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cry/. NI1STEB0 DELL imÜNO
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CONGREGAZIONE SPECIALE DI SANITÄ
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ISTRUZIOME POPOLARE
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ROMA
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IirOGRAFlA MiLLA REV. CAM. APOSIOUCA 1863
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BIBLIOTHEEK UNIVERSITEIT UTRECHT
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2912 839 8
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CONGREGAZIONE SPEQALE DI SANITA ISTRUZIOIVE POPOLARE
SULLA
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l-ia pestc bovina, delta pur dai luogo di provenienza pesle Podolica, Moldavica, üngarica, Dalmatina, chiamata dal celcbre Lancisi, pcste mocciosa, c dall' illustre Ra-mazzini vajolo bovino, e piu proficuamente da altri tifo contagioso dei buoi, c la piü formidabile di tutte i'epi-zozie: essa solo cagionö stragi maggiori ehe non le altre epizozie bovine tutte complessivamentc considerate.-Ove s'introduca in aleun paese, sc non gli si opponga con-venicnte riparo, assale indistinlamente in qualunque sta-gionc buoi di ogni eta, di ogni scsso e di qualsivoglia complessione , gli uccide tutti a riserva di qualche ra-rissimo individuo ( 5 o 6 per ogni cento ) di modo ehe pcste e inorte divengono per cosi dire sinonimi, e giun-gcr puö perfiuo a stcrniiuare I'intcra razza bovina di proviocie vastissime.
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Da siaiislichc colla possibile diligenza compilatc c risultato ehe soltanlo nella Germania, nel passato secolo, c neppure intero, perirono di questa infermitä 28 rail-lioni di buoi, e circa 200 millioni in tutta Europa. Vo-lendo pur riguardare come esagerati quesli numeri, e riducendoli ancora di una metä, o di 2 terzi resta setn-pre im numero di morti da spaventare.
Questa malatlia terribile ehe distrugge 1c principali risorse dell' Agricoltura, e priva la societä dei piü essen-ziali mezzi di sussislcnza, e per quanto si asscrisce da aleuni d' origine asiatica , senza ehe ciö sia veramente dimostrato, ne sia aU'uomo conecsso poter eonoscerc quali condizioui abbiano potulo coneorrere al suo primo svi-luppo. Ammessa 1'origine asiatica convien dire ehe co-municalasi alle contrade Oricnlali dell' Europa si e na-turalizzata in aleune provincic dclla Russia siecome 1' ükrania, la Podolia, e la Bessarabia , non ehe nella Moldavia , ove da! piü al meno regna quasi eontinua-mente in specie nel bcsliamc bovine detto delle steppe , c sc non vi giunge a sterminare la razza bovina c ap-puulo perebe in quei luoghi 6 molto piü mite ehe non in altre regioni, e perche prontamente si ueeidono da Pastori, c si sotterrano profondamente i buoi ammorbali. Essa, seeondo ne assieura il sig. Spinola Professore in Berlino, non si e fin qui diffasa oltre il 40deg; ed il 60quot; di latitudinc, cd il 15deg; ed il 70deg; di longitudinc, e non si h giammai sviluppata spontaneamente in localitä diverse dalle indicate, ehe sono al Sud Est di Europa, c sc regnö in altre per aleun tempo \i vennc sempre impor-tata da mandrie forastiere , trasporto ed infezionc ehe
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questc mandre facilmente compiono, perche lenii cssen-do i primi progress! del morbo, e polcndo esse fare un viaggio di piü giorni colla perdita solo di pochi indivi-dui, non destano affatto sospctto di conlagio.
Esse mandre forastiere poi tenutc auchc lontane dalle bovine indigene possono comunicare la malatlia , perche lasciando per le strode per le quali passano , c sui margini dellc fonli c dei ruscelli nell' abboveramento, escrementi, mnco, c bava, ovc vengano questo materie fiutate da buoi indigcni, resperienza prova esser cio suf-ficiente alia propagazionc del morbo.
Sc attualmcntc siamo noi al'flitti da questa infermi-tä, e indubitato ehe lo dobbiamo a buoi introdotti nel aostro stalo dagli Abbmzzi, dove la malattia ebbe priu-cipio dopo lo sbarco avvenuto nella costa napoletana di buoi, ehe partirono dall' liliria mentre vi regnava la pe-ste bovina. In tutti i punti dcllo Stato Pontificio nei quali in scguilo si c manifestata, si puö con argomenti irrcfragabili dimostrare esservi slata trasportata da buoi ehe vi accedcttero dopo avere avuto in varia manicra conlatto o con i dctti buoi forasticri da! male affctti, o da nostrani infermi per averla da questi contratta, laiche non v' ha, anche fra i piü restii a riconoscere la natura contagiosa di alcuna infermitä, chi osi contrastare I'indole attaccaticcia di questa.
Questo contagio disgraziatamenle non attacca solo la specie bovina, come in molte opere si trova rcgislrato lino al punlo di sostenere, die inUngheria ed in altri paesi tengonsi impunemente tra buoi appestali, cavalli capre e perfino bufali. L' espericuza ci ha ammacstrati esse re
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quesla inalctlia non propria clella specie bovina, comc gc-neralmcnle si dice, ma propria del gcncre bue, cssen-done altaccatc anchc le bestic bufaline, e ciö die e piü non andando immuni dal sue attacco, e dalla sua ferocia neppure i bufali die patirono gia il cosi detto barbone; osservazione assai interessante, perche sc egli c vero ehe il vajolo d'ordinario affligge ruomo una sola volta nclla vita, il barbone ehe pur da taliini e stato riguardato comc una specie di vajolo dclle bestie bufaline, non le preserva certo dalla peste bovina,ehe aleun autore ha cre-duto qualificare per vajolo bovino.
