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ORDINI
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DI CAVALO ARE,
ET MODI DI CONOSCERE LE
natvre de' cavalli, EMENDARE I VITII LORO,
Et ammae/irargU per tufo deÜ4 guettit >
er commodiüdcgli buomini.
Composti dal signor
Federico Grifoni Gentil'huo-
mo Napolitano.
«ON GRATIA BT PRIVILEGIO.
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In Vinegia, appreflo Vincenzo Valgrifi,
alla bottega d'Erafmo. |
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M D L I I I.
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ALL'ILLVSTRISSIMO
ET ECCELLENTISSIMO DON
HIPPOLITO DA ESTE,
Reuerendifiimo Cardinal di
Ferrara, Federico
Grifone.
Oguono Illuftrifrimo &
Reuerendifsimo Signor mio, gli animi grandi allegramele abbrac ciare,ogn'opra couenieté aguer- ra: onde auuiene che il più delle uolte fi arriua a maggior altezza:Per tanto cono- feendoquanto V. S. Illuftrifsima&Reueren difsima fia rara,&: non folo dotata di animo gran- de, & di quanti doni fi ponno dalla natura porge- re,ma dedicatifsima alla caualleria (feguendo fem pre i naturali coflumi della fua illuftre,ct antichif fimafameglia ; ) Mi rifoluo fra tanti Precipi che hoggidì fono al mòdo fceglier lei,& dedicarle que fta operetta mia,che per eiTer quella un uero efse- pio d'ogni ualore, fo bene che le farà cara, & leg- gendola fpeiloje darà fentimc to tale,che l'imper- tioni, che forfè ui fono, faranno fcacciate, come i piccioli nuuoli da impetuofi uenti, che altrimete, lafciandodapartele preghiere di quel generofo &buon Caualliero5il Signor Francefco Villa,che con ardentifsimo zelo mi ha gran tepo a fcriuerla A z inanimato |
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inanimatela niun modo confentirci ch'ella ufdfïc
a 1 uce, coli difarmata ; a riccuer j colp i, & da que- ffo,& da quel!o,Et benché al generale quefta dot- trina fia in ma di gente balta, non perciò mi fono sdegnato di ragionarne ; Et ho uoluto dimoftrar- la,fe non con la perfona,c'6 gli ordini ferirti, & aiu tarla fotto le ali, & l'ombra di quella, conofeendo che bene appartiene a qualunque principal Caua liero,tentare con ogni forza follcuarla,e(Tendo uir tu mirabile,& fi vilmente opprelTa,della quale, & Re,&huomini celebrati furono chiamati inaeftri : & per non toglierle il tempo alla grafia che mi faràdile"-o-c. re qui, tacendo inchine- uolmente,lebafcio lefacratifsime |
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mani.
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ORDINI DI CAVAb
CARE DI FEDERICO GRIDONE
gèntil'hvomo napoletano. LIBRO PRIMO.
Eu'irte deUamilitia.no t di
fciplina di maggior befazza di que* fia de i caualii, cr non che ornata di belli effettitma necejfaria, er uefiìu d'ogni ualore, er tanto è più diffida le,çr degna dilode,quanto in ejfa ui bifogna ufar il té* po,o" la mifura,ey piu,cy meno l'uno, & (altro man car,ey accrefcere col uero,ey buoi difcorfo,tal che an* ebora ilfenfo dell'udire, er deluedere,non bauzndo la pratica regolata dall'intelletto ui fard poco di quella capaci : La onde non dubito che qualunque uedrà ch'io babbia uoluto fcriuendoinfegnare quefli ordini dica* ualcare, non lafcierà dicondennatione ejprejfamente il giudicio mio, ûimando la fatica uana,ejfendo prefa in cofa,che fecondo l'uniuerfal coûume, par che s'impari più col trauaglio delcorpo,che non con le parole.; non dimeno conofeendo che anche dall'ingegno per quel che fi ode o leggepuo nafeere la perfezione della cofa(ben che non fi uegga)defiderofo dell'utile comune,tali qua* Ufi fianojmi è parfo mandargli,come uedete, fuor a, no non curando di molti, che forfè non confiderando minu- tamente quel ch'io fcriuo,cercheranno riprendergli,^ aridamente morderglì^onfidato che non mancheranno A 3 giudiofi
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6 LIBRO
giudìtìofi cauattieri che gVintederâno bene,ey in opri
con trauagliarjì a tempo in efii, al fin faranno chiaro quel ch'io con pennaho adombrato in carta , da iquali jf>ero,anzi fon certo,che nafceranno effetti rari,che da quei facilmente ft cauaràfrutto mirabile: e già fu tem po che in una città del Regno di Napoli, chiamata Sibtt ri nonfolo gVhuomini,ma ancho i cauattì, alfuon della fimphonia imparauano di ballare: Dunque non farà me rauiglia effendo il canotto animai fi docile ,er amico deWhuomo,fe hora con queûi ordini conuien eh'egli fé gli dimofiricon ualore,et obedienza,peròfenza ditrat tione leggendogli ftejfo con animo fincero, co fi come gli hofcrittitO1 correggendo gl'errori, fé pur uifono, Attendiate ad auaziir il dono, che a queka età,col mez zo delle uofirefatiche,non da me,ma dalla potente, cr targa mano £ iddio cortefemente ui fi porge,etfe ui pi. teffe che nelmodo del dire io fufìi itato non cofi dili* gente, come conuiene, penfate e ho attefopiu a farlo bene,cheagli ornamenti della lingua Tofcana, ponen* io più cura atte cofe che aUe parole, accioche ogniuno che legge iammaeftripiù di caualcare che di parlare, ne iinuagbifca della let tura, fermandofi in quella, m<t come fcacciato dalla fua ruuidezza, uelocementerìcor* ra a i frutti,^ a Vutilità delTopra. Hor chi potrebbe mai dirui a pieno legran lodi, cr
la gran uirtk del cauattoi re degli anìmali,anzi inefru* gnabile rocca,ey fedelifiimo compagno dì re.chi no co nobbe quefìotquando fi uidde Bucefàlo,cbe mai uolfe co gli ornamenti reali farfi da nkn caualcare, eccetto che dal
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P R I AI O 7
dalfuo Aleffandro,ey offendo ferito cdhprcfa dì The*,
bt, egli non contenti che Ahffandro perponerfl adoffa dell'altro fmontajfe da lutsimilmenie ilcauallo di Ce fa re non uolfemaiportare altro cheCefarc: Leggete Ibi fior ie eie trotterete gl'in finiti gè/li di tanf altri di lo* roper laqualcofa er in ulta con carezze, CT ornati di ricchijìimi drappi,?? dopo la morte con ejfèquiali pò* pe,con altieri fepclcbri > 0" conpiramidi, & con uerfì furono fempyehonorâti: QuandomoriBucefalo, Aleft fandro,rìo.xfufepelHto,fe edificare una citta,cbefx du ce Bncefaliajn memoria di luLUeìTEneida il gran pot ta uolfe chiamare il Re Pico, per maggior ecceUentia, Domator de cauaili.come pure in diuerfì luoghi nomie nò Mefapo figliuol di Hettunno, ilquale Nettuno iddio deimare, fauolandoftdice che gcneraffe con Medufa il cauaüo alatojl cui nome fu Pegafo,che urtando al eie* lo fi cornarti in ûeUt ,fopu di quefio cauaìlo fi figura che Hellercf otite figliuolo di Glauco Re combattendo, ninfe la monüruofa Cbimera,ey egli fu inuentore, er primo nel mondo a caualcare,Benche dopojVeletronij Lapithi, trouajfero i frenici giri, er in ultimo fujfero di Thejfaglia i primi che nella guerra ufajfero i caualli ( giuditio ueramente non men utile che diuino ) perche nonjìpuo dire, ne uiuer abbondante, nefefìa compita, ne gioco ualorofo,ne battaglia grande ouejìi nonftano, çf a c/ual grado,ey a qualprofeficnhumanaji lette* re,di arme,zr di religioni, non furono^ er faranno ne» ; ceffarij, ualor fopr'ognipojfanza, ey feguo foproguì fegno di honore, quai mai fard più cefi mrabtle, certo A 4 non,
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S LIBRO
non che ignobili, ma gli huomini bafii con le lor forze
fi fanno alti er iUujiri: Chi non dirà che ogni Prencipe meritamente fi tien glorio fo a chiamar/i CauaUiero,no me che nafce da quefV animai reale, delquale uolendo di stintamente parlare non fi può, perche à ricetto de fua grandezza la lingua non ne potrebbe ragionar tan to chelfuo dir nonfuffe nuüa,onde astretto da necefiU tà,lafcierò fopra di ciò tanti difcorfi. Dirò dunque primieramente che la qualità del caual
lo dépende da ì quattro elementi, <y con quello elemen to delquale più partecipa fi conforma. Si prende più della terra,che dçgValtriferà melancolico Terragnuo lo,grauofo,& uile,& fuoVeffere dipelo morello, o ue<= i-amente ceruato,ammelato, erforicigno, er dtfimili variati coloriât ft più detVacquafaraflemm-aticoJar* do,çr moUe-.z? fuoVefiìre bianco.Et fé più deWaere,fa ràfanguigno,attegro,agile, er di temperato moto, CT fuoVeffere baio, Et fé prende più del fuoco, farà coleri* co,leggicro,ardcnte,çr faltatcre, <&%ade uolte di moU to neruo,ofuoVoffere Sauro fomigliante alla fiamma, o ueramente al carbone accefoMa quando con la debu ta proportione partecipa di tutti, aUhorafarà per f et* to.Etfra tutti peli, il baio caüaguo, il Liardo rotato, che da molti fi chiama Uardo pomato,il Saggenatofo* pra negro cauezza di moro: Et ancho il Sauro metalli*, no,che in lingua Spagnuolafi dice alazan toûado ,fon più temprati,*®-pin uagliono,crdipìu robuûa,crgéc til natura, çrapprejfo fon quelli che più s'ccoltano al* laftmilitudine loro,fra i quali fanno, il baio indorato, oroffo
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P RIMO 9
o roffo in color guafi di rofa,o neramente ofcuro, che
chenonjìa di gueizainìco igiri degliocchieimojlac ci,eifianchilauati,ilfauroaguifa di carbone infocac to,er non difiamma,il bianco mofcato negro, il liardo argéto coWeslremità negre,cioè, le punte dell'orecchie, i crinija codaje gambe, er le braccia, er fé da ìcrini infin aOa coda tiene la liûa,tanto più uale,ìl Grifo che uà dichinando al pardiglio, non pur coïïcfiremità nes grt,ma colle gambe,?? le braccia uergate,& uolete no tare che di tutti peli cattui guegli che haueranno Vulti me parti negrefaranno megliori: Et non è da nafeoder ui che niuna forte dipelo, wfìapur eccellente,o baio, o liardo,puo ejfere totalmente per f etto,fenon ha guaU chefegno di aduftione, hauedo negri almeno i luoghi di baffo, cime u'ho detto poco dinanzi > parlando del pelo argento,*? del pelo grifo,Quantungue d'ogni ma niera che funo ui fi ritrouano dignifliml cauaUi, nondi meno io parlo fecondo l'ifperienza che ordinariamente fi uede nella lor compkfîione,çr generalità. Et ui dichiaro che il baio caûagno,è colerico,fangui
gno, er tanto più colerico, guanto più è roffo in color difauro,aguifa difuoco,?? non di rofa,percheaÜhortt farebbe maggiormente ftnguigno, co fi guato più ha del negro,tanto più tiene dell'aduûo, er effendo il pelo to* talmente negro, tyfolo co i fianchi rofii, farà colerico dduuo,però bauendo pur negri i fianchi ,fi dice moreU lo,cheftrà il più dette uolte melancolico naturale, er * quejìomtlancolìcoper effetfreddo,??fecco, molti uo* glorio che non gli accada temperamento diftemma,ca* me
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to L I BR O
me contitene al colerico fangtàgno,zr molto piu.al co*
Urico aduflo, cheper mitigargli quella fuperbia, che procededalfouerchio calore,uuol'battere ipeli bianchi in alcuni debiti koghi,ma no cheper la qualità di quel li, fé gli aggiunga ƒ~orza,ma accioche per la benignità iti ftemmajimcftrato dal pelo bianco, fé gli tempri U malignità, che nafce dalla jìccità,o ouero caldezza deU lafua complefiiom: Et perche i caualli che hanno trop po dal pelo bianco naturalmente fon deboli, come fono gli Vberi,CT altri fimili a quelli: hora per quefto ui di cocche ilfegno, ouero balzana, quanto è meno, tanto e più daflirmarfl,che ognipicciolo fegno baila afar co« nofeere la complefiione di ogni maniera che fia» Ma non uoglio che penflate che il liardo rotato,o m
rumente il bianco mofcato,ey argentino,coWe{lremita] negre,ey ancho il grifo, hauendo del bianco, nonftano di gran ualoreÇcofl come ui difiyhe quantunque babe tiano delflemmaMmor corruttibile, er molle, nondU meno perche dimoftrano quelle rote,o macchie, o parti negrefignun di loro farà flemmatico falfo(humor acre, er incorruttibile) che nafce da colera adufla, ey flem* ma, talché per ciò uidico che fogliono ejfere i caualli di tal miftura dipelo,generofi,V affai ualentì: er'an* (hor di quejla compleJ?wne,fard ilfaggenato fopra ne gro,ma tiene più del fuperbo,perche non ha tanto deU l'humido:Cofi come ilfauro metaìlino,hauwdo più deh Vadufio, farà parimente più fuperbo del baio cajìagno. Et è dafaperfi che quando il pelo negro fi genera
àa colera aduûa,il caualìofaràfuribondo,animofo, er di molto
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P R I M O il
dimolto fenfo,fj affai fiate fuol'effer fraudoïcte, ©* in
ganneuole,ar dice uolgarmente,zaino,ma quando uieti da humor melancolìco naturale, fari egli aÜhcra timU do,duro,w pigro,?? quado ha deÏÏuno,o deWaltro, no femprejìpuo al muûaccio er a i fianchi rofii, o negri conofcere,o ueramete didinguere.eccetto che per li co* &umi,CTper lo ualore de gli effetti fuoi,perc)ie alcuna, uolta fallifce, che quantunque egli tenga ì peli negri fo pra ifianchi,conformeal corpo, potrebbe ejfer anchoa ra lafua complefione di colerico adufto er non di tne* lancolico naturale, cr quekofara il morello perfetto, alquale conuiene molto alcun fegno bianco, pur chtfì* nelle parti doue accade,cofì come ancora couiene al mo reUo mal tinto,cbefì dice Andrinojalche come la uirtu del pelo è maggiore(fé in ejfofono perfetti fegni)flmil mente quàdo uifojfero mali,è meno da ûimarfhla onde mi pare a propofjto diruichel cauallouuolhauerelc balzaneche no fan troppo calzate,per la ragion che iti difii dinanzi, eyfìanchora fecodo fi giudica per Copre che nafeono da lui,tanto più uakndo,quanto menofak nofopra le giunte dellepa&ore, er benché molte uolte que8ìfegnifalUfcano,crJì ueda l'effetto contrario,no perciò mi pare tacerglì,e qualfarà il meglio, çr quai il peggio bora il diro. il balzano della man della lancìafarìmaneggiunte,
di buonfenfo,mafuoVeffere defaflrofo. il balzano deÜ4 man della briglia non è da troppo
filmar fi* Il balzino del pie deflro,/ì dia arzillo, çr benché
neü«
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tt LIBRO
nelle opre fuoVappar ere eccellente, gttardifi ogni ctual
liero in battaglia trouarfi [opra di effo, perche farà c<t ual fuperbo,uitiofo,ey infortunato. il balzano del pie della fteffa, è di (lima grande et dì
mo&ra quafi fempre, ejjèr di buon core, ej affai corri* tore. : il balzano delle due mani,farà defajlrofo,& malfar
tanato,& fia pur con Vuno o l'altro piede bianco, che non perciò fé gli toglie- totalmente lafua pefìima quali tà, perche la ragion uuole che il cauallo habbia fempre piu bianco di dietro che dauante. \l balzano foto di duopiedì è ben fegnalato. V.tfe di
piu tiene la ûelia nella fronte,maggiormente è da fame mirabil conto : Et quando fenza la/Iella quejìo balza» no de gli duo piedi hauejfeto l'uno'o l'altra mano bian ca,<& tanto più [e f offe la deftra,quantunque fiafegno di prezzo non farla di quello ualore. \l balzano de quattro,deìle mani,ey de gli piedi fari
cauallo fineer», CT di buonafantafìa, ma rade uolte di molta f orzi • IJ balzano della man della lancia, er del pie deüro,
fi dice canal trauato pericolofo et da farne pocoûima.
Il balzano dtlla man della briglia,et del pie della Jlaf
fargli èfimilmente cauallo trauato, Et bêche flit di mal
fegno non ècoficattiuo come l'altro.
