I'afta epizootica poggia sulla assenza della febbre aftosa nella mandra e nei dintorni, sulla mancanza di afte alia bocca ed alia lingua, sulla circoscrizione del tumoretto antracico nella fessura interfalangea, sul suo decorso acutissimo e suo pronto passaggio alia gangrena, sul colore nerastro cbe assume, ed infine perche coll'innesto determina il carbonchio in altri animali.
Terapia. — Oltre alia cura generale Vindicazione del morbo esige profonde cauterizzazioni del tumoretto, o dell'ulcera o gangrena.
La continuazione del trattamento richiede i de­ters! vi.
Antrace eresipelatoso. — L'antrace eresipelatoso si presenta frequentemente nelle vaccbe con sede sp'e-cialmente alle mammelle. La pelle diviene iperemica, bleuastra, il tessuto gbiandolare si infiamma seconda-riamente. Le mammelle divengono dolenti, dure. La loro temperatura e assai aumentata. La secrezione lattea abolita. Nell'ulteriore decorso il tumore au-menta, la pelle ed il tessuto sottostante passano in gan­grena. Talora questa e circoscritta, e tal altra difi'usa. Nel primo caso puö avvenire la perdita di una o due mammelle e quindi succedere la guarigione. Nel secondo la morte n'e I'esito normale. Allora si pro-ducono alterazioni molto estese. La tumefazione si dilata immensamente fra le cosce. L'animale non puö quasi piü muoversi, perche le estremitä posteriori rimangono divaricate. II morbo progredendo si estende
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al ventre, alia regione sottosternale. La gangrena dif-fusa uccide in pochi giorni il malato.
Si osserva pure nei maiali e nelle pecore con ma-nifestazioni alia cute ed in queste anche alle mam-rnelle. In tali animali prende il nomo di fuoco sacro {ignis sacer), fuoco di Sant'Antonio.
Comincia con macchie rosse della grandezza di una capocchia di spillo o di una lenticchia, piü o meno numerose, in generale moltissime, talora con macchie brune o violette o con ecchiiuosi. La cute e tumida, urente, dolorosa. Esiste febbre violenta con tutti i fenomeni ehe l'acconipagnano. Le macchie ingrandi-scono, si riuniscono, invadono la pelle per una lar-ghezza piü o meno estesa.
Sotto la cute neU'ulteriore decorso si formano en-fisemi, flemmoni, e quella cade in gangrena. Talora dessa si screpola e gerne icore (Toggia padre), tal altra si indura come pergamena. Non e raro ehe si formino pure tumori carbonchiosi alle estremitä, al-l'inguine, alia gola, alia lingua.
11 decorso e acutissimo. L'esito piü frequente la morte.
Diagnosi deWantrace in genere durante la vita degli animali. Decorso rapido o rapidissimo. Febbre intensa. Diminuzione od anche totale maneanza della coagulabilitä del sangue, degenerazione dei leucociti, i quali contengono granulazioni, perduta facoltä ai corpuscoli rossi di assorbire I'ossigeno, escita dai me-desimi della materia colorante, formazione nel sangue di cristalli, di cocci o di bacteridi. Contagione.
Diagnosi dopo morte. — Le ecchimosi e le petec-chie specialmente sul pericardio e sull'endocardio, le emorragie, iperemie passive, negli organi, nei canali, sotto la cute, le essudazioni gelatinöse, le colorazioni scure difiüse; i rammollimenti e le gan-
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grene. Pronta putrefazione, sviluppo sollecito di gaz negli inlestini, nel sangue. rovesciamento dell'ano, colorazione rosso-bruna della sua mucosa, cadaveri fetenti.
CAPO VII.
RABBIA, IDBOFOBIA.
Patogenesi ed eziologia. — La rabbia e un morbo di infezione. Nasce spontanea nel cane, gatto, lupo, volpe (cants, felis), e si trasmette per contagio agli erbivori ed aU'uomo.
Non e ben noto ce chimicamente, ne microscopi-camente il virus.
Questo agisce entro un tempo indeterminate in modo specifico sui centri nervosi in modo analogo alia stricnina, picrotoxina, ecc.
II virus rabido e contenuto nella saliva, nel sangue e negii altri umori degli idrofobi. Esso e fisso e non penetra I'epidermide illesa.
II virus consterebbe di micrococci piccolissimi, im-mobili, isolati od in colonie, ehe coltivati si moltipli-cano per divisione e si ingrandiscono in 4-5 giorni di 10-20 diametri, e quindi formano un hormiscium e fila-menti (Hallier). Siccome dall'ulteriore evoluzione degli sporoidi si oltengono different! micromiceti (Clado-sporiura, Stemphylium, Coniothecium), e non il lys-sophyton suspeclum di Hallier, cosi non si puö dire rischiarata la natura del virus.
L'innesto con bava e sangue presi dal cadavere 24 ore dopo morte fu inefficace (Hertwig). In altro caso invece produsse 1'infezione (Rivolta). Gli esperimenti di altri dimostrarono efficace solo la saliva (Renault). II sangue estratto dalla cava di un uomo morto da
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due giorni fu attivo (Ecker). II virus fu inoculate con successo fino alia 5a generazione (Rey).
La durata deU'incubazione e molto varia non solo nelle differenti, ma nella stessa specie animale. Nel cane 83 % al 2deg; mese, 16 % al 3deg;, 1 0/o al quarto (Haubner). Analoghi risultati ottenne Bourrel. Talora dura 1-2-3-4-8-9 giorni (Viborg, Hering). Nel cavallo 3-20-44-56-154-170 giorni (Guerich), 15 mesi (Haubner), 15-74 giorni (Peyronie), 72-94 giorni (Vatel). Nei bo-vini 5-6-10-24-57 giorni, 6-9-12 mesi. Nella pecora e nella capra 80 % nel primo mese, 18 % nel 2deg;, 2 % al 68deg; giorno (Haubner). Non parlo dei casi d'incubazione di due anni.
Molti auirnali sono refrattari all'infezione. Di 99 raor-sicati (cani, cavalli, pecore) 67 contrassero il morbo (Renault). Di 25 cani lo contrassero 10 (Hertwigj.
La rabbia si sviluppa in ogni stagione dell'anno ed in tutti i climi.
In Francia dal 1863-68 il maggior nurnero dei casi si manifesto in primavera ed il minore nell'autunno (Bouley). In Austria nel 1859-60 in gennaio ed aprile (Pillwax). In Francia dal 1859-72 Bourrel ne osservö 1,219 casi, di cui il maggior numero in ottobre e marzo. In Algeria pure la rabbia e piü frequente da ottobre a marzo (Toussaint). In Algeria e assai frequente nei cani liberi (Hugo, Decroix, ecc).
Le razze di temperamento nervoso, di lusso, presen-tano maggiore disposizione, i maschi piü delle fem-mine. I lattanti ed i castrati non ne sono immuti.
Di 393 cani idrofobi dal 1859-66 v'erano maschi 2 di tre mesi, 1 di 4 mesi, 2 di 5 mesi, 4 di 6 mesi, 3 di 7 mesi, 8 di 8 mesi, 1 di 9 mesi, 5 di 10 mesi. Femmine 1 di 6 mesi, 1 di 7 mesi, 1 di 8 mesi, 2 di 9 mesi. Maschi di 1 anno 42, di 2 anni 64, di 3 anni 53, di 4 anni 36, di 5 anni 40, di 6 anni 32, di 7 anni 16, di 8 anni 12,
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di 9 anni 6, di 10 anni 7, di 11 anni I, di 12 anni 4, di 14 anni 2, di 15 anni 1. Femmine 3 di 1 anno, 11 di 2 anni, 7 di S anni, 8 di 4 anni, 6 di 5 anni, 4 di
6nbsp; anni, 3 di 7 anni, 1 di 8 anni, 1 di 9 anni, 1 di 11 anni, 1 di 12 anni (Bourrel).
Dei detti 393 furono colpiti di rabbia: 36 in gennaio, 31 in febbraio, 26 in marzo, 32 in aprile, 32 in mag-gio, 42 in giugno, 32 in luglio, 30 in agosto, 35 in seltembre, 41 in ottobre, 24 in novembre, 32 in di-cembre.
Essi appartenevano alle seguenti razze: meticci 110, loups 84, terriers 77, da caccia 55, griffoni 25, piccoli spagnuoli 24, barbetti 5, Terra-Nuova 5, levrieri 3, me­ticci carlino 2, biscioni 2, danesi 1.
Di 826 aff'etti da rabbia dal 1867-72 erano dell'eta di 2 mesi: mascbi 1, di 3 mesi 4, di 4 rnesi 4, di 5 mesi 6 maschi ed 1 femmina, di 6 mesi 17, di 7 mesi 8 maschi e 4 femmine, di 8 mesi 9 maschi e 2 fem­mine, di 10 mesi 9 maschi e 3 femmine. Di 1 anno 101 maschi ed 11 femmine, di 2 anni 114 maschi e 17 femmine, di 3 anni 129 maschi e 14 femmine, di 4 anni 67 maschi e 17 femmine; di 5 anni 73 maschi e 15 femmine, di 6 anni 35 maschi e 7 femmine, di
7nbsp; anni 31 maschi e 6 femmine, di 8 anni 37 maschi e 8 femmine, di 9 anni 21 maschi e 3 femmine, di 10 anni 13 maschi e 15 femmine, di 11 anni 4 maschi e 1 femmina, di 12 anni 5 maschi e 2 femmine, di 13 anni 3 maschi e 1 femmina, di 14 anni 4 maschi e 2 femmine, di 15 anni 1 maschio e 2 femmine.
Dei detti 827 ammalarono in gennaio 67, in feb­braio 70, in marzo 76, in aprile 77, in maggio 67, in giugno 68, in luglio 60, in agosto 74, in settembre 82, in ottobre 52, in novembre 67, in dicembre 66.
Per quanto spetta alia razza essi erano 254 terriers, 203 meticci, 41 loups, 72 spagnuoli, 75 da caccia, 66
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griffoni, 28 barbetti, 30 di Terra-Nuova e di montagna, 24 levrieri, 2 danesi, 24 dell'avana, 7 rocchetti.
Sebbene negato da molti, pure non si puo mettere in dubbio lo sviluppo spontaneo della rabbia.
Fra le cause occasionali si accennano i dispiaceri, la paura, la sopraeccitazione venerea non soddisfatta (Growe, Bachelet, Froussart, Bertacchi), opinioni espe-rimentalmente combattute (Bourrel). I cattivi tratta-menti, Teccessivo caldo e freddo (dimostrate erronee daU'osservazione). Per quanto si abbia detto e scritto, le cause ehe possono fare nascere la rabbia cosi detta spontanea (cioe senza morsicatura) non sono note.
Reperto analomico. — II reperto anatomico non solo non ci spiega i gravi disturbi funzionali preesistenti, ma non e neppure suflSciente a farci fare una diagnosi dopo morte.
I muscoli hanno colore rosso-scuro o iivido. Molli nel bue e nel cavallo, sono facilmente lacerabili (C. Les-sona). La mucosa della bocca, della lingua, della la-ringa e della faringe iperemica, talora bleuastra, umet-tata di saliva o no. In alcuni casi vi si riscontrano erosioni, ulceri od escare. Ai lati del frenulo della lingua talora esistono vescicole (lisse del Marochetti), oppure erosioni ed ulceri provenienti dalla lacerazione di quelle. II sangue talora e coagulato e tal'altra no. I coaguli (quando esistono) trovansi nei grossi vasi. Furono riscontrati anche di colore grigio, consistenti, pieni di leucociti (Bruckmüller). II sangue per io piü ha colorazione nerastra. II sangue venoso piü rutilante si coagula piü rapidamente (Bourrel). AU'esame mi-croscopico presenta cristalli finissimi od anche un po' piü grossi e larghi (Rivolta). Nel ventricolo talora trovansi corpi estranei. Esiste iperemia od anche ec-chimosi, suffusioni sanguigne ed altresi erosioni. Anche la mucosa intestinale in alcuni casi e iperemica.
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Questa iperemia aon fu mai rinvenuta da altri (Bro-giani, Henry, Sauvages, Mead, Wanswieten). II ram-mollimento della mucosa gastrica trovata da Brechet-feld deve considerarsi come effetto di autodigestione (Hunter).
Nei bovini riscontransi alimenti essiccati in forma lapidea tra i foglietti del millefoglio e distacco della lore mucosa. Aridita e straordinaria tensione delle parti solide ed in modo speciale di tutte le membrane (Brogiani, Morandi). Le ghiandole mesenteriche ed il pancreas atrofici (Brechetfeld). Queste alterazioni si riscontrano pure nel millefogli dei bovini ehe muoiono pel carbonchio rabidiforme, e per la gastrite rabidi-forme.
II fegato e la milza non presentano alterazioni. I canalicoli renali ed il bacinetto presentano degene-razione adiposa e distacco delle cellule epiteliali. Cio si riscontra nel massimo uumero del morbi d'infezione. La vescica orinaria in generale vuota e contratta. Perö fu trovata anche plena (Palat, Leblanc, Bourrel). Fu-rono trovate le alterazioni di precessa flogosi nelle vie orinarie (Morandi, Morgagni, Monneret). Edema delle meningi cerebral! e della sostanza del cervello. oppure loro iperemia. Essudati sierosi nei ventricoli. Iniezione del ponte di Varolio e del midollo allungato quasi simile all'artificiale (Mayer); dei ganglii del trisplancnico e sue diramazioni (Villet). Queste ultime osservazioui furono contraddette dal Gaudrin.
Le vescicole del Marochetti furono pure riscontrate in cani sani e carbonchiosi (Prinz, Spinola). L'ipostasi cadaverica e estesa. Poche ore dopo morte comincia la putrefazione. Riscontransi bolle di gaz nel connet-tivo, nel cuore, nei grossi vasi.
Sintomi e decorso. — La rabbia del cane per le sue manifestaziooi venne divisa in furiosa e muta. Se-
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guendo un diligente pratico (Bourrel) ne descrivo tre forme: furiosa, muta e mista.
II minor numero appartiene ai furiosi. Quelli affetti dall'idrofobia mista perdono presto la propensione a mordere. La maggior parts degli animali rabbiosi sono colti dalla forma muta.
Allo svolgersi del raorbo talora i cani divengono piü amorosi verso il loro padrone e verso gli altri animali, e sentono un grande bisogno di leccare, fanno I'atto di prendere le mosche. Altre volte invece di­vengono melanconici e cercano luoghi oscuri per ac-covacciarsi. Lo sguardo e od abbattuto, o brillante e quasi minaccioso; talora Tocchio si innalza e si nasconde sotto la palpebra superiore. La luce ed i rumori sono loro di stimolo incomodo. Sentono pru-rito al naso e se lo grattano colle zampe. Pel per-vertimento dell'appetito trangugiano corpi stranieri (paglia, carbone, peli, tela, erba e talora i loro escre-menti). L'appetito perö puö conservarsi normale. Be-vono, ma talvolta I'acqua ricade in causa della impe-dita deglutizione. Addentano talvolta la catena c la corda ehe li tiene avvinti, sono inquieti, cambiano continuamente di positura. Alcune volte hanno effet-tivamente paura dell'acqua e dei corpi lucenti. Osser-vansi frequenti vomiti, spesso sanguinolenti. II ptia-lismo non e sintomo costante. II timbro della voce e alterato. Questa viene emessa in due note, la prima grave e la seconda acuta. Comincia con abbaiamento e termina con un urlo. In generale il cane e rauco; talora non abbaia, o conserva la sua voce. In gran numero di casi i cani rabbiosi divengono battaglieri, perdono il senso della paura, sentono il bisogno di correre, vanno come pazzi, dimostrano eccitazione venerea; la coda e rialzata, raramente abbassata.
I cani da caccia talvolta fanno degli arrestj imma-
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ginari, sono incerti nel cacciare, prendono le canne, gli arbusti, non obbediscono alia voce del padrone, mangiano la selvaggina.
Nella forma furiosa, negli accessi, si presentano fe-nomeni convulsivi, la pupilla si dilata, gli occhi si spalancano, sono iperemici, lucenti, ed i malati cer-cano d'avventarsi agli animali, agli oggetti ed airuomo stesso per morderli. II parossismo dura pochi minuti e quindi I'animale cade in una specie di paralisi. Perö la -vista di un cane, una luce viva, una corrente d'aria fredda, insomma uno stimolo qualunque puö provo-care un nuovo accesso. Nell'ulteriore decorso questi si ripetono senza causa nianifesta e divengono sempre piü accrntuati.
Infine essi divengono frequenti, ma cedono in in-tensitä. La prostrazione ed il collapso seguono all'ipe-restesia. La respirazione diviene celere, superficiale, laboriosa, e sopraggiunge la morte per paralisi ge-nerale.
II decorso e acutissimo. Dalla comparsa del fenomeni iperestesici alia morte corrono da 5-8 giorni. L'esito e sempre letale.
Nella iorma mista dapprincipio (primo, secondo giorno) si osservano i sintomi della rabbia furiosa. Gli accessi nervosi perö sono piü deboli. Nell'ulteriore decorso si manifestano i fenomeni della rabbia muta.
Nella forma muta si presenta paralisi della ma-scella posteriore, epperciö la bocca rimane piü o meno aperta, cola per lo piü bava, la lingua e pen-dente o situata sull'arcata dentaria; gli animali banno raovimenti mal sicuri, semi-paralisi delle estremila posteriori, mordono se eccitati a cambiare posto; I'espressione del loro sguardo e ora dolce, ora triste ed ora vaga. II globo dell'occhio e per lo piü fuori dell'asse visuale, la pupilla dilatata. La loro fisiono-Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;7
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mia inspira pieta (Bourrel). La paralisi a grado a yrado si estende a tutte le parti e la morte soprag-giunge in 7-8 giorni.
Rabbia del cavallo. — Sguardo triste, fiero, fisso, spaventevole, occhio lucente, iniettato, sporgente dalle orbite. Ha andatura incerta, si ferma, scalpita. Ha sa-livazione, scalcitra, morde la mangiatoia, gli animali, I'uomo. Tenta di avventarsi, salta nella greppia, da di cozzo al muro; talvolta presenta eccitazione venerea, accosciamento per oriaare, nitrisce raucamente. rsel-I'ulteriore decorso avviene paraplegia e quindi paralisi generale e morte. Questa sopraggiunge in 8-10 giorni.
Rabbia del bovini. — Non differiscono i sintomi da quelli ehe si osservano nel cavallo. Inoltre mandano muggitl frequenti, lamentevoli, prolungati. Contrazioni rnuscolari, quindi paralisi e morte.
Rabbia nelle pecore. — Queste, oltre al presentare i sintomi dei bovini, cozzano e belano.
Rabbia nei maiali. — Grugniti ripetuti con voce inu-sitata, oltre i fenomeni comuni agli altri animali. Di-magramento rapido, paraplegia e quindi morte.
Diagnoai — Si difierenzia daU'epi/essio, percije in questa sonvi parossismi convulsivi con scolo bavoso dalla bocca, con perdita della coscienza e talvolta con caduta, ma non avvi tendenza a mordere come av­viene negli accessi di rabbia.
Dall'angina, perche in questa mancano i fenomeni d'iperestesia, di paralisi della mascella posteriore, e tutti gli altri sintomi della rabbia, meno la disfagia.
Dalla gastro-enterite per la febbre, pei dolori addo-minali, per la mancanza dei fenomeni nervosi.
II Penlastoma tcenioides nei seni frontali talora da luogo a fenomeni rabidiformi. Gli animali ehe lo ospi-tano cercano di fregarsi la parte pel gran prurito, e talora pel dolore ehe sentono battono la testa contro
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i corpi vicioi o si avventano aU'uomo. In generale e la sola autopsia ehe ne stabilisce la diagnosi.
Terapia, — Finora non s'e trovato il rimedio per la rabbia. Una volta sviluppata bisogna ehe ci rasse-gniamo, nello stato attuale della seienza, ad assistere alia morte.
Furono messi alia prova il mitridate, la teriaoa, il fegato brueiato di cane idrofobo, il veleno della vipera, I'oppio, il piombo, il mercurio, le araandole amare, i bagni di sorpresa, la belladonna, la ginestra tintoria, le iniezioni d'acqua nelle vene, la canepa Indiana, il curare, remetico, il solfato di zinco, il solfato di rame, ecc. Tutto inutilmente.
AWindicazione profilattica si soddisfa eon cauterizzare profondamente la ferita appena un animale viene morsieato da uno rabbioso. II ferro rovente e il mi-gliore caustico. Se si ricorre ai caustici potenziali e d'uopo allargare la ferita preventivamente con inci-sioni. Possono servire per neutralizzare il virus ehe trovasi nella soiuzione di continuitä, rammoniaca, I'a-eido nitrico, il cloridrico, il solforico, la potassa cau-stica, il burro d'antimonio ed il pirocaustico di Tovo.
La eauterizzazione va fatta prontamente, perche se si trascura avviene Tassorbimento del virus e I'opera-zione profilattica riescirebbe inutile.
Perche non si sviluppi spontaneamente si propose la castrazione da coloro ehe supposero dipendere da eceitazione venerea (Bachelet, Frossard, Bertaeehi). Anni sono fu proposta I'estrazione dei denti ai cani, e ultimamente la loro iimatura (Bourrel).
La museruola sembra piuttosto favorire lo sviluppo della rabbia anziehe impedirne la diöüsione.
A Berlino eoll'uso della museruola dal 1845-53 si osservarono 278 casi di rabbia. A Tolosa senz'uso della musuerola dal 1843-58 si verificarono solo 44casi. E vero
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ehe non si conosce la popolazione canina delle due nitta, ma la differenza dei casi e abbastanza rilevante.
E d'uopo evitare i maltrattamenti verso i cani.
L'indicazione di polizia sanitaria richiede ehe il ve-terinario ed il proprietario denunzino ali'autoritä tutti i casi di morsicatura o di rabbia a qualunque specie di animali domestici apparteogano.
I morsicati verranne tenuti in osservazione almeuo per due mesi, meglio per tre, o si uccideranno.
Le autoritä disporranno per lo abbattimento dei malati.
I cadaveri verranno inlerrati profondamente, onde non vengauo trafugati con pericolo di propagare il contagio.
Tutti i ricoveri, gli attrezzi, ecc, ehe ebbero con-latto cogli idrofobi verranno disinfettati, poiche si e osservato ehe il virus puö conservarsi attivo per lungo tempo nella saliva essiccatasi sugli oggetti.
CAPO VIII.
MOCCIO, MORVA, CIMURRO, MORBUS FARC1MIN0SDS, EQU1N1A NASALIS.
Patogenesi ed eziologia. — E morbo d'infezione. Puö essere aeuto o eronico. Negli equini solamente nasce spontaneo; si diffonde per contagio.
Fra le cause ehe possono fare sviluppare la morva annoveransi il eatarro nasale cronieo (Rodet, Morel), le piaghe croniche suppuranti (Bouley, Renault), I'an-gioleucite, le malattie febbrili a lento decorso, il per-vertimento della nutrizione per eccessivi lavori, gli alimenti insufficienti od alterati (Reynal), i'aria rae-litica per I'agglomerazione (C. Lessona), le cause reu-matizzanti (Chabert, Barthelemy), ed il contagio.
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Nell'Accademia di Medicina di Parigi si agitö la quistione se il contagio e la sola causa determinante la morva. Erano di questa opinione Boulland e Jules Guerin. Contrarii Renault e Bouley. E innegabile ehe si osservano cas: accertati di moccio senza ehe il con­tagio abbia potuto assolutamente agire. E d'uopo per-tanto ammettere la spontaneilä del suo sviluppo.
La eontagione fu ammessa fino al xvu secolo, in eui fu da Solleysel e quindi da Garsault messa in dubbio. Boürgelat dichiarö la morva eontagiosa. Di opinione contraria erano Chabert, Chaumontel, Fromage de Feugre. Gli esperimenti di Gohier (per iniezione, ino-culazione, coabitazione) la dimostrarono eontagiosa. In seguito alcuni ammisero la eontagione soltanto per la morva aeuta (Morel, Louchard, Crepin, Renault, Delafond, Bouley, eec). Oggigiorno non havvi piu persona ehe la neghi.
quot;II virus trovasi nello seolo nasale, nel pus dei ganglii sotlomaseellari, nella poltiglia delle ulceri. nei nodoli polmonari suppurati, nel sangue, nell'aria, espirata, e seeondo Wiborg anehe nella saliva, nel sudore, nell'orina.
La tenacitä del virus e riraarchevole, potendo questo eonservarsi attivo perfino per alcuni anni. Haubner riduee il tempo dell'attivitä a 6-8 mesi all'aperto ed oltre un anno nelle stalle. L'essiecamento non distrugge il virus (esperimenti di Viborg e Renault). L'alta tem-peratura-raquo;-450sembradisinfetlante (Hertwig). La bassa temperatura — 10deg;-15deg;, non e suffieiente a produrre detto benefico effetto. L'iunesto produce il moccio in 3-5 giorni (Hering). Colla trasfusiona del sangue necessitano 8-10 giorni (Hering). Altri vide compa-rire il moeeio dopo 20 giorni dall'assorbimento del virus (Toggia padre).
Per la coabitazione varia il tempo necessario perche
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avvenga il contagio. Astrazione fatta dai casi refrat-tarii, fu osservato avverarsi da 3 giorni a 3 tnesi e 1/2 (Delafond, Straub), da una settimana ad un mese e mezzo (Haubner, Spinola, Einike); oltre un anno (König, Buhler); da 3-8 mesi (Ottembacher).
L'iüfezione si puo produrre per le vie respiratorie, digestive e cutanee.
Essa avviene non solo fra gli animali della mede-sima specie, ma anche nell'uomo, nei leoni, nei cani, nel montone, nella capra, ecc. Fra gli uomini io vidi contrario 11 collega ed amico Vincenzo Paltrinierl in Piacenza; e fra 1 leoni quelli del serraglio di un certo Bidel, ehe dovettero tutti perire. Nella capra coll'in-nesto (Wirt, Prinz), colla coabitazione (Ercolani); nella pecora (Prinz, Andral, Leblanc, Saint-Cyr, He­ring, Spinola); nei conigli e topi (Ercolani); cogli alimenti nella tigre conguar (Decker); nei leoni (Lei­sering, Bassi, De Silvestri, Schmidt); nel maiale (He-ring, Spinola, Erdt).
II moccio si sviluppa anche durante la vita enlro-uterina (Toggia padre, Richter, Bassi, Saarlouis, Straub).