Da osservazioni accurate, e dall'innesto eseguito di questa malattia si puö dedurre, ch' essa non e comunica-bile a cavalli, a raajali, a pecore, e se aleun fatto aveva potuto un' islantc far dubitare fosse attaccaticcia alle capre, 1' innesto su piü individui eseguito, lo ha cscluso, e relativamente all' uomo non c noto aleun caso nella storia ehe 1' abbia contratta anco mangiando le carni di bestie uccise a stadio inoltrato di questa malattia, e se talvolta fu la sua salute lurbata dopo essersi eibato di carni di animali morti di questa infermitä, lo fü in quel modo precisamente, ehe sempre potrebbe esserlo se si ci-bassc di materie alterate per qualunque siasi cagione.
SINTOM1
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La peslc bovina coll' alterazione ehe induce nell'in-tero organismo e ricca di fenomeni ehe la manifestano; e sono i seguenti.
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Gli animali scbbcne abbiano assorbito il germe con-lagioso d' ordinario per trc giorni ed ancbe per 7, oil 8, e lalvolta pur per 16 non mostransi affatto turbati. II germe contagioso sta in essi nascosto, o per dir meglio si moltiplica, e si dispone all'azioiie.
Cominciata appena questa, diviene l'animale triste, abbattuto cosiche lasso e stanco si scorge ancbe dopo lic-ve esercizio, quasi istupidito, col pelo leggermente rab-buffato, lentamente cammina, talvolta pero si mostra piu allegro di quello lo sia abitualmente c si abbandona a moli disordinati; in questo caso raramente si vide pure andare in furore cd avventarsi contro il proprio custode, e I'uorno a cavallo: ben presto I'appetito diminuiscc, po-co o nulla mangia, rumina piü lentamente ed irrcgolar-mente, c quindi cessa affatto dal ruminare: il latte assai piü scarso dell' ordinario nelle vacche fattosi piü chiaro e piü insipido, poco appresso piü non si segrega dalle mammelle.
La spina dorsale e sensibilissima al tatto, egli si abbassa se si tocca un poco fortemente lungo i lombi. Scuote I'animaie a riprese frequenti rapidamente il capo dirigendolo da dritta a sinistra e vicevcrsa, cd abbassan-dolo od alzandolo quasi in questo caso fiutassc I'aria. Si svolge la febbre con orripilazioni , tremor!, alternative di caldo e freddo, la pelle c aderente, il pelo ruvido dritto e come bruciato. Le pulsazioni arteriöse csplorate all' arteria masccllare sono im poco piü celeri dell' ordinario circa 45 a minuto. Havvi stridore di denli, e nella maggior parte tosse secca, rara, e profonda accom-pagnata da gemito, e da rcspirazione ün poco accclerata,
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e qualche volta convulsa: la sete cTordinario c aumen-tata e si fa semprc piü ardentc, laiche gli animali liberi accorrono ai fontauili, e giuntivi non c facile distaccar-neli: dagli occhi scolano lagrime, c vcggonsi ora brillanti cd animati, ora lorbidi, dimessi, cd infossati nelT orbi-ta; il muso e asciutto, come aride sono d'ordinario bocca e narici, e da qucslc poco appresso cola una sierositä acre poco abbondante ehe puö paragonarsi a muco vi-scoso e diafano; le dejezioni alvine sono difficili, dolo-rose poco abbondanli, piü' dense dell' ordinario e con mucosita: le orine rare quasi natural! c qualclic volta rossaslrc: le orccchie come sc fossero prcse da paralisi si vedono pendenti: semprc piü affannosa si fa la respi-razione con forte movimento dei fianehi e dilatazione delle narici* la tosse diviene frcqucntc: odesi un gemilo profondo quasi continuo ehe desta pietä, muovonsi con-vulsivamcnte le labbra ; appariscono, ma non sempre , negli animali malati tumori enfisimatici sul dorse c sui lombi: le pulsazioni arteriöse si fanno piü ecleri c giun-gono a 70 o ad 80 per minuto: raddome c tamido e dolentissimo , e Tanimalc cerca evitare gli sia toccato , esso si rivolge ora da un lato ora dall' altro verso gl'i-pocondri quasi ccrcasse ove esista il suo male o volcsse indicarlo, scarse si mantengono le dejezioni alvine cd nrinarie, o mancano.
Sopravvengono tremori parziaii convulsivi di aleuni muscoli, ed in specie di queili dclle spallc , c piü fre-qucnlementc di quclli dclle natichc: di tanto in tanto lianno luogo sussulti, r, scosse piü decisc del tronco in-tero come se Tanimnle provassc trafitture dolorosc, il pclo
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fassi irto, o nella totality del corpo dell'animate, o iu alcune parti solaraente, si aumenta la febbre e con que-sta il calore ehe si alterna con freddo, riconoscibile alia base delle corna, alle orecchie , ed alia parte inferiore dell' estremitä: di queste parti se ne trova talvolta alcu-na molto calda altra fredda: piü sensibile ancora diviene la regione lorabare, rossa scorgesi la congiuntiva e le altre muccose fin dove Tocchio puö giungere, lo sguar-do e fisso e stralunato, non piü liquide ma dense sono le lagrime, e come albume d'uovo: mucositä scola dalle narici, e bava spumosa e filanle dalla bocca, gli escrementi sono ancor scarsi e configurati in piccole masse dure , nericcie, di cattivo odore.
Aumentandosi ancora la malattia, porta V animale la testa inclinata e pendente: l'occhio e torbido ed af-fondato nell' orbita colle palpebre raggrinsate, una mu-cositä purulenta gome dal medesimo lungo il suo angolo interno, ehe per la sua natura acre cagiona anche la caduta dei peli nel suo Iragitto: e preso I'animale come da sopore, ed in questo sonno morboso e spesso scosso da sussulti nervosi: sempre piü spossato cammiuando va-cilla, spesso trascina una dell' estremitä posteriori, ehe sembra come presa da granchio o quasi da paralisi: fred-de divcugono, ed insensibili le parti esterne del corpo, il polso si fa piccolo, ineguale, e successivamente insen-sibile: le mucose apparenti si fanno livide, giammai perö nell' attuale epizozia fu dato scorgere eruzione alcuna neirinterno della bocca e delle narici, in alcun animale solamente si uotö qualche abvasione poco eslesa dell'epi-tclio buccale : la mucosiia delle cavila nasalise !a bava
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della bocca acquistano ua nauscante odore: I'aniniale nel-le sue ispirazioni ehe sono brevissime apre di tanto in tanto la bocca a causa della crescente difficoltä di respi-ro, il gemito si fa piü frequente ed esprime grave sof-ferenza, cessa la tosse, s' incavano i fianchi, e si pre-senta una diarrea sanguinoienta e di odore pessimo coa rossore e tumefazioae dell'ano, ed in particolare nel suo sfintere: la diarrea e da tal tenesmo o premilo accompa-gnata ehe lo stereo h spiato a qualche distanza dall'ani-male, premito ehe in alcuna vacca produsse la procideaza della vagina, ehe rovesciatasi perciö fuori dalla vulva con gemizio di muco fu trovata fredda nelle raanovre fatte per ridurla al suo luogo, sebbene ranimalc abbia poi so-pravissuto per due giorni. A tal punto di malattia varie pregnanti abortirouo.