Il balzano della man della briglia,?? del pie deliro,
fichiama traflrauato,conforme a l'ejfere dell'arzeglio, anzi peggio, perche fura egli mortal/fîimo , er fucile cd cadere. M
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PRIMO ti
\l balzano della man della lancia, ty del pie della
fiaffa,purfi dimanda trafìrauato,ey fegue anchor quel li effetti,nondimeno in parte,non farà fi male,cT lafcict rete l'opinion di coloro che uogliono che uaglia molto. Ma notate che tanto il trattato come il tra&rauato
fi genera nel uentre di fua madre, con le dut balzane Strette, & giunte infieme, tal che dipoi com'egli farà nato, er fi caualca naturalmente quando fi maneggia, Cf corre,fi giugono,ey aUhora in ogni caduta, l'un pic de difordina l'altro, çr per queSta cagione fon pefiimi; er defaûrofi,ma il traûrauato, farà di maggior malia gnità,peroche le fue balzane ejjendo trauerfe,ey oppo fite tuna a l'altra più confufamente s'inuiluppano, ZT fé ne glialtri fegni bianchi foffero alcune ragioni, onde procedano i buoni er mali effetti loro,perche mi pare che non ui fia fondamento uero, in quefle cofe occulte di natura, ho voluto tacerle, confermandomi con quel che fi uede chiaro, cofi come per quel che fé ne uidde.ì Romani conobbero la infelicità er male augurio del ca uaÜofeiano,benché f offe di rara bellezza, CT lafciando h openioni giudico folo per la lunga ejperienza, laqua le fenza dubio quant'ho detto ni farà noto cr per que» fiifegni,ty per gt'altri che ui dirò appreffo,il più deU le uolte,ui hadimojlrato, er dimostrerà la qualità fua, GT la buona o mala fortunale egli tiene. Il balzano delle parti di baffo, che dinota buon fé*
gno,fedipiu ha la Stella nella fronte,ouer amente tiene la lifta biâca che gli difeendaper la f accia fenza toccar gli le ciglia t cr che non gli giunga difopra il muftdc<= tio,&
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i4 LIBRO
ciò, er fìmilme ntefe ha Vuna er l'ultra fura perfetto,
er di molta bontà,ejfe il cauullo non f offe balzano,et
folo teneffe quejìifegni,farebbe di un core, & di buona
uirtu.
llbalzano delle partì di baffo,cht minaccia male ef
fetto-.S'eglihu lafleHa,ouer la lisìa nella faccia,o ïuna er laltra,quuntunque inparte, queue diunofuuore al pelo,poco fi rileua dalla fua malignità. Il cuuaUo che ha la üeüa bianca nel fonte, che non
gli fa liftu,er ne tiene un'ultra difopra il muflacciofa rà defiflrofo, er di mula bocca ,mafe di più hauejfe ta balzana nel pie della ftaffa,per ejferfegno di molta uir tu,quel diffetto fi gì'annullar ebbe. Et fé ciafcuna di quefto balzane,o di buono o di mule
tffettofojfe con alcune mucchìe negre,cofi come quejlo al mule farebbe in maggior uitio, co fi al bene crefcereb le in maggior bontà, tal che affina Vejfere del cuuaUo in quello ûuto>doue loritrouu, Benché molti uogliano, che la balzana fenzd il negro fiufempre megliore. 1/ Kupicuno co i peli bianchi della man indietro,DU
moftru ualer ajfui., er ejfendo feminato di quelli della tnan inanzhilpiu delle uolte hauerà poca forza. il cuuullo mofcato bianco per tutto il corpo,fuoVef*
fere di qualità buona, er ajfui fiate eccellente, er più er meno fecondo fopra di che pelo furi, che per quel cheiCho detto de ibeli, du uoiìtejfofenzapiuaUongar mùji potrà facilmente conofcere\ Mufefojfe mofcuto folo ne ifiunchi uerfo lugroppu,o nel coUo uerfo lejpal le furia dimulfegno,etjl chiamarebbe CuuaUo uttuuana to,
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PRIMO uf
to, per cagion che quitti cauaÜi nafcono dal mezzo di
giugno infìn aUa metà £ Sgotto: Et perche fono di poa chi giorni, col muflaccio nonftpojfon togliere i Tauu ni da i fianchi, ne ancho giungono afeacciar con la co* da quelli che gli fon difopra lefpalle, onde atthora non p er natura, ma per quei morfl hanno ipeli bianchi: er effendo tardo il nafeintento di efii,fon dì minor fatica^ fi per caufa che al maggior bifogno lor manca rherba, rj le madri non poffono abbondar di latte, fi anchora efee quando arrìua Vinuerno non hanno Vetàconueniett te afoffrire,&fegli diminuifeono leforze,ej non fon gagliardi,come glialtri. il cauallo bianco mofeato negro ,farà molto Uggite
ro,& affai deflro,<& di buonfenfo,® (ìmilmente quart do è mofeato roffo , nondimeno il negro fuol'ejfere di maggiorforza,er di maggior animo. il cauaUo di pelo Uardo, cbefolo Hem alcune mof<
ebette roffe>ouero leonatenettegarze,etnel mujiaccio, farà fuperbo, zrfuok alcuna fiata, fdegnarfì di bocca. il cauaUo gazzo,ilpiu delle uoltefara fallace,®- no
dipurauolontà. il cauallo che ha bianco il negro de gliocchi quan*
do caminaper la neue, er per lo freddo, nonuede così bene come ne glialtri luoghi. il CauaUo, che non tiene fegno biaco nebalzMafuo
lefpefò moflrarfì Ramingo : eyfara maneggiante,& decade à caual fogni pelo, ma più al Morello, ej * ogni forte dipelo Baio, mafiimamentefefoffe ofeuro. il Ramingo è, quando il Cauallo non M determinato con
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%6 LIBRO
con animò fchietto,et l'uno farà più maligno dell'altro,
che uolendo sforzarlo, tanto maggiorméte anderà con duo cuori,tra lo andar er non andare, preualendofi di fcbiena. Se il CauaUo ha il Remolino folo ouero accampa*
piato con la Jpada Romana fopra il collo apprejfo i crini,farafortunato,ey tanto piu,quandop affa egual- mente dall'una banda,ey dall'altra : Et ancbo è bene et affai megliore, quando l'ha fopra le fronte, ey molto più èfegno da notarffej di animo puro, crfortunatif fimo in ogni battaglia,quando il tiene ad ambe l'anche didietro,apparo iltronco dellacoda, dou'egli non può mirarjì: "Et benché habbia qualunque périma balzana, tenendo queûo fegno,non folo in gran parte: Ma forfè totalmente farà rimoffo da quel influffo maligno-.Non* dimeno,quando il Remolino glifla netta ffatta, ò fopra il corteo in altro luogo de i fianchi, ò doue con l'occhio può uederfelo,è male, ey infelice fegno, ey oppòfìtodi quelc'bo detto,cy farla peggiore, quanto più fi ritroe uaffe mano al dore, ò uerfo la parte dinanzi, ò uerfo quella di dietro : Però auuertite, che io non parlo de i Remolini ; che fon naturali, ch'ogni cauatto gli ha ne i debiti luoghi terminati dalla natura, ciò è, nel mezzo delfronte,neUagola,nel petto,nell'umblico,zy ne ifia cbi,madeglialtri,cbefofferoproduttidipìu,ò in quel le,ò in altre partì del fuo corpo.ll Remolino apprejfo gli antichi fi chiamauaCirchictto,chefon certi peli rU torti, etfogliono effen circulatipiu o meno di un qua trino,?? affai fiate fon lunghi,più zy meno Àguifa di una
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PRIMO t7
una penna : lacuale lunghezza hora fi dice fyada Kos
mana. Et benché il Cauallo fia di buon pelo, cr henfegnae
lato, la onde dìmojìra complefiione gagliarda,ey non Colo buona uolonU,ma felice conflellatione: Nondime* no,è necejfario, che ifuoi membri fianogiuüi, eyfor* matì conia debita proportione,altrimente la uirtkfua non farebbe compita : tal ch'io per fatiareil uoflro dee fio,quali debbano efferejldirò breuemente,comincian* do però, dalle parti di baffo, doue prima il Caualiero, udendo mirare la qualità di quello, ha da fermare non folo gliocchi,ma anco ilfuo difcorfo. Il Cauallo uuole hauere il corno delle Vgnie, lifcio,
negro,largo>tondo,fecco,& cauatotEtfe purfoffe mot le.effendo ampio di calcagno, farà con maggior fegno- di lcggicrezza:la cagione è quejla,che nella campagna dal di che nafce, fempre camini leggiero, perla debos Uzza de îugnie, nelle quali non fi ferma fecuro, ma fi uà preualendo delle braccia,^ della fcbiena: Le corone fottili.O' pdofe: Le paûore corte,ey non troppo cola cate,ne ancho troppo erte, perche farà forte di baffo, cr non facile al tramazzare auante : Le giunte grofie, er/è tien il ciuffo dietro di effe dimoftr era forza: Le gambe dritte, er late : Le braccia neruegne, co i can* moli corti,®- eguali, er giuüi, er affai benfatti : er parimente le ginocchia grojfe,fcarnate,& piane:! la» certi de ifiincbi in fu legenocchia,quàdo egliftagiun* to,fìano molto più larghi dalTuno aU altro difopra, che non difotto: Le JpaUe lunghe er late,ey fornite di B carne:
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ïS LIBRO
carne-ll petto Urgo ?? tondoni collo non habbia trop
po del corto, anzi più pretto del lungo ; grojfo uerfo il petto,?? inarcato nel mezzo,et fottik uicino al capo: lx orecchie picciole o ueramente acute er erte, con giufla lunghezza,ey larghe più er meno,fecondo con* uiene alla taglia che ha : ha fronte fcarnata,?? ampia: gliocchi negri ej grofii: Le conche delle fopraciglia piene;?? ufeite in fuor a: Le mafeette fattili,?? magre: Lenafche aperte, zrgonfie, che in effe quaft,fiueda il uermiglio di dentro, accio lo alito gli fia facile,?? ca< gione di più lena:La bocca grande-.Et finalmente tutta la te/la infime uuoVeffere, per la Ghifa erper incone tro,lunga,fecca,ç? montonile in ogni luogo mo/ìrando le tiene : Ma per Ginetto alla leggiera fia picchia con lemedefimeparti,cho detto,ma nonhabbìatroppo\aU Vhora lafìmilitudine del motone.l crini rari,?? lunghi, er non uitupero Voppinion di chi uuole,che fiano foU ti, perche non effendofouerchi, er in molta quantità, pur fono di filma ; & fé fono crejpi o ueramente calui dinotano più gagliardezza,fe fojfero grofii eglifareb= he di robufia naturatosi quanto piufofferofottili,tan to maggiormente dimofirerebbefegno di buonfenfo,et Cprarfi leggiero,?? di effer delicato,?? non troppo ga gliardo nelfuffrin-.lt Garrefe nonfolo acuto,ma quafì difiefo er dritto, & che iui fi uegga il dipartimento delle Jjbatie'.llDojfo corto,?? cheuonfìa uoltato ne in alto,ne in bajfo:l lombi tondi,?? è )nigliore,quàto più fono piani uerfo ladina di mezzo: laqualefpinauuol egli hauere accanalata,?y doppiale cofie late,?? luti |
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PRIMO te,
ghe,con poco tratto dalla coûa di dietro al nodo rfefl's
anca: il uentre lungo,?? grande,?? debitamente nafeo* ûo difotto di cimUe : I fianchipieni,?? anchora il Re* molino naturale, che iui apprejfo in cìafcm di loro fi truoua, guanto più fiale di /opra, er Vuno mira Valtrot tanto meggior appare, che il CauaUo fia leggiero : U groppa tonda, ?? piana, e? un poco caduta con un cas naie in mezzo : e? che habbia gran tratto nelfuo tra* uerfo da nodo,a nodo : Le cofeie lunghe,?? late, con le offa benfatte,?? con moltacarne di dentro er difuos ra: Et s'egli tkneigarreti ampli, afeiutti,?? fiefi'. Le falci curue,?? Ute,a guifa di ceruo,farà ueloce er dea firo : Ma hauendo l'anche e i garretti curui, er le falci fiefe,farà naturalmente caminatoreiLa codafornitadi peli, er lunga infino a terra col fuo tronco groffo di giufla mifura, er ben posìofra le cofeie, quantunque alcuni uogliano, che fia rara dipeli, e? fé quelli peli fu fero crejpifarebbefegno da ûimarfi: I testicoli col fuo membro fan piccioli,benche de i gradi ne fono pur caualli di prezzo, ma io parlo fecondo la uera ragione di fifionomia,?? fecondo il più delle uolte, la ifferiene za dimoftra : E notate, che tutti ifuoi membri deano corrifpondere alla grandezza del fuo corpo,?? confor me al ceruo più alto di dietro,che dauante:Verò e fendo bafo dinanzi più del douere, farebbe al corfo pericolo fo:cy molto fi ha da ûimare,quando tiene animo,?? fit ra leggieroM cbegligiouapiu della forzi '■ Perche ef* fendo egli forte er uile, er non hauendo leggierezztt, non hauerÀ in maneggiar/i, quella uirtu,o' attitudine, B % anzi.
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i o LIBRO
anzi) quando fari leggiero, er animofo in ogni trame
glioM'i che non fìa di molta forza,durerà più del fors te, cr nelle opre farà giudicato affai più uagbo ; Nora* dimeno bauendole tuttegiunte, egli farà fìngulare, £F da farne conto. Ancbora mi pare conveniente f and noto, che quat«
trofono le qualità,deu"ej]'er della febiena del cauallo. La prima fi è, quando egli è debole, ey Fabandona,
o neramente nauiga,ìlombi quando camina. La feconda, quando egli nel primo,che fé caualcafì
agruppa, erfimilmeüefa, quandogaloppa,oquando fi mole maneggiare a repolonì,cbe per più non potere fa tutto quel che può ; cy unifee lapotentiafua,ry ca* minando un pezzo di quel modo, non potedo refiflere, di poi fi dìmete,cr marinamente a lungo andare: On= defìuede lafua naturai fiacchezza > CT que&o difetto farà menor delTaltro. La terza fi è,quando eglièduro,ey fermo,ey faldo,
fenztcaUrjì ne alztrfi difehiena, tal che dimoflra,che fia cauallo diferro,gr è da ûimarfi molto. Laquartaftè, quando egli non folo farà fermo,ey
duro, cy faldo difehiena; ma neW incominciare, çy nel finire fempre fi agruppa, ey forfè farà il fimile ogni uoltuhefi richiede: ey fé pure lafeia d"agrupparfì,la fia forza flara fempre unita nell'ejfer fuo, eyfarà il primo fia tutti per lafuapoffanza. Et non penfiate,che il cauallo, benché fia bene orgae
niza'-o dalla natura ,fcnza il foccorfo humano, ey la uera dottrinatola dafefiejfo ben oprarjì,percht bifo gna
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PRIMO ir
gnu co Tórte fagliare ì membri,et le uirtu occulte,che
in luifono,ey fecondo il uero ordine, çr buona difcipli rid, più o meno farà chiara la fua bontà ; anzi l'arte, quando elia è f alfa , lo ruma, er gli cuepre ogni uirtu, co fi come,quando ella è buona fupplifce a molte parti, oue gli manca la natura: ey meritamente il nome di cu ualiojn lingua latina, non ««o/e dire altro, che giudo, perche,oltre la ragione dagli antichi afiignata,gli bU fognatroppo mifura, giudo alpajfo,giudo al trotto, giudo al galoppo.giudo alla camera, giudo al para» re,giudo al maneggio,giudo a i folti, er finalmétegin do di teda,& giudo, quando fin fermo, er giudo ©* reale fi unifce con la uolontà del Zaualiero, che gli fin di fopra:Et oltre di dogli conuiene,'Jpaffo e'euato, il trotto difciolto,il galoppo gagliardo, La carriera neh ce,ifald sgruppati, il parare leggiero, il maneggio fes curo er predo: Et perche il cauallo naturalmente dal di,che efee dal corpo di fua madre, camina di paffo, &• galoppa,?? corre : ej niuna co fa fa meno, er con più- difficulté, che il trotto per quefta caufa, uolete fempre fopra di effo alleggerirlo, che cofiuerrà più giudo,er aÙa perfettìon di tutte le altre uirtù,le quaiparticular mente appreffo ui far amo chiarite, che da quel trotto il Cauallo uien a prendere alpajfo,agilità: Al galoppo gagliàrdezza-.alla carriera,uelocità: a i faltijombo er forza'alparare Jeggierezza: al maneggio,fecurita,zT ordine grande: er aüa tefla,tj al colh,& alTarco, in= finita fermezza,ey alla bocca foaue,cr buon appogio, il che èfundamento d'ogni dottrina. B t Terò
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zi LIBRO
Però dunque, fé miete, che uengha in quejle perfet*
tionUcomegli anderàficuro,& foto in cauezzana, ferie za,ch'altro il tiri,primìeramente,quandogli mont aree te addoffo, bora menSdojì con carezze,etbora da guai che perfona,che fé gli troia attorno con minacciarfi,et jpingerjì con le maniglia banda deflrafi uferà diligent tia grande, à farlo accodar in un poggio, doue farete uoi, aficurandolo tuttauk difopra ton la mano,cr co fipiaceuolmente caua\cbarete,ej nonfolofin cheui ac comodatele m^i,maper unpezzo-fenza lafcìargli fa re motiuo alcuno,ftarete firmo, accarezzàdolojpejjb, aUhora, nel fio collo : çfapprejfo il faretecaminart Mante da circa duo paffztti,pian piano, fermàdoui un" altrauolta:& tantoüo dopoifeguirete iluodro carni*. tto,àfar k opre,comepredo uè le dirò: Ma,quado egli porterà la briglia, er totalmente fi faprà operare, er uolete màtenerlo,chefìa ben injlrutto aUe uolte radop piate,ogni fiata, che cavalcate, er fetefopra di lui,ca* minato,chehauerà co quelli duo paletti, delmodo,cbe qui ho dettodo uoltarete pia piano fei uoltejue da mi deftra,çr due da man Jìniftra,cr due altre uolte,a tuU timo, pur da man deflra : O ueramente faretefoh tre uolte,compartute una per mano, che la prima CT l'ulti mafia da man dejlra,ZT fermar eteui un poco : er indi auolonta uoflu,caminanteper ilucflro uiaggioiauer tendoui.che in ogni uolta, egli fempreil piede contra* rio uuole iiicamUare difopra l'altro, er' diffufamente uelfaro più chiaro, quando parlato ielle uolteradop» piate. Et
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PRIMO it
"Ëtfe il cauaUo o per timore deUa fatica, optr mu
tno, che haprefo,oper infinita fuperbia naturale, non Ce uokjfe auuicinare al poggio, per farfi caualcare, er uoi alihora con un battone fra le orecchie, ey nella tès fra > O" fuor , che a gli occhi in qualunque parte deU<t per fona, ui farà più facile(effendo però incorriggibìle, er dì molta malignità) mirabilmente,®- fmxA rijpeta to lo cauìgarete : ey in quello infrante minacciandolo con twibil uoce : che in tal maniera, uedendouì dit ere minato:uerrà mafueto,® fenzafar mai pin difefa,coe ìrìagneuo fi accoflerd, maftuuole auuertirt accarez* Zarlo fempre .che egli fi rende,®1 ui rijponde bene. Si potrebbe ancora correggere, pigliandolo aUungot
quanto jìpuo, con la man deflra per le redine, o fé pur non tiene la briglia, per la corda della cauezzana, & uno,cbc con la bacchetta gli ander à di dietro, il batte* r'1 nella groppa, follicitàdolo, che trotti,o galoppi con quanta furia fi può, girandouifi attorno attorno dalla. man defrra. Et alihora nonpartirete il pie deflro dinait ZÌJouefrritroua, ma falò girando ìlpièfiniftrouerfò di lui, lo accompagnante in ogni torno ; out femprt (uoi,che lo tenete) uitrouerete nel mézzo: er tantoe &o,che da quella mano farà con infinite uolte affatiga* to,poiìponendo la uolta, prenderete le redine,o la core da con la mano finiüra:® lo farete foÜecitar da colui con la bacchetta, parimente ad altre tante uolte dalla | man finiûra,® come alihora col dettro cofr farete col pie fìniftro,non morendolo da quella parte: ma girane 4o l'altro piede: à questo modo lo uolgete dall'una,^ B 4 taltn
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24 LIBRO
l'altra mano trastullar un pezzofin che uì parerà, che
fia uìnto,ey totalmente fuggetto. Et fé il cauaìlofojfe di mala uoluntà, er colui non baftaffe a farlo andar a cerchio in quei torni,oltre,chejì ci potrebbono agiuna gerepiu perfone con kbaccbette,uotpotreQe tenere un'altra piti lungi di que!k,con la man fìnifìra,er ca* blando uolta dipoi,cambiarla nella man deflra,onie af faifiate,uoi foto battendolo di bacchetta di dietro, hor con Vuna, er hor con. Cdtra mano yfenz* che uifiano altri,lo farete liberamente andare a i torni come fi uè* de,talche ufarete, fopra di eia quello, che a noi parerà infuo corregimento più facile, er gli farà tanto grane che manfuetaméte fi farà caualcare,ey in ubbedirui lo trouarete più pronto, er benché accada in ogni età dì cauaUo,nondimeno a poktro,che fa refiûéza nelle pri me uolte, che gli montante fu, uale molto, CT gii farà utile, er a propofìtofuo più di qualfì uoglia caibigo. Et uolete caualcare,& flar fopra di ejfo,nofolo con animo grande, fenza tema di lui: ma far concetto, che egli fa con uoi urìi&effo corpo, di un fenfo,zT di una uoluntà:& dipoi,chefarà difciplinato,aUa guifi,che io UÌ diròfempre,chefi maneggia,®1 prende la uolta,uo= lete uerfo quella banda accompagnarlo con laperfona, fermo,eyfildo,zr fenza pendere da niun lato, mìran* do la teüa del cauaUo ,fra le orecchie, non pur in quel tempo,mafpeffo^effo,quando camina,ey trotta, ga« loppa : er correjfa le quali orecchie,il muro nafo,che % ftarà nel dritto del mezzo del fio ciuffo ,ftrà ilfegno h fard conofeenft uoi fedetegiuflo fopra lafélfaç? fi
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PRIMO a
feegli uà di collo, o" di tejla con quella giuflezza, che
