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nrvoTO
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DIZIONARIO
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TERAPEU'i.CO RAGIONATO
di pmoGiA mm\i mmm\, i di spegialita
SVOLTO GONFORME I RECENTI PROGRESSI
BELLA FISIOLOGIA, DELL'ANATOHIA PÄT0L0GICA, DELLA CLINIC A
E EELLA KATEEIA MEDICA E TERAPEÜTICA
OVVERO
CONCETTO DELLE MÖLTEPLICl E SVARIATE MALATT1E
E RAGIOMTA ESPOSIZIOSE DELIA TERAPIA PIS GGME1ESIE nei solipedi - boTini - ovini • saini - eani - gatti - conigli ed ucrelli
CON BREVI COXSIDERAZIOIyl
SULLE MALATTIE DEL BACO DA SETA
AD VSO raquo;EI ZOOXJLTRI SSERCENTK DEL DOTTOKE AGGREGATO
LORENZO BRUSASCO
Profossora di Clinica Medica, di Patologia Spefiiaie c di Terapia,
di Materia Medica e Terapeuticanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo;
nella Regia Scuola Supiirjore di Zooiatriain Torino.
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#9632;)/
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TIP^tiULIOl SrErR^äE W85Ä
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B1BU0THEEK UNIVERSITEIT UTRECHT
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2855 708 4
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NUOVO DIZIONARIO
TERAPEUTIGO RAGIONATOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;X
DInbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;_ •
PAT0L06IA MEDIGA E GHIRURGICA, E DI SPECIALITY
SVOLTO CONFORME I RECENTI PROGRESSI
DELLA FISIOLOGIA, DELL'äNATOMIA PAT0L0G1CA, DELIA CLINICA
E DELLA BATEEIA HEDICA E TERAPEÜTICA
OVVKRO
CONCETTO DELLE MOLTEPLICI E SYARIATE MALATTIE
E RAGMATA ESP0SIZ1ÖNE DELLA TERAP1A PIl CÖNVENMTE nei solipedi - boTini • ovini - suini - cani - gatti - conigli ed nccelli
CON BREVI CONSIDERAZIONI
SIJLLE MALATTIE DEL BACO DA SETA
AD USO DEI ZOOIATKI ESERCEIVTI
DEL DOTTORE AGGBEGATO
LORENZO BRUSASGO
Professore di Clinica Uedica, di Patologia Specialc e di Terapia,
di Hateria Medica e Tcrapeulica
nella Regia Scuola Supcriore di Zooiatna in Torino,
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TflKlNO
TIPOGRAFIA GIULIO SPEIRANI E FIGL1 1876.
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L'Autoie intende di Talersi di tutti i dirilti conccduli dalle vigenti legg; alia propriety lelteraria , avcndo adempito a quanto dalle me-desime e prescritto , e si ritcnanno contrafTatte le copie , ehe non sono munite della sua firma autografa.
Firma ildl'.-tutore
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A' VENERATI MIEI MAESTRI
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QUESTO MIO LAVORO DEDICO.
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PREFAZIONE
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E certo senz' ombra di pretensione, ehe mi lasciai indurre dalle vive eccitazioni dei raiei amici, e mas-sime dalle premure della Gioventii studiosa di questa R. Scuola Superiore di Zooiatria in Torino, a scrivere e pubblicare queslo Dizionario Terapeulico Ragionato coirintendimento di colmare possibilmente una lacuna mollo considerevole nella pralica zooiatrica, cui raan-cava tultora un si utile ed importante lavoro.
Fatta la diagnosi di una malaltia, quali sono i mezzi curalivi convenienli? Quali sono le norme terapeuliche ehe il zooiatro deve indieare (prescrizione) per rista-bilire la salute, od almeno per diminuire le sofferenze deH'organismo, e per prolungare la vita? Eppero quale la dieletica e la profilattica, - quali i farmaci oppor-tuni, - o quali mezzi curativi di azione per eccellenza meccanica deggiono essere preferiti? Sotto quale forma ed a quale dose bisogna amminislrare gli agenti tera-peutiei, di cui si e fatta la scelta?
Ecco le principali questioni ehe si affacciano a tulti i zooiatri pralici, ed a cui hanno bisogno, in caso d'ur-genza specialmente, di trovare una risposta immediala.
Ed io colla pubblicazione di questo vade-mecum ho appunlo avuto di mira di facilitare, nel miglior modo possibile, al pralico zooiatro la ricerca delle ricchezze lerapeutiche, ehe la scienza metle a sua disposizione nelle singole raalattie, ehe eolpir possono le varie specie dei noslri animali domeslici, cercando con speciale di-ligenza di esporre in breve tutto ciö ehe ha rigu^rdo alia jamatologia medica e chirurgica.
Credo intanto di avere appena bisogno di ricordare,
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VI
in modo speciale, di essermi in cio fare lenuto ai piii recenti progressi della fisiologia, deH'anatomia patolo-gica, della materia medica e lerapeutica, e della cli-nica, cioe di aver posto per base di una pratica raffi-nata e sicura i progressi della scienza teorelica, senza dimenticare perö, riferendomi particolarmente alle nu-merose osservazioni da me fatle su moltissime malattie di animali pur ricoverati nelle infermerie di questa R. Scuola di medicina-velerinaria , essere di somma importanza per un simile lavoro, ehe la Policliniea scolastica e 1' esercizio pratico si dieno scambievol-mente la mano.
A questo fine non ho quindi risparmiato ne tempo, ne fatica, per fare appunlo conoscere ai Colleghi eser-centi le conquiste significanli fattesi nel campo della profilassi, ed i notevoli progressi ehe anche nella te-rapia propriamente delta, si sono ullimamente realiz-zali raerce i severi sludi di illuslri clinici.
L'esperienza invero , nel menlre molto ha rilevalo riguardo all'azione di speciali medicamenti, ha pur di-mostrato all'evidenza ehe i metodi semplici ed energici dänno splendidi risultamenti; ma ehe evvi d'altra parte anche una serie di malattie a decorso tipico, nelle quali e conveniente serbare un metodo aspettante o fare una razionale terapia sinlomatica , condannando perö il preconcelto nichilismo e romiopatia. Nella terapia inoltre sono stati introdotli o modificati , e mi-gliorati interi metodi di vera utilitä, come per es. la inalazione (terapia atmiatrica), le iniezioni ipodermi-che , 1' elettroterapia , I'idrolerapia , e varii altri pro-cessi curativi. Infine dai clinici modern! con ragione pretendesi di non tralasciare verun mezzo chirurgico, ehe possa giovare aU'ammalato animale, essendosi at-tivamente ampliate le nostre conoscenze al riguardo anche della terapeutica esterna.
Ricordero ancora ehe a rendere meno difficile I'esalta intelligenza e piü famigliare I'uso di questo mio Ram-mentatore , oltre ehe ebbi cura di seguire nell'esposi-zione un modo piano ed elementare, acconcio a siffatli
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TU
libri, vagliando perö quel lanto ehe m'era indispensa-bile nella terminologia zooiatrica per parlare con mag-gior precisione, scoslandomi dall'abitudine generals degli scrillori di palologia medica e chirurgica,- repulai uti-lissimo pel pratico ci registrare in seguito od inlerpo-latamenle alia ragionata esposizione della terapeulica, un numero piutlosto considerevole di ricelte da insigni Clinici o da me trovate indubbiamente giovevoli in par-ticolari malatlie dei solipedi, bovini, ovini, suini, cani, gatti, conigli ed uccelli, e di indicare il modo ed il tempo deH'amminislrazione dei rrescritti farmaci.
A scanso di qualunque malinteso, poicheespecialmente in zooiatria ehe la confusione delle malatlie proviene dalle svariale denominazioni ehe alle medesime vennero imposte , e dall'aver d' altra parle medesimamente indicate allerazioni diverse sotto una medesima denomi-nazione, ho creduto necessario far precedere la ragionata terapeulica dal concetto, da nozioni sommarie sulla patogenesi ed eziologia, sulle forme cliniche, sulle le-sioni anatomo-patologiche, ecc, di eiaseuna malattia, ehe mi sono sembrate convenient per meglio preci-sarne le slesse indieazioni terapeutiche, senza perö rim-pinzare di troppo il mio libro, e procurando di sear-tare, mirando all'utile solamente, le inulili digressioni.
Nello svolgimenlo della materia , avendo io seguito l'ordine alfabetico, per facilitare ai leltori il modo di trovare il loro bisogno, in principio del lavoro ho dato un indice generale eolla sinonimia relaliva a eiaseun morbo , dal quäle si farä capo per 1' arlicolo ehe si vuole consullare.
Mi sono tenuto in obbligo di manifeslare di volo quali sieno state le ragioni ehe mi condussero a pub-blicare questo dizionario, e di indicare in frelta il line ehe mi proposi ed il metodo ehe ho tenuto nel com-porlo, e di dire due parole sull' indirizzo , affinche il lettore sappia prima cio ehe ho voluto fare, se pur ha da giudicare ciö ehe ho falto.
Presenlo adunque questo mio lavoro ai zooiatri solo per quel ehe puo essere, e ripeto, senz'ombra di pre-
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VIII
tensione, e mi terrö abbastanza pago , se questa mia fatica, contribuendo , come spero , alia diffusione di raaggiori cognizioni scienlifiche, e di una pratica ve-ramente utile, avendo con studio ed amore fatlo del raio meglio per riuscire nel propostomi scopo, sarä ben accolta da coloro, a cui principalmente e destinata. Torino, gennaio 1876.
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Brusasco Lorenzo.
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Crediamo far cosa grata al letlore col rapportare il raggua-glio approssimativo del valore dei pesi anlichi con quello del peso metrico.
Ragguaglio approssimativo.
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INDKl GEHRALE DELLE MATERIE
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Dedica........Pag- iquot;
Prefazione........raquo; v
Ragguaglio approssimativo del pesi antichi con quello del peso melrico......raquo; via
Parte Prims.
PATULOGIA MED1CA E CHIRURGICA
I Gruppo.
Malattie del sistema nervoso centrale.
Nevropatologia.......raquo;nbsp; 408
Iperemia o congestione del cervello e delle sue meningi raquo;nbsp; 328
Anemia od ischemia del cervello e delle sue meningi raquo;nbsp; nbsp; 22
Trombosi od embolismo encefalico ...raquo;nbsp; 581 Emorragia cerebraie. Colpo apopletlico. Apoplessia. Tocco
apopleltico.......raquo;40
Collasso. Collapsus......raquo;nbsp; 120
Sincope. Letargia. Lipotimia, svenimento, deliquio raquo;nbsp; 549
Congelamento. Congelazione . . . . raquo;nbsp; 127 Emorragia delle meningi. Meningorragia. Apoplessia me-
ningea....... . raquo;nbsp; 372
Pachimeningite - Meningite eslerna - Perimeningite. Me-
Hingite. Aracnoidite. Meningite mezzana. Meningite in-
terna, ecc....... raquo;nbsp; 369
InGammazione del cervello. Encefalite. Encefalitide raquo;nbsp; 208 Tumori endocranici. Parassiti encefalici. Vertigine ida-
tiginosa. Idrocefalo idatigeno delle pecore e dei buoi raquo;nbsp; 587
Vertigine........quot;raquo;nbsp; 604
Effusioni sierose nel cranio. Idrocefalo acquisito aculo e
cronico. Idrocefalia. Idrocefalio. Iinmobiliiä . raquo;nbsp; 279
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Idrocefalo congenito....... Pag. 282
Ipereraia del midollo spinale e delle sue meningi. Con-
gestione del midollo spinale . . . . gt; 332 Oligoemia ed ischemia del midollo . . . raquo;24 Emorragia del midollo spinale e delle sue meningi. Apo-
plessia spinale. Meningorragia spinale. Ematorachys.
Mielorragia . . . . . . . raquo; 207
Infiammazione delle meningi spinali. Meningite spinale. raquo; 371 Inßammazione del midollo spinale. Mielite. Mielitide raquo; 380 Neoplasmi, e parassiti del midollo spinale e delle sue
meningi. Paraplegia idatica , . . . s 404
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II Gruppo.
Concetto e terapeutica ddle malattie dei nervi periferici.
Nevrite. Infiammazione dei nervi . . , . raquo; 406
Atrofia dei nervi.......jgt; 72-73
Paralisi. Acinesi.......raquo; 435
Paraplegia........raquo; 440
Paralisi del facciale. Paralisi dei muscoli della testa raquo; 439 Stati morbosi dei nervi sensibili. Iperestesia. Sensibilitä
aumentata in generale. Disestesia . . . raquo; 333 Nevralgia. Dolore nervoso. Nevralgia del plesso cervico-
brachiale, e nevralgia ischiatica (ischialgia, sciatica) raquo; 404 Anestesia. Paralisi dei nervi sensitivi. Paralisi di senso.
Insensibilitä dei nervi cutanei. Analgesia , analgia od
anodinia. Anestesia e termo-anestesia . . raquo;25 Anestesia del trigeraino . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;...raquo; 27
III Gruppo.
Concetto e terapeutica delle nevrosi.
Nevrosi in genere......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 408
Corea o ballo di S. Vito. Cerea gesticolatoria .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 146
Tetano e trisma. Spasmo tetanico. Mai del cervonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 564
Epilessia, mal caduco , benedetto, alto, sacro o dinbsp; san
Giovanni........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 211
Eclampsia. Epilessia acuta.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 188
Catalessia. Catalessi. Catalepsia . . . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 103
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MALATTIE DECLI ORGANI DELLA C1RCOLAZIONE.
IV Gruppo.
Concetto e terapeutica dellc malallie del pericardia, del cuore, dell'endocardo e delle piu importanti altera-zioni delle valvole del cuore.
Cardiopatologia, Patologia cardiacs . . . Pag. 101 Pericardite. Infiammazione del pericardio . . raquo; 446 Goncrezione del pericardio coi cuore. Sinfisi cardiaca raquo; 448 Idropericardio - Idropisia del pericardio. Emoperkardio -Raccolla di sangue nal pericardio. Pneumopericardio. Idropneumopericardio. Raccolta di gaz nel pericardio. raquo; 449 Miocardite. Cardiomiosite. Cardite. ...raquo; 170
Iperlrofia del cuore......raquo; HO
Dilalazione del cuore. Cardiectasia. Dilatalio cordis raquo;172 Asislolia. Stato asistolico o di asistolia. ' . raquo; 173 Atrofia. Adipismo od obesitä, e degenerazione adiposa
del cuore........gt; 174
Parassiti. Corpi estranei nel cuore. Neoplasmi del cuore. raquo; 175 Cardiopalmo. Palpilo cardiaco. Ipercinesia, palpitazione. gt; 175 Endocardite. Infiammazione dell'endocardo . . raquo; 209 Insufficienza della valvola mitrale e slenosi dell'orificio atrio-ventricoiare sinistro. Insufficienza della valvola tricuspidale e stenosi dell'ostio auricolo-venlricolare destro. Insufficienza delle valvole semilunari e stenosi dell'orificio aorlico. Insufficienza delle valvole sigmoi-dee e stenosi deH'orificio arterioso destro. . gt; 600
V Gruppo.
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Concetto e terapeutica delle malattie delle arterie e delle vene; dei vasi e ganglii linfalici; e del gotzo.
Arterite. Infiammazione delle tonache delle arterie. Trom-bismo del Iratto lombare dell'aorta, delle illiache e delle femoral!; e trombosi del tronco brachiale e dei rami arteriosi ehe ne derivano. . . . raquo;-44 Aneurismi interni ed eslerni. Arteriectasie . . raquo; 45 Aneurisma verminoso nei solipedi . . . raquo;46
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XII
Flebite. Infiamroazione delle vene . . . Pag.nbsp; 602
Flebectasia. Varice. Dilatazione delle vene . . raquo;nbsp; 603
Emorragia. Ematorragia. Emorrea ...raquo;nbsp; 203
Slasi.........raquo;553
Linfangite. Perilinfangite. Linfangioite. Farcino benigno.
Linfatite. AnKioleucite......raquo;nbsp; 601
Adenite. Linfadenite. Adenite linfatica ...raquo;nbsp; 260
Adenoma. Adeno-plerosi.....raquo;nbsp; 261
Gozzo. Broncocele......raquo;nbsp; 274
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MALATTIE DEGLI ORGANI DELLA RESPIRAZIONE.
VI Gruppo.
Concetto e terapeutica delle malattie delle cavitä nasali, dei seni, e delta laringe.
Rinite. Rinoflogosi. Catarro della mucosa schneideriana.
Raffreddore. Gorizza. Calarro della mucosa dei seni.
Rinorrea. Trapanazione dei seni fronlali e mascellari.
Ozena semplice ed ulcerativo . . . . gt; 390 Gorizza semplice e gangrenosa degli animali bovini. Feb-
bre catarrale roaligna dei buoi. Gatarro delle coma.
Endocornubiennite. Endocornublennorrea. Amputazione
e terebrazione delle corna. . . . . raquo; 305 Piorinrea. Morva delle pecore . . . . raquo; 399 Larve d'estro ovino nelle cavitä accessorie del naso e
nelle fauci. Trapanazione dei seni nella pecora raquo; 400 Epistassi. Rinorragia. Emorrinia. Emorrina . . raquo; 400 Gorizza contagiosa dei gallinacei. Morva delle galline raquo; 148 Laringite catarrale acuta e cronica. Gatarro acuto e cro-
nico della mucosa iaringea . . . , raquo; 344 Edema della glottide. InGltrazione Iaringea sierosa e siero-
purulenta........raquo; 347
Laringite pseudo-membranosa. Croup. Crup.Angina mera-
branacea o crupale......raquo; 348
Asma laringeo. Laringismo stridulo ...raquo; 352 Paralisi ed alrofia dei muscoli dilatatori della glottide.
Rantolo laringeo......raquo; 354
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XIII
VII Gruppo.
Concetto e terapetitica delle malattie delta trachea, dei bronchi, dei polmoni e delta pleura; e delta bolsedine.
Bronchite catarrale acuta dei grandi e medii bronchi. Tracheo-bronchite acuta semplice. Catarro delta mu-cosa tracheale e bronchiale .... Pag. 78 Bronchite capillare. Catarro dei broncolini. Ateleltasia
acquisita e collapse polmonare. Ectasia polmonare raquo; 81 Bronchite crupale. Crup della mucosa bronchiale e tracheale ........raquo;82
Bronchite cronica dei grandi e medii bronchi. Catarro
bronchiale secco. Bronchite nervosa. Catarro bronchiale
uraido, o Bronco-blenorrea . . . . raquo; 83
Bronchiettasia - Dilatazione dei bronchi - Caverne bron-
cbiettasiche. Bronchite fetida. Broncostenosi - Bestrin-
gimento dei bronchi......raquo;87
Broncorrea asfissiante. Broncorrea essenziale . raquo; 88 Bronchite verminosa, e da vibrioni. Tisi verminosa raquo; 89 Broncorragia. Bronco-emorragia. Emotiisi. Emottoe j 91 Tosse convulsiva, spasmodica, o nervosa dei cani raquo; 575
Tracheotomia. Broncotomia.....raquo; 578
Asfissia. Apnea. Soffocazione . ...raquo; 61 Enfisema polmonare. Enfisetna del polmone vescicolare,
alveolare o lobulare, ed interlobulare o sottopleurico raquo; 472 Iperemia del polmone. Congestione polmonare. Edema
ed idrorrea polmonare.....gt; 474
Emorragie polmonari. Pneumorragie. Infarto emorra-
gico ed apoplessia polmonare. Focolai apoplettici raquo; 476 Gangrena polmonare. Gangraena polmonum. . raquo; 477 Pneumonite in genere. Pneumonite catarrale. Bronco-pneumonite catarrale. Pneumonite fibrinosa, cruposa, o crupale. Pneumonia, o pneumonitide genuina raquo; 478 Pneumonite interstiziale. Sclerosi, cirrosi od induriraento
del polmone. Pneumonite cronica ...raquo; 483 Echinococchi nei polmoni. Pneumomycosi cronica raquo; 484 Pleurite. Pleurisia. Pleuritide. Punta ...raquo; 464 Idrotorace. Idropisia di petto. Trasudamento sieroso nel
petto. Toracocentesi......raquo; 469
Pneumotorace ed idropneumotorace. Piotorace. Empiema.
Pneumopiotorace......raquo; quot;471
Bolsedine. Bolsaggine......raquo;76
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XIV
CONCETTO E TERAPEUTICA DELLE MALATTIE DEGLI ORGA.NI DIGERENTI.
VIII Gruppo.
Malaliie delta bocca, della faringe e deM'esofago.
Stomatite. Stomatite catarrale. Catarro della mucosa boc-
cale. Cheilite. Gengivite. Gnatite. Epuiidi. Mughetto.
Bianchetto. Mercurialismo. Saturazione mercuriallaquo;.
Idrargiria. Idrargirosi. Cachessia mercuriale . Pag, 55amp; Glossite. Infiamtnazione parenchimatosa della lingua raquo; 272
Pipita. Pepita. Puiglia......raquo; 460
Paresi e paralisi della lingua. Lingua pendenle, serpen-
tina, ecc........j 273
Parotite. Parotitide. Orecchioni, Fislola salivate . raquo; 44i Ptialismo. Sialorrea. Ipersalivazione . . . * 502 Angina in genere, angina catarrale, superficiale, mucosa
ed eritematosa. Mai di gola. Catarro della faringe. Fa-
ringite catarrale. Disfagia (187) . . . j 28 Faringite parenchimatosa. Flemmonosa. Tonsillite. Amig-
dalite. Angina flegmonosa o parenchimatosa . raquo; 31 Angina crupale e difterica. Faringite membranosa e difte-
rica. Infiammazione cruposa e difterica della mucosa
faringea........raquo;32
Difterite........j 18D
Gutturomicosi.......raquo; 278
Esofagite. Infiammazione deU'esofago. Disfagia infiamma-
toria. Gorpi estranei arrestatisi nell'esofago . raquo; 219 Stenosi o stringiraento deU'esofago ...raquo; 221 Dilatazione deU'esofago. Ectasie o diverticoli . raquo; 222 Spasmo deU'esofago. Esofagismo. Disfagia spastica. raquo; 222 Esofagotomia.......raquo;222
IX Gruppo.
Malatlie dello stomaco e del tubo inlesiinale.
Gastrite catarrale acula. Catarro acuto dello stomaco raquo; 2G3 Gastrite catarrale cronica. Catarro cronico del ventricolo.
Gastrorrea........raquo; 266
Gastrite flemmonosa. Infiammazione del tessuto connel-
tivo sottomucoso......raquo; 265
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XV
Gastrite tossica. Flogosi dello stomaco per caustici e per
veleni........Pag. 269
Vomito. Emesi.......raquo; 6H
Entente. Entente catarrale o catarro intestinale acuto leggiero o comune, e grave. Diarrea stercorale o fe-
cale. Diarrea siero-mucosa.....raquo; 308
Forme croniche del catarro intestinale. Meleorismo. Entente diarroica. Diarrea cronica. Periproctite . laquo; 312 Colica stercorale. Tiflite stercorale ...raquo; 314 Diarrea, Diarria. Flusso di corpo. Scorrenza . raquo; 184 Dissenteria. Colite ulcero-membranosa ...raquo; 315 Infiammazione empale dello stomaco ed intestina. Entente empale acuta e cronica nei mminanti . raquo;317 Golica. Gastro-enteralgia. Coliche vere od idiopatiche,
sintomatiche e false......gt; 323
Emorragie dello stomaco e delle intestina. Enterorragie e gaslrorragie. Ematemesi. Meiena. Emorragie emor-roidali, eraorroidi, moroidi o moricinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. . raquo; 326
Coslipazione........raquo; 166
Stenosi ed occlusione'del tube enterico. Stringimenti ed
impermeabilita.......raquo; 317
Incarcerazione interna. Strozzamento . . . raquo;318 Torsione, rotazione dell'inteslino attorno al proprio asse,
volvulo o strangolamento rotatorio . . . raquo; 318 Invaginazione od intussuscezione . . . . raquo;318 Ernia peritoneale interna dei bovini ...raquo; 319 Occlusione intestinale da feci. Occlusione stercorale. raquo; 319 Concrezioni intestinali, calcoli, enteroliti ed egagropili raquo; 319 Verminosi gastro-enterica. Elmintiasi. Vermi nel tubo
enterico........raquo; 195
Larve d'estro nel canale alitnentare del cavallo, asino e
mulo; danni ehe ne arrecano . . . . raquo; 350 Indigestione. Stomacatura. Imbarazzo gaslrico. Indige-slione acuta e cronica nei solipedi. Verligine storaa-cale. Indigestione vertiginosa . . . . raquo; 294
Enterotomia nei solipedi.....raquo; 296
Indigestione nei mminanti. Indigestione acuta, gassosa,
timpanite o timpanilide. Gastrotomia. Meteorismo raquo; 296 Indigestione acuta con sopraccarico di alimenti . raquo; 300 Indigestione cronica del rumine con sopraccarico di alimenti ........raquo;302
Indigestione cronica con sopraccarico d'alimenti del cen-topelle od ostruzione del millefoglio. Catarro del fo-glietto........raquo;303
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1
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XVI
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X Gruppo.
Malatlie del fegato e delle vie biliari, e del peritoneo.
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della milza
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Congestione del fegato. Iperemia epatica. Emorragie del
fegato........raquo;232
Acolia.........raquo;6
Epatite parenchimatosa o suppurativa. Inflammazione del
parenchiraa del fegato. Ascessi epatici . . raquo; 232 Sclerosi epatica. Cirrosi del fegato. Infiaramazione inter-
stiziale del fegato. Epatite interstiziale . . raquo; 234 Fegato adiposo, fegato cereo. Adiposi generale. Polisarcia.
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Obesitä ...•....raquo; Fegato lardaceo. Degenerazione amilloide. Fegato col-
loide. .......•}gt;
Echinococchi nei fegato.....raquo;
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234
236 236
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Catarro delle vie biliari. Itterizia catarrale e gaslro-duo-
denale. Inflammazione cruposa e difterica delle vie
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237
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biliari. Colecistite ed angiocolite ...raquo; Colelitiasi. Calcoli biliari e conseguenze dei medesimi.
Colica. Calcolosi epatica .-...raquo; 238
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Parassiti nelle vie biliari.....gt;
Psorospermosi nei gallinacei e nei conigli . . raquo; Splenopatie. Iperemia della milza. Eraormesi splenica.
Tumore splenico acuto.....raquo;
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240 500
383
384
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Ipertrofia della milza. Tumore splenico cronico . raquo; Splenile. Inflammazione della milza. Infarto emorragico raquo; 384 Inflammazione del peritoneo. Peritonite. Peritonitide raquo; 450 Idro-peritoneo. Idrope-ascite. Ascile libera. Ascite peri-
toneale. Idropisia del cavo addominale. Pneumoperito-
neo. Pneumatosi addominale . . . . raquo; 452 Puntura dell'addome. Parecentesi addominale . gt; 453
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XVII
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XI Gruppo.
Concetto e lerapeutica delle malattie dei reni, della vescica e degli organi genitali maschili, ecc.
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Urina. Uroscopia. Anuria, oliguria e poliuria . Pag. 593
Poliuria. Diabete insipido.....raquo; 182
Albuminuria.......raquo;14
Iperemia (flussione e stasi) del rene ...raquo; 507
Nefrile. Inliammazione renale. Perinefrite. Infiamma-zione della capsula renale . . . . raquo; 508
NeCrite desquamativa, calarrale . . . . raquo; 509
Nefrite parenchimalosa. Malattia di Bright. Nefrite al-buminosa. Nefrile diffusanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . . s raquo; 509
Nefrite suppurativa. Nefrite vera, seraplice, interstiziale, metastatica, septica ....... 51'1
Pielite. Pielonefrite. Endonefrite . . . . raquo; 512
Idronefrosi. Dilatazione della pelvi renale con atrofia del parenchima renale.....raquo; 513
Calcoli renali. Colica nefritica . . . . raquo; 514
Cistite. Catarro della vescica orinaria. Urocistite cruposa e difterica. Pericistite.....raquo; 605
Urolitiasi vescicale. Galcoli vescicali. Concrezioni calco-lose nella vescica orinaria . . . . raquo; 610
Ipercinesi della vescica. Cistospasmo. Spasrao della vescica orinaria, Enuresi spaslica. Disuria spastica.lscuria spaslica ....... t, 337-608
Cistoplfgia. Paralisi e paresi della vescica. Enuresi pa-ralitica.......raquo; 210-609
Incontinenza di orina......raquo; 294
Ematuria (forme). Nefrorragia. Emorragia dei reni. Ema-turia renale. Lrocistorragia. Emorragia vescicale. Ematuria vescicale. Piscia sangue. Piscia brutto. Ematuria enzootica. Ematuria adinamica. Emaiinuria. Emato-
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globulinuria.....
Catarro dell'iiretra. Uretrile
Orchite. Epididimite ....
Ematocele......
Idrocele. Idroscheo. Idroscheocele
Prostatite......
Spermatorrea. Spermatocrasia. Gonobolia
Acrobustile......
Acrobustirrea.....
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xvm
Balanite. Balanitide. Penite. Infiammazione del pene.
Balano-postite.......Pag. 74
Prurilo prepuziale e scrotale . . . , raquo; 497
Satiriasi....... . raquo; 536
Priapismo........raquo; 490
Anafrodisia........raquo;18
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XII Gruppo.
Concetto e terapeutica delle malatlie delle articolazioni e delle ossa.
Artrite in generale. Artritide. Artrilide traumalica raquo; 48 Arlrite reumatica, o spontanea, acula e cronica. Reuma-
tismo articolare acuto e cronico. Reumarlrite . raquo; 50 Artrite gotlosa. Gotta. Podagra . ...raquo; 49
Idrarto. Idrartrosi. Sinovile sierosa cronica. Tumori ar-trosinoviali. Idropisia articolare. Vescicone articolare. Mollette, gailette arlicolari . ...raquo; 53
Artrite fungosa. Tumor albus. Tumore bianco. Arlrocace raquo; 52 Artrite deformante. Artrite nodosa. Artrite secca , raquo; 54 Ancliilosi. Ancilosi ....... 55
(iOrpi mobili aiticolari. Gorpi neoformati nelle articolazioni. Corpi stranieri delle articolazioni. Artrofiti. Ec-condiosi delie articolazioni. Otizoidei . . raquo; 53 Lesioni tranmaticbe delle articolazioni. Conlusioni di-
relte ed indirette delle articolazioni. Emartro . raquo; SG Ferite delle articolazioni. Ferite non penetrant! e pene-tranti nelle articolazioni. Ferite penetrant! semplici e complicatenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ........ 56
Ferite da armi ds fuoco.....raquo;58
Distorsione. Siorta. Distrazione. Storcimento. Sforzi. Di-stensione dei mezzi d'unione delle articolazioni in generale ......... 59
Lussazione ......... 60
Fratture........raquo; 416
Osteite. Osteomielite. Periostite. Osteofiti. Periostite os-siQcante. Osteite osteoplastica superficiale . raquo; 420
Carle......' . . . raquo;421
Necrosi. Sequestrotomia . . ...raquo; 422
Osteofiti........raquo;422
Spavenio. Periostotomia. Nevrotomia ...raquo; 421
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XIX
Corba. Curba. Curva......Pag. 424
Osteomi. Esostosi......raquo; 423
Giarda. Giardone......raquo; 424
Osleosarcoma alle mascelle del bovini. Cancro. Osteo-
porosi. NaU o natta ossea (Toggia) ...raquo; 425 Osteomalacia. Cachessia ossifraga. Osteite enzootica. Lara-
bimania. Malacia......raquo; 42G
Osteoporosi........raquo; 428
Uachitismo. Rachitide......raquo; 428
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XIII Gruppo.
Concetto e terapeutica delle malattie del muscoli, dei tendini e guaine lendinee, dei legamenti ed aponeurosi.
Miosite. Miositide. Miosite accidentale. Distensione mu-scolare. Miosile reumatica o spontanea. Reumalismo muscolare. Nevralgia muscolare. Mialgia . . raquo; 381
Lombaggine traumatica. Sforzo di reni. Slombatura. Sre-natura. Sfilatura......d 363
ijombaggine reumatica. Psoite reumatica. Miosite lombare 363
Tendini e guaine tendinee (malattie dei). Tenite e teno-sinovite ......... 559
lilropisie delle guaine tendinee. Ganglii. Ectasie erniose parziali delle guaine tendinee. Encondromi. Mollette tendinee........raquo; 560
Ritrazioni in generals. Raecorciamenti. Rattrappimenli. Accorciamenti muscolo-tendinei. Miotomia. Tenotomia. Aponcuroioroia. Sindesmotomianbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;...raquo; 518
Ritrazioni dei muscoli e tendini flessori delle falangi, e del legamento sessamoideo superiore neg!i arli anteriori e posteriori. Cavallo dritte sulle membra o sulle noc-che. Cavallo arrembato, rampino. A.rcatura . raquo; 510
Ritrazione del muscolo parotido-auricolare. Ritrazione del freno della lingua. Mai del verme. Ritrazione dei muscoli sterno mascellare e mastoido-omerale nel cavallo. Torcicollo......raquo; 510
Ritrazione dei muscoli esferno ed obliquo del metacarpo. Arcalura. Ritrazione del muscolo ileo-aponeurotico. Arpeggiamento. Spavenio secco. Ritrazione del muscolo peroneo-prefalangeo ....... 520
Distrazione dei muscoli cervicali. Collo toito . raquo; 187
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XX
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Lacerazioni o rolture in genere. Lacerazioni muscolari
e tendinee.......Pag. 534
Lussazione del muscolo ischio libial esterno nei bovini raquo; 364
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Alrulia muscolare Lacerazioni legamentose
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72-73 raquo; 534 raquo; 535 raquo; 168 raquo; 169 j 168
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Lacerazioni aponeuruliche, Ernie muscolari Grampo o granchio. Arpeggiamenlo Crampi idiopalici nei muscoli degli arli. Telania Grarapo o granchio nei bovini e nei solipedi
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XIV Gruppo.
Concetto e terapeutica delle contusioni nello parti molli; delle ferae; del flemmone e degli ascessi, - dclla gan-grena, - delle piaglie ed ulcere, -delle ßstole; e delle scotlature.
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Contusioni in genere. Suggellazioni o suflussioni. Ecchi-
mosi, ecchimoma, ed ematoma o lumore sanguigno.
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Tumore fibrinoso e cisli.....y
Contusioni alia nuca. Mai della Talpa. Tesludine. Sin
desmotomia cervicale.....
Contusioni al garrese ed al dorse dei solipedi. Mai de
garrese o del guidalesconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . . .
Contusioni al petto operate dal collare o dal pettorale.Contusioni al coppo dei buoi. Accollatura. . .Incapestrature. Alifunature. Incordature. Affrenatura
Attinture. Inlagliature.....
Contusioni da Decubito.....
Contusioni alle borse raucose soltocutanee. Borsite. Ema
tocele. Idropisia. Igroma. Lupia. Gappelletto ecc Flemmone. Fiogosi acuta del celluloso. Pseudorisipola
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134
137
138 139 140 141 141 142
raquo; 142
raquo; 253
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Ascessi. Oncotomia Ferite in genere. Ferite da taglio, da punta , lacere,
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lacero-contuse, d'arma da fuoco Ferite avvelenate e virulente Emorragia. Ematorragia.
Scotlatura......
Gangrena. Mummificazione. Sfacelo
I'iaga ed ulcera. Decubito o piaga da decubito
Fislola......
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XV Gruppo.
Concetto e terapentica di alcuni tumori.
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Gisti e Cistomi.......Pag.
Lipoini. Tumori di grasso. Tumori lardacei. Stealomi raquo; Fibromi. Tumori übrosi. Turnori di tessuto conneUivo raquo; Encondromi puri. Condromi di Virchow. Tumori carti-
laginei........raquo;
Osteomi. Tumori ossei. Esostosi . Angiomi. Tumori vascolari. Telangettasie Neuromi ......
Carcinomi. Cancri. Scirro
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119S 36laquo;
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2505
20^
423
35
407 98
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XVI Gruppo.
Concetto e terapeutica delle discrasie sanguigne.
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Patologia uraorale e discrasie in genere . . raquo;nbsp; 185 Pletora. Poliemia. Volgarmente sormontazione 0 furia di
sangue. Iperglobulismo. Iperglobulia. Poiicitemia raquo;nbsp; 462 Leucocitosi. Leucemia. Leucocitemia ...raquo;nbsp; 359 Anemia. Anemasia. Anemosi. Oligoemia. Ipoemia. ischemia. Oligocitemia. Ipoglobulismo. Ipoglobulia . raquo;nbsp; nbsp; 20 Idroemia. Cachessia acquosa semplice e cachessia iclero-
verminosa.......raquo;nbsp; 284
Idroemia nei conigli .......nbsp; 286
Melanemia. Male di Adisson. Morbo bronzino. Milza nera.
Melanodermia ......raquo;nbsp; 308
Iperinosi. Crasi iperinotica 0 flogistica. Ipinosi, - Crasi
ipinolica........raquo;nbsp; nbsp;249
Inopesia........raquo;nbsp; 250
Iperalbuminosi ed ipoalbuminosi. Analbuminiemia jgt;nbsp; nbsp; 13
Scorbuto. Scorbutus. Diathesis haemorrhagica . . raquo;nbsp; 537
Porpora emorragica...... raquo;nbsp; 489
Emofilia. Morbus maculosus . . . . raquo;nbsp; 202
Uremia ed ammoniemia . . . . . raquo;17
Itterizia. Coiemia .......nbsp; 340
Diabete mellilo 0 zuccherino ed insipido. Mellituria. Me-nbsp; -litemia. Glicoemia. Glucosuria, glicosuria. Diabete insipido. Idruria, 0 poliuria semplice ...raquo;nbsp; 182
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JKII
XVII Gruppe.
Concetto e terapeulica dei morbi di infezione.
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nfezione in genere......Pag- 307
esle bovina. Tifo bovino. Pestis bovilla. Peste dalma-tina. Rinderpest. Chatlle-plague ...raquo; 444
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w
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bbre aftosa epizoolica. Epizoozia aftosa. Fonzelto. Mai
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' della bocca. Polio......raquo;224
Colera asialico negli animali . . . • . * ^ Vaiuolo. Cowpox o vaiuoio vaccine. Horse-pox o vaiuolo cavallino. Vaiuolo pecorino. Vaiuolo del cane, maiale, capra, scirnie, cammelli, iepri e degli uccelli . raquo; 595 Moccio. Morva equina. Farcino o moccio culaneonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 385
Moccio nei conigli......raquo; 389
Anlrace. Carbonchio. Malallie carbonchiosenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . raquo; 36
Polmonera contagiosa dei bovini. Pleuro-pneumonite es-
sudativa. Epizoosia polmonare. ...raquo; 485 Influenza. Febbre lifoidea nel cavallo. Febbre tifoide raquo; 308 Cimurro dei solipedi. Adenile equina. Strangoglioni. Pic-
cionara. Squinanzia specifica . . • •. * quot;^ Cimurro dei cani. Maiattia dei cani. Morva o moccio dei
cani. Febbre catarrale . . . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; HI
Agalassia contagiosa nelle pecore e nelle capre. Slorna-
rella o mal del silo.....raquo;12
Rabble. Idrofobia. Igrofobia. Aerofobia. Pantofobia. Fo-bodipsia. Insanie canina. Tossicosi rabica. Lissa. Ci-
nolissa. Tetano rabido, ecc.....raquo; 504
Tubercolosi. Tisi perlacea. Tisi od etisia polmonare raquo; 582 Tifo. Tifo emalico o lifoemia. Tifo cerebrale e neuro-spinale, tetanico o paraplegico. Tifo polmonare, pel-torale o loracico. Tifo addominale. Tifo emorragico raquo; 570
Febbre intermiltente......raquo; 227
Febbre perniciosa......raquo; 229
Febbre pnerperale, vitellare o vitularenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . raquo; 229
Piemia. Pioemia. Infezione purulenta del sangue. Febbre di piemia. Icorremia. Setticemia. Setticoemia. Infezione putrida. Febbre setticemica ...raquo; 457
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XXUI
XVIII Gruppo.
Concetto e terapcutica delle malatlie da invadone.
Invasione (raalattie da).....Pag.nbsp; 327
Trichinosi. Trichiniasi. Trichinismo ...raquo;nbsp; 578 Grandine. Cachessia idatiginosa dei suini. Gramigna.
Panicatura. Gisticerco della cellulosa. Gragnuola raquo;nbsp; nbsp;275
Malattie da echinococco (V. Fegato, polmoni ecc.) raquo;nbsp; 236
Vertigine idatiginosa dei ruminanti , . . gt;nbsp; 5S8
Paraplegia idatica......raquo;nbsp; 404
PARTE SECONDA Specialita.
XIX Gruppo.
Oflalmoiatria, o concetto e terapcutica delle malattie oculari.
a) Malatlie delle palpebre.
Blefarite cigliare. Blefarite forforacea. Blefaradenite. Ble-farite glandulare......raquo; 431
Orzuolo........raquo;432
Erisipola delle palpebre. Infiammazione risipelatosa. Eri-tema delle palpebrenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . ...raquo; 432
Edema ed enlisema delle palpebre. Eczema. Erpete pal-pebrale. Acariasi alle palpebrenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ...raquo; 433
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Trichiasi e distichiasi .
Enlropio ed ectropio .
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raquo; 433 raquo; 434 raquo; 434 raquo; 435 raquo; 435
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Blefaroptosi. Ptosi Blefarospasmo e lagoftalmo
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Goloboma
b) Malatlie della ghiandola e delle vie lagrimali.
Hacriadenite. Infiammazione della ghiandola lacrimale raquo; 176 Dacriocistite. Infiammazione del sacco lagrimale. Catarro del sacco e delle vie lagrimali. Tumore e fistola lagrimale. Oslruzione dei punti lagrimali . . raquo;176 Epifora. Ipersecrezione lagrimalenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ...raquo; 210
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XXIV
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c) Malattie delta congiuntiva e della caruneola lagrimale.
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Gongiunlivite cr.larrale. Catarro deila congiuntiva. Bien-norrea congiuntivaie. Oftalmoblennorrea. Oftalmo-
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piorrea .......
Gongiunlivite flitlenosa, pustolosa e granulosa Gongiuntivite pseudo-membranosa. Difteiile con
vale; e congiuntivite esantematica Gongiuntivite del polli e dei conigli Edema della congiuntiva, e chemosi palpebrale Ecchimosi o stravasi sanguigni della congiuntiva Pterigio, e turaori varii della congiuntiva Gorpi estranei. Filaria lagrimale . Encantide.......
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d) Malattie delta cornea e delta sclerotica.
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Gheratite flittenosa , vescicolosa , pustolosa , superficiale,
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circoscritta
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raquo; 150
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Gheralite suppurativa od ascesso della cornea. Ulceri
corneali. Gheratocele. Fistoie ed ernie deü'iride. Si
necchie anteriori. Ipopio .... Gheralite superficiale diffusa, vascolare, o panno
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150 154
155
15Ü
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Gheralite diffusa parenchimatosa, od interstiziale
Gheralite punteggiata.....
Gheralite profonda, posleriore, sierosa. Desmelite o
|
raquo; desce-
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metite, acqueo-capsulile .... Ulcere corneali rodentinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;....
Oftalraia epizootica dei bovini. Gheralite profonda
lomatosa . Ferile della cornea Gorpi estranei
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stafi-raquo;
raquo; pacitä
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156
159
157 150 160
160 162
1G3
164 165
536
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Nubecola, albugine e
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leucoraa. Opacamenti ed
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corneali . Macchie rnetalliche
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Idrofialmia. Idropisia dell'occhio
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Gherato-globo. Buflal-
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mia. Eclasia corneale ....
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stafilo-
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Stafilorai della cornea. Ectasia semplice. Eclasia
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matosa.......
Proiesi oculare. Occhi artificiali
Scleriie. Sclerolite. Sclerite parenchimatosa. Episclerite.
Perisclerite. Sindesmite.....raquo;
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XXV
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e) Malaltie dell'iride.
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hue. Iritide. Iridite. ipoema. Ipopio. Sinecchie . Pag. 334 Midriasi e iMiusi. Spaäiiio pupillare, reslringimento spas-modico della pupilla.....raquo; 336
f) Malatlie del sistema lenlicolare e del corpo vitreo,
Calaratte. Opacamenti della lente. Operazione dellanbsp; ca-
taralta........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 104
Intorbidamenli del vitreo.....nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;611
Sinchisi o scioglimenlo del corpo vitreo . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 548
g) Malatlie della retina e della coroidea.
Retinile........jgt; 514
Goroiditide. Coroidite sierosa. Coroidite purulentanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 165
Ambliopia ed amaurosi. Gotla serena . . . raquo;16 Eineraiopia. Cecitä noltunia. Nictalopia . . raquo; 202 Oftalmia periodica, rerailtcnte, intermittente. Flussione periodica. Luna, ecc......raquo; 410
h) Malattie dell'orbita e del globo oculare.
Prolasso del bulbo oculare. Riposizione ed estirpazione,
enucieazione del globo oculare . , . raquo; 490 Infiammazione flemmonosa del tessuto cellulare dell'orbita. Flemmone......raquo; 253
XX Gruppo.
Otoiatria, o concetto e lerapeutica delle malattie deU'orecchio.
Formica. Formiehella eslerna. Ulcere al bordo libero del comune integumento del padiglione dell' oreccbio con carie o non della sua base cartilaginosanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo; 124
Ematoma deU'orecchio.Tumoresanguigno. Othaematoma raquo;199 Otturamenti del condotto auditivo da cerume . raquo; 120 Corpi stranieri nel condotto auditivo esterno . raquo; 121 Polipi deU'orecchio . . . . . . raquo;121
Otite esterna. Formica interna. Otorrea . . raquo; 122 Miringite acuta e cronica, od infiammazione della mem-
brana del timpano. Otite interna ...raquo; 124 Gofosi. Disecia. Disecoia. Sorditanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ...raquo; 119
Ototomia. Taglio delle orecchie . . . . raquo; 430
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XXVI
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XXI Gruppo.
Dermalopatologia o concetto e tera-peutica delle malattie della pelle.
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Iperemie cutanee......Pag.
Anemie cutanee ........
Emorragie cutanee. Ematidrosi. Sudore sanguigno raquo; Edema ed anasarca (V. Idrope) . . . . raquo;
Diminuzione della secrezione sebacea. Xerosi . s Seborrea, od aumento della secrezione del sebo culaneo raquo; Iperidrosi. Eödrosi. Anidrosi. Aiterazioni qualitative del
sudore........raquo;
Acroma........raquo;
Canizie. Poliosi.......raquo;
Alupecia. Galvezza. Calvizie. Atrirhia . . . b Pülitrichia ........ b
Callüsiia. Callo. Tilosi. Tiloma . . . . laquo;
litiosi.........raquo;
Verruca. Porro.......raquo;
Gorno cutaneo.......raquo;
Pitiriasi. Erpete forforaceo.....raquo;
Psoriasi. Eczema squamoso. Rogna famelica degli ovini i
Dermatite eritematosa. Eritema . . . . raquo;
Erisipela. Dermatite erisipelacea, erisipelatosa . gt;
Acqua alle gambe afebbrile. Firaatosi. Riccioli. Garpe s
Orlicaria. Ebollizione .
Eczemanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ....
Erpetenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;....
Lichene ....
Prurigine. Prurigo
Prurito cutaneo. Dermodinia
Prurito lombare.......raquo;
Impetigine. Ectima......raquo;
Acne.....
Pseudo-erisipela .
Goriagine. Pelle altaccata alle ossa. Disseccaraento della
pelle (Peau parchemince, - Harthäutigkeil) . raquo;
Elefantiasi. Pachidermia.....gt;
Dermatosi parassitarie. Malattie cutanee prodotte da pa-
rassiti vegelali ed animalinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. . . . raquo;
Tigna tonsurante. Erpete tonsurante. Pelarella, Pelicelli,
Chiodetti (Toggia)......raquo;
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332
23
206
287
33
ivi
35 10 95 15
485 95 343 604 150 464 498 216 214
6 414 191 217 361 494 496 495 590
5 498
149 194
177
178
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XXVII
Tipna favosa. Favo. Tinea vera. Porrigo favosa, scutu-lata, lupinosa. Micosi delta cresta dei gallinacei. Cresta
bianca degli Inglesi.....Pag. 179
Estri (danni arrecati dagli). Ippoderma del cavallo e del
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bue. Taroli e Grassine.....i
Ftiriasi. Morbo pedicolare .... Pulci (danui cagionati dalle) Rogna. Scabbia. Acariasi in lutti gli animali
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223 256 503 521 532
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Provvedimenti di polizia sanitaria . . . j. Pseudo-rogna od eteroacariasi nel cavallo cagionata dal Dermanyssus avium, da acari dei foraggi, e dalla zecca
fognatrice.......raquo; 533
Rogna follicolare nel cane.....s 52^
Zecche. Issodidi (danni arrecati dalle)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . raquo;614
Psoriasi estivale.......raquo; ^99
Dermalosi del cane e cavallo pur prodotta da embrioni
di nematoidei.......raquo; 180
Enfisema sottocutaneo. Pneumoderraa ...raquo; 209
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XXII Gruppe.
Concetto e terapeutica delle malatlie sifililiche e veneree.
Sifilografia........raquo; 548
Sifilide equina. Morbo coitale maligno. Tabe dorsale.
Tisi nervosa.......raquo; 541
Biennorragia venerea nel cane. Uretrite e vaginite con-
tagiosa, - gonorrea, blenorrea, catarro ulceroso degli
organi genitalinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . . . . . . raquo; 75
Oftalmia blennorragica nel canenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ...raquo; 409
Morbo coitale benigno. Esanlema venereo o coitale. Morbu
venereo........raquo; 389
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XXIII Gruppo.
Concetto e terapeutica delle malnttie della gravidama, del parto e del puerperio con brevi considerazioni sulla gravidanza e sul parto.
Ostetricia. Tocologia. Tocognosia . . . .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 420
Distocologia.......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;187
Gravidanza (concetto, divisione e durala della) .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 27G
Partonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 442
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XXVIII
Aborto. Sconciatura......Pag.nbsp; nbsp; nbsp; 1
Vomito nelle cagne gravide . . . . raquo;nbsp; 6H
Secondamento. Espulsione e ritensione delle secondine raquo;nbsp; 542 Torsione deU'n'ero. Torsione del collo dell'utero. Rota-
zione della matrice sul suo asse ...raquo;nbsp; 575
Isterocele. Ernia dell'utero . . . . raquo;nbsp; 337
Rottura dell'utero......raquo;nbsp; 535
Idrarnnio. Idropisia dell'amnios . . . . raquo;nbsp; 278
Ilaccolta di gas nell'utero. Fisometra ...raquo;nbsp; 253
Edema durante la gravidanza (V. Idrope) . . raquo;nbsp; 289
Crampi durante la gravidanza . . . . raquo;nbsp; 168
Idrorrea uterina od acque false ...raquo;nbsp; 290
Paraplegia........raquo;nbsp; 440
Metrite e sue varie forme nelle femmine gravide e nel
puerperio. Metro-peritonite . . . . raquo;nbsp; 372
Vaginite od infiammazione della vagina . . raquo;nbsp; 594
Pica. Malacia.......raquo;nbsp; 457
Gostipazione. Stitichezza.....raquo;nbsp; 166
Eclampsia nelle gravide, partorienti e puerpere . raquo;nbsp; nbsp;188 Metrocinesi. Metrocinesia. Spossamento. Parto languente. Melropercinesi. Eccessive doglie. Spasrao del collo ute-rino. Parto tumultuoso . . . . raquo; 553-376
Atresia e stenosi della vagina e della vulva . raquo;nbsp; nbsp; 69
Imene (eccessivo sviluppo dell') ...raquo;nbsp; 307 Atresia e stenosi del collo dell'utero . . . raquo;69 Tumori vaginali ed uterini ostacolanti il parto. Induvi-
mento del collo dell'utero . . . . laquo;nbsp; nbsp;591 Metrorragia nel tempo della gravidanza, del parto e del
puerperio.......raquo;nbsp; 378
Isteroptosi. Prolasso dell'utero. Procidenza. Rovescia-
mento dell'utero......raquo;nbsp; 337
Prolasso. Procidenza della vagina ...raquo;nbsp; 492
Febbre vitellare ......raquo;nbsp; 229
Febbre lattea.......raquo;228
Mastite. Mastoite. Mastoidite. Fistola lattea. Indurimenli
dolorosi........raquo;nbsp; 364
Galactoforite. Galactostasi. Ingorgo lalteo. Galactonco raquo;nbsp; 258 Atresia dell'apertura del capezzolo . . . raquo;97
Stenosi ed obliterazione del canale del capezzolo raquo;nbsp; nbsp; 98
Galcoli lattei.......raquo;368
Gapezzolo (escoriazioni, ragadi ed ulcerazioni al capezzolo della mammella durante la gravidanza ed allat-
tamento)........raquo;96
Agalassia. Oligogalia......raquo;nbsp; nbsp; il
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XXIX
Agalassia conlagiosa delle pecore e delle capre. Galaclo-
zemia contagiosa degli ovini .... Pag. 12 Poligalassia. Poligalattia. Poligalia ...raquo; 484 Galattorea. Galattirea. Galactacrasia . . . s 259 Galattischesi. Ritenzione del lattenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;... 5; 258
Galactemia. Latte sanguigno. Secrezione di latte unito
a sangue.......raquo; 258
Latte (alterazioni del). Latte azzurro, giallo, rosso, amaro, acquoso, diluito, - coagulabilita del latte priraa del tempo consueto, e putrefazione del latte . . raquo; 357 Anligalactici. Anlilaltei. Lattifughi. Farmaci cioe per ot-tenere la diminuzione o la soppressione della latlea secrezione nelle femmine de' nostri animali . gt; 35
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XXIV Gruppo.
Concetto e terapeniica delle malatlie dei neonati,
x\sfissia. Apoplessia. Morte apparenle dei neonati. Atelet-tasia polmonare. Debolezza congenita e stabilimento incompleto della respirazione . . . . raquo;66
Anemia ed ipotrofia dei neonati .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;...raquo; 24
Anello ombelicale (emorragia e persistenza dell')nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 19
Orafalocele. Ernia ombelicale. Esomfaio. Epiplomfalo. Entero-Epiplomfalo......raquo; 412
Omfalite. Omfaloflebite. Arterite ombelicale.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo;412
Uraco pervio.......raquo; 592
Atresia in generale. Atresia deil'ano , del puerpuzio e dell'uretra, della vulva e delia vagina, delle narici e della bocca, delle palpebre, della pupilla, del condotto
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uditivo esterno......
Idrocefalo congenito .....
Idroperiloneo, idrotorace ed anasarca del feto
Arcatura dei puledri neonati
Stomatile. Mughelto. Stomatite funghillosa .
Verminosi inteslinale.....
Diarrea. Diarria. Smossa di colpo. Flusso di corpo. renza . . ...
Dissenleria nei giovani animali
Costipazione. Slitichezza. Coprostasi
Catarro gastrico dei laltanti. Pirosi
Catarro enterico dei giovani animali laltanti.
Enterite croupale dei giovani bovini .
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XXX
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Iniiigestione lattea.....
Arlnte dei giovani animali . Degenerazione grassosa dei muscoli negli agnelli Oegenerazione grassosa dei giovani porci Rachitismo. Rachitide.....
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XXV Gruppo.
Conceilo e terapeutica delle malattie speciali alle femmine dei differenti animali domeslici.
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Calori (mancanza dei) .
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Isleromania. Metroraania.
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94
408
55;'. 13
337 337 375 430 430 431 37-2 380 287 594 402 360 253 493
340 118 614 497
68
364
517
491
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Ninfomania. Furore uterine.
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Erotomia. Estroplegia ....
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terapia raquo;
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Sterilita od infecondita (concetto , dislinzione e
della).......
Agenesia .......
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Emorragie uterine. . . , . .
Islerocele.......
Isteroptosi. Prolasso e rovesciamento dell'utero Flussione, congeslione ed ingorgo dell'utero.
Ovarite. Ooforile......
Cisli dell'ovario, od idrope ovarica. Cistovario Neoforraazioni dell'ovaia ....
Metrite,.......
Metrorrea.......
Idrometra. Emometra.....
Vaginite od elitrife. Neoformazioni vaginali .
Prolasso della vagina.....
Leucorrea .......
Fisometra. Timpanite uterina
Prolasso e rovesciamento della vescica orinaria
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Lipomi,
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Isteromi o tumori fibrosi. Polipi. Papillomi.
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carcinomi dell'utero.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;....
Gliloride (iperlrofia del). Glitoridectomia
Vulvite.......
Prurito vulvare......
Ataxigalattosi nelle cagne e nelle gatte. Ataxigalassia.
Vaneggiamento. Mania puerperale . . . raquo; Mania di maternila. Febbre di covalura delle galline raquo; Ritenzione deH'uovo nell' ovidutto. Ostruzione deli'ovi-
dutto........raquo;
Prolasso deU'ovidalto......raquo;
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m
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XXXI
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XXVI Gruppo.
Podopalologia o Concetto e terapeutica delle malattie dei piedi net differenti animali domestici.
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Podopatologia.......Pag
Porioflemmatitide.Rifondimento. Infiammazione del piede
Riprensione (Brugnone).....raquo;
Zoppina delle bovine (Toggia). Podoparenchidermite
Zoppina lombarda (Leroy)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. . . . raquo;
Zoppina delle pecore. Pedaina. Pietln-Franc. . raquo; Chiavello degli ovini. Granchio o mal del piede (Me
taxa). Fourchet-Franc.....
Chiovardo carlilaginoso, incoronato, incornato. Fibro-
condrite falangea, plartare. Fibro-condrile del terz
falangeo dei solipedi. Giavardo. Chiavardo . raquo; Chiovardo semplice. Panereccio. Patereccio. Paronichia
Furuncolo sotlocutaneo ......
Limazuola. Limarcuola. Limassura. Pedaina. Ulcera fun
gosa della biforcalura dell'unghia. Furuncolo interdigitale .......raquo;
Ärsura interfalangea. Podoflemmatite nel cane. Spe
dalura........raquo;
Sinovite podosessamoidea. Podotrochilite cronica. Ma
lallia navicolare ...... n
Incastellatura. Piede incaslellato (loggia) . . raquo; Setole. Quarti o fiii morti (Toggia) , . . raquo; Fenditure trasverse dello zoccolo. Mai d'asino . yCommozione dello zoccolo ..raquo;...raquo; Divulsione dello zoccolo. Dlvellimento. Strappamento
Staccamento .......raquo;
Garuolo o tarlo del piede. Formica. Formicaio. Formi
colaio........raquo;
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484
515
614 615
raquo; 108
108 111
362 43
550
29-2 544 540
120
188 102
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Cheracele. Cheraceli cicloidi e stelidioidi. Cerchi. Cer-
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chioni ........
Cherafillocele. Ch^rapseude. Pseudochere Sobbattitura. Contusione aila suola. Ammaccatura. '.
railure di ferro. Echimosi - Bleimes-Franc. Calcagni, talloni, glorai (contusioni ai)
Sproccaturanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .......
Inchiodatura. Punlura del piede, piede puntato . Abbruciatura della suola. Scottatura. Suola bruciata
scaldala........
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XXXII
Elevazione della suola. Sormonlazione delia suola. Franc.
Ognon........Pag. 195
Suola disseccata.......raquo; 559
Feltone irritato, riscaldalo. Fettone putrefatto. ForcheUa rammollita, putrefatta. Rammollimento del fetlone, marcimento od inzuppamenlo. Pinzanese . . raquo; 248 Fico al fettone. Fungo alia forchetla. Ciriegie . raquo; 249 Fico. Fibroide dello spazio interdigitato e dei talloni raquo; 249 Carcinoma del tessuto reticolare. Gancro del piede. Formica del piede dei solipedi. Mai del rospo. Caruolo del piede (Ruini). Fico al fettone ...raquo; 100
Formella........raquo; 255
Rottura dell'aponeurosi plantare . . . . raquo; 535 Fraltura dell'osso del piedenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ....#9632;raquo; 419
XXVII Gruppo.
Malattie del baco da seta.
Pebrina. Atrofia del baco da setanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;...raquo; 443
Flacciditä del baco da seta. Morli passi, morti flaccidi.
Negrone.......gt; 403
Galcino. Apopies., mal rosso o moscardine deiFrancesi raquo; 93
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#9632;—~~vwVuUVU'-/wv^------
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RiTolgerc 1c domande dircllaincntc aU'Autore, Torino, via Barctti, n* 9, o presso la Segretcria di questa Scuola di Mcdicina-Veterinaria.
Si spedisee contro vaglia postale di Lire IG, SO.
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NUOVO DIZIONARIO
DI
PATOLOGIA MEDICA E CHIRURGICA, E DI SPECIALITÄ
AnAAA/vwv------
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Aborto. Per aborto, o sconciatura, s'intende I'espulsionu del felo dall'utero prima ehe abbia raggiunto il grado di svi-luppamenlo necessario a vivere una vita indipendente dalla madre. Si osserva quest'accidente in lulte le specie di ani-mali domeslici, ma piu frequentemente nella cavalla e vacca, ehe nella capra e pecora, e piii raramenle ancora nella troia, nella cagna e nella gatta.
Relalivamente al tempo in eui si verifica, I'aborto si e di-stinto in ovolare, embrionale e fetale; ma, quantunque possa prodursi in tulti i period! della gestazione, c in generale piii frequente duranle la prima ehe pendente la seconda metä della gravidanza.
Tenendo conto della durata della gestazione nelle differenti specie, si puö dire ehe havvi aborto quando la espulsione del prodotto del coneepimento avviene nella cavalla prima di 300 giorni di gestazione, nella vacca prima di 200, nella pecora prima di 140 e nella troia prima di 100 (*).
L'aborto viene ancora distinto in facile e laborioso, in spo-radico od accidentale ed in epizootico od enzootico. Quest'ul-timo e prodotto da cause comuni, ehe agiscono sopra molti animali ad un tempo stesso, come sarebbero le vicende atmo-sferiche, le stalle mal tenute e troppo calde, gli alimenti e le bevande di eattiva qualita, i pascoli coperti di rugiada, quelli ehe conlengono plante velenose, irritanti e via via.
Terapia. II trattamento dell'aborto coraprende i mezzi va-
(*) V. Saint-Cyr. Traile d'obsletrique velMnaire, pag. 188. Diz. Brusttsco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1
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levoli a toglierne la possibiiitä quando e imminente, ed a condurre percio a termine una gestazione piü o meno gra-vemenle compromessa; e gli altri niftzzi capaci a favorire la cspulsione di\ felo, quando e inevitabile l'aborto, e combat-tere gli accidentl ehe ne possono conseguire.
Per prevenire l'aborto si devono allonianare possibilmente lulte le cause dirette ed indiretle, inlerne ed esterne, ehe sono valevoli a provocare o semplicemente a favorire Taborlo sia sporadico ehe enzootico.
Nelle bovine di lemperamenlo piultosto sanguigno, ardenti, dice TEletli, si previene l'aborto coi piccoli salassi, colle bevande bianche nitrate, colla dieta e riposo. Nelle bovine al contrario di temperamento debole, linfatico, abbondante-mente lattifere, ehe ebbero o ehe hanno diarree ecc., e ne-cessaria l'amministrazione di sostanze toniche e ferruginose, ripeluta e continuata a norma dei casi, ece. ecc.
In alcuni casi si puö arrestare l'aborto imminente, e spe-cialmente quando dipende da congestione locale o da cause traumaliche, ricorrendo a ripetuti, ma piccoli clisteri lauda-nizzati (ogni mezz'ora circa un piccolo clistere di decotto di semi di lino contenente 2-5 grammi di laudano liquido del Sydenham), i quali noi abblamo riconosciuti piü convenienli dell'amministrazione dello stesso laudano in pozione; e me-diante gli irritanti cutanei applicati ai lombi ed ai fianchi, tenendo ben inteso I'ammalato in assoluto riposo e 'quiete, ad una diela tenue ed amministrandogli bevande acidule e fresehe.
Sotto rinfluenza di questa medicazione si calmano le eon-trazioni uterine, ehe sono la vera eagicne eßiciente del tra-vagiio abortivo.
11 Saint-Cyr, come mezzo coadiuvante, eonsiglia le frizioni dolci e seeche, lo stropicciamento leggero ed a lungo eon-tintiato con un tortoro di paglia sulle pareti addominali.
11 Zündel all'oppio preferisce il cloroformio, ehe egli am-ministra alia dose di 5 grm. in una pozione oleosa e destri-nata. L'effetto, dice l'autore, e subitaneo.
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Ma se 1'aborto e inevilabile, e lo e sempre quando sono rolle le membrane, si deve pensare esclusivamenle a favo-rirlo, Nella maggior parte dei casi perö e inulile Tinlervento del zooialro, essendo I'espulsione del prodotto facile e rapide. E sempre conveniente ad ogni modo di tenere lali fem-mine per alcuni giorai chiuse in istalla, di evitare le in-fluenze almosferiche e di alimentarle con bevande farinose, con foraggi di facile digeslione, radici colte e via via.
Ma se gli sforzi espulsivi sono troppo deboli, oppure, dopo la rollura delle membrane e lo scolo delle acque, cessano affalto, conviene introdurre con precauzione, dopo di aver svuolalo il retto, la mano in vagina e quindi nell'utero di-lalandone dolcemente il colic, ed afferrato il felo, favorirne I'espulsione (V. Melrocinesi).
Se poi gli sforzi espulsivi sono esagerati, ma havvi costri-zione del collo dell'ufero, sono convenient! le applicazioni topicbe di estralto di belladonna, ed i clisleri tiepidi ammol-lienti ed anodini.
Se gli invogli del feto sono rimasli nell'utero, si procurera di estrarli distaccandoli colla mano; perö se sono le ade-renze mollo forti (') laquo;il faudrä au moins les detacher en partie, les assembler en une sorte de lorsade, que Ton ame-nera dans le vagin, afin que le col, en se resserant, ne les emprisonne pas. II sera memo bon de les reunir ensemble ä l'aide d'un lien, dont on laissera pendre I'extreraile libre hors de la vulve tgt;.
Le complicazioni ehe possono sopravvenire in seguito del-l'aborlo, sono quelle stesse ehe conseguono al parlo a ter-mine o premature (**); e specialmente allorquando I'aborlo succede a geslazione inollrata, ehe si ha alcune volte a de-
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(') Sninl-Cyr. Op. bit., png. 217.
(quot;) Le bovine ehe aborlirono si devono toglicrc, come quelle ehe parloriiono, dalle corrcnli d'aria fredda, copriro enn coperle di lana e spocialmenlc nclla parte postoriorc, e uoii somministrar lore bevande freddc, ma hcns'i ticpide ceo., ondc cvilarc la sopprcssione doi lochi (volgarmente spurghi] cd allre piü o men gravi conseguenze.
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plorare non solo ia perdita del feto, ma anche la morte delta madre in conseguenza di metrite, di lacerazioni dell'utero,ecc. (V. Metrite, Melrorragia),
I mezzi preservativi da mettere in pratica per prevenire raborto cosi detto enzootico, ehe si manifesta, si pud dire, esclusivamente nella vacca, consistono, come gia si disse, neU'allontanare le cause, cioe nell'aver riguardo in modo speciale all'alimentazione delle vacche ed alle stalle in cui sono ricoverale ecc. (spesso infatti si prevengono aborti abi-tuali enzootici od epizootici col cambiamento di foraggi, di acqua, di clima); nel far esportare, allorche una vacca avra abortito, il piii presto e completamente possibile, il feto ed i suoi annessi dalla stalla, perche giuste le osservazioni di Bouley, di Frank, di Roloff e di allii, I'aborlo enzootico, cui vanno soggette le beslie bovine dell'istessa stalla, sarebbe prodotto daU'introduzione nella vagina di materie putride degli invogli fetali delle vacche ehe hanno abortito, in conseguenza di un miasma prodotto della decomposizione putrida della stessa placenta; nel separare assolutamente la puerpera dalle altre femmine in istato di gestazione, e nel tenere queste in convenienti condizioni igienico-dieletiche ecc. E certo molto meglio separare immediatamente le femmine appena 6 possibile aver sentore ehe l'aborto e inevitabile. Faccio punto, perche so essere abbastanza noto ai zooiatri, quale sia I'i-giene conveniente alle femmine in istato di gravidanza.
Delius di Grosztreben raccomanda, come preservativo contro l'aborto epizootico del'e vacche, I'amministrazione interna del catrame vegelale, avendo egli veduto cessare affatto l'aborto enzootico in un branco di vacche, nelle quali gia da due anni soleva manifestarsi colla massima pertinacia, dandolo a ciascuna vacca alia dose di due cucchiai pieni per due volte nella settimana e continuandone I'uso per cinque mesi.
Superafo Taborlo, dice I'Hartmann, conviene apprestare buon foraggio alia cavalla, non lasciarla accoppiare all'ap-parire dei primi segni di calore, ma si lascino trascorrere almeno quattro settimane prima di permetterle lo Stallone.
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L'aborto dispone ad abort! successivi specialmente nei casi in cui la sconciatura ha per causa malattie dell'utero; in ogni caso pero si evili tulto quanlo puo agire come causa occasionaie del medesimo.
Acinesi, Acinesia. Senza movimento. Galeno adopero questi vocaboli per dinotare l'intervallo ehe separa la sistole dalla diastole a ciascuna pulsazione; ma perö tali vocaboli sono ancora da! patologi impiegati quali sinonimi di para-lisi (V. Paralisi).
Acne. E Tinfiammazione dei follicoli sebacei e piliferi, ehe si manifesta sotto forma di nodelti e pustole della grandezza di un grano di miglio sino a quella di un grosso pisello ed anche di una nocella, il piii ordinariamente isolate, di rado confluenti, dalle quali con la pressione alia base, allorquando presentano al lore apice un punto molle, di vario rolore, vien fuori alia superficie libera materia purolenta associate a smegrna.
Si osserva nei cani e nei cavalli , ma in questi assai di rado; puö presentarsi sull'intiera superCcie cutanea, ma ne sono piü di spesso affede la testa , la parle superiore del tronco e qualche volta le estremita in seguito a cause diverse.
L'acne puö essere accompagnalo e conseguire al comedone ed alia seborrea. Per comedone s'intende un turacciolo di sebo, il quale ostruisce, condensandosi, e dilala il condotto escre-tore di una ghiandola sebacea.
Terapia.. E necessario di impedire la formazione dei co-medoni colla nettezza della pelle, e di curarli mercc la pressione, onde fame uscire i turaccioli sebacei per impedire la infiammazione del follicolo otturato; e collo stropicciamento della cute con soluzione di sapone verde seguito da lozioni con una soluzione di un sale di polassa.
Gontro Tacne sono ancora indicate, oltre alia speciale nettezza della pelle con acqua e sapone, le frizioni col sapone verde ecc, le soluzioni di sublimato corrosive, la pomata di protossido di mercurio (1), le acque e gli unguenti con solfo, le pomate solfuro-alcaline.
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Contro l'acne indurato, dato esito al pus con scarificazioni se e necessario, si ricorra all'uso dell'unguento mercuriale, oppure della potassa causlica (1 :2 di acqua).
Ollre al trattamento locale, nei cani linfalici e denutriti e necessario una laula alimenlazione e l'uso dei tonici e ri-costiluenti; il liquors del Fowler e 1'olio di fegato di mer-luzzo sono pure indicali (2).
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(1) P. Protos. mere, crnlig. 15-70 Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; g'Ti'- 30
Fa pomata S. Per frizionarc 1c parti alVcttc nei eaui (*).
(L. Brusasco).
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(2) P. Olio fegato mcrl. grrn. 50
S. Se ne amministra durante
il paslo un cucchiaio due
voile al glorno, salendo a
due cacchiai per volta.
(L. Brusasco).
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Aeoiisi. Sijjnifica mancanza di secrezione o di versamento della bile (V. Fegato, malatlie del).
Acqua alle gamhe afehbrile. E malattia parlicolare del ca-vallo non contagiosa, conosciuta da antichissimo tempo ma perö confusa da non pochi scritlori con allro uffezioui e spe-cialmente coli'acqua alle gambe vaccinogene (horse-pox), ehe lt; rappresenta un processo di esagerata e turbala altivilä nu-tritiva del derma con prevalenza di fatti essudativi, processo ehe in ultimo finisce coll'ipertroGa del corpo papillate e delle ghiandole annesse: la condizione ipertrofica ed iperplastica si diffonde colla lunga persistenza del male al connetlivo sot-
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(')
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Tavola delle abbreviazioai.
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AA. ana. parti eguali di ciascuno dei farmaci die prece-dono raubrcviatura
Add.)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ....
*.,„ i Aggiungi si aggiuDga
Cgrm. centigrm. centigramma Col. si eoli Colat. colalara D. da, diasi, iliansi Dgrm.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; decigrainma
Dec. decozioue Div. dividi
F.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; fa, si facein, si facciano
F. s. a. fa , si faccia sccondo I'a tie
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A
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tocutaneo, al periostio ed anche alle ossa raquo; (Oresle). ,-Perö sebbene si localizzi d ordinarlo tale aiTezione alia regione del pastorale e del nodello e specialmente alia faccia posle-riore, si estende a volte sino allo stinco, limitandosi ora ad una sola estremila, allre volte invece attaccando piü arti; i posteriori ne sono piü di frequenle colpiti.
Per noi quindi quests malaltia non e I'espressione di uno stato morboso generale, ma morbo locale, ehe ripete la sua origine da cause locali irritanti.
Terapia. E solo nell'incipienza del male ed allorquando non si ha ancora l'ipertrofia e l'iperplasia cutanea, ehe con una buona igiene e con convenienli mezzi curativi si puo oltenerne la guarigione. A tale scopo innanzi tiftto si deve procurare di tenere ie parti affette, il piü ehe e possibile, nette ed asciutte (pavimento netto e fornito di strame asciutto, guarentire le parti affette dal contatto delle orine, degli escre-menti ecc). Quindi allorche la parte ammalata e molto lu-mefatta e dolente convengono, dope di aver rasati i pell, in prima i cataplasmi emollienti ed anodini, e poscia, calmato il dolore, le bagnature astringent!. Le ripetute frizioni di tintura di iodio in connubio colla tintura di noce di galla ci han dati buoni risultati contro il postumo ingorgo. II Megnin uso con vantaggio contro lo scolo ostinato il percloruro di ferro (1) in lozioni; nei casi gravi consiglia di ricorrere nello stesso tempo all' amministrazione dell' ioduro di potassio (5 grm. al giorno nelle bevande) per combattere il linfati-cismo, ehe considera come causa predisponente per eccel-lenza. 11 Guerrapain ha con vantaggio usato i'acido fenico incorporandolo col sapone verde (acido fenico 1 parte, sa-pone verde 2-4 parti) alternandone I'uso coile lavande d'acqua: adopera pure lo stesso autore I'acido fenico in lozioni (2). Non poche prescrizioni raagistrali sono state proposte per la cura delle acque alle gambe, delle quali perö in generale la base e rappresentata dai sali di rame o di mercurio, ora dal tannino ecc. (3, 4, 5). II Verheyen consiglia di cosper-gere la parte con una polvere composta di una parte disol-
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A
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fato di rame ed otto di radice di tormentilla. Noi abbiamo sempire usato in tale periodo di abbondanle trasudamenlo di liquido torbido e di fetore insopportabile, ii quale misto al pus irrita grar.demente ie parti sulle quaii scorre, ie bagna-lure con acido fenico diluito, e quindi con decotto di cor-leccia di quercia e noce di gaila (6).
Le escoriazioni, le ragadi, ie ulceri, Ie vegetazioni lussu-reggianti e Tingorgamento persistente, si comballono colle medicazioni da noi consigliate altrove in simili lesieni.
Contro la sclerosi cutanea (dermo sclerosi) ed i papillomi, tumori di vario colore e grandezza ehe sono conseguenza di esagerata ipertroiia in punli circoscritti del corpo papillare, e inutile ogni trattamento medico.
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(1) P. Percloruro ferro grm. id
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Solf.ito di rame grm. 32 Litargirisnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; raquo;
Sotlo-acet. rame #9632; raquo; Mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 6
(Debeaux).
(5)nbsp; nbsp;P. Accto bianconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 78 Dcuto-solf. rame raquo; 10
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Acqua di fentn
(Megnin). (2) P. Acido feniconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gnu
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt;
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
(Gucrrapain).
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laquo;0
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IB
SO
70
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(5) P.
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Sollo acetato rame parte f
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Acido solforiconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 12
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Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 4
Miele per dare con-sislenza di poinnta grm. 6 (Kodier). (4) P. Noce galla polv. grm. 52 Solfato di zinco raquo; raquo;
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(VerroU.
(6)nbsp; nbsp;P. Noce gallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 100 Cortcc. quercia raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .
V. Dec. sopra un lilro di cotat. S. Per ripetule fomenlazioDi.
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(L. Brusasco) (').
Acrobnstite. Dicesi acrobustite rinfiammazione del la raucosa del prepuzio, la quale si presenta sotto forma acuta e cronica. Si osserva nel cavallo, nel bue, nel cane, nel mon-tone e nel maiale ; ma e piü frequente e nello stesso tempo piü grave nel bue e nel montone a causa della particolare strutlura analomica del loro prepuzio.
Terapia. Si deve prima di tulto soddisfare all'indicazione causale; nettare cioö i'interno del prepuzio dalle smegma ac-cumulato e fermentato e da tutte le sostanze estranee acci-
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(') Per foraentazione si intcade I'applicazione di un liquido (solu-zione qualunque, decozione, ecc.) alia peile per mezzo d'un panno chc n'e imbevuto, e ehe si rinnova sp(ssoj rinvolgimeuto invece e una fo-menlazione del corpo inlicro.
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9 dentalmente introdottevisi; pulire il suo orifizio esterno dalle croste ehe vi si sono formate, e nei ruminanti rädere i peh ehe guerniscono punto I'apertura del prepuzio, e ehe aggiuti-nandosi possono ostacoiare Temissione delle orine; ed evjlare i traumi ed il coito, il quale e 1'ordinaria causa dell'acro-buslite nel cane. Per nettare il prepuzio dallo smegma, basta lavare le parti in cui il raedesimo si e accumulalo con acqua tiepida e sapone, con liscivio o con una leggiera soluzione di carbonate di soda o di potassa, adoperando anche a tale scopo ana piceola bacchetta alia cui punta siasi fissato un pezzet-tino di spugna od un po' di stoppe. Quindi si ricorre a bagni topici emollienli o meglio ad iniezioni delle stesse decozioni di malva, altea ecc, e successivamente ad iniezioni aromatiche, ed astringent!.
Se I'acrobustite non e molto grave , bastano queste sem-plici cure per averne la guarigione. Ma se si sono di gia formate escoriazioni ed havvi scolo abbondante, sono richieste le bagnature e le iniezioni eon acqua vegelo-minerale, con .icqua di calce, e nei casi gravi, cioe con vere ulcerazioni, le iniezioni di decotto di quercia, di soluzione di solfato di rame (1), di ipoclorito di ealce (2), ed anche di nitrato d'ar-gento; il Benion consiglia di cauterizzare coU'aequa di Rabel le piaghe ulcerose nell'acrobustite del montone. In tutti gli animaii perö le ulceri, ehe non hanno tendenza a eieatriz-zarsi, devono eaulerizzarsi col nilralo d'argento in lapis, od in soluzione, oppure col cauterio attuale.
Nei casi di ristringimento deH'orifizio esterno del prepuzio (fimosi) e di strozzamenlo del pene per retrazione del prepuzio su di esso (parafimosi), questo dovra incidersi in modo conveniente, se eolle bagnature di deeolli mueilaginosi e I'uso del sospensorio non si oltiene pronto miglioramento. Per fa-vorire lo scolo dell'orina in caso di grave tumefazione, si consiglia pure di introdurre un cannello nel prepuzio stesso e di lasciarla in site; e specialmente nei bovini ehe si deve procurare ehe non si formano aderenze; le incisioni sono pure convenienti in caso di voluminoso edema (V. Balanite).
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Quando in seguilo airinfiltramento di orina nelle parti adiacenli, si sono forraali edemi, ascessi, tragetli fistolosi, distruzioni gangrenose (ciö ehe succede specialmente nei bo-vini), bisogna spaccare il prepuzio e medicare con antiset-tici, ecc. a seconda delie condizioni dalle parti ammalate.
Inoltre si avra cura ehe gli ammalati erbivori riposino
sopra slrame fresco, non insudiciato dalle orine e dagli escre-
menti; nei casi gravi, oltre ad un regime conveniente, sono
indicate le bevande ammollienti ed acidulate.
(1) P. Solfato di rame ovvero Pictra (2) P. Ipoclorilo calce gmi. 3-5
divina grm. 1.5; ovveronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 200
Cloruro di calec grm. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per iniezioni aslrinsenti cd
Acqua di fontc raquo; 360nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;anliscttiche nei prepuzio
Per iniezioni nei prepuzio delnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;del cane, del cavallo e del
bue o del cavallo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;bue.
(llerhvig).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Acrobnstirrea. Vocabolo usato dal Lafosse per designare il catarro del prepuzio (V. acrobustite), ehe si nota specialmente nei cani linfaiici, caratterizzalo da muco spesso, bian-castro, ehe in forma di gocciolette, si presenta airorifizio del prepuzio ecc. Oilre ad una lauta aiimenlazione sono neces-sarie le iniezioni astringent!.
Acroma. Noi indichiamo con queslo nome quei punti della cute ehe sono modificati nei colorito per sottrazione progres-siva del pigmento, per cui la pelle si presenta di color ro-seo, giallo o bianco. Non si deve confondere coH'albinisrao generale o parziale ehe e assai frequente nei lapini, nei topi, ecc, perehe in questo vi e privazione congenita di pigmento; ne rol decoloramento della pelle imperfettamente rigenersta dopo la sua distruzione. I peli ehe ricoprono le vere macchie acromiche, ora conservono il loro colore normale, altre volte partecipano al decoloramento per riassorbimento di pigmento. II Lafosse vide I'acroma in cavalli di manlello grigio ma ehe avevano perö la pelle pigmenlata.
Terapia. L'acroma persisle per tutta la vila; del resto non e dannoso ne per la sanitä ne pel servizio degli animali. In medicina umana si raccomandano quei farmaci ehe valgano ad eccilare la innervazione ed il proeesso assimilativo, non ehe a stimolare la cute; con ragione si crede dai piü insanabile.
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H
Perö se si tratta di cavalli di valore, ed i peli parlecipano
alia condizione acromaliea della pelle, si pud ricorrere ai
mezzi palliativi, die noi indicheremo a proposito della ca-
nizie (V. Canizie).
Agalassia ed oligogalia. Si designa col norne di nga-lassia la manc'anza di secrezione del lalte, la soppressione del lalte. Perö l'assenza completa della secrezione lattea dopo il parto e rara, mentre e piü frequents la semplice diminuzionrt di questa secrezione, per cui venne distinta dai pralici un'aga-lassia completa ed una incornplela ; quest'ultima allerazione perö e meglio indicarla col nome di oligogalia.
Terapia. Quando l'agalassia e l'oligogalia dipendono da itnperfetto sviluppo delle mammelle, dalla lore ipotrofia od atrofia, dal loro indurimento parziale o generale, ogni far-maco rimane senza successo; mentre se sono conseguenza di disturbi digestivi , di difetlosa assimilazione, di scarsa ali-mentazione , di cibi o bevamie contenenü sostanze vegetaü acide, dell'uso di certe piante, come il colchico ed il gius-quiamo, del subentrare di acute o croniche affezioni o di ela inoltrata , si puö ottenere I' aomento della lallea secrezione col migliorare la nutrizione e col soddisfare ail'indicazione causale per quanto e possibils. L'igiene, un'a scella alimen-tazione, abbondante ed un po' acquosa, le bevande con farina, I'uso dei resului di dislilleria e delle fabbriche di birra, valgono a queslo scope. Fra i farmaci poi ehe si danno in-ternamente come galactopoietici o galactagoghi e ehe giovano particoiarmente quando la diminuziono o soppressione del latte dipende d:i inatiivith degli stessi organi di secrezione, meritano di essere menzionati i semi di finocchio volgare, di anici, le bacche di ginepro, il calamo arosnalico (1, 2,3,), I'erba aneto, il comino (A), I'erba millefoglio, i semi ed i panelli di semi di lino , ehe si associano spesso col sollo dorato di antimonio, coU'antimonio crudo (5). Nello stesso tempo, onde awalorare 1'azione di tali galactagoghi e con-veniente fare frizioni slimolanti, eccilanti sulle mammelle e vuotarle fiequentemente e con precauzione.
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(1) P. Polv. semi finocchio
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(4)nbsp; nbsp;P. Semi anisi polv.
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grm 10
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volgarenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 25
Polv. semi di anici raquo; raquo;
Baccheginepro polv. raquo; 20
S. Da amministrarsi in 24 ore
alia vacoa ; se ne conlinua I'uso per
alcuni di.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(i) V. Solfo dorato d'ant. grm. 15
pinoccliionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 90
Anicenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; laquo; #9632;gt;
Bacelie di ginepro • #9632;
S. Da ammmistrarnc due cuc-
chiaiatc al giorno. (Villeroy^.
(3) P. Sal comunenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 30
Anicenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • ö
Finocchionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; raquo;
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Semi finoc.polv.
Comino polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 2
Zuccaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; is
S. Da nmministrarneunabuona
prosa (*) 2-3 voile ill giorno alle
eagne per riallivare la lattca secre-
zionc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L, Brusasco).
(5)nbsp; P. Anliraonio crude grm. 60
Polv. semi finoc. #9632;gt; 120 Sal comuncnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; ISO
M. c fa polv. eguale. S. Se ne da '/raquo; Pcr volta ad una vaeca cosperso suH'alimento. (Herlwig).
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Farina di veccianbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 30
(Lignieres).
Agalassia contagiosa deyli ovini. E malaltia speciale degli ovini caratterizzata anzi tutlo da oligogalia con alterazione qualitaliva del lalle e poscia da agalassia, ed a volte da ipo-irofia delle mammeile, nei quali solo puo svolgersi sponta-neamenle e Irasrneltersi di poi per conlagione. Si presenla sotlo forma sporadica, enzoolica ed epizootica e puö atlac-care le pecore e le capre duranle tutlo il tempo della lattea secrezione (quot;).
Terapia. Noi ottenemmo buoni risultali dall'uso inlerno dei semi di anice, di finocchio , di fellandrio unendovi per alcuni giorni piccola dose di polvere di canlarelle nel caso in cui le mammeile si presenlavano floscie, avvizzile e tnolli, avvalorandone I'azione con frizioni stimolanti sulle medesi-rae, e coli'avvertenza di far svuotare neue frequenti mugna-ture completamente i seni golattofori. Si deve aver cura di tenere le aminalate in buone cemdizioni icienicc-dietetiche.
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(*) Credlamo conveniente rapportare le seguenli avvertenie: Un encchiaio (la tavola lienc in circa . grin. 20 di acqua Uu cucchiarino da Imnibinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 'nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. laquo;10 #9632;
Un cucchiarino o cucclmio da caffe . •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Un hiechiercnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . raquo;150nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Una prosa cquivale a circanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo; 2-5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
(*') Brusasco. Due parole inhrno nd una forma parlicolare di agalassia rontaijiosa mm peranco raquo;iolu ncllc pecore e nelle capre lattaie. Torino, 1871.
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13 II Metaxä scrive ehe le semenze aromatiche e carminative, il comino, il citiso, te infusion! di menta, di salvia, recano qualche sollievo in questa malattia, ehe egli chiama storna-rella o mal del sito.
Trattandosi pero d; morbo altaccaticcio non havvi aleun dubbio, ehe si devono imraediatamente separare gli animali sani dai sospetti e malati, tenere gli uni e gli altri in loca-litä separate e pascoli differenli, ed impedire aecuratamente ehe in qualsiasi modo il latte delle malale lattaie sia portato a eontatto dei eapezzoli delle sane; e credo inoltre essere conveniente il sottoporre al marchio gli animali ammalati.
Inßne l'agalasia eonlagiosa, essendo morbo ehe arreca grave danno ai proprietari degli ovini e caprini armenti, e non ri-conoscibile sicuramente durante il periodo di ineubazione, la eui durata non e aneora suflicientemente determinata, deve annoverarsi tra ie malallie redibitorie; ma perche il eom-pratore possa averne il dirillo , e neeessario ehe il morbo siasi manifestato in condizioni di tempo e di luogo, ece... da poter essere giudicato siecome anteriore al consumato contralto. Ed il tempo utile per intentare tale azione redibi-toria devesi estendere alia solila garanzia legale di giorni 40. Si intende ehe il compratore ha aneora il diritto di ripelere dal venditore il rimborso dei danni sofferti per avere inlro-dotto tra i suoi ovini e caprini l'animale oggetto di eonte-stazione , qualora da queslo il morbo si fosse propagate a proprie lattaie.
Agenesia. E I'ineapacitä, Timpossibilitä di im maschio o di una femmina a proereare, a fecondare o ad essere fe-condala, quantunque presentino l'uno e l'altra, in apparenza, tutte le condizioni necessarie, perche il coito sia seguito da fecondazione. (V. Sterilitä, Anafrodisia).
Albumina (alterazioni quantitative e qualitative della). Le alterazioni qualitative dell'albumina non ci sono aneora ben note, e solo eonosciamo bene l'iperalbuminosi e l'ipoal-buminosi, cioe l'aumento e la diminuzionc della quanlilä normale di albumina contenuta nel sangue , ehe si osserva
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in cerli stali morbosi. L'ipoalbuminosi si verifica in seguito delle emorragie gravi e nel corso della nefrite parenchima-tosa, e I'iperalbuminosi dietro una ricca alimenlazione con soslanze azolate e limilalo esercizio rauscolare con poco at-tiva respirazione.
Terapia. Deve variare col variare della condizione eziolo-gica la cura dfill'ipoalbumiiiosi; ma in generale si lodano i lonici, e la cura ricosliluenLe, buona alimenlazione ed eucra-sici. Nell'iperalbuminosi si ricorra invece ai purganti mino-ralivi, ad una scarsa alimenlazione, e si aumenli I'esercizio muscolare.
Albuminnria. Significa leliminazione dirctla dell'albu-mina del sangue da parle del reni, unitamenle ai principii dell'urina. L'albuminuria, a dir il vero, non e una malatlia, ma un sintoroo di molle malatlie; perö Tunica condizione genelica n'e un disturbo circolatorio nei reni, per cui il sangue non vi puö piü scorrere liberamenle, mentre sono molle e svariale le cause organicbe ehe possono dar iuogo a quesla medesima condizione immediata, cioe die possono dislurbare la circolazione renale in modo da favorire I'uscila dell'albu-mina dal sangue nell'orina. In clinica le albuminurie si di-vidono in acute e croniche, Iransilorie e permanenli, sintoma-liche ed idiopatiche (V. Reni, malaltie dei). Per riconoacere I'albumina nell'orina si puö ricorrere alia sua precipitazione per mezzo dell'acido nilrico e successivo riscaldamenlo per far scomparire gli urati, oppure all'altro melodo ehe con-sisle nella coaguiazione della stessa albumina mediante il riscaldamenlo e qualche goccia di acido acelico per far scom-parire i sali lerrosi; si ha pure la reazione delFalbumina col bicloruro di mercurio, coll'acido acelico, col ferrocianuro di polassa ecc.
Tekapia. Nelle albuminurie acute sinlomaliche si deve curare la malallia principale; ed in caso di inlensa albumi-nuria ricorrere all'uso dell'acido lannico, gallico o del perclo-ruro di ferro ecc. Per le albuminurie idiopaliche ossia per le malaltie di Bright consulla I'arlicolo nefrite parencbimatosa.
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Alopecia. La rnancanza dei peli, atrichia od alopecia congenita, si ha assai di rado negli animali. Si avvera par-licoiarmenle in una razza di cavalli deil'interno del Tibet, sulia cui cute non si scorge veruna traccia ne di follicoli ne di peli e cosi pure in una razza di cani e porci africani; Perosino vide alopecia congenita generale in un viteilo. L'alo-pecia acquisita, cadula cioe de' peli, crini, lana, setole ecc, puo essere generale o parziale, permanente o momentanea, e con-seguire od a cagioni locali (malatlie dei follicoli, acne, ecc.) od a malattie parassitarie (tigna favosa, lonsurante, ecc), a seborrea (negli ovini), od a malattie ehe apporlano gravi disturbi nella nutrizione, all'uso prolungalo di certi farmaci irritanti sul comune inlegumento, e cosi via.
Nei cavalli specialmente e sopratutto aH'incollatura si nota I'alopecia circoscritla (alopecia decalvaus) a piccole super-ficie circolari od irregolari. Non si deve confondere I'alopecia colla mula.
Terapia. L'alopecia congenita e quella acquisita, ma di-pendente da atrofia dei follicoli, e injurabile, perche non si hanno mezzi alti a produrre follicoli. Nolle altre forme di alopecia accidenlale o morbosa, soddisfatto all'indicazione cau-sale (V. Tigna favosa, tonsurante ecc), si puö favorire la nuova venuta del pelo con liquid! od unguenti leggermente irritanti.
Noi abbiamo con vantaggio fatto uso nei cavalli per acce-lerare il crescere dei peli di frizioni ripelute tutti i giorni, di olio di ricino, il quale stimola sicuramente la pelle ed i follicoli de' peli; si puö unire con vantaggio, specialmente ne' solipedi di razza comune, all'olio di crotonliglio (1).
Ne' cani di lusso contro I'alopecia si possono prescrivere o le imbrocazioni di Wilson (2) o la pomata dell'IIardy (3). II Pilwax nell'alopecia de' pappagalli adoperö con favorevole successo il sublimate corrosive (4).
(1) P. Olio di ricinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm- 80nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Si f;iccia una fmione al gior-
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Olio dicroloiilislio
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2 no sinchu si prodaca un'cruzioue.
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(L. Brusasco}.
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(2)nbsp; P. Acqua di Colonia grin. SOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ess. vaniglia alcune goccic
Tintiira di cantaridi raquo;6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; M. esattamente.
Esscnza rosmar. goccie 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da adoperarsi 1-2 volte al giorno
Esscnza lavanda gt; 40nbsp; nbsp; perfavorire la riproduzione dei peli.
Si mescoli. Per frizioni con unnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Hardy).
pezzo di flanella inzuppata in qucstonbsp; nbsp; (4) P. Sublimate corr, cenligr. (i
miscuglio, oode attivare I'aceresci-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; GMcerina groi. 30
mento dci pcli. (Wilson).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Estr. di cliina raquo; l,2o
(3)nbsp; nbsp;P. Grasso di buc grm. 60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Balsamo peruv. raquo; l,2ü
Olio di ricinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; laquo; 2S Da bagnare i punti denudati ogni
Acido galliconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 2 giorno mattinu e sera. (Pillwax).
Ambliopia ed amanresi. Col vocabolo di amaurosi intendiamo coi scrittori di otlalmologia rindebolimento o I'a-bolizione della facoltä visiva senza lesione nei mezzi traspa-renti. I! sempiice indebolimento pero o scemata acutezza delhi vista, ehe coslituisce il primo passo all'araaurosi, viene in-dicato colla denominazione di ambliopia, vista debole, ottusa. Vi sono piü soggetli il cavailo ed il cane ehe non tutti gli altri animali domestiei all'amaurosi; e si distingue in doppia e sempiice, in completa ed in incompleta (ambliopia).
Per riguardo alle cause possiarao distinguere un'amaurosi meccanica (ferite, contusion!, colpi suH'occhio, ecc.); un'amaurosi anemica (dopo grandi perdite di sangue); un'amaurosi congestiva (per eongestioni alia testa); un'amaurosi cerebrale o centraie (per alterazioni intracraniche); inoltre si parla an-cora di amaurosi durante la gravidanza, il diabete, I'urernia, ecc., per perdite seminali, per avvelenamenti narcotic! e via via. Perö I'amaurosi in veterinaria ha bisogno di ulleriori studi.
La diagnosi si fonda sull'esame dell'oechio, sul modo di camminare e di comporlarsi dell'ammalato. Si nota I'imrao-bilila delta pupilla, la quale e o molto dilatata, easo piü fre-quente, eon fondo dell'oechio di una tinta ieggerraente gial-lastra; o moito ristretta, assai di rado, con fondo dell'oechio nerastro ecc.
Terapia. La cura e diretta alia causa su cui riposa I'amaurosi; epperö varierä a norma delle condizioni eziologiche. In ogni caso si deve evitare ia luce molto viva, il passaggio rapido da un luogo molto oscuro ad un altro con moita luce,
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17 cioe tenere gli ammalati ad una luce moderata, ed in buone condizioni igieniche.
NeH'araaurosi congesliva, da congestioni dei centri nervosi cerebrali e spinali, giova il salasso, l'uso dei purganti mino-rativi, e draslici, e degli altri mezzi ehe indicheremo a pro-posito di queste afiezioni.
Neil' amaurosi traumatica sono ancor consigliati i bagni freddi agli occhi.
Neil' amaurosi anemica sono indicati, oltre ad una dieta laula, i ricostituenli ferruginosi ed i tonici (V. Anemia).
Per rimediare allo stato di aslenia in cui si crede trovarsi l'apparecchio sensoriale della visione, alia paralisi piü o ineno grave del nervo ottico, si puö tentare la chinina, e la noce vomica aU'interno; le Irizioni stimolanti di olio essenziale di lavanda, di menla o di essenza di terebeutina alia fronte ed alle tempia; le iniezioni ipodermiche di nilrato di strienina alia dose di un milligramma per volta nei cani, facendo ripetute iniezioni attorno all'orbita; i collirii di strienina (1) ed i va-pori irritanti ammoniacali al bulbo. In tulli gli altri casi la cura dell'amaurosi deve essere regolala secondo le malatlie ehe la sostengono.
(1) P. Strieninanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 12 S. Da inslillarne slcnncgoceiemat-
Acidu ncptico dil. !• 5 tins e lera neiramnurosi astenici. Acqua dislillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; IiOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Ainmonlomia. Cremiraquo;. Si da il nome di uremia al-raccumulu e ritenzione di urea nel sangue. Siccorae l'urea si trova normalraente nel sangue, quando i reui, sola via o preeipua essendo questi organi alia sua eliminazione, ne for-niscono meno ileH'ordinario o solo piceola quantila o punto (malaltia di Bright e speeialraente allo stato cronico, alrofia dei reni ecc.) e quando osiacoli si oppongono alia sua eva-cuazione (calcoli vescicali, uretrali, paralisi della vescica, acrobustite eec.), verrä appunto a determinarsi 1' uremia , perche nel primo caso l'urea non viene separata dal sangue, ma e in esso ritenufa e s' aecumula, e nel secondo perche quella giä segregata contenuta nell'urina , viene riassorbita e portata nel tonente circolatorio. Laonde tanlo nell'uno Di:. Brtuaico,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 2
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ehe neH'allro caso verranno in campo fenomeni gravissimi, quando l'azione vicariante degli inlestini non sarä piü sufli-ciente per supplire appunto alia deficienle azione dell'appa-rato urinario. Varie ipotesi vennero messe innanzi per spiegare l'evoluzione di detti fenomeni, ma si accetla generalmenle l'opinione di Treitz e Frerichs, i quali ammeltono ehe non e l'urea ehe e capace di avvelenare rorganismo , ma bensi un prodotto della stessa formatosi a mezzo di un parlieolare fermenlo, cioe il carbonato di ammoniaca; secondo gli stessi autori si deve chiaraare ammoniemia la forma raorbosa risul-tante. Fu notala nel cane, nel eavallo, nel beceo e nel porco.
Terapia. Contro rarumoniemia , ehe e adunque una di-serasia caralterizzata dalla presenza nel sangue di una no-tevoie quantitä di ammoniaca o di carbonate ammoniacale, si raeeomanda I'ujo degü aeidi vegetali, delle limonee mineral!, dei purganli, dei bagni freddi sul capo. II Canlani eon-siglia inollre, eon ragione, l'amtninistrazione del solüti e degli iposolöti, perche questi portandosi ad immediato contatto coll'urea ehe trovasi nelle vie inleslinali e col mueo enterico ehe deve agire come ferraento, potrebbero impedire la tras-formazione dell'urea stes^a.
I dinretici ed i drastici purganti sono pure commendati per favorire reliininaziobe dei material! anormal! eontenuti nel sangue.
Se si presentano fenomeni ec.lamptici, e conveniente rieor-rere alle inalazioni di eloroforraio (V. Eclampsia).
Anafrodisüa. Significa la diminuzione o l'abolizione pas-seggiera o permanente deH'appetito venereo, della sr-nsibililä genitale. E propriarnente l'inatlitadiae dei masch! ad ope-rare una copula fecoiuiante o non, in conseguenza di ra?n-eanza di erezione o di un difetto qualunquc ehe si oppone a questo atlo. Puö pur essere quindi conseguenza d! varic malatlie ehe eolpiscono gl! organ! deila generazione cd i eentri nervosi.
Terapia. AU'indicazi.one eausale si soddisfa eo! combatiere le varie malaltie, the posiono essere cagione di impoter.za;
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19 ed allo scopo di eccitare ia sensibility genitale, si consiglia di ricorrere airamministrazione, oltre ad una lauta alimen-taaione, di semi di canapa, di fieno greco, di grani di gi-nepro e di anici, di pepe, di aglio ecc, associandoli conve-nienlemente all'aveaa od alia crusca. In alcuni casi e conve-niente ricorrere all'uso di larmaci afrodisiaci e specialmente delle cantaridi (V. Caiori, mancanza dei).
Auello ombellicale (emorragia dell'). Di rado I'osle-trico zooialrico e chieslo per curare Temorragia ombellicale, poiche il cordone d'ordinario si lega priraa di tagliarlo, op-pure lacerandosi spontanearacnte, i vasi si ritraggono ed im-pediscono I'uscila del sangue. Perö se per azzardo al mo-mento deU'espulsione del feto il cordone fosse stale strappato o tagliato senza alcuna precauzione nel luogo di sua in-serzione alia parete addominale, allora puö avvenirne un'e-morragia persistente, ehe nierita di essere presa in conside-razione.
Terapia. In questi casi non conviene fare una legatura sul cercine ombellicale, ma basta per arrestare o prevenire Temorragia, ricoprire convenienlemente la depressione ombellicale con dei piccoli frammenti di esca, con delle piccole compresse di tela usala, e di fare con adattata fasciatura una compressione sufficienle, tenendo all'uopo il neonato anche in conveniente posizione. Ma se queäta compressione non basta per frenare I'emorragia, allora si puö coadiuvare con bagni fatli con soluzioni astringent! concentrate; oppure si lega addirittura separatamente i vasi die compongono il fu-nicolo, qualora ciö sia possibile, o si cauterizza i punli ehe gemono sangue.
Anello ombellicale (persistenza dell'). L'Andre de-scrisse quest'anomalia ehe puö osservarsi nei neonati in se-guito ad ua arresto di sviluppo, sotlo il nome di apertura ombellicale complela ed incompleta a seconda ehe e pervia la parete addominale e la cute, oppure e chiuso rorifizio culaneo.
Terapia. A preferenza sicuramente di attraversare, come
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fece l'Andre, i margini deU'aperlura con un chiodo, sul quale passo, serrando, una corda, noi crediarno col Lanzillotti piü conveniente la sutura altorcigliata.
Anemia. Etimologicamente esprime la roancanza assoluta del sangue. Ma venne un tal vocabolo accettato e sancito per indicare uno stato patologico costituito dalla diminuzione della quantitä del sangue contenuto in un organo, in una parte di un organo o nell'organismo inlero. Laonde questa malattia e piü conveniente indicarla colla denominazione di oligoemia od ipoemia generale o parziale; quest'ultima, cioe la diminuzione del sangue contenuto in un organo od in un tessuto, od in una parte, si dice ancora ischemia. Perö se non vi puö esistere in senso assoluto anemia generale, impossibilila pa-tologica effettiva, poiche la sottrazione del sangue, allorche eccede certi liraiti, cagiona istantaneamente la morte, non amp; tanto rara I'anemia locale.
L'oligoemia per se non suppone un'alterazione della quantitä relativa dei componenti del sangue, e quando la si ha pura, la composizione del sangue e eguale a quella ehe si ha nello stato normale; ma una tale oligoemia puö essere ori-ginata in una sola maniera , cioe quando per artificials o naturale emorragia esce dai vasi maggiore o minore quantitä di sangue, anemia vera ed acuta. Una tale forma pura dura assai poco, poiche alia diminuzione della quantitä del sangue deve sempre tener dietro sollecitamente un' altera-zione nella sua crasi, ciofi i globuli sanguigni ed i prin-cipii albuminoidi si rendono scarsi, mentre sovrabbonda la parte acquosa; si associa l'oligoemia all'idremia per assor-bimento dei succhi interstiziali e della linfa. In breve l'oligoemia generale puö essere acuta e cronica , per rapide o lente, dirette od indirette perdite anormal! della massa del sangue; la cronica consegue ancora a defkiente riparazione alimentare (quantitativa o qualitativa) ed a deficiente sangui-ficazione, dovendosi pur tener conto delle cosl dette anemie respiratorie. L'oligocitemia e costituita da una diminuzione delle emasie, a cui si aggiunge d'ordinario ancora una di-
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21 minuzione delle materie albuminoidi (ipo-albuminosi); puö essere o non accompagnata da oligoemia generate, ma piraquo; spesso vi coesisle idremia. L'idremia od idroemia e costituita dalla prevalenza nel sangue dell'acqua; puö essere relativa ed assoluta; e quest'ultima forma ehe e speciale causa predi-sponenle d'idropisie, e cioe la vera discrasia idropigena (V. Idroemia). Ma quests diverse forme di anemia ehe si vogliono fare considerando le diverse, alterazioni quantitative del sangue, ehe eonsistono in defieienza di alcuni dei principii ehe lo eostituiscono, si associano variamente tra lore ed offrono ge-neralmente un complesso di sintomi ehe ne rende facile la diagnosi. L'anemia e stato raorboso ehe riehiede ognora un pronto trattamento curativo.
Terapia. Se e possibile bisogna togliere prima la causa ehe produsse o sosliene l'anemia secondaria, e quindi miglio-rare la nutrizione con lutti quei mezzi ehe ci sono eonsi-gliati dail'igiene. Locali sani, aria pura e temperata, dieta sostanziosa e proporzionata alle potenze digestive a seconda ehe andranno migliorando ; cosi latte, uova, came, semi, frutta, farine, fieno scello d'oltima qualitä e via via a seconda della specie, eta ecc, degli animali ehe si hanno a curare; moto in proporzione delle forze alternate con riposo sufficiente, buon governo della mano, sono appunto i mezzi ehe ci consiglia I'igiene eontro l'anemia. Inoltre in tutti gli animali, quando la digestione non si compie bene, e necessario rieorrere sll'amministrazione degli eecitanti, dei tonici. E noto ehe quando la debolezza digestiva 6 grave e con difetto d'a-zione, i tonici soli, almeno sul principio della cura, non sono pari al bisogno, per cui in tali casi bisogna aggiungere ai tonici dei farmaci eecitanti od iperstenizzanti (genziana, quas-sio, china, scorza di salice bianco, assenzio, calamo aroma-tico ecc.). Nei piccoli animali (eani e gatti) noi abbiamo usato eon vantaggio contemporaneamente al regime carneo, la pepsina pura amministrandola alia dose di 2-4 grin, per epierasi nelle 24 ore (1). E pur conveniente rieorrere ad'una cura medicinale rieostituente, amminislrando il ferro (2, 3),
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l'olio di fegato di raerluzzo, I'assafetida ecc; — il Blaise oltre all'elettuario di genziana e del vino di china, racco-manda molto l'acido arsenioso dato insierae ad un eleltuario di china-china contro I'anemia.
Se perö I'anemia e grave e minaccia di raggiungere un grado incompalibile colla vila maigrado I'nso dei suindicati mezzi curalivi, oppure si tralla di grave anemia acula in se-guilo a si abbondanle perdita di sangue da far lemere la morte dell'animale, 6 conveniente ricorrere alia trasfusione del sangue, operazione praticata per la prima volta dal Denis nel quot;1661 e perfezionata in tempi a noi assai vicini.
Contro I'anemia cosi delta essenziale, idiopatica o primitiva osservaia anche sotto forma epizootics dal Bouley e Reynal specialmente negli eqnini, ove abbondano i prali arlificiali, si consiglia I'emigrazione, e 1' uso dei mezzi superiormenle indicati.
(4) I'. Pcpsina pma grin. 2-4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Polv. ed pslralto di genz. q. b.
AciJo lallico raquo; 0,50-1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;per fame dieci pillolc.
Acqua di fonlo • 30-400nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darscne 2-3 al giorno il
Da in boccetta.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; cane. (L. iSmsasco) (*).
S. Ua amministrarsi a cucchia-nbsp; nbsp; (5) 1' Solfato Cerroso gi'm- 50
iate duianle ogni paslo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Bad. di cal. ar. raquo; CO
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Bacc. di ginopro raquo; 60 Farina ed acq (|1). per fare eletl.
(2) P. Lallato di ferro grm. inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi nellc 24 ore al ca-
Rad. di cal. arotn. • 15nbsp; nbsp; vallo. (Veis).
Anemia ccrebrale. — E la fisiologia sperimentale, ehe ha dato un'idea giusta e molto chiara dell'ischemia ce-rebrale patologica, e ne ha falti conoscere i diversi caralteri ed i diversi modi di produzione. Tale ischemia sopravviene tulte le volte ehe il cervello riceve una quantitä insufficiente di sangue; cioe a dire allorche le vie arteriöse encefaliche sono piü o meno ostrutte , od allorche la massa totale del
(*) E noto die la cura ferruginosa per cssere coronata da buon ri-sullalo, essendo Tazionc terapcutica del ferro indubbiameDte lenla, de-vesi prolrarrc per lungo tempo, Irattandosi di migliorare il sangue e modifieare in modo durevole la nutrizione dcU'organismo. Si badi ehe i ferruginosi devono somministrarsi, per avernc sicuro assorbimento, durante o poeo dopo il paslo ; e non a stomaco digiuno se non quando raquo;i desidera ehe agiscano piuttoslo iocalmente.
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sangue 6 diminuila. A seconda (ielle condizioni palcgeniche \'anemia cerebrale puo essere repentina, o graduate e lenta.
Terapia. Neirauemia acula del cervello per abbondanti perdite di sangue, si deve amminislrare un forte ecciU.nte (etore solforico, acetato di ammoniaca ad alta dose, can-forBj ecc), ed agire per azione riflessa suH'eccilabilita ence-falica eccitando i nervi cutanei con frizioni ili alcool, essenza di terebentina ed ammoniaca, oppure con ripelute frizioni senapizzate; rammalato deve essere lenulo ben caldo con coperture di lana.
Quesli raezzi sono generalmente sufficienti. E solo nei casi gravissimi, allorche il sangue nein e piu in quantilä bastante per mantenere l'attivilä nervosa e le funzioni die ne sono sotto la sua dipendenza, ehe diventa necessaria la trasfusione del sangue.
Se Tanemia cerebrale si presenta come fenomeno parzialo di generale oligoemia di lento sviluppo, bisogna combaltere quesla; la cura e basata sulia metodica amministrazione del ferruginosi e suH'impiego di quei mezzi ehe coslituiscono la medicazione delta ricostituente.
In tutte le varietä di oligoemia cerebrale, se havvi len-denza a lipotimie e sincopi per transitorii indebolimenti del cuore, durante i quali quest'organo spinge il suo contenuto con troppo poca forza nelle arlerie, si ordinino ancora ecci-tanti, vino, alcool ecc, nei piccoli animali acqua di rnelissa, di anice ecc, non per furne uso conlinuato, ma da ammi-nislrarsi di tanlo in tanto e quando l'azione cardiaca e troppo debole.
Ancmie cntanee. L'anemia della cule^ (meglio oligoemia) puö essere I'espressione del difelto del sangue in iutto rorganismo, sia per gravi perdite del medesimo, sia per una imperfetta elaborazione, ed allora e generale; op-pure parziaie, cosi per pressione, per legatura e restringi-mento dei canali vascolari ecc.
Terapia. Contro le anemie dipendenli da gravi perdite, giovano i tonici e ricostituenti, epperö la china, i ferrugi-
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nosi, i buoni aliraenti ecc, come anche le fregazioni sul co-raune integumento previa aspersione di alcool canforato ed essenza di terebentina.
Nelle anemie parziali si dovrä innanzi lutlo soddisfare al-I'indicazione causale.
Per le ischemie degli arti paralitici, vedi Paralisi.
L'anemia ehe si presenla duranle lo stadio del freddo della febbre, o ehe consegue all'influenza del freddo cagionato dal-I'etere, alcool ecc, e Iransiloria.
Anemia del midollo spinale. L'oligoemia del mi-dollo e generale o parziale; la prima non e ehe una mani-festazione dell'anemia generale. L'anemia parziale e un'i-schemia prodotta , sia da alterazioni dell' aorta addominale, sia dall'oblilerazione autoctona od erabolica di arterie spinali.
Terapia. La terapia deH'oligoemia generale del midollo, ehe e piii frequenle nei nostri animali domestici sfiniti dalle fatiche e marantici, e speciaimen(e nelle vacche durante la gravidanza, s'accorda perfeltamenle con quella ehe conviene nell'anemia costiluzionale. Inollre, allorche gli accidenti spinali sono ben pronunziati, e conveniente I'amministrazione della noce romica e stricnina e I'applicazione metodica delle docce fredde e deH'eletiricita sulle regioni spinali.
Anemia cd ipotroiia dei giovani animali. In caso di anemia per grave perdila di sangue conviene la trasfusione, ehe deve essere considerata in queste circoslanze ed ogni qual volta si tralta di anemia acula e per effello specialmente di gravi emorragie, come una validissima risorsa terapeutica e di facile applicazione, come ho pur potuto convincermi dagli esperimenti fatli in questa R. Scuola in un coi chiarissimi prof. Berruli, Tibone e Perlusio. Ma allorquando l'oligoemia non dipende da emorragia, o non si puö ricorrere alia sud-detta operazione per la raancanza deH'opporluno apparecchio, per combattere lo state oligoemico ed ipolrofico dei giovani animali, si deve ricorrere ad un sano allaltamento, all'uso dei tonic! e dei ferruginosi e tenere gli ammalati in abita-zioni asciutte e bene aerate.
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25 Anertesia. Per anestesia s'iniende 1'abolizione degli ef-felti, ehe si attuano per mezzo dei nervi sensitivi. Tale ces-sazione delle funzioni sensibili puö essere prodotta da alte-razioni degli organi nervosi centrali, cervello e midollo spinale, e dei nervi periferici. Ma oltre a queste anestesie mediche, ehe si possono osservare in stati raorbosi del eervello, del midollo spinale, non ehe dei loro invogli membranosi, delle ossa del eranio e della colonna verlebrale ed in lesioni varie dei nervi periferici ed anche per semp'.ice eausa reumatiz-zante, noi abbiamo ancora I'anestesia artifieiale o chirurgiea, ehe si produce con agenti partieolari a seconda ehe si vuole oltenere un'anestesia generale o locale, allo scopo cioe di determinare rinsensibilita in modo passeggiero ed efitare eosi agli animali il dolore nelle operazioni chirurgiche ed eseguirle piü facilraenle.
L'anestesia puö essere piü o meno eslesa, eomplela od in-eompleta. Si fanno aneora altre dislinzioni dell'anestesia cu-tanea basate sulla varietä delle sensazioni, quantunque non si accordino gli scrittori, se queste varietä di sensazioni sieno congiunte a determinate differenze delle terminazioni dei nervi (clave terminali, corpuseoli del tatto, eorpuseoli di Vater) o se diverse fibre nervöse sieno destinate per la loro trasmissione agli organi centrali, o se infine per le stesse (almeno in parte) e a eercare la distinzione soltanto nell'or-gano centrale; perö si propende oggidi ad ammettere la raol-tiplicita de' condutlori afferenli, come viene provato da al-cuni fatti abbastanza ovvü ehe si ineontrano neilo slato sano e nel morboso. Gosi come anestesie o paralisi parziali della sensibilita, si devono ammettere: quella del dolore, quella del tatto e quella della lemperatura. Per la prima detta analgesia od analgia e piü propriamente da laksch anodinia, si ha mancanza di sensibilita per influenze produeenli normal-mente dolore (punture, torsioni ecc), senza alterazione delle sensazioni taltili o della percezione di freddo e caldo; per la seconda, detta anestesia tattile o semplicemente anestesia, si ha aboliziune della sensibilita specifica del senso omonimo,
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senza ehe sia turbata la percezione della temperatura; per la terza inline, delta anestesia termica o termo-anestesia, 6 iibolita la sensibilila per la temperatura, e non si avverte piü il grado di calore del corpo ehe alia pelle si avvicina, rimanendo normale il tatto,
Queste varie specie di sensibilitä cutanee sebbene possano veriticarsi contemporaneamente ed anche eiascuna isolata-mente (questi fenomeni sarebbero incomprensibili qualora si volesse ammeltere l'anicitä dei condutlori di senso) nei nostri aniraali domeslici, tuttavia non furono guari studiate. Riguardo alia sua estensione, I'anestesia puo essere diffusa a tulta la pelle o eircoscritia ad una sola melä del corpo, od anche a porzioni piü o rneno estese di terrilorii cutanei. La sensibilitä termica si puö misurare col termometro e la lattile con uno spillo e eol compasso del Weber.
Terapia. Nel traltamento rindicazione principale e sicu-ramente di soiitiisfare I'indicazione causale. Quindi nei sin-goli casi la terapia sarä molio diversa; ora si dovrh cioe ri-muovere la compressione sulle fibre nervöse colla riduzione di lussazioni e di fratture, coirallontanaraento di lumori o corpi eslranei; ora sarä conveniente un tratlamenlo antiflo-gistico, I'uso di farmaci evacuanti, acceleranti il riassorbi-mento (sali, iodo e preparati mercuriali ecc.) per combatlere l'affezione prima causa deH'anestesia; mentre gioverä una terapia antireumatica nelle anestesie da raffreddarnento. Ma non sempre perö, allontanata la compressione od in altro conveniente modo soddisfatto all'indicazione causale, si ha immediata completa guarigione, restando invece le (ihre nervöse ancora incapaci alia condueibilitä.
In questi casi conviene favorire la ripristinazione delle lore altivilä con slimoli esterni; cosi con fregazioni irritanli. (es-senza di terebentina, tintura di rosmarino e d'arnica nei pjc-coli animali e delicati, linimento canforato, tintura di can-laridi, con docce fredde sotto forma di zaffo ed anche col ferro rovente). Ma uno dei mezzi piü altivi per 1' eccita-mento di fibre nervöse periferiche e la correnle eleltrica in-terrolla piü o meno intensa.
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Internamente per altivare I'innervazione generale, oltre ad una aiimentazione roborante, si raccomanda I'uso dei cosi detli tonici e nervini (ferro, china, arnica, fosforo, rauschio, canfora, castorio ecc), non ehe della stricnina. Infalti le ri-cerche di Fröhlich e di Lichtenfels dimoslrarono dopo I'am-minislrazione di quesla (stricnina) anche un aumento della funzione dei nervi sensibili periferici; per cui non giova sern-plicemenle nelle paralisi di moviraento. Si avvalora I'azione dei suindicati mezzi coli'assiduo esereizio deH'atlivilä motoria.
In ogni caso infine si deve fin dal principio ovviare con opportun! involgimenli ecc, le conseguenze del nocumento deiratlivitä nutriliva (V. Iperestesia). La stricnina pura si da all'interno alia dose Ji 2-10-20 milligrm. per volta nel cane; i sali stricnici solo alia dose di i-3-5 milligrm. sia per uso interno, ehe per iniezioni sotlocutanee; nei eavalli invece le iniezioni sotlocutanee possono farsi con 4-6-8 cen-tigrammi di nitrate di stricnina per volta (1). (1) P. Nitrato distric. centig. 4-6-8 S. Per ripotute iniezioni soltocuta-Acqua distillata grm. 4-6-8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nee; si puu ripctcrc tale dose per
Scjogli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;piii giorni di seguito. (L. B.).
Anestesia del trigemino. Quest'anestesia pud essere centrale o periferica; e secondo la gravitä delle cause pre-sentarsi completa, ed allora sono aboliti i sensi laltile, dolo-rifico e termico; ovvero incompleta, in cui sono avvertite le fort! impressioni o resta qualcuno dei sensi or detti. Secondo poi ehe tutlo il trigemino o singoli parti di esso hanno per-dula la capacila eondultrice, si trova insensibiiita diffusa sulle relative parti della cute e delle mueose; fu osservata nel ca-vallo specialmente dal Roll.
Terapia. La terapia deve essere specialmente rivoKa eon-tro gli stali morbosi, ehe sono il fondamento del fenomeno anestesia, e quindi contro lo stato anormale delle fibre nervöse. Cosi nei tumori o corpi estranei accessibiü e indicata la cura chirurgica; se dipende da periostile, da carie dei canali di passaggio ecc, si cureranno all'ucpo tali stali morbosi. Quindi gioveranno le frizioni alcooliche, gli irritant! cutanei, le docce fredde ecc. (V. Anestesia !n generale).
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Angina. Col vocabolo angina, da iiyxox ancho, slrango-lare, adoperato promiscuamente in prima per designare tutte le difficolta d'inghiotlire (disfagia) e di respirare (dispnea), prodolte da una causa avente la sua sede superiormenle ai polmoni ed allo stomaco, e piu tardi applicato all'infiamnia-zione della mucosa compresa tra la retro-bocca da una parte, il cardia e la biforcazione della trachea daH'altra, viene da no! indicala rinfiammazione della retro-bocca e della faringe. E ciö per brevilä e per evitare inutili ripelizioni, perche do-vressimo infatli moltiplicare senza necessitä e vantaggio le denoniinazionl qualora volessimo dire in capitoli separati del-rinfiammazione a seconda ehe affetta piü o meno gravemente or Tuna or I'altra parle della mucosa. Cos! noi diciamo in-sieme deH'infiammaxione della membrana mucosa ehe tap-pezza i pilaslri ed il velopendulo palatine e le amigdale (pa-latile, amigdalite, angina gutturale ecc), la faringe (faringite, palatofaringite, angina interna ecc.), le trombe d'Euslachio, e nei solipedi ancora di quella delle saccoccie gutturali, no-tando solo qua e lä le differenze ehe si hanno a seconda della sede piü precisa della lesione.
E prendendo per base i process! anatomici, distingueremo e diremo successivamente dell'angina catarrale, dell'angina parenchimatosa e dell'angina pseudo-membranosa (crupale-difterica), non dovendo qui occuparci delle angine die sono legate a morbi infeltivi acuti o cronici, es., febbre aftosa, vaiuolo pecorino, cimurro dei cani e dei solipedi, antrace, moccio e via dicendo; ma seinplicemente dell'angina pri-mitiva.
a) L'angina catarrale (superficiale, mucosa od eritemaf.osa, mal di gola) altacca particolarmente i giovani cavalli, cani e porci; ma nessuna specie e nessun individuo n'ha immu-nilä innata od acquisita. La predisposizione alle angine ca-tarrali apparliene principalmente alle costituzioni deboli e linfatiche, mentre le forme flemmonose sono piü frequenti nelle condizioni opposte, quanlunque si sviluppino per le me-desime cause determinanli.
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Per quanto io ho potuto osservare, la forma vescicolosa e 1* espressione piü grave dell' angina calarrale acuts degli animali.
Terapia. L'angina catarrale acuta leggiera si guarisce fa-cilmente con mezzi assai semplici; basta teuere gli animali in locali caldi e mantenere la parte malata ad una tempe-ratura elevata mediante compresse calde ed avvolgendola con un panno di lana, o meglio applicando alia regione della gola dei cataplasmi caldo-umidi; dar loro alimenti non duri ed irritanti, ma di facile maslicazione e deglutizione (giova I'a-limento verde), e bevande bianche e non a bassa lerapera-tura con entro un po' di solfato di soda o di magnesia , ed allivare contemporaneamente la circolazione periferica coi noti mezzi.
Ma allorche e piü grave ed accompagnata da fenomeni mor-bosi generali, conviene tenere gli animali a dieta leggiera, dar loro bevande emoilienti (decotto di malva, d'orzo, d'altea ecc.) in principle ; se havvi costipazione amministrare un eccoproltico; e poi, quando i fenomeni cominciano ad emen-darsi, sostituire agli emoilienti dei gargarismi, delle iniezioni nella bocca di foglie di salvia in infusione, e quindi di al-lume alia dose di 30-60 gramma in 1000 d'acqaa, ed anche di nitrate d'argenlo, allorche I'acuzie deU'affezione 6 passata, ed il processo accenna di. passare allo stato cronico.
Nell'angina vescicolosa specialmente convengono in prin-cipio le inalazioni di vapori d'acqua calda, di infuso di fieri di camomilla, ripetute piü volte al giorno, per moderare la tensione infiammatoria ed il dolore, ehe e in questa forma ehe si complica facilmente di laringite, assai intenso.
In ogni case si devon praticare sin dall'iniziarsi del morbo frizioni rubefacienti alia gola, seguite dall'applicazione di compresse di lana; perö meglio dei rubefacienti giovano e sono indispensabili nei casi gravi per averne pronta guari-gione le frizioni vescicatorie (olio di crolontilio diluito nel-I'alcool retlificato, Blister, pomata emetica ecc), (1, 2, 3). Inoltre e specialmente nell'angina reumatica, convengono le
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frizioni eccilanti ed irrilanti sul comune inlegumento per fa-vorire la circolazione periferica, e sono indispensabili le co-perlure di lana, apporlando inconleslabili vantaggi la diafo-resi. Ilerlwig dice aver adoperalo con buon successo il fegato di solfo colla belladonna (4).
Le iniezioni si fanno bene con una siringa provvista d'un cannello piü o men lungo ehe abbia all'estremita una dila-tazione della grossezza e forma di un uovo di gallina circa con molti piccoli forellini in guisa ehe il liquido possa es-sere schizzato fnori a numerosi zampilli diretti specialmente in avanli.
(1)nbsp; P. O'.io di rrotnnlil. goci'ic 8-15 (3) P. loduro pnlass.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. i
Essunza di trciu. grm. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cantar. polv. • i
Aleool raquo; kOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Subluualo corros. raquo; i
S. Per frizioni ncl oavallo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Adipe raquo; 23
(L. Brusaseo).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. I'er frizioiK-, si lianno buoni
(2)nbsp; nbsp;P. Aleool grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; clTelli. (L. Brusaseo).
Ammooiaca liq • 40 (4) P. Fegato di solfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 3
Olio di tercbcDtina raquo; 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Estratto bellad,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. raquo;
S. Per fmione nei bovini.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Zucchero bianconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 8
(L, Brusaseo). Da m;tlersi sulla lingua del oavallo.
(Ilerlwig).
Angina cronica. Neila forma leggiera eonvengono gli aslrin-genti superiormente indicali, e specialmente il lannino e I'al-lume sopratutto usandoli, per quanto si polra, in polverizza-zione col mezzo di un apparecchio convenienle od in soluzioni merce siringaxioni, e le frizioni vesciealorie alia gola; nei bovini si adoperi la pomala slibiata falla nei rapporto di 1 di emetico e 3 di grasso nei casi ribelli.
Se questi mezzi non sono sufficienli, si devono tentare del modificatori piit energici, quali il nitrato d'argenlo e specral-mente la tintura di iodo piü o men diluita , proeurando di pennellare con quesla, qualora sia possibile, la maggior parte della regione malala, o di portarla con essa in contallo in un modo qualunque; oppure adoperare la segnenle soluzione (1). E specialmente nei grandi animali die si e eoslrelti ad adoperare i farmaci sotto forma di gargarismi ed iniezioni.
(1) P. Iodo puronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nrrn' ' S. I'er pcnncllazioni eonlro I'an-
loduro di pntassio gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ::nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gina cronica (lei piccoli animali.
Ac(|U3 JUUllata • 300nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusaseo).
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b) Angina parenchimatosa. Nella forma acuta in prirtcipio, e se i sintomi di reazione sono molto intensi e non vi esiste alcuna contro indicazione, sono ulili i salassi generali per la sedativa loro azione generale; nello stesso tempo conviene ricorrere a frizioni vescicatorie alia gola, all'iiso di rubefa-cienti in altre parti a titolo rivulsivo, non ehe a purganti reiterati come derivativi. Si preferiscono come bevande e come topici dei liquidi emollienli tiepidi in prima , quindi delle siringazioni piü o meno astringenti. Allorche I'asflssia e imminenle, si deve praticare la tracheotomia. Rimane a studiare in veterinaria il metodo preconizzato specialmente da medici allemanni nell'uomo, consistente nell'ingestione fre-quente di piccoli frammenti di ghiaccio o d'acqua fredda e neirapplicazione incessaniemenle rinnovala di compresse ba-gnate neü'acqua fredda arlorno della gola.
Se facendo cadere un raggio di luce nella retro-bocca per 1'aperlura delle arcale dentarie, direlto o riflesso da uno specchiu, o per altri sinlomi, si puö diagnosticare I'esisten/a di ascessi, nei carnivori ed onnivori si puö ricorrere all'uso di un vomitivo, ehe serve benissimo a determinare la rottura dell' ascesso giunto a malurita , e per vuolarne la marcia ; inoltre non e raro die I'ascesso s' apra di per se pendente uno sforzo di tossc o di deghUizione. In qualsiasi modo ciö succeda, si nota subito un miglioramento; si preferisce dopo dei gargarismi emollienli per detergere le parti, facendoli se-guire da gargarismi astringenti.
Quando i segni della gangrena siano evidenti, bisogna tra-lasciare I'uso della medicazione spogliatrice ; e sostencre in-vece le forze con ricca alimentazione , dare all' interno la china e ricorrere a gargarismi antiseltici; giova in quosli casi I'ipoclorito di calce, I'acido fenico ecc. (1); del re.sto se ne oltiene diflicilmente la guarigione.
Puö essere necessaria nel decorso dell'angina I'apertura di ascessi, di tragitli fistolosi, delle saccoccie gutlurali, ecc. a seconda delle complicanze.
(1) P. Ipoclor. di calce grm. 10 20 S. Per gargarismi, collutorii, inic-Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;nnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;öüO zioni aiitisctliclie. (L. Brusasco).
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Forma cronica. Ässumendo la malattia un andamento cro-nico, puossi ricorrere a pennellature o ad iniezioni nella bocca con una soluzione di allume, di nitrato d'argento, o di tin-tura di iodo convenientemente diluita. Quesli mezzi perö gio-vano solo nella forma cronica recente, poiche quando I'iper-trofia e costituita riescono ineilicaci, e non si puo fare ehe una cura palliativa.
Angina fibrinosa. Questa forma d'angina, ehe non e molto frequente nei nostri animali donsestici, si distingue al punto di vista della lesione, in superficiale o crupale ed in inter-stiziale o difterica (*) , ed al punto di vista delle cause in accidentale o primitiva, ed in secondnria o costituzionale.
Per quanto si riferisce alle cause si sa ehe l'angina sem-plice per raffreddamento puö sorpassare il grado di aiterazione calarrale , e dar luogo alia produzione di false membrane ; raentre altre volte l'essudato fibrinoso e la conseguenza d azioni topiche, ehe costituücono una specie di traumalismo ad eserapio i vapori irritanti, i caustici ecc, possono deter minare per azione di contatto un'angina pseudo-membranosa
In quesli casi la lesione puö essere superficiale, senza cioe essudato infiltrato nella spessezza della mucosa , la pseudo-raembrana e crupale, oppure difterica, cioe l'essudato ricco di fibrina viene deposto nel tessuto della mucosa, onde viene prodotta la necrosi della medesima per compressione dei vasi nutritivi; rara perö ö quesl'ultima forma nei nostri animali domestic! come primitiva. Per ulteriori ragguagli e per la tenipia, onde evitare inulili ripetizioni, vedasi 1'articolo croup o laringite cruposa. Pillwax contro il croup della mucosa orale e faringea de' poll! adopera il nitrato d'argento (1).
(i) P. Nitrato di nrg. cenligr. 6 Si adopera per pfnnellnle due voile Acquraquo; diatillata grm. l-i al giorno sulle pnrti ammnlutc. Tinlura di mirra raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pillwüx).
(*) Questa non drve confondersi colla difteria o diftorite, malattia gravisaima cpidemico-conlagiosa neH'umana sprcic, avvertendo ehe per diftcrile si intendc sempre I'lofiammuiione difterica dellj mucosa faringea, come per croup s'inlende 1'infiammazione cruposa della mucosa laringea, quantunque si parli di infmumazioni cruposc c diftericlie di tutte le diverse membrane bducosc.
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Anomalie delle secreiioni eutanee. Tra queste anomalie
noi diremo dell'alterazione quanlilaliva e qualitativa delle
glandole sebacee e sudorifere, cioe della Xerosi e della Se-
borrea, dell'lperidrosi e dell'Anidrosi.
a)nbsp; Xerosi. II sebo. prodotto di secrezione delle glandole sebacee, essetido destinato a dare una cerla mollezza e flessibilita agli elemenli epidermoidali della cute, quando e secrelo in minima quantitä, la cute stessa si mostra secca , arida e si lacera facilmente; i peli perdono la loro lucentezza, diventano rigidi e si spezzano.
Terapia. Se la Xerosi dipende da cagione locale, cioe da mancanza di pulizia ecc., per far lornare la cute alle stato normale basta layarla con sapone o con liseivia ed ungerla con grassi; ma se e conseguenza di altre malallie eutanee, es. prurigine ecc, o di croniche affezioni d'esaurimento, e contro di queste malaüie priraarie ehe deve ancora essere diretto il traltamenlo curativo.
b)nbsp; Seborrea. Dicesi seborrea l'aumenlo di secrezione del sebo cutaneo ; puö essere generale o parziale. La seborrea piu o meno eslesa si veriOca specialmente negli ovini per cui produeonsi squatne piü o meno spesse ehe incollano ia lana o la tengono riunila a guisa di piecoli ciuffi, e la parziale ai genitali dei slalloni e tori ecc, ed e partieoiarmente in quesli ultimi, i quali hanno un prepuzio stretto , fimolico , ehe le masse sebacee aecumulandosi in grande quantitä all'apertura del prepuzio, difficoltano l'usdta deH'orina, e decomponendosi possono produrre una balano-postite. (V. Acne).
Terapia. Onde rimuovere le croste e le masse sebacee bisogna itnpregnarle colla maggior quantitä possibile di grasso, epperö imbeverle con olio, oppure ricorrere a frizioni oleose. Tolte queste, giovano le lavande con sapone di potassa e le frizioni con unguenti di carbonato di piomho, di ossido di zinco.
Nella seborrea dei genitali, si deve innanzi tntto pulire le parti ammalate ed ungerle in seguito di grasso; sono giove-
Dit. Brutasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5
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voli le iniezioni leggermente astringent!. (V. Acrobustite, Ba-
lanite ecc).
c) Iperitdrosi. E I'aumento delta secrezione del sudore, I'eccessiva facilita a sudare. Tale profusa secrezione puö es-sere generale o parziale; iperidrosi generale o locale. Sono specialmente i solipedi soggetti all'iperidrosi generale, da non confondersi col sudore ehe si segrega in raaggior quantitä allorquando la temperatura trovasi innalzata pel forte ca-lore dalle abilazioni, sia in seguito di sforzi muscolari, sia per la lunghezza e quantitä dei peti, ecc. E specialmente in primavera ed in autunno (Lafosse) dope ehe la pelle e slala tungamente eccitata dai catori estivi ed allorche gli animali sono stati sotloposti ad un regime rilassante, die si nota.
L'efidrtsi o sudore morboso si osserva in motte atTezioni, cosi net tetano, tifo ecc; alcune volte la secrezione del sudore e talmenle aumeiitata ehe stitta di continuo a gocciole.
IlMegnin vide Tefidrtsi parziale net cavallo; ipersecrezione del sudore cioe sopra piccole superflcie delta configurazione di un largo erpete sopra una parie qualunque del tronco, a di cui i peli erano conlinuamente bagnati, senza ehe si sia potuto trovare altra lesione. Noi pure abbiamo non raramente potuto constatare I'efidrosi liraitata a regioni poco estese delta cute in solipedi, e specialmente allo scroto ecc, ed in due mule alle orecchie senza poterne riconoscere la condizione eziologica.
Terapia. il Lafusse dice essere indicati nei cavalli ehe sudano facilmenle, gli astringent!, i tonic!, i ferruginosi, i bagni general!, una laula alimenlazione, un'aria pura ed un leggiero esercizio muscolare. E specialmente negt! animali deboli ed in catlivo stato di nutrizione ehe deve ricorrersi a questi raezzi a ragione preconizzati dal Lafosse. Contro I'ipe-ridrosi locale giovano i bagni astringent! (decolto di quer-cia, ecc).
ii) Anidrosi. L'anidrosi, o la diminuzione delta secrezione delle glandule sudorifere, si presenla o come sintomo di morbi inierni e specialmente cronici, od in seguito di
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35 malattie cutanee. Si hanno pure casi di cessazione del sudore solamente locale, es. nolle parti paralizzate, ed allora la cute apparisce asciutta, mentre nelle sane al contrario e inumidita.
Terapia. Oltre al trattamento curative diretto contro la malattia primaria, convengono le fregagioni secche ed eccitanti e le coperture di lana; all'ucpo si puö ricorrere alia nota cura diaforetica esterna ed interna.
e) Le alterazioni qualitative del sudore sono state pochis-simo esaminate in zooiatria ; sappiarao perö ehe prende un odore orinoso in caso di ritenzione d'orina, un odore fetido in alcune malattie (Megnin), un odore particolare ed assai disaggradevole nel vaiuolo e nella tisi (Roll) e via via.
Terapia, La cura in questi casi deve essere diretta contro la malattia primitiva.
Angiomi. Si intendono alcuni tumori, da non confon-dersi colle varici ed aneurismi, ehe sono composti quasi esclu-sivamente di vasi, riuniti tra lore mediante una tenue quantitä di tessulo eonnettivo. Di questi tumori sono conosciuti negli animali specialmente le lelangeltasie, ehe risultanc di una rete di capillari tortuosi e larghi, raramente fornili di si-nuositä lateral!, di piccole arterie e vene e piu o meno tessulo eonnettivo (Roll).
Terapia. Se si crede conveniente la cura si potrebbe ricorrere alia loro estirpazione (coll'allacciatura , oppure col bistori e cesoie), od alia loro distruzione (con pasta caustica, coH'acido nitrico fumante, ecc).
Antigsalattici (farmaci). Si da una tale denominazione a quei farmaci ehe si adoperano per diminuire o sopprimere la lattea secrezione. Crediamo conveniente dire due parole al riguardo, poiche alcune volte la secrezione lattea diviene un imbarazzo o medesiraamente un danno, es. nelle piccole femmine, nelle cagne cioe e nelle gälte, alle quali si tolgono i loro neonati, e nella cavalla il di cui prodotto e morto pen-dente il travaglio del parto, o poco tempo dope ecc.
Terapia. Per otlenere la diminuzione e la scomparsa della lattea secrezione nelle femmine dei nostri animali domestici
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non si deve piu permeltere rallaltamento, ma solo di lento in tanto mungere un po' di lalle, onde irapedire lo sviluppa-menlo di pilaquo; o men gravi ingorghi laltei e susseguenti ma-stiti; inoltre le femmine dovranno tenersi ad un non lauto regime, ma con alimenti poco nulrilivi e rinfrescanli ed as-soggeltarle ad un moderalo esercizio muscolare. Neilo slesso lempo si puo ricorrere all'applicazione sulle mammelle del-I'estrallo di belladonna e canfora (1, 2), ed aH'amminislra-zione inlerna di alcalini (solfato di soda, di magnesia, acelalo di polassa e via via); giovano pure assai il ioduro di polassio, la canfora, il cloridralo di ammoniaca, e secondo loulin I'a-garico bianco, e secondo altri le foglie di noci. Noi pero nei piccoli animali diamo quasi sempre la preferenza al ioduro di polassio, alia canfora (3, 4, 5) ed all'acetalo di polassa.
(1)nbsp; nbsp;P. Ess. di racntapip. grm. 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da ainmiuislrarsi poeo per
Olio di ricinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; HO volla nello 24 oread uii:i cagna; si
Ess. di bergamotto raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6 ripete a I hisogno. (L. Brusascraquo;).
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 2,50 (4) P. Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 0,6-4
F. linimento.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Clor. di amm. .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 2-5
S. Da ungere le mammelle trenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Grassonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 13-20
volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da stendcrsi sulle mammelle
(Riconoscinto raolto giovevole pure e rieoprirlaquindicou ovatta, quan-
in medicina umana).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; do si vuol far cessare o per cause
(2)nbsp; nbsp;P. Eslr. di belladonna grm. 5 morbose sospendcrc 1'allatlamento
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 4 nclle cagne.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Olio di ricinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 23 (5) P. Acet. di potasss grm. 2-3-4
S. Da distendersi sulla mammel-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Azotato di potassa #9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2
la, di cui si vuol far cessare la lat-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 200
tea secreziono; e convenicnte rico-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. S, A.
prirla dopo con ovatta.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da amministrarscne un cuc-
(L. Brusasco). chiaio ogni quattro ore nelle cagne. (5) P. lod. dipotassio grm. 0,6-1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Acqua distillata grm. 500
Antrace. fi gravissimo morbo spontaneo negli erbivori, pachidermi ed uecelli, e Irasmissibile quindi per conlagior.e non solo agli individui della medesima specie , ma benanco a quelli di specie diversa, e disgraziatamente anche all'uomo; proleiforme e capace di manifestarsi sotto forma sporadica , enzootica ed epizoolica , ed ingeneralo (Rivolta) da speciali morfe elemenlari di microfili, ehe, arrival! nel sangue, de-terminano in esso una particolare decomposizione e pulre-fazione.
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Noi crediamo piu convenienle pel clinico distinguere col Rivolta I'anlrace : 1deg; in locale, traumatico o da contagio; 2* in generale od emalico.
Forme anlraciehe locali: alia cute; 1deg; antrace enfisematoso, erisipelatoso, sotto forma di lurnori, e di flemmoni estesi e di edema; 2deg; antrace alls, regione della gola od angina esterna; 3deg; antrace setoioso; 4deg; glossale ; 5deg; interfalangeo.
Forme antraciche ematiche o generali: 1deg; antrace ematico o febbre carbonchiosa (pud essere acutissima od acuta); 2deg; antrace cerebraie e spinale; 3deg; naso-faringo-laringeo; 4deg; pneurao-nico o pneumonite carbonchiosa; 5deg; epatico ; 6deg; splenico o splenile carbonchiosa o mal di milza; 7* Renale o nefrite carbonchiosa; 8deg; Ovarico; 9deg; Intestinale od entente, colite, rettite antraciche od enterorragia carbonchiosa; 10deg; Antrace bubonico.
Terapia. Nolle forme antraciche realmente locali, nei pri-mordii della loro eruzione convengono le profonde incisioni, le spaccature seguite tosto da cauterizzazione col cauterio attuale e da continuate medicazioni antisettiche; perö quando e possibile si dovranno addirittura esporlare i tumori carbon-chiosi, e dopo distrutte col ferro rovente le parti gangrenate ehe non si sono potute esportare, ricorrere ad una medica-zione caustica ed antiputrida (essenza di lerebentina, acido fenico, acqua di Rabel ecc). II Cruxel consiglia il seguente unguento irritants e caustico (1).
Per le forme di antrace ehe sono una localizzazione del-I'antrace ematico, essendo gia avvenuta profonda alterazione del sangue, torna d'ordinario inutile ogni cura, come nella febbre carbonchiosa senza localizzazione interna ed esterna. Infatti e solo nell'invasione dell'antrace ematico e non a morbo innoltrato ehe alcuni zooiatri hanno amministrato, si dice con vanlaggio, ora I'olio fosforato, ora il solfato di chinina e la salicina ad alia dose (la chinina con grande vantaggio puö adoperarsi per iniezioni ipodermiche (2) nelle varie af-fezioni in cui e richiesto il suo use), e specialmente I'acido fenico ed i solfiti ed iposolfiti di soda (3) e di magnesia.
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Pitlolo trovö giovevole nell'inizio del morbo il solfato di chi-
nina associato all'acido fenico (4).
Agli indicati mezzi bisogna aggiungere le strolinazioni falte con alcool canforato ed olio di terebentina ecc.
II veterinario Gezard raccoraanda I'uso dell'acelato di am-moniaca come farmaco sliinolante onde aiutare rorganismo a lottare vittoriüsaraenle contro I'azione adinamica dell'attos-sicaraento carboneolare (100, 200 grm. e nei grand! animali da 100 a 250 in una botliglia d'acqua da darsi nolle 24 ore), e come medicazione antivirulenta, diretta cioe contro la vi-rulenza carbonchiosa, il iodo, ehe si deve dare sotlo forma di iodo iodurato, ossia unito due volte al suo peso di ioduro di potassio, ehe lo rende piü solubile e ne attenua le propriela irritanli (5). Tale trattamento, secondo I'autore, giova contro la pustola maligna, il carbonchio sintümatico e la febbre carbonchiosa; come mezzo preservativo preferisce I'acido solforico al iodo, aspergendo col me(lesimo,diluilo nell'acqua, i foraggi ecc.
II vet. Braham di Bauice nel Belgio afferma pure aver ot-tenuli buonissimi risullamenli dall' amministrazione in sul principio della malatlia delta tinlura di iodo associata agli eccitanti (6).
Evitare perö si deve in ogni caso, ehe ehe se ne dica, il salasso, ed i setoni, i vescicanti e la tanto vantata ragialura per l'aspetto lurido e cangrenoso, ehe sovenli assumono; ed applicare ancora, quando conviene tentarne la cura perche il morbo e ancora nel suo inizio, frequenti clisteri con acqua fredda, sale ed aceto.
Meizi preservativi e di polizia sanitaria. II miglior preservative di tutle le malattie consiste nel dare aliaienti e he-vande non alterale, e nell'insistere sull'osservanza deile regele igieniche. In caso di affezione carbonchiosa e necessaria la separazione dei sani dai malati, la mutazione di ricovero, se e possibile, non solo pei sani e sospelti, ma anco pei malati, ed in caso contrario pulizia ed aerazione dei medesimi; Tamministrazione quindi agli animali ehe sono in buono stato di nutrizione di acqua acidulata con acido solforico (7) ecc;
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39 a quelli ehe si trovano in condizioni opposte convengono in-vece decozioni amaro-aromatiche , chinate, ecc. ed a tulli buon alimenlo. Come mezzo profilattico e pur stato ammini-strato il solfito di soda (8).
Conviene sequestrare gli infermi ed impedire qualsiasi co-municazione cogli altri animali, ordinäre l'uccisione di quelli riconosciuti incurabili, ed il sotterramento dei cadaveri tanto degli animali uccisi die mnrtl per carbonchio in un colie pelli in luoghi remoti, dislanti cioe almeno duecenlo melri da abitazioni e da vie di comunicazione; oppure ordinäre ehe i cadaveri vengano consegnali alle sardigne e solo per-meltere di trar partito delle pelli, quando convenientemente tolte, verranne in modo adeguato disinfettate in presenza di persona a cio delegata; far solterrare in profonde fosse o bruciare il lelame e le sostanze alimentari tulte ehe furono in rapporto od in qualsivoglia guisa a contatfo degli infermi. E indispensabile per ultimo prescrivere la disinfezione dei locali ehe sono stati abitati dai malati e degli oggelti diversi ehe hanno servito al governo della mano ed alia medicazione (lozioni di liscivia bollente coll'aggiunta di un po' di soda o potassa, eoll'acqua fenicala eec.); meglio eonviene I'im-biancamento delle stalle, e piu sicuro mezzo ancora e la serostazione delle pareti e l'esportazione di un bei strato di terra da! pavimento, rimpiazzandolo, se e possibile, con un grosso strato di asfallo.
(1)nbsp; P. Un£;uenlob3silico grm. 230 (3gt; o) V. Solfito di sodn grm. 70
Sublim, corrosivo' •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua enmune raquo; 250
Canlaridi polv. q. b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Una dose ogni due ore da
F. S. A.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Ciuxel). replicarsi per cinque rolte.
(2)nbsp; P. Snlfato chinina prm. 4-2-3 b) P. Solfito di sodnnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 8
Acido cloiidrico q. b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua comunenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; S5
Oppure acido tart. raquo; 1-2-3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. I'er iniczicni ipodcriniclie; da
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 10-4 5 replicarsi ogni quatlro ore almeno
S. Per iniezioni ipodermiche, per tre voile.
cbesi ripcteronno in caso di bisogno c) P. Self, soda ed ipos. aa grm. 50
2-3 e piii volte al giorno (*);dosenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio d'olivanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 25
pei solipedi.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua comunenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 4
{') Adopi;rando la cbinina per iniezioni ipodermiche si ha il Traquo;n-taggio di risparmiarne in confronto del laquo;uo uso per Palrio dclla bocca,
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S. Per un clistcro die si puö ripetcre due o tre volte in 24 ore.
(Volpe).
(4) P. Solfato chinina grm. 20-30
Acido fcniconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 10
S. Da coniumarsi in 56-48 ore
nel bue.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Piltolo).
(o) a) P. lodo polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 30
loduro potassico • 100
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;, 600
Da mescolarsi in morlaio.
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Tint, etcrea H'assaf, • 60
Amm'oniaea liq. gt; 60
Olio di olivonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. 100
Olio di ricinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 100
Da amministrarsi in due volte ed
a quattro ore d'intcrvatlo in una
mucilagine di linscme.
(Braham). (7) P. Acido solforieo grm. 12 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 1000
S. Da darsi a here ad un cavallo
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a. oe ne da ogm ora da due a o ad un bue aggiungendovi un po'
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di farina; tale dose si puö ripctere
ncllo 24 ore.(nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; L. Brusasco).
(8) P. Solfito di soda grm. 12
Iposolllto di soda raquo; 50
Sale coimioenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 10
Acqua di foute laquo; 200
S. Da ripetcrsi mattina e sera
per tre giorni a tutti i sospetti e
convalcscenti.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Volpe),
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tre cucchiaiate ordinarie in una bot-tiglia d'acqua; slesse dosi in cli-stcre. Consiglia inoltre I'autore di fare iniezioni sottrculanee colla stessa soluzione, di utilizzare i va-pori di iodo fneendone vaporizzare uno-duc granmii nell' ambientc in cui vive I'animale.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Gczard).
{6} P. Tinlura di iodio grm. 30 loduro di potassio gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;4
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Apoplessia. Col norae di apoplessia s'intende oggi esclu-sivamente I'emorragia dell'encefalo; spandimenlo sanguigno nella spessezza o nelle cavitä della massa encefalica. Tali encefalorragie si possono osservare in lutti i nostri animali domestici; e la roltura delle arterie minori e dei capillari, per cui hanno luogo le medesime, puö essere conseguenza di tutte 1,6 cause ehe difficollano il ritorno del sangue cefalico o vi precipitano I'afflusso del sangue arteriöse (la pressione del sangue sulle pareli vasali cresce in modo tale da lace-rarle). Oltre di ciö devono essere prese in considerazione le allerazioni di tessitura delle pareti vasali, lo stale del tessuto perivascolare e la crasi del sangue; gli agenti meccanici ecc.
Terapia. La profilassi dell'emorragia cerebrale richiede di allontanare tutte le circostanze ehe favoriscono piu o meno direttaraente la congestione encefalica, i di cui relalivi pre-cetti sono da noi esposli a proposito di quesl'ultiuna affezione. Se un animale superö una volta un accesso di apoplessia ,
abbisognandone solo la tcrza o la mezza paite di quella ehe si impiega per uso interno, e di averne un'aziune molto piii sicura , pronta ed efficacc.
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deve tenersi colle piü grandi precauzioni, poiche a coadizioni eziologiche pari plu facilraenle in esso si sviiuppa identica af-fezione.
L'emorragia effetluatasi, il (rattamento curativo deve va-riare a seconda ehe rammalato e nella fase apopletlica o nei periodi ulteriori. Nei primo caso, alcuni lodano, altri con-dannano il salasso; ma in realtä se in certi casi torna van-taggioso, in altri perö e non solo inutile, ma perfino dannoso, e le sue indicazioni e contro-indicazioni devono cercarsi non nei solo fatlo deiriperemia cerebrale, ma nello stato generale del malato e del cuore. Difatti la flebotomia non ritnedia alia rottura del vasi, non arresta l'emorragia, se questa non e ancora terminata, ma rileva e mantiene reccitabilita cerebrale agendo in modo piuttosto complesso, cioe sia combat-tendo I'iperemia eefalica generale ehe, in alcuni casi, accora-pagna remorragia, sia indebolendo I'impeto del cuore e fa-cilitando il deflusso del sangue venoso dal cervello, ehe diminuendo la pressione laterale del sangue neile arterie cerebrali, epperciö ne favorisce la circolazione, il rinnovamento, e conseguentemente I'afflusso del sangue ossigenato, condizione sine qua non, perche gli elementi nervosi paralizzati possano ricuperare la perduta eccitabilitä. Ma siccome non in tutti i casi vi coesiste iperemia generale all'encefalo, e non sempre I'apopleltico e plelorico, vigoroso e puo sopportare il salasso senza ehe ne conseguono i gravi accidenli, ehe si sa succedere aH'anemia cerebrale, si intende ehe in queste circostanze e contro-indicata la sottrazione sanguigna, la quale, diminuendo per di piii direttamente la gia infievolita azione del cuore, ne favorisce ancora la stasi e I'edema polmonare.
Quindi se I'apopleltico animale e pletorico, vigoroso, I'im-pulso cardiaco forte, i toni sonori, il polso 6 pieno, largo e du.ro, si deve senza indugio e subito praticare il salasso, ehe deve essere piuttosto abbondante, e ripetuto al bisogno dope alcune ore. Se all'opposto I'ammalato 6 debole, in callivo slato di nutrizione, la forza impellente del cuore languente, il polso piccolo ed irregolare, si puö essere certi ehe il salasso
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ö non solo superfluo, ma nocivo debilitando maggiorraente l'azione cardiaca e diminuendo cosi Talflusso del sangue ar-lerioso aU'encefalo. In questo state morboso 6 cogli eccitanti cutanei (senapismi eslesi al petto, frizioni di ammoniaca li-quida ed essenza di terebentina ecc), ehe si deve procurare di risvegliare l'eccitabilitä cerebrale, ed evitare la paralisi del cuore, rinforzandone all'uopo il suo Impulse pur coirara-minislrazione degli eccitanti (etere , muschio ecc), qualora sia possibile. Conviene in ogni case l'applicazione di clisteri evacuanti.
Dissipate l'insulto apopleltico, per prevenire lo sviluppe di troppo violenta encefalite traumatica, si raette Tamraalate in un vasto locale ben aerato ed a temperatura fresca; gli si danno delle bevande rinfrescanti, acidulate, e si tiene ad una dieta leggera , procurando di favorire le evacuazioni alvine coU'amministrazione di purganti salini; perö se Tammalalo e mollo debole ed infievolita ancora l'azione cardiaca, e richiesta una nutrizione riparalrice e l'use della chinina; nelle stesso tempo non si deve tralasciare Tapplicazione continua di com-presse fredde sulla testa. Se cio malgrado si sviluppa grave encefalite reattiva, e necessarie conveniente trattamento cu-rativo. Se si sviluppa ipostasi polmonare, diventono necessarii gli eccitanti.
Superato lo stadio della reazione febbrile, se la paralisi persiste sola, oltre al teuere l'inferme nelle migliori pesii-bili condizioni eslerne, si regoli l'alimentazione e le funzioni dell'apparato digestive promuovendo le evacuazioni alvine nel case di costipazione, e nel medesimo tempo si fneciano frizioni secche e slimoianti sulle membra. Quantunque la cor-rente eleUrica, la noce vomica (1) e la strienina non giovine a rendere la funzione a porzioni cerebrali distrutte, soglior.0 migllorare perö sotto il lere uso le paralisi apopletliche, ed a volle anzi se ne banne sorprendenti effelli. AU'elettriclla non devesi aver ricorso ehe allorquando la riparazlone cerebrale e compiuta, potendoavere sulla medesima una funesta influenza.
L'eccitamento raetodico del nervi per mezze dell'apparato
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43 d'induzione giova per quanto la paralisi dipende dalla diml-nuzione deU'eccitabilita dei nervi provenienle dalla loro lunga inerzia (durando a lungo la paralisi) e dall'incipiente alrofia dei muscoli, provocando appunto contrazioni artificiali di questi e risvegliandone il procesäo nulrilivo. La stricnina, sia data internamente ehe usala per iniezioni soltocutanee, agisce in questi casi rianimando quelle fibre nervee e quelle cellule ganglionari, ehe dissestate, ma non disfatle, erano paralizzate durante I'apoplessia o per imbibizione sierosa o per anemia compressiva di lunga durala, e ehe, guarito il focolaio, con-tinuano a rimanere paralizzale per ipolrofia conseculiva alia lunga inerzia funzionale cui furono condannate. Giova la slricnina per combattere I'inerzia dei nervi piü ehe l'inerzia dei muscoli, raenlre la correnle eleltrica e il miglior mezzo per impedire la denutrizione e la degenerazione dei muscoli, su cui agisce localmente e direttamente.
E pur vanlata contro le paralisi ehe restano in seguito dell'apoplessia , la veratrina usata sotlo forma di iniezioni ipodermiche (da 10 a 15 cenligrm. pel cavallo-forster) o sotlo forma di unguento (2).
(1) P. Noccromica pol.grm. 10-15 (2) V. Veratrinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 1,25
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 8, 12nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Spirito di yino raquo; 60
Rad. altea cd acqua qb. per Per frizioni nella paralisi dclla fame due boli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;mriscclla post, dei cani.
S, Da darsene al cavalio uno alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Rupperl).
matlino e I'altro alia sera dopo il paslo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Apoplessia polmonare. (V. Emorragie degli organi respiratorii).
Arsnra interfalangea. E malattia dei piedi dei cani, conosciuta dai cacciatori volgarmente coi nomi di crepacci ai piedi, piedi riscaldati, cane dissuolato ed ancora detla spe-dstura, ehe consiste in un'infiammazione del relicolo-vascolare situato al disotlo dell'epidermicle spessa e dura di cui i tu-bercoli o protuberanze plantari sono ricoperti alia loro su-perficie di appoggio.
Terapia. In principio riposo assoluto, bagni con acqua ghiacciata semplice; lozioni falle con soluzione di sal comune.
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di carbonato di potassa, di solfato di ferro , di allume e si-
miii; nei casi gravi dieta , scariGcazioni e salasso ne' cani
pletorici.
Se si formano ascessi, ciö ehe non succede del resto se non quando e slata negletta o mal curata l'affezione, o ßstole o ne avviene lo scollamenlo della pelle, carie di falangi ecc. si ricorrerä all'opportuna medicazione.
Arcatnra dei puledri neonati. Sovente il puledro nasce colle eslremila anteriori arcate (sposlamento del ginocchio in avanli, fuori della linea verticale) a segno da non potersi sostenere.
Terapia. Se questa anomalia non scompare slendendo gra-datamenle ed insensibilmente di quando in quando lo stinco, dopo 5-8 giorni e necessario ricorrere ad un islrumento spe-ciale formate da due lastre di ferro sottile collegate assieme.
Arterie (malattie delle). a) Dices! arterite I'infiamma-zione delle tonache delle arterie, la quäle puö essere acuta e cronica. A seconda della sede della lesione si distingue in peri-artente od infiammazione della tonaca avventizia, in meso-arterite od infiammazione della media, ed in endo-ar-terite od inGammazione dell'intima. Egli e appunto all'endo-arlerite ehe ne puö succedere, eome ben a ragione osserva il Roll, il rislringimento non solo, ma I'obliterazione delle arterie di piccolo calibro e la dilatazione, epperö la forma-zione di aneurism!, in quelle piu grand!, non ehe la forma-zione d! trombi e la rottura del vaso stesso. AI punto d! vista clinico e eonveniente conoscere il trorabismo del tratlo lom-bare dell'aorta, delle illiache e delle femoral!, ehe non di rado s! incontra nel cavallo in seguito di endo-arterite o d: embolo (frammenlo di trombo in easo di aneurisrna vermi-noso); non ehe la trombos! del troneo brachiale e dei rarai arteriös! ehe ne derivano.
Terapia. La eura radicale delle trombos! suindicate non e possibile eon mezzi farmaeeulic! o ehirurgici; ma solo le callive conseguenze d! delte trombos! potranno essere rese meno sensibil! o totalmente stornaie, aliorquaado si stabilirii
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45 spontanestnente una sufficiente circolazione sanguigna colla-terale. Laonde in qaesti casi fortunati scoropariranno assolu-tamente la zoppaggine e gli altri fenomeni caratteristici, o solo si riprodurranno quella e questi in casi eccezionali, doe dietro eccessive fatiche muscolari e specialmente nel trarre pesantissimi carichi o dietro lunghissime e celeri andature. Stando questi fatti, non si puö pariare di guarigione deila lesione; in ogni caso il clinico perö prescrivera ai proprie-lari di risparmiare possibilmente tali solipedi, evitando gli sforzi sia nel saltare, ehe nel tirare piu o men pesanti carichi, le lunghe e celeri andature ecc; tutte quelle condi-zioni in breve, ehe necessitano un maggior afflusso di sangue arterioso al treno posteri.ore, ove non puö essere appunlo portato per la obiiterazione delle principali arterie di questa parte.
b) Aneurisma. Vocabolo ehe deriva da anevrismös -dilatazione - e ehe e destinato ad esprimere un turaore cir-coscritto, ripieno di sangue liquido o coagulato, comunicante direttamente col lume di un'arteria, e limitato da un'esterna membrana, ehe porta il nome di saeco aneurismatico. A se-conda dei vasi arleriosi, in eui succedono, gli aneurismi si distinguono in esterni ed in interni; e tanlo gli uni ehe gli altri vengono ancora distinti in due principali categorie: in aneurisma arterioso ed in aneurisma artero-venoso: e sia l'uno ehe l'altro poi si suddividono in aneurisma spontaneo ed in aneurisma traumatico; si fanno pure altre distinzioni, ehe noi per brevilä non accenneremo.
Gli aneurismi negli animali sono meno frequenti, ehe nel-l'uomo; furono ossemti specialmente nel caTallo.
Terapia. Oltre all'essere di difficile diagnosi gli aneurismi interni nei nostri animali domeslici, sia ehe si sviluppino al-l'aorta anteriore ehe posteriore (astrazione falla deH'aneu-risma ehe si nota alia porzione lombare dell'aorta, poiehe in questo caso il tumore aneurismatico puö essere riconosciuto esplorando per la via del retto), sono ineurabili; e contro dei medesimi noi non possiamo opporre ehe un traltamento sinto-
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malico razionale. Mentre nei casi di aneurismi esterni si puo ricorrere all'applicazione sul tumore aneurismalico di refrige-ranti, di stittici ed astringenti (neve, acqua ghiacciata, tan-nino, solusione di allume ecc.) sia per favorire la contrazione del sacco, ehe la coagulazione del sangue; oppure alia cau-terizzazione col ferro rovenle, e meglio alia compressione, la quale giova anche per oltenere piu pronta circolazione col-laterale, qualora si volesse ricorrere di poi alia legatura del-I'arleria al disopra del lumore.
c) Anenrisma -werminoso nei solipedi (*). E piü frequente i'aneurisma verminoso nei cavalli vecchi ehe nei giovani e nei puledri; nei primi mesi della vila e rarissimo. La grandezza e la forma di tale aneurisma verminoso, ehe piü di frequente affetta la grande mesenterica, ehe la piccola e le arterie renali, varia mollissimo.
Terapia. Non siamo in grado di prevenire lo sviluppo del-I'aneurisma verminoso, poiche non ci e ancora ben nola la storia della vita dello slrongilo armato, ehe migrando nei suddetti vasi e causa di endo-arterite, condizione anatomo-patologica ehe ne delermina lo sviluppo. Laonde il clinico dovrä limilarsi ad un semplice trattaraento sinlomatico, I'arte essende impotente ad arrcstarne i progressi aliorquando si e di giä ingenerato. Epperö si combatterä la paresi intestinale coll'uso di purganti e clisteri; il meteorismo coH'amminislra-zione dell'acqua di calce ecc. (V. Timpanite, meteorismo) o colia punfura delle intestina (V. Enterolotomia).
Articolazioni (malattie deiie). a) Artrite dei giovani animali. La co3i delta artrite dei giovani animali ancor de-scritta sollo i nomi di arthrocace pullorum equinorum, ar-throcace vilulorum, gotta a decorso rapido ecc, e stata cs-servala nei puledri, nei vilelli, negli agnelli e nei porci, era solto forma sporadica, ora, ma piü di rado, sotto forma en-zootica, e d'ordinario pochi giorni dopo la nascita ; perö e stata osservata anche in puledri 6-8 seltimane dopo la nascita
(') Nc parlo primo il Ruischio, e fu ilhiiti'alo specialinenle dai lavori del Bolliuger.
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ed anche dopo 4-5-6 mesi. Quest'artrite, secondo I'Haabner, ora e una semplice affezione reumatica, ora un'affezione scro-folosa, ora I'espressione di uno stato morboso generale.
Terapia. Nella forma reumatica conviene la cura ehe noi indicherenao a proposito del reumatisrao articolare acuto.
La cura trovata piu efficace da molti clinici e la seguente: 1deg; evacuanli in principio (solfato di soda, di magnesia, aloe soccotrino, infuso di senna, oliu di ricino ecc); 2deg; applica-zioni locali fredde (lozioni fredde, cataplasm! di argillas tem-perata con aceto ecc), perö se il dolore e molto intense, giovano meglio i topici ammollienti e calmanti; 3* per fa-vorire il riassorbimento dell'essudato, si deve ricorrere alle frizioni di pomata mercuiiale, di ioduro di potassio ecc. Non sono giovevoli ma dannose, le frizioni irritanti falte in principio, mentre giovano in un colle frizioni fondenti e la cau-terizzazione atluale per curare gli ingrossamenli articolari poslumi (sclerosi cutanea, aumento di sinovia ecc).
Nella forma purulenta di artrite dei giovani animal!, bi-sogna aprire il piu presto gli ascessi e con precauzione, onde prevenire ulteriori alterazioni articolari; non coaviene con-tinuare la cura quando vi esistono gravi alterazioni alle car-tilagini, capi articolari e tessuti vicini, e specialmente se dopo I'apertura degli ascessi, 1'arlicolazione rimane scoperla per un gran tratto.
L'Hartmann contro I'idrarto conseculivo raccomanda di usarc per frizioni sulla parte affetta due volte al giorno la seguente soluzione (1).
Durante la cura non si dimentichi la dietetica e I'igiene, di regolare convenienteraente rallattamento ecc; ed all'uopo di rialzare le forze dei piccoli ammalali coi preparati di china, di ferro e simili.
Come trattamento preventive il Benard loda rallattamento artificiale; Schwarz e Roloff consigliano e lodaao la polvere delle ossa qual preservativo di questo morbo. (i) F. Tintura di ioüo grin. 2:gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 60
Ioduro potassiconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 13nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hartmann),
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b)nbsp; Artrite. E I'infiRinmazione delle articolazioni. L'ar-trite puo essere acuta e cronica. Sotto il punto di vista ezio-logico, l'acula puö essere traumalica, reumatica, gottosa ed infettiva (nd moccio, nel vaiuolo ovino e specialmente nella forma delta maligna o confluente, nel morbo coitale ecc, si possono avere artrite infettive); la cronica puö presentarsi sotto forme diverse, cioe o decorrere semplice ed allora si ha I'artrile cronica semplice, reumatismo articolare cronico, o ne succedono deformita rilevanti ed anche deviazioni arti-colari, e si ha I'artrile deformante; o si presenta come con-seguenza postuma della malaltia un abbondante versamento üquido, epperö si ha I'idrarto ecc, come meglio vedrassi in prosieguo.
c)nbsp; Artrite traumatica. Le cagioni dell'artrite tran-matica sono i traumi d' ogni specie (V. Contusioni, ferite delle articolazioni).
Terapia. Nel periodo delta massima acuzie si deve ricor-rere all'uso del freddo merce pezzuole bagnate e continua-mente rinnovate, o colla diretta applicazione dell'argilla ba-gnata con acqua vegeto-minerale, oppur con aceto ed acqua ghiacciata. Perö nei casi di grave inlensilä del morbo e di grande dolore con intolleranza del freddo, convengono i cata-plasmi ammollieuti tiepidi anodini (col laudano o colla tin-tura di stramonio).
Si avverta ehe molte volte e necessario immobilizzare I'ar-ticolazione o con empiastri adesivi o con stecche di legno o di latta (issate con fasciatura amovibile.
Passato questo primo periodo di acuzie, si favorira la ri-soluzione delia malattia e I' assorbimenlo degli essudati col-I'uso di frizioni di tintura di iodo in connubio colla tintura di noce-galla, di pomata di ioduro di potassio iodata, di pc-mata mercuriallaquo;, oppure coll'uso di vescicatorii o della cau-terizzazione a righe attorno a tutta rarlicolazione affetta.
L'apertura degli ascessi peri-articolari ed il loro trat-tamento richiede grande accuratezza; se la suppurazione continua abbondante, e si trova rarlicolazione ampiamente
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49 aperta ed i capi ossei allo scoperto, mm conviene continuare la cura.
Per quanto spetta alia cura generale, a seeonda delle in-dicazioni special!, si daranno i preparati di oppio, gli alca-lini, i preparati di china o di ferro.
d) Artrite gottosa. Mentre alcuni scrittori ammettono senza discussione I'esistenza della gotta nei nostri animali domestic], altri la sospettano soltanto. Perö stände specialmenle alle osservazioni meglio riferite di Berlin e Bruckmüller, si puö affermare, senza lema di essere smentiti, ehe almeno il cane e gli uccelli possono essere affetli dalla malaltia in di-scorso. Imperocche non basta la forma clinica, ma e neces-sario ehe le lesioni articolari sieno identiche a quelle ehe si riscontrano nella gotta dell'uomo, come trovarono appunto il Bertln negli uccelli e Bruckmüller nel cane, i quali altorno alle articolazioni rinvennero appunto i veri tofi della gotta.
La gotta, ehe e una discrasia urica, puö essere acuta e cronica, regolare ed irregolare.
Terapia. Durante il parosismo si ricorra ai bagni freddi sulle articolazioni ammalate, oppure si adoperi la pomata di belladonna, od laquo;lira pomata calmante. Se gli animali sono slitici, si ricorra ai purgauti e specialmenle ad evacuanti sa-lini, per promuovere leggiere scariche alvine. E siccome sono utili le abbondanti orine, conviene I'uso quolidiano di acqua contenente acido carbonicov di acque alcaline, di so-luzione di bicarbonato di soda e di carbonato di litina (1).
Come calmante dei dolori nel parosismo gottoso, si consiglia I'amministrazione del colchico, tintura vinosa ed alcoolica, ossimiele colchico ecc.; e meglio la tintura vinosa delle altre preparazioni, la quale si puo amminislrare per bocca diluila in piccola quantita d'acqua, oppure pel retlo con clisteri, quando i cani la rigettino, se amministrala per la via dello stomaco (2).
Nella gotta cronica e dai mezzi igienici e dietetici, ehe si deve sperare il maggior compenso. Si devono lener lontane e rinouovere tutte le cause ehe potrebbero aggravarla, teuere
Biz. Bmsasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;k
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gii amtnalati ad un' alimentazione parca e fatta principal-mente di came magra pei carnivori e di vegetali, ed assog-gettarli ad un regolato esercizio muscolare. In quanto alle medicine, se 1'organistno del gottoso c logorato, amministrare conviene china, genziana, quassio e simili.
H) P. Carbonate di litina grm. 4 la gotta e le affezioni reumatiche
Bicarbonato di soda raquo; 8 cronichc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco'.
M. Div. in dosi cguali Nquot; 15. (2) P. Tint, vin.colohico grm. 1-5
S. Da atmninistrarsenc due-trenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; SO
cartelle al giorno ncl cane contro S. Da consumarsi in 24orc (cani).
(L. Brusasco).
e) Reumartritr. Quantunque non si sia delta ancora
I'ultiina parola intorno all'essenza o palogenesi del reuma-
tismo, luttavia l'opinione piü generale ammette, e noi am-
mettiarao pel medesimo, un'origine discrasica, cioe crediarno
ehe la sua essenza stia nella ritenzione nel sangue di qual-
siasi inateria di riduzione organica, o meglio, dell'insieme
di quesle materie ed in particolare di quelle ehe dovevano
uscir fuori per la pelie, o per azione del freddo o del freddo-
umido repentino, o per la dimora piü o meno prolungata in
luoghi freddo-umidi.
Clinicaraenle conviene distinguere il reuraalisrao: in acuto e cronico, questo alcune volte e secondario alia forma pre-cedente, ed altre e primario; in febbrile ed afebbrile; in semplice e complicato; in fisso e vagante, ed in caldo e freddo. Infine a seconda ehe sono affelti i muscoli 0 le arti-colazioni, si denomina muscolare od articolare.
Vanno soggetti al reumatismo articolare i solipedi, i bo-vini, gli ovini, i cani ed i maiali. Puö essere raono-artico-lare , cioe svilupparsi la malattia in una sola arlicolazione, ma per lo piü e poli-articolare, cioe ailacca piü artkolazloni contemporaneamente o successivamente.
Sono le articolazioni degli acti e propriamente quelle in-feriori, ehe sono piü frequentemente affette da reumatismo, quantunque nessuna ne vadi immune.
Terapia. Gli animali afletti da reumatismo articolare acuto devono tenersi in locali con teraperalura possibilmente uniforme, evitando in ogni caso le correnti d'aria fredda, e con
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coperture di lana, previe ripetute frizioni generali semplici, od avvalorate con alcool canforato ed essenza di terebenlina. Conviene la cura diaforetica. Gli ammalali non dovranno te-nersi a rigorosa dieta, salvo quando la febbre fosse molto esagerata. Solo in rari casi e necessario ricorrere al salasso. Giova invece I'amministrazione a grande dose degli alcalini e specialmente dei sali di soda, poiche I'esperienza insegna ehe i sali di polassa deprimono le forze del cuore. Nei casi di grave reumaiismo acuto poliarlicolare, si puö amministrare il solfato di chinina, rimedio trovalo utilissimo in medicina umana, e da noi pure adoperalo con vantaggio. A sedare i dolori sono opportunraquo; i calmanti e specialmente l'oppio ed i suoi preparati, il cloralio idralo; ma in questi ultimi tempi venne confermato ehe il colchico e specialmente la colchicina son pure eceelienti farmaci per combattere i dolori articolari reumatici (1). Inoltre sulle artieolazioni dolenti si appliche-ranno olii ed unguenti sedativi (olio di giusquiamo, veratrina, cloroformico ecc), coprendole quindi eon ovatta o bambagia, per mantenervi un'uniforme temperatura (2); infine i foment! con erbe piii o meno sedative e scioglienli sono pure giovevoli (3).
Si puö tentare, come si fa in medicina umana, I'applicazione locale di cuscinelli riempiti di erbe aromatiche (fiori di ca-momilla, menta, melissa, rosmarino, lavanda, timo ecc). Per la cura delle complicanze, pulmonite, pericardite ecc. vedansi gli articoli corrispondenti.
Ma quando il reumaiismo arlicolare si avvia al cronicismo, o si sviluppa primitivamente tale, si adoperi in frizione sulle artieolazioni la tintura di iodo sola od unita in parti eguali alia tintura di noce-galla, I'olio di senapa, il balsamo di Opo-deldok, il linimento volatile, lo spirito canforato, ed anche i vescicanti; la cauterizzazione attuale fu pur consigliala.
Non si deve mai permettere ehe l'articolazione poco mobile resti completamente inerte neH'artrite reumatica cronica, gio-vando appunto la ripetuta eslensione e eontro-estensione, per impedire le deformitä. E in questa forma ehe noi eonsigliarao
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ancora l'applicazione locale del freddo la merce compresse ghiacciate, e non nell'acuta.
Interr.amente convengono gli alcalini, come nel reumalismo aculo, ed il colchico; e pure commendato il ioduro di po-tassio, la china in decozione e via dicendo. Pero se gli am-malati sono gia assai deboli e cachetici, ä indispensabile ri-correre ad una dieta nutriliva, ad un metodo ricostituenle. In questi ultimi tempi il doltor Pittolo ha riconosciuto nel iaborandi (*) un polentissimo diaforetico, ehe come tale com-batte risolulamente la reumartrite acuta, anzi crede ehe abbia su tale affezione virtü specifica (4); consiglia centre la febbre il chinino, e aggiunge ehe ha riconosciuto efficace conlro la febbre e massirae 1' elevata temperatura , l'appücazione di-retta sul corpo di coperte imbevute di acqua fredda e quindi spremute,
(1)nbsp; P. Tint, vinosa colch. grm. 12 (ö) P. Foglic belladonna grm. 25
Oppionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;16nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; giusquiamo raquo; 15
Polv. di liquirizia e mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cicutanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 'iO
qb. per fame due boli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Teste di papavero • 70
S. lino al matlino e I'altro alianbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 2
sera al cavallo con reumatisrao ar- M.e Cuoci per fomenti. (L. B.).
ticolarc aculo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco). (/i) P. Iaborandinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grni. 4
(2)nbsp; P. Olio mandorlcdolci grm. 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Inluso alia col. di raquo; 100
Cloroformionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da amministrarsi in una sol
M, S. A. [L. Brusasco). rolta ad un cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Pittolo).
f) Artrite fnngosa. E solo recentemente die venne meglio studiata I'artrite fungosa negli animali, ed il Siedara-grothzkg recentemente ha confermato con bellissime osserva-zioni fatte sull'articoiazione carpea di una vacca, ehe la ma-lattia in questione e tnolto identica a quella dell'uomo. Sotto il punto di vista genetico Schiits ha distinto nel tumore bianco la forma periartritica, I'artritica e la osteomielitica; perö I'Anaker con ragione ha fatto notare ehe la forma periartritica non e un tumor albus, ma e piuttosto una degenera-zione fibrosa e callosadelle parti molli periarticolari prodotta da conlusione e da compressione, come si nota nell'articola-
(*) Pittolo. Kicerche e siudi sul reumalismo ed in ispecie iulla reumartrite acuta. Alessandria 1873.
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53 zione carpea dei bovini. Nella forma artritica lo stimolo parte dall'articolazione e si estende ai tessuli molli, e nella osteo-mielilica il punlo di partenza e I'osteomielite. Nel caso riferito dal Siedaragrolhzkg la massa di granulazione fungosa si era formata dalla sinoviale, daU'osso e dalla cartilagine ecc.
Terapia. Se la rnalallia e ancora subacula, si puo tenlare la cura col riposo, coH'immobilizzazione dell'arto, colla com-pressione eseguita anche con apparecchi inamovibili, colla lintura di iodo iodurata; e nel processo affatto cronico ancora colla cauterizzazione trascorrente ed a punle e colle forli fri-zioni vescicatorie.
g) Idrarto. E cosliluilo da un'abbondante raccolta di siero e di sinovia neH'interno di un'arlicolazione per cronica flogosi della membrana sinoviale. 6 affezione piuttoslo fre-quente degli aniraali, la quale si nota perö piii spesso nei ca-valli giovani e vecchi, ehe non nel mulo ed asino. L'idrarto ha sede piii frequentemente all'arlicolazione tibio-tarsea (ga-retlo), radio-carpea (ginocchio) , femoro-rotulea, melacarpo e metalarso-falangea (nodelli). E stalo pur notato 1' idrarto all' articolazione coxo-femorale.
L'idrarto del garetto e del ginocchio, dicesi volgarmente vescicone articolare; e quello dell'articolazione del nodelio, mollelta, galletta articolare , per distinguerla dalla molletta tendinea, ehe e I'idrope dalle guaine tendinee della medesima regione.
Terapia. Non conviene il trattamenlo generale (salassi, lartaro emetico ecc.) proposto da alcuni scrittori contro l'idrarto negli animali. E tra i mezzi locali finora adoperati, meritano speciale menzione gli astringenti (1), i rivulsivi soli od uniti a risolventi, i fondenti soli, i vescicalori (2). Questi nella cura dell'idrarlo, ehe sussiste da lungo tempo, sono pur convenient come la stessa cauterizzazione sia a punte ehe a slriscie (3). L'arto perö deve sssere ienuto pos-sibiimente in riposo; e combinare conviene, per averne.effetto piii sicuro, I'uso dei vescicanti colla compressione fatta con fasce elastiche, con sparadrappo o con altri mezzi.