Finalmente prossimo esse ado a morte Tanimale rav-vicina le sue estreraiia iaarcaado la spiaa, sforsaadosi di evaeuare e aoa essendovi materie da espellere resta coll'aao aperto per qualche tempo emettendo solo aria; e coatemporaneamente poca quantita di orina. Eceessiva-mente deboie, ed emaciate piü di quello ehe dovicbbe esserlo in una malattia di breve durata, di rado si manliene in picdi fin quasi all'estrcmo: nella maggior parte dci easi si corica e si alza alternativaraente, finche irapossibilitato a eiö fare resta in terra ora aeli' attitudiae eousueia, ma col colic piegalo sul lato destro ia modo ehe la testa e I'orecchio cadente poggi sulla parcte toracica corrispoadeate, ciö ehe sempre si e veriQcato aelle bestie bufaliae, ora nella stessa attitudiae, ma appoggiaado sulla terra la mascella poste-riorc, ora infiae totalmente disteso sepra un lato. Tutti
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malgrado i forti patimenti sofferti muojono alia fin fine tranquillamentc.
Oltreche, come si e notato, non tutti gli esposti sin-torai si manifestano in ciascun animale infermo, i sin-tomi stessi sono piü o meno intensi secondo 1' indole del male, l'elä, la robustezza diversa, il vario sesso deli'ani-male e le condizioni particolari in cui si trova, quella in specie dell' esser custodito in stalla allo stato dome-stico, odiviverlibero e semiselvaggio in aperta campagna nonchfe di piü secondoche ha luogo nella specie bovina, o bufalina. In quest' ultima e stato notato ehe la malat-tia fin dal suo primo apparire fu in tutte accompagnata da scioglimenlo di ventre, e ehe l'evacuazioni fetide, di tanto in tanto sanguigne furono sempre precedute e se-guite da gemito, ed accorapagnate da tcnesmo, manifesto per 1' inarcamenlo del dorso e dei lombi, e pel forte ravvicinamento fra loro deir estremita anteriori e posteriori: ehe ben presto sopravvennero spuma e bava dalla bocca, quindi diarrea fetida di solo stereo per circa ore 24, ed in ultimo evacuazioni di stereo quasi naturalc solo un poco piü fluido, malgrado ehe venissero manifestandosi altri gravi sintomi come nella specie Bovina, e la malattia procedessc rapidamente ad esito in-fausto cioe al massimo in circa 48 ore.
Poehi sono stati nell' attuale epizozia gli animali nei quali la durata del male si e estesa a 5 o 6 giorni, rarissimi quelli nei quali durö anche 14 e 16. Non fu perciö possibile il piü sovente distinguerne il corse in periodi osservando lo sviluppo successivo dei sintomi, ed il regolare loro aumento: nei maggior numero dei
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casi T un sintomo aU'altro h rapidamente succedulo, ed il male in cosi breve tempo si ö reso gravissirao, ehe le bestie ne sono perite, come Si e detto, in 48 ore ed anche in un sol giorno. Quest'ultimo caso si k sempre veriGcato nei bufalini lattanti.
Celebri scrittori di questa infermita hanno assicu-rato esser di buon'augurio la comparsa delle afte nella bocca, e di tumoretti di forma conica simili al vaccino spurio nell' interno delle coscie, e su i capezzoli delle mammelle. Nella epizozia regnante nulla di simile si e potato osservare. Si fe perö constatato ehe 1' aborto ehe nolle comuni infermita costituisce d' ordinario pericolosa complicazione, in questa circostanza e stato piuttosto di buon' augurio, e ehe mentre sono generalmente riguar-dati come tali la costante mitezza, o la successiva dimi-nuzione dei sintomi, e sopratutto la mancanza di diarrea frequente fetidissima, ed il ristabilirsi delle forze: pure in alcun' animale ciö non si verificö, perche diminuiti i sintomi, preso anche dall' amimale spontaneamente alcun cibo, e ricominciata la ruminazione un' esacerbaraento istantanco senza apprezzabile cagione privollo di vita. Ne mancö anche il caso in cui non si verificö il prin-cipio generalmente vero ehe questa malattia colpisce le bestie vaccine una sola volta nella vita, perche taluna dopo 40 giorni dacche aveala sofferta, e smembravane ragionevolmente guarita tornö ad infermare, e ne peri.
I sintomi ehe presenta I' animale affetto da peste bovina dipendono dal disturbo ehe il contagio arreca ai suoi sistemi ed organi, e siccome puo questo disturbo esser cagionato nolle parti stesse da altro principio mor-
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boso ne siegue, ehe i slalomi etessi possono esser eo-muni ad altre infermitä, e ehe pu6 per eonseguenza la peste bovina con questc in qualche modo eonfondersi; tali sono la febbre carbonchiosa, la splenite cancrcnosa, la colica inflammatoria, la polmonea, la disseateria, la febbre putrida.
Pero raalgrado questa qualunque siasi rassomiglianza colle dette infermitä, essa ne sarä sempre distinta per-che sintomi eomuni all' infermitä medesima ha solo in alcun suo periodo, e non in tutto il corso del male, e perehö suo proprio e 1' insieme dei sintomi ehe l'accom-pagnano niun' altra delle cognite infermitä essendone al modo stesso accompagnata.