gli conukne,è ben nero, che fin in tanto , che far a infU gnato, dandogli lettione,uolete, quafi continuamente, abaffar un poco gliocchi daUa banda douegli fi uolta, O" uedergli k braccia fé uanno con ordine, perche an* dando fuora del debito, accorgendouenepreüo,ui tro< uarete a tempo,non men in dargli castigo, che in acca* rezzarlo,quando egli andaf]e ordinaiaméte-.ma dopai, che intenderà bene.farete come ui ho detto dinanzi,che altrimente farebbe uitio no coueniente a fcictto,e buon Caualiero ■ però notiate,che effendo all'incontro del ni mico,combattendo, fì uuol mirare atta man detta ffada di quetto,& a i motìfuoi,ey non in altra parte,benche pur atthora, per effer la uirtk de gliocchi di tata uifiua capacitif uederd l'uno ex l'altro,crquadofaUd o ue ramente para,ey a qualunche cofa, lo accompagnerete a tempo,coforme al motiuo ch'egli ƒ'arà,coft come egli a tempo riff onde al uoûro penfiero,ey in ogni riehiea fta, perche bifogna, che il uoüro corpo con lafcbiena uadi giuüo,z? gli fia corriffondente,& ordinato, con non meno concordantia,che fé fuffe mujìca,^ fimilme te la man finiftra con le redine,?? la defira con la baca chetta,ey fopra di lui caualcherete giu&o,<& uiferm4 rete con le ginocchia, er unitamente con le cofeie ben poûe,eyfigiUate con la fetta: et lafciarete calar legarti be dritte, nel nodo che le tenete, quando fete in piede: t er quadofara il bifogno con effo lo aiutarete piu,o me no fecondo accaderìrey lafciandole calare in quella for ma ìpiedi mimmo, apofarefopra, le jïaffe a ì loro debiti
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2<f LIBRO
debiti luoghi, con la punta,® lo calcagno fogrìun di
Rigirati doueconuiene, che wltando uoi, quanto/i può, dalTuna,o Valtra banda il uifo giuûo, ftnzafor* xarlo,®- fenzamouer ilcorpo,® calandolo baffo,uer fo la ftaffa,ui accorgerete, eh la punta deluoûropie* Aefiarà nel dritto delia punta del uoftro nafo,eyfecon do la qualità della fella,più o meno caualcherete lugo, mafempre laftaffa deflra farà de mezzo pitto più cor ta dell'altra,®- tenente lo ftaffile difotto ilgmoccbio, perche fi anderà più gagliagdo, ®- afaipiu difdolto', cr più da maflro in aiutarlo, tanto a ifalti, quanto al maneggio,®- quello è quel.cU hoggidificoÛuma; Ve* rò,quando tenente lo ftaffile dìfopra il ginocchiere rà a caualcarfìpiu lungo,®affettato,mirando ciafeu* tta punta de uoftri piedi al dritto della punta deWorec* chia del cauallo,® non al dritto deÜaJf>aÜa,come alai ni diconeperche farebbe falfo. Qneftafoggia di caual care, con lo ftaffile di/opra il ginocchio, anticamente era più da galante,® in ufo,per caufa,che i caualieri a quel tempo ufauano molto i cauaUi armati di barde, et bifognaua (per arriuare al uentre di quelli,) che ift>ro ni f offer o lunghi circa unpalmoM che erano coftret* tUquafxper necefiità,caualcare in quella maniera,quatt tunqut inparte,pur cofì accadrebbe faifibord,qua~do fi caualcajfe un caual bardato al modo antico,finalmet te nel corpo,nella fchiena, nelle mani, nelle cofeie, nelle gambe.,® nelle calcagna fi'uuole hauere tempo,®- mi* fura ,ilche nafce folo dal buon difeorfo,® dalla buona dottrina,® dalla lunga prattica de caualli, er apprtf- fo
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PRIMO 17
fo tutti gli ordini da paffo inpaffò,al difcorfo ch'io fit
rò,ui faranno chiari: Ma fin che ilcauallo arriui a quel termine di ponerfegli la briglia, come pre&o uel dirò, gli farebbe affai più conueniente caualcarjì con Ubar* della,neUa quale intendèdo bene le premure della fella, fenz'altro dire,faprete da uoìfieffo accomodami, ey con le gambe ferme,ey tirate abboffò, cofi come deca* de,cr ui auuertifco,quanio dopai gli conuiene la fella, che fé gli ponga piuprefìo auante, che dietro, che non folo farà il cauaUo più uagho, ma più aiutante,?? dna chofopra di lui parerà più atto, er acconcio ilfuo ca< ualierofaluo s'egli foffe troppo baffo dinanzi,?? cor* to di coUo,che da fé continuamente,quelld,gUanddreb* beuerfolejpalle, Dapoi,che gli farete addoffò, er egli farà ben affala
to onderete alla campagna di trotto, da dritto in dritc to,da circa cento pafii'deUa mìfura giusìa,per terreno, che fia nouamente rotto afolchi daWaratro,?? iuidp* preffo (cominciando dalla man deüra) flampdrete duo torni,ey fopra di quei torni fiampat'ufeguendo, farete daWuna man,ey daïïaltrdjue uolte,cy mezza di trot teche fon dieci torni, che cofhcome i primi, ancho gli ultimi torni forati dalla man dejlra,et al fin di efii ufic do,caminarete di trotto da dritto.in dritto poco più, o meno dì altro tonto ffiatio, quoto giri un di quefti tor ni,chefarà da ducente cinquantapalmi,oue poiui fera morele un gran pezzo, tenendolo eguate,cr giuûo.fer mo et faUo'.cr per otto giorni non fot ete altro,mo di* poì,che farà fiato cofi fermo, er uoìpianpiano il faro te
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a 8 LIBRO
te uoltare da man de/ira, un poco larghetto da j
accio non fi facci molle di collo, ej Wft
fla uè ne andante uia di trotto, a difmontare uV
ualcaûe,& per ajfecurarcilo più la medtfimo :pe« aU
cune fiate,piacendoui,glt leuarete la bardtt
Etfì uuol auuertire ognifiata,ch''egli fifermi,tt tr
lo giuuo,çr eguale,come ui ho detto dinanzi'^' qttt - do egli andaffe a fermar/i torto, con la groppa, o nero con la fua delantei-a più girata da una, che dall'altra. parte,ouerfe tutto infieme eglifuggiffe da una banda, ui guarderete adrizzarlo ne con lo calcagno, ne con la bacchetta, perche no conofeendo ne l'uno,ne l'altro,fì potrebbe facilmente diftonarety forfè anco,poner in fuga:ma urfhuomo a piede lo butterà,fingendolo con- te mani al coflato,ielU groppa,o della bardella, ouer a. laffaUa,da quello lato, doue fi trouerà fucra difegno, <tidrizzandolo,ty ponendolo in quello luogo, alquale ftarà giufìo,con le gabe di dietro,?? le braccia dinan* zi in un dritto di quella pifta,doue fi uà a tenere,?? fra. le altre cofe,queüo pur fi potrebbe ufarper aggiufiare ognicauallo,di qualfi uoglia età,, che fé fia, che fi fere ma torto, per la mala creanza, che hebbe, <&- ejfendo uecchio a quel mal ufo,iui anchora di più, fi potrebbe da colui, che lojpinge caligar di bacchetta, ntfe non uolete fargli que$o,ey uoi com'egli (qua
tunquefe gli porta la cauezztna giufia, fi ferma tore to, caminarete dì paffo, piti oltre pian piano infin'a dieci palmi, uerfo il dritto, doue fi ha da pò fare, cj U dipoiuokte fermarlo, tenendo più tirata la corda del* U
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PRIMO jp
là cautzzana dalla banda contraria di doue torce, pin
çj- meiwficondo ui sforz<t,che in tal modo uerrà a fer marfucome contarne. Voi, che comincia dconofcere h fuggettione, ey in.
parte ui ubbedifce : SegU pur fi ferma, in quel modo potrebbe addrizzarfì.aUbora da uoifolo, con que! po» co di corda fouerchia della cauezzana, che èaÏÏMna&r daValtra mano uìpende,con tffa temperatamente bat= tendolo nella jfaÏÏa, o nella grappavi quella parte con trarla della /palla, o della groppa cVegli tiene fuori delfegno,nel qualfegno, cofi egli piaceuolmente jìpor rà giuûo : çrfino in tantoché fé gli pone la brigha,uì guardare1 e fargli con la bacchettale quefto,ne altro : Anzi tenendo la cauezzanacon la briglia pur auantag giara (per molti giorni) non portargli bacchetta. Ei ui dichiaro,cbe fé il cauaUo, e' di poco fenfo,o me
rament e è debole er magro allhord ,fin che egli fari confueto,& ben folito a caualcarfi, ç/ueûi torni fi uoe glino{lampare dagli altri cauaUi, er non dal uoftro, accio con maggior animo uenga determinatamele più libero etgiuüo,per quella uia fatta, della maiefe rotU de ì torni ey fé ufeiffe dallapiüd, tantoüo fi ritroue» rebbe dafefleffo caligato,tornandoti dentro, perche gli farebbe meno fatiga trottare per la uia battuta, I quali torni, come hauerò un pezzo ragionato con uoi, uè gli dimoftrerò più chiari nel fecondo libro, non folo con parole, ma con la figura fua naturale ; er anchor queüi torni accio fì facciano con maggior facilità più giuûi,& di una mifura, cofi Vuno come l'altro, è bene |
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3Ó LIBRO
M primo fin tanto, che faranno fcolpiti, crfene ueda
qualche orma nel terreno Campargli dipajfo, cr doe poifeguirgli di trotto. Apprejfo di queüo ogni di crefcerete una uolta di
piu,^ come fete giunto a cinque uolte cr mezza, che fon umtiduo torni, o poco più o meno, fecondo fard, il fuofenfo,non gli uolete più ne crefcere,ne mancar il ntt mero,peròprima,cheftfmonti,ufcito chefete da itora ni,crpofato che è,farebbe al propofìto fargli fare da circa trepajjètti addietro,che faranno da quattro pale mi,& /ìmilméte,dopoi pian piano ritornarli doue era, fiando pur iui un pezzo.cr nel fine a uoluntà uojìra uè ne partirete.mafe fi pone in defenfìone no lo sforzate, che ben fi retirerà col tempo, cr con la briglia, o uero congliordinì3che minutamente nel fecondo libro uè fi diranno, Ma fé il cduaUo è gagliardo,quando lo uoltarete da
man dejlra,per andaruenc uia,come ni difìi poco auane te,dndareteper la medejìma pitia di trotto, da dritto, in dritto, infitta ì torni rj non più, cr apprejfo pian piano il uoltarete da man finijlra, cr tornarete indie* tro,purper quelle pedate, infln al capo da doue prima partiüe,®- un'altra fiata uoltandolo daman dekra,ca minaret e di trotto, in fin a i torni, cr ui pòfarete, che tra lo andare cr uenire a dìetro,faranno quattro fiate: er queûo numero lo auantagiarete ognidi,fecodo più o meno conofcerete la forza fua, cr dipoi, chefete un pezzo fermato,fmontarete in quello luogo, o ueramen te andante di trotto afmontare alfolito uodro, come facejlt
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PRIMO Si
facétie di prima.
E da notaresche benché alprimo,per alcune fiate, fi
uuole uoltare un poco larghetto,accioflfacciapittfer mo,v duro di collo, addrizzandoft però nella uiadel repolone per un fegno fola, nondimeno a poco a poco ogni di lo miete più ftrìngere,a far la uolta giuftaìey approfimarlo pian piano a ponergti la teda, dou'eglì tiene la groppa & fargli fempre incauallar il braccio contrario detta uolta fopra ïaltroiin quejlaforma,chc hora ui dirò ■• Se uolete uoltarlo da man deûra sfarete, che il braccio finiftro, uadi fopra del deüro, er uolëdo uoltarlo da manf\niflra,parimente ildeüroglianderi fopra ddfniûro. Come ui accorgete, ch'egli uà ben difciolto a quel
trotto,?? riconofee gli torni, & facilmente fì ferma, tt uolta, gli pomrete la brìglia,che lì dimSda Cannone con le guardie dritte, cr fefujft ufata farebbe meglio* re,& tenendolo per la cauezzana, a poco a poco con le redìne,gliela farete fentir in bocca:?? fi mol untare di mele çrfale,cbe prederà quell'ufo di masticarla fem pre,ej- più temperatamente fi appogierìfs al riceuer diejfa,nonpigliando maiuitio, ne bauerà piacere, er aUhora,cofì come ui difi dinanzi > a uoflra pofla fi gli potrebbe ponere la fetta. Ma dopoi,che comincia a prendere qualche figurtà
fopra la briglia,uolete quafi ogni dìcrefeerliuna uolu Ai più, finche arriuate atte undeci uolte er mezza, che fon quaranta fei torni,ouer ne farete meno,fecondo fan ta la lenajVforza fua,cr fecondo ui rijzonde, er co» |
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3 1 LIBRO
nofcerete,chefenz<t debilitar/}, uipoffa refijlere, biche
quello fìa numero conueniente ad ogni caual gioitene, gagliardo,?? di gran neruo, eyper alcuni giorni non ufeirete da quejlo, cy lo fermar ite femprc al modo, ebo detto,z? ftmilmentefopraifolco,da'qualejìtfee, non manchaute mai di andar alcune fiate all'uno,^ al Xaltro capo di trotto,piu,ey meno fecondo uipar, che poffa refijlere, C7 in $gni capo prendendo la uolta eoe mefacejle aUbora,et cofi pur andante piaceuolméte,a dìfmontare et fenz<( furia poi, lo farete menar a mano. Però come quefti tornlper la continua pifea del ca«
uaUo,diuengon duri a modo di afiraco,uolete al tempo ch'egli farà ben ajfecurato in ejsi stampargli jfejfo in un'altra maìefe,che fa frefca,zT fondaccio egli fi fa eia per la profondità di queüapiu leggiero,cy difcioU to di braccia,®" di gambe, nondimeno fé uifoffe angue ftia di terreno, quantunque fiano duri,ui feruirete une ebor di quelli, ma dopoifarà necefiario paffeggiarlo, o di trotto,o dipaffo,a trauerfo, per qualche luogo no* uamente rotto afolchi,perche pur il cauallo,eJfendo in questo auuezzo,farà in elcuar k mani e i piedi fempre facile. Et quando egli al far de i torni, mancaJfedifuria,o
uer al fio trottar f offe ramingo,o uolejfefermarjl aua te il fin àeUafia lettione,& fimilmente dico,quando in efiidecaderà galopparfuUhora uoktejpefio foÜicitar lo di UQCSj er con quel trufeio di Ubra, che fifuolfare a ipoktri.per dare a loro animo al caminare innanzi cr oltre di ciò in un tmdsfmo tempo, affai uolte, uo* lete
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PRIMO. 3 ì
lete auertire a poco a poco a fargli conofcere Valuto
della gambà,cj dello calcagno,ìn quello modo. Se i torni fon da man delira, lo aiutarete dalla ban
dafiniûra, eyfefon dalla manjinifira, lo aiutante dalla banda deflra, nondim«no,alcuna fiata, accio che non efca dalftgno,ejrper lapiûa uadapiùgiuûo, al tempo che gli darete la botta dalla parte contraria, gì'attondarete Ï'altra con l'altro calcagno dall'altra banda de i tomùty fi in efìi cerca di andare pur uacil, lando,àfua maggior correttione,qualche uolta lo bah terete con ambe le calcagna, egualmente giunte er queûo f mile ordine tenerete anchora cogli Jproni, quando che gl'hauerà hauuti, & della maniera che fé gfhanno à dare, poco apprejfo uel dirò. Affai fate accade, che il cauallo andando per gli
torni,non camina giufto,& eguale, ey col corpo gu rato come gli conuicne,talche per ouuiare à queüo, ui dico che aÜ'hora che fante i torni dalla man de/Ira, fi gli uuok tenere la gamba fìnislra, uerfo lafralla,ò neramente al dritto delle cegne, ey la deûra un poco più indietro,uicino al fianco : Et fé i torni far ano daU Umanfiniûra, col fmile ordine gli ponente la gam* ba deflra auante,uerfo laffalla, er lafwi&ra uerfo il fianco, er tanto all'uno come ali'altro torno, lo bau terete,quando accader-a, pure à quelli luoghi, doue aU tondando dijpronifi batte ; il quale attondare nel fi» conio libro ui farò chiaro. Quando il cauallo uà in qualunque forte fé fia da
dritto in àritto,ò di paffo, ò di trotto,ò di galoppo, ò C di
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34 LIBRO
di camera, uolendogli dar maggior uelocità, fluitole
aiutar, fempro, co i calcagni pari , er così farete poi co gli Jproni. Cornetti parerà ch'egli intenda il trotto, noti fola
da dritto in dritto, ma ancho in itolte, er intenda bea m quando fi mole fermare, er riconofca un poco la briglia, à uojira uoluntà gli toglierete la cauezzana, er in cambio di ejfa, gUponerete le f alfe redine, er talhora, quando ftefcepoidai tomi, fx potrebbe ans cho andar di galoppo, quantunque farebbe affai me* glio non galoppar/I mai, fin tanto che non intenderà il parare,^ lepofate, cr con laman temperata, er ferma, er forfè al primo con luna cr Paltra mano, auuerttrete fempre fargli portar il coUo duro,eyfaU do di teda, cj con facilità, così fermo, farlo uenire alle uolte : er notate bene chefenz* ponerglì le f alfe redineportaniogli la cauezzana con le redine foto,fi farà effetto ; er molti fono che giuntamele le porta no, ma farà di più trattagli al caualiero, er al fin è quafì una meiefima cofa, In queflo tempo anchora gli panerete i Jproni, ò
fra i torni,ò fieramente quando andante di trotto per la maiefe da dritto in dritto, er benché fxpoffano da* re alla carriera, nondimeno al trotto, è più da notare fi, cjfarà più caufa di farlo giudo , er affai predo, che donandogli alla carriera, bìfognerebbe afrettar il tempo,chefappia correre, sparare, cr intenda bec ne er farebbe con maggior dìfuantaggio.cy no ficuro della fua uirtk ,per le ragioni cliapprejfo intenderti te : aerò
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PRIMO. a
te : Però auuertite che ejfèndo eg!i,ò di poco,ò di mol
tofenfo,ey di qualunque natura fé fiatacelo non uiufì qualche malignità in queÜ'effere,zy in un inflante,che lo batterete di/proni, uoletefempre aiutarlo di uoce, per che, col terror che prende di quella parola, fi dis uerterà da ogni male pifero che tenejji,in buttar cale elfi infaltarefi in piantarfUo" defenderfi da uoi. I noûri antichi non dauano ifyroni fin tanto che
i cauaUi non erano ben fermi di tefta, er intenderne no tutti gl'ordini, fecondo in quel tempo fi ufauano, talché à i cinque, à ifei>z? fette anni, benché al modo loro andauano bene, non erano totalmente fleuri di queUa bontà, per ciò che al dare de gli fioroni, il più delle uoltejn quella età diueniuano uitiofì, (ueramen* te ignorantia grande) che non fi accorgevano che i c<t uatlieri iflefii erano cagione di tal errore, perche e/à fendoilorocaualli gran tempoanimati con l'aiuto della bacchetta ,(jdei calcagni piani, eyfolifènza Jproni, dopoi che fi trouauano gagliardi ey inuecchia ti con tutta lapoffanza loro, O" dentro l'età robufta, come fentiuano glifproni, non conofcendogli ,neefc fendo in efiiconfueti, quanto più, era ilfenfo,ey la gas gliardezza,tanto maggiormente al fine fi auuiliuanoy er accorauano , o" per queUa co fa infolita temendo > non fi fapeano rifoluere ; nepoteano conofeere qual tra la uoluntàdel Caualiero ,attefo che fenz* quelle punture efii correuano,w fìmaneggiauano, Anzi for fé per tal cagione penfauano, di poi che fi fentiuano pungere da quelli, che fóffe contrario il uokr del ca= C a ualitro
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l6 LIBRO
ualiero er per ciò afaiuolte andauano trauerfi, er à
ifalti,ç? buttauano calci,ò uer impediuano,tjtotaU mente fi confirmauano in quella malignità,onde,àlor correttione,fè il CauaUo era terribile,acciò nonfipo* teffe difendere, glie li donauano dentro dell'acqua, in alcun fiume, ò dentro del mare.çr alcuna uoltaglipo tteuano glifproni con le rote à bottonetti, ò ueramene te à rote di Santa Catherina, er non foto con tfii non ufauano caligarlo, ma fola alla furia della carriera il batteuanOiZTal caminare dirado il toccauano,per ciò che non haueano cognitione dell'importanza del cadi go difproni ,nedi niuno de gl'altri cafìighi, ne cono* fceuano,ancbora la uarietà de i belli aiuti che uifono, la onde tanto pik fi trouauano confufi, et meno corret ti,zx in maggior fuperbia confirmati, l quel errore, per que&o ui dico, che Cubito che il CauaUo farà affo= lato,& riconof cera i torni, er hauerà portato da ciri ca diece uolte,la briglia, quantunque f offe debole, gio uene, er magro, fenza dilatione gli darete gli/proni, come poco auante ui difìi, per che fi trouera femplice, er timido del caualiero, er ogni fiata che udirà quella parola, ò uer trufcio di labrafopra di lui, donandogli à quel tempo di/proni, egli nonpenfarà in altro, che à quella uoce,çr à fuggire ey caminare auàte,cr cofi kpocp à poco fi accorgerà del uolere del caualicro,ey quando fora giunto in quella età, fi trouera giu/ìo iti ogni cofa, er intenderà perfettamente ogni cakigo, er ogni aiuto difyroni. ila fé ui occorre alcun Canal attempato, di natura ramingo,
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PRIMO. î7
ramingo,ò neramentegioliuo, che benché fla una mei
defìma co fa col ramingo, pur;èdi manco animo, per* che quanto più fi batte diJproni,tanto maggiormente accora,^ inuilifce,cr meno camina, ey ò l'un ò Vale tro che fujfe,uoi non gli darete gliffroni,ne al trotto, ne al galoppo, ne alla carriera, ma quando andate di paffo per la Città, in un tempo aiutandolo con la pa= rola, o uer col trufeìo di hbra, lo batterete di /proni, ponëdolo à maggior furia di trotto a corpo di CauaU lo,ey all'bor ch'egli uà, tantoilo lo uolete accarezza re, con lamanfoprail collo, ey questo motiuo farete da circa diece fiate il giorno che pafiiggiarete, ey com'egli farà fecuro queflo, andarete dcpoiji trotto, 6 per la Città,òper la campagna, ma miglior farebbe per una maiefe fonda, er altre tante uolte il battere^ te difyroni, aWhor ponendolo fempre à maggior fu* ria di galoppo, parimente à corpo di CauaUo, ey cojl ufarete/pejfo, er Futi ey l'altro continuando, eyfo» prailpd]fo,?yfopra il trotto, eglifì farà fecuro à gli Jfrroni, ergi'intenderà. Da poi fé gli potrebbono dare i torni di paffo, ey
dppreffo di trotto, <y al tempo che uipare ch'egli ma chi difuria,lo batterete dijproni, giuntamente inani mandolocon la parola un poco terribile, òuero col trufeio dilabra, donandogli all'hora maggior uelocu tàdi trotto fé fon dipajfo,et di galoppo-fé fon di trot to,& ricordatati fempre,cbe egli al receuere de iffro ni rinforza ipafii, accarezzarlo, V auertite che in ciò ut bifognd tento di mano, et temperamento di cai* C i cagna.