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Ma siccorae con questi mezzi non si otliene sempre la gua-rigione, vennero dai pralici proposti altri spedienti, cioe: it puntura semplice, la puntura seguita da iniezione di tintura di iodo (4), la puntura col ferro rosso, il setone a naslro ed a rotelia od all'inglese, e I'inclsione. Di tutli questi mezzi chirurgici perö, il piü conveniente ed eflicace, e la puntura seguita dall'applicazione di un vescicante, cioe si deve fare la puntura sottoculanea con un trequarti, onde evitare la pe-netrazione dell' aria nell' articolazione , e vuotato il liquido raccolto, applicare iramediatamente dopo un forte vescicante ehe all'uopo puö ripetersi (5).
(1)nbsp; P. Bolo armenonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 300 (3) P. Protoioduro mere. grm. G
Solfalo ferrosonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Deuloioduio mere. raquo; 1
A. q.b.pcrfnrne cataplasma.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sapone vcrdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30
S. Da distenderne sul tumore unnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Unguento.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Vogel).
piccolo slrato, the si bagnera ripe- (4) P. Tintura di iodo grm. 4
tutamente coll'aceto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;loduro polassico • 8
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua dislillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15
(2)nbsp; nbsp;P. Cantaridi polv. grm. 24nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per imezione.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Gerlach).
Euforbionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; (5) P. Iodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 2-3
Tcrebenlinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo; laquo;2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sublim, corrosive .1,80-2
Essenza di lavanda •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Olio fcgalo merl. • 55
• terebentina raquo; 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Linimeulo.
F. S. A. Per rimpiazzare il fuoconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per frizioni sull'idrarto dopo
Inglese.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Larroque). falta la puntura. (L. Brusasco).
h) Artrite deformanta. E una forma di artroflo-
gosi cronica , di cui il carattere distintivo e la deforimitä
delle articolazioni ammalate. Quests malattia, descritla ancora
con altre denominazioni in medicina-veterinaria, fu solo
ben nota dopo il 1851, quando il Schömann pubblicö la sua
monografia sul Malum coxae senile. Puö essere 1' artrite de-
formante monoarticolare e poliarticolare, ed altaccare tutte
le articolazioni degli arti, quantunque si noli piü spesso al-
I'articolazione del garetto, del carpo, del nodello, della gra-
scella, del piede e coxo-femorale.
Terapia. Nel trattamenlo topico, se la malattia e ancora
subacuta, si deve cercare di mitigare la intensita della flo-
gosi, per attenuare le successioni morbose, quantunque non
si possa far retrocedere le deformitä gia sussistenti. Epperö
si ricorra a bagni topici tiepidi , a frizioni con tintura di
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55 iodo iodurata , ed a quei mezzi da noi indicati a proposito del reumalismo articolare cronico, (V. Spavenio).
i) Anrhilosi. Questo vocabolo viene adoperato per si-gnificare la perdita piü o meno completa dei movimenti di un'articolazione. L'anchilosi pud essere completa ed incom-pleta; a seconda delle alterazioni esistenti nelle capsule ar-ticolari, nei ligamenti, nei tendini, ovvero nei muscoli od anche nelle cartilaglni e nei capi ossei medesimi ehe con-corrano a formare I'articolazione, di cui ranchilosi e I'espres-sione, si dice la medesiraa extra-capsulare, pseudo-anchilosi, anchilosi falsa, od anchilosi endocapsulare o vera. L'anchilosi puö aver luogo in tutte le articolazioni del corpo.
Terapia. Si possono prevenire le anchilosi cotnbattendo convenientemente quei morbi, ai quali puö conseguire la ri-giditä articolare, evitando in ogni caso la troppo prolungata imraobilitä delle articolazioni medesime.
Le anchilosi vere e complete sono incurabili, poiche i mezzi adoperati in medicina umana non possano sempre con vantaggio usarsi negli animali (estensione e flessione lenta e progressiva , Tosteotomia soltocutanea, la resezione totale dell'articolazione, ecc).
Nei casi di anchilosi falsa, incorapleta e recente, si puö ricorrere, combattuta I'infiammazione, all'uso di strofmazioni con spirito canforato , alle frizioni con pomate lenitive ed ammollienti, con tintura di iodo iodurata, ed anche aH'uso di frizioni vescicalorie e della cauterizzazione attuale, cer-cando in ogni caso di far eseguire aH'articolazione dei movimenti graduati. Puö essere utile praticare la tenotomia.
I) C'orpi muliili articolari. Sulla genesi e modo di formazioae, struttura, ecc. e sulla sintomatologia dei corpi tnobili articolari, ehe si incontrano piuttosto raramente negli animali, e la cui grandezza varia da quella di un seme di canapa fino a quella di un'avellana, si hanno nozioni molto scarse ed incomplete. Finora se ne sono trovati nell' artico-lazione femore-tibiale, tibio-tarsea, scapolo-omerale e carpica.
Terapia. Siccome la diagnosi di questi corpi neoformati
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e diiScilissima negli animali, finora non si e tentato ancora nessun trallamento curalivo, il quale ad ogni raodo pero non polrebbe essere ehe chirurgico; il piü efficace rnetodo sa-rebbe I'estrazione.
m) Iiesioni traumatiche delle articolazioni. A seconda dell'intensitä e del modo d'agire dei traumi suile articolazioni, queste vanno soggette a varie alterazioni piü o meno gravi. Cosi si avranno le contusioni e le ferite, le dislorsioni e le lussazioni.
n) Contusioni alle articolazioni. A seconda die il corpo contundente agisce direltamente sull' arlicolazione, oppure suU'estremila facendo contundere i capi articolari e gli altri lessuti tra loro, la contusione e direlta ed indiretta o per controcolpo.
Terapia. Nelle contusioni recenti e ieggiere, la terapia consiste nel tenere 1'arlicolazione possibilmenle immobile e nel fare bagnature con acqua fredda (ghiaeciata) semplice, con acqua vegeto minerale, con tintura d'arnica diluita, ecc.
Nelle gravi contusioni, cioe con leggiera infiltrazione di sangue o ecchimosi, - con raccolla distinla, ecchimoma, - con vero versamento di sangue nell'articolazione, emartro, - si ricorre medesimamente ai bagni locali ghiacciali ed all'uopo anche al sanguisugio; non conviene la punzione dell'artico-lazione per evacuare il liquido sanguigno nell'emartro. Ma se 1' affezione dura da lungo tempo, sono indicati i bagni aroraatici e risolventi, e quindi le frizioni fondenti e vesci-catorie per combattere i posluini deirinOammazione.
o) Ferite delle articolazioni. Le articolazioni degli arti sono piü esposte a queste lesioni traumatiehe, ehe sono prodotte da strumenti pungenti, taglienti, laceranti e conlundenti, da calei di altri animali, da cadute su pietre, ecc., non ehe da proiettili d'arme da fuoco, Si dicono ferite non penetranti, se interessano solo i tessuti peri-articolari, e penetrant! neH'arlicolazione, se aprono addiritlura la capsula e la sinoviale.
Terapia. Nelle ferite non penetranti, le quali necessilano lo
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stesso trattamento curativo di quelle ehe awengono in altre parti del corpo, devesi prevenire ia propagazione deirinfiatn-mazione ai tessuti proprii dell'articolazione, tenendo la parte per quanlo si puö in assoluto riposo e coll' uso dei refrigerant!.
Nelle ferite penetranti semplici poco estese od ample, sideve procurare di mantenere a perfetto combaciamento i margini con lisle di diachilon, oppure di taffeta inglese o con sutura sia intorcigliata, ehe intercisa , per impedire lo scolo della sinovia e la penetrazione dell'aria nell'articolazione ; la sutura puö essere controindicata nelle ferile contuse. L' arto deve essere tenuto in assoluto riposo e possibilmente im-raobilizzato con fascialura, oppure costruendo un apparec-chio immobilizzanle, essendo assai conveniente una moderata compressione per irapedire lo sviluppo dell' infiammazione. Quindi sempre per prevenire la flogosi, si ricorra tosto agli antiflogislici, alle applicazioni ghiacciate, vesciche di ghiaccio suirarticolazione ammalala, irrigazione continua ecc. Se cio malgrado si sviluppano fenomeni aculi di flogosi articolare, si continui nell' uso del freddo e si ricorra in seguito, ot-tenula un po' di calma anche coll'uso, all'uopo, di cataplasm! ammollienti, a ripetute frizioni di tintura di iodioconcentrata, ed anche a ripetuti vescicanti all' intorno dell'articolazione, od alia cauterizzazione a punte nei dintorni della ferita, onde favorirne la cicatrizzazione ed ottenere la detumefazione dell'articolazione. Per far cicatrizzare le ferite articolari venne pur usato con vantaggio I'unguento egiziaco, applicandone pa-recchie volte durante il giorno una certa quantita, - la tintura di aloe e di mirra, la pasta di canfora, il nitrato d'argento, il tannino, la noce di galla ecc.
I veterinarii Michotte e Degive consigliano, quando il ca-lore e scomparso mediante salassi e refrigerant!, ma rimane tuttavia la piaga penetrante nell' articolazione con ingorga-menlo aU'intorno, il sollimato corrosivo associate al collodion (1).
Ma se v! fosse eccessiva raccolta sierosa o purulenta nel-
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l'articolazione, si apra tosto una via aU'esterno col trequarti senza lasciare penetrare aria; e nei casi gravi si ricorra ad iniezioni detersive con acqua ed alcool canforato, con tintura d'arnica o di iodio raolto allungata.
La ferita penetrante nell' articolazione puo essere compli-cata dalla presenza di un corpo estraneo o da raccolta di molto sangue (emartro). Nel primo caso conviene ricorrere alia estrazione del corpo estraneo immediatamente, oppure aspettare, quando non si puo senza aggravare la lesione, ehe si sia stabilita la suppurazione; in caso di emartro, si deve favorite rassorbimento coi mezzi gia indicati.
Sventuratamente in caso di complicanza falta da grave lesione dei capi ossei, fratture ecc., non sempre ed in tutti gli animali possiamo con vantaggio ricorrere a quei mezzi vantati in simili contingenze dai chirurghi dell'altra medicina.
II dotiere Hueter ottenne favorevoli risultati in due casi di artrite traumatica con le iniezioni endo-articolari di acido fenico sciolto nell'acqua, il 2 per cento; e spera ehe le stesse iniezioni possano eziandio giovare nelle artriti suppuralive e non traumatiche. in media secondo 1'A. bastano 1-2 si-ringazioni collo schizzetto di Pravaz, scegliendo la parte piü dolenle e piü tumefatla deU'arlicolazione. Finora non ven-nero fatte simili osservazioni in zooiatria ; presentandosene perö I'occasione, non mancheremo di esperimentare simile trattamenlo, inlanto lo raccomandiamo ai colleghi.
(1) P. Sollimato corros.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;piaga, e quinili si ricopra il tulto
finamente polv. gi'in. 4nbsp; nbsp; di due densi strali dclla medeslma
Collodionnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30nbsp; nbsp; soslanza medicamentosa, faceudooc
Sciogli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; riinettere, d'ora in era, un nuovo
Si applichi uno strato di talc to-nbsp; nbsp; stralo, in modo da ottenerne uu em-
stania sull'orlo dclla piaga arlico-nbsp; nbsp; piastre agglutinativo ed otturalore
lare; un istante dopo si spalmi dcllanbsp; nbsp; dclla grandczza di igt; franchi; que-
stessa sostanza un po' di stoppa enbsp; nbsp; sta medicazione si lipcle all'uopo.
si applichi dircttamente questa sullanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Michotle).
p) Ferite d'arme da fuoco. Nelle ferite da arme da fuoco penetranti nelle articolazioni, ehe sono per lo piü complesse, si devono estrarre innanzi tutto i corpi estranei (palla, frammenli d'osso separati ecc.) o dallo stesso orifizio
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59 per cui e penetrato il proieltile o con una conlro-apertura al punto corrispondente, facendo, se vi ha emorragia, la le-gatura delle arterie o nella ferila o ricercandone il Ironco nella conlinuitä. Quindi si cerca di rendere meno grave I'ar-irite con rapplicazione del freddo, continualo anche per set-timane. (V. Artrite tramnatica). Si deve dare libera uscita alia marcia, appena avvenuta la suppurazione.
q) Distorsione. E la distensione forzata, lo stiramento dei ligaraenti e degü altri mezzi d'unione, ehe rendono salde le arlicolazioni senza ehe le superficie articolari slesse subi-scono un permanente cambiamento di rapporto, come suc-cede invece nelle lussazioni; cioe si intende con tale deno-minazione 1'insieme degli effetti prodotti nelle arlicolazioni da un moto esagerato per cui le superficie articolari perdono solo nell'alto della violenza e per brevissimi istanti, i loro rapporli. Si possono notare in tutti gli animali ed in tulte le articolazioni, ma sono piü frequenti nei sclipedi e bovini, e nelle arlicolazioni del larso, del nodello , delle falangi, non ehe aU'arlicolazione scapolo-omerale, ileo-fernorale , e della regione dorsale e lombare della spina.
Terapia. E essenziale il teuere 1* arto in riposo assoluto ed immobilizzare all'uopo la parte, ricorrendo a speeiali ap-parecchi e bendaggi, (e eonvenienle la fasciatura ingessata nei casi gravi) affinche i legamenli articolari, ehe per caso si lossero lacerati, possano eicatrizzarsi. Dirö ehe anche in medicina veterinatia, come in medicina umana, certi cerre-tani in casi non gravi di distorsione hanno realraente potuto far vedere dei pronti effetti mediante mezzi meccanici, ese-guiti perö ognora senza crilerio, facendo riprendere cosi, a caso, alle parti la loro primitiva posizione. Perö tale metodo chiamato scientificamente massaggio , e ehe eonsisle nell'as-soggettare l'artieolazione ehe ha subita la storta a movimenti artifieiali moderati, e nell'eseguire delle pressioni e slrofina-zioni all'intorno della medesima , non puo giovare ehe nei casi molto semplici, favorendosi in tal modo ancora I'assor-bimento del sangue delle ecchimosi, poiche si costringe a
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spandersi su piu vasta superficie, e si rende nello stesso
tempo piü attiva la circolazione.
Migliori risultati pero danno i topici refrigeranti sia ado-perati in principio per prevenire I'ingorgo e 1* infiamma-zione, sia dopo per curare quest'ullima quando di gia si e sviluppata (acqua fredda semplice, acqua ghiacciata, acqua vegelo-tninerale, cataplasmi freddi fatli con polpa di palate o di carote, o piante fresche peslate, comunemente la parie-taria, ecc); anche I'applicazione alia parte di compresse ba-gnate nella lozione evaporante del Cooper - alcool canforato ed etere, da buoni risultati. Quando perö il dolore e intense e vi esiste grave infiammazioue sono utili, oltre all'immobi-lizzazione, i cataplasmi amollienli ed anodini.
Passato il periodo di acuzie, per allontanare la rigidezza,
la debolezza ed il rilasciamento ehe rimane deirarticolazione,
e per combatterne gli ingrossaraenti, si ricorrerk alle fri-
zioni stimolanti (balsamo di fioravanti, balsamo d'opodel
doch (1) ecc), fondenti, vescicatorie, ed all'uopo anche alia
cauterizzazione trascorrenle (V. Artrile traumatica).
(1) P. Saponc comune grm. 20 Sciolto il sapone nell'alcole cntro
Alcole a 56nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 200 malraccio di #9632;vetro a modcrato fuoco,
Ganforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; J5 si aggiunge la canfora c rlaquo;mmo-
Ammon. caustica raquo; 10 niaca.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Chiappcro e Bassi),
?-) Iiussazione. Si intende lo spostaraento permanente dei capi articolari. Le lussazioni ehe sono prodotte da una violenza eslerna o da una contrazione muscolare, si chiamano trauraatiche; si dicono spontanee o patologiche, se dipendono da raorbi articolari, e congenite, se avvengono nella vita in-trauterina; ora noi perö intendiamo parlare solo delle prime o trauraatiche. Si distinguono ancora in lussazioni complete ed incomplete, in semplici e complicate, ed in recenti ed inveterate o croniche. Diconsi complete, se le superficie articolari perdono ogni rapporto; incomplete, se i capi articolari si toccano ancora per qualche parte, e sub-lussazioni, quando lo spostamento e minimo; si chiamano poi complicate, se oltre allo spostamento dei capi articolari, vi esistono lesioni alia capsula articolare, ai ligamenti, muscoli, vasi e veneecc.
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61 Se il clinico tien conto dei dati anamneslici e dei sintomi razionali e fisici, riesce faeilrnente a far diagnosi delle lus-sazioni.
Terapia. II memento piu propizio per la riduzione delle lussazioni semplici, e quello ehe segue immediatamente alia lesione, essendo minimi a tale epoca la gonfiezza e lo spo-stamento. Per ridurre la lussazione sono necessarie delle manovre di flessione, eslensione, contro-estensione, addu-zione, abduzione, sollevamento, coatlazione ecc, diverse a seconda del genere di lussazione. D'ordinario non basta lo sforzo del veterinario, ma richiedesi l'azione di piü uomini, ed altre volte ancora il concorso di apparecchi, leve, viti ece. Puö essere necessario narcolizzare prima l'infermo in modo da produrre completo abbandono muscolare, per poter meliere certe articolazioni nei loro rapporti normali.
Ridotla la lussazione, bisogna mantenerla rilogata per tutto il tempo necessario alia cicatrice della capsula e dei lega-menti. E appunto per questo ehe si deve immobilizzare I'arto con appropriata fasciatura, ehe mantenga i capi articolari nei loro rapporti normali e tenerlo, per quanlo si potra, in assolulo riposo per un dato tempo (almeno 15-20 di); e nello stesso tempo cercare di prevenire gravi accidenti, facendo erabrocazioni fredde sull'articolazione lesa ecc. (V. Contusioni delle articolazioni, Artrite traumatiea).
L'apparecchio deve essere tolto appena sembrera essersi completata la riparazione, per evitare le rigidezze articolari ed altre piü o men gravi complicanze. Per conseguenza si faranno prima eseguire moderati movimenti aH'arlicolazione e poscia si farä camminare un po' I'ammalato, cercando ogni giorno di fargli eseguire esereizii piü estesi.
In caso di rigiditä ed indebolimenlo postumo dell'arto, oltre all'esercizio, pu6 essere necessario I'uso di frizioni stiraolanti.
Nelle lussazioni complicate da lacerazioni delle parti molli, la cura suddetta deve essere coadiuvata da quella indicala a proposito delle ferite penetranti nelle articolazioni.
Asfissia. Presenlemente il vocabolo asfissia (asphixia,
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aafvfya., da a privativa e.a^u^s po\so, - hancese asphyxie, -ledesco idem., - inglese asphyxy) viene adoperalo per desi-gnare lo stato di morte apparente dovuta alia sospensione dei fenomeni respiratori, qualunque ne sia la causa, pro-tratta al punto da sospenderne le funzioni cerebrali, ed in-Qevolire i movimenli cardiaci al punlo da esserne appena, o punto sensibili alTesplorazione. Una tale denominazione e impropria, poiche stando alia sua elimologia, asfissia , vuol dire piu propriamenle privazione, mancanza di polso, per cui vocabolo piü approprialo sarebbe apnea, da o epneo respirare.
Per quanto si riferisce alle condizioni eziologiche, alia sin-tomatologia, airanatomia patologica, ed al loro modo di svi-luppamento, consulta il mio lavoro: Brevi considerazioni sul-l'asßssia (').
Terapia. E ufficio del clinico studiare non solo i fenomeni general! dell'asfissia, ma di dettare ancora i precetti igienici e terapeutici relalivi al traltaraento medico-chirurgico degli asfissiati. La rapiditä colla quaie si produce l'asfissia per strangolamento, appiccamento e sommersione, indica abba-stanza la necessilä di pronti soccorsi, se si desidera di ria-vere in vita gli animali arrivati al periodo nel quäle ia sen-sibilitä ed i movimenti generali sono sospesi; s'intende ehe una tale terapia ha un compito assai difiieile, e ehe ogni spe-ranza di guarigione e perdula una volta, ehe i movimenli del cuore hanno cessato.
Si deve innanzi tutto allontanare le cause produttrici dell'asfissia; - togliere l'ostacolo ehe si oppone alia penetrazione dell'aria nei polmoni, mettere gli animali in condizioni con-venienli, cioe proprie per una buona emalosi, riattivare il piü presto possibile la respirazione e combattere gli acci-denti consecutivi, sono le condizioni, cui deve soddisfare il clinico.
Allorche l'asfissia si e prodotta nell'aria confinala, sia per insußicienza d'ossigeno, ehe per eccesso d'aeido carbonico,
(1) Brusasco. ßmi consaimuioni raquo;uU'os/issia. Torino, 4873.
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63 od allorche consegue aU'ostruzione delle vie aeree, passa tra gli ultimi movimenti respiralori e la motte reale un inler-vallo ehe varia da un minuto ad uno e mezzo, raramente di piii, pendente il quale la vita non si rivela piu ehe per i movimenti del cuore ehe sono perö appena o punlo sensi-bili. Egli 6 appunlo durante questo momento e non piü tardi, ehe si deve ricorrere a quei mezzi riconosciuti piii giovevoli per ricondurre allo state primitivo I'asfissiato. Soprattutlo si trasporti rammalato aU'aria aperta, e se non e possibile, lo si esponga almeno nell'abitazione in cui si trova ad una continua corrente d'aria fresca tra due finestre aperte. Si proceda poi immediatamenle alia riattivazione della respira-zione, e cio si puö ottenere o indirettamente, procedendo a rivulsivi energici sulla pelle, perche colla forte irritazione dei nervi periferici si destano dei fenotneni rillessi ehe risve-gliano la respirazione (riguardo a questa indicazione, mezzo assai eflicace sono le docce d'acqua fredda da considerevole altezza ed a grosso raggio diretle sulla testa e sul petto, e le abluzioni fredde addiriltura, non ehe l'applicazione del-l'ammoniaca, deU'aceto ecc, alle narici, avvertendo perö ehe le grandi insufflazioni di ammoniaca e di cloro, pur consi-gliate, possono anche nuocere, poiche sono essi pur gas ir-respirabili, come pure inutili sono gli emetici ed i clisteri di tabacco, e questi ultimi anzi sono ancora dichiarati nocivi dal Manni); oppure direttamente colla respirazione artificiale, la quale puö praticarsi nel modo seguente: si fissa in una narice un tubo qualunque, si chiude la bocca e sofliando nel tube si fa entrare nei polmoni dell'asfissiato dell'aria, la quale non deve provenire dalla nostra espirazione, ma essere stata appena imtnedialamente prima introdotta nella boeca, oppure spremendola da una vescica di porco, e ciö puö ba-stare pei piccoli animali; mentre per gli altri si deve ricorrere ad un soffietto per introdurre prontamente nei polmoni una quantila d'aria conveniente, rinchiudendone normalmenle da 25 a 40 litri. Quest'operazione deve sicuraraente essere condotta con prudenza, onde non determinare la rottura delle
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vescicole polmonari, e quindi enfisetna ecc. Nei casi gravi poi ed allorquando non sono sufficienti questi mezzi, si ri-corra alia tracheolomia, mezzo piü sicuro per favorire la penetrazione dell'aria nell'albero respiratorio. E conveniente in tutti i casi fare metodica compressione sul torace per fa-cililare i movimenti respiratori. A queslo momento, se I'ac-cesso dell'aria si e ristabilito, si notano ben losto alcune in-spirazioni dapprima deboli, poi piü profonde , le pulsazioni cardiache ed arteriöse aumentano di forza e si fanno percet-tibili, la sensibilita si ridesta, e 1'animale riprende cono-scenza e ritorna quasi per incantesinao al suo stato normale.
L'eletlricila e stata considerala come uno dei mezzi i piü potenli nell'asfissia; ma senza volerne punto negare rutilita, io credo ehe rarissimamente il clinico zooiatrico potra avere a sua disposizione gli apparecchi necessari e pronti pel suo uso, per cui possono ridursi a dei casi ben poco numerosi le circostanze nelle quali, essa e stata utile , e quelle nelle quali lo sarä anche nella medicina urnana; si ha invece ben presto in pronto eccitanli esterni ed interni, dai quali si hanno buonissimi risultati.
NeH'asfissia per strangolamento e sospensione, si deve in-nanzi lutto soddisfare all'indicazione causale; come pure si devono immediatamente eslrarre i corpi stranieri ehe, occlu-dendo le prime vie dell'apparato respiratorio, si oppongono al libero passaggio dell'aria nell'astissia per soffocazione, pra-ticando all' uopo anche la tracheolomia. Quindi nell' uno e nell'altro caso si procuri di ridestare la respirazione per mo-vimento rifiesso ecc, come venne superiormente indicate, ed anco con I'applicazione di clisteri irritanti di sapone, di es-senza di terebentina, ehe hanno per effetto di eccitare la cir-colazione locale e generale; nell'asfissia per strangolamento e sospensione, giova la flebotomia per sgorgare il cervello.
Inoltre in alcuni casi gravi di asfissia per gas irrespira-bili, da esalazioni di carboni accesi, pel fumo, come non raramente succede negli incendi, si oltengono pur buoni ri-sultamenti da un generoso salasso; - e tra gli altri mi place
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65 citare il Cruxel, il quäle neU'asfissia causata dal fumo o per bevande passate nei bronchi, ne ebbe elTelli soddisfacentis-sirai dal salasso praticato iramediatamente. II salasso in questi casi giova levando la stasi polmonare e cerebrale per I'uscita ehe si concede perifericamente al sangue, la cui colonna uscente deve aspirare il sangue stagnanle in altri vasi, e con cio puo riattivare il movimento circolatorio. Al riguardo I'il-lustre clinico Canlani, discorrendo della cura convenienle neiravvelenaraento da acido carbonico, consiglia di praticarü nei casi piü gravi un generosissirao salasso con susseguente trasfusione di sangue ossigenato vivo, e ciö facendo perve-nire direltamente il sangue arterioso corrente di un individuo sano nella vena deU'avvelenato, affine di surrogare il sangue ehe esce, ed i cui globuli non assorbono piü dell'ossigeno, con aitro sangue vivo e capace di ossigenarsi.
NeU'asQssia per compressione sulle pareti toraciche con-viene pure ricorrere, soddisfatto aU'indicazione causale, alia flebotomia, ed ai rivulsivi esterni ed interni.
Quando I'asfissia ha luogo nell'acqua, I'animale ridiviene ancora meno facilmente in vita; e ogni soccorso e inutile allorcbe hanno cessato i movimenti del cuore, mentre nulla si deve intralasciare, potendone, malgrado le relative diffi-colta, otteuerne il ritorno a vita, ßnche il cuore continua a baltere per quanto debolmente ciö succeda. Epperö portato il sommerso in luogo piuttosto caldo, ma in cui pero I'aria circoli ancora liberamente, si mette in posizione convenienle per facilitare il rigetto dell'acqua e della schiuma ehe si trova lungo la trachea e nei bronchi, non potendo sicuramente I'aria liberamente circolare nell'albero respiratorio, finche non se ne siano questi sbarazzati alraeno in parte; se le ma-scelle sono serrate si allontanano, e si mantieue la bocca aperta; si asciuga e si fanno frizioni eccitanti, riscaldan-dolo al caso alternativamente con un ferro caldo onde riani-mare la respinuione, la circolazione, ed attivare I'assorbi-mento polmonare. Si ricorre anche alia respirazione artificiale colla compressione del torace colle mani ed all'uopo all'in-Diz, Brusatco,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 3
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sufflazione deU'aria per le narici, per la bocca o trachea,
come venne superiormente accennato.
Nell'asfissia da freddo, non deve portarsi imtnediatamenle 1'assiderato in locali molto caldi e scaldarlo iraprovvisamente, raa a moderata temperatura; giovano all'lncontro le frizioni con neve o con acqua fredda su tulta la superficie del corpo; dope si passi a frizioni calde ed anco all'uopo irritanti e piü tardi si propini al malato degli eccilanli.
Negli assiderati conviene appunto la cura idropalica per provocare la reazione, ed in questi casi, I'acqua deve essere mollo fredda; e si puö benissimo adoperare il lenzuolo umido, avvertendo pertraquo; in ogni case di prolungare mollo le fre-gazioni.
Gosi nei climi freddissimi si curano le parziaii assidera-zioni del naso , delle dita ecc., per irapedirne la cancrena secca da freddo. Alcune volte succede I'asfissia per fatto opposto, cioe per esageralo calore; in questi casi I'animale deve essere portalo in un luogo meno caldo, e si procura di riattivare la respirazione, come gia si disse.
I mezzi superiormente indicali sono pur giovevoli nell'asfissia da fulmine, dei neonati ecc, dovendosi in ogni caso cercare di riattivare la circolazione e ridestare la respirazione la merce I'uso di stimolanti, od insufflando aria nei polmoni.
E necessaria una grande perseveranza nei traltamento degli asfissiati, e non bisogna abbandonarli se non quando non si puö piü dubitare delta morte reale; ehe e dalla perseveranza del clinico ehe dipende il piü o men buono od infausto suc-cesso ehe si ha dall'uso dei suenunciati soccorsi.
Per ultimo si noti ehe I'asfissia non deve considerarsi come stato morboso redibitorio; in ogni caso, quando un animale muore asfittico durante la guarenligia, il compralore ha solo il dirilto di intentare I'azione redibitoria, se I'asGssia fu conseguenza di malattia, vizio o difetto anteriore al con-tratto e considerate come redibitorio.
Asllssin. Morte apparente dei neonati. Atelettasia pol-
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67 monare. Non solo il prodotlo del concepimento puo na-scere debole, ma anco in uno stalo di morle apparente od iraminente. Le cure ehe gli si debbono prodigare variano secondo ehe si tratta di asfissia apopletiforme (stato apople-tico, apoplessia), o di asfissia semplice.
Terapia. Nello slato apopletico od asfissia apopletiforme ehe si osserva, sebben di rado, nei neonali voluminosi, la cui espulsione e stala penosa e lenta in priraipare, per ri-rnuovere le flussioni sanguigne conviene recidere il cordone ombelicale e lasciare uscire un po' di sangue; sbarazzare con un dito oppure colle barbe di una penna da scrivere od in altro modo la bocca ed il naso dalle mueositä ehe conten-gono, ed applicare dei cataplasmi freddi od anche semplice-mente delle compresse imbevute in acqua fredda sulla testa. Se dal cordone ombelicale non esce sufficiente quantita di sangue, si puö praticare il salasso.
Nell'asfissia semplice, stato asfittico, ehe si nota di prefe-renza nei neonali deboli, dopo un parto laborioso e lento, occorre sbarazzare immediatamente la bocca ed il naso dalle mucosita, e porre in opera gli eccitanli, le frizioni, i bagni tiepidi e le doccie. II tltillamento della mucosa nasale con le barbe di una penna bagnata di aceto, la flagellazione suite natiche e sulle spalle possono riuscire giovevoli. Per ecci-tare i moti respiratorii e cardiaci pnossi insulllare entro le narici l'aceto aromatico, l'acquavite e I'ammoniaca. Se mal-grado questi compensi non si mostrano segni di vita, si ri-corra alle compressioni toraciche lateral! ed alia respirazione artificiale ehe coadiuvano efficacemenle la scomparsa dell'a-sfissia (V. Asfissia in genere).
Dopo si avrä cura di cambiare sovente il neonato di po-sizione, di spremergli il latte a poco a poco nella bocca, per convenientemente nutrirlo il piü presto possibile, quando sia incapace di suggerlo di per se e di muoversi. Se la de-bolezza fosse estrema, onde inlrodurre per altra via material! nutritivi, possono essere somministrati dei piccolij-raa frequent! clisteri di latte, di brodo ecc.
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Afaxigalattosl. Sütto qaesta denomina/ione noi indi-chiamo quello stato morboso particolare, ehe si nota nelle cagne e nelle gälte specialmente pletoriche, non aecoppiatesi all'epoca degli amori, o ehe ebbero reiterate, ma infruttuose relazioni col maschio, verso il tempo in cui dovrebbe aver luogo il parto, se fossero state fecondate. In tali femmine si gonfiano a tale epoea le mammelle, le quali cominciano a separare lat(e, ehe ha generalmente tulte le sue qualitä natural!. D'ordinario siffatli animali stanno volentieri nella euccia, come se realmente avessero i ioro piccini, ringhiano, abba-iano, e mordono altresi chi tenta avvicinarli. Anzi una cagna, ehe noi riconosceramo in preda a tale vaneggiamento e ehe fu perfeltamente ristabilita in ollo di, fu portata a questa clinica medica dal dottore R. in quest'anno accademico, per-che creduta realmente rabida, tali erano i fenomeni insoliti e di irascibiiitä ehe aveva presenlati. Allre volte la secre-zione lattea e preeeduta da tristezza, pigrizia, inquietudine, inappetenza e da stato febbrile. ün tale stato dura da 6 a 12 giorni.
Terapia. Giovano il solfato di soda, di magnesia, il sal-nitro, l'acetato di potassa amministrati internamente, ed in caso di considerevole tumefazione delle mammelle, l'appli-cazione di cataplasmi topiei anodino-emollienti. (Vedi Mastite, Antigalattopoetici). Non trovo necessario raeeomandare la scarsa aliraentazione, eome si usa dire, perche tutte le cagne, ehe io ho giä osservale in preda a tale mania puerperale, ave-vano inappetenza, e provai ognora difticolta a poter far loro appetire nei primi 2-5 giorni qualche alimento. Anzi io trovai conveniente far condurre le ammalate al passeggio, il te-nerle possibilmente lontane dal loro canile, e ad un regime latteo quando piü non s'aveva assoluta anoressia.
Atresia. Da a privativa e traö perforare , dinota la im-perforazione, l'otturamento di aperture naturali, l'occlusione permanente di canali, ehe naluralmente devono essere liberi e eomunicare aU'esterno. Puö l'atresia essere un vizio con-genito di eonformazione , oppure il risultato della riunione,
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69 dell'adesione accidentale delle pareü di un condutto o delle aperture di sbocco solo, in seguito di infiammazione o di vi-zioso rimarginamento di piaghe. Perö e all'occlusione con-genita sola, ehe si deve dare il nome di imperforazione od atresia; quella ehe e accidentale invece puo chiaraarsi obl;-terazione.
Tekapia. II precetto fondaraentale e di distruggere le riu-nioni morbose e di impedirne la riproduzione.
a)nbsp; Nell'alresia e slenosi (Vedi Stenosi) della vagina e della vulva, ehe possono essere congenite ed acquisite, complete ed incomplete, e costituire un vero ostacolo all'introduzione del pene e quindi esser causa di sterilita per impossibilitato accoppiamento, ed al parto, bisogna dilatare il canale vaginale quando l'atresia e incompleta o vi esiste solo stenosi, e distruggere le aderenze per mezzo dell'operazione; cosi si puö praticare a tale scopo delle piccole incisioni superficiali o profonde, a seconda dei casi, sulle pareli .laterali della vagina ed alia vulva ecc, quando tali lesioni sono di ostacolo al parto; e tentare di dilatare il canale vaginale ristretto , nei casi di impedito accoppiamento, con dei gomitoli di corde di budella secche ehe a poco a poco aumenlano nel loro dia-raetro ed in seguito con dei cilindri di spugna ben sprerauta ehe inzuppandosi- dilatano. Ma se vi sono aderenze estese si ricorra alle incisioni, metlendo quindi in vagina, dopo di aver arrestata Temorragia con iniezioni fredde, un grosso stuello di stoppa unto di cerato per impedire nuove aderenze. (Hert-wig. Lanzillotli).
b)nbsp; I/atresia e la slenosi del collo dell'ulero, se esi-stono prima deiraccoppiamento, impediscono il concepimeiito, e se si formano durante la gravidanza, difficoltano od osta-colano addirittura il parto. In quest'ultirno caso per agevo-lare e rendere possibile il parto, bisogna ricorrere alia dila-tazione meccanica o cruenta secondo il grado della lesione.
La dilalazione meccanica si pralica introducendo il braccio nella vagina, e quindi prima I'indice neH'orifizio chiuso del-I'utero dilatandoio, e poi due, Ire, quattro dita ed infine tulte
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conformale a guisa di cono, e nel caso facendo passare anche tullo ii pugno, oppure adoperando un piccolo cilindro di legno. Ma se I'aderenza del collo uterino e fibrosa o carlilaginea, bisogna fare due (entrambi lalerali, o Tuna superiore e I'altra inferiore) o quatlro incisioni con un lungo bistori bottonato o nascosto. Se si ha dopo eraorragia ostinata, si ricorrera a! tamponaggio fatlo con gomitoli di stoppa o pezzi di spugna inzuppali in fredde soluzioni astringenli.
Se I'obliterazione deH'orifizio uterino e causa della sterilita, bisogna pure ricorrere alia sua dilatazione con mezzi diversi, a seconda della causa ('seraplice contrazione spasrnodica, atresia, ecc).
c)nbsp; Atresia deWano. Quest'alresia , ehe e piü frequente negli agnelli, maiali e vitelli ehe negii altri animali (puledri e cani), si presenla sotto tre forme. Neila prima vi e imper-forazione della peile a livello dell'ano, nella seconda vi e ehiusura della semplice apertura anale merce una membrana, e nella terza vi e assenza piü o meno completa del retto , ehe termina in cul di sacco in un punto piü o men distante da quello in cui dovrebbe norraalmente sboccare.
Nel primo state basta infiggere un trequarti nella direzione del retto, e quindi eslendere la ferita, reciderne i lerabi e porvi uno zaffo di stoppa unto di olio o dilaquo;grasso, die sara continuaraente rinnovato sino a completa cicatrizzazione. Nel secondo caso si devo; medesimamente operare col trequarti ed ottenere in seguito con sbrigliamenti ed adattati stuelli Topportuna dilatazione. Infine nel terzo caso si deve pure attraversare con un bistori retto od un trequarti la massa di tessuto connettivo ed il cul di sacco del retto, dilatare I'aper-tura fatta e manteneria dilatata con convenienti stuelli di stoppa spalmati di pomata di cerussa.
d)nbsp; Atresia del prepuzio. Bisogna fare nel sito dell'aper-tura chiusa un taglio a croce, e manteneria dilatata nel modo di gia indicate.
e)nbsp; Atresia deWuretra. Si pratica il taglio come neil'atresia del prepuzio, ma se vi sono delle aderenze o dei restringi-
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71 menti e ancor opportuna ia dilatazione meccanica con sonde o specilli.
f)nbsp; Atresia della bocca e delle narici. La cura consiste nel taglio delle aderenze o della membrana ehe e causa dell'ira-perforazione, come gia venne indicato per altre atresie.
g)nbsp; Atresia delle palpebre. Chiamasi anchiloblefaro I'ade-renza dei margin! liberi delle palpebre, il quäle puö essere completo od incompleto, congenito od accidentale; mentre dicesi sirablefaro quando vi e pure aderenza fra la faccia in-terna delle palpebre ed 11 globo oculare.
Terapia. Neil'anchiloblefaro incompleto, liraitato verso I'an-golo esterno od interno dell'occhio, si introduce dal punto in cui le palpebre sono separate, la punta di un bistori bot-tonato e retto, e si distrugge, incidendo diill'interno all'estemo, I'aderenza dei raargini. Le aderenze isolate nel mezzo delle palpebre si guariscono facilmente colla legatura od escisione. Se Tanchiloblefaro e totale si sollevano le palpebre dal bulbo in modo da formare una piega trasversale, si pratica nel mezzo di essa fra i margini aderenti una piccola apertura , e quindi si fa completa o colle forbici o con un bistori bot-tonato.
Piü difficile e la cura del sirablefaro, e specialmente del posteriore. In ogni case perö mantenendo sollevati i raargini delle palpebre (gia divise come nel caso di semplice anchiloblefaro), si devono distruggere le aderenze deHa congiun-tiva col globo oculare mediante una sonda, o quando questa non e sufficiente, con un bistori molto convesso in punta.
Si impediranno di poi tanto neiranchiloblefaro ehe nel sirablefaro le novelle aderenze eoH'intromissione di filacciche intrise neH'olio, o con colliri mucilaginosi, e muovendo spesso le palpebre sul globo oculare.
Ä) Atresia della pupilla. Vi puö esistere una vera aderenza dei margini pupillari, oppure I'atresia della pupilla e costi-tuita dalla persistenza della cosi delta membrana pupillare, (nei cani e nei galti sta uormalmente fin 8-14 giorni dopo il parto).
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Terapia. Prima di fare l'operazione, ehe consiste nel pra-licare una piccola incisione sul margine superiore della cornea e nell'incidere quindi con un ago a cateralla la membrana pupillare o nel fare una vera pupiila arliliciale nel caso di vera aderenza dei margini della pupiila, si puö lenlare la di-iatazione della pupiila, specialmenle allorche I'atresia non 6 completa, coi coilirii di atropina (1) Dopo I'operazione con-vengono i bagni freddi ed astringenli.
/) Alresia del condotto uditivo eslerno. Quando I'occlusione e determinata da una meinbrana ehe trovasi superfieialmente o profondamente nel eondutto uditivo, basla il semplice taglio in croce e I'esportazione di un lembo; ma se vi esiste anche un vero restringimento piu o meno esteso del medesimo con-dulto, bisogna pur ricorrere alia dilatazione meccauica graduale.
Conviene la stessa cura quando si tralta di oblilerazione, come succede sovenle nei cani, cui furono recise le orecchie troppo in vicinanza dei capo o ehe loro furono strappate.
m) Ostruzione dei cundotti galatlofori. (Vedi Capezzolo malatlie del).
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(I) P. Solf. nrutroalrop. ernt. 3-8 Acqun distillaU grm, 10
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S. Per ripetute instillazioni. (L. Brusaseo).
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Afrofis (da a privativa e trofi-nulrizione) tuoI dire nu-trizione diminuita; e siccome si puö diminuire il volume o ii nuinero degli elementi analomici, si distingue l'atrüfia dal-I'aplasia. Si scema il volume dalle cellule o degli equivalenti cellulari, perche le rnolecole onde risultano, per afilevolito scambio nutrilivo, non vengono tutte reinlegrate, ed abläamo per siflallo modo la vera atrofia, chiamata altiimenti ma-rasmo, ipotro'ia; quando poi non si tralta di affievolita nu-trizione raolecolare, ma di scernata proliferazioiie cellulare, allora dissolvcndosi i vecchi elementi senza essere sostituiti dai giovani, il fessuto deve a mano a mano scomparire, co-stituendosi cosi 1'aplasia od aplastia. Enunciate questo concetto generale, ricordiamo ehe a signifieare la sede o la ca-gione deH'alrofia si adoperano diverse denominazioni. La cachessia, ad esempio, riguarda il sangue viziato ed insuffi-
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73 ciente, vuoi per difetto di mezzi aiitnentari, vuoi per isce-mata altivila degli organi sanguificatori; la emaciazione o macie significa la denutrizione dell'adipe. Tabe o tabescenza imiica la denutrizione del tessuto muscolare per difetto di innervazione trolica; consunzione significa lö atrofie pro-dotte da febbri con flussi catarrali semplici 0 purulenti; ed eticia, etisia e tisi esprimono atrofie prodotte da neoplasm! (De Martini).
Terapia. E riposta nei mezzi ricoslituenti general! ed in quelli ehe eccitano I'organica attivitii in generale; cioe al-I'atrofia in generale si oppongono i bngni freddi, e, se e possibile, quelli di mare, - lauta alimentazione, buon' aria, moderato esercizio muscolare; e si danno internamente gli eucrasici, il ferro, I'olio di fegalo di merluzzo ecc, non ehe gli stessi preparati di iodo neH'intendiraento di accrescere I'azione molecolare. Si deve in ogni case favorire il pro-cesso assimilative e riduttivo.
Tra Is atrofie degli organi abbiamo quella del fegato (V. Fegato, malatlie del), dei nervi e dei muscoli.
a)nbsp; Atrofia de' muscoli. Tanto le fibre-cellule lisce (muscoli della vita organica), quanto le striate (muscoli della vita di relazione) possono soffrire un'alterazione nulritiva per cui spariscono 0 si atrofizzano; cosi nelle malaltie lunghe e depauperanti, i muscoli striati trovansi impiccioliti, nelle ma-lattie febbrili in generale ie fibre muscolari slriate soffrono degenerazione grassa od anche coraminosa ecc; si sviluppa pure atrofia in seguito ad affaticaraenti eccessivi, al riposo troppo prolungato dei medesimi e per lesioni nervöse.
Terapia. Devesi anzitulto soddisfare all'indicazione causale, e poscia ricorrere nell'atrofia limitata a qualche muscolo alia faradizzazione metodica ripetuta, all'uso inlerno dei tonici, dell'arsenico ecc; si hanno piuttosto buoni risultati nell'a-IroQa muscolare idiopalica, ehe non nella sintomatica di lesioni de' centrt nervosi (Vedi Paralisi).
b)nbsp; Atrofia iBequot; nervi. Ha luogo per traumi (es.: nei nervi sezionali, allorquando non ne avviene una riproduzione ai pnnli recisi), per compressione, oppure per inerzia.
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Terapia. Se il nervo e gia atrofizzato, ben poco si puo avere del trattamenlo; laonde in ogni caso si dovrä soddi-sfare aH'iudicazione causale prima ehe si sia prodotta.
Balanite. In zooiatria significa rinflammazione della parte libera del pene (del ghiande); quella del prepuzio si chiama postite; e dieesi balano-postite quando sono infiammati ghiande e prepuzio contemporaneamente. Se il prepuzio non puö sco-prire il ghiande, si ha la fimosi, mentre si dice parafiraosi quando il prepuzio non puö ricoprire il ghiande, ma lo stringe alia base come se volesse strozzarlo.
fi piü frequente nei cani, ehe non negli altri animali.
Terapia. Rimesse le cause, si ricorra alle bagnature fredde frequenlemenle ripetute; se perö il dolore e molto intense, sono piü convenienli i cataplasmi, le lozioni e le iniezioni ammollienti e calmanii; nei casi gravi conviene la belladonna. Gli ammalali dovranno tenersi isolati, in assoluto riposo e ad un regime temperante.
Piü tardi sono indicati gli astringenti leggieri, le iniezioni di soluzione di nitrate d'argento cristallizzato (1), di acetato di piombo (2), di clorato di potassa, coi solfiti di soda o di magnesia; come risolutivo e conveniente la tintura di iodo pura o diluita. Le ulceri si cauterizzino col nitrato d'argento.
Quando minacciano di presentarsi i sintomi della gangrena, convengono le lozioni ed iniezioni aromatiche, clorurate ecc. In alcuni casi, e specialmente nei cani, e indispensabile I'amputazione del pene per impedire i progressi della gangrena.
In caso di eccessivo ristringimento dell'orifizio esterno del prepuzio in modo ehe non possa piü essere ricondotto po-steriormenle alia corona del ghiande non solo (Fimosi), ma impedisca ancora I'emissione dell'orina, ed allorquando vi esiste parafimosi, cioe strangolamento del ghiande prodotto dall'apertura troppo stretta del prepuzio porlato dietro della sua base, per cui non puö piü ricoprirlo, si deve immediatamente spaccare il prepuzio stesso abbastanza largamente, e medicare secondo lo stato in cui si Irovano le parti ammalale.
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lano-postite del eanc a corso lento.
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(1) P. Nilr. arj;. crist. cent
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0-50 100
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(L. Brusaseo).
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Acqua distill, grm Seiosli-S. Pop bogni solto il prepazio;
e 3-4 iniczioni al giorno nella ba-
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(2) P. Acetato piombo grm. 3-4 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 100
S. Per iniezioni e lozioni.
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(L. Brusaseo).
Blennorragia irenerca. nel cane e nella cagna. Con-siste, secondo ne scrive Hering, nella flogosi della mucosa dell'uretra nei maschi e della vagina nelle femmine, ed e caratlerizzata da uno scolo uretrale o vaginale muco-puru-lento, da principio senza odore e poscia fetido.
L'emissione deU'urina e spesso difficile e dolorosa. La pro-pagazione della malattia si compie coll'accoppiamento.
Terapia. Nel periodo acute: bagni tiepidi locali, iniezioni e clisteri emollienti; sospensorio nei cani, se accompagnata da balano-poslite ed orchite; se da intense dolore, giovano le iniezioni calmanti (1); aU'interno bevande temperanti in principio. In alcuni casi assai gravi e necessario ricorrere a derivativi sul canale intestinale.
Passato il periodo di acuzie: iniezioni astringent! con sol-fato di zinco, di rame, d'allume (2), di acetato di piombo, di tannino (3 -i) ecc., quindi con nitrato d'argento (5); ed amministrazione del balsarao di copaive, dall'uso del quale noi abbiamo ottenuti ottirai risullati (6) in tutti gli animali.
Provvedimenti di polizia sanitaria. Privare degli amorosi con-
giungimenti quegli animali ehe sono attaccati dal malore, es-
sendosi riconosciuto, ehe desso non e trasmissibile dall'uno
all'altro individuo per altra via, fuori quella della copula
(Vallada).
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(1)nbsp; P. Oppionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; dgrm. (gt;
Comma arabica grm. 13
Fa dis. in ncqua com. raquo; 40
S. Per iniezioni uret. e vaginali.
oppurc: P. Laudano rousseau grm. 3
Deeoz. lino alia eol. • 500 M.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusaseo).
(2)nbsp; P. Allumenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 10
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 1000
Si puö aumentarc I'alluoie fino
a grm. 50 secondo I'effetto oltenuto
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e la piii o meno grave irritaiione delle laquo;uperficie mnlate.
(L, Brusaseo}. (5) P. Tannino puro grin. 5 Vino rosso generoso rgt; {SO Sc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusaseo).
(4) P. Acetato di pinmbo grm. •! Acqua distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;n 130
F. Hisciogliere.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L, B.).,
(a) P. Nitrato d'argenlo grm. 3-3 Acqua distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 500
S . s. a. (L. Brusaseo).
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(6) P. Balsamodicopaivo grm. 10 riria nna qb. per formare pillole 25. Si scaldi c si aggiunga:nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Ua amministrarsene 3-3 pil-
Magncsia usta e Polv. di liqui- lolc al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
Blenorrea. Vocabolo ehe viene adoperato per indicare la blennorragia cronica. Per la terapia quindi vedi sopra; non si dimentichi in ogni caso di tenere gli ammalati ad un regime roborante, e se lo scolo e fetido, di ricorrere ad inie-zioni detersive (1), clorurate (2), ehe sono assai giovevoli.
(1) P. Micle rosatonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S1'quot;)- 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. 5-4 iniezioni per giorno.
Aloenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; dgrm. 5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Sale ammnniaco raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2 (2) P. Cloruro di calec grm. 20
liifuso fiorc sambuco co-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; LauJano Sydcnham raquo; 2
lalui'a.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gi'quot;gt;- 130nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Aequanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 200
F. s. a.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Bolsedine. Da tempo antico venne ed e ognora dai zooiatri data la qualiücazione di bolso a quel solipede, ehe presenta un'alttirazione speciale rial ritmo dei movimenti re-spiratorii, una difficoltä di respirazione afebbrile, d'ordinario ineurabile, ehe si traduce in generale per un' interruzione piü o meno sensibile specialmente deU'espirazione, la quale si fa in due tempi, tra eui havvi un tempo di arreslo o so-prassalto particolare.
Tutti gli scritlori ehe si sono occupati della bolsaggine ne hanno naturalmente eercati i momenti patogenetiei; ma per la variabililä dalle lesion! anatomiehe rinvenute alia necro-scopia di animali morti bolsi od uccisi perehe tali a scopo pperimentale, e per non aver trovato altre volte lesioni stru-rnentali sufficient! pal suo concepimento patogenico, troviamo manifestate al riguardo la piü opposle senlenze.
Diffatti si aliegano come eondizione eziologica, le piii sva-riate lasioni degli organ! dell'apparato respiratorio a circo-latorio, non ehe, sabbena piü di rado, dell'apparato digestive; in altri casi si colloca la bolsaggine tra le nevrosi.
Terapia. Per quanto si riferisce al trattamanlo curativo, si intende facilmanta, ehe non puö essere unico, ma die variar deva coi variare dei process! morbosi, dei quali lo stato mor-boso bolsadine si crede essere conseguenza, non essendo pos-sibile far riacquislara al polmone o quasi la perduta elasti-
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cilä senza guarire, modificare o palliare almeno la lesione bronchiale o bronchio-polmonare stessa, es. enfisema, ed alle fibre muscolari dei bronchi la contratlilitä primitiva o quasi, se non curando a ehe i r.ervi pneumogastrici, sotlo la dipen-denza dei quali appunto si trova, riacquislino o pressoche, la loro integra potenza influitiva.
Da ciö si comprende facilmente, come molti farmaci ab-biano potulo venir vantati siecome speeifici conlro la bolse-dine, mentre in reallä nessuno non fu e non poträ mai es-sere confermato come tale nei varii casi.
L'acido arsenioso fu specialmente trovato giovevole contro questa dispnea cronica ed afebbrile, e lo e realraente, come lo sono altri medicamenti eccitanli, iperstenizzanti e tonici, allorquando specialmente la bolsedine non dipende da lesioni organiche ineurabili di visceri, cui il pneumogastrico si di-rama, ma bensl da solo difetto di innervazione o da ipostenia polmonare (bolsedine essenziale, non vincolata cioe ad ap-prezzabile materiale condizione patologica).
Questo farmaco ö meglio amministrarlo, perche piü tolle-rato, a storaaco pieno ehe a stomaco digiuno. Si da alia dose di centigrra. 80-100 in pillole, oppure sopra una fetta di pane, o colla crusca inumidila; tale dose perö si aumenta sempre grado a grado fino ad arrivare a grm. 2-3. Se ne deve continuare l'uso per 4-5 giorni, e poscia sospenderlo per 2-3 di.
II Franchi associa l'arsenico aU'estratto di stramonio; ed il Feuzling col carbonato di potassa (1). Noi adoperiamo vo-lentieri l'oppio associate airemelico (2) per ammansare tale fenomeno morboso, allorquando e la manifestazione di enfisema polmonare o di semplice cronica bronchite o bronco-pneumonite ece.
E sempre neeessario dare agli animali bolsi un aliraento di facile digestione, e di buona qualitä.
Negli alti gradi di bolsedine, per poter servirci per qual-che tempo dell'animale per certi servigi, conviene praticare
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la Iracheotornia, se la causa risiede nelle parti anterior! degli organi respiratorii.
(!) P. Arson.bianco polv. grm 0,0nbsp; nbsp; (2) P. Oppio grm. 8-12
Carbon, polassa polv. • raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Emelico raquo; U-6
Kadicc di cnula raquo; 29nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Polv. cd cslrallodi genziana
raquo; dl alloa polv, raquo; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;qb. per farnc due boli.
Mielc cd acqua qb. per farenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Uno al inallino cd uno alia
un bolo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;sera per piii giorni di scguito.
Somministrale sei di tali dosi.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco). S. Da darsi piima due boli al giorno, in seguilo k-'j. (Feuzlingi.
Bronchi (malattie dei). Nel discorrere delle malattie bronchiaii, diremo successivamente della bronchile calarrale acuta dei grandi e medii bronchi, della bronchite capillare, della bronchite cruposa o crvpale, della bronchite cronica dei grandi e medii bronchi, della bronchieltasia, della hroncorrea asßssiante, della bronchite vet-minosa ed infine della bron-corragia.
a) Bronchite catarrale acuta dei grandi e medii bronchi. Si osserva piu frequentemente nel ca-vallo, nei bovini e nei cani ehe non negli altri animali; con-segue ordinariamenle a cause reumatizzanti, quantunque I'in-spirazione di gaz irritanti, d'aria troppo calda o pregna di polvere, la penetrazione nei bronchi di sostanze solide o liquide e via via, la possino determinare. Si presenta solto forma sporadica e di rado sotto forma enzootica od epizootica, e specialmente nella primavera, nell'autunno e nell'inverno sotto 1'influenza di vicissitudini atmosferiche. Pero questo catarro bronchiale non e raai morbo altaccaticcio, a meno ehe si presenti come una determinazione locale di morbo costituzionale contagioso. Inoltre non devesi confondere, come da molti si fa, un semplice catarro bronchiale colla vera influenza, malattia infettiva e dotata di contagiosa proprie.la.
Infine la bronchite acuta puö ancora essere secondaria, cioe avvenire per diffusione di una laringile ecc.
Terapia. Nella forma leggiera non e richiesla alcuna me-dicazione particolare; ma basta ricoverare gli ammalati in locali puliti e piuttosto caldi, fornirli di abbondante strarae, tenerli appunto continuamente in una temperalura dolce e
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riparati dalle correnli dei venti, e se persiste I'appetito, ali-mentarli con cibi di facile digeslione (avena cotta, beveroni tiepidi con farina di segala ed all' uopo edulcorati col miele ecc.) ed abbeverarli con bevande a temperatura mo-derata e leggermente nilrate, - altivare le funzioni della cute con boon governo della mano, con frizioni secche od anco awalorale con alcool canfurato ed essenza di terebentina se-guite da coperture di lana, ed amministrare dei sali medi, per ottenerne pronta guarigione. Ma se la bronchite pero e piü intensa, il Iraltamento deve essere piii attivo, procurando in ogni caso di soddisfare all'indicazione causale quando questa e ben nota. La cura diaforetica giova nel principio di tutli i catarri aculi, ed a fortiori quando dipendono da raf-freddaraento; epperö coperture riscaldanli, bevande tiepide aromatiche e diaforeticbe (infuso di camorailla, di fieri di sambuco (1), di tiglio, ripetute dosi di acetato di ammoniaca, fumigazioni generali ammollienti, clisteri tiepidi leggermente eccitanti ecc), cercando nello stesso tempo colle frizioni cu-tanee generali eccitanti ed anco con rivulsivi cutanei (frizioni senapizzate al petto, alle membra ecc), di stornare I'iperemia dalla mucosa bronchiale per la vecchia massima cubi stimulus, ibi aßuxusTi; si avverta ehe sono pur sempre inutili i setoni alia parte anteriore del petto per vincere la bronchite acuta. Nei piccoli animali giova moltissimo la pol-vere del Dower ehe ha azione calmante e diaforetica nello stesso tempo (farmaco composto di ipecacuana, d'oppio, sol-fato di potassa e zucchero, e ehe si puö dare alia dose di 5-10-20 e piü centigr. al giorno nei cani). Giovano i narco-tici, perche diminaiscono l'eccitabilitä della mucosa, per cui si arnmansa la tosse, ehe e sempre dannosa pei malali; allo stesso scopo sono pure utili le inalazioni emollienti rese cal-manti colle teste di papavero o colle foglie di belladonna.
In questo primo stadio del catarro, in cui vi esiste tume-fazioni della mucosa con poco secrete, ä pur conveniente far uso del tartaro emetico, del bicarbonato di soda o di altri alcalini.
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Ma giunta la fase di ipersecrezione, allorche i rantoli a grand! e medie bolle indicano la presenza del secreto nei canali aerei. giovano gli espetloranti, specialmente quando le forze per I'espeltorazione sono deboli; mentre sono inutili quest! farmaci, quando vi coesiste slringimento dei bronchi e poco secrelo.
A tale scopo, cioe per favorire I'espettorazione del secreto bronchiale prescrivansi I'anice, 11 finocchio, il fellandrio, il kermes minerale (2) il solfo doralo d'antimonio, e specialmente Tipecaquana nei piccoli animali, perche agendo sul vago piü facilmente gli ammaiali si sbarazzano delle mucositä bronchiali (3). 11 Saint-Cyr adopera negli stessi animali la seguente formola (4) ; il Benion impiega nei maiali con successo queslo elettuario di kermes minerale e tereben-tina (5), perö se si preferisce dare il medicamenlo cogli ali-menti si deve sopprimere la terebenlina; il Percheron con-siglia di dare ai pappagalli affetli da bronchite acuta del-I'acqua liepida edulcorata col miele unendovi alcune goccie di elexir bechico (si rende manifesta quest' affezlone con frequent! sternut! e scosse della testa); ed il dottor Handel prescrive il decotto di fichi in bevanda, e leggier! purganti ogni due o tre giorni con sugo di pastinache. Ancbe in questo periodo se la tosse e molto ostinata sono di grande importanza i narcotic! e specialmente l'oppio ed i suoi pre-parati, il giusquiamo e la belladonna.
Passato il periodo dell'acuzie, si devono soslituire le be-vande eccitanti alle ammollienti e dare agli ammalati pre-parali di ammoniaca specialmente quando il secreto e molto tenace, ed anlimoniali, i quail ullimi, da quanto ci risulta, hanno piutlosto un'azione anticatarrale ehe antiflogislica.
Negli individui deboli e quando lo stadio blennorragico si prolunga, e imperiosaraente indlcata la medlcazione tonica, e ricostituente, china, genziana ecc, e I'uso dl aliment! scelli.
(1) P. Fiorisamb.o liglio grm. 50nbsp; nbsp; qualtro volte coirintcrvallo di 4-6
F. inf.; alia colat. • 1000nbsp; nbsp; ore nei piccoli animali ; come su-
Agg. acct.amm. liq. raquo; 15nbsp; nbsp; dorifcro. (L. Brusasco.). S. Da amministrarsi ticpido in
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(2) P. Kermes minerale centig. 30 ('4) P. Kermps min. ccntigrm. 20
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Laudano liq.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;goccie 15
Gommanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm, 50
Melassa q.b. per fare 10 pil-
lole da somministrarsi nel corso
della giornata una ogni ora.
(Saint-Cyr).
(5) P. Chermcsnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 8
Tcrcbentinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; (,
Bacche ginepro polv. • 8
Mielc q.b. per fame 4 holi da
darsene uno ogni 2 ore.
(Benion).
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Calomel, a vapore raquo; 20 Zuccaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 12
Mesci fa 10 cartoline. S. Una ogni 4-5 ore al cane, come espettorante.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.}.
(5) P. Radice ipecncuana grm. 1-2 F. inf. reiiduo col. #9632; 200 Agg. ctcrc solforico raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
S. Un cucchiaio ogui ora per fa-rorire rcspeltorazione in caso di bronchitc con abbondante ipersecre-zions nei cani. (L. Brusasco).
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6) Bronchite capillare. E rinfiaramazione catar-rale acula dei broncolini capillari. Si osserva specialraente nei cani ed in modo particolare, come risuita dai lavori di Saint-Cjr, in quelli di piccola taglia , King Charl ecc., ed in tutti gli animali di preferenza nella giovane etä. Si deve tener conto essere in quesla forma di bronchite, ehe per rimpermeabiiilä delle ullime diramazioni bronchiali, essendo egualmente impedita 1' uscita e 1' entrata deli' aria , il gaz prealabilmente contenuto negli alveoli afferent! ai canali im-permeabili, vi soggiorna senza cangiamento di quantila , e le vescicole sono distese al massimo grado della dilatazione inspiratoria, cio ehe non devesi confondere coU'enfisema, poiche tolto I'oslacolo gli alveoli riprendono di nuovo la ca-pacitä alternativamente variabile ehe produce il ritmo della respirazione, cioe vi esiste semplicemente ectasia; mentre in altri punti il polraone si trova privo d'aria, perche sotto I'in-fluenza di forti espirazioni 0 di scosse di tosse, i! gaz contenuto negli alveoli esce a poco a poco e non potendone en-trare viene un momento in cui le vescicole sono vuote e le loro pareti si toccano, il ehe si chiama atelettasia acquisita 0 collapso polmonare.
Terapia. 11 trattamento deve essere piu energico e pronto ehe non nella bronchite semplice, avulo riguardo alia gravilä ed all'lmminenza del pericolo. Checche se ne dica in contrario da non pochi scrittori, le emissioni sanguigne sono, come nella bronchite semplice, controindicate nella capillare, perche sappiamo ehe il pericolo di intossicazione da acido
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;n
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carbonico anziehe scemare, cresce pel salasso; laonde soste-nere il malato e il falto capitale, non essendo ehe la meree di grandi sforzi ehe esso riesce ad introdurre nei polmoni la quantila d'aria necessaria per un'ematosi compalibile colla vita; agire diversamenle e compromettere Tunica äneora di salvezza ehe sussisle. Si devono pure proscrivere le cosi delta fumigazioni (inalazioni), perehe acereseono sicuramenle il perieolo dell'asfissia.
Si amministri invece nei piceoli ammalati, carnivori ed omnivori, remetico ripetutamente ed a piceole dosi, e si ri-corra all'applicazione di vescicanli volanti sulla regione tra-cheliana, sul eostato, od aU'appHcazione di larghi eataplasmi ammollienti tiepidi, ehe si devono rinnovare ogni mezz'ora, su quest'ultima regione.
Da alcuni furono trovati ellicaci le bagnature fredile sul capo e le iniezioni di aequa fredda nella bocca e nelle na-rici; sono pure creduti giovevoli in principio i eataplasmi freddi al petto. E specialmente quando le forze sono depresse, e negli animali giovani, ehe si devono dare ad intervalli to-nici, ehinina, estratto di china ece., e pozioni cordiali avva-lorate eon alcuni grammi d'aleool. Nei grandi animali I'eme-tico deve essere dato a dosi piii elevate. Giovano i derivativ! sul canale intestinale, le frizioni senapizzate, eccitanti ed anche irritanti (1).
La convalescenza deve essere oggetto di una attiva sorve-
glianza, e soprattutto allorche la bronchite si e complicata
con pneuiiionite-catarrale; se ne deve contiauare la eura fine
a risoluzione completa.
(t) P. Olio etereo scnapa grm. 2nbsp; nbsp; riore del pcllo, ed all'uopo si ripn-
Sp. di vino rellif. raquo; 50nbsp; nbsp; teranno dopo im quarto d'ora fir.-
M. in vnso ben ehiuso , se nonbsp; nbsp; ehe si abbia oltcnuto il desideralo
adoperano due cuccbiai da tavolanbsp; nbsp; cffelto. (Hartwig), per far frizioni sulla parte inte-
c) Bronchite crnpale. Discorrendo della laringite croposa, abbianoo indicato ehe non raramente tale inflam-mazione si estende dalla regione laringea alia traeheale e bronchiale, raa perö e noto ehe una bronchite cruposa ehe
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83 assale come malattia prirraria i bronchi di primo, secondo e terz'ordine, si ha non raramente nei nostri animali dc-mestici, e specialmenle nei bovini giovani ed adulti, indipen-dentemenle da ogni lesione membranosa della faringe e della laringe, cioe come affezlone idiopatica, senza ehe noi ne co-nosciamo finora i veri motoenti eziologici. Tale bronchite e caratterizzata anatomicamente da un essudato ehe si raccoglie sulla superßcie libera della mucosa, ove si coagula sotto forma di membrane di color bianco-giallastro piü o meno spesse o sotto forma di isole qua e lä sparse sulla mucosa; alcune volte se ne deposila di un tale essudato anche nella spessezza del parenchima, come succede pur nella laringite crupale, e ne avviene allora la trasformazione necrotica del tessuto; cio si nota parlicolarmente nei croup ehe ripete la sua origine da una causa infeltiva.
Terapia. 11 croup bronchiale primilivo, non e grave affe-zione quando non e molto esteso ed e limitato ai grandi bronchi.
Non conoscendosi le vere cause di questa malattia, la terapia profilattica si riassurae nei raccomandare di tenere gli animali in buone condizioni igienico-dieteliche. Contro 11 morbo sono consigliati i salassi, i forti derivativi eslerni, il tartaro stibiato, il kermes minerals ad alta dose ed il calo-melano; perö non bisogna abusare delle emissioni sanguigne e solo ad esse ricorrere quando si presentano complicazioni di iperemie ad organi importanti e negli ammalali robusti; ma attenersi piuttoslo ad inalazioni ammollienti per facilitare il distacco delle pseudomembrane, e ricorrere quindi agli espettoranti per determinarne la loro eliminazione (V. Bronchite acuta e Laringite).
rf) Bronchite cronica dei grandi e medii bronchi. Puö conseguire all'acuta non convenientemente curata o trascurata , e specialmenle ai catarri acuti spesso recidivanti, oppure sorgere primitivamente come tale e spe-' cialmente negli animali avanzati in eta , deboli, linfatici, e sottomessi a cause persistent!, ma poco intense di irrilazione
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dei bronchi; si nota ancora come affezione concomitante di altri disordini morbosi degli organi respiratori o di affezioni cardiache. Tenendo conto delia quantitä e qualilä dell'espet-lorato, della gravezza, deile conseguenze, e dei fatli generaii, noi crediamo poter riunire in due sole forme i varii quadri della bronchite cronica , cioe catarro (bronchite) secco, e catarro umido, broncoblennorrea o broncorrea.
Nella bronchite secca il secrete 6 pochissimo, ma molto tenace; la lesione dominante e una tumefazione del tessuto, ehe da luogo ad ostruzione dei canali aerei; all'opposto nella broncorrea il fatto piü importante e la quantitä dello espet-lorato muco-purulento, ora in masse copiose, come nuoianti nello siero, ora come liquido filante incoloro, somigliante al bianco d'uovo e spumanle alia superficie.
Terapia. Egli e specialmente nei catarri cronici ehe si deve tener conto dell'indicazione causale. Gosi nei catarri di-pendenti da malatlie cardio-aorliche, la digitale, i diurelici, eel i drastici sono i migliori mezzi d'azione, cioe aliorche di-pende il catarro da stenosi dell'orificio venoso sinistro, per cui rigurgita il sangue nelle vene pojmonari, gioverä moltissimo la digitale, la quäle e di una efücacia meno sicura se il catarro consegue ad insufficienza della valvola mitrale; si deve dare all'incontro la preferenza ai purganti drastici, all'am-moniaca, ed ai diurelici, quando la flussione collaterale nelle arterie bronchiali precede da compressione dell'aorta addo-minale prodotta da feci o gas accumulatisi negli intestini o ca raccolta idropica. Infine anche nei catarri d'origine costituzio-nale, e I'indicazione causale, ehe e base della rnedicazione.
Nei catarro cronico primilivo, al suo esordire, le indica-zioni principali non differiscono da quelle indicate a propo-sito dell'aculo ; ma aliorche il morbo e piü avanzato, primitive o consecutive all'acuto, la terapia deve variare a seconda ehe trattasi di catarro secco oppure umido.
Gome abbiamo indicato nei nostro rendiconlo clinico (*),
(*) Brusasco. Rendiconlo della sezionc clinica medica, tec. Torino, 1872.
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85 si deve dare la preferenza ai narcotici nei casi in cui esisSe da lungo tempo un'eccessiva irritabilita della bronchiale mu-cosa, per cui gli ammalati sono tormentali da molestissiraa tosse esacerbantesi specialmente, allorche si fanno uscire dalla scuderia, mentre si nota scarso, ma tenace secreto, non tra-lasciando nello stesso tempo 1' uso degli irritanti cutanei e cercando di determinare con coperture e convcnienti bevande tiepide copiosa favorevole diaforesi. Importanti per conse-guenza sono le inalazioni di vapore acquoso, e I'amministra-zione dei preparali di ammoniaca per rendere espettorabile il po' di secrelo vischioso, - le inalazioni di oppio e canfora, i boli di emetico unite all'estratto d'oppio e d'aconito. Ma allorche nel corso del calarro, come non raramente abbiamo osservato specialmente nei cani, si producono degli accessi di dispnea, i quali dipendono da spasmo dei muscoli bron-chici, si deve insistere sulle indicate inalazioni narc^tiche, di datura, ecc., e sull' amministrazione della belladonna, dell'oppio (1), mezzi ehe servono punto a moderare la ten-sione dei muscoli bronchiali. La stessa cura giova nei riacu-tizzamenti, ehe inducono tosse stizzosa e grave dispnea.
Nella bronchite umida, in cui predomina uno state contrario, nelia quale cioe le pareti bronchiali sono rilassate, havvi abbondante secrezione, vera broncoblennorrea resa manifesta da rantoli a grandi e medie bolle, si deve procurare di far espellere tale secreto, ehe si accumula ne'bronchi e di dimi-nuirne la sua produzione. Si soddisfa alia prima indicazione, ricorrendo al carbonate di ammoniaca , alia canfora, al ben-zoe ed a tutti i becchici stimolanti, alle specie pettorali ecc; e se la ritenzione delle materie e dovuta ad inerzia dei muscoli bronchici, rende utili servigi raraministrazione' di pic-cole dosi di noce vomica o di stricnina, e nei piccoli animali specialmente I'uso dei voraitivi, ipecacuana e tartaro emetico (2). Negli intervalli si facciano inalazioni (*) con piante
(*) Diccsi inalazionc, 1'applicazione di un medicamento aeriforme (gas, vapore , od cmanazione di soslatue volatilissimc) o di una nrbbia (li-quido polvcrizzato) ali'apparcccliio respiratorio per mezzo della inspi-
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aroraatiche, liglio, salvia, ecc, oppure con bacche di ginepro,
con catrame, con essenza di terebentina.
Per moderare poi l'eccessiva secrezione della mucosa bronchiale Irovammo vantaggioso I'uso degli astringenti e spe-cialmente dell'acido gallico e dell'acelato di piombo dati epicralicamenle, non ehe I'uso dei balsamici, olio di terebentina (internamente e sotto forma di inalazioni) (3) i semi di feliandrio; sono utilissimi i boii fatti con fellandrio, op-pio e terebentina.
L'uso deU'emetico a dose sempre crescente ed associan-dolo, allorche deve esser dato ad alta dose eper molti giorni alia polvere ed estratto di radice di genziana se si ammini-stra in bolo, od al decotto della stessa radice se sotto forma liquida, ci ha pure dati buoni risultati in catarri bronchiali cronici, specialmente in ammalati solipedi non ancora in cat-tivo state di nutrizione.
Inollre il tratlamento deve essere compietato con una buona igiene e cura ricostituente; e nei deboli e linfatici coll'uso dei tonici ed amari, e dell'acido arsenioso , il quale favorisce lo assorbimento di tutti gli albuminoidi, e col moderate eser-cizio muscolare, per migliorare I'appetito, regolare la dige-stione, poiche tale copiosa secrezione rainaccia di consumare le forze dell'ammalato. Non si ricorra mai ai salassi, a'lle frizioni vescicatorie od ai setoni; come pure non e necessario ricorrere alle iniezioni di nitrate d'argento nei bronchi.
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iP Idrocloratomorfmacgrm. 5-5 Zuccaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 4
F. 12 cartoline. S. Una ogni trc ore al cane. (L. Brusasco). (2) P. Radice ipecacuana grm. 1
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S. Un cucchiaio ozni due-tre ore net cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(3) P. Olio essenz. Icreb. grm. Ö0 Da in bottoncino chiuso.
S. Se ne versa circa un tcrzo in un recipienle contcnente % ''tro
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circa di acqua tiepida e si fa I'ina-cd alia colalura di raquo; 200 lazionc per un quarto d'ora nei ca-centig. 3 vallo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
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razione ; dicesi invece suffumigazione o suffumigio lo sviluppo spontaneo di gas da certc soslanze, o per mezzo dell'aggiunta di un liquido op-porlunn o del calore o direttafijenle del fuoco, ccc, quando si lia per iscopo di solloporre alia loro influenza un arto od allra parle amrna-lata od anchc lullo il corpo.
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87 e) Bronchiettasia e Broncostenosi. Diccsi bron-chieltasia la dilatazione dei bronchi, e broncostenosi il loro stringimento. L'aunaenlalo calibro dei bronchi si nota special-raente nei catarri cronici bronchiali e parlicolarmente umidi, tioe con persistente broncorrea, - per I'accumulo del secreto e la forte pressione dell'aria, avendo lepareti perduta la loro elasticitä, in seguito agii sforzi meccanici della tosse e via via • inoltre bronchiettasie assai nolevoli si sviluppano pure nella pneuraonile interstiziale. In questi casi la secrezione brondiiale accuraulandosi nei canali dilalati, puö subire la decomposizione putrida e prendere un odore fetido caratte-rlslico vbronchite felida) e la reazione acida come noi ab-biafho pjtuto constatare in alcuni cavalli.
Le broacoslenosi o restringimento dei bronchi puö dipen-dere da catarro con tumefazione delle pareti, da muco ehe si acruraula nei bronchi stessi , da neoformazioni c via dicendo.
Terapia. Non conosciamo trattamenlo specials contro le bronchiettasie, essendo impossibile ottenere la chiusura e Toblilerazione delle caverne bronchiettasiche. II perche dob-biamo limitarci a far diminuire la secrezione di cui i bronchi dilatati sono la sede e di quelli ehe con essi comunicano, dai quali il secreto scorre nelle medesime caverne, e di fa-vorirne lo svuotamento, poiche in seguito alia putrefazione del secreto ne ponno succedere gravi conseguenze , quali la cangrena della raucosa non solo, ma anche del parenchima polmonare vicino.
Queste caverne bronchiettasiche dovendo assolutamente esser vuotate, si deve ricorrere agli espettoranti, fiori di benzoe, gemma ammoniaca, mirra, ecc, a vomilivi (V. catarro bronchiale cronico). Le inalazioni di olio di terebentina e la sua ammi-nistrazione interna, ci hanno dati dei sorprendenti risultati in solipedi affetti da catarri bronchiali cronici umidi con bronchiettasie e scolo fetidissimo, giovando appunto per diminuire la secrezione e promuoverne I'espeltorazione. Le inalazioni si fanno mettendo 10-15 grammi di olio di terebentina in
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un vaso contenenle acqua cahla e tenendolo avanti la bocca ed il naso ; nei piccoli animali per ramministrazione interna si prendono 3-5 gocce di olio, e si dänno sopra un pezzo di zucchero, - tre, cinque voile al giorno. Per I'uso interne del resto noi ci servlamo volentieri di un eleltuario di oUc di terebentina con miele e polvere di liquirizia; nei caval/i indocili puo darsi in clisteri (1).
Contro la broncostenosi varia il traltamento curalivo colla condizione eziologica ; cosi ora gioveranno i mezzi da noi indicati a proposito del cafarro secco, ora quelli conveaienli nella bronchile crupale e via dicendo. (1) P. Olio lerebenl. grm. 30-50 S. Per ogni clistcre.
Decoz, d'orzo • 500-1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Bresosco).
f) Broncorrea asfissiante. Pochi sono i casi di que-sta broncorrea, ehe finora sono stati osservali nei solipedi e riferili dal Loiret, Carelli e Gousse; a meno si consideri come tale la broncorrea cronica ehe si nota piu soventi du-rante il catarro bronchiale cronico. Puö manifestarsi tutlo ad un tratto e senza causa ben nota, per cui venne descritta anche col nome di broncorrea essenziale ; e caratterizzata dal rigetto per le vie nasali ed anche per la bocca di una grande quantitä di muco sieroso, filante, misto a bolle d'aria e simile al chiaro d'uovo sbattuto nell'acqua, e da forte di-spnea seguita da morle per soffocazione; in altri casi a poco a poco si ammansano i sintömi e l'animale guarisce. La broncorrea fu vista presentarsi ad accessi.
Terapia. Nella broncorrea cronica da catarro bronchiale cronico, noi oltenemmo buoni risultati dalle inalazioni di es-senza di terebentina e dalla sua araministrazione interna (V. Catarro bronchiale cronico).
Nella broncorrea acuta, cosi delta asfissiante, io credo ehe si debba in prima ricorrere alle frizioni eccitanti per tutta la superficie del corpo ed alle stesse inalazioni di essenza di tremenlina, tenendo I'ammalato in locale fresco e ben aerato; in raso di minacciante asfissia per la raccolla di secreto nella rima glotlidea o per altre complicazioni laringee, si pratichi In Iraoheotomia.
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g) Bronchite Terminosa. Questa forma di bronchite si osserva nei bovini, negli ovini, nei suini, negli uccelli, nei cani e nei gatti. In generate in tutti gli animali si hanno sintomi dipendenti da lento calarro bronchiale e daU'ostacolo ehe i parassiti oppongono all'entrata ed uscita dell'aria almosferica nelle vie aeree, e quindi dalla conse-guente oligoemia.
La diagnosi e resa materaatica, allorchS sollo ripetuli e forti colpi di tosse, vengono eliminati col secreto bronchiale numerosi o singoli vermi, o solo copiose uova ed embrioni. I parassiti ehe delerminano questa affezione appartengono al genere strongilo, e sono lo strongilo filaria nella pecora e nella capra, lo strongilo micruro ed il polmonare nei bovini, lo strongilo paradosso nei suiiii, ecc.
Terapia. Per impedire lo sviluppamento della malattia h conveniente separare gli animali sani dai malati, ed impedire assolutamente ehe quelli si rechino in pascoli da questi di giä frequentati, per evitare ehe gli embrioni rigettati col-Tespettorato dai polmoni degli animali affetti penetrino nei corpo dei sani mediante gli aliraenti e le bevande, non es-sendo ancora conferraato, malgrado le osservazioni del Leu-chart , die gli embrioni espettorati dagli infermi, debbono passare un periodo della loro vita entro gli insetli o nelle lumache per raggiungere un certo sviluppo, prima di pene-trare e poter vivere nelle vie aeree di nuovi ospiti.
L'indieazione terapeutica fondatnentale riehiede di liberare Torgano polmonare dagli infesti parassiti; cioe di uccidere ed espellere dalle vie aeree i parassiti esistenti, e di combat-tere quindi lo stato catarrale degli organi respiratorii.
II Delafond a tale scopo consiglia I'uso dell'etere golforico e dell'essenza di terebentina a parti eguali sotto forma di ina-lazioni, ehe si ripetono tre o quattro volte al giorno, coprendo con un cencio la testa del vitello e versando la miscela in un cucehiaio di ferro un po' caldo; e I'uso interno del de-colto di felce masehio (30 gr.) unito al calomelano (gr. 2-4).-
II Read dice aver esperimentato con molta efficacia le in-
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spirazioni di elere solforico ed olio d'ambra reltißcalo, (etere solforico grm. 50, olio d'ambra grra. 3); ed a tale effelto secondo lo stesso aulore la miscela deve essere introdotla in ciascuna narice alia dose di due cucchiai (2-3 volte al giorno, il 2quot; e 3deg; di) da caffe, tenendo^la testa deirammalato in po-sizione orizzontale.
Lo stesso Read raccomanda pure per combattere questa malattia, di bruciare sopra un ferro rovente ne' locali ove trovansi gli ammalati, tenendoli chiusi, del catrame o del tabacco, o meglio del catrame unito a piccola porzionö di zolfo. Quest'operazione deve essere ripetuta piü volte e la-sciare ogni volta gli ammalati per un'ora circa neU'atmo-sfera carica del cennato fumo.
Vigney prescrive di far respirare agli ammalati il fumo ehe si ha bruciando pezzi di cuoio, peli, coma impregnate di olio erapireumatico, su un ferro rovente o sul fuoco , e per uso interne il felce maschio unito al calomelano.
Per parte nostra consideriamo il trattamento per le vie digestive, nei casi di bronchite verminosa , come inefficace per quanto si riferisce a soddisfare all'indicazione causale; tnentre convengono sicuramente i tonici, i ferruginosi ecc, cioe mentre conviene la cura tonica e ricostiluente unita ad una lauta alimentazione per prevenire e combattere la de-nutrizione ed il marasmo.
La medicazione piü conveniente consiste, secondo noi, per soddisfare all'indicazione causale nelle inalazioni ed inspira-zioni di olio di terebentina ed etere solforico, di etere solforico ed olio d'ambra, nell'uso di tabacco, di catrame, di vecchio cuoio, di unghie, d'olio empireumatico, di acido fe-nico, di assafetida, di canfora, di bacche di ginepro e via via, avvertendo ehe il cloro e I'acido solforoso vanlati da Boulauge nel trattamento della bronchite verminosa degli agnelli, ri-chiedono molta abilitä per parte dell'operatore.
In questo modo si puö soddisfare alia doppia indicazione di uccidere i vermi e di determinarne la loro espulsione coi violenti colpi di tosse.
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Per le complicazioni e le alterazioni soraatiche ehe si pro-ducono a* bronchi e poimoni, vedasi quanto dissimo a pro-posito delle malattie dei bronchi e de' poimoni.
La guarigione della lisi verminosa si moslra piu ribelle nei volatili, nei quali d'ardinario si presenta sotto forma epizoolica (fu osservala nelle galline, nelle oche, nei fagiani, nei tacchini, ecc), ehe in tulti gli altri animali. Pichon dice essersi servito con vantaggio negli uccelli della inalazione di vapori di cloro; perö in questi animali si deve pur ricorrere di preferenza alle inalazioni di etere e di essenza di tereben-tina, di catrame, di olio empireumatico e di eanfora. A tale scopo, messi gli ammalati in locale stretto e ben chiuso, si buttino il catrame, I'olio empireumatico o la eanfora sopra una paletla discretamente ealda, e si obblighino gli ammalati a respirarne il prodotto per circa un quarto d'ora, I'operazione si deve ripetere due-tre volte al giorno.
h) Nelle pecore e stata osservala da Roloff e da Schmit una forma speciale di bronchite determinata da vibrioni.
Terapia. Gli autori sullodati ottennero buoni risultati al-lontanando il letame dalla stalla, nei quale il Roloff constatö una grande quantitä di alghe, di vibrioni ed anche di vibrio bacillus , disinfettando la stalla e eonducendo le pecore in luoghi convenienti. Per gli infermi riuseirono giovevoli le inalazioni di acido carbolico.
i) Broncorraijia, emottisi. Si denomina emottisi I'emor-ragia proveniente dagli organi respiralori, I'espulsione cioe a! di fuori, per le narici o per la bocca, di sangue proveniente sia dalla mucosa bronchiale, sia dal parenchima pol-monare (pneumorragia, V. Poimoni, malattie dei). L'emor-ragia della mucosa de' bronchi dicesi broncorragia, bronco-emorragia.
Le emorragie bronchiche sono essenziali o sintomatiche, primitive o secondarie. Le primitive hanno, come le flussioni altive ehe le precedono, un'origine d'ordinario irritativa; cosi sono determinate da violenti e prolungati sforzi, da inalazione di gaz irritanti ecc; altre volte compaiono invece senza
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causa delerrainante ben apprezzabile, ed in tal caso non pos-sono essere impulate ehe alia facile lacerabilitä dei capillari della mueosa bronchica, alia diminuzione di nutrizione delle pareti vascolari, e consecutiva diminuzione di resistenza, per cui i vasi si rompono sotto l'influenza di leggieri cangia-raenti di pressione del sangue e via via; di rado banno ori-gine traumalica. Si dicono passive quando sono il risultato della stasi o dell'adinania; ne possono essere causa le ma-lattie del cuore, i morbi infeltivi, lo scorbuto ecc.
Terapia. Per soddisfare all'indicazione profilaltica e ne-cessario tener lonlano lulte le cause ehe sembrano alte a provocare un' iperemia bronco-polmonare, e quindi bron-corragia.
Contro l'accesso emottoico, si deve ricorrere ai farmaci sli-tici, i quali favoriscono la formazione dei trombi, aecrescendo la coagulabilitä del sangue, ed alia segala cornula (1), od al suo estralto nei piecoli animali, poiehe, aumentando la contrattilila della fibra muscolare, serve a reslringere i vasi. Tra i stitici noi diamo la preferenza all' aeido gallico a dose piutlosto elevata , od all'acetato di piombo unito al-I'oppio (2), quando vi coesiste stizzosa tosse, amministran-done una piecola dose ogni una o due ore secondo la gravilä dei casi. Non convengono gli aeidi ed il nitro consiglialo da Lafosse e da allri, perche i primi provocano la tosse, ed il secondo impedisce la coagulazione del sangue; come pure non giovano l'allume e tulti gli astringenti locali. In ogni caso in cui la losse e ostinata, giovano i calmanli (bella-donna, giusquiamo, ecc, estratto acquoso di giusquiamo 15-20 cenlig. al di nei cani; estratto acquoso d'oppio 5-10 centig.).
Se vi fosse pericolo di soffocamento pel sangue ehe si rac-eoglie nei canali aerei, nei piecoli animali si puö ricorrere ad un vornitivo ed in tutti ai farmaci espettoranti; al salasso si dovrä solo ricorrere in caso di emorragia da grave con-gestione attiva in animali pletorici, e ciö per diminuire la flussione, abbassare la pressione intravascolare ed impedire la roltura di altri vasi. Si diano gli eccitanti, se per la per-dita di sangue vi e minaeeiante paralisi del euere.
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93 Gli ammalati devono tenersi in assoluto riposo ed in locaii bene aerati e freschi. L'amministrazione reiterata di acqua fredda o ghiacciata avvalora 11 trattamento curative; si hanno anche buoni risullati ricorrendo all'uso di foraenti e cala-plastni ghiacciati e specialmenle usando il freddo sotlo forma di doccia per tutto il corpo, il quale agisce facendo contrarre le fibre muscolari dei vasi per la sua influenza sul sistema nervoso, e sotto forma di ciisteri.
Nelle emorragie adinamiche , oltre ai refrigeranli e stitici suenunciati, si dovra ricorrere ai tonici e stimolanti, ed in tulti i casi tener sempre conto dello stato generale del-I'infermo.
Gombattuta remottisi, la cura deve variare a seconda dei casi; cosi sara necessario ricorrere ai tonici e ricostituenti per combattere l'oligoemia e via dicendo.
Non facciamo parola delle neoformazioni bronchiali, perche
hanno esse piü importanza anatomica ehe clinica.
(I) P. Sog. corn. roc. p. grm. 1-2 (2) P. Ac. piombo mat. grm. 6-12
F. inf. acaldoallacol. raquo; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Oppionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; lö
Ö. ügni 1-2 ore uu cucchiaionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Railice di alUa polv. e miclc
da tavola nel cane con broncon-agia.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;qb. per fame tre boli.
(L. ßrusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da amminislrarsi coll'inler-
Tallo di 2-5.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Calcino. E malattia ehe colpisce le iarve del baco in tutte le eta, ma specialraente alia terza, alia quarta eta, ed allo stato di crisaiide, cagionata dalla Botrys bassiana, le di cui spore penetrano nel corpo del baco (Bombix mori L.) insierae coH'alimenlo.
Terapia. Siccome i mezzi di trasmissione della malattia da un anno all'altro (Kivolta opera cit.) sono le camere o bigattiere infette, i graticci e la carta pure infelta e le uova inquinate di spore, i migliori mezzi profilattici sono la dis-infezione delle bigattiere , dei graticci e del seme, quando e Inquinato da spore. La disinfezione delle bigattiere si fa rinnovando l'intonaco alle pareti delle camere e quella dei graticci si opera lavandoli con acqua bollente tenenle in so-' luzione della soda o della potassa e poscia lasciandoli esposti all'aria per molto tempo. Rispetto al seme, Robin consiglia
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di lavarlo coll'acqua contenente in soluzione ^/ao di solfato di rame, o di alcool, o di nilrato di piorabo.
II Le Riegue de Monchy riferisce varii casi di guarigione di affezioni parassitiche della semenle e de' bachi da seta col mezzo dell'acqua creosolata e conchiude: I'acqua creosotata (fatta con G grm. di creosoto in 4 lilri di acqua, ed adope-rala in forma di luzioni), non solo non e nociva , ma pre-serva i vermi sani dalle parassitiche infermitä, arresta i pro-gressi delle medesime, allorche non ne sono ancora troppo gravemente colpiti, e ridona vigore agli infermi, almeno per quaiche tempo, ciö ehe puo metterli in condizione di fare ii loro bozzolo.
Ma sviluppatasi la malattia, per impedire la diffusione del morbo, e sopralutto indispensabile di togliere i cadaveri dai gralicci, di mantenere nelle bigatliere una temperatura asciutta e di rinnovare spesso il letto, poiehe tale malattia mena specialmente strage nelle bigaltiere calde e freddo-uraide.
Caleagni, (alloni, glomi (contusioni ai). Si notano * alia parte superiore dei talloni nei solipedi e bovini, ehe sono costretti a camminare sopra un suolo gelato o coperlo di ciottoli, non ehe nei cavalli ehe fabbricano.
Terapia. Si devono tenere gli aniraali ammalati in asso-luto riposo sopra abbondante e suffice strame, e ricorrere a bagnature fredde continuate, a cataplasmi astringenti; nei casi gravi con corona molto tumefatta, si facciano a questa piccole incision!. Se compare la suppurazione, si tralascia I'uso dei pediluvi freddi, e, dato esito al pus, si esporta la cornea scoilata e si medica la piaga con soluzioni astringenti di solfato di rame, di zinco e simili.
Calori (mancanza dei). Dicesi epoca dei calori o tempo della fregola, quel determinato periodo dell'anno in cui gli animali entrati nell'etä della puberta, sentono il bisogno del-I'accoppiamento; si dice die vanno in caldo. Pero questo bisogno deU'accoppiamento puö mancare secondo Harms per molte cause, cioe per soverchia grassezza (obesitä, polisarcia), per non soddisfazione dell'istinto sessuale, per I'eta avanzata,
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95 per mancanza di sviluppo degli organi genitali, per ermafro-dismo ed infine per malattie delle ovaie e dell'ulero.
Terapia. La cura deve essere causale, e conseguenteraente variare a seconda dei casi. Del reslo dal suddetlo facilmente si comprende come la cura della mancanza dei calori sia in molti casi impossibile ed Inutile (mancanza di sviluppo degli organi genitali ecc), mentre in raollissimi allri torni effi-caee e razlonale. Se questa anomalia dipende da mancanza di attivila delle ovaie, per spossamenlo od avanzata eta ecc, si possono adoperare gli afrodisiaci. Fin dai tempi piu an-tichi godettero grande rinomanza come tali le plante critto-gamiche. Linneo osservö ehe le radici dell'orchis bifoliatus rendevano i tori di Dalecarba piü ardenti e piü portati alia copula. Tra gli afrodisiaci abbiamo ancora il pepe, la va-niglia, le diverse specie di menta, l'alcool, i semi di canapa comune (connabis sativa), e molte altre sostanze. Ma il prin-cipale degli afrodisiaci si ha nelle cantaridi, ehe portano di preferenza la lore azione sui sistemi generativ! ed urinari ehe stimolano; non si deve perö abusare dell'uso di questo afrodisiaco, poiche a dosi elevate, li irrita, li infiamma e li corrode. In tutti questi casi ad ogni modo e necessario un regime risloralore.
Callosita. Le callosilh consistono in un'ipertrofia epider-moidale, ehe acquista un aspetto corneo, rimanendo la cute d'ordinario nello state normale o poco lesa. Nascono i calli, per pressione ripetula e continuata e stropicclo, specialmente alia punta della spalla, al garrese ecc, nei cavalli e nei bovini.
Terapia. Consiste nei far cessare totalmente la pressione o stropiccio, e nella rimozione delle masse epidermoidali con le forbici o col coltello, e nelle ripetute pennellazioni con po-tassa caustica o con altri caustici.
Canizie. Nella canizie si tratta di una vera discolora-zione dei pell, ehe acquistano un colorito dal grigio al bianco di neve per una diminuzione del pigmento nella sostanza corticale. L'incanutimento si osserva specialmente nei cavalli e carnivori all'epoca della vecchiezza (canizie senile); co-
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mincia ai peli della fronte , delle terapia , delle guancie, (dappriraa singoli peli bianchi fanno capolino tra i colorati, in seguito cresce il numero di quelli) , ed ai crini deli'in-collatura e della coda, e si diffonde di poi in altre parli; e nei camivori specialmente ehe quest'allerazione si fa os-servare in tulte le regioni indistinlamente. Un imbianchi-menlo di peli si nota non di rado ben prima dell'etä avan-zata in conseguenza di malattie culanee (canizie prematura), ed in quei punli ehe sono soltoposti (Roll) ad una compres-sione conlinua, epperö specialmenle al dorso, alle cosle ecc. dei cavalli.
Se i peli sono incomplelamente canuli, dicesi poliosi.
Terapia. Non si pud opporre alia canizie, ehe cresce sera-pre cogli anni, ed alia canizie prematura, ehe un traltamento palliativo, non conoscendo mezzi ehe valgono a restituire al pelo il normale pigmento; cioe non ci resta die dare, qua-lora si creda conveniente, una colorazione artificiale ai peli. Cosi con una soluzione di nitrate d'argento lavando parecchie volte i peli bianchi ed esponendoli tosto alia luce del sole, si colorano in una tinta tnarrone, ehe si ravvicina assai al baio. Lavando dapprima i peli bianchi con una decozione o colla tintura di noce di galla (Lafosse), a dippoi con una soluzione di persolfato di ferro, si colorano in nero.
Capezzolo (escoriazioni, ragadi ed ulcerazioni al ca-pezzolo della mammella). Queste lesioni si notano piu soventi nolle vacche poco dopo il parto , di rado nella gravidanza, ehe nelle altre femmine; in principio d'ordinario non si ha ehe un semplice eritema.
Terapia. Per prevenirle bisogna allonlanare la causa; epperö polizia delle mammelle nella gravidanza e dopo il parto, evitare I'uso della paglia di fruraento e di segala nei mesi di luglio ed agosto ancor verde od in incipiente od aumen-tala fermentazione, - le lettiere in grandi ammassi corrotle ed inzuppate di escreraenti; nei puerperio evitare i colpi di testa dati dal neonato ecc. Ma appena ehe il capezzolo si presenta escoriato, o con ragadi, si sospenda anche I'allat-
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07 tamento per qnalche giorno, vuotando pero metodicamenle la mammella per conservare il latte ed evilare gli ingorghi lallei, ed ugnendo, per diminuire l'intensilä della confrica-zione, il capezzolo di latte c di butirro; giova I'applicazione del catelere da latte. Fra i numerosi farmaci raccomandati, si puo dare la prel'erenza alle seguenti formole: 1,2, 3, 4-). Nei casi in cui riesce vana questa medicazione, e mile la pomata di nitrato d'argento (5), e nei casi ribelii giovano le stesse caulerizzazioni col nitrato d'argento. Si avverta perö di medicare ognora il capezzolo dopo ehe il neonato ha lasciato la maramella, e di lavarlo con acqua tiepida o latte prima di porgerglielo di nuovo, quaiora non si creda conveniente di sospeadere addirittura railaltamento. 11 Legroux racco-manda la seguente mescolanza (G); ed il Saint-Cyr il proto-cloruro di mercurio (7). Nelle seraplici escoriazioni perö basta I'uso della gliconina, ehe e una miscela di glicerina con tuorlo d'uova alia consistenza del miele; giova pure il col-lodio.
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(1)P. Olio mandorle dolci grm. 10 ßraquo;Israquo;nio pcruviauo • C Polv. pommn arabica raquo; 12 Infusodifioriili camo-
milla alia eolatura • 50
S. Per pmulsione (la applicarsi
piu voile al giorno.
(21 P. Balsamo peruviano grm. 4
Gonima arabicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 8
Acqua (listillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 50
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Ossido di zinco Ungueuto ammoll F. Pon'iata. {U) P. Acido lannico Glicerina Sciogli porfettamcnle (5) P. [Tnguento galmico Nitrato d'argento F. s. a. (G) P. Olio di ricino
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Terebentina cenligr. SO Collodionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 50
M. s. a.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Legroux).
(7) P. Prolocloruro mere. cgrm. 20 Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 10
F. pomata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Saynt-Cyr).
Capezzolo (Atresia deH'apertara del). Puö essere con-genita ed acquisita.
Terapia. Consiste nei tagliare in croce con un bistori o con un ago da inoculazione la membranella ehe chiude I'a-pertura e nell'introdurre nei canale, per impedire una nuova cicalrizzizione, una piccola candeletta di gutta-perka, fornila di una capocchia, ovvero di un minugio di corrispondente
Diz. Bnisasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 7
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gnndezza ed unto di unguento saturnino, mantenuto in sito
col mezzo di una benderella agglutinativa e togliendolo solo
per allaltare o mungere; questi mezzi si impiegano per 4-6
giorni.
Capezzolo (Stenosi ed obliterazione del canale del). Nei casi di stenosi si deve ricorrere alia medicazione meccanica, introducendo nel canale dalle cannucce di penne o corde di budella secche, unle di olio o di cerati, dapprima sotlili e gradatamente delle piii grosse, fissandole ognora convenien-temente con piccoii nastrini e listerelle adesive. Ma quando vi esiste obliterazione, si cura questa colla apertura arlificiale fatta con sotlile trequarti e lasciando, per impedire una nuova cicatrizzazione, la cannula nel canale per pochi giorni, rnan-tenendola in sito con benderelle agglutinative, oppure nel modo sopra indicato. Alcune volte si riesce a distruggere le aderenze colla seraplice introduzione di uno specillo.
Carcinoma. La voce carcinoma esprirae il medesimo concetto ehe cancro. Gli antichi nostri, distinguendo i tu-mori in benigni e maligni (anche noi crediamo bene di con-servare tale ripartizione dei tumori, poiche, quantunque non abbia fondamenlo istologico, e perö importante dal puuto di vista pratico), collocavano i cancri in quest'ultima categoria. II concetto della malignita intanto e complesso, riferendosi tanto ai dannosi effetti topici ehe generali; e tali sono I'ul-cerazione progressiva, la recidiva in loco, I'aCfezione dei ganglii linfalici, la formazione di focolai metaslalid in divers! organi e la generale infezione. Secondo le numerose ricerche del Waldeyer, il cancro puö defmirsi un tumore epi-teliale, cioe una neoformazione epileliale con caralteri maligni, ehe prende origine quasi sernpre da forme epiteliali preesistenti, appartenenli al foglielto corneo della vita em-brionale, ehe si propaga nei tessuti circostanti preferibilmente per le vie linfatiche, giungendo fin negli spazii linfatici del tessuto connettivo, ove e molto probabile ehe gli eleraenti cellulari della locaiitä partecipino essi stessi al processo, trasformandosi in cellule canceriene.
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Non e il cancro, come credevano gli antichi, una malallia generale ehe si manifesla con particolari neoplasie, ma una neoformazione locale di rapida evoluzione, ehe ha nasci-mento dietro stimoli irritanti, ehe devono pero essere in rapporto colle predisposizioni, cioe ehe devono agire sopra siti eon nota predisposizions al cancro. E eonvenienle distin-guere il cancro in priraitivo e secondario.
Terapia. Gli antichi, ehe ammettevano essere il carcinoma la manifestazione locale di una diatesi cancerosa , non lo operavano , ma rieorrevano a farmaei inlerni, per eombat-tere la diatesi suddetta. Ma perö noi ammaestrati dall'espe-rienza e daU'esame anatomico, sappiamo ehe Tunica cura radicale del cancro consiste neirasportazione di tutto il tes-suto morboso, nella distruzione del focolaio infettivo, col ferro o col fuoco, o eoll'uno e I'altro insieme; ma il mi-glior risultato si ottiene sempre col coltello. Non e questo il luogo di enumerare i diversi processi operativ!, ehe si possono impiegare secondo la diversa sede, postura e pro-fonditä del cancro.
La scienza non ha ancora detta I'ultiina parola intorno al-I'uso del succo gastrico e pancrealico eontro il cancro per la loro azione solvente, di cui disse il Schiff in una sua im-portante memoria.
Quando il cancro e ulcerato, si deve ricorrere ad una eura delersiva; in questo caso giova I'aequa elorurata, I'acido fenico diluito , il vino aromatico e sicuro il succo gastrico; per calmare i dolori giovano le pomate calmanti di- oppio, giusquiamo e simili.
La eura interna non puo essere ehe palliativa; epperö, oltre ad una dieta analettiea, giovano per ritardare il pe-riodo della eachessia e per sostenere le forze, i tonici e gli euerasici. Internamente e pur stato tentato il ioduro di ar-senico alia dose nei cani da 1 a 3 centigrm. e nei eavalli e bovini alia dose di 1-2 grm.
Asportando pronlamente e completamente eancri alle raam-melle di cagne , noi ne abbiamo piü volte potuto ottenere
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la guarigione della soluzione di continuitä per prima inten-sicne, in 8-12 giorni, medianle conveniente sutura seguita dall'applicazione di taffeta inglese.
Come caustici sono raccomandati specialmente I'arsenieo, il cloruro di zinco, la pasta caustica di Vienna (1, 2).
In questi ultimi tempi furono pur vantate dal Thiersch I'iniezione sottocutanea di soluzione di nitrato d'argento e dal Broadbent le iniezioni di acido acetico diluito; altri perö ottennero effetti non favorevoli.
())P. Ai'scnico luanco Srm- ''nbsp; nbsp; (-) Pgt; Arscnico bianco grm. 8
Carbone veg. raquo; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Calce caustica raquo; 8
Mesci e fa polv. finissima.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Mesci e fa polvere.
Da aspcrgci'si suirulcera.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Come la prcccdente.
(Ilaul)npr).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Ilaubncr).
Carcinoma del tessuto reticolare, - cancro del piede. E inferraita propria degli equini ed abbastanza nota per la sua frequenza, lentezza di corso e difamp;colta di guarigione, ehe ha sede in principio d'ordinario nelle lacune laterali della forchetta, agli angoli di inflessione della parete ed alle corna della suola, estendentesi di poi al corpo della forchetta ed alia parete, caratterizzata da distacco o dissolu-zione della cornea normale, dalla tumefazione pressoche sernpre indolente della membrana cheratogena con secrezione anormale fetida ed ipertrofia delle papilla.
Terapia. Si deve anzi tutto, qualunque sia il grade e I'e-slensione della malattia, esportare tulta I'ugna distaccata, avvertendo di non lasciare al disotto la minima superficie di tessuto alterato, ma andare piuttosto piu in la, ed anche la normale ugna ehe si solleva dal tessuto cheratogeno, e medicare in seguito con sluelli di stoppa imbibiti in una soluzione di solfato di rame, fatta nel rapporto di una parle di solfato di rame e 3-5 di acqua, dopo di aver prima perö ben bagnata la parte colla stessa soluzione, procurando ad ogni medicazione di meltere gli stuelli in modo ed in quantita sufiicienle da poter fare ognora una compressione abbastanza forte ed uniforme sopra tutta la superficie ammalala da rim-piazzare la normale. Una tale medicazione deve essere rin-
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101 novata ogni giorno fino a die non si presenti piii secrezione anormale ed ipertrofia del tessulo podofilloso e podovilloso; si lermina poi la cura col catrame vegetale, ehe deve essere riapplicaio ogni giorno (1, 2, 3).
Molli altri farmaci furono vantali conlro quest'affezione; i'acido azotico, I'unguento egiziaco, I'unguento di Solleyser e via via; in questi ultimi tempi pero il Damman ed il Leonhard hanno avulo otlimi vantaggi dall'uso della tintura di iodo.
In questa Scuola si usa di immergere, il giorno dope I'o-perazione, il piede per 10 minuli primi in un secchio con-tenente dieci litri d'acqua con scioltovi mezzo chil. ed anche 800 grm. di solfato di rame, e di applicare dopo rapparec-chio di compressione; aU'indomani quando il morbo non e molto grave o alia sera in caso contrario, si ripete il ripu-limento ed il pediiuvio , sino a ehe il tessuto compare non ipertrofico ecc. (*); ottenuto questo miglioraraento, dopo il bagno, si ricoprono le parti arnmalale con unguento egiziaco ehe si puö seguitare per 5-6 giorni, quindi rimpiazzarlo col catrame vegetale.
(2)nbsp; P. Solfato di rame grm. 50 Solfato di ferronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; GO Polv.rad.tormentilla raquo; 90
Mesci e fa polv. finissima. S. da aspcrgersi localmente. (Scbleg).
(3)nbsp; P. Sublimate corros. grm. 2-4 Acqua dislillata raquo; 30
(Adam).
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Cardiopatologia. E la dottrina delle cardiopatie, delle malattie del cuore.
La patologia cardiaca perö lascia ancora raoito a deside-rare in zooiatria, malgrado ehe malattie del cuore sieno gia state segnalate fin dai tempi anlichi da Absirto, Teomesto, Hierocle ecc, e non siano tanto rare, come e state indicafo da alcuni scrittori. II nostro Alessandrini afferma, con ra-gione, ehe oltre al non essere rarissime, tutte le forme di
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(*) Meiico-vctcr., 1875.. pag. 413.
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organiche lesioni ehe nel cuore dell'uomo si incontrano, ac-cadono pura nel cuore dei bruti domestici. Ed ii Leblanc ehe fece grandi rieerehe intorno alle cardiopalie degli ani-mali, scrive: laquo;Plus mes recherehes sur les maladies du coeur se mulliplient, plus je suis eonvaincu que ees maladies sont fr^quentes chez les animaux raquo; (V. Cuore, malatlie del).
Caruolo. E un vuoto, un vano eomunemente areolare, ehe si forma tra la faceia anteriore del terzo falangeo e I'in-terna faceia della muraglia in punla, avvenuta d'ordinario ehe sia la deviazione deH'osso del piede ammalalo di rifon-dimento; tra il vivo del piede e la muraglia. Del resto al-cune volte ha pur soltanto la sua sede nei quartieri, e eon-seguir puo ancora a eatliva ferratura, alia troppa essicazione dell'unghia eee.; e piü frequents nei rauli e negli asini ehe nei cavalli.
Terapia. Estratti i corpi estranei, quando la lesione non e grave, basta riempiere il vano eon piuraacciuoli imbibiti di appropriate farmaco (se vi e lesione del tessulo podofil-loso conviene la trementina), ehe si mantengono in sito con un ferro coperlo. Perö per poco die il caruolo sia esteso conviene esportare tutta la muraglia scollata, tarlata, assot-tigliare la cornea di nuova formazione ehe ricopre il tessuto podofilloso, e medicare, dopo d'aver arrestata I'emorragia, con piuraacciuoli intrisi di terebentina, e, secondo Toggia, di olio di terebentina, zolfo terebentinato e ragia di pino in polvere a dosi eguali, avvertendo di mantenere eontinua-mente morbida 1'unghia coll'unguento da piede, con corpi grassi.
Tanto per riempiere le fenditure superficiali, i vani, le rotture e le scheggiature trasverse e longitudinali dello zoc-colo, quanto per eolmare i vuoti ehe si formano appunto nel easo di distaceo della parete, non ehe come mezzo in-terraediario elastieo tra il ferro e lo zoceolo dei solipedi aventi i piedi male conformati e dolenti per ricorrenti sub-battiture, ed allorquando il feitone e troppo piccolo, conviene adoperare la mistura di Defays, la quale si prepara con due
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103 parti di gutta-perka ed 1 di gomma ammoniaco; fatla rara-mollire la prima sostanza nell'acqua, e ridotta in piccoii pezzi, si fa fondere insieme alia seconda a moderato fuoco in una mestola di ferro stegnato, rimovendo la massa finche sia oraogenea, ed abbia il colore e I'aspetto del cioccolato; cosi preparala si applica sul piede, dopo ehe si e raifred-dala, con una spatola di legno sul punlo ehe si vuol riem-pire o rialzare, dandole con un ferro riscaldato la forma ehe si richiede; si tiene il piede alto 6nche la massa si sia raf-freddata. 11 punto dell'unghia, su cui si deve applicare, deve essere bene reso libero di grasso, o raschiandolo o fregan-dolo fortemente con un piumacciuolo di stoppa bagnato nel-I'etere solforico o nella benzina; conviene rendere lo stesso punto scabro con un coltello.
Gatalessia. E una nevropatia caratterizzata dalla ricor-renza di parossismi, nei quali havvi soppressione totale o par-ziale dell'attitudine a percepire, e dell'innervazione volontaria con I'irrigidamento delle membra e di tutto il corpo al punto da conservare la medesima posizione in cui si trovano al so-praggiungere dell'accesso; posizione ehe puo essere mutata a piacimento da mano estranea, ma non gia per volonta del raalato. Fu solo osservata e di rado nei cani, piü di rado ancora nei solipedi, ed il Leisering 1'ha constatata in un lupo.
Terapia. Nell'intervallo degli altacchi, la terapia varia se-condo ehe la catalessi e primitiva o secondaria. Nei primo caso e indicata la medicazione tonica e ricoslituente avuto riguardo alle anomalie della nulrizione ehe si hanno nei ma-lati; nei secondo il trattamento deve essere diretto contro la malaltia primaria, cui conseguono gli accessi. Gonvengono gli irritanti cutanei ed i bagni tiepidi, se e preceduto un raffreddamento. Se e conseguenza deli'ingestione di alimenti di difficile digestione, si puö tentare I'inlroduzione nello sto-raaco di una pozione vomitiva (cani), poiche in medicina umana con tal metodo si e riuscili in alcuni casi ribelli a far cessare lo spasmo. Se la malaltia e costituita da un solo parossismo ed e questo di corla durata, non abbisogna di
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aicun trattamento speciale; ma se lo stato cataieltico si pro-lunga insolitamente, e se diventano notevolmente deboli i moviraenli degli apparecchi respiratorio e circolatorio, si de-vono appiicare gli slimoli riflessi (spruzzi d'acqua fredda, applicazione di senapismi, inalazione di vapori di aramoniaca, clisteri stimolanli e specialmente l'eletlricitä, ecc).
Nei casi protratti puo essere necessario alimentare artifl-cialraenle i malali, od introducendo bocconi nutrilivi molii sino alia base della lingua, poiche vengono di poi deglutiti, o mediante la sonda esofagea.
Catarro. Da cala, gift; reo, correre dei liquidi; catarreo, scorrere in basso. Presentemenle in clinica vuol dire accre-sciula secrezione di muco, ed ogni mucosa puö andarvi sog-gelta; ma generalmente viene ancora adoperato tale voca-bolo per indicare quelle stato morboso delle mucose pel quäle aumenta in modo anormale la loro secrezione. Abbiamo cosi il catarro della laringe e dei broncbi, quello del naso, della congiunliva, deU'uretra, della vescica, deirutero, dello stomaco, delle intestina ecc. Noi perö diremo del catarro, a scanso di inutili ripetizioni, discorrendo delle varie forme d'inüaramazione delle stesse mucose.
Catteratta. Diconsi cataratte gli opacamenli parziali o totaii della lente cristallina, ehe possono aver sede nella so-stanza propria della lente o nella capsula. La cataratta e lenlicolare o cristallina, allorche I'opacita occupa la sostanza propria della lente; capsulare o membranosa, quando e lo-calizzata nella sua capsula; capsulo-lenlicolare quando la lente ed il suo inviluppo sono contemporaneamente lesi. La lenticolare, a seconda della sua consistenza, si distingue in dura , molle, setni-molle o liquida; ed a seconda della sus sede, in concentrica e corticale. La capsulare si dice ante-riore o posteriore, secondo die e lesa la parte anteriore o posteriore dell'inviluppo lenticolare. Puo essere congenita ed acquisita. E piü frequente nei solipedi e carnivori, ehe nei ruminanti.
Non sono ben note le cause delle cataratte; perö sappiamo
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105 ehe possono conseguire ad infiammazione delle parti interne dell'occhio, - ofiaitnia periodica, irido-coroidite, sclero-coroi-dite, retino-coroidite, irili croniche, non ehe a ferite e con-tusioni del globo deH'oechio; si e notata la calaratta nel decorso del diabete zuccherino nel cane eec; i'etä avanzata e pur una causa predisponente.
Per diagnosticare le cataratte e necessario esaminare gii occhi ammalati in luogo ben chiaro e ad occhio nudo, al-rillurainazione laterale, ed anebe a volte coll'oftalmoscopio, e come consigliano il Prof. Sanson ed il Doltor Puikinge, con una candela accesa in un luogo oseuro, poiehe avviei-nando questa all'oechio, se non e affelto da eataratta, si ve-dono Ire immagini, delle quali la prima e la terza dritte, e la seconda capovolta e piu piecola ; ma se il cristallino e opaco, maneano le due ultime immagini.
Terapia. La cura della eataratta e solamente chirurgica. Solo gli opaeamenti della lente possono migliorare o guarire, quando sono conseguenza di traumalismo (cataralle trauma-tiehe), la merce gli antidogistici loeali, i parganti, le frizioni mercuriali alle guance, alia regione parotidea ed aH'intorno dell'orbila, ed i collirii di ioduro di potassio; possono pure migliorare anche spontaneamente gli opaeamenti ehe sono conseguenza di depositi capsulari di origine iritica. La gua-rigione spontanea e completa della eataratta vera puö sue-cedere, quando la lente si disloea nelle parti infericri della camera posteriore, pendenle un movimento brusco del capo, una eadula e simili.
In tutti gli aliri casi, l'unico Irattamento curativo si e il chirurgieo, l'operazione cioe della cataralta, la quäle ha per iseopo di allontanare la calaratta (lente cristallina e sua ca-psula divenuta opaca) dall'asse visuale. Nei nostri aninnali domestiei perö quest'operazione non e tanlo di facile riuscita come neU'uomo.
Le eure preliminari consistono neH'amministrazione, 1 o 2 giorni prima dell'operazione, di purganti, - nell'instillazione, aleune ore prima di praticare l'operazione , del collirio di
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atropina per dilatare la pupilla , - nell'operare sopra rani-male a slomaco vuolo, e per poter procedere con piü sicu-rezza, aneslizzato col cloroformio , coll'etere oppure col clo-ralio idrato.
Si conoscono tre metodi principali per 1' operazione della cataralta: il primo consiste nell' eslrazione della lente dal globo oculare; il secondo nelTaprire la capsula e frazionare la lente, lasciando 1' assorbimento della medesima airazione dell'umor acqueo (discissione); il terzo nell'abbassare la lente allontanandola dalla pupilla, e lasciandola in un punto peri-ferico dell'occhio (abbassamento e abbassaraento reclinazione).
II metodo perö piii usato finora in zooiatria e I'abbassa-mento, la depressione semplice della lenle nel vitreo, o I'ab-bassamento e la divisione della capsula e della lente, per impedire ehe si soilevi di nuovo e chiuda una parte della pupilla. Si pratica la depressione semplice, la reclinazione e la discissione della lenle, pungendo la cornea, ovvero la scle-rotica; il primo modo operatorio si preferisce a questo.
Siccorae perö si puö colla narcosi di molto facilitare nei nostri animali le operazioni dell'occhio , e conveniente tentare ad-dirittura I'estrazione della lente dall'occhio col processo lineare o scleroticale, come si pratica nell'uomo, perche col-rallontanamento di essa non puö piü prodursi roffuscamento.
Dopo roperazione I'infermo sara tenuto in luogo oscuro, nella maggior quiete possibile ed a regime conveniente ; al-I'occhio operate sarä immediatamente fatta una fasciatura leggermente compressiva, e per tre o qualtro giorni continui fomenti freddi; gli accidenti consecutivi saranno curati con-venientemente. L'uso dell'atropina rallenta I'irite anche dopo 1'operazione.
Cheracele. Si indicano con questo nome i rialti, i tu-mori della faccia esterna della rouraglia dello zoccolo, i quali a seconda della loro forma si distinguono in cheraceli cicloidi ed in stelidioidi.
Tf.rapia. Se i cheraceli cicloidi, ehe consistono in prorai-nenze circolari (cerchi, cerchiori, piedi cerchiati), non occu-
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pano ehe la superficie esterna dello zoccolo, non fanno zoppi-care il cavallo, come succsde quando ciascuu cerchio appare nell'interno della muraglia e comprime il tessuto relicolare. Nel primo caso basta asportare tali cordoni e fare delle un-zioni con corpi grassi a tutto lo zoccolo; se invece vi e zoppia, e necessarlo assoltigliare anche la muraglia in corrispon-denza dei cerchi, quando questi sono poco estesi, ma se oc-cupano tutta la circonferenza della parete, fare dei solchi stretti piü o meno numerosi nel senso delle fibre cornee, e quindi, come nel primo caso, ammorbire tulta la muraglia con corpi grassi e all'uopo ricorrere anche a vescicalorii alia corona per rendere piü attiva la produzione dell' unghia. I cheraceli stelidioidei appaiono piü d'ordinario sulle parti anterior! e lateral! della muraglia e sono format! da rialli longitudinal! di sostanza cornea , ehe formano nna specie di colonna; ora sono semplici, ora rilevano neH'interno, ed in quest'ultimo caso spesso fanno zoppieare il solipede; richieg-gono lo stesso trattamento curative dei cicloidi.
Cherafillocele. Consiste in prominenze cornee ehe na-scono tra la parete dello zoccolo ed i tessuti soltoposli. Tali protuberanze ora sono irregolarmente rotonde, ora al-lungate ed in colonne, talvolla tondeggianli, taivolta sehiac-ciate da un capo aH'altro, di una grossezza ehe varia da quella di una piccola penna a quella di un dito, e di lun-ghezza varia , per cui si distingue la malaltia in compiula ed in incompiuta a seconda ehe le medesime si estendono o non per tutta I'altfizza della muraglia ; dal cercine coronario eioe al margine plantare.
Terapia. La eura del cherafillocele, il quäle e piü comune nei piedi anterior! ehe posteriori, lanto nella punta ehe nei quart!, ma piü spesso nel quartiere interne, e piü di rado nelle mammelle e non mai nei talloni, sta nel levare la por-zione di zoccolo in cui la escrescenza cornea e nata, come si fa nel caso di setola (V. Setola), e nel procurare di to-gliere le compressioni parziali ecc. a seconda dei casi.
Cherapsende. La pseudochere e quella sostanza cornea
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fessurafa, rugosa, secca (Papa), fragile, ehe partendo dalla culidura viene a ricuoprire un altro slrato di sostanza cornea piü inlerno eJ addossalo al tessuto reticolare , di maniera die i due strati formano due muraglie addossate 1'una all'altra e separate da una cavitä piü o raeno grande; si osserva spe-cialmente ai quartieri.
Terapia. Si assottiglia la sostanza cornea alterala, si unge con corpi grassi e si applica un ferro a pianca ed a branca obliqua dalla parts del falso quartiere, facendo in modo ehe la forchelta sostenga il ferro. Si deve peiö esportare I'intiero quartiere, se il vivo del piede e gravemenle alterato.
Cbiavello. E malatlia speciale degli ovini, ehe consiste in un' anornalia di secrezione deH'umore sebaceo e nell'in-fiammazione del canale biflesso. Puö attaccare uno , piü, o tulti i canali biflessi; perö e generalraente affezione poco grave, quantunque possa divenir tale per complicazioni.
Terapia. II traltaraenlo e igienico , terapeutico e chirur-gico. E necessario di tenere i malali in ovili proprii, di rin-novare sovente la lelliera, ehe deve essere secca e copiosa, e di nutrirli parcamente, abbeverandoli con acqua pura od acidulata.
Prima cura del clinico in ogni caso deve essere di eslrarre i eorpi stranieri, ehe si possono trovare nel canale e di net-tare bene tutto il piede; quindi, seeondo il grado dell'in-fiammazione, ricorrere a lozioni amraollienti ed anche a ca-laplasmi. Ma allorquando sono molli gli animali aramalati, dice Ad. Benion: laquo;. pour remplir les indications therapeuti-ques, il faut placer dans la bergerie un grand cuvier conte-nant 100 litres d'eau tiede environ; on y fait dissoudre un kilogramme de carbonate de potasse du commerce et on y plonge les pieds de quatre a cinq moutons a la foisjgt;; questo metodo permette appunto di impiegare in modo economico sia I'aequa di calee, sia gli astringent!, - il solfato di zinco, di ferro ecc, a seconda dello stadio della malattia.
Allorquando perö il canale biflesso e gravemente infiam-mato, bisogna praticarne lo sbrigiiamenlo; e ciö 6 preferibile all'ablazione dello stesso serbatoio. La medicazione susse-
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100 guente si fa con piumaccioli inzuppati d'alcool, e dopo con tintura d'aloe, di mirra ecc, a seconda dello stato della piaga; se vi persisle un seno fistoloso , si praticheranno iniezioni in principio leggiermente caostiche.
D'ordinario la guarigione ä completa in 15-20 giorni; se si presentano complicazioni, - carie, caduta degli unghioni ecc, -saranno curate all'uopo.
Chiovardo cartilaginoso. Particolare ai solipedi , nei quali soli I'ultima fahnge e provveduta di due lamine elasliche fibro-cartilaginose, la übro-condrile falangea e ma-lattia grave ehe ha soventi per conseguenza la necrosi del-I'organo infiainmato ed altre piü o men gravi lesioni delie parti vicine. Puo essere acula e cronica; e per la sua sede, laterale, cioe iocalizzata nelle parti lateral! dell'apparecchio fibro-cartilaginoso del piede , mediana o plantare ; di rado altacca la malattia le due parti lateral! dello stesso piede.
Terapia. Bisogna innanzi tutto ricorrere a! traltamento richiesto dalla lesione ehe coincide colla fibro-comlrite, cioe dalle contusioni, ferite contuse, punture, inchiodature ecc; ed assoltigliare la cornea in vicinanza della corona, per di-minuire la pressione sulle parti interne. Nel case di inchio-dalura, e pur non di rado necessario esportare la parete scollata. Se con questo trattamento non si ottiene pronta ri-soluzione, appare tosto la suppurazione, complicata o non di necrosi, oppure di indurimento preludio di ossificazione.
In ogni case, riconosciuta I'esistenza di pus, si deve pro-curare al medesimo libera uscita ed all'uopo praticare anche una breccia nella cornea sino alia parte piü declive occupata dal medesimo, od esportare medesimamente la cornea scollata, a meno ehe sia ancora possibile ottenere la guarigione col procediraento Mariage, evitando possibilmente di ferire e di esportare parte del cercine.
Allorquando la suppurazione e accompagnata da necrosi o carie della carlilagine, e consigliata, a seconda dei casi, la cauterizzazione attuale, o la cauterizzazione potenziale della parte cariala o I'estirpazione della cartilagine; ma se una parte della cartilagine aliforme e ossificala, si esporti solo la
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no
parte ehe ha couservata la tessitura cartilaginosa, E sempre conveniente pero di lentare, prima di praticare I'escissione, nelle fistole delle cartilagini aliformi del piede, i caustici sotto forma liquida , perche piu facilmente penetrano sino alia profoudila necessaria; cosi si inietti nel canal Ostoloso o il liquido di Villate (1), o meglio il liquido di Gamgee (2) od una semplice soluzione di solfato di rame (3), pralicando all'uopo, come viene pur consigliato dal Viseur, una conlro apertura o meglio un seno artificiale , per far penetrare il liquido medicaroentoso sino al punto alterato.
II Ghicoli invece consiglia di adoperare I'epispastico sotto forma di unguenlo (4), del quale se ne introduce la merce uno specillo boltonato, su cui si rawolge un pochino di stoppa per spalmarvi il farmaco, pel canale fistoloso sino al punto cariato della cartilagine aliforme, evilando cosi 1'ope-razione cruenta della contro-aperlura.
II Dottor Fogliata usö con vantaggio e consiglia appunto contro le fistole alle cartilagini alari dei piedi dei solipedi, le iniezioni di cloralio idrato, sciolto in glicerina od in acqua distiilata alia proporzione di 1 a 3, dopo di aver ricorso al metodo operatorio ben noto e praticato il setone; buoni ef-fetti ne ottenne pure il Marini, ricorrendo a controaperture e passando attraverso alle fistole le relative miccie, con iniezioni di cloralio (15-30).
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(1)nbsp; P. Solfato di rame partc 1
• lt;li zinconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; I
Estratto di saturno raquo; 2 Acctonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • i'6
Si sciolgono i solfati nclTaceto, e si aggiunga TcstraUo di saturno agitando il miscuglio , come deve sempre bene agitarsi prima di Tare !e iniezioni nelle fistole delle cartilagini aliformi del piede. (Villate).
(2)nbsp; P. Sulilimato eorros. grm. ii
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 100
Acido clorid. goecie 10-12
Acetate piomho \h\. grm. 25
S. Si facciano 2 iniezioni al
giorno nei tragitti fistolosi, sino a
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ehe si mostrino ai loro .orifizi lu-raccioli di color bigio. E piü at-tivo del liquido di Villate.
(Gamgee). (5) P. Solfnto di rame grm. 24 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 120
Per iniezioni. (L. Brusasco). (4) P. Euforbionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 20
Cantaridinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;n iO
Polv.rad. cllcb. nero raquo; 4 Sugna porcinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 'iO
Si prcpari a caldo ungucnto. S. Si ripele la medieazione una volla al giorno fino a ehe csca fuori mareia con tutti i caralleri normali. (Clucoli).
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Chioirardo semplice o furoncoloso. Consiste in un'infiara-mazione furoncolosa della membrana cheratogena. Tulti gli animali a zoccolo vanno soggelli a questa infiamnaazione sottocomea, ehe e accompagnata da gravi dolori, e seguita, specialtnente quando si forma pus, non potendo questo per essere imprigionato nello zoccolo trovare una via d'uscita, da gravi conseguenze. laquo; Le furoncle, continua Lafosse, dont il s'agit pout affecter la cutidure, le tissu podophylleui ou 1c tissu veloute place sous la sole el la fourchette. ygt;
Terapia. Riposo assoluto, dieta, e lassativi minorativi in-ternamente con diuretici; bagni ai piedi ammalati con de-cozioni ammollienli tiepide, dopo aver fatte alcune scarifi-cazioni alia corona o meglio una o due incisioni alia suola colla corasnetta o col bistori, previo I'assoUigliamento del-I'unghia, alia linea bianca o dietro di essa. Nei casi gravi si possono con vantaggio anche pralicare dei solchi longitudi-nali alia parele, profondandoli persino oltre i due terzi della sua grossezza nei punti ove il dolore e piii intenso, ed as-sottigliare la suola e la forchetta sino a marcala flessibilitä.
Fonnalosi 11 pus, si deve favorirne il piü presto possibile la sua eliminazione, esportando l'unghia ehe lo ricopre od al-trimenti a seconda dei casi e dopo , se la piaga e esente da complicazioni, raedicarla con lerebentina od unguenlo digestive, ed infine con unguento egiziaco, tintura d'aloe, di tnirra e simlli.
Cimurro dei cani. E affezione infettiva, appiccaticcia, propria della specie del genere canis , e , secondo qualche patologo, anche della specie del genere felis, sporadica, en-zootica od epizootica, ehe si presenta con caraltere benigno o maligno, con decorso acuto o lento e sotlo varie forme.
Le forme cliniche sono: la iorncfca (finite, laringite, bron-chite, pneumonite , pleurite calarrale) ; - Vaddominale (ga-strite, enterite catarrale con diarrea, dissenteria, e non e pur rara la stomalite e Tangina calarrale); nell'una e nel-I'altra forma inoltre puö aversi la manifestazione lifoide; - la nervosa (epiletliforme, eclamptica, coreica, e coreico-verligi-
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nosa, paraplegica, od infine assume, sebben di rado, ancora la forma di atassia-locomotrice); - la cj^anea (dermatite pu-stolosa, ed altre volte pruriginosa).
Le indicate forme sono inoltre soventi complicate da irri-tazione o flogosi piü o meno grave di alcune parti dell'oc-chio (blefarile, congiuntivite, cheratite, irido-coroidite).
Terapia. Mezzi proßlattici, Non giova la vaccinazione pro-posta dal celebre Saceo, ne I'innesto del morbo ai cani sani, per ottenerne una forma con carattere mite; ma il miglior trattamento profilaltico consisle nell'allevare duramente gli animali, neH'allontanare tutte quelle condizioni eziologiche capaci ad ingeuerare la malattia, e ntl sotloporre a cure con-venienli gli animali appena ehe presentino il menonio scon-certo morboso, evitanclo perö I'amministrazione di tutle le pa-nacee al sommo vanlate dai cacciatori (solfo ecc).
Mezzi curativi. Nella forma toracica , posti gli animali in convenienti condizioni igieniche (temperatiira discretamente elevata , evitanclo possibilmente la perfrigerazione cutanea), si comincia la cura coU'amminislrazione dell'ipecaquana, ehe da migliori risultati dell'emetico , ricorrendo dopo alle pillule di solfuro di antimonio , di solfo riorato, o di chermes minerale ecc. Viene pure lodata da qualche patologo la me-dicazione di Langenbacker e Busse, cioe coi bagni di deco-zione di elleboro ai lombi ed alle eslremitä posteriori (1).
Con questa raedicazione si ha il doppio vantaggio di de-stare un'irritazione favorevole alia cute e di provocare il vomito, perche i malati leccandosi, introducono nel lore ven-tricolo la deeozione di veratro.
11 Gerlach raccomanda come vomitivo la veratrina da Vs-l centigrm. sciolto in 60 parti di acqua, da usarsi per iniezioni ipodermiche.
Se perö havvi stitichezza giova incominciare la cura con un emo-catartico; noi ottenemmo buoni risultati colle foglie di senna e I'estratto di ipecaquana (2).
Nello stesso tempo si faranno frizioni alia cute con alcool canforato semplice od associato all'essenza di terebentina.
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Se gli animali sono deboli, delicati, con abbondante secre-zione mucosa, giova, secondo Trasbot, il caffe, e giusla Ver-heyen, il solfo-dorato di anfimonio ed il sale arnraoniaco; noi pero in tali casi con grande prostrazione, trovammo migliore I'uso ddla liutura di china data nel vino , il solfato di chi-nina a ripelute dosi; giovano ie inalazioni di essenza di te-rebentinlaquo;.
Se havvi tosse frequente ed ostinata, giovano la bella-donna, il giusquiamo e la morlina anche par iniezioni ipodermiche-
Quando si presenta la bronco-pneumonite catarrale e d'uopo ricorrere alle frizioni senapizzate ai costati, ed internamente prescrivere il tartaro ernetico in connubio colla digitale (3) (V. Bronchite, Pneumonite, I'leurite ecc). Pillwax cura il ciraurro dei cani dando in principio i narcotici, es. I'aconito solo od unite alia digitale, la veratrina (4^ 5, 6); e neH'ul-teriore decorso col carbonato di potassa, col sale ammo-niaco, ecc.
II Saint-Cyr raccomanda nel calarro bronchiale ed intesti-nale I'acido fenico alia dose di 1-5 grm. al giorno in un infuso di fiori di tiglio o di camorailla.
Nella forma gastrica trovammo specialmente giovevoli : i purganti, gli eraetici e gli emo-catartici amministnti in principio (7). II magistero di bismuto solo od unito alia magnesia inglese secondo ehe l'ammalafo e o non slitico, I'ab-biamo pur adoperato con risultato favorevole.
Nella diarrea: sotto nitrato di bismuto, oppio (8), polvere del Dower, tannino, ed anche 1'allatne (9). II Defays nella diarrea sanguinolenta, ehe presentasi nel decorso del cimurro dei cani, si giova del nitrato d'argento, dandolo tanfo internamente die per clisteri (si sciolgono 40 centigr. di nitrato d'argento in 200 grm. di acqua distillala, se ne da '/s internamente in parecchie volte e I'allra la si adopera per clisteri; una dose al giorno). Se compariscono ulceri alia mucosa boc-cale : iniezioni astringenti, limonata solforica ecc.
Quando i malati sono molto deboli, delicati: tonici, robo-ranti ed eucrasici; nella complicazione tifoide: solfato di chi-Dit, Brususco,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 8
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nina, ed insistere su un' igiene perfella, su una viltitazione molto nutritiva, non ehe sull'uso del ferro (per sciogliere meglio il solfato di chinina ed assicurarne rassorbiraento, con-viene I'aggiunta dell'acido tartarico); se minacciassero forme nervöse, giova meglio il valerianato di chinina (10).
Contro gli attacchi di epilessia e di eclampsia: cloralio idrato per epicrasi (1-2-5 srm- ne,'e 24 ore), (') (V. Epilessia). 11 Trasbot ne ollenne miglioramento coll'uso del caffe.
Contro i fenomeni coreiforrai vennero impiegali: ossido di zinco, solfato e valerianato di zinco, nitrate d'argento, arse-nico, valeriana, assafelida, cant'ora, cloroformio, bagni freddi ecc, e da noi con vanlaggio I'idrato di cloralio; anche le ripetute iniezioni ipodermiche di acetalo ed idroclorato di morfina contro i fenomeni coreiformi limitati alle estreraitä ci hanno pur giovatotnollissimo,consumando per ciascuna voltal, 2, 3 centigrm. del farmaco (migliore I'idroclorato) (11).
Nella forma coreico-vertiginosa e quasi sempre inutile ogni cura , perche giä si sono appunto formate lesioni gravi ai centri nervosi (esteso versamento sieroso sotto I'aracnoidea, nei venlricoli cerebral! ecc.) V. Corea.
Nella forma nervosa paraplegica giovano: le frizioni irri-tanti lungo ia colonna vertebrale (12), I'amministrazione in-terna della noce vomica, stricnina ecc. (V. Paralisi, Atassia locomotrice).
Nella paralisi del treno posteriore il Trasbot adoperö con vantaggio I'olio fosforato alia dose di un gramma ed il fo-sfuro di zinco alia dose di un milligrm. al giorno.
Nella forma cutanea baslano le semplici cure igienico-die-tetiche. Nella forma pruriginosa grave perö si deve ricorrere alle lozioni alcaline (carbonalo di potassa grm. 80 in 1000 di acqua, oppure carbonate di soda ecc.); e nei casi in cui il prurito e limitato, ma assai intense per cui gli animali si mordono e si lacerano anche le carni, e necessario 1' uso di farraaci anodini, es. pomata di cloroformio (cloroformio
(') Brusasco. Rfiiiiconlo della snzione clinica medico. Torino, 1872.
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115 grin. 18, cera bianca 12, sugna 80), - lozioni coll'acqua di lauro ceraso grm. 30, carbonato di polassa grm. 40, acqua gr. 800 (V. Prurigine).
I lumori metaslatici, ehe laquo;on di rado si osservano in varie parti del corpo di animali cimurrosi, d'ordinario passano presto in suppurazione, si aprono spontaneamente e sono di facile guarigione. Sono sempre dannosi e pressoche sempre lelali i bagni freddi generali nella forma esantemalica pusto-losa; la retropulsione e sempre letale.
Per riguardo alia blefarite, congiuntivile, cheratite, irido-coroidite, vedansi i rispellivi articoli. (1) P. Rad. ellcb. bianco grm. 8-60 (7) P. Emctico
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F. dec. in birra grm. 360-10SO sino alia riduzione delta meta.
Per lavande sui lombi e su.le estretnitä.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Busse).
(2)nbsp; P. Foglie senna senza sli-
jiitinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grni. b-8
F. infuso a caldo; alia co-
latura dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 130
aggiungi
Eslratlo ipecaq. cgrm. 2-4 S, Da amministrarsi in due volte coll'inlervallo di quatlro ore.
{L. Brusasco).
(3)nbsp; P. Foglieseccbedigit. cgrm. 30 F. infuso a caldo; alia co-
lalura dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 130
aggiungi
Tartaro emclico cgrm. 5 S. Ogni ora un cuccbiaio da cail'e. (L. Brusnsco),
(4)nbsp; P. Tintura di aconito grin. 8 Da darscne 5-i voile al giorno
6-10 goccie.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pillwax).
(5)nbsp; P. Eslratto aconito grm. 0,2
Estratto di digitale raquo; gt; Acqua distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30
Da darscne 5-ft cucchiai da caffr al d'i ai piccoli cani.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pillwax).
(6)nbsp; P. Vcratrinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; cgrm. 6
Spirito di vinorettif. grm. 8 Da darscne ogni tre ore sei goccie.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Pillw.ix).
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Solfato di soda grm. 10-25 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100
S. Ua cuccbiiio ogni Ire ore. (L. Brusasco).
(8)nbsp; P. Soluzione gomm. grm. -iöO
Laudano liquido raquo; 1-2 Acido tanniconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 2-3
M.
S. Una cuccbiaiata ogni 2-5 ore. (L. Brusasco),
(9)nbsp; P. Allume crudo grm. 4-G
Acqua comune raquo; 500 S. Un cuccbiaio ogni ora.
(L. Brusasco).
(10)nbsp; P. Volerianalo cbin. grm. 1-2
Polv. cd estratto di ginepro qb. per far pillole 24. S. QuaUro-otto pill, alia gior-nata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(11)nbsp; P. Idroclor. morf. cgrm. 1-2-3
Acqua distillata grra. 2-5-4 Acidocloridrico goccie 1-2-3
Da in boccetta.
S. Per iniezioni ipodermichc. (L. Brusasco).
(12)nbsp; P. Alcool canf.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 100
Essenza terebentina raquo; 20 Ammoniacanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; •
M. S. Per frizioni ripclute alia re-gione dorso-lombarc.
(L. Brusasco).
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E malattia di infezione, con-tagiosa, proteiforme, conosciuta lin dai piü remoli tempi,
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ehe di frequente si presenla nel cavallo, di rado nel mulo ed asino, di preferenza negli animali giovani, e d'ordinario sotto forma di fiogosi catarrale degli organi respiratorii e di flogosi dei gangli linfatici. Puo osservarsi tanto sporadica quanto enzoolica ed epizootica, ed essere spontanea, e comu-nicata ossia da conlagio. 11 virus trovasi sia nel pus degli ascessi, ehe nel mueo-pus ehe cola dalle cavita nasali; e fisso o volatile, ed in quest'ultimo modo infeltar puö non solo la seuderia abitata dagli animali ammalati, ma anche le altre con questa communicanti.
Forme cliniche: 1deg; Rino-adenile; 2deg; bronco-rinite, con o senza adenile; 3deg; angina laringo-faringea; 4deg; bronco-pneumo-nite; 5deg; adenile toracica o mesenterica; 6deg; infine eimurro in forma di adenite isolata, o multipla, owero di tumori ed in-gorgainenti.
II eimurro viene ancora distinto in benigno o regolare, in maligno od irregolare, ed in acuto e cronico.
Terapia. In ogni caso e conveniente tenere gli ammalati in stalle con temperalura uniforme, guarentendoli dal freddo e daH'umido, dar loro alimenti di facile digestione ed aequa bianca; in breve mantenerli in buone condizioni igienico-dietetiche.
Allorche il eimurro e benigno ed ha decorso regolare, non sono necessari mezzi curativi speciali: basta ungere l'ingorgo sotto-mascellare coil'unguento d'altea o populeo, o meglio frizionarlo coll'unguento mercurialc e quindi ricoprirlo con un cuscino pieno di sfoppa, con uno straccio di lana o con un pezzo di pella di coniglio ecc, oppure con cataplasmi di serai di lino, e dare internamente quaiche elettuario o be-vanda addolcente e nitrata; se havvi stitichezza conviene il solfato di soda o di magnesia. Se il tumore intermasceliare tende a suppurare, si favorisca la suppurazione coi cataplasmi emollienti e maturativi; e formatosi l'ascesso, si apri presto e si curi secondo le regole dell'arte; d'ordinario perö guarisce da se. Se invece detti tumori tendono all' indura-mento, giovano le pomate fondenli e vescicatorie, - (ioduro
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di potassio ed unguento mercuriale ecc). (V. Gangli, tna-lattie dei).
Se si presentano i fatti di bronchite, pneumonite, pleurite ecc, si porranno toslo in opera tutli i raezzi indicali ai re-lativi arlicoli di queste malattie, avvertendo pero ehe 11 sa-lasso e in ogni caso manifestamente nocivo, e ehe non bi-sogna mai insistere neH'uso dei debilitanti e specialmente se havvi gia abbondante scolo nasale, perche pel loro uso pro-tratto, indebolendosi e rilasciandosi la raucosa, i fatti catar-rali si aggravano ognora.
Nella furrna di angina laringo-faringea riesce utilissima I'applicazione di vescicanti alia regione della gola (V. Angina). Qualora succedesse la pioemia , o la malattia riveslisse un caratlere putrido, sono indicati gli antisettici, i balsamici ed i resinosi - (china, assafetida, acidi minerali sotto forma di limonea, acido fenico ecc), sia internaraente ehe sotto forma di inalazioni.
L'infiammazione delle arlicolazioni richiede dapprima I'uso di amraollienti e sedativi, di poi degli irritanti. Se il barbone si presenta sotto forma di turnori cd ingorgamenti, ehe pos-sono apparire in tutte le regioni del corpo , ma ehe si no-tano specialmente alia picgatura della coscia , alia regione intennascellare, alia regione anteriore della spalla e del petto, ai riscontri, alia base del petto, alia regione ascellare, alle parti lateral! del collo, quantunque in alcuni casi, come noi abbiamo potuto osservare anche in puledri ricoverati nelle infermerie di questa R. Scuola, i quali erano prima stati dichiarati in preda a farcino e giudicati incurabili, ma ehe noi abbiamo potuto guarire completamente con un semplice trattamento curative, gli ingorgamenti cimurrosi invadano totalmente 1'uno o I'altro, o tutti e due gli arti posteriori, e si formano dippoi piccoli, ma numerosi ascessi gli uni accanto agli allri ed alternativamente, si deve ricorrere, oltre all'amministrazione interna dei ferruginosi o degli alcalini, a seconda ehe gli ammalati trovansi in buono od in cattivo state di nutrizione ed il raorbo ha decorse lento od acuto
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ecc, a ripelule frizioni irrilanti e fondenti, e specialmente quando si tratta di estese turaefazioni alia regione inter-mascellare, aH'applicazione di cataplasnoi ammollienti previe leggiere frizioni di pomata mercuriale ; quindi aprire gli ascessi appena ehe si riconoscono maturi e medicare le piaghe col cloruro di calcio, coiracido fenico, o con tinture resinose a seconda dei casi; alcune volte basta la semplice pulizia per ottenerne pronta e rapida cicatrizzazione.
Mezzi preservalivi. Come mezzo preservativo e stata lenlata I'inoculaiione della vaccina , ma inutilmeute. Lo stesso in-nesto colla materia ehe cola dal naso dei puledri affetti da adenite equina non da i risultali ehe dice aver ottenuto il Toggia, non rimanendo gli inoculati preservati duranle lutta la loro vita dalio stesso morbo.
Pulizia sanitaria. Allontanare i sani dai malati, e procu-rare die fra loro sia tolta ogni communicazione diretta ed indiretta.
Colera asiatico. E malattia contagiosa propria della specie umana. Ben disaminando infatti quanto venne scritto dai cultori la zooiatria intorno al colera asiatico negli ani-mali domestic! e nelle fiere, scorgesi ehe eccettualo il cane per la violenza deU'esperimenlo (Rivolta), non sono stati os-servati casi di contagione naturals ehe si possono ritenere realmente della natura del colera asiatico.
E col nome di colera dei gallinacei, ehe si descrissero affezioni tifiche, carbonchiose, consideramlole colera, perchti avvenivano o poco prima o duranle I'invasione di tal morbo asiatico nella specie uraana.
Clitoride {ipertroßa del). Quando ripertrofia del clito-ride avesse influenza sulla sterilitä, o minacciasse di con-durre Finferraa alia ninforaania, si deve ricorrere alia cli-toridectomia. L'asportazione si puö fare o colla legatura o collo schiacciatnento lineare, oppure servendosi del bistori, o delle forbici, e cauterizzando subito dopo la ferita col ferro rovente, o coi piü attivi emostatici. La cura sara completata colle lozioni stitiche, coi topici refrigerant! ecc, per favc-rire la cicatrice.
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Cisti e Cistomi. Col nome di cisli o tumore saccato si intende un sacco o follicolo ripieno di liquido o di soslanza poltacea. Si dicono semplici quelle cisli, ehe al taglio mo-strano una semplice cavitä; e composte quelle die risultano da un accumulo di cisti semplici, ravvicinate streltamenle le une alle altre, le qaali, o apparenlemente o realmente , sono circondate da una membrana comune (Roll).
A seconda del loro contenuto si hanno delle cisti sierose, cioe con contenuto sieroso; cisti con conlenuto mncoso o gelatinöse (cisti colloidi) di color giallo vinoso , o di miele (meliceridi); cisti con contenuto poltaceo adiposo (epiteliomi encislici), die comprendono gli ateromi, le cisli colesteato-inatose (colesteatoma) e via via.
Terapia. La cura delle cisti puö farsi in due maniere , cioe o svuotandone il contenuto per le cisli accessibili dallo esterno ed usando qualche mezzo locale die produca I'in-(iammazione e consecutive corrugamento del sacco, oppure esporlando addirittura il tumore. Perö se sono le cisti accessibili al biston, il piü sicuro e semplice mezzo e I'estirpa-zione coU'enucleazione del follicolo, seguita per favorirne la guarigione per prima intenzione, da fasciatura compressiva, quando e possibile, oppure dall'applicazione di un gomitolo di filacciche mantenuto in sito con listerelle di diaquilon; in alcuni casi e necessarilaquo; praticare conveniente sutura.
La semplice incisione del tumore cistico, e la conseoutiva suppurazione ehe si puö avere o mantenendo divariati i mar-gini dell'incisione stessa, oppure applicando nel tumore lacci ecc, e meno conveniente.
Nelle cisti sierose ed in cisti mucose si puö con successo far seguire la puntura dall'iniezione di tintura di iodo, o dalla cauterizzazione col nitrate d'argento.
Cofosi. Dicesi cofosi la diminuzione o la perdita totale dell'udito, - sorditä. Puö dipendere da lesioni di diversa na-lura, ma anche manifestarsi senza alcuna alterazione materiale apprezzabile degli organi dell'udito, - in seguito di avanzata eta. Succede alcune volte al cimurro equino e canino, alia
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meningo-encefalite ecc. Puö essere unilaterale o bilaterale la sordila, completa ed incomplela.
Terapia. Nella sordilä bisogna anzilutto soddisfare possi-bilmente ail'indicazione causale; e perö molto difficile il giu-dicare nei singoli casi delle sue cagioni. E inutile ogni trat-taraento curativo nella cofosi effetto di avanzata eta.
Collasso (Collapsus). Vocabolo ehe significa diminuzione dell'eccitabilita del cervello, in seguifo delia quale quest'or-gano cessa di fungere le sue funzioni, o non le fange ehe irregolarraente , con paresi del cuore, con prostrazione, e con abbassamento di temperatura. Avviene all'improvviso specialmente nei morbi d'infezione, e per questo solo si distingue dall'adinamia. (Yedi malattie infettive).
Commozione dello zoccolo. Viene considerato uno scuotimento dell'unghia dei monofalangi operato o da un colpo violento o da un urto fortissimo contro un corpo duro e resistente, od anche da colpi violenti dati col marlello da ferrare per ripiegare le creste del ferro e ribadirne i chiodi.
Terapia. La terapia della commozione dello zoccolo, ehe consiste in principio nell'irritazione e poi neU'infiammazione di un punto limitalo qualunque del tessuto relicolare del piede, deve essere pronta ed energica; giovano i bagni freddi, ghiacciati; ma se il dolore e assai intense e meglio ricorrere agli emollienti tiepidi ecc. (V. Rifondimenlo).
Condolto auditivo esterno (malattie del), o) Olaquo;-tnramento del condotto auditivo da cerume. Puö succedere per una sproporzione fra la sua produzione ed espulsione, oppure quando, quantunque segregate in quan-tilä ordinaria, per condizioni special], - abnorme tenacitä del secrete, abbondanza di peli nei condotto auditive, coi quali si agglutina il cerume, restringimento del canale, poca net-tezza ecc, - viene trattenuto nello stesso condotto auditive. Tali turaccioli del condotto acustico sono formati d'ordinario perö dal prodotto di secrezione delle glandule ceruminose e sebacee, cui si uniscono elementi epidermoidali e peli stac-catisi.
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J ;#9632;.
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121 Terapia. Consiste neirallontanamenlo di queste raccolte, alle quali succedono difficoUä dell'udito ed altre complica-zioni piii o men gravi, merce I'uso di ripetute iniezioni di acqua tiepida (V. Otite esterna), ehe in non pochi casi gio-vano megiio del cucchiaio e di altri simili mezzi.
b)nbsp; Corpi stranieri nel condofto aaditivo c-slt;erno. Molti sono i corpi estranei ehe per accidenle pos-sono penetrare nell'orecchio dei noslri animali domestici; ma e specialmente nei cani ehe si fanno osservare.
Terapia. Bisogna allontanare 11 plü presto possibile i corpi stranieri, avendo eura perö di non ledere in tale operazione ne il rivestimento cutaneo del eondotto acustico, ne la mem-brana del timpano. Se i corpi sono arrotonditi e non ango-losi, sono di facile estrazione la merce 1'iniezione di acqua tiepida saponala, la quale, andando a raecogliersi dietro i medesimi, li solleva e 11 porta verso I'orifizio dell'orecchio, sul quale facendo quindi giacere, se e possibile, rammalato, ven-gono anche fuori spontaneamenle; oppure si tolgono con una pinzetta. Allorquando perö vi esislesse di gia grave lumefa-zione della pelle del eondotto aeustico, per cui il corpo stra-niero fosse incuneato, e non vi esistesse piu spazio fra esso e la parete, in modo ehe non vi potesse piü penetrare ne il piü sottile istrumento per I'estrazione, ne I'acqua, bisogna ricorrere priraa all'applicazione di cataplasnoi aramollienli, per togliere l'incuneamento. E solo in casi eccezionali ed allorquando e urgentemente richiesta I'estrazione del eorpo straniero, e si sono di gia tentati tutti gli altri mezzi, ehe si deve dividere la parete del eondotto acustico per pervenire ad estrarre il medesimo.
Nell'orecchio dei cani Hering ha rinvenuto un acaro ehe egli ehiama sarcoptes cynotis, e ehe il Rendz indica per sym-bioles canis.
c)nbsp; Polipi dell'ereccbio. Non si osservano molto frequentemente.
Terapia. Se tali vegetazioni polipose non sono voluminöse e molli, devono trattarsi con pennellate di tintura di iodo.
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con forti soluzioni di solfato di zinco, o meglio col nitralo d'argenlo in soslanza per mezzo di convenienle porlacaustico, oppure con una soluzione concentrata del medesimo la mercö una sonda ricurva... Ma se sono piultosto grandi tali vege-taaoni, bisogna ricorrere alia ioro asportazione col coltello o colle forbici ricurve; in raedicina umana viene usato il scrranodo di Wilde. AU'uopo si incide anche la parle inferiore deH'orecchio esterno.
d) Otite esterna. II catarro auricolare (otile esterna) venne da noi specialmente osservato (') ed assai frequente-mente nei cani (quantunque gli altri auimali non ne vadano immuni), nei quali si indica comunemente col nome di formica inlerna per dislinguerla dalla formica esterna, la quale ultima non e altro ehe un'ulcera, ehe occupa il bordo libero del padiglione deH'orecchio. Tale intiammazione del padi-glione deH'orecchio e del condotto uditivo esterno, puö es-sere unilaterale e bilaterale, acuta e cronica; quest' ultima primitiva e consecutiva all'acuta.
Terapia. Le semplici iniezioni emollienti e calmanti, rese dippoi un po' astringenti, se lo scolo si mostrava piü abbon-dante, e I'applicazione , per irapedirne lo scuotimento della testa e delie orecchie, della cuflia dioftalmica ed otoiatrica o di semplice cuflia otoiatrica, fecero ben facilmente ragione di non pochi e non cronici catarri auricolari; si intende ehe prima di ricorrere a tale medicazione e necessario, se vi esi-stono corpi estranei, estrarli, e ben pulire I'orecchio esterno daH'accumulatoTisi cerume con semplici iniezioni di acqua tiepida e togliere i lunghi ed incollati peli. Sono dannosi gli olii, perche addivengono tosto rancidi ed accrescono il do-lore; giova invece far sgocciolare nei condotto uditivo, in caso di grave dolore, glicerina purissima sola o meglio con laudano iiquido di Sydenham (i). Di nun cosi facile guari-gione e invece generalmente dichiarato il catarro cronico, con iscolo muco-purulento fetidissimo e specialmente se vi si
{') Brusnseo. fiendtconfo ecc. 1872, pag. !ti.
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trovana ancora piii o meno estese ulcerazioni; ma perö non e incurabile, come si tende a credere da alcuni, e nemmeno nei cani linfalici! Ed invero noi sempre e con senoplicissima cura ne ottenemmo soddisfacenli risultati, perfetta guarigione, in tutti gli animali ricoverati in queste cliniche, quantunque non pochi fossero gia prima slati curati per molto tempo a domicilio e quindi come incurabili dai curanli stessi quivi inviati con grave otorrea ulcerativa. Ma anche in questi casi la cura da noi trovata piu conveniente e semplicissima: pu-lizia con semplice acqua tiepida, iniezioni ehe sono suffi-cienti anche nei frequenli casi di intasamento ceruminoso, poiche I'acqua scioglie una piccola parte di cerume indurito, e rammollisce e divide il reslo, per cui ne viene facilitata 1'eslrazione (*), - quindi medicazione, mattino e sera, per tre o qualtro giorni consecutivi, con una soluzione di acido fe-nico nei rapporto di 1 a 30-40-50 d'acqua, con 10-20 d'alcool a seconda della gravitä, lacendo in modo ehe ogni volla il liquido cada in contatto di tutia la mucosa lesa, e conti-nuando poscia la cura coH'applicazione locale di una miscela di polvere finissima d'amido e di ossido di zinco per averne nei termine, in media, di 10 giorni, perfetta guarigione. Si intende ehe durante la cura gli animali devono sempre por-tare la cuffia, finche pel dolore o prurito cercano fregarsi le parli malate, condizione sine qua non per uttenerne il desi-derato intento.
Si hanno pure buoni risultati dall'uso di soluzioni di sol-fato di zinco e di rame, di nitrato d'argento (**), di gt;per-manganato di potassa. Favorevole risultalo oltenne THertwig
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(*) Anche in medieina umana per facilitare I'cstrazione del cerume indurito, per rammollire il tampone del cerume, molli dislinti pralici, come Haygart, Saunders, hard , Da Vcrney ccc. , prefcriscono I'acqua tiepida ad ogni allro liquido.
I*quot;) Per far scompnrire le macchic prodotlc dal nitrato d'argento, si col'.ocano in un pialtino alcuni ccnlisrammi di iodo metallico , si ver-sano alcune goccie di ammoniaca c mediante un pennello o semplice-mente col dito si bai;nano le macchie; queste siano frcsclie o vecchie scompaiono immediatamente. (M. Dionisio).
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quando le vegetazioni erano rigogliose e la suppurazione molto abbondante, dalla soluzione di creosoto (2). II Pilwax nei casi inveterati ed ostinati ottenne buonissimi effetli dal tanuino (3, 4), avendo cura in ogni caso ehe la soluzione venga in contatto con lutto il rivestimenlo del condotto me-desimo. Ad ogni modo sono sempre a preferirsi dal clinico gli astringenti minerali ai vegetali, perche tulle le decozioni o cose simili lasciano dei residui organici ehe vieppiü favo-riscono la decomposizione del secrelo.
Le iniezioni devono pralicarsi lentamenle ed evitando ogni vioienza.
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(1)nbsp; nbsp;I'. Glicerina pura grm. SO
Laudano liquido di Sydenhamnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; cgrm. 50
(L, Brusasco).
(2)nbsp; nbsp;P. Oensolonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 1,23
Acqua distillata raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 13
(Hertwig).
(3)nbsp; P. Tannino puro grm. 0,C0
Acqua distillata • 120 Da versarne maltina e sera nel-
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rorecchio affetto un cuccliiaio da
cafTe, e dopo alcuni minuti il rcsto
die non e stale assorbito lo si to-
glie con una spugna. (Pilwax).
(4) P. Tann. puro grm. 0,35-0,60
Acqua distillata grm. 90
Tint, scnipl. oppio #9632; 1,23
Mucil. gommaarab. raquo; 15
Come il numero 5.
(Pilwax).
crouica. L'infiammazione
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e)nbsp; llirinzitv acata e
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acula e croniea della membrana del timpano partecipa il piü spesso alle infiammazioni del condotto acustico. Per la te-rapia, vedi quaiito e detto a proposilo dell'otite esterna.
f)nbsp; Olite interna. S'intende rinfiammazione dell'orec-chio medio ed inlerno. Non solo si uota di rado, ma e inoltre ancora poco sludiata quest'affezioue nei nostri animal!, sia allo stato aculo ehe cronico.
g)nbsp; Formica esterna. La cosi delta formica esterna, come abbiamo potulo conoscere dalle molte osservazioni da noi fatte sopra un grandissirao numero di cani, con e altro, od una semplice piaga interessante il tegumento esterno, ehe riveste il bordo libero del padiglione deH'orecchio, oppure a tale primitiva lesione ne e gia eonseguita la carie della soltostanle carlilagine. In quest'ultimo caso si usa indicare le ulceri col nome di cancro, lupus, perche hanno per ca-rallerislica di estendersi continuamenle a misura ehe invec-chiano, ed allora n'est plus un simple hobo, e'est une veritable
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125 maladie, assez difficile ä guerir mime, dice Gayot; ma, chec-che se ne dica, non si Iratla sicuro di cancro e di incura-bile affezione, poichö tali ulceri non hanno niente di speci-fico, se non la loro ubicaziope, e sono pur esse di facile guarigione, se convenientemente traltate.
Terapia. Per quanto si riferisce al trattamento curativo, non e carlo necessario ricorrere ai purganli come viene con-sigliato da alcuni; ma la prima e principale indicazione con-siste neU'impedire ai cani di scuotere e fregarsi piu o meno fortemente Torecchio malato, di graltarsi colle proprie zampe, poiche senza questa precauzione ogni mezzo curativo e senza effetto. Quindi nei casi in cui la piaga interessa semplice-mente il comune integumento ed e recente, basta una sem-plice cura e la sola applicazione della cuffia otoiatrica per ottenerne pronta guarigione; mentre se le ulceri sono di antica data, od interessano di gia la cartilagine, e vi esiste earie, ma pero non molto estesa, bisogna ricorrere alia cau-terizzazione col nitrate d'argento e reiterarla per due o tre giorni conseculivi, od alia cauterizzazione col ferro. Nei casi piü gravi poi, e quando grande parte della cartilagine fu gia dislrutta, e vi si trovano profonde fistele, e meglio esportare addiriltura col mezzo di ferri taglienli la parte lesa, regola-rizzandone cosi il padiglione deH'orecchio e caulerizzarne di poi il margine o cello stesso nitrate d'argento o col ferro incandescente; oppure si esporti tncora piccola parte del padiglione oltre il punto leso, ed allora si pud far a meno della cauterizzazione. 11 professore Defays, nei resoconto della clinica dell' Istituto di Medicina-Veterinaria del Belgio del-I'anno 1868-69, pure dice: la cura piü spediliva e ehe da migliori risultamcnti, allorquando l'affezione non e compli-cata da catarro auricolare, sta nella regolarizzazione del padiglione dell'orecchio, senza ehe faccia d'uopo d'altre cure; ma cio non basta secondo noi, egli e necessario, come di gia avvertimmo, ricorrere, in tutli i casi, all'uso della cuffia (')
(*) TSuova cuffia clioflalmica ed otoiatrica (a). Net trattamento curativo
(a) Da S(5 dis, due, ed opcfaX^oj ofthalmos, occhio.
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o di allro bemlaggio per mantenere I'orecchio ammalato fermo contro il capo, cioe per rendere immobile la parte inalata, e difenderla nello stesso tempo da qualsiasi confricazione, e ciö sine a tanto ehe l'animale scuote piu o men forte le orecchie per compartecipazione di catarro auricolare.
Ed e con questo semplicissimo trattamento ehe noi in pochi giorni, 10-15, abbiamo guarili lulti i cani ricoverati in quesli canili, e non son pochi, senza ricorrere ai proclamati empiastri di pece, - pomata mercuiiale e mille altri vanlali specifici.
L'Ilertwig consiglia, quando l'ulcera e formala, la pomata di precipitato rosso (1); I'Adam il biioduro di mercurio (2); ed il Peuch le polverizzazioni di etere.
Quando non si e ancora formala l'ulcera, o guarita questa, vi e solo tumefazione, giovano le leggiere frizioni con una miscela di glicerina e tintura di iodo.
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dclle allciioni ofulari in gencre, sin cioü (Idle malallie dcllo parli es-senziali die accessoric dell'npparato visivo, non die del paiiigüonc del-1'orecchio e condolto uditivo estcrno , conic |ioteiiiino convinccrci per nostra propria espcrienza , nci piccoli sniotali in genere , ma spccnl-mente nei cani, si prova una grande diflicoltä per ovviare ai medesimi di gralliarsi, di fregarsi..., ece. le parli lese; c cio no impediscc semprc una pronta e facile guarigione non solo, ma nc aggrava di mollo 1'cn-tilii e lie conscguono ancora non raramente piü o men gravi cornpli-cazioni. Ed a questo riguardo potremmo rapportare alcuni casi di cani, i quali andie per lievi lesioni oculari dovellero rimanere assai lungo tempo in qucsle infermerie , prima die avessimo ricorso alia nostra cufiia dioftalmica , poiche di tanto in tanto riuscivano a fregarsi le parti in via di guarigione, malgrado 1'applicazionc di bendaggi mo-nocoli o liinocoli - il rivestimento delle zampe - e la legatura delle cstrcmitii, .... ece. Egli e appunto per ovviare a tutli questi in^on-venicnti die fecimo preparare una cuffia dioftalmica, ehe e anco oloia-Irica all'uopo, da noi riconosciuta assai giovevole , inipedcndosi con essa ai cani di ferirsi in qualsiasi modo le parti malate, e non essendo neanco neccssario di toglicrla per ralimenlazione dei nialali e ncrameno per ccrtc medicazioni In aft'ezioni oculari.
Ncl nostro rendiconto ne abbiamo dato la figura per piü facile in-tendimento , persuasi dei grandi vantaggi ehe si aTranno dal suo uso dai nostri collcghi, cui ne lo inculchiamo; tanto piü ehe non essendo infrcqucnto nei cani I'esislenza sirnullanea di affezioni oculari e di catarro auricolare o di formica cslerna , pno la stessa cuffia soddisfarc a qucsla doppia indicazionc mcrce T applicazione in silo delle risprtlive appendici,
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(i) P. Precipitnto rosso grin, 2nbsp; nbsp; (2) P. Deutoiod. mere, cgrra. 2ö
Unjjuento basilico raquo; 13nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ung. grigio raquo; grm. 15
F. Unguento.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. Ungucnto.
Da applicarnc un po' suU'ulceranbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Si ungc una volta al giorno la
1-2 voile al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; parte affelta con una quantitä dclla
(Herlwig).nbsp; nbsp; nbsp; grandciza di un pisello. ,Ad:im).
Congelamento. Gli effelti del freddo non solo si pos-sono far sentlre sopra alcune parti isolalamente, ma succeder puö anche un totale congelamento od irrigidimento del corpo, per il quäle l'animale diviene insensibile, e la vita piu non si manifesta ehe per limitatissimi fenomeni; - i battiti del cuore e la respirazione sono appena avvertibili, anzi quest'ul-titna e a volte iinpercettibiie ed il corpo e freddo come ghiaccio.
Terapia. Si deve in ogni case evitare il rapido passaggio ad alta temperalura, ed a poco a poco aumentare questa.
Nel caso di congelazioni parziali e conveniente di lavare con acqua fredda, spesso rinnovata, le parti die hanno pro-vati gli effelti del freddo, o fregarle colla neve, e passare, quando hanno riacquistato la sensibililä ed il movimento, a lavande con liquid! astringenli (soluzioni di allume, decotto di corteccia di quercia e simili).
Nei recenti congelamenti, Strauss raccomanda un linimento composto di acido idroclorico ed olio di ulive (1). Quando succede la gangrena parziale, o la suppurazione, si curi in modo conveniente (V. Gangrena, Piaga ecc).
Nel congelamento od irrigidimento generale, si trasporti l'animale in locale freddo, e si facciano subito fregazioni su tutto il corpo, applicando contemporaneamente clisteri d'acqua fredda e vapori di ammoniaca al naso, ehe giovano come lievi mezzi di eccitamento. Si cerchi di riscaldarlo a poco a poco, elevando gradatamente la teraperatura del ricovero, e tenen-dolo coperto con lana; e riavendo i sensi, si amministri subito qualche bevanda liepida, e ie parti dolenli si inviluppino con panni bagnati nell'acqua fredda.
Ulliraamente perö si sono fatte esperienze sopra animali irrigiditi, dalle quali risulterebfae ehe i medesimi si salvano piü sicuramente col rapido ehe non col lento riscaldamento; al riguardo del resto sono convenienti nuovi sludii.
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L'amraalato puo riraanere per piü ore ed anche per giorni in uno stato di piü o men grave irrigidimento e di insensi-bililä, ehe poi scompare gradatamente.
(1) P. Aciilo murialicodil. grm. 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da ungere le parti congolale.
Olio d'olivenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . GOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Strauss).
M. f. linimento.
Conginntiva (malattie della). a) CongiuntiTite. Dices! congiuntivile rinfiammazione della congiunliva. Puö es-sere acuta e cronica, idiopalica e sintoraallca. Noi crediamo conveniente per la clinica, dislinguere una congiuntivile co-tarrale, una congiuntivile flittenosa, pustolosa e granulosa, una congiuntivile pseudo-membranosa ed una congiunlivite esante-matica.
ideg; Congiuntivite catarrale. E un vero calarro della mucosa dell'occhio, ehe puö presenlarsi sollo I'influenza di cause almosferiche e deH'umidilä. Si sviluppa pur sovente conlemporanearaente al catarro bronchiale, nasale ecc, op-pure lo precede o lo segue. Puö essere aculo e cronico.
Terapia. Si deve lenere gli animali ainmalali lonlani dalla polvere, dal fumo, da una luce troppo viva e speciahnente dai raggi del sole, dai vapori irrilanti, - collocarli in luoghi freschi, evilando i raffreddamenti, ed avendo cura per una conveniente alimenlazione. Giovano meglio dell'acqua fredda, i fomenli tiepidi agli occhi di acqua di camomilia o di sam-buco con un po' di acetalo di piombo liquido; in caso di congiunlivili gravi ed assai dolorose si unisce un gramma di laudano ; questa semplice cura basla quasi sempre a ripri-stinare in pochi giorni gli occhi malali.
Ma qualora la cura oltrepassasse, senza guarigione, 5-10 giorni, allora si ricorra alle soluzioni di solfalo di zinco, o di rame, di allume o di nitrato di argenlo (1, 2, 3), inslil-landone od applicandone con un pennello una o due volte al giorno sulla congiunliva palpebrale; giova pure nelle congiunlivili pertinaci e ehe tendono passare allo stato cronico, la caulerizzazione della congiunliva cogli stessi farmaei, facendone delle soluzioni nel rapporto di un cenligramma di solfalo di rame o di nitrato d'argenlo in un gramma di acqua
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-129 dislillata. Quesli stessi farmaci danno pure buoni risullati nell' oftalmo-blenorrea od oftalmo-piorrea, specialmente se usali in forma di lapis; cioe si preparano col solfato di rame delle matile, con cui si tocca, sfiorandola leggermente, la congiuntiva. Per far scomparire il dolore ehe sorge dopo l'applicazione di quesli collirii, conviene lavare subito gli occhi con acqua fresca. Ma allorquando la suppurazione di-viene molto abbondanle, si fa pur uso con vantaggio dell'acido tannico (-4) e del cloruro di zinco (5).
L'Haubner usa il solfato di rame in sostanza tanto nelle recenli, ehe croniche congiuntiviti calarrali, toccandone la congiuntiva; e necessario ripetere tale operazione solo nei catarri cronici, e ad intervalli di 4-5 di.
Nelle congiuntiviti pero cagionate da cause meccaniche, da corpi estranei ovvero da sostanze acri ed irritanti, si devono quelli allontanare per mezzo di special! istrumenti e queste merce un pennello od anche una spugna bagnata nell'acqua tiepida od in liquid! mucilagginosi. Quindi ricorrer si deve a lozioni fresche e ripetute agli occhi con acqua semplice o meglio con qualche gramma di acetato di piombo, applicando un bendaggio monocolo o binocolo a seconda ehe e unilaterale o bilaterale l'affezione, badando perö ehe non vi esistono esco-riazioni o ferite alia cornea (vedi Cornea, malattie della). Se la congiuntivite e molto grave, e prodotta specialmente da sostanze aeri, sono piuttosto a raccomandarsi i collirii mucilagginosi e calmanti (6, 7, 8, 9).
Ed allorquando eio malgrado ne consegue aumento della secrezione mucosa e tumefazione della congiuntiva, si farä uso del solfato di zinco, di rame, del tannino, del nilrato d'argento e via, come venne superiormente indicate.
In ogni caso allorquando la cornea e I'iride sono contem-poraneamente ammalate, non si devono dimentieare le in-stillazioni di solfato neutro di atropina (Vedi Cornea).
Nel calarro eronico della congiuntiva, si consigliano pure le pomate di calomelano, di precipitato rosso, solo o coll'ag-giunta dello zuccaro di saturno, dei fieri di zinco, dell'op-
Diz. Brutatco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;9
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pio ecc, ma noi diamo pero la preferenza ai farraaci di gia indicati.
(1) P. Solfatozinco cgrm. 30-40nbsp; nbsp; Agg. Acelato di piombo grm. 0,6
Inf. fior.saml).col. grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Estralto belladonna raquo; gt;
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per baguare gli occhi.
{2j P. Solfalo rame cgrm. 50-40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hertwig).
Acqua distillala grm. 100nbsp; nbsp; (7) P. Acetate piombo grm. I,
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata raquo; 360
(3)nbsp; nbsp;P. Nilrato d'arg. cgrm. 13-20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Agg.
Acqua distillata grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Tinlura belladonna • U
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Per bagnare gli occhi.
(4)nbsp; P. Acido tannico cgrm. 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Haync).
Acqua distillata grm. 50nbsp; nbsp; (8) P. Laudano liquido del
S. Sciogli cd instilla ncU'occhio Sydhenam grm.nbsp; nbsp; 1
mattina e sera. (L. Brusasco). Tintura di zaffcrano raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1
(5)nbsp; nbsp;P. Cloruro zinco cgrm. UO Acqua di rose raquo;nbsp; nbsp; nbsp;15
Acqua distillata grm. 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Collirio anodino per con-
S. A goccie sulla congiuntivanbsp; nbsp; giuntivite acuta - ovini. (Benion).
2-3 volte al giorno. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; (8) P. Allume grm. 5
(6)nbsp; P. Acqua grm. 250nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Laudano Sydhenamraquo; 10
Semi di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. lönbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 1000
Fa decotto ed alia colatura.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Bouley).
2deg; Congiuutivite flittenosa, pustolosa e gra-nnlosa. Nella prima forma di queste congiuntiviti, la quale osservammo nei giovani cani, le fliltene o piccole pustole, si notano d'ordinario in un punlo limitato della congiuntiva oculare.
La congiuntivite granulosa invece, ehe si osserva special-mente nei giovani cavalli, si riconosce da piccole granula-zioni piü o meno ravvicinate, e formanti una specie di sabbia ehe si percepisee bene pur passando le dita sulla congiuntiva.
Terapia. Nei primi giorni, quando vi esistono solo flitlene non ulcerate alia congiuntiva, si facciano fomenti eon acqua distillata ed acetato di piombo liquido (anche a parti eguali), oppure si spolverizzi la congiuntiva con calomelano a vapore due volte al giorno; giova pure per arrestare il flittenoso pro-eesso la pomala di precipitato rosso (precipif. rosso grm. 0,18, glicerolato grm. 9), ma allorquando vi sono di giä ulcerette congiuntivali, si tocchino queste col nitrato d'argento, e si instiili 2-3 volte al giorno neU'ocehio Patropina, specialmente se vi esiste irritazione dell'lride.
Nella congiuntivite granulosa, si raccomandino i bagni freddi
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131 ed i purganti salini, - acqua semplice od unita a leggiera so-luzione di acelato di piombo, - e quindi collirii di nitrato d'argento, di solfato di rame; ma se cio malgrado la ma-lattia continua e si fa pertinace, si ricorra alia cauleriz-zazione col nilrato d'argento in sostanza od in soluzione merce un pennellino (2 cenligrm. ogni gramma di acqua di-stillata); tale cauterizzaaione si deve ripetere per alcuni giorni di seguito, neutralizzandone ogni volta I'azione col sale di cucina in soluzione, e miligandone il dolore coll'applicazione di compresse imbibite neli'acqua fredda. Inoltre la pomata di nitrato d'argento (5-8 centigrm. in 5 grm. di adipe puro), di cui se ne raelte ogni giorno una piccola quantita tra le palpebre, la cauterizzazione col solfato di rame in sostanza, o colla pietra divina, da pure oei buoni risultali.
3quot; Congiunfivite [iseudo-meuibranosa. Questa congiuntivite fu osservata specialraentedal Lafosse neila capra e nel bue allo state acuto, e nel cane allo stato cronico. La difterite congiuntivale non di rado si incontra nei morbi in-feitivi.
Terapia. II trattamento curativo piü conveniente consiste nel ricorrere, durante i primi giorni, all'uso del freddo sotto forma di bagni continui per impedire la formazione di nuovi essudati. E solo nei casi gravi die si deve ricorrere a sca-rificazioni clella congiuntiva.
Per favorire il distacco, I'eliminazione delle false membrane, dei minuzzoli difterici nel secondo periodo, riescono ulili i bagni ammollienti tiepidi, i cataplasmi caldi; non gio-vano le pennellazioni col nitrato d'argento, ma bensl i collirii astringenti e la pomata di caiomelano.
4deg; Congiuntivite esantematica. Noi diamo il nome di oflalmia o congiuntivite esantematica, a quella ehe si sviluppa durante il vaiuolo e la febbre aflosa.
Terapia. Le pustole ehe si sviluppano al bordo palpebrale, alia congiuntiva od alia cornea, devono tosto cauterizzarsi col nilrato d'argento in sostanza; se ciö non e possibile, si ado-peri il nitrato d'argento in soluzione.
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5deg; Cougiuntivite dei polli, c del conigli. La
congiuntivite dei polli si trova descritta dagli autori col nome di oftalmia. Puö essere acuta e grave, ed e dovula in ogni case aH'azione del freddo, dell'umidila e dalle emanazioni gassose irritanti e simili. Si complica alcune volte coirinfiatn-mazlone della cornea lucida e sua ulcerazione, e colla forma-zione di ascessi atlorno alle palpebre (Benion).
Terapia. Bisogna innanzi lutto mettere i polli, sia sani ehe ammalali, in buone condizioni igieniche e loro dare ali-mento caldo, liquido e rinfrescante, erbe cotle e simili; te-nerli separali in luoghi con temperatura dolce , evitando i raffreddamenti. II traltamento curativo consisle nel lavare 2-3 volte al giorno gli occhi e la testa tutta con acqua sedativa; nei polli forti e vigorosi, giova un salasso di 12-15 grra. Scomparsa I'infiammazione, se vi restano lumori attorno agli occhi non dolorosi, si frizionano 2-3 volte al giorno con po-mata canforata; ma se si fanno fluttuanti, si aprono con una lancetta e si curano convenientemente.
Si sviluppa nei conigli grave oftalmia pendente I'allalta-raenlo, ehe li fa perire in breve tempo; e dovuta ai prodotli della decomposizione delle materie fecali e dell'orina.
Terapia. Si evita lo sviluppo di quesla malattia, tenendo i lapini in buone condizioni igienico-dietetiche. Per la cura vale quanto ne dissimo superiormente.
b) Edema della congiuntiva. Si produce nell'e-dema una infiltrazione sierosa piü o meno pronunciata al di-sotto della congiuntiva bulbare particolarmente, per cui si trova sollevata da un liquido acquoso, trasparente ed anche giallastro e come gelatinoso. Se lo stravaso sotto-congiunti-vale del bulbo e siero-fibrinoso e circonda la cornea come un cercine teso, allora vien detto chemosi della congiuntiva; questo e fatto patologico assai piü grave, ehe non il sem-plice edema, il quale si nota come sintomo di infiammazione della congiuntiva stessa o di parti interne dell'occhio.
Tale infiltrazione sierosa si presenta come complicazione delle difTerenti malattie infiammatorie delle palpebre e delle
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133 vie lagrimnli; si nota pure negli animali oligoemici e ca-chetici, negli ovini affetti da cachessia iltero-verminosa e via dicendo.
Terapia. Bisogna innanzi lullo soddisfare all'indicazione delle malaUie, di cui l'edema e conseguenza. Gontro I'ederaa giovano le foraentazioni aromatiche fredde, le compresse im-bevute di alcole puro o di vino tepido generoso, o di de-cotto di corteccia di china. Nei casi gravi, e sempre quando si tratta di chemosi, sono assai proficue le incisioni fatte con un bistorl bene affilato sulle parti infiltrate della congiuntiva. c) Ecchimosi della congiuntiva. Le ecchimosi sotto-congiuntivali si possono osservare nelle differenti parti delle palpebre e della congiuntiva bulbare; sono perö piü frequenti a questa. Sono spontanee oppure traumaliche, -operazioni ehe si pralicano ali'occhio e congiuntiva, per fe-rite ecc, - o sintomaliche di fratture della base del cranio o dell'orbita.