£ sempre pin resterä essa da ogni infermitä distinta facilmente, se si rifletterä. 1deg; Che si manifesta sempre dopo T introduzione di bestie bovine dall' estero ed in specie da quei luoghi nei quali si sä essere naturaliz-zata. 2deg; Che si sviluppa o in questi stessi buoi, o negli indigeni ehe con quelli ebbero comunicazione. 3deg; Che se lentamente precede in principio nell' atlaccar gli animali, perehe piii giorni possono passare dacchfe 1' animale ne contrasse il germe prima ehe ne cada visibilmente in-fermo, comunieatosi in seguito questo stesso germe a molti individui rapidamente poi si diffonde. kquot; Che riesce nolle bestie attaccate quasi sempre mortale. 5deg; Inline ehe si liraita al solo genere hue ossia alle bestie vaccine e bufaline, a differenza del carbone ehe essendo un conta-gio indigene non abbisogna deU'importazione per svilup-parsi, ed attacca indistintamente gli animali tutti a sangue caldo, non escluso l'ucmo.
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SEZIONI CADAVEHICHE
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La cognizione dclle alterazioni chc si rinvengono nelle varie parti degli animali ehe perirouo per questa malaltia 6 in vcrilä poco interessanle per coloro ehe non sono addetti all' arte Veterinaria, ed 6 anzi a desiderare ehe essi si astengano dal fare simili ricerche, perche non solo non ne ricaverebbero alcun profitto, eome fin qui non ve V hanno puö dirsi ricavato anche quei Sommi Veterinari ehe se ne occuparono, ma imbrattando sc stessi ed oggetti diversi degli umori dell' animale alia sezione sottoposto, si porrebbero in rischio di vieppiü diffondere il contagio, e la malaltia.
Ad appagare nulladimeno la euriositä ehe ne spinge ragionevolmente a rintracciare negli animali estinti i gua-sti ehe la malattia produsse nelle varie parti del loro corpo, ed a rendere per quanlo e possibile completa la cognizione ehe ciasenno puö desiderar di avere inlorno un'infermitä si lerribile, alcun ehe ne sara detto,
E cominciando dall' esterno parti dell' animale, non fu dato neU'attuale epizozia vedere aicuna eruzione esan-femica sulla cute, solo si osservo essa innalzata in piu punti, e piü o mono estesamente in specie sul dorso, sui lorabi, e sui fiancbi, quasi a forma di tumori, ehe aperti si trovö contenere solo aria. Gli occhi sono sepolti nelle orbite e cisposi, il uaso, e la bocca vedonsi imbrattati di materia mocciosa, le labbra offrono qualehe superfi-eiale abrasione nelia mucosa ehe 1c ricopre, la lingua
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presenta un' aspetto naturale, giammai si vide molto vo-lumlnoso il ventre per raeteorismo, si Irovö talvolta I'ano prominente cd aperto, e la mucosa ehe lo riveste tume-fatta e di color rosso cupo, la vagina anch' essa spor-gente lasciö vederc slriscie livide, o di color rosso.
La carne mostrossi talvolta poco, tal'altra molto piü rossa dell' ordinario, essa facilmente assume una tiuta faruna: le vene succutanee sono turgide di sangue nero, e dai vasi recisi esce questo allo stato fiuido.
Aperto il basso ventre, ehe h ia cavita nella quale si rinvengono le maggiori alterazioai, si vedono in genera di color rosso intenso le parti tutte contenutevi per in-jezione vascolare. L' omento detto volgarraente rele presenta macchie era piccole siraili alle lenticchie, ora grandi di color rosso scuro (petecchie, ecchimosi ). L'esterno del tubo intestinale dal terzo stomaco in specie, ossia dall'omaso all'intestino retto, presenta anch'esso macchie piü o meno estese, e piü o meno distanti fra loro deci-samente rosse, o di color rosso carico, od anche pavo-nazze; non e molto il gas ehe vi e racchiuso.
Dei quattro storaachi il prime cioe il rumine o pan-sonc si trova d' ordinario contenere materie alimentari in poca copia e non alterate, la membrana mucosa ehe lo ricuopre all' interne h talvolta facile a distaccarsi dalle altre membrane. Nulla di rimarchevole havvi nel secondo stomaco detto altrimenti reticolo o cuffia. Nel terzo chia-mato omaso o centopelli si rinvengono per lo piü nei varii fogliacei menbranosi materie alimentari sommamen-te aride, inodore, c friabili, e cosi aderenti air epitelio o supcrficie della mucosa, ehe Tepitelio stesso si distacca
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rimanendo adercnte alle sostanze alimentari: non mancö perö qualche caso in cui fu trovato questo storaaco e le materie contenutevi nello slato normale. Nel quarto stomaco detto abomaso o quaglio, e ehe e veramente il venlricolo, perche in esso si compie la digestione sto-macale sonovi macchie di color rosso cupo, qual colore e dovuto a turgore di vasi sanguigni, ehe attentamente esaminati si riconoscono appartenere al sistema venoso; dal ehe ne siegue ehe il color rosso e dovuto a stasi sanguigna, e non ad infiammazioae. Giammai si b osser-vata neir interno di questo stomaco alcuna eruzione di piccole pustole, delle quali fanno menzione alcuni scrit-lori, solo la mucosa di esso maggiormente di quella de-gli altri intestini, se si eccettui l'intestino ileo ehe a questo somiglia, e tumefatla per inOltrazione sierosa e ge-latinosa del tessuto sotto mucoso.
Nell'mterno degl' intestini si trovano poche materie fecali miste a mucosita liquidissime e fetentisslme. L'in-terna superficie tutta vedesi d' ordinario colorata in rosso, ed in alcuni punti anche llvida, in specie, come si e detto parlando del 4deg; stomaco, nell'intestino ileo; la mucosa e in piu punti esuleerata ed h men resistente dell'ordi-nario specialmente nell' intestina Cieco, e Colon. Le in-testina crasse si trovaron sempre diminuite di diametro, e presentarono perciö nell' interno pieghe longitudinali. Le glandole cosi delte meseraiche si videro pur ingros-sate ed arrossatc.