II virus e formate da micrococci (Hallier), da granu-lazioni sferiche o da basloncini omogenei, assai ri-frangenti la luce, trasparenti, rotanti (Christot, Kiener); da granulazioni libere o contenute nei leucociti (Chau-veau); da goccie splendent! con doppio contorno, micrococci, batterii omogenei, granuli, corpuscoli varii, ecc. (Rivolta).
II moccio puö manifestarsi in varie forme; cosi avvi il moccio nasale, dei seni frontali, mascellari, delle saccoccie gutturali, il laringeo, tracheale, bronchiale, polmonare, quello dei testicoli, dell'uretra, della va­gina e della cute o farcino.
Sintomi e decorso. Forma nasale cronica. — Appeua
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ha agito la causa, gli animali conservano la loro gaiezza, l'appetito, la volontä di lavorare. In uno o piü punti della raucosa del setto o dei cornetti nasali produ-cesi un'irritazione o centro iperemico. La mucosa in questi diversi punti presenta un colore rosso-carico sfumato di giallo. Le ghiandole tnucose irritate sepa-rano naaggior copia di muco e si produce uno scolo nasale vischioso, grigiastro, ehe si fa aderente ai peli delle ali del naso.
Questo stato morboso puö durare perfino dei mesi senza ehe si uniscano lesioni anatomiche spiccate. Nel massimo numero dei casi perö i corpuscoli del con-nettivo ingrossano, e questo si infiltra di cellule bianche. La mucosa iperemica diviene tumida e nel punto maggiormente irritato l'epitelio si eleva per l'accuraulo di linfoidi. Le cellule epiteliali, per la pressione, nutrite insufficientemente, deperiscono. Nel luogo formasi una pustolina giallastra, o di colore bianco-sporco con areola rossa.
Nell'ulteriore decorso le pustole si aprono ed il pus si versa sulla mucosa nasale, si cojjimischia al muco, il quäle perciö diviene piü denso, albuminoso e purulento. Le pustole mocciose possono prodursi negli strati superficiali (sotto-epiteliali), oppure nei profondi (connettivo della mucosa). Nelle superficiali, caduto l'epitelio, veggonsi abrasioni a bordi irrego-lari col fondo coperto di pus piü o meno commisto a sangue. Nelle profonde osservansi ulceri sinuose, e talora assai grandi (di 1-2 centimetri) per la con-fluenza di altre vicine. Esse sono oblunghe, o circo-lari, con bordi sporgenti e rovesciati, bianchicci, giallastri o rossigni, tumidi, tagliati a pieco con si-nuositä ehe si inoltrano nella mucosa sana; il fondo e ineguale, di colore grigiastro o bianco-sporco, cosparso di pus albuminoso variamente eclorato. Le
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ulceri nel massimo numero dei casi sodo circondate da altri noduli. Questi hanno un decorso lento.
Nello stesso tempo ehe avvengono le descritte al-terazioni, i ganglii intermascellari corrispondenti alia cavilä uasale si irritano e si tumefanno per iperemia, edema, iperplasia di tessuto connettivo ed afflusso di leucociti.
In seguito l'edema ed i leucociti si assorbono, il connettivo continua a proliferare lentamente ed a ri-trarsi come tessuto cicatriziale, per cui la tumefazione rimane relativamente diminuita ed i ganglii divengono indolenti, duri, bernoccoluti ed aderenti alia branca corrispondente dell'osso mascellare.
tvelle ulceri molte volte si produce un lavoro ueo-formativo o di cicatrizzazione. II loro fondo si copre di granulazioni o di bottoncini carnei. Leucociti, so-stanza intercellulare e vasi neoformati riempiono I'ul-cera. La sostanza connettiva aumenta e da luogo ad una cicatrice stellata o raggiata coperta di epitelio ciliudrico di neoformazione.
Accade moltissime volte di trovare all'autopsia di morti per altri morbi tali cicatrici, le quali provano la guarigione spontanea della morva.
Talora i noduli mocciosi sono cosi vicini da for-mare tanti piccoli centri purulenti separat! solo da sottili sepimenti di connettivo. Questi sepimenti im-pregnati di pus e di mueo, ehe si essiccano al con-tatto dell'aria, formano croste di colore grigio-scuro o nerastro, le quali generalmente aderiscono con te-nacitä al fondo dell'ulcera, e non possonsi staccare se non in seguito alia necrosi e caduta del connettivo di detti sepimenti.
Allorche trovansi riunite tutte le accennate altera-zioni siamo autorizzati di dichiarare I'animale moc-cioso.
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Alcune volte pero mancano o le ulceri, o le ghian-dole, o lo scolo.
La presenza delle ulceri mocciose e sintorao suffi-ciente ad assicurare la diagnosi. Quando queste o non esistono, oppure non sono visibili bisognerä ritenere il cavallo siccome sospetto. Alcune volte la malattia comincia coll'adenite e rimane limitata alia detta noa-nifestazione per noesi. Acche in questi casi e d'uopo ritenere gli animali sospetti.
Lo scolo nasale puö essere uni o bilaterale. Per lo piü lo scolo si osserva in quella narice, in cui tro-vansi le lesioni del moccio. In alcuni casi perö non avviene cosi, e non si sa spiegare il motive per cui
10nbsp; scolo si limiti ad una sola cavitä nasale. In gene-rale si e attribuita un'importanza diagnostica allo scolo unilaterale sinistro. Le statistiche perö provano ehe sono almeno pari i casi di scolo sinistro e destro.
11nbsp; colio nasale nel principio del morbo e, nel massimo numero dei casi, scarso e siero-mucoso; nell'ulteriore decorso si fa piü dense, bianco-sporco, grigiastro, giallo-verdastro, o rossigoo se si aprono vasellini nelle ulceri.
Nei cavalli sottoposti a cura talora dimiuuisce, e si avvicina di piü ai caratteri del muco. Per la sua vischiositä aderisce ai peli ehe circondano le narici, non ehe agli orli di queste e si essicca in crosticine grigiastre-scure, o giallo-verdastre-sporche.
Talora la tumefazione dei ganglii intermascellari av­viene raolto tempo prima ehe si appalesi lo scolo nasale. Qualche rara volta avvi questo senza ehe si produca quella. L'iperplasia perö dei gangli non manca mai quando esistono le alterazioni mocciose sulla mucosa nasale. Talvolta manca nel moccio dei seni.
Le ghiandole nell'ulteriore decorso pel raggrinza-mento del connettivo di neoformazione divengono
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bernoccolute, dure ed aderenti alia branca dell'osso mascellare corrispondente.
II moccio dei seni frontali e mascellari puö seguire al nasale, oppure essere primitivo. Vi si forma uno strato piü o meno spesso di connettivo vascolare, tumido, infiltrato di linfoidi ed avente 1'aspetto di membraaa piogenica. Da tale neoformazione viene secreto un liquido puriforme, ehe per lo piü si accu-mula nei seni, e non viene eliminate dalle cavita nasali ehe allorquando 6 in grande eopia, oppure I'a-nimale abbassa la testa. Talora l'iperplasia riempie i seni, e le ossa ehe ne costituiscono le pareti diven-gono convesse, o per lo meno quelli danno un suono ottuso alia pereussione.
Nel moecio delle saecoccie gutturali, il quale tal-voltacomplica il nasale, la loromucosa diviene spessa, ed il tessuto sottomucoso s'infiltra di leueoeiti, op­pure quella si fa tuberosa. nodulosa, globulosa, ed anehe ulcerata. II liquido purulento segregate si ae-cumula in esse e viene emesso sotto forma di fiocchi quando i malati abbassano la testa.
In progresso di tempo il morbo si ästende talora alia faringe. E rarissimo ehe cominci da questa. Ne furono perö osservati dei easi (Martini). Si presentano allora i sintomi della faringite. Anehe la laringe non ne va esente. Si osservarono noduli moceiosi sulla mucosa della traehea, della laringe e dell'epiglottide. Le ulceri talvolta ne ledono perfino le cartilagini (Brukmüller). In questi easi avvi sempre tosse.
E quasi costante la presenza di noduli polmonari nel moecio eronieo. Secondo aleuni autori non mancano mai (Gerlach, Spinola, Haubner, ecc.); non si tro-vano in aleuni easi isolati (Hering, Leisering, Bouley); furono osservati sopra i 2/3 dei malati (Roll). Dessi possono precedere o seguire la manifestazione esterna
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del moccio. Si formano 4-6 settimane dopo la con-tagione (Bagge); al 20-3o giorno sono in uno stato ialino circondati da piccolo stravaso od areola rossa (Haubner).
Inbsp; noduli, quando sono ancor giovani, sono provvisti di vasi proprii derivanti dai tessuti vicini. Piu tardi sono avvolti da un sottile strato di connettivo. Su-biscono frequentemente la degenerazione grassosa, caseosa o cretacea (Leisering). Istologia identica fu da me trovata nei noduli dei leoni.
Dopo un tempo piü o meno lungo ehe dura il moccio cronico non e raro ehe si associno le alte-razioni di orchite ed epididimite, di uretrite o vagi-nite, di nalura pure specifiche, ossia mocciose.
Talora il moccio cronico diventa acuto. Perö il moccio puö svilupparsi fin dapprincipio acutamente. E sempre tale nei muli e negli asini.
In questi casi si formano numerosissimi noduli sulla mucosa. Questa diviene ipereraica, tumida, e da un secreto piü abbondante. Lo scolo nasale per-tanto diviene cospicuo. I noduli divenendo confluenti, profondi e dando luogo ad estese ulceri producesi emorragia la quale tinge il liquido secreto. Questo perö talora assume nn colore semplicemente gri-giastro o verdastro ed un odore fetido, gli occhi di-vengono cisposi ed i ganglii submascellari tumefatti, caldi, dolenti.
IInbsp; moccio acuto decorre con febbre (-•- 4I0-410,7 C). In 2-3 giorni la pituitaria tumida difficolta la respi-razione. II polso si accelera, le ulceri invadono le varie parti delle cavitä nasali e ne perforano perfino il setto. Per la diffusione del virus nasce la pneumo-nite (mocciosa) accompagnata da tutti i sintomi piü salienti. II morbo prende presto un carattere tifico. Compaiono petecchie alle congiuntive. Le estremitä
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si fanno edematose e lungo i vasi linfatici non e raro avvenga un'eruzione di corde e bottoni farcinosi. L'e-sito ne e la morte, ehe in generale avviene in meno di 8 giorni.
La durata del moccio cronico puo essere di mesi e perfino di auni. Sebbene siansi dati casi di guarigione spontanea, pure siccome sono rarissimi, e siccome non conosconsi mezzi terapeutici atti a debellarlo, cosi e d'uopo dirlo incurabile.
Non avviene quasi mai di attendere, ehe i malati muoiano da se in forza del morbo. Per lo piü si fanno uccidere per misura di polizia sanitaria. II pro-nostico pertanto e sempre sfavorevole.
Diagnosi. — II moecio cronico, quando non esistouo' le ulceri od i noduli sulla mucosa nasale, e con tulta facilitä eonfuso col catarro cronico di questa. Nel ca-tarro cronico la schneideriana assume uno spessore anormale dovuto a neoformazione conneltiva e cellu-lare in causa dell'iperemia precessa e per un tempo piü o meno lungo persistente, e del proeesso flogi-stico stabilitosi. Essa e pertanto tumida, imbibita, di colore variegato, grigio-plumbeo, ed in ultimo anche grigio-pallido. Talora vi si veggono erosioni super-ficiali, irregolari, con bordi piani, differenti dalle ulceri moceiose. II secrete nasale e per lo piü bian-castro o giallognolo, omogeneo (Delprato, Bassi), inodoro, non visc.do. La materia di scolo e continua e poco abbondante, bilaterale (eecettuati i casi di neo-formazioni unilaterali). I ganglii linfatici intermascel-lari rimaugono mobili, per lo piii seusibili, propensi a risolversi per lisi o per suppurazione, raramente infarciti.
In alcuni casi queste sole alterazioni anatomiche e circolatorie si protraggono per un tempo assai lungo e perfino oltre ad un mese o due. In queste condizioni,
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sebbene non sianvi tutti i caratteri per ritenere il ma-lato siccome affetto di morva, pure dovrä dirsi sospetto.
La oomparsa di edemi alle estremitä posteriori, allo scroto, al prepuzio; la sopravvenienza dell'or-chite, di zoppicature senz'altra cagione nota, la lunga durata del raorbo, la nessuna tendenza alia guari-gione in seguito ad appropriata cura debbono quindi far dichiarore ranimale moccioso.
La diagnosi poi fra il moccio acuto e I'anasarcaidio-patico e facilissima, ed a tale uopo si consulti il capo ehe tratta di questo.
Terapia. — Si raccomandarono i salassi, le iniezioni d'assonzio, di coloquintide, gl'infusi di vino, il nitro, la genziana, I'aristolochia (Ippiatri greci, Masse, Jour-dain, ecc.)- Purganti reiterati, la pervinca, I'etiope minerale (Malouin, Dutz). L'acqua di calce, I'am-moniaca liquida, i vescicanti, i setoni (Chabert). Ve-scicanti e polvere di carbone nelle cavitä nasali (Wal-dinger). Sublimate corrosivo (Balestra). Sulfuro nero di mercurio (Volpi). Acido arsenioso con semi di finocchio e mirra, oppure cicuta, mercurio dolce e fe-gato d'antimonio (Naumann). Sale culinario (Rey). Fumigazioni di cloro (Leblanc, Ludwig, Huguet). Iniezioni del liquore di Van-Swieten e di' nitrato d'argento (Dupuy, Renard). Acido arsenioso e noce vomica (Martini). Arsenito e biarsenito di stricnina (Bassi ed Ercoiani). La trapanazione dei seni frontali e mascellari per farvi le piü svariate iniezioni. Di nessun giovamento, se si ecceltuano gli arseniti di Bassi ed Ercolaui (i quali hanno dati alcuni buoni risultati a morbo recente e nella forma cronica) sono tutti i delti medicament! e processi operativi.
lo, coile inalazioni di essenza di trementina e col-I'amministrazione di boccpni di catrame e trementina, sono riescito a guarire alcuni cavalli sospelli.
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Polizia sanitaria. — I proprietär! sono obbligati di fare la dichiarazione alle autorita appeua ehe un ca-vallo da sospetto di essere moccioso.
Riconosciuta l'esistenza della morva verrä desso fatto uccidere. Se non si puö stabilire una sicura diagnosi verrä tenuto in sequestro sotto la sorve-glianza deU'autoritä. Questo verrä conservato fino a guarigione o fino aU'abbattimento.
Inbsp; nbsp;cadaveri saranno seppelliti profondamente e la pelle tagliata in varii sensi.
La scuderie verranne disinfettate. A tale uopo e necessario scrostarle e quindi rifare I'intonaco di calce. II pavimento verrä irrorato con abbondante acqua di calce, e quindi cosparso con cloruro di calce. Le rastelliere, mangiatoie, le barre, i pilastri, ecc, verranno piallate se di legno e quindi lavate con liscivio, con acqua fenicata ed imbiancate od inver-niciate. Le parti costituite di ferro o di pietra ver­ranno riscaldate con paglia accesa. Gli utensili di governo verranno bruciati.
Qualche giorno prima di introdurre cavalli nelle scuderie disinfettate si farauno fumigazioni abbrucian-dovi zolfo a finestre chiuse.
CAPO IX.
FARCING.
Patogenesi ed eziologia. — Non esistono differenze fra il moccio ed il farcino se non per la localitä in cui si manifestano le alterazioni anatomiche. In quello sono le mucose, in questo la cute, i vasi e gangli linfatici sottocutanei.
IInbsp; farcino puö nascere spqntaneo o per contagio; essere primitivo o secondario, acuto o cronico.
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Nel farcino si producono noduli, bottoni, tumori, infarcimenti, edemi.
I noduli sono della grandezza di un cece a quella di ua pisello. Essi sono formati dalla produzione di pus negli strati della pelle per cui questa presenta elevazioni piccole, circoscritte, dolenti, sulle quali i peli divengonp ispidi.
La cute per la pressione dei corpuscoli purulent! si assottiglia ed alia fine si rompe lasciando escire il contenuto ehe agglutina i peli. In detta parte della cute formasi un'ulceretta a bordi rovesciati.
Generalmente trovansi molti di questi noduli riu-niti in corona oppure in forma di piccola corda alia faccia, alle guancie, al naso, alle labbra, alia base delle orecchie, ecc.
Inbsp; nbsp;bottom possono avere persino la grandezza di un uovo di piccione, ed ancora maggiore. Formansi nei gangli linfatici sottocutanei. Nella forma cronica si producono lentamente, e non e se non dopo 15-20 giorni ehe suppurano e si aprono in ulceri.
IInbsp; nbsp;fareino cronico puö durare mesi e perfino anni se la polizia sanitaria non ci suggerisse di uceidere gli animali ehe ne sono affetti.
Nell'acuta compaiono rapidissimamente e danno gia al 50-60 giorno pus ehe si versa all'esterno. Non e raro ehe questi botioni si rendano vaganti pel riassorbimento dei linfociti e loro trasporto in altre localitä.
I bottoni compaiono isolati o multipli alia faccia, al eollo, alle spalle, al petto, al tronco ed alle estre-mitä. Talora e visibilissima la loro comunieazione per via dei linfatici intermedi leggermente ingorgati. Quando questi assumono un volume rimarchevole co­st! tuiscono le eosi detteuporde farcinose. Queste sono piü o meno nodose, nel principio dolenti.
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Nell'ulteriore decorso o si fanno insensibili e dure per iperplasia di connettivo, oppure inolli e flut-tuanti per neoformazione di pus.
In generale, pritna nei gangli ehe costituiscono i nodi, e poi lungo i vasi linfatici il pus ne assot-tiglia ie pareti, le distrugge, corrode la pelle e si versa aU'esterno. In detti punti forraansi le ulceri farcinose.
In alcuni casi perö il pus non si versa se non gli si da esito incidendo la pelle. II farcino alcune volte si manifesta con ingorghi edematosi o flemmo-nosi alle estremitä. Detti ingorghi possono essere acuti o cronici. Negli acuti havvi, oltre la tumefa-zione degli arti (piu frequentemente i posteriori), aumento di temperatura e di sensibilitä in loco e zoppicatura.
I cronici si formano senza cagionare gravi alte-razioni funzionali, ed avvengono per progressiva neo­formazione di connettivo, per cui la parte diviene fibrosa, dura, indolente, rigida, ingrossata.
Diagnosi. — II farcino e facilmente riconoscibile dai bottoni forraati alia cute dalla presenza della larva dell'estro sottocutaneo per la presenza in questi di un forellino centrale per la respirazione del parassita. Va pure distinto dalla linfagite locale prodotta da contusioni, ferite o piaghe di poco momento, la quale da bensi luogo a cordoncini, ma non ad ulceri farci­nose, e guarisce facilmente coi risolventi e colla cura delle piaghe, ferite, ecc.
Terapia. — II farcino generale, spontaneo, e incu-rabile, come abbiamo delto del moccio. II locale, ino­culate, puö guarire.
Per la cura del generale furono usati i salassi, i purganti, gli antimoniali, i Mieparati mercuriali (Sol-leysel). La salsapariglia, il guaiaco. il sassafrasso, la
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bardana, la valeriana. la genziana, I'angelica, ecc. (Lafosse, ecc.)- L'orpimento (Vitet), i fiori di zolfc (Collaine), la cicuta maggiore (Gohier), il solfato di rame (Coleman, Sewell, Youatt), le cantaridi (Vines), il solfato di ferro (Turner), il deutoioduro di mercurio (Morton). Tutti perö detti medicamenti sono impotenti a debellare il morbo generale.
Quando e locale giovano I'unguento fondente di Gi-rard, di Lebas, di Lelong, di Labere Blaine, di Chabert, il topico Terrat e di Solleysel, applicati fino a totale risoluzione. Giova pure la cauterizzazione profonda dei bottoni, deile ulceri, ecc, mediante il ferro incande-scente, massimamente se praticata dopo Testirpazione delle corde, come molto bene ha insistito Renault.
AU'indicazione prnfilaltica si soddisfa con un buon governo della mano, coll'aereazione delle scuderie, colla polizia della lettiera, con foraggi abbondanti e nutrient!, coll'amministrazione del sale culinario e del cloruro ammonico.
h'indicaziotie di polizia sanitaria non differisce da quella del moccio.
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CAPO X.
FEBBRE AFTOSA.
Patogenesi ed eziologia. — La febbre aftosa e morbo d'infezione acuta; e contagiosa ed epizootica. Si svi-luppa spontanea nei bovini e nei maiali. Si comu-nica per contagio alle pecore, capre, cavalli, uccelli ed aH'uomo.
E nota da autico tempo. Ebbe il nome di malum
oris (Rutio), o di malum pinsanese oris (id.), pinsa-
nese della bocca (Rusio), malum linguw (Alberto Ma-
gne), afle (Ruini). Frequentissima in questo secolo fa
Fatologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
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descritta in Francia e Svizzera (Huzard, Girard, Saloz, Fabre, Vatel, d'Arboval, Delafond, Gell6, Reynal, Charlier, Tisserant, Rayer, Knoll, Lafosse), in Germania (Hering, Spinola, Roll, Zannenhauer), in Olanda (Kräff, Wehenkel, Derache), in Russia (Gessen), in Italia (Leroi, Tamberlicchi, Fauvet, Papa, Cavagna, Brusasco, De Silvestri, ecc).
Per l'irritazione prodotta dal virus specialmente alle mucose delle vie digestive e respiratorie ed alia cute producesi un'infiammazione sotto epiteliale e sotto epidermoidea con produzione di essudato, per cui repitelio o I'epidermide si distaccano, si elevano e danno luogo a vescicole di minore o maggiore grandezza, ehe quindi lacerandosi danno esito al li-quido contenutovi, e luogo alia formazione d'erosioni piü o meno larghe e profoude.
La malattia si origina sia nelle pianure ehe nelle raontagne. Nessuna stagione ne va esente. Papa la vide a svilupparsi sui raonti della Savoia allorche erano coperti di nevi, e gli animali erano costretti cer-care gli alimenti al disotto di esse. Non si conoscono le cause ehe possono determinarla. La piü frequente e il contagio.
Perö la contagione fu seriamente controversa. La negarono (Huzard, Girard padre, Mathieu, Imlin, Tis­serant, ecc). La ammisero (Baraillon, Lafosse, Leveat, Bouley, Gessen, Tamberlicchi, Fauvet, Papa, ecc). Al giorno d'oggi credo non vi sia piü persona ehe non 1'ammetta.
II virus ha sede nella linfa delle vescicole aftose, epperciö nella saliva e nel liquido purulento ed ico-roso delle uleeri dei piedi. Tutti i corpi pertanto, ehe vennero in eontatto di dette secrezioni possono con-siderarsi veicoli del virus; cosi le stalle, gli alimenti, i pascoli, le lettiere, ecc.
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II virus puo coDservarsi attivo per piu di un mese, appiccicato a' varii corpi. Furono osservati casi di contagio dopo un mese (Haubner, Straub). Anche le ulceri aftose non perfettamente cicatrizzate sono con-tagiose (Haubner).
Durante un'epizoozia di febbre aftosa alcune stalle rimangono immuni. lo vidi a Paiestro rimanere illesa una mandra, mentre tutte le altre erano affette. Ciö ha dipeso da un severe sequestro per cui essa non ebbe contatto cogli infetti. Non tutti i capi poi della mandra infetta contraggono il morbo. Avvi per lo piü il 10-12 % che rimane immune. Alcuni autori osservarono casi di ancora minore recittivitä. Sopra 700 bovini fu visto ad ammalarne solo 59 (Martini); su 30 soli 7 (Reynal).
Una prima invasione del morbo non garantisce con-tro una seconda. lo osservai piü volte, durante le epizoozie aftose, essere attaccati due volte gli stessi animali della stessa stalla. Pertanto non credo aecet-tabili le opinioni di Rychner, Rainard, Levigney, Gar-reau, Stockfleth. Hanno un valore reale le osservazioni ed i pensamenti di Lemaire, Hertwig, Tannenhauer ed altri ehe videro ripetersi il morbo negli stessi indi-vidui.
II morbo si sdluppa 8-10-12 giorni dopo I'introdu-zione di animali infetti in una stalla sana. Una tem-peratura elevata puö raccorciare il tempo dell'incu-bazione. L'inoculazione fatta in estate richiese 24 ore, fatta in inverno da 36 a 40 (Hausemann). Alcuni osser­varono durare I'incubazione 5 giorni, e H allorquando I'infezione avvenne per mezzo di maiali (Lehnhardt).
Sebbene non si possa ancora nulla asserire di certo sugli elementi infettivi,pure il Ri volta, dietro suoi studii, vorrebbe ehe fossero micrococchi tondeggianti, di dia-metro variabili tra 0,0014-0,0028, del quali i piü grandi
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presentano tina specie di nucleo centrale. Dalla coltiva-zicme del virus il medesimo ottenne:
1deg; Cladosporium sfumato verde-gialio; 2deg; Eurotium aspergillus glaucum di color rosso-cinereo; 3deg; t'eni-cillio microsporo; 4deg; Cumuli di micrococchi; 5deg; Mucor stolonifer; 6deg; Aspergillo microsporg; 7deg; Aspergillo flavo; 8deg; Sterig matocystis nigra; 9deg; Penicillium nigrum.
Non crede neppure egli ehe dette morfe di funghi abbiano rapporto col virus.
Sintomi e decorso. — La febbre aftosa si manifesta con stomatite e dermatite piü o meno leggiere, ora riunite ed ora separate. Nei bovini coincidono quasi sempre. Nei cavalii avvi solo stomatite. Nei maiali la sola dermatite. Nei vitelli per lo piü avviene la morte prima ehe si formi I'eruzione. la essi si osser-vano i fenomeni di una febbre adinamica tifica.
Si distiguono pertanto una febbre aftosa benigna ed una maligna.
Nella forma leggiera la febbre e assai mite, la sto­matite e la dermite, epperciö il calore, rossore e bru-ciore della mucosa boccale e della pelle poco marcati, I'eruzione vescicolare scarsa. Le vescicoie compaiono ai lati e sotto la lingua, sulle gengive, al palato. Esse sono piccole come una lenticchia, superficiali, limi-tantesi al distacco del solo epitelio. I fenomeni locali piü marcati sono il ptialismo, il quäle e piuttosto ab-bondante e la masticazione difficile; ed il sintomo generale piü spiccato si e la diminuzione dell'appetito. In 5-6 giorni il morbo guarisce colla riproduzione del-Tepitelio caduto.
