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FRANCESCO CHIAPPERO
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ROBERTO BASSI
Professor! nella R.iScHola_auBfiEiDre di Medicina Veterinaria
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TERZA|icopy;JZIONE' RIVEDÜTA ED ACCllM:iUTA
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TORINO
TIPOGRAFIA GIULIO SPEIRANI E FIGLI 1879.
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#9632; '-
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FARIIACOLOGIÄ ÜTIRIMRU
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FRANCESCO CHIAPPERO
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ROBERTO BASSI
Professor! nella R. Scuola Superiore di Medicina Veterinaria di Torino.
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lt;rlt;-
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terza mmom jri^eduta eö accreamp;c|uta
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TORINO
TIPOGRAFIA GIULIO SPEIRANI E FIGLI 1879.
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RIJKSUNIVERSITEITTE UTRECHT
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2671 573 4
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AFFERTIMENTO
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Porgere ai giovani pratici un trattatello ehe potesse servire di Farmacopea veterinaria e di rammentatore terapeutico, fu lo scopo ehe si proposero i sotloscritti nella prima, eome in eodesta terza edizione della presente operetta.
Nel trattare succintamente dei farmaci ehe essi riputarono di maggiore interesse, si occuparono spe-eialmenle della farmacoteenia, della farmacoterapia e della posologia, essendo appunto queste le parti della farmacologia ehe piü davvieino riguardano il pratico esereizio.
Una rigorosa classificazione dei farmaci non essendo possihile, qualunque sia il punto di vista sotto di eui si vogliano i medesimi riguardare, essi preferirono l'ordine alfabetico, perche piü comodo,
Gonvinti ehe non nell' impiegare, siccome alcuni propongono per la cura degli animali, droghe o pre-parati di qualitä inferiore , bensi la vera economia risieda nell' impiego delle droghe migliori, proeura-rono di fare esattamente eonoseere i earatteri delle qualitä scelte. Gonvinti d'altra parte ehe nella medi-cina veterinaria bene spesso non si deva dal pratico dimenticare il costo del medicamento, non hanno tralasciato di suggerire quei succedanei di minor va-lore eommerciale ehe 1'esperienza abbia chiarito di non inferiore virtü terapeutiea.
Non reputarono molto ulile registrare grande nu-mero di quelle formole magistrali ehe si sogliono
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talvolta raccogliere nei formolarii di Veterinaria, ma soltanto quelle poche fra esse, ehe, per comune con-senso del pratici, godono di una speciale azione in particolari casi morbosi. Gredono del rimanente do-vere di preferenza il pratico cercare di avvezzarsi ad associare i medicamenti in peculiari formole (sempre pero il meno ehe si possa eomplieale), ed a dosi varie, a seeonda del bisogno. E perche in eiö fare non si incorra in ineonvenienti gravissimi di incornpatibilita, fu loro cura aceennare eon quali sostanze non si pos-sano associare i piü important! medicamenti, senza ehe ne venga per chimica incornpatibilita profonda-mente mutata la natura dei medesimi.
A seopo di brevitä si sono omesse le discussioni e la maggior parte delle eitazioni; e ciö, per quanto da loro abbia dipeso, senza detrimento della chiarezza.
Tali i propositi degli autori: incerti di averli in adeguato modo attuati, sperano ehe nel piü probabile supposto di non riuscita, sarä fatta ragione al loro buon volere.
Cosi dicevano i sottoscritti nella prefazione alia prima edizione, ed ora debbono accettare come lusin-ghiera prova della favorevole accoglienza dei Colleghi al modesto lavoro, il fatto per essi molto significante, di dovere ora, affine di soddisfare alle domande, in-traprendere la terza edizione, ben inteso con quelle aggiunte e modificazioni, ehe il progresso e 1' espe-rienza abbiano potute suggerire convenienti.
F. Chiappero. R. Bassi.
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Äcetato d'ammoniaca liquido. Spirito del Minderero.
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Lo spirito del Minderero delle farmacie e una soluzione acquosa di acetate d'ammoniaca. Secondo la forraola an-tica preparavasi saturando carbonato d'ammoniaca piro-leoso (sale volatile di corno di cervo) con aceto distillato; ora si suole preparare nel modo seguente:
Pr. Carbonato d'ammoniaca ordinario, grammi 12
Acqua comune...... 5gt; 80
Acido pirolignico a gradi 8 . . raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6
Si fa sciogliere il carbonato d'ammoniaca nell'acqua, la soluzione si neutralizza coH'acido pirolignico, versandovelo poco alia volta ; ottenuta la neutralizzazione, giova aggiun-gervi aleune goccie d'ammoniaca onde rendere il liquido sensibilmente alcalino. Si filtra.
Si puö ottenere estemporaneamente ed economicamente, saturando aceto forte con ammoniaca liquida o con carbonato d'ammoniaca.
Non si deve associare con alcali fissi, nh con aeidi gagliardi.
£ un liquido scolorito, limpido, di leggiero odore am-moniacale, di sapore piccante, urinoso, amarognolo; segna gradi 5 al pesa sali. Conservato diviene di reazione aeida, perocchö si svolga di continuo ammoniaca.
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Uso interno. — E stato adoperato siccome diaforelico, diuretico ed antiputrido nelle affezioni tifoidee, nelle car-buncolari e gangrenose, nelle reumatiche e catarrali acute, nelle eruttive acute, nello stadio di crisi, nelle idropisie acute.
Uso esterno. — fi di rado usato siccome detersivo sulie piaghe gangrenose ed ulceri; come pure a combattere gli accidenti locali ehe conseguono alle punture degli insetti velenosi.
Si amministra per lo piu sotto forma liquida, in infuso di sambuco, in decozioni amare, o si associa alia canfora. Puossi anche amministrare in eletluario.
Dosi (i):
Solipedi e bovini.....gramrai 100
Ovini e maiali.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 30
Gani.........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 6
Tali dosi possono essere ripetute due, tre o quattro volte nella giornata. E per lo piü usato soltanto nei piccoli animali.
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(1) Le dosi indicate particolarmentc per ciascun medicaiiiento sono
medic convenienti per gli animali adulti di ciascheduna specie, o ge-
uerc, cui sono assegnate. La proporzionata riduzionc conveniente a
farsi, a seconda deU'cla del singoli individui, puö essere dedotta in
gencrale dalla scala seguente stabilita da Hertwig:
1deg; Cavalli:
Dall'etä di 3 a 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; anninbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; nbsp;1 Parte.
. 1 1/2 a 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;4/2
raquo; 9 a 18nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;mesinbsp; nbsp; nbsp; nbsp;,nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/4 #9632;gt;
raquo; 3 1/2 a 9nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; laquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/8
1 a 4 1/2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/16 •
2deg; Bovini:
Dall'etä di 2 a 4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;anninbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1 parte.
1 a 2 raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; 1/2
1/2 a 1 .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/4
gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;3 a 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; mesinbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/8 gt;
gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1 a 3 raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp;1/16
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Acetato di calcio liquido.
P. Carbonato di calcio (creta o marmo bianco in pol-
vere)........grammi 50
Acqua comune......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo; 500
Acido pirolignico q. basta.
Diluito il carbonato di calcio nell'acqua , vi si sopraf-fonde I'acido, poco alia volta, finche cessi ogni efferve-scenza. Si filtra per carta.
Liquido inodoro, di sapore amaro; neutro, Non si deve associare cogli alcali, coi carbonati alcalini, cogli ossalati, coi solfati, ne con acidi gagliardi.
Si potrebbe ottenere estemporaneamente neutralizzando aceto forte con calce spenta o con creta.
fi poco usato internamente: potrebbe essere con vantaggio adoperato per combattere la diarrea e Teraaturia , allun-gato in notevole quantitä d'acqua.
Uso esterno, — E raccomandato da alcuni I'uso dell'ace-
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tato di calcio liquido per iniezioni nelle cavita nasali, a
cura dei catarri nasali cronici, per lozioni nella fi.matosi,
crepacce.
Acetato di morfina.
F. Morflna cristallizzata .... grammi 20 Acido pirolignico a gradi 8 B.enbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10
Si trituri la morfina coll'acido acetico entro mortaio di porcellana fino ad avere ottenuto una molle poltiglia, omo-genea ; si abbandoni la massa per 24 ore, si polverizzi e si faccia seccare aU'aria libera. Si potrebbe ottenere cri-stallizzato per lenta evaporazione di una soluzione acida.
E una polvere bianca, di odore d'acido acetico , di sa-pore araarissimo ; solubile nell'acqua e neH'alcole; gettato in polvere entro satura soluzione di un sale ferrico si co-lorisce in azzurro, riduce I'acido iodico.
Non si deve associare cogli alcali, coi carbonati alcalini, ne coi sali ferrici.
Uso interno. — fi poco usato in terapia veterinaria, at-teso I'elevato suo prezzo. Torna perö utile nelle coliche spasmodiche del cavallo, nella tosse del cavallo e del cane dovuta ad irritazione semplice, nei violenti accessi d'asma, nella ninfomania delle cavalle e nel tetano.
Dosi:
Cavallo da 10 a 30 centigrammi. Cane da 1/2 a 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
da ripetersi due o tre volte al giorno.
Si amministra in pillole colla farina di semi di lino, in elettuario ; sciolto nell'acqua resa acidula con alcune goccie d'aceto o di acido pirolignico.
L'acetato di morfina e stato da Gerlach usato come aneste-tico su animali domestici, ehe dovevano essere sottoposti a gravi e dolorose operazioni chirurgiche. h'anestesia ottenula fu di grande durata, e completa. II rimedio fu impiegato in
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iniezioni ipodermiche alia dose di 3 a 6 centigrammi sui cani, ed a quella di gr. 1,25 sui cavalii. L'iniezione ipodermica debb'essere fatta 4 a 6 ore prima di eseguire le operazioni chirurgiche. L'acetato di morfina produce sui cavalii un au-mento leggiero della temperatura e del numero delle pul-sazioni arteriöse, sui cani una notevole diminuzione della prima e delle seconde. Nei casi in cui vuolsi trarre par-tito delle iniezioni ipodermiche soltanto per otlenere effetti calmanti locali, oppure generali poco intensi, la dose del rimedio sarä di grammi 0,30 a 0,50 pei solipedi, e di 0,02 a 0,05 pei cani, e si scioglierä in 25 a 50 parti d'acqua. Uso esterno. — Suolsi adoperare I'olio di morfina come calmante allo esterno. — Si prepara questo con 25 centigrammi d'acetato di morfina e 125 grammi d'olio d'oliva.
Acetate di piombo basico, liquido. — Estratto od aceto di saturno.
P. Litargirio in polvere sottile . . . grammi 100 Acetato di piombo neutro cristalliz . raquo; 300 Acqua piovana.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 900
Entro bacile di rame o tegame di terra verniciata, si porta I'acqua aU'ebullizione per disaerarla, in essa quindi si aggiungono le dette sostanze e si fa bollire lenlamente, sempre agitando, fino a quasi perfetta dissoluzione; allora si aggiunge, occorrendo, q. b. d'acqua per avere un litro in tutto, si lascia raffreddare, si ultra o si decanta il liquido limpido dal poco sedimento.
E un liquido scolorito , alquanto viscbioso, ehe spu-meggia coll'agitazione; di odore suo particolare, di sapore dolce astringente; segna 28 a 30 gradi di B.e; lasciato al-I'aria si copre di una crosta bianca di carbonate di piombo e s'intorbida.
Non si associi agli acidi liberi, agli alcali, a' cloruri, car-bonati, solfati; non a sostanze gommose, aibuminose, tan-
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nanti; a meno ehe si faccia calcolo sopra i nuovi prodotli
ehe ne eraergono.
Forma la base dell'aequa vegeto-minerale ehe si ottiene aggiungendo 20 grammi di questo liquido ad un litro di acqua. Coll'aggiunta di 25 grammi d'alcole a 36 B.e si ha I'acqua vegeto-mhierale di Goulard; se si adopera I'alcole canforato, si avrä I'acqua vegeto-minerale canforata di Goulard.
Uso interno. — E poco usato internamente; gli si ante-pone racetato di piombo neutro.
Uso esterno. — Dilungato in maggiore o minore quantita d'aequa coraune e ordinariamente adoperato a cura delle infiammazioni esterne determinate da cagioni meccaniehe, delle scottature, delle risipole, delle cutanee eruzioni umide e molto pruriginose, delle ulceri a granulazioni esuberanti, flaccide e pruriginose, delle piaghe secernenti pus sover-chio, dei profluvii mueosi. Quando nelle flogosi esterne e assai pronuneiato I'eretismo nervoso, e molto acconcia I'as-sociazione dell'acetato di piombo liquido alia tintura d'oppio.
Acetato di piombo neutro. — Zuccaro o sale di saturno.
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Si prepare in grande nei laboratorii di chimica indu-striale, sia trattando litargirio eon eccesso di aeido piroli-gnieo, sia esponendo convenientemente lamine sottili di piombo aH'azione dell'aria e dell'acido acetico. Per gli usi medici veterinari pud servire tale quale e fornito dal cora-mercio, o tutt'al piu si puö purificare mediante soluzione nell'acqua e nuova cristallizzazione.
E in masse cristatline od anehe in cristalli liberi ehe sono prismi romboidali diritti, terminati da sommitä diedre, bianchi, opachi, quasi inodori, di sapore dolcigno-stittico, spiacevole; all'aria secca e calda diviene effloreseente per-dendo porzione dell'aequa di cristallizzazione ehe contiene
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nel rapporto di tre molecole per ogni molecola di sale; e solubiie nell'acqua e nell'alcole. Scaldato fortemente fuori del contatto dell'aria lascia un residue formato da carbone e piombo ridotto.
Uso interno. — Fu con vantaggio adoperato, come astrin-gente, a cura deU'ematuria in tutti gli animali domestici, del diabete, dell'enteritide cronica congiunta a diarrea o flusso sanguigno, della tisi polmonare, dei profluvii mucosi delle vie respiratorie e degli organi sessuali.
Si ararainistra sotto forma liquida in elettuario, e meglio in pillole. Si associa a sostanze mucilaginose, ad amare, al-I'oppio, aU'estratto di giusquiama.
Uso esterno. — Allo, esterno 6 usato siccome astringente in dissoluzioni di concentrazione varia, siccome I'acetato di piombo liquido.
E incompatibile colle stesse sostanze colle quali lo e I'acetato basico. Dosi:
Solipedi e bovini . . . grammi 6 Ovini e maiali ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 0 50
Cani. .......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 0 15
Formole per uso interno suggerite daU'Hering. P. Acetato di piombo neutro . . grammi 15 Radice d'altea polverizzata . raquo; 60 Acqua comune q. b. per fare da 4 a 6 pillole. Si diano tre pillole al giorno ai cavalli affetti da ulceri polmonari.
P. Acetato di piombo neutro . grammi 12
Carbone animaie ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6
Farina di linseme ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30
Acqua comune q. b. per fare 4 pillole.
Se ne diano giornalmente 3 o 4 ai cavalli affetti da fe-
tente diarrea dipendente da ulceri intestinali (1).
(1) 1 due acctati di piombo non debbono esscre adopcrati nella euro
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Acetato di potassio. — Terra fogliata di tartaro.
Si prepara versando a poco per volta acido acelico di-luito, a gradi 4, entro soluzione di carbonato potassico depuralo, fino a ehe abbia cessato ogni effervescenza, e ehe il liquido offra leggera aeiditä. Si evapora fino a metä, si tratta quindi con earbone animale ; si filtra, ed il liquido filtrato, procurando sempre ehe abbia leggera reazione acida, si evapora lentamente a secehezza.
Per gli usi veterinari si potrebbe ottenere estempora-neamente neutralizzando aceto forte con liscio di cenere, o con carbonato potassico , ritenendo ehe ogni 100 grammi di buon aceto, cosi neutralizzato, corrispondono a 8 grammi circa di acetato di potassa secco. fi un sale bianco, molto deliqueseente, solubilissimo nell'acqua e nell'aleole, di sa-pore pieeante e salso, non disaggradevole.
E qualche volta impiegato eontro le idropisie e la indi-gestione cronica.
E stato adoperato da Hamont con vantaggio nel cavallo a cura dell'epatite congiunta a rammollimento del fegato (?). Amministrava egli il farmaco alia dose di 64 grammi ogni due giorni. Esercita sull'organismo azione temperante e diuretica ; dato a grandi dosi, riesce lassativo. Si ammi-nistra seiolto nell'acqua comune.
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dclle infiaramazioni dell'occhio, quando havvi soluzione di continuita dalla cornea lucida , perche i due sali di saturno, combinandosi col tessulo, producono macchie opache, le quali con grande difficoita si dileguano, e si fanno anche permanenti. Questi, come altri sali di piombo, soprattutlo se solubili, sono velenosi; il venefizio si com-battc principalmente coi solfati di sodio, o di magnesio.
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13 Acetato di rame basico. — Sotto-acetato di rame. —
Verderame.
E un prodotto dell? chimica industriale ; si ottiene in grande disponendo alternativamente lamine sottili di rame e feccia di vino inacidita, o pannilani inzuppati d'aceto. Vi si lasciano cosi per quindici o venti giorni, quindi si di-staccano le croste verdi prodottesi, e con s. q. d'aceto si fanno in pasta ; questa poi si comprime in sacchi di tela forte o di pelle e si fa seccare.
II verderame del comraercio e in masse di color verde piü o meno volgente all'azzurro; difficile a polverizzarsi, la quale operazione richiede alcuna precauzione onde evi-tare gli inconvenienti ehe puö produrre sull'operatore il polviscolo ehe se ne solieva ; di sapore stittico spiacevolis-simo. Imperfettamente solubile neU'acqua ehe lo scinde in acetato neutro ed in acetati in cui predomina la base. Deve disciogliersi compiutamente e senza fare effervescenza nell'acido acetico, solforico o nitrico. E molto velenoso. Se ne pud combattere I'azione tossica mediante Talburaina d'uovo, stemprata neil'acqua; oppure colla limatura di ferro ben nitida e sottile.
Uso interno. — E stalo sperimentato senza successo a cura del moccio e farcino dai veterinari inglesi. Viborg ed Hertwig lo raccomandano siccome mezzo efficace per combattere la grandine nei maiali. Si araministra neU'acqua sola o resa mucilaginosa.
Dosi :
Solipedi.....grammi 15
Maiali......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 0 15
E mestieri di proseguire per parecchie settimane I'am-ministrazione del farmaco ai maiali, se vuolsi ottenere qualche effetto. Nel frattempo importa di sorvegliare gli animali ai quali lo si propina, onde sospenderne a tempo i'uso se si manifestano fenomeni tossici.
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Uso esterno. — E adoperato a cura delle piaghe atoniche, sordide, a granulazioni esuberanti e secernenti soverchio pus. Si usa sotto forma polverulenta, di soluzione acquosa, di unguenfo.
Aceto.
L'aceto ordinario e per lo piü vino, talvolta birra, sidro, od altro liquore alcolico , del quale tulto od in massima parte I'alcole si e convertito in acido acetico. La com^o-sizione dell'aceto e in rapporto con quella del liquido alcolico da cui deriva.
Si prepara in grande con metodi industriali mediante I'alcole diluito con 10 volte il suo peso d'acqua.
Si deve preferire I'acelo di vino ; comunque l'acqua e Tacido acetico siano i principali componenti dell'aceto , non crediamo tuttavia ehe gli si possa sostituire un mi-scuglio d'acqua e di acido acetico, giacche reputiarao cbe gli altri componenti dell'aceto vi abbiano pure la lore im-portanza ; 100 parti di aceto buono devono saturare almeno 5 parti di carbonate di potassa secco.
L'aceto ottenuto per metamorfosi deH'alcole diluito, c per miscuglio di acqua con acido pirolignico si riconosce dall'aceto di vino, perocche coll'evaporazione non fornisce cremortartaro nö residuo estratlivo, ne cenere alcalina.
L'aceto del commercio puö essere adulterate con acido solforico , nitrico o cloridrico, per darci forza; si svelano siffatte nocevoli frodi nei modi seguenti:
Per Vacido solforico. — Si faccia evaporare una piccola quantitä di tale aceto fino a consistenza estrattiva, il residuo si tratti con alcole concentrato e si filtri; nel liquido filtrato aggiungasi acqua distillata, e si esplori col nitrato di barite ; se vi era acido solforico, si otterrä un precipitate bianco insolubile in tutti i veicoli.
Per Vacido nitrico. — Si neutralizzi con carbonate po-
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15 tassico 1'aceto, si faccia svaporare a secco , porzione di tale residue gettato sopra i carboni accesi deflagrera, se conteneva acido nitricc ; nel quale case , ancora scaldan-done entro tubicino di vetro, altra porzione raescolata con limatura di rame ed acido solforico, sviluppera vapori ru-tilanti.
Per I'acido cloridrico. — Si distilli una piccola quantitä dell'aceto sospetto, nel liquido distillato si versi nitrato d'argento ; se 1'aceto conteneva acido cloridrico si avrä un precipitato bianco di cloruro d'argento, ridissolubile nel-Tammoniaca.
L'aceto forte e il veicolo di quell'ordine di medicamenti ehe si chiamano osseolei, acetolei od aceti medicinali.
Uso interno. — E adoperato nelle febbri infiammatorie, nelle nervöse e putride, nelle carbonchiose, nelle diarree croniche, nel meteorisrao ricorrente dei bovini dipendente da cronica indigestione, negli attossicamenti da piante nar-cotiche, come pure quale mezzo neutralizzante degli alcali caustici e dei carbonali.
Dosi :
Solipedi . . . ... . grammi 300
Bovini.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 700
Piccoli ruminanti e maiali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;60
Cani........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;12
Tali dosi possono essere ripetute parecchie volte nella giornata.
Si amministra sempiicemente dilungato nell'acqua od associate al miele.
Uso esterno. — Giova a cura delle contusioni e si ado-pera in parecchie maniere ; in lozioni, fomentazioni, solo o dilungato nell'acqiia ed a bassa temperatura, oppure associate al solfato di soda , al cloruro di sodio, al salnitro, come ossicrato semplice od anche composto; ovvero si ado-pera nella confezione dei cataplasmi astringenti coll'argilla, terra bolare, fuliggine ecc. — E pure usato come emosta-
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tico allo stato liquido o vaporoso (emoptoe), come deter-sivo sotto forma di collutorio, come parassiticida; ed, im-meritamente, come disinfettante ridotto in vapori.
Acido acetico. — Acido pirolignico. — Aceto glaciale.
L'acido acetico, e I'acido deU'aceto. Si produce per me-tamorfosi dell'alcole; nella distillazione secca delle sostanze legnose ed altre ; si ottiene allo stato di grande concen-trazione e di purezza, distillando alcuni acetati con acido solforico.
L'acido acetico puro e monoidrato fino a 16 6 solido, cristallizzato in lamine bianche e splendenti; al dissopra di tale temperatura e un liquido trasparente e scolorito, di odore caratteristico, di sapore acidissimo, non disaggra-devole se l'acido sia allungato con acqua ; la sua densila e = 1,064 e segna gradi 8 1/2 B.e; bolle a 120, il suo vapore, riscaldato nell'aria si infiamma; attrae l'umiditä dall'aria e si allunga ; coH'aggiunta dell'acqua aumenta di densitä fino a segnare 10 gradi B.6, anomalia ehe merita di essere conosciuta, in quanto ehe entro dati confini l'acido piü denso non sia il piü concentrate; scioglie le re-sine, la canfora, I'albumina e la fibrina ; corrode la pelle da riescire causlico. Allungato con acqua pura, non deve precipitare nfe coll'azotato d'argento, ne col cloruro di bario ; coll'evaporazione non lasciare residue.
Per molti usi nostri puö bastare l'acido pirolignico di buona qualitä; riterremo per tale quello ehe e scolorito, ehe non ha odore empireumatico, e ehe possiede le pro-prietä sopra riferite per Taeido acetico puro.
Uso interno. — L'acido pirolignico ordinario e di rado usato internamente; ne puö essere sotto questo rapporto, ancorche allungato, considerate quale succedaneo deW'aceto nelle malattie in cui questo sarebbe indicate, perchö oltre alle ragioni gia indicate all'articolo precedente, la sua
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azione e piü eccitante ehe temperante, e talvolta si mo-stra anche stupefaciente nei piecoli animali.
Hering adoperö con vanlaggio l'acido pirolignico neile febbri nervöse asleniclie, nel meteorismo dei bovini, negii estesi edemi, ed inulilmente nel reumatismo e febbre reu-matica, nel eimurro maligno e moccio, nella diarrea cro-nica, rimasta in seguito alTamministrazione di dosi troppo grandi d'aioe.
Dosi secondo Hertwig :
Solipedi e bovini .... grammi 60 a 180 Pecore, capre e maiali . . goccie 20 a 40 Cani........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10 a 20
Si amministra in menstrui mucilaginosi, oppure con altri eeeipienti in elettuario. — Le dosi indicate ponno es-sere propinate fino a tre volte per giorno.
Uso esterno. — L'acido pirolignico e stato con molta uti-litä adoperato in lozioni nella cura della scabbia, delle croniche eruzioni erpetiche, dei ricciuoli (dileguati i sin-totni floglstici), delle ulceri gangrenose ed atoniche, della zoppina delle pecore. L'inalazione dei vapori d' aeido pirolignico giova nell'emoptoe piü di quella dei vapori del-l'aceto ordinario.
Acido arsenioso anidro. — Anidride arseniosa. —
Ossido bianco di arsenico. — Arsenico bianco. —
Arsenico crudo.
E fornito dal commercio; si ottiene in grande come pro-dotto secondario nel trattaraento di aleuni minerali di ferro o di cobalto. E un corpo solido scolorito , inodoro, di sapore leggermente acre e dolciaslro ad un tempo; scal-dato si volatilizza, gettato sui carboni accesi spande odore agliaceo, disgustoso. E in masse ora vetrose amorfe, ora opache, e talvolta opache esternamente e vetrose nell'in-terno; l'acido vitreo ed opaco costituiscono due stati iso-
Compendio 2
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raerici dell'acido arsenioso anidro , stall ehe ci possono interessare dal lato della diversa solubilitä ; 100 parti di acqua a ^5 sciolgono 4 parti d'acido vetroso e soltanto 1, 3 d'acido opaco. L'acqua bollente scioglie circa I'll % del suo peso di quello trasparente e soltanto 4 di quello opaco (Bussy); per protratta bollizione ne scioglie I'll 0/0, poi-che allora quello opaco si catnbia nella modificazione vi-trea; la polverizzazione diminuisce la solubilitä dell'acido vetroso, perche lo fa passare alia modificazione opaca.
La sua soluzione acquosa ha debole reazione acida; assai piü distinta pell'acido vitreo; neutralizzata con ammoniaca, produce col solfato di rarae un precipitate verde chiaro; col nitrato d'argento un precipitato giallo.
Incompatibilitä. — Non si deve associare coi solfuri al-calini, col nitrato d'argento, coll'acqua di calce , coi sali di ferro o di magnesia, ne colle sostanze astringenti.
Uso interno. — Le indicazioni per I'uso interho dell'acido arsenioso non sono ancora bene stabilite. Si sa ehe da lungo tempo e adoperato dai mercanti di cavalli per sollecitarne l'impinguamento; ehe dai veterinari inglesi e ritenuto siecome un ottimo tonico nell'astenia gastrica del cavallo ; ehe venne con utilitä amministrato in aleune di-scrasie, come nel moccio e farcino, nelle affezioni cance-rose, nei ricciuoli ed erpeti inveterati, nelle edemazie cro-niehe. Fu pure con successo adoperato nella cura della poU monera da Steiger, ed Hertwig ne commenda I'uso nei casi di paraplegia consecutiva al cimurro dei cani; altri ne fe-cero caso con vantaggio nell'epilessia, nelle paralisie ed in altre nevrosi. In questi ultimi tempi si e da aleuni rae-comandato I'uso dell'acido arsenioso per curare la bolsag-gine, e di fatlo talvolta arreca giovamento , specialraente nei casi recenti.
L'amministrazione interna dell'acido arsenioso debb'es-sere fatta con raolta circospezione per non accagionare inat-tesi attossicamenti. E buona pratica il cominciare colle
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piccole dosi e lo accrescerle gradatamente dopo avere ri-conosciuta la capacitä degli animali a sopportarne I'uso ; ed e altresi utile il sospenderne interpolatamente 1' am-ministrazione per uno o due giorni, Importa pure di fare la dovuta stima della differenza di forma nella quale si amministra il farmaco, giacche disciolto nell'acqua, giusta le esperienze di Rognetta, sarebbe molto piü attivo ehe polverulento. E neppure deve essere posta in non cale la considerazione relaiiva allo stato di vaeuitä o di ripienezza dello slomaco, essendo anche provato ehe l'acido arsenioso mescolato agli alimenti e piü faeilmente tollerato, ehe a stomaeo digiuno. Si amndnislra in pillole, sopra una fetta di pane, eolla erusca, ecc.
Hering ha ragione affermando ehe il eavallo sopporta dosi d'aeido arsenioso piü grandi, proporzionalamente, ehe gli altri animali domesliei, perehe noi abbiamo veduto due eavalli soffrire poehissimo perramministrazione di Hgrarami del rimedio in pillole ed in una sola dose , ed un terzo eavallo non dare quasi segno di patimenti dopo di averne ingollati 16 grammi, in una sola pillola.
Dosi dell'aeido arsenioso sotto forma soiida :
Bovini e solipedi da 40 eentigrammi a 4 grammi. Piccoli ruminanti da 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;a 1 raquo;
Cani ... da 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;a 0 05
Le indieate dosi devono essere diminuite della metä al-meno se vuolsi amrainistrare sotto forma liquida.
Uso esterno. — E adoperato eome caustico ed antipso-rieo. Se ne mette a profitto I'azione corrodente per distrug-gere tumori eistici, porrifiehi, escrescenze fungose, ulceri eancerose; e lo si applica in pieeoli pezzi, polverizzato, in pomata, o sotto altre forme farmaeeutiehe, solo od asso-eiato ad altre sostanze.
Le preparazioni arsenicali adoperate a combattere le af-fezioni psoriehe, in ispeeie del eavallo e della peeora, sono i cosi detti aceti e bagni arsenieali.
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Vaceto arsenicale si prepara facendo bollire sino a per-fetta soluzione trentadue grammi d'acido arsenioso entro due litri di aceto forte ed un litro d'acqua distillata.
Pel bagno arsenicale si prenda un chilogramma di acido arsenioso, dieci chilogrammi di solfato ferroso, si facciano bollire entro caldaia di ferraccio con cento litri di acqua comune, fino a riduzione di un terzo; si aggiunga di nuovo tanta acqua quanta se ne e svaporata, e dopo alcuni bol-lori si rimuova il recipiente dal fuoco ed il liquido si versi in opportuno recipiente per bagni (Tessier).
1 migliori antidoti nel venefizio coll'acido arsenioso o cogli arseniti alcalini, sono la magnesia calcinata, I'idrato di magnesia, o quello di perossido di ferro; i corpi grassi, rendendo meno solubile nell'acqua I'acido arsenioso, po-trebbero pure non riuscire inutili.
Acido azotico. — Acido nitrico. — Acqua forte.
L'acqua forte, ehe e acido nitrico piü o meno puro e diluito, e preparata in grande distillando nitrato sodico o potassico con acido solforico a 62; per averlo puro abba-stanza, si puö ridistillare quello del commercio sopra pic-cola quantitä di minio.
fi un liquido scolorito o giallognolo a seconda del suo grado di purezza, di odore forte e piccante, di sapore acerrimo; quello del commercio segna da 36 a 40 gradi aU'areomelro di B.e, I'acido normale o fumante vi segna 46. Intacca la maggior parte del metalli con sviluppo di vapori rutilanti; non ha azione sull'oro e sul platino; corrode e disorganizza la maggior parte delle sostanze orga-niche , ingiallisce la lana, la seta, le piume, la cute; scolorisce I'indaco.
Uso interno. — L'acido nitrico 6 pochissimo adoperato per uso interno nelle affezioni tifoidee e carbonchiose; si suole dare la preferenza all'acido idroclorico. L'acido ni-
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21 trico deve essere amministrato in grande quantitä d'acqua, almeno in 100 volumi.
Dosi:
Solipedi e bovini .... grammi 8
Ovini e maiali.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 2
Cani........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 0 30
Gli si puö associare I'alcole.
Esternamente l'acido azotico concentrato e adoperato sic-come caustico per distruggere i porrifichi; e usato nella zoppina delle pecore, nel carcinoma del piede del cavallo, nelle ferite con inoculazione di veleni o virus, nella cura delle ernie ombilicali e sventramenti. Allungato con acqua comune (nella proporzione di 1 a 4-7) l'acido nitrico puö con vantaggio essere adoperato in lozioni a cura delle af-fezioni erpeliche inveterate, dei ricciuoli cronici, delle ul-ceri al pisciolare dei buoi. — Contro le eruzioni croniche della cute una volta era molto usata la pomata ossigenata co-stituita da una parte di acido nitrico a 36 B.e, ed otto parti di adipe; essa perö e al presente quasi caduta in disuso.
Le fumigazioni di Smith devono I'azione loro disinfettante all'acido nitrico, ed acido nitroso ; e si producono versando (in recipiente di terra colta o di cristallo) sopra 15 grammi di nitrato di polassa, 15 grammi d'acido solforico allungato con eguale quantitä d'acqua, e rimestando quindi la massa. Queste quantitä possono bastare per uno spazio di 120 metri cubici.
Si potrebbero cgualmente oltenere facendo reagire acido nitrico sopra rame od altro metallo comune.
In caso di venefizio prodolto da quest'acido, sono racco-mandati la magnesia calcinata o I'idrato magnesico, le soluzioni di sapone. Queste sostanze sono del resto rac-comandate nei venefizii colla maggior parte degli acidi: i carbonati ed i bicarbonati alcalini, il ranno da alcuni rac-comandato, offrono il grave inconveniente di sviluppare una grande quantitä d'acido carbonico.
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Äcido borico, o boracico. — Sale sedative d'Homberg.
Trovasi libero in natura sciolto e trascinato dal vapore acquoso dei sofßoni della Toscana ; in piecola quantitä in-contrasi nella maggior parte delle acque solforose dei Pi-renei. AUo stato di combinazione forma il borace minerale, la boracite, ecc.
Per g!i usi medici si depura quelio del soffioni, con ri-petute cristallizzazioni, o si rieava scomponendo con aeido cloridrico il biborato sodico.
Allo stato di purezza e bianco, in iscaglie madreper-lacee ; di tatto untuoso; non ha odore, ha sapore aeidulo; poco solubile nell'acqua fredda 1:35; assai nella calda 1:8; solubile nell'alcole; la soluzione alcolica brucia con fiamma verde. Ha debole reazione aeida.
Scaldato si fonde ; a circa 100deg; perde una molecola di acqua e si converte in aeido metaborico; al rosso perde tutta l'acqua e si converte in anidride borica; discioglie ad alte temperature non pochi ossidi metallici, formando con aleuni di essi dei vetri caratteristicamente colorati.
Usi. — L'acido borico e da tenersi in conto di effica-cissimo antiputrido e disinfettante; ed in fatti e uno dei medicamenti onde consta il metodo antisettico e disinfettante di Lister.
Si adopera in soluzione nell'acqua nella proporzione del i per 0/0, ed anche in pomata preparata secondo le se-guenti formole :
1raquo; Aeido borico......1 parte
Adipe suino......30 raquo;
2laquo; Aeido borico polv.....1 raquo;
Gera bianca......1 raquo;
Paraffina.......2 raquo;
Olip di mandorle dolei . . . 2 raquo;
In veterinaria non si 6 ancora fatto esteso uso dell'acido borico nella cura delle malaltie chirurgiche, nelle quali e
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indicato l'uso degli antisettici , e specialmente dell'acido fenico (vedi); ma havvi ragione di credere ehe esso sara piü frequenteraente adoperato in avvenire, perche non amp; di gran prezzo, e piii ancora perche non e dotato di pro-prieta irrilanli.
L'acido borico e da lungo tempo impiegato in Isvezia come agente conservatore della carne e del latte, sotto forma di polvere (Aseptina) e di liquide (Ainikot).
Recentemente lo Schiff raccomandava il metodo di Herzen per la conservazione della carne cruda , il quale consiste nell'adoperare una soluzione di 2 parti di acido borico in 86 di acqua, con aggiuntadi 8 parti di borace, 1 parte di sal di cucina, e 3 di salnitro.
Acido cianidrico. — Acido idrocianico. — Acido prussico medicinale.
Quello officinale h acido cianidrico allungato. Conside-rando la facilita con cui si decompone, ed il prezzo ele-vato a cui a buon diritto deve essere venduto dal farma-cista, ne consigliamo per gli usi veterinarii la preparazione estemporanea ; al quale effelto, se fosse piü facile incon-trare nelle farmacie il cianuro di bario, proporremmo di trattare questo sale sciolto nell'acqua con acido solforico in proporzioni equivalent!; cio non essendo, crediamo uti-lissima ed eeonomica la seguente formola :
P. Cianuro potassico puro . . grammi 4 5 Acido tartarico cristallizzato.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 10 5
Acqua distillata ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; . 100
Si sciolga nell'acqua l'acido tartarico, vi si aggiunga il cianuro potassico, si agiti il tutto entro boccia di vetro ben chiusa, si lasci riposare e si decanti il liquido lim-pido dal cremortartaro depostosi in massima parte.
E un liquido scolorito, di odore forte di mandorle amare, di reazione acida; contiene circa 2 0/0 di acido cianidrico
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reale; si puo all'uopo oUenere piü concentrato riducendo le proporzioni dell'acqua; non vi reca inconvenienti la piccola quantitä di cremortartaro ehe vi puö rimanere disciolta.
Uso interno. — L'acido cianidrico e stato adoperato util-raenle contro le infiammazioni dolorose di petto e di ventre, la losse dipendente da semplice irritazione, l'asma nervoso; nel cane contro la tisi polmonare consecutiva al eimurro, e la tosse d'irritazione, ehe talvolta di continuo li tormenta.
Dosi:
Solipedi e bovini . . grammi 2 a 4
Ovini......goccie 15 a 24
Cani...... raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1 a 6
L'acido cianidrico si amministra nell'aequa distillata o piovana, oppure, ciö ehe e meglio, in una pillola di farina di seme di lino ineavata, dentro la quäle s'instilla e si rac-chiude il farmaco.
L'uso di questa altivissima sostanza riehiede la massirna prudenza da parte del veterinario, ed in generale e sempre conveniente di eominciare eolle dosi piecole , onde non determinare inaspettati attossicamenti, sia perche mutabile assai il grado di concentrazione del farraaeo (inconveniente ehe si rimuove eolla suggerita formola), sia perche e di-versaraente senlilo anehe dagli animali della stessa specie a seconda dell'etä, di speeiali eondizioni individuali, e del genere di malattia.
Nel caso di attossicamento coll'aeido prussico per lo piü si puö far nulla, avvenendo rapidamente la morte; quando perö per tempo si potesse prestar soecorso in sif-fatto frangente, si poirebbero teniare le inalazioni del gas ammoniaeale, del gas eloro , oppure le pozioni di soluzione acquosa d'ammoniaea liquida, o di ipoclorito di calce.
Uso esterno. — L'acido cianidrico dilungato nella glice-rina o nell'aequa (1 : 80), applicato in lozioni nelle affe-zioni erpeliehe pruriginose, procura sovente un rapido sollievo.
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25 Acido cloridrico. - Acido idroclorico. — Acido muriatico. — Spirito di sale furaante.
Si prepara in grande pei bisogni delle arli facendo rea-gire acido solforico sopra cloruro di sodio fuso, ed il gas ehe si sviluppa facendo sciogliere entro acqua comune. L'o-perazione essendo fatta entro cilindri di ferraccio, il pro-dotto e spesso inquinalo da cloruro ferrico da cui dipende la tinta gialla di questo acido commereiale.
Volendolo avere puro si tratli cloruro sodico depurato con acido solforico puro ed il gas, lavato, si faccia sciogliere mediante I'apparecchio di Wolff nell'acqua dislillata mantenuta fredda.
L'acido cloridrico dei laboratorii e del commercio e una soluzione pia o meno salura di gas cloridrico nell'acqua; quello puro 6 scolorito, giallognolo quelio commereiale ; di odore forte, irritante ; fuma a contatto dell'aria ; e piü pesante dell'acqua ; segna 22 all'areometro di B.e; corrode i tessuti organici tingendoli in rosso bruno, produce densi fumi bianchi avvicinandogli una baechettina di vetro ba-gnata neU'ammoniaca; precipita in bianco col nitrato d'ar-gento, e, se l'acido e puro, il precipitato si deve disciogliere inlieramente neU'ammoniaca.
Uso interno. — Allungato nell'acqua, finche questa acquisti una sopportevole acidita, l'acido idroclorico e stato con van-taggio adoperato in bevanda nelle aflezioni carbonchiose , nelle tifoidee, nella febbre petecchiale, nel vaiuolo maligno; fu pure commendato il suo uso nel tifo contagioso de' buoi (Pessina). Nella indigestione cronica dei buoi dipendente da astenia degli stomaci si riconobbe ulile la sua associa-zione all'alcol (30 grammi di acido e 60 di alcol, dilun-gati in sufficiente quantitä d'acqua). Dosi secondo Hertwig:
Solipedi.....da 8 a 15 grammi
Bovini adulti ... da 15 a 30 raquo; Ovini e maiali ... da 4 a 8 raquo; Gani, da 50 centigrammi ad 1 gramma.
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Se si adopera I'acido in pozione deve essere ammini-strato in molta acqua comune, decozioni mucilaginose, od infusi aromatici.
EsUrmmente I'acido cloridrico e adoperato per lozioni e per colluttorio nella febbre aftosa , nella angina difterica del porco ; in tale caso deve essere mescolato con 16 a 20 parti d'acqua, o d'infusi aromatici, oppure con due o tre volte il suo peso di miele. Indebolito nella stessa propor-zione coll'acqua, I'acido idroclorico e anche usato in lozioni nelle infiammazioni erisipelatose. Si trae pure talvolta par-tito deirazione caustica dell'acido cloridrico concentrato per caulerizzare le ferite con inoculazione di virus , e ve-leni; e perö meglio ricorrere ad altri mezzi per la diffi-coltä ehe si prova a limitarne I'azione al punto sul quale si vuole agire ; inconveniente del resto ehe e comune ai caustici liquidi.
Acido fenico o carbolico. — Fenolo. — Alcole fenico. — Idrato di fenile.
Si prepara in grande, ricavandolo dall'olio di goudron di litantrace.
fi un corpo solido, in lunghi cristalli aghiformi, in corte pagliette od in masse cristalline, trasparenti, senza colore; di odore particolare come di fumo, piccanle, sapore acre mordicante; irrita la pelle, fonde a 35, bolle a 186; alquanto piu dense deH'acqua; nella quale e pochissimo solubile ; molto solubile neil'acido acetico, nell'alcole, nel-I'etere, negli olii fissi evolatili; macchia alia maniera degli olii essenziali la carta.
E neutro alle carte reattive, non scompone i carbonati; salifica perö le basi formando fenati neutri e cristallizza-bili, L'acido nitrico concentrato lo intacca gagliardamente e lo converle in acido picrico, ossia acido trinitrofenico.
L'alcole fenicato, od acido fenico liquido, e un miscuglio
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di 40 parti d'alcole ordinario con 90 pani di acido fenico; questo miscuglio non solidiücandosi ehe a molto basse temperature riesce assai comodo per la preparazione estempo-ranea dei medicamenti fenicati.
II linimento fenicato irritante del Lemaire, e una solu-zione di 2 p. di acido fenico cristallizzato entro 100 p. di alcole ordinario.
L'acido fenico agisce localmente quale astringente, o quale irritante ed infiammante, ed anche quale caustico , a se-conda del grado di diluzione o di concentrazione, in cui e adoperato. Se ö propinato per le vie digestive, in deboli soluzioni acquose ed a mediocri dosi, risveglia I'appetito, concilia il suo odore all'aria espirata, accresce lasecrezione delle orine e rende gli escrementi duri.
Uso interno. — E state raccomandato contro le malattie a processo dissolutivo, specialmente contro le affezioni car-bonchiose, dai veterinari francesi; noi perö non possiamo dire ehe giovi contro di esse, ne come mezzo profilattico, nä come mezzo curativo. E slato altresi cimentato contro la diarrea cronica, i catarri inveterati ed i vermi inteslinali. Geriach considera l'acido fenico come I'agente antimoccioso piü attivo fra quelli, ehe finora sono stati impiegati, e se-condo lui, e capace d'arrestar lo sviluppo del male, quando h aneora locale.
Dosi:
Solipedi e bovini . . 6 a 16 grammi
Ovini......2 a 5 raquo;
Maiali......2 a 4 raquo;
Cani......0 40 a 1 raquo;
Da ripetersi due o quattro volte al giorno. II farmaco debb'essere propinato nell'acqua (coll'aggiunta di una pic-cola quantitä di alcole), negli infusi aromatici, nel rapporto di 1 a 50 ad 80 ; e lo si puö anche dare sotto forma di elettuario o di boli. Alcuni erbivori prendono il rimedio nella bevanda, se questa ne contiene soltanto 1/400.
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Per le iniezioni ipodermiche le soluzioni saranno appre-state sciogliendo 2 grammi d'acido fenico in 100 d'acqua.
Usoesterno. — L'acido fenico e generalmente riconosciuto come un validissimo rimedio antiscabbioso ed antierpetico, e lo si adopera solto forma di acqua fenizzata (1 : 100-200) in lozioni,di linirnento o d'ipomata(i:Waamp;0 di olio,di glicerina, o di grasso) in unzioni. Zundel ha raccomandato il seguente bagno contro la rogna degli ovini. Acido fenico 1500 grammi, calce causlica 1 chilogramma, potassa e sapone verde ana 3 chilogrammi; si mescolino le sostanze indicate e si sciol-gano in 260 litri d'acqua calda. 11 bagno serve per cento ovini. Per gli animali gravemente malati fa bisogno ripe-tere il bagno dopo tre giorni. La lana non e colorila, ne altrimenti guastata dal bagno.
La proprietä astringente dell'acido fenico e slata posta a partite nella cura di tutti i catarri cronici delle cavitä na-sali, delle orecchie e delle parti genitali; e per lo piü si fece uso dell'acgMa fenizzata o della tintura per praticare iniezioni.
Come detersivo ed antiputrido, l'acido fenico e stato im-piegato a medicare le piaghe e le ulceri fetide e sordide solto forma di acqua fenizzata, di tintura, di linirnento o di glicerinoleo (1 : 5). 11 rimedio arreca pure grandi van-taggi se e applicato alia medicazione delle ferite gravemente contuse, perche liraita ed arresta la progressione della gangrena.
L'acido fenico puö essere usato come caustico nella carie delle ossa e delle cartilagini, nei tumori carbonchiosi, nella formica del cavallo, unito alia glicerina od all'alcol. Nella cura della formica del piede del cavallo facciamo sovente uso della pomata fenicata, preparata con 1 parte di acido fenico e 3 a 4 parti di sapone verde.
Infine e l'acido fenico un atlivissimo disinfettante, ed 6 impiegato alia disinfezione degli animali ehe sono stati sot-toposti all'influenza di qualche contagio (p. es. del carbon-
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29 chioso, del moccioso), delle stalle, degli arnesi e del le-tame. Per lavare gli animali convengono le deboli soluzioni nell'acqua (1:200 500); per la disinfezione degli arnesi ed utensili da stalla, si sogliono adoperare soluzioni piü concentrate del doppio della suindicata.
Per operare la disinfezione del letame , puossi far uso della seguente miscela indicata da Hering; acido carbolico 5 parli, solfato ferroso 20 parti, gesso 75 parti; scioglierne 160 grammi in una secchia d'acqua e mescolarla agli escre-menti, fintanto ehe abbiano perduto ogni odore.
Nella nostra Scuola, ed anche nella nostra clientela par-ticolare, abbiamo largamente fatto uso dell'acido fenico esternamente in tutti i mali antecedentemente indicati, e ne abbiamo ricavati ottimi vantaggi.
Acido fosforico medicinale.
Si prepara, facendo bollire entro storta di vetro munita di allunga e di pallone, una parte di fosforo preferibilmente rosso, con quattro parti di acido nitrico allungato con otto parti di acqua distillata; cessati i vapori rutilanti e disciolto intieramente il fosforo, si riversa nella storta il liquido rac-coltosi nel pallone, e si distilla a moderato fuoco, fino a consistenza sciropposa; si allunga il residue con tanta acqua distillata da avere una soluzione ehe segni 45 gradi di B.e.
Si puö eziandio ottenere, scomponendo le ossa calcinate medianle un grande eccesso di acido solforico ; si filtra, si evapora a secchezza; il residuo, ealcinato per ispogliarlo dell'acido solforico, si scioglie in s. q. d'acqua da avere una soluzione della densitä di sopra indicata.
E liquido scolorito, inodoro, piü pesante deU'acqua; di sapore acidissimo, non disaggradevole nolle soluzioni allun-gatissime. Precipita in bianco I'acqua di calce in eccesso; preeipita in giallo il nitrato d'argenlo amraoniacale.
Uso interno. — Hertwig assieura d'aver usato eon molto
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successo nella cura dell'osteomalacia della capra e del cane I'acido fosforico associate alternativamente a farmaci amaro-aromatici, ed all'acqua di calce. Questo acido puö essere adoperato nei casi in cui si suole ricorrere agli altri acidi minerali, come nelle febbri nervöse asteniche, nelle carbonchiose, od in altre simili febbri.
Dosi:
Solipedi e bovini . . da grammi 10 a 20 Pecore, capre, maiali .da jgt; 3 a 5 Gani......da raquo; 0,30 a 0,60
Per I'uso interno si allunga in sufficiente quantitä di menstruo, finche queslo pigli un sapore grato e sopporia-bile acidita. Tali dosi ponno essere ripetute, se il bisogno lo richiede, dopo una o piü ore d'intervallo.
Uso esterno. — L'acido fosforico non fu guari messo a paiiito in veterinaria siccome lopico; potrebbe, secondo al-cuni, giovare nella carie delle ossa e carlilagini.
Acido lattico. — Acido nanceico, zumico o galattico.
, E l'acido del latte inacidito ; si produce nella fermen-tazione di molte soslanze zuccherine o saccarificabili. Si trova assai frequente nell'organismo; s' incontra nei mu-scoli, nei sangue, nella orina, nei sugo gastrico, nei tuorlo d'uovo, in molti sughi vegetali, ecc. Per averlo libero ed in quantitä, si conoscono parecchi processi; fra gli altri e commendevole il seguente : a due litri di siero cli latte aggiungansi 250 grammi di glucosio o di amido , e 250 grammi di creta; si abbandoni il miscuglio a se stesso ad una temperatura di 25 a 30 gradi per dodici giorni circa. L'acido lattico, a misura ehe si va fonnando, rimane com-binato colla calce; cessato lo sviluppo dell'acido carbonico, si faccia evaporare a consistenza di sciroppo il liquido de-cantato; col riposo si depone cristallizzato il lattafto di calce; queslo si decompone poi mediante acido ossalico, o sol-
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31 forico allungato; il liquido da cui si sarä separate per decantazione o fillrazione il sediraeKto calcare, si fa eva-porare a consistenza sciropposa.
L'acido laltico idrato e un liquido scolorito , di consistenza sciropposa, incristallizzabile, inodoro, dotato di grande e non disaggradevole acidita; mescibile in tutte le propor-zioni all'acqua, aH'alcole ed all'etere, versato in una so-luzione di acetato di magnesia, produce un precipitate bianco, svolgendo acido acetico. Lo siero di latte intensa-mente inacidilo puö rimpiazzare vantaggiosamenle l'acido latlico per molte sue indicazioni in medicina veterinaria.
Incompalibilitä. — Cogli ossidi basici, coi carbonati, coi-sali magnesiaci ad acido organico in generale.
Usi. — L'acido lattico puro non e usato in terapia veterinaria ; invece si trae molto utilmente partito dello siero di latte inacidito, in cui esso e contenuto. Lo siero di latte inacidito e internamenie amministrato siccome temper ante, nelle malattie infiaramatorie in genere ; e per Fordinario e volentieri bevuto da alcune specie di aniraali doraestici (maiali, cani). Si porge puro agli aniraali, oppure dilun-gato con acqua. — Lo siero di latte inacidito puö altresi servire di menstruo per altri farmaci, quali il cremortar-taro ed il salnitro, ecc.
Lo siero di latte inacidito puö darsi nella quantitä di 1 a 2 litri al giorno agli ovini, e di 3 a 10 ai maiali. Ai cani puö essere apprestato come bevanda ordinaria, ac-ciocche ne piglino a loro voglia.
Lo siero di latte inacidito produce sovente effetti purga-tivi negli aniraali cui e amministrato, e specialraente nelle pecore e capre, — Sono stati da Viborg osservati gravi fenomeni nel cavallo in seguito all'uso di grandi quantitä di siero di latte, quali: tremori, dolori colici, convulsioni, polso duro, piccolo e frequente, meteorismo, quindi pneu-monite ed anche la raorte dopo 24 o 36 ore; e si attribui-rono all'azione di quello. Fu perö diraostrato con oppor-
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tuni esperimenti ehe i gravi sintorai e le funeste conseguenze
osservate si dovevano riferire al caltivo metodo d'ammini-
strazione dello siero di latle, parte del quale scendeva nella
trachea.
Acido salicilico. — A. ortooxibenzoico.
Esiste naturalmente quest'acido organico nei fiori della Spiraea ulmaria ed allo stato di salicilato metilico nel-I'essenza di Gaultheria procumbens. Prende a formarsi in molteplici circostanze. Per gli usi medici ed anche indu-striali ai quali e atlualmente con molta frequenza impie-gato si prepara in grande colla reazione deli' anidride carbonica sopra fenato di sodio; il salicilato sodico basico ottenuto si scompone con acido cloridrico, e per cristalliz-zazione si separa I'acido salicilico.
fi in prismi minuti, inodoro, scolorito , di sapore poco pronunciato quasi dolcigno, poco solubile neH'acqua fredda, assai piu in quella calda; solubile nell'alcole e nell'etere, fonde a 456, volatile senza decomposizione. E un acido raonobasico diatomico.
La sua soluzione si colorisce in violetto-azzurro cupo coi sali ferrici.
Usi. — Allorche si ebbe a riconoscere la potente azione deodorante, antisettica e disinfeltante, di cui I'acido salicilico e dotato, sperimentando sopra carni in preda a putre-fazione, oppure sopra piaghe sordide e fetide, o sopra parti invase dalla gangrena , si concepirono grandi speranze a riguardo delle utili applicazioni ehe di questo antisettico si sarebbe potuto fare nella cura dell' infezione putrida, ed in generale delle malattie a processo dissolutivo, non escluse le affezioni carbonchiose. Ma e d'uopo diehiarare in omaggio al vero, ehe i risultati ottenutisi da eoloro ehe posero a eimento I'acido salicilico nelle malattie so-pradette, non corrisposero all'aspettazione. Pare ehe I'acido
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33 salicilico amministrato internaraente attacchi energica-mente remato-globulina e disfaccia gli ematici; esso e capace di produrre abbassamento di temperatura , ma in limiti rnolto ristretti; e se e propinato agli animali gior-nalmente per qualche tempo, li fa rapidamente dimagrare.
II rimedio puö essere amministrato alle seguenti dosi : Cavalli e bovini. . grammi 10 a 15
Cani.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 0,2 a 2
nella bevanda od in pozione. .
Estermmente. — L'acido salicilico e da usarsi come uno dei medicamenli del metodo curativo antisetlico e disinfet-tante del Lister al pari dell'acido fenico (vedi) e delPacido borico, sia per la pratica di iniezioni antisettiche e disin-fettanti, sia per la medicazione delle ferite, piaghe ed ulceri.
Per questi usi l'acido salicilico e adoperato sotto forma di soluzione acquosa, apprestata nella proporzione del 3 al 5 per %, ed anche semplicemente polverizzato.
Acido solforico. — Olio di vetriuolo.
E uno dei piü importanti prodotti della chimica inda-striale; occorre in natura talvolta libero, e piü spesso allo stato di combinazione nei solfati nativi, fra i quali e ab-bondantissimo quello di calce; per la maggior parte degii usi in mediclna-veterinaria, puö bastare l'acido solforico ehe a buon mercato ci fornisce il commercio sotto il nome di olio di vetriuolo; volendolo avere piü puro lo si puö ri-dislillare entro storta di vetro riscaldata dai lati, o dal dissopra , rigettando le prime porzioni ehe passano alia distillazione.
Eun liquido scolorito, inodoro, di consistenza oleaginosa, di densitä =1,845 alia temperatura di 20; segna 66 gradi al pesa-acidi di B.e; bolle a 326 , raffreddato a — 35 si congeia. Ha sapore causticissimo , sommamente corrosivo.
E avidissimo d'acqua, mescolato con questa innalza con-
Compendio 5
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siderevolmente la temperatura; il volume del miscuglio freridato amp; minore della somma dei volumi dell'acqua e rlell'acido, presi separatamente. Non succede piü ne innal-zamento di temperatura, ne contrazione di volume mesco-landolo con acqua, quando I'acido contenga tre volte I'acqua propria dell'acido solforico raonoidrato od a 66. Lasciato aH'aria, assorbisce l'umiditä, s'allunga e si colorisce in bruno per la caduta in esso delle sostanze organiche ehe volitano nell'aria, e ehe vengono carbonizzate ; lo si deve perciö conservare in recipienti chiusi. Distrugge ed incar-honisce la maggior parte delle sostanze organiche.
AH'ordinaria temperatura e I'acido piü gagliardo ehe si conosca ; molto raffreddato diviene indifferente; ad elevate femperature, perocche e volatile, 6 cacciato dagli acidi piü fissi. L'acido solforico, non ehe i solfati solubili, dänno coi laquo;ali solubili di barite un precipitate bianco , insolubile in tulli i veicoli. Proprietä questa ehe puo servire a svelarne la presenza ed a determinarne la proporzione.
L'acido solforico puro, oltre ai caratteri sopra accennatl, non deve lasciare residue coll'evaporazione, non colorirsi col solfato ferroso ; allungato con acqua e fatto attraver-sare da una corrente di acido solfidrico non deve dare alcun precipitate; non dare indizio d'arsenico esplorato coll'apparecchio di Marsh.
Incompatibilita. — Non puö essere mescolato con alcali, con carbonati, con sali, coi quali possa dar luogo a com-posti insolubili.
II venefizio ehe puö quesl'acido produrre si combatte mediante la magnesia, la soluzione di sapone.
L'acido solforico, dato a convenienti dosi, e dilungato nell'acqua, fa abbassare di alcuni decimi di grado la temperatura propria degli animali, ed accresce la coagulabilitä del sangue.
Uso interno. — L'acido solforico e state in generale con vantaggio usato come antiputrido in quelle malattie, nolle
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35 quali havvi tendenza ai processi dissolutivi, come nelle febbri dette nervöse, asteniche o pütride, nelle malattie car-boncbiose, non ehe contro eerie congestioni ed emorragie passive (eraaturia dei buoi). E pure stato usato eon qualehe vantaggio nelie infiammazioni delle vie digestive sotto forma di limonata solforica. Dosi:
Solipedi.....da grammi 2 a 4
Bovini.....da raquo; 4 a 15
Ovini e maiali ... da raquo; 2 a 4
Cani......da raquo; 0,25 a 0,60
Si preferisee generalmente amministrare I'aeido solforico sotto forma liquida, e si da nell'aequa pura, in infusi aro-matiei, in deeozioni amars, e sempre con sufficiente quan-titä di eceipiente, perehe I'aeido perda ogni proprieta eau-stica od irritante (proporzione di 1 a 90 almeno). Molti animali prendono spontaneamente il farmaco, specialmente se vi s'aggiunge un po' di farina di cereali. — Le dosi indicate ponno essere ripetute quattro o cinque volte nelle 24 ore, a norma del bisogno.
Vacqua di Rabel, la quale si ottiene meseolando una parte di aeido solforico concentrato con tre di aleole ordi-nario, e pure adoperata talvolta internamente ne' easi in cui e indicate I'uso deH'aeldo solforico. Puö riguardarsi queslo preparato siecome un misto a proporzioni variabili, a seconda del tempo da cui fu preparato, di aeido solfo-vinico, di aeido solforico e di aleole; e riputato ancora eeeitante, come dalla composizione sua puö prevedersi. Si amministra negli stessi modi ehe I'aeido solforico, a dosi maggiori, doppie eioö, o triple.
In easi e modi analoghi si adopera eziandio I'elisire aeido dell'Haller: si prepara con parti eguali di aeido e di aleole. Ryenher raccomanda I'elisire vitriolico del Mynsieht, in parlieolare nel tifo e nella febbre vitellare. Questo eli-sire e una tintura aromatica, preparata con aleole aci-
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dulato col decimo del suo peso d'acido solforico concen-
trato.
L'acqua di Rabel e stata vantaggiosamente applicata come emostatico, come coagulante della sinovia nelle ferite ar-ticolari, quale caustico nelle ulceri.
Uso esterno. — L'acido solforico e adoperato esterna-mente come astringente, detersivo e caustico a varii gradi di concentrazione negli stessi casi e nello stesso modo ehe l'acido cloridrico.
Acido tannico. — Acido gallotannico. — Tannino. — Concino.
fi un principio immediato molto diffuso ed abbondante nella natura vegetale; le sostanze astringenti devono per lo piü a questo le loro proprietä. I chimici ne distinguono differenti maniere; quello officinale si e il tannino della galla quercina, cioe l'acido gallotannico ; si ottiene esau-rendo coll'apparecchio a sposlamento la galla in polvere mediante I'etere solforico mescolato con 1/20 di alcole, la tintura eterea, abbandonata al riposo, si divide in due strati; questi si separano per decantazione; lo strato supe-riore si distilla per ricuperarne I'etere , I'inferiore si ab-bandona in una capsula a ienta evaporazione a moderato ralore di stufa.
II tannino cosi ottenuto e in massa spongiosa., leggero, lucente; o polverulento, amorfo, di leggero colore gial-liccio; inodoro, di sapore astringente non amaro. Inalte-rabile all'aria secca; in quella urnida diviene di colore piü carico, piü o meno profondamente alterandosi. Solubile nell'acqua, la soluzione possiede debole reazione acida, scompone i carbonati; abbandonata all'aria si altera, vi si produce acido gallico ed ellagico con isviluppo d'acido car-bonico; la maggior parte degli acidi minerali ne precipi-tano da essa il tannino; non vi hanno azione dislinta gli
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37 acidi organic!. Precipita molte dissoluzioni metalliche, e quelle degli alcaloidei; forma il tannino del composti in-solubili, ed imputrescibili colla albumina, gelatina, fibrina, glutine, coi tessuti, coU'epidermide e colle pelli animali; d'onde una delle piü utili sue applicazioni industriali, quella cioe all'arte del concialore di pelli. Colle soluzioni dei sali ferrici forma un precipitato azzurro-nero; e la pre-parazione deH'ordinario inchiostro da scrivere riposa sopra tale proprieta. Molte indicazioni dell'acido gallotannico, cre-diamo si possano economicamente soddisfare col mezzo dell'estratto acquoso di galla o di altre sostanze tannifere ehe il coramercio fornisce a buon mercato.
Incompatibilitä. — Non si deve associare il tannino con alcun sale dei metalli propriamente detti, con sostanze amidacee, albuminose, con sali degli alcaloidei.
Uso interno. — II tannino puro fu adoperato assai poco in veterinaria per causa del suo prezzo elevalo, e nei casi in cui e indicate il suo uso gli vengono anteposte le ma-terie prime ehe lo contengono. fi la sostanza cui meglio si convenga il nome di astringente, e torna utile nella cura dei profluvii mucosi ehe hanno per causa congestioni passive delle mucose, come pure delle emorragie capillari, anche quando sono dipendenli da difettiva nutrizione dei vasi capillari. La sua azione attonante si estende anche a parti lontane dal suo luogo di applicazione ; non e perö ben nolo il processo terapeutico, secondo cui questo fatto avviene. — Alia Scuola di Torino si amministrö in pillole il tannino irapuro a molli cavalli affetli da catarri nasali cronici per molti giorni di seguito alia dose di 10 a 25 grammi in due volte ; solo in alcuni casi si verified una duratura guarigione. Qualche volta si dovette sospendere I'uso del farmaco per I'insorta costipazione di ventre, op-pure per disoressia.
L'acido tannico fu adoperato utilmente nelle croniche diarree e nelle emorragie interne dei cani alia dose di
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25 centigrammi a 50 in pillole oppure sciolto nell'acqua.
L'uso del tannino e indicato anche negli attossicamenti causati dalla raorfina, dalla stricnina, dal tartaro emetico, perche da luogo a cotnposti insolubili.
Dosi:
Solipedi e bovini . da grammi 2 a 8 Uvini e maiali . . da raquo; 0,50 a 2 Gani......da raquo; 0,15 a 0,50
Si da sciolto nell'acqua ed in pillole, od in elettuario.
Uso esterno. — L'acido tannico e uno dei piü efficaoi mezzi coagulant! della sinovia, e l'esperienza dimoströ con-venientissimo il suo uso nella cura delle ferite penetranti nelle articolazioni: puossi usare polverulento, ovvero in so-luzione nell'acqua o nell'alcol, nella proporzione di 1 :40. Allorquando si preferisce la forma liquida se ne fa l'appli-cazione con una penna, ne si sospendono sulla articolazione affetta le fomentazioni ripercussive nei casi recenti, ehe richiedono queste ultime. — N6 meno efficace e pronta e l'azione del tannino polverulento o sciolto nell'acqua, nella proporzione varia di 1 a 16, a 20, a 40 nell'acceierare la cicatrizzazione delle piaghe suppuranti con bottoncini carnei flaccidi, esuberanti e facilraente sanguinanti, specialmenle se la sua applicazione sia congiunta all'uso di bendaggio lievemente compressivo. fi facile ottenere una soluzione acquosa di tannino di questa proporzione (senza ricorrere alia diretla soluzione dell'acido tannico nell'acqua), prescri-vendo I'infuso di noce di galla, la quale contiene appros-simativamente il 50 per cento di tannino. Nelle ferite penetranti nelle articolazioni si associa al collodio il tannino nella proporzione di 1 a 2-4.
Acido tartarico.
Si conoscono parecchie raodificazioni isomeriche fisiche dell'acido tartarico; quello d'uso medico si k l'acido tar-
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tarico ordinario o normale, l'acido destrogiro. — Occorre tbrmato in natura, ora libero, ora in combinazione salina e principalmente allo stato di tartrato acido di potassio: egli 6 sotto di questa forma ehe si incontra nel mosto d'uva e ehe jjoi si depone dai vini sulle pa-reti interne dei vasi vinarii.
Si estrae eon proeedimenli industrial! dal tarlaro delle botti, converlendolo in tartrato ea-lcare ehe poi si seom-pone con aeldo solforico.
L'acido tartarico e in grossi prismi rombici monoclini seoloriti, senz'aequa di cristallizzazione. fi inodoro, ha sa-pore acido pronunciato, non disaggradevole nelle soluzioni diluite; ha potere destrogiro, solubile nell'aequa e nell'al-cole. E un aeido bibasico; precipila in bianco le soluzioni dei sali potassiei. Scaldato dapprima si fonde, si rigonfia, ed a piü alte temperature si disidrata, spandendo odore di zucchero bruciato, eonvertendosi in anidride tartarica.
Alia distillazione secca si decompone in aequa, anidride carbonica, aeido piruvico, aeido pirotartarico ed altri pro dotti seeondari.
Usi. — L'acido tartarico 6 assai poco usato presso di noi in veterinaria, giacche si suole anteporgli il cremor-tartaro nei casi in cui esso sarebbe indicato siccome tem-perante nella febbre concomitante le flogosi di organi o parti importanti, nella sinoca, nelle febbri carbonehiose ecc.
Si amministra nella bevanda ai cani alia dose di grammi 0,3 — 1; qualehe rara volta si amministra pure ai eavalli nella bevanda, sciogliendovi l'acido nel rapporto deU'l a 2 per cento.
L'uva, le mele, le pere , ed altre frutfa acide, ponno essere amministrate agli erbivori domestici come rimedio temperante succedaneo dell'aeido tartarico , quando nella state e nell'autunno dominano malattie epizootiche od en-zootiche nel bestiame. In tal caso si schiacciano le frutta nell'aequa, ehe deve esser bevuta dagli animali.
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Aconito napello.
Pianta vivace appartenente alia classe Poliandria triginiä di L., ed alia fainiglia naturale delle Ranuncolacee. Cresce spontanea nei siti riparati ed umidi delle montagne; ha fusto cilindrico, ereltq, dell'altezza di un metro circa; foglie alterne, picciuolate, profondamente frastagliate , di colore verde cupo; quelle florali quasi sessili. Kadice assai svi-luppata, napiforme, nerastra al di fuori, bianca interna-mente; i fiori solitari disposti in lunga e densa spica ter-minante lo stelo , con calice pentasepalo petaloideo, con corolla pentapetala irregoiare nettarifera; il petalo superiore a foggia di ampio caschetto o cappuccio; di colore turchino piü o meno intense, radamente violaceo, od anche bianco. Stami numerosi, tre carpelli liberi, divaricati; fiorisce nel mese di giugno e luglio; collivasi nei giardini per la bellezza del fiori; per gli usi medici si deve irapiegare la pianta cresciuta spontanea ne' siti moutuosi; le parti usate sono specialmente le foglie raccolte quando i fiori stanno per sbucciare.
L'esame circa la composizipne immediata di questa im-portante pianta vuol essere ripreso; I'azione sua terapeu-tica e venefica pare ehe dipenda essenzialmente da un peculiare principio immediato, incrislallizzabile, alcaloideo, chiamato aconitina. Se ne prepara la polvere, una tintura alcolica, estralti, ecc.
Uso interno. — Nella terapia veterinaria h stato adope-rato l'estratto d'aconito, e la tintura alcolica della stessa pianta, assai di rado in alcune malattie degli animali do-rnestici. Si attribuisce a questo narcotico una particolare efficacia contro le affezioni reumatiche di carattere infiam-raatorio ed un'azione sedativa sul cuore e vasi, valevole a moderare l'angiocinesi esistente nolle febbri ed infiamma-zioni; ed e pure riguardato da taluni come antispasmo-dico. — L'estratto d'aconito e stato usato con qualche van-
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taggio nelle infiammazioni reumatiche febbrili dei solipedi e bovini, deboli, e molto irritabili, allorquando dalle con-dizioni relative agli iadividui erano controindicate le emis-sioni sanguigne richieste dalla malattia. — Tale prepara-zione d'aconito associata aU'estratto d'oppio e stata pure sperimentata con passeggieri success! contro la bolsaggine.
Dosi:
Cavalli adulti, da 2 a 4 grammi.
Puledri e vitelli da centigratnmi 15 a grammi 1,50.
11 farmaco solo e dato in elettuario o pillole fatte co) miele, od in eccipienti mucilaginosi, oppure associate ai sali neutri, allo solfo, al calomelano ; e si npetono due o tre volte al giorno le dosi indicate.
La tintura d'aconito e stata amministrata da Schaak al cavallo nelle infiammazioni interne, per le quali e indicata da altri la digitale, e nelle convulsioni del diaframma alia dose di 20 goccie; dose giudicata troppo debole da Hering.
h'aconitina usata alia dose di 6 centigrammi, in iniezioni ipodermiche sul cane, da Gerlach, produsse una diminu-zione della temperatura maggiore di 2 gradi centigradi.
L' aconitina ^ talvolta usata in iniezioni ipodermiche contro le neuralgic. Si preparano a questo scope delle soluzioni nell'acqua nella proporzione di 1 decigramma di aconitina e di grammi 10 di menstruo , coll' aggiunta di qualche goccia di acido cloridrico , e se ne adopera ad ogni iniezione un volume corrispondente a 5 o 20 divisioni di una siringa di Pravaz.
Acqua distillata.
Serve come eccipiente di non pochi medicamenti: si prepara distillando una buona acqua potabile o piovana, dopo avervi aggiunto una piccoJa quanlitä di potassa o di allume; si rigettano i primi prodotti ehe distillano, e si tra-
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lascia l'operazione quando resta ancora neH'alambicco 1/4 dell'acqua impiegata.
Dev'essere limpida, scolorita, di sapore scipito; non in-lorbidarsi col nitrato d'argenlo, col nitrato di barile, col-I'acetalo di piombo; non lasciare residue coll'evaporazione. Per :nolti usi puö I'acqua piovana o di neve rimpiazzare vantaggiosamente quella distillata, la quale, per essere dis-aerata, riesce assai pesante alle stomaco.
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Aglio.
La parte usata dell'aglio e il bulbo composto maluro dell'Allium sativum Linn., pianta della famiglia delle Gi-gliacee, tribü delle Asfodelee, coltivata negli orti per gli usi culinari; fra i materiali contenuti neiraglio pare il piii importante I'olio essenziale (solfuro d'allile impuro); da questo principio dipendono essenzialmente il suo odore e sapore caratteristico, come probabilmente le principali pro-prietä sue terapeutiche.
Uso interno. — L'aglio, per la sua azione suH'organismo, ha molta analogia colla senapa, col rafano (Hertwig); it suo principio odoroso trasmigra nel sangue e comunica un odore agliaceo all'aria espirata, al latte, e talvolta anche all'urina. — E adoperato come tonico nell'astenia sto-macale ed inteslinale e contro il meteorismo ehe deriva da questo state; e propinato nel catarro cronico della trachea e polmoni , quale eccitante della mucosa delle vie respiratorie. Venne pure riconosciuta utile Tamrainistra-zione dell'aglio negli animali affetti da vermi inteslinali, e specialmente nella cachessia acquosa delle pecore (Val-lada). E pure state raccomandato l'aglio come afrodisiaoo per gli ovlni (Daubenton). — Dosi:
Solipedi e bovini . . da 15 a 45 gramrai Pecore e maiali .- . da 4 a 12 * Cani......da 1 a 3 raquo;
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Tali dosi possono essere ripetute parecchie volte nella giornata. L'aglio s'amministra soppesto in elettuario o pil-lole, ovvero sospeso nell'acqua, nel latle, nel vino , nella birra; e si associa a sostanze puramente amare, ovvero ai tonici aromatici.
Uso esterno. — L'aglio soppesto, o grattugiato, eadoperato talvolta come risolvente d'inturaescenze fredde, come irri-tante e digestivo sopra le piaghe atoniche e poco sensibili. L'aglio soppesto ridotto in una specie di pomata con parti eguali di adipe, riesce, secondo Hertwig, utile contro la scabbia e le eruzioni erpetiche; ne meno efficaci riescono negli stessi casi le lozioni fatte con aglio contuso dilun-gato in 5 a 6 parti d'alcole.
Albumina.
L'albumina e un materiale proteico dei piü diffusi ed im-portanti dell'organismo vivente. Si pud estrarre da molte sostanze vegetali ed animali; per gli usi raedici serve molto bene quella ehe in tanta copia ed in convenienti condi-zioni, trovasi nell'albume o bianco d'uovo gallinaceo.
L'albume d'uovo e una sostanza organizzata, cellulare; offrente I'aspetto di un liquido vischioso, verdastro, pres-sochö inodoro, di sapore leggerraente salso-alcalino. Ha sensibile reazione alcalina; sbattuto, spumeggia, imprigio-nando dell'aria; diguazzato con acqua, l'albumina conte-nuta nelle cellule si scioglie, ed il tessuto disfatto rimane sospeso nel liquido. La soluzione e precipitata dall'alcole, dall'etere, dagli olii essenziali, da molti sali, dal tannino e dalla maggior parte degli acidi , eccettuati fra gli altri I'acido fosforico ordinario e l'acetico, i quali non solo non la precipitano dalle sue dissoluzioni ma fluidificano quell.'i solida o coagulata pel calore ; evaporata nel vuoto, ed a temperatura di 60 si dissecca in lastre sottili, traslu-cide, giallastre, solubili nell'acqua ; riscaldata a 70 si
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rappiglia in massa solida , insolubile nell'acqua ; I'acido nitrico concentrato ed il nitrato mercurioso-mercurico acido colorisconla in rosso ranciato piü o meno intense.
Incompatibilitä. — Sono incompatibili coU'alburaina tutti i corpi ehe la possono coagulare e precipitare dalle sue soluzioni, come quelli di sopra accennati.
Uso interno. — L'albume d'uovo e per lo piü ammini-strato assieme al tuorlo, il quäle nel suo modo d'agire si discosta poco sensibilmente dall'albutne. — L'albume d'uovo e usalo : come instaurante la nutrizione negli animali (in ispecie giovani) mollo indeboliti per difettivo allattamento, oppure a cagione di perdite d'umori rapidamente sotferte, ovvero convalescent! di gravi malattie, o affetti da malattie ehe impediscono la preensione o mastieazione degli ali-raenti; come involvente e correttivo nei catarri ed infiamnaa-zioni del tubo digestive, negli attossicamenti da acidi con-centrati, dalle basi e sali metalliei, e soprattutto da quelli mereuriali e ramici (nei quali ultimi casi vuolsi ammini-strare immedialamente dopo avvenuto I'aceidente), nella ematuria eagionata dall'uso di pianle aeri , nell'atlossica-mento prodotto dalle cantaridi.
Si amministra nell'acqua sempliee , nel latte , in deco-zioni mucilaginose, in infusioni aromatiche, e si aggiunge anche alle zuppe.
La quantity, in cui deve essere amministrato l'albume, debbe variare a norma della statura degli animali e del-l'effetto ehe si vuole ottenere. — Ai grandi animali dorae-stici si possono dare 2 a 6 uova per volta (tolto il guseio e la membrana testacea), e puossi ripetere I'amministrazione piü volte, segnatamente negli attossicamenti. Negli ftnimali domestici di piecola mole, la quantitä dovrä essere dimi-nuita in proporzione.
Uso esterno. — L'albume d'uovo solo, dilungato con po-c'acqua, od associato aU'allume polverizzalo (1 :8), steso in sottile slrato sopra una parte, si essicca in erosta ehe
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45 la ricopre, ed e perciö adoperato esternamente come in-volvente sulle superficiali ferite della cute , nelle risipole, scottature (conviene pero meglio per questi casi di sbat-tere I'albume con due parti d'olio d'oliva o di lino). Un raiscuglio d'albume d'uovo e d'allume usto (uova n0 6 e 32 grammi di allume usto) costituisce la base del ben-daggio inamovibile da Delorme preconizzato contro le stor-tilature della nocca del cavallo ; I'albume d'uovo dibattuto coll'estratto di saturno forma la base della stoppata di Mo-scati. — Mescolando albume d'uovo e calce caustica pol-verizzata nel momento ehe si vuole adoperare, si ottiene una mistura, ehe, indurandosi, occlude le fessure delle unghie (setole), aderendovi tenacemente.
Alcole. — Alcole ordinario, vinieo od etilico. — Idrato d'etile. — Spirito divine; acquavite forte. — Acqua arzente.
L'alcole etilico ä il principale e piu caratteristico pro-dotto della fermentazione vinosa od alcolica. Si ottiene in grande colla distillazione dei liquidi ehe sopportarono tale fermentazione. Lo spirito di vino ehe ordinariamente si incontra in eommercio e alcole acquoso, ehe contiene cio6 aH'ineirea dal 12 al 16 per cento di acqua; e accompagnato talvolta da alcune impurita a seconda della sua provenienza.
L'alcole commereiale di buona qualitä o rettificato, ehe e quello di cui ci possiam servire per gli usi veterinari, e un liquido senza colore, assai fluido; di odore suo proprio aggradevole; di sapore acre bruciante, piacevole nell'aleole diluito con molta acqua; alia temperatura di 15 sua densitä 6=0,847, e segna gradi 36 all'areometro di Beaume; al quale areometro intenderemo di riferirei indicando nel corse dell'operetta il grado dell'alcole rettificato.
Mescolandolo con acqua, il ehe puö effettuarsi in ogni proporzione, non la deve imbiancare; la lattescenza sarebbe
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indizio di alcole amilico o di allra impuritä nel tnedesimo, come spesso accade per gli alcoli di fecola; neU'allo delia mescolanza havvi sensibile innalzamento di temperature e contrazione nel volume. Falto evaporare sulla mano, od allungato con molta acqua non deve manifestare odore e sapore spiacevole ; non lasciare residuo coll'evaporazione; non colorarsi in rosso bruno colla soluzione di nitrato d'argento, ne coll'aggiunta di un terzo del suo peso di acido solforico concentrate.
L'alcole a varii gradi di concentrazione e uno de' piü ovvii solvent!; e il veicolo de' medicamenti chiamati alco-liti, alcolei, alcolaturi ed alcolati.
Uso interno. — L'alcole o spirito di vino rettificato, sempre diluito con sufficients quantitä di menstruo acquoso, e qualche volta usato internamente solo; ma per lo piü ö as-sociato come coadiuvante ad altri farmaci. E sovente, come stimolante del tubo digestive, aggiunto aWacqua di calce od stWammoniaca liquida nella timpanite dei bovini, agli infusi amaro-aromalici nelle coliche dipendenti da ingestiene di acqua fredda, ed in questi casi la dose suole essere di 30 a 60 grammi pei selipedi e bovini; come stimolante diffusive e pur state qualche volta adeperato nelle febbri adi-namiche semplici, nelle settiche, negli attossicamenti pro-dotti dai cesi detti contrestimelanii. Si voile pure trarre partite dell'azione inebriante dell'alcol per etlenere la ri-soluzione muscolare nelle vacche affette da rovesciamento della matrice, ende riuscire piü facilmente nella riposizione del viscere (?). Dosi deH'aicol rettificato ed allungato a gradi 21: Selipedi e bovini . . . da 60 a 120 grammi Ovini e capre .... da 30 a 60 raquo;
Maiali.......da 12 a 30 raquo;
Cani.......da 2 a 8 raquo;
Le dosi indicate possone essere prepinate ripetufamente nel corse della giernata, se il bisogne lo richiede.
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47 Uso esterno. — L'alcole rettificato 6 adoperato esterna-mente come emostatico nelle emorragie non dipendenti da lesione di vasi cospicui; come eccitante e cicalrizzante nelle piaghe atoniche con granulazioni molli e superfine, e nelle ulceri. L' alcole etilico e stato adoperato molte volte con buon successo nella clinica della Scuola di Torino nella cura delle fistole salivari in genere, e special-menle di quelle del condolto stenoniano. Si praticano con esso iniezioni nel condotto, usandone una quantitä suffi-ciente per riempirne le sue diramazioni. L'alcole solo od associato all'essenza di terebentina, aH'amraoniaca liquida, oppure ad amendue le indicate sostanze a parti eguali, e sovente usato come rivulsivo nelle affezioni reumaliche; indebolito con acqua ovvero aggiunto ad infusi aromatici, a decozioni astringenti e usato nella cura delle contusioni, e degli sflancamenti di lessuti.
Aloe.
La sostanza conosciuta nella materia medica e nel com-raercio delle droghe, col nome di aloe, e un sugo vege-tale concreto, fornito da parecchie specie del genere Aloe, e soprattutto dall'^Zoe perfoliata ed A. spicata; piante della famiglia delle Gigliacee, tribü delle Asfodelee (Esandria raonoginia), ehe crescono nell'Arabia, nelle Indie, nelle re-gioni calde dell'Africa e delTAmerica. In commercio se ne dislinguono Ire principali qualita, Valoe soccotrino Vepatico ed il caballino; le differenze ehe offrono tra loro possono derivare tanto dal vario grado di purezza, come dalle dif-ferenti piante e paesi da cui provengono non ehe dal modo di preparazione. L'aloe del Capo di Buona Speranza e queilo delle Barbade sono qualitä assai meritamente pregiate e si trovano ora pure assai spesso in commercio.
La qualitä migliore perö, ed alia quale noi consigliamo di ricorrere preferibilmente, si e l'aloe soccotrino , cosi
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detto, perche proviene piü specialmenle dall'isola di Soc-cotra. E in masse leggere, di colore bruno rossastro, fria-bili, di frattura lucente quasi vetrosa, internamente di colore meno intense e giallastro, trasparenti ai margini; inalterabile ali'aria; fornisce per triturazione una polvere di colore giallo dorato assai elegante; di odore aromatico, ehe ricorda ad un tempo quello della mirra e dell'ipeca-quana, e ehe si esalta alitandovi sopra; di sapore amaris-simo e caratteristico. Si scioglie pressoche intieramente nell'acqua bollente; la soluzione col raffreddamento si in-torbida, lasciando depositare una piccola quantitä di una materia bruna; la soluzione acquosa abbandonata ali'aria si incupisce; 1 sali ferrici la coloriscono in nero; riduce il cloruro d'oro. E solubile quasi intieramente nell'alcole ordinario, pochissimo in quello assoluto, nell' etere, negli olii fissi ed essenziali. Si rammollisce col calore della mano, riscaldato fonde alia maniera delle resine, poi si gonfia e si scompone esalando odore caratteristico; trattato con acido nitrico concenlrato a caldo, produce acido orisamico. E formato questo succo concreto per la massima parte (circa 85 per 400) da un principio particolare , chiamato aloetina; contiene inoltre ulmato di potassa, acido gallico, albumina e vari sali terrosi.