In stato sano si rinvenne il fegato, solo la cisti-fellea d' ordinario si moströ plena di bile di colore e consistenza natural! : tali pure si dovettero riconoscerc
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la milza, i reni, la vescica orinaria: solo ia qualche in-dividuo la milza si moströ ingorgata di sangue nero e piceo.
Nel petto non fu dato di rimarcare ehe le scguenti alterazioni: strie , e maechie rosse sulle pleure , ossia sulle menbrane ehe ne rivestono Tinterno: i polraoni in-gorgali di sangue di colore oscuro, sebbene talvolta perö siensi rinvenuti in stato quasi naturale e solo un poco distesi dair aria contenutavi, la trachea e le sue prin-cipali diramazioni rosso nella parte interna e con piccole maechie nere: sangue non sempre coagulate e nero in ambedue le cavita del cuore.
Finalmente nella cavjtä della testa si rinvennero molto injettati i vasi sanguigni speeialmente venosi delle membrane chc ricuoprono il cervello, e piü partlcolar-mente di quella detla pia madre. Ingorgati pur si rinvennero i vasi costituenti il cosi detto plesso coroideo. Nelle piccole cavitä ehe sono nell' interno del cervello, e ehe chiaraansi ventricoli si trovö poca } sierositä san-guigna, e lo stesso si verificö fra le membrane cerebrali cd all'intorno della midolla spinale.
Queste alterazioni tutte sono tanto piü marcate quan-to la malattia ebbe corso piu lungo.
MEZZI CURATIVI
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Relativamente ai mezzi curativi, ana triste esperien-za ha insegnato ehe un contagio esotico penetrato in al-cun paese, se colla sua lunga dimora, od anche col na-
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luralizzarvisi non venga ad ammansirsi, sia per gl'mnesti infinitamenle moliiplieati ehe ne seguono, o per speciali condizioni del Uiogo raedesimo nel quale s' introdusse, e per le quali appunto vi si naluralizzo, esso produce d'or-dinario taate vittimc qaanti sono gli aniraali ehe assalc.
Una triste espcrienza ha pure insegnato ehe ia-frultuosi sono fia qui rlusciti i mezzi tutti adoperati, e da abilissimi veterinarii per rieonoscerc la natura, e tro-var modo di ncutralizzarc il prineipio ehe produce ii tifo bovino, cd c perciö ehe gli scriltori tutli sono d'accordo nello stabilirc die prirao, unico, e vcro rhncdio sia finqui quello di uccidere prontamenle, innanzi cioe ehe comin-clno a fluire umori morbosi dagli ocelli, dalle narici, dalla bocca, dalla vulva, dall' ano, e seppeilire profonda-mente o bruciare gli aniraali clie nc vcngonoattaccali, o diano sospetto di csscrlo c disinfettare aoche pronla-mente tutto ciö ehe coiraniraale fu a contatto, c noa puo con esso esserc distrutto.
Corae la semenza di una pianta in un tcrreno pe-netrata, gcrmogliando, vegclando, se non venga toltasol-lecitaraente e ne sia cosi impedita la fruttificazione grange a stabilirvisi, c diffondersi: cosi la materia contagiosa penetrata nel corpo degli aniraali vegetandovi rendcl'a-nimale infermo, cd in esso aumentatasi in quantitä, ed escendo dal suo corpo in un colle materie tutte eserc-menlizie, e coll' aria slessa cspirata tende a penetrare in altri animali, e riprodurre i medesimi effetli.
fi adunque finqui dannosa pieti non solo cercar di curare gli animali, bovini,e bufalini affetti da peste, ma p ancora malintesa economia quella di cercar di salvare
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3 o 10 capi infcrrai, e mettersi frattanto ia grave rischio di pcrdcre ed in poco tempo un' intera mandra, e coi moltiplici c numerosi modi coi quali, malgrado ua' atti-vissima vigilanza umana, puossi il coatagio propagare ad allre mandre, esporre aache quesle a gravissimo pcricolo di morte e di distruzione.
AI ehe e da aggiungere ia specie pel nostro paese, ehe trovandosi le bestie bovine e bufaline sparse sopra estesi terreni sovente macchiosi, in stato pressoche sel-vaggio riesce quasi impossibile ove aleuna siasene infer-mata poterla convenienlemente curare; la violenza ecces-siva ehe e necessilä usarle per porla in condizione op-portuna alle medicature, riesce cosi funesta, ehe 6 peg-giore della malattia medesima.
£ adunque solo nelle bestie dome e tenute in stalla ehe riesce possibile tentare una cura, e con lanta mag-gior ragione, perche in queste appunto e dato rimarcarc il prime apparire del male, ehe necessariamente passar deve inosservato in quelle indomite c selvaggie, solo al-lora cssendo dato di eonoseerle inferme quando i sintomi coi quali la malattia si palesa sono abbastanza visibili, cd in altri termini quando la malattia e giä inoltrata.
Le eure ehe sono state finqui, non solo nel nostro paese, ma anche all' estero, ed in tempi diversi prati-cate possono ridursi a due specie: l'una assolutamente empirica, costituita cioe dalla somministrazione di sostanze per natura ed efficacia differentissime od anco opposte, onde vedere se valessero a neutralizzare il prin-cipio deleterio ehe produce questa infermitä. Ma sia ehe questo speeifico non esista, e pochissimi speeifici di fatto
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noi conosciamo, sia ehe la Provvidenza non abbia ere-duto finqui rendere fruttuose le umane ricercbe, tutto e riuseito inutile. Non per questo e da desislere, e date opportune condizioni atte a rassicurare ehe con questi tentativi non abbia a maggiormente diffondersi il raorbo, non e da proscrivere affatto questa specie di ricerca.