In generale nella forma benigna I'eruzione si limita alia cavita boccale. In alcuni casi perö avviene anche alle mammeile ed al cercine coronario. Ma in tutti i casi sempre mite anche in queste ultima localita. Credo inesatta l'opinione di Straub: • Se I'eruzione delle
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afte e grave alia bocca e leggierissima alia coroua, e viceversa. •
Nella forma grave la febbre e intensa e la tempe-ratura si eleva fino a •*#9632; 42deg; centigradi. Quella dura per lo piü 2-3 giorni prima die si formi 1'eruzione. La bocca e urente, iniettata. Le ghiandole salivari ir­ritate danno abbodantissima saliva filamentosa. La corona dei piedi diviene tutnida, dolenle, eppercio gli anitnali si reggono con difficoltä e zoppicano se si fauno muovere. AI piü tardi verso il terzo giorno della febbre corapaiono alia faccia interna delle labbra, alia lore commessura, sulla lingua, alcune vescicole ehe si fanno presto confluenti e profonde dando luogo adestesissime perdite dell'epitelio e deglistrati mucosi. Queste alterazioni avvengono per Taccumulo di essu-dato siero-albuminoso negli interstizi del reticolo di Malpigbi. Nel loro principio le vescicole sono circo-lari, plane, ed hanno un colore piü pallido della cir-costante mucosa; sono rigonfie di liquido nelle parti declivi ed iianno la grandezza di 1-2 centitnetri di diametro. Le piü grandi si formano ai lati del mar-gine calloso incisivo. II loro contenuto distacca lo strato epiteliale dal sottoraucoso e dalle papille.
Se si apre colle mani la bocca ai malati accade di rompere colle dita le dette vescicole, le quali pre-sentano un fondo grigiastro, oppure rossiccio e bordi irregolari, cui aderiscono i lembi della vescicola la-cerata.
Nella forma grave queste abrasioni invece di ten-dere alia cicatrice si fanno profonde, intaccano gli altri strati mucosi e danno luogo ad estese ulceri ehe riescono sommamente dolorose.
Non e raro I'osservare quasi tutta la lingua spo-gliata del suo epitelio, rossa e sensibilissima.
In questi casi la febbre si raantiene continua a -*- 41deg; C.
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Gli animali non possono ne masticare, ne deglutire, e, sia per una cagione, sia per I'altra, dimagrano rapidissimamente.
In alcuni casi 1'eruzione si produce pure alle mam-melle, ai capezzoli; e rarissirnamente al musello, alle narici, alia mucosa vaginale, alia faringe, alia mucosa intestinale, alia cute ed alia base delle corna.
L'eruzione piu frequente si 6 alia corona, nella bi-forcazione dell'unghia od ai talloni di alcuni o di tulti i piedi.
Rotte le vescicole talora le ulceri si coprono di es-sudato, il quale da luogo ad una crosta, sotto cui producesi la cicatrice.
Nel massimo numero dei casi perö, quando esiste la forma maligna, il liquido virulento e caustico di-strugge la pelle, il pus infiltra nei tessuti sottostanti-e corrode le parti cui va in contatto. Non e raro si osservi la carie dei tendini, delle ossa, la caduta delle unghielle, la gangrena.
La malattia puö volgere a guarigione o richiedere rabbattiraento dei malati. La guarigione n'e la regola. Nella forma maligna non avviene mai in meno di un mese.
II miglioramento si appalesa colla diminuzione della febbre, del ptialismo, col restringersi delle ulceri, colla loro tendenza alia cicatrice, col prodursi I'epi-telio su di esse,, col facilitarsi la masticazione e la deglutizione, col ricomparire la secrezione lattea, colla cessazione della zoppicatura, col rendersi facile il cammino e col ritornare la vivacitä nonche la lu-centezza del pelo e la morbidezza della pelle.
In casi gravissimi il raorbo puö durare 3-4 mesi.
Terapia. — All'mdico^ione profilattica si soddisfa colla polizia delle stalle, col fare passare frequente-mente gli animali in acque correnti, col tenere Ion-
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tani dalle stalle, strade e pascoli infetti gli animali sani. Fu tentato anche I'innesto, ma questo non ha altro valore infuori di quello di infettare simultanea-mente la mandra, affinche cessi piü presto I'epizoozia.
L'innesto fu praticato la prima volta nel 1810 (Bu-niva), quindi nel 1816 (Braueil, Renner); poi nel 1838-39 (Kaltschmidt); nel 1842 (Wisth, Rodiger, Spi-nola, Levi, Bartels); nel 1843 (Brandes); nel 1850 (Gibellini); nel 1852-53 (Magri); nel 1857 (Cavalli, Hausemann); nel 1862-69 (Contamine, ecc).
L'indicazione profilattica inline richiede di non la-sciare poppare i vitelli, ma di amministrare loro latte diluito con the di fieno, e riscaldato.
AM'indicazione del morbo, dappoiche quando e leg-giero guarisce da se, si soddisfa con soli mezzi igienici.
Nelia forma grave e d'uopo proscrivere il salasso da alcuni raccomandato, giacche in seguito ad esso i malati cadono imrnantinenti in istato di grave pro-strazione.
Giovano le soluzioni di acldo cloridrico e di solfato di soda; quelle largamente concesse per bevanda.
Nei casi gravissimi valgono le pennellazioni col ni­trate d'argento, 5 %. Nei vitelli il vino con chinina talvolta distrugge l'infezione e succede prontamente la guarigione.
Nell'eruzione ai piedi giovano le soluzioni di solfato di rame, come pure di acido fenico, di creosoto.
Se si formano gravi alterazioni ai piedi si esportano le parti lese, e quindi si medica come prescrive la chirurgia.
L'indicazione dietetica richiede alimenti ehe non le-dano la bocca, cosi minestre, zuppe, crusca, farina, erba, ecc.
Polizia sanitaria. — La febbre aftosa, potendo ve­nire importata nello Stato, in una provincia, in un
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comune od in una stalla per via del contagio, e d'uopo osservare minutamente le prescrizioni generäli pre­ventive per i'iütroduzione del morbi contagiosi.
Quando si e sviluppata in una localitä e d'uopo di restringere il piu ehe sia possibile le relazioni con quella.
AI giorno d'oggi perö, siccome essa prende delle estensioni grandissime ed in generate e benigna, cosi non e necessario esagerare col sequestro, ecc. Do-vrebbesi invece badare bene affinche non fosse impor-lata dall'estero.
Deve vietarsi I'uso del latte dei malati siccome nocivo ed atto a trasmettere all'uomo I'afta.
Lecarni possono venire usufruite perTalimentazione deU'uomo ponendole nelle soriane.
Cessata I'epizoozia e d'uopo disinfettare le stalle come si e giä detto alirove.
CAPO XI.
PLEUROPNEUMONIA ESSUDAT1VA, EP1Z00TIGA, P0LM0NERA. PNEUMONIA C0NTAG10SA.
Patogenesi ed eziologia. — E questa una malattia d'infezione speciale ai bovini.
Fu oggetto di opinioni svariate rispetto alia sua natura, patogenesi ed eziologia. Per alcuni e un'infiam-mazione decisa della pleura e del polmone avente per esito costante i'epatizzazione e lo spandimento. Altri la considerano come un'essudazione sanguigna nel parenchima polmonare senza ehe esista flogosi!
Da Delafond in poi venne considerata da tutti sic­come malattia specifica, d'infezione, perche da origine ad un virus speciale sascettivo di riprodurla.
Per questo morbo avviene nel polmone un lavorio patologico, un essudato plastico ed una proliferazione
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del connettivo interlobulare ehe gli toglie la sua ela-sticita. I lobuli si fanno iperemici, I'epitelio di essi diviene tumido e quindi prolifera. Per I'iperemia av-viene I'essudazione uel connettivo interlobulare e negli alveoli. I lobuli prendono un colore scuro, il connet­tivo interlobulare si fa piü distinto e si ha il primo grado di epatizzazione.
Queste alterazioni si formano molto tempo prima ehe fenomeni morbosi attirino I'attenzione dei eustodi degli animali, ed il polmone rimane per lo piü in-durato lunga pezza prima ehe appaia la febbre.
Nell'ulteriore decorso il connettivo interlobulare si inspessisce formando uno strato iotorno ai lobuli ipe­remici. In questo secondo stadio quasi lutte le cellule polmouari hanno aneora Integra la maglia dei capil-lari. L'epitelio in molti alveoli ha proliferato e questi contengono molte cellule bianche piene di numerosi micrococchi, quindi gli alveoli si fanno pieni di essu-dato e di cellule bianche, ed in ultimo si alterano anche i capillari.
La polmonea esisteva da tempo immemorabile in mezzo alle mpntagne dell'Europa centrale, dalle quali talora, ma raramente, discendeva nella pianura sia dal versante settentrionale, sia dal meridionale.
Da circa 40 anni, in causa dei progressi commer-eiali, venne disseminata in tutta l'Europa e trasportata in Africa, Asia, America ed Australia.
Regno nei secoli passati in alcune parti della Ger­mania meridionale, della Svizzera e della Francia. Al principio di questo secolo si osservö prima in Olanda e poi in Inghilterra. In Austria sembra ehe si sia poco sparsa se si eccettuano la Boemia, la Mo­ravia, una parte del Tirolo; ed in Ungheria pare poco conosciuta (Roll). L'ltalia settentrionale e centrale fu-rono infestate da piü secoli.
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Gli autori ed i veterinarii pratici sono divisi circa la natura delle cause ehe cagionano la peripneumonia contagiosa. Alcuni pretendono ehe possa svilupparsi sotto Tinfluenza delle cause ordinarie; altri invece ehe non possa venire prodotta ehe dal contagio (per virus), lo e moltissimi altri abbiamo veduto nascere questo morbo in localitä in cui non vi poteva essere 1'infe-zione, pertanto e d'uopo ammettere ehe anche in Italia sianvi talora alcune cause complesse ehe pos-sono farlo sviluppare, come amrnettono lo Spinola e I'Hering per la Germania.
Fra le cause, oltre il contagio, ehe ritengonsi ca-paci di far sviluppare la polmonera, si annoverano la eostruzione viziosa delle stalle per cui sono o troppo basse o troppo streite, o senza aperture sufficienti, e per ciö male aerate e contenenti un'atracsfera carica di gaz e di materie organiche di riduzione, ecc., le quali iuspirate non possono a meno d'irritare primi-tivarnente il parenchima polmonare; I'agglomera-zione eccessiva; le acque impure degli stagni, quelle selenitose dei puzzi, o troppo crude, fredde e ghiac-ciate dei fiumi, speeialmente d'inverno; la cattiva alimentazione, le cause reumatizzanti, le transizioni troppo rapide dalla stabulazione al pascolo priraa-verile; l'ereditä; la costituzione epizootica dell'atmo-sfera.
Sebbene Frate Falconi, da Piacenza, abbia da alcuni secoli scritto ehe la polmonera e contagiosa, pure la contagioce fu per molto tempo negata. Ma dope i casi bene accertati da Verheyen, Delafond, Yvart, e dopo i rapporti delle commissioni ufficiali di Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Italia, ecc., non avvi piü persona ehe ne dubiti.
E un fatto constatato ehe la polmonera spesso dura per molti anni su vasta scala, mentre in altri e poco
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estesa e raeno micidiale. Non si conoscono le cause di queste variazioni.
Questo morbo si trasmette per coabitazione, per contatto, nei pascoli, negli abbeveratoi, per mezzo delle emanazioni dei cadaveri infetti, per via delle persoue, ecc. II virus puo avere per eccipiente I'aria e trasportarsi in lontanauze piü o meno grandi se-condo la temperatura e le correnti atrngsferiche. Pero sembra non sia possibile la contagione oltre i 150 metri.
II virus si produce durante la malattia e con mag-giore intöifeita nel periodo febbrile. Gli animali gua-riti da questo morbo conservano per un certo tempo la facoltä di trasmetterlo. II virus pneumonico con-serva la sua attivitä per mesi intieri.
Non tutti gli animali esposti al contagio diven-gono malati, circa il 20 % rimane immune. Quelli ehe guariscono rimangono lungamente refrattarii ad un?nuovo attacco, e, secondo alouni, rimarrebbero af-fatto immuni.
Reperto anatomico. — II polmone riempie i due terzi o la totalitä del torace. Esso aderisce alle interne pa-reti di questo per mezzo di false membrane ehe e d'uopo tagiiare o lacerare onde estrarlo. Ha quasi il volume e conserva la forma di un polmone sano gonfiato. E coperto da pseudo-membrane, le quail raschiate, si scorge la superfieie polmonare chiazzata di rosso, di giallo, di bruno, di nero. II suo tessuto e compatto, duro , resistente. E eccessivamente pe-sante. Un solo polmone puö acquistare il peso enorme di 10-12 chilogrammi. Different! sezioni praticate in varii sensi danno luogo a scolo di una piccola quan-tita di liquido siero-sanguinolento, di rado schiumoso. La superfieie di taglio mostra parti rosee, rosse, brune, formate eiascuna da lobuli del polmone piü o meno
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alterati. Queste alterazioni sono incastonate da bende giallastre o biancastre la cui consistenza e spessore sono variabili. Qua souo fatti da un'infiltrazione re-cente del tessuto cellulare interlobulare; cola per la neoformazione di connettivo hanno acquistalo bian-chezza e soliditä. Fra dette parti sonvi piccole cavitä od areole rotonde, ovali, allungate, piene di sierositä chiara. Altrove esse sono resistenti e spesse da 1-2 centimetri. Ciaschedun lobulo malato e circoscritto da questa singolare alterazione. Se mediante raschia-tura si toglie il tessuto polmonare racchiuso in detti scompartimenti si ottiene una moltitudinafcdi caselle ehe riproducono I'aspetto di una rete o, meglio, di uno scacchiere. Quest'alterazione comincia con edema, afflusso di leucociti uel connettivo interlobulare, cui succede la proliferazione e quindi neoformazione ed induramento del medesimo. Questa alterazione fu gia tenuta per assai grave dal Delafond, la cui risoluzione dichiarö lentissima e sempre difficile ad ottenersi. I lobuli polmonari racchiusi in ciascuna di queste cor-nici offrono un colore roseo-vivo, bruno-nericcio, rosa-pallido o bianchiccio. Queste varietä di colora-zione indicano alterazioni ehe corrispondono a stati morbosi recenti, antichi, antichissimi.
II colore rosa-vivido, I'iniezione, la crepitazione, la resistenza alia lacerazione di uno o piü lobuli polmo­nari con una infiltrazione sierosa reeente nelle maglie del tessuto connettivo ehe le attornia, sono i caratteri del primo grado deH'infiammazione.
II colore nerastro o bruno, talvolta livido, la du-rezza, il peso, la facile lacerazione senza aleuno scolo di sangue, I'induramento bianco e gia resistente del tessuto connettivo interlobulare, sono caratteri di una lesione esistente da 20-40 giorniraquo;quot;
II colore rosa-pallido, scolorato o bianchiccio del
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tessuto polmonare, la sua atrofia determinata dal ravvicinamento del tramezzi formati dall'induramento del tessuto connettivp interlobulare, cioe dalla ritra-zione cicatriziale, sono i caratteri ehe indicano una lesione antichissima esistente da oltre 40 giorni.
Dette aiterazioni sono riunite ed intercalate. Ogni lobulo ha in certo modo la sua speciale, sebbene par-tecipi alia generale. Sono queste differenti gradazioni, quest! stati vani di durezza dei lobuli e la maggiore o minore iperplasia del connettivo interlobulare ehe danno al polmone tagliato I'aspetto del marmo piii o meno rosso. Raramente s'incontra gangrena o sup-purazione. I vasi hanno conservato il loro calibro normale.
Tali sono i caratteri ehe appartengono aW'epatizza-zionerossa, detta anche impropriamente mrm'/Jcaziorie (sarcosi del polmone), e ehe sarebbe meglio, secondo Delafond, denorainare induramento rosso, perche il pol­mone cosi aiterato non si assomiglia ne al fegato, hq alia carne, ma ha al contrario la piü grande rasso-miglianza co\Vinduramento rosso del tessuto vascolare.
Le pleure sono intorbidate, spesse. assai iniettate, punteggiate, ecchimotiche, coperte di false membrane; il tessuto sottosieroso e ordinariamente assai iniettato, in esso esiste versamento piü o meno abbondante. Dele, veterinario ad Anversa, e molti altri trovarono in bovini morti od uccisi sul finire del morbo .nume-rose ulceri sulla membrana mucosa ehe tappezza il quaglio ed il tenue. Queste ulceri avevano margini spessi, rossicci, il fondo grigiastro, sembravano fatte con un emporte-püce, e variavano in larghezza da quella di un pisello ad un pezzo da due franchi.
La infiltrazione di linfa nelle parti malate del pol­mone, la tumefazione e colorazione gialla dei tratti di connettivo interlobulare, e le larghe aperture dei
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linfatici dilatati ehe si presentano nel connettivo in-terlobulare sono le alterazioni caratteristiche clella pneumonite essudativa (Fürstemberg).
Sintomi e decorso. — Se la causa fu il contagio, la malattia si manifesta in generale tra 4-6 settimaue dall'avvenuta infezione, qualche volta da 8-14giorni, rarissimamente da 10-16 settimane.
Quando si sviluppa in una stalla si osserva dapprin-cipio ad ammalare uno o pochi capi; dopo alcune settimane molti; in seguito si. presentano sempre nuovi casi. Se la tenuta e grande e se il bestiame perduto viene rimpiazzato immediatamente, come si pratica nelle margherie, questo morbo puö divenire quasi permanente.
II prirao periodo, cioe quello d'invasione, passa inavvertito alle persone incaricate della custodia degli animali, ed anche al veterinario ove questi non usi un'attenzione tutta particolare nei mezzi d'investiga-zione. Gli animali conservano l'apparenza di sanitä. Solo fanno sentire uno scoppio di tosse ehe si ode due, tre o qualtro volte di seguito. Questa tosse e penosa, meno forte e meno sonora di quella ehe ac-compagna la bronchite.
Egli e solo eoirascotezione ehe puossi avvertire il lavorio occulto ehe avviene nel parenehima polmo-nare. II mormorio vescicolare e sensibilmente dimi-nuito .o scomparso in alcune parti del polmone.
La percussione da un suono ottuso nei luoghi cor-rispondenti a quelli in cui si e verificata I'imper-meabilitä.
II processo flogistico ed iperplasico nei polmoni in­vade insensibilmente il tessuto connettivo e lo spon-gioso, e finisce per convertirli in una massa dura ed impermeabile all'aria.
A quest'epoca compaiono i primi sintomi febbrili
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ehe sono per i proprietarii i primi sintomi morbosi, mentre pel veterinario la malattia e giunta al secondo periodo. L'animale e triste, svogliato, tiensi lontano dalla mangiatoia colle estremitä anteriori leggermente divaricate. La testa e bassa, distesa. La colonna ver-tebrale leggermente arcata in alto. La pressione al garrese ed agli spazi intercostali riesce dolente. La stazione e penosa e le membra posteriori sostengono alternativamente il corpo. La ruminazione e imper-fetta. La secrezione lattea e diminuita o scomparsa. II polso piccolo, celere; I'arteria tesa, la tempera-tura H- 40deg;; gli occhi rosso-iniettati; la respirazione accelerata; la espirazione lamentevole; la tosse fre-quente, dolorosa, affaticante; le narici dilatate; leg-giero colio mucoso dalle cavita nasali; musello secco; la pelle ha perduta la sua morbidezza ed il pelo il suo lucido normale. Avvi assenza completa del mor-morio respiratorio nei luoghi corrispondenti all'epa-tizzazione, e rumore tubario esagerato nei luoghi vi-cini sani.
La percussione e dolorosa, ed a eiaseun urto ehe imprimesi sulle costole sovrapposte al male, il malato si ritira e fa sentire un gemito, ehe odesi avvici-nando l'orecehio alle narici e talvolta a distanza. La sonoritä e scomparsa.
Giunta a questo punto la malattia ordinariamente precede eon rapiditä. I sintomi enumerati si aggra-vano. L'ammalato rifiuta ogni genere di alimento, sta costantemente in piedi, con le estremitä anteriori assai divaricate, e colla testa e collo allungati onde respirare piu liberamente. I fianchi assai agitati; a ciaseheduna respirazione il rumore lamentevole (ge­mito) si fa udire a distanza. L'orecehio applicato sulle pareti del petto ode un gorgoglio cagionato dallo smuoversi del liquido versato nei sacco pleuritico.
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Questo rumore non e costante. Esiste sempre perö allorquando vi sono commisti gaz al liquicjo.
E raro ehe questa malattia tenda ad esito felice. In questo periodo poi e rarissimo.
Se l'alterazione e circoscritta l'essudato puö venire assorbito, e le vescichette polmonari, ehe erano com-presse, possono riprendere le loro dimension! normali ed arrivare ad una completa guarigione.
Per lo piü invece la iperplasia del connettivo con-tinua, I'iperemia perde la sua intensita per la pressione subita dai vasi; l'essudato subisce la degenerazione grassosa o caseosa, od anehe la calcificazione.
In altri casi il tessuto di neoformazione passa in suppurazione od in gangrena. Vi si formano estese trombosi ed embolie nelle arterie polmonari, come fu avvertito da Klebs.
Tutte le dette alterazioni unite ad un considerevole spandimento nelle eavita pleuriche fanno si ehe la respirazione si faeeia piü tumultuosa, gemebonda, lamentevole, la tosse divenga appena percettibile, tanto e debole, la soffocazione imminente. II malato apre la bocca ad ogni inspirazione, n'esce da essa e dalle eavita nasali abbondante bava sehiumosa, gran copia di mucosita. Questo periodo dura un paio di giorni cui tiene dietro la morte.
In generale il deeorso della polmonera e piü rapido negli animali giovani, vigcrosi ed in buono stato di nutrizione.
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La durata del morbo e molto variabile. Puö pro-trarsi fino oltre ai tre mesi.
L'esito piü frequente e la morte. Le guarigioni com­plete rarissime. Piü comuni le incomplete, perche vi rimangono un po' di tosse, di dispnea, ecc, man-tenute dalla persistenza dell'essudato nella cavitä delle pleure, da aderenze del polmone colle pareti costali.
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da induramenti del parenchima polmonare, ecc, ecc.
Terapia. h'indicazione profilallica richiedeva ehe, appena dichiaratasi la polmonera in una stalla, si pra-ticasse I'innesto.
Inoculazione. — Ne fu scopritore il dottor quot;Willems, di Hasselt, nel Belgio, ehe dimoströ in apparenza efficace lino dal 1840. Si introdusse tale processo in Italia, Franeia, Olanda, Inghilterra e Germania eon apparente utilitä. I primi ehe la praticarono in Italia furono Mazzini, di Mortara, e Molina, di Pavia.
L'innesto fu ritenuto l'unico mezzo valevole ad ar-restare la diffusione della polmonera eontagiosa ed a preservare per aleuni anni i sani dall'infezione.
Recentissimamente moiti veterinari tedeschi, con numerosi esperimenti e con tavo!e comparative, cer-carono di dimosirare l'inutilitä dell'inoculazione.
PoteAramupporsi ehe il virus pneumonico in Ale-magnä^ppsse subite modificazioni tali da non met-tere in ^rave apprensione per la perdita dei malati, e ehe forse si dovesse a dette modificazioni ed alia perduta attivitä se i Tedeschi avevano potuto verifi-care potersi pralicare per piu volte di seguito I'in-nesto sugli stessi animali nello spazio di pochi mesi, con produzione delle alterazioni loeali proprie del-Finnesto, e senza ehe perciö gl'individui fossero pre-servati da un'infezione per la via dell'apparato respi-ratorio; perö recenti esperimenti fatli eon tutte le cautele richieste e su numero grandissimo di bovini (oltre a 200) dal mio amico professore Delprato, di Parma, dimostrerefebero, ehe la creduta preservazione era una mera illusione.
L'innesto non esercita influenza nociva sulla gravi-danza. Le perdite degli animali inoculati variano dal 2-5-7-8 %.
L'innesto si deve praticare alia faccia inferiore delia Patologia, IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;9
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punta della coda. Si fu lo stesso Willems ehe mi disse, in uua grande azienda vicino a Mortara, ehe scegliendo tale regione in preferenza della vicinanza alia base non avvengono quasi mai ineonvenienti.
Si puo usare I'ago scanalato di Sticker o gli aghi comuni d'innesto, oppure una lancetta. Si porta con essi sotto i'epidermide, rispettando il reticolo di Mal-pighi, una piccolissima quantitä di linfa raccolta da un polmone malato. L'inci.sione o la puntura cica-trizza presto. Tra il 10o-60o giorno nel luogo dell'in-nesto producesi iperemia, infiltrazione di linfa nel connettivo e perciö dolore e tumefazione. La cute diviene spessa ed il connettivo sottocutaneo presenta una leggiera raarmoreggiatura. Talora formasi eruzione di flittene e pustole prodotte dall'essudato sottoepider-moideo.
Le incisioni da cui esce molto siero e^^di emol-lienti bastano per togliere le alterazioni Äiali del-I'innesto.
Se avvi febbre si amministreranno i salini. All'innesto puö seguire la diffüsione del processo locale, la gan-grena e perdita della coda.
L'innesto non produce alterazioni al polmone, ed e incapace di sospendere quelle in corso. Gli animali ehe furono innestati prima di avere subita l'infezione e ehe muoiono in seguito agli accidenti dell'innesto pre-sentano i polmoni sani.
Per ottenere la linfa per l'innesto e d'uopo uccidere appositamente un malato non aneora grave. Essa si raccoglie incidendo il polmone nefluoghi in cui I'epa-tizzazione e solo al 1deg; o 2quot; grado.
Qualcuno suggerisee di diluirla (Eletti). Altri di raecoglierla con incisioni al tumore di una coda pre-ventivaraente innestata (Lenglen).
Con questo mezzo s'andrebbe per le lunghe ed il
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morbo potrebbe estendersi di troppo fidandosi di un agente profilattico dubbio, per non dire di nessuna azione.
AlVindicazione del morbo si soddisfa, nel primo pe-riodo, in cui puö essere curato con probabilitä di successo, nello stesso modo ehe si pratica nella peri-pneumonia ordinaria. Si applica alia regione costale un largo senapismo nello scopo di ottenere un afflusso di sangue alia pelle a benefizio di quello contenuto nel polmone. Giova pure la raggiatura. Si ammini-strano piu volte nella giornata piccole dosi di tartaro emetico (due grammi per volta sciolti in un litro di acqua). Si eviterä ognora il salasso.
Verso il 30-40 giorno di cura per lo piü si rende utile 1'amministrazione di decotto di china o di sol-fato di chinina. E indispensabile nel periodo febbrile.