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38 LIBRO
cagna,o" à tempo, er più er meno, fecondo è ta qua*
liti del cauallo : ejr prtfo che hauerà la intelligenza. de gli/proni, gli darete i torni di galoppo, come più largamente nel fecondo libro poco prima che arriua* rete alla figura de i torni ui dirò. Et perche fono alcuni cautÜi fenfitiui, creati con
mal ufo ,& con ignoranza grande, che in fentirfi toc* car da gli/pronibuttano calci, er fuggono lafirada, er fi pongono da trauerfo ddHuna,ò Valtra parte, er faltando uanno ronz-ri, con animo de ui abbatterei dico che contra di qucfti ui uolele dmojlrar f&rocife fimo, cr poco ûimarete ta lorfuperbia, tal chefepuc re uè ne capita alcuno di tal uitio, come ui parerà ch'egli un pezzo /ìafecuro À far i torni, quelli fegucn do fi uuol toccar,à tempo, i;i diuerjì tempi, circa tre notte di/proni, er tanto/lo che fi pone nella fua mais uaggità, battafi di bacchettone alla tefla, er all'una, cr alfaltra banda ,cr fiale orecchie, er alle braccia dinanzi > in un tempo gridandolo datamente, cr con terribil noce non mancherete mai da ciò fare, fin in tanto, che/apportando gli/proni/inceramele carni* nando, ponendofi alia uera piflatuifi renda : cr come /ara uinto farete loppofito di quanto vi ho detto, per chenonfclo bifogna che non fi batta più maènecefs jario che fi accarezzi* tempo, à tempo, fecondo coné uienc,cosi come à tempo.à tempo, fu punto di/proni, Cr a tempo à tempo, nel tempo deglifuoi difordini, fu caligato diuoce:cj di bacchetta, er lo/ìmile doe poi gli uolete ufare negl'ordini del maneggio de repo ... « Ioni, |
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PRIMO. 39
loni,ò fiano di trottolò di galoppo, ey tanto queûo,
come quel che ui dìfii aitante, diffufamente con paro* le,non fi può chiarire, ma dalla pratica lunga, mediàe te il buono difcorfo, il tutto con facilità uè fi farà no* to : cr perche fuole trouarfi alcuno di efii, molto fue perbo, ?y impatiente à glifproni, ey affai uecchio nella fua malignità, che totalmente difendedofifajènt pre pugna, per queflo uifo intendere che quanto più la pelle del cauallo, cfatigata,ey calda, tanto piagli foffre : onde ui dico che atfbora e da lodarfì andare in, una maiefe,ey iui a ì torni ,<y ai repoloni,ò di trota to,ò di galoppo ,fatigarlo aj)ai,che col trauaglio, ey col battere a tempo,ey fpeffo di /proni, egli uerra in tanto fudor, ey caldezza > che le botte non gli darana no quel riferimento , anzi non folo non farà più quella difefa : ma con ubbedirui intenderà ciò che «o* lete,ey maf imamente fé di poi,lafciando egli quel difetto, da punto in punto gli farete carezze : Vero ttuuertìte chequefìo accade à caual di grandmammo, perche quando fuffe uile, non bifognerebbe molefìarfi tanto , che potrebbe abandonarfi, ey per impotenza CT poca uirtù, farfi reflio, ey ciò ui ha fia in quanto al dar de glijproni. Come dopai conofcerete che il cauallo habbia quaU
che parte di lena, da quelle imdece uolte ey mezzale gli mancarete, tre, che fon dodeci torni, ey ne farete folo otto ey mezza,ey forfè ne farete meno, fecondo fu il numero meno delle uolte che fefte, ey andante fìmilmente i<t dritto in dritto,apofarui di trotto. C 4 Et in
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40 LIBRO
Et in quei giorni che ufarete queflo, uolete ancho*
ra,andare in altra parte di trottola dritto in dritto, per unfbatio di mezza, er al più di una picchia cars riera, er lo tenente fopra il pendino, ò uerfra gl'ut* timi duo terreni^ appreffo pian piano fandogli far in* dietro da circa quattro pajfetti,che faranno poco più, ò meno di cinque palmi,et parimcnte,dopoi,pianpiae no tornandoft al medefimo luogo, lofermarete, eyin quel tempo che fiate fermo, per un pezzo accarezza* telo, con la man della bacchetta fopra il collo : Et in queBo andare di trotto tornarete da dodece fiate, in cambio di quelle tre uolte, che uoi gli mancajle, che furono dodecitorni:però fempre lo andare, er tor* nare fi uuol fare fopra la (iampa delle prime pedate, CT in ogni termine poi uoltandologiuiìo,con le brac* eia ordinatamente come già ui difii, er uel dirò pure doue accade : eyfe il cauatto auante che arriui a quel numero,andaffe bene er gìuuo, non ui bifognerà trae uagliarlo, ne pikfeguire auante : ma lo lafciarete con quella buona bocca. Anchora è da notar fi, che quanto più egli uien dits
ro, er appoggiato abbandonandoli fopra la briglia, tal che al caminar, er quando poft, ui sforza la ma* no, tanto maggiormente uolete fpejfo, ogni fiata che fi fermi, farlo arreadare indietro,alcuni paffètti, er con quetti,dipoi, ritornarlo auante,pure, à quelfegno er s'egli in ciò uiene difficile, ò forfè non uìconfen* te, ui accader à caligarlo del modo che uè fi dirà nel fecondo libro. Quando
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PRIMO. 4«
Quando egli farà ben fermo, t&fieüro à quel pa*
rare,lo aiutarete al tenere con la uoce, er <* tempo di ffronipari,®- con la bacchetta netta Jpatta de/lra,cr rade uolte nella flniftra sfarti le pofate,z? come k Capri, ben f arenai fin del trotto,andarete,alcuna fiata, di galoppo,& cosi al fin dì effo lo aiutarete nelpendi* nosche lefaràfìmilmente con più facilita, er co ifaU chi come conuiene : F.tfin tanto che uerrà facile dpoa farejl trauagliareteàquejlo,zy quando intenderàbe* ne kpofate, ne gli farete fare tre, er almeno due, & ita accarezzandolo ui fermarete un pezzo. Ef fé farà le pofate troppo alte, ò ueramente non
faranno giuiìe, er con tutte quelle parti che à loro conuengano,ey uoì lo caligante a tempo,in quel in* ûante,difproni,ey forfè ancho di bacchettale ifian* chi, er dopai tantoilo il uolete un'altra uolta rimete tere auante,à mifura dì un corto repolone, ma in quel* ïeffere che fi fermalo aiutarete di uoce, ey bifognan* do,ancho,fi aiuterà di polpe dìgambe,ò diff>ronì,ò dì bacchetta, netta fratta, er più er meno, giuntamele, fecondo la necefiità ui dimoftra,che così uerrà correte to,gìufto,ej fermo,* farle,® con ordine grande, tal* cbefmpre che udirà quel modo dì uoce, egli poi fi al* Zera quante uolte uorrete,tj anchorfenza che fi ri* metti auante, fì potrebbe iuicatìigare detta maniera e ho detto,et cafligato ch'egli farà,uoltarlo,camìnan* do per la medefìma pitìa.chefece, er appreffo ritor* nar àìttotto,à pararlo pur difopra quel pendino, do* uè fu la prima parata : er in quefio tante uolte tor* nando t
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4î LIBRO
nando ,fin che farà bene, er facendo bene quanto pik
lungo/patio infermarne tanto più ft farà giuüo,non foto alparare,ma inogni uirtù,takhe ordinariamente ne ne ricordarete, E' da mirar fi che à carni giouene.affai fiate,il pau
Uno glifuole dare fpauento, er molte uolie no lofcf* fre,per tanto ui dico,che ali'hora fruuol tenere à iprU miduo terreni,cbe farà fra il piano,et baffo ma qtiÀdo egli faràfìcuro,cr entra nelìa età,ej ha forza, lo te* nerete alla metà del pendino, ò neramente agl'ultimi duo terreni,che farà fra il baffo,cr il piano -.pur tutta uolta fecondo ui rijponde, tifante più l'un dell'altro. Com'egli non foto al trotto, ma ancho al galoppo,
farà leggiero auante, cr farà le pofate giufìe -totaU mente al modo che accadono, fé gli potrebbe dare la carriera,che fra ueloce,çr diteminata, rinforzando fempre di furia in fin alfine, ch'egli affalchi, cr pari con le pofate : però auertite che non fi mol correre jpejfo,così come uel dirò,prima ch'io ui lafci,co mage giorparticolarità .■ Mafeuìpar aUeggierirlo ancho di dietro,com'eglì
fàprà ben fare le pofate,çr noi à quel tempo che fa la pò fata lo miete aiutar di uoce,et battere,hora dall'una banda,ej hora dall'altra, er hor giuntamele da die* tra con la bacchettai forfè anchora dijpronipari, gyfin in tanto che comincia a gruppiggiare,cT intettt derogo miete fpeffo molefiare in quefìo : talché dopai foVuna fiata che di ciò fi accorgerà,fcmpr e che lo alita tartte à tempo urna leggiero di anche: Et così co* me h
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PRIMO. 4*
me U proprietà della bacchetta, è aüeggierir il carni*
lo, auante quando con ejfafi batte alTuna, ò ah" attrai fiatta-.Similmente battèdofi ai fianchi fi farà leggiero di dietro. Si potrebbe anchora,quando egli para, trouarfegli
un huonto à piede di dietro, il quale bifogna che fia bc accorto,®- chehabbia tempo,® mifura,® à quel ina Manteche il cauallofa lapofata,potraaiutarlo diuoa ce,® di un bacchettone atte tinche,®1 allagroppa,on* de poi cofi uerrà ad alzarfi -.pero auertite.cbe s'eglt-fi di molto fenfo, ® dal fio nafcimento duro di garze > il quale folo per uera forza della buona arte, fi è core retto di bocca forfè non gli uerrebbe àpropofito, per che ui potrebbe forzare, ® caminare auante, ®- ru cordarfì del fio naturale, ma ufarete Valtro modo che ui ho detto,ò uer quello che fi fa nella uaüa,c6me prz fio uè fi dirà, il che ahggerifce mirabilmente,® moe ûra la, uit di agrupparfi,® alzar fi egualmente auan* te, ® dietro : ® à tutti queûi modi ogni fiata cheui eorrifi>onde,fl ««o/e cejfare dal battere,® in un teme pò fi uuol accarezzare come più uolteuibò detto, çy uel diròfempre apprejfo doue accader A. Però fé dalprimo non ha tutta quella forza che gli
conuiene, non farebbe di ragione alleggierirlo di die* tro, per che non lo potrebbe foffrire, ® affai gli boa fiera ch'egli fi /ieK,- con /e p0fate auante, ® imparare figli graefto come da poi entra nella fua poffanz*, CT nella età più ferm4. Se il c4UctÜo,èleggiero,!? uolete al tenere, che dia
fiati,
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44 LIBRO
falti,aiutatelo co ifyroni pari, ey conta uoce,et maf
/imamente al fecondo falto,quando fi/òttieua in aere, 'er in quel tempo adoprate fuinchiando la bacchetta giuûa nella groppa, er aïïuna, er all'altra banda, ò neramente la più, doue più pende : cr fempre che co* nofcerete che hauera bifogno di aUeggierirfe auante, fi mol ancho, à tempo con effa aiutare alla /palla ie= ilra, ò uer auafìniftra : cyfluuol auertire che alcun cauaUo, è che molto più fi leuera in alto con l'aiuto delle polpe di gambe, che non farà co i fioroni. Pur bifogna principalmente, che non folo fia lege
giero, ma che a ifalti uifia per natura, er appreffo conuient donarfegli ordine aÜt braccia,con le pò fate, del modo che iti ho detto , er più largamente ui dirò, O1 da poi aiutandolo co glifioronieguali, er conia noce à tempo,w parimente con la bacchettategli uer* rà, fiatando con calci,fofl)cfo,cy agruppato. ma ogni fiata che, nel primo, egli hauera fatto un
falto giuûo,çr agruppato con calci,uolete, tantofio, i quel tempo che fi ferma, accarezzarlo, ponendogli la man dekrafopra il collo : Et da poi che farete üae to per un pezzo in quel modo fermo, non lo moleûa* rete altrimente anzi farla benifiìmo ,fubito fmontar in quelmedefìmo luogo,et farlo piaceuolmente menar i mano, nella ûaUa, per che dipoi l'altra uolta che fi caualca, egli uerrebbe à farne più, er con più animo diterminato, & facile, ryfe non uolete fmontare, uè ne andarctepafifopaffo. Quando il cauaUo Urna in alto ,jìn che egli cono= fcera
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PRIMO. 4f
fcera la uolunta uoüra,eifalti,® hauera totalmente
prefo la mifura, er ordine di agrupparft lafchiena, non lo uokte troppo sforzare, ma attuandolo come. ho detto, gli farete farenelfin delpaflb,ò del trotto,. ò dclgaloppo,ò della carrier a,duo,b tre, ò quattro fai ti ,® non picche gli farà acconcia alti,® agrup* pati,come conuengono,altrimente gli farebbe ttauer* fi,abàdonati,® lafìi,® alcuna fiata no fenza pericot lo d'impennarli, ® in ciò il pendino gli farebbe affai fauore,® dal principio uuol efferpoco, ® non trope pò rampante : nondimeno fé naturalmente, è molto leggiero,® ftltatore,potra foffiire maggior numero de falti, ® alThora attenderete folo À farlo che uadi giufto,ct per una pi/la, il che facilmente fé gVinfegna co i torni,® col trotto,!? tenerlo eguale,et co gYors dini che ui ho detto,® pur uè fi dir anno, fermarlo di tefla : ® da poi come farà fermo,ft uuol aiutar al gdc. leppo gagliardo,™ ogni duo pafli ad unfalto,ò uer in altro numero chefìagiufìo, er à tempo, non dimane dofi mai dalla mifura che fi comincia,®" cofl andarett auante à quello fpatio eh à uoi parera eh'egli pofft durare,® che reki,con forza, er che l'ultimo folto, fia più preflo maggior che meno delprimo,et de gVal tri,®1 ch'egli non penda da niuna banda, er dnchofi potrebbe farlo faltare co i fotfbalzi da fermot à fer< tno,®" auertite bene, che fin in tanto che non è total* mente eguale,® giufloful trotto à i torni,® da drit* to,in dritto, er con qualche parte di lena, ® che fin ben alleggerito innanzi con lepofate, er dietro co i gruppi,
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46 LIBRO
gruppi, et calzi in niuna maniera fé gli darà il galops
po,ne ancho fé gli daranno ifalti : Ma da poi come ui accorgerete che tutte queue cofe intenda bene,uoi cu* ualcandolo più di rado,<& cohp'ìù gagliardezza fu*, sfacendo meno torni di trotto.cj da quelli, alfine, ufcendo di galoppo,aìlegramente, da fé, afe, il uedrete à tempo,in ogni duo pafi forniti, forgere,da gruppo, in gruppo,al galoppo gagliardo, er ander A giuiìo in fin à luogo doue fi uà à tenere, er è folito parere : ò neramente scegli nonfacejje quello, fon certo che ars riuando al termine farà fuoi f alti, aiutandoli à tempo di mee,®- fenzd troppo sforzarlo, con gli altri aiuti che à lui conuengono. S'el cauallo nonfujfe inclinato à i calci,çj infaper
agrupparfì, uolendo sforzarlo, quanto fi può, che in ciò uenga con maggior facilità, uferete quefto modo : hniarete nella fiaUa dietro diejfo, er con'un bacchet* tone lo batterete fu la groppa, hora più,& hora mei no , nel mezzo di effa, er in quel tempo lo aiutarete con la uoce, deUa maniera chef aiuta quando fé gli donano le pofate,come pretto uifarò chiaro, che cofì egli utrrà ad agrupparfi, er appreffo ifie>ìderà i caU tt',er uenuto, che fard à quefto non lo moleftarete più di bacchettarcelo pigli animo à far tate effetto,?? in fin tanto che ui ridonderà lo follicitarete, talché da= poi, appena Pentirà fuinchiare la bacchetta, er udiri la uoce,che non folo nella fìalla, ma quando gli farete «tdojfo, agruppera trahendo calci. E dafaperfì che quando egli non trahegiufii i caU
ciaU'hont
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PRIMO 47
ci all'hard maggiormente lo uolete bittert, finche
s'aggmüi, er dapoi coin ma uolta gliporgerà egua* li,pcr un pezzo lo lafciarete con quella buona bocca , et due ò tre fiate il giorno farà benfotticitarlo, corneo ra ui ho detto, che fi farà giuûo, er mirabilmente leggiero da dietro , er conofeera il tempo quando «o= lete ch'egli agruppì. Se pur uokte in ciò bene ajfuefarhjCom'egU intens
derà quejìo nella flatta, er uoi quando gli fête à ci* uaUoyuifermarete, er fatecbeun'kuomoàpièlo mie "acci di dietro, fìmilmente con la bacchetta, er i tempo come conuiene, che tanto più fi ƒara leggiero innanzi, ey dietro, cr ben che non folo in queflo, ma in ogni opera Vun cauatto, è più duro dell'altro, nondimeno, alfine, quantunque fiadi grojfo intela letto i con lafoUicitudine, er contrauagliarfi à tem* po, era mifura, fi conformerà con uoi. Volendo moflrargli,apprejfo, ò da prima, il modo
da maneggiarfUcome ui accorgerete ch'egli fia prefio à far le uolte frette, incauattando le braccia con Fojvs dine uero,eyfarà benfermo di tefla,^ facile à farle pofatejiel tempo che fon forniti i uofiri torn i, ey uoi in una Strada fìrettd,ò uero in quello folco, nel fin del quale andate à parare quando ufeite da quelli, ò uerd* mente in un terreno che, almeno, fiapoco mobile, oue fi pojfano /lampare lefue pedate, andarete di trotto, à mifura di una picchia carriera,b uer di un lungo re- polone,porgendogliatempo animo con la uoce, ò uer con quel trufsìo di Ubra, er come fete al termine di fermarlo,
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48 LIBRO