L' altra specie di cura ehe piü ragionevolmente po-Ira porsi in pratica, date sempre le opportune condizioni di cui sopra, k quella ehe puö appellarsi empirico-razionale, vale a dire una eura ehe se non puö dirig-gersi a vincere il morbo eombattendo direttamente la causa ehe lo produce, conoseendo le alterazioni ehe questa ignota cagione genera nel corpo deiranimale, e per le quali lo porta a morte, cerca impedire ehe quelle alterazioni giungano al punto da rendersi inconciliabili colla vita.
E poiche i sintomi non solo, ma anco le sezioni ca-daveriche indicano ehe questo contagio da principio sia direttamente sia indirettamente alterando la erasi san-guigna, e sempre turbando I'azione nervosa vale a pro-durre stato irritative, ed ingorghi vascolari sanguigni in varii visceri, ed in specie nel tubo intestinale, donde sintomi somiglianti a quelli delle flogosi; nel primo periodo della malatlia stessa converranno le decozioni ammollienti di malva, di altea, e di linseme, oppure beveroni con farina di grano o di orzo, i blandi purgativi costituiti da libbre due d'olio di olivo, od una di ricino, ovvero da un misto dei due olii, coadiuvandone I'azione con clisteri emollienti, oleosi, o saponacei, e con fomentazioni di acqua tcpida al ventrp: taluno ha raccoraandato caldamente
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net principio della malatlia il tartaro emetico ad alte dosi, da mezz' oncia per esempio ad tin oncia, assicurando averne ottenuti buoni risultati. II medesimo e a dirsi pet calomelano.
Sebbene poi questo contagio produca irritazioni e s' accompagni a sintomi flogistici non dcbbe credersi trat-tarsi di vere flogosi, ed h perciö raro ehe convengano i sa-lassi, solo con prudenza alcuno poträ praticarsene in principio di malattia, quando i fenomeni inflammatorj di al-cun viscere sieno veramente salienli, e I'animale inferrao sia di temperamento decisaraente sanguigno. Meglio con-verranno, come si e detto, le bevande rinfrescanti ed an-lisettiche ad un tempo formate da acidi minerali e ve-getali debitamente diluti, come p. e. I' acido solforico o muriatico alia dose di mezz'oncia per un secchio di acqua, e I'aceto pur bcne allungato.
Quindi trattandosi di principio deleterio per natura irritante poträ giovare richiamarne I'azione alia cute fa-vorendo il traspiro col teuer netto il corpo dell' animale colla stregghiatura , col coprirlo con panni, collo stro-finarlo con tortori di paglia, e molto pin con frizioni fatte sul basso ventre con pasta vescicante , coll' applicazione di senapismi, colla ragiatura alia giogaja, e colla stessa cauterizzazione della cute per mezzo di ferri roventi in piü parti del corpo dell'animale.
Cominciato poi il flusso di muco dalle narici, e di bava dalla bocca si dovranno lavare diligentemente colli liquidi acidi gia deUi, praticando regolarmente nel luogo dove sono gli animali infermi suffumigii di cloro.
Pinalmente siccome lo stesso principio dclclerio a-
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gendo sul sistema nervoso ae turba l'azione, e Tanimale per le perdite fattc sia coll'escrezioni alvine, sia per al-tre vie trovasi molto indebolito converrä a stadio avan-zato di malatlia, e quando la tensione irritativa sia ces-sata ricorrcre all'uso degli antisettici, ed antinervini an-che diffusivi, come la corleccia di china, le radici di angelica c di valeriana, i fiori di arnica, l'assa fctida e la canfora, I'etere solforico, I'olio di terebintina ed il vino, unitamentc all'uso delle bcvande acide alle quali poträ essere unita anche piccola quantitä di un sale solubile di ferro come il solfato, od i cloruri.
Le dejezioni alvine troppo profuse potranno frenars i coll' uso delle sostanze contenenti tannino, o coll'oppio, e fra le varie preparazioni diqueslo, col laudano associan-dovi clisteri aromatici cd emollienti di camomilla, melissa, malva.
MEZZI PRESERVATIVI
Se questa malattia c attaccaticcia, se fin qui non si c poluto trovare rimcdio, o mctodo curativo atto a de-bellarla e evidente, ehe principal cura dei Governi, e dei proprietarii dei bestiami esser debbe quella di preser-varli da essa.
Conosccndo la sua natura di contagio spcciGco, ed esotico, prima cura sarä hnpedirne I'importazione, ed una volta introdotta impedirne la diffusionc.
Se ne impedisce 1' importazione col vietare assolu-tamenle, o col vietare almeno ehe senza le dovute cau-lele, e sopratutto scnza preventiva quaranlena s' intro-
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ducano uon solo animali bovini e bufalini dall' eslero, c specialmente da quei paesi nei quali si cono-ice esser cssa naturalizzala, ma ancora le cose tulte o ehe fecero parle degli animali ammalati, o dal eontagio poterono essere infette.
Se ne irapedisce la diffusione per mezzo dell'isola-niento, od in altri termini impedendo ehe essa penetri nelle mandre ehe ne sono immuni.
Le misure sanitarie ehe i governi prescrivono in-loruo alle malatlie contagiose, e non mancano d' incul-carne 1' esecuzione alia circostanza mirano all' uno ed aU'altfo dei fini indicati; ma queste misure slesse pos-sono riuscire inefficaci, se i proprietarj in specie dei be-sliami, non diensi carico ehe sieno esattamenle eseguite.
La nettezza e sufflcicnte ampiczza delle stalle, con aperture sufficicnti al regolare rinnovamento dell' aria , la buona qualilä e giusta quantitä dei foraggi, e delle be-vande, il mantencr netto il corpo degli animali, il non abu-sare delle loro forze, il somministrargli ancora giornalmen-le certa quautita di sale, due once per esempio, per ogni beslia grossa unito sia al cibo, sia alia bevanda, e cose simili, sc sono misure valcvoli a prcservarli dalla mag-gior parte delle comuni infermitä , riuscir possono as-solulamente inutili nelia presentc , unico e vero mezzo preservative essendo 1' impedire ehe il principio conta-gioso penetri in essi ossia il mantenerli isolati.