Se i malati sono deboli ed aneraici richieggono i tonici e gli stimolanti. Cosi si fara loro prendere 25 grammi di carbonato di ferro in un litro di decotto d'asseuzio o di serpillo, o di tanaceto, o di birra.
Mathieu des Vosges, per sbarazzare i bronchi dalle mucosita introdusse nelle narici una miscela liquida irritante. Dehau, Reynal, Bouley lo seguirono nel-I'uso dell'aceto sternutatorio. Koenig vanta il solfato di ferro nel primo periodo alia dose di 30 grammi in soluzione in due litri d'acqua da distribuirsi in due volte nella giornata, e nel secondo (periodo febbrile) alia dose di 72 grammi in tre volte. Steiger, l'acido arsenioso.
Giunta la malattia al secondo periodo vi ha poco a sperare. Al terzo periodo e sempre incurahile.
L'indicazione dietetica richiede alimenti di facile di-gestione, come patate, bietole, carote, farina d'orzo, di frumento, ecc.
Polizia sanitaria. — I veterinari curanti, i proprietari,
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i ritentori di bestiame debbono avvisare il sindaco del sospetto o deU'effettlvo sviluppo della peripneu-nionia contagiosa (articoli 119, 120, 121, 122 del Rego-larnento sanilario 8 giugno 1865).
Allorche i delegati dall'autoritä riconosceranno esi-stervi il sospetto od accerteranno I'esistenza del couta-gio, ordineranno sul luogo quei provvedimenti ehe crederanno d'urgenza e necessari, e faranno una ra-gioaata relazione al sindaco.
Le misure d'urgenza sono: la separazione del malati dai sani, la proibizione di condurli agli abbeveratoi comuni, sulle pubbliche vie, ai pascoli cogli animali di altri proprietari.
Detto sequestro verra pure esteso agli animali delle allre mandre ehe ammalassero in avvenire.
In seguito alia morte o all'uccisione del malati prati-cherassi una minuta autopsia per raccertamento del niorbo.
Inbsp; nbsp;cadaveri saranno trasportati lungi daU'abitato, sotterrati profondamente, onde i residui cadaverici non sieno trafugati.
Se la malattia e molto estesa i veterinari invoche-ranno dall'autoritä comunale custodi, guardie e, se-condo il bisogno, anche la forza armata, onde evitare il trafugamento ehe potrebbe essere causa di diffusione del morbo.
Tulti i bovini di una mandra in cui si e sviluppata ia polmonera debbonsi ritenere siccome sospelti fino alia scomparsa dell'epizoozia, anche se inoculali.
Allorche in una stalla non vi sara piü nessun caso di malattia, essa dovrä venire disinfettata.
IInbsp; letame dovrä condursiquot; nei campi e possibilmente coprirsi.
Le mangiatoie, le rastelliere, i muri verranne lavati con liscivio caldo, con soluzioni di acido fenico (50/000),
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e quindi imbiancate colla calce. II pavimento verra pure fatto imbibire di latte di calce.
Quindi si terranno aperte le finestre, acciö asciughi bane prima di introdurvi altri animali.
Sara bene, innanzi di abitarle, farvi delle fumiga-zioni solforose o di cloro.
I bovini sospetti per avere coabitato con animali infetti e quelli malati al 1deg; stadio possono venire uti-lizzati per I'alimentazione dell'uomo.
Gli animali perö debbono venire uccisi nella staila in cui si trovano sequestrati, ed in quarti trasportati al macello ben coperti.
CAPO XII.
TIFO CONTAGIOSO ESOT1CO DEI RUMINANT!.
Patogenesi ed eziologia. — II tifo dei ruminanti e morbo d'infezione acuta, ehe attacca i ruminanti ed i pecari.
Per l'irritazione prodotta dal virus all'epitelio delle mucose e delle ghiandole mucipare produce alterazione e distacco delle cellule epiteliali in tratti piü o meno circoscritti con formazione di erosioni, noduli, pia­stre. II virus iuoltre e causa di febbre violenta cui succede la diarrea, il collapso e per lo piü la morte.
Fu detto peste mocciosa (Lancisi), febbre eruttiva e vaiuolosa (Ramazzini), dissenteria (Scroecchio), peste dissenterica o nervosa esantematica (Vitel), una varietä di tifo (Hildebrand), assai vicina al tifo (Lorinser), analogo al tifo dissenterico dell'uomo (Nadherny), tifo (Spinola), esantema acuto (Hayne), identico al tifo ad-dominale deU'uomo (Bochaldek, Müller, Weber), tifo essudativo difterico (Roll). Processraquo; morboso costituito da disquammazione dell'epitelio delle mucose digestive
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e respiratorie, da proliferazione cellulare nelle-ghian-dole mucose ed otricolari, come pure dei follicoli della pelle, da distruzione parziale o completa degli ele-menti di neoformazione della mucosa e della pelle (Brauell, Ravitsch).
Una flogosi della mucosa intestinale con prolifera­zione d'elementi linfoidi purulenti, la cui attivita varia secondo la natura della materia intercellulare (essu-dato). Alterazione del sangue per I'azione diretta del contagio e successive lesioni delle mucose (Roloff).
Analogo alia difterite (Fürstenberg, Rueff, Bristowe).
Malattia speciale differente dal lifo, dall'infiamma-zione semplice, dal croup essudativo, dalla difterite, dal vaiuolo, ed avente con esse analogia (Gerlach).
Non si sviluppa spontanea in Italia e forse in tutta Europa. Sembra originaria di alcune regicni paludose dell'Asia. Domina quasi continuamente nelie razze bo­vine delle steppe della Russia, ove e meno micidiale. L'unica causa ehe ci puö arrecare detto flagello e il contagio.
Sembra ehe il tifo bovino sia comparso in Europa fino dal iv0 secolo estendendosi nella Paunonia, uella Illiria, nell'ltalia settentrionale, nel Belgio, ecc. e ehe ricomparisse nel xm in Ungheria, Germania, Italia, Francia. Con certezza perö non si sa nulla fino al xvin secolo. Nel 1711 comparve in Germania ed in Italia. Nel nostro paese fu introdotto da un mercante dalmatino nel Veneto, nelle stalle del conte Borromeo, da dove si estese nel Milanese, nel Ferrarese, nella campagna di Roma, ecc; nel 1712 nella Prussia, nel-I'lnghilterra. Questa malattia dal 1711-1796 uccise 200 milioni di bovini all'Europa (Faust).
Nel corrente secolo si annoverano ripetute invasion!. Dopo il 1853, secondo Adam, non passö un anno senza ehe ne fosse visitata I'Europa. La Russia perdette quasi
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200,000 capi dal 1860-63. L'üngheria 40,000. Nel 1882 dalle rive del Danubio penetrö nella Stiria, Carinzia, Carniola, in Dalmazia, nella Romelia,* e quindi passö per l'Adriatico in Italia invadendo le Marche, la Capi-tanata, gli Abruzzi, l'Agru Romano, la Terra di Lavoro e la Sicilia. Dalla Turchia europea passö nell'asiatica, si estese all'Egitto facendo 300,000 vittime, e dalla Galiizia al settentrione della Russia, nella Finlandia, nella Laponia ed anche in Siberia. Dal 1860 al 1863 pertanto il tifo bovino ei estese nelle piü disparate latitudini. Nel 1865 pel mare Baltico da Revel passö a Londra. Dall'Inghilterra venne portato in Olanda e nel Belgio ove durö fino al 1867.
La Francia rimase immune avendolo soffocato col sagrificio di 52 ruminanti del Giardino delle Plante di Parigi in cui era stato importato. Anche la Sviz-zera nel 1868 fu preservata con energiche misure di polizia sanitaria prontamente applicate. Nel 1870 . colla guerra Franco-Prussiana, fu portata l'infezione nel Palatinato, nel Lussemburgo, nell'Alsazia, nella Lorena, nella Francia meridionale, nell'Olanda e nella Svizzera.
Nel 1874 fu introdotta in Italia dal porto di Man-fredonia, ma fu tosto soffocata.
II virus di questo morbo non si manifesta ai nostri sensi ehe pe' suoi effetti.
Finora va considerate come un agente, le cui pro-prietä fisiche e chiraiche sfuggono ai nostri mezzi di investigazione. Perö sarebbervi delle opinion! con-trarie.
Consterebbe di micrococchi piecolissimi ehe in poco numero inquinano il sangue (Hallier); di materia gra­nuläre della grandezza di un decimillesimo di milli-metro, dotata di movimenti amiboidei (Beale); di cor-puscoli o nuclei analoghi ai purulenti (Gerlach).
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II virus si presenta sotto forma fissa e volatile. Esso trovasi in tutto 1'organismo. £l piu concentrate, ep-perciö piü attivo, nei prodotti di secrezione delle mu-cose (scolo nasale, muco boccale, gastrico, intestinale) e delle ghiandole lagrimali; trovasi pure nelle escre-zioni (orine, feci), nonche nei cadaveri degli animal! ehe erano aff'etti dal titb.
II principio inficiente, ehe si rende libero, inquina l'aria non ehe i corpi molto porosi, i quali servono poi di mezzi inficienti.
La tenacita di vita del virus non pub venire deter-minata con certezza. Giusta le sperienze fatte nei 1866 nella provincia d'Orenbourg per ordine dell'impera-tore di Russia, il virus perderebbe la sua attivitä dopo il 23deg; giorno. In quelle falte nella provincia di Kherson fu trovato efficace dopo mesi e persino oltre I'anno. Detti esperimenti avrebbero una conferma nei fatti os-servati e narrati da Oertzen, Müller, Bruckmüller, ecc.
Tale differenza di tenacitä dipende dalle condizioni dell'aria (temperatura, umiditä, ecc). Per I'azione del-I'aria asciutta e deU'essiccaraento e per la tempera­tura -t- 4ö0-520 R. il virus perde la sua attivitä. L'umi-ditä ne favorisce la conservazione.
II periodo d'incubazione non e bene accertato, poiche coll'innesto si ottengono difFerenti risultati dipen-denti al certo dalla maggiore o minore disposizione o recittivitä di ciascun animale. Cosi si richiesero da
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4-10-15-20-25 giorni per lo sviluppo del morbo. Alcuni pretendono ehe sia di 6-7 giorni (lessen, Roll, Haubner, Gerlach, ecc.).
Nella contagione accidentale si e verificato protrarsi il periodo d'incubazione perfino al 25deg; giorno.
Reperto anatomico. — Corpo gonfio per meteorismo. Talora tumori enfisematosi sottocutanei. La parte po-steriore del retto procidente. La sua mucosa rosso-
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cupo, ecchimotica od escoriata. II peritoneo in alcuni casi iniettato o con ecchimosi (Albrecht). L'epitelio della mucosa boccale faringea ed esofagea gonfio, opaco, rammollito, meno coerente in alcuni punti, in cui presenta picoole elevazioni formanti piastre di varia grandezza, costituite di una massa molle grigia-stra o grigio-giallognola, ehe si staccano facilmente, e formate da molecole grassose, cellule epiteliali depe-rite e da nuclei, La mucosa del rumine, della cuffia iperemica, e repitelio in vari punti staccato. Quella del centopelle e rosso-scuro. Trovansi in esso alimenti induriti. La mucosa del quaglio piü o meno iperemica, edematosa, tumida, rammollita, secondo il grado del morbo, presenta ecchimosi, piecoli stravasi al piloro, erosioni, noduli, croste, placche piane od elevate di colore giallo o rcsso-bruno, ulceri della grandezza di una lenticchia o di un centesimo. Negli intestini ipe-remie, ehe talora giungono a dare alia mucosa un colore rosso-ciliegio ed in alcuni punti livido, i folli-coli solitari, le piastre del Peyer tumefatte, noduli, piastre coperte da masse rassomiglianti ad essudato (Leblanc, Davaine, ecc), ulceri, distaeco d'epitelio dai villi e dalle ghiandole intestinal!. I villi sono ipere-mici, i loro capillari soverchiamente dilatati, le loro cellule epiteliali cilindriche piene di corpuscoli ana loghi ai purulenti. II lume del vasi occluso per neofor mazione ed aecumulo di nuclei ne' loro epitelii (Beale) Trombosi dei massimi vasi per la distruzione del cor puscoli rossi ed aumento di volume dei leueociti (Beale) Le ghiandole di Lieberkun piene di masse molecolari, di corpuscoli puriformi, di cellule cilindriformi con 2-3 nuclei. II contenuto intestiuale talora sanguigno. Colorazioni nerastre o grigio-scure nella mucosa inte­stiuale e nei ganglii prodotte da solfuro di ferro (Ger­lach, Begemann). II fegato qualche volta giallastro.
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Inbsp; canali epatici dilatati. La cistifellea distesa da gran copia di bile acquosa. La mucosa dei canali escretori della bile tumefatta. La milza ed il pancreas non pre-sentano visibili alterazioni. I reni qualche volta tume-fatti, iperemici, friabili. La vescica contiene orina per lo piü torbida e di colore carico. La mucosa del baci-netto, degli ureteri e della vescica, dell'uretra, dell'u-tero tumida, ecchimotica, coperta di muco. La mucosa vulvo-vaginale presenta le alterazioni gia descritte esponendo la sintomatologia del morbo. Le fibre mu-scolari hanuo perduto in parte le striature trasversali ed hanno un aspetto vitreo (Bristow). Contengono un nematode (Beale). Leggiera iperplasia epiteliale uella mucosa respiratoria (Gerlach). II cuore e rosso con piccoli stravasi alia base, alia superficie esterna e nell'endocardo. Alcune volte osservasi essudato sotto-aracnoideo e nei ventricoli cerebrali (lessen, Gerlach).
IInbsp; nbsp;sangue si coagula meno facilmente. 11 grume e tenace, elastico; contiene fibrina in piü, albumina in meno (Papi, Albini. Mercet). E aumentata la densitä (Papi, Albini, Peretti). II, colore del siero e giallo-aranciato (Albini). II sangue coagulate e di colore rosso-scuro e violaceo per rnaggior copia di pigmento nel siero (Albini).
Sinlomi e decorso. — Talora il tifo riveste una forma benigna, e tal'altra maligna.
Nella benigna i sintomi souo poco caratteristici. Si osservano fenomeni febbrili leggieri e di breve durata, un po' di spossatezza, un po' di diarrea. Questa e la forma piü comune ehe si osserva in alcuni buoi delle steppe. Anche questa diede luogo alia contagione e successiva immunitä (Wehenkel). In alcuni casi pro­duces! un esanterna, ipersecrezione lagrimale, e qual­che colpo di tosse.
L'auraento della temperatura interna del corpo,
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ehe fu segnalata siecorae primo sintomo nella forma grave, probabilmente esiste anche in questi casi tanto benigni. Mancano perö le ricerche in proposito (Wehenkel).
Questa forma nelle bovine delle steppe passa per lo piü inosservata ed il morbo ordinariamente termina colla guarigione.
Nella forma grave, si produce nel massimo numero dei casi un aumento di teraperatura un paio di giorni prima ehe si manifestino le prime alterazioni delle mucose. Essa aumenta dal mattino alia sera, e dimi-nuisce dalla sera al mattino. Le oscillazioni giornaliere variano da un deeimo di grado ad un grado eentigrado. Esaminata nel retto puö salire ad l0-20 C. Cresee ra-pidamente e raggiunge il maximum talora nel primo giorno; ma piü spesso 2-3 giorni dopo il suo prineipio. Quindi decresce (anche nei easi mortali) piü o meno rapidamente, e talora discende lino al disotto della normale (Wehenkel).
Fu nell'ultima invasione pestilenziale dell'Inghilterra ehe Gamgee attirö nuovamente I'attenzione sull'au-mento della temperatura gia segnalato nel 1774 da Guyot, e piü tardi dalla scuola di Dorpat. Negli ani-mali ehe guariscono la temperatura e piü elevata nei primi 4-5 giorni (Sanderson). I malati muoiono quando la temperatura della sera e eguale od inferiore a quella del mattino, e quando s'abbassa rapidamente al di­sotto della normale (Gerlach). La temperatura esterna del corpo e ineguale.
Nelle lattifere, quale primo fenomeno morboso visi-bile prodotto al eerto dall'aumento della temperatura animale, osservasi la diminuzione della secrezione lattea (Faulet, Doazan, Bruckmüller). II latte poi diviene acquoso (Ekel); ne diminuisee il peso speeifico, la quantity dei sali (Mareel). Dopo 36-48 ore talvolta si
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manifestano intensi brividi, tremori, contrazioni mu-scolari al collo, alia faccia, alle membra, ecc, passeg-gieri, o piu o meno intensi.
Spesso la sensibilitä diviene esagerata ed in alcuni casi avvi delirio; i malati cozzano, zampano e noa si lasciano avvicinare; se sono al pascolo si danno a sfrenate corse.
AU'erettismo per lo piü succede lo spossamento e la paresi. Gli animali pertanto divengono calmi, op-pure stupid!, e talora cadono come una massa inerte (Lancisi, Sauvages, Paulet, Adam, Roll).
Talora il morbo comincia con questi fenomeni. Gli accessi d'erettismo possono ripetersi. Dapprincipio le pulsazioni arteriöse sono normali; aitre volte gia nel l0-2'-3* giorno si elevano ad 80-100 per minute.
L'arteria da tesa si fa molle; I'onda sanguigna di­viene piccola, debole e spesso quasi insensibile. I bat-titi del cuore si fanno presio deboli e talora impercet-tibili. II polso diviene piccolissimo od impercettibile allorche la temperatura devia considerabilmente in piü od in meno dalla normale (Gerlacb). II sangue esposto all'aria si colora meno prontamente del nor­male (Tbiernesse). I moti respiratori variano durante il decorso della malattia da 20-80 per minuto. La respirazione diventa presto gemebonda, difficile, ad-dominale; I'espirazione spesso piü lunga dell'inspira-zione si fa ordinariamente in due tempi (Webenkel). Nei casi gravi verso il 50-6deg; giorno di malattia la ca-vita toracica sotto I'influenza di un grande sforzo si dilata, I'aria si precipita con rumore nei polmoni ed il petto rimane cosl espanso per 1-2 secondi; quindi si fa I'espirazione accompagnata da rumore lamente-vole, da un gemito, e seguita tosto da una nuuva inspirazione (Webenkel).
Giä dal priucipio del morbo i malati banno tosse
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frequente, corta, secca, dolorosa, ehe quindi si fa grassa e rantolosa.
L'esame fisico della cavitä toracica non da ehe segni negativi, oppure d'enfisema polmonare e d'una leggiera bronchite.
L'appetito ditninuisce e poi scompare; la rumina-zione si fa irregolare e poi cessa; la sete aumenta; al principio soventi avvi leggiera costipazione, qualche volta diarrea.
Nel primo ease le feci si rammolliscono verso il 30.40 giorno. In seguito divengono semi-liquide, ed in line sono costiluite da un liquido torbido, grigiastro, mucoso o fioccoso. Raramente sono mescolate a san-gue, e talora spandono un odore fetido e ripugnante (Wehenkel). Le evacuazioni alvine divengono in alcuni casi involontarie ed hanno luogo per getti violenti.
I inalati talora presentano eoliche, lenesmo. Gli escrementi hanno sempre reazione neutra o legger-mente alcalina (Gerlach). Le orine diminuiscono e si fanno piu leggiere. In esse aumenta 1'urea, scemano i principii minerali; il peso specifico diminuisce per tutta la durata della rnalattia (Marcel).
La mucosa vulvo-vaginale si infiltra e presenta chiazze, strie di colore rossocupo, oppure la colora-zione venosa e diffusa, omogenea. Vi si scorgono eechimosi o piceoli stravasi. Talora questo sintomo compare lardi (Van Koch). Dope un giorno sulle su-perficie rosse ordinariamente compaiono piceole mae-chie giallastre o grigiastre, leggermente salienti, rassomiglianti a piceoli grumi di muco, ma essenzial-meote costituite da cellule epiteliali alterate. Questi cumuli di cellule od aderiscono solo leggermente alia superficie del derma della mucosa, o sono staccate e semplicemente sovrapposte, Essi sono presto stac-cati col fregarsi degli animali, cd eliminati dal de-
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corso del processo e vi lasciano escoriazioni. Non e raro ehe in questo periodo coli dalla vulva una quantitä piü o meno grande di muco, o di muco-purolento ehe essiceandosi lorda le parti vicine.
La mucosa boccale al comparire del morbo e piü o meno calda ed in eausa dell'iperemia si fa tumida, ed assume una colorazione o diffusa, o circoscritta ad alcuni punti, rosso-carieo, o livida, o leggermente cianotica (massime alle gengive). Quindi si producono alle labbra, alle gengive, al palato, ai bordi ed alle facoie lateral! della lingua elevazioncelle bianco-gri-giastre o giallastre, del volume d'una testa di spillo, ehe vanno crescendo in numero e dimensione, dovute alia proliferazione, all'infiltrazione ed alia degenera-zione grassosa dell'epitelio. Staccandosi dopo ie 24-48 ore rimane a nudo il derma, ehe presenta escoriazioni rosse, ehe fanno contrasto col colore livido della mu­cosa circostante.
Le ghiandole salivari irritate dal virus seeernano abbondante saliva visehiosa, fiiamentosa ehe cola dalla boeca. La pituitaria, sede delle identiche alterazioni, da un secreto prima sieroso e limpido, quindi mucoso, e poi muco-purulento, giallastro, o striato di sangue, o sporco e fetido ehe si essicea intorno alle narici e vi forma croste di vario colore.
La eongiuntiva diviene pure infiltrata ed iniettata. La seerezione delle lagrime diviene tanto abbondante, ehe desse scorrono sulle guancie e corrodono la pelle per la loro acrimonia. Gli ocehi si fanno cisposi.
Alia pelle formansi spesso esantemi squaramosi, papulosi, vescicolosi o pustolosi. Essi compaiono pre-feribilmente nei luoghi in cui la pelle e fina, come ai capezzoli, allo scroto, intorno alia bocea, alle na­rici, alia vulva, al perineo, alia faeeia interna delle eoscie, ecc.
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Le accennate manifestazioni del tifo giungono, nel raassimo numero dei casi, al loro apogeo verso il 5deg; giorno.
Alcune volte avviene la morte in 1-2 giorni. La guarigione della forma grave e rarissima, ed avviene colla scomparsa guaduale di tutte le alterazioni sopra descritte.
Al principio dell'epizoozia i malati muoiono tutti. Verso il fine le guarigioni sono piü frequenti. Non tutte le invasioni sono egualmente micidiali.
Diagnosi. — Innanzi tutto la certezza, ehe il tifo dei ruminanti non nasce spontaneo in Italia ed in tutta l'Europa occidentale e una guida ehe non lo puo fare oonfondere con allri morbi, allorche non fuvvi impor-tazione di bestiame dai paesi orientali.
Un esame mediocremente accurato delle alterazioni different! delle mucose ed il fatto della comparsa di vescicole anche alia corona dei piedi come pure il de-corso del morbo, fanno con tutta facilitä differenziare il tifo dall'afta epizootica.
Crediamo, ehe non possa venire confuse colla polmo-nera, colla diarrea acuta, colla dissenteria per la pic-cola elevazione di temperatura in queste e per la grande in quello (41deg;,5-42deg;), non coll'antrace, perche le manifestazioni esterne di questo, quando esistono, sono ben differenti da quelle del tifo.
Terapia. — Nei casi sfortunati in cui venisse impor-tato nel nostro paese il tifo dei ruminanti sarebbe la massima delle imprudenze il volerne tentare la cura, poiche se ne favorirebbe la diffusione mantenendosi il focolaio del virus. Tralascio pertanto di parlare dei vari medicamenti proposti, ma ehe non giova-rono mai.
Polizia sanitaria. — Innanzi tutto il veterinario ed i proprietari faranno la dichiarazione all'autoritä ap-
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pena sospettino dell'importazione del morbo, ed in-tanto terranno in sequestro i sospetti.
Constatata l'invasione, l'autoritä fara abbattere i malati ed i sospetti (quelli ehe hanno coabitato) sotto la sorveglianza della Commissione sanitaria.
Essi saranno interrati profondamente, previe molte incision! alia pelle, onde levarle ogni vaiore, affinche non avvengano sottrazioni clandestine, ehe potrebbero dar luogo alia diffusione del morbo.
Le stalle in cui abitarono animali infetli verranno sorvegliate. Da esse non si esporleranno oggetti innanzi la disinfezione.
La disinfezione si eseguira con lavature di liscivio, coU'imbiancatura, con acqua di calce e coi vapori sol-furei e di cloro.
Gli animali da abbattersi dovranno venire stimati per quelle indennitä ehe il governo, la provincia ed i municipii stabiliranno di assegnare.
Si riterranno sequestrate siccome sospette tutte le stalle ehe si trovano nel perimetro di tre miglia dalla localitä ove avvenne I'infezione.
Tutti gli animali bovini, caprini e pecorini ehe am-maleranno o morranno in questo circolo durante il sequestro dovranno venire notificati all'autoritä.
Verranno interdette le fiere, i mercati, il trasporto del letame, del tieno, della paglia, ecc, non ehe il passaggio di animali di qualunque specie da una stalla all'altra.
Onde impedire poi I'importazione dell'epizoozia nel regno e d'uopo vietare I'introduzione di bestiame (ec-cetto i porci ed i cavalli) provenienti non solo da luoghi infetti, ma anehe solo sospetti. Tale proibizione deve essere estesa a, tutti i prodotti degli animali morti (pelli, unghie, corna, sego, lane, ecc), al fieno, alia paglia, ecc.
All'uopo si ricorrerä ad un cordone militare.
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II divieto d'introduzione di animali stranieri verrä tolto appena si conoscerä con precisione, ehe il morbo e cessato definitivamente nei luoghi di esportazione.
Le misure prescritte per combattere le invasioni del tifo cesseranno dopo 21 giorni dalla morte od abbat-timento dell'ultimo caso sospetto.
Le stalle, sebbene disinfettate, non verranno abitate fintantoche sia stata dichiarata estinta i'epizoozia.
CAPO XIII.
COLERA ASIATICO.
Patogenesi ed eziologia. — II colera e morbo d'infe-zione acuta. Fu osservato nel cavallo, (De Silvestri, Fergusson), nei ruminanti (Liegey), nei cani (Hering, Meyer, Müller, Calderini, Semmola, ecc), nei qua-drumani (Hildebrand, Dekker, Lindsay, Schmidt,), nei sorci (Thiercsh). Non nasce spontaneo negli animali, ma e dovuto aU'infezione, ehe attacca primitivamente I'uomo, od all'esperimento.