Terapia. Nei primi giorni giovano i foment! freddi con-tinui per ovviare ad uiteriori emorragie, - con acqua fredda pura o con un po' di tinlura d'arnica (1 su 10 d'acqua), o coll'acqua del Goulard (1); piü tardi sono convenienti i foment! caldi di infuso di camomilla o sambuco per favorire i'assorbimento.
Se lo stravaso sanguigno fosse molto abbondante e solle-vasse fortemente la congiuntiva, si potrebbe incidere, nelle prime 24 ore, la congiuntiva maggiormente dislesa e far uscire il sangue con leggiere pressioni successive.
(1) P. Aect. piomb. has. grm. 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. I'er bagni enntinui.
Acqua distillata raquo; 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Acqua vegeto minorale del
Alcole a 50deg; 3. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Goulard).
(/) Pterigio e tnmori varii della congiuntiva.
Si da il nome di pterigio ad una neoformazione ehe si nota alia congiuntiva bulbare, ricca di vasi e di colore rossiccio o bigio, e ehe si avanza sulla parte anteriore del giobo ocu-lare (cornea). Noi I'abbiamo osservato nei cavallo e net cane. Terapia. Quando e recente, basta toccarlo ogni due giorni col solfato di rame; in caso contrario si deve procedere per
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averne una guarigione complete, addirittura all' abrasione
del pterigio colle forbicine dopo di averlo sollevalo con una
pinzetta.
Contro i lumori fibrosi, la pinguecula, le cisti, i lipomi, i polipi ecc, quando hanno raggiunto un volume da causare disturb! nella visione, non si puö far altro ehe esportarli ra-dicalmente.
f) Corpi estranei. L'introduzione di corpi estranei fra le palpebre da luogo a sintomi infiammatorii piü o meno gravi.
La filaria lagriraale (Filaria lacrymalis Gurll) e pur slata trovata molte volte sulla congiuntiva del cavallo; ed una filaria analoga fra le palpebre del bue.
Terapia. L'unica indicazione consiste nella rimozione dei corpi stranieri, dopo di aver rovesciale le palpebre, con una pinzetta, colla capocchia di un ago, o con un pezzo di carla o con iniezioni, a seconda della natura, forma ecc, delle so-slanze stesse, e nel fare bagnuoli freddi.
Anche le filarie devono esporlarsi o colle dita o con una pinzetta; questo mezzo e piü conveniente ehe le iniezioni di tintura d'aloe diluita nell'acqua o nella decozione di assenzio.
Contro i vivi dolori ehe risultano dalla penetrazione negli occhi di calce viva, si consigliano le lozioni con acqua in-zuccherata fredda, e I'applicazione sulle palpebre di ccm-presse state immerse nella stessa soluzione, disciogliendösi la calce estinta in contatto a freddo con una soluzione acquosa di zucchero prontamenle e formando un saccarato di calce bihasico, ehe risulta inoffensive. II dotier Bini crede piü conveniente perö Folio di oliva per lenire il bruciore prodotto dalla calce e limitarne la sua azione.
Contusioni. Le conlusioni semplici nolle parti molli, cioe senza divisione grossolana della cute, ehe possono es-sere prodotte o dalla caduta o dall'urto di un oggetto pesante sul corpo, o dal cadere e dal battere di questo contro un oggetto resistente , hanno per conseguenza iramediata uno schiacciamento delle parti molli a differenlissimi gradi d'm-
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135 tensilä, e tanto da trasforraarle persino in una poltiglla. Quando la cute e pur ferita, allora si tratta di ferita-conlusa.
Si distinguono le contusioni in diret'.e ed in indirette a seconda ehe accadono o non sul punto ove agi la causa.
II grado della contusioni senza ferite puö essera valutato tenendo conto dapprima dei fenomeni ehe presentano i nervi ed i vasi, e quindi deH'uiteriore corso della lesione. Alcuni hanno creduto di facilitarne lo studio distinguendole in quattro gradi, ma una tale distinzione e piü teoretica ehe pratica, difflcilmente trovandosi i medesimi gradi separati e distinli, ma bensl pressoche sempre diversamente combinati.
Diverse condizioni influiseono a rendere piü o meno grave la eontusione ; cosi la forma del corpo contundente, I'impeto dell'urto, la natura delle parli sottoposte alia cute, il grado di elasticitä e di spessezza della pelle, poiche non e lo stesso nei differenti animali non solo , raa nemmeno nei differenti punti del corpo.
Terapia. Nelle contusioni lievi, dette di 1deg; grado, si deve prevenire rinfiammazione col riposo assoluto della parte lesa, e coll'uso dei ripercussivi, eioe con compresse bagnate nel-I'acqua fredda semplice od acidulata, nell'acqua di salurno, od applicando vesciche piene di ghiaecio o di neve, o ricor-rendo ad irrigazioni continue, od immergendo, se e possibile, la parte lesa nell'acqua fredda, o coprendola con argilla im-pregnata di acqua fredda ed aceto. Se le parti lese tendono alia formazione di neoplasie, convienericorrere agli astrin-genti, agli assorbenti e risolventi.
Nelle contusioni piü gravi, cioe con stravaso sanguigno per rottura della parete dei vasellini piü delicati ed anche delle vene sottocutanee, per cui a seconda della ricchezza in vasi della parte contusa e della violenza della eontusione stessa o ne viene un' infiltrazione sanguigna dei tessuti (diffuse emorragie sottocutanee ehe diconsi suggellazioni od anche suffusion!), o si forma tosto una cavita piü o meno limitata per I'effondersi di una grande quantitä di sangue nei lasso tessuto eonnettivo (questa forma di versamento chiamasi ec-
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chimosi, ecchimoma od eraaloma, lumore sanguigno), si deve subito frenare l'emorragia sottocutanea, ehe puo essere ancora continua, quando si giunge subito dopo ehe e avve-nuta la lesione. A questo seopo giova la eompressione, se si puö, eon fasciatura; eon questo mezzo non solo si puö im-pedire ulteriore effusione di sangue, ma ancora la sua aeeu-mulazione in un punto solo, ripartendosi per la pressione nei vicini tessuli, per cui il sangue evaso sarä piu facilraente riassorbito. Frattanto per prevenire una possibile intensa flo-gosi, conviene ricorrcre all'uso del freddo nel modo di giii indicate.
In tutti i casi, afferraa il Billrhot, ciö ehe realmente agisce e solo rutnidita e ralternativa di temperatura nella cute, le quali raantengono in attivitä i eapillari cutanei, ehe ora restrin-gendosi ed ora dilatandosi si rendono piü atti ad assorbire appunto perche sono stimolati ad agire; per tal modo la tanto vantata tintura d'arnica, I'aceto, I'acqua di saturno, non avreb-bero nessuna influenza speciale sulle contusioni.
Se uno stravaso considerevole , ma limitato, dura ancora dopo 10-12 giorni senza aver subito notevoli cambiaraenti, conviene ricorrere alle ripetute frizioni di tintura di iodo concentrata unita ad d/3 di tintura di noce-galla, - o di pomata mercuriale associata al ioduro di potassio ece., ed alia eompressione ; con ciö si riesce sovente a farlo scomparire.
Ma se il turnore persiste e tende alia suppurazione, si deve favorire questa coi eataplasmi ammollienti tiepidi, con fo-menti caldi o semplicemente con compresse impregnate d'ac-qua calda; se I'ascesso non si rompe spontaneamenle, ed e accorapagnato da febbre con brividi, si deve supporre ehe aecada un impudrimento dei liquidi racchiusi nel tumors , epperö ricorrere immediatamente si deve o ad una sola larga incisione od a molte e piccolo incisioni nei punti piü declivi, a seeonda della topografia anatomica della parte, e medicare quindi la piaga con antisettici e tinture resinose. (V. Ferite-contuse, Piaghe ecc).
Nelle vaste gangrene delle parti molli consecutive a gra-
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137 vissime contusioni per spapolamento dei tessuti con diminu-zione della temperatura e sospensione locale della sensibiiita, e convenienle separare le parti mortificate e determinarne la loro eliminazione. Cosi nella gangrena umida o sfacelo si pratichi addirittura I'asporlazione delle parli contuse, e nella secca o mammilicazione si cerchi con convenient farmaci di ottenerne identico risultato. (V. Gangrena).
Di rado si sviluppa nelie gravi contusioni si inlensa febbre traumatica da richiedere il salasso ; bastano d'ordinario i purganti minorativi.
Se la gangrena e la suppurazione sono piultosto estese, e gli ammalati deperiscono, giovano, oltre ad una lauta ali-mentazione, i tonici ed i ricoaituenti.
Altri esiti dei tumori sanguigni sono la trasformazione in tumore fibrinoso, ehe e un turaore solido composto di strati concentrici, ehe si forma quando solo la parte fluida del sangue rimane completamente riassorbita (tale tumore invecehiando puo calcificarsi o eretificarsi), e la trasformazione in cisti con eontenuto oscuro o chiaro a seconda della durata, o completamente trasparente (cisti sierosa). La capsula di tali cisti deriva in parte da organizzazione delle parti periferiche del grumo sanguigno ed in parte dal lessuto circurnarnbiente (V. Cisti o tumore saccato).
a) Contusioni alia nuca. E nei cavalli ehe frequentemente, in seguito a contusioni della cute e de' tessuti sottostanti della regione della nuea, ne suceede un flemmone piü o meno esfeso, ehe puö avere vario esito. (V. Flemmone). E quando passa a suppurazione, se il pus non si apre una via aU'esterno e non si mette in opera convenienle trattamento eurativo, in-fdtra in basso, si formano sinuosilä o cunicoli e ne conse-guono altre alterazioni piü o meno gravi alle parti profonde,-museoli, legamento eervieale, apofisi spinose delle vertebre eervieali, legamenti delle articolazioni atloido - oceipitale od intervertebrali ecc. 11 pus puö anche penetrare nello speco vertebrate, e delerminare pronta morte deU'ammalato.
Terapia. Si deve anzitutto soddisfare all'indicazione cau-
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sale, eliminando le cause, ehe possono aggravare la stessa infermita; cosi non si devono piü applicare gli arnesi, ehe comprimono la nuca, ecc.
Nei primi giorni eonsecutivi alia contusione, giova il freddo (V. Contusion! in genere) per prevenire e combattere 1' in-fiammazione, se gia si e sviluppata. Passate il periodo di acuzie, conviene praticare frizioni di unguenlo mercuriale, in-volgendo dopo la parte con panni utnidi e caldi, o meglio con grandi cataplasmi ammollienti tiepidi, per favorire il ri-assorbimenlo dell'infiltrato sieroso e plastico.
Ma appena ehe si riconosea in qualche punto la suppura-zione, si procuri tosto I'escila della mareia aprendo larga-mente da uno o da ambi i lati della nuca, a seconda ehe la lesione e unilaterale o bilaterale , e si medichino i tragitti fistolosi con iniezionl di acqua di Rabel, di liquido di Vil-late, o col cloruro di calcio, o colla tintura d'aloe; oppure colla semplice terebentina od altri topici digeslivi, quando vi esiste rammollimento del legamenlo eervicale; si intende facilmente ehe le parti mortifieate devono essere asportate. Perö in questo ultimo caso, ed ogni qua! volta la suppura-zione e molto estesa, e meglio ricorrere addirittura alia sin-desmotomia eervicale col metodo seoperto ; qualora lo stesso legamento sia gravemente alterato, si deve asportare addirittura la parte ammalata, e medicare la piaga secondo la sua natura. E giovevole una tale operazione, perche in tal modo il legamento ehe ha perduto le sue aderenze in seguito alia suppurazione ed alle alterazioni somatiche ehe ebbe a patire, non parteeipando piü ai movimenti della testa e del eollo, non agisee piü come un corpo estraneo, e non difficolta pin la guarigione dei tragitti fistolosi.
b) Conlnsioni al garrese ed al dorso dei solipedi. Anehe queste contusioni possono essere di vario grado.
Tirapia. Non si devono piü applicare gli arnesi alia regione ammalata; nei casi leggieri perö e sufficiente togliere I'im-bottitura all'arnese nei punto corrispondente alia parte con-tusa e porre dei piecoli cuscini sotto I'arnese ai lati del punto contundente.
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In principio il miglior lopico, come nelle altre contusioni, e I'applicazione conlinuata del freddo. Ma se rinfiammazione prende un andamenlo cronico, conviene ricorrere all'applica-zione di cataplasmi tiepidi ammollienli dopo di aver prali-cate frizioni con unguento mercuriale, per accelerare la ri-soluzione od averne la suppurazione. Nelle estese suppurazioni si facciano molleplici e piccole incisioni nelle parli piü de-cllvi del tumore , e si mantenga la massima neltezza con convenienle medicazione (infusi aromatici, cloruro di calcio, decozioni di corteccia di china ecc).
Negli ascessi profondi invece sono richieste delle profonde incisioni ed anche contro-aperture per favorire I'uscita del pus o dell'icore in case di gangrena umida o sfacelo; si me-dica quindi cogli stiraolanli od antisettici. L'Herlwig nelle contusioni delia sella e del garrese, allorquando nelle 24 ore non diminuisce rinfiammazione coll'iiso dei refrigeranti, con-siglia di incidere i punli maggiormenle tumefalti, sino agli strati muscolari piü elevati, e quindi di ricorrere all'uso spe-cialrpente deU'acetato di piombo in bagni e della pomala saturnina.
Nelle fistele e piaghe del garrese con rammollimento dei legamenti, giova il liquido di Villate in iniezioni, spaccando all'uopo i tragitli fislolosi; se perö le fistole sono mantenute da un sequestro, da lessuti mortilicati, qnesli devono im-mediatamente essere asportati. Ma se i tragilti Ostolosi sono raolto lunghi e non possono essere spaccati, si passi un se-tone praticandovi convenienle contro-apertura e ripetute iniezioni del suddetto liquido di Mariage, del liquido del Gamgee, o di altri liquid! leggiermente caustici. Se vi esiste carie del-1' apofisi spinosa di vertebre dorsali, o la carie della fibro-cartiiagine di prolungamento della scapola , conviene I'abla-zione della parte cariata.
II collega Ferraris consiglia, avendone ottenuti cttimi ri-sultali, il cloruro di zinco, nel rapporto di 1-2-3 per 0/0, contro le piaghe e fistole del garrese.
c) Contusioni al petto operate dal collare o dal pettorale.
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Queste contusioni si devono trattare come dicemmo parlando delle contusion! in genere (cataplasmi freddi ecc). Se con questi mezzi dopo 6-8 giorni non si presenta un eonsidere-vole impicciolimento del lumore (anlicuore), I'Armbreet con-siglia di aprirlo col bistori. Noi pero abbiamo trovato con-veniente di far seguire la profonda spaccalura dalla ripetuta applicazione di fomenti o bagnalure con infusi aromatici e risolventi, od addiriltura da frizioni fondenti e vescicatorie, ripetuta a seconda dei casi. II metodo di Waldinger, ehe con-siste nel distendere sul tumore duro e compatlo il suo ern-piastro (1) con una stecca o con una spatola per la spessezza di un filo di paglia, dopo aver rasato il pelo , secondo Hartwig ad Haubnar darabbe in alcuni casi ottimi risultati; se e necassario, se ne ripeta 1'uso dopo 3 settimane circa. Gli animali dopo il trattaraento possono essere adoperati al lavoro. Se si presenta la suppuraziona, si apra tosto I'ascesso , a si medichi convenientemente.
(I) P. Sublimalo con-os. grm. knbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acido nitrico com. grm. 12
1'olv. di cantaridi raquo; 8 Da applicarsi sul tumore. raquo; di cuforbio raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Waldingcr).
d) Contusioni al coppo dei bovini. Sono conseguanza dalla conlinua prassione e del continuo sfregamento del gioco, spa-ciaimente quando e male adaltato o quando tale regione e bagnala par pioggia o neve, durante il lavoro. La accollature possono svüupparsi lentamente o rapidamente, ed essera sa-guite da sinistri piu o mano gravi.
Terapia. Goll'uso di un conveniante giogo, leggiero, liscio, ben adatto alia coppa del bue e col difendere tale parte dai-l'umidilä, si puö pravenire lo sviluppo deH'accollatura. Negii animali ehe vi sono pradisposti, conviene porre fra la coppa ed il gioco un pannolino, oppura alia coppa fare fregazioni, prima di aggiogarli, con terebentina, e cera (1). Dal resto e convaniente tenere il bue ammalato in assoluto riposo, e ricorrere in principio all'uso degli astringent!, poscia alle frizioni fatte con un linimento composto di parti uguali d'olio d'oliva, di cera gialla e sapone, ed in fine coi vari! unguenti a pomate fondenti ehe ben si conoscono.
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Hi Ma se havvi manifesta tendenza alia suppurazione, si fa-vorisea questa con empiastri maturalivi, ed appena comparso I'ascesso , si apra subito nella parte piii declive, avverlendo ehe alcune volte e utile praticare contro-aperture, onde evi-tare la formazione di sinuositä o tragetti fistolosi, ehe pos-sono sprofondarsi ai muscoli cervicaliecc; e si facciano quindi delle iniezioni detersive, antisettiche e via dicendo a seconda delta indicazioni.
Allorquando I'accollatura appare sotto forma di lumore duro, cui sovrapposte sieno delle escare gangrenose (Toggia), I'arte non riconosce mezzo piii espedienle e sicuro di quello dell'estirpazione fatta coltaglio.
(t) P. Tcrcbentinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. Unguento da far frizioni al
Cera gialla ed un-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;coppo dei buoi prima di aggiogarli.
guento refrigcrante aa raquo; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Biusaseo).
e) Jncapestrature. Vuolsi indicare con questo vocabolo le semplici contusioni o ferite-contuse trasversali, ehe gli equini si producono alia faccia posleriore del pastorale, od anche piü in alto, quando lentano di liberarsi i membri ehe easual-mente restano awinchiati, mentre cercano di graltarsi il capo o la criniera eon un membro posleriore o si danno a mo-vimenli disordinati ecc, dalle corde, correggie o catena con cui sono legati. Talvolta le incapestrature si estendono tutto attorno aU'arto. Possono essere superficiali e profonde tali ferite lacaro-contuse.
Terapia. Allorquando sj tratta di contusiona semplice, o con leggera escoriazione , basta il riposo a I'uso del fraddo ecc. (V. Contusiona in genere a gangrena). In caso ehe si produca la gangrena sceca, dovrä favorirsila caduta dell'escara colla pomata di carbonate di piombo, a medicare quindi col tannalo di piombo. Se poi si tratta di grave ferita e eonve-niente tenere I'ammalato in riposo, modificara la ferratura, onde favorire Tawicinamento da' Iambi, cioe sollevando i talloni, a ricorrere a quei mezzi da noi indicati a proposito delle ferite e delle piaghe.
/quot;) Attinture. Chiamansi attinture eerte contusioni a ferite-contuse piü o meno gravi, ehe da se stesso il cavallo si
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fa, o per cattiva ferralura o per difetto d'appiombo o d'an-datura ecc, al lato interno della corona, del pastorale, della nocca, dello stinco e raramente del ginocchio.
Terapia. Si deve primieramente soddisfare all'indicazione causale; epperö conveniente ferratura eco.; in caso poi ehe non si possa fare una cura profilattica, e necessario mante-nere sulla parte contusa uno stivaletto di cuoio , il quäle e da preferirsi al cosi detto rolö (Toggia).
Richiede I'attintura lo stesso trattamento curative delle contusioni in genere e delle ferite-contuse.
g) Contusioni da decubilo. 11 decubito , o meglio le contusioni o piaghe da decubito, susseguono ad un prolungato decubito, ad una giacitura sempre identica e continua ai lati del corpo deU'ammalato e specialraente ove esistano eminenze ossee coperte appena dalla pelle.
Terapia. Si prevengono con abbondante lettiera, col cam-biamento di tanto in tanto della giacitura e sospendendo, all'uopo, temporariamente gli ammalati.
In principio tali contusioni devono medicarsi coll'acqua vegeto-minerale, con liquidi astringenti (V. Piaga).
h) Contusioni delle borse mucose sottocutanee. Come e noto le borse mucose o capsule sierose sottocutanee, borse di scorrimento, si trovano nel tessuto connettivo soltocutaneo, specialmente in quei punti in cui la cute scorre di continuo al dissopra di parti dure del corpo. Tali borse sierose sottocutanee si distinguono in normali/costanti ed in accidentali; queste ultime si sviluppano per un aumentato sfregamenlo della cute o per compressione, come succede alia compres-sione esercitata dagli arnesi.
Queste borse sierose sottocutanee, ehe sono piuttosto nume-rose, nel cavallo, su cui sono state specialmente studiate, si trovano: al livello dell'atlante e dell'assoide, alia sommila del garrese, alia punta dello sterno, a livello dell'acromion, alia punta della spalla, alia sommita dell'olecrano, alia faccia an-teriore del ginocchio, alia faccia anteriore dei nodelli anterior! e posteriori (articolazione metacarpo e metatarso fa-
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143 langea), all'angolo esterno dell'ileo, alia faccia anteriore della rotola, alia soramila del garretlo (calcagno) ecc.
Le forme morbose ehe a queste borse sierose si riferiscono non sono ancora ben studiare in zooiatria.
In seguito ad urii bruschi ed istantanei, od a continuata compressione, ne puö succedere I'ematocele delle borse sierose, cioe spandiraento sanguigno, ehe da all'esplorazione una Jlulluazione ed una crepitazione analoga al suono ehe si ha coraprimendo I'amido tra le diia. II sangue in questi casi puö tulto essere riassorbito, oppure essere il punto di par-tenza delle piu gravi alterazioni di questi organi.
L'infiammazione delle borse sierose sottoculanee, ehe e pur malatlia assai frequente per causa di contusioni o pressioni piii o meno gravi, puö lerminarsi per risoluzione, per span-dimenti sierosi (igroma) o per suppurazione.
Terapia. Nelle contusioni delle borse sierose sottocutanee, in principio ed allorquando si e prodotto ematocele , oltre all'immobilita, conviene ricorrere ai ripercussivi od alia compressione, e quindi ai risolventi. Ma se malgrado questo pronto trattamento, si sviluppa grave infiammazione (igroma acuto, borsite acuta), ehe si estende al tessuto cellulare, e non ha menomamente tendenza alia risoluzione, puö avere per esito la suppurazione. Or bene in caso ehe l'andamento sia acuto, si deve procedere presto al vuotamento della marcia (borsite purulenta) ecc. (V. Ascessi); ma se e lento, si deve meltere in opera il trattamento dell'igroma cronico.
Igroma. Dassi il nome di igroma al versaraento di siero, talvolta sanguinolento, nella cavitä di una borsa mucosa, ehe consegue a slati irritativi, o ad infiammazione per contusioni lievi e ripetute, o per pressione esercitata dagli arnesi ecc. Puö avere decorso acuto o lento. Si presenta sotto forma di un tumore fluttuante, di volume vario e mobile, e con altri caratteri variabili secondo la data. Si nota piii frequenle-mente I'igroma alia nuca, al garrese, al cubito , al nodello ed alia punta del garrelto nei cavalli ed al ginocchio nei ru-minanti.
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Alcuni di quesli igromi hanno ricevuti nomi volgari, ehe non dovrebbero pero essere adoperati, perche ingenerano confusione, come ben a ragione osserva il Prof. Lanzillotli, il quale propone invece di adoperare la denominazione ana-tomo-patologica igroma, aggiungendovi il nome della regione; cosi invece di dire lupia, cappelletto, mal della lalpa , mal del garrese ecc, (denominazioni del resto ehe sono adoperate tanlo per indicare il vero igroma, quanto le semplici contu-sioni della cute e dei tessuti sottoslanli, od un lumore qua-lunque ecc), diremo igroma del cubito, del calcagno, della nuca od atloideo, del garrese e via via.
Terapia. Nell'idropisia delle borse sierose la cura deve variare a seconda ehe la malattia e acuta o cronica.
Nel primo caso giovano in principio, e specialmente quando fosse I'igronia accompagnato da infiammazione delle parti vicine alia borsa mucosa, i mezzi refrigeranti (i bagni freddi astringenti, cosi si puö coprire la partlaquo; con una polliglia di argilla e bagnarla continuamente con acqua vegeto-minerale, con acqua ed aceto, o con una soluzione di solfato di ferro, di zinco ecc), e quindi i risolutivi e parlicolarmente le ri-petute frizioni di tintura di iodo (2-3 frizioni al giorno), 1c bagnature tiepide con infusi aromatici coil' aggiunta di sale ammoniaco, o carbonate di potassa ecc, la pomata di mer-curio con ioduro di potassio, o eon sale ammoniaco nel rap-porto di 1 a 3, e simili; giova pure la compressione.
Se I'igroma ha un andamento cronico, ed e poco voiurai-noso, si puö ricorrere con vantaggio alle frizioni con I'essenza di terebentina, con la tintura di cantaridi, col risolvente di Hertwig (1-2), coi vescicatori in genere e specialmente col Blister, ehe a questa scuola si prepara colla seguente for-mola (3), o colla pomata di iodo e subliraato corrosivo.
Quando perö malgiado questa cura I'igroma non volge me-nomamente alia guarigione e la iluttuazicne e ben distinta, noi crediamo ehe il miglior trattamento sia o la puntura sem-plice ehe si fa con un trequarti, con un bistori o tenotomo, seguita, dopo di aver fatto uscire il liquido, da una frizione
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145 col suddetto Blister, o colla pomala di iodo e sublimato, -o la puntura seguita da iniezione di tintura di iodo (una parte di tintura di iodo in tre parti di acqua con pochi centi-grammi di ioduro di potassio); le iniezioni di vino caldo e di alcool sono meno giovevoli.
La caulerizzazione, a punte o trascorrente, superficiale non da migliori risultati delle frizioni vescicatorie , per cui non deve preferirsi a queste; mantra negli igromi antichi si puö con vantaggio incidere la borsa sierosa e cauterizzarne la faccia interna. Fu pure con risultati favorevoli fatta la cau-terizzazione potenziale della cisti, cioe col caustico d Vienna (4), colla potassa causlica ecc.
Quando il tumore fosse mollo antico, duro, aderente ed a larga base, si puö ricorrere all'uso di setoni semplici o me-dicati, attraversando la parete della borsa mucosa per otte-nerne abbondante suppurazione.
Ma il mezzo piu radicale e conveniente, specialmente quando il tumore e ristretto alia base , e l'eslirpazione, ehe si puö praticare in due modi, cioe o vuolando prima la cisti a dis-seccandone poi la parete, - o, ciö ehe e meglio, scoprendo il sacco senza vuotarlo e staccandolo dalle aderenza coi tessuti vicini, esportandolo cioe come un tumore ordinario, quando e duro e resistente.
Nell'igroma del calcagno, Delwart consigliö l'iniezione del liquido di Villata ed il Rey quella di una soluzione di sublimato .corrosivo; e maglio la tintura di iodo. Non conviene I'estirpazione del cappelletlo quando e molto voluminoso, perche ne ritnane d'ordinario una cicatrice deforme.
Nell'igroma antico al ginocchio dei ruminanti giova la mi-stura di Girard , fatta con 1 parte di sublimato corrosivo e 12 parti di terebantina , ehe si deve perö applicare una sol volta ; il Forsler preferisce di praticare I'apertura del-I'igroma a la successiva compressione, oppure la medicazione con topic! digestivi.
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(1) P. Ungucnto ^rigio grm. 50 Deutoioduro mcrcur. raquo; 4
Diz. Brusatco,
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Unguento. Per frizioue. (Herlwig).
10
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(2)nbsp; P. Saponi? verde grm. lt;20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Pctrolionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 50
Sale ammon. raquo; 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Unguenlo basilica raquo; 120
I'elrolio • 15-25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a.
Tintura canlaridi raquo; *nbsp; nbsp; (4) P. Calcc caustioa parti
F. Liiiimoiitc. Per IVizionccon-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Potassa causticraquo; aa uguali
tro I'igroma del cubito.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Si moscolano rapidamente cd ceat-
(Heihvig).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; tamente entro mortaio di fcrro ri-
(3)nbsp; P. Cantaridi polv. parti 10nbsp; nbsp; scaldato.
Euforbio polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 10 Di in boccelta ben chiusa,
Sublimato cor.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 3 (Caustico di Vienna).
Corea. Con questa denominazione viene descrilta una grave nevrosi di molilita, ehe osservasi piu frequenlemente nei cani, di rado nei cavalli e bovini, caratterizzata da con-trazioni muscolari e moviruenli piü 0 meno continui, ehe, reslando inlegra la coscienza, hanno luogo in modo disordi-nato contro lo seopo e I'intenzione parlicolarmente negli im-pulsi volitivi di muto. La eorea e quindi una nevrosi di eo-ordinazione, indieandosi appunto col norae di disturbi di coordinazione, quelle lesioni di molilitä in cui I'azione ar-monica di certi muscoli 0 gruppi muscolari , rivolta a dati scopi motori, e stala pregiudicala, laddove e ben mantenuta I'azione di ciascun muscolo (Rosenthal).
Ora il sistema di coordinazione ehe si ammette distribuito lungo I'asse eerebro-spinale , a partire dalla sostanza grigia spinale ed estendenlesi per le sue conlinuazioni aseendenti e le conuessioni nervöse di moto verso il cervelletto, ponte, peduneoli cerebrali e grossi ganglii fino alia sostanza corti-eale, nella corea puo essere leso in varie parli, nella porzione cerebrale e spinale, ed e appunto dalla preponderanza. del-TafTezione nell'una 0 nell'altra parle, ehe si fanno dipendere essenzialmente le varie forme cliniche di tal nevrosi.
Difatti ehe il midollo spinale prenda parte ai disturbi coreiei, e provato dalle alterazioni rinvenute nelle vie spinali (me-ningo-mielite , iperemia , spandimenli sanguigni 0 sierosi, rammolliraento , neoformazioni congiunlivali ece.) degli ani-mali morti per tale state morboso , non ehe da esperimenti del Chauveau.
La eorea si distingue in idiopatiea od essenziale, la quale deve eonsiderarsi come una sempliee alterazione moleeclare
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#9632;147 dei nervi motori senza sensibiie lesione di tessitura, ed in secondaria ovvero simpatica, riflessa e discrasica, - proveniente questa da alterata crasi del sangue, per cui diventa stimolo disaffine ai nervi senzienti e motori.
La corea, quantunque in generale abbia un corso continue, cio non ostante presenla alternative di aggravamento e di miglioramento , esacerbazione e remissione nella intensitä , ma non vere intermittenze, eccettoche durante il sonno o sotto I'azione di farmaci. La durata di quest'affezione e varia ; nei cani noi possiamo ammettere una corea acula ed una corea cronica, solo perö per quanto spetta alia sua durata, ehe puo essere di solo 10-20-30 giorni , di mesi, and e persistere anche per tutta I'esistenza senza abbreviarne la durata, al-lorche e limitata specialmente ad un'estremita.
L'esito piü frequente delia corea idiopatica e la guarigione; non cos! puö dirsi delta secondaria, sinlomatica e riflessa.
Terapia. Prime precetto sarä di soddisfare all'indicazione causale, se le ricerche del clinico gli perraettonc di ricono-scere I'eziologia della corea secondaria. Se 1'anemia e I'i-dremia, uno stalo di debolezza generale, precedettero lo svi-luppo del morbo, o si sviluppano nell'ulteriore suo decorso, e richiesta la medicazione ricostituente, - I'uso del ferro e della china (veri risloratori del protoplasma), dei farmaci amari e dei tonici. Se e possibile constatare la presenza di elrainti nel tralto inlestinale, convengono gli antelmintici (V. Elmen-tiasi intestinale). Se I'ammalato mfine presenta sintomi di af-fezioni acute dei centri nervosi, devono queste essere con-venientemente curate; e lo stesso dicasi, se di rnalattie e lesioni traumaliche anliche o recent! di altre parti, da cui possa anche solo sospetxarsi abbia avuto il nunlo di partenza la nevrosi in discorso per azione riflessa.
Numerose medicazioni vennero raccomandate allo scopo di soddisfare aü'indicazione patogenica. Furono vantati i pre-parati di zinco, il solfato ammoniacale di rame, il nitrato d'argento, I'arsenico (la soluzione arsenicale del Fowler e, secondo noi, la migliore formola pei cani (1)), la valeriana,
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rartemizia, l'assafelida , la canfora , la fava del calabar, il castoro, il muschio, la stricnina ed il curaro, e via dicendo; raa non sono sicuri nel loro effetto e giovarono in singoli casi. lo ho ottenuto un eccellente successo in cani coreici daH'amministrazione dell'idrato di cloralio in dose grande, ma epiratica (2) per tulta la giornata, continuandone I'uso per molti giorni; e daH'amnninistrazione del bromuro di po-tassio a dose sempre crescente.
I farmaci narcolici devono essere rigettati non solo come inutili, ma persino come nocivi, es. I'oppio; alcuni zooiatri perö afferraano averne vedute rapide guarigioni colla bella donna, col giusquiamo e coll'uso del cloroformio, sia per mezzo di regolari inalazioni, ehe dandolo internaraente.
Si intende ehe sono sempre da evitarsi, perche giovano a nulla, se pur non sono dannosi, gli irritant! cutanei.
Infine bisogna far qui menzione della cura elettrica ed idroterapica, ehe ha dato realmente in alcuni casi dei buoni risullali. In alcuni cani con corea cronica localizzata alle estre-mitä, adoperai appunto con vantaggio l'elettricitä. Anche i bagni freddi (da 12deg; 15deg; R.) in forma di impressioni im-provvise, di impacchi umidi del corpo, di docciature e di la-vacri, possono essere tentati nelle forme piu gravi. Del resto e noto ehe anche nella corea, come in tutte le malattie, ciascun caso avra certe indicazioni individual!, cui il clinico dovrä soddisfare.
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grin. 3-5nbsp; nbsp; (2) P. Soluzionc arsenicale del
raquo; 150nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fowler goccie 9-15
una onbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Una dose al giorno da darsi
due ore. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; in tre volte. (L, Brusasco).
Corizxa contagiosa dei gallinacei. Questa micidiale
affezione, delta ancora , a cagione dello scolo e della conta-
gione, morva delle galline , attacca specialmente gli animali
piü deboli ed i pollastri da 4-6 mesi. La contagione e la
causa per cui quest'affezione una volla svollasi in seguito a
pioggie persistenti, a freddo - uraido, ad abitazioni streite ed
improprie ecc, si estende sopra un gran numero di volalili.
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149 Trattasi di una grave inflammazione, prontamente seguita da suppurazione, della membrana raucosa ehe tappezza le prime vie respiratorie, estendentesi alcune volte anche alia mucosa oculare e per continuitä di tessuto flno alia trachea, all'eso-fago ed al gozzo (Reul).
Terapia. Separati i sani dai malati, si collocano questi in un sito a temperatura un po' elevala, si procura di sbaraz-zare le vie nasali dal pus ehe le occlude con piccole inie-zioni di decozioni tiepide ammollienti, e di pulire la bocca con acqua tiepida acidulala o con una soluzione astringente, e quindi si fanno inalazioni con catrame, con piante aroma-tiche, con bacche di ginepro ecc. Per la cura interna il Reul consiglia di porgere alia portata degli ammalali due truogoli: I'uno pieno di una soluzione di solfato di ferro al 3 0/0 e I'altro d'acqua di catrame o fenicata; gli uccelli prendono spontaneamente tali medicamenti, ehe hanno dati grandi van-laggi. Se il gozzo e troppo disteso dagli aliraenti, conviene aprirlo all'iniziavsi del male e vuotarlo. E indispensabile una buona alimentazione durante la cura e la convalescenza.
II pavone e I'anitra sono come i polli altaccali alcune volte da questa affezione.
Ctariagine. Nella coriagine dei bovini, ehe aecompagna differenti affezioni cachetiche e diverse affezioni croniehe del-I'apparato digestive e respiratorio, e ehe puo ancora conse-guire a non eonveniente coltura della pelle, ad un' alimentazione insufliciente, a raffreddaraenli reilerati ecc., la pelle e secca, rigida, dura, coperta di abbondanti pellicole epite-liali, ed aderente alle parti sottostanti, specialmente alia spina ed alle regioni costali, e fa sentire, quando la si sol-leva, uno serieehiolio, come se si maneggiasse della perga-mena, conservando a lungo le piegature fatte; inoltre e coperta da peli ruvidi e scolorati.
Terapia. Si deve innanzi tutto soddisfare all'indieazione causale nella coriagine sinlomatica. E quindi, come nell'es-senziale od idiopatica eosi detta, si dovra teuere gli animali in staila eon temperatura moderata, ed in buone eondizioni
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igienico-dieteliche, ricorrere ad una buona neltezza e col-tura della pelle., alle ripetule strofinazioni all'uopo avvalorate con alcool ed essenza di terebentlna; la cura diaforetica puo essere conveniente, e specialmente quando consegue a sop-pressa traspirazione cutanea.
Corno ciitaneo. I corni cutanei, ehe si osservano nei differenli aniraali alia fronte, al naso, dietro le orecchie, al tronco ed alle estremita, rappresentano delle eminenze epi-dennoidali (per ipertrofia ed iperplasia) coniche o cilindriche, di color bruno o nerastro , di varia lungbuzza , a superficie irregolare, ed aventi la consistenza delle coma dei ruminanli.
Terapia. II corno cutaneo deve estirparsi dalla sua base unitaraente alia sua matrice, ed il punto affetto cauterizzarsi con lapis infernale o con altro caustico.
Cornea (malattie della). Fra le varie forme, ehe il pro-cesso infiammatorio puö assumere allorquando invade la cornea, noi diremo della cheratite flictenoide, vescicolosa, pustolosa , della diffusa superficiale, della suppurativa, della diffusa parenchiraalosa , della profonda , della punteggiata e della cheratite profonda stafilomatosa dei bovini.
a) Cheratite flittenosa. E affezione caratlerizzata dall'ap-parizione in un punto della cornea, era verso il suo centro, altre volte in prossimitä della periferia, di uno o piü nodetti leggermente prominenti o vescichelle, della grandezza di una capocehia di mediocre spiilo con o senza precedenle intor-bidamento nella localitä ove ha sede tale lesione. Si rompono ben tosto le pareti, costituite unicamente daH'epitelio , di tali vescichelte, e lasciano al loro posto un' ulcerazione piü o meno profonda.
Terapia. Per combattere la fotofobia, il dolore ed il ros-sore pericorneale e conveniente I'atropina (*) instillata a piü
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(') Per applicare i collirii di atropinD, di ioduro di pntassio ecc, c conveniente usare un elaquo;ntagocco, o scmplicemente un lubo di velro ehe iinisca in punla: cosi si immerge questo nel collirio , poi coH'indice della mano ehe prenderii il Uiho si chiude l'estreniitä superiore di questo, sc ne porta la punta in vicinanita della eongiuntiva della palpebquot;laquo;
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151 riprese (1), e porre in opera i presidii anliflogistici, - collirii astringent! con solfato di zinco in infuso di fiori di camo-milla ecc.
Ma ammansati i sintomi infiammatorii, ed allorche le ve-scichette e piccole pustole non si sono ulcerate, o le ulceri sono assai superficiali, si ha grande vanlaggio dalle spolve-rizzature di calomelano (2), dalle instillazioni di una solu-zione satura di solfato di soda in infuso di fieri di sarabuco, dall'uso della pomata di sesqui-ioduro giallo di raercurlo (3).
Se all'opposto le ulceri sono profonde, e continua la foto-fobia, conviene far uso del collirii di morfina, della insuf-flazione della polvere di calomelano unita ad una piccola quantilä di morfina (4).
II Warlomonl trovo utilissima per favorire la cicatrizza-zione delle ulceri corneali nei vecchi, ragazzi scrofolosi, con o senza ernia dell'iride, I'ossido rosso di mercurio (5); noi pure I'abbiamo usato con vantaggio in ulceri atoniche; anche le leggieri causticazioni col nitrato d'argento sono ulili in quesfe ulceri.
Contro gli stati consecutivi delle ulceri, quando minaccia la perforazione, si applichi un bendaggio, per quanto si puö, serrato, per evitare il piu possibilmente il prolasso dell'iride (V. Iride, malaltie dell').
Per far scomparire gli intorbidaraenti, residui delle efilo-
rescenze, giova ancora il calomelano finamente polverizzato
(e contro indicato I'uso di questo preparato ogniqualvolta vi
coesiste congiuntivite), die serve eziandio a vincere la foto-
fobia, oppure la pomata di precipitato giallo, specialmenle negli
intorbidamenti piii profondi (6) (V. Opacamenti corneali).
(1) P. Acqua dislillata grtu. 10nbsp; nbsp; (2) P. Calom, a vap. porf, grm. 8 Solf. nculrod'alr. cent. 4-6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Spolvemzaz. 1-2 al giorno-
S. instillazioni ogni 2-3 ore.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(L. Brusasco).
inferiore, arrovesciata alquanto per stiraccliiamento fatto coiraltra mono, e logUendo I'indiee daU'estrcmita del tubo, il collirio scende sulla con-giuiitira ; si puö pure adoperaic una piccola siiinga di Yctro.
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(3)nbsp; P. Scsqui-ioduro giallo di mcr- (5) P. Ossido rosso mere. cent. 10
curio diligcntcmente la-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Stagno grm. 4
vtito e polv. ceiiligrm. 75nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Balsamo del Peru goccie 12
Glicerol. di amido grm. 23nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Warlomonl).
F, pomata, (L. Brusnsce).nbsp; nbsp; (6) P. Precipitalo giallo centig. 25
(4)nbsp; P. Calomelano porf. grm. Gnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugna grm. 4
Idroclor. inorfina ceutig. 13nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. pomata.
M. S. per insulllazioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(L, Brusasco).
b) Cheratile suppurativa. Questa cheratopatia non pno piü
essere negata presentemente, quantunque si osservi di rado,
e non sia analoga alia cheratile suppurativa dell'uomo, la
quale ha grande tendenza a diffondersi sopra tutta la cornea,
distruggendola.
Terapia. Varia il traltamenlo curative degli ascessi cor-neali a seconda ehe sono superficiali o profondi, e rinfiana-mazione acuta ed accompagnata da forte dolors, oppure lenta.
Nel prirno case la cura piü conveniente consiste nell'uso di fomenti caldi continuati per tutta la giornata la merce compresse imbevute in infuso di camomilla con estratto di belladonna (1), ehe si lasciano in silo per circa un'ora, per favorire la maturila dell'ascesso e calmare i dolor!; e nei fare instillazioni di atropina, la quale agisce come mezzo an-tiflogistico e, dilatando la pupilla, previene le sinecehie an-teriori.
D'ordinario I'ascesso superficiale si vuota in pochi giorni, e la guarigione non si fa molto attendere, in caso contrario conviene inciderlo.
Ma allorquando I'ascesso e profondo e malgrado I'uso dei suindicali mezzi, si teme la distruzione di una piü grande parte della cornea, conviene favorire i'uscita del pus, roe-diante lieve puntura falla con un ago a paracentesi.
Dopo quest'operazione, le instillazioni di atropina ed il bendaggio compressivo riescono a frenare le conseguenze di tale lesions.
Se la suppurazione si estende e distrugge una porzione piü o mono grande della spessezza della cornea, gli strati residui possono non essere valevoli ad opporre una sufficients solidila per resislers alia pressione intraoculare, e vengono
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153 cacciati in avanti; ne succede allora il cheratocele od ernia della cornea. II cheratocele, ehe consegue non solo ad ulce-razioni, ma anche a lesioni traumaliche della cornea, e co-stituito in alcuni casi dallo Strato posteriore e medio altra-verso l'eslerno, in altri dal solo slrato posteriore attraverso gli altri due; la sola membrana di Descemet puo far ernia. Si manifesta in questo caso una procidenza vescicolosa, dia-fana od opaca, molle, compressibile , della grossezza della capocehia di un ago o di dimensione maggiore,
Contro il cheratocele giovano i raidriatici (atropina), e nel caso di atonia dell'ulcera, causa del cheratocele, I'applica-zione del laudano del Sydenham, di collirii astringenti ed in ogni caso il bendaggio compressivo.
Nel cheratocele inveterato conviene energica toccatura colla pietra caustics in matita, o con una sua soluzione concen-trata, seguita da bendaggio (V. Stafilomi).
Negli ascessi profondi con grande quantitä di pus, di cui una parte piü o meno grande si versa a poco a poco nella camera anteriore (ipopio, dandosi appunto il nome di ipopio a qualunque raccolta di pus nella camera anteriore), si puö benissimo dar esito al medesimo raediante un'incisione della cornea verticale alia sua curva, attraversandola col coltellino di Graef o con un ago a paracentesi nel punto dell'ascesso o della porzione raalata di cornea. Appena tolto I'istrumento, I'umore acqueo esce con violenza in un col pus dell'ipopio. Si fanno dopo instillazioni di atropina, e si mette un bendaggio compressivo. E specialraente in quesli casi, in cui si distrugge la camera anteriore, ehe I'iride e la cornea ven-gono cost a combaciarsi e contraggono aderenze in forza di uu essudato flogistico proprio, le quali costituiscono le fi-necchie anteriori, periferiche o centrali, ehe giova per pre-venirle ed anche per curarle quando sono recenli e lievi, I'atropina. Conviene questo metodo curative, poiche, checche se ne dica, I'assorbimento complete della marcia e assai difficile, massime negli ascessi di qualche entitä.
Nelle ulceri corneali croniche giova ancora la pomata di ossido rosso di mercuric (2).
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iöi
Si intende ehe in questa affezione, come in tulte le ma-attie oculari un po' gravi, conviene tenere gli ammalati al-I'oscuro, far uso di un para-occhi a graticcio, o di una cuffia dioftalmica nei piccoli animali (*), onde impedire agli ammalati di fregarsi gli occhi e via dicendo; cioe non si deve di-menticare I'igiene oculare (V. pag. 125).
Nelle fistole corneali e nei prolassi dell'iride ehe oeeupano la parte mediana della cornea, si faceiano frequenti inslilla-zioni del collirio di atropina, adoperando nei tempo istesso il bendaggio compressivo per un tempo il piü lungo possi-bile, onde ne possa avvenire la riduzione completa e la ei-catrizzazione della piaga; ma se I'ernia dell'iride si Irova verso la periferia della cornea, e meglio adoperare instiila-zioni di eserina o deU'eslratto alcoolico della fava del Calabar (V. Ferite della cornea).
Per combatlere le macchie corneali consecutive alle ulceri
ed agli aseessi, sono giovevoli le insufflazioni della polvere
di calomelano a vapore (V. Macchie corneali).
(1) P. Infuso di camotnilla alia co- (2) P. Ossido rosso mere. grm. 1
laturanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grin. 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cenligrm. 25
Estralto belladonna •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Glicerolato amido grm. 12
S. Si scaldi priraa dell'appli-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per collirio nelle ulceri cor-
cazionc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; {L. Brusasco). nesli croniclic. (L. Brusasco).
c) Cheratite diffusa superßciale. Quest'affezione occupa gli strati piü esterni della cornea (epitelio e rnembrana elasliea anteriore o rnembrana del Bowman); ed e perche ben tosto appariscono vasi ehe dalla congiuntiva si prolungano sulla cornea, ehe vien detta ancora cheralile vascolare. Le cause sono: la trichiasi, I'entropio , il catarro cronico congiunli-vale, od altri slimoli locali.
Terapia. Deve dapprima la cura essere diretta eontro le cause ehe la intrattengono. Tolte queste, se tuttavia il panno persiste, si faccia uso delle ripetute fomenlazioni tiepide di infuso di fieri di sambueo, e quindi delle spolverizzazioni d'allume, o del collirio di solfato di rams (1), di nilrato d'ar-
(quot;) Brusasco. Rendiconto clinico, 1872, pag. 43.
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gento (2). Quando il panno e molto vascolare, giovano inoltre, non setnpre perö e possibile praticarle, le scarificazioni peri-corneali sui vasi ehe si portano sulla cornea; anehe le cau-sticazioni colla pietra bleu sono utili; non si dimentichi I'uso deH'alropina.
Se si sviluppano piccoli ascessi durante il corse di una cheralite vascolare, devono curarsi come si disse anterior-mente.
(1) P. Solfato rame ccntigrm. 18 (S) P. Argento nilrico ccnlig. 6 Acqua distillala grm. 18nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata grm. 30
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L, Brusasco).
d) Cheratite parenchimatosa. E un'affezione caratterizzala da un opacamento diffuse, ehe occupa molteplici punti del tessuto proprio della cornea o sostanza intercellulare o fon-damentale; e secondo Virchow un'infiammazione parenchimatosa, nella quale gli eleraenti coslitulivi del tessuto cor-neale subiscono un'allerazione di nutrizione.
Terapia. Uapprincipio la tniglior medicina consiste in fo-menti tiepidi (') leggermente aromatizzati (i piü usati sono quelli di camomilla, colla raenta piperita, col finocchio ecc), per favorire la risoluzione degli spandimenli inlerstiziali, e nell'applicazione dei collirii di atropina, specialmente quando havvi complicanza di irite, onde calmareil dolore, accelerare pur la risoluzione, restringere i vasi, diminuire la pressione intra-oculare ed impedire la formazione di sinecchie aute-riori e posteriori.
Se vi ha infiammazione intensa con dolore grave, lacri-mazione ecc, si passi tosto, oltre a quanto sopra, alle fri-zioni sulle palpebre ed alle orbite con pomata di morfina (i) ed ai derivativi sul canale intestinale (noi adoperiamo nei cani con vantaggio il calomelano). Se cio malgrado non v'ha remissione di sintomi, ricorrasi al mezzo estremo, alia pun-zione della parle mediana della cornea attraverso della ca-
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(*) I fomenti od applicazioni caldc si fanno con pezzuolc di lana pruttoslo fina e picgate a piü doppi, onde contfnere pii'i a lungo il ca-lore; si continuano per 10-20 minuti e si ripcle I'applieazione piü volte si giorno.
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inera anteriore alquanto superiormente al centro della pu-
pilla; quest'incisione ha grande efficacia, come noi abbiamo
potuto esperimentare in cani, per frenare le gravi affezioni
acute della cornea.
(d) P. Mrodor. morf. cent SO-fiOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per ripclute frizioni sulla
Gliccrinaqlj. perscioglicrlo. palpebre cd orbite. Grasso fresconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 12nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
e) Cheratite profonda. Sollo questa denominazione noi de-
scriviamo I'infiamraazione della membrana di Descemel o di
Dernours, membrana elaslica posteriore, Strato ehe si trova
sulla superficie interna della cornea, ehe quasi sempre si
coraplica di iride od a questa consegue. In taluni casi si
estende un tale processo anche agli altri strati corneali. Per
ben riconoscere le condizioni morbose localizzate negli strati
profondi della cornea, si deve esplorare questa osservandola
lateralmente, nel qunl atto si scorgono tanti parziali offusca-
menti sulla membrana del Desceraet, e nessuna alterazione
giacere al disopra di essi, agli altri strati della cornea.
Terapia. La cura tende essenzialmente ad impedire il pro-gresso dell'inüammazione e la formazione di sinecchie ante-riori. Si ricorrerä a tale effelto ai collirii di solfalo neutro di atropina continuati per alcuni giorni, ai purganti salini, e nei casi gravi alia flebotomia; e specialmente quando I'i-ride e compromesso, die puo essere necessaria la punzione della cornea.
Non si dimentichi I'applioazione di compresse imbevute nell'irifuso di fieri di camomilla e di sambuco con un po' di solfato di soda, e I'instillazione infine di una soluzione di ioduro di potassio, quando non vi e controindicazione per I'iniezione deH'occhio.
/quot;) Cheratite punleggiata. fi caratterizzata dall' apparire sulla cornea di punti opachi di colore azzurrognolo, numerosi ma piecoli, superficiaii o profondi, disposti in modo vario e ehe non si distinguono bene se non ponendosi di fianco degli animali e ben esaminando obiiquamente la cornea. Questa cheratite e superficiale o profonda; a propriamente parlare
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157 pcrö ne l'una ne l'altra costituiscono una malattia speciale, ina sono reliquati o sintomi di altra aiTezione.
Per l'esame degli strati superficiali della cornea conviene pur ricorrere all'uso di una candela accesa, tenendola al da-vanti deU'occhio e spostandola successivamenle in varii sensi; a questo stesso scopo e per riconoscere se alterazioni esistono nel parenchima o nella faccia posteriore, e per l'esame della camera anteriore, dell'iride e del contorno pupillare, non si dimentichi mai di ricorrere aH'illurninazione laterale ossia obliqua.
Terapia. Nella cheratite punteggiata superficiale, la quäle non e altro il piü delle volte , ehe una varietä della cheratite interstiziale, superficiale perö e lieve, non raramente in-fatti se dapprima hanno sede i punti opachi nella membrana elastica anteriore, non tardano ad estendersi in superficie ed in profonditä (si sviluppa una vera cheratite diffusa), conviene ii trattamento curativo da noi indicate a proposito di quest'ultima affezione. II Guilmot consiglia nella cheratite punteggiata del cavallo il precipitate rosso (1) per far scom-parire i coaguli deposti sotto la sierosa e nelle lamine esterne della cornea. La cheratite punteggiata profonda, ehe e conse-guenza di irido-ciclite o di irido-coroidite, sparisce con queste (V. le varie forme di cheratite per il relative trattamento). (1) P. Prccipilato rosso cenlig. 20 Se ne applichi mattino c sera un Grusso suinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm- 5 po' sotto la palpebra, grossezza di
Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; S un pisello.
F. Pomata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Guilmol).
g) Oftalmia dei bovini - oftalmia epizootica. Per noi non e altro ehe un' infiammazione degli strati profondi della cornea, ehe si sviluppa durante i calori dell'estate e lalora in quelli dell'autunno, causata dall'azione di gaz irritanti c-Ie-vantisi da un suolo abbondantemente impregnate di materie escremenlizie per l'alta temperatura dei riceveri, e dalla luce diretta e riflessa e da alto grado di calorico irradiate da ter-reni sabbiosi e ghiaiosi.
Si nota specialraente nei giovani bovini dall'etä di pochi raesi a quella di due o Ire anni.
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In questa malattia, ora pel semplice rammollimento e ri-lasciarnenlo degli strati profondi della cornea, non opponendo piü i superficiali sufficiente resistenza alia piü o meno au-raentata pressione intra-oculare, si stabilisce piü o men grave stafiloma peliucido, conico o sferico, - ora invece questo succede, perche si produce una grave ulcera profonda; noi non abbiarao raai osservato I'ulcera giungere sino alia su-perficie della cornea, eppero lo stafiloma vero od opaco, ehe altri hanno notato.
II nome di oftalmia epizootica e improprio, - e piü conve-niente la denominazione di cheratite profonda stafiiomatosa.
Terapia. L'esito della malattia in tutti i casi da noi os-servati fu la guarigione corapleta; non havvi alcun dubbio die puo guarire spontaneamente questo morbo senza aiuto di medicamento , quando non si producono gravi ulcerazioni corneali, ma semplice stafiloma peliucido, come lo dimostra l'esperienza; perö complicandosi con grave irite od irido-coroidite e specialmente quando si produce stafiloma opaco, deve il pronostico essere riservato.
In principio e conveniente il trattamento curative giä da noi indicate per la cheratite profonda.
c II freddo, i lievi astringenti, i narcotici, le scarificazioni, pongo in uso nel principio di cura, - formate lo stafiloma, ne cauterizzo per cinque o sei giorni la punta col nitrato d'ar-gento fuse e collo stesso farmaco formate in pomata (1) o con soluzione acquosa falta nella slessa proporzione; medico I'occhio due volte al giorno, introducendo sotto le palpebre o alcune goccie di quest'ultima, ovvero una porzione di pomata grossa quanto una piccola avellana, e continuando tale medicazione fino a scomparsa totale delie macchie corneali. Allemanni raquo;.
Noi non crediamo perö necessario tale cauterizzazione, al-lorche lo stafiloma e cosliluito solo dall'elevarsi della cornea non ulcerata alia sua superficie, quando cioe si tratta di semplice ectasia (V. Stafilomi); di rado e richiesta la punzione della cornea.
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459 La guarigione e completa in 20-30 giorni anche con un semplicissimo trattamento curativo.
(1) P. Azotato d'arg. grm. 0,50-1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Pomüta.
Adipenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Allemanni).
h) Ulcera rodente. Sotlo il nome di ulcera rodenle in-tendiamo parlare di un' ulcera corneale da noi osservata in cani, ehe si presenla primilivamente, piü o meno profonda, verso il centre della cornea con forma circolare. Si sviluppa quindi grave cheratite vascolare, cheralo-globo, per cui l'oc-chio diviene deforme; si nota iniezione della congiunliva, fo-tofobia, lagrimazione ecc. L'ulcera si aecresee di continuo in profonditä sino a ehe il processo morboso, in 6-10 di, ter-mina colla perforazione della cornea, e l'ernia dell'iride. Queste forme ulcerative non attaccano mai, per quanto consta a noi, i due occhi contemporaneamenle, ma successivamente.
Tehapia. L'unico trattamento curativo da noi trovato gio-vevole e ehe ei diede brillanti risultati si e la cheratotomia, seguita da faseiature leggennenle compressive e da instilla-zioni di atropina fatte 3-4 volte al giorno. La puntura perö non deve farsi neU'ulcera, ma deve cominciare dal tessuto sano e prolungarsi al di lä deü'uleera stessa.
Ancora nel mese di luglio p. p. venne piü volle porlato a questa cliniea medica un piccolo cane griffone affelto da ulcera rodente prima da un occhio e poi dalFaltro, dalla si-gnora N. N., la quäle pero non avendo voluto per mal'intesa compassione ehe si operasse, ne succedette, malgrado l'uso dei raezzi medici vantati dai piü celebri oftamologisti dell'una e dell'altra medicina contro le ulceri corneali, la perforazione prima di una cornea, quindi dell'altra, prolasso dell'iride ed atrofia del globo oculare.
i) Ferite della cornea. Le ferite della cornea sono piü o meno gravi a seconda ehe interessano o meno tutla la sua spessezza, ed a seconda della loro forma; le ferite lineari e le punture guariscono con facilitä. In seguilo a ferite peme-tranti nelia camera anteriore, ne puo avvenire la proeidenza iridea, l'irite e la ealaralla traumatica.
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Terapia. Le lesioni non penetranti della cornea guariscono facilmente tenendo rammalato all'oscuro, facendo alcune in-stillazioni di atropina, ed abluzioni fredde.
Bisogna procurare di mettere i bordi della ferita in con-
tatto e di ridurre I'iride, se si e prolassato, sia meccanica-
menle (procurando di non provocare irite), sia coH'instilla-
zione di atropina; pero se la ferita e periferica , si deve
preferire il collirio di eserina o di estratto alcoolico di fava
del Calabar (1) , od i dischi gelatinosi della stessa sostanza,
ed in caso ehe non si abbiano questi preparati, si puö usare
anche la medesima fava del Calabar (2). Nello stesso tempo
si facciano continue bagnature fredde con fasciatura legger-
merite compressiva; sono conlro-indicati i preparati di piombo.
Piü tardi se rinfiararnazione tende ad estendersi a tutto il
bulbo, si sostituiscono ai bagni freddi, le fomentazioni tie-
pide. Non e conveniente esportare immediatamente I'iride
prolassato, ma solo i lembi distaccati della cornea; ed e solo
piü tardi, quando la procidenza per essere forte non si e
potuta ridurre, die conviene esciderla colle forbici, o ricor-
rere all'uso del nitrato d'argento in sostanza.
(1) P. Estratto alcoolico di lavanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (2) P. Polv. fava Calabarcenlig. 15
del Calabar grm. 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata grm. 10
Acqua distillata raquo; 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per instiliazioni.
S. Collirio antimidrialico.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. BriiMsco).
(L. Brusasco).
/) Corpi estranei nella cornea. - Erosioni superßciali e cir-coscritle. E necessario procedere il piü presto possibile alia loro rimozione, e quindi a fomenti freddi, cangiati dopo 3-4 giorni con quelli tiepidi, ed ai collirii di atropina. Xellc stesso modo si cureranno le erosioni superßciali e circoscritte della cornea conseguenti a traumatismo.
m) Opacamenti della cornea. Inlendonsi certi stati della cornea non infiammatorii, e piü o meno stazionari, ehe le tolgono la sua normale trasparenza.
Le macchie corneali, ehe conseguir possono a cicatrici piü o meno profonde, dovute ad ascessi, ad uicerette, a ferite, a semplice inlillrazione interstiziale, a difetto di nutrizione e via via, prendono denorainazioni differenti in rapporto al
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#9632;#9632;
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161 grado di trasparenza ehe conserva la cornea, secondo la loro estensione e la nalura deH'opacita stessa. Basta pero pel clinico, il distinguere la nubecola, Valbugine ed il leucoma.
La nubecola e una macchia superficiale e poco apparente, ehe non oecupa ehe lo strato superficiale, epitelio e mern-brana del Bowman, o tull'al piü gli strati aifatto esterni del tessuto proprio della cornea, di colore biancaslro o bianco-grigio. Dicesi albugine quando la maechia e di mediana spessezza, e leucoma se e profonda. II leucoma estendendosi ad una eerta profondita od a tutta la spessezza della cornea, allorche e largo e siluato vis-a-vis della pupilla, impedisce affalto la visioue , mentre se oecupa parti periferfche, non altera ehe poco o punto la vista.
E ancora piü o meno grave il leucoma a seconda ehe e o non aderente all'iride, inuammato o non, cicatrizzalo od ul-cerato; dicesi totale allorquando tutta la cornea n'e invasa.
Del resto le conseguenze di tutti gli opacamenti corneali variano secondo la sede, la grandezza e densitä loro.
Terapia. Le opacitii, nubecola, albugine e leucoma, dovute a vere eicatrici sono indelebili; perö, siccome e assai difficile fare la diagnosi differenziale della natura deH'opacita stessa , e conveniente tentare il trattamenlo curalivo in tutti i casi dubbii. E sopratutto nei giovani soggetli ehe gli opacamenti corneali, se non sono eicatrici od infiltrazioni gras-sose, possono scomparire interamente in un tempo piü o meno lungo. Si aiutano questi risultati eccitando la nutrizione, accelerando la circolazione nei vasi pericorneali, ed il pro-cesso di assorbimento.
I medicamenti ehe abbiamo trovali piü giovevoli contro le macchie corneali sono I'insufflazione di polvere di calome-lano a vapore (*), la pomata di biossido di mercuric (1), la
(*) Le polveri ehe si ndoporano eome eollirii possono buttarsi sulla cornea col mezzo di un tubcllo di velro , di un cannellu qualunque, avverteudo in ogni easo di non ferire il glolio oeulare, o col mezzo di 'in pennello finissiino. E convcnienle lo smovimenlraquo; dellc palpebre dopo 1'applicaiione delle polveri, per scioglierle facilmente nelle lagrime, onde non agiscano da eorpi slranieri o come caustici.
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Dis. Biusasco.
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tuzia preparata, le instillazioni del collirio di ioduro di po-tassio (2), di laudano liquido o di tinlura di oppio (3-4), di soifato di soda in soluzione satura neH'infuso di fiori di sambuco, le spolveralure e le insufllazioni sulla cornea dello stesso solfalo di soda anidro fiuamenle polverizzato (*).
Secondo 11 Gosselin, se le macchie corneali sono il prodotlo di infiltrazione calcare, giovano i collirii collo zuccaro in soluzione concentrala, ollenendosi un saccarato di calce ehe e solubile. Nella cura degli opacamenli della cornea lucida, prodolli dalla calce spenta, si raccoraanda ancora I'uso delle soluzioni zuccherine.
Se le ftacchie dipendono da circoscrilta ipertrofia dell'epi-telio, puö tenlarsi I'escissione , Tasportazione col bistorino o col raschialoio, o la causticazione col nilrato d'argento. Come operazione puramente cosmelica, si usa in medicina' umana di annerire le macchie corneali coll'inchiostro della China, (tatuaggio).
(1)nbsp; P. BiossiJo mercurin cent. 23 neirocchio 4-6 volte al giorno.
liaudanoSydenham grm. 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 5 (5) P. Acqua distillata grm. lö
F. s. a. pomala.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Laudano liq. Rousleu raquo; 10
S. Coiilro 1c macchie corneali,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
se ne applica 1-2 volte al giorno, (4) P. Ioduro polassio grm. 1-2
Una piccola quantita (**).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; lodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cemigr. 2-4
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acqua distillata grm. 20
(2)nbsp; P. Ioduro di potassio grm. 3-8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a. I'cr collirio.
Acqua distilliita raquo; 60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Contro le macchie corneali,
Alcool a 'iO0 B • 20 quando non vi esisto piii Iraceia di S. Da instillarne alcunc goccie infiammazionc. (L. Brusasco).
n) Macchie metalliche. Non raramente si osservano alia
superficie della cornea delle macchie lucenti, di un bianco
madreperla ed opache, le quali sono il piü soventi cccasio-
nate da depositi di sali metallici, di acetalo di piombo , di
nitrate d'argento, di preparati mercuriali, di calce ecc. Perö
sono piü frequentemente determinate dall'acetato di piombo
neutro usato per insufHazione o dall'acetato di piombo li-
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(') Brusasco prof. Lorenzo. Rendiconio clinico. Torino, 1872, pag. 41. (**) Dopo I'applicazione delle pomate, e conveniento strofinarc la cute delle palpclirc, onde spalmarle per lulto uniformementc.
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163 quido pur usalo in collirio sotto forma di acqua vegeto-mi-nerale, o del Goulard , quando la cornea e uleerata, od in qualsiasi modo ferita o semplicemenle escoriata. Queste mac-chie, ehe acquistano un Espetto fosco e ehe altre volte sono bianche, non dipendono menomamenle, come si crede da al-cuni, dalla combinazione cei suddelti due sali di saturno col tessuto, ma da clo ehe deposle queste soslanze nel fondo della soluzione di continuitä della cornea lucida, si ricoprono di tessuto di cicatrice ehe loro impedisce di allontanarsi.
Terapia. Le macchie metalliche della cornea dipendenti dairinstillazione di un collirio di piombo, possono essere tolte da un collirio di acetate di soda (1) ; se daU'instilla-zione di un collirio d'argento, possono essere guarile da un collirio di iposolfito di soda (2). II Dottor Rothmunt ha con-sigliato in questi ultimi anni pel trattamento delle macchie metalliche, delle iniezioni sotlo-congiuntivali di acqua salata tiepida nella proporzione di 1-4 sopra 30 di acqua. Quando con questi mezzi non si ottiene il desiderato intento, si ri-corra alia raschiatura od escissione delle macchie dipendenti da depositi metallici, ricoperti da una membrana cicatrizziale. (1) P. Acctato soda centignn. 30 (2) P. Iposolfito di soda grm. -1 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. iOOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Aoquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 30
S. Per insliUazioni ripctute piiinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Come il precedentc.
Tolte al giorno.
o) Idroftalmia. Consiste in un aumento di volume del globo oculare (alcune volte acquista una tale elevazione ehe le palpebre non possono piu coprirlo, specialmente nei bovini e cani) dovuto ad una ipersecrezione dell'umor acqueo, e so-venti anche ad un aumento del vitreo; per cui in medicina umana si distingue in anteriore e posteriore. Si ha nell'idro-ftalmia anteriore distensione sferica cd uniforme di tutta la cornea; l'occhio diviene deforme, perche I'ectasia si estende anche alle parti vicine, e da cio il nome di buftalmo o di buftalmia.
Puo conseguire ad oftalmia interna , ed essere esagerato da un assottigliamento uniforme o meno, e dirainuzione quindi di resistenza della cornea.
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Terapia. SoJdisfatlo all'indicazione causale, cioe combat-tuti i fenomeni infiammatorii (1), si ricorra alia paracentesi corneale. Per praticare sia la puntura ehe l'incisione cor-neale conviene abbattere I'animale, far lener ferrao quindi il capo nel miglior modo possibile, discostare le due palpebrc collo speculum oculi o con due uncini ottusi, o con due fili metallici incurvati, e fermare I'occhio coH'islrumento a tre braccia invenlato dal Leblanc, o con quello a foggia di ca-vastracci proposto da Brogniez e da lui chiamalo diaptaleur, e nei piccoli animali specialmente, giovandosi di una pinzetta a fissazione, uncinata, afferrando la congiuntiva bulbare, e fare I'operazione con un ago ordinario da cataratta o col coltel-lino di Graef, penetrando sino nella camera anteriore. Si con-siglia pure di fare I'operazione , non come noi usiamo praticare nel mezzo della cornea alquanto superiormente al centro della pupilla, all'angolo eslerno deU'occhio, lungi una linea circa dal margine della cornea. Si fa la punlura e l'incisione nell'uno e nell'altro modo secondo delle varie indicazioni ehe si hanno a soddisfare. In ogni caso, ritirato I'ago, si fa-ranno sull'oechio dei bagni freddi e si applicherä una fa-sciatura leggermente compressiva, tenendo i'animale in luogo oscuro con convenienti para-occhi.
Non sempre perö la cura e eflicace; ma se ne hanno in-vece risultati poco soddisfacenti in ragione della condizione eziologica.
(I) P. Colcbico aulunnale grm. 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a. Elcltuario da ammini-
IS'itronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 32 slrarsi nell'oftalmia complicata di
Miele q. b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; idropisia deU'occhio. ^Douley).
p) Staßlomi. Col nome di stafiloraa si designano in gene-rale ledefortnazioni e distensioni odilatazioni piü o meno uniform! della cornea, in conseguenza della sua propulsione in avanli. E totale o parziale, pellucido (questo e un'ectasia semplice della cornea, ehe ha perduta la sua capaeita a re-sistere alia pressione. interna per anteriori malattie ecc.) od opaco. Tanto il pellucido ehe 1' opaco puo essere conico o sferico (cornea conica o sferica). Terapia. Bisogna innanzi tutto soddisfare all'indieazione
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#9632;i
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165 causale, e raccomandare i mezzi minorativi della pressioae, cioe nell'ectasia corneale semplice, conica e sferica, 1' atro-pina, la paracentesi corneale ed il bendaggio compressivo.
Nello slafiloma opaco, quando cioe I'iride conseguentemente a perforazione della cornea aderisce colla procidente cicatrice (questa lesione costituirebbe il vero stafiloma od ectasia sta-filomatosa), non grave e non accompagnato da acutissima che-ratite, da biioni risultali la reiterata causticazione col nilrato d'argento in forma di raatita ben acuta. Ma se lo stafiloma e assai esteso , percbe mollo tessuto di cicatrice di nuova formazione si e sviluppato alia superücie dell'iride prolassato attraverso ad una larga ulcera della cornea , bisogna ricor-rere addirittura all' esportazione, rasentando la cornea , fa-cendola o non seguire da cauterizzazione, e dall'applicazione di un bendaggio contentivo; se vi esistono complicazioni iri-liche, ciclitiche ecc, si fa precedere il metodo antiflogistico.
Nello stafiloma parziale o totale con cecitä completa, grande deformila dell'occhio e condnua infiammazione , contro cui non giovarono i mezzi indicati, 6 forza ricorrere alia demo-lizione dello stafiloma coU'estrazione della lente, oppure al-I'enucleazione del bulbo.
q) Protesi oculare. In zooialria si pratica molto meno ehe in medicina umana la protesi oculare per rimediare alle de-formitä ehe risultano dall'estirpazione , raggrinzamento, o dalla distruzione in qualsiasi modo avvenuta del globe oculare.
Gli occhi artificiali ehe si fanno d'ordinario di cristallo , si possono applicare introducendoli al dissotto della palpebra superiore, dopo averli umettati neH'acqua, tosto ehe sarä scomparsa l'infiammazione consecutiva all'estirpazione.
Coroidife. E l'infiammazione della coroide, la quale puo essere acuta o cronica , e determinata da traurai , da corpi slranieri penetrati nell'occhio, non ehe da altre cause.
Terapia. Se la coroidite e prodotta e mantenuta da corpi estranei, si estraggono il piü presto possibile e qualunque sia il periodo della malattia.
Nelle coroidili lievi, si riesce non raramente ad anestare
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rinfiammazione la merce bagni ghiacciati conlinuati per 2448 ore, con frizioni di unguento cinereo all'intorno dell'ocehio, e coll'uso interno del calomelano o di drastici purganti.
Se tultavia il male progredisce, si ricorra alia puntura della cornea, e per calmare il dolore, a fomenti emollienti e calmanti sull'occhio, ed a frizioni di precipitate bianco e morfina (1) all'intorno dell'ocehio.
Ma se il dolore e rinfiammazione continuano a farsi vio-lenti, e la suppurazione (coroidite purulenta) si manifesta , conviene lo spaccamenlo della cornea stessa per dar esito al pus ehe si raccoglie nella camera anteriore (incisione cor-neale fatta nel modo da noi indicate discorrendo le malatlie della cornea).
Nei casi gravi e d'uopo ricorrere fin da principio alia fle-botomia, ai purganti salini, - evitare qualunque luce gagliarda il piü possibile e tenere gli aniraali a dieta, oltre ai mezzi suddetli; d'ordinaria perö non se ne oltiene favorevole ri-sultato.
I collirii di atropina e di estratto alcoolico di fava del Calabar alternativamente adoperali, sono pur giovevoli.
(1) P. Precipitato bianco gnn. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugna depurata gnu. 10
Acctato morfina centigr. SOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Pomata. (L. Brusasco).
Costipaxiene. Difficolta di defecare.
Terapia. E solo curabile la costipazione ostinata, quando la causa ehe la sostiene e rimovibile. Contro la costipazione per alterazione delle secrezione mucosa, convengono i las-sativi leggieri ed i clisteri emollienti; se la costipazione di-pende da anormale secrezione biliare, giovano I'aloe, il ra-barbaro ecc; se dipende da paresi delle intestina, oltre al tenere gli animali in convenienti condizioni igienico-diete-tiche, si ricorrerä all'uso dei tonici, della noce vomica e di clisteri di acqua fredda, non abusando di purganti, ed evi-tando specialmente i drastici.
Quando nei neonali la costipazione e cagionata dalla non espulsione del meconio per torpore intestinale, si ricorrerä all'uso di clisteri con decotli raucillaginosi ed olio di ricino,
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167 oppure di acqua fredda, olio e sal di cucina; ma se rjuesti mezzi non bastano, si amrainistrerä, come ne' giovani animali, internaraente I'olio di ^ino o di ricino, 1'elettuario lenitivo, I'infuso di senna, il calomelano (1), il solfato di soda o di magnesia, il rabarbaro, e nei giovani rani, il pane lassa-tivo (*), ehe si adopera nel bambino, la mannite, il sciroppc di manna e via secondo i casi, ma i drastici vanno evitati. Viene da alcuni consigliato un cono di sapone ehe si introduce come suppositorio nell'ano per vincere le diflicolla nel-I'emettere le feccie. (V. Gastrite, Entente, Oeelusione inte-stinale ecc.).
II May raceoraanda, come lassativo per le pecore, una mi-scela di olio di olive con polvere da sparo (1 :2); ed il Gerlach il Kamala alia dose di 4-6 grm. nelle pecore, e nei cani alia dose di 2-4 grm.
La cura sara coadiuvata dall'uso di alimentazione verde, di tuberi, e con bevande di crusca negli erbivori, e di latte diluito nei carnivori. Si avverta ehe le patate crude e le foglie di barbabielole facilitano di molto la purgazione nei ruminanti.
6 incontestabile ehe durante lo stafo di gestazione, special-mente nella eagna e nella gatta, e piuttoslo frequente la eo-prostasi. Nei casi leggieri e sufliciente I'esereizio moderate, una nutrizione rinfrescante, il verde per le femmine dei grandi animali, e I'uso di bevande eon un po' di solfato di soda e di elisteri di acqua e sal comune. II Saint-Cyr nella cagna si giovö della senapa bianca, dandola alia dose di 5-8 grm. al giorno, e eontinuandone I'uso per 8-10 di. Noi adope-riamo piü volentieri il sciroppo di manna e di rabarbaro (2), seiroppo di manna ed infuse di senna (3), e nei casi osti-nati piecole dosi di olio di ricino in soluzione gommosa.
La stitiehezza e uno stato morboso pur piultosto frequente in tutti gli uecelli. Giovano, oltre al regime verde ed acquoso.
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(*) II pane lassativo conticne ogni gramma circa 50 centigramma di polvere di gialappa.
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le bevande contenenli manna, solfato di soda (nelle oche 5-6 grm. in un grande cucchiaio d'acqua) o creraortartaro (4), -i clisteri ammollienti ed oleosi, I'inlroduzione di olio di olivo nell'ano due volte al giorno e pendenle due giorni con una penna comune o con una siringa. Alcane volte e necessario di estrarre colle dila o con una pinzetla le pallotlole ehe si trovano accumulate nel retto.
Contro la coslipazione del rossignuolo e del capinero il Viot trovö vantaggioso (Benion) ramministrazione di ragni, di cui sono assai ghiotti.
Contro la coslipazione delle galline adults, il Soffler si giova della gialappa data alia dose di 15 grani (75 centigrm.).
Le nostre massaie perö ricorrono con buoni risultati al-I'uso dell'olio d'olive, dandolo a cucchiai.
(t) P. Cnlomelanocenligrm. 10-23nbsp; nbsp; tino cd una alia sera. (L. Brusasco).
Zucchero bianco si'tn. 4nbsp; nbsp; (5) P. Inf. senna res. col. grm. 50 M. e D. in due parti uguali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sciroppo di manna raquo; 12
S. Da darsi una parte al mat-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Ogui Ire ore an cucchiaio.
lino e una alia sera. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L, Brusasco),
(2) P. Sciroppo di manna grm. 20nbsp; nbsp; {k) P. Crcmortartaro grm. 30 raquo; rabarbnro • 23nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 1000
S. Da darsi una parte al mat-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Biinion).
Crampi duranle la gravidama. Nelle cavalle alcune volte durante la seconda metä della gravidanza si osservano crampi ai muscoli della groppa, e specialmenle all'estensore princi-pale del metatarso, bifemoro-calcaneo (Saint-Cyr).
Terapia. II pronostico di questi crampi non offre alcuna gravitä, scomparendo prontamente dietro una leggiera pas-seggiata. Perö si riproducono facilmenle, e dopo il parto solo, in generale, non si riproducono piii.
Crampo o granchio nei bovini e net solipedi. II Meyer fin dal 1852 dimoslrö pel prirao ehe la causa prossima della rigidezza dell'arto posleriore (arpeggiamento), ehe costituisce il cosi detto crampo nei bovini e solipedi, e uno spostamento della rotella in dentro ed in alto. Si nota piii frequentemente nei giovani ehe nei vecchi solipedi e piii spesso ancora nelle vacche, quantunque si manifest! nei bovini di tutte le eta.
Terapia. Si deve dapprima mettere in sito la rolula spo-
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stata, ed evitare quindi nuovi spostamenti. E conveniente, mediante un laccio passato al pastorale e portato sul ganese ed atlorno alia base del collo, produrre, solievando I'arto, il necessario rilasciamenlo dei legamenli della rotella per po-tere, mentre si spinge innanzi Tanimale, mandarla in sito operando colle due mani. In caso ehe non si possa riuscire tenendo I'animale in piedi, e necessario coricarlo, e per pra-ticare la riduzione della rotella, trarre in avanti ed all'al-tezza del gomito la estremilä rigida con una corda.
Fatta la riposizione, per evitare nuovi spostamenti, ehe sono d'ordinario conseguenza di rilassamento dei legamenti rotuleo-tibiali, sono utili le fomentazioni ghiacciate, e dopo le ap-plicazioni vescicatorie; - TEleonet raccomanda in principio, fatta la riduzione, solo frizioni secche, ma quando il crampo e gia recidivo due o ire volte, prescrive il linimento di olio di terebentina (1); ed allorquando il crampo si ripete piü volte in breve spazio di tempo, ha trovate convenient! le frizioni coH'ammoniaca liquida (2), avvertendo ehe produce perö nei solipedi una forte irritazione locale, la quale, se non scompare da per se stessa, si deve combattere coi refri-geranli.
Ma se tornano insufllcienti i suddetti mezzi, si puo ricor-
rere al taglio del legamento rotuleo-tibiale interno (sinde-
smotomia rotulea); in questa Scuola tale operazione venne
fatta con favorevole risultato dal prof. Bassi.
(I) P. Acquavile canfor. grm. 62 (2) P. Olio terebentini grm. 125 Olio di terebentina raquo; 51nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ammoniaca liquida •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt;
Fa linimento.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Eleonet).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fa linimento. (Eliionet).
Crampi idiopatici nei muscoli degli arli. Questi crumpi possono osservarsi in tutti i nostri animali domestici, e si dicono idiopatici, perche non sono dipendenti da lesioni del cervello e midollo spinale; ma pare risultino da alterazioni inconsiderevoli e transitorie dei nervi periferici e del loro involucro. Oltre a do, non si devono equivocare col suddetto crampo o granchio, proprio dei solipedi e bovini.
Terapia. II riposo deimalatied i bagni caldi locali, e I'am-ministrazione di evacuanti alcalini sono d'ordinario sufficienti
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per ottenere la guarigione dei crampi reuraatici; in casi gravi puö avvalorarsene I'azione colle iniezioni sottocutanee di mor-fina e coll'applicazione locale dei stupefacienli e degli ane-stetici.
Caore (malaltie del), a) L'infiamnoazione del cuore, in-dicata colle denominazioni di iniocardite, cardite e cardio-raiosite, e malattia non frequente nei nostri animali domestic!, ed ancor poco nota specialmente dal punlo di vista clinico. Puö essere primitiva (per colpi, contusion!, cadute sulla regione precordiale, e nei bovini specialmente da corpi acuti, ehe dalla cuffia ecc, attraversando il diaframma ed il pericardio, arrivano al cuore, ecc), e secondaria (in seguito ad inflammazione delle sierose cardiache, a lesioni valvulari, a malaltie di infezione e specialmente alia piemia ecc., in cui la iniocardite e d'ordinario il risultato di un processo metastatico od embnlico - miocardite embolica - ecc). A se-conda poi ehe I'lnfiammazione comincia dalle fibrille musco-lari stesse o nel tessuto congiuntivo interstiziale, la miocardite e delta parenchimalosa od interstiziale; quest'ultima puö essere suppurativa o fibrosa; la prima forma e acuta , e la seconda e cronica nel piu dei casi fin dal suo iniziarsi; - la parenchimalosa a seconda della sua estensione, puö essere diffusa o circoscritta, ma piu spesso perö e limitata a piccole porzioni del Tentricolo sinistro.
Terapia. II diagnoslico non essendo sempre possibrle , il tratlamento curalivo non puö essere ehe sinlomatico (V. Pe-ricardile).
6) Ipertrofia del cuore. Non basta ehe il cuore aumenti di volume, perche possa dirsi ipertrofico; ma bisogna ehe tale sviluppamento esagerato, sia dovuto ad uno sviluppa-mento eccessivo in volume od in numero delle fibre musco-lari del miocardio stesso. Questa e Tipertrofia vera, ehe fu osservata specialmente nel cavallo, nel bue e nel cane; mentre Tipertrofia falsa puö essere costituila da una dege-nerazione adiposa del lessuto cardiaco o da parassiti deposti nella sua spessezza, o da prodotti palologici e via via.
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171 Si e distinta I'iperlrofia del cuore in semplice, concentrica ed eccentrica, a seconda ehe coH'ingrossamento delle pared la capacitä del cuore rimane inalterala, oppure viene au-mentata (aneurismo attivo del cuore di Corvisart) o diminuila; pud essere l'ipertrofia generale o parziale, ed in ogni case viene modiBcato piii o meno il peso, la forma e la situa-zione dell'organo iperlrofico.
Terapia. L'ipertrofia per causa meccanica essende un com-penso di terapia sponlanea, e quindi un bene per I'orga-nismo, non richiede certo alcun trattamento curativo, anzi in questi casi il cuore non e nemmeno a ritenersi ammalato. Ed e solo allorche lo sviluppamento eccessivo del cuore sor-passa il fine utile, cioe allorche havvi eccesso di compensa-zione, ehe il clinico dovrä combatlere gli accidenti piü o meno penosi ai quali da luogo lo state del cuore, e modifi-care possibilmente la lesione medesima die provoca questi accidenti. Cosi, quando in seguito a questa esagerata com-pensazione si hanno a temere accidenti flussionarii ai pol-raoni od all'encefalo, si dovrä diminuire la tensione arteriosa; epperö negli individui robusti si ricorra al salasso, ehe agisce sicuramenle in favorevole modo sulla tensione arteriosa anor-malraente accresciuta, abbassando appunto la pressione intra-vascolare, diminuendo reccitabilitä del cuore e calmando conseguentemente le palpitazioni; negli anirnali deboli in-vece e conveniente I'uso del tartaro slibiato, dei diuretici e dei purganti. Ma in caso perö di ipercinesia persistente, ehe sia necessario prontamente combattere, si hanno buoni van-taggi, come noi abbiamo potuto osservare specialmente in cani, col bromuro di potassio e coll'acido cianidrico medi-cinale, dando il prime alia dose di 1-2 grm. al giorno ed aumenlando gradualmente (1). E dannoso in tutti questi casi I'uso della digitale cotanto vantata da alcuni zooiatri, perche invece di diminuire, aumenta l'attivitä del cuore.
Nei casi in cui l'ipertrofia del cuore non e causa di accidenti special!, basta evitare ogni causa ehe ne esageri la sua azione, - le fatiche eccessive, favorire la libera circola-
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zione dell'aorla addominale, regolando le funzioni intestinali, cioe tenere gli animali in condizioni igienico-dieletiche convenient!, • nei cani siero di latte.
Ma quando comparisce la degenerazione adiposa del cuore, e la sua azione si rende aritmica e debole, deve toslo ab-bandonarsi la raedicazione suindicata, ed atlenersi alia te-rapia, ehe noi indicheremo qui sotto a proposito dell'Asi-stolia e Dilatazione del cuore.
(1) P. Acido cianidrico goccie 2-6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da consumaräi in un giorno
AcqiM dislillala grin. iQO a cucchiai.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
c) Dilatazione del cuore. Si intende per dilatazione del cuore, (aneurisma passive di Corvisarl), i'ingrandimento di una o piü cavita cardiache con assottigliamento delle pareli. Tali dilatazioni del cuore possono avvenire o per aumento della pressione neile cavitä slesse, o per diminuita resislenza delle pareli, per cui si avranno due gruppi di dilatazioni cardiache, cioe meccaniche e per alterazioni del miocardio.
Terapia. Conviene in principio, cioe allorquando la dilatazione cardiaca non e ancora accompagnata da slato asisto-lico grave, un'alimentazione nutriliva, ma pussibilmente a piccoli e ripetuti pasti (nei cani carne, nova, latte), evitando le eccessive faliche, e nei cani specialmenle anche le emo-zioni raorali, - ed una raedicazione tonica e ricostituente (china, ferruginosi ecc.), vegliando conteniporaneamerle le funzioni intestinali; cosi se havvi costipazione si ricorrera ai purganti, se diarrea agli aslringenti e via dicendo.
Ma allorquando la malaltia e inolto avanzata e I'energia cardiaca perciö e molto diminuita ed abbassata la pressione arteriosa, a questi mezzi, se si crede conveniente tentare il traltamento, ciö ehe perö conviene solo nei cani, biscgna aggiungere I'ainministrazione della digitale, la quäle e invece controindicata quando I'energia del cuore e la pressione arteriosa sono accresciute; nei piccoli animali potrebbe pure amrainistrarsi il caffe (*) ed il muschio.
(*) II caffc, come la digitale, accrescc I'energia delle contrazioni cardiache, eleva la prcssiune arteriosa, e consegui.ntcmeutc accresce la scerczione uiinaria.
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173 d) Asistolia (*). Vocabolo adoperato dapprima dal Beau per indicate quei complesso di sintomi ehe sono conseguenza dell'impotenza relaliva delle contrazioni cardiache (impo-tenza delia sistole). Noi crediamo conveniente adoperare una tale denominazione anche in zooialria, per indicare I'impo-tenza piu o men persistente della sistole, dal semplice stato di debolezza cioe sine al grado appena corapatibile colla vita, in cui la mancante contrazione del cuore non imprime piu ehe una semplice oscillazione alia colonna sanguigna, poiche, qua-lunque ne sia la condizione eziologica, - malattie del cuore, del pericardio ecc. - non varia ne la sindroma fenomenica (1deg; abbassamento della pressione arleriosa, epperö accelera-zione dei battiti cardiaci, I'requenza e debolezza del polso, ischemia arteriosa viscerale, e diminuzione delle secrezioni, -2deg; accrescimento della pressione venosa, quindi stasi venosa periferica e viscerale, trombosi, cianosi, edemi, idropisie ed alterazioni qualitative di secrezioni, - 3* inline alle indicate raodificazioni di pressione arteriosa e venosa, bisogna riferire I'insulficienza dell'ematosi, la dispnea, e la conseguente, per-sistendo I'asistolia, allerazione nella composizione gassosa del sangue in profitto dell'acido carbonico con insuflicienza di ossigeno - anoxemia - e via via), ne I'indicazione terapeulica.
Terapia. Contro I'asistolia, oltre alle cure igienico-diete-tiche, giova I'uso degli eccitanti cardiaci, cioe della digitale (1), del cafle e caffeina, del muschio ecc, e di quei mezzi ehe agiscono direttamente sopra la pressione venosa diminuen-dola, cioe il salasso ed i purganti. AI salasso perö non si deve mai ricorrere ehe nei casi in cui si puö arguire, die I'impotenza deila sistole non e dipendente da una reale diminuzione della forza contratlile del cuore, ma conseguenza in-vece di una replezione eccessiva delle eavita cardiache.
Si deve invece ricorrere primitivamente all'uso degli sti-molanli diffusibili e dei tonici negli animali deboli e lan-
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(*) Jaccoud. Traile de pathologic inlerne, tome premier, pag. 579, 1870. Paris.
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guenti con minacciante paralisi del cuore (acetato d'ammo-niaca, ed etere nel vino generöse, arseniato di ammoniaca ed in genere le preparazioni ammoniacali, alcool, muschio (2)), ed allorquando ii cuore e impotente in seguito ad esaurimento per processi morbosi acuti.
(i) P. Foglie digitale grin. 0,S0 (2) P. Arseniato amm. centig. 8-16 F.inf. in ocqua col. raquo; ISOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Estratio e polv. gcnziana qb.
S. Da a cuecbiai in 2'laquo; ore nei per fame pillole 18 - 3 al di. cani.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusiisco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
e) Alrofia, obesitä e degenerazione adiposa del cuore. Di-ciamo contemporaneamente di quesli diversi stati patologici del cuore, perche quantunque differiscano tra loro per I'ezio-logia e Faiiatonaia patologica, non e possibile la diagnosi differenziale durante la vita, dando luogo a pressoche iden-lici fenoraeni morbosi. L'atrofia del cuore e meno frequente dell'ipertrofia; puö essere generate o parziale, ed e caratte-rizzala dalla diminuzione del peso e del volume deU'organo, assottigliamento delle pareli e restringimenlo delle cavitä. E generale I'atroGa, quando consegue ad insufficiente nutrizione generale (alrofia marastica o marasmatica); mentre e fre-quentemente parziale I'alrofia, quando dipende da causa locale, - si incontra piii sovente nel cuore destro, cbe nel si-nislro. L'obesita del cuore consiste neU'accumulazione di una quantitä anormale di grasso alia sua superficie e negli in-lerslizii dei fascelti primilivi.
Terapia. Si deve per quanto e possibile soddisfare all'in-dicazione causale. Si combatlera quindi neH'atrofia il ma-rasrao, I'anemia, con un trattamento conyeniente (V. Anemia). Se l'obesita del cuore e congiunta a polisarcia, ad adiposi generale, si prescriverä un trattamento dietetico appropriato, un conveniente esercizio muscolare ecc. (V. Fegato adipose). L'asistolia poi in ogni caso dovrä essere combattuta con quei mezzi da noi indicati (V. Asistolia), preferendo perö il caffe, la caffeina, il muscliio, la digitale, ehe sono dannosi i mezzi debilitanti; perciö il clinico dovrä cercare, astrazione fatta dei casi ehe possono presentare indicazioni speciaü, di man-tenere la mancante attivitä cardiaca e nutriliva.
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f)nbsp; Parassiti, Fra i parassiti animaii ehe si trovano nel miocardio e nelle cavitä del cuore, noi abbiamo i cisticerchi, gli echinococchi, le trichine e le filarie; pero la diagnosi non essendo possibile, come pure non polendosi diagnosticare i veri neoplasm! del cuore, non si puö lener parola di terapia parlicolare; il clinico ad ogni raodo dovra limitarsi ad un trattamento curative sintomatico - razionale (V. Asistolia).
g)nbsp; Cardiopalmo. E una nevrosi motrice del cuore, costi-luita da un acceleramento e rinforzamento deirazione car-diaca, - I'impulso del cuore e cosi forte, a volte, ehe imprime una scossa a tutto il corpo e si ode anche ad una eerta di-stanza. Fu osservato nel carallo e specialmenle nel cane.
Terapia. Bisogna innanzi tutto soddisfare all'indieazione causale, e quando questa non sia ben definita, si deve eonsi-derare il cardiopalmo come 1laquo; conseguenza di un disordine primilivo deirinnervazione del cuore e rieorrere a speciali modificatori del sisterna nervoso. Cosi agii animaii indebo-liti, oligoemici, si ararainistreranno alimenli ricchi di prin-cipii alibili ed a piccoli ma ripetuli pasti, ed in caso di dispepsia, i tonici ed eccitanli, non tralasciando in ogni caso I'uso dei ferruginosi e ricostituenti in generale, ed evitando i lavori eccessivi. In questi animaii, in cui il palpito cardiaco e conseguenza di un indebolimento dell'innervazione mode-ratrice per ipoglobulia, conviene pure Tamministrazione della digitale; in tutti gli altri easi non giova tale farmaco. Ma nel cardiopalmo per eccltamento nervoso, si prescrivano il bro-muro di potassio, I'acido arsenioso, il tartaro stibiato, I'as-safetida, le preparazioni cianiche, la valeriana (1), 1'oppio (2). In un piccolo cane bracco affetto da cardiopalmo nervoso, con parossismi, ehe si ripelevano quasi giornalmente ed anche due volte nello stesso di ecc. (V. il mio Rendiconto clinico.... pag. 22. Torino, 1872), noi abbiamo usato con ottimo risul-tato il cloralio idralo; d'allora in poi I'abbiamo adoperato pure eon favorevolissimo successo in due altri cani.
11 Roll nei cavalli in cui vide sovente presentarsi in modo brusco il palpito cardiaco, ed il piii sovente senza causa ap-
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parente, ha ricorso con vantaggio, ollre alle frizioni secche general! ed ai clisteri, airamministrazione interna del pur-ganti sa'.ini, del nitro o dell'emelico associato alia digitale; in altri casi constato avvenirne la guarigione dopo alcune ore, od anche dopo 1-5 di, senza trattamento di sorta.
(1) P. Rad. valcriana grm. 4-8nbsp; nbsp; (2) P. Tait.stib.c digit, aagrm. 10
F. inf. rosiduo colat. raquo; ISOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Estrallo oppio Beaume q.b.
Di in boccetta smerigliata, - unnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;per pillole 10.
grandc eucchiaio ogni2 ore al cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da una ogni 2 ore al cavallo.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Milanese).
Dacrioadenite. E rinfiammazione della ghiandola lagri-male, la quale coincide d'ordinario coll'infiammazione delle palpebre e della congiuntiva. Puö essere acuta e cronica.
Terapia. Dapprincipio si facciano fomenlazioni tiepide di infuso di camorailla e di fiori di sambuco, e quindi si ricorra a collirii leggermente astringenti. Quando perö vi esisle grave chemosi, ehe solleva molto la congiuntiva bulbare, conviene praticare a quesla parte piu o men larghe incisioni. Se tende passare allo stato cronico, sono giovevoli i collirii rssolventi (V. Congiuntivite); ed in caso ehe si stabilisca I'ipertrofia, persistendo I'irritazione del globo oculare, si potrebbe pro-cedere aU'estirpazione della ghiandola lacrimale stessa.
Daeriocistite. Questo vocabolo viene usato per indicare rinfiammazione del sacco lagrimale, la quale puö essere acuta e cronica ed avere per principali conseguenze il tunore e la fistola lagrimale. La dacriocistite e primitiva o consecutiva, Colle lesioni del sacco perö coincidono pressoche sempre al-terazioni delle vie lagrimali.
Terapia. In principio si puö ricorrere alle fomentazioni tiepide coll'acqua di camomilla ed acetato di piorabo, e quindi all'uso di collirii risolutivi; se ciö malgrado, si raccoglie pus nel sacco lagrimale, la compressione fatta col dito vale il piü delle volte a svuotarlo ; in questo tempo si consigliano i collirii astringenti (solfato di zinco, di rame ecc.) (d).
Ma se con questa cura non si ottiene la guarigione, si ricorra al cateterismo ed alle iniezioni nelle vie lagrimali, le quali si fanno o col nitralo d'argento (2), col solfato di
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#9632;i
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allumina, coll'acetato di piombo ed anche coll'acido fenico
(solfato di allumina centigr. 50, acqua distillata gr. 500). Se
in.caso di grave tumore lagrimale non bastano questi mezzi,
si pratichi I'aperlura e svuotamento del sacco, e se ne cau-
terizzi piu o men profondrgt;mente la sua cavita.
Nella fistola lagrimale giovano, onde render pervie le vie
lagrimali, il catelerismo e le iniezioni; - in caso ehe non
si possa aprire il canale naturale, bisogna praticarne uno
accidentale (Lafosse) communicante colle fosse nasali o coi
seni, Se vi esiste ostruzione de' punti lagrimali, si deve
cercare di penelrare nel punlo lagrimale ostrutio con un ago
finissimo ed oltuso, o con una sonda finissima, perforando la
neo-aderenza o il punto morbosamente chiuso ; puö essere
necessario far seguire I'apertura dalia cauterizzazione.
(I) P. Solfato ramc cenligrm. 6nbsp; nbsp; (2) P. Nitralo d'arg. cgrm. 6-8 Acqua distillata grm. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata grm. 50
S. Di instillarsenc due volte alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Oa in fiala rivestita di carta
giorno ncH'angolo interno dell'oe-nbsp; nbsp; ncrraquo;.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
chio.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusaico).
Dermatosi parassitaric. AfTezioni o malattie cu-tanee parassilarie sono quelle ehe si moslrano in seguito delta presenza di organismi parassitarii e specialmenle ani-mali, ehe dalla cute stessa prendono il loro nulrimento o vi stabiliscono addirittura in essa la loro dimora, e ehe si ma-nifestano sempre con un particolare insieme di sinlomi e le-sioni. Tali parassiti a seconda ehe apparlengono al regno animale o vegetale , si chiamano epifiti od epizooi. Queste dermatosi per conseguenza sono tutte conlagiose, nel senso ehe si riesce a riprodurle in individui sani col trasporlo in questi dei parassiti stessi ; epperö tutte le affezioni cutanee conlagiose sono, secondo noi, parassilarie , poiche crediamo ehe tra le cutanee affezioni non si debbono comprendere le allerazioni ehe nel comune integumento si presentano du-rante il decorso di malattie infetlive conlagiose (vaiuolo, febbre aftosa ecc).
Tra le malattie cutanee parassilarie determinate da parassiti vegetali abbiamo:
.Die. Brusosco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 12
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a) Tigna tonsurante. E morbo cutaneo parassitario, pro-dotto dal trichophyton tonsurans, ehe si incontra di frequente nei bovini, piu di rado nei cani e nei cavalli.
Puo trasmettersi questa malraquo;ttia col trasporlo delle spore sul comune integumento dai malati ai sani bovini non solo, ma anche aU'uomo, a di nuovo da queslo ai bovini. Piü di rado si nota questa malattia nei cani e-cavalli, nei quali le eruzioui determinate dalle spore del trichophyton tonsurans dei bovini scompariscono anche senza cura in poco tempo.
Terapia. La guarigione puö avvenire spontaneamente , e cio era giä noto al Toggia. Va raccomandato anzitutto I'iso-lamento dei malati, la pulizla, ed il cambiamento della let-liera, - quindi la disinfezione delle poste occupate dai malati, degli arnesi ehe sono stati al loro eontatto eec, onde evitare la trasmissione ad altri, e la riproduzione negli stessi animali di simil morbo.
Dopo di aver ben pulile le parti amraalate con sapone verde ed aequa tiepida, si rieorre a lozioni con acido fenico diluito (si potrebbe adoperare il sapone fenato od il fenato di soda), ehe e energico parassiticida, oppure a lozioni con sublimato corroäivo, o con boraee in soluzione, od a ripetute applicazioni giornaliere di petrolio puro sulle localiti affette od anche di fotogeno (1 : 4 di olio), di benzina, (1 : 8 di sapone verde) ece.
11 Toggia raccomandava gli unguenti medicali col raereurio, ed il Gerlach (1) pure adopera il precipitate bianco; fu pur trovato utile l'unguento antipsorico dell'IIertwig (2). In me-dieina umana si vanla tnolto dal Morshal I'oleato di mereurio.
In breve, I'erpete tonsurante, anche quando e esteso ed esiste da lungo tempo, si guarisce coi suddetti farmaci, i quali perö devono adoperarsi per aleuni giorni per essere certi della distruzione della crittogama.
(1) P. I'recipilalo bianco grm. 50 (2) P. Pcce liquidonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 16
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Essonza tercbentina laquo; 8
Du intorporarsi a freddo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Calomelanonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; raquo;
(Gerlach).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 'i5
F. Ungucnto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Herlwig).
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m
b) Tigna favosa. E una malattia cutanea parassitaria stata osservata specialmente nei giovani gatti e cani, non ehe nei gallinacei, e dal Megnin nei cavallo, delerminata dall'acho-rion scheinlelnii.
Terapia. E di piü facile guarigione detla dermatosi nei gatti e cani, ehe non nei fanciulli, quantunque sia identica adezione, e sia percio trasmissibile dai fanciulli ai cani e gatti, e da questi a quelii.
Bisogna dapprima distaccare le crosle senza far sangue, il ehe si ottiene, ancorehe fossero solidamente aderenti, con ripetute e larghe unzioni di grasso (olio eec). Dope ehe le eroste sono eadute, bisogna netlare la superQeie affetta (non e necessario fare la depilazione nei nostri animali, mentre e indispensabile nei fanciulli) e quindi ricorrere ad un pa-rassilkida. 1 mezzi piü eonvenienti sono: il sapene verde , I'acido fenico, il pelrolio, il sublimato (1), la benzina, il soifato ed aeetato di rame, I'acetato di piombo, il nitrato d'argento (2). Si dere perö dare la preferenza al petrolio, sia pel suo mite prezzo, ehe per la sua facile applieazione e sicura riuscita della eura, applieandolo varie voile al giorno (2-3) sulle parti affette, dope aver staeeate le eroste, con un grosso pennello, o facendo leggiere fregagioni.
Centre la tigna del gallinacei, quando e limitata alia eresta (cresta bianca degli inglesi), il Gerlach vanta la pomata di precipitato rosso; gli inglesi adoperano eon vantaggio una pomata composta di una parte di polvere di curcuma e 4 parti di olio di coeeo ; il Winekler afferma otlenersene lo stesso vantaggio col semplice unguento solforato; ma perö quando il morbo e piü esteso, giovano meglio le soluzioni di sublimato corrosive, il liquore del Fowler; piü difiicilraente in questi casi ad ogni modo se ne ottiene la guarigione. In ogni caso e indispensabile nettare bane i pollai e gli utensili ehe sono stati a contatto dei malali, eonservando le sporule per lungo tempo la lore faeoltä germinativa.
Nella ligna del cavallo il Megnin ottenne la guarigione con lozioni di sublimato corrosive (4, in 1000 di acqua), e colle
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unzioni di una pomata di turbilto minerale (10, sugna 100); le frizioni le faceva rinnovare ogni due giorni ed alternare colle lavande di acqua e sapone.
(1) P. Sublimalo corros. grm. 1-5nbsp; nbsp; (2) P. Nitrato argcnto ccnligr. 10
Cloruro ammonio raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Sngna grin. 64
Acqua raquo; 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. Pomata.
S. Due lavande al giorno ainbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Se nc ripctono 5-4 applica-
galti c cani con tigna favosa.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; zioni. (Saint-Cyr). (L. Brusasco).
c) Pitiriasi parassitaria. II Megnin scrive aver osservato nel cavallo una forma di pitiriasi parassitaria determinata dal microsporon Audouini. La diagnosi differenziale puö solo aversi col microscopio, o dal risultato del traltamento.
Terapia. L'autore uso con favorevoie risultato le iozioni e le frizioni con una soluzione di sublimato corrosivo (4 per 1000). laquo; La semplice pomata mercuriale e sovente suffi-ciente. raquo;
Per le malattie cutanee parassitarie prodotte da parassiti animali, vedansi gli articoli: Estri, Pulci, Zecche, Ftiriasi, Rogna; psoriasi estivale, e dermalosi del cane e cavallo pur prodotta da embrioni di nematoidei.
Dermatosi del cane e cavallo prodotta da embrioni di nematoidei. II Prof. Rivolta ha dimo-strato fin dal 1868 (V. Med. Vet. 1868, pag. 303) ehe anche nel cane embrioni di nematoidei fuori di luogo, possono produrre una forma morbosa erpetica , cioe irritare i! reti-colo del Malpighi, le papille della cute, i follicoli dei peli ed in breve spazio di tempo dar luogo a piccole pustole e ad ulceri. In un cane pointer, d'anni uno, ebbe l'autore ad osservare al lato destro del collo nella regione superiore una chiazza di apparenza erpetica della grandezza di uno scudo d'argento, di colore rossiccio scuro, di aspetto umido ed ul-ceroso, con peli radi e diritti, appiccicati da croste , dalla quale chiazza comprimendo esciva pus e sangue, ed avendo esaminato di detto pus al microscopio all' ingrandimento di Cinquecento diametri, trovö non pochi embrioni di fiiaria con moti abbastanza vivaci massime della coda.
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11 Scmmer ebbe pure aJ osservare in una cavalla affetta da una specie del cosi detlo erpete squamoso, limitato in parecchi punti del tronco. I'esistenza di nemaloidei negli strati piii profondi deU'epidermide.
Terapia. L'unguento mercuriale, scrive il Rivolta, appli-cato quattro o cinque volte sulla parte in cui annidavano gli embrioni, uccise i parassili, scomparvero i fenomeni flogi-stici locali, cioe la tumidezza della cute, e cosi in pochi giorni si ebbe la guarigione.
Anche io ebbi due volte occasione di curare in cani, di un anno circa, di tali chiazze mantenule da embrioni di ne-matoidei ed usai con vanlaggio Tacido fenico. Tale parassi-taria affezione per quanlo ho potulo conoscere si presenta serapre in princifiio con piccoli noduli, vescicole e pustole.
Degeuerazione grassosa dei giovani gtorci. II Roloff ha descritto pel primo quest'affezione, ehe ha osser-vata nei giovani porci di razza inglese; essa consiste in una degeuerazione grassosa dei muscoli e di altri organi, ehe si sviluppa durante la vita intrauterina. Gli ammalati muoiono d'ordinario nei primi giorni dopo la nascita.
Terapia. Non essendo possibile alcuna cura contro questa malaltia , si deve procurare di non lasciarla sviluppare. Le misure prolilalliche devono avere in mira di accrescere la forza di resistenza dei porcellini, scegliendo buone rnadri, non condannandole al riposo pendente la gestazione, permel-tendole piü liberta all'aria libera, ed avendo cura di sorami-nistrarle una buona e sufficiente alimentazione con sufficienle quantitä di soslanze minerali. licloff preferisce le razze in-glesi grandi a quelle piccole, perchö quests resistono meno alle malattie e danno una prole ehe per lo piü muore.
Degeuerazione grassosa dei mascoli nei giovani agnelli. La metamorfosi grassosa riferita dal Roll e un'alterazione ehe si incontra assai frequentemente nei muscoli in seguito aila loro distensione e consecutiva infiam-mazione; la sostanza muscolare cosi trasformata presenta una colorazione giallo-chiara; e mulle e friabrile. 11 Fürstemberg
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ha diraoslrato ehe tale degenerazione grassosa, e il processo
ehe determina una delle forme della malaltia paralitica degli
agneili.
Terapia. II trattamento deve limitarsi agli animali di va-lore, quando sono molti gli ovini ammalali. E necessario tenere gli amtnalali in locali caldi ed avviluppati eon coper-ture umide, o ricorrere a bagni caldi, seguiti da coperture ealde. Gli alimenti devono essere Ji buona qualitä ed in quantita sufficienle.
tHahete zuceberiuo ed insipitio. In zooiatria si fa confusione tra diabete zuccherino e diabete falso od in-sipido, per eui il vocabolo diabete diYiene sinonimo di po-liuria piu o meno duratura; mentre sono forme morbose ben different!, e dipendenti da proeessi morbosi essenzialmente diversi, quanlunque non si conosca ancora in modo assoluto l'intiraa nalura del raedesimi. Oggidi quiadi noi dobbiamo far distinzione tra diabete zuccherino o mellito, e diabete falso, insipido o poliuria semplice.
II diabete zuccherino e una discrasia costiluita dalla pre-senza nel sangue e nell'urina di zucchero in una quantita per lo piü molto rilevante. Questo diabete e reso manifesto dai seguenti caratteri principali: da grande sete (polidipsia), da graduate diraagramento (autofagia), da grande appelito (polifagia), da quantita giornaliera dell* orina molto afcbon-dante (poliuria) e di peso speeifico aumentato, da ambliopia o cataratta , da ariditä della pelle, e specialmenle da glico-suria cioe dalla presenza di glicosi neH'orina in quantita piut-tosto considerevole.
Fu osservato questo diabete nel eavallo , nel cane e nella seimmia ; ma in ehe eonsista la natura del medesimo noa e ancora determinato in modo assoluto.
II diabete falso od insipido e caratterizzato principalrnente da sete inestinguibile e da una quantita giornaliera dell'o-rina molto abbondante e con peso speciüco diminuito. Questa poliuria od ipersecrezione orinosa proviene, secondo Ilenle, da un'allerazione del tubuli renali, secondo altri da una ne-
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183 vrosi speciale del pneumo-gastrico, ehe aumenta come prirao falto la sele, perö resla uiollo a sapersi intorno alia sua natura.
Terapia. La cura del dinbete deve riposare essenzialmente sull'igiene, sul regime dietetico e sull'amministrazione del-I'oppio a dose sempre crescenle per estinguere ancora la sete ardenlissima, - dei tünici e stimolanti per favorire la di-gestione, degli eucrasici, - epperö ferruginosi, olio di fegato di merluzzo (nei cani), assafetida e via via. Gli ammalati saranno tenuti in buone condizioni igienico-dietetiche ; nei cani noi raccomandiamo il regime carneo colanlo vantato dal Cantani nei traltamento curalivo del diabete zuccherino deH'uoino, I'uso delle uova e fior di latte, e come bevanda, acqua acidulata con acido latlico.
II Prof. Delprato discoirendo il trattamento curativo del diabete nei nostri animali domeslici, dopo d'aver ricordati i principaii rimedii posti in opera contro il diabete zuccherino dell'uomo, cost si esprime : laquo; Per essi pero (animali) non poträ adottarsi la privazione assoluta dei cibi leculenti, ne sostituire il vitto carneo tanto vantato peH'uomo. Non dimen-ticheremo perö pei bruti infermi di diabete, di mantenere attive le funzioni della cute con coperte di lana , ripetute fiizioni e bevande diaforetiche. Sostituiremo opporlunamenle alle graminee, le piante leguminose ; all'avena, alia spelta , aH'orzo, la fava franta, i ceci, i residui deH'ortaglia. Gli ef-fetli favorevoli sperabili da una speciale alimentazione accre-sceremo coU'amministrazione dei lonici, degli acidi minerali, coi preparati ferruginosi, col bolo armeno. 11 cloruro di sodio per gli erbivori mi sembra pure un coadiuvante indispensa-bile in questi casi. raquo;
Contro il diabete insipido o poliuria semplice, giovano i sedativi della sete, i tonici ed i ricostituenti in generale. Quindi si amrainistri I'oppio, nei piccoli animali la morfiua e Testratto d'oppio, e bevande acidulate, e pel secondo scope, oltre ad una lauta alimentazione, si prescriva il solfato di chinina, i ferruginosi e via via.
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Diarrea. Da diarreo, scorrere , fluire, vien adoperato tale vocabolo per indicare delle evacuazioni frequenli e co-piose di malerie fecali liquide, sierose, mucose o punformi.
Terapia. Nelle diarree semplici dei neonali e giovani ani-mali, e essenziale rirauovere le cause con una dieta oppor-tuna ai laltanti ed alia raadre, e nei casi in cui la diarrea e forte, ordinäre l'ipecacuana, le polveri del Dowher, la ra-tania, I'acido tannico, ecc; nei lattanti lasciati deperire per negligenza od inanizione specialmente, e conlro-indicato I'uso dell'oppio, ma giovano i tonici astringenli unitamente agli eucrasici. Se la diarrea e conseguenza di lesioni dell'inlestino grosso, sono indicati i clisleri astringenli (1). Nella diarrea cronica sono utiii gli atnaro-aromatici e gli anlifermentalivi (2); si deve insislere sulla cura alcalina (antacida). quando la diarrea dipende da processi di decomposizione nello sto-maco e nell'intestino, - magnesia calcinata, bicarbonato di soda (3-4), e specialmente quando le deiezioni rassomigliano al latte coagnlato e sono acide. Volf nella diarrea dei vitelli lattanti uso con vantaggio il nilrato d'argento; noi nella diarrea ferraentativa adoperiamo ancora volentieri la radice di Colombo e di tormentilla (5). Per ulteriori ragguagli vedi In-testina (malaltie delle).
Se si presume la presenza di vermi, si ricorra ad antel-mintici (V. Elmintiasi intestinale). Nella diarrea dei maiali il Benion consiglia il cacciü in polvere ecc. (6). 11 Saint-Cyr nella entente diarroica dei cani somministra, dice con favo-revole successo, I'acido carbolico alia dose di '/s-l gi™. nei the di camomilla o di fiori di tiglio. II Weis nella diarrea cronica del bue usa il calamo aromatico ecc. (7); nella dianea atonica con evacuazioni di materie incompletamente digerite, richiedansi i farraaci tonici ed amari; nella diarrea sierosa causata da dispepsia, ehe si nota non raramente nei cani, noi ricorriamo volonlieri al cacciü in polvere ecc. (8). Gontro la diarrea semplice degli uccelli il Benion consiglia, oltre ad un locale convenienle, del riso cotto, dell'acqua di riso come bevanda, - I'acqua ferruginosa ed il sottonitrato di bismuto
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185 nei casi gravi; ed allorquando si manifestano sintomi di dis-senteria, le bevande laudanizzate.
II Chevaucherie da ai pappagalli il sottonitrato di bismuto due volte al giorno, alia dose di 0,50 ad 1 gramma nell'ac-qua con zuccaro. E conveniente in tutli i casi di tagliare le penne ehe si trovano atlorno ali'ano.
Anche contro la diarrea dei conigli giovano, oltre ad un regime conveniente, le bevande astringenti ed oppiacee.
(1)nbsp; P. Decs, lino denso grm. 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Tinlura anodina grm. 8
Tannino purissimo gt; 5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S Da in 5 volte in 2'raquo; ore ad
S. Per due clisteri net cane. un giovanc vitello o puledro.
(L. Biusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(2)nbsp; P. Semi finoe.polv. grm. 12-24 (6) P. Cacciü in polv. grm. 40
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Magnesia usta gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5-6
M. f. polv. eguale - dividi in
sei cartelle, S. 5 al giorno nel cane con diarrea fermenlaliva.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
(3)nbsp; P. Magnesia ealcin. grm. 1-5
Bicarbonate soda raquo; 4-8 S. Si mrscoli e facciansi 8 oar-loline da darsene una ogni tre ore nei cani.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(4)nbsp; P. Carbon, magnes. grm. 1,25
Polv. rad rabarb. •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4
M. Da darsi ad un vilcllo o ad
un puledro in una sol volta nell'in-
fuso di camoinilla.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Haubner).
(5^ P. Radice Colombo grm. 8
• tormentilla raquo; 15
Calamo aromatico •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
F. Dec. a colatnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 1000
Difterite. La difterite e una malattia contagiosa ed in-fetliva della specie uraana, caratterizzata dall'essudazione e formazione di pseudo-membrane e piü specialmente dalla molliplicazione e distruzione (ulcerazione) delle parti della mucosa assalite da contagio ; e morbo primitivamente locale, ma spesso fenomeni generali precedono le lesioni locali (mucosa della faringe e laringe).
Le malattie perö ehe nei gallinacei vennero descritte come diflerite, non sono, giusta le ricerche del Rivolta, ehe forme di psorospermosi. Alcuni perö innestarono la difterite umana al eoniglio con successo, ed allri hanno visto morire cani
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e gatti durante epidemie difteriche, con le lesioni alle fauci della difterite.
Terapia. In medicina umana si trovarono utili le pennel-lazioni con acido idroclorico , o con la soluzione di nitrato d'argento, o con acqua di calce, ehe scioglierebbe in pochi minuti le false membrane, o con acido fenico allungato, o con acido laltico; meglio pero gioverebbe , secondo il Gan-tani,. il toccare una od al piu due volte al giorno, ma solo nei primi di, colla pielra infernale in sostanza le escare, penetrando energicamente in profondo, e cessando di caute-rizzare , quando si riesca a staccarle. 11 medesimo tralta-mento ad ogni modo puö tentarsi nei gallinacei. (V. Psoro-spermosi).
Discrasia. Le alterazioni quantitative e qualitative del sangue costituiscono I'oggeUo della patologia umorale od ematologia patologica. In un tempo I'umorismo ha dominato tutta la patologia, poiche il sangue non ha veduto ehe molto di recente cominciare la sua vera fisiologia e patologia; ad ogni modo oggidi l'umoriämo e conünato tra i giusti suoi limiti. Infatti se e vero ehe puö aversi un' alterazione pri-maria del sangue, quantunque da alcuni non sia ritenuto passibile di rnalattia, quella scomparisce tosto col suo rin-novarsi; il piii delle volte perö il suo alteramento consegue a quello dei solidi.
Si e falto e si fa tuttora uno strano abuso della parola discrasia, vuoi per la interpretazione, vuoi per la cura dei morbi ehe sono punto conseguenza di alterazioni quantitative o qualitative dei costituenti la crasi del sangue, e ciö perche stände alia sua etimologia, da dis male e crasis disposizione -temperamento, nei linguaggio medico si riteneva e si ritiene come indicante un alteramento del sangue in genere. Laonde noi crediamo col Demartini di Napoli, essere non solo con-veniente, ma necessario di dare a tale vocabolo una signi-ficazione precisa e netta, e di non piü adoperare quindi come sinonimi i vocaboli discrisia ed infezione, quantunque si l'uno ehe 1'altro implichino un'alterazione del sangue.
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Per discrasia noi intendiamo col sullodalo professore uq alteramenlo dei costituenti chimici ed anatomici del sangue conseguenza di lesioni avvenute negli organi ehe formano o depurano il sangue; menlre le infezioni consistono in un'al-terazione della costituzione del sangue da materia morbosa, o proveniente dal di fuori deU'organismo ed inassimiiabile, o formatasi nell'organismo, come nel case di, infezione pie-mica, e quindi assorbita, ma non proveniente da organo de-puratore o formatore del sangue (V. Infezione).
Quindi tra le discrasie noi dobbiamo pur tener parola: della pletora, della leucemia, dell'anemia, dell'idremia, della melanemia, dell'iperinosi, dell'ipinosi e deU'inopesia, della tardiva coagulazione della fibrina, deH'incoagulabililä della fi-brina, dell'iperalbuminosi e dell'ipoalbuminosi, dell'emofilia, dello scorbuto e della porpora eraorragica, deii'uremia e del-t'ammonieraia, della colemia e del diabete (V. gli articoli special!).
Disfagia. Dicesi la diflicolta, od anclie l'impossibilitä di inghiotlire lanio le sostanze solide ehe liquide; e sintomo di malattia di uno degli organi die concorrono alia deglutizione (V. Angina - per la disfagia paralitica, vedasi Gulturomicosi).
Distoeologia. Da dis difficile, töcos parto, e logos di-scorso. E la dottrina dei parti difficili, cioe quella parte del-l'osietricia ehe tralta dei parti difficili (vedi Metrocinesi, Me-tropercinesi ecc).
Distrazione dei muscoli rervicali. il veterinario Benci Edoardo dice aver operati e curali felicemente alcune volte cavalli sorpresi da forte distrazione dei muscoli del collo, ed in maniera ehe erano costretti i medesimi solipedi a portare involontariamente piegato il collo a sinistra od a destra, tanto ehe la testa toccava la spalla.
Terapia. L'autore ne ottenne la guarigione nello spazio di venti a trenta giorni con una semplice medicazione: nelle prime 24 ore, faceva applicare sul collo torto un panno di lino inzuppalo in una miscela di acqua fredda, aceto e clo-ruro di sodio, mantenuto sempre molle per continue doccia-
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lure, - quindi, asciugala bene la parte sopra tutta la faccia convessa del collo, vi faceva pralicare una forte frizione di olio o di tlmura di cantaridi, e nei tre o quattro giorni suc-cessivi, delle lavature con acqua tiepida e sapone, per rin-novarvi non appena caduto I'essudato squamoso, una seconda frizione vescicatona ehe talora ripeteva anche una terza volta a 4-5 giorni d'intervallo l'una daH'altra, e sempre alterna-livamente colle saponate.
Divulsione dello zoccolo. E lo staccamento, la se-parazione violenla dell'unghia dalle parti molli, ehe accade per violenza eslerna; puö essere tale divellimento completo od incompleto, semplice o complicato.
Terapia. Nel divellimento completo senza complicazioni, do-vendo proleggere la membrana cheratogena, prevenire o mo-derare i'infiammazione ehe tende a svilupparsi, si avviluppi il piede con stoppe imbibite e bagnale di continuo con acqua fredda, ghiacciata, con acqua vegeto-minerale ecc.
Prevenula od ammansala cosi rinfiammazione, e conve-niente medicare con acqua gommosa, destrina, glicerina, per dare alia membrana cheratogena un inviluppo protet-trice conveniente, finche si sia sviiuppata la cornea; la medicazione con trementina puö pure essere richiesta, e da infatti dei buoni risultati.
In caso di divulsione incompleta, si esporti subito la parte scollata con tutti i riguardi possibili, onde non aggravalaquo;1 il dolore, e si medichi come abbiamo gia indicate superior-mente, avendo cura di toglicre sempre ad ogni medicazione la cornea staccata. Alle complicazioni si opporrä congruo Irattamento curativo.
Eclampsia. L'eclampsia, ancor detta epilessia acuta, e morbo a corso acuto ehe noi osservammo nella specie ca-nina. Anche negli accessi eclamptici si hanno crampi tonici e clonici colla perdita della coscienza , i quali perö non si ripetono come nell'epilessia per mesi ed anni ad intervalli piü o meno lunghi, ma bensi ad intervalli assai corti; e la ma-latlia si termina in breve tempo colla guarigione o colla morte,
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189 mentre l'epilessia dura molle volte tutta la vita, e la durata degli access! e eslremamente variabile.
Per quanto spelta alia genesi, rimandiamo il lettore al-I'arlicolo epilessia, pur avendo gli eclamptici parossismi, come gli epilettici, il loro punto di partenza nel midollo al-lungato o nelle parti basilari deU'encefalo.
La disposizione a tale neuropalia e maggiore nelle cagne gravide, partorienti e nutrici, nei cani giovani e nei neonati di razze piccole, delicate ed irrilabili. Qtiesta eclampsia, detta anche epilessia od apoplessia uterina (Eletli), si sviluppa pure durante la gravidanza nelle vacche, rare volte prima del sesto mese, il piü delle volte all'ottavo e specialmente verso il termine del none; puo pure aver luogo dopo il parlo anche sette od otto giorni dopo e viene allora confusa con altre malattie!
Rara e I'eclampsia tossica delerminata da certi metalli ve-lenosi, da gaz irrespirabili e da veleni di origine organica.
Terapia. In rapporto al trattamento curativo e importante 11 cercare se I'affezione e idiopatica o primaria, sintomatica, sirapatica o riflessa. Nel prirao case noi abbiamo ottenuli felici effetti in cani e cagne col cloralio idrato, - quando non si puö o non vuolsi amministrare questo farmaco per I'atrio della bocca, si applica per clisteri o per via ipodermica, av-vertendo ehe la dose della soluzione pel raetodo sottoculaneo dev'essere di uno di cloralio su dieci di acqua, onde evitare la formazione di ascessi, ulcerazioni ecc, ed in piccola dose, poiche in questo modo usato agisce energicamente e rapida-raente (*), - con clisteri d'acqua fredda ed aceto (3 parti di acqua fredda ed una di aceto), e bagni freddi alia testa. Nel-rinfervallo degli access! conviene ancora Tamminislrazione di un evacuante, - solfato di soda, di magnesia ecc. Zundel consiglia nelle cagne nutrici I'amministrazione di un gramma di cloroformio in cento grammi di sciroppo semplice (un
(*) II Colin pole iniettire, senra incontrarc gravi ineonvenienti, da 28, 51) e 53 ccnligrm. di cloralio per ogni chilograrama dell'ani-malc, su cui espcrimentava.
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cucchiaio ogni quarto d'ora in principio, poi quattro cucchia-iale di due ore in due ore), e termina la cura coirammini-strazione di un lassativo, es. solfato di soda. Se invece 1'am-malato e assai debole, e minaccia il collasso, si prescrivono sfregamenti sul corpo con panni caldi, irrilanti cutanei e clisteri stimolanli con infusi aromatici e tre o quattro goece di tintura di muschio (1) o di castoro, ed eccitanti si por-gono pur per le prime vie, ehe giovano attivando la circo-lazione e diminuendo I'anemia da spasmo vaso-molorio.
NeU'eclampsia sintomatica, si deve innanzi tutto curare la malattia primaria, quando si riesce a constatarla, in caso op-posto non si puo far ailro ehe una cura degli accessi eclam-plici, i quali in vero non si potranno ehe amraansare sino a tanlo ehe conlinua la condizione eziologica. Cosi nei calarri gastio-enlerici con eclampsia, giovano la magnesia usta, e I'acqua di calce, quando trattasi di fermentazione acida nel ventricolo dei giovani cani; gli emetici, se vi esistono an-cora nello stomaco degli eclamptici raolti residui di cibi e gaz; i carminativi (semi di finocchio), ed i purganti (per la bocca o per clisteri), se dipende specialmenle da catarro en-terico con fermentazione anormale, - ed i coprostitici, se e gia da alcun tempo ehe dura la diarrea; gli antelmintici fi-nalmente nel caso di eclampsia verminosa.
AU'incontro se vi esiste idrocefalo acuto, agiscono molto bene i cataplasmi freddi ed i derivativ! sul canale intesli-nale; ma di cio plu a lungo sarä detto a proposito di cia-scuna affezione di cui l'eclampsia e conseguenza.
Ma se l'eclampsia si presenta in seguito alia difficile eru-zione dei denti, conviene incidere colla lancetta o col bislori le gengive.
Se l'eclampsia si sviluppa nelle cagne durante la gravi-danza, allora la cura e medica ed ostelrica. La prima si fa come gia accennammo; ma se la malattia non cede ai sud-detti farraaci, ed e minacciata I'esistenza della madre, si deve vuotare prontamente I'utero col parto forzato, ricorrendo al cateterismo uterine, per salvarla.
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191 Nel puerperio yli accessi eclamptici vanno curati col metodo sopra indicato.
I tonici e specialmenle i ferruginosi sono utili per mode-rare la debolezza nervosa degii eclamptici. (1) P. Musehio orient, cent. 0,50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. Dividi in 5 dosi. - Una
Zuccaro bianco grm. 1,50 ogni era.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Eczema. Noi diamo il nome di eczema, da eczeo, bollire, ad una dermatite superficiale essudativa, non conlagiosa, con decorso piuttosto lento ed accompagnata da piü o men forte prurito, la quale nel suo incorainciamento apparisce sotto forma di papule, di vescicole, o di pustole, e nel suo ulte-riore decorso presenta formazione di croste o squame. Ap-partengono appunto aH'eczeraa la maggior parte dalle der-matosi descritle da zooiatri nei nostri animali domestici con varie altre denominazioni, perche assegnarono, potendo I'ec-zema nelle variela delle sue forme ripetere la morfologia di molte alterazioni cutanee e cio in gran parte anche in con-seguenza della specialitä di struttura della sede in cui si verifica, a ciascuna forma un nome speciale, considerandole come affezioni di differente origine e natura. Inoltre e ab-bastanza noto ehe l'aspetlo primitivo delle malattie cutanee puö, specialmenle negli animali, trovarsi turbato da diversi agenti nocivi, da pregresso traitamento ecc, per cui al cli-nico zooiatrico riesce abbastanza difficile la diagnosi di non poche dermatopatie, se non ricorre a speciali spedienti, ed aU'uopo anche al microscopio.
Secondo le diverse forme delle efllorescenze, si distingue un eczema semplice o vescicoloso, un eczema papulato o papulose, ed un eczema impetiginoso o pusloloso; e se si vo-lesse tener conto in modo speciale ancora dello stadio finale, si potrebbe pur ammettere un eczema squamoso o psoriasi-forme ed un eczema crostoso.
Si noti ad ogni modo ehe negli eczemi, malgrado, secondo le diverse sedi ed in rapporto alle varie specie di animali, possansi avere diversi contrassegni, predominano in ogni caso I'iperemia, la tumefazione, la formazione di vescichette e papule ed il prurito.
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L'eczema recidiva facilmente, ed in ogni caso assume la forma primiliva , per 1' estensione puo essere universale o parziale, difuso o circoscritto.
Terapia. 11 traUamento deU'eczema sara regolalo secondo lo stadio in cui si trova, la sua intensita, la localizzazione e le circostanze individual!.
Si deve innanzi tutto allontanare possibilmente tutte quelle cause ehe possono far nascere una dermalite eczematosa, od aggravarla, allorche si e di gia sviluppata. Epperö si dovranno evilare le irritazioni dirette, il caldo ed il freddo in grado eccessivo, l'appücazione di sostanze irrilanti, I'accumulo di prodotli di secrezione e via via.
Nelia massima acuzie, specialmenle nei cani ed allorquando ha sede ai capezzoli (d'ordinario comparisce solto forma di eczema rosso ed impetiginoso), alle parti genitali (pene, scroto, ecc), per diminuire la tensione ed il prurilo, si deve ricorrere ai bagni liepidi amidati, od alle bagnature coll'in-fuso di camomilla tiepido o coll'acqua vegelo-minerale od a cataplasmi di fecola ecc.
Negli eczemi acuti diffusi, nei piccoli animali, conviene ricorrere addirittura a bagni generali nell'acqua fredda. L'acqua fredda del resto giova in tulti gli animali per guarire gli eczemi acuti, e la si applica sotto forma di abluzioni merce compresse o lenzuola bagnate, od in forma di docce a pioggia.
Negli eczemi parziali nei periodo di declinazione, riescono pur mollo efficaci le preparazioni di zinco e di piombo solto forma di lozioni o di poraate (1, 2).
Ma quando reczema e passafo allo stato cronico, bisogna prima di tulto procurare il distacco dei prodotti di essuda-zione disseccati ed accumulati sulla cute, merce bagni pro-lungati e lavande con acqua e sapone, oppure coll'applica-zione di grass!, - olio di olivo, di mandorle, di lino, di sego di montone, di unguento setnplice ecc. Ma per favorire la guarigione, nello slesso tempo ehe si cerca di allontanare le crosle e di impedire 1' accesso dell'aria atmosferica coll'uso
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193 di questi grassi, giova unire ai rnedesimi astringenti, - os-sido di zinco, carbonato di piombo, od allume.
Dopo, per combattere le alterazioni residual!, si passi al-I'uso di farmaci di azione piü energica; epperö della pomata di zolfo, di precipitato bianco (3), di una soluzione di subli-mato corrosivo, dell'olio di ginepro, del catrame mischian-dolo coll'alcool (4) (V. Psoriasi), dell'acido fenico, del creosoto.
Negli eczemi inveterali con nolevole ififiltrazione, ma poco estesi, e ehe non cedono alia suddetta medicazione, conviene ricorrere ad una soluzione di potassa causlica a forte con-centrazione ed anche a parti uguali di potassa ed acqua di-stillata , praticando frizioni con essa sulla cute merce un pennello di sfila, o meglio con la mano vestita con un guanto di pelle o con una vescica, ehe si ripetono dopo 4-6 giorni Se a tale medicazione consegue grave irritazione e dolore giovano i cataplasm! freddi.
Vi sarebbe ancora una gran serie di farmaci e di metodi da ricordare, avendo io solo falto menzione di quelli ehe ho visto riuscire piü giovevoli; ma per brevitä mi limito a ri portare alcune formole adoperate da parecchi zooiatri (4, 5 6, 7, 8, 9).
Nell'eczema degli arti nei bovini (acque alle gambe), al lorche vi sono crepacce ed ulceri, giovano le lavande con acqua di calce, con una soluzione di solfato di rame; se le ulceri sono profonde, si applichera la stoppa bagnata nell'ölio di lerebentina o nella tintura di aloe (Forster).
In generale non si arriva sempre a far sparire I'eczema con I'uso di un solo rimedio; ma la scelta dei mezzi dipen-derä dai diversi stadi, dalla specie ed eta deU'animale, dalla sede ecc; e spesso conveniente ricorrere a diversi farmaci ed anco di combinarli assieme.
Negli eczemi acuti, ed estesi specialmente, e utile ammini-strare in principio dei purganti, ed usare un' alimeniazione rinfrescativa. Nei cronici invece ed ostinati, si suole asso-ciare alia cura locale il trattamento arsenicale e ricostituente (ferruginosi), parficolarmente negli animali molto denulriti.
Due, Drusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;i 3
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In ogni caso infine i inezzi igienici e dietetic! e la net-tezza della pelle, completano la cura. E indispensabile evi-fare ii grattamento (V. Prurigine).
(1)nbsp; P. Solfato di zinco grm, 10-25 (6) P. Pece liquidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 4
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Gessonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 30
S. Per boguature. (L. B.).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. c f. polvere. Da aspcrgersi
(2)nbsp; nbsp;P. Carbon, piombo grm. iO-15 due volte al giorno pei punti af-
Adipe raquo; 40nbsp; nbsp; felti con grande trasudamento.
F, Pomata. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hertwig).
(5) P. Precipitato bianoo grm. 5-4nbsp; nbsp; (7) P. Acido earbolico grm. 4
Sugna gt; 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Gesso raquo; 30
F. Pom. pei solipcdi.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. e fa polvere (come il n0 6).
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Hertwig).
(4)nbsp; P. Catrame grm. 25nbsp; nbsp; (8) P. Manganese grm. 8-42
Sapone neronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 30
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. Per frizioni.
S Per frizioni tulli i di.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Haubner).
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(9) P. Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 60
(5)nbsp; P. Ung. mere, e calr. gnu. 23nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Olio di tercbentina raquo; 30
Da coprire le parti lese.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da ungere i punti affetti.
(Vcrhcyen).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Gerlach).
Elefantiasi. E una malattia cutanea, ehe si presenta nei cavalli specialrnenle in seguito a reiterate infiammazioni eri-sipelacee, caratterizzata da ipertrofia di tutta la massa cutanea e del tessuto congiuntivo sottocutaneo. Le parti ehe vengono piü frequentemente affette, sono le estremitä posteriori, per eui la cireonferenza lore viene considerevolmente ingrandita, - lo scroto ed il prepuzio dei cavalli (Roll).
Terapia. Si eerchera di impedire I'aggravamento del morbo e di ottenerne possibilmente miglioramento. A tale seopo si deve pratieare agli arti amraalati frizioni di iodo (tintura di iodo, pomata di ioduro di potassio iodata), ed avvolgerli in fasce di lino stringendo per quanto e possibile le singole girate, ed avendo cura di riempiere prima con sfila o con stoppa gli avvallamenti, onde esercitare eguale pressione. Perö e solo nel cominciamenlo dell'elefantiasi, ehe si pub sperare di ottenere una diminuzione del volume per la seom-parsa dell'infiltrazione sierosa della cute e del tessuto con-nettivo sottocutaneo, adoperando all'uopo anehe le frizioni con unguento mercuriale in connubio coll'ioduro di potassio eec.
Negli altri casi non e conveniente ricorrere a speeiale trattamento curativo.
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Elevazione del snolo. Viene cosi indicata dagli ip-piatri rinfiamtnazione dell'osso del piede, ehe ha per conse-guenza un esostosi ehe si sviluppa alia sue faccia inferiore, per cui si nota un rialto e una eonvessila limitala e eirco-scritta alia suola stessa, la quale da eoncava diventa percio convessa.
Terapia. Prevenirne lo sviluppo con ferratura conveniente e combaltendo rinfiammazione dell'osso del piede. La cura radicale a morbo innoltrato non puö farsi se non coll'espor-tazione della neoformazione; e meglio perö sferrare il ea-vallo, portar via eoH'incaslro parte della porzione di suola elevata , lasciare il rimanente intalto ed applicare un ferro uguahnente eoncavo, procurando di farlo poslare sull'unghia buona. Con queslo mezzo si puö ancora trarre partilo del malati.
Elmintiasi. Manifestazionemorbosa detertninata da vermi. L'unica forma perö di verminosi ehe e direttamente aecessi-bile alia terapia, e quella inteslinale. Chiamansi appunto antelmintici lutti quei farmaci ehe, innocui per Tuomo e per gli aniraali, servono nella pratica medica e zooiatrica contro questa forma di elmintinosi. lo eredo piu eonveniente questa denominazione di antelmintici, perehe quella di vermicidi non e di tutta esattezza, non uccidendo tutti i farmaci an-noverati in delto gruppo i vermi, aleuni soltanto avendo il polere di istupidirli, per cui sono poi facilmente espulsi; e quella di vermifughi ha un signifieato piii esteso, potendosi pur dir vermifugo ogni purgante, poiche colle feci poträ scaeciare pure i vermi.
Nei bovini avanzali in eta e nei cavalli, di rado si ha a curare la verminosi inteslinale, mentre eiö suecede abba-stanza spesso nelle pecore e vitelli, e speeialmente nei cani.
Ma nei caso di verminosi inteslinale si deve innanzi lulto dislinguere dal elinico, da quali elminti e prodotla, cioe si deve dislinguere da verme a verme, avendo antelmintici ef-ficaci contro alcune specie di vermi, ehe non sono abbastanza eflicaei contro altri vermi. Ed a questo riguardo basta distin-
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guere gli elminti, ehe si trovano nel tubo gastro-enterico, in
nematoidei o vermi rotondi, ed in cestoidi, verirrt piani o
tenie.
Terapia. L'animale prima deU'amministrazione dell'antel-mintico deve lasciarsi a dieta; e pur giovevole ratnmini-strazione di un purgante. Inoltre uccisi cd istupidili i vermi coll'amministrazione di conveniente antelminlico, se questo non ha pur azione purgante e non ne favorisce I'espuisione, bisogna a poco inlervallo (4-5 ore) amminisfrare un purgante. In alcune circostanze si consiglia di unire il purgante al-rantelmintico, ma cio non e molto conveniente. Durante tale trattamento gli animali dovranno tenersi a dieta, o non per-mettere loro ehe piccole quantitä di alimento.
Contro gli ossiuri, ehe abitano specialmente le ultime por-zioni delle intestina, cagionando alcune volte un intollerabile prurito all'ano, si pralicano clisteri abbondanti e ripetuti di acqua semplice o mischiata ad un po' di aceto, e nei casi ostinati, clisteri con acqua e sale di cucina, oppure addirit-tura clisteri con leggerissima soluzione di sublimate (30 cen-tigrammi ogni 100 grammi d'acqua con 30 cenligrm. di clo-ruro di ammonio per favorirne la soluzione), o con una macero-decozione di corteccia di radice di melagrano (1).
Chiamansi anticestoidei o antiteniaci quegli antelmintici, ehe ci giovano contro i cestoidi (le tenie). Anticestoidei per eccellenza sono: o) il rizoma (2-3) o radice di felce maschio (si da in polvere, nei cani alia dose di 4-15 grammi in elet-tuario o sospesa in un'acqua aromatica , ed in decotto alia dose di 30-50 grm. sopra la colatura di 150-200 grm., -quattro o cinque ore dopo tale amministrazione, si deve daie un purgante); amp;) la corteccia di radice di melagrano (4), (si adopera tanto la radice verde, quanto la secca ed in forma di una semplice macero-decozione, la prima alia dose di 40-60 grm., e la seconda di 20-40); c) i fiori di cosso o di cusso (5), (si usano nei piccoli animali, cani, gatli, ovini, alia dose di 6-15 grm., nei grandi animali alia dose di 60-100 grm., in forma di eleltuario oppure sospendendoli in
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197 acqua tiepida od in laue, - i preparati falti con acqua sono inefiicaci, perche la cossina e insolubile nell'acqua pura) ; d) la polvere di camala (6), (alia dose nel cani di 5-12 grm., si da sospesa in un'acqua aromatica, oppure mescolata con miele in forma di elettuario); e) i semi di zucca (7) (nei cani alia dose di 40-100 grm.) , awertendo ehe e nel peri-sperma dei medesimi ehe si trova il principio tenifugo, e ehe giova dare rolio di ricino prelirainarmente, poiche agisce come dissolvenle della materia resinosa del perisperma stesso e come purgative.
Anlinematodei. I migliori anlinematodei sono: a) i fieri di cina e la santonina (nei piccoli animali, cani, galti, i fieri di cina si danno alia dose di 2-4 grm., in polvere od in elettuario, ed il santonino alia dose di 5-20 centigrm., in elettuario con miele, in forma di polvere con zuccaro ecc, -si da tale dose per 2-3 di di seguito, e dope si araministra I'olio di ricino); b) erba , fieri e semi di lanaceto (8) , (si danno in infusione alia dose nei piccoli animali, I'erba ed i fieri, di 30-70 grm., ed i semi di 15-30, sopra 150-250 di colalura); c) I'erba e sommitä di assenzio (9), (si usano alia dose di 8-15-30 grm. nei piccoli animali in infusione a caldo sopra la colatura di 200-300 grm., si fa seguire piii tardi un purgante di olio di ricino).
Sono pur stati adoperati come antelminticl: I'olio animale felido od olio animale empireumatico, I'olio animale di Dippel, I'oleum Chaberti, 1'oiio essenziale di terebenlina, il creo-sato, il petrolio e la benzina (10) o benzole; il catrame ve-getale, la fuliggine di Camino, (il Toggia dice essersi sempre servito con vantaggio della fuliggine alia dose di due oncie, 50 grm., per volta data in una bolliglia di latte, centre gli ascaridi nei vitelli), I'assafetida ecc. ecc.
Roll raccomanda centre gli ascaridi nei cavalli I'emetico in connubio col solfato di ferro, coll'assafetida o coH'olio di Chabert. Spinola contro la tenia espansa degli agnelli, consiglia I'amministrazione di una preparazione composta di catrame, olio empireumatico, assenzio, felce , bacche di gi-
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nepro, solfalo di ferro, doruro di sodio , gesso , farina ed acqua in q. s. per darvi la consistenza di una pasta, ehe si lascia seccare aH'aria, e ehe si rorape in seguito per darne frammenti a leecare agli araraalati, o per polverizzarla ed am-ministrarla unita ad orzo sbrieciolato.
Contro 1'elmintiasi degli uecelli di bassa corte, fu trovata assai ulile dal Benion 1' amministrazione di veccie maeerate per alcuni giorni in una decozione fredda di assenzio.
Mirone dice aver adoperato con vantaggio I'aeido fenico contro la lenia; anche il Doltor Bill l'usö ecu vantaggio contro la tenia neU'uomo.
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(1)nbsp; P. Csrt.rad.mel. grm. 80-100
Fa decoz. alia rim. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;dOOO
Ags. Olio ricino raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 50
S. In due clistcri nei piccoli animali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(2)nbsp; P. Rizoma di felce maschio
polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;81,m- '•-IS
Da in cartina. S. Da darsi sospeso in un'acqua aromatica in due volte coH'inlcr-vallo di */, ora ; dope qualtro ore un purgante, cioö olio di ricino da 13-35 grm. — Per un cane.
(L. Brusasco).
(3)nbsp; P. Polv. rad. felce m. grm. 180
raquo; • valeriana raquo; 180
Calomclanonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 15
Eslr. rad. felce m. • 90
Acqua q.b. per farnepill.löO
Da darsi una pillola ad ogni
pecora prima del paste.
(Zwickl). l4) P. Cort. rad. mel. grm. 20-40 Maeera per 24 ore con
acqua di fonte • COO Poi fa bollire fiuo alia
rimanenza dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 500
S. Da darsi in due volte col-1'intervallo di una od al piu due ore al cane ; dopo trc-quattro ore un purgante di olio di ricino (giova anche contro I'ascaride lombricoide).
(L. Brusasco). (5) P. Fieri di cusso ridotti in fi-nissima polv. grin. 6-13 Da in cartella.
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S. Da sospendersi e mescolarsi bene con acqua ticpida ed ammi-nistrarsi in due volte, coll'inter-vallo di quindici minuli; dopo 13 ininuti si somministra un purgante, se non compare diarrea; - giova pure contro gli ascaridi. Si puö anche dare in forma di elettuario col miele.
(L. Brusasco).
(6)nbsp; P. Polv. di camala grm. 5-12 Da in cartella.
S. Da sospendersi in un'acqua aromatica (grm. 100) e da darsi bene sbattuta in due porzioni al cane cd alia pecora ; se dopo S-G ore non ne sono avvenutc scariche alvine, si devc amministrare I'olio di ricino (giova anche contro gli ascaridi ed ossiuri).
(L. Brusasco).
(7)nbsp; P. Semi zucca pest. grm. 40-100
Zuccaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 50-60
Latte q.b. per fame una pasta.
S. Da amministrarsi la matlina
a digiuuo al cane; dopo tre-quattro
ore un purgante di olio di ricino.
(L. Brusasco).
(8)nbsp; P. Polv. rad. felce m. grm. 50
Polv. stipiti tanaceto raquo; 43 C/ilomelanonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 8
Aloe soccotrinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 12
Miele q. b. por fame elettuario. Da darsi in due volte nei earallo contro gli ascaridi.
(Funke).
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(9) P. Assenzionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 60
Aequa per fajnc iuf. • 720
Da darsi alia pecora 2-5 voile
al giorno una tazza plena con 20-40
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(10) P. Benzinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 25
Da darsi in due volte col miele al cane,
(Defays).
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goccie d'olio animalc fetido.
(Haubncr).
Ematocele. Viene dato questo nome al tumore costituito da infiltramento di sangue nel tessuto cellulare dello scroto, ma piü propriamente alia accumulazione di sangue nella tunica vaginale; l'ematocele quindi non differisce dall'idro-cele ehe per la natura del liquido. E d'ordinario conseguenzi di colpi sullo scroto, di cadute o di una violenza qualunque.
Terapia. Si deve ricorrere in principio airapplicazione sullo scrolo dei refrigeranti, e quindi dei risolulivi per fa-vorire rassorbimento del sangue. Se malgrado questi mezzi la guarigione non si ottiene, e nei casi in cui lo stravaso e molto abbondante, si puö procedere alia sua evacuazione la merce la puntura, come verra indicato a proposito dell'idro-cele (V. Idrocele).
Ematoma dell'orecchio. Fra i tumori ehe si pre-sentano al padiglione deH'orecchio, specialmenle dei cani, e da notarsi il tumore sanguigno , ehe consegue a conlusioni ripetute.
Terapia. II tratlamento curative di tale ematoma consiste nel vuotamento del sangue stravasato merce I'incisione fatta nel punto piü basso del tumore con una lancetta o bistort, e neH'adattare, onde impedire ehe dopo I'incisione se ne ri-peta la formazione, un bendaggio in modo ehe la cute del-I'orecchio resti bene corapressa contro la pieghevole cartila-gine, il quale si lascia in sito per 24-48 ore. Se cio malgrado il tumore si forma di nuovo, si apre per la seconda volta e svuotalolo, si ricorre all'applicazione di piccoli setoncini, ehe si lasciano in sito per 8-10 giorni. L'Herlwig, quando non avvlene presto I'aderenza della cute colla cartilagine malgrado I'unzione della cute colla tintura di cantaridi e la suddetta fasciatura, e si ha uno scolo di liquido tenue ed icoroso, usa, dopo d'aver accurataraente nettato il cavo , delle pennellale con una soluzione di nitrato d'argenlo (centigrm. 6, acqua
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dislillata grm. 4), di tintura di cantaridi o di iodo, e quindi I'applicazione di apposita fasciatura, la quale conviene anche quando la suppurazione e di buona natura, dopo di aver convenientemente medicata la piaga.
Ematuria. Dicesi ematuria la emissione dell'orina piü o raeno sanguinolenta. L'eraaturia propriamente delta perö non e una vera malattla, ma esprime piultosto un sintorao, cioe e sempre sintomalica della nefrorragia, della cistorragia e deU'emorragia degli ureleri. Questa sarebbe I'emaluna vera, poiche havvi vera mescolanza di sangue con orina giä prima ehe l'infermo si melta a pisciare.
Dicesi poi ematuria apparente quella nella quale all'orina si raescola il sangue proveniente dall'uretra , dalla vagina, dall'utero, dall'ano , dalla superficie del ghiande ecc.; noi crediarao conveniente di indicare tutte queste ultime ematurie come apparenti, perche traltasi di sangue ehe puo uscire in-dipendentemente dall'atto di urinazione.
Le suddette vere ematurie ehe non possono aversi senza rottura di vasi sanguigni nei reni fine alia vescica , dipen-dono da cagioni traumatiche, - da calcoli, dall'abuso dei diu-retici o di altri farmaci ehe hanno specials azione sulle vie orinarie (es, cantaridi), - dal teuere gli animaliin pascoli ricchi di plante acri ed irritanti, cosi in seguito dell'ingestione delle prime messe del faggio, dell'ontano, della quercia, deU'olmo ecc. (e specialmente per queste condizioni eziologiche ehe la malattia si presenta sotlo forma enzootica), - oppure da in-fiaramazioni acute specialmente dei reni, da erosioni od ul-cerazioni della vescica, da protratta ritenzione di örina, da embolisrao e via via.
Vengono finalmente le cosi dette emorragie urinarie per semplice diffusione dell'emato-globulina. In questi casi , in cui filtra solo I'emato-globuiina, si ha propriamente parlando ematimria od emato-globulinuria, e non vera emorragia, poiche per emorragia si intende I'uscita di sangue con tutti i suoi componenti fuori dalle sue vie. Le ematinurie, ehe vennero anche descritte col nome di ematurie adinamiche, dipendono
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201 da piii o men grave alterazione morbosa dei vasi e special-mente da allerata crasi del sangue, da una straordinaria di-struzione o liquefazione dei suoi globuli rossi, come succede in certi avvelenamenti (fosforo, arseniuro di idrogeno), in non pochi morbi di infezione, e specialmente nell'anlrace e nei tifi gravi.
Terapia. L'indicazione causale neU'ematuria richiede o di corabattere la grave iperemia renale, la flogosi renale, od altra malaltia primaria, o rallontanamento delle cantaridi, dei calcoli ecc. Quindi, e nelle ematurie traumatiche specialmente, e sempre I'applicazione del freddo ehe deve preferirsi; ep-pero sacchetti di ghiaceio alia regione lombare, e clisleri con acqua fredda. Ma se queste emorragie sono temibili per loro stesse, oltre alia dieta, alle bevande fredde ed al riposo as-soluto, si dovra ricorrere all'uso interne di sostanze astrin-genti, - della radice di tortnentilla, della corteccia di quercia, di salice, dell'acetato di piombo, del percloruro di ferro , e dell'acido lannico (limonea tannica) e meglio dell'acido gal-lico (1); giova pure la segala cornuta (2) e I'ergotina. II Levrat uso con vanlaggio I'acqua di creosoto (50 grin, in '/j litre d'acqua comune). La canfora viene commendata nelle ematurie, ehe sono conseguenza degli effetti delle cantaridi (3).
Non e conveniente, ma dannoso il salasso. In casodi grave cistorragia specialmente , si puo iniettare in vescica (nelle femmine) pel canale dell'uretra una soluzione di acido tan-nico, di solfato di zinco, di solfato di rame, d'allume ecc.
NeU'ematuria consecutiva all'ingestione di sostanze aliraen-lari acri ed irritanti, la quale non di rado e epizootica od almeno si nota sopra molti animali contemporaneamente, baslano d'ordinario il riposo, la dieta piuttosto rigorosa , le bevande bianche acidulate, il decotto di piante astringenti, e gli acidi minerali.
L'oligoemia consecutiva alia perdita del liquido sanguigno, si combatterä con quei mezzi da noi indicati a proposito dell'anemia.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; *
Quando poi si trattasse di ematinuria (ematuria sintoma-
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tica, adinamica, volgarmente piscia sangue, piscia brutto), ehe ha luogo, come dissimo, durante il corso di morbi di infe-zione, e contro la malattia principale ehe si deve pur diri-gere speeial eura , poiehe quella svanisee, come a ragione dice il Toggia, collo scomparire o diminuire di questa (Vedi Antrace ecc).
II Matelicani euro con vantaggio l'ematuria sostenuta da stato emorragico coll' amministrazione del percloruro di ferro (4). Nelle affezioni prodotte da dissoluzione del sangue, Hertwig raccomanda nei cani la china coll'aggiunta di acidi mineral!, gli astringenti colla canfora, ovvero il creosoto (5)
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(i) P. Acido galliconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 2-5
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 200
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Farina cd acqua q. fa. per fare elcttuario. Una dose al maltino cd una alia sera.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hayne).
(4) P. Percloruro di ferro grm. 2 Da amministrarsi in un litro d'acqua mcla al mattino c meta alia sera.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Matelicani).
(3) f. Had. calam. arom. grm. 15 Acqua grm 130 per f. infuso
Estr.itto di china grm. 2 Acido murial. dil. raquo; 1,25 Da darsi ad un cane ogni tre ore un cucchiaio picno da lavola.
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S. l)a sbatlcre la soluzione prima di amminislrarne ogni ora un cucchiaio al cane.
(L. Brusasco).
(2)nbsp; P. Segala cornuta grm. 50
Dividi in 3 cartelle cguali.
S. Da amministrarsene nelle emorragie- (ematurie, pneumorra-gie, melrorragie ecc.) dei bovini una ogni 20-50 minuti.
(L. Brusasco).
(3)nbsp; P. Allume crudenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 2
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; U
Polv. cortec. salice raquo; 50
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(Herhvig).
Emeralopia e Nicfalopia. L'emeralopia, ehe e affe-zione molto rara nei nostri animal! domestici, eonsiste nella perdita della facollä visiva, non appena il sole e seomparso dall'orizzonte. Nella nictalopia inveee gl! animal! non vedonc bene gl! oggetli ehe durante la notte.
Terapia. II trattamento di quest! due stati morbosi e so-pratlutlo causale, per cui una eura esatta non poträ farsi ehe dopo una diagnosi esatta. Infatti secondo i casi, si con-sigliano i salassi, ! purgant!, gli emetic!, i vescieatorii, ed i setoni.
Kmofiiia. E una discrasia emorragica, ehe fu solo no-tata, tra i nostri animali domestic!, nei cavallo e maiale. E caratterizzata da macchie eraorragiehe nella pelle (emorragie puntifonni-petecchie) e nelle membrane mucose, con preva-
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203 lente tendenza alle emorragie delle cavila inlerne per la grande fragilita delle diraraafzioni dei capillari, onde si pos-sono avere specialmente gravi emorragie delle mucose (epi-stassi ecc), ed infrenabili emorragie traumaliche cutanee.
Terapia. Gonlro quesla affezione maculosa Werlhoßana giova, ollre ad un buon regime, ramministrazione dei pre-parati chinacei e dei ferruginosi, e gia nei primi giorni della malattia dell'acido solforico diluilo. Si polrebbe benissimo smministrare una decozione di corleccia peruviana coll'ag-giunta dell'acido solforico diluilo. Quando sopravvengono delle emorragie, si dovrä ricorrere a convenient! emostalici (1, 2) (V. Emorragia).
(1) P. Colofonia polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti 2 (2) P. Aciilo gallico grm. 13-20
Carbone vegetalenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;4 S. Da amrainistrarsi in un giorno
M. Polvere emostatica per uso in molta acqua nei maiali con cmor-csterno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco). rafilia.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Emorragia. Chiaraasi emorragia I'uscita del sangue in toto dai proprii vasi. Si possono avere, secondo il vaso onde viene il sangue, emorragie capillari, arteriöse e venose, com-prendendosi in tali Ire categoric anche quelle del cuore, ehe ponno appartenere tanto alle venose, ehe alle arteriöse. Secondo il luogo poi in cui si versa il sangue, l'emorragia e libera, cavilaria od interstiziale.
II raodo patogenetico delle vere emorragie, checche se ne dica, e unico, cioe la rotlura di vasi; ma le cause ehe possono produrre tale roltura sono diverse, e per giungere a questo risultato esse agiscono pure in modo diverse; quesla condizione eziologica puö essere presa per base della loro classazione. Cosi avremo emorragie Iraumatiche, - emorragie meccaniche, ossia dipendenti da squilibrio meccanico della circolazione, le quali coraprendono le emorragie attive, ehe suppongono aumentato I'impulso del cuore, e le passive, ehe derivano da impedito reflusso del sangue; si le une ehe le altre quindi sono precedute da iperemia. Inline si hanno le emorragie delle sintomaliche, od adinamiche dagli antichi, quelle cioe ehe dipendono da allerazioni ehe erodono i vasi o diminuiscono la loro resistenza; cosi le emorragie da ul-
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cerazioni, da flacidezza per alterata crasi sanguigna ecc. In breve, quanto alls loro cause, le emorragie sono trauma-tiche, iperemiche e sintomatiche; le iperemiche bisogna sud-dividerle in attive, passive, e neuroparalitiche.
La gravezza delle emorragie e proporzionata alia perdita del sangue, ed alia rapiditä della sua uscita, cio ehe dipende dal numero, dal calibre e specie dei vasi da cui esce il sangue, non die dalle speciali condizioni e dail'etä dell'ani-male ehe la soffre.
La pelecchia, la suggellazione, e recchimosi dipendono o da semplice effusione di emalina o da lieve eraorragia, ehe non altera colla sua presenza gli elementi anatomici, - il sangue evaso viene facilmenle assorbito; se invece la quan-lila del sangue 6 maggiore ed i tessuti soffrono pressione e distrazione , si ha I'infarto, infareimento emorragico; infine se I'irrompere del sangue fu tale da maltraltare il tessulo in modo da impedirne la funzione, e'e vera distruzione, si ha I'apoplessia, il focolaio apoplelieo.
Terapia. Le emorragie, ed anche gravi, possono arrestarsi spontaneamente pel reslringersi od il chiudersi addirittura dei vasi recisi, od in qualsiasi modo aperli, perche si re-traggono, e per la formazione di un turacciolo otturatore, coagulandosi eioe il sangue. Quesla e la terapia spontanea delle emorragie.
Ma quando I'emorragia non si arresta spontaneamente, ed immedialamente allorche e un po' imponente, il clinico non deve perder tempo, ma ricorrere subito ad espedienti emo-statici varii a seconda delle singole emorragie.
Cosi le emorragie si possono frenare coH'allacciatura o li-gatura dei vasi, colla loro eompressione, o coll'uso di zaffi, di astringenti o stitici.
Tra i topici emostatici si adopera il freddo, la deeozione di noce di galla, di quercia, il tannino (nelle emorragie ac-cessibili alia diretta applicazione, giova soprattutto in polvere, meno sciolto sia per iniezioni ehe per impregnare filaceie e tamponi), I'allume in soluzioni, od in forma di zafli spolverati
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205 di allume, il solfato di zinco, di rarae, di ferro; ma danno migliori risultati il percloruro di ferro, liquor ferri sesqui-clorati, e per arrestare le emorragie esterne possiamo ser-virci appunto di filacce tuffate in una soluzione concentrata, applicandole, dopo di averle spresse, direttamente sulla parte sanguinante, - I'emostatico del Piazza, I'olio di lerebentina, e I'acqua di Binelli a base di creosoto ecc; e spediente populäre l'uso della fuliggine e della carta sugante.
Non convengono per arrestare le eraorragie, i caustici po-tenziali, perche producono un'escara superflciale e poco te-nace; e invece giovevole il ferro rovente.
Econtro le emorragie del retto, della vagina, del naso ecc, ehe si puo ricorrere alle zaffo o (amponamento; il tampone puo, a seconda dei casi, farsi di filaccie, di stoppe, di esca o di spugna e via via (V. Epistassi, Metrorragia ecc), ed usarsi semplice, oppure, ciö ehe e meglio, imbevuto di qual-che sostanza astringente (1). Vi hanno molte speeie di zaffi.
Come mezzo emostatico, si usa pure la eompressione di-retla o laterale, t-emporanea o permanente, la quäle puö farsi colie dita, con faseiature, e coH'imbottitura od ottura-mento solido della ferita.
Un mezzo emostatico assai conveniente nelle emorragie da vasi di piccolo calibro e la torsione limilata dei vasi stessi.
Ma pei vasi di mediano, e grosso calibro, e airallaccialura ehe si deve ricorrere, la quale si fa, o legando solo il vaso ehe da sangue (immediata), oppure colle parti molli (cioe mediata), o lontano dalle parti ferite.
Si intende ehe gli animali con emorragie devono tenersi in assoluto riposo ed in una scuderia con temperatura non elevata; per quanto si riferisce aH'aliraentazione ed ai far-maci da usarsi internamente nelle interne emorragie, vedansi gli articoli epistassi, broncorragia, pneumorragia, metrorragia ecc
Frenata Teraorragia, si deve curare lo state di indeboli-mento generale, l'oligoemia piü o meno grave, ehe ne e ne-cessaria conseguenza.
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206 Nel semplice stato di indebolimento, doe allorquando la
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perdita di sangue fu lieve, basla I'uso degli eccilanti, eucrasici ed una lauta alimentazione.
Ma allorquando gli animali minacciano di morire in con-seguenza del sangue perduto, ed ogniqualvolta si desidera di accelerare la guarigione deH'oligoemia conseculiva a grave perdita di sangue, si deve inoltre ricorrere alia trasfusione sanguigna, la quale si puo fare in piii modi; cioe o per via mediata, ehe e tnetodo semplicissimo, ma non sempre di facile attuazione ne' grandi animali, avuto riguardo alia loro indocilita, e ehe consiste nel mettere in comunicazione una delle giugulari dell'animale ehe da il sangue colla giugulare dell'altro anemico, mediante un tubo di guttaperca riscaldato alia temperatura del sangue, ed innestalo a due cannule co-municanti per incisure colle vene e riempite di una solu-zione alcalina per scacciare I'aria, oppure col procediraento Hering.
(1) P. Cloruro fcm'co grm. 10,15 emoslatiche nella vagina c retto. Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
S. Per iniczioni astringent! cd
Emorragie cutanee. Anche le emorragie cutanee sono cagionate da stravasi, cioe conseguono a rottura della parele dei vasi, non essendo ancora messa fuori di ogni dubbio Temorragia meccanica per diapedesi riconosciula dagli an-tichi ed ammessa dal Velpeau ed ultimamente dallo Strieker. La lacerazione dei vasi poi puö conseguire a svariate cause. A seconda della diversa forma della macchia emorragica, e della quantitä del sangue stravasato, si hanno: le petecchie, le ecchimosi e gli ecchimomi.
Ma una forma particolare di eraorragia cutanea, ehe finora fu considerata come idiopatica, e quella ehe viene descritla col nome di ematidrosi o sudore sanguigno.
In questa forma morbosa, ehe fu osservata nel cavallo, nel mulo e nel hue, il sangue stilla a gocciole da diverse parti della superficie del corpo, proprio come se I'aniraale sudasse sangue (sudore sanguigno), e questo fatlo pud durare pa-recchie ore, anche giorni e ripetersi a diversi intervalli, e terminare colia guarigione o colla morte.
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Noi crediamo con altri ehe in questi casi si tratti di emor-ragie dei capillari delle glandole sudorifere.
Terapia. In alcuni casi rematidrosi guarisce di per so, in altri casi invece I'emorragia e grave, e richiede pronto trat-tamento curative.
Faas ottenne la guarigione col salasso, colla somministra-zione dei salini, e coi bagni freddi.
Schütz ricorse inutilmente all'uso del nitro e del solfato di soda internamente, ed ai bagni di acqua ed aceto; ed il Rossignol ai bagni di acqua fredda e salata, ed ai bagni aslringenti.
A seconda dei varii casi si ricorrera a quei mezzi da noi indicati discorrendo I'emorragia in generale, procurando di soddisfare all'indicazione causale.
Emorragie del midollo spinale e delle sue meningl. La meningorragia spinale si osserva piü frequen-temente nei solipedi e nei cani. Le cause ordinarie sono le lesioni trauraatiche direlte, - colpi, cadute, ferite e stiracchia-raenti della eolonna vertebrale ecc; fu ancora osservata I'emorragia delle meningi come, accidente consecutivo al tetano.
La mielorragia consegue d'ordinario a processi morbosi cronici, oppure anche ad influenze traumatiche come I'emorragia meningea.
Terapia. Dapprincipio sono opportune le sottrazioni san-guigne per attenuare i fenomeni dolorosi, e le applicazioni fredde, - vescica riempita di ghiaccio ecc. - su quel punto della eolonna vertebrale ehe si suppone corrispondere al luogo dell'emorragia per prevenire un nuovo colpo apopletico; nello stesso tempo si deve sorvegliare l'evacuazione dell'orina e delle materie fecali, e preservare l'animale dal decubito. Si intende ehe, non potendosi mai avere una guarigione com-pleta, al'.orehe ne sueeede grave distruzione della sostanza midollare, non conviene tentare la eura ehe di quegli amma-lati ehe i proprietär! desiderano conservare viventi anche con paralisi piü o meno estesa (cani ecc.); e conveniente uccidere immedialamente gli animali da macello.
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Questa gravitä della malatlia ci impone I'obbligo di una rigorosa profilassi, e di sorvegliare altentaraente gli animali ehe hanno sofferto traumatismo vertebrale, - di tenerli in assoluto riposo, di salassarli immediatamente e di ammini-strare loro purganti, se dopo questo accidente presentano an-dalura barcollante, torpore nelle eslremita, onde evitare gli stravasi sanguigni ehe possono conseguire all'esistente eon-gestione, qualora si aggravasse ancora.
Encantide. Si da il nome di eneantide infiammatorio airinfiammazione della caruneola lagrimale, la quale si nota durante il corso di congiuntiviti, e riehiede lo stesso tralta-mento curalivo di queste. Si e pur descritta col nome di encantide fungoso o canceroso le differenti disorganizzazioni ehe si osservano in quest'organo ; nei solipedi e slato spe-eialmente osservato I'encantide melanico.
Terapia. Quando causa dislurbi nella visione , conviene restirpazione seguita da cauterizzazione, badando di non fe-rire i punti lacrimali; le escrescenze possono anche distrug-gersi colla legatura, e colla eausticazione del peduncolo.
Encondromi. Gli encondrorai appartengono ai tumori piü rari degli animali. Sono composti esclusivamente di tes-suto cartilagineo.
Terapia. Nelle parti accessibili, I'eslirpazione ha un com-pleto successo.
Enceffalite.Erinfiammazione deU'encefalo; malattia raclto rara e sempre circoscritta a piccole porzioni deU'encefaio, meno quando coincide con diffusa meningile acuta o eronioa, ehe allora e piü estesa (meningo-eneefalite). Si distingue in acuta e croniea ; quella puö essere priraitiva o secondaria. La primitiva il piü delle volte ha origine da insolazione, da freddo-uraido, da accessi venerei ecc; nei bovini ed ovini 6 non di rado determinata dal cenuro cerebrale, e nei suini dal cisticerco.
Terapia. In principio, e specialmente nelle encefaliti traumaliche, allorche si hanno gravi sintomi di irrilazione e si crede vi coesista congestione, bisogna ricorrere alle emissioni
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209 sanguigne, basandosi ancora sulla forza deH'impulsione car-diaca e del polso, - ed all'applicazione di cataplasmi freddi sulla testa, od alle ripelute irrigazioni fredde; nello stesso tempo si amministrino purganti e si applichino clisteri freddi ed irritant!. Passato questo periodo di principio, ogni cura k impotente, ed il clinico deve limitarsi ad una cura sinto-matica. Oitre all'essere sempre di difficile diagnosi, Tascesso cerebrale e incurabile; ma specialraente un incapsulamento per tessuto connettivo puö prolungare la vita deirinfermo.
Endocardite. C rinfiammazionedeU'endocardo, la quale
puö essere acuta e cronica , primiliva e secondaria; la cro-
nica e d'ordinario una conseguenza dell'acuta, ma puö pur
. presentarsi primitivamente con lento andamento; fu osservata
nel cavallo, bue, cane e maiale.
Terapia. Nell'endocardite in generale conviene lo stesso trattamento curativo ehe noi indicheremo contro la pericar-dite (V. Pericardio, malattie del). Nell'endocardite infeziosa perö, si deve dare la preferenza ai tonici, agli eccitanti, -chinina, canfora, arnica montana, alcool ecc.; giova special-mente la chinina unita all'estraUo di aconito nell'endocardite ehe consegue all'infezione piemica.
Enfisema sottocntaneo. E l'accumulazione di gas nel tessuto cellulare sottocutaneo; cioö s'intende un disten-dimento del congiuntivo sottocutaneo rnediante gas. II gas puö provenire dall'esterno, es. per ferite della pelle e del tessuto cellulare penetra aria atmosferica; - dalle vie respi-ratorie, es. per ferite accidentali della laringe, trachea ecc, dai polmoni stessi (V. Enfiseraa polraonare), - dagli intestini o dal ventricolo ecc.
Inoltre si ha ancora Tenfisema sintomatico, dovuto a dei proeessi di decomposizione, alia necrosi (Roll) od alia de-composizione putrida dei tessuti normal! o patologici. Infine abbiamo I'enfisema artificiale, nel quale il gonfiore ha luogo per la introduzione di un tubo puntuto nel tessuto connettivo rnediante un soffietto.
E stato pur osservato I'enfisema nei falch! ehe servivano
Diz. Brutatco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; i*
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alia eaccia ; il Bechstein lo descrive nelle galline, L'enfisema puo essere piii o meno esteso, generate o parziale. La pelle resta tesa, nei casi gravi, come quella di un tamburo e da alia percussione un suono chiaro ed anche timpanico, e compriraendola si senle una caratterislica crepilazione, do-vuta allo sprigionamento del gas da una maglia di tessuto cellulare per passare in un'ultra ; premendo fortemenle, sic-come I'aria viene scacciata, si altera la forma della parete.
Terapia. Bisogna prima di tutlo allontanare le cause ehe possono mantenere od aggravare la pneumatosi, e favorire reliraiuazione dei gas di gia accumulatisi. Soddisfatto all'in-dicazione causale, negli enfisemi poco nolevoli, non e richiesto un traltamento speciale. Nell'enfisema Iraumalico, talvolta con la dilatazione delta ferita esistente al comune integumento, si puö dare all'aria una libera uscita ed impedire un ulte-riore suo spandimento. Ma nel caso in cui per l'enfisema stesso si abbiano disturb! funzionali, e si temono piü o men gravi conseguenze, si pralicano piccole incisioni, scarifica-zioni fin nel tessuto cellulare , sulle parti in cui l'enfisema e piii grave, e si cerca, comprimendo, di deterrainare solleci-tamente la fuoriuscita dell'aria; i bagni freddi ed acidulati, ma contiuuali, valgono pure a cotnbattere tale pneumatosi. Bisogna pero in ogni caso impedire la penetrazione di nuovo gas (V. Enfisema polmonare).
Per Fenüsema sintomatico di piü o men estesa gangrena (enfisema gangreuoso, il quale vien formato dai diversi gas, ehe si sviluppano nella Jccomposizione putrida) vedi I'arti-colo Gangrena.
II Becstein consiglia nei gallinacei la puntura del luogo enfisemalico, poiche, uscita I'aria, I'animale sollecitamenle guarisce.
Euuresi. Scolo involontario di orina, vera incontinenza d'orina (V. Vescica, malattie della).
Epifora. Gonsiste in un eccesso di secrezione di lagrirae, per cui ne risulta una lagrimazione considerevole, e le la-grime stesse cadendo sulle guancie vi provocano sovente un
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erilema. L'epifora non deve confondersi colla lagrimazione dipendente da un'affezione delle vie lagrimali, poiche dices! lagrimazione, stiliicidiura lacrymarum , uno state nel quale le lagrime, non potendo passare per le vie lagrimali, sorpas-sano il bordo palpebrale e cadono sopra le guancie.
Terapia. Bisogna anzitulto soddisfare airindicazione cau-sale, avvertendo ehe in generale dipende da irritazione del-I'occhio, delle palpebre, o di alcune branche del 5deg; paio ecc. Quindi si raccomandi la tintura di iodo per diminuire il volume delta glandola lagrimale ed i collirii astringenti.
Epilessia. Questa malattia giä nola e descritta neH'an-tichitä dagli aulori Greci e Romani, ehe hanno scrilto sulle malattie degli animali, consisle nel suo tipo pit distinto, in una serie di accessi, ripetenlisi ad intervalli variabili, nei quali si notano convulsion! toniche e cloniche, piu o meno generali, e succedentisi rapidamente, con abolizione contem-poranea dell'attivila sensiliva e della coscienza (conoscenza).
Noi possiamo stabilire, ed in questo si accordano pressoche tulli gli osservatori, ehe, giusta i distinti lavori di Kussraaul e Tenner, Schroder Van der Kolk, di Brown-Seguard e di non pochi altri scrittori, il midollo allungato c le parti del cervello, ehe stanno con esso in piii vicino rapporto (le parti basilari) sono la sorgente, il cenlro, il punto di partenza del fenomeni convulsivi nell'epilessia.
Nel rapporto eziologico e per vantaggio terapeutico, e con-veniente distinguere le seguenti forme di epilessia: I'epilessia idiopatica, essenziale o diretta, dipendente da un'irritazione ehe colpisce direttamente il centre del sistema nervoso, -I'epilessia sintomatica ehe spetta a lesione locale degli or-gani centrali, - infine I'epilessia simpatica o riflessa, dipendente da uno slate di irritazione esistenle nolle parti periferiche, ehe si riflette verso il cervello. Jo credo ehe non si possa in modo assolulo aromettere come cose totalroente diverse , un'epilessia vera ed un'epilessia falsa , ma si debba all'op-posto indicare quest'ultitna qual epilessia sintomatica, - come i pochi accessi epilettiformi irregolari ed isolati, ehe si mo-
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strano durante il corso di certe malatlie cerebral!, oppure in seguito a mutamento della eras! sanguigna.
L'epilessia si osserva in tutte le specie dei nostri animali domestici; ma si e la canina , ehe v'e di gran lunga piu soggetta.
Terapia. Dovendosi l'epilessia annoverare Ira le malallie eredilarie, non devono adoperarsi alia propagazione della specie gli animali ehe soffrirono accessi epilellici. Si deve in ogni case schivare lo spavento e tutto quanto puo eccitare il rilorno degli accessi. Duranle I'accesso si deve impedire ehe l'ammalato si ferisca, o cadendo boccone muoia soffocato; si crede ehe coprendo il viso dell'lnfermo durante lo accesso, si possa abbreviarne la sua durata.
Nel case di lunghi e forti accessi con brevissirae remis-sioni, onde diminuire la congeslione cerebrale meccanica , ehe si sviluppa in questi parossismi, ed a cui ne succede faciimente rottura dei vasi cerebrali e stravasi di sangue piü o meno considerevoli, si puö praticare il salasso (a motive perö del perturbamento della circolazione, molte volte non si puö avere ehe un inconsiderevole quantita di sangue dalla .vena), e ricorrere a cataplasmi di ghiacclo sulla testa; sono dannose invece le inalazioni di cloroformio, le quali se abo-liscono la sensibilita, aumentano d'ordinario la eccitabilitä ri-flessa, come pur non convengono in queste circostanze gli energici rivulsivi ed eccilanti cutanei, accrescendo gli stimoli periferici, I'azione riflessa, e prolungando perciö I'accesso stesso.
La cura dell'epilessia dovrebbe anzi tutto essere rivolta contro la causa, il ehe nel maggior numero dei casi non e facile a farsi. Laonde si devono dal clinico esaminare atten-tamente i varii organi, le varie parti dell'organismo dell'epi-lettico, e riconosciuta la lesione causa dell'epilessia sintoma-tica e periferica, dirigere contro la medesima conveniente trattamento curatlvo, - primarie malattie di tessitura del cer-vello, delle meningi o del cranio ecc, affezioni dell'utero, delle intestina , dei polmoni, del cuore ecc, delle quali al-
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213 terazioni il Irattamento conveniente e indicato nei relativi capitoli.
Nell'epilessia idiopatica ed in ogni caso per soddisfare al-1'indicazione del morbo, sono slati vantati rnolli farmaci e considerati non pochi come specifici. Tra quesli medicamenti sono a preferirsi: l'atropina o Testratto di bella-donna, I'e-stratto di giusquiamo e di stiamonio , ehe agiscono come narcotici midrialici, dei quali se ne deve continuare Fuse a piccola dose per molto tempo e tralasciarne ramministrazione alia comparsa dei primi fenomeni di intossicazione, cioe dilatazione pupillare ed ariditä delle fauci; il bromuro di potassio, poiche secondo gli esperimenti islituiti da Eulemburg e Guttmman sugli animali a sangue caldo e freddo, opera principalmente sul sistema nervoso centrale ed attenua gli eccessi di motilitä, sensibilitä ed eccitabilitä riflessa fine ad un grade estremo (1). Non convengono all'opposto, giusta la sentenza di Schröder Van der Kolk, gli oppiacei, poiche non si tratta di togliere I'aumento delta sensibilitä od il dolore, ma di diminnire l'accresciuta irritabilitä riflessa e con cio i movimenti convulsivi, difatti dati tali farmaci a grandi dosi producono da loro medesimi convulsion! (noi abbiamo con-slatalo presentarsi nel cavallo gravi fenomeni vertiginosi in seguito all'iniezione ipodermica di un gramma di morfina). Ma il farmaco da me (*) piü impiegato e da cui ne ottenni pur splendidissimi risultati, ^ il cloralio idrato. Vennero pure ado-perati, ed in alcuni casi con vantaggio, allri farmaci, fra i quali i preparali di zinco, (I'ossido, il valerianato ed i! lattato), i preparali di rame, di bismuto e di antimonio , il nitrato d'argento (specialmente nell'epilessia cronica), Tartemisia volgare, la veratrina, la chinina, I'assafetida ed altri. Pilwax nell'epilessia conseguenza del forte eccitamenlo degli organi genitali, usö con utili risultamenti il cloralio sia solo (ehe io ho pel primo raccomandato), sia associandolo alia chinina (2). Hertwig guari colla belladonna un cavallo, dandola
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Brusasco. Hhd. Vet. 1870. Rendiwnto clinico raquo;ucci(a(o.
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a dose crescente da 4 a 12 grra. al giorno. Conlro I'epilessia del cavallo venne pur tentato il nitrato di stricnina, e contro quella del cane il solfato di alropina .per iniezioni ipoder-miche, iniettandone del prime farmaco nella regione della nuca neH'intervallo degli access!, 6 centigrm. sciolti in 14 d'acqua, e del secondo 3-6 centigrm. in una quantitä d'acqua 30-60 volte maggiore (*). Contro I'epilessia del cane il pro-fessore Verheyen uso con vantaggio la digitale ecc. (3). Del resto preferisca il clinico l'uno o I'altro farmaco a seconda dei casi, deve in ogni circostanza tener conto dello state generale deU'ammalato, e tenerlo a conveniente regime igie-nico-dietelico, evitando tutle quelle cause ehe possono deter-minare o favorire il ritorno degli accessi e via via; cosi io uso sempre accompagnare la cura fatta col cloralio idrato con un'altra contemporanea, cioe ricostituente nei malati ali-goemici (ferruginosi) ecc.
(1)nbsp; P. Bromuro potassio grm. J,2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Mesc. e div. in 12 dosi; trc
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100nbsp; nbsp; dosi al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Herlwig).