fermarlofoccorrendolo di uoce,gli farete far una pos
fata, er al far della feconda, in quel cffer che fi lieua, prenderete con lo aiuto della lingua, la uolta da man deur a, fenza fargli torcere il collo, aiutandolo maea ftreuolméte co la cauezzana, ó uer con le falferedine, er le redine giuûe, er d tempo gli farete conofcere ilfoccorfo de glifyroni, ò uer della polpa di gamba, CX della bacchetta, ò Y uno , ò Yaltro, ò giunti infieme quando accade, più cymeno, fecondo ilfentintento ch'egli tiene, er fecondo più diffufamente apprejfo ui farò chiaro, wfate che la uolta fia giuda, mouendo egli primieramente lejpaUe,zr le braccia dinanzi, er non lagroppa,<& le gambe di dietro : er fenza pau= fa, tornate per U mede/ima pifta ,fin'al luogo donde partifte,w iui jìmilmente pur con Cordine e'ho detto, farete far una pofata^ al far della feconda, prendea rete Valtra uolta da man fini/Ira, er tra lo andare, è il ritornare fìano da circa dodeci repolini di trotto, er così glandarete tejfendo, er quejio maneggio fi dimanda, di mezzo tempo. ; Et benché hora uihabbia detto,che'l cauaUo fiuuos le uoltar dinanzi, er non con la groppa, er le gambe didietro,nondimeno uifo certo, che com'egli intende la uolta girando kJJ>atte,er le braccia,in quel tempo, in qualunque forte fi maneggia, nel far delle pofate ttuante,falcando mouerà le gambe,?? k alzerà un poi co, di tal garbo accomodate alla uolta, chefempre la feguirà giuda, er marauigliofa, er con un bel aere, cr gentiYoriiw, come in effa mmmttfì richiede. Auertiu
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PRIMO. 49
Mertite che, da poi, ogni fiata che di trotto fete
quafi giunto al termine detta pofata, no bifogneràfoU licitarlo in effa, ma il tenente con la man ferma, er dritta, fenza uoltarlada niun lato,& in quel medefU mo tempo farete Colo quel motiuo,ty aiuto di lingua, eVegli tantoiìo falcando, con alzar/i un poco auante, fi accomoderà pigliadojl dpprejjb di bella maniera da fi ûeffo la uolta,ûretta, &ferma,& giuûa, er non troppo ekuata,ponédofi la tefta,doue teneua la grop* pa,zr con tal ordine feguendo, egli facilmente fi ma* neggìerà di mezzo tempo. Ma poi cb'el cauatto fi faprà così maneggiare, fé
hauejfe molta forza, et kggierezza,gli farete far due pofate,ej al far della terza, tantoiìo quando comm« cia,à leuarfìjo pigliarete atta uolta, er feguirete pur quel ordine : mabencVeglìfìafortifiimo, er di gran neruo,cr leggierezzajo lauderei fempre^Vel cauatto fi babbìa da pigliar al far detta feconda pofata, come ui difii auante, Ver che la uolta farà più utile, con bel tempo, er prefla,ey più facile : nondimeno à caual di eürema forzaglie uà da gruppo,in gruppo, pigliate dolo al terzo tempo fari di maggior bellezza,?? que fio fi dimanda,maneggio à tempo:ò uer di tutto tipo. Quando il cauatto non è dì forza, ò ueramente fé
f offe grauofcuoi lo teneretefiorrendo, fopra l'anche didietro,zr al fine de ifuoifalchi,et à quel tempo che fuolefar la prima pofata, gli prenderete la uoka,tan* to À runa come à Valtra mano, er fi farà pur giufia con Cordine chò detto : Et queflo fi dimanda maneg* D gio
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io LIBRO
gio contra tempo, per ciò ch'egli uolendo far la prU
ma pofata, ih quel tempo che mole cominciar ÀJpefo larfuper pofare,uoi gl'arrobbate, e? chiudete la uoU ta, er non gli confentite quel tempo di fornire, bfar lafua pofata: nondimeno à l'ultimo quando andante à fermarlo, ne gli f arette far una ■ Et ui dichiaro che cosi come il maneggio di tutto tempo gli farà più fa* cikyfapendoprima bene oprarfi a quel di mezzo tem po, fimilmente non farà mai tanto perfetto il contra tempOfS'egli auante non ha notitia pur del mezzo te* po,talche,non men dWuno che ali'altro gioua. Si potrebbe ancho maneggiare ad un di queiìi tre
modi che ui ho detto,a tempo, ò dimezzo tempo,ò co tra tempo.Jìajfo,bdjfo,z? terra terra, facendolo fiore rere co ifalchi,pià & meno intertenendolo alle uolte, fecondo il tempo che uolete ufare, chiudendole tirette come conuengono,cy con l'aiuto cVa lor accade, egli farebbe la ciambetta : ç? uolendo maneggiarlo à que fia guifa è da lodar fi ajfai,coft come fimilmente gioua nell'altre qualità di maneggiar e,trouar un luogo, aU cuna fiata, nel quale in ogni capo doue fi uà à par art, cr fi dona la uolta ui fia qualche poco pendino, col terrai duro, er fé non fuffe duro non importerebbe molto, per che lo sforzerà di forte che uerra co un bel tempo giuiìo, er con mifura grandepero,è da notar* fi che mai uerrebbe in quefio, con lafua uera perfeU tione,fi prima non fialleggierijfeauante,pur con le pofte. Et molto gioua in ogni forte di maneggio,tanto à i
npoloni,
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PRIMO. si
repoloni,come al radoppiare,accompagnar fempre le
uolte con la perfona ,fenzdpendere da niun lato eoe m'un'altra fiata ti ho già detto,Et accio uifìapiufd* cile, hora ueldìrro più chiaro, quando il cauallofa U uolta da man deûra l'accompagnarete col corpo driU to,girando fola lajpaUafiniûra,unpoco uerfo Vorcc. chïafiniûra di quello,più et meno fecondo conofeerea te il bifogno, er s'ali hora il corpo pende un poco ine dietro,gli farà maggior aiuto, er Vun er l'altro uuol effere à tempo,corrijpondendo à quel moto chefalcae do alla uolta egli farà, er non altrimente,che in quea &o modo nofolo il corpo ma l'anche con tutta la pera fona lo aiuterà ti chiudere fempre la uolta più furio* fit, <rs giuûa, con facilità, er in un medeflmo luogo co mirabile mifura-.et cofìanchor in ogniuolta ch'egli prende da man màca gli uolete girar,un poco,laJjbaU la. deûra,uerfo la orecchia difira, onde parimente co* me feue alla uolta deüra, farete à quefîafiniûra, er ciò gli fura tontrapefo grande in farlo cader fempre, giuûo, er in una pifla. Molte fiate trouandofl il Cauallo affatigdto, ò ut<
r amente effendo debole ò per natura,òper molta gio* uentà prederà troppo trauaglio,quando fi maneggia, cofi/peJfo,fiil trotto :per tanto dico,che gli farà utU k ajfai,alcuna fiatatolo maneggiarlo fu lpajfo,et con un di quelli flmilì tempi che hora ubò detto, gliprens derete le uolte, fecondo conuerrà alla qualità del ma* neggio che uolete, talché bora fui paffo, er hora fui trotto, gl'andante fempre moftrando il modo che ui D a piacer*
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$* LIBRO
piacerà ch'egli ufi ; cy auertite che per un pezzo non
fìuuole lafciare l'ordine che fi comincia 6 dipaffo ò di trotto,perche il uariar fì ffreffoAo confonderebbe. Comefiprà ben maneggiarli, à tutti quejli modi, fopra'l pajfo , ey fopra'l trotto, il maneggiaste fui galoppo,pur con quei tempi,et con quegl'ordini, c'hò detto al trotto, uoltandolo una uoltaper mano, er la prima er l'ultima farà da man defìra,& poco innan* te che diate la uolta, ricordateui di imitar la bacchet* ta , dalla banda contraria, acciò il Cauallo intenda la uolunta uoflrd,<*r habbiajpatio di accomodarli in ef fa,per che la farà gratiofa, et co più facilitait a quel tempo cht'l uolete fermare, aiutatelo,co i/proni pas ri,ò uerfolo conlepolpe dette gambe,ey con la uoce, O" la bacchetta, er far et egli far le pò fate. Ma notate, che all'ultimo, quando uolete che'l Za*
uaUo flfermi,et pari, se'l maneggio farà di tutto tem* po,gli farete far tre pò fate, er fé farà di mezzo tem* po,ne gli farete far due, & fé farà contra tempo, gli farete far fol una pofata : nondimeno fé à ciafcun di queûi maneggi, eglifacejfe, due,ò trepofate, non fa* rebbe errore, ma più ordinatamente, er da più caua* lier accorto farebbe procedere al modo c'hò detto : Di più in ognipofdtafi potrebbe aiutar in farglitrare un paro di calci\fapendogli,però porgere, che altrimentc non gli farebbe con ordine. Et ejfendo egli pronto ài calci, fi potrebbon non
folo dar al parare, ma nelle mite, nondimeno al ma* neggio contra tempo nonglicomcngono : Ma ben ac* cadono
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PRIMO. n
cadono al maneggio di mezo tempo,b di tutto tempo,
che tantoüo chc'lCauallo al fin del repolone falcane do,fa laprima,ò la feconda pofatafaiutarete di uóce, ò di bacchetta, ò dijproni, ò giuntamene, fecondo ut accorgerete che hifogna in fargli trar un paro di calci indietro,®- al chiuder della uolta,co Valtro paro auas te,& feguendo pure il repolone,gli farete far tifimi* le,aUa uolta deWaltro capo, er cofi uolete procedere, talché in ciafeuno tfejli capi porgerà due para di caU ci,un par adietro, er un parauante, al uoltar ch'egli farà , Benché anchora in ogni capo di repolone fi pò» trebbe folo al tempo che chiude la uoltafargli donar, dou\gli teneua la tetta , zj pone la groppa, un pa* Yo di calci,?? non più. Quando egli farà ben fermo.eygiu&o in ogni opta
rafua,fì potrebbe^ uoflra poûa,fenz<t chefegl'impa» ri, maneggiar, anchora, ferptggiando,ne i rcpoloni à modo di bifeia, ma ui auerto che non uoglkte ufarlo, CT mafimamente à Caualligioueni perche gli farebbe più toflo danno, che uantaggio. ~E,daftperfl che ciafeuna uolta cheflfajn ogrìùnt
di queue qualità di maneggio di repoloni, f pub dir tnezza uolta, e~ anchofì può chiamare uolta fempia. $e pur uì ff porgejfc auante che fi maneggia, òin
qualunque tempo fé fiaja qualche per fona labacchet* ta & uoipiaceitclmente la prenderete fenza furiale* ciò ch'egli non fé ne/pauenti, er come Vhauete preft lo accarezz<trete,ajfecuntndolo con la metà di ejfafoc pra!l collo, ò miniente grattandolo uicinal garefe, D 3 con
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S4 LIBRO
con quel poco di bacchetta; che aWhora uì farete ufck
re di fatto il pugno deûro che la tiene. Et perche è co fa necejfaria ftper à tempo cambiar
mano alla bacchetta : il che,dipoi,uigiouerà molto aU lafpada, quando farete aWoncontro del nemico, per caufa che la man uoftrafarà ben habituata à fermarli doue conuiene, per ciò uì dico,che maneggiando il ca* uaìlo uolete tenerla,con la man deslra,çr col braccio diftefo totalmente abbaffo> col pugno uerfo la cofcia deûra, ò uer poco più adietro d'ejfa : er quella gli fia di trauerfo al coUo,quafì,àmodo dicroce di Santo An= àrea, cr com'egli hauerdprefo al fin del rcpolone la uolta deûra, er uoi poco prima chearriuate all'altra uolta, finisìraja leuarete di la er U panerete alla bas da deûra,poco pik ò meno di duo palmi lontan,à Voca chio della briglia,ò all'occhio del cauaUo,et la puta dì tjfa,ò corta ò lunga che fa, corra dinanzi > douunque à fermar fé arriua, er (tmilmente col braccio diûefo , Cr comefete uìcino a Paîtra uolta dejlra,la porrete al trauerfo del collo, nella parte finijlra, come fefle da prima : cr così fecondo la uolta gli cambiarete a tem* po luogo : Però auertite chi ben ch'il QauiUo faccia. la uolta da man finiftra,per una fiata non farebbe er= rore , portargli la bacchetta fopral collo, del modo e ho detto, attefo che queüo,è il primo, ey fuo debito luogo,& oltre di ciò,per effer egli dal fuo nafeimcnto inclinato alla uolta da man manca, non è dabiafmare cosijpeflò in ejfa, non dargli aiuto con lautfla della bacchetta : cr ni dichiaro che tiatiualmente.etfeconi do il
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PRIMO.. 5ï
do il uer ordine, fi mol portare più cr meno da una,
che dall'altra banda, fecondo il bifogno,o~ doue meno farà la durezza fua, ey doue pik egli fi b"utta , tal che, quando il CauaÜo f offe da una mano molle di coUo,doe nandogli il maneggio, uolett fempre tenerla da quella. banda, doti'egli pende, ma effendo eguale, zj giuilo, d'ogni lato,la cambiarete una uolta per mano, cr aU Vhora tenendoli alcuna fiata, fopral collo, co fi come ubò detto, non importerebbe,er come ui accorgete della necefiità,con effa fipotrebbe.fecondo accdde,aiue tar,ò caÛigare,dall'una, ò l'altra parte della groppa, ò de i fidncbi,& dalFuna.ò l'ahraparte delie jpalle,et nel fin fempre tornando, àpofarui con la bacchetta in un di quelli duo luoghij quali duo luoghi ,fono le due guardie principali della ffada-,ò uerojlocco.ma quàdo per qualche difordine grande, gli accadeffe caftigarfi nella tefla,çrfra ïonechie, quantunque aÏÏ hor a, la bacchetta fi portaffe, ò piu,ò meno alta ,<&fuora del debito,non fì potrebbe dire errore,per che,ufando egli uitio, o" uolendo caligarlo in quel membro, nel qual egli affai teme le botte,Vimportantia farebbe folo,che fi batteffe à tempo,cheper ciò bene è conceffo, in tale cafo,ponerla doue il battere uifaràpiìi facile, er che egli non poffa fuggirlo, ö* quando fi bifogna foccor* nre,z? quando correggere di bacchettaleSho detto, cr preflo uè fi dirà più chiaramente in tutte quelle ptrtifiue ragionarò dì quefio. Et notate, che quando fì paffeggia, ò uer quando
non uoletc à niim modo aiutarlo di bacchetta > fi uuol D 4 tenere
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f6 LIBRO
tenere alta, con la punta fu,uerfo lafpatta deflra, col
braccio diüefo abboffo, ey la tenente fra'l ditopottU carco" lealtfe dita della mano.che nonfìano chiufe, la guai mano tenerete fopra la cofcia deftra,ò uer pò* co innanzi > ò poco indietro di effa, er quando poi ui occorre oprarla, tantoûo chiudendo il pugno, la poe trete calare abboffo alla banda finiilra, ò deftra,doue accoderà, come u'hò già detto. Votrebbefì ancho maneggiar, cr tenere alta la bac
chetta, à guifa che fi tien la lancia, quando fi corre à pugno baffo, fenza ponere in cofcia, cr ogni fiata che farete uicino alla uolta, fi potrebbe calar da quelli mano doue bifogna, er data che è la uolta, tornarla pur iui, nel primo fuo luogo. Et à maggior chiarexx^M dico, chi quando ma»
neggiate il CauaUo, s'egli non chiude totalmente U uolta, oltre gVaiuti che gli accadono, come ui è fiato detto,er uè fi dirà appreffo, acciò uadi àferrarfì dena tro la uerapifia lo uolete con la bacchetta aiutare, ò battere neWuna,ò ne t altra fratta detta banda contro» ria detta uolta che farete, cr in quella banda la fermi rete poi, del modo cheui difîi, CT con quell'ordine fé» guendo il maneggio gli cambiarete mano. Quando non hauete bacchetta,®- poffeggidrete,fl
mol tenere aperta la man delira neh"arcione, fopra ì Iorio del quale pofarete il dito pollicare, però uolendo maneggiarlo^ ueramente correre, farebbe uitio tener iui la mano, ma att'hora ui accoderà folo con la man deûr a pigliar, quafiper il mezzore redine, che pene dono,
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PRIMO. i7
dono, ç? quella così chiufa con effe tenerete la, doue
fuole fvarc.,çr adoprarfì con la bacchetta. Dapoi che limerete maneggiato [opra al galops
po,ò ucrfuriofo, ò uer à tempo , er uoi com'egli farà infua lena, cr riprefo che haueràfiato, il pajfeggia* rete à puffo, fenza dargli furia, per la medefima pu ûa,tra Tandar & uenir indietro da circa dodece fiate, CF fempre che farete giunto al termine, lo uoltarete di maniera cFel braccio contrario, s'incaualchidifoe pra Ïaltro, come già non molto innanzi largamente ui dichiarai, per che maneggiando/ì il giorno apprefis fo,jì trotterà con più facilità confertato, fenza po< nerfi in qualche errore,er ogni fiata che difordina,ey non fu le uolte con queÜamifura, lo correggerete di quel modo come chiaramente,nel fecondo libro, pree ilo ui dirò : cy quanto più sufaffe tal ordine in una tnaiefe,tanto maggiormente, egli fi farebbe leggiero, in ogni maneggio. E da iìimarfi molto, prima che darei» il maneg*
gio..ò di trotto,ò di galoppo, di qualunque uelocità& tempo, alcune fiate per queUa pijladouebauera da maneggiarfu paleggiarlo pur cosi, ej parimète far, al principio quel che ubò detto qui auanteche baba biate da far appreffb , perche gli moflrerà la uia più tertax? con più uaghezza ilfeguirà, dapoi, con ore dine «eroder con più bel tempo,cr come lo uolcte,& tnafiimamente quando comincia ad imparare. Auertite anchoraxhe alcune fiate.il caual giouent,
per che non ha tutta la forza fua, naturalmente per meno
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5 8 LIBRO
meno fatica fubbito che arriua,uorrà pigliar/i la uoU