Puo essere sofisticato I'aloe con colofonia , con amido, con gomme e simili, il riscontro de' suddescritti caratteri mette al riparo di tali frodi.
L'estratto d'aloe si ottiene esaurendo I'aloe con acqua fredda; filtrate le tinture e riunite si fanno evaporare a secco. Giudichiamo essere questo un preparato per lo meno inutile, e ad esso preferibile I'aloe di buona qualita.
La tintura d'aloe alcolica, od alcoleo di aloe si prepara ponendo a macerare, entro matraccio di vetro chiuso, una parte d'aloe soccolrino polverizzato entro otto parti di al-cole a 30 gradi, agitando qualche volta la massa; dopo tre giorni si filtra per carta o per fitta tela.
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Uso interno. — L'aloe ö tra i purganti drastic! quello ehe piü generalmente e piü spesso e amministrato dal ve-terinario al cavallo. E invece assai di rado propinato ai bovini ed agli altri ruminanti domestici, i quali sono meno sensibili alia sua azione purgativa. Gli effetti purgativi del-I'aloe nel cavallo sogliono renders! manifesti 18 o 24 ore appena dopo la sua amministrazione, ed anche piü tardi; nei bovini dopo un periodo di tempo poco diverse ; nel maiale dopo 20 a 24 ore; nel cane dopo 6 a 10 ore. — L'aloe 6 adoperato come purgante per combattere la co-stipazione di ventre dipendente da debolezza del tubo in-testinale, ed anche la stessa colica stercoracea del cavallo, come pure per trarre partite dal sue effetto derivative sul canale alitnentare nella cura di malattie esistenti in altri organi (idrocefalo cronico, edemiesterni, ecc). Alia Scuola veterinaria di Berlino si riconobbe metodo efficace di cura nel tifo petecchiale del cavallo quello di mantenere per alcuni giorni col mezzo dell'aloe una moderata catarsi.
L'aloe propinato a piccole dosi costituisce un tonico ec-cellente per curare la dispepsia esprimente I'atonia del canale alimentare, ed un attivo deostruente del fegato negli ingorghi epatici, nell'itterizia.
E altresi concessa da molti all'aloe un'azione vermifuga. L'amministrazione di dosi treppe elevate d'aloe ebbe so-vente nei solipedi per risultato la morte degli animali.
Dosi dell'aloe soccotrino:
Solipedi .... da 25 a 35 grammi
Bovini.....da 30 a 50 raquo;
Ovini.....da 15 a 30 raquo;
Cani.....da 0,50 a 1 raquo;
Le indicate dosi, amministrate in una sola volta, oppure in due o tre volte neU'intervallo di poche ore , determi-nano effetti purgativi. Allorquando si vuole mettere a partite I'azione tonica e deostruente dell'aloe, le dosi debbono essere ridotte al decimo o al dodicesimo delle indicate ,
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onde se ne possa continuare 1'uso per molli giorni; e gio-verä associarlo coi tonici amari puri, coi tonici astringenti, ovvero coi tonici aromatici.
L'aloe, adoperato come purgante, e amministralo in pil-!ole o boli, ovvero sotto forma liquida. Per fare le pillole si adopera il miele, il sapone bianco o verde, la farina di linseme o di frumento, e come menstruo l'acqua pura o mucilaginosa, oppure decozioni amare. L'aloe esercita piü atlivamente la sua azione se 6 propinato sotto forma di so-luzione, ed 6 parlicolarmente in questa maniera ehe deb-b'essere amministralo ai bovini, e coadiuvato ancora col-I'associazione di sali neutri.
I veterinari francesi sogliono prescrivere dosi d'aloe matjgiori del doppio o del triplo delle indicate, perche l'aloe da loro propinato agli animali e delle qualitä piü impure (il caballino). Dai veterinari inglesi all'opposto sono ordinate piccole dosi d'aloe , perche adoprano esclusiva-mente, ed a ragione, delle migliori qualitä.
C/so esterno. — La polvere e la tintura d'aloe sono molto generalmente usate e persino abusate quali mezzi eccitanti e detersivi nella cura delle piaghe atoniche, delle ulceri, della carie delle ossa e cartilagini, del rammollimento dei tessuti fibrosi, ecc.
Altea. — Bismalva.
L'altea delle farmacie e la radice deWAltea ofßcinalis, pianta vivace della iamiglia naturale delle Malvacee (Mo-nadelfia poliandria) ehe cresce sponlanea nei caonpi umidi e freschi e lungo i fossi ed i fiumi ; viene pure coltivata nei giardini. 11 suo fusto erbaceo e leggermente velloso si eleva all'altezza di 1 metro circa, ricco di ample foglie cordiformi, palmate, dentate, tomentose ; quelle inferiori quinquelobate, le superiori trilobate. 1 fieri disposti in grap-poli ascellari alia sommitä del fusto, muniti di doppio ca-
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51 lice, 1'esterno a sei o nove divisioni, 1'interno quinquefido; corolla regolare, quinquepartila, di colore porporino chiaro, saldata alia base col tubo formato dalla saldatura dei fila-menti degli stami numerosi, monadelfi ; ovario moltilocu-lare, stili numerosi, saldati inferiorraente. I frutti sono capsolari, monospermi, riuniti attorno allo stilo. Fiorisce da giugno a settembre.
La parte usata e quasi esclusivamente la radice quan-tunque si potrebbero anche impiegare le foglie; quella vuole essere raccolta nell'autunno o nell'inverno. E della grossezza poco piü di un dito, grigia al di fuori; bianca inlernamente, inodora, di sapore scipito dolciastro.
Gontiene tra mucilagine , gemma, amido e zucchero circa la meta del proprio peso; una piccola quantitä d'olio grasso, di glutine, di fosfato di calce, e secondo Plissen ed Henry il 2 0/0 di asparagina, fibra legnosa, soslanze minerali, ecc.
Usi. — Colla radice d'altea si preparano decozioni mu-cilaginose emollienti, le quali ponno essere amministrate utilmente (in bevanda, in beverone, in clistere) nelle irri-tazioni e flogosi acute del tubo digestive , negli attossica-menti dovuti all'ingestione di alcuni sali metallici; come pure a cura delle flemmasie dell'apparecchio uropoietico e respiratorio.
La decozione di radice d'altea e pure usata per iniezioni, lozioni, fomentazioni, collirii.
Sovente si fa del decotto d'altea I'eccipiente per I'am-ministrazione della canfora, dell'olio di trementina ecc.
11 decotto d'altea e preparato per lo piü nella propor-zione di 1 p. di radice e 15 a 25 parti d'acqua, e s'ammi-nistra alle grandi specie d'animali domestici alia dose di un litro, ehe puö essere ripetuta spesse; ed alle piccele specie a desi proporzionatamente piü piccele.
La radice d'altea pelverizzata e pure adoperata come in-volvente ed eccipiente secco pei boli ed elettuari.
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II fusto e le foglie d'altea contengono pure gli stessi prin-cipii immediati della radice. Si adoperano anche per pre-parare decozioni emollienti e cataplasm!.
L'altea ha per succedaneo la malva , la quale , perche piu comune presso di noi, costa assai meno.
Sono preparazioni di poca importanza per la nostra me-dicina la pasta, l'empiastro e la pomata od unguento d'altea ; quest'ultimo, una volta molto adoperato per ram-mollire le escare prodotte dalla cauterizzazione, puö essere, crediamo, sostituito dall'adipe recente.
Amido. — Fecola amidacea.
E uno de' piü diffusi ed importanti principii immediati vegetali fra quelli appartenenti agli idrati di carbonio. Si estrae con processi industriali dalle patate, dalle cariossidi dei cereali, grano, riso, dai semi delle leguminose, dai tuberi delle patate e da altre materie prime. In commercio se ne distinguono differenti qualitä a seconda della pro-venienza e grade di purezza.
fe costituito raraido da granellini microscopici sferici, ovali od angolosi, offrenti esternamente una cicatricola detta ilo; internamente stratificati, di grossezza varia a seconda della specie di fecola (da 185 milles. di •millimetro, dia-metro dei granelli di fecola delle patate, fine a 2 milles. per quelli del chenopodio). Non servirebbe tuttavia questo carattere microscopico per la distinzione delle fecole, o per riconoscere miscugli di farine, perö ehe nella stessa parte della pianta si trovino granelli di varia grossezza.
E in polvere od in masse agglomerate poiverulenti, bianche, lucenti, liscio al tatto; inodoro, insipido, inalte-rabile all'aria, quantunque leggermente igroscopico. Den-sitä 1 53; nel sue normale state d'aggregazione e insolubile nell'acqua fredda ed in tutti i veicoli neutri conosciuti; col riscaldamento I'acqua ne fa gonfiare i granelli, li rompe,
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53 e ne esporta quasi disciolta la materia degli strati intrin-seci; col rafireddamento tale soluzione si rappiglia in tnassa gelatinosa adesiva, cioe la salda d'amido , la quale si ha della consistenza voluta facendo bollire 5 parti d'amido con 100 d'acqua ; lasciata la salda all'aria si altera, si fluidifica, producendosi glucosio ed acido lattico.
La soluzione filtrata d'amido 6 intorbidata dall'alcole, dalle soluzioni dei sali di calce, di barita, di piombo, non ehe dal tannino.
Fatto bollire I'amido con acido solforico allungato si con-verte dapprima in destrina e poscia in glucosio. Vi ope-rano in analoga maniera gli alcali, la diastasia, od una temperatura di 160 a 200deg;.
L'acido azotico concentrato e freddo produce coll'amido una specie nitrica esplosiva, chiamata nitramidina o xiloi-dina ; l'acido debole e caldo lo converte in acido ossalico.
II piü rirnarchevole carattere deH'amido sciolto o disaggregate ö il suo modo di comportarsi col iodo libero, col quale produce un composto, mal definite, chiamato ioduro d'amido di elegante colore azzurro ehe, scaldando a 60 il liquido in cui si e prodotto, sparisce per ripristinarsi col raffreddamento ove non sia stata troppo protratta I'a-zione del calore; lo scoloriscono il cloro , ed il bromo. Scaldato il iodo coll'amido a 140, forma un composto azzurro violaceo, il ioduro di amido solubile delle farmacie.
Coll'amido puö la medicina veterinaria economicamente riempire tutte le indicazioni delle varie fecole conosciute coi nomi di arrow-root, di tapioka, di sagu e simili.
Incompatibilitä. — Non si deve associare cogli acidi od alcali, coi sali calcari, baritici, o piombici, non col tannino, nö colla tintura di iodo.
Uso interne. — L'amido 6 talvolta dato come alimento agli animali convalescenti, nei quali sono infiacchiti i po-teri digestivi. E pure amministrato agli animali affetti da diarree estenuanti e da dissenteria, e per lo piü associate
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al laudano liquido ovvero alia decozione di teste di papa-veri. L'amido giova altresi negli attossicamenti con alcuni sali metallic!, meno pero dei mucilaginosi. Alcuni racco-mandarono l'amido secco a cura della uteromania dalle cavalle o delle vacche ; e noi pure ne abbiamo fatto use in molti casi, ma senza risultato soddisfacente.
Si da in elettuario , in boli, in sospensione oppure in soluzione neH'acqua calda, e sotto quest'ultima forma e am-ministrato per clistere.
Dosi: Solipedi e bovini . . . da 60 a 150 grammi
Ovini.......da 30 a 60 raquo;
Maiali e cani .... da 6 a 30 raquo;
Tali dosi possono essere ripetute parecehie volte nella giornata.
Uso esterno. — L'amido secco spolverato sopra le piaghe assorbe la parts liquida del pus e forma una crosta ehe le difende dal contatto dell'aria ; agisce in questo caso come essiccativo ed involvente.
L'amido mescolato a parti eguali col gesso ed impastato con acqua e slato adoperato nella confezione di bendaggi contentivi per le fratture.
Ammoniaca liquida. —Acqua o liquore d'ammoniaca. — Spirito volatile di sale ammoniaco. — Alcali fluore, animale o volatile.
L'ammoniaca delle farmacie e delle Industrie e una soluzione acquosa piü o meno satura di gas ammoniaco. Si prepara in grande per gli usi tecnici utilizzando le acque ammoniacali ehe si hanno per prodotti accessor! nella fabbri-cazione del gas peH'illuminazione e del prussiato di potassa; queste acque scaldate con calce svolgono il gas ammoniaco ehe si fa arrivare e disciogliere nell'acqua entro darnigiane riunite fra loro per mezzo di tub! di comunicazione pescanti
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in fondo all'acqua medesima. Quella del commercio spesso e impura per sostanze pirogeniche, per carbonato d'ammoniaca ed allri; si puö purificarla scaldandola in una storta e conducendo il gas lavato a disciogliersi nell'acqua distil-lata. Nelle farmacie si suole preparare riscaldando un rai-scuglio di due parti di calce spenta e di una di sale am-moniaco ; il gas ehe si svolge si fa attraversare entro una piccola quantita di acqua per lavarlo , si fa quindi scio-gliere nell'acqua distillata e fredda entro successive bot-tiglie di Woolf, lino a paturazione.
E un liqiiido scolorito e limpido come I'acqua, di odore urinoso caratteristico, forte e penetrante ; di sapore cau-stico; piü leggiero dell'acqua, la sua densitä e ordinaria-mente — 0, 920; segna 22 gradi B.e. Quella concentratis-sima e piü leggera; raffreddata a — 41 depone del cristalli aghiformi brillanli ed elastici; a — 49 si rappiglia intie-ramente in massa gelatinosa quasi inodora. Lasciata all'aria, ne attrae I'anidride carbonica, e sviluppa gas amtnoniacale.
Si deve conservare in boltiglie chiuse a tappo smeri-gliato, perö ehe corroda il sovero.
Ha reazione alcalina potentissima, salifica gli acidi piii energici; precipita dalle loro soluzioni non pochi ossidi metallici. Versata in una soluzione di solfato di rame, vi induce dapprima un precipitato verde azzurro, ehe un ee-cesso d'ammoniaca po?cia ridiscioglie producendo un'ele-gantissima tinta zaffirina dovuta ad un peculiare composto, chiamato cupro ammoniacale. Avvicinandole un cannello di vetro bagnato con acido cloridrico produce densi fumi bianchi; corrode i tessuti animali.
Uso interno. — Chabert feee deH'ammoniaca liquida fe-licissima applicazione a cura della timpanite , ehe tanto spesso nei ruminanti insorge per ingestione di foraggi verdi. Per analogia fu poi il medicamento adoperato anche nelle eoliche ventose dei solipedi. E pare cbe il farmaco agisca in tale emergenza chimicamente, combinandosi coi
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gas ai quali e dovuta la timpanite (acido carbonico, idro-geno solforato, ecc), riducendoli a poco volume. L'atnmo-niaca liquida usata per combattere la timpanite debb'essere amministrata ripetutamente ad intervalli di 15 a 30 minuti o di 1 ora , se le prime dosi amministrate non adducono il risultato ehe s'attende. II farmaco e amministrato diluito ne'il'acqua semplice ovvero in infusi arotnatici; gli ä van-taggiosamente associato l'alcole o l'etere solforico. In ogni caso perö il veicolo debb'essere alia ordinaria temperatura.
L'ammoniaca liquida e un iperstenizzante cardiaco-va-scolare; aecresee l'attivitä funzionale dei reni e della cute. E pure indicato il suo uso nei morbi a processo dissolu-tivo (malattie tifoidee e carbonebiose).
Dosi:
Bovini.....da 20 a 40 grammi
Solipedi.....da 10 a 20
Ovini......da 4 a 8 raquo;
Cani......da 5 a 15 goccie
La quantitä del veicolo , in cui s'amministra l'ammoniaca, deve sempre essere tale da far perdere a questa la proprietä caustica.
II dottore Ruprecht ba raecomandato nella cura del car-bonchio Vammoniaca coccionigliata; Hertwig perö amp; d'opi-nione ehe l'ammoniaca sola produce gli stessi effetti. Di recente il professore Delprato proponeva di sperimentare la stessa preparazione nella cura del tifo bovino.
Uso esterno. — L'ammoniaca liquida e applicata come caustico sulle ferite arrecate da cani rabbiosi e da vipere; dilungata nell'acqua (1 a 6) e adoperata a cura delle pun-ture velenose prodotte dalle api, vespe, ece. Sovente assai si ricorre alle proprietä irritanti di questa sostanza per curare reumi eroniei, inveterate stortilature o distensioni museolari e tendinee, ecc, per attivare la circolazione e la nutrizione nelle parti addivenute atrofiche per inazione, per ridestare l'attivitä nervosa nelle parti paralitiehe, per
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57 portare a risoluzione certi induramenti di tessuti. In questi casi il farmaco 6 adoperato di rado solo, piü spesso associate a diverse altre sostanze. Si associa spesso nella pro-porzione di 2 a 4 coU'alcole, e s'aggiugne a questa mistura 1 parte di olio di trementina quando si vuole ottenere un energico irritante.
Unendo Tammoniaca liquida ad 1 a 4 parti d'olio d'o-liva si ha il saponulo ammoniacah a linimento ammoniacale, ed il linimento volatile canforato coll'aggiunta di 1/10 di canfora raspata. Quest'ultima preparazione giova assai nella cura delle infiammazioni di organi ghiandolari per la sua azione risolvente, ed 6 da molti raccoraandata nella cura della mammite.
II linimento ammoniacale 6 pure in proporzione varia comraisto all'unguento mercuriale od al sapone verde per costituire una mistura solvente e fondente.
Formola :
Ammoniaca liquida .... 30 grammi
Alcole di vino......60 raquo;
da amministrarsi in due volte in 1/2 litro d'acqua circa nel meteorismo dei bovini (Hering).
L'ammoniaca ä fra i principali ingredienti del balsamo Opodeldok; delVacqua di Luce, della pomata di Gondret.
Angelica. — Angelica archangelica.
Pianta bienne delle Ombrellifere (Pentandria diginia), in-digena dei paesi settentrionali europei; presso di noi cresce nei siti piü freschi. Gaule alto un metro circa, erbaceo, grosso, fistoloso, ramoso, rosso bruno; rompendolo emana un sugo lattiginoso, ehe poi si fa giallo, le foglie sono assai grandi, due volte pinnate, amplessicauli; fiori in om-brelle globose, verdognoli, fiorisce in agosto; radice grossa e ramosa, con molte fibre o radichette lateral! in fascetto. Secca e rugosa, di color bruno esternamente, bianca inter-
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namente ; di odore gradevole, sapore acre, amaro, persistente; igroscopica. Sono migliori le radici raccolte al fine del primo anno di vegetazione.
Di analoghe proprietä sono dotale le radici AeWangelica sylvestris o selinum angelica.
La radice d'angelica contiene un olio volatile, acido an-gelico, acido valerianico, gomma, fecola, alburaina, resina particolare, acido tannico, acido malico, cera, zucchero, ecc.
Uso interno. — La radice di angelica e stomacica ed ec-citante diffusivn. Essa e stata amministrata vantaggiosatnente in'tutte le malattie tanto acute ehe croniche, nelle quali v'ha diminuzione della sensibilita e delta irritabilitä, e ten-denza ai process! dissolutivi ed alia colliquazione , come pure in eerie malattie deH'apparecchio respiratorio , nelle quali I'abbondanza del secreto mucoso e consociata a no-tevole astenia ; ed e indicato il suo uso in particolare nelle febbri tifoidee, neWinfluenza dei cavnlli, nei catarri bronchial!, nel cimurro dei cani, quando assume caratteri ner-vosi, nell'astenia stomacale ed intestinale.
Dosi:
Solipedi.....da 20 a 50 grammi
Bovini......da 30 a 90 raquo;
Ovini e maiali ... da 4 a 16 raquo; Cani-......da 0,50 a 4 raquo;
Le dosi indicate possono essere ripetule tre o quattro volte nella giornata.
La radice di engelica polverizzata si araministra in bolo ed in elettuario col miele ed estratti amari, oppure in infu-sione. Si associa alia canfora, al vino, alia genziana, alia china, alle preparazioni ferruginose, a seoonda delle parti-colari esigenze delle indicazioni; fa parte di alcuni elisiri e balsami.
Uso esterno. — La radice d'angelica e di rado usata ester-namenle; e stata adoperata in polvere per spolverare le piaghe atoniche.
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Anice volgare. — Anice crudo. — Semi danacio o d'anice.
La droga conosciuta in commercio coH'improprio nome di semi di anice e cosliluita dai diacheni deila Pimpinella anisum, pianta della famiglia delle Ombrellifere (Pentandria diginia), indigena dei paesi caldi, coltivata presso di noi negli orti. La piü stimata e quella ehe ci proviene da Spagna, o da Malta. — Sono frutti ovoidei formali da due acheni piccoli di un color bigio verdastro, convessi, cani-culati sui margini, striati longitudinalmente, coperti di uns peluria grigio-verde; esalano un odore forte aromatico; hanno sapore zuccherato aromatico, piacevole. II principio piü importante e da cui dipendono I'odore, il sapore, non ehe le principali loro terapeutiche proprieta!, e un olio volatile, ossigenato, solido fino a 12 (essenza d'anice), eon-tenuto nel pericarpio; vi si ricava per distillazione. Con-tengono inoltre resina, gomma, malato di calce , fosfati, silice, ferro , ecc; nei semi uno o due olii grassi fissi, senza applicazioni.
Uso interno. — I semi dell'anice volgare sono eccitanti del tubo digestivo e carminativi e perciö amminislrati per eombattere le coliche ventose e spasmodiche, le indige-stioni, le diarree, quando perö non esista irritazione flogi-stica. Gli stessi semi come espettoranti sono usati con van-taggio a cura delle pneumoniti o bronchiti neH'ultimo stadio, quando incomincia il periodo di convalescenza ; ed ii loro uso 6 pure indicate in tutto il corso delle affezioni catar-rali dell'apparecchio respiratorio, quando vestono un carat-tere d'astenia. Dosi:
Solipedi.....da 15 a 30 grammi
Bovini.....da 30 a 90 raquo;
Ovini e maiali ... da 8 a 16 laquo; Cani......da 2 a 4 raquo;
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Si amministrano in bolo, in elettuario ed in infusione, ed anco aggiunti alia crusca ed all'avena. Per lo piü i semi d'anice sono associati ad altri farmaci come mezzo coadiu-vante, ed in ispecie allo zolfo, al solfuro d'antimonio, alia gonima ammoniaco ece.
L'olio essenziale d'anice 6 troppo costoso perchö possa essere usato a cura di certe infermitä dei grandi animali domestici nelle quali sarebbe indicato. Secondo le sperienze di Hertwig tale preparazione farmaceutica 6 dotata d'azione energica contro i pidocchi e le pulci; e perö necessario di adoperarla con molta cautela nei piccoii uccelli (cane-rini), ed anche nei piccioni, perche possono morirne. Per uccidere i parassiti indicati negli uccelli debbe preferirsi all'olio d'anice una debole infusione di semi d'anice op-pure di semi di prezzemolo.
L'anice stellato ehe 6 il frutto deWIlicium anisatum, della famiglia delle Magnoliacee (Poliandria poliginia), piü rada-mente adoperato in veterinaria per causa del suo prezzo al-quanto piü elevate, gode di analoghe proprietä deU'anacio volgare. — fi stata raccomandata la sua amministrazione per rendere piü attiva nelle femmine la secrezione del iatte; puö allo stesso effetto impiegarsi I'anacio volgare.
Arnica montana. — Fiori d'Arnica. — Tabacco delle moutagne.
L'arnica montana 6 pianta delle Sinanteree corimbifere (Singenesia superflua) indigena delle Alpi, de' Pirenei, del-I'Alvergna ecc. ; ha radice vivace, fibrös a , rosso-bruna; fusto raccorciatissimo, portante una rosetta di foglie radical!, sessili, ovali, ottuse, intiere, colla pagina superiore pubescente, di colore verde chiaro; da esse spunta uno scapo alto tre o quattro decimetri, guernito di due foglie amplessicauli, e recante una o piü calatidi o fiori com-posti, raggiati, grandi, di colore giallo dorato. La pianta
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61 tutta esala un odore forte, ehe coli'essiccazione diminuisce. Le parti usate sono specialmente i fiori, sebbene si pos-sano eziandio adoperare le radici e le foglie. Si devono raccogliere a fioritura compiuta edessiccare con diligenza. Le preparazioni officinali ottenute coi fiori recenti merilano di gran lunga la preferenza. Contiene acido gallico, sapo-nina, materia colorante gialla , arnicina , e dietro recenti ed accurate analisi, qusnlita sensibili di stricnina, da cui potrebbero in gran parte le sue proprietä medicamentose derivare.
Tintura alcolica d'arnica; alcoleo d'arnica. — Prendi fiori d'arnica secchi 1 parte, alcole a gradi 22 parti 4; poni in recipiente chiuso a macerare peri giorni, agitando qualche volta; cola con pressione attraverso a tela fitta. Possi-bilmente si dovrä preparare coi fiori recenti, ed in tale caso s'impiegherä una parte di fiori per due di alcole a gradi 30.
Uso interno. — I fiori d'arnica , amministrati interna-mente, agiscono stimolando I'apparecchio digestive ed il respiratorio, ed eccitando il sisteraa nervoso e vascolare in generale; determinano analoghi effetti le foglie e la radice, ma piü deboli; anzi quest'ultima dispiega ancbe azione tonica analoga agli astringenti, probabilmente in forza del principio saponificabile astringente ch' essa contiene. — Giova ramministrazione dei fiori d'arnica nolle febbri ti-foidee, nolle asteniche, nelle paralisie dette idiopatiche e reumatiche, nel capostorno dei solipedi, nel cimurro invete-rato dei solipedi, nelle diarree dovute ad atonia e rilassa-mento della mucosa intestinale; e furono pure sperimentati per curare il tetano.
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Le dosi indicate possono essere date ripetutamente nel
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corso della giornata, e nei casi urgenti ad intervalli d'una
o di due ore.
Si amministrano i fiori d'arnica in bolo, in elettuario, in infusione acquosa (fiori p. 1, acqua p. 12). I fiori d'arnica sono spesso consociali all'emetico, al sale ammoniaco, agli acidi minerali, alia canfora, all'olio di terebentina, a sostanze aromatiche.
Uso esterno. — La tintura alcolica d'arnica 6 adoperata esternamente come risolvente a cura delle contusioni, delle stortilature, delle lussazioni (dopo la riduzione), degli edemi, delle piaghe atoniche ecc; e suolsi per lo piu di-lungarla con acqua. In alcuni casi la si poträ economica-mente sostituire coll' infusione acquosa tanto dei fiori, quanto delle radici.
La radice d'arnica e usata internamente come tonico ed eccitante nella dispepsia, nelle febbri gastriche e putride, nelle diarree croniche ecc, alle stesse dosi e nelle stesse forme ehe i fiori.
Le foglie d'arnica non sono guari usate. Si debbono am-ministrare a dose maggiore dei fiori, cioe a dose doppia almeno.
Arsenito di potassa.
In terapia veterinaria non e adoperato I'arsenito di potassa allo stato di purezza; forma perö la base di alcuni preparati degni di attenzione, quali sono il liquore arse-nicale di Fowler e la tintura di Babolna.
II liquore arsenicale del Fowler per gli usi nostri si puö preparare facendo boilire 10 grammi d'acido arsenioso e 10 grammi di carbonato potassico in un litre di acqua di-stillata ; compiuta la soluzione, si aggiunge acqua q. b. da avere un chilogramma di liquido. Abbiamo in questa for-mola soppresso l'alcolato di melissa e crediamo senza in-conveniente.
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E un liquido incoloro, inodoro, di sapore poco prouun-ciato, e reazione leggermenle alcalina. Gontiene un cente-simo del suo peso di acido arsenioso ed 1 centesimo e mezzo circa di arsenito potassico.
Usi. — La soluzione arsenicale di Fowler e usala interna-mente negli stessi casi in cui conviene I'amministrazione del-i'acido arsenioso (vedi); e sovente stata amministrata con successo a cura del croup della membrana schneideriana, del cimurro cronico e dei catarri nasali cronici. Si stabi-lisce la dose da amministrarsi computando ehe l'acido arsenioso in essa e contenuto nella proporzione suespressa di 1/100: e cosi, ad es., se ne possono amministrare ai solipedi da 5 a 10 grammi per dose, ed ai cani da 2 a 4 centigrammi , e ripeterla anche due volte nel corso della giornata: si da agli aniraali nell'acqua semplice, in deco-zioni amare od infusi aromatici.
Esternamente la soluzione arsenicale del Fowler e appli-cata in lozioni per cornbattere la rogna, le antiche affe-zioni erpetiche ecc.
La tintura di Babolna conlro il carcinoma del piede dei solipedi si prepara facendo sciogliere 20 centigrammi d'a-cido arsenioso, 4 grammi di polassa caustica in 60 grammi d'acqua distillata ed aggiungendovi 4 grammi d'aloe soc-cotrino; essa deve essere serbata in vaso chiuso. — Si adopera a cura della formica del piede dei solipedi; le ap-plicazioni topiche debbono essere ripetute 2 o 3 volte al giorno, finche scompaiano lefungositä, e la secrezione mor-bosa cessi; si sostituisce quindi la tintura con aloe polve-rizzato ed allume usto.
Ärsenito e biarsenito di stricnina.
Si possono ottenere direttamente le combinazioni saline della stricnina coll'acido arsenioso impiegando le volute quantita dei .componenti, e facendoli bollire nell'alcole entro
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piccolo alambicco o storta di vetro fino a completa disso-luzione. 11 liquido raffreddato depone il sale in croste cri-stalline, dure, bianco-sudicie, inodore, di sapore acre, ama-rissimo ; solubili nell'alcole caldo, poco nel freddo, pochis-simo nell'acqua.
Per gli usi terapeutici I'esperienza ci convinse essere da preferirsi ai sali ottenuti col sopra riferito procedimento il seguente preparato farmaceutico:
P. Stricnina pura.....grammi iO
Acido arsenioso.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 25
Acido cloridrico a 22 B. . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10
Acqua distillata.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 800
Sciolta I'anidride arseniosa nell'acqua acidulata, vi si ag-giunge la stricnina, si intrattiene a lenta ebullizione fmche il tutto sia disciolto; si fa evaporare a secco, ed il residuo si polverizza.
Si puo all'uopo accrescere la proporzione dell'anidride arseniosa.
Quesli farmaci arsenistricnici, quantunque non siano dei composti salini ben definiti, come giä avemmo occasione di notare, sono quelli ehe ci spiegaroncopy; una maggiore e piü pronta efücacia.
Usi. — Amministrato per molti giorni di seguito il far-maco indicate ed a dosi moderate, rende migliore lo state di nutrizione degli animali; nei quali sotto I'azione di esso si fa pure squisita la sensibilitä in generale, e quella del-I'udito in particolare. Alia Scuola di Torino si tentö cogli arseniti di stricnina la cura del moccio cronico recente e del farcino, e si riesci indubbiamente parecchie volte a sanare permanentemente alcuni solipedi, allre volte solo temporariamente, e talvolta i tentativi rimasero affatto in-fruttuosi. Gli sperimenti sono stati tentati dai professed Ercolani e Bassi in seguito a proposta fatta loro dal dottore Grimelli. La pubblicazione degli sperimenti fattie dei risultati ottenuti diede occasione a non sempre giuste e spassionate
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65 opposizioni a priori, ed a novelli speriraenti, i quali ultimi riescirono in alcuni luoghi a confermare quelli fatti alia Scuola di Torino, in altri a contraddirli. La soluzione della questione richiede ehe gli sperimenti siano fatti sopra ani-mali affetti indubbiamente da moccio recente.
Dose giornaliera del farmaco, da amministrarsi in due volte ai solipedi: da 20 centigrammi a 80.
Si da il rimedio sopra un pezzo di pane, in bolo, colla crusca.
E necessario di sospendere ogni 8 o 10 giorni Tuso del raedicamento. Nei casi di avvelenamento cogli arseniti di stricnina si e riconosciuta utile I'amministrazione dell'in-fuso di caffe, oppure quella dell'estraUo alcolico secco di iosciamo (Bonora e Dell'Acqua).
Assafetida.
E un sugo concrete gommo-resinoso ricavato dalla ra-dice della Ferula assafoetida, pianta della famiglia delle Om-brellifere, ehe cresee spontanea nella Siria , nella Libia, nella Persia. Talvolta e in pezzi tondeggianti, bianchi, li-beri; ed e I'assafetida in lagrime del eommercio; piü spesso in masse agglutinate irregolari, molliccie, di colore rosso bruno, ehe diviene piü eupo all'aria ed e I'assafetida in sorte. Ha odore forte, agliaceo, disaggradevole; sapore per noi ributtante, ehe le valse il nome di stercus diahuli, mentre aggusta gli indigeni. Riscaldata si ratnraollisee, av-vicinandole un corpo fiammeggiante prende fuoco e brucia con fiamma vivace. Si essieca all'aria, diventa polverizza-bile, ma perde in parte del suo odore, sieche si deve con-servar in recipienti chiusi.
Parzialmente solubile nell'acqua , meglio neli'alcole e nall'etere. Cento parti di essa constano di resina 65, ara-bina 19,4, bassorina 11,6, olio volatile solforato 3,7, ma-lato di calce 0,3.
Compendio 5
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Incompaubilitä. — Non si deve associare coi preparati prussici.
Tintura od alcoleo di assafetida. Prendi assafetida in sorte polverizzata, una parte, alcole a gradi 30, parli 8. — Si faccia, secondo l'arte, macerazione per tre giorni entro re-cipiente chiuso; si coli per tela fitta o si filtri per carta.
Uso interno. — L'assafetida amministrata aH'interno ri-petutamenie comunica il suo odore caratteristico alia per-spirazione cutanea, alia polmonare, alle carni, aü'orina e perfino al latte (Hering); la si riguarda siccome dotata di virtü tonica, antispasmodica ed eucrasica. fi stata amministrata utilmentea cura della dispepsia astenica, delle coliche ventose ricorrenti, deile coliche spasmodiche, dell'iscuria spasmodica, dell'asraa nervoso, delle tossi croniche spasmodiche, dell'epilessia dovuta a disturbi del tubo gastro-enterico, dell'itterizia cronica; venne pure raccomandato il suo uso nel cimurro inveterate dei solipedi, nel farcino, nelle febbri adinamiche e tifoidee. II professore Vallada raecomandö pure l'assafetida siccome valido mezzo a com-baltere la cachessia acquosa degli ovini.
Dosi :
Solipedi .... da 10 a 20 grammi Bovini .... da 15 a 30 s Ovini e maiali . . da 4 a 8 ygt; Gani.....da 0,10 a 0,50raquo;
Tali dosi possono essere ripetute 2 a 3 volte nella gier-nata, e possono essere senza danno oltrepassate.
L'assafetida e amministrata in bolo, in eiettuario, ovvero emulsionata nell'acqua coll' intermezzo del giallo d'uovo, della gomma arabica, o di una deeozione mudlaginosa. (ili erbivori pigliano sovente il farmaco senza ripugnanza, se e commisto alia profenda. Spesso l'assafetida e asso-ciata alia canfora, all'oppio, all'olio empireumatico, oppure a farmaci amari puri ed amaro-aromatici, a seconda delle particolari indieazioni, alle quali importa soddisfare.
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67 La tintura d'assafetida puo essere adoperata internamente negli stessi casi della droga; a tale effetto la si allunga in convenienti veicoli, avendo avvertenza di versare il liquido poco alia Tolta sull'alcoleo, ed agitando, acciö nel precipi-tarsi l'assafetida rimanga ben divisa e non si agglomeri in masse fiocconose.
Esternamente l'assafelida non 6 usata ehe per clisteri in raenstrui mucilaginosi od aromatici. I noduli d'assafetida sono caduti in disuse; e di rado pure si impiega la tintura d'assafetida sola o mista alia tintura d'aloe, od all'es-senza di trementina, nella cura delle piaghe atoniche e verminose, e della carie delle ossa e cartiiagini.
L'aglio solo, ovvero associato a farmaei amari oppure amaro-aromatici, pare ehe costituisca un buon succedaneo dell'assafetida in molte circostanze (Vallada).
Assenzio volgare. — Artemisia absinthium.
L'assenzio volgare, le di cui estremitä fiorifere sono ado-perate in farmacia, e VArtemisia absinthium-L., della fa-miglia naturale delle Composte (Singenesia superflua), pianta perenne assai comune nei luoghi montagnosi incolti e sas-sosi; il suo fusto e erbaceo, ramoso, eretto, paniculate, ricoperto da corta peluria bianca e morbida; le foglie pu-bescenti, le radicali tripinnatifide, quelle cauline bipinna-tifide a lacinie lanceolate ottuse , quelle florali indivise; calatidi globose pendenti, fiori giallastri; tutta la pianta esala odore forte e caratteristico; di sapore amaro aro-matico.
E poco studiata la composizione immediata dell'assenzio; i prineipii amari e tonici non furono per anco in modo rigorose determinati dai chimici; colla distillazione for-nisce un olio volatile verde, da cui dipende l'odore ed i sapore caratteristico dell' assenzio; ehe perö non e di molto uso.
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Uso interno. — Per I'uso interno protratto dell'assenzio la came, il latte e I'orina assumono un sapore amaris-simo. Questa pianta e dolata d'azione stomaciea, come le sostanze semplicemente amare, e d'azione debolmeme ec-citante sopra il sistema vascolare ed il nervoso. L'assenzio e amministrato nell'astenia stomacale, nelle indigestioni semplici o congiunte a meteorismo, quando non esistono sintomi d'irritazione flogistica, neU'anernia ed idroeraia; e pure sovente usato per fugare i vermi ehe albergano nel tubo digestivo, i quali perö non uccide, giusta le sperienze di Küchenmeister, ed anche nella cachessia ittero-vermi-nosa degli ovini.
Dosi dell'assenzio volgare allo stato secco:
Solipedi.....da- 20 a 40 grammi
Bovini.....da 30 a 60 jraquo;
Ovini e maiali ... da 10 a 20 raquo; Cani......da 4 a 8 raquo;
Tali dosi possono essere ripetute parecchie volte nelle 24 ore. L'assenzio e amministrato in pillole, in elettuario, in infusione, in decozione, ed anco commisto al tritello , al frutto di ginepro, al sale di cucina ecc. Sotto quest'ultima forma perö ö piü difficilmente preso dai solipedi, ehe dai ruminanti. Si associa l'assenzio con altri tonici, coi ferru-ginosi, con altri eccitanti nervosi e vascolari, od antelmintici, a seconda del bisogno; anzi sovente la decozione e I'infaso di questo farmaco servono di eccipienti e di coadiuvanti di medicament! piü attivi.
L'assenzio verde debb'essere amministrato a dosi doppie ed anche triple.
Uso esterno. — L'infusione e la decozione d'assenzio (15 a 30 grammi di assenzio in 4 decilitri d'acqua) sono con vantaggio applicate sulle piaghe atoniche, e sulle ulceri sordide per eccitarle e detergerle, e servono pure a tener lontani da queste gli insetti ed a cacciarne le larve. Le stesse preparazioni valgono pure per uccidere i pidocchi
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69 ed altri parassiti, ehe abitano sopra la cute degli animali.
Coll'erba fresca dell'assenzio volgare si preparano pure decozioni, infusi ed anche cataplasmi.
L'artemisia dracunculus, la vulgaris, Vabrotanum, la pontica godono di proprieta analoghe all'assenzio, meno spiegate perö, e ponno essere considerate quali succedanee di questo farmaco.
Atropa belladonna.
VAtropa beMadonna e pianta erbacea , a radice vivace, della famiglia delle Solanacee (Pentandria monoginia), spon-tanea nei luoghi incolti ed ombrosi di quasi tulta I'Europa; fusto dell'altezza di 1 metro e piü, ramificato, cilindrico, vellutato, rossigno; foglie ovato-acute , intiere , pelosette; fiori a corolla quinquefida, campanulata, di colore porpo-rino-sporco con vene brune alia base; fiorisce in giugno, luglio ed agosto. II frutto e una bacca succulenta, polis-perrna , tonda, leggermente schiacciata, di colore rosso bruno lucente, assai velenosa. Le parti usate sono le foglie e le radici.
Ad eccezione dell'atropina da cui precipuamente dipen-dono le proprietä medicamentose e venefiche della belladonna, l'esame analitico non vi segnalö sostanza degna di attenzione ; fra le sostanze inorganiche vi predominano i nitrati, di qui la ragione per la quale le foglie secche get-tate sopra i carboni accesi leggermente deflagrano.
Colle foglie si preparano gli estratti acquoso e I'alcolico, una tintura e simili; possibilmente si deve preferire per tali preparazioni la pianta cresciuta spontanea e fresca, a quella coltivata negli orti e secca.
Uso interno. — La belladonna esercita sull'organismo azione sedativa, anodina, stupefaciente, antispasmodica e para-litica. Inoltre amministrata internamente od applicata sul globo oculare esercita una elettiva e speciale azione sui
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nervi deH'iride, per cui succede la dilatazione del foro pu-pillare; onde Tappellativo di midriatico. La belladonna, ed alcune sue preparazioni, sono stale amministrate interna-mente con successo in parecchie malattie degli animali domestici e particolarmente nel capostorno con eretismo pre-dominante, nel tetano, nell'epilessia, nel cimurro dei cani con predominio di sintomi nervosi, nelle tossi e rantoli dovuti ad eccessiva irritabilitk delia laringe, nelle coliche spasmodiche, nelle spasmodie del collo della vescica, del collo uterino e dell'ano. Si e pure riconosciuto utile 1'uso interno della belladonna nella cardite e nella pneumonite accompagnate da gravissimo dolore, non disgiunto pero da quello delle emissioni sanguigne richieste dal case, non ehe nelle oftalmie interne terrainatesi con essudazioni pla-stiche endoculari. La belladonna propinata internamente a dosi considerevoli a vacche sane ehe diano latte, fa addi-venire acquoso quest'umore di secrezione; data a quelle ehe hanno il latte azzurro oppure il latte eruento riesce va-lido mezzo curativo.
Dosi delle foglie secche polverizzate : Solipedi e bovini . . da 10 a 25 grammi Ovini e maiali ... da 4 a 12 raquo; Cani......da 0,50 a 1 raquo;
Le foglie verdi debbono essere propinate a dose qua-drupla. Nelle radiei di belladonna e pin pronunciata ehe nelle foglie l'azione stupefaciente, epperö la polvere di queste debb'essere amministrata a dose minore d'un terzo di quella delle foglie.
Uestratto acquoso e Vestratto alcolico sono preparazioni sovente adoperate in veterinaria; il prime dev'essere am-ministrato alia stessa dose delle foglie secche; il secondo a dosi minori della meta almeno.
Le dosi indicate possono essere ripetule due o tre volte nelle 24 ore.
Le foglie e la radice di belladonna polverizzate sono am-
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71 ministrate in bolo, in elettuario, in infusione (1 a 12), in decozione (1 a 16). L'estratto 6 amministrato in pillole, op-pure diluito in eccipienti liquidi opportuni.
Alia belladonna e sue preparazioni sono assai sovente associati i mucilaginosi, i sail purgativi (solfato di soda, di potassa), le decozioni amare pure , ovvero amaro-aro-matiche.
Usoesterno. — La belladonna e adoperata quale anodino in cataplasmi, in fomentazioni nelle nevralgie, nelle artri-tidi e nelle infiammazioni dei tendini e del periostio inolto dolenti, in iniezioni e clisteri per combaltere lo spasmo del collo uterine e della vescica e del canale inguinale nelle ernie strozzate ; ed e pure usato negli stessi casi 1' estratlo diluto convenientemente nell'acqua. Tornano raollo proflcue nelle oftalmie interne e nella oftalmia pe-riodica le applicazioni di una diluzione di estratto di belladonna fatta nella mucilagine di gomma arabica, a cui sia aggiunto mercuriodolce, per prevenire la sinechia posteriore, ehe tanto facilrnente si produce (soluzione di gomma arabica 30 grammi, estratto di belladonna e mercurio dolce ana 40 a 80 centigrammi). II miscuglio vuole essere agitato ben bene ogni volta se ne abbia a far uso, affine di evi-tare ehe il mercurio dolce rimanga in fondo. L'estratto di belladonna e anche qualche volta associate all'unguento mercuriale (1 a 15) ed usato in applicazioni topiche nelle infiammazioni glandulari o dei tessuti fibrosi.
Uatropina, e stata usata esternamente in terapia veteri-naria ; e lo stesso dicasi del solfato di atropina.
Quest'ultimo composto debb'essere preferito per la pre-parazione di collirii da applicarsi a goccie sul globo ocu-lare parecchie volte al giorno nelle iriditi essudative, e nella oftalmia interna periodica, affine di prevenire le ade-renze dell'iride e scemare la iperemia dei vasi iridei. Si prepara il collirio sciogliendo 6 o 15 centigrammi di solfato d'atropina in 20 o 30 grammi d'acqua distillata.
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II solfato d'aliopina e stato usato con risultati favorevoli contro l'epilessia dei cani, in iniezioni ipodermiche, ed alia dose di 3-6 centigr. in 30-60 parti d'acqua; e senza frutto contro il tetano dei cavalli alia dose di 6-12 centigr.
L'atlossicamento succeduto per ingestione dell'atropa belladonna e sue preparazioni debb'essere combattuto in-nanzi tutto con un emetico, negli animali capaci di recere facilraente; e quindi colla amrainistrazione del ioduro di potassio iodurato.
Azotato o nitrato d'argento fuso. — Fietra infernale.
Si prepara disciogliendo entro capsola di porcellana a rnoderato calore, 1 p. d'argento puro entro 2 di acido azo-tico a 33 B.; si evapora a secco, si fonde il residuo e si cola entro pretelle di ferro o di ottone, scanalate, legger-raente riscaldate ed unte con olio.
E in cilindri bianchi o leggermente grigi secondo ehe fu piü o meno protratta la fusione; di frattura cristallina, radiata; inalterabile all'aria quando non sia in contatto di sostanze organiche dalle quali viene ripristinato l'argento.
Solubile nel suo peso di acqua pura fredda ed in minor quantitä di quella bollente; la soluzione deve essere scolorita e neutra; preeipita in bianco coll'acido cloridrico e coi cloruri alcalini, il preeipitato deve intieramente di-sciogliersi neirammoniaca. Una lamina ben forbita di rame ne ripristina l'argento; gli alcali fissi ne preeipitano una polvere di colore d'oliva, il protossido d'argento; i solfuri e l'acido solfidrico vi indueono un preeipitato nero di solfuro d'argento; macchia di bruno la pelle ed i pannilini; la macchia della pelle si puö togliere, lavandola cen soluzione di ioduro potassico. Solubile nell'alcole bollente, pochissimo in quello freddo.
Per difelto di preparazione o per frode puö la pietra in-
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73 female contenere ossido d'argento , od argento ridctto, come puö essere inquinata da nitrato di rame, di potassa, di piombo o di mercurio.
Rammentando ehe deve essere solubile onninamente nei-I'acqua, si esclude giä la possibilitä delle prime alterazioni, accusate del rimanente dal colore istesso della pietra infernale.
II nitrato di rame si svela perocche si avrä in tal caso una soluzione acquosa azzurrigna, ehe perö quando e tenue la proporzione del rame e poco sensibile, ma ehe si farä piü intensa coli'addizione di ammoniaca.
Del nitrato potassico si ha sufficiente indizio inzuppando nella soluzione satura listerelle di carta da filtro; asciugate si bruciano, la cenere ehe dänno offre, in caso di tale sofisticazione, distinta reazione alcalina.
Si puö constatare il piombo trattando la soluzione della pietra infernale sospetta con acido cloridrico, ehe precipita tulto I'argento e parte del piombo ailo state di cloruro; del quale ultimo una porzione rimane sciolta; filtrasi, nel liquido filtrate l'acido solfidrico farä nascere precipitate nero, il cromato di potassio produrrä precipitate giallo. D'altra parte il precipitate ottenuto coll'acido cloridrico non sara intieramente solubile nell'ammoniaca eve contenga cloruro di piombo.
La presenza dei composti mercuriali e posta in evidenza dacche una siffatta pietra infernale mescolata con calce so-dica e scaldata entro tubi da saggio, fornisce globettini di mercurio libero. L'ammoniaca del rimanente ehe in eccesso non intorbida le soluzioni del nitrato d'argento pure, in-torbida quelle contenenti nitrato di mercurio.
Quello cristallizzato, di cui e meno frequente I'impiego, si ottiene disciogliendo in poca acqua distillata il residuo dell'evaporazione della dissoluzione argentica, oppure ab-bandonando questa al raffreddamento. E cristallizzato in la-mine o tavole bianche, madreperlacee, inodore, anidre,
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neutre; offrenti del rimanente le anzidescritte proprietä
di quello fuso.
Incompatibilitä. — Non si associi con acido cloridrico, con cloruri, ioduri, bromuri o cianuri alcalini; con alcali o carbonati alcalini, con solfuri; con solfati, fosfati, arse-niati, e arseniti n6 cogli acidi di questi sali; non colle so-stanze organiche in generale ; la soluzione si operi nel-I'acqua distillata.
Uso interno. — 11 nitrato d'argento, dato internamente a piccolo dosi, irrita debolmente la membrana mucosa del tubo digestivo; a grandi dosi, e specialmente se 6 propi-nato sotto forma solida, la irrita gravemente, e vi cagiona eziandio ulcerazioni. fi stato commendato il suo uso per combattere le diarree aventi per cagione uno stato di ri-lassamento della mucosa inlestinale, ovvero una gastro-enterite tifoidea, ed anco le coliche determinate da tali stati morbosi (Gerlach); s'ottiene con sollecitudine il ri-sultato amministrando il farmaco due o tre volte al giorno. fi pure stato alcune volte con successo propinato ai cam per combattere l'epilessia e la corea.
11 nitrato d'argento e farmaco costoso, del quäle perciö il veterinario di rado, per considerazioni economiche, puö fare un largo uso.
Dosi secondo Hertwig :
Solipedi e bovini
Da 40 a 75 centigr. in 120 grammi d'acqua distillata. Ovini e maiali
Da 10 a 20 centigr. in 60 grammi d'acqua distillata.
Gani
Da 1 a 5 centigr. in 2 a 4 grammi d'acqua distillata.
Ai cani affetti dalle nevrosi indicate si suole propinare il farmaco in pillole.
Uso esterno. — L'azotato d'argento e uno dei caustici ehe agisca con maggiore prontezza, e ehe meglio possa essere limitato ne' suoi effetti; produce un'escara bigia, ehe si fa
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75 poi bruna, e piü tardi nera, la quäle e soda, aderente ed insolubile ; e perciö gli sta assai bene la dpnoroinazione di caustico coagulänte.
II nitrato d'argento e usato per cauterizzare leggermente le piaghe superficiali di buon aspetto per accelerarue la cicatrizzazione, come pure quelle funghose, le ulceri e le fistole. Lo si impiega pure nell'otorrea e scoli mucosi dalle narici e dai genitali. E s adopera perciö in matita, ovvero in soluzioni di varia concentrazione (al quindicesimo per iniezioni caustiche, al cinquantesimo o centesimo per inie-zioni cateretiche od astringenti). La pietra infernale e pure stata riconosciula utilissimo mezzo di cura nelle oftalmie catarrali, nelle oftalmie esterne croniche in genere, negli opacamenti della cornea lucida, non dovuti a tessuto di cicatrice ; e suolsi adoperare in tali casi in soluzione, ovvero in pomata (1 nitrato d'argento e 35 d'adipe). Col nitrato d'argento si prepara un linimento ehe talvolta e messo a profitto nella cura delle scottature (1 nitr. d'arg. 8 d'olio d'olivo).
II nitrato d'argento finissimamente polverizzato e mesco-lato alia polvere di carbone e stato riconosciuto un attivo cicatrizzante delle ulceri mocciose nei solipedi, ai quali si faceva inspirare il polviscolo (Ercolani e Gastaldi).
Azotato o nitrato di mercurio.
Si conoscono due nitrati di mercurio, cioe il nitrato mercurioso ed il mercurico; quello di cui si fa uso gene-ralmente 6 un misto dell'uno e dell'altro; si ottiene fa-cendo disciogliere una parte di mercurio entro 2 di acido nitrico a 33 B. in modo da avere 21/2 p. di dissoluzione.
E un liquido scolorito, di odore nitroso, di reazione aci-laquo;lissima; contiene circa 71 per cento di sale mercuriale.
Dissoluzione analoga 6 quella ehe forma la base della pomata citrina , la quale si prepara facendo disciogliere
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2 parti di mercurio entro 3 di acido nitrico a 33; la dis-soluzione si incorpora poi con 24 parti di grasso di maiale semistrutto, agitando la massa fmche abbia acquistato un colore cedrino, si cola allora entro caselle di carta. fi in masse solide, di colore cedrino ehe diviene sbiadato alia luce; col tempo piü profondamente si altera.
Usi. — Non sono usati internamente. Sono adoperati ester-namente come caustici, assai di rado, in soluzione acida. Amendue questi sali possono essere assorbiti e dar luogo a fenomeni tossici generali, giusta le osservazionidiMoiroud; il quale raccomanda di fame I'applicazione contro le piaghe ed ulceri atoniche, le fistole, la carie, ed in ispecie le ulceri moccio-farcinose, dilungandoli in varie propor-zioni con acqua.
La pomata citrina e poco usata in terapia veterinaria come antiscabbiosa.
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Azotato o nitrato di potassa. — Nitro. — Salnitro.
Gi e esibito dalla industria chimica in istato di suffi-ciente purezza. Oggigiorno e per la massima parte ottenuto traltando il nitrato sodico native, di cui se ne hanno ster-rainati depositi al Chili, con carbonato o con cloruro po-tassico.
E cristallizzato in prisrai a sei faccie, terminati da pi-ramidi esaedre , spesso aggruppati, anidri, trasparenti, bianchi; e inodoro, di sapore fresco e piccante spiacevole; inalterabile all'aria; solubilissimo nell'acqua; fonde a 350; a piü elevate temperature si scompone.
Gettato sopra i carboni roventi deflagra; scaldato con corpi combustibili si decompone cedendo ossigeno, ^ uno quindi dei piü ovvii ossidanti.
II sale di prunella delle antiche farmacopee non 6 ehe nitro fuso contenente qualche centesimo di solfato potas-sico; e meritamente dimenticato.
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Incompatibilitä. — Goll'acido solforico , coH'allume , col solfato di ferro, di rame ; si pretese pure incompatibile col solfato di magnesia, le nostre esperienze ci persuasero del cootrario.
Vso interno. — II salnitro amrninistrato internamente per le vie digestive determina ipersecrezione mucosa intesti-nale; assorbito prontamente agisce come diluente sul sangue, rendendolo piü tenue, piu chiaro, meno coagulabile e meno ricco di carbonio, e venendo espulso per i reni dall' or-ganismo, produce diuresi; rende inoltre meno attiva la termogenesi, e cagiona infiacchimento muscolare.
L'uso dell'azotato di potassa e universalmente ricono-sciuto utile nella cura delle congestioni cerebrali e polmo-nari, delle flemmassie franche, della febbre infiammatoria, della sinoca reumatica, del reumatismo muscolare ed ar-ticolare acuto. 11 nitrato di potassa e pure da molti amrninistrato come mezzo curativo ed anche preservativo nelle affezioni carbonchiose. Come diuretico il farmaco e altresi usato a cura delle idropi acute, e versamenti sierosi, la quäle applicazione richiede molta cautela per non deter-minare risultato opposto al desiderato.
Allorquando si da agli animali il nitro si debbe avere riguardo, ehe non v'abbia irritazione od infiammazione del tubo digestive, o dei reni. — Dosi:
Solipedi e bovini . . da 15 a 45 grammi Ovini e maiali ... da 4 a 10 raquo;
Cani......da 0,30 a 1 raquo;
Se il bisogno lo richiede, si possono ripetere le dosi indicate due o tre volte nelle 24 ore. L'azotato di potassa e dato in boli, in elettuario, oppure sciolto nell'acqua pura, nell'acqua bianca, in eeeipienti mucilaginosi sia in be-vanda, ehe in beverone. Le soluzioni si fanno nel rapporto di 1 a 10.
II salnitro e spesso associate al solfato di soda, al cre-mortartaro ece. Hering lo associa al tartaro-emetico quando
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l'amministra al cavallo nelVinfluenza e nella frenite. Wal-dinger trovö utile nella cura del tetano I'uso del nitro unito alia canfora (nitro 30 grammi e canfora 4 gramrai per dose).
Uso esterno. — II salnitro e adoperato nella preparazione del bagno ripercussivo di Schmucker, il quale consta di
Sale di cucina.....100 grammi
Nitrate di potassa .... 400 raquo;
Sale ammoniaco..... 12 raquo;
Aceto forte.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;600 raquo;
Acqua comune.....i500 raquo;
II nitro sciolto nell'acqua nella proporzione di 1 a 7 e raccomandato dagli inglesi come topico antigangrenoso.
La polvere da schioppo {pulvis sclopetarius), puo essere amministrata in caso di bisogno come succedaneo del nitro, col quale ha comuni le proprietä medicamentose, entrando questo sale nella sua composizione nel rapporto di 75 parti su 100 (1). La dose deve esserne quindi in proporzione maggiore.
La polvere da schioppo e adoperala talvolta esternamente per cauterizzare le ferite complicate da inoculazione di virus o veleni, e commista allo solfo e pure stata usata per cauterizzare le fungositä del tessuto reticolare del piede dei solipedi affetti da formica o carcinoma del piede. Hertwig riferisce essersi riconosciuta assai efficace nella cura della rogna del cane la mistura seguente, applicata tre volte al giorno sopra le parti malate :
Polvere da schioppo ... 15 grammi
Sale di cucina......120 o
Alcole........240 *
L'azione esercitata sull'organismo animale dal nitrato di soda e essenzialmente conforme a quella dell'azotato di po-
(i) Consta ordinariamente ia polyere pirica di 75 parti di nitro, raquo;2,5 di carbone leggero, e 18,5 di solfo, sotlilmente polverizzati ed intimamentc aiescolati.
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79 tassa; e opinione di Hertwig perö ehe il primo dispieghi azione antireumatica piu energica del secondo. In terapia veterinaria il nitrato di soda dovrebbe essere adoperato in sostituzione del nitrato di potassa, col quale ha comuni le proprietä terapeutiche, e del quale ha minor prezzo. II nitrato di soda deve essere amministrato a dosi alquanto in-feriori e negli stessi modi ehe quelle di potassa.
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Balsamo copaiba o copaive.
II copaive dalle officine e una terebentina o sugo oleore-sinoso ehe scola per arlifieiali ineisioni da parecchie specie di leguminose arboree e ptirticolarmente dal Copaifera of-ficinalis, crescente al Brasile, al Messico ed alle Indie. Nel commereio delle droghe se ne conoscono parecchie qualitä Je di cui differenze provengono tanto dal grado di purezza, quanto dalla localita da cui si traggono e dalla specie da cui sono fornite. Quello ehe piü spesso viene nel nostro commereio si e quello del Brasile; e un liquido di colore giallognolo, trasparente, di consistenza oleosa, densa, di sa-pore acre ed amaro persistente, d'odore forte caratteri-stico. Si scioglie intieramente nell'aleole concentrato e nell'etere, negli olii fissi e negli essenziali; appena sensi-bilmente solubile nell'aequa. Inveechiando diviene di colore piü eupo, s'inspessisee e talvolta depone eristalli; trattato con magnesia o con calce si solidifiea. Consta prineipal-inente di un olio volatile, analogo all'essenza di terebentina, di un acido resinoso, I'acido copaivico e di una re-sina vischiosa.
Uso interno. — II balsamo copaiba e poco adoperato in terapia veterinaria perche il suo prezzo e piuttosto elevate, ed anehe perche negli animali domestici non si esservano ehe di raido le malattie, ehe rendono eosi preziosa la sua applicazione nella medieina umana. E specialmente usato
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come antiblennorragico nei catarri vescicali ed uretrali; se-condo Hering puö essere amministrato alle seguenti dosi: Grandi aaimali doraestici . da 30 a 66 grammi Cani........da 4 a 46 raquo;
Si porge agli animal! in pillole, in elettuario, in emul-sione col giallo d'uovo, oppure mescolato con sciroppo semplice.
Uso esterno. — fi talvolta usato come eccitante e digestive sulle piaghe atoniche.
La terebentina e un economico succedaneo del copaiba e di altri analoghi farmaci adoperati nella terapia umana.
Balsamo peruviano liquido.
Balsami naturali si dicono alcuni sughi vegetali ehe sec-lano spontaneamente o per incisioni da alcune piante cre-scenti nei paesi orientali. Hanno composizione analoga alle trementine; come esse sono miscugli di resine , e di olii essenziali; da esse perö si distinguono perche contengono acido benzoico o cinnamico, o tutti e due ad un tempo. La consistenza e varia a seconda della varia loro natura, e del tempo trascorso dalla raccolta.
Fra questi naturali prodotti, si annovera il balsamo peruviano liquido ; scola dal Myroxilon peruiferum, leguminosa ehe cresce spontanea al Peru ed al Tolü. Ci proviene ge-neralmente da Cartagena.
fi sostanza di consistenza terebenlinacea, di colore bruno, odore soave e forte, sapore acre ed amaro. Poco solubile nell'acqua, solubile intieramente nell'alcole concentrate, negli olii fissi ed essenziali; insolubile nell'etere. Consta di resina, di olii essenziali, ai quali deve il gradevole suo odore, acido cinnamico, cinnameina, ecc.
Uso interno. — II balsamo peruviano liquido, amministrato a dosi moderate, eccita 1'appetito, promuove la secrezione mucosa degli organi della respirazione, e da luogo ad ef-
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81 fetti diuretici. — E stato usato specialmente con profitto nei.catarri bronchiali, vescicali ed uretrali.
Le dosi sono eguali a quelle indicate pel balsamo copaiba (vedi), ed analoghe ne sono pure le forme d'ammi-nistrazione.
Uso esterno. — Giova questo farmaco ad eccitare il processcopy; di granulazione nelle piaghe ed ulceri atoniche. £ pure un prezioso antiscalbioso, da usarsi nella cura della rogna dei cani in ispecie, uccidendo esso prontamente gli acari. Perciö si applica puro, ovvero dilungato coll'alcol o coll'olio d'olivo (t : 2-6) in frizione, ehe si ripete dopo una settimana, se ciö e richiesto ancora dal male.
NeWacqua balsamica di Wolslein entra come ingrediente il balsamo peruviano, il quale, secondo il parere di Hertwig, puö essere sostituito senza danno dall'essenza di tremen-tina. Tale acqua digestiva consta di 32 grammi di tremen-tina, 16 grammi di balsamo peruviano, 2 gialli d'uova e 250 grammi d'acqua di calce; ed e adoperata in iniezioni nelle piaghe prcfonde e nelle fistole, quando la marcia e sierosa, saniosa o fetente.
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Bardana. — Lappa bardana. — Arctium lappa.
Pianta vivace delle famiglie delle Composte (Poligamia eguale), assai comune presse di noi nei terreni incolti, ha fusto quasi suffruticoso cilindico, pubescente, rossastro, alto un metro e piü; foglie grandi, cordiformi, di color verde intense sulla pagina superiore , pubescent! e di co-lore piü sbiadato nell' inferiore; fiorisce durante Testate; ha fiorellini di colore rosso violaceo, in calatidi il di cui involucre e formate di scaglie ricurve uncinate, per le quali si attacca alle vesti. La radice e assai lunga, grossa come il pollice, giallo-bruna al di fuori, bianca alTindentro, di sapore dolciastro e di odore nauseoso; la parte usata si e
Compendia 6
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la corteccia della radice raccolta in autunno e radamente
le foglie.
Uso interno. — La bardana 6 emolliente, debolmente to-nica e diuretica.
La radice secca e amministrata alle seguenti dosi: Solipedi e bovini . . da 40 a 70 grammi Uvini e maiali ... da 20 a 40 raquo; Gani......da 4 a 8 gt;
Le dosi indicate possono essere ripetute parecchie volte nel corso della giornata. Si amministra per lo piü la de-cozione della radiee e si prepara nella proporzione di 1 a 15 d'acqua, facendo bollire fino a riduzione della metä.
Esternamente. — La decozione di bardana e talvolta ado-perata in lozioni nelle affezioni erpetiche, e nella prurigine.
Benzina. — Benzene. — Idruro di fenile.
La benzina e un particolare carburo d'idrogeno ehe si produce in raolte reazioni chimiche; quella del commercio, la quale, quantunque non affatto pura, serve benissirno per gli usi a cui la destiniamo, e un prodotto secondario della fabbricazione del gas illuminante, e si estrae per distil-lazione dal catrame. I prodotti di una prima distillazione, rettificati fra 80 a 85, danno un liquido costituito principalmente da benzina, accompagnata da alcuni carburi omologi come il toluene, il cumene, il cimene.
E un liquido scolorito, limpido, oleoso, di odore particolare assai penetrante, a molti non disaggradevole; meno denso dell'acqua, densitä cioe rz: 0,85; volatilissimo; bolle a -|- 80,4, raffreddato a — 42 cristallizza prendendo I'a-spetto della canfora. Pochissimo solubile nell'acqua, meglio nell'etere e nell'alcole. Infiammabile , brucia con fiamma viva ma fuliginosa, mescolata con alcole puö ardere con fiamraa piü viva senza fuligine.
Scioglie la benzina il iodo colorandosi in rosso elegante
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93 anche per minime quantitä, scioglie piccola quantity di solfo, di fosforo, la gutta-perka, il caoutchouc, le materie grasse , la canfora, ed in generale le essenze, poco le resine.
Uso interno. — fi stata assai poco usata internamente; fu sperimentata con successo da Rey per curare la gastro-enterite cronica del cavallo. Da alcuni si crede ehe la ben-zina valga ad uccidere le larve degli estri ed i vermi ehe vivono dentro il tubo digestive.
Dosi:
Solipedi e bovini . . da 30 a 90 grammi Ovini e maiali ... da 2 a i2 raquo; Cani......da 1 a 4 raquo;
Si da in pillole, in elettuario o in menstrui mucila-ginosi.
La benzina, sebbene da poco tempo introdotla in far-macologia veterinaria, ha ricevuto estese applicazioni come potente parassiticida, uccidendo essa sollecitamente i pi-docchi, le pulci, e gli acari della rogna. Negli animaliaf-fetti da rogna sarcoptica e perö talvolta necessario di ri-petere I'applicazione del farmaco.
Si applica come e fornita dal commercio raediante fri-zioni sulle regioni del corpo abitate dai parassiti, oppure se gli animali sono delicati e sensibili, si adopera allun-gata con alcole o con olio (1 a 4).
Bistorta. — Foligonum bistorta.
La bistorta, Poligonum bistorta, della famiglia delle Po-ligonee (Ottandria triginia), e pianta vivace ehe cresce nei prati e pascoli umidi. La sua radice perenne e grossa quanto il dito o piü, ripiegata sopra se stessa, rugosa, bruna esternamente, rossastra internamente. II caule e ci-lindrico dell'altezza di 50 centimetri e piü; diritto, sem-plice, nodoso, fistoloso, glabro, portante all'estremitä una
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densa spiga di piccoli fiori rosei. Le foglie cauline infe-riori sono grandi, ovato-oblunghe, subcordate, sinuate, con peziolo alato; le superior! piü piccole, sessili ed amplessi-cauli; munite alia base di stipole giallaslre ed ottuse. I fiori rosei con calice a cinque divisioni; otto stami; ovario trigono, libero; fiorisce in estate. La parte usata 6 la ra-dice; I'analisi chimica ha svelato in essa copiosa quantitä di tannino si ehe puö servire come materia da concia; contiene amido, acido ossalico, ecc.
Usi. — La radice di bistorta e cutringente. Tanto inter-namente ehe esternamente e adoperata negli stessi casi ed alle stesse dosi ehe la corteccia di quercia (Vedi Quercia).
Borato di soda. — Biborato di soda. — Borace minerale.
Ci proveniva un tempo, sotto il nome di Tinkal, dal-I'lndia e dalla China, ove riscontrasi naluralmente in deposit! od in soluzione in alcuni laghi; ora s! prepara dalla nostra industria chimica trattando earbonato sodico con acido borico de! lagoni della Toscana.
fi un sale in prismi esagonali appiattiti, incolori, tras-lucidi, contenent! 10 eq. d'acqua di cristallizzazione; se fatto cristallizzare a 30 si presenta in ottaedri, eon soli 5 eq. d'acqua. — Non ha odore, d! sapore leggermente alealino ; lasciato nell'aria s! fa alia superficie un po' efflo-rescente; 6 fosforescente nel buio per isfregamento. S! scioglie nel rapporto d! 1:20 nell'aequa fredda, ed in metä del suo peso di quella bollente, insolubile nell'alcole. Risealdato si fonde, sviluppa grande parte della sua acqua, s! gonfia e si riduce in massa bianca eavernosa, ehe spin-gendo la temperatura, s! fonde di nuovo e col raffredda-raento laseia un vetro trasparente e scolorito. Fuso eon alcuni ossidi metallici produce masse vitree caratteristica-mente eolorate. Ha reazione sensibilmente alcalina.
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85 Jncompalibile. — Gogli acidi gagliardi, coll'ipoclorito di calce, coi solfati, colla magnesia e colla potassa.
Uso interno. — 11 borace 6 stato inlernamente ammini-strato come eccitatore dell'utero per promuovere le contra-zioni di questo viscera nei parti languidi, per determinare I'espulsione delle secondine e di raccolte morbose di 11-quidi in esso esistenti. E si 6 anche tratto partito dall'azione diuretica del borato di soda nella cura dell' idrotorace, deH'ascite e degli edemi acuti. Dosi secondo Hartwig:
Solipedi.....da 8 a 15 grammi
Bovini......da 8 a 30 raquo;
Ovini, capre a maiali . da 2 a 4 raquo;
Cani e gatti.....da 0,25 a 2 raquo;
Si ripetono tali dosi due o tre volte al giorno. Si am-ministra il borace in pillole, in elettuario, nell'acqua sem-plice in bevanda, oppure in infusioni di camomilla a di sabina. II borato di soda 6 associate al solfato di soda ed altri sali.
Uso esterno. — II borace sciolto nell'acqua , oppure in decozioni astringenti, in infusi aromatic! (1 : 25), a usato come topico detersive nella cura delle afte, del rammolli-mento delle gengive, della ulceri superficiali, degli organi sessuali, ecc. Se non ehe puö essere sostituito da altri far-maci di minor prezzo. II borace e pure associato al miele (1: 3) per collutorio.
Brionia. — Bryonia alba e dioica.
Piante della famiglia delle Cucurbitacee (Monoecia a Dioecia monadelfia), ehe crascono spontanee e frequenti nei dumeti, nolle siepi e siti incolti de' nostri paesi. Le specie, da al-cuni riguardate siccome semplici varietä, sono due: cioe la Bryonia alba, e la B. dioica. La radice loro e carnosa, assai grossa, fusiforma, ganeralmante biforcata all'astre-
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mitä; corrugata ; esalante odore viroso nauseabondo; sa-pore amaro ed acre. Hanno fusto erbaceo, lungo 2 metri e piü, viticchioso, vellutato, angoloso , raraificato. Foglie palmatonervie, alterne, peziolate, cordiformi, quinquelobate, denticulate, callosoaspere. I fiori in mazzetti aseellari; ca-lice gamosepalo, campanulato, quinqueßdo; i fiori maschilt hanno cinque stami, triadelfi, cioö uno separate, e gli altri due saldati insieme; nei femminei ehe per gli in-volucri non differiscono dai fiori maschi, si hanno tre stimmi bifidi, glabri nella bryonia alba, ed irsuti nella dioiea. II frutto e una bacca globosa , triloculare , oligo-sperraa, a maturitä e nera nella bryonia alba e rossa nella dioiea.
La parte usala 6 la radice; la quäle vuolsi raccogliere in autunno. Contiene amido, gomma, zucchero, albumina, resina, cera e fra gli altri materiali una sostanza partico-lare, ehe pare la piü importante , ehiamata brionina da Brandes e Firhaber.
Usi. — E generalmente riguardata la radice di brionia siecome dotata di proprietä purgativa, emetica e diuretiea. In farmaeologia veterinaria perö regna non poea incertezza circa la sua virtü purgativa, ehe mentre aleuni, e fra questi il professore G. Lessona , la preconizzano siecome attivo purgante catartico, altri, e tra questi Viborg ed Hertwig, assicurano di averla adoperata a varie dosi, e fresca e secea, nei solipedi ed in altri animali domestici senza al-euna utilitä. Novelle esperienze quindi sono necessarie a rischiarare la questione, potendo forse le noiate discre-panze in parte dipendere dall'epoca di vegetazione in eui sia stata raecolta la radice, non ehe dai climi e terreni in eui eresca la pianta. Frattanto noi l'abbiamo amministrata senz'ottenere effetti purgativi alia dose di 100 grammi ad una vacca, a quella di 50 a due cavalli, a quella di 20 ad un eapro. La radice era stata di fresco raecolta ed es-siceata, ed e stata data in bolo. Pare quindi ehe con ra-
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87 gione l'Hertwig asserisca, ehe la brionia non deve essere adoperata come purgante. Dosi della radice secca di brionia : Solipedi e bovini ... da 6 a 30 grammi
Maiali......da 1 a 2 raquo;
Cani.......da 0,25 a 1 raquo;
Si amministra in bolo, in elettuario, in decozione ed in sospensione nell'acqua e nel latte.
La radice di brionia e pure raccoraandata recente, mi-nutaraente raschiata, come topico risolvente e maturativo da Toggia e Lessona.
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Bromuro di potassio.
Occorre assai diffuso, ma poco abbondante in natura. Si prepara saturando soluzione densa di potassa caustica con bromo; il prodotto evaporate a secchezza si calcina al calore rosso scuro entro crogiuolo di ferro, si ridiscioglie il residue nell'acqua, si flltra e si concentra a cristallizza-zione. Un altro procedimento di preparazione industriale consiste nel decomporre con carbonate potassico il bromuro ferroso.
Gristallizza in cubi, incolori, brillanti, inodori, di sapore piccante; melto solubile raquo;eU'acqua piü a freddo ehe a caldo; leggermente solubile nell'aleole ; scaldato decrepita e fonde senza scomposizione. La sua soluzione acquosa e neutra, il cloro la ingiallisce, mettendo in libertä il bromo ehe l'etere puö esportare; precipita in bianco col nitrate d'argento.
Incompatibilitä. — Non si deve associare coi sali d'argento, di piombo, di mercurio; non eon acidi gagliardi.
Usi. — II bromuro di potassio e dotato d'azione analoga a quella del ioduro di potassio e del iodio (vedi) sopra il sistema ghiandolare e sopra i processi intimi della nutri-
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zione dei tessuti; ma oltre di cio dispiega altresi azione
calmante e sedativa sopra il sistema nervoso.
Non si e ancora fatta molto estesa applicazione di questo rimedio nella cura delle malattie nervöse degli animali domestici; pure e stato adoperato con qualche successo neli'epilessia dei cani, nel tetano dei solipedi, e da Bru-sasco e stato riconosciuto il migliore anafrodisiaco. ho si potrebbe sperimentare altresi nelle iperestesie e nelle con-vulsioni in genere, e nelle reumatalgie.
Dosi : Solipedi e bovini. . da 4 a 16 grarami
Cani......da 0,20 a 1,50 raquo;
e si possono senza pericolo ripetere nel corso delle 24 ore.
Si amministra il rimeJio in pillole, oppure in soluzione nell'acqua semplice, o edulcorala col sciroppo semplice (pei cani),
Esternamente il bromuro potassico puö essere adoperato a combattere le malattie nella cura delle quali si fa uso del ioduro potassico. In tale caso, salve le incompatibilitä di cui si e fatta menzione, lo si adopera sotto forma di preparazioni analoghe a quelle indicate per il ioduro potassico (vedi).
Calamo aromatico. — Acorus calamus.
II calamo aromatico delle farmacie e il rizoma seccato deUMcorws calamus, pianta della famiglia delle Aroidee (Esandria monoginia) ehe cresce spontanea sulle rive degli stagni dei paesi settentrionali, radamente presso dinoi.fi della grossezza del dito, compressa, e quasi articolata, co-lorata da un lato, e bianco-verdastra dall'altro, marcata come da tante cicatrici; si da talora in commercio priva di corteccia. Iiiternamenle offre un tessuto spugnoso di co-lore bianco leggermente roseo ; di odore aromatico, aggra-
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89 devole, assai persistente; sapore dapprima caldo e piccante, poi acre ed amaro; e facilmente preso dal tarlo.
Vi fü segnalata la presenza di un peculiare olio essen-ziale, cagione del suo odore e sapore caratteristico e forse anco delle proprietä medicamentose; contiene inoltre gomma, resina, amido, ecc.
Usi. — La radice di calarao aromatico e riguardata dai farraacologi come fornita specialmente di proprietä ecci-tante del lubo digestivo, e come espettorante. E indicato il suo uso nelle malattie asteniche deH'apparecchio digestive in generale, come pure nei catarri cronici della mucosa delle vie respiratorie.
Dosi:
Solipedi e bovini . . da 20 a 45 grammi Ovini e maiali... da 8 a 12 raquo; Cani......da 1 a 4 raquo;
Le dosi indicate possono essere ripetute tre o quattro volte neile 24 ore. — La radice di calamo aromatico pol-verizzata e per lo piü amministrata in boli ed in elettuario, ovvero commista al tritello ed all'avena. Essa e spesso as-sociata ad alcuni composti di ferro e d'antiraonio.
Eslernamente e qualche volta usato I'infuso di radice di calamo aromatico in lozioni a cura delle piaghe atoniche, ovvero in topiche applicazioni nei casi di sfiancamenti di tessuti.
Galce. — Calce caustica. — Calce viva. — Protossido di calcio.
La calce caustica, o protossido di calcio, per gli usi a cui la dobbiamo destinare, ci e fornita in convenienti con-dizioni dal commercio; basta a tale uopo scegliere fra le calei da costruzione queila ehe e conosciuta tecnicamente col nome di calce grassa, la quale si distingue per la fa-coltä di idratarsi facilmente in contatto dell'acqua, di ri-
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scaldarsi molto, e di fare una pasta omogenea , bianca e viscosa.
E in masse di colore bianco grigio, inodora, di sapore eaustico particolare; avidissima dell'acqua e dell'acido car-bonico, per cui lasciata aU'aria assorbe questi component] della medesima, si disgrega, sfiorisce. Dicesi calce spenta I'idrato; calce sfiorita I'idrocarbonato calcare.
La calce si scioglie nel rapporto di 1/700 nell'acqua alia temperatura ordinaria e di 1/1200 soltanto in quella calda.
La soluzione, ottenuta a freddo e con calce spenta e lavata, costituisce Vacqua di calce delle farmacie. E lim-pida, scolorita, di sapore eaustico, inodora, di reazione alca-lina assai potente; s'intorbida aU'aria, attraendone I'anidride carbonica, epperö vuolsi preparare al momento del bisogno o serbare in vasi ben chiusi. Per averla, basta lavare la calce, rigettare la prima acqua, quindi porre 1 parte di calce spenta in contatto con 200 parti d'acqua; decantare.
II latte di calce e una diluzione di calce spenta, od idrato di calce, fatta nel rapporto di 1 di calce per 10 di acqua.
Uso interno. — La calce anidra non debb'essere usata internamente, ma bensi la calce spenta o idrata. E questa suolsi per lo piu adoperare sotto la forma di latte od acqua di calce, e dassi come assorbente agli animali affetti da tim-panite, da pirosi, da diarrea, dipendente da soverchio svi-luppo d'acidi nolle vie digestive. Molti valenti pratici hanno pure affermato d'aver ottenuto la guarigione del moccio dando ai solipedi la calce.
Dosi dell'acqua di calce : Solipedi e bovini. . da 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;a 5 litri
Ovini e maiali . . da 1/2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;a 1 litro
Cam......da 4centilitria 1 decilitro
Tali dosi possono essere ripetute nolle 2i ore se il bisogno lo richiede. Allorquando si amnainistra I'acqua di calce nella timpanite torna vantaggiosa assai Taggiuuta dell'alcole.
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91 Uso esterno. — La calce anidra sola e piü di rado ehe in antico adoperata come caustico , sovente invece com-mista alia potassa nelli polvere caustica di Vienna.
La calce polverizzata e mescolata alia polvere di cor-teccia di quercia, o di carbone, costituisce un topico eccel-lente per curare le piaghe gangrenose, le ulceri atoniche e fungose, ecc. L'acqua di calce serve pure per soddisfare alle stesse indicazioni, e fu altresi frequentemente appli-cata in lozioni per combattere gli erpeti urnidi e le fima-tosi, ed in iniezioni conlro i catarri vaginali e nasali.
Camomilla volgare. — Matricaria camomilla.
Pianta della famiglia naturale delle Composte corimbifere (Singenesia poligamia superflua), comunissi-na ne'eampi e siti coltivati. Gauli sdraiati alia base, gracili, di 4 a 5 de cimetri, ramosi, striati, foglie alterne, sessili, bipinnato-sette, segraenti lineari, acuti e verdi. Calatidi in corimbo, ricettacolo siudo, conico, subcilindrico, flosculi gialli erma-froditi nel disco, florellini ligulati bianchi femminei nel raggio; esalano odore aroraatico generalmente piacevole. Fiorisce in maggio e giugno, le parti usate sono i fiori cbe si debbono raccogliere appena sbocciati e seccare al sole.
Quantunque presso di noi sia la descritta pianta ehe for-nisce la camomilla delle farmacie, in alcuni paesi, solto la stessa denominazione e sotto quella di camomilla romana, si adoprano anche i fiori diamp;iVAnthemis nobilis, le di cui proprietä terapeutiche sono molto analoghe.
Gontiene fra gli altri materiali un olio volatile di colore azzurro cupo, liquido, un altro solido analogo alia canfora; tannino, resina, gomma, ecc.
Uso interno. —I fiori di camomilla volgare sono dotati di virtu tonica, eccitante, diffusiva, antispasmodica, anestetica e carminativa. Sono molto usati dai veterinarii di Germania
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ed amministrali soli e come farmaco coadiuvante nelle co-liche spasraodiche, nell'iscuria spasmodica, nel parto lan-guido per mancanza o poca energia delle contrazioni uterine, nella ritenzione delle secondine per promuoverne l'espulsione, non ehe in raolte malattie spasraodiche dei cani.
Dosi :
Solipedi e bovini. . . . da 25 a 50 grararai Ovini e maiali .... da 10 a 30 raquo; Cani.......da 2 a 10 raquo;
Le dosi indicate possono essere date ripetutamente ad intervallo di 1/2 ora o d'un'ora, se la gravilä del male cosi richiede. I fiori di camomilla si amministrano in bolo, in elettuario, o meglio in infusione (/tori 30 grammi, acqua bollente 1/2 litro), e si associano, a seconda delle partico-lari indicazioni, con sali neutri (coliche), col tartaro erae-tico {iscuria), colla potassa {ritenzione delle secondine), col vino, segala cornuta, sostanze aromatiche {doglie manche-voli), coll'assafetida, valeriana, oppio, elere {contrazioni spa-smodiche e paralisie), ecc.
Uso esterno. — I fiori di camomilla sono adoperati ad eccitare le piaghe sordide, atoniche e fetide tanto in pol-vere, ehe in cataplasmi ed in infusione (30 grammi di fiori ed 1 litro d'acqua).
Le altre specie di camomilla hanno grande analogia d'a-zione colla precedente, e possono essere adoperate negli stessi casi e nello stesso raodo.
Canapa (semi).