INon si farä percio entrare animale alcuno sia nelle lenute, sia nelle stalle nelle quali gli animali bovini o bufalini sono eustoditi. Gavalli, capre, peeore, majali,cani, gatti polli, e I'uomo medesimo, se non contraggono questa ma-
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lattia possono trasportarne il germe da uno in altro luo-go prcndendolo non solo direttamente dagli auimali in-fermi, o dal luogo nel quale questi si trovano, ma anche da un' altro animale, o da altr' uomo, o da im' oggetto qualunque ehe abbia potuto essere infettato dalla raate-ria contagiosa, e ehe si trovi poi in luogo anehe ben di-stante da quello in cui 1' attinse. I macellaj sopra tutlo, i raccoglitori di pelli, di grassi e di ossa , e gli stessi veterinarj e pastori sono da ritenersi come eminente-mente sospetti. Non si permetterä inoltre ehe oggetto alcuno entri nelle tenute e nelle stalle, perchfe non solo la bava ehe scola dalla bocca, ed il mueo ehe scola dalla boeea, e dalle nariei sono mezzi d'infezione, ma gli escre-raenti lutti degli animali infetti , la lore came e parte qualsiasi del corpo, e qualunque oggetto ehe fu con questcopy; a contatto, puö essere idoneo a trasportare il germe contagloso.
Ne 1' isolamento eonsister deve solo nel vietare ehe nulla entri nelle tenule, e nelle stalle, ed attendere ehe il cibo slcsso necessario per i custodi vi sia introdotto colle dovute cautele, ma di piü ancora in questo ehe gli animali escir non ne debbano, perche le strade tutte, re-gnando I'epizozia, si debbono riguardare come sospette: la bava, il muco, le lagrime, gli escrementi tutti in que-ste vie laseiate nel passaggio da bovi infetti potendo ser-vire a comunieare la malattia.
Tanti essendo e si varii i modi coi quali adunque il germe contagioso, invisibile com' e , puö penetrare in una mandra, e necessario essendo d' altrondc far penetrare nelle tenute, sc altro non sia, il cibo necessa-
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rio per i custodi del bestiame, avvenir puo ehe mal-grado le possibili diligenze, per alcuna anche leggera omissione il contagio vi penetri come sarebbe il non pre-stare attenzione all' inquinamento ehe nelle vie percorse puö essere avvenuto nel mezzo di trasporto del cibo stesso.
In questo caso bisogna aver presenle ehe runico, e vero mezzo di preservamento dalla diffusione di esso e sempre 1' isolamento. Dovranno perciö separarsi imme-diatamente il capo, od i capi ehe diano indizio di malat-tia, sia pur questa qualunque , ucciderli prontamente e sottcrrarli profondamentc o bruciarli, e ripctere la me-desima opcrazione su eiaseuna bestia ehe mostrerä, anche lontano indizio di malaltia, rccingendo poi il luogo dove furono uccisi , bruciati o scppellili in modo ehe altri animali non possano accedcrvi. E poiche anche dope 19 anni di sotterramento sonovi esempj ehe scoperti i cadaveri determinarono lo sviluppo della peste non si permetterä mai di scavar quei luoghi sia per trarne 1c ossa o per qualsiasi ragione, giacche il conlagio manliene la sua forza per un tempo lungo, segnatamente quando non e csposto al libcro eonlatto deU'aria. Si abbia sempre prcsentc ehe il dubilarc, il temporeggiare possono addurre conseguenze tanto tristi da non potersi certo paragonare colla perdita di qualche bestia.
Ciö pero non e tutto; bisogneru anche come mezzo profdattico pratieare il disinfettaraento di tutto ciö ehe puö essere imbrattato di contagio.
Cosi le stalle ed i locali tutti nei quali stanziarono gli animali infernii,osospctti siripuliranno diligcnlemente dagli
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escremcnti, dai rimasugli di ficno o paglia, c da qualim-quc altra immondczza, c tutte queste materie si Lrucic-ranno, o si soltcrrcranno profondamente, e se il fondo della stalla fosse tcrroso saru scavato per un palmo circa (20 ccnlimelri) e ricmpito di altra terra, avendo cura di gettare quella tolta in una fossa profonda c quindi ricoprirla. Con liscivia causlica formata con una libbra di potassa di commercio, e mezza libbra di calce fatte bollire con 12 libbre di acqua , e meglio con cloruro di calce sciolto nell' acqua nella proporzionc di una libbra per 10 di detto liquido, si laveranno diligcntcmente 1c mangiatoje, cd il pavimento delle stalle e dci locali nominati, in specie nelle parti ehe poterono essere state maggiormente im-brattale dalle materie escite dal corpo degli animali in-fermi, o sospetti di esserlo. Le stesse lavature si prati-cheranno, su tutti gli attrezzi od arnesi ehe potranno sop-portarle, o ehe saranno del pari stati in contatto con detti animali. Finalmente chiuse le aperture tutte dci locali stessi eccettuata la porta, vi s'introdurranno uno o piü vasi di terra secondo la loro grandczza, contencnti cia-scuno un miscuglio formato da 4 oncie di sal comune, una di perossido di manganese, e due di acido solforico allungato con altrettanta acqua, quali vasi somministreranno il cloro se collocati saranno sopra altro vaso con poco carbone ac-ceso. Che se si avesse a disposizione del buon cloruro di calce, riconoscibile pel forte odore di cloro die all'aria esala, poträ pur in ciascun vaso porsene 6 oncie vcr-sandovi sopra circa altrettanto acido solforico allungato con buona quantitä di acqua, cd in questo easo senza fuoco. La slalla sara quindi tenuta chiusa per 24 ore ,
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dopo di ehe, coll' apertura delle porte, e delle lincstre si rinnovcri 1' aria per un giorno. A maggior cautela si ripeterä la stessa operazione, e quindi si potra anche inafiiarne il pavimento od il fondo con acqua tencnte in soluzione cloruro di calce.