S. Da ammiuislrarsi in k volte,nbsp; nbsp; (5) P. Emelico polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; parti
sc ne aumenti la dose grado a grudonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Digitalenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; eguali
sino agiungcrca ((-5 grm.algiorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da amministrarsi con acqua a
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; due cucchiai per giorno, in guisa
(2)nbsp; nbsp;P. Cloralio idrato grm. 0,75nbsp; nbsp; ehe il cane riceva ogni giorno 5 cen-
Solfatn chinina raquo; raquo; tigrm. di sostanza medicamentosa. Zuccaro bianco raquo; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Verheyen).
Erisipela. E I'inliaramazione degli strati superficiali
della cute, del corpo papillare (erisipela eritematosa), o del
corio in tutta la sua spessezza col lessuto congiuntivo sot-
tocutaneo (erisipela flemmonosa), alia quale partecipano gli
attigui vasi linfatici e ghiandole linfatiche, ehe ha tendenza
a diffondersi sovra grandi estensioni. ultra alle denomina-
zioni di erisipela eritematosa e flemmonosa, si adoperano
ancora quelle di erisipela vescicolosa, bollosa o flitlenoide,
pustolosa, crostosa, edematosa, emorragica, gangrenosa ecc;
(*) II Levi eonsiglia di preparare la soluzione di alropina con 6 cgnu. di solfato c 30 grm. di acqua distillata, e di adoperare per ogni in-iezione pei cavalli e bovini da 5 a 10 grm., per le pecore goccie 11, e pel cane goccie 3-S.
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raa in realta non sono ehe gradi diversi di un sol processo morboso in rapporto coH'intensita e qualitä della causa ehe l'ha provocato.
A seeonda poi ehe l'erisipela rimane per tulto il tempo della sua durata limitata al sito, ove ebbe origine, oppure mentre sparisce nelle parti primitivamente invase, appare in allre, si dice fissa ed ambulante o migrante. Si ha ancora la risipola periodica. Dal punto di visla eziologico si puö di-stinguere un'erisipela icoremica (l'erisipela generata dall'as-sorbimenlo dai vasi linfatici di una sostanza icorosa ehe si trova in vicinanza di piaghe o di ascessi); un'erisi. sinlomatica (ehe si manifesta nel decorso di morbi infettivi, piomia ecc); un'erisi. traumatica ed un'erisipela esantematica o vera, ancor delta idiopatica.
Avuto poi riguardo alle regioni affette, si e distinta un'erisipela della faccia, un'erisipela delle mammelle, un'erisipela dei genitali, un'erisipela delle estremilä ecc.
E l'erisipela apiretica o febbrile, e puö osservarsi nei so-lipedi, negli ovini, nei suini, nei cani e nei bovini.
Terapia. Nei casi lievi l'erisipela assume d'ordinario un decorso favorevole senz'alcun medicamento, o basta l'uso esterno del freddo per ottenerne pronta guarigione; e solo quando la malattia e in decremenlo, ehe si deve ricorrere ai bagni tiepidi con infusi aromatic!. Quando l'erisipela e prodotta dall'assorbimento, merce i vasi linfatici, di una sostanza icorosa ehe si trova in vicinanza di piaghe od ascessi, si deve inoltre distruggere e curare convenientemente tali focolai, onde evitare novello assorbimento. Ma quando si ag-giunge la tensione forte e dolorosa della pelle e grave febbre, oltre all'applicazione di compresse fredde, bagnate nell'acqua fredda semplice o meglio nell'acqua vegeto-minerale, ed alle scarifieazioni con la lancetta, quando havvi minacciante gan-grena per la forte tumefazione, si deve ricorrere all'uso in-terno dei diuretici e dei purganti salini; giovano pure le limonee minerali e vegetali.
Nell'erisipela migrante sono utili specialmente le applica-zioni di pomata mercuriale per üssarla.
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Si commendano inoltre contro I'erisipela, specialmente in medicina umana, la causticazione della cute erisipelacea e dei suoi contorni con una soluzione di nilralo d'argento (1), le pennellature di tintura di iodo, di collodio, di guttaperca sciolta nel cloroformio, - I'applicazione del creosoto, del sesqui-cloruro e del solfato di ferro in forma di unguento, - le pen-nellazioni di olio di terebentina ecc; e dal Megnin ed altri zooiatri, le frizioni vescicatorie.
Le complicazioni ehe si presentano ed in ispecie gli ascessi, le distruzioni gangrenose, le crepacce o ragadi, richiedono il trattamento speciale consigliato in simili casi.
Contro I'erisipela semplice, ma grave delle pecore, il Benion consiglia le lozioni astringenti e calmanli (2). Contro I'erisipela determinala dall'uso alimentare del poligonum fogo-pyrum, Dupuy ha usato con vantaggio le frizioni oleo-ammo-niacali. Per I'erisipela cagionata dalle punture delle api e delle vespe vedi Ferite.
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(1) P. Nitrato d'argento grm. 4-8
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(2) P
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Foglie morella 2 raannatc
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Acido nitrico goccie 14
Acqua distillata g.m. 20
Per spalmarc la superficic ri-
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F. decotto, colat. grm. 2000 Agg. Protosolf. fcrro raquo; 60 (Beuion).
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sipelatosa.
Eritema. Col nome di eritema va distinta una forma leggiera di dermatite acuta, ehe si sviluppa nei cavalli, cam, porci, ovini, e piu di rado nei bovini, in seguito di cagicni irritanli, meccaniche o chimiche, ehe hanno agito per un po' di tempo con una certa intensitä. Secondo la natura di queste cause si distingue in zooiatria un eritema solare, il quäle e frequente nei cani ed ovini specialmente allorche dopo la tosatura sono esposti ad una forte e protratta insolazione, -un eritema intertrigo, se risulta da un lungo contalto e stro-finio di due superficie cutanee opposte e sotto I'influenza di un' alta lemperatura ecc. Inoltre anche le sostanze grasse rancide applicate sulla pelle, il secrelo acre ed irrilante di una congiunlivite, di una corizza ecc, possono produrre un eritema piü o meno esteso.
Terapia. La maggior parle degli eritemi spariscono spon-
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taneamente in breve, allontanando la causa ehe li ha provo-cati. Contro l'eritema solare bastano le bagnature con acqua vegeto-minerale o con semplice acqua fredda; quando vi si associa un forte dolore e prurito noi adoperiamo con van-tagglo I'acqua vegeto-minerale unita all'acqua di lauro-ce-raso (1). Contro l'eritema intertriginoide ehe si presenta alia faccia interna delle eoscie, alle aseelle ecc, specialmente nei can!, convengono i bagni freddi ed astringent!, la polveriz-zazione con amido, colla polvere di licopodio (2).
L'eritema prodotto da sostanze acri, da secreti acri, gua-risce pure coH'uso di polvere assorbente, e proleggendo la parte dippoi merce I'unguento cerato.
Nell'eritema ehe si sviluppa ai capezzoli delle vacehe pel succhiaraento, se e un po' grave, e conveniente prendere il latte per qualche tempo coila raano e fare bagnature con acqua semplice o vegeto-minerale (V. Capezzolo). Contro l'eritema da decubito giovano gli stessi farmaci (V. Piaga). (1) P. Acet. piomholiq. grm. 8 £(2) P. Serni licopodio polv. grm. 35 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • SCOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fiori di ninconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 15
Acqua lauro-ceraso raquo; 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; M.
S, Per bagnat. nei cani. (L. B.).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Erpcte. Questa parola, ehe e una vecchia espressione, ehe servi e serve ognora per alcuni cultori la zooiatria a desi-gnare pressoche lutle le cutanee affezioni, viene da noi ado-perata eselusivaraente per indicare una dermatosi (*) non contagiosa, a decorso prevalentemente lento, avente grande tendenza ad estendersi, a riprodursi ed a spostarsi da un luogo all'altro della pelle ed anehe da questa ad una pros-sima membrana mueosa, accompagnata da prurito, ma non da fenomeni febbrili, earatterizzata da ineostante e metamor-fica lesione inizialo (vescicole, papule, pustole ecc.), ehe ap-parisce sovra varii tratti di cute non notevolmente iperemica e tumefatta, e da susseguente formazione di croste, squame,
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(') Le malattie cutanee prodotte da parassiti vcgetali c descrittc come crpctiche afTezioni, saranno da noi descritte sotto la dcnoaiinazione di tigua (V. Tigna tonsurante e favosa).
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infiltrati ecc, e ehe in generale guarisce senza lasciar reli-quati di cicatrici.
Quantunque i limili di questo dizionario non ci permetlino di discutere convenientemente il cosi detto erpelismo o dia-tesi erpetica, non possiamo tuttavia dispensarci dal dichiarare ehe, sebbene non partigiani a! certo deirumorismo antico, nel vero ed anlieo senso della parola, noi non propendiarao ad ammettere ehe quest'affezione, come da non poehi si vuole, dipenda uniearaente da influenza esferne ehe operano direl-taraente sulla cute, ma la erediamo legate a condizioni par-tieolari dell'organismo.
L'erpete, eosi inteso, si osserva piu di frequente nei cani ehe non in altri animali, - sono i cani di razza delicata a distinta, i cani da grembo, i maltesi, i piccoli terrieri e griffon!, e non quelli di razza comune, ehe noi frequentemente abbiamo visti in preda a simile morbo. Seeondo noi la piü grande influenza sullo sviluppo di questa malatlia si ha nelle speciali condizioni igienico-dieletiche in cui sono lenuli certi animali e specialraente nella vittitazione; I'ereditarieta pure non deve essere dimenticata. Ai riguardo mi place ricordare ehe nel mese di oltobre 1873 veniva portata a questa scuola una cagna di razza terriere, del signer Conte F., eon quattro suoi neonali, perche in due di quesli gia dai primi di della nascita, come ci assicurava il proprietario, si era sviluppata erpetica affezione alia regione dorso-lombare, come n'era af-fetla la madre, e nei due altri solo due mesi dopo; altri casi di non dubbia eredita ho pure osservati.
Quantunque possa manifestarsi nelle varie parti del comune infegumento, si mostra tale morbo precipuamente alia regione dorso-lombare ed al collo.
A seconda poi della sua forma iniziale e delle consecutive alterazioni, si potrebbe distinguere un erpete vescieoloso, un erpete papuloso, un erpete pustoloso, un erpete maculoso, un erpete crostoso, un erpete squamoso, un erpete umido, un erpete uleeroso ecc; i quali nomi perö non rappresente-rebbero altro ehe i diversi modi e gradi di sviluppo di una sola ed idenlica malattla.
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Terapia. Nel trattamenlo curativo di quest'affezione e ai topic! irritant! sotto forma semi-solida o liquida (quest'ul-tima e a preferirsi), ehe in generale si deve ricorrere. Gli ammollienti sono inutili, se non dannosi, mentre giovano in altre dermopatie. Nell'erpele si ha appunlo bisogno di far-maci ehe modifichino ed attivino la nutrizione della eute, ehe accelerino il distacco deli'epidermide ammalata e la riprodu-zione di un'epidermide nuova e sana.
No! abbiamo ognora usafo con vantaggio il creosoto (1), 1'acido fenico (2), il sublimate corrosive, il eatrame vege-tale (3), nella eura deU'erpete sin dal suo iniziarsi, previe lavande eon acqua e sapone, le quali perö e conveniente ri-petere ogni A-b giorni. Si avvalora I'azione di tali mezzi teilende gli ammalati ad un conveniente regime, in locali con aria pura, permeltendo lore perö un mote moderate all'aria libera ed impedende il grattamento, e eoll'amministrazione deU'aeido arsenioso (4), perehe, com'e note, agisce sulla nutrizione c massime sulla eute.
Gli animal! denutriti, eltre ad una lauta alimentazione, ri-chieggono I'use interne dei ferruginosi.
Le ulcer! e le altre eomplicazioni saranno curate conve-nientemente, avvertendo ehe per le prime gieva pur assa! bene I'aeido fenico.
(1) P. Creosotonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grro. j-.'tnbsp; nbsp; (4) P. Soluzionc Fowler grm. d
Acqua distillata raquo; 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Se no da nei cani in prin-
S. Da applicarsi sui punti u-nbsp; nbsp; cipio da 2 a 4 goccie in infuso di
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meltali
(2)nbsp; P, Acido fenico
Alcool Acqua S. Per lozioni.
(3)nbsp; P. Catramc
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(Herlwig).nbsp; nbsp; nbsp; camomilla od anco nell'acqua sem-
grm. 4-6nbsp; nbsp; plice , al giorno ; c quando questraquo;
raquo; 10-20nbsp; nbsp; dose vicne ben tollerata, si aumenta
raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;200nbsp; nbsp; ogni di una goccia sine a 18-20, e
(L. B.\nbsp; nbsp; poi la si diminuisco di bei nuovo
grm. 50nbsp; nbsp; gradatamente.
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2-4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
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Precipitate bianco
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Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 23
F. Unguento. (L. Brusasco).
Esofago (malattie dell'), o) Esofagite. fi 1'infiammazione deU'esofago, la quale non e molto frequente, ma ad ogni modo poeo studiata in zoeiatria. Puö essere primitiva e se-condaria.
Terapia. Allorehe rinfiammazione e provoeata da cerpe
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straniero arrestato nell'esofago, deve inimediatamente venir allontanato con mezzi chirurgici, estraendolo ('), oppure fa-cendolo discendere nel ventricolo (*'). Fuori di questa cir-costanza, la sonda non deve essere impiegata nelle fasi d'a-cuzie. Se la causa od i sintomi delta malattia fanno supporre I'esistenza di necrosi o di ulcerazione, bisogna ritardare il cateterismo sino a ehe la cessazione delle emorragie e dei dolori riveli la cicatrizzazione, agendo anche in quest'ultimo caso con prudenza, onde non romperne le assottigliate pareti del condotto e facilitarne cosi la perforazione.
In tutti i casi, soddisfatto airindicazione causale, e fatto capitale la soppressione degli alimenti solidi, dando solo al malato delle bevande fredde con non molta quantila di farina nell'acuzie; se i dolori sono vivi, si consigliano pure bevande ghiacciate, di cui se ne avvalora pero I'azione con rivulsivi cutanei (frizioni senapizzate, di olio di crotontiglio, vescicatorii in genere), e con clisteri purgativi. Se emorragie hanno luogo, si insista sull'uso delle bevande ghiacciate: e se non se ne ottiene il desiderate effetto, si prescrivino po-zioni stitiche, cioe farmaci astringenli in un veicolo vischioso, onde il contatto della sostanza colla superficie emorragipara sia possibilrnente prolungato. II salasso conviene sole nelle
(*) Si ccrca di far riascendere nelle fauci il eorpo estranoo spin-gcndolo in su coi due pollici dopo aver dato aH'anirnalc olio di oliva od allro olio, e quindi di cslrarlo colla mano mediante conveniente scalella; Pcrzold consiglia di avvolgere una corda altorno al collo sotto il eorpo estraneo, ccrcando di ricondurlo nclla bocca, facendo piegare ed estenderc il collo e tirando ncllo slesso tempo la ecrda in su; -pero se il eorpo estraneo c munito di punte, o se vi csisle un restrin-gimento della parte superiorc dell'csofago , non e conveniente un tale procedimenlo; per I'estrazionc dei piceoli corpi irregolari arrestatisi nella porzione toracica dell'esofago, si consiglia la tanaglia dell'Herhvig e di Coculet.
(**) Con una sonda esofagea, ed in mancanza di questa con un bastene picghevole, es. una bacchctta di giunco, di nocciuolo, di salicc, col manico di una frusta c simili, di cui si avvolge con stoppa a sua volta inumidita con grasso l'estremitä ehe deve penctrare neH'csofago; conviene solo tentare lo schiacciamcnto o lo stritolamento, allorquando trattasi di uova, oppure di una rapa o patata c simili soslanze, raoimol-lite colla bollitura (V. Esofagotomia),
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I
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221 gravi esofagiti flemmonose con reazione febbrile intensa. In tutti gli altri casi la medicazione deve essere poco attiva, evitando soprattutto ramministrazione di medicamenti irritanti e sotto forma solida.
Se ascessi si trovano alia regions tracheliana, si aprono facendo una stretta apertura. Se ne ottiene pronta guari-gione, quando non comunicano col condotto e si fa conve-niente cura, altrimenti una i'istola puo formarsi.
Passata Tacuzie, se vi esiste ancora degiutizione difficile, e si lerne il passaggio allo stato cronico coil'indurimenlo, e allora indicalo I'uso dell'ioduro di potassio ad alta dose, il quale, come in altre malatlie, puö favorire la risoluzione degli eleraenli neoformati pendente ehe essi sono ancora recenli, e ehe la loro evohizione allo stato di tessuto stabile non si e per anco terrainata.
6) Stenosi dell'esofago. Gli stringimenti dell'esofago pos-sono risultare: 1deg; da corpi stranieri; 2deg; da compressione dello stesso esofago per un tumore vicino; 3deg; da una lesione delle sue pareti. Le stenosi di questo gruppo ehe coslituiscono i restringimenti propriamente detti, possono essere prodotte: a. da ipertrofia ed indurimento limitato, conseguenza di sem-plice infiammazlone; b. da inspessimento e retrazione cica-triziale, conseguenza di infiammazione ulcerosa; c. da tumori o neoplasmi sviluppatisi nel lume del canale.
Terapia. Quesla varia a seconda delle condizioni eziologiche. II ioduro di potassio e gli esotori possono riuscire utili contro i restringimenti infiammatorii, ma nello stesso tempo e ne-cessario ricorrere al cateterismo. Quando gli stringimenti esofagei impediscono completamente la degiutizione di ali-menli solidi, si deve nutrire I'ammalato con latte, con farina nelle ordinarie bevande e con decotti nutrienti, e specialmente i carnivori con brodi concenlrati di carni, con uova ecc, ehe in case di necessitä si introducono nello stomaco mercfe la siringa esofagea, ed anche con clisteri nutrienti, quando la stenosi fosse molto grave; e cid pel fraltempo ehe si fa la. cure, se e possibile, radicale.
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E richiesla l'esportazione dei tumori esterni, e I'esofago-tomia, allorquando si puö diagnosticare I'esistenza di corpo estraneo, 6 non puö essen; altrimenti estratto o spinto nel ventricolo.
c)nbsp; Dilatazione dell'esofago. La düatazione totale dell'eso-fago, cioe in tutta la sua estensione, non fu ancora diagno-sticata nei nostri animali, ma fu bensi osservata molte volte la dilatazione parziale, cioe limilata ad un breve tratto del medesimo.
Terapia. Se il diverlicolo (dilatazione sacciforme) e cer-vicale, si deve tenlare colla compressione falta dall'indietro in avanti colla palma della niaao, tenendo la testa dell'ani-male abbassata, di svuotarlo, ed amministrare quindi delle bevande inucilagginose o deH'olio. Se questi mezzi non sono valevoli, e quando la dilatazione e antica, si puö tentare il svuotamento tnediante il taglio.
d)nbsp; Spasmo deWesofago. L'ipercinesi, aumento dell'eccita-bilitä dei nervi motori dell'esofago, nella forma di esofagismo si osserva non frequentemente nei nostri animali domestici.
Presentasi specialmente come sintomatico d'una lesione cerebro-spinale, d'una nevrosi (tetano, rabbia, ecc.) o di un avvelenamento (di belladonna, stramonio), altre volte e pro-vocato come atto riflesso (spasmo simpatico) per una lesione dello stomaco; infine puö presentarsi, e noi I'abbiamo visto in due cagne, le quali erano state private dei loro neonati, una tre, I'allra cinque giorni dope il parto, primitive e in-dipendente da stato morboso apprezzabile (spasmo essenziale, disfagia spastica). Tale stato durö per due giorni, ma dope tre susseguenti, duranle cui loro venne somministrato il clo-ralio idrato, cessö completamente. E sempre necessario sod-disfare all'indicazione causale.
Esofagotomia. Puö essere praticata semplicemente sulla porzione cervicale dell'esofago. Si pratica per estrarre corpi estranei conficcati in quesla parte deH'esofago, facendo il taglio sul corpo stesso, verso il lato sinislro del collo, op-pure sull'esofago vuoto, quando il corpo si trova nella sua
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223 porzione toracica; altre volte si pratica rejofagotoraia per introdurre gli alimenli nello storaaco per la via della fe-rita esofagea, allorquando le prime vie digestive non sono pervie.
Estratti i corpi estranei e conveniente la sulura dell'eso-fago e della ferita cutanea, e di non dare molto a tnangiare all'operato se non dopo 24-36 ore, - e meglio il Geno tenero e I'acqua pura.
II Lafosse propone di fare a pezzi i corpi estranei col me-lodo sottocutaneo.
Se il luogo, ove deve pralicarsi resofagotomia, non e in-dicato dal corpo estraneo, si sceglie la raeta inferiore del cello, dove I'esofago incomircia a piegare a sinistra, e puo essere raggiunto senza grave lesione delle parti esterne.
Estri. In questo luogo dobbiamo far cenno dell'estro bo-vino ed equino, perche le larve loro vivono come parassite sollo la pelle dei buoi e dei cavalli, piii di rado nella cute dell'asino e della pecora. Gli eslri suddetti depositano le uova nella pelle dei buoi e solipedi, ehe pascolano nei mesi di luglio ed agosto; durante ii primo stadio le larve ehe ne sbucciano non danno luogo a fenomeni notevoli, ma coll'ac-cresciraento determinano tumoretti duri, chiamati taroli o grassine, ehe si ingrandiscono coll'accrescersi delle larve stesse, e possono raggiungere la grandezza di una grossa nocciuola. Tali tumori, ehe si osservano ordinariamente al dorso, alle spalle, alle pareti toraciche e groppa, quantunque alcune volte se ne trovino quä e lä su tutta la superficie del corpo, presentano un foro da cui quasi sempre esce sie-rositä vischiosa, ehe serve ad agglutinare i peli.
Le larve reslano in delte prominenze cutanee per circa 11 mesi, dippoi escono dalla cavitä e cadono a terra, e la lesione cutanea guarisce ; alcune larve perö muoiono entro il tumore stesso, il quäle perciö si converte in focolaio pu-rulento.
Terapia. II traltamento piü conveniente ed eflicace consiste nello spremere i tumori tra le dita e far uscire cosi le larve;
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se perö l'apertura e troppo slretta, bisogna dilatarla prima col bistori o con una lancetta. Dope reliminazione delle larve adulte, e schiacciate le giovani colla compressione, le parti tornano allo stato normale senza cure particolari.
Mezzi preservativi. Per prevenire lo sviloppo di detti tu-mori consigliano i moderni zooiatri di bagnare, prima di condurre gli animali al pascolo, quelle parti del corpo su cui piii frequentemente le femmine degli estri depositano le uova, con decotto di foglie di noce, di tabacco, di aloe, di ruta, o con una soluzione di assafetida ecc, ed anche le un-zioni con grasso o sego; altri consigliano la stabulazione permanente , mezzo perö ehe noi crediamo, coll'Ercolani, inapplicabile.
Febbre aftosa epizoptica del bovini. £ una ma-lattia febbrile, appiccaticcia, epizootica, caratterizzala dall'eru-zione di vescicole per lo piü alia mucosa della bocca, od alia corona dei piedi, piü di rado in aitro regioni , ad es. sulle mammelle, sulla mucosa gastro-enterica , ecc., ehe si sviluppa spontaneamente nei bovini, ma ehe non si trasmette dippoi per contagione ad altri animali, per virus fisso e volatile, oltre i suddetti, e neanco ai piccoli ruminanti, se non per particolari condizioni e complicazioni ancora non ben conosciufe. E noto, e cio ha molto valore pratico, ehe, re-gnando una malattia epizootica, facilmente le altre forme morbose assumono qualche cosa dell'indole della malattia regnante, perciö io credo, come gia ebbi altre volte a di-chiarare (*), non potersi ammettere assoluta identitä di na-tura tra la febbre aftosa epizootica dei bovini e le malattie ehe si dissero ad essa identiche, solo perche presenlavano con essa qualche apparenza sintomatica, aver regnato o con-ternporaneamente o presse a poco in altri dei nostri animali domestici non esclusi i suini; pronto io sempre a ricredertni
(*) Brnsasco. Riflessioni teorico praiiche raquo;laquo;Ha febbre aftosa epizootica. Torino, 1870.
Brusasco. Schizzo o proposiln d'un reclame stdla febbre [aftcia. Torino, 1870.
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225 quando esperiraentalmente mi verra dimostrato non essere entilä morbose diverse.
Terapia. Io ho ben esperimentali in tale malaltia i vari farraaci vantati e dagli uni e dagli altri, cioe trattai ani-mali col cloralo di potassa cosl vantalo nel Belgio ed Olanda, -altri coi solfiti a base di soda e magnesia, sia internamente ehe esternamente, - non diraenticai I'uso dell'acido fenico in varia proporzione, - altri medicamenti pure non tralasciai di sottoporre al crogiuolo dell'esperienza; ma devo sinceramente confessare, die da nessuno dei vantati ritnedi n'ebbi i risul-tati, ehe ne dissero averne ottenuti altri. Infatti in nessun case valsero a troncare il morbo, ehe percorse con ben poche variazioni i suoi periodi, corne negli animali in cui vennero usate le piu semplici cure igienico-dietetiche, cioe alimenti di facile masticazione e digestione, pappe nulrienti, luberi cotti, foraggio verde, tenero e molle tritello. Quindi si puö ben dire con Cruxel, ehe la febbre aftosa si guarisce il piii soventi senza trattamento. Non voglio certamente ehe si creda, ehe io con cio intenda far ritorno a quei tempi in cui il nicbilismo regnava nelia terapia, ehe al certo non do-vranno obbliarsi le cure igieniche e que' semplici mezzi ehe per essere giä da molti stati esposti, non ne farö parola ; ma e solo mio intendiraento di affermare ehe non e mai ri-chiesto un trattamento curativo molto energico, a meno ehe si presenlino complicazioni. Cosi non si ricorrerä certamente al salasso come trattamento sistemalico e prolungato, quan-tunque iperemie, ehe nel decorso di tal morbo ponno pre-sentarsi in varii organi , possino chiedere una eaceiata di sangue; perö a tali soltrazioni sanguigne non si rieorra ehe all'estrema necessitä, imperocche I'esperienza insegni quanto queste venghino mal lollerale nolle malattie d'infezione. Onde coadiuvare perö la guarigione delle lesioni, ehe susseguono alia rottura delle veseicole aftose della mucosa orale, e faci-litare cosi la preenzione e masticazione degli alimenti, ehe potei eonstatare ehe gli animali durante tale morbo appeti-scono ancora gli alimenti, meno perö nell'acurae della feb-
Diz. Drusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 13
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bre, ho riconosciuto giovevoli gli astringent! (1) ecc, ed in modo particolare I'acido fenico pur gia da altri raccoman-dato (V. giornale di Medicina-Yeterinaria, anno 1870). Ed in quei casi in cui havvi febbre piuttosto forte ed una persistente costipazione, giova Famministrazione del solfato di soda, di magnesia, del nitrato di potassa ecc. Egli e specialmente nell'afta interdigitale, ehe si rende pure necessaria la pulizia dapprima con acqua fredda acidulata o meno, o mettendo gli animali ueiracqua corrente, e tenendo dippoi gli amma-lati sopra una lettiera asciutta e di spesso rinnovata, e me-dicando le erosioni ed ulceri, scoppiate le flittene, con cate-retici, previa 1' esportazione della cornea scollata , ciö ehe avviene specialmente verso i talloni; in questi casi noi ado-perammo con vantaggio 1' acido fenico (2), - giovano pure le soluzioni di solfato di rame, - il Vogel raccomanda il clo-rato di potassa tanto per I'afla della bocca ehe per quella dei piedi. Toms impiega la soluzione di permanganato di potassa (3). Con una cura assai indifferente, se n'ha pure la guarigione delle efilorescenze aftose alle mammelle e pi-tuitaria.
Per le ulceri delle mammelle si raccomanda I'unguento di terebentina (4). Nelle complicazioni si deve far uso di conve-niente medicazione; cosi nella diarrea giovano gli astringenti; nella complicazione tifoide il solfato di chinina, I'assafetida, ecc. Molto pur si disse da alcuni veterinari della profilassi di tal morbo e con qual vantaggio ciascun lo sa; per cui io mi limiterö ad osservare, ehe quantunque la inoculazione delle afte, I'aftozzazione raccomandata da non pochi , non possa considerarsi qual preservative, tuttavia dessa pur puö arrecare vantaggi, ed essere quindi in certe circostanze con-venientemente praticata. E difatti la malattia cosi comunicata e piü benigna - si loealizza in tal modo lo sviluppo delle afte quasi esclusivamente alia bocca, difficilmente estenden-dosi ai piedi e mammelle - si ottiene una mitigazione nel corso - si arriva ad abbreviare la durata della epizoozia; -altro vantaggio inline si e ehe tutti gli animali di una mede-
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227 sima stalls, venendo cosi contagiati simultaneamente, il pro-prietario e piu preslo libero dagli inconvenienti ehe al certo arreca I'esistenza del morbo ne' suoi animal!, e con rainore spesa per I'assistenza ecc... e come dice Dessart: laquo; Done, economie de temps et d'argent. raquo; II perche allorquando e scoppiata I'epizoozia in un grande numero di animali, ehe esistono in una data localitä, ove i bovini si tengono spe-cialmenle pei lavori dei campi, nel dubbio ehe a poco a poco possa esserne affetto tutto il bestiame , mentre si awicina appunto il tempo dei grandi lavori agrieoli ad es. della se-minagione, conriene praticarne I'inoeulazione , onde averne gli animali gia guariti a tale epoca e preservati cosi sicu-raraente da un nuoxo attaceo durante il corso dell'epizoozia regnante. AU'infuori di simili cireostanze pero, malgrado quanto ne dissi superiormente circa la benefica azione del-I'innesto, io non lo strombazzerei, urhietorbi; ehe non tutli gli animali di una data loeallta ammalano sicuramente pen-dente I'epizoozia, e perche, come gia dissi, non li preserva per lunghissimo tempo.
Siccome d'ordinario questa raalattia prende delle grandis-sime estensioni ed e benigna , non credo sia necessario ri-correre ai piü rigorosi provvedimenti di polizia sanitaria. E perö indispensabile con un buon servizio sanitario impedire I'introduzione nel noslro paese del morbo dall'estero, e quando si e gia presso di noi sviluppato, I'isolamento degli ammalati.
(1) P. Acido cloridrico grm. ISnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 200
Mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 45nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Toms).
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;_ jlOO (4) P. Tercbent. Venezia grm. 6
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M. per collultorio. (2) P. Acido fenico crist. Alcool Acqua
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(L.B.). grm. 5-6 20 . 100
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Cera giallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 02
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 120
Si fanno fraquo;ndere dctte sostanze
e vi si ngg, Carbonato di potassa
cd allume polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ana grm. 32
Si agiti sino a raffreddamento.
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M.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(5) P. Fermang. potassa grm. 8
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Febbre intermittente. Piü raramente ehe neH'uomo, si osserva la febbre intermittente negli animali (cavalli, bovini, porci e can!) prodotta dal miasma paludoso. Rispetto al rilmo la febbre in discorso piglia nomi differenti: e quoti-diana se invade in ogni giorno; terzana quando si riaccende
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in giorni alterni; quartana allorche per due giorni non ri-comparisce: questi sono i soli tipi osservati negli animali. I parossismi ora furono visti coraparire alia medesima ora, ora ad ore diverse. Questa forma morbosa e caratterizzala da parossismi febbrili separati da intervalli di apparenle salute, cioe da una catena di accessi e di periodi apiretici in un ritmo determinato. 11 parossismo consta degli stadii del freddo, del calore e del sudore,
Terapia. Aria pura con temperatura conveniente dei rico-veri, e buon alimento. II miglior farmaco contro I'infezione malarica, qualunque forma assuma e qualunque grado rag-giunga, e certo la china (1, 2), ehe si deve amministrare durante I'apiressia, cioe in due dosi, alcune ore (4-2) prima del parossismo a venire, quando succede ad ore determinate. Secondo il dotlor Soulz il bromidrato di chinina e superiore al solfato, - dato un'ora prima dell'accesso, lo impedisce, e preso al principio dell'accesso od anche un memento prima, lo fa abortire; contro la febbre palustre dell'uorao lo da alia dose di 40 centigrm. ad un grm.; perö preferisce I'inie-lione ipodermica ; alia dose di 10 centigr. dice essere di un'innocuitä completa pel connettivo sotlocutaneo.
Nei porci e nei cani si e riconosciuto giovevole far pre-cedere ramministrazione del solfato di chinina, un vomitive, e nei cavalli una pillola di aloe.
(1) P. Solfato chinina centigrm, 6nbsp; nbsp; (2) P. Solfato chinina grm. 8-8
Estratto di genziana q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acido tartarico • 6-8
per fame pillolc dicci.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Miele c polv. di liquirizia
Ogni due ore sc ne da una alnbsp; nbsp; q.b. per fame due boli.
eane^. (Hcrlwig).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per un cavallo. (L. B.).
Febbre lattea. Nome dato ad una febbre effimera ehe si dice sorgere, perö non sovente, nelle femmine dei noslri mammiferi domestici dal 2deg; al 4deg; giorno dopo il parto, al-I'iniziarsi della latlea secrezione. Si accenna I'aumento del calore, la frequenza del polso, il gonfiamento delle mam-melle ecc; si dice ehe non dura ehe 24 ore e ehe ter-mina d'ordinario con abbondante secrezione lattea, senza ri-chiedere alcun trattamento speciale. Anzi io credo ehe si sia
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220 equivocata colla febbre traumatica o irritativa, ehe tien dietro al travaglio del parlo, e ehe deve considerarsi eome febbre propria, direi igiologiea, del puerperio.
Febbre pernieiosa. Le febbri intermiUenti perniciose sono quelle ehe si presentano con forme gravi e straordi-narie, e possono essere una successione dell' intermittente sempliee. Furono confuse le febbri perniciose col tifo e car-bonchio.
Terapia.. Vennero curate colle frizioni irritanli sulla cute, e coiramministrazione (idle deeozioni di genziana e della corteecia di salice bianco, - col solfato di chinina e colla canfora.
Febbre vitellare. Essendo promiscuamente state de-scritte eol nome di febbre vitellare molte malattie febbrili o non ehe sviluppansi nelle femrnine dei nostri mammiferi do-mestici aleuni di prima, durante il parto, iramediatamente, o pareechi giorni dopo di esso, ed affettanti appunto un'im-pronta speciale per le speciali condizioni delle partorienti, -la plebora di globuli bianchi o leucocilosi, - la sierosila ed ipe-rinosi del sangue, - la piu grande confusione regna tultora tra i patologi intorno alia natura della vera febbre vitellare. Per noi ad ogni modo la febbre vitellare e grave morbo in-feltivo, a corso rapido, piu frequenle nelle vacche, piü raro nelle pecore e nelle cagne, ed ancora piü raro nelle troie e nelle eavalle, ehe sviluppasi appunto nel puerperio per le condizioni speciali dell'ulero e parti annesse, e specialmente delle sue vene, in seguito generalmente a putrefazione di residui solidi o liquidi eontenuti nell'utero e successiva pe-netrazione nel sangue di detrito di raierocoechi o di sostanza tossiea (*). Questa raalattia fu vista atteggiarsi a due forme principali, cioö 1' eretistica o con sintorai di esaltamento (forma assai rara), e la torpida, adinamica o di collasso delle forze, eon sintomi di prostrazione e di paralisi del treno po-sleriore in parlicolar modo, avvertendo perö ehe anco nella
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(1) V. RWolta, op. cit.
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prima forma - eretistica - ehe si inizia con fenomeni ner-vosi di eccitabilitä esagerata, poco tempo dopo il prineipio, ne succedono tosto il torpore e la paralisi.
Terapia. fi in quesla malattia, ehe oltre aLtenere le feminine inferme in stalle igieniehe, oecorre la massima puli-tezza delle parti genitali. Cosi si facciano iniezioni eon in-fusione tiepida di flori di sambueo e di camoimlla, aromatiehe od antizimotiche, neü'utero, (solfili del Polli, aeido fenico, decotto di ehina ecc.), onde sbarazzarlo del suo nocevole eontenuto e modificare lo stato della sua mueosa.
Nello stesso tempo sotlo il rapporto terapeutieo fu molto eommendato l'etere solforico o meglio l'eliiir d'Hoffmann (aeido solforico aleoolizzato), la valeriana e l'assafetida (1); noi abbiamo con vantaggio adoperato la canfora in connubio coll'aconito (questo secondo Liebig spiega pur il suo elfetto sul sangue per azione chimica, decomponendo la sostanza ehe opera da fermento) nell'infuso di camomilla; Adam d'Augs-bourg assicura aver ottenute numerose guarigioni, ciö ehe confermarono molti zooiatri, colla seguente mescolanza (2); alia predetta medieazione conviene unire ripetuti elisteri di sapone, le strofinazioni sul dorso e reni con alcool canforato e coperture di lana.
Ma e specialmente nella forma lorpida, primitiva o conse-cutiva, ehe sono indicate le frizioni eccitanti ed irritanti al comune integumento, ed airinterno Tamministrazione del sol-fato di chinina, dell'essenza di terebentina, del cloridralo e carbonate di ammoniaca (With, Dommelen, Binz), dati in in-fusi aromatiei ed eccitanti, - della noce vomica (3), della tintura di china (4) ecc.
Ma la costipazione, ehe si presenta quäl eonseguenza del-l'inerzia degli organi digestivi, come uno dei fenomeni co-stanti nel corso di questa malattia, deve sempre richiamare l'attenzione del zooiatro. Ed e appunto per combattere l'osti-nata costipazione, ehe troviamo raecomandati l'olio di rieino, il solfato di soda e di magnesia, il tartaro stibiato, l'ipecaeuana, il erolon-tiglium ecc; perö il piü degli autori non preseri?ono,
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#9632;
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con ragione, tali purganli isolati, avendo appunto riconosciuto ehe e meglio amministrarli in infusi aromatici, od associarli a tonici, ad eccilaHti o ad sntisettici (5, 6, 7, 8); noi asso-ciamo volentieri il solfato di chinina all'aloe soccotrino.
I salassi, i setoni, le fontanelle, e la radicatura sono dan-nosi, mentre, come dissirao, le fregagioni eccitanti ed anche irritanti, seguite da coperture calde, colle quali si avvolge l'animale, sono de' mezzi essenziali ehe coadiuvano energi-camente il trattamento curativo.
Sotto il rapporto profilaltico bisogna avere un'accurata sor-veglianza degli animali durante il parto ed imraediatamente dopo, tenendoli in convenienti condizioni igienico-dieteliche, ed evitando eolla pulizia ece., la putrida decomposizione di residui solidi e liquidi nell'utero.
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Assafctidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Srm- ^0
Valerianraquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 40
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; iO
Unisci le dctte laquo;ostanze a q.b.
di conserva di ginrpro e fanne trc
boli, da amministrarsi di tre in tre
ore, fucendo susseguire alia loro in-
gettione tre litri d'acqua bianca.
(Grassi).
(2)nbsp; P. Etere solf. o meglio laquo;lexir
Hoffmannnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 4
Vino bianconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 180
Infus. ass. raffred. raquo; 500
Per una bevanda. Se ne ammi-
nistra un bcTeraggio ogni ora sino
al completo riprijliuamenlo.
(Adam).
(3)nbsp; P. Moce Tom. poW. grm. 50-45
Tartaro stib.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;50
Solfato di soda raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;300
Sal comunenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;120
Fa bollire la noce vomica per
mezz'ora in acqua grm. 4,500 ed
agg. aila colalura le altre sostanze.
Da darsenc alia vacca ammalata
lutte le ore od ogni due ore un
mezzo litro.
(Kohne).
(4)nbsp; P. Tintura cbinina grni. 60
Tintura digitalenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 60
Da amministrarsi ogni due o tre
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ore, secondo le circostanze, nell'in-fuso di camomilla.
(Cauvet).
(5)nbsp; P. Mannanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 500
Olio di riciiionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • laquo;
Solfato di soda gt; gt; Da amministrarsi in tre giorni, nell'intcrvallo di sei ore, in tre litri di un infuso aromalico ticpido.
(6)nbsp; nbsp;P. Cremor. di tart. grm. 180
Canfora rasp.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 12
M. e D. in 4 dosi eguali. Da darsene ogni mezz'ora una dose in un mezzo litro di acqua. (Rycbner).
(7)nbsp; P. Foglie di senna grm. 50-40
Fa infuso; colal. • 1000
Agg. Aloe soccotrino raquo; 10-15
Solfatocbinina raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4-6
Acido tartarico raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4-6
S. Da darsi ad una vacca in 2
volte; si ripete tale dose, sc dopo
48 ore circa dalla sua amministra-
zione, non si banno convenienti eva-
cuazioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusssco).
(8)nbsp; P. Tart. stib.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 13-50
Canfora trit.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 8-15
Polv. rad. altca •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;120
Acq. q.b. per fame clct. molle.
Da darsi alia vacca ogni ora I'ot-
tava parte.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Spinola).
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Fegato (malattie del), a) Congestione epatica. Per le con-dizioni special! del suo apparecchio vascolare e pei suoi rap-porti anatomic!, il fegato e esposto frequentemente alia congestione sia attiva, ehe passiva. L'iperemia nascente dall'au-mentato afflusso di sangue, la flussione cioe, e meno frequente della stasi.
Terapia. Sia nella passiva ehe nell'attiva congestione epatica, soddisfatto all'indicazione causale, si deve cercare di sgorgare il fegato, - il salasso , ripelulo anche al bisogno, ed i purganti, in ispecie i sali, ne sono i miglior! mezzi nella tlussione, perche diminuiscono la pressione collalerale. Se ne avvalora l'azione tenendo rammalato in assoluto riposo in conveniente soggiorno, a dieta, ed assoggettandolo ad un buon governo della mano. I suddetti lassativ! giovano pure nella congestione passiva, forma graduale, perche la merce la spogliazione sierosa, produeono un abbassamento della pressione neue vene intestinal!.
Nelle tumefazioni epraquo;l!che e nella stasi della vena porta l'ossalato di potassa, secondo il Gerlach, e il mezzo piü effi-cace (a! cavallo sine alia dose di 15 grm. al giorno, ed al cane di 1-1 '/s)-
h) Emorragia. Le eraorragie del fegato si osservano spe-cialmente in seguito a iranmi, a cadute violent!, e nell'an-trace degli erbivor!; la quantitä di sangue ehe si trova nella cavitä del peritoneo per rottura anche del suo inviluppo pe-ritoneale e assai variabile (da 10-20 e piü litr! - Rejnald). In altr! casi invece il sangue si trova accumulate sotto l'in-viluppo sieroso, ehe si e sollevato, ma non lacerato; la rottura del fegato succede pure durante il corso di grave ipe-remia, ed in quest! casi si hanno i sintom! di un'emorragia interna, - il polso diviene filiforme, le mueose pallide, de! tremori e convulsioni si osservano in varie parti del corpo, la temperatura s! abbassa e l'animale in poche ore soecombe. c) Epatite suppurativa. Non e molto frequente ne! noslri animal! domestic!. Secondo Rokitansky, Frerichs e Virchow, le cellule epaliche sono interessate le prime, ed in preda dap-
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233 principio ad una degenerazione granulosa, albuminosa e grassosa, ehe ha per conseguenza la loro dislruzione e la for-mazione di lacune riempite dei residui del parenchima; a questa lesione iniziale consegue la suppurazione. Tale in-fiammazione parenchimatosa del fegato puo conseguire, Ira le cause esterne, a traumi (cadute, cozzate all'ipocondro destro, ferite ecc); inoltre puo essere prodolta dall'irrita-zione direlta esercitata sul tessulo del fegato da un calcolo biiiare ad angoli acuti incastrato in un canalicolo, da corpi estranei ehe pel eondotlo coledoeo si porlano al fegato e da parassiti. Infine si ha Vepatite metastatica od embolica, ehe ha luogo per la penetrazione nella vena porta, e quindi nel fegato, di sostanze deleterie provenienti da alterazioni ulcera-tive e necrotiche degli intestini ecc., - e quella ehe consegue al riassorbimento di icore, all'infezione icoremica e settice-mica del sangue.
Non havvi dubbio ehe l'epatite traumatica acuta possa ler-minarsi per guarigione, risoluzione in 6-8 giorni, prima della formazione di aseessi; in easo contrario si termina per suppurazione e piü di rado per gangrena. Queste due ultime lerminazioni si notano sempre nelle epatiti metastatiche ed emboliche.
Terapia. Nella forma a decorso rapido, cioe traumatica e calcolosa specialmente, in principio giova rapplicazione locale di eataplasmi freddi, il salasso negli aniraali robusti quando e determinata da traumi, e la somministrazione interna di evaeuanti alcalini o del ealomelano (1). Quindi si deve ricorrere al ioduro di potassio ad alta dose, ed ai se-napismi o vescieatori alia regione del fegato. Nel periodo suppurativo puö essere richiesto I'uso del solfalo di chinina dalla gravitä della febbre; ma in ogni easo, stabilitasi la suppurazione, I'indicazione fondamentale e di sostenere le forze deH'ammalato eoi tonici ricostituenli e dieta roborante. Se rascesso tende ad aprirsi attraverso le pareli addominali (Lafosse), si deve favorire 11 suo arrivo all'esterno colle fri-
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zioni alia regione epatica di unguento mercuriale e cata-
plasmi maturativi.
(1) P. Calomelano grm. 0,56-0,75nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darscne al porco 5-k di
Polv. rad. liquirizia gt; 3nbsp; nbsp; tali dosi ncl torso di'l giorno. Sciroppo couiposto q.b. pernbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hauboer).
fare clclt.
d) Epatite intersliziale. E costituita essenzialmente dal-I'ipertrofia ed iperplasia di element! congiuntivali, ed ha sede nella capsula peri-epatica o del glissonio, e nel lessuto connellivo intersliziale. hi questo processo infiammatorio quindi si forma solo I'essudato parenchimatoso, ma non il libero, ne ha luogo la formazione di ascessi; la neoforma-zione di tessuto connettivo risulta sia dal lussureggiamento del giä esistenle, sia dall'organizzazione dei nuovi leucocili e linfocili affluiti nel luogo deH'irritazione flogistica. Questa malattia, poco conosciuta in zooiatria fino a questi ultimi tempi, e piü comune e meglio caratlerizzata nei carnivori, ehe non negli altri animali.
Terapia. Come tutte le epatopatie in generale, anche I'e-patite intersliziale non e di facile diagnosi; puo essere cli-nicamente sconosciuta, o male apprezzata la sua entila, il suo grade ed il periodo cui e giunta. Pero se si puö rico-noscere od alrneno sospetlare fin dal suo principio, si deve ricorrere alia somministrazione dei lassalivi salini (1) ed al-Tapplicazione di rivulsivi cutanei; quindi prescrivere il io-duro di potassio , anche ad alia dose (2). Fuori di questo prime stadio la cura non puö essere ehe sinlomatica, - rin-forzare I'infermo e migliorare il suo state di nutrizione coi tonici e ricostituenti, comballere la diarrea se e abbondante, favorire la secrezione orinaria ed eseguire la puntura del-I'addome lutte le volte ehe la trasudazione sierosa 6 tanto abbondante da difficoltare la respirazione (V. Idroperitoneo). (1) P. Calomelano grm. 0-5 0-6 (2) P. loduro potassico grm. 1-2 Solf. magnesia •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8-50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Estratto aconito cgrm. 10
Mielc q.b. per fare clett.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. Pillole 12-2 mattina e sera
Da darsi al cane in un giorno. al cane.
(Spinola).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusaseo).
laquo;) Fegato adiposo. Adiposi generale. Anatomicaraente si
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235 distinguono due forme di fegato adiposo : nell'una si tralta di una vera inBltrazione adiposa delle cellule epatiche , cioe viene deposlo nelle cellule epatiche il grasso superfluo con-tenuto (Nieraeyer) nel sangue della vena porta; neH'altra le cellule epatiche stesse in seguito ad un perturbamento della nutrizione per processi morbosi nel parenchima del fegato , soffrono una metamorfosi regressiva , nella quale le dette cellule si riempiono di granuli di grasso, come avviene, in si-mili condizioni, anche in altre cellule ed in altri organi. Que-st'ultima forma si inconlra piü raramente nei nostri animali doraestici (Roll). Per ora ci occupererao soltanto della prima.
Si sviluppa alcune volte in seguito di differenti affezioni croniche con dimagramento, ma piii frequenlemente nell'a-diposi generale, e specialmente negli animali ehe si tengono chiusi di continuo, amministrando loro grande quantitä di alimenti e specialmente di idrati di carbonio per ingrassarli celeremente. Sono i raaiali e le oche rhe specialmente sono disposti ad ingrassare precocemente. II Roloff descrisse I'a-diposi del fegato dei porcellini, ed il Fiirstemberg quella degli agnelli.
Terapia. Solo di rado e richiesto il clinico per combat-tere I'adiposi generale con o senza contemporanea infiltra-zione adiposa del fegato , e quasi esclusivamenle nei cani; perche gli animali da macello sono prontamente uccisi per la consumazione, raggiunto ehe abbiano il desiderate grade d'ingrassamento, ed i solipedi non pervengono mai, appunto perche ancora non tenuti nelle volute condizioni, a simile grassezza.
Per sgrassare tali cani adiposi, io mi giovai con vantaggio dell'amministrazione del ioduro di potassio (1), allernandolo di quando in quando col rabarbaro , e con cartine alcaline (bicarbonato di soda e carbonate neutro di potassa); I'ali-menlazione deve consistere in poco pane nero e latte span-nato. E indicate il movimento all'aria libera. Secondo il Gibb di Londra, il bromuro di amraonio, somministrato a piccole dosi, e mezzo sicuro contro la polisacria.
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Se poi giungesse il clinico a diagnosticare il fegato grasso in animali con dimagraraento generale, dovra combattere lo stato di denutriiione coi ricostituenti ed alimentazione corri-spondente , non potendosi in ogni caso far altro, ehe una cura paliiativa e sintomatica.
(I) P. loduro potassio cgrm. SO-80nbsp; nbsp; per molti giorni ed a dosi sempre
Acqua distillata grm. 100nbsp; nbsp; creseenti , ma inlerromptndola di
S. D:i consumarsi nelle iU ore;nbsp; nbsp; tralto in tralto.
se ne continui 1' amministriizionenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
f)nbsp; Fegato lardaceo. E alterazione rara ad osservarsi nei noslri animali domeslici; il Brukcmuller la trovo nelle gal-line e nei fagiani. E dovuta al deposilo dl una sostanza, ehe ha ricevuto il nome di amiloide, nelle cellule epatiche e nelle pareti vascolari del fegato ; d'ordinario vi coesiste la slessa degenerazione nei reni e neila tnilza.
Terapia. Non essendo possibile una trasformazione retro-grada della degenerazione lardacea, la terapia non puo essere ehe sintomatiea, - medicazione toniea e roborante, ed alimentazione corrispondente.
g)nbsp; EcMnococchi nei fegato. La sola causa dell'echinococco del fegato e 1'introduzione di embrioni di tenia echinococco (Siebod), ehe vive nei cane, non ehe nei lupo e forse in altri carnivori, nell'intestino dei bovini, ovini, inaiali e scimmie e la loro penetrazione nei tessuto epatico. Questo pare anzi fornire un terrene molto adatto per questi elminti, ehe vi si trovano molto piü Irequentemente ehe non nei polmoni, euore, milza, reni ed in allre loealitä deH'organismo. Nei fegato dei bovini venne descritto I'echinococco acefaloeisti, I'exogeno, I'endogene , non ehe I'echinococco moltiloculare (Perroncito), ehe pur si osserva sicuramente nell'uomo; fecero osservazioni sugli echinoeocchi del fegato dei inaiali Girard, Gartwrigth, Gluge, Davaine ed altri, mentre pochi discorsero degli echinoeocchi degli ovini, per cui si puö arguire essere meno frequenti in questi animali. NeH'eziologia si deve tener eonto ancora di tulti gli animali in cui si annida I'echino-eocco, potendo i medesimi eostituire una sorgente di infe-zione pel cane, il quäle puö trasmettere le uova anche eon un bacio alle labbra della sua padrona.
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Terapia. La diagnosi d'echinococchi al fegato non puö essere faüa ehe in casi rarissimi, ed anche in questi non s: ha alcun mezzo valevole per uccidere i parassili e determi-nare I'atrofia della cisti. Niente puö ripromettersi il zooiatro dall'uso del cloruro di sodio (Laenner), dell'ioduro di potassio (Nonvkins), e dei mercuriaii; non si puö far altro in quesli aniraali, ehe un Iraltamento sintomatico e palliativo, - pro-gnosi infausta e terapia impotente.
In medicina umana si vantano buoni risultati eolla pun-tura semplice della eisti fluttuante, o seguita da iniezioni io-date; ma nei nostri animali finora nessuno ha lentato simile cura, eerto per la difficoltä di averne eerta diagnosi, e per I'incertezza della riuscila.
II trattamento preventivo consiste neH'impedire agli animali di inghiöttire delle proglottidi di tenia echinococeo; e per evitare ehe i cani acquistino la tenia, buttare via le cisti di ogni maniera di eehinoeoceo, ehe si possono incontrare tra gli aniraali nel hue, nella peeora, nel porco, nella capra, nei cavallo ed anehe nel cervo.
Gli organi di animali quindi ehe conlengono eisti di eehi-noeocchi non devono piii consumarsi ad uso alimentare ne dell'uomo, ne dei cani.
h) Catarro delle vie biliari. La mucosa delle vie biliari puö essere •affetta da infiammazione catarrale, non ehe da infiaramazione fibrinosa, sia superficiale (crupale), sia inter-stiziale (difterica). Quando Tinfiammazione e limitata alia cislifellea, puö indicarsi colla denominazione di colecislilc, e quella ehe occupa i condolti escretori, angiocolite (angeio-choleite di Luton. La colecistite catarrale ed isolata, od infiammazione catarrale della vescichetta biliare , e pressoche sempre prodotta da caleoli biliari; in altri casi coincide eol-l'angiocolite, estendendovisi per continuilä di tessuto I'inQam-mazione.
La colecistite e 1'angiocolite cruposa e difterica e rara, e sempre affezione secondaria; cosi pure rinfiammazione catarrale delle vie bilifere, quantunque sia molto piü frequente, e pur
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essa raramente primiliva per raffreddamento, - nei ruminanti e nei porci specialmente, si sviluppa per parassiti, - distomi epatici e lanceolati. La piü comune causa della forma secon-daria e il catarro gastro-duodenale, ehe si propaga dallo sbocco del dulto coledoco nei duodeno, - consegue pure a calcoli biliari, ma di rado , non ehe a neoplasm! , ad echi-nococchi e via dicendo.
Terapia. Se rinfiammazione calarrale delle vie biliari e primiliva, giova il riposo, la diela, il buon governo della mano e ramministrazione inlerna di lassativi, specialmente salini; nella secondaria, giova la terapia raccomandata nei catarro gastro-duodenale, poiche guarendo queslo, si dissipa d'ordinario anche quello delle vie biliari. Noi abbiamo otte-nuti oltimi effetti in molti cani coiramministrazione ripeluta del calomelano (1), e nei casi cronici coll'infuso di rabar-baro avvalorato con bicarbonato di soda (2).
(1) P. Calonioiano cgrm. 13,30nbsp; nbsp; (2) P. Rabarbaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. S-10
Divid. in 3 cartelle cguali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. inf.; alia colat. . 300
S. Da darsi nei corso del giornonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Agg. bicarbon. soda raquo; 5-6
al cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per cpiciasi nelle 24 ore
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;nei cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
i) Colelitiasi. I calcoli biliari si trovano in tutti gli ani-
mali domestici, ma piü frequentemente negli animali prov-
veduti di cistifellea, e specialmente nei buoi, pecore e
carnivori in eta avanzala. Queste concrezioni risultano vero-
similmente da una decomposizione della bile, provocata ora
da un catarro delle vie biliari, ora da un'alterazione di
rapporlo quantitativo tra l'agente dissolvente e le materie a
dissolvere, e favorita da un rallentato suo deflusso , per cui
precipitano sostanze, ehe devono rimanervidisciolte, sotto forma
di sabbia biliare, non contenendo la bile normale alcuna so-
stanza in sospensione, - e forse per I'introduzione di consi-
derevole quantita di cake nell'organismo per I'intermediario
degli alimenti e delle bevande. Ma come e perche cid suc-
ceda non si accordano gli scrittori. II Meckel cercö di dame
spiegazione ammettendo ehe il catarro della mucosa biJiare
decompone il glicocolato di soda, ehe tiene in sospensione la
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239 colepirrina e la colestearina, ehe entrano nella composizione chimica della maggior parte dei calcoli ed in piü o men grande quanlita, per cui perdendo esso il suo potere dissolvente, delti principii si depositano sotto forma di precipitato polverulento , dal quale ha poi luogo la formazione dei calcoli propriamenle detli in conseguenza dello stagnamento della bile. Secondo il Roll ed allri zooiatri, i calcoli biliari si formano sopratlullo nella slagione invernale, allorche i bovini sono nutrili con alimenlazione secca, raenlre sotto I'influenza deH'alimenlo verde nella primavera sarebbero, in parte almeno, ridisciolti.
Terapia. Diagnosticata la colelitiasi, si deve calmare I'ir-ritazione prodolta dalle concrezioni nel fegato e nel suo apparecchio elirainatore, e procurarne la dissoluzione o I'eva-cuazione. La colica epatica richiede I'amministrazione del-I'oppio a grande dose e le inalazioni di cloroformio; le iniezioni di morfina sotto la pelle sono indispensabili, se il voraito non permetle I'uso deli'oppio per I'atrio della bocca. Se i dolori sono molto intensi e durano a lungo, conviene negli animali robusli ricorrere al salasso , onde favorire la risoluzione dello spasmo dei condolli, - ed ai cataplasm! emol-lienti caldi e narcotici applicati alia regione epatica. Nei piccoli animali convengono i bagni tiepidi prolungali; ed i grandi animali possono avvolgersi con coperte, ehe si lengono di continue inumidite eon acqua liepida. Durante I'accesso sono da proscriversi gli evacuanti; solo terminate questo, conviene, se havvi costipazione, la somministrazione di las-sativi.
NeU'intervallo degli attacchi, per soddisfare all'indicazione di far scomparire i calcoli esistenti e di impedirne una novella formazione, si deve ricorrere all'uso dei sali alcalini, poiche si sa ehe la colepirrina e la colestearina si mantengono seiolte per una bile raolto alcalina, e perche scemano la secre-zione della bile e ne favoriscono I'eliminazione dei deposit! polverulenti, ehe formano le concrezioni calcolose; epperö si somministri il carbonato e bicarbonato di soda, di magnesia
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o di potassa. Si potrebbe all'uopo speriraentare il classico rimedio del Durande , ehe e compusto di tre parti di etere solforico e di due parti di essenza di terebentina, e da cui in medicina umana si dice aversene avuli splendidi risultati.
L'Hertwig consiglia nella calcolosi epatica dei cani, oltre ai bagni di camomilla o di crusca, un'emulsione composta di otto grammi di essenza di terebentina con un giallo d'uovo e 96 grammi d'acqua, - tre cucchiai al giorno. - In tutti i casi conviene negli erbivori il regime verde , nei carnivori il carneo ed erbaceo; l'acqua ehe serve per abbeverarli non sia troppo ricca in sali.
l) Parassiii. Nelle vie biliari degli animali domestici fu-rono trovati il distoma epaticum ed il lanceolatum, special-mente nella pecora e nel hue, e piii di rado nel cavallo, nei porci e nelle capre ; nei gatti il distoma conus, nei dutti biliari dei conigli i psorospermi (V. Psorospermosi). Nei bo-vini ed ovini i distomi epatico e laencolato sono causa della cachessia ictero-verminosa (V. Gachessia ictero-verminosa).
Ferita. Dicesi ferita ogni soluzione di continuitä delle parti raolli deterrainata da istrumenti taglienti, acuti od ot-tusi ecc, ed accompagnata da simultanea divisione del co-mune integumento.
A seconda degli istrumenti od agenli da cui sono le ferile determinate, si dicono: ferite da taglio, tagli od incisioni, -punture, - ferite contuse, - ferite lacere, - e lacero-contuse, - ferite per strappamento, - ferite da arma da fuoco ecc, -morsicature e via via.
Per riguardo alia loro sede e gravitä offroHO di necessilä svariatissime difierenze, potendo interessare tutte le pani del corpo. Laonde prendono nomi parlicolari a seconda dell'or-gano o tessuto ehe interessano , e possono essere semplici, eomposte e complicate, leggiere, gravi, e relativamente od as-solutamente mortal!. Si dicono poi superficiali o profonde a seconda della profondita loro ; penetrant! o non penetrant! secondo ehe penetrano o non in cavitä, allorquando ae interessano le pareti; ed infine longitudinali, trasversali, obli-
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241 que ecc, per riguardo alia loro direzione in rapporto aU'or-gano ferito od al corpo.
Terapia. Ci occuperemo brevemente del Iraltamento cu-rativo delle feritej, avverteudo ehe la guarigione puö aversi per prima, e per seconda intenzione.
Frenare I'emorragia (V. Emorragia), - provvedere airanemia acula, se e insorla per ferita di vasi cospicui, - pulire ed al-I'uopo regolarizzare chirurgicamente la ferila, - mantenerla netla in un coi suoi contorni, avvicinando conteraporanea-mente il piu ehe sia possibile i tessuli divisi, e coprendoli, onde averne, allorehe e possibile, la guarigione per prima intenzione, - evitare tulti i fatti noeevoli ehe ne possono tur-bare il normale andamento, e combattere in modo conve-niente ed a tempo gli aceidenti e le eomplicazioni, sono le prineipali indieazioni, cui deve soddisfare il chirurgo.
Quindi, frenata I'emorragia, e pulita chirurgicamente la ferita, eioe rimossi i corpi estranei, se ve ne sono, irrorando od umettando la ferita con acqua , ovvero colle dita , eon pinzetta ecc, e tagliati i peli sui margini, bisogna badare al divaricamento delle ferite da taglio, poiche, onde le ferite possano rimarginare sollecitamente, e raestieri ehe i due margini vengano portati in contatto, come lo erano prima del fe-rimento. Par ottenere siffatta condizione possiarao procedere in diversi modi, a seconda della sede, della natura e della profonditä delle parti recise.
Nei nostri animali domestic! non e quasi mai possibile oltenere il conreniente ravvicinamento dei margini con una particolare posizione della parte lesa, - ed in ogni caso e ne-cessario eostringet gli ammalati. a rimanere nella posizione, ehe si crede necessaria per tale effetto, con mezzi meccanici special!, ehe variano col variare della sede ecc, della ferita stessa. Ma e agli empiastri adesivi, alle fasciature , ed in modo speciale alle suture, ehe noi dobbiamo. ricorrere.
Tra gli empiastri adesivi si puö adoperare il taffeta inglese, ricoprendolo, dopo ehe e disseccato, con uno stralo di collodio (per le ferite leggiere perö e nei piccoli animali), - o I'ordi-
Di:. Brumsio.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;16
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nario sparadrappo; ma in generale nelle ferite un po' gravi, e sempre nei grandi animali nelle ferite con divaricamenlo, e piü conTaniente ricorrere addiriltura alia sutura ed evitare I'uso degli empiaslri, avvertendo die la priraa condizione pel corso normale della guarigione e appunto la quisle as-soluta della parte.
Si dara poi la preferenza all'unä od aH'altra delle suture raccomandate dai chirurghi, cioe alia sutura intercisa , del pellicciaio o del guantaio, del calzolaio, a stuelli, incavigliata, cd alle suture cogli spilli, cioe alia incrociata od alia attor-dgliata , a seconda della sede, della profondita, del grado del divaricamenlo e forma della ferita. Per praticare dette suture poi si richiedono: aghi chirurgici, retti e curvi, sot-till e rohusli, - aghi a manico per le suture a grande profondita ecc, - porta-aghi, - fill di lino o canapa, ma e meglio siano di seta e di spessezza differente a seconda del volume degli aghi; taluni raccomandano anche in zooiatria i fill di argento o di t'erro, ma a dir il vero , noi ci serviamo piü volentieri per motivi ben noti dei fill di seta.
La sutura dovrä essere lasciata in silo per un tempo vario, -3-4-5-6, ed anche otto e piü giorni,quando si nolano le labbra della ferita ancora in parte divaricate, e si e certi ehe il temporeggiare riesce ulile; si puö anche rimuovere la sutura in piü epoche, incominciando sempre a tagliare i punti meno importanli.
NeU'allontanare la sutura si devono recidere i punti con cautela e senza ledere i margin! della ferita, e quindi estrarre il filo con una pinzetta anatomica. Per la estrazione degli spilli nella sutura altorcigliata, possiamo servirci di una pinzetta anatomica porta-aghi, traendoli con dolce movimenco di rotazione, mentre con un dito si fissa, premendo leggerraente, il filo altorcigliato; per facilitarne 1' estrazione viene pur consigliato di versare una goccia d'olio nel punto di immer-sione degli aghi.
Applicata la sutura e necessario coprire la ferita , onde gaientirla dalle nocevoli influenze esterne. Perciö viene con-
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243 sigliato di spalmarne i margini con olio di mandorle , con glicerina ecc, e soprapporvi una pezzuola di lino imbevuta neilo stesso olio; ma basta ad ogni modo, dovendosi dal cli-nico solo riparare la ferita dal freddo , poiche ostacola la guarigione, e dall'azione nociva di una temperatura troppo elevata, coprirla con una compressa di lino , di 2-4 strati, mantenuta in site, se la conformazione della parte lo per-raette, con alcuni giri di una lenta fasciatura , od in caso opposto con pezzi di sparadrappo ordinario ecc. L'animale sarä tenuto in locale con temperatura moderata , e conveniente-menle ventilato, ed in modo ehe non possa ne mordersi, ne fregarsi, ne in qualsiasi modo ledersi la parte ammalata.
Ma se la ferita, non potendo venir riunita, rimane aperla, cessata I'emorragia, si fa una semplice medicazione con sfili asciutti, ehe non si rinnovera , prima ehe questi si distac-chino spontaneamente pel comparire della marcia , cio ehe succede in generale dal 3deg; al 4* giorno; altri consigliano di ungere le ferite con perdita di sostanza con olio od un-guento di acetato di piombo. Alia seconda medicazione, se havvi sangue corrotto, o tessuto necrotizzalo, si coprirä la ferita con sfili bagnati nell'acqua di cloro allungata , od in una soluzione di cloruro di caicio (1); oppure con sfili im-bevuti in una soluzione di ipermanganato di potassa, di ipo-solfiti alcalini (Polli), di acido fenico (2) ecc. Ma se il pro-cesso di cicatrizzazione avvizzisce, si ricorra tosto ai fomenli caldi di infuso di fieri di camomilla, agli unguenti eccitanti (unguento basilico, di nitrato d'argenfo ecc), od alle linture resinose. Giovano all'opposto gli astringent! (decotto di quercia, di china ecc), ed i cateretici, quando le granulazioni sono niolli ed un po' esuberanti e via via.
Se vi esistano granulazioni fungose lussureggianti, ehe ol-trepassino il livello della cute, si dovrä toccare giornalmente la superficie granulante con un pezzo di nitrato d'argento , e ripetere ogni 12-24 ore questa lieve causlicazione fino a ehe la medesima superficie granulante siasi appianata ; ma in caso ehe le granulazioni siano straordinariamente volumi-
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nose, e meglio esportarne addirittura una parte con le cesoie o col bistori, oppure dislruggerle convenientemenle con un ferro scalddto a bianco.
Per sedare quella smodata e penosa dolenza, ehe provano gli animali feriti in caso di granulazioni erelistiche, e per cui sono continuamente agitali ed eccitati a mordersi e fre-garsi, si ricorrera all'unguento refrigerante, cerato, all'olio di mandorle, ai cataplasmi di semi di lino ecc, ehe giovano meglio dei fomenti e cataplasmi narcolici. In alcuni casi e necessario distruggere con i caustici tutta od in parte la su-perficie granulante.
Conlro le ferite contuse e lacero-contuse conviene ricorrere, oltre al riposo assoluto della parte offesa ed alia sua posi-zione elevata, quando e possibile, al bagno conlinuo di acqua fredda, oppure all'applicazione continua sulla ferita di com-presse ghiacciate, ehe si devono di trallo in tratto cangiare, od all'irrigazione; e ciö onde impedire il contatto dell'aria colla ferita, e mantenere questa a bassa temperalura. L'uso di questi mezzi puo protrarsi, a seconda dei casi, per 4-5-6-8 giorni, dope si tratta la ferita granulante e cicatrizzante nel modo gia indicato superiormente, avvertendo ehe, in caso di suppurazioni profonde ed estese, e necessario praticare contro-aperture, ehe si manferranno aperte con fill o tubi di drenag-gio, ed evitare le estese, perche dannose, spaccalure.
Le ferite lacere e per strappamenlo , si curano pure col riposo, con acconcia posizione e regolarizzando i bordi, se fa d'uopo, e coi ripercussivi ecc.
Nelle ferite da arma da fuoco, se hawi emorragia, e pur nrgente il frenarla; quindi si deve esplorare o col dito , o con una sonda o catetere conveniente la ferita ed estrarre il proiettile o proiettili, o dallo stesso orifizio per cui e enlrato, o facendo una contro-apertura al punto corrispondente; in certi casi e pur necessario dilalare la ferita. Si avverta perö ehe le palle ecc. possono rimanere incluse nel corpo senza danni consecutivi. Estratti i corpi estranei, si deve prevenire o combattere, se gia S insorta, Tinfiammazione locale. me-
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245 dicare la ferita e combaltere la febbre di reazione in modo conveniente.
Per quanto infine spetla al tratlamento generale , I'espe-rienza ha dimostrato cbe e solo quando la febbre e intensa, ehe e necessario ehe gli animali feriti siano tenuli ad una stretta dieta ed a bevande acidulate ; inoltre in ease di co-stipazione ostinala si deve ricorrere all'uso dei purganti. Ma pero, cessata la febbre , devonsi aH'opposto tenere gli am-raalati ad un regime ^iultosto lauto.
Neile ferite dei tendini flessori del piede, del legamento sospensorio della nocca e dei vasi e nervi, viene molto rac-comandato dai zooiatri Albenga, Goffi, e da allri, il balsarao peruviano.
(1) P. Cloruro di calcio grm. 4-3 (2) P. Acido carbolico grm. 6-8
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 20
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 400
(L. Brusasco).
Ferite avTelenate e virulente. Sono ferite nelle quali eol ferimenlo coincide rinoculazione di veleno o virus, die risveglia od intenso processo locale, o ehe determina piü o men gravi malattie generali.
Noi erediarao al riguardo ben fondata la differenza, die si fa tra veleno e virus, poiche il veleno deve corrispondere piuttosto a quelle sostanze velenose prodotte normalmente e fisiologicamente nei bruti, il quäle e noto specialmenle negli insetti e nei serpenti (veleni fisiologici) , ed e innocuo per gli animali in cui si produce ; mentre le sostanze virulente sono sempre palologiche e pericolose sia negli animali ehe nell'uomo, eve producono per lo piii nuovo virus trasmissi-bile, ciö ehe non e dimostrato per le sostanze velenose.
Terapia. Ferite velenose. Conlro le ferite semplici o complicate (queste ultimo pel pungiglione rimasto nella puntura) delle api e delle vespe giovano le compresse fredde di acqua semplice, o con acqua vegeto-minerale, per far dileguare il gonfiore e I'inQammazione. Nei casi gravi si puo ricorrere alle strofinazioni secche e di ammoniaca nei siti delle pun-ture, essendo di somma importanza il far rimuovere i pun-
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goli rimasti nella ferita, ed alle lozioni calmanti con gius-quiamo, teste di papavero ecc. II Daeverne trovo giovevolissima nella cura delle punture delle api, delle vespe e di altri insetti, I'acqua di cake, ehe si puo tosto avere ponendo al-cuni grammi di calce causlica ogni bicchiere di acqua comune; si puö anche adoperare torbido il liquido. Eletti racconaanda rolio di lavanda (1). Le complicazioni si cureranno con cor-rispondenti mezzi.
Contro il dolore ed 11 prurito determinato dalle punture delle zanzare, sono pur ottime le strofmazioni di ammoniaca diluita (1 : 5-8 parti di acqua), o di spirilo canforato (alquanto concentralo) sulle localita.
Contro il morso della vipera si consiglia di gocciolare del-rarnmoniaca sulla ferita e di amministrarne internaraente piccole, ma ripetute dosi, in decotto diaforetico caldo.
Si e pur consigllata la causticazione col ferro rovente , e colla potassa caustica. Giova stroiinare le parti gonfie con grasso, e I'applicazione di compresse, frequentemente rinno-vate, con acqua del Goulard. Gli eccitanti sono richiesti in caso di collasso pericoloso (etere, muschio, canfora ecc),
II Prof. Halford si e servito con successo nella morsica-tura dei serpenti, anche nei casi molto pericolosi, deirammo-niaca (1,2-3 di acqua, e di questa miscela ne inietta nelle vene dei gatli e dei cani 20-30 gocce).
Per proteggere i nostri animali domestic! e speciairaente i cavalli ed i bovini dalle persecuzioni dei tafani, mosche cavalline e zanzare , e stato consigliato di ricorrere , oltre all'infuso di assenzio, al decotto di genziana, di legno quassio, alia soluzione di assafetida (assafetida grm. 10, aceto un bicchiere e due bicchieri di acqua), alle decozioni di foglie di noci nell'acqua o nell'aceto , al decotto diluito di tabacco (i: in 30 di acqua), alia benzina diluita, specialmente all'uso della polvere di piretro e dell'olio di pesce, abborrendo tali insetti specialmente I'odore di detto olio, per cui non si av-vicinano piii agii animaii. Con detto olio non si ha a far allro ehe ungere in particular raodo le parti ove la pelle e
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247 piü fina e solo coperla da fina lanugine una volla al giornc, cioe i punti specialmente esposti alle punture. Conviene si-curaraente questo mezzo in quelle localila , ove gli aniraali domestici sono crudelnaenle tormentati da detti insetli, mal-gmdo il non troppo gradito odore dell'olio di pesce. Questo olio si puo soslituire coll'olio concreto di lauro, ehe ha odore sovranamente antipatico alle raosche.
(1) P. Olio di lavandanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. Unbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Spirito di vinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 4
Teichcntinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da distendersi sullc parti lese.
Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Elelti).
Terapja, Ferile virulente. Per le ferite con inoculazione di virus rabido vedi I'articolo Rabbia. E un fatto ogj^i riso-luto, ehe I'aiUrace, il moccio ed il farcino, ed altre malaltie possono coraunicarsi da un animale all'allro non solo, ma anche all'uomo, la merce I'inoculazione del virus, la quale puö avvenire per mezzo di certi insetli, e di altii animali o per ferile accidentali.
Orbene, successa I'inoculazione per ferita od in qualsiasi altro modo , es. per escoriazione alia pelle ecc., il miglior trattamento consisle sicuramente nel distruggere immediata-mente, se e possibile, il virus, merce energiche e profonde causticazioni nel piü breve tempo possibile, col ferro rovente o con le paste caustiche o con acidi concenlrali, onde im-pedirne la sua penetrazione nel sangue, dopo di aver pro-ceduto ad accurate lavande con acqua semplice, salata, ecc, e mantenula e favorita I'emorragia anche con scarificazioni, se il caso lo richiede, per togliere ancora in questo modo la maggior quanlilä possibile di sostanza virulenta.
Anche in caso di carboncello o pustola maligna bisogna distruggere il focolaio di infezione locale, escindtndo Tin-tero punlo ammalato ed indi causticando profondamente col ferro rovente; oppure spaccando in croce fino alle parti sane la pustola, e quindi causticandola. Dopo si applicano sulla parte offesa delle compresse leggermente aroinatiche, ovvero i! creosolo diluilo ecc. (V. Antrace), ed inlernamente si danno i tonici ed eccitanti; caduta 1'escara, la piaga deve medi-carsi con farmaci eccitanli. 11 Virchow vanta come oltimo anlisettico I'unione degli acidi minerali coi preparali di china.
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Non solo le ferite tulte, ma ancora tutti i punti del corpo su cui, anche senza lesione cutanea, si trova il virus moccioso o farcinoso, sono da lavarsi altenlamente, onde allontanarlo il piii presto possibile, con I'aceto , con I'acqua salata , colla soluzione di clorato di potassa o con acqua fenicata, ed anche coll'orina in rnancanza di altro liquido.
II trattamenlo immediato infine delle ferite con inocula-zione di veleno cadaverico, di malerie putride o settiche, ehe i zooiatri pur non infrequentemente si producono nelle ne-croscopie, nelle disseccazioni ecc, e convenienle di non ira-pedire I'emorragia spontanea, ma anzi di spremere bene il sangue, - di far scorrere per lungo tempo acqua fredda sulla ferila stessa, e di fare delle lozioni disinfettanti. La caute-rizzazione col nitrate d'argento o coll'acido nitrico fumante, non deve farsi ehe dope , e ripetersi solo quando compare pus sotto I'escara. Ma se il principio settico vieue assorbito e da la setticemia , si deve ricorrere a quei mezzi da noi indicati a proposilo di quest'iafezione.
Se all'incontro da luogo semplicemente a linfangite ed a linfadenite, giovano i bagni caldi continuati ecc. (V. Linfangite e Linfadenite).
Fettone (malattie del), a) Colla denominazione di fet-tone irritato, forchetta riscaldata, viene indicata una lieve allerazione della forchetta, ehe non e pericolosa, in cui si nota un accumulo di umore puriforme, nericcio, fetido, nella sua lacuna media, nel vuoto della forchetta, ed a cui ne segue disorganizzazione della soslanza cornea. Pero per tras-curatezza, a questa semplice malaltia, ne puo conseguire la morbosa affezione delta forchetta putrefatta, la quäle e ca-ratlerizzata da una specie di pulrefazione della forchetta, ehe diviene molle, filamentosa e poi si distrugge a poco a poco, notandosi un umore nerastro, puriforme ed assai fetido.
Terapia. Si soddisfa all'indicazione causale e del morbo, ponendo gli animali in luoghi netti e sani, dopo di aver porlato via tanto d'ugna ehe basti a mettere allo scoperto i seni, ove e chiusa la materia e le piccolo cavitä donde stilla, -
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249 e facendo ai piedi ammalaii bagni continuati di acqua ve-geto-minerale, con solfalo di rame in soluzione acquosa (1) oppure in polvere (2), con solfato di ferro (3), oppure medicare con catrame, con unguento egiziaco ecc. a seconda dei casi; la medicazione deve farsi 2-3 voile al giorno. Deve raettersi una ferratura appropriata, cioe un ferro a mezza luna od a branche tronche. La guarigione non si fa atten-dere piu di 8-12 giorni.
b)nbsp; Fettone {Fico al). Si da quesla denominazione ad una escrescenza cellulo-vascolare, ehe si sviluppa assai soventi senza causa apprezzabile, od in seguito di una soluzione di continuita specialmente, alia forchetla dei solipedi.
c)nbsp; Fico dello spazio interdigitalo e dei talloni. Cosi sono chiaraate le stesse escrescenze, quando si sviluppano nello spazio interdigitalo ed ai talloni dei ruminanti, e sopratlutto dei buoi.
Terapia. Si esportano quesle escrescenze sino alia lore
radice, e si medica quindi con acetato di piombo liquido,
con allume usto polv. ; oppure, asportatele, si cauterizza,
come consiglia il Lafosse, la parte leggermente con acido
azolico, o col caustico atluale; si lermina dopo la cura colla
tinlura d'aloe, coll'unguento egiziaco e simili.
1) P. Dee. cort. qoercia grm. 300nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Polr. rad, torment, grm. 15
Solfnto di ramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Mose, e fa polv. oguale.
S. Per bagnare la parte duenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da aspcrgersi una-due volte al
volte al giorno e medicarla doponbsp; nbsp; giorno sulla parte. (Haubncr).
con stoppe pur imimidite della stessanbsp; nbsp; (5) P. Solfalo di ferronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ana
soluzione; contro la putrescenza delnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fuligginenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 30
fettone.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brotasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Mcsc. e fa polv. cguale; come
(quot;-) P. Solfalo di rame grm. 4-8nbsp; nbsp; il num. 2.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Adam^.
Fibrina (alterazioni quantitative e qualitative della). a) La quantitä normale della fibrina puö essere aumentata, iperi-nosi, crasi iperinotica o flogislica, - o diminuita, ipinosi. L'i-perinosi e conseguenza e non causa dell'infiammazione, come dimostrarono Andral e Gavarret, e confermö Virchow, e specialmente delle infiammazioni di organi ricchi di vasi e ghian-dole linfatiche (pleure, polmoni ecc). La crasi ipinotica al-1'opposto si nota nello scorbuto, nel tifo grave, in seguito
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ad esagerate suppurazioni ecc; per lale alterazione quanti-tativa della fibrina il sangue (Roll) rappigliandosi forma uu coagulo molle e gelatinoso, da cui esce poca sierositä.
Terapia. Gonlro la crasi iperinotica sono indicati gli al-calini, carbonato di soda, solfato di soda e di potassa, il nilro, i sali di magnesia e via via, mentre non giova il sa-lasso, come si credeva dai seguaci della scuola eccitabilistica e del controstiraolo. Nella crasi ipinotica all'opposto conviene la buona e lauta alimentazione, e l'uso degli acidi minerali; in caso di gravi emorragie, si deve ricorrere all'acido gal-lico od all'acetato di piombo ecc. a seconda dei casi special!. b) Inopeda. Viene indicata con tale vocabolo l'esagerata coagulabilitä della fibrina, indipendentemente dal moto del sangue e dalle condizioni delle pareti vasali. In tali casi la fibrina si raccoglie in coaguli nel corpo vivente, - trombi nel cuore e nelle vene, nelle arterie e nei capillari. E vi sono appunto stati patologici, in cui il sangue, appena estratlo dai vasi, si coagula.
Terapia. Si puo ritardare la coagulazione della fibrina coll'acido carbonico; coi sali alcalini poi, e specialmenle col solfato di soda, se ne impedisce affatto la coagulazione. Laonde contro l'inopesia sono indicati appunto gli alcalini, e specialmente il solfato di soda.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; '
Fibromi. Si da la denominazione di fibromi a quei tu-mori ehe risultano soprattutto di fibre bene organizzate di tessuto connettivo. Si hanno fibromi molli, ancora detli areo-lati, e fibroni compatti, duri, fibroidi o desmoidi. Si possono presentare i fibromi in tutti gli animali, sia isolati cha mul-tipli, e specialmente in quelle parti ehe risultano di prefe-renza di tessuto connettivo.
Terapia. Consiste la miglior cura nell'estirpazione col bi-stori. Pero per l'asportazione di tumori peduncolati e di po-lipi fibrosi fu pur adoperata l'allacciatura con o senza reci-sione del tumore, operazione ehe a dir il vero non e senza inconvenienti, epperö da rigettarsi. Giova pure la estirpazione per schiacciamento (schiacciatore di Chassaignac) e quella
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251 per causticazione. Quest' ultimo mezzo, la galvano-caustica introdotta in medicina da Middeldorpf, e molto usata in chi-rurgia umana.
Fistola. E un'ulcera in forma di tragetlo strelto, pro-fondo, piii o meuo sinuoso, manlenula da uno stale patolo-gico locale o dalla presenza di una sostanza straniera. Le fistole si dicono complete od incomplete a seconda ehe hanno una o due aperture, l'una sul comune integumenlo (pelle) e I'altra in un condolto od in una cavitä rivestita da una mem-brana mucosa, sierosa o sinoviale. Le incomplete (borgnes) poi possono avere la loro aperlura di sbocco in un condolto escrelore ed il loro fondo in parti molli, oppure si aprono unicamente al di fuori e sono terminate profondamenle in un sacco cieco.
Terapia. Sono di facile guarigione le fistole ehe eonseguitano a grandi ascessi, ai cosi detli ascessi freddi; se in queste non basta la compressione, sono sicuro suflicienti le iniezioni un po' stimolanti, modificatrici, e la compressione, onde mante-nere la pelle in contatto delle parti sotloslanti, specialmenle quando vi esisle anche seollamento ed assottigliamento della peile; aleune volte sono necessarie spaccature. Le fistole ehe sono manlenute per una posizione declive di un focolaio qua-lunque, neeessitano d'ordinario o I'incisione della parete an-leriore di questo od una contro-apertura, o Tapplicazione di uno o piü setoni (V. Piaga, Ulceri, Ascessi, Carie ecc.). Ma nella cura delle fistole multiple o sinuose non si deve di-menlieare, oltre alle convenienti spaccature, alia asportazione dei margini, quando e necessario , ed alle iniezioni deter-genli e modificatrici consigliate (V. Ulcera), I'uso del clo-ralio idrato, anzi ad esso, secondo il Fogliata, si deve dare la preminenza, facendone soluzioni, nel rapporto da 5 a 15 per 30 di glicerina o di aequa distillata, sempre al moraento della medicazione.
Fistole piuttosto frequenli ad osservarsi nella pralica ve-lerinaria sono le salivari, e specialmenle quelle del condolto di Slenon; le medesirae sono Jovute od alia presenza di un
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calcolo, o sono la conseguenza di infiammazione della paro-lide, ehe si termina per suppurazione, ma di rado di una fe-rita delle ghlandole salivari. In ogni caso perö tutte le fistole salivari sono sanabili, quanlunque non sempre senza sacrl-fizio della ghiandola, quando si tralta di fistole antiche. Lo scopo die si deve proporre il clinico si e di modificare lo stato dell'ulcera in nrtodo da favorirne la cicatrizzazione, e di sopprimere o di rallentare posslbilmente la secrezione sa-livare, poiche la fuoruscita della saliva dal tragilto fisloloso ne rilarda non solo, ma si oppone addirittura alia sua obli-terazione. Eppero esportati i margini callosi e regolata la soluzione di continuitä, conviene ricorrere ad iniezioni piu o meno irritanti, cosi dissoluzione di creosote neU'acqua nel rapporto di 1 : lO^assi, Rolando ed altri), di acido fenico (1); oppure all'uso di frizioni irritanti, - unguento vescicatorio ecc; e pur stala consigliata ed usata con vantaggio la cauterizza-zione del bordi dell'ulcera.
Nei casi ribelli infine viene consigliata I'allacciatura del condotlo Stenoniano, o rapplicazione di un setone, onde dar un nuovo passaggio alia saliva e permettere cosi alia fistoia di chiudersi; infine quando tutti questi mezzi abbiano fal-lito, bisogna sagrificare la ghiandola parotide, la merce si-ringazioni irritanti. E fin dal 1849 ehe l'IIaubner propose le iniezioni di ammoniaca liquida (12 grm.) nel condotto pa-rotideo per determinare I'atrofia della ghiandola a cura della fistoia del detto condotto di Stenon; l'esperienza ha perö di-mostrato ehe si hanno piü sicuri risultati eoll'iniezione di una soluzione di nitrato d'argento, di acqua creosotata, o della tintura di iodo; mentre secondo Bassi il miglior topico da iniettare sarebbe I'alcole etilico, poiche eon questo si irrite-rebbe la ghiandola parotide in modo sufficiente da determinare la sua atrofia senza averne altre eattive eonseguenze (la dose da inieltarsi e di 30 grin., si puo ripetere in caso non se ne ottenesse il desiderate effetto). Non e necessaria I'estirpazione della parotide consigliata da Lebianc.
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(1) P. Acido fcniconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grtn. 5-8nbsp; nbsp; tnallina e sera, nvvcrtendo di far
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 10nbsp; nbsp; rimancre ogni volta il liquido nel
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 90nbsp; nbsp; tragilto fistoloso per alcuui mjnati,
S. Per due iniezioni al gioino,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Fisometra. E una titnpanile uterina, - distendimento deH'utero per raccolta di gaz. I gaz ehe si aecumulano nel-I'utero sono pressoche sempre il prodotlo della decomposi-zione putrida degli annessi fetali, se le femmine hanno di recente parlorito. I gaz die costituiscono I'enfisema sottocu-taneo piu o meno esleso nel feto morto da poco tempo nell'u-tero, possono pur raccogliersi nelle membrane fetali e spe-cialmente nell'amnios e dar luogo ad una forma di fisometra.
Terapia. Togliere la causa die impedisce I'uscita dei gaz, e praticare ripelute iniezioni con acqua clorurata, fenicala o di liquidi astringenli secondo le varie lesioni, die si tro-vano alia mucosa uterina.
Nel secondo caso la terapia consiste nell'estrazione del feto.
Flemmone. E I'infiammazione del celluioso avente una grande lendenza a terrainarsi per suppurazione, quantunque osservisi anche la risoluzione. La gravitä della flogosi flern-monosa e subordinata alia sede die occupa, aU'eslensione ed alle cagioni. In ogni caso quanto piü sollecitamente accade la suppurazione, quanto meno estesa e la flogosi, tanto piü e favorevole la prognosi. Puö il flemmone essere acuto o cronico, superficiale o profondo, idiopatico, sintomatico o critico.
Terapia. Si consiglia in principio di frenare il processo appunto nel sue sviluppo coll'applicazione sopra tulta la parte infiammata del freddo, e se e possibile, del gliiaccio la merce vesciche; perö, onde ottenere un sollecito riassorbimento, come dice il Billrhot, deH'inGltramento sieroso e plastico, noi ricorriamo volenlieri all'unguento mercuriale, coprendone la parte infiammata con un denso strato (frizionando legger-mente) ed involgendola quindi con panni umidi e caldi o con grandi cataplasmi. Si intende ehe il riposo assoluto della parte infiammata e sempre necessario.
Se dopo Tuso di questi mezzi non ne succede migliora-
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mento, e si puo riconoscere dall'incalzare dei fenomeni ehe la flogosi volge a suppurazione, si dovra questa favorire con cataplasm: umido-maturativi (1), Ed appena ehe si riconosca in qualche punto la suppurazione, si procuri toslo I'esito della marcia col ferro, bislori o trequarti, incidendo la cute nel punto culminante, non essendo conveniente abbandonare I'apertura dell'ascesso alia nalura, poiche facilmente ne con-segue gangrena piü o raeno estesa , e si formano delle fi-stole, e delle cicatrici deformi.
Nei casi in cui la suppurazione si diffonde per largo tratto sotto la cute, si devono eseguire molteplici e piccole incision!, purche la marcia possa sgorgare liberamenle; se e necessario si pralicano anche contro-aperture. Dopo e conveniente manlenere un' estrema nettezza, la quale si ottiene specialmente coi bagni caldi locali, con iniezioni detergenti, avendo gli ascessi una tendenza marcatissiraa a cicatrizzarsi; la cicatrizzazione puö favorirsi con un bendaggio compressivo.
Negli ascessi profondi si deve procedere con moita circo-spezione in rapporlo alle condirioni anatomiche delle parti. E per evitare lesioni di visceri irnportanti, di vasi, epperö emorragie ehe potrebbero essere anche fatali, 6 conveniente procedere strato per strato e non impiantare il bistori in un colpo, finche si giunga alia parete fluttuante.
Noi non crediaaio necessario I'apertura degli ascessi col ferro rovenle.
Se per corrosione del pus si sviluppano gaz nell'aseesso, svuotato I'icore colla spaccalura, si medicherä il cavo con iniezioni di acqua di cloro, con acido fenico diluito ecc, av-valorate, se e possibile, con fasciature imbibite dello stesso liquido.
Contro il flemmone a decorso cronico conviene ricorrere ai rnedicamenti riassorbenli, ai stimolanti, e ai derivativi, cioö alle frizioni irritanti. Ma ordinariamente invece di otte-nere nel flemmone a decorso lento la risoluzione, ne avviene la suppurazione, si trasforraa in ascesso freddo. In questi casi conviene praticarne I'apertura come negli ascessi caldi.
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255 Svuolato l'ascesso, sono necessarie le iniezioni leggermenle irrilanti o caustiche a seconda dei casi.
Si suole indicare col nome di ascesso qualunque tumore purulenlo, ossia raccolta circoscrilta di marcia, solto la pelle od in qualsivoglia profondilä. Gli ascessi aculi e caldi cou-seguono alia flogosi acula del cellulose; si dicono invece ascessi freddi quelli ehe nascono per cronico processo, per flogosi cronica; ascessi per congestione quando il pus si rac-coglie in ascesso lonlano dal silo in cui si e prodotto, fa-cendosi appunto strada nel lasso lessuto connettivo; ascessi metaslalici infine diconsi quelli ehe hanno un' origine era-bolica.
Dicesi oncolomia l'operazione ehe si fa aprendo un tumore e specialmente un ascesso ccn istrumento tagliente. (1) P. Polpa di acelosa grin. 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. s. a. Cnlaplasma maturotivo
Cipollecottesoltoccn. • 90 giovevole nel llemmone ccc. Unguenlo basilico raquo; 90nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Vatel).
Flemmone del tessuto cellnlare deirorbita. Si
puö sviluppare in seguito alia penetrazione e soggiorno di corpi estranei nell'orbita, di contusioni ecc., o per propa-gazione deU'infiammazione da parti vicine.
Terapia. Dapprima si cerchi di favorire la risoluzione, dopo di aver soddisfatto all'indicazione causale, colle appli-cazioni fredde sull'occhio, colle frizioni di pomata grigia nei dintorni deH'occhio e coi purganti; e nei casi gravi anche con salassi. Se ciö non puö oltenersi in pochi giorni, allora si ricorra ai cataplasm! con erbe aromatiche, e si dia tosto esito al pus appena viene a manifestarsi la flultuazione.
Aperto rascesso, si raccomandi la somraa nettezza della piaga con infusioni aromatiche ed astringent], oppure con alcool canforato la merce iniezioni o stoppe inumidite.
In caso di carie delta pareti orbitarie, e richiesta la cau-terizzazione col nitrato d'argento solido od in soluzione.
Formella. E un tumore ehe ha sede alle patti lateral! del pastorale od alia corona, piü frequentemente ai piedi anterior! del cavallo e degli altri monofalangi, ehe ai posteriori, Questo tumore e molle in principio, non piü grosso di una
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fava, cresce insensibilmente, e poscia divenla duro ed osseo, esostosi, soprosso. Chiamasi nalurale la formella ehe dipende dall'ossificazione di tulta o di parte della cartilagine dell'osso del piede; e prelernaturale od accidentale, quella ehe non e conseguenza dell'ossiücazione di dette fibro-cartilagini.
Terapia. In principio, cioe quando la formella e recente e dolorosa, si deve curare cogli ammollienli cataplasmi, e quindi coi risolventi; si possono anche usare con profitto le unzioni mercurial!. Ma per poco ehe la formella sia antica o ehe non ceda all'accennato metodo di eura, il meglio si e I'appliearvi aleune righe o punte di fuoco su tutta la sua estensione. InQne, allorquando malgrado questo trattamento la zoppaggine eonlinua, si puö ricorrere alia applicazione del sistema di Straub e Friker , ehe consiste nel praticare un soleo trasversale sulla parete al disotlo della eutidura , ehe comincia due centimetri in avanti della formella e va a ter-minare al tallone, ed in profonditä assai vicino al vivo del piede, e quindi nel fare una vigorosa frizione eon pomata di deulo-ioduro di raercurio sulla eutidura e sull'esoslosi, con-servando il piede malato umido; e per ultimo alia nevrotomia.
Formica esterna deU'orecchio dei cani. V. pag. 124.
Ftiriasi. I pidocchi sono piü comuni nei porci, nei vi-telli e nei eavalli vecchi, ehe non in altre specie domestiche, quanlunque si osservino anche in animali in buono stato di nutrizione. Quest! parassili nel cavallo alügnano di prefe-renza solto il ciuifo, la eriniera e sulla coda; nei bovini oc-cupano la cervice, il eollo, le spalle e la base della coda; nei porci la regione degli inguini; nei cani e nei gatti la regione della gola ; mentre nelle pecore non sembranc pre-diligere alcuna regione, e trovansi difatti sparsi sopra tutto il corpo. Perö moltiplicandosi i pidocchi invader possono in tutti gli animali tutte le parti del corpo ; ed e appunto spe-cialmente in quest! casi ehe pel sense continuato di prudore e la sottrazione fatta dai pidocchi stessi all'organismo degli animali degli element! necessarii al loro sostentamento, ehe quest! dimagrano e col tempo si fanno marasmalici.
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Terapia. II traltatnento consiste nell'isolare gli ammalati e nell'uccidere i pidocchi. Moltissimi rimedii sono slati ap-punto raccomandati contro i pidocchi degli animali dome-stici, tra i quali pero noi crediamo piu conveniente adoperare come antiflirici, onde evitare piü o men gravi inconvenienti ed anche ävvelenamenti, a preferenza dei preparali mercu-riali ed arsenical!, ecc, i seguenti:
Nei bovini, nei solipedi e nei porci Je unzioni con pe-trolio, perö nei solipedi a pelle fina ed in tutti gli animali a pelle molto escoriala invece di adoperarlo in sostanza, si usi commisto con olii grassi od eterei, oppure in forma di unguento o linimenlo (1), - con acido fenico diluito, - con olio cadino puro od unito con olii grassi o sugna, - con olio animale felido, - con unguenlo di pece nera (8-12-20 in 20 di sugna, o misto in parti eguali con olio di lino) - con olio di lino tanto lodato dal Cruxel, - con la morchia o sedi-mento dell'olio di noce, - oppure ricorrere si puö alia fu-liggine per lozioni in forma di decozione (100 grm. in 500 d'acqua od aceto), od in unguento quando i pidocchi si tro-vassero in regioni limitate (15-20 in 20 di sugna), - od alle lavande con decotto di assenzio, di genziana, di aloe, di stafi-sagria (1 : in 20-25 d'acqua), o con acido fenico diluito (2).
Nei porci specialmente potrebbe adoperarsi anche il de-colto di tabacco, I'essenza di terebentina. Contro i pidocchi di tutti gli animali il Tabourin consiglia la poraata di sta-fisagria (3).
Contro i pidocchi dei cani noi adoperiamo piü volentieri il balsamo del Peru e gli altri farmaci indicati all'articolo Pulci, non ehe le lavande coll'infuso di semi di anici e di prezzemolo (4) ; e solo nei cani di razza comune , ehe si puö adoperare il decotto di tabacco (5).
11 prof. Delprato per liberare i bovini dai pidocchi, consiglia I'olio di noce ed i fieri di solfo (6).
(1) P. Petrolionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 10-20nbsp; nbsp; (2) P. Acido fenico grm. 30
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 20 Saponc verdc raquo; 100 S. Per unzioni. Contro la fliriasi dei maiali.
(L.nbsp; Brusasco). (Pichon).
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;17
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(3)nbsp; P. Aceto - stafisagria - miele -nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fa dccotto alia col. grm. 180
solfosubllmatoana grm. 50 Agg, acetonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 180
Olio di olive raquo; 60 Per lavandc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hertwig).
F. s. a. (Tabourin).nbsp; nbsp; nbsp; (6) P. Olio di nocenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 530
(4)nbsp; P. Semi di anice grm. 30 Fieri di zolfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 100
n prezzemolonbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 30 Riscaldate il miscuglio in un vase
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 230nbsp; nbsp; nbsp;li terra, e dopo averlo levalo dal
F. infuse.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;fuoco aggiungelevi
S. Per lavandenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. B.). Trementina commie grm. 100
(3) P. Foglie di tübaeconbsp; grm. 30 F. Unguento. (Dclprate).
Clalactenaia. Secrezione di latte misto a sangue.
Terapia. fi importante la cura causale. Si dovra quindi curare a seconda dei casi le congeätioni, le infiammazioni delle mammelle medesime, o cangiare I'aliraentazione se di-pende il venir segregato tale latte sanguigno o cruento per I'uso di piante irritant! (ranuncoli, germogli resinosi ecc), e ricorrere aU'uso di alcalini internamente, deU'acelato di piombo, o di altre sostanze astringent!. Secondo l'IIering il latte sanguigno spesso si nota nelle vacche ehe dopo il parto vanno di nuovo in caldo. In lutti i casi e sempre conveniente di mungere dolcemente.
Galactischesi. Ritenzione, soppressione del latte.
Terapia. Si ricorre ai galactofori, cioe a quei medicamenti ehe favoriscono la secrezione lattea (V. Agalassia).
Si avverta ehe vi sono vacche, le quali non danno il latte, quando sono munte da persone estranee, o perche solo per-sone estranee si trovano loro vicine al momento della mu-
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Galactofbrite. E rinflammazione dei condotti galatto-fori (V. Mastite).
Galactostasi. Ingorgo di latte nelle mammelle. Si di-stinguono due sorta di queslo ingorgo, l'uno meccanico e passive, Taltro attivo ed in qualche modo infiammatorio.
Terapia. I migliori mezzi per trionfare del ristagno passive, ehe sussegue ad una suzione insufficiente, o perche il neonato e troppo debole od il latte troppo abbondante, o per ragadi ed ulcerazioni del capezzolo, o per la mancanza di tonicila dell'apparecchio mammario, consislono nel vuotar la mammella sia colla suzione, sia colla mano, e nell'appli-carvi sopra il linimento di canfora ecc. (1).
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259 Nell'ingorgo atlivo od infiammalorio da perfrigerazione od irritazione delle mammelle, in cui d'ordinario si tratta di galacloforite o mammite catarrale (infiammazione della mem-brana mucosa ehe tappezza i condolti, e seni galottofori), bi-sogna ricorrere, oltre al svuolare a fondo la mammella dal latle cinque o sei volte al giorno, ma in modo dolce e senza irritare menomamente la parte, avendo cura di allontanare il neonato per due o tre giorni, ad empiaslri di farina di lino, di riso, ai purganti ed ai diaforetici; giova contro i noduli lattei anche il collodio iodato (2) (V. Mastite). (I) P. Aminoniaca liq. grm. 3 dopo con ovatta (1, 6, 50).
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 2,50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Biusasco).
Elere solforico raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 6 (2) P. loilurodi potassio srm. 5-10
oppurcnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Gliccrinaperscioglicrloq.b.
P. Cloridrato di ommoniaca eonnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Collodionnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gTn. 20
canfora da unirsi al grasso ed estcn-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da applicarsi a piii strati sui
dersi sulla mammella ehe si copre noduli laltei.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusaseo).
Galattirrea. Scolo spontaneo di latle, - scolo continue di latle dal capezzolo, volgarmente perdita di latte, per cui non deve equivocarsi la galattorrea colla poligalassia , po-tendo benissimo una femmina avere abbondanza di latte senza avere galattacrasia.
Terapia. La terapia e generalmente impotente quando la galattorrea dipende da anomalia delle fibro-cellule muscolari del capezzolo e sopratlutto di quelle circolari, le quali for-mano una specie di sfintere al dintorno dell'apertura del canale (Lanzillotti).
Secondo Fiirslenberg nelle primipare ranomalia consiste nel poco sviluppo delle fibro-cellule, ehe ordinariamente si nota solo in uno o due capezzoli, mentre nelle nutrici avan-zale in eta consiste nel rilasciamento e nella poca energia del suddelto sfintere. Ad ogni modo si puö ricorrere ai ri-costiluenti e tonici, quando la femraina non e in buono state di nutrizione, all'applicazione locale di liquidi astringenti o aromalici, alle frizioni di alcool puro, alle causticazioni col nilrato d'argento sull'apertura del canale allo scopo di re-stringerlo alquanto e via via.
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Gangli Hnffatlci (malattie dei). a) Dicesi adenite o lin-fadenite rinfiammazione dei gangli Unfatici si superQciali ehe profondi, per cui si hanno adeniti superficiali ed adeniti pro-fonde, le quali possono essere acute, lente o croniche, e ter-minarsi per risoluzione, per indurimento, per ipertrofia ed anche per atrofia, per suppurazlone e caseificazione. L'ade-nite cronica puö essere primitiva, oppure conseguire all'acuta. Accade frequentissiraamente 1'adenite intermascellare nelle affezioni mocciose, ed e quasi costante anche nel cimurro dei solipedi (gourme) ecc; puö conseguire la flogosi dei gangli linfalici ancora a tutte le cagioni della infiamraazione in generale, - cosi per ferite, per punture, per contusioni, e non di rado per via dei linfalici afferenli ehe parlano da un punto in preda a processo infiammatorio o suppurativo. L'adenite e raramenle idiopatica. Se parecchi gangli sono infiammati, e vi partecipa alia flogosi il tessuto congiunlivo involvente, essi si riuniscono a formare un tumore solo infiammatorio, nel quale non si perviene piü a dislinguere i diversi gangli, non essendovi piü appariscente limitazione di ciascuno.
I gangli linfatici intermascellari si infiaramano frequente-mente nelle affezioni dell'apparato respiratorio.
Terapia. Questa varia a seconda ehe l'adenite e acuta o cronica. Nell'acuta la raiglior cura locale, astrazione fatta della cura generale, ehe deve variare a seconda ehe si tratta di adenopatie per infezione cimurrosa ecc; o di adenopatie, ehe accompagnano le affezioni catarrali dell'apparato respiratorio ecc., consiste nelle ripetute frizioni mercuriali seguite dall'applicazione di cataplasmi caldo-umidi, poiche con questa medicazione, o si ottiene facile risoluzione, o si procura piü sollecitaraente la suppurazione, ehe sono le due terminazioni, ehe il clinico deve sempre cercare di avere. Se perö il do-lore fosse molto intenso, e conveniente incominciare la cura eon una pomata ealmante, o con cataplasmi anodini; oppure unire all'unguento mereuriale, I'estratto di giusquiama o di belladonna (1). Bisogna sollecitamente aprire gli ascessi non
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261 appena riconosciuli, prima cioe ehe ne sia avvenula la distru-zione di grande quantila di conneltivo sottocutaneo, e grave assottigliamenlo della cute, col bistori e non col caustico, come pur viene consigliato-, e se la cicatrice e stentata o si formano seni flstolosi, si faranno iniezioni con una soluzione di soifato di rame, di zinco, di nitrate d'argento od anche di tintura di iodo, o di decotto di china vinoso. Ed allor-quando vi rimane un leggiero ingorgo, giovano le frizioni ripetute di pomata mercuriale unita all'estratto di belladonna, o meglio unita al sale ammoniaco (2), la pomata di ioduro di potassio, di iodo e sublimato corrosivo ecc.
Ma se invece la flogosi fu lenta fin dal principio, e meglio ricorrere subito a ripetute frizioni con pomata di ioduro di potassio iodata, coll'unguento fondente del Lebas (3), colla pomata del Reynal (4); ma raolto efficaci Ira le formole di pomate vescicatorie e risolventi proposle contro le adeniti e liofangiti croniche, a corso lento, noi abbiamo trovate le se-guenti coll'ioduro di potassio (5, 6). L'Haubner consiglia la tintura di cantaridi ecc. (7), e I'Hertwig I'unguento di mer-curio e I'estratlo di belladonna (8).
Ne pud succedere perö una permanente iperplasia del con-nettivo, per cui le glandole sono trasformate in una massa di tessuto compatto, e si possono mantenere tali per tutta la vita, se non vengono estirpate; Tesportazione puö facilmente farsi allorquando sono i gangli isolati od isolabili e superfi-ciaii (V. Cimurro del solipedi).
b)nbsp; Adenoma. Vocabolo ehe viene adoperato per indieare que! neoplasma ehe e coslituito principalmente da tessuto glandolare neoformato.
c)nbsp;Adenosderosi. Venne questo vocabolo usato da Swediaur per indieare la durezza non dolorosa, ma con tumefazione dalle glandole linfatiche, non degenerate ne in scirro, ne in cancro, sia ehe terminino per risoluzione ehe per suppura-zione. Un tale indurimento delle glandole e sempre il risul- . tato dell'iperplasia del eonnetlivo. Giovano contro il mede-simo le suindicate pomate risolventi - vescicatorie.
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(1)nbsp; P. Unguento mercur. gnn. 25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugna c pom. m. aa grin. 2S
Estratto giusquiamo #9632; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Caufora polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6
S. Per frizioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per frizioni ripetutc; po-
(2)nbsp; nbsp;P. Unguenlo mercur. grin. 50 mata assai solvente. (L. B.).
Sale ammoiiiaconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10 (ö) P. Sublimate cor.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm.. 2-5
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S. Per frizioni rip. (L. B.).
(3)nbsp; P. Pom. mere. dopp. grm. 12,50
Unguento vescic. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 25
Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 6
Olio di lauronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 8
Cera giallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5
(Lebas).
(4)nbsp; P. lodnro di potassio grm. 1
Su^nanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 8
F. s. a.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Rcynal).
(5)nbsp; P. loduro potassico grm. 4
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 5
Si trituri c si agg.
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Poly, cantaridi loduro di potassio raquo; • Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 50
F. Pomata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
(7)nbsp; nbsp;P. Olio di lauronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 15 raquo; tercbent.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• #9632;
Ammoniaca liq.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; raquo;
Tinlura cantaridi raquo; raquo; Una frizione al di. (Haubncr).
(8)nbsp; nbsp;P. Ung. grigio mere. grm. 30 Olio di rapenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 60 Estratto belladonna • 8
Per frizioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Herlwig).
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Ccangrena. La parola gangrena viene adoperata comune-mente per indicare la morte locale, in ogni singola parte del corpo, per mancanza dei succhi nutritivi in seguito di man-cata circolazione nei capillari. Si ha la gangrena secca, mum-miücazione, o disseccamenlo con raggrinzamento delle parti, specialmente quando i tessuti inuoiono lentamente; mentre soggiacciono piii di frequente alia gangrena umida, sfacelo, quelle parti nelle quali cessa rapidamente la circolazione; e un processo perfettamente analogo (dice il Billrhol) agli or-dinarii processi di putrefazione delle sostanze organiche, I'u-mida gangrena.
Tekapia. Le cure profilattiche sono in rapporto coll'origine della gangrena , sapendosi come questa puö conseguire ad influenze fisiche e chimiche , - pestamento, schiacciaraenlo, distruzione, per intenso freddo o calore, per acidi od alcali fissi, per condizioni meccaniche ehe inceppano completamenle I'andata ed il ritorno del sangue, come compressione circo-lare, decubito ecc, per trombi o per altri ostacoli ehe im-pediscono I'afllusso del sangue arterioso, ecc. ecc. Cosi si puö in certi casi evitare la gangrena con incisioni per dimi-nuire la tensione dei tessuti, come in caso di intensa flogosi; in altri colla somma pulizia e via via.
Nella cura locale della gangrena gia manifestata si ha da
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263 arrestarne il suo progresso e da procurare il dislacco del tessuto gangrenalo mediante una rigogliosa suppurazione, e da impedire ehe questo diven'.i nocivo all'infermo stesso pu-trefacendosi ed infestando il locale.
Si soddisfa alia prima indicazione coli'uso de' cataplasmi ammollienti tiepidi, necessitando appunto di averne, come accennaramo, rigogliosa suppurazione. Si puo pure con van-taggio, quaiora non si voglia o non si possano usare i cataplasmi, coprire la parte gangrenosa ed i margini del tessuto sano, con compresse o sfili irapregnali di acqua di cloro, di creosoto, nell'alcool concentrate, nel vino di canfora ecc; e nella gangrena uraida si ha ancora il vantaggio di scemare con questi mezzi il cattivo odore delie parti in putrefa-zione. Appena ehe l'escara si distacca un po*, se ne devono suhito esportare i brani colle cesoie senza ledere le parti sane, e senza deterrainare eraorragia. II carbone sottilmente polverizzato e mollo giovevole per assorbire i gaz esalati dalla putrefazione, metlendone un denso strato.
Sono inoltre raccomandati come energici antisettici: I'al-iurae (1), I'ipermanganato di potassa (2), I'acido fenico nel-I'acqua o nell'olio (1-30-70 d'oiio) ecc.; le medicazioni devono essere in ogni case rinnovate da 4 a 6 volte nolle 24 ore.
La cura interna deve essere eorroborante, ed aU'uopo an-che eccitante; lauta alimentazione, preparati di china, acidi ecc. Per la gangrena da decubito, vedi I'articolo Piaga. (1) P. Allumenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grin. 30 (2) P. Ipcrmang. pot. grm. 4-6
Acclato piombobas. raquo; 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 250
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
S. Si rinnovi la medicazione 2-4 volte at giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
Gastrite. ITinfiammazione dello stomaco, gastrile, se-condo la sua sede e mucosa o sotto-mucosa.
Airinfiamrnazione della mucosa, riveslendo essa i caratteri generici delle flemmassie catarrali, si da il nome di gastrile catarrale, catarro ßogistico dello stomaco, da non equivocarsi perö col catarro iperemico, poiche all'iperemia tien dietro 1'aumento del raueo eon proliferazione e distacco dell'epi-
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telio, nella quale si ha a considerare una forma acuta ed una forma cronica.
L'infiammazione sotto-mucosa o interstiziale costiluisce allo state acuto la gaslrile flemmonosa, allo stalo cronico la scle-7'osi dello stomaco.
Ollre a queste due forme noi abbiamo ancora la gastrite tossica, ehe e un'infiammazione sovente totale della mucosa e solto-mucosa, risultante dalTingestione di sostanze irritanli o caustiche.
a) La gastrite calarrale acuta, ehe e coslituita da un'infiammazione superficiale dello Strato epiieliale e delle glandule della mucosa, la quale pud conseguire ad irritamenti meccanici, chimici, reumatici ed infettivi o discrasici, si svi-luppa in tutti i nostri animali domestici, qualunque ne sia la specie, ela ed il sesso; ma molto piu frequenlemente nei cani, e nei cavalli giovani, vigorosi ed irritabili.
Tale infiammazione puö essere leggiera o mite, intensa o grave.
Terapia. Nei gradi leggieri di gastrite catarrale acuta, il trattamento e semplicissimo. Basta il riposo, la dieta, e la medicazione voraitiva nei carnivori ed onnivori, quando la malatlia e conseguenza di imbarazzo gaslrico, cioe di sopra-carico di alicnenti, o di alimenti guasti ecc, - cosi I'eraetico, solo od unito all'ipecacuana, e l'agente il piü efficace in ragione delle evacuazioni alvine ehe ancora provoca (1). II tartaro emelico pur unito all'ipecacuana , fe ancora sovrano rimedio neila gastrite prodotta dalle suddette condizioni ezio-logiche nei solipedi e ruminanti, perche per la lore azione d'impressione sui nervi del ventricolo e delle intestina, questi farmaci ne favoriscono I'evacuazione delle sostanze non digerite e decomposte , epperö nocive , e nei bovini ed ovini ancora la ruminazione. Nei casi gravi e sovente neces-sario di far succedere alia suddetta medicazione e special-mente negli erbivori, un purganle salino, solfato di soda o di magnesia, oppure, quando vi esiste costipazione ostinata, unire al raedesirao 1'aloe soccotrino; in tutti gli animali giova
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cui eci
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265 la senna data in infuso, oppure sotto forma di elettuario o di bolo.
In seguito di questa perturbazione la febbre diminuisce o cade, ed il Irattamento diviene puramente igienico. Non si deve dare ai convalescenti ehe alimenti di facile digeslione e ritornare cosi gradualmente all'alimentazione ordinaria; se I'appetito tarda a ristabilirsi, si farä somministrare degli amaro-aromalici.
Nel catarro degli animali lattanli, ehe si manifesla in tutti colla presenza di latte non digerito nelle evacuazioni aeide, e nei earnivori ed onnivori ancora col voraito caratteristico, oppure, dopo la fermenlazione acida degli ingesli, con rulti acidi, con pirosi, giova , oltre ad una diela rigorosissima , ramministrazione dei carbonati alcalini, e specialmente del carbonato di magnesia, ehe serve come anliaeido, assorbente ed essiccante, eui eon vantaggio si unisce la polvere di ra-barbaro; se questo metodo e inefficaee, si prescrive un pur-gante (infuso di senna, aloe ecc).
In tutti gli ammalati sono indicati poi gli acidi (acido clo-ridrico, solforico (2) ecc.), in tutli i casi-di affezione gastriea con molla produzione di muco e deeomposizione putrida degli albuminati, ehe si eonosee dall'odore di uova putride per lo sviluppo di molto acido solfldrico.
Contro le molesle vomiturazioni e diarree, ehe aleune voile si conlinuano negli stadii posteriori della gastrite eatarrale, diviene necessaria la somministrazione del magistero di bi-smuto, o dell'acido tanuico, si l'uno ehe l'altro unito al-1'oppio; e pur giovevole I'uso del nitrato di argento (3) eontro il vomito impetuoso e la sete ardente ; allorquando perö I'ara-malato vomita assolutamente qualunque sostanza appena de-glutita, e conveniente ricorrere alle iniezioni ipodermiche di idroclorato di morfina o di eloralio (V. Vomito).
Nella forma grave con eontemporanea infiammazione del tessuto connettivo sotto-mueoso , si deve pur fare un tratta-mento sintomatieo, ed in ragione della rapida adinamia, aver cura di ricorrere all'uso della canfora, di tonici e di leggieri eccilanti.
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(1)nbsp; P. Ipccaq. ottima grm. 0,5
F. inf.; alia coiat. gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;
Agg. Tart. cmet. cgrm. 5S. Da amininistrarsi a cucchuno ogni i-2 ore nl cane. (L. I
(2)nbsp; P. Acido solforico grm
Acqua zucchcrata raquo; S. Un cucchiaio ogr.i ora
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(3) V. Nitrato d'argcnto cgrm. 8 Acqua distillata grin. 60 Da in bottincino copcrto con carta nera.
S. Un cucchiaio da caffe ogni 6 ora; ncgli intervalli si da acqua S00 ghiacciata airammalato cane.
(L. Biusasco).
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cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
b) Gastrite catarrale cronica. E molto frequente nei ca-
valli specialraente, e nei cani da grembo; puö essere pri-
mitiva o saccedere all'acuta, ma in ogni case ha un corso
essenzialmente lento. Le lerminazioni sono: la guarigione,
lo slato stazionario , ed a voile la morte e conseguenza di
oligoemia e di marasmo, ed il raalato soccombe con idripisie
cachetiche piü o meno estese.
Terapia. L'indicazione causale richiede urgentemente di tenere gli animali nelle volute condizioni igienico-dieteliche, quando il catarro e provocato da un qualunque degli errori di igiene ehe fanno parte deU'eziologia.
Nei catarri cronici, ehe originano da stasi venosa , l'indicazione prima e data in realta dalla lesione prima ehe pro-voca la stasi, - malattia del fegato, del cuore, del polmone, ecc.; ma per lo piü non si puö soddisfare aU'indicazione causale, e dobbiamo limitarci ad un trattamenlo sintoraatico-razionale dell'alterazione stomacale.
Nei traltamento del catarro cronico si deve innanzii tutto badare al regime, poiche costituisce, a dire il vero, questa malattia un vero stalo cronico dispepsico; epperö pasti rego-lari e poco abbondanti, badando ehe la minore quanlila dei cibi sia compensata dalla migliore qualita, e siano ognora gli alimenti di facile digeslione. Nella scelta dei cibi si ayra sempre riguardo alia digeslione deH'ammalato ; nei carnivori, allorche rirrilabililä e I'intolleranza dello stomaco sono molto accusale, bisogna cominciare con un regime lalteo, o con siero in principio, ehe ha il vantaggio di non fare dei grumi grossi e duri come il lalte; nei casi di erultazioni acide, di pirosi, si puö aggiungere al lalte delle piccole dosi di magnesia o di bicarbonalo di soda, od allungarlo con aequa di
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267 calce. Quando quests alimentazione e ben sopportata per al-cuni giorni, si fa uso dopo di brodo concentrato, di tuorli di uova o raeglio di came, proibendo perö le carni grasse, e dandola ben divisa ed in piccole porzioni per volta; migliore sarebbe ancora la carne salata od affuraicata, poiche eccita la secrezione del succo gastrico, ed ha ancora il vanlaggio di decomporsi meno facilmente.
Negli erbivori si daranno pure alitnenlidi facile digestione, -tubercoli, radici cotte, brodo d'orzo o di avena, the di fieno, acqua con farina di segala, pastone, piccola quantith di fieno, ma di ottima qualitä ; viene pur raccomandato I'alimento verde, il quäle non gioverä sicuramente in organismi depe-riti per insufficiente nutrizione. Noi osainmo con vantaggio, anche in questi animali, il lalte ed il siero, e le panate, oltre ai cibi suindicali. Questo regime deve sicuramente essere combinato coll'uso di medicamenti diversi a seconda delle prevalenze sintomatiche. Quando e costante la pneumatosi stomacale, e dopo ciascun pasto acquista un grade conside-revole, bisogna ricorrere al carbone medicinale, o al bicarbonate di soda, all'acqua di calce, al bismuto od alia magnesia.
Trovano la loro indicazione gli acidi diluiti, a piccola dose, e sono contro-indicati gli alcalini, quando il contenuto dello storaaco, per il molto muco decomposto, e di reazionealcalina, od in cui lo stomaco per altre cause non segrega sufiicienle quantitä di succo gastrico. L'opportunita del loro impiego e resa manifesta dall'abbondanza e persistenza deH'intonaco saburrale della lingua (solipedi e cani), dal caratlere mucoso delle materie vomitate (carnivori ed onnivori); ed in tutti gli animali dalla mancanza di eruttazioni acide e dall'impo-tenza degli alcalini.
Nei casi in cui I'appetito e molto diminuito, le digestioni penose e diilicili senza sviluppo considerevole di gaz, per atoniu della mucosa gastrica e per I'inerzia dei muscoli del venlricolo, conviene I'uso di slimolanti , leggeri eccilanti, tonici e dei ferruginosi, - cosi camomilla, ombrellifere aroma-
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tiche e specialmente angelica ed anice, menta, melissa, gen-ziana, quassio, Colombo, china, ecc, e nei casi ribelli la noce vomica unita alia quassia amara da ancora buoni risultati,-I'ipecacuana unita all'aloe in piccola dose, e nei piccoli ani-mali unila al rabarbaro, e ognora riuscita di sommo van-taggio; tra i ferruginosi conviene scegliere l'uno o I'altro preparato a seconda di special! condizioni inerenti allo state del malato: cosi si puö ricorrere a preparati insolubili - li-matura di ferro stacciata e porfirizzata, ferro ridotto coll'i-drogeno, carbonato di ferro, quando per la combinazione loro cogli acidi del ventricolo possono divenire solubili e non si abbisogna nello stesso tempo un' azione astringente, nei qual caso si puö pure adoperare il tartrato ferrico potassico, ehe e solubile; invece si ricorre a preparati solubili e me-diocreraente astringenti, solfato ferroso ecc, quando si abbisogna di fare una cura marziale, e nello stesso tempo di combattere piu o raeno ostinate diarree.
La costipazione pressoche costante nei catarro gaslrico cro-nico, deve essere combattuta coi purganti catartici, - rabarbaro, magnesia, senna, aloe, ecc, oppure con drastici, ehe agiscano specialmente sulle intestina crasse, su cui hanno azione elettiva, gialappa (1), scamonnea, coloquintida (2) ecc, e lasciano pressoche intatte le vie superior!. Nei cani contro I'atonia del ventricolo usiamo pure volentieri il magislero di bismuto unito al latlato di ferro (3).
Se all'opposto la iiarrea accompagna il catarro gaslrico eronieo per estensione delTinfiammazione all'intestino, si ricorra aH'uso di medicamenti appropriati, come diremo di-scorrendo dell'enterite acuta e cronica (V. Diarrea, pag. 184).
Egli e sempre necessario di ristabilire le funzioni della cute eon buon governo della mano; ed e specialmente in quej catarri ehe sono conseguenza di un raifreddamento ripetuto o dell'influenza di un clima freddo-umido, ehe conviene ecci-tare la traspirazione cutanea con frizioni stimolanti, alcool canforato ed essenza di treraentina ecc, e eon buone coper-ture di lana.
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#9632;#9632;
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(1)nbsp; P. Gialappa polv. grm. 43-30
S. Da amministrarsi in due volte nel maiale colle sostanze ali-
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S. Uno al mattino e I'altro alia laquo;era al cavallo.
(L. Brusasco).
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mentari, o ncU'acqua tiepida.
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(3) P.
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Magist. bismulo grm. 1-2
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(L. Brusasco).
(2)nbsp; P. Aloe soccotrino grm. 45-20
Coloquintidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5
Polv. cd estralto di genziana
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Lattato di ferronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 2-4
Zuccaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 40
43 cartelle; una tnattina e (L. Brusasco;.
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q.b. per farnc due boli.
c) Gastrite tossica. L'acido arsenioso , il fosforo , i sali d'argento, di mercuric, di rarae, i Teleni acri vegetali ed animali, deglutili determinano per irrilazione direlta una gastrite acutissima, ma non ne distruggono il tessuto per una eombinazione chimica immediata. All'opposlo gli acidi mine-rali concentrati, e gli alcali causlici producono piullosto una distruzione del tessuto, cui sono messi in conlatto, in con-seguenza di combinazioni chiraiche, ehe uniscono il veleno agli elemenli del tessuto delle pareti gastriche, e ne aboli-scono la loro vitalitä; l'aeido soiforico, nitrico, cloridrico, ossalico , la potassa caustica , I'ammoniaca, appartengono a questa seconda categoria. Per la loro azione distruttiva immediata , questi agenti lasciano ordinariamente traccia del loro passaggio nella bocca, faringe ed esofago; anzi alcune volte le alterazioni si estendono piü o meno sino nelle in-testina, non estinguendosi la loro affinila chimica nello sto-maco, come ben a ragione si osserva da illustri cultori le scienze mediche.
Terapia. Nel trattamento di un avvelenamento confermato si deve avere per iscopo: 1* o di allontanare direltamente ii veleno introdotto nello stomaco, - 2deg; o di renderlo inattivo, o colla somministrazione di quelle materie ehe con esso for-mano composti insolubili e per se stessi innocui, o ehe in-volgono le sostanze tossiche, - 3deg; finalmenle di combattere od almeno di miligare gli effetti consecutivi, ehe gia sonosi presentati (Forster).
L'allontanamento diretto della sostanza tossica e solo pos-sibile nei porci, gatti e cani, e quando la cura viene intra-presa tosto dopo I'avvenuto avvelenamento; si danno a tale scope gli ernetici (pei veleni acri e meglio l'ipecacuana), e si
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mantiene il vomito, quando ha gia avuto luogo per azione delle sostanze velenose stesse, amministrando acqua tiepida o lalte; e solo allorquando il vomito e troppo vioienlo e dura troppo a iungo, ehe si deve cercare di combatlerlo colla tin-tura di oppio, coU'estralto di giusquiamo, e meglio con pic-cole dosi di polveri effervescenti (V. Vomito).
Ma dopo di aver abbondanti vomiti ottenuti, si deve ri-correre aU'ainministrazione dei cosi delti contravveleni, an-tidoti, cioe: contro I'arsenico si da il sesquiossido di ferro idrato (nella dose di circa 12 volte quella dell'arsenico, ma se la quantitä di questo non e nota, se ne amministrano ai grandi animali, 50-100 grra., ai cani 6-12 grra. nell'acqua calda , e si ripete questa dose, ad intervalli di mezz'ora, 3-5 volte),oppure la magnesia; - control preparali antimoniali in genere : i decotti di noce di galla, di corteccia di quercia, di radice di tormentilla, e decozioni astringenti in genere • -contro il rame ed il mercurio: l'albuminina, cd il solfato di ferro; - contro il fosforo: I'acqua di calce, l*albumina, la ge-latina, Tipoclorilo di magnesia (1 parte di magnesia calcinata con 50 parti di acqua di cloro); - contro i sail d'argento: il sal comune, I'acqua di fonte con I'albume; - contro i veleni acri vegetali : I'acqua clorata, le soluzioni di cloruro di calce (4 grm. di cloruro e 10 gocce di acido cloridrico in 500 grm. di acqua); - le bevande mucilaginose con un po' di canfora, quando I'avvelenamento dipende dalle cantaridi; - il decotto di noce di galla, il tannico sciolto nell'acqua od il cloralio idrato, contro i danni della stricnina.
Ma se la soslanza lossica ha di gia prodolla un'infiamma-zione piu o men grave dello stomaco e delle inteslina si combattera questa secondo le regole da noi indicate a pro-posito della gastrite acula grave, e specialmente coll'ammini-strazione di farmaci mucilaginosi ed oleosi ecc, ed aH'uopo anche con salassi. Pero se giovano i vomitivi contro i veleni di azione lenta e durevole, amministrati anche dopo al-cune ore dall'ingestione della soslanza tossica (arsenico, veleni acri vegetali ed animali), sono all'opposto senza utilitä
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271 contru gli avveienamenti per acidi ed alcali concentrati, poichA agiscano con tanta rapiditä, ehe anche poco tempo dopo I'in-gestione, si puö ben poco sperare dagli stessi antidoti. Ad ogni modo allorquando il zooiatro e chiamato immediatamente dopo Tavvelenamento, deve prescrivere i convenient! contrav-veleni. Cos! se si tratta di acidi, si darä la magnesia, il carbonate di soda o di potassa in soluzione, od in sospensione in gomraa, od olio, oppure , in mancanza dgt; dette sostanze, dell'acqua saponata, del latte, deirargiila in polvere; - contro gli alcali caustici, si devono amministrare gli acidi vegetal! o rainerali diluiti, od una grande quantita di acqua con aceto. Si noti perö ehe due ore dopo 1'ingestione del veleno, non conviene piü I'araministrazione dell'antidoto, ma bisogna in questi easi fare un trattamento sintomatico; - si sa ehe giova il freddo inlus ed extra ; epperö si propini acqua fcedda, ghiaeciata ed in piccola quantita , e se e possibile, si diano agli avvelenati piccoli pezzetli di ghiaccio, e si ricorra a continuati foraenti freddi sul ventre.
Come mezzi involgenti si usano, partieolarmente quando traltasi di veleni aeri, le sostanze muciiaginose, ovvero si cerca di diluire la sostanza tossica eon molt'acqua.
Faccio punto e non mi occupo maggiormente degli avveienamenti, perche so essere in corso di stampa il trattato di tossicologia dell'egregio Direttore di questa scuola, Professore Cavaliere Domenico Vallada,
Al bisogno si potrebbe dai zooiatri ricorrere al seguente contravveleno multiple, proposto dal leannel, da darsi nei easi nei quali si ignora la sostanza ehe ha prodotto I'avvelena-raento : Soluzione di solfato fenico della densilä di 1,45. 100 parti
Acqua comune......... 800 raquo;
Magnesia calcinata........nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;80 raquo;
Carbone animale layato......nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;40 raquo;
Si conservano a parte, da un lato la soluzione di solfato fenico, daH'altro la magnesia ed il carbone animale in una boccia di acqua. Nei momento di servirsene si mescolano i
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due liquid! e si amministra la miscela in dosi interrotte da
50 a 100 grin. neH'uoaio.
Clossiie laquo; paralisi delta lingua, a) L'iniiammazione della lingua, glossite, e superGciale o profonda. La giossite super-ficiale, cioe rinfiammazione della membrana mucosa ehe ri-copre quest'organo, e pressoche sempre unila alia stomatile, ed appunto determinata dalle medesime cause.
La glossite profonda e rara, ma I'acula interessa pressoche aempre la totalila, od almeno una gran parte della lingua. La cronica puö essere primitiva o conseguire all'acuta.
Terapia. La glossite superficiale, allontanate le cause, per esempio i corpi estranei, le punte sporgenti dei denli, cede at semplici gargarismi ammollienti, alle iniezioni rinfrescanti ed acidulate; si deve perö raccomandare di sottoraetlere gli animali all'uso di alimenti di facile masticazione e non ir-ritanti.
Ma nella glossite profonda acuta, 11 trattamento deve essere assai pronto ed energico. Bisogna immediatamente pra-ticare delle profonda incision! al dorso della lingua, ehe ne interessano un terzo ed anche la metä e piu della sua spes-sezza. Per lo abbondante scolo di sangue ehe ne succede ad una tale operazione, I'organo non tarda a diminuire di volume: con nessun altro mezzo se ne puö ottenere un risul-tato cosi favorevole. Se ne avvalora quindi I'azione coll'in-troduzione nella boeca di pezzetti di ghiaccio e con siringa-zioni di acqua pur possibilmente fredda od acidulata. Se cio malgrado gli animali fossero minacciati d'asfissia, conviene ricorrere alia tracheotoraia.
Nei casi meno gravl bastano incisioni meno numerose e profonde, e le suindicate applicazioni locali.
Allorche la glossite si termina per suppurazione, si da uscila al pus per mezzo di un'incisione praticata con un fa-ringotomo o col bistori, e si prescrivono dei gargarismi in prima etnollienli e caldi, e poi astringenti; se la suppurazione si prolunga, si rimpiazzano con iniezioni toniche di decotto di china, e si medica colla tintura di mirra o di aloe la piaga.
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Quando la glossite tende a terminarsi per gangrena, si im-piegano i collutorii di decotlo di china, si pralicano scariG-cazioni, ed all'uopo si esportano le porzioni mortificate; giovano le applicazioni locali di acido fenico.
Allorquando la glossite, come si nota sopraltutto nei grandi ruminanti, e provocata da raorsicature della tipera, conviene praticare prontamente larghe scarificazioni, e cauterizzare coU'ammoniaca liquida.
Se la glossite acuta passa allo state cronico, se ne ottiene difficilmente la guarigione. Gio non pertanto colla perseve-ranza nell'impiego dei salassi locali, dei topici astringenti, e colla medicazione quindi coll'ioduro di potassio, se ne ot-tengono alcune volte dei buonissimi risultati.
Kella glossite cronica primitiva, si deve sottrarre la causa irrilante ehe ha prodotta la lesione. II trattamento curative, quando e recente, non varia da quello indicate per la glossite cronica secondaria; se all'opposto e antica, non havvi allro ricorso ehe un'operazione chirurgica.
b) Paresi e paralisi della lingua. Si osserva piu frequen-lemente nei cavalli, muli e bovini, ehe non negli allri ani-mali; puo essere completa od incompleta, generate e par-ziale; e perö piü frequente quest'ultima ehe la prima. E spe-cialmente negli animali vecchi e sfiniti dal lavoro, ehe si ha la paresi o paralisi incompleta. La motricitä della lingua, essendo dovuta all'influenza dei due ipoglossi, la sua paralisi completa non puö osservarsi, ehe in seguito alia lore abo-lita influenza, e ciö si ha assai raramente nei nostri animali domestiei.
Terapia. II trattamento curative varia colla condizione ezio-logica; cosl se dipende da infiammazione, compressione , atrofia ecc, da soluzione di continuitä dei nervi suindicati, si deve ricorrere ai mezzi da noi indicali a proposito di queste diverse lesioni.
Se e essenziale, dipendente cioe da serapliee ipostenia ner-vosa, giovano le frizioni stimo'anti, eccitanti sulla lingua e
Diz. Bnisusco,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;18
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negli spazi intermascellari, e specialmente con strknacei, i
quali giovano anche dati internamente.
Lafosse consiglia le frizioni di tintura di noce vomica sulla lingua, a vescicatorie avvalorate colla slricnina negli spazi intermascellari, o punte di fuoco superliciali sopra la lingua, non ehe la sua eleltrizzazione e via via.
Gozzo. II gczzo non e molto frequente nei nostri ani-raali domestici, se si ecceltua il cane; i muli sono pure piü soggelti ehe gli altri solipedi aH'ipertrofia della glandola ti-roide. Secondo il Vicat le propriela riunite dell'acqua, del suolo, e deH'aiia, agendo su certi teraperamenli, fanno na-scere tale affezione. Perö noi possiamo affermare ehe non raramente la compressione esercitata dal collare e causa di tiroidite nei cani, gozzo acuto e cronico; l'acuto e piuttosto frequente nei cani giovani e delicati.
Terapia. Si consiglia 1'emigrazione pel gozzo enzoolico; questo perö fu osservato assai di rado nei nostri anirnali.
Contro il gozzo acuto dei cani giovani si puö ricorrere con vanlaggio all'applicazione locale di sanguisughe; ma le diverse preparazioni di iodo, adoperate tanto internamente ehe esternamente, costituiscono il miglior trattamento del gozzo. Cosi conviene ricorrere alle frizioni di tintura di icdo (1), di pomata di ioduro di potassio semplice o iodata (2, 3), di pomata di ioduro di mercurio, ed all'uso interne nei casi gravi e ribelli, del iodo e suoi preparati (4, 5).
L'eslirpazione della glandola tiroide ipertrofica non deve farsi, avuto riguardo alia diflicolta di praticarla a causa della presenza di grossi vasi, di nervi ed altre parti delicate in detta regione, die nei casi estremi, cioe allorquando gli altri mezzi hanno fallito, ed il gozzo pel sue grande volume da luogo a gravi accidenti (diflicolta della deglutizione, della re-spirazione e via via).
(1)nbsp; P. Tintura di iodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; pnrtinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Olio fcgato merluz. grm. 40
gt; di nocc-galla egualinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a, linimento.
S. Fa due fiizioni al gioruo alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per frizioni sul gozzo nei
goizo del cane. (L. Brusasco). solipedi.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brus^seo).
(2)nbsp; P. Ioduro di potassio grm, 5 (5) P. Ioduro polassico grm. 4
Iodo purenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Unguento mercuriüle,
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Sugna porcina aa grm. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Un cucchiaio mattina e sera
M. c F. Ungucnto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;ad un cane col gozzo. (L. B.).
S. Per frizionarc una volta alnbsp; nbsp; (a) P. loduro di polassio grm. 2
giorno. (May).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acqua distillata raquo; 60
(/i) P. loduro potassio grm. 1-2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi in una volta ad ua
lodo ceutigrm. 8-13nbsp; nbsp; cavallo; si ripetcra qucsta dose per
Acqua grm. 200nbsp; nbsp; 4-6 scltim. ogni 3-4 di. (Förster).
Grandine del maiale. Si designa con tale denominazione quella forma morbosa dei suini determinala dalla presenza nel loro organismo di un parassita particolare conosciuto ge-neralmente col nome di cysticercus cellulosae. Questo fu conosciuto nei maiali fin dai tempi piü remoti; la sua natura animale fu scoperta da Goze nel 1784, e nell'uomo fu tro-vato da Werner nel 1786. II cisticerco e la larva di un verrae solitario, ehe vive soltanto nell'intestino lenue del-l'uomo, taenia solium. Non e ben certo quale sia la via per cui gli embrioni si portano nei tessuti; pare perö ehe sia piü frequente quelladella vena porta.
NeH'uomo puo avvenire I'autoinfestione, ma negli animali solo per I'introduzione nei loro venlricolo di uova mature sia libere (ehe i suini introducono cogli alimenti o colle be-vande nel loro ventricolo), sia venute fuori dal corpo del-I'uorao con un'articolazione del verme solitario, degli anelli o proglottidi delta taenia solium cioe ehe abita I'intestino del-I'uomo. Se poi la came dei maiali infesta da cisticerchi viene mangiata dall'uomo, si sviluppa in questo la taenia solium.
Terapia. La grandine del maiale ^ incurabile, perche non si conoscono farmaci capaci di uccidere i cisticerchi, die si trovano nelle varie parti deH'organismo dei suddet'.i animali; per cui e conveniente eonsigliare addiriltura Fuccisione dei suini ammalati, qualora si possa fame certa diagnosi.
Per prevenire poi lo sviluppo della malattia nei maiali, si deve impedire ehe questi introducono nel loro organismo delle proglottidi o delle uova della taenia solium; e cio si puö oltenere non permettendo ai maiali di pascoiare nelle localita, ove si trovano escrementi umani, e col regolare igie-nicamente la loro alimentazione.
E per evitare lo sviluppo della taenia solium nell'uomo e non vederlo conseguentemente invaso da cisticerchi, non de-
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vesi assolutamente permettere di mangiare came di suini affetti da gramigna o grandine, cruda o mezzo cruda, non essendo vero ehe la salalura, sia pur abbondante, valga a far morire tutti i cisticerchi, siano pur situati profondamente. Noi crediamo, appoggiati all'osservazione, ehe la bollitura e I'arrosto della came finche I'mterno abbia perduto il color roseo e molto piu il sanguigno, ammazza le larva, le quali secondo altri resisterebbero mollo meno ad un buon tagliuz-zamento ed alia affumigazione ben fatta della carne stessa.
Nemmeno il lardo puo impunemenle usarsi crudo dairuomo ad uso alimentare (*).
Gravidanza. Si designa col nome di gravidanza, o ge-stazione, quello stato parlicolare nel quale si trovano le feminine dei nostri animali domestici dal memento in cui hanno concepito, fino a quello in cui il prodolto del concepimento si e trasformalo in un novello individuo capace di vivere da se. Quando I'uovo fecondalo arriva senza ostacolo nella ma-trice (il tempo cbe esso impiega a percorrere la tromba e vario, cosi nelle coniglie e nelle cavie, sembra essere di 3 giorni, nei ruminanti da 4 a 5, e nelle cagne da 8-10 giorni), vi si mantiene e vi si sviluppa, la gravidanza dicesi natu-rale, normale, uterina od intra-uterina; ma quando I'ovulo fecondato, per qualche ostacolo non puö discendere nella cavitä uterina e si sviluppa fuori di essa, allora chiamasi gravidanza contro nalura , anormale estrauterina; e questa puö essere ovarica, tubarica ed addominale, secondo ehe l'ucvo fecondato si sviluppa nell'ovaia, nella tromba o nella cavitä addominale.
La gravidanza si dice semplice, quando la matrice non racchiude ehe un sol felo; - multipla o composta, quando vi esistono piü feti; - complicata, quando uno o piü neoplasm!, una gran quantitä d'acqua, una malattia qualunque del prodotto del concepimento o dell' utero e via via, vi si riu-
(*) Chi desiderasse conosccre le norme attunlmentc in vigorc nello nmmazzatoio di Torino al riguardo, pud trovarle in una relazione del colloga cd amico Volante, slampata nel Giornalc di Mcdicina-f' eterinaria pratica a pag, is, anno 1875.
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277 nisce; falsa od apparenle, quando vi sono nell' utero neo-plasmi molto voluminosi o liquidi senza feto, ehe inasche-rano i sintomi della vera gravidanza.
II zooiatro ostetrico non solo e consultalo per sapere se una femmina e incinta, ma anche per sapere a qual epoca della gravidanza essa e giunta (trattandosi di femmine da poco tempo acquistate) , ed a qual epoca avverrä il parto; per cui e necessario conoscere la durata ordinaria della gravidanza slessa.
La durata della gravidanza, oltre all'essere molto varia nei differenti animali, presenta pure anomalie per riguardo al tempo medio stabilito per ciascun animate, in rapporto allo stato di nutrizione, all'individualilä della gravida, alia natura del lavoro, cui e obbligala, avendosi appunto del parti pre-coci e dei parti lardivi.
Noi perö esaminando le numerose statistiche giä pubblicate su questo soggetto, ed attenendoci alle noslre osservazioni, crediamo poter ridurre la maggiore o minore durata, e la media della gravidanza nei seguenti termini:
Durata della gravidanza.
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Cavalla .
Vacca . .
Pccora e Capra (*
Troia .nbsp; nbsp;.
Cagna .nbsp; .
Gatta .nbsp; nbsp;.
Conialianbsp; .
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Dur. massima osscrvata
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17 mesi (Hamon)
530 giorni (Fürstemberg)
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(*) Nella capra la gcslazione, in gencrale , si prolunga un po' piu ehe nclla pecora; il Magne fissa la media a ciuque mesi e mezzo.
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Perö volendo, come abbiamo accennato, riguardare la cosa dal lato pratico, non dobbiamo dimenticare le numerose oscil-lazioni in piü od in tneno ehe l'esperienza ci mostra ogni giorno, avvertendo ehe le femmine giovani e le primipare ben nutrite, ed in generaie le femmine, ehe si tengono in riposo assoiuto, hanno d'ordinario una gestazione un po' piü lunga delle femmine ehe si trovano in opposte eondizioni.
Guttaromicosi. II primo easo di gutturomicosi e stato osservato dal prof. Rivolta, ed un secondo fu notato dal ve-terinario Gorradi. Quesla malattia, al dire del Rivolta, eo-mincia eolla vegetazione di un fungo (gutturomyces equi) nel fondo di una delle saccoccie guttural!; si forma perciö ipe-remia, proliferazione della mueosa, e formazione di un' ul-cera, nel cui fondo germoglia il micelio: l'ulcera sempre piü si dilata e sprofonda tanlo ehe quando l'irritazione si e pro-pagata al nono paio, allora cominciano i fenomeni di paralisi ne' muscoli ehe servono alia deglutizione, ed osservandogli ammalati, quando mangiano e quando bevono, si scopre ehe una parte deU'alimento o della bevanda esce per le cavitä nasali e ehe ö causa per conseguenza di scolo nasale ece.
Terapia. La sola cura da tentarsi si e, secondo il Rivolta, la puntura delle lasche guttural! e l'iniezione di soluzioni antizimiche; noi perö crediamo conveniente di pratieare nello stesso tempo frizioni vescicatorie (V. Angina).
Idramnio. Consisle nell'lpersecrezione del liquido am-niotico. Si osserva speeialmente nelle vacche, ma fu pur notato nella cavalla e capra.
Terapia. 0 trattamenlo deve variare a seeonda dello state dell'animale e l'epoca della gravidanza. Cos! se per tale ac-cumulazione sovrabbondante di sierosilä nell'amnios, la gra-vida non soffre raolto, e conveniente fare una semplice cura pallialiva coi diuretici ece., ed attendere l'epoca del parto, tenendo ognora l'ammalata in buone eondizioni igienico-die-tetiehe. Ma se e minacciata la vita dell'inferma, si deve pro-cedere senza esitazione all'evaeuazione del liquido, ehe di-stende 1'utero, per la vagina, mediante la puntura delle
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279 membrane, non essendo convenienle la punzione del fianco, come pratico il Corlwright. A tale scopo se il collo dell'utero 6 gia abbaslanza aperto, oppure se le membrane sono di giä in vagina, si lacerano colle dila; in caso contrario si introduce prima Tindice della mano destra nel collo dell'utero, si dilata con precauzione, e quindi facendo scorrere lungo il braccio e la superficie palmare un bastoncello di legno con punla acuminata , od un trequarti soltile e lungo, si apre il sacco dalle acque, le quali scorrono subito fuori; I'utero si contrae e quindi 1' espulsione del feto ha luogo 12-36 ore dope. Se questa espulsione si facesse molto atten-dere, bisognerebbe favorirla coi noti mezzi aborlivi. Del resto trattandosi di ricorrere all'aborto artificiale, si polrebbe anche lentare semplicemente I'irritazione della bocca dell'utero fatta colla punta delle dita conformate a cono.
Le cure successive della femmina, sono quelle stesse ehe convengono dopo un parto ordinario o prematuro, piü o meno laborioso.
Idrocefalo. Chiamasi idrocefalo I'idropisia delTencefalo. Si intende , ehe ivi noi non intendiamo di parlare dei ver-samenti sierosi, o siero-fibrinosi, ehe hanno luogo nel decorso di meaingite. A seconda poi ehe l'effusione sierosa ha luogo prima o dopo la perfetta chiusura delle suture eraniche, I'i-drocefalo e distinto in congenito ed acquisito.
o) Idrocefalo acquisito. 11 liquido sieroso prodotto dell'exo-smosi vascolare puö raccogliersi tra la dura raadre e 1' a-racnoidea (idropisia sopra aracnoidale, idrocefalo esterno); negli spazii sotto aracnoidali (idropisia sotto aracnoidale) ; oppure ha sede nella spessezza della pia madre (edema della pia madre); nella spessezza del tessulo nervoso (edema cerebrate); infine piü spesso l'effusione sierosa si raccoglie nei ventricoli del cervello (idrocefalo interno, o ventricolare). t, appunto quest'ultima variela, ehe coincide sovente coll'edema della pia madre, e dell'encefalo, ehe si inlende indicare a lorchö si impiega il vocabolo idrocefalo senz' altra qualifi-cazione.
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Tali effusioni idrocefaliche , al punto di vista patogenico, possono essere meccaniche o discrasiche, idrocefalo mecca-nico, e meccanico-discrasico. Le prime risultano da un osta-colo meccanico alia circolazione del sangue venoso; e le se-conde sono effetto di alterazione idremica del sangue. Ma anche in questi idrocefali discrasici pare ehe vi concorra un'influenza meccanica, ehe basta anehe leggiera per la pro-duzione del versamento sieroso dal sangue, di gia alteralo nella sua crasi, attraverso alle pareti vascolari, aumentandone la pressione endovascolare.
Oltre a queste due forme d'idroeefalo, si ammette ancora un idrocefalo essenziale, delto altrimenli altivo od idiopatieo, cioe non dipendenle ne da un ostacolo al corso del sangue, ne da precedente diserasia ; ma si riferisee od a flussione capillare diretta o riflessa. Infine qual forma Specials , ma rarissima, viene menzionato quello ehe si puö sviluppare in conseguenza di impicciolimento del eervello, atrofia parziale o generale dell'eneefalo, ehe e detto idrocefalo ex vacuo.
Basandoci poi sulla rapidila del versamento, noi distingue-remo tre forme d'idroeefalo per renderne piü facile la diagnosi, cioe: 1quot; idrocefalo acutissimo od apoplettico, descritta ancora col nome di apoplessia o congestione sierosa); - 2' idrocefalo acuto o rapido; - 3' idrocefalo lento o eronico, il quale se-eondo ehe decorre con sinlomi comatosi semplicemente, o ehe questi sono alternati con parossismi di fenomeni eretistici, vertigine furiosa, si distingue in idrocefalo eronico comatose, muto, balordo, imbeeille, cd in furiose o mania.
La diagnosi di questo idrocefalo eronico non e difficile. Lo state comatose, l'insensibilitä deH'orecchio e corona, la po-sizione abnorme delle estremitä, I'occhio e lo sguardo fisso, ma stupido con dilalazione deila papilla, I'ambliopia, I'inter-ruzione nella preenzione e raasticazione degli alimenti, I'an-dalura goffa e titubante, e la mancanza anche nell'idroeefalo muto-furioso di sintomi febhrili, sono fenomeni sufficient! per far distinguere quest'affezione a corso lento e presentante leinporarie esacerbazioni e transitorie remissioni, oppure per-
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281 sino una transiloria regressione, daiia meningo-encefalite, e da tutte le malattie ehe si presentano con sintomi di de-pressione e di irritazione.
Terapia. Nell'idrocefalo apopleltlco ben poco puö aspellarsi dal trattamenlo curativo; pero anche in queslo come nell'a-cuto, se i'anamalato e robuste, il polso forte, resistente e duro, puö essere utiie il salasso. Inoltre conviene agire ener-gicamente sulle intestine, purganti drastic! e clisteri evacuanti,-sui reni, diuretic!, - sui coinune integumento, diaforetici, e ad avvalorate frizioni secche, onde provocare il piü presto possibile una spogliazione sierosa pronta ed abbondanle; I'ap-piicazione del freddo sulla testa inQne non deve essere tra-lasciata, specialnoenle quando si hanno sintomi di eccita-zione. Se il delirio perö e furioso , devesi ricorrere all'uso del cloralio idrato, il quäle puö pur applicarsi per clisteri, e nei piccoli animali anche per via ipodermica. Se I'amma-lato all'opposto ö di continue in profondo sopore, ollre alle frizioni eccitanli, puö ancora essere richiesto I'uso degli ec-citanti ed iperstenizzanti all'interno, idrocefalo comatoso.
Nell'idrocefalo a corso lento e ancora ai ripetuti purganti, emetico unite al solfale di soda ad alta dose giornalmente (*) e clisteri, ai cataplasmi di ghiaccio sulla testa, ai setoni ai lati del cello, ai rivulsivi cutanei (1), ehe si deve dare la pre ' ji. E chiaro ehe la flebotomia in questa forma non solo e inutile, ma dannosa, ed anche allorquando sopravvengono accessi di vertigine furiosa , ehe devranne anche in questo caso invece cembattersi col cloralio idrato.
In tutti i casi perö il traltamente deve essere avvalorate daU'allontanamento dei momenti causali. E specialmente nella forma lenta ed a sviluppe graduate , die hanno una grande parte le eondizioni igienico-dietetiche: alimenli di facile di-gestione, scuderia fresca e ben aerata ecc.; devonsi in breve premunire gli ammalati nel miglier mode possibile eonlro qualsivoglia influenza nociva.
(') Brusaseo. ßendiconfo ciiato.
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L'evacuazione artificiale della sierosita dai ventricoli cerebral! non da i favorevoli risultamenti, ehe dice averne ot-tenuti I'Haine; non da pure sempre buoni risultati 1'appli-cazione dei vescicanti sul cranio e di nessun vantaggio sono i moxa applicati ai lali della colonna vertebrale.
E necessario avvertire ehe in causa della considerevole diminuzione della sensibilila deH'animale all'azione dei far-maci, se ne devono dare dei medesimi, e specialmente dei purganti, delle dosi molto piu grandi ehe in altre malattie. 11 Pilwax nei cani da il ealomelano o la scilla in unione colla digitale (2, 3); perö noi nei eani, n6 con quesli, ne con altri mezzi, abbiamo avuti incoraggianti risultati.
(1)nbsp; I'. Olio crolontilio grm. 1,25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. Dividi in sei dosi - tre dosi
Olio terebentina •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;15nbsp; nbsp; ai giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pilwax).
Fa linimenlo. Per fi'izioni sullanbsp; nbsp; (5) F. Polv. foglie digit, cgrm. 60 nuca c lati del colic.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; radice scilla grm. 4
(Kohne).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; radice liquir. raquo; 12
(2)nbsp; P. Estratto digit. cgrm. 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. Da darsi mezzo cucchiaio
Colombonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 20 da cafie qualtro volte al giorno.
Zucehero bianco grm. 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pilwax).
b) Idrocefalo congenito. Si osserva in tutti i nostri ani-
mali domestici; ma e nei vilelli, agnelli e puledri ehe si
ineontra piti di frequente; pud svilupparsi durante la vita
intrauterina ed ali'epoca della nascita essere giä ben svi-
luppato, oppure solo aggravarsi pendente i primi raesi della
vita, Allorquando non ä molto considerevole, il parto puö
ancora effettuarsi la merce piu o men forti trazioni esercitate
sul feto; in caso contrario ä necessario ricorrere alia puntura
del cranio con un trequarli assai grosso e ben acuminato,
onde rendere possibile la fuoriuscita del prodotto del con-
cepimento eoU'evacuazione del liquido. Di rado e necessario
ricorrere allo sebiacciamento della testa, e mai all'embrio-
tomia eonsigliata da alcuni zooiatri. L'esito piü frequente di
quest'affezione e la morte; la guarigione complete non amp;
certo possibile, allorquando e eonseguenza di vizii di eon-
formazione.
Terapia. Gli evacuanti, i diuretici ed i rivulsivi si sono
ben tentati, ma se ne banno ottenuti risultati ben poco sod-
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283 disfacenti. 11 Lafosse consigliö la puntura reiterata coll'eva-cuazione, ciascona volta, di una parte soltanto dello siero. Ma anche quesla non giova , poiche il cervello atrofizzato noii si puo piu rigenerare, ed il vuotamento e presto seguito da nuova effusione di siero e da iperemia. Laonde e. un trattamento igienico sintomatico, ehe il clinico deve mattere in opera, - sorvegliare attentamente I'igiene del malato, pro-curare di mantenere Tintegritä delle funzioni nutritive e com-battere i fenomeni piu allarmanti.
Idroceie. Si da una tale denominazione ad un tumore, molle e freddo, formate da una raccolta di sierosilä sia nel tessuto celluiare dello scroto (idroceie esterno o per infil-trazione, meglio edema deiio scroto), sia in uno degii invogli dei testicoli o del cordone teslicolare.
Perö e specialmente airidropisia della tunica vaginale, la raccolta avendo appunto luogo nella cavita di questa sierosa, nella quale gia allo stato sano, se ne trova una piccola quan-tita, ehe si vede spruzzare nell'operazione della castrazione, ehe si applica una tale denominazione. Puö essere congenito od aceidentale, semplice o compliealo di uno stato morboso dei testicoli, o del cordone ; quando complica I'orehite d'or-dinario scompare con questa.
Terapia. Se I'idrocele persiste, od aumenta ancora dopo la risoluzione dell'orchite, si deve rieorrere all'uso di bagni freddi continuati allo scroto; e dopo praticarvi frizioni di un-guento mercuriale, o colia poraata di ioduro di potassio ecc. 11 Lafosse consiglia le frizioni di ossimiele scillitico, e la scilla internamente, non ehe l'unguento di Lebas, e I'empiaslro di Vigo,
Ma se tutti questi mezzi sono infruttuosi , I'idrocele si fa cronico, e puö restare stazionario pendents degli anni. In questo caso conviene rieorrere all'evaeuazione della sierosita, praticandone la punzione con una lancetla o con un bistori, e meglio con un trequarti, mentre colla mano sinistra si spin-gono in alto i testicoli; aicune volte questa semplice opera-zione da buoni risultati. Ma, onde averne piü
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gione, e uecessario far seguire l'evacuazione della sierositä, dall'iniezione con una siringa per la canula del trequarli restato in sito dopo la punzione, di un liquido un po' ecci-tante, od irritante, - cosi vino puro od allungato, acqua al-cooiizzata a 34deg;, e meglio la tintura di iodo diluita in 2-6 volte il suo volume d'acqua, secondo Tantichilä della malattia e I'irritabilita dell'ammalato; detlo liquido si lascia uscire dopo alcuni minuti. Terminata I'operazione, si avviluppa lo scroto di stoppa e si applica un sospensorio. Se dopo due o tre giorni da questa operazione, si presenta una tumefazione inflammatoria dello scroto e degli inviluppi teslicolari, si ap-plicano dei cataplasm! ammollienti.
La castrazione infine e il mezzo piu certo, qualora non si tralti di un riprodultore, ehe si desidera conservare come tale.
Idroemia. Chiamasi idroemia assoluta o cachessia acquosa pura, quelle stato morboso generale, ehe e costituito da un aumento tale dell'acqua contenuta nel sangue, ehe questa si trova di gran lunga superiore in quantitä a tutti gli altri dementi, globuli e principii albuminoidi del plasma , in egual proporzione minorati, come si osserva appunlo nella cachessia ictero-verminosa, conseguendo questa a condizioni eziologiche, ehe valgono a far auraentare la quantitä dell'aequa ed a im-poverire la parte cruorosa del sangue. Ma quando non e l'acqua ehe cangia la sua cifra di relazione, ma solo si trova in quantitä sproporzionala relativameute alle emasie ed al-l'albumina ehe sono deficient! , non si ha ehe un'idroemia relativa, e la sintomalologia stessa e variabile ; in breve in raolte forme di oligoemia (oligocitemia, analbuminiemia ecc), non si ha ehe un'idroemia relativa. Cosi, se lo stato cachelico in generale, impoverimento dell'organismo e della massa del sangue, puo essere prodotlo da moltissime cause, ed ancora tutt'afratto diverse, quali uno scarso o malsano nutriraento, le eccessive fatiche , le grandi perdile cagionate ali'organismo da parassili, siano entozooi od epizooi, le lesioni organiche ehe impediscono in qualslasi modo i process! nutritivi ecc., quesle non bastano per dar luogo alia forma di idroemia di
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285 cui 6 caso, la quäle puö essere semplice o cachessia ictero-verminosa. Sono appunlo i distonai epalico e lanceolate, ehe trovandosi in quanlitä nelle vie biliari delle pecore e bovini, favoriscono l'evoluzlone di quest'ultima forma di cachessia , detta ictero-verminosa per dislinguerla dalla prima, o semplice cachessia, idroemia, ehe non e congiunta a perturbamenli delle funzioni epatiche e ad alterazioni della bile determinate da tali parassiti. Pero un'idroemia semplice assoluta si ha neH'oligoemia acuta prodottasi, o per gravi emorragie o per ripetuti copiosi salassi, in seguito aU'asserbimento interstiziale, come dimostrarono tra gli altri Dumas sugli animali e Bee-querel sull'uemo ; un'idroemia transitoria si puö ancora avere per un abbondante ingestione d'aequa.
Terapia. Si deve fare una cura profilattica e terapeutica. In conseguenza per impedire lo sviluppo del morbo ed il suo aggravarsi, sapendo ehe un eccesso di umiditä nel suolo, nelle abitazioni, nell'atraosfera e negli alimenti, e la condi-zione patogenica della idroemia semplice , e la eoineidenza dei distomi suddetti nei dutti biliari della cachessia ictero-verminosa , si dovranno sehivare i pascoli umidi, inondati, migliorare le eondizioni igieniehe degli ovili, prosciugare merce il drenaggio le acque slagnanli, dare agli animali alimenti di facile digestione, ricchi di elementi alibili e nutri-tivi, ed impedire ehe le eercarie infestino il eorpo delle pecore e dei bovini. Si soddisfa a quest'ultima indieazione colla somministrazione del salecomune (cloruro di sodio) alle pecore la mattina, prima di farle uscire dall'ovile, poiehe questo sale, oltre a migliorare i poteri digestivi, ha pure un'azione parassitieida, essende dimostrato ehe le eercarie, messe in una soluzione di sale di eucina, muoiono. Non havvi aleun dubbio quindi, ehe il sale (1) non sia un prezioso mezzo preservativo della cachessia ictero-verminosa, ma non euralivo perö, se non per quanlo migliora i poteri digestivi.
Furono pur commendati varii mezzi terapeutici per eom-battere la cachessia ictero-verminosa, perö eon niun successo per quanto si riferisce ad agire sui distomi, ehe si trovano
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nei dulti biliari, ma con gran vantaggio per opporsi alle gravi e continue perdile cagionate al corpo degli ammalali dai me-desimi, e per combattere ridroemia semplice. A tale scopo le sostanze amare, toniche e stimolanti, gli eucrasici, epperö i ferruginosi, e specialraente I'assafetida (2) (Vallada), sono da cotnmendarsi. In Francis, ove la cachessia acquosa e mollo frequenle, viene molto vanlalo il pane consigliato dal Rey e dal Delafond, il quäle perö solo giova, secondo noi, come digeslivo ed eucrasico. Contro la malatlia delle pecore pro-dotta dal distomo lanceolato, Prinz consiglia la noce voraica (3).
(1)nbsp; P. Sal da cueina grm. 560 mattino c I'altro alia sera; si deve
Po!v. rad. genz. • raquo; continuarnn 1'uso per molti giorni
raquo; calom. ar.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; raquo; per averne considcrevole vantaggio.
M. e f. polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Da darsi a Icccarc 2-3 volte (3) P. Noee vomicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 8
al giorno alia dose di 7-lb grm. pernbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fegato antiraonio raquo; 120
ogni peeora.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Haubner .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Erba tanacctonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 250
(2)nbsp; P. Assafotidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 10-2Snbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. e fa polv. Da darsi agli am-
Polv. cd estratlo di genziana malati ovini un cucchiaio da tavola q.b. per fame due pieculi boli. al giorno, fino raquo; ehe si present! S. Sc ne amministri uno al miglioramcnto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Prinz).
Idroemia nei conigli. Vanno soggelti a quests malatlia i conigli ehe si tengono in locali troppo strelti, freddi ed umidi, o ehe si nutrono con alimenti verdi troppo acquosi ed uniformi. La perdita dell'appetito, I'immagrimento progressive, il decoloramento della pelle e delle mucose apparent!, la lentezza dei movimenti, I'edema del tessuto cellu-lare soltocutaneo, e specialmente le infillrazioni delle parti declivi, e piü tardi la caduta dei peli e gli spandimenti nelle cavitä del torace e dell'addome, ne sono i sintomi caratteri-stici. Gli ammalali muoiono marasmatici nei termine di un mese o di un mese e mezzo, come viene particolarmente os-servato dal Benion,
Terapia. Egli e tenendo ben nette e ventilate le abitazioni, sostituendo di tanto in tanto una nutrizione tonica, eccitanle e salata, alia suddetta nutrizione troppo uniforme e debili-tante, ehe si possono preservare i conigli da si grave affezione.
Pei malati, oltre ad una lauta e tonica alimenlazione, gio-vano i tonici e gli eucrasici dati cogli alimenti.
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287 Idromeira. Da idor acqua e raitra utero, si intende I'ac-cumulo di siero, o di liquido siero-mucoso o siero-purulento nella cavitä dell'utero. Si produce quando al di lä di un punto ristrelto, od otturato dell'utero per neoplasmi o per flessioni, si raccoglie la materia separata dalla sua mucosa afletta da condizione catarrale, ed acquista I'apparenza sie-rosa; la bocca dell'utero puö ancora essere olturata dal muco stesso. Dicesi emometra quando si unisce al liquido una certa quantitä di sangue, come puö succedere allorquando e nei primi giorni dopo la gravidanza, ehe ne conseguita I'occlu-sione dell'orificio uterino. In alcuni casi la raccolta e tale da siraulare una gravidanza. L'idrometra non e molto frequents, ma fu pur visto accompagnare la gravidanza nelle cavalle, vacche e cagne.
Terapia. Si deve innanzi tutto togliere la causa ehe im-pc.disce I'uscita del liquido contenuto nell'utero; cosi conviene Hgnere il collo dell'utero con pomata di estratto di belladonna, se la sua uscita e ostacolata da spasmo, e ricorrere all'uopo all'introduzione nella bocca dell'utero dalle dita con-formate a cono, o di una sonda, specillo o tube di gomma elastica, - se si trovano neoplasmi devono esportarsi, e, se e necessario, praticare anche incisioni al collo dell'utero, e svuolatolo, combattere I'endometrite cronica e le altre lesioni dell'utero con un congruo trattamento curativo (V. Metrite). Se un idrometra grave si sviluppa durante la gravidanza, conviene pure vuolare I'utero del liquido, e quindi estrarre 11 feto e curare le complicazioni.
Idrope. E uno stato patologico costituito dalla raccolta di un liquido stravasato senza romperne la continuitä delle pareti stesse, avente I'apparenza dell'acqua, analogo cioe alia sierosita del sangue, sia nelle cavitä chiuse naturali dell'or-ganismo, sia nel tessuto cellulare sottocutaneo o viscerale; in breve sono liquide raccolte costituite da trasudamento sie-roso dal sangue. Perö quando lo siero trasudato si raccoglie morbosamente nel tessuto cellulare sottocutaneo e viscerale, si indica la lesione preferibilmente col nome di edema od
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inOltrazione edematosa, e la qualificazione e specificata dal nome della regione o dell'organo interessato, es., edema delie estremita, della faccia, edema polmonare, cerebrale ecc. L'edema poi puo essere parziale o generale; quando e esteso alia totaltta o quasi del congiuntivo sottocutaneo, prende il nome di anasarca. Mentre il nome idrope, idropisia, viene specialmente adoperato per indicare le raccolte di siero nelle cavitä naturali dell'organismo; da alcuni si adopera ancora il nome improprio di spandlmento sieroso. La considerazione della sede poi fornisce le qualificazioni specifiche, cosi si avra I'idrotorace, I'idroperitoneo ecc.
Dicesi ancora libera o saccata I'idrope, a seconda ehe il liquido e libero nella cavita, o saccalo.
Infine si dicono spurie le idropi, ehe avvengono in cavitä comunicanti con I'estemo o in cavila glandolari, i cui con-dotli escretori siansi oslruiti; epperö e idrope spuria I'idro-metra, ridroftalmo ecc.
Gli edemi e le vere idropisie non sono un processo mor-boso, ma un semplice stalo patologico, conseculivo sempre ad altri processi e quindi sempre secondario; perö puö di-ventare una seria complicazione della malallia primaria, e talvolta da se coslituire I'idrope un grave pericolo per la vita dell'ammalato. Queste idropisie perciö, da non confondersi colle idro-flemmasie, sono sempre sintomi, ed il clinico, onde spiegarle, deve soprattutto prendere in considerazione il sangue, poiche esso o e alterato nella sua eras!, od e impe-dito nella sua libera circolazione: in breve le cause delle idropi possono essere le discrasie cosi dette idropigene (idre-mia), ed ostacoli meccanici alia libera circolazione (1'ostacolo ehe impedisce o difficolta il circolo puö trovarsi al cuore, ai capillari dei polmoni, o lungo il cammino di qualche ramo venoso ecc); epperö si avranno idropi meccaniche, e mecca-nico-discrasiche (V. Idrotorace, Idroperitoneo, Idropericardio, idrocefalo ecc).
L'edema culaneo, ehe puö accompagnare ancora diverse
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289 dermatopatie e conseguire ad infreddamenti, per la sua du-rata si distingue in acuto e cronico, e fugace.
Nei bovini e stato notato anche I'anasarca congenito.
Terapia. Nel trattamento curativo dalle idropi si deve in generals mirare specialmente al processo da cui dipendono. Cosi contro gli edemi ehe si presentano per idremia, nel periodo di convalescenza di non poche affezioni esaurienti, sono utili, oltre alia cura ricostituente, le ripetute frizioni secche od avvalorate coll'alcool canforato ed essenza di te-rebentina ecc; le passeggiate e le fasciature compressive.
Si deve cercare nelio stesso tempo di rinuuovere, quando si puo, 1'ostacoio meccenico alia libera circolazione, e di com-battere le malattie del cuore, dei polnaoni, quando di quests n'e I'edema conseguenza.-
II chirurgo, quando la cute e fortemente tumefatta, deve ricorrere a scarificazioni, ehe noi abbiamo riconosciute assai giovevoli, - se si sviluppa erisipela sulle parti edematose, giova I'acqua vegeto-minerale del Goulard (1) , - contro la minacciante gangrena, oltre alle scarificazioni, giovano le ba-gnature con una decozione di china, con emulsione gommosa e canfora ecc. (V. Gangrena).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ^
Nell'edema cronico si adoperano con vantaggio i cataplasm! freddi, cui si unisce solfato ferroso, di zinco, allume ecc, -le fasciature compressive, le frizioni fondenti ed irritanti, ed all'uepo anche la cauterizzazione.
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(1) P. Acet. biombo bas. grm. SO Alcole a 56 B. gt; 25
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Acqua Per basni.
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grm. 1000
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Edema durante la gravidanza. Non infrequentemente si nota quest'infiltrazione sierosa nelle cavalle, ma piü di rado nelle vacche. Nelle cavalle di temperamento linfatico e tenute in assoluto riposo, I'edema si sviluppa gia verso I'ottavo mese di gestazione, mentre in quelle di temperamento nervoso-sanguigno si nota piü raramente e verso I'ultimo mese di gravidanza.
Incomincia I'edema a manifestarsi alle parti inferiori dei membri posteriori, e quindi si estende sino al garretto e
Diz. Brusaico.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 19
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medesimatnente alia parte inferiore del ventre (intavolatura);
puo svilupparsi un vero anasarca.
Terapia. In generale l'edema delle cavalle e vacche gravide non richiede un traltamento atlivo; ed onde ottenerne un miglioraraento, non guarendo ehe col parto, basta nei casi lievi un moderato passeggio al sole, ed un buon governo della mano; ma nei casi gravi conviene ricorrere a frizioni eccilanti e risolulive (vino caldo, alcool canforato), ed al-I'uopo anche a scarificazioni, ove rinfiltrazione e maggiore. Se si tralta di edema per aglobulia, giova una lauta alimen-tazione (V. Anemia), e la medicazione lopica superiormente indicata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; •
Idrorrea nterina. Dicesi in ostetricia idrorrea uterina, od acque false, un flusso sieroso ehe si osserva specialmente verso gli ultimi giorni della gravidanza; il liquido esce a goccia a goccia dalla vulva e dura per quaiche tempo, op-pure sopraggiunge lo scolo improvvisamente e ad intervalli, ma in ogni caso sempre senza ehe la gravida accusi dolori.
Terapia. Non e generalmenle necessario alcun tratlamento curative. Ma e solo allorquando lo scolo e molto abbondante e per lungo teHraquo;po continuato, e compare una grande pro-strazione di forze, ehe si deve insistere sul riposo, su pic-coli clisteri resi calraanti con alcuni grammi di laudano, e sopra una lauta alimentazione, procurando di prevenire tutte le cagioni, ehe potrebbero aggravare la situazione.
Impetigine. Chiamasi impetigine un' affezione catanea segnalata da pustole, disseminate o riunite in gruppi, di gran-dezza varia, della testa di uno spillo, di un granello di miglio, o di un cece ed anche piü. Si indica col nome di pastola una protuberanza dell'epidermide formata da raccolta di pus sotto di essa.
E noto ehe le pustole possono essere idiopatiche, conco-mitanti e sintomatiche. Le prime possono essere prodotte da cause traumatiche, da agenti chimici, od essere conseguenza dell'elevato calore, o di altre sostanze nocive, ehe agiscono sulla cute. Le concomitanli si notano nella risipela (erisipela
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291 impetiginosa), nei process! metaslatici ecc; e le sintomaliche infine in seguito di malattia generate, es., nel processo vaiuo-loso, e via via.
In ogni caso le eruzioni iropetiginose in seguito di forti irritazioni meccaniche si catnbiano in ulcere piü o meno prüfende.
In zooiatria e stata descritta I'impetigine boccale, la lab-biale, quella della criniera e del colic, e I'impetigine dei porcellini.
Terapia, Nell'impetigine boccale, ehe si nota nei giovani vitelli, agnelli, caprctli e porcellini, specialmente durante rallattamento, altorno alia bocca e sul resto della testa, de-vesi anzi tutto cercare di allontanare le influenze nocive, e di combattere le complicazioni. Se le pustole fossero poche ed isolate, si potrebbe ricorrere al metodo ectrotico, cioe aprirle, e quindi toccarne la base colla pietra infernale; in tal modo la pustola si vuota e rimane distrutta.
In ogni caso di impetigine e conveniente procurare pronta e facile uscita alia marcia, e poscia impedire ehe altra se ne produca. Nell'impetigine molto diffusa, si deve nei primi tempi dello stato essudativo ricorrere agli emollienti locali, -lozioni ammollienti, cataplasmi di fecola, bagni di crusca e siraili. Se invece, allorquando il zooialro e chiesto, si trovano di gia in luogo delle pustole, delle eroste, devesi procurarne la loro caduta con grassi, o rammollendole con fomenti or-dinari tiepidi.
Dopo si medicano le parti con infusi aromatic!, con deboli soluzioni di solfato di zinco, o con altri liquid! leggermente astringent!; e assai giovevole I'acido fenico diluito. Negli agnelli quando I'affezione e molto estesa, il May adopera il borace.
NeU'impetigine labbiale dei cavalli, basta ungere le eroste con grassi, e medicare, cadule queste, eon astringent!.
NeU'impetigine della criniera e del collo e necessario rädere i peli, rammollire le eroste con grassi, e medicare quindi coH'aeido carbolico; in alcuni easi e pur necessario cauteriz-zare col nitralo d'argenlo.
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Lo stesso trattamento conviene neU'ectima della coda.
Conlro l'impetigine dei porcellini, se e un po* estesa, si deve ricorrere in principio alia somminislrazione di leggieri purganti (solfato di soda 15-30 grra. nei porcellini, 30-40 negli animali adulli), ed ai topici aramollienti, e dare poscia facile uscita al pus. Secondo il Benion giova molto coprire i punti lesi con unguento egiziaco unito alia pomata di populeo. Altri raccomandano la pomata di prolocloruro di mercuric, ed il Chalaigner si serve dalle lozioni di sdlfuro di potassio.
Negli altri casi la cura sarä conforme il processo da cui emana l'impetigine,
Incastellatura. Si da questo nome ad un' alterazione del piede, frequente nei cavalli di sangue, la quäle e earatte-rizzata da un pronunziatissirao restringimento dello zoccolo, coincidente con una concavitä considerevolissima della suola, in modo ehe i tessuti vivi paiono racchiusi in esso come in uno stretloio (in castellum). Una pertinace zoppaggine accom-pagna questa malatlia, ehe, venendo trascurata o malcurata, finisce assai spesso per porre gli animali fuor di servizio. Si distingue l'incastellatura in semplice e congeniale, - in vera, allorche il restringimento si estende a tutta la parete, -ed in falsa, allorche si limita ai talloni od ai quarti; in idio-patica e sintomatica.
Terapia. 11 vero mezzo di prevenire l'incastellatura essen-ziale consiste nei dare ai piedi l'umiditä, ehe loro s indi-spensabile; nell'evitare tutte le cause capaci di produrre un essiccamento nocivo della cornea, e nei ferrarli in modo da conservare allo zoccolo i suoi appiombi, ed a tutte le sue diverse parti I'insieme della forza ehe desse hanno bisogno per equilibrarsi nolle diverse condizioni ehe tendono ad al-largarlo, od a restringerlo all'eccesso.
Crediamo inutile qui rapportare e discutere tutti i metodi, e tutti i mezzi preconizzati contro questa malatlia, poiche presenteraente e abbastanza riconosciuto ehe tra i varii pro-cedimenti, sono a preferirsi quello di Jarrier, di Defays e di Foures, tutti e tre fondati suH'allontanamento dei talloni; i!
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293 migliore di questi procedimenti pero e quello di Jarrier, ehe consists neU'ottenere la dilatazione col mezzo del disincastel-latore, e coll'applicazione del ferro contenlivo.
Inchiodatara. E una ferita ehe si fa alia suola dei solipedi e bovini, quando un poco destro manisealeo, ferran-doli, v'infigge un chiodo, cioe questo (Toggia) eomprime o dannifica il tuello. L'inchiodatura e diversamente dislinta, -eosi Toggia chiama punlura dei piedi, piede punto, la ferita leggiera, ehe fa il ehiodo non ben diretto nella ferralura, allorcbe penetrando nel vivo sotto i colpi del martello dei manisealeo, eeeita I'animale a ritirare tutto ad un tratto e eon veemenza il suo piede, e si dovrebbe aggiungere, ed il ehiodo e subito estratto; inchiodatura, la ferita piü grave operata da un chiodo penetrato fino alia sostanza scannellata ed ivi soffermatosi, come pure quella risultante da una punta di ehiodo rottasi e soffermatasi nel vivo del piede in seguito alia ferratura.
Terapia. La puntura sempiice d'ordinario guarisce di per se stessa, quando il chiodo e immediatamente estratto. In case di inchiodatura vera e neeessario prima di tutto estrarre ii corpo estraneo, - ed esportata la cornea scoilata, ed assot-tigiiata quella ehe si trova in vicinanza delia ferita, se si 6 gia sviiuppata piü o men grave infiammazione, si deve tenere i'ammalato in riposo in una staila provveduta di abbondante strame, e quindi ricorrere a fomentazioni fredde, con acqua sempiice, o eon soiuzioni aslringenti, continuandoie sino a completa guarigione, o ehe si presentano altri esiti dell'in-fiaramazione. Bisogna senza indugio dar esito al pus, ehe si aceumuia sotto ia suola, merce eonveniente apertura, e eo-prire le parti moili messe alio scoperfo con stoppa bagnata neiraieool canforato, o neii'acetato di piombo liquido, ed ap-plieare un ferro un po' coperto in corrispondenza delia le-sione, onde impedire la penetrazione di soslanze estranee. Di rado succedono l'uicerazione e la gangrena deile. parti molii del piede. Conviene io stesso trattamento curative nel chiodo di strada.
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Incontinenza. Espritne lo scolo o I'emissione involon-taria d'una materia escrementizia, liquida o solida, la di cui escrezione d'ordinario non ha luogo ehe ad intervalli piü o meno lunghi ed in conseguenza di bisogno, e sotto I'influenza della volonlä. Le raaterie fecali e I'orina sono le sole ma-terie, ehe danno luogo all'incontinenza; anzi questo vocabolo viene impiegato quasi esclusivamenle per indicare I'emissione abituale ed involontaria delle orine.
Questa perdita della facoltä di raltenere I'orina non e altro ehe un sintorao di varie malattie. Abbiamo un' enuresi spa-stica ed un'enuresi paralitica (V. Vesciea - malattie della).