La canapa, Cannabis saliva, della famiglia delle Orticacee (Dioecia pentandria), e pianta originaria dell'India, ed ora notissima in Europa, ove e coltivata, siccorae una delle piü utili piante tessili. Donovan e Pereira la riguardano quale una semplice varietä della Cannabis indiea. Interessano la
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93 medicina e la fisiologia due prodotti particolari ricavati dalla cannabis indica, vogliamo dire Vhaschieh e la momea Indiana; ma nella medicina nostra le sole parti usate sono i semi, raccolti a maturita; di essi 6 parte costituente ira-portante e copiosa un olio fisso siccativo, ehe si ricava col mezzo della pressione.
Usi. — Hertwig ha riconosciuto I'emulsione di semi di canapa utile rimedio calmante nelle coliche, nella cura delle affezioni spasmodiche edinfiammatorie deH'apparecchio genito-orinario congiunte a gravi dolori; e la vide pure giovare come anafrodisiaco. Hertwig associava ai semi di canapa Folio e la canfora, quando ricorreva ad essi per curare dolorose irritazioni dei reni e della vescica. L'emul-sione e preparata colla triturazione dei semi nell'acqua fredda (1 :12 o 14).
Dosi dell'emulsione: Solipedi e bovini . . da 1/2 litro a 1 e 1/2 Ovini e maiali ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1/2 raquo;
Gani......da 1 decil, a4 decilitri.
I semi di canapa possono essere adoperati esternamente come i semi di lino (vedi).
h'olio di semi di canapa, o di canapuccia, e poco usato in-ternamente; esso e lassativo come Folio di lino, col quale ha pure comune la proprietä di essiccarsi prontamente in una crosta tenace, quando e applicato esternamente.
Ganfora.
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La canfora e uno stearotteno ossia olio essenziale con-creto proprio di molte piante. Piü spesso nel suo stato naturale e accompagnata da essenze liquide idrocarbonate dalle quali pare ehe derivi per ossidazione ; le essenze di molte labiate, non ehe di alcune composte, contengono canfora od un principio analoge. Quella officinale ci pro-viene dalla China, dal Giappone, da Giava e da Sumatra
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ove e fornita da un albero della famiglia delle Laurinee, il Laurus camphora. £ per lo piü da quei paesi inviata greggia, viene poi raffinata in Europa sublimandola entro grandi recipienti di vetro o di gres.
E in masse o pani di due o piü chilogrammi, concavi da una parte, convessi daU'altra, bianchi, untuosi al tatto, fragili, di frattura lucenle, di strultura semi-cristallina. 11 sapore della canfora 6 caldo e piccante, I'odore forte, penetrante e caratteristico. Densitä =0,997; posta in minuti pezzi sull'acqua vi galleggia movendosi rapidamente , una goccia d'olio gettata sull'acqua sospende all'istante la ro-tazione; si polverizza con difficoltä, volendola rendere in polvere giova triturarla con alcune goccie d'alcole o d'etere.
Fonde a 175, volatilizza anche a temperature ordi-narie, bolle a 204; assai infiammabile, brucia con fiamma viva alquanto fuliginosa; se e pura, deve volatilizzarsi in-tieramente col riscaldamento, bruciare senza lasciare re-siduo, sciogliersi compiutamente neH'alcole; falta bruciare suU' acqua distillata non deve conferire a questa la pro-prietä di precipitare coll'azotato d'argento , il ehe avver-rebbe ove contenesse per frode canfora artificiale.
Solubile per 1 millesimo circa nell'acqua, maggiormente solubile nell'acqua satura di acido carbonico; solubile per triturazione in otto parti di latte. Solubilissima neH'alcole, nell'etere, nel cloroforme, negli olii fissi ed in quelli vo-latili; miscibiie per fusione in tutte le proporzioni coi corpi grassi.
L'acido nitrico a freddo la scioglie senza alterarla, si ehe aggiungendo acqua alia dissoluzione la canfora si preci-pita; a caldo e per prolungata reazione la trasforma in acido canforico. Non vi spiegano sensibile azione gli alcali diluiti; perö fatta bollire a lungo con soluzione alcolica di potassa si trasforma in canfato potassico ed in borneol o canfora di Borneo, la quale offre colla canfora delle Lau-rinee la relazione ehe offre un alcole colla sua aldeide.
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95 Uso interno. — La canfora introdotta nel tubo digestivo a moderate dosi ed in forme adatte stiraola la mucosa; quindi, assorbita prontamente senza subire alterazioni, e eliminata dal sangue per i reni, per la cute, ed in gran parte per la mucosa delle vie respiratorie. Essa e eccitante del sistema vascolare e nervoso. Per le applicazioni terapeu-tiche, ehe se ne fecero, alia canfora e stata concessa una virtii antisettica, una sedativa, una eccitante, una narcotica, una antispasmodica, una diaforetica, una espettorante , una antelmintica ed una anafrodisiaca.
Cotesto farmaco e molto adoperato in terapia veterinaria, e fu oggetto di numerosissime sperienze ed osservazioni per parte di Hertwig, il quäle stabilisce in generale ehe la canfora e principalmente indicata nelle malattie in cui pre-domina quella maniera di vera ipostenia, proveniente dal fatto, ehe il sangue avendo perduto in gran parte la sua azione eccitante sui vasi, nervi ed altri organi, esso si accu-mula passivamente in questi, ed assume tendenza a scom-porsi, ed anche soffre una vera alterazione simile alia putrida (febbri asteniche, tifoidee, putride, carbonchiose, vaiuolo maligne); oltre di ciö torna utile la sua amraini-strazione in molte nevrosi, quali il tetano, I'epilessia, la corea, e certe forme di paralisie semplici. — Si e tratto partito dalla virtu diaforetica della canfora per curare le affezioni reumatiche e catarrali in genere ; 6 perö neces-sario ehe non esistane sintomi di febbre stenica, ehe questa peggiorerebbe pel suo uso. La canfora costituisce pure un prezioso farmaco per corabattere I'irritazione destata nel-I'apparecchio genito-orinario dalle cantaridi applicale ester-namente od ingoiate dagli animali, oppure dall'azione di piante acri ingeste dai medesimi. Si dice ehe la canfora abbia pure virtu anafrodisiaca; questo perö non fu osser-vato da Hertwig nei molteplici suoi esperimenti, e nep-pure da noi in numerosi sperimenti fatli sopra cavalle in colore.
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Dosi secondo Hertwig :
Solipedi .... da 2 a 15 grammi
Bovini.....da 2 a 30 raquo;
Ovini e maiali . . da 0,50 a 4 raquo; Cani ..... da 0,06 a 2 raquo;
Le dosi piccole, o mezzane, debbono essere date ripetu-tamente nelle malattie congiunte a grande torpore e debo-lezza, quando vuolsi mantenere per lungo tempo in eccita-zione I'organismo; le grandi dosi devono essere propinate a grandi intervaili, e quando si hanno a combattere gravi accidenti nervosi (convulsioni, paralisie) ovvero quando si vuole produrre la diaforesi.
Nuoce Tamrainistrazione della canfora nelle congestioni attive, nelle infiammazioni interne squisite, se havvi grande sensibilitä negli animali, nell'indigeslione enella stitichezza.
La canfora e amministrata in pillole, in elettuario, ovvero in emulsione col giallo d'uovo, colla gorama, con so-stanze mucilaginose. Quando si porge agli animali la canfora sotto le prime due forme indicate, essa debb'essere ben polverizzata, altrimenti pel contatto prolungato dei frammenti del farmaco colla mucosa digestiva accadrebbe flogosi intensa di questa, ed anche ulcerazione.
Uso esterno. — La canfora ridotta in pasta con alcole, o con creosoto, e applicata come coagulante sulle ferile penetrant! nelle articolazioni; in polvere, sola o mista a pol-vere di corteccia di quercia, di carbone, o di camornilla, e pure messa sulle ulceri e piaghe atoniche per eccitarle.
Ualcole canforato e spesso usato come rubefaciente cu-taneo nelle affezioni reumatiche.
Si prepara sciogliendo 1 parte di canfora entro 8 parti di alcole a 34.
II linimento saponato o volatile canforato e con vantaggio applicato in frizioni nelle affezioni reumatiche, e nelle in-tumescenze ghiandolari.
Si prepara mescolando una parte di ammoniaca con tie
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97 d'olio canforato; e questo si ottierie sciogliendo, a mode-rato calore ed in recipiente chiuso, 1 parte di canfora entro 8 d'olio d'oliva.
fi riguardato come efficacissimo topico risolvente nella mammite delle vacche I'unguento preparato con 4 a 8 gr. di canfora polverizzata e 30 grammi di adipe suino.
La canfora e uno dei precipui componenti del linimento o balsamo opodeldoch tanto adoperato in frizioni presso gli inglesi per curare le affezloni reumatiche, e gli sfianca-menti dei tessuti fibrosi, ehe conseguono alia loro esagerata distensione.
11 balsamo opodeldoch, per uso veterinario, prepariamo colla seguente economica formola : sapone comune grammi 20, alcole a 36 grammi 200, canfora grammi 15, ammoniaca caustica grammi 10. Sciolto il sapone nell'alcole entro matraccio di velro a moderalo fuoco, si aggiunge la canfora e I'ammoniaca.
L'olio di canfora e I'aceto di canfora sono piu di rado usati ehe le preparazioni antecedent!.
Cautaridi. — Meloe vesicatorlus — Litta vesicatoria.
Insetti della famiglia dei trachelidi, dell'ordine dei co-leolteri, del genere Meloe, i quali appariscono abbondanti nei nostri climi nei mesi di maggio e giugno sopra i fras-sini, pioppi ed olivi; si raccolgono, scuotendo, la mattina per tempo o la sera, gli alberi su di cui si trovano radu-nati, sul suolo si stendono lenzuola su cui cadono. Si fanno poi morire esponendole a! vapore di aceto bollente, di etere o d'essenza di trementina; quindi si fanno seccare perfetlamente. Per conservarle giova riporle entro velri ben chiusi, ne'quali siasi posto una piccola quantitä di mercurio in fondo , oppure alcune goccie di cloroforme o di creosoto per impedire ehe vengano invase da diffe-
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renti insetti ehe ne consumano le parti molli in cui spe-
cialmenle risiede il principio attivo, la cantandina.
Fu da Uobiquet se[raquo;arato dalle cantaridi un olio verde insolubile nell'acqua, solubile nell'alcole; una materia nera solubile nell'acqua non nell'alcole; una sostanza gialla solubile nell'acqua e nell'alcole; una materia grassa; acido urico ed acetico; fosfati di calce e di magnesia; chitina ecc; contengono finalmente circa 1/200 di canlaridina ehe e il materiale in cui risiede il potere vescicalorio.
La cantaridina e sostanza bianca, cristallina, eccessiva-menle acre, volatile, insolubile nell'acqua, solubile nell'alcole, nell'etere, negli olii fissi e volatili; neutra; cogli idrati alcalini si comporta alia maniera di un'anidride acida, cam-biandosi cioe in cantaridati alcalini , solubili, cristallizza-bili, nei quail e conservato integro il potere epispastico della cantaridina , e ehe pereiö vengono ora impiegati in surrogazione degli empiastri, pomate ed altri preparati di cantaridi.
Non pochi altri coleotteri, appartenenti al genere Meloe, godono di proprielä analoghe a quelle delle cantaridi, e fra questi sono adoperati presso di noi il meloe maialis ed il meloe prvscaraboeus, coi quail si prepara I'unguento di scarabei ehe la medicina veterinaria tiene in grande e me-ritato pregio.
Uso interno. — Le cantaridi sono usate internamente di rado anziehenö, e cio assai probabllmente pel timore ehe l' ingestione di sostanza tanto irritante non sia per dar luogo a grave flogosi del tubo digestivo e ad intensa irrl-tazlone dell' apparecchio orinario. SI sperimentarono nella cura delle idropi antiche, mettendo a profltto la loro azione diuretica; si provarono con successo nel ciraurro maligno, nel moccio, nel farcino, associate a farmaci amarl ed alterant!, da Vines; nnitamente all' olio di tremenlina, alia trementina, al fegato d'antimonio da Muychel; con poco successo perö furono adoperate a cura delle indicate malattie
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99 da Herlwig e Kersting. — Le canlaridi sono anche stale amministrate nel diabete, neH'albuminuria, nei catarri in-veterati degli organi orinarii e genilali, nell'enuresi dipen-dente da paralisi del collo della vescica , e talvolla sono date alle vacche per vincere in lore l'anafrodisia. Tale ap-plicazione richiede molta prudenza. — Dosi:
Solipedi.....da 0,25 a 1 grammi
Bovini .....da 1 a 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Ovini e maiali . . . da 0, 10 a 0,40 raquo;
Cani......da 0,03 a 0, 10 raquo;
E possono essere propinate due o tre volte nel corso della giornata.
Conviene cominciare dalle dosi piü piecole ed accrescerle successivamente, se il bisogno lo richiede e le condizioni di tolleranza degli animah lo concedono. E pure prudente partito il sospendere Tamministrazione del farmaco ogni 2 o 3 giorni. II miglior modo d' amministrazione del raedi-caraento e quelle di darlo in pillole preparate con molta roucilagine , ed avvolte quindi con carta , onde impedire Tazionc irrilante del farmaco nella bocca, fauci ed esofao-o. Si associano le cantaridi a farmaci amari, ovvero alia can-fora per correggere la loro azione irritante sui reni.
Uso esterno. — Le cantaridi, applicate sul comune inte-gumento, produeono rubefazione e vescieazione. Sono esse uno dei piü preziosi rimedii dei quali il veterinario possa far uso in moltissime malattie esterne degli animali domestic!.
In generate torna utile I'applicazione esterna delle cantaridi :
1deg; Per determinare rivulsioni nelle infiammazioni, tanto di organi profondi ehe superficiali (angina, pleuropneumonia, peritonite, artritide, periostite, tenonite ecc).
2deg; Per produrre locale eccitazione dei nervi e dei vasi sanguigni nelle parti falte poco sensibili o paralitiche af-fatto per malattia, oppure addivenute atrofiche per inazione.
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3deg; Per attivare 1' assorbimenlo dei materiali organic! versati (plasma, sangue, siero, sinovia).
4deg; Per procacciare rattraimento e tonicitä nei tessuti sfiancali e rilassati (disiensioni dei legaraenti e capsule ar-ticolari, tendini ecc).
5deg; Per produrre e mantenere artificialraente piaghe suppuranti.
6deg; Per determinare tumefazioni in certe parti, dirette a sostituire bendaggi e fasciature ehe non si possono ap-plicare.
7deg; Per rendere acute eerie flogosi croniche, onde sol-lecitarne la risoluzione o la suppurazione.
Brusasco uso con buon successo la pomata cantaridata contro la rogna demodettica dei cani.
Fra le preparazioni cantaridate usate esternamente, vanno ricordate Volio, Vaceto e la tintura; le quali pero agiscono piü deboltnente della pomata ed unguento, ehe piu spesso sono usati dai velerinari. Si ottiene prontamente la pomata cantaridata mescolando direttamente a freddo le cantaridi polverizzate con adipe suino nella proporzione di 1 a 5 a 8; essa e resa piü attiva se la mescolanza e operata col grasso fuse a moderata temperatura; e maggiormente an-cora, se la mescolanza e fatta macinando per 1/2 ora. — Si prepara Vunguento cantaridato ponendo in digestione per alcuni giorni in vaso ben chiuso canlaridi polverizzate ed olio di trementina d'ognuno una parte ed. aggiungendovi, quindi quattro psrti di adipe suino strutto.
Alia nostra Scuola si fa uso frequentemente dell' unguento vescicatorio semplice preparato secondo la seguente formola:
Cantaridi sottil. polv.....parti 16
Grasso suino....... raquo;60
Trementina........ raquo; 8
Colofonia......... raquo; 8
Cera gialla........ raquo; 1
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e del vescicante all'olio di palma, preparato secondo la pre-scrizione seguente di G. Pairone:
P. cantaridi sottilmente polv. . grammi 25 Olio di palma ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 250
In una capsula di porcellana si scaldi a moderato calore I'olio fino a tanto ehe abbia raggiunta la temperatura di 120deg;; si ritiri il recipiente dal fuoco, ed allorquando il termometro segni 100deg; vi si uniscano immediatamente le canlaridi, e si agiti senza inlerruzione la massa con spatola di legno fino a complete raffreddamento. Si con-servi il prodolto cosi ottenuto in recipiente chiuso.
Sovente alia pomata eamp; all'unguento cantaridato e ag-giunto I'euforbio, I'elleboro, 11 lartaro emetico, il subli-mato corrosivo, ecc; tali associazioni pero tolgono alle indicate preparazioni il caratlere di vescicanti semplici, e le convertono in pustulanti o caustiche, e la loro applicazione e non di rado seguila da cicatrici calve e callose, le quali sono di sfregio agli anitnali, e ehe per ciö devonsi per quanto e possibile evitare.
Fra le preparazioni cantaridate molto commendate havvi Vempiastro acre, o nero, o vescicatorio degli inglesi, riguar-dato da Hertwig siccome efficacissimo fondente degli ipe-rostomi, formelle , ganglii e simili affezioni croniche, e da non poter faciltnente essere sostituito da altre formole piü semplici, perche aderisce tenacissimamente alle parti, ehe ad un tempo irrita intensamente, Esso e coslituito da 13 parti di polvere di cantaridi, da H parti di pece di Bor-gogna, da 3 parti d'euforbio, da 6 parti di mastice, e da allrettanto di colofonia, d'empiastro di zatferano, di tre-mentina comune , di pece nera e di bolo armeno pol-verizzato. Le sostanze indicate sono unite fra loro secondo le regole dell' arte. — Quando vuolsi adoperare 1' em-piastro se ne fa liquefare a moderato fuoco la quantita ehe si presume necessaria in un vaso di terra, la si ap-plica con un coltello sopra la cute rasa in islrato di pochi
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millimetri di spessore, e si ricopre poi di stoppa ta-gliuzzata.
Allorquando si applicano le preparazioni cantaridate sopra vasta superficie, oppure sopra piaghe estese, puo accadere I'attos-icamento per assorbimento della cantaridina. Si com-batte tale venefizio, sia ehe insorga per causa d'ingestione di cantaridi, sia per esterne applicazioni, col propinare a grandi dosi i mucilaginosi, e col ricorrere ail'uso della canfora.
Carbonato di ammoniaca. —
Sesquicarbonato d'ammoniaca. —
Alcali volatile concreto.
Si otliene in grande allo stato di purezza sufficiente, su-blimando entro störte di ghisa un miscuglio di 1 parte di sale ammoniaco con 2 parti di carbonalo di caice in pol-vere; il sesquicarbonato d'ammoniaca ehe vi si forma per doppia decomposizione e pel parziale svolgimento dell'am-moniaca, si va a eondensare net collo della storta e nel-I'annesso recipiente.
Quello piroleoso e un prodotto della distillazione secca di ossa, corna, ocl altre sostanze animali.
11 sesquicarbonato d'ammoniaca del commercio e in masse bianche, semitrasparenti, eristalline : di sapore piccante, di forte odore ammoniacale perö ehe all'aria sviluppi conli-nuamente ammoniaca riducendosi finalmente in bicarbo-nato; solubile nell'acqua, la soluzione ha reazione alcalina potente. Se e puro deve col riscaldamenlo volatilizzarsi senza laseiare residue.
Quello piroleoso e in masse eristalline, sporehe, esalanti odore ammoniacale empireumatico, incompletamente solu-bili riell'acqua, la quale vi separa alcuni prodotli pirogenici.
Usi. —11 carbonalo d'ammoniaca ha molta analogia d'a-zione coH'ammoniaca (vedi), e meno irritanle di essa , e
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sembra dotato di speciale virtu stimolante sui nervi del gran simpalico, ehe reggono i raoti e la sensibilita dei vi-sceri addominali. E stato adoperato nella cura delle coliche ventose e spasmodiche, dell'anoressia e dispepsia , delle indigestion! non complicate da flogosi, deü'epilessia ed anche delle febbri adinamiche ed asteniche.
Dosi:
Solfpedi . ... da grammi 8 a 16 Bovini ...... da raquo; 10 a 25
Pecore.....da raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1 a 2
Cani.....d^a raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0,25 a 0,50
Tali dosi possono essere date molte volte nella giornata ad intervallo di 1 a 3 ore. II carbonato d'ammoniaca e per lo piü dato agli animali sotto forma liquida , in menstrui mucilaginosi, amari ed aromatici,
II carbonato d'ammoniaca piroleoso, nel suo modo d'agire sull'organismo, mostra qualche analogia coWolio empireu-matico animale (vedi).
Internamente e amministrato negli stessi casi del carbonato puro, non ehe nelle febbri tifoidee, reumatiche, nelle paral^sie e convulsioni. nei catarri e renmi inveterati. — Si da agli animali a dosi di poco minori delle indicate pie cedentemente, sotto forma di boli, elettuarii e soluzioni.
Esternamente, il sale volatile di corno di ccrvo e usato come risolvente, e fondente invece del carbonato di potassa, in soluzioni acquose ovvero alcoliche (1:12); per lo piü e aggiunto al linimento canforato, all'unguento mercuriale nella proporzione di 1 a 6 a 1 a 8.
Carbonato di ferro. — Croco di Marte aperitivo. — Sesquiossido di ferro per precipitazione.
11 croco di Warte delle farmacie e un misto di sesquiossido, di carbonato e di idrato di ferro. Sono varii i metodi di preparazione; il piü conveniente consiste nello
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scompoire una soluzione di 15 parti di solfato ferroso con un'altra di 18 parti di carbonato sodico; si raccoglie il pre-cipitato su di un filtro di carta o di tela fitta, si lava con acqua, si fa asciugare all'aria.
E una polvore, inodora, di colore rosso bruno, insipida, insolubile nei veicoli neutri; si discioglie con leggiera ef-fervescenza negli acidi solforico, cloridrico ed altri senza lasciare residuo, se e puro.
Si puo avere estemporaneamente ed economicamente il carbonato ferroso amministrando associati insieme e nelle indicate proporzioni i sali sopra detti. Volendo poi avere una preparazione analoga a quella delle pillole di Blaud e di Vallet, i'uso delle quali nella medicina umana e assai generalizzato, e conveniente formola la seguente:
Solfato di ferro in polvere . . . . parti 1,7 Carbonato di soda raquo; .... raquo;2 Miele q. b. per fame un elettuario.
Incompatibilitä. — Non si dovrä associare colle materie tannanti.
Usi. — II carbonato di ferro e astringente e ricostituente del sangne. E stato amministrato nell'ematuria del cavallo con successo da Levrat. Delwart assicura d'aver emendato con esso lo stato discrasico di parecchi cavalli affetti da formica; altri I'adoperano a curare affezioni tifoidee ed a prevenire le carbonchiose. Berthold e Bunsen lo commen-darono come il piu valido antidoto negli attossicamenli prodotti da composti arsenicali.
Dosi giornaliere: Solipedi e bovini . . . da 80 a 120 grammi Ovini e maiali . . . . da 25 a 50 raquo; Cani.......da 2 a 20 raquo;
Si associa alia genziana ed alia canfora e s'aratninistra per lo piü in elettuario od in pillole. Quando perö si ri-corre al fartnaco per combattere gli attossicamenti arsenicali debbesi dare sciolto neli'acqua calda, e ad una dose
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105 decupla almeno della quantitä di composto arsenicale in-gesto.
Carbonate di magnesia. —
Magnesia carbonata, aerata, o bianca. —
Idrocarbonato di magnesia. — Antiacido aerato.
Occorre abbondante in nutura il carbonato magnesico; presso di noi trovasi abbondante a Baldissero e Castella-monte, conosciuto coi nomi di Giobertite o di Baldisserite. Cosi come trovasi in natura serve per la preparazione dei composti magnesiaci, non per dirette applicazioni alia me-dicina; al quale uopo si adopera esclusivamente la magnesia carbonata artificiale. Ques'a si ottiene in grande scompo-nendo una soluzione bollente di solfato di magnesia con carbonato di soda; il precipitato raccolto sopra tela fitta si lava con molta acqua, si preme fortemente e si fa asciu-gare enlro stampe quadrilatere.
fi in masse amorfe, quadrilatere, bianche, leggiere per guisa da galleggiare suU'acqua , sgretolabili facilmente ; e inodora, ha lieve sapore terroso amaro; pochissimo solu-bile nell'acqua in cui si puö sospendere agevolmente. Si scioglie compiulamente con effervescenza nell'acido solfo-rico, cloridrico ed altri.
Incompatibilitä. — Cogli acidi liberi e coi sali acidi.
Usi. — II carbonato di magnesia amministrato interna-mente assorbe gli acidi del tubo digestive; giova perciö a cura della pirosi e della diarrea dovuta ad aeiditä sover-chia delle prime vie; ed e altresi utile nella timpanite e nelle coliche ventose; e perö meno altivo della magnesia calcinata, delia quale ha pure minor prezzo.
Dosi :
Solipedi e bovini adulli. da 10 a 16 grammi Puledri e vitelli ... da 1 a 4 raquo; Cani.......da 0,50 a 2 raquo;
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Si dänno le dosi indicate due o tre volte al giorno. Si associa con farmaci amari, col rabarbaro, coU'oppio, e si porge agli animali in bolo , in elettuario , e sotto forma liquida.
Carbonato di piombo. — Idrocarbonato di piombo. — Cerussa o biacca.
E un prodotto dell'industria chimica; s'ottiene per lo piü facendo arrivare una corrente di acido carbonico entro una soluzione di acetato di piombo basico.
E la biacca in masse coniche, bianche-, terrose, opache, pesanti. E inodora, insipida; insolubile nell'acqua; riscal-data si decompone, risolvendosi in ossido di piombo, acqua ed anidride carbonica. Si scioglie facilmente nell'acido ni-trico od acetico con viva effervescenza e senza lasciare re-siduo, se e pura.
Puö essere sofisticata con solfato di piombo, di barile, o di calce, o con carbonato di calce. La presenza degli accennati solfati si svela per la loro insolubilita nell'acido acetico allungato; quella del solfato di calce tratlandola con acqua bollente; filtralo il liquido, in esso si poträ poi riscontrare la presenza dell'acido solforico e della calce. La presenza del carbonato di calce si svela col discioglrere la sospetta cerussa nell'acido nitrico, precipitare mediant^ idrogeno solforato, filtrare; nel liquido filtrato versare os-salato ammonico, il quäle precipiterä la calce.
Usi. — E usato esternamente come astringente ed es-siccativo in polvere, oppure in pomata, a cura delle esco-riazioni, delle superficiali contusioni, delle piaghe ed ulceri umide, ed anche di quelle superficiali di buon aspetto per accelerarne la cicalrizzazione. La polvere di carbonato di piombo e adoperata sola o mescolata a quella di carbone di corteccia di quercia e si mill. La pomata di cerussa pre-parasi con adipe suino; nella proporzione di 1 di carbonaso di piombo e 3 a 5 di adipe.
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Garbonato neutro di potassa. —
Sottocarbonato di potassa. — Aleali vegetale. —
Sal tartaro.
Si conoscono in farmacia principalmente due carbonati di potassa, cioe il carbonato neulro ed il carbonate aeido, impropriamente detto bicarbonato; quest'ullimo non offre grande interesse per la metiieina nostra; le sue indieazioni si possono soddisfare economicamente col corrispondente sale di soda.
II primo, cioe il carbonate neutro, si ettiene in grande liseiviando le cen^ri delle plante terrestri, ed evaporande a seeco il liquide. Nel commercie porta i nomi di allume di feccia, potassa perlassa, salino, potassa d'America ed altri siraili norai a secenda del grade di purezza e della varia prevenienza.
II sale di tartare e il prodotto della depurazione della potassa cemmerciale. fi sötte forma di polvere bianca, inodora, di sapore acre; deliquescente all'aria , selubilis-sime nell'acqua, inselubile nell'alcole. Le sue soluzioni lianne reazione alcalina patentissima, neutralizzano gli aeidi sviluppando anidride carbonica.
Uolio di tartaro delle antiche farmaeepee non era altro ehe una soluziene acquosa di carbonate petassico ottenuta per naturale deliquescenza; si puö rimpiazzare mediante una satura soluziene di sale di tartare.
Per gli usi veterinarii puö baslare il carbonate di potassa del commercie, ed anche un liseivie di ceneri delle piante cresciute lenlane dal litorale marittime.
Uso interno. — II carbonate di potassa asserbe gli aeidi del canale intestinale, diluisce il sangue, e produce diu-resi; ha molta anaiegia d'azione colla potassa pura, dalla quäle perö si distingue per non essere caustico e per l'in-tensitä minere neH'azione, e per una particolare azione se-
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dativa sui nervi del trisplancnico. fi adoperato internaraente quando havvi straordinario sviluppo di acidi nelle prime vie (pirosi, diarrea acida), nelle coliche spasmodiche e venlose. nella timpanite, nelle infiammazioni con essuda-zioni piastiche in genera e piü parlicolarmente nella pol-monera. II Lund, Hering ed altri raccomandarono questo fariinaco per determinare I'espulsione delle secondine.
Dosi:
Solipedi e bovini ... da 8 a 20 grammi Ovini e maiali.... da 2 a 6 raquo; Cani.......da 0,5 a 1 raquo;
Le dosi indicate devono essere ripetute a norma del bi-sogno neila slessa giornata. II carbonato di potassa e dato agli animali sotto forma liquida in infusi aromatici, in de-cozioni amare o mucilaginose ecc.
Uso esterno, — 11 carbonato di potassa e usato in solu-zioni concentrate (1 di carbonato e 4 di acqua) quale detersive ed essiccativo delle ulceri a granulazioni sordide, molliccie ed esuberanli ; come solvente in soluzioni piü deboli (1 a 10) ed applicale in lozioni, bagni, fomenta-zioni a cura degli stravenamenti sanguigni, delle essuda-zioni piastiche, degli indurainenti incipienli , delle infiammazioni croniche dei tendini, legamenti e periostio. E pure stato sovente usato a cura delle affezioni erpetiche inveterate e della rogna. 11 carbonato di potassa e adoperato ester-namente anche sotto forma di pomata e preparasi colgrasso, ovvero col sapone verde, nella proporz. di 1 a 4 o 6. Sovente e pure associate all'unguento mercuriale (1:6a 40) #9632; per comporre una preparazione fondente assai efficace.
Formole :
Carbonato di potassa del commercio gr. 15 Fiori di camomilla volgare . . . raquo; 15 a 30
Si prepari in tripla dose — da amministrarsi sotto forma d'infuso una dose mattina e sera alle vacche nella riten-zione delle secondine.
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#9632;
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Unguento antiscabbioso;
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Catrame 1 parte
Grasso 1/2 raquo; si facciano fondere e si ag-giunga i/2 parle di carbonate di potassa e si rimescoli la inassa fino a raffreddamento.
{Farmacopea veter. danese).
Carbonato di soda. — Sottocarbonato di soda. — Alcali minerale.
Ci e fornito in copia ed in istalo di sufficiente purezza dai commercio. Si oltiene in grande per gli estesi usi in-dustriali a cui e destinato,, sia mediante lisciviazione delle ceneri delle plante marine, sia mediante calcinazione di un misto di creta, carbone e solfalo di soda ; si liscivia il residue e si fa svaporare il liqiiido; il residue otlenuto costituisce la soda fattizia greggia, da cui per depurazione si ottiene il carbonato sodico cristallizzato.
E in grossi ottaedri, incolori, inoderi, di sapore alcalino ed urinoso, contenenti 10 molecole d'acqua di cristallizza-zione, circa 620/0, efflorescenti all'aria secca, solubilissimi nell'acqua ; le soluzioni hanno reazione alcalina.
II natron ed il trona sono sesquicarbonati di soda nativi ehe si incontrano in alcuni laghi salati come quelli d'E-gitto, di Ungheria, dell'America ecc.
Un. — Adoperasi negli slessi casi ed alle stesse dosi ehe il carbonato di potassa-(vedi), sul quale merita la pre-ferenza, almeno per gli usi esterni, atteso il sue prezzo assai minore.
Carbonato di soda acido. — Bicarbonato di soda.
Fa parte di alcune acque mineral!; si prepara in grande facendo arrivare fine a rifiuto gas acido carbonico sopra cristalli di seda, disposti entro un tine a doppio fondo,
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no
ehe permelta di raccogliere 1'acqua la quale per la can-giata costituzione del sale si va separando, portando con se sale sodico.
fi in masse bianche , agglomerate , friabili, opache; di sapore leggermente alcalino urinoso. Si puo anche avere cristallizzato. Solubile nell'acqua, le sue soluzioni hanno debole reazione alcalina, non devono precipitare a freddo con una soluzione di solfato di magnesia, il ehe sarebbe indizio della presenza di carbonato neutro.
Usi. — Si adopera esclusivamente per l'uso interno e sotto forma di soluzione nell'acqua fresca. Giova come an-tacido negli animali lattanti, o si da pure nella mastoite della vacca ecc. — Le dosi a cui si deve amministrare possono essere doppie di quelle indicate di sopra per il carbonato potassico.
Garbone artificiale.
Ai carboni artificiali appartengono tutti quei residui car-bonosi ehe si ottengono dalla scomposizione del legno, del-Vhouille, delle ossa, del sangue ed altre sostanze organiche per opera del fuoco e fuori del contatto dell'aria; ed a seconda della natura della materia prima adoperata si di-vidono in carbone vegetale ed animale. Per gli usi nostri si ricorre a quello ehe proviene dalla earbonizzazlone dei legni e si dovrä preferire quello dei legni dolci, pioppo, nocciuolo, salice; talvolta si adopera ancora il carbone animale proveniente dalla carbonizzazione delle ossa, e ehe il commercio ci somministra sotto la denominazione di aero d'avorio, nero d'ossa, nero o carbone animale.
Uso interno. — 11 carbone ha la proprietä di assorbire molti gas, e parecchie materie coloranti, sapide ed odo-rose; le applicazioni terapeutiche ehe si fanno del mede-simo derivano in massima parte dalle indicate proprietä come pure dalla sua azione deostruenle ed alterante.
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Ill
II carbone (l'animale di preferenza) e stato amrainistrato con vantaggio nelle diarree fetide, nelle febbri putride, nella dispepsia semplice, ne^li infarcimenti dei ganglii lin-fatici, nel farcino, nel cimurro inveterato ed anche agli animali affetti da suppurazione polmonare, o da catarri na-sali cronici e da erosioni od ulceri alia mucosa delle vie respiralorie (1).
Dosi:
Solipedi.....da 45 a 30 grammi
Bovini......da 30 a 60 raquo;
Ovini e maiali ... da 4 a 10 raquo; Gani......da 1 a 4 raquo;
Tali dosi possono essere date parecchie volte nella gior-nata. II carbone e amministrato in pillole, in elettuario, ed anche in sospensione in un menstruo mucilaginoso. Esso e associato a sostanze amare, aromatiche, astringenti ecc.
Uso esterno. — II carbone polverizzato e sovente adope-rato esternamente come disinfettante, assorbente, eccitante ed involvente a cura delle ulceri e piaghe fetenti, sordide e secernenti soverchia marcia; ed a seconda del bisogno si associa con polvere di corteccia di quercia, di aloe, di solfato di zinco, di litargirio, coila canfora raspata ecc.
II carbone ben polverizzato e anche fatto inspirare agli animali merce un sacco ehe si assicura alia testa dei me-desimi, onde costringerli a respirare I'aria racchiusavi, pregna di polviscolo di carbone.
Catrame vegetale. —Pece liquida,
E un prodolto ehe risulla da una maniera di dislilla-zione secca, o combustione stentata dei legni resiniferi, gia esauriti della trementina. E una sostanza della consi-
(1) Grediamo ehe abbia in tali easi la sua parlc d'nzione il fosfato calcare da cui e il carbone animate per la massima partlaquo; costituito.
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stenza delta trementina, granulosa, agglutinaliva, di colore bruno nerastro, di odore empireuraatico forte e penetrante, spiacevole; di sapore acre ed araaro.
E un miscuglio di resina di pino non allerata, di colo-fonia, di resine pirogenee, di acido acetico, di essenza di trementina, di acido fenico, creosoto, olii empireumatici (pirelaina e pirostearina), paraffina, eupione. Agitato con acqua vi cede piccole quantitä di parecchi degli accennati corpi e la colorisce; si scioglie nell'alcole, nell'etere, negli olii fissi e volatili. Distillato fernisce acido pirolignico ed un olio empireumatico cornplesso, ehe puo venire adoperato in sostituzione deH'olio di cade.
Non si deve confondere col catrame ottenuto dalla distil-lazione secca dei legni non resinosi, ne col catrame del-\'houille; quest'ultimo, designate col nome inglese di coallar, venne ultimamente introdotto nella medicina, e particolar-mente per esterne applicazioni.
Acqua di catrame. Si prepara facendo macerare una parte di catrame di Norvegia con 16 p. d'acqua per otto o dieci giorni agitando di tanto in tanto la massa.
Uso interno. — L'azione del catrame esercilata sull'or-ganismo e piuttosto complessa e s'avvicina da un lato a quella del creosoto e dell'acido fenico, e dall'altro a quella della trementina; esso determina effetti astringent! sulla mucosa; assorbito 6 energico eccitante del sistema vasco-lare; e venendo eliminato dall'organismo precipuamente per i reni e per la mucosa delle vie respiratorie, accresce raltivitä dei primi ed eccita la seconda. II catrame e stato adoperato con vantaggio a cura dell'astenia del tubo digestive, dei catarri cronici nelle vie respiratorie e degli or-gani orinarii e sessuali, del cimurro inveterate, delle vo-miche polmonari nello stadiodi ulcerazione, delle successioni morbose delle pneumoniti, delle idropisie, come pure delle febbri asteuiche, e delle tifoidee a forma torpida. E stato altresi raccomandato come vermifugo tanto contro i vermi
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113 ehe albergano nell'intestino, quanto contro quelli ehe vi-vono nei polmoni.
Dosi:
Solipedi e bovini, . da 8 a 25 grammi Ovini e maiali . . da 2 a 8 raquo; Cani.....da 0,40 a 4 raquo;
Da ripetersi 2 o 3 volte al giorno, se eosi richiede il bisogno. II catrame e dato in bolo, in eleüuario , oppure in beveraggio rieorrendo all'uso della potassa, deila gomraa, del giallo d'uovo per poterne operare la dissoluzione. Si puö anehe propinyre i'aequa di catrame, la quäle perö non e un vero sueeedaneo del catrame, e si richiedono troppo grandi dosi per produrre effetti sensibili. li catrame e as-soeiato, a seeonda delle malattie, allo zolfo, al solfuro d'an-timonio, ai tonici amari, agli amari aromatici, ecc.
II catrame e pure applicato a cura delle affezioni delle vie respiratorie sopraindicate, in fumigazioni, ehe si pro-dueono bruciando il catrame, o semplieemente elevandone la temperatura a 35deg; o 50deg; centigr. II fumo ehe si genera col primo processo e molto irritante.
Uso esterno. -- II catrame e molto usato a cura delle affezioni erpetiche, della rogna, e delle piaghe ed uleeri ato-niehe, delle piaghe nelle quaü si sono svoltelarve di mosca; ed e applicato solo, ovvero sotto forma d'unguento o po-mata col giallo d'uovo, col grasso (1 a 4). E da molti raecomandato altresi come efficacissimo mezzo contro la formica del piede del cavallo, le ferite del piede, la zoppina delle peeore, la limazzuola dei bovini, la forchetta marcia; e gli si attribuisee perciö la speciale virtü di riordinare I'alterata secrezione cheratogena.
II catrame e uno degli ingredienti degli unguenti da piedi ehe meglio servono a conservare all'unghia la sua umiditä e cedevolezza, e ehe secondo taluni rendono anehe piü at-tivo il crescimenlo dell'unghia. E molto eommendata da Hartwig la seguente formola:
Compendia 8
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Catrame......3 parti
Cera gialla.....quot;2 d
Sugna.......2i raquo;
Si lonJano e si incorporino insieine.
L'acqua di catrame e adoperata per lo piü in iniezione negli sculi nasali cronici, neU'otorrea, nella blenorrea, nei seni fislolosi.
In Francia si fa uso dai veterinarii della Polvere Come e Demeaux per medicare le piaghe fetenti. Quesla consta di 4 a 3 parli di coaltar, e di 100 parti di gesso poiv. Se ne spolverano con essa le piaghe , oppure le si coprono colla poivere bagnata; e si puo anche ridurre la polvere in unguenlo, aggiugnendovi olio.
1 veterinari francesi fanno sovente uss esterno dello Huile de cade, il quäle non e altro ehe una specie di catrame ottenuto dalla distillazione a secco delle radici e pezzi di tronco del Juniperus oxycedrus; questa prepara-zione e sostituita dal catrame ordinario tanlo per la sua azione antipsorica ehe parassiiicida, Recentemente I'olio di cade e stato raccoraandato a cura delle fenditure dello zoc-colo dei solipedi. Si strofina coll' olio la corona nel sito della setola e si tiene legato altresi su questa per alcuni giorni uno stuello di stoppa impregnato d'olio. Pare ehe I'olio acceleri la produzione dell'unghia, e ehe renda la vecchia flessibile e molle.
Cera.
E un prodotto elaborate o separate dalle api meJlifere, col quale le medesime fabbricano gli alveoli de' loro alveari. Si separa dal miele prima colla pressione poscia facen-dola bollire nell'acqua; cosi preparata e separata dalla mag-gior parte delle impurita costituisce la cera gialla, ehe poi viene imbiancata con processi industriali esponendola all'a-zione del sole, dell'aria e della rugiada delle notti estive.
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La cera pura esostanza bianca, amcrfa, fusibüe a circa 65deg;, inodora, insipida; il suo peso specifico 6 0,972; insolubüe nell'acqua, pcco solubile nell'alcole e nell'etere freddi, assai piü in quesli veicoli caldi, solubile in ogni propor-zione negli olii grassi ed essenziali. Consta principalmente di tre corpi ehe sono la ceriua od aeido cerotico, la mi-ricina e la ceroleina.
La cera delle api puö venire in molti casi avvanlaggio-samente sostituita dalla cera vegetale fornila dal rhus suc-cedaneum, dal cei'oxilon andicola e dalla myrica cerifera.
Usi. — La cera 6 di rado assai amministrata interna-mente; gioverebbe perö, in caso di bisogno, nelle diarree dissenteriche; corae involvento. In tal caso dovrebbesi far fondere la cera e batterla quindi con brodo di came, con deeozione di fecola, con jiiallo d' uovo , ecc. , e secondo Herlwig potrebbe essere data alia dose di 30 a 45 grammi ai cavalli e bovini, di 15 grammi agli ovini e maiali, di 2 a 8 grammi ai cani.
La cera serve per lo piü a preparare unguenti, ai quali concilia una notevole consistenza, per cui si fanno meno diüluenti.
Wcerato semplice per gli usi nostri prepariamo cen 1 parte di cera e 4 parti di grasso suino; e serve per la medica-zione delle scottature superficiali e delle piaghe ehe di-fende dal contatto dell'aria.
China. — China-china. — Corteccia peruviana.
La china-china delle oflicine e la corteccia di parecchie specie del genere Chinchona, famiglia delle Rubiaeee (Pentandria monoginia), plante ehe crescono spontanee nell'Arae-rica meridionale (sulle raontagne delle Ande), e la di cui coltura viene ora di nuovo con qualche successo tentata all'isola di Giava ed in aleune altre localitä.
II commercio delle droghe distingue uumerose qualitä di
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china a seconda della provenienza e della specie di Cincona da cui si traggono; le piu pregiate qualitä officinali sono essenzialmente tre, cioe la china callissaia arrotolata, quella callissaia gialla spatolata, e la china rossa. Per le prepa-razioni officinali di cui e principale ingrediente la china suolsi preferire quella callissaia arrotolata.
Uso interno. — La corteccia di china costituisce un far-maco astringente, stomacico, tonico nevrostenico, antiputrido, febbrifugo ed antiperiodico. Giova la sua amministrazione nell'asienia stomacale ed intestinale, nella diarrea ato-nica, neH'anemia ed idroemia, neirinfiacchimento rausco-lare generaie, nelle malattie carbonchiose e tifoidee, nella septicoemia, neile febbri intermittenti, ed in altre malattie periodiche; non e perö vero come si afferma da alcuni, ehe la corteccia di china valga a sospendere gli access! di flussione periodica. Le varie sorta di china offrono alcune differenze nel loro modo d'agire e predomina 1'azione astringente, ovvero la febbrifuga a seconda della rispettiva pro-porzione dei principii imraediati attivi ehe esse contengono,
Dosi: Solipedi e bovini . . da 30 a 100 grammi Ovini e raaiali ... da 4 a 12 raquo; Cani......da 1 a 3 raquo;
Le indicate dosi possono essere date due o tre volte al giorno. La china polverizzata e amministrata in bolo ed in elettuario ; poco conviene la decozione (1 parte di china e 15 o 20 d'acqua); ed e associata a sostanzeamare, astrin-genti, aromatiche, all'alcole, agli acidi minerali diltmgati, alle preparazioni marziali, ecc.
(7ao esterno. — La corteccia di china polverizzata, sola ovvero mescolata alia canfora, al carbone, e applicata sulle piaghe gangrenose e sulle ulceri sordide quale disinfet-tante; e sono pure adoperati allo stesso scopo il vino e la tintura assai sovente da alcuni veterinarii. Conviene perö usare della china e sue preparazioni piü di rado ehe si
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117 possa in vista dell'alLo suo prezzo, e si debbe cercare di sostituirla, in ispecie neile esterne applicazioni, nelie quali si cerchino particolartnente le virtu sue toniche ed astrin-genti, colla corteccia di quercia, e colle tinture resinose di minor costo.
Cianuro di potassio. — Prussiato bianco di potassa.
Si puo ottenere puro e cristaliizzato evaporando nel vuoto la soluzione alcolica ottenuta lisciviando il residue della calcinazione del prussiato giallo di potassa (cianofer-ruro potassico) in istorta di gres. Per gli usi industriali si prepara calcinando il cianoferruro potassico solo o mesco-lato con carbonato di potassa; raffreddata la massa, se ne distacca lo strato bianco.
E in masse bianche, amorfe, opache, oppure in cristalli cubici, o masse cristalline; solubile neil'acqua e nell'al-cole; di sapore caustico ed amaro ; di odore di acido cia-nidrico, proveniente da scomposizione ehe prova a contatto degli agenti atmosferici, all'azione dei quali si converte in carbonato potassico sviluppando acido cianidrico. La soluzione acquosa, falta bollire, sviluppa ammoniaca, mentre si produce d'altra parte formiato aramoniaco. Reazione ehe pure si effettua, sebbene lentamente, a freddo. Le sue so-luzioni trattate con soluzione mista di sale ferroso e fer-rico, dänno un elegante precipitate azzurro ; precipitano in bianco col nitrato d'argento.
Usi. — II cianuro di potassio, dato per le vie digestive alia dose di 4-8 grammi uccide i cavalli in 20 minuti circa, ed i cani nello stesso tempo alia dose di 24 a 30 centigrarami (Hertwig). Amministralo a minori dosi, produce, come 1' acido prussico, effetti deprimenti coll' agire sui centri nervosi. — Questo composto cianico e stato con buon successo adoperato nella cura del tetano da Lafond e da altri, ed alia nostra Scuola da Brusasco. Si suole am-
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ministrare in polvere, ehe si depone sulla lingua dei ca-valli tetanici, alia dose di 20 a 50 centigrammi, due o tre volte nelle 24 ore.
Nello stesso tempo si coadiuva I'azione del farmaco posto sulla lingua dei malati, mediante frizioni praticate sulle regioni masseterine con una pomata preparata secondo la seguente formola :
Gianuro di potassio . . . parti 1
Adipe........T) 10 a 20
Si puo adoperare il cianuro di potassio nelle malattie, nelle quali e indicate I'uso dell'acido prussico, del quale e meno pericoloso, e di costituzione piü stabile. Dosi per use interne secondo Hertwig:
Solipedi e bovini. . . da 0,60 a 1,25 grammi
Ovini......da 0,06 a 0,18 raquo;
Gani.......da 0,02 a 0,06 raquo;
e si puö amministrare in soluzione , in bolo ed in elet-tuario.
Cicuta maggiore. — Conium maculatum.
La cicuta delle farmacie e il Conium maculatum di Linneo, pianta della famiglia naturale delle Ombrellifere (Pentan-dria diginia), ehe cresee spontanea ed assai comune in tulte le regioni temperate d'Europa; alligna di preferenza negli sfaseiami e nei siti meno soleggiati. E pianta bienne; ha radiee a fittone, fusiforme , bianca ; caule erbaceo , fi-stoloso, cilindrico , ramoso , alto 1 metro e piü , glabro, leggermente striato, macchiato inferiormente di colore rosso oscuro. Foglie alterne, picciuolate, grandi, tripinnata, le foiilietle profondamente dentate. I fieri disposti in grandi ombrelle composte, involucrate; I'invoglio deH'ombrella generale e formate da quattro o cinque piccole fogliette lanceolate, reflesse; quelle delle ombrellette e costituito da tre brattee ovali acute, dislese. Fiori bianchi con cinque
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119 petali ineguali, curvi e cordiformi; con cinque stami e due pistilli con corto stilo. II frulto detto impropriamente seme, e un diachena offrente sopra ciascheduna delle faccie late-rali dei due acheni cinque coste saglienti, crenellate. Tutta la pianta esala spiacevoie odore di sorcio; velenosa so-prattulto quella crescente in siti piu caldi. Le parti usate sono le foglie, ed i frutti; le prime si devono raccogliere quando comincia la frutticazione ; i secondi quando sono prossimi alia maturitä.
Non sono completi gli studi analiiici riguardo alia com-posizione immediata di questa pianta officinale, pare perö ehe la sua azione tossica e terapeutica precipuamente ri-sieda in un peculiare alcaloideo, liquido, volatile, non os-sigenato, distinto col nome di cicutina o coniina.
Uso interno. — Gli animali erbivori possono ingoiare con-siderevoli dosi di cicuta maggiore senza presentare moUo apprezzabili alterazioni nella loro salute; i carnivori, al contrario, sono sensibilissimi all'azione di essa, e rapidamenle soccombono per piccole quantitä, Suolsi concedere alia cicuta azione narcotica ed alterante, ed e usata di rado, inter-namente nelle.affezioni spasmodicbe in genere, nel farcino, nel cancro, negli induramenti degli organi ghiandolari.
Dosi dell'erba secca :
Solipedi e bovini . . da 30 a dOO grammi Ovini e capre ... da 15 a 40 raquo;
Maiali.....da 3 a 6 raquo;
Cani......da 1 a 4 raquo;
Da ripetersi due volte nel corso della giornata.
L'erba fresca deve essere data a dose quadrupla; il sugo espresso da essa a doppia dose; I'estratto a dosi eguali a quelle della polvere. Questa s'amministra in boli, in elet-tuario ed in decozione, sola, ovvero associata al carbone, alle preparazioni antimoniali o mercuriali.
Uso esterno. — La cicuta e adoperata come rimedio ano-dino e fondente in lozioni, in fomentazioni, in cataplasmi
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(l'erba verde) a cura degli induramenti ghiandolari, dei
tumori scirrosi e cancerosi.
La cicuta virosa non e usata come medicamento: a dosi anche piccole produce gravi accident! ed anche la morte in tutti gli animali domestici; basli il dire ehe una libbra di questa pianta e, secondo Hertwig, sufficiente dose per uccidere un cavallo.
Cloralio idrato. — Idrato di cloralio. — Aldeide acetica triclorica idrata.
11 cloralio idrato delle farmacie 6 la combinazione di una molecola di acqua con una di aldeide triclorica o cloralio normale; questo si ottiene facendo arrivare cloro secco ed in rapida corrente sopra alcole assoluto tenuto freddo. Rallentato Tassorbimento del cloro, si riscalda gra-datamente la massa sempre continuando a far arrivare cloro secco; finalmente si scalda a 100deg; a B. M.
II prodotto cosi formatosi si agita con due volte il suo volume di acido solforico concentrato, il quale senza alte-rare e disciogliere il cloralio, scompone o discioglie gli altri prodotti; separalo il cloralio si depura dislillandolo due altre volte sopra acido solforico, e finalmente si ret-tifica dislillandolo rapidamente sopra calce viva.
II cloralio normale e un liquido limpidissimo, rifringente; di odore forte, sapore piccante; bolle a 99, abbandonato a se, lanto pin se in presenza di acidi, si trasforma in un isomero insolubile; a contatto di poca quantitä di acqua fredda forma un composto cristallino bianco , il cloralio idrato, di leggero odore piccante, sapore etereo peperato, solubile nell'acqua e nell'alcole.
Una delle piü rimarchevoli proprietä del cloralio idrato e quella di cangiarsi in formiato ed in cloroformio sotto I'azione delle basi.
Usi. — Dobbiamo a Liebreich la scoperta ed i primi
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121 sperimenli falti con questo nuovo agente terapeutico, affine al cloroforraio cd aU'etcre solforico per la sua azione fi-siologica e per le sue applicazioni terapeutiche. II cloralio idrato. amministrato per le vie digestive, in infusione nelle vene ed in iniezioni ipodermiche, a dosi convenienti, di-spiega azione sedativa, ipnotica ed anestetica. Sebbene non siano trascorsi ehe pochi anni dalla scoperta del rimedio, nondimeno fu largamente posto a cimento dai clinici delle due medicine nella cura di varie malattie.
Alia nostra Scuola il cloralio e stato amministrato da ßrusasco con risuitati molto favorevoli nella cura dell'epi-lessia, della corea e dell'eclampsia dei cani, e della tosse convulsiva con afonia negli stessi animali; ed egli ne ricavo pure buon frutto dandolo ai cavalli in preda a delirio fu-rioso, in parecchie malattie, allo scopo di calmarne i pa-rossismi; e si convinse ehe l'uso prolungalo del farmaco non produce fenomeni di congestione cerebrale.
Alia nostra Scuola abbiamo pure sperimentato il cloralio idrato contro il tetano del cavallo in parecchi casi (otto), e I'abbiamo amministrato in iniezioni ipodermiche, in infusione nelle vene, in clisteri e, quando si pote farlo, per le vie digestive, e sempre senza buon successo; ed abbiamo osservato, ehe, anche quando i malati cadevano assopiti profondamente ed addivenivano insensibili come cadaveri, non scemava in grado apprezzabile il trisma; cosicche non reputiamo il cloralio rimedio antitetanico pei solipedi, af-fetti dal tetano acuto, od acutissimo, sia traumalico , ehe reumatico. Tombari perö scrisse d'un cavallo telanico da lui guarito coiramministrazione del cloralio.
Abbiamo altresi fatti sperimenti numerosi allo scopo di determinare se il cloralio produca anestesia complela, ed in guisa, ehe si possano praticare dolorose operazioni sugli animali, senza ehe questi diano segni di soffrire; e pos-siamo affermare ehe si; peroeche su parecchi solipedi assopiti eon esso, abbiamo eseguita la eastrazione, I'opera-
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zione del cbiovardo cartilaginoso ed aiire operazioui ancora,
senza ehe essi ricalcitrassero, quantunque fossero slegati.
Dosi:
Si richiedono 150 a 200 grammi di cloralio per produrre ipnotistno ed aneslesia nei solipedi, se si da il farmaco/gt;er le vie digestive — 150 grammi, e talvolta di piü , per de-terminare gli stessi effelti nei bovini — e 2 a 10 grammi nei cani.
Occorrono da 25 a 50 grammi del farmaco in infusione nelle vene se si vogliono ottenere gli effetti anzidetti nei solipedi. Questo modo d'amministrazione non da luogo ad irritazione delle vene, come ci risultö da parecchie necro-scopie.
Le dosi da impiegarsi per le vie digestive quando non si volesse produrre con*iderevole ipnolismo ed anestesia, sono pel cavallo approssimativamenle di 80 a 100 grammi, e pei cani di 1 a 3,50 grammi, propinate epicraticamenle nei corse della giornata (Brusasco).
II rimedio e dato nell'acqua, in menstrui mucilaginosi, colla glicerina, in varie proporzioni (1 a 2-10).
Le iniezioni ipodermiche di cloralio sciolto nell'acqua,
provocano agevolmente infiammazioni eslese del connettivo,
se havvi acido cloridrico iibero; ma si puö atlenuare que-
st'inconveniente col neutralizzare la soluzione , mediante
i'aggiunta d'ammoniaca liquida.
Dobbiamo notare in ultimo ehe I'azione del cloralio idralo e in antagonismo con quelle della strienina, e ehe perciö il primo e antidote dinamico della seconda.
Gloro gasoso ed in soluzione acquosa.
Adoprasi il cloro in medicina veterinaria ed alle state gasoso ed a quelle di soluzione nell'acqua.
Nei primo stato si otliene facendo reagire 4 parti d'acido cleridrice sopra 1 p. di biossido di manganese , agevo-
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123 lando la reazione con moderala temperatura; oppure ver-sando 2 1/2 p. di acido solforico a'.lungato con 4 parli d'acqua sopra un miscuglio di 3 parti di sale marino, e 2 di biossido di manganese polverizzato; si agita il miscuglio con bacchetta di legno o di vetro e se ne lascia sviluppare il gas nel luogo a cui si vuole fare I'applica-zione. Di questa guisa si ottengono le fumigazioni Gui-toniane. Le quantita ehe si dovranno impiegare per un ambiente di 100 metri cubi saranno le seguenti:
Biossido di manganese . . . grammi 200
Cloruro di sodio.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 300
Acido solforico.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 250
Acqua....... .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 400
Si possono ottenere piü comodamenle le fumigazioni Gui-toniane quot;mediante il cloruro di calce (vedi).
II locale in cui si opera la fumigazione deve essere te-nuto chiuso e sgombro dagli animali.
II cloro e un gas coercibile, di colore giallo verdastro, di odore forte caratterislico, ehe provoca violentemenfe la losse sino allo sputo sanguigno ; densitä 2, 44; spegne i corpi accesi, ucciile prontamente gli animali ; si scio-glie nell'acqua nel rapporto di 3 volumi alia temperatura di 40deg;; al dissotto ed al dissopra di tale limite, la sua solubilita diminuisce.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; v
Ha grandissima affinitä per I'idrogeno e per la maggior parte dei mefalli, alcuni dei quali, il rame ad esempio, portali divisissimi nel meclesimo vi si accendono. Dalla sua affinila per I'idrogeno dipendono le sue proprietä decolo-ranti, antisettiche e disinfeltanti.
La soluzione acquosa di cloro si ottiene facendo arrivare gas cloro enlro acqua pura a 40deg; nell'apparecchio di Wolff, fino a rifiuto. E un liquido di colore verdiccio, di forte odore di cloro ; raffreddato a 0 depone dei cristalli di idrato di cloro; gode del reslo dalle principali proprietä del cloro gasoso, a cui per moltissimi usi si preferisce.
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Si puo ottenere estemporaneamente trattando 3 parti di sal marino, 8 di minio, 6 d'acido solforico e 192 di acqua comune ; si Irilura il sale col minio , si rnette coll'acqua entro boccia di vetro smeriglialo e forte, vi si versa Tacido, e tenendo ben tappata la boccia, vi si agita per qualche tempo finche il minio sia divenulo bianco; si lascia depo-silare e si decanla all'uopo, Una soluzione d'ipoclorito di calce, o di ipocloriti alcalini puö ancora in molti casi teuere luogo del cloro liquido.
La soluzione di cloro devesi conservare all'oscuro, altri-menti si altera generandosi acido cloridrico e sviluppandosi ossigeno.
Usi. — 11 cloro gasoso e anlipulrido e stimolante, ed e amministrato agli animali per via della mucosa respira-toria, cioe per inalazione; ha giovalo nelle angine gangre-nose, nelia gangrena pohnonare, nella suppurazione polmo-nare tanto dipendente da rammollimento di tnbercoli ehe da pneumonite. Taluni commendarono pure I'inspirazione del gas cloro per curare il moccio e per combattere gii altossicamenti coll'acido prussico; le esperienze'di Hertwig perö ed alcune nostre proprie non diedero ehe risultati negativi. 11 cloro gasoso e sovenle messo a partite per disinfettare I'aria nei ricoveri degli animali malati ed anche dei sani; si suole ricorrere in queslo caso alle fumigazioni di Guiton de Morveau, puossi perö anche produrre il cloro gasoso con altri procedimenli, e specialmente si fa use deiripoclorilo di calce.
Vacqua di cloro e stala con molta utilita amministrata internamente agli animali affelti da febbri tifoidee, a pu-tride, da malattie corbonchiose, da diarree fetenli, e dalle malattie nelle quali giova il cloro gasoso, stale preceden-temenle indicate. — Dosi :
Solipedi e bovini. . da 100 a 200 grammi Ovini e maiali . . da 60 a 120 raquo; Cani......da 8 a 30 raquo;
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125 Tali dosi sono ripetute due o tre volte al giorno. L'acqua
di cloro e amministrata allungata nell'acqua. Esternamente l'acqua di cloro e stata utilmente impie-
gata in lozioni nella cura della rogna, degli erpeti umidi,
delle fimatosi e delle uiceri amide antiche e fetide in ge-
nere, e dei tumori carbonchiosi e farcinosi.
Cloroformio. — Etere metilcloridrico biclorato. — Cloruro di biclorometile.
Si prepara stemperando 5 chilog. di calce idrata entro 40 litri di acqua scaldata a -j- 40deg; entro alambicco di rame stagnate; si aggiungono 10 chilog. d'ipoclorito di calce del commercio e litri 1,250 d'alcole a 85 c1'; allestilo I'appa-recchio, si riscalda con legna fino a ehe il calore dal ca-pitello sia arrivato al tubo conduttore, rimnovesi allora pronlamente il fuoco, ehe la distillazione si stabilisce e pro-segue di per se.
11 liqaido ehe distilla si divide in due slrati, di cui I'in-feriore e precipuaraente formato da cloroformio, alcole, cloro, non ehe da specie cloriche d'ordine diverso da quello del cloroformio; si separa per decantazione, e si pone a parte. Lo strato superiore si versa neU'alambicco, e vi si stemprano di nuovo 5 chilog. di calce, 10 di ipoclorito, riaffondendo 1 litro d'alcole e 10 litri d'acqua. Procedendo quindi alia suddetta maniera, si puö cosi per parecchie altre volte ripetere.
Riuniti i liquidi inferiori di ciascheduna operazione, si lavano dapprima con acqua pura, poscia con debole solu-zione di carbonato sodico; si agita poscia la massa con cloruro di calcio secco e si rettifica sopra acido solforico a bagno maria.
E un liquide scolorito, limpido, di consistenza oleagi-nosa, molto volatile , d'odore etereo aggradevole come di mele renettes, sapore dolciastro; assai rinfrangente la luce.
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La sua densilä ezr 4,480, versato sull'acqua vi cade ra-pidamente in fondo: si affonda se e puro in un raisto l'reddo di parti uguali d'acido solforico ed acqua, caratlere ehe conduce a scoprire se sia mescolato con alcole o con eiere o con altri liquidi leggeri. Bolle a 60,8; e neutro affatto, arde difficiimente. Non lo altera l'acido solforico anche caldo ; l'idralo potassico in soluzione alcolica lo con-verte poco alia volla in formiato ed in cloruro potassico; il cloro, influente la luce solare, lo trasforma in cloruro di carbonio ed aeido cloridrico.
II cloroformio e appropriate solvente per molte sostanze, e segnatamente per la gomma elastica, la gutta-perka, la resina copale, i corpi grassi, gli olii essenziali, gli alca-loidei, ecc.
11 cloroformio di sufficiente purezza non deve imbiancarsi a contatto dell'acqua, non colorirsi in verde coü'acido cro-mico, non coagulare l'alburnina, reazioni ehe indichereb-bero la presenza deH'alcole ; non deve precipitare col ni-trato d'argento, non scolorare ned arrossare la carta di tornasole, se ciö avvenisse sarebbe indizio di cloro libero, di aeido cloridrico, o di aeido ipocloroso; non deve ridurre ii sale d'argento, il ehe farebbe ove contenesse aldeide. A distillazione frazionata non deve fornire altro ehe clo-roforrae e non lasciare residue di sorta.
Usi. — 11 cloroformio amministrato per le vie digestive, o per la mueosa respiratoria agisce in solle prime come eccitante diffusivo, e quindi produce completa anestesia; il cloroformio ha grandissima analogia d'azione coll'etere solforico, del quäle e piu energico e pronto nell' azione. fi stato amministrato eon successo per fugare i verrai dagli iniestini, nelle coliche spasmodiche, nell'iscuria spasmodica; aleuni lo disseio efticace nella cura del tetano e deila ver-tigine; in cbirurgia e talvolta applicato con reale vantaggio nella cura delle ernie strozzate e dei prolassi dell'utero, affine di rendere piü facile, o possibile, la riduzione dei vi-
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sceri, ed eziandio per produrre I'anestesia degli animali, ehe debbono sopportare dolorose e delicate operazioni chi-rurgiclie. Fu altresi trovalo ulile antidoto della stricnina.
Ailorquando si da il farmaco pel canale alimenlare, le dosi sono secondo Herlwig pel:
Solipedi e bovini. . . da 8 a 30 grammi Ovini e maiali ... da 2 a 8 raquo;
Cani.......da 1 a 4 raquo;
e possono essere ripetule dopo mezz'ora od un'ora se e necessario. 11 clorofonnio e propinalo nell'acqua sernplice, in soluzioni gommose, in infusi aromatici, ed anche in bolo ed elettuario facendolo assorbire da polveri indiffereuti; e anche dato in clisteri. Sovente 6 associato aU'etere soiforico.
Quando si ricorre ali'uso del cloroforinio per determi-nare negli aniinali Tanestesia, si possono far inspirare ai medesimi i vapori del farmaco mescolati a debole propor-zione d'aria atmosferica. Si versa il cloroformio sopra una spugna ehe e introdotia in una narice, ovvero si ponequella nel fondo di una seechia, di una pentola, di una pignatta od altro recipiente, e si eostringono gli animali (eavalli, pe-eore, cani) a tenere la testa entro i recipienti indicati. L'introduzione della spugna irnbevuta di cloroformio nella narice, suole essere seguita da abbondante essudazione giallognola sulla membrana pituitaria, ehe perö si dilegua senz'inconvenienti con solleciludine. Non v'e accordo fra i pratici intorno alia quantitä di cloroformio voluta per de-terminare Vanestesia negli animali domestici. La divergenza nelle asserzioni e spiegata dalla diversa purezza del farmaco , dal genera d' apparecchio adoperato, ed anche dal diverso modo di sentire degli individui. Sebbene le nostre conoscenze a questo riguardo ci lascino desiderare novelli e diligent! cimenti, tuttavia si puo stabilire in media, ehe, usando la spugna, la dose anestetica e pei solipedi ed i bovini di 30 a 90 grammi, e di 3 a 6 pei cani.
11 cloroformio e pure slate proposto in veterinaria in
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esterne applicazioni, affine di produrre anestesia limilata ad alcune parti; ma pare ehe la proposta non abbia in-contrata accoglienza favorevole. II cloroformio unite airolio dquot;oliva (1 p. a 2 o 4 p.) e siato adoperato per frizioni come anodino nella cura dello spavenio incipiente, nelle coliche spasmodiche ed enteralgie, ed in iniezioni ipoder-raiche con vantaggio, contra il reumatismo acuto e le af-fezioni spasmodiche.
Cloruro d'ammonio. —
Cloridrato, idroclorato, muriato d'ammoniaca, -
Sale ammoniaco.
E un prodolto della chimica industriale; si ottiene in grande traendo partito dei composti ammoniacali prodoltisi nella fabbricazione del gas deH'illuminazione e nella di-stillazione secca delle sostanze animali.
Viene in commercio sotto forma di grossi pani emisfe-rici, concavi da una parte e con un foro nel centre; sco-loriti, di struttura flbrosa, cristallina, semitrasparenti; ma-lagevoli a polverizzare. Leggermente deliquescente all'aria. Puö aversi cristallizzato in ottaedri regolari ed anidri per via di soluzione. Non ha odore, sapore fresco , salato e piccante, Riscaldato si fonde, poi sublima inalterato. Si scioglie entro 8 volte circa il suo peso d'acqua fredda ed in peso eguale al suo di quella bollente ; solubile nell'al-cole. Riscaldato con potassa, soda, calce ed altre basi non ehe con alcuni metalli sviluppa ammoniaca , le sue so-luzioni sono neutre , e precipitano in bianco col nitrato d'argento, in giallo col bicloruro di platino.
Incompatibilitä. — Cogli alcali, colla calce, coi carbonati alcalini, cogli acidi gagliardi, col cloruro mercurioso, col-I'acetato di piombo, col nitrato d'argento ecc.
Uso interno. — II sale ammoniaco amministrato interna-mente a dosi moderate deterraina un'eccitazione generale
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129 passeggiera; rende piu abbondante e piü fluido il muco se-creto dalle membrane mucose, piü copiose le orine, piu attiva la cutanea perspirazione, meno plastico il sangue. L'uso di questo sale torna utile nelle acute affezioni catar-rali e reumatiche, dopo ehe la violenza della febbre e stata domala dalle emissioni sanguigne, e da altri sali diluenti (nitro, tartaro emetico), nelle croniche affezioni catarrali, nei cimurro dei solipedi, nelle idropisie , nelle ostruzioni epatiche. Si amministra alle seguenti dosi:
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Tali dosi possono essere propinate agli animali 3 o 4 * volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,
II cloruro d'ammonio 6 amministrato in pillole, in elet-tuario, e sotto forma liquida, e associato al solfato di soda, al nitro, a sostanze amare oppure amaro-aromatiche, alia canfora, a seconda delle particolari indicazioni.
Uso esterno. — Gotesto sale e usato come ripercussivo e risolvente: nel primo caso viene sciolto nell'acqua , tanto solo ehe associato al nitro, ed anche ad altri sali come nel bagno ripercussivo di Schmuker (vedi azotato di potassa); nel secondo caso e per lo piü associato alia canfora come nella seguente Mistura risolvente:
Sale ammoniaco )nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.
Ai inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;enbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ana 1 parte
Alcole canforato J
Aceto.....8 parti.
mistura ehe debb'essere applieata mediante frizioni sulle parti contuse e distratte. — II sale ammoniaco e pure ap-plicato come antipsorico in soluzione nell'acqua (1:6), ma puö utilmente essere sostituito aU'esterno dal cloruro di sodio.
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Compendia 9
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Cloruro d'antimonio. — Burro dantimonio. — Gaustico antimoniale.
Fra i lanti process! conosciuti per ottenere il cloruro d'antimonio uno dei piü espedienti ed economic! consiste nel trallare a caldo entro matraccio di vetro 1 parte d! solfuro d'antimonio polverizzato con 4 parti di acido clo-ridrico fumante: giova operare all'aria aperta o sotto Camino di forte tiranle onde non esporsi alle pericolose ema-nazioni dell' acido solfidrico. Terminata la reazione si decanta il liquido, si concentra fino a grande densitä entro cassula di porcellana, quindi si distilla in una storta in-cominciando solo a raccogliere il prodotlo quando questo offre consistenza oleosa e col raffreddamento si solidifica.
E sostanza bianca, in masse semitrasparenti, inodore, di sapore aceirimo; fuma a contatto deH'aria e s'inumidisce; fonde a 100, bolle a -j- 300 circa ; puö cristallizzare in tetraedri. E causticissimo e velenoso. Si scioglie in pic-cola quantitä d'acqua, una maggiore copia lo decompone in cloruro acido ehe rimane sciolto ed in ossicloruro (pol-vere deU'Algarotti) ehe precipita; tale reazione non ha luogo ove I'aeqiia contenga acido tartarico.
11 cloruro d'antimonio liquido si ha sciogliendo in minima quantitä d'acqua acidulata d'acido cloridrico, il cloruro concrete.
Usi. — 11 cloruro d'antimonio e soltanto adoperato allo esterno come caustico energico; esso appartiene alia cate-goria dei caustici coagulanti con escara insolubile. E spesso applicato in veterinaria per canterizzare !e ulcere e le fun-gositä dei tessuto reticolare del piede nella formica dei so-lipedi, nella limazzuola e glossopede dei bovini; nella zop-pina degli ovini, le ulcere e le piaghe fungose o callose, i porrifichi, ed anche le ferite complicate da inoculazioni di virus o veleni. Le parti sulle quali vuolsi adoperare il cau-
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131 slico siano ben pulite ed asciutte e sia questo portalo sopra di esse con una penna, ovvero con uno sluello di stoppa, e si difendano le parti sane vicine, sülle quali potrebbe trascorrere I'escarotico, dcoprendole di grasso. Questo cau-stico puö altresi essere adoperato in pomata con 4 ad 8 parti di adipe.
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Cloruro di bario. — Idroclorato, muriato di barita.
Si ottiene col far reagire acido cloridrico sopra solfuro di bario o sopra carbonato baritico; terminata la reazione e fatta neutra la dissoluzione, si lascia in riposo, si de-canta il liquido e si riduce a secco; si calcina a forte tern-peratura il residuo, si tratta con acqua distillata, si filtra, si fa svaporare e si abbarulona alia cristallizzazione.
fi bianco, in piccoli prismi compressi; inodoro, di sapore acre ed amaro. Inalterabile all' aria ; sul fuoco decrepita, si disiclrata e si fonde, solubile nell' acqua, leggermente nell'alcole.
Ineompatibilitä. — Coll' acido solforico , coi solfati, coi carbonati alcalini, ecc.
Usi. — II cloruro di bario e stato poco sperimentato in terapia veterinaria; egli sembra ehe potrebbe essere cimen-tato nelle affezioni del sislema linfatico degli animali do-mestici, giacche il farmaco clai meilici e tenuto in conto di energico antiscrofoloso. Secondo Tabourin, il cloruro di bario potrebbe essere dato ai solipedi e bovini alia dose di 2 a 8 grammi, ed agli ovini, maiali e cani a quella di 5 a 40 centigrarami fino a quella di 50. Si puö dare in pil-lole, in elettuario, in soluzione nell'acqua distillata solo, oppure associato a farmaci ehe ne coadiuvino I'azione. El conveniente di cominciare I'amministrazione del cloruro di bario con piccole dosi, e di sospenderne per tempo I'uso, quando appaiono sintorni d'irritazione intestinale eccitata dal medicamento.
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132 Gloruro di calcio. — Idroclorato, muriato di calce.
Si ricava nei laboratorii quale prodotto secondario della preparazione deH'ammoniaca, e si pud ottenere dalla rea-zione dell'acido cloridrico sopra la calce idrafa o sopra 11 carbonato calcare.
Si conosce allo stato cristallino ed amorfo. I cristalli sono prismi esagoni, contenenli 6 molecole d' acqua di cristallizzazione; scoloriti, inodori, di sapore acre e pic-cante. Solubilissirao nell'acqua e nell'alcole, deliquescente all'aria. Nello sciogliersi nell'acqua abbassa considerevol-mente la temperatura.
Riscaldato si scioglie nell'acqua di cristallizzazione, si fa secco, poscia incalzando il fuoco si fonde, e col raffred-damenlo si rappiglia in massa bianca arnorfa, assai avida d'acqua, onde torna ulile per l'essiccazione o disidralazione di non poche soslanze; sciogliendosi nell'acqua innalza la temperatura. e fosforescente per fregaraento ; ha leggera reazione alcalina , dipendente da avvenula parziale scom-posizione nell'atto della fusione; il ehe si puö, all'uopo, evitare, addizionando al cloruro di calcio piccola quantitä di cloruro d'ammonio.
Incompatibilita. — Non devesi associare all' acido solfo-rico, fosforico, ai solfati, fosfati, ne carbonati solubili.
Usi. — 11 cloruro di calcio ha comuni le proprietä tera-peutiche cal cloruro di bario (vedi). Puö essere ammini-strato a dose doppia del precedente (Tabourin): ha pure il vantaggio di non essere venefico, od almeno ad un grade assai minore del cloruro di bario.
Cloruro mercurico. —
Deuto o bi-cloruro di mercurio. —
Sublimato corrosivu.
Proponiamo pei cloruri di mercurio esclusivamenle la no-menclatura berzeliana o l'empirica, affine di evitare i gravi
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133 inconvenienti ehe possono derivare impiegando altri nomi. Cosi avendo il pratieo a indicare i! cloruro in discorso, lo dovra ehiamare sempre cloruro mercurico o sublimato corrosivo; tanto piu poi avvertiamo la necessita di ehiamare sempre cloruro mercurioso o calomelano o mercurio dolce, il protocloruro o soltocloruro di alcuni chimici, po-tendo la denominazione di protocloruro inlerpretarsi rife-ribile al sublimato corrosivo; scambio il quale ognun vede di quali gravi sconci sarebbe causa, essendo il primo pres-soche innocuo, velenosissimo il secondo.
11 cloruro mercurico si prepara nei laboratori di chimica tecnica con differenli processi, fra cui il piü generalmente adotlato consiste nel sublimare un misio di 5 parti di cloruro di sodio, 5 parti di solfato mercurico ed una di biossido di manganese.
Viene esibilo dal commercio in masse cristalline, bian-che, assai pesanti, inodore, di sapore stitico sgradevolis-simo; inalterabili ail'aria; si puö ollenere in cristalli ni-tidi abbandonandone a lenta evaporazione una lunga so-luzione acquosa o meglio alcolica. Col riscaldamento si fonde, bolle e subiima sopra le parti meno riscaldate del-1'apparecchio. Solubile a freddo entro 18 parti d'acqua, e 3 soltanto di quella bollente; piü' solubile ancora nell'al-cole e nell'etere, anzi quest'ultimo giova a separarlo dalle sue soluzioni acquose; gli acidi solforico, nilrico, cloridrico e molti acidi organic! lo sciolgono meglio ehe l'acqua, e senza punto alterarlo.
Le soluzioni acquose, sotto la prolungata azione della luce, si alterano e lasciano deporre cloruro mercurioso; effetto ehe viene accelerate notabilmente dalla presenza di non poche sostanze organiche. Gli alcali fissi e l'acqua di calce in eccesso le precipitano in giallo; Tammoniaca in bianco; I'acido solfidrico ed i solfuri alcalini vi producono precipitate nero. 11 ioduro potassico in convenienti propor-zioni, vi fa nascere un bei precipitate rosso di ioduro mer-
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curico ; una lamina di rame o d'oro intrisa in queste so-luzioni si imbianca da parere inargentala, la macchia si dissipa col riscaldamento.
L'albumina versata nelle soluzioni di sublimate vi fa nascere un coagulo bianco conlenente I'albumma ed il sale mercurico ; questa proprietä rende l'albumina un ulile an-tidoto del sublimato, giova perö avvertire ehe un grande eccesso della medesima ridiscioglie il coagulo, sieche vuolsi da taluni preferito a tale uopo il gluline; la farina di grano per conseguenza stemprala nell'acqua sarä un ovvio contravveleno.
Dalla facolta di coagulare l'albumina dipendono ancora le propriela antisettiche del sublimate ehe e percio ado-prato nei laboralorii per la conservazione dei pezzi anato-mici, quantunque non sia tale pratica affalto esente da in-convenienti.
Incompatibilitä. — Non si deve associare cogli aleali, col-I'acqua di calce, coi solfuri, coi ioduri alcalini, non col sapone, coU'emelico, col mercurio, ne colle sostanze albu-minoidi o glutinöse, a meno ehe si faccia dal veterinario assegnamento sui prodotti ehe da tali reazioni possono ge-nerarsi.
Puo il cloruro mercurico combinarsi con altri cloruri, ioduri od altri sali, ingenerando composti doppi. di qualche rado uso neU'allra medicina, di poco Interesse per la nostra.
Uso interno. — II sublimato corrosivo e come alterante stale usate internamente con successe a cura del farcino, delle affezioni erpetiche inveterate, ed anche del balordone dei solipedi dipendente da state morboso del tegate. Hil-debrant I'applieava cen vantaggie nella cura della dissen-teria degli ovini, e lo propinava in soluzioni omeepatiche di 1/20000. 1 ruminanti ed i carniveri sone assai piü sen-sibili all'aziene di queste medicamente ehe non i seüpedi. Secendo Hertwig, il sublimato corrosive puo esser ammi-nistrato alle seguenti desi:
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Solipedi e bovini . da 0,30 a 1 gramma.
Maiali.....da 0,05 a 0,45 raquo;
Oviui e cani •... da 0,01 a 0,05 raquo; e si possono ripetere al piü un paio di volte nella giornata.
II sublimato corrosive sciolto preventivamente nell'alcole e amrainistrato in pillole confezionate con radice d'altea polverizzata, o con mollica di pane. Si porge pure agli animali in soluzioni nell' acqua ovvero in veicoli mucila-ginosi: in tal caso perö si richiede una notevole quantita di menstruo.
Quando si fa prendere per molto tempo il sublimato cor-rosivo agli animali, e necessario di esercitare attiva sorve-glianza sui medesimi, affine di sospendere il medicamento quando si manifesta in loro ptialismo, anoressia, diarrea e febbre.
Gli attossicamenti acuti ehe succedono per ingestione di sublimato corrosivo, sono combatfuti coll'albume, col latte, colle soluzioni di sapone, col solfato ferroso, e meglio col glutine o colla farina di frumento; i cronici cogli amari, collo zolfo e solfuro di polassio.
Uso esterno. — II deutocloruro di mercuric e un caustico
coagulante con escara solubile, e perciö suscettiva d'essere
assorbita. Malgrado ciö e estesamente applicato in chirurgia
veterinaria per distruggere tumori costituiti da tessuli pa-
tologici, per curare la carie delle ossa e cartilagini, le
ulceri, le fistole e le piaghe inveterate in genere; e si
adopera in picColi pezzi, in polvere, in pasta, oppure sciolto
nell'alcole. La pasta e preparata con:
Sublimato corrosivo . . 8 parti
Gomma arabica polv. )nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;,a
.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 'nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;\ ana 1 parte e 1/2
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; )
Si ottiene una soluzione concentrata di sublimato corrosivo sciogliendo 1 parte di queslo in 4 parti di alcole e 4 parti d'acqua.
Puö essere altresi adoperata per lo stesso scopo I'acqua
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fadegenica gialla, la quale 6 preparata sciogliendo 50 ten- lt; tigrammi di bicloruro di raercurio in s. q. d'acqua distil-lata ed aggiugnendovi 96 grammi d'acqua di calce.
Raccomandiamo ai pratici nella cura del chiovardo car-tilaginoso, I'uso della seguente tintura del Gamgee, la quale, a nostro avviso, supera in efficacia il liquore del Villate, lanlo commendato nella raalattia anzidetta.
Sublimato corrosivo ... 12 grammi
Alcol........100 raquo;
Acido cloridrico .... 10 a 12 goccie Acetato di piombo liquido . 25 grammi. Si facciano iniezioni nei tragilti flstolosi, fintantoche si mostrino ai loro orifizi certi turaccioli di color bigio. Si sospenda allora I'uso del rimedio: dopo pochi giorni suole cadere l'escara, e le aperture dei tragitti si cieatrizzano. Le iniezioni vogliono essere praticate un paio di volte ogni giorno.
II sublimato corrosivo e pure non di rado esternamente usato come epispastico e fondente dei lumori prodotti dalla pressione degli arnesi, dei cappelletti ed altri analogbi e si suole applicare in soluzioni alcoliche (1 p. di s. c. ed 8 di ale. rett.) ovvero in unguento unito alia trementina nelle proporzioni varie di 1: 8, 12, 16 secondo le prescri-zioni di Girard.
II sublimato corrosivo e pure parte costituente della seguente mistura vescicatoria o Blister, il quale esercita azione assai pronla ed insieme non troppo profonda; ed e sovente usato alia nostra Scuola.
Cantaridi polv......nbsp; nbsp; parti 10
Euforbio polv......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10
Sublimato cor......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 5
Petrolio.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30
Unguento basilico ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 120
Nella state, acciocche la mistura non riesca troppo molle,
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si puö diminuire la quantitä del petrolio, e sostituirgli
eguale peso di unguento basilico (Nallino).
Merita pure d'essere ricordata un' altra mistura cono-
sciuta sotto la denominazione di Topico di Terrat, assai
sovente usata come fondente dei bottoni e corde farcinose.
II lopico Terrat consta di:
Bicloruro di mercurio polv. )nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;_
c lf • u jinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; i ana 2 parti
bolturo giallo d arsen. raquo; jnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; r
Acido arseniosonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; )
amp; ,, ,.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ana 1 parte.
EiUiormonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; )nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; r
Incorporati a freddö in parti 8 d'olio di lauro.
II sublimato corrosivo e un rimedio efficacissimo per combattere la rogna inveterata ed alcune affezioni erpeliche ostinate, ed e usato sciolto nelPacqua (1: 70 a 100) ovvero in pomata. La pomata antipsorica del Girillo e preparata con una parte di sublimato corrosivo e 8 di sugna.