Allorche il contagio e entrato nell'organismo pro-ducesi un'alterazione nutriliva dell'epitelio della mu-cosa gastro-enterica, per cui questo diviene necrotico e cade per un tratto piü o meno grande. Alterato I'epitelio compare un trasudato considerevole, liquido, sieroso. Da ciö i tessuti si prosciugano, il sangue di­viene denso, il circolo difficile, I'ematosi lenta, la temperatura diminuita.
Si ammelte ehe il virus sia di natura parassitaria, micrococehi, vibrioni, spore (Gietl, Parkes, Klob, Thome, Boehm, Paeini, Ereolani, Hallier).
Collacoltivazionedei micrococehi Hallier ebbe torule, leptotrici, criptococchi, antrococchi, micelii, cisti con Fatologia, IY.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;10
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spore ed un fungo ehe chiamö urocystis choleras asialaquo; tici.
Sintomi e decorso. — I malati presentano prostra-zione di forze, abbassamento di temperatura (37 G. c.)raquo; depressione dei polsi, soppressione delle orine, diarrea, granchi, cianosi. Vidi nel 1868 un cavallo dei fratelli Zannetta, d'Arona, a morire in poche ore per diar­rea colliquativa. Era giunto nella stessa giornata dal Sempione, Fu preso simultaneamente da freddo e da crampi.
Di questo raorbo ho parlato solo per fare conoscere ehe non risparmia gli animali domestici. Siccome perö e rarissimo e di decorso rapidissimo, eosi giu-dico superfluo il parlar di terapia. 11 vino caldo ed il laudano liquido sarebbero i rimedi razionali.
CAPO XIV.
ESANTEMA COITALE. — M0RB0 COITALE BENIGNO (CAVALLO).
Patogenesi ed eziologia. — L'esantema coitale e un morbo d'infezione propria dei due sessi del cavallo. Talora e assai benigno, e tal altra un po' piü grave. Per I'azione del virus posto in contatto immediato cogli organi sessuali o per I'abuso di coito producesi un'irritazione locale, cui segue la flogosi della mucosa, con successivo catarro e con eruzione di flittene e forraazione di ulceri.
Ne fa parola il D'Arboval. Questi discorre d'una sifi-lide trasportata da stalloni inglesi in Russia. In Fran-cia fu primitivamente accennata da Latour e Dayot, quindi descritta da Yvart, Rauch, ecc. In Germania da Hertwig, Hering, Jessen nel Magazin di Gurlt ed Herwig i860, ecc. In Italia da Perosino, C. Lessona, Bellardini, Giolo, Eletti, ecc.
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II virus risiede nelle vescicole, nelle uiceri e nel li-quido catarrale delle mucose dei genitali. Le indagini microscopicheechimiche non sepperosvelarnelanatura,
L'infezione avviene per mezzo deU'accoppiamento. L'incubazione dura da 3-11 giorni.
lo osservai questa malattia una sol volta neH'anno 1863, col collega Paltrinieri, in uno Stallone della stazione di Piacenza.
Non si hanno nozioni ben positive sulla eziologia del suo sviluppo spontaneo, ed e sola nota la conta-gione.
Questo morbo si manifesta non solo nella specie equina, ma anche nella ovina3 e sebbene di rado anche nella bovina (Jessen).
In certe annate colpisce contemporaneamente molti animali in diverse localitä, assumendo il caraltere epi-zootico, e si associa di quando in quando ad allre malattie e specialmenteaglisii,ang'Mgf^om(linfoadenite).
Quei mutamenti dell'atmosfera, ehe favoriscono in generale lo sviluppo delle malattie catarrali, possono anche essere causa occasionale di questo morbo.
Esso produce una materia contagiosa (virus) e puö quindi trasmettersi per I'atto del coito dagli stalloni malati alle cavalle o viceversa.
Tuttavia non tutte le cavalle coperte da stalloni infetti contraggono la malattia ed egualmente lo Stal­lone non sempre viene infetto da una cavalla malata. Si sono veduti degli animali adulti malati senza ehe avessero consumata la capsula. La malattia si svolge pure nei teueri puledri.
Per queste osservazioni appare ehe la malattia non si sviluppa e non viene diffusa pel solo intermezzo del coito, e ehe perciö la denominazione datale e inesatta (Jessen). Gli esperimenti d'inoculazione tentati col virus sifilitico dell'ucmo riescirouo negativi.
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Sintomi e decorso. — Nei maschi (forma benigna) la mucosa del ghiande e del principio dell'uretra e ipe-remica. Quello diviene tumido, dolente. Dopo 2-3 giorni formansi flittene in vario numero e grandezza, le quali, lacerato I'epitelio ed escito il liquido conte-nuto, si convertono in 2-3 giorni in ulceri superficiali a margini regolari ed a fondo rosso.
Talora queste ulceri si coproao di essudato o di croste a cicatrizzano in meno di 20 giorni. In altri casi (forma piu grave) le ulceri divengono maligne, danno luogo a neoformazioni fungose e separano una sanie irntante, corrosiva, ehe produce escare gangrenose sulle parti ehe percorre. Talora la gaogrena invade gran parte del pene. Non 6 raro ehe si sviluppi anche la fimosi o la paralimosi.
Nell'ulteriore decorso rinfiammazione si irradia allo scroto, ai testicoli, al venire. Nella forma grave il morbo puö durare oltre due mesi. L'esito perö e sem-pre fausto.
Nelle femmine (forma leggiera) la mucosa della vulva e della vagina comincia a färsi iperemica e se-cerne maggior copia di muco, quindi alia sua super-ficie e specialmente all'entrata della vulva nascono punteggiature di un rosso piü intenso, le quali si convertono in vescicole e queste in pustole. In sulle prime I'umore secreto e chiaro, albuminoso; piü tardi si intorbida, si fa piü denso e si essica in croste ai margini della vulva.
Nell'ulteriore decorso il calarro diviene purulento, le malate, per l'irritazione ehe provano, fanuo frequen-temente I'atto di orinare.
La mucosa vaginale (forma piü grave) e vulvare puö divenire tanto tumida da difficoltare I'escrezione orinaria. Appaiono flittene intorno alia clitoride, ehe sollecitamente si rompono e secernono un umore gial-
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liccio, vischioso. D'ordinario tali vesciche guariscono in pochi giorni lasciando cicatrici bianchiccie.
La materia di scolo diviene talora verdastra ed anche striata di sangue, fetida. Le ulceri si fanno larghe, e talvolta profonde tanto da perforare la vagina e il retto. In questi casi Tesito e infausto.
Allorchö il morbo data da lungo tempo, I'appetito diminuisce, I'animale si fa magro, debole, e si pre-sentano tutti i caratteri dell'anemia. Non avvengono mai fenomeni paralitici.
In generale le vescicole e le ulceri guariscono piü presto nei maschi ehe nelle femmine, e ciö perche in queste la continua secrezione vaginale e la irritazione delle ulceri per lo scolo delle orine apportano ritardo alia cicatrizzazione.
Se la malattia assale I'animale del resto sano, essa si limita alle parti nominate, trascorre apirettica, e guarisce in poche settimane senza soccorso medico. Se per lo contrario sono giä malaticci insorge la febbre (40 c). Si tumefanno i ganglii linfatici vicini alle parti affette, si formano ascessi sottocutanei, e puö anche secondo osservazioni di Jessen conseguire il far-cino ed il moccio se gli animali sono predisposti o vengono trascurati.
Terapia. All'indicazione profilattica si soddisfa col-I'igiene, colla polizia degli organi sessuali e col coito moderato, col non accoppiare i malati. Nelle localitä ove appare questa malattia tutte le cavalle e tutti i cavalli intieri debbono visitarsi tutte le settimane.
L'indicazione del morbo richiede nella forma benigna gli emollienti locali. Si lavano le parti colpite dell'e-ruzione due o tre volte al giorno con acqua di Goulard, con una decozione di scorza di quercia, di salcio, ag-giungendovi qualche piccola quantitä di allume di fosfato di ratne (Jessen). Nella forma piü grave ren-
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donsi necessarie le cauterizzazioni delle ulceri e le lozioni ripetute di acqua fagedenica; le scarificazioni degli edetni, gli anelettici, 1'acido arseuioso (Trelut), curando nello stesso tempo la libertä dell'alveo.
Negli animali deboli e magri possono essere adope-perate le lozioni con infusi di salvia, di menta pipe-rita, la tintura d'arnica (Jessen).
AlVindicazione dietetica si soddisfa con alimenti nu­trient!.
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CAPO XV.
S1F1UDE EQUINA. — MORBO COITALE MALIGNO. — TABE DOR-SALE. — TISI NERVOSA. — MALATTIA PARAL1TICA DEI R1PRODUTTORI.
Patogenesi ed eziologia. — II morbo coitale o sifilide equina e malattia d'infezione. Essa e speciale agli equini.
Da alcuni fu considerata un'alterazione idiopatica del midollo spinale. Roll, ehe era fra questi, si ricre-dette perche osservö ehe le paralisi, le quali talora sopravvengono nel decorso del raorbo, non sono co-stanti e sono dovute aU'infiammazione del nevrilemma dei nervi corrispondenti alle parti le cui funzioni sono lese (nervi crurali, ischiatici).
Nasce con irritazione catarrale delle mucose degli organi sessuali, alle quali seguono tumescenze ed esantetni, e nell'ulteriore decorso alterazioni trofiche del sistema nervoso, cui succedono marasmo e para­lisi. Si sviluppa col coito e si propaga per contagio (esperimenti di Prince e Lafosse).
Alcuni narrano casi di contagione senza accoppia-mento (Warneke, Strauss, Busse). Si ammise, basati
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a fatti, bastare la coabitazione (Weber, Maresch). Fu detta proveniente dalla sifilide dell'uomo (Renner). Ciö e contraddetto dall'esperimento e dalle differenze d'istologia patologica.
Non si conosce ne anatomicamente, ne chimica-mente la natura del virus. Vi furono trovati elementi vegetali indeterminati (Perosino).
Riscontrasi 11 virus nel secreto della mucosa malata, nelle vescicole, nelle pustole, nelle ulceri.
L'incubazione dura in generale da otto giorni a due mesi (Maresch). Fu vista a protrarsi da 300-540 giorni (Trelut).
L'incubazione per innesto dura quattro giorni (Pe­rosino, Bassi).
Come di tutte le altre malattie d'infezione, anche questa richiede una disposizione organica per attec-chire.
Tolgo da Rivolta la seguente statistica. Su 150 ca-valle coperte ammalarono 58 e morirono 40 (Haubner).
Alia scuola di Tolosa su 15 ammalarono 10, rima-sero immuni 5. Su 200 cavalle, nel 1820, ammalarono 70-80 (Spinola).
Questo morbo pare originario deH'Africa o dell'Asia. Si propagö in diversi tempi in Prussia, Austria, Francia, Italia.
Reperto anatomico. — Atrofia e flaccidezza musco-lare. Le articolazioni coxo-femorali, i legamenti talora alterati, la sinovia e inspessita e comraista a sangue, la cartiiagine d'incrostazione in parte distrutta, e puö anche esistervi osteite. Infiltrazioni gelatinöse od iper-plasia connettiva nello scroto e nel prepuzio. Erosioni, ulceri sul pene; nei testicoli e nei cordoni testicolari si discoprono ascessi piccoli ed estesi, come incistidati.
La vagina iperemica, coperta di catarro, sparsa di chiazze difteriche, di condilomi, di ulceri. Oicatrici
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spesse, fibröse, stellate, ehe denotano la guarigione di ulceri. La mucosa uterina iniettata presenta tal-volta ulcerette profonde. Nell'utero talora un liquide di varia consistenza bianco-giallognolo. II miocardio ed il fegato per lo piu rammolliti. II sangue fluido per diminuzione di corpuscoli rossi, meno coagulabile. I detti corpuscoli si riuniscono in cumuli di forma poligonale, sono raggrinzati (Herard, Lafosse).
Ecchimosi, ulceri, chiazze rosso-scure sulla mucosa intestinale. II tubo digestivo flaccido e ristretto (Pero-sino, Yvart, Fischer). I gangli linfatici inguinali, in-termascellari, cervicali e mesenterici, ipertroficie duri. Le meningi spinali iperemiche, torbide, ingrossate, cosparse d'essudato, II midollo spinale edematoso, rammollito pel tratto di alcuni centimetri (Jessen, Fischer, Roll). Talora la sostanza nervosa ridotta in poltiglia grigio-plumbeo (Brückmuller). Le cellule nervöse moltipolari piene di granelli di pigmento (Pe-rosino, Scrhön).
Sintomi e decorso. — La malattia e cosi varia nei suoi modi di manifestazione ehe e impossibile dame un quadro, ehe si eoofaccia a tutti i easi.
La diversitä dipende dal sesso differente, in cui si sviluppa, dal modo di sviluppo se spontaneo o per contagione, dall'etä,, dalle eondizioni di sanita o di salute preearia, dalla stagione, dal clima, dall'ali-mentazione e da altre cireostanze accessorie.
fi difficile ehe compaiano palesi fenomeni febbrili, ma osservasi perö sempre una manifestazione di ma-lessere. L'azione muscolare debilitata. La mucosa dei genitali diviene rossa, tumida e si copre di secreto piü o meno abbondante, ed un liquide sieroso chiaro cola esternamente. Gli organi stessi sessuali si fanno edematosi in vario grado.
Si svolgouo presto su di essi vescicole della grandezza
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poco superiore ad una lenticchia. Queste vescicole mancarono nell'epizoozia di Boemia (Marescu). Si ma-nifestano pure erosioni od anche ulceri al ghiande, all'apertura deiruretra, sul pene. All'edema segue I'induramento. Succedono. talora la fimosi o la pa-rafimosi.
Nell'ulteriore decorso lo scroto acquista un gran-dissimo volume per flussione od edema. I testicoli possono ingrossare od impicciolire. L'attitudine all'ac-coppiamento diminuisce. II catarro vaginale e filamen-toso, si essicca lungo la linea peritoneale, fra le naticbe, ai crini della coda, produce depilazioni. Alia clitoride si formano vescicole o pustole.
In molti casi si formano ulceri profonde, difteriche, a bordi infiltrati ed iniettati sulla mucosa della vulva, la quale e pallida e di cattivo aspetto, Esse talora si estendono all'utero. II flusso vaginale e copioso e ributtante od anche sanioso (Roll).
Dopo qualche tempo compaiono iperestesia della re-gione lombare, quindi (semiparesi) del treno poste-riore, atrofia progressiva della groppa,
Nell'ulteriore decorso I'atrofia muscolare si fa gene-rale, la fisonomia del malato diviene triste e produconsi paralisi parziali in svariate region! del corpo.
Cosi si rende manifesto il barcollamento nel cam-minare, il flettersi delle nocche; il ventre si ritrae, ed i fianchi s'incavano (Jessen).
Le gravide per lo piü abortiscono.
Molti scrittori tedeschi danno un gran valore ad una specie di orticaria, ehe suole mostrarsi nei tnalati, ritenendola come sintomo patognomonico, perö essa non e stata osservata nell'epizoozia di Chränovoi (Jessen).
In taluni casi insorge una specie di asma, partico-larmente se i malati sono sottoposti a movimento. Quest'asma cresce col progredire del morbo e ne
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nasce una grave dispnea. fi molto verosimile ehe essa avvenga per paralisi dei nervi motori dei muscoli laringei.
II decorso di questa malattia n'e lento, ed alcune volte il morbo rimane per molto tempo stazionario (da mesi ad anni).
Col successivo e progressive aggravarsi della ma­lattia e del dimagramento gli animali terminano la loro vita per sfinimento di forze ed esaurimento.
In taluni perö si sviluppa dapprima una malattia simile al moccio ed al farcino (Jessen).
L'appetito si conserva buono fino quasi alia morte, e non di rado la febbre non si manifesta ehe nell'ul-timo periodo del morbo.
L'esito e raramente fausto nei maschi; nelle fem­inine havvi la perdita per lo meno dell'SO %•
Terapia. — Tutti gli autori eoncordano neU'ammet-tere ehe si debbano ancora istituire esatte osservazioni prima ehe si giunga a stabilire un metodo terapeutico atto a eombattere questo morbo.
Le gravi perdite ehe esso arreea, ove giunge a do-minare, malgrado tutte le eure dei veterinari, danno ragione della attuale incertezza dei metodi curativi.
L'indicazione profilattica riehiede di non permettere I'abuso del coito, di non accoppiare i malati ed i sospetti. La separazione di essi dai sani, I'osservanza stretta dell'igiene.
Airindicoztone del morbo sono dannose le eaceiate di sangue, eome pure nocivi sono i mereuriali. Fu-rono usati I'aeido arsenioso, I'essenza di trementina, il jodio, il cloruro ammonieo, la eanfora, la valeriana, i preparati di ferro, la genziana.
AUorquando la malattia ha fatti notevoli progressi: si riesce di rado ad arrestarne 1'ulteriore decorso, e sebbene sieno aoti alcuni easi, in cui avvenne la gua-
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rigione, sebbene esistesse di giä completa paraplegia, questi, 6 d'uopo confessarlo, apparteogono alle ecce-zioni (Jessen).
L'esperienza ha procacciato fama al tartaro stibiato amrainistrato a piccole dosi, ali'acido cloridrico, ai fiori marziali di sale ammoniaco dato alia dose di 4-8 grammi, tre o quattro volte al giorno.
Se esiste di giä grave debolezza e paresi debbono amministrarsi i nervini, fra i quali la canfora tiene il primo posto (Jessen).
L'indicazione sintomatica richiede la scarificazione degli edemi, la cauterizzazione delle ulceri col nitrato d'argento, coll'acido cloridrico o nitrico, I'iniezione in vagina di soluzioni alluugatissime di solfato di ratne, di decotto di scorza di quercia; i vescicatorii alia regione lombare, ed alle articolazioni coxo-femo-rali. In questo caso Jessen suggerisce i setoni. Se esistono grave orchite con iperplasia connettiva oppure fenomeni di paraplegia, e d'uopo la castrazione. Con tale mezzo si salvarono alcuni malati.
II successo di quest'operazione dipende dal grado della paralisi e dall'esistenza o meno di alterazioni locali degli organi genital! (Roll).
CAPO XVI.
MOCCIO CAN1N0, OSSU MALATTU DEI G10VANI CANI.
Patogenesi ed eziologia. — II moccio canino 6 in gene-rale un catarro acuto della mucosa dei bronchi mag-giori; alcune volte questo catarro si estende ai bronchi minori e perfino alle vescichette polmonari, ed alcune altre il catarro attacca anche la mucosa gastro-ente-rica; nel massimo numero sopravvengono idremia e
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fenomeni nervosi. Delia patogenesi dei catarri si 6 gih parlato abbastanza diffusamente nei capitoli prece-denti, ed in quanto alle cause disponenti ed eccitanti valga pure il giä detto.
II moccio canino e riguardato da molti siccome un morbo contagioso. I lupi ed i gatti vanno soggetti ad una malattia analoga al moccio dei camquot;.
Di questo morbo parlarono specialmente Barrier, Delabere-Blaine, Leblanc, Spinola, Hartwig, Hering, Jacquot, Roll, Brusasco, Venuta, ecc.
Reperto anatomico. — La mucosa dei grandi e pic-coli bronchi e tumefatla, opaca, torbida, imbibita , molle e facilmente lacerabile. Nei piccoli bronchi per I'edema della mucosa appare impossibilitato il passaggio dell'aria. Talora la superficie della mucosa e coperta solamente da piccola quantitä di secreto, e tal'altra questo eabbondante. nmuco,quandoecopioso, riempie i piccoli bronchi, mentre nei grandi ciö non avviene ed il secreto appare schiumoso per essere commisto ad aria. Le vescichette polmonari ehe prima riceve-vano I'aria dai minimi bronchi pervii, si trovauo av-vizziti dopo 1'occlusione di questi. In molti cadaveri si vedono le lesioni del catarro acuto nella mucosa delle cavitä nasali, e talvolta perfino ulcerazioni inte-ressanti il setto cartilaginoso. Allorche fuvvi anche catarro gastro-intestinale, la mucosa del ventricolo e degli intestini presenta una colorazione in gene-rale rosa-pallido piü o meno diffusa, talora pallida ed anemica. Dessa e tumefatta per infiltrazione sierosa del tessuto sotto-mucoso, e rammollita e facilmente lacerabile. I follicoli solitarii e le placche del Peyer sono tumefetti e prominenti dalla superficie della mu­cosa; le ghiandole mucipare del termine del retto per lo piü sono ipertrofiche, voluminöse, in preda alia degenerazione purolenta. Pertanto contengono pus
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di buon aspetto ed inodoro. Nel maggior numero dei casi perö il pus si trasforma in vero icore, grigiastro, fetente, ed al posto delle ghiandole si trovaao ulceri. L'intestiDo contiene uo liquido sieroso, abbondante contenente giovani cellule ed epitelii staccati, oppure un muco scarso, torbido per abbondanti cellule epite-liali ed aderente alle sue pareti. I ganglii mesenterici lumefatti per imbibizione. II miocardio, il fegalo ed i reni sono piu pallidi del normale. La railza e fioscia; la vescica orinaria vuota. Le cavitä sierose conten-gono una piccola quantitä di siero torbido, Le meningi e la sostanza cerebrale pallide; soventi edema cere-brale. II sangue meno plastico, meno colorato, e con­tenente un numero proporzionatamente maggiore del normale di leucociti. Allorche ebbe luogo I'esantema, il derma in alcune puslole e rimasto intatto e si 6 sollevata soltanto la epidermide, in altre e interessata non solo queila, ma anche il reticolo del Malpighi. Ac-cade ancbe soventi d'incontrare iperemica e tumefatta la congiuntiva oculare, e la cornea lucida torbida, forte-mente opaca. ed ulcerata verso la sua parte di mezzo. Sintomi e decorso. — Quando la malattia e ristretla al catarro dei bronchi maggiori, dessa e leggiera e talvolta passa inosservata; ma allorche si estende e si propaga ai canaletti aerei un po' piü fini e piü stretti, venendo impedito l'accesso dell'aria alle vescichette, si manifesta inquietudine, dispnea, spossatezza. II polso si fa trequente, I'arteria tesa e plena, il cuore forte-mente pulsante. Alcuni brividi sono seguiti da au-mento di temperatura; insomma avvi la febbre. La bocca e asciutta e pastosa, la sete aumentata. Tappe-tito quasi sempre abolito, la defecazione e la mizione arrestate. La secrezione catarrale dei bronchi ehe aveva giä incominciato verso il secondo giorno di malattia, aumenta e viene emessa con accesso di tos: o e con
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sbruffi per le narici. II cane cerca di liberarsi dal muco ehe talora sta adereute alle narici sia fregando il tnuso nei corpi vicini, sia usando le zampe. In molti casi le congiuntive divengono pure sede di infiammazione ca-tarrale e gli occhi divengono cisposi.
L'esame fisico in questi piecoli animali non ci fornisce nessun sintomo diagnostico. Allorche la malattia si ar-resta spontaneamente, o mediante appropriata cura, a queste mueose, e ehe la uutrizione di queste si mo-difica, riperetnia si dilegua, l'essudato si fa scarso, la febbre scompare, il cane diventa gaio e comincia ad appetire, ciö ehe succede molte volte in sei o sette giorui, s'avvia alia guarigione, la quäle vieue raggiunta verso il löquot; giorno.
Ma quando il catarro si estende ai minimi bronchi e la bronchite capillare dura per qualche tempo, sia perche l'ossidazione del sangue non si puo compiere per l'impedito passaggio dell'aria, sia perche la febbre e continua, sia perche il secreto abbondante si unisee da denutrire l'organismo, il cane diviene magro, va-eillante, e talora ineapace di fare aleuni passi senza cadere. II polso si fa piccolo e celere, le membrane mueose divengono pallide, la temperatura si abbassa, e quindi o succede paralisi completa e mortej oppure nascono delle iperestesie, special mente eonvulsioni, crampi ed accessi epilettiformi, i quali dapprineipio rari, si fanno sempre piii frequenti, finche nel maggior numero dei casi avviene la morte durante uno di essi. Nei casi piü fortunati, perö rari, i fenomeni nervosi si succedono a maggiori distanze, finchö avviene la guarigione completa, oppure vi rimane siecome re­sidue cronico la corea.
Allorche la malattia attaeca la mueosa gastro-ente-rica si osservano inoltre dei continui vomiti o sforzi di voraito, mediante i quali viene emessa una quan-
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titä piü o meno grande di mucositä frammista tal-volta a piccole quantitä di alimenti. Evvi una diarrea pure di mucositä gialio-verdognole ed abbondanti. L'appetito e nullo e la debolezza estrema.
Alcune volte sopravviene un'eruzione di pustole airaddome ed alia faccia interna delle coscie, ove i peli sono piü fini. Quest'eruzione comincia coll'elevarsi deU'epidermide nella grandezza d'una lenticchia ed in forma circolare assumendo una colorazione rossa e dilatandosi fine alia grandezza della moneta d'un cen-tesimo; quindi il centro si fa giallognolo per produ-zione di pus ed all'ingiro si forma un'aureola rosso-chiaro-giallognola ehe diminuisce d'intensitä portandosi alia periferia, avente molta analogia d'aspetto colle pustole vaiuolose dell'ucmo. Staccata l'epidermide resta scoperto un liquido puriforme, vischioso, di odore sgradevole, di colore giallo-sporco ehe s'inspessisce e forma escara. AI cadere di questa la cute rimane luceute e depilata, ma non trascorre molto tempo ehe seompare l'abnorme lucentezza e la depilazione e cosi ogni traecia lasciatavi dalla pustola.
Terapia. Profilassi. — Quanto fu detto nella de-serizioue delle malattie eatarrali in genere e applica-bile anehe nella malattia dei giovani cani. L'osserva-zione poi ehe i eani dei campagnuoli, allorche amma-lano di questa affezione.vengono attaccati con minore intensitä e guariseono per la maggior parte senza ehe nessuno pensi a fare lore una eura, dimostra ehe l'avezzarli alle variazioni atmosferiehe ed a tutti gli agenti esterni riesce di grande giovamento per la loro salute.
Indicazione causale. — L'indicazione causale richie-derebbe di avere riguardo sia alia disposizione, sia alle cause occasionali e ehe fossero sopratutto evitate le occasioni di contagione.
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Indicazione del morbo. — Anche aU'indicazione del morbo propriamente parlando non possiamo eoddisfare perche desso va curato diversamente, secondo la sua estensione e secondo i sintomi predominanti, pertanto in questa malattia si deve attendere alia cura sinto-matica.