ta,z? f Uggeri il tempo che gtapp ertiene : tal che aU Vhora quando darete questi repoloni > bfiano corti> ò lunghi,ò di trotto, ò di galoppo, giunto chefete al termine,in ciafcuno d'efii, farete far le pòfate, à quel numero, fecondo richiede la qualità del maneggio che uolete,ma il meglio farebbe ufarle al numero che con* uien alle uolte di tutto tempo, ò uer di mezzo tempo, er ui fermante un pezzo accarezzandolo, er dapoi gli darete la uolta, con quelli aiuti che ubò detto, er ui dirò apprejfo, fopra la quak,ancho, s'egli ƒ 'offe dU fordinato,cr moltopresìoàfarfiauante, uipotreüe pur un poco fermare,che uerrù non folo giufto, er e= guale,mdpiù leggiero alle uolte, er come (ara in effe ficuro,w facile>a uoilra uoluntà, fi potrebbe maneg* giar ueloce,c?fenzapaufajn qualunque modo, à tem po,ò di mezzo tempo, ò contra tempo. Però fel cauaUo intenderà bene, non gli bifognerà
quedo, ma per mantenerlojbajlerà come hapajfeggia, to, andar folo una uolta di galoppo, à mifurà dì una picchia carriera,?? al fin tenendolo dritto,con le pò fateci uolete fermare iui un pezzo,et da poi potrejle tornar di paffo,ò di trotto in fin à quel capo dal quale parti/le, er apprejfo fi potrebbe uoltare, cr per la mede/ima pijia maneggiarlo con quel tempo ch'egli fa fare. Ma uolete auertire,segli è troppo fenfibik, la onc
de ancho uifura il tempo,ey/ì piglia la uolta più pre #o di quel che uolete,?? forfè la prende calcata, che farebbe
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PRIMO. *ç>
farebbe affai bene maneggiarfifyeffb, noti in altra ma
niera che à tutto tempo,Copra ilpaffb,òfopra il trot to,ò uer galoppo, fermandolo un pezzo, er pot uoU tandolo baffo, ba)fo,con fargli incauallar le braccia,^ ueramente facendogli far la ciambetta, la qual ui die rb,nel quarto libro^ome fé gl'infegna, per chepren* dendo quel ufo, onderà conpìùmifura, er fempregiti ûo,al tempo,?? al modo che lo richiederete. Son molti CauaUi di natura fuperbi, er dijpettofì,
cr fiacchùcheper efferne malcreati,?? oltre il àebU to battuti,quando uclete maneggiargli, cr fon giunti al fin del repolone,ò di trotto,ò di galoppo, al tempo che gli date la uolta , e/?i la prendeno con molta nau* fea,V forfè il più delle uolte,fara larga, cr non gius ftd,come(ì ricercasti hauerà ilfuo uero tempo,?? mi fura, per ciò ui dico, che per caligarlo di tal uitio, ujìate il uoûro repolone dipaffo, er come uoifete, ì corpo di Cdudllo,uìcinal termine, uolete donargli uea locità di trotto,ò uer di galoppo er iui giunto, gli da rete la uolta di man deflra che fia giufta, et chiufa che fara,ui fermante un pezzo, et poi ui auuiarete di paf fo,pianpiano;per quella medefìmapìfta..z?fimilméa te come feue aUa uolta deûra,donandogli pur di quel modo al fin furia, gli prenderete la uoltada man finie fira,ZT ui fermaretejopra d'effa, er appreffb camU tiare-te pur come da prima,?? con tal ordine tra Vane dar,?? uenire,farà il numero da circa otto fiate, er ì Vultimo uolete parar con le pofate. Et non è da tacerfì che ciafeuna di qmjle uoltt,faa
ra fecondo
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éo LIBRO
ra fecondo il maneggio che uolete dargli, ò à tempo,ò
dimezzo tempo, ò uer contra tempo.
Ma notate bene, ch'ogni fiata che hauete dato la
uolta,çr fermatoui,cofi come u'ho detto, potrete ca minar paff> paf[o,da circa trepafîi,çr dapoiponerc lo al trotto^ comefete uicino alfine,à corpo dica* uatto, ponendolo à galoppo, ò uerfeguendo il medefie mo trotto,gliprenderete l'altra uolta, fimilmente fer mandouifopra di quella, w in quel modo anchora co tinuando gl'ordini uofiri. Come u accorgete ch'egli intende, er uà con quel
tempo chegl'hauete moftrato, data che farà la uolta. er ui farete un poco fermato fopra d'effa, ripartire* te digaloppo,eyper alcuni giorni continuante que* ûo,zy apprejfo come farà benfermo,cr giuûo,cr co nofcerà il garbo, fempre che ha' chiufa la uolta, non ufaretepiù tal modo, mafenza dargli paufa, prejlo il cacciarne auante, altrimente farebbe pefiimo uU tio,dal quale nepotrebbono nafcere moltierrori gr<u uifiimi, che quefto fermare fopra la uolta, fi uuole ufarfolo , quando il cauaìlo per alcune di quelle cau/b che innanzi uidifii non fa la uolta uera,comefegli contiene. Molti cauatti mal crcati,quàdo fi maneggiano,uoU
tano la groppa,?? l'anche prima dette fpatte,talche al Bora farebbe imponibile maneggiarfi bene,crgiu&i, per ciò ui dico, che accadedoui un caual inuecchiato à queflo mal'ufo,bifogna co molta diligètia, fottecitarlo di pajfi3ò uer di trottola dritto,indrittoper la maie fé in
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PRIMO. 6i
fe in unfolco,z? correggëdolofempre-.no folo quando
camina,ma quâdo uolete uottarlo, bora co la polpajet hora co lo/proneJeUa gâba cotraria, della uolta che farete yquüdo fete al termine, cr hor al cortola corpo di cauaüo,er hor alla lunga,quato fuol ejfere il repos lone,ò neramente la carriera,un pezze all'uno, cr un, pezzo aWdltro modo,eglisaccorgerà.dcl errorfuo'.et fé ciò no baflaffe,et uoipajfeggiaretein un luogojoue dal lato finiûroui fu ma tela di muro, & accoftate= ui con ejfo, quanto fi può, cr come fete al fine, uolete parare,?? uoltarlo dalla man deftra,con più cr meno aiuto di polpa digamba,w di/prone fìniuro, tjpik cr meno prefto , fecondo ^accorgerete del bifogno, quantunque le prime fiate ordinariamente gli accade chef uolti,pianpiano,<zr ritornando per la meiefim* pifta : La tela di muro uifara dalla man defira, çr co* me fete giunto al tenere,lo uolUrete fìmilmentefuora del muro, da mmfinifira Mutandolo pur con lordine che feue-alla uolta deûra,ercofi corne feue per lo folco,pajfeggiarete di paffo,b uer di trottolato quant to ui pareri che cominci adintendere quel che uolete, cr fecondo puòfoffrire,che in queSto modo, egli non potrà uoltar la groppa, &farà corretto, quando fi maneggia dapoi,fempre uoltarficon lafua dilantera: & oltre di ciò pur con quefti aiuti, parimente fi poa trebbe maneggiar in unfoJfo,ilquale non ritrouandoa fi il farete far àpoiba, lungo quanto uolete chefìa il repolone,zr di (òtto fia largo da circa duo palmi, cr pocopiù.,0 meno di unpalmo fond.o>zX che altro tan» iofakndo,
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(fi LIBRO
t o faledo, s'allarghi à poco, à poco, tal che dapoi uéga
la largherà dì [opra à guifa di bachetta,ct al più fi pò trebbe arriuaràfarlofondo,injìn à i quattro palmi, et tato maggiormcte fi fard largo di fopra,pur in cjUa manieralo aQ'kora ui bifognerà,in wltarlo,maggior temperamento,er femezza,di mano,er tempo, er mifura, er con l'arte nera, er col battere à tempo di fprone, dalla banda contraria della uolta, er anchor doli 'altra banda quando accadere, er maf imamente fé di queûo f affo uolete feruiruìin dar la ciambetta, come uè fi dirà : Benché un gran cauaUiero , prefo che hauerà la pratica de gl'ordini che u'hò detti : ry ui dirb,fenzafoccorfo, ne difolco,ne di tela di muro, ne difojfo, nella rafa campagna potrà infegnarli ogni uirtù,er iui facilmente correggerlo, nonfolo di que* üo,ma di tutti gl'altri difetti. Dapoi cbe'l cauallofaprà uoltarfi d'ogni mano, er
adoprarfl à tutte queue cofe.gli toglierete, à uoÛra uoluntà,k f alfe redine,er così,come nel tempo ch'egli portaua quelle, parimente appreffo uolete portargli la man ferma, er con dolce appoggio, er tutta uia, come uienfotto, accanargli le redine ,er quando eoe nofeerete chela tefla fa fermata giuftd nelfuoluoe go,erua à ferir con la fronte,non bifogneràaltro che mantetieruelo, donandogliJpejfo i torni, er dncho il maneggio fopra'l paJfo,ò uer al trotto,er alcuna fa» ta,fopralgaloppo,er fìmìlmente fopral trotto,ò uer galoppo,fargli far le pofate al piano, ò uer al pendis no, del modo e ho detto, poggiandolo Jpejfo hor di trotto
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PRIMO. 6}
trottò furiofo,?? lungo,?? hor di trotto à tempo, ??
corto,?? bor di puffo per una maiefc prof unda,et fre* fcha,tcncndoglifempre la man deUa briglia ferma,?? faldafenza mai dargli altra libertà,chefarà umto'.pes rò la fua fermezza non uuol ejfer tanto che efcadal fuo temperamento, ?? egliftejfouerrà mirabilmente à kggierirfe,?? ùpìgliarfe, con piacere grande, mae flicando la briglia, unfuaue appoggio, ?? in ciò confi fie una delle maggior cofe,?? di maggior fuâatia per fermarela tcfia.del cauallo, che benché fia uana la fax bricarà di forte doue gli conuiene, che maipiù con efe fa farà motiuo che non fia da f ar fi, co fa contraria di quel che fi ufaua prima da gli anticbi,cbe corfo,ò ma* mggiato che era, loropenfando di accarezzarlo, ?? inanimarlo al bene,kntando la mano, per unpezzo, fin cbefteua fermo gli donauano la briglia. Et è ben da faperfi, che ejjèndo egli ridotto giufto
di tefta,?? col tnuilaccio di fotto,quanto più aWhora uà grauofo alla mano, er è carrico dì garze, e? duro di barre,tanto più alla carriera,?? à i repoloni, ?? 4 ogni guifa che fi maneggiargli ha da portar la man deUa briglia,leggiera,?? temperatale in altro modo appoggiando fi tirera uia,?? ftaggrauerà più del de* Uto,tt da tempo in tempo temerebbe meno la brìglia, C? farebbe fempre dìfefa,ma non effendo coflretto da quefla malignità di bocca. fi fari, il contrario, come ubò già ragionato. Pochi anni indietro da molti caualcatori fi ufaM
la camarrtt>nonfolo per fermar il cauallo di tefta,ma mbo
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<?4 LIBRO
ancbo per aîleggiertrlo dinanzi,?? alle pofatc,çy per
farlo andar con la fchiena gagliarda, e? unito con la uirtù fua,nondimeno quando quellapoifegli toglìeM accorgendoli della libertà maggiormente uaneggkua, con la tejla, talché apprejfo farebbe dato di bifogno, pur con quegli ordini,?? con quegli aiuti,®- caûighi, che tibo detto,?? uidirò,aiutarlo, er caligarlo, ?? fargli conofcere Verrorfuo,cbefenza di quefto,la cae marra,cosl predo, non barebbe baflato : Eccetto qua doper lungo tempo,?? per alcuni mejìfuffe habituas ta con ejfo, il che,conofcendojì quanto fìabreue la uU ta bumana,douemofuggire,aceiòjìuenga tojlo àgos der le gratie che idvio ne fa abondare,?? ritorna* do alpropofitonoûro,ui dico, chefenza la camarra facilmete co le regole che hora ui dono,il cauaUo farà fermo e? leggiero, e? accolto con la forza fua, ma quando pur uolete ufarla,portandola poco più 6 mee no di quindeci giorni, folo ad alcun caualgraue, er poco leggiero innanzi > difficultofo z? uano di tejla, ufando apprejfo gl'ordini miei ouunche accade, egli con più breuità di tempo auantaggierà molto : il pris no inuentor di effafu mejfer Euangeli&ada Milano, in quella età fingulariJ?imo,et gran maeflro di caualli. Dapoi quando ilcauaüoftuuolmojirarefra cauoi tieri ad un Prencepe grande,ad un Re, ad un Impera* dorejl uero luogo che conuiene à quejìo effetto, mol ejfer diforte,cheqtteftiPrencepi, mirino bene lucori riera da una delle bande,?? uicino al parere > il quale farà àffatio di un giujìo repolone più, uuante di loro, dont
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PRIMO tfj
doue facilmete fi uedrà il principio jl mezzo,ilfinc,çr
«pprejfo ogni particolarità del maneggio uerrà iui i farfuperò fi uuol auuertire che la banda destra farebbe migliore p caufa che il caualiero in ogni uolta che fari 4 i repoloni.fi uolterà sëpre di facciale no diJpaÜe uer f° di quelliMche alcuni dicano che cjjli /ignori uogli** no flare alTincotroJoue il cauaUo uà apofarfe,a mept fé che no farebbe a propofito,no folo p cagioneche ra* de uolte la ûrada farebbe attache tutti quelli (ignori e eauxlieri,ui pojfano b'e mirare,map caufa che ropédofi il barbazzale o ueramëte le ndine,o uero, ì porta mor fi'Ofepurfoffe di mala bocca,potrebbe facilméte occor rere deftftro.Jlche no farà mai trouàdofi dalla bada co '«e ubo già dettojnafol accaderebbe al Prëcipe quejlo luogo dijìar aMncotro,quàdo nel fin di ejfo luogo do* ut fi uà a parare,ui f offe un catafalco, o ueramëte f ent fira,o loggia, ondagli fenzatrouarfi a cauaUo, uolejfe mirare,nÓdimeno i Caualieri,cr Vrccipi del modo, hog gidijnipare chenoauertino in tante partkularità,m4 io ho uoluto dir queJlo,accio labbia la integra cagni tione debordine uero,e notate come i'ha da procedere. Vi partirete di trotto co la pìita della bacchetta ah ta,uerfo laj}>alla dejìra,llche ui di fi auâte aÏÏordint del portar della bacchettai comefete al capo della carrie ra,calàdo U bacchetta, prederete dalla man deflra una. mezza uolta giuûa,e ui fermante unpoco,e dapoi pia piano caminarete quàto tiene un corpo di cauaüo,t tan toûo co un bel partir furiofo ui auuiarete co la carriee ra,çrpajjarete<iuàte del Frcncipe}a queUaguifcer a E quella
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66 LIBRO
quella mifurache ubod:tto,ilquak uifard,mìrandout,
alla bàia defiraj comefete al pararci fon forniti i uo jìrifalcbi.ey noi dUa primato allafecoda,o utr atta ter zapofataj'ecodo il maneggio che uolete ufare,a tlpo,o di mezzo tlpo,ouero cotra tipo, efecodo quello che il caualloftfare epuofoffrire, di fubito gli prederete la uolta da madeftra, e tornarete col repolonep la pitta della carriera^ comefete al termine del fin del repolo* ne,co quel tipo cheprldefle la prima uoltajo uoltare* te da màfinittra, cr andarete uia purp quella pijia,et giuto che farete alfegno, prederete la uolta di man de* ûracome da prima, ep quella pitta andarete a parare doue fette la uolta ftnittra,e le pofate forano di quel nu mero che couerrà alla qualitl del manegio che farete^ cofi ui uolete fermare auate del fìgnore,che à faccia del uoflro latofìnittro, a corpo di cauxUo,uifì ritrouerà. O pur quâdo fé gli dona la carriera potrebbe ancho tetierfì,ey parare poco più indietro di quel luogo doue il fignore.e dada bada,®- uifarà di faccia alla man de* ttra,ey com'egli Jlarà totalmlte fermo, et ordinatami te hauerà fatto le po fat e, lo/fingerete auante,a tiro di repolone, ey a tipo fecodo il maneggio eh e uolete ufa= re.gli prederete la uolta da mSdettra, ep la medejìmt pitta ritornerete infìn al termine doue pardfle alla car riera.e colftmüe tipo gli prlderete la uoltajinittra, e lo rimetterete auate, onde tra Vandare,e ritornare in* dietro farete quattro repoloni,?y effendo di molta for za,flpotrebbe arriuar infili a ifei,<y la prima et Vul. urna uolta uerràfempre ìfarfi da madettra,alfin pda rmdo
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PRIMO 6-7
rado dinàzi al Précipe. Si potrebbe ancbora nel fine del
corfo parar il cauallo a paro del detto fignore,cbe ui mi
rerà dalla uofira man deüra,o neramente pofarlo poco
più auàte di lui,da circa dieci palmi,ej fenza rimetter
lo auàte «quel tipo che fa le pofate,pigliarglì la uolta
àejlra.co un di qui tre tipiche a uoi piacerini che ejfo
fa fare, er ritornare indietro, p la fiàpa della camera
cclrepolone>& uoltarlo poi dalia manfìniftra,& arri
uare d numero di duo repoloni,o quattro,fermàdoui to
üofopra l'ultima uolta che chiuderete dalla ma deunt
doue prima paratie, che cofiui trotterete il Précipe aU
lo montra del uoftro lato finifiro,w tato a quel modo
ài repoloni che ui difii da prima, quanto a queiïi che
bora ui dico, difubito che'l cauallo fi ferma cybaue*
r.ìparato,uoletedonargli le uolte raddoppiate ,&
manti che fi raddoppia, ouer appreffo , fé la intende,
fipotrebbe intertenere un pezzo co la capriola, o con
gli ccruetti,nodimeno la capriola fi farebbe migliore e
più gagliarda prima che corra, er feguenteméte donar
gli,due uolte doppiep ogni mano, et dapoift potrebbe
moflrare co la carriera,^ maneggiarci a repoloni,zr
un'altra fiata raddoppiarli al fin di efii-.e uifo intedere
che ciafeun di queûi modi che ui ho detto di dar al fin
della carriera i repoloni, accade fol a caual di eflremx
forza,e che in ogni cofa r iffro de facile,& uà co lordi-
ne,e col uero ufo di guerra, pche bene è chiaro che qua
do fi moflra il cauallo quàto fi può fi uuol approfiima=
re alla fìmilìtudine di quella,cbe ilprimo.è andar di cor
fo aïïincotro de gli nimici con la làcia, er dapoi canon.