Saint-Cyr ha usato con buon successo contro la tigna favosa il sublimato corrosivo associate alia glicerina (25 cen-tigrammi di sublimato corrosivo con 10 a 20 grammi di glicerina), e ne faceva applicazione tre volte al di per molto tempo.
Hering ed'opinione ehe il sublimato corrosivo non debba essere adoperato a curare la rogna nelle pecore, perche la lana addiviene friabile ed inetta a pigliare certe tinte.
La proprietä di cui gode il sublimato corrosivo di coa-iiulare raibumina, lo fece applicare nella cura delle ferite e fistole articolari come coagulante della sinovia ; e fu per quest'oggetto usato in soluzione, oppure in polvere.
In chirurgia veterinaria (particolarmente in Francia) e usato talvolta il sublimato corrosivo nelle ferite dei piedi dei solipedi, in ispecie quando queste interessano il cusci-netto o I'aponeurosi plantare, e sono state determinate da corpi feritori ottusi e hawi perciö certezza ehe non av-verrä riunione per prima intenzione. Scope della applicazione del caustico e quello di ridurre in escara la parte
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contusa dei tessuti fibrosi indicati, ehe minaccia di ram-mollirsi, ovvero 6 rammollita, e di prevenire od arrestare con cio il processo ulcerativo.
t abbastanza nota l'applicazione ehe si fa del bicloruro di mercurio nella castrazione col metodo delle stecehe, perche sia necessario d'indicarla specialmente.
Gloruro mercurioso. — Protocloruro, sotto-cloruro di mercurio. — Muriato di mercurio dolce. — Calomelano, mercurio dolce, ecc.
11 cloruro mercurioso o calomelano dolce, nomi die per le ragioni esposte nel precedente arlicolo, consigliamo ad esclusione di ogni altro, e conoseiuto nelle farmacie sotto tre differenti condizioni o stati, dipendenli dal modo di preparazione; e conoseiuto cioe : 4deg; Allo stato eristallino; ed e ottenuto facendo sublinwe entro ristretto apparecehio un misto intimo di 4 parti di sublimato eorrosivo, e 3 parti di mercurio melallico. Questa operazione si fa per lo piü nei grandi laboratori, ed il prodotto porta il nome di Calomelano o mercurio dolce per sublimazione. 2deg; Allo stato di estrema divisione; ed e ottenuto ancora in grande e per sublimazione, facendo arrivare il vapore del calomelano entro ampi recipienti in nodo ehe non possa, raffreddandosi, eri-stallizzare; cosi ottenuto e conoseiuto eol nome di Calomelano o mercurio dolce a vapore. 3deg; Allo stato di estrema divisione; ed e ottenuto per precipitazione, medumte aeido cloridrico od un cloruro alcalino, versato entro soluzione acidulata di nitrato mercurioso ; quest'ultimo prodotto e dislinto nelle farmacie col nome di precipitato bianco o calomelano per precipitazione.
Questi ire prodotti sebbene chimicamente identici, tut-tavia, attesa la differente loro meccanica eondizione, godono un differente grado di efficaeia, sieche non si devono eon-
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139 fondere. Per gli usi inlerni si adoprano di preferenza i due primi, il terzo e in medicina quasi esclusivamente ri-servalo pelle esterne applicazioni.
II cloruro mercurioso e solido, bianco, insipido, inodoro, volatile, capace per sublimazione di cristallizzare in prismi quadrilateri terminanti in piramidi a quattro faccie. Inso-lubile affatto nei veicoli neutri.
E inalterabile al contatto dell'aria se fuori dell'influenza della luce, altrimenti si annerisce; colla percussione e fo-sforescente; fregato con corpi duri o pestato si fa giallo. Gli alcali, le basi energiche, gli acidi gagliardi lo decom-pongono.
Puo accadere ehe sia per meno accurata preparazione inquinato di cloiuro mercurico, o conlenga per frode so-stanze estranee. II sublimato si riconosce e si rimove la-vando con raolta acqua pura il calomelano; I'acqua di lavatura dara indizi del cloruro mercurico, precipitando in rosso col ioduro potassico, in giallo colla potassa, in nero col solfidrato ammonico ; l'alcole e I'elere esportano ancora meglio il sublimato e coll'evaporazione sopra laminella di rame ne lasciano il mercurio ridotto.
Le frodi ehe piü spesso si commettono sopra il calomelano a vapore consislono nel mescolarvi biacca, creta, gesso, ossa calcinate, solfato di barite, amido, farine. Le sostanze rninerali si svelano attesa la loro fissitä; i carbonati per l'effervescenza ehe vi produce un acido; la gomma per la sua solubilitä nell'acquH fredda; I'amido col fare bollire nell'acqua, indi nel liquido filtrato instillando alcune goccie di tintura di iodo, ehe produrrä coll'amido il precipilato azzurro caratteristico.
Uso interno. — II cloruro mercurioso, amminislrato in-ternamente agli animali per molti giorni a piccole dosi, agisce quale farmaco alterante, come i composli mercuriali in genere: diminuisce la plasticitä del sangue, rende piü altive nelle loro secrezioni le membrane mucose e le ghian-
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dole (in ispecie salivari), rende predominante il processo di organica decomposizione o di denutrizione; e, come ne sia fatto abuse, insorge ptialismo, rammolliraento ed ulce-razione clelle gengive, diarrea profusa, alito fetente, con-sunzione ed esaurimento, ossia l'insieme di fenomeni e di alterazioni dette infezione o cachessia mercuriale.
E tale slato nei ruminanli si svolge piu sollecitamente ehe negli altri animali domestici. 11 calomelano ö tenuto in conto di antiplastico, di deostruente, di catartico, e di ver-mifugo. Giova il suo uso nelle flemmasie con predominante tendenza alle essudazioni plastiche, ai versamenti sierosi ed agli indurimenti (flogosi delle membrane sierose, dei tes-suli fibrosi e delle gbiandole) quando non havvi notevole angiocinesi, nelle flogosi spurie complicate da fenomeni gastrici, biliosi ed anche nervosi {neWinfluenza e simili), nelle ostruzioni ed indurimenti di fegato, nelle saburre gastriche, nella costipazione di venire, neU'elmintiasi inte-stinale, nelle coliche specialmente dipendenti da irritazione flogistica degli intestini e del fegato, negli indurimenti ghiandolari non inveterali conseculivi a flogosi, nelle idro-pisie (segnatamenle neiridrocefalo) sempre ehe non siavi stato cachelico, nelle discrasie linfaliche (farcino, antiche affezioni erpetiche, ricciuoli inveterati), nell'artrocace dei puledri.
Dosi secondo Hertwig:
Solipedi.....da grammi 1 a 8
Bovini. ..... da raquo; 1 a 6
Ovini......da raquo; 0,20 a 0,60
Maiali......da raquo; 0,55 a 4
Cani......da raquo; 0,15 a 1
Le maggiori dosi indicate e le medie, ehe si ponno sta-bilire facilmente, saranno amministrate quando vuolsi pro-durre I'evacuazione di materie contenute neH'intestino, ovvero determinare derivazione sul canale alimentare nelle infiammazioni: per ottenere il prime scopo si daranno le
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141 quantitä slabilite soltanto una o due volte al giorno nel-l'intervallo di dieci o dodici ore, e pel secondo tre o quattro volte al giorno (ino a ehe la malattia abbia mutato carat-tere, ovvero si odano forti borborigrai inte?tinali, oppure le feccie si facciano molli. L'espulsione di stereo molle deve far desistere dairulteriore uso del farraaeo. Le piecole dosi sono date agli animali due o tre volte al giorno e per tutto ii tempo ehe e neeessario ad ottenere il risultato ehe si attende dall'impiego del farmaeo nelle affezioni cro-niehe. II ealomelano e amministrato in pillole, in elettuario eolla radiee d'altea o di liquirizia polv., e qualehe volta sospeso in una densa soluzione di gorama. ovvero, di rado perö, in una eoncentrata deeozione mueilaginosa (bovini); e si associa ai sali neutri (flogosi), agli amari ed amaro-aromatiei (affeziuni tifoidee), all'oppio (per eorreggerne l'a-zione eatartiea), all'aloe, a sostanze pirogeniche (elmin-tiasi) ecc.
Uso esterno. — 11 enlomelano e da Hartwig mollo com-mendato nella eura delle oftalmie interne ehe si terminano eon essudazioni plasliche, compresavi hflumone periodica; e deve essere preferito ai collirio seeco di ealomelano un linimento preparato eon 4 gram mi di eloruro mereurioso e 4 a 8 di olio d'oliva, il quäle va applieato 3 o 4 volte al giorno sul globo oculare. Quando ia sensibililä deH'occhio e grandissima, giova l'aggiunla di 50centigrammi o 2 gr. d'eslratto di belladonna, e nei easi di minore sensibilitä quella d'altrettanto d'oppio ben polverizzato.
La pomata di preeipitato bianco va proparata eon 1 parte di ealomelano e 8 di sugna, ed e usala in frizione nelle eruzioni cutanee molto dolenti, nelle infiammazioni delle ghiandole, ece. L'ac^ua fagedenica nera 6 applieata eome detersive in iniezioni, in lozioni eec. Preparasi per l'uso veterinario versando 50 parti di aequa di take sopra una parte di eloruro mereurioso, e triturando la mislura.
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Cloruro di sodio. — Muriato di soda. — Sale comune, sale marine.
Sale abbondantissimo e diffuso in natura ed abbastanza volgarmenle noto per dispensarci dal trattarne distesamente come vorrebbe I'importanza sua.
Si estrae per ispontanea od artificiale evaporazione dalle acque del rnare o delle sorgenti salse, e quäle e fornlto da questa industria, quantunque irabrattato da sostanze ete-rogenee, come cloruro di calcic, di magnesio, solfato di magnesia ecc, serve per gli usi volgari non ehe per non poche mediche applicazioni; volendolo avere piü puro si fa decrepitare per iscomporre il cloruro di magnesio, quindi sciolto nell'acqua e fatto bollire con carbonato so-dico, finche piü non si produca intorbidarnento veruno, si filtra e si fa poi ripetutamente cristallizzare.
Si presenta in cristalli cubici agglomerali, anidri, scolo-riti, inalterabili all'aria se il sale e puro , deliquescenti quelli del sale comune; inodoro, di sapore salso caratte-ristico. Gettato sui carboni accesi decrepita; conveniente-raente riscaldato si fonde e volatilizza.
Solubile in meno di due volte il suo peso d'acqua sia fredda sia calda, una sotuzione satura abbandonafa ad un freddo di — 10 o 45 depone cristalli tavolari esagoni con-tenenti molta acqua di cristallizzazione. E insolubile nel-Talcole concentratissimo, sensibilmente solubile in quello debole.
Trattato con acido solforico sviluppa acido cloridrico; con perossido di manganese ed acido solforico forn'sce del cloro; le sue soluzioni sono neutre, precipitano in bianco col nitrato d'argento, il precipitato si scioglie nelTammo-niaca.
Uso interno. — 11 sale di cucina dato internamente a dosi moderate accresce la secrezione desli umori ehe concor-
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143 rono alia digestione, rende piü vivaci i moti intestinal!, concilia un colore piü vermiglio al sangue, ed e quindi in parte espulso dall'organismo per i reni, col latte ed anche col sudore secondo Thilow. 11 cloruro di sodio e dato agli animali come condimento e come farmaco ; e sotto questo ultimo riguardo e spesso amministrato agli animali erbi-vori domestici nell'astenia del tubo digestivo espressa dalla ricorrente disoressia, dalla incompleta digestione degli ali-menti e dalle frequenti indigestioni, nella pica ehe per lo piü dinota il difetto ehe di questo sale patisce I'organismo, nelle febbri gastriche e nelle discrasie linfatiche. II sale culinare e anche spesso dalo come emetico ai cani, ed al-lora si porge loro a dose quadrupla di quella indicata qui sotto e sciolto nell'acqua.
Dosi:
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Solipedi.....da
Bovini.....da
Ovini......da
Maiali.....da
Cani......da
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Tali dosi vanno date due volte al giorno almeno.
II sale di cucina e amministrato agli animali commisto alia profenda, ovvero in tutte le forme colle quali comu-nemente si dänno i farmaci agli animali. Va talora asso-ciato a sostanze amare, amaro aromatiche ed alteranti.
Si fa frequente applicazione del cloruro di sodio nella preparazione di clisteri; il sale deve essere sciolto nell'acqua nella proporzione di 25 a 50 grammi per litro d'acqua.
Uso esterno. — II sale marine e adoperato comunemente sciolto nell'acqua semplice oppure nell'acqua acidulata con aceto per curare gli opacamenti della cornea lucida , le contusioni, le punture prodotte dalle pecchie, vespe ecc; l'acqua salata e anche sovente applicata per curare la pru-rigine semplice, gli erpeti, la rogna, e le ulceri sordide e
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bavose. In queste varie applicazioni il sale culinare 6 anche spesso disciolto in infusion! o decozioni aromatiche ed astringenti, e talvolta e associato al tabacco ed aU'elleboro. In generale le soluzioni sono fatte nel rapporto di 1 o 2 di sale di cucina e 12 di veicolo.
Gloruro di zinco. — Burro di zinco.
Si ottiene facendo disciogliere zinco laminato neH'acido cloridrico, si aggiunge alia dissoluzione una piccola quan-litä d'acido nitrico e si riduce a secchezza ; si scioglie nell'acqua, si filtra e si fa di nuovo evaporare a secco.
E in masse amorfe, bianche, inodore, di sapore piccante e caustico; solubilissimo nell'acqua, neU'alcole e nell'etere deliquescente all'aria. Col riscaldarnento , se e umido, si scompone in parte, cambiandosi in ossido di zinco, svilup-pando acido cloridrico ed in parte sublima inalterato. fi emetico e velenoso.
Forma la base della pasta caustica del Canquoin, ehe si ottiene riducendo a conveniente consistenza pastosa 1 parte di cloruro di zinco con 2, 3, 4 o 5 parti di farina di grano e sufficiente quantitä d'acqua: la pasta antimoniale dello stesso autore e una Variante della precedente; si ottiene cioe con cloruro d'antimonio 1 parte, cloruro di zinco 2 parti, farina di grano 5 parti. E inutile ehe si dica ehe le quantitä di farina si fanno variare a norma dell'inlen-sitä ehe si richiede nell'azione della pasta.
Lo zineaster delle farmacopee tedesche e una soluzione di cloruro zincico 1 parte entro 2 d'alcole e 4 d'etere sol-forico. fi adoperato come antispasmodico.
Usi. — E un caustico molto energico, ehe ha grande ana-logia col burro d'antimonio. Non e ancora state gran fatto applicito in veterinaria. E state usato dal prof. Rey per distruggere certi tumori cutanei dei solipedi, dovuti a scle-rosi della cute e del tessuto connettivo sottocutaneo ; da
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145 altri a distruggere i cancri, le lupie, la carie. Applicasi in polvere solo, misto al gesso (1 : 1 iß), disciolto nel-Tacqua distillata (1 : 12 o 18), in pomata (1 : 6), o sotto forma di pasta come sopra e detlo.
Golchico autunnale. — Bulbi e semi.
II colchico autunnale e pianta bulbosa, annua, della fa-miglia naturals delle Colchicacee (Esandria raonoginia). E comunissima nei prati e pascoli di una grande parts d'Eu-ropa; ha bulbi carnosi del volume d' una castagna , rico-perti di una sottile tonaca nsra, tolta la quale, si mostrano questi bulbi esternamente di colors grigio con un solco laterale, intsrnaments bianchi e compatti; quando sono maturi e recenti contsngono un sugo lattiginoso acrs e drastico, d'odors irritants le narici e la gola, qualitä ehe coll'essic-cazione in parte si perdono , per cui giova adoperare il bulbo di colchico possibilmente allo stato di recentezza, e raccolto in primavera e non in novembre come per lo piü suolsi praticare. Questo bulbo si rinnova ogni anno traendo origine dal bulbo precedente in sul finire di giugno od in luglio. Fiorisce in agosto e settembre, e prima di eraettere le foglie ehe spuntano poi dallo stesso bulbo la susseguente primavera; le foglie sono radicali, guainanti, ample, lanceolate, curvinervie , fascicolate, di colore verde cupo. 1 fiori sono grandi, rosso-porporini, a calice petaloideo, cam-panulato, lembo a sei divisioni profonde; sei stami opposti alle divisioni del perigonio, epigini; stilo trifido ; cassola triloculare, polisperma ; semi piccoli globulosi, di colore rossastro e di consistenza cornea.
Le parti usate sono specialmeute il bulbo ed i semi; po-trebbero ancora adoperarsi le foglie.
I bulbi di colchico contengono: elaina, stearina, un acido volatile, materia gialla, amido, gomma, ed un peculiare principio distinto col nome di colchicina, stato un tempo
Compendio 10
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confuso culla veralriua ; egli e a questo peculiare prin-cipio ehe le varie parti di questa pianta devono le prin-cipali loro propriela medicamentose e venefiche.
Usi. — I serai ed i bulbi di colchico autunnale hanno soslanzialmente la stessa azione sull'organismo : amraini-strati per le vie digestive ne irritano la mucosa e produ-cono vomito e catarsi; il loro assorbiraento 6 seguito da diminuzione nell'attivitä del cuore, da sovraeccitazione ce-rebrale e da abbondante diuresi. E I'orina aumenta di quantitä non solo, ma muta anche di qualitä ; fassi cioö in essa piü abbondante I'acido urico.
In terapia veterinaria il colchico 6 stato amministrato con vantaggio agli animali nel reumatismo acute (Hertwig), nella congiuntivite granulosa (Bouley e Reynal) associate al nitro; e anche proposto da parecchi per curare le idro-pisie, sembrando ehe in generate convenga la sua applica-zione in tutti i casi nei quali e indicata la scilla (vedi). Dosi secondo Hertwig (semi e bulbi polv.): Solipedi e bovini . . da gramrai 4 a 8 Ovini e maiali ... da raquo; 0,25 a I Cani e gaiti ... da ;raquo; 0,05 a 0,25 Dassi in bolo, in elettuario, in infuso acquoso (1:60a 100); si associa aleune volte al nitro, al tartaro eraetico, ecc.
La tintura di colchico (preparata coi semi) e specialmente amministrata nella timpanite dei ruminanti e si da a goccie. Cavalli e bovini . . . . da 5 a 25 goccie
Ovini e maiali.....da 5 a 10 raquo;
Cani........da 2 a 10 raquo;
Le altre preparazioni officinali non sono usate in veterinaria.
Colofonia. — Pece greca.
La colofonia o pece greca e il residuo fisso rimasto neU'alambieco nella distillazione della terebentina per rica-
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147 varne 1' essenza. fi costituita principalmente di due acidi resinosi, il silvico ed il pinico, e fors'anco di acido pitna-rico; contiene inoltre una piccola quantitä di una resina indifferente. E in masse solide, trasiucide , vitree, fragili, di colore giallo-scuro; inodore; ruvide al tatto, facilmente fusibili; scaldata nell' aria vi brucia con fiamraa fuliginosa; si scioglie nell'alcoie, neli'etere, negli olii fissi e volalili; si scioglie presse ehe intieramente nei liscii alcalini; for-raando liquidi molto spumeggianti coll'agitazione. Fa parte di moltr unguenti ed empiastri.
Usi, — La colofonia, data internamente dispiega azione diuretica, ehe dura molto tempo dope la sua araministra-zione. £ sovente usata in terapeutica veterinaria nelle ma-lattie, nelle quali torna vantaggioso I'uso dei diuretici bal-samici, come nelle idropisie, negli edemi, nei catarri nasali, cronici, ecc.
Dosi:
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Solipedi e bovini Ovini e maiali . . Cani......
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da 15 a 30 grammi da 6 a 42 raquo; da 2 a 6 raquo;
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Le dosi indicate si danno due o tre volte al giorno a norma del bisogno. La colofonia e amrainistrata in pillole, ed associata assai spesso al nitro, al sapone, al tartaro emetico, al sale ammoniaco.
Esternamente la colofonia polverizzata e usata come emo-statico. La polvere emostatica di Bonafoux consta di 2 parti di colofonia, 4 parte di gomma arabica, 1 parte di carbone vegetale, e vale ad arrestare le emorragie capillari. La colofonia sola, e commista alle altre sostanze indicate , ha azione emostatica per cio ehe unendosi al coagulo sanguigno forma una crosta occludente i capillari san-guinanti.
La colofonia entra come ingrediente in molti empiastri risolventi, i quali hanno poca importanza in veterinaria.
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Cousso, kousso o kosso. — Brayera anthelmintica.
II cousso delle farmacie e costituito dalle sommitä fiori-fere di una pianta della famiglia delle Rosacee, la Brayera anthelmintica originaria dell' Abissinia. E posta in cora-mercio in piccoli fastelli, formati da peduncoli fioriferi; allo stato di secchezza non ha sensibile odore, il quale si sviluppa sotto I'azione dell'acqua calda, ed allora ricorda quello dei fieri di sambuco; ha sapore dapprima scipito e mucilaginoso, poscia acre-amaro.
La virtu antelmintica e tenicida risiederebbe, secondo alcuni autori, in un principio peculiare, chiamato coussina, teniina dal Pavesi, secondo altri (Viale e Latini) risiederebbe in un peculiare sale ammoniacale, I'agenato ammo-nico. Ci pare perö ehe l'esame della composizione imme-diata di questa droga lasci non poco a desiderare.
Usi. — E prezioso antelmintica specialmente contro le tenie: e stato esperimenlato negli ovini e nei cani con successo.
Si amministra ai raedesimi il farmaco polverizzato alia dose di 4 a 10 grammi e si ripete due o tre volte Tam-ministrazione nel corso della giornata, oppure si porge loro il doppio o triple della dose indicata in una sola volta. II kousso e dato agli animali in infuso o polverizzato in so-spensione neiracqua, nel latte, oppure in eleUuario. L'e-spulsione delle tenie, compresa la testa, suole avvenire al-cune ore dopo ramministrazione del farmaco.
Creosoto. — Creassoto. — Creosozia. — Cresilol. — Alcole o fenole cresilico.
E un prodotto complesso ehe si genera nella distillazione secca. delle soslanze organiche; si estrae in grande dal ca-trame di legno, ed anche dall'acido pirolignico greggio.
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E un liquido senza colore, limpidissimo, di odore disag-gradevole caratteristico, ehe ricorda qnello della came af-fumicata; sapore acre bruciante e causlico; applicato sulla lingua vi produce una macchia bianca e la disorganizza, disorganizza pure la pelle, senza perö produrre sensibile infiammazione; rinfrange potentemente la luce; e piü denso dell'acqua, segna gradi 8, 9 al pesa-acidi, la sua densilä alia temperatura 15 e = 1,037. La luce e I'aria non I'al-terano se e formato da puro cresilol, altrimenti lo imbru-niscono; bolle a 203, il suo vapore irrita gli occhi; me-diante lucignolo arde con fiamma bianca e fuliginosa ; si scioglie nel rapporto di 1, 25 in 100 d' acqua fredda, ed esso stesso scioglie 10 per 100 d'acqua; solubile nell'al-cole, etere, olii grassi, olii essenziali, nafta, solfuro di car-bonio, ecc. Solubilissimo neli'acido acetico diluitoe concen-trato : coagula I'albumina, il sangue, di qui le sue propriela emoslatiche; previene la putrefazione delle sostanze orga-niche; la carne muscolare, pezzi anatomici iramersi per poco tempo entro soluzione acquosa di creosoto si possono poscia essiccare al sole senza pericolo ehe si corrompano.
Uso interno. — II creosoto spiega sui tessuti, coi quali e posto a contatto, azione caustica ovvero astringente a n-orraa del grado di concentrazione in cui e adoperato. E stato amministrato internamente nei catarri cronici, nella suppurazione polmonare, nella poliuria ed ematuria, nelle emorragie parenchimatose interne, ed anche neH'elmintiasi.
Dosi secondo Hertwig :
Solipedi e bovini . da grammi 2 a 8 Ovini e maiali . . da a 0,75 a 2 Cani.....da raquo; 0,05 a 0,50
Da ripelersi tre volte al giorno, ed anche piü spesso nelle emorragie.
Amministrasi in pillole fatte col linseme , in elettuario oppure in buona copia di veicoli mucilaginosi.
Uso esterno. — fi adoperato come emostatico nelle emor-
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ragie dovute a soluzione di continuity di vasi di poco considerevole calibro ; come caustico, coagulante, detersivo, astringente e modificatore della secrezione cheratogena, a cura dei porrifichi, delle ferite arlicoiari, delle ulceri sordide e pallide, delle fistole, delle carie, della formica dei solipedi, della zoppina degli ovini, e come parassiticida nella rogna o ftiriasi. Havvi I'uso d'applicarlo in soluzione, in pomata, in linimento.
Le soluzioni sono preparate nel rapporto di 1 parle di creosoto e 5 a 10 parti di alcole o d'acido pirolignico di-lungati nell'acqua ; la pomata e fatta con grasso di maiale nel rapporto di 1 parte di creosoto e 4 ovvero 8 parti di adipe; 11 linimento consta di 2 parti di creosoto, 4 parti di olio di trementina e 4 parti d'olio d'oliva.
Creta bianca. — Carbonate calcare amorfo. — Bianco di Meudou. — Bianco di Troyes.
La creta e un carbonato calcare nativo ehe si incontra in masse friabili, di colore bianco, di struttura lerrosa, aride al tatto; si puö ottenere artificialmente ed in islato di maggiore purezza decomponendo una dilungata soluzione di cloruro calcico con carbonato sodico; lavare con molt-a acqua il prodoltosi precipitate e farlo essiccare. E insipido, insolubile affatto nell'acqua pura, solubile con effervescenza nell'acido cloridrico, nitrico, acetico, ed in eccesso di acido carbonico; ed e in virtü di queslo ehe trovasi disciolto in molte acque sorgive ed in quella del mare.
I coralli, le madreperle, gli occhi di granchit, i gusci di ostriche preparati dell'anlica farmacia , non sono altro essenzialmente ehe carbonato calcare, epperciö avvanlag-giosamenle sostituibili colla creta.
Usi. — La creta bianca data per le vie digestive assorbe gli acidi del tubo intestinale, ed e usata come antiacida nella pirosi e nella diarrea dei giovani animali domestici
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151 dipendente da straordinario sviluppo di acidi neU'intesJino. fi pure con utilitä porta agli animali affetti da rachitide e da osleoraalacia; a quelli nei quali lentamente succede la formazione del callo nelie fratture, ed agli uccelli ehe fanno le uova senza guscio. Dosi:
Solipedi e bovini . . da 15 a 60 grammi Ovini e maiali ... da 6 a 10 raquo;
Gani......da 1 a 2 raquo;
Da ripetersi due o tre volte al giorno. — La creta bianca e amministrata in bolo, in elettuario, in beveraggio, ed 6 associata alle sostanze amare, alle aromatiche, al rabarbaro, all'oppio ecc. 11 guscio delle uova puö costituire un suc-cedaneo della creta biance.
Cromati di potassa. — Gromato neutro o giallo, e cromato acido, bicromato o cromato rosso.
Si conoscono due sali di potassa ad acido cromico, cioe un cromato neutro ed un cromato acido; si l'uno ehe l'ahro si ottengono in grande per le applicazioni industriali a cui sono destinati. 11 processo essenzialmente consiste nel calcinare con nitro il ferro cromato, minerale formato precipuamente da sesquiossido di cromo e di ferro; per la scomposizione del nitro il cromo si soprossida e si cambia in acido cromico, ehe rimane combinato colla potassa; li-sciviando il residue con acqua si esporla il cromato in so-luzione, poscia trattando il liquido con eccesso di acido nitrico si otliene per cristallizzazione il bicromato di potassa; se invece il liquido acido si tratta con carbonate potassico in q. s. da neutralizzarlo compiutamente, fornisce il cromato neutro.
II cromato neutro e in prisrai romboidali, di elegante co-lore giallo-cedrino, semi-trasparenti; sapore fresco, amaro, disaggradevole; solubilissimo nell'acqua, a cui conferisce
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una tinta gialla assai vivace, anche per piccolissima quan-tilä; insolubile nell'alcole. Le sue soluzioni precipitano in giallo i sali di piombo.
11 cromato acido o bicromato 6 in cristalli prismatici assai voluminosi, di colore rosso-giallo intense ; non ha odore, sapore amaro e stitico metallico ; amp; anidro, riscal-dalo moderatamente si fonde senza alterarsi, un forte ca-lore ne svoljte ossigeno cambiandolo in parte in sesquios-sido di crorao; solubile in 10 parti d'acqua a temperatura ordinaria ed in molto maggiore proporzione a caldo; I'al-cole non lo scioglie; le soluzioni acquose hanno reazione acida, scoloriscono le tinture vegelali, essendo il bicromato un ossidante assai energico.
Usi. — II cromato acido di potassa e caustico energico. E sovente usato esternamente sotto forma di pomata in frizioni come fondente dei ganglii linfatici sublinguali in-farciti, e dei cordoni fafcinosi. La stessa pomata applicata sui porrifichi esulcerati ne determina la caduta.
La pomata di bicromato di potassa si prepara nella proporzione di 1 a 4 colla sugna. E bene avvertire ehe non si debbono ripetere le applicazioni, e ehe basta una sola frizione ben fatta; perocche reiierandola succede troppo profonda distruzione della cute.
11 cromato di potassa neutro e stato con successo adope-rato dal veterinario Schmid sotto forma di pomata (proporzione di 3 di sale a 25 di sugna) nella cura delle antiche contusioni al garrese, degli exostomi ed iperostomi, dei ganglii. Si applica la pomata in frizione e non si ripete ehe quando la prima non produce effelto sufficiente (essu-dazione).
Croton tillium. — Grana-tigli.
11 croton tillium e un arbusto della famiglia delle Eufor-biacee (Monoecia monadelfia), il quale cresce nelle isole Mo-
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153 lucche, a Geylan, in China. Le parti usate sono i semi, dai quali si estrae un olio grasso. Quesli semi sono della grossezza di un fagiuolo, pressoche quadrangolari, ricoperti generalmente di un episperma giallastro, screziato di mac-chie brune. Dall'ilo al micropilo scorrono due linee laterali sporgenti, rigonfiate alia base; il guscio vi si distacca fa-cilmente dal mandorlo il quale e di colore bruno-fosco, di sapore acre spiacevolissimo; per I'acredine ed azione rubefaciente di cui sono dotati tali serai, bisogna maneg-giarli con precauzione.
L'analisi fatta da Brandes fece conoscere esistere nei semi predetti: un olio particolare, acido crotonico, resina, gomma, albumina, crotonina, ecc. L'olio fisso si estrae coi seguenti modi.
Si soppestano i semi e si premono al torchio; l'olio pre-mulone si abbandona per quindici giorni al riposo perche si cbiarifichi; la sansa rimasta nel torchio si tratta con due volte il suo peso di alcole rettificato e riscaldato a -|- 60 circa; si preme di nuovo al torchio; il liquido premuto si distilla per ricuperarne I'alcole, il residue ehe e un olio bruno si unisce al prime prodotto.
Se ne ottiene una maggiore copia (35 p. 0/0 dei serai non mondati), e dotato di un'acredine maggiore, esauriendo con etere solforico mescolato col quarto del suo peso di alcole rettificato i semi fatti in polvere, le tinture si pri-vano dell'etere e dell'alcole per evaporazione o per distil-lazione.
L'olio per semplice pressione di recente ottenuto e quasi scolorito ed inodoro, col tempo si imbrunisce ed acquista odore forte. Quelle ottenuto col metodo miste, o coll'eiere alcolizzato, e di colore bruno-giallo, di odore forte, sapore acre e persistente: solubile neiralcole e nell'etere. Contiene quest'olio grasso disciolta una sostanza acre male studiata finora, acido crotonico, ed una sostanza grassa neutra ehe per saponificazione fornisce acido crotonico; quest'ultimo e
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la materia acre pare ehe siano quelli ehe ne rappresentano
la principale azione.
Le indicazioni dei semi e dell' olio di croton tillium si possono in veterinaria soddisfare economicaraente coi semi e coll* olio dell' euphorbia lathyds , pianta comunissima presso di noi.
Uso interno. — I semi di croton tillium e le preparazioni ehe ne derivano irrilano vivamente la mucosa digestiva, colla quale vengono a confatto e costituiscono il purgante drastico il piü energico ehe si conosea.
Le preparazioni di croton tillium sono da usarsi come purgative nelle coliche stercoracee, nelle costipazioni di ventre dovute ad astenia e mancanza di contrazioni peri-slaltiche intestinal!; e quando vuolsi produrre considerevole e pronta derivazione sul canale alimentare nella cura del-1' idrocefalo , edemi esterni ecc. L' olio di croton tillium commisto a quello di lino e molto commendalo nella cura della febbre vitellare. Questo farmaco conviene particolar-mente ai cavalli linfatici o di sensibilitä poco squisita, ed esige molta eautela nella sua applicazione.
Dosi dei semi secondo Hertwig:
Solipedi .... da grammi 1,25 a 2 Bovini .... da raquo; 2 a 3 Ovini e maiali . . da raquo; 0,30 a 0,40
Cani.....da raquo; 0,45 a 0,30
I semi mnndati dal perisperma e polverizzati sono pro-pinati agli animali in pillole owero in emulsione. £ bene di ravvolgere con carta le pillole, affine di preservare la mucosa della bocca dal contatto irritante dei semi, ed e pure lodevole pratica quella di far sciacquare la bocca agli animali, quando la pillola fu da essi disfatta e maslicata. li'olio si somminislra alle dosi seguenti:
Solipedi . da 42 a 25 goccie equiv. 30 a 55 centigr. Bovini .. da 15 a 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;35 a 75 *
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Ovini . . da 8 a 12 goccie equiv. 20 a 30 centigr.
Cani e maiali da 3 a 10 . raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8 a 25 raquo;
E si da in pillole con farina di semi di Iino,lt; oppure in
emulsione associate all' olio di lino , di ricino , al solfalo
di soda.
Uso esterno. — L' olio di crolon lilliura puro applicato suila cute , determina la caduta di porzioni di questa e quindi incancellabili ckatrici. Torna percio utile I'associarlo con altre sostanze, e quesle sono per lo piü l'alcole, I'essenza di terebentina, I'olio di lino, od un altro olio. £ applicato esternamenle come rivulsivo nelle affezioni reumatiche, nelle paralisi, nelle angine, nelle coliche infiammatorie ed anche nelle enleroperiloniti.
Una mistura fatia con 12 a 15 goccie d' olio di croton tillium e 50 grammi d'essenza di trementina applicata in frizioni sulla cule del cavallo determina rapida tumefazione, vescicazione ed essudato sotto-epidermico, il quäle poi es-siccandosi da luogo alia formazione di una crosta tenace e secca come la pergamena, e ehe viene a cadere dopo 15 a 20 giorni in un coi peli, ehe per lo piü si riproducono intieramenle. Nel hue s' ottiene lo stesso effetlo rivulsivo mescoiandolo con quello di trementina nel rapporto di 1 a 6 o 8; e nel maiale in quello di 1 a 2 o 3. Si puö anche associare alia pomata cantaridata onde renderla piü attiva (olio 20 grammi e pomata 30 grammi). Quando s'applica allo esterno I'olio di croton tillium una parte del medesimo e assorbita, e da luogo ad effetti purgaiivi se la dose adoperata e notevole ed amp; perciö da alcuni impie-gato di tale guisa nelle coliche.
Destrina. — Gomraa artificiale. — Lejocoma.
E un prodotto industriale; deriva per metamorfosi dal-I'amido; in pratica questa metamorfosi si ottiene sia col mezzo dell'orzo germogliato, sia facendo bollire Tamido con
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acqua acidula d'acido solforico, sia ßnaltnente esponendo a strati ad una temperatura di 210, Tamido irrorato con acqua leggermenle acidulata con acido nitrico, fino a ehe sia divenuto solubile neH'acqua fredda. In comraercio si conosce sotto forma polverulenta ed in soluzione densa nel cosi detto sciroppo di destrina, e si ha ancora talvolta in masse traslucide rassomiglianti alia gomma arabica.
Allo stato di purezza e di secchezza e sostanza solida, amorfa, incolora e trasparente; quella del commercio ha per lo piü un colore gialliccio; non ha odore distinto, 6 scipita se pura, di leggero odore e sapore d'acido formico quella gialla. Solubile neH'acqua fredda a cui conferisce vischiositä alia maniera della gomma arabica colla quale ha comune la composizione e non poche qualitä, e da cui essenziahnente si distiague per il coloramento rosso ehe assume col iodo, e per non fornire mai I'acido mucico sotto I'azione deU'acido nitrico; le sue soluzioni sono ener-gicamente destrogire d'onde il nome di destrina; tali soluzioni riducono il liquore saccarimetrico come quelle di zucchero d'uva. L'alcole debole la scioglie assai bene, non quello assolulo. Gli acidi ed i fermenti in presenza del-I'acqua la convertono in glucose.
Usi. — La destrina puo essere adoperata tanto interna-mente ehe esternamente in sostituzione della gomma e del-I'amido (vedi), ed e particolarmente usata nella eonfezione del bendaggio destrinato per le fratture. Puossi preparare la salda con acqua calda e destrina sola, oppure secondo la prescrizione di Velpeau con:
Destrina.......100 grammi
Alcole canforato.....60 raquo;
Acqua calda......40 raquo;
La salda preparata nei due modi indicati, serve per ispal-mare le stoppe e le bende destinate a eontenere le ossa fratturate o lussate; e suolsi per lo piü soltanto fame uso nei pieeoli animali domestici.
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Digitale. — Digitalis purpurea.
Pianta bienne indigena de' luoghi monluosi dell'Europa meridionale, e spesso coltivata nei giardini pella bellezza dei fiori; appartiene alia famiglia delle Scrofulariee (Didi-namia angiosperma). II suo fusto si innalza da una roselta di foglie radical! e cresce all'altezza di 1 metro e piu. Le foglie sono ovato-lanciolate, acute, crenate, grandi, picciuo-late, vellutate. I fiori a calice gamosepalo, quinqueparlito, persistente; a corolla gamopetala, digitala, di colore por-porino, punleggiata di bruno alia gorgia; disposti in lunga spiga unilaterale alia sommitä del fusto; 4 stami didinami, frutto cassulare , bivalve, ovoide, acuminato; fiorisce in luglio ed agosto. Le parti usale sono le foglie, raccolle poco prima della fioritura. La piü pregiala 6 quella di Sviz-zera ; si deve posporre quella coltivata nei giardini.
Le foglie hanno un sapore amaro, nauseante ed acre ca-ratteristico; contengono acido digitalico, a, anlirrinico, a. tannico, a. acetico, zucchero, albumina, clcrofilla, olio volatile, materia grassa, ed altri principii, fra i quali vuolsi notare la digitalina, ehe ne e il principale componente ed in cui pare preeipuamente risiedere la virtü medicinale della digitale.
Incompatibilitä. — Non si deve associare colle sostanze tannanti, nb coi sali di ferro.
Uso interno. — Le foglie di digitale irritano le parti del-l'organismo con cui sono messe a contatto; per mezzo deU'assorbimento del loro prineipio atlivo (digitalina) eser-citano azione narcotica sul cerveilo e midollo oblungato, rendono piü fiacchi e piü radi i battiti cardiaci, ed infine determinano considerevoli diuresi.
L'azione della digitale e slata specialmente studiata sul cavallo e sui cani, e poco o nulla sui ruminanti ed onni-vori. Le foglie di digitale sono usate con vantaggio nelle
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infiammazioni delle membrane sierose ed idropisie consecutive, nella cardite e pericardite ed anche nella pneumo-nite, senza pero trascurare le opportune emission! san-guigne. E pure stata propinata la digitale agli animali affetti da palpitazione per causa ignota, a quelli affetti da ipertrofia di cuore e vizii valvolari, e, come 6 chiaro in quest'ultimo caso con sollievo passeggero.
La digitale spesso cagiona inappetenza negli animali cui 6 amministrata, e si deve sospenderne I'uso quando questa compare.
Dosi delle foglie di digitale secche secondo Hertwig: Solipedi e bovini da grammi 1,50 a 4, 8 al piü Ovini e maiali . . raquo; 0,20 a 0,50 Cani...... raquo; 0,10 a 0,50
Le dosi indicate non debbono essere ripetute ad inter-valli piü brevi di 5 a 7 ore; ed e anche conveniente di tralasciare I'amministrazione del farmaco ogni terzo di, quando e necessario di fame uso per molti giorni. La digitale e propinata in pillole, in elettuario ed in infusione. Si associa a sostanze indifferenti, quali la farina di grano, la polvere di radice d'altea, quella di liquirizia ; oppure a farmaci coadiuvanti, come il tartaro emetico, il sale am-moniaco, il calomeiano, il solfato di soda, ecc.
L'attossicamento cagionato dalla digitale debbe essere combattuto sollecitamente cogli emetici (cane e maiale), e quindi cogli eccitanti. Non e perö finora conosciuto un vero antidoto della digitale.
L'estratto e la tintura di digitale non sono molto usati in veterinaria.
Elleboro bianco. — Veratro bianco.
Sotto il nome di elleboro designavano gli antichi pa-recchie piante della famiglia delle Ranuncolacee e delle Colchicacee, aventi fra loro molta analogia dal lato delle
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159 proprietä terapeutiche; le principali sono l'elleboro o ve-ratro bianco, e TeHeboro nero.
L'elleboro bianco sect; pianta della faraiglia delle Colchi-caeee (Poligamia monoecia) crescente spontanea ed assai comune in molte parti d'Europa e specialmente sui monii delle regioni raeridionali della Savoia, del Delfinato, sulle montagne del Piemonte ecc. Ha radici grosse, ramose, por-tanti lateralmente molte radichelte bianche, fasciculate. Gaule diritto, eilindrico, dell'altezza di 1 metro circa; foglie alterne, grandi, ovato-lanceolate, curvinervie, guainanti, di colore verde chiaro, glabre; fiori in racemo, monoclamidi, perigonio a sei divisioni profonde , ovali; sei stami, tre ovarii con stilo cortissimo e ehe spesso abortiscono. II frutto 6 composto di tre cassole diritte, allungate, acute, compresse, con semi membranosi, imbricati. La parte usata si e la radice; fra i materiali ehe questa contiene merita di essere segnalata la veratrina, la quäle pare ehe vi si trovi allo stato di combinazione coll'acido gallico.
Uso interno. — La radice d'elleboro bianco posta a con-tatto dei tessuti, gli irrita ed infiamma intensamente; in-trodotta nel tubo digestivo determina di rado effetti purga-tivi, sempre il vomito negli animaii capaci di recere; l'assorbimento del suo principio attivo (veratrina) e seguito da convulsioni, da gravi disordini di respirazione e circo-lazione, da paralisi, ed anche da pronta rnorte, sebbene la quanlitä deU'alcaloide entrata in circolo sia poco cospicua. Questa radice narcotico-acre e usata come emetica negli onnivori e carnivori, e si suole dare alia dose di 4 a 12 centigrammi ai cani, a quella di 24 a 75 centigrammi ai maiali, in un po' di adipe ovvero nell'acqua tiepida, nel siero di latte, ecc. — La radice dell'elleboro bianco e pure stata da parecchi pratici di Germania raccomandata per combattere le ostinate indigestioni croniche dei bovini, da alcuni altri per prevenire e curare la polmonera, e da Kuers per vincere le malattie del sangue degli ovini e preservar-
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neli. Agli animali bovini si amministra il farrnaco alia dose 4 a 8 grammi in bolo oppure in veicoli amari ed aromatici; agli ovini a quella di 50 centigrammi. Nei so-lipedi e stata sperimentata la iniezione della tintura d'el-leboro bianco nelle vene, e molte volte con successo, a cura della vertigine cronica, dei reumi cronici, dell'anoressia cronica. La quantita da iniettarsi nelle vene e di 2 a 16 gr. Puö essere eziandio con vantaggio usato Vinfuso di elleboro bianco negli stessi casi e per la stessa via ehe la tintura. Si prepara I'infuso con grammi 1-1 1/4 di veratro ben pol-verato e 30 grammi d'acqua.
Uso esterno. — La radice d'elleboro bianco e sovente applicata in trocisco alia giogaia dei buoi nel fare la ra-giatura, regiatura o radicazione, dopo d'essere stata divisa in pezzi acconcii, e d'essere stata rammollita nell'acqua tiepida ovvero nell'aceto. fi perö bene di non fame uso nelle femmine gestanti, giacche si vide seguire I'aborto, ca-gionato daU'assorbiraento della veratrina. L'elleboro bianco e pure usato come parassiticida nella ftiriasi e rogna sotto forma di pomata (1 p. d'elleb. 4 p. di grasso), o di de-cozioni fatte coll'acqua o colla birra (1 p. d'elleb. e 30 a 60 di liquido), e se ne debbe ripetere I'applicazione ogni due o tre giorni fino a scomparsa del male. — Non sono molti anni, veniva raccomandata la decozione d'elleboro bianco fatta nella birra per curare il cimurro dei cani; il quale metodo di cura e da lungo tempo praticato dai cac-ciatori, e consiste propriamente nel bagnare il cane raalato nella metä posteriore del corpo colla decozione preparata con 60 grammi di radice e bottiglia 1 1/2 (gram. 800) di birra.
Infine la radice d'elleboro bianco associata ad altre pol-veri meno irritanti e stata adoperata come sternutatorio o errino negli ovini affetti da estri nasali onde procurarne I'espulsione; ma le si puö sostituire il comune tabacco da naso.
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Elleboro nero. — Melampodio. — Rosa di natale.
Appartiene quesla pianta alia famiglia delle Ranunco-lacee (Poliandria poliginia); predilige i luoghi freddi ed om-brosi delle Alpi , degli Apennini, e comune nella valle d'Aosta, sui colli del Monferrato e di Nizza. Ha radice vivace, fasciculata ; dalla sommitä del rizoma spunta una rosetta di foglie radicali, grandi, coriacee, di colore atro-verde, pedatofesse, le fendilure lanceolate, acute, dentate. Scapi seraplici rossastri, cilindrici, uniflori o biforcati alia sommitä, portanti due o tre brattee ovali, fiori assai grandi con calice penlasepalo, petaloideo , bianco, screzialo di roseo internamente, esternamente verde, persistente; petali numerosissimi, corti, piccoli, tubolosi; starai moltissimi, piü lunghi dei petali; dai 5 a 10 pistilli; il frutlo risulta da 5 a 6 capsule, compresse ovali, arcate sovra uno dei margini. Fiorisce in inverno aprendo i suoi fiori al dis-sopra delle nevi, d'onde il nome di rosa di natale.
La parte usata amp; il rizoma. Sebbene corra analogia tra i'azione di questa specie e di quella precedentemente descritta, tuttavia secondo le analisi state fatte, pare ehe non contenga ne veratrina ne colchicina, e ehe la virtu sua piü spiegata abbia a riferirsi precipuamente ad un olio fisso acre, di reazione acida , estraibile dall'elleboro mediante I'etere.
Uso interno. — L'elleboro nero ha coWelleboro bianco (vedi) molta analogia d'azione sia locale ehe universale. Esso e usato nelle passive iperemie dei visceri del basso venire ed idropisie ehe ne conseguono, nelle costipazioni di ventre dovute ad inerzia degli intestini, nella vertigine dipendente da stati morbosi del tubo digeslivo analoghi ai precedent!, nelle indigeslioni mantenute da sostanze in-digeribili nello stomaco ed intestini, e nell'angina del porco. II farmaco e amministrato a piccole dosi quando
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vuolsi sollanto eccitare a maggiore altivita i nervi del tris-placnico, dai quali sono innervali i visceri addominali, o rendere piü altivo rassorbimento e le secrezioni in gene-rale, senza determinare vomilo o catarsi; a grandi dosi allorche trallasi d'ottenere quesli ultimi effetti. Le dosi sottoindicale vanno considerate siccome grandi: Solipedi e bovini . . da grammi 4 a 8 Ovini e maiali ... da raquo; 0,80 a 1,50
Can!.......da raquo; 0,15 a 0,50
II medicatnento e amministrato in polvere, in pillole, in elettuario, nell'acqua, nel latle, ecc; ed e talvolta associato all'alüe, ai lassativi salini, alle sostanze amare, ed amaro-aromatiche.
I fenomeni gravi insorti per ingestione di troppo grandi dosi di elleboro nero potrebbero essere con buon successo combatluti coll'acelato di piombo in dose non venefica (Hertwig).
Uso esterno. — Le radicine deH'elleboro, rammollite nel-I'aceto, sole in trocisco {regiatura), oppure cucite sopra un selone {setone Gilbert), sono molto spesso usate come mezzo profilattico e curativo nolle affezioni carbonchiose, nella polmonera ecc. — La radice d'elleboro nero e come quella del bianco messa a partito per uccidere i pidocchi e gli acari della rogna, e si applica in pomata o decozione (V. elleboro bianco).
Hertwig ha sperimentata la tintura d'elleboro nero, in inie-zioni nolle vene per curare la vertigine del cavallo, ed assicura d'aver ottenuto notevoli vantaggi. La dose della tintura conveniente per una tale applicazione e eguale a quella fissata per la tintura d'elleboro bianco.
Enula campana. — Inula helenium.
Cresce spontanea nei prati e boschi umidi e grassi di molte parti d'Europa, ed e pure coltivata nei giardini. fi
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163 pianta della famiglia naturale delle Sinanteree-cormbifere (Singenesia superflua); ha radice vivace, grossa, carnosa, ramosa, bruna aU'esterno, bianca internamente; caule alto due inetri circa, caniculato, duro , velloso, ramificato; le foglie radicali sono grardissime, ovato-lanceolate, pennate, dentate, lanuginose e di verde sbiadato salla pagina inferiore, liscie e di colore verde piu intenso sulla superiore; le foglie cauline piü piccole, sessili, anzi alquanto amples-sicauli, ovato-acute, alterne. I fieri in calatidi terminal! a ricettacoio nudo; i florellini del raggio ligulati, gialli, fem-minei e fertili; quelli del disco tubolosi, quinquefidi er-mafroditi e fertili; i frutti sono acheni oblunghi recanti un pappo sessile e semplice.
La parte usata e la radixe, la quale vuolsi raccogliere poco innanzi della fioritura, e farsi diligenlemente seccare; ailo slato di secchezza ha odore forte e pepeiato, il quale e appena distinto nella radice recente ; acre , amara ed aromatica al gusto. Contiene, per quanto si conosce da incomplete analisi, una resina acre, un olio volatile concrete analogo alia canfora, detto ellenina da alcuni autori, una sostanza amidacea chiamata inulina, estrattivo amaro, cera, gomma, albumina, fibra, ecc.
Uso interno. — La radice d'enula campana ha comune I'azione fisiologica e le applicazioni terapeutiche col ca-lamo aromatico (vedi) Dosi:
Solipedi.....da 20 a 40 grammi
Bovini......da 30 a 70 ^ raquo;
Ovini e maiali ... da 6 a 12 raquo;
Cani.......da 0,50 a 1 raquo;
e possono essere ripetute quattro o cinque volte nelle 24 ore. Si da il farmaco in bolo, in eleltuario, in infusione e tiecozione; e si associa cogli anlimoniali, collo zolfo, coll'idroclorato d'ammoniaca, colla canfora, ecc.
Uso esterno. — La radice d'enula campana usata da Rysz
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e da altri per curare la rogna degli ovini, non dispiega azione abbastanza energica, e per lo piu la guarigione deve essere resa completa con altre preparazioni ; e per ciö meglio ricorrere subito a queste.
Essenza di trementina. —
Olio etereo , essenziale o spirito di trementina. —
Acqua di ragia.
Si estrae in grande per gli usi industriali dislillando con acqua la trementina comune ; per gli usi della medicina veterinaria serve assai bene quella fornitaci dal commercio, epperö per ragioni di economia consigliamo di specificare nelle prescrizioni questa qualitä, scrivendo acqua di ragia od essenza di trementina commerciale.
fi un liquide fluidissimo, incoloro. molto rinfrangente la luce, di odore suo proprio, ruvido al tatto; densita—0,87; raffreddata a — 17 lascia deporre cristallini bianchi; bolle -f- 157; solubile nell'alcole e nell'etere ; scioglie il solfo ed il fosforo , i corpi grassi, ecc; e infiammabilissimo; brucia con fiamma chiara e fuliginosa , fatta- reagire con acido cloridrico gasoso produce un composto solido , il cloridrato di canfeno o canfora artificiale. Se e umida, la-sciata per lungo tempo all'aria, depone cristallizzato I'idrato di essenza di trementina. Lasciata all'aria si ossida, si re-sinifica e si dissecca, per cui e impiegata avvantaggiosa-mente nelle vernici. II suo vapore, come quello degli olii essenziali in generals, vizia I'aria.
II basso prezzo ehe aveva un tempo I'acqua ragia non lasciava sospetto ehe la si potesse sofisticare; ora essendo incarita, potrebbe venire adulterata con I'alcole , con olii fissi, con olio di resina, non ehe con olio minerale, con ben-zina. II punto di ebullizione, la sua completa volatilitä, la sua densitä, rinsolubililä nell'acqua, il solidificarsi sotto
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165 I'azione dell'acido cloridrico sono circostanze ehe permet-tono assai agevolmente di riconoseerne la voluta relativa purezza.
Uso interno. — L'essenza di trementina, amminislrata per le vie digestive a moderate dosi, rende piu attivi i raovi-menti perislaltici del tuto digestive, determina autnento di secrezione degli umori ehe servono alia digestione, e rende per ciö questa piü attiva ; avvenuto il suo assorbiraento, produce una generale eccitazione di breve durata, ed quindi eliminata dall'organismo precipuamente per la mu-cosa polmonare e per i reni; i quali in maggior quantitä secernono orina piü densa e ehe sente I'odore di viole. Nelle femmine il latte manda I'odore proprio dell'essenza, e ne piglia anche il sapore. II sangue degli animali ai quali e data la essenza assume un coiore rosso piü chiaro, si fa piü ricco in cruore e piü coagulabile.
Questa essenza e stata amminislrata con profitlo nelle seguenti infermita degli animali domestici:
1deg; Nell'anoressia, nelle indigestioni, nei meteorismo, nell'ostruzione del millefogli, dipendenti da atonia gastrica ed intestinale ;
2deg; Nell'itterizia cronica eontinua o ricorrente, ed anche nella cachessia ittero-verminosa degli ovini (non giova perö in quest'ultimo caso come vermicida);
3deg; Nell'elmintiasi intestinale ;
4deg; Nelle affezioni tifoidee e nelle carbonchiose;
5deg; Negli edemi cronici eslesi e nelle idropisie croniche;
6deg; NeU'ematuria cronica e nei catarri cronici delle vie orinarie;
7deg; Nelle affezioni renmatiche croniche;
8deg; Nei cimurro inveterate e nei catarri cronici polmo-nari;
9deg; Nelle paralisie, nei balordone dei solipedi, nella febbre consecutiva al parto delle vacche delta vitellare, nei tetano ed anche nelle coliche spasmodiche.
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Dosi:
Solipedi e bovini. . . da 3 a 15 grammi Ovini e maiali ... da 1 a 12 raquo; Cani......da 1 a 15 goccie
Le dosi indicate sono per lo piü ripetute cinque o sei volte al giorno quando si da il farraaco per combattere le infermita indicate sotto i numeri 1, 2, 5, 6, 7, 8; h poi necessario di triplicarle o quadruplicarle quando questo e amministrato contro le malatlie accennate ai numeri 3, 4 e 9, come pure contro il meteorismo. — II pratico , in-nanzi di amministrare I'essenza di trementina nelle ma-lattie, delle quali si e fatto parola, dovrä essere ben si-curo ehe non siavi flogosi acuta delle vie digestive, dei reni, ecc.
L'essenza di trementina e introdotta nelle vie digestive in clisteri, in pozioni, in elettuario ed in bolo, e nelle vie respiratorie in fumigazioni. I beveraggi sono preparati con decozioni mucilaginose, con soluzioni gommose, con acqua semplice e tuorlo d'uovo, in ogni caso l'essenza deve stare col veicolo nel rapporto di 1:5a 10. Nella confezione degli elettuarii e dei boli suolsi adoperare come eccipiente la farina di linseme o quella di frumento bagnata col-I'acqua.
L'essenza di trementina e associata con molti altri far-maci, !a scelta dei quali dipende dalla natura dell'infer-mita ehe vuolsi curare con essa: spesso e unita a sostanze amare pure, od amaro-aromatiche , al tartaro emetico, al sale ammoniaco, all'olio empireumatico, ecc.
Uso esterno. — L'essenza di trementina applicala col mezzo di fregazioni sulla cute degli animali dqmestici, e parti-colarmente su quella dei solipedi e dei cani, I'irrita dolo-rosamente con molta pronlezza. La sensazione dolorosa perö e di breve durata; d'ordinario non persiste piü di raezz'ora. Nella porzione di cute irritata si stabilisce una vera iperemia, s'elevano poi piccole vescichetle. le quali.
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rompendosi dänno luogo a formazione di forfore epider-miche, non ehe alia caduta di alcuni peli. AUorquando si ripete a breve intervalJo di tempo 1'applicazione di cotesta sostanza sulla stessa regione si cagiona la depilazione deila cute, la quale pero non tarda a vestirsi di nuovi peli. II conlatlo della essenza di trementina colle piaghe e seguito da irritazione, non perö intensa come per induzione ognuno sarebbe inclinato a pensare.
L'essenza di trementina e usata come eccitante in fri-zioni nelle paralisie , nelle atrofie muscolari, nei reumi cronici, negli edemi cronici; come eccitante e fondente sui tumori inrtolenti ed inveterati , e sugli induramenli dei tessuti; come riveltente, nello stesso modo, a cura delle infiammazioni di organi o parti profonde, come pure nelle coliche spasmodicbe, nelle ventose e nella rifenzione d'o-rlna dipendente da spasmo della vescica; come eccitante ed antiputrido nella gangrenft ; come eccitante digestivo nelle piaghe ed ulceri aloniche e bavose, nella carie delle ossa e cartilagini, nel rammollimento dei tessuti fibrosi ; come antipsorico ed antiscabbioso, assai attivo nelle affezioni er-petiche pertinaci e nella rogna; come insetticida nella fti-riasi. L'essenza di trementina e anche sovente impiegata per animare i setoni, E pure stata adoperata per la caute-rizzazione incendiaria (Pretot).
L'essenza di trementina per gli usi esterni e frequente-mente associata con altre sostanze diverse, a seconda delle speciali indicazioni, alle quali si vuole soddisfare colla sua applicazione. — Nelle croniche affezioni reumatiche tale sostanza e sovente unita all'ammoniaca liqnida, oppure a questa ed all'alcole nella proporzione di 4 , 1 e 3 ; nella cura della gangrena e spesso mescolata alia canfora, al-I'acido pirolignico, agli infusi aromatici; quando e appli-cata come risolvente negli induramenli si unisce al sapone verde, all' unguento mercuriale; quando serve come antipsorico ed antiscabbioso puö utilmente essere combinata
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coll'adipe, col sapone verde, coll'unguento mercuriale, con liscivio, nelle rispeltive proporzioni di 1:1 o 1:4.
Si ottiene un'energica preparazione irritante adatta par-ticolarmente pei bovini, facendo digerire una parte di can-taridi in otto parti di essenza di trementina.
Alcuni cavalii o cani molto sensibili sono soverchiamente eccituti dalla sua applicazione sulla cute; il prurito co-cente, ehe riesce tanto molesto a tali aniraali, puö essere sedato con lozioni d'acqua fredda.
L'essenza di trementina e parte costitnente del sapone trementinato, il quale consta di 8 parti di sapone verde; 6 di essenza di trementina ed 1 di carbonato di potassa depurate, ed e adoperata esternamente come risolvente negli induramenti ghiandolosi, nei ganglii, ecc.
Alia Scuola veterinaria di Berlino e adoperafo un Bal-samo vulncrario, composto di essenza di trementina, tintura di mirra, tintura d'aloe e tintura d'assafetida a parti eguali, quale medicamento eccilante ed essiccativo.
Pensiamo ehe coll'essenza di trementina si possano av-vahtaggiosamente soddisfare tutte le indicazioni delle es-senze di lavanda e di spigo.
Etere solforico. — Etere etilico o comuue. — . Ossido d'etile.
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L'etere comune od etilico, conosciuto piu generalmente coirimproprio nome di etere solforico, si prepara distil-lando entro storta di vetro tubulata, alia temperature di 140, un miscuglio ottenuto a freddo di 10 parti di acido solforico concentrate e 7 parti d'alcole a' 36; nel misto eterificante si fa arrivare una continua corrente d'alcole affine di rimpiazzare quelle ehe si va eterificando; il pro-dolto si raccoglie entro un pallone raffreddato ed annesso alia storta per mezzo di un'allunga. Si purifica poi ridi-
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stillandolo a bagno maria sopra calce viva dopo di averlo lasciato in contatto colla medesima per qualche giorno..
L'etere in questa operazione e il prodotto di due successive metamorfosi sopportate dall'alcole reagendo coll'acido solforico; nella prima per accoppiamento dell'alcole coll'a-cido solforico si produce I'acido solfovinico; nella seconda I'acido solfovinico reagendo con una novella molecola d'al-cole, riproduce I'acido soiforico normale mentre si sviluppa i'etere insieme all'acqua.
E un liquido incoloro, limpidissimo, assai mobile e ri-frangente la luce, d'odore caratteristico aggradevole, sa-pore caldo, bruciante ed aromatico; si volatilizza assai fa-cilmente producendo grande abbassamenlo di temperatura, bolle a 35 , 6 alia pressione ordinaria; si congela a circa — 31 cristallizzando m lamine scolorite. fi perfetta-menle neutro, infiaramabilissimo, il suo vapore mescolato con aria o con ossigeno , detuona se vi si pone fuoco ; poco solubile nell'acqua (1 :10), si unisce in tutte le pro-porzioni coll'alcole, col cloroforme, scioglie tenui quantitä di solfo, di fosforo, scioglie faciltnente il iodo, il bromo; siffatte soluzioni sono perö alterabilissirae; scioglie i corpi grassi, gli olii essenziali, raolte resine, molti alcaloidei, la cera; la gomma elastica, la gutta perka, scioglie il cloruro zincico, mercurico, ferrico; I'azotato mercurico, ecc.
Uso interno. — L'etere solforico e eccitante diffusivo an-tispasmodico, sedative ed anestesico. E molto spesso ammini-strato per le vie digestive per curare le coliche ventose e nervöse dei solipedi, la timpanite dei ruminanti, piü di rado per combattere I'adinamia. Qualche volta e pure usato per fugare i vermi intestinali associato alia decozione di felce maschia. Nello stesso modo ehe il cloroformio l'etere solforico e stalo amministrato ai grandi anitnali domestici precipuamente per inalazione contro il tetano; ma i risul-tati favorevoli oitenuti, messi a confronto coi negativi, non sono ancora abbastanza numerosi, perche si possa dire tale
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farmaco efficace mezzo curativo del tetano. Non di rado si ricorre aU'inalazione dell'etere allo scopo di produrre I'a-nestesia negli animali ehe devono subire operazioni chi-rurgiche, non tanto per risparmiare loro il dolore, quanto per oltenere, sospendendo l'azione muscolare, l'immobilitä desiderata. Per I'inalazione dell'etere solforico servono gli stessi apparecchi ricordati aH'articolo cloroformio (vedi).
Alle carni ed al lalte degli animali, ai quali e ammini-strato I'etere solforico a grandi dosi e ripelutamente, si comunica I'odore ed il sapore del farmaco, ciö ehe costi-tuisce un inconveniente per i ruminanti.
Allorquando vuolsi amministrare I'etere per le vie digestive convengono le dosi seguenti:
Solipedi e bovini , da 10 a 50 grammi Ovini e maiali . . da 5 a 10 raquo; Cani.....da 0,50 a 4 raquo;
II medicamento e amministralo neH'acqua semplice, in infusioni aromatiche (fredde), nel vino, nella birra, o meglio in un olio grasso (1 : 3). Le dosi indicate possono essere ripetute parecchie volte a brev'ora d'intervallo.
La quantitä dell'etere solforico cha approssimativamente puö occorrere per produrre I'anestesia nei solipedi e bovini e di 40 a 130 grammi, di 15 a 30 negli ovini, e di 5 a 15 nei cani. L:anestesia succede sollecitamente in questi ultimi animali, talvolta dope un minuto , assai piü tardi nei grandi animali domestici, anche dopo un quarto d'ora soltanto. L'inalazione non deve essere spinta oltre un certo limite, cioe fino a produrre la sospensione dei bat-titi del cuore. Quando si vogliono eterizzare gli animali e conveniente il provvedere sempre il doppio della dose in-dicata, onde averne una parte in serbo da far inspirare agli animali quando in essi I'anestesia cessi troppo presto.
L'etere solforico e stato esternamenle applicato sulle ernie strozzate onde produrre diminuzione rapida e considerevole di temperatura, e facilitarne la riduzione. E anche stato
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171 amministrato in clisteri, associalo ad altri mezzi terapeu-tici, per combattere le spasmodiche contrazioni degli inte-stini e della vescica.
Nelle ferile molto dolorose, specialmente nelle contuse, delle arlicolazioni e dei cordoni nervosi nel tetano, I'etere solforico e usato associalo a sostanze grasse a modo di embrocazioni, di frizioni, ecc.
Euforbio.
L'euforbio delle farmacie e un sugo cereo-resinoso ehe cola per incisioni dalle foglie di alcune plante del genere Euphorbia, 1'E. antiquorum , oflicinalis e canariensis, cre-scenti in parecchie regioni dell'Africa, neU'Arabia e segna-tamente nelle Canarie da cui quasi esclusivamente ci pro-viene. Presentasi sotto forma di lacrime o gocciole inspes-site, tondeggianti, irregolari, giallastre , semitrasparenti, portanti uno o due fori prodotli dalle spine della foglia attaccata alle quali si e coudensata la goccia del sugo. L'odore deU'euforbio e poco pronunciato come non e sen-sibile dapprima il sapore, ma poi diviene acre bruciante, e persistente assai, Raffreddato si rende facilmente in pol-vere; quest'operazione vuolsi praticare con precauzione onde non esporsi all'azione del polviscolo ehe si solleva e ehe potrebbe recare grave offesa: a moderate riscalda-raento si rammollisce, poscia si fonde. Contiene una resina partieolare, cera, malato calcare, malalo potassieo, un olio volatile, mucilagine pieeola quantitä, e fors'anco gomma elastica, fibra legnosa, acqua, ecc.
Tratlalo con alcole vi cede in copia la sostanza resinosa ehe ne e il principale componente, giacche ne rappresenta la propriela epispastica e venefica ; costiluisee circa la metä del peso deU'euforbio; si colorisce tale resina di rosso cupo solto I'azione dell'aeido solforico concentrato discio-gliendovisi, dalla quale dissoluzione I'aequa ne la precipila
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inalterata ; non si scioglie nelle dissoluzioni degli alcali causlici; 6 poco solubile negli olii fissi e nell'etere.
Usi. — L'euforbio non e amministrato internamente agli animali domestici, perocche infiarama intensamente la mu-cosa delle vie digestive. Applicato sulla cute sotto forma di pomata, in proporzioni disacconcie, determina flogosi profonda e facilmente la distruzione dei bulbi dei peli, ed anche la caduta di porzioni di quella; e quindi buona pratica in generale il non far uso dell'euforbio negli animali ehe hanno la pelle fina e delicata. Per lo piü l'euforbio e aggiunto sWimguento cantaridato nel rapporto di I a 4 o 8 onde rendere questa preparazione piü attiva, specialmente quando trattasi di fame u?o sui bovini. Si puö anche preparare direttamenteuna pomata d'euforbio e cantaridi incorporando 1 parte del primo e 2 delle se-conde in 24 di atlipe; la quale, adoperata con riguardo, al dire di Gerlach, non produce permanenti depilazioni. La polvere d'euforbio, gia usata per distruggere le carni fungose, e per combaltere la carie, e ora sotto questo rapporto caduta in disuse.
La tintura alcolica di euforbio preparata nella proporzione di 1:8, e adoperata in frizioni sui tumori indolenti, sulle membra cadute in emaciazione, ed anche per medicazione nella carie delle ossa.
L'euforbio 6 pure parte costituente deWolio vescicante di N. Gille, il quale non lascia sopra la cute degli animali permanenti traccie della sua applicazione, sebbene sia un energico vescicante, specialmente raccomandato a cura dei reumi cronici, tumori sinoviali, induramenti del tessuto cellulare ecc. Esso consta di
Olio di fegato di merluzzo . . parti 1,000
Cantaridi....... raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;15
Eutorbio........ raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;20
Le due ultime sostanze possono essere direttamente unite
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173 alia prima al momento del bisogno; riesce pero piü effi-cace I'oiio, se si prepara per via di digestione.
Felce raaschia.
La felce maschia delle farmacie e il rizoma dell'yispi-dium filix 7nascula, Polipodium ßlix mas,, deila famiglia delle Felci (Criltogamia feici), pianta assai comune nei boschi montuosi ed umidi dei nostri clirni. 11 rizoma e orizzontale ed obliquo , della grossezza del pollice , nodoso , munito lateralmente di minute radici, bruno airesterno , bian-castro internamente, ricoperto di soaglie spesse; la fronda ehe parte da questo rizoma e peziolata, lunga circa 70 cent., con pinnole lunghe lanceolate acuminate, pinnato-partite, ottuse, dentate, glabre, i frutticini sono disposti in due serie sulla pagina inferiore delle pinnule della fronda, e verso la base piuttosto ehe verso I'apice.
La parte usata e il rizoma, il quale seccato si presenta sotto forma di nn corpo cilindrico risultante dalla riunione delle radici addossate al fusto; ha colore bruno, odore dis-aggradevole, sapore amarognolo ed astringente. Vuolsi raccogliere in estate avanzata, e rinnovarla spesso. I prin-cipali suoi componenti sono: materia grassa oleina e stea-rina, un olio volatile, resina acre, acido tannico e malico, zucchero, amido, fibra vegetale, ecc.
E riprovevole 1'associazione diquesta sostanza con sali fer-rici e con tutti i farmaci incompatibili colle materie tannanti.
Usi. — La radice o meglio rizoma di felce maschia e dotata della speciale virtu d'uecidere le tenie; non ne de-termina perö I'espulsione. E conveniente di tener digiuni per 24 ore gli animali ai quali si vuole amminislrare, ed anche di far precedere Tamministrazione di un lassativo a quella dtfll'antelmintico. Dopo la propinazione dell'antel-mintico verrä procacciata la deiezione dei vermi uccisi merce l'uso d'un purgante.
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Dosi della radice secca :
Solipedi e bovini . . da 80 a 150 gramrni Ovini e maiali. .. da 12 a 30 raquo; Gani......da 2 a 6 raquo;
II farraaco 6 amministrato in pillole, in elettuario, nel-Facqua tiepida, nel latte, o con pochi alimenti (tritello, zuppa); e associato a sostanze araare , aromatiche , empi-reumatiche, purganti. E piü sicuro i'effelto del rimedio, se gli animali sono costretfi a star digiuni 24 ore innanzi la propinazione di esso.
L'Estratto etereo della radice di felce maschia e una pre-parazione efficacissima , la quäle perö per il suo prezzo elevato e soltanto usata nei piccoli animali domestici ; ai cani devesi amminislrare alia dose di 2 a 6 gramrni in due volte.
Fellandrio acquatico. — Finocchio o cerefoglio d'acqua.
II fellandrio acquatico i frutti del quale, chiamati impro-priamente semi, si adoprano in medicina, e un'ombrellifera indigena, Phellandrium acquaticum, (Enanthe acqualicuin di alcuni botanici (Pentandria diginia), la quale cresce nelle pianure dei nostri clirni sui margini dei ruscelli; la sua radice e grossa, nodosa, munita ai nodi di un grande nu-mero di radichette verticiilate. II caule e glabro, cilindrico, striäto e fistulöse, alto da uno a due metri, nodoso, sem-plice alia base, ramificato superiormente ; foglie grandi, bi-tripinnate, le foglioline sono ovate, pinnatifide , incise ; quelle sommerse sono moltifide, con lacinie capillari; liori in ombrelle ^coraposte, oppositefogiie , le ombrellette mu-nite alia base di sei ad otto brattee strette, piü corte dei peduncoii. I frutti o carpadeni sono ovato-oblunghi, quasi prismatici, striati, coronati da cinque piccoli denti del ca-lice e da due stili presistenti.
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Le parti usate sono i frutti; esalano un odore viroso, spiacevole, odore ehe pure esalano le foglie come siano confricate fra le dita; sapore amaro, aromatico; conten-gono 1,5 per 100 circa di un olio essenziale particolare, 5 d'un olio grasso, 5 cerina, 2,5 resina, 8 estrattivo, 4 gomma, 72 fibra, acqua, ecc.
Usi. — 1 semi di fellandrio sono eccitanti del tubo dige-stivo, e carminativi; godono inoltre delle facoltä di riordinare la secrezione della membrana mucosa respiratorla, alterata nella sua quantitä e nella sua qualitä, e di speciale virtu deostruente sopra il sistema dei vasi iinfatici. La loro azione diaforelica e diuretica e poco distinta. Giova I'uso interno dei semi di fellandrio in tutte le malattie dell'ap-parecchio respiratorio, in cui I'ipersecrezione mucosa non e congiunta a sintomi d'acuta irritazione; e conviene spe-cialmente nella tisi mucosa, nei catarri cronici delle vie respiratorie, nelle successioni morbose delle pneumoniti (induramento e suppurazione del polmone), e nei cimurro inveterate, Furono altresi usati con successo nei farcino e moccio incipiente.
Dosi:
Solipedi e bovini . da 15 a 30 gramrai Ovini e maiali . . da 3 a 9 raquo; Cani.....da 0,50 a 3 raquo;
Le dosi indicate possono essere ripetute due o tre volte nelle 24 ore. I semi di fellandrio sono dati in pillole, in elettuario, colla profenda, in pozione; e sono associati agli anlimoniali, al sale ammoniaco, alle preparazioni di piombo, al solfalo di rame (nei moccio).
Ferro. — Limatura di ferro dolce.
Nell'altra medicina in questi ultimi tempi e venuto me-ritamente in voga I'uso del ferro ridotto dall'ossido o dal cloruro ferrico raediante I'idrogeno; la purezza e lo state
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di divisione di tale preparato farmaceutico sono due con-dizioni ehe lo rendono pregevolissimo, quantunque relativa-mente assai costoso; perö nella medicina degli animali do-mestici crediamo basti la limatura di ferro dolce ben nitida e porfirizzata; vuolsi rigettare quella ehe contenga ossido delle battiture, perö ehe piü difficilmente intaccata dagli umori acidi del ventricolo, dai quali deve venire disciolto il ferro perche torni efficace ; e una polvere sottile, di co-lore nero non splendente; macchia le dita alia maniera della grafile ; inodora , insipida, atlraibile dalla calamita, facilmente ossidabile neU'aria umida ; si discioglie nella maggior parle degli acidi idrati con isviluppo d'idrogeno.
Incompatibililä. — Non vuolsi associare con sostanze tan-nanii od alcaline; il cremortarlaro non ehe le sostanze acide in generale ne rendono piü pronta I'azione ; giova pure amministrarlo durante il paste o poco tempo dope questo peressere allora maggiore la copia del sugo gastrico.
Usi. — II ferro limalo e per se inattivo: introdotto nel tubo digestivo non tarda a combinarsi eon alcuni acidi derivanti dagli alimenti , o secreti dalla membrana mu-cosa gaslrica , ed acquista in questo state azione locale astringente; assorbito, comunica al sangue un colore rosso piü vivo, accrescendone l'ematina, e lo rende altresi piü coagulabile. fi quindi un vero eucrasico. — La limatura di ferro e amministrata nei catarri cronici delle vie digestive, neH'anemia, neH'idroemia e lore succession! morbose.
Dosi giornaliere :
Solipedi e bovini . da 16 a 32 gramrai Ovini e maiali . . da 3 a 6 raquo; Cani.....da 1,50 a 3 raquo;
Le dosi indicate saranno amministrate in due o tre volte. La limatura di ferro e data in bolo, in elettuario, nel tri-tello, nella zuppa ; e associata con sostanze amare, aromaliche, col sale di cucina, cogli antimoniali, colla canfora, coll'assa fetida, col bitartrato di potassa. — Per ottenere
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177 effetti appariscenti coll'uso della limatura di ferro e me-stieri continuarne rararainistrazione per lungo tempo e so-spenderla soltanto se insorge costipazione di ventre.
Fieno greco. — Trigonella foenum graecum.
Pianta della famiglia dalle Leguminose (Diadelfia decan-dria), ehe cresce fra le biade delle region! meridionali e temperate d'Europa, ed e coltivata in alcuni paesi come foraggio. Le sue radici sono esili e munite di barbe serpeg-gianti; caule eretto, fisloioso, semplice o poco ramificato, lanuginoso; foglie composte di tre foglioline obovate, con stipule acute, pubescenli. Fiori papiglionacei, giallastri, ascellari, solitarii o geminati, quasi sessili; calice quin-quefido, cigliato; carena piccola ed ottusa; stami diadelfi, ovario diritto , stile glabro ; legume leggermente falcato, liscio, uniloculare, contenente da 10 a 12 semi bruni, cor-rugati. Le parti usate sono i semi, i quali hanno odore forte ehe ricorda queiio del meliloto , ma e rneno aggra-devole ; sapore amaro e mucilaginoso.
Uso interno. - I semi di tieno greco sono usati come espettoranti nelle affezioni catarrali delle vie respiratorie, quando sono eroniche, oppure i sintomi di acutezza sono dileguati, e per lo piu quale medicamento coadiuvante di altri piü attivi come lo zolfo, ii solfuro d'antimonio, il sale amrnoniaco, il catrame ecc. — Si da ai solipedi alia dose di 15 a 30 grammi due o tre volte al giorno, in elettuario, in bolo oppure colla profenda ; e riputato giovevole pel-Timpinguamento del bestiame.
Uso esterno. — I cataplasmi di fieno greco sono poco usati e loro si antepongono quelli di semi di lino o d'altre sostanze di analoga azione.
Finocchio (Anethum faeniculum).
11 finocchio , fceniculum vulgäre , anethum fceniculum e una Ombrellifera (Pentandria diginia), crescente spontanea Compendia \i
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nei luoghi sassosi delle region! meridionali d' Earopa, ed e coitivata nei giardini. Ha radice vivace , grossa quanto un dilo, allungata ; fusto ramoso superiormente liscio, soicato alia base, foglie ample, guainanli, minutamente frastagliate ; fiori in ombrelle composte, terminali, nude; calice intiero, corolla pentapetala regolare; cinque stami; ovario aderente, sormontato da due stili; il frutto cono-sciuto coll'improprio norae di seme e un polachenio lenti-colare, compresso, nudo, con cinque coste saglienti, conte-nente cinque semi. Se ne conoscono due varietä; il finocchio forte ed il dolce. Egli e dal prime ehe si oUengtmo di pre-ferenza i frutti, i quali hanno un odore soave, sapore zuccheroso aromatico; contengono un'essenza ossigenata assai soave, ed un olio fisso.
Usi. — I semi di finocchio sono dotali della slessa pro-prielä deH'anacio volgare (vedi) e sono adoperati nelle me-desirae malattie, in dosi ed associazioni identiche.
Le foglie e la radice di finocchio, ehe allo state verde godono di azione debolmente eccitante sulle membrane raucose, sui reni, e sulle mammelle, perdono coli'essicca-zione ogni proprietä.
I semi di coriandoli (coriandrum sativum), di cam (carum carvi), di comino (cominum cyminum), hanno moltissima analogia d'azione con quelli di finocchio, e d'anacio volgare, eppeicio hanno comuni con questi le applicazioni terapeutiche.
Fosfato calcico basico. — Fosfato tricalcico. Sottofosfato di calce. — Ossa calcinate.
Si adopravano un tempo le ossa calcinate a bianco, ri-dotte poi in soltilissima polvere, come medicamento com-pensatore nei rachitismo ed altre simili affeziom, lo stato di aggregazione di tale fosfato consiglio in questi ultimi tempi di ottenerlo invece precipitaadolo da una dissoluzione
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179 del fosfato delle ossa nell'acido cloridrico, mediante caibo-nato potassico o sodico in leggera eccedenza, ed operando con soluzioni bollenti ; il precipitato si lava con molta acqua e si fa asciugare.
fi sostanza [iolverulen;;a, bianca, insipida, inodora ; in-solubile neir acqua comune, solubile in quella acidulata con acido cloridrico, nilrico , acelico e raolti altri acidi ancorche deboli; dal ehe si spiega facilmente come possa venir assorbito quando e amministrato internamente; per analoghe ragioni ancora crediamo ehe in molti easisarebbe a preferirsi il fosfato acido.
Fu introdotto in questi ultimi tempi in terapia umana I'uso deHMpofosfito calcico e di altri ipofosfiti ; il prezzo elevato dei medesimi e la mancanza fmora di appositi espe-rimenti clinici a questo riguardo nella medicina degli ani-mali domestici, sono ragioni per le quali crediamo per ora di passare sotto silenzio questi nuovi farmaci.
Usi. — II fosfato calcico basico e le ossa calcinate pol-verizzate (la cosi delta farina d'ossa) sono state amministrato agli animali affetti da fratture per accelerare la formazione del callo, sono state raccomandate nella cura dell'osteomalacia e della cachessia ossifraga da molti vete-rinarii; sono pure state preeonizzate a cura della tuber-colosi per accelerare la cretificazione dei tubercoli, degli ascessi metastasici molteplici per favorire la stessa meta-morfosi ora indicata pei tubercoli. II fosfato calcico e con vantaggio amministrato agli uccelli domestici allorquando depongono le uova senza guscio.
II medicamento vuole essere propinato agli animali as-sieme agli alimenti per facilitarne I'assorbimento.
Quantunque le dosi non siano ancora ben determinate, giä si puo asserire ehe le grandi dosi non possono conve-nire perche questo sale cagiona facilmente indigestione; deve essere amministrato per lungo tempo alia dose gior-
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naliera di 15 a 40 grammi ai grandi animali domestici ed
a quella di 4 a 6 nei piccoli ed in parecchie volte.
Fosfato sodico ordinario. —
Foßfato sodico neutro. — Fosfato idrobisodioo. —
Sale catartico di Pearson.
Dei tre differenli fosfati di soda conosciuti dai chimici, 11 solo ehe sia d'uso medico si e il fosfato idrobisodioo, chiamato impropriamente fosfato neutro. Si ottiene scom-ponendo una soluzione di fosfato acido di calce con carbo-nato sodico in sensibile eccesso; si decanta il liquido dal sedimento calcare, ehe se ottenuto a caldo, puo essere uti-lizzato nel senso ehe si e detlo nel precedente artieolo (fosfato triealeico precipitate) ed il liquido in eui e seiolto il fosfato alcalino, si fa evaporare fino alia densitä di 25 di B. e si abbandona alia cristallizzazione. Le aeque madri, rese di nuovo alcaline, se occorra, e rieoncentrate, forni-seono novella copia di sale.
E un sale bianco, inodoro, di sapore salso fresco non disaggradevole, in prismi obliqui, trasparenti e scolorili, contenenti 25 eq. d'acqua di cristallizzazione , cioe oltre a tre quinti del proprio peso; efflorescente alTaria; solubile in 4 parti di acqua fiedda ed in 2 di quella bollente, le sue soluzioni reagiseono distintamente alcaline, precipitano in giallo col nitrato d' argento. Riscaldato dapprima si fonde, perde 1' acqua di cristallizzazione, e da ultimo si modifica profondamente cambiandosi in pirofosfato sodico anidro; le soluzioni del sale calcinato precipitano in bianco col nitrato d'argento.
Uso. — 11 fosfato sodico ordinario e purgante idragogo e minorativo; deve essere adoperato alle stesse dosi e nelle stesse forme ehe il solfato di soda (vedi); d'ordinario perö si ricorre a questo perche eosta assai meno. Potrebbe fors'anco prestarsi questo fosfato alcalino ad altre indica-
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zioni oltre a quelle di an agente purgative; la sua natura chitnica infatti, le reazioni Offerte da esso con alcuni sa!i solubili calcari lasciano prevedere, potere il medesimo tor-nare utile come medicaraento di compensazione.
Fosforo.
II fosforo si ricava oggigiorno in grande pei bisogni del-I'industria dalle ossa animali, e segnatamente dei main-miferi, le quali lo contengono allo state di fosfato calcare.