Indicazione sintomatica. — Allorche avvi una ecces-siva irritabilila della mucosa bronchiale e pertanto una frequente tosse, siccome questa pello sfregamento dell'aria sulla mucosa ammalata puö farsi causa di aggravamento della malattia, cosi per modificare gli accessi di quella ed in tale guisa raccorciare il de-corso della malattia si prescrivono i narcotici, fra cui la polvere di Dower, I'oppio, la morfina.
Quando invece predomina uno stato contrario, e la tosse e molto difficoltata perche le pareti bronchiali sono rilasciate e la lore tonaca muscolare semi-para-litica e pertanto il secreto stagna nei bronchi, e ne-cessario eccitarne I'eliminazione, cui si ottiene co' vo-mitivi, quali 1'ipecaquana ed il tartaro emetico; poiche negli sforzi del vomito cbntraendosi energicamente i muscoli addominali e restringendosi di molto il torace, I'aria scacciata fuori dalle vescichette polmonari a scosse violent! spinge il muco fuori dai bronchi. Perö per lo piü i vomitivi riescono impotent! a scacciare il secreto dai tubi capillari, perche per violent! ehe sieno le espirazion! ehe accompagnano I'emesi, pure non bastano a cacciare nei minimi bronchi una co-lonna d'aria sufficiente per espellere il secreto conte-nutovi, ed in conseguenza le bronchili capillari nei giovani cani sono di difficile guarigione.
Le preparazioni antimouiali ed il sale ammoniaco per la loro attivitä sulla nutrizione delle mucose del-I'apparato della respirazione serviranno a modificare il secreto ed a diminuirne la quantitä.
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La febbre e un sintomo ehe non va trascurato, poi-che essa consuma in breve 1'orgauismo. Pertanto al-lorche si mantenga ostinata la si dovra combattere coH'amministrazione del solfato di chinina. Questo col dimiuuire la febbre modera ancora la pressione endo-vascolare e per conseguenza l'iperemia e il catarro, ed impedisce ehe l'organismo si esaurisca.
Allorehe la mueosa gastro-enterica e sede di ipere-mia e di catarro, 1'indicazione sintomatica richiede la prescrizione dell'oppio o delle polveri di Dower.
Quando esiste la suppurazione o 1'icorizzazione nelle ghiandole mucipare della parte posteriore del retto e d'uopo premere con due dita la parte sporgente del-I'ano dall'avanti all'indietro. Con questa manualitä schizza fuori in generale o semplice pus od icore fe-tentissimo. Cio fatto bisognerä applicare dei clisteri emollienti. Vidi a guarire molti cani specialmente da caccia eon questi seraplici mezzi. Talora dopo questa cura s'arresta anche l'incipiente barcollamento e pa-ralisi del treno posteriore. Che queste dipendano da leggiera pioemia od icoremia, per rassorbimento di pus od icore, ehe formasi in queste ghiandole?
Se all'affezione primaria segue I'idremia si richieg-gono i tonici, gli amari, i preparati marziali, I'assafe-tida, ecc, ai quali si uuirä sempre il chinino; poiche in qüesto stadiolt;iella malattia vi e sempre una febbre lenta.
Allorquando si raanifestano fenomeni nervosi, sieno essi dipendenti da leggiera intossieazione del sangue per acido carbonieo, sia da irritazione riflessa, sia dalla sopravvenuta idretnia, sia da assorbimento settico o purolento, si prescriveranno oltre al chinino anche i narcotici, come I'estratto d'aconito, la valeriana, ecc. Si frizionerä la regione dorso-lombare con balsamo di Opodeldoch, o come Langenbacher e Busse suggeri-scono, si useranno le lozioni di decotto d'elleboro. Patologia IY.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;11
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Neil'eruzione pustolosa rindicazione sintomatica ri-chiede una leggiera caulerizzazione con soluzione di nitrato d'argento, sebbene le pustole guarirebbero anche spontaneamente colla forraazione di escare; se il piu delle volte non ne avvenisse la morte in causa della gravitä della malattia primaria.
Ail'tndtcoaioTie dietetica si soddisfa col porgere ai raalati del latte puro o diluito con acqua, del semplice brodo, della came cruda, e aumentando quindi la razione man mano cbe la malattia tende alia guari-gione.
Da buoni risultati la cura col caffe nero e la came cruda, messa in opera fino dal prirao esordire del male.
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CAPO XVII.
ADEN1TE KQUINA.
Palogenesi ed eziologia. L'adenüe equina, ehe prese moltissimi nomi, fra cui quelli di stranguglioni, ci-murro, piccionara, rino-adenite, linfo-adenite, ecc, e una malattia linfatico-catarrale, contagiosa, propria al genere equine ehe di preferenza assale i giovani animali.
Essa e un catarro delle mucose respiratorie con in-üammazione dei vasi e piü specialmente dei gangli linfatici.
In questi formansi cellule linfoidi con proliferazione del connettivo finche pel grande numero comprimen-dosi scambievolmente e comprimendo i tessuti ghian-dolari preesistenti ne avviene la necrosi di quelli e di questi con produzione di corpuscoli di pus, con di-stacco di frustoli di tessuto connettivo, con metamor-fosi retrograda formante detritus granuläre, riducendo,
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in una parola, le ghiandole in veri ascessi. Queste raetamorfosi taiora non avvengono e le ghiandole ri-lornano al loro stato normale per I'assorbimento dei leucociti e dell'essudato infiammatorio, oppure riman-gono lievemente ipertrofiche, si rendono indolenti ed induriscono pel raggrinzamento del tessuto connettivo neoformato.
Siccome si e gia detto, gli animali giovani banno una particolare disposizione ad ammalare di catarro delle mucose, quelli del genere equus mostrano inoltre disposizione alle flogosi dei vasi e dei gangli linfatici i quali amtnalano contemporaneamente alle mucose dell'apparato respiratorio.
Cause ecciianti. — Una gran parte delle influenze antecedentemente annoverate siccome capaci di de-terminare il catarro acuto delle mucose possono ad-divenire pure cause occasionali di questa malattia.
L'allevare perö i puledri nei pascoli, Tavvezzarli alle intemperie, I'indurarli, per cosi dire, alle influenze nocive esterne, non basta per preservarli dalla ma­lattia, la quale insorge allorcbe cambiano le condi-zioni cosmo-telluriche in mezzo a cui vivono, col mutare di clima. E a cognizione di tutti, per osser-vazione propria, ehe in seguito aU'emigrazione, spe-cialmente quaudo questa avviene dal sud verso il nerd, i puledri ammalano poco tempo dopo il loro arrive alia nuova stazione.
L' aggregazione di molti individui, I'aria caldo-umida, oppure freddo-umida e la stabulazione sem-brano favorirne lo sviluppo. La contagions la rende epizootica.
Sintomi e decorso. — I capillari della mucosa nasale sono diventati turgidi per abbondante riem pimento di sangue. Siccome conseguenza di questa iperemia la mucosa da rosea 6 divenuta rossa, e da una se-
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crezionedi ua umore siero-mucoso, incoloro dapprima, giallognolo in seguito, ricco di sali, il quale diviene sempre piu opaco e piü denso per produzione di gio-vani cellule e pel grande distacco di epitelii; il tes-suto raucoso e succulento e rigonfio per itnbibizione di siero trasudato dalle pareti vascolari sottili e di-stese. A tutti questi fenomeni ehe si osservano anche nella corizza sercplice, si uniscono pure arche quelli del catarro della congiuntiva, della laringe, della trachea e dei bronchi, fra i quali primeggia la tosse.
Coraunemente 3-4 giorni dopo lo sviluppo della ma-lattia, i vasi linfatici della testa, alcune volte anche quelli del collo e delle estremitä, e quasi sempre i ganglii intermascellari, s'infiammano, si turaefanno, divengono caldi e dolenti. II volume di questi talvolta raggiunge la grossezza di un uovo di tacchino, e possono anche assumere una grossezza straordinaria e riempire non solo tutto il canale delle ganascie, ma sporgere molto al di fuori. Allorche esiste questa condizione patolo-gica havvi per lo piü anche Tinfiammazione del velo del palato e della faringe, epperciö avvi disfagia. Sic-come poi il catarro non e limitato alle cavitä nasali, ma si estende alia trachea ed ai bronchi, cosi si os-serva pure la dispnea, la quale aumenta ancora col crescere del volume dei ganglii submascellari e tra-cheali, col manifestarsi della flogosi delle saccoccie gutturali e col riempirsi di queste di un secreto muco-purolento. Allorche le ghiandole pettorali, le cervi--cali e le iliache vengono interessate, si osservano ehe i vasi linfatici tumefatti ed appariscenti molto sotto forma di cordoni intersecati da nodositä (queste sono formati dai ganglii pure ingrossati), ehe esaminati su-perficialmento e separatamente dagli altri sintomi, potrebbero far nascere il dubbio ehe fossero cordoni
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e bottoni farcinosi per la loro grossolana rassomi-miglianza con questi.
Essi molte volte terminano per suppurazione, ed in questi casi divengono raolli e fluttuanti al tatto. II rammollimento incomincia alia parte centrale e piü convessa della turaefazione, la quale determina I'atrofia della pelle coila compressione; i pell non restano nu-triti e cadono, il derma ed il reticolo di Malpighi perdono della loro coesione; trasuda un liquido siero-albuminoso, e quindi, disgregandosi totalmente la cute, ne risulta una soluzione di continuita, per cui si fa strada all'esterno un pus spesso, bianco-gial-lastro, cremoso, inodoro, unito a frustoli di tessuto connettivo. Avvenuto poi il vuotameuto dell'ascesso intermascellare, la febbre c.be vi esisteva diminuisce e presto cessa, la funzione della respirazione si rior-dina; la ferita e la cavilä si riempiono e cicatrizzano prontamente e la salute si ristabilisce in circa tre settimane. Alcune volte I'infiammazione dei gangli intermascellari e lievissima, e quella dei vasi linfatici delle altre region! non nconoscibiie. In questi casi I'infiammazione invece di avere esito suppurativo di­minuisce gradatamente e la tumefazione scompare col progressivo assorbimento degli essudati interstiziali. In qualcbe caso poi il tessuto connettivo neoformato s'indurisce e si raggrinza ed i ganglii si mantengono per il resto della vita della grossezza di una uocciuola, indolenti e freddi, mobili fra il tessuto connettivo del canale delle ganasce.
Ai suddescritti fenomeni si associano quelli del ca-tarro acuto della trachea e dei bronchi maggiori, e qualche rara volta quelli dei bronchi minori, cioe i brividi ehe si osservano nei catarri molto estesi. Le orripilazioni ed i brividi si ripetono ad ogni leggiera variazione di temperatura, prodotta talvolta dall'inge-
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stioue deil'acqua fredda. la questi casi sopravviene spossatezza generale e talvolta rigidila articolare e rnuscolare, con perdita di appeiito, con feci scarse e dure per semi-paralisi del tubo-enterico, aumento di sete, diminuzione di secrezione orinaria e di traspira-zioue cutanea con rabbuffameuio dei peli, perdita della lucentezza del loro colore ed aridilä delia pelle.
In tali casi e sopravvenuta la cos\ delta febbre reu-matico-catarrale, in cui, sebbene il polso si sia di molto elevato, 70-80 pulsazioni al minuto, e I'arteria sia piena e tesa, pure la temperatura non e ehe raramente au-mentata di qualche grado. Esternamente perö la tem­peratura e in generale diminuita, se si eccettuano le basi delle orecchie ehe danno al tatto una sensazione di calorico aumentato. Questa febbre e la dispnea non nascono ehe nei casi piü intensi. Costante invece ne e la tosse, la quale e piü o meuo frequente e piü o meno forte secondo il maggiore o rainore secreto, se-condo la maggiore o minore sua tenacitä, secondo la maggiore o minore sua estensione, secondo la mag­giore o minore faciiita con cui si puö eseguire 1'espet-torazione. La tosse d'ordinario e il fenonemo ehe sorge qualche giorno prima ehe si manifesti esternamente lo scolo.
Esame fisico. — Colla percussione si ottengono segni negativi, come si ottengono nel catarro bronchiale semplice, perche le vibrazioni del torace e la quantitä d'aria contenuta nei bronchi e nelle vescicole polmo-nari rimangono pressoche eguali a quelle dello stato normale.
Coll'ascoltazione essendo la mucosa dei grossi bronchi edematosa e molto tumefatta si ode un rumore rus-sante o rombante (rhoncus sonorus), analogcopy; a quello prodotto dal passaggio deil'aria nelle canne di un or-gano. Questo rumore si percepisce anche quando esiste
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in qualcbe localitä un cumulo circoscritto di muco un po' vischioso e tenace, e la percezione di esso si ottiene non solo nel punto in cui si sviluppa, ma anche nelle parti circostanti. Se la raccolta di secreto in detti bronchi e ancora piü abbondanle, nascono rumori di crepitazione, ossia rantoli, i quali nascono perche coll'ingresso deti'aria inspirata si mette in movitneuto il iiquidoche forma delle bolle, le quali poi scoppiando producono la crepitazione.
Allorche V ascoltazione ci lascia udire il mormorio vescicolare, cioe quel rumore succhiante ehe l'aria produce col passare dalle sottili terminazioni dei mi­nimi bronchi neue vescichette polmonari ehe sono piü grandi, ci dimostra ehe il catarro e limitato ai bronchi maggiori.
Le bolle nei bronchi maggiori trovando maggiore spazio divengono molto piü grandi ehe non nei mi-nori, ed il rantolo ehe ne nasce si chiama a grandi bolle.
Allorche il catarro si estende anche ai bronchi mi-nori si odouo i rantoli a piccole bolle, ed essendo difficoltato I'accesso dell'aria alle vescichette polmo­nari nascono la dispnea in maggiore grado, I'inquie-tudine, lo stato comatoso, la cianosi, segni dell'im-perfetto afflusso d'ossigeno e dell'impedita eliminazione dell'acido carbonico. Gli accessi di tosse divengono piü frequenti, dolorosi, abortiti. Le mucose apparenti della testa debbono il loro eolore cianotico all'impe-dito vuotamento delle giugolari pella compressione degli organi endotoracici e pel restringimento della glottide.
In seguito molti bronchi divenendo iraperraeabili, epperciö le vescichette polmonari inattive, e producen-dosi il colapso parziale dei polmoni, succede I'intos-sicazione del sangue per acido carbonico ehe si ma-
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nifesta coU'estrema piccolezza e frequenza del polso, collo abbassamento della temperatura, iufossamento degli occhi e perdita del loro splendore, lividezza delle mucose, prostrazione delle forze, vacillamento, cui suc-cede la morte.
Osservai ehe alcune volte a questa malattia si as-socia il vaiuolo con eruzione specialmente sul labbro superiore e sulla nmcosa nasale. Questa complicazione e di niuna entitä, poiche guarisce spontaneameute senza ehe sia necessario usare mezzi terapeutici.
In qualche caso la linfo-bronco-rinite si residua in un catarro nasale cronico (adenite maligna), a tisi polmonare o mesenterica, od in anemia.
Non tanto raramente il cimurro assume un anda-mento irregolare, diverso da quello descritto. Accade cioe ehe si formino successivamente ascessi in molte parti esterne del corpo, e ehe la durata del male si estenda al doppio, al triplo del tempo richiesto dal cimurro di corso reguläre. In questi casi gli animali dimagrano moltissimo, e stentano a riaversi. Peggiori delle localizzazioni esterne sono alcune interne, le quali finiscono col determinare prontamente o lentamente la morte dei pazienti. Tra le localizzazioni pronta­mente mortali va ricordata la cerebrale, caratterizzata da ascessi nella sostanza dell'organo; e tra le seconde • va pure citata, siccome frequente, quella ehe avviene nei ganglii linfatici mesenterici e sottolombari, nei quali si formano ascessi, in alcuni soggetti, straordi-nariamente grandi.
Reperlo anaiomico. — fi raro ehe si abbiano a fare autopsie di puledri morti per la linfo-bronco-rinite, ed allorche avviene la morte o si richiede I'abbatti-mento, si e per complicazioni di altri morbi. In questi casi perö, oltre alle lesioni proprie dei process!, mor-bosi ehe determinarono la perdita deU'animale, vi si
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riscoDtrano pure lesioni anatomo-patologiche pertinents alia malattia primitiva. Cosi il catarro acuto della trachea e dei bronchi lascia nel cadavere un rossore ora diffuso ed ora circoscritto in modo da formare delle macchie di varia grandezza consistenti od in iniezioni od in ecchimosi. Inoltre la mucosa e torbida, opaca, rammollita e facile a lacerarsi; sucoolenta ed edematosa per I'aumentata pressione del sangue sulle pareti dei capillari. Anche il restringimento del lume dei bronchi, il quäle e considerevolissimo nei bronchi di terzo e qnart'ordine, e dovuto all'edema della mu­cosa e del lessuto sottomucoso. Talora la mucosa e secca, tal'altra coperta di un secreto tenaca, lucente, piü o meno abbondante, in cui si trovano giovani cel­lule epitaliali e raramente epitelii vibratili.
Diagnosi e prognosi. — La linfo-bronco-rinite si di­stingue dalla bronchite semplice perche, oltre ai feno-meni del catarro bronchiale, esistono pure quelli della infiammazione dei ganglii linfatici e molte volte anche dei vasi omonimi, ed inoltre e dessa propria a' giovani puledri. Si differeazia dal moccio e dal farcino per la mancanza dei nodoli, pella qualitä cremosa e di bello aspetto del secreto, per I'acutezza della linfagite, sue andaraento beniguo, e per la pronta cicatrizzazione degli ascessi ghiandolari dopo ehe si sono spontanea-mente aperti, o ehe furono appositamente incisi. Infine la linfo-bronco-rinite si distingue dalle malattie del parenchitna polmonare, poiehö in quella non si altera inai il suono della percussione ed i sintomi deli'ascol-tazione sono ben differenti di quelli ehe si osservano nell'induramento, inspessimento ed altra lesione di materia del parenchima polmonare.
Dalla descrizione fattasi scorgesi ehe questa malattia termina generalmente col ristabilimento della salute perfetta in circa tre settimane. Allorche perö insorgono
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complicazioni, la durata, il decorso e la terminazione del rnorbo dipendono precipuamente dalla natura, in-tensitä, ecc, di queste.
Terapia. Proßlassi. — fi cosa ottima I'abituare con prudenza i puledri alia variazione di temperatura; perö si dovranno evitare gli eccessi tanto in questa come nella nutrizione; pertanto non si faranno passare troppo bruscamente dal caldo a) freddo e viceversa, e dall'aria libera airattruppamento, e quando debbansi fare emi-grare sarä bene, allorche giungono alle tappe, farli pernottare sotto tettoie, e giunti alia stazione ricove-rarli in iscuderie spaziose, ben aerate, ma non sotto I'influenza di correnti dirette. Allorche potei mettere in opera queste misure mi trovai sempre favorite da buoni risultati; ed in Germania, secondo riferisce Ri-quet, si adottano pure con vantaggio queste misure. Lafosse si lagna ehe questi precetti sieno non abba-stanza bene conosciuti in Francia.
Sebbene anche colla scrupolosa osservazione di queste regele igieniche e profilattiche non si riesca moltissime volte a preservare i puledri, massimamente gli emi-granti e gli incorporati nei reggiraenti, da questa tnalattia si ha perö il grande vantaggio ehe dessa svi-luppandosi ha un decorso benigno nei massimo numero dei casi.
Indicazione causale. — Questa richiede d'aver riguardo tanto alia disposizione quanto alle cause eccitanti. Es­sende queste ultimo in parte occulte ed in parte sconosciute, in molti casi non possiamo soddisfare all'indicazione causale, mentre in altri casi essendo note vi si oppone con grande successcopy;. Ad ottenere ciö, basta il piü delle volte Tigiene. La separazione merce il cambiamento di scuderia degli affetti e la prima indicazione cui si debba provvedere; poiche oltre agli esperimeuti espressamante istituiti da Sol-
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leysel, Gohier e Toggia padre, la pratica ed osserva-zione giornaliera ce la insegoano contagiosa, e tale infatti la dicono Reynal, Roll, ecc.
Indicazione del morbo, — II salasso in questa ma-lattia ha fatto il suo tempo. Anche i salassatori i piü arrabbiati aspettano poco o nulla dai saiassi nei catarri della mucosa respiratoria iu genere. Anche allorquando si sviluppa una forte dispnea per l'iperemia e tume-fazione della mucosa bronchiale bisognerä astenersi dalle emission! sanguigne, poichö la mucosa nou si sgorga, ed aggiungendosi una dirainuzione di forze l'animale non riesce piü a cacciare l'aria per i bron­chi ristretti neppure mediante forzate inspirazioni, e dovrä soccombere per intossicazione da acido car-bonico.
I sali antiflogistici propriamente detti, i nitrati di potassa e di soda, il solfato di soda, ecc, hannö per-duto anch'essi la loro importaoza nella cura della linfo-bronco-rinnorrea. Molto usati invece sono certi sah ai quali si atlnbuisce piuttosto un'azione anticatarrale ehe antiflogistica, sia ehe eccitino l'attivitä della pelle, o ehe modifichino direttamente la nutrizioue della mucosa bronchiale; come il zolfo dorato d'antimonio, il chermes minerale, il tartaro emetico ed in ispecie il cloruro ammonico, il cloruro di sodio. Sembra ehe questi preparati abbiano la proprietä di rendere meno tenace il mueo segregalo.
La cura diaforetica si raceomanda moltissimo allorche 11 eatarro e recente e proviene da un raffreddamento. Non e ben noto se per essa venga prodotta una flus-sione sulla superfieie eutanea, la quale produca una deplezione dei vasi della mucosa, o se il favorevole risultato si debba ascrivere ad un altro effetto, ma la benefica influenza di essa in priucipio della maiattia viene confermata dall'esperienza. La diaforesi si puö
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produrre con delle coperte e con bevande tiepide (thö di fieno, infuso di sarabuco, di camomilla, ecc), e con vapori caldi prodotti da semplice acqua bollente. A questa cura diaforetica generale, allorche la ma-lattia tende ad assumere un andamento cronico, s'ag-giunge l'uso di quei rimedi ehe hanno per iscopo una diaforesi per cosi dire locale, od almeno una deriva-zione locale sui tegumenti del petto, i quali rimedi hanno pure la sanzione dell'esperienza. Perciö si rac-comanda una frizione irritante al petto con olio di tretnentina, o meglio, perche non dolorosa, con pe­trolic, cui, dopo qualche giorno, se non basta, puö far seguire una larga frizione vescicatoria, cui perö non dovrä ricorrersi assolutamente finchö dura la febbre.
Indicazione sintomatica. — La forraazione di un gran numero di giovani cellule e quindi di un secreto co-pioso e piü liquido e un sintomo e non la causa della dissipantesi iperemia e conseguentemente del favore-vole decorso del catarro. La forraazione del catarro cotto si ottiene nel miglior modo con quel trattamento ehe piü sicuramente migliora I'affezione catarrale, ma il secreto puö trovarsi accumulate per molte cagioni nei bronchi senza ehe venga eliminate, perciö si com-prende ehe e d'uopo ehe sianvi rimedi atti a produrre questi due effetti, cioe a migliorare la nutrizione delta mucosa e ad espellere il secreto. I sintomi piü impor-tanti ehe corrispondono a certe fasi anatomo-patolo-giche del proeesso catarrale e ehe richiedono una cura speciale sono i seguenti:
1deg; Sonvi dei casi in cui nel catarro esiste un'ecces-siva irritabilitä. della mucosa bronchiale ed avvi una tosse molestissima; in questi casi giovano assai i va­pori specialmente di sostanze narcotiche, come di de-cotto di capsule di papavero, di foglie di belladonna,
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oppure serapliceraente mucilagginose, come di malva, perche si elimini piü facilmente il secreto ehe e ac-cumulato od aderente alle pareti bronchiali;
2deg; Altre volte una forte dispnea, ehe si riproduce periodicamente con ronco sibilante, ci fa ammettere ehe le fibre museolari dei bronchi minori si trovino in uno stato di enntrazione spastica e ehe una parte della dispnea derivi da questa circostanza. In questi casi ehe si associauo generalmente all'eecessiva irri-tabilita della mucosa si raccomandano, oltre alle ina-lizione dei vapori sopra detti, anehe dei medieinali interni atti a moderare la tensione dei muscoli bron­chiali, come il tartaro stibiato e le infusioni di ipe-caquana;
3deg; In altri casi le pareti bronchiali sono rilasciate, i bronchi non di rado dilatati e la tonaca muscolare si trova in uno stato subparalitico. In questi casi appunto la secrezione suol essere straordinariamente copiosa ed i colpi di tosse, male coadiuvati dalle fibre museolari dei bronchi, non sono capaci di eliminare I'intero se­creto. In questi casi si faccia uso dei rimedi irritanti, i quali tengono un posto importante fra i cosi detti espet-toranti, e sono la senega, la squilla, la pimpinella, il carbonato d'aramonio, la canfora. Si usano prescrivere ancora, come infusi pettorali, mescolanze di rimedi mu-cilagginosi e zuccherini, come radice di altea, fiori di malva, fiori e foglie di verbasso, radice di liquirizia, raiele, ecc, con semi di plante rieche d'olio etereo, speeialmente di semi d'anice, di finoechio, di fellan-dro acquatico. Quest'ultimo ehe contiene ancora so-stanze resinose, e perciö e affine a quel gruppo di farroaci ehe nomineremo in seguito, gode fama spe-ciale nella bronco-blenorrea, in cui si pretende faeiliti l'espettorazione e limiti la secrezione del mnco;
4deg; L'indicazione strUomatica puö richiedere di mode-
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rare l'eccessivd secrezione della mucosa bronchiale ehe minaccia di consumare le forze deU'anirnale. A questo fine si usano con vantaggio i resinosi e balsamic]. fi molto piü eificace I'uso dei balsamici e resinosi in forma gazosa ehe in aitre forme; a questo scope si fa bollire nella scuderia pece sola o mescolata con acqua finche I'aria sia impregoata di quesli vapori, oppure si mettono alcuni grammi di essenza di trementina in una bottiglia eontenente acqua calda e se ne fanno inspirare i vapori piü volte al giorno per circa un quarto d'ora per ogni volta.