Indigestione. E un prolungato soggiorno degli alimenli nel tubo digestiTO senza ehe vengano eonvenienlemente di-sciolti (Hering). Preso in questo senso largo tale vocabolo significa un'interruzione degli atti speciali ehe devono eser-citare sugli alimenli gli organi dell'apparato digestivo; ma perö siccome in altri articoli diciamo spesso di fenomeni dispepsiei, di sintomi eioe di un perturbamenlo della dige-stione, era non aceenneremo ehe alia indigestione sempliee o vera, e non a quella sintomalica, sia di affezioni dello stesso appareechio digestivo, sia di altri apparati, o generali. In eiö fare erediamo perö conveniente di dire separatamente della medesima nei solipAli, nei rurainanti e nei earnivori ed on-nivori, dell'indigeslione lattea in tutti i poppanti, non ehe dell'indigestione nei eonigli e negli uceelli.
a) Indigestione nei solipedi. In questi aniraali I'indigestione b frequente; vi sono predisposli i eavalli avanzati in eta, deboli, ed i di cui organi masticatori sono in cattivo stato ed improprii a dividere eonvenienlemente le malerie alimen-tari. Si ha I'indigestione acuta con sopraeearico di alimenli e senza, e I'indigestione vertiginosa , o vertigine stomanale. Quest'ultima e ancor delta cromco, perche non si manifesla prontamente verso la fine del paste, od immediatamente dopo o poche ore dopo la profenda comeracuta, ma esempre prece-duta da fenomeni dispepsiei prodromiei per atonia slomacale,
Terapia. Contro I'indigestione acuta, meglio degli amari
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295 puri, giovano gli amaro-aromatici e gli eccitanti. L'etere sol-forico araministrato nell'infusione di erba di melissa, di menta o di fiori di camomilla, od anche nel vino gene-roso, puö essere consideralo come farmaco assai vantaggioso, -si da slla dosa di 25-40 grm. in un litro d'infuso, e se ne puö ripetere ramministrazione dopo mezz'ora ; se ne avva-lora I'azione con clisteri dello stesso infuso con enlro clo-ruro di sodio , e con frizioni secche od avvalorate sul co-mune integumento.
NeH'indigestione stomacale cronica, noi possiamo sperars pressoche certo favorevole risullato curando gli animali ap-pena ehe si presentano i primi fenomeni dispepsici. In questo prirao stadio giovano gli amari, gli eccitanti, - legno e cor-teccia di quassia, radice di genziana, erba o foglie di tri-fogllo fibrino (costa molto meno della quassia, ed ha eguale azione); gli amaro-aromatici, - I'erba di edera terrestre, il suo succo fresco, die si ottiene spremendola, I'erba di marrubio, la radice o rizoma di calamo aromatico ecc; - i leggeri purganti, allorche la costipazione e ostinata (senna a piccola dose unita alia polvere di genziana), non tralasciando nello stesso tempo le cure igienico-dietetiche. Ma a periodo avanzato, allorche si sono gia presentati i fenomeni vertigi-nosi, le speranze di una terminazione fausta sono sempre in rapporto coll'intensitä dei medesimi, e non e guari ehe al principio, ehe si puö averne, sebbene non sempre, la gua-rigione. A questo scopo si vantano, e con ragione, i purganti drastici; io ebbi grande vantaggio in vari casi daU'ammini-strazione dell'aloe a grandi dosi in una decozione di radice di genziana, cui univa a seconda della gravita degli accessi piü o men alta dose di olio di ricino o di solfato di soda (1), e dall'applicazione di cataplasmi ghiacciali sulla testa e di clisteri evacuanti; nei casi gravi conviene la chinina unita al-I'aloe; e contro i gravi fenomeni eretistici il cloralio per clisteri. (1) P. Radien genziana grm. SOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da amministrarsi in unlaquo; sol
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F. ckc.illa colat. di Agg. Aloe soccot. Olio di rieino F. s. a emulsions.
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1000 Tolta al cavallo ncll' indigestione 20-30 vertiginosa - si ripele all'iiopo. SO-80nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
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h) Indigestione nei ruminanti. In questi animali noi ac-cenneremo brevemente all'indigestione acuta gassosa o tina-panitide, all'indigestione acuta con sopraccarico d'alimenti, airindigesiione cronica del rumine e foglielto , non ehe all'indigestione d'acqua.
1. Timpanitide. Si sviluppa di frequente nella specie bo-vina e pecorina per l'uso di certi alimenti ehe tendono alia fermentazione ed allo sviluppo di gaz. Tra le piante ehe ser-vono di foraggio verde, e ehe hanno le qualitä nocive sopra indicate, si devono annoverare : il trifoglio cresciuto oltre-modo e non ancora in fioritura, l'erba medica, l'edisaro, e tutta l'erba tenerissima, ed i vegetal! in genere ehe nascono nei luoghi bassi, umidi e paludosi, speciaimente se mangiati coperti di rugiada o brina. Inoltre puo ancora prodursi la timpanitide per quei vegetali ehe vengono araministrati nel-1' inrerno, ma ehe sono invasi da un processo di organica decomposizione, cosi foraggi guasti ecc, non ehe per 1'uso di orzo pestato e eotto insieme a patme, - dei residui delle sostanze ehe hanno servito per la birra e I'acquavita, delle vinaece o rape e via dicendo.
Anche i monofalangi possono andar soggetti a timpanitide, ma perö ha la sua sede nei cieco, perche avuto riguardo alia piccolezza del ventricolo, i cibi ed i gaz in esso non vi fanno ehe breve dimora per passare sollecitamente nei tubo intesti-nale, per cui in questi animali si deve ricorrere, quando lo sviluppo di gaz e grande e non si e ottenuto nessun vantaggio dall'uso dei farmaci raccomandati in questi casi, all'en.tero-tomia, alia puntura dell'intestino, onde procurare al gaz ac-cumulatosi una via diretta di uscita. L'operazione si fa al fiance destro, dando alia puntura una direzione diagonale attraverso alia cavitä dell'addome (all'indenlro ed in basso); se si vuole colpire I'intestino cieco si deve fare la puntura quattro o cinque polliei dinanzi o dietro I'ombelico; si infigge invece il trequarti dall'uno o dall'altro lato della linea bianca, alia distanza da 12-16 polliei dall'ombelico, sotto alia estremitä
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297 inferiore della quart'ultima costola, ovvero otto pollici sotto Tangolo esterno dell'ileon per raggiungere il colon; infine deve farsi la puntura 2 o 4 pollici dietro 1' eslremitä poste-riore dello sterno, se si vuole colpire ia curvatura anteriore del colon. Si deve usare un trequarti sottile (grosso non piü da una linea ad una linea e mezzo, e lungo da 3 a 4 pollici), e con cannellino non finestrato.
Terapia. Nei casi gravi l'unico trattamento conveniente ed efflcace della timpanilide nei ruminanli e la puntura del rumine (gastrotomia), fatla con un trequarti provveduto di una cannula per cui escano immediatamente i gaz contenu-tivi, - in raancanza di apposito islrumento si puö fare con un bistori, od un altro coltello acuto. Solo di rado awiene di dover estrarre parte degli alimenti contenuti in grandissima quantitä nei panzone, ma ad ogni modo in tali casi si deve al-largare alquanto la ferita praticata in mezzo al fianco sinistro, e col manico di un lungo cucchiaio di ferro o con altro simile strumento, fatto ad uncino, si procura di estrarli; si impe-disce ehe sostanze liquide o particelle alimentari penetrino per la ferita del panzone nella cavitä addominale, distendendo un pannolino per metä neH'interno del panzone, e lasciando pendere l'altra metä al di fuori della ferita, o legando i margin! della ferita del panzone alia parete addominale per mezzo di una sutura ecc; non conviene fare una ferita ab-bastanza larga per cavarne le materie, cacciandovi ripetuta-raente la mano, come ancora si consiglia.
Molti vantano pure assai Tintroduzione della sonda di Monrö o di quella di Prange dall'esofago sino nei rumine, onde procurare in questo modo una via di uscita ai gaz, ma perö di rado il zooiatro si trova in condizione di poterla avere in pronto; del resto gravi difficoltä si incontrano nei casi ur-genti per la sua applieazione, e nessuno effelto se ne ha allorquando reslano otturati i fori della sonda introdotta per intromissione di sostanze alimentari. Nemmeno molti altri vantati mezzi per obbligare l'aria a sortire per le vie natu-
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rali, quali la compressione dell'addome in diverse maniere, e specialmente sul flanco sinistro, lo sforzato aprire della bocca e lo stirare della lingua in avanti e indietro, il far masiicare un tortoro di paglia od un bastone verde di salice, tenendo rammalato colla testa alta, I'introduzione di un pezzo di salice cedevole enlro i'esofago fino all'apertura del ru-mine ecc, possono rimpiazzare la puntura del rumine e val-gono a togliere la raalattia, se e gia arrivata ad un alto grado, e rainaccia di far morire asfitlico rammalato.
Lo stesso dicasi di quei raolti farmaci araministrati nello scopo di condensare i gaz, quali il liscivio delle ceneri cioe il ranno, le soluzioni di potassa, I'acqua ed il latte di cake, I'ammoniaca liquida sola od unita all'etere solforico, la magnesia pura e via dicendo, perche, come a ragione dice Cruxel, la grande quantitä di gaz ehe si trova nel rumine e nella cuflia comprirnono e rinserrano ad un punto tale la doccia esofagea, ehe nessuna sostanza solida o liquida puo penetrarvi in tale momento ; inoltre e noto ehe l'amministrazione di medicamenti liquidi, allorche la dispnea e grave, non e certo senza inconvenienti. Laonde questi ultimi mezzi, meccanici e chimici (farmaci chimici ehe in conseguenza della loro affi-nitä possono attrarre ed assorbire i gaz ehe si sviluppano, cioe formar base al gaz acido carbonico, ehe si trova in mag-giore quantitä e produrre cosi un carbonate di potassa, di calce, di magnesia, di ammoniaca (1, 2) ecc, secondo la sostanza prescelta), gioveranno solo e con piü certezza nel caso ehe la timpanitide siasi sviluppata in grado leggiero, ed allorquando lo sviluppo dei gaz, se non e appena incomin-ciato, non e aneora tale da minacciar I'asfissia. In questi ultimi casi e pur da sperarsi qualche vantaggio dall'ammi-nistrazione dei cosi detti irritant! ed eccitanti (essenza di te-rebentina , alcool, infusi di finocchio , di anice ecc.), ehe giovano provocando contrazioni piü energiche del rumine e cuffia. Mezzo ehe si e pur trovato assai conveniente per diminuire la formazione di gaz e condensare quelli ehe si
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299 sviluppano, e la continua applicazione di acqua possibilmente fredda suH'addome, - nelle pecore specialmente il bagno di acqua fredda puö pur tentarsi; di piü il freddo, essendo an-cora un eccitante della contrattilitä dell'inteslino, favorisce pure 1'evacuazione di gaz dalle aperture naturali, e previene la paralisi delle fibre muscolari; eppero s'avvalori I'azione di questi mezzi, coll'applicazione di clisteri con acqua fredda entro cui si scioglie del cloruro di sodio.
Oltre a questa limpanite acuta, si nota pure non raramente, specialmente nei bovini, una timpanite o meglio meteorismo cronico ed intermittente, dipendenle da corpi estranei inobili nel panzone o cuffia, da lesioni organiche dei ventricoli (tumor!, ernie ecc), da corpi estranei infissi (ago, spillo ecc), o da lesioni dell'esofago nel tragitto toracico-addominale. Se si trova specialmente il gaz nel rumine, e piü elevate il fianco, , sinistro, ma se nelle altre concamerazioni ancora, 1'addome e uniforraemente teso. Si deve soddisfare innanzi tutto al-I'indicazione causale. I vitelli vanno pure soggetti al meteorismo, e pare ehe le piü frequenti cagioni siano gli alimenti grossolani inghiottiti incompletamente masticati, ehe essi non possono ruminare, e le egagropili; mentre altre volte e pro-dotto da aria atmosferica inghiottita suggendo agli orecchi, ventre, ombelico dei loro compagni, o ad allri corpi (Maure, Hering). Secondo il Baumeister-Rueff molte volte e dovuto all'arresto dei gas ehe si sviluppano normalraente nella dige-stione per ipertrofia delle ghiandole toraciche linfatiche, ehe compriraono l'esofago, e quindi rendono difficoltosa la rumi-nazione e l'emissione dei gas.
Contro la timpanite cronica, o meglio meteorismo dei varii aniraali, in seguito a fermentazione anormale degl'ingesti, sia per cattiva qualitä di questi, sia per atonia del tubo gastro-enterico, sono pur molto giovevoli gli aromi carminalivi, le foglie e bacche di lauro in infusione , i semi di finocchio, di anice volgare, i semi di coriandro, la menta piperita, la melissa, il rosmarino, il timo, il serpillo, la maggiorana , la lavandola, la ruta, il melitoto.
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300
(1) P. Ammoniaca liq. grm. 30nbsp; nbsp; (2) P. Ammoniaea liq. grm. 23-35
AIcolc di vinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Etere solforico •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;35
Da ainministrarsi in due roltenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi in una volta in un
in V. Htro circa di acqua nellanbsp; nbsp; litro d'acqua laquo;d un bue con tim-
timpanitc dei boviui.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; panite; - si puü ripetere la dosedopo
(Hering).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 15-20 minuti.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco)
2. Indigettione acuta con sopraccarico d'alimenti. In questa
frequents indigeslione il sopraccarico d'alimenti ha luogo nel
rumine. Ouesta stomacatura e caralterizzata da ripienezza del
panzone, epperö da durezza e tensione deli'ipocondro sini-
stro dipendente da esuberanza di alimenti e da svolgimento
di gas, - da svogliatezza nel mangiare, da tristezza e da so-
spensione della ruminazione, da lingua bianca e pastosa con
scolo di bava vischiosa dalla bocca, da treraori di tutto il corpo
ehe alcune volte sono continui e persistono per molte ore ,
o cessano e ritornano irregolarmente, per cui i proprietari
credono Tammalato colto da antrace, - da freddo generale e
stridore dei denti, - dall'arruffarsi dei peli, - da allungamento
del collo e da sbadigliamento come nell'atto di vomitare, e
talvolta da vero vomito e da meteorismo; inoltre i'ammalato
gerne sia allorquando si corica, sia quando gli si comprime
colla mano il dorso, - ha il musello secco, le mucose pallide,
I'andatura lenta e penosa; - questi fenomeni valgono per dif-
ferenziare quest'indigestione da qualsiasi altra malattia; il
termometro poi vale da s6 per la diagnosi differenziale da
tutte le malattie febbrili.
Terapia. Succedendo tale indigestione all'abuso od alia
cattiva qualitä degli alimenti, cosl di foglie verdi e secche
della canna, della meliga, dei fusti di questa ecc, e special-
mente ove vengono gli animali sottomessi a lunghi viaggi od
a fatiche gravose , od esposli ad eccessivo freddo o caldo,
immediatamente dopo il pasto, oltre al metodo dietetico. con-
viene attivare le forze digestive ed eccitare la ruminazione.
A queste indicazioni si soddisfa cogli amari , cogli amaro-
aromatici, cogli eccitanti, coi ruminativi e coll'amministra-
zione, dopo alcuni giorni, di purganti; epperö giova I'infuso
di plante aromaliche, la decozione di corteccia peruviana nel
vino generoso (1), - il tarlaro stibiato amministrato nella de-
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301 ccmone di genziana,, I'aloe unito all'ipecacuana (2), la radice del veralrum album; I'aloe con solfato di soda, e di magnesia,. I'olio di ricino nell'infuso di caffe ecc. (*).
Nello stesso tempo si applicheranno clisteri con infuso di fiori di camomilla, sapone e sale. Come trattamento conse-cutivo convengono i tonici e gli eucrasici, il moderato eser-cizio ed un buon regime, amministrando gli alimenti a piccoli e ripetuli pasti.
Quando la ruminazione, malgrado i'uso dei suindicati far-maci, non si fa normale, e la malattia minaccia prolungarsi, ma gli animali conservano ancora un po' d'appetito, conviene dar loro una piccola quantita di fieno di ottima qualilä, il quale alcune volte , come non raramente potei accertarmi , eccita realmente la mtsticazione mericica, specialmente se immgdiatamente dopo si da all'ammalato acqua bianca, tie-pida e salata , e si fa alquanto passeggiare , essendo abba-stanza noto ehe il moto moderato e utilissimo per una buona digestione, favorendo appunto le secrezioni ghiandolari e la locomozione interne, per cosi dire, degli alimenti, nel mentre ehe pei movimenti del diaframma e del tronco, facilita I'as-sorbimento, da alia respirazione attivitä ed ampiezza, ed attira la circolazione venosa e favorisce le eliminazioni.
Le indigestioni piü difficili a guarirsi sono quelle di ghiande, di pulla, o di altro foraggio molto grosso e poco nutritivo, o per corpi estranei ehe si trovano commisti (lignei corpi, stracci, cuoio e simili), e ehe le bovine degluliscono per es-sere affette da allottriofngia (appetito di cose inusitate). In quesli casi I'animale, dice Toggia, fa molte have e frequenti rutti, fa sentire un interpolate scroscio dei denti e rauove lentamente si, ma di continue le mascelle come nel tempo della ruminazione. Consiglia in questa circostanza, come mi-glior soccorso, di provocare il vomito con un baslone di salice verde, e per questa slrada vuotare il panzone di una grande
(quot;) Giovn I'uso dcU'cmetico, del veratrum album ecc, jierchi raquo;la ruminazione e conseguenza di moti peristaltici cd antiperistaltici, i quali possono appunto venir provocati da qucsti farmaci.
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parte degli alimenti indigesti; conviene del resto rammini-strazione del farmaci suenunciati.
In ogni caso si deve procurare ehe gli ammalati degluti-scono i larmaci dati in forma liquida a grandi sorsate, se si desidera ehe eadano nel rumine e relicolo, ed a piccole sorsate, se si vuole ehe giungano nell'omaso (*). Contro I'indi-gestione acuta del rumine per materie di diffieile digestione, come rape congelate, paglia e simili, Tayvaert usa pure eon felice suceesso Temetico (5 grm. 3-4; volte al giorno), ed una era dopo la prima dose il seguente beveraggio (3).
(1) P. Cort. china polv. grm. SOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a. clettuario per favo-
Fa decozione in 1000 grm. dinbsp; nbsp; rire la ruminazione.
vino generoso.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Festal).
S. Amminislra in una volta ad (5) P. Sal. di Glauberonbsp; nbsp; grm. 500
un buc - come buon rummalivo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sennanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 35
(I-i. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Semi di aniccnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 60
(2) P. Aloe soccot. grm. 42-i5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua un litro.
Ipecaquana polv. raquo; li-8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Tayvaert).
3. Indigestione cronica del rumine con sopraccarico d'ali-menli. L'indebolimenlo degli animali sia per effetto di pre-gresse malattie, sia per un regime insufficiente ed eccessivi lavori, e I'uso esclusivo di foraggi seechi e di difficile digestione , ne sono le eondizioni eziologiche ordinarie. Questa varieti d'indigestione, ehe e molto frequente nella stagione invernale per atonia degli organi digestivi, e piü comune di quella del centopelle; e se gli animali non sono soecorsi, muoiono marasmatiei, o per eomplicazione di altre malattie. Terapia. Giovano i farmaci indicati nella varietä anteee-denle (1). II veterinario Calcagno adoperö con vantaggio I'a-cido eloridrico (2).
(1) P. Solfato di soda grm. 230 (2) P. Acido eloridrico grra. 6 Aloenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;52nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 1000
Ammoniacanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;16nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi ad un hue nell'in-
Acqua litrinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• l-l'/j digestione cronica.
Contro I' indigestione cronicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Calcagno).
dei grandi ruminanti. (Cambron).
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(*) La posizionc piü bassa dell'aporlura omasica, in confronto della cardiaca, I'andamenlo curve dilla doccia, la quale si picga d'avanti in dictrOj quindi in basso cd a sinistra, per raggiungere I'apertuia oma-
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#9632;
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303 4. Indigestione cronica con sopracearico d'alimenti nel cen-topelle. Quesl'ostruzione del millefoglio, ehe e il vero rego-latore del passaggio degli alimenti dai primi serbatoi gastrici, ruraine e cuffia, al quaglio, e ehe ha aneora un'azione mec-canica sulle inedesiir.gt;e sostanze, ehe devono passare tra i suoi moltiplicali foglietli, avviene specialmente nei bovini, allor-quando sono lenuli ad un'alimentazione esclusivamenle secca e poco nutritiva, e specialmente se detti alimenti grossolani non vengono sufficientemente divisi dalla masticazione e dalia ruminazione o per debolezza, o per veeehiaia, o per guasta dentizione, o perehö non si lascia ai bovini da lavoro il tempo neeessario per rindispensabile mericismo, e si fa loro soffrir la sete. In questi easi le sostanze ingests, mal divise e di difficile digeslione, s'arrestano tra le sue lamine mucose, ne delerminano piii o men grave irritazione, s'induriseono quindi, perche le poche parti fluide sono spinte nel quaglio, e fini-scono per ostrurlo eompletamente.
Terapia. L'indicazione eausale richiede di sbarazzare il piii presto possibile il foglietto dalle materie, ehe l'ostruiscono piü o meno eompletamente. A tale scopo eonviene ricorrere, fin dall'iniziarsi del morbo, alle pozioni eecitanti (infuso di rosmarino, lavanda, menta ecc), rese purgative col solfato di soda o di magnesia ; l'ipecacuana e Taloe in pozione, I'in-fuso di ipeeacuana con emetico (1, 2), I'olio di ricino ara-minislrato nell' infuso di caffe , ne sono i migliori mezzi. L'azione di questi farraaci dev'essere avvalorata eoH'appliea-zione di clisteri purgativi, eolle ripetute frizioni secehe al-l'addome, e dissetando gli animali eon bevande tiepide am-raollienti e purgative date epicraticamente, nel fine di imbibire e penetrare le materie disseccatesi e favorirne il passaggio nel quaglio. Allora pure si giovö deU'elleboro nero dato nel vino.
E specialmente in questa forma di cronica indigestione, ehe riesee pur giovevole il movimento.
sicn, spiega il naturale passaggio dei liquidi drglutili in piccola.quan-tilii, come la saliva dall'esofago, direltamente all'omaso (Colin, pag. (562). Lcmoignc. Conlribulo alia teoria del mtceanUmo dclla ruminazione, 1873.
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Di rado e necessario praticare la gastrotomia per la grande quantita di gaz accumulatisi nel rumine.
(t) P. Radice ipecaq. grm. 4-8 (2) P. Fiori camomilla grm. laquo;0 • ellcb. b. pol. • •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Fa infuso in acq. . 1500
F. infus, alia col. di gt; 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Sciogli.
Sciogli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Tart. stib.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; #9632; k
Tsrt. ttib.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 4-8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Sal di Glauber raquo; 120
S. Da amministrarsi in duenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da darsi entro 2* ore in 4-5
volte nella gioraata ad un bovine yolte.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Rychner).
per eccitare laruminazione. (L. B.).
5, Indigesiione d'aequa. Si osserva frequenteraente nelle stagioni calde nei bovini da lavoro, queslo disturbo subitaneo della digeslione nel quaglio, in seguito ad una grande inge-stione di acqüa fredda. Gli animali sono presi pressoehe im-mediatamente da forti dolori gastric!, l'addome e disteso, ed agilando fortemente cd pugno nella parte destra del medesimo si conosce facilmente tale indigestione. La sua durafa e breve, in 4-25-36 ore d'ordinario si termina favoreTolmente con una copiosa diarrea, o coll'evacuazione delle bevande pressoehe in natura, e solo un po' piü colorate pel loro tragetto attraverso alle intestina. Cruxel ha trovato all' autopsia una viva congestione della membrana mueosa del quaglio, e rot-tura dell'intestino gracile pur con iperemia attorno alia parte lesa.
Terapia. Se non si risolve da se slessa, mediante un leg-gero esereizio del malato, facendolo perö camminare al passo, si ricorre airamministrazione di vino, di alcool (1), d'infuso di menta, di assenzio, o di un qualsiasi altro stimolante. (1) P. Alcool di vino grm. 40-80 stione di grande quantita di acqua
S. Da in un litro di infuso amaro- fredda. Si ripete convenienlcmcnte. aromatico ad un bovino o solipedenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco),
con indigestione o colica per inge-
{Continua il secondo volume).
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c)nbsp; Indigeslione net carnivori ed onnivori. Nelle specie car-niTore ed onnivore piii difficilmente il cibo puo riuscire no-civo per la quantita, ed anco, in parte, per la qualita, in quanto ehe se ne possono liberare col vomito. E pendenle i'ingrassamento, ed allorche fanno uso di alimenti verdi, die i porci sono piii soggetti all'indigestione acuta. Questa nei cani e gatti succede specialraente per I'ingestione di grande quantita di alimenti, o per alimenti di cattiva qualitä, - carne putrefatta ecc, - non ehe per I'uso di alimenti indigesti e sostanze estranee alia loro alimentazione.
Terapia. Si soddisfa all'indicazione causale colla medica-zione vomitiva, ed emo-catarlica. Si vede assai sovente ehe i cani vanno per instinto in cerca di gramigna per provocarsi il vomito. Giova a tale scopo il tartaro eraetico e I'ipeca-cuana; come emo-catartico si puö dare i! solfato di soda in infuso di ipecacuana, o tartaro emetico in infuso di senna (V. Ciraurro dei cani per le formole).
Le complicanze consecutive si eombatteranno con quei far-maci da noi indicali nei relativi capitoli (V. Cimurro dei cani, gastrite catarrale ecc).
d)nbsp; Indigeslione di lalle. Questa indigeslione si osserva so-prattutto nei giovani ruminanti, quantunque gli allri giovani poppanli non ne siano immuni.
Si rende manifesta con sbadigliamenti frequenti, - rifiuto della mammella, - meteorismo, - intonaco biancastro o gri-giastro sulla lingua, - eruttazioni, ed alcune volte con vomito di latte coagulate; - l'ammalato vitello gerne specialraente quando e coricato, - ha il respire grave, I'alito di odore acido, le estremitä fredde e sta come rannicchiato, a volte ha leg-giere coliche, - le feccie sono parche , gialiastre e fetenti. II decorso di quest'indigestione e d'ordinario favorevole, ma puö essere abbastanza grave per far perire gli amtnalati, -la diarrea e un mezzo di guarigione.
Terapia. In tale ripienezza di lalle, ehe ha la sua sede nei quaglio, si deve intraprendere per tempo la cura; - giovano in principio nei carnivori ed onnivori gli emetici, e negli
Diz. Brusasc.o.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 20
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altri poppanti gli infusi aromatici e stimolanti. Se con questi mezzi non si ottiene il bramato effetto, si ricorre ai cosi detti purganti stomachici, aloe e rabarbaro (1, 2) (V. sopra). (1)P. IVibarbaro polv. grm. 50-50 (2) P. Aloe socc. porf. grm. 10-15 F. infuso; alia col. • 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da aimninistrarsi in '/, litro
Si agg. Solf. soda raquo; 1*0-60 di vino gcncroso (nmcerazione o de-S. Da d.irsi in due volte nel cozione) ad un vitcllo; si ripetc corso della gioruala ad un vitcllo. all'uopo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(L. Brusasco).
e) Indigestione negli uccelli. Negli uccelli abbiamo una indigestione ingluviale (del gozzo o ingluvie) semplice, ed una con sopraccarico di alimenti; quesla e mollo piü grave della prima forma. Un antico proverbio dice ehe a gallina ingorda crepa il gozzo. Ed infatti il Gurlt afferma di aver osservati in alcuni di questi casi la lacerazione dell'irigluvie, per cui svuotato dagli alimenti, e poscia unita la lacerazione, gli animali guarirono in pochi giorni. .
Terapia. NeH'indigestione semplice, basta dare ai malati uccelli vino aromatico (Benion) o leggeri purganti, esempio manna ecc, per averne la guarigione.
Nel trattamento deU'indigeslione con sopraccarico di ali-mento, il Pichon in principio della malattia, quando gli alimenti sono ancora relativamente molli, ed il gozzo non h mo\lo dilatato, consiglia di maneggiare quest'organo per am-morbidare le materie ehe conliene, e quindi colla mano destra di spingerle dal basso in alto, e facilitarne la loro uscita provocando il vomito col mezzo di un dito introdotto in bocca. Tre o quattro di manovre simili sono sufficienti, dice I'autore, per ottenerne lo svuotamento dell'oigano ed un immediate alleviamento deH'animale.
11 trattamento si completa coH'ammiuistrazione di alcuni cucchiai da caffe di acqua e vino, o di vino puro, onde to-nizzare il gozzo e prevenire una nuova indigestione.
Ma allorquando il gozzo e riempiuto oltre misura, I'unico trattamento efficace per evitare la morte dei gallinacei, con-siste nell'incisione con un bislori, dopo d'aver tagliate le penne sopra una cerla estensione, del gozzo, facendo un'aper-tura abbastanza grande da passare un dito o le pinzette, onde
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307 poter far uscire le materie alimentari. Svuotato il gozzo, se ne lava 1'interno con acqua vinata tiepida, o con un infuso di plante arocnatiche, la merce una o due iniezioni; quindi si pratica una sutura a sopraggitto, del pellicciaio, e la ferita si cicatrizza prontamente.
Avuto riguardo alia semplicitä deU'operazione ed alia si-cura e rapida guarigione, noi raccomandiamo ai nostri col-leghi questo Iraltatnento.
Nei giovani poili il Lerein usö con vantaggio il solfato di soda e le bevande gommose.
f) Indigeslione nei conigli. I conigli sono pur sovenle in preda ad indigeslione (Benion), quando mangiano una troppo grande quantila di erba inumidita o di cavoli specialmenle.
Terapia. Le bevande eccitanti ed i purganti blandi danno dei buoni risultati.
Si previene I'indigestione dando a quesli animali buoni ali-menti ed a ripetuti pasti, ma piccoli.
Imene. L'eccessivo sviluppo deH'imene puo essere ca-gione della slerilita, perche il maschio non puö introdurre il pane.
Terapia. In tal case si deve ricorrere all'operazione. Puö accadere ehe nelle primipare, dopo I'accoppiamento, I'imene resti quasi intatto e costituisca un oslacolo all'espulsione del feto ; in tal case e necessario il taglio dell'imene stesso.
Infezione (tnalattie da). Si dicono morbi infettlvi, o d'in-fezione, quelii ehe hanno un'origine infettiva e ehe diversi-ficano solo secondo la qualifä della maleria infettante, la quäle puö provenire dali'esterno o nascere neH'organisrao stesso, e ehe hanno per conseguenza un inquinamento, un alteramento del sangue; cioe quei morbi ehe riconoscono per causa o materie infettive inassimilabili portate dal di fuori in un organismo (perö malgrado gli studi fatti e le osservazioni microscopiche e chimiche non si avrebbero ancora (Leber, ecc.) prove serie intorno all'intima natura di questa sostanza infettiva, per dimostrare cioe in modo incontrastabile ehe la mede-sima sia rappresentata ognora da esseri parassilari e piü pro-
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priaraente da parassiti vegetal!), od un agente infetlivo for-matosi neU'organismo stesso e quindi assorbilo (infezione di origine interna), ma non proveniente da organi deslinati alia forraazione o depurazione del sangue ; la malaria infettante e in ogni caso straniera aU'organismo (V. Antrace, Va-iuolo ecc).
Influenza. E morbo infettivo, contagioso, febbrile, ehe puö presentarsi nei cavalli, sporadico, enzootico ed epizootico, e solto varie forme, le quali perö hanno tutte un sustrato tifico , cioe la diminuita piü o meno coagulabililä del sangue. Non si sa (Rivolla) se i fenomeni catarrali e reumatici di-pendino da! principio catarrale e reumatico ordinario, ovvero dal virus dell'influenza.
Mezzi preservativi. Ricoveri con conveniente temperatura ed aria pura, buon alimento, beveroni con farina di segala, ed evitare le perfrigerazioni cutanee, I'ingombro di animaii ecc. E indispensabile la separazione dei sani dai malali, Irat-tandosi di malatlia contagiosa.
Terapia. Nel metodo curalivo e da proscriversi 11 salasso, i setoni al petto da altri comrnendati; sono ulili invece il salnitro, il creraortartaro, il tartaro emelico, il solfato di soda, il sale ammoniaco (1). Si useranno inoltre ripelutamente i clisteri in caso di stitichezza; ma se invece si presentadiarrea, giovano gli astringenli (V. Diarrea); nella forma toracica con bronchile, pneumonite, vedansi pur quei mezzi da noi indi-cati ai relativ! arlicoli, ricordandosi perö quanto le soltra-zionl sanguigne siano mal tollerate nelle malattie d'infezione in generale, e quindi nelle varie forme dell'influenza, poiche hanno tutte un sustrato tifico comune, ciob la diminuita piü o meno coagulabililä del sangue , e non hanno mai quindi, checche se ne dica, il caraltere di una infiamraazione ge-nuina.
Se la temperatura fosse molto alia, conviene I'amministra-zione della digitale unita al tartaro emelico (2).
Se gli animaii si fanno deboli, hanno dißicollä a reggersi in piedi, barcollano, e nella forma lorpida, si prescriveranno
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309 gli eccitanti, i tonici, gli eucrasici, -solfalodi chinina ad alta dose, assafedda, ecc.
Falk contro la tosse spasmodica, usa il carbonalo di am-moniaca coll'estraUo di giusquiamo.
Alia cura interna coi farmaci indicati deve seguire ad un tempo la cura esterna colle frizioni eccitanti, ed irritanli sulla cute per tutlo il corpo, frizioni ripetute due o tre volte al giorno con essenza di terebentina ed alcool a parti eguali, -frizioni ripetute al costato con senapa ecc.
I convalescenti abbisognano in generale di molti riguardi, avvertendo die ii moto moderate e raolto vantaggioso; epperö allmenti di facile digestione , molto nutritivi, ed a ripetuti pasti.
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(1) P. Tpemcnlina ven. grm. 60
Sale ammoniconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 30
Bacche di ginepro polv. q.b. per fame n* 4 boli.
Se ne amminislrano tre-quattro al giorno nel sccondo stadio deU'in-
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(2) P. Foglie digit, secchc grm. 6 Tartaro cmeticonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 3
Miclc c polv. di liquirizia q.b. per fame un bolo. S. Si ripele al bisogno.
(L. Brusasco).
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fluenza.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hering).
Intestina (malattie delle). a) Chiamasi entente I'infiam-mazione delle intestina. Al punto di vista eziologico e di anatomia patologica, rinfiammazione catarrale deH'intestino presenla analogia con quella dello stomaco, - la trasudazione e I'ipersecrezione caratteristica sono conseguenze deH'iperemia di inlensitä, estensione e durata variabile, ecc; v. Gastrite.
L'enterite catarrale acuta e cronica e una delle malattie piü frequenti ad incontrarsi nei nostri animali domestic!; I'acuta presenta due forme: la leggiera o comune, e la forma grave, ancora detta tifoide od adinamica; la cronica si svi-luppa sovente in seguito all'acuta, piü di rado primitiva-mente. E rare perö ehe questa malattia, avuto riguardo alia grande estensione delle intestina, sia generale, ma a seconda delle cause determinanti, ora ha sede nell'inteslino gracile, descritta tale localizzazione generalmente col nome di entente, oppure duodenite ed ileite; - ora nel grosso intestino, tiflite, colite; - e rettite, se nel retto intestino; nel cavallo vi esiste sovente gastro-duodenite.
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Terapia. II riposo, la dieta piu o meno completa secondo Finlensita del dolore e la sede del catarro, le bevande mu-cillagginose ed i clisteri emollienti, sono d'ordinario suffi-cienti per ottenere la guarigione delle forme acute leggiere. Se le coliche sono un po' forti, e Taffezione e localizzata al-I'intestino gracile, deve essere proscritta raliroentazione so-lida. Se all'opposto il catarro e limitato al grosso intestino , la dieta e illogica, potendosi benissimo nutrire il malato con aliraenli ehe sono elaborati dal succo gastrico, pancreatico e biliare. Dopo due o tre giorni, se persistono i dolori e la diarrea, conviene ricorrere alle preparazioni oppiacee per cal-mare il dolore e diminuire la trasudazione e la secrezione intestinale ; pero in queste forme leggiere non bisogna mai dare narcotici in principio , poiche la diarrea iniziale puö considerarsi favorevole, sbarazzandosi appunlo con essa I'in-testino dalle materie fermentascibili, ehe puö contenere -diarrea stercorale, o fecale. Inoltre bisogna somministrare agli animaliacqua non fredda, ma bevande raucillagginose tiepide. In tutti i casi e ancor sempre necessario ricercare e soddi-sfare all'indicazione causale. Se un' enterite calarrale acuta risulta da un raffreddamento, I'indicazione causale richiede di completare il traliamento suesposlo coi diaforetici. Se la malatlia e conseguenza di alimenti incongrui, conviene, dopo un breve trattamento anodino diretto contro i sinlomi acuti, modificare la mucosa irritata dagli ingesti, ed i purganti sa-lini sono appunto i migliori mezzi per arrestare la diarrea, ehe minaccia di persistere. Ma se il catarro viene prodotto da feci dure ritenute nel colon, od in altra porzione dell'inte-stino, la cura si deve cominciare con un purgante. (rabar-baro, senna, aloe soccotrino), il quäle esacerba, e vero, mo-mentaneamente il catarro, ma togliendone efficacemente la causa, ne rende dopo piü facile la sua guarigione,
Nelle forme gravi senza indicazione causale ben definita, ogni spogliazione inutile deve essere evitala, poiche come h note, e rapido il passaggio allo stato adinamico. Infatti I'indicazione del morbo non richiede in genere il salasso. Ma
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si cerchi di attenuare il dolore cogli oppiacei, collebevande emollienti, con larghi cataplasm! ammollienti al venire, o con fumigazioni della stessa natura. Tabourin consiglia di rim-piazzare le fumigazioni ordinarie col vapore ehe si ottiene imbibendo di acqua della calce viva posta in un vaso tenuto sotlo il ventre del malato, e Saint Cyr dice averne ottenuti buoni effctti. In medicina umaiia furono riconosciute assai giovevoli le applicazioni di ghiaccio sul ventre. Ottenuto con questi mezzi, e I'applicazione di clisteri ammollienti e seda-tivi, e con frizioni senapizzale alle estremllä, un ammansa-mento del dolore e della febbre, la diarrea e l'adinamia essende le principali sorgenti dell'indicazlone, si cercherä prima di frenare quella (diarrea siero-mucosa) col mezzo di pre-cetti dietelici, con bevande mucillagginose, di avena, d'orzo o di riso ecc. Ma se questi mezzi non bastano, si deve ri-correre ad antidiarrolci , e come tale si puö ancora ricor-rere aU'opplo, oppure al sotto nilrato di bismuto, all'acido quercitannico e via dicendo.
Nelio stesso tempo, onde soddisfare alJ'indicazlone richiesta dallo state delle forze, bisogna alimentare convenientemente il malato, appena ehe i fenomeni intestinal! si sono un poco calmat!; anz! aliorche si manifesla la prostrazione delle forze, si deve, a qualunque memento cio succeda e senza preoc-cuparsi dello slato dell'intestino, amminislrare la china ed i suoi preparati, die in questi casi gioverä darla interpola-tamente con un preparato ferruginoso leggermente aslrin-gente, e tralasciare I'uso dell'oppio; e se persiste la diarrea combatterla con farmaci astringent!. Le frizioni stitnolanti danno pure buoni risullati.
Nel catarro acuto degli animali poppanti, bisogna innanzi tutto assicurarsi della buona qualitä del latte della nutrice, -regolare rigorosamente le ore deH'allattamento, e nell'inter-vallo amministrare bevande mucillagginose (decotto d'orzo, di riso,d'avena), ed all'uopo magistero di bismuto, ed applicare clisteri leggermente aslringenti ecc. (V. Diarrea).
11 catarro ehe si sviluppa all'epoca dello slattamento rico-
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nosce sovente per causa la cessazione premature deirallatta-mentü stesso. E convenienle in tal caso sottomeltere il gio-vane animale ad un'alimentazione esclusivamenle lattea, re-golare le ore dell'allattamenlo, ed amministrare neU'inlervallo (lell'acqua di calce, del bicarbonato di soda , ed aU'uopo piccole dosi di laudano liquido del Sydhenara ; se si presenta radinamia, non si deve esilare a prescrivere dei leggieri eccitanti, tonici e ricostituenti.
II salasso e sempre in queste forme da proscriversi.
La cura deWeuterite catarrale cronica varia secondo la forma.
Nella forma diarroica bisogna arreslare il flusso inlestinale; epperö giovano le decozioni mucillagginose ed astringenti come neil'acuta, nutrendo gii animali con farina d'orzo, di fave, con avena spezzata dopo aver subito la torrefazione , con piccola quanlilä di fieno, ma di buona qualitä. La came cruda, il lalte puro conviene ai cani. Quanto ai mezzi tera-peulici propriamente delli, essi sono assai variabili. L'oppio ed il bismuto sono gli agenti piü potenti; se non vi esistono dolori, si deve far precedere il bismuto solo, alia dose nei piccoli animali di 2-4-10 grammi al giorno in 3-4 volte, ed unirlo ad egual quantitä di carbone vegetale, allorclie le eva-cuazioni sono fetide e vi eslste meteorisrno (1). E soprattutto nel catarro del grosso inteslino, ehe i clisteri astringenti sono utili. Se la persistenza della diarrea e la modiücazione delle raaterie fecali indicano la probabilitä di ulcerazioni special-mente al colon ed al retto, si applicano clisleri astringenti ; giovano pur assai bene quell! col nitrate d'argento.
Nei grandi animali, avuto riguardo all'elevato prezzo del magistero di bismuto, dopo aver calmati i dolori coi narco-tici, si amministrino altri astringenti, cosi bistorta, tormen-tilla, noce di galla (2), scorza e (jhiande di quercia ed anco Tacido quercitannico puro, ehe e la parte attiva delle sud-dette piante (3); oppure si prescrivano altri astringenti, -gomma kino, ratania (4), noce comune, preparati ferruginosi astringenti e specialmanle il solfato ferroso. Gli astringenti alluminosi, die si awicinano pel loro modo di agire sui
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313 tessuli organic! agli astringenti tannici, sono pure giovevoli (5) nei catarri enlerici cronici con diarrea. Se vi esiste dispepsia, giovera meglio la china. Si intends ehe gli animaii devono tenersi in buone condizioni igieniche, - abitazione un po' calda nella stagione invernale, fresca nell'eslate, riposo e lavoro moderate, buon governo deila mano, alimento sano e di facile digestione. In certe diarree ostinate la noce vomica (6), ed il nitrato d'argento (7) danno buoni risultati. Giovano pure i clisleri con decozioni astringent!, cui si aggiunge tin-tura di oppio, ed anche con semplice acqua freddissima. Conlro I'enterite diarroica cronica degli uccelli sono utilissirae le bevande con solfato di ferro (8).
Nel catarro con costipazione e mefeorismo, la cura deve es-sere differente. La coslipazione essendo il risultato del rive-stimenlo mucoso dell'intestino, il quale impedisce ancoia I'as-sorbimento, per cui la nutrizione decade, e della poca tra-sudazione di siero, deve essere prevenuta e combattuta coi purganti, ehe provocano appunto una trasudazione sierosa ab-bondante, - infuso di senna, rabarbaro, - olio di ricino ecc. nei piccoli animaii, - aloe solo od unito al solfato di soda o di magnesia nei bovini. Nei casi di stitichezza abituale con-viene I'amministrazione di piccole dosi di aloe unito alia belladonna. Per diminuire ed impedire la decomposizione e fermenlazione degli ingesti, ed assorbire i gaz gia formatisi, si preferisce la polvere di carbone. In ogni case giovano i clisteri evacuanti, acqua tiepida e sapone di cucina , sale comune ed olio comune, oppure con solfato di soda o di magnesia. NeU'enterite con costipazione negli uccelli, oltre alle bevande purgative , sono mezzo eroico , dice Benion , i clisleri ripeluli.
Neirinöammazione dell'ano, periproctite, e delle ghiandole anali, ehe si presenta nei cani, bisogna ungere, secondo Hert-wig, una volta al giorno la parle infiammata col cerottu sa-turnino, spremere ripetutamente il conlenuto purulento del sacchi ghiandolari, applicare uno o due clisteri al giorno, c tenere I'animale a dietn.
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(1)nbsp; P. Magistcrobismuto grm. 2-4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da amministrarsi in due
Carbone vegctale raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6nbsp; nbsp; volte nella giornata ncl bue.
M. e F. 10 cartine.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
S. Una ogni 2 ore al caue.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(5) P. Cort. quercia grm. 15-30 (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fa deenz. acqiia raquo; 1100
(2)nbsp; P. Ri/.oni;i torm. pol. grm. 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fine alia colat. • SUO
Noce-galla polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per una beranda. (Förster).
Estratto e polv. di genziananbsp; nbsp; (6) P. Noce vomicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 8
q.b. per fame due boli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Polv. rad. genz. • 60
S. Ba darsi al cavallo uno alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F con q.b. di acqua elett,
nialliuo e I'altro alia sera.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da darsi al cavallo meta al
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; mattino e mrU'i alia sera.
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(3) P. Ratania gnn.nbsp; nbsp; 12
Noce-galla raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 10
Fa dec. alia col. di raquo;nbsp; nbsp; 500
S. Da amministrarsi innbsp; nbsp;due
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(Haubner). (7) P. Nitrate arg. grm. 1,23-2 Acqua distillata •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 90
Da darsi al cavallo nel corso
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volte nclla giornata ad un vitcllo. del giorno in tre volte mescolato
(L. Brusasco). con acqua distillata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Gerlacb).
(4) P. Radice bislorta grm. 40 (8) P. Solfato fcrroso grm. 30-50
Fa d.-c. alia col.' • 10ÜOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 1000
Agg. Allume crude raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi a bcre ai galli-
nacei.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
b) Tiflite stercorale, colica stcrcorale. Mi sono deciso di parlare a parte di tale forma d'enterite, perche 6 specializ-zala sia per le sue cause, ehe pei suoi sintomi e per ie sue terminazioni. Questa malatlia localizzata si osserva pressoche esclusivamente nei cavaili e nei cani, e risulta dalla riten-zione di materie fecali, indurite e condensate, al grosso intestine.
Sono i cavaili vecchi e sfiniti dalla fatica ed alimentati con crusca, fieno di cattiva qualila, o con altro foraggio gros-solano, ed i cani ehe mangiano sostanze estranee alia loro alimentazione ed indigeribili, ehe ne danno il maggior con-tingente.
Terapia. II trattamento della tiflite da ritenzione fecale deve essere energico; la dieta, il riposo, ed i purganti ripe-tuti in principio, ne costituiscono il trattamento conveniente; cosi olio di ricino dato nell'infuso di caffe, ed all'uopo col-I'aggiunta di 15-20 goccie di olio di crotontiglio, infuso di sena (1, 2) con solfato di soda o di magnesia, aloe socco-trino ad alta dose ecc. Si avvalora I'azione di quesli eva-cuanti con clisteri purgativi, ed eslraendo colla mano o con
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I
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315 speciali strumenti le materie fecali, ehe sono contenute nelle ultime porzioni dell'intestino retto.
Ma se con quest! mezzi non si giunge presto a togliere rimpedimento alle deiezioni alvine, il meteorismo diviene considerevole, ed il cavallo e minacciato d'asfissia. In questi casi diviene indlspensabile la punzione del cieco, non es-sendo d'ordinario sufficiente ramminisfrazione dei neutraliz-zanti, fegato di zolfo, acqua di calce, ammoniaca liquida efic. Dopo la guarigione, le funzioni intestinali devono essere at-tentamente sorvegliate, essendo le recidive non rare.
(1) P. Foglie di sena grm. 60nbsp; nbsp; (8) P. Infuso camom. grm. 1000
F. inf. alia col. raquo; 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio di ricino raquo; 50
Agg. Solf. soda • 80nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio crotontiglio goccie 20
S. Da amministrarsi in duenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per un clislcre nel cavallo.
volte al cavallo coll' inlcrvallo dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; {L. Brusasco).
due-tre ore.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
c) Dissenteria. Non e altro ehe una oolite assai intensa, d'ordinario ulcero-membranosa, caratterizzata da tenesmo ret-tale, premiti ed evacuazione ripetula di mucosita sanguino-lenti, e da uno slato generale piu o meno grave; non di rado perö il retto intestitoo prende pur parte allo stesso proeesso patologico. Quest'affezione non ha niente di speciale, se non la sua ubicazione, ed e a torto da alcuni creduta contagiosa.
Fu assai sovente eonfusa colla dissenteria sintomatica di contagiosi morbi infettivi; e ciö ci spiega facilmente come si abbia poluto riconoscere appiceaticeia.
Questa malattia attacca tutti i nostri animali domestici, e si dice poter prendere un carattere epizootico nei ruminanti; ma una disposizione speciale deve favorirne la sua evoluzione nei giovani animali, poiche e appunlo in questi ehe fu os-servata piü frequentemente, quantunque si sviluppi in tutte le eta; noi 1'abbiarao studiata specialmente nei cani.
Terapia. Gli ammalati, tanto nella forma mite, quanto nella forma grave, devono tenersi in riposo in una stalla netta, discretamente calda, ed in convenienti condizioni igie-niche, faeendo loro frizioni secche, ed avvalorate eon essenza di treraentina ed alcool per eccitare le funzioni della pelle, -
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neli'acuta a dieta, e schivando nella forma lenta il regime verde, ma dando alimenti di facile raaslicazione e digestione, e molto nutritivi. Si amministri in prineipio un purgante (soifato di soda, di magnesia, ed anche calomelano nei cani), onde sbarazzare l'intestino delle materie ehe puö contenere, e si dieno delle bevande di farina o di crusca, o dei decotti mucillagginosi.
Se i dolori sono molto forti, si unisce 1'oppio ai medica-menti suindicali, non tralasciando I'uso di clisteri ammol-lienti e sedativi. Galmati cosi i dolori addominali e sbaraz-zato l'intestino, conviene ricorrere airamministrazione degli astringent!, se la dissenteria continua (radice di tormentilla, Colombo, catechu, tannino o le piante ehe lo contengono, op-pure astringenti metallic!, acetate d! piombo, preparati di ferro ecc), ed agire anche direttamente sulla mucosa malata con irritant! sostitutivi (clisteri con soifato di rame o di zinco 4-10 grammi, - con nitrate d'argento ecc.
Ma se I'adinamia, la prostrazione delle forze, si fa grande, s! tralascia ogni medicazione evacuante, e si amministrano i tonic! ed anco gl! eccitant! (china, vino ed alccol, canfora, valeriana ecc), e s! agisce sull'intestino co! mezz! topic! supe-riormente indicat! (1).
Contro la dissenteria cronica, e sempre agli astringenti die si deve ricorrere, sia alia decozione di sostanze vegetabili astringenti, sia a preparati mineral! pur dotati della stessa proprietä.
Contro la dissenteria dei neonati, quantunque non sia sempre conseguenza perö di intensa flogos! ulcero-membra-nosa, richiedesi ognora una cura pronta ed efficace. Giovano pure internamente gl! oppiati, la polvere del Dowher, ii tannino , Tallume, il magistero di bismuto ad alta dose, ed i clisteri mucillagginosi; nei casi ribelli gli indicat! clisteri di nitrato d'argento.
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d)nbsp; Inßammazione cruposa dello stomaeo ed intestina. L'in-fiammazione cruposa del ventricolo e eccessivamenle rara, e fu solo osservata iirnitata a piccoli tratti, specialmenSe nella peste boyina, nelia tifosi dei solipedi, ed in altri morbi in-feltivi, non ehe per I'influenza di sostanze venefiche. Questo processo s'incontra aicune volte alia mucosa inteslinale, par-licolarmente all' ileon nei cavalli, in singole porzioni perö circoscritte con nelle adiacenze le note di intense catarro acuto. Ma egli e nei ruminanli, e particolarmente nei bovini, ehe Ventente membranosa o cruposa ä piü fiequenle ed estesa. E dessa caratterizzata anatomicamente da un essudato fibri-noso e prontamente coagulantesi sulla libera superflcie della mucosa intestinale, e specialmente del gracile.
La maggior predisposizione a contrarre questa malattia si nota nei giovani bovini, ed i raffreddamenti ne sarebbero, giusta Lafosse, le cause occasional!; ma queste nella maggior parte dei casi non si ponno perö rintracciare.
Terapia. II trattamento dell'enterite crupale acuta s' ac-corda con quello indicate a proposito del catarro acuto intestinale semplice; in ogni caso conviene favorire I'evacua-zione delle pseudo-membrane , le quali dopo qualche tempo sono a poco a poco sollevate da una essudazione sierosa, ehe parte dalla superficie stessa della mucosa, coll' amministra-zione del solfato di soda , di magnesia o di altro lassativo, e coU'applicazione di clisteri emollienti.
L'indicazione sintomatica puo richiedere I'amrainistrazione degli astringent!, dei tonici e leggieri eccitanti, se compare ostinata diarrea e grave prostrazione di forze.
Contro I'enterite cruposa, ehe Benion dice assai frequente negli uccelli, sono indicate le bevande rinfrescanti e soprat-tutto i purganti, - i clisteri evacuanli ne avvalorano I'azione, facilitando I'uscita delle pseudo-membrane.
e)nbsp; nbsp; Ristringimenti ed occlusioni del iubo enterico. Con queste denorainazioni si intende qualunque modificazione di calibre delle intestina, capace di didicoltare od impedire as-solutamente il corso delle sostanze in esso contenute. Sono
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assai nuinerose le cause patogeniche di tali stringimenti ed occlusion), e possono aver luago all'infuori deirinleslino stesso, nelle sue pareti e neila sua cavila. Tra le cause estrinseche, le quali agiscono tutte pero col medesimo meccanismo, cioe comprimendo I'inteslino, noi dobbiamo annoverare: a) i tu-mori vicini; 6) rincarcerazione interna; c) la torsione o ro-tazione deH'intestino altorno al proprio asse.
1.nbsp; Incarcerazione interna. Questa lia luogo se una por-zione di intestino giunge in un oriQcio normale od anormale, o passa tra una briglia tesa e la parete addominale, e viene strozzata, ecc.
2.nbsp; nbsp;Torsione o rolazione deU'intestino altorno al proprio asse. In questi casi la semi-rotazione puö gia chiudere perfetta-mente il lurae deU'intestino. E piu frequente queslo grave strangolamento rotalorio neila parte sinlslra del colon del cavalio, piii di rado succede al relto ed alia parte deslra del colon, ed 11 rimovimento in quesl'uitima porzione si liraita ordinariamenle ad una semi-rotazione. Di piu un' ansa inte-stinale puö girare attorno al mesenterio come asse, od es-sere altorniala e strozzata da un'altra parte, sia deil'inlestino gracile ehe grosso. Ponno conseguire tali torsioni all'inge-stione abbondante di alimenti indigesli, ed a bruscbi e violent! movimenti.
Tra le cause parietali, ehe produr possono il restringimento e rimpermeabiiitä deU'intestino, si hanno le produzioni can-cerose, le escrescenze polipiformi, i fibromi, I'ipertrofia delle sue pareli, la cicalrizzazione di ulceri ecc. A questo stesso ordine di cause appartiene pure 1'invaginazione.
3.nbsp; Invaginazione, intussuscezione. Queslo processo e costi-tuito dalla penetrazione di una porzione intestinale nel iurae della porzione prossima susseguente alia maniera di un dito di guanto, di cui restremita libera e rientrala e ricacciata verso la base del cilindro digitale. Fu osservata in tutli i nostri animali domeslici, ma piu frequentemente nei cani, so-lipedi e bovini. Un'invaginazione completa presenta collocati I'uno sopra 1'altro tre strati (Ire pareti intestinali), uno
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319 estprno, uno mezzano ed uno interno. L'eslerno ed il rnedio si toccano a vicenda colle loro faccie mucose, mentre il medio e I'inlerno sono in rapporto colle loro sierose. L'in-vaginazione si osserva piu frequentemente neU'inteslino gra-cile, ehe non nel eieco e retto. Nella maggior parte dei casi I'invaginazione si trova nella direzione dalla bocca all'ano, invaginazione progressiva o discendente; anzi io la trovai sempre soltanto in questa direzione, e non vidi mai I'invaginazione retrograda od ascendenle, ehe altri dicono aver os-servato. Non e ancora conosciuto perfettamente il meccanismo immedialo dell'invaginazione; ma perö, siccome succede questa ad alcuni stati morbosi ehe provocano movimenti inte-stinali frequenti ed energici, I'opinione piu accettabile e ehe questa anomalia prenda origine da ciö, ehe una porzione in-testinale in preda ad esagerata contrazione, per cui si oblunga ed acquista. un calibre un po' minore ehe alle state normale, penetra nella parte vicina non contratta, e per conseguenza di un calibro maggiore della prima. Quindi il ripetuto e preva-lente moto peristaltico spinge la porzione invaginala sempre piü innanzi nella cavitä dell'insaccato tubo enterico esterno, fino a ehe per la resistenza del mediaslino, o per I'aderenza delle sierose, sia impedito I'avanzamento della porzione intatta. Inoltre sopravviene pure talvolta I'invaginazione per le ener-giche ed inuguali contrazioni dell'intestino, ehe hanno luogo duranle I'agonia, soprattutto nei cani, e specialrnente se af-fetti da affezioni cerebrali.
4.nbsp; Ernia peritoneale interna. Nei buoi succede alcune volte la roltura della ripiegatura del peritoneo ehe inviluppa il cordone testicolare ed entra nel canale inquinale, per cui anse intestinali possono penetrare per* I'apertura eosi formata e rimanere strangolate; processo questo ehe si indica col nome di ernia peritoneale interna, ernia interna dei buoi.
5.nbsp; Infine l'impermeabilitä dell'intestino puö avvenire per cause cavitarie; eosi I'accumulazione in massa di feci dure ed essiccate, die si osserva frequentemente nei cani e nei solipedi, - rotturamento da concrezioni intestinali, calcoli od
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enteroliti, da egagropili, da lembi di coperle di lana, di ve-
slimenta, o da altri corpi accidentalmente introdotti nell'in-
testina.
Terafia. Nell'occlusione dell'lnteslino risuUante dall'accu-mulamento di feci dure, si deve ricorrere airamministrazione di purganti ed all'applicazione di clisteri evacuanti. I pur-ganti saranno sceiti Ira quelli ehe provocano una trasuda-zione sierosa piuttosto abbondante, onde favorire la dissocia-zione delle feci condensate, cioe giovano specialmente i sali neulri dati neU'infuso di senna, unili ali'aloe soccotrino, I'olio di ricino, cui si puö unire all'uopo I'olio di crotontilio ecc. Se i dolori sono gravi, giova in tutte le forme di quesle co-liche I'oppio, il quale, oltre alia sua azione anestetica, \ince le contrazioni dei muscoli intestinali, e ne rende piü facile il rimovimenlo deH'ostacolo, favorendo Teccoprosi, epperö si puö unire I'oppio ai suddetli purganti. Se \i esiste I'impermea-bilitä dell'intestino retto, ciö ehe poi notammo specialmente nei cani, determinato sia daH'accumulazione di feci sole o commiste ad ossa, od a sostanze indigerite, e sovratutto sopra lo sfintere, prima di ricorrere agli evacuanti, conviene pro-cedere al pulimento diretto dell'intestino stesso colle mani nei grandi animali, e nei piccoli col dito, raggiungendo (*) ed estraendone cosi tali materie, oppure, quando risiedono piu in alto, sminuzzandole o col manico di un cucchiaio o con una pinzetta, ehe raeglio gioverebbe qualora fosse a te-naglia, ed introducendo di poi un tubo elastieo altraverso le masse fecali allo scope di pralicare irrigazioni ammollienti ed evacuanti piü in alto possibile. Le irrigazioni devono ri-petersi in tutti gli animali tre o qualtro volte al giorno, eioe fino a ehe condueono fueri delle materie indurite. Ma se raal-grado questi mezzi non si riesce presto a rendere pervio l'intestino, ciö ehe accade specialmente quando si tratta di impermeabilita del cieco e colon, il meteorismo, come si vede non raramente nei solipedi, puö acquistare delle proporzioni
(*) Brusasco. Rendiconto cit.
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321 tali da far perire Tammalato asfitlico, se non vi si oppone un pronto soccorso. Noi abbiamo gia indicato i migliori mezzi di limitare lo sviluppamento e di condensare i gas, ma quando havvi urgenza di dar loro uscita, si deve imrae-dialamente procedere alia puntura deirinleslino. Bourgelat e Ghabert avevano gia consigliato e messo in uso sul cavallu quest'operazione, ehe ora e riconosciuta di sommo vantaggio; i particolari di questa puntura, ehe si fa d'ordinario al cieco, sono gia stali impartiti (V. pag. 296). Se si sviluppa rettite, periproctite, o si formano ascessi periauali, si ricorra al trat-tamento da noi altrove indicato.
Questo metodo di trattamento (purganti, clisteri o direlta estrazione dalle matene) non e solo applicabile alle occlu-sioni per cause eavitarie (ostruzioni), ma benanco alle ente-rostenosi per compressioni e stringimenti, trattandosi pur in questi easi di aunaentare la contrattilith inlestinale , perche questa possa superare I'oslacolo. Si sa, ehe e ognora conve-niente di soddisfare, se e possibile, all'iadicazione causale, -allontanare quei turaori ehe per avventura fossero causa di compressione nell'intestino retto, e via dicendo.
Nel caso di ostruzione intestinale da feei indurite, noi ab-biaraoineanipur usato con vantaggio I'iniezione nell'intestino di una soluzione concentrata di bicarbonato di soda ed im-mediatamente dopo una soluzione egualmente forte di aeido tarlarico, producendosi tosto una quantila eonsiderevole di aeido earbonico, ehe ha per conseguenza di distendere tutto il tubo intestinale e di determinare evacuazioni alvine. Per introdurre piu in alto possibile le soluzioni suddetle, con-viene introdurre per la via dell'ano una sonda esofagea, un tubo, e fade penetrare mediante ii medesimo nell'inteslino. Tale mezzo puö tentarsi anche nelle invaginazioni intestinali, in cui giova respingendo al suo posto normale la porzione di tubo enterico, ehe attivamente o passivamente si e intro-dotta in un'altra, ed in altre enterostenosi ed occlusioni delie intestina.
Nel caso di ernia peritoneale interna, si deve tentare la ri-
Dte, Brusa$co. 21
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posizione incruenta, scioglimenlo degli intestini, o facendo scendere il bue per un ripido monle, o cercando di riporre rernia attraverso I'intestino retto; in caso di non riuscita, si ricorre alTullimo tenlalivo, cioe all'operazione cruenta, facendo la laparotomia nella cavila del Banco destro.
Nelle occlusioni per slrozzamenlo e torsione, al principio si puö pure tentare un purgante, e 1'applicazione di clisleri eccitanti, nella speranza di far riprendere aU'intesliiio la sua posizione normale per le eccitate conlrazioni; mentre piü tardi sono dannosi gli evacuanti, ma giova il freddo per pre-venire ancora rinfiammazione e la necrosi della porzione slrozzata, ed i clisleri purgativi.
E speciahnente nei casi in cui si puö ammeltere un ele-mento spasmodico, ehe il clorofürmio e I'oppio sono real-mente utili.
Nelle inlussuscezioni, succedendo serapre, come gia ebbi ad accennare, un invaginamento dell' intestino nella dire-zione dalla bocca all'ano, e controindicata I'amministrazione dei purganti , e di lull! i mezzi in genera ehe eccitano la conlraltilita , poiche hanno per indubitato effetto di accre-scere 1'inlussuscezione stessa. Lo slesso dicasi della sommi-nistrazione del mercurio metallico. Si ricorra invece ad ap-plicazioni fredde per prevenire rinfiammazione, e si tenti copiose iniezioni di liquidi, oppure s'insufili nel relto una grande quanlila d'aria mediante un soflietto, per iiberare in queslo modo, se e aiicor possibile, Tintussuscello dalla vagina intussuscipienle.
Ma se si puö raggiungere I'lntussuscetto inlroducjndo la mano od il dito nel rello, si tenti di ridurlo mediante la cir-cospetta inlroduzione di un tubo enterico, la cui punta sia munita di un pezzo di spugna.
Se malgrado la raedicazione sopraindicala, gli accidenti persistono, sia nel caso di strozzamento, ehe di rotazione ed invaginazione, si puö tentare I'incisione deU'addome, onde colla mano poter ricondurre I'intestino nella sua posizione normale. Si noti ehe le speranze di fausto risultato sono in
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323 rapporto direlto colla precociia dell'operazione. 11 Lussan ha rapportato un esempio di guarigione di volvolo coll'impiego di questo mezzo sopra una vacca. - II GauUel consiglia pure I'eslrazione delle pallottole stercorali la merce I'enterotomia; nelle gravi concrezioni calcolose pur questo sarebbe I'unico mezzo per soddisfsre all* indicazione causale, ma in ogni caso la riuscita 6 sempre dubbia, specialmente nei solipedi, per motivi abbastanza noti.
In tulli gli stringiraenti ed occlusioni dell'intestino, se si sviluppa enterite o peritonile grave, bisogna passare all'uopo a quel metodo di cura da noi riferito nei relalivi capitoli.
Qualunque sia la forma di occlusione, negli accessi di co-liche bisogna evitare ehe gli ammalati si feriscono metten-doli in una scuderia spaziosa con abbondante leltiera ecc. (V. Golica). Si prescriva una dieta severa e non si permet-tano ehe bevande in piccola quantitä, e ad intervalli ravvi-cinati; ma se la malaltia si prolunga , si devono sostenere le forze del paziente con convenienle regime. Anche dopo la guarigione, il regime deve essere composto di alimenti mollo nutrilivi e contenenli poche sostanze indigeribili per alcuni giorni, come viene insegnato da una sana profilassi.
f) Colica. Preso nei suo senso etimologico, il vocabolo colica, da xcoXov colon, intestino crasso, significa dolore del colon, dolore d'inteslino; ma l'uso perö gli ha dato una si-gnificazione molto piii larga. Col nome di colica si inlendono non solo i dolori dovuli ad una accresciuta eccitazione delle terminazioni periferiche dei nervi sensitivi dello stomaco e deirinteslino, presentanlisi ad accessi, od almeno aggravantisi ed infievolenlisi ad intervalli irregolari (gastro-enteralgia), indipendentemente da lesion! apprezzabili delle lonache del ventricolo ed intestino, ma tutti i dolori aventi la loro sede principale negli organi dell'addome, ehe si manifestano con un insieme di sintomi uniform!, malgrado la diversitä delle cause ehe li producono. Laonde volendo ancora conservare una tale denominazione, e necessario dislinguere le coliche in fere od idiopaliche, quando non sono dovute ad infiam-
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mazione od a malattia di tessitura del lubo gaslro-enterico; in sintomaliche, quando tali manifeslazioni dolorose sono pro-vocate da alterazioni di tessitura o di raodificazione di posi-zione deile intestina, ed in false quando non hanno la loro origine nel tubo digestivo (es. colica-nefrilica ecc). Cosi oltre alia nevrosi dolorosa di questi organi (colica nervosa), si hanno: le coliche reumatiche dovute a raffreddamenti della pelle, per cui la muscolatura dell'intestino sembra affetla in simile modo come i muscoli di altre localila in seguito ad affezioni reumaliche (bevande mucillagginose tiepide con entro calmanti, cura diaforetica); le coliche dovute a contenuto anormale dello stomaco ed intestino, cioe a sopraccarico di alirnento, colica di indigestione; - all'accumulamento di gas o di materie fecali, - colica ventosa, flalulenta e stercoracea (conlro tale colica ventosa, timpanite gastro-enterica, il vete-rinario Aiolfi Pielro trovo giovevole il rafano selvatico (1)); -alia presenza di calcoli, egagropili, - colica calcolosa ecc; all' occlusions intestinale per vermi - tenia aggomitolata, gruppo di ascaridi ecc, coliche verminose, nelle quali le sofferenze nascono per una dilatazione eccessiva di una por-zione dell'intestino e dal conseguente stiramento dalle sue pareli, mentre i dolori colici ehe si sviluppano dietro I'in-gestione di forti drastic!, di ingesti nocivi, dipendono da piu o meno gravi processi infiammatori, per cui appartengono, come tutte le coliche dovute ad alterazioni di tessitura e di rapporto dell'intestino o ad avvelenamenti, alle sintomaliche. Terapia. Per quanto spetta al trattamento curativo vedasi Tart, intestina, ecc. Quivi dirö semplicemente ehe tutti gli animali e specialmente i cavalli, ehe soffrono piü o meno vio-lenti dolori colici, e conveniente, a meno ehe sia conlroin-dicata da stati raorbosi preesistenti, la passeggiata al passo, e particolarmente durante I'eccitamento dopo I'uso degli irritant! alia cute, e quando i malati si gittano con violenza a terra e cercano di rivoltarsi in vario modo, onde facilitare la defecazione ed impedire i gravi accident! ehe appunto sus-seguir possono al gittarsi e rivoltarsi violenteraente per terra.
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Perö gli autori al riguardo non si accordano; cosi secondo l'Haubner si deve permettere al malato cavallo di gittarsi e rivoltarsi per terra, perche quesli movimenti li ritiene come salulari e favorevoli per miligarc i dolori; mentre noi ab-biarao sempre vislo conseguirne ai medesimi gravi accidenti.
In generale si puö dire ehe contro la coiica sono giove-voli le forti e ripe'.ute fregazioni, previa aspersione di alcool canforato, alia superficie del corpo con baluffoli di paglia, i clisteri ripeluti con acqua saponata tiepida, con acqua fredda semplice o coil'aggiunla di sale da eucina o di solfato di soda o magnesia (e necessario perö prima nettare il rello), e l'uso interno di farmaci, ehe variano colla condizione eziologica.
Aggiungerö ancor^ ehe l'indicazione morbosa, ehe si con-fonde in questi casi colla sintomatica, e particolarraente quando i dolori sono moito violenti, richiede l'uso dei nar-cotici, cosi oppio e specialmente l'idroclorato ed acetato di morfina, sia per l'atrio della bocca, ehe per iniezioni ipo-dermiche (2, 3, 4), estratlo di giusquiamo e di belladonna, tintura di aconito, ed assafelida (5).
Nei eani noi abbiamo osservato aleune volte la coiica sa-lurnina; puö diagnosticarsi per la violenza e la continuitä dei dolori parossistici, per la costipazione, per la retrazione frequente del ventre, per le nausee e vomiti biliosi, per la disuria, ma specialmente per l'anamnesi.
II miglior tratlamento consiste neU'uso dei vomitivi, dei purganti drastici e dell'oppio. Ma vinta la costipazione ed il dolore, onde eliminare il piombo dali'organisrao, si raeco-mandino il ioduro ed il bromuro di polassio.
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P. Acelalo di morfina egrm. 25
Acqua dislillata grm. 40
Acido aecliconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;goccie U.
Per iniezioni sottocutance nella
regione del petto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Spcnz).
(4) P. Acetato morfina egrm. 12-20
Atropinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5
Per iniezioni ipodermichc, da
ripetersi dopo un quarto d'ora od
una meiz'ora nclle coliche spasmo-
diche.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Vogel).
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Fa infusonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ctlogrm. 3
Agg. Amtnoniaca liq^ gim. 25 Da amministrarsi in una sol volla ; si ripete all'uopo,
(Aiolfi).
(2)nbsp; P. Cloridrato morf. egrra. 2-5
Sciroppo semplice grm. 25 M. bene.
S. Da darsi a eucchiai da cafle nei cani,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. BruMsco).
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Noi pure abbiamo con vantaggionbsp; nbsp; (5) P. Canfora polv. gi'm- 16
fatto uso di questo connubio collanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Assafctida gt; gt;
seguenlc formola:nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Tuorli d'uova N0 2
P. Idroclor. morf. cgrra. lt;5-2Snbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua raquo; S00
Solfi.to alrofina raquo; 2-5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Incorpora la laquo;anfora c 1' assa-
Glicer., acq. disl. aa. grm. 8nbsp; nbsp; fclida ai luorli di uova , raquo;ggiungi
S. Per iniczioni da ripelersinbsp; nbsp; I'acqua, igila bcne ed amministra
coDVcuicntemsntc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;in una volta.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Molto efficace nelle coliche del cavallo. (Bouloy e Reynal).
g) Emorragie dello stomaco e delle inteslina. Si da il nome
di gastrorragia all'emorragia ehe ha luogo alia superücie
della mucosa storaacale , con spandimento del sangue nella
cavitä deil'organo. L'ematemesi invece e il vomito, la rigur-
gitazione di sangue, ehe segue la gastrorragia.
L'emorragia ehe ha luogo alia superficie della mucosa in-testinale dicesi enterorragia , e si da il nome di raelena , meloena, alle scariche alvine eontenenti raaggiore o minors quantitä di sangue, ehe ha soggiornato nell'intestino, epperö nere o bruno-nere (con bile commistavisi). Perö la melena da se sola non indica ancora I'esistenza di enterorragia, poiche il sangue, cosi eliminato, puö invece provenire dallo stomaco (emorragia stomacale, per cui puö esistervi nello stesso tempo ematemesi e melena, od anche semplicemente quest'evacua-zione del sangue evaso per I'ano), oppure essere stato in-ghiottito, e provenire anche da emorragia dell'apparato respi-ratorio.
Le gastrorragie ed enterorragie sopravvengono di rado in seguito a contusione alia regione epigastrica (piccoli animali) od addominale , ma sono specialmente prodotte da sostanze irritanti o caustiche, da corpi stranieri acuti , da ulcera-zioni (dissenteria) e neoplasmi (gastro-enlerorragia trauma-tica od ulcerosa). Puö essere ancora meccanica ed adinamica. L'emorragia meccanica e attiva o flussionaria, passiva o per stasi. Infine abbiamo le cosi dette emorragie emorroidali, ehe si producono o per lo scoppiare delle varici delle vene rettali, ehe costituiscono punto le emorroidi (queste si di-stinguono in interne ed esterne, secondo ehe trovansi nel-rintestiuo retto, od al margine dell'apertura anale), o per la
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crepatura dei capillari soverchiamente rierapili. 11 nostro Toggia dice le emorroidi frequenti nei bovini giovani, ed oc-casionate dall'ostinata slilichezza e dall'abuso dei draslici; pero si confusero le emorroidi coi prolassi della mucosa del-l'intestino retto, ehe si osservano specialmenle nei mesi eslivi. Si sono osservate le emorroidi anche nei cavallo, nelle capre, nei cani e nei porci.
Terapia. L'indicazione causale s'accorda perfettamente colla cura deU'affezione primaria.
L'indicazione deU'emorragia richiede mai il salasso, poiche
non si puö sicuramente aver vantaggio nei carare sangue ad
un ammalato minaccisto di dissanguamento. Ma per combat-
tere la gastrorragia e I'enterorragia giovano le bevande fredde,
ghiacciate, meglio il ghiaccio e la amministrazione degli
emostatici, ed astringenti (1), - acidi diluili, acido tannico, gal-
lico od allutne. Per combattere poi i sintomi di adinamia, ehe
sono dovuti alia oligoemia, giova la medicazione ricostituenle.
Anche nelle emorroidi si deve innanzi tulto adempire all'in-
dicazione causale, per quanto e possibile. Se il catarro e le
varicosila del relto dipendono da un accumulo ripetuto di feci,
si deve ricorrere, oltre al pulimento del retto colle dita o
colla mano, aH'amministrazione di purganti, ma perö non
irritanti (sena , rabarbaro ecc); giovano pure i clisteri eva-
cuanti, badando in ogni caso di non irritare I'inleslino retto.
Quindi le varlci emorroidali infiammate si coprono con com-
presse imbibite di acqua fredda semplice o saturnina; e I'emor-
ragia si cura coirapplicazione locale degli astringenti. Solo
di rado e necessario ricorrere alia legatura delle emorroidi,
alle scariScazioni della mucosa del retto, alia escissione dei
noduli emorroidali ecc. (*).
(d) P. Nocc-galldnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 10-4 5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da darsi in 5-6 volte nella
Fa dec; alia col. raquo; 500 giornota ad un cane. Agg. Allutnenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 0,50-1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusosco).
Iirvasione (malattie di). Chiamo, per brevitä e per mag-
giore precisione scientifica, malattie da invasione quei morbi
(1) Oreste. Ltzioni di jiatologia sperimentalc veterinaria.
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ehe sono general! dalla penetrazione di parassiti aniraali nei tessuti.
Tra i morbi ehe entrano in questo capitolo delle invasioni, noi diremo: della trichinosi, della cachessia idatiginosa dei suini, della malattia da echinococeo, della vertigine idatiginosa e della paraplegia idalica (V. i relativi artieoli).
Iperemia. Ghiamasi eongestione, od ipereraia, il sovra-empimento di sangue nei vasi, ehe si rendono ad un organo o ad una parle di esso.
Le oscillazioni nella quantitä del sangue contenuto in un organo possono essere tanto piu considerevoli, quanto piü ce-devole n'e il parenchima e l'involucro, e quanto piü nume-rosi ne sono i vasi, e tenere e sottili le loro pareti. Giä an-ticamente distinguevasi l'iperetnia in attiva e passiva ; ma tale denorainazione non corrispondendo esattamente ai process! fisiologiei, ehe formano le basi di queste due forme di iperemia, il Virchow propose, a ragione, il nome di flussione per le attive, e quello di stasi per le passive. La flussione, od iperemia flussionare, consiste infatti in un auraento ed in un accelerato afllusso, e l'iperemia da stasi in un impedito e rallentato deflusso del sangue nei eapillari, perche si tratta principalmente della quantitä di sangue in essl contenuta, dalla quäle dipendono preeipuamente le funzioni e Ja nutri-zione degli organi. Nella eongestione il sangue resta nei vasi, e questo earatlere vale giä a dislinguere l'iperemici daü'e-morragia; si differenzia poi dall'infiammazione, perche il tes-suto perivascolare rimane inlatto sotto il punto di vista delle lesioni nutritizie; perö tanto nella flussione quanto nella stasi puö venir modifleato, perche l'accresciuta pressione in-travasale produce un trasudamento dello siero del sangue dalle pareti dei vasi, il quäle va a raccogliersi, come e ben naturale, nelle maglie del tessuto involgente; ma perche cio abbia luogo 6 necessaria una certa durala deU'iperemia.
La eongestione si osserva piü frequentemente nei polmoni, nella milza, nei fegato e nei eervello.
a) Iperemia cerebrale. Per facilitare lo studio delle ipe-
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329 remie cerebral! le distingueremo in atlive o flussionari, ed in passive o da slasi, avvertendo ehe non si puö separare ne anatomicaraenle nk clinicamente la semplice iperernia del cervello da quella delle sue membrane, e specialmente da quella della pia madre, perche d'ordinario si presentano tulte e due nello stesso tempo e per le medesime condizioni, e perche non si ha per esse sintomo differenziale e palogno-monico.
L'ela, il sesso, la specie, non hanno alcuna influenza sulia produzione delle iperemie cerebrali passive, le quali svilup-pansi indifferentemenle neue circoslanze le piü svariate dal momenlo ehe le condizioni meccaniche dell'impedito deflusso del sangue dal cranio , della loro produzione , si sono rea-lizzate. Le attive all'opposto sono piü frequenli nei cavalli giovani e vigorosi, quanlunque si osservino in tutti i nostri animali domestici. Sono piü comuni in estate , ma in tutte le stagioni i cangiamenli bruschi e notevoli della tempera-tura hanno una reale influenza sul loro sviluppamento.
L'iperemia cerebrale si manifesla ora con sinlorai di ec-citazione, ora con fenomeni di depressione, oppure con sin-torai di irritazione e depressione combinati nei piü svariati modi; pel clinico perö basta distinguere tre forme di con-gestione encefalica : la forma mite cioe, la forma grave e la forma apopletica.
Terapia. Le sottrazioni sanguigne general! e locali, I'ap-plicazione del freddo sulla testa, le derivazioni sulla cute e sul tratto intestinale, sono i principali mezzi, ehe si metlono in opera nei trattamento dell'iperemia cerebrale. Ma perö non devono adoprarsi tutti e sempre tali mezzi contempora-neamente; e la scella tra i medesimi non e arbitraria, ma basata sulle forme eziologiche e patogeniche.
Nell'iperemia attiva, allorche la flussione e sotto la dipen-denza di un aumento dell'azione cardiaca senza lesioni val-volari, e di una dilatazione quasi meccanica dei vasi encefalici, devesi praticare un salasso e ripetere all'uopo; nello stesso tempo si amministrano dei purganti salini per alcuni giorni
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di seguito, e si applicano clisteri per vuotare il canale inle-stinale, e sul capo cataplasm! di ghiaccio nei forti accessi. Lo stesso trattamento conviene nelie flussioni collaterali del cerveDo; poiche in questi casi i gravi accidenti d'iperemia provengono solo da ehe la quantila totale del sangue e di-venula troppo grande relativamente al sistema circolatorlo, essendo slato ristretto il campo arterioso , e non potendosi d'ordinario togliere I'ostacolo, per es. nel restringimento dell'aorta toracica od adJominale. Di rado nei nostri animali doraeslici si ricorse, certo con poco vantaggio, a salassi locali.
Nelle flussioni molto frequenti per insolazione e per ecces-sive falicbe, i mezzi piii razionali sono le applicazioni fredde sulla testa la merce 1' uso di una vescica plena di ghiaccio, oppure di compresse bagnate di continue con acqua possi-bilmente fredda; le frizioni irritanti alle estremitä ed i de-rivativi sul canale intestinale.
Nei casi piü gravi, se ne avvalora I'azione con un'emis-sione sanguigna, avvertendo ehe, sotto pena di nuocere invece di giovare, conviene fare un abbondante salasso a preferenza di farlo piccolo e ripeterlo.
Se la iperemia cerebrate consegue a perfrigerazione, od e semplicemente di origine nervosa, bisogna innanzi lutto riat-tivare la circolazione periferica, e produrre sulla pelle e suila mucosa digestiva un'irritazione, ehe possa moditicare per azione riflessa, I'innervazione dei vasi encefalici, - le frizioni eccitanti sopra tutto il corpo, i senapismi e vescicanti alia testa ed alle estreraitä, ed i purganti drastici (olio di cro-tontiglio), sono i migliori mezzi d*azione; nelle iperemie acute e minacciose specialtnente, non si dimentichi il salasso, e le applicazioni fredde sulla testa.
Nelle congestioni cerebrali per indigestione , giovano pure le applicazioni fredde alia testa, ed i drastici purganti; e nei carnivori ed onnivori la medicazione vomiliva. Ai salassi si ricorra solo nei casi molto gravi, onde prevenire I'apo-plessia.
Se si hanno a combattere congestioni cerebrali passive o da
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331 bisogna primieramente togliere I'oslacolo al deflusso del sangue, - collare Iroppo strelto ecc; ma il piü delle volte in quesle iperemie risultanti da compressione delle vene giu-gulari ecc, o da malatlie croniche del cuore e dei polmoni, non si puo soddisfare all'indicazione causale. In questi casi sono indicati i salassi per rendere libero il deflusso del sangue dalle vena cerebral!; senza I'uso del salasso, ripetulo al bi-sogno, ben poco si puo aspeltare daU'applicazione del freddo, dei lassativi e dei vescicanti.
Allorquando la stasi consegue ad una lesione deH'orificio raitrale, la digitale e il rniglior mezzo per combattere I'assi-stolia cardiaca, ed i consecutivi accidenti cerebrali, dopo di aver facilitato rnomentaneamente il corso del sangue con un salasso.
Se la stasi e unicamente effetto di debolezza della circola-zione, di paresi del cuore e dei vasi, o di debolezza geue-rale, si devono prescrivere i tonici, gli stimolanti stessi, ed un'alimentazione riparatrice.
In ogni caso di affezioni cerebrali, per calmare gli accessi di furore, e specialmente nell'iperemia con delirio furioso, giova il cloralio idrato gia da noi raccomandato (V. Medic. Vet. 1870); anche il collega Gibellini l'adoperö con vantaggio in simili circostanze.
In tutti i casi conviene meltere possibiltnente I'ammalato in locale ben aerato , spazioso , e tranquillo , allontanando tullo ciö cbe puö essergli di danno; e nella forma delirante assicurarlo in maniera da non lasciare adito a rompere le funi o le catene, e ad offendere se stesso.
Conlro la congestione cerebrale ehe si osserva assai fre-quentemente negli uccelli, e specialmente nolle oche, sono a raccomandarsi i bagni freddi sulla testa, I'appplicazione di corapresse continuaraente inumidite di acqua fredda od anche sedativa, le bevande purgative ed i clisteri irritant! ; nei casi gravi si puö praticare il salasso alia vena bene apparente ehe si trova sotto le ali. La maggior parte degii ammalati guarisce.
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6) Iperemie cutanee. Anche le cutanee iperemie possono essere atlive o passive.
Terapia. E diversa la terapia secondo la condizione ezio-logica. Cosi molte iperemie spariscono spontaneamente, e specialmente quelle ehe accompagnano altri processi morbosi; epperö e contro di questi ehe deve essere diretto il tratta-mento curativo. E cosi dicasi di quelle emorragie ehe sono prodotte da rubefacienli e via via.
Contro le flussioni cutanee, ehe nascono pel rapide aumento della attivitä cardiaca negli animali pletorici (dette iperemie idiopatiche), giovano il riposo, le bagnature fredde ed astrin-genti, e la somministrazione di purganti salini.
Contro le iperemie prodotte da cause meccaniche, per ef-fetto di alta temperatura, per difetto di tonicitä dei vasi, ecc. sono pur di benefica influenza i cataplasm! ghiacciati, i bagni freddi.
E sempre indispensabile allontanare, quando e possibile, gli oslacoli alia circolazione; e curare la malattia di cui I'i-peremia cutanea e conseguenza.
Non si deve dimenticare il trattamento profllattico.
c) Iperemia del midollo spinale e delle sue meningi. La congeslione del midollo spinale si osserva il piü sovente nei solipedi e nei bovini, ehe sono in istalo pletorico, ehe non negli altri animali. Come malattia primitive si sviluppa specialmente in seguito al freddo-umido intense, nen ehe pel tenere i cavalli in scuderie troppo caldo-umide. Oilre cio non e tanto rara la congestione passiva per pletora venosa addorainale (cirrosi del fegato , voluminosi tumori dell'ad-dome, gravidanze ecc.), e per le malattie croniche del cuore e dei polmoni, allorche ne diflicoltano direttamente od indi-rettamente il vuotaraento delle cave nell'orecchietla destra.
Terapia. Nella congestione atliva, ed allorquando I'amma-lato e robusto, conviene ricorrere alia flebotomia, e ripeterla al bisogno; nei deboli all'opposto si sono raccomandate le sottrazioni sanguigne locali! Ma in tutti gli animali sono gio-vevoli gli evacuanti (solfato di soda e di magnesia), ehe de-
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333 vono ripetersi per alcuni giorni di seguito, e le frizioni irritant! alia colonna verlebrale; nocive invece si credono le applicazioni fredde sulla regione verlebrale , determinando flussione negli organi profondi.
Nella slasi bisogna innanzi tutto sforzarsi di soddisfare all'indicazione causale; in ogni r.aso i purganti, il buon go-verno della mano, le frizioni eccitanti al comune tegumento, specialmente alle estremitä, non sono da obliarsi. Si avvalora I'azione di questi mezzi colle docce fredde alia regione verlebrale, ehe si vuole imprimono punto alia circolazione lan-guente un'attivita salutare. In tutte le circostanze, specialmente nella flussione, gli ammalali saranno lenuti a dieta severa dapprincipio, e quindi con alimenti di facile digestione, ed in una scuderia fre,;ca e ben aerata. (V. Meningite spinale e mielite).
Iperestesia. La sensibilitä in generale puo indebolirsi e spegnersi (anestesia); puö invece accrescersi (iperestesia), oppure venire perturbata in lorme diverse (disestesia).
L'accresciuta eccüabililä delle fibre sensibili in generale adunque chiamasi iperestesia. In conseguenza di questa irri-tabilita morbosa gli animali sentono prontamente e forte-inente le piü piccole improssioni; le reazioni non sono piü in rapporto coH'inlensitä dell'eccitante.
Fra gli animali domestici e soprattutto nei cani e nei ca-valli di debole costituzione od indeboliti da malattie, e nei montoni di razza nobile (Roll), ehe si nota un aumento generale dell'eccitabilitä. Questa sovraeccitazione nervosa si roanifesta colla percezione e medesimamente colla percezione dolorosa, e la produzione di atti riflessi anche per stimoli debolissimi. Nei tetano ad es. I'iperestesia e uno dei sintomi ehe non manca mal.
In questa categoria perö si considera si il senso del dolore ehe quelle del prurito, potendo appunto questo state di iperestesia presenlarsi parziale e dar luogo a sensazioni assai moleste senza essere dolorose, come per es. il prurito mor-boso della cute (pruritus), ehe si nota abbastanza frequente-
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niente nei cani, in modo particolare durante il cimurro, lo-calizzalo alle estremitä, per cui si soffregano, si grattano le parli affetle e se le lacerano medesimamenle coi denti. Inoltre la sensazione del prurito accompagna le maiatlie cu-tanee, ehe irritano il corpo papillare, raentre le ferite e le ulceri, ehe giungono fino al lessuto connellivo sottocutaneo, non producono prurito, ma dolore.
Terapia. Se il clinico ha bisogno di combaltere una tale sensibililä accresciuta, deve innanzi lutto soddisfare all'indi-cazione causale. Cosi si procuri di ristabilire una normale qualitä del sangue con nutrizione opportuna , aria libera e moderato esercizio muscolare, e nel caso coi tonici e ferru-ginosi, se dipende da allerata composizione del sangue (oli-goemia). Per quanto poi spetla alle indicazioni generali di questa accresciuta irrilabililä, sono stati trovati giovevoli i bagni tiepidi e freddi, gli oppiati, il cloroformio, I'etere ed il cloralio, le bevande diaforetiche, ed il metodo cosi detto rinfurzante dei nervi. Riguardo aU'ipereslesia parziale vedasi I'articolo prurito.
Iride (malaltie dell'), a) L'infiamraazione dell'iride, irite, puö essere primitiva ed idiopatica, o secondaria, e non co-stituisce in questo caso ehe una complicazione dialtreaffezioni oculari, cioe delia cornea, sclerotica, coroidea ecc. L'irite non rararaenle si sviluppa pendente il corso del moccio dei cani; ma piü di rado nel decorso di altre affezioni generali acute. In tutte le forme di irite un po' grave si trova 1' oc-chio piü o meno rosso per I'iniezione dei vasi capillari sot-tocongiuntivali, ehe circondano la cornea, cioe costituiscono come una corona di color rosso piü o meno intense altorno alia medesima (anello sclerotideo) ; si nola cangiamento di colorazione nell'iride , restringimento ed irregolarita della pupilla e fotofobia , essudati si scorgono nella camera ante-riore e nella pupilla; a quest! fenomeni morbosi possonsi ag-giungere le sinecchie anterior! e posteriori, I'ipopio, I'ipoema, la chemosi sierosa, l'edema delle palpebre, e via via.
Diconsi sinecchie posteriori le adenze ehe si stabiliscono
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335 tra l'iride e la capsula anteriore del crislallino. L'ipopio e I'accumulazione di pus nella parte declive della camera anteriore; mentre I'ipoema consiste in una raescolanza di sangue coirumor acqueo. La cheraosi sierosa infine consiste in una infillrazione sierosa della congiuntiva bulbare e tessuto sotto-congiuntivale. L'ipoema puö pure essere traumatico.
Pu6 essere I'irite acuta e cronica ; questa puö essere pri-mitiva o conseguire a quella.
Terapia. Nell'irite acuta al prime stadio, senza essudali, si cerchi di troncare la malattia tenendo Tanimale all'oscuro ed alia dieta, e ricorrendo alle instillazioni, ripetute 2-3 volte al giorno, di forti dosi di atropina (1), ai fomenti tie-pidi con infuso di fioii di sambuco o di camomilla, ed ai derivativi sul canale intestinale; nei casi gravi sono neces-sarie le deplezioni sanguigne. Le instillazioni di atropina de-vono farsi in tutte le forme di irite ed in tutti gli stadii, poiche con esse si ottiene la dilatazione della pupilla, si pre-viene la formazione delle sinecchie, e si guariscono quando si sono gia prodotte, ma non sono mollo antiche; inoltre e note ehe l'atropina agisce ancora come mezzo antiflogistico. Perö e dimostrato ehe questo midriatico non viene assorbito allorquando la tensione dell'occhio e molto grande, e l'iride molto congestionato; in questi casi quindi prima di fare le instillazioni, si devepraticare una buona deplezione di sangue.
Sono pure giovevoli i collirii di estratto di belladonna (2), ed il calomelano e Toppio internamente.
Se malgrado questi mezzi, dope alcuni giorni I'irite non si doma, ricorrasi tosto alia paracentesi della camera anteriore. Contro l'ipopio, ehe si ha d'ordinario nella irite suppurativa, e conveniente I'incisione corneale; I'ipema per se non ri-chiede la punzione corneale, poiche il sangue si riassorbe facilmente.
Nelle iriti traumatiche si facciano fin dapprincipio fomenti freddi, ghiacciati, non dimenlicando perö l'atropina (*).
(*) I bagnuoli freddi si fanno con pczzuole di tola imbibile in acqua
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Nelle sinecchie anteriori per irite cronica, se malgrado I'uso dell'atropina, la chiusura della pupilla precede ed e a temerne la sua atresia, e richiesto rinterrento del chirurgo per rempere le sinecchie e per fare I'esportazione di iride (iridectomia), onde ristabilire la comunicazione Ira la camera anteriore e posleriore,
M) P. Solf. neut. atrop. cgrm. 20-35nbsp; nbsp; (2) P. Eslr. belladonnanbsp; nbsp; nbsp;grm. 6
Acqua distiliata grm. 20 Acqua dislillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 15 S. Per due instillazioni al giorno. Per collirio,
(L. Brusasco). S. Si inslilla a goccie.nbsp; nbsp; (L. B.).
6) Midriasi. Dicesi midriasi una dilatazione slraordinaria
e permanente deila pupilla con un indeboliraento o perdita
complela dei movimenti dell'iride.
La midriasi e condizionata o da paresi o paralisi delle fibre del nervo oculo-motore dell'iride, oppure da stimolo del gran simpatico. Puö essere traumatica, ed in quesli casi la te-rapia debb'essere antiflogistica.
Terapia. Deve variare colla condizione eziologica. Nella midriasi reumatica convengono i diaforetici ed i diuretici; nella verminosi intestinaie, si ricorra agli antelraintici (V. El-mintiasi inleslinale). 11 Irattamento locale consiste nell'uso della fava del Calabar e sue preparazioni (V. Ferile della cornea). Si consigliano pure i collirii irritanti di laudano, di nitrate d'argento, ehe per riflesso riattivano le contrazioni della pupilla, non ehe la segala cornuta internameate.
c) Miosi. E uno stato della pupilla nel quale questa resla piü o meno ristretta, e non si dilata piü passando ranimale da un site chiaro in luogo oscuro; e lo stato opposto alia midriasi. Abbiamo una miosi artificiale per azione diretta degli oppiacei e delle diverse preparazioni della fava del Calabar. Si puö osservare in certe affezioni encefaliche, nella cheratite, nell'irile, ecc. E condizionata da crampo del rau-scolo occlusore innervato dall'oculo-motore, o da paralisi dei nervi simpatici dell'iride.
fredda semplicc o eontenente ghiaccio. Le applicazioni si eontinuano per 1,2.3 ore ed anche per 3-6; dcrono essere regolate a norms del-Tindicazione.
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Terapia. L'allontanamento delle cause ehe la determinano, basla d'ordinario a guarire la miosi. Del reslo in caso di persistenza, si ricorra ai collirii di estratto di belladonna e di atropina.
Iscnria. Indica ritenzione, rattenimento di orina.
Terapia. Neil'iscuria spastica giovano internamente i pre-parati di oppio, - i clisteri di infuso di camomilla, di valeriana, ed i narcotici in gensrale; I'assafetida da pure buoni risul-tati si per I'atrio della bocca , ehe per elisteri (V. Vescica -malattie della).
Isteroeele. E stato osservalo sopra le femraine dei dif-ferenti animali. Si produce specialmente durante la gravi-danza, ma puo anche avvenire quando l'utero e vuoto, e quindi succederne meclesimamente la gravidanza. L'apertura erniaria puö essere naturale (canale inguinale, - cagne), o formarsi accidentalmente alle pareti addominali.
Terapia. Riduzione e contenimento, se e possibile, e com-battere le conseguenze di un tale accidente (peritonile, me-trite, espulsione premalura del feto ecc.). Quando I'isteroeele e antieo, e non e possibile la riduzione, si puö allendere I'epoca del parto, se non e minaeeiata I'esistenza della gra-vida, a pratieare la riduzione dell'utero e le operazioni ne-cessarie, onde quello possa effettuarsi, e salvare eosi e madre e neonato; perö, pendente la gestazione, si ricorrerä all'uopo a bendaggi eontentivi, ed a tutti quei mezzi ehe il clinieo crederä necessarii nel caso eoncreto per pre venire compü-cazioni.
Isteroptosi. Yiene dato il nome di isteroptosi al prolasso e rovesciamento dell'utero, ehe si osserva frequentemenle nelle vacche, piü raramente nelle eavalle, nelle troie e nelle cagne, e rarissimamenle nelle altre femraine.
Noi ammettiamo coll'Hering tre gradazioni del prolasso , cioe: prolasso del collo nella vagina, conosciuto eomunemente col nome di muso di tinea per la fessura trasversale del di lei prolungamento vaginale; prolasso parziale del fondo dell'utero nella vagina attraverso la sua bocca , rovesciamento Diz. Brutateo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 22
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incompleto; ed ii prolasso complete del corpo e dalle coma, rovesciamento completo, caduta completa dell' utero fuori della vulva.
Tehapia. Si riduca e si tnantenga ridotto l'utero, o se ne faccia 1'ampulazione, quando per le sofferte alterazioni non puo essere conservato. E meglio, per fare la riduzione, te-nere I'aniraale in piedi, poiche la cavitä del ventre e piü grande in questa posizione, e situate in modo ehe stia molto elevate col treno posteriore, operando a rette e vescica vuota; ma, se e coricato, si deve preferire la posizione dorsale.
Se le feminine sono molto irritabili, e molto inquiete, e conveniente dar lore anticipatamente I'oppie, il giusquiamo, od operare le inalazioni di clorofermio ; inoltre per cal-mare gli intensi sferzi, le forti contrazioni uterine , giova moltissimo l'uso interne e per clisteri dell'assafetida , come noi piü volte abbiamo potute accertarci (1, 2). Perö e ne-cessario di distaccare anzitutto accuratamente gli invogli fe-tali, di lavare l'utero con acqua tiepida e pulirlo bene. Se la mucosa invece e molto tumefatta e congestienata, si facciano sulla medesima delle scarificazieni piü o meno numerose, e, iasciata venir fuori una certa quantitä di sangue, dei bagni con acqua fredda o con una soluzione astringente di allume, e simili; se vi sono porzioni di mucosa gangrenate o lacerate, 6 necessario tagliarle; e se vi sono ernie delle intestina o di altro viscere, ridurle prima di praticare la riduzione dell'utero, la quäle e piü o men facile a seconda delle varie coraplicanze.
Quindi due assistenti per mezzo di un panno di lino pulito sollevane l'utero fine al livelle della vulva, quando si opera tenendo I'animale in piedi, e I'operalore colle mani unte di olio ne fa la riduzione.
Ridotto l'utero, e necessario ricorrere a couvenienti mezzi per impedirne la recidiva. La terapia di tale contenimento dell'utero deve essere medica e meccanica. Nel prolasso di primo e secondo grade, quando non vi esistone cemplicazioni, e la recidiva e solo da temere per le eccessive contrazioni
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339 uterine , basta 1'uso interno e per clisteri deU'assafelida, tenendo I'animale in piedi col treno posteriore piü alto del-I'anteriore in conveniente locale; e far impedire da persona intelligente col braccio tenuto in vagina lino al collo del-Tutero per alcun tempo il suo novello rovesciamento. Per pre-venire i premiti, si raccomanda ancora di inlrodurre pezzi di ghiaccio neu'utero, di iniettare in esso acqua fredda, o 11-quidi mucillagginosi. May contro i forti premiti delle pecore raccomanda, previa la suture delle labbra della vulva, una mistura ed una pomata di giusquiamo (3, 4). Nei casi piü gravi perö alia medica deve unirsi la cura meccanica. Tra i mezzi contentivi abbiarao il bendaggio da prolasso ed i pessarii; i primi possono essere di cuoio e di fune, ed i secondi sono corpi di legno, di acciaio, di caoutchouc o di altra materia, ehe, introdotti in vagina e fissati in modo conveniente, si oppongono, spingendolo, ad un nuovo rovesciamento dell'utero. Gerlach per ritenere I'organo nella sua sede, dopo averne fatla la riposizione, consiglia di prolungare I'anestesia, nel mentre si cerca di ottenere coll'uso di inie-zioni fredde il corrugamento dell'utero e di diminuirne la sua irritazione.
S'avverta perö ehe non richiede alcun trattamento speciale la leggera discesa lungo la vagina, ed anche sino ai margini delle labbra della vulva, dell'utero durante la gravidanza, es-sendo sufficiente di meltere la femmina in condizione ehe il treno posteriore sia piü elevate dell'anteriore , e di tenerla in buone condizioni igienico-dietetiche.
(1)nbsp; P. Assafetidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi cntro la giornata
Olio di oüvo raquo; 150nbsp; nbsp; ad una vaccraquo; per prevenirc c com-
Giallo di uova q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;baltcrc i premiti ulerini.
Dec, di malva • 800nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
S. Per un clistere di una yacca -nbsp; nbsp; (3) P. Foglie giusquiamo grm. 30
si puu ripelerc 2-3 volte nclla gior-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fa dec. alia colat. raquo; 230
nata. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Agg-
(2)nbsp; nbsp;P. Assafetida grra. 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Sal amaro raquo; 60
Radice valeriana raquo; •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Eslr. giusquiamo raquo; 0,6
Eslratto e polv. di grnziananbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da darsi in U volte durante il
q.b. per fame due boli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (May).
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(4) P. Olio giusquiarao grm.nbsp; nbsp; nbsp;60 Da usarsi per frizionc ogni trc
Estr. giusquiamo raquo;nbsp; nbsp; 0,75nbsp; nbsp; ore sul perineo e sulla vulva.
Sugna porcina raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;60 (May)-F. Unguenlo.
Isteromi o tumuri fibrosi. La diagnosi di questi tumori, come di tutle le altre neoformazioni dell'utero, non puö essere fatta con certezza matematica senza I'esame di-relto dell'utero raediante I'introduzione della mano od in vagina o nel retto.
Terapia. In ogni caso pero si tralti di isleromi, papillomi, polipi, lipomi, o di cancro, la cura medica consiste nel com-battere i dolori, le eraorragie, nel sostenere le forze deH'am-malata, e nel provocare, per quanto e possibile, la risoluzione naturale del tumore, ovviando al suo maggiore sviluppo. La cura radicale perö non puö essere ehe chirurgica , e consiste nell'estirpazione del tumore, quando questo e alia por-tata dei mezzi chirurgici. In casi eccezionali puossi procedere alia estirpazione dell'utero col tagliente, legatura, ecc, e spe-cialmente in caso di cancro.
Itterizia. In zooiatria il vocabolo itterizia ha ricevuto un significato molto largo, servendosene appunto, specialmente gli antichi scrittori di cose zooiatriche, per designare processi morbosi molto vaghi e sovente differenli, ehe si accompa-gnano della colorazione gialla della cute, della congiuntiva oculare e di tutte le mucose visibili, senza bene considerare la lesions primitiva da cui tale fatto dipende. Laonde per maggior precisione scientifica distingueremo noi I'itterizia in epatlca ed ematica: la prima forma perö si puö meglio in-dicare colla denominazione di colemia vera od epalogena, e la seconda di colemia falsa od ematica, od itterizia.
La colemia vera adunque e uno stato morboso costituito dalla presenza nel sangue dei pigmenti e degli acidi biiiari, e contraddistinta dalla colorazione gialla piü o meno intensa della cute, delle mucose apparenti e di prodotti di escrezione; mentre nella colemia falsa od ematica havvi mancanza di pigmenti biiiari, e degli acidi biiiari nelle urine alia ricerca chimica.
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Nella vera colemia od itterizia epatica , cosi detta perche la sua genesi move da una malallia del fegato nota, o da qualunque allro ostacolo meccanico al corso della bile nelle vie ordinarie, cosi catarro dei condotti biliari, catarro duo-deno-epatico, colelitiasi, lutnori epatici, ehe comprimono il dnlto coledoco o parle dei dutli epatici, invaginazione inte-slinale, distomi epätico e lanceolalo, echinococchi, ascaridi ehe penetrano nel condotto coledoco, ecc, si tratta sempre di slasi biliare e conseguente riassorbiraento, e non solo della malaria colorante della bile, ma anche degli altri suoi com-ponenti e specialmenle degli acidi biliari; mentre I'itterizia ematica si crede dipendere da dissoluzione dei globuli san-guigni con allerazione deU'ematina, la quale si trasformerebbe in pigmento giallo, ehe per'ö non fu ancora diraostrato iden-tico al pigmento biliare. Cosi viene spiegata la tinta itterica ehe si incontra in affezioni tifiche, nella septicemia, piemia, febbre puerperale e via via. Altri invece spiegano I'itterizia in alcune malattie infettive colla produzione di un'infiamraa-zione, alcune volte difterica, vuoi nei grandi, ehe nei piccoli canali biliari, ehe ostacola il corso della bile, e ne favorisce il suo riassorbimento, ecc. Pero non si puö negare, checche se ne dica, I'itterizia ematogena , essendo del resto la dia-gnosi differenziale dall'epatogena assai facile.
Apparterrebbe alia colemia vera I'itterizia nervosa detta da Spinola spasmodica, e da altri paralitica, a seconda ehe si crede dipendere da spasmo o da paralisi dei canali biliari in conseguenza di paura, collera o spavento; perö nolando ehe gli elementi contrattili dei dotti biliferi sono oltremodo scarsi, e ehe nessuno non ha mai potuto far nascere questa itterizia cosi detta per spasmo o paralisi, e ehe anzi vi stanno in contrario gli esperimenli di Frerichs, Reichert, Valentiner, noi riteniamo non aramessibile siffalfa forma di itterizia. Ma per la genesi di queste rapide colemie noi crediamo potersi ammettere invece una copiosa produzione di bile, una poli-colia, per cui la pressione parietale dei vasi biliferi essendo notevolmente accresciuta, una parte della medesima traversa
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le loro pareti, si mesce al sangue dei vasi vicini, e si porta con esso a tutto rorganismo.
Tirapia. La piü importante indicazione £ I'eziologica, la quaie perö non sempre ci e dato di compiere. Nei casi in cui la colemia amp; sostenuta da parassiti nei dotti biliari (di-stomi), da neoplasmi nei fegato, od in altri termini, quando si tratta di occlusion] o di compressioni perroanenti, la cura riesce impossibile. Le cause ehe si possono meglio combattere sono il catarro duodeno-epatico, e la coleliliasi. Contro il primo abbiamo trovato molto giovevole le soslanze alcaiine, e speciaimente il bicarbonato di soda, l'acetato e tartrato di potassa. Passata perö l'acuzie, conviene molto il rabarbaro in connubio col bicarbonato di soda (1) (V. Catarro gastro-enterico, e catarro delle vie biliari). Contro la seconda forma e conveniente ricorrere a quei farmaci destinati a calmare i dolori, alle stesse sostanze alcaiine, al rimedio di Durande ecc. (V. Colelitiasi).
Inoltre il clinico deve proporsi di ottenere I'eliminazione della bile dal sangue, e la riparazione dei danni avvenuti nei generale dell'organismo. Epperö si deve ricorrere, per ottenere il prime scope, ai drastici leggeri, - cosi sena , rabarbaro, aloe; ed ai diuretici, - bicarbonati alcalini, tartrato, acetato e nitrate di potassa ; nei cani si pud avvalorare 1'a-zione di questi farmaci coll'uso di bagni tiepidi, aggiungen-dovi un po' di soda, essendo questi atti appunto ad accre-scere la funzione cutanea. Gli acidi vegetali e minerali sotto forma di limonea giovano pure, come I'ha dimostrato il Bernard, promuovendo I'escrezione della bile.
Riesce pur molto elficace nella colemia acula del cane il ca-lomelano, come viene anche riferito dal Veber, usato non a dose molto grande e purgativa, ma a dose alterante; cosi si da a piccolo dosi, 5-10 centigrm. in pillole, ripetute 2-3 volte al giorno secondo la taglia del cane , e si continua 4-5 giorni; dopo se ne diminuisce la dose a poco a poco lino a cessare ammansandosi Titterizia, avvertendo perö ehe se ne deve cessare immediatamenle I'uso comparendo abbon-dante purgazione.
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In questa discrasia noi ottenemmo pure splendid! risultati
coiramministrazione di calomelano nnito alia digitale (2), sia
per combattere l'ittero, ehe per elitninare dal sangue la ma-
teria colorante della bile.
II trattamento in ogni caso debbe essere completalo con un buon regime alimentare e di facile digestione; cosi nei cani con zuppe e carni leggere; ed in genere tenendo gli ammalati in buone condizioni igienico-dietetiche.
NeH'iltero del cane cagionato dal cancro del fegato, Hertwig tenta il ioduro di potassio, alternandolo colla belladonna. Domato I'iltero, se gli animali si trovano marasmatici, idroe-mici, ecc, si ricorra ad una cura eminentemente tonica ed analeltica. Per Tilterizia ematogena vedi febbri tifiche, ecc.
(I) P. Rabarbaronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grin. 2-3-4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Scilla polv. cgrm. 15-25
F. inf. alia colat. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;150nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. con q.b. di polv. ed eslralto
Agg. bicarb, soda •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;3-6 di genziana 10 pillole.
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S. Si amministri at maltino in
due volte coH'intervallo di 3 ore
al cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(2) P. Calomelano cgrm. 50-70
Digitale polv. raquo; 20-30
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S. Dt amministrarscne una mat-tina e sera; valgono per combattere l'ittero cd climinare dal sangue la matoria colorante della bile (cane). (L. Brusasco).
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Ktiosi. E malattia cutanea, rarissima nei nostri animali domestici caralterizzata dall' inspessimento dell' epidermide, e dalla formazione di elevazioni e di piastre cornee piü o meno larghe, dure, secche, come erabricate, di un colore bianco-grigio o bruno, paragonabili alle squame dei pesci. La keratosi cornea puo essere congenita, accidenlale, consecutiva od acquisita. La congenita venne finora solo osservata nei vitelli (*). L'acquisila si osserva ordinariaraente alle regioni inferior! delle estremitä, ma non risparmia alcuna parte della cute.
Terapia. II trattamento locale consiste neU'esporlare in qualsiasi modo la sostanza cornea di nuova formazione; ep-perö giova la raschiatura seguita dall'applicazione di bagni tiepidi continuati, o da frizioni di grasso, onde macerare, per cosi dire, I'epidermide; impedire I'accumulo delle distac-
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(•) Rivolta. Med. Vtl , 1870.
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cate cellule epidermoidali, e semplificare le piaghe piü o meno estese, ehe gli ammalati aggravano ognora col grattarsi pel prurilo, da cui e accompagnata tale affezione.
La parle deve poi difendersi da qualsiasi lenta irritazione od altra cagione, ehe ne difficolti la pronla cicatrizzazione, e favorlre questa coi noti raezzl medici.
I^aringe (raalattie della). a) Laringile catarrale. E I'in-fiammazione catarrale della mucosa laringea, la quale puo essere acuta e cronica. L'infiammazione acuta puö presentarsi in tulti i nostri animali domestici; ma si osserva soprattutto nei giovaiii solipedi, - negli animali ehe hanno maggior pro-pensione al sudore e ehe sono abiluati a vlvere una vita de-licata; i ripetuti attacchi dispongono pure ad affezioni calar-rali laringee.
Terapia. Messi gli animali in locali con temperatura uguale, ma non troppo calda, in modo da prevenire qualsiasi raf-freddamenlo, bastano nelle forme non gravi, i diaforetici leggieri, infuso di fiori di sambuco, di tiglio, ecc, - gli infusi aromatici liepidi e le fumigazioni general!, - il buon governo della mano e le coperture di lana, Favviluppamento della regione laringea con compresse di lana calde, oppure I'ap-plicazione di cataplasmi caldo-umidi, ehe si devono cambiare sovente, ed i purganli salini, per ottenerne sicura guarigione.
Nei casi piü gravi si deve ricorrere alle frizioni senapiz-zale di quando in quando ripetute alia regione laringea, e raeglio addirittura vescicatorie, poiche, checche se ne dica, I'indicflzione dei rivulsivi e positiva, sia nella laringite catarrale acuta ehe cronica, come abbiamo potuto assicurarcene in molte circos(anze; cosi giovano le frizioni con pemata sti-biata, con olio di crotonliglio unito aU'alcool reltificato od aU'essenza di terebentina, e nei piccoli animali coll'olio etereo di senapa, o colla tintura di iodo concentrata, quando si tratta di giovani animali a pelle molto delicata, ecc. La parte lesa deve sempre tenersi avviluppata con lana. Nello stesso tempo si amministri il solfato di soda o di magnesia con un po' di nitro, od il cloridralo di ammoniaca. Negli animali irritabili, e
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345 specialmente nei cani, allorquando la tosse e ostinata, giovano gli oppiacei, la polwere del Dower ecc; e come bevanda si devono dare agli ammalati dei liquid! ainmollienti tiepidi (V. Angina).
Nel tipo acutissimo complicalo da essudato parenchimatoso, puo essere ulile, specialmente negli animali robusti, il salasso in principio, procurandosi con esso un miglioramenlo molto marcato e rapide. Inoltre si ricorrerci ai rubefacienti cutanei a titolo di rivulsivi, ed ai purganti reilerali come derivativi, non tralasclando conteraporanearaente Tuso delle frizioni ir-ritanti locali. Allorche perö, malgrado tale medicazione, il male si aggrava, e I'animale e minacciato d'asfissia, e con-veniente la tracheotomia, operazione importanlissima, poiche con essa non solo si evita la morte degli ammalati per in-tossicazione da acldo carbonico, ma viene lasciato in riposo I'organo, una delle cause piü aggravanti della sua infiam-mazione. Se si presentano sintomi di gangrena, si deve ricor-rere agli antisettici localraente, ed ai tonici internamente (1); d'ordinario pero, se la gangrena e estesa, gli animali sono inevitabilmente condotti a morte.
Scomparsi i sintomi di acuzie, se non vi esiste piü ehe uno scolo abbondante mucoso o muco-purulento con tendenza allo state cronice, si uniranno ai mezzi suindicati le inala-zioni dei vapori di catrame vegelale, di essenza di tereben-tina, od allre inalazioni balsamiche e resinose, e Fuse interne continuato deU'emetico, avvertendo ehe i vapori di catrame, ehe giovano per la lore azione espettorante ed an-tiblennerroica, e sono indicati specialmente nelle blennorree croniche dei bronchi e caverne bronchiettasiche, si banne bene immergendo nel medesimo un ferro caldo e versandolo sopra della bracia, ed in ogni case dope di avergli unite un pe' di carbonate di potassa o di cake, per neutralizzare, come ben a ragione esserva il Cautani, I'acido plreligneso, ehe sviluppandosi ecciterebbe la tosse.
Nella laringite crenica, ehe e il piü sovente conseguenza di ripetuti catarri acuti, ma ehe pud ancera risultare dal-
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Tiniluenza di cause, la di cui azione e leggiera ma prolun-gata, bisogna anzitutto sottrarre gli ammalati alle influenza ehe banno provocato o ponno aggravare il morbo. Al riguardo della guarigione 6 necessario sapere ehe si puo guarire per-fettamente del soli processi infiammatorii acuti, ehe i tessuti ehe banno soflerta infiaramazione cronica non ritornano piü allo stato primitivo. Infatti tagliando una mucosa, ehe ha sofferto infiammazione eatarrale eronica, si vede lo strata eongiuntivale aceresciuto di molto, del doppio ed anche del triplo e piü, - gli acini glandolari ingrossati, ed i vasi fatti piu larghi; alterazioni ehe non e piü possibile far scompa-rire completamente.
Se si sviluppa primitivamente cronica in seguito a raf-freddamenti, giova la cura diaforetica. Del resto quando vi esiste grave ipersecrezione, si deve ricorrere alle suddelte inalazioni, all'insiifflazione diretta, per quanto e possibile, di medieamenti astringenti polverizzati, o raeglio far inspirare dette polveri insieme alia corrente d'aria (allume, tannino, solfato di rame ecc); non si dimenticbi I'uso interne del-I'emetico e I'applieazione di vescieanti alia regione laringea.
Ma allorche non vi esiste getto, od e in piccola quantitä, mentre la tosse e piuttosto ostinata, giovano specialmente le inalazioni calmanti eoll'oppio e canfora, di belladonna; ed all'interno i purganli, e le indicate frizioni vescicatorie.
Ma se, malgrado un tal trattamento eurativo, il mal per-siste, e comincia il rantolo a farsi grave, e si puö diagno-sticare I'esistenza di una qualche grave lesione, si consi-glia ancora di ricorrere alia tracheotomia in vicinanza della laringe, allorche quest'ultima sola e affetta, ed al dissotto delle principal! lesioni della trachea, se questa e pure lesa, onde per una tale apertura medicare direttamente le parti ammalate con appropriate soluzioni, - cauterizzare ad es. per tale apertura, nel caso di laringite uleerosa, le ulceri col nitrato d'argento, impiegando per questo seopo, seeondo i casi, un porta nitrato curve o flessibile in guttaperca ecc. Perö e solo allorquando con tutti gli altri mezzi suindieati
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347 non si e potato ottenere il desiderata effello, ehe si puo ten-tare questa cura, ehe e di assai difficile applicazione e di dubbia riuscita.
Ma un metodo nuovo e da cui ottenemmo ottitni risultati, si e i'appiicazione diretta sulla mucosa laringea mediante Tinspirazione di soluzioni medieamentose trasformate in nebbia o polvere umida, cio6 mediante apparecchi partico-lari di inalazione detti pur nebulizzatori. A tale efTetto nel catarro acuto si puö usare Is inalazioni di soluzioni di sale ammoniaco o cloruro di sodio, 1-2 grm. in 50 d'acqua ecc.; nei catarri anlichi con secrezione abbondante e muco-puru-lenta, le soluzioni d'sllume 25-30 grm. in 50 d'acqua, e di acido tannico 30-80 c.entigrm. in 25 d'acqua.
Finora in zooiatria non si e guari ricorso ai bagnuoli
freddi con compresse alia regione laringea ben spremute,
cangiate sovente e coperte di un panno asciutto, come si
pralica sovente in medicina umana (metodo idropatico).
(1) P. Dec. china-china grm. 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per gargarismi.
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Aleool canforato
Cloridratlaquo; amuion.
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2
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(L. Brusasco).
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5) Edema della glottide. Con tal denominazione noi in-tendiamo I'infiltrazione della laringe tanto sierosa ehe siero-purulenta; perche sovente il liquido infillrato non ha i ca-ratteri del liquido idropico, ma e siero-purulento, e risulta da una infiaramazione precedente del tessuto, ed inoltre perche vi esiste perfetta analogia di fenomeni clinici nell'uno e nel-I'altro caso.
L'infiltrazione sierosa, vero edema, risulta da una lesione precedente della laringe, o da una malattia generale. Nel primo caso I'edema e conseguenza di flussione collaterale per compressione od ostruzione venosa, edema detto da Virchow, a buona ragione, collaterale, il quäle e la conseguenza del-l'aumentata pressione laterale sulle pareti dei capillari, ehe ha luogo nelle parti vicine ad un focolaio flogistico in conseguenza della stasi capillare nel luogo della inflammazione. Nel secondo caso I'edema e la manifestazione parziale di una discrasia idropigena, si presenta doe come sintomo parziale di
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idrope generale; e secondo Roll si nota ancora come feno-meno concomitante di pneumonia. AU'incontro I'infiltrazione siero-purulenta e conseguenza deU'infiammazione del sotto-mucoso ecc.
Terapia. In ogni caso allorquando I'esistenza del tnalato e minacciata, e la soffocazione e imminente, si deve praticare la tracheotomia, unica ancora di salvezza.
Varia poi il trattamenlo propriamente detto a seconda della sua condizione eziologica, cioe la cura deve essere diretta contro la malaltia primitiva, dopo perö d'aver soddisfatto al-I'indicatio-vitae colla tracheotomia. Eppero quando I'edema della glottide dipende da malallia idropigena, egli e agli eva-cuanti, ai diuretici ed ai vescicanti locali, ehe si deve dare la preferenza; e per quanto spetta alia cura topica ricorrere alle insufiflazioni od inspirazioni di polvere di allume, di acido tannico e via dicendo; oppure ad inalazioni fatle coi nebulizzatori. Nei cani si potrebbero lentare i voraitivi, e la scarificazione delle pieghe tumide visibili e palpabili indielro deU'epiglotlide, mediante un semplice bistori ricurvo, avvi-luppandone la lama sino alia punta col diachilon, o con altro istrumento.
c) Croup. Tale vocabolo, di origine scozzese, e stato in-trodotlo da Home in medicina uraana, il quäle ci lasciö la prima monografia su questa grave malattia, ehe l'uomo ha in comune cogli animali. Si indicano appunto col nome di croup quelle infiammazioni laringee, ehe sono caratterizzate anato-micamente da un essudato crupale prpntamente coagulantesi sulla superficie libera della mucosa in forma di membrana, ed interessanli semplicemenle gli epitelii, ma ehe perö per intensitä e profonditä del processo specialmenle, puö I'essu-dato in parte infiltrarsi ancora nella spessezza del lessuto.
Per simile fatto al punto di vista della lesione, il croup e superficiale o intentiziale, mentre il processo e sempre di identica nalura, e si tratla solo di una differenza nella loca-lita dell'essudazione; e cio giusta il significato dato specialmenle dai ledeschi al vocabolo difterico. Non e quindi da
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349 confondersi l'essudalo difterico colla vera difterite, o difteria, grave morbo d'infezione, poiche e semplicemente un essu-dato interstiziale con necrosi molecolare del tessuto; e cid malgrado ehe, slando alia sua etimologia, il vocabolo difle-rite esprüna pelle, niembrana, e non escara.
Lailaringitepseudo-membranosa,che puö essere accompagnata da identico processo alia mucosa faringea, tracheale e persino bronchiale, fu osservata , quantunque non raolto frequente-mente, in tutti i nostri animaii domestic!, ma piii sovente nei bovini, ovini, porci, volatili, galti, ehe nei solipedi e cani, d'ordinario sporadica e, solo in alcune specie, raramente epi-zootica ed enzootica. 11 Fleming dice ehe il maiale di razza vi e assai disposto. II Toggia fu il primo a discorrere del croup dei bovini.
11 croup puö essere primitivo e secondario, sporadieo ed epi-zootico, come sporadieo ed epidemico e nell'umana specie. Anzi questa malattia fu osservata simullaneamente sopra un gran numero di animaii raedesiraaraente di specie differente, ed anche dominare epizooticamente negli animaii, mentre si trovava contemporaneamente epidemica nell'umana specie.
In raedicina umana si crede da una gran parte degli scrit-tori alia contagione del croup dell'etä infantile; perö il Can-tani dice: quando il croup si mostra evidentemente conla-gioso, bisogna sempre sospettare ehe si tratti di una epidemia di difterite o di scarlattina senza esantema; finora pure non e slato provato ehe il croup dei nostri animaii domestiei sia morbo specifico cioe dotato di si grave proprietä , e nemmeno quando regno sotto forma epizootica e contemporaneamente al vero croup della specie umana. Quindi noi possiamo affermare non essere la laringite pseudo-membra-nosa vera, priraaria od accidentale, morbo appiccaticcio, e poter conseguire a perfrigerazione (la laringite acuta reuma-tica puö sorpassare il grado di alterazione catarrale e dar luogo alia produzione di false membrane) ecc, mentre il croup secondario di malattie d'infezione contagiose (Vaiuolo, Tifo bovino ecc.) corre sicuramente le sorti di queste.
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Terapia. II traltaraento curativo del croup confermato deve essen; attivissimo, potendone determinare presto la morte degli ammalati per soffocazione.
E solo nei grandi animali, robusli e grassi, e quando il morbo si inizia con fenomeni infiammatorii molto accusati, ehe puö essere indicata la flebotomia; fuori di questo caso perö, e specialmente negli animali deboli e mal nutriti, sono contro-indicate le sollrazioni sanguigne, essende non solo inutili, ma dannose. In ogni caso valgono solo per moderare le iperemie collaterali in vicinanza della stasi infiammatoria, ma non per impedire la formazione dell'essudato. In questo periodo iniziale sono giovevoli le bevande emetizzate, eser-citando, come e noto, I'emelico un'azione sedativa salutare sopra la intensita del processo locale ; inoltre giova come medicazione vomitiva negli animali carnivori ed onnivori. Si avverta perö ehe a quest'ultimo scopo deve essere ammini-strato ogni 2448 ore, e sopratutto quando si vedono riget-tare pseudo-membrane, ed e tanto difficoltata 1' inspirazione ehe l'espirazione, poiche in tal caso si ä certi ehe la dispnea dipende da ostruzione della glotta. Convengono le frizioni senapizzate alia regione laringea, ehe si deve pur teuere av-viluppata con lana, e gli eccitanti su tutla la superficie del corpo; ma quando malgrado I'applicazione dei senapismi non si ottiene miglioramento, si passi tosto a frizioni vescicatorie. Nello stesso tempo si deve procedere all'applicazione di cli-steri irritanti, oppure con acqua fredda ed aceto.
In medicina umana sono molto vantate le applicazioni fredde attorno al collo, ehe io credo possano benissimo usarsi anche nei nostri animali domestici, qualora non si voglia ricorrere alle suaccennate frizioni.
Per quanto si riferisce alia medicazione topica, si puö ricorrere airinsufflazione od inspirazione di polvere d'allume, di acido tannieo, di nitrate d'argento e via dicendo, oppure all'uso dell'acldo lattico (3 grm. d'aeido in 30 di acqua di-stillata), il quale agisce sciogliendo I'essudato crupale, i di cui residui ponno cosi facilmente essere espulsi o deglutiti, - o
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351 dell'acqua di calce medicinale (da 100 a 200 grm. per volta), o di percloruro di ferro (40 gocce in 30-50 grm. d'acqua), sotto forma di ripetute inalazioni.fatte col polverizzatore del liquid!, le quali giovano meglio delle siringazioni degli stessi liquidi e delle insufilazioni ed inspirazioni delle polveri suddette.
Per facilitare la medicazione topica ed impedire nolle stesso tempo I'asfissia nei casi gravi, si consiglia pure di ricorrere alia tracheo-laringoloHiia, cioe per polere in questo modo esportare le false membrane , e medicare convenientemente la parte lesa. Si avverta perö ehe non si deve, ogni qual volta I'asfissia si fa iraminente, perder tempo, ma procedere ben tosto alia tracheotomia, la quäle sicuramente non poträ giovare allorquando e estesa rinfiammazlone croupale anche alia trachea e bronchi, perche in questi casi le pseudo-membrane tubolose renderanno a loro volta impermeabili la trachea ed il bronco per tulta la loro lunghezza.
In ogni caso quando la prostrazione comincia a presen-larsi e verso I'ultimo periodo, giova la medicazione tonica ; se si manifestano sintomi di paralisi in seguito ad alterata crasi sanguigna per acido carbonico, si deve ricorrere ali'uso di stimolanti dati a grande dose (canfora , muschio, etere ecc), ed alle docce fredde specialtnente alia testa, oppure geltando addirittura secchie d'acqua fredda sul malato.
Gli ammalati di croup devono tenersi in un'atmosfera plut-tosto umida.
Contro il croup degli ovini Roche-Lubin consiglia il salasso, le inalazioni calmanti, i cataplasm! caldi alia laringe , I'in-sufflazione di polvere di allume, ed i clisteri con decotto di crusca, unendovi essenza di terebentina; se malgrado questi mezzi la malattia progredisce, opina, con ragione, essere meglio uccidere gli ammalati.
Anche nei maiali contro il croup furono trovati giovevoli, specialmente dal Benion, i gargarisra! astringent! ed acidulati, e la cauterizzazione fatta col nitrato d'argento (nitrato d'ar-gento grm. 4, acqua distillaia 250), coll'acqua di Rabel o
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coH'acido cloridrico (acido cloridrico grm. 10, miele grm. 30, acqua 150).
I topici polverulenti ehe abbiamo preconizzati nei grandi animali non potrebbero usarsi, secondo lo stesso autore, con vantaggio nei porci; - i salassi sono dannosi, ma possono giovare gli emetici ed i purganti, specialmente il calomelano. Quando non si desidera avers anche azione deprimente giova, meglio deU'ernetico, il solfato di rame (1). Gli ascessi ehe si presentano alia gola, devonsi aprire presto e eurare eon-venientemente.
Negli uccelli seeondo il Reynald ed il Benion si deve ri-correre all'uso interne del solfato di soda e di magnesia, di-seiogliendoli nelle bevande, od amministrandoli in eonveniente dose; all'esportazione delle false membrane accessibili all'i-strumento, ehe ostruiscono soventi le vie digestive e respi-ratorie, ed alia eauslicazione della mucosa ammalata con una soluzione di azotato d'argento, di acqua di Rabel, o di acido cloridrico (2), eoU'aiuto di una bacehetta fiessibile guernita di stoppa o di spugna ad una estremita.
E pure giovevole toccare piü volte le false membrane, ehe non si possono esportare, eon pennello intriso nei collutorio fatto con 30 grm. di glicerina e 5 di tannino. Si avvalora I'azione di tali mezzi eolle inalazioni astringent!, coll'ammi-nistrazione d'alimenli cotti e di facile digestione, e eolle cure igieniche. Se durante la convalescenza compare la diarrea, e eonveniente I'amministrazione del vino di china alia dose di un centilitro al mattino, a mezzodi, ed alia sera. In questi animali il salasso, a qualunque periodo, accelera il corso in-fausto di quest'affezione.
(1) P. Solfato di rame grm. 1nbsp; nbsp; (2) P. Acido cloridrico grm, 8
Acqua raquo; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Miele • SO
S. Ogni 5-10 minuti se ne danbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua raquo; 150
un cucohiaio finclife nc scgua il vo-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. Si agiti prima di servirscne.
mito. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Benion).
d) Asma laringeo. Racimolando qua e lä negli scritti di
cose veterinarie, antichi e moderni, troviamo ehe il vocabolo
asma venne e viene ancora usato in sense mollo largo; e si
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353 puö dire ehe fu dai piü tenuto come sinonimo di dispnea, di cui perö non e ehe una forma. Per noi infalti Tastria e una forma di dispnea periodica, ehe presentasi cioe ad intervalli piü o raeno regolari, ed in cui il malato inspira con moita difiicolta e con sibilo, e ehe aecompagna o meno lesioni del-l'apparato respiratorio (enfisema, bronchite secca ecc), o cir-colatorio, vizii strumentali del euere. II perche si deve am-mettere un asma sintomatico, ed un asma essenziale od idiopa-tico, - essenzialitä ehe non si puö negare essendovi casi d'asms in cui le cause presunte dalla teorica moderna dell'una e deH'allra medicina fanno difetto. In quest'ultima forma l'a-smatico, fuori deU'aeeesso, puö prestare il consuelo servizio, poiehe sciogliendosi quello (accesso), il respiro riprende l'or-dinaria sua regolaritä. In ogni caso perö si tratta di una nevrosi motoria del vago e sue diramazioni. L'asma, ehe fu osservato piü frequenlemenle nei cani e cavalli, e specialmente in animali nervosi ed irritabili, ed in etä avanzala, quan-tunque non ne vadino esenti i giovani, cioe nessuna etä ne sia risparmiala, puö considerarsi, per quanto si riferisee ad un accesso completo, composta di Ire fasi successive, cioö quella di dispnea, di ortopnea, e di apnea; pressoche sempre perö la dispnea e l'ortopnea solaraente costituiscono il pa-rossisrao asmatico negli animali.
Terapia. La profilassi consiste nell'evitare lutte quelle cir-costanze e cagioni ehe possono determinare lo sviluppo del-l'asma ed il rilorno degü accessi; quindi l'impressione del freddo, remigrazione (Lafosse), tutto ciö ehe puö provocare grandi sforzi di voce, l'inspirazione di polveri irritanli, di aria Iroppo calda o troppo fredda, o carlca di gaz o vapori irritant!, o pregna di emanazioni ammoniacali e via dicendo.
Pendente il parossismo asmatico si procuri di far respi-rare all'animale un'aria asciutta, pura e calda, e si prati-chino frizioni eccitanti sul petto, tronco ed estremitä (frizioni di essenza di terebenlina ed alcool, senapizzate e via dicendo); si applichino clisteri di camomilla, di giusquiamo o di belladonna o di valeriana, e se e posslbile, si araministrino
Diz, Brususco,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 25
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per l'atrio della bocca narcotici, ed a preferenza l'oppio ed i suoi preparati.
Se quesli mezzi non giovano, si puo tentare le iniezioni ipodcrmiche con soluzione di morQna, o le inalazioni di clo-roformio spinte sino a produrre un leggiero assopimenlo. Ma aliorquando si teme la sofTocazione, si deve praticare subito la tracheotomia, ed all'uopo anche la respirazione artificiale.
Egli e poi dal tratlamenlo dalle condizioni organiche ri-conosciute quali cause predisponenti degli accessi, ehe di-pende la guarigione radicale dell'asma.
In ogni caso perö, e specialmentc nell'asma essenziale, e conveniente ricorrere all'amministrazione nell'intervallo degli accessi dei nervini raetallici, del sotto carbonate di ferro, dei fieri di zinco, del liquore arsenicale di Fowler, e del cloralio idrato, il quäle puö dare buoni risullati special-mente nei cani irritabili, continuandone I'uso per alcuni giorni; e tenere gli animal! in buone condizioni igienico die-teliche.
e) Paralisi ed atrofia dei muscoli dilalatori della glollide. Fu riconosciulo ehe nei cavalli non raramente il rantolo dipende da paralisi o da paralisi con atrofia dei muscoli dilalatori della laringe, cioe dei muscoli crico-aritenoideo po-steriore, crico-aritenoideo laterale, ed aritenoideo Irasversale. Nella maggior parte dei casi riferiti dagli scrittori, I'atrofia dei muscoli dilatatori della laringe trovavasi limitata al lato sinistro, e noi crediamo con Court, Gerlach, Bassi, ed altri ehe cio sia in relazione colla piü frequente pratica del salasso da questo lato del collo, e colle accidental! ferite del nervo ricorrenle corrispondente, per cui in quest! casi ne consegui-rebbe la paralisi e I'atrofia dei muscoli ai disturb! nutritizii ehe interessano il nervo stesso. Inoltre l'essere unilaterale puö dipendere ancora da ehe molte volte la lesione nervosa precede da compressione diretta di uno dei nervi ricorrenti per un tumore cervicale o toracico; del resto la paralisi dei muscoli glottidei si nota pure in process! catarrali laringei e via dicendo.
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Terapia. La cura del rantolo laringeo varia a seconda della causa e delle lesioni ehe ne sono gia awenute nei mu-scoli notninali e nei nervi sia periferici ehe centrali; ed a questo e pur subordinata la prognosi. Cosi se la paralisi si manifesta nel decorso d'un processo catarrale della laringe, conviene un traltamento energico di questo; menlre non pos-siamo nella maggior parte del casi soddisfare all'lndicazione causale, quando la paralisi della gloiiide dipende da una af-fezione del nerTo vago o del suo ranrio ascendente.
E solo in rari casi ehe possiamo soddisfare I'indieazione del morbo, perche la maggior parte di tali paralisi dipendendo da irreparabili disturb! nutritizii dei nervi centrali o perife-riei, e ne sono gia conseguite irreparabili lesioni ai muscoli da essi presieduti. Le frizioni eccitanti perö, rubefacienti e veseicatorie, lungo il giocolo destro o sinistro a seconda dei casi, alia regione laringea, danno buoni risultati allorquando i muscoli nominati sono in preda a paresi od a paralisi in seguito a diminuita eceitabililä dei nervi predetti per lungo riposo o lunga inerzia, per semplice disordine funzionale dei ricorrenti. In questi ultimi casi abbiamo pure un rimedio efficacissirao, come in medicina umana, nell'eecitamento me-todico dei nervi per mezzo della corrente di induziöne elettrica.
Un soccorso palliative contro il rantolo dipendente da atrofia e degenerazione grassosa dei muscoli glottidei, noi I'abbiamo nella tracheotomia seguita daH'applicazione di un tube a per-manenza.
II Günther perö e dopo lui Slakftefh, Bassi ed altri prati-carono con vantaggio per la guarigione del rantolo laringeo in seguito a paralisi od atrofia dei sunominati muscoli, I'e-sporlazione della cartilagine aritenoida, destra o sinistra; poiche in tal modo viene ad allargarsi la glotta superiore, ristretta per I'addossamento della cartilagine aritenoidea pa-ralitica alia compagna. Perö avulo riguardo agli inconvenient! ehe sogliono conseguire nella pratiea di simile opera-zione, il clinico non dovrä ricorrervi ehe nei casi estremi,
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e non senza far palese al proprietario 1'esito incerto della
medesima.
liarve di estro nel canale alimentare dei solipedi. Gli estri sono insetti ehe appartengono all'ordine dei dipteri, giä noti, a causa delle diraensioni considerevoli delle loro larve, agli ippiatri Greci ed ai maniscalchi Italian!, e distinli col nome di Teredines dai primi, di Tarme e di Cosci dai secondi; ma confusi perö coi vermi intestinal!. Nel canale alimentare del cavallo, deU'asino e del mulo, vivono le larve di quatlro specie di estro, - estro equino, estro salutare, estro emorroidale, ed estro nasale, - ma come vi pervengono non e ancora ben determinato. Perö le femmine degli estri, e noto, depongono le uova sopra diverse region! del corpo dei solipedi, quindi si schiudono le larve, ehe, raccolte merce la leccatura dal-I'animale e deglutite, si fissano stabilmente nel luogo ehe piü conviene al loro sviluppo. Non havvi aleun dubbio ehe le larve nuoeono ai solipedi, poiche sono parassiti ehe vivono a spese deil'animale ehe li alberga ; e da ciö possiamo ren-derci ragione della magrezza e della denutrizione dei eavalli e puledri affetti da larve di estro. Varii easi di perforazione delio stomaco e delle intestina dei solipedi prodotta da larve di estro sono riportate da altenti osservatori giä da tempo antico, quantunque solo in quest! ultim! tempi si sia ricono-sciuto ehe tale perforazione suceede per la limitala atrofia in conseguenza della pressione meceanica locale esercilata dalle larve sulle parefi del tubo intestinale su cui sono infisse eee., a modo ehe quella avviene senza ehe si svolga 11 processo in-fiammatorio, dietro il quäle muoiono; e non per il problema-tico rosicchiare delle larve (Ereolani). Inoltre i sclipedi ehe albergano larve d'estro sono pur soggett! a frequent! eoliche passive, e speeialtncnte in primavera.
Terapia. Dagli esperiment! fatti dal Numan risulta ehe le larve d'estro immerse pendente tre ore in soluzione d'arse-nico, d'assafetida, d'estralto di noee vomica, di narcolina, di solfato di morfina, di slricnina, di solfato di rame, nfel-I'acqua di cake, nell'olio empireumatico ed in altre soslanze,
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vivono ancora per alcuni giorni dopo essere state tolte dal preparato. Questo prova la loro grande tenacitä di vita ed il nessun successo ehe si puö avere dai diversi mezzi rac-comandati per ucciderle ed espellerle dal corpo dei soiipedi, poiche colla loro somministrazione si offenderanno piuttosto i tessuti del canale digerente anziehe esse medesime per la durezza ed insensibilitä della loro pelle, e pel modo con cui si tengono infisse neila mucosa, ehe non permette alle sostanze, anche venefiche, introdotte nello stomaco d'andare solo a contatto colla loro bocca.
Laonde non potendosi adoperare una medicazione collo scopo di uccidere le larve, perche le sostanze ehe arrivano piü o meno sollecitamente al fine o non sono adoperabili, come cloro liquido o gassoso e Tacido prussico, o non sa-pendo se piü danno recherebbero ai cavalli di quello fac-ciano alle larve, se pure adoperate, come converrebbe, toccassero il fine cercato, come l'ammoniaca e gli acidi clo-ridrico, solforico e citrico, conviene consigliare una cura in-direlta, di ovviare cioe al danno ehe arrecano fornendo in maggior copia una sana e lauta alimentazione per equili-brare le eccessive perdite della loro nutrizione.
Furono pur consigliati diversi mezzi preventivi, dei quali il piü eflicace 6 certamente il manlenere i cavalli nella scu-deria, ove non entrano le femmine degli estri. Consigliarono inoltre la depilazione degli arti anteriori dei cavalli ehe pa-scolano per togliere il tuogo ove la femmina dell'estro ca-vallino depone le uova; ma, come si sa, questo non e I'unico luogo ove le uova sieno deposte. L'olio di pesce, I'aloe, il succo di foglie di noce, I'assenzio, I'assafetida, il tabacco ecc. furono le sostanze consigliate di applicare sulla pelle dei cavalli, credendo ehe per il loro odore e sapore le femmine dell'estro si tenessero lontane dai medesimi. Ma una tale ap-plicazione a molti cavalli, oltre al riescire difficilissima, e pur, ciö ehe e peggio, incerta.
Kiatte (alterazione del), a) Latte azzurro. II latte aizurro si distingue facilmente da quello coloralo da eerie specie di
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vegetaii mangiati dalle vacche, diventando tale solo alcun tempo dopo la mugnilura. Quest'alterazione del latte e pro-dotta, secondo le osservazioni del Fuchs, del Fiirsteraberg e dello stesso Ballier, dal vibrio cyanogenus, il quäle non e altro ehe una forma elementare dell'oidium lactis, ehe in una qualita di latte con caseina modificata vegeta piu pron-tamente, dando luogo alia produzione di una materia azzurra. Non conviene amministrare tale latte azzurro agli animali, perche e dotato di azione irritante.
Terapia. Alirnento sano, pullzia neue stalle ed aria pura; all'interno bicarbonato di soda cogli infusi e decotti amari, ed aromatici, - tenaceto, millefoglio, finocchio, assenzio, ecc. Nel mentre ehe si sta agendo sul generale dell'organismo dei malati, onde impedire ehe il latte diventi azzurro, si ag-giungerä al medesimo, appena munto, uno o due cucchiai di siero di latte secondo la pratica di Gielen ed Hartwig.
b)nbsp; Latte giallo. La colorazione gialla del latte e pur pro-dotla da vibrioni, - vibrio xantogenus Fuchs. Questi vibrioni vegetano spesso nel latte insieme ai vibrioni cianogenus, ed allora il latte presents alia sua superficie chiazze giallo-az-zurre. E necessario di collocare in recipient! separati, e ben puliti con una dissoluzione acquosa di gas cloro o di cloruro di calce, il latte ehe va soggetto a queste alterazioni. Altre volte il latte ehe si osserva giallo gia quando si munge, deve la sua origine alle sostanze coloranti di alcune piante, come il leutodon toraxacum, la daucus carota, od aH'uso dello zaf-ferano, del rabarbaro ecc. Basta in quest'ultima anomalia la cura causale.
c)nbsp; Latte rosso. II colore rosso del latte e pur prodotto da vibrioni; si notano chiazze rosse accanto alle azzurre e gialle; oppure da sostanze coloranti rosse di alcune piante, come la rubia tinctorura ecc. Per combattere quest'anomalia bisogna allontanare le cagioni; puö essere conseguenza il latte sanguinolento di mastite.
d)nbsp; Coagulabilitä del latte prima del tempo consueto. II latte si coagula poco tempo dopo essere cavalo dalle mamraelle.
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359 secondo il Fürsteraberg, per manchevole elaborazione della caseina e degli altri elementi, e soprattutto della lattina o zuc-chero di latte. II Fiirstemberg per impedire questa alterazione consiglia la pulizia dei recipienli pel latte, di tenere il latte in luogo fresco, ed in caso di sconcerto gastrico nelle latti-fere, ramministrazione del bicarbonate di soda solo od as-sociato agli amari, di un alhnento di facile digestione, e verde, se 6 possibile.
e)nbsp; Pulrefazione del latte. La putrefazione del latte lasciato nei recipient! per la septtrazione della crema, secondo il Fiirstemberg, avviene in generals dopo 48-70 ore col sollevarsi di bollicine o vescicole alia superficie per formazione di idro-geno solforato e coll'assumere un colore giallo sudicio. Cause predisponenti sono ralimento alterato o muffato dato alle vacche, la mancanza di pulizia nei locali e recipienti in cui e deposto il latte, e I'elevata.tetnperatura. Quindi per la cura: alimento sano, pulizia dei recipienti pel latte ecc; tolta la causa cessato TeiTetto (V. Rivolta, op. cit.).
f)nbsp; Latte amaro. II latte puö essere amaro per I'uso di certe sostanze, cosi del tenaceto, del tribolo, dell'assenzio, dell'aloe ecc; e per la cura basta cangiare alimentazlone, cioe evitare I'uso di dette sostanze.
g)nbsp; Latte acquoso. Questo latte conliene una grande quan-titä di acqua, ed e assai fluido. Essendo questo fatto conse-guenza di alimenlazione troppo acquosa ed insufliciente, basta dare alimenti sostanziosi; ma quando havvi contemporanea-mente atonia degli organ! digestiv!, bisogna amministrare anche farmaci amaro-aromatic!, tonici e ricostituenti, per ottenerne un latte di normale composizione.
liencemia. Un altro elemento morfologico bavvi nei sangue, oltre alle emasie, il quäle puö trovarsi in aumento per malattia, e ehe perciö merita di essere ben studiato.
Tale elemento e il leucocita, il quale trovasi in proporzione di 1 a 300 circa coi globuli rossi negli animal! sani. Ma a seconda perö di certe funzioni igiologiche puö crescere di molto, senza ehe malauia alcuna ne determini I'auraento;
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cosi nel periodo digestivo, durante la gravidanza e dopo il parlo, ecc; ed in conseguenza queslo slato dicesi leucocitosi fiaiologica, per distinguerla dalla leucocitosi patologica, o leu-cemia, caratterlzzata anatomicamente da un abbondante, permanente e progressivo aumento dei leucociti nel torrente circolatorio, e terminantesi colla morte degli ammalati.
La leucemia e slata osservata di rado e solo nei cavalii e caui; puö essere linfatica, splenica e misla , cioe linfenaia, splenemia, e linfo-spleneraia.
Terapia. La cura deve essere igienica e terapeutica. In conseguenza converrä somministrare agli ammalati alimenti ricchi di principii alibili e bevande nutcienti, - il solfato di chinina, il ioduro di potassio, i ferruginosi, e, secondo Haubner il ioduro di ferro.
Leucorrea. Dicesi lo scolo piu o mc.no abbondante, piü o meno mucoso e purulento, die si slabilisce insensibilmenle e senza dolore alle parti genitali delle femmine dei nostri mammiferi in conseguenza di infiammazione poco inlensa, o di irritazione della membrana interna della vagina, del collo dell'ulero o della sua cavila; per cui , secondo la sua sede, la leucorrea puö dislinguersi in vulvare, vaginale ed uterina. Lo scolo di un muco denso e gialliccio , di odore sempre sgradevole, di colore variabile, giallastro o verdastro, e il sintomo caratleristico.
Terapia. La cura razionale e reziologica: si comballa con cura locale, e generale se fa d'uopo, il catarro o I'endo-me-trile, non dimenticando la nettezza locale fatla con lavacri frequenti con acqua clorurata od acidulata, con lozioni aro-matiche , con la camomilla e tannino, la merce iniezioni in vagina con adatte siringhe (V. Metrite, Vaginite). Quando dipende da semplice iperemia, ecc. alia mucosa ulero-vagi-nale, d'ordinario cede a questi semplici mezzi, od alle iniezioni di estratto di ratania , in infuso di fiori di sambuco, osservando nello stesso tempo i precetti igienici. Noi non di rado potemmo constalare, specialmente in cagne, inco-minciare all' epoca del caiore la leucorrea , e durare per
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361 un tempo indeterminato, cioe sino a conveniente Irattamento curativo.
Di rado si hanno scoli leucorroici negli ultimi tempi di gravidanza di malerie bianche, o giallo-verdastre, in conse-guenza di granulazioni piü o meno numerose al collo uterino od alia mucosa vaginale. Giovano le iniezieni vaginali ammol-lienti in prima, e cjuindi con un poco di acetato di piombo liquido, insistendo nello stesso tempo, nelle femmine magre e con prostrazione di forze, su una dieta sostanziosa e rico-stituente, ed airultimo anche nell'uso dei ferruginosi.
liichene. Sotto questo nome si intende una malattia cu-tanea, ehe si manifesta nei cani e cavalli piuttosto frequen-temente in primavera, dopo la muta o dopo la tosatura, con piccole papule, le quali dapprincipio stanno isolate, poi si riuniscono in gruppi. della grandezza di una testa di spillo a quella di una lenlicchia, e meno pruriginose di quelle del prurigo. Quesle papule non suppurano, ne ulceransi giammai; ne ad esse conseguono altre gravi lesioni; ma se I'ammalato si frega ai corpi vicini, le papule si rompono e ne stillano gocce di sangue. L'affezione incomincia d'ordinario con sin-gole papule a! collo, alle spalle ed alle estremitä, le quali, aumentando in numero, riproducendosi in silo tra papula e papula, ed in punli lonlani, a poco a poco si diffondono su lutte le regioni del corpo.
Terapu. D'ordinario dopo alcune setlimane, pendente le quali si nota non raramente I'erazione di nuove papule, ne avviene la guarigione dietro una leggiera desquamazione del-I'epidermide; e solo quando gli ammalati, graltandosi e fre-gandosi ai corpi vicini, si determinano una grave infiltrazione della pelle, ehe la malattia dura a lungo e si mostra piu tenace.
Collocati gli ammalati in locali freschi e puliti, si ricorra nell'iniziarsi del morbo alle ripetute lavande con acqua e sapone, e con soluzioni di carbonato di soda o di potassa, quando la pelle e meno sensibile (1, 2, 3).
In caso di lichene generale convengono nella bella sta-
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gione i bagni general! di fiume o di lago. Come in altre derraatosi, anche in questa giova ramministrazione dei pre-parati arsenicali.
Del rimanenle pel prurito e per le consecutive lesioni cu-lanee, giovano i mezzi da noi indicali a proposito delia pru-rigine, deli'eczema e dell'erpete (4).
(i) P. Soda carb. cruda grm. dO-lOOnbsp; nbsp; (5) P. Cai b. pot. crndogrm. 100-150
A^qua raquo; 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per un bagno gonerale di
S. Per lozioni, onde favorirenbsp; nbsp; un cane. (L. Brusasco).
il distacco dell'epidermide vecchia.nbsp; nbsp; (4) P. Pomata mere. part. 1
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; I'nguento vescic. raquo; .
(2) P. Carb. pot. crude grm. 20-50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Pomata solforata gt; 2
Per ogni 1000 grm. di acqua.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Incorpora a freddo; contro il
S. Per lozioni e fomenti.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; lichene del cavallo.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Marly e Causse figlio).
Eiimazuola. E un'infiammazione eritematosa o flemmo-nosa dappriraa e poi uicerosa, piuttosto frequente nei bovini ed ovini, ehe ha la sua sede nello spazio inlerdigitato; aitre volte invece si tratta di un vero foruncolo interdigilale. In principio si nota calore, dolore, rossore e tumefazione tra gii unghioni, ecc; nei casi gravi havvi anche febbre.
Terapia. In principio e facile arrestarne i progressi col riposo assoluto all'asciutto e sopra abbondante lettiera , col regime dietetico, e coll'applicazione di stoppe sulla parte am-malata, dopo d'averla ben nettata, imbibite di continuo con acqua vegeto-minerale. Allorche I'inCammazione e violenta, si avvalora i'azione di questi mezzi coi salassi locali agli unghioni, od anche, all'uopo, col salasso generale. Ma se il male esiste gia da qualche giorno, e se la suppurazione e la mortificazione di un brandello di pelle sono a lemersi, si ricorra all'uso di calaplasmi ammollienti e calnaanti, ehe si continueranno sino all'eliminazione del turacciolo; dopo si medica coll'unguento egiziaco, colla tintura d'aloe, ecc. sino a perfetta guarigione. Le escrescenze fungose , ehe si svi-luppano specialmente nei bovini, devono esportarsi. Non si deve rimettere , s'intende, la bovina al lavoro, finche sia perfettamente guarita. In alcuni casi perö la cura non puö essere radicale, ed il hue rimane claudicante per tulta la vita.
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liipomi. Risultano di tessuto adiposo, diviso in lobicini separat! da tessuto connettivo. I lipomi si presentano isolati, oppure inultipli; questi spesso sono combinazioni di tumori. A seconda ehe il tessuto connettivo e piü o meno svilappato, i lipomi sono piü o meno resistenti; epperö si suddividono in flbrosi ed in lipomi semplici.
Terapia. Consiste neil'estirpazione col coltello; dopo questa di rado recidivano. Se il tumore e assai voluminoso, con-viene esportare con esso parte della pelle ehe lo rieopre.
üombaggiue renmalica. E il reumatismo dei mu-scoli della regione lombare, e specialmente dei muscoli psoas. Si sviluppa quasi istantaneamente tanto nei cavalli, ehe nei bovini e cani; non si eonfonda collo sforzo dei reni.
Terapia. Gli ammalati devono tenersi in riposo assoluto in eonveniente locale, e eon abbondante lettiera. L'indica-zione della malattia esige la cura diaforetica, oltre ai topici indieali airartieolo miosite reumatica, la eui applicazione deve farsi ai reni, e I'uso di lassalivi dati per I'atrio della boeca e per clisteri, onde evitare il soggiorno delle materie feeali nei tubo enterico e gli sforzi per la defecazione (1).
(1) P. Alcool canforalo grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. Per ripctutc frizioni alia
Essenza tcrebent. raquo; 20 regione lombare nella lombnggine Ammoniacanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; reumatica ne'cani.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. B.).
liombaggine traumatica. Si da questa denomina-zione all'insieme delle lesioni prodottesi negli animali, specialmente cavalli e bovini, nei tirare o portare pesanti ca-riehi, da cadute, da percosse, ecc, ai mezzi d'unione delle vertebre lombari, non ehe ai muscoli psoas, al quadrato dei lombi, agli intercostali ed agli ileo-spinali. Tali lesioni con-sistono in distensioni dei mezzi d'unione delle vertebre , in distrazioni e lacerazioni minute di fibre dei suddetti muscoli.
Terapia. E necessario non solo il riposo dell'animale, ma anche della parte lesa; epperö si impedisea ai malati di co-riearsi, legandoli corti o collocandoli in una posts ristretta. Se la lesione e grave, puo essere eonveniente I'uso di cin-ghie, onde permettere all'arnmalato di meglio riposarsi.
Convengono i bagni freddi loeali e gli astringenti; nei periodi avanzali della malattia i rivellenti.
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ünssazione del mascolo ischio tibiale esterno.
fi specialmente nei bovini magri, dei luoghi monlagnosi, ehe in seguito a violent! sforzi, a penosi lavori ecc, si produce la deviazione di queslo muscolo ali'indielro del trocantere.
Terapia. A deviazione recente, si ottiene in prineipio van-taggio da una lauta alimentazione, da un riposo assoluto, e dall'uso degli astringenti applicati localmente, - bagni con acqua ghiacciata semplice, o con acqua vegeto-minerale ecc; ma se, malgrado ciö, l'allerazione continua a manifestarsi, si ricorra alle frizioni irritanti all' arlicolazione coxo-femo-rale ; noi adoperiamo con vantaggio le frizioni con ammo-niaca liquida ed alcool canforalo (1, 2).
In casi antichi e gravi e richiesto il taglio del muscolo stesso in vicinanza del trocantere.
(1) P. Ammoniaca liquida grm. 50nbsp; nbsp; (2) P. Ammon. liquida grm. 100
Essenza tfrebeut. • #9632;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Olio terfbeiitina raquo; raquo;
Aleool canforato • raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. linimento.
F. linimento.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per frizioni allorquando la
S. Per ripetute frizioni,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;lussuzione e antica e reeidiva.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Mania di maternitä neue galline. E quelle stato in cui si trovano cerle galline, ehe ad ogni eosto vogliono covare od essere chioccie; per cui o stanno continuaraente in un nido qualunque, purche vi si trovino aleune uova da covare, o credendosi di avere i puleini attorno a loro, li chiamano ehiocciando di continue.
Terapia. II Soffler consiglia l'uso di 75-80 centigramma di gialappa irapastata con un po' di pane bagnato. Giovano, come nelle eagne, gli alcalini. Le raassaie d'ordinario le im-mergono nell'acqua, legano assieme le ali, depongono nel nido del vetro soppeslo o delle spine, loro tagliano la cresta, le chiudouo in luoghi oscuri e senza nido, e come se questi barbari mezzi non fossero aneora abbastanza inumani, aleune ricorrono aneora a reiterate busse!
IVIastite. E I'infiamraazione delle mammelle, la quäle si incontra in tutte le femmine degli animali domestici, ma piü spesso nella vacca, ehe nella capra, nella pecora e nella eagna, e meno frequentemenle aneora nella cavalla. Si osserva spe-
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#9632;#9632;
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365 cialmente verso gli ultimi giorni della gravidanza, dopo il parto, durante rallattaaiento ed all'epoca dello siatJamento. A seconda delle cagioni si dice traumatica, reumatica ecc, specifica (tubercolosi, moccio, vaiuolo, febbre aflosa, ecc), potendo essere le cause meccaniche, ecc, e specifiche. Solto il rapporlo della sede primitiva dell'infiamraazione, la ma-stoife puö essere superficiale, ancor delta erisipelatosa o pe-rimastite, flemmonosa, inlerstiziale e parenchimatosa.
Terapia. Soddisfalto all'indicazione causale (V. Galacto-stasi) nei casi di infiamraazione superficiale, cioe di maslite erisipelacea, e nel flemmone della mammella, cioe quando I'in-fiammazione si estende al connettivo sottocutaneo, si consi-gliano dopo di aver ben pulita la mammella con acqua tie-pida e sapone, le bagnature fredde e continue con acqua ed acelo, o con acqua vegeto-minerale, I'applicazione dell'ar-gilia in forma di poltiglia con aceto, e I'uso interno di pic-cole dosi di solfato di soda o di magnesia.
Inoltre gli aramalati saranno tenuti in assoluto riposo in una stalla con moderata temperatura, evitando le correnti d'aria, su di abbondante, asciutta e pulita letliera, e ad un conveniente regime dietetico. Perö allorquando traltasi di grave maslite flemmonosa, nella vacca specialmenle , e conveniente praticare il salasso alia vena mammaria corrispon-dente; nella cavalia invece e meglio ricorrere a piü o men numerose scariflcazioni alia parte ammalata.
Se si Iratla di perimastite reumatica molto dolorosa gio-vano, meglio del trattamento refrigerante, i cataplasmi lie-pidi amraollienti e narcotic!, fatti con farina di lino e di se-gala in decotto di malva e teste di papavero, o di foglie di belladonna e di giusquiamo (1); ed i bagni tiepidi.
Nella maslite inlerstiziale, cioe quando prende parte all'in-fiammazione il tessuto congiuntivo ehe tra loro unisce gli acini della ghiandola ammalata, e nella masloite parenchimatosa, interessante cioe il parenchima ghiandolare, ehe puö essere estesa a piü o men grande numero di lobuli, si deva mun-gere accuratamente le mamraelle 4-5 voile al giorno, sospen-
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dendo rallattamento. Perö allorche la mastite e molto grave, e r.-niimalata cull'aUo del mungere prova molto dolore, giova il catelere immaginalo dal Fürstemberg. Inoltre si deve te-nere sulla parte di continuo delle compresse bagnate in de-cozioni mucillagginose e narcotiche tiepide, in infuso di ca-momilla e di fieri di sambueo tiepido, ciö ehe si puo avere immedialaraenle, od applicarvi calaplasmi pure anodini, non dimenticando in ogni caso la faseiatura ad use sospensorio, -cioe e necessario, specialmente nei grandi animali, soslenere I'organp aramalato con un sospensorio fatlo eon un pezzo di tela quadrata , cui si da la forma di un berretto con due o quallro aperture eec. per I'uscita dei capezzoli, e ehe viensi ad annodare per le quattro estremila, munite di un pezzo di naslro, al dissopra dei reni dell'animale. Nello stesso tempo e conveniente ricorrere a purganli salini, solfato di soda o di magnesia, cui si puö aggiungere, secondo la gravila dello state febbrile, del tartaro stibiato, del nitrato di potassa; nei casi acutissimi poi non si dimentichi il salasso. 11 freddo non da cosi buoni risultati, come i bagni ed i cataplasmi tiepidi, ammollienti ed anodini. Negli indurimenti dolorosi si hanno ancor buoni effetti dall'applicazione di pezze imbibite in una soluzione di cianuro di potassio; mentre un buon risolvente da adoperarsi nelle mastiti a lento deeorso, si ha nei lini-mento fatto coll'unguento mercuriale, iodo ed olio di fegato di merluzzo (2).
II Richner dice ehe nessuno dei rimedi finora adoperati, da cosi pronti e certi risultati, quanto la potassa (3).
Nella mastite reumatica delle pecore May somministra, dopo di aver praticata una soltrazione sanguigna, i sali medii col tartaro stibiato, e fa strofinare le mammelle coll'unguento mercuriale, cui unisce sostanze narcotiche (4).
Gli esiti della mastite flemmonosa e parenehimatosa sono, oltre alia risoluzione, la suppurazione, la gangrena, I'indu-rimento, l'atroßa e I'oeclusione del canale del capezzolo.
La suppurazione si favorisce eon cataplasmi ammollienti e maturativi; le unzioni coll'olio di lauro e le frizieni di po-
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367 mala mercuriale, fatte priraa dell'applicazione dei detti cata-plasmi, sono assai giovevoli.
Ma appena si manifesta la fluttuazione, si vuoti I'ascesso, e, continuando i cataplasmi ammoilienti ancora per a4cuni di, si completi la cura colia pulizia e coll'uso di iniezioni detersive, - vino aroraatico, di tinture eccitanti piii o mono diluite, od antipulride a seconda delle circoslanze; la medicazione con una pomata composta di unguento digestive e tintura di mirra da buoni risultati.
Per guarire le fistele lattee, ehe facilmente si producono quando i'ascesso ha luogo nella spessezza della mammella e nel tessuto congiuntivo profondo, e d'uopo sospendere I'al-latlanaento, ma svuotare dolcemente la mammella, e nello stesso tempo far uso della fasciatura compressiva dopo ciascuna medicazione, ehe si fa praticando iniezioni con tintura di iodo piu o men diluita, ecc. ; nei casi ribelli puö essere neces-sario causticare i bordi della fistola col nitrate d'argento.
Nella gangrena incipiente si faranno profonde incisioni e continui bagni eccitanti ed antiputridi, dando internamente il solfato di chinina, e medicando le piaghe residuanti della gangrena con infusi aromatici, con soluzione di acido fe-nico, ecc; ma se la gangrena e molto estesa, occupa cioe pressoche tutta la mammella, conviene la sua estirpazione.
Secondo Vogel, nelle ulcerazioni e formazione di icore ottiensi un rapide e sorprendente miglioratnento dall'uso di un empiastro adesivo, composte di parti uguali di olio di ulive e polvere di creta, di un po' di tremenlina e di acido fenice grezzo a piacimento. Questa miscela si mantiene nel fondo delle ulceri.
Allorquando la mastite tende passare alle state cronico, e di indurimento, si tenteranno le frizioni fondenti colla tintura di iodo (5), colla pomata di iodo e di ioduro di potassie iodata, coll'unguento mercuriale cui si unisee un po' di ara-moniaca, colla pomata di canfora (6, 7), di ioduro di piombo e col linimento gia anteriormente indicate, awertendo pero ehe la cura radicale dcH'indurimente , conseguenza di pro-
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liferazione di congiunlivo, non puo farsi ehe coU'estirpazione della mammella (V. Capezzolo). .
Calcoli lattei. II Furstemberg distingue i veri calcoli lattei, i pseuda-calcoli ed i concremenli. La loro sede pud essere la cisterna od il canale del capezzolo.
Terapia. La cura consiste nell'esportazione di questi corpi estranei, ehe si fa pralicando un taglio sul eapezzolo nel punto in eui esiste il calcolo, il quale si porta via eon la pinzelta; si unisce quindi con punti di sulura o con listerelle adesive i margini della ferita. I piecoli ealcoli perö, ed i con-crementi, premendoli colle dita, previa I'iniezione di un po' d'olio, si possono alcune volte far uscire senza ricorrere al-roperazione ; i conerementi si tenti prima di fragmentarli con una sonda.
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(1)nbsp; nbsp;P. Foglie ginsquiamo grm. 200
gt; belladonna gt; 450
raquo; malranbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 500
Polvcrc di s?mi di lino q.b.
Per un cntaplasma calmante
contro la mailite dellc troie.
(Benion).
(2)nbsp; nbsp;P. ünguento mere. grm. 36
lodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 5
Olio fegalo merluizo raquo; 80 Fa linimento.
S. Da applicarsene frizionando un poeo matlina e sera sulle mam-mclle inlianimate Uno a chc si sia ottenuto il desidcrato effetto.
(L. Brusasco).
(3)nbsp; P. Potassanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti 1
Sciogli in a:qua raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2
Sbatti con olio olive gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5
Agg. ancora acqua raquo; 4-5
Si sbatti in modo da avcrne un
linimento saponato, ehe si adopcra
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in cmbrocazioni sulla mammella, due volte al giorno. (Richner).
(4)nbsp; P. Unguento di altea grm. CO
Ung. di mercurio • 15 Olio cotto giusqu. • 50
F. Unguento.
Per far frizioni tre volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(May).
(5)nbsp; P. Tintura di iodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; parti
raquo; noce gallraquo; eguali S. Per ripetute frizioni sulle mammelle.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(6)nbsp; P. Olio di giusquiamo parti 8
Amnioniaca liquida gt; 2 Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; i
(Baumeister e Rueff).
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(7j P.
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Aceto di saturno grm. 90
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Canfora trit.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;4
Sugna porciuanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 120
Mcsc. esatt.
Da fiizionare 4 volte al giorno la mammella.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Weinmann).
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melanemia. E una discrasia ehimicä costituita dalla pre-senza nel sangue di abbondante pigmento nero, in soluzione od in forma di corpuscoli, ehe va appunto a depositarsi nei tessuli, e speeialmente nel relicolo eutaneo del Malpighi. La melanemia, ehe e slata osservata poche volte e solo nel ea-vallo e nel hue, e caratterizzata dal colorito nero della pelle,
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. 369 da chiazze brune sulle mucose apparent!, e da alopecia, cioe caduta dei peli dovula alia grande quantitä di melanina, ehe va a depositarsi alle pareti dei loro follicoll.
Terapia. Finora non si riconosce ancora aleun trattamento curativo valevole ad arreslare il corso, ed a combattere questa malattia.
Si puö fare una cura sintomatico-razionale.
Meningite. Si qualißca con questo nome di meningite rinfiammazione delle meningi, la quäle puö essere cerebrale o spinale.
L'infiammarione delle meningi eerebrali puö teoricamenle ed anatomicamente dividersi, a seconda della sua sede, in pachimeningite, perimeningite, meningite esterna od infiam-mazione della dura madre, - in araenoidite, meningite mez-zana od infiammazione della araenoidea, - ed in piemerite, meningite interna, od infiammazione della pia madre.
In clinica perö non potendosi separare la flogosi dell'arac-noidea da quella della pia madre, si usa descrivere col nome di meningitide 1'infiammazione dell'aracnoidea , del tessulo cellulare sotto aracnoidale e della pia madre. Noi basandoci sulla rapiditä del suo corso la distinguererao in acuta e cro-nica; - l'acuta puö essere primitiva, oppure svilupparsi nel corso di altra malattia.
Non conviene dire a parte della pachimeningite , perche non ha forma clinica ben deünita, e perche in ogni caso ri-chiede lo stesso trattamento curativo della meningite.
Terapia. La cura della meningite acuta, ehe sorge in modo primitiTO, deve essere pronta ed energica, se si vogliono avere buoni risultaraenti; - per quanto si riferisee al trattamento igienieo-dietetico vedi Congestione cerebrale. La fle-botomia e vantaggiosa, e deve essere ripetuta al bisogno, a seconda della costituzione, delle forze, dello stato di sanitä anteriore dell'ammalato; oltreciö si applichino immediatamente cataplasm! di ghiaecio sulla testa , la vescica di ghiaccio a permanenza, o si faeeia uso di docce fredde continue. Nello stesso tempo non deve tralasciarsi Tapplicazione di elisteri
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S'raquo;
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evacuanti, e l'atnministrazione di purganti drastici, in modo da oltenere varie deiezioni alvine nelle 24 ore, - aloe unito al solfato di soda o di magnesia, olio di crotontiglio, ecc. £ solo da questi mezzi ehe si puo sperare vantaggio.
I salassi giovano nella meningite acuta, perche d'ordinario il pericolo dipendendo da stasi del sangue venoso nei seni endocranici e nelle vane delle meningi, favoriscono il deflusso del sangue venoso, e ne facilitano cosi I'afllusso dell'arterioso; salassi ehe il modernisrao attuale, solo per un'idea di notita, vorrebbe condannare al bagno di Porlo-ferraio,
Nella meningilide secondaria non e richiesta si energica te-rapia, dovendosi pur dal clinico badare al morbo primitivo. Del resto anche in essa la cuffia di ghiaccio, le miti sottra-zioni sanguigne, I'uso, piu moderato pero, dei drastici, sono ancora i raezzi cui devesi in generale ricorrere.
Meningite cronica. Questa sussegue il piü frequentemente alPacuta mal risoluta, quantunque possa pur svilupparsi pri-milivamenle cronica. Solo perö della meningite cronica con-secutiva all'acuta, e possibile certa diagnosi; i sinlomi della primitiva non sono bene conosciuti. Nel primo case viene reso manifesto il passaggio allo stato cronico, da un amman-samenlo dei sintomi dell'acuzie in generale, - dal persistere di una leggiera elevazione della temperatura per molti giorni, - dal presentare gli ammalati di tanto in tanto accessi di vertigine, disordine dei sensi, tremori delle estremitä, incer-tezza ed esitazione nei movimenti volontari, e pertinaci pa-ralisi parziali.
Terapia. Allorche la meningite acuta tende passare allo stato cronico, si continui I'uso delle applicazioni fredde sulla testa, e I'amministrazione dei purganti drastici di tempo in tempo. Se questi mezzi non valgono per arrestarne il corso, si puö amministrare il ioduro di potassio, e ricorrere ai larghi vescicanti sulla regione craniana, - frizioni di pomata etne-tica, di olio di crotontiglio, di pomata mercuriale e simili -cotanto vantali da alcuni cultori si dell'una ehe deH'altra raedicina. Perö non si creda con questi mezzi di ncondurre
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371 allo stato normale le meningi ispessile ed ingrossale per pro-lificazione del connettivo; poiche questa leslone e incurabile. Giova in questo case una cura sintomatico-razionale.
Meningite spinale. L'infiammazione isolata della dura madre, pachimeningite spinale, e rara, e mai sorge primitivamente, ma puö prodursi per contiguitä in seguito a traumatismo ed a lesioni delle vertebre; ad ogni modo non ha forma clinica distinta. L' infiamraazione acuta dell' aracnoidea od aracaoi-dite spinale acuta, parimenti non si presenta isolata, ma coincide sempre colla flogosi della pia meninge e della dura madre. Laonde diremo contemporaneamente sotto tale deno-minazione dell'infiaramazione in comune degli invogli spinaii, avvertendo ehe il processo ha luogo specialmente nella pia madre.
La meningite spinale puö essere primiliva o secondaria, e presentarsi in tutta I'eslensione del midollo , quantunque si localizzi perö specialmente alia regione lombare, a preferenza della dorsale e cerviale.
Terapia. Nelia meningite acuta il rimedio principale 6 il riposo assoluto, I'applicazione locale del fretldo, e I'ammini-strazione di non drastici evacuanti; negli animali robusti il salasso e pur vantaggioso. Perö allorquando i fenomeni di irritazione sono molto violenti, conviene il bagno tiepido con-tinuato, e I'uso interno del bromuro di potassio, ehe agisce calmando I'irritazione centrale.
Passato I'acuzie si applichino vescicanti volanti su tutta la superficie del corpo, e specialmente ai lati della colonna ver-tebrale. Giusta gli esperimenti di Brown-Sequard, la belladonna e la segala cornuta data ai cani a grandi dosi, pro-ducendo restringimento dei vasi della pia madre spinale con diminuzione dell'eccitabilitä riflessa, possono irapiegarsi, con speranza di averne vantaggio, tali farmaci in quei casi di irritazione spinale , in cui si richiede la diminuzione dell'i-peremia nel canale vertebrale e deirirritazione dei nervi.
Nella forma cronica, primitiva o secondaria, puossiricor-rere ad alte dosi di ioduro di potassio, ai vescicanti volanti
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lungo la colonna vertebrate, ed all'uso di docce ed affusioni fredde; in casi ribelii possono queste sostituirsi con bagni caldi a lungo protratti. Giovano la noce vomica, la stricnina, e la faradizzazione allorche, cessata ogni ragione nel midollo spinale di interruzione delia corrente nervea, gli ammalati non possono muovere gli arti ofiesi sol per inerzia nervea e muscolare.
Meningorragia. Le eniorragie delle meningi succedono ii piu sovente ad insuiti traumatic!, eniorragie traumatiche. In questi casi ne consegue la rottura di vasi arteriosi o ve-nosi anche pritna sani, ed il versamento di sangue puo aver luogo tra la dura madre ed ii cranio, eroorragia sottocraniana, -oppure Ira la dura madre e 1' aracnoide , emorragia sopra aracnoideale, - non ehe tra l'aracnoidea e la pia madre, emorragia sottoraenoideale. Inoltre le emorragie meningee risultano talvoita da aiterazioni diverse delle tunache vasali. Infine dipender possono ancora tali stravasi di sangue dallo spandersi di un'emorragia dell'encefalo, ehe arriva a rompere le meningi.
Terapia. Non e poi gran danno, se il clinico non puö giungere con certezza a fare la diagnosi differenziale; poiche nelle meningorragie e indicato il medesimo trattamento cu-rativo da noi stabilito per la cura delle encefalorragie, cui rimandiamo il lettore.
Si intende, ehe i cataplasmi di ghiaccio in queste amor-ragie traumatiche non devono mai essere tralasciati.
Metrite. Vuol dire infiammazione dell'utero. da railra matrice. Varia secondo il eorso, le cause, la sede e la diffu-sione, noi la distingueremo in endometrite, metrite catarrale, o catarro dell'utero, ehe puö essere acula e cronica, - in metrite parenchiraatosa, ehe occupa il corpo muscolare, e tutta I'alterazione vien fatta da intensa iperemia, da edema infiammatorio, e da proliferazione del connettivo (questa forma morbosa puö conseguire alia catarrale od essere conseguenza di irritamenti loeali, i quali vengono dalla meccanica del parto o da operazioni ostetriehe ecc, e decorrere acuta e
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373 cronica), - in metro-peritonite, suddivisa in perimetrite ed in parametrite, avvertendo ehe piglia il nome di perimetrite la flogosi della tonaca sierosa dell'utero, e di parametrite o flem-mone periuterino, se la flogosi si arresta al conneltivo peri-toneale; perö non si possono ben distinguere queste ultime forme nella clinica, ma solo sul tavolo deH'anatoraico. L'in-fiammazione dell'utero puö inoltre essere generale o parziale, ulcerosa o con granulazioni ecc. Dicesi puerperale, se si svi-luppa nel periodo del puerperio; e septica dicesi la metrite e I'endometrite, quando vi coesiste putrefazione delle secon-dine, ehe non vennero a tempo espnlse, oppure deile parti molli del feto morto entro I'utero, o dei liquidi o particelle solide rimaste nell'ulero anche dopo il parto felice per cause varie. Infine anche ia metrite e rendometrile traumatica, reumatica o da eteropiasia, prendono il nome di septiche, se avviene nel loro corso putrefazione del prodotto delle flogosi, cioe dell'essudato, deile cellule blanche, e del connetlivo della mucosa (*), septicoemia o tossicoemia.
L'inliammazione dell'utero non solo perö si fa osservare frequentemente nella vacca, nella cavalla, nella cagna e nella pecora dopo il parto, ma anche pendente la gravidanza, e nello stato di vacuitä dell'utero, ehe non ha preceduto doä da vicino il parto.
Terapia. Metriti acute. Riposo assoluto in conveniente lo-calita e con abbondante lettiera, coperture di lana e buon governo della mano, - diela bianca per gli erbivori e regime latteo pei carnivori ed onnivori, - arreca sollievo al malato la libertä dell'alvo mantenuta coi purganti leggeri, special-mente di olio di ricino, con ripetute, ma piccole dosi di solfato di soda, e di infuso di sena, con clisteri di acqua fredda, i quali giovano sia per vincere la stitichezza, sia per agire sui vasi dell'utero dalla via del retto; perö per agire contro il dolore nella stessa acqua dei clisteri si possono aggiungere 1-2, 5-10 grm. di laudano, avvertendo ehe a tale scopo giovano
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(quot;) V. Rivolla op. cit.
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ancora le frizioni suH'addome (cagne specialmente) col clo-roformio ed olio di giusquiamo (1), Inoltre specialmenle nei piccoli animali sono a raccomandarsi i cataplasm! tiepidi con farina di semi di lino spalmati con un po' di laudano, rin-novati di tempo in tempo, al ventre; in questi animali gio-vano pure i bagni tiepidi general!, avvertendo di non lasciarli raffreddare uscendo dal bagno, ma di asciugarli presto, e coprirli con coperture di lana, Nelle femmine dei grandi animali si ricorre invece all'uso di sacchetti amrnollienti sui lombi, alle fumigazioni ed alle fomentazioni eraoilienti e nar-cotiche sulle pared addominali. Se il dolore fosse molto grave, sono vanlaggiose, specialmente nella metrite catarrale, le inie-zioni tiepide mucillagginose in vagina con oppio (2), ram-mentando perö ehe in principio conviene evitare le iniezioni nell'utero; in tale metrite catarrale inoltre si deve insistere specialmente sulla cura derivativa e rivulsiva.
Se la malattia e sostenuta dalla presenza delle secondine, devono subito essere estratte, onde evitare lo sviluppo della metrite septica, la quale merita parlicolare attenzione. L'in-dicazione capitals e adunque di esportare dall'utero lutte le sostanze estranee; senza di do non e possibile ottenerne la guarigione. II zooiatro in tale manuale operazione deve avere I'avvertenza di spalmarsi la raano ed il braccio con olio, ed usare lutti quei riguardi ehe sono necessari, onde non lace-rare la mucosa del canale vaginale e dell'utero, e non arre-care a se stesso piü o men gravi danni.
In questa forma soddisfacendosi all' indicazione causale, procurando la massima pulitezza delle parti genitali, oltre al pensare all'igiene delle femmine ammalate, si facciano iniezioni detersive ed antiputride nella vagina, e sino nella ca-vita uterina, col solfito di soda (solfito di soda gr. 15-40, acqua grm. 200-500), di acido fenico (2 parti in 100 di acqua o glicerina). Giovano pure le iniezioni di decotto di china, di soluzione carica di allume, di permanganato di potassa, di solfato di rame e siraili, ripetute due o tre volte al giorno. Nello stesso tempo per impedire nei casi gravi il processo
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375 puerperale, e conveniente il solfalo di chinina amministrato epicraticamente, e 1'aconito (V. Febbre puerperale).
Nella metrile e perimetrite, ehe si sviluppa pendents la gravidanza, bisogna innanzi tutto riconoscere se il prodotto del concepiraento e raorto, o vivente; nel prirao caso con-viene ricorrere all'estrazione del feto per poter curare la le-sione; mentre non devesi mai tentare il parto prematuro od aborto, quando il feto e ancora vivente, e la gravida trovasi ancora in buono stato di nutrizione. In quest'ullimo caso invece conviene meliere l'ammalata in buone condizioui igie-nico-dietetiche, ricorrere a purganti salini per vincere la sti-tichezza, - aH'uso dei narcotici internamente per calmare i dolori, ed a clisteri eppiati, aspettando dopo il parto a ricorrere a quei farmaci, ehe si crederanno convenienli per la medicazione locale.