E sostanza solida fragile a 0, molle come la cera a 15, scolorito o di colore carnicino, trasparente;di densilä=l,77; fusibile a 44, bolle a 290; ha odore agliaceo, e fosfo-rescente rieU'oscurilä. E ossidabilissimo epperö vuolsi con-servare nell'acqua disaerata, brucia lentamente nell' aria alle ordinarie temperature convertendosi in un misto di acido fosforoso e fosforico (acido fosfatico od ipofosforico). Scaldato nell'aria a 70 circa s'accende ed arde viva-mente cambiandosi in anidride fosforica, si accende pure come a tutti e note col solo soffregamento; insolubile nell'acqua; leggermente neH'alcole e nell'etere, negli olii fissi ed essenziali, nel petroleo; il migliore solvente si 6 il sol-furo di carbonio; e sommamente velenoso.
Per I'influenza della luce solare, o di una temperatura di 230 a 240 fuori dell'aria, subisce altra modificazione allotropica cambiandosi in fosforo rosso od amorfo, il quale e di color rosso, piu denso del fosforo ordinario, non fo-sforescente, inalterabile aU'aria nelle ordinarie condizioni, insolubile negli accennati veicoli, inodoro, assai meno velenoso. Per gli usi medici e quello della prima modificazione ehe suolsi impiegare.
Si puö rendere in polvere fondendolo nell'acqua o nel-1'alcole, od in una soluzione d'urea, agilandolo quindi vio-lentemente nella boccia chiusa e non ripiena finche sia perfettamente raffreddato.
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Olio fosforato: ottiensi ponendo 1 parte di fosforo polve-rizzato con 50 parti d'olio d'oliva entro boccetta di vetro chiusa e quasi piena, si scalda a bagno maria, agitando finche sia compiutamente disciolto.
Uso interno. — II fosforo applicalo sopra i tessuli li cau-terizza profondamente; entrato in circolazione, per via d'as-sorbiraento, produce pronta e passeggiera eccitazione del sistema nervoso e vascolare, ed e quindi eliminato dall'or-ganismo specialmente per la mucosa polmonare e per i reni. Negli anitnali raorti per avvelenamento col fosforo il sangue e di colore scuro ed ha perduta la facoltä di coa-gularsi. II fosforo, per la sua azione sliuiolanie sul sistema nervoso e vascolare, e tenulo in conto di eccitante diffusivo. Sono poche le applicazioni interne del fosforo fatte dai veterinarii, le quali abbiano dato soddisfacenti risultati; e state da Causse usalo con successo Volio fosforato nella febbre carbonchiosa dei bovini e da Guilmot in quella del cavallo. L'olio fosforato fu sperimentato da noi nella cura dell'anasarca idiopatico in 3 solipedi; in tulti s'ottenne un passeggiero miglioramento, ehe poi e stato seguito dalla morte per gangrena polmonare. Hertwig usö senza frutto il fosforo nel tetano, nelle paralisie e nel reumatisrao. Dosi dell'olio fosforato secondo Gausse e Guilmot: Solipedi e bovini da 35 a 45 goccie da amministrarsi in 1 o 2 litri di decozione mucilaginosa e da ripetersi a seconda del bisogno.
Dosi massime del fosforo secondo Hertwig : Solipedi e bovini . . da 24 a 36 centigrammi
Ovini......da 6 a 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; •
Maiali......da 1 a 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
Cani......da 1 a 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
dosi ehe possono essere ripetute dopo I'intervallo di dieci ore circa. II fosforo scioito preventivamente nell'olio d'oliva, nell'essenza di trementina, nell'etere, eamrninistrato in grande quantitä di menstrui mucilaginosi. L'uso di
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183 questo farmaco richiede molti riguardi per evitarne I'os-sidazione.
Negli attossicamenti determinati dall'ingestione del fo-sforo convengono gli emetici (onnivori e carnivori), ed i mucilaginosi in grande quantitä ; si puö altendere assai poco giovamento dall'acqua di cloro, dall'idrato di peros-sido di ferro, ehe sono indicati generalrnente quali anti-doti del fosforo ; non cosi dalla magnesia.
Uso esterno. — U fosforo e adoperato esternamente sotto forma di pomata fosforata e di olio, o linimento fosforato, in frizioni leggiere nelle paralisie. — Si prepara la pomata con 1 parte di fosforo e 50 parti-di grasso: aggiungendo a questo una piccola quantitä di canfora o d'olio di tre-menlina si favorisce la soluzione del fosforo.
Fuliggine.
Materia pirogenica volgarmente nota, di composizione assai complessa, ehe si depone lungo le pareti dei eamini; per gli usi medici deve adoperarsi esclusivamente quella proveniente dalla eotnbustione delle legna.
El in eroste nere, lucenti, fragili, di un odore disaggra-devole, di sapore amaro-aromatieo; solubile per due terzi del suo peso neH'acqua, parzialmeute anche solubile nel-1'aleole; contiene sali ammoniacali, ealeari, magnesiaci, fer-ruginosi, ecc., una sostanza azotala male studiata, ed una piecola quantitä di un principio amaro particolare , chia-mato absolina; separata la fuliggine dalla malta calcare ehe la puö accompagnare e fatta in polvere sottile porta ii nome di fuliggine preparata; e di questa ehe si fa uso per non poehe preparazioni farmaeeutiche delle quali fa parte.
Lo spirito di fuliggine degli antichi, ehe era il prodotto liquido della distillazione secca della fuliggine, e ora in disuso; lo puö surrogare il creosoto.
Uso interno. — La fuliggine esercita azione molto com-
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plessa , come puossi presentire dalla sua composizione; ge-neralmente perö si concede alia medesima, introdotta nel tubo digeslivo, un'azione astringente ed eccitante locale, una debole virtu stimolante universale, una vermifuga ed änche una antiputrida. Cotesta sostanza e usata nello stato ga-strico saburrale, nell'anoressia dipeadente da astenia del tubo digestivo, nella diarrea cronica, neU'elmintiasi, nelle cachessie in genere.
Dosi:
Solipedi e bovini . . da 30 a 60 grammi Ovini e maiali ... da 6 a 46 raquo;
Cani.......da 2 a 6 raquo;
da propinarsi due volte al giorno se v'ha bisogno. — La fuliggine e amministrata in pillole, in elettuario , sospesa nell'acqua o nel latte; e si associa a sostanze amare, aro-matiche, al sal di cucina, all'aloe (prop. 2 :1), all'olio em-pireumatico, agli antimoniali.
Uso esterno. — La fuliggine e adoperata come rimedio eccitante, assorbente, essiccativo ed insettifugo; si applica sulle piaghe ed ulceri a granulazioni raolli, esuberanti, sordide e verminose, tanto sola ehe mescolata ad altre polveri astringenti, cateretiche, o caustiche. La pomata di fuliggine preparata con adipc semplice (i :3), oppure Vunguento pre-parato con parti eguali di sapone verde e di essenza di trementina, sono rimedii molto attivi contro la rogna e gli erpeti.
Si fa pure frequente uso della fuliggine per la prepara-zione di cataplasmi astringenti e npercussivi: in questo caso suolsi mescolarla coll'aceto od acidi minerali allungati.
Galla. — Noce di galla.
La galla e una escrescenza determinata da morsicature di un insetto, il cynips quercus folii, sopra i giovani rami o sulle foglie di un arboscelio dalle Amentacee, il quercus
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185 infectoria, ehe cresce spontaneo neil'Asia minore e special-mente lungo la spiaggia del Mediterraneo.
E della grossezza di una nocciuola, tondeggiante, tuber-colosa, dura, assai pesante, di colore biancastro o verde bruno, quest'ultima 6 piü pregiata. Analoghe produzionisi incontrano pure sopra le nostre quercie e per lo piü de-rivano da aborto della cupola, ma ne costituiscono una qualitä assai inferiore. Si suole nel commercio e nelle in-dustrie dare la preferenza a quella non forata e ehe an-cora contiene l'insetto internamente, e eio con ragione, giaeche la larva ehe si schiude dall'uovo stato depositato ed impigliato nel sugo essudato, per svilupparsi al punto da uscirne, si nutre della sostanza deU'esereseenza me-desima.
Contiene la galla di Aleppo circa la metä del suo peso di lannino (acido gallotannico), piccola quantitä di acido gallico, tannato di potassa e di calce; acido petlico, le-gnoso, ecc.
L'acqua, l'alcole, non ehe l'etere, non perö quello asso-luto, sono i liquidi assai acconci ad esportare dalla galla i materiali efficaci; I'infusione acquosa precipita in nero i sali ferrici, in bianco sporco le soluzioni dei sali di piombo, di tartaro emetico, degli alcaloidei; precipita la colla aniraale, ecc. Abbandonata a se subisee la fermenta-zione aleoliea a spese del glucosio ehe per isdoppiamento deriva dal tannino.
Uestratto acquoso di noce di galla preparasi esauriendo con acqua fredda per lisciviazione la polvere di galla d'A-leppo, evaporando poscia la tintura a B. M. a eonsistenza estrattiva.
Uso interne. — La noce di galla deve la sua azione al tannino ehe in copia contiene, epperö conviene nelle stesse malattie ehe Vacido tannico (vedi), al quale deve essere preferita per il suo prezzo meno elevato.
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186 Dosi:
Solipedi e bovini . da 15 a 40 grammi Ovini e maiali. . da 3 a 0 raquo;
Cani.....da 0,20 a 1 raquo;
Tali dosi possono essere propinate due volte nelle 24 ore. La noce di galla polverizzala e amministrata ;in pillole, in elettuario, in infusione o decozione.
L'estratto acgwoso e amministrato a dosi minori della metä di quelle indicate per la galla in natura.
Uso esterno. — La noce di galla e indicata nelle stesse infermita esterne ehe il tannino, e la scorza di quercia (vedi), e deve darsi la preferenza a questa, quando spe-ciali considerazioni terapeutiche non esigano altrimenti.
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Garofano. — Chiodi di garofano.
La droga aromatica conosciuta in commercio col nome di garofani o chiodi di garofano, e costituita dai fiori secchi non perfettamente sbucciati del Cariophyllus aroma-ticus, pianta della lamiglia delle Mirtee (Poliandria mono-ginia) indigena delle Indie oriental! ed ora coltivata in dif-ferenti regioni meridionali dell'America.
Gontengono i garofani il quinto circa del loro peso di una essenza molto aromatica ehe ne e il principale com-ponente, acido tannico, gomma, resina, fibra vegetale, ecc.
Col nome di stecchi di garofano si designano in commercio i peduncoli dei detti fiori; godono di analoghe pro-prieta sebbene in grado inferiore ; il loro prezzo assai meno elevato li potrebbe rendere in alcuni casi preferibili.
Usi. — I chiodi di garofano esercitano energica azione tonica sul tubo digestivo e debolmente eccitante universale: sono indicati nell'astenia gastro-intestinale e nelle affezioni croniche in genere, nelle quali havvi difetto dei poteri di-gestivi. I chiodi di garofano polverizzati, o contusi , sono
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amrninislrali colla profenda, in boio, in elettuario , e nel-
l'acqua alcolizzata alle seguenli dosi:
Solipedi e bovini . da 10 a 20 grammi Ovini e maiali . . da 3 a 6 raquo; Cani.....da 0,50 a 2 raquo;
ehe si possono ripetere un paio di volte al giorno. I chiodi di garofano erano una volta spesso usati in no-
duli nella paralisi della lingua e nell'anoressia. Le esterne indicazioni del garofano nelle paralisie e reu-
matismi, possono essere soddisfatte vantaggiosamente con
altre sostanze irritanti piu attive e di minor costo.
Genziana gialla. — Genziana maggiore.
La genziana delle farmacie e la radice della Gentiana lutea, pianta vivace comunissima delle Alpi, del Giura, dei Vosgi, dei Pirenei, cresce pure in alcune basse pianure ; appartiene alia famiglia delle Genzianee (Pentandria diginia). La radice e perpendicolare, ramosa, di colore giallo ester-namente, bianco internamente, it fittone o radice maestra e grosso quanto il pollice e piü; caule eretto alto piü d'un metro, cilindrico, fistoloso; foglie radical! od inferiori pe-ziolate, opposte, intiere, curvinervie, ovali, acute ; le su-periori o cauline sessili, opposte ed incrociate ad angoio retto, di colore verde chiaro. Fiori grandi, gialli, aggruppati quasi in verticillo all'ascella delle foglie; calice gamosepalo membranoso, irregolare, ripiegato da un solo lato, a cinque denti; corolla gamopetala a cinque od otto divisioni, rotata, gialla; cinque stami perigini; ovario unico con due stili quasi sessili; il frutto e una capsula uniloculare, bivalve, ovoide con semi numerosi, schiacciati, membranosi ai margini.
Le parti usate sono le radici e quelle porzioni del fusto sotterraneo da cui spuntano le foglie radicali; si debbono raccogliere in autunno, e tagliuzzate farle essiccare; fre-sche hanno odore alquanlo viroso; nauseabondo, ehe col-
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l'essiccazione quasi intieramente svanisce; sapore amaris-sirao persistente; deve principalmente le sue proprielä al genzianino,soslainz3i incristallizzabile solubilissirna nell'acqua e pell'alcole, da non confondersi col gentisino , materiale cristallino, colorante, inerte, capace di saturare le basi, contiene del rimanente un principio volatile, fugace, una sostanza vischiosa, una oleosa , gomma , zucchero , fibra legnosa.
Estratto di genziana. Ottiensi esaurendo per lisciviazione grossa polvere di genziana mediante acqua fredda; le tinture si riducono a voluta consistenza estrattiva.
Tintura vinosa. Si facciano macerare per tre o quattro giorni 32 grammi di genziana contusa entro un litro di vino rosso generoso, si coli con premitura per tela fitta.
Tintura alcolica. Si esaurisce per macerazione o sposta-mento una parte di genziana soppesta con cinque parti d'alcole a 36.
Uso interno. — La genziana e il tipo dei medicamenti tonici amari puri. E un prezioso farmaco per la terapia veterinaria, e conviene nell'astenia stomacale ed intesti-nale, e nelle infermita ehe da questo stato derivano (indi-gestioni, colictie), neH'itterizia, nel catarro del tubo inte-stinale, neU'elmintiasi, ed anche neU'anemia ed idroeraia. La sua amministrazione perö richiede I'assenza di sintomi flogistici.
Dosi della radice secca :
Solipedi e bovini . . da 20 a 60 grammi Ovini e maiali ... da 6 a 16 laquo; Cani......da 1 a 4 raquo;
L'estratto di genziana si da a dosi minori della metä; il vino a dosi triple.
Le dosi indicate possono essere ripetute due volte al giorno. La genziana (polverizzata) si amministra nella pro-fenda, in bolo, in elettuario , in infusione, in decozione; e si associa spesso al solfato di potassa, al solfato di soda,
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e di ferro, al cloruro di sodio, all'aloe (ch'essa rende piu attivo), a medicaraenti amaro-aromatici, ed a vermifugi.
La genziana e parte costituente delle Pillole toniche in-glesi (tonic balls), le qoali sono composte di 15 grammi di genziana, 8 grammi di fiori di camomilla, 4 grammi di carbonato di ferro e 4 grammi di zenzero.
I veterinarii francesi fanno talvolla uso del cosl detto da essi febbrifugo francese, o china indigena, nelle malattie in cui e indicata la genziana ed i tonici in genere ; la 6 un miscuglio a parti eguali di polvere di genziana, di cor-teccia di quercia, e di fiori di camomilla.
Uso esterno. — La genziana poiverizzata, sola o commista a polveri assorbenti, astringenti, cateretiche e caustiche, e usata a cura delle piagbe ed ulceri atoniche, fungose e complicate dalla presenza di larve di mosca. Ed e pure adoperata allo stesso scopo la decozione di genziana (genziana 1 parte; acqua 10).
La centaurea minore (Gentiana centaurium L. — Erytrsea centaurium Pers. — Chironia centaurium S.) ed il trifoglio fibrino (Menyantes trifogliata) godono di preprietä analoghe a quelle della genziana gialla,e sono adoperati negli stessi casi ed alle stesse dosi ehe questa.
Per le terapeuliche applicazioni si scelgono le somraitä fiorite della centaurea, e le foglie del trifoglio fibrino.
La Gentiana acaulis, Vamarella, la campestris, la cruciata debbonsi considerare quali farmaci succedanei della lutea, colla quale hanno comunanza di virtü terapeutiche , seb-bene molto piü deboli.
Gialappa. — Sciarappa.
La gialappa o sciarappa delle officine e la radice secca del Convolvulus jalappa, pianta viyace, scandente, indigena del Messico e di molte altre contrade d'America ; appar-tienealla famiglia AeWe Convolmlaeee (Pentandriamonoginia).
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Quäle ci viene in commercio e sotto forma di rotelle, o pezzi londeggianti, talvolta tagliati longitudinalmente, di vario diametro, altra volta sono pezzi piü grossi ed incisi qua e lä; molto dura. La superficie esterna e corrugata, bruna, screziata di nero; inlernamenle e grigiastra, con zone con-centriche di colore piü carico; ha frattura in alcuni punti resinosa; odore nauseabondo, ehe si fa intenso fiutandola in grande quantita; sapore acre, spiacevolissimo. E facil-mente invasa dai tarli, sieche spesso incontrasi in commercio tutta bucherata, in questo stato e piü ricca di re-sina, giacche il tarlo ne consuma di preferenza le sostanze zuccherine, amidacee ed albuminose; in tale stato si puö preferire per l'estrazione della resina, non per gli usi di-retli, a meno ehe di tale eircostanza si tenga calcolo nella dose a eui si preserive,
Se ne prepara la polvere, l'estratto alcolico, fa parte di alcuni elissiri purgativi.
Usi. — La radice di gialappa in metiieina umana e spesso messa a profitto ceme purgante drastico. In vete-rinaria tale sostanza puö essere soltanto adoperata con certezza nel maiale e nel cane ; perocchö da ripefuti espe-rimenti e stato dimostrato ehe nei solipedi l'ammini-strazione della gialappa e seguita da flogosi del tubo digestivo, non da catarsi, e ehe nei ruminanti sovente suc-eede lo stesso. L'uso della gialappa e indicato nella co-stipazione di ventre dovula ad atonia intestinale , nell'el-mintiasi, nelPitterizia dipendente da passivo ingorgamento nel sistema della vena porta, nelle idropisie, e quando trattasi di produrre una pronta ed energica derivazione sul canale alimentare.
Dosi:
Maiali......da 10 a 24 grammi
Cani......da 1 a 4 raquo;
si da in pillole, nell'acqua tiepida o colle sostanze alimen-tari; e si assoeia spesso con sali purgativi, coil'aloe.
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191 Le tintura, la resina ed il sapone di gialappa. sono poco usati nella medicina degli animali.
Ginepro. — Bacche o coui di giuepro.
Le impropriamente dette bacche di ginepro delleofficine sono i frutti sinantocarpici, coni, del juniperus communis, della famiglia delle Conifere, tribü delle Cspressinee (Dioecia cliandria), pfanta fruticosa indigena, comune nei siti sterili e scoscesi di pressoche lutta l'Europa. Per lo piü e un piccolo arboscello contorto, incumbente, di rado si eleva all'aUezza di due o tre metri, ha fusto deforme, rami nu-merosi, irregolari, di corteccia rugosa e di colore bruno; il legno e molto duro, rossigno, di piacevole odore quando e secco; i rami giovani sono reflessi e triangolari ; ha foglie lineari, acute, sessili, verticillate terne, acute, infe-riormente glauche, superiormente alquanto caniculate. Fiori divisi, i maschili disposti in amenti, i femminei corta-mente pedicellati, in numero di tre in ciaschedun capolino, con involucro trifido. II frutto e un cono risultante dalla saldatura di tre ovari sviluppati; quando e maturo e alquanto polposo, della grossezza di un pisello, di colore nero turchino, ombellicato alia sommltä ; contenente tre semi ossei triangolari durissimi; ha odore e sapore aro-matico. Contiene glucosio, olio volatile, isomero coll'es-senza di trementina, cera, resina, sali, ecc.
L'essenza si trova in maggiore copia nel frutto un poco prima della maturitä, in seguito si resinifica in massima parte. Fatto macerare nell' acqua, subisce la fermenta-* zione alcolica, il liquido per distillazione fornisce un'acqua-vita aromatica (gin) ehe i popoli del nord tengono in grande pregio.
Golle bacche di ginepro si prepara in farmacia un e-stratto o rob, la conserva, una tintura; un tempo colla distillazione secca del ginepro ottenevasi un olio empireu-
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matico di tal nome, e ehe ora puö utilmente surrogarsi sia col catrame del legno, sia col coaltar oppure anco col godrone di Norvegia.
L'estratto preparasi colle bacche recenti contuse, facen-dole infondere in due volte il loro peso d'acqua bollente, quindi riducendo a consistenza estrattiva la tintura.
La conserva si ottiene aggiungendo due parti di zucchero sciolto in appena sufficiente quantitä d'acqua ad una parte di estratto e riducendo la massa a voluta consistenza.
Uso interno. — Le bacche di ginepro introdotte nel tube digestivo esercitano azione tonica locale: rassorbiraento di alcuni loro principii (olio etereo, resina) e seguito da azione stimolante universale e da aumento della secre-zione orinaria, della perspirazione culanea e della perspi-razione e secrezione raucosa polmonare. II loro uso e indicate nell'atonia degli organi della digestione, nelle febbri catarrali d'indole astenica, nella pneumonite cronica, nelle cachessie, nelle idropisie, negli edemi passivi, e giovano pure amministrate ai ruminanti col sale di cucina , coi tonici amari, per prevenire I'idroemia ed altre affezioni di-scrasiche, ehe facilmente in loro si svolgono, quando sono nutriti con foraggi di cattiva qualitä , ovvero quando pa-scolano in luoghi bassi ed umidi.
Dosi :nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo;.
Solipedi e bovini . . da 30 a 60 gramini Ovini e rnaiali ... da 8 a 20 raquo;
Cani......da 1 a 4 raquo;
e si possono ripetere due o tre volte al giorno. * Le bacche di ginepro, per lo piu contuse, sono amministrate in boll, in pillole ovvero assieme alia profenda, e sono associate alle preparazioni ferruginose, alle solforate, agli astringenti, alia canfora, ecc.
La conserva di ginepro e una preparazione poco attiva delle bacche di ginepro, perche perde nell'atto della preparazione in gran parte I'olio essenziale, e deve essere di
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193 ^raquo;referenza adoperata come mezzo coadiuvante od eccipiente di altri farmaci. Lo stesso puo dirsi dello estratto, il quale perö, per non contenere altro zucchero all'infuori del normale, e di azione piü pronunciata.
L'olio essenziale delle baeche di ginepro va distinto pre-cipuamente per la sua azione diuretica, si applica negli stessi casi ed alle stesse dosi delVolio essenziale di tremen-tina (vedi) col quale crediamo si possa avvanfaggiosamente surrogare.
Uso esterno. — Le baeche di ginepro polverizzate sono talvolta adoperate esternamente nella confezione di cata-plasmi risolventi, mescolate con sostanze aromatiche. Piü frequente e I'uso delle stesse per fumigazioni o suffumigi nelle affezioni catarrali delle vie respiratorie e nella cosl delta pneumonia verminosa dei vitelli ed agnelli. Bruciate nelle stalle affine di disinfetlarne I'aria , non fanno altro (se non la viziano di piü) ehe conciliare un diverse odore aH'ambiente, quello proprio del fumo prodotto dalla loro combustione.
Giusquiamo nero.
La sola specie officinale del genere Hyosciamus presso di noi in uso si e il nero, quantunque anche il bianco ed il do-rato non vi si scostino gran fatto perle terapeuliche proprietä. E pianta bienne della famiglia delle Solanacee (Pentandria monoginia) la quale cresce spontanea ne' nostri climi in vicinanza delle case rurali, nei ruderi, in prossimilä dei cimiteri, lungo le strade, ecc; ha radice fibrosa, nappi-forme, bruna aU'esterno , bianca internamente ; fusto ra-mificato, vellutato, s'innalza aH'altezza di circa un melro; foglie grandi, alterne , sessili , amplessicauli, ovato-acute, pinnatifide, cotonose, molli e vischiose al tatto, di colore verde cupo; fiori in lunga cima unipara, a calice tubuloso, )ersistente, quinquidentato ; corolla infondibuliforme , ir-
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reguläre, di colore giallo lucido, striala di vene rossastre; cinque stami; un solo ovario , sormontato da stilo con stimma capitato. II frutto ^ un pissidio, biloculare, conte-nente una moltiplicitä di semi piccoli, reniformi, grigi.
Le parti adoperate sono specialmente le foglie raccolte un po' innanzi della fioritura. Si adoprano pure, ma di rado, i semi e le radici. 11 principio piü importante si e la gius-quiamina, creduta un tempo uno speciale alcaloideo, ed ora riconosciuta identica coll'atropina. Colle foglie di josciamo in farmacia si prepara un eslratto acquoso , un estratto alcolico, un olio per infusione, tinture, ecc, coi semi un olio per espressione, un'emulsione, ecc. Gli usi nella rne-dicina nostra si limitano a quello delle foglie per deco-zioni, a quello degli estratti e dell'olio per infusione.
Uso interno. — II giusquiamo va annoverato fra i narcotici veri: e dotato d'azione sedativa anodina ed antispasmodica. Torna utile la sua amministrazione nelle infiammazioni spurie accompagnate da vivissimi dolori (nelle pleuropneu-monie in ispecie), nelle coliche dovute a spasmo degli in-testini o della vescica, neH'ematuria astenica (coll'acetato di piombo), nelle tossi convulsive , nella bolsaggine con escreato moccioso, nella vertigine quando non esistono con-gestioni.
Dosi delle foglie secche:
Solipedi e bovini . da 15 a 90 grammi Ovini e maiali, . da 8 a 30 raquo; Cani.....da 0,50 a 4 raquo;
Da ripetersi due o tre volte al giorno. Le foglie di giusquiamo polverizzate si amministrano in bolo, in elettuario ovvero in infusione. — La radice di giusquiamo deve essere data a dosi minori della metä. — Vestratto di giusquiamo e propinato alia dose di 4 a 8 grammi ai solipedi, ed a quella di 5 a 15 centigrammi ai cani per tre o quattro volte al giorno. — Se l'estratto di giusquiamo adoperato e secco, la dose deve essere diminuita di un quarto.
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1 semi di giusquiamo, e la tintura di giusquiamo sono
assai poco in uso, — L'olio di giusquiamo per espressione
puo essere propinato ai cavalli alia dose di 90 a 120 gr.,
ed a quella di 8 a 16 ai cani.
Uso esterno. — Le foglie di giusquiamo sono adoperate per la confezione di cataplasm! o di decozioni, ehe si ap-plicano nelle infiammazioni dolorose dei tessuti fibrosi, e di collirii usati nelle oftahnie congiunte a grave fotoibbia. L'estratto e l'olio sono pure usati negli stessi casi, e questo ultimo non di rado nell'otite del cane.
Formole: P. Estratto acquoso di giusquiamo . . 4 grammi
Solfato di potassa......60 raquo;
Infuse di fiori di camomilla , . . 360 raquo; Nella colica spasmodica del cavallo. P. Estratto acquoso di giusquiamo |
Acetato di piombo neutro i ana gr- 12 0 16 Polvere di radice d'alteanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 60
Acqua comune q. b. per fare 4 pillole , delle quali se ne daranno tre o quattro al giorno nell'ematuria del cavallo (Hering).
Glicerina. — Propilglicerina. — Alcole glicerico o propilglicerico. —Idrato di glicerile.
La glicerina, scoperta da Scheele nel 1779, ed estratta dall'acqua della preparazione del diachilon , e un alcole triatomico ehe trovasi nella costituzione dei corpi grassi allo stato di accoppiamento con parecchi acidi e piü spesso col bulirrico, valerico, palmilico, stearico ed altri omologi, non ehe coll'acido oleico nella oleina, ehe e il principio imraediato predominante negli olii fissi. Si rende libera nella saponificazione dei grassi; e si ha come prodotto se-condario nella preparazione del diachilon semplice e nella fabbricazione delle candele steariche.
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Depurata e concentrata opporlunamente h un liquido sciropposo, privo d'odore, di sapore dolce, d'onde il suo nome; di densitäz=l,28; esposta aU'aria ne altrae 1'umi-ditä e si altera; scaldata nel vuoto bolle a circa 200 gradi; scaldata lentamente nell'aria si scompone e sviluppa , fra gli altri prodotti, I'acroleina, d'odore spiacevolissirao ed ir-ritante: e solubile in ogni proporzione nell'acqua, neU'alcole, negli olii fissi; ha poteri solventi molto estesi, potendo ad un dipresso sciogliere tutte le sostanze solubili nell'acqua e neU'alcole.
Dev'cssere neutra alle carte, non precipitare coll'idrogeno solforato, coll'acido ossalico, o coi sali di barila. Tratlata con acido nitrico fumanle si trasforma in trinitrina o trini-troglicerina, composto potentemente esplosivo.
La sua proprieta di non vaporizzarsi ad ordinarie temperature, non ehe i suoi poleri solventi molto estesi , la rendono utilissiraa per non poche applicazioni industriali, siccome torna utilissima in farmacia, sia per dirette applicazioni, sia per la preparazione di nuovi medicamenti ga-lenici, quali sono i glicerolei, i glicerei ed i glicerati, ehe possono molto vantaggiosaraente rimpiazzare gli oleolei, ossiano gli olii raedicati, non ehe le pomate, gli unguenti ecc.
Glicerato d'amido. Si prepara mescolando insieme 10 p. di amido in polvere con 150 parti di glicerina, e scaldando moderatamente il miscuglio sempre rimestando, finche abbia presa consistenza di gelatina. Associando alia massa le sostanze di cui si vuole fare uso si hanno i glicerati composti.
Usi. — La glicerina e specialmente usata esternamente come rimedio emolliente ed involvente nelle infiammazioni superficiali della pelle e dell'orecchio esterno, nelle dermo-patie pruriginose, nelle escoriazioni, ragadi, scottature ecc, tanto sola, quanto associata ad estratti narcotici, od a sali astringenti o cateretiei. — In vece della glicerina sola si puö adoperare il glicerato d'amido, in ispecie a titolo di
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197 eccipiente, e si ha in tal caso una preparazione piü ma-neggevoie, perche piü consistente.
Gomma ammoniaco.
La droga conosciuta in commercio e nelle officine con tale improprio nome e un sugo gommo-resinoso ehe stilla per punture prodotte da miriadi d'insetti sopra i fusti ed i rami di una grande pianta erbacea (Dorema ammoniacum), della famiglia delle Ombrellifere (Pentandria diginia), la quale cresce spontanea nell'Asia minore, nelle provincie meri-dionali deU'Egitlo, in Numidia, in Persia; aulori di farma-cologia assicurano ehe alcune qualita di gomma possano anche essere fornite per incisioni dalle radici deWHeraclium gummiferum, ombrellifera pur essa indigena dell'Egitto e di altre regioni orientali.
In commercio se ne distinguono due principali qualitä: quella in lagrime e quella in sorte; la prima ci viene sotto forma di piccole masse londeggianli, biancastre , opache, di odore forte e particolare, sapore acre, amaro e nausea-boniio. L'altra e in masse agglutinate di colore verdiccio lardeggiate di goccie solidificate, di colore bianco, opache: ha odore piü forte; la piü stimata e la prima. Questo sugo concreto e un natuiale miscuglio di una sostanza resinosa (70 a 72), arabina (18 a 22), bassorina (3 a 5), olio volatile particolare da cui ne dipende I'odore (4 a 7).
Usi. — La gomma ammoniaco e particolarmente usata come espettorante nei catarri delle vie respiralorie, e si associa all'idroclorato d'amraoniaca, al solfuro e solfodorato di antimonio,ai semi di finocchio, d'anice, ecc; si da.in pil-lole, in eleltusrio, ovvero in emulsioni alle seguenti dosi: Solipedi e bovini . da 6 a 18 grammi Ovini e maiali . . da 2 a 6 raquo;
Gani.....da 0,50 a 2 raquo;
ehe si ripetono due o tre volte al giorno.
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Esternamente. — La gomma ammoniaco impastata col-I'alcole debole (1:2) e usata quantunque meno spesso ehe una volta quale topico risolvente dei capelletti, mollette, ecc. Essa entra nella composizione di alcuni empiastri e della Mistura riparatrice deWunghia di Defays (vedi Gutta-percha).
II Galbano (Galbanura officinale) e una gommoresina for-nita dal Bubon e dal Selinum Galbanum, Ombrellifere indigene dell'Etiopia; ha molta analogia d'azione colla gomma ammoniaco, ed e di rado usata internamente negli stessi casi, ed alle medesime dosi ehe questa. — 11 galbano e parte eostituente deU'ernpiastro diachilon colle gomme.
Gomma arabica. — Gomma del Senegal.
La goroma arabica e un sugo gommoso eoncreto ehe fluisee da parecchle piante della famiglia delle Leguminose, e piu particolarmente dall'Acacia vera, A. nilotica, A. Senegal, dalla Mimosa nilotica, ed altre, indigene dell'Egitto, dell'Arabia, del Senegal, ecc. In commercio se ne distin-guono due principali qnalilä; la gomma arabica propria-mente delta e la gomma del Senegal. La priina 6 in pezzi bianchi, friabili, fessurati , traslucidi quelli piü piccoli, opachi quelli piü voluminosi; scipita al gusto , inodora; solubilissima nell'acqua fredda. La gomma del Senegal e in pezzi di grossezza varia , irregolari, secchi, bianchi o rossastri, duri, trasparenti e di frattura vetrosa; inodora, di sapore scipito dolciastro; meno solubile nell'acqua a cui conferisce maggiore vischiositä di quanto faccia la gomma arabica; ond'e ehe per taluni usi si preferisce a questa.
Le gomme si possono distinguere in due caiegorie: gomme solubili ed insolubili; le prime a cui appartengono la gomma arabica e la senegalese, sono costituite essen-zialmente da arabina, le seconde a cui appartengono fra le altre la gomma nostrana, la dragante, la bassora, ecc., sono costituite da cerasina, o da bossorina; secondo I'opinione
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199 di Fremy, sarebbero natural! combinazioni saline di pecu-liari acidi organici colla calce, sarebbero cloe quelle so-lubili gommati, e quelle insolubili metagommati di calce. Queste viste ricevono conferma daU'osservazione ehe le soluzioni di gomma nell'acqua pura precipitano in bianco coll'ossalato ammonico; lasciano inoltre le gomme coll'in-cinerazione un residuo in cui predomina la calce, le soluzioni acquose di gomma hanno leggera reazione acida; precipitano in bianco coll'alcole, in rosso ocraceo (quella di Senegal) coi sali ferrici, le coagula la potassa caustica, le rendono gelatinöse i borati alcalini. L'acido solforico, aggiunto a tali soluzioni coll'aiuto di una temperatura di 96 le trasforma in glucosio; l'acido nitrico concentrate in acido mucico.
La gomma nostrana od oricbicco stilla in autunno da pa-reccbie piante deile Amigdalee dei nostri paesi, come dai ciliegi, prugni, mandorli; e in masse rossastre , inodore, scipite, poco solubili nell'acqua, in cui perö lo divengono per lunga bollizione; ha comune del resto le altre pro-priefä colla gomma arablca e puo in alcuni casi economi-camente surrogarla.
La gomma dragante e fornita daWAstragalus verus e gum-mifer, arbusti spinosi indigeni dell'isola di Greta e della Siria ; nell'acqua si gonfia sciogliendosi solo in minima parts, e costituendo, con volute proporzioni, una densa ge-latina. II valore venale troppo elevato di questa gomma la rende inaccessibile alia zooialria.
Usi. — Le gomme introdotte nel tubo digestivo dispie-gano azione topica emolliente ed involvente: entrate in cir-colazione riescono debolmente nutrienti ed esercitano anche azione emolliente sull'apparecchio della respirazione e sopra i reni. Conviene la loro amministrazione nelle gastro-en-leritidi, nelle dissenterie e nelle diarree sostenute da acuta irritazione negli attossicamenti prodotti da sostanze acri e da composti metallici caustici, nelle laringiti, bronchiti e
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pneumoniti, nella nefrite e stranguria. Si dänno d'ordi-nario sciolte nell'acqua, di rado sotto altre forme, tranne nei casi in cui le gomme sono adoperate come eccipienti di aliri farmaci; si associano aH'oppio , al rabarbaro, al-I'estratto di giusquiamo, alia canfora, ecc.
Dosi :
Solipedi e bovini . . da 40 a 80 grammi Ovini e maiali ... da 15 a 80 raquo; Cani......da 4 a 8 raquo;
Le dosi indicate possono essere ripetute parecchie volte nella giornata.
Esternamente. — Le gomme sono usate per la confezione di collirii (1 p. 10 a 15 d'acqua), per la preparazione di polveri emostatiche. — 11 prezzo delle medesime perö im-jtone al veterinario I'obbligo di cercare in altri farmaci mucilaginosi un succedaneo lanto per l'uso interno ehe esterno. ,
Gomma gutta.
Gommoresina fornila da alcune piante della famiglia delle Guttifere, indigene delle Indie orientali e del Ceylan, e piu particolarmente dalla Guttoefera vera, dalla Cambogia gutta o Garcinia Cambogioides. E per lo piü in masse ciiindriche del peso di 200 a 300 grammi, inodore, di sapore poco pronunciato in principio ehe poi diviene acre; di colore giallo cupo aU'esterno, giallo rosso internamente; friabile, di frattura lucente ed opaca, si riduce facilmente in pol-vere, la quäle e di elegante colore giallo. Emulsionata con acqua, in cui e parzialmente solubile, forma un liquido lorbido di intenso colore giallo, il quale diviene rosso col-1'aggiunta degli alcaii; coll'alcole , in cui vi si scioglie in maggior copia ehe ncU'acqua, forma una soluzione lim-pida e di colore rosso-giallo cupo.
Secondo le ricerche di Braconnot la gomma-gulta consta
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201 di 80 parti di resina e di 19 di arabina, il rimanente e acqua con poche traccie di sostanze minerali.
Usi. — La gomrna-gutta agisce come purgante drastico, come diuretieo, e spesso anche come emetico sopra gli on-nivori e carnivori; sugli erbivori dispiega soltanto le due prime proprieta. Non di rado fa difetto I'azione purgativa della gomma-gutla, sebbene sia data in condizioni in ap-parenza favoreVoli; sembra ehe in tali casi si debba col Darasniewicz cercare la ragione dell'infruUuosa ammini-strazione del farmaco nel difetto di grasso e di bile rac-colta nell'intestino. La gomma-gutta e stala cimentata in poche malattie degli animali domestici, specialmente erbivori, e forse ne fu csgione non tanlo la incostanza de' suoi effetti, quanto I'elevato suo prezzo. Essa e stata speriraen-tata con successo nella vertigine del cavallo, nel tetano dei vitelli consecutivo alia castrazione (Brusasco), nella mar-ciaia, neU'elmintiasi intestinale e nelle idropisie degli ovini, nella coslipazione di ventre, nell'obesiiä e nelle affezioni erpetiche dei cani. Le dosi della gomma-gulta data come purgante sono le seguenti (Herlwig):
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Solipedi.....da grai
Bovini.....da
Ovini......da
Maiali.....da
Cani......da
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Le dosi indicate devono essere propinate una sola volta. Si amministra la gomma-gutta in boli, in elettuario , so-spesa nell'acqua semplice o nella saponata.
Grassi di bue; di maiale; burro; olii.
I corpi grassi sono natural! miscugli di parecchi prin-cipii immediati, ehe sono eteri composti risultanti di un alcole particolare triatomico, la glicerina, con acidi omo-logi dell'acido acetico, detti acidi grassi ; vi fa eccezione
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perö l'acido oleico isologo cogli acidi grassi il quäle colla glicerina costituisce l'oleina, principale componente di quei corpi grassi ehe si chiamano olii: affini ai corpi grassi sono lo spermaceti e le cere, i quali sono ancora essi per la massiraa parte formati da eteri coraposti ma non piü derivanti da glicerina.
Sotto il punto di vista pratico i corpi grassi si dividono dietro la loro consistenza in sevi, burri ed olii. Sevi , o grassi duri, sono detti quei corpi grassi solidi costituiti in massima parte da stearina e margarina, quäle ad esempio il grasso di castrato e di bue, il burro di cacao; burri o grassi molli, quelli ehe contengono ad un dipresso eguali quantitä di margarina ed oleina, od altri consiraili corpi, sieche sono di consistenza butirracea, esempio il burro, il grasso di raaiale, l'olio di palma; ed olii quelli in cui predomina l'oleina o corpi congeneri ehe sono liquidi alle temperaluve ordinarie, esempio l'olio d'oliva, di noce, di raerluzzo.
I corpi grassi sono sostanze scolorite, inodore, insipide se pure, untuose al tatto, insolubili nell'acqua, poco solu-bili nell'alcole, meglio neH'etere, nel solfuro di carbonio, negü olii essenziali, Trattati con alcali o con altri ossidi metallici si saponificano convertendosi cioe in oleati, mar-garali, stearati, butirrati ed in glicerina. Riscaldati all'aria ad alte temperature prendono fuoco; col riscaldamento fuori dell'aria i gliceridi si decompongono, producendo fra le altre sostanze l'acroleina, da cui dipende 1'odore dis-aggradevole e soffocante ehe si fa sentire gettando sul fuoco un corpo grasso, o dal lucignolo male spento di una lampada ad olio o di una candela di sevo.
Quelli fra i corpi grassi ehe costituiscono speciali medi-camenti, saranno studiati al loro luogo.
Usi. — I corpi grassi sono adoperati come emollienti, ed involventi tanto internamente ehe esternamente. Per gli usi interni si sogliono associare alle deeozioni mucilaginose,
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203 alle soluzioni gornmose per fame delle emulsioni. — I grassi irranciditi sono usati talvolla esternamente come ma-turativi e risolventi.
Graziola. — Gratiola officinalis. — Stanca cavallo.
La graziola e pianta erbacea della famiglia delle Scrofu-lariee (Diandria monoginia) ehe predilige i prati e siti umidi delle regioni temperate di Europa. Ha radici bianche, oriz-zontali, con fibre perpendicolari; stelo sdraiato alia base, eretto superiormente , dell' altezza di 30 a 40 centimetri, liscio, solcato longitudinalmente ; foglie sessili , opposte, abbraccia-fusti, ovato-lanceolate , dentate, trinervie; fiori ascellari recati da peduncoli uniflori; calice pentasepalo, bratteato; corolla bilabiata, col tubo un po' curvo, il labbro inferiore barbuto internamente ; stami didinami, due ste-rili e rudimentarii, filamentosi, aderecti alia corolla; stilo sormontato da due stirarai a due lamine; frutto cassulare, ovale, biloculare, polisperma.
Le foglie e le altre parti di questa pianta hanno sapore amaro ed aslringente, meno pronunciato dopo fatte seccare; la sua azione drastica ed emetica pare riferibile ad un prineipio resinoide particolare.
Uso interno. — La graziola e dotata di virlü emetica (pei carnivori ed onnivori), drastica, diuretica ed antelmintiea. E amministrata utilmente nelle saburre gastriche, neU'elmin-tiasi intestinale, nell'itterizia, nelle idropi, ed e anebe stata raecomandata nelia cura dell'angina del maiale.
Dosi emetiche o purgative della graziola allo stato seeco: Solipedi e bovini . . da 35 a 90 grammi
Ovini......da 8 a 12 k
Maiali...... da 4 a 6 raquo;
Cani......da 2 a 4 raquo;
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La graziola recente deve essere araministrata a dose doppia.
Allorquando si vuol dare agli animali il farmaco per lungo lempo, affine di trar partito della sua aziüne diure-tica, e necessario di ridurre le dosi al quarto ovvero al ses(o delle indicate, ed e utile il propinarle due volte ai giorno. La graziola e per lo piü amministrala in decozione, nell'acqua, oppure nel latte, e nel siero di questo (in ispecie trattandosi di maiali).
Uso esterno. — La graziola polverizzata, ovvero la decozione della medesima; servono ad avvivare le piaghe indo-lenti e sordide.
Gutta-percha.
La gutta-percha, ehe per le sue proprietä fisiche, natura chimica ed applieazioni offre tanta analogia colla gomma elaslica, e un carburo d'idrogeno solido, fornito dall'Iso-nandra percha, della famiglia delle Sapotee, e del genere Bassia, la B. Butyracea; ci proviene dalle isole Malesi, da Malacca, da Singapor. Quando e pura e bianca, traslucida, meno densa deH'acqua, piü molle a caldo e piü dura a freddo della gomma elaslica di cui ancora e meno elastica. A 70deg; circa e pieghevole e molle da potersi facilmente impastare, e ricevere qualunque forma le si voglia dare ehe poi la ritiene col raffreddamento. E insolubilB nel l'acqua, nell'alcole; leggermente solubile negli olii grassi si scioglie nell'etere, nel solfuro di carbonio, nella benzina nell'essenza di trementina ben priva d'aequa. Gli aeidi de boli, le dissoluzioni allungate degli alcali vi esercitano poco sensibile azione; l'acido solforico ed azotico concen-trati la alterano rapidamente. Opportunamenle frattata con solfo si vulcanizza, ehe cosi chiamasi leenicamente il modificarsi della gutta-percha e della gomma elastica ehe combinandosi con volute proporzioni di solfo, acquistano
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205 proprielä novelle, divengono cioe impermeabili, piü pie-ghevoli, piü inalterabili e meglio suscettibili di ricevere le forme ehe loro si vuol dare.
Usi. — La gutta percha in lamine e state adoperata come corpo intermediario elastico fra il ferro e lo zoecolo dei solipedi aventi i piedi male conformati e dolenti per ricor-renti sobbattiture (Girou de Buzareingues); commista alia gomma aramoniaco e stala usata per l'oggetto indicato precedentemente ed anche per riempire i vani, le rotture e le scheggiature dello zoecolo (Defays) ; sola e slala ap-plieata sia a chiudere le breccie dello zoecolo, sia a for-mare strati elastici interposti fra l'unghia ed il ferro, sia al rifacimenlo completo dello zoecolo, onde rendere pos-sibile in certi casi l'applicazione del ferro, altrimenti im-praticabile (Pontoise, Bouley).
La mistura riparatrice dell'unghia di Defays va preparata con due parti di gutta-percha ed una di gomma ammo-niaeo. Fatta rammollire la prima sostanza nell'acqua tie-pida, e ridottala in piecoli pezzi si mescola colla seconda; si fanno quindi fondere a moderato fuoeo in una mestola di ferro stagnato, e si rimove la massa finche sia omogenea ed abbia preso il colore del cioecolatie; si lascia quindi raffreddare e si serba per l'uso. Quando oecorre di ado-perare la mistura la si fa rammollire al fuoco e si applica suü'unghia con una spatola calda.
Per applicare la gutta-percha secondo il sistema Pontoise, e necessario di farla rammollire a bagno-maria, e d'appli-carla quindi con spatole calde sull' unghia (previamente rasliata o lavata con benzina); giova pure l'uso di cauterii caldi quando tale sostanza si raffredda senza aderire in modo conveniente. La parete di gutta-percha ehe s'oltiene con questo proeesso puö sostenere il configgimento dei chiodi e reggere alle percussioni contro il suolo senza stac-carsi dall'unghia, come noi pure abbiamo poluto constatare.
Le esperienze numerose ehe abbiamo fatte colla gutta-
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percha semplice e colla mistura Defays ci hanno fatto adottare quest'ultima, perche aderisce megüo della prima ed e di applicazione piu facile.
La gutta-percha e stata da poco tempo impiegata nella preparazione della traumaticina o traumaticino, o liquore di gutta-percha, liquido di colore rossiccio o gialliccio, di con-sistenza sciropposa , usato come involvente alia guisa del collodion, dal quale si distingue, perche non irrita la pelle, e perche produce una pellicola piü elastica e tenace.
Si prepara la traumaticina sciogliendo 50 grammi di gutta-percha in 400 grammi di cloroformio dentro vaso ben chiuso, ed aggiungendovi 60 gr. di carbonate di piombo ben polverizzato. Si scuote il recipiente per produrre una esalta mescolanza delle sostanze, e si lascia poi riposare il miscuglio fin tanto die le parti indisciolte si precipitino in fondo, Se il liquido non e chiaro, lo si filtra ; e lo si serba in un recipiente ben tappato. La traumaticina 6 usata negli stessi casi e nella stessa maniera del collodion.
lodo.
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II iodo ci e fornito dalla chimica tecnica e si estrae in grande tanto dalle acque madri delle sode di varech, quanto dal nitrato sodico nativo. Viene in commercio sotto forma di masse cristalline, od in pagliette o lamine rom-boidali lucenti, di colore griglo scuro, simile a quello della grafite, d'odore forte e soffocanle analogo a quello del cloro, di sapore acre, spiacevole e persistente; densilä r= 4,946; tinge in bruno non persistente la pelle e la carta ; fonde a 107, bolle a 175 risolvendosi in vapori pesantissimi e di elegante colore violaceo, donde deriva il suo nome. E appena solubile nell'acqua, solubile nell'alcole , nell'e-tere, dalle quali soluzioni e precipitate in massima parte dall'acqua; tali soluzioni si alterano prontamente, produ-cendovisi deU'acido iodidrico e dei derivati iodici, I'alte-
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207 razione 6 favorita daU'azione della luce; si scioglie nel solfuro di carbonio e nella benzina, formando col prirao una soluzione di bei colore turchino colla seconda di co-lore rosso cupo; si scioglie assai facilmente nelle soiuzioni acquose sature di sale aramoniaco, di ioduro potassico, ecc.
Intacca la maggior parte dei metalli; produce coU'ainido un composlo di colore violaceo, il ioduro d'amido.
Si e dato talvolta del iodo in commercio, sofisticato con ossido di manganese, con ardesia, con grafite, con car-bone, con ossido di ferro delle battiture, ecc; tali grosso-lane frodi agevolmente perö si svelano dacchö siffatto iodo non e piü nk intieramente volatile, ne intieramente solu-bile nell'alcole o nell'etere, come deve essere il iodo puro.
Tintura alcolica di iodo; si prepara sciogliendo una parte di iodo cristallizzato entro 12 parti d'alcole a 36.
Pomata di iodo; si prende una parte di iodo e triturata la medesima entro mortaio di vetro o di porcellana da renderla in minutissima polvere, si associa a 12 parti di grasso di maiale continuando a rimescolar fmo ad affatlo omogenea mescolanza.
Si l'uno ehe l'altro di questi preparati iodici giova ot-lenerli al momento del bisogno, perö ehe facilmente alte-rabili.
Incompatibilitä. — Non si associi coll'amido, coll'oppio, cogli alcaloidi o coi loro sali, ne con metalli ne con sali metallici.
Usi. — II iodo irrita i tessuli coi quali e posto a con-tatto; e prontamente assorbito tanto quando e ammini-strato per le vie digestive , ehe quando e applicato col metodo iatraleptico, e sollecitamente viene anche eliminato dall'organismo per la via della secrezione salivare ed ori-naria. Allorche il suo uso dura per qualche tempo a dosi convenienti, rendesi manifesta la sua azione col generale dimagrimento, e coil' atrofia delle ghiandole , in ispecie delle tiroidee e delle mammelle. — Giova I'amministrazione
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del iodo neU'obesita, nelle iperlrofie ed induramenti delle ghiandole (segnatamente nel broncocele); e poi stato da Hertwig riconosciuto utile rimedio nella polmonera dei buoi, nelle idropisie, nel cimurro cronico dei solipedi, nell' ar-trocace dei puledri (internamente ed esternamente), nellraquo; rachitide dei cani e nel diabete del cavallo. —11 farmaco non deve essere propinato quando havvi flogosi acuta o sinoca, e nemmeno quando havvi notevole ipotrofia. II suo uso interno continuato torna nocivo agli organi della di-gestione, ed e seguito da eruzione cutanea e da alopecia. II iodo 6 di rado amministrato puro tanto all'interno, ehe aH'esterno; gli si antepone il ioduro di potassio, il quale ha con esso comuni le proprietä lerapeuiiche.
Dosi:
Solipedi. . . . da grammi 0,50 a 1,25 Bovini .... da raquo; 4 a 2
Ovini .....da raquo; 0,30 a 0,60
Maiali .... da raquo; 0,10 a 0,20
Cani.....da raquo; 0,05 a 0,40
La tintura dev'essere data a dosi maggiori di 42 volte.
II iodo e amministrato in pillole, in elettuario ; la sna
tintura e propinata in pillole, in pozioni preparate con so-
luzioni di ioduro di potassio, ovvero con decozioni di piante
tannifere. Questa e pure stata iniettata nelle vene.
Esternamente. — t usata la pomata di iodo come risolvente, in frizioni ripelute a norma del bisogno, negli induramenti ghiandolari, nella sclerosi della cute e tessuto connettivo sottocutaneo, nei tumori sinoviali; ed h pure stata con suc-cesso applicata a cura della rogna simbiotica dei solipedi. La tinlura di iodo puö anche essere adoperata in frizione a cura delle infermitä sovraindicate ; questa perö e stata particolarmente impiegata e commendala da Leblanc in iniezioni nei tumori sinoviali, ngli igromi, e negli ascessi freddi. Se non ehe moltissime osservazioni fatte nelle scuole veterinarie e da valenti pratici hanno dimostrato, ehe se
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209 tali iniezioni si possono praticare con vantaggio e senza pericolo negli ascessi freddi, negli igromi e uei tragetti fistolosi, sovente, quando sono fatte neile guaine sinoviali e piii ancora nelle capsule arlicolari, insorgono gravi ed estesi accidenti infiammatori e talvolta anche la morte degli animali cosi curati. E quindi prudente partito di non praticare affatto le iniezioni di tintura di iodo nelle capsule sinoviali arlicolari, e di farle nelle guaine sinoviali dei tendini solamente quando gli animali non sono molto sensibili, oppure, per la lunga durata del processo mor-boso nella guaina allerata , e diminuita di molto la sua sensibilitä. Cotesta tintura e adoperata in iniezioni allo stato di purezza oppure allungata con due , tre ed anche quattro parti di acqua (1). La quanlita di tintura da ado perarsi deve essere eguale a quella dell'umore estratto dalla cavilä dell'organo malato, o alia capacitä di questo.
loduri di mercurio.
In chimica ed in farraacia si conoscono principalmente due ioduri di mercurio, cioe il ioduro mercurioso e il ioduro mercurico; nella velerinaria non si e fmora fatta grande applicazione di quest! mercuriali, e puö dirsi ehe il solo ehe presenti per noi qualche interesse sia il ioduro mercurico, deuto o biioduro di mercurio.
Si ottiene questo versande una soluzione acquosa diluita di 100 parti di ioduro potassico entro altra, diluita pure, di 80 parti di cloruro mercurico; si raccoglie il precipitate su di un filtro di carta, si lava e si fa seccare all'o-scuro ed a mite temperatura. Cosi ottenuto e in polvere
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(1) L'acqua precipitando la maggior partc del iodo dalla tintura alcolica, giova avverlire ehe si deve impiegare il liqnido torbido; forse sarebbe meglio impiegare il iodo sciolto nell'aequa col favore del ioduro potassico od altro conveniente sale.
Compendio i k
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aio
rossa elegante, amorfa, inodora, di sapore acre. Si puo ot-tenere crislallizzato tanto per via umida quanto per subli-mazione; scaldato a secco si fonde. diviene giallo, e su-bliina in cristalluzzi romboidali gialli finche sono caldi, diventano rossi col raffreddamento ; leggermente solubile nell'acqua, solubile nell'alcole laulo piü se a caldo, da cui per raffreddamento si depone cristallizzato, si scioglie nelle dissoluzioni dei ioduri e dei cloruri alcalini, formando con essi dei sali doppi. E velenoso.
Usi. — Radamente vennero irapiegati i ioduri mercu-riali per amminislrazione interna. Delafond facea propinare ioduro mercurico con successo contro il farcino del cavallo alia dose di 4 a 8 grammi nelFalcole; ma sarebbe meglio amministrarlo in bolo con farina di cereali , oppure con polvere di radice d'altea o liquirizia e miele.
Si e fatta piü estesa applicazione di questo sale irritante allo esterno, onde trarre partito della sua azione fondente a cura di molte esterne malatlie. E fu riconosciuto efficace fondente dei tumori sinoviali, degl'infarcimenti ghiandolari, dei soprossi in via di evoluzione. Suolsi adoperare sotto forma di pomata col grasso di maiale (1 :8), oppure as-sociato alia pomata mercuriale. 11 protoioduro e meno irritante, epperö la pomata preparata con esso puö essere ripetutamente applicata per parecchi giorni di seguito, mentre quella preparata col biioduro non deve essere applicata ehe due volte di seguito al piü.
Ioduro di potassio. — Idriodato o iodidrato potassico.
E un prodotto dei grandi laboratorii chimici; si ottiene per lo piü trattando soluzione di potassa caustica con iodo in leggera eccedenza; si evapora a secco il prodotto e si calcina per cangiare in ioduro il iodato; si scioglie il re-siduo nell'acqua, si fdlra, si concentra e si fa cristallizzare.
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211 Si puo pure ottenere scomponendo una soluzione di ioduro ferroso con carbonato potassico.
E in cristalli prismatici rettangolari, od in cubi anidri; bianco, opaco, inodamp;ro, o di leggero odore di iodo quando abbia gia provato la protratta azione dell'aria, la quale !o fa ingiallire, ponendo in libertä un po' di iodo ; alterazione ehe vuolsi riferire aU'ozono ; sapore acre , deliquescenle all'aria, solubilissirao nell'acqua e neiralcole , riscaldato al calore rosso si fonde, a pin alta lemperatura voiatilizza senza alterarsi. Le sue soluzioni acquose sciolgono notevoli quantitä di iodo; trattate con cloro o con bromo lasciano precipitare il iodo; e se in presenza di amido vi pro-ducono un precipitato azzurro, purche non ecceda il cloro od il bromo ; vi opera di somigliante maniera I'acido ni-trico ehe contenga acido solforico od ipoazotico; versate nei sali mercuriei vi produeono un precipitato rosso, un precipitato verde in quelle dei sali mereuriosi, un precipitato giallo in quelle di piombo, bianco sporco in quelle d'argento, ecc.
II ioduro potassico commerciale puö contenere per frode o per trascuratezza di preparazione del cloruro, del iodato del carbonato potassico o sodico. Alcune di quesle impu-ritä come il iodato, il carbonato, od il cloruro potassico o sodico agevolmente si svelano in quanto ehe non sono so-lubili nell'alcole; i cloruri si riconoscono d'altra parts trattando una soluzione di ioduro sospetto con nitrato d'argento ammoniacale il quale non seompone i cloruri, pre-eipitando solo il iodo allo stato di ioduro d'argento. 11 liquide filtrato non deve venire precipitato neutralizzandolo eon acido nitrico pure, il ehe avvenendo sarebbe indizio dell'esistenza dei cloruri.
Incompatibüitä. — Non si deve assoeiare eoi sali piom-bici, mercuriali, argentici od ftltri sali derivanti da metalli eon cui il iodo formi dei ioduri insolubili; non eogli acidj gagliardi.
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Usi. — U ioduro di potassio e dotato di propriela tera-peutiche analoghe a quelle del iodo (vedi), e perö meno irritante di queslo, e stato amminislrato nelle stesse in-fermilä degli animali domestici ehe il iodo, come pure nel moccio e farcino con risultati varii (Sage, Bareyre, Lord). Dosi:
Solipedi e bovini. da grammi 3 a 8
Ovini.....da raquo; 0,25 a i
Cani.....da raquo; 0,05 a 0,25
da amrainistrarsi una o due volte nello 24 ore. — L'am-ministrazione del ioduro di polassio deve essere protralta per molti giorni, fatta a dosi progressivamente crescenti, ed interrotta di tratto in tralto. II farmaco 6 propinato sciolto in moltissima acqua (piovana o di neve di prefe-renza), ed anche in decozioni mucilaginose od infusioni aromatiche; le forme di bolo e d'elettuario sono poco con-venienti.
Estcrnamente. — 11 ioduro di potassio e usato come ener-gico fondente nelle malattie indicate all'art. iodo (vedi), sotto forma di pomata di ioduro di potassio semplice, iodu-rata, di sapone ioduruto e di soluzione.
La prima, per I'uso veterinario, 6 preparata con 1 p. di ioduro e 4 di adipe; aggiungendovi 4/2 p. di iodo si ot-liene la seconda.
II sapone iodurato consta di 3 parti di sapone comune, 48 di alcole, 4 e 4/2 di ioduro di potassio. Le soluzioni sogliono essere fatte nella proporzione di 4 a 2 di ioduro e 30 di acqua. L'esterna applicazione delle indicate pre-parazioni si fa mediante frizioni ripetute una o due volte al giorno, le quali vanno sospese quando la cute si copre d'es-sudazione, per essere riprese alcuni giorni piü tardi.
II ioduro di potassio e spesso associato alia pomata mercuriule (4:8a 42) ed alia pomata od unguento can-taridato.
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Ipecacuana. — Radice brasiliese.
L'ipecacuana delle farraacie e la radice della Cephoelis Ipecacuanha, o Callicocca Ipecacuanha, della famiglia delle Ruhiacee (Pentamiria monoginia), indigena delle foreste del Brasile; e pure collivata in altre contrade meridionali del-TAmerica ; si distinguono in commercio due principali qua-litä d'ipecacuana, cioö l'anellata e la striata; la prima de-riva dall'accennata pianta; la seconda e fornita dalla Psychotria emetica, non ehe da altre piante aventi nulia di comune con quella ehe fornisce la vera ipeeaeuana, ad eccezione di avere una radice dotata d'azione vomitiva analoga a quella dell'lpecacuana vera.
Dell'anellata poi si distinguono tre varieta a seconda del loro colore, e sono la grigio-nera , la grigio-rossastra, e la bianca. La piu pregiala e la prima; e formata da radici grosse quanto una penna da scrivere, assoltigliate ad una eslremitä, ritorle in vario senso, lunghe4 a 5 cenlimetri; la corteccia e bruna corrugala in anelli circolari altorno ad un medilullio legnoso di colore bianco giallo, da cui agevolmente si separa ; in masse esala odore forte e nau-seabondo, ha sapore acre aromatico; le altre varieta, ad eccezione del colore, offrono earalteri analoghi con questa.
La striata si distingue essenzialmente per non presentare gli anelli circolari e ravvicinati, ma solo aleuni legged stringimenti a notevole distanza, e all'ineontro striata lon-gitudinalmente e di colore nero; la sua corteccia laseiata per poco in sito umido si rammollisce da laseiarsi solcare coll'unghia.
Contiene ancor essa I'lpecaeuana striata deU'emetina, ehe e il prineipio da cui si devono ripetere le piü rimar-chevoli proprietä di tal droga, cioe I'azione emetica , ma in proporzione minore delle ipeeacuane anellate, le quali ne contengono eirea il 15 per cento del peso della corteccia,
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mentre le migliori qualitä striate non superano il 9. Nel meditullio legnoso non se ne incontra ehe l'l per cento, per cui suolsi rigettare o mettere a parle per altri usi, quando si rende I'ipecacuana in polvere; 1'emetina nel-I'ipecacuana non si trova gia libera, ma bensi salificata da un peculiare acido poco studiato finora. L' ipecacuana si adopera in polvere, se ne preparano decozioni acquose; degli estratti, delle tinture, un sciroppo; fa parte di molti medicamenti galenici; e pure di qualche rado uso 1'emetina isolata.
IncompatibiUta. — Cogli acidi vegetali, colle sostanze tannanti.
Usi. — La radice d'ipecacuana amministrata per le vie digestive determina facilmente vomito ed anche catarsi nei carnivori ed onnivori domestici, I'ultima soltanto nei soli-pedi e rutninanti, anche quando si fa uso di grandissime dosi. Essa e amministrata come emetico a grandi dosi negli attossicamenti, nello stato saburrale, nell'itterizia, nei ca-tarri bronchiali; come tonico astringente, ed a piccole dosi, nella dissenteria e nella diarrea; e come aniispasmodico nella tosse convulsiva dei cani, parimente a piccole dosi.
E pure stata proposta come mezzo eccitante la rumina-zione associata all'aloe nella proporzione di 4 a 8 grammi di essa e 30 di aloe (F. Festal).
L'uso della radice d'ipecacuana deve essere limitato ai piccoli animali domestici, nella cura dei quali spesso puossi per economia anche adoperare Telleboro bianco o il tar-taro emetico invece di essa. — Dosi:
grandi:nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; piccole:
Cani da grammi 2 a 0,50 da grammi 0,15 a 0,03 Quando si amministra la radice per produrre il vomito giova il sospemierla nell'acqua liepida, ma puossi ben anche dare in bolo, in eiettuario, ecc. La si associa con allre sostanze emetiche, colla valeriana, colla canfora, coi fiori di camomilla.
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Formola : P. Radice d'ipecacuana . . . gratnmi 1 Solfodorato d'antimonio . . raquo; 0,50 Amido o zuccaro .... raquo; 4 M. e div. in otto o dieci parti eguali. Se ne ammini-strino tre o quattro dosi al giorno nella tosse convulsiva dei piccoli cani (Hering).
Ipoclorito di calce. — Cloruro di calce. — Ossicloruro di calcio. — Polvere di Tennant.
Si prepara in grande per le applicazioni delle Industrie facendo arrivare del cloro gasoso, fino a saturazione, sopra calce spenta in polvere. disposta a strati non molto spessi entro grandi camere, o:ierando a bassa temperatura.
E una sostanza polverulenfa, bianca, di forte odore di cloro, di sapore acre e piccanle. E deliquescente all'aria; parzialmente solubile nell'acqua ; consta essenzialmente di cloruro di calcio, d'ipoclorito e di variabili quantitä di idrato di calce; quando ha sopportato per qualche tempo il conlatto dell'aria contiene anche del carbonate prodot-tosi per la sostituzione deH'acido carbonico airacido ipo-cloroso. Sopra questa proprietä e sulla poca stabilita del-I'acido ipocloroso, divenuto libero, riposano le applicazioni dell'ipoclorito calcare e congeneri all'imbiancamento e dis-infezione; per tali ragioni ancora giova assai I'aggiunta di un acido alle soluzioni del sale in discorso. Mescolato con sostanze organiche puö dare luogo all'infiammazione delle medesime; trattato con acido sviluppa vapori dalli aranciati.
Importa assai di conoscere la quantitä di cloro attivo ehe l'ipoclorito di calce del commercio puö contenere, essia e necessario il saggio clorometrico il quale riposa sul potere ossidante del cloro in presenza dell'acqua ; si adopra a tale uopo I'acido arsenioso il quale e convertito
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in acido arsenicico, mentre il cloro si cambia in acido clo-
ridrico; dalla quantitä dell'acido arsenioso trasformato in
acido arsenicico, da una data quantitä di soluzione d'ipo-
clorito si deduce la ricchezza clorometrica deiripoclorito
esaminato.
Uso interno. — 11 cloruro di calce possiede la virtu an-tiputrida ed irritantedel cloro, la causticila della calce e I'a-zione alterante de' suoi due componenti. E stato molto rac-comandato nella timpanite dei ruminanti (Chariot) e nel meteorismo dei solipedi; fu da Mandt, Gerlach ed Hertwig sperimentato ottirao mezzo preservative e curativo nelle discrasie carbonchiose degli ovini. Venne pure ammini-strato il farmaco con successo ai solipedi affetti da cimurro invelerato e da suppurazione polmonare, non ehe alle vacche ehe leccano i muri, ed alle pecore ehe nelle greggie si rodono reciprocamente la lana. — Dosi secondo Hertwig: Solipedi e bovini . . da 15 a 30 grammi Ovini e maiali ... da 2 a 10 raquo; Cani......da 1 a 2 raquo;
Si dänno tali dosi due o tre volte nel corse della gior-nata. II cloruro di calce e propinato agli animali in pil-lole, in elettuario, ovvero in soluzione nell'acqua, e gli si associano farmaci amari, oppure amare-aromatici.
Uso -esterno. — 11 cloruro di calce giova come disinfet-tanle ed eccitante in applicazieni topiche sulle parti gan-grenate, sulle piaghe ed ulceri atoniche, sordide e felide in genere; e stato particolarmente raccomandate il suo uso nella cura del carcinoma del tessuto reticolare del piede del cavallo (Eichbaum), e della zoppina degli ovini. Nelle esterne applicazioni il cloruro di calce e adoperato in pel-vere, in poltiglia, ed in soluzioni per fare iniezioni e lo-zioni, e queste ultime sono fatte in varie proporzioni: le ferti nel rapporto di una parte di cloruro di calce e 10 o 15 d'acqua, per le deboli le parti dell'acqua sono por-tate a 40 o 50.
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II cloruro di calce in forte soluzione nell'acqua (4 a 12) e spesso usato per disinfettare gli arnesi, gli Utensil! e le muraglie delle scuderie. Debbesi perö avvertire ehe le coperte e le gualdrappe colorale perderebbero il loro colore.
Sovente si ricorre al cloruro di calce per rimpiazzare il cloro gasoso, onde disinfettare 1'aria dei ricoveri degli animali inquinata da raiasmi od emanazioni putride (1).
Ipocloriti di soda e di potassa.
Sono pure adoperati, sebbene meno frequentemente, questi ipocloriti alcalini, i quali perö in farmacia non si conoscono ehe in soluzioni acquose, nei cosi detti liquore di Labarraque ed acqua di Javelle; si possono comodamente ottenere all'uopo per doppia decomposizione di un equiva-lente de' rispettivi carbonati alcalini e di un equivalenle di cloruro di calce, sciolti a parte in conveniente quantitä d'acqua. Godono analoghe propriela ed in alcuni casi possono meritarsi la preferenza sullo ipoclorito calcare non avendo I'inconveniente di indurire i tessuti animali coi quali si pongono a contalto come fanno in generale i sali di calce.
II cloruro di soda o liquido di Labarraque e usato tanto internamenle ehe esternamente negli stessi casi ehe il cloruro di calce; e perö piü irritante di questo, e, se e appli-cato sulle piaghe, determina abbondante essndazione. Deve essere amministrato all'interno in grande quantitä d'acqua ed a dosi minori della metä di quelle del cloruro di calce,
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(1) Si e credulo per mollo tempo ehe il cloro e derivati avessero la propriela di dislruggere i virus, decomponendoli; forse sotlraendo a questi il loro idrogeno, come accade per le müterie ooloranti e forse anche per alcunc odorose; le esperienze di Renault perö in questi ultimi tempi addimoslrarono chiaramente non fondata questa credenza a riguardo della virtu anticontagiosa del cloro ed ipocloriti.
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ehe in velerinaria conviene usare di preferenza , perchö costa meno.
11 cloruro di potassa o acqua di Javelle ha proprietä ana-loghe ai due precedent! ; e fu particolarmenle raecoman-dato per combattere la timpanite dei ruminanti e solipedi da Chariot. Si da alia dose di 16 a 25 grammi ai solipedi ed ai bovini, e di 8 agli ovini, piü volte al giorno se e necessario. Si porge agli animali nell'acqua semplice o nel liseivio di ceneri; e gli si associa talvolta l'etere solforico.
Kamala. — Rottlera tinetoria.
II kamala o kamal e una sostanza polverulenta , tenuis-sima e soffice al tatto, analoga al licopodio, raa di colore rosso mattone; e trovasi bella e formata nelle capsule della Rottlera tinetoria, pianta della famiglia delle Euphorbiacee, la quäle cresee nelle Indie orienfali, di dove fu per la prima volta portata in Europa verso il 1852. In tale epoca era esclusivamente adoperala come materia tintoriale.
Osservata al microscopio mostrasi costituita da granellini quasi sferici, semi trasparenti, mescolati con peli sottilis-simi, o talvolta frammenti di foglie. Non ha odore ne sa-pore; 6 insolubile nell'acqua fredda, pochissimo solubile nella bollente e quasi intieramente solubile neiralcole, e nell'etere; progettata sopra una fiamma, brucia vivamente. 11 kamala 6 costituito essenzialmente da una materia resi-nosa complessa, ehe le soluzioni degli alcali od i carbonali alcalini disciolgono, conferendo alia soluzione una tinta rossa carica. II prof. Anderson giunse a separarvi , me-diante l'etere, la roltlerina, sotto forma di cristaili minuti, giällognoli, larajnari.
Usi. — La polvere di kamala 6 stala da pochi anni sol-tanlo sperimentata in Europa contro l'elminliasi intestinale di aleuni animali domestici. E sfato riconosciuto rimedio antelmintico efficacissimo e superiore al cousso per fugare
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le tenie. Basta per ciö d'ordinario una sola dose, e non si
richiede successiva propinazione di purganti. Dosi secondo Hering :
Solipedi.....da 16 a 24 gramrai
Bovini......da 24 a 32 raquo;
Ovini e cani. ... da 2 a 8 raquo; Agnelli di 6 iresi. . da 2 a 4 raquo; Si propina il rimedio sospeso nell'acqua o nel latte, in
pillole ed in decozione; si associa eziandio alia genziana
ed all'aloe.
Lattato ferroso.
Si conoscono due laltati di ferro, il lattato ferrico ed il ferroso ; quest'ultimo soltanto e di uso medico; si ottiene facendo disciogliere limatura di ferro entro siero di latte inacidito, od acido lattico diluito, e terminata la reazione, si filtra e si evapora a secchezza procurando di evitare il contatto dell'aria. Si ottiene pure per doppia decompo-sizione del lattato ammonico o calcico con cloruro o con solfato ferroso in presenza dell'alcole.
6 in croste verdognoie od in polvere, cristalline; ha sapore stitico ; 6 alquanto deliquescente, solubile nell'acqua e nell'alcole; le sue soluzioni hanno reazione acida ed imbruniscono all' aria.
Incompatibilitä. — Non I'associare a sostanze alcaline e tannanti.
Usi. — E poco usato in veterinaria. Essendo esso un sale di ferro solubilissimo, e non richiedendo laquo;na trasfor-raazione ulteriore del ferro , e facilmenle tollerato dagli slomaci, i cui poteri digestivi sono naturalmente indebo-liti. Conviene nella idroemia, nell'anemia , come il ferro (vedi). Si amministra in pillole ed in elettuario. La dose per i piccoli animali e di grammi 0,20 ad 1 in parec-chie volte.
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Lauro comune. — Lauro nobile.
E arbusto sempre verde volgarmente noto, indigeno delle regioni mericlionali d'Europa; appartiene alia famiglia delle Laurinee (Enneandria monoginia); ha foglie peziolate alterne, lanceolate, elitliche, coriacee, lucenti, glabre; fiori monoclamidi in fascelti ascellari, inuniti alia base di braltee ovali caduche; calice penlasepalo, petaloideo; stami per lo piij in nnmero di 9 disposti in due ordini; un solo pistillo, ovario biloculare. II frulto conosciuto coll'im-proprio norae di bacca nelle farmacie, e della grossezza di una ciliegia, nerastro a maturitä. Tutta la pianta e segna-tamente le foglie ed i frutti ehe ne sono le parti usale hanno forte ed aggradevole odore, sapore amaro; il prin-cipio piu importante pare ehe ne sect;ia un olio volatile,
Unguento laurino. Si ottiene ponendo in eontalto di due parti di grasso di maiale, tenuto fuso a moderata tempe-ralura, una parte di foglie di lauro reeenfi aramaceate ed una parte di baeche contuse finche I'acqua sia tutta eva-porata; si eola, spremendo, la massa calda con tela fitta. Di analoga guisa si ottiene Volio, rimpiazzando il grasso di maiale eoll'olio di oliva.
Usi. — Le baeche e le foglie di lauro nobile, ammini-strate internamente per le vie digestive, esereitano azione tonica e producono pure aumento di secrezione orinaria. Si danno agli animali nell'atonia del tubo digestive), espressa da dispepsia, da anoressia, oppure da diarree passive.
Dosi:
Solipedi.....da 40 a 100 gramrai
Ovini e maiali. .. da 6 a 12 raquo;
Cani......da 1 a 3 raquo;
per due o tre volte al giorno. Le baeche e le foglie pol-verizzate si dänno in bolo, in elettuario, eolla profenda, e le baeche anehe in infusione. Si associano ad altri farmaci
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tonici amari, oppure amaro-aromatici, ed anche al sale di cucina.
Vunguento e Volio sono esternamente usafi in frizioni ed in embrocazioni come topici eccitanti e risolventi, soli op-pure associati all'unguento mercuriale, all'olio di tremen-tina, all'ammoniaca iiquida alia tintura di cantaridi.
Lavanda.
Si conoscono parecchie specie del genere Lavandula; le piü conosciute volgarmente e per gli usi medici sono la latifolia, la spicata, Vacutifolia o vera. Questa ultima e piü spesso adoperata; e originaria delle regioni meridionali di Francia ed altre della spiaggia del Mediterraneo; coltivasi nei nostri giardini. E piccola pianta delle Labiate (Didi-namia giranospermia) suffriticosa, alta circa 70 centimetri; stelo ramificato dalla base, rami biancaslri, pubescenti, fo-glie sessili, lineari, acute, alquanto pubescenti; fiori in verticilli disposti in lunga spiga, interrotta, terminale; alia base di ciascheduno verlicillo due brattee ovato oblimghe, mucronate ; calice tuboloso , quinquedentato , irregolare; corolla bilabiata, il labbro superiore bilobato, I'inferiore trilobato, tubo allungato, quattro stami didinami insorili verso la metä del tubo della corolla, ovario libero, qua-drilobato, stilo ginobasico, quattro acheni nudi.
Esala tutta la pianta odore forte caratteristico, aggrade-vole, dovuto ad un olio essenziale ehe contiene in copia e ehe si ricava distillando con acqua la pianta in fioritura; all'essenza non ehe ad un principio amaro aromatico de-vono questa e le altre lavande le proprietä loro toniche e stimolanti.
f/so interno. — La lavanda e poeo usata internaraente nelle malattie degli animali domestici, e eio senza ragione; essa 6 eccitante del tubo digestive e stimolante universale. II suo use interno e indieato nelle afTezioni asteniche degli
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organi della digestione, nell'idroemia e nelle febbri nervöse ed asteniche.
Dosi della pianta secca:
Solipedi e bovini. . da 60 a 100 grammi Ovini e maiali .. da 34 a 60 5gt;
Cani......da 4 a 8 raquo;
le quali possono essere ripetute parecchie volte nella gior-nata, e date nelle stesse forme ehe i Oori di camomilla
(vedi).
Uso esterno. — Le sommita fiorite della lavanda servono alia preparazione d'infusi, cataplasm!, sacchetti, ehe sono applicali esternamente come topic! risolvent! negli indura-menti de! tessut!.
L'essenza di lavanda e usata assa! spesso esternamente come rubefaciente in moite infermitä delle quali e fatta menzione aU'art. essenza di trementina, la quale, a nostro parere, deve alia prima essere anteposla per ragioni eco-
nomiche.
La maggiorana (origanum maiorona) il basilico, V issopo, lo scordio, il serpillo, il timo ed altre piante botanicamente affin! alle lavande, lo sono ancora terapeuticamente, epperö possono essere amministrate negli stess! casi ehe questa.
Lino. — Linseme.
II linseme, linosa delle farmacie, e il seme del linum usitatissimum, pianta spontanea dei nostri climi ed estesa-mente coltivata come pianta tessile. E un piccolo seme ovale, compresso, di colore bruno di pulce con perisperma a superficie lucida e levigatissima ; internamente e bian-castro e contiene un embrione oleaginoso. I principal! component! di questo seme sono: la mucilagine, materiale assai complesso, ehe abbonda specialmente nel perisperma e da cu! si estrae col fare infondere in acqua bol-lente ! semi intieri; Folio fisso , siccativo, contenuto spe-
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cialmenle nel mandorlo, si estrae a freddo mediante pres-sione torculare dai semi conlusi, ha sapore non ingrato ed ä questo di uso medico ; col riscaldamento se ne ottiene una maggiore copia ed e specialmente desiinato agli usi indu-striali.
Usi. — Coi semi di lino si preparano mucilagini e de-cozioni le quali sono adoperale lanto internaraente quanto esternamente nelle stesse malattie e- negli stessi modi, ehe quelle di radice d'altea (vedi).
Le decozioni di semi di lino e di radice d'altea sono pre-parate nella proporzione di 1 parte di detle sostanze e 15 a 25 parti d'acqua comune, non facendo bollire a lungo.
La farina ottenuta sia dai semi normali, sia dalla sansa privata in massima parte deH'olio fisso, e usata nella con-fezione dei cataplasmi emollienti. Allorquando si ricorre alia farina di semi di lino per preparare le decozioni emollienti, queste contengono, ollre alia mucilagine, una no-tevole quantitä d'olio emulsionato.
Per gli usi interni ed esterni si puö adoperare la sansa, o residue di semi premuti, in vece dei semi stessi o della farina ottenuta con essi. E perö necessario d'avvertire ehe essa non sia irrancidita, ehe in tal case invece d'un'azione emolliente se ne avrebbe una irritante.
Uolio di lino e stato usato nei ruminanti come purgante. Nelle crepacce del pasturale dei solipedi si riconobbe pure vantaggiosa la sua applicazione; sembra perö ehe le crepacce curate fossero quelle dovute alia presenza del sym-Holes equi, e ehe perciö l'olio di lino agisse in tali casi piuttosto come antiscabbioso.
Liquirizia. — Regolizia.
La liquirizia delle farmacie e la radice o meglio il ri-zoma della Glycyrrhizza glabra, o Liquirizia oflicinalis , le-guminosa (Diadelfia decandria) indigena delle regioni meri-
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dionali d'Europa, comunissima in Calabria, in Sicilia, nella Spagna e nel mezzodi della Francia; viene in commercio sotto forma di rizomi sarmentosi lunghi, grossi come il dito, cilindrici, rugosi, di colore bruno esternamente, gial-iastro all'interno; di struttura fibrosa, di sapore dolce, piii marcato se la pianta crebbe in regioni piu calde; il prin-cipale suo componente, fra i tanti ehe per incomplete ri-cerche, vi si sono rinvenuti, e la glicirizzina, sostanza da cui dipende il sapore dolce suo particolare.
Si prepara in grande presso di noi in Calabria ed in Sicilia I'estratto di liquirizia coll'evaporazione conveniente della decozione e viene poi in commercio col nome di sugo di liquirizia; e sotto forma di cilindri lisci, neri, di frattura lucente, di sapore dolce misto di acre, il ehe pro-viene da ciö ehe colla bollizione prolungata si viene a di-sciogliere nell'acqua un poco di resina acre.
Usi. — La radice di liquirizia era una volta molto usata in terapia veterinaria internamente nelle malattie inliam-matorie deirapparecchio respiratorio, e qualche volta anche allo esterno ; presentemente e quasi esclusivamente adope-rata come eccipiente, o qual farmaco coadiuvante, essendo riconosciuta generalmente la sua debolissima azione bechica.
Colle radici di liquirizia intiere o polverizzate, si prepa-rano decozioni o meglio infusioni acquose (prop. 1:10 a 20), ehe possono essere date a dosi indeterminate agli animali. La polvere di liquirizia serve spesso come eccipiente nella confeziene dei boli e degli elettuari.
h'estratto o sugo di liquirizia ha le stesse proprietä tera-peutiche ehe la radice e puö essere amministralo in solu-zione nell'acqua (prop. 1:15 a 20).
Manna.
La manna delle farmacie e un sugo zuccherino ehe scola talvolta spontaneamente e piü spesso per incisioni da pa-
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225 recchie pianle ma specialmente dal fraxinus ornus, e ro-tundifolia, Gelsominee ehe crescono pressochö in tutla I'Eu-ropa, ma ehe non forniscono manna in copia notevole tranne ehe nelle regioni meridionali d'ltalia e soprattutto in Calabria ed in Sicilia. Alcune altre plante, i larici ad esempio, forniscono pure un sugo analogo; tale e la manna di Brianfon.
In commercio si distinguono varie qualita di manna a seconda del grado di purezza, dell'epoca a cui fu raccolta o della provenienza, e sono la manna in lagrima, canellata, o eanolo; la manna in sorte o geraci; la manna grassa o capaci.
Quests due ultime soltanto devono essere da noi impie-gate. La manna in sorte o geraci e in masse formate da lagrime o goccie concrete, tondeggianti, conglomerate e te-nute insieme da una sostanza sciropposa, ehe abbonda di piii in quella capaci. Gontiene la manna : zucchero, muci-lagine, resina, acido particolare, soslanze azotate, sostanze rainerali ed un principio eristallizzabile zuccherino, la man-nite , la quale predomina nella manna in lagrima, non pare perö quello da cui dipenda I'azione medicamentosa della manna. Fa parte la manna di alcuni elettuarii, di sci-roppi; nella medicina nostra adoperasi tal fiata il sciroppo, il quale si ottiene preparando infusione neH'acqua di grammi 100 di senna, grammi 10 di anaci in un chilo-gramma d'acqua, e nell'infuso colato sciogliendo gr. 300 di manna e 600 di zucchero, colando per panno e ridu-cendo a voluta consistenza.