I rimedii amari ed i tonici ehe vengono prescritti nei casi eronici ed allorquando l'animale e denutrito e debilitato possono influire sulla mucosa dello sto-maco, migliorare I'appetito, regolare la digestione, e con ciö favorire la nutrizione dell'organismo, ma perö non pare ehe abbiano un'influenza essenziale sul pro-cesso morboso;
5deg; In quanto all'infiammazione dei gangli e dei vasi linfatici sarä d'uopo provvedere onde modificarla, Ciö si ottiene nei primi giorni applicandovi dei cataplasmi emoilienti o narcotico-emollienti fatti con farina di lino, decotto di malva, e di foglie di belladonna. Aleune volte eon questi semplici mezzi il volume dei vasi linfatici diminuisce e I'infiammazione scompare; altre volte la pelle si screpola in varie localitä sulla loro lunghezza formando delle specie di ulceri be-nigne ehe lasciano escire un pus cromoso, cui tiene dietro una pronta e spontanea eicatrizzazione; altre volte perö questi vasi restano ingrossati e si rendono per un certo tempo indolenti e necessitano di friziooi raercuriali o vescieatorie. Sui ganglii intermascellari ; *nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ehe sono i piü voluminös^ e ehe per la loro localitä
recano tnaggior dolore all'animale, e talora lo irape-discono di masticare e deglutire, si suole applicare
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dell'unguento basilico o populeo, dei quaii si favo-risce l'azione coprendoli di cataplasrni emollienti tie-pidi. Allorche il pus ritarda a forraarsi si frizionano con dell'unguento vescicatorio.
In generale dopo giorni 3-4 di questa applicazione si manifesta il rammollimento e cedevolezza del ganglio, denotante la formazione dell'ascesso, ehe, o si apre spontaneamente, oppure e inciso. Fatto escire il pus non avvi ehe a fare la pulizia giornaliera della ferita, la quäle guarisce in pochissimi giorni.
11 trattamento dietetico dovrä essere regolato se-condo le circostanze, cioe nutrire l'animale allorche l'appetito si conserva, ma non sopraccaricargli il ven-tricolo di alimenti grossolani ed indigesti; quando poi il inalato si mostra svogliato e ehe prende gli alimenti senza aviditä, e meglio privarlo di questi, acciö non si nausei e si aggiunga un disturbo del eanale ali-mentare.
CAPO XVIII.
T0BERCOL0SI M1LIARE ACüTA.
Patogenesi ed eziologia. — Latubercolosi tniliare acuta consiste nella formazione pronta e rapida di numerosi neoplasmi (tubercoli) nel polmone e talora in altri organi e nel rapido loro disfaeimento.
Questa malattia nel maggior numero dei easi, e la fine della tubereolosi miliare cronica, in aleuni altri perö essa puo essere provocata da cause a noi ignote oppure da contagione.
Reperto anatomico. — I granuli miliari sono disse-
, minati omogeneamente per tutto il polmone; dessi sono
del volume non superiore ad un grano di mi^lio, di
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colore grigio trasparente. Talora anche le lamine della pleura sono disseminate di queste neoformazioni. In alcuni casi anche il peritoneo, il fegato, la milza, ed i reni contengono tubercoli miliari, di cui se ne sono trovati anche sulla pia-madre. 11 tessuto polmonare e iperemico, edematoso, il sangue e oscuro e liquido e da luogo ad un'estesa ipostasi cadaverica.
Sintomi e decorso. — La malattia comincia per lo piü con orripilazioni, grande frequenza di polso e grave abbattimento, accompagnati da tosse e da dispnea.
L'esame del petto non da indizio di infiltrazione polmonare, ma si ode quä e lä uno scarso rantolo, oppure un ronco sibilante.
II polso diviene sempre piü piccolo e piü frequente, le vene polmonari non possono piü immettere il loro sangue nel cuore, il quäle non ha piü forza di vuo-tarsi completamente per semi-paraiisi consecutiva al-I'aumento prolungato della temperatura del corpo, epperciö avviene idrorrea, paralisi del bronchi e soffo-cazione.
Diagnosi. — La malattia puö venire confusa colle pneumoniti acute, e l'esame fisico fornisce anche qui nessun appoggio per la diagnosi differenziale.
Prognosi. — La prognosi della tubercolosi miliare acuta e infausta. Quanto piü intensa e la febbre e quanto maggiori i lenotneni paralitici o d'eretismo, tanto piü presto avviene la morte.
Gli animali e meglio vengano sacrificati primache muoiano per evitare spese maggiori.
Le carni di quelli ehe ordinariamente servono all'uso alimentare dell'uomo debbono venire interrate, accioc-che non sieno causa di contagione aU'uorao stesso.
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CAPO XIX.
TUBERCOLOSl POLMONAHE, TISI POLMONARE TÜBERCOLOTICA, TÜBERCOLOS1 MIL1ARE CRON1CA.
Patogenesi ed eziologia. — La tubercolosi e malattia costituzionale, ereditaria, contagiosa. Alia storia del tubercolo e annessa quella della tisi sebbene sia un'altra forma morbosa, perche la prima ha per essenza una specifica neoformazione e la seconda e effalto di in-fiammazioni lente del polmone. Tale distinzione perö cominciö ad apparire chiara solo nel 1656 per gli studi di Plater e Bennet, e quindi per quelli dl Bonet nel 1686, di Baillie (1793), di Vetter (1803).
Laennec e Reinhardt, Villemin, Herard, Coneil confusero assieme la tubercolosi e la tisi caseosa, fa-cendo derivare tutti gli esiti caseosi dal tubercolo. Invece Pidoux, Grancher Bouyer e Lassalas ammisero la sola pneumonite caseosa siccome causa della tisi asserendo essere inutile la parola tubercolo. Jaccon, Vulpian,'Lancereaux e molti altri vogliono necessaria nella lisi I'esistenza simultanea della tubercolosi, e della pneumonite caseosa.
Waidenburg e Niemeyer distinsero le due condizioni e chiamano tisi la infiltrazione tubercolare dei loro antecessori, cioe la pneumonite caseosa, e tubercolosi il tubercolo miliare.
La genesi della tubercolosi polmonare non e ancora abbastanza rischiarata.
Bayle, Laennec e Louis ritennero 11 tubercolo un
prodotto accidentale, e dotato di esistenza propria;
Magendie, Cruveilhier, Andral, Bouilland, Carowel,
Lallemand, una secrezione dei tessuti ehe ne sono iri-
Pafologia IV.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 12
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fluenzati come da corpo estraneo; Broussais, Baron lo fecero provenire dairinfiatnmazione del polmone; Delafond, dagli elementi del sangue passati nei lobuli polraonari; Mandl lo reputö un prodotto privo di orga-nizzazione, costituito di sostanza amorfa solida, risul-lante da essudati del sangue. Fu primo Virchow ehe ael 1847 dimostro essere il tubercolo una neoplasia. Secondo Monneret il tubercolo proviene da un corpu-scolo biancastro o rossastro, avente I'apparenza di un 1'rustolo di fibrina. Secondo Kulm il tubercolo e una agglomerazione di corpi piccoli, irregolari, giallastri tenuti assieme da filamenti jalini, ramificati ed ana-stomasali.
Langhans cr.ede ehe le cellule giganti possono for-marsi o dalle cellule con un solo nucleo per aumenlo dei loro nuclei, e speoialmente dalla fusione di molte cellule in una sola. Bizzozero dubita ehe il tubercolo provenga dalla proliferazione sia degli elementi del connettivo, sia di quelli dell'epitelio, dividendo in quest'ultima parte ropinione di Meyez. Herschi e Vi-scont vogliono ehe il tubercolo abbia. origine dalle parti capillari. Virchow, Rokitansky, Wedl, Demme, Colberg, Förster pretendono ehe provenga dall'avven-tizia delle arterie piccolissime. Klebes, Rindfleisch, Kundrat li fanno derivare dal lume dei vasi linfatici. Buhl e Ranvier li fanno esordire dagli epitelii alveo-lari dei polmoni, donde ii lavoro formative si esten-derebbe ai vasi linfatici. Ogni nodulo tubercolare per Forlanini trae origine da un semplice ammasso proto-plasmatico, costituito da numerosi nuclei immersi in una sostanza granulosa. Questa massa iniziale cresce successivamente di volume per aumento della sostanza fondamentale granulosa, e per una rapida moltiplica-zione di nuclei. A questa moltiplicazione dei nuclei laquo;i unisce tosto una cospicua forraazione di alveoli di
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diverse dimensioni, rotondeggianti od ovoidali, ma ehe presto per la fusione di piü alveoli vicini e per la pressione mutano forma. L'alveolazione ehe s'inizia generalmente alia periferia della massa protoplasma-tica produce la formazione del reticolo del tubercolo, e le rimanenti masse non alveolate costituiscono le cellule giganti. Nei tubercoli del polmone ordinaria-inente e molto piü abbondante la proliferazione dei nuclei ehe non il processo di alveolizzazione, e pertanto il reticolo e delicato, esile, quasi mancante. Qualche volta perö si formano molti e grand! alveoli, ed il reticolo e spiccato, con ample maglie in cui trovansi pochi nuclei.
In altri casi le piccole porzioni di protoplasms pri-mitivo residuatosi nel reticolo assumono proporzioni tanto ragguardevoli da risultarne cellule epitelioidi, costituendo il tubercolo cellulare. Le dette forme ta-lora coesistono nei polmoni,
Secondo Forlanini e Schüppel i protoblasti del tu­bercolo si formerebbero nel lume dei vasi sanguigni, ed alcune volte nei vasi linfatici. Perroncito divide I'opinione di* Forlanini.
II tubercolo e una neoformazione della grossezza di un grano di miglio ad un grano di canapa, semi-tra-sparente, priva di vasi, costituita da cellule giganti di 20-80-200 raicromillimetri di diametro trasversale, con protoplasma ora omogeneo, ora finamente granu-loso, provvista di nucleu e di nucleolo, aventi qualche volta granuli albuminosi o fisalidi, traccie di alveo­lizzazione, o pigmento giallo o melanico, provviste di varii prolungamenti protoplasmatici, di regola nu-cleati, e cellule epitelioidi negli spazii esistenti fra i detti prolungamenti. Intorno a questi elementi centrali avvi un reticolo di sostanzaprotoplasmatica analoga a quella delle cellule giganti ed epitelioidi. In questo reticolo
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sonvi cellule piü piccole e nuclei elissoidali e nucleolate, o cellule aventi analogia colle linfoidi. Verso la periferia il reticolo assume I'aspetto di un tessuto connettivo gio-vane, piü o raeno ricco di elementi cellulari o cellule rotonde linfoidi, ehe infiltrano un connettivo scarso. Questa e pure I'opinione di Perroncito, Gay ed altri.
L'accrescimento dei nodi tubercolari si fa per Tag-gregazione di nuovi tubercoli; ehe possono assumere varia forma e volume tanto grande da essere ricono-sciuti anehe macroscopicamente.
Gli elementi dei tubercoli passano presto alia me-tamorfosi cornea, caseosa, grassa, calearea, ed al ram-mollimento, fusione ed ulcerazione, infine aH'incapsu-lamento.
La tubercolosi puö svilupparsi in varie specie di animali.
Nei solipedi fu osservata da Gurlt, Fako, Hering, Diziez, De Silvestri, Gotli, Müller. Fu inoculata nel cavallo da Biffi e Verga.
fi molto frequente nei bovini, e specialmente nelle vacche lattifere. Nei bovini prende il nome di lisi perlacea (pomelliere, Perlsueht): Delafond la descrisse
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sotto il nome di tisi tubercolosa, tisi calearea; fu pure studiata da Gurlt, Fuchs, Roll, Leisering, Villemin, Ercolani, Rivolta, Perroncito, ecc.
Negli ovini fu innestata efficacemente da Zrjrn, e Gerlach.
Nei maiali e piuttosto rara, ma fu osservata da Bol-linger, Schutz, Roloff, Semmer; nei cani e gatti da
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Böllinger ed altri; nei conigli da Köster, Rüge, Hasel­bach, ecc; nei gallinacei da Rivolta; nei palmipedi da Lacher. Fu pure osservata nelle scimmie, nei laquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; leoni, e nei marsupiali.
Le cause intrinseche della tubercolosi sono I'eredi-tarietä, e la^contagione.
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Fra le cause occasionaü si annoverano il cambia-raento di clima, per cui avvengouo modificazioni nell'allmentazione, ed in certi aniraali nasce la nostalgia (nelle fiere e nelle scimmie); le stalle basse, poco illuminate, in cui esiste una temperatura assai caldo-umida, pregna di emanazioni irritanti la mucosa pol-monare; i cibi insufficienti, grossolani, di difficile di-gestione; i raffreddamenti; I'eccessiva trazione del latte, le numerose gravidanze.
Van Swieten, Moston, Franck, Seunerto, Riviöre, Huferand, Baccmes, Staub, Devay, Perrond, Bowdict, Herard, Levy, Guerin, Bonnet, Brian, Cloquet, Bart, Guönau, Bergeret, Foussangrives ammisero la conta-gione della tubercolosi. Molti la negarono. L'esperi-mentazione perö parla in favore dei primi. Infatti provano la contagione gli esperimenti di Malin, Kleuche, Villemin, William, Marcet, Lebert, Wyn, Vatersen, Zalloni, Deucet, Paraschera, Mantegazza, Bizzozero, Biffi, Verga, Wilson, Fox, Petroff, Gerlach, Chauveau, Saint-Cyr, Klebs, Günther, Harms, la Scuola Veteri-naria di Dresda, Zürn, Hering, Bassi, Rivolta, Per­ron cito, ecc.
La tubercolosi primitivamente e localizzata (tuber­colosi primitiva), quindi si diffonde in varie localita (tubercolosi secondaria).
La diffusione della tubercolosi puö avvenire per la via del sistema canaliculato delle cellule connettive per quella dei vasi linfatici e dei vasi sanguigni.
Reperto anatomico. — Oltre alle varie alterazioni flogistiche del polmone si osservano infiltrazioni co-piose, piccoli focolai, cornificazioni, calcificazioni, vo-miche, caverne, ecc.
Talorasi trovano tubercoli corneificati, esiste I'atrofia degli element! costituenti i medesimi senza contem-poraneamente metamorfosi adiposa; i tubercoli ed i
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nodi tubercolari sono trasformati in masse dure, ana-loghe a sostanza cornea.
Uno o tutti due i polmoni sono piü o meno infil-trati di sostanza caseosa, giallastra, untuosa.
In alcuni punti si riscontra la calcificazione, ed i plccoli e grandi nodi tubercolari sulla superficie di taglio presentano un colore giallo-grigiastro, o giallo spiccato, e hanno acquistata una consistenza lapidea. Nei noduli tubercolari dei bovini i sali calcari si de-positano irregolarmente.
I grandi nodi per lo piü sono fusi, rammolliti, di-sgrassati e costituiscono caverne.
Queste hanno varia grandezza; per lo piü sono ca-vitä tondeggianti, contenenti pus giallo-grigiastro, sottile, od un liquido caseo-purolento, coramisto a frustoli gialli di tubercolo. In altre parti sono i noduli con degenerazione caseosa e calcarea attorniati da una capsula costituita da tessuto connettivo neoformato.
Le pleure presentano frequentemente le loro lamine iniettate, neoformazioni tubercolosi, e false membrane ehe producono aderenze tra il polmone, il pericardio, le pareti toraciche, il mediastino.
I linfatici sotto-pleurici sono dilatati, monililbrmi, pieni di linfa limpida od opaca e spessa. Anche i ganglii bronchiali e del mediastino sono ingrossati,
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induriti, marmoreggiati di rosso, e col taglio lasciano gemere una linfa spessa, latescente.
Sintomi e decorso. — Negli animali domestici sul principio del morbo non compaiono sintomi apprez-zabili, e siccome esso ha decorso lento e non e cho quando le alterazioni tubercolotiche sono divenute gravissime, ehe assume decorso acuto e talora acutis-inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;simo, cosi non e ehe assai tardi ehe si pub stabilire
la diagnosi di tubGrcolosi polmonare.
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La piima cosa ad osservarsi e la diminuziune delle
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forze, ed im dimagraraecto, ehe si fa sempre piü pa-lese, nonostante I'animale appetisca gli aiimenti, e questi gli sieno amministrati abbondantemente. La di-minuzione delle forze e aanunziata dalla lentezza dei movimenti, e dalla facile dispnea ehe nasce dopo un modico modo e dal desiderio ehe l'aniraale dimostra di volersi coricare.
Col dimagramento generale anche la pelle diviene denutrita, sottile. In seguito diminuisce l'attivitä della digestione; ed alcune provincie di uno o d'ambedue i polmoni divenendo sede di tubercoli nasce una leg-giera dispnea.
Se la parete dei piccoli vasi dei polmoni in tutto 11 suo spessore tubercolotico, ed il tubercolo subisce la degenerazione caseosa, quella si lacera e da luogo a broncorragia, a pneumorragia, con o senza emottisi.
In questo punto per I'irritazione prodotta dai neo­plasm! i bronchi ed i polmoni s'infiammano, e si svi-luppa prima la tosse, ehe si presenta ad eccessi di 3-4-5 colpi di seguito e ehe sul principio e secca.
NeU'ulteriore decorso nasce anche un catarro bron­chiale, si produce leggiero scolo nasale, e la tosse diviene umida.
Pel passaggio da una temperatura ad un'altra la tosse si esacerba.
II pelo diviene scolorato ed irto, e nasce talvolta I'erettismo sessuale; il latte e acquoso, azzurrognolo.
La febbre nasce molto tardi, ed e prodotta non tanto dalle alterazioni locali, quando dall'assorbimento di materiali infettivi. Essa e subcontinua (39-39,5), Al mattino presenta la remissione di 0,5,1-1,5.
La vacca presenta fino a 36 respirazioni, ehe non rimettono; talvolta gerne e rumina ancora 20-30 volte.
Nel decorso lento della tubercolosi polmonare alcuni
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centri piü o meno estesi si disfanno per fusione ed ulcerazione, e si formano cavitä cbiamate caverne, vomiche.
Quando e avvenuta la fusione si produce un'altra infezione, ehe aggrava lo stato generale.
ColVascoltazione quando esiste una grande caverna piena di pus, specialmente se questo e concrete non si ottengono rumori cavitari; anche se la caverna 6 piccola, e contenente solo aria, o parte di liquido, se non comunica con uno o piü bronchi da segni ne­gativ!.
Odesi il soffio cavernoso quando la caverna comu­nica con un bronco e contiene solo aria; se contiene anche un po' di liquido si sente un rumore di gor-goglio.
Colla percussiom se le caverne sono profonde, anche sieno moltiple ed anfruttuose, avvi matitä. Quando sono superficiali si puö sentire un rumore sonoro e metallico, di pentola fessa (suono sibilante o squil-lante), anforico secondo le condizioni delle vesciche.
Dopo i fenomeni morbosi si fanno galoppanti.
II liquido di scolo ehe prima era biancastro, tenue, e quindi solo opaco, consistente per commistione di cellule mucose e purolenti, si fa verdastro, con strie giallastre e rossastre, fetido; si produce la diarrea, dispnea intensa (35-36 respirazioni assai brevi), quindi respiro a bocca aperta; la tosse si esacerba; il polso diviene profondo e si forma celerissimo; I'animale ob-
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bligato al decubito guarda aleune volte con difficoltä il torace; dopo una durata piü o meno lunga di questo stato, I'animale ridotto a completo marasmo muore per setticoemia tubercolare. i inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; La morte talora e anticipata per la congestione ed
'nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;infiammazione secondaria del polmone.
La guarigione di questa maiattia e assai rara.
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Diagnosi. — Nel principio potrebbe confondersi colla peripmeurnonia essudativa, cogli ecchinococchi dei polmoui, con un lento catarro bronchiale; ma leg-gendo i riflessivi capi si scorge subito la differenza. Quando perö diviene acuta e galoppante prende spe-ciale caratteristica, ehe non la lascia scambiare con altro morbo, se si eccettua la tisi caseosa; le differenze fra esse si riconosceranno leggendo il capo ehe tratta della medesima.
Terapia. — La tubercolosi allo stato attuale delia scienza e incurabile. Si potrebbcopy; fare qna cur% pal-liativa e sintornatica, ma a questo morbo si oppon-gono I'ecouomia ed il tornaconto.
Volendo perö tentarla sul principio del morbo, si combattera la tosse coi calmanti, oppio, lattuga, stra-monio, cloralio.
A vincere il catarro della mucosa si amministrerä il kermes minerale, il solfuro di antimonio, I'edera terrestre.
Cootro la diarrea si prescriveranno gli astringenti, 1'oppio, le minestre di riso e d'orzo.
AW'indicazione del morbo non giovano i medicament! in generate suggeriti, come: I'acido arsenioso, iljodio, il bromo, il cloro ed i loro composti col potassio, col sodio e col bario; come inutili riescono I'olio di fe-gato di merluzzo e gli altri grassi.
Lafosse dice ehe l'emigrazione talora produce buoni effetti.
Le carni dei bovini, ovini, suini, ecc. affetti da tu-bercoli non debbono usarsi per I'alimentazione del-I'uomo, perche I'esperimento ha fatto nascere il dubbio ehe la tubercolosi degli animali possa comuuicarsi all'uorao anche per la via del tubo digerente.
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PARTE III.
Misure di polizla sanitaria veterinaria
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GENERALITÄ.
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Allorquando negli animali domestici si sviluppano malattie contagiose, queste si estenderebbero immen-samente a danno deU'economia agraria e della salute pubblica, se con mezzi profilattici e coercitivi non ci opponessimo alia loro diffusione.
Innanzi tutto pertanto e d'uopo di opporci al loro svolgersi, e quindi alia loro diffusione.
Onde evitare ehe le malattie contagiose nascano o si importino da luoghi vicini o dall'estero o sviluppate edimportate si irradino da luogo a luogo, e nello scopo di difendere e premunire la proprieta generale il veterinario e l'autoritä ciascuno nella propria sfera, debbono applicare le misure profilattiche e di polizia sanitaria.
La legge sanitaria del Regno da alcune norme al riguardo.
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CAPO I.
M1SÜRF, PROFILATTICHE DI POLIZIA. SANITARIA VETER1NARIA.
Lo sviluppo delle panzoozie, come pure la loro pro-pagazione si poträ fino ad un certo punto evitare sot-toponendo ad una conveniente dieta gli animali sani e trattando razionaltnente anche le malattie eflfettiva-mente od apparentemente leggiere, e guardando di evitare la vicinanza degli animali sani ai focolai d'in-fezione.
A questo scopo il veterinario darä consigli, ed istru-zioni sulle conseguenze funeste della contagione tanto ai proprietari quanto alle autoritä municipali.
Perche una malattia contagiosa quando si ö svolta non sia propagata da qualche animale affetto, sarä d'uopo innanzi tutto isolare questo, portandolo in una scuderia, od in una stalla, o sotto una tettoia lontano dai sani.
Quando il morbo si fosse esteso in molti cascinali o comuni non e piü sufficiente la separazione dei ma-lati dai sani, ma e d'uopo ehe il veterinario faccia istanza presso l'autoritä locale perche ordini il seque-stro delle stalle, mediante il quale nessun animale puö essere trasportato fuori dalla tenuta del proprietario.
Se poi la malattia contagiosa svoltasi appartiene al numero di quelle, ehe sono assai micidiali, e ehe pos-sono compromettere il bestiame di una grande pro-vincia od anche di una regione si dovranno prendere delle misure speciali relativamente ai mercati ed alle fiere, ordinandone la sospensione nei luoghi infetti fino alia scomparsa dell'epizoozia.
Nelle provincie contermini perö onde non incagliare
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il commercio i mercati e le fiere potranno essere per-messi.
Ma siccome se non si prendessero tutte le necessarie misure vi potrebbe accedere anche qualche aniraale proveniente dal centro d'infezione, e sebbene appa-rentemente sano, potrebbe essere veicolo del virus e causa della diffusione del morbo, cosi non vi si dovrä ammettere nessun animale, ehe non sia munito di un certificato di sanitä, in cui sianvi descritti tutti i con-notati (stato segnaletico) cioe mantello, razza, etä, tnarche, ecc. e nel quäle il veterinario e l'autoritä di-cbiarino, ehe l'animale proviene da localitä immune da infezione.
Se si venderä qualche capo di bestiame durante il viaggio per andare al mercato od alia fiera, sarä d'uopo ehe questa vendita sia fatta certificare^ dall'autoritä del luogo ove si fa il contralto.
Ctli animali non muniti di certificato dovranno ri-tenersi come sospetti; perciö si procurer^ il loro se-questro.
Durante il mercato o la fiera dovrä trovarsi sein pre presente il veterinario per potere provocare immedia-tamente tutte le misure necessarie di polizia sanitaria. Le autorilä faranno sorvegliare il bestiame dei ma-cellai e sottoporre a minuta ispezione le carni da macello, perche frequentemente avviene ehe con que­sta misura sanitaria si viene a constatare l'esistenza in una data localitä di una malattia contagiosa quando si e ancora in tempo di limitarla.
Questa visita e necessaria perche i proprietarii nel maggior numero dei casi vendono i loro bovini quando cadono malati, onde ritrarre ancora qualche lucre, e solo con questa visita si puö riconoscere l'attentato alia salute ed alia fortuna pubblica, immpralmente consumato; e solo per questa conoscenza si possono
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dare le necessarie disposizioni a tutela del bestiame degli altri proprietarii e dell'igiene generate.
Onde facilitare la constatazione dell'insorgere di una malattia panzootica contagiosa, per poterla circoscri-vere rapidamente ogni proprietario o chi per esso, sarä obbligato di dichiarare airautorilä qualsiasi nia-laltia interna ehe si svolga nel proprio bestiame.
CAPO II.
M1SÜRE REPRESSIVE DI POLIZ1A SANITARIA VETER1NARIA.
Quando viene denunciato lo sviluppo di una malattia contagiosa, l'autoritä manda sul luogo il veterinario, possibilmente accompagnato da un impiegato dell'am-rninistrazione per verificare esattamente i fatth Essi sono inoltre incaricati di ordinäre le misure piü con-venienti di polizia sanitaria, e quindi di riferire tosto all'autoritä la natura della malattia, le disposizioni prese onde non si diffonda. II veterinario suggerisce ancora gli ultoriori provvodimenti, ehe debbono venire ordinati dall'autoritä stessa.
Quando I'epizoozia si 6 giä, estesa in molti comuni, mandamenti o circondarii bisognerä ehe il servizio sanitario venga pure esteso in proporzione, ed il ve­terinario provinciate mandate ad ispezionare, curerä l'esatta osservanza degli ordini emanati, ordinerä, se lo crede necessario, misure anche piü severe, infor-mando nello stesso tempo le autoritä sia dei motivi ehe lo indussero ad ordinarle, sia di quanto crede debba farsi per I'avvenire onde attenuare il fla-gello.