E a do
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63 LIBRO
do fuor lafyadafi entra, er efce di repoloni da mezzo
quelli.Ma perche la offtruàza che hora fi cojiuma è con tra diqueflo,per la fiacchezza che generalméte fi ritro m cjuafi in ogni cauaUo, dirò un'altro modo dafarfene ûimaJoiK cjuantuncj; nonfuji'egli,troppo gagliardo fi dimofirerà con maggior forza er animo çr figue folo la forma di una picchia er uera battaglia fingulare. Prima che fi corra, ui panerete nella ûrada eue il
Trëcipe,ui farà miradoui dalla uofira man defira,& ri
tnettëdo il cauatto inanzi il maneggiaste, er tra Van*
dare,e ritornar indietro farete fei, ouerotto, o dieci, o
dodeci repoloni,piu er meno furiofi fecodo conuiene al
fuo fenfo,cominciando dalla man deftra,?? in ejfifineit
do,ui trouarete ad un di qutüi numeri a parar in queU
lo luogo dode prima partifte,& ferma~doui lo aiutare*
te come u'ho detto, er uolédo maneggiarlo piufuriofo
di quel che fi richiede, fattogli repoloni al numero di
fehouer otto,e non piu,altrimete no gli potrebbe fojfrì
re eruerrebbeamacarlafuauelocita,ilchefrebbeui
tio,pche uuol fempre,in ciafcun di ej?i,auazare più pre
fioche màcar di furiant al fin com'egli farà pofato,gli
daretedue uolteraddoppiate da madefira, e due da ma
finìflra,e due altre,a l'ultimo, dalla medefima banda de
flra.zj uifermartte,o ueramëteno uolcdo farne tante,
ne farete una fola p mano xhe furano tre uolte,e lapri
ma e l'ultima fard da ma deftra,e prima che fi raddop*
pia,fapedola bene,gli farete f or la capriola, quantunq;
fi potrebbe pur fare appreffo, ma aitante gli farà più
facile^ tanto il raddoppiare,come la capriola,?? gli
cornetti,
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PRIMO <S"9
eoruetti,nel fecodo librone nel quartojun'e Vaîtro,quâ
tofarà pofibile, ui farò noto per infegnarglieU quai modo fi hauerà du tenere. AppreJJb di questo andarete al capo deUd carriera,
er fimilmente, corne difii auanteM partirete con effa,e parato cVegli batterà in quello luogo che è poco inanzi chefìarriua doue farà il Prencipe, ilquale aìlhora ui fi trouera di faccia aÜa man defìra, tantosìo che fon fore nite le fue pò fate , parimente come da prima lo farete raddoppiare, er ui accorgerete bene che ogni cauallo uien pia facile quando raddoppia nel fin de i repoloni, o nel fin della camera,che non fa in altro tempo. Si potrebbe ancho quàdo ha corfo,cy nel fin del cor
fo ha raddoppiato,farlo sfiatare un pezzofermandoui
doue ha parato,?? dapoi paleggiarlo per la carriera,
er come conofcercte che e fiora di ànfia, er col nero
anelito giusìo à uoflra poüajenza maneggiarfua repo
Ioni da primato maneggiarne allbora,^ arepoloni,
Creo le uolte pofpofte,cr a qualunq; modo ui piacerà-
Benché u'habbia detto alcune f orme, come s ha da
noftrare il cauaUo,pur uolete ben auertire.che oltre di
quefto bifogna che ui uaglia il uoflro difeorfo, er più,
er meno,dccrefcere le uolte a irepolomg? da fermo a
fermo,feccndo conofcercte che egli ui ridonda, er che
fU la lena, er la gagliardezza fua, er forfè ui accade*
ra. al fin che egli ha fornito il numero che ui ho detto,
tornarfì a maneggiare a repoloni corti, er a repoloni
lunghi, er raddoppiarli infinite uolte, er dimotìrerì
tutta la fua uirtu maggiore che non fu da prima,çr fi*
E % mil*
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70 LIBRO PRIMO
milmente ui potrebbe accader il contrario di quetlo,
tal che ui è necejfario conofcere ïefferfuo quando egli è &anco,ey auante& poi fapere per quanto ftpuo tic dere la pojfanzafua, cr quando accade pojpponere le volte,cr quando trouarfì in concetto del Prencipe,co Tultimauoltadimandeûra,cy quando è bene donar primala carriera, er quando prima il maneggio, er quanta paufauibifogna tramezzar ogni uolta chea quello fi ritorni,tencdo queûa regola generale, in ogni hora ché*l cauaUofi maneggia lafciarlo con animo,ac* ciò uolendo al fin oprar/i non'fi auuilifca er ui rijpons dafempre in un tuono, però è da notar fi che hora io non parlo de i cauatti gioueni che fon da ammaeürarfi, che molte uolte un difordine fatto a tempo, quamüque fia grande,gli corregge, ma dicofolo di quelli eh e total mente fon fuora di fchola, çrfiuogliano moftrare, del che non mi conuienepiu largamente ragionare,ma ben ui dirò molti fecreti che ui apriranno più la uia come fi ha da maneggiar giufio,^ come s'aiuta, er come fi ca ûiga,& comefegVinfegnano molte uirtu, lequalifea condo accadeva dapaffo in paffo uifi diranno, er quel chef tacerà ad un libroni fi àira a l'altro : er benché uhabbia detto femplicemente la maggior parte di quel fé cofe che allafua dottrina fon necejfme, nondimeno in effe bifognano molteparticularità,che minutamente apoco a poco uifarò chiare, che fé giuntame.ite uek haueffe dette da prima ui bareifenza dubbio, totalmett te confufu |
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1 ibro
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LIBRO SECONDO/'
Osa mi pin util co fa dirui ; che
fi uuol ken auuertinche quando mx neghiate il cauaüo , non folo uolete andare, çy ritornar fempre, per uni mede finta pi fca,ma a quello luogo do de ui partirete col repolone, er doue poi farete la uol ta prima a quei termini uolete arrenar fempre cj" doc tiare tutte le altre uolte,*& per far cono fere la. eguali tà,çr infinita fua giufìezz4>& ubìdienz4,f*rk molto da todarfi, auante che fia fornito il numero deglirepo loni,cambiar mano, ey pojftonere le «offe, cr l'ultima quando fi uà a parare,continuamentc farla da man dts ûra,egual alla prima,comeffeffo vi ho detto. E cofa degna dafaperfi, (j mafiimméte ch'ogn'un.
fit il contrario, che fé in quel terreno doue il cduaüo fi maneggia tinto à i repoloni^commchor alle uolte ra* doppiateci f offe interpola qualche pietrajion tioglia te leuarnela,pcrche non folo non gli porgerà impedirne to alcuno,ma gli fard cagione di farlo andar giuûo,et più corretto, er con maggior fuggettione alfuo c<m* liero, anzi quando fé glinfegna il maneggio, fé non ui f offe alcuna fiatd,uolete poneruela,cr co fi quando do* poi fi uuol maneggiare, fé a gli capì de i repoloni ui foffero ne i lati delle bade, doue fi faranno le uolte,un<t o due pktrt alte da circa un palmo, egli per tema di queUe,WYnbbe con U uol ta piti chiufttzr forfè con h E 4 cìam*
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7* LIBRO
ciambetta'.fenzo'feguire gli ordini che uijt diranno ap
prejfo,quàdo ui parlerò de i modi, che in donarla fi pò trebbon ufare,nodimeno,quà~dofi corre la carriera uuol tjfer netta,perche tanto più anderd fecuro,?y ueloce. Guardateui,quando date la uolta, che non fta calca*
imperché è cofa brutta cr pericolofa, dekhepochi ca= ualierifi accorgono , ma bifogna ch'ella fia giujla, ey pongafi la tetta del cauallo a quel dritto doue tiene la groppa, er queüo con lingna non pojfo dtffufmentc moftrarui, nondimeno fé uoi lo internerete manege glandolo f^effo fui trotto furiofo,cr aiutandolo in un folco, ouer in una pi fia fatta di trauerfo in una moUe tnaiefe,con l'ordine detto,®" non ufceio da quello folco o da quellapijla,da fé fleffo uerràfacilmente alla uolta fua,firetta, naturale,*®1 giufta, rjfin che il cauallo la intenderà beneja farete baffa,accio uega in effa facile, CT non forzato,®" quantunque la intende/fé bene face dofì baffa,di quel tempo che la uokte,eglifempre auàs zerà,& co buona grada fuol accader che uega,in ogni uolta,col braccio piegato,®" agile a far la ciambetta. Quando al maneggio di repoloni prende le uolte
larghe,o colcate: uoi ogni fiata poco prima che arriua tea ciafcuna di effe, lo caligante di briglia n ella ban ra che è dalla parte, doue farete la uolta, cy auertite, che quando farà corretto,non bifognerà molefiarlo al< trimente, perche uerrà giuRo col fio uero tempo, ®" no oferà mai più difmandarfi dalfuo battuto fegne, ®r queüo ca&igo di briglia nelle barre, il trouante con ogniparticukritàfua^d terzo libro. il
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SECONDO 7?
Il difordine dì far la uolta colcata, benché fuol ctcc<t
derepiufpeffo al contratempo,quàdo accade almaneg gio di mezzo tempo,ouer di tutto tempo,à giuditio di molti,farà di pegglor uifta: Pero effendo il cauaUo dee boleri uuol auuertire,che dapoi che farà ben fermo,et giuftoalla mano, nel tempo che fa gli falchi, fé lo co/c caret e poco più di un palmo uerfo lo lato doue lo uole te uoltarexhiuderà le uolte con maggior attitudine feti Za diJpetto,ey uifaràfolo in tal cafo permeffo,ch'egli fi colcbi,ey non più che come u'ho detto., perche}"aceiu de fi in altro modo farebbe uitio, Ma quando il cauaüo à qualuncht forte di maneg*
gio dipaj)o,odi trotto, o di galoppo, con la furia che più gli couiene,ofia di tutto tepo,o di mezzo tempo,o iter contra tëpo, dori la uolta da man destra f alfa, er nongiuûa, o fé pur contra il uoleruofìro lapigliajfe troppo alta, o troppo bajfa, aUhor come farà licitato al caminar innanzi lo caligante battédolo una o due fiate con lojprone manco,piu er meno,fecodo ìlfenfo ch'egli tiene, et effendo giunto al folito luogo,uoltatc* lo pur dalla medefima banda deflra,che per tal cailigo ucrràgiuuo,ey confertatamente,a quella uolta, o alta o bajfa come uoi uolete,ej feguendo appreffo il repolo ne,come arriuate a l'altro termine,uoltatelo da marna ca,tal che doue accadeua la uolta dejlra fard la/ìnijìra, Crdoue era la jìniura farà la delira, er con quejìa mi* fura fzguirtte ilnumero del novero maneggio,®- fé pur egli nonfacejfe la uolta fìnijìra bene, lo uolete jìmilmé te caûigan con loftront cotrario, che fari il dejìro, ritornano»
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74 LIBRO
ritornando atta uolta finifira,çy a i repoloniparimei
te con lordine d'ho detto,eycofipoftponercte le uolte del mede/imo garbo ch'io uiparlai poco aitante, quatte do ui difii che farebbe da lodar fimolto almaneggio fer far conofccre la egualità, ey infinita giufiezza cr ubedienza del cauaUo, cambiar mano cr poflponere le uolte,?? tanto alla uolta de/Ira, come aUa fini/tra alca na fiata fenza il caftigo di /prone foloposponendo la uolta egli fi corregerà. Ef oltre di ciò, quando farà totalmente infegnatofe
prendejfe quella tema di non far la uolta giufta in un capo,fi potrebbe anchora in quel tepo,auÀte che fi or* riua a quelfegno uoltarlo\etfe uipar chefegli accorti troppo il repotone, quello /patio che fi perde aUhora guadagnante poi neWaltro capo à l'altra uolta dell'ai tra mano : però rade uolte accadere di ciò preualerui t perche bafierà caûigarfi a quel modo, che u ho detto qui prima di quefto>alqual modo fé il cauaUo no fi cor regeffe al primo ca(ligo,potrete già ritornarui fempre fin tanto che farà bene, erfirimouerà dalïerrorfuo: cr quanto più à uenirfene er à redurfe tarda, il che quafìfari impofìible, perche fon certo che uerrà di fu bito alla prima uolta poftpofia chefegli fa, tanto piti uegliuolete dimostrar con impeto grande: Anchor s'è* gli ufeiffe dalla paûa, lo caûigarete dadogli una,o due fiate con la baccheta al fianco, sforzatelo che ui r& torni dentro,?? potrebbefipur caligare con lo /prone da quella banda doue fi butta, cr ritornandolo al fuo fegno feguirete il uo/lro maneggio. Ne
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SECONDO 7*
Ne mi pare di tacerui,che alcuna fiata quel caûigo
di /prone che da me udiûepoco auante,fi può fare non folo dalla parte contraria, ma anchor in un medefimo tempo daU'una çr daW altra banda,con gli/proni giun ti, non lafciando però dipoûponere appreffo le uolte, co fi conte aUhcra ui di fi Per fanti noto più ckiaraméte, çr con lafua ragion
uera,çr fenza falfità, comefiuuol aiutare di/proni al tempo che fi maneggia, dico che quado uolete uoltar il cauallo dalla man deüra, che s'aiuti dalla banda cotras ria,con lo/pronefiniûro,et attondifi in un tempo, con l'altro fprone,accio che uadi giu&o,çr ritorni alla fut piua-.çr udendo uoltarlo alla man manca,con fimil or dine s'aiuti con lo/prone deüro, çr pur in quel ejferc smattonai con l'altro,cbe ander à caüigato,et fempre ad unfegno,çr non fi butterà da niun lato', et e da notarfl bene, che alcuna fiata fi conuicne aiutare al principio della netta,?? alcuna fiata nel mezzo, ouer a quell'in* /tante che la chiude,onde a quel chiuder che fa lo/pro ne.cVattonda la uolta, non batteràparo, ma andrà in un tépo a battere poco più addietro dell'altro che baU te uicino lectgne dalla banda contraria, come bifognet far fi : çr in ciò nafce difficulté grande in conofcer il fuofentimento, çr pigliar il tempo, çr più, çr meno toccarlo,come fi richiedevi che non fi può dire,ma con la pratica ui fi farà chiaro. Dirò le caufe, perche quado fi batte il callidio con lo
/Prone contrario, fi uuol Mondare a tempo da quella banda doli egli chiuda la uolta:La prima cagione e quei fi*
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16 LIBRO
fid,perche dnderàpiu eguale,che in un tempo uoltando
lejpatte,ekueràl'anche-. Lafecodafi è,cbe alcun caual lo farà talmente leggiero,ç? difenfo, che come fi fente battere fol da una banda contrarid,uien a uoltarfi trop po fano,^ forfè torto di collo, ey ditefia,o ueraméte pajfa il fegno a chiuder la uolta,buttàdofifuor dettane rdpiftdjal de bìfogna,che giutaméte fé gli doni il uo flro foccorfo,<& attodtfi a tipo di /prone, o fi attondi, almeno digamba,o l'un o l'altro, che gli accade, che in tal maniera fard forzato a ritenerfi da cjuelli errori,et uenerà giuûo, er a cader a quel fegno che gli couie ve. Pur alcuna fiata bifogna,che nonfolo fi attondi.ma che fi batta egualmentecon gli /proni pari,uerfo le ce= gne,& queflo fi fuol ufdre, quando ilcauallo radoppiài do,è auuiato atte uolte, er in quett'ejfere lo appicciate per agiufiarlo con più fuggettione a feguire l'altre uol te, er alcuna fiata bifogna che fi batta o più o meno daWuna, che datti'altra banda, fecondo la inclinatione ch'egli tiene più da una che dall'altra mano, eilinguen do il mal'ufo che ha prefo,onde perciò fi richiede ftper lo prefto,&a tempo foccorrere da una banda,o ia tut te le bande fecondo ui ho detto, et pur iti dirò douìique mi accaderà parlamene -.Perorando fi maneggiando turalmenteffi uuolfempre cominciare ad aiutar fi datti, parte contraria detta uolta, ç? queûo aiuto affai fiate, non hauendo il tipo, er lauera mifuragiufla dette cai cagnaie gli potrebbe ufar folo,fenza che fi attondiuer fo la uolta,in un medefimo tempo,con l'altro jprone,et mafiimdmcnte,quando tglifuffe di buona er gentil no. tura%
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SECONDO 77
tura,& non ejfendo coftretto daUafua durezza CT du
qualche incidente, che ui occorrere, per mala creanza che hauejje hauuta dalfuo caualiero. Et a maggior dichiaration uoflra hora ui dico, che
s'egli fujje più duro daÜ'una,che dall'altra mano,uOlée do in tjja uoltarlo, bifogna che s'aiuti con la polpa del la gamba,datta banda contraria, cf in un tempo attott dare con lo Jfrrone dalla parte doue uolete che fi uolti, the farà l'oppofito di quel che uho detto,nondimeno et poco a poco lo uolete ridure a fargli conofeere il «ero foccorfo degliff>ronucofìcomegli conuiene,zy lafcia rete queûo,ilqualeèfuora delfuo naturale,fol pertU nêteper alcuni giorni,ufarfì o a caualuecchio nella ma la creanza^ quando eglifaceffe le uoltecolcate:talche un'altra uolta uel dico,chefe non ui cofirenge niuna di quefte necefiità, baiìerà che s'aiuti di fyrone folo,daU<t bada contraria,?? a luogo et a tempo, come ui difii dì prima. Di più anchora, per aggiustarlo di tefta,ey di coU
/o,cr che uenga eguale,quandoflmaneggia,parendoui ch'egli ne prenda fauore, alcuna fiata fi potrebbe aille tar diflaffa fo to lajpalla, pur dalla banda contraria* & quantunque di rado fi ufi, nondimeno a caual gio* uenefin che s'ammaefiriglifuole giouare. E da notarfi molto,che fpeffo il cauallo,quando ine