Nello stato eronico riescono utili gli astringenti, e special-ment^,se possono applicarsi direttamente nella cavitä stessa dell'utero, - allume, fannino, solfato di zinco, percloruro di ferro alia dose di grm. 2-5-8 in un litro d'acqua; queste soluzioni devono farsi di piü in piü concentrate, praticando almeno tre iniezioni ogni 24 ore; giovano pure le polveriz-xazioni di questi stessi fiirmaci fatte nel eavo uterino, se si riesce ad applicarle convenientemente. Noi oltenemmo buoni risultati in eagne affette da melrite cronica con abbondante scolo muco-purulento, eolle iniezioni di estratto di ratania e solfato di zinco (3).
Nel medesimo tempo bisogna procurare di sostenere le forze deH'ammalata con una buona e lauta atimentazione, permettendole un moderato esercizio, ed in rapporto col suo stato; in alcuni casi e pur conveniente amministrare i ri-eostituenti, e specialmente i ferruginosi, e I'olio di fegato di merluzzo nei piccoli animali.
Nel caso di semplice congestions intensa all'utero, si deve ricorrere al salasso, a derivativi intestinali e clisteri purga-tivi, a rubefacienti, ed all'uopo anche alle iniezioni vSginali
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di acqua fredda. In ogni caso si deve tenere Tammalata in
riposo assoluto, ed a conveniente regime dietetico.
(1)nbsp; P. Cloroformionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti i S. Per iniezioni in vagina.
Olio di giusquiamo gt; 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; (3) P. Estralto ralania grm. 3
(2)nbsp; P. Foglie di malva grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Solfato di linco cgrm. 20 Fa dec; alia col. di • 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata grm. ISO Agg. tint, sempl. laquo;ppio raquo; 2-10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Tre-quattro iniezioni al
giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Metrocinesi e Metropercinesi. Le doglie del parto, contrazioni uterine o dolori uterini, possono essere troppo deboli, epperö insufScienti per reffettuazione del parto, op-pure eccessive; nel primo caso si ha la metrocinesi, e nel secondo la ruelropercinesi.
a) Terapia delta metrocineda, la quäle e dovuta a paresi o paralisi dell'utero per mancanza degli stimoli molori o per incapacitä dei muscoli e dei nervi a risentirne l'azione (Braun).
Nel periodo di dilatazione del cello uterino, la geslante deve essere nutrita con alimenti di facile digestione, e tenuta in locale igienico e moderalamente caldo; e conveniente I'uso di bevande tiepide aromatiche, e rapplicazione di clisteri tie-pidi per procurare il reguläre vuotamento delle urine e delle feel. Se dopo questa cura incomincia a viemaggiormente di-latarsi l'oriüzio del collo uterino, e tosto comparisce la borsa delle acque, si deve lacerare subito, se le doglie sono ab-bastanza rinforzate. Ma se nel secondo periodo di espulsione, il feto non si avanza per la debolezza delle doglie , si con-siglino i cordiali, - cosi gli infusi aromatici ed eccitanti, -camomilla, salvia, menta, assenzio, rosmarino, tiino; e meglio gli alcolici, - vino, birra, alcool, cui si puo unire altri far-maci eccitanti; ma se questi mezzi non bastano si usa la segala cornuta (1, 2), avvertendo perö ehe prima di amminislrare questo farmaco deve l'ostetrico assicurarsi, ehe non vi esiste considerevole ostacolo all'effettuazione del parto. Inoltre per eccitare le doglie mancanti sia per debolezza generale, come per inerzia uterina, si puö usare con vantaggio il solfato di chinina a ripetute dosi, cioe con mezz'ora od un'ora di in-tervallo. Tra i mezzi consigliati come oxitocici si vanta ancora
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377 rintroduzione di eletlrodi nel retto, di un pezzo di catetere elastico nel retto, e tra i fartnaci il borace, la cannella e gli eUri; pero se alcuni di questi medicamenti, ed altri val-gono lealmente ad sccilare le doglie o dolori uterini, non sono sufficienli a sostenere queste contrazioni come la segala cornuU e la chinina. In ogni caso prima di ricorrere al-ramministrazione di questi farmaci, deve I'ostetrico assicu-rarsi ehe si tratta di debolezza reale e non apparente, poiche in qiest'ultimo caso gli eccitanti, e specialmenle gli emme-nago{hi, possono essere piü o men dannosi.
gt;) Terapia dtlla metropercineii, od eccessive contrazioni uterine. Nella metropercinesi le forti contrazioni uterine, cioe i crampi, possono essere intermillenti, clonici o peristaltici, ed estendersi a tutto I'utero, dislinguendosi solo dalle con-trasioni uterine fisiologiche per essere piü forti e dolorosi; ed in tonici, i quali possono essere generali - tetano del-l'itero, - e parziali, contrazioni spastiche.
L'osservazione ha dimostrato ehe il cloroformio b il ri-mtdio sovrano per raoderare le doglie eccessive dell'utero, ed evitare i pericoli di un parto precipitoso. Si usa per ina-laiione, ma non e necessario protrarre I'inalazione sempre sim alia narcosi completa; perö richiedendo molta accura-tezza, e non essendo sempre scevro di cattive conseguenze, noi consigliamo ai giovani pralici di attenersi nei casi leggier all'uso dell'oppio e dei suoi preparali dati internamente o per clisteri (3). Noi amp;bbiamo sempre usalo pur con molto vanbggio in vacche con contrazioni spastiche, in cui si tro-vava raolto contralto e ristretlo I'orifizio uterine , 1' estratto di lelladonna unite esattamente nel rapporto di una parts a 8-3 di adipe suino recente, introducendone nella bocca dell'itero un po' ogni mezz'ora; e nei casi piü gravi ricor-rend) contemporaneamente all'uso dell'assafetida sia internamente ehe per clisteri. Non conviene ricorrere ai salassi (4).
Si avvalora I'azione di tali mezzi con clisteri ammollienli contenenti pure piccolo quantitä di laudano, con sacchetti emolienti applicati sui lombi, con docce pur ammollienti va-
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ginali, lenendo le partorienti in luogo un po' oscuro e fa-
cendole dolci fregazioni con batuffoli di paglia al venire; -
nei piccoli animali si potrebbe ricorrere ai bagni ammcllienti
tiepidi.
(1)nbsp; nbsp;P. Segala cornula reccn-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(3) P. Oppio puro cgrn. 30-bO
temenle polv. grm. 50-40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Assafetida raquo; 1S-S0
S. Dividi in 5 carline eguali, dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Fa n0 8 pillolc - unaogni ora
cui se ne amministra una ogni 15-20nbsp; nbsp; ad una cagnraquo;
minuti alia vacca ncirinerzia del-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;oppure;
1'utero duranlc il parto, quando nonnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;P. Tinlurlaquo; tebaica gquot;m. 3.
vi ha alcun oslscolo mcccanico al-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da usarne 15-30 goc;ie per
I'uscita del feto, in ua litro di vinonbsp; nbsp; ogni clistere. (L. Brusaico).
generoso, appunto per rinforzare lenbsp; nbsp; (U) P. Assafetida grn. 20
doglie. (L. Brusasco(.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Tuorli d'uovo R* 3
(2)nbsp; P. Scgnla corn. polv. grm. 16nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Aequa grm. 300
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; litri 2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. emulsionc. Per un clslere
Fa bollire per 5-6 minuti, col.nbsp; nbsp; nella vacca. Si ripele al bisojno. cd amminislia nel narto languentenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusaso).
della eavalla e vacca. (Delafond).
metrorragia. Dicesi lo scolo di sangue dall'utero, enor-ragia uterina. Non si devono certo considerare come metrcr-ragie le perdite muco-sanguinolente, ehe si osservano alcune volte, ed in una maniera periodica, in vacche, cagne, gatte e troie ben nutrite all'epoca degli amori, poiche queste es-sano senza cura alcuna passato tale periodo di tempo. Qmn-tunque rara nelle femmine dei nostri animali domestic!, .ut-tavia puo verificarsi la metrorragia anche nel tempo della gravidanza, per eccessiva congestione, per aborto, ecc; piü frequenteraente all'epoca del parto e del puerperio, - inmtre di rado si verifica nello stato di riposo assoluto dell'organo.
Terapia. L'indicazione capitale consiste nel frenare I'eTior-ragia, e neli'impedirne la riproduzione. Riposo, posiziont in-clinata dall'indietro in avanti, - bevande fresche ed acidilate, clisteri freddi, irrigazioni fredde sul treno posteriore, nedi-cine astringenti con acido gallico (1) , ed iniezioni vajinali di acqua fredda sola od unita ad astringenti.
Se dipende la metrorragia da inerzia d'utero nel seonda-mento o puerperio, oltre airapplicazione del freddo alia mlva, ai lorabi, airipogastrio , ai clisteri freddi, ed alle initzioni in vagina di acqua freddissima, e di soluzioni astringefiti, -
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percloruro di ferro, liquore emostalico del Capodieci, acido tannico, allume e simili, - e se ö possibile, all'introduzione di pezzelti di ghiaccio nella cavitä uterina , non ehe aU'ammi-nistrazione interna di stitici ed astringenti, giova special-mente la segala corauta (2, 3) a larghe dosi e di recente polverizzata, la digitale internamente, e meglio il solfato di chinina dato per epicrasi ogni mezz'ora, agendo come oxi-tocico, od eccitatore delle fibre muscolari dell'utero, anche quando falliscono altri farmaci.
L'Herlwig somministro in queste circostanze con vantaggio il percloruro di ferro liquido (alia dose di S-i grm. per la cavalla e vacca, di '/j-l grm. per la pecora e troia, di 6-24 centigrm. per la cagns), 2-3 volte al giorno e diluito in una quantila di acqua 100-150 volte maggiore di quella del percloruro. Se questi mezzi riuscissero inefficaci, non restano ehe l'applicazione dello zafl'o e la iniezione entro-uterina; si puo portare ad es. nella cavitä uterina una spugna imbibita di acqua acidulata, o meglio di una soluzione astringente col percloruro di ferro. La trasfusione del sangue e la terapia dello stato minaccievole consecutivo all'emorragia.
Per impedirne la riproduzione bisogna combattere la causa produttrice la metrorragia stessa. Quindi se dipende da vizio discrasico , si faccia la cura ricostituente, - buoni ed abbon-danti alimenti, preparati di ferro, ecc. Se l'etnorragia e pro-dotta da ritenzione di parti della placenta, si allontanino de-licatamente colla mano, e poi si ricorra ai suaccennati mezzi.
Contro le emorragie ehe si possono verificare nel corse della gravidanza, sono indicati gli oppiacei per clisteri ed internamente ; ma se l'aborto e inevitabile, invece di pensare a combattere I'emorragia, si favorisca in prima I'espulsione del feto (V. Aborto).
Ma uno del mezzi di cui puossi subito disporre nella pra-tica di campagna, e ehe io raccomando ai miei colleghi, e da cui si hanno dei felici risultati anche nei casi imponenti di metrorragie dopo il parto,si e la semplicissiraa pratica-delle iniezioni vaginali di acqua freddissima spinta istantanearaente
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e con forza per mezzo di una siringa ordinaria , ripelute a
piu riprese ogni volta ehe la perdita si rianova.
11 Dottor Windelband contro I'emorragia uterina trovo assai giovevoie I'iniezione con una doccia uterina ordinaria di acqua calda, cioe ad una temperatura di 95o-100o Fahr.; dice ehe l'acqua calda esercila sulle conlrazioni uterine un'azione di gran lunga piii energica dell'acqua fredda.
(1)nbsp; P. Acido gallico grm.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2-4 cucchiaio pieno da the od un cuc-
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 200-400nbsp; nbsp; chiaio pieno da tavola.
S. Da sballcrsicd amminislrarnenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;L. Brusasco).
ad una cagna ogni era un cucchiaionbsp; nbsp; (3) P. Polv. segala corn. grm. 8 dn tayola. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Polv. di cannella raquo; raquo;
(2)nbsp; P. Segala cornuta grm. 4-6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. c fa polv. Da darsi ad unraquo;
F. dec, alia col. di raquo; 130 bovina in una volta in 700 grm. S. Da darscne ad una cagna di birra tiepida. ogni venti minuti o mczz'ora unnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hertwig).
metrorrea. Scolo di qualunque materia dall'utero (V. Leucorrea, Metrite, Metrorragia, ecc).
mielite. Le lesioni traumatiche della colonna vertebrale, ed i processi patologici dalle vertebre e delle raeningi (pro-pagazione per contiguitä) sono le cause piü frequent! dell'in-tiammazione del tnidollo spinale, mielite. Si sviluppa ancora, ma piü raramente, sotto I'influenza di raffreddamenti, di smodate fatiche corporee, e di eccessi venerei.
Terapia. La terapia della mielite acuta non differisce da quella indicata a proposito della meningite spinale. Conviene tentarne il trattamento, se non colla speranza di averne sera-pre guarigione, almeno un miglioratnento, poiche in lesioni traumatiche della spina (pressione, punlura, frattura vertebrale), da Ollivier., Laugier ed allri vennero registrate gua-rigioni piü o raeno complete, e perchfe un tale processo di guarigione viene spiegato cogli esperimenti di Brown-Sequard, il quale vide sparire negli animali la paralisi seguila alia recisione del midollo, e trovö alia sezione la riunione com-pleta del punti recisi la merce di elementi nervosi.
Nella mielite cronica piü sicuramente non si puö avere una guarigione completa ; perö un miglioraraento si puö ot-tenere col tenere gli animali paraplegia in buone condizioni
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381 igienico-dietetiche, - sorvegliando con cura I'evacuazione del-I'orina e delle fed, evilando ia formazione di escare da de-cubito, e consecutiva icoremia quando si sian prodotte, e ricorrendo a quei mozzi topici riferiti nel trattamento della meningite cronica.
L'elettricita puö essere utile come palliativo, poiche favo-risce ed attiva , provocando scosse muscolari, la nulrizione ianguente dei muscoli; non conviene quando si hanno sin-toroi di eccitazione. La noce vomica e la slricniiia conven-gono solo per quanto gia ne dissimo anleriormenle.
Rliosite. E rinfiammazione dei muscoli; ma noi in questo capitolo intendiamo di parlare semplicemente dell'inßamma-zione del sistema muscolare di relazione. Sotlo il punto di Tista eziologico si puö distinguere la miosite in accidentale, (quella ehe e conseguenza di cause fisiche o chimiche), ed in reumatica o spontanea (quando consegue a raffreddamenti). Per la patogenesi vedi I'articolo Arlrite reumatica.
Puö svilupparsi lanlo Tuna ehe l'altra forma in tutti i nostri animali domestic!, ma la reumatica e piü frequente nei cavalli , nei buoi e nei cani. II reumatismo muscolare nel cavallo riveste la forma acuta o cronica , ed e di piü facile guarigione quella ehe questa; nel cavallo il reumatismo acuto, se e localizzato ai muscoli degli arti semplicemente, di rado e accompagnato da sintomi febbrili, mentre nei bovini d'ordinario la febbre accompagna tale affezionc , ehe si nota piü di frequente e grave ai lombi, e non tanto raramente pressoche generale.
II reumatismo muscolare puö adunque essere acuto e cro-nico, ed il primo febbrile od afebbrile; e affezione ehe re-cidiva assai facilmente, cioe i muscoli priraa stati ammalafi, mostrano disposipone alle recidive.
Terapia. Nella miosite reumatica acula la cura generale conveniente e la diaforetica, - riposo assolulo in stalle con temperatura dolce ed uniforme, ed amministrazione interna di alcalini e specialmenle di azotalo di potassa, non ehe del colehico e suoi preparati (tinture di colchico alia dose di
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otto grammi al giorno nel cavallo), ed all'uopo anche, in caso di reumatismo molto esleso e febbrile, della chinina unita all'oppio (V. Reumarlrite). Per la cura locale, e spe-cialmente quando Taffezione 6 limitata alle estreroilä, giovano il raassaggio, le frizioni delle parti addolentite coll'olio op-piaceo e canforato, coll'etere, con spirito canforato e tintura d'oppio (8-5), con olio di giusquiamo e cloroformio (5-25), col balsamo di opodeldoch (1), e coirammoniaca liquida (2).
Se cio malgrado persisle tuttavia il dolore e la gonfiezza, giovano nel reumatismo limitato le frizioni irritanti rinnovate all'uopo. In ogni caso devono essere abbandonate le emis-sioni generali abbondanti e ripetute di sangue, a meno ehe vi esista febbre molto elevata e I'ammalato sia in buono stato di nutrizione, o si temono o vi esistono di giä complicazioni. Nella zoppia reumatica della spalla noi ottenemmo favorevole risultato in cavalli colle iniezioni ipodermiche di idroclorato di morfina (3); il Brauer invece adoperö con vantaggio la veratrina (6 centigrm. sciolli in 20 goccie di acqua , iniet-tandola un giorno si e I'altro no, in vicinanza dell'articola-zione della spalla); e pur stata usata la veratrina sotto forma di unguento (1 parte in 16 di grasso).
Se il reumatismo tende a farsi-cronico, si continua Tuso dei vescicanti volanti (i) e delle frizioni irritanti (5); fu anche consigliato il fuoco. Nella cura generale del reumatismo cronico a forma vaga, se e possibile, si ricorra a bagni caldi seguiti da calde coperture di lana , ed aH'uso interne del colchico e suoi preparati, e del ioduro di potassio.
L'Heller di Vienna trovö giovevole nel reumatismo acuto e cronico deH'uomo I'uso deH'ammoniaca - una goccia di ammoniaca in un po' d'acqua -; cessano, secondo I'autore, pressoche subito i dolori, e la guarigione e presto completa.
Nella miosite accidentale dovuta a sforzi, ecc, giovano il riposo, i bagni freddi e ghiacciati con acqua semplice, o con acqua vegeto-minerale; quindi le applicazioni vescicatorie. Pero un esito frequente e la formazione di ascesso , i cui sintomi non differiscono da quelli di altri ascessi profondi;
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383 si favorisce questo esito coll'uso di cataplasmi ammollienti tiepidi e maturativi. Tali ascessi muscolari saranno aperti non appena la diagnosi sia sicura, cioe si avverla chiara la fluttuazione.
Quando la malattia si compiica adunque di ascessi , di piaghe o di gangrena, il Irattamenlo convenienle 6 quello da noi indicato a proposito di tali lesioni (Vedi Gangrena , Ascesso, Piaga, ecc).
(1)nbsp; P. Balsamo tranquillonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acido cloridrico q.b.
Olio canforato .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da in boccclta. raquo; di camomilla ' .•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per iniezioni ipodermiche raquo; di giusquiamo deg;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;in vicinanza dell'arlicolazionc sea-Fa linimenlo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;polo-omcrale; si puo ripetcre tallaquo; (Chomel e llequin).nbsp; nbsp; nbsp; dose dopo due giorni nel cavallo,
(2)nbsp; P. Ammon. liquida grm. SOnbsp; nbsp; non facendo pcro Ic iniezioni sem-
Cloioformio raquo; 20nbsp; nbsp; pre nel mcdlaquo;simo silo.
Canfora raquo; 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. ISrusasco) (*).
Tinlura d'oppio #9632; 40nbsp; nbsp;(' ) P. Spirito canforato grm. iOO
Aleool rcttiiicato • 150nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Essenza tcreb. raquo; SO
S. Per ripctule frizioni sui mu-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ammoniaca liq. raquo; 50-30
scoli ammalati, cui si sorrapponenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M.
dopo delle coperture di lana ; sinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. !'cr frizioni nei solipedi.
lianno splendid! risultati special-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
mente negli animali a pelle fina, enbsp; nbsp; (S) P. Ammoniaca grm. 52
quando, invece dellc coperture sinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio di tercbentina raquo; raquo;
puö applicare cataplasmi cmollienti.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Aleool raquo; US
(L. Brusasno).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio di lauro raquo; raquo;
(5) P. Idrocl. morf. cgrm. 15-20-30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a. linimento; eontro il
Acqua distillata grm. 6-8nbsp; nbsp; rcumatismo cronico. (LucVo-s').
jnilza (malaltie della). Poco sludiate sono le splenopatie nei nostri animali domeslici, quantunque possansi presenlare come affezioni idlopatiche o primitive, e come sintomatiche o consecutive; in ogni caso non sono di facile diagnosi.
a) Iperemia. E nei ruminanti, bovini, ehe la congeslione della milza si osserva piü frequentemente. La pletora deve considerarsi come una causa predisponente della flussione. Le stasi nella milza possono venir prodotte da malattie del cuore e dei polmoni, ehe inceppano il deflusso del sangue
(*) II Levi consiglia con altri di prepararc , quando si vuolc adope-rare la morfina per via ipodcrmica, la soluzione eon un grm. di idro-clorato od occtalo di morfina , con 20 di gliccrina e 30 di acqna distillata; c di questa soluzione le dosi sono: pel cavallo grm. 3, pei bovini 3-8, per le pecorc 2, o pel cane goccie 6-8.
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dalle vene cave; da restringimenti ed occlusioni della vena
porta e via dicendo.
Terapia. NeH'ipereraia lienale attiva giova I'applicazione di cataplasmi di ghiaccio all'ipocondro sinislro, e di rivulsivi alle estremita ; nello slesso tempo, nei casi gravi ed in ani-maii robusti e specialmente se pletorici, si debbe ricorrere al salasso, falto piuttosto abbondante e ripeterlo al bisogno. Gliamrnalati saranno tenuli in assoluto riposo, in conveniente locale con temperatura non elevata, a dleta, e disselati con bevande nitrate od acidule. Se havvi costipazione, si sommi-nistri un lassalivo, e si applichino clisteri con acqua fredda, sapone e cloruro di sodio.
Nella stasi si deve anzitutto soddisfare all'indicazione cau-sale, e quindi procurare coi mezzi gia piu volte accennati di sgorgare i'organo congestionato.
b)nbsp; Splenile. L'infiammazione primaria della railza (sple-nile idiopatica o primitiva) si osserva assai raramente nei nostri animali domestici, quantunque delle influenze trauma-tiche alia regione splenica (contusioni, cozzate, cadute ecc.) la possino provocare; altre volte consegue a gravi ripetute congestioni. Ma piii di frequente si sviluppa rinfiammazione, e consecutiva suppurazione della milza, per infarti emorragici (splenite erabolica), per otturazione nei piü dei casi di pic-cole arterie lienali, o da eraboli trascinati dalla corrente san-guigna e provenienli dal cuore sinistro per endocardite o vizi organici delle valvole cardiache, o da focolai necrotici del polraone ecc.
Terapia. Se e diagnosticata la splenite fin dal suo esordire, giova ricorrere all'applicazione locale del freddo, alia flebo-tomia negli animali pletorici, ed in tutti alia somministra-zione di purganli e di clisteri evacuanti.
Piü tardi conviene il ioduro di potassio con ferro, e nei casi con febbre grave e periodica, il solfato di chinina.
c)nbsp; Ipertroßa della milza. II cosi detto tumore cronico della milza, ehe consiste in un aumento considerevole della polpa lienale, ed in parte anche del tessuto trabecolare, si
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385 inconlra, ma di rado, nei cavalli e bovini, in seguito a con-gestioni prolratte. La milza acquista volume , peso e consi-stenza maggiore,
Terapia. La cura richiede ramministrazione de! ferro, solfato di chinina, ioduro di ferro, e degli amaroaromatici in generale. Si intende ehe si deve possibiiraente soduisfare I'indicazione causale, quando dipende da slasi.
Moccio, iHorva. E malattia di infezione, confagiosa, propria dei solipedi (cavallo, asino, mulo, bardolto), la quaie secondo la iocalita, in cui nascono i perlurbamenti di nulri-zione solto I'influenza del virus infettante, viene denominata moccio o [arcino. Dai solipedi tale morbo si comunica per contagione all'ucmo, ai roditori, e ad aleune specie di rumi-nanti. - Dalla regione del corpo, o dall'organo primitiva-mente o secondariamente invaso dal virus, si desumono le forme del moccio, ehe sono: il moccio nasale; il moccio dei seni frontali o mascellari, delle saccoccie guttural!; il moccio laringeo, trachenle, bronchiale, polmonale; I'orchite, I'ure-trile, e la vaginite mocciosa. La maggior parte delle accen-nate forme possono avere un andamento cronico, sub-acuto ed acuto: possono essere primitive o secondarie e compli-care altre malallie (*).
II farcino poi, o moccio cutaneo, ehe puö essere sponlaneo o da contagione, locale o generale, primitivo o secondario ad altra forma di moccio, acuto o cronico, si manifesta solto forma di noduli, di botloni, di fumori o di ingorgamenti, e la sua invasione e spesso preceduta da fenomeni morbosi general! indeterminati.
Mezzi preservalivi. Buon alimento; ricoveri ampii ed in cui 1'aria sia conlinuamenle rinnovata; lavoro in rapporto col-I'alimentazione, ed evitare soprattutlo la contagione. Agli equini ehe furono in rapporto con ammalati, conviene inollre amministrare tonici ed eucrasici (genziana, assafetida, pre-parati di ferro ecc).
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(*) Rivolla, opera citala. Diz. Brusasco.
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Terapia del moccio, II biarsenito di stricnina, giusta gli es peri menu dei professor! Ercolani e Bassi, pare abbia gio-vato ad arrestare il corso del moccio cronico localizzato e recente (*). La dose giornaliera del farmaco, da ammini-strarsi ai solipedi, e da 20-80 centigr.; si amministra il farmaco sopra un pezzo di pane, in bolo o colla crusca. E ne-cessario di sospenderne I'uso ogni 8-10 giorni. - II professore Gerlach impiegö I'acido fenico alia dose di 50-100 grm. al giorno in pillole od in eleltuario colla polvere di allea, od anche mescolato coll'alimeiUo (dopo lo dava solo ogni due giorni); e le iniezioni nelle cavitä nasali dello stesso farmaco in soluzione nell'acqua (1 per 100).
II Gerlach crede poter conchiudere dai singoli casi osser-vali, ehe I'acido carbolico e il mezzo piü atlivo ed il piü ef-ficace per troncare la morva in istato di sviluppo fin ehe questa malatlia e ancor locale.
Vien da alcuni vanlata la soluzione del Donovan, modifi-cata dal Soubeiran, ehe risulta da ioduro di arsenico e di mercurio ana grm. 1, e grm. 98 di acqua dislillata; si rac-comanda di inieltare questo liquido una volta al giorno nella narice o nelle narici affelte.
Per I'uso interno furono ancora amministrate le cantaridi, i preparali di mercurio e particolarmente il sublimalo, il solfato di rame, I'acetato di piombo, I'arsenico, il iodo, il ioduro di rame, il cromato di potassa; fra le sostanze ve-getali, la cicuta, la brionia, la belladonna e moltissime altre; e localmente furono adoperate le iniezioni con ura soluzione di solfato di ferro, di zinco, di nitrate d'argento, di sublimate, di clorure di cake; le insufflazioni di polvere di car-bone ecc; le inalazioni di vapori di clore, di cirsenico, e via via.
Ma tra tutti questi farmaci ed altri moltissimi vantati,
(*) Noi lo abbiarao pero ripctule volte adopcralo nelle varic forme di moccio, e ci siamo convinti, cbe ancbe qucslo farmaco riesce incf-ficace , come lo hanno pur dimoslralo le esperienze falte in parccchie scuole, contra il vcro moccio.
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387 dietro le esperienze fmora falte, non si e giunlo a scoprire uno specifico contro il moccio. Egli e dall'acido fenico usato sia internamente die per iniezioni nelle cavita nasali, ed in inalazioni la raerce il nebulizzatore, aiternandone I'uso col-i'essenza di lerebenlina amministrata in bolo od in eleltuario, ed adoperandola contemporaneamente per inalazioni, ehe noi abbiamo oltenuto la cicalrizzazione di ulceri mocciose alle cavita nasali non solo; ma in tutti gli aniraaii curati anche un considerevole miglioramento generale, per cui nel moccio a corso lento e locale, o con lievi lesioni interne, consigliamo di tentare un simile traltamento curativo, appunto perche s risultati da noi ottenuli sono di certo tali da legiltimare nuovi esperimenti, avendo per di piu coi delti farmaci otte-nuta perfetta guarigione di parecchi cavalli sospetti, ricove-rati nelle infermerie di questa Scuola Veterinaria, dei quali due avevano pure ulceri sulla schneideriana colla parvenza delle mocciose. Non possiamo dire perö ehe lossero effettiva-raente in preda a moccio, non avendo ricorso, per un'esatta diagnosi differenziale, all'inoculazione sopra solipedi sani.
11 Lacaze consiglia I'alcole ad alta dose internamente; ma dice di applicarlo anche esternamente, diluendolo ed asso-ciandolo al tartaro emetico per iniezioni nelle cavitä nasali.
Terapia del farcino. II farcino e certo curabile, quando il virus non 6 ancora penetrato nel sangue, e non vi coesiste quindi infezione mocciosa, e si presenta con andamento lento, non molto esleso e so.to forma di noduli, bottoni, tumori, corde farcinose o di limitato ingorgarnenlo. In questi casi conviene l'apertura e la cauterizzazione col ferro scaldato a bianco dell'eruzione farcinosa, onde distruggere addiriltura il virus; giovano pure le ripetute frizioni irritanti e fondenti (1-2), attorno le ulceri e sopra i tumori , le corde ecc, quando non si volesse rlcorrere all' apertura , od alia loro estirpazione e susseguente cauterizzazione; medicazione perö questa molto piü conveniente e sicura, ed a cui si deve pos-sibilmente dare la preferenza. Le ulceri saranno curate col cloruro di calcio, col nitrate d'argento, coll'acido fenico (3), coll'acido citrico, e quindi con polveri disinfetlanti ecc.
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Alle ghiandüle linfatiche si faranno frizioni di pomata mercuriale iodata, cioe con unguenli irritanli e fondenti varii. Si avvalora un tale Iraitamento curalivo con un buoh go-verr.o della mano, coU'aerazione delle scuderie, con foraggi abbondanti e di buona qualita, e coH'amminislrazione in-terna di ferruginosi, della noce vomica, dell'assafelida, del-l'arsenico, deU'acido fenico ecc.
E incurabile il farcino aculo, e quando si presenta sotto forma di estesi ingorgamenti agii arti.
Provveditnenti di polizia sanitaria. Isolamenlo e sequestro dei solipedi sospetti di moccio, onde impedire ehe i medesimi siano adoperali al lavoro e condotli sui mercati, dovendosi i medesimi ognora considerare come fuori di commercio; pionta uci:isione degli animali riconosciuti affetti da una forma in-curabile di moccio; - seppellire i cadaveri a convenienle profondilä, onde non siano utilizzate (senza speciale auloriz-zazione) le carni e le pelli; - disinfettare le scuderie e la-sciarle aperle ed esposte alia circolazione iibera dell'aria per qualche tempo, prima di inlrodurre in esse animali sani, e pulice con convenienti soluzioni disinfettanli gli oggetti tutti, ehe furono a contatto con equini malati; ma al riguardo io credo coH'amico Rivolta sia bene: lovare l'intonaco dalle pareti,-mutare la rastrelliera e la greppia se sono di legno, e se di ferro o di pietra lavarle piü volle con liseivio bollente, -rnulare rammattonato del pavimento delle scuderie stesse, e se questo e falto di terra, scavarlo a certa profonditä e rin-novare la terra, e distruggere addirillura i finimenti; - in-üne proibire ehe persono dormino nelle stalle di solipedi mocciosi, e far conoscere ai proprietarii ed alle persone di servizio la nalura contagiosa del morbo, dando loro le ne-cessarie istruzioni, otide evilino la contagione.
(1) P. (Jaguento basilico gnn. 32nbsp; nbsp; (-2) P. Biclor. more, polv, partinbsp; 2
Sulilimnlo enrr. raquo; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Solfuro giallo arsen. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
Euforbio polv. raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acilt;lo arsenioso raquo;nbsp; nbsp; nbsp; t
Gaalaridi polv. raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Euforbio raquo;nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
Essenza tcrebenlioa raquo; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Incorpora ;i frcihio in parti 8nbsp; ili
Incorpoia a freddo; pomnta con-nbsp; nbsp; olio di lauro.
Ire il farcino,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Cliübert).
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Si adopera come fondc-ntc dei bolloni c cprde farcinose.
(Topico di Teirot). (3) P. AciJo fon. puro firm. 2-4
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Alconlnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grjn. 40-20
Arquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;quot;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;100
Sciogli. Dj medicare !e ulcori. (L. Bvusasco).
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Sloccio nei conigli. A proposito di questa ma la Ilia mi pregio di trascrivere quanto scrisse al riguardo il Vac-chelta nel suo libro: Studii zootecnici sull'allevamenlo del co-nig lio:
laquo; Se i conigli vengono ad abitare in iscuderie, infermerie o stalle dove sieno od anehe sieno slali da non lungo tempo degli equini affetti da moccio, sogliono, dope breve tempo, presentare scolo nasale fetido, abbondante, talora sanguino-lento, ingorgo dei gangli inlermascellari, perdono I'appelito, dirnagrano, istupidislt;:ono e muoiono. La malaltia e eminen-lemente conlagiosa sgli altri conigli, ed anche all'uomo, ehe per lo piii ne muore.
laquo; Rare sono le forme esterne di moccio, il cosi dello farcino.
laquo; La uccisione di tutti i conigli, la distruzione dei cada-veri intatti, non ispellati, la disinfezione la piü rigorosa del locale e tutlo cio ehe la patologia d'oggi sa raccomandare in qaesti casi raquo;.
iflorbo coitale benigno. E malatlia conlagiosa, sempre locale, ehe si presenta alia mucosa degli organi di rela-zione sessuale, per lo piü in forma di flogosi catarrale con eruziöhe di vescicole o fliltene, seguite poi da ulceri e scolo, e da piü o meno rapida guarigione (Rivolta). Venne osser-vato nelle cavalle e negli stalloni,
Mezzi prcfilatici e di poUzia sanitaria, Scrupolosa osservanza delle regole igieniche riguardo ai riprodultori della specie; non far coprire le cavalle in epoca troppo vicina al parto, ed affette ancora da qualche irritazione catarrale alia mucosa vaginale; coito moderalo degli stalloni e pulizia degli organi genitali; ed escludere dalia monta i malati sino a cornpleta guarigione.
Terapia. Se la malatlia e benigna, basla rapplicazione topica di ammollienti, e quindi di astringenti leggieri col-I'amministrazione interna di solfato di soda e nilro: menlre.
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quando la flogosi agli organi genitali e intensa, e gli am-malati presentano fenomeni morbosi general!, si deve inoltre ricorrere al salasso negli animali robust! ed in buon stato di nulrizione, ed in lulti a ripetule iniezioni locali emollient! e mucillagginos!, e poscia astringent!, cosi decotti di salvia, di corteccia di quercia ecc; giovano pure le iniezioni in vagina di acqua vegeto-minerale, di acqua di calce, di acetato di piombo, e nei casi gravi di una soluzione di al-lume (i).
Secondo il bisogno si ricorrerä poscia alia cauterizzazione delle ulceri con una soluzione di sublimalo o di nitrate d'ar-genlo, oppure col solfato di rame e nitrate d'argento in so-stanza; alle scarificazioni nelle enorrai tumefazioni, ed agli altri mezzi indicati altrove in caso di funosi e parafimosi. Allorche si ha gangrena del pene, se ne dovra fare I'ampu-lazione. Ballardini con grande successo, in casi gravi, uso internamente preparati mercuriali e iodo.
(1) P. Salvianbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Agg. Allumn crudo grm. 14-20
F. inf.; alia col. . 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per iniezioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
Rlncosa schneideriana e del seni (malattie della). a) Rinile e corizza. Gia nel nostro rendiconto clinico dell'anno scolastico 1869-70, abbiamo notato come sia conveniente di qualificare, a scanso d! equivoci e per maggior precisione scientifica, col nome di rinite rinfiammazione della mucosa ehe tappezza i due terzi inferior! delle cavith nasali, e col vocabolo corizza, quella dei seni, la stessa affezione ciofe lo-calizzantesi verso il fondo di tali cavitä, ai seni, malgrado si presenti ancora contemporaneamente in certe condizioni in tutta I'estensione di una tal mucosa. Una simile specifi-cazione non e solo scolastica, ma vantaggiosa pel pratico , poiche, come si sa, I'organizzazione della pituitaria presenlando alcune differenze a seconda ehe si considera presso le narici o verso il fondo delle fosse nasali, piu o meno gravi sono per conseguenza e variano le lesion! soraatiche, cui la me-desima va incontro, anco per una medesima causa determi-nante.
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Ed i clinici ben conoscono invero la grande differenza sia diagnoslica , ehe pronostica e terapeutica, ehe v'e Ira una semplice rinite ed una corizza nei solipedi non solo, ma ancora negli animali bovini, nei quali quest'ultima (eorizza) non di rado si eoniplica di endocornublennite.
Quest'infiammazione, rinile e corizza, si nota in tulli gli animali domestici, ma specialmente nei eavalio, e puö essere acuta o cronica, catarrale, cruppale o difterica. L'ozene ea-larrale non e allro ehe una corizza o rinite acuta o eronica, ulcerosa o non, con scolo fetido per decomposizione putrida del prodotto di secrezione, ehe succede sovralutto nei malati non convenienteraenle curali e tenuti in abitazioni improprie.
Terapia. Per quanto spetta al trattamento preservativo, tutto deve aversi dalle misure igieniche.
La rinite acuta, ma leggiera, guarisce d'ordinario in alenni giorni colle semplici misure igienico-dietetiche: mettere i malati in locali piuttosto ealdi, evitare possibilmente le cor-renti d'aria fredda, - buon governo della mano seguito da coperture, - bevaude imbianeate e leggermente nitrate, ma non fredde ; regime lalteo per i carnivori, ed in tutti gli animali alimenti di facile digestione.
Se la rinite e piü intensa, oltre a quanto sopra , puö essere richiesta ramminislrazione di leggieri purganti salini, e di ricorrere ad inalazioni, sovente reiterate, di vapori aro-matici, infusi di fiorume di fieno nei grandi nnimali ece. Ma se si tratta di infiani'nazione catarrale intensa ed estesa alia mucosa nasale e dei seni, la cura deve essere piii energica. Cosi se tale infermita succedette a cause reumatizzanti, ad un raffreddamento , si eercherä di provocare una diaforesi abbondante eon bevande tiepide, coirinfuso di fiori di sam-buco, di fieri di tiglio, non ehe con fumigazioni general! ec-citanti, ed avviluppando di poi con coperte di lana il corpo e le membra dei malati, tenendoli in locale caldo ed a teraperatura uniforme; oppure con frizioni generali ecci-tanti - essenza di terebentina ed alcool canforato, - ehe ser-vono a favorire la eircolazione periferica, ed a produrre una
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flussione alia cute, merce cui viene moderala I'iperemia della raucosa, Le inalazioni di vapori caldi al principio del calarro, Cnche il naso e secco , pur sono convenient!; e nei cani trovammo vant^ggioso associare ai detti raezzi I'inspirazione di vapori di sale ammoniaco. A tale effetto si riscalda il sale entro un vaso sopra una lampada a spirito di vino e si fanno inspirare i vapori, mediante un infundibolo ehe copre il vaso. Negli stadii ulleriori, onde evilare le escoriazioni delle all delle narici e parti vicine , e necessaria I'applica-zione di corpi grassi sopra tali parti. Nello stesso tempo si deve ricorrere all'uso di cataplasmi emollienli sugli ingorgati gangli linfatici intermascellari nei solipedi, dopo di averli spaimati con unguenlo mercuriale.
11 Gerlach raccomanda i vapori di iodo per Ironcare gli incipienti calarri nasali e tracheali; tali vapori si possono ottenere riscaldando semplicemenle la boccelta contenente la tintura, oppure meglio versando il liquido a gocce sopra una pietra assai calda. 11 Vogel afferma pure essere molto gio-vevoli tali inspirazioni nei calarri nasali ribelli e negli scoli ostinati; secondo quest'aulore la boccetia risoaldata deve inantenersi innanzi ad ogni narice per circa olto-dieci mi-nuti. Pero per la cura cosi di-,tta alcorliva, noi diamo la pre-ferenza alle ripetute inalazioni di acido fenico ed ammoniaca, pur raccomandate in medicina umana (1); ricorriamo perö a questo metodo curativo assai di rado.
Nei piccoli cani alia marmnella, e nei cani giovani in gene-rale, nei quali si nota Tostruzione piu o nieno completa di una o di ambedue le narici pel disseccamento del prodotto deU'anorrnale secrezione, si deve ricorrere, onde disostruirle, a ripetute iniezioni emollienli, seguite ben toslo da altre iniezioni di glicerina in principio, e quindi da inalazioni aro-matiche o di sale ammoniaco.
Sono pur giovevoli le inalazioni di laudano unito ad un liquido emolliente in principio, quando doe gli animali, pel sollelico e pizzicore ehe provano, sternutano freqaentemente, ciö ehe riesce loro sommamente dannoso; e le unzioni cal-
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398 manli con olio di amandorle dolci e laudano, nel rapporlo di 16 a 1.
Se non vi esislono complicazioni, non e mai necessario ricorrere al salasso, bastando ramministrazione di sali rin-frescunti e lassativi, cosi solfato e bicarbonato di soda, ni-trato di potassa ecc, e del tartaro emelico nei casi piu gravi, per ottenerne pronta guarigione. Ma se si eslende I'infiam-mazione alia mucosa laringca o bronchiale, o si complica di pneumonite o plearite, conviene il traltamento curative indicate a proposito di queste affezieni.
La corizza die consegue ad insolazione guarisce facilmente colle iniezioni di acqua fredda nelle cavila nasali, - coll'ap-plicazione continua sul naso e sui seni di compresse imbi-bite dello slesso liquids, e cogli irrilanti cutanei. Nello stesso mode si cura pure la corizza trauraatica, aggiungendovi perö quei mezzi ehe sono necessarii aliorche vi coesiste frattura delle ossa nasali o dei seni.
11 catarro cronico richiede un traltamento piu altivo; cosi nel medesimo tempo die si soddisfa all'indicazione causale con una appropriata medicazione, bisogna moderare lo stato ilella mucosa per attenuare i sintomi ehe ne dipendono, e specialoiente I'anorraale secrezione morbosa, ehe lo carat-terizza.
A tale scopo noi ottenemmo splendidissimi risullati (*) con inalazioni di catrame vegelale , di essenza di terebentina, e coll'uso inlerno deU'emetico a dose gradatamenle crescente, sine a giungere ad 8-10 grammi al giorno da darsi in due volte coirintervallo di died ore circa nei solipedi; tale dose puö ancora essere accresciuta con vantaggio nei catarri molto ribelli, e senza temerne inconvenienti, badando perö die non vi esistano contro-indicazioni specialmente per parte del-I'apparato digestive, ed assodanddo, specialmente quan'do deve essere dato ad alia dose e per molti giorni di seguito, se in boli, alia polvere ed estratto di genziana. se sotto forma
(quot;) Brusasco. Reniieonto cilalo, pag. 2o.
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liquids, amministrandolo nel decotto della stessa radice; nei casi oslinati si ricorra anche ad iniezioni astringenti nelle nasaii cavila.
II cronico ingorgamento dei ganglii linfatici sotto mascel-lari deve essere combaUulo con frizioni, ail'uopo reiterate, di pomata mercuriale, con ioduro di potassio (2), o con altri farmaci fondenti e vescicatorii (3), vedi I'arlicolo Ganglii linfatici (malattie dei). Quando vi esistano sulla schneide-riana piccole ulceri, giova, per ottenerne pronta guarigione, la causticazione col nitrato d'argento.
Contro I'ozene giovano le inalazioni con essenza di tere-bentina e le forli siringazioni nelle due nari con sostanze astringenti , antiseltiche, o leggermente caustiche , cosi con allume, con permanganato di potassa, con acido fenico, con ipoclorito di soda e calce, oppure con decozione concentrata di foglie di noce, di ratania o di china (4). Se cio non ostanle il catarro persiste, e dall'esarae si puo argomentare di gravi lesioni alia mucosa dei seni frontali e tnascellari, e specialmente se con raccolte purulenti, si consiglia la tra-panazione, la quale giova non solo per determinare facile evacuazione dalle materie accumulate, ma ancora per medicare o modificare la mucosa , la merce il foro praticato , usando a tal uopo, oltre gli errini suindicati, soluzioni di nitrato d'argento nel rapporto di 1-15 per 100, o soluzioni di subliraato corrosivo. Si intende ehe prima di applicare sulla mucosa ammalata questi farmaci, egli e necessario di svuotare i seni del loro contenuto, o colla semplice posizione della testa, o con iniezioni tiepide. II Delwart nei casi osti-nati usö con vantaggio la cauterizzazione obbiettiva dei seni nei solipedi, presentando un cauterio olivare scaldato a bianco alTapertura fatta ai medesimi.
La trapanazione dei seni frontali si pratica all'altezza del-I'arcata orbitaria, ed alia distanza di un pollice circa dalla linea mediana del capo, facendo, dopo d'aver rasi i peli, una incisione in forma di V colla punta rivolta in basso, e distac-cando il lembo dalle ossa sottostanti per poter applieare la
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395 corona del trapano. La trapanazione del seno mascellare si fa ad un mezzo pollice al disopra della spina zigomatica.
In tutti i casi di eorizza cronica, agli animali ammalati devonsi dare alimenti molto nutritivi, ed anzi ai deboli e raagri molte volte e necessario amministrare ancora dei far-maci amaro-aromalici, tonici, ed eucrasici, onde favorire la digeslione, epperö la nulrizione, condizione assai favorevole per ottenere piu pronta e sicura guarigione dei catarri cro-nici tutti.
Nella eorizza prodotta da materie alimentari, la quale fu oggetto di eccellenti studi specialmente per parte di Haubner e di Delwart, si deve innanzi tutto rimediare all'indlcazione causale.
(1)nbsp; nbsp;P. Acido carbol. puro ^rm. 8 (5) P. Canfora rasp.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grin. 4
Alcool rettificato raquo; 25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Snpone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15
Ammoniacanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;lt; 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Unquot;- g'igio mere. gt; 50
Acqua distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. e f. ungucnlo.
Da in boccctla con larga aperlura.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per fiizionare i ganglii due
S. Si faccia mantcnerc la hoeceltanbsp; nbsp; volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Haubner).
per alcuni minuti innanzi ail ogninbsp; nbsp; (4) P. Permang. potassa grm. lt;0
narice due o tre volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acauanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; SCO
(L. Biusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per iniczioni nellc cavita
(2)nbsp; P. Pomata mercuriale grm. 25nbsp; nbsp; nasali onde togliere il cattivo odore
loduro di potassio n 5 qualunque sia la causa dcll'ozene. S. Per frizioni,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
b) Corizza semplice e ga^grenosa degli animali bovini. Nei bovini si osserva piii frequenlemente della rinite, rinfiam-raazione catarrale della mucosa dei seni frontali, mascel-lari e delle coma, corizza semplice; piü di rado invece la corizza gangrenosa.
Terapia della corizza semplice. Oltre a quanto dissimo di-scorrendo della cura della corizza negli allri animali, e necessario riferire aleun ehe per quanto spetta ai bovini. II riposo assolulo, i bagni continui d'acqua fredda, o meglio I'appli-cazione di bolo arraeno con laquo;ceto ed acqua specialmente alia fronte ed alia base delle corna, e le bevande nitrate e leg-germente emetizzate, sono generalmente sufficienti pel tratla-mento curativo della corizza acuta ehe consegue a traumi, od aH'amputazione delle corna, sia o non accompagnata da
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emorragia. Ma pero quando la malatlia si inizia con im'emor-ragia, ehe si ripele piu volte, se vi restano, cio ehe succede, dei coaguli sanguigni nei cornetli e nei seni, ehe non si pos-sano far evacuare per le aperture aeeidenlali risultanli daila causa Iraumatica, e dirigendo la testa in modo ehe le detle aperture sieno in posizione declive, oppure scuotendola, o se non vi esistono aperture anormali, si deve ricorrere a reiterate iniezioni nelle eavita nasali di acqua fredda; e se ciö raalgrado non si arriva a determinarne la loro fuoruscita, e necessario praticare la trapanazione dei seni, o I'araputazione delle eorna a seeonda deH'ubicazione loro. Invece dell'am-putazione delle eorna, si usa da alcuni perforarle alia lore base ed alia distanza di due o tre dita Irasverse dalla testa, ed anche da una parte all'altra, daH'aito in basso eon un grosso Irivello per dare useita al contenuto (sangue, raueositä ecc.). 11 Toggia onde praticare quest'aperlura usava un ferro arro-ventalo deila grossezza del dito mignoio, ehe faceva pene-trare neirindicato sito del corno, internandolo ollre due dita trasver-ali senza farlo passare superiormenle; il veterinario Oswaldo preferisce il trivello; d'ordinario perö questa sola perforazione non basta, e si e costretli ricorrere alia lornu-toinia, cioe aH'amputazione di una o di tutte e due le eorna. In questo modo specialmente quando la gangrena non si e ancora dichiarala, si ottiene facilmente la güarigione della corizza con endo-cornublennite con iniezioni, a seeonda dei easi, astringenti, detersive, antisettiche, ripetute due o tre volte al giorno , procarando in ogni volta di oulire bene i seni, e di applicare tosto, onde impedire i'introduzione del-I'aria atmosferica nelle caviiä delle eorna, ad ogni medica-lura stoppa con treraentina mantenuta in sito con opportuna fasciatura. Le coinplieazioni di oftalmia e rneningo-encefalite si cureranno convenientemente (V. Meningo-encefalite).
Corizza gangrenosa. Venne e viene tultora descrilta sotto tale denominazione rinfiainmazione ulcero-tnembranosa della mucosa tutla ehe tappezza le fosse nasali e specialraenle i seni frontali, maseellari e le eorna. Una tale affezione venne pur
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397 indicala con altre denominazioni, cosi febbre catarrale ma-ligna dei buoi, anasarca idiopatico ecc; e cio pare dipen-dere da ehe non sempre si presenta questa malatlia colla stessa gravila, aveno'o or benigno, or infausto esito, e colla medesima forma cliuica.
Di lutte le cause accennale dagli autori pare ehe l'aria in-fetta e ealda delle abitazioni in un colla perfrigerazione, ne siano le principal! condizioni eziologiche; ed invero, corns a ragione osservano Cruxel, Lafosse ed altri, quest'affezione di-venne in Francia, ove era assai frequenle, müllo piü rara dopo ehe gli animali sono lenuti in locali piü salubri ecc; presso di noi pure questa malattia viene osservala molto meno frequenlemente, dacche i bovini si tengono in migliori condizioni igienico-dietetiche. Ad ogni modo quaiunque sia l'intensilä del morbo in esame e l'irregolaritä del suo anda-raento, non e punto contagioso.
Terapia. Gli animali saranno posli nelle migliori condizioni igieniche possibili; in stalle a temperatura dolce, evi-tando tutti i raffceddamenli e le eorrenti d'aria, e mettendo a loro disposizione delle bevande non fredde con farina, ed anche acidulate leggermente.
I veterinari hanno preeonizzato diverso trattamento cura-livo della corizza gangrenosa a seeonda deli'idea medicale vigente; ma I'osservazione clinica ha dimostrato pero ehe il metodo curativo di essa non e unico ed invariabile in tutti gli ammalati; cosi non assolutamente antiflogistieo, come hanno preeonizzato aleuni veterinari, cioe abbondanti salassi, am-mollienti e simili; non assolutamente eecitante e via di-cendo; ma ehe debb'essere subordinato alle condizioni fisio-patologiclie in cui trovasi I'animale bovino malato. Cosi se fu trovalo giovevole il saiasso anche ripeluto, e I'uso interno dell'emetico, solfato di soda, nitro, cloridrato d'ammoniaea in soluzione in deeozione mucillagginosa, e 1'applicazione di cataplasmi freddi , del bolo armeno sulia nuca e fronte, nell'iniziarsi del morbo negli animali in buona nutrizione e pletorici, ed allorquando vi esiste grave iperemia alia mu-
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cosa nasale od havvi epislassi, ed i sintomi indammatori sono ben evident!, non solo sono all' incontro inutili i salassi, ma dannosi, allorche la corizza presentasi in bovini, ciö ehe e piu frequente, spossali dal lavoro, o lenuti a cattiva e scarsa alimentazione, eppero in catlivo stato di nutrizione con sangue impoverilo. Infatti in quesli animali riveste ben tosto il morbo la forma adinamica, tifoide, e si presentano presto i sintomi di grave disorganizzazione della mucosa nasale e dei seni. Laonde in questo stadio e alia medicazione eccitante e ricosti-tuente, ehe si deve ricorrere; cosi inalazioni aromatiche ed antiselliche (giovano molto le inalazioni di catrarae vegetale e di essenza di terebentina) alternate con iniezione nelle ca-vita nasali, ripetute 4-5 volte al giorno, di allume (1) o di altri farmaci astringent!, detersivi ed antisettici a seconda dei casi; fregazioni alia superficie del corpo avvalorate col-I'aspersione di alcool canforato ed essenza di terebentina.
II Gruxel consiglia di mettere piante aromatiche fortemente eccitanti, tali ehe ruta, tanaceto, menta, lavanda e simili, sopra carboni accesi e di fare in modo ehe il fumo sia di-retto in grande parte verso le narici, coprendo la testa del-1' amoaalato. Nello stesso tempo consiglia le ripetute fri-zioni sui seni frontali col linimento ammoniacale composto di 125 grammi di olio di ulive e 32 di ammoniaca liquida; se si vuole adoperare la tintura di cantaridi si deve fare una sola frizione al giorno. Perö lo stesso autore dice aver otte-nuti migliori effetti dall'uso della pomata stibiata composta di 75 grammi di grasso e 32 di emetico, facendone due fri-zioni al giorno. Se non si vogliono praticare que.3te frizioni ai seni, si consiglia di fare delle larghe frizioni vescicatorie ai lati del collo.
II trattamento interne consiste nell'uso degli stimolanti, eccitanti, antisettici, lonici ed eucrasici, cosi preparati di am-moniaca, di china, la canfora e I'assafetida, se si presentano spasmi, sussulti tendinei, ecc.
Roil preconizza I'elixir composto di 25 grm. di acido sol-forico e di 30 grm. di tintura aromatica. Se compare la
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399 diarrea si devono amministrare gli antidiarroici; aH'incontro nel caso di paresi inlestinale, oltre all'uso interno degli ec-citanti, giovano i clisteri di acqua fredda ripetuti piu volte al giorno (V. Diarrea, Intestina).
Nel caso ehe lo scoio si faccia sanioso e contenga pezzi di mucosa gangrenata, e necessario fare iniezioni di acido fenico (2-3 per 100 d'acqua con 20 d'alcool), con acqua di calce, od acqua di Rabel, ed inalazioni con essenza di te-rebentina, o di catraine.
Se si formano depositi purulenti nei seni frontali o nei-I'interno delle corna, si puö dar esito al contenuto, o colla trapanazione dei seni, o coH'amputazione delle corna, o colla semplice terebrazione di uno o di tutte e due, come di gia venne accennnato; d'ordinario perö basfano le semplici forti siringazioni per far uscire le malerie, ehe si accumulano nei seni frontali.
Se gli ammalali appeliscono ancora gli alimenti, questi devono essere di facile digestione e contenere molti principii alibili, ed atnministrati in poca quantitä, ma a ripetuti pasti.
II Loake preferisce contro quesla febbre catarrale maligna dei bovini, I'acido idroclorico internamente, e le inalazioni di aceto; e cura raffezione oculare con una soluzione di nitrate d'argento.
II veterinario Azzaroli raccoraanda Tuso interno della sali-cina, le iniezioni di acido fenico nelle nari, i cataplasmi caldi leggermente eccitanti sui vari edemi; quesla cura deve con-tinuarsi per varii giorni.
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(1)P. Solf. allum, pot. Acqua
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grm. 33-60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per iniezioni ripctute.
gt; iOOOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
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c) Piorinrea. Con tale denominazione viene descritto dal Pozzi il catarro della mucosa nasale e dei seni nelle pecore; da altri viene indicata tale malattia colla denominazione di morva, la quale, attaccando d'ordinario molti animali con-temporaneamente, fu creduta contagiosa, e come tale la cre-deva il Toggia, araraettendo anche I'analogia tra questo morbo delle pecore e la raorva dei solipedi: ambidue, dice.
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sono d'indole attaccaticcia; ma ciö non e sicuramente, come hanno ancora dirnostrato gli esperimenti di inoculazionft pra-ticati nel 1863 in questa Scuola per cura dell'egregio raio maestro, il Direttore Vallada.
Terapia. Per la cura vedi quanlo dissimo pel calarro degli altri animali. II May consiglia, oltre alle cure igienico-diete-tiche ed alle bevande di semi di lino, di fare due voile al giorno nella regione del canale e sulla faccia delle frizioni con una pomata composta di 60 gr. di olio di lauro, 30 gr. di aramoniaca e 90 di grasso suino.
d)nbsp; Larve d'estro ovim. he larve d'eslro ovino, cephalemya ovis, passano una grande parte della loro vila nelle cavila nasali della peeora, e sono causa dello sviluppo di piu o men grave catarro, e gli ammalati non di rado presentano ancora sinlomi analoghi a quelli della vertigine idatiginosa.
Terapia. Come mezzo preservativo viene consiglialo dal Lafosse di praticare, dopo la tosatura, sul frontale delle pe-core, ehe sono tormentate da questo estro, delle ripetute frizioni con decotlo di foglie di noce, di olio di lino, aggiun-gendovi al bisogno del catrame, nei mesi di luglio ed agosto.
La medicarione curativa consisle nell'uccidere le larve e nel determinaine la loro espulsione; s'avverta perö ehe verso la metä dell'estate esse abbandonano sponlaneamente gli ovini per incrisalidarsi.
L'inspirazione di vapori empireumatici, e le iniezioni di acqua acidulata, sono i mezzi piü consigliati; perö ii Benion afferma aver avuti oltirai effetti dalle iniezioni di essenza di terebantina unita ad etere.
Quando la malattia e grave e gli animali cessano di man-giare ed immagriscono rapidamente, conviene irapanare la fronte. Per penetrare conteraporanearaente nei seni dei due lati, si faccia la trapanazione sulla linea di mezzo della fronte; dopo si ponno estrarre le larve colle pinzette, o si de-termina la loro uscita con iniezioni convenienli.
e)nbsp; Epistassi. E I'emorragia dei vasi capillari della mu-cosa nasale. La ricchezza vasale della pituitaria rende conto
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deila frequenza delte sue emorragie, e la ripartizione dei vasi stessi, da la ragione delta loro sede di predilezione nella meia inferiore della mucosa. Difatti la regione superiore, ehe costiluisce la tnembrana olfativa, e rimarchevole per I'ab-bondanza dei suoi nervi, la regione inferiore all'opposto pre-senta numerose ramiflcazioni arteriöse e soprattutto renose. Di piü tenendo conto del fatto anatomico, cioe della debule resistenza dei capillari della mucosa nasale, si coraprende facilmente come sia alia sua superficie ehe si produce 11 oiu sovente I'emorragia, anche allorquando questa dipende da una causa generale, la di cui azione cioe si estende alia to-Jalita del sistema rascolare. L'epistassi puö essere trautna-tica ed ulceraiiva, oppure meccanica, cioe per squilibrio mec-canico della circolazhne in seguilo ad alterata funzione va-sale, per pressione endo-vascolare; quest'ultima poi e altiva o per flussione, passita o per slasi.
Terapia. La emorragia poco abbondante, lieve, non ri-chiede alcun traltamento curativo, cessando d'ordinario di per se stessa, dopo pochi rainuti, per robliteramento dei vasi rolti da coagulo sanguigno, ed iu alcune specie di animali pel rapprendersi del sangue in massa nelle eavita nasali; ma perö in principio questi coaguli sanguigni essendo raolli e poco aderenti, bastano colpi di tosse, sbruffi, slernuti, per distaccarli, e conseguentemenle ne ricompare I'emorragia. 11 perche e necessario di erilare convenienlemente il distacco di tali coaguli, tenendo gli animali in riposo assoluto, ed evitando qualunque causa di eccitamento.
Ma nei casi piü gravi, e quando diviene inquietante per la sua durata e per la frequenza degli accessi, conviene il traltamento curativo; cosi nei casi in cui e accompagnata la e-morragia da congestione cerebrale, puö essere richiesto il salasso negli animali robusti, il quäle perö non deve essere fatto alle giugolari, onde non essere obbligati a comprimerle colla corda, ecc, ma ai vasi coccigei, alia safena, o sottocu-tanea addominale. Del resto giovano sicuramente il riposo, le bevande fredde, la dieta, ed internamenle, specialmenle in
Diz. Brusnsco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;quot;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 26
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questi casi, gli acidi minerali a preferenza dei vegetali, I'ap-plicazione coulinua di compresse bagnate con acqua fredda, ghiacciala, pura od acidulata, sulla fronte e sul naso, della cuffia di ghiaccio, - le iniezioni fredde nelle fosse nasali, e meglio di acqua avvalorata coH'allume, col solfalo di zinco, coll'acqua di Rabel, coll'acido solforico, col percloruro di ferro (1) e via dicendo. In ogni caso perö e convenienle di tenere legato I'animale con la testa piultosto alta.
Si consiglia pure Tapplicazione del freddo allo scroto, al perineo, alle matnraelle, ed autori ne aviebbero infalti otte-nuto molto vantaggio; questi mezzi agiscono, come ben a ragione nota il Gantani, soltanto per le influenze sul sistema nervoso, - I'ingrata sensazione e la sorpresa deH'ainmalato producendo forse una contrazione piu energica delle fibre contrattili dei vasi. II Cruxel dice: ho impiegato molte volte con vantaggio I'acqua fredda lanciata sotto forma di doccia, col mezzo di una siringa, sullo scroto.
Ma se tutto ciö rimane inefficace, bisogna ricorrere all'uso del tampone; cioe si imbibiscano dei tamponi di stoppa o di colone in liquidi stitici, e si mantengano nella narice o narici da cui cola il sangue, oppure si prenda una guaina di tela fina, si introduca nella narice e di poi si riempia di stoppa bagnala come sopra; meglio, dicono alcuni autori, si puö riescire introducendo nella narice un pezzo secco o fresco di intestino di porco di un diametro proporzionato, e gonfian-dolo in seguito abbastanza, perche comprima bene la mucosa, sia coU'insuffUzione, sia riempiendolo, merce una siringa, d'acqua fredda semplice o di una soluzione astringente.
Si intende die il tamponamento nei ruminanti e solipedi soprattutto, non puö essere falto alle due narici conterapo-raneamente, se non dopo avere precedentemeute praticata la tracheotomia.
Per quanto spetta poi alia medicazione generate, questa varia moltissimo a seconda delle condizioni speciali degli ani-mali e delle cause. Cosi nelle epistassi ehe si ripetono negli animali deboli, oligoemici, conviene, oltre ad un regime
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403 molto nulriente, un trattamento tonico, ricoslituente, di cui la polvere di china ed il ferro sono gli agenti piu efficaci; inoltre quando l'epistassi e grave, conviene ricorrere ancora all'uso interno dell'acido galiico, del lannino, o della segala. In ge-nerale in tutte le eraorragie sinlomatiche o secondarie, non bastano i mezzi antecedentemente indicati, ma e pur ne-cessario ricorrere amp;1 trattamento proprio della malatlia pri-mitiva.
Le epistassi causale dalle sanguisughe cavalline, o da allri parassiti, cessano facilmenle coi mezzi suindicali, dopo di aver rimosso i parassiti stessi.
Le emorragie prodotte da neoformazioni nelle cavitä na-sali, non possono stagnarsi radicaimente, se non allontanando le neoformazioni stesse.
II dottor Geneuil trovö giovevole nelle epistassi, nelle emorragie uterine e nella corizza, le iniezioni di soluzioni sature di bromuro di potassio; crede ehe l'effetlo favorevole si abbia per la costrizione dei vasi capillari, ehe ne succede prontamente.
Lo raccomandiamo ai nostri colleghi.
(1) P. Perc. ferro liq. grm. 3-3-10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per inieiione.
Aequanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;•nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
morti passi. E assai grave morbo, ehe assale i bachi specialmente alia terza e quarla eta , o quando stanno per montare in frasca, con andamenlo lento nei giovani e rapido in quelli pervenuti a complete crescimento. I malati hanno diminuito 1'appetito , passeggiano sulla foglia o rimangono inerti, torpidi e raggrinzati; spesso hanno un color bianco o giallo sudicio agli anelli; ma ne segue tosto al languore la morte , e poscia la flaccidezza e rapida putrefazione dei cadaveri.
II Cornalia considera questa malatlia , con ragione , come accidenlale e contagiosa; il suo primiiivo sviluppo sembra in relazione colle cattive condizioni igieniche in cui sono alle-vati i bachi. Da Pasteur e ritenuta ereditaria.
Terapia. I mezzi preservativi quindi saranno: il rinnova-
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mento dell'aria, la rautazione frequente del letlo, e ralimento
scelto, cioe asciutto e non fermenlato (*).
Neoplasmi e parassiti nel midollo tpinale. Sono eccessi-Tatnente rari i neoplasm! risiedenti nel canale vertebrale; in ogni caso sono incurabili. Dei parassiti animali trovansi sol-tanto nel canal vertebrale il cenuro cerebrale, piii di rado il cysticercus cellulosae e I'echinococco. II cenuro cerebrale ri-siede soprattutto nella regione lombare del midollo spinale delle pecore e delle capre, e da luogo alia
Paraplegia idalica. Le condizioni eziologiche ed i mezzi profilattici sono gli stessi, ehe per la vertigine idaliginosa (V. Vertigine idatig.).
Terapia. La terapia essendo impotente, falta la diagnosi, conviene condannare I'ammalato al macello per trarne quel profilto migliore, die si perderebbe di certo coll' avanzar della malattia.
NeTralgia. La nevralgia 6 un dolore piü o meno in-tenso, ehe ha sede in diversi tratti di tronchi e rami nervosi sensibili, per lo piii ad accessi destantisi sponlaneamente, e spesso ancora alia pressione su punti determinati. Tra le in-fluenze nocive periferiche, die si possono diretlamente con-slalare quali cause di nevralgie, si devono indicare i disturbi locali del nervi, o delle lore guaine, in seguito a lesioni pro-dotle da strumenti acuminali, per lacerazione, per pressione, per flogosi, non ehe per periostite e carie delle ossa circo-stanli specialmente ai punti donde sboccano i nervi, Inoltre momenti patogenelici di nevralgia derivano pure dal cervello e midollo spinale; e si hanno nevralgie reumatiche,
11 decorso delle nevralgie e in rapporlo colle alterazioni speciali ehe le sostengono; hanno decorso acuto le reumatiche, e quelle dipendenti da nevrite. Varia n'e la durata, e puö protrarsi a mesi non solo , ma anche ad anni. La nevralgia per se non conduce mai a morte; ma queslo esito infausto puö essere conseguenza della malattia ehe si accom-
(*) V. Rivolla, op. cit:
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pagna di questo sintomo. In ogni caso I'esito dipende dal-I'affezione causale; I'esito in guarigione completa e piü fre-quente neue reumatiche. Puö aversi, come esito della nevralgia, I'anestesia. Le nevralgie recidivano facilmente.
Terapia. Innanzi tutto la cura sara causale. Se la nevralgia si sviluppa in conseguenza di pressione, o stiracchiamento d'un nervo, risultante dalla presenza di corpi stranieri, tu-mori, ecc., bisogna eslirpare questi ed allontanare quelli. La cura sarä poi diiTerenle, allorquando la nevralgia dipende da affezioni locali del sistema nervoso, a seconda ehe sono affetti i nervi periferici, o il cervello o la midolla spinale, o le lore membrane, (vedi i relativi capitoli). Se vi esisle anemia, e indicate I'uso delle sostanze amare, toniche, - china e preparali di ferro, - ed una dieta roborante nella raaggior estensione.
Nelle nevralgie reumatiche si hanno rapidi successi tenendo calda la parte offesa con fomentazioni tiepide, o con cataplasm! ammollienti, e ricorrendo a derivativi sul canale intestinale, - colla cura diaforetica; - nei casi gravi e conveniente I'am-ministrazione interna della chinina e deH'ioduro di potassio. In tutti i casi I'indicazione causale richiede ehe si combatta la disposizione speciale alle nevralgie, tentando di attutire energicamente l'irritabililä patologica dei nervi, o d'elevarne la conducibilita.
Se malgrado la cura causale la nevralgia continua, perche e gia divenuta abiluale, essendone probabilmente sopravvenuta nelle fibre nervöse una determinata e particolare alterazione, la cui nature non • ancora nota, o se non se ne rinviene la causa, allora si deve cercare, o d'abolire l'eccitabilitä dei nervi affetti con mezzi appropriati, o di interrompere la conducibilita dei nervi rispeltivi, A questo ultimo scopo fu usata, particolarraente in medicina umana, la recisione, e questa trovandosi inefficace, la' escisione di un pezzo di nervo ; perd non si ricorra a tali operazioni per averne guarigione completa, se non quando tutti gli altri mezzi si sono mostrati senza risultato. - Per diminuire l'irritabilitä dei nervi affetti,
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per calraare il dolore, si puö ricorrere all'uso del freddo, ehe agisce come anodino dentro cerli limili, ma pero in grado elevato eccita dolore (Werber); dei narcotici, e specialmenle della morfina sotlo forma endermica, la merce I'applicazione di vescicanti sui punti dolenli, e spargendo di poi la piaga con morfina ed amido, o meglio con iniezioni ipodermiche, - degli anesletici, diverse specie di elere, od il clorotormio, internamente per bocca o per clisteri, esternamenle in po-mate o con fomenli.
Olfre a lutto questo, sia per calmare il dolore, ehe per averne una cura radicale, si vafttano ancora la caulerizza-zione lineare, e le frizioni irritanli, le quali agiseono non tanto per una derivazione alia pelie (metodo derivativo), quanlo per I'eccessivo eccilamenlo del nervo sottoposto alia Iratlala localita della pelle, e conseguenle esaurimenlo della sua eccitabilita.
Nevralgia del plesso cervico-brachiale. Questa puö occupare rintiero plesso, e quindi la maggior parle dell'arto anteriore, ovvero aver sede in singoli nervi di quesl'ultimo; e resa manifesla da claudicazione alcune volte continua, altre volte intermittente, senza lesione maferiale apprezzabile, e da divers! punti doiorosi.
Nevralgia ischiatica - Sciatica - Ischialgia. Ha sede nel plesso omonimo, e consegue d'ordinario a raffreddamenli, o ad affali-camenli eccessivi. Si distingue questa nevralgia dalla coxite o eoialgia, purche in questa i dolori sono limiUiti colla pres-sione all'articolazione dell'anca , e crescono distintamente nella rotazione di questa , e I'ammalato tiene immobile la eoscia; piü lardi il gonfiore dell'articolazione, raliungamento prima e quindi I'accorciamento dell'arto, ne fanno evilare la confusione. II gonfiore, I'elevazione di temperatura ed il dolore diffuso, colla mancanza di punti doiorosi qualificativi, e l'essere il raovimento piü doloroso della pressione, fanno di-slinguere il reumatismo de' muscoli della coseia (mialgia reumatica) dalla sciatica.
Nevrite. Chiamasi nevrite I'infiammazione dei nervi, la
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407 quäle puo essere delerminata da diverse cause; voglionsi perö notare sopratlutto le lesioni traumatiche, le compres-sioni, le flogosi, e le suppurazioni nelle vicinanze di un nervo. La nevrite cosi delta sponlanea e non tanto rara ed eccezio-nale, come la si crede da aleuni, ed e prodolta da gravi inflaenze reumatiche (nevrite reumalica). La flogosi puö essere limitata al neurilemma, oppure interessare nello stesso tempo gli elementi nervosi.
Teiupia. La miglior cura deila nevrite in principio e l'an-tiflogislica , dopo d'aver soddisfatto all'indicazione causaie , estraendo i corpi stranieri acuminati ehe per avventura fos-sero penetrati enlro il nervo, ecc. Si consiglia di applicare lungo 11 nervo infiammato reiterati cataplasmi freddi. Se-condo me perö si hanno molto piü sicuri e buoni risultati per favorire la risoluzione del processo infiammatorio, e cal-mare il dolore, daU'applicazione sui nervi superficiali infiam-mati dell'unguento napoletano soprapponendovi cataplasmi am-mollienti-tiepidi diligentemente cambiati; se i dolori fossero molto intensi, invece dell'unguento mercuriale, si adoperino le pomate oppiate (1).
Nei casi di dolori molto violenti si faranno le iniezioni sottocutanee di morfina.
Se il morbo prende un decorso lento, riesce di molto van-taggio la tintura di iodo in connubio colla tintura di noce-galla, la pomata di ioduro di potassio, e la pomata mercuriale con iodo; in casi oslinali sono consigliati i piü forti irritanti, la moxa, e la cauterizzazione superficiale della eule col ferro rovente.
Per combattere infine le residuali anomalie di sense e di moto, ehe persistono dopo la cessazione del dolore e la risoluzione deH'infiammazione, giova pur molto l'elettricitä.
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(1) P. Oppio Susan
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grm. 3-8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Por far pomata da usarsi 2-5
raquo; 50 volte al di.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L, Brusasco).
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IVenroma. Alle neoformazioni nervöse appartiene il neuroma , ehe consiste in un tumore piü o meno circoscrilto, tondeggiante od ovale, grosso da un grano di miglio ad un
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uovo di gallina ed anche piu, duro ed elastico, spostabile d'ordinario col nervo, doloroso alia pressione ed a volte anche al semplice toccamento. Gli ammalati accusano cioe nel tu-more, e nel decorso del nervo, grave dolore, ehe si esacerba pure nei movimenti. La diagnosi e solo possibile nei neuromi periferici.
Terapia. La palologia comparata ha comprovato ehe nessun Irattamento e valevole a guarire i neuromi; e la cura radi-cale non puö essere ehe operativa. Nel fare I'eslirpazione si devono perö risparmiare, per quanto e possibile, le fibre nervee. Per la cura palliativa si possnno usare i narcolici, i quali calraano il dolore per breve tempo.
Nevropatologia. La nevropatologia (dal greco vsvpov-n6ur-on nervo e TraroXoyfa-patholog-ia patologia) e la dottrina delle malattie nervöse. (V. i relativi articoli).
IVeurosi. II vocabolo neurosi, adoperato dapprima per Cullen, e consacrato ancora attualmente dai nosologi a de-signare una classe di malattie sconosciute nella lore natura organica, e caratterizzate da manifestazioni sintomatologiche, ehe il ragionaraento solo conduce a porre sul conto di qual-che sconcerto del sisteraa nervoso, o di una partedelio stesso. Infatli e per I'interpretazione fisiologica dei sintorni, ehe si possono localizzare le neurosi rispettivamente nelle diverse parti del sislema nervoso, e sciogliere cosi la questione di sede; ma facendo difetto il criterio anatomico, la questione di natura e a risolversi, malgrado gli studi fatti. Perö non e ehe in queste malattie manchi la lesione strumentale, avendo anche le medesime sicuramente il loro substrate, o nelle fi-briile o nei tubetti nervosi di qualche modo alterati, ma e piultosto die noi non sappiamo rinvenirla, noa potendosi avere effetto senza causa, fi a sperare perö, ehe tra non molto sparira anche questa classe di malattie la merce i pro-gressi ehe si vanno ognora facendo nelle diverse branche della zooiatria pei quali gia di molto se ne e ristretto il numero ; vedi Corea, Tetano, Epilessia, ecc.
Niufoniania. Consists nella violenza, persistenza, o nel
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409 frequente ritorno del desiderio venereo nelle femmine degli animali. Si distingue perciö una ninfotnania persistente, ed una ninfotnania passeggiera. Putraquo; essere idiopatica o sin-tomatica.
Terapia. Nella ninfomania idiopatica basta lasciar soddi-sfare I'istinto sessuale, e tener separali gli animali di sesso differente, e I'uso di quei oiezzi igienici proprii a diminuire Terelismo degli organi uterini - aliment! rinfrescanti ed in piccola quantitä, movimento forzato, purganli minorativi, ed allont'anare ogni causa eccitante. In casi ribelli si ricorre, oltre all'uso dei mezzi debilitanti, all'impiego di quei far-ma ci, ehe chiaraansi anafrodisiaci; cosi sedativi generali (narcolici), canfora, luppolo, borace; ma il migliore anafro-disiaco e il bromuro di potassio (1). Se pero I'eccessivo ec-citamento dell'istinlo sessuale b provocato da cause tutt'af-falto locali, come da atfezione pruriginosa della vulva, ecc, si dovrä fare una cura causale. Lo stesso dicasi della ninfomania dipendenle da lesione delle ovaie (V. Ovarite, cisti ovariche). Spinola ha trovato utile I'estirpazione del clitoride.
Per abbreviare il tempo dei calori nelle cagne, il Defays consiglia I'emulsione di semi di canape (2) colia canfora e col nitro. Lo stesso mezzo, certo a dosi piii elevate, produr-rebbe dei buoni effetti anche nelle cavalle.
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(I) P. Bromuro polassio grm. i-i
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(2) P. Semi di canape
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grm.
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Sciroppo sompliee raquo; 6
Acqua dislillata raquo; 150
S. Un cuccliiaio ogni 2-3 ore
ad una cagna per abbreviare il tempo
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Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;•
F. emulsione.
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Agg. Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cgrm
INitrato di potassa grm
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55 2
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d
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Da darsene ad una cagna ogni era un cuccliiaio picuo da caffö. (Defays).
Oftalnnia blennorragica nel cane. Questa malat-tia, descritla per la prima volla dal Guilmot, consiste nell'in-fiamraazione acuta o cronica della congiuntiva palpebrale ed oculare, ed alcune volte anche della cornea ; ed e sempre conseguenza del diretlo trasporto della materia muco-puru-lenta, ehe cola daila vagina e dall'uretra di animali- affelti da blennorragia venerea.
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Terapu. La cura consiste nel collocare gli infermi in luoghi sani, nel cibarli con latte e brodo di came, e nel-1'amministrazione di purganli, specialmente del calomelano, e poi del balsamo di copaive (V. Blennorragia). Si deve usare qual farmaco esterno, oltre alle lavature ed iniezioni rinno-va(e spesso per pulire le parti ammalate, la pomala di precipitate rosso (1); in certi casi e necessario lo sbrigliamento od escisione del chemosi, ed anche la cauterizzazione ripe-tuta della congiuntiva col lapis infernale.
E sempre indispensabile preservare I'occhio sano dai liquid! ehe scolano abbondantemente da quello ammalato.
(1) P. Precip. rosso porf. grm. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Pomata.
Adipenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Guilmot).
Oftalmia periodica. £ un'oftalmia interna, a decorso acute o lento ma periodico, molto frequente nei solipedi e specialmente nei cavalli, rarissima nei bovini, la cui succes-sione morbosa piu frequente 6 la cecita (cateratta con atrofia del bulbo) dopo un numero variabile di atlacchi (3-5), ehe si presentano ad intervalli piü o men lunghi, cioe dopo uno od anche piü mesi.
Si inizia Toftalmia periodica, ora con irite, era con irido-coroidite, ora con irido-ciclile, estendendosi perö tosto, dopo variabil numero di attacchi, il processo morboso alia altre parti del globo oculare, per cul I'occhio ne rimane disorganiz-zato. Si presenta dessa il piü spesso in un occhio solo, e di rado in tutti e due nel medesirao tempo; sovente, allorche si e fissala su di un occhio solo, sparisce dopo di averlo atrofiz-zato, e I'allro rimane illeso; locche non toglie perö, ehe possa anch'esso esserne piü lardi attaccato, come ben a ra-gione pur osserva il Vallada.
Terapia. La cura varia secondo i varii periodi della ma-laltia. Nei prirai tempi si cerchi di far aborlire I'accesso coi derivativi sul canale inteslinale, e specialmente con purganli salini, con collirii liepidi di infuso di fiori di sarabuco o di camorailla, resi anodini coll'estratto di bella donna, di gius-quiamo, ecc. (1), con instillazioni di solfato neutro di alro-
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pina, e con frizioni di tintura di iodo e morflna alt'intorno dell'occhio (acelalo di morfina 5 cenligr. ogni gr.); e nei casi gravi con una o due cacciale di sangue, e, se e possibile, con sanguisughe e scarificazioni alia congiuntiva palpebrale. Dopo alcuni giorni conviene unire al collirio di infuso di fiori di sambuco, reso anodino, un po' di solfato di zinco.
Per favorire poi rassorbimento del depositi ehe si hanno al fondo della camera anlerlore, ecc, giova il collirio di ioduro di polassio (2); si avverta perö ehe le instillazioni, 3-2-1 al giorno, di alropina, devono essere continuate fino alia guari-gione dell'accesso (3, A, 5). Bernard consiglia la pomala di nitrato d'argento (V. Irite, Coroidile).
L'olio fosforato, raccomandato dal doltor Tavignot conlro la cateratta, non ha dato buoni risultati.
II Guilmot dice aversi giovato nel decorso di questa ma-lattia della stricnina (6).
Ma se malgrado l'nso deU'alropina e dei collirii di infuso di fiori di sambuco, ecc., il male progredisce, gli altri raezzi ehe si consigliano sono di natura chirurgica, - cioe paracen-tesi della camera anleriore, ripetula al bisogno, e I'irideclo-mia , da cui perö in questa malattia finora non si ebbero ehe ben mediocri risultati.
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(1)nbsp; P. Inf. fiorisiimb. col. grin. 700
Estralto giusquiamo gt; 3-6 Borato di sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 8-12
S. Si agita il rccipicnlc c si versa una parle del conlenulo in un altro rccipienle, e lo si sculda alquanto prinia di scrvirsene per fomontazioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(2)nbsp; V. Ioduro potassio grm. 5-4
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 10
Acqua distillata gt; SO S. Per 2-3 instillazioni al giorno. (L. Brusasco).
(3)nbsp; P. Solf. netit. atrop. cgrm. 8
Acqua distillata grm. 10
S. Da fame 2-3 instillazioni al
giorno neH'occhio ammalato nei
primi di dell'accesso; cominciando
a rctrocedtrc rinfiammazione, si di-
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minuisce di tre ccntigrtn. la quan-titä dell'atropina, ma sc ne continua 1'uso sino a guarigionc dell'accesso.
(L. Brusasco). (!)) P. Solfato atropina cgrm. 6 Acqua distillata grm. 15 Da versarne due o tre volte al giorno alcune goccie negli occhi.
(Nagel).
(5) P. Solfirto atropina grm. 0,12
Ioduro puro cgrm. 6
Sugna porcina grm. 30
F. Uiiguento.
Da metterne nelfangolo inlerno
deU'occliio, duranle gli accessi di
recentc data, ogni giorno una quau-
tita delta grandczza di un pisello,
fuiclie la llogosi comincia j retre-
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cderc.
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(Richter).
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(6) P. Solfato stricnina cgrm. 42 Da Tcrsarnc negli occhi trc goc-Estratto belladonna laquo; 45 cie il mattino e la sera. Acq. lauro-ceraso grm. 90nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Guilmol).
Omfalite. L'omfalo-flebite , cioe 1'infiammazione della raquo;ena ombelicale ehe si osserva piii frequenlemenle negli a-gnelli, nei vitelli, ehe nei puledri, pochi giorni dopo la na-scila, I'arterile ombelicale, e rinfiaramazione deU'ombelico, possono conseguire a Iraumi, all' azione di agenti irritanli sulla ferita ombelicale (letame, orina, e via via).
Terapia. In principio, e nei casi leggieri di omfalite con forte dolore, eonvengono i bagni liepjdi locali con decozioni mueillagginose rese nareoliche eoH'aggiunta di teste di papa-vero, ed i cataplasmi ammollienti anodini. Ma appena ehe il elinieo si accorge della esislenza di pus, deve aprire subito l'ascesso, e ricorrere secondo le circustanze alle tinture eceilanti, ai forti astringenli, alle frizioni di pomata mercu-riale od ai eauslici, tenendo gli ammalati in ogni caso in stalle nette, ben aerate e fornite di buon strarae, ed a eon-veniente dietetiea.
II May neH'omfalite degli agnelli consiglia di nettare varie
volte al giorno I'ombelico con acqua calda e sapone; e nei
casi gravi le frizioni col seguente unguenlo risolvenle (1),
dopo di aver lagliata la lana:
(4) P. Ung. grlgio mere. grm.nbsp; 60 Da ungcre una volta al giorno
Sapone verde #9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; il tumore , dopo di averlo accura-
Linira. canforato raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 43nbsp; nbsp; tamcate neltato. M. e fa unguento. (May)raquo;
Omfalocele. E costituito dalia fuoriuscila dell' epiploon (epiplomfalo), o di una parte deH'intestino (tenue, colon fiot-tante, e la punta del cieco), o da ambidue coiuemporanea-mente (entero-epiplomfalo), attraverso I'anello ombelicale non ancora obliteratosi, avente per sacco erniario esterna-mente la cute, ed internamente, quantunque non sempre, il peritoneo. L'esomfalo puö essere eongenito cd acquisito, e presentarsi in tutti i neonali degli animali domestici, ma e piii frequente in quelli dei solipedi e dei eani, ehe dei rumi-nanti e suini.
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Terapia. Non solo in cani nati di fresco, ma anche in cani di 2-3 mesi, nero con ernia non niolto voluminöse, noi abbiamo ottenuti buonissimi risultati con una semplice fascia-tura eseguita con carotto adesivo. Onde riuscire nell'intento, ridotta I'ernia col taxis tenendo l'animale in posizione dor-sale, bisogna porre suH'ombelico un piumacciolo di tela ben fatto, oppure un cuscinetto di stoppa, e fare al disopra la fasciatura con due strisciole di cerotto lunghe lanto da cir-condare una volta e mezzo il corpo del cagnolino, irapedendo ehe la medesima sia spostata innanzi od indietro. Quesla cintura deve cambiarsi ogni 4-6 giorni, avvertendo ehe ü tempo per averne una guarigione completa e tanto minore, quanto piii vicino alia nascita si procede al traltamento.
Qualora il cerotto ^roducesse delle escoriazioni sui lati del ventre, vi si pongono delle pezze. Del resto il metodo della fasciatura con empiastri adesivi unit! sono pur raccomandati da Sckreger (adopera la pece), da Brogniez (pece roista alia trementina), e da altri.
Ma oltre al metodo della fasciatura, abbiamo i metodi Chirurgie!, ed i metodi della medicazione irritante e caustica. Cosi fu consigliata la legatura in massa del sacco erniario, la sutura incavigliata, la sutura di Delavigne , la sutura di Mangot, la sutura di Benard, la sutura di Marlot; ma noi tra i metodi chirurgici crediamo doversi preferire la com-pressione colle stecche di legno, oppure colle stecche di ferro ieWAndre articolate merce una cerniera ad una estremitä, e fornite all'altra di una vite ehe serve per ravvicinarle (il ehe e solo utile di fare quando il piccolo animate ha gia 5 e piii mesi); tra i metodi irritant! e caustic! abbiamo il metodo di Gayot, ehe consiste nello spalmare il sacco erniario coll'acido nitrico, ed il piii efiicace metodo di Foelen, die consiste nella applicazione della pomata d! bicromato neutro di potassa (fatta nel rapporto di 12 grm. di bicromato e 50 di adipe).
Orchite. E l'infiammazione de! testicoli, la quale si svi-luppa ordinariamente in seguito a traumi; e pur stata-osser-vata I'orchite mocciosa, ecc.
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Puö essere acuta e cronica, e terminarsi per risoluzione, suppumione, atrolia, indurimento e via dicendo.
Terapia. NeU'orchite acuta leggiera reumalica basta ricor-rerj nei piu dei casi ad una medicazione semplicissiraa, ed evitare lulte le cause ehe possono eccitare gli organ! genital! : riposo assoluto, sospensorio, onde sollevare il piu pos-sibile io scroto ed i testicoli, applicazione continua di cata-plasmi ammoliienti irrorati di laudano, o bagni ammollienti e calmanti, ripetute bevande diluenti, clisteri e lassativi leg-geri; in casi piii gravi, e eon moito dolore, giovano le unzioni di belladonna, ed e conveniente il salasso specialmente negli stalloni. Piü tardi si deve ricorrere ai bagni coll' acqua del Goulard ; ma se pero I'orchite tende a farsi cronica, giovano i fondenti (pomate mercuriali od idriodate), e specialmente la pomala di ioduro di potassio con estratto di belladonna (1), la tintura di iodo unita alia tintura di noce-galla ecc. Hertwig adopera la pomata mercuriale unita alia pomata canforata (2) pure come mistura fondente ed anodina.
In caso di indurimento non si puö far altro , ehe la ca-strazione.
NeU'orchite traumatiea sono in principio indicati i bagni freddi, i cataplasm! fredd! alle scroto , e nei casi gravi il salasso ed i purgant! minorativi,
Se si sviluppa la suppurazione e meglio ricorrere addirit-tura alia castrazione.
Nell'infiammazione dello scroto prodotta da contusion! o sostanze irritant!, ciö ehe avviene specialmente nei can!, giovano le fomentazion! con acqua vegeto-minerale, cui si puö aggiungere, quando il dolore e intense, la tintura d' oppio , I'estratto di giusquiamo, ecc. Ma scompars! i dolor! si de-vono fare delle bagnature astringent! (soluzione di solfato di allume crudo ecc).
(1) P. Ioduro di potassio grm. 4nbsp; nbsp; (2) P. Pomata canforata grm. 4
Estratto belladonna gt; 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; mercuriale • 16
Adipc raquo; 35nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;F. s. a. Induraracnti dei testi-
F. s. a. pomata. (L. B.).nbsp; nbsp; nbsp;coli e mammelle. (Herlwig).
Ortiearia. E una malaltia della cute caralterizzala dal-
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#9632;i
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l'eruzione improvvisa o graduale di pomfi, o pomfici, cioe da efHorescenze ehe si elevano sul livello delta cute, piu largbe ehe alte, nettamente circoscritte, e di diversa grandezza, cioe da una nocella , uno scudo, sino a qaella della palma di una mano e piu.
E malattia ehe si nota piü di frequente nel cavalio, ehe nei bovini e suini. Si distingue in generals e parziale, in febbrile ed afebbrile, e ciö a seconda ehe le eruzioni pom-foidi sono limitate a qualche regione della cute, o aflettano la maggior parte della superficie cutanea, e sono o non pre-cedute.od accompagnate da febbre. L'orticaria, ehe e piü frequente nei cavalli giovani e pletorici, in primavera ed in autunno, ha d'ordinario breve durala (3048 ore), ed i pomfi terminano con nessuna desquamazione; perö se il decorso dei singoli pomfi 6 quasi sempre acuto, puo passare anche una o due settimane prima ehe cessi I'apparizione di nuove efflorescenze. Inollre non di rado abbiamo gt;isto l'orticaria decorrere in modo subaculo, apparendo di tempo in tempo sempre nuove efHorescenze, le quali frequentemente sono accompagnate da gonfiore edematoso delle parti vicine.
Nei porci l'orticaria e quasi sempre associata a catarri aculi o cronici dello stomaco; piü di rado con affezioni dello apparato respiratorio.
Terapia. Bisogna aver riguardo tanto alle cause e com-plicazioni, quanto al trattamento locale. Nei porci puö'essere necessario un vomitivo, ed in tutti gli animali I'amministra-zione di purganti, specialmente salini, e di bevande nitrate. Si intende ehe gli erbivori ammalati dovranno tenersi a dieta bianca, o permeltere loro solamente cibi rinfrescativi, ed in assoluto riposo in convenienti abitazioni. II trattamento locale consiste nell'applicazione del freddo, con cataplasm! di argilla ed aceto, con acqua vegeto-minerale del Goulard ecc; e specialmente allorquando i pomfi sono in piccol nu-mero, ma voluminosi. Del resto quando non d molto grave, Torticaria scomparisce da se in poco tempo.
NeU'ebollizione sanguigna generale e febbrile in animali
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pletorici e convenienle ricorrere, oltre aH'araininistrazione di purganli salini, al salasso e ripeterlo ai blsogno, onde favo-rire la scomparsa del pomfi ed evltare lo sviluppo di congestion! ai polmoni, o ad allri organi.
fi specialmente nei porci ehe sono necessarie le irrigazioni fredde. Gontro i'orticaria cronica, ehe 6 perö poeo frequenle, •ioe quando i pomfi sussistono a lungo inallerati, giovano per favorirne la risoluzione le leggiere frizioni di unguento mer-curiale, oppure di una miscela di parti eguali di olio di trementina (Roll) e spirito.
Ossa (malattie delle). a) Fratture. Diconsi fratture le soluzioni di eontinuitä delle ossa e delle cartilagini. Queste perö succedono assai di rado, ma ben piii frequentemente si fralturano le ossa per forze esterne, la cui azione puo dispiegarsi diretlamenle od indirettatnenle, e piu raramente per trazione museolare. Si dislinguono le fratture delle ossa in semplici o sottocutanee, ed in complicate da ferita delle parti molli, in complete ed in incomplete - tra queste abbiamo le fessure o fenditure , la depressione, lo scheggiamento e la frattura a forame, -tra le complete si annoverano le trasversali, le oblique, le longitudinal], le dentellate, le semplici o rnolteplici del me-desimo osso, e le comminulive od a schegge.
Terapia. Onde non riuscire troppo prolissi lasciamo all'e-sperlo'clinico il determinare i singoli casi, in cui converrä o meno intraprendere il trattamento curativo delle fratture, e ci limitiamo ad osservare ehe negli animali in ela avanzata delle grandi specie (solipedi e bovini) non havvi vantaggio a proce-dere alia cura delle fratture delle ossa lunghe, pokhe questa richiede una spesa ehe supera alcune volte il valore dell'ani-male stesso, e specialmente perche laquo;on sempre si puö teuere l'ammalalo nelle eondizioni favorevoli e necessarie per otte-nerne una compiuta guarigione (riposo assoluto ed imtnobi-lita perfetta della parte in certe posizioni forzate, e per un tempo piü o men lungo ecc); mentre si consiglia di tentare la cura , a meno di gravi complicazloni, oppure quando per
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417 convenienza il proprietario intendesse deslinare ramtnalato al macello (bovini, ovini, maiali, ecc), negli animali giovani e nei riprodultoh preziosi; ed in ogni eta infine in queili di piccola specie, e per le ossa tutte senza distinzione (cani, gatti, uccelli); s'avuerta pero ehe ramputazione non e guari applicablie ehe in questi ultimi animali.
Tratlamento delle f'ratture templici. In ogni frattura per evi-tare qualunque deviazione nel membro fralturato, si deve (issare nella giusta positura l'artü stesso finche sia guarito. Per ciö ottenere bisogna : i* Ridurre e mantenere in giusta situazione i frammenti, allorche i capi fratturali sono deviati, ricorrendo ali'eslensione e contro-eslensione eseguila colie mani di vigorosi assistenti, ed ali'uopo servendosi di mezzi meccanici, ed anche del narcotismo muscolare ecc: si av-verta ehe la riduzione deve essere fatta il piu presto possi-bile, e per quanto si puö immediatamente dopo la frattnra, essendo piü difficile ottenere un'esatta riduzione piii tardi a causa deU'enorme enfiagione ecc, e farla tosto seguire da una fasciatura soiida ed inamovibile, la quale alcune volte deve essere rinnovata, non essendo convenienti in medicina vete-rinaria le fasciature amovibili, onde mantenere i frammenti ossei in contatto fino alia loro consolidazione; 2deg; Prevenire le complicazioni ehe potessero insorgere, e combattere quelle ehe si sono gia sviluppate.
Fra le fasciature inaraoTibili havvi la ingessata e quella amidata.
La priaia, ehe e quella ehe ä piü conveniente nei solipedi e rumiuanti, corrispondendo a tutti i bisogni, e tanto van-tata dal Billroth in chirurgia umana, si fa nel seguente modo: fatta la riduzione, si prendono alcuni strati di ovalta, o delle stoppe di buona qualitä e ben preparale, si dispongono at-torno al punto fratturato e sulle rilevatezze ossee, e quindi si involge con una sottile fascia arrotolata (possibilmente di flanella) il membro in modo da esercitare una pressione uniforme su tutte le parti, e coprire tutti i punti, ehe devono essere circondati dalla fascia a gesso, la quale si applica,
Die. Brutttco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; £7
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come ogni altra fascia, sull'arto fratturato. Si avverta , ehe questa fascia, la quale deve essere di tela forte ma assai sol-tile, si prepara strofinandola da ambe le parti, tenendola ben dispiegata, nella polvere sottile di gesso da presa, e quindi arrotolandola; perö pritna di usarla si deve immergere nel-I'acqua fmche sia tulta impregnata; tre, quallro o sei strati di questa fascia sui membro baslano d'ordinario per dare alia medicatura la soliditä richiesta. Dopo 10-12 minuti il gesso e consolidate, e dopo una mezz'ora od un'ora al piu, la fasciatura e quasi pietrificata.
Invece di una sottile fascia di tela noi possiamo usare una fascia di cotone per la fasciatura ingessata, se desideriamo di avere un apparecchio piü solido ; questo perö e piu pe-sante, perche vi adfirisce una maggior quantitä di gesso, strofi-nandolo sui lati. 11 gesso in ogni case deve essere di buona qualita. Inoltre se la soliditä della fasciatura non sembra sufficiente, si puö spandere sulla intiera superficie di questa uno strato di poltiglia di gesso, ricordandosi ehe il gesso a tai scopo deve essere mescolato altentamente con acqua, e trasportato sollecitamente sulla fasciatura colla mano.
La fasciatura inamidata si effettua quasi come I'ingessata, ma ha !o svantaggio di consolidarsi lentaraente, e di essere raeno solida di questa. Giova solo pei piccoli animali, cani, galti, ecc. L'applicazione dell'ovatla, e della prima fascia, si fa come nella fasciatura ingessata, quindi si fa la fasciatura con delle strisce di cotone di mediocre spessezza, impregnate di colla d'amido, ehe si ricöprono con fascia pure inamidata. Tale apparecchio non e ben indurito ehe dopo 8-15 ore.
Invece della colla d'amido venne pure adoperato da alcuni I'albume pure di uovo, la destrina, la farina mescolata con acqua, ecc.; ma di quests sostanze il elinico deve solo ser-virsi in easi d'urgenza, per fasciature provvisorie ed in mancanza di altri rnezzi, o quando si tratlasse di piecolissimi e giovani animali.
Deve il zooiatro badare alle eonseguenze delle fasciature troppo streite, e toglierle immediatamenle quando la parte
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419 inferiore dell'estremila fratlurata si presenla con grande en-fiagione , si fa fredda ed insensibile. Si rifanno pure le d-sciature, quando sono Iroppo rilassate.
La fascialura sarä raantenuta in sito da 14 a 30 giorni; quesli termini perö possono variare per molte circostanze ab-bastanza note ai clinici.
Trattamento delle fratture complicate. Fatta la riduzione dei fraramenti uel modo piü compiuto possibile , estraendo ie scheggie ehe sono mobili ed in vista , si applichi immedia-famente l'apparecchio ingessato cd inamidato, coprendo perö prima la ferita con filaccie imbevute nell'acqua vegeto-mine-rale o di cloruro di calcio, e tulta l'estremitä con moltissima ovatta. Dopo uno o due giorni e conveniente spaccare l'ap-parecchio longiludinalmente per le opportune medieazioni, oppure tagliarlo solo nei punti richiesti dalle ferite, ehe vanno medicate allo scoperto. A tale scopo si potrebbe ricorrere immediatamenle all'apparecchio fenestrato , ehe si fa prati-cando un forame ben largo nella fasciatura solida amidata, od ingessala, in corrispondenza della ferita delle parti molli. In caso di ferite gravi o molteplici, e temendo eslesa e pro-fonda suppurazione, convienf! ricorrere alle fasciature a stec-che, se si giudica conveniente curare tali fratture, e rinno-varle giorno per giorno per la necessaria medicazione.
Quantunque sia stalo pur raccomandato , quando si tratla di animali delle grandi specie, di sospenderli per buona parte del tempo ehe sono curati delle fratture, deve perö il clinico valersi degli apparecchi di sospensione il raeno possibile, e piii durante la notle ehe pendente il giorno , onde evitare molti inconvenient! ehe ne sono conseguenza.
Per brevitä non parleremo in particolare delle fratture delle singole ossa dei membri , ne delle ossa del cranio , degli ossi mascellari, delle apofisi delle vertebre, delle coste, delle ossa della pelvi e della coda, ecc, persuasi del reslo ehe basla il gia delto pel clinico sagace ed intelligente.
Fraitura deU'osso del piede. E sovente una complicazione
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delta divulsione dello zoccolo, quantunque alcune voile si
produca senza questo divellimento dell'unghia.
Terapia. Riposo assoiuto, impiego perseverante dei refri-geranli dopo d'aver sferrato il piede leso; se la febbre e inlensa , dieta e salasso. Le complicazioni di suppurazione, gangrena , caduta dello zoccolo, ecc. , non permeltono piü d'averne una guarigione completa. Allorche la claudicazione persisle dopo la formazione del callo, dei solchi alia parete, I'assottigliamento della suola e le applicazioni ammollienli giovano per ammansare il dolore e per far diminuire o ces-sare la compressione delle parti incarcerate nello zoccolo.
b) Perioslite, Osleile ed Oiteomielite. Siccome il periostio e le ossa sono in un rapporto fisiologico cosi intimo, ehe le malaltie di una di queste parti determinano d'ordinario morbi concomitanti nell'altra, e siccome non e sempre facile la diagnosi differenziale, raentre il piü sovenle inoltre e ri-chiesto il medesimo trattaraento curativo, noi accennererao contemporaneamente alia flogosi acuta e cronica delle ossa, del tessuto midollare e del periostio, la cui gravila 6 sempre in rapporto colle parti lese e coll'estensione deirinfiam-mazione.
Terapia. Nella perioslite ed osleoraielite acuta, ehe si nota piü frequentemente nelle ossa lunghe, sia per intensa infred-datura ehe per forti contusion! o commozioni delle ossa stesse, deve essere pronta, poiche i vantaggi sono tanto maggiori, quanto piü presto si applica. In principle della raalattia si vantano i mezzi antitlogistici (applicazioni di gliiaccio, ecc), e quando il dolore 6 grave, i cataplasm! ammollienti ed ano-dini; perö l'esperienza ha dimoslrato ehe nella reumatica giovano di piü le frizioni irritanti, ripetute sino a qaando si ottenga un'eslesa vescicazione; noi adoperiamo volentieri le frizioni di pomata mercuriale, ripetute 2-3 volte al giorno, e seguite dall'applicazione, nei casi di gravi dolori, di cataplasm! ammollienti; ed in seguito le frizioni con pomata di ioduro di potassio. In medicina umana il Billroth trovö van-taggiosissime le ripetute frizioni di tintura di iodo concen-
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#9632;#9632;
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trata. Si avvalora questo traltamento locale colle derivazioni sul tubo enterico, e tenendo gli ammalati in assoluto riposo.
Allorche ad onta delta cura si manifesta la suppurazione, si devono eseguire varie aperture nei punti piu assoUigliati della pelle, perche il pus possa sgorgare facilmente; ma se ciö maigrado continuasse la suppurazione e lo stato febbrile, si consiglia di ricorrere ancora all'uso del ghiaccio, e d'ordi-nario allora il morbo prende un andaraento cronico (Billrhol).
II traltamento delle infiamraazioni croniche del periostio, e delle ossa, richiede pure il riposo della parte affelta da cro-nica alterazione. Nel principio si pud riescire a combattere piii o meno completamente il processo morboso coi riassor-benli e fondenti, e come gia accennai, colla pomata di ioduro di polassio, di mercurio, e quindi colla cauterizzazione attuale, ecc.; quando cioe si tratta di semplice periostite cronica, in cui il periostio resta inspessito ed indurito e forma come un involucro diffuso o circoscrilto dell'osso, un tumore ovale o rotondo, oppure di cronica periostite ossificante, cioe con pro-duzione di osteofiti senza suppurazione, oppure di periostite con osteite superficiale.
c) Carie. Ma se il processo avanza e la carie procede (processo ulcerativo accompagnato da suppurazione, ulcera delle ossa) si deve fare in modo ehe il pus facilmente possa sgorgare dalle eseguite od allargate aperture con circospezione e lentezza, e medicare I'ulcera diversamente a seconda ehe si presenta o lussureggiante o tendente alia decomposizione; ma quando non si crede piu possibile averne una spontanea guarigione, si toglie via tutta la parte ammalata dell'osso, o si distrugge col cauterio attuale scaldato a bianco, rispar-miando sollecilamente perö le parti molli vicine. Per deter-gere I'ulcera ossea, cioe togliere I'osso cariato , si pud ado-perare una sega aguzza, o meglio una sgorbia ed il martello, un raschiatoio od altri istrumenti osteolomi, ehe si adope-rano specialraente in chirurgia umana. L'uicera si medicherä con stoppa spalmata di trementina, tenendola in sito con op-portuna fasciatura.
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d)nbsp; Neerosi. E noto ehe sotto il nome di necrosi si in-tende la gangrena dello ossa , la morte locale cioe di una maggiore o minor porzione di osso in mezzo a parti rimaste vive; ed it pezzo morlificato, necrosato, die corrisponde al-I'escara delle parti molli, die viene staccato da un'infiam-mazione reatliva dalle parti vicine, dicesi sequestro.
La necrosi puö essere conseguenza di azioni traumatiche, di periostite, osteite ed osteomielite acuta, ed accompagnare anche process! ulcerativi cronici, come carie necrolica, ecc. Necrosi primitiva e secomlaria.
Terapia. II trattamento consists nel mantenere netta la piaga, nel favorire il distacco del sequestro (con cataplasmi caldo-umidi, con bagni o fomentazioni liepide), e nella sua asportazione meccanica, quando e totalmente distaccato dalle sue aderenze, ciö ehe possiarno d'ordinario riconoscere colla sonda, e basandoci sulla durata del processo e sulla spessezza del guscio osseo.
Alcune volte per estrarre il sequestro e necessario dilatare le cloache, le aperture fistolose, togliere via una porzione della scatola ossea per introdurre I'istrurnento, cioe una ta-naglia di buona presa, ed all'uopo anche le cosi dette leve, per poter estrarre il sequestro stesso.
Fatta I'operazione basta in generate mantenere netta la cavitä ossea suppurante, perche questa si riempia sollecita-mente di granulazioni destinate alia ossificazione. E solo utile I'applicazione del ferro rovente nella cavitä ossea, come nelle ulcere ossee atoniche, quando le pareti della piaga si indu-riscono e le granulazioni si arrestano nel loro germoglio.
e)nbsp; Sequestrotomia. Dicesi appunto sequestrotomia od ope-razione della necrosi, I'eslrazione del sequestro, e special-mente quando e pur necessario dilatare le fistole.
f)nbsp; Osleofiti. Gii osleofiti sono il prodotto di una irrita-zione imliammatoria del periostio e della superGcie dell'osso. I caratteri dati dal Foerster deil'osteofito sono : esso e un tumore diffuso per grande estensione sull'osso, e superficiale, ruvido, poroso, lamelloso, fatto di aghi ossei, ha una strut-
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423 tura differente da quella dell'osso su cui ha sede, e sembra piu una massa ossea ehe e aderenle ad esso , anziehe una massa ehe faeeia un tutlo eontinuo eon I'osso slesso. Un osteofito frequente ad osservarsi nei solipedi e lo spavenio. g) Osteomi. Con queslo notne si denotano le neoforma-zioni ossee ben eireoscritte, a superficie liscia, la eui strut-tura in generale e sfraile a quella dell'osso da cui hanno origine, eosieehe alia loro base passano senza limili ben di-stinti nelle ossa. Stando alia loro struttura anatomica, noi possiamo distinguere le esostosi in spugnose ed in eburnee.
Si possono sviluppare in lutte le parti dello sehelelro, ma si notano speeialmente nella mascella inferiore ed allo stinco nei eavalli, alle ossa del cranio e della faccia del bue, alle vertebre, bacino, steniD, ece.
Terapia. La cura radicale non si puö fare altrimenli, ehe coll'asportazione della neoformazione col mezzo della sega o dello sealpello. Ma sapendosi ehe tali neoplasmi rimangono stazionarii dopo un certo tempo, non si ricorrera a quesl'ope-razione se non nei casi in cui i perturbamenti funzionali sono molto notevoli, e gli animali non possono piü servira all'uso cui sono destinati.
Primieramente il tratlamento puö richiedere I'uso dei re-frigeranli (se sono dolorosi al latto), dei fondenti (quando sono ancora in via di sviluppo e non molto antichi), dei ve-sciealori e della cauterizzazione (1, 2). Credendo ehe la di-stensione del perioslio per I'esoslosi sia la causa della zop-paggine, nei casi di esostosi allo stinco del eavallo si propose dal Sewel di Londra, e poi dall'Haubner, la perioslotomia, la quale realmente avrebbe loro dato buoni risullali, essendo in aleuni easi I'operazione stata seguita da pronla cessazione dello zoppiccamento, ed in altri solo dopo 8-14 giorni dietro I'uso di topici risolventi; conviene speeialmente quest'ope-razione nei soprossi ancora in via di sviluppo, e speeialmente per le esostosi ehe si sviluppano agli arti auteriori fra I'osso metaearpiano principale e I'accessorio interno, piü o men vi-cino al ginocehio.
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iU
(I) P. Unguento mere. grm. 30 (a) P. Cromato potassa grm. ä-S
lodo puronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 4 .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; loduro potassio raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
loduro potassionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 12nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Unguento mercur. raquo; 30
Per frizionarc il tumore 2 volte Per frmonare ripetutnmente ad
raquo;1 giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Leer). ioterTalli di alcuni giorni.
(äebmidt).
A) Giarda. E una neoformazione ossea, ehe ha sede alia faccia eslerna, posleriormente ed in basso del garretto, sul capo del peroneo esterno.
Terapia. 11 trattamento palliaÜTO convenienle perdiminuire la zoppicatura, ehe il piü sovente eagiona tale neoplasma osseo, puo richiedere I'uso del refrigeranti, del fondenti, dei vescicanti, del fuoco a della periostotomia; ma la sua cura radicale non puö farsi ehe coirasporlazione.
raquo;) Spavenio osseo. Viene dato il nome di spavenio osseo per distinguerlo dal eosi detto spavenio sanguigno o veiioso (variee alia safeua), e dailo sieroso (idrarto tarseo), ad un osteofito, ehe si sviluppa alia faeeia inlerna ed inferiore del garretto nei solipedi, e ehe puö interessare l'osso seafoide, i cuneiformi e la testa corrispondente delle melatarsiane. Chiamasi voigarmenle puntina, quando e poco sviluppato e non ben scorgibile, e spavenio invisibiie, quando e ancora tanto piccolo da non poter essere osservato (V. Arlrite de-ibrmante),
Terapia. Ohre alle frizioni fondenti e vescicatorie, ai se-toni ed al fuoeo, furono pure proposte alcune operazioni, eioe la sezione del ramo interno del rauscolo tibio-premetatar-sico, la periostotomia e la nevrotomia, onde eombattare la zoppaggine dipendente dallo spavenio; perö migliori risulta-menli si hanno dalla eauterizzazione a punle penetranti. Nei casi anlichi, e con neoformazioni voluminöse, si ottiene, come e noto, ad ogni modo poco vantaggio. II veterinario Postulka nello spavenio, e nelle iperostasi dei giovani eavalli, consiglia le ripetute frizioni coll'unguento di euforbio, ecc. (1). (1) P. Euforbionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 4 Si faccia una frizione mallina e
Cantaridinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; sera con una piecola quantita.
Sublimatonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; 1,50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Postulka).
Grasso porcino raquo; 22-50
1) Corba. Si da il nome di corba ad un tumore, ehe ha
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425 sede alia faccia posteriore del garretto, ed un po* piu in basso della punta dell'osso calcaneo, per cui guardando gli arli affetti non si vede piü una linea relta scendere dalla punta del garrelto ai tendini flessori ehe stanno dielro lo slinco e limitare la superficie posteriore di questa parte, come nello stato normale, ma una linea convessa, e da do la denomi-na^ione francese di courbe. Questo tumore puo essere con-seguenza di semplice infiammazione del legamento calcaneo-metatarsiano (sindesmite), o del tendine del muscolo flessore sublime delle falangi, o di periostile, o del susseguente svi-luppo di osteoüti, ehe nascono dietro il garretto sopra I'osso cuboide e piramidale, e ehe possono estendersi agli ossi vi-cini (Hertwig, Bassi ed altri).
Terapia. Si intende ehe il trattamento curativo dovrä va-riare colla lesione stessa, ehe nei singoli casi rappresenterä la corba.
m) Osteosarcoma. Si manifesta non di rado alle ossa ma-scellari dei bovini, ove raggiunge talvolta un volume note-vole, e se trascurato o mal curato, si apre facilmente in diversi luoghi, formando ulceri e üstole di difficilissima gua-rigione. Le ossa vengono distrutte, ed alcune volte ne sono attaccati anche gli alveoli, per cui i denti vacillano, e gli aramalati, essendo impossibililati a nutrirsi convenientemente, devono condannarsi al raacello. Qualunque siraquo; la causa cui conseguono, siffatte natte ossee ora crescono lentissimamente ed in modo quasi insensibile, ora all'opposto in brevissimo tempo si fanno lanto voluminöse da deturpare Tammalato. Tali tumori raieloidi si notano rarissimaraente nei cavalli.
Terapia. Deve variare collo stato in cui trovasi il tumore. Quando si puö intraprendere la cura al suo prime apparire, od almeno quando non ha ancora fatti grandi progress!, sono consigliate le frizioni risolventi e vescicatorie, e specialmente la pomata di bicromato di potassa (i) e la cauterizzazione. Ma quando I'osso e gia stato in grande parte alterato o di-strutto, e si presentano ulceri e fistele, e necessario ricorrere all'asportazione , per quanlo si puö, della parte degenerata,
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e distruggere col causlico alluale o potenziale le rimanenli
parti degenerate, ehe non possono cioe asportarsi col coltello,
collo scalpelio o coila sega a seconda della consistenza del
tumore.
Quando pero vi esistono gravi alterazioni, e l'osso e gih stato in grande parte distrutto, e piii conveniente uccidere gli ani-mali malati pel macello, poiche nella raaggior parte dei calaquo;i, anche coiroperazione, non si ottiene in simili circostanze ehe un miglioramenlo passeggiero.
(1) P. Cromalo acido pot.nbsp; grm. 5nbsp; nbsp; i necetsario ripctere ehe in casi
loduro di potassionbsp; nbsp; nbsp;gt; 3nbsp; nbsp; rarissiuii; - da bucni risultati.
Adipc porcinenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 35 (L. Brusasco),
S. Per una frizione,nbsp; the non
n) Osteomalacia. La cachessia osslfraga e affezione ehe
si osserva piu frequentemente nei bovini, ehe nei porci, nelle
capre, nei cavallo ed uccelli; e dessa caratlerizzala da osteo-
porosi e dalla grande fragilila delle ossa, per cui si producono,
anche dietro gli ordinarii sforzi muscolari, deformitä delle
ossa nella lunghezza e direzione, deviazione cioe degli arti,
deviazioni deila colonna vertebrale, deformazioni nei bacino,
e fralture piü o meno numerose. In quesla malattia le ossa,
ehe erano gia dure, si fanno molli, poiehö i sail calcari, cui
dovevano la loro durezza, andarono disciolti e riassorbili, e
da ciö si ha la differenza dalla rachitide, nella quäle i sali
calcari non scorapariscono dalle ossa, ma non vi vengono
affatto depositali. Rispetlo all'eziologia del morbo poco sap-
piarao di certo. Si crede conseguire alia scarsa quantita di
sali di calce ehe viene apporlata alle ossa; perö io credo
coll'Anaker, ed altri, ehe all'evoluzione di questa malattia
abbiano pur grande influenza le cause reumatizzanli, I'azione
del freddo-umido e conseguente reumatismo rauscolare. In-
vero e frequente nelle regioni freddo-umide, ed ove gli ani-
mali sono tenuti in locali uraidi e freddi. A seconda ehe le
ossa si piegano o si rorapono, puö distinguersi I'osteomalacia
in flessibile e fratturosa.
Terapia. Si devono raccomantiare anzitutto quei provve-
dimenti, ehe sono atli a modificare I'aria atmosferica dei ri-
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427 coveri, ad ovviare cioe ai nocm effelti del freddo e del freddo-umido specialmenle, onde opporsi allo svolgimento del morbo, e favorire la guarigione degli ammalali. Di molto valore quindi per prevenire e curare la cachessia ossifraga, e il lenere gli animali in buone condlzioni igienlco-dieletiche; epperö locali conveiiientemente spaziosi, aria buona, tempe-ratura uniforme e moderatamente elevala pei bovini, ali-menti di otlima qualilä ed in quanlitä sufficiente, buon go-verno deila mano, lavoro moderato, passeggiale in principio della malattia, e via dicendo.
Si puö oltenere la guarigione quando la malatlia e ancora nel prirao stadio, cioe quando non ne sono ancora avvenute gravi alterazioni alle ossa e periostio; e inutile invece ogni Irattamenlo curativo in caso di atrofia delle ossa.
Giovano in principio le frizioni eccitanli general!, seguite da coperture di lana, per attivare le funzioni cutanee, e le frizioni irritanli alle articolazioni ammalale, e sui punli ove esistono tumefazioni osteoporose; la cauterizzazione trascor-rente e piü conveniente del setoni, e puö essere usala con vantaggio conlro l'osteite e la perioslite.
Internamente si possono usare, a seconda dello stadio del morbo, i diuretici, i diaforetici, I'acido idroclorico e solfo-rico, il sublimato corrosive, i preparati antimoniali, il ioduro di potassio, il fosfato e carbonato di calce (1).
Schwas usö con vantaggio grandi dosi di acqua di calce, acido cloridrico ed essenza di terebentina, fincliö l'appetito siasi ristabilito, - piu tardi silicati, e finalmente acido fosfo-rico ed ossa macinate.
Jort combatte la malattia in principio col fosfalo basico di calce unito all'oiio di fegato di meriuzzo.
Dele irapiegö gli ammollienli in principio in lozioni, - piü tardi aggiunse ridroclorato di ammoniaca, e dopo vescicatori sui tumori; e cadute le croste, le frizioni con pomata mer-curiale.quot;
Haubner ottenne vantaggi coi carbonati alcalini.
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Maris usa il carbonato di calce unito a tonici ed aroma-tici, e frizioni eccilanti ed irritanti alle lumefazioni esterne.
Secondo altri pratici il miglior rnezzo e ramministrazione dei sali calcari, ehe entrano nella normale composizione delle ossa.
In ogni caso perö, quando la malattia e grave, k meglio
macellare gli ammalati per ulilizzare le carni, essendo in-
guaribile.
(1) P. Polv. di nssausl. gnn. 240 M. e f. polv. Da darsenc per ogni raquo; dirad. genz. raquo; iüO bovina un cacchiaio ordinario 3 raquo; calom. romat. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; volte al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Dicterichs).
o) Osteoporosi. Consisle nell'aumento e nella dilatazione dei canali e delle cellule midollari delle ossa; circostanza ehe produce una lessllura spugnosa meno corapatla, e rende l'osso piü fragile. L'osteoporosi puö essere generale, cioe molto estesa, come nella osteomalacia, oppure locale, limi-tala; suole aecompagnare la carie (Vedi Oileomalacia, carie). p) Rachitide. E un processo patologico pel quäle e ri-tardala , impedila, o resa incompleta la ossiGcazione dello scheletro, per la grande scarsezza con cui i sali calcarei si deposilano nelle ossa duranle l'accrescimento; processo ehe puö moslrarsi in tulto il periodo del tempo ehe lo scheletro stesso impiega ad ossißcarsi.
Laonde non si poträ presentare prima ehe appaiano nello scheletro le prime traccie dell'ossificazione normale, ne sarä piü posslbile si mostri quando lo scheletro siasi completa-mente ossificato; poiehe tanto nell'uno ehe nell'altro caso mancherebbe il substrato della malattia, ehe e il processo di ossifieazione in atto.
II perche Tossificazione dello scheletro non cominciando nel carallo ehe dall'ottava alia deeima seltimana, nel bue dalla sesta alia nona, nella pecora e capra dalla quinta alia sesta, nel maiale dalla terza alia quinta, nel cane e gatlo dalla terza alia quarta, non poträ avvenire ehe da tale epoca sino alia completa ossifieazione. La rachitide quindi e morbo proprio dei giovani animali, e l'osteomalacia degli adulti, stando il substrato di questa malattia nella sostanza ossificata
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dello scheletro. U rachilismo puo avere un decorso acuto o cronico, ed osservarsi nei puledri, agnelli, porchetti, cani, uccelli, scimie, leoni, leopardi ed allri simili aniraali.
Terapia. Bisogna allontanare gli aniraali rachitici dalle abilazioni uraide, e tenerli in luoghi ove I'aria circoli libe-ramenle e si rinnovi, e raccomandare un'abbondanle ciba-zione di lalle, uova, came, farinacei, ecc; cioe uu'alimenta-zione raollo nutrienle, ed all'uopo nei dispeplici, amministrare lonici, amaro-aromalici ed anche ricosliluenli.
Nello slesso tempo ti amminislri qualcbe preparalo di calce, avverlendo perö ehe quesli sono raollo indigeribili; e si fac-ciano frizioni eccilanli, es. con vino aromalico, sulle arlico-lazioni, ed alia colonna verlebrale. Una tale medicazione deve essere conlinuata per raollo tempo. Gli aiuli della ortopedia sono raollo limitati conlro la rachitide degli aniraali. Gli esiti del rachilismo sono o la guarigione coraplela, o la guari-gione incomplela con osleosclerosi o la deformita. Una pol-vere raollo convenienle conlro il rachitisrao, di cui se ne devono dare da 6 a 12 grm. al giorno agli ammalati, e la seguente (1):
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(1) P. Fosfato di calce grm. 50 Carboiiato di soda raquo; 90
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M.
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(L. Brusaseo).
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Ostetricia. Viene questa generalmente defmila: quel rarao delle scienze raediche ehe ha per iscopo lo sludio dei soccorsi da preslarsi durante il parto. Perö ad una tale de-finizione non si deve dare un sense ristrello, poiche queslo ramo dell'arle del guarire non ha solo per iscopo di diri-gere la funzione nalurale del parto, di riraediare agli ac-cidenli ehe insorgono, e di rimuovere gli ostacoli ehe si op-pongono al parto stesso, ma di raantenere allresi Integra la salute della gravida e del prodollo del concepimento, e non solo Gnche queslo conserva i suoi piü nalurali ed inlimi rap-porti colla raadre, raa anche imraedialamente dopo la nascita, e della puerpera stessa. E noi ci occuperemo punto dell'o-stelricia conformeraenle a questa sua eslensione (V. i.rela-tivi artkoli).
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Otolomia. II taglio delle orecchie non si pralica piü ehe nei cani, ed e piuttosto una conseguenza della moda ehe altro. Si mozzano le orecchie ai cani con forbici incurvate, oppure con un bislorl, dope di aver limilala o meno con apposito islrumento la parle ehe si vuoie asportare.
Ovaie (malattie delle). o) Dicesi ovarite rinfiammazione delle ovaie. Si nola piü di frequente nelle cavalle, ehe nelle allre femmine dei nostri animali doraestici. Le alterazioni nutritizie infiammatorie possono aver per sede i follicoli di Graaf, lo slroma delle ovaie, e la lore tonaca sierosa.
Terapia. Nell'ooforite acuta e di somma imporlanza il ri-poso assoluto deU'ammalala, die deve inoltre lenersi ad un regime debililanle, e I'uso di purganti alcalini e di clisteri emollienli, ripeluti e resi anche anodini, allorche si notano fenomeni di eccitazione, e di cataplasmi di semi di lino. Nei easi gravi si ricorre anche al salasso, e per calmare I'abnorme eccilamento dell'istinto sessuale, al bromuro di potassio od alia canfora; e piü convenienle perö il bromuro di polassio. Passato lo stalo aculo giova il ioduro di potassio.
Anche in una puledra appartenenle al zooiatro Zublena, come risulta dalla sloria clinica redalta dal distinto aliievo, ora doltore in zooialria, Slillio da Livorno vercellese, noi abbiamo appunlo pur con sommo vantaggio adoperato il bromuro di potassio contro il forte e persistente da alcun tempo (il dimagramento eresceva di continue) eccitamento venereo in conseguenza di lenta ooforite, guarita coH'uso del ioduro di potassio (quesla puledra si voleva ad ogni costo diehiarare in preda ad idroperitoneo); e ciö mi place riferire in questo
Dizionario a seanso di equivoci...... Puö amministrarsi tale
farmaco alia dose di 8-12 grm. al giorno nella cavalla e vacca.
b) Idrope delle ovaia. Le eist! ovariehe, ehe furono con-statale piü frequentemente nelle cavalle e vacche, hanno origine il piü delle volte da una degenerazione dei follicoli di Graaf, e possono acquislare un volume molto consi-derevole.
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Terapia. Sono inefficaci tutti i farmaci ehe favoriscono il riassorbimento, per cui si deve ricorrere addirittura alia di-struzione deU'oTaia, se non si vuol fare una cura semplice-mente palliativa. Si puo afferrare le ovaie dal relto, e quindi schiacciarle con la prsssione, avvertendo ehe k piü difficile I'operazione nelle cavalle, ehe nelle vaeche, per la lunghezza del sacro e dell'utero e per gli sforzi notevoli; oppure ri-eorrere alia castrazione alia Charlier. Zangger diee esser ria-seilo a far scoppiare le cisti ovariche, colla pressione eser-citala sotto i lombi o baeino.
c) Neoformazioni delle ovaie. In easo di fibrorni, o di altre neoforraazioni, si deve ricorrere all'ovariotomia per arerne una cura radicale.
Falpebre (malaltie delle). a) Blefarile cigliare. Noi in-tendiamo I'infiaramazione del margine libero delle palpebre, la quäle puö interessare seraplieemenle la pelle aH'intorno delle eiglia (blefarite sempliee o forforacea); oppure tulla la spessezza del bordo palpebrale comprese le ghiandole del Meibomio (blef. glandolare). E nei cani ehe abbiarao spe-cialraente studiata quesl'affezione.
Terapia. Nella blefarite sempliee si facciano maltino e sera abluzioni di infuso di fieri di camomilla con un po' di acetato di piombo liquido, o di sotto-carbonato di soda (1). Dopo per eombattere il prurito palpebrale, noi ci gioviamo special-menle del calomelano porürizzato, ehe si deve applicare so-vente. Se con quesli caezzi non ottiensi pronto rnigliora-menlo , si tocehi la parte ammalata, due o tre volte alia setlimana, colla tinlura di iodo, o eol nitralo d'argento in sostanza od in soluzione (2).
Anche nella blefaradenite incipiente, giovano le suddeUe fomentazioni; e piii tardi, rimosse con preeauzione le crosle rammollite con grasso, se compaiono ulcerazioni piü o meno estese delle palpebre per l'aperlura dei pieeoli ascessi, ehe si sono sviluppati nei bulbi delle eiglia, e gli orli palpebrali si rigonfiano, si mediehi con la tintura di iodo o con una soluzione di nilrato d'argento, ö colla potassa eaustiea (3),
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evitando perö in ogni caso I'entrata di questi farmaci nel-I'occhio; giova pure la pomata di precipitato rosso coll'ace-tato di piombo (4).
(1)nbsp; P. Inf. fioricam.colat. grm. 100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata grin. 30
Acetato piombo liq. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2 Sciogli. (L. Brusasco).
oppurenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(5) P. Potassa caustica cgrm. 50
Soltocarbon. soda raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;1 Acqua distillata grni. 20
Sciogli ad use eollirio.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
S. Si adoperi tiepido.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(4) P. Precipitato rosso cgrtn. 20
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acet. piombo crist. • 10
(2)nbsp; P. Nitrate d'argcnlo cgrm.nbsp; 50 Sugna purissimraquo; grm. 8
F. s. a. pomata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;[L. B.j.
b)nbsp; Orzuolo. Consiste in un'infiamtnazione furuncolosa del tessuto cellulare epitarso e del contorno delle ciglia.
Si presenta solto la forma di un tumore della grossezza di un grano d'orzo e piü, ehe e assai doloroso.
II forunculo ha pur sede nel derma e nel tessuto cellulare, ma si distingue per la sua maggiore estensione, e perche puö occupare tutti i punti delle palpebre.
Terapia. In principio si puö lentare di far abortire I'or-zuolo toccandolo col nitralo d'argento , avverlendo ehe piü difficilmeate si riesce a far abortire il forunculo ed il flem-mone; ma appena incomincia il periodo di suppurazione, si rieorra tosto alle fomentazioni tiepide ammollienti , ai cataplasm!, e, presentandosi la fluttuazione, si apra immediata-mente I'aseesso, facendo un taglio parallelo ai bordo libero delle palpebre. Dato esito al pus, d'ordinario baslano la sem-pliee neltezza, e ie fomentazioni aromatiehe calde, per otte-nerne pronla guarigione, favorendo queste la risoluzione delle parti ingorgate.
c)nbsp; Erisipola. Anche alle palpebre la risipola puö essere sempliee o flittenoide.
Terapia. Non differisce da quella da noi gia indicata di-scorrendo dell'erisipola in generale.
In caso perö di risipola cronica puonsi tentare i preparati di iodo (V. Erisipela).
Gontro I'eritema delle palpebre e assai giovevole I'appli-cazione ripetuta di polvere di calomelano porfirizzato.
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#9632;i
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d)nbsp; Edema ed enfisema. Quesle due affezioni si notano specialmente nei cavalli.
Terapia. Si raccomanda, soddisfatto all' indicazione can-sale, I'applicazione di compresse imbibite, e di continuo ir-rorate, di soluzioni astringent!; e solo ailorquando la tume-fazione non cede a quesli mezzi, ehe si deve ricorrere ad incisioni nella regierte palpebrale.
e)nbsp; Eczema ed erpete. Si incontrano assai sovente nel cane, e specialmente allorche occupano altre regioni del corpo.
Terapia. Noi abbiamo usalo con vantaggio la polvere di
calomelano a vapore, ed in generals tulte le pomate a.base
mercuriale (1). II Leblanc consiglia la pomata di zolfo su-
blimato e solfuro di potassio (2) (V. Eczema, Erpete),
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(1)nbsp; P. Glicerol. d'amido grm. 45
Calomelano cgnn. 50,80 F. s. a. pomata. (L. B.).
(2)nbsp; P. Solfo sublimato grm. 2 di grasso, quando si vuole adope-Solfuro di potassio gt; 1 rare pei montoni, cani c gatti.
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idroelorato aimnon.
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(Leblanc).
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f)nbsp; Acariasi alle palpebre. 1 cani, i gatti, ed i conigli sono gli animali, nei quali piu frequentemente la rogna si estende alle palpebre.
Terapia. Convengono le frizioni, dopo di aver ben pulita la parte, con acqua saponata, con la pomata di precipitate rosso, e le pennellature con balsamo peruviano (V. rogna).
g)nbsp; Trichiasi e Dittichiasi. Quando delle ciglia normal-roente cresciute piegansi all'indentro verso il globo dell'oc-chio, si ha la trichiasi, la quale pud essere parziale o gene-rale. Sotto il nome di distichiasi, intendesi quello stato in cui delle ciglia situate piu in vicinanza del margine palpebrale, sono deviate, curvate anormalmente, ed irrilano conti-nuaraente la superficie del globo oculars, mentre le altre ehe si trovano posteriorraente conservano la loro direzione normale; alcune volte delle ciglia crescono medesimamente all'angolo interne delle palpebre.
Terapia. La cura palliativa consiste nell'estirpazione delle ciglia rivolte all'indentro con le pinzette a depilaziorte; ma
Diz. Brusaseo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 28
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le nuove ciglia crescenli irritano 1' occhio sovente piu ehe quelle complelamente slrappate. II Lafosse ed altri consi-gliano, come il Williams, di cauterizzara 11 bulbo dells ciglia strappate con un ago arroventato, oppure con polassa caustica.
Ma nel trattamento radicale conviene Tesportazione di un piccolo pezzo di pelle palpebrale, come direrao a proposilo dell'entropio, coesistendo la trichiasi in generale con piu o men grave arrovesciamento all'lndentro del margine palpebrale.
h) Entropio ed Ectropio. Dicesi entropio rarrovesciamenlo del margine libero delle palpebre all'indenlro verso il bulbo; il piii sovenle e totale, occupa cioe tutlo il bordo libero; si osserva di preferenza alia palpebra superiore.
Quando invece le palpebre sono arrovesciate all' infuori, per modo ehe una porzione piü o meno considerevole della superficie interna piü non combacia eol bulbo, si ha I'ectropio, il quäle puö pure essere totale o parziale.
Terapia. II piii semplice mezzo per guarire I'entropio con-siste nell'asportazione di una ripiegalura della pelle della palpebra deviala ; epperciö sollevata ed addoppiata la pelle della palpebra arroTeseiala nel sense della sua lunghezza in vicinanza del bordo libero , se ne recide la piega, ehe deve sorpassare almeno le tre linee, colle forbici, e si riuni-scono i margini della ferila con alcuni punti di sutura. Dopo circa 24-36 ore si toglie la sutura , e 1' entropio guarisce radicalmenle.
Nell'ectropio all'opposto, il taglio si fa sulla superficie interna (congiuntiva) della palpebra deviata la merce una for-bice a cucchiaio, e la guarigione della deviazione succede sovente colla cicatrizzazione (Hering).
i) Blefaroptosi. E adoperato questo vocabolo per indicare uno stato nel quale la palpebra superiore resta abbassata sul globo oculare ad un grade piii o meno esagerato.
Terapia. Se si tralta di paralisi reumatica, giovano, ollre al trattamento generale da noi indicate a proposito delle reumatiche affezioni, le frizioni sulla fronte, sulle tempia, e
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sulle palpebre con linimenti aromatici, con tintura di noce
•vomica (1). #9632; #9632; lt;#9632;.
Nella ptosi organica, cioe dipendente da rilassamentu e da
esuberanza della pelie, si deve procedere all'estirpazione di
una piega trasversale della medesitna ad una cerla distanza
dal bordo libero.
(1) P. Tint, nocc vom. grm. 4,50 gioruo le palpebre e le Irmpia. Alcnalato lavanda raquo; 70nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco),
S. Per frizionare Ire volte al
/) Blefarospasmo. E la contrazione spasmodica delle palpebre.
Teuapia. Si facciano iniezioni ipodermiche in vicinanza delle palpebre con iiiroclorato di morfina (1). (1) V. Idroclorato morf. cgrm.. 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per iniezioni ipodermiche.
Acido cloridrico q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brnsasco).
Accjua distillala grm. 10
m) Coloboma. E una conformazione anormale delle palpebre consistenle in una fenditura verticale di una o di totle e due le palpebre, sia nel mezzo, sia verso: uno degli angoli; dei peli e medesimamente delle ciglia ne guarniscono d'ordi-nario i bordi.
Terapia. 11 trattamento consiste nel ravvivare i bordi della fessura, e neH'avvicinarli medianle la sutura attorcigliata.
n) Lagoftalmo. Si da il nome di lagoftalmo a quella im-perfezione dell'occhio in forza della quäle non puö chiudersi completamenle; cosi per I'ectropio, per lo strappamento ed il raccorciamenlo della cute delle palpebre per mezzo di ci-catrici, ecc.
Terapia. In oftalmologia umana si e tentata la blefaropla-slia, prendendo la pelle in impreslilo dalle parti vicine.
Paralisi. Si indica con quesla denominazione una forma di alterata irmervazione (nevrosi), consistente nella scemata od abolita altivitä dei nervi. Quindi nella sfera della moti-lila, la paralisi e una neuropatia di diroinuita o cessata in-nervazione motrice (paralisi propriamente detta od acinesia); e nella sfera della sensibilila, e una neuropatia di diminuita o cessata innervazione sensitiva (V. Anestesia).
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11 Roll definisce la paralisi: la diminuzione o la soppres-sione della facoltä ehe hanno i muscoli di contrarsi per quanto pero quest'alterazione dipende dai nervi motori.
La paralisi puo colpire si i muscoli volontarii ehe invo-lontarii; es. paralisi dei muscoli delle estremitä, di quelli della faccia, la paralisi dell'esofago, della Teseica ecc. Nei muscoli in preda a paralisi il movimento puö essere abolito in modo assoluto, completo, o solamenle diminuito, per cui possono ancora i muscoli contrarsi, ma dobolmente, donde le espressioni di paralisi completa ed incompleta, paralisi o paresi.
I perturbamenti perö del movimento volonlario, ehe hanno un'altra origins, cioe non dipendenti dai nervi, come sareb-bero quelli ehe vengono provocati da malaltie dei muscoli (infiammazione dei muscoli, flemmone ecc), delle arlicola-zioni e delle ossa, non devono annoverarsi tra le paralisi.
La paralisi e molto variabile per quanto spetta alia sua estensione; cosi alcune Tolte non occupa ehe un sol muscolo, es., paralisi del rilevatore della palpebra superiore, dell'or-bieolare delle palpebre ecc; in altri easi attacca un certo numero di muscoli congeneri, es. muscoli respiratori ecc; -od infine molti muscoli isolati ed indipendenti gli uni dagli altri: in tutti questi easi si chiama paralisi parziale.
Infine puö occupare una grande estensione del eorpo (paralisi diffusa), come la metä posteriore, paraplegia; o la metä laterale, emiplegia; si dice emiplegia facciale, quando affetta una parte laterale della faccia; ed emiplegia incro-ciata, allorquando si manilesta in senso diagonale, attaccando ad es. il merabro destro anteriore ed il sinistro posteriore. Si designa poi eolla locuzione di paralisi doppia completa od incompleta, la soppressione o la diminuzione contempora-neamente della motilitä e della sensibilita. In clinica, in breve, noi possiamo distinguere le paralisi per la natura delle ea-gioni, in paralisi traumatiche, da anemia, da discrasia, da infezione e da inlossieacnento; per la natura della lesione, in organiche e funzionali; pel grado in complete ed in incomplete (paresi); per la sede della lesione, in central! e peri-
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437 feriche; per la estensione, in parziali e diffuse; ed infine pel modo di origine in dirette e riflesse. Giä trattando delle malatlie del cervello dicemmo di quelle paralisi ehe risultano da una distruzione o da qualche altra alterazione dei centri della volonta , ehe si fanno impotent! ad esercitare un im-pulso motorio sui nervi periferici, e di quelle ehe dipendono da disturbi circolatori e nutritivi dell'encefalo.
Inoltre le paralisi dovute ad alterazioni del midollo spinale, per cui non puö piu propagarsi I'eccitamento dai centri della volonta ai nervi motori, pur vennero accennate nei ri-spettivi precedent! capitoli delle malattie del midollo spinale. II perche ora ci occuperemo solo in modo particolare delle paralisi periferiche; cioe di quelle paralisi ehe si sviluppano allorquando i nervi periferici sono separat! dal cervello o dal midollo spinale, o quando i medesimi perdettero la loro ec-citabilitä in conseguenza di un'alterazione di tessitura.
Terapia. L'indicazione causale deve soprattutto esserepresa in considerazione, quantunque di rado vi si possa adempiere, specialmente nolle paralisi periferiche, ehe durano giä da alcun tempo, ed ottenerne un felice risultato. Cosi devesi ri-correre aU'eslirpazione dei tumori, ehe per compressione di nervi cagionano paralisi, - favorire la circolazione arteriosa nelle parti paralizzate ecc; ma e specialmente nelie paralisi da freddo, ehe si oltengono, se non durano da troppo lungo tempo, buoni risullati con un conveniente trattamento causale. E da raccomandarsi in questi casi una cura diaforetica, -i bagni a vapore, i bagni caldi sono coronali da felice ef-fetto, il quale in ogni case deve essere coadiuvato dall'ap-plicazione di rimedi irritanti sulla cute in corrispondenza del decorso dei nervi affetti.
Ma in ogni paralisi deve il clinico cercare di impedire la completa abolizione dell'eccitabilitä, ehe in leggiero grado si mantiene ancora in un nervo incompletamente paralizzato, e di arrestare Talrofia e le degenerazioni regressive dei mu-scoli paralizzati, se hanno giä cominciato, o di impedirle prima ehe comincino. Un mezzo assai giovevole per soddis-
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fare a quest'indicazione sintomatica, per combatlere le alte-razioni secondarie ehe nel decorso di una paralisi si svilup-pano nei muscoli e nei nervi, e la faradizzazione localizzata. Questa facendo conlrarre i muscoli inerti, ed eccilando i ri-spettivi nervi, giova come mezzo ginaaslico, ed i nervi in un coi muscoli ricuperano, se la lesione non e troppo pronun-ciata, la loro azione intiera. In cani con paraplegia, ehe si sviluppö durante il cimurro, noi abblamo adoperalo appunto con favorevole risultalo relellrlco. Non si devono perö ado-perare correnti elettriche Iroppo forti, ma applicarle dap-prima per soli due o Ire minuli, piii tardi per cinque, e dopo per 10-15 minuli, ogni due-Ire giorni e non piü, sa-pendosi ehe reccitabilila di un nervo viene diminuita ed an-nichilita lanto per la troppo lunga inerzia, quanto per un eccitamento eccessivo. Nelle paralisi trauraatiche, da freddo, e tossiche non si deve ricorrere alia corrente d'induzione, quando si puö supporre una lesione di conlinuitä ed un pro-cesso flogislico nel tronco del nervo, ma solo dopo tolla la lesione di continuilä o la flogosi, e quando si nota sojto I'applicazione deU'eleltriciia la contrazione del muscoli para-lizzati. - Oltre aU'eleltrico giova ramminislrazione interna della stricnina in tutte quelle paralisi di origine periferica, in cui non vi ha dislruzione o degenerazione irreparabile delle Obre nervee, e dei muscoli da loro innervati; ma dipende invece la paralisi da allerazioni di nu(rizione fisiologicamenle guaribili, e specialmente se conseguono a prolungata inerzia dei rispellivi nervi e muscoli, essende abbaslanza noto ehe la nulrizione viene eccitata dalla funzione; mentre un or.?ano ehe rimane in riposo, non puö nulrirsi, e conseguenlemente cade in alrofia, e va soggetto a trasformazioni regressive.
Gli stricnacei agiscono a guisa di forti slimolanti sui nervi, e mediaute essi anche sui muscoli inerli, e deslando forti cer-renli nervee e producendo energiehe contrazioni muscolari, ne ripristinano la nutrizione e la eccitabilitä. ß soprat-tutto nelle paralisi reumaliche, ehe si trovano vantaggiosi, non ehe nelle Iraumatiche per semplice contusione dei nervi.
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#9632;#9632;
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ed in quelle dipendenti da denutrizione dei nervi e mu-scoli per prolnngala inerzia, Neiramminislrare la stricnina si deve sempre cöminciare da piccole dosi, ed auntsentarla poco a poco; si deve star guardinghi contro la sua azione cumolativa, e sospenderne I'uso tostoche si ossefvano delle brevi e rapide scosse degli arti, simili a scosse eletlriche. Giovano pure le iniezioni ipodermiche di nitrato di stricnina (l). II pratico infine nella cura delle paralisi pud an-cora trar profitlo dall'idroterapia^ cioe dall'applicazione esterna dell'acqua fredda, esercitando questa sulla motilitä e solla sensibilitä uiia azione eccitante. II massaggio, e corae gia si disse, I'applicazione locale degli irritanti, riesce molte volte anche conveniente.
(1) P. Nilrato stricnina mgrra. 1-3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per iniezioni ipodermiche
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 1 nel cane.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Si aumenti la ilesc gradnlamentc.
Paralisi del nervo facciale. Paralisi dei mu-scoli della faccia. Le paralisi facciali sono dette cerebral! o periferiche a seconda ehe conseguono a cause cen-trali (emorragie, infiammazioni, sclerosi, rammoliimento o tumori del cervello), o periferiche. Queste sono traumatlche o da freddo; fu osservata durante la sifilide equina.
Terapia. Neila paralisi facciale si deve innanzi tutlo pur soddisfare all'indicazione causale con mezzi chirurgici o me-dicali. Nelle traumatlche (per contusion! alle guancie) e conveniente I'uso delle compresse fredde in prima, quindi delle frizioni alcooliche o con tintura d'arnica, con linimento volatile e colia pomata di iodo. Se dipende da tumori prementi, devono questi essere esportati, e via dicendo. La terapia delle paralisi reumatiche recenti consiste neH'uso di suffumigi di bacche di ginepro, di incenso, di fiorume di fieno, e di fo-mentazioni aromatiche calde, fatte appunto con piante aro-matiche, cui si aggiunge un po' di canfora , e nell'ammini-strazione interna del solfato di soda e del nitro.
Nelle forme reumatiche croniche, ed in ogni case- allor-quando, soddisfatto all'indicazione eausale, non scompare la
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paralisi, si deve ricorrere a frizioni irrilauli piü forti, - sena-pizzate, di olio di crotontiglio ecc, oppure all'uso della noce vomica, e meglio della stricnina per iniezione sottocutanea; vantaggi si possono pure avere dalla cura elettrica.
Paraplegia. Suolsi indicare con questa parola la paralisi piü o meno completa degli arti posteriori, e sovente anche della vescica e del retto; la paralisi della metä posteriore del corpo. Si osserva piü frequenteraenle nei cavalli e nei cani; in quesli e sovente consecutiva al cimurro, e ad ac-coppiamenti troppo sovente ripetuti (vedi quanlo si disse a proposito delle aflezioni dell'encefalo e del midollo spinale, delle paralisi in generals, del cimurro dei cani, lombag-gine ecc).
Si osserva pure in tutte le femmine dei nostri animali do-mestici specialraente negli ultimi mesi della gravidanza, ma 6 piü comune nelle vacche appunlo verso gfi ultimi giorni della gestazione, ed alcune volte si nota ancora dopo le fa-tiche ehe precedono il parto, ed in seguilo a parlo laborioso.
Terapia. Si deve anzitutto, per quanlo e possibile, sod-disfare all'indicazione causale; epperö regiSie dietetico, stalle igieniche, ecc, e se e conseguenza di congestione al midollo spinale, ecc, si ricorra a quei mezzi da noi consigliati al ri-guardo, non metlendo perö in pratica un tratlamento molto attivo, ma piuttosto palliativo, non potendosi d'ordinario avere una guarigione completa, se non dopo il parlo.
Perö quando consegue a parlo laborioso, e si sono eserci-late forti trazioni sui legamenü uterini, o si e prodotto un rilassamenlo deirarlicolazione sacro-coxale, sono nocivi gli eccitanti inlerni, ma giova I'applicazione di una compressa fatta con un lenzuolo a piu doppi imbevuto di una tiepida infusione di fieri di sambuco o di un'infusione aromatica vi-nosa, rinnovandolo prima del suo complelo raffreddamento, 1* amministrazione interna di bevande nitrate, ed il tenere Tammalata ad un regime conveniente.
Se 6 conseguenza la paraplegia del catlivo stato di nulri-zione in cui trovasi la partoriente, si ricorra ad una lauta alimentazione, ai tonici, agli eccitanti ed agli eucrasici.
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II Benion consiglia nelle pecore di amministrare due volte al giorno un eletluario di noce vomica (1).
In ogni caso, quando la paraplegia non guarisce dope il parto, bisogna ricorrere ad un tratlamento curativo piu ener-gico (V. Paralisi ecc).
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(1) P. Noce vomicanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 2
Polr. di genziana gt; 10
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Miele q.b. per fame eletluario. (Benion).
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Parotite. E rinfiammazione delia parotide e del tessulo cellulare avvolgente. Puö essere primitiva, ancor detta idio-patica o sponlanea, e secondaria o sinlomatica. Nella paro-titide idiopatica, ehe atlacca di preferenza i giovani animali ed in modo speciale i puledri, ed anche molii nello stesso tempo in conseguenza del freddo-umido, forma epizootica, la terminazione per risoluzione amp; la regola, la suppurazione rara, ed eccezionale la gangrena e I'indurimento ; mentre nella forma sintomatica, e traumalica, e piü frequente la suppurazione ehe la risoluzione, e non rara la gangrena; e spe-cialmente nella traumatica ehe Tindurimento non e infre-quente ad aversi.
Tkkapia. La parotitide spontanea richiede un trattamento semplicissimo. Se l'intumescenza 6 poco dolorosa, e non molto estesa, basta teuere l'ammalato in locale con tempera-tura dolee , attivare con frizioni secche, od avvalorate con essenza di trementina ed alcool canforato, la ciccolazione cu-tanea, diminuire gli alimenti, ed applicare sulla parte malata un emolliente cataplasraa ehe si ricopre con una pelle d'a-gnello o con uno straccio di lana per mantenervi il calore e sotlrarre la ghiandola alia funesta influenza dell'aria atmo-sferica. Questi semplici mezzi cioe, coiramministrazione di un purgante salino, se vi esiste stitichezza, sono sufficient! per averne pronta guarigione nei casi leggeri. Perö nei casi in cui i dolori e gli aeeidenti infiammatori sono molto aecusati, bisogna coprire il tumore con cataplasmi emollienti caldo-umidi resi anodini (1), insistendo nei medesimo tempo nel-l'araministrazione di purganti; e utile poscia ungere la re-gione parotidea con unguento di mercurio prima di applicarvi
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i cafaplasmi. Ma se la tumefazione, cio malgrado, rimane sta-zionaria, e non tefide alia risoluzione, calmati i sintomi in-fiammatorii, conviene far precedere I'applicazione dei cala-plasmi emollienti da frizioni di pomata mercuriale iodurata. Aliorche la suppurazione ha iuogo, bisogna incidere il (umore appena ehe la flultuazione e evidente, onde irapedire I'eslen-sione delle alterazioni, e medicare all'uopo, non aspettando ehe si apra da se.
Nella parolilide traumatica, da punture o contusioni, se si e richiesti sin dal primo memento , si ottengono buoni effetti, arrestando lo sviluppamento della tumefazione, con lo-zioni fredde; fuori di questa circostanza conviene il tralta-menlo superiormente indicato.
Se la gangrena si presenla, si cerchi di arrestare la distru-zione della parte coll'applicazione di anliputridi, polvere e tintura di china, tintura di mirra ecc. (V, Gangrena). Nella terminazione per indurimento non se ne puo piü ottenere la guarigione completa, malgrado le frizioni di unguento mercuriale in connubio col iodo e ioduro di potassio (2).
Nella parolile meccanka per impedito deflusso della saliva da calcoli, basta allontanare la causa per averne pronla guarigione.
Conviene lo stesso trattamenlo topico nella parotitide sin-
tomatica, modificando perö a seconda della malattia primi-
tiva ramministrazione di medicaraenti allo interno.
(1)1'. Fogliebcllad.polv. grm. 350 Euforbionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 6
Farina di segala • 180 Sugna porcinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. SO Acquabollcnte q.b. per fame F. Unguento.
caltplasmu. (Herlwig). Da ungere una voltanbsp; al giorno
(2) P. Polv. di canlaridi grm. 12nbsp; nbsp; la ghiandola.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Seer;.
Partb. Dicesi parto I'espulsione o Pestrazione dall'titero del prodotto del Boncepimento gia vitabile, e dei suoi annessi. Eppero quando il parto si compie colle sole forze della na-tura, sara detto naturale, fisiologico, normale o spontaneo; e quando e necessario il soccorso dell'arte, anormale, patologico od artißciale. In quanto all'epoca della gravidanza in cui si effellua il parto, abbiamo :
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U3
A laquo; il parlo a termine, ehe si compie al fine del tempo normale delta gravidanza;
B laquo; Taborto, quando il felo k espulso in nn'epoca in cui non e ancora atto a vivere ;
C laquo; il parto premaluro , se succede priroa delia fine del tempo normale della gratidanza , ed il feto presenta delle tracce evident! di non malurita;
D laquo; il parto precoce, se si compie anche parecchi giorni prima dlaquo;lla fine della gravidanza, ma il feto ha tutli i segni della perfetta maturity ;
E tf il parto tardivo o serotino, se si effetlua dopo I'epoca normale della gravidanza (serabra ehe il feto abbia percorso tutti i periodi della vita entro-uterina eon una lentezza mag-giore).
A seeonda poi del numero dei feti, il parto puö essere: semplice o multiplo. Per quanto si riferisee al parto patolo-gico vedi Metrocinesi, Metropereinesi, Seeondamento, Me-trorragia eee.
Pebrina. La pebrina, od atrofia del baco da seta, £ raa-lattia eontagiosa, parassitaria, prodotta e mantenuta da cor-puseoli ovali, ehe dal norae dello seopritore il Prof. Cornalia, sono ehiamati corpuscoli del Cornalia. La moltiplieazione di detti eorpuscoli si eompie ora lenta, ora rapida, di modo ehe la pebrina puö avere un corso lento od acuto. Questa ma-lattia assale il baco da seta in tutli gli stadii della sua vita, cioe di eellula ovarica nelle uova, di larva, di ninfa o cri-salide e di insetto perfelto.
Mezzi profilattici. Sieeome i bachi infetti al memento della nascita non muoiono tutli, e possono ancora giungere alia terza od alia quarta, e colle feecie o col loro cadavere, come quelli ehe muoiono nella prima e seeonda ela, diffondere i eorpuscoli del Cornalia e propagare la malatlia ai sani, e necessario allontanare dai graticci non solo i cadaveri ed i bachi infetti, ma anche il lelto, e di mantenere nelle bigat-tiere ed in tutto una conveniente pulizia.
II metodo di seleziona , per otlenere un buon seme bachi
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non infetlo, consiste neU'esaminare il corpo di tutle le feminine dopo ehe hanno fatte le uova. II seme proveniente da femmine infelte si gelti via (*).
Pestlaquo; hoviua. E gravissimo morbo infeltivo, eminen-lemenle contagioso, febbrile, a corso aculo, proprio dei bo-vini nel suo originario sviluppo, da cui si comunica alle allre specie di ruminanli, - pecora, capra, dromedario , an-tilope e cervo, - il quale ha origine in alcune regioni palu-dose dell'Asia, ed e frequente nelle razze bovine delle Steppe della Russia, da cui viene importalo in Europa. Questo mi-cidialissimo raorbo, il cui virus, secondo I'Hallier, consta di micrococchi piccolissimi, ed agisce suH'epitelio di quasi tutle le mucose e su quello delle lore ghiandole mucipare e sin-golarmente suH'epitelio delle glandule e della mucosa del canale alimentare, producendo iperemie delle mucose mede-sirae, alterazione e dislacco delle cellule epiteliali in tratti estesi o circoscrilli e fonnazione di erosioni, di noduli o di placche, onde febbre, diarrea, collasso delle forze e morte del maggior numero degli animali colpiti, non e fortunata-mente contagioso alia specie umana e ad altre specie di animali, eccettuati i ruminanti ed i pecari (V. Rivolta , opera citata).
Cuba. L'esperienza e I'osservazione hanno dimostrato, ehe nelle varie regioni d'Europa non conviene assolutamente curare i ruminanti ammalati di peste, quando questa ha invaso una parte sola di uno Stato, ossia non e di molto estesa. E solo lecito sottoporre a cura i ruminanti caduti affetti, quando la malattia ha preso vaste proporzioni , e la lore uccisione non trova piu la sua indicazione.
Ed a questo proposito ci affreltiarao ad aggiungere, ehe molti mezzi proposti come utili da alcuni, da allri vennero trovati dannosi; per cui la cura della peste bovina, presen-lemente non puö essere ehe sintomatica. Si raccomanda pel malati robusti ed in buono stato di nutrizione con forli sin-
(*) V. Rivolta, op. cit.
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tomi febbrili, il salasso, il nitro ed 11 calomelano; per quelli nei quali predominano i sintomi comatosi, la vale-riana, I'arnica, I'assafetida, la canfora ; e se havvi diarrea, gli aslringenli. 11 Lemaitre scrive ehe da esperimenli falti risulla ehe l'acldo fenico previene lo sviluppamenlo del tifo a periodo di jncubazione poco avanzata , e lo raccomanda percio in bewande alia dose di 50-60 grammi al giorno (Re-cueil 1872). Per ultimo da allri si sono decantali gli iposol-fiti, la cocciniglia, ecc.; e da un proprietario della Russia meridionale, Amedeo Philibert, I'acqua di mare, data in vece dell' acqua dolce per tulta la durata dell' epizoozia , e com-mendata specialraente come buon preservative ; al riguardo pero la scienza non ha ancora detto I'ultima parola. In ogni caso gli ammalati saranno tenuli in stalle aerate, pulite, e ad un regime corroborante.
Tra i mezzi a cui si ricorse per minorare i danni della peste bovina , vuole essere ricordato I'innesto, ma anche questo solo puö convenire nelie razze della localitä, dove la peste e originaria, ma non nelle varie regioni d'Europa, ove la medesima viene importata.
Provvedimenti di polizia sanitaria. Questi hanno per iscopo di impedire dapprima I'entrata del morbo nel paese, e poscia di estinguerlo quando e gia importato. Proibizione adunque laquo;leU'inlroduzione per mare e per terra degli animali di qua-lunque specie dalle localitä in cui serpeggia la peste e degli oggetti tutti ehe in qualunque modo possono essere veicolo di virus, come pelii, unghie, carni, ecc; ed all'uopo stabi-lire anche un cordone sanitario, quando il morbo si fosse sviluppato in comuni vicini alia frontiera, e via via.
Pronta uccisione di tutti i ruminanti ammalati, e di quelli ehe hanno soltanto coabilato cogli infetti, o ehe per altri motivi si credono sospetti, rendendone pero meno gravi le conseguenze coile volute indennizzazioni ai proprietari (*)•
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(') Si tralascia per brevila di dnre al riguardo maggiori ragguagli, ehe il Icltore puö trovare negli £lenienti di Giuris/irudenza Medico-Fe-
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Pericardio (raalattie del), a) Chiamasi pericardite I'in-fiammazione del pericardio, la quale fu osservata in tutti gli animali domestici; puö essere primitiva , e questa con-segue a cause esterne, cosi a corpi metallici acuminati ehe introdolti cogli alimenli negii stomachi dei boviai special-menle, si dirigono al pericardio ed al cuore, a contusioni sulla regione precordiale, ecc. {pericardile traulatica); ma di rado invece all' impressione del freddo (pericardite reumatica) in-dipendentenaente da altre manifestazioni reumaliche antece-denli; o secondaria, la quale si sviluppa in seguito dell'in-fiammazione precedente di alcuni degli organi ehe sono in rapporto di contiguitä o di vascolarizzazione col pericardio stesso, oppure non e ehe una delerminazione locale di un'al-tra malaitia, cosi reumatismo arlicolare acuto, piemia, ecc.
La pericardite per il decorso si distingue in acuta e cro-nica, e per la estensione, in circoscritta e diffusa; e la neo-plastica ehe decorre cronicamente, mentre I'essudativa suole essere acuta, e solo talvolla passare al cronicismo. La pericardite acuta primitiva si inizia, eccettuata quella ehe e pro-vocata da corpi estranei, con brividi e febbre, anoressia , malessere generale ed accelerazione della respirazione; ma e specialraente dai sintomi ßsiei, palpazione , ascollazione e percussione dell'aia cardiaca , ehe si puö fare la diagnosi differenziale. In una vacca ricoverala in queste inferraerie nell'anno scolaslico u. decorso, perehe riconosciuta affetta da pericardite essudativa con decomposizione pulrida di parte deH'essudato (diagnosi die venne confermata dalla necro-scopia), mentre si senlivano con diflicolla i battiti cardiaci, si percepiva assai bene anche stando in piedi in vicinanza dell'ammalata al lato sinistro specialmente, un rumore guaz-zanle di un suono abbaslanza chiaro, dovuto sicuramenie al liquido sbatluto dai movimenti del cuore; un tale rumore
Urinaria del Profcssore Dircttore Vallada; nella Circolare Minislerialc in data 2 ollobre J863, pubblicala net Medicraquo; Felerinavic dcllo stesso anno, c ncll'opcra giamp; piu rolte citala del Cav. Prof. RiTolta.
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447 era paragonabile, come pure constatarono gli allievi, a quello di acqua mossa e sbaltuta in una bottiglia, perö non piena.
Terapia. Nel principio della pericardile primitiva, ed in quella ehe si sviluppa per conliguila nel corso di pneumo-nite o di pleurite , ed allorchfe la temperatura e molto ele-vata, si dovra avere in mira di prevenire e comballere la febbre, di moderare l'eccitazione del cuore e di prevenire lo spandimento. Per soddisfare a queste iudicazioni si ricorre airamministrazione della digitale, ehe giova appunto per ab-bassare la temperatura, rallenlare i batliti cardiaci, e rendere le contrazioni piü complete e piü ordinate, - e del tarlaro stibiato, ehe giova anche, in questo case, come potente eva-cuante. Si danno agli ammalati delle bevande acidulate e fresche, e si tengono ad una dieta moderata, ed in assoluto riposo.
Se havvi costipazione, si ricorre ail'uso del solfato di soda aU'interno, e di clisleri lassativi. Riordinati perö i moti del cuore, la digitale va sospesa. Negli animali deboli e lan-guenti con grave febbre, e meglio unire alia digitale il solfato di chinina (1) verso il lermine della cura.
Non bisogna ricorrere alle emissioni sanguigne, se non in casi eccezionali, - cosi per complicazione di stasi cerebrale, ed in individui giovani e robusti; sono pure di nessun ef-fetto in questo primo periodo della pericardite , ed anche dannosi, i vescicatorii , le frizioni di poraata emetica e di mercurio.
Nei cani al dire del Leblanc giovano nel periodo di acuzie le sanguisughe alia regione precordiale.
Se malgrado tutti questi mezzi si produce uno spandimento piuttosto notevole, nel nftentre scema la febbre, e tutti gli altri sintomi principali si ammansano, si dovrä amministrare dei diuretici, cosi scilla, bacche di ginepro (2), aeetato di po-tassa, ecc, e ricorrere all'applicazione di vescicanti volanti ripetutamente; ed all'uopo anche ail'uso di purganli, special-menle salini, perche provocano delle evacuazioni molto sierose.
In medicina smana contro il dolore, in principio della pe-
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ricardite, sono vantate le applicazioni del freddo, ed anche
la vescica al cuore.
Quando malgrado questo traltamento I'essudato persists, passando )a malattia allo stato cronico, conviene lo stesso trattaroento ehe nella pleurite ad andamento cronico sin dal suo principio. £ mestieri una alimentazione corroborante e I'uso dei tonici, - insistere suU'applicazione delle frizioni ir-ritanti, e sull'uso interno del ioduro di potassio; - se si presentano edemi in varie parti del corpo, ricorrere ancora all'uso dei diuretici e dei purganti. Quando nella pericardite havvi roinacciante paralisi del cuore, devonsi dare gli ecci-tanti, i slimolanti, - giova la chinina , nei piccoli animali I'estratto di china, I'acetato d'ammoniaca, il vino, gli alcoo-lici ad alia dose, il liquore anisato di amraonio, I'etere nei vino, e via dicendo.
Non conviene nei nostri animali domestici ricorrere alia paracentesi, il di cui efTetto del resto non puö essere ehe palliativo.
Nella pericardite traumatica dei bovini, ehe si complica d'ordinario di miocardite, il clinico deve limitarsi ad un traltamento sintomatico - razionale, non potendosi sicura-mente soddisfare all'indicazione causale, quando e conseguenza di corpi estranei, ehe dall'esofago o dal panzone si sono por-tati appunto al pericardio e cuore. La guarigione perö puö benissimo aversi, allorquando il corpo estraneo relrocede, ed esce attraverso le pareti toraciche od addominali; ciö si 6 osservato raramente. Si e ben tentato dali'Obick e dal Meyer I'estrazione del corpo estraneo la merce un' operazione chi-rurgica, ma i risultati avuti non ci autorizzano sicuro a rac-comandarla ai nostri colleghi. Del resto gli animali bovini, nei quali si puö diagnosticare con certezza questa pericardite traumatica, k meglio condannarli il piu presto al macelio.
(1) P. Solfsto di chinina grra. 6nbsp; nbsp; (2) P. Bacche di ginepro grm. IS
Foglie digit, polv. gt; 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Calamo arom. raquo; 3
Polv. cd eslratto genziananbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. inf., colat. di • 200
q.b. per fame due boli.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Agg. acel. potassa raquo; 6
S. Uno mattina e sera ad unnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da un cucchiaio ogni era
bue o cavallo. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; al cane. (L. Biusasco).
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b)nbsp; nbsp;Conerezioni del pericardia col cuore. Sono la conse-guenza di pregressa pericardite, e possono essere piu o meno estese; e inutile perö parlare di terapia per queste neo-merabrane ehe coslituiscono le aderenze del cuore col peri-cardio, dovendo il trallaraento invece essere diretto coniro i disordini circolatorii, ehe ne sono conseguenza.
c)nbsp; Idropericardio. fi I'idropisia del pericardio; cioe si da il norae di idropericardio alia raccolla piu o meno conside-revole di sierositä nella cavilä del pericardio senza prece-dente od attuale infiammazione dei suoi foglietti.
II vero idropericardio si nota di rado; ma in zooiatria si h confuse queslo colla pericardite essudaliva. A seconda delle cause si puö distinguere in meccanico e discrasico, cosi in se-guito a stasi del sangue nel cuore destro ecc, - ad idroemia, come nelle pecore amraalale di cachessia ictero-verrainosa, e via via.
Terapia. Non essendo mai una forma primaria, la cura dell'idropericardio deve essere direlta cor,lro la malattia ehe lo sostiene. Se questa e incurabile, si faccia una terapia sin-tomatico-razionale; di rado si puö diminuire la quantitä del liquido coH'uso dei diuretici, dei diaforetici e dei purganti, ed in ogni caso non si avrä ehe un effetto palliative (V. Idro-torace).
d)nbsp; Emopericardio. E la raccolta di sangue nel pericardio per persistente rottura del euere, o per perforazione, come puö succedere nella miocardile traumatica dei bovini, o per rottura dei gross! tronchi vascolari situali al pericardio , o della lacerazione delle arlerie coronarie.
Terapia. Siccome in quesli casi ne succede ognora piü o meno prontamente la morte a seconda dell'abbondanza del-I'eraorragia, non si puö neppur far parola di terapia.
e)nbsp; Pneumopericardio. E la raccolta di gaz nel pericardio. La presenza perö di fluidi aeriforrai nel pericardio coinci-dendo sempre con una pericardite anteriore o posteriore, viquot;raquo; esisle in tutli i casi una raccolta misla di liquido e di gaz, cioh si ha idropneumopericardio.
Dii. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S9
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Terapia. La terapia e in principio quella della pericardite, ed in seguito non si polra far aitro ehe una cura sintomatica; pero e preferibile nei bovini la pronla macellazione al trat-tamento curativo.
Peritoneo (malattie del), a) Peritonite. L'inGammazione del peritoneo (peritonite), ehe e tnalattia frequents in tutti i nostri animali doraestiei, puö essere, quanto alle sue eause, primitiva o seeondaria; quanto alia sua estensione, generale o parziale; e quanto al suo eorso, aeuta e eroniea.
La peritonite primitiva o da cause esterne, puö osservarsi in tutti gli aniraali ed in tutte le eta, ma e meno frequente della seeondaria ; e piü frequente la peritonite traumatica, ehe la reumatiea in eonseguenza di perfrigerazione del corpo e di altri influssi atmosferiei.
La peritonite seeondaria c deterrainata da cause endocor-poree, epperö a seeonda ehe la causa generatriee e un processo patologico precedente in alcuni degli organi rive-stiti dal peritoneo, oppure un' infezione dell'organismo sia aeuta, ehe eroniea, si ha la peritonite per propagazione, e la peritonite per infezione o discrasica.
Terapia. Si deve innanzi tutto soddisfare all' indicazione causale; eosi se e prodotta da ritenzione delle feel, da un'er-nia intestinale strozzata, ecc., si puö tentare il trattamento opportuno, gia allrove esposto, della malattia primaria.
La peritonite aeuta generale debbe essere combattuta non coi salassi ehe sono sempre nocivi, ma in principio, e specialmente la reumatiea, eoU'applicazione di eataplasmi caldi all'uopo irrorati eoH'olio di giusquiamo, e spesso rinnovati sul venire dei piceoÜ ammalati; nei grandi animali si rieorre piü vo-lentieri ai foment! tiepidi (*). Nello stesso tempo, se il dolore e molto vivo, possono usarsi le iniezioni sottoeutanee di mor-
(*) Qupsti cstaplasmi, e le ripetutc general! fomentazioni liepidc (in-volgimento) scrvono a rilasciare i lessuli , a minorare la tensione, cp-pereiö anche il dolore, ad agcvolare la circolazione , a facililare il de-flusso , a togliere la stasi ed a diminuirc quindi anche I'essudazione, benehc in via apparentcinente opposta ai fomenli freddi , come ben a lagione pur dice il Cantani.
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451 fina, oppure amministrare all'inferno 1' oppio o I'esiraUo di giusquiamo. Se all'incontro si tratta di peritonite traumalica, invece d'ei cataplasmi caldi, si deve riconere immediatamenle ai foraenli freddi, ricoprendo I'intiero venire con lenzuolo, o compresse bagnate nell' acqua ghiacciata, le quali devono pero rinnovarsi ogni dieci o dodici minuti senza interruzione; corne abbiamo gia indicato varie volte le appllcazioni fredde sono pur utili contro il meteorisrno. Nell* uno e nell'altro caso poi, se vi esiste coslipazione ostinata, e necessario di sbarazzare 1'inlestino con purganti non mollo irritanli; ep-perö a questo scopo riesce ulile il calomelano , ehe con molta probabililä purga senza irritare menornamente, come pure giovano gli oleolei emulsionali con gomma ed acqua, e 1 applicazione di clisteri non tnolto copiosi, onde non dislen-dere molto le intestina e comprimere cosi il peritoneo. Se si presenlano gravi fenoraeni febbrili, si ricorra all'uso della digitale e deU'emetico. Aggiungiamo perö ehe conviene, ap-pena corapaiono i primi fenoraeni di prostrazione , amministrare i tonici ed i stimolanti; a questi farraaci si deve pur ricorrere, e non al salasso, anche fin dal principio, quando subentra eianosi, grave dispnea , e gli ammalati sono mi-nacciali di soffoeazione per paralisi del cuore. In principio le frizioni irritanti-vescicatorie sono inutili, e non trovano la loro indicazione ehe nelle peritoniti a decorso protratto, ed allorquando gli accidenti acuti e febbrili cominciano ad in-fievolirsi, e minaccia TafTezione, pel difetto di riassorbimento, di passare allo stato cronico.
Se lo spandimento liquido e molto abbondante, e minaccia I'esistenza deH'ammalato, si debbe ricorrere alia paracentesi addominale anche in questo periodo.
Nelle peritoniti infettive (piemiche) e preconizzato il sol-fato di chinina fin dal loro iniziarsi per l'intensitä e la du-rata della febbre.
Nella peritonite per perforazione la somministrazione in-terna piü razionale e quella dell'oppio anche ad alta dose, onde diminuire oJ arrestare i movimenti peristaltici dell'in-
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testino, e mitigare il dolore : se ne avvalora I'azione, come in tutte le peritoniti, col riposo assoluto, colle applicazioni locali fredde, e col non amminislrare ai pazienti bevande di sorta, rr.entre in altre forme di peritoniti sono convenienti le temperanti; ma si calmi la sete con gargarismi ghiacciati. Si sa , ehe sono micidiali in questa peritonite perforatoria tutti i purganti e tutti i mezzi ehe possono accrescere il ino-vimento peristaltico.
La peritonite cronica sarä combattuta colle frizioni vesci-catorie iodate, coll' amministrazione interna del ioduro di ferro (ioduro di potassio e solfato ferroso); colla puntura del-I'addome, se I'essudato liquido e assai considerevole ; colla somministrazione dell'oppio, bismuto, ecc, se la diarrea e abbondante, e con una medicazione tonica ed alimentazione roborante, stimolando nello stesso tempo le funzioni della pelle con frizioni secche.
Anche contro il pneumo-peritoneo (pneumatosi addominale), ehe si diagnostica dalla dislensione uniforme deil'addome con un suono chiaro e timpanico alia percussione, ecc, giova la paracentesi addominale.
b) Idroperitoneo. E I'idropisia del peritoneo. Un tale aumento di trasudazione risulta, nella maggior parte dei casi, da un impedimenlo meccanico nel circolo della vena porta, ed allora si ha un'ascile meccanico-diretta; ma se i vasi della vena porta sono indirettamente interessati in conseguenza di una accresciuta tensione nel sistema venose generals, I'idropisia meccanica, ehe ne succede, costituisce I'ascile meccanico-indirelta. Inline ua'idrope-ascite primitiva puo essere provocata pel meccanismo della flussione compensatrice sotlo I'influenza del freddo, di bagni freddi , e dell'ingestione di bevande fredde a corpo estuante; questa forma 6 piii frequence nei cani ed ovini, ehe nei solipedi e bovini.
Terapia. Nell' ascite meccanico-diretta, soddisfatto per quanto e possibile all'indicazione causale, giovano dapprin-cipio i drastici ad alta dose, ripetuti di poi a piccole dosi; e sono piü giovevoli dei diuretici, perche, producendo una
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deplezione dalle radici della vena porta, scemano I'aumentata pressione laterale nei vasi, ehe e causa dell'ascite; allopposto neirascite meccanico-indiretta, oltre il conveniente traltamenlo delle malatlie cardio-polmonari ehe ne sono causa, sono pur vantaggiosi i diurelici, perche la circolazione del sistema della vena porta non e perturbata, ehe per Tintermediario della circolazione genarale.
L'amministrazione dei tonici e ricostiluenti costituisce col-I'uso dei diuretici la cura conveniente dell'ascite discrasica per idremia. — L'idroperitoneo essenziale infine si com-batte colla somrainistrazione dei diaforetici (cura diaforetica), e diuretici (1); si hanno buoni effetti coll'uso dell'infuso di digitale in principio con eraetico (2). e colla medicazione evacuanle in genere. AI salasso non devesi ricorrere ehe negli animali robusti, ed allorche vi esistono complicazioni. In Allemagna e molto usato il seguente elettuario (3).
In ogni caso quando il liquido nella cavita addominale h molto abbondante, e produce una grave dispnea con minac-ciantg gangrena della pelle, deve praticarsi la paracentesi dell'addome. Quest'operazione, ehe si puö praticare alia mag-gior parte della parete addominale, devesi di preferenza fare dove s'ode o si sente guazzare il liquido, oppure in un punto declive dell'addome, perche esso possa sgorgare fa-cilmente. Tale puntura addominale viene praticata di preferenza in due luoghi, perche piii adatti, cioe al fiance destro nei ruminanti, ed al sinistro nei cavalli per non ferire I'in-testino cieco a inelä distanza fra I'angolo esterno dell' osso ileon e I'ombelico, ove il trequarti arriva nella cavitä addominale dopo I'immersione di un pollice e mezzo a due ; ad ogni modo e meglio perö fare la paracentesi addominale a metä distanza fra l'estremitä posteriore dello sterno ed il pube alia linea bianca, oppure , ciö ehe e piu conveniente negli animali coricati e specialmente nei cani, accanto alia linea di mezzo dell'addome tanto a destra ehe a sinistra a poca distanza daH'ombellico. Vuotato il liquido, si ottura il pertugio o con un spostamento della pelle, oppure con un
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ernpiastro aggiutinante, o finalmente colla sutura attorcigliata,
quando si e preventivamente fatta un'incisione cutanea.
E d'ordinario scevra d'ogni pericolo questa punlura , ma non deve ripelersi ehe nel casi di grave reiterala effusione. — Non convengono le iniezioni iodate per averne una cura radicale.
Gli stessi farmaci possono all'uopo adoperarsi conlro I'a-
scite assai comune dei conigli, e piuttosto rara nei polli.
(4) P. Carbonalo potassa grm. 5nbsp; nbsp; cnlro 24 ore ad un bue con idro-
Nitrato di potassa raquo; 5nbsp; nbsp; pisia. (L. Brusasco).
Tintura digitale raquo; 5nbsp; nbsp; ^5) P. Radice genziana grm. 40
Emuls. mandorle raquo; 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Bacche di ginopro raquo; 50
S. Un cucchiaio ogni 2 ore alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Finucehio • 50
cane con idropoascite, (L. B.).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio di terebentina raquo; 7
(2) P. Foglic digitale grm. 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Miole q.b.
F. inf., colat. di raquo; 1000nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; La dose e nolle pecore di to grm.
Scing. Tart.stib. • 6nbsp; nbsp; al giorno, in tie volte. S. Da amministrarsi in 2 volte
c) Idroperiloneo nel felo. Pitt raramenle die ridrocefalia fu osservato i'idroperiloneo nel feto. Questa idropisia e so-vente accompagnata da infillrazione generale del tessulo cel-lulare od anasarca, e mollo piii raramenle (Saint-Cyr) da idrolorace. Pressoche tutte le osservazioni linora pubblicale si riferiscono alia specie bovina ; perö i'Herran Tosservö in due capretti. In nessun case finora si ha avuto Tespulsione di un feto, cosl ammalato, vivenle.
Terapia. Se l'idropisia e lieve, l'espulsione puö otlenersi merce piu o meno forti trazioni sul feto stesso; in case contrario bisogna diminuire il volume dell'idropico evacuando Jo spandimenlo in qualunque modo, ma perö scegliendo sempre quei mezzi ehe agiscono piii prontamente e eon meno disfaeimenlo possibile; all'uopo si puö anche rieorrere alia embriotomia.
Piaga ed nlccra. Si la piaga ehe l'ulcera sono solu-zioni di eontinuita suppuranti; ma la piaga, per quanto tor-pida ehe sia, ha granulazioni attive, ehe tendono alia ripa-razione del lessuto , alia cicatrice; raentre l'ulcera alia sua superficie e colpita da necrobiosi, da morte per degenera-zione, per cui non si puö avere eicalrizzazione. A qualunque
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#9632;i
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455 ulcerazione (Billrhol) precede per lo piu un processo cronico di infiammazione, e precisamente un'infiltrazione celluiare del tessuto.
Le ulcere a seconda dell'origine le possiamo distioguere in due gruppi, cioe in idiopatiche, ulcere per irritazione; ed in sinlomatiche, come manifeslazione, sintomo di morbo costi-tuzionale, es. le ulcers raocciose.
Descrivendo un'ulcera si deve ancora dal clinico prendere in considerazione: la sua forma ed estensione, 11 fondo e la secrezione, i margini ed il suo conlorno.
Terapia. Per la terapia delle piaghe semplici vedi ancora quanto dicemmo discorrendo della guarigione delle ferite per seconda intenzione. Neila gangrena da decubito, si deve in prima favorire il distacco della parle gangrenala con le lo-zioni aromaliche e tiepide, con ca(aplasmi ammollienli, e poi, distaccatasi I'escara, medicare la piaga successiva con filaccie bagnale in una soluzione di acido fenico, di iposolfito di soda (8 grm. su 100 d'acqua), di nitrato d'argenlo (12 cenligrra. su 30 grm. d'acqua distillata), e se la parte e mollo dolo-rosa, si puö aggiungere a quest'ultima soluzione, 5-8 centig. di estralto d'oppio; giova pure il tannato di piombo, la de-cozione di china, e fare sui contorni della piaga dei bagni col permanganate di potassa (2 grm. in 200 di acqua distillata).
Se si Iratta di semplici escoriazioni e sußiciente la pomata di piombo.
Nelle ulcere eretisliche, cioe con contorno molto infiam-mato e doloroso, e facilmente sanguinanti, sceraata cogli un-guenli aramollienti (burro e cera, unguento cerato, di zinco, di saturno ecc), la flogosi ed il dolore, si deve ricorrere ad energica cauterizzazione col nitrato d'argenlo , o meglio col ferro rovente.
Nelle ulcere fungose, nelle quali le granulazioni lussureg-giano oltre il livello della cute, il miglior mezzo e pure la distruzione delle granulazioni cogli indicati causlici. .
Nelle ulcere callose, ehe sono caratterizzate da margini e
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conlorni ispessiti, ed anche carlilaginosi in seguito di ripettite e lunghe infiammazioni croniche, si deve procurare di ot-tenere un rammollimento del tessuto ed una sufficients va-scolarizxazione. Nei casi lievi, bastano i cataplasrai ammol-lienli, od i continui bagni caldi; ma nei casi gravi ed anlichi 6 necessario dislruggere addiriltura i margini callosi col ferro rovente, e medicare successivamente colla pomata slibiata o coU'empiastro di cantaridi, onde ottenere conveniente sup-purazione e consecutiva cicatrizzazione.