II veterinario poträ pure richiedere daH'aulnrita la forza pubblica, o di stabilire un cordone saüiinrio.
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II veterinario provinciale terra la sua residenza prov-visoria possibilmente in luogo centrale della dominante epizoozia per potere sorvegliare con maggiore facilitä tutte le localilä infette.
I veterinarii distrettuali e circondariali, ed i veteri-nari tutti incaricati della repressione della panzoozia, riferiranno giornalmente al veterinario provinciale, ehe a sua volta riferirä al prefetto, suU'andamento del morbo. Affinche le autoritä mediante i rapporti ehe lore pervengono possano avere sufficienti indicazioni sull'origine, sulla natura, e sulla propagazione della panzoozia, ed essere cosi in condizione di prendere le misure necessarie, e nei casi dubbiosi di richiedere il parere d'altre persone competenti, e necessario ehe i rapporti riuniscano tutte le condizioni di forma e di sostanza per illuminare sufficientemente.
Nella redazione di tali rapporti sarä bene pertanto ehe il veterinario si attenga alle seguenti regele:
Per la conslatazione della malaltia, ii primo rapporto cbe il veterinario deve mandare all'autoritä locale, quando nasce una malattia contagiosa o panzootica, deve contenere una esatta ed estesa descrizione dei sintomi, il decorso della malattia, la possibile sua origine (eziologia) il modo con cui si propaga, e, quando siano avvenute delle morti, un minuto reperto anatomico, la diagnosi (nome della malattia), indicando nello stesso tempo Vintensita della malattia, il suo carattere piü o meno maligno.
Indicherä quindi le misure profilattiche prese per fare eessare le cause morbose, e quelle di polizia sa­nitaria per impedire la diffusione del morbo.
fi necessario ehe la redazione di questo rapporto sia precisa e la diagnosi giusta, perche dall'esattezza della diagnosi e dal giusto apprezzamento delle cause occasionali dipende la natura delle misure sanitarie a
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prendersi ed il metodo di cura da adottarsi nel caso ehe la cura debba tentarsi.
Detto rapporto comprendera pure I'indicazione del cascinale. del comune, del mandamento, della provin-cia, in cui s'e svolta la malattia, la data della dichia-razione e della visita ufficiale ed infine la firma del veterinario.
A questo rapporto si unirä un'allegato contenente una tavola sinottica ehe indicbi la cifra della popola-zione animale ivi esistente all'epoca dell'invasione della malattia, I'etä, il sesso, la speeie, il numero dei ma-lati, dei guariti, morti, uecisi dal giorno dello svi-luppo del raorbo fino a quello della visita ufficiale.
Quando la malattia domina in diverse loealitä, il veterinario manderä detto rapporto all'autoritä di eia-scuno dei detti luoghi per quel tanto ehe la riguarda.
I! veterinario manderä pol alle autoritä un rapporto periodico col quale fara conoscere il decorso della pan-zoozia, ed un rapporto finale quando questa e cessata. Quest'ultima relazione ehe comprendera tutto quanto ha operate durante la panzoozia terminerä col sugge-rire il tempo opportune in cui crede debbano cessare !e misure di poiizia sanitaria state adottate per repri-mere il morbo ed impedirne la diffusione, senza ehe siavi ulteriore pericolo di riaccendersi.
La natura delle misure di poiizia sanitaria da appli-carsi uei casi concreti deve essere diflerente, ed adatta alia natura del morbo da combattersi e circoscriversi, fra le medesime le principali sono le seguenti:
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1deg; Separazione degli animali malali dai sani.
Nelle enzoozie ed epizoozie eontagiose si debbono sempre separare gli animali malati dai sani. La sepa­razione dovra farsi in modo ehe gli animali sani siano
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condotti, potendolo, in un locale non infetto, o solto tettoie se la stagione lo permette; talora perö sfortu-natamente si e costretti di allontanare solo i inalati dalla stalla, in cui s'e svolto il raorbo, per mancanza di altri locali, di portici o tettoie. Nelle stagioni non fredde, he umide si poträ mandare il bestiarae ai pa-scoli, o custodirlo in libertä.
Quando la panzoozia contagiosa e assäi estesa talora si rende necessaria la creazione di lazzaretti.
Per stabilire questi si scegliera una localita distac-cata dal focolaio d'infezione, e vi si condurranno solo i dichiarati infetti.
Tali inalati saranno goveruati da persone ehe non abbiano alcun rapporto col resto della localitä.
Gli animali ehe si trovavano in contatto coi malati e ehe perciö debbono ritenersi come sospetti, sebbene apparentemente sani, verranno possibilmente condotti in istalle particolari (stalle di sequestro) situate lon-tane dal luogo d'infezione; oppure come s'e giä detto saranno tenuti all'aria libera.
Gli animali sospetti verranno governati da persone appositamente a ciö delegate, ed ove qualcuno di essi cada malato verrätosto trasferto nellastalladegli infetti. Nelle epizoozie miasmatico-contagiose, ehe si svi-luppano per cause locali, le stalle di sequestro ed i lazzaretti non possono dare unrisultato perfetto, perche il sequestro non impedisce I'azione continua delle in-fluenze miasmatiche. In questi casi bisogna appog-giarsi quasi totalmente sui mezzi di disinfezione.
2deg; Proibizione dei contraili di vendila e di psrmula degli animali.
La vendita e la permuta del bestiame ehe si trova nelle stalle infette o ehe proviene dai luoghi in cui
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esiste un'epizoozia contagiosa sarä severamente proibita per tutta la durata della medesima,
Questa disposizione generale pero puö avere delle eccezioni, ed in date circostanze applicando razionali misure di precauzione, come stabil! il congresso vete-rinario di Novara, si puö autorizzare la veadita di animali pel macello, sia sospetti ehe ammalati, quando la loro came possa servire per I'alimentazione del-I'uomo senza inconvenienti.
S* Proibizione del pascolo in comune.
Nei luoghi in cui si svolge qualche malattia conta­giosa o domina una epizoozia dovranno evitarsi le agglomerazicni di bestiame, e perciö si proibirä ehe gli animali di varii proprietarii vadano ai pascoli ed agli abbeveratoi in comune; poiche le riunioni tanto ai pascoli quanto agli abbeveratoi potrebbero essere causa della diffusione del morbo.
Si proibirä ancorachecontadini, empirici, cani, galli-nacei, palmipedi, ecc. girovaghino e si introducano nelle proprietä altrui.
4deg; Scella di un luogo per l'uccisione e Vinterramento.
Se nelle vicinanze della localitä infetta non esiste una sardigna per trasferirvi gli incurabili ed i cada-veri bisognerä scegliere un campo per l'uccisione e I'interramento.
Questo campo dovrä essere molto vicino al luogo ove sono i malati od i morti, e la strada per andarvi sarä di quelle poco o nulla frequentate.
Bisognerä vegliare ehe nel trasporto dei cadaveri e nel condurre gli animali da abbattersi non si trovi sulla strada qualche animale sano, ed anzi bisognerä Paiologia, IVnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 13
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proibire, ehe il bestiame sano percorra quella via ehe dovrä esser.e battuta esclusivamente dagli infetti.
Questa strada verrä sempre tenuta pulita, e pereiö si esporteranuo gli escretnenli, il sangue eec, ehe ab-biano potuto imbrattarla nel trasporto dei eadaveri o nel passaggio dei malati.
Quando si potra permettere I'uso industriale delle pelli, delle corna, delle unghie, del grasso e delle ossa, bisognera prescrivere la disinfezione di quelle e la fusione del grasso, ed il disossamento delle carni sullo stesso campo deH'interramento.
Le persone incaricate di queste operazioni staranno isolate e non dovranno conmnieare ne cogli animali sani, ne coi sospetti, ne eogli abitanti della loealitä.
Le fosse scavate per ricevere i eadaveri o gli avanzi e deiezioni di essi dovranno essere profonde in modo ehe questi siano coperti almeno di mezzo metro di terra.
Questo strato di terra sara poi eoperto di sassi, spine, ece. afEnche i carnivori non seavino le fosse ed esportino il eontenuto.
Prima di eoprire di terra i eadaveri ed i loro avanzi l(!nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;messi nelle fosse bisognera spargere su di essi del latte
di ealee, o del cloruro di ealee, od una soluzione di aeido fenieo.
oquot; Utilizzazione delle pelli, delle corna, delle unghie, e
del sego.
L'utilizzazione delle pelli, delle corna e delle unghie degli animali bovini e autorizzata in tutte le epizoozie, meno nel tifo esotieo, nella rabbia e nel carbonehio; I'uso delle pelli e delle unghie negli animali equini meno nella rabbia, nella morva e nel farcino; negli ovini, meno nella rabbia, nel vaiuolo e nella rogna.
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Le pelli perö bisogna ehe siano disinfettate metten-dole per 24 ore neU'acqua fresca, quindi- nel liscivio o nel latte di calce, e poi sottoponendole all'aera-zione per 8 giorni, od ai vapori di acido solforoso.
Le corna e le unghie saranno poste in una solu-zione satura di sale marine per 12 ore, e quindi ver­ranne lavate e fatte essiccare.
II grasso verrä fuse e conservato in vasi; le lane saranno lavate, asciugate, ed esposte alia ventilazione prima d'essere poste in commercio.
6deg; Disinfezione delle stalle e degli utensili,
Appena allontanati gli animali infetti o sospetti da una stalla, questa verrä tosto disinfettata onde distrug-gere il contagio.
La disinfezione si pratica :
1deg; Esportando la lettiera:
2deg; Togliendo la mangiatoia e la rastelliera e bru-ciandole se sono logore. Quando esse sono in buono stato basta piallarle, e quindi lavarle con liscivio. Le rasteliiere di ferro debbono venire disinfettate con fuoco di paglia; le mangiatoie di sasso o di marmo debbono venire lavate con liscivio caldo:
3deg; Se il pavimento e di sola terra coU'esportarne per circa mezzo metro, ehe verrä rinnovata. Quando perö esso e fatto dti ciottoli, di mattoni ecc. e d'uopo di-sfarlo, spandere un'abbondante quantilä di latte di calce e quindi fare lavare bene i materiali o con li­scivio, o con acqua di calce, o con soluzioni di acido fenico.
4deg; Le pareti se in cattiva condizione d'intonaco ver­ranne scrostate quindi lisciviate e di nuovo intona-cate di calce; quando trovansi in buono stato baste-ranno le lavature con liscivio, con soluzioni di cloruro
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di calce con soluzioui di acido fenico, e quindi un'im-biancatura colla calce.
5quot; Tenendo aperte le finestre e le porte perche le correnti d'aria agiscano su tutte le parti dei ricoveri:
6deg; Facendo delle fumigazioni di cloro, di acido sol-foroso, di acido nitroso, ecc.
Le fumigazioni coi vapori di cloro si eseguiscono versando 60 grammi di acido solforico concentrato su di un miscuglio di 100 grammi di sale marine polve-rizzato e 50 grammi di perossido di manganese posti in un piatto di terra.
L'acido solforico vi si versa adagio e nello stesso tempo si rimescola con un legno il miscuglio. Quindi si chiudono le finestre e le porte aflSnche i vapori non escano, facendo attenzione ehe nessuna persona od animale vi rimanga chiuso, perche morirebbe asfittico. La detta dose e sufbeiente a disinfettare un locale della lunghezza di 10 metri e dell'altezza di 12.
Per eseguire le fumigazioni coU'acido nitroso si adoperano due parti di nitrato di potassa ed una di acido solforico concentrato. Per la disinfezione di un locale della grandezza sopradetta bastano 32 grammi di nitro e 16 di acido solforico.
Quando si usa l'acido fenico siccome disinfettante questo verrä sciolto nella proporzione di 200 grammi su 6,000 d'acqua; con questa soluzione si laveranno bene tutti gli oggetti non escluse le vetture di tra-sporto.
La terra ed il letame esportati dalle stalle dovranno portarsi in localitä, in cui non possano occasionare la trasmissione del contagio; pertanto si sotterre-ranno profondamente.
Le materie alimentari e la paglia ehe furono in contatto cogli animali infetti, dovranno interrarsi col letame.
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7deg; Maniera di comportarsi dei Medici Yeterinari e dei guardiani.
Le persone, cui sono affidati gli animali infetti, se-condo la contagiositä piü o meno grande della ma-lattia, cercheranno di noa essere veicolo del virus e causa della diffusione del contagio. Perciö cureranno la polizia loro e quella degli abiti, ed eviteranno di mettersi in contatto degli animali saiii.
8deg; Requisizione dei militari.
Ordinariamente e sufficiente ehe l'autorita locale as-sistita dai messi comunali, o dalle guardie campestri o dai carabinieri, sorvegli I'esecuzione delle misure prescritte.
Quando perö la malattia d'infezione fosse gravissima, ad esempio il tifo dei ruminanti, e d'uopo ehe la com-missione dell'epizoozia richieda I'istituzione di un cor-done militare, ed in taluni casi ehe requisisca la forza armata.
9deg; Avvisi a darsi alle popolazioni delle localitä vicine aWepoca dell'invasione di una epizoozia contagiosa.
Quando il veterinario constata lo svolgimento di un morbo eontagioso, di natura assai diffusibile, nel suo rapporto aH'autorita loeale farä cenno della necessitä di avvisare le autoritä delle localitä vicine e di re-stringere le comunicazioni fra un luogo e l'altro, e di adottare tutte le altre misure di polizia sanitaria ri-chieste dalla natura della malattia svoltasi.
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10deg; Termine della epizoozia.
Si poträ dichiarare terminata un epizoozia allorche non esisterä piü alcun animale malato o solameate sospelto, e le stalle e gli utensili saranno disinfettati, il letame e tutti gli avanzi organici interrati, e le per-sone e gli animali ehe furono in contalto con dei ma-lati avranno pure subita una completa disinfezione.
In questo punto bisognerä visitare tutti gli animali della localita ehe era infetta, e nellu stesso tempo constatare ehe durante 1'epizoozia non siano stati ven-duti clandestinamente degli animali.
Si poträ dichiarare estiuta I'epizoozia allorche tra-scorsero venti giorni daü'ultima morte o daH'ultirna guarigione degli animali infetti, se trattasi del tifo dei ruminanti, quindici uella morva e farcino, e dieci nelle altre epizoozie.
Dichiarata terminata la panzoozia nel rapporto di-retto alle autoritä, queste fanno eessare tutte le mi-sure press di polizia sanitaria.
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PARTE IV. GinrfspiMidenza veterliiapia generate
I bestiami si commerciauo con Cüntratti di comperae vendila, di permuta, cambio o baratto. La permuta ha effetti legali idenlici della vendila, perche con essa i contraenti sono entrarnbi compratori e venditori, e ciascuno di loro per la cosa ehe da o ehe riceve puö intentare o l'azione redibitoria od estimatoria.
La redibitoria e un'azione personale, arbitraria, ehe compete al compratore contro il venditore ailorquando neU'animale comperato si scopre qualehe vizio, difetto, o malattia, ehe era oceulto, e ehe se fosse stato visto o eonosciuto dal compratore, egli non lo avrebbe com­perato.
L'azione redibitoria si intenta per sciogliere il con­tralto.
Perche possa intentarsi validamente l'azione redibi­toria e necessario:
1deg; Che il vizio o la malattia dell'animale comperato sia tale che ne impedisca l'uso, non dovendosi teuere conto dei difetti leggieri o dei morbi passeggieri.
2deg; Che il vizio o la malattia, sieno esistite prima
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del contratto, o ehe la causa occasionale abbia agito precedentemeute.
L'effetto principale dell'azione redibitoria essendo quello di risolvere il contratto di vendita, I'animale dev'essere restituito nelle condizioni ehe aveva prima. Questo principio fu da alcuni interpretato erroneameote credendo col medesimo impedito perfino di applicare un ferro perduto, o di ferrare a suo tempo I'animale.
Non e permesso al compratore durante il tempo della garanzia di praticare nessuna di quelle opera-zioni ehe ne cambino laquo;n qualche modo le apparenze esterne, come I'amputazione della coda, delle corna, delle orecchie, I'accorciamento dei crini, del ciuffo, del fioeco, o la tosatura.
Se durante il periodo della guarentigia I'animale divenisse ammalato il compratore provvederäd'urgenza chiamando un veterinario ed inearicandolo della cura opportuna.
II compratore nel tempo della garanzia si servirä deU'animale come fosse suo. Ove perö eredesse di ri-conoscere nell'animale comperato un vizio o difetto redibitorio cessera dal servirsene e ne renderä tosto avvisato il venditore.
Per esercitare I'azione redibitoria non basta ehe il compratore dichiari I'animale difettoso, ma deve anche provare ehe e tale.
L'azione redibitoria puo intentarsi tanto nei luogo di domicilio del venditore, quanto in quello ia cui si trova depositato I'animale.
L'azione estimatoria o quanti minoris compete aH'ac-quirente contro il venditore per quei vizi o difetti deU'animale comperato, i quali benche non gravissimi pure ne diminuiscono il valore in modo, ehe se fos-sero stati a notizia del compratore questi non I'avrebbe comperato o I'avrebbe pagato un prezzo minore.
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L'azione estimatoria puo intentarsi dal compratore per farsi restituire la differecza di quanto ha pagato al disopra del reale valore deU'animale.
11 codice civile accorda plena libertä a qualuuque possessore di ammali di procedere alia loro vendita o permuta senza stipulare guarentigia di sorta, cioe di vendere come si dice volgarmente a fuoco e fiamma, per un sacco d'ossa, per la corda, per la cavezza, o come sono.
I contraenti talora stabiliscoao una guarentigia con-venzionale colla quaie stabiliscono convenzioni diffe-renti da quelle ammesse dalla legge.
Colla guarentigia convenzionale per lo piü si con-viene per una maggiore durata dalla garanzia, o si stabilisce la garanzia per determinate raalattie, ecc.
Se I'animale difettoso od ammalato per cui s'intenta l'azione redibitoria appartiene ad una pariglia, quando il difetto o la malattia venissero comprovate ed am­messe, la rescissione del contralto si estende alia cop-pia o pariglia.
Gli animali riconosciuti difettosi e pei quali si e convenuto e deciso la risoluzione del contratto ver­ranne restituiti dal compratore nel luogo in cui gli furono consegnati.
DELL'ARBITRAMENTO 0 DEL GITJD1ZI0 PER MEZZO Dl ARBITRI.
Nella veterinaria forense si ammette pure il giudizio per mezzo di arbitri od arbitrale, ed e equo ehe la legge riconosca alle parti contendenti la facolta di ri-mettere la decisione delle loro ragioni ad arbitri, prima di aderire ai tribunali giudiziari e far luogo al giudizio solenne, ehe e di gravi formalitä, lungo e dispendioso. II giudizio arbitrale in alcuni casi dietro suggerimento dei veterinari periti ha luogo anche
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quando esiste gia la lite, ed esso ha per effetto di troncarla amichevolmente. Le parti convengono, scel-gouo probivin per la decisione della controversia, si acquetano alia sentenza arbitramentale. Nulla havvi di piü equo e naturale e lion occorre spendere parole su cosa, tanto piana di per se e coaosciuta da tutti come molto morale.
E a notarsi soltanto, ehe la decisione degli arbitri si chiama lodo o arbitramento. I veterinari prendono il nome di arbitri quando hanno ricevuto Tincarico di comporre una controversia insorta fra le parti per la manifestazione di qualche vizio o malattia di un ani-tnale riconosciuta dopo il contratto.
II mandato ricevuto dagli arbitri si chiama compro-messo.
E indifferente ehe il compromesso sia scritto dalle parti contendenti o da una terza persona; quello solo ehe si rende necessario e la loro firma.
E poi importante d'inserire nell'atto di compromesso I'espressa rinuneia delle parti al diritto di reclamare contro il lodo, perche altrimenti non si sarebbe certi di raggiungere lo scopo di schivare la via dei tribunali.
DISPOSIZIONI DEL CODIDE CIVILE DEL REGNO COLLE QDALI E REGOLATA LA COMPERA E VENDITA DEGLI AN1MALI DO­MESTIC!.
Le disposizioni del codice civile italiano sono con-tenute negli articoli seguenti:
Art. 1498. II venditore e tenuto a garantire la cosa venduta dai vizi o difetti occulti ehe la rendono non atta all'uso cui e destinata, e ehe ne diminuiscono l'uso in modo ehe se il compratore li avesse conosciuti o non I'avrebbe comprata od avrebbe offerto un prezzo minors.
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Aet. 1499. II venditore non e obbligato pei vizi ap-parenti e ehe il compratore avrebbe potuto da se stesso conoscere.
Art. 1500. E obbligato pei vizi occulti quantunque non gli fossero noti, eccetto ehe avesse stipulato di non essere in questo caso tenuto ad alcuna ga-rantia.
Art. 1501. 11 compratore nei casi indicati negli ar-tieoli 1498 e 1500 ha la scelta di rendere la cosa e farsi restituire il prezzo, o di ritenerla e di farsi re-stituire quella parte di prezzo ehe sara determinata dall'autorilä giudiziaria.
Art. 1502. Se il venditore conoseeva i vizi della eosa venduta, e tenuto, oltre alia restituzione del prezzo ricevuto, al risareimento dei danni verso il compratore.
Art. 1503. Se il venditore ignorava i vizi della eosa venduta, non e tenuto, ehe alia restituzione del prezzo, e a rimborsare il compratore delle spese fatte per causa della vendita.
Art. 1504. Se la cosa ehe era difettosa e perita in eonseguenza de' suoi difetti, il perimento sta a carieo del venditore, il quäle e tenuto verso il compratore alia restituzione del prezzo, ed alle altre indennitä indicate nei due articoli precedenti.
E perö a carieo del compratore il perimento deri-vante da caso fortuito.
Art. 1505. L'azione redibitoria ehe proviene dai vizi della cosa deve proporsi dal compratore, se si tratta d'iramobili, entro un anno dalla eonsegna.
Se si tratta di animali, deve proporsi fra i quaranta giorni e se d'altri effetti mobili fra i tre mesi dalla eonsegna, salvoche da usi partieolari sieno stabiliti maggiori o minori termini.
L'azione redibitoria nelle vendite di animali nou ha
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luogo ehe per i vizi determinati dalla legge (1) o da usi locali.
Art. 1506. L'azione redibitoria nou ha luogo nelle vendite giudiziali.
REGOLE A SEGUIRSI NELL'ESERCIZiO DELl'üFFIZIO DI PER1TO 0 DELLA PROCEDURA RELAT1VA ALLA PER1ZIA.
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II perito e il consigliere del giudice, il quale per pronunciarsi si appoggia al suo parere, perche gli mancano le cognizioni tecniche. La responsabilitä della sentenza ricade quindi quasi inleramente sul perito, dal quale, in rnolti casi, dipendono anche la fortuna, la libertä e Tonore delle persone.
II Codice di procedura civile del Regno ha stabilite le norme pel comportamento dei periti, nei casi di contestazione per vizi o malattie degli animali com-merciati, cogli articoli segueati:
sect; 252. L'ordinanza o la sentenza ehe ammette la pe-rizia, ne enuncia I'oggetto, stabilisce il termine entro il quale dev'essere presentata la relazione, e delega un giudice per ricevere il giuramento del perito.
sect; 253. La perizia e fatta da uno o da tre periti, se-condoehe sia stabilito dalle parti o ordinato dall'au-toritä giudiziaria.
Se le parti non si soao precedentemente aecordate nella nomina dei periti, questa si fa eoll'ordinanza o la sentenza ehe ammette la perizia.
sect; 259. Dopo la nomina dei periti, il giudice dele-
(1) La legge non ne indica nessuno nominativamente, ma di-cliiara redibitori quelli occulti all'atto del contralto e ehe preesi-stovauo a questo. Per tale disposizione sono soggetti alia redibi-zione anche gli animali in cui si svolgono malattie acute o ehe hanno un periodo d'incubazione, quando perö si manifestano nei primi giorni dopo la compera.
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gato, suH'istanza di una delle parti, premessa la ci-tazione dell'altra e dei periti, riceve il giuramento di questi, e stabilisce il luogo, il giorno e Tora in cui essi comincieranno le loro operazioni; e, quando ne facciano domanda, determina la somma da depositarsi nella cancelleria anticipatamente per le spese.
I periti debbono giurare nella forma stabilita dal-I'articolo 126 di procedere fedelmente nelle operazioni loro comtnesse, nel solo scopo di far conoscere ai giu-dici la veritä,
sect; 261. La copia deU'ordinanza o della sentenza, nella parte ehe determina l'oggetto della perizia, e i documenti necessari, sono consegnati ai periti non piu tardi di giorni cinque da quello del giuramento.
| 262. Le parti possono fare ai periti, nel corso delle loro operazioni, le osservazioni ehe credono del proprio Interesse, e di questo deve farsi menzione nella relazione.
sect; 263. Quando i periti non possono terminare Tope-razione nel giorno indicato, questa e da essi proro-gata ad altro giorno ed ora certi, eenza bisogno di citazione ne notificazione.
Se i periti non possono compiere le loro operazioni nel termine stabilito, possono prima della scadenza domandare una proroga.
La proroga e domandata con ricorso al presidente, il quale udite le parti, provvede.
sect; 264. I periti fanno una sola relazione, nella quale devono esprimere un solo avviso motivato a pluralitä di voti.
In caso di divergenza di opinioni fra i periti si espri-mono i motivi delle diverse opinioni, senza indicare i nomi dei periti ehe le hanno espresse.
Si tralasciano gli articoli successivi fino al 269 per-che relatm ad altre formalitä della perizia, c ine alia
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sottoscrizione della medesima, ehe deve essere fatta aH'atto della presentazione o deposito alia cancelleria della giudicatura, alle tasse dovute ai periti, perche sono generalmente oonosciute e perche queste dovranno aumeatarsi per renderle cousone aimaggiori diritti dei veterinari, acquistati pel progresso della loro scienza, ehe attualmente puo stare nel consorzio delle altre.
Art. 269. Quando l'autoritä giudiziaria, non trovi nella relazione element! sufficienti per la decisione della causa, puö ordinäre ai periti di dare anche oral-mente all'udienza schiarimenti ulteriori, ovvero ordi­näre una nuova perizia da eseguirsi da uno o piu periti nominati di uffizio. I nuovi periti possono richiedere ai primi le spiegazioni ehe stimino conve-nienti.
Art. 270. L'avviso dei periti non vincola l'autoritä giudiziaria, la quale deve pronunziare secondo la pro-pria convinzione.
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FINE DEL QÜAETO ED ULTIMO VOLUME.
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