tende le uolte, ey riconofce glifcronì, alla guifa che u'ho dichiarato,come ode al fin del repolone, quel mo» to di lingua,?? a quel tempo fente un poco fermar fi la briglia,per dargli la uolta,non affrettarli l'aiuto degli fproniy
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78 LIBRO
fyroni, ma dafeftejfo la prenderà, ey aUbora farebbe
mah aiutarlo con efti,mabafleràfolo quell'aiuto di Un gna,& forfè anchora di polpe di gaba,deÜa fìmile ma» niera che fi fuol aiutare, ey come baprefo la uolta in quel tempo buttatelo aiwite,battendoh con gli /proni pari,al principio folo del repolone, mafepurfoffe di troppo fenfo,no gli bifognerà ne queûo,ne quello:Però taiuto accade più cr meno,fecondo la qualità fua: ben che quando egli è ben creato, di qualuque complefiion fi fia,fofjre ogn'aiuto,o~ di mano.çr di fp>roni,et giù* (lamente lo intenderà con quell'ordine che gli conuiz* tie,cy piglìerd quel tempo che uoi uolete. Et quando eglifoffre, accio ebe uadi lpigliarli U
uolta giufta, v a tipo, cr affai caligata, cofì come al principio d'ogni repolone lo uolete buttar aitante, foce corridoio di jp" rotti parUfìmilmcte non fol,quà~do no ui ri/ponde bene, ma il più delle uolte, come uoi farete dee fedeci palmi, più o meno fecondo la lugbexxA del repo lone,uicino al termine della uolta,o della man defira, o della finifira,lo uolete pur battere, co gheronigiuûi, er ogni fiata ebefi batte,aiutandolo continuamente di uocefiper dargli animo all'andar determinato ,fian* ebora per far lo.pin corretto, et poco auantecbefi ars riuiaUa uolta, Jìuuole aiutar di lingua, accio che egli feorrendo fi apparecchi a farla più gratiofa er di più bell'aere,?? alcun cauallo che è troppo fenfitiuo,non fi uuol aiutar di lingua, auàte che fi arriui alla uolta,m4 qua/i a quel tempo che lo uolete uoltare. Auertite, che s'egli non è di molto fenfo uolete tou
cario
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SECONDO 79
curio di fproni,d principio,®- alla metà del rcpolone,
er un altra fiata comefete quafi giunto alla ttolta.etfe pur a queffultimo tipo che lo battete-.farete quél mos tiuo di lingua,tenédo la mangiufta,fcnza uoltarla,uer= rà a pigliar[eia di un bel garbo, come conuiene, tal che allhor alla uolta non bifognerà dargli altrimëte aiuto di /prone: però il caualiero ha da effer ben accorto in cotwfcer quello,**? doue,® quando, ® quanto gli bifo gna,il che ben conofcerete uoi,con la lungapratica, co me uè l'ho pur detto poco innanzi : E£ oltre di ciò > di poi coi farà egli fermato di teûa, queûo lo farà di tal forte corretto, che alt'andar di repolone, non farà mai più motiuo,ne di fommuzxarfUne di mouer la tefta.ne di niuna maniera mala, er in più fiate,''prima ch'io ui lafi,ui dirò come totalmente eglifi ferma. Quando uoltarete il cauallo, in qualunque forte dì
maneggio fé ftamon allargante, infuora il braccio ma co,ne a l'una,neaW altra parte,ma tenetelo faldo,®- co un poco di accennOyin un certo tepo,a tempo, er in utt certo modo uoltarete il pugno folo della briglia,®- che il detto pugno no efehi dal dritto della marcatura del collose da qua,ne da la,accio non fi colchi, et che uadi gwflo er fermo, er farete fempre ciafeuna di effe uol te,pià prefto baffa, che alta, er aiutata con gli ordini ueri,perche le farà di più bel modo,® forfè e]fendo di gentil naturajènza che altrimente fé gVinfegni, uerrà con la ciambetta, er auertite che le uoltefiano eguali, er diun tèpo, corrijpondendo fempre a quel modo che le cominciatele quando fi faceffe il contrario farebbe |
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So LIBRO
da biafmarf. molton ignorantia di buomo ,che nS ha
difcorfo,ne arte di caualcare, er quefyo errore fuol ac= cadere a tutti coloro che danno il maneggio furiofo a modo di carriera,che allbora per v.ecefità, il cauaÜo U prima tiolta che fa, farà di una fòrte di tempo, er non potendo poi durare, uerràfempre minuendolo,ey ua= riandò le uolte,talcbe in ogni repolone Cuna uoltafarà differente dall'altra, però il Caualiero ben accorto,?? hen difciplinato, quàdo infegna il cauallo aü'ultimo co mirabile accorgiméto conofeerà fecondo la qualità fua, quarto è la furia che può foffrire,çr in quella dipoi lo ferma : er al maneggio parimente anchor gli da quel tempo,alqual può refiüerc, a tempo o di mezzo tépo, ouer contra tempo, et quella mifura clfegli tiendapri ma, cofi a i repoloni come alle uolte, quella fi trouera, fempre con facilità grande,infino alfine. Et per danti alcun fegno, onde fi poffa conofeere <t
qual cauallo couenga il maneggio di galoppo,et a qual con più er meno furia, uifo noto, ch'ogni fata che ui accorgetele naturalmente tiene forza, « buona bocs ca,comefirà ben inûrutto, a uoltarfì aü'una er all'ala tra mano, fi potrebbe a uoûra uoluntà maneggiar fuo riofo ma quando eglifuffe di troppo fenfo, oueraméte carico digarze,ey duro di barre, çf fiacco difebiena, cr di gambe,quantunque per la buona creanza paia di dolce bocca,non dimeno aUboraM uoifleffo conofeerce te che gli accaderà maneggiarfi con più riff etto,er no ponerlo in tanta fuga, ma fé pur f'offe gagliardo, er di lombi,?? di braccia, benché fa grojfo di garze,çr due |
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SECONDO Si
1*0 dì barre,col mezzo della buona dottrina,potrebbe
maneggiarli a tutti modi,però il cauaUo,di ognifattez za,o buonajo mala che fìa,quanto piùfi mantiene ma= neggiàdolo fulpajfo,cy fui trotto, er rade uoltefut galoppo, fenza donargli uelocità, tanto maggiorméte, non toccandofì mai co ì ferri di dietro, a quelli dinÀZh (gli dipoi uerrà gagliardo, er giudo, & fermo, con tutte queue buone parti che conuengono al uero, ey perfetto maneggio. Vi ricordo anchora, che il cauaUo fi uuol battere
con gli/proni apprejfo le cegne, er non al fianco, per che altriméte farebbe errore, però quado fi maneggia, come auante un'altra fiata ut difii,fempre a quella ban da, doue ft ua ad attondar la uolta, nel tempo che egli acade, con lojprone non fi batte paro conteiloaWaU tro uicino le cegne,ma fi batte poco più diètro di queU k,talche quedo aiuto, perciò uolgarmëte fi dice atton dar dìfiironi, perche sforza mirabilmente il cauaUo, a. uenir in quattro eyafar la uolta eguale cr tonda. Coìti egli intenderà la carriera, la darete alpiu,una
uolta ogni duo mtfi,çyfefoffe affai maggior il tempo farebbe meglio, cr tanto piufe per natura dimoftrajfc di ejfer di dura bocca, çr cofi come la detta camera auante ch<e corra, gliela uoletefar pafiigiando ricono* fiere, fimilmente dopo di hauerlo corfo,fi uuol olmeti una fiata in effitpafiigiaredn quedo molti îingânano, che penfano che correndolofyefio, U farà più wdoce,, certo non è uero, che la carriera donandolafbtjfo, gli dìfconferti la tefia,h bocca lo pont infinga, gli dimU |
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Si LIBRO
mifce la forz<t, V tuttauia la farà minore, er/ë pur
f offe fiacco di gambe, fi potrebbe agrappare, er ogni giorno uerrebbe alpeggio, er affai più debole : Ma fé uolete che corra bene,fenza che fi dilìoni dal buon ef* ferfuOyuftrete gli torni di trotto furiofo, coin ho deU to, che il cauaüo fi farà talmente difciolto di braccia, chefempre quando corre, poi farà uelocifiimo,çr fer* mo di tefla, er con forza, er facilità grande : Quefia regola fu in ojferuantia molto, apprejfo dì quel gran caualcatore mejfer Cola Pagano, che fin che il cauaUo non erafermo,er compitamente ammaeflrato, non lo baurebbe per co fa del mondo corfo, tal che da poi d'ha uerlo caualcato, quattro ofeimefì, o forfè un'anno, egli inpocopiu,o meno di otto giorni gli moüraua il correre, er di tal maniera fi accorreraua, che ueniua. determinatifiimo,er difchiena>et con forza, et fermo, sfaldo di tefta,e? col parare a tempo,giu&o,leggiee ro,& confertato:o' quando uoleua ridurlo in tflrema finezza, feguiua dal primo infin alfine del fuo caualca re tutti gli ordini fopra ilpajfo, erfopra il trotto, er fé non era confìretto da necefiità, poche uolte sul gae loppo,er fenza che mai lo hauejfe poi corfo, ne maneg giato di furia, egli conofcendo che fujfe compito Jtim= parare, lo afiegnaua al fuo Caualiero, ilqual Caualiero tantoüo che gli era addojfo,quantunque lo maneggiaf fé, &a repoloni, er a uolte radoppiate, er con mille carriere gii rifpondeua con tanta uelocità.er con tana ta mifura,er confi bel tempo in tutte Vopre, che egli, CT ognaltro,mirabilmenteftupeudo, fi ammiraua. Vi
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.SECONDO 8z
Vi affermo dunque,che il trotto quando fi fa con gli
ordini che ubo detto,ej pur uè fi dirà,è principio, CT fine,çr fondaméto di ogni uirtu delcauatto,cr co quel lo folo, fenzacbe mai s'oprajfe in altro, uerrebbe in ogni perfettione,però fé il caualiero,folo ad effetto di cono fere la uelocità, er Ï effet di quello le prime fiate che lo caualca,lo correjfe da circa tre uolte,nonfareba be errore,pur che da poi procedere col tempo, er con gli ordini,come gliconuiene. Notate ancbora che la carriera uuol effer, dettrmU
»ata,ueloce,cr tritta:EtfeH cauallo è grâde,ey grojfo, non troppo lunga,ma quanto piu è di taglia mezzana, ouero ha delginetto, tanto maggiormetefì farà fratto pt,però non tanto che efca dalla mifwragiuftajo" quant do uorrete tenerlo confitti, lafarete molto piu corta del douere,zr in ejfa generalmente non fi uuol mai bat tere dijpronifenza Valuto della uoce,& mafiimameiis te fin che è giouene,&fari ben accorto di tutti gVordi ni,®1 detta uolontà del fio caualiero,er al tenere fel uo lete afyro,o co le pò fate aiutatelo come ui difiì auante. Et benché nel primo libro, ui habbia detto bremene
te, come s ban da dar le pò fate, perche fon cauft detta maggior parte detta mifuracbe il cauatto tiene, mi pa* re conuenknte bora parlamene piu aìTungo, er dirui un ordine fìcuro,er prejlo douegli le faù leggere, & facilmente Ventenderà. Anadrete alla campagna in unafirada lunga,& che
il terreno fia giuûo,er habile a caualcarfi,cr dapoi ca minante poco piu,o meno,di quaranta palmi, di trot* F % to
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84 LIBRO
to furiofo, er fermante il cauaüo, & a quel tempo lo
aiutarete di uoce,çy di /proni, alcuna fiata di bacche f
ta,nella /palla de/ira, er/ê non faceffe motiuo alcuno
dì alzarjl auante,al men con un braccio'.?? uoi, tenen*
dolo fermo, lo ca/ligaretc tanto/lo una,o due, o tre uol
te,con gli/proni pari, ouero corrijpondenti Vun aliai»
tro,aiutandolo di uoce, crfubito dipoi andarete altre*
tanto auante,col mede/imo trotto furiofo, er fermane
dolo pur farete il fintile e ho detto, er cofì dì trotto in
trotto fi uuol andare fin in tantoché uerrà a fpefularfi
da terra> er com'egli s'alzerà, ouero fard un'atto fo»
lo di pofata,piaceuolmente lo accarezzante,ajfecurait
dolo con la man deûra, ouero con la bacchetta/òpra il
collo, er uicino il garefe, er itti per un pezzo ui uolete
fermare, dapoi caminando auante parimente di trota
to,uiaccorgerete che al tempo che fi ferma, udendo la
uoce,egli ûeffo uerrà facilmente, er con allegrezza a
pofarft alto, er aUhora rade uolte lo aiuterete di/pro*
hi,mafolo di polpe di gambe, er quantunque gli bifo»
gnaffe,o no,lo aiuto di bacchettai di /proni, o di pôle
pe di gambe, quello di uoce in niun modo fi gli tolga,
crfepur hauete qualche luogo doue al lener ch'egli fit,
il terreno fo/fe, il più delle uolte, alquanto più baffo i
gli farebbe affaìfauore : & fappìate che folo una fia»
ta che fi leui con un braccio almeno con alcun fegno di
pofata,come u'ho detto, accarezzandoli di poi a tem»
po,egli uerrl allegramente a farne quante uorrete.
Come il cauaUo al trotto farà la pofata fi potrebs
be andar di galoppo :& al tenere aiutarfe anebor a quella
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SE CO N D O S;
quella miniera,?? cofi facendo bene,fi accarezZ4rà,et
facédo maie fi uuol caüigare,et aiutar co gli/proni pa ri,& in un tempo co la uoce,et da galoppo in galoppo, tenendo pur cjuell ordine che ui dijìi al trotto, che gio* tta nonfolo alle pofate, ma a fare ch'egli affaldi. Dapoi quanto intender àia po fata,ej lo aiuto degli
/proni,®- della uoce, ey della bacchetta, guardateui di tenerlo più al corto, perche potrebbe pigliar uit io di fermarfi alto,quafi in ognipajfo,al uoftro dijpetto,0- afta uolontaiMa anderete in una ûrada,chefia quan= do fuol ejjere la carriera giunta, doue fé al tenere uifuf fé un pendino grande,^ eguale sfarebbe migliore, ey primo di trotto uolete andare a tenerlo fopra di quello, ne ì primiierreni^o nel mezzo,o nel fine, fecondo può tgli foffrire ,cylo aiutarete al modo elio detto , o di fpronuo di polpe di gambe, ©- di uoce, o ueramente dì uoce foto piu,ey menojegolandoui dal fetifo che ham*. ri, er apprtffo, come farà fecuro in quel pendino, fi potrebbe andar di galoppo, crfìmilmente fi po= trebbe aiutar al tenere : che uerrà finccramente a farle più grado fé coi falchi auante ; ma non è da tacere,che al piu,cr quafi fempre,fe gli debbono dar le pò fate fo- pra il trotto, perche fi farà più leggiero, talché dapoi tanto da fermo a fermo, come alpajfo, çx al galoppo, çr alla carriera, ogni fiata che uolete fi trouerà co più mifura;& in effe più facile, Pero notate, che hauendo egli naturalmente legge*
rezz4,non haueràneceffario cofijpejfo del pendino, et baderà il'più\deUeuolteoprarfinel.pianoal fimikwo ¥ 3 do
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S} LIBRO
do c'ho detto.
Ma fé purfuffe duro a ifalchi,per condurjl a queU
ti er in affalcarcome conuiene, il pendino gli farebbe fempre necejfariofin tanto eh'egli intenda lafciarfi ad* dietro/correndo inanzi con lepofate. Quiudo egli fopradi ciò hauejjhgiàprefo il uh
tìo in fermar fi ffeffo con lepofate contra il uoler uo= ilro,il cbefuol accadere a cauatti gioueni, uolete tanto fio caligarlo di uoce,çr anchor di bacchetta ne ifian* cbhO" talhorfopra le braccia dinanzÙWforfè di fpro ni in ogni maniera che fi può, er sforzarlo che uadi Mfflte,?? chefolo faccia lepofate quado uoi lo richit direte di uoce o dilingua,& dijfironifi di polpe diga he fi di bacchettalo giuntamente,o l'uno o Valtro,fecon do l'animo che tiene perche alcun canotto ferì tanto ui te,z?di mal intelletto, che aiutandolo continuamente al parare di Jpronì,dapoi,ogni fiata chedà quelli fi fen- te pungere facendo pofate fi ferma,zr per molto che fi batta non uuol farfìauanteionde aUhora, uibifignatZs perantia grande, er a poco a poco fargli cono fiere, quando uolete che camini, v quando che pari con gli Jproni, però fin che hauera la uera cognitione di que& flo,al parare gli conuerrà lo aiuto folo diuoceferuen* douideglijproni.cr della bacchettai ilpiti delle uolte, Ìn,ca(ligarlo,cr farlo andare liberamente. Et aUhora che fa ben parare, e? fa lepofate, fé gli
potrebbe, a mura po&a, donar la carriera come auan t e un'altra fiata uifu detto, che prima di quefto farebm le errore, trattenere fi uuol aiutar atte pofate, chele fard,
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SECONDO ?4
farà marauigliofe,® belle, er non aiutando/i dafeflef
fo pure le farà. Io nonfofe intenderle, quando u'ho detto che alte<
nere s'aiutai cauaUo con la uoce,per queûo quàtopiu pojjb diffuftmente dichiaro, che quando l'aiuterete di uoce,direte a tempo quellaparola,con un tuono da por- gergli animo.hap^apfiuero hep,hep,o ueramente qui do uolete aiutarlo ch'egli fi lieui, non fola auante, ma ancho di dietro,® tanto più a ifalti, o con calci,ofene za calci,direte,hop,hop. Si potrebbe ancho altenere aiutar con la lingua,che
ponendoui la punta di ejfa, quafi nel mezzo del uoûro palato,®- in un tempo quella fciogliendo, er comincia do afnodar, er afchoccare, farete un certo fuono di lingua,che farà mirabile foccorfo delcauallo, non tan= to al tenere perche aUhora,queU'aiuto di uoce che ui dif fi prima,gli conuiene piu,ma quando fi uuol aiutar alle uoltefempiejel