Usi. — La manna geraci amministrata per le vie digestive, ad opportune dosi, agisce come lassativo ; e vuolsi pure ehe in virtu deH'assorbimento di alcuni suoi principii immediali dispieghi azione bechica. Essendo perö molto poco dislinte tali sue proprietä, e le alte dosi ehe oceor-rono per trarne partito rendendo costosissimo il suo uso, e conveniente ehe il veterinario non rieorra all'ammini-
Compendio 15
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strazione di tale farmaco, od al piü lo faccia soltanto in casi eccezionali, nei quali non importa di far calcolo sulla pronta efflcacia del farmaco amministrato e sopra il suo valore venale.
Dosi purgative :
Solipedi .... da 150 a 400 grammi Cani.....da 30 a 60 raquo;
Quando il farmaco e amministrato nelle affezioni dell'ap-jjarecchio respiratorio, le dosi sono diminuite del terzo o della metä e ripetute a norma del bisogno. La manna e propinata in bolo, in elettuario, in dissoluzione nell'acqua, ed anche nella crusca (solipedi).
Nei cani si puo usare come lassativo il sclroppo di manna, alia dose di 25 a 50 grammi.
Malva — Malva selvatica.
E pianta volgarmente nota fra quelle dello slesso genere ad analogi usi impiegate; questa Malvacea (Monadelfla po-liandria) cresce spontanea e comunissima fra noi nei luoghi incolti, lungo le vie, le aie, nei boschi, nei campi; ha ra-dice vivace, fusiforme, grossa, biancaslra; caule diritto, ra-moso, cilindrico e alto mezzo metro e piü ; foglie alterne picciuolate, stipulate, palmate, cuoriformi a cinque o sei lobi; fiori pedunculali, ascellari, porporini; con calicetto di due o tre foglie, il calice pentasepalo; corolla gamo-petala regolare a cinque divisioni smarginate; stami molti, saldati in un solo cerchio attorno allo stilo; frutlo orbico-lare, compresso, formato di dodici capsule monosperme; fiorisce nei mesi di giugno, luglio ed agosto. Le parti usate sono specialmente le foglie ed i fieri; sono rieche di mu-cilagine.
Usi. — L'intiera pianta serve alia preparazione di deco-zioni o cataplasmi mucilaginosi, di cui si fa use nelle stesse infermitä interne ed esterne indicate all'art. altea (vedi).
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Inbsp; fiori di rnalva, aH'infusione dei quali e da alcuni attri-buita una particolare azione sedaliva, non godono d'altre virtü all'infuori di quella ehe e propria di lutta la pianla; anzi I'azione emollients dei fiori e relativamente piü debole ehe quella delle foglie, perche i primi contengono minore proporzione di mucilagine ehe le seconde.
Menta piperita.
Parecchie plante di questo genere crescono spontanes e eomunissime presso di noi, quali sono la mentha sylvestris, crispa, pulegium, rolundifolia, viridis, acquatica; piü pregiata perö fra quests si 6 la piperita, la quäle e originaria d'ln-ghilterra e da lungo tempo eoltivata in lutte le regioni d'Europa e d'Ameriea per gli usi economiei e medici a eui e destinata. Appartiene questo genere alia lamiglia delle Labiate (Didinamia gimnospermia).
Ha radice lunga sdraiata, eon molte radiehette; caule quadrangolare, diritto, con rami opposti, aito meno di un metro; foglie opposte peziolate, ovato-lanceolate, acute, se-ghettate; fiori pedunculati, piecoli, porporini, in ispiga corta terrainale formata da tanti verlieilli ravvicinati rna distinti gli uni dagli altri per mezzo di brattee lineari; ca-lice striato, denlato, cigliato; corolla bilabiata, dipocosor-passante il ealiee; quattro stami didinami, eon antere ovali porporine; ovario a due stimmi divergeuti, il frutto e formato da quattro semi nudi in fondo al calice.
IInbsp; piü rimarchevole principio eontenuto nella menta e I'oiio essenziale, di eui e ricea la menta piperita a prefe-renza delle altre specie, ed e per questo ehe si coltiva di preferenza.
Usi. — La menta piperita e un energico stimolante dif-fusivo. 11 suo uso e indicate nell'atonia del tubo digestivo e nelle infermilä ehe sogliono derivare da questo stato (eoliche venlose, timpaniti rieorrenti, dispepsia), come pure
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neue affezioni tifoidee, nelle quali radinatnia e fenomeno predominante. Si da agli animali a dosi eguali a quelle della lavanda (vedi), sotto forma di bolo, di elettuario e di infusione. Si associa alia canfora, alia valeriana , al-l'oppio, ecc.
Esternamente. — La menta piperita e usata negli stessi casi e negli stessi modi ehe la lavanda.
La menta crispa gode di proprietä analoghe a quelle della precedente, ma piü deboli; di piü esercita anche azione lievemente tonica in virtü d'un prineipio amaro ehe le e proprio. E importante a sapersi dal veterinario ehe l'erba di menta erispa, mangiata in notevole copia dalle vaeche, fa lore perdere il latte, e ehe questo penle la proprietä di quagliarsi (Linneo).
Debbono considerarsi come succedanee delle precedenti le altre specie di menta indigene, ed anche la Melissa (Melissa officinalis).
Mercurio.
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Ci e fornito dall'industria melallurgica in istato di suf-ficiente purezza; trovasi radamente allo stalo nativo; il mi-nerale piü ovvio si e il cinabro o solfuro di mercurio, da cui esclusivamente si trae.
E liquido alle ordinarie temperature, di colore bianco argentino traente all'azzurro, lucente, scorrevole; fatto ca-dere sopra una superficie levigata e netta di vetro o por-cellana si divide in goccioline sferiche; quelle amalgamato con altri metalli fa la oda ; si congela a — 39 , e puö anche cristallizzare, belle a 360 risolvendosi in vapori in-visibili assai pesanti; si volatilizza sensibilmente anche alle temperature ordinarie; la densitä del mercurio liquido 6=13,596, quello del solide U,391.
JNon e alterato dall'aria alia temperature ordinaria ; si converte in ossido mercurico riscaldandovelo per lungo
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229 tempo a temperatura di poco inferiore a quella a cui bolle. Non 6 intaccato daU'acqua nö a freddo ne a caldo ; tut-tavia facendolo bollire a lungo neH'acqiia questa da indizii della presenza del mercurio; non e intaccato dall'acido cloridrico; lo e energicamente daH'acido nitrico , dal sol-forico, dal iodo, dal cloro, ecc.
Per riconoscere se il mercurio e puro, il migliore espe-diente consiste nel discioglierne una piccola quantitä nel-I'acido nitrico, la dissoiuzione evaporare a secchezza, e cal-cinare fortemente; se il mercurio era puro non vi rimarrä residue, mentre se vi esisteva piombo, zinco, rame, od altri metalli siffatti vi rimarranno fissi i rispettivi ossidi.
Allo stato metallico il mercurio fa parte di parecchie formole officinali, come sono la pomata, I'empiastro, le pillole mercuriali, ecc.
Usi. — II mercurio metallico non e usato internamente in veterinaria; la medicina umana fa uso della pomata, delle pillole, del mercurio zuccherino, del mercurio cre-toso, nei quali farmaci trovasi il metallo allo stato di sem-plice mescolanza ; fuvvi un tempo perö in cui ne k stata seriamente raccomandata 1' interna amministrazione per combattere con esso le invaginazioni intestinali e la osti-nata costipazione di venire (!).
Esternamente. — II mercurio e adoperato allo stato di pomata mercuriale semplice, e di pomata mercuriale doppia, ehe si preparano estinguendo (1) il mercurio con parti eguali o con la mela del proprio peso di grasso di maiale. Amendue le citate preparazioni , in ispecie la seconda , sono so-vente adoperate con grande vantaggio in frizioni ripetute nelle infiammazioni del4essuto cellulare sottocutaneo, dei
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(1) Diccsi estjnlt;/ucre il meiTurio I'ottenerlo a tale stato di divisions nei miscugli, ehe piü non vi si scorgano i globicini lucenli cou li-nte dell'mgrandimcnto di olio o dieci diamclri.
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tendini, dei legamenti, del periostio , delle articolazioni, degli occhi e delle ghiandole; giovano pure per produrre la risoluzione degli induramenti, ehe nei tessuti ed organ! indicati molto spesso persislono al dileguarsi deirinfiam-mazione; tornano ancora efficaci a cura delle affezioni er-petiche, particolarmente quando sono molestamente pruri-ginose, ovvero congiunte ad inspessimento ed induramento della cute; costituiscono un vero specifico nella cura di tutte le esterne malaltie dovute alia presenza di parassiti. Allorquando si adoperano le pomate mercuriali debbesi evitare di fame I'applicazione sopra troppo vasta esten-sione della cute , specialmente quando se ne fa uso per molto tempo e la pelle e escoriata o piagata, giacche, al-trimenti facendo, succede copiosoassorbiraento del farmaco, la saturazione e la cachessia mercuriale, di cui e fatta men-zione all'art. cloruro mercurioso (vedi). Quest'accidente con grande facilitä insorge nei carnivori e nei bovini. — Alle pomate mercuriali si associano gli estratti narcotici, le cantaridi, il iodio ed il ioduro di potassio, 11 carbonato di potassa , l'ammoniaca e la canfora a norma del bisogno. L'unguento fondente di Lebas, tanto raccomandato a cura dei ganglii linfatici infarciti consta di
Pomata mercuriale doppia . . grammi 250 Unguento vescicatorio ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 500
Sapone verde......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 125
Olio di lauro......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 160
Cera gialla.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100
Miele.
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II raiele comune o delle api e un naturale miscuglio formate principalmente di glucosio e di zucchero incristalliz-zabile, con piccole quantitä di cera, di mannite, mucila-gine e principii aromatici e sapidi, variabili a seconda delle localitä da cui il miele proviene; il miele e raccolto ed
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elaborate dalle api ehe lo depositano negli alveoli de' favi, da cui si estrae sia lasciando questi a sgocciolare, sia colla pressione torculare, sia finalmente mediante riscal-damento.
In commercio si distinguono varie qualitä di miele, a se-conda del modo di estrazione o della provenienza; dicesi vergine quello scolato spontaneamente dai favi; ordinario quello ottenuto per pressione. II miele migliore e bianco, di consistenza di burro, granelloso o cristallino; di sapore dolce aromatico vario a seconda delhraquo; plante ehe predomi-nano nelle localitä dove trovansi gli alveari; non deve ron-tenere eera; il mieie ordinario e di eolore giallo fulvo, contiene traccie di eera; l'uno e I'altro devono diseiogliersi intieramente, o quasi, nell'acqua e neH'aleole debole; non avere troppo distinta reazione aeida, non alcaüna; le so-luzioni ottenute con acqua distillata non devono dare pre-cipitato ne coi sali di barita, ne cnll'ossalato d'ammoniaca ; il mancare di queste proprietä puo essere indizio di sofi-slieazione, avvenendo talvolta di ineontrare del miele , a eui per frode si sono mescolate fecole , farine , melassa, sughi inspessiti di prugne o di altri frutti.
II miele chiarißcato e desputnato si ottiene facendo bollire il miele eon un terzo del suo peso d'aequa; si tolgono le spume ehe si vanno separando alia superficie in sul prin-cipio dell'ebullizione e suecessivamente; ridotto il liquido a eonsistenza di denso sciroppo si eola per tela Atta; e operazione inutile; noi adopreremo eselusivamente il miele eomune di buona qualitä. II miele forma I'eecipiente di quei medieamenti galenici, ehe portano il nome di melliti, di ossimieli, fa parte di aleune conserve, di eletluarii, di sciroppi, e forma Teccipiente dell'unguento egiziaco, V.
UsL — II miele amministrato per le vie digestive riesee debolmente nutriente, emolliente, involvente, ed anche las-sativo se e dato a dosi notevoli; inoltre rende piü abbon-dante la seerezione della membrana mucosa deH'apparec-
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chio respiratorio. £ usato nelle infiammazioni acute di questa membrana per calmare la tosse e per facilitare i'e-spetlorazione; puossi anche propinare con vantaggio negli altossicamenti dovuti ad ingestione di sali di rame. Non vogliamo perö tacere ehe la lentezza con cui opera sopra i composti di rame ne paralizza in gran parte i prevedi-bili awanlaggi. Per lo piü il miele e messo a parlito per edulcorare i farmaci ehe si danno sotto forma liquida agli animali, per preparare tisane, o quale eccipiente di boli e di elettuari.
II miele e adoperato come emolliente e maliirativo nelle esterne infiammazioni, tanlo solo, quanlo unite alia farina oppure alia crusca; applicato sulle piaghe atoniche e sor-dide riesce utile digeslivo, ed e usato solo ovvero associa'X) alle tinture resinose, alia trementina , all'olio di tremen-tina ecc; dilungato neiraceto (1 : 2) costituisce \'ossimiele semplice, il quale e usato a preparare bevande acidule e bechiche alia dose di 100 a 200 grammi per ogni litre di decozione emolliente; mescolato con acqua ed aceto (1 p. di miele, 2 a 4 di acqua, 3 a 5 d'aceto) costituisce un collutorio molto usato nella cura della stomatite aftosa e dell'angina.
Mirra.
Gommoresina ehe scola da un arboscello intristito della famiglia delle Terebintacee, originario dell'Arabia e del-I'Abissinia, il Balsamodendron myrrha. In commercio se ne distinguono due principali qualitä , quella in lagrirae e quella in sorte; la prima e in pezzi tondeggianti ed irre-golari di volume vario, rossastri, fragili a frattura lucida e quasi oleaginosa, pellucidi; talvolta nella raassa si os-servano delle venature a modo di unghie, nel qual caso prende il nome di mirra unguicolata; quella in sorte e in masse conglomerate, brune, opache, con frammenti di cor-teccia del balsamodendron ed altre impuritä.
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233 La mirra ha odore forte, e contrariamente a quanto si potrebbe credere dal notne , non molto aggradevole; sa-pore acre ed araaro; parzialrnente solubile nell'acqua e nell'alcole, piü nella prima perö ehe nel secondo; contiene un olio volatile particolare, 2,6 per 100, resina 28, gomma solubile da 50 a 64, materie minerali, ecc.
Uso interno. — La mirra e pochissimo usata interna-mente; e stato perö constatato utile il suo uso nella diso-ressia, dispepsia e meteorismo dipendenti da atonia del tubo digestive, e piü ancora nelle affezioni catarrali cro-niche ed asteniche dei bronchi con abbondante secrezione mueosa e difficile escreato. La mirra, associate a farmaci ehe ne coadiuvino l'azione e sotto forma di bolo, elet-luario, ed anco in diluaione nell'acqua, in infusi aromatici od amaro-aromatici, neJ vino, nella birra, si da alle se-guenti dosi:
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Uso esterno. — La mirra polverizzata, stemprata nel-l'aequa od in infusioni aromatiche , e usata come topico eccitante sulle piaghe ed ulceri sordide, fetide ed atoniche. E pure adoperata negli stessi casi la tintura di mirra, in ispecie quando le soluzioni di continuitä indicate interes-sano tendini e legamenti.
Noce voraica.
La noce vomica delle farmacie e il seme dello Strychnos nux vomica, pianta della farniglia delle Apocinee (Pentandria monoginia), la quäle cresee in abbondanza nelle Indie, nel Malabar, nel Cororaandel, nella Cocincina, ecc.
Questi semi, chiamati impropriamente noci, sono orbi-culari, diseoidei, alquanto convessi da una parte e coneavi
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daH'altra, portanti dislinta la cicatricola dell'ilo nel centro della parte convessa, offrenti grande rassomiglianza con alcuni bottoni da abito; hanno un diametro da 8 a 12 mil-lirnetri e la spessezza di tre a quattro, vellutati, ricoperti cioe di peluria grigia, liscia e setacea. Presentano interna-mente un mandorlo di consistenza cornea, alquanto pellu-cida, di colore bianco-sporco, talvolta nerognolo, portante un ben visibile embrione. Non ha odore, ha sapore ama-rissimo ed insopportabile, ehe lo comunica facilmente al-I'acqua, all'alcole, ali'etere, ecc. Toccato quel mandorlo, con acido nitrico fumante, diviene rosso, dipendentemente dalla brucina ed igasurina ehe contiene.
La noce vomica contiene tre differenti alcaloidei : la stricnina, la brucina e I'igasurina, combinati con un pe-culiare acido, I'acido igasurico; questi alcaloidei, e segna-tamente la stricnina, sono i principali componenti della noce vomica, e da essi ne deriva l'azione tossica e tera-peutica.
La consistenza cornea della noce vomica ne rende im-possibile la polverizzazione coi roezzi ordinarii, epperciö a tale effetto bisogna ricorrere alia raschiatura con lime, op-pure a rammollirla esponendola al vapore d'acqua bollente, ammaccarla, farla seccare e quindi polverizzarla.
Di analoga composizione, per quanto ad alcaloidei, sono !e fave di Sant'Ignazio o semi dello Strychnos Ignatii od Ignalia amara; i semi dello Strychnos colubrina, la falsa an-gustura, ecc.
Uso interno. — La noce vomica, introdotta nel tubo di-gestivo a piccole dosi ripetute a conveniente intervallo, accresce I'appetito e rende piü consislenti le feccie espulse, se e propinata a considerevoli dosi rende manifesta la sua azione sopra il sistema nervoso colle violente e sostenute contrazioni di tutti i muscoli volontari, interrotte da alcuni rilassamenti di breve durata, e coll'accresciuta sensibilitä di alcuni organi dei sensi, fenomeni ehe si dileguano poi
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piü o meno sollecilamente, oppure perdurano, aggravan-dosi, finche l'animale muore por asfissia. In tutti gli ani-mali domestici la noce vomica dispiega la sua azione nel modo indicato; ne sono pero piü suscettivi i cani ed i so-lipedi. — La noce vomica e amministrata precipuaraente nell'atonia dßl tubo digestivo, nella diarrea non dipendente da stato flogistico, nelle paralisie nervöse semplici quando non esistono congeslioni, febbre od infiammazioni, nel te-tano apiretico e non complicate da congestione polmonare. Questo tossico potente e pure stato usalo nella cura della febbre vitellare con successo, e nel moccio, sia solo, sia associate coU'acido arsenioso (Martin), e fu sperimentato eziandio nel capostorno e nell'epilessia.
Allorquando si adopera la noce vomica, e conveniente d'incominciarne l'amministrazione a piccolo dosi e di ac-crescerle gradatamente, affine di conoscere la sensibilitä degii animali ed antivenire ogni possibile attossicamento. L'insorgenza di assalti convulsivi, anche leggieri, contro-indica ogni ulteriore aumento di dose. Dosi :
Solipedi .... da grammi 2 a 15 Bovini .... da raquo; 3 a 20 Ovini e maiali. .da raquo; 1 a 4
Cani.....da raquo; 0,5 a 0,20
e possono essere date due volte al giorno. Le dosi indicate devono essere amminislrate in bolo, in elettuario oppure colla profenda. Se vuolsi propinare il farmaco in decozioni e d'uopo diminuirle d'un terzo ed anche della raetä. — Vestratlo alcolico di noce vomica deve essere dato a dosi dieci volte piü piccole ehe la noce vomica polveriz-zata : Vestratto acquoso a doppia dose del precedente : la tintura a dose eguale all'estratto acquoso.
Alia Scuola Veterinaria di Torino si e pure eimentato Vestratto acquoso di noce vomica mislo all'acido arsenioso, e preparato col sotto descritto metodo, nella cura del moccio
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incipiente, e si e riconosciuto ehe tale mistura sostituiva
gli arseniti di stricnina.
Per combattere gli attossicamenti dovuti all'ingestione di noce vomica sono raccomandati il tannino e le decozioni delle piante ehe lo contengono, la tintura di iodio, I'acqua di eloro, I'aeetato di morfina.
La decozicne di noce vomiea non e piii adoperata ester-namente come parassiticida.
Formola: Noce vomica polverizzata grammi 16 o 32 o 48 Radice d'altea polverizzatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 50
Acqua quanto basti per fare 4 piliole, ehe saranno am-ministrate due ai giorno , i'una al mattino e i'altra alia sera dopo il pasto. Nelia paraplegia del eavallo (Hering).
Estratto di noce vomica arsenicale. — Si fanno hollire per un'ora le noci vomiche con quattro volte il loro peso di acqua acidulata col 2 % di acido cloridrico ordinario ; si cola il liquido per tela fitta; si ripetono due o tre volte le decozioni con acqua acidulata coll'l % fin ehe siano le meclesime esaurite; riunite le tinture si coneentrano a con-sistenza estrattiva, il residue si tratta con quattro volte il suo peso di acqua fredda; si filtra per tela fitta , si eva-pora di nuovo a consistenza d'estratto, al quale si assoeia un ventesimo del suo peso di acido arsenioso in polvere tenuissima, continuando a teuere per qualche minuto a bagno maria ed agitando la massa, affine di ottenere un miscuglio omogeneo.
Olio empireumatico.
Le sostanze organiche animali o vegelali, assoggettate a disliilazione secea, forniscono svariatissimi prodotti a se-conda della rispettiva loro natura e della lemperalura a cui si opera; irapiegando sostanze animali e raccogliendo i prodotti ehe distillano, si oltiene una massa ehe col raf-
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freddamento si divide in due strati; uno acquoso conte-nente acido acetico, ammoniaca, eupione, naftalina, paraf-fina, picamara, fenolo, creosolo, odorina, animina, ecc; tale prodotto complesso , se proveniente da sostanze animali, 6 lo spirito volatile di corno di cervo delle antiche farma-copee. L' aitro strato e formato da un liquido oleoso ed e un miscuglio di parecchie sostanze pirogeniche; si puo separare dal liquido acquoso sia per decantazione sia per fiitrazione attraverso ad un foglio di carta bagnato con acqua; I'olio empireumatico rimane sul filtro. — E un liquido bruno di aspelto oleaginoso, spesso , nerastro, piü pesante dell'acqua, di odore felido empireumatico , di sapore acre ed amaro; laquo;i scioglie parzialmente nell'acqua, assai bene nell'alcole, meglio nell'etere, nella benzina, negli olii fissi ed essenziali. Assoggeltato a novelle distil-lazioni, fornisce un olio limpido di colore giallognolo, di fetidissimo odore, conosciuto un tempo col nome di olio animale di Dippel, ora quasi in disuso. Molto complessa e non deiiuilivamente conosciuta e la composizione chimica di questo prodotto; consta infatti di un olio pirogenico limpido, di acido fenico, di acido acetico, ammoniaca, creo-soto, prodotti cianici, ecc.
Analoghi a questo prodotto sono gli olii empireumatici di ginepro, I'olio felido di tremenlina o di altre sostanze resinose ehe la medicina volgare un tempo molto apprez-zava. II' catrame vegetale, quello del carbone fossile (coaltar) possono teuere il luogo dell'olio empireumatico; del rima-nente molte indicazioni possono venire soddisfatte coll'a-cido fenico o col creosoto.
Uso interno. — L'olio empireumatico impuro propinato per le vie digestive irrita la membrana mucosa, colla quale va a contatto; assorbito, dispiega quindi azione eccitante sul sistema nervoso e vascolare e viene espulso per le vie di esalazione e di secrezione.
Questo prodotto pirogenico e stato amministrato interna-
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mente agli animali domestic! nelle febbri adinamiche sem-plici, nelle tifoidee, nelle paralisie, nelle affezioni reuma-liche croniche, nell'epilessia ed affezioni spasmodiche in genere e piü particolarmente neH'elmintiasi intestinale; fu da Steinoif speciaimenle raccornandalo contro il meteorismo nei bovini. Dosi:
Solipedi.....da 6 a 25 grammi
Bovini......da 8 a 35 raquo; •
Ovini e maiali ... da 1 a 6 raquo;
Cani.......da 1 a 30 goccie
Le grandi dosi convengono quando il farmaco e adope-rato a combattere le paralisie e le affezioni spasmodiche; le mezzane neH'elmintiasi intestinale; le piccole nella cura delle altre infermitä indicate, e possono essere ripetute a norma del bisogno parecchie volte nella giornata. — L'olio empireumatico e amministrato in bolo, in elettuario, ov-vero sotto forma liquida in decozioni mucilaginose ed araare, oppure in infusioni aromatiche; e associato ad altri vermifughi, alia canfora, all'olio di trementina, ai purganti. Uso esterno. — L'olio empireumatico applicato sulla cute (in frizioni) e un oltiino rubefaciente; suile piaghe ed ul-ceri inveterate, aloniche e verminose riesce eccilante, in-setlifugo ed insetticida. Ulilissima torna pure la sua ap-plicazione nelle ulceri del tessuto cheratogeno delle pecore affette da zoppina, dopo ehe quelle sono state caulerizzate coll'acido nilrico fumante (v. Ehrenfels). Inoltre tale pro-dotto pirogenico costiluisce un energico antiscabbioso ed e per lo piü usato nella cura della rogna degli ovini sotto forma di Liscivio o Bagno di Walz. Questo poco razionale miscuglio si prepara con A parti di calce viva recente sopra la quale si versa dell'acqua in quantitä sufficiente per for-mare una pasta; vi si aggiungono 5 parti di carbonato di potassa (o di cenere in dose equivalente), e si mescola quindi I'ottenuta mistura con tanta orina di bue, quanta
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239 occorre per dare al miscuglio la consistenza di elettuario, al quale si uniscono ancora 6 parti di olio empireumatico e 3 di pece liquida rimestando la massa; per ultimo si diluisce la mistura con altre 200 parti di orina di bue ed 800 di acqua. Per ogni pecora tosata affelta da scabbia occorrono circa 800 grammi della indicata mistura, la quale e usata in lozioni o bagno (1).
L'olio empireumatico e anche stato raceomandato in fu-migazioni per curare la cosi detta pneumonite verrainosa, in fumigazioni ed iniezioni per fugare gli estri nasali; ai tempi nostri perö e diminuita d'assai la confidenza, a ri-guardo di tali applicazioni del farmaco. Si possono molto econoraicamente oltenere vapori analoghi all'olio empireumatico per fumigazioni bruciando unghie, peli e penne.
Mescolando insieme, e. lasciando a contatto per 4 giorni, 3 parti d'essenza di treraentina ed una parte d'olio empireumatico e distillando poscia 11 miscuglio s'ottiene Volio empireumatico di Chabert molto usato come vermifugo, e ehe puö essere altresi propinato internaraente nelle malattie precedentemente indicate. Conviene amministrarlo a dosi doppie dell'olio empireumatico comune in qualche men-struo mucilaginoso.
Volio animale di Dippel, ossia vlio di corno di cervo retti-ficato, ha un prezzo troppo elevato, perchese ne possa fare comune uso in veterinaria, e deve essere sostituito dai due precedents
Formole : Olio empireumatico . . ) Aloe epatico.....j ana sect;rammi 30
Farina di semi di lino q. b. per fare tre pillole da amministrarsi in un giorno al cavallo come vermifugo.
(1) Abbiamo riportala questa complicata formola quale e data dagli Autori, ma crediamo ehe possa venire la medesima assai semplificata -enza alcun danno.
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Olio di ricino grammi 15.
Olio empireumatico goccie 10 a 15, da amminislrarsi in una sola volta ad un cane di mediocre statura come vermifugo (Hering).
Olio di noce.
E un olio seccativo estratlo per pressione dai garigli secchi, mondi e sani della noce o seme del noce comune, luglans regia. E un liquido di colore verdiccio quando e recente e ehe diviene giallognolo col tempo; non ha sen-sibile odore, sapore caralteristico non disaggradevole; den-sita iz: 0,928; raffreddato a — 15 s'inspessisce e si congela in massa butirracea a — 21,5deg;; lasciato all'aria si essicca con maggiore facilita di tutti gli altri olii dello stesso gruppo ed e perciö preferto agli altri nelle applicazioni ehe ripo-sano sopra tale ioro facolta.
Usi. — L'olio di noce eusato esternamente come antipso-rico : e da alcuni molto commendato I'uso del medesimo nella cura delle opacith corneali. La morchia di quest'olio e comunemente adoperata per uccidere i pidocchi.
Olio d'oliva.
Si estrae in grande per pressione dai pericarp! de' frutti drupacei de\V Olea Europea, pianta indigena delle region! meridionaii d'Europa; in commercio se ne dislirguono pa-recchie qualitä a seconda del grado di maturits dei frutti e del modo di preparazione. Le qualitä migliori proven-gono dalla Toscana e dalla spiaggia Ligure e Nizzarda. L'olio di prima qualitä, detto ancora olio vergine. e quello ehe si ottiene per pressione a freddo dei frutti piü ma-turi e sani.
E un olio grasso non essiccativo, ehe a temperature vi-cine allo zero si rappiglia in massa eristallina radiants;
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241 densitä —0,919, di colore giallo pallido, sapore dolciastro aggradevole, di odore leggero e suo proprio; riscaldalo verso 320 si decompone, sviluppando acroleina , come tutti i grassi gliceridi; consla di margarina (28 0/0) e di oleina (72 %).
11 prezzo di quest'olio, attese le applicazioni domestiche ed industriali di cui e susceltibile, e cagione ehe talvolla venga il medesimo con altri olii di minor valore sofisti-cato, il ehe per lo piü si fa mescolandolo con olii secca-tivi; se ne puö riconoscere la frode tratlando l'olio sospetto con 1/12 di azotato aeido di mercurio (preparato direcente disciogliendo 6 p. di mercurio entro 7 1/2 di aeido nitrico a 38 B.e). L'olio d'oliva di buona qualita dopo essere stato per aleun poco agitato col reattivo, abbandonato a se, si rappiglia in capo a 24 ore in massa solida, lo ehe non si verifica cogli olii seccativi; operando di confronto con olio di qualita certa o con miscugli artificiali si puö con sod-disfacente approssimazione riconoscere la proporzione del-l'olio estraneo; ai quäle risultato d'altronde si puög;iungere del pari con molti altri process!.
Affmi all'olio d'oliva sono gli olii grassi non seccativi di mandorle dolei ed amare, di nocciuole e simili; ma pen-siamo si possano, anzi si debbano questi rimpiazzare col-l'olio di oliva di buona qualita.
Usi. — L'olio d'oliva e adoperalo tanto internamente ehe esternamente come emolliente, sedative, involvente e lubricativo. Serve pure per la preparazione degli oleoloi, dt;' linimenti, unguenti, cerotti, ecc.
Olio di sasso. — Petrolio. — Nafta.
£ un bitume liquido ehe si incontra in istraordinaria
copia in natura ; sgorga sponlaneamente dal suolo in al-
eune loealitä, ma una grande parte del petrolio di cui og-
gigiorno si fa una grande consumazione come combustibile
Compendio 16
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assai econoraico, viene eslratto dalla terra per mezzo di pozzi trivellati, dai quali lalvolta sprizza fuori per natu-rale pressione , lal'altra ne viene estratto per mezzo di trombe. Per la massima parte il petrolic del commercio proviene ora dalle sorgenti deU'America; se ne estrae an-cora in Persia, e presse di noi nel Modenese, in Calabria, in Sicilia.
ß un liquide di colore giallo rossastro piü o meno intense, untuoso al tatto, di odore forte, puzzolente, sapore acre spiacevole ; meno pesante dell'acqua, nella quäle e insolubile ; mescibile coll' alcole concentrate , cell'etere, cogli olii fissi ed essenziali; discioglie molte resine , la canfora, la cera, piccole quantitä di zolfe , di fesfere, di iodo, ecc. E infiamraabilissime, arde con fiamma molto il-luminante pero fuligginosa se non vi cencorra sufficiente quantitä d'aria.
Assoggettato a distillazione frazienata fernisce differenti idrocarburi aventi un varie punto di ebulliziene ; fra cui i principali sone la nafta ehe belle a 90deg;, il naftene ehe belle a 415deg;, ed il naftolo ehe belle a 190deg;; contiene inoltre gran quantitä di benzina e di paraffina.
Uso interno. — L'elie di sasse ha melta analegia d'azione colla essenza di trementina (vedi) sia quande e ammini-strato internamente, ehe quande e applicato aH'esterno. In generate perö si ricorre seltanto all'use interno del pe-trolio nelle coliche ventese, nella tirapanitide dei rumi-nanti e nell'elmintiasi inteslinale.
Si amministra alle seguenti dosi:
Solipedi e bovini . , da 10 a 30 grammi Ovini e maiali ... da 2 a 10 raquo;
Gani......da 0,50 a 3 raquo;
sotto forma di elettuarie, bole, emulsiene, tanto sole ehe associate all'alcol ed all'acqua di calce.
Uso esterno. — Quest'olio e qualche volta messe a partite nella cura delle piaghe e delle ulceri ateniche e sor-
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243 dide, e per uccidere i parassiti cutanei. Per lo piü non si adopera puro, ma dilungato con due a quattro parti d'alcol.
II petrolio deve essere usato di preferenza della nafta, la quäle ha un prezzo assai piü elevato , siccome quella ehe si ricava per distillazione frazionata dal petrolio (e il prodotto ehe distilla a circa 90deg;).
Oppio.
E il succo condensate, ottenuto per incisioni o per pres-sione, delle cassule prossime a maturitä, o fors'anco di allre parti, del papavero sonnifero, eoltivato nei paesi oriental!, e del quale, con successo, si 6 in questi ultimi tempi ten-tata la cultura in Algeria ed in aleune regioni meridionali di Francia, come la potrebbe essere nelle regioni pin meridionali d'ltalia.
In commercio se ne conoscono tre differenti principali qualitä e sono : I'oppio di Srairne, quelle d'Egitto e quello di Costantinopoli; nel commercio francese se ne aggiunge una quarta qualitä, I'oppio indigeno ; sono qualitä poco frequenti, quella di Persia e quella delle Indie; radissimo poi, ed appena si trova nelle collezioni di droghe, e I'oppio in lagrima.
Oppio di Smirne. — Fra le qualitä commerciaü e la piü pre-giala, e in masse o focaccie irregolari, schiacciate; e mol-liccio, tenace, offre talora alia superficie alcuni semi di romice colle foglie del quale sono spesso ravvolti i mozzi; si secca all'aria ed allora offre spezzatura lucida e diviene polverizzabile; ha eolore giallo fulvo, ehe s'incupisce all'aria; ha odore forte viroso; sapore amaro. Avvieinalo ad un corpo fiammeggiante arde assai vivamente. Si rammol-lisce, si disaggrega e si scioglie nell'acqua fredda per circa la metä del suo peso, ed in maggior copia in quella bol-lente, e nell' alcole debole; solubile in parte pure nell'aceto e nel vino, eontiene dall'8 al 12 0/0 di morfina.
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Oppio d'Egitto, o tebaico. — ß in raozzi piü regolari schiacciali, ricoperti da residui di foglie di papavero, di maggiore durezza del precedente, friabile, chiamato ancora perciö oppio a martello nel commercio delle droghe , e di colore rosso cupo, non lucente, ha odore meno viroso; non si secca all'aria anzi vi e alquanto igroscopico; deve con-tenere dal 5 all'S p. % di morfina.
Oppio di Costantinopoli. — E in masse o focaccie ora voluminöse, compresse, irrcgolari; ora in pezzi piü piccoli, compressi, tondeggianti, uniformi, ravvolti entro una fogha di papavero: ha sapore meno amaro ed odore viroso meno pronunciato di quanto lo sia quello deile due qualitä pre-cedenti. Lasciato all'aria divien secco e di colore bruno quasi nero; non contiene ehe dal 4 al 6 p. 0/0 di morfina.
Assai complessa e la composizione immediata dell'oppio e pare ehe l'analisi chimica non vi abbia peranco detto in proposito Fultima parola; tutto giorno infatti novelli analizzatori vi scoprono un novello corpo. I principali com-ponenli perösono: morfina, codeina, narcotina, merconina, narceina, papaverina, porfirossina, tebaina, apomorfina, acido meconico, resina parlicolare, gomma elastica, sostanza grassa, principio volatile odoroso, fibra vegetale, ecc,
Estratto acquoso. — L'estratto acquoso o gommoso d'oppio si ottiene trattando per macerazione ed a piü riprese con acqua fredda dell'oppio di buona qualitä, rolto in pezzelti, fino a totale esaurimento dei materiaii solubili nell'acqua medesima; le tinture filtrate per carta e riunite si evapo-rano a b. m. a consistenza estrattiva. L'oppio di buona qualitä, fornisce all'incirca la melä del proprio peso di estratto di voluta consistenza, il quäle deve perciö conte-nere almeno dal 12 al 16 p. 0/0 di morfina.
Laudano liquido del Sydenham; tintura anodina; enoleo d'oppio composto. — Si prepara macerando per alcuni giorni in grammi 72 di vino generoso nostrano o di vino di Malaga grammi 8 di oppio di Smirne, grammi 4 di zafferano, ed
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1 gramma per caduno di garofani e di cannella in polvere; si filtra per carta.
Morfina. — E il piu importante componente dell'oppio e si estrae da questo con differenti processi, fra i quali uno dei piü speditivi consiste nell' esanrire totalmente I'oppio di Smirne con acqua fredda; ai liquidi portati all'ebulli-zione si aggiunge calce spenta nel rapporto del quarto del peso dell'oppio impiegato e stemprata in un volume d'acqua eguale al volume del raacerato acquoso, si prosegue per alcuni minuti I'ebullizione, indi si cola per fitta tola; la calce precipita la narcotina, la codeina , come precipita , combinandosi con esso, I'acido meconico; la morfina di-sciolta dalla calce passa nel liquido flltrato, il quale si concentra fino a piccolo volume, ed allora vi si aggiunge del sale ammoniaco nel rapporto di un 16m0 dell'oppio ado-perato; si produce cosi del cloruro di calcio, mentre si precipita lentamente cristallizzata la morfina, la quale, separata dal liquido , si ridiscioglie in alcole concentrato a caldo, si filtra e si fa cristallizzare per lenta evaporazioue.
E bianca, cristallizzata in prismi rettangolari od in ot-taedri trasparenti, inodori, di sapore amarissimo e persistente. L'acqua fredda ne scioglie circa un millesimo ed il doppio quella bollente, assai piü solubile nell'alcole or-dinario, pochissimo solubile nell'etere, e negli olii grassi. Non si altera all'aria; riscaldata a 120 diviene anidra ed opaca; aumentando la temperatura si fonde e si altera profondamente, ha poteri basici assai forti, satura poten-temente gli acidi anche gagliardi.
L'acido nitrico la colorisce in rosso sanguigno, mesco-lata con amido o meglio con amidolina e trattata quindi con acido iodico prende una tinta azzurra; gettata in polvere entro sature soluzioni di sali ferrici (cloruro o sol-fato) produce un colore turchino intense non persistente; eguale coloramento produce nei sali d'oro; di analoga ma-niera si comportano i sali di morfina.
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Uso interno. — L'oppio amministrato a dosi opportune per le vie digestive e spesso cagione di vomito nei carni-vori; ui tutli gli animali domestici ditninuisce la secrezione mucosa intestinale e rallenta i inoti peristaltic! degli inte-stini; 11 suo arrive nel sangue 6 seguito da passeggieri fenomeni d'eccitazione nervosa e vascolare, ai quali poi succedono fenomeni d'indole opposta, ossia lo stupore, la sonnolenza, la diminuzione della sensibilitä, il rallentamento della circolazione sanguigna, i'infiacchimento o I'impotenza muscolare; alcuna volta appaiono pure sudöri copiosi e diuresi. 1 ruminanti ne sentono raeno I'azione degli altri animali domnstici. — L'oppio e utilmente usato nella cura #9632;lelle diarree e tlissenlerie accompagnate precipuamente da eretismo nervoso, nelle tossi doiorose e spasmodiche e nelle stesse pneumoniti moilo doiorose, quando la flogosi veste indole astenica e spuria, oppure allorchö le flogosi polmo-nari squisite sono slate in parte domale colle emissioni sanguigne ed altri antiflogistici; giova altresi grandemente nelle coliche spasmodiche e neiriscuria spasmodica: spesso da pure soddisfacenli risultati nella cura del tetano e del-I'epilessia, purche la prima infermitä non dipenda da le-sioni meccaniche della colonna vertebrale, oppure non siano di giä avvenute alcune tra le sue abituali morbose succes-sioni, e la seconda non vada congiunta a notevole flus-sione all'encefalo. Vuolsi pure da molti ehe Toppio torni proficuo nel trattamento delle recenti affezioni reumatiche. Dosi:
Solipedi.....da grammi 2 a 6
Bovini.....da raquo; 3 a 8
Ovini.....da raquo; 1 a 4
Maiali.....da raquo; 0,50 a 1
Cani .....da raquo; 0,10 a 0,60
Le dosi indicate ponno essere ripetute piü volte nella giornata a seconda della natura e gravila delle infermitä. L'oppio £ amministrato in bolo, in elettuario o meglio
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sotto forma liquida neU'acqua semplice, nell'alcole dilun-gato con acqua, o in altri eccipienti liquid! preparati con sostanze medicamentose coadiuvanti la sua azione lerapeu-tica. Esso e associate a moltissime sostanze, pin spesso perö alia digitale, al calomelano, al tartaro emetico, al sale ammoniaco, allo zolfo, nelle affezioni dell'apparecchio resps-ratorio sopraindicate; aU'olio empireumatico, alia valeriana, alia canfora, all'assafetida, alia camorailla nel tetano, nelle coliche spasmodiche, e neU'epilessia; alia magnesia, al ra-barbaro, agli astringenti vegetali nella diarrea e dissen-teria; finalmente ai sali purgativi quando debbesi usare per lungo tempo , e vuolsi prevenire la costipazione ehe suole determinare.
Uso esterno. — L'oppio 6 adoperato quale topico anodino nelle lesioni traumatiche (coniusioni, ferite, ecc), nelle oftalmie molto dolorose , disciolto in decozioni mucilagi-nose , ovvero in inlusioni aromatiche (1, 80 a 100); in clisteri, aggiunto alle decozioni mucilaginose , come cal-mante ed antispasmodico nel tenesmo e nello spasmo della vescica.
L'estratto acquoso d'oppio deve essere amministrato a metä dose dell'oppio, e si putraquo; propinare in pillole, in elettuario, oppure sotto forma liquida. Esternamente e applicato negli stessi casi dell'oppio.
// laudano liquido del Sydenham e la tintura d'oppio, o te-baica, hanno coll'oppio comuni le proprietä terapeutiche. Devono essere amministrati a dosi dieci o dodici volte mag-giori dell'oppio. Esternamente servono per lo piü alia pre-parazione di collirii unitamente a decozioni mucilaginose (1 p. di laudano o di tintura e 50 a 80 di decozione).
Le indicate preparazioni officinali deU'oppio non deb-bono essere adoperate in veterinaria ehe in alcuni casi ec-cezionali, avuto riguardo al loro prezzo elevato.
La morfina ed i suoi sali agiscono in modo analogo al-I'oppio; furono perö ancora poco sperimentati in veteri-
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naria. Secondo Hertwig la morßna deve essere data a dosi minori di due terzi di quelle fissate per I'oppio, le quali a noi sembrano troppo grandi. Si amministra in pillole, boli e menstrui mucilaginosi owero col metodo ender-mico. — La inorfina e i suoi sali (vedi Acetato di morfina) ponno essere applicati come anodini. L'aHo loro prezzo perö e un serio ostacolo al loro uso nolle malattie degli animali domestici.
L'oppio fa parte della polvere del Dower, molto racco-mandata per uso interno nelle affezioni reumatiche, nolle spasmodiche ed anche nelle diarree; essa consta di due parti di nitrato di potassa, 2 di solfato di potassa, 1 d'op-pio, 1 di radice di ipecaquana, 1 di radice di liquirizia, polverizzati ed esattamente mescolati; e si da in bolo ed in elettuario ai solipedi alia dose di 6 a 10 gr. ed a quella di centigrammi 40 a 1 gramma ai cani, parecchie volte al giorno.
Gli attossicamenti, prodotti dalla ingestione dell'oppio e suoi derivati farmaceutici e chimici si combattono (fatta astrazione degli emetici) col tannino e decozioni o infusi di piante tannifere, colla tintura di iodio, col ioduro po-tassico iodurato, coll'acqua di cloro e cogli ipocloriti al-calini, sostanze tutte cbe agiscono come antidoti chimici.
Incompatibilitä. — Non si associ l'oppio ed i sali di morfina cogli alcali, coi carbonati alcalini o terrosi, non colle sostanze astringenti, ne coi eorpi additati quali antidoti dell'oppio medesimo.
Ossido ferrico. — Ferossido o sesquiossido di ferro.
Due soli fra gli ossidi del ferro, sono adoprati allo stato d'isolamento, e sono il perossido o sesquiossido e I'ossido salino o magnetico.
11 perossido, sesquiossido, ossido ferrico, portava nella farmacia antica nomi differenti a seconda del proeedimento
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249 con cui era ottenuto; cosi il colcotar vitriolico era ossido ferrico piü o meno puro, ottenuto colla calcinazione del solfato di ferro o vetriuolo verde; il croco o zafferano di Marte aperitivo era il prodotto della lenta ossidazione della limatura di ferro abbandonata alia rugiada od all'aria umida; il croco di Marte astringente si aveva calcinando quest'ultimo prodotto. Pensiamo tutte quesle varietä officinali di ossido ferrico debbanc lasciare il posto al prodotto ottenuto col seguente procedimento:
Solfato di ferro cristallizzato . parti 17 Carbonato di soda raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo; 20
Si scioglie il sale ferroso entro 5 volte il suo peso di acqua; nella soluzione fredda e filtrata si versa a poco a poco il carbonato alcalino sciolto in sufficiente quantitä d'acqua, continuamente agitando la massa; si lascia quindi in riposo per ventiquatiro ore, si decanta, ed il deposito si diluisce con novella quantitä d'acqua; si lascia deposi-tare di nuovo, si decanta il liquido ed il sedimento si lava con altra acqua, cosi continuando insino ad averlo spo-gliato del carbonato alcalino; allora si fa sgocciolare sopra tela fitta, e, disteso sopra larga superficie, si fa asciugare all'ombra.
II prodotto ehe si forma per doppia decomposizione di due sali e carbonato ferroso, il quale per I'azione dell'aria si scompone, vi si svolge la maggior parte dell'acido car-bonico, ed il protossido passa successivamente allo state di ossidi intermedii e finalmente di ossido ferrico.
fi una polvere di colore rosso bruno, inodora, insipida, insolubile, fissa ed infusibile; piü pesante dell'acqua ; si discioglie intieramente con leggiera effervescenza negli acidi solforico, cloridrico, ecc, producendo soluzioni colorate in giallo intense. Puö essere riguardata costituita tal polvere per la massima parte da ossido ferrico, da pochi centesimi di carbonato ferroso ed acqua.
Per gli usi vedi VOssido ferroso-ferrico.
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L'idrato di perossido di ferro si ottiene scomponendo con ammoniaca in leggero eccesso, una diluita soluzione di sol-fato o di cloruro ferrico; il precipitato rosso cupo cosi ot-tenuto , dopo lavato a piu riprese , si conserva nella far-macia sotto l'acqua distillata. ßaccomandasi in tale stato particolarmente per combattere i venefizi arsenicali attesa rinsolubilitä deU'arsenito non ehe deH'arseniato ferrico.
Ossido ferroso-ferrico. —
Ossido salino o nero di ferro. — Ossido magnetico.
— Etiope marziale.
E un ossido salino risultante daila combinazione del ses-quiossido col protossido di ferro: si puö ottenere precipi-(ando con ammoniaca o con carbonati alcalini una soluzione mista di un sale ferroso e di uu sale ferrico ad equivalenti eguali. Nolle farmacie si suole preparare sia calcinando il sesquiossido di ferro ridotto in densa pasta con olio fisso o con aceto , sia abbandonando all'aria della liraalura di ferro inumidita, rimovendo spesso la massa, e surrogando l'acqua ehe per evaporazione e per scomposizione si dis-sipa. Dopo cinque o sei giorni di reazione, si diluisce la massa in maggiore copia d'acqua, si lascia deporre la li-matura non ossidata; si decanta il liquido torbido, il quale col riposo abbandona Tetiope marziale ehe poi si fa sec-care all'aria; sulla limatura non ossidata si ripete la stessa operazione. Affretta la riuscita deH'operazione il bagnare la limatura con acqua acidulata di acido nitrico o cloridrico.
E una polvere nera, d'onde il nome d'etiope, inodora, insipida, insolubile nell'acqua , attraibile damp;lla calamita; inalterabile all'aria a freddo, col riscaldamento si converle in sesquiossido; si deve disciogliere intieramente nell'acido cloridrico e nel solforico senza effervescenza.
Sono ossidi salini di ferro le battiture, o scaglie ehe si staccano dal ferro rovente neH'aUo ehe si hatte col mar-
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251 telio, Hanno perö questi ossidi una differente costituzione.
Ud. — 1 due ossidi indicati hanno comuni colla limatura di ferro le proprieta terapeutiche; si amministrano allo interno alle stesse dosi, in associazioni e forme identicbe nelle medesime malattic ehe la limalura di ferro (vedi).
Wacqua ferrata ed il vino ferrato si preparano spegneudo ripetulamente qualche pezzo di ferro rovente nell'acqua o nel vino. Tali preparazioni sono amministrate internaraente quäle medicamenlo tonico astringente ; adopransi ancora allo esterno come astringenti. Non moito differente dalle precedent! preparazioni e l'acqua rugginosa, ottenuta merce l'immersione prolungata del ferro rugginoso (ossidato) nell'acqua, ovvero lasciando per lungo tempo esposta all'aria Vucqua ferrata, ed e pure propinata agli animali interna-mente quäle farmaco astringente e ricostituente.
Ossido di magnesio. — Magnesia calcinata. — Magnesia caustica. — Antiacido disaeräto.
Si ottiene riscaldando entro crogiuolo o pignatta di terra al calore rosso scuro del carbonato di magnesia officinale fino a ehe tutto l'acido carbonico siasi sviluppato, il ehe si riconosce traltando una piecola quantitä del residue, raffreddato, con aeido solforico o cloridrico diluiti, i quali devono discioglierlo compiutamente senza aleuna efferve-scenza.
E in pulvere bianca , leggera per modo ehe si solleva facilmente nell'aria; arida al tatto , inodora , lasciata un istante sulla lingua vi produce un sapore amaro-terroso, onde il nome di terra amara, densitä = 3, 3; infusibile; pochissimo solubile nell'acqua fredda (1 : 5442), a cui tut-tavia comunica distinta reazione alcalina ; meno solubile ancora nell'acqua bolleme (1:36,000). Lasciato all'aria, ne atlrae l'uniiditä e l'acido carbonico; si deve per tale ra-gione conservare in recipient! ben chiusi. Si deve sciogliere
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in totalitä e senza effervescenza nell'acqua acidulata con acido solforico o cloridrico ; la dissoluzione deve essere scolorita e non venire precipitata no coll'ossalato d'am-moniaca, ne coll'acido solfidrico.
Usi. — La magnesia calcinata e propinata internamente come medicamento antiacido od assorbente e come lassativo. Negli animali domestici tale farmaco ^ per lo piü soltanto adoperalo come antiacido nelle piccole specie e nei giovani animali delle grandi, nelle infermita indicate all'articolo Carbonato di magnesia (vedi) in associazioni e forme ana-loghe, ed alle seguenti dosi:
Solipedi e bovini . . da 42 a 30 grammi Ovini e maiali ... da 4 a 8 raquo;
Cani......da 0,40 a 2 raquo;
La magnesia usta coslituisce pure un oltimo antidoto chimico negli attossicamenti dovuti ad ingestione di acidi caustici in generale e dell'acido arsenioso in particolare; per queste ultime indicazioni 6 preferibile I'idrato magne-sico umido.
Ossido mercurico. —
Biossido, deutossido di mercuno. —
Precipitato rosso.
Si prepara nei laboratorii chimico-industriali calcinando in opportuni limiti di temperatura il nitrato di mercurio, finchö piü non si svolgano vapori rutilanti e ehe la massa sia divenuta incoerente; il residuo, fatto in polvere, giova lavarlo con acqua alcalizzata, a fine di spogliarlo d'ogni traccia di sale indecomposto.
Viene esibito dal commercio in masse poco coerenti, pesanti, costituite da minuti cristallini, brillanli, di bei co-lore rosso-chiaro, ehe diviene giallo-pallido colla tritura-zione; e inodoro, ha sapore stitico metallico; e legger-mente solubile nell'acqua e nell'alcole, inalterabile aH'aria
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253 se nell'oscuritä , concorrente la luce s'altera lentamente perdendo l'aspetto brillante; riscaldato moderatamente di-viene bruno, ma col raffreddaraento il colore si ripristina; scaldalo al disopra di 400deg; si risolve in ossigeno ed in mercurio metallico.
Si scioglie compiutamente e senza fare effervescenza nel-I'acido nitrico o cloridrico formando dissoluzioni scolorite. Questo carattere, accompagnato da quelle della sua totale volaliiizzazione come venga sufficienteraente riscaldato, fa riconoscere se sia , come talvolta accade , mescolato per frode con sostanze estranee, quali 1'ossido ferrico, la pol-vere di mattone, il minio, ecc.
Uaequa fagedenica ha per base quest'ossido, di un'altra modificazione perö, della modificazione gialla.
Usi. — L'ossido mercurico o precipitate rosso e usato sollanto aU'esterno siccome caustico e fondente. Gome cau-stico 6 applicato in polvere oppure in pomata (1 parte di precipitate e 5 a 7 di grasso) sulle piaghe ed ulceri fun-gose, sopra alcune neoplasie, od e introdotto nel tragetti fistolosi. Nelle congiuntiviti croniche, nelle opacitä corneali, nel panno, negl'induramenti delle gbiandole del meiboraio torna assai efficace I'uso del precipitate rosso sotto forma di collirio molle. II farmaco e usato in pomata semplice, o composta variamente, a seconda dei casi. La pomata semplice di precipitato rosso e preparata con 1 parte di precipitate e 20 a 60 parti di burro non salato o di cerate semplice, ed anche di adipe; alia quale suolsi associare l'ossido di zinco (1 p. di ossido su 20 a 40 p. pomata), la can-fora, I'oppio, ecc. (nella proporzione cli 1 a 20 fino a 60).
La pomata di Waldinger raccomandata contro il panno consta di
Burro.........60 grainmi
Canfora........4 raquo;
Solfato di zinco
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r aanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2
Precipitate rosso ' ''.....
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Ossido di manganese.—
Biossido o surossido di manganese. —
Ossido manganico. —
Magnesia nera. — Pirolusite.
Fra 1 molteplici ossidi del manganese il piu iraportante cosi per le dirette come per le indirette applicazioni si e il biossido. Ce lo offre in copia la natura inorganica nel minerale conosciuto col nome di pirolusite, la quale spesso e del biossido di manganese in istaio di purezza sufficiente per molte delle applicazioni a cui e destinato. Presentasi generalmente in masse pesanti, irregoiari, di colore d'ac-ciaio, d'aspetto talvolta metallico, coslituito da minuti cri-stalli aghiformi e radianti, pel quale carattere di struttura si distingue dal solfuro d'antimonio nativo, col quale per comunanza d'aspetto potrebbe confondersi. Si polverizza facilmente, la polvere e nera, non splendente, maccbia le dita; 6 inodoro, insipido, insolubile nell'acqua.
fi inalterabile airaria; col riscaldaraento sviluppa por-zione de! suo ossigeno e lascia in residuo un ossido salino; trattalo con acido solforico concentralo a caldo si discioglie, si sviluppa ossigeno e si produce solfato manganoso solu-bile; trattandolo con acido cloridrico concentrate e caldo si produce cloruro manganoso, acqua e cloro libero ; per questa proprietä viene impiegato pella preparazione del cloro.
Usi. — L'ossido di manganese e state cimentato in al-cune malattie dei solipedi. Si riconobbe vantaggioso il suo use interne nel cimurro equino inveterate, nel farcino, nel moccio e nolle croniche eruzioni cutanee. G!i venne attri-buita un'azione tonica ed un'altra alterante. Si da il far-maco ai solipedi alia dose di 15 a 30 grammi per due o tre volte al giorno, e si associa a sostanze amare ed aro-matiche, in forma di boli o d'elettuario.
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Esternamente.—L'ossido di manganese 6 stato con successo applicato a cura della rogna, dei ricciuoli secchi inveterati e degli erpeli cronici dei varii animali doraestici. Per tale uso si prepara una pomata di manganese con 2 a 3 parti di ossido polverizzato ad 8 parti di adipe suino.
L'ossido di manganese polverizzato puö essere utilm^ite usato sulle piaghe sordide; esso fa parte del miscuglio per le fumigazioni Guitoniamp;ne.
Ossido piombico — Protossido di piombo. — Litargirio.
II protossido di piombo e conosciuto sotto due different principali modiflcazioni distinte coi nomi di massicot e di litargirio; quest'ultimo e quello piii spesso destinato agli usi farmaceutici. E fornito in copia daü'industria metal-lurgica come prodotto accessorio deU'estrazione deil'ar-gento, del piombo argentifero. 11 piu pregiato , perocchö piü puro, 6 quello inglese.
E in pagliuzze micacee, semivitree, di colore rosso gial-lognolo, assai pesante, inodoro; lasciato in bocca per qualche tempo rende sapore dolcigno stitico. Leggermente solubile nell'acqua pura, non sensibilmente in quella ehe contenga composti salini, e fra gli altri i sali calcari. Di qui si comprende come il piombo sia facilmente intaccato dall'acqua distillata e piovana e non sensibilmente da quelle comuni.
Attrae lentamente daU'aria 1'acido carbonico; scaldato in contatto dell'aria ed a non troppo elevata temperatura fissa dell'ossigeno e si converte in minio, ehe e un ossido salino; fatto fondere nei crogiuoli di gres li perfora, for-mandosi silicate di piombo assai fusibile. fi base assai gagliarda; si scioglie con leggera effervescenza , e quasi compiutamente nell'acido nitrico od acetico, e la soluzione deve essere scolorita; e disciolto pure dagli alcali e dalla
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calce, formando con essi del composti salini, denominati #9632;piombiti; scaldato con corpi ossidabili facilmente si riduce.
11 Utargirio del commercio 6 spesso inquinato da rame, da ferro, da acido silicico; i sopra notati caratteri della sua pressoche complela dissolubilitä negli acidi nilrico ed ace^fico, e I'essere scolorita la dissoluzione, ne svelano la frode; deve inoltre formare coH'olio un empiastro bianco ed agglutinative.
Usi. — Gli ossidi di piombo non sono usati interna-mente; allo esterno il Utargirio e adoperato come essicca-tivo ed astringente nella formica interna dell'orecchio del cane, quando esistono erosioni ed ulceri senz'otite acuta, ed e applicato solo oppure associato al carbone polveriz-zato nelle proporzioni di 1/2, 1/3, 1/4. Alcuni velerinarii fauno uso del utargirio in pomata nelle distensioni e nei tumori sinoviali; la sua azione astringente pertraquo; non e in tali emergenze proporzionala alle lesioni ehe si vogliono curare.
Ossido di potassio-idrato. — Idrato potassico. — Potassa o pietra caustica.
La potassa caustica delle farmacie e I'idrato di protos-sido di potassio; si ottiene versando latte di calce a piu riprese entro soluzione bollente di carbonate potassico, fatta nel rapporto di 1 :15, procurando ehe l'ebullizione non venga mai interrotta; quando un po' di liquido chiaro tolto dalla massa reagente, esplorato con acqua di calce, piü non s'intorbidi, si lascia in riposo , si decanta e si ultra per separare il sedimento calcare; il liquido chiaro si concentra entro recipiente di ferro forbito o d'argento, finche piü non si sviluppino vapori acquosi; si getta la massa fusa sopra lastra di ferro od entro pretelle, ed ap-pena fatta fredda e solida, si ripone in bocce di vetro ben tappate.
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La potassa causlica per tal guisa ottenuta contiene an-cora qualche porzione di carbonato , di cloruro potassico ed altre impuritä, dalle quali si puö sbarazzare mediaate l'alcole; ma per gli usi medici basta quella ottenuta col sopradescritto metodo, conosciuta uelle officine col nome di potassa alia calce, da non confondersi colla polvere o caustico di Vienna, di cui sotto.
fi in masse, in cilindri od in pezzetti emisferici, bianca, inodora, di sapore causticissimo; deliquescente all'aria, da cui pure attira l'acido carbonico; solubilissima neH'aequa e neU'alcole; la sua soluzione acquosa e untuosa a! tatto ed offre intensissima azione alcalina. Riscaldata, fonde at calore rosso-scuro, a piü elevata temperatura si sopros-sida e si fa di color verde, si scompone perö a nessuna temperatura.
Fatta reagire in soluzione concentrata e caida coi tessuti organic!, segnatamente se animali , li decompone e di-strugge; intacca e corrode il vetro, la porcellana , ecc. E base gagliarda, ehe sostituisce nelle loro combinazioni la maggior parte degli altri ossidi metallic!; in presenza del-l'acqua intacca la maggior parte dei metalli; e velenosk-sima ; se ne combattono gli effetti tossici con aeidi diluiti, acetico, citrico, sugo di limone, aceto, con olii grassi, ecc.
Polvere di Vienna — caustico di Vienna. —Si prende calce caustica, ottenuta dalla calcinazione dell'idrato calcare, e potassa caustica, di caduna parti eguali, si mescolano rapi-damente ed esattamente entro mortaio di ferro riscaldato; la polvere omogenea si serba pel bisogno entro ben ottu-rata boccetta.
Usi. — La potassa caustica non e d'ordinario usata in-ternamente. — AU'esterno puö essere adoperata per distrug-gere i tumori costituiti da tessuti patologici, le ulceri cal-lose, per cauterizzare le ferite complicate dairinoculazionlaquo; di virus e veleni, per determinare cauterü; in veterinaria perö e di rado applicata per causa delia difficoltä ehe s'in-
Compendio i 7
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contra a limitare la sua azione distruttiva, ed anche perche-
si ricorre piü volontieri all'uso del cauterio attuale. —
L'escara determinata dall'applicazione della potassa cau-
stica e grigiastra, molle , diffluente, supera in estensione
quella occupata dal caustico adoperato, ed e eliminata len-
tamente.
La polvere caustica di Vienna non presenta gl'inconve-nienti della potassa caustica sola; essa, applicata in polvere oppure in pasta fatta con acqua, o meglio con alcole, produce prontamente la formazione di un'escara solida e ben limitata, e puö essere adoperata nei casi preaccennati. — Se non ehe il veterinario puö senza alcun danno far a meno di questi due agenti caustici.
Ossido zincico. — Protossido di zinco. — Fieri o bianco di zinco.
Quest'ossido e preparato in grande per le applicazioni industriali, e fornito perciö assai a buon mercato dal com-mercio; si puö d'altronde facilmente ottenere sia colla di-retta combustione dello zince nell'aria, sia precipitandolo da una soluzione salina, dal solfato di zinco ad eserapio, mediante un carbonato alcalino, calcinando fmalmente il carbonato per svilupparne I'acido carbonico.
E in polvere bianca, inodora, insipida, insolubile nei vei-coli neutri; riscaldata ad alta temperatura, senza decom-porsi, ingiallisce , ritorna bianca col raffreddamento, si scioglie cosi nei liscivii alcalini, come nella maggior parte degli acidi; per la sua solubilita negli alcali si puö rico-noscere ove sia per frode mescolato con calce , con magnesia od altre simili impuritä.
La tuzia e un ossido impure di zinco ehe si ricava dalle alte gole dei forni in cui si trattano minerali di ferro zin-ciferi; si fa in polvere , s'impasta con acqua , ed, attac-cata a bastoni la massa, si fa seccare; si distacca e si pone
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259 in commercio sotto forma di lastre ruotolate, brune, ruvide al tatto. Gonsta la tuzia di ossido zincico da 90 a 94 parti sopra 100 , le rimanenti sono ossidi di ferro, di piombo, scorie, carbone, ecc. Deve la buona tuzia disciogliersi quasi in totaiitä e con leggera effervescenza negli acidi solforico e cloridrico, fornendo una dissoluzione poco co-lorata.
Usi. — I fieri di zinco sono qualche volta amministrati come antispastnodico ai cani affetti da epilessia, e si danno a questi animali alia dose di 20 a 80 centigrarami, asso-ciati per lo piü alia radice di valeriana polverizzafa, in forma di pillole.
Alle esterno I'ossido di zinco e usato come astringente ed essiccativo sulle piaghe ed ulceri sordide e fungose tanto solo, quanto associato si carbone polv. o ad altre polveri assorbenti ed astringenti. Coll'ossido di zinco si prepara eziandio unapomata (1:6-12 di grasso o di cerate sem-plice) usata nella cura della congiuntivite e della blefarite.
La tuzia era un tempo molto usata in collirio secco per curare la opacitä della cornea lucida ; presentemente e quasi caduta in disuse, se non e nella raedicina volgare.
Papavero sonuifero.
Le parti usate del papavero sonnifero, bianco o nero, ehe e pur quelle ehe si coltiva nei paesi caldi per I'estra-zione dell'oppio, sono le capsule o teste, le quali debbono raccogliersi un poco innanzi della lore maturitä,cioe quando i semi non sono per anco distaccati dalla placenta, e ehe il pericarpio e ancora di colore verde; raccolte piü tardi perdono gran parte della lore efficacia. Le foglie del papavero raccolte prima della fioritura godono di analoghe propriety, sono perö poco in use.
Queste capsule sono rieche di principii mucilaginosi e contengono pure qualche traccia di morfina non ehe di al-
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cuni altri materiali proprii dell'oppio, i semi danno colla pressione un olio fisso, ehe e preparato in grande in Francia per gli usi domestici, e conosciuto col nome di huile d'ceillette; non godono questi semi, ed a ragione, ri-putazione alcuna in medicina.
Usi. — II papavero sonnifero gode di propriela analoghe a quelle dell'oppio (vedi): ne sono perö hecessarie gran-dissime dosi per ottenere effelti ben distinti. Si adoperano per lo piu le sole teste verdi, o secche, per preparare de-cozioni, ehe sono arnministrate internamente nelle coliche nervöse, nelle diarree, nelle dissenterie, ecc; ed esterna-mente sono usate in applicazioni topiche, lozioni, fomenta-zioni, cataplasm!, collirii, in tutte le esterne malatlie accom-pagnate da acuti dolori.
Ai solipedi e bovini si puö amministrare la decozione concentraia preparata con 10 o 12 teste secche di papa-veri per ogni dose; ai cani, quella ottenuta con 1 o 2.
Uestratto di papavero sonnifero o bianco ed il sciroppo dia-codio non sono usati in veterinaria.
11 papavero rosso (P. Rhoeas), sehbene goda di propriela narcotiche, non e usato. Si sono parecchie volte osservati mortal! attossicamenfideiruminant! cibatisi diquesta pianta, tanto comune fra noi; giovano gli antidot! segnalati al ve-nefizio con oppio.
Pace di Borgogna e nera o navale. — Ragia di pino.
La pece di Borgogna delle farmacie e una trementina semisolida ehe seola per incisioni daWAbies excelsa, o ehe proviene dalla depurazione per fusione e filtrazione attra-verso a strati di paglia, del galipot o resina di pino. La prima e conosciuta col nome di resina o pece bianca, la seconda di resina o pece gialla. E coslituita essenzialmente da acido pimarico, e da essenza di trementina in minore
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261 quantitä di quanta ne contengono le trementine propria-mente dette.
La pece nera e il prodotto dell'incompleta combuslione dei filtri di paglia ehe servirono a depurare il galipot, non ehe de' rami o ceppi di pini; si accatastano queste sostanze e vi si pone il fuoco, la resina a misura ehe fonde viene a colare entro tini pieni d'aequa. La pece navale e un misto di colofonia, di peee nera e di catrame, il quäle ultimo 6 un prodotto empireumatico ottenuto colla dislilla-zione seeea dei legni resinosi; il quäle, come giä dicemmo, puo surrogare in molti casi l'olio empireumatico.
Usi. — La pece nera 6 usata soltanto allo esterno. Ap-plicata sulla oute v'aderisce tenacemente e la irrita; eser-cita azione risolvente quand' e mantenuta applicata per lungo tempo sopra non antichi induramenti dei tessuti, e su parti affette da reumi cronici; entra nella composizione di molti unguenti, cariche, empiastri e misture agglutinative.
La mistura agglutinativa, ehe serve a spalmare le bende e stoppe per l'applicazione del iendaggio inamovibile di Dehvart per le fratture, consta di 4 p. di pece nera, 4 di pece dl Borgogna, 1 di treraentina; sostanze ehe debbono essere fuse insieme e ridotte ad un lutto omogeneo.
La pece nera e la trementina, fuse assieme a parti uguaii, servono per ispalmare i dischi di cuoio flessibile, destinati a ricoprire le piaghe del garrese e del dorso prodotte dagli arnesi, quando si vogliono eurare coll'utilissimo me-todo del Lund, il quäle metodo permette l'uso dei solipedi feriti.
La pece nera fa parte delVunguento basilico, il quäle e latto di 1 parte di peee nera, 1 di colofonia, 4 di cera gialla, 1 d'olio d'oliva, e si adopera esternamente come risolvente e digeslivo.
La ragia, o resina di pino, 6 non di rado usata interna-mente quäle farmaeo dotato di virtü espettorante nelle inveterate affezioni catarrali deH'appareechio respiratorio, e
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di virtü diuretica nelle affezioni reumaliche, croniche, negli
edemi antichi e nelle idropi delle cavitä splancniche.
Dosi:
Solipedi e bovini . . da 20 a 60 grammi Ovini e maiali ... da 4 a 12 raquo; Gani......da 1 a 6 raquo;
Tali dosi possono essere amministrate parecchie volte nella giornata. II farmaco e per lo piü propinato in pil-lole o nel liscivio di ceneri; e associato al carbonato di polassa, al sapone e ad allri diuretici.
La ragia di pino polverizzata, applicata sulle piaghe ato-niche, serve ad eccitarle, e, formando crosta col pus, a di-fenderle dal contatto dell'aria. Essa fa parle di molti un-guenti ed empiastri.
La pece di Borgogna gode di proprietä terapeutiche ana-loghe a quelle della ragia di pino, piü debole perö, perche contiene mjjiore proporzione d'essenza di trementina. Puö essere araministrata internamente nelle stesse malattte ehe la resina di pino a dosi un po' piü elevate. La pece di Borgogna fa anche parte di parecchi unguenti, cerotti e cariche.
Pepe nero.
II pepe nero, pepe comune o forte della drogheria, e il frutto del piper nigrum , pianta sarmentosa della faraiglia delle Piperaeee (Diandria triginia) ehe crcsce spontanea e si coltiva a Giava, a Sumatra, al Malabar, ecc. Contiene un olio volatile, un olio fisso concreto acre da eui dipende in massima parte I'odore ed il sapore del pepe , gomma, bassorina, acido malico e tartarico, amido, estraUivo, ed un peculiare principio azotato, la piperina, sostanza insipida, neutra, cristallizzabile, poco solubile nell'acqua enell'etere, assai neH'alcole.
La tintura di pepe e preparata col far digerire 1 parte di pepe poiverizzato in 6 parti d'alcole rettificato.
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Uso interno. — II pepe nero dato per le vie digestive, a convenienti dosi, accrescendo le secrezioni della mucosa ed i moti peristaltici del canale alimentare, attiva la dige-stione, ed inoltre determina una generate eccitazione. Al-lorquando e propinato a dosi troppo grandi, puö produrre gastro-enteriti mortali. E indicato il suo uso nella dis-pepsia, colica ventosa, meteorismo, indigestioni acute ed atonia del tubo digestivo , ed altresi nell'idroemia degli ovini, nelle tifoemie e nelle paralisie. Oltre di ciö il pepe nero e riputato afrodisiaco. .
Dosi :
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Solipedi .... da Bovini .... da
Ovini.....da
Cani.....da
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ripetute tre o quattro volte nelle 24 ore. II farmaco pol-verizzato e amministrato in pillole ed in elettuario. La tintura puö essere data a dose tripla in infusi aromatici o decozioni araare.
Uso esterno. — La tintura e la pomata di pepe (1 parte di pepe e 4 di adipe suino) sono usate in frizioni per com-battere i reumi cronici, le paralisie, gl'mduramenti cronici dei tessuti. II pepe polverizzato, solo oppure aggiunto al-l'unguento digestivo, basilico, ecc, e adoperato per irritare le piaghe e le ulceri atoniche, e per animate i setoni.
II pepe bianco, il quäle e nient'altro ehe il pepe comune spogliato della buccia nera, gode di proprietä analoghe a! precedente; e meno attivo e piü costoso , epperö merita-menle caduto in dimenticanza.
II pepe cubebe, e il frutto del piper cnbeba , pianta sar-mentosa della stessa famiglia, e ehe cresce particolarmente nelle isole dell'Arcipelago Indiancopy; ; e molto usato in te-rapia umana nella cura dei profluvii mucosi dell'apparec-chio genito-urinario, ma e stato messo pochissimo a pro-fitto in veterinaria.
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Permanganato di potassa. — Ipermanganato di potassa.
Si preparu esponendo al calore rosso oscuro durante un'ora, entro un crogiuolo di terra o meglio di ferro, un miscuglio di 4 p. di biossido di manganese, 3 p. 1/2 di ciorato di potassa, e 5 p. di potassa caustica sciolta in pic-colissima quantity d'acqua, ed agitando continuamente. Freddata la massa, si stempra in 200 p. d'acqua bollente, e si filtra per vetro polverizzato, o per amianto (1). II li-quido filtrato si neutralizza coH'acido nitrico diluito, tanto ehe basti a sviluppare la tinta rosso-violacea distinta e si concentra ad un mite calore. Col raffreddamenlo il liquide lascia deporre cristalli ehe si fanno essiccare sopra mattoni.
II permanganato di potassa e in cristalli prismatici mi-nuti, qualche volta della lunghezza di 3 centimetri, quasi neri ed a splendore rnetallico. Solubile in 15 a 16 p. d'acqua fredda, alia quale comunica un magnifico colore porpora. La sua soiuzione diviene verde cogli alcali, ed e completa-raente scolorita dall'acido solforoso, il quale ossidandosi forma solfato di potassio e solfato di manganese.
Incompalibilitli. — Non si associi colla glicerina, con qua-lunque decozione od infusione, ne con sostanze organiche in generale od ossidabili. •
S'adopera in chimica come corpo ossidante, ed 6 un pre-zioso reagente per rintracciare I'acido solforoso nell'acido cloridrieo, e per dimostrare la presenza dell'acid'o nitroso nell'acido nitrico, ecc.
Usi. — II permanganato di potassa e da poco tempo usato in terapia veterinaria : e state raccomandato nel me-
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(') La sostanza organica dclla carta sarebhe attaccata.
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teorismo e nella diarrea dei bovini a piccole dosi di 3 a 5 grammi in due litri d'acqua.
Esternamente. — Questo sale e stato piü estesamente e va-riaraente impiegato; e deve le sue rnolteplici appiicazioni assai piü alia sua azione deodorante e disinfettante , ehe a quella eccitante ed astringente da esso esercitata sopra le piaghe. II permanganato di potassa e stato cimentato con vantaggio nella cura delle piaghe ed ulceri sordide produ-centi rnarcia fetida, nel catarro auricolare dei cani ed in quello degli organi genitali, nella ritenzione delle secon-dine, nella formica del piede dei solipedi, nell'afta epizoo-tica, ecc. — Lo si usa in soluzioni fatte nell'acqua pura, nel rapporto di 1 : 30-500, e si ripetono le medicazioni tre o quattro volte ogni 24 ore, awertendo di non servirsi della spugna o delle filaccie nel fame Tapplicazione, perche lo decompongono.
Si fa eziandio uso del permanganato di potassa per dis-infetlare I'aria dei ricoveri degli animali, le muraglie , le suppellettili di stalla e gli arnesi da governo o da lavoro degli animali. Al fine d'ottenere il primo intento, cioe di disinfettare I' aria , si depongono nelle stalle reci-pienti contenenti una soluzione di permanganato di potassa, nella ragione di 1 : 100 d'acqua; oppure si spande la so-iuzione predetta sul pavimento. Colla stessa soluzione si possono lavare le muraglie dei ricoveri, gli arnesi, ecc; d'ordinario perö si preferisce per ciö adoperare il permanganato impuro, ehe e di minor costo. La proprietä deodorante e disinfettante del permanganato di potassa e dovuta ai fatfo, ch'esso si decompone a contatto delle sostanze organiche, e le ossida.
Picrato di potassa; trinitrofenato o carboazotato potassico.
Si prepara neutralizzando acido picrico con carbonato potassico in soluzioni bollenti; oppure per doppia decom-
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posizione di una soluzione calda di picrato ammonico con altra di carbonato o di cloruro potassico; col raffredda-mento il sale potassico si depone cristallizzato.
E in prismi ortorombici di colore giallo ; amarissimo; pochissimo solubile neU'acqua fredda; assai piü nella bol-lente; quasi insolubile nell'alcole e neli'etere; colla per-cussione e col riscaldamento deluona in modo spaventevole, onde la sua applicazione alle torpedini.
Usi. — II picrato di potassa e soltanto adoperato come antelmintico. ho si usa tanto contro i vermi rotondi, quanto contro i cestoidi. — Dosi:
Solipedi e bovini. . da grammi 20 a 40
Ovini.....da raquo; 0,60 a 1,20
Cani.....da raquo; 0,40 a 0,80
Si da in pillole ed in elettuario. Le dosi indicate pos-sono essere ripetute parecchie volte nel corso della giornata.
La propinazione deiranlelmintico deve essere seguita da quella di un purgante.
Pirossilina. — Eterossilina. — Xiloidina. —
Cellulosa nitrica. —
Fulmicotone o cotone fulminante, e Gollodio.
La pirossilina e cellulosa nitrica; per gli usi farmaceu-tici, suolsi ottenere prendendo 20 parti di nitro polverizzato e ben secco, 30 parti di acido solforico a 66, e cotone cardato parti 2. Si versa I'acido sopra il nitro , si rime-scola ad avere una rnassa omogenea, nella quale s'immerge il cotone, procurando ehe s'imbeva perfettamente, e conti-nuando a rimuovere vi si lascia inreazione per 8 o 10 mi-nuti; si getta il tutto in grande copia d' acqua; si de-canta, si rinnovella I'acqua parecchie volte, senza premere il cotone, ed infino a ehe I'acqua riesca perfettamente neutra ed insipida. Raccolta allora la cellulosa sopra tela, la si fa asciugare a temperatura ordinaria.
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Ha l'aspelto del cotone cardato o di quell'altra maniera di cellulosa ehe siasi adoperata; e perö di tatto im po' piü ruvido e di colore leggermente gialliccio ; insipida, inodora, insolubile nell'acqua e nell'alcole debole; posta neH'etere, si gonfia o quasi si scioglie, conferendo al liquide una certa vischiositä. Percossa violentemente, o ri-scaldata compressa, detuona; awicinandole un corpo acceso brucia rapidamente alia guisa della polvere pirica, ma senza lasciare residue; proprieta ehe la rendono utile per dare mine e fors'anco per le artiglierie; serve in farmacia pella preparazione del collodio.
Collodio: Etere solforico a gradi 60 . , . parti 15 Alcole. ...raquo;raquo;... raquo; 1 Pirossilina........ raquo; 1
Mescolato l'etere coiralcole entro boccia, vi s'irarnerge la cellulosa, e, chiusa la boccia, si agita la massa fino ad avere una massa omogenea, ehe si conserva in reeipiente ben tappato.
E un liquido scolorito, opaleseente, vischioso, di odore etereo, disteso sopra una superficie , rapidamente evapo-randosi il veicolo , lascia uno strato sottile trasparente, quasi una membrana, inalterabile all'aequa.
Usi. — 11 collodio e usato come agglutinative ed invol-vente nelle ferite in genere e piü particolarmente in quelle penetranti nelle articolazioni ed in quelle interessant! le ghiandole salivari; esso e pure state commendato come an-tiflogistico nelle flogosi delle ghiandole (orchite, mammite, parotitide), e nell'angina. Si applica sulle parti affette con un pennello o colle barbe d'una penna; a cagione dell'e-vaporazione dell'etere succede la formzione d'una crosta lucente, ehe e poco elastica e quasi friabile. L'aggiunta di ;ilcune goccie d'olio di ricino al collodio rimedia a questo inconveniente.
In veterinaria si fa eziandio uso poco esteso del collodion cantaridato nei casi in cui sono indicati i veseicatorii
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molto attivi. Noi abbiamo sperimentato parecchie volte questo epispastico e lo abbiamo riconosciuto di facile ap-plicazione, d'azione pronta ed energica molto; non crediamo perö ehe possa essere riguardato come mezzo capace di sostituire la cauterizzazione trascorrente, come e stato detto da alcuni.
II collodion cantaridato e applicato in punti oppure in istriscie sulla cute rasa; i peli si riproducono completa-mente.
II collodion cantaridato da noi sperimentato e stato otte-nuto con 125 parti di tintura eterea di cantaridi ed 8 di pirossilina. La tintura eterea e stata preparata facendo di-gerire per tre giorni 75 grammi di cantaridi in 150 di etere solforico e 10 di alcole.
II collodion caustico e poco usato in veterinaria.
Köhne raccomanda nella cura delle ferite pehetranti nelle articolazioni I'associazione del tannino al collodion (1/2:1).
II collodio emostatico di Pavesi, si prepara mescolando ben assieme 100 parti di collodio, 10 d'acido fenico, 5 di tannino puro e 3 d'acido benzoico. Questa preparazione coagula istantaneamente il sangue, e forma una pellicola assai piü aderente ehe il collodio ordinario.
Pomo granato. — Melogranato. — Punica granatum.
E un arbusto originario delle coste dell-Africa bagnate dal Mediterraneo, coltivalo e noto presso di noi; appar-tiene alia famiglia delle Mortelle (Icosandria monoginia). Nelle regioni temperate cresee all'altezza di circa 5 a 6 metri, fiorisce e fruttifica ; nei climi freddi e dumetoso , fio-risce ma non fruttifica; ha foglie cortamente peziolate, opposte, lanciolate, intiere, liscie, egualmente verdi sulle due pagine, fiori sessili, solitari, o radamente in tre o quattro alia sommitä dei rami; calice imbutiforrae, aderente,
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269 a cinque division! acute, coriacee, di colore rosso vivo; corolla a cinque petali, ottusi, alquanto piegati; stami nu-merosi, inseriti sul calice; stilo con stimraa capitate ; il frutto e un carcerulo balaustio, a pareti coriacee, di forma e grossezza di un pomo, coronate aH'apice dai denti del calice; semi numerosi, policdri, entro una sostanza car-nosa, succulenta, di sapore acidetto gradevole.
Le parti usate sono il pericarpio, malicorio delle anliche farmacie, i fieri secchi, balausti degli antichi, e piü spe-cialmente la corteccia della radice, raccolta da piante adulte.
Usi. — I balausti e la corteccia della radice di melo-granato godono di virtü astringente, e perö scarso assai sotto questo rapporto il loro uso in veterinaria. Per lo piü si ricorre aH'amministrazione della corteccia della radice per espellere i vermi dagli intestini e particolarmente le tenie. — Dosi:
Solipedi e bovini . da 150 a 200 grammi Ovini e maiali . . da 40 a 80 raquo;
Cani.....da 20 a 40 raquo;
ripetute due volte al giorno. Si amministra per lo piü la decozione satura della corteccia; la forma di bole e d'e-lettuario e poco conveniente.
Ai cani puo essere amministrato Vestratto alcolico alia dose di 9 grammi (Pilhvax). Conviene preparare gli ani-mali colla parca dieta, e far succedere ramrainistrazione d'un purgante a quella del vermifuge.
Quassia amara. — Legno quassio.
E il legno del tronco ed ancbe della radice di un arbo-scello indigene del Surinam , e collivato a Caienna ed in altre regioni della Guiana ; appartiene alia famiglia delle Simarubee (Decandria monoginia). E per lo piü in basloni cilindrici legged della lunghezza di circa un metro , del
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diametro di 3 a 5 cenlimelri; inodoro, amarissimo, inter-namente e bianco, eslernamente e ricoperto da un'epider-mide sottile, biancastra, con lenticelle di colore grigiastro, di sapore amaro piü intense ancora di quello del legno. Contiene la quassia fra gli allri materiali la quassina, ehe sebbene sia in piccola quantilä pare ne rappresenli la principale azione.
Usi. — 11 legno quassio e un tonico amaro puro; la sua amministrazione torna vantaggiosa nelle slesse infermita indicate all'art. genziana (vedi). E pero di rado usato a cagione del suo prezzo maggiore di quello della genziana.
La decozione di quassia e adoperata in alcuni paesi come moscbicida ; se ne servono anche della decozione acquosa per bagnare i cavalli affine di difenderli dalle raosche.
Quercia. — Quercus robur. — Corteccia di quercia.
Pianla delle Copulifere (Monoecia poliandria), notissima fra noi, se ne adopra la corteccia e radamente i frulti. Questa corteccia tolla dai rami o dai tronchi giovani contiene tannino, acido gallico, tannato di calce, di magnesia, di polassa , pettina , zuccaro incrislallizzabile ecc. Egli e specialmente pel tannino di cui e ricca, cbe viene impie-gala in raedicina non cbe nelle arti.
Sono pure adoperate in alcuni paesi le corteccie di al-cune altre quercie, come possono in molti casi surrogarsi utilmente le foglie ed il mallo di noce, iuglans regia, ma-terie prime le quali sono ricebe ancor esse di tannino.
Uso interno. — La corteccia di quercia introdotta nelle vie digestive esercita marcatissima azione astringente, di-minuisce le secrezioni della mucosa e rende piü rare e consistenti le deiezioni alvine ; inoltre per assorbimento de' suoi principii attivi modifica la crasi del sangue, ehe rende piü rosso e coagulabile. Essa e raessa a profitto nella
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271 cura delle diarree passive, deU'ematima passiva, dell'idroe-mia, delle febbri putride e carbonchiose.
Dosi della corteccia secca :
Solipedi e bovini . . da 15 a 50 grammi Ovini e maiali . .. da 4 a 12 raquo;
Cani......da 2 a 4 raquo;
ie quali possono essere ripetute due o tre volte al giorno. La corteccia di quercia e propinata colla profenda, in bolo, in elettuario , in infusione e decozione acquosa o vinosa. II farmaco e associato airamido, alia mucilagine, aH'oppio nelle diarree; alia canfora, all'olio di trementina, agli acidi rainerali nelle malatlie a processo dissolutivo.
Uso esterno. — La corteccia di quercia e usata esterna-mente come rimedio coagulante, astringente ed antiputrido, nelle ferite delle capsule e guaine sinoviali, nelle piaghe secernenli soverchia marcia o putride , nella gangrena, e si applica sola in polvere, oppure mista al carbone , alia canfora, alia mirra, al solfato di ferro, di zinco, di rame ecc. E altresi adoperata la decozione in lozioni, bagni ed inie-zioni; questa dev'essere preparata nella proporzione di 1 a 12 o 20 ; spesso conviene aggiungervi I'alcole, il vino, l'infuso di piante aromatiche.
Le foglie di quercia e le ghiande sono pure dotate di analoghe proprietä. Le prime sono poco usate : le ultima sono talvolta amministrate ai piccoli ruminanti ed ai maiali come alimento, onde prevenire l'idroemia e I'elmintiasi.
La corteccia del caslagno d'India , del castagno comune, del frassino, del nocciuolo e di altre piante ehe hanno affi-nitä botaniche colla quercia, godono di analoghe proprietä terapeutiche, sebbene piü deboli; si possono perciö adope-rare in identiche circostanze, purche a maggiori dosi.
Rabarbaro.
II rabarbaro delle farmacie e la radice del Rheum pal-matum , pianta della famiglia delle Poligonee (Enneandria
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iriginia) ehe cresce in China, in Persia ed abbondantemente ancora sulla spiaggia nordica del mar Gaspio e sulle rive del ponte Eusino , come in molte regioni situate tra il Volga e I'Ural.
II commercio distingue diverse varietä di rabarbaro sia per provenienza, sia per la qualitä, II piü pregiato e quello di Moscovia; e in pezzi schiacciati, angolosi, portanti nel centre un foro, attraverso a cui passava la corda con cui si sono appesi quei pezzi di radice al collo ed alle coma delle vacche per farli seccare. Raschiati sono di colore giallo , nella spezzatura di colore piü bruno raarezzato di giallo e di rosso ; ha odore assai distinto , sapore amaro astringente, colora intensamente in giallo l'acqua e la saliva, scroscia sotto i denti, la polvere e di bei colore giallo. E oggigiorno assai rado in commercio ed a prezzo assai elevato. Per gli usi della medicina nostra si possono ado-perare il rabarbaro di China o quello di Persia.
II rapontico e la radice del Rheum rhaponticum ehe cresce spontaneamente in Prussia ed e pure coltivato in Francia per gli usi di tintoria. Si distingue dal vero rabarbaro per avere maggiore apparenza legnosa, per essere di colore giallo-rosso all'esterno , la spezzatura traversale e radiata o marezzata di rosso e di bianco; da una polvere rossastra , ha odore poco piaeevole , sapore mucilaginoso ed astringente, non scroscia sotto i denti; le sue proprietä medicinali sono di troppo inferiori a quelle del rabarbaro vero, perche si possa a quello sostituire.
Complessa non poco si e la composizione immediata del rabarbaro ; i principali componenti perö sono il rabarba-rino od amaro del rabarbaro, 1'aeido tannico, eritrosia, ma-teria colorante, amido ecc.
Usi. — La radice di rabarbaro propinata internamente a piccole dosi, e per parecchi giorni di seguito, attiva la digestione e I'assorbimento; a grandi dosi, rende piü co-piosa la secrezione della bile e piü frequenti le scariche
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273 alvine; non cagiona perö entente. Essa e amministrata come tonico neU'atonia del canale alimentare espressa da gastricismo, diarrea passiva, meteorismo ricorrente, costi-pazione di ventre ; come deostruente epatico nell'itterizia; come vermifugo nell'elmintiasi intestinale. Cotesto farmaco e usato come purgative soltanto nei piccoli animali domestici, perche le dosi richieste per produrre catarsi nei grandi lo renderebbero troppo costoso. — Dosi purgative (Viborg) :
Solipedi.....da 270 a 360 grammi
Maiali......da 90 a 120 ' raquo;
Cani e gatti .... da 4 a 15 raquo; Dosi non purgative :
Solipedi e bovini . . da 8 a 16 grammi Ovini e maiali ... da 2 a 8 raquo; Cani e gatti .... da 0,24 a 1 raquo; Le ultime dosi possono essere date fmo a quattro volte al giorno.
U rabarbaro e amministrato in bolo, in elettuario , in veicoli amari ed amaro-aromatici, e nei latte. fi associate all'aloe, al cremortartaro, alia magnesia, all'oppio ecc,
h'estratto, la tintura ed il sciroppo di rabarbaro sono pre-parazioni raramente adoperate in veterinaria per ragioni d'economia. La radlce di rapontico non e piü usata.
Ramno catartico.
II ramno catartico , spincervino , e un arboscello della famiglia delle Ramnoidee (Pentandria diginia) ehe cresce spontaneo nei nostri boschi e lungo le siepi; alto da quattro a sei metri, ha fusto assai ramoso, i rami diffusi, frondosi, quelli vecchi terminanti in ispina ; ha la corteccia liscia, foglie peziolate, ovato-acute, dentate, di colore verde chiaro, paralellinervie, accumulate di preferenza verso l'estremitä dei rami; fiori bianchi verdognoli, piccoli, in fascetti ascel-
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lari, üorisce in maggio ed in giugno; i frutti maluri sono bacche nere, della grossezza di ün pisello , globolari e liscie , di sapore slitico spiacevole. Le bacche immature contengono una materia ehe diviene gialla aU'aria, la ram-nina , adoperata nell'arte tintoria ; in quelle mature si fa verde. Le parti adoperate in medicina sono le bacche mature, si ignora fln qui in quale principio risieda la virtu catartica per la quale hanno applicazione medica.
Usi. — Le bacche di ramno catartico costituiscono un purgante idragogo, e sono usate pressoche esclusivamente nel cane, al quale le bacche fresche si danno alia dose di SOgrammi. D'ordinario perö si ricorre all'uso dello sciroppo e AeWestratto; si amministra il prime alia dose di 30 a 90 grammi, ed il secondo a dose rainore della metä. Le bacche acciaccate sono propinate in bolo ed in elettuario; I'estratto nelle due forme indicate , oppure diluito in un menstruo; il sciroppo senz'alcuna ulteriore preparazione.
Ratania.
La ratania delle farmacie ci proviene daH'America ed e la radice di un arboscello ehe cresce spontaneo ed ab-bondante alle Antille, al Peru ed al Messico, la krameria ixina e la krameria triandria, della famiglia delle Poli-gonee (Tetrandria raonoginia). Sono radici cilindriche, le-gnose, della grossezza varia da quella di un dito a quella di una penna da scrivere, ramificate ed attaccate talvolta in parecchie ad un residue di fusto; la corteccia e di co-lore rosso-bruno ed il legno di colore rosso-chiaro; odore quasi nullo; sapore araaro, assai piü intense nella corteccia ehe nella parte legnosa; nella corteccia ancora risiede in grande copia il tannino ehe ne e il principale componente; contiene fra gli altri principii immediati ancora un principio amaro ed un peculiare acido, l'acido cramerico. La ratania fornisce all'acqua ed all'alcole piü del terzo del
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275 suo peso di materie solubili, in raassima parte formate da tannino e da gomma.
Usi. — La radice di ratania 6 dotata di marcatissima azione astringente. Essa sorpassa in questo la corteccia di quercia, colla quale ha comune le applicazioni terapeu-tiche. E pochissirao usata in veterinaria per causa del suo prezzo elevato. Le dosi e le forme di amministrazione sono identiche a quelle esposte all'art. quercia (vedi).
La gomma kino , la terra di catecu , ehe sono peculiari sughi concreti essenzialmente costituiti da tannino, hanno azione analoga a quella della ratania, ma non sono quasi messe a partito dai veterinarii, e con ragione, perche pos-sono essere vantaggiosamente sostituite da astringenti ve-getali indigeni. E fra questi vanno ricordate la corteccia di quercia, la radice di bistorts (vedi), la galla (vedi), la radice di tormentilla (tormentilla erecta), quella della ga-riofillata (geum urbanum), quella della potentilla (potentilla anserina), le foglie ed il mallo di noce (iuglans regia) ecc.
Ricino.
II ricino e una pianta della famiglia delle Euforbiacee, (Monoecia poliandria), indigena dell'Africa , dell'lndia e dell'America , il ricinus communis o cataputia maior. Ne' paesi suoi nativi o coltivato nelle regioni calde, costituisce un piccolo arboscello ; presso di noi e pianta erbacea ed annua, la quale viene utilmente coltivata per la raccolta dei semi da cui se ne estrae I'olio di tale nome ehe e ormai divenuto medicamento volgarissimo.
I serai sono della grossezza di unfagiuolo,rassomiglianti alquanto agli insetti conosciuti col nome di ricini; 1' in-voglio esterno e bruno, screziato di bianco, crostaceo, lu-cente, l'endopleura ö membranoso e bianco , ricopre un mandorlo bianco, costituito quasi in totalitä da un albume oleaginoso, bianco, inodoro, scipito al gusto se recente,
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acre se irrancidito. Questa mandorla mondata dagli invo-lucri, contiene al di lä della metä del proprio peso di olio fisso; mangiato questo mandorlo anche in piccola quantitä, produce violentissimi vomiti, purgazioni dolorose e gravi sintomi di avvelenatnento.
Tali effetti paiono risiedere in un principio acre, ehe principalmente incontrasi nei coliledoni e ehe passa in piccola quantitä neU'olio.
L'olio si estrae dai semi mondati dell'episperma assog-gettandoli a, pressione torculare, oppure anche facendoli bollire nell'acqua; fu pure proposto I'impiego dell' alcole per I'estrazione del medesimo, ma in tale caso costituisce un altro medicamento conosciuto col nome di olio di ricino alcolico, del quale la medicina nostra se ne puö assai bene passare, mentre e medicamento accessibile quello ottenuto coi metodi ordinarii.
E un liquido scolorito quasi o leggermente giallognolo, vischioso, di sapore dolciastro con un misto di acre , di odore particolare, densitä = 0,97, solubile in tutte le pro-porzioni nell'alcole assoluto ed in 5 volte il suo peso di alcole ordinario, carattere ehe serve a far riconoscere nel medesimo la presenza di altri olii fissi, talvolta per frode mescolativi. Lasciato all'aria si inspessisce senza perö so-lidificarsi, ed acquista odore rancido e sapore acre ribut-tante; cosi alterato vuole essere rigeltato dagli usi medici.
Usi. — L'olio di ricino e internamenle amministrato come lassativo soltanto ai piccoli animali domestici, pe-rocch6 nei solipedi e bovini la sua azione purgaliva e inco-stante o mal sicura anche ad elevatissime dosi (100 gram.). II suo uso e generalmente indicato, come disse assai bene Moiroud, ogni qualvolta e necessario di provocare evacua-zioni intestinali senz'irritare il tubo digestive. — Dosi:
Puledri........120 grarami
Ovini e raaiali ... da 60 a 130 raquo; Cani......da 12 a 60 raquo;
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277 Le indicate dosi si danno in una sola volta, oppure in due, a poche ore d'intervallo. L'olio di ricino e propinato solo od in emulsione; e associato all'olio d'oliva, all'olio di croton tillium, al sciroppo di ramno catartico, a quello di manna, ecc.
I semi di ricino amncinistrati all' interno irritano viva-mente la mucosa intesünale, determinano effetti analoghi a quelli prodotti dai drastici piü energici, ed anche I'e-mesi negli onnivori e carnivori. A parere di Hartwig po-frebbero essere adoperati nei casi di grande torpore del tubo intestinale alia dose approssimativa di 45 a 60 grammi nei solipedi e bovini, di 8 a 12 nei maiali, e di 4 a 2 nei cani; e converrebbe scegliere la forma d' emulsione, preparata nella proporzione di 1 di semi e 20 d'acqua.
Formola:
P. Olio di ricino .....i
Mucilagine di gomma arabica . . i ana grammi 30 M. - da amministrarsi in una o due dosi ad un cane di alta statura. (Hering).
Ruta. — Ruta graveolens.
La ruta del giardini, ruta graveolens dei botanici, ö pianta bienne della famiglia delle Rutacee (Decandria monö-ginia) si innalza da 6 ad 8 decimetri, formando un cespite rolondo, costituito da rami lisci, di colore verdiccio; foglie peziolate, alterne, imparipennate; le foglioline sono ottuse, carnosette, cuneiformi alia base, di colore verde-chiaro; fiori giallicci peduncolati, in corimbo terminale; esala odore forte, ingrato, ha sapore amaro acre e nauseabondo. L'odore ed il sapore e fors'anco le principali proprietä me-diche della ruta, pare ehe derivino da un peculiare olio volatile.
Usi. — La ruta dispiega sull' organismo degli animali un'azione die si avvicinaassai a quella dell'assenzio (vedi).
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e puö essere adoperata tanto internamente ehe esterna-mente nelle stesse malattie ehe quest'altro farmaco. Oltre di ciö la ruta ö da aleuni tenuta in conto di suceedaneo della sabina per ciö, ehe, come questa, sarebbe dotata d'azione elettiva sulla matrice. Quando si puö far use della ruta allo slate verde, debbesi anteporre alia essiecata, per-che la prima e notevolmente piü attiva. La ruta puö essere propinata alle stesse dosi e nelle stesse forme del-I'assenzio.
Sabina. — luniperus sabina.
fi pianta sempre verde della famiglia delle Conifere (Dioecia monadelfia) ehe cresee spontanea ed assai frequente nei eolli aridi e sassosi delle regioni meridionali europee.
Ha fusto molto ramoso, cresee all'altezza di 5 a 6 metri, foglie piccole, ovali-aeute, opposte, ed assai ravvicinate; fieri dioici, persistenti, di odore forte e penetrante, di sa-pore amaro aromatico, ehe ricorda quello della trementina; i coni (detti impropriamente baeche) sono della grossezza di un pisello, di forma ovale, di colore nero volgente al-I'azzurro, contenenti una polpa amarognola ed aromatica; racehiudono internamente tre noceiuoli ossei, oblunghi.
Le parti usate ne sono le foglie, contengono un olio volatile, analoge, se non identico, eoll'essenza di trementina, ed una materia resinosa e probabilmente un peculiare prin-eipio acre da cui dipende la preprieta rubefatliva di queste foglie non ehe di altre parti della sabina.
Uso interno. — Le foglie di sabina, date internamente, esercitano azione tepica irritante sulla muscesa del lubo digestive; Tassorbimento dei lore principii attivi e seguito da sopraeccitazione del sistema vascolare e nervoso, da aumento di secrezione delle erine e della perspirazione cu-tanea e da speeiale eccitaziene dell'utero. AH'amministra-zione di grandi e ripetute dosi di tali foglie conseguono
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mortal! infiammazioni del canale alimentare, e questo fa-cilmente in tutti gli animali domestici, fuorche nei solipedi La sabina e stata usata con vantaggio nel cimurro, nelle affezioni del sistema linfatico, nelle idropisie croniche, nel-I'idroemia, nel reumatisrao cronico, nelle affezioni erpe-tiche inveterate, neU'elmintiasi intestinale, nella ritenzione delle secondine dipendente da inerzia ed atonia della ma-trice, nel catarro cronico uterino, ecc. Dosi:
Solipedi e bovini . . da 15 a 60 grammi Ovini e maiali... da 2 a 9 *
Cani......da 0,25 a 1 raquo;
da ripetersi a seconda del bisogno ogni cinque o sei ore. II farmaco e amministrato in bolo, elettuario, infusione e decozione. Si associa ai composti antimoniali, marziali, mercuriali, alle sostanze amare, amaro-aromatiche, muci-laginose, al carbonato di potassa, giusta le particolari ap-plicazioni.
Uso esterm. — La polvere delle foglie di sabina appli-cata sulle piaghe atoniche e bavose le ravviva e le deterge; allo stesso scopo sono pure usate la decozione e 1' infusione, le quali sono anche adoperate in iniezione nei seni fistolosi mantenuti da carie delle ossa e cartilagini, nei pro-fluvi mucosi delle vie genitali ed in lozioni contro la rogna. E pure stato proposto I'uso della pomata di sabina (1 p. di sabina polv. e 2 di adipe) per ottenere la risoluzione delle lupie, dei tumori sinoviali, e del tumore osseo ehe spesso si svolge sulle mascelle dei bovini.
Formola:
P. Foglie di sabina . . da 15 a 30 grammi
Carbonato di potassanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;15nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
si prepari in tripla dose; se ne amministri una dose ogni
6 ore, sotto forma d'infusione, alia vacca nella ritenzione
delle secondine (Hering).
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Salcio. — Saliz alba.
I salici sono piante della famiglia delle Amentace (Dioecia diandria) molto comuni presso di noi; la parte di queste piante usaia in medicina si e la corteccia e particolarmente quella del salix alba, del salix helix, frequenti lungo i ru-scelli e nei siti umidi. La corteccia nei rami e fusti gio-vani e liscia, inodora, di sapore amaro acerbo. 11 piü im-portante principio in essa contenuto e la salicina.
La salicina e un peculiare glucoside cristallizzabile, ehe si ricava dalle corteccie predette esaurendole con acqua, nelle tinture versande del latte di calce finche ne riman-gano scolorite; la salicina rimane sciolta nei liquido , 11 quale, filtrate, si evapora a consistenza di denso sciroppo, vi si affonde in questo deiralcole concentrate, si filtra il liquide, si cencentra accio cristallizzi la salicina, ehe poi si depura per ripetute cristallizzazieni.
E sestanza bianca, in cristalluzzi aghitormi madreper-lacei, inoderi, amari. E solubile nell'acqua, nell'alcole, insolubile nell'etere: e inalterabile all'aria; setto 1' azione della sinaptasia si sdeppia in glucosio ed in saligenina; I'acide solforico concentrate la colerisce in rosso, carattere ehe la fa sceprire, come per frode sia cemmista al solfate di chinina.
üso inter-no. — La corteccia di salice spie^a sul tubo digestive una maniera d'azione tenica, ehe s'avvicina assai piu a quella della corteccia peruviana, ehe a quella dei tonici amari puri, e dei tonico-astringenti. Da lungo tempo essa e tenuta in cento di succedanee indigene della china.
La corteccia di salice e stata amministrata utilmente agli erbivori domestici come mezzo prefilattico delle febbri adi-namiche, delle carbenchiese e dell'ldroemia, come mezzo curative delle diarree passive, dell'astenia del tubo digestive, deli'elmintiasi intestinale, dell'ematuria passiva e
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281 delle febbri tifoidee e putride. — fi adoperata a dosi un po' maggiori della corteccia di quercia e nelle stesse forme ehe questa (vedi).
Uso esterno. — La corteccia di salice e usata nelle stesse inferrnitä e negli stessi modi ehe la corteccia di quercia. La salicina data internamente agli animali (solipedi e cani) da luogo ad aumento della temperatura propria di questi, rendendo piü attivo il processo di combustione or-ganica. Essa e stata con successo sperimentata nella cura delle febbri tifoidee e carbonchiose e nell'atonia del tubo digestive dei grandi animali doraestici. Del resto questo principio immediate conviene nelle stesse inferrnitä indicate per la corteccia di salice. Dosi:
Bovini ... da grammi 10 a 15 Solipedi . . da raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;A a 8
Cani ... da raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0,50 a 1,50
si da in bolo, oppure sciolto nell'infuso di camomilla.
Salicilato di soda — Ortoxibenzoato sodico.
Si produce nella preparazione dell' acido salicilico me-diante il fenolo sodico (v. pag. 32); si ottiene pure neu-tralizzando acido salicilico con carbonato sodico.
£ in cristalli prismatic!, scoloriti, od in polvere cristal-lina bianca; ba sapore leggermente salso non disaggradevole, solubile nell'acqua e nell'alcole. Le soluzioni sono neutre, trattate con cloruro ferrico danno precipitate violette.
II salicilato potassico si ottiene trattando soluzioni di carbonato potassico con acido salicilico, evaporando a sic-citä ed il residuo disciogliendo nell'alcole concentrate e bol-lente, ed abbandonando la soluzione concentrata a cristal-lizzazione.
E in cristalli aghiformi, setacei, scoloriti, inodori, di leggero sapore amaro salso, solubili nell' acqua e nell'al-
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cole. Trattato con bromo e con eccesso di polassa da un prodotto di colore rosso, ehe ha la composizione del tribromo fenolo. Goi sali ferrici, si comporta come il pre-cedente.
Usi. — Questi duo sali, finora poco speriraentati in ve-terinaria, si usano negli stessi casi e nei modi indicati per I'acido salicilico (vedi).
Salvia. — Salvia officinalis.
Sono conosciute nell'economia domestica parecchie piante del genere salvia, ma la specie piu comunemente adope-rata in medicina si e la salvia officinalis, pianta della fa-miglia delle Labiate (Diandria monoginia) comunissima e coltivata negli orti; forma un ceepite con molti rami qua-drangolari, pubescenti; foglie opposte , peziolate , ovato-lanceolate, crenate, rugose; fiori bilabiati, porporini con due soli stami, con antera orizzontale, e recante due loggie separate Tuna dall'altra per un lungo tratto di connettivo. Esala odore aromatico piacevole, il quale deriva da un peculiare olio essenziale.
Uso interno. — La salvia gode di virtu toniea locale in forza del principio amaro ed astringente ehe contiene, ed azione stimolante universale per I'olio essenziale canforato, ehe le e comune eon altre labiate. Per lo piü e adoperata come eoadiuvante di altri farmaei; e si amministra nolle stesse infermitä, alle stesse dosi e nelle stesse forme ehe la camomilla (vedi), come pure in decozicne aequosa e vinosa.
Uso esterno. — La salvia polverizzata e usata nella eon-fezione di sacehetti e cataplasrni risolventi, e adoperata in infusione per praticare lozioni detersive, iniezioni, fomen-tazioni e bagni risolventi; e si assoeia per questi usi ad altre piante aromatiche, o s'aggiugne all'infuso di essa I'al-eole, I'aceto eec.
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II veterinario poträ per ragioni di economia ricorrere al-I'uso del ßorume di fieno quando h indicate I'uso esterno delle piante aromatiche. II fiorume di fieno deve tener luogo delle *pezie aromatiche nella pratica coraune.
Sambuco. — Sambuco nero.
II sambuco nero, del quale sono adoperati in medicina i fiori ed i frutti non ehe qualche rada volta il mesofleo e l'epifleo, e un arbusto conosciutissirao della famiglia delle Caprifoliacee (Pentandria triglnia) ehe cresce spontaneo nei boschi e nelle siepi, attorno agli orti e case carapestri; fio-risce in aprile e maggio, le bacche sono mature in settembre; il sugo inspessito di queste bacche costituisce il rob sambucino.
Uso interno. — I fiori di sambuco sono riputati diafo-retici.
II loro uso e specialmente indicato nel periodo d'inva-sione delle inferraita (reuraatiche in ispecie), ehe sono do-vute a perfrigerazione cutanea e soppressione della traspi-razione cutanea e perspirazione polmonare.
Dosi:
Solipedi e bovini . . . da 30 a 60 grammi Ovini e maiali ... da 45 a 30 raquo;
Cani.......da 3 a 6 raquo;
ripetute ogni una o due ore. Si danno per lo piü in in-fusioni calde, preparate in media nella proporzione di trenta grammi per litre d'acqua. L'azione diaforetica del farmaco debb'essere aiutata coll'uso delle coperte calde di lana. All'infuso di fiori di sambuco sono associati I'acetato e carbonate di ammoniaca, la canfora, I'alcole, la camo-milla ecc.
Uso esterno. — I fiod di sambuco sono adoperati per la confezione di cataplasmi risolventi associati ai mucilagi-nosi; soli, oppure misti alia camomilla, servono alia pre-parazione di sacchetti sevente usati nelle oftalmie catarrali
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e reumatiche ; la loro infusione acquosa (1 : 30 a 50) co-stituisce un collirio usitatissimo nelle oftalmie, cui, a se-conda dei easi, e aggiunto I'oppio, il solfato di zinco, I'acetato di piombo, la pietra divina ecc; ed essa e pure applicata come risolvenle nella risipola, negli edemi, flem-moni ed adeniti tendenti airinduraraento.
Saponi.
Gol nome di saponi si designano i prodotli dell'azione di alcuni ossidi od idrati metallici sopra i corpi grassi in pre-senza dell'acqua; sono in altri termini prodolti di sdoppia-mento dei corpi grassi, determinato da idrati metallici i di cui rnetalli rimangono cofnbinati cogli acidi grassi, mentre la glicerina si rende libera. Devono perciö riguardarsi i saponi comuni siccome miscugli di oleato, di stearato, mar-garato ecc, di potassio, di sodio. 1 primi, quelli cioe a base di potassa, sono sempre mollicci, quelli a base di soda si essiccano ed induriscono all'aria. Gli uni e gli altri sono solubili nell'acqua distillata, nell'alcole e negli olii grassi: le soluzioni intorbidano ed aggrumano le acque calcari e magnesiache. Per gli usi veterinari, bastano i saponi comuni di prima qualitä.
E pure conosciuto in farmacia il sapone di piombo, sotto il nome di empiastro diachilon semplice ; questo sapone e insolubile nell'acqua, serve come eccipiente di non pochi empiastri.
Alcole con sapone. — Si ottiene sciogliendo una parte di sapone comune entro qualtro parti d'alcole a 22.
Uso interno. — I due saponi indicati, introdotti a con-venienti dosi nel tubo digestivo, accrescono le secrezioni della membrana mucosa intestinale e quella delle orine; il loro uso protratto , e fatto a dosi cospicue, e seguito da anoressia e da immagrimento. Essi sono riguardati come idragoghi, diuretici e deostruenti epatici.
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L'acqua di sapone e da lungo tempo amministrala nella tirapanite dei ruminanti; Hertwig raccomanda I'uso di essa, associata a piccole dosi d'aloe, alle sostanze amare ed al-1'essenza di treraentina, nelle epatiti croniche e nell'itte-rizia ricorrente ; e dice pure d'averne fatta utile applica-zione nella ritenzione delle secondine dovuta ad inerzia della matrice, amministrandola in un infuso di semi di co-mino. L'acqua di sapone e un prezioso antidote chimico negli attossicamenti dovuti ad ingestione di acidi gagliardi.
Dosi secondo Hertwig:
Solipedi e bovini . . . da 30 a 60 grammi Ovini e maiali .... da 8 a 15 raquo;
Cani.......da 2 a 8 raquo;
da ripetersi due o tre volte al giorno nelle malattie croniche indicate, ed ogni quarto d'ora nella tirapanite. II sapone e spesse volte usato come coadiuvante dell'aloe. — L'acqua di sapone e preparata nelle proporzioni di 1 di sapone e 10 a 20 d'acqua , essa e data in beveraggio ed applicata per düstere. 11 sapone verde e un tantino piü at-livo del bianco,
Uso esterno. — II sapone verde ed il bianco (ridotti in poltiglia) applicati per alcune ore sulla cute la irritano e rinfiammano fmo al punto di determinare un'essudazione; sono perö di rado usali sotto tale forma, piü spesso sotto quelle di soluzione nell'acqua o nell'alcole. L'acqua di sapone e, come e notissimo, adoperata in lozioni per ripulire la cute dal sucidume, dalla marcia , dalle croste ecc, e anche usata come lieve irritante e detersive nella rogna ed affezioni erpetiche croniche, e quale irritante e solvente (scomparsi i sintorai di flogosi) in lozioni, bagni, fomenta-zioni a cura degli induramenti, ehe conseguono alia disten-sione dei legamenti e dei tendini ed alle contusioni. — In questo ultimo caso si suole aggiungere all'acqua di sapone la canfora, I'essenza di treraentina ed altri irritanti.
L'alcoleo di sapone e usato in frizioni nelle esterne ma-
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lattie indicate per le ultima; agisce con intensita assai
maggiore ehe l'acqua, o soluzione acquosa, di sapone.
Scarabeo. — Meloe proscarabaeus e Maialis.
Lo scarabeo ed 11 meloe di maggio sono insetti della fa-miglia dei Trachelidi, senza ali, piü grossi delle cantaridi, ehe si incontrano in primavera sopra i ranuncoli ed i ve-ratri; sono pure dotati d'analoga azione rubefattiva il meloe autunnalis e punctatus. La composizione immediata di questi insetti non e per anco ben determinata; l'analogia perö di azione ehe hanno colle cantaridi lascia supporre ehe an-cora la composizione ne sia analoga.
Se ne prepara un olio, una tintura alcolica ed un un-guento, cogli stessi procedimenti coi quali si eonseguono questi farmaci a base di cantaridi.
Usi. — Gli scarabei, dati internamente, sono stati ripu-tati per alcun tempo un utilissimo antilissico, ehe ora e eaduto in dimentieanza. Hanno comune Tazione flsiologica e le applicazioni terapeutiche colle cantaridi, le quali sono piü attive. La polvere, la tintura, Volio di scarabei possono ricevere le stesse applicazioni interne ed esterne ehe le cantaridi (vedi).
Scilla marittima.
La scilla delle officine e il bulbo squamosc della scilla marittima, pianta della famiglia delle Gigliacee (Esandria monoginia) ehe cresce spontanea sulle spiagge del Mediter-raneo; ha un bulbo assai grosso, composto di squame car-nose embricate, rosse o bianche; si sogliono preferire quelle mediane, e rigettare le esterne ehe sono aride e sottili, non ehe le piii interne perchfe credute inerli; volendole eon-servare si fanno essiccare a mite temperatura di stufa; nel maneggiare e disquamare questi bulbi 6 necessario premu-
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nirsi contro la proprieta di cui godono di irritare e di in-fiammare la pelle e gli occhi dipendentemente da una ma-teria acre e volatile ehe contengono; fra gli altri materiali vi si trova pure un particolare principio dotato di grande amarezza, deliquescente all'aria, solubile nell'acqua e nel-i'alcole, denominato scillitina.
Si adopra sotto forma di polvere , di tintura alcolica, acetica, vinosa; coll'aceto scillitico poi si prepara I'ossi-miele scillitico. E infida preparazione quella dell'estratto.
Usi. — I bulbi verdi della scilla esercitano un'azione topica irritante assai energica, debolissima se sono secchi. Alia ingestione di moderate dosi della medesima ed all'as-sorbimento dei suoi principii attivi tiene dietro diuresi abbondante ed una modificazione quantitativa e qualitativa nella secrezione della mucosa dell'apparecchio respiratorio; le grandi dosi producono effetti drastici ed emetici (negli onnivori e carnivori), ed i fenomeni general! ehe sono pro-prii dei narcotico-acri. — La scilla e con vantaggio ammi-nistrata come diuretico nelle idropisie, come espettorante nelle affezioni catarrali dell'apparecchio respiratorio, quando e di gia stabilita I'ipersecrezione mucosa.
Dose della polvere secca dei bulbi:
Solipedi e bovini . da grammi 8 a 15 Ovihi e maiali . da raquo; 0,50 a 2
Cani.....da raquo; 0,10 a 0,30
due o tre volte al giorno. Si propina piü spesso in bolo, in elettuario, ehe sotto forma liquida. Si associa al cremor-tartaro, alle bacche di ginepro, alia digitale, agli antimo-niali, al sale ammoniaco, ecc. Uaceto e la tintura di scilla sono amministrati a dosi doppie o triple; il vino, il miele e Vossimiele a dosi quadruple, quintuple (Tabourin).
I cataplasmi irritanti fatti con isquame di bulbi di scilla, soppeste e ridotte in putrilaggine, sono stati adoperati con successo a curare i lumori sinovialinel cavallo (G. Lessona). Colla tintura e Vaceto di scilla si fanno frizioni sugli edemi
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e sulle cavita ehe sono sede di spandimenti per promuo-vere I'assorbimento dei liquidi versati.
II Tabourin faceva speriraenti colla scillitina e la seil-leina, iniettandole nelle vene di parecchi aniraali, e rico-nosceva ehe la loro azione eoneorda eon quella della scilla e ehe la seeonda e dieci volte piü attiva della prima.
Segala cornuta.
La segala cornuta delle farmaeie e una pianta parassita erittogama intestina, ehe si sviluppa nell'ovario del segale cereale. Questa pianta fu riportata dai moderni botaniei al genere claviceps e sarebbe il claviceps purpureum allo state di sclerotium.
E un eorpo allungato, rieurvo, avente qualche rassomi-glianza colla eariosside della segala, ma ne e piü volumi-nosa; e di colore esternamente violaceo ehe va via degra-dando verso il biancastro nell'interno ; messa in boeea dapprima non isviluppa sensibile sapore, ehe poi diviene acre e spiaeevole dopo qualche tempo. Contiene un olio grasso, materie azotate, zucchero, mannita, ergotina, ecc.
Vergotina ehe ne e il prineipale prodotto si estrae esau-rendo la polvere di segala cornuta con acqua fredda ; le tinlure si evaporano a consistenza di estratto, 11 quale si tratta poi con aleole, si filtra, si distilla per riavere il vei-colo alcolico ed il residue della distillazione di consistenza estrattiva, materiale pssai complesso, e cio ehe viene designate eoll'improprio nome di ergotina.
Usi. — La segala cornuta ingerita a grandi dosi irrita vivamente il tube digestive e provoea I'emesi (nei earni-vori ed onnivori); rassorbiraento de' suoi principii atlivi e seguito da rallentamento ed indebolimento dell'azione del cuore e delle arterie, da stupore, coma, convulsione , pa-ralisie, morte. L'uso protratto di dosi meno notevoli da luogo alia cancrena seeca o mummificazione delle parti pe-
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289 riferiche (ergotismo). Nelle femmine dispiega azione elet-tiva eccitatrice sugli element! muscolari della matrice; raalgrado ciö produce difficilmente l'aborto delle gravide, come 6 state dimostrato da numerosi sperimenti fatti con essa sopra femmine di animali domestici pregne. La segala cornuta 6 adoperata dagli ostetrici per eccitare valide con-trazioni nell'utero quando per atonia ed inerzia di questo viscere non succede il parto e la espulsione delle secon-dine, ed anche quando avvengono metrorragie; e pure applicata da alcuni per combattere la paralisi del retto, della vescica e la stessa paraplegia , da altri (italiani in ispecie) per moderare l'azione cardio-vascolare, o angioci-nesi, nella febbre compagna delle Tranche infiammazioni dei visceri.
Do si:
Solipedi e bovini . . da 12 a 40 grammi Ovini e maiali ... da 4 a 10 raquo; Cani......da 1 a 4 raquo;
L'azione della segala si dispiega venti minuti circa dopo la ingestione, e dura un'ora a un dipresso.
Questa conoscenza di fatto serve di base per istabilire il tempo opportune per I'amministrazione di nuove dosi, quando e d'uopo ripeterle. II farmaco ö propinato nella birra, nel vino, in infusioni aromatiche o amaro-aroraa-tiche, quando se ne fanno applicazioni ostetriche ; negli altri casi puö essere data sotto altre forme.
Vergotina e soltanto usata nei cani alia dose di dieci a quindici centigrammi.
Senapa nera. — Sinapis nigra.
Pianta della famiglia delle Crucifere (Tetradinamia sili-quosa), comunissima fra noi, spontanea e coltivata a cagione dei semi ehe sono di uso noto ed esteso nella domestica economia. Ha radice grossa, biancastra, munila di numerosi
Compendia i 9
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filamenli; caule di mezzo metro ad un metro , cilindrico, leggermente velloso, molto ramiflcato; foglie alterne, le in-feriori sessili, lirate, ruvide, a lobi rotondati; le cauline sono picciuolate , inliere , lanceolate ; fiori gialli, piccoli, disposti in grappolo all'estremitä del caule e dei rami. 11 frutto e una siliqua sottile, eretta, racchiudente sei o piü piccoli semi globosi, esternamente neri, internamente gialli. Questi semi sono le sole parti usate della pianta.
L'analisi chimica intorno ai semi di senapa lascia tut-tora non poco a desiderare; si sa tuttavia contenere zuc-chero, albumina. gomma, sinapina, mirosina, acido miro-nico o per meglio dire mironato potassico, olio fisso, ecc. La farina di senapa bagnata con acqua fredda sviluppa poco dopo queH'odore caratteristico, quel sapore a tutti noto, ed acquista quelle facoltä stimolanti e rubefattive ehe non ispiegherebbe allo stato di secchezza. II fenomeno dipende da una peculiare fermentazione provocata in presenza del-I'acqua dalla mirosina sopra I'acido mironico, con produ-zione di solfo-cianuro di allile, da cui e in massima parte formata I'essenza di senapa, alia quale si devono riferire le accennate proprietä della pasta di senapa.
Uso interno. — La senapa polverizzata, introdotta a moderate dosi nel tubo digestivo, a cagione dell'azione stimo-lante ehe sopra di esso esercita, accelera la digestione ed accresce I'appetito; secondo Viborg a grandi dosi determi-nerebbe altresi piü molli e frequenti deiezioai alvine, cio ehe h contestato da Hertwig. Inoltre l'assorbimento de' suoi principii attivi produce generale eccitazione passeggiera e diuresi.
La senapa e stata amministrata utilmente neir inappe-tenza, dispepsia, indigestioni, costipazioni di ventre dovute ad atonia del canale alimenlare, come anche nelle indigestioni vertigimse dei solipedi; e altresi stata con vantaggio usata nella diarrea atonica, neU'elmintiasi e nella idroemia dei ruminanti.
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291 Dosi:
Solipedi e bovini . . da 15 a 45 grammi Ovini e maiali . . da 4 a 12 raquo;
Cani......da 0,50 a 2 gt;
ripelute due o Ire volte al giorno. II farmaco e per lo piü amministrato in boli, ovvero in elettuario; si ricorre alia forma liquida, sospendendolo in menstrui mucilaginosi, o nell'acqua mielata, quando si vogliono determinare effetti lassativi; ed in tali casi e anche d'uopo di propinare per una sola volla deile dosi ehe sieno da 4 a 5 volte mag-giori delle indicate. — La senapa ä un ottimo coadiuvante dell'aloe.
Uso esterno. — La farina di senapa ridotta in senapisma, soltanto coll'acqua liepida ovvero con aggiunto di lievito, ed applicata sulla cute rasa, vi desta vivo dolore ed in-fiammazione seguita da estesa lumefazione, da formazione di vesciche; e tali effetti produce piü sollecitamente ehe le cantaridi, ma sono meno duraturi. Le ripetute applica-zioni dei senapismi ed il loro eontatto troppo prolungato colla cute (oltre a 10 o 12 ore) e talvolta eagione della gangrena della cute o della distruzione di molti follicoli dei peli e di consecutive cicatrici calve. 1 senapismi sono usati come rivulsivi nolle svariatissime malattie, in cui il metodo di cura rivellente 6 indicate, e particolarmente quando esiste qualche contro-indicazione per 1' uso delle cantaridi.
Si devono preparare i senapismi con acqua fredda o tie-pida, ma non bollente, come pure e da proscriversi I'uso dell'aceto forte o dell'alcole, siccome quelli ehe si oppon-gono alia fermentazione di sopra ricordata, e da cui deve prendere nascenza il prodotto piü attivo in tali applicazioni della senapa. S'indebolisce I'azione irritante dei senapismi mescolando la farina di senapa colla radice d'altea polve-rizzata o colla farina di grano; si accresce coll'aggiunta di cantaridi, di euforbio, di essenza di trementina, ecc. Si
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applicano i senapismi ponendoli sopra pannolini o sopra piumaccioli di stoppa e mantenendoli a contatto delle parti mercö opportune fasciature, ovvero spalmandoli semplice-mente sui peli intonsi.
h'acqua di senapa (1 parte di senapa, 4 d'acqua tiepida) sect; adoperata in iniezioni, clisteri, lozioni, bagni e fomenta-zioni.
La pomata di senapa (fatta con parti eguali di senapa ed adipe) 6 usata nella cura della rogna ed erpeti inveterati.
L'essenza di senapa e un attivissimo irritante, ehe perö 6 poco usato a cagione deU'alto suo prezzo commerciale.
La senapa bianca (sinapis arvensis) e molto meno attiva della nera, epperciö pochissimo adoperata in ispecie alle esterno.
La radice di rafano rusticano (cochlearia armoracia) ha molta analogia d'azione colla senapa. Puö essere ammini-strata all'interno nelle stesse malattie ehe questa alia dose di 150 gramrai ai solipedi e bovini, di 40 agli ovini e maiali, e di 16 ai cani due o tre volte al giorno; esterna-mente e per lo piü usata per avvivare le piaghe ed uleeri atoniehe e eallose, e per promuovere la risoluzione dei tu-mori indolenti e degli induramenti ghiandolari.
Senna. — Sena.
La senna del commereio e delle farmacie k formata dalle foglie, peduncoli e frutti di alcune Leguminose (Decandria monoginia) indigene deU'allo Egitto, della Siria, delKArabia, del Senegal, eec., le tre principal! specie ehe forniscono la migliore senna, sono la cassia obovata, Vovata e Vacutifolia. La qualitä piü ovvia 6 fornita da quesl'ullirna specie, le sue foglie sono lanceolate , picciuolate , inlere, acute, al-quanto contorte , di colore verde volgente al giallo ; in rnassa esala odore nauseabondo; ha sapore leggermente acre ed amaro. In commereio prende poi il nome di senna
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293 della Palta (senna di appalto), senna di Tripoli quando h in foglie intiere e poco ricca di legumi; prende quelio di senna minuta o garbello di senna quando £ formata dai fran-tumi delle foglie; si vendono pure separatamente i legumi ed i peduncoli, ma hanno azione assai meno spiegata.
Contiene la senna: un olio volatile, clorofilla, materia colorante gialla, materia mucilaginosa , albumina , acido malico, catartina, sali minerali, ecc; alia catartina, so-stanza di natura cdmplessa, pare principalmente attribuibile la virtu purgativa della droga in discorso.
Usi. — Le foglie di senna propinate per le vie digestive a dosi convenient! producono effetti purgativi negli onni-vori e carnivori, non negli erbivori. El specialmente indi-cato il loro uso nella ccstipazione di ventre dipendente da inerzia ed atonia del tubo digestivo.
Dosi secondo Hertwig :
Maiali........16 grammi
Cani.....da 4 a 16 raquo;
Le foglie di senna polverizzate sono date in pillole fatte con miele, o con sciroppo semplice, e meglio in infusione (1 parte di senna, 12 parti d'acqua bollente). II farmaco b associato ad altri medicamenti purganti, i quali varreb-bero secondo alcuni a renderlo piü attivo ; fra questi I'aloe, il solfato di magnesia, la manna, ecc.
Solfato d'alluraina e potassa. — Allume ordinario.
Questo sale doppio preparasi in grande per le applica-zioni tecniche, ed in grado di purezza piü ehe sufficiente per le applicazioni della nostra terapia.
El in grossi cristalli oltaedrici, radamente cubici; 6 sco-lorito, trasparente, inodoro, di sapore stitico, aspro e dol-ciastro ad un tempo; efflorescente nell'aria secca; solubile nell'acqua, insolubile nell'alcole; ha reazione acida: a poco
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elevata temperatura si fonde, si gonfia, e perdendo I'acqua di cris,tailizzazione, ehe contiene nel rapporto del 45 per cento, produce una massa bianca cavernosa, opaca, dura, ehe e rallutneealcinato, usto o deaequifieato delle farmacie. Perchö questo prodotto sia nelle migliori condizioni richieste dalla chirurgia, giova operarne la deacquificazione a temperatura non molto elevata.
Uso interno. — L'allume ordinario esereita azione to-pica astringente sulla mueosa del tubo digestivo; avvenuto il suo assorbimento, diminuisee le secrezioni tutte , mag-giormente perö quelle delle orine e del latte. E indicate come astringente nelle diarree e dissenterie croniche, nel-I'ematuria passiva nelle emorragie del tubo digestivo e dell'utero, nel diabete ed albuminuria ed anche nei ca-tarri eronici deH'apparecchio respiratorio e del genitale; come antisettico nelle febbri adinamiche tifoidee ; e puö altresi essere adoperato come emetico negli onnivori e car1 nivori.
Dosi:
Solipedi e bovini ... da 8 a 46 grammi Ovini e maiali .... da 2 a 4 raquo;
Cani.......da 0,30 a 2 raquo;
ripetute tre o quattro volte al giorno. Si da il farmaco in pillole, in elettuario, sciolto in decozioni ed infusioni mu-cilaginose, amare, amaro-aromatiche.
Esso e associate all'oppio, alia canfora , all' estratto di giusquiamo, agli astringent! vegetali.
Uso esterno. — L'azione astringente e coagulante dell'al-lume e raessa a partilo nella cura delle emorragie capillari (epistassi, metrorragie, ferite), delle ferite penetranti nelle arlicolazioni, dei profluvii mucosi, delle piaghe eon granu-lazioni esuberanti e flaeide, delle distension! dei tendini e legamenti, delle contusioni, delle congiuntiviti croniche e delle angine. Esso e adoperato solo in polvere oppure misto al earbone, ed agli astringenti vegetali; in soluzione nel-
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1'acqua semplice o in decozioni ed infusion! (1 parte d'al-lume e 16 di liquido); in pomata col grasso semplice (1 : 20), sciolto nell'acqua e sbattuto coll'albume d'uova nelle stor-tilature e contusioni.
h'allume cristallizzato e I'alcole ordinario (1 : 2) tenuti in un recipiente sul fuoco, finchö piglino consislenza sci-ropposa, servono a spalmare le stoppe, le bende e le assi-celle di carta quando si vuole applicare il bendaggio irre-movibile di Lafontaine per le fratture.
II solfato d'allumina e potassa fa parte del Liquore di Knoop, usato come aslringente nella cura delle laquo;Iceri inveterate dei seni e tragetti fistolosi, e della carie dei lega-menti. L'anzidetto liquido si prepara mescolando e facendo insieme fondere:
Solfato alluminico potassico \ tgt; ferroso . . , . gt; ana 5 parti raquo; zincico . . . . )
Verderame......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 3 raquo;
Sale ammoniaco ....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 2 raquo;
sciogliendo 30 grammi della massa fusa in un litre d'acqua comune si ottiene una soluzione adatta per le medicazioni. L'allume deacquißcato, calcimto o bnieiato e astringente e leggermente caustico. E particolarmente usato nella cura delle piaghe ed ulceri fungose, ehe secernono molta marcia. Lo si adopera in polvere, solo ovvero commisto ad altri astringenti ed assorbenti, di rado in pomata. L' allume deacquificato e parte costituente della pasta di Plasse rac-comandata nella cura del carcinoma. Preparasi la pasta num. 1, riducendo a pasta omogenea deU'allume usto con quantitä bastevole d'acido solforico a 66deg;; quella num. 2 adoperando acido solforico diluito con 4 volte il suo peso d'acqua, in vece di quello a 66deg;.
Formole:
Allume.........grammi 15
Corteccia di salice.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30
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se ne diano 3 dosi al giorno nell' emaluria passiva nei
grandi animali domestic! (Hering).
Allume.........grammi 4
Canfora rasp........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 4
Farina di ghiande di quercia . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;30
si faccia un elettuario con s. q. di farina di frumento ed
acqua e se ne diano due dosi al giorno nel diabete.
(Hayne).
Solfato di chiniua.
£ fornito dai grandi laboratori chimici. Si presents cri-stallizzato in cristalli aghiformi, delicatissimi, setacei, flessi-bili, perfettamente scolorili ed inodori; ha sapore amarissimo caratteristico. Neil'aria secca si fa efflorescente perdendo parte dell'acqua di cristallizzazione ehe contiene. Riscal-dato a circa 100deg; si fonde, e diviene anidro ; stropic-ciato quando e riscaldato si elettrizza e si fa fosforescente; ulteriormente riscaldato si scompone, diviene di colore rosso, ed, operando neil'aria, brucia senza lasciare residuo di soiUa.
Si scioglie nel rapporto di 1:265 nell'acqua fredda , di 1 :24 in quella bollente (Guibourt); di 1 :60 nell'alcole ordinario a freddo ed in maggiore proporzione a caldo; poco solubile nell'etere: solubilissimo nell'acqua acidula di acido acetico, cloridrico, solforico, ecc. La soluzione solfo-rica e fluorescente; trattata con cloro e successivamente con ammoniaca assume un colore verde smeraldo. Trattato con acido solforico concentrato non si deve colorire.
11 precipitate ottenuto da una sua dissoluzione mediants I'ammoniaca, deve sciogliersi intieramente nell'etere. Col raffronto di queste proprietä si puö essere premunito dalle sofisticazioni a cui puö andare soggetto, atteso il suo elevate prezzo.
Al solfato, segnatamente per le iniezioni ipodermiche, si dovrebbe preferire il cloridrato.
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297 Usi. — II solfato di chinina ha moltissima analogia d'azione colla corteccia di china (vedi), non possiede pero I'azione astringente di questa. II prezzo elevato di quest'at-tiva preparazione fu cagione dell'uso poco esteso , ehe fi-nora se ne fece in terapia velerinaria. Giusta recenti spe-rimenti istituiti da Gerlach sui cavalli il solfato di chinina, tanto usato in iniezioni ipodermiche quanto per le vie. digestive, determina un auraento della lemperatura propria degli animali di un grado e mezzo centigr. circa, il quale persists per molte ore. fi stato con successo sperimentato nel tetano, nelle febbri intermittenti, nelle febbri tifoidee e carbonchiose, e nell'atonia del tubo alimentare.
Nei cani il solfato di chinina e spesso amministrato in tutte le malattie nelle quali e indicate I'uso dei chinacei. Dosi: Solipedi e bovini . . da grammi 4 a 10 Ovini e maiali... da raquo; 2 a 6
Cani......da raquo; 0,10 a 0,80
ripetute tre o quattro volte al giorno. II raedicamento 6 propinato in pillole, in elettuario, in soluzione, nell'acqua, oppure in decotti amari od amaro-aroraatici. Allorquando si fa uso del solfato neutro e utile di aggiungere alcune goccie d'acido solforico al menstruo. Alcune volte si am-ministra il farmaco in clisteri, o col metodo endermico. Per le iniezioni ipodermiche e piu volontieri usato Vidroclorato di chinina ehe il solfato. Si prepari una soluzione adatta per quest' uso , facendo sciogliere in 4 grammi d' acqua distillata grammi 1,50 di idroclorato di chinina, mediante I'aggiunta di un gramma di acido cloridrico.
Solfato ferroso. — Solfato di protossido di ferro. — Vetriolo o copparosa verde.
Ci amp; fornito in copia dai laboratorii di chimica tecnica; per gli usi della medicina veterinaria puö molte volte ser-
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vire quello del commercio, o tutto al piu si puö richiedere una facile depurazione facendolo bollire nell'acqua con li-matura di ferro; filtrare e di nuovo far cristallizzare nello scopo di spogliarlo del rame ehe spesso lo imbratta.
Questo sale e cristallizzato in prismi romboidali obliqui, trasparenti, di colore verde stneraldo, di sapore stitico di inchiostro, senza odore ; lasciati all'aria si fanno efflore-scenti e si coprono di una crosta polverulenta , ocracea, fenomeno complesso proveniente e da perdita d'acqua di cristallizzazionQ e da sopraossidazione del ferro, per cui si forma un solfato ferrico basico. Col riscaldamento a poco sopra di 100deg; si fonde e si disidrata poco alia volta, cam-biandosi in un residuo bianco-verdognolo (calcitide, o sale di Marte delle antiche farmacie) ehe e solfato di ferro deac-quificato. A piü forte temperatura si scompone svolgendo anidride solforosa e solforica, lasciando per residuo I'os-sido ferrico piü o meno puro (colcotar vitriolico).
Solubile a freddo in meno di due volte il suo peso di acqua e nel terzo di quella bollente; la soluzione fatta nell'acqua bollita, ehe e limpida e quasi senza colore appena ottenuta s'intorbida e si eolorisce nell'aria, deponendo poco alia volta una materia di colore ocraceo , formata da solfato basico di sesquiossido di ferro, mentre nel liquido ri-raane sciolto un misto di solfato ferroso e di solfato ferrico.
Uso interno. — 11 solfato ferroso introdolto nelle vie digestive a dosi convenienti dispiega azione topica astringente e tonica; assorbito, rende il sangue piü rosso e coagulabile e diminuisce tutte le seerezioni in generate. Quando e dato a dosi cospicue ai earnivori ed onnivori determina il vomito. Giova I'amministrazione di questo sale di ferro nell'atonia e nei eatarri eronici del tubo digestivo , nell'idroeraia ed anemia, nelle febbri putride, nelle malattie carbonchiose, nel diabete, nell'albuniinuria, nell'ematuria passiva, e se-eondo König, nella polmonera dei buoi, tanto come mezzo profilattico ehe eurativo a grandi dosi (da 60 a 120 grammi).
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Dosi: Solipedi e bovini . . da grammi 8 a 24 Ovini e maiali. . . da raquo; 0,50 a 2
Cani......da raquo; 0,15 a 0,60
ripetute due o tre volte nelle 24 ore. II solfato ferroso e dato in boli, elettuario e soluzione; e associato agli amari, agli aromatici ed agli stimolanti diffusivi.
Incompatibilitä. — Non si associi colle sostanze tannanti ne colle alcaline.
Uso esterno. — II solfato ferroso e adoperato come astrin-gente nella cura delle distension! del tendini e legamenti, degli sfiancamenli delle capsule articolari, delle congestioni del tessuto cheratogeno, delle risipole incipienti, dello stadio erisipelatoso dei riccioli, dei profluvii mucosi; come essiccativo in quella delle croniche eruzioni cutanee, delle piaghe atoniche e bavose, delle crepacce; come emostatico in quella delle emorragie capillari. Questo sale sciolto nel-I'acqua semplice, oppure in infusioni aromatiche (1:30 a 50) e adoperato in lozioni, bagni, fomentazioni; oppure la soluzione e messa a partito per la confezione di calaplasmi astringenti di terra bolare (particolarmente raccomandati nel rinfondimento incipiente); e anche applicata la pol-vere, sia sola ehe commista ad altri astringenti ed assor-benti , quando si fa uso del farmaco come essiccativo ed emostatico.
II veterinario Seifert raccomanda come specifico contro l-i formica dei solipedi e la zoppina delle pecore la segnente mistura :
Solfato ferroso.....12 parti
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Cloruro ferroso. Solfato ramico . Allume bruciato Canfora raspata 11 solfato ferroso e eziand
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8 * 2 raquo; 24 raquo; 1/2 raquo; io usato in soluzioni acquose
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concentrate come deodorante e disinfettante, distrutlore dei
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contagi; se non ehe, mentre non gli si puo contestare la prima proprietä, non 6 ben diraostrato ehe possieda altresi la seconda.
Le varie sostanze debbono essere polverizzate e mesco-late, e serbate per I'uso in vaso ben ehiuso. Si seioglie la mistura nell'acqua (30 grammi per mezzo litre d'acqua circa) e si medicano con essa le piaghe due o tre volte al giorno.
II solfato ferrico non e usato in terapia veterinaria. E di preferenza usato il cloruro ferrico come agente coagulante ed emostalico nella cura degli aneurismi e delle emorragie; la prima applicazione ha poco importanza in veterinaria, non cosi la seconda e si deve per quest'uso dare la preferenza aH'attivissimo nuovo emostatico del prof. Piazza, il quale emostalico si prepara facendo una miscela a parti eguali di una soluzione della densitä di 15deg; a 20deg; B. di percloruro di ferro neutro e di una soluzione satura di cloruro di sodio. E adoperato in iniezioni nelle eavitä o applicato con filaccie e stoppa sulle soluzioni di continuitä.
II cloruro ferrico e state di recente rieonosciuto da M6-gnin un validissimo topico per combattere la formica del cavallo; meree I'applicazione di questo farmaco e possibile ottenere la guarigione del male in 15 o 20 giorni; nel ehe havvi un tantino d'esagerazione.
Solfato di magnesia. —Sal amaro, sale catartlco, sale inglese, sale di Canale, sale d'Epsom.
II solfato di magnesia si prepara in grande sia col trat-tamento della terra magnesiaca, della dolomite con aeido solforico, sia coll' arrostimento di alcuni schisti magnesi-feri piritosi, sia per evaporazione di alcune acque minerali, fra cui sono celebri quelle di Seidlitz e di Egra inBoemia, di Epsom in Inghilterra; si puö ancora utilmente ricavare dalle acque madri delle saline.
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ß bianco, ordinariamente in prismi aciculari, trasparenti, per lenta evaporazione si puö pure avere in voiuminosi cristalli romboedrici; e inodoro, di sapore fresco, amaro caratteristico e disgustoso. Si scioglie in tre volte circa il suo peso di acqua fredda ed in maggior copia in quella bollente, insolubile nell'alcole. Se e puro e efflorescente ali'aria per perdita d'acqua di cristallizzazione; quello del commercio e invece talvolta deliquescente perche imbrattato da cloruro di magnesio. Le sue soluzioni sono neutre: precipitano in bianco cogli alcali caustici e coi carbonati alcalini; sono incompletamente precipitate dall'ammoniaca, ia quäle non vi ha piü azione in presenza di un sale am-tnoniacale; non sono precipitate a freddo dai bicarbonati alcalini.
Uso interno. — II solfato di magnesia 6 purgante mino-rativo; esercita azione diluente sul sangue , diminuisce la temperatura propria degli animali, e produce poco nolevole diuresi. 11 suo uso e indicato nelle indigestion! del mille-foglio, nelle coliebe infiammatorie dei solipedi, negli inta-samenti fecali, ecc. Si amministra a dosi d'un terzo mag-giori di quelle assegnate pel solfato di soda cristallizzato (vedi), nelle stesse forme ed associazioni,
Formola: Solfato di magnesia .... grammi 90 Infusione di camomilla ... raquo; 360 in una volta nelle coliche infiammatorie dei solipedi.
(Hering).
Solfato di potassa. — Tartaro vitriolato. — Sale policresto. — Ärcano duplicato.
Non suolsi preparare nelle farmacie essendo fornito in copia ed a buon mercato dal commercio ehe lo trae dai laboratorii di chimica teenica, quäle prodolto accessorio delia preparazione dell'acido nitrico. Si puö del resto fa-
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cilmente conseguire neutralizzando acido solforico con car-bonato potassico.
Si presenta per lo piü in croste bianche , formate da corti cristalli prismatic!, agglomerati, molto duri , anidri; bianco, inodoro, di sapore amarognolo; inalterabile all'aria, poco solubile nell'acqua, insolubile nell'alcole. Gettato sulle brace decrepita; fonde al dissolto del calore rosso. Neutro affatto.
Uso interno. — L'ingestione di convenienti dosi di sol-fato di potassa e seguila da abbondante secrezione sierosa nel tubo digestive e dall'espulsione di feci molli (dope 20 a 24 ore negli erbivori domestic!, dope minor tempo nei oarnivori ed onnivori); inoltre diminuisce la plasticilä del sangue, lo rende piü tenue e di colore rosso piü chiaro, fa abbassare la temperatura propria degli animali, e, venendo espulso per i reni, produce abbondante diuresi. Questo sale e usato come purgante minorativo, come antiflogistico e come diuretico. Giova la sua amministrazione nel gastri-cismo, nelle costipazioni di ventre e nelle coliche dipen-denti da difetto di secrezione della mucosa intestinale ed anche nella febbre infiammatoria, nelle infiammazioni e nelle idropisie in genere, come I'azotato di potassa (vedi), 11 farmaco ä amministrato negli stessi modi ehe il solfato di soda cristallizzato ed a dosi della metä minori di questo (vedi).
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Solfato di rame. — Solfato di protossido di rame. — Vetriolo di Cipro. — Copparosa azzurra.
Incontrasi talvolta formate in natura, la maggior parte perö di quello del commercio si ottiene sopra vasta scala ora col tratiamento delle piriti ramifere, ora colla diretta dissoluzione del rame o dell'ossido con acido solforico; in parlp pure ft il prodoffo secondario dolla solfalizzazione
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303 delle vecchie monete d'argento ehe si vogliano demonetiz-zare. Spesso e inquinato da solfato di ferro ehe e con esso isomorib; vi si puo sbarazzare faeendolo bollire nell'acqua coll'aggiunta di una piccola quantitä d'aeido nitrico; si aggiunge quindi ossido ramieo in leggero eceesso, si fa bollire aneora per aleuni minuti, si filtra, si eoncentra e si fa cristallizzare. Per la maggior parte perö degli usi a cui lo dobbiamo destinare non oeeorre questa depurazione, non arrecando ineonvenienti la presenza di non soverchia quantitä di solfato ferroso.
6 eristallizzato in prismi obliqui, di colore azzurro, tras-parenti, inodori, di sapore stilieo disgustoso. Si seioglie nell'acqua fredda nel ramp;pporto di 1 : 4 e di 4 : 2 in quella bollente, insolubile nelPalcole. Lasciato all'aria effiorisce, si fa opaco e biancastro alia superficie; fonde a moderato calore nella sua acqua di cristallizzazione, poi, continuando il risealdamento, si fa anidro e bianco; un forte calore lo deeompone in ossido ramieo ed in aeido solforico ehe si sviluppa. Le sue soluzioni aequose hanno reazione aeida; sono precipitate in azzurro dairammoniaea; un eceesso di reagente ne discioglie il preeipitato formando un iiquido di elegante tinta azzurra. Una lamina ben forbita di ferro ne preeipita il rame ridotto.
Incompatibile eolle sostanze alcaline, colle zuccherine, albuminose, eolla limatura di ferro.
Uso interno. — 11 solfato di rame, introdotto a moderate dosi ed in convenienti forme nel tubo digestivo, esercita azione tonica astringente; passando in circolazione si com-porta come alterante; negli onnivori e earnivori la sua ingestione e seguita dal vomito. — Questo sale e stato sperimentato eon successo nella cura delle diarree ribelli, dell'ematuria passiva, del cimurro maligno, del farcino e del moccio (White, Sewel, Morton, Hertwig), del balordone cronico e dell'enterite tifoidea (Gerlach).
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Solipedi .... da 2 a 15 grammi Bovini .... da 2 a 8 5gt;
Ovini.....da 0,50 a 1 raquo;
Maiali.....da 0,50 a i raquo;
come emetico, e da 10 a 15 centigrammi in altri casi;
Cani.....da grammi 0,10 a 0,50
come emetico e da 2 a 20 centigrammi in altri casi. II medicamento e dato in boli, in elettuario, in soluzione nell'acqua semplice, oppure in menstrui mucilaginosi, amari, aromatici.
Uso esterno. — II solfato di rame e adoperato esterna-mente come astringente, essiccativo, o caustico. II sale dispiega azione caustica quando 6 posto a contatto delle membrane mucose e delle soluzioni di continuitä; I'escara da esso prodotta e ben circoscritta, arida, di colore nerastro; e eliminata lentamente, e puö dar luogo a fenomeni tossici. II solfato di rame, sciolto in piccola quantitä nell'acqua distillata, oppure in infusioni di fieri di sambuco o di ca-momilla (1 di solfato di r. e 300 di liquido) costituisce un ottimo collirio nelle congiuntiviti purulente. In soluzioni piü cariche (1 di solfato di rame e 30 a 70 di liquido) 6 adoperato in iniezioni nelle cavitä nasali e nelle vie geni-tali per sopprimere gli scoli mucosi e puriformi, 6 messo a partite per frenare le emorragie capillari e per deter-gere le piaghe atoniche secernenti pus male elaborate. Co-testo sale 6 un topico eccellente per la cura della formica dei solipedi, della zoppina degli ovini e delle piaghe atoniche ed ulceri in genere del tessuto cheratogeno; 6 usato in queste malattie scioito nell'acqua (1 solfato di r. e 4 a 6 di acqua o d'aceto) oppure polverizzato. La prima forma deve preferirsi alia seconda, perche il rimedio penetra fa-cilmente nelle sinuositä ed imbeve meglio le fungosilä del tessuto cheratogeno. 11 solfato di rame e pure lalvolta ap-plicato a cura della rogna e delle antiche affezioni erpe-
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305 tiche, sia in soluzione nell'acqua (1 :36), sia in pomata col grasso di maiale (1 : 8); in questi casi si associa anche alia decozione di tabacco e d'elleboro, e ad altre sostanze dotate d'azione insetticida o antierpetica.
11 solfato di rame fa parte di molte preparazioni magi-strali ed officinali: noi riferiremo le principali fra queste. II liquore di Villate tanto raccomandato dal Manage, per cui e ancora indicate con quest'ultimo nome (liquido del Mariage), in iniezioni nella cura della carie delle fibro-cartilagini lateral! del piede dei solipedi, ed usato anche con successo in quella dei seni fistolosi mantenuti da ramtnolli-mento di legamenti e da carie di altre cartilagini, consta di Solfato di ramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;)
gt; di zinconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; \ ana * Parte
Estratto di Saturnonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2 parti
Ace tonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;15 raquo;
Per prepararlo si sciolgono i solfati nell'aceto ed aggiu-gnesi I'estratto di Saturno agitando il miscuglio, come deve essere sempre agitato ogniqualvolta se ne voglia far uso.
II liquore del Veyret va preparato sciogliendo 10 parti di solfato di rame in 80 d'aceto, ed aggiugnendovi quindi 12 parti d'acido solforico. Questo liquore e state adoperato come attivissimo rimedio nella cura della zoppina, della li-mazzuola, della formica dei solipedi, dei ricciuoli, delle crepacce e degli erpeti uraidi in genera.
h'unguento egiziaco od ossimellite di rame proponiamo di preparare colla seguente economica formola:
Solfato di rame polverizzato . . . parti 10
Miele comune.......raquo; 30
Aceto forte........raquo; 12
Allurae ordinario in polvere . , . raquo; 2 Si tengano a mite fuoco entro ampio bacile di rame le tre prime sostanze, agitando di continuo la massa flnche abbia preso un colore rosso ed una conveniente consistenza d'ungnento.
Compendio 20
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E di colore rosso, di odore d'aceto, di consistenza di trementina; col riposo I'ossido ramose si separa in fondo, eppercio si deve rimuovere ad ogni volta la massa quando se ne ha da far uso, accio la medesima presenti in tutti i punti la stessa composizione. Non si lasci airabbandono, perocche, ingoiato, riescirebbe molto velenoso.
L'unguento egiziaco e usato come topico astringente ed essiccativo nella cura delle piaghe ed ulceri fuHgose, sor-dide e secernenti pus sieroso. Da alcuni anni l'unguento egiziaco diluito nel vino, ed anche solo, e con molta utilita adoperato nella cura delle ferite penetranti nelle artico-lazioni e nelle guaine sinoviali.
Col solfato di rame si preparano delle matite o cilindri ehe servono assai bene per la cauterizzazione.
Alcuni introducono dei pezzi di solfato di rame nelle lupie antiche e fibröse, per mezzo di incisioni fatte nelle medesime, per cauterizzarle e farle cadere. Questa pratica non e da riprovarsi intieramente, come non lo e quella della cura degli antichi zoppicamenti dei solipedi, fatta merce I'introduzione nel tessuto cellulare sottocutaneo di trocisci di questo sale in corrispondenza dell'articolazione scapolo-omerale o coxo-femorale.
I venefizi dovuti alia ingestione del solfato di rame e sue preparazioni sono combattuti coiralbumina,, colle emulsioni oleose, coll'acqua e latte zuccherato, colle decozioni di noce di galla e scorze di quercia e con una mistura di li-matura di ferro 7 parti, di fieri di solfo, solfato di ferro, fegato di solfo (4 parti).
Cupro ammoniacale. II cupro ammoniacale, od ammoniuro di rame, ehe puö piü rigorosamente venire riguardato sic come un solfato di cupro ammonio, si ottiene disciogliendo solfato di rame nell' ammoniaca, versando alcole concentrate nel liquide, raccogliende sopra di un filtro il precipitate ehe si fa seccare prentamente, ed alle scuro.
E in massa cristallina, quasi polverulenta, di elegante
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colore azzurro, inodoro, di sapore piccante; si altera al-l'aria, tanto piü concorrente la luce, svolgendo parte del-I'acqua e della ammoniaca; col riscaldamento si residua a solfato di rame. Si scioglie nell'acqua, la quale, se in gran copia, lo risolve in solftto di ammoniaca ed in solfato ramico.
Esso e un antispasmodico potente, ma ehe perö e poco applicato in veterinaria. Si puö dare ai cani epilettici alia dose di 15 a 40 centigrammi in pillole.
L'acqua cerulea, celeste o zaflirina si ottiene sciogliendo un gramma di solfato ramico entro 600 parti d'acqua, ag-giungendo alia soluzione ammoniaca in sufßciente quantitä da ridisciogliere intieramente il precipitate ottenuto in sulle prime.
E rimedio astringente e cateretico. E essa usata nolle oftalmie catarrali e purulente per collirii, sola od associata ad infusi aromatici (1 :150 a 300).
La pietra divina, o cupro alluminoso, si ottiene facendo fon-dere insieme solfato di rame, allume ordinario e nitro, di caduno 100 parti; fusa ehe sia la massa, vi si uniscono 4 parti di canfora in polvere, e si versa la materia fusa sopra lastra di rame o di marmo; e in piastre dure, di colore azzurrigno, di forte odore di canfora.
Essa h dotata di proprietä analoghe alia precedente ; e perö piü attiva. Puö essere adoperata negli stessi casi e modi.
Solfato di soda. — Sale di Glaubero.
E un prodotto secondario della preparazione in grande dell'acido cloridrico, non ehe dell'acido azotico ora ehe a quest'ultimo effetto si adopra di preferenza il nitrato so-dico. Trovasi pure in copia in alcune sorgenti minerali, da cui si potrebbe estrarre.
E un sale scolorito, cristallizzato per lo piü in prismi esagoni voluminosi e nitidi, trasparenti, molto efflorescenti
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nell'aria; inodoro, ha sapore fresco dapprima e poscia amaro; si scioglie a freddo nell'acqua nel rapporto di 1 : 42, e nel terzo circa del suo peso a 33; al disopra di questa temperatura la sua solubilita nell'acqua diminuisce di nuovo; e insolubile nell'alcole; col riscaldamento al disotto del calore rosso si fonde dapprima nell'acqua di cristalliz-zazione, poscia diviene anidro.
Uso interno. — Gli effetti fmologici determinati sull'or-ganismo degli animali domestici dall'ingestione di conve-nienti dosi di solfato di soda, concordano in generale con quelli prodotti dal solfato di potassa (vedi); il prirao perö da luogo a piü considerevole abbassamento di temperatura. Si osservano alcune differenze negli effetti determinati dal solfato di soda a seconda ehe si fa uso del sale cristalliz-zato o del secco; nel primo stato amp; piü pronunziata 1'azione diuretica, nel secondo la lassativa. II solfato di soda e ado-perato come lassativo, antiflogistico e diuretico nelle malattie indicate all'articolo solfato di potassa.
Dosi del solfato di soda cristallizzato:
Solipedi e bovini . . . da 40 a 100 grarami Ovini e maiali .... da 15 a 30 raquo; Cani.......da 3 a 6 raquo;
Le indicate dosi devono essere ripetule tre o quattro volte al giorno, quando si vuole lentamente mettere a pro-fitto I'azione lassativa del farmaco, e sino a sei o sette volte, quando vuolsi trarre utile dalle sue proprietä anti-flogistiche. Deve pur essere propinato. a dose quintupla e sestupla, e preferibilmente sciolto in una decozione muci-laginosa, nei casi in cui 6 imperiosamente indicata la eva-cuazione del canale alimentare coi purganti minorativi. E propinato in bevanda, in pozione, in bolo, in elettuario; e associate ad altri sali minorativi, all'aloe, agli amari puri, agli amaro-aromatici, agli stimolanti diffusivi.
Quando si fa uso del solfato di soda secco le dosi deb-bono essere diminuite quasi d'un terzo.
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II solfato di soda e anche spesso amministrato come con-dimento, e per questo si da, un paio di volte alia selti-mana, ai solipedi alia dose di 50 gr., ai bovini di 70, agli ovini ed ai maiali di 15, ed ai cani a quelle di 3 a 6.
Uso esterno. — 11 solfato di soda cristallizzato e adope-rato per produrre notevole abbassamento di temperatura in alcune esterne infiammazioni. Si pone perciö il sale soppesto fra le pieghe d'un pannolino, si applica questo sulla parte affetta e lo si bagna con acqua.
Formola:
Solfato di soda.....120 grammi
Radice di genziana polv. . . 15 raquo; Si diano tre di tali dosi al giorno nel tritello nell'indi-gestione del cavallo (Hering).
Solfato zincico. — Solfato di protossido di zinco. — Gopparosa bianca. — Vetriolo bianco.
Ce lo esibisce in copia il commercio come prodotto ac-cessorio del trattamento metallurgico di alcuni minerali di zinco. In tale stato perö £ imbrattato da ragguardevoli quantitä di solfato di ferro, di rame ed anche di allume, epperö non puö servire se prima non fu spogliato da quesia impurita.
Si spoglia del ferro calcinandolo a forte temperatura entro un crogiuolo di terra, il residuo si fa bollire nel-I'acqua e si filtra; oppure si fa bollire neU'aequa ed al liquido bollente si aggiunge a piü riprese deli'acido nitrico fino a cessazione dei vapori rutilanti; nel liquido freddo si stempra della creta e dopo 24 ore di contatto si filtra, si concenlra e si fa cristallizzare.
Dal rame si sbarazza col farlo bollire con tornitura di zinco; dall'allume e dal solfato calcico mediante ripetute cristallizzazioni.
Quello del commercio e generalmente in masse com-
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patte, bianco-sporche, quello depurato amp; in prismi scolo-riti, trasparenti, inodori, di sapore stitico spiacevole; efflo-rescenti all'aria per perdita di porzione della loro acqua di cristallizzazione; riscaldato si fonde, poi si disdrata e si scompone. Solubilissimo nell'acqua, insolubile nell'al-cole. Le sue soiuzioni hanno leggera reazione acida, pre-cipitano in bianco cogli alcali fissi e coirammoniaca, il precipitato si ridiscioglie per eccesso di reagente; precipi-tano in bianco coi carbonati, col ciano-ferruro potassico, col solfidrato ammonico.
Incompatibile. — Cogli alcali caustici, coi carbonati, coi cianuri, coi solfuri alcalini; coi sali piombici e calcari; colle sostanze tannanti.
Uso interno. — E usato internamente soltanto come eme-tico nei maiali e cani, specialmente nei casi di venefizii prodotti da sostanze narcotiche, e si da ai primi alia dose di 50 a 75 centigrammi, ai secondi a quella di 10 a 15 in cento parti d'acqua tiepida.
Uso esterno. — II solfato di zinco ö molto spesso ado-perato come astringente a cura della congiuntivite con ab-bondante secrezione mucosa o puriforme, e delle opacitä corneali, lanto sciolto nell'acqua semplice ed infusioni aro-matiche (una parte di solfato di zinco e 90 a 130 di li-quido), ehe in pomata (una parte di solfato di zinco e quindici di adipe o miele) e sotto forma di collirio polve-rulento associato a zuccaro o ad altre sostanze. In soiuzioni piu concentrate (una parte di solfato di zinco e -45 a 90 d'acqua) e con vantaggio applicato in iniezioni nelle cavitä nasali, nelle vie genitali per arrestare scoli mucosi; ed e pure adoperato come rimedio essiccativo a cura delle an-tiche affezioni erpetiche, delle piaghe ed uleeri atoniche con bottoncini carnei molli ed esuberanli, delVimputridi-mento della forchetta, della formica dei solipedi, della zop-pina degli ovini in soiuzioni ancora piü attive (una parte di solfato di zinco e dieci a quindici d'acqua). — Quando
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si fa uso del solfato di zinco sulle piaghe suppuranti puö essere utilmente adoperato il sale polverizzato invece della sua soluzione.
Solfito di soda e di magnesia.
II solfito sodico preparasi facendo arrivare, fino a satu-razione, anidride solforosa sopra cristalli di carbonato di soda, od entro satura soluzione di questo sale, e si fa poi evaporare fuori dell'aria.
Cristallizza in prismi quadrangolari contenenti 10 equi-valenti d'acqua, od in rombottaedri contenenti 7 equivalent! soltanto; scoloriti, di sapore fresco-salso, lasciando finalmente in gola un distinto sapore solforoso; efflore-scente all'aria, pella prolungata azione della quale si converte in solfato; ha lieve reazione alcalina. Si scioglie in 4 parti d'acqua fredda, ed in minore quantitä di quella calda; la sua soluzione abbandonata all'aria lascia deporre dei cristalli di solfato sodico. Scaldato si fonde nella sua acqua di cristallizzazione, poi si scompone svolgendo anidride solforosa, mentre si rende libero solfo, e si forma un solfato sodico basico.
II solfito magnesico si ottiene facendo arrivare anidride solforosa sopra carbonato od idrato di magnesia stemprato nell'acqua, finche cessi di venire assorbito; si fa evaporare il liquido fuori del contatto dell'aria.
£ in minuti cristalli ottaedrici, scoloriti e trasparenti; od in massa polverosa bianca, arenacea, il ehe arriva quando fu agitata la massa nell'atto della cristallizzazione; non ha odore, ha sapore terroso e poscia solforoso. Si scioglie entro 20 parti d'acqua fredda, assai piü solubile a caldo.
Scaldato si rammollisce dapprima, poscia si scompone svolgendo anidride solforosa, lasciando per ultimo residue il solo ossido di magnesio. fi il meno alterabile all'aria di tutti i solfiti medicinali fin qui adoperati.
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Uso interno. — In una memoria suite malattie da fermento morbifico (1861) il dottor Polli dimostrava con splendid! speriraenti, ehe i solfiti alcalini e terrosi, in viriu dell'a-cido solforoso, valgono a prevenire ed arrestare certi sdop-piamenti e modificazioni di gruppi molecolari, ehe avven-gono nelle malattie a processo dissolutivo del sangue, quando agenli morbosi generatisi neH'organismo, o provenienti dal di fuori di esso, provocano quasi una partieolare fermen-tazione di quelle; e proponeva ai clinici I'uso dei sali men-tovati nella cura delle febbri tifoidee, della setticoemia, deU'infezione purulenta e malattie analoghe. La proposta e stata aecolta favorevolmente dai medici; e vennero ci-mentati i solfiti con suecesso in molte gravissime malattie della specie umana. — Noi inculchiamo ai nostri colleghi di sperimentare i solfiti, quello di soda in ispecie, nella cura delle affezioni tifoidee degli animali domestici, nel-l'icorreraia, in tutte quelle insomma dovute a fermento morbifico; e questo nelHnteresse della scienza in generate e della pratica velerinaria in partieolare, iraperciocchfe le osservazioni raccolte finora dai veterinari a riguardo del-I'uso terapeutico dei solfiti, non sono ancora abbastanza numerose, n6 concordi, per dar ragione a trarre conclusion! fondate e positive.
Solfo.
Ci e fornito in copia ed in condizione di sufficiente pu-rezza dal commercio delle droghe; la qualita ehe si deve preferire e quello sublimato, conosciuto col nome d! ßori di solfo; per gli usi dell'altra medicina si lava con acqua onde spogliarlo di alcune impuritä; per noi questa e ope-razione pressoche inutile.
II solfo sublimato, o fiori di sect;olfo, e sotto forma di pol-vere tenuissiraa di colore cedrino, insipido, inodoro, inal-terabile all'aria; fonde a 113; brucia all'aria con fiamma
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313 cerulea senza lasciare residuo. insolubile neH'acqua, leg-germente solubile nell'alcole assoluto e nell'etere, solubile nella benzina, in molti olii flssi ed essenziali e special-mente nel solfuro di carbonio.
11 magistero di solfo, latte o burro di solfo, o solfo preci-pitato 6 solfo allo stato di eslrema divisione, il quale si ottiene versando acido cloridrico entro soluzione di bisol-furo calcico o di un polisolfuro alcalino; quantunque di maggior efficacia sia per la sua meccanica condizione, sia e forse piü per conlenere solfuro idrico, non e presso di noi in uso per ragioni economiche.
Uso interno. — Araministrato per le vie digestive per al-cuni giorni, ed a moderate dosi, accresce I'appelito degli aniraali (in ispecie degli erbivori), fa auraentare la perspi-razione culanea, la quale piglia odore di solfo, e talvolta di acido solforoso e solfidrico; sentono puzzo di quest'ul-limo acido i flati, le deiezioni alvine e, non di rado, anche l'aria espirata. Dato a grandi dosi, determina effetti lassa-tivi; a grandissime, produce infiammazione dello stomaco e degli intestini e diminuzione di plasticitä nel sangue. — L'uso dello solfo e indicate nolle pleuropneumonie cro-niche, nelle affezioni catarrali croniche della membrana mucosa delle vie respiratorie, nelle reumatiche croniche e nelle affezioni erpetiche; da alcuni e stato comtnendato nelle malattie del sistema linfatico, nel farcino e nel moccio, e da Rylz nelle affezioni carbonchiose.
Dosi:
Solipedi e bovini . . . da 20 a 45 grarami Ovini e maiali.... da 8 a 20 raquo;
Cani.......da 2 a 6 raquo;
propinate una o due volte al giorno per lungo tempo.
Le dosi purgative sono cinque volte circa maggiori delle indicate: raramente perö si fa una tale applicazione del solfo. II solfo polverizzato, ed i fiori di solfo, sono propi-nati in bolo, in elettuario, nella profenda, di rado in so-
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spensione in menstrui mucilaginosi. II farmaco e associate agli cspettoranti vegetali, alia canfora, all'essenza di trementina ecc.
Uso esterno. — E antichissima I'applicazione del solfo per curare le affezioni erpetiche e la rogna; si adopera sotto forma di :
Pomata solforosa, preparata con una parle di fiori di solfo e 2 o 3 di adipe o rneglio di sapone verde;
Pomata antipsorica di Helmerieh, fatta con tre parti di solfo sublimato, 2 di carbonato di potassa, 8 di sugna re-cente. Si adopera pure sotto forma d'olio e di linimento sol-forato. Colle indicate preparazioni si fanno ripetute frizioni sulle parti affette. Nella cura della rogna perö conviene meglio far uso di raolti altri rimedii piü efficaci del solfo.
Bruciando il solfo solo o, meglio, misto alia segatura di legno, od al tritello ed al nitro, si produce acido solforoso gasoso, il quäle e un attivissimo ed economico disinfet-tante deU'aria; giova perö avvertire di non produrne in troppo soverchia quantitä nei siti ove albergano animal!, essendo un gas deleterio.