La disinfettazione si estenderä anche agli animali ehe cogli ammorbati, o sospelti poterono direttamente o iu-direttamente aver contatto, per mezzo cioe degli attrez-zi o dei custodi. Quesla disinfettazione consisterä ncl lavarnc 1' estremitä con acqua tenente in soluzione cloruro di calce, nel nettarli dalle impuritä tuttc ehe ade-rissero al loro corpo, distaccandone all' occorrenza anco insieme il pelo, quali matcrie saranno solterrate, o bru-ciate, e nell' introdurli quindi successivamente in locale adatto per lasciarli esposti per non molto tempo airazione del cloro, ehe sarä svolto col mezzo sopra indicate, cd in modo da non ledere la loro rcspirazione.
Finalmente disinfenttar si dovranno anche gli uomi-ni ehe con qucsti animali furono a contatto facendogli lavare mani c braccia con aqua tenente in soluzione cloruro di calce alia dose di mezza libbra per cinque di acqua, ed esponendoli con i loro abiti in camera chiusa all' azione del cloro svolto come sopra, coll' avvertenza perö di non eccedere nella quautitä di esso, perche men-tre in discreta dose , anche ben allungato coll' aria e capace di distruggere i contagj senza turbare la rcspirazione, e recar noeumento alia salute; mcscolandolo all'aria in troppa dose, riuscendo alia rcspirazione molestissimo, si corre rischio ehe provato una volta quest' incomodo si rifiutino in altra circostanza di assoggettarvisi, o as-
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sicurino di csscrsi disinfeitati, senza die di fatto vl si siano esposti. I suffumigj di accto, di vino anchc con piante aromatichc come salvia, rosmarino cc., ie lavande con acqua, ed accto sono assolulamente inutili, o tult'al piü alte sono a nasconderc il puzzo ehe risentesi nci lo-cali nei quali stanziano gli animali. II cloro e il vero, e pronto distruggitore dei contagj. Ariche in qucsto case ne animali, ne oggetto alcuno dovra useire dalla tenuta o dalla stalla se non disinfettato, cssendoche potrebbe al-trimenti diffondersi il male ad altro besliamc.
Ove finalmenle per non esscr stato con somma di-ligenza conscrvato 1' isolamcnlo , o per non avere uc-cisi prontamente gli animali infermi, ed i sospclti, o per non avere eseguite ehe trascuratamente 1c disinfezioni, non solo il contagio fosse penetrato nclla tenuta, o nella stalla, ma proscguissc a decimare il Lestiame, saravvi an-cora da porrc in pratica un mezzo proillattico cd e I'in-nesto, con die abbreviandosi in quel luogo il corso dcl-1' epizoozia, si evila indirettamentc ancora la sua diffu-sione ad altre localila.
Sapendosi die 1' iunesto per quanto eseguito in con-dizioni opportune ha sempre per risultato la perdita di parte del bestiame, ne i Governi 1' ban mai preseritto, ne vi sarä certo alcuno ehe vorrä porlo in pratica fin-che poträ sperarc die mantenendosi isolalo, il contagio non vi penetrerä, cd avrä dritte a credere die cosi es-sendo, conscrvera illcso tutto il suo bestiame. Sarcbbe veramente cosa strana pel remote tiraore di fare una gran perdita esporsi a fame una certa, c di un' estensione non conosciuta.
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Molti csperlmcnti in varic epoche, cd in luoghi dif-fercnti sono slati fatli, c con diverse risultato su questa malcria, e da ciö dipeade die 1' innesto , come ha dei caldi fautori, cosi ha pure molti detrattori. Perö quando trattisi del case di cui parliamo, quando cioe siasi in pcricolo prossimo di perdere quasi tutta una mandra, la maggior parte degli scrittori convengono essere mezzo pro-filaltico da attuarsi, perö con certe cautele ehe or ora esporremo. L' esperienza ha dimostrato ehe date opportune condizioni, c con certe cautclc Qno 3i4 degli in-nestati sono stati salvati, e die anebe piü vantaggiosi ri-sultali sonosi avuti dall'innesto pralicato sü vitellinali da madri guaritc dal tifo.
Lc cautele da usare poi in questa operazionc sono. 1.0 La scelta del virus. Essendo note ehe l'innesto di un vims preso da bestie infermc di tifo maligno, e mortale riproducc un tifo cgualmcnte grave e maligno, c ehe per lo contrario il virus provenicnte da bestia presa da morbo henigno riproduce un tifo cgualmcnte benigno raramente mortale, si prendcra il vims da inncstare da bestie nelle quali il tifo sia benigno, ciö ehe si vcrifica in specie col prenderlo in quelle localita nelle quali la malattia si e da qualche tempo stabilita, I'esperienza aven-do insegnato essere essa ferocc al prime apparire in dato luogo, c quindi ammansirsi. Sapcndosi ehe entro tubi di vetro perfcttamente chiusi, come prccisamcnle si adope-rano pel pus vaccine esso puö conservarsi per anni inal-tcrato, sara facile trasportarlo.
2.deg; L'umorc da inneslare sara costituito dal maco nasale, dalla bava ehe scoia dalla bocca , dall' umorc
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mucoso puriforme ehe si manifesta agli occhi, dalle la-grime, dal fluido sieroso purulento delle pustole cutanee, se queste si saranno in alcun' animale maaifestate.
3.deg; Per mezzo di lancetta, o di ago scannellato sarä rumore deposto sotto 1'cpidermide nei luoghi dove la pelle e fina e priva di pelo , siccomc i capezzoli delle mammelle, il muso ec.
La malattia si manifesta d' ordinario dal quarto al sesto giorno dall'innesto, e coi medesimi sintomi sopra indieati. Durantc il suo corse dovra mantencrsi rigorose l'isolamento essendo sempre di natura contagiosa.
Tcrminati gl' innesti, cessata la malattia dovranno effetluarsi tutte le disinfettazioni giä esposte; negligen-tando di farlo si correrebbe rischio di vedere risorgerc il contagio ncl medesimo luogo all' introduzionc di altro bestiame bovino, e bufalino, o di propagarlo ad altre lo-caiitä.
Roma li 23 Marzo 1863.
// Vice-Presidente
S M. SAGRETTI
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