1 mezzi da porsi in opera contro ie ulcere putride sono 1'acqua di cloro, la terebentina, il vino canforato, i'acido fenico, il permanganato di potassa, ecc.
Noi, nel trattamentu di queste ulcere, non ehe di tutte le piaghe con suppurazione di catliva natura, adoperiamo vo-lentieri il linimenlo di acido fenico (4), oppure questo di-luilo, o le soluzioni di acido salicilico, e di solfito di soda (2),
Nell'ulcera erodente o fagedenica si arresta bane il pro-cesso di dislruzione colla polvere di precipitato rosso; in caso di insuccesso si distrugga I'ulcera completamenle con energica cauterizzazione altuale o potenziale.
Nelle ulcere sinuose e fistolose si e costrelti il piu delle volte, per averne sollecita guarigione, di spaccare addiriltura ie cavila ed esportarne i margini; altre volte invece e conveniente praticare contro-aperture, o passarvi anche uri setone.
In ogni ulcera, in breve, si deve frenare le vegetazioni troppo luäsureggianti, distrurre i margini induriti, e miglio-rarne il fondo, perche possa ottenersi la cicatrizzazione.
Nelle ulcere sintomaliche, oltre alia cura locale, ai deve fare una conveniente cura interna (V. Scorbuto, Moccio ecc).
Inline accennerö come in questi ultirai tempi sia stato ri-
conosciuio ehe il cloralio idrato giova laquo; per guarire le piaghe
ribelli in breve spazio di tempo colle sue facolta di causlico-
eccilanle, di antiputrido ed astringenle. raquo; Fogliata.
(1) P. Acido fenico parti i frizioni, ehe si rinnovcianno una
Olio ili olivnnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 2-3 o iJue volle al giorno, sulle piaghe
V. linimenlo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;con suppurazione di calliva natura
-S. Da ailopcrarsi in loggiere e sulle parti circonvicine. (L. B ).
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(2) P. Acido snlicilieo grm. 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da medicare le piaghe cd
Solfito ili sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6 ulcere icorose.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Acqua distillata raquo; 123
Pica. E una depravazione dell'appetito, ehe da molti scrit-tori si crede una nevrosi dello stomaco, raa ehe realmenle il piu delle volte e dovuta ad affezioni piii o men gravi del ventricolo, oppure ad altre malaltie, e ehe si presents eo-stantemente qual notevole sintotno della eaehessia ossifraga, per cui gli animali mangiano sostanze estranee alia loro ali-mentazione abituaie, - sostanze terrcse, cenci, e via via.
Si osserva pendente la gestazione, e noi I'abbiarao osser-vala in cagne, nelle quali tale depravazione seompari solo col parto.
Terapia. Bisogna innanzi tutto soddisfare all'indicazione causale. II Flandrin consiglia i farmaci sliraolanti leggeri, gli amari ed i sali neutri. Alcune volte basta carobiare il regime aliraentare.
Conlro la viziosa abitudine delie pecore di rosicchiare la lana, si e tentato, ma senza particolare successo, di dar a leccare il sale, I'uso dell'acqua di calce, dell'argilla, della cenere di legno ecc. Spinola raecomanda di separare gli animali nei quali si presenta queslo malvezzo, e di teneiii al-I'oseuro durante il giorno.
II Rudzinski laglia trasversalmenle la eartilagine nasale, e le pecore tralasciano di mangiare la lana pel dolore ehe pro-vano pel contalto della medesima colla ferita (V. Osteo-malacia).
Piemia e setticoemia. Stando alia sua etimologia il vocabolo piemia, da xvov pion marcia, ed a//xlt;x ema sangue, dovrebbe essere adoperato per indicate semplicemenle la presenza di pus nel sangue; ed invero veniva punto usato per indicare una forma morbosa particolare, ehe si credeva de-terminala dalla presenza del medesimo nel sangue. Presen-temente perö quella ehe gli antichi chiaraavano suppura-zione del sangue, e chiamata leucocitemia, aumento in nu-mero dei globuli bianchi per un'irritazione delle glandole ematogene (ganglii linfatici 8 milza), e si adopera il vocabolo
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pioemia come sinonimo di icoremia, cioe per indicare quella forma morbosn dovuta all'introduzione nel sangue di pus corrotto, icorizzato, essendosi dimostrato ehe tale forma mor-bosa, ehe si sviluppa durante il deeorso di processi suppu-rativi delle varie parti del eorpo, e specialmente del piedi, del garrese ecc., non puo essere unicamente conseguenza della penetrazione nel torrente circolatorio del semplice pus inalterato, cioe del cosi detto pus benigno.
La pioemia adunque non e allro ehe una forma di setti-eemia, e difatti i vocaboli piemia, seltieoemia, icorizzazione, sono dai piü adoperati come indicanli pressoche la stessa cosa, e specialmente nel comune linguaggio.
Per setticemia s'intende un morbo di infezione generate, febbrile, a deeorso piü o men aeuto, ehe deriva dall'intro-duzione nel sangue di liquidi pulridi ed in islato di avan-zata decomposizione.
Possono quindi eagionare septieoemia il sangue guasto e corrotto, la sanie gangrenosa e simili, allorquando sono as-sorbiti dai linfatici e dalle vene, e portati nel torrente circolatorio. In questi easi tali liquidi, giusta gli studi piü recenti, dovrebbero punto la loro proprietä nociva non al semplice siero e globuli del pus, ma ad una chimica scomposizione avvenuta in essi, e specialmente a pieeolissitni organismi vegetal!. Si e pur fatta questione se la setticoemia sia o meno contagiosa. Al riguardo basta pel etinico sapere, ehe i liquidi putridi, provengono o meno da inferrao piemico, quando sono portati sopra parti lese del eorpo, sulla superficie di feilte, possono facilmente essere assorbiti dai linfatici specialmente, e dar luogo ad infezione putrida.
Terapia. Questa si divide in profilatliea e curativa. La pro-filassi ha per cömpito di evilare lutlociö ehe puö favorire lo sviluppo del morbo. Cosi prima di praticare operazioni sugli animali, quando e possibile, e eonveniente porli in quelle eondizioni ehe favoriscono meno la suppurazione e I'alterazione del pus; epperö e eonveniente nutrirli bene prima e dope le operazioni per quanto il loro appetito e eon-
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servato, ed aU'uopo ricorrere anche primitivamenle all'uso dei tonici e specialmente dei tannici, poiche, giusta le espe-rienze del Gotrier, sembra risultare ehe il tannino comunica delle proprietä mollo rimarchevoli al sangue, per cui g!i ani-mali possono con piii di impunitä subire le operazioni, non abusando, come si faceva ai tempi di Broussai, del salasso e della diela rigorosa. Inoltre nel praticare le operazioni, gli slrumenti, le spugne ecc, debbono essere perfeltamente pu-liti; le incisioni, le ferite accidenlali, e le piaghe si debbono possibilmente semplificare e manlenere pulile; e indispensa-bile ancora impedire la raccolta di liquid! putrescibili nelle anfratluosilä, nei diverlicoli, procurando ai medesimi facile scolo, e ricorrere aU'uopo all'impiego di soslanze anlisetti-che, - acqua fenicata, clorata, cloruro di calce, alcool, polvere di carbone, manganali alcalini, e simili; vedi Ferile, Piaghe, Ulceri, Contusioni ecc. Infine gli animali ammalati di process! suppurativi, ehe ponno dar luogo all'infezione piemica a setticemica, devono lenersi possibilmente isolali, in locali ben aerati, spaziosi e netli, poiche e provato ehe per I'ag-glomerazione di ammalali di affezioni esterne suppurative e specialmente in locali troppo bassi, stretli relativamenle al numero degli ammalati medesimi, ecc., e di molto favorita Tevoluzione della suddetla malatlia infettiva.
Venendo ora al tratlamento proprio dell'infezione puru-lenta, e putrida, diremo, ehe giovano ben poeo le bevande fredde, ed il chinino unito all'oppio, ehe tanto giovano per comhattere le semplici febbri traumatiche e suppurative. In breve quando il morbo si e di gli sviluppalo, e se specialmente si tratta di piemia e setticemia acuta, rarlssimamente possiamo averne risultamenti favorevoli raalgrado il tratta-mento locale e generale. Col tratlamento locale si ha per iscopo di impedire I'ulteriore assorbimento delle materie set-tiehe dalla parte suppurante ed infiammata; ed a tale scopo si deve ricorrere a conveniente, come accennai, medieazione della parte lesa, non potendo ehe rarissimamente ricorrere in zooiatria aU'amputazione. Per la cura inlerna convengono
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gli amari, eccitanti ed anlisettici (china, canfora, acidi di-
luiti, acqua di cloro, solfati alcalini), avendo cura nello stesso
tempo per un'aria fresca e pura, oltre ad un' alimentazione
lauta.
E specialmente pur raccomandato I'acido fenico, e I'iposol-fito di soda. II Gerlach ritiene giovevole contro gli stati septi-coemici generali il freddo merce una coperta bagnata con cui si avvolge il paziente , cambiandola ogni una o due ore, la di cui azione si deve avvalorare coli'uso interne deU'acido carbolico.
Sono pur stati raccomandati da alcuni i purganti, i diure-tici ed i diaforetici, allo scopo di eliminare dal sangue ii veleno organico, il principio infettanle; ma questi farmaci a morbo confermato danno realmente minori risultati di quelle sostanze (antisettici, 1, 2), ehe credonsi destinate a combat-tere direttamente I'intossicazione del sangue, anzi di questi si deve giovare il clinico con molta cautela, poiche favori-scono il collasso. (1) P. Citramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grin. iO (2) P. Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 8-18
Cloruro di calce . 15nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Solfalo ferroso •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Soluzione acidofen. • 4nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Estratto c polv. genz. q.b.
Sciroppo c polv. dialleaq.b. per fame trc boli. per fame eleltuario.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi al cavallo nel corso
Antiseltico mollo usalo dai del gioroo. Francesi nella piemia e septicemia.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco)
Pipita. A proposito di questo stato morboso, crediamo bene rapporlare alcunche di quanto pubblicammo al riguardo nel giornale di medicina: VIndipendente anno 187-i, pag. 529.
La pipita, delta altrimenli pepita, pituita, e dai volgari puiglia, e manifestazione morbosa degli uccelli (ad eccezione dei pappagalli), ed in parlicolare del gallinacei, di cui, a dir il vero, si parla e si scrive molto, ma ehe si conosce mol(o poco, od almeno ehe si confonde non di rado con alire af-fezioni; anzi per questo fatto ne viene persino da alcuni ne-gata I'esistenza.
, In questo stato morboso , come potei accertarmene molte volle, da non equivocarsi perö colla slomatite poltacea , ehe I'Heusinger dice analoga al mughetto o fungillo dei bambini.
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ne colla stomatite cruposa psorospermica, cosi ben descritta dal Rivolta, ecc. ecc, si ha ipotrofia (*) della punta della lingua.
Terapia. Facile n'ä il trallamento curative; cioe consiste nell'estirpazione del velanaenlo anormalmente indurito del-I'apice della lingua, e ciö per dare all'organo la sua norma, permetlendogli la sua normale nutrizione.
Per fare tale operazione non si deve sicuramente levare, come vien consigliato, con un ago la sommitä della lingua, ma bensi staccare, raschiando in prima alia parte inferiore dlaquo;lla medesima con un temperino od un bistori non molto bene affilali, oppure semplicemenle coll'unghia, come fanno le massaie, il suddetto astuccio.
Quindi si pulisce bene all'operato la bocca e la lingua con lozioni leggiermente aslringenli (acqua ed aceto, oppure con una soluzione di 50 centig. di solfato di zinco in 100 grm. d'acqua), servendosi all'uopo di un pennello o di una penna, e dopo con vino aromalizzato.
Cosi facendo, gli operali raangiano e bevono quasi subito. E perö conveniente di metlerli da parle, in un luogo sano, secco ed aerato, e nutrirli con pane intriso nel vino, grano, orzo, verdura sminuzzata, ma non con avena, ehe facilrnenle ne ferisce le parti ammalate. Qualora poi la malattia fosse associata a fenomeni adinamici, giovano gli amari, aroma-tici ed eucrasici; in ogni caso buon regime.
Piroai. Viene adoperato questo vocabolo per indicare lo stato di soverchia acidilä delle prime vie digestive.
Terapia. Giovano le bevande alcaline, e specialmenle la magnesia calcinata ed il sottocarbonato di magnesia o magnesia bianca (V. Catarro gastrico, Indigestione).
Pitiriasi. Chiamasi pitiriasi una malattia cutanea carat-terizzata da prurito piü o meno intenso, da depilazione, e
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(*) Da v'O Part dim. c Tpo^t] , nutrizione insufficicnle. Questo vocabolo c piü prcciso per indicaie la scarsa nutrizione, ehe atrofis, im-picgalo assai sovente pur in quisle senso.
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da abbondante produzione e desquamazione di cellule epi-dermicbe sotto forma di pellicole simili alle scaglie della farina o crusca. Le squame, di color bianco o bianco-grigiastro, si distaccano facilmente, e lasciano alle scoverto il corio di un color pallido o rosso-pallido, Si osserva di preferenza nei cavalli, ed in modo particolare in quelli di temperamento nervoso, e specialmenle al ciuffo , alia criniera, alle parti secche della testa, alia coda, ed aleune volte invade tutta la superficie del corpo; nei buoi e alia giogaia e nuca ehe specialmenle si sviluppa. La cosi detla coda di ratio e il piü delle volte conseguenza di piliriasi.
Terapia. Se la malaltia non e molto estesa, e grave, ba-slano le lavande con una soluzione di sapone o di carbonalo di potassa.
Quando il prurito e molto intense giovano le frizioni di olio grasso, e specialmenle dell'olio di lino, ehe valgono an-cora per reslituire alia pelle la sua morbidezza; giovano pure gli alcalini e le pomate di zolfo per modificare le secrezioni cutanee. Nei casi inveterali, ollre alia cura locale con frizioni o lozioni a base mercuriale, ed alle lavande astringenti se havvi abbondante essudazione della cute, si deve ricor-rere, nei solipedi specialmenle, all'uso interno dell'acido ar-senioso. In ogni caso si deve aver cura per una convenienle alimenlazione e neltezza degli ammalali (V. Psoriasi).
Pletora. Solto il nome di plelora noi intendiamo uno state patelogico ceslituilo da una sovrabbondanza del fluido sanguigno nei vasi, il totale aumenlare della massa sanguigna. Tale aumento totale della massa sanguigna e negate da al-cuni patologi, i quali rilengeno ehe la pi. debba censiderarsi come semplice iperglobulismo, facende cosi sinenimia tra quesle e quella. Pero noi, fendandoci anche sui fenoraeni clinici, pessiamo dimostrare possibile la sua esislenza. E difalti negli animali pletorici noi troviamo i vasi venesi di-latati, pieni e turgidi di sangue, I'ampiezza , la forza, e la vibrazione del polso, la lendenza alle eraerragie; questi sinlemi indicane punle, ehe una piu gressa celonna di
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463 sangue percorre i vasi, un vero aumento della sua massa ; mentre invece difficiimente spiegabili sarebbero col solo aumento delle emasie. Inoltre autori stimabilissimi osservarono casi di plelora, nei qjali I'esame del sangue non fece vedere iperglobulismo, anzi a volte diminuzione delle emasie; e cio dimostra ehe si puö aver pletora senza questo laquo;arattere ana-tomico, cioe senza aumento delle emasie stesse, purche au-mentino gli altri principii del sangue, ad es. il plasma; quantunque perö non si possa negare ehe il piü delle volte vi coesista iperglobulia, condizione caratteristica della pletora, non osservandosi in altro slato morboso dell'organismo.
Laonde non si poträ a meno ehe intendere per pletora I'nuraento della massa del sangue considerato in generale, uno state morboso in cui la quantitä del sangue, la massa del sangue presa nel suo insieme, e superiore alia media fisiologica, dipenda ciö da aumento specialmente dei globuli, o materie albuminoidi o del liquido plasmico, cioe dei co-stituenti chimici od anatomic! del sangue; quest'ultima condizione servira solo a distinguere !e var.ie forme di pletora. Cosl dicesi pletora vera, quando vi ha aumento dei globuli rossi e delle materie albuminoidi del sangue (iperglobulismo, iperglobulia, policitemia); pletora sierosa, quando e accre-sciuta la massa del sangue per accrescimento dello siero senza aumento o con diminuzione dei globuli, - cioe in una data quantitä di sangue lo siero e in quantith sovrabbon-dante relativamente agli elementi globulari; pletora falsa o ad volumen, quando la quantitä del sangue non e realmente aumentata, ma quella esistente, per rarefazione dei suoi co-stituenti gassosi pel calore (pletora primaverile), deve solo occupare uno spazio maggiore; pletora ad spalium, quando per mutilazioni subite o per legalura di un grosso vaso, ecc. il sangue diventa relativamente troppo abbondanle per lo stesso, cioe la quantitä di sangue esistente deve occupare uno spazio minore.
Inoltre la pletora puö essere generale, universale, o locale, parziale, particolare, cioe in un organo od in un lessulo;
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in quest'ultimo caso nun si deve usare la locuzione pletora locale, ma bensl il nome iperemla o congestione, di cui di-ciamo discorrendo le malattie dei singoli organi.
Terapia. Nella pletora vera, caralterizzata anatomicamente da un aumento assoluto dei globuli rossi del sangue e ma-terie albuminoid!, poiche i'aumento delle emasie pud essere relative, come in seguito ad essudazioni abbondanti, cioe per exosmosi della parle sierosa, si deve innanzi tutto sod-disfare alia cura igienica. In conseguenza converrä lenere gli ammalati in locali bene aerati e con temperatura mode-rata, e I'amministrazione di alimenti poco nutritivi ed in piccola quantilä, e di acqua fresca per bevanda, a cui si ag-giungerä un po' di nitro e solfato di soda; nei casi piu gravi e necessario ricorrere al salasso, e ripeterlo all'uopo ; secondo Cruxel si deve dare la preferenza al salasso praticato ai vasi coccigei.
Contro i tumori esterni, cioe le congestioni circoscritte, ehe si notano alle parti esterne dell'organismo, giovano le applicazioni fredde continuate. Se minacciano di presentarsi congestioni polmonari od in altri organi, od emorragie, si deve insistere sull'uso del salasso, degli alcalini, e purganti drastici.
Contro la pletora sierosa, ehe si manifesta in modo spe-ciale in primavera, aliorquando g!i animali sono nutriti con alimenti contenenti moita acqua di vegetazione e pochi prin-cipii nutritivi, non si deve abusare del salasso, e solo ricor-rervi allorche havvi minacciante congestione in organi im-portanti, poiche basta d'ordinario soddisfare airindicazione causale per averne pronta guarigione.
Pleura (malattie della). a) L'infiammazione della pleura dicesi pleurite, dal greco plevrä. E piü frequente nei solipedi, cani e bovini, ehe negli ovini e suini; - tra i bovini e piu frequente (Cruxel) nelle femmine giovani, e nelle vacche magre e vecchie, ehe nei buoi giovani e ben costituiti. La pleurite accompagna sovenfe la pneumonite, ed al riguardo giusta le osservazioni di Delafond , Saynt-Cyr e Lafosse, si
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465 avrebbe un rapporto di 3 ad 1 tra i casi isolati di pneumo-nile e di pleurite.
La pleurisia rispelto alle sue cause puö essere: priaiaria, - per raffreddamenti, per traumi, e per agenti chimici; secon-daria, durante il corso della infezione purulenla e putrlda, del naoccio e di altri morbi infetlivi; e conseculiva, quando e legata doe ad un'aftra malattia per diffusione e conti-nuilä, - infiammazioni di parti vicine, carie , necrosi, ecc. Puö essere unilaterale o bilaterale, cioe semplice o doppia, generale o parziale; cioä dicesi generale, quando attacca un intiero lato del petto, e parziale o circoscritta, quando e li-mitata ad una parte della pleura; epperö viene ancora delta coslo-polmonare, diaframmatica, mediastina; ecc, a seconda ehe rinfiatnmazione k limitala alia pleurn coprente le coste e la corrispondente faccia polmonare, oppure a quella ehe tappezza il diafratnma, il mediastino, e via via. Al punto di vista clinico perö e specialmente conveniente distinguere, se la pleurite ha sede a destra od a sinistra del torace, o sopra il diaframraa ; e ciö non e difficile.
Si distinguono molte forme di pleurite; perö noi crediarao collo Schrön poterle ridurre a due : la essudaliva e la neoplasties, secondo I'esilo del processo in6ammatorio, essende appunto essenzialmente due gli esiti, essudato e neoplasia , cioe a seconda ehe e aumenlata Tattivitä secretiva della cel-lula, o l'attivitä germinale; le altre specie a queste si rife-riscono; cosi alia essudativa appartiene la sierosa, la siero-fibrinosa od albunainosa, la siero-ematica, ecc; ed alia neo-plastica, la pleurite secca, adesiva, e la purulenla od empiema (questa e piu frequente nei cani).
L'infiammazione della pleura si distingue in acuta e cro-nica; in quest'ultimo caso puö essere primiliva o conseculiva ali'acuta.
Tehapia. II trattamento igienico-dietetico della pleurite acula e quello da noi indicato trallando della pneumonite fibrinosa; il riposo assoluto, in locale asciutto, aeralo, e.non
Diz. lirusasto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;30
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freddo con temperalura costante, e una imporlanle indica-
zione del morbo, Questa non richiede mai il salasso.
Se gli accidenti iniziali di una pleurile reumatica sono energici con intensa reazione febbrile, bisogna ricorrere im-mediatamente alia cura antipiretica, dando la preferenza al-rinl'uso di digitale, cui si puo aggiungere remetico , ed in caso di costipazione il solfato di soda (1). Nello stesso tempo se rammalato e robuslo, preslano oltimi servigi i cataplasmi ammollienti tiepidi alle pareti toraciche (*) , poiche diminui-scono evidentemente il dolore e ne favoriscono il sudore, per cui nei casi di pleurite recenle ed acula , specialmente se reumatica, sono ulilissimi; se con questi mezzi non si riesce a sedare il dolore, si puö ugnere la parte prima di applicare i cataplasmi con un unguento oppiato, o spargere sul calaplasma stesso del laudano (2, 3).
II Benion nei maiali consiglia come bevanda diurelica se-dativa il nitro e la terebentina (4).
Nei casi di pleurite costale non molto dolorosa, e non ac-compagnala da grave reazione febbrile , sono convenienti , come ci risulta dalle nostre proprie osservazioni, le frizioni eccitanti generali, ed in modo particolare poi le ripetute frizioni senapizzate, mescolando esattamente senapa pura pol-verizzata con acqua tiepida, nei rapporto di una a due, ed un po' di cloruro di sodio, sul lato affetto, per la benevolo influenza ehe esercitano sulla distribuzione locale del sangue, pel movimento ehe in tal modo viene impartito al sangue stagnante nelle reti capillari, lornando in tal guisa ad es-sere eccitati i plessi nervosi; all'uopo si pralicano anche scarificazioni ai consecutivi ingorgamenti; con queste frizioni per conseguenza si otterrh pure un ammansamento del dolore.
Nemmeno nei casi di forte dispuea si deve ricorrere al salasso, credendola conseguenza ognora di ipereraia e di idror-rea polmonare, poiche tale dispnea, e rinsufticiente ossida-
(') Quest! cataplasm! e convi-niontc r.rli in parte di farina di segala, percbi adciiscono meglio; ma s! devono cambiare ogui '/, ora circa.
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467 zione del sangue, dipendono piuttosto da insufiicienzacardiaca, da rilassatezza del muscolo cardiaco , epperö dalla non rin-novazione del sangue nel circolo polmonare. In tali circo-stanze e necessaria ramminlstrazione di eccitanti, come viene ancora dimostrato dalla esistente oliguria ed albuminuria conseculiva a stasl renale pur per debolezza delia spinta cardiaca.
Appena diminuita la temperatura in tutti i casi di pleurite, ed una volta ehe quesla e pervenula al periodo di stato, si deve cercare di otlenere il riassorbimento del liquido il piü rapidamente ed il piü completamente possibile. A tale scopo giova ancora la digitale associata al solfato di chinina, e i'uso degli evacuanli, e specialmente dell'aloe, se non vi esistono complicazioni intestinal!, - e dei diurelici, specialmente nitro e carbonato di polassa , avvalorandone I'azione con ripetute applicazioni di slimolanti culanei, die hanno un incontesta-bile utilitä. Nello stesso tempo e indispensabile ovviare presto al depauperamento del sangue dovuto all'enorme essudazione, ed alia consunzione prodotla dalla febbre, con un'alimenta-zione buona e di facile digestione, - dieta nutrienle (car-nivori ed onnivori came, brodo, latte, uova ecc); e medesi-mamenle, secondo i casi, coiramministrazione di tonici ed anche di eucrasici, e specialmente dei preparati di ferro, onde I'ammalato possa far fronte, per cosi dire, al travaglio pa-tologico , favorendo uno stato soddisfacente della nutrizione e di forze, essenzialtnente la terminazione favorevole di questa affezione.
Nelle pleurili poi di lento riassorbimento, noi oltenemmo sempre buoni risultati pur coll'uso esterno ed interno dei preparati iodici, ed usando di preferenza il ioduro di ferro internamente (solfato ferroso e ioduro di potassio), ed esler-namente frizioni ai lati del torace, ripetute al bisogno , con la pomata di ioduro di potassio (5).
Ma nei casi di essudati pleurilici molto abbondanti, e di piü o men lento riassorbimento, ed in cui si ha a temere il deterioramento organico ed il marasmo, ed un'alterazione tale
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del polmone per la compressione, per cui questo non si farä piü permeabile malgrado I'essudato venisse di poi riassorbito, amp; conveniente praticare la paracentesi del torace. Inoltre la punzione del pelto deve essere praticata ad un momento qua-lunque della pleurisia, se il malato e minacciato di sofToca-zione pel fatto deU'abbondanza del liquide; e specialrnente precoce I'urgenza dell'operazione nella pleurile sinistra. II Roll assicura avervi ricorso col miglior successo , allorche iperemie considerevoli rendevano la morte imminenle.
Nella pleurite traumalica, consecutiva, e secondaria, si ha pure da soddisfare ad altre indicazioni ben note.
Nella forma cronica primitiva, si puö tentare al suo inizio il trattamento curativo indicato per I'acuta giunla al periodo di stato; ma perö il vero trattamento di questa forma e la toracentesi, la quale nei casi in cui e abbondante lo spandi-mento siero-fibrinoso , deve essere fatta il piü presto possi-blle. D'ordinario si e costretti a ripetere I'operazione due o Ire volte, perchö il liquido si riproduce, ma malgrado siano eccezionali i casi in cui basta una sola punzione, non si debbono temere gli inconvenienli da alcuni lamentati , e ri-peterla al bisogno colla speranza ehe la riproduzione sarä di meno in meno abbondante; in caso contrario si puö av-valorare la puntura semplice con iniezioni modificatrici di tintura di iodo consigliate da Leblanc, d'acqua alcoolizzata, di permanganato di potassa, di nitralo d'argento, e via via, come pure viene consigliato in rnedicina umana, e specialrnente quando si tratta di piotorace od empiema.
Si intende ehe la durata e I'esito di questo trattamento sarä variabile.
Per quanto si riferisce ai dettagli relativi a quest'opera-zione e sue modificazioni, vedi I'articolo Idrotorace.
Ai cani con pleurite al secondo stadio I'Hertwig sommi-
nistra il calomelano, o il tarlaro slibiato colla digitale (6, 7).
(1) P. Digitale polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi al cavallo cntro
Sollato di sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 80 un giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Micle e polv. di liq. q.b. (2) P. Uppionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 15-20
per fame elettuario.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;SO
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S. Per frizioni nci grandi animal!.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco). (5) P. Acelato morf. grm. 0,80-1 Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo;0 F. pomata - pei pietioli ani-mali. (L. Brusasco). (4) P. Nilro gr.ii. h Tcrebentina raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;4 Dccoz. semi lino raquo; 1000
(Bi'snion).
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S. Per frizioni alle parcli to-raei^he di un cavallo. (L. B.).
(6)nbsp; nbsp;P. Calomelano grm. 0,5-5 Polv. digitale raquo; 0,7-2,1 Miele q.b. per fare 4 pillole.
Se ne da una ogni tre ore. (Hcrtvrig).
(7)nbsp; nbsp;P. Foglie digitale grm. 2 Fa inf., alllaquo; col. •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 90
Agg.
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(6) P.
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Toiluro polassio grm. 6
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Tart. stib.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. 0,12
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lodonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; laquo; 1
Cantaridi polr.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • S
Adipenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. 50
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Da darsene tre-qualtro volte al giorno un cucchiaio da tavola. (Hertwig).
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Idrotorace. fi una raccolla sierosa ehe bi ha in una o nelle due cavilä del petto, cioe puö essere unilaterale o bilaterale; piü sovente perö si ha quest'ullima forma.
Non e frequente nei nostri animali domeslici queslo tro-sndamento nelle cavilä del pello, ma e meno rare dell'i-drocefalo ; e piü frequente nei cani e solipedi, quantunque gli altri animali non ne vadino immuni. L'idrotorace, come lutte le idropi, non e una malattia primaria, indipendenle, ma sempre una conseguenza di altre affezioni, od una delle manifeslazioni della idropisia generate ; e quindi sempre se-condaria , ma puö divenlare una seria complicazione della malattia primiliva, ed anche da se costiluire un grave peri-colo per la vita deH'ammalalo. Sono cause meccaniche del-ridrolorace tutte quelle condizioni ehe difficollano la circo-lazione venosa nei polmone o nelle pareli toraciche, e tutte quelle ancora ehe ostacolano il vuotamento dei grossi tronchi venosi nei euere destro; inoltre puö pur essere causa di idrotorace la degenerazione del mioeardio, e via via. Non si deve parlare di infiammazione della pleura come causa del-I'idrotorace, perche oggi I'essudato non devesi piii confon-dere col Irasudato.
Terapia. Come tutte le idropi, anche I'idrolorace si deve curare sintomaticamente, mirando eon ispecialila al processo onde dipende. Epperö vuolsi innanzi tutto soddisfare all'in-dicazione causale, cioe combattere quei processi ehe v'hanno dato origine. Per quanto spetta all'inJicazione sinlomatica,
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si deve procurare di ollenere il riassorbimento del liquido evaso coiramministrazione dei diuretici, - essenza di tereben-tina, scilla, digitale, nilro (1, 2); dei drastici purganti, e col-I'applicazione di rivulsivi cutanei. Se vi esiste copioso tra-sudato minacciante I'esistenza deH'ammalalo, e indicato il vuotamento per mezzo della toracocentesi.
Per eseguire quest'operazione vi sono due metodi, il late-rale e I'inferiore. II migllore e piü comodo metodo consisle nel spingere obliquaraente in avanli atlraverso i muscoli sul margine anteriore della seftima od ottava coslola, un trequarti lungo ire o quattro pollici e grosso come una penna da scri-vere, dopo di aver o meno praticala immediatamente al disopra deila vena sotlocutanea loracica un'incisione cutanea Terticale, lunga mezzo pollice; si cava quindi lo stiletto ed il liquido esce dal cannello. Quando quest'operazione si pra-tica per raccolta di essudato liquido, e necessario impedire con uno specillo ehe sostanze estranee lo olturino. In ogni caso lo sgorgo del liquido deve essere interrotto, chiudendo il cannello del trequarti, non essendo conveniente il lasciar subito fuori colare tutto il liquido sparse, poiche ne possono conseguire gravi iperemie polmonari specialmente nel cavallo.
In caso di idrotorace, la toracocentesi potrebbe farsi seguire dall'iniezione di soluzioni o decozioni astringenti; i! liquido iniettato pero deve di nuovo estrarsi dopo alcuni minuti. Le iniezioni di tintura di iodo (Bouley), e di piante aromatiche (Lafosse) nelle pleuriti con abbondante spandimenlo non hanno dati pero risultali soddisfacenti.
Per il processo inferiore si dovrebbe fare la puntura fra la cartilagine scutiforme dello sterno e quella dell'ultima vera costa, e giungere cosi nel torace per i'estrerailä anteriore della cavita dell'addome e I'inserzione del diaframma.
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(2) P. Polvere di scilU grm. 8-12
Polv, bacchc gin. • 200
Olio Icrcbcntina raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;10
Miele q.b. per fame eleltuario.
S. Da darsi ad un cavallo nel
giorno.
(L. Brusasco).
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#9632;i
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Pneumotorace ed idropneumotorace. La presenza di fiuidi ae-riformi nelle cavitä pleurali costüuisce il pneumotorace; e la presenza simullanea di gaz e di liquide costituisce I'idro-pneumotorace. E piii frequente queslo, ehe quello, perche sovente la pleura contiene giä liquido, quando i'aria vi pe-netra, e perche quando non ne contiene ancora , il contatto del fluido aeriforme, piii o meno alterato, determina uno spandiraento piü o meno pronto. Non si puö ammettere un pneumotorace sponlaneo, perche non e vero ehe la pleura possa colle aitre membrane sierose esalare dell'aria ; mentrc puö aversi per lo sviluppo di gaz da essudati purulenli, ehe si decompongono (icorizzazlone), o da essudali emorragici, dove basta una leggierissima alterazione , perche si effeltui lo sprigionamento del gas normalmente assorbito dal sangue, Piü frequenie si ha il pneumotorace per perforazione, cioe per rottura della pleura viseerale o deile pareti costali, non ehe per lesioni di organi vicini, ascessi peripleuritici, rottura dell'esofago, ecc.
Terapia. Nel pneumotorace ehe consegue a traumatismo o rottura polmonare, il salasso puö essere indicalo per rime-diare anco alia flussione del polmone sano; fuori di questi casi non conviene la flebotomia. Giovano le applicazioni fredde sul torace per diminuire la dispnea, e condensare i gas sparsi; gli oppiacei ad alta dose costituiscono il Iratla-mento per eccelienza, solo perö palliative. E conveniente la punzione del petto, alloraquando la dispnea e tanto forte da far temere la soffocazione. Nell' idropneumotorace, oltre ai farmaci indicati a proposito dell' idrotorace , giova pure la toracentesi.
Piolorace e pneumopiolorace. La raccolta di pus nell' una o nell'altra metä del torace, od in tutte e due, costituisce il piotorace. E specialmenle nelle pleuriti acute da infezione purulenta, e di morbi iufeltivi in genere , ehe lo essudato pleuritico puö trovarsi primitivamente fibrinoso-purulento (pleurite purulenta) ; secondariamentc la suppurazione si nota nelle pleurili croniche, ehe succedouo alle acute negli
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animali di debole coslituzione. Se l'aria poi puö venire in conlatto col liquido, questo prende i caratleri della sanie, -pneuraopiotorace. Quantunque I'essudalo purulento possa ve-nir riassorbilo, ma in modo lento e difficile, per lo stesso procedimento del siero-fibrinoso, il piu delle volte perö su-bisce la decomposizione pulrida ed il riassorbimento da luogo all'inlüssicazione.
Terapia. Rispelto a questa il clinico devesi regolare su quanto dissimo a proposito della pleurite, idrotorace, e pneu-motorace.
Polmoni {malatlie dei). a) Enßsema polmonare. Si hanno due forme di enfisema polmonare : la piü coraune e costituita dalla permanente dilatazione degli alveoli, dalla forzata espan-sione ultrafisiologica delle singole cellette aeree, e dal con-fluire di parecchie in vesciche piü grandi, cioe enfiseraa ve-scicolare o lobulare (e di questo die si inlende dire, quando si parla di enfisema polmonare senza altra qualificazione); la seconds forma e costituita invece dalla presenza dell'aria nel tessuto conneltivo interlobulare e sottopleurico (enfisema interlobulare o sottopleurico); in questo la rottura di un in-fundibulum e la condizione sine qua non del suo svilup-pamento.
1 cavalli sono tra i nostri animali domestici i piu esposti a quesle alterazioni pel genere di servizio cui sono destinati, e si a communement merae que c'est presque un fait exception-nel que de trouver les poumons de cet animal exempts de cette alteration, a une cerlaine epoque de sa vie (Ekuley). raquo;
A parts il difetto di resistenza del tessuto del polmone, ehe puö essere sia innata ehe acquisita, la condizior.e pato-genica univoca dell'enfisema e I'aumento della pressione in-tra-aiveolare, ehe puö essere conseguenza dell'inspirazione e dell'espirazione; mentre per la genesi deU'enlisema cosi detto vicariante o suppletorio , la teoria cosi delta dell' inspirazione, e la sola ammessibile. Questo enfisema vicariante puö prodursi in modo brusco, ed allora i tramezzi alveolari si rorapono senza precedente alterazione della loro tessitura,
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47raquo; oppure si svolge in modo cronico in seguito ad alterazioni nutritive del tessuto delle pareli intermedia; queste si roin-pono e piu vesciehetle si confondono in cavitä piii grand!. Dices! enfisema sostantivo quella forma d! enfisema vescico-lare od alveolare, nella quale la dilatazlone delle cellette rappresenta una affezione primitivraquo; ed indipendente da allre malattie.
L'enfisema interlobulare, interst!z!ale o sottopleurico , puö succedere all'alveolare, oppure svolgersi primitivo per cause ehe inducono forti commozioni polmonari, - urti, cadute sui lati del tronco ecc. In questa forma di enfisema le pareti degli alveoli post! sotto la pleura o confinanti cogli interstizii dei lobuli polmonari vengono talmenle distese, ehe si lacerano e lasciano passare I'aria nel tessuto sottopleurico ed in quello interalveolare.
Terapia. Giovano le preparazioni eccito-motrici (noce vo-miea, stricnina), ed i farmaci tonici per rendere piü inee-devole il tessuto polmonare rilasciato, e, se non in modo as-solulo piii stretti gli alveoli polmonari, per limitare almeno di cerlo una tale lesione. Noi ottenemmo pur buoni risul-lati dail'acido arsenioso, dato a dosi piultosto grandi, e conti-nuandolo per lungo tempo colle dovute precauzioni; lenendo perö contemporaneamente gli ammalati in convenienli con-dizioni igienieo-dietetiche, evitando possibilmente gli sforzi, e combattendo la tosse, la quale e gia per si stessa causa di enfisema, colle preparazioni oppiacee.
Inoltre il clinico non deve mai obbliare di soddisfare al-I'indicazione causale, la quale richiede ognora un opportuno trattamento della malaltia primaria, onde coadiuvare I'azione dei farmaci suindicali per impedire i progress! ed ammansare lo sviluppatos! enfisema, non essendo possibile la guarigione completa dell'enfisema alveolare cronico.
Nell'enfisema interlobulare esteso eon grave susseguente eraorragia, la morte per soffocazione n'e la terminazione or-dinaria; del resto la prognosi e sempre in rapporto cgll'in-filtrazione gassosa, e colle antecedent!, e susseguenti affezioni
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polmonari. Cosi allorche la roltura degli alveoli succede senza antecedente enfisema alveolare, se ne puo ottenere la guarigione, se la lesione e limitata e TenGseraa interlobulare poco esteso; in caso opposto la lesione persisterä sempre, e la malattia s'aggraverä ognora.
Nel caso d'enfisetna interlobulare grave, e subitaneo, si deve lasciare Tammalalo in asscilulo riposo, in locale con aria pura e fresca, evitando qualsiasi moto ed eccilazione. Inoitre conviene pralicare il salasso, poiche ne consegue sicuro piu o men grave iperemia ed anche emorragia polraonare, e ri-correre all'uso di clisteri purgativi. Gli alirnenli devono es-sere di facile masticazione e digestione, e dati in piccola quantitä, e le bevande leggermenle emetizzate. 11 clinico deve sempre avere per iscopo di rendere calma la respirazione, e di promuovere lo assorbiraento dell'aria sparsa nel polraonare lessuto.
Se compare nello stesso lempo I'enfisema sollocutaneo, piu o men grave, o pneumoderma, cio ehe amp; stato osservato spe-cialmente nei bovini, perche I'aria, accumulandosi in grande quantitä solto la pleura, si porta alia radice del polmoni, e giunta nel tessuto connetlivo del mediastino, invade il tessuto cellulare del collo, tronco, ecc, si devono inoitre fare inci-sioni alia cute nelle parti piii lese, e dove la tumidezza ar-reca ostacolo a qualche importanle funzione, e quindi ripe-tute lozioni con acqua fredda, o con acqua ed aceto (V. Pneumoderma).
b) Congestione /wZmonare. L'iperemia polmonare si distingue in attiva e passiva, cioe iperemie per flussione e per stasi; denominazioni queste ultime ehe noi adoltiamo, perche me-glio corrispondono ai processi fisiologici, ehe ne formano la base. Le flussioni polmonari possono essere d'origine irri-tativa e riflessa. Inoitre in tutte le malattie in cui il corso del sangue e difficoltalo, od impedito in una porzione dei polmoni, si ha la flussione collaterale o compensatrice, cioe le parti sane dei polmoni divengono la sede di una congestione attiva.
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Avviene slasi per ostacolo meccanico ogni qual volta 6 diflicoltalo it corso del sangue nelle vene polmonari e bron-chiche, e via dicendo. E noto ehe se 1'azione del cuore e debole, la stasi e favorita per una causa ausiliaria, die e il peso, la gravila ; cosi occupano esse le parti piu declive, o raeglio le regioni, ehe sono piü hasse, avuto riguardo al de-cuhilo del malato; epperö quesle iperemie passive si dicono pur ipostatiche, e si notano appunto nei malati ehe stanno lungo tempo coricati.
c) Edema ed idrorrea polmonare. Per edema polmonare noi intendiamo, eon (Jantani, il Irasudamento sieroso limi-tato alle raaglie delle pareti alveolari e dei bronchi ; e per idrorrea, I'idropisia libera delle vie aeree con spandimento nella cavitä stessa dell? vescichelte e dei minimi bronchi. Sia l'edema, ehe l'idrorrea polmonare, sono conseguenza di ogni congestione polmonare di una certa durata, e special-mente delle flussioni irritative, eollalerali, e della stasi.
Terapia. Collocati gli ammalali di congestione polmonare attiva, generale o parziale, in un sito fresco, evitando le correnti d'aria , si deve ricorrere ad abbondanti emissioni sanguigne, il eui numero e proporzionato allo stato costitu-zionale deU'ammalato ed alia gravitä degli aceidenli. Giova il salasso, poiche la congestione sanguigna essendo un sem-plice disordine di ripartizione del sangue senza alterazione del tessuto, diminuendone direttamente la quantitä , se ne facilita la eircolazione, e se ne previene la stasi; invero si vede ben to3to in seguiio alia flebotomia diminuire imme-diatamente l'oppressione e la dispnea, allorquando il tessuto non e sede di aleun travaglio organico faeiente ruflicio di stiraolo persistente. Inoltre si amministreranno sali purgativi, e si applieheranno clisteri irrilanti. Se il salasso poi e eon-troindicato dallo stato di denutrizione e debolezza dell'am-malato, si ricorrerä a vescicanti volanli ai lati del torace, ai purganli drastiei, a clisteri purgativi, ed all'uso di irritant! sul comune integumento, non dimentieando di spddis-fare eontemporaneamente all'indicazione eausale.
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Nella forma passiva il trattatnento deve essere appropriate al processo, o state morboso preesistente. II salasso non e indicate ehe nelle slasi per lesiene del euere, ed allorquando (#9632;gt; minacdata la vita per la congestione polmonare stessa; del resto le indicazieni ed i mezzi gievevoii sono quelli da noi indicati per I'asistolia. Nelle congestion! ipostatiche si use-ranne gli eccitanti, i stimolanti ed i tonici , cembattendo nelle stesso tempo I'influenza della pesantezza col eangiare frequentemente la parte sulla quale gli ammalati sono eerieati.
Tali mezzi associati ai diuretic!, ed a! drastic!, costituiscono pure !1 trattamento dell'edema ed idrorrea per malattie idro-pigene, curando eontemporaneamenle il morbo primitive; negli animali onnivori e carnivori giovano i vomilivi (eraetico ed ipecacuana) per motiv! giä altra volta mentovali.
d) Emorragie polmonari. Le pneuraorragie nen sono molto frequenli nei nostri animali deraeslici; occupano, a differenza delie broncorragie, il parenchima polmonare. Devone distin-guersi due forme anatomiche di emorragie polmonari: 1deg; I'in-farte emorragico, ciee emorragie capiliari in cui il sangue e infiltrate nel tessuto polmonare senza ehe queslo abbia subita distruzione (e la forma piü frequente); 2deg; I'apoplessia polmonare di molti scritteri, focolai apopletici, in questi casi il sangue stravasato distrugge tessuto polmonare , e ne ri-sulta una eavita anormale in cui si raccoglie.
Terapia. Nell'apoplessia polmonare traumatica non fulminante conviene rieorrere, oltre all'assoluto riposo ed al man-tenere gli animali in istalle discretamente fresche, a cataplasm! di ghiaccio, alle subitanee abluzioni ed abbendanti di acqua ghiacciata ai eoslati, ai elisleri resi eccitanti, a rivul-sivi alle eslremitä, alle bevande rinfrescanti ed acidule, fatte speeialmente con I'aeido acetico, tartarico o citrico (1, 2); ed inoltre nei casi gravi amministrare gli astringenti-emo-statici indicati a proposito della broncorragia. II Cruxel con-sigiia il salasso, anche ripetulo, dope le abluzioni fredde.
Centre gli infarti emorragici ehe possene essere cense-
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477 guenza di vizii cardiaci, dell'olturamenlo erabolico dei ca-pillari polmonari, ecc, e alia digitale, ai drastic!, ed ai diu-retici e tonici, ehe si deve dare la preferenza, a seconda del morbo primitivo ehe li ha eausati, come dissimo a proposito dell'asistolia..
II Cornevin sornministro in un cavallo eon felice successo ii percioruro di ferro (10 grm. in due lilri di acqua bianca). (1) P. Acido tartarico grm. 8,(2 (2) P. Accto buono grm. S0-100 oppurc Acitlo cilrieo raquo; 4,7nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua un litro.
Acqua un litro. Limonea.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Limonea acctica.
Tartrica c citrica, (L. B.)nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
e) Gangrena polmonare. La gangrena poimonare puo es-sere circoscrilta o diffusa, ed aversi in tutti gli animali , ed in tutte le eta; pero si nota specialmente nei solipedi, ed in raodo particolare negli asini. Puö avvenire per ischemia in seguito aH'obüterazione di un'arteria bronchica nel corso di lesioni del cuore sinistro , quantunque piü frequentemente sia prodolta da compressione dei capillari, per cui cessa lo seambio nutritivo della parte; - i foeolai emorragici, gli infarti metastatici, e le pneumoniti, ne sono le principali cause. Ma una forma ancora frequente e la gangrena per lesione del tessuto, la quale risulta pel conlatto del tessuto polmonare con una materia di origine gangrenosa, o suscet-tibile di subire al contatto dell'aria la decomposizione pu-trida, cosi le embolie speeifiche, 1'azione dei liquid! pulre-scibili contenuti nei bronchi dilatati, la penetrazione nelle vie aeree di sostanze alimentari, come notammo, non e molto, in un cavallo ricoverato in queste infermerie, e via via.
Terapia. Per nostre proprie osservazioni possiamo confer-mare I'efficaeia dell' essenza di terebentina nella gangrena polmonare eircoscritta, sia solto forma di inalazioni, ehe am-ministrata internamente. Si polrebbe tentare anche Tacido fenico gia trovato giovevole dal prof. Tommasi in medicina umana sotto forma di nebbia coi nebulizzatori; perö noi diamo sempre la preferenza all'olio di terebentina per motivi gia esposti, cui si puö unire il sale di saturno.
Nello stesso tempo, a seconda delle varie eondizioni in cui
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trovansi gli ammalati, ehe devono in ogni caso tenersi ad un regime nutriente, possono essere richiesti it vino, i'alcool, il soifato di chinina e gli cccitanti in generals.
/quot;) Pneumonite. Queslo vocabolo, dal greco pneumon-pol-mone, ed ite desinenza indicanle infiaramazione, venne ado-perato per designare in genere I'infiammazione polmonare; ma perö, allorche si impiega seuz'allra qualificazione, s'in-tende propriamenle la pneumonite crupale, la quäle e carat-terizzata anatomicamente da un essudato fibrinoso coaguiabile. E questa affezione polmonare, ehe si osserva in lutti i nostri animali domeslici, ma perö piu parlieolarmente nei eavalli e nei eani.
Ollre a questa forma di infiammazione polmonare, abbiarao la pneumonite catarrale, la quale differisee dalia fibrinosa per la eomposizione dell'essudato, e la ripartizione della le-sione. La sede poi del proeesso infiammatorio alia superficie libera (interna) dei eanalicoli ed alveoli respiratorii dif-ferenzia la fibrinosa, e la catarrale, dalla pneumonite inter-stiziale.
La pneumonite eatarrate non si presenta senza precedenza di eatarro dei bronchi, e le lesioni patologlche avvengono negli alveoli medesimi estendendosi 1' infiammazione dai bronchi ai eanalicoli respiratorii con compartecipazione degli alveoli corrispondenti; e malgrado questi, rivestiti di epitelio pavimentoso, non presentino una vera membrana mueosa se-parabile dalla tunica elastica o congiunliva, tultavia le alte-razioni somatiche eui vanno incontro, hanno una tale analogia con quelle dei pieeoli bronchi, ehe io credo si possa benis-simo adoltare la denominazione di bronchio-pneumonite catarrale (V. Bronchi, malattie dei).
Inline nclla polmonite purulenta, ehe tiene in genere a cause infettive, e ehe noi abbiamo notato piuttosto frequen-temente nei eani, si ha suppnrazione negli alveoli, e la mareia non viene ne dai bronchi, ne da caverne, ne da aseessi; puö tale polmonite essere acuta o cronica, circo-scrilta o diffusa. L'acuta primaria, od immediata, si sviluppa
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479 di frequente nel ciraurro di quest! animali, ed e d'ordinario di esito infausto.
La pneutnonite fibrinosa o crupale pud essere semplice o doppia, cioe unilaterale o bilaterale, e centrale o periferica.
Terapia. Per facilitare la diagnosi, ed il traltamento cura-livo, e convenienle di distinguere nella pneumonite f. acuta tre periodi, di principio o di accrescimento, di stato e di lermi-nazione, ehe corrispondono alle tre fasi delle evoluzioni ana-tomiche. Infatli questa polmonite tipica, considerata analo-raicamente, ci offre tre stadii differenli tra loro, cioe il periodo iniziale o di ingorgo sanguigno, essudazione fibrinosa e pro-liferazione cellulare; lo stadio di epatizzazione rossa, in cui si coagula I'essudalo fibrinoso dapprima liquido, ed il colore dipende dall'iperemia, ma per questa si ha pure diffusione di ematina ed anche fuoriuscita di globuli rossi; infine il terzo periodo o di epatizzazione grigia, in cui dirainuisce la vascolaritä, si trast'orraano i globuli rossi, e coraparisce il vero colore dell'essudato, ehe e grigiaslro; questo colorito diviene giallastro cominciando la degenerazione adiposa, e con questa la risotuzione della malaltia.
Malattia a decorso ciclico, come il vaiuolo, la febbre af-tosa, ecc, la pneumonite fibrinosa puö guarire senza soc-corso terapeutico, come I'ha dimostrato I'osservazione clinica, quando decorre con modica intensitä, senza complicazioni, ed in animali del resto sani.
Non si ha quindi nella pneumonia a soddisfare imperiosa-mente, e con tratlamento attivo, ad alcuna indicazione causale o patogenica speciale; ma piuttosto si presentano delle indi-cazioni sintomaliche, per cui non puö essere questione di un tratlamento unico ed uniforme, essendo questo relative al-l'intensitä di certi sintomi ed alle condizioni individuali dei raalati, e non unicamente alia lesione.
Le principali indicazioni sintomatiche si hanno dalla intensitä della febbre, dalla dispnea, dalla flussione collaterale, dagli accidenti cerebral! e dalla stasi venosa. Cosi aUorche la lemperalura arriva, o sorpassa nei cavalli, i 40deg; centigradi.
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con polso accelerato, duro e pieno, giovano specialmenle la digitale e I'emetico, poichfe quesli due agenti farmaceutici hanno appunto per effetto coraune di abbassar la tempera-tura ed il polso, e di altivare nello stesso tempo la secre-zione renale e culanea; e cio e di grande vantaggio, tenendo questa polmonite a cause reumatiche. Non si deve pero abu-sare dell'uso di quesli medicamenti (si raccomandano pure altri sali cosi detti antiflogistici); ma tralasciame la lore amministrazione appena non sieno piu richiesti, facendovi succedere, specialmente negli animali di costituzione e forza mezzana, la medicazione tonica. Si intende ehe i maiati non devono presentare complicazione di lesioni intestinali, net qual caso 6 conveniente dare la digitale sola. Del reslo se si trattasse di un animale robusto e prima sano, e non si potesse presto ricorrere all'uso di questi farmaci, e vi esi-stesse dispnea intensa e temperatura elevata con disturbi meccanici della circolazione polmonare e fenomeni di stasi encefaiica, e conveniente praticare un generoso salasso, il quale nei nostri animali in tali casi ha dato e da sicura-mente reale vantaggio, non gia perche valga a troncare la febbre, perche la temperatura non si abbassa ehe di 1-2 decimi di grado e per poche ore, ma per combaltere la flus-sione e I'edema collaterale, per cui Tammalato e minacciato di soffocazione, ecc. E pur giovevole ricorrere contempora-neamente aH'applicazione di cataplasm! ammollienti tiepidi ai lati del torace, nello scopo di lenire il dolore e di dirainuire cosi la dispnea da essa dipendente, mentre valgono ancora a favorire il sudore, la di cui produzione e utile nel primo stadio specialmente, sottraendosi con esso all'organismo del calorico, ed eliminando dal corpo delle sostanze riduttive pi-rogene.
Quando si tratta di animali deboli e denutriti con pronun-ciata adinamia, nolle pneumoniti adinamiche in generate, non si deve certo praticare la flebotomia, poiche non solo in tali casi c inutile, ma dannosa, e procedere itivece ad una medicazione tonica fin dal principio, non dimenticando
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481 l'uso del solfato di chinina , per coadiuvare Torganismo a resistere alia perniciosa influenza deU'inGltrato, e favorirnri rassorbimento.
Anche la stasi encefalica, ehe compare d'ordinario nel pe-riodo di state, o verso il suo termiae, deve combattersi collii medicazione tonica, die sostiene rammalato e lo mette in istato di attendere I'epoca della risoluzione della polmonile, cioe la degenerazione adiposa dell'essudato, la diminuzionn della compressione sui vasi capillari, ed il trasudato, da cui ne risulta I'emulsione deU'essudato, quindi il riassorbitnentd o respettorazione, il vuotamento degli alveoli, ehe riacqui-stano la loro elasticita impedita prima di manifestarsi, e la rigenerazione deU'epitelio, non essende vero ehe ogni pneu-monite crupale debba avere lo stadio di suppurazione. A tale scopo si amministri I'alcool (2) al manifestarsi deU'adi-namia, perche determine abbassaraento della temperatura, e risveglia reccitabiiita del sistema nervoso, inoltre essendu un vero alimento respiratorio (Liebis;), cioe presentando alia oombustione febbrile un elemento facilmente combustibile, restringe la consunzione organica e diviene un agente di ri-sparmio; giova pure il solfato di chinina, e nei piccoli ani-mali I'eslraUo di china, - dopo si ricorra ai ferruginosi, ed all'amminislrazione di alimenti contenenli molti principii alibili. Del reslo, se i moli cardiaci si fanno troppo deboli, iiavvi minacciante paralisi del cuore, die per se ucciderebbe rammalato, si amministrino gli eccitanti, e specialmente I'es-senza di terebentina e canfora, I'etere solforico, il muschio e via via. Nei piccoli animali si puö ricorrere all'uso dell'i-pecacuana come valente eccitante, e specialmente quando si tratta di idrorrea polmonare.
II delirio dipendente da anemia cerebrale si combatte pure coll'alcool, cogli eccitanti e tonici, aggiungendovi nelle forme piü violente il cloralio; ma se si trattasse piuttosto di atassia ehe di ipostenia pura delle funzioni cerebrali come succede negli animali nervosi, eccitabili, converrä solo l'uso del clo-
Di:. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;51
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ralio idrato; noi ne abbiamo avuti ottimi effetti in cani spe-cialmente.
Nel periodo di risoluzione giovano il cloridrato di ammo-niaca, e gli espettoranti in generale.
In cavalli con pneuraonile grave al 1deg; e 2deg; stadio, ed osti-nata costipazione e dillicolta di mingere, trovai assai giove-vole il connubio del solfato di chinina coll'aloe soccotrino (1).
Se si presentano sintomi indicanli la formazione di ascessi, si avra ricorso ai mezzi da noi indicali contro le bronchi-ettasie, e la gangrena polmonare.
La medicazione tonica poi, i rivulsivi cutanei, ed i diafo-retici, costituiscono il Irattamento delle forme a decorso lento.
Negli animal! robusti si puö favorire I'assorbimenlo del-I'essudato coll'uso dell'ioduro di potassio ad alta dose, e nei deboli coll'ioduro di ferro (amministrando solfato ferroso e ioduro di potassio (3)). Alle frizioni vescicalorie si deve solo ricorrere al principio della liquefazione dell'essudato, cioe dope la defervescenza, concorrendo per la dermalite ehe pro-ducono ad aumentare la febbre; sono dannosi i setoni.
Non pochi altri fenomeni, ehe corapaiono duranle la pneu-monite, possono facilmente richiedere un trattamento sinto-niatico; cosi, se gli anitnali sono tonnentati da tosse violenta, e dolorosa, si amministri I'oppio, I'eslratto di giusquiamo, o la polvere del Dower specialraente nei cani; se vi esiste costipazione ostinata, si avrä ricorso a purganti e clisteri, - ed agli astringenti, se vi esiste ostinata diarrea; infine combat-tere si deve le infiitrazioni edematose con convenient ripe-tute frizioni eccitanti ed irritant!.
II IMllwax nel prime stadio della pneumonite del cane ado-pera I'aconito, oppure a questo unisce la digitale, e nello stadio dell'epatizzazione e deH'infiUrazione purulenta il car-bonato di potassa, il sale ammoniaco ecc.
Infine diremo ehe gli ammalati devono tenersi in locali a temperalura moderata, con aria pura, e lettiera conveniente ed abbondante, e in riposo assoluto nell'acuta pneumonite. Nello stesso tempo si faranno eseguire delle fregazioni secche
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483 general!, od avvalorate, secondo le circostanze, con essenza di terebentina ed alcool, seguite dall'applicazione di coperte di lana; se gli ammalati conservano I'appetito, saranno nu-triti con buoni alimentiripartiti in molti pasti, dandoli ognora in piccola quantitä per volta, ed abbeverati con ac.qua non fredda.
Molti medici hanno ottenuti effetti sorprendenti nella cura della pneumonile col carbonato di ammoniaca, il quale ab-bassa la temperatura, il polso, ed il doiore diminuisce rapi-damente nel punto atntnalato, per cui s'ammansa la dispnea, e la malatlia si lermina per risoluzione; conviene tenlarne Tamministrazione anche in medicina veterinaria.
Nella pneumonile suppuraliva e necessario insistere sul-I'uso del solfato di chinina, e sulla decozione vinosa della corleccia di china.
(1)nbsp; P. Solf. chinina grm. 2-4 ncl corso della giornata nei bovini
Aloe soccot.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 45-20 e solipedi.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;iL. Brusasco).
Eslrat. e polv.genzlana q.b. (3) P. loduro potassio grm. 6-9
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per fame un bold. S. Da darsi ad un cavallo(L. Brusasc
(2)nbsp; P. Alcool rettif. grm. 60
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Solfalo ferroso raquo; 9-12 Polv. cd estralto di gcnziana q.b. per fame due boli.
S. Da amminislrarsene uno al
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Inf. amaro-arom. •
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1000 maltino cd uno alia sera al cavallo.
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S. Si puö ripetcre tale dose
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(L. Brusasco)
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g) Pneumonile interstiziale. La pneumonile interstiziale, conosciula piü comunemenle col nome di pneumonile cro-nica, induramento del polmone, e raorbo a corso lenlo, ehe si inconlra specialmenle negli animali bovini, ed in modo parlicolare nella forma cosl delta polmonera, mentre di rado si manifesla indipendentemente da altra malatlia polmonare nei cavalli, cioe come malatlia primitiva, idiopatica.
Consisle neirinfiammazione lenta del tessulo congiuntivo, ehe entra nella composizione dei polmoni; il tessulo inter-lobulare quindi, interalveolare, e quelle ehe accompagna i vasi, e la sede della lesione. Nei cavalli si nota d' ordi-nario tale processo nelle parti anteriori ed antero-inferiori dei polmoni.
Terapia. II pronostico e grave, perche la pneumonile interstiziale estesa, difficoltando I'emalosi, allera la nutrizione
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gravemente , ed uccide gli ammalati per asistolia; cioö, il trattamenlo curalivo e impotente, non essendo possibile far rammollire I'esagerala vegetazione congiuntiva e far!a risol-vere. Laonde il ciinico non deve far altro ehe soddisfare alle indicazioni sintomytiche fornite dalle lesioni palogeniche, e combattere gli accidenti cardiaci conseguenza della sclerosi. h) Echinococchi nei polmoni. Sono i bovini ehe tra tutli i nostri bruli domestici albergano piu frequentemente echi-noeocchi, i quali sono nient'allro ehe la prole giovane della taenia echinocoecus, Siebold.
Terapia. Benche le eisti idatiche siano per molto tempo compatibili con uno soddisfacenle stato generale, cosliluiscono tuttavia una malattia grave, poiche, oltre alia difficoltä di fame la diagnosi pendente la vita, Ira tulti i mezzi parassi-ticidi eonoseiuti, e proposti, non se ne ha akuno valevole a combattere tale elmintiasi. Quindi il ciinico dovrä limitarsi in ogni caso ad una eura sintoraatico-razionale; e quando I'evacuazione bronchica e incominciula, favorirla cogli espel-toranti ed irritant!, e curare le conseguenze , come vennc accennato discorrendo le varie alterazioni bronchiali e pol-raonari.
Non dieiamo della pneumomycosi cronica, ne delle lesioni determinate nei polmoni dei bovini da distomi epalici, ecc, perche non essendo possibile la diagnosi eziologica, la eura non varia da quanto venne detto superionnente.
Fodopatologia. Da pödos piede, pathos affezione, logos discorso. Dicesi quella parte della patologia descrittiva , ehe si occupa delle malattie dei piedi (Vedi i relativi articoli).
Poligalassia. E il notevole aumento, I'eccesso della secrezione lattea. La poligalassia pura e semplice non costi-tuisce mai una malattia nolle vaeche, poiche quelle ehe danno molto latte, quando questo e di buona qualita, sono le piü rieercafe, riescendo piü utili per quest'abbondante secrezione.
Terapia. Del resto volendo combattere tale eecessiva secrezione, perche fa dimagrare notevolmente 1'animale, con-viene evilare tutto eiö ehe la puö favorire, cioe teuere la
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#9632;
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485 nulrice a dieta minoraliva e non eccitante , e ricorrere al-I'uso di evacuanli alcalini e del nitro (solfato di soda, di magnesia, ecc), e di abluzioni fredde sulle raamraelle (Vedi antigalaltici).
Politrichia. Un esagerato sviluppo del sislema pilifero (politrichia) non e stato guari osservato, die alia coda ed alia criniera nei cavalli. Quest' anomalia pero non ha influenza sulla salute degli animali.
Polmonera contagiosa dei bovini. ft morbo di infezione, particoiare alia specie bovina, di rado spontaneo , piii spesso da contagio, ehe puo presentarsi solto forma epi-zootica, enzootica ed anche sporadica, e contraddistinto da un'essudazione di siero albumino-fibrinoso nel connetlivo in-terlobulare e negli alveoli polmonari, non ehe dalla prolife-razione dell'epitelio degli alveoli medesimi; tanto ehe le superficie di sezione dei polraoni si presentano d' aspetto raarmoreggiato per causa delle grosse striscie giallastre formate dal connettivo interlobulare , ehe incistida o circonda i lobuli polmonari di colore piu o meno scuro , grigio , od anche sfumato giallo (V. Rivolta, op. cit.).
Questa malaltia, ehe puo communicarsi dai bovini ammalati ai sani per virus fisso o volatile; non pare trasmettersi alle altre specie di animali domestici, eccettuala la capra. Col-pisce i bovini di ogni eta, ed inollre si crede congenita, essendosi appunto osservati feti quasi giunti a maturitä com-pleta, i quali presentavano gia le lesioni polmonari credute caralteristiche della stessa affezione. Puö aver corso acuto e cronico, e terminarsi per risoluzione , gangrena, od in una forma di cronica pneumonite.
Terapia. Per soddisfare all' indicazione profilattica , si e inoculate il virus pneumonico nei bovini sani; perö dietro noslre proprie osservazioni, e tenendo conto di quanto si scrisse in favore e contro tale innesto, e ritenuto ehe gli stessi sostenitori dell'innesto ammeltono ehe questo non arresta di certo (anzi aggrava secondo noi) il corso del morbo negli individui in cui e incipiente, in cui cioe e gia il morbo nel
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periodo di incubazione, - rilenuto ehe non poche volte si videro gli inoculati cadere malati qualche settimana, o poco piü, dopo I'innesto, come se questo non si fosse punto prali-cato, - ehe qualche pratico osservo perfino la mortalita di piü del 7 0/0 degli inoculati, - ehe alcuni pratici verifiearono potersi pratlcare per piü volte di seguito I'innesto sugli stessi animali nello spazio di pochi tnesi con produzione ognora delle alterazioni locati proprie dell'innesto, cioe con suceesso, eppero con reazione locale, e perfino con caduta della coda, ma senza ehe gli animali stessi fossero preservati dalla con-tagione nei modi ordinarii, - ehe quantunque il virus possa sollevarsi e restar sospeso neU'atraosfera (volatile) , tuttavia la contagione ha per lo piü luogo per virus fisso , - ehe ad ogni modo la contagione per virus volatile non puö avve-nire a grande distanza , formandosi al piü una specie di atmosfera contagiosa attorno degli animali amraalati, - ehe lutti gli autori si aceordano neiraffermare die la malattia si propaga con una grande lentezza, e ehe, sviluppatasi in una stall;), dapprima non colpisce ehe qualche animale iso-lato per assalirne, dopo un tempo piü o men lungo, un numero maggiore , - ehe tale malattia e di rado spontanea (1 sopra 100 casi), - e ehe mfine laquo; mentre si oltengono splendid! risultati coH'inoculazione nelle mandre ove la malattia e portata di recente per contagione, in quelle altre in cui nasce per cause loeali od anche importata serpeggi da lungo tempo mielendo troppe vittime, c sempre assai piü funesta (I'inoculazione) (Molina Giovanni) t, noi non possiamo in alcun modo ammettere l'utilitä dell' innesto da altri commendato, mentre risulta ehiaranaente ehe, oltre all'essere inutile, I'inoculazione amp; di certo valevole per diffondere viemmaggior-mente la malattia nei modi a tutti noti. Anche il Prof. De Silvestri considera I'innesto mezzo laquo; profilattico dubbio, per non dire di nessuna azione raquo; (*).
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(*) Dc Silvestri, Compendio Ji paiologia e terapia speciale degli animali domeslici.
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487 Laonde pei bovini ehe coabitarono con malati, e ehe son sospelli di essere di gia infelli, noi crediarao conveniente non I'innesto, poiche non tronca certamenle la raalatlia se si trova allo slato di incubazione, ecc, come sopra ; ma di collocarli semplicemente in stalle igieniche, di somminislrar loro alimenti buoni ed in quantila conveniente e piuttosto secchi, sottoponendoli ad un moderato esercizio muscolare, -e di ricorrere nello stesso tempo ali'amministrazione per al-cuni giorni negli animali deboli e magri del solfato ferroso, ed in quelli ehe si trovano in buone condizioni di nutrizione, degli iposolfiti di soda e magnesia. E meslieri tenere inollre questi animali sospelti isolali ed in osservazione per qualche tempo (almeno per 30-40 giorni). Ma se malgrado questi mezzi preservativi si sviiuppasse la malattia, si deve ricorrere al trattamento curative conveniente.
I bovini sani poi, e non sospetti, non richieggono alcun trattamento speciale (*) , ma solo di essere tenuti nelle ben note condizioni igienico-dietetiche, evitando la contagione, la quäle, benchö il virus pneumonico sia pur volatile, per lo piu ha luogo, ripeto, per virus fisso. Tale contagione si compie col mezzo delle stalle infetfe, dei paseoli, dei pezzi cadaverici, degli animali convalescenti o venduti pel macello, delle per-sone ehe furono in contatto eoi malati, e via via.
Eppero non solo si dovranno separare gli animali sani dai malati e sospetti, ma ancora farli governare ed assistere da speciali custodi. Si dovrä di piu sequestrare i malati, e ricorrere alia disinfezione delle stalle infette prima di desti-narle ai sani, ed all'interramento dei cadaveri e delle pelli; queste perö potranno mettersi in coramereio previa conveniente disinfezione. Inollre i proprietarii non dovranno mai acquistare animali dalle localita in cui si sa regnare la malattia, e ad ogni modo, gli acquistali, tenerli in osservazione per qualche tempo in una stalla isolata.
(') Dai falti rappnrtati dal Wohllhat pure ristilta ehe l'inocu'azione delta polmoncra e inutile.
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II trattamento curativo deve variare a seconda dello stadio in cui si trova la malatlla, ed a seconda delle forze del-rammalato.
Nello stadio febbrile, e gia in principio della malaltia nella forma acuta in animali ben nutrili, riesce utile il tartaro stibiato solo od unito alia digitale (1), il nitro e solfato di soda; si avvalora Tazione di tali farmaci con ripetule frizioni cutanee, coH'appiicazione di clisteri con acqua fredda e clo-ruro di sodio, ecc. (V. Pneumonite). In questo periodo con intensi sintomi febbrili non convengono, secondo noi, i ve-scicanti e la raggiatura ; il salasso puo essere richiesto da grave iperemia collaterale, e giova solo negii animali forti e ben nutriti con grave febbre.
Se i malati son deboli, ed in cattivo stato di nutrzione, sono ulili il solfato di chinina, i ferruginosi' (2), non ehe i tonici e stiraolanti, - solfato di ferro scioito in decozioni ama-ro-aromatiche, ecc.
II prof. Delprato pure ha dimostrato dannoso I'innesto, preferibile la cura, e convenire I'uccisione delle bestie quando la malattia si accorapagna di fenomeni tifoidei.
11 Gruxel assicura aver oltenuti buoni vantaggi coll'uso di frizioni ripetule di pomata emelica alle pareli loraciche, di setoni alia pagliolaia, e di bevande emetizzate o nilro-eme-lizzale (emetico 2-3 grammi, acqua 6-8 litri, da darsi in due volte; oppure emetico grm. 2, nitro grm. 10, acqua litri 4, se ne danno due dosi al giorno; oppure nitro grm. 40-50, acqua litri 8-10, da amminislrarsi in due volte,).
II Kroqman impiegd con vantaggio negli animali ia buono stato di nutrizione la potassa alia dose di 12 grm. mattina e sera sciolta nell'acqua, come pure il carbonato di potassa unitamente a frizioni al petto.
Priestman, onde impedire la diffusione della polmonera, pre-ferisce I'acido carboiico alia inoculazione, ehe prima prati-cava; il Gerlach raccomanda la dieta secca, la dieta di fienc colia sotlrazione di una parte della bevanda, in modo da non cstinguere mai complelamente la sete , composta di acqua fresca.
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Nel periodo afebbrile, ed allorquando ha un corso lentis-
simo, e pur conveniente l'amministrazione de! ioduro di ferro
specialmente negli animali deboli.
(I) P. Foglie dig. secche grm. 6nbsp; nbsp; (2) P. Solfato ferroso grm, 43
Fa inf.; alia colat. • 800nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Polvrad. cal.ar. raquo; 120
Agg. tartaro slib. raquo; 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Spirilo canforato raquo; 180
S. Da darsi in una sol voltanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Polv. di radice di allea q.b.
.•id un bovino.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;per far plctluario.
Si ripete convenicntcmente.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da darsi in 24 ore.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Haulmcr).
Porpoi'a emorragica. Tale discrasia emorragica e stata osservata solo nei cavalli e bovini, e specialmente dai veterinari inglesi.
Terapia. Couiora riusci a guarire la porpora emorragica nella vacca con una tisana di foglie di noci, con frizioni sedative sui lombi, e coll'amministrazione nel corso della gior-nata di tre grammi di percloruro di ferro cristallizzalo, di-viso in sei dosi, (kindolo ciascuna volta in due litri di acqua. I veterinari inglesi adoperano specialmente I'olio di tereben-tina con I'etere solforico e I'alcool (i); il Sanly sulle parti tumefatte adopera inoltre fomentazioni caide e lozioni con tintura d'arnica.
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(l) P.
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Olio lercbcntina Olio di lino Elere solforico
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grm.
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AIcool
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grm. 30 (Sanly).
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M.
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Priapismo. Consiste nell'erezione dolorosa, non inter-rolta, e prolungata del pene, ma non accompagnata da alcun desiderio del coito, epperciö differisce dalla satiriasi. E raro nel cavallo intiero e nel toro, ma frequente nel cane in se-guito a colpi ehe gli si danno per allontanarlo dalla fem-mina. E prodotto cioe da malattie locali, da cistite, prosta-lite, uretrile , balanite , acrobustite , ecc., non ehe daH'uso delle cantaridi, e via via.
Terapia. E subordinata alia causa; ma in generale e ne-cessaria la cura antiafrodisiaca. Epperö regime rinfrescativo, emission! sanguigne locali, bagni freddi continual!, emol-lienli, ed oppiacei internamente. In cas! piü gravi ricorrere si deve addiriltura alia iniezione altorno alia regione geni-
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tale di uno o due centigrammi di solfato di tnorfma sciolti nella quanlila d'acqua contenuta nella siringa del Pravaz, oppure di cloralio, ed all'uso interno della canfora, del lup-polo e del bromuro di potassio (V. Ninfomania).
Prelasso. I patologi danno il nome di prolasso, o pro-cidenza, a quei tumori formati dal cambiamento di sito delle parti molli, nei quali le viscere od altri organi smossi restano affatto nudi, ed alcune volte anche rovesciati (Mangosio).
Terapia. II trattamento curalivo consiste nella riposizione dell'organo prolassato o rovesciato, e nel prevenire ehe si rinnovi.
1deg; Prolasso del bulbo oculare. E specialmente nei cani ehe succede in seguito a cause meccaniche; nei grandi aniraali e prodotto ora da pressione esercitata dal di dietro dell'oc-chio, come da tumori varii, fungosi, ossei, ehe si svolgono nella cavita orbitaria; ora consegue la procidenza invece ad idroflalmia, o ad altre lesioni del bulbo stesso, per cui au-menta di volume, diviene sporgente e le palpebre non pos-sono piii coprirlo.
Terapia. Deve dapprima il clinico assicurarsi della causa, cosi estrarre i corpi estranei, i proietlili ehe sono penetrati nell'orbita, ricorrere alia paracentesi in caso di idroftalmia, e via via. Soddisfatlo cosi all'indicazione causale, se il prolasso vi esiste ancora, si deve procurare di riporre I'occhio nella cavitä orbitaria, tentando di vincere con moderala pressione la resistenza opposta dalla fessura palpebrale. Fatta la riduzione, si pratica un bendaggio contentivo, oppure si cuce bene assieme le palpebre e si pratica quindi una fasciatura compressiva. Quando I'occhio fosse molto infiammato e gonfio, onde facilitare la riduzione, si consiglia di spaccare la fessura palpebrale all'angolo esterno deH'occhio, e nei cani di tagliare col metodo sottocutaneo il legamento orbitario, ehe costituisce I'arcata orbitaria. L'occhio ammalato si medica quindi conformemente alle lesioni, - bagni con acqua fredda dapprima e poscia eon farmaci aromatici, ecc. Ma allor-quando non e piü possibile la riposizione in sito del globo
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491 oculare, oppure il medesimo si trova disorganizzato, in preda a lesioni incurabili, devesi ben tosto estirpare per intiero. Si effettua 1'estirpazione del bulbo oculare, afferran-dolo, dopo di aver assicurata la testa e scostate le palpebre, con un unciao doppio e con una forbice a cucchiaio o con una foglia di lauro separandolo dalle parti molli (congiun-tiva, muscoli ecc). L'emorragia 6 leggiera, e si arresta con bagni freddi, colla torsione dei vasi, o la merce il tarapo-namento. La piaga conseculiva si cura coi mezzi ordinari.
2deg; Prolasso dell'ovidulto. Si nota pressoche sempre in se-guito dell'arresto dell'uovo in quesla regione.
Terapia. Bisogna prima di tutto cercare I'uovo, perforarlo, ed allorche si e svuotato , schiacciare il guscio , ed estrarre gli avanzi. Quindi dopo di aver pulita la mucosa, e svuotato, se e possibile, il retto con una pinzetta o con un ciistere, si preme leggerrnente suU'ovidutto, e si fa dolcemente rientrare. 3deg; Prolasso del retto. E specialmente frequente nei cani, ma raro negli altri animaii.
Terapia. Contro il prolasso incomplete del retto si con-siglia di ungere varie volte al giorno, e riperutamente, la parte prolassata coU'olio, col grasso fresco, e di fame quindi la riduzione; se perö la mucosa e tumefatta, conviene praticarvi incisioni. Hering pratica invece I'esportazione di falde della mucosa a fine di restringere il tumore e facilitarne la riduzione. lessen ed Unterberger consigliano di aspergere la parte prolassata con polveri astringenti, con parti uguali di pol-vere di carbone e solfato di rame, parecchie volte al di.
In cerli prolassi completi, onde poter ridurre I'organo, oltre alle incisioni, e pur necessario I'escissione delie parti infiltrate della mucosa; Gurld ed Hartwig usano nel cavallo la escissione previa la sutura. Noi perö usiamo con favore-vole risultato i bagni sulla parte prolassata con acqua fredda e meglio ghiacciata; nei casi recenti e lievi basta mantenere per alcune ore una spugna o dei stracci continuamente ba-gnati con acqua ghiacciata sulla parte prolassata per facilitarne la riposizione ed impedirne la riproduzione.
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Non havvi alcun dubbio ehe in ogni caso bisogna svuotare il retto, e possibilmente il colon, degli escrementi ivi accu-mulati per mezzo di clisteri e di purganti. Per impedire la riprcduzione del prolasso, il collega Demarchi G. consiglia di altraversare nei cani lo sfintere anale con un refe abba-stanza forte, ed abbracciando una certa quantilä di tessuto, onde resistere agli sforzi espulsivi deU'aniitiale (').
4deg; Prolasso della vagina. E lo sposlamento di questo or-gano, ehe si fa vedere attraverso le labbra della vulva in forma di piega o di un tumore piü o meno grande, il quale ha per superticie esterna la membrana mucosa. Le vacche sono tra le femmine dei nostri animali domestici le piü sog-gette a tale procidenza.
E frequentissima durante il parlo o poco dopo, spesso si nota pure nelle vacche gravide, ma di rado durante la vaeuitä.
Puö essere completa od incomplela, epperö se ne distin-guono due gradazioni.
Terapia. Questa varia secondo il grado e le condizioni in cui si trovano le femmine. Cosi nella procidenza di prirao grado, conosciuta dal volgo col nome di rosa, quando suc-cede a gravidanza gia avanzata, non e necessario alcun trat-tamento speciale, ma e solo conveniente tenere le femmine col treno posteriore piü elevate dell'anteriore, ed in buone condizioni igienico-dietetiche.
Del resto negli altri casi la terapia consiste nel riporre la vagina nella sua posizione normale e nel manlenervela. Prima perö di procedere all'operazione si laverä con acqua tiepida, o con un liquido mucillagginoso, la parte fuoriuscita, e quindi si mettera al suo posto facendo sulla medesima una leggiera pressione con le dita, e si manterrä in sito o con uno dei bendaggi da prolasso, o con un pessario o colla sutura di Denenbourg; le iniezioni astringenti nei prolassi compleli non sono sudicienti. A seconda dei casi varierä il susseguente trattaraento generale e locale.
(*) Demarchi G. Mei. Fet., 1873.
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Contro il prolasso della vagina dei cani e del retto, il Pillwax adopera una soluzione di tannino, sia solto forma di bagni ripetuti suH'organo prolassalo, ehe per iniezioni dopo di aver falta la riposizione (tannino pure grm. 2, acqua distillata grm. 180; per bagnare piii volte al giorno la parte prolassata).
5deg; Prolasso e rovesciamenlo della vescica. Puo aver luogo nelle cavalle , nelle vacche e nelle cagne. Si ha rovescia-mento allorquando la vescica atlraversa I'uretra in forma di tumore, ehe ha per superficie esterna la sua mucosa, e prolasso quando esce la vescica atlraverso una lacerazione pro-doltasi sulla parete inferiore della vagina siluala al disopra di essa.
Terapia. Nel rovesciamenlo, lavato il tumore con acqua tiepida, oppure con solu^ioni astringenti, se le pareti sono tumefatte, e fatta colare I'orina, si fa la riposizione eompri-mendo colie dita o con un cilindro di legno ben levigalo il fondo della vescica stessa. Quindi a seeonda dei casi, si cora-pletera la cura con iniezioni in vescica, od in vagina sem-Dlicemente, di acqua fredda, di soluzioni astringenti o toniche.
Ma allorquando vi esiste prolasso, vuotala pure la vescica con leggiere pressioni, e fatta la riposizione della medesima nella cavilä pelvica, si praticherä ai margini della lacerazione la conveniente sulura. Tanto nell'uno ehe ncll'altro caso i ripetuti clisleri per agevolare la defecazione, ed il riposo as-soluto, sono di grande vantaggio.
Prostatite. E rinfiammazione delle prostate; si presenla assai sovente nei cani, e specialmenle sotto forma cronica. Introducendo la mano od il dito nel retto, a seeonda della specie dell'animale ammalato, si constata la tumefazione della prostala maggiore o di tulte e tre, le quali d'ordinario in questi casi sono sensihili alia pressione, e danno luogü ben sovente, comprimendole un po' fortemente, allo scolo di un liquido bianco, purulento, dall'urelra, eee.
Se vi esiste suppurazione, si ha flultuazione, avvertendo perö ehe la prostala e pur fluttuanle in caso di idropisia.
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Terapia. E solo nella prostatite acuta ehe si puo ottenere la guarigione. Oltre alia dieta, riposo, ed aU'irapiego di ruezzi proprii a favorire rurinazlone e la defecazione, si deve ri-correre nei casi gravi al salasso fatto ai vasi coecigei, ed all'uso di bagni freddi, se rinfiammazione e traumatica; ma in caso contrario di cataplasm!, o lozioni ammollienti e cal-manti. Le frizioni senapizzate alia parte interna delle coscie sono pure giovevoli. Se la prostatite tende passare allo stato cronico si consigliano le frizioni fondenti al perineo ed in-torno all'ano (pomata raercuriale, di iodo ecc).
Si deve insistere sull'uso dei clisteri ammollienti special-raente quando havvi difiicoltä nella defecazione, e tende I'a-scesso ad aprirsi nel retto. L'ascesso puö aprirsi ancora al perineo, o nella vescica urinaria.
Prurigine. E una malattia cutanea a decorso special-menle cronico , ehe vien caratterizzata dalla formazione di papule disseminate, ora piccolo ed un po' molli, piü fre-quentemente di grandezza maggiore e dure, ma ognora molto pruriginose.
In seguito del grattamento sopra le medesime papule si formano delle croste ematiche; e se la malattia dura da molto tempo, dopo ripetuti attacchi, si verificano ben piü gravi alterazioni alia cute , sia pel graltarsi e fregarsi del-I'ammalato (la cute si troTa ispessita, sclerotizzata , ecc), sia pel tramutarsi di nodetti in pustole.
II prurito puö essere limitato, oppure esteso; circoscritto, si nota specialmente al collo, alle spalle ed alle estremilä nei cavalli; e nei cani alia testa ed alia regione dorso-lom-bare (prurigo parziale).
A seconda della sua gravitä si qualifica come prurigo sem-plice o mite, e come prurigine grave o prurigo agria.
E piü frequente nei cani, cavalli e bovini.
Terapia. Piü facilmente si ottiene la guarigione negli animal! giovani, ed allorquando la malattia dura da poco tempo. I mezzi locali piü convenient! nel trattamento di questa malattia, a seconda della specie e dell'etä dell' aramalato, del
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495 grado e sede delta malattia, sono: i bagni tiepidi, i saponi, lo solfo, il catrame ed il sublimato corrosivo (1, 2, 3, 4).
Nei cani, ed a malattia di recente data, convengono i bagni tiepidi ripetuti tutti i giorni, avvertendo di strofinar prima le parti affette con sapone verde; nei casi ostinati; ed antichi, si moslrano giovevoli i bagni di soda (4-600 grrn. per bagno). Le lavande ripetute con una soluzione di sal comune giovano in tutti gli animaii come mezzo coadiuvante.
In cani assai denutriti, affetti da ostinata prurigine, noi ottenemmo vantaggio dall'uso dell'olio di fegato di merluzzo si internamente, ehe esternamente, come nella citata formola.
La cura locale sarä coadiuvata da conveniente regime igienico-dietetico, dall'uso di purganti, e specialmente salini, se gli ammalati trovansi in istato pletorico.
L'Haubner nei casi ostinati consiglia pillole composte di solfo e catrame, e nei bovini I'acqua di catrame (grra. 300, due o tre volte al giorno). Perö noi adoperiamo piu volen-tieri, perche ne abbiamo sempre ottenuti favorevoli risultati, oltre all'olio di fegato di merluzzo ferruginoso, I'arsenico ed i suoi preparati.
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(i) P. Catramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. IS
Laud. liq.Sydenham raquo; 12 Olio feg. merluzzo raquo; 40 F. s. a.
S. Contro la prurigine un'ap-plicazione al giorno; di seguito.
(L. Brusasco). (2) P. Sublimato corr. grm. 0,25 Acqua dislillata • 180 Fiori di solfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; U
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Da bagnare i punti pruriginosi. (Forster). (5) P. Solfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 25
Catramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; raquo;
Un bolo per alcuni giorni con-secutivi,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Verhcyen).
(4) P. Sublimato corr. grm. 5-6 Cloridralo ammon. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 1000
S. Per ripetute lavande.
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(L. Brusasco).
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Prurigo lombare. E malattia apiretica di lunga du-rata, ehe si osserva nelle pecore, di rado nolle capre, carat-terizzata da irrequietezza, da sensazione pruriginosa al dorso, ai lombi ed alia base della coda, cui ne segue debolezza del treno posteriore, poi paralisi e morte dietro progressivo di-magramento.
Terapia. E meglio macellare gli ammalati fin dall'iniziarsi della malattia, poiche il trattamento curativo non ha dato ehe in rari casi favorevole risultato.
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Hering perö assicura ehe in un caso ebbe favorevole ri-sultato dalle lavanJe falte con acqua e creosoto.
Gauvet dice aver adoperato con vantaggio la valeriana e la canfora (1).
Richthofen ha guariti ammalati con deeozione di elleboro, dl colchico, e di aristolocchia, adoperandola in lozioni; e mi-gliori risultati ha ancora ottenuti iniettando due eucchiai di cssenza di terebentina nel tessuto cellulare sottocutaneo dei lombi, e medicando l'ascesso ehe ne consegue, dppo averlo aperto, eon catrame.
Per quanto si riferisce ai mezzi profilatlici bisogna non adoperare come riprodullori gli ammalati, e gli animali troppo giovani, prima dei due anni compili, o troppo vecchi o ma-laticci , o provenienti da greggie nelle quali suole presen-tarsi questa malaltia.
(1) P. Valeriananbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 1 S. Da continuarsi per olto giorni.
Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; egrm. 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Gauvet).
Micle q.b. per farne un bolo.
Prurito cutaneo. La prurigine ha solo rassomiglianza con questo per rapporto alia gravezza del prurito, ed alle alterazioni secondarie deH'integumenlo, ehe gli animali si pro-dueono grattandosi, stropicciandosi in vario modo, mancando in questo le papule caratteristiche di quelia.
Noi consideriamo il prurito cutaneo come una semplice iperestesia della pelle di durata indeterminata, potendo scom-parire e ripetersi ad intervalli piii o men lunghi.
Terapia. I mezzi trovati piü giovevoli nel prurito nervoso, a seconda ehe e piü o meno diffuse, sono: i bagni di acqua fredda, l'etere solforico (usato sotto forma di polverizzazione sui punti pruriginosi del corpo), l'acido idrocianico diluito in molt'acqua o glicerina, la poraata di oppio, di cloroformio, di belladonna (1, 2, 3, 4), e gli irritanli semplici.
Noi adoperiamo pure eon vantaggio l'olio di lino eon oppio puro, e nei eani delicali e deboli i bagni ealdi eoll'aggiunta per ogni bagno di 4-600 grm. di carbonato di soda; sono pure giovevoli le lozioni eol sublimato corrosivo.
Pillwax adopera nei cani il borace con l'acqua di lauro ceraso.
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Si intende ehe bisogna collocare gii ammalati in condizioni in cui non possono ofTendersi, in local! freschi, ed allontanare lutte le influenze nocive; nei casi gravi ä necessario ricor-rere all'uso di purganti salini, e ad un regime rinfrescatho.
(1)nbsp; P. Oppio puronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. S-7 (3) P. Clorofnrmionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 20
Sugna gt; 30 Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; SO
F. Ungucnto. Per frizioni. Per Imimmto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; (4) P. Boracenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. is
(2)nbsp; P. Oppio puro grm. 5-10 Acqna distillatanbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 180
Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua lauro-ccr. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
Fa linimento. Per frizioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per bagnare ogni giorno i punti
(L. Brusasco). affetti.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Pilhvax).
Prnrito prepnziale e scrotale. E nei cani ehe noi abbiamo osservato un esagerato prurito a queste parti, per cui questi animali si f'regano e mordono in modo tale da lacerarsi non solo la pelle, ma anehe i tessuti sottostanti.
Terapia. Si combatte cogli alcalini e ealmanti, ed impe-
dendo all'ammalato di toccarsi (1, 2). Ho pur trovato utile in
piccoli, e delicati cani, il borace unito all'estratto d'oppio (3).
[via nei eani ehe venivano portati a questa clinica, allorquando
col grattarsi, o mordersi, giä si erano prodotte lesioni locali
piu o men gravi, abbiamo ognora usato con vantaggio I'a-
cido fenico (4) diluito.
(i) P. Carbonato potassa grm. 25nbsp; nbsp; (3) P. Borace grm. 5
Acqua lauro-ceraso raquo; 20nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Estralto d'oppio cgrm. 50
Acqua raquo; SOOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Ungucnto rosato grm. 40
S. Per ripelute lozioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. s. a. (L. Brusasco).
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; (4) P. Acido fenico puro parti 1-8
(2) P. Soltocarb. potassa grm. 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Alcool raquo; 10
Oppio polverizzato raquo; 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua raquo; 90
Adipe reccnte raquo; 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. (L. Brusasco). F. Pomala. (L. B.).
Prurito vnlvarc. Nei prurito vulvare, ehe si nota anehe durante la gravidanza, le femmine eercano imperiosamente di grattarsi, di fregarsi la vulva contro 1 muri e lulti i corpi ehe sono in loro vicinanza.
Terapia. Giovano i bagni emollienti tiepidi, le lozioni al sublimato ed all'estratto di saturno, con alcool puro od al-lungato nell'acqua, e eoi farmaci giä indieati pel prurito di altre parti.
Diz. Brusasio.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;'nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 52
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Pseudo-erisipela. Con questo nome si intende pro-priamente un'infiamaiazione flemmonosa della cute, la quale si sviluppa in seguilo di una locale infezione per veleni ani-mali, di irrilanti esterni, ecc., ed aitre volte senza cagione nota, e ehe si termina per lo piü per suppurazione.
Terapia. In principio giovano gli anliflogistici; poscia for-matisi gli ascessi, si dete procurare sollecitaraente una via di uscila al pus merce convenient! incisioni. fi necessario asportare i lembi gangrenosi, e curare convenientemente, per impedire lo sviluppo di setticoemia (V. Flemmone).
Se la pseudo-erisipela e sinlomatica, il trattamento curative deve pure essere in rapporto col morbo di cui ne e I'espressione.
Psoriasi. E una dermatosi caratterizzata da efHorescenze (piccole nodositä) coperte da squame epidermiche piü spesse e piü larghe, ehe nella pitiriasi, risedenti sopra una base ros-siccia e facilmenle sanguinanle. Piü frequentemente questa affezione si nota nei solipedi ed in varie parti del corpo, - testa, parte superiore del collo, scroto, vulva, reni, non ehe alle estremita, cioe alle spaile , piegatura dei garretti, del ginocchi, faccia posleriore dei pastoral! e via via. Le cre-pacce o screpolalure della pelle ehe conseguono alia psopiasi, od anche ad altra lesione, costituiscono le cos! delta raalan-dre, quando trovans! alia piegatura dei ginocchi; - le solan-dre, se nella piegatura dei garretti, e le mule traversine, o traverse, se ai pastorali, ed alia nocca.
E piü frequente la psoriasi in primavera ed estate, s scom-pare d'ordinario in autunno,
Terapia. Nei lievi gradi bastano, oltre alia nettezza della pelle e le cure igienico-dieteliche , le ripetute lavande con acqua e sapone, seguite da lozioni con soluzione di solfuro di potassio (I), o di acido carbolico (2), o da frizioni eon pomata di creosote. Nei casi piü gravi, ed oslinali, si riehiedono i to-pici mercuriali (3) in soluzioni od in pomate (nei solipedi e cani), e I'uso interne eontinuato dell'aeido arsenioso.
Giovano pure come mezzi locali le lozioni con una solu-
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499 zione di potassa caustica nell'acqua, le frizioni di pomata di calrame, di olio di terebenlina, 1'unguenlo di zolfo, il quale agisce come irritante la pelle, modificandone la nutrizione e producendone uno stalo subacuto, ehe puo durevolmenle vin-cere I'anomalia cronica, come noi abbiamo poluto conslalare in molte croniche dermatopalie (4, 5, 6, 7).
Nella cosi delta rogna famelica delle pecore bisogna pure aver riguardo specialmente alia neltezza, alia buona alimen-tazione, e ricorrere alle bagnature di soluzioni di fegalo di zolfo, di acido carbolico diluito, ecc.
Contro le crepacce ehe conseguono alia psoriasi (malandre,
solandre, ecc.), giovano, a seconda dei casi, i topici astrin-
genti, i detersivi ed i eaustici.
(i) P. Fegalo di zolfo grm. 50nbsp; nbsp; (5) P. Catrame grm. SO
Acqua raquo; iOOOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Alcool od ctere raquo; 80
S. Per lavande. (L. B.)-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Si adoperi questraquo; formola
(2) P. Acido carbolico grm. 4,23nbsp; nbsp; quando si desidcra ehe rapidamente
Balsame pcruv. raquo; 1,23nbsp; nbsp; si dissecchi sulla supcrficie cutanca.
Unguento emoll. raquo; 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
M. Da strofinare la parte af-nbsp; nbsp; (6) P. Catrame grm. 20
felta nei cani delicali. (Forster).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Olio di terebentina raquo; raquo;
(5) P. Protoioduro mere, grm. 2-3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sugna depurata raquo; 33
o Nitralo di mere. raquo; •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Fa pomata.
Sugna depurata • 30nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
F. pomata. Per frizionare lenbsp; nbsp; (7) P. Fiori di zolfo grm. 40
parti affette. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sap. vcrdee sugna aa raquo; 50
(4) P. Catrame grm. 25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. unguento per ripetute fri-
Olio fegato metl. raquo; raquo;nbsp; nbsp; zioni.
S. Da usarsi nei cani. (L. B,).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Psoriasi estivale dei solipedi. Oltre alia psoriasi suddetla,
reeenteraente il prof. Rivolta (') ebbe opportunitä di notare
ehe Ti esiste una psoriasi estivale (moscaiuole o pellicelli
del loggia o piaghe estiva), la quale puö cominciare per
noduli o tubereoli, ora per veseicole e pustole, ed ora senza
gli uni e le altre, ma ehe e prodotta e mantenuta da un ne-
matode, ehe allo stato di etnbrione vive nella cute. E piü fre-
quente nei mulo e nell'asino, ehe nei cavailo questa cutanea
parassitaria affezione, ed offre la singolaritä di aggravarsi,
sviluppandosi in maggio e giugno, nella state per modo ehe
(*) RiTolta. Mci. Vel., 1amp;68, pag. 241.
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i malati diventano schifosi; e di guarire spontaneatnente nella fredda stagione, se non si sono ancora sviluppati piu o men considerevoli fibromi, cioe quando rimane allo stato di semplice psoriasi complicata da fenditure. In quesli casi sulla awenuta cicatrice si osservano rari i peli alia periferia, e nel centro qualche volla, mancanza di pigmento.
Terapia. Rlconosciuto ehe questa psoriasi e morbo pura-mente locale, e parassilario, la cura non poträ essere ehe locale.
Dato lo sviluppo del morbo sotto forma di chiazza circo-scritla, poträ tentarsi I'ineisione della chiazza, e quindi la esportazione della cute invasa dal nemalode: oppure rädere i peli, raschiare la parte affetta, ed applicarvi sopra per alcuni giorni unguento raercuriale, onde uccidere i pa-rassiti.
Si usa pure con vantaggio la causticazione delle lussureg-gianti piaghe estive coll'acido fenico puro, e meglio col ferro rovente. E necessario ricorrere a convenienle traltamento curative di quest'affezione per evitare lo sviluppo di fibromi, e di altre piü o men gravi successioni morbose.
Mezzi preservativi. La pulizia dei ricoveri, ed il governo della mano, sembra debbano contribuire assai a preservare gli animali.
Psorospermosi. Tra gli animali domestic! i psoro-spermi si trovano piü frequentemente nel coniglio e nolle galline, per cui ci limiteremo a dire della psorospermosi, o malattia da psorospermi, in qucsti animali.
o) Nei conigli si ha la psorospermosi inteslinale, e la psorospermosi epalica, a seconda ehe i micrococchi psorosper-mici arrivati coU'alimento, od in altro modo, nel ventricolo e nell'intestino degli animali sani, si portano nei condotti bi-liari, ovvero fissano il loro domicilio nell'intestino; di rado si ha nei conigli la psorospermosi cutanea. £ facile la dia-gnosi sia della psorospermosi intestinale, ehe epatica, perche trovansi nelle feccie degli ammalati psorospermi format) in piü o men grande quantitä.
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Terapia. Egli e piuttosto alia profilassi ed ai provvedi-
menti di polizia sanitaria, ehe il clinico deve attenersi con-
tro la psorospermosi del conigli; del reslo vedi il trattamento
curativo dalle forme di psorospermosi nei polli.
Ävendosi dal Rivolta, fin dal 1860, collo studio delle fasi di sviluppo dei psorospermi dimostrato il modo di propaga-zione della malattia da coniglio a coniglio, sappiamo ehe si devonoapplicare, onde impedire la importazione delta malattia in una conigliera sana, o quando sviluppata, per arrestarne la diffusione, ecc, i seguenti provvedimenti di polizia sanitaria (V. Rivolta, oper. cit. pag. 389) :
1deg; Noii introdurre in una conigliera sana conigli pro-venienti da eonigliere infette, o ehe siano magri od in cattivo stato di nutrizione.
2deg; Constatare lo stato di salute dei conigli importati col-I'esame microscopico delle feci.
3deg; Sviluppata la malattia in una conigliera, uceidere gli individui ammalati o sospetti, e seppellire profondamente i visceri malati.
4deg; Raceogliere le feccie sparse, abbruciarle o seppel-lirie, e trasporlare i conigli sani per qualche tempo in una camera asciutta. In alcuni easi converra aspettare alcuni mesi prima di introdurre conigli nelle localita infette.
5deg; Mantenere i conigli in luogo asciutto, fare spesso la pulizia della conigliera, ecc, ed anche amministrare qualche tonico od antisettico.
6) Nei gallinacci vennero dai professori Rivolta e Silve-strini osservate le seguenti forme di psorospermosi:
1deg; Laringite od angina laringea empale psorospermica; 2deg; rinite o corizza psorospermica; 3deg; stomatite cruposa psorospermica; 4deg; eongiuntivite empale psorospermica; 5deg; psorospermosi della cresta ; 6deg; enterite psorospermica.
Terapia. Nella laringite psorospermica viene consigliato dagli stessi autori di togliere, per quanto e possibile, colle pinzette Tessudato erupale; di cauterizzare quindi la parte colla pietra infernale, e di sottoporre il malato all'uso di pappa
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fatta di farina di gran turco con iposolfito di soda; o fieri di zolfo. E anche utile versare nella faringe iposolfito sciolto nell'acqua, oppure insufflarvi fiori di zolfo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ,
La cura deila rinite consiste nel versare nelle cavitä na-sali dalle narici interne una soluzione di iposolfito di soda, od una allungatissitua soluzione di nitrate d'argento, e nello amministrare alle interne i fieri di zolfo, o I'iposelfite di soda, per combattere la pserospermesi enterica.
Nella stomatite cruposa psorespermica basla togliere I'es-sudato crupale, cauterizzare la mucosa col nitrate d'argento, ed amministrare internamente i medicamenti sopraindicati.
La stessa cura e indicata per combattere la congiuntivite psorespermica, e la pserespermosi della cresta.
Centre la psorospermosi enterica, oltre ad una buona ali-mentazione, e necessaria I'amministrazione dell' iposolfito di soda e dei fiori di zolfo.
Pero manifestatosi il raorbe in una fattoria e ai provve-dimenti di polizia sanitaria, ehe si deve immediatamente ri-correre; eppero separaziene dei sani, dai sospetti ed amma-lati; porre questi ultimi in una stia, se si vogliono curare; pulizia e disinfezione del pollaio, e seppellimento a conve-niente prefondita delle feccie.
Ptialismo. Chiamasi con tale nome la salivazione troppe abbondante. II clinice per peter giudicare di queste state morbese, deve sicuramente riconoscere le medificazioni, cui va seggetta la secreziene salivare nello slate fisiologico.
Terapia. L'indicaziene cui deve soddisfare il clinice, si 6 la causale, cessando il ptialismo col cessare della causa. Laonde rimandiamo il lettore ai relativi capiteli dei processi morbesi, ehe vi danno luego (stomatite, faringite, periostite ed osteite dei mascellari, gastro-enteriti ecc, si nota pure scialerrea nella febbre aftesa, nella polmonera, nei cani epi-lettici, ecc).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; '
Ma allorquando non se ne cenosce la causa, o telta questa, continua 1'ipersalivaziene, si pessono lenlare le iniezieni detersive ed astringenti nella cavita beccale (1), i purganti
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salini, i quali producono in ogni caraquo;o una rivulsione favo-revole sulle vie digestive, allorche sono sane. Nel ptialismo essenziale 6, specialmente in medicina umana, pur racco-mandalo I'oppio, da cui noi pur oltenemmo favorevolissimi risultati; sono pur da raccomandarsi I'acetato di piombo, il ioduro di polassio ed i preparaii di solfo.
II collega Rivolta vide determinarsi ptialismo in animali, ehe facevano uso di trifoglio secco, ehe sembrava sano in apparenza, ma ehe, armato di microscopio, si eonosceva co-sperso dall'aspergillus eandidus; in questo caso basta allon-tanare la eausa.
Per lo ptialismo mereuriale, vedi I'articolo Stomatite.
(1) P. Acido mun'atico grm. 6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Per iniezioni nclla bocca.
Mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco),
Infuso di salvia raquo; 1000
Pnlci (danni arrecati agli animali dalle). 1 moderni zoo-logi distinsero (Ereolani) in tante specie distinte la pulce del gatto (pulex eati), quella dalle galline (pulex gallinae), quella dei piccioni (pulex eolumbae). Se eccettuare si voglia quella di questo ultimo animale, ehe e detto ehe fa deperire e per-sino morire eonsunti i pieeioni, tutte le altre specie infe-stano, e disturbano, piü ehe nuocere possono agli animali sui quali abitano solo allo stato di animali perfetti. - Alcune volte pero questi parassiti si trovano in tale quantita sulla eute dei cani, gatti e eonigli, ehe e necessario ricorrere a speeiali raezzi per liberarli.
Terapia. La cura eonsiste neH'allontanamento dei parassiti dalla superfiele cutanea. Laonde, oltre alia neltezza degli animali e delle loro abitazioni, eonviene ricorrere nei eani, gatti e eonigli, alle lavande con decozioni di assenzio, di mallo verde di noci, e di foglie di noci, di eoloquintide, di tabaeeo; - sono attivissime le lozioni di petrolic, di acido earbolico diluiti; e pur mezzo eonveniente lo spargere tra i peli di questi animali, e le piume degli uecelli sollevate a strati, la polvere dei semi di sabadilla, dei fiori di piretro. 11 Kolane raccomanda come mezzo eccellente I'aloe, del quale se ne melte 1 grm. circa ogni 1000 grm. di acqua, e con
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questo liquido o si lava il cane, o si da ad esso un bagno. Negli animali delicati si puö usare I'olio etereo di anice (1), e I'olio etereo dei semi di prezzemolo. E pur un buoa pa-rassiticida il balsatno peruviano, e noi lo trovammo utile contro i pidoccbi non solo, ma anche Bella scabbia, diluen-dolo, negli animali molto delicati, in 2-3 parti di alcool; le unzioni non si debbono praticare con molta violenza. Dopo 3-4 ore convlene lavare bene I'ammalato con acqua liepida e sapone; due-tre medicazioni sono suflicienti.
Dopo I'uso di questi mezzi, onde allontanare gii ovuli ed impedire la formazione di eczeini, convengono i bagni tiepidi.
Contro questi parassiti non e mai necessario ricorrere ai preparati di mercurio. Si consiglia pure da alcuni di fare il letto della cuccia dei cani con brucioli di legno di pino; basta del resto la semplice nettezza dei guariti cani e dei loro canili. (t) P. Olio etereo anice grm. 25nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; M. S. Per unzioni.
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; n 40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
Rabbia. fi gravissimo morbo, spontaneo solo sopra specie di carnivori (specie del gen. canis, felis, meles, mustela), e trasmessibilequindi per virus fisso non solamente agli animali dei suindicati generi, ma benanco alle altre specie di animali, ed all'uoino. Puö presentarsi sotto forma sporadica (cio ö il caso piu frequente), enzootica ed epizootica.
Questa grave raalattia per rispetto ai sintomi prevalent)quot;, si e distinta in rabbia vera, o furiosa acuta, ed in rabbia muta, tacita, tranquilla, paralitica o torpida occulta (la malattia perö e sempre identica); a seconda delle lesioni analomo-palologiche, vien detta tifoide od antracica, e nervosa; ed a seconda inline ehe la malattia ripete la sua origine dal morso di un animate rabbioso o dalla inoculazione in qualunque modo del virus rabido, oppure gli ammalati ricevono il virus in natura, cioö la malattia non e il prodotto dell'inoculazione del virus di ua altro animale rabbioso, distinguesi in rabbia Irau-matica o da contagh, ed in rabbia spontanen, primitiva, originaria o diretta. Per la rabbia comunicata non basta ehe animali idrofobi lambiscono I'epidermide dei sani, ma ci vuole un
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505 morsü, una distruzione dell'epidermide; inollre in qnesf ultimo caso non tutti i morsicati od inoculati cadono affetli da rabbia; e cio significa appunto ehe non tutti gii animali vi sono egualmente disposti, e ehe non sempre la saliva o il liquido boccale degli animali rabidi contienc il virus, ed e perciö atto a trasmettere il morbo, e via via.
La durata del periedo di ineubazione h assai variabile; e vi contribuisce sicuraniente ad abbreviare, e ad allungare tale periodo, la quantitä del contagio instiliato nella ferita, e la disposizione degli animali ad offrire al medesirao un terrene aeconcio alia sua riproduzione.
Terapia. La rabbia si puo prevenire, raa sviluppata non conosciamo ßnora farmaco adatto a guarirla. Infatli, checche se ne dica in contrario, non ci e noto finora aleun caso di rabbia dichiarata e ben constatata, ehe sia ßnita aitrimenti ehe eon la morte; per cni noi erediamo inutile enumerare tutti i rimedii, ehe si sono sperimentati, e da aleuni tenuti anche come speeißei, eontro questa terribile malattia. E a sperare perö ehe verrä pur scoperto un antiiisso. 11 profes-sore Codet di Roma consiglia al riguardo il turbit minerale o sotto solfato o sotto-deuto solfato di mereurio, ed altri con-sigiiano il eloralio idrato; l'esperienza ne dirä l'efficaci;).
Si puö prevenire lo sviluppo di si terribile morbo, ricor-rendo a quei mezzi ehe valgono a distruggere , o ad allon-tanare il virus dal punto in eui venne inoculate; cioe facendo sanguinare abbondantemente la ferita, ed al caso anche merce incisioni, o ricorrendo all'escissione della ferita stessa, e ad energica caustieazione piü completa ed al piü presto possibile eol ferro rovente (il ferro rovente 6 adatto sollanto per le ferile superficiali e bene aperte), o eolla po-tassa caustica (od in soluzione od in sostanza), o col burro d'antimonio o eoirammoniaca ecc; si avverta ehe i caustici liquefacenti meritano la preferenza, e ehe non possono con-venientemente essere sostituiti dal nitrato d'argenlo. La piaga, ehe succede alia caduta dell'eseara, non deve lasciarsi cliiu-dere presto, ma mantenerla suppurante per un tempo piut-
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tosto lungo, spaltnandola all'uopo con sostanze irritant! (con
unguento vescicatorio, ecc).
Alia amputazione della parte lesa si puö solo ricorrere in cerli casi special!, ad esetnpio allorchd la morsicatura ebbe luogo ad un orecchio, alia coda ecc. Se la ferita non e re-cente, si consiglia di incidere, fendere e poi causticarla profondamente col ferro rovente; se invece vi esiste di giä la cicatrice, questa si deve tagliare, e causticare quindi il sito profondamente, oppure distruggere addirittura coi caustici.
Ma e specialmente coi provvedimenti di polizia sanitaria, ehe si debbono difendere gli animali e gli uomini il piü ehe sia possibile dagli animali rabbiosi, ed evitare lo sviluppo spontaneo, specialmente frequente negli animali del genera cane, di si grave malattia.
Laonde e a desiderare: 1* ehe qualunque cane ehe present! alcuni de! sintomi della rabbia per cui possa riteuersi sospetto, e lull! quelli ehe furono morsieati da altri animali rabid! o semplieemente sospetti, e non medicat! immediata-mente dopo nel modo ehe abbiamo superiormente indicato per impedire I'assorbimento del virus, siano al piii presto uccisi, avuto riguardo alia lunghezza ed alia variabilitä del periodo incubative, a meno ehe polessero detti animali sospetti essere tenuti isolati e sequestrati in istituti di zooiatria, od in qualehe altro apposite stabilimento per un tempo piut-tosto lungo , ed almeno per ottanta giorni (lo stesso dicasi per gli animali delle altre specie ehe sono sospetti o rabidi): 2* ehe gli animali di qualunque specie morti od uccisi per rabbie, o perche solo sospetti, vengano sepolti ad una note-vole profonditä, e eoperti di calce in sito remote, impedendo assolutaraente ehe le carni dei medesimi servono all'alimen-tazione dell'uomo o de! bruti, e ehe siano gli oggett! tntti, ehe saranno stati in contatto coi medesimi animali, disin-fettat! o distrutti addirittura: 3* ehe severe leggi di polizia sanitaria prescrivessero: a) d! fare in ogni paese una coscri-zione dei can!; b) di obbligare i proprietari o ritentori di cani a governarl! secondo i deltami della natura e dell'igiene,
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501 alimentandoli convenientemente, non irriiandoli raai o spa-venlandoli ecc, - a far portare ai medesimi un marchio par-ticolare, cioe un collare su cui sia scritto il norae del pro-prietario o ritentore, e la museruola, allorche sono lasciali in liberla in luogc non cintato (quest* ullima disposizione non conviene applicarla ai cani da caccia quando sono in attualitä di servizio ed a quelli ehe sono destinati alia cu-stodia delle greggie e degli edißzii rural! isolali, perö solo quando prestano tale loro servizio), - ed inoltre, onde di-minuire il nunoero dei cani inutili, a pagare un' imposta per tutti i cani senza dislinzione; c) di privare di vita tutti i cani oziosi ed abbandonati; d) di teuere in luogo ben ap-partato le cagne, quando sono in amore, e per tutla I'epoca ehe durano i calori, rendendo responsabili i proprietari ehe lasciano girovagare in tale epoca le loro cagne, o ehe le con-ducono a mano per le vie, dei danni ehe ne possono conse-guire, e passibili in ogni caso di una multa; e) di denun-ciare immediatamente solto pena di un'ammenda estensibile da lire... a..., ogni animale sospetto di rabbia , o stato morsicato da un animale rabbioso o solo sospetto, all'auto-rita amministrativa o giudiziaria per gli opportuni prowedi-menti. Inline e ancora a desiderarsi ehe per legge venisse condannato a severa aramenda colui ehe si puö riconoscere proprietario di un cane rabido trovato vagante per propria colpa, e reso possibilmente passibile dei danni recati ai terzi.
Reni (malattie dei). a). Come in tutti gli altri organi forniti di vasi sanguigni, nei reni ne possono avvenire ipe-remie attive o flussionari, e passive o stasi.
Terapia. Nell'iperemia renale passiva, ehe si osserva nelle malattie cardio-polmonari senza conveniente compensazione, in tutte le malattie ehe indeboliscono la spinta cardiaca, ed in tutte le circostanze in cui un ostacolo meccanico difficolta il deflusso del sangue dalle vene renali (trombosi delle vene renali, tumori dell'addome, ecc), si debbe anzitutto soddi-sfare appunto all'indicazione causale, se 6 possibile (vedi Cuore, malattie del; asistolia ecc).
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Se la flussione dei reni dipende dall'abuso dei diuretic! acri [(es. cantaridi), e indispensabile , ohre al sospendere immediatamente I'uso dei medesimi, amministrare agli am-malati abbondanti dosi di liquid! mucillagginosi o zuccherin!, od anche semplice acqua onde diluire, per quanto 6 possi-bile, le sostanze acr! ehe sono appunto eliminate pei reni (*). Giova pure lo stesso traltamento curativo, allorche i'iperemia renale amp; conseguenza deH'ingestioae di una grande qiuintita delle prime messe di piante acri, es. quercia, ecc.
Per soddisfare aU'indicazione del morbo sono convenienti i derivativ! sul canale intestinale, e specialmente gli alcalini. Si deve dare la preferenza invece ai purganti oleosi, quando vi coesiste piü o meno grave entente, o gaslro-enterile. Nello stesso tempo fe conveniente fare bagnuoli freddi ai lombi, ed applicare clister! con acqua fredda e cloruro di sodio. A! salassi non si deve ricorrere, ehe nei casi gravi, ed in animal! pletorici.
b) Nefrite. Dices! nefrite l'infiammazione de! reni. Puö essere semplice o doppia, cioc presentarsi ad un sol rene, oppure a tutti e due contemporaneamente, e pel suo decorso acuta e cronica; quest'uitima e primitiva, o consegue all'a-cuta. Si distingue ancora tale inflammazione a seconda della sede ehe occupa, e delle alterazion! ehe ne snecedono, in pe-rinefrite, in nefrite desquamativa, in nefrite parenchimatosa e suppurativa, ed in enüonefrite o pieiite.
1deg; Perinefrite. E l'infiammazione dell'invoglio o capsula renale, la quäle puö essere primitiva (per traum! alia re-gione lombare, ecc), o secondaria (in seguilo a nefrite suppurativa, od endonefrite, ecc), ed avere decorso acuto e lento,
Terapia. Gonviene il traltamento curativo della vera nefrite; del reslo non h sempre facile il fame la diagnosi dif-ferenziale.
2deg; Nefrite desquamativa. La nefrite desquamativa, in cm succede piü o men grave flussione con caduta, desquama-
(*) Brusasco. Med. Vtt., 1870.
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509 zione, dell'epitelio idei canaletti oriniferi, e di rado primitiva (per freddo), ma piü frequentemente secondaria, in seguito rioe di malatlie urelro-vescicali, deU'assorbinaento ed elirai-nazione di sostanze irritant!, per es. cantaridina.
Terapia. Gli amraalati dovranno tenersi in locali appro-priati ed in assoluto riposo, ad una dieta leggiera , ed evi-tare al certo t'uso di sostanze acri. Nell'acuzie delia forma primitiva sono giovevoli le sottrazioni sanguigne, ed i leg-geri lassativi. Si deve cercare di favorire la diuresi, epperö anche Teliminazione deU'epitelio e del muco, ehe potrebbero in certi casi anche ostruire i tubuli, ricorrendo all'uso di abbondanti bevande mucillagginose o di acqua semplice; di determinare la diaforesi con mezzi convenienti, e cercare di favorire la defecazione con clisteri, ed all'uopo anche con purganli speciaimente oleosi. Si avverta ehe allorquando si ha bisogno di produrre scariche alvine rieche di molla acqua, conviene I'amministrazione delle foglie di sena, le quali si danno in polvere assieme a poivere di semi di finocchio , faeendone pillole o boli, oppure elettuario eon miele e manna, od in forma di infuse (1).
Ma se perö questa malatlia consegue all'ingestione di sostanze irritanti, non e necessario il salasso, ma basta la medicazione da noi superiormente indieata a proposito del-I'iperemia renale.
La forma secondaria poi guarisce d' ordinario colla malatlia principaie, e non richiede alcun traltamento speeiale,
(1) P. Foglie scna p. grm, 30-40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da amministrarsi in una sol
Mannanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 40-50 rolla a stomaco vuoto nel eavallo; si
Miele q.b. per fame elettuario. puo ripetere al bisogno. (L. B.). 3deg; Nefrite parenchimatosa. Puö essere acula e eroriica; e fu studiala speciaimente nei bovini, nei cani e nei solipedi, L'insieme del processo in questa forma di nefrite eonsiste: in un periodo congestivo (flussione generale ai reni, ma speciaimente ai glomeroli del Malpighi) ; in un periodo essuda-livo, pur detto neoplaslico o periodo formative , perche non solo ha luoge un essudate albumine-fibrinoso alia su'perficie degli epitelii, ma ha luoge anche un lavoro formative, una
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proliferazione nucleare cioe delle cellule epiteliali e special-mente deli'epitelio parietale dei glomerali del Malpigbi, ecc; - ed in un periodo regressive od atrofico, in cui il conte-nuto delle cellule epiteliali e le cellule stesse subiscono la metamorfosi adiposa, I'albuginea si inspessisce ed il paren-chima si atroflzia ; in alcuni casi infine s'incontra un lus-sureggiamento del tessuto connettivo interstiziale del rene.
Terapia. Nell'acuzie della nefrite diffusa, in animali robusti e pletorici, giovano le emissioni sangaigne, le quali valgono sicuramente per diminuire la flussione renale ; mentre sono controindicate negli animali deboli e marantici. Nello stesso tempo si deve ricorrere, specialmente quando e conseguenza I'acuta nefrite parenchimale di freddo umido (cause reuma-tizzanti), al melodo diaforetico; epperö giovano le bevande diaforetiche, i bagni tiepidi ammollienti continuati, ed i cata-plasmi pur tiepidi sulla regione sacro-lombare, il buon go-verno della mano, le coperture previe fregazioni sopra tutto il corpo, e fumigazioni generali.
Gil ammalati saranno contemporaneamente tenuti in locali asciutti, a temperatura moderata e costante, ed a dieta lattea, se tratlasi di cani; agli altri animali giova amministrare farina di segala o frumento nell'acqua, ecc; in ogni case pochi aliment!, ma di facile digestione. La stitichezza, ehe e quasi costante in questo periodo, si corabatterä coll'uso di pur-ganti (sena, a oe, olio di ricino, caloraelano ecc), ma non con lassativi alcalini.
Durante questo primo atadio non debbono amministrarsi diuretici , esercilando i medesimi, come e noto , un'azione irritante e congesliva sui reni, mentre giovano piu tardi, passato cioe il periodo di acuzie e cessata la febbre, onde ristabilire la permeabilitä dei tubuli malpighiani ostrutti. In questi casi perö e conveniente incominciare sempre dai piü blandi diuretici; epperciö bicarbonato di soda, acetate di po-tassa, infuso di bacche di ginepro con acetato di potassa, od ossimiele scillitico, e simili.
Nello stalo cronico , oltre ad una laula alimenlazione ed
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511 alle bevande salate, si debbe ricorrere per rimediare appunto alle gravi perdite di albutnina e per prevenire i'idroemia consecutiva all'albuininuria , all'uso del solfato di chinina e dei preparati di ferro, dell'acido tannico e gallico. E noto, specialmente per le osservazioni deU'illustre Cantani, ehe l'acido gallico viene piü presto ed in piü gran quantitä as-sorbito ehe il tannico, per cui esercita una maggiore azione astringente sul tessulo infiammato del rene, e sopratutto anche sull'iperemia dei suoi vasi, e conseguenternente ha una grands influenza sulla dinainuzione dell' albumina e deH'idropisia.
Se ciö malgrado compaiono idropisie, o comparse non si allontanano con questo metodo, quelle dovranno combaltersi col metodo diaforetico, ed all'uepo anche coi diuretici e coi drastici (V. Idrotorace , Idropeassite ecc); si avverta ehe nell'anasarca giovano pure le incisioni cutanee.
4* Nefrite iuppurativa. Questa nefrite ehe precede dal tes-suto congiuntivo interstiziale, ehe vale punto ad unire i ca-naletti oriniferi e le capsule del Malpighi, si incontra, quan-tunque raramente, in tutti i nostri animali domestici. Puö essere acuta o eronica, e conseguire al traumatismo lombare (colpi, cadule, contusioni, ferite), a ritenzione d'orina qua-lunque ne sia la causa , a calcoli ehe si trovano nel pelvi renale, alia propagazione deirinfiammazione dalle vie ori-narie posteriori (ureleri, vescica, uretra), dal tessuto perire-nale (perinefrite), non ehe ad infezione piemica e settica; ma di rado consegue a freddo-umido, Puö pure essere doppia.
Terapia. Se acuta, e conseguenza di traumatismo, si com-batte colle emission! sanguigne, coi bagni freddi e ghiacciali alia regione lombare, con purganti non alcalini perö , con clisteri di acqua fredda e cloruro di sodio; e coll'ammini-strazione di bevande mucillagginose, - cosi decotto d'orzo e simili agli erbivori, e di latte diluito ai carnivori.
Se invece precede da perfrigerazione, egli h alle appli-cazioni loeali ammollienti, ai bagni tiepidi prolungati ed ai cataplasm! pur tiepidi, ehe si deve dare la preferenza. In ogni caso pol, se i dolori sono molto intensi, giova l'ammi-
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nistrazione di sostanze narcoticbe, ed evitare I'uso interno ed esterno delle cantaridi, dell'essenza di terebentina, dei diuretici, e di tutte le sostanze ehe possono determinare una irritazione e congestione renale.
Nelle altre forme di nefrite suppurativa , quando non e po. .ibile soddisfare allMndicazione causale, non si puo far altro ehe una cura sintomatiea, ed in rapporto eolla malattia primitiva. Se il morbo tende a prendere una forma uremica, si deve imraediatamente amministrare del solfato di chinina e dei diuretici (V. uremia).
Se I'aseesso tende invece aprirsi aU'esterno, si eonsigliano le frizioni mercuriali seguite daH'applieazione di cataplasmi tiepidi frequentemente rinnotati, e di praticare eonveniente apertura appena si presenta un qualche punto fluttuante , eurando la piaga susseguente eolle tinture d'aloe, di mirra e simili, e rieorrendo eontemporaneamente all'uso interno dei balsamici (trementina, ecc). Se si tratta di bovini, e piu conyeniente abbatterli pel maeello, a preferenza di ricorrere ad un tratlamento sempre incerto.
Lo state cronico deve essere considerate incurabile, poichfe si tratta di sclerosi renale o cirrosi del rene, ed e impossi-bile ristabilire la funzione dell'organo, cbe ha cessato di avere ogni attitudine di secrezione ed escreziene. In questi casi la eura palliativa, e sintomatiea , e la sola ehe resti al clinico per prolungare I'esito finale, e rendere meno gravi le sofferenze. Epperö, quando si tralta di animaii ehe si vo-gliono pur eurare , si ricorrera ai diaforetici; si combattera la coslipazione eoi purganti oleosi o drastici, ehe non hanno perö aziene irritante sui reni, ecc. In tale state cronico non si dimentichi I'uso dei balsamici.
5deg; Pielite. t, Tinfiammazione delta membrana mucosa del pelvi renale.
Puö essere cruposa e difterica, non ehe catarrale; le prime due forme sono una lesione secondaria , ehe si osserva in alcuni morbi infettivi, epperö senza Interesse clinico. La pie-lite catarrale invece, ehe e prodotta il piu soventi da calcoii
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513 (pielite calcolosa), oppure dalla propagazione deirinfiamma-zione dalle parli vicine, dalla rilenzione d'urina in decona-posizione, daU'eliminazione daH'organismo di sostanze acri ed irrilanti coll'orina , per es. cantaridi, e mollo piü fre-quente, e specialmente allo stato acuto nei cani, nei quali puö ancora essere conseguenza dello strongilo gigante, laquo; nei cavalli allo stato cronico.
Terapia. Nella pielite acuta la terapia non varia da quantu si disse a proposito della nefrite interstiziale acuta ; cioe bagni topici aromollienti, e nei caso di forti dolori e tenestno al mitto, ricorrere airamministrazione dei preparati d'oppio, cd alle iniezioni ipodermiche dell'idroclorato di raorfina. Nello slesso tempo, ende dilinre l'urina nei miglior modo possi-bile , sono da raccomaadarsi le bevande semplici o mucil-lagginose in abbondante quantitä , e da proscriversi invece assolutamente le sostanze irritanti. Giova pure I'amministra-zione della canfora, e specialmente quando la pielite e conseguenza dell'ingestione di grande quantitä di cantaridi.
In caso di pielite per calcoli, bisogna pur combattere la calcolosi con una appropriata medicazione (V. Calcoli renali).
Nelle forme croniche, soddisfatto all'indicazione causale , bisogna sostenere le forze deH'ammalato con una lauta ali-mentazione, amministrando all'uopo i tonici ed i ricostituenti, ed agire direttamente sulla mucosa amraalata coi balsamici, ehe si sa venir eliminati coll' urina (terebentina , catrame , balsamo di copaive, e via via).
c) Idronefrosi. E costituita da una dilatazione ed accuraulo di urina e di muco nei pelvi e nei calici del rene per un ostacolo (calcoli incarcerali negli ureteri, tumori ehe agi-scono meccanicamente ecc.) al corso dell'urina in un punto dell'apparecchio escretore. E ordinariamente unilaterale. Fu osservata nei maiale, nei cavallo, nei cane, nella capra , e nei bovini.
Terapia. Si deve soddisfare all'indicazione causale, e quando non e possibile togliere I'ostacolo al corso dell'urina, la medicazione non puö essere ehe palliativa e sintomatica, non
Dit. Brusatcraquo;.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;53
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essendo conveniente ricorrere aU'asporlazione del rene leso; ma bensi al macellamento del bovini, ovini e maiali am-malati. Si cotisiglia pure la puntura della cisti per I'inteslino retto; ma avuto riguardo agli inconvenienti ehe quest'ope-razione puö portare, il collega Vacchetla, con ragione, prefe-risce praticare una puntura ehe capiti sulla parte superiore del rene, aprendo una via o fra le apofisi trasverse delle ver-tebre lombari, od al margine esterno od apice di esse apofisi. d) Calcoli renali. Queste concrezioni renali si osservano in tutti gli animal!; ma la loro genesi non i ancora ben note.
Terapia. Confro la colica renale giova I'oppio ad alta dose, e riniezione ipodermica di morfina , I'idrato di cloralio e I'inalazione di cloroformio; ma per promuovere I'espulsione delle concrezioni incarcerate, sono convenient! i diuretici e le bevande abbondanti.
Negli intervalli degli access! le indicazloni sono di discio-gliere i calcoli gia formal!, e d! impedirne la formazione di altri. Si sono ben raccomandali, specialmente in medicina umana, farmaci, fondandos! sulla nalura chimica della cal-colosi, per sciogliere i calcoli, ma perö i risultati ehe se ne hanno ollenut!, sono ben lung! d! essere favorevoli; anzi il Cantani dice die tali farmaci sono inulili; menlre e efficace per irapedire la formazione d! nuov! calcoli, come cura pro-filattica, I'amministrazione del bicarbonate di soda . di po-tassa e di litina. II Cantan! dice dare pur brillante successo I'uso dell'acido lattice per prevenire la formazione di nuovi calcoletti, ma non certamente per disciogliere i calcoli gia format!.
D! quest! mezz! debbono pur giovars! i zooiatri nel tralta-mento della calcolos! renale.
Reunite. Dices! reunite I'infiammazione della retina. Una luce troppo viva , e specialmente il rapide passaggio dall'oscuro ad una luce molto viva, k causa della retinite semplice ; puö inoltre rinfiammazione delle part! vicine pro-pagarsi alia retina stessa , la quale s! sa del resto cbe am-mala di certo in modo secondario nolle aflezioni coroideali.
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Terapia. Nella relinite acula in generale sono convenienti: I'assoluto riposo degli occhi tenendo gli animali ali'oscuro, -la dieta, rapplicazione di compresse imbibite di infuso di fiori di sambuco liepido, il collirio di alropina, le frizioni altorno agli occhi di pomate di oppio o di belladonna, -ed internamenle il calomelano e Toppio ; nei casi gravi i richiesta la flebotomia.
Rifondimento. Col nome di podofleminatite, da pödos piede, e flegmasia infiammazione, si inlende 1' infiammazione del tessuto vivo del piede, - della carne cosi delta scannel-lala ehe forma il lessulo molle della parele inlerna di lulto lo zoccolo. II vocabolo rifondimento viene piuttosto adoperato per indicare la suindicata afTezione passata alle stato cronico, e quello di riprensione per caratterizzare la semplice iperemia alia stessa parte, epperö come primo grado della podoflemmatile.
Vanno soggetti alia podoflemmatile tulti gli animali ehe hanno le eslremita dei loro membri rinchiusi in astuccio di sostanza cornea; ma perö e piii frequente nei cavalli e nei bovini. Puö limitarsi ad una sola eslremita anteriore o po-steriore, oppure invadere due, Ire, ed anche tulle e quallro le eslremita; ed essere acula o cronica, idiopalica o sinto-matica ; e lerminarsi per risoluzione, suppurazione, gangrena, e passare allo slato cronico (rifondimento) con produzione di formicaio, cherafillocele, e spostamenlo dell'osso del piede, Quest'ultima lesione si riconosce per un'eminenza ehe si forma tra la punta del piede e della forchella (piede colrao); ed anzi a voile lo spostamenlo e tale ehe allraversa addirittura la suola.
Terapia. Nella semplice riprensione, e nei lievi gradi della podoflemmatile, bastano le ripetute fomenlazioni fredde con-tinuate, ed il riposo assoluto per averne pronta guarigione.
Nella podofillite grave invece e necessario: il riposo assoluto, - di sferrare immediatamente i piedi arnmalati e pareg-giare bene I'ugna onde opponga minor resistenza , e per favorire Telaslicitä alle parti sotloposle inGammate, e facili-
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tare ancora I'azione dei medicamenti, - di tenere 1'animale sopra una buona lettiera di paglia ben asciutta, ed a dieta; di pralicare frizioni secche o slimolanli su lutla la superficie del corpo per eccitare la Iraspirazione cutanea, e di arami-nislrare purganti alcalini, bevande diluenti e nitrate. 11 sa-lasso fatto alia giugolare, alia safena od alle vene degli arli, e le scarificazioni fatte alia corona immergendo dopo i picdi in bagni caldi per ottenere e favorire I'uscita del sangue, sono pur utilissimi rimedii; mentre non e senapre conveniente il salasso fatto alia punta del piede, spuntura delTunghia del piede e di tulti i piedi infiummati, condannata anche dal Toggia nei bovini. Nello stesso tempo si ricorrera all' indi-spensabile uso del freddo, cioe posche di acqua fredda, bagni, lozioni, oppure involgendo i piedi con cataplasmi fred-dissimi e lenendoli continuamenle ben bagnali con acqua ghiacciata. Ma quando Tammalalo si regge ancora in piedi, si puö praticare una pozzanghera nel pavimento, cioe un fossetto, ed introdurvi deU'argilla ammollila con acqua ghiacciata ed aceto, ed anche coll'aggiunta di un qualche acido, onde rammalato vi stia entro coi piedi ammalati.
11 Toggia invece consiglia, noi crediamo con ragione quando il dolore e molto intense, gli empiastri tiepidi preparati colle foglie di tnalva, fiori di camomilla e farina di lino seme, e condanna I'uso del freddo come dannoso nei ibovini; passato pero il periodo di acuzie, sostiluisce ai cataplasmi suindicati, i cataplasmi di fuliggine ed aceto, di stereo bovino, ecc.
I rivellenti pure sono utili, e si applicano, verso il secondo o terzo giorno ehe segue I'invasione, solto forma di frizioni alle estremilä affetle; cosi frizioni senapizzate, con aceto caldo, con alcool ed essenza di terebentina, ecc,
Se la malattia tende perö passare allo state cronico, con-viene insistere sui refrigeranti, sui vescicanti, e praticare sulla parete dei piedi ammalati delle profonde scannellature.
E rare ehe quesla medicazione, praticata fin dall'iniziarsi del morbo, non sia seguita da pronla guarigione, risoluzione.
Ma perö se la podoflemmatite e trascurata, o mal curata,
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puo terminarsi, come giä dissi, per suppurazione, gangrene, ed avvenirne anche la morte deirammalato, oppure passare allo slato cronico.
Nel primo caso si cercherä di dare pronta e facile ussita al pus, ehe si e accumulato nello zoccolo, merce un'aper-tura colla curasnetta o facendo la trapanazione del medesimo, e si medicherä convenientemente ; e nel caso di gangrena limitata, si procurerä di arreslarne subito i progress!, togliendc tutta la cornea scollata e medicando quindi cogli antiputridi (essenza di terebenlina, tinlura di china, acqua di Rabel); perö se la gangrena e estesa, e incurabile.
Quando la malattia infine passa allo stato cronico, non si ha piii speranza di ottenerne complela guarigione, e tulto al piu si puö tentare la cura, oude mettere gli animali, se si tralta di solipedi, in condizioni di poter prestare ancora qual-che servizio; i bovini e meglio condannarli addirittura al macello.
Nel piede colmo dovuto al bordo inferiore dell'osso del piede, ehe tende ad altraversare la suola (croissant), il La-fosse consiglia di assottigliare bene la suola convessa in modo da non lasciarne ehe una lamina eccessivamente sottile sul tessulo podofilloso, e di applicarvi sopra dei corpi grassi, - di praticare eontemporaneamente delle frizioni derivative, fon-denti alia corona, e di ferrare i piedi ammalati eon ferri co-perti in punta fino alia forchetta, applicandovi sulla loro faccia superiore una lamina di gutlaperca, ecc., ben adattata alia convessitä della suola , ma senza comprimerla (V. Ca-ruolo, Gheraeele).
Ritenzione dell'uovo nell'ovidHtto. Alcune volte le femmine dei nostri uceelli non possono , malgrado i piü grandi sforzi, far I'uovo. Cio, secondo Benion, e conseguenza speeialmente della giovinezza, di un'alimentazione troppo so-stanziosa, deH'accuraulazione di una grande quantitä digrasso, di eostipazione, e di sviluppamento anormale dell'uovo.
Terapia. Si consiglia di ungere l'ovidutto e I'uovo con olio di olive, o di mandorle dolci, la mercfe una penna od
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un pezzo di carta accartoccialo ; nei gallinacei e nei palmi-pedi pud convenire di fare iniezioni con liquido contenente estratto di belladonna, di giusquiamo, o con un'infusione di foglie di belladonna (1 :20). Sotto I'influenza di questa me-dicazione I'ovidutto si dilata, le contrazioni si ripetono, e I'uovo viene spinto fuori. Dope si da aH'ammalato un po' di vino tiepido, e si tiene ad un regime tonico.
In case di vera oslruzione dell'oviduüo, si puö tenlare la incisione dell' ovidulto stesso e lo spezzamento dell' uovo (V. Prolasso deU'ovidutto).
Ritrazioni. a) Le ritrazioni sono lesioni dovute ad au-mento di coesione, ehe piuttosto frequentemente si incontrano nei muscoli e nei lendini. Di rado si notano nei bovini, ma specialmente pel genere di servizio cui sono destinati, sono frequenti nei solipedi. Possono conseguire a flogosi del tes-suto muscolare e tendineo (causa diretla, ritrazioni primitive), o ad infermita non risedenli nei tendini e muscoli, ma adducenti in qualsiasi modo un lore rilassamenlo (cause in-dirette, ritrazioni secondarie).
Terapia. Nelle ritrazioni primitive, e recenti, si deve anzi-tutto cercare di combaltere la persistente infiammazione del tessuto muscolare e tendineo, tenendo I'animale in assoluto riposo, cercando di porre il tendine leso in rilassamento, e ricorrendo all'uso dei ripercussivi, ed in seguito di fondenti, di vescicatori, ed all'uopo alia cauterizzazicne lineare. Allor-quando poi I'infiammazione ed il dolore hsnno diminuito di intensitä, o cessato, si deve tentare di allungare le parli rac-corciate con apparecchi meccanici di estensione lenla e pro-gressiva, e ricorrendo, in caso di insuccesso, alia sezione dell'organo ritratto. Dicesi appunto raiotomia la sezione dei muscoli, tenotomia quella dei tendini, ed aponeurotomia e sindesmotoraia quella delle aponeurosi e dei legamenti.
Due metodi si possono seguire nei praticare quest' opera-zione, cioe: I'antico o scoperto, il sottocutaneo o moderno. II primo perö, il quale si puö applicare col processo Olan-dese e col processo di Columbre, non e conveniente, perche
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richiede un tempo troppo lungo per la guarigione, ed h se-guilo d'ordinario dalla formazione di un grosso ganglio. E preferibile il metodo sottoculaneo, col quale si puö procedere facendo il taglio dalle parli superficiali alle parti profonde, oppure da queste alle superficial!. Fatta I'operazione, si fa la medicazione della ferila cutanea con piumacciuolo di stoppa, ehe si raantiene in sito con conveniente bendaggio, ricorrendo quindi ai noti mezzi valevoli ad impedire ravvicinamento dei capi recisi.
b)nbsp; Ritrazione dei muscoli e tendini flessori delle falangi, e del legamento sessamoideo superiore negli arti anteriori e posteriori. E frequente nei solipedi, e specialraente nelle estremita anteriori; puö essere limitata ad un sol tendlne od esten-dersi ad entrambi, ed anche al legamento sessamoideo superiore. Se si accompagna quesla lesione colla ritrazione del flessor esterno, ed obliquo dello stinco, si ha I'arcatura.
Terapia. Si deve prirna di tutto combattere la persistente infiammazione dei tendini e delle loro guaine sinoviali, quando la ritrazione e primiliva, e curare le infermitä delle membra, cause indiretle della ritrazione, prima di procedere alia ope-razione. Questa (tenolomia) negli anteriori arti si fa dal lalo interno, e nei posteriori all'esterno, e circa la raetä degli stinchi.
c)nbsp; Ritrazione del freno della lingua. E nei cani e maiali ehe fu osservata questa lesione, la quale viene indicata vol-garmente colla denominazione di mal del verme. La lingua per tale ritrazione rirnane tirata contro il pavimento della bocca, e gli ammalati non se ne possono piu servire per here e mangiare.
Terapia. Si seziona il frenulo raccorcialo colle forbici.
d)nbsp; Ritrazione del muscolo parotido-auricolare. In seguito a questa ritrazione le orecchie sono pendenti, e si dicono co-munemente orecchie appannate o di porco.
Terapia. Conviene la miotomia.
e)nbsp; Ritrazione dei muscoli sterno-mascellare e mastoido-ome-rale nei cavallo. Puö essere causa di torcicollo.
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Terapia. Se il torcicollo e dovuto a rilrazione del roa-stoido-omerale, e inutile la sua sezione stante le molteplici sue inserzioni alia vertebre cervicaii ed al capo. Se ne ol-tiene invece la guarigione, quando dipende il torcicollo dalla rilrazione dello sternomascellare. A questo scopo si pratica la sua sezione in viciuanza della parotide, presso il suo punto d'inserzione sulla tuberosilä dell'osso mascellare inferiore.
Nel torcicollo reumatico giovano i mezzi da noi indicati a proposito del reumatisrao muscolare acute.
/) Rilrazione dei muscvli esterno ed obliquo del metacarpo. Per tale rilrazione ne succede uno spostamento in avauti del ginocchio (arcatura) piu o meno esageralo, ed in rapporto colla gravitä della lesione.
Terapia. Si fara la tenotomia semplice, o doppia, a seconda ehe il raccorciamento e limitato all'epitrocleo, o si estende anche all'epicondilo sopracarpiano; ma l'Hering trovö d'ordi-nario sufficiente la sezione del muscolo esterno ; non giova perö l'operazione nei cavalli vecchi. La sezione si deve pra-tlcare sottocutanea a due o tre pollici al dissopra del ginocchio, incidendo la cute fra il tendine del muscolo epi-trocleo e quelle dell'epicondilo sopracarpiano, e per questa incisione introducendo il tenotomo.
g) Rilrazione del muscolo ileo-aponeurolico. La ritrazione permanente di questo muscolo, come osservö pel prime I'Her-twig, da luogo all'arpeggiamento, cioe I'arto posteriore cor-rispondente si eleva spasmodicamente sino a percuotere I'addome.
Terapia. Si recide il muscolo, ehe si mostra tese dall'lleon sino alia sua inserzione sull'aponeurosi della gamba, verso la sua estreraita tendinea d'inserzione alia rotula, facendo scorrere il bistori nella scannellatura di una sonda introdotta prima sotto il medesirno messo in rilassamento colla flessione dell'arto, per conveniente incisione cutanea iongitudinale.
A) Rilrazione del muscolo peroneo prefalangeo. Anche la ritrazione di questo estensor laterale delle falangi, ehe ha il suo tendine di terminazione ehe, dirigendosi in basso ed
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521 in avanti, passa al lato esterno ed alquanto inferiormente all'articolazione tarsea, pud essere causa deU'arpeggianiento.
Terapia. Basta d'ordinario praticare I'operazione col me-todo soltocutaneo, tagliando con un tenotomo curvo e bollo-nato, dalle parti profonde alle superficial!, il tendine ritratta in avanti ed un po' in basso dell'articolazione del garretto, per averne favorevole risultato.
Rogna. Viene presentemente adoperato questo vocabolo per significare le diverse alterazioni prodotte sulla pelle dei nostri animali da acari, le derma to patie determinate da acari.
Secondo Geriach la famiglia dei sarcopti comprende tre generi: 1deg; Sarcoptes; 2laquo; Dermatodectes; 3* Symbiotes.
Ed ii carattere principale per cui si distinguono quest) tre generi si desume da cio ehe i sarcopti, insinuandosi neli'e-pidermide, si scavano un cunicolo dall'esterno allMnterno, insino a ehe non raggiungono la rele malpighiana, ove tro-vano nutriraento; ehe i dermatodetti, vivendo fra di loro riuniti come in famigiie sulla superfieie deiia pelle, si nutrono im-mergendo il loro rostro (ino alia cute e succhiando a sazietä; e ehe i simbioti infine stando come i preeedenti sulla superfieie della cute senza perforarla, e vivendo in soeietä cioe in un gran numero in un punto eircoseritto del corpo, si nutrono dell' epidermide. Inoltre e noto dall' osservazione e daU'esperienza, ehe tutti i sarcopti, ehe vivono sugli animali, possono passare sull'uomo ed ingenerare in questo la rogna, dermatosi pruriginosa perö di breve durafa; mentre i dermatodetti trasporlati sulla pelle dell'uomo non danno luogo a rogna, cioä non eagionano in questo le alterazioni di cui son causa negli animali; ma soltanto ad una lieve derma-topatia di brevissima durata.
Laonde per maggior chiarezza e precisione noi distingue-remo una rogna sarcoptica, dermatodectiea e simbiotica, a seconda del genere di acari da cui 6 cagionata.
E sotto la denominazione di rogna follicolare diremo della non molto frequente, ma gravissima dermatosi dei cani ori-ginata dal demodex follieulorum.
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Infine per pseudo-rogna, od eteracariasi, noi intendiamo le dermatosi provocate dalla presenza accidentale sul comane integumento dei nostri animali di aracnidi, i qaali abi(ual-mente vivono o su altre specie di animali od altrove, es. il derfflamyssus avium o acarus gallinae sul cavallo, e via via.
a)nbsp; Nel cavallo abbiamo: 1deg; la rogna sarcoptica, deter-minata dal sarcoptes equi, ehe si nota specialmente al cello, testa e spalie, e di dove si puö estendere a tutto il corpo; 2deg; la rogna dermatodectica, delerminata dal dermatodectes equi, ehe si osserva d'ordinario alia base della coda, al ciuffo, alia criniera, al canale delle ganasce, ed alia faccia interna delle coscie, e ehe si propaga dai punti affetti ai sani molto lentamente; 3deg; la rogna cagionata dai simbioti, sym-biotes equi, i quali prescelgono a loro dimora la piegatura del pastorale ed il ciuffo (ne sono colpite piü di frequente le pastoie delle estremila posteriori ehe delle anterior!); 4deg; la pseudo-rogna cagionata dal trapasso del derraanyssus avium dai polli, dai piccioni ecc, sul cavallo, per cui questo prova grave prurito, e specialmente di notte si morde, si escoria e via via; 5deg; quella ehe secondo il Reynal e cagionata dal sarcoptes mutans; 6deg; la pseudo-rogna deterrainata da acari dei foraggi guasti e muffati, ehe si localizza dapprima alia testa , al collo ed al dorso; 7deg; infine I'eteracariasi deterrainata dalla zecca fognatrice, osservata per la prima volta dal Guermard sulla parte inferiore degli arti del cavallo.
b)nbsp; Nel bue sono specialmente a prendersi in considera-zione la rogna dermatodettica, dermatodectes bovis, la quale si manifesta in prima alle parti laterali dei collo, ed alia base della coda, donde puö estendersi ad altre parti del corpo; e la rogna simbiotica, cagionata dai symbiotes bovis, la quale resta per lungo tempo iimitata alia base della coda, ma ehe puö perö estendersi, allorquando gli ammalati sono lasciati senza conveniente governo della mano, al dorso, ai collo, ed in basso lateralmente fino alle mammelle.
c)nbsp; Nel rnaiale si ha la rogna sarcoptica, la quale e de-terminata dal sarcoptes suis Gerlach, sar. squamiferus Für-
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slemberg, ed affetta dapprima le conche, la faccia interna delle coscie e deile gatnbe.
d)nbsp; Nel cane, oltre alia rogna sarcoptica, cagionata dal sarcoptes canis, sarc. squamlferus del Fiirsteraberg, cha fu sicuramente confusa con varie altre affezioni cutanee, ed i di cui primi fenomeni morbosi si notano d'ordinario in prima alia testa, anzi alcune volte h solo questa parte ehe e tutta affetta da rogna, quantunque nei casi di antica data special-mente le altre parti del corpo, e particolarraente I'addome, la base della coda e la faccia interna delle coscie, non ne sieno immuni, abbiamo la rogna fullicolare, determinata dal demodex folliculorum, acaro dei follicoli.
e)nbsp; La rogna sarcoptica del gatlo, determinata dal sarcoptes cati Hering, sarcop. minor. Fürstemberg, comincia dalla testa e dalle orecchie specialmente, e di lä, ove resla perö per lungo tempo localizzata, si estende a tutto il corpo.
/quot;) Nei conigli la rogna sarcoptica, dal sarcoptes cunicoli, si limita per lo piu al naso, alle labbra ed alia fronte, e di rado si estende piü oltre, mentre la rogna dermatodettica si localizza agli orecchi, doe padiglione deU'orecchio e con-dotto uditivo esterno; inoltre non h rara in quest! animali la pseudo-rogna determinata, come nel cavallo, dal derma-nyssus avium.
g) Anche nella capra si ha la rogna sarcoptica determinata da particolare sarcoptes, come lo provano le osser-vazioni del Müller; mentre Tunica forma di rogna ben nota nella pecora c la dermatodettica, determinata dal dermato-dectes ovis Gerlach.
h) I gallinacei infino vanno pur soggetti ad una forma di rogna sarcoptica, cagionata dal sarcoptes mutans, scoperto da Reynal e Lonquetin nel 1861.
Terapia. Nel trattamento delta rogna, qualunque ne sia la forma, Tindicazione fondamentale e la distruzione degli arac-nidi parassiti, poiche il prurito, e le efflorescenze parassitarie, ehe sono una conseguenza delle abitudini della vita degli aracnidi slessi, e le efHorescenze traumatiche, provocate di-
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rettamente dal grattamento e dal fregarsi degli scabbiosi ai corpi ehe sono loro vicini, scompariscono in seguito della cura parassiticida stessa, e solo rarissimamente possono ri-chiedere speciale cura.
Qui noterö ancora come sia del tntto superflua la cura in-terna della scabbia, cotanto vantata da alcuni zooiatri, e spe-cialmente I'uso dei cosi detli depnralivi, poiche, essendo morbo esterno e locale, bastera in ogni caso la cura topica, ed alimentare gli anlmali con cibi sostanziosi, i quali si da-ranno in maggior quantitä, quando gli ammalati sono molto dimagrati, ed aver ancora riguardo per una dimora netta e corrispondente pulizia della pelle.
Per favorire rimraediato contalto coi parassiti delle so-stanze ehe si vogliono adoperare come parassilicide, non po-tendosi pei grandi animali ricorrere sempre a bagni gene-rali, come si pud pei piccoli e per l'uorao, e conveniente una speciale cura preparatoria. Al qual effetto conviene, come ben a ragione consigiia il Gerlach, nettare la pelle con ri-petute lavande con acqua saponata, o con una alcalina solu-zione; ma quando perö la malattia e inveterata, consigiia lo stesso autore di frizionare tulto il corpo con una poltiglia di sapone nero, e di lavare poscia dapperlutto con acqua calda dopo alcune ore (6-12). Per favorire il distacco delle croste giova far precedere di poco tempo alle lavature saponate estesa unzione con grassi, e speeialmente con olio di lino. Falta la cura preparatoria, si deve per bene asciugare gli animali, e quindi ricorrere al medicamenlo o meclicamenti ehe devono uceidere gli aracnidi, applieandoli sempre, o contemporaneamente, od in piü volte, sopra tutte le parti aifette.
Non credo superfluo di avvertire ehe I'uso dei mezzi pa-rassiticidi sotlo forma liquida, come lavande, bagni o lini-menti, e di molto preferibile ai farmaci in forma di pomata od unguenti, perche i primi per condizioni special! della pelle degli animali, diffondendosi meglio, scopo della cura essendo di uceidere il parassita e le uova nelle infossature
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525 della pelle sotto I'epidermide, e meglio irepregnando la cute stessa, riesciranno di certo molto piü bene.
Inoltre nella scelta deU'antectoparassitico bisognerä aver di mira di prescrivere farmaci possibilmente di poco costo, ma altivi e di facile applicazione, e ehe non apportino alcun nocumento allo scabbioso, come cagionerebbero i preparati di mercurio, specialmente ai bovini, ecc. 11 zooiatro infine dovrä ancor teuer presente, oltre alia forma di rogna ehe ha ;gt; combatlere: 1deg; se deve curare solipedi, bovini, ovini, suini, cani, gatti, conigli, oppure gallinacei; 2deg; se animali maschi o femmine, giovani od adulti; 3deg; se la malaltia e in prin-cipio e limivata, oppure eslesa ed inveterata, 4deg; se vi sono poche o moite efllorescenze traumaliche, croste, pustole e via dlcendo.
Non k peri) mio intendimento di qui enuraerare tutti i farmaci, e metodi di cura, suggeriti in tempi da noi piü o men lontani; ma semplicemente di fare conoscere quelli ri-conosciuti migliori dal pratici piü sperimentali, e guarentili quindi da risultati incontrastabili.
Terapia della rogna nel cavallo e hue, I farmaci migliori conlro la rogna di questi animali sono: il creosoto (1, 2, 3), I'acido fenico (4), il petrolio, la benzina (5), I'olio di tere-bentina (6), il linimento di pece (7), lo solfo (8); nei casi molto ostinati si consiglia di unire la polvere di canlaridi all'olio di lerebentina (9), od ai fiori di solfo (10); il tabacco (H), e la potassa caustica (12), sono pur stati usati con vantaggio. Ma farmaci di azione pur certa, e ehe costano molto poco, sono il petrolio e lo stirace liquido (stirace - lire 3 al chilog. in commercio); quest'ultimo a seconda degli individui e dalle efllorescenze piü o men gravi, parassitarie e traumatiche, puö adoperarsi puro od in connubio coll'olio di lino, o coll'olio di lino ed alcool (13, 14); questo farmaco non solo uccide i parassili, ma favorisce nel tempo stesso la guarigione delle lesioni secondarie. II balsamo peruviano ha pur azione arac-nidicida, ma non conviene adoperarlo nei grandi animali pel suo prezzo un po'elevato; secondo il Gerlach re sono suffi-cienti 60 grm. per guarire un cavallo affetto da rogna.
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Conlro la rogna simbiotica del cavallo giovano special-mente la benzina, I'olio di terebentina ed il sapone carbolico (15, 16, 17). II Müller nella rogna del bue, dice assai gio-vevole il seguente trattamento: allontanate le croste e fatte strofinazioni col sapone nero, ehe si lascia in sito per 24 ore, lavare la parte con una decozione di labacco (1 : 20-25 di acqua); e fattasi secca la cute, strofinare i punti affetti col-1'olio di creosote (creosoto 1 parte, olio di lino 15 parti); questa roedicazione deve ripetersi dope 10-14 di. 11 Richter assicura giovare nei cavalli, e nei buoi, una mistura di can-taridi, solfato di rame, fiori di solfo ed olio fetido ant-male (18). II Dela Bere-Blaine nella rogna recente del cavallo usa la pomata di sotto acetato di rame (19).
(1) P. Creosotonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; partinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; i (7) P. Pece liquiJa e fior di
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Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 40
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 10-20
S. Pir lozioni ehe si devono
ripeterc 2-3 volte nell'intervallo di
1-2 giorni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L, Brusasce).
(2)nbsp; nbsp;P. Creosotonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;partinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1
Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 15-25
S. Giova quando la pelle e in-spessita e vi sono numerose croste; basta d'ordinario ripetcre l'unzione dopo 5-5 di; sc la rogna e estcsa a pressoche tutto il eorpo , se ne medica solo una parte per volta.
(3)nbsp; P. Creosotonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;partinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15-20
S. Giova spccialmcntc quando la rogna e limitata; si adopera come I'olio di creosoto.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
(4)nbsp; P. Acido fenico parti 3-4
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;. 15-20
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;100
S. Per frizioni; e uno dei piu convenienti antcctoparassitici,
(L. Brusasco),
(5)nbsp; P. Benzinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti 1
Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 5-4
(L. Brusasco).
(6)nbsp; P. Olioterebcnt. grm, 120
Sapone vcrdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Per frizioni una volta al giorno. (Haubner).
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zolfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;aa. grm.
Sapone verde e spirito di vinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;aa. laquo;
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180 360
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M. e f. linimcnto. Per frizionc. (Pei punti piü sensibili della cute si aggiungono al linimcnto 120 grm. di creta polverizzala.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Forster).
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(8)nbsp; nbsp;P. Fior di zolfo
Sapone verde
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parti eguali
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Sugna
F. ungucnto.
S. E ueccssario frizionarc encr-
gicamente 1c parti ammalate, onde
portare lo zolfo in contatlo dei pa-
rassiti specialmcnte nella rogna sar-
coptica.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco).
(9)nbsp; P. Olio oi linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 90
Olio di terebentina • 50 Polv. di cantaridi gt; 15
Mesci esaltamente.
Per frizionc.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Spinola).
(10)nbsp; P. Polv. cantaridi grm. 15
Fiori di zolfo gt; 60
Sugna porcina gt; 250
M. e f. ungucnto.
S. Da usarsi per frizionc una
volta ogni 24 ore, per 1-5 giorni,
5-8 giorni dopo si lavera I'animalc
con acqua c sapone o col liscivio
di cencri.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Haubner).
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(11)nbsp; P. Foglie tabacco grm. 120 Cuoci per mczz'ora in acqua
di fonte q.b. fine alia colatura di grm. 360.
Per lavande.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Hayne).
(12)nbsp; P. Potassa caustica grm. 90 Sciogli in
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(15)nbsp; P. Bcnzinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 15 Sapone verdcnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 60
Da usarsi per frizione.
(Brauer).
(16)nbsp; P. Olio di [.crcbenlina parti Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cg'iali
Per frizioni sulle parti amma-
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Acqua distillata gt;
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1330
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latc, 1c quali si lavano dopo 8 giorni.
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ASS- , .,
Pece liquidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
Olio amm. fetido raquo;
Mesci csatt. Per frizioni.
(Haubncr
(13)nbsp; P. Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; part
Stirace liquidonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
S. I'w frizioni da ripetersigiorni di segui'.o; al terzo gio
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(Köhne).
raquo;80 (17) P. Sapone carbol. grm. 60
laquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua caidanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 1000
(Odam).
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(18) P.
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Polv. di cantandi grm. 36
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Sntfato di rame laquo; 12
Fieri di zolfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; SO
Olio fetido amm. gt; gt;
Lasciato il tutlo in digestionc
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si lavera tutte le parti medicate con per 24 ore in un litre di olio di
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acqua saponala. Di rado e neces-sario ripetcre tale medicazionc.
(L. Brusasco).
fl4) P. Olio di linonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; parti 1
Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 2
Stirace liquidonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 13
S. Per frizionare i punti am-
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lino , se ne fa una frizione sulle
parti ammalate.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Ricbter).
(19) P. Sollo-acet. rame grm. 62
Calramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 125
Sapone vcrde raquo; 62
F. s. a.
(Dela Bere-Blaine).
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malati.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
Terapia. della rogna nel porco. Nella rogna dei porci, ehe e affezione piuttosto rara, ma conosciuta da lempo antichis-simo, convengono specialmente il decotto di tabacco (1), rolio empireumalico, relleboro (2), I'acido fenico (3), il catrame, I'essenza di terebentina, ed il creosote (1 a 10 di olio, o di sugna porcina), previe saponate. II Gerlach adopera ün bagno con potassa causlica e calce viva (4).
(1) P. Tabacconbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 300 (5) P. Sapone vcrdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 50
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 3nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acido fenico liquido raquo; 5
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F. bollire per un'ora, da usarsi per lozioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ^Benion).
(2) P. Rad. ell. n. fresco grm 500 raquo; raquo; secco • 230 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 4
Da far decotto alia riduzionc del 8/iigt; e lozioni alle parti ammalate.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Pradal).
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(Pichon).
(4) P. Potassanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cgrm. i
Calce vivanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 2
, Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 25
E sulficicntft ripetere questo
bagno una volta coH'intcrvallo di
5 ginrni. Giova nella rogna cstcsa
cd inveterata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Gerlacb).
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Cura della rogna nei cani. Nella rogna sarcoplica recente dei cani noi adoperiamo volenlieri, oltre al' balsamo peru-viano (1), di cui sono necessarie 2-3 frizioni coirinlervallo di 1 giorno, in cui si praticano lavande saponate, special-
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mente l'acido fenico ed il creosoto (1: 20-35 di olio o di adipe). Nei cani con rogna estesa, ed inveterata, il trattamento piü sicuro, e conveniente, consiste nel far mettere I'amraalato in un bagno caldo, ove per raezz'ora lo si fa stropicciare fortemente sopra tulto il corpo con sapone nero, quindi ascingar bene e medicare con uno dei suddetli farmaci pa-rassiticidi. Se si tratta di cani delicati e di appartamento, si puo tenlare I'olio essenziale di bergamotto, di lavanda e di anisi; e di azione piii certa lo slirace liquido (2), e lo zolfo (3); questo puo associarsi al carbonato di potassa. Anche i bagni con solfuro di potassio, alia dose di 80-120 grm. per bagno, sono utili nel trattamento della scabbia. Pillwax dice aver usato con buon successo il sublitnato in unione col latte di zolfo (-4).
Contro la rogna follicolare vennero tentati, per lo piü senza successo, la maggior parte dei sopracitati acaricidi. Pero il Dottor Hofer dice ehe un cane gravemente affetto dal deraodex, addivenuto quasi tulto calvo e dimagrato, guari colla pomata di acido carbolico ; la cura durö quasi sei settimane.
11 Defais in un cane ottenne la guarigione facendo prima delle unzioni con una pomata composta di acido fenico cri-stallizzato (5), e poscia delle lavature con alcool, e quindi delle frizioni con olio di bacche di ginepro.
Noi abbiamo avuto buonissimi risultati in tre cani coll'uso della pomata di cantaridi, la quale deve essere fatta nel rap-porto di 1 a 6 di sugna porcina recente. Per evitare perö le cattive conseguenze (*) dell'azione irritante della cantari-dina sulla mucosa orinaria , si deve proporzionare la dose della polvere di cantaridi per ciascuna frizione alia razza,
(*) V. Med. Vet., 1870. In delto mio scritto, in una nota e delto: laquo; addi 27 luglio corrente veniva ricoverato in questc infermerie per avviso del Prof. Bassi , un cane in prcda a tal rogna demodettica, -fu sottoposto allo stesso metodo curativo, il di cui risultate si fara im-mancabilmcntc note in questo periodico raquo;. Or bene faccio ora noto ehe il suddetto cane bracco, appartenento a! signer Giordano.... guari pcr-fettamente, e ehe da quell'epoc!) in poi , come mi assicurö il proprie-tario pochi giorni or sono , non ha inni piü sofferto dcrmatopatia di sortn, cd il suo corpo c pressoehc eompletamenle ricoperto di pcli.
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529 alia taglia ed ela dei malati, e procedere ad intervalli per superficie limitata; e pure conveniente unire alia pomata un po' di caafora, non ehe dare contemporaneamente agli ani-mali abbondanti dosi di liquid! tnucillagginosi o zuccherini od anche semplice acqua, poiche in tal modo la cantaridina, diluita maggiormente, facendosi piii abbondante I'orina, riesce tanto tneno irritante. Le frizioni della pomata perö debbono essere precedute da bagni e lozioni con solfuro di potassio (15 per 100).
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(1)nbsp; P. Balsamo peruv. parti 1
Ale, com. od olio lino raquo; 2-3 S. Per ripctute frizioni da farsi mentre l'ammalato ö tenuto in sito caldo e la pe.le secca, ma dopo di aver pratioatc lavande col sapone, o col liscivio di potassa.
(L. Brusasco),
(2)nbsp; P. Stiracc liquide grm, 20
Olio di ollvonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 4-
Alcool rettificato raquo; 5 S. Due frizioni.
(L. Brusasco).
(3)nbsp; nbsp;P. Sublimato corr. grm. 0,12
Acqua distillata • 120
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Per bagnare mallina e sera i punti affetti da rogna.
(Pillwax). (fi) P. Carbonato potassa grm. 8 Zolfo sublimatonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; i5
Sugna depuratanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;laquo; 50
F. pomata; molto vantala in medicinlaquo; umana. (Hclmerich). (5) P. Acido fenico crist. grm. 16 Fiori di zolfonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; raquo;
Benzinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • raquo;
Solfuro di potassa gt; raquo; Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 130
Su^na porcinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; raquo;
F. pomata.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Defay).
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Latte di zolfo raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
Cura della rogna nei gatti. Giova nella rogna dei gatti lo stesso trattamento da noi indicato per la rogna dei cani, e specialmente il balsamo peruviano, lo stirace, e I'acido car-bolico col sapone verde (1).
(1) P. Acido carbolico grm. 1-2nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per ripctute frizioni sulle
Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15 parti affelte.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L, Brusasco).
Cwra della rogna nei conigli. Contro la rogna sarcoptica dei conigli sono convenienti le reiterate applicazioni di sapone verde, di balsamo peruviano, le lozioni con acido carbolico, con creosoto ecc. (1-2), avvertendo ehe i bagni con tabacco, e le frizioni avenli un corpo grasso per eccipiente, uecidono (Benion) gli ammalati.
Andre contro la rogna dermatodectica degli stessi animali ha fatto uso con vantaggio, dopo di aver distaccate le crosle rarnraollite colla glicerina e lavati con acqua saponata tiepida
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Diz. ßrusasto.
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gli orecchi, della seguente mi slum (3); se ne ottiene la gua-
rigione in 40-12 giorni.
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(5) P, Gliccrinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 100
Acido fenico crist. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;2
Olio tercb. retlif. grra. 1 Laudano liquidonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt; raquo;
Da vcrsiirne due o tre volte al ginrno tre-qualtro goccic nell'orcc-
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S. Per ripctute lozioni dopo chio.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Andie).
di aver fatto cadeie le croste.
(L. Brusasco).
Cura della rogna nei polli. Contro la rogna dei polli Reynal e Lanquetin consigliano la pomata di Helmerich in frizioni suite parti affette, la pomata mercuriale, - la benzina con olio o con grasso, ed una soluzione di sublimato corrosive (1). (1) P. Sublimato conos. parti Inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti 20
Alcool q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Reynal e Loaquctin).
Terapia della rogna nelle capre. E convenienle di tosare le capre ammalate (Benion), e messe cosi allo scoperto le parti ammalate, prescrivere un bagno o lavande saponate per due giorni, ed il terzo di o il bagno di Tessier, o di M. Clement o quello di Mathieu (1, 2, 3).
(1)nbsp; nbsp;P. Acido arsenioso Cgrm. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Polvere genziaua grm. 200
Proto-solf fcrro raquo; tonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cgrm. 100
Perossido fcrro grm. 400nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Clement).
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Cgrm. 100nbsp; nbsp; (3) P. Acido arsenioso grin. 10
(Tessier).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Allumenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;= 100
(2)nbsp; P. Acido arsenioso Cgrm. 1nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 1000
Soifato di zinco raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per ciascuna eapra.
Perossido fcrro grm. 400nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Matbicu).
Dope di aver fatto bollire per dieci minuti l'una o I'altra di queste mescolanze si versa il residuo in un tino, e qnando il liquido non e ehe a 40deg;, si mette entro Tammalato , te-nendolo colla testa ben alta, e solo si lascia uscire dopo due minuti; quindi si spazzola, e si lascia asciugare. E necessario di ungere prima le mammelle delle capre nutrici. Negli aai-mali con rogna assai limitata, bastano lozioni topiche cogli stessi liquidi.
A questi bagni arsenicali perö sono da preferirsi per cora-battere la rogna anche in questi animali, allorquando e cir-coscritla, oppure per essere la stagione freddo-umida e pio-
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531 vosa, se ne lemono inconvenienli a far loro prendere bagni, i mezzi da noi consigliati per i solipedi e bovini.
Cura della rogna neue pecore. Quando si hanno soltanto pochi animali affetti, e ehe non sono soltoraessi alia vila col-leltiva, o sono prontamenle separali dagli altri, e la malattia e ancora sul suo prineipio e poco estesa, puö bastare (Benion) per otlenerne la guarigione, tagliare la lana nei punli aßetti, meglio in un'estensione un po' maggiore, e quindi ricorrere all'uso, come aearieida , della pomata mercuriale , di solfo , citrina, d'Alyon, o di Helraerich, in ripetute frizioni, oppurs alle lozioni coll'olio cantaridato, coH'olio cadino, coll'olio di terebentina (1), col petrolio, coll'acido fenico ecc., dopo di aver raschiale bene in ogni caso le croste con un coltello. Questo metodo ha il vantaggio, ehe puö essere praticato in ogni stagione; raentre ai bagni generali, ehe sono preferibili in tutle le altre circostanzc, possibilraente non devesi ricorrere nelle stagioni fredde e piovose.
Ad ogni modo sebbene le stagioni calde siano piu adatte pei bagni generali, perche in tali epoche gii animali possono essere condolli dopo il bagno sotto tettoie per un tempo piü o men lungo, e nel mentre nellare gli ovili ecc, tuttavia in caso di necessitä si possono praticare anche nell'inverno, ba-gnando gli ammalati in una stalla convenientemenle calda.
Fra i vari bagni raecomandati per la cura delle pecore rognose, quello di Walz, ehe ollre ad essere a buon mercato, agisce sicuramente e non altera la lana , poiehe il colore bruno ehe acquista pel bagno stesso lo perde losto colle la-vande di acqua e sapone, e specialmenle se gli animali sono mandati al pascolo, deve preferirsi; si prepara per un gregge di duecento animali, come appresso (2).
II bagno di Zundel se non fosse piü caro del precedente, dovrebbe preferirsi, perche non colora la lana e non havvi con esso aleun pericolo di avvelenaraenlo (3).
II bagno di Tessier ha l'inconveniente .di colorare la lana in giallo-ruggine (la lana perö riprende il suo colore colle lavande di acqua e sapone), e di renderla dura e secca, per
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cui non conviene impiegarlo, se non quando la slagione per-melte la tosatura.
1 bagni di Clement e Mathleu non alterano, come quello di Tessier, il colore della lana, e con essi piü raramente si sono osservati avvelenamenti (').
(1)nbsp; nbsp;P. Olio di tcrebenlina parli (5) P. Aeido carbolico grm. 1500
Susnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;egaalinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Calcc causlica raquo; iOOO
(Daubcntion e Gasparin).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Carbon, polassa gt; 5000
(2)nbsp; Lalte di calce Cgrm, 1,00nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sapone verde .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; gt;
Carbon, potassa raquo; 1,250nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; lilri 360
Urinanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 13,00 Qucsto b.igno si prcpara in un
Olio anim. fetido raquo; 1,500nbsp; nbsp; grande lino; ogni peeora ammalata
Catrnmenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 0,750nbsp; nbsp; si melte nel liquide c si lava con
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 200,00nbsp; nbsp; una spazzola; anche nei casi gravi
Questo bagno, spocialmente ncllanbsp; nbsp; sono suflicicnti due bagni; il se-
rogna molto eslcsa e di lunga du-nbsp; nbsp; condo bagno si fa dopo 5-6 giorni.
rata, bisogna ripeterlo 2-5 voile ad
intervalli di olio giorni.
Provvedimenti di polhia sanitaria. Debbono essere in rap-porto colle varie forme di rogna, poiche oggi si sa positiva-mente, ehe la rogna dermatodeltica non e trasraissibile agli animali di altra specie; die la simbriolica passa persino dif-ficilmente dagli affelli ai sani animali della medesima specie e ehe infme la rogna sarcoptica puö trasmettersi ad animali anche di specie differente.
Per impedire quindi la propagazione della malattia e ne-cessario separare gli animali ovini, ecc, sani dai malali, ed isolare questi sino a completa guarigione. Inollre si dovrä procedere ad accurata disinfezione degli ovili ecc., e dequot;!i oggelti tutti ehe furono in conlalto dei malati, per dislrug-gere gli acari ed i loro germi.
In caso di rogna sarcoptica, la quale e anche trasmissibile airuomo , e conveniente non solo isolare gli ammalati, ed impedire ehe non abbia luogo comunicazione alcuna dei sani coi medesimi, ecc, ma devesi ancora da parte di coloro ehe sono destinati alia custodia, od alia medicazione, o ehe per qualsiasi altro motivo sono costretti a trovarsi in contalto coi
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(') Benion. Traife complel de VeUmge et des maladie* du mouJon. Paris, 1874.
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533 raalati, usare le necessarie precauzioni per non contrarre il morbo.
La piii completa disinfezione, la piü perfetta pulizia, i la-vacri con acqua bollente, oppure medicata con farraaci pa-rassiticidi. I'esportazione del letame, sono provvedimenti convenient! in ogni case di scabbia.
Terapia delle pseudorogne, Contro la pseudo-rogna del ca-valli e dei conigli cagionata dal derraanyssus avium, ehe e frequente dove i suddelti animali vivono vicino ai pollai ed ancbe in locale comune coi polli, per cui tali acari special-raente di notte si portano su quelli per succhiarne il sangue, bisogna innanzi tutlo allontanare la scuderia dal pollaio, or-dinario albergo del derraanyssus, e gli uccelli, per impedire ehe nuovi ospiti si portino sui cavalli stessi, e quindi ricor-rere all'uso di quei farmaci, dopo di aver adoperati conve-nienti parassiticidi, ehe si credono necessarii per combattere le lesioni (nel raaggior numero dei casi perö non e neces-sario alcun trattamento curative) , ehe sono secondarie alia presenza dei temporanei parassiti; - il Delwart consiglia le fomentazioni ammollienti sul comune integuraento. E inutile ricorrere all'uso di parassiticidi durante il giorno, poiche il derraanyssus abbandona d'ordinario i polli ed i cavalli, e si porta ad abitare le anfrattuosita del pollaio. II Prietsch ha adoperato con successo la benzina (1 parte di benzina, 2 di alcool e 20 di acqua).
Quando si tratta di pseudo-rogna cagionata da acari dei foraggi, e di tutta necessita di non piii amministrare agli animali fieno od altro alimento contenente simili parassiti. E qualora non si potesse cangiare il foraggio, si dovrebbe con battiture, o con altre simili manipolazioni, procurare di allontanare dal medesirao non solo la polvere, ma i nume-rosi acari; e anche conveniente aspergere tale alimento,prima di dado agli animali, con acqua salata, o meglio contenente in soluzione solfato ferroso.
Gli animali ammalati saranno curati coi mezzi gia piii volte indicati, dovendo questi ancor variare a seconda della gravitä delle cutanee lesioni.
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Conlro infine la pseudo-rogna prodolla dalla zecca fogna-trice, siccome per allontanare ad uno ad uno lulti gli arac-nidi sarebbe necessario troppo tempo, basta fare, come lo ha provalo il Guermard, una frizione parassiticida, es. con una decozione di tabacco, per guarire radicalmente la raa-lattia. E necessario certamente ehe il liquido aracnicida pe-netri bene in ciascuna puslula; e cio si oltiene facendo cadere prima le crosle ehe coprono le medesime, poiche, cadendo queste in un con una ciocchetta di peli, ne restano allo sco-perlo deile ulcerelte nel cui fondo si trova il parassita causa della dermalosi.
Rottnre. Eiacerazioni. Sono soluzioni di continuitä dalle parti molli, dovute a causa meccanica, senza contempo-ranea divisione del comune inlegumento.
Se interessano organi contenuli nelle cavila splancniche, si dicono interne; le allre diconsi eslerne.
a)nbsp; Lacerazioni tnuscolari e tendinee. Sono frequenti spe-cialmente nei solipedi.
Terapia. E necessario porre e mantenere i capi dell'or-gano lacerato possibilmente vicini fino a ehe siansi riunili. Si soddisfa a quest'indicazione, ora col semplice riposo del-Tamraalalo, ora tenendo la parte lacerata in convenienle po-sizione la merce fascialure o macchine speciaii. Nello stesso tempo si deve ricorrere all'uso dei ripercussivi, poscia degli aromatici ed irritanti, per prevenire, o combattere la flogosi, e favorire rassorbimenlo dello stravaso sanguigno, essendo tali lacerazioni sempre accompagnate da uno stravaso di sangue piü o meno abbondante.
Simili soluzioni di continuitä furono osservale particolar-mente: al muscolo raastoido-ornerale, al tendine d'origine del muscolo coraco-radicale, ai muscoli estensori dell'anti-braccio, ai tendini di terminazione dei muscoli flessori delle falangi, al muscolo ileo-rotuliano, al tibio premelatarsico, ai bifemoro-calcaneo o tendine d'Achille, e via dicendo.
b)nbsp; Lacerazioni legamenlose. Non solo la roltura di lega-menli puo succedere nelle lussazioni, ma anche indipenden-
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emente da quesle. Cosi fu osservata la lacerazione del !e-gamento cervicale nel cavallo, del legamento sessamoideo superiore o sospensorio della nocca (conviene il trattamento curatlvo da noi indicato a proposito della lacerazione dei tendini flessori delle falangi); del legaraento coxo-femorale (e incurabile quest'ultima lacerazione).
c)nbsp; Lacerazioni aponeurotiche. In seguito a rotlura delle aponeurosi ehe avvolgono i mnscoli senza contemporanfla grave lesione di quesli, si puö produrre I'ernia muscolare, poiche il venire del muscolo, ehe trovasi immediatamente al dissotto delTaponeurosi lesa, esce attraverso all'apertura. Queste rolture furono osservate specialmente alia spalla , all'anlibraccio ed alle natiche.
Terapia. E necessario, come per le lacerazioni tendinee, il riposo possibilmente assolulo della parte lesa, la quale deve pure porsi in una posizione conveniente per favorire I'avvi-cinaraento dei margini didla rottura; di prevenire o combat-tere coi ripercussivi Tinfiarnrnaziorie delle parti circostanti; di favorire I'assorbimenlo dello stravaso sanguigoo, quando e abbondante cogli aromatici e cogli eccitanti; e di espor-tarlo, qualora nel sito della lacerazione si sviluppasse un lipoma.
d)nbsp; Rotlura dell'aponeurosi plantare, Consegue a salli, a ca-dute sui piedi, e pendente rapide andalure. Sono predisposti a questa lesione gli animali affelti da sinovite podosessamoidea.
Terapia. II riposo assolulo, e I'impiego conlinualo dei re-frigeranti, bastano per ollenerne la guarigione, quando non vi esislono complicazioni, in Ire sellimane od in un rnese. Le piaghe con necrosi necessilano I'asporlazione di lembi di cornea piü o meno considerevoli, e relaliva cura medica.
e)nbsp; Rotlura dell'utero. La roltura dell'utero, ehe si in-conlra durante la gravidanza, puö essere sponlanea e vio-lenta, cioe prodolta da cause meccaniche.
Terapia. Se non ne succede la morle imraediata dell'ani-male per emorragia, roa questa non puö essere frenata coi bagni freddi, col ghiaccio in vagina (V. Metrorragia), si deve
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subito ricorrere all'estrazione del feto per le vie genitali, procedeudo, se ircollo e ristretto ed impossibile ia dilatazione digilaie, alia dilatazione cruenta del medesimo. Pero quando 6 passato il feto nel cavo addominale, ed e rislretta la ferita dell'utero, e piü conveniente ricorrere alia laparatomia, ed opporre la cura ordinaria contro la metro-peritonite, e gli altri accident! ehe conseguono. Del resto se non vi esiste grave emorragia, ed il feto non e vitale, ed il collo non pre-parato, si procuri di frenare quelle, di combattere il dolore cogli oppiati, il collasso nervoso cogli analettici, e si attenda la guarigione naturale.
Satiriasi. Chiamasi satiriasi una tendenza quasi irresi-stibile al coito, la quäle puö osservarsi in tutti i maschi, collo stimolo ardente di ripetere molte volte quest' atto, il pene essende quasi di conlinuo in erezione. Negli animali la satiriasi e spontanea, e conseguenza di viltitazione troppo nulriente ed eccilante; di rado succede all'uso di afrodisiaci, es. cantaridi, olio di terebentina, fosforo, e simili.
Terapia. I bagni locali freddi e prolungali, - la dieta ed un'alimentazione poco nutriente e rinfrescante, - le bevande raucillagginoseabbondanti ed i purganti alcalini, il moviraento forzalo, e nei casi gravi il salasso e ramrninistrazione degli anafrodisiaci (V. Ninforaania), sono i mezzi, cui si deve ricorrere, allontanando nello stesso tempo tutte le cause ecci-tanti l'istinto sessuale. Non havvi aleun dubbio, ehe, quando e possibiie, uno dei migiiori mezzi consiste, per ottenerne piü pronto risultato, nel permettere raecoppiamento.
E solo nei casi estremi, desiderando di conservare alia propagazione della specie quel dato animale con satiriasi, ehe si deve ricorrere alia castrazione.
Selerite. E rinfiammazione della sclerotica, la quäle puö essere primiliva o conseculiva; nell'uno e neU'altro caso e caratlerizzata da un rossore ehe circonda la cornea a mo' d'aneilo, dalla lagrimazione , da lieve fotofobia, ecc. Conse-guire puö a cheratite, a congiuntivite, e ad irido-coroidite, mentre la primiliva e delerminata da corpi stranieri, cosi
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537 da spine, da proiettili diversi, da pueture, da contusioni, e simili.