Solfuri d'antimonio; antimonio crude; kermes mine-rale; solfo derate d'antimonio; fegate e vetre d'antimonio.
Solfuro d'antimonio, stibina, antimonio crudo. — E il piü ovvio minerale antimonifero; per gli usi della medicina veterinaria e sufficiente quello fornitoci a boon prezzo dal commercio; si estrae separandolo dalla ganga ehe lo ac-compagna fondendolo entro crogiuoli o pignattini a fondo forato e collocati aH'orificio di altro consimile recipiente; il solfuro fondendosi si raccoglie nel recipiente sottostante, da cui poi si distacca, freddato ehe sia, rompendo il vaso medesimo.
E in masse per lo piü coniche, pesanti, di colore bruno me-
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315 tallicOjCostituito da cristalli prismatici aggruppati insieme fa-cilmente polverizzabili; non ha odore, nb sapore; insolubile nell'acqua, solubile a caldo nei liscii alcalini e nelle solu-zioni di carbonati alcalini e del solfidrati, dalle quali dis-soluzioni per raffreddamento in massima parte si depone sotto forma di polvere di colore chermesi, ehe 6 il chermes minerale; si discioglie intieramente a caldo neli'acido clo-ridrico producendo acido solfidrico e tricloruro d'antimonio.
Scaldato fuori deH'aria si fonde e sublima inalterato; scaldato all'aria svolge acido solforoso ed antimonioso con-vertendosi finalraente in ossisolfuro d'antimonio. II fegato, il vetro ed il rubino d'antimonio, ehe giä furono di frequente uso in medicina, non sono altro tranne ehe ossisolfuri di antimonio a proporzioni variabili di solfo e di ossigeno a seconda delle condizioni dell'operazione.
Chermes minerale. Questo antimoniale ö essenzialmente eostituito da trisolfuro d'antimonio in un peculiare stato molecolare. II metodo pin economieo per avere chermes per uso veterinario consiste nel fondere un miscuglio di 500 grammi di antimonio crudo, 1000 di earbonato potas-sico del commercio e 30 di solfo; la massa fusa raffred-data si polverizza e si fa bollire per due ore circa entro recipienti di gres o di ferraceio, si filtra bollente. 11 liquido filtrato col raffreddamento si intorbida e depone il chermes, ehe, raecolto su di un fiitro di earta, si lava con acqua e si fa aseiügare aU'oscuro. Nel liquido da cui si e separato il chermes versande acido acetico debole o cloridrieo in leggero eccesso, si ottiene un precipitate rosso-giallo ehe e il solfo dorato d'antimonio, formate in grande parte da per-solfuro d'antimonio.
II chermes 6 una polvere leggera di colore rosso, ehe schiacciata con earta liscia mostrasi vellutato alia superfieie; ö insipido, inodero; insolubile nell'acqua, solubile nei liseii alcalini e neli'acido cloridrieo a caldo. Guardato al micro-seopio vi si seorgene particelle bianche di acido antimonioso.
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II chermes del commercio puo essere adulterato con os-sido ferrico, con ocre, con polvere di mattone, con sandalo rosso, ecc. Si scoprono le frodi, perciocchfe il chermes di buona qualitä deve disciogliergi a caldo intieramente nel-I'acido cloridrico formando una dissoluzione scolorita; deve disciogliersi pure in un eccesso di liscio di potassa o soda caustica.
Incompatibilitä. — Non conviene associarlo agli acidi li-beri, alle sostanze tannanti, al calomelano, ecc.
Uso interno. — Gli animali ai quali per qualche tempo sono amministrate moderate dosi di solfuro d'antimonio acquistano miglior appetito, digeriscono meglio, impinguano, il loro pelo si fa lucente, ed addiviene in loro piü altiva la perspirazione cutanea e polmonare. Nei carnivori ed on-nivori I'ingestione di grandi dosi di questo composto anli-moniale e seguita dal vomito; negli erbivori talvolta da effetti lassativi.
L'antimonio crudo 6 generalmente e di frequente usato nelle affezioni catarrali croniche ed inveterate dell'appa-recchio respiratorio, nelle erpetiche e linfatiche croniche, e neH'elmintiasi.
E stato altresi raccomandato come rimedio efficace del moccio e farcino (Maloin, Cros), ed in alcuni paesi e dato ai bovini e maiali per renderne piü sollecito I'impingua-mento.
Dosi:
Solipedi .... da 20 a 40 grammi Bovini .... da 30 a 60 raquo; Ovini e maiali . . da 8 a 24 raquo;
Cani.....da 0,50 8 6raquo;
ripetute due o tre volte al giorno. E propinato polverizzato in bolo, in eleltuario o meglio nella profenda. Quando gli erbivori sono mantenuti con sostanze alimentari verdi il solfuro d'antimonio si mostra piü attivo, epperö 6 neces-sario di diminuirne le dosi. 11 farmaco e associate alle so-
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stanze aroare, alle aromatiche, alia canfora, al solfu, ecc.
II chermes minerale dispiega sull'organismo degli animali sani un'azione, ehe concorcla in generale con quella del precedente composto antimoniale; ne differisce per cio, ehe piü spesso di questo determina emesi e catarsi negli onni-vori e carnivori, e piü facilmente ruitirao effetto negli er-bivori (bovini specialmente), quando e dato a dosi elevate. II chermes minerale conviene nelle stesse malattie dell'ap-parecchio respiratorio, del sistema linfatico e della cute ehe Tantimonio crude; e perö specialmente adoperato nello stadio di declinazione delle pneumonie, delle bronchiti e delle angine eatarrali acute. — Si da il farmaeo a dosi eguali al quinlo circa di quelle fissate per l'antiraonio crudo, ripetute tre o quattro volte al giorno, e lo si associa agli espettoranti vegetali, al sale ammoniaco, alia canfora, al-l'estratto di giusquiarno, alia digitale, ecc. — E ammini-strato sotto forma di pillole o boli e di elettuario.
II soi/b dorato d'antimonio ha comune T'azione fisiologica e le virtü terapeutiche col chermes minerale. — E un suc-cedaneo di questo : ed ä amministrato alle stesse dosi, forme ed associazioni.
Generalmente parlando il veterinario deve cercare di so-stituire con altri antimoniali il chermes minerale e lo solfo dorato d'antimonio, perocche il costo di cotesti medica-menti, del primo in ispecie, renderebbe in raolti casi assai tenue, se non nullo, il vantaggio economico proveniente dalla guarigione degli animali.
II croco dei metalli, il vetro d'antimonio, il fegaio d'antimonio, Yantimonio diaforetico lavato e non lavato non sono piü molto usati.
Solfuri di arsenico. — Realgar ed orpimento.
Sono due fra i solfuri d'arsenico conosciuti quelli d'uso medico, cioö il bisolfuro o realgar ed il trisolfuro od or-
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pimento; si i'uno ehe l'altro si incontrano in natura e si possono facilmente ottenere artificialmente. 11 primo, cioe il realgar o risigallo, incontrasi nei filoni di alcune miniere di piombo, di cobalto o d'argenlo; e in masse piü o meno compatto od in cristalli ehe sono prismi romboidali obliqui di eolore rosso rubino, insipido, inodoro, insolubile nel-l'aequa. L'orpimento ehe 6 quello ehe piü spesso, per non dire esclusivamente, e adoperato in medicina, si trova in natura per lo piü in masse laminari semi-trasparenti, op-pure cristallizzato in prismi obliqui romboidali, di color giallo dorato intenso; quello ottenuto artificialmente e in masse opache di color giallo sbiadito, e contiene eonside-revoli quantitä di acido arsenioso, perlocehe vuolsi bandire dagli usi medici; inodoro, insipido, insolubile neH'acqua, solubile nei liscivi alcalini eome nelle soluzioni di earbo-nati o biearbonati alealini. Tanto questo eome il precedente fondono e si volatilizzano se sealdati in reeipienti ehiusi, scaldati all'aria si cambiano in aeido arsenioso e solforoso.
Usi. — E specialmente il solfuro giallo d'anenico, od or-pimento, quello ehe e spesso usato dai maniscalchi per di-struggere i fichi ed altri tumori; spesso perö aeeade ehe l'azione del caustico s'estenda oltre i limiti del tessuto pa-tologico, e determini la cauterizzazione di parti e tessuti, ehe importerebbe di rispettare. Per lo piü il eaustico e applieato in piccoli pezzi dentro la massa della neoplassia, merce un'ineisione praticata nei eentro o verso la base di essa. Noi crediamo perö ehe Tuso del bistori, o d'altri mezzi meeeanici, debba essere anteposto a quello dell'orpi-raento e d'altri caustici nella cura dei tumori nominati.
Questo eomposto arsenicale fa anche parte di alcune mi-scele escarotiche e depilatorie.
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Solfuri di mercurio; cinabro; etiope miner ale ed etiope antimoniale.
II solfuro mercurico si conosce sotto due principali mo-dificazioni cioe rossa e nera; dalla prima e costituito il cinabro, il quäle e il piü ovvio ed abbondante minerale di mercurio; si ottiene pure facilmente coll'arte. Quello del comraercio e per lo piü in polvere di bei colore verraiglio elegante, in masse e di colore pavonazzo; puö anche aversi cristallizzato, e tale e spesso quello nativo; e insipido, ino-doro, pesante, insolubile neH'aequa; riscaldato in recipienti chiusi sublima e per raffreddamento cristallizza in esaedri; scaldalo all'aria si riduce in mercurio metallico, svolgendo acido solforoso ; scaldato con ferro o con calce fornisce del mercurio metallico, e sopra queste due ultimo proprietä riposano i processi metallurgici d'estrazione del mercurio; vi operano il somigliante molti altri metalli, ossidi metal-lici, non ehe il carbone e l'idrogeno. Non e intaccato per via umida dagli alcali caustici, dagli acidi solforico, azo-tico , cloridrico; lo discioglie, convertendolo in cloruro mercurico, Tacqua regia.
Quello del commercio si trovö talvolta comraisto con ossido ferrico, con minio, con polvere di mattone, con realgar, ecc.; le tre prime sostanze si svelano mediante la sublimazione del cinabro, quelle essende fisse; il realgar si svela, abbruciandone un po' in un tubo inclinato ed aperto alle due estremitä, si otterrä cosi I'anidride arseniosa nel tubo, e di quello sara facile riscontrarne i caratteri.
h'etiope minerale o mercuriale delle farmacie e un mi-scuglio a proporzioni variabili di solfuro mercurico nero, di mercurio metallico, e talvolta ancora di solfo libero; si ottiene triturando entro mortaio di porcellana o di marmo quattro parti di mercurio con tre di solfo sublimate fine
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a perfetta estinzione del metallo e ehe la massa polveru-
lenta abbia acquistato un colors bruno-nero.
Uetiope antimoniale si ottiene mescolando intimamente una parte di trisolfuro d'antimonio polverizzato con due di etiope minerale.
Usi. — II solfuro rosso e nero di mercurio, amministrati internamente per molti giorni a moderate dosi, determi-nano sull'organismo degli animali gli effetti menzionati al-I'articolo cloruro mercurioso (vedi); oltre di ciö rendono, in ispecie il secondo, molto attiva la perspirazione cutanea. Sono adoperati internamente nel cimurro maligno, nell'el-mintiasi,nelle inveterate affezioni erpetiche, nel farcino, ecc. Dosi: Solipedi e bovini . . da 10 a 25 grammi Ovini e maiali ... da 2 a 8 raquo;
Cani......da 1 a 2 raquo;
date due volte al giorno in bolo, in elettuario e nella profenda. Allo esterno il solfuro nero di mercurio k usato in po-mata nella cura della rogna. — Una tale pomata e prepa-rata con una parte di etiope minerale e 6 a 8 parti di grasso o di sapone verde.
II solfuro rosso di mercurio h parte costituente della polvere arsenicale di frate Cosimo e della polvere arsenicale di Rousselot. — La prima consta di:
Acido arseniosonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; polverizzato 8 grammi
Sangue di drago (1)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;16 raquo;
Cinabronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;64 raquo;
Ceneri di ciabatta o carbonate
alcalinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8 raquo;
esattamente mescolati.
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(1) Noi crediamo ehe si possa vantaggiosamente sostituire il sangue di drago con colofonia ; e difficile invero , ehe il sangue di drago di qualita inferiore sia genuino, e quello di qu;ililii superiore e troppo costoso; non crediamo del rimanente vi eserciti allra azione ehe quella di unraquo; sostanza resinosa qualsiasi.
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Nella seconda mancano le ceneri di ciabatta.
Le due preparazioni indicate sono applicate in polvere,
o meglio in pasta, fatta con acqua, saliva od olio, sulle ul-
ceri cancerose, sulle piaghe .fungose, sui funghi del cor-
done testicolare ecc.
L'etiope antimmiale puo essere usato internamente nei casi detti trattando del due precedonti solfuri, alle stesse dosi ed in forme identiche. E perö certo ehe l'azione di questo composto non e ancora stata abbastanza studiafa sugli aniraali.
Solfuri di potassio. — Fegato di solfo. — Solfuro di potassa.
I chimici conoscono cinque distinti solfuri potassici, ma nissuno fra questi allo siato di purezza e adoperato in me-dicina;bensi vi e conosciuto Vepate o fegato di solfo, ossisol-furo di potassio, solfuro di potassa, il quale vuolsi riguardare siccome essenzialmente costituito da trisolfuro di potassio e da iposolfito e so'fato potassieo, e fors'anco da solfuri di differente grado a norma delle proporzioni degli ingre-dienti adoperati e delle condizioni deH'operazione.
Si prepara fondendo insieme, entro crogiuolo chiuso di gres o di ferraccio, un misto di 6, 8 parti di carbonate potassieo secco e 4 parti di fiorsolfo; la massa fusa si getta sopra lastra di rnarmo, ed appena freddata si fa in pezzi e si ripone in recipienti ben chiusi.
E in masse compatte di colore giallo-verde all'esterno, di aspetto di fegato internamente, d'onde il nome con cui suolsi indicare; lasciato all'aria si inumidisce , tramanda odore di acido solfidrico e si altera profondamente, per cui si converte da ultimo tutto in solfato potassieo ; solubilis-sirao neU'acqua ; la sua soluzione, abbandonata all'aria, svolge pure idrogeno solforalo, lascia precipitare dello solfo, mentre si forma idralo potassieo; gii. acidi la decompon-
Compendio 21
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gouo precipitandone il solfo e dei polisolfuri d'idrogeno, sviluppando acido solfidrico ; solubile nell'alcole ordinario; ha reazione alcalina.
Ragioni di economia suggerirono ai veterinari di pre-parare il fegato di solfo rimpiazzando la potassa con calce; a tale effelto si fa scaldare entro tegame di terra un mi-scuglio di una parte di fiori di solfo, 3 di calce spenta e 5 d'acqua; quando, presa una piccola quantitä riella massa fusa si solidifichi col raffreddamento, la si versa sopra lastra di ferro, e fredda si fa in pezzi e si conserva fuori dell'aria. Pensiamo ehe sia una malintesa economia, non potendo in tulti i casi il fegato di solfo calcare teuere il poslo di quello potassico.
Uso interne. — II solfuro di potassio amministrato per le vie digestive in forme convenienti agisce su queste, sul sangue, sul sistema linfatico, sui reni, sulla cute e mera-brana mucosa dell'apparecchio respiratorio in parte come la potassa e carbonato di potassa (vedi) ed in parte come lo solfo (vedi) e I'acido solfidrico. Assorbe gli acidi ed i gas del tubo digestive, diluisce il sangue, accresce la secrezione orinaria e quella della cute e mucosa delle vie respira-lorie. Giusta le sperienze di Waldinger e di Hertwig I'uso del solfuro di potassio e specialmente indicate nelle co-liche cagionate da soverchia replezione del canale alimen-tare, da sviluppo di gas e di acidi avvenur.o per fermen-tazione acida e gasosa degli alimenti, nella timpanite dei ruminanti svoltasi per condizioni analoghe, nelle cosi dette febbri infiammatorie gangrenose, nella febbre carbonchiosa, nelle pneumonie, nelle angine con grande turnefazione della mucosa delle fauci, nell'idrotorace acuto con essudazioni plastiche, nel tetano del cavallo quando gli si associa la febbre infiammatoria, e negli attossicamenti prodotti dai composti arsenicali, mercuriali e saturnini, in ispecie cro-nici, o quando, negli acuti, questi composti non si trovano piü nel tubo digeslivo.
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323 Dosi: — Solipedi e bovini . da 4 a 12 grammi Ovini e raaiali . . da 0,50 a 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Cani .....da 0,25 a 0,40 raquo;
ripetute ogni mezz'ora (nelle coliche e timpanite) e piü di rado (nelle altre malattie). 11 farmaco e propinato in pil-lole, in elettuario, in deboli soluzioni (una parte di solfuro e 70 a 120 di menstruo). E associato agli amari, agli aro-malici, ai narcotici, al nilro ecc.
Uso esterno. — I! solfuro di potassio applicato sulla cute in soluzioni concentrate la irrita, la infiarama, scioglie e fa cadere 1'epidermide; sulle soluzioni di continuitä forma una sottile escara. Spesso e usalo come antiscabbioso ed an-tierpetico sia in soluzione ehe in pomata. Si preparano le soluzioni sciogliendo una parte di solfuro in 8 a 16 parti d'acqua; e le pomate incorporando una parte del farmaco con 4 a 8 parti di sugna o meglio di sapone verde. II solfuro di potassio fa parte della pomata antierpetiea di Leblanc, la quale consta di due parti di solfo sublimato, una di solfuro di potassio, una di sale ammoniaco e sei di sugna.
II solfuro di cake o fegato di solfo calcare ha azione piü debole del precedente. Non e usalo internamente: allo esterno potrebbe essere adoperalo nelle stesse malattie ed in analoghe forme del fegato di solfo potassico.
Stafisagria {Delphinium staphysagria).
La stafisagria delle farmacie e il seme di una pianta assai comune nelle regioni meridionali e temperate d'Eu-ropa; appartiene alle lianunculacee ed al genere Delphinium (Poliandria triginia). I semi, ehe ne sono le sole parti ado-perate, sono compressi, triangolari, grossi un po' meno di un pisello, di eolore bruno, ruvidi, duri, di sapore amaro, acre e bruciante.
Si riconobbero contenere gemma, amido, albumina, so-slanze grasse, sostanze azolate mal definite, un acido vo-
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latile cristallizzabile, acre, sali iii magnesia, di potassa e di calce. Contiene inoltre combinato coll'acido malico un peculiare alcaloideo, bianco, amorfo, solubili?simo nell'al-cole e neH'etere, poco solubile nell'acqua; a ouest'ultimo componente si e dato il nome di delßna, e vuolsi riguar-dare siccome il principio piü rimarchevole della droga descritta.
Usi. — 1 semi di stafisagria sono di rado usati come emetici nei carnivori; da alcuni sono stati commendati come efficace rimedio del cimurro del cani; giovano perö in tale malattia soltanto come gli emetici in genere. Si danno alia dose di d a 3 grammi in pillole. Cotesti semi sono comu-nemente usati allo esterno nella ftiriasi ed anche nella rogna, tanto in decozione ehe in pomata. La decozione 6 preparata con 1 parte di polvere di semi di stafisagria e 30 di acqua; la pomata con 4 parte di polvere di semi di stafisagria e 30 di sugna. Quando si fa uso della decozione vuolsi aver riguardo di nön fame applicazione sopra troppo larga estensione, se la pelle e escoriata e piagata, per non dar luogo ad accidenti dipendenti dall'assorbi-mento del principio attivo del farmaco.
Unguento di stafisagria:
Grasso di maiale .....parti 36
Unguento mercuriale.....raquo; 6
Stafisagria polv....... igt; 8
si mescoli esattamente; da adoperarsi infrizioni edunzioni.
Stramonio {Datura stramonium).
La datura stramonio e una Solanacea (Pertandria mono-ginia) originaria deU'Araerica, naturalizzata ora ed assai comune nei siti umidi coltivati ed incolti, specialmente in vicinanza dalle abitazioni, di molte parti d'Europa. Ha caule erbaceo, ramoso, dicotomo, alto circa un metro; foglie grandi, peziolate, ovato-acute, alterne, pinnate, den-
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late, pubescenti; fiori graridi solitarii, cortamente pedun-colati, inseriti all'aäcelle delle foglie e nelle dicotomie dell'asse; calice garaopetalo, quinquefido, inferiormente ri-gonfio, corolla imbutiforrae, quinquefida pure, con ampio lembo ripiegato longitudinalmenle, bianca o di leggera tinta violacea. 11 frutto e una cassola ovoide, esternamente guernita di spine poco rigide (onde il norae vernacolo di pomo o noce spiiwsa), si apre per quattro valve, e contiene numerosi semi brunastri, schiacciati, con superficie sca-brosa, zigrinata. Tutta la pianta esala odore stupefaciente e nauseabondo, il ehe giustifica il nome di solanacea fae-tida dato pure a questa pianta.
Le parti adoperate sono specialmente le foglie ed i semi, raccolte le prime quando sta la pianta per fiorire, ed i secondi a maturitä. Fra i materiali ehe Tanalisi vi ha se-gnalafi trovasi un alcaloide ehe per lungo tempo si credette esclusivo di questa pianta, e si conosceva col nome di daturina, raa ehe ora si 6 riconosciuto essere identico colla iosciamina e coll'atropina; da do si intende facilmente la comunanza nelle proprietä tossiche e terapeutiche dello stramonio colla belladonna e coll'iosciamo.
Uso interno. — L'azione dello stramonio e stata poco studiata sugli animali domestici: alcuni sperimenti fatti da Viborg, da Hertwig e da Orfiia hanno dimostrato, ehe la sua amministrazione per le vie digestive e la introduzione di alcune sue preparazioni nelle vene, sono seguite da ef-fetti analoghi a quelli prodotti dall'atropa belladonna (vedi), ma molto piü energici. In generale il suo uso e indicalo nelle infermitä accennate all'articolo Atropa belladonna, e specialmente nel reuraatismo molto doloroso e nelle affe-zioni spasmodiche.
Le dosi del farmaco possono essere fissate approssima-tivamente ad un terzo, oppure alia metä, di quelle indicate per Tatropa belladonna.
Uso esterno. — Hertwig ha con molto profitto fatto uso
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dell'infusione delle foglie ed anche dei semi di stramonio nella cura delle oftalmie reumatiche molto dolorose e della stessa flussione perlodica; e dei cataplasmi caldi delle foglie contro le altre esterne infiammazioni accompagnate da intenso dolore.
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Stricnina.
La stricnina e il principale alcaloideo della noce vo-mica, della fava di sant'Ignazio ed altre consimili droghe (vedi noce vomica). Si prepara in grande nei laboralorii chimici estraendola specialmente dalla noce vomica con differenti processi, fra i quali il piü ovvio consiste nel mescolare la noce vomica medesima, macinata mediante opportuni procedimenti, con calce spenta nel rapporto di i di calce a 4 di noce vomica; il miscuglio si esaurisce per lisciviazione con alcole bollente. Le tinture riunite si concenlrano per distillazione fino ad un decimo di residue; a qupslo si aggiunge acido solforico allungalo fino a sen-sibile aeiditä; si filtra per carta, e nel liquido limpido si versa ammoniaca in lieve eccedenza; il precipitate cosi pro-dottosi raccolto sopra filtro di carta e fatto seccare si tratla con alcole debole, a 18 Beaume, il quale esporta la bru-cina non sciogliendo la stricnina, ehe si poträ avere cri-stallizzata sciogliendola in alcole concentrate e caldo ed abbandonando la soluzione a lenta evaporazione.
La stricnina cristallizza in ottaedri a base rettangolare, od in prismi quadrilaleri terminanli in piramidi a sei faccie, e affatto scolorita ed inodora, di sapore amaro, som-mamente persistente e disaggradevole; poco solubile nel-I'acqua fredda 1:7000, la quale benchfe esigua quantitä basfa per conferire alia soluzione un'amarezza predistinta anche quando venga tale soluzione allungata con 100 volte il suo volume di acqua; solubilissima nell'alcole ordinario,
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poco in quello assoluto come in quello debole; insolubile nell'etere, negli olii grassi, nelle dissoluzioni degli alcali; solubile in molti olii essenziali. E inalterabile all'aria; ri-scaldata, non si fonde ne si volatilizza , verso i 300deg; co-raincia a decoraporsi e si carbonizza.
Neutralizza potentemente e salifica gli acidi, formando colla maggior parte di essi sali cristallizzabili; I'acido ni-trico fumante la tinge di leggero colore giallo e la con-verte in nilrato di nitrostricnina; allungato la salifica senza punto alterarla; col riscaldaraento poi I'acido nitrico fumante puö anche convertirla in una materia gialla , resi-noide, esplosiva.
Triturata con acido piorabico, e quindi fattevi cadere sul misto alcune goccie d'acido solforico concentrato, assume una tinta azzurra ehe tosto volge al violetto e suc-cessivamente al rosso ed al giallo chiaro. II cromato di potassa, il biossido di manganese, il permanganate di po-tassa, ed altri agenti ossidanti vi operano in modo analogo a quello deli'acido piombico. Questa reazione e caratteri-stica della stricnina.
II cloridralo, il solfato, il nitrato ed altri sali stricnici si preparano agevolmente, saturando direttamente i rispet-tivi acidi con stricnina. Pegli arseniti ed arseniati (v. questi).
Uso interno. — La stricnina ed i suoi sali, I'idroclorato ed il nitrato, agiscono neilo stesso modo ehe la noce vo-mica, sono perö straordinariamente piü attivi; sostituiscono terapeuticamente la noce vomica (vedi), eccettuati i casi, nei quali vuolsi agire sul canale alimentare. Gli esperimenti e le osservazioni fatte sugli animali domestici colla stricnina e coll'idroclorato di stricnina non permettono ancora di fissarne con sicurezza le dosi terapeutiche; sembra perö ehe in Germania i veterinari siano riusciti a fissarle per il nitrato di stricnina, il quäle e d'un'attivitä sorprendente. Questo sale dovrebbe ammimstrarsi alle seguenti dosi per le vie digestive:
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Solipedi . . d;) gramrai 0, 10 a 0, 20 Bovini ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0, 15 a 0, 30
Ovini ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0, 025 a 0, 05
Maiali ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0, 012 a 0, 0^5
Cani ...nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;0,0008 a 0,0010
dato due volte al giorno in soluzione nell'acqua, ed anche in pilloie.
La stricnina ed i suoi sali ?oiio anche inlrodotti uel tes-suto cellulare ed iniettati nelle vene. In tali casi le dosi sono piccolissime. Per un'iniezione sottocutanea al cavallo potrebbe bastare la dose di sei milligrammi di nitrato di stricnina. Quando si fa uso dei sali di stricnina e della stricnina stessa si debbono sorvegliare gli anitnali e non dimenticare le precauzioni ricordate all'articolo noce vo-mica.
Tabacco. — Nicotiana tabaccum.
Piarita della famiglia delle Solanacee (Pentandria raono-ginia) originaria del Messico ed ora dovunque estesamente coltivata per quegli usi fin troppo noli. Sono parecchie le specie del genere Nicotiana coltivate; la piü comune e la Nicotiana tabaccum. Questa specie ha radice ramosa, bianca, di sapore acre; caule robuslo, alto metri 4 1/2 circa, ci-lindrico, grosso come il pollice, alquanto vellutato, prov-vedulo di midollo assai sviluppato, ramoso; le foglie al-terne, ampie, ovato-lanceolate, acute alia sommitä, ondulate ai margini a superficie cotonosa, pennato-nervie , con co-stole assai apparenti, di colore verde pallido, di tatto glutinöse, di sapore acre; fiori in pannocchia terminale, con calice gamosepalo , quinquedentato ; corolla imbutiforme con tubo due volte piü lungo del calice, lembo piano, patente, quinquefido, di colore porporino; cinque starai, frulto cassulare, oblungo, biloculare, polisperma.
Fra i numerosi materiali delle foglie del tabacco, le
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329 quali ne sono le sole parti adoperate, si vuole segnalare un principio acre, volatile, scolorilo, alcaloideo non ossi-genato, e da cui essenzialmente dipendono le proprieta mediche e tossiche di questa e di altre congeneri specie, chiamato nicotina.
Le manipolazioni, la concia, a cui si assoggetta il ta-bncco per renderlo atto agli usi ed abusi a cui e comu-nemente destinalo, gli fanno perdere nna porzione di nicotina, laonde per gli usi medici dovrebbero preferirsi le foglie naturali, raccolte poco prima della fioritura e colle volute precauzioni fatte seccare.
Uso interno. — Le osservazioni e gli esperimenti fatti in-torno agli effetti del tabacco sui nostri animali doraestici da Hertwig e da altri dimostrarono, ehe essi hanno molta analogia con quelli proootti dalla digitale (vedi), colla dif-ferenza perö ehe il primo sembra diminuire e modificare piü della seconda la sensibilitä dei nervi del gran simpa-tico, e spiegare azione topica irritante piü debole. Questo medicamento narcotieo-acre e slato adoperato utilmente nella disoressia ed in varie maniere d'aberrazione dell'appetito; nella costipazione di ventre, nell'elmintiasi, nelle ostinate indigestioni dei bovini (col sale di cucina) ed in alcune idropisie, come pure a cura del balordone cronico con ipere-stesia, del tetano e delle convulsioni in condizioni analoghe, delle ostinate tossi d'irritazione, della bolsaggine nervosa, delle coliche spasmodiche e ventose, deH'iscuria spasmo-dica, e per sedare l'angiocinesi ehe persists dopo ehe nelle infiammazioni, in seguito alia loro durata, oppure in virtü dei raezzi posti in opera, e venuto meno il carattere genuine infiammatorio.
Dosi delle foglie secche secondo Hertwig:
Solipedi e bovini . . da 30 a 90 grammi Piccoli ruminanti . . da 4 a 8 raquo;
Maiali......da 2 a 4 raquo;
Cani......da 0,60 a 2 raquo;
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ripetute tre ed anche quattro volte al giorno. II farmaco e propinato in bolo, in elettuario, in decozione, e taivolta anche assieme al foraggio. E associate al solfato di soda e di magnesia, al calomelano, ai diuretici, ecc. La decozione di tabacco preparata nella proporzione di 1 parte di esso e 45 a 30 d'acqua e spesso applicata in clisteri nella sti-tichezza, nell'idrocefalo cronico, ecc; ed e pure usato negli stessi casi per clisteri il fumo di tabacco. Si applica que-st'ultimo con una ordinaria pipa di gesso, e meglio con urgt; apposite apparecchio.
Uso esterno. — 11 tabacco e molto spesso adoperato come un energico insetticida nella ftiriasi e nella rogna, ed anche come rimedio antierpetico. Si fa uso di una decozione acquosa (1:8 a 10), alia quale si puö aggiungere la fu-liggine, la potassa, il sale di cucina, e si adopera in lozioni sulle parti affelte, avvertendo di non coprire con essa una troppo vasta estensionedi pelle, perche, avvenendo I'assorbi-mento dei principii attivi del tabacco, possono accadere mor-tali altossicamenti, come parecchi hanno di giä osservato principalmente nei bovini. Hertwig raccomanda la decozione di tabacco nell'aceto come una preparazione attivis-sima per uccidere i pidocchi. Havvi un altro modo di adoperare il tabacco nella cura della rogna, modo noto e messo in opera dai pecorai: consiste questo nel bagnare le parti affette da scabbia colla saliva spremuta dal tabacco masticato.
Gli attossicamenti dovuti all'ingestione del tabacco deb-bonsi curare cogli emetici, colla gastrotomia (ruminanti), coi salassi, colle bevande temperanti, e con beveraggi sti-molanti.
Tanaceto. — Tanacetum vulgäre.
Pianta delle Sinanteree corimbifere (Poligamia superflua) comunissima presso di noi; nasce per lo piu nei siti in-
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331 colti e lungo le vie; ha radice orizzontale, munita di pic-cole radichette, da essa nascono parecchi cauli setnplici o poco ramiflcati, cilindrici; foglie allerne, sessili, bipinnalo-partite, partizioni acute; calatidi in corimbo aU'estremitä dei fusti, fiori di colore giallo dorato, di odore forte e poco aggradevole dovuto ad un peculiare olio volatile, ehe ne e il principale componente ; anche le foglie, tanto piii se strofmate, esalano quell'odore. II sapore e amaro, acre, bruciante. Si e ricavato dalle sommilä fiorifere del tana-ceto una sostanza cristallina, I'acido tanacetico o tanesico, analogo aH'acido santonico o santonina , delle quali puö essere economico succedaneo. Le parti usate sono le som-mitä fiorite ossiano i ccrimbi, raccolti un poco prima della perfetta fioritura. GoU'essiccazione perdono in gran parte I'olio volatile.
Usi. — II tanaceto (erha, fiori e semi) spiega sull'orga-nismo degli aniraali azioni analoghe a quelle prodotte dal-I'assenzio volgare (vedi); eccita maggiormente di questo i vasi ed i nervi dei visceri della digestioae. E adoperato come stomacico, eccitante ed antelmintico nelle infermita indicate all'artlcolo Assenzio volgare, ed e amrainistrato alle stesse dosi e nelle stesse forme.
I fiori ed i semi di tanaceto sono tenuti in conto di antelmintico piü attivo del seme santo o santonico (Artemisia iudaica), ehe per il suo prezzo considerevole non puö essere amministrato nella comune pratica veterinaria.
Tannato di piombo. — Gallotaunato di piorabo.
Per gli usi della clinica veterinaria si ottiene esterapo-raneamente; al quale effetto si fanno bollire per pochi minuti 20 grammi di noce di galla, in grossolana polvere, entro 500 grammi d'acqua colata per tela; e si versano uel decotto 20 grammi d'acetato di piombo basico; si produce un abbondante precipitato fiocconoso, ehe, volendo, si puö
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separare per decantazione, raccogliendolo sopra fitla tela; ma per lo piü si adopera lo stesso liquido torbido, scuo-tendo la massa ad ogni volta ehe se ne deve far uso.
Usi. — Alia scuola facciamo frequente uso del tannato di piombo, preparato secondo la formola indicata, nelle contusioni di vario grado, nel decubito, e ne ricaviarao buon frutto. Tale preparazione giova per la sua proprieta astrinyenle molto dislinia a combattere la infiammazione ehe consegue alle eontusioni, ed oltre di cio, raummificando od imbalsarnando I'escara prodotta da urto o eompressione, ne irapedisce I'imputridimento, e la sequela di gravi e svariate eomplicazioni e successioni morbose, cui tale av-venimento da soventi volte luogo nelle contusioni.
II rimedio va applicato parecehie volte al giorno sulla parte malata con una penna o eon un gomitolo di sloppa, e non abbisognano fasciature.
Tartrato acido di potassa. —
Tartrato idrico potassico. — Bitartrato di potassa. —
Gremortartaro.
Si prepara in grande nelle regioni vinifere, depurando il tartaro greggio o gruma delle botti, ossiano quelle eroste cristalline dure ehe si depositano sulle pareli dei vasi vi-nari. La depurazione si ottiene col farlo bollire dapprima, ridolto in polvere, con pieeola quantitä d'argilla non cal-care in sifficiente copia d'acqua, e per ripetute successive cristallizzazioni.
E bianco, in cristalli appartenenti al sistema rombieo, spesso emiedrici, inodoro , di sapore aeidetto ed amaro-gnolo, seioscia sotto i denti; poeo solubile nell'aequa fredda, d:24;0, e nel rapporto di 1:15 in quella bollente, insolubile neiraleole, assai solubile negli acidi minerali concentrati, e inalterabile all'aria. La soluzione acquosa ha reaziune aeida. Riscaldato ftiori dell'aria, si seompone,
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esala odore come di pane arrostito , lasciando un residuo (flusso nero), ehe e un mislo di carbonato potassico e di carbone divisissimo. Scaldato nell'aria si converfe tolal-menfe in carbonato potassico (flusso bianco).
Non si deve associare con sostanze alcaline, con sali cal-cari, con carbonati, ecc.
Use interno. — 11 tartrato acido di potassa e tetnperante, diuretico, e, ad alte dosi, lassativo. E amministrato nella febbre infiamraatoria, nelle infiammazioni in genere, spc-cialmenfe perö in quelle del tubo digestivo e visceri ad-dominali,neiriUerizia ed idropisie accotnpagnate da leggieri sintomi flogistici, neU'ematuria e latte cruento (nello stato infiammaforio) e nella febbre carbonchiosa. II cremortar-taro e piu usato nella cura delle malattie del buoi ehe del solipedi.
Dosi non purgative del farmaco :
Solipedi.....da 25 a 50 grammi
Bovini...... da 40 a 80 raquo;
Ovini e maiali ... da 10 a 30 raquo;
Gani......da 2 a 10 raquo;
ripetute parecchie volte nella giornata. L'uso reiterato di tale dose e seguito da effetti lassativi. 11 farmaco e per lo piü propinato in bolo ed in elettuario per causa della sua poca solubililä nell'acqua. Si puö anche adoperare in be-veraggi, in bevanda, ma in tale case il menstruo debb'es-sere in grande quantitä, e puö essere 1'acqua semplice, I'acqua bianca, una decozione mucilaginosa. E associato al tartaro emetico, al nifro, agli amari, ecc.
11 tartrato neutro di potassa, tartrato bipofassico , tartaro solubile) sale vegetate, ed il tartrato di potassa e di soda (sale di Seignette) agiscono in modo analogo al precedenle, e po-trebbero piü facilmente di esso essere adoperati come lassativi, avuto riguardo alia loro maggiore solubilitä; nondi-meno non sono ehe raramente adoperati in veterinaria.
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Tartrato antimonico potassico. —
Tartrantimonito di potassa, emetico, tartaro emetico,
tartaro stibiato.
Si ottiene questo importante antimoniale facendo bollire 4 parti di triossido d'antimonio ottenuto per via umida, e supposto secco, con 4 parti di cremore di tartaro in pol-vere; con sufficiente quantilä di acqua si rende il miscuglio in pasta, ehe si abbandona a se per ventiquattro ore; si fa poscia bollire in cento volte il suo peso d'acqua, dopo mezz'ora si filtra e si evapora il liquido filtrato fino alia densilä di grammi 25 del pesa sail di Beaume ; col raf-freddamento cristallizza ; separali dopo qualche tempo i primi cristalli, si concentrano le acque madri per averne allri ehe si uniranno ai primi.
II tartaro emetico presenlasi in cristalli talvolta assai voluminosi e nitidi die sono oltaedri romboidali, perfetta-mente scoloriti e trasparenti, ma ehe per efflorescenza di-vengono opachi nell'aria secca, ha sapore stitico disgu-stoso. Solubile entro 15 parti circa d'acqua fredda ed in meno di due di quella bollente. La soluzione ha sensibile reazione acida; I'alcole concentrato la intorbida facendovi deporre cristalluzzi di emetico. L'ammoniaca la intorbida, la precipita pure la potassa caustica, ma un eccesso di potassa ridiscioglie il precipitate; lentamente ed mcompletamente la intorbidano i carbonati alcalini. Gli acidl gagliardi, ni-trico, solforico, cloridrico vi precipitano dei sotlosali anti-monici, solubili nell'acido tartarico; il lannino, epperö la tintura di galla o di altre materie tannifere, vi produce un precipilato fiocconoso bianco-sudicio; I'acido solfidrico vi fa nascere un precipitalo arancione di solfuro antimonico; i sali di calce, di piombo, d'argento vi fanno nascere pre-cipitati copiosi.
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Col riscaldamento fuori dell'aria si scompone e lascia un residue carbonoso, il quale, se vi vengano gettate sopra alcune goccie d'acqua, detuona spaventevolmente. II feno-meno e prodotto dalla instantanea composizione dell'acqua a contatto del formatosi composto di antimonio e di po-lassio.
Incompatibilitä. — Le incompatibilitä deU'emetico sono determinate dalle sopranotate reazioni; cosi non deve es-sere associato alle sostanze alcaline, agli acidi forti, ai solfuri, alle sostanze tannifere, ned ai sali di calce, di piombo, d'argento, di barite o di stronziana.
Uso interno. — II tartralo anlimonico potassico ammini-strato a dosi convenienti per le vie digestive (ed anche in altri modi) determina il vomito nei carnivori ed onnivori, nausee e sforzi di vomilo negli erbivori, quasi sempre ca-tarsi negli uni e negli altri; aumenta la secrezione delta mucosa deH'apparecchio respiratorio, della pelle e dei reni; rallenta la respirazione e la circolazione; diminuisce la termogenesi; cagiona infiacchimento muscolare e diminu-zione deiraltivitä nervosa; rende piü copioso lo siero del sangue e ne diminuisce la coagulabililä (cfuando e usato per qualche tempo). Quando e propinato a dosi molto con-siderevoli da luogo a venefizio ed a morte sollecita. I rumi-nanti sentono relativamente meno dei solipedi I'azione del tartaro emetico, ed i maiali meno dei cani.
II tartaro emetico e efficace rimedio per promuovere la reiezione dal tubo digestive di sostanze refrattarie alia di-geslione e tossiche (onnivori e carnivori); giova nella cura della pica, del gastricismo, della irregolare o lenta rumi-nazione, della costipazione di ventre e dissenleria, della indigeslione cronica in genere, dell'ostruzione del mille-fogli, dell'elmintiasi, ecc; e con ragione considerate attivis-simo rimedio contro le afifezioni catarrali e reumatiche, in ispecie recenti e di carattere flogistico (angina, bronchite, pleuropneumonia, peritonite, epatite, rifondimento, ecc),
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contro alcune malattie nervöse (vertigine addominale, te-(ano reumatico, bolsaggine nervosa , iscuria spasmodica), contro le idropisie e le impetigini inveterate. Esso e pure sovente messo a partito per combattere la colica e I'iscuria reumatica; fa anche raccomandato, in associazione coll'es-senza di trementina, quale mezzo attivo per combattere le affezioni carbonchiose ne'bovini (Mühlenhof). Non deve essere propinato il tartaro emetico agli animali affetti da flogosi dello stomaco e degli intestini.
II tartaro emetico e amministrato a dosi differenti, a se-conda degli effetti terapeutici ehe si vogliono determinare nelle varie malattie. Quando si da il farmaco per attivare moderatamente le secrezioni e l'assorbimento, e per combattere le malattie nervöse e le affezioni gastriche sopra indicate, convengono le seguenti dosi:
Solipedi .... da grammi 1 a 4 Bovini .... da raquo; i a 8
Ovini.....da raquo; 0,10 a 0,30
Maiali.....da gt; 0,40 a 0,20
Cani.....da raquo; 0,05 a 0,10
ripetute tre o quattro volte al giorno; nei casi in cui 6 adoperato contro le infiammazioni, tali dosi devono essere raddoppiate nei solipedi, bovini e cani, triplicate negli ovini e maiali, ed eguaimente propinate da tre a quattro volte al giorno. Quando le deiezioni alvine si famp;nno liquide, si debbe sospendere Tamministrazione del raedicamento. Pel porco la dose emetica del tartrato antimonico potassico e di 30 centigrammi a 1 gramma, pel cane di 10 a 30 cen-tigrammi.
II tartaro emetico e amministrato in bole, in elettuario, nella bevanda, in beveraggio ed in clistere. Quando si ado-pera il farmaco in bole ed in elettuario (forme piu conve-nienti nei solipedi ed anche nei bovini quando in questi vuolsi agire sui due primi stomaci) e conveniente dopo la propinazione del rimedio di far bere gli animali, o di lavar
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337 ioro la bocca per togliere da questa cavitä porzioni di sale rimaste aderenti alia mucosa, le quali ne delerminerebbero i'infiammazione. Allo scopo di prevenire quest'accidente si possono anche preparare i boli e gli elettuari sciogliendo prima il tartaro emetico neli'acqua e facendo quindi assor-bire la soluzione da una sostanza polverulenta indiffcrente. Nei casi in cui il farraaco e araministrato come emetico devesi anteporre la forma liquida (1 di sale a 20 o 30 di liquido). Esso va associato agli espettoranti zuccherini, ad alcuni sali minorativi, al calomelano, alia canfora, alia digitale, a sostanze amare ed aromaliche, ecc, a seconda delle particolari indicazioni.
II tartaro emetico e pure stato adoperato con successo in iniezioni nelle vene , nel reumatismo acuto e cronico, neU'indigeslione dei solioedi e bovini, nel balordone dei solipedi dipendente da disordini di circolazione nel sistema della vena porta.
Uso estemo. — II tartaro emetico applicato sulla cute in parecchie forme la irrita ed infiamma , cagiona la forma-zione di pustole e talvolta anche la mortllicazione della pelle in tutta la sua grossczza. E talvolta usato come pu-stolante nei casi in cui sono indicati i rivulsivi alia cute. Si adopera la pomata emetica o stibiata, di Autenrieth, pre-parata con 1 parte di tartaro emetico e 4 a 6 di sugna, la quale deve essere resa piu atliva per gli animali, con pelle dura e poco sensibile . mediante I'aggiunta di 1/8 a 1/15 di cantaridi, euforbio od elleboro, ecc. II veterinario dovrä essere molto cauto nel far uso della pomata emetica sugli animali a pelle delicala , in ispecie sui cavalli di razze distinte, perche facilmente le applicazioni di essa dänno luogo alia distruzione delle papille dei peli ed in conseguenza a cicatrici calve. II Walch raccomanda siccome efficace assai il seguente unguento stibiato composioJ da usarsi come irritante sui costati dei buoi afl'elti di pleuropneu-monia essudativa epizootica :
Compendio 22
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33H
Tartaro emetico.......3 parti
Ganiaridi di recente polverizzate . i raquo; Euforbionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; y)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . i raquo;
Unguento basilico......8 raquo;
Essenza di trementina q. b. per fare un unguento di mediocre consistenza.
II tartaro emetico sciolto nell'acqua distillata oppure in infusioni aromatiche (1 parte di tartaro emetico e 40 a 50 di liquido) e pure messo a partito nella cura dalle opacitä corneali.
Gli attossicamenti determinati dal tartaro emetico sono combatluti col tannino e sostanze tannifere, col solfuro di ferro idralo, suoi antidoti chimici; e quindi, a seconda della predominante gastroenterite e dell'alterazione del sangue, coi compensi richiesti da questi stati morbosi.
11 vino e Vaceto emeiizzato non sono usati in veterinaria
Formola: Tartaro emetico .... da grammi 4 a 8 Estratto di giusquiamo . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;4
Infusione di fiori di camomilla raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;360
si dia in beveraggio, e si ripeta tale dose ogni mezz'ora, fino a tanto ehe il cavallo espella le orine nella cosi delta colica orinaria (Hering).
Tartroborato di potassa. —
Tartrato borico potassico. —
Borotartrato di potassa. — Cremortartaro solubile.
Si puo ottenere questo sale sciogliendc una parle di acido borico, stato prima fuso, e 4 di cremortartaro entro 24 parti d'acqua bollente, si filtra e per lenta evaporazione si riduce a secchezza la massa; piü economicamente ed estemporaneamente si puö avere mescolando al cremor- mi tartaro il quarto del suo peso di borace minerale.
E una sostanza bianca, inodora, acidetta ed aggradevole al
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339 gusto, amorfa,inalterabile neH'aria, solubilissima neU'acqua nel rapporto di 1 :0,75 di quella fredda e di 1 : 0,5 di quella bollente, insolubile nell'alcole ; ha reazione acida. Uso interno. — II cremortartaro solubile e temperante e lievemente diuretico a piccole dosi, lassativo a grandi dosi. E stato amrainistrato come temperante e diuretico nella febbre biliosa, neirilterizia, neil'entente cronica e coten-nosa, nelle idropisie, nella enlerite catarrale dei puledri (col laudano), nella metroperilonite delie vacche consecutiva al parto (colle sostanze amare). Di rado ^ propinato ai grandi animali domeslici come purgalivo. Si da per lo piü sciolto nelle bevande ed alle dosi indicate all'articolo Tar-trato acido di potassa, il quale suolsi a questo, per ragioni economiche, preferire.
Terra bolare. — Bolo rosso nostrano.
La terra bolare, o bolo nostrano, e un'argilla ferruginosa colorata in rosso vivo da ossido ferrico. Polverizzata , la-vata, e levigata per spogliarla delle pietruzze o sabbie ehe la possano accompagnare porta il nome di bolo preparato. Un tempo, e per la medicina umana, solevasi trarre dal-I'Armenia, onde il nome di bolo armeno con cui solevasi indicare. Per gli usi della veterinaria puo servire qualunque argilla anche non ferruginosa, perocchö nell'impiego di questa terra essenzialmente si cerca di utilizzare la pro-prietä sua d'imbeversi e ritenere i liquidi medicati, dei quali vuolsi fare locale applicazione. La terra sigillata, o lemnia, dell'antica farmacia, non 6 altro ehe argilla analoga al bolo.
Usi. — La terra bolare usata internamente come assor-bente, tonica ed astringente nelle diarree passive, nell'albu-minuria, neU'ematuria, e era quasi caduta in dimenli-canza, perche e sostituita da altri farmaci piü attivi. Allo esterno la terra bolare nostrale e adoperata nella confe-
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zione dei cataplasmi ripercussivi ed astringenli, usati assai spesso in molle maialtie esterne degli animali domestici. Per la confezione di tali calaplasmi si suole adoperare I'a-ceto dilungato nell'acqua e la soluzione di solfato ferroso.
Trementina. — Terebentina.
La trementina coraune e un'oleoresina ossia un miscuglio naturale di resina (colofonia) e di olio essenziale (essenza di trementina) ehe slilla da parecchie pianle delle conifere, ma sopratlutto dal larice europeo o pinus larix, pianta co-munissima sulle alpi. Se ne conoscono differenti qualita commerciali, come sono la terebentina di Chio, quella di Strasburgo, quella di Bordeaux, di Venezia, ecc. Quest'ul-tima, cioe quella di Venezia, cosi detta non perche pro-venga da questo paese, ma per l'esteso commercio ehe se ne faceva un tempo su tale piazza, e quella ehe piü co-raunemenle si adopera in Italia. E fornita dal pinus larix, dal quale scola per fori o profonde incision! praticatesi al piede della pianta , si raccoglie entro tini e si fillra poi per depurarla attraverso a strati di paglia o per crivello di cuoio.
ß semiliquida in estate, piü consistente in inverno, at-taccaticcia, invecchiando s'inspessisce, e trasparente, ver-dognola, di odore forte non mollo aggradevole, di sapore acre ed amaro, contiene 1/4 circa del suo peso di essenza, ehe si puö ricavare per distillazione. E insolubile nell'acqua, a cui cede perö una piccola quantitä di essenza, si scioglie nell'alcole concentrate, negli olii flssi ed essen-ziali; forma una massa solida con 1/15 di magnesia cal-cinata.
La trementina colta e trementina spogliata in massima parte dell'essenza per mezzo della distillazione con acqua, e analoga alia colofonia da cui solo differisce per conte-nere ancora qualche proporzione d'essenza.
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La ragia o resina di pino, la pece di Borgogna, differiscono dalla trementina ordinaria per contenere una minore quan-titä di essenza ed una maggiore proporzione di resina in cui predomina l'acido pimarico.
Uso interno. — La trementina, araministrata a convenienü dosi per le vie digestive, accresce le secrezioni della mem-brana mucosa del canale alimentare, ne rende piü attivi i moti, e la digestione; a grandi dosi esercita intensa azione topica irritante e da luogo ad effetti purgativi. L'assorbi-raento dell'essenza ehe contiene, e di una parte del prin-cipio resinoso, e seguito da azioni analoghe a quelle indicate all'articolo essenza di trementina (vedi). La trementipa e amministrata con successo come diuretico nelle idropisie tanto consecutive ad infiammazione delle sierose, ehe di-pendenti da altre cagioni, nelle edemazie, e nei secondo stadio dell'influenza dei solipedi, come anticatarrale nelle croniche affezioni catarrali deH'a'pparecchio respiratorio, del genito-urinario ed anche del digestive; oltre di ciö e pure stata commendata nella cura deH'incontinenza d'orina dei varii anitnali domestici, e dell'emaluria ehe coglie in primavera i bovini messi al verde, e per combattere gli svariati disturbi funzionali ehe si osservano, quando havvi atonia dell'apparecchio digestive. Dosi:
Solipedi e bovini , da 15 a 40 grammi Ovini e maiali , . da 4 a t4 raquo;
Cani.....da 0,50 a 3 raquo;
ripetute tre o quattro volle al giorno. La trementina e propinata in boli, in elettuario ed in beveraggio. Si pre-parano i boli e l'elettuario mescolando la trementina col miele, col giallo d'uova, colsapone o colla gomma arabica, ed aggiungendo quindi una sostanza polverulenta (bacche di ginepro, radice d'altea, radice di liquirizia ) per dare alia massa la voluta consistenza. L'aggiunta della magnesia calcinata alia trementina non conviene per ragioni econo-
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miche. La trementina e data solto forma liquida in emul-sione falta col tuorlo d'uova, con soluzioni gommose, con decozioni mucilaginose. E associala al sale ammoniaco, al nitro, al carbonato di potassa, al tarlaro emetico, alle sostanze aroare, ecc.
Uso esterno. — La trementina mantenuta per qualche tempo applicafa sulla cute la irrita e da anche luogo a for-mazione di vesciche e ad essudazione ; posta sopra le soluzioni di continuitä le infiamma dapprima e rende poi piü attivo il processo di granulazione, Essa e usata nella cura delle piaghe atoniche, della carie delle ossa e del rammol-Hmento nei legamenti e tendini, come rimedio digestivo tanto sola, die sotto forma d'unguento digeslivo semplice, di halsamo vulnerario semplice, di acqua digestiva balsamica di Wolstein. .
Preparasi Vunguento digestivo semplice incorporando in-sieme 60 grammi di trementina e due luorli d'uova, ed aggiugnendovi quindi a poco a poco 16 grammi d'olio di oliva. Si puo anche preparare mescolando assieme i parte di trementina e 2 parti di miele.
Si ottiene i\ balsamo vulnerario semplice (usato in inie-zioni nei seni fistolosi e fistole) facendo digerire una parte di trementina in 6 a 9 parti d'alcole rettificato. Questa preparazione puö essere resa piü attiva coH'aggiunta di tintura di mirra, d'aloe.
h'acqua digestiva balsamica di Wolstein puö essere prepa-rata come segue, secondo Hertwig:
Trementina......60 grammi
Essenza di trementina ... 15 raquo; Tuorli d'uova .... n. 2
Acqua di calce.....250 raquo;
si incorporino i tuorli coila trementina e si agiiiungano, rimescolandp, I'esst-nza e I'acqua di calce. E usata in inie-zioni nei seni fistolosi.
La trementina, tanto sola ehe unita ad altri irrilanti, e
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pure qualche volta applicata quäle rimedio risolvente e ma-lurativo sopra fumori ehe si svolgono nei lessuti per causn di cronica infiammazione.
La trementina 6 pamp;rte costituente di molti unguenti, einpiastri, inisture, ehe sono altrove indicate.
Formola:
Trementina ven.....60 grammi
Sale ammoniaco.....30 raquo;
Baeehe di tjinepro polv. q. b. per fare n0 4 pilloie. Se ne amminislrino 3 o 4 al giorno nei secondo stadio deWinfluenza. (Hering).
Valeriana officinale. — Valeriana sylvestris.
Fra le specie del genere valeriana , la piü pregiata in medicina si e la sylvestris, d'onde ne deriva ancora il qua-lificativo di offlcinnlis. Apparliene alle Valerianee (Triandria raonoginia) ed e spontanea e frequente nei sili montuosi e selvaggi di molte parti d'Europa e specialmente d'ltalia e di Svizzera ; preferisce i siti umidicci e vicini ai ruscelli. Ha la radiee perenne, bianca, eespitosa , guernita cioe di molte radici lateraii, fiiiformi e discendenti, caule cilindrico, slriato, verde giallognolo, peloso, alto circa un metro e mezzo ramificato superiormente, fisloloso; foglie opposte, distanti, pinnatifide, le radicali con lungo peziolo, le superiori quasi sessili; fiori in corimbi terminaii, con peduncoli opposti; calice aderente , corolla imbutiforme , rigonfia alia base, quinqueparlita ; tre stami epigini, ovario infero; il frutto 6 una cassola uniioculare monosperma; seme oblungo, pappigere.
Le parti usate sono le radici, raecolte in tardo autunno o neH'inverno; recenti hanno debole odore, coH'essiccazione aequistano odore forte e fetido. I principali componenti sono un olio essenziale (aldeide valerica) ed un aeido par-ticolare (l'acido valerianico), l'uno e I'altro separabili per
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SU
distillazione, Se ne prepara un esiralto acquoso, un estratto alcolico, tinture, ecc.
Uso interno. — La radice di valeriana e dotata di virtü tonica, vermifuga, eccitante universale, ed antispasmodica. E usata con vantaggio nell'atonia del tubo digestivo, nel me-teorismo, nelle diarree, neU'elmintiasi, nelle coliche spas-modiche , nell'iscuria spasmodica , nelle febbri nervöse e tifoidee (specialmente quando esistono fenomeni atassici), neila febbre carbonchiosa; non di rado giova nella cura dell'epilessia ed accessi epilettiforrai (frequenti nei cani), del tetano, deH'asrna nervoso e delle paralisie. Dosi :
Solipedi e bovini . . da 50 a 100 grammi
Ovini......da 12 a 25 raquo;
Cani......- da 2 a 8 raquo;
ripetute parecchie volte al giorno. La polvere di radice di valeriana e propinata in bolo, in elettuario ed in infusione; e associata alia canfora, all'olio di trementina, all'olio em-pireumalico, agli acidi mineral!, ecc.
L'infusione di valeriana e pure usata allo esterno quäle rimedio tonico c risolvente nelle oftalmie asteniche, nelle contusioni e come eccitante sulle piaghe atoniche. L'infusione di valeriana e talvolta applicata in clistere; la radice delle altre specie di valeriana {v. dioica e v. faedia) hanno proprietä analoghe, ma piü deboli.
Verbasco. — Tasso-barbasso.
II tasso-barbasso, Verbascum thapsus, e pianta bienne, delle Solanacee (Pentandria monoginia), comunissima nei luoghi incolti e sassosi di molte regioni europee. Gaule semplice, erbaceo, alto circa 1 metro, eretio, lanoso; fo-glie grandi, ovato-acute, biancastre, lanate, decorrenti, le radicali cortamente picciuolate; fiori gialli, grandi, sessili, disposti in lunga e lassa spiga terrninale; calice tomentoso,
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corolla ruotata, a cinque lobi ineguali; cinque stami con ßlamenti barbati ed antere reniformi, orizzontali; ovario allungato, cotonoso, stilo obliquo sorpassante gli stami; fio-risce in luglio ed agosto ; le parti usate ne sono special mente i fiori, di rado le foglie. L'analisi chimica non vi ha segnalata Tesistenza di alcun peculiare principio speci-fico nel quale precipuamente risiedano le proprietä mediche di tali fiori; sono ricchi di sostanze mucilaginose.
Usi. — Le foglie di verbasco sono dotate di proprietä emollienti e possono essere adoperate tanto internarnente ehe esternaraente come succedaneo della rnalva, dell'altea (vedi). I fiori sono tenuti in conto di bechici, e perciö rac-comandati nelle affezioni catarrali della membrana mucosa tracheale e bronchiale. Si ponno adoperare a dosi indeterminate in infusione parecchie volte al giorno.
Le altre specie indigene di verbasco dividono col prece-dente le proprietä terapeutiche.
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Vino.
Liquore alcolico, proveniente dalla fermentazione del mosto d'uva; sono analoghi al vino i liquori fermentati co-nosciuti coi nomi di birra, di sidro, di pomata, perata, ecc.
I principali componenti del vino ordinario, cioe del vino d'uva, sono: I'acqua, 1'alcole, I'etere enantico, materie co-loranti speciali fra cui I'enolina, il tannino, il crenaortar-taro , lo zucchero , ecc. Per le applicazioni dirette nella medicina come per la preparazione delle tinture vinose od enolei medicinali, si possono dividere i vini in due principali categoric, cioe vini rossi e vini bianchi. Si preferiscono i primi, e particolarmente quegli austeri o generosi per le dirette indicazioni e per le tinture toniche ed aslringenti, i secondi per le tinture delle piante contenenti alcaloidei, pel vino emetico, ecc. Devono si gli uni ehe gli altri es-
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sere di buona qualita, e non alterati ne per incerconimento ne per acetificazione.
Non si puo surrogare il vino con un misto artificiale di acqua e di alcole, perocche quantunque ne siano questi i principal! componenti, gli altri material! vi hanno pure la toro partc sia nell'azione medicamentosa del vino, sia nei suoi poteri solvent! sopra i materiali ehe si vogliono tra-durre nel vino nella preparazione degli enolei.
Uso interno. — Le varie sorta di vino, quando sono date ad alte dosi, concordano nel loro modo d'agire, inquanloche predominano i fenomeni di locale e generale eccitazione fieterminati dall'alcole , il quäle e loro precipuo principio costiluente, ed in quanto I'ingestione di grandissime dosi dello stesso e seguita dall'ebbrezza. Se non ehe per cia-scheduna delle qualitä di vino havvi predorainanza di al-cune azioni secondarie, le quali dipendono dalla specials loro composizione immediata. II vino rosso gode di azione tonica ed aslringente piii marcata del bianco, questo e lo spumante dispiegano piü distinta azione diuretica del primo; il vino acido e ad un tempo temperante e diuretico.
L'uso del vino e indicato nelle dispepsie e nelle indigestion! dipendenti da debolezza del canale alimentare, nelle coliche prodolte dall'in^estione d'acqua fredda, nelle diarree sierose, nell'adinamia cagionata da soverchia fa-tica, e da suppurazione, nelle fehbri adinamiche e tifoidee, nell'idroemia e nelle idropisie. fi pure stalo adoperato con successo nel vaiuolo pecorino per promuovere I'eruzione delle pustole; ed 6 comunemenie usato per risfabilire la soppressa perspirazione cutanea nei solipedi, onde preve-nire le affezion! reumatiche e catarrali, ehe ad un tale ac-f.idnnte spesso conseguono. — Dosi:
Solipedi e bovini . da 500 a 1000 gramm!
Ovini.....da 120 a 250 raquo;
Maiali .... da 60 a 90 raquo; Cani.....da 15 a 60 raquo;
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ripetute a seconda del bisogno, Conviene amministrare il vinocaldo nelle coliche dovute all'inirestiorn! d'acqua fredda, e quando vuolsi ristabilire !a perspirazione cutanea.
Uxo esterno. — 11 vino 6 applicalo esternamente quale ri-modio lonico, risolvente e detersivo. sia solo ehe associafo alle sostanze aromaliche (vino aromatico), ed alle aslrin-genti, in lozioni, cataplasmi, iniezioni, ecc.
Zafferano. — Crocus sativus.
Lo zafferano del commercio e delle farmacie e formato dagli stili e slimmi tripartili di una Gigliacea (Triandria raonoginia), il crocus sativus, collivato espressamente in pa-recchie region! meridicnali d'Europa; il crocus aulumnalis e Vodorosus ehe crescono in Sicilia forniseono pur essi una buona qualilä di zafferano. Consta di filamenti lunghi, as-sottigliati, elastici, di colore giallo carico, di odore pronun-ciato e piacevole, di sapore amaro aromatico; tinge la saliva, I'acqua e Talcole di giallo intenso. Deve rigettarsi quello ehe offre commisti dei filamenti giallo-chiari o bian-castri, oppure corolllaquo; tubulose del carlamo dei tintori (zaffe-ranone) con cui spesso e per frode mescolato, 11 potere colorante si riferisee ad un peciiliare principio ehe Henry chiamö policroite.
Uso interno. — 11 zafferano e slomacico, antispasmodico ed eccitatore dell'utero. In veterinaria e propinato qualehevolta alle femmine degli animali domestici per promuovere le contrazioni uterine nel parto languido per inerzia della ma-trice, ed e usato nel cimurro dei cani, ove siavi predomi-nanza di accidenti spastici, come antispasmodico. Si ammi-nistra alle femmine dei grandi animali domestici alia dose di 30 a 60 grammi in infusione acquosa e vinosa; ai cani a quella di grammi 0,50 a 2 in pillole e sospeso in liquidi. Ma e forma piu conveniente quelia di boli od oppiati. Del resto, il velerinario, tenendo conto del prezzo notevole di
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questa sostanza, fara bene a sostituirla con altre di virtu analoghe o piü spiegate e ehe costino meno.
Zenzero.
Lo zenzero delle farmacie e il rizoma o fusto sotterraneo di un'^momea (Monandria monoginia), il zingiber officinale, la quale cresce spontanea nelle Indie orientali ed e colti-vata nelia Gaienna e nelle Antille, ecc; e un fusto radici-forme della grossezza di un dito, articolato , coperto da un'epidermide rugosa ed anellata; esternamente e per lo piü di colore grigio, ma quando e stato seccafo con dili-genza e bianco, e questa qualitä e piü ricercata in com-mercio. Internamente ha consistenza flbrosa, rfi colore bianco o giallastro; odore forte, sapore bruciante aromatico, do-vuto ad un peciiliare olio essenziale ehe contiene. Si e dato il nome di piperoide ad un prodotto estrattivo , ricavabile dal zenzero mediante I'etere etilico.
Usi. — La radice di zenzero ha propriela analoghe a quelle del chiodi di garofano ed e adoperata nelle stesse infermita, alle inedesime dosi e forme ehe questi (vedi garofano).
fi noto ehe i cozzoni introducono dello zenzero nel retto inteslino dei cavalli per coslringerli a portar la coda elevata.
Di proprietä affini a quelle dello zenzero -e garofano e pure dotata la noce moscata {mads e seme), sostanza ehe non e quasi piü, ed a ragione, usata in terapia veterinaria.
Zucchero. — Zucchero di canna. — Saccaroso.
Gli zuccheri costituiscono un'estesa ed importante fami-glia di corpi organici, fra i quali i piü degni d'attenzione, sotto il punto di vista farmacologico e terapeutico, sono lo zucchero di canna, quello d'uva, o glucosio, e quello di latte, o lattoso.
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Lo zucchero di canna si distingue essenzialmente dal glucoso e dal latloso per una maggiore solubilitä nell'acqua, per un sapore dolce piu pronunciato e deciso, e per non godere della proprietä di ridurre in presenza degli alcali i sail di rarae in sotlossido, sopra la quäle proprieiä ri-posa il saggio del glucosio e congeneri mediante i liquid! saccarimetrici; e non ehe per essere piü attivamenle de-strogiro del glucosio.
II glucosio, ehe finora allo state libero e di purezza non ha grande iraportanza nelle applicazioni mediche, fa parte del miele e di molti sughi zuccherini. Sono poche poi le dirette applicazioni dello zucchero di latte, il quale si ri-oava dal siero di latte.
Per la preparazione dei saccarolei (sciroppi, conserve, elettuarii, eppiati) si adopera pressoche esclusivamente lo zucchero di canna ed il miele.
Lo sciroppo semplice e una soluzione di zucchero nell'acqua; adoperando zucchero raffinato si ha immediata-mente lo sciroppo sciogliendo due parti di questo entro una di acqua bollente; facendo uso di zuccheri greggi oc-corre la depurazione. Lo sciroppo convenienteraente prepa-rato ha consistenza vischiosa propria, detta perciö tecnica-rnente sciropposa. La sua densitä a freddo e iz 1,320; deve segnare almeno 32 gradi al pesasciroppi di B.e. I sciroppi preparati con miele portano piü propriamente il nome di melliti.
Uso interno. — Gli zuccheri costituiscono un alimento adipogeno, respiratorio: oltre di ciö, dati a moderate dosi, agiscono come emollient! sul tubo digestive; a grandi dosi destano viva sete e producono effetti lassativi in alcuni animali domeslici (ovini, polli), e diuresi eoftsiderevole in altri (canij. Agli zuccheri e pure comunemente attribuita un'azione espettorante e calmante nelle infiammazioni della membrana mucosa delle vie respiratorie. — Essi sono poco adoperali in veterinaria per ragioni economiche, non tanto
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pel caro prezzo quanlo per le larghe dosi ehe se ne ri-chiedono; si ricorre per lo piü at loro uso per correggere il sapore spiacevole di alcuni farmaci e per edulcorare le bevande medicamentuse destinate ai giovani animali delle yrandi specie domestiche, oppure ai cani. — II glucosio, e piü ovviamenle il miele, fu raccomandato quale antidoto chirnicü nei venefizi determinati dalla ingestiüne dei sali di rame; se ne richiedono grandi dosi; I'azione del riraa-nente e tarda e poco sicura.
Lo sciroppo semplice puo essere messo a partito nelle an-gine, nelle bronchili ed irrilazioni acute dell'apparecchio respiratorio in generate, e si da alle dosi seguenti: Solipedi e bovini. . da 80 a 140 grammi Ovini e maiali. . . da 40 a 70 raquo;
Cani......da 15 a 20 raquo;
parecchie volte al giorno, solo o dilungalo nell'aequa: serve pure per la preparazione delle pillole , degli elet-tuari.
Uso esterno. — Lo zucchero bianco polverizzato lanto solo ehe associato al calomelano polverizzato (1:1a 2), ed al solfato di zinco (1:1 a 2) costituisce un collirio secco spesso usato nella cura degli opacamenli della cornea lucida.
Polverizzato b pure con vantaggio messo a profilto come irritante., essiccativo, e, secondo Hartwig, come leggermente caustico nella cura delle piaghe ed ulceri aloniche con gra-nulazioni esuberanti.
In veterinaria, ogniqualvolta si puö, conviene sostituire gli zuccheri col miele.
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1NI gt; 1G E
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Bagno ripercussivo di
Schmucker Pag
Balsamo copaibanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;copaivenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;opodeldoch raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;peruviano li
quido . raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; vulnerario *
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78 79 ivi 97
80 168
342
81
222
82
ivi
106
150
ivi
63
84
109
132
151
254
252
50
83
332
136
339
ivi
ivi
84
ivi
338
85
ivi
ivi
87 201 130 144
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Calamo aromalico Pag. 88
Galcenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . raquo; 89
raquo; caustica . raquo; ivi
raquo; viva . . raquo;ivi
Galomelanonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo;138
raquo; per subiima-
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plice Bardana Basilico Benzene Benzina Biacca
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sem-
raquo; raquo; raquo;
raquo; raquo;
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Bianco di Meudon raquo;
raquo; di Troyes j) Biarsenito di stricnitia raquo; Biborato di sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Bicarbonate di soda raquo; Bicloruro di mercuricraquo; Bicromato di potassa raquo; Biossido di manganeseraquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;di mercuric raquo;
Bismalva . . raquo; Bistorta . . raquo; Bitartrato di potassa raquo; Blister inglese . raquo; Bolo armeno . raquo;
raquo; preparato . raquo;
raquo; rosso nostrano raquo; Borace minerale . raquo; Borato di soda
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raquo;
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pl-
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Garbone
Garvi
Gastagno
9
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roleoso calcare a-morfo di ferro di magnesia di piombo neutro di po tassa di soda raquo; acido artificial
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103
150 103 105 106
107 109
ivi 110 178 271
ivi 111 130 257 266 189 114 115 174 106
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comune
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Borotartrato di
tassa Brionia
raquo; alba
raquo; dioica Bromuro di potassio Burro
raquo; d'anlimonio
raquo; di zinco .
Compendia 23
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po-
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d'India
Gatrame vegetale
Gaustico ammoniacale raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;di Vienna
Cellulosa nitrica
Centaurea rainore
Gera
Cerato semplice .
Gerefoglio d'acqua
Cerussa
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Chermes minerale Pag. 317
China . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;115
China-china .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; ivi
Chiodi di garofanonbsp; nbsp; nbsp; raquo; 186
Cianuro di potassionbsp; nbsp; nbsp;raquo; H7
Cicutä maggiorenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 118
igt; virosa .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;120
Cinabro . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;319
Cloralio idrato .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 120 Cloridrato d' ammo-
niaca .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;128
Cloro gasoso .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;122
raquo; insoluz.acquosaraquo; ivi
raquo; liquido .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; ivi
Cloroformio .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;125
Cloruro d'ammonionbsp; nbsp; nbsp;raquo; 128
raquo; d'antiraonionbsp; nbsp; raquo; 130
raquo; di bario .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 131
raquo; di biclororaetile 125
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Cotone fulminante Pag. Cousso . . raquo; Gremortartaro . raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; so labile raquo;
Greosoto . . raquo; Greta bianca . raquo; Groco di Marte aperitivenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo;
raquo; sativonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo;
raquo; autunnale . raquo;
raquo; odoroso . raquo; Gromati di potassa raquo; Gromato acido di potassa
raquo; gialio
raquo; neutro
raquo; rosso Groton tillium Gupro alluminoso
raquo; ammoniacale
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i
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266 148 33c2 338
148 1 150?1
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103
347
ivi
ivi
151
ivi
ivi
ivi
ivi
152
307
306
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raquo;
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di calcio di calce. ferrico . mercurico mercurioso di potassa di soda . di sodio . di zinco .
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raquo; 132 raquo; 215 raquo; 300 raquo; 132 raquo; 138 raquo; 218 raquo; 217 raquo; 142 raquo; 144 raquo; 112 raquo; 145 raquo; 266 raquo; 267 raquo; 268 raquo; 146 raquo; 178 raquo; 36 raquo; 192 * 302 . 309 raquo; 297 raquo; 115
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D
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Destrina Digitale Deutocloruro curio Deutossido
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raquo; 155 raquo; 157
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di mer-
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132
252
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Coallar
Colchico autunnale Collodio
raquo; cantaridato
raquo; emostatico Colofonia . Coraino Concino
Conserva di ginepro Copparosa azzurra raquo; bianca raquo; verde
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E
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Elisire acido di Haller raquo; 35 raquo; vetriolico di Myn-
sicht . raquo; 35
Elleboro bianco . raquo;158 raquo; nero . raquo;161
Emetico . . raquo; 334
Emostatico (nuovo) del prof. Piazza . raquo; 300
Empiastro acre (nero, vescicatorio degli in-glesi) . . raquo;101
Enula campana . raquo;162
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Corteccia peruviana
raquo; di quercia raquo; 270 Coriandoli . . raquo;178
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Gomma dragante Palaquo;/.nbsp; 199
raquo; gutta . raquo;nbsp; 200
kino . raquo;nbsp; 275
raquo; nostrananbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; 199
Grassi (di bue, maiale)raquo;nbsp; 201
Graziola . . raquo;nbsp; 203
Gutta-percha . raquo;nbsp; 204
H
Huile de cade per se-tole . . raquo;114
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ipoclorito di soda Issopo.
K
Kamala
Kermes minerale.
Kousso
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Pa^. 217 raquo; 222
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||||
raquo; 218 raquo; 314 raquo; 148
|
||||||
Lappa bardana . raquo; 81 Lattato ferroso . raquo; 219 Laudano liquido del Sy-
denham . . raquo; 244 Latte di calce . raquo; 90 Lattoso . . raquo; 348 Lauro comune . raquo; 220 raquo; nobile . raquo; ivi Lavanda . . raquo; 221 Leiocoma . . raquo;155 Legno quassio . raquo; 269 Limatura di ferro dolceraquo; 175 Limonata solforica raquo; 35 Linimento ammonia-
cale . raquo; 57
|
||||||
1
Idrato di cloralio raquo; di etile . raquo; di fenile . raquo; di glicerile raquo; di perossido
ferro
raquo; potassico .
idriodato potassico raquo;
Idrocarbonato dimagne-
sia raquo;
raquo; di piombo raquo;
Idroclorato di amrao-
niaca raquo;
raquo; di barite raquo;
raquo; di calce raquo;
raquo; di chinina raquo;
raquo; di stricnina raquo;
Idruro di fenile .
lodidrato potassico
lodo .
loduro mercurico
raquo; mercurioso
raquo; di potassio raquo;
Ipecacuana. . •
Ipermanganato di po-
tassa . . raquo;
Ipoclorito di calce raquo;
raquo; di potassa raquo;
|
120 45 26
195
250 256 210
105 106
128 131 132 297 327
82 210 206 209
ivi 210 213
204 215 217
|
|||||
raquo;
raquo; raquo;
|
di calomelano raquo; 141 di creosolo raquo; 150 di nitrato di
argentoraquo; 75 fenizzato raquo; 28
|
|||||
saponato can-
forato raquo; 96 raquo; volatilenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 57
Lino ...raquo; 222 Linseme . . raquo;ivi Liquirizia . . raquo; 223 Liquore d'ammoniaca raquo; 54 raquo; arsenicaledi Fowler . raquo; ö2 raquo; di Knoop raquo; 295 raquo; di Labarraqueraquo; 217 raquo; di Manage raquo; 305
|
||||||
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||||||
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357
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Liquore di Villate Pag.nbsp; 305
raquo; di Veyret raquo;nbsp; nbsp; ivi
Liscivio di Walz raquo;nbsp; 238
Litargirio . . raquo;nbsp; 255
Litta vesicatoria . raquo;nbsp; nbsp; 97
M
Macis ...raquo;nbsp; 348
Maggiorana. . raquo;nbsp; 222
Magnesia aerata . raquo;105
raquo; bianca. raquo;nbsp; nbsp; ivi
raquo; carbonata raquo;nbsp; nbsp; ivi
raquo; caicinata raquo;nbsp; 251
raquo; caustica raquo;nbsp; nbsp; ivi
raquo; nera , raquo;nbsp; 254
Malva. . . raquo;nbsp; 226
Manna . . raquo;nbsp; 224
Matricaria camomilla raquo;nbsp; nbsp; 91
Melampodio. . raquo;nbsp; 161
Melissa , . raquo;nbsp; 228
Melliti . . raquo;nbsp; 349
Melogranato . raquo;nbsp; 268
Meloe vesicatorius raquo;nbsp; nbsp; 97
Menta crispa . raquo;nbsp; 228
raquo; piperita . raquo;nbsp; 227
Mercuric . . raquo;nbsp; 228
raquo; doles . raquo;138
raquo; raquo;a vapore raquo;nbsp; nbsp; ivi
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; per subli-
mazione . . raquo;ivi
Miele ...raquo;nbsp; 230
raquo; chiarilicato o de-
spumato . . raquo;231
Mirra ...raquo;nbsp; 232
Miscuglio perlastoppata
del Moscatiraquo;nbsp; nbsp; 45 raquo; perlestortilatu-
re di Delorme raquo;nbsp; nbsp; ivi Mistura agglutinativaper il bendaggio ina-moviblie di Del-wart . raquo;nbsp; 261
|
Mistura riparatrice del-I'ungbia di De-
|
205 129
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||
faysnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . Pfl^r. raquo; risolvente . raquo;
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
j di Seifert contro la zoppinae formicaraquo; 299 Morfina . . raquo; 245
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Muriato d'ammoniaca raquo; raquo; di barite. raquo; raquo; di calce . raquo;
|
128 131 132
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||
raquo; di mercurio dol-
ce . raquo; 138 raquo; di soda . raquo;142
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
N
Nafta .
Nero d'avorio
v d'ossa Nitrato d'argento fuso
|
raquo; 241
raquo; 110 raquo; ivi . 72 raquo; 75 raquo; 76 raquo; 78 raquo; 327 raquo; 76 raquo; 271 raquo; 184 raquo; 348 raquo; 325 raquo; 233
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||
raquo;
|
di mercurio di potassa di soda di stricnina
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||
raquo; raquo;
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nilro .
Nocciuolo .
Noce di galla raquo; moscata raquo; spinosa raquo; voraica
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
0
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Olii ...raquo; 201 Olio animale di Dippel raquo; 237
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Compendia 23
|
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358
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359
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|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pomata di acido bo-
rico . Pag. raquo; antipsorica di llel-
merich . raquo; raquo; cantaridatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; citrina . raquo; raquo; di catramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; di cerussanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; di cianuro di po-
|
22
314
100
75
113
106
|
Pomata fosforata Pag. 183
raquo; mercuriale sem-
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
plice
|
229
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; doppia
|
raquo;
|
ivi
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
raquo; ossigenata
raquo; solforosa
raquo; slibiata Pomo granato
raquo; spinoso Potassa caustica Precipitato bianco
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;rosso
Propilglicerina . Protocloruro di mercu
rio .
|
. 21 laquo; 314 . 337 . 268 . 325 raquo; 256 . 138 . 252 raquo; 195
138 89
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
raquo; 118
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
tassio . raquo; dicloruro di zinco 145 raquo; di creosoto raquo; 150 raquo; di cromato acido
di potassa raquo; 152 laquo; di cromato neutro
di potassa raquo; ivi rgt; di elleboro bianco 160 raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; )#9632;) nero raquo; 162
raquo; d'euforbio e can-
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Protossido di calcio '
raquo; di piombo raquo; 255
raquo; di zinco raquo; 258
Prussiato bianco di po
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
taridi . • raquo; di fuliggine raquo; raquo; di iodo . • raquo; cli ioduro di po-
|
172
184
207
212
|
|
117
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
tassa
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quassia arnara Quercia
R
|
laquo; 269 raquo; 270
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
tassio . raquo; raquo; di ioduro di potas-laquo;
sio iodurala raquo; ivi
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
• di ioduro mercu-
rico . raquo;
gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; mercu-rioso . raquo;
raquo; di nitrato d' ar-gento . gt; raquo; di precipitate bianco . . raquo; raquo; di precipitato rosso semplice raquo; raquo; di senapa . raquo; raquo; disolfatodirameraquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo; di zinco raquo;
raquo; di stafisagria raquo; raquo; di Waldinger raquo; raquo; emetica . raquo;
gt;nbsp; nbsp; nbsp;fenizzata .
|
|
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|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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360
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Spirito del Minderero Pag. 5 raquo; di sale fumante raquo; c25
|
Terebentina . Pag.
Terra bolare . raquo;
raquo; di catecü . raquo;
ygt; fogliata di tartaru
raquo; lemnia . raquo;
gt;gt; sigillata . raquo;
Timo ...raquo;
Tintura anodina . raquo;
raquo; di aconito napello
raquo; di aloe . raquo;
raquo; di arnica , raquo;
raquo; di assafelida raquo;
raquo; di Babolnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; di china . raquo;
raquo; di colchiconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; di elleboro bianco
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; nero raquo;
raquo; di euforbio raquo;
raquo; di Gamgeenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
raquo; di genziana alco-
lica raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; vinosa raquo;
raquo; di iodo , raquo;
raquo; di mirra . raquo;
raquo; di noce vomina
raquo; di oppio
raquo; di pepe
raquo; di scilla
raquo; di rabarbaro
raquo; tebaica . raquo;
Topico di Terrat. raquo;
Traumaticina . raquo;
Trifoglio fibrino . raquo;
Trinitrofenato potassico
Trementinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;, raquo;
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cottanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Tuzia ...raquo;
|
361
340
339
275
12
339 ivi
222
244
40
48
62
66
62
116
146
160
162
172
136
188 ivi
207 233
235
247 262 287 273 247 137 206 189 265 340 ivi 258
|
|||||
raquo; di trementina raquo; raquo; di vino . raquo;
|
164 45
|
||||||
raquo; volatile di cornodi
cervo gt; 237 raquo; raquo; di sale am-
|
|||||||
moniaco . .Stafisagria . .Stanca cavallo . raquo; Straraonio . .Stricnina . .Stecchi di garofano • Sublimato corrosivo Sugo di iiqairizia
|
54 323 203 324 326 186 132 raquo; 224
|
||||||
|
|||||||
|
Surossido di manganese 254
|
||||||
Tabacco . . raquo;328
raquo; delle montagne- 60
Tanaceto . . .330
Tannalo di piombo raquo; 331
Tannino . . raquo;36
Tartaro emetico . gt; 334
raquo; solubile , raquo; ivi
raquo; stibiato . raquo; 334
raquo; vetriolato raquo; 304
Tartrantimonito di po-
tassa . . raquo; 334 Tartrato acido di po-
tassanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 332
raquo; antimonicopo-
tassico raquo; 334 raquo; borico - potas-
sico . raquo; 338 raquo; di potassa e di
soda . raquo; 333 raquo; idricopotassico 332 raquo; neutro di potassa. raquo; 333 Tartroborato di potassa 338 Tassobarbasso . raquo; 344
|
|||||||
U
Unguento antiscabbioso 100 raquo; basilico . raquo;261 raquo; canlaridato raquo; 100
|
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---------#9632;
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2SM
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||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||
K
101 109 102 597 M4 147 ii5 !51
|
||
|
||
166
|
||
|
||
47 48 44 48 10 48 ivi ivi
|
||
|
||
|
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||||||||||
|
Mm
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