Noi non crediamo necessario dire ora separatamente della episclerite, perisclerite, e sindesmite oculare, perche l'infiam-mazione non si limita cosi facilmente al tessuto episclerale, ed alia capsula del Tenon o capsuia ocuio-palpebrale senza estendersi al tessuto proprio della sclerotica, e perche in generate 11 trattamento curativo non varia.
Terapia. L'indicazione causale richiede la rimozione dei corpi stranieri, o la cura della malattia primaria.
Si soddisfa all'indicazione del morbo coi collirii di atro-pina, coirapplicazione di compresse imbevute di acqua tie-pida, e megiio di infuso di eamomilla o di fiori di sambuco; e nei casi gravi con scarificazioni fatte sulla parte piü in-fiammata e gonfia della sclerotica, penetrando sino al suo tessuto proprio, e coll'uso di derivativi sul canale intestinale, tenendo nello stesso tempo gli ammalati ad un regime non eccitante. I bagni freddi possono solo giovare nella sclerite traumatica, cui perö si debbono soslituire tosto, dopo 2-3 dl, le suddetle fomentazioni tiepide.
Scorbnto. E una discrasia emorragica, in cui si ha pre-valente tendenza agli stravasi sanguigni interstiziali, ehe fu descritta come osservatasi, piü o meno frequentemente, nei cani, nei porci e neile pecore e, da pochi scrittori, persino nei cavallo. Per questa discrasia perö non si e finora riu-sciti a determinare mediante l'analisi chimica, e microsco-pica, le anomalie della crasi del sangue.
Per parte mia, ad ogni modo, debbo dichiarare ehe da 12 e piü anni dacche mi oecupo di clinica zooiatrica, non mi fu mai dato di osservare in nessuna specie dei nostri ani-mali domestici, se si eccettua la canina, lo scorbuto. Aggiun-gerö anzi ehe nemmeno nei cani, checche se ne dica, e morbo frequente ed ha la gravitä, ehe neH'uomo, in cui si inizia pressoche sempre con sintomi di una cachessia generate; mentre nei cani i sintomi dei perturbamenti locali di nutrizione sono i primi a caralterizzare io scorbuto, e quelli
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(fenomeni generali) non sopravvengono se non allorquando le gengive sono gia affette in alto grado, essendo appunto le alterazioni di queste, le prime fra tutte le affezioni scor-buliche locali. E quantunque manchino in principio i fenomeni generali, se si tien cento dei caratleri particolari e dell'andamento delle alterazioni boccali, e specialmente delle gengive, ehe conseguono alia fragilitä dei vasi, non ehe del-l'anamnesi ehe si puö avere circa la vitlilazione e via via dei malati, si riesce facilmente dal clinico a distinguere delta gengivite scorbutica dalla slomatite difterica, ulcerativa e puzzolente (stomacace), e da tutte le allre escoriazioni ed ul-ceri della bocca di tali animali.
Noi abbiamo osservato lo scorbuto solo in pochissimi cani da grembo, ed in eta avanzala, quantunque sieno ben piü di 2000 i cani ammalati, di diversa eta e razza, ehe vennero da noi visitati e curati; per cui dobbiamo ritenere ehe questa raalattia sia rarissima anche nella specie canina. Inoltre e conveniente notare, ehe nei miei pochi scorbutici la malattia si e sempre resa manifesta da fenomeni buccali scorbutici primitiv!, e ehe sempre si trattava di cani sottoposti ad una invariabile uniformitä di regime alimentare con prevalenza di confetti e privazione assoluta di carne, e tenuti non solo ad un moto insufficiente, ma quasi di continuo rinchiusi in un'aria conßnata e fuori della luce solare. E ciö mi auto-rizza a credere ehe questa malattia e da attribuirsi appunto all'aria viziata, al moto insufficiente, alhi mancanza della luce solare, ed alia viziata ed uniforme alimentazione.
Terapia. Per soddisfare all'indieazione causale e neces-sario teuere gli animali scorbutici in luogo salubre, ben aerato, con temperatura moderala, e loro somministrare ali-menti di diversa natura, di facile digestione e contenenti molti principii alibili, avendo cura di farli discretamente cam-minare all'aria fresca, cioe di sottoporli ad un moderato esercizio muscolare.
Internamente giovano gli amari, gli amaro-aromatici e gli euerasici, allorche e necessario eccitare la digestione e si
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539 tratta di ammalali in cattivo stalo di nutrizione, non trovan-dosi piii nel suo principio la maialtia.
Si puö consigliare come mezzo assai giovevole in tutli i scorbutici animali la somministrazione di succhi vegetabili recentemente espressi, o dei vegetali stessi ehe li contengono; avvertiamo perö ehe noi abbiamo ognora usato con inconte-slabile vantaggio nei cani, e di fatli nessuno de\ curali ebbs a soccombere per tale discrasia, il succo di limone e di me-laranci. Si intende die contro le complicazioni, cosi eraor-ragie, infiammazioni interne, diarrea e via via, e richieslo il traltamento opportune da noi indicate nei relalivi articoli.
Contro le lesioni scorbutiche della bocca, ehe sono sempre le piü gravi nei cani delle affezioni scorbutiche locali, tro-vammo di una grande utililä i collulorii e gargarismi di decozione vinosa di china (1), medicando varie volte al giorno le gengive. Del resto giovano gli astringenti tulti, special-mente la tintura di mirra, di ratania, i decotli di corteccia di salice, di quercia ecc. (2), la soluzione di percloruro di ferro, e siraili; il Prielsch consiglia il permanganate di po-tassa (3); vedi Piaga ed Ulcera.
11 ratnmollimento infine e la floscezza delle gengive, si
corabatte facilmente colle suddette decozioni astringenti, e
specialmente con soluzioni di allume.
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I
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P. China
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grm.
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20-25 200
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Tinlura di mirra grm,
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8 8
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Vino rosso
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Alcoolato coclcaria raquo; Mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
(Vcnula) (*). (3) P. Permsng. pot. grm.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; i
Aequa dislillata raquo; 50-100 (Prictscli).
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Fa dec; alia colat. agg.
Alcool rcllif. laquo;rm. 25-40
S. Per medicare varie volte al
giorno le lesioni scorhuliclic buc-
cali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Biusasco).
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(2) P. Decotto di china grm. 150
Scottatnre. Possono essere prodolte dal fuoco slesso, da liquidi scottanti, da metalli arrovenlati, non ehe da acidi ed alcali concenlrati.
Terapia. Nel traltamento curalivo delle scottature si deve tener conto della lore inlensitä e della lore estensione.
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(*) Vcnuta. Delia scorbulo negli animali domestici, ecc, 1875.
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Epperö nelle scoltalure di primo e secondo grado (arros-simento e formazione di flittene), onde lenire le sofferenze e favorire il rilorno ad integrum della cute, si sono consigliate le applicazioni fredde ed astringent!, fatte immediatamente dopo, e continuate per alcuni di, - l'immersione della parte lesa, se e possibile, nell'acqua fredda, le compresse impregnate di acqua fredda semplice, di acqua vegeto-minerale, di acqua alcoolizzata o leggermente acidulata, dissoluzioni di solfato di ferro, di allutne, ecc; l'etere, l'alcool, raraido, ed i pomi di terra in cataplasmi sono pur mezzi raccomandati. Ma uno dei mezzi ehe noi abbiamo trovato piü conveniente, economico e di facile e pronta applicazione, oltre al freddo, e quello di spalmare la cute di olio di olivo o di lino, e di coprirla con ovatta. Le vescicole si devono solo pungere , quando havvi considerevole tensione; ma si badi perö di non mai privare delti punti dell'epidermide, esportando le vescicole stesse, nel quäl caso non converrebbe piü l'ovatta. Si raccoraandano pure molti unguenti e linimenti in soslituzione dell'olio: cosi olio ed acqua di calce in parti uguali;-burro e cera pur a parti eguali, - sugna porcina, - cotenna del lardo, - la pomata di acetato di piombo, - 1'unguento di Sthal, (1 parte di cera gialla e due di burro non salato), -11 collodion, il linimento fatto di tuorli di uova ed olio di lino, - oppure di glicerina con un tuorlo di uovo ed un po' di estratto d'oppio, e via via.
Questo trattamento conviene pure nelle scottature di terzo grado (formazione di escara), quando havvi solo morliöcazione della pelle. Venne usata, e vantata da pratici in medicina umana, la medicazione con una leggera soluzione di nitrate d'argento (centigrm. 50-80 in 50 grm. d'acqua distillata) con cui si deve lavare 3-4 volte al giorno le parti. Se e neces-sario favorire il distaeco delle escare, si usino i cataplasmi ammollienti, ehe valgono a sollecilare la suppurazione. GH aeeidenti consecutivi locali (piaghe suppuranti ecc), e gene-rali, saranno convenientemente combatluti coi mezzi giä da noi indicati, avvertendo ehe per guarire le piaghe suppuranti
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per scottatura, giova moito I'unguenJo con acelalo di piom-bo (1). Se quasi lutto il corpo fu colpito da scottalura, deve il clinico rivolgere ancora la sua attenzione allo stato gene-rale deU'infermo, cercando di evilare il collasso cogli ecci-tanti. II doltor Mariolin per calmare i dolori atroci causati dalle estese scotlature consiglia neli'uomo I'uso del cloralio; a questo mezzo putraquo; pur con vantaggio ricorrersi nei nostri piccoii e delicati animali specialmente. 11 Daeverne trovo uli-lissima I'acqua di calce per calmare i dolori, Tinfiammazione, e conservare i lessuti neila cura delle scotlature.
In questi ultimi tempi e pur stato raccomandato contro le scotlature I'acido fenico, mellendovi sopra ovalta bagnata in una soluzione del medesimo, oppure ungendo la parte scot-tata con una soluzione di 1-3 gocce di acido carbolico in 30 grm. di glicerina.
E specialmente nei cani a pelle fina e delicati, ehe non sono abituati a restare esposli al sole, ehe dopo la tosatura, se sono coslretti a rimanere per alcun tempo sollo la sferza di un sol cocente di estate, si producono lievi gradi di scottatura, cioe il vero ecxema solare. Esufiiciente nei casi lievi spalmare la pelle con glicerina; se havvi invece formazione di flillene, e grave dolore soffrono gli ammalati, giovano le fomentazioni fredde.
Le scoltature, ehe nei noslri animali, come neli'uomo, pud produrre il fulmine (fultninazioue), guariscono come le or-dinarie, ed in rapporlo sempre al grade ed alia eslensione lore. In quesli ultimi tempi il dollor Nilzsche consigliö conlro le scotlature gravi la vernice da falegname, ehe si prepara facendo bollire una parle di litargirio in 25 parti di olio di lino ; si ha una specie di empiastro, ehe si applica sulla parte. Yenne di poi consiglialo dallo stesso autore di unire alia medesima vernice il 5 per % di acido fenico, o di acido salicilico.
Nella causticazione, essendo nota la natura della sostanza caustica, e se di questa ne rimane ancora atlaccata alia parle, si cercherä di toglierla con lavande di acqua, di liquidi
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raucillagginosi o con latte, oppure di neutralizzarla con convenient! farmaci; e richiesto del resto il trattamento suin-
dicalo.
(i) P. Ung. galcnico grra. 30-70nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Mesci. Si applica sulle piaghe
Acelato piombo raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;5 suppuranti per scollatura.
tauclano liquido .nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;6nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brmasco).
Scottatura della snola. L'abbruciatura della suola risulta dairapplicazione del ferro Iroppo caldo , rovente alia superficie piantare, nello scopo di slabilire Ira questa e quello un esalto rapporto, oppure per renders la suola piu morbida e poterla esporlare piü facilmente coll'incastro. Al primo grado di questa lesione si da il nonie di suola ri-scaidata.
Terapia. Se la scottatura e leggiera, cioe si tratta solo di suola riscaldata, basta sferrare I'animale, pareggiare bene il piede, applicare sul punto leso delle stoppe imbibite di acetate di piombo liquido diluito nell' acqua , fissare quindi di nuovo il ferro con quattro chiodi, e lasciare I'ammalato in assoluto riposo ; di tanto in tanto perö si debbono bagnare le stoppe colla stessa acqua vegeto-rainerale.
Nel caso di scollatura grave non bastano d'ordinario quest! semplici mezzi, ma si deve esporlare lulta la suola scot-tala; anzi alcune volte e necessario riccrrere persino alia dissolatura complela. Per la medicazione locale conviene lo slesso preparalo di piombo solo od unilo al laudano liquido a seconda ehe il dolore e piü o meno inlenso.
11 cloruro di cake, il creosoto, I'essenza di terebentina, la polvere di china, ecc, sono i topici convenienli nel caso di gangrena; ed i solchi longiludinali ailo zoccolo sono giovevoli per impedire la esagerata compressione del vivo del piede nel caso di grave infiammazione (V. Podollemmatite).
Secondamento. II periodo del secondamento, ehe e caratterizzalo daU'uscila delle secondine (membrane del feto), incomincia d'ordinario dieci-venti minuti o ili ora dopo il parto nelle cavalle; 1-2 e lino 5 e piü ore dopo nelle vac-che ; Vs ocl * ora doP0 nella Pecora'raquo; si notano perö molte variazioni.
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Talvolta suecede, e specialmente nelie vacche e pecore, ehe il secondamenlo e di molto rilardato, e cio puö es-sere causa di cattive conseguenze ; cosi di alierazione quan-titativa e qualilativa del latte, di crampi e prolasso del-I'utero, di felano, di apoplessia, di metrite piü o meno grave, di setticemia, e via via.
Terapia. Quesla deve variare a seconda deU'epoca in cui il clinico e chiamato a curare l'animale, e le. cause della mancala secondazione.
Dovrä praticarsi imraediatamente I'estrazione artiliciale dalle secondiae, se sono incarcerate in quulche lacerazione deH'uterü, e quando non sono espulse malgrado ehe sieno forti le contrazioni uterine, od esce dalla vulva un liquido fetente; - ed in ogni caso dope il 4deg; od al piii 8deg; giorno in tutte le femmine. Per pralicare delta esträzione c conve-niente di fissare l'animale in modo, ehe non possa muoversi, ed offendere i'operatore. Quest.o, situatosi dietro della par-toriente ed afferrati eon la mano destra gli annessi fetali ehe alcune volte gia sono pendenti fuori della vulva ed allre volte solo in vagina, od impegnali nell'orifizio ulerino, tirando leggermente, cerea di fame I'estrazione, ehe riesce facile, quando la placenta e comptetamente o quasi dislaccata. In caso d'insuccesso per aderenze piü eslese, nel mentre si lira sulla parle libera con la mano sinistra, si penetra con la destra nell'utero, e se ne fa lo scollarr.ento arlificiaie, cioe si cerea di rendere liberi gli annessi fetali per poter por-tarli fuori.
Non si usa piü guari, come viene consigliato da Chabert e Favre ecc, di appendere un peso, ehe quest'ullimo scril-tore fissö a 750 grm., al funicolo ombelicale sporgente dalla vulva, potendone conseguire gravi inconvenienti.
Ma se havvi mancanza delle doglie del secoudamento per debolezza della raadre, si deve ricorrere pei prirai giorni alia cura lonica ed eccilante, ed a tutti quei mezzi interni ehe si eredono valevoli a far promuovere I'espulsione delle secondine; cosi chinina, segala cornuta , sabina , calarao
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aronialico, infuso di menta piperita e di angelica, carbonati alcalini, ecc, (1, 2, 3). Noi per accelerate la secondazione tardiva per inerzia uterina stabilitasi dopo il parto adope-riamo piu volentieri la segala cornuta ed il solfato di chi-nina (V. Metrocinesi).
Perö se malgrado I'uso di questi farmaci , I'espulsione tarda ad effettuarsi, e raeglio procedere addirittura a conve-niente estrazione.
Inline se il clinico e chiamato troppo tardi (10-15 di dopo il parto), cioe quando le secondine sono di gia putrefalte , deve estrarne immediatamente, per quanto puö, colla mano i prodotli, e quindi prescrivere iniezioni nell' utero di li-quidi aromatici ed antiputridi (vino aromatico, acido fenico, decolto di china, ecc.) per pulire la superficie inlerna del-I'utero, e modificarne il suo stato, non ehe quei farmaci in-lerni ehe crede convenienti per corabatlerne le gravi conse-guenli affezioni nel case eoncreto (V. Melrite).
(1)nbsp; P. Carbonato potassa grm, IS (5) P. Sabina polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 250
Foglie di sabina n 50nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Teriacanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 190
F. infusione in 500 grm. dinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cominonbsp; polv. raquo; 125
acqua, cd amministrarne una dosenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Esscnzanbsp; di ruta gt; 80
simile ogni sei ore. (Hering). raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;sabina raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt;
(2)nbsp; P. Bacche di ginepro grtn. 500nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Alcoolnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cgrm. 2
Finocchio raquo; 200nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; F. Tintura uterina del Caramisa.
Bicarbonato soda • SCOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; ^1 Garreau nc da 100 grm. in 2
Mesc. esatt.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; litri di infuso di sabina, e dice eon
Da amministrarsi in cinque voltenbsp; nbsp; sorprendente risultato anche in vac-
nello spazio di 56 ore; se ne hanbsp; nbsp; cheehe non avevano ancora cspulse
effelto gia dopo 2(i ore.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; le secondine clue mesi dopo il parto.
(Zundel).
Setolc. Sono indicate con questo nome le soiuzioni di
continuilä longitudinali della parete dello zoccolo dei solipedi,
le quali determinano spesso lo zoppicamento e vanno sog-
gette a recidive, mettendo sovente gli animali nella impossi-
bilitä di rendere buoni servizi; di rado tali fenditure della
parete o muraglia notansi nei ruminanti e suini. Si dicono
quarti, quando si presentano ai quartieri; piedi di bue, se-
tolone, quando la fenditura e situata sulla parte mezzana ed
anteriore del piede e dalla corona si estende per lo piü
sino alia punla dell'unghia dividendola in due; queste si
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545 notano specialmente nei piedi posteriori, mentre negli anle-riori si osservano specialmente al lato interno , ove gravita la maggior parte del peso del corpo. In ogni caso perd le selole possono essere totali o parziali, superßciali o profunde, ancor dette penetranti, quando attraversano completamente lo spessore della muraglia ed arrivano sino sull'organo che-ratogeno; esterne e nascoste od interne, semplici e composte; discendenti ed ascendentl infine secondo ehe parlono dal cer-cine coronario o si originano all'orlo plantare.
Terapia. L'igiene preservatrice delle setole consiste nel-l'evitare ehe i piedi passano bruscamente dall'iimidita alia siccilä ed aridita, e viceversa, - nel manlenere sempre lo eoccoIo nella maggiore coesione e robustezza possibile, col-I'uso di buoni unguenli da piedi (1), coH'olio di lino cotlo, col catrame, e nel ferrare in modo acconcio i cavalli.
Nelle setole semplici si deve ferrare i piedi in modo, ehe il peso del corpo, ehe vi cade sopra, si sposti sulla parte del piede opposta a quella in cui ha sede la selola; ehe il mar-gine inferiore della parete non locchi il ferro dove trovasi la fenditura, ma un po' ai suoi lati, e ehe dal ferro si ele-vino delle creste, le quali applicate accanto o sopra la fessura, ne fermino i margini, essendo appunto necessario per otte-nere la guarigione fermare i bordi della fenditura, acciocche la nuova parete, ehe discende dal cercine coronario, non si laceri continuamente. A tale scope si consigliano ancora le suture metalliche, la legatura circolare dello zoecolo, ehe si fa con un robusto nastro o con fili di ferro o di otlone (questa pero non conviene opponendosi alia ginnastiea di tutto il piede); il melodo di Hartmann, ehe consiste nel porre di traverse sopra la setola una lastrina di ferro, e nel fermarla con quattro viti da legno inBsse nella muraglia ; il metodo di Mayer, di Pillwax e di Trasbot per la setola in punta. Perö ad ogni modo quando la parete e gia discesa per un piccolo tralto unita dalla corona, conviene praticare un solco trasversale al disopra dell'estremita superiore della setola, onde impedirne il sue rinnovamento sino alia corona.
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 53
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Infine nelle setole superamp;ciali, per impedire I'estensione in profondita, e conveniente raschiare la parete sino a livello del corno sano non disgiunto.
Inoltre per accelerare la discesa della parete non divisa dalla corona e necessario assottigliare colla curasnetta e colla foglia di salvia i margin! della setola in vicinanza della corona stessa, e praticare su questa frizioni vescicatorie , od il fuoco a punte.
Nelle setole complicate da scollamento, accavallamento, o dal rivolgimento in dentro dei bordi, da intiammazione e fe-rita del tessuto podoQlloso , da carni fungose e dal loro pi-giamento fra i margini, ecc, si deve ricorrere ancora all'as-sottigliamento dei bordi, e nei casi estremi alia loro evulsione, e consecutiva opportuna medicazione, procurando in ogni caso di fare un'opportuna e forte compressione su tutta la parte operata, e di esporlare il corno neoformato di cattiva natura.
In caso di setola incomplela inferiore, si impedisce ehe diventi completa , praticando aU'estremitä superiore di essa un breve solco trasversale, 11 Maury contro le setole semplici raccomanda, dopo di aver sbarazzata accuratamente la fes-sura dalla sabbia , terra ecc, ehe vi si puö trovare , di di-stendervi sopra dell'olio di cade, cnoprendo quindi o no, se-condo la gravitä dei casi, la soluzione di continuitä con piumacciuoli di stoppa da tenersi in sito con apposito ben-daggio, e ricorrendo nello stesso tempo, quando la lesione e grave, all'agrafe; iuvece al ferro a pianca, quando la fessura e siluala ai quart!, ed al ferro a punta tronca, quando questa esiste alia parte anteriore dello zoccolo. S! rinnova la medicazione ogni due o tre giorni in principio, e piu raramenle in progresso di cura.
Altri consigliano I'acido azotico, ed altri fannaci , come specifico contro !e setole. E specialmente nei quarti ehe h pur conveniente isolare la fenditura la merce due scannellature in forma di V.
Non si debbono equivocare eolle setole le fenditure irasverse dello zoccolo. Queste sono lesion! ehe si incontrano piü fre-
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547 quentemenlc nei muli e negli asini, ehe nei cavalli, e piu di rado nei piedi posteriori, ehe negli anteriori, nei quali si osservano speciatmente al lato interne.
Nella lerrfpia delle medesime e necessario estrarre dapprima i eorpi estranei, ehe vi si possono Irovare, chiudere quindi le fendilure riempiendole eon pece, cera, guttaperka, mistura di Defay, o semplieemente eon una pasta fatla eon albume di uova e ealee causliea, e ferrare il piede in modo da ren-dere, per quanto si puö, limitati i movimenti dello zoeeoio. II vet. Eletti consiglia un eemento composto di ossido puro di piombo e glicerina eoncentrata per ovviare agli ineonve-nienti cui vanno soggetti i eavalli ed i buoi eostretti a la-vorare in localita uraide, od a eoltivazione irrigua , eioö al rammollimento dei piedi ed al faeile quindi distaeearsi del ferri con porzione di unghia annessa, applieandone eon ro-busto pennello sopra tutta la superfieie dello zoeeoio dei cavalli e delle unghie dei buoi un grosso strato; eemento ehe puö eziandio utilizzarsi per otturare le maneanze nelle pareti delle unghie dopo la ferratura , non ehe per impedire ehe ai eavalii ed ai buoi, ehe hanno le unghie piuttosto molli o ehe difetlano di soslanza cornea, si eonficchino i ehiodi troppo in basso.
{{} P. Catramenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;parti 5 sieme; giova per ennscrvarc al-
Cera giallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 2 1'anghia la sua umidita e ccdevo-
Sugnanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 24 Iczza.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Hertwig).
Si fondino e si incorporino in-
Slfilide equina. Le forme di flogosi degli organ! di rela-zione sessuale degli animali, ehe si propagano coU'aecoppia-mento, ma ehe restano loeali e producono solamente altera-zioni loeali piü o meno gravi, vennero chiamate semplieemente veneree, ad es. il morbo coitale benigno; mentre le altre specie di flogosi ehe producono solo lesioni loeali in prima, ma poscia diventano coslituzionali od universal!, ossia infet-tano altri sistem! deU'eeonomia animale, si mantengono e diffondono per un virus speciale, furono delte sifilitiche.
Tra ques'ie ultimo dobbiamo studiare nei nostri animali
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domestici il morbo coitale maligno, ehe 6 malattia contagiosa,
e propria degli equini (*).
Terapia. Tra i mezzi curativi giovarono: il tarlaro itibiato, i preparali di ferro, il sale ammoniaco alia dose di 4-8 graromi, tre o qualtro voile al giorno: nelle debolezze e nelle para-lisi incipienti la canfora , la valeriana; ed allo esterno , le frizipni irritanli, la caulerizzazione col ferro incandescente lungo il dorso ed i lombi.
Nelle lesioni degli organi genitali sono raccomandate le iniezioni astringenti e la cauterizznzione delle ulceri, ecc.
Trelut raccomanda I'arsenico alia dose da 3-6 grammi al giorno, coadiuvando in principio la cura con frizioni canta-ridate sopra larghe superficie. Si faranno scarificazioni sugli edemi, si applicheranno farmaci convenienti sulle piaghe, non tralasciando di fare iniezioni astringenti, e di trattare le ulceri colle soluzioni di sublimalo corrosive, di nitralo d'ar-gento e simili. La castrazione in alcuni casi ha dato buoni risullati, e certo quando il morbo ebbe la sua prima sede nei testicolo; ma in allri perö non arrecö buoni effetti, Infine dirö ehe si devono teuere gli ammalati in buone condizioni igienico-dieletiche.
In generale convengono tulti ehe le femmine guariscono piü facilmente dei masehi, e ehe la cura debilitante e noeiva.
Provvedimenti di polizia sanitaria: 1deg; separazione dei malati dai sani, e non adoperare per questi utersili ehe servirono per quelli; 2deg; allontanare dalla riproduzione i malati, i so-spetli e quelli ehe ne sono guariti; 3deg; marca e denunzia dei malati, dei sospetti e di quelli guariti; 4deg; avvertire gli alle-vatori della coraparsa del morbo.
Sifilografia - da syfil-is sifilide, e graf - e deserizione -descrizione della sifilide; trattato della sifilide (V. Sifilide).
Sinchisi. Si da il nome di sinchisi allo scioglimento del vitreo, il quale puo divenire completamenle fluido, come I'acqua, in seguito di affezioni della coroide e del corpo ci-liare (eoroidite e cielite croniea), e di buftaltno.
(*) V. Rivolta, opera citala.
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Terapia. La sincbisi, ehe e resa manifest;) specialmente da Iremolio deU'iride, e incurabile, ed anche quando si e vinta la malaltia coroideale, e del corpo eiliare, ehe la determinö.
Sincope, üetargla, Iiipotimia. II vocabolo sincope dinota qualunque sospensione subitanea e rnomentanea , o grave affievolimento della azione del cuore, eon interruzlene della respirazione , del sentimenlo e del movlmento voloa-tario. In questo state il cuore se non eessa di contrarsi, noa si eontrae di certo piu abbastanza energicarnenle, perehe il sangue sia portato al cervello, ed in conseguenza eessa I'azione di questo medesimo organo; le sensazioni, la locomozione e la voce, ehe sono, come la respirazione, sotto la dipendenza immediata deil'encafalo, si interrompono. La sincope per conseguenza differisee dalla apoplessia e dall'asfissia per I'ordine in cui si suecedono questi diversi fenomeni; differisee dalla lipotimia, deliquio o svenimento, poiche in questo havvi sospensione quasi completa e rnomentanea del sentimento e del movimento, ma eon persistenza delle funzioni circolatorie e respiratorie.
La lelargia o raorle apparente inline rappresenta una sincope, ehe si prolunga molto piii del tempo ordinario; quasi sonno morboso.
Terapia. Quando il zooiatro e chiamalo per curare un ani-male cadulo in sincope, deve farlo rnettere anzitutto in luogo fresco, dopo di averlo liberate perö da lutti gli arnesi, ed aver in breve allontanate tutte quelle circostanze, die possono dif-ficoltare TaUivitä di organi importanli alia vita , ed in po-situra tale ehe la testa si trovi sopra un piano inferiore a quelle del troneo. Si devono impiegare nello stesso tempo gli eecitanti esterni della pelle e dei sensi, - cosi frizioni con ammoniaea, eon essenza di terebentina ed aleool canfo-rato, e sopratlutto lungo la eolonna vertebrale ; aspersion! con acqua fredda ed aceto; inspirazioni di etere, inlro-durre nella bocca deH'ammalato un pezzo di pane impre-gnato di vino o di aleool, e via via (V. Asfissia , Congela-mento). Quando gli animaii si sono riavuli, il trattamenlo
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curativo deve essere modificato a seconda delle cause oc-
casionali,
Sinovite podosessamoidea. Si indicaconquestonome un'infiammazione cronica ulcerativa degli organi ehe enlrano nella composizione della troclea seäsamoidea. E affezione gra-vissima, lenta nel suo decorso, e frequenle nei cavalli di sangue; si accompagna colla zoppia e colla deformazione del piede.
Terapia. E solo nel principio, ehe si puö sperare di otte-nerne vantaggio con congruo traltamenlo igienico, medico e chirurgico. L'ammalato deve lasciarsi in riposo , libero in una posta ehiusa; ed il piede leso deve essere sferrato. Si pratichi quindi, quando la malattia e grave ed ancora in principio, il salasso in punla od alle vene dell'eslremila am-malata (Lafosse), e si facciano continui bagni freddi am-mollienli, oppure si adoperi I'argilia diiuila. Nello stesso tempo conviene ricorrere a frizioni irritanti (linimento ve-scicalorio, unguento cantaridato ecc.) sulla corona e su tulta I'estensione del membro ammalalo, ed airamministrazione di purganti minorativi e di diuretici, avvertendo ehe il regime verde e vantaggioso. II Brauel raccomanda I'uso del iodo.
L'assottigliamenlo della suola, dei quarti, i profondi solchi alia parele e specialmente verso i lalloni, ed infine la dis-suolatura seguita da bagni tiepidi per facilitare un'abbon-dante ercorragia, sono dei buoni mezzi ausiliari.
Ma se questa medicazione generale e locale resta senza effetto, bisogna ricorrere a mezzi palliativi. dei quali il piii usitato e la nevrotomia, ehe, praticata sopra le brauche posteriori dei nervi plantari ed alternalivamente ad intervalli di cinque giorni almeno, un mese al piu, annienta eomple-tamente il dolore, senza far perdere al piede assolutamente la sua sensibilitä tattile.
Pertraquo; la nevrotomia doppia, alta o bassa , potendo essere seguita da rammolliraenlo dei lendini e dei legamenti, da eso-stosi, da scollamento della cornea, caduta dello zoccolo, ecc., nei cavalli ulilizzali a rapide andature ed a lavori penosi.
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non deve essere praticata ehe nei casi estremi, ed in quei solipedi ehe dopo saranno specialmente impiegati ad un leg-giero servizio ed a lenta andatura.
Come mezzo preservalivo, allorche la guarigione e slala ottenuta, e per gli anirnali predisposti per la conformazione del piede, non ehe per quelli ehe piü non si vogliono curare, ma ulilizzare possibilmente, si dovrä ricorrere ad una igiene propria, cioe far riposare il piede sopra un suolo od una lettiera un po' umida, applicare allo zoccolo dei eorpi grassi (1), allorche I'alraosfera e secca; e pel servizio atlivo applicare ai piedi ammalati dei ferri ordinarii, od a pianca, coH'interposizione diuna spessa lamina di cuoio, di eautchouc vulcanizzalo, di gutta-percha, assotligliando i talloni e le barre.
(1) P. Grasso lt;li cavallo parti 4nbsp; nbsp; temporatura; b la migliore formola
Cera giallanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; inbsp; nbsp; di unguento pei piedi.
Rcsina pino o colöf. raquo; 'inbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Chiappero) (*).
Si facciano ionderc a moderata
Sobbattitura ed echimosi. Si indicano eon queste denominazioni alcune lesioni, ehe si osservano alia faccia plantare del piede in seguito a pressione od a eontusione.
E nelle contusioni di terzo grade ehe la sostanza cornea delta pianta del piede presenta delle vere echimosi e delle suffusioni; si rammollisce quindi e ne suceede la suppura-zione. Ma la marcia raccogliendosi sotlo la suola, questa e resa flutluante. Si dislinguono perciö le echimosi in secche, ed umide o suppurate. In seguito a contusioni gravissime puö anche avvenirne la gangrena del tessuto vivo del piede.
Terapia. Si assotliglia la suola ehe eopre il tessuto in-fiammato (carne delta suola), attendendo perö a non offen-dere it vivo, e quindi si fanno dei bagni refrigeranti od ammollienti freddi; se il dolore e intenso, giovano meglio in principio i bagni emoltienti tiepidi ed i eataplasmi ano-dini, tenendo in ogni case I'animale sopra abbondante ed asciutta lettiera, o ponendogli un ferro leggiero, e conve-
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(¥) Chiappero e Bassi. Compemüo di farmacologia veierinaria.
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niente, per proteggere il punto, ove esisle l'echimosi (puö essere necessario il ferro a pianca, ecc), ma solo con quattro chiodi non assolulamente ribaditi.
Ma, sviluppalasi la suppurazione, si deve subito dar esito al pus, praticando alia suola aperture imbutiformi, e quindi medicando con pediluvii tiepidi, e dopo con aicool canforato, con acqua saturnina, con tinlure resinose, e piü tardi anche coll'unguento egiziaco. I calaplasmi ammollienti, ehe giovano nel caso di echimosi secche accompagnate da zoppia, sono pure indispensabili per completare il trattamento delle uraide. Tali lesioui succedono pur non raramenle nei bovini, e sono seguite da echimosi, e da gonfiamento della corona special-mente verso la parte posteriore; anche queste si curano as-sottigiiando la cornea', ricorrendo alia cura antiflogistica ed applicando un ferro conveniente.
Si prevengono le sobbaltilure con conveniente ferratura, ed impedendo ehe ciotloli si incastrino tra il ferro e la suola; conlusione questa cui il P.uini diede il nome di amraacca-tura, mentre chiamö premiture di ferro le contusioni, ehe sono dovule alia diretta azione del ferro sulla suola.
Spermatorrea. E lo scolo piü o meno abbondante e ripetuto di sperma, ehe si effettua fuori delle circostanze, ehe d'ordinario lo prorocano, come coito o polluzione, e ehe operasi sponlaneamente e senza alcuna eccitazione, o per effetto di uno stimolo ehe sarebbe forse insufficiente in un animale in perfetto state di salute.
Consegue d'ordinario agli eccessi venerei, come succede appunto negli stallorii ehe si adoperano a monle troppo pro-lungate e troppo ripetute; od a cause ehe agiscono piü o meno direttamente sugli organi genitali.
Terapia. Si deve anzi lutto soddisfare all'indicazione cau-sale, ed allontanare sempre tutto ciö ehe puö determinare l'eccitazione degli organi genitali, e specialmente la vicinanza di feminine in calore. Se si tratta di stalloni robusti, vivi e troppo irritabili, e se le perdite sono I'effetto della conti-nenza, puö consigliarsi il coito, ed all'uopo ricorrere a sa-
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553 lassi, ad im regime debilitante, ed aH'amministrazione ben anche deli'oppio o della canfora, e meglio del bromuro di po-tassio. Ma se la spermatorrea invece risale ad epoca remota, ed e conseguenza di atonia degli organi genitali risultante da eccessi venerei, e Tanimale si trova di giä di molto in-debolito, per cui l'espulsione dello sperma sernbri operarsi in una maniera aff.ttio passiva, bisognerä ricorrere ad una lauta alinientazione, ail'uso di tonici e ricostituenti, a bagni freddi locali, e, se e possibile, general!, ed ai bagni di mare.
Spossamento (ostet.). La debolezza generale della par-toriente non e per se slessa una causa sufficiente per ren-dere il partc impossibile, ma lo rende piü lento, e necessita l'aiuto dell'osletrico (V. Metrocinesia).
Sproccature. Chiamansi cosi le ferite, o punture, ehe i solipedi e ruminanti camminando riportano per corpi duri ed acuti (come sono stecchi, legni, sterpi, pezzi di ferro o di vetro), ehe si impiantano nella suola o fettone.
Terapia. La gravitä delle sproccature, cosi delte dal vo-cabolo sproeco, ehe significa sterpo o steeco, e in rapporto colla loro profonditä ed ubieazione. In ogni caso si deve prima di tullo estrarre il corpo impiantatosi, se si e soffermato nella ferita, assottigliare la suola, e ricorrere poscia ail'uso di cataplasm! freddi, o di bagni freddi continuati con acqua vegeto-minerale. Ma se n'e giä conseguita grave infiamma-zione e suppurazione, allora e conveniente ricorrere alia dis-solalura totale o parziale a seconda dei casi (V. Inchiodatura). 'loggia consiglia di medicare la ferita in principle coU'olio tiepido di terebentina.
Stasi. Significa la dimora prolungata di sangue o di altro umore in qualche parte del corpo, non cagionata da aleun eccesso d'azione, ne da aleun afflusso; lo stesso ehe slagna-mento. Viene perö specialmente adoperato tale vocabolo per indicare le iperemie passive (Vedi Iperemia, iper. encefalica, polmonare, epatica, ecc).
Sterilita. Questo vocabolo noi lo adoperiamo per indicare la mancanza di fecondazione nolle femmine. La sterilitä
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si distingue poi in naturallaquo;;, ed in acquisita, a seconda ehe si tratta di femmine ehe non banno mai concepito, o di feminine ehe cessarono per eause accidental! di concepire.
Terapia. Essendo molteplici le cause ehe ponno dar luogo alia sterililä, la cura dovra pur variare secondo ehe essa di-pende da impossibilita airaccoppiamento, o da un'impossibilitä al concepimento. Cos! Ira gli ostacoli, ehe rendono impossibile, raccoppiamento, abbiamo i difetti di slruttura della vagina ed annessi; quali I'atresia e ia stenosi della vagina e parti esterne, lo straordinario ingrossamento della clitoride, I'ec-cessivo sviluppo deH'imene, le diverse forme di ermafrodismo, le ernie ed i prolassi vaginali, e tutte le forme di neoplasie della vagina, quando hanno raggiunto un grosso volume.
L'impossibilitä al concepimento dipende: o da malattie e disturbi funzionali dell'utero (rnancanza, atrofia, atresia, fles-sioni, proiasso, spostaraenti, presenza di turaori nell'utero, diverse forme di raetrite, leucorrea, raccolta di siero o pus nella cavity dell'ulero, ecc); o da malattie dei condotli ova-rici e delle ovaie (rnancanza, distruzione da ascessi , ovariti croniche, pseudoplasmi d'ambo le ovaia, ecc.)
Dal surriferito si comprende facilmente, die la cura della sterilitä e in molti casi impossibile, eel in moltissimi altri efficace; ma I'importante sta in una diagnosi esatla. In ogni caso si deve cercare di rimuovere le cause della sterililä, ben sapendo ehe la fecondazione consiste nell'intimo contatto dei nemaspermi con I'uovo; vedi i relativi articoli.
Allorquando ia sterilitä dipende dall' essere il collo dell'utero ermeticamente chiuso al momenlo del coito, i signori Andre ed Eleonet hanno consigliato di aprire con precauzione il collo uterino colla mano ; c\oamp; assoggettata ia femmina (vacca, cavalla) coi mezzi ordinarii, di introdurre nell'orifizio del collo dapprima I'indice della mano deslra, e poi, allar-gandosi, un secondo, un terzo, e finalmente le quattro dila riunite in forma di cono, e di tenere solo per un po' la mano in questa posizione essendo le dita penetrate nell'utero; dopo la femmina puö essere presentata al maschio sia nel mede-
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555 sirao giorno, sia il giorno dopo, con grande speranza di fe-condazione. II Bouley ed il Delafond hanno ottenulo il mede-simo effeUo in una vacca, servendosi, invece delie dita, di una semplice sonda del volume di un catetere ordinario.
Contro la slerilita delle femmine prodolta dalla Iroppo grande eccitabilitä, si raccomandano i salassi, la canfora, ecc. (1), vedi ninfomania.
Se dipende invece da mancanza di eccitamento, si adope-rino farmaci stimolanti, e ehe di preferenza agiscano sugli organi genitali (2); vedi anafrodisia.
Se dipende infine da obesith danno pur buoni risultati i salassi, i purganti, il lavoro e la scarsa diela (Förster).
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(1) P. Canforo rasp.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 50
Polv. di rad. di altra cd
acqua q.b. per f. pillole 8.
Da darsi alia cavalla o alia vacca
2-5 pillole al giorno.
(Forster).
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(2] P. Kad. liq. polv. gnn. 30
Polv. cantaridi raquo; 0,6
Infondi in ac. boll. • 350
Melti in vaso chiuso per mez-
z'ora; cola.
Da dnrsi alia cavalla od alia vacca
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in una volta.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Zürn).
SlomatHe. E rinfiammazione della membrana mucosa boccale, la quale puo essere generale o parziale; ed in queslo ultimo caso prende denominazioni differenli basate sulla sede; cosl cheilite, gengivite, gnalite, ecc. A seconda poi della na-tura della lesione e della specialitä della causa, se ne deb-bono distinguere altre forme, come risulta dalla
Tebapia. Oltre aH'indicazione causale, e rare ehe la slo-matile semplice, eritematosa o catarrale, sia tanlo intensa da richiedere un trattamento atlivo. Eppero, allontanate le cause probabili della malaltia, bastano alcune lozioni locali emol-lienli o leggermente acidulate (1, 2), non permettendo ai malati, ehe degii alimenti di consislenza molie, per ottenerne pronta guarigione.
Se la gengivite dipende da dentizione difficile, conviene fa-vorirta, ed alcune volte ricorrere anche a scarificazioni delie gengive, oltre alle applicazioni loeali emollienti e calmanti; poiche accade, sebben di rado, osservare accessi epilettoidi specialmente nei cani delicati, durante tale epoca dell'eru' zione difficile dei denti. Si devono rendere il piu presto pos-
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sibile ottuse le acute sporgenze dei denti, ehe sono causa di
gengivite, oppure di gnalite, e cavarne i denti cariati.
Nel caso di barbole, o barhoni, non conviene il taglio, quan-tunque consiglialo, del riallo terminale del canals di Warlhon, ma bensi di estrarre i corpi estranei ehe alcune volte in esso si insinuano, e quindi il Irattamento ordinario della sto-matite e sufficiente per ollenerne la guarigione. Se poi ad una tale denomlnazione si da il valore allribuitogli da Tog-gia e Cruxel, cioe se s'intende l'iperemia e rinfiammazione delle coniche papille della bocca, ehe sono piuttosto grosse e numerose nei bovini, conviene secondo questi autori nei casi gravi ed allorquando si ha bisogno di averne pronto effetto, il taglio di piccola parle delle papille stesse colle cesoie curve nei ruminanti, cui succede una leggiera emor-ragia ; fare, dopo 2-3 ore, siringazioni, onde inumidire la parte, con acqua ed aceto, e dare agli ammalati un tenero foraggio; in poco tempo se ne ha complela guarigione.
Nella cheilite, od infiammazione delle labbra, prodolta da morsicatura della vipera viene consiglialo, come rimedio so-vrano, l'uso interno dell'ammoniaca liquida dal Cruxel.
Per parte noslra, senza voler punlo sconsigliare 1'uso interno delPammoniaea , creduta potente antidote della lossieopatia viperina (vedi ferite velenose), crediamo neeessario in ogni caso la cauterizzazione della ferita con un caustico efficace, e meglio aneora con I'appiicazione di fiiaecie imbevute della stessa ammoniaca, fatla il piu presto possibiie, la quäle perö secondo varii scrittori agisce piu quale neutralizzante dei ve-leni, ehe non quäl causlieo Potenziale.
Nella cheilite traumatica, ehe e piuttosto frequente, giovano in prima i refrigeranti e quindi i risolventi.
La stomatile aftosa primiliva leggiera non esige allra medi-cazione ehe l'uso di aslringenti, - si hannospecialmenle buoni risultati dall'uso di applicazioni locali di una soluzione di allume. Quando le ulcerazioni sono piii eslese od un po' ri-belli, conviene una superfieiale cauterizzazione col nitralo di argento.
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557 Nella stomatiie ulcero-membranosa, difterica, in cui I'essuda-zione infiarnmatoria non si limita piu alia superficie della mucosa, ma ne occupa anche la sua spessezza e medesima-mente ad una profonditä variabile, in modo ehe l'elimina-zione del prodotlo ha necessariamente per conseguenza una perdita di sostanza, un'ulcerazione, risultante dalla mortifica-zione della porzione della mucosa compressa daH'infillrazione, sono pure raccomandati i gargarismi astringenti di allume crudo, o di nitrato d'argento cristallizzalo. Giovano ancora le setnplici lozioni con una soluzione di clorato di polassa nel rapporto di 10-20 per cento di decotto di salvia.
Nella stomatite mercuriale, ehe risulta dall'azione esercitata sulla mucosa buccale e sulie ghiandole salivari dal mercurio, ehe qualunque sia il mode di inlroduzione nell'organismo, il mercurio una volta assorbito e principalraente eliminato dalle ghiandole salivari, per cui e in questo moraenlo ehe agisce sopra queste e ne provoca l'infiammazione e consecu-tivamente quella della mucosa, si sospenda immediatamente Tuso delle preparazioni di mercurio, e si ricorra all'uso del clorato di potassa , sia amministrandolo all'interno (vitelli, 40-50 grammi da somminislrarsi in qualtro volte nelle 24 ore, seiolto in un decotto aromatico), ehe adoperandolo sotto forma di eollutorio. In casi leggeri basta questa medica-zione (*) col clorato di polassa per vedere in poco tempo seomparire i funesti effetti, ehe produce 1' uso dei mereu-riali in genere, specialmente nei ruminanti e earnivori. Ma nei casi gravissimi conviene agire piü energicamente sulla mucosa, e particolarmenle sulle gengive, spolverizzando d'allume le parti lese, ed amministrando nel medesimo tempo dei purganti energici e ripetuti (solfato di soda, di magnesia, aloe solo od unito col rabarbaro, ecc); oppure adope-rando la pomata (3) di clorato di potassa e china. Se la salivazione e assai abbondante, si amministri I'op-
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(*) Brusasco. Rendicotilo delia sezione cliniea medica nello Spedale della R. Scuola ii Medicina VtUrinaria di Torino. Torino, 1872.
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pio, ehe indipendenteroente dalla sua azione sedativa ordi-naria sal sislema nervoso, diminuisce la secrezione salivare. Se ne aiuti quindi la guarigione combattendo g!i accidenti inflammalorii con collutorii salurnini , contenenli ^g od ili di solto acetato di piombo. Quando alcune ulcerazioni si mostrano persistenti, bisogna toccarle col nilrato d'argenlo.
Come controveleni del mercuriali sono ancora raccoman-dati ii bianco d'uovo, il solfuro di ferro idrato, e come an-tidoti la china, gli astringenti mineral! e vegetal!, gl! ecci-tant! aromatic!, gli analettici e la canfora. E appunto a quest! mezzi ehe si deve pur ricorrere in caso di saturazione mer-curiale, di idrargiria od idrargiros!, e di cachessia mercuriale.
II mughetlo (stomatite funghillosa, bianchetto), ehe e carat-terizzato da catarro, da proiiferazione epiteliale, e dalla pre-senza di un parassita vegetale, - oidiura albieans di Robin, deve essere trattalo con delle lozioni alcaline, e colle pennel-lazioni di miele e borace -1:3 (4), dovendosi proscrivere in ragione deU'influenza patogenica probabile dell'acidita buccale, le lozioni ed i collutorii acidi. Se la lesione perö h raolto confluente, e necessario prima di servirsi dei collutorii, rirauovere in parte le masse biancastre caseiformi; e se vi esiste diarrea, od altre complicazioni, combatterle con un trattamento conveniente. Oltre a questi mezzi, non bisogna trascurare le cure igieniche tanto delle nutrici, quanto dei malati.
Stomatite nei neonati. E specialmente delerminata dall' aci-dificarsi del latte rimasto nella bocca , per cui nella tera-pia si ha da badare specialmente alia netlezza della mede-siraa. Se la malattia e lieve, bastano le iniezioni astringenti di gia accennate (clorato di potassa, tannino, ecc); ma se vi sono ulcere, ehe non tendono punto alia cicatrizzazione, si devono le medeslme toecare col nitrato d'argento.
Le epulidi, tumori od ese'rescenze di came, ehe sorgono sulle gengive, debbono asportarsi.
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(1)nbsp; P. Miclenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 50
Borato sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; . 10-20
Infuse di salvia •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;500
S. Per colluloric. (L. B )
(2)nbsp; P. Mielenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grm. 20
Acetonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 100
Aoquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 80
S, Per collutorio. (L. B.).
(3)nbsp; P. Clorato di potassa grm. 12
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Adipe q.b, per fave s. a. pomata.
S. Per fnzionare le gengive ncl ptialismo mercuriale.
(L. Brusasco). (4) P. Decoz. serai lino grm. 100 ßorato di sodanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S
Miclenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • 23
(Bcnion).
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China polv.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 6
Snola disseccata. Si da una tale denominazione a quello stale particolare di durezza die acquista , quando e stata troppo pareggiata, soprattulto per un tempo secco, per cui ritraendosi e comprimenJo i tessuti vivi, gli animali pro-vano dolore. e zoppicano.
Terapia. Calaplasrai etnoliienti a tullo il piede e riposo assoluto.
Teiidini e gnaino (endinee (malattie dei). L'in-fiamiuazione dei tendini e guaine tendinee puö conseguire a contusiüni, a distendimenli, a ferite, a cause reumatizzanti, e via via. Sono specialmente i tendini flessori delie falangi, sia degli arti anteriori ehe posteriori e le loro guaine, ehe vanno soggelti ail'infiammazione; si nota piü frequentemente nei cavalli.
La tenite e meno fiequente della lenosinovite , avuto ri-guardo al tessuto filto e relativamente povero di vasi dei tendini.
Terapia. Nella tenite e tennsinovite acuta traumalica e convenienle tener I'ammalato in riposo assoluto, e mettere in rilassamento i tendini ammalati, sollevando i talloni con un ferro a sponghe spesse e con ramponi alquanto alti, e ri-correre quindi all'uso di fomenlazioni fredde con acqua sem-plice , con acqua vegeto-minerale, con liquidi astringenti, cosi decozione di corteccia di quercia, di noce di galla ; all'uso di argilla diluita nell'aceto ecc, come abbiamo gia piü volte indicato. Questo trattamento, ehe io preferisco assolu-tamente all'altro coi cataplasmi tiepidi ammollienti, deve essere conlinuato per alcuni giorni, cioe finche sieno scom-parsi il dolore ed il calore; mentre il freddo riesce piuttosto
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dannoso, e giovano meglio i cataplasmi emollienti tiepidi, i bagni e le lavande tiepide, gli inviluppi con fascie di lana, e poscia le frizioni risolventi, ecc, nelie teniti reuraatiche. 11 Gerlach considera come mezzo attivissimo nelle artriti, e teniti, specialmente I'estratto di legno campeggio, di cui se ne mettono 100 grm. in un secchio d'acqua e si bagna per due-tre ore la parle affetta, la quale si avviluppa poscia con una fascia di tela, ehe si awolge a sua volta con paglia.
Se con questi mezzi non si ottiene ii desiderato effetto, si ricorrera all'uso di fondenli, cioe di frizioni con tintura di iodo, con pomata di ioduro di potassio iodata, con pomata mercuriale in connubio all'uopo con ioduro di potassio, colla pomata di ioduro di piombo, e simili. Nel cosi detto tenonco, ingrossaraento cronico dei tendini, si continua I'uso delle frizioni irritanti e risolventi (1), cosi unguento rosso inglese, pomata mercuriale iodata, ed all'uopo si ricorre anche alia cauterizzazione lineare od a punte.
Se, cessata la flogosi, i tendini restano accorciali, si cerca di ottenerne la loro lenta e progressiva eslensione, ricorrendo anche all'ortozoma di Brogniez, di Defays ecc. In caso perö di retrazione notevole e cronica, e meglio praticare la teno-tomia (V. Ritrazione).
Neila tenosinovite acuta purulenta, si evacui il liquido con la puntura, e quindi si facciano bagni tiepidi e convenient! iniezioni.
Non raramente alia flogosi acuta delle guaine tendinee (tenosinovite acuta), ne consegue un'accumulazione insolita di sinovia (V. Idrope delle guaine tendinee). (4) P. Canforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 15nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Agg.
Sapone verdenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;gt; 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Ammoniaca liq. grm. 30
Sciogli e M.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per frizioni mattina e sera sul
Spirito vino rctlif. raquo; ISO tumore.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Herlwig).
Idropisia delle guaine dei tendini. Consiste in una straordi-naria raccolta della sinovia, ehe serve a facilitare lo scorri-mento dei tendini, ed 6 segregata dalle guaine sinoviali di questi, le quali restano morbosamente piii o meno dilalale. Le dette idropisie succedono piu frequentemente nei solipedi,
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561 ehe nei bovini, in conseguenza di inßammaziwie e di di-stensione. di contusioni, di cause reumatizzanti, ecc. Si osservano tali tumori teno-sinoviali:
a)nbsp; Alia guaina sinoviale dell'estensore anteriore dei me-tacarpo od epitrocleo metacarpiano; ä rara lale lesione, nella quäle si nota un tumore fluttuante, ecc, alia pane superiore del metacarpo principale.
b)nbsp; Alia guaina dell'estensore anteriore delie falangi; e piü frequente, e si forma un tumore verlicale anteriore ed un po' allo esterno, ehe si puo prolungare dal quarto inferiore del radio sino alia meta dell'altezza del ginocchio,
c)nbsp; Alia guaina deU'estensor laterale; oecupa in queslo caso il tumore il lato esterno ed anteriore del ginocchio e deH'avambraccio.
d)nbsp; Alia guaina del flessor obliquo ; questa si nota perö di rado.
e)nbsp; Alle due grandi guaine dei flessori delle falangi; co-stituisce tale idropisia un tumore, cui venne dato ii nome di vescicone del ginocchio, assai voluminoso , e situato al-l'indietro del carpo, e ehe puo prolungarsi sino al quarto ed anche al terzo superiore dello stinco.
f)nbsp; Alia guaina dei flessori delle falangi; tale idrope co-stiluisce quei turaori chiaraati volgarmente mollette tendinee, ehe d'ordlnario si estendono solo sino al terzo inferiore della nocca, segnende il tragitto dei tendini; e ciö le fa di-stinguere dalle mollette articolari (idropisia della sinoviale articolare), le quali formano un tumore fra i tendini flessori ed il legamento sospensorio.
g)nbsp; Alle guaine tendinee del garretto; cosi alia guaina del flessore del tarso, in cui oecupa il tumore la parle me-diana; - od a quella dell'estensore anteriore delie falangi, nella quäle si trova il tumore un po' all'infuori; - od a quelle dell'estensore laterale, ed e situata la piecola tumefazione sul lato esterno ed anteriore del garretto. Inoltre si ha an-cora l'idropisia della guaina del bifemoro calcaneo od esten-sore del tarso, ehe costituisce un tumore piü o meno volu-
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;36
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A
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minoso, cuivenne dato il nome di vescicone tendinoso, ehe si trova sul corso della corda tendinosa del garretto ed alia soramila del calcagno, - fu confuso col vescicone articolare (idrarto); quando e iocaiizzato il tuniore alia sommilä del calcagno, puo equivocarsi coiridropisia della borsa mucosa, ehe si trova tra la faccia superficiale del tendine e la pelle, - lesione ehe viene indicata col nome di cappelletto.
Infine si nota pure Tidrope alia guaina tarsea eomune ai flessori profondi delle falangi, nella quale si trova il tumore tra il calcagno e la faccia posteriore delle ossa tarsiane, e si distingue dal vescicone articolare (idrarto), perche non si nota la caratteristica tumefazione molle alia faccia anteriore ed interna del garretto, ehe si aggrava comprimendo il cosi detto vescicone articolare, posto tra la tibia ed il calcagno.
La diagnosi di queste idropisie e facile: I'ubicazione, la fluttuazione e la forma dei tumori ne sono i caratteri fon-damentali. Alcune volte nelle guaine teiulinee si formano dei gavoccioli, delle estuberanze sacciformi, ehe ponno rag-giungere il volume di un uovo di Colombo, di gallina ed anche piii eon raccolta anormale di sinovia. Queste ernie, ectasie erniose parziali con idrope delle guaine tendinee, si denominano ganglii.
Terapia. Gli espedienti ai quali si deve ricorrere in caso di flogosi acute o subacute, nei recenti tumori tenosinoviali, sono: le applicazioni fredde continuate per alcuni giorni, -gli astringenti sotto forma di decozioni, soluzioni e di cataplasm!; quindi i fondenti, alcalini, preparati di iodo e mer-curio ecc.) (1); gli irritanti e la cauterizzazione trascorrente. Ma nelle croniche idropisie delle guaine tendinee la cura e assai piu difficoltosa. Si consigliö il setone penetrante, - l'ago-puntura, - la puntura con cauteri, con grossi trequarti o con coltelli, - I'incisione, - la puntura molteplice dei tumori si-noviali con aghi incandescenti del diametro di un millimetro, seguita dall'applicazione di vescicanti (Rey); - la puntura seguita dalTiniezione di tintura di iodo, - lo schiacciamento dei ganglii a lesione reeente, - il loro taglio molteplice sot-tocutaneo; - ed a lesione antica, I'estirpazione.
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Lo schiacciamento colle dita, o con un largo martello, solo si potrebbe tentare nei ganglii reuenti e nei piccoli lumori teno-sinoviali. Ma, se il sacco oiTre molta resistenza, b meglio servirsi dell'iacisione soltocutanea fatta con un sottile aguzzo ricurvo o breve bislori. A tale effetto si inomerge il bistori orizzontalmente nei sacco , e se ne incide la parete interna a piu riprese; quindi, ritirato I'istrumento, si comprinae onde fame escire il contenuto, e si applica una compressa fissan-dola con una fascia bagnala per averne conveniente com-pressione; oppure , svuotato il sacco , si ricorre a frizioni vescicalorie (2),
Nei ganglii anlichi si pud eseguire in certi casi addirittura I'estirpazione del sacco ernioso dopo di aver incisa la cute.
Neila cura delle idropi estese, e di antica data delle guaine dei tendini, si usa e con vantaggio la puntura seguita dal-I'iniezione di tintura iodica a preferenza della incisione e degli altri mezzi suenumerati. La puntura dovra essere fatta con un trequarti di dimensione varia a seconda del contenuto di tali vaste dilatazioni; cosi dovrä il clinico servirsi di un trequarti di mediocre dimensione con un cannulato di largo calibro, quando vi esistono dei nocciuoli fibrinosi, ecc, favorendone I'uscita di tali corpi fibrinosi iniettando di tanto in tanto dell'acqua tiepida nei sacco. Eseguite le quali cose, medianle uno schizzetto il cui becco si applichi esattamente alia cannula del trequarti, si inietti lentamente una quantita di tintura di iodo allungata in due parti di acqua dislillata, pressoche uguale a quella del liquido estratlo, e dopo 1-3 minuti, duranle il qual tempo si maneggia la parte, onde il liquido possa giungere sopra tutta la guaina lesa, si lascia uscire bene. Si ritira dopo il cannulato , e coperta la fe-rita con una compressa, si fascia per quanto e possibile la parte strettamente; qualora la tumefazione perö divenisse molto intensa, bisogna togliere la fasciatura , .chiudere esattamente la ferita con un empiastro adesivo, e fare alia parte frizioni con tintura di iodo concentrata.
La tintura di iodo per l'iniezione puö essere rimpiazzata dalla stessa quanlita di biioduro di potassio.
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Nelle guaine dei lendini possono anche prodursi dei corpi cartilaginosi, encondromi, ed in parte anche ossificarsi; queste produzioni si eslirperanno solo nel case ehe arrechino incomoditä considerevole.
It) P. loduro polassico grm, Snbsp; nbsp; zione si mettono 12 grammi di io-
Unguento mcrcur. raquo; 30nbsp; nbsp; duro polassico. (Perosino).
M. s. a.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(2) P. Sublimato corros. grm. 1
S. Per frizioni su cappellctti,nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cantaridi polv. raquo; 2
vesciconi, mollclte, ecc, indolentijnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Euforbio polv. • 2
volcndo perö aver maggior gemizionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Petrolio raquo; 6
di sieros'itä senza nolevole vescica-nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Unguento basilico raquo; 24
Blister usato alia nostra Scuoln.
Tetono. E una neurosi di motilitä, ehe si manifesta con contrazione tonica dei tnuseoli volontarii, allernata da scosse convulsive dei rnedesimi, con aumento di eccUabilita riflessa e con decorso piü o meno acuto ed estremamente pericoloso. 1 fatti clinici e sperimentali, ed i dati anatomici, depongono concordemente ehe nel tetano, malatlia clinieamente cono-sciuta fin dalla piü remola antichitä, ehe il quadro fenome-nico e facilmente rieonoseibile, ma la di eui patogenesi fu solo rneglio interpretala in quesli ultimi tempi, proviene dal midollo spinale reccitamenlo morboso dei nervi motorii.
Dalle cause ehe lo producono si distingue il tetano in trau-matico, in reumatico (ancor detto spontaneo od essenziale), ed in tossico; in rapporto alia forma dello spasmo tonico, se ne distinguono pure alcune forme; cos! se la contrazione e li-mitata ai soli muscoli mastieatori eon ehe si aecompagna quasi sempre anche quella dei rouseoli delta deglulizione, si ha il trisma, e gli amraalati non possono aprir la boeca ne inghiottire; si ha Vopistotono, allorche prevale lo spasmo ai muscoli cervicali e dorsali, e la testa resta tesa suU'ineolla-tura, non puö essere abbassata, ed il corpo pare stirato al-Tindietro; Vemprostolono, se prevalgono le contrazioni ai muscoli anteriori del collo e del tronco, per eui rammalato sta col corpo stirato in basso, la testa abbassata, e non e piü in grado di sollevarla; - il pleurostotono, se prevalgono all'op-posto i crampi ad una parte laterale del corpo, e resta questo piegato lateralmente; infine Vortotono, quando non prevale
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565 Taffezione ad alcüni di questi gruppi muscolari, e la contra-zione deglf uni contrabilanciando quella degli altri, il corpo, rigido e duro, rimane teso e nella posizione di un animale di legno. La piu frequente di queste forme e il trismo con opistotono; forma assai grave. 11 tetano di rado guarisce.
Terapia. ß conveniente di procurare al tetano una scu-deria tranquilla con aria uniformemente calda ed un po' umida, evitando in ogni caso le correnti, e di cambiare le coperle umettate di sudore; di mitigare la luce intensa, di schivare i rumori ed ogni qualunque agitazlone del corpo, ogni toccamento non neccssario, e tutti i tentativi di movi-mentü e di introduzione nella bocca di cibi e di bevande, quando vi esiste trismo un po' grave.
In ogni caso e conveniente di teuere di continuo a dispo-sizione dell'ammalato deH'acqua fresca imbiancata con farina di frumento o di segala. Ed onde evitare un abbassamento premature delle forze, si deve amministrare the di fieno, latte, ecc, od altri alimenti di facile maslicazione ed in poca quantitä (Roll preconizza il regime verde), quando gli ammalati cer-cano di bere e mangiare, e non sono ancora impossibilitati a tali atti. In caso contrario si possono usare clisteri nutri-tivi, cosi decotto d'orzo, d'avena, brodi sostanziosi, uova sbattute, e via dicendo.
Nel tetano traumatico, per soddisfare ali'indicazione cau-sale, si deve rivolgere l'attenzione alia ferita. Questa deve nettarsi diligentemente dai corpi estranei, dagli essudati de-comoosti. ed essere trattala metodicamente. Sono state con-.sigiiate le pomate narcotiche ed i cataplasmi anodini; altri consigliano lo sbrigliamento della piaga seguita da cauteriz-zazione attuale. Si propose pure una serie di operazioni chi-rurgicbe, tra le quali merita particolare menzione il taglio del nervo, o l'esportazione di un pezzo di esso al disopra del punto ferito, rimovendosi in tal modo lo stimolo ehe dalla ferita si propaga alia midolla spinale, o piuttosto impeden-done il condueimento; e ne sono citati dai eultori le mediche discipline esempi di successo evidente. Anzi in questi Ultimi
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tempi Arloing e Tripier riconsigliarono di fare al piu presto possibile la nevrotomia, onde interrompere la comunicazione tra i nervi lesi ed il midollo spinale, soprattutlo il taglio dei nervi dell'arlo leso, affermando ehe in 5-6 mesi la parte ricupera la sensibilitä ed i movimenti; non e piü giovevole tale operazione, quando son gia avvenute lesioni alia midolla spinale. Qui si deve pur far menzione del taglio di cicatrici stiranti e della castrazione, dalle quali operazioni alcuni pre-tendono averne otlenuti risultati favorevoli.
Nel telano tossico, prodotto dalla stricnina o brucina, I'in-dicazione causale richiede di amministrare imrnediatamente nei carnivori ed onnivori un vomilivo per sbarazzare I'orga-nismo della porzione di sostanza non ancora assorbita; ma di rado perö si giunge in tempo. Quindi in questi e negli altri animali si diano quegli agenti ehe si crede poter alte-nuare I'effetto del veleno, cioe: cloro, bromo, iodo, i quali, secondo Donnfi, neulralizzerebbero I'azinne della stricnina e della brucina, se sono amrninistrati solo dieci rainuti dopo ehe sono penetrate nel corpo; giovano ancora le bevande aslringenli, ed il tannino in ispeeie, il quale, secondo Kursach, e il migliore di tutti i contraveleni. Gome anlidoti giovano il cloralio idrato, dal quale in alcune circostanze, ne ottenni punlo favorevoli risultati, amministrandolo prontamente ed a ripetute dosi; I'alcool e specialmente il rhum, 1'etere sol-forico, i preparati oppiacei, la canfora e I'ammoniaca.
Infine considerando la parte imporlante ehe hanno eviden-temente i raffreddamenti nello sviluppo delle affezioni teta-niehe, sono da raccomandarsi i diaforetici, i bagni caldi, gli involgiraenli in lenzuoli caldo-umidi, i vapori acquei caldi; non giovano i rivulsivi intensi, come i veseieanti e cauleri di ogni sorta; ma bensi si hanno vantaggi daH'amminislra-zione del tartaro emelico, nitro, e solfato di soda.
Per soddisfare all'indicazione del morbo si diede gran va-lore alle sottrazioni sanguigne generali e loeali, ed ali'appli-cazione interna ed esterna dei mercurial), considerandosi il telano dipendere da processi infiammatorii. E note ehe I'uso dei
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56T luercuriali dev'essere abbandonato; ma lo stesso non deve dirsi del salasso. die senza voler qualificare il saiasso come uo rimedio sempre utile contro il tetano, noi abbiamo po-tuto conoscere ehe puö benissimo giovare, e ehe perciö si debbe us?re nel prineipio della malattia in malati robusti e ricchi di sangue, e specialmente nel caso di minacciosa ipe-remia, calmando e modificando le sottrazioni general! di sangue specialmente la innervazione cenlrale; anche altri ne ottennero un esito felice con copiose cacciate di sangue; in ogni caso perö non se ne deve abusare. - Fra gli anestetiti sono di preferenza adoperati il cloroformio (per amniinistrare il cloroformio per l'atrio della bocca conviene unirlo al latte puro od aromalizzato), l'etere, ehe possono essere usati per inalazioni, fregazioni, fomenti e clisteri. II Roll unisce una parte di cloroformio ad otto di etere solforico per fame inalazioni, da cui afferma averne avuti buoni successi. Perö, se e vero ehe si ottiene col loro uso, giusta aleuni osservatori, il rilasciamento de! raaggior numero dei muscoli, la dimi-nuzione delle scosse riflesse, cessata l'azione di questi ane-stetici con la narcosi compiuta o parziaie, ritornano tutti i fenomeni. S'avverla ancora ehe l'uso prolungalo di questi ane-stetici, per la loro azione Iroppo deprimente, puö essere no-civo; anzi noi affermiamo di non aver oltenuti vantaggi col-l'uso di questi anestetici in cavalli tetanici. - Fin da tempi remoti i narcotici godono di fama grandissima. Si crede di aver trovalo un rimedio nell'oppio, ed i successi di esso sono stali vantati da molti autori. Perö deve solo considerarsi l'oppio come uno dei piü adatti palliativi, serve cioe per di-minuire le solferenze dell'infermo; deve ad ogni modo essere dato ad alta dose, perche i tetanici hanno una recetti-bilitä diminuita per i narcotici, e sospendersene l'uso, quando interviene remissione dei fenomeni, per riprenderlo nei peg-gioramenti. Dißicilmente ed assai di rado potendosi dare i farmaci per l'atrio della bocca, si prescriveranno clisteri contenenli lintura d'oppio semplice, le iniezioni sottocutanee di soluzione di morfina, evitando in ogni caso il narcotismo.
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Inoltre si e vantato qualche successo con la canapa Indiana, con I'aconito, la belladonna, il conium, i forti clisleri di ta-bacco e la nicotina, il muschio, I'olio di terebentina, la tin-tura di noce vomica, la chinina, ed altri farmaci.
Tra i farmaci nuovi, provati sperimentalmente e clinica-mente, accennero brevemente al bromuro di polassio, al clo-ralio idrato, al curare, all'estratto di calabar, all'eleltricilä ed al cianuro di potassio. 11 primo, ehe si consiglia per la sua virtü di deprimere Tattiviia riflessa, deve prescriversi ad alta dose. L'idrato di cloralio trovalo da me cosl giovevole nell'epilessia ed eclampsia, non rai diede buoni risuitati nel letano; mentre il professore Tombari l'ebbe ad adoperare con felice esito in un cavallo affetto da tetano reumatico. ß un falto perö ehe il cloralio idrato deve in ogni easo essere considerato come un potente palliativo pei tetanici, quan-tunque non si sia finora riconosciuto come cerlo farmaco curativo.
Al curaro si attribul moito determinatamente I'azione di paralizzare le terrainazioni dei nervi e cosi soltrarre i mu-scoli all'influenza nervosa; gia il Brodie nel 18H lo dimoströ, sperimentando sui cavalli, come capace di far cessare il tetano muscolare. Venne specialmente dimostrata l'ulilitä delle iniezioni ipodermiche del curaro non sola nel tetano tossico da strienina, ma anche nel traumatico e reumatico dell'uomo prima dal nostro Vella, quindi da moiti altri. Pochi casi di guarigione sono registrati nelia letteratura veterinaria. Si deve cominciare coll'iniezione di dosi piccole (varia la dose da 1-20 centigrm.), avvertendo ehe, secondo Dennue, I'azione del curaro dura 4-5 ore, e comincia dopo a diminuire; e ciö ehe bisogna tenere d'occhio riguardo alia ripetizione delle iniezioni ipodermiche.
La fava caiabarrina fu pur tentata nel trattaraento del tetano, e se ne sono registrati favorevoli risuitati. Anche di questo medicamento si usa meglio Testralto o la tintura (4-7-30 cen-tigrammi ogni 3-4 ore) in iniezioni sottocutaoee; e viene con-sigliata I'aggiunta d'una soluzione di cax-bonato di potassa
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569 per evitare i dolori nell'iniezione e la formazione di ascessi cutanei. - Per quel ehe conceme l'elettricitä, Matteucci il primo ottfinne nel 1838 in tin caso di tetano reumaticc per un certo tempo un mitigamento degii accessi mediante una corrente continua (con una colonna di 40 paia); si sono pur giii ottenuti altri successi notevoli.
Egli e col cianuro di potassio ehe io giä ne otteneva, fi.i dali'anno scolastico 1868-69, splendidissimi risultati nel trat-tamento curativo di si ribelle affezione in due cavalli, come ebbi giä a rendere di pubblico diritto nel giornale il Med. Veter. anno 1870, pag. 97 ; ed in due altri (uno affetto da tetano traumatico in seguito a ferita plantare) nel 1870, come appare dal mio rendiconto clinico per i'anno 1869-70. Altri zooiatri pur adoperarono con vantaggio tale cianico composto; cosi il Laforre, il Callandre, il Coulomb, il Warnesson ed altri, e tra gli italiani il Paglieri, I'Olgiati ed il dott. Allara. Si deve cominciare molto presto I'uso del farmaco, ehe si puö applicare la merce siringazioni sulla mucosa della bocca, alia dose nei grossi quadruped! di 25-50 centigrm., in 2-3 riprese nelle 24 ore; in iniezioni sottocutanee nelle regioni contratte, nella dose da 15-25 centigrm.; oppure adoperarlo in pomata fatta nel rapporto di 1 a 7-10 di adipe, facendo frizioni specialmente sui muscoli fortemente tesi, cosi sui masseteri nel caso di trismo, al cello, alia faccia interna ddle coscie, ecc, a seconda dei casi; la dose per ciascuna frizlone pud variare in genere da 5 a 8 grm.; puö essere ripetuta dopo 24 ore.
Infine I'uso del freddo in forma di irrigazioni con acqua fredda, e di bagni freddi, fu vantato da alcuni zooiatri. II Cauvet afferma averne ottenuti buoni risultati coll'uso di acqua fredda buttata a secchi sui corpo dell'animale, e con forti fregazioni per 10 minuti di seguito, onde favorire una pronta reazione.
Del resto e pur molto decantato il bagno degli agnelli tetanici nel corso del giorno per 5-10 minuti in acqua di fonte fredda , ed il tenerli dopo avvolti in un panno
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di lino sul ietame caldo della stalla per promuoverne ab-bondante sudore, - si consiglia di ripetere tale operazione per 2-3 volte.
Horsburg usa coprire il cavallo in preda al tetano trau-matico con coperte, e versarvi sopra, lungo il dorso, del-I'acqua quasi bollente di due in due ore, lasciando I'am-raalato nella maggior quiele possibile, e non amministran-dogli rimedii di sorta; assicura I'autore aver guarito con questo metodo undici cavalli sopra quattordici affetti da tetano traumatico.
Xifo. Tra i tifi, o febbri tifkhe, noi comprendiamo tutte quelle malatlie infeltive, febbrili, ed a corso piü o raeno rapido, ehe possono colpire tutte le specie dei nostri ani-mali domeslici, e presenlarsi sotto forma sporadica, enzoo-tica ed epizootica, la cui condizione patologica e riposta in una lesione speciale del sangue , ehe si manifesta con piü o men dinainuita o tolta sua coagulabilita, e nelie quali ne awiene pronta decomposizione e putrefazione dei cadaver! ; non contagiose perö, e caratterizzate ognora da profonda prostrazione, da piü o men gravi sintomi general], e massirae da parte dei cenlri nervosi, del sistema chilopoietico e via, cioe con predominio di sintomi cefalici, toracici, addominali, ecc, a seconda delle varie localizza-zioni delle molleplici forme di tifo , di cui perö l'ematico n'e sempre il sustrato, mentre mancano i sintomi clinici ed anatomici di altre forme morbose.
II tifo, checche ne dicano alcuni scrittori ehe lo equivo-carono col carbonchio (tifo carbonchioso), non e morbo con-tagioso; e difatti, avendo io, come il Deroche ed il Gerard, fatta I'inoculazione del tifo equino ad akri equini, n' ebbi ognora risultati negativi; anzi il risultato dell'innesto, come ben a ragione osserva il Rivolta, in alcuni casi vale solo a guidarci ad una diagnosi coscienziosa, poiche non rara-raente si trova perfetta identitä tra le lesioni patologiche del tifo, come pure dimostrarono i coileghi Matelicani e Mattozzi, e dell' antrace. Del resto questo falto sara meglio
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571 da me chiarito in un mio scritto di prossima pubblicazione sopra queste affezioni.
Dal punto di visla clinico noi riduciamo le forme del tifo alle seguenti, avvertendo perö ehe non si trovano sempre ben isolate e distinte tra loro, potendo appunto combinarsi, e confondsrsi i sintomi ^roprii a claseuna in modo, ehe in varii casi riesee difficile, se non impossibile, chiarire se propende l'una piultosto ehe l'altra forma.
4deg; Tifo ematico, tifo eselusivo, senza affettazione cioe di forma particolare o complieazione speeiale organica, detto ancora tifoemia, e da altri febbre adinamica, putrida, appunto perche non predilige aleun organo in particolare; forma questa, ehe considerata dal lato anatomo-patoiogieo, forma il suslrato delle altre rnodalitä del tifo. S9 Forme tifiehe a localizzazione:
a)nbsp; Tifo cerebrale, e neuro-spinale, tetanico o paraplegico; il tifo cerebrale eomprende appunto la cosi delta febbre tifica a forma nervosa, irritativa, atassica, erettica od ereli-stica, maligna, resa manifesta da fenomeni eretistici, di esal-tamento; - ed a questo tifo appartengono ancora le cosi de-seritte febbri nervöse, maligne, pernieiose, cataletliche, le gastro-entero-meningili tifiehe, ece.
b)nbsp; Tifo polmonare, peltorale o toracico, se si localizza ai polmoni; - anzi la forma piü frequenle di localizzazione e la pneumonia acuta, rara invece la pleurisia; detta ancora Ufo pneumonico, pneumonia tifica.
c)nbsp; Tifo addominale. In questa forma n'e specialmenle preso di mira il sistema chilopoietieo ; dicesi poi tifo epa-tieo, se il fegato n'6 partieolarmente interessato. Queste forme comprendono la eosi detta febbre gastrica di aleuni scrittori, la gastro-enterite tifica, la febbre biliosa , la gastro-enterite biliosa, ecc.
d)nbsp; nbsp;Tifo emorragico, ehe eomprende la febbre petecchiale, il tifo esantemalico, se prevalgono i sintomi offerli dalia cute e eonnettivo sottocutaneo, e l'anasarca idiopalieo del Bouley, e ehe si manifesta con peteeehie, e coU'ematinuria, con tu-mefazioni ed ingorgamenti, e con enfisemi.
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Terapia. Si deve impedire possibilmente la formazione di miasmi, ehe si sa nascere fuori dell'organismo animale per putrefazione di sostanze organiche, ed in ogni case la loro introduzione neU'economia animale; quindi pulizia dei rico-veri, aria pura, alimenti proprii e convenienti, mutazione delle bevande se alterate, ed amministrazione all'uopo dei tonici, e degli amaro-aromatici.
Gli ammalati ad ogni modo non si devono mal tenere a dieta completa, ma si deve sempre procurare all'opposto di sostenere il piu possibilmente le loro forze con quei mezzi ehe la scienza ci addita.
Inoltre, malgrado la non eontagiositä della malattia, e eon-veniente isolare i malati, evitare possibilmente il loro agglo-meramento, collocarli in locali proprii, e rinnovare sovente I'aria, essendo punto della massima importanza la ventila-zione per evitare I'auto-infezione. L'isolaraento dei malati del resto 6 ancora da prescriversi, perche la complicazione dell'antraee puö succedere nel tifo, come avviene in altre malattie.
In tutte le forme di tifo si deve eercare di combattere il morbo nella sua essenza, ed aggiungere a tale enra queila della localizzazione contemporaneamente o poco dopo, astra-zione fatta perö di ogni metodo terapeutico violento, avver-tendo ehe grandi vantaggi si hanno ognora in quesla malattia pur dalla cura igienica. In generale nel tifo sono non solo inutili, ma dannosi i salassi, i forti vescicanti, i setoni ed i drastici purganti; devono pure proscriversi gli antimoniali. Per dissetare gli ammalati e necessario prescrivere le bevande fresche acidule, e specialmente la limonata eitrica od idroclorica.
Dei medicamenti usati, diedero migliori risultati: I'assafe-tida, il solfato di chinina, la salicina (*), la canfora, I'etere
(*) La salicina venne specialmente adoperata c raccomandata dal Pro-fessore Ercolani, il qualc la prescrive alia dose di S grm. in una bot-tiglia di infuso di camomilla pci vitelli, 10 grm. per le manze, 15 grm. pei buoi e pei cavalli, da consumarsi giornalmcnte da ogni animale in due voile; nei casi gravi perö se nn deve aumentare la dose.
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573 soiforico neu' imminente pericolo di vita , I'arnica, la vale-riana; furono pure trovate eßicaci le decozioni di genziana, di cortice peruviano e di salice gialio (1).
II Bary uso con vantaggio, s' intende quando non eravi localizzazione addominale, 1'essenza di terebentina rellificata alia dose di 60-80 grm., incorporandola col miele e dandola in tre volte.
La medicazione interna sarä coadiuvala da cure eslerne convenienti; cosi frizioni stimolanti ed eccitanti. Nella forma toracica sono convenienti le frizioni senapizzate ai costati, ed oltre ai mezzi indicati, giova ramministrazione della chinina associata alia digitale, deiridroclorato d' arnmoniaca in soluzioue, ecc.
Nella complicazione di diarrea, si ricorra specialmente agli astringenti ferruginosi, ed all'acido tannico e sottonitrato di bisrauto; nella paresi inlestinale usammo efficacemente , al-I'opposto, gli eccitanti; e per vuotare le intestina delle ma-terie contenutevi e prevenire i cattivi effetti della oslinata costipazione, ottenernmo buoni risultati dal connubio della chinina coll'aloe, facendone boli con polvere ed estratto di genziana.
Nella localizzazione neuro-spinale, se vi ha trisma, si fa-ranno frizioni irritanli ai masseteri; ma se v'ha paraplegia, si faranno invece alia regione lombare specialmente ; nello stesso tempo si darä inlernamente I'etere con essenza di terebentina, la noce vomica, la stricnina; questa si usa anche per clisleri.
Nel tifo cerebrale con delirio usammo con vantaggio il cloralio idrato ad alta dose per Tatrio della bocca e per cli-steri, - la cuffia di ghiaccio, la quale da buonissimi risultati, favorendo pure il costante ed invariabile abbassamento termico; e le frizioni senapizzate ai lati del collo ed alle estremitä.
In ogni forma, quando havvi grande torpore , coma , e grande proslrazione, gli eccitanti sono a preferirsi, cosi diverse forme eteree, olio di terebentina, carbonate di arnmoniaca, muschio, arnica, valeriana, e simili (2, 3).
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Nel tifo emorragico giova amministrare i preparati di china e gli acidi minerali.
Nella forma esantemalica non giovano le scarificazioni; e le pelecchie e le ulceri alle cavitä nasali conviene curarle cogli antisettici e coi caustici.
L'esperienza perö mi ha convinlo, ehe nel tifo non e pos-sibile indicare per tutti i malati, e per lutli i giorni della malattia, un determinato metodo curalivo, dovendo la cura essere pur sintomatica, e le varie forme potendo complicarsi e succedersi a vicenda.
Durante la convalescenza, se havvi poco appetito ed anche grande prostrazione delle forze, si ricorra agli amari, amaro-aromatici e tonici, agli eucrasici (ferruginosi, ecc), e ad un'alimenlazione sostanziosa ed a pasti ripetuli.
II bagno freddo dato col lenzuolo (involgimento), od in altro modo, ehe ha dato buoni risuitati in medicina umana specialmente, non e ancora stato da noi esperimentato; mentre il De-Bary uso appunto con vantaggio l'applicazione esterna dell'aequa fredda versandone 4-5 secchi sul corpo del cavallo ammalato (').
E specialmente in queste affezioni, ed allorquando si ha biso-gno di agire presto ed energicamente, ehe il solfato di chinina conviene usarlo anche per iniezioni ipodermiche, o per metodo endermico; anzi il Dollar preferisce quest'ultimo modo, cioe denudare il derma con un leggiero e piccolo vescicante, e quindi tolta l'epidermide, spolverizzare la superficie eon un sale solubile di chinina. Perö non essendo vero ehe le iniezioni ipodermiche determinino, se ben falle, gravi aeci-denti locali, noi diamo la preferenza all'uso ipodermico (quot;). II Vinson prepara la soluzione di solfato di chinina nel se-guente modo: solfato di chinina grm. 1, acqua grm. 10 ed un grm. di acqua di Rabel, oppure 50 centigrm. di aeido tartarico.
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{*) V. Mcd. Fei., 1872, pag. 268. Pittolo. Dissertazione sulla tifoemia. (*') Per la formola, yedi Antrace.
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575 Anche il cloralio e la stricnina (4) possono adoperarsi nel tifo per iniezioni ipodermiche.
(1)nbsp; nbsp;P. Scorza sal. b. grm. 30-100nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Polr. ed estratto di genziana
Acqua gt; 500nbsp; nbsp; q.b. per fame tre boli.
Fa decoz.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S. Da darsi al cavallo nel corso
S. Si adopera con vantaggionbsp; nbsp; del giorno. (L. Brusascoj.
contro il tifo negli animali bovininbsp; nbsp; (4) P. Stricnina egrm. 25
(febbre adinamicaj.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Alcool puro grm. 7,00
(Vallada).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua distillata raquo; 15
(2)nbsp; P. Canfora grm. 10nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acido idroclor. goecie fcquot;
Rad. valer. polv. raquo;40nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;M. c disciogli leggcrmeute a
Fieri di camomilla raquo; raquo;nbsp; nbsp; caldo.
Estralto di genzinna q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Di questa soluzlone le dosi sono:
per fame cletluario.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;cavallo grm. 2, bovini grm. U, pe-
S. Da somministrarsi al cavallonbsp; nbsp; core goecie 10, cani goecie 1-2.
in quattro voile nelle 24 ore.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Qucste dosisi ripcturannodue-tre
(L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; volte nelta giornata, secondo ehe e
(3)nbsp; P. Olio essenz. tcreb. grm. 50nbsp; nbsp; indicate dalle state morbeso.
Rad. calam. ar. polv. raquo; 60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Levi).
Torsione dell'ntero. Si intende la rotazione, o rivo-luzione, deH'utero sul proprio asse, la quäle puö avvenire da destra a sinistra o da sinistra a destra , ed in modo ehe la sua faccia superiore era diviene laterale (quarto di torsione), ora e rivolta alia parete addominale inferiore (semitorsione), ed ora di bei nuovo al retto (rotazione complela); e raris-sitna la torsione doppia. K stata osservata tale lesione pin frequenlemente nelle vacche, e piü di rado nelle cavalle.
Terapia. Questa non puö essere ehe chirurgica, cioe bi-sogna ridare all'utero la sua primitiva posizione normale. Tra i molti metodi adoperati, e speciahnente accettato dai pratici, e dagli scienziati, quello della rotazione dell'anirnale, e specialmente della rotazione nel inedesimo senso della torsione. Se non si riesce con questo raetodo, bisogna ricorrere alia laparotomia, cioe al taglio dell'addome al Banco destro; metodo col quale si ha avuto un favorevole risultato in molti casi. Ma quando non si avesse di raira ehe di salvare i Ogli, conviene praticare Toperazione cesarea (gastro-isterotomia).
Tosse contruIsiTa. Per noi questa oialattia e costi-tuita da un catarro laringo-bronchico specialinzato da accessi di tosse spasmodica, dipendenti da esagerata eccitabilila, da pronunciala iperestesia dei nervi, ehe si distribuiscono alia
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mucosa delle vie aeree. E se alcane volte pero gli access! di tosse convulsiva sembrano i primi fenomeni ehe compaiono in animali prime sani, senza essere appunto a tale momento accompagnati da fenomeni bene appariscenti di flogosi ca-tarrale della laringe e bronchi, ma solo piü tardi questi si notano, non si deve ammettere una nevrosi precedente del vago, cui si aggiunga piü tardi il catarro ; ma bensi consi-derare la tosse come conseguenza di esagerata irritabilitä della mucosa per pregressa flogosi catarrale laringo-bronchica, cui risponde sollecitamente lo spasmo riflesso. Cio almeno e quanto ci risulta dalle nostre proprie osservazioni.
Puö osservarsi nei cani di tutte le eta e di tulte le razze; ma 6 piü frequente nei cani di temperamento nervoso, de-licati, irritabili, ed in quelli in cui piü grave decorre il ci-murro, e specialmente quando n'e interessata la mucosa la-ringo-bronchiale, presentandosi appunto non raramente la tosse convulsiva come reliqualo di questa affezione. E pure assai frequente nei cani di appartamento in etä avanzata, e troppo lautamente alimentati.
Per la diagnosi di questa malattia, la cui durata e in rap-porto col numero e violenza degli accessi (settimane, mesi, ed anche anni), e necessario distinguere due periodi, il pe-riodo catarrale ed il periodo convulsivo. A morbo confermato il parossismo e caratterizzalo da tosse ferina, cioe secca, con timbro forte e rauco nei tempo stesso, ehe puö restar tale in tutta la sua durata; mentre altre volte fannosi al piü forte del parossismo le scosse meno sonore. Una tale tosse carat-teristica ridiviene per colpi molto faticosi, i quali si ripetono piü o meno secondo la gravilä dell'irritazione; e ponno pur succedere cosi rapidamente da permettere appena al tossico-loso di fare delle inspirazioni deboli, corte, incomplete, e si-bilanti per spasmo della laringe e chiusura della glottide; in tali casi Taminalato e minacciato di soffocazione. Ogni accessc 'ura da alcuni secondi a pochi minuti.
Terapia. Nei periodo catarrale, ehe al suo principio non differisce dal catarro secco ordinario, cioe con secreto poco
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577 abbondante, ma assai tenace, il trattamento non differisce da quello gia da noi indicato a proposito delle malatiie dei bronchi (V. ancora Cimurro dei cani).
Gli ammalati devono tenersi in buone condizioni igienico-dietetiche , in locali con lemperatura moderata e sempre uguale, rinnovando perö spesso Faria, poiche raumento del-I'acido carbonico nell'anibiente e causa occasionale di gravi accessi (dilatti questi sono piü frequenti e gravi neila se-conda metä della notte, quando gli ammalati sono tenuti in locali stretti e mal aerati); ed isolali da tutte quelle influenze ehe ponno favorire I'evoluzione del parossismo.
Quindi si procuri di diminuire il numero degli accessi di losse, la lore gravezza e durata , conlribuendo quesli poten-temente a manlenere I'irritazione della mucosa. Eppero oltre ai carbonati alcalini, ed alle inalazioni di sale ammoniaco per diminuire la tenacila del secrete catarrale, - ed alia ipe-cacuana per irapedire I'accu.'nulo del secrefo nei bronchi minori, quando fosse un po' piü abbondante , sono da rac-comandarsi la belladonna (da 50 centigrm. ad un grm. al giorno in polvere o pillole), Toppio ed il giusquiarao. Noi perö a tale scopo abbiamo otlenuto migliori risultati coll'uso del cloralio idrato (*), e del bromuro di potassio (1). Pilhvax, dopo la somministrazione degli emetici, dice giovare il sale ammoniaco semplice, ed il marziale in connubio coi narcotic! (2-3). II Defays adopera il ioduro di potassio unito al-1'acqua di lauro ceraso (4).
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(1)nbsp; P. Bromuro potos. grm. 1-3
Sciroppo morfina raquo; 10-15
Acqua gomraosa •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;200
S. Da amminislrarscne un cuc-
chiaio ogni 4-5 orlt;?; 1'ammalato
dovra obbligarsi a mollo moto.
(L. Brusasco).
(2)nbsp; P. S'i!e ammoniaco grm 1,25
Eslratto giusq.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo; 0,56
Acqua dislillata raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;90
Da darscne 5-4 cucchiai nl giorno. (Pillwax).
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(5) P. Sale ammoniaco grm. 1,25
Acctalo morfina cgrm. 6
Acqua distillata grm. 90
Da ammiuistrarsone 5-4 cucchiai
al giorno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Pillwax).
(4) P. Ioduro potassio grm. 1
Goiuma arables deg;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 5
Acqua distillata raquo; 100
Acqua lauro ceraso raquo; 20
Da daisi ad uu cane a cucchia-
iate da csfle, #9632;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Defays).
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(*) Brusasco. Med. Fet., 1870, pag. 24. Viz. Brusasco.
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Tracheatomia. Enecessario ricorrere a quest'opera-zione quando havvi pericolo di soffocazione per ostacoli al passaggio dell'aria nelle narici, nelle fauci, nella laringe e nelle porzioni superior! della trachea , o vi esiste in questa un corpo estraneo ehe deve essere espurtato. Occorre di dover praticare la tracheotomia piu spesso nei solipedi ehe negli allri animali.
Puö bastare, quando si ha solo per iscopo di favorire I'en-trafa nei polmoni di moderata quantita d'aria, la semplice punlura fatta alia meta superiore della trachea in vicinanza della laringe con apposite trequarti, dupo pero di aver prati-cata una piccola incisions cutanea con un bistori. Negli altri casi bisogna praticare addirittura la tracheotomia propria-raente delta, la quäle puö farsi con perdita di sostanza, cioe colla asportazione di un pezzo di trachea , o senza perdita di sostanza , cioe colla semplice spaccatura ; questo ultimo metodo (spaccatura) e da preferirsi.
Tricbinosi. E grave morbo dcterminato da un paras-sita animale, la trichina, il quale si nota in modo partico-lare nell'uomo, e nei porco. Questa trichina spirale si (rova in due forme, intestinale e muscolare. Per quanto si rife-risce alia storia sappiamo ehe dal 1821 al 1835 furono solo trovate trichine calcificate nei muscoli, senza ehe ne fosse conosciula la natura; ma nei 1835 il Paget scoperse il verrae contenuto nella capsula.
La trichina adulta, e sessualmente matura, e un verme sottilissimo cilindrico, filiforme incuivato, con una testa piccola ehe gradatamente si assottiglia, e con la estremitä ad-dominale tronca ed arrotondita.
Nell'utero si sviluppano sempre gli embrioni e sono llberi e viventi partorili dalla estremitä del medesimo. La nasclta degli embrioni comincia sette giorni dope la introduzione delle trichine muscolari nello stomaco, e, da quel ehe sembra, puö durare delle settimane. Questi embrioni migrano e si portano ai muscoli volontarii; ma non si e d'accordo sul loro modo di diffusione.
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Giunti nei muscoli gli embrioni penetrano nelle fibre primitive, ne dislruggono il conlenuto, divengono piü grandi e piü spessi, e finalmente si altorcigliano in giri spirali piü o tneno strelti, ecc. ecc.
Se queste trichine muscolari incapsulate entrano nello sto-maco di un aniraale opportune, escono dalle lore capsule, di-ventano ben presto sessualmente mature (in circa 2 ^ gicrni), si accoppiano, e le femmine partoriscono i pi.^colini dopo 5, epperö 7 daila introduzione. Oltre dell'uomo e del porco, la trichina trovasi nel galto, nel tope, nel sorcio, nel cricito, neila puzzola, nella volpe, nella martora, nel tasso, nel riccio e nel prooime; e si e pur riuscilo a riprodurla nel coniglio, nella cavia, nella pecora, nel vitello e nel cane; in questo ultimo perö non avviene ehe l'evoluzione della trichina inteslinale.
La trichina produce nel corpo umano e del porco una grave e spesso letale rnalattia d'invasione, della quäle e dif-ficilissima la diagnosi, e nulla la terapia.
Eziologia e proßlassi. L'uomo prende la trichiniasi raan-giando carni di maiale, ehe contengono trichine ancor vive, cioe il maiale e la sorgente di invasione per Tuorao; mentre esso puö ricevere le trichine dall' ingoiamento di feci trichinöse umane e porcine, insieme alle trichine ed embrioni ehe vi si trovano mescolati, ma probabilmente di trichine muscolari non ancora uscite fuori dalle capsule; e per I'in-goiamento di carne trichinosa di altri maiali.
La profilassi ha per compito di difendere Tuomo dalla trichinös!, e di riparare il porco dalla infesiione delle trichine. Epperö si dovrä impedire ehe carne trichinosa sia messa in commercio, rendendo obbligatorio I'esame microscopico della carne, e specialmente ricorrendosi dai zooiatri aU'esarae dei muscoli della laringe e del diaframma.
A tale scopo si lagliano pezzettini di carne nel senso della lunghezza delie fibre con una piccola forbice, si metlono sopra porla oggetli inzuppati di acqua , e un poco sfibrati, si cuoprono con un sottile vetrino, e si comprime alquanlo; fatto cio, si osserva ad un piccolo ingrandimento prima, av-
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vertendo ehe ragginnta di una soluzione di potassa causHca, o di soda , rende il muscolo piu trasparente, e badando di non eonfondere le triehine cogli otricoli di Mieseher, colle concrezioni delle da Wirehow gotta guanina, ecc.
E in Germania ehe la trichinosi 6 molto frequente nei suini, e conseguentemente anche neU'uomo per la costuraänza ehe si ha di mangiare la came cruda di questi animali.
In ogni caso pertanlo e sempre conveniente di non usare came cruda o serai-cruda di tnaiale ; ma bensi ben lessata cd arrostita, ed in modo ehe nel suo interno non sia ne rossastra ne rosea, ma addirittura grigia o bianco-grigiastra. Le salsiccie e le altre preparazioni di came di maiale sono molto pericolose, poiche la salatura e I'affumigazione ucci-dono le triehine per la sottrazione dell'acqua solo allorquando sono a lungo continuate, ma non se fatte nei modi ordinarii.
Si devono addirittura abbruciare i cadaveri dei porci ri-conosciuti trichinotici, essende noto ehe le triehine presen-tano una grande resistenza alia putrefazione; esse infatti vi-vono bene nella carne completamente marcia, e sono capaci di svilupparsi per 50 giorni.
Onde poi premunire il porco dall'acquisto delle triehine, si deve proibire agli allevatori di nutrire, e di ammazzare gli animali sospetli tanto per proprio uso, quanto pel com-mercio, - distruggere i porci trovati trichinosi, - teuere i maiali lungi da quei luoghi, ove possono mangiare escrementi od avanzi di ogni maniera; ed in breve tenere questi animali in convenienti condizioni igieniche. Infite e a raccoman-darsi rallontanamento dei topi dai porcili, ed e specialmente indispensabile la loro distruzione nei locali, ove vi sono stati porci trichinotici, e nei focolai trichinosi.
Terapia. In ogni caso si dovrebbe cercare di uccidere le triehine inteslinali, o di scacciarle coi purganti, per impedire appunto ehe esse si stabiliscano nolle intestina, partoriscano e ne succeda I'emigrazione degli embrioni; ma sfortunata-raente non si 6 trovato finora rimedio, ehe valga ad uccidere le triehine in dose non nociva per l'uomo e per gli animali
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581 ehe le ospitano; come pure inutili sono riusciti i tentativi per ueeidere ie trichine migrate nei muscoli. Cosi si e pro-posto contro la trichina intestinale il picronitrato di potassa e di soda da Friedreiche, la benzina; - la glicerina, ehe sot-traendo acqua raggrinza subito le trichine, e si crede 1s uc-eida, merita di essere tentata, dandoia nel rapporto di 1 a 3, 1 a 2 di acqua, raa ancho pura, Si raecomanda pure il freado, il caldo, l'elettricitä, il sal di eucina, l'alcool, il calomelano, la santonina, l'oiio di trementina, ed in ispecie diversi pur-ganti. II Kcochenmeister come mezzo evacuante, ed anche antelmintico, consiglia la somministrazione nel primo giorno di calomelano e gialappa, ed il giorno appresso di gialappa e felce masebio.
Ad ogni modo e solo uei primi di dopo l'ingestione delle trichine incistidate ehe, se pur e possibile, si deve tentare la loro espulsione, onde evitare lo sviluppo della trichina muscolare, avvenendone, come dissimo, pronta migrazione.
Trwmlio, - trombosi. Dopo i lavoti di Virchow, e stato dato il nome di trombo, thrombus, alle coagulazioni sanguigne ehe si produeono pendente la vita neH'interno del sistema vascolare; e l'alto medesimo delia coagulazione si dice trombosi. Allorche il coagulo o trombo resta fisso alia re-gione ove ebbe origine, dicesi autoctono o fisso; ma se per circostanze diverse, in tulto od in parte viene staccato da quel luogo e trascinato dalla corrente sanguigna lungi dal punto di sua nascita,si nomina coagulo migratore od embolo, ed il processo, nel suo insieme, embolismo od embolia; e l'occlusione secondaria, prodotta a dislanza dall'arresto del trombo rimosso, s'appella embolica. Per abbreviazione perö si da ancora all'obliterazione medesima il nome di embolia, e le varietä sono specificate dal nome deli'organo, ehe ri-ceve l'embolo, per es. embolia cerebrale, pplmonare, ecc.
Trombosi ed embolismo encefalico. La trombosi arteriosa nel-l'encefalo, come negli altri organi, e d'ordinario la conse-guenza di un'alterazione cronica delle pareti dei vasi; op-pure di tutnori, di un essudato infiammatorio , o di altri
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focolai, ehe occupano lo spazio endocranico, e ehe compri-mono i vasi gia alterali; perö se il vaso ä di piccolo volume, anche a pareli sane, puö essere occluso per lo slesso meccanismo. Ma la trombosi del vasi cerebrali, nou dando luogo ehe a fenomeni, i quali pur si trovano in altre ma-lallie del cervello limitate a focolaio, non puö essere ricono-sciuta con certezza nei nostri aninoali domestici.
Gli emboli, ehe otturano le arterie del cervello, provengono nella maggior parte dei casi dal euere sinistro, e sono quasi sempre coaguli di fibrina precipitata neU'endocardite o nei vizii valvolari del medesimo, piü di rado lembi strappali dalle valvole stesse, od un frammento di essudalo endocar-dico; altre voile gli emboli sono conseguenza di lesioni pol-monari antiche, o di trombo dalle vene polmonari, ecc. La diagnosi di obliterazione embolica si basa sui rapporli ezio-logici, e sull'istantaneo insorgere dei fenomeni morbosi, senza precedenza di lesioni encefaliche.
Terapia. Nella trombosi, e nell'embolismo delle arterie cerebrali, non potendo noi togliere direttamenle I'ostacolo al-I'afflusso del sangue, dobbiamo favorire il ristabilimenlo della circolazione collaterale. Epperö se l'ammalato e debole, e la circolazione infievolita, gioverä I'amministrauone degli ecci-tanti; in case opposlo non conviene la medicazione slimo-lanle, poiche l'afflusso compensatore puö talmente aumen-tarsi da risultarne delle emorragie, ma si prescriveranno i clisteri evacuanti e ie bevande rinfrescanli; ed alia comparsa di fenomeni di eccilazione dovuti aH'esagerazione della circolazione, ed alia iperemia collaterale, sono convenienli i purganti e I'uso del freddo sulla testa,
Nei periodo stazionario, siccome non si hanno mezzi tera-peutici per favorire direttamenle I'assorbimento del focolaio, si combaltino con convenienle Iratlamenlo sintomalico le diverse complicazioni ehe si presentano, e tenendo i'ammalato in buone condizioni igienico-dietetiche.
Tnbercolosi. Questa gravissima malaUia fu nota (In dalla piü remola anlichitä , sebbene con diversa denomina-
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zione; rna la sua storia piü completa non venne falla perö ehe in tempi a noi assai vicini, ed in cui s'ebbero cono-scenze piü esalte intorno alia sua palogenesi, cioe in'orno all'essenza del tubercolo ed al morbo tubercolosi.
All'epoca presente ö noto ehe la tubercolosi si sviluppa spontanea e per contagio piü frequentemente, dope I'uoino, nella scimia e nei bovini, piü di rado nei conigli e nelie cavie cobaye.
E quantunque non si possa aneora in modo decisivo di-chiarare ehe le pecore e le eapre siano soggette alia tubercolosi spontanea, il Zürn ed altri perö assicurano avere, col-I'innesto soltocutaneo del tubercolo bovino , ottenuto lo svi-luppo di vera tubercolosi nelle pecore, - ed il Gerlach sarebbe riuscito a eomunicarla ad un becco, mediante 1' innesto di tubercoii bovini. E anche molto rara, se pur si sviluppa, la tubercolosi spontanea nei maiali.
Finora inoltre non e aneora provalo in modo incontro-verlibile ehe i cavalli possano eonlrarre sponlaneamente la malattia in questione pur tenendo conto di quanSo riferiscono al riguardo il Golti ed il Müller; perö il Verga ed il Biffi sarebbero riusciti ad inoeularla a solipedi, mentre noi ne ab-biarao avuto risultati negativi, inoculando ai medesimi la tubercolosi della scimia (*). Non havvi aleun dubbio infine ehe la tubercolosi si trasraetta al cane eoll'innesto , e coll'inge-stione di sostanza tubercolare uraana, bovina e di scimia. II Rivolta pel primo parlö della tubercolosi nei gallinacei.
Questa eontagiosa affezione ö caratterizzata da neoforma-zioni eon earatteri macroscopiei e microscopici sempre eguali, aventi grande analogia od identitä di struttura col tubercolo umano, - tubercoii di forma migliare e di varia grandezza per aggregazione di nuovi noduli tubercolari, ehe si possano sviluppare dappertutto, cioe nelle diverse regioni del corpo ,
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{') Brusasco. Tubercolosi in una scimia - morto - espcrimenti rc-lativi alia sua Irasmessibililii al cavallo, cane c galto - pneumonite vcr-minosa in un gallo. Torino iSH.
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dove vi amp; tessuto connetlivo , offrendo questo un substrato .favorevole pel virus tubercolare, ecc. (*).
Una voUa sviluppatasi la tubercolosi, sia spontanea ehe per trasmissione, puo diffondersi dal luogo di localizzazione pri-miliva (tub. primiliva) ad altre region! (tub. secondaria). Per riguardo al decorso, puö essere acuta e cronica.
Terapia. Per quanto si riferisce alia profilassi della tubercolosi e necessario fenere gli animali in buone condizioni igienico-dietetiche, ammettendosi oggidl ehe tutte le cause, ehe valgono a debilitare I'organismo, concorrono a disporlo allo sviiuppamento di questa contagiosa infermita, ehe l'uomo ha in comune cogli animali; ed escludere dalla propagazione della specie sia i giovani animali provenienli da genitori af-fetti in ogni grado da tubercolosi, essendo questo morbo ereditario, ehe le femraine ehe presenlano quei caratteri, ehe le fanno alia medesima riconoscere predisposte.
Non conoscendosi finora, malgrado sieno stati esperimen-tati contro questa malattia moitissimi farraaci, alcun tratta-mento curativo medico o chirurgico valevole a combatterla, essendo ogni tentative di cura rimaslo sempre infrutfuoso , allorquando la medesima e pervenuta ad un grade avanzato (e lo e pressoche sempre quando i proprietari richieggono I'opera dei zooialri), e si sono di gia prodotte gravi lesioni specialmente ai poimoni, - e tenendo conto della sua inconte-stabile trasmissione non solo dai malati ai sani animali, sia per virus fisso, ehe per virus volatile, potendosi unire all'aria espirata nel caso di tubercolosi polmonare, e via via , ma anche da tubercolotici animali all'uomo, per cui i malati non si potranno piu utilizzare ne al lavoro, ji6 per la produzione del latte, ne pel macelio , noi crediamo ehe il mezzo piü utile e conveniente sia la separazione degli animali sani dai sospelti, - I'uccisione immediata di quelii ehe sono in preda a tubercolosi assai avanzata, e la puiizia e disinfezione dei ricoveri stati occupati dai malati, e di tulli gli oggelti ehe furono in coHlalto con materia tubercolare.
{') Peroacilo. Deilo tubercolosi. Torino, 1873.
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585 La propagazione infatti puö avvenire, oltre merce l'aria espirata, allorche quests viene subito inspirala da uu bovino sano fCruxel), per le materie espettorate sia liquide ehe dis-seccatesi, ehe penetrar possono neH'organismo insieme cogli alimenti e colle bevande, essende noto ehe lo scolo nasale disseccalo conserva a lungo, secondo Villemin, il potere di contagiare (polverizzandosi lale sostanza, l'aria se ne puö far veicolo e trasponarla ai polmoni) , raentre se resta liquido lo perde in aleuni di.
Dalle esperienze dello Schuppel, del Gerlach, di Klebs, di Werner e di altri, risulta ehe la tubercolosi puö trasmeltersi ancora dai bovini all'ucmo col mezzo delle carni e del latte, mentre ha opinione contraria il Rejnal (*). Da ciö ne sca-turisce la necessilä della visita degli anitnali da macello prima e dopo l'uccisione, - e la necessitä di consigliare ai consumatori di latte, e particolarmente vaccine, di sottoporlo ad una prolungata bollitura prinaa di adoperarlo ad uso ali-mentare; poiehe, con conveniente bollitura, la sostanza lu-bercolare, ehe si puö trovar dentro, perde la sua attivitä; e Klebs scoperse ehe l'alcool pure ne annienta )a potenza. Quando il morbo e lieve, basterebbe, secondo Roll, escludere dall'uso alimentare le parti ammalate ; perö, malgrado tale esclusione, noi crediamo ehe non si debba mai permettere la macella-zione di bovini affetti da tubercolosi sia pur lieve, quando la carne dovrä essere consumata cruda, o preparata e con-servata senza cottura; ed in ogni caso mai permettere lo spaccio di carni tubercolotiche, quantunque la bollitura prolungata possa renderle innocue.
Ma volendo curare questa malattia, perchö ancora non molto avanzata, e quando per affezione o per altri motivi un proprielario desidera mantenere in vita un animale tu-bercolotico, si dovrä innanzi tutlo dal clinico avvertire il medesimo della contagiositä della malattia, ed indicare i
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{*) II Daewar dice ehe la earnlaquo; di animali tubercololici non deve usarsi ad uso alimentare, lua ardersi.
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provvedimenti necessari per evitarne la sua trasmissione ad allri animali ed alle persone ehe lo debbono avvicinare. II tubercolotico animale sarä quindi tenuto in locale con aria purissima, con moderata temperatura, e ad una lauta alimen-tazione, badando all'igiene della pelle, e curando fin dal principio I'atonia gaslro-enterica coU'amministrazione degli amari puri, od amaro-aromatici, poiche si sa ehe sopra i tu-bercoli molto influisce lo stalo generale ; mentre nuila pos-siamo dirigere assolularaente sui neoplasrai, come ben nota Ferrand, per quanto si siano fatti lentativi (*).
Perö nella cura della tubercolosi e stata trovata giovevole la medicazione ricostituenle ; cosi si raccomandano a vario scopo, I'olio di fegato di merluzzo (quot;), I'orzo lallito, il ferro, I'arsenico, il fosfato di calce, la polvere zootrofica del Polli, il cloruro di sodio; e nei casi molto inoltrati di tubercolosi polmonare, quegli agenti, ehe senza nutrire, al piii limitano la spesa, cosi I'alcole.
La medicazione solfitica infine , ehe ha diretta influenza sul processo infettivo, non deve dimenticarsi; cosi solfiti di soda, di potassa, e di aramonio per disinfezioni locali; e per I'interno il soifito di magnesia , e I'iposolflto di soda e di calce.
Nei parossismi di tosse il Cruxel consiglia le inalazioni con un miscuglio di polvere di oppio, di canfora, e di ossido di zinco (grammi 8-16-32), buttandone un poco su carboni accesi; Gay dice aver resa assai mite la fosse in una bovina tubercolotica colle inalazioni di catrame vegetale. Sono pur giovevoli per ottenere questo effetto il bromuro di potassio ed il cloralio idrato.
Per combattere la febbre , 6 al solfato di chinina solo od unite alia digitale, ehe si deve dare la preferenza. Contro la diarrea e le altre complicazioni sono giovevoli i mezzi da noi raccomandati nei relativi articoli.
(*) Gay. Sulla tubercolosi. Torino, 187S.
(**) II Gay I'uso con vantaggio per combatlere ridrocmia con marasmo insorto in una pulcdra per prccoce conccpimento.
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Tamori endocranici. Sotto tale denominazione si comprendono generalmente tutte le produzioni patologiche persistent! e limilale, ehe non dipendono r:e daU'encefalite suppurala, ne da emorragia cerebrale.
Malgrado siano quesli tumori molto numerosi, e presentino differenze lanto per la loro natura ehe per la loro significa-zione nosologica, la sindrome fenomenica e perfettamente e sempre in rapporlo col loro volume e sede ; anzi anche i sintomi di irradiaziohe piii da queste condizioni, ehe non dalla loro natura, sono influenzali.
II cancro ed il tubercolo cerebrale , ehe sono un'espres-sione locale della raalattia generale, furono ancora poco slu-diati clinicamente in zooialria, ed interessano specialmente I'anatomo patologo.
Tra i neoplasmi accidenlali si possono avere : i gliomi, il sarcoma e le sue diverse forme, 11 colesleatoma, i lipomi, le cisii, e le neoformazioni cistcidi con prolificazione papillare delle pareti delta a cavolofiore; i tumori ossei intracraniaci; ed infine le calcificazioni di prodotti flogistici e di capsule di cisticerco, ecc.
Ma siccome per tali produzioni patologiche il tratlamenlo non puö essere ehe palliative e sintomatico, - combattere cioö i sintomi di eccitazione e di depressione, ehe sono conse-guenza della compressione locale diretla sulle parti in cui ha sede il neoplasma, e della compressione generale indi-relta, conseguendone un restringimento intracranico, e del-I'irradiazione, con quei mezzi giä da noi varie volte annun-ciali, - e siccome la diagnosi differenziale non puö essere falla ehe in casi rarissimi, noi non ce ne occupererao d'av-vantaggio.
Paraniti encefalici. Tra quesli parassiti noi diciamo solo, per brevitä, del
Cenuro cerebrale. 11 cenuro cerebrale (cosi detlo dalla sede ehe occupa), ehe non e allro ehe lo scolice della toenia coenurus del cane, ossia il primo periodo della vita di questo cestoide, occupa il cervello del bue, qualche volta quello del
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cavalio, ma piü comunemente quello della pecora , e deter-
mina qnella forma morbosa descritta col nome di
Vertigine idaliginosa, od anche di idrocefalo idatigeno delle pecore e dei buoi. Non credo conveniente riferire le opinioni manifestate dai cultori la zooiatria intorno all'eziologia di questa affezione, prima ehe si conoscessero le metamorfosi progressive e retrograde dei cisti e dei tenioidi, perchfe sa-rebbe lavoro inutile. Dalle osservazioni del Siebold, del Ku-kenmeister, del Leuckart, del Van Beneden, dell'Haubner e di altri in Germania ed Olanda, da quelle di Baiilet, Lafosse in Francia e di Ercoiani in Italia , e messo fuor di ogni dubbio, ehe il cenuro cerebrate puo svilupparsi in tutti i ruminanli domestici, ehe deglutiscono delle uova di tenia cenuro del cane con embrioni suscettibili di sviluppamento. Si sa pure, ehe solo dal cenuro introdotto coll' encefalo de-gli ovini e dei bovini, di rado di altri ruminanti, nel tube intestinale del cane, si sviluppa qui la tenia cenuro, venendo digerita la cisti; quindi le ultime progloltidi, ehe sono le piu vecchie e le piü mature , si staccano spontaneamente dalla tenia intiera , dope esser le uova fecondate (ogni sin-gola proglottide contiene testicolo ed ovario), continuano per qualche tempo la vita a mo' di individui indipendenti, si muovono liberamente, e dipoi muoiono senza mai svilupparsi nuovamente in una tenia, e sono, assieme alle uova fecondate, eliminate colle feci, oppure anche prime di perire.
Queste uova, e forse anche le proglottidi, aderendo all'erba o ad altro alimento, sono deglutite dagli ovini e bovini, e per I'azione dei succhi digestivi le proglottidi venendo distrutte, e le uova perdendo il loro strato duro e calcare, gli embrioni sono resi liberi, ed attraversando coll'aiuto dei loro uncini i tessuli del loro ospite, pare il tessuto eonnettivo ehe avvi-luppa i grossi vasi, si portano all'encefalo (si erede da altri ehe penetrino addirittura nei vasi, e sieno di poi traseinati dalla correnle sanguigna all'encefalo), ove ha luogo la tras-formazione in seolice, cenuro cerebrale.
Gli esperimenti hanno pur dimostrato ehe una putrefazione
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589 completa delle proglotlidi (Roll) non uccide gli embrioni con-lenuti nella uova ; ed inoltre quanlunque quest'emigrazione degli entozoi da un animale all'altro non si effettui senza ehe moltissime uova ed embrioni vadino perduti, non si pud temere della conservazione della razza, perche la natura vi proyvede mercö la straordinaria quanlita d'uova, e la consi-derevole tenacila di vita dei singoli elminti. Le cause ehe favoriscono 1'elmintiasi in generale concorrono a favorire lo sviluppo anche di questa malattia, ma non la delerminano.
Pressoche tutli gli autori si accordano nell'aflemiare ehe e soprallulto negli animali giovani, mal nutrili, poco robusti e deboli, ehe si osserva la vertigine idatiginosa, quaniunque perö non ne siano esenti gli ovini ed i bovini, ehe si tro-vano in opposle condizioni. E forse questo fallo in relazione eolla minore resistenza dei tessuti, condizione favorevole al-I'emigrazione e metamorfosi dei cenuri, ehe aumenla eolla robustezza e coU'avanzare in etä degli animali ? Oppure di-pende dacche gli animali giovani (specialmente bovini), in-viandosi ai pascoli, frequentano quei luoghi, in cui i cani depositano eollo stereo le proglottidi e le uova di tenia ee-nuro ? Mi pare ehe Tuna e I'altra circostanza sia da pren-dere in considerazione.
E ereditaria questa malattia come I'hanno credula Reynal e Liron? Presentemente ehe se ne conosce in modo ineon-cusso I'eziologia, non si puö piü credere sicuramente all'e-reditä; ma perö puö avvenire ehe embroni giungono al cer-vello del feto, quando una femmina gravida, pecora o vacca, deglutisce uova di tenia cenuro. Questo fatto ci spiega la comparsa della vertigine idatiginosa osservata in animali ap-pena pochi giorni dopo la naseita. Inoltre gli stessi animali ovini e bovini possono essere agenti di trasmissione del morbo, allorquando evacuano colle feci proglottidi o uova da poco deglutite, e si poco alterate da poter dar luogo alia nota metamorfosi retrograda , qualora siano introdolte nel tubo intestinale di altro ruminante.
Terapia. La cura prevenliva della vertigine da cenuro ee-
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rebrale risulta dalla natura e daU'ordine dei falti, ehe ab-biamo veduto dare nascimento a questa infermita; richiede cioe di far in modo ehe gli ovini, i bovini od altri ru-minanti, non introducano nel loro corpo cogli alimenti, ecc. le proglotlidi o le uova della tenia cenuro del cane.
La cura palliativa sia nella forma acuta, ehe nella forma croniea, richiede di combattere le congestioni cerebrali, ehe aggravano gli aceidenti ed imprimono al morbo un corso piii rapido, e gli allri sintomi predominanti nel modo ehe venne gia da noi altrove indicate.
E eonvenienle un tale tratiamenlo per diminuire I'impo-nenza dei fenomeni di grave congestione od irritazione ence-falica, e per lasciare agio cost al macellamento degli infermi.
La cura radicale infine richiede I'eliminazione della ea-gione, poiehe come in tulti i morbi sostenuti da corpi estra-nei nell' organismo , senza togliere la causa non si tolgono gli effelti. Un medico Svizzero, Gian Giacomo Wepfer, in una sua opera sulle apoplessie deH'uomo ci lasciö seritto nel 1658, ehe assai prima ehe egli se ne aceertasse, i pastori svizzeri di quel tempo si assicuravano colla pereussione (*) del eranio del luogo occupato dai cenuri nel cervello dei buoi e delle pecore, e perforato il luogo, facessero uscire lo siero conte-nuto nella cisti o vescica del cenuro (Ercolani). A quesli rozzi metodi adoperati dagli empirici pastori, sostituirono di poi i cultori le mediche discipline i seguenti metodi razio-nali, pur cercando lo slesso fine: lquot; trapanazione del eranio (Wepfer); 2deg; puntura con un trequarti, favorendo merce la eannula, e I'inclinazione del capo dell'ammalato, lo seolo na-turale dell'acqua eontenuta nel cenuro (metodo di Gerike); 3deg; puntura, ed uccisione del verme coll'iniezione di alcune goceie di tintura di mirra ; 4deg; puntura del eranio e vescica
(*) Qucsto metodo esploralore pero non ha il valore altribuitogli dai paslori svizzeri, da Wepfer cd alcuni non anlichi zooiatri, perche solo allorquando vi csistc assottigliamcnto delle ossa , battendo sol eranio con un martello, si ha in corrispondenza nn suono cupo; come pure non e vero ehe il luogo corrispondeutc all'idatidc ecrebralc sia seinpre piü caldo degli altri, come affcrraa Arthur Young,
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591 con un trequarti alia cannula del quale e applicato uno stan-tufo o siringa per estrarre, porapando, !'umore contenutovi (Uiem e Reulter) ; 5deg; perforazione del cranio e cennro con un punleruolo, ed inlroduzione nel foro del tubo di una penna d'oca con alcune aperture ai lati a due o tie linee dall'estre-inilii chiusa ed ottusa, per estrarre, girando, I'idatide stessa, ehe si affascia a misura ehe sorte l'araore alle piccoie den-tature della penna sui bordi delle praticate aperture. Ma siccome perö al memento in cui e possibile far la diagnosi della sede del cenuro per i'assottigliamento delle ossa crani-ehe, si e pur gia prodotta atrofia piu o meno estesa della sostanza nervosa adiacente, e siccome anche nei casi piü fa-vorevoli, in cui cioe e unica la cisti, e risiede superficialmente negli emisferi (casi in cui viene consigliata I'operazione), non se ne hanno ehe assai di rado buoni risultati, e mai guarigione completa, - e se oltre di ciö, il clinico tien conto dei gravi inconvenienti, ehe ne succedono ii piü delle volte sia alia puntura seraplice ehe seguita da estrazione della cisti, quali la trasudazione sierosa nelia cavila lasciata dai cenuro, I'emorragia, e la congestione cerebrale, ecc, per cui ne puö succedere piü o men pronla morte, resta benlosto con-vinto della convenienza di consigliare il macellamento degli ammalati fin dai primi di, ehe la malaltia, come noi consi-gliamo, puö essere diagnosticata, trovandosi ancora gli ammalati bovini ed ovini in buono stato di nutrizione.
Tiiiiiori iraginali ed uterini ostaeolanti il parto.. II parto puö essere ostacolato dalla presenza in vagina e nell'utero di fibromi, di epiteliomi e di lipomi, e secondo Bruckmüller di neoformazioni villose nel collo dell'utero, di papillomi e di cisti nella vagina.
Terapia. Falta la diagnosi, si deve praticare, se e possibile, I'esportazione del tumore. In case contrario, se si tratta di indurimento del collo deH'utcro (col qual nome si intende in ostetricia zooiatrica tutte le alterazioni del collo dell'utero, ehe hanno per effetto di opporsi alia sua dilatazione ed al parto) si ricorre aH'islerotomia vaginale, ehe non e mai cosi pericolosa per la partoriente come la gastro-islerotomia.
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In generale le incisioni del collo uterino non offrono gravitä.
Vraco pervio. Colla denominazione di uraco pervio, al-terazione ehe puö essere o meno accompagnata dal restrin-gimenlo e dall'atresia dell'urelra, viene indicala quell'ano-malia, ehe si osserva quasi esclusivamente nei neonati di eavallo, in cui per la non obliterazione dell'uraeo Turina esce daH'ombelieo, e non dall'uretra.
Terapia. Si devono eombattere gli ostaeoli ehe impediseono I'useita della orina per Turetra, e quindi allaceiare, se e an-cora possibile, il cordone ombelicale; aitrimenli si ricorrera alia eauslicazione dell'eslremita del medesimo.
Href Hie. L'infiammazione deH'urelra, uretrile, si svi-luppa piü frequentemente nei eani, ehe non nei slalloni e tori; e piü rara nei hue, nei monlone e nei beceo, ed e ra-rissima nelle femmine. Puö essere acuta e eronica,
Terapia. Si deve anzitutto evilare tutte quelle influenze nocive, ehe hanno provoeata la flogosi (corpi stranieri, eome polviseoli, ealeoli ece.), e eurare tutte quelle affezioni ehe sono causa della sua eontinuazione, eosi infiammazione della veseiea, delle prostate, eee.
Quindi nell'aeuta uretrite traumatiea basta d' ordinario la pulizia mediante aequa fredda, e ramministrazione di abbon-danti bevande, proeurando pure con eonveniente alimenta-zione di rendere le orine, per quanto e possibile, meno ir-ritanti. Nei casi gravi, e rnolto dolorosi, e neeessario ricorrere ail'uso dell'oppio e della eanfora, ed alle iniezioni tiepide ammollienti, ed anche ealmanti nell'uretta (1).
Nell'uretrite eronica sono invece indispensabili le iniezioni astringent!, eosi solfato di zineo, acido tannico e simili. Nello stesso tempo giova ramministrazione interna dei balsamici e resinosi (V. Uretrite contagiosa) (2).
(4) P. Teste di papavcrn grm. 30nbsp; nbsp; (2) P. Vino generoso grm. 200
Fa decoz.; col. di raquo; 180nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Tannino raquo; ä
Agg.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Per iniezioni neU'urctritcc^o-
Tiut. semp, oppio raquo; 4nbsp; nbsp; nica del cane,
S. Da inieltarsi parecchie volte alnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (L. Brusasco). gioruo Dell'iirctra. (Zürn).
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Drina. Lo studio dell'urina, liquido ehe viene segregato dai reni, ha acquistato oggi una grande importanza per la diagnosi, non ehe per la prognosi e per la terapia di non poche aiTezioni, quantunque sicuramente non si abbia una sua costante modificazione corrispondente ad ogni malattia. Anzi e t.uila l'importanza, ehe aleuni chiari eultori la ine-dicina urnana attribuiscono alle seientifiche osservazioni, allo studio dell'orina dei malali, ehe il prof. Percival ben di-moströ ehe laquo;sen?laquo; uroscopia non vi ha clinica scientißca/i. E non havvi aleun dubbio ehe, come la terraometria, anche l'uroseopia e ehiaraata a renders immensi servigi pure alia clinica zooiatrica (*).
Volendo il clinico procedere ad una metodica, e scientifica ispezione deirorina, prima di tutto dovrä badare al suo co-lore, quindi al suo odore, alia sua trasparenza, alia sua rea-zione chimiea, alia sua densitä o peso specifico, alia sua quantitä, ed alia sua composizione, onde riconoscere se e modificata la proporzione assolufa o relativa dei molti suoi component!, o se havvi la presenza di sostanze accidentali ed estranee appunto alia sfessa normale sua composizione.
II colore dell'urina palologiea varia moltissimo, potendo essere la medesitna: pallidissima o mediocremente pailida, molto intensaraenle eolorata, rossa, giallo-verdastra, o giallo-brunastra, bruno-caffe, bluastra, ecc, a seconda della scar-sezza o deirabbondanza dei pigmenti normali, ovvero della presenza di pigmenti patologici, o del passaggio nella medesima di special! piincipii tnedicinali, e via via. Sicuramente i limiti di questo Dizionario non mi permettono di trattare come si conviene e diffusamente un simile argomento, per cui mi riserbo di fare tra non molto di pubblica ragione un mio scritto: sull'importanza delVuroscopia nella clinica zooiatrica.
La quantita dell'urina pure , eioe la sua searsitä od ab-bondanza nelle 24 ore, merita di essere presa in seria eon-
(*) Brusasco. Imforlanza della Urmomelna nella clinica zooiatrica. Torino, 1872.
Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 58
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siderazione dal cliaico, badando bene pero ehe non sia ef-fetto di minore o maggiore introduzione di liquidi nel corpo, ed escludendo gli impedimenti e le sospensioni di escrezione.
Si ha I'aauria, allorquando ie orine sono soppresse inte-ramente; Toliguria, quando sono piü o meno scarse; e la poliuria, quando sono piü o meno abbondanli (V, Vescica -malaltie della, - Diabete, ecc).
Vaginite. E rinfiaramazione della vagina, la quäle puö esistere da se sola, od accompagnare la metrite, ed essere acuta e cronica, - catarrale, crupale e difterica. Questa raa-lattia sviluppasi specialmente in seguito al parto.
Terapia. Soddisfatto all'indicazione causale, si matte in opera un traltamento metodico e razionale. Nell'acuzle e nei casi di considerevoli fenomeni infiaramatori: riposo assoluto deU'inftirma, iniezioni in vagina di decozioni ammollienti e calmanti, cosi di altea, d'orzo, di teste di papavero, ecc, fa-cendone una siringazione al mattiuo ed una alia sera; ed inter-namenle: bevande rinfrescanti e salini. Ma calmata la flogosi acuta, giovano le iniezioni di liquidi leggerraente astringenti, cosi estratto di saturno diluito, allume, solfato di zinco e siraili, quando si tratta semplicemente di arrestare lo scolo; perö allorche questo e di cattivo odore, si debbono fare iniezioni con un po' di acido fenico, di permanganato di po-tassa o di cloruro di calce.
Se cio malgrado il processo morboso diviene cronico, si continuino le iniezioni, ma piü concentrate, di solfato di rame, di acido lannico, di nitrato d'argento ecc. (1); o si applichino le slesse sostanze in forma di polvere ed anche di glicerolato. Nei casi ribelli, e se si hanno ulcerazioni, il mezzo piü efficace consiste nelle causticazioni, quando h pos-sibile, intorno la vagina col nitrato d'argento fuso. L'Adam dice aver adoperato con buon successo nella cronica infiam-mazione con ulcerazione della mucosa vaginale, il tannino colla glicerina, nel rapporto di 1 ad 8. Oltre alia cura locale, e alcune volte necessario ricorrere in questi casi gravi al-ramrainistrazione della treraentina, del pepe cubebe (2, 3).
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595 Se la vaginite infine e conseguenza della putrefazione delle secondine rimaste nell'utero, sono indicate le iniezioni di liquid! antiputridi. 1 mezzi igienici, la buona alimentazione congiunta all'uso dei ricostituenti favoriscono il buon esito della malatlia nei casi di cronica flogosi (V. Leucorrea). Quando perö la vaginite e mantenuta da papillocni od epi-teliomi, ehe sono piultosto comuni nelle cagne, bisogna pra-ticare innanzi futlo I'eslirpazione di quesle neoformazioni.
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(1)nbsp; nbsp;
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P
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. Nitrato argento grm. 10-20
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(5) P. Polv. pepe cubebe grm. (50
raquo; rudice genz. n QO
Limaturn di ferro raquo; 50
Polv. radice d'allea raquo; 60
Acqua q.b. per fare elcltuario.
S. Da darsi ad una bovina mat-
tina e sera la quartraquo; parle.
(Uychnet).
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Acqua dislillala litrinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 1
(Sainl-Cyr).
(2)nbsp; P. Tcrebent, com. gnu. 530
Polv. di colnfonia raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;
Polv. rad. bistorta raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo;
F. pillole nquot; 84. Da darsi quattro pillole al giorno
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ad una vacca.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Delwart).
VaiunUraquo;. II vaiuolo e malattia infettiva, spontanea o da contagio, ehe si manifesta con sintomi febbrili e colla for-mazione di pustole o vesckole-pustolose alia cute ed alle mucose, con decorso ciclico, ed acuto; e puö presentarsi sotto forma sporadica, enzootica ed epizootica, ora benigna, era piü o men grave e rnatigna.
Gli animali ehe soffersero una volta la specie propria di vaiuolo, ne restano preservati per un lempo piti o men lungo. II vaiuolo e stato osservato nella vacca , nel cavallo, nella pecora, mentre il vaiuolo descritto nella scimia, nella capra, nel maiale, nel cane, nel coniglio e negli uccelli, sembra es-sere I'tino o I'altro delle specie di vaiuolo sopra indicate (quot;). a) Vaiuolo vaccino. II cowpox si osserva specialtnente nelle vacche lattifere, sporadico od enzootico, quantunque i vitelli ed i tori non ne sieno esenti; ed ha d'ordinario un carattere beuigno, e molte volte anzi i fenomeni morbosi generali passano inosservati.
Terapia. Se il decorso e regolare, e non si presenlano complicazioni, d'ordinario baslanc le semplici cure igieniche,
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(*) V. Rivolta, opera citala.
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e teuer nette le mammelle e mungerle con circospezione, per averne favorevole esilo. II catetere del Fürstemberg giova benissimo per estrarre il latte dai capezzoli tumefatti. E solo dovrassi ricorrere a mezzi terapeutici locali, ed all'uopo anche general!, allorquanJo per essere l'eruzione alle mammelle confluente, queste si presentano molto tumefatte in un coi capezzoli, e con grande calore, rossore e sensibilitä; oppure si tratta di vaiuolo gangrenoso ai capezzoli delle mammelle. In quest'ultimo caso conviene anche l'amministrazione in-terna degli antisettici, oltre alia cura chirurgica e terapeu-tica locale (V. Mastite). E appunto coll'innesto dal cowpox, ehe si preserva l'uomo dal vaiuolo arabo; ed il cowpox colti-vato suU'uorao, si chiama vaccino umanizzato, od anche sem-plicemente vaccino (1).
(t) P. Cmbonalo potassa grm.nbsp; nbsp; nbsp; hnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da applicarsi due volte al giorno
Sciogli acqua dist. •nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 50nbsp; nbsp; suite parti infiammate delle mam-
Agg. Olio di ravizz. raquo;nbsp; nbsp; nbsp; 420nbsp; nbsp; inelle finchc si moslrano delle esco-
F. linimenlo.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; riazioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Fürstemberg).
6) Vaiuolo equino. E oggidi provato ehe il cavallo e col-
pito da vaiuolo (horse-pox), e ehe questo, identico per es-
senza al cowpox, puo essere benigno o maligne, discrete o
confluente, e presentarsi sotto forma di dermatite, rinite,
e stomatite pustolo-vescicolare, ed anche con cheratite e
congiuntivite.
L'horse-pox serve pure per preseryare l'uomo dal vaiuolo arabo; ma e perö conveniente farlo passare prima nell' or-ganismo di una bovina giovane, ehe non sia stata ancora colpita da cowpox, perche , inoculate direltamente aH'uomo, da luogo talora a fenomeni un po* tioppo gravi.
Provvedimenti di polizia sanitaria e mezzi preservativi. Sic-come l'horse-pox e contagioso agli individui della specie equina (anche ai bovini ed all'uomo perö) per virus fisso non solo, ma anche per virus volatile (potendo il virus re-stare sospeso nell'atmosfera), e necessario separare i sani dai malati animali in modo assoluto, e far governare si gli uni ehe gli altri da particolari custodi, ecc. Inoltre i malati ed i sospetti di contagione dovranno tenersi nelle mi-
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gliori condizioni igieniche possibili per evitare ua vsiuolo con-fluente.
Terapia, Giovano nel vaiuoio maligno le bevande nitrate emetizzate, ed il solfato di soda; ed e indispensabile il rin-novaroento delParia delle scuderie, e la loro puiizia. Nei be-nigno irii'ece, allontanando le influenze nocive esterne, la gua-riglone twiene senza trattamento curativo particoiare.
c) Vaiuoio pecorino. II vaiuoio ovino, riconosciulo anche sotto il nome di sctiiavina, puö essere spontaneo, ovvero da contagions, - benigno o regolare, ovvero maligno od irrego-lare, - sporadico, ma piü di frequente e enzootico. Si trasmette dai malati ovini ai sani non solo per virus fisso, ma anche per virus volatile; ed in favorevoli condizioni, puö il virus, elevandosi neU'atmosfera, essere trasportato alia distanza di 25-50-200 metri (Gilbert) o di 100 piedi (Veit). Non e vero ehe il vaiuoio attacchi gli ovini una sola volta durante la loro vita; ma tuttavia gli animali ehe lo soffcrsero, natu-ralmente od inoculato, acquistano immunitä per un tempo piii o meno lungo.
Mezzi preservativi e di polizia sanitaria. Per impedire lo sviluppo spontaneo della schiavina non vi ha altro mezzo ehe la puiizia e l'aerazione degli ovili, e il dar alle pecore aliment! scelli, cioe non alterati e muffati; mentre per evitare lo sviluppo da conlagione e necessario teuere il gregge sano lontano dagli uomini, dagli animali e da tutli gli oggetti ehe furono in contatto con malati, non ehe dalle strade, dai pa-scoli, ecc, frequentati da quesli. Sviluppatasi cio malgrado la malatlia in un gregge, bisognerä separare i sani dai sospetti e dai malati, e tenerli assolutamente isolati. I principali prov-vediraenti di polizia sanitaria sono: la dichiarazione, I'isola-mento e sequestro delle pecore infette, - il marchio degli animali infermi e sospetti, - il divieto di traslocnmento delle pecore ammalate, - I'interramento degli animali morti di vaiuoio in un colle pelli e colla lana (le pelli perö e la lana si possono utilizzare mediante preventiva ed accurata disin-fezione da farsi in ogni case nel site stesso di accantona-
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mento); la disinfezione dei locali stati abitati dagli ovini in-felti (non conviene introdurre in detli ovili pecore prima ehe siano trascorsi almeno 5-8 mesi, e secondo alcuni 2 anni).
Ma manifeslatosi il vaiuolo in una greggia un buon mezzo per eviiare grandi perdite, 6 pur I'innesto col quale non si ha, secondo Lessona, il 2 per 0/0 di perdita, raentre senza in-nesto le perdite sono del 37 %; pero io non credo conve-niente I'innesto profilaftico annuo, perche con queslo non si preservano le pecore del vaiuolo per tutla la loro vita, e perche 1' esperienza ha diraostrato ehe la schiavina e piü fre-quente nei luoghi ove si pralica quest' inoculazione , ehe in quelli in cui non si ricorre alia medesima.
Qual mezzo preservative fu pur vantata la vaccinazione, ma al riguardo la scienza non ha ancor delta Tullima paro'.a.
Terapia. Pel vaiuolo regolare e henigno non 6 necessario alcuna cura parlicolare, ma baslano i mezzi igionici.
Nella schiavina confluente , ed iperstenica con gagliarda febbre, si amministrerä il solfato di soda, il nitro (1) nella bevanda, o qualche decozione ammolliente o bevande acidulate; mentre nel vaiuolo astenico giovano le bevande toniche ed eccitanti (infusioni di plante aromatiche, infusioni di fieno (Benion) the de foin, - il Girard dice di aggiungere a queste bevande un gramma di canfora, ed il Rupprecht consiglia la valeriana in connubio eolla canfora (2)); e le frizioni irrilanti con aceto caldo (Lafosse), con acqua bollente, con senapa ecc., per favorire eccitando la pelle, l'eruzioiie, e lenendo nello stesso tempo gli ammalali in locali con temperalura un po' elevata ed uniforme. Negli ullimi periodi della malattia, allorche gli animali sono deboli, convengono , oltre ad una lauta nutri-zione, i ferruginosi, la china, la genziana, ecc; perö ad una tale medicazione non si ricorre d'ordinario ehe nei casi in cui son poche le pecore infette, e di un grande valore.
Se si formano ingorgamenti, ulceri o centri gangrenosi alia pelle, si medicheranno eonvenientemente.
Per le complicazioni di gastro-enterite, di pneuraonite ecc. vedasi il trattamento di queste malaltie nei relativi articoli.
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(1)nbsp; P. Nitronbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 720nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Cnnforanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Rrm. 30
Sal di Glaub. raquo; iMOnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Faiina ed acqua q.b, per
M. o f. polv. eguale. Si danbsp; nbsp; fare cletluaiio.
agli animali coll'avena conlusa pernbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Sc nc mcltc due-Ire volte al
100 pecorc. (Haulmer).nbsp; nbsp; nbsp; ginrnn sulla lingua delle pecore un
(2)nbsp; F. Pulv. rad. angel, grm. 90nbsp; nbsp; pezzo della grossezza di una noco.
raquo; raquo; valcr. #9632; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; (Rupprcehl).
* baccbe ginpp. laquo; •
d)nbsp; nbsp;Vaiuolo del cane. Quanlunque Leblanc e Barier ab-biano indicalo il vaiunlo nel cane, ed Hering riferisca aver notati sinlomi febbrili, vomito ecc, nei malati. tultavia non sembra provato ehe il cane sia soggetto ad una specie parii-colare di vaiuolo, al vaiuolo spontaneo ; ma bensi solo al vaiuolo da contagio. Queslo sviluppo da contagio puö aver luogo dall'uomo affetto da vaiuolo, e dalla pecora ammalata di schiavina.
Terapia. Ad ogni modo si consiglia di dare dapprima un emetico, e di fare quindi una cura sinlomatica.
e)nbsp; nbsp;Vaiuolo del maiale, - della capra, - della scimia, - dei cammelli, - delle lepri, - delle galline, - dei piccioni, - dei tacchini e delle oche. Non solo non e ancora dall'osservazione e daU'esperimentazione dimostrato ehe i suddetli animali siano soggetti, come gia accennammo, ad una forma di vaiuolo loro propria; ma e provato.ehe sono state considerate e de-scrilte nei medesimi, come vaiuolo, diverse malattie ehe col morbo in discorso non hanno ehe una lentana parvenza sinlomatica; e ehe in altri casi venne considerate e deseritlo come vaiuolo spontaneo , il vaiuolo da contagio , cioe loro trasmesso dall'uomo, o dagli ovini (pecore) ammalati punto di vero vaiuolo. E, secondo i! professore Rivolta, le malattie descritle come vaiuolo nei polli e nei colombi, e I'epitelioma contagioso del Ballinger, non sono altro ehe le varie forme di psorospermosi da lui descritte (*).
Terapia. In ogni case le cure igienico-dietetiche sono suf-(icienti; e se si presentano complicazioni si cureranno con-venevolmente.
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(*) Med. Vel., 1873, pag. 36.
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Valvole del cuore (alteraaioni delle). Le alterazioni valvolari piü importanti, ehe interessano il clinico, sono quelle ehe denominansi insuflicienza, e stenosi, le quali si possono trovare isolate, oppure insieme; ma in quest'ultimo caso pero una lesione prevale sull' altra. Per insufficienza valvolare, od inocclusione valvolare, si intendono quelle le-sioni, per cui le valvole perraettono il rigurgito del sangue nella cavitä cardiaca, ehe dovrebbero ehiudere, la funziona-litä delle valvole essendo punto quella di ehiudere la via al sangue ehe tende a rigurgitare.
Col nome di stenosi invece, o restringimento delle valvole, o meglio degli ostii od orifici cardiaei, si intendono quelle anomalie, per eui e difficoltalo il passaggio del sangue da una cavitä cardiaca in un'altra; cosi una valvola inspessita, ovvero eon neoplasie, chiuda bene o no, puö nello aprirsi lasciar poco pervio I'orificio per cui deve passare il sangue, Laonde avremo: Vinsußcienza della valvola mitrale, ossia bi-cuspidale, e la stenosi deH'orificio atrio-ventricolare sinistro, - Tinsufficienza della valvola tricuspidale e stenosi dell'ori-ficio atrio-ventricolare deraquo;tro, - Tinsufficienza delle valvole semilunari, e la stenosi deU'orificio aortico, - la insufficienza delle valvole sigraoidee e la stenosi deU'orificio arterioso destro.
Terapia. Nell'insufficienza valvolare, e nella stenosi degli ostii auricolo-ventricolari ed arleriosi, non si puö tentare ehe una cura sintotnaliea, poiche siamo impotenti a combat-tere radicalraente queste lesioni. Inoltre non sempre ed in tutti gli animali conviene economicamente ricorrere ad una tale cura sintotnaliea, cioe al riguardo bisogna teuer conto della specie degli animali (i bovini, gli ovini, ed i suini e meglio macellarli), dello stalo del muscolo cardiaco, ep-pero del modo e della durata della compensazione , e dello stato della nutrizione generale. Pereio nei easi in cui la compensazione si fa ancor bene, e eonveniente evitare le gravi fatiche muscolari, di dare ai malati una buona nutrizione, ed a piccoli, ma ripetuti pasti, - di regolare le eva-
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cuazioni intestinali ed orinarie, e di combatlere gli accidenti piii salient! e minacciosi, come abbiamo indicato a proposito della dilatazione del cuore. Ma coraparendo i fenomeni di asistolia, si ricorra tosto alia digitale, al caSk, ecc, oi.de re-golarizzare e rinforzare i moti del cuore (V. Asistolia). II salasso non puö essere indicato ehe quale mezzo sinlomttico, come allorquando si ha grave congeslione poimonare, ed av-vertendo ancora ehe in ogni case ie sottrazioni sanguigne sono un mezzo pericoloso , e ehe a queste il clinico ncn dovrä perciö mai ricorrere ehe nei casi estremi.
Tasi linfatini (malattie dei). Dicesi linfangite I'infiam-mazione dei vasi Hnfatici, la quale accade principalmente negli aninali giovani del genere equus, quantunque si ma-nifesti pure nei solipedi di tulle Ie eta, ed in tutti gli altri animali domestic!. Puö svilupparsi primitivamente in seguito di azioni meccaniche, ma ordinariamente perö consegue ad altre iesioni; cosi ferite, inflammazione dei tessuti vicini, per la penetrazione nei Hnfatici di pus, ecc. La linfangite del naso e dalle guancie accompagna non di rado rinfiam-mazione catarrale della mucosa respiratoria, e la linfangite delle estremiti si nota specialmente nei process! suppurativi del vivo del piede, e via via. E solo bene diagnosticabile la linfangioite superfieiale, poiche i vasi profondi, anche in-fiammati, sfuggono alia vista ed al tatto.
Terapia. Nei trattamento curative della linfangite, il clinico deve sempre avere in mira di ottenere la risoluzione, ove sia possibile. A tale scopo I'ammalato deve roantenersi in riposo piu o roeno assoluto a seconda della sede, della gravitä deH'infiammazione e delle varie complicazioni, in convenient! condizion! igienico-dieteliche, e soltoporsi ad una terapia generale in rapporto colla malattia, cui ha conseguito la linfangite, allorquando questa non amp; primitiva.
11 miglior mezzo locale consiste nei praticare ripetule fri-zioni di pomata mercuriale, e nei mantenere la parte ad una teraperatura elevata ed uniforme, involgendola o coprendola con calde coperture specialmente di lana; se perö il dolore
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e forte, conviene unire alia pomata mercuriale il giusquiamo o la belladonna (1). Giovano pure le fomentazioni con decotti mucillagginosi. Se malgrado queste frizioni la flogosi aumenta, e cresce la tumefazione, e la suppurazione si prepara , conviene applicare a permanenza cataplastni ammollienti tiepidi. In quesli casi d'ordinario non si Iralta piü di setnplice lin-fangite, ma di perilinfangile, cioe prende parte aH'inQamma-zione anche il conneltivo sottocutaneo involgente. E non ap-pena apparirä un qualche punto fluttuante, si apra tosto per dar uscita al pus; e dopo basta d'ordinario la semplice pu-lizia della piaga risullante per oltenerne pronta guarigione; ma perö, se questa ritarda , si pulisca tosto con bagni tiepidi ripetuti, e si medichi coiracido fenico, colla tintura di iodo, col nifrato d'argento, ecc, a seconds del casi.
Nelle linfangili a corso lento, e contro le tumefazioni ehe restano dopo scemata rinfiammazione ed il dolore, si ricorra immediatamente alle frizioni risolventi, e quindi vescicatorie; cosi unguenti col ioduro di potassio (2), ecc. (V. Adenite e Forcino).
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(1) P. Ungucnto mere. grm. 25 Estratto belladonna, oppure Estratto giusq. gi'm. 6
F. Unguento.
S. Per frizioni.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. B.).
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(2) P. Ioduro di potassio grm. 8
Saponc com.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 15
Spirito di vinonbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;• 90
F. linimento.
S. Per frizioni. (Hauhner).
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Verne (malattie dalle), a) Dicesi flebite rinfiammazione delle vene; si distingue in periflebile ., mesoflebite ed endo-flebite, a seconda ehe il processo colpisce I'avventizia , la media o Tinlima; e per 11 decorso, in acuta e cronica. E piü frequente nel cavallo e bue, ehe non nel cane. E solo dia-gnosticabile facilmente 1' infiammazions delle vene superfi-ciali, poiche i sintomi caralteristici non si possono ben os-servare dal clinico nolle flebiti interne. Non diremo della pileflebite e della piletrombosi, cioe dell'infiammazione e trombosi della vena porta, perche tali lesioni si ponno tutto al piü congetturare in vita; del resto quanto alia terapia in medicina umana per la pileflebite adesiva si consiglia il trat-tamento della cirrosi epatica, e per la pileflebite suppurativa quello deli'epatite parenchimatosa. Tra le vene superficial!
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603 sono piü frequenlemente in preda ad infiammazione le giu-golari e la safena inlerna, la vena ombelicale (V. Onfalofle-bile), e le collaterali dello stinco.
Terapia. Nelle flebiti esteme in principio, ollre la quiele assoluta della parte, sono indicali i topici freddl ed astrin-genli, e poscia le frizioni fondenti; ma giovano specialmente le ripelute frizioni di pomafa mercuriale, e la successiva ap-plicazione di cataplasmi tiepidi. Se quesli mezzi non bastano, si ricorra ai vescicatori. Ed appena comparso un punto flut-tuante, si apra toslo, e se ne solleciti la guarigione con con-venienli farmaci antisetlici e cicatrizzanti; pero in alcuni casi basta la semplice pulizia. Nell'infiammazione della giu-gulare bisogna allontanare subito tutto ciö ehe oslacola il deflusso del sangue dal capo, e ricorrere in principio ai bagni freddi, poscia tiepidi ed ammollienli, e terminare la cura con frizioni fondenti, ed alTuopo vescicatorie. Di rado nella fistola della giugulare e necessario spaccare il tragitto fisloloso, e passarvi un setone.
b) Varice. Diconsi varici le dilatazioni delle vene. Queste eclasie possono aver forma varia, ed interessare solo un punto della parete venosa, o tutti i lati della medesima, e le stes^e pareti essere o assottigliate od inspessite, oppure avere la spessezza normale. Si dice poi flebectasia cirsoidea, o ser-pentina, quando havvi contemporaneamente dilatazione della vena e suo allungamento ; e si nota questa forma special-mente nelle vene spermaliche.
La diagnosi delle varici non e difficile, quando ne sono affette le vene cutanee; mentre le varici delle vene musco-lari profonde non possono mai diagnosticarsi con sicurezza. Negli animall bovini e solipedi finora non si conoscono fe-nomeni morbosi, ehe valgono a rendere certa la diagnosi della dilatazione varicosa della cava posteriors.
Terapia. Non abbiamo mezzi per guarire radicalmente le varici, per rendere cioe alle vene dilatal^ il loro normale volume. Laonde il clinico dovra cercare di impedirne il loro aggravamento, e, se e possibile, di ridurle al minimo grado.
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Per questo effelto il migliore espediente e la compressione continua , ehe in certi casi puo farsi con calze elastiche, o con fasciatura permanente.
Terruche. Sono piccole protuberanze cutanee indolent!, era allungute, ora emisferiche, liscie o solcate alia loro su-perficie, di colore piü o men oscuro, aderenti alia cute con larga base o mediante sottile picciuolo, ehe si presentano in tutti gli animali specialmente nolle regioni ove la pelle amp; provvista di fina epidermide (labbra, narici, mammelle, pi-sciolare, faccia interna delle coscie ecc), ora isolate ed ora a gruppi. Risultano le verruche da uno straordinario allunga-inento ed ispessimento delle papille, ehe si trovano ricoperte da uno strato epidermoidale molto grosso e duro. Nei cavalli osservansi non di rado delle verruche flliformi alle palpebre ed alle labbra, delia lunghezza di 2-4 linee e piü, e della gros-sezza poco piü di una setola di porco.
Terapia. II miglior mezzo e I'estirpazione con la forbice a cucchiaio, o col bistori, a seconda ehe e peduncolata od a larga base la verruca, seguita da causticazione atluale o Potenziale, cosi acido nitrico, cromico, acetico ecc.
Contro le verruche plane sono sufficienti i caustici, come I'acido carbolico puro concentrato, I'acido nitrico fumanle e siraili. L'Hertwig raccomanda l'arsenico, non ehe il percloruro di ferro diluito.
Tertigine. II nome di verligine, dal latino vertere, ehe significa girare, viene adoperato in zooiatria per indicare un assieme di fenomeni morbosi, delti appunto vertiginosi, ehe sopravvengono ad accessi: cosi disordini piü o mono gravi nell'esercizio dei sensi, - movimenti disordinati piü o meno violenli, - andatura a sbalzi, - bareollamento indeterminate, movimento involontario, impulso a correre od a cadere verso I'innanzi od a movimenti all'indietro, la corsa all' ingiro ad uso di cavallerizza (freqoente nei cani) ora verso una dire-zione, ora verso un'altra, e via dicendo.
A seconda della causa si sono distinte varie specie di verligine.
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Quando le cause sono passeggiere, anche la verligine e un fenomeno passeggiero, e cessa tosto ehe quelle svaniscono, cosi pure succede nella simpatica. Spesso pero si presenta la vertigine ad access! indeterminati e ripeluti, e ciö succede specialmente, quando ad una causa ehe agisce di continuo (affezioni cerebrali, ecc), se ne aggiunge anche un'altra oc-casionale ed accidentaie.
Terapia. Durante un aceesso di vertigine si deve proleg-gere ed appoggiare il tnalato, onde prevenirne la sua caduta, e preservare gli oechi laquo;lall' impressione di una viva luce. Ma se I'accesso si prolunga, ed e intenso, per abbreviarlo si puo ricorrere ai bagni freddi continuati sulla testa, coprendola bene con uca pezzuola continuamente bagnata con acqua freddissima. II trattamento curathro pero dovra variare collo state morboso, ehe e causa della vertigine; quindi ora gio-verä una cura antiflogistica e derivativa, e I'uso specialmente degli alcalini a dose un po' elevata (anicnali pletoriei); ora tonica e roborante, ora sedativa; cd e specialmente nei suini e nei cani ehe gli emetici producono buoni effetti, quando e la vertigine conseguenza di gaslriche affezioni. Nella vertigine cosi delta essenziale bastano d'ordinario le cure igienico-dietetiche, per far cessare il rilorno degli aeeessi (Vedi ma-lattie dell'encefalo, e dell'apparato chilopoietico).
Veseica laquo;rinaria. (malattie della). a) Chiamasi eistite I'infiammazione della mucosa della veseiea, la quäle puö essere catarrale, cruposa e difterica; ed acuta e eronica. L'urocistite catarrale puö conseguire a per-frigerazione, a traumatismo, non ehe a cause interne, come a propagazione della flogosi da organi vieini, all'irritazione diretta da corpi stranieri, es. calcoli, da sostanze assorbite e quindi eliminate eoll'orina, come cantaridi, e balsamiei; infine puö ancora essere I'effetlo della decomposizione dell'o-rina stessa, troppo a lungo trattenuta in veseiea. Ed ö specialmente durante il corso di morbi infettivi, ehe si nota la eistite cruposa e difterica, epperö questa e sintomatica.
Si termina d'ordinario I'urocistile catarrale per pronta gua-
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rigione; ma in alcuni casi si formano ulceri catarrali, piu di rado ascessi sottomucosi, e qualche volta ne succede anche un'icorizzazione dillusa. Infine nella cistite cronica puö av-venirne la sclerosi, caralterizzata dall'ingrossamento della pa* rete vescicale. Quesl'ipertrofia vescicale puö essere concen-trica od eccentrica. Noi abbiamo osservato piii frequentemente la cistite, sia acuta ehe cronica, nei cani, ehe non in tutti gli altri animali; e la cronica speeialmente eon ipertrofia eoneentrica.
Terapia. Per soddisfare aH'indicazione causale, e proßlat-tiea, si deve evitare l'ingestione di sostanze irritanti, e curare I'uretrite, la raetrite, ecc, allorche la cistite proviene da diffusione di inQammazione dagli organi vieini, e fare una eura diaforetica, quando dipende da raffreddamento.
In ogni case e eonvenienle nel periodo acuto favorire il piü ehe sia possibile la diluzione aequosa dalle orine, avver-lendo ehe le bevande piü vantaggiose sono le aeidule, e le leggieri soluzioni di bicarbonate di soda; mentre giovano meno le bibite oleose e mucillagginose. Giova mollissimo il latte anche per calraare i dolori. I eataplasmi caldi al venire, i bagni tiepidi generali (piccoli animali) , i saechetti ammol-lienli e ealdi alia regione lombare, le fomentazioni tiepide ed ammollienti appunto a quesla regione ed al ventre, ed i cli-steri ammollienti ed all' uopo resi anche anodini, riescono molto giovevoli.
Se malgrado questa medicazione, il riposo , ed una diefa lattea nei earnivori ed onnivori, e cibi non eceilanti e bevande farinose negli erbiTori, persistono i dolori ed il tenesmo della vescica, si usi I'oppio a piecole ma ripelute dösi, o la morfina anche in iniezioni ipodermiche, la polvere del Dower, I'infuso di foglie di giusquiamo. Si consigliano pure le iniezioni mucillagginose in vescica, le frizioni di poraata mercu-riale sulla regione vulvare, e di olio di giusquiamo sul perineo.
Nel eatarro acuto dovuto all'azione delle canlaridi e con-
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607 veniente la canfora amministrata per I'atrio della bocca o per clisteri.
Calmati i dolori, quando il rouco-pus diviene abbondante, e urgenle ricorrere agli astringenti; cosi acido tannico e benzoico (1), acido galüco, decozione di uva ursina, acetate di piombo, e simili.
1 Contro il catarro cronico, rimosse le cause (calcoli ecc), sono da raccomandarsi i balsamic! ed i resinosi. Fra questi farmaci noi abbiamo riconosciuto di grande efficacia I'essenza di trementina, il balsamo di copaive e del Peru; ma e pure giovevole il catrame vegetale, e I'acqua di catrame.
Se i detti farmaci tornano inefficaci, si deve fare addi-ritlura una cura locale; cioe ricurrere all'lniezione di acqua tiepida in principio, e poi fredda, ma abbassandone la tem-peralura grado a grado.
Si debbono usare con cautela le iniezioni medicamentose astringenti coi preparati d'srgento, di zinco, di acido tannico, e di rame; mcnlre nel caso di orine di color sporco e di odore fetido, noi abbiamo trovate vanlaggiosissime, in cavalle e cagne, le iniezioni di ipermanganato di polassa e di iposolfito di soda (nel rapporto di un grm. sopra cento di acqua distillata).
In caso di ipeitroGa eccentrica e necessaiio vuolare ogni 10-12 ore la vescica; mentre neiriperlrofia concentrica sa-rebbe convenienle di far rimanere 1'urina in vescica il mag-gior tempo possibile, onde facilitarne la sua dilalazione.
La cistite cruposa e difterica, ehe si puö osservare in gravi malaltie acute di infezione, come nell'icoremia, nel tifo ecc, e ehe si earatterizza dall'uscire coU'orina di coaguli bian-castri e membranosi, oltre al trattamento della malattia pri-maria, richiede le stesse avvertenze (2) da noi superiormente indicate.
Passalo il periodo di acuzie, agli ammalati di cistite e urgente dare buoni alimenti, ed all'uopo farmaci tonici ed anche eucrasiei, avendo tale affezione una grande tendenza allo state atonico.
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(1) P. Acido tinnicraquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;grin. 3nbsp; nbsp; (2) P. Solfato di rame grm. 30
Acido benxoico egrm. 8nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acqua di fonte gt; 360
M. e f. 40 cartclle uguali.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Per iniezioni nel crup delta mu-
S. Una cartella ogni due orenbsp; nbsp; cosa veseicale. nel cane. (L. Brusasco).nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Haubncr).
b) Chtospasmo. E lo spasmo della vescica per laquo;no stato di eccitamento anormale dei nervi motorii vescicali senza allerazioni nutritizie dimostrabili, il quale non devesi confon-dere colle contrazioni tutnultuarie dei muscoli della vescica, ehe Hanno luogo in seguito di maialtie di tessitura, per la presenza di calcoli, ecc, ne colla ritenzione d'orina per osta-coli meccanici alia sua eliminazione per I'uretra.
Se havvi spasmo del detrusore, una laquo;piccola quantitä di orina eccita il mitto, e gli ammalati non sono capaci di im-pedire il continuo stillicidio dell' orina mediante le contrazioni dello sflntere; queslo stato chiamasi enuresi spastica. Ma se all'incontro sono specialmente le fibre muscolari dello sfintere, ehe sono in istato di contrazione spasmodica, gli ammalati si mettono sovente in posizione per mingere, e non riescono ehe a gran fatica ad eliminare un po' di orina ed a gocciole od in sottili getti, il ehe si dice disuria spastica. Si ha inline I'iscuria spastica, o ritenzione completa dell'o-rina, allorquando tanto il detrusore ehe lo sfintere sono con-temporaneamente, ed in modo assai grave, in preda a spasmo, per cui gli ammalati sono tormentati da, bisogno di orinare, ma incapaci di soddisfare a questa funzione.
Terapia. Nel trattamento curativo del cistospasmo si deve tener conto, ehe puö conseguire ad influenze cerebrali (paura, spavento, ecc), spinali e riflesse (es. corpi stranieri esistenti in vescica, nell'uretra ecc), e soddisfare perciö all'uopo al-l'indicazione causale prima di tutto. Alcune valte la ritenzione di orina prodotta da spasmo veseicale, si vince met-tendo l'ammalato, e ciö e noto persino ai carrettieri, sopra strame fresco, e facendo sull' addome con o senza asper-sione precedente di alcool canforato forli fregazioni, stro-finando lungo I'uretra, sotto I'ano, oppure esercitando una delicata e graduata pressione sulla vescica colla mano intro-
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dolta nel retlo. Ma nei casi oslinati e necessario ricorrere all'uso di narcotic! e di antispasmodici, sia per I'atrio della bocca ehe per I'ano, onde soddisfare all'indicazione sintoma-tica. Da buoni risullati I'assafelida araministraia all'.interno e per clisteri. Pero se si temc la rotlura delia vescica, si deve procedere immediatamenle al cateterismo, ehe e di assai facile applicazione nelle femmine; e nei casi eslremi ricorrere anche alia punlura deirurocisti, onde impedirne la rottura. II salasso, secondo Spinola, Rychner ed altri, da buoni effetti. II Delwart contro la ritenzione di orina nel ca-vallo raccomanda di iniellare con precauzione nell'urelra per mezzo di una siringa da clistere, una decozione tiepida di serai di lino, lino a ehe si inconlra resistenza. Tolta la siringa ne esce il liquido inieltato, e losto dopo anche I'urina.
In un case di iscuria spastica in una cavalia, in seguilo a spasrao vescicale sviluppalosi per ritenzione troppo prolun-gala di urina in vescica (V. Giornale di tneil. vet., 1875, p. 442) il distinto veterinario eondolto, Brusasco cav. Pieiro, ottenne buoni effetti coll'uso degli oppiacei (1).
In un cane Pointer con iscuria spastica, cioe dipendente da
spasrao rauscolare, ricorsi con vantaggio al cloralio idrato (2).
(1) P. Teste di papavero Ndeg; srinbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Da amminislrarsi a bicchicri
Facciansi bollirc in acqua sor- ns;iii njezz'ora, (Brusasco Piclro).
gcnlc alia colalura di gnu. 1200 (i) P. Cloralio idralbnbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grin 4
Agg. c sciogli :nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;80
Oppio purenbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; !0nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; S. Da darsl a (3iicchiaiatc col-
Laudaro liquido raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;S rintorvallo di niczz'ora. (L.B.).
c) Cistoplegia. E la paralisi della vescica urinaria, la quäle puö interessare lo söntere od il detrusore, oppure am-bidue contemporaneamente questi muscoli antagonisli. E piii frequente la paralisi delln sfintere, ed in tal caso I'Drina scorre involontariamenle dalla vescica, cioe si ha I'enuresi paralitica; mentre nella paralisi del detrusore, della tunica rauscolare della vescica, qunsla si dilata eccessivamente per la ritenzione dell'orina, non polendo piü la medesima venir eliminata, ed in ogni caso solo in parte, se non dietro un'ec-cessiva tensiorte delle pareti cistiche, e coll'aiulo della pres-sione addominale. Havvi pure un continuo flusso di orina nei Diz. Brusasco.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; 39*
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malati, in cui sono paralizzati contemporaneamente la parte muscolare del collo della vescica, e la sue tonaca muscolare. Terapia. Di rado possiamo soddisfare all'indicazione cau-sale, e specialmente in quelle cistoplegie prodotte da malattie del cervello e del midollo, o da febbri tifiche. Neile cistoplegie risultanti da eccessiva dilalazione della vescica e da forti stiramenli della sua muscolatura per forzata ritenzione d'o-rina a tnotivo di una causa qualunque, rimosse le cause, conviene il ripetuto cateterismo, ehe e di facile applicazione nelle femmine, - la metodica pressione esercitala sulla vescica colla mano introdotta nell'intestino retto, - I'amministrazione interna degli amari e degli eccilanti (cantaridi, ecc. (1)), e le frizioni eslerne con alcool canforato ed essenza di tere-bentina, falle specialmenle alia regione perineale e sacrale. E pur slata raccomandala la slricnina, la noce vomica e si-raili. Nello stesso tempo si deve ricorrere all'uso del freddo sollo forma di lozioni alia regione vescicale, e di clisleri.
(1) P. Olio tercbenlina grm. 60nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;Da darsi giornalnicnle ad un
Polvere cantaridi raquo; 2-5 cavallo un bolo.
Polv. radicc di altea q.b.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Hayne).
per fame U boli.
d) Calcoli vescicali. Qaesti calcoli, ehe non incominciano
sempre a formarsi nella vescica stessa, raa ehe quivi cadono
dai reni per la via degli ureteri, ove si ingrandiscono per
sovrapposizione di novelli strati, possono variare mollissimo
per la loro composizione chimica, pel colore, forrna, volume
e numero. Si da il nome di arena, renella o sabbia, a pic-
colissimi calcoli, precipitali di acido urico o di allresostanze,
formalisi nelle vie orinarie, e ehe escono assieme all'orina.
Si capisce da cio, ehe non tutti i calcoli vescicali possono essere espulsi spontaneamente, sia pel loro volume, sia per-che alcune volte sono fissati da ripiegamenti sinuosi della mucosa, cioe insaccati.
Terapia. Fatta la diagnosi di calcolosi vescicale, siccome le cure interne direlle a sciogliere chimicamente i calcoli, nello slato presente delta scienza, non sono ammissibili, non si puö far altro ehe ricorrere alia litotrizia, alia cistolomia;
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ma gli auimali bovini peio e meglio condannarli addirittura al macello (V. Calculi renati).
Vitreo (malattie del corpo). Le allerazioni patuiogiche del corpo vii.reo sono pressoche sempre conseguenza di malattie deila coroidea e del corpo ciliare. Gli intorbidamenli, ehe non tanlo raramente si producono nel vilreo, sono ricono-scibili coll'esame oftalmoscopico dell'inlerno deH'occhio. Si puö avere un intorbidamenlo diö'uso, uniforme, per cui al-I'esame oftalmoscopico invece della rossezza nornjale, si trova un riflesso oscuro, grigio-rossiccio del fondo dell'occhio, mentre la retina 6 in parte mascherata; oppure consistono gli intorbidamenti in formazioni (ioccose, fiocchi, od in mem-branelle filiformi di grandezze ditferenti, e flulluanti. Per queste allerazioni gli ammalali animali divengono ombrosi.
Opacamenti del vitreo possono pure datare da lesioni di corpi stranieri, e per lo piu da emorragie intraoculari in se-guilo a lacerazioni di vasi coroideali.
Terapia. E necessario combattere anzitutto le malattie pri-
marie (V. Goroidite e Giclile), ed allontanare dall'occhio ogni
.forte irritazione; cosi evitare la luce troppo viva, ecc. Ope-
rano assai bene i foment! coll'acqua fredda , gli astringent!,
e poscia i rivulsivi e derivativi sul canale intestinale.
Voiuito. Dicesi vomito in zooialria il mandar fuori per la bocca, ed anche per le cavita nasali, delle materie liquide e solide contenute nello stomaco. II suo meccanismo risulta dalle energiche contrazioni dello stesso ventricolo ed esofago, e specialmente dalla compressione ehe su quelle esercilano le piii o men forti contrazioni del diaframma e dei muscoli addominali.
II vomito avviene specialmente nei cani, nei gatti e nei porci, e particolannente allorquando lo stomaco e sopracarico di materie alimentari, oppure contiene sostanze indigeste od anco velenose. In questi casi non havvi aleun dubbio ehe il vomito sia salutare, per cui richiede solo un intervento tera-peutico, quando e associato con forti sforzi e dura troppo a lungo. Ma oltre a queslo vomito fugace e lieve, ancor delto
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acuto , si ha pur nei cani il vomito cronico , cioö ehe dura anche piu settimane, e ehe puö terminarsi colla morte o colla guarigione , e cio a seconda delta lesione da cui e mante-nuto. Cos! incorrono facilraenle nel vomito i cani , porcl e gatti ehe soffrono di catarro gastrico , di duodenite ed apatite, di verminosi, ecc., - lo vediamo pure nel restringimento del piloro , nell'invaginazione inteslinale, nell'ernia strango-lata, nelle ocelusioni iatestinali per masse feeaii, per caleoli, nelle malattie acute del cervello, e via via.
Noi abbiamo alcune voile osservato il vomito in cagne gravide, e crediamo poterlo paragonare al vomito incoereibiie della donna, poiehe non abbiamo potuto altrimenti renderei ragione della sua persistenza , anzi in alcune cagne non lo abbiamo veduto cessare ehe col parto.
Nei ruminanti non tanlo raramente pure fa nolato ii vomito in seguito aH'Ingestione di una grande quantila di ali-menii (indigestione per sopraoarico di alimenti), di sostanze acri sole od associate al foraggio, di bevande acide e sozze, di birra guasta (Kolcher) , ecc; in questi casi il vomito e pur salutare. Fu visto ancora in seguito a lavature fatte contro i pidocchi eon una decozione di elleboro, e come sin-tomo di dilatazione esofagea, di eanero dell'abomaso, di in-fiammazione del quaglio e duodeno, di corpi infissi neU'eso-fago e via via. Piu di rado fu osservato il vomito in altre specie di animali.
E certo perö ehe anche in animali si hanno vomiti nervosi.
Terapia. Bisogna soddisfare anzitutto all'indieazione eau-sale, cioe curare le malattie nelle quali il vomito si presenta (V. Gaslrile, Gastro-duodenite, indigestione, eee.).
Abbiamo giä detto ehe in caso di ingestione di una troppo grande quantila di alimenti , o di catliva qualitii, o di bevande, ecc, il vomito e salutare, epperö richiedere solo un trat-tamento eurativo, ailorche e eccessivo e troppo si prolunga. Contro I'iperemesi del cani, gatti e porci, giovano le polveri effervescenti o gazzose , eon cui si introduce nello stomaco acido carbonico e tartrato di soda , le quali consistono di
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613 bicarboaato sodico e di acido tartrico (1); ed alia soluzione del bicarbonato di soda nei casi ostinatl si unisce con vanlaggio I'acetato di morfina (2). Inoitre con vanlaggio si adoperano ancora 11 caffe nero, i'infuso di menta, di valeriana, ecc.
Anche contro i vomiti nervosi si hanno buoni risultati dal-I'uso, ollre dei suddetti farmaci, dei narcolici, deH'acqua di lauro ceraso, dell'oppio e suoi preparati, della belladonna, ecc.
Nei casi in cui il vomilo era mantenuto da pirosi noi ab-biamo con somnio vanlaggio adoperata la magnesia usta raisla al magislero di bismuto (3).
Non raramenle abbiamo pure usato con favorevolo risul-talo la linlura di iodo (4), ed anche in cani, in cui i narcolici, e gli altri medicamenli, avevano fallito.
Nei bovini vennero specialmentc adoperali il carbonalo di soda e di polassa (5); del resio il traltaraento deve sempre essere in rapporto colle condizioni ezioiogiche. L'Allemani ricorse con'vanlaggio ali'infuäione di caffe (6). II Verheyen dice ehe il bicarbonato di soda alia dose di 4-8 grammi, sciolto in una piccola quanlilä di acqua, dato ogni quarto d'ora ed immedialamenle seguito dall'arnministrazione di una piccola dose di aceto, e il mezzo piü efficace per arrestare i vomili, ehe non derivano da una lesione organica incurabile.
II zooiatro GianoKi in una vacca con vomiti pertinaci e dipendenti da una vera spastnodia del cardias ricorse all'uso dell'oppio e magislero di bismuto, al salasso, e negli ullirai giorni ad infusioni aromatiche; ebbe attacchi di vomiti I'am-malato bovino dalli 21 mäggio all! 18 giugno (V. Med. Vet. 1860 pag. 55) (7).
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.(I) P. Bicarbonato soda gnu. 1-2 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; • (iO
D6 in iiala ben turata. P. Acido tarlarico grm. 1-1'/-Acqua comune raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;GO
Du in finla ben turata, S. Si amministra la pi'inia soluzione, ed imiDcdiatamente dopo la secouda, in modo die la misccla c quindi I'effervescenza succeda nol vcntricolo.
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Contro I'iperemesia dei csni, delle
eagne gravide, ecc; si ripete tale
dose 2-3 volte al giorno secondo it
bisogno.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(L. Brusasco).
(2) P. Bieiirlionnto soda grm. 2-5
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100
Acetato mor. cgnn. 1-2
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 100
Da in tiala ben turata.
P, Acido tartarico grm. 1-2
Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;raquo; 100
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(S) P.
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Piori camocnilla Acqua
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grm.
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S40
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Da in fiala ben turata.
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S. Se ne da un quarto delta
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prima soluzione, ed immediatamente dopo altrettanlo della seconda, S. Da consumarsi in 2'laquo; ore. (L. Brusasco). (3) P. Magnesia usla grm. 3-5 Magistcro bismuto raquo;#9632; 1-2 Acetalo niorlina egiui. '/j-* Soluz. gommosa grm. ISO S. Da sbatlcrsi e consumarsi in 2'j ore a cucchiai. (t. IS.). ^4) P. Tinlura di iodo gun. 1-2 loduro polassico raquo; 2-3 Acqua dislillata • 300 S. Una cucthiaiata ogni era ad un cane finche ccssino i voniiti.
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F. inf. ed agg.
Carhonalo potassa raquo;nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;8
Da darsi in una volta. Si ri-pele 5-6 volte talc dose.
(Forster).
(6)nbsp; nbsp;P. Caffe lurr. e polv. grm. 200 Acquanbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;litri 4
pa infusione.
Da Etoitninisli'srsi in una sol yolta; lie di tali dosi al giorno. (Altcmani).
(7)nbsp; nbsp;P. Oppionbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; grm. 8 Magistern hismulo raquo; U
Da amministrarsi in iufuso di camomilla.nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp; nbsp;(Gianottli.
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(L. Brusasco).
Vulvite. Con tale denorainazionti si designa I'infiamina-zione delle labbra della vulva e della clitoride. Di rado pero e isolata, ed in questo caso dipende da cause traumatiche, da secreti alterati ed irritanti.
Terapia. Nelia forma lieve bastano le abluzioni con acqua vegeto-minerale, e la separazione delle parti tra loro per non lasciar stare a mutuo contallo le superficie infiarnmate e se-greganti. Per la forma grave giovano i bagni emollienli resi anodini, ed i cataplasmi ammollienti, se pur e possibile applicarli; - gli ascessi die ne risullano in questa forma flemmonosa richiedono senz'altro I'apertura.
Zecche. Diverse specie del genere ixodes, vulg. zecche, si fissano sui mammiferi per succhiarne il sangue, infiggendo piü o raeno profondaraente la loro tromba.
Terapia. Per allontanare le zecche ehe attaccano il cavallo, il bue, i cani e le pecore, conviene lascier cadere sulle parti in cui si sono infisse, un po' di olio di terebentina, di ben-zina od anco di tintura d'aloe, perche in questo modo si di-staccano piü facilmente. Infatli volendo eslrarle allrimenli, e con violenza, talora si lasciano desse rompere piulloslo ehe abbandonare il luogo, e cosi ne puo conseguire, rimanen-done il loro succhiatoio infitto nella ferita , forte infiarama-zione, ed anco la suppurazione.
Zoppina dei bovini. Solto questa denominazione, la
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quale e stata adoperata per indicare molte malattie dei piedi delle bovine, si designa dal Toggia e dal Brugnone special-roente, nn tumore infiammatorio, non dissimile dal chiavardo, non contagioso, un chiavardo semplice, ehe apparisce o sui lati dells corona dei piedi anteriori o sulle fenditure dei zoc-coli, o talvoila al tallone esterno dei piedi posteriori dei bo-vini, sotlo forma di tumor duro e teso, precedulo da nausea, ecc. (Toggia. Storia e euro delle malattie piü famigliari dei buoi. Torino, 1831).
Terapia. Riposo assolulo, pullzia del ricovero, collocamento degli animali sopra copiosa e secca lelliera, tenendoli a dieta bianca, e loro amministrando blandi purganti, bevande nitrate, avvertendo ehe solo nei casi gravi si consiglia il sa-lasso generale. Nello stesso tempo si ricorrerä agli ammol-lienti locali, cioe a bagni con decozione di malva, altea, lino, ecc.; oppure a cataplasmi ammollienti, i quali saranno maggiormente proficui nella terminazione per suppurazione.
Allorche il tumore mostrasi fluttuante, si aprirh iramedia-tamente, ed all'uopo asportando anche una porzione di so-stanza cornea per favorire la libera uscita del pus; quindi detersa la piaga con bagni liepidi, si medicherä eonvenien-temente, - cosi con piumacciuoli carichi d'unguento basilico, incglio di unguento digeslivo, di unguento di colofonia, ecc; e dopo colla tintnra di aloe, di mirra e simili, onde pro-muoverne la cieatrizzazione. Alcune volte e pur necessitata la dissolatura. In ogni caso pertraquo;, allorquando le eondizioni locali facessero riconoscere o la probabile caduta dello zoc-colo od una guarigione incomplela, e piü conveniente desti-nare tali animali al macello, menlre si trovano ancora in buono state di nulrizione.
Zoppina delle pecore. Viene dala questa denomina-zione ad un'infianvmazione specifiea della membrana chera-togena del piede degli animali ovini, earallerizzala da scolla-mento di una parte piu o meno eslesa dell'unghia dalla parte dello spazio interdigitale, e da allerazioni organiehe abbastanza gravi per renderla incurabile, allorquando non viene in prin-cipio combattuta convenientemente. Altacca d'ordinario la
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maggior parte degli anicnali formante il gregge, ed in alcune
contrade pare enzoolica.
Nun sono ben note le cause di questa malattia, ma e da molti considerata appiccaticcia.
Terapia. Per ottenerne la guarigione, gli animali devono essere sottoposti alle richieste medicazioni fin dall'iniziarsi del morbo. Bisogna cioe esportaro immediatamente lulla la cornea scollata, e quindi ricorrere, secondo Delafond, La-fosse, Gaiot ed altri, alia causlicazione colTacido azolico, -setle od oüo giorni baslerebbero per ottenerne completa guarigione. Ma se bavvi disunione talmente estesa in lunghezza ed in profondita deile pareti della sostanza cornea dalle parti ehe ricopre, ehe sia a temere la caduta inliera dell'unghia, e meglio toglierla tulla addirittura ehe attendere la sua eli-rainazione. M. Collet vanta la dissoluzione del solfalo di rame, e noi pure diamo la preferenza al solfalo di rame polveriz-zalo, ed in soluzioni piii o meno concentrate.
MM. Derender e d'Aboval preconizzano un liquore composto di 32 grm. d'acido azolico e di acido solforico e di 16 grm. d'oppio diluilo in due cucchiai d'acqua calda. M. Adenol dice guarire presto, e senza recidiva, la zoppina, esportando con una foglia di salvia tulle le parti dislaccale, ed immer-gendo quindi i piedi, e tenendoli 2-3 minuli, in una soluzione falla con nilralo di mercurio grm. 30, acido azolico 20, ed acqua 100; ed al momenlo poi in cui ritira il piede dal li-quido medicamenloso, lo saleggia di gesso, e dopo lascia l'animale in liberlä senza piii occuparsene.
Ma malcurata, o trascurala la malattia, si producono alte-razioni gravissime alle ossa, articolazioni e tendini, per cui e piii convenienle sacrificare gli ammalali ehe curarli, po-tendone conseguire losto il marasmo ed anche la morle.
Si dovrä, raccomandano Roll, Lafosse, Reynal, Benion, ecc, Irallandosi di malallia conlagiosa, separare losto gli animali sani, e lenerli assolulamenle isolali dai malati, e ricorrere ai ben noti provvediinenli di polizia sanitaria.
FIN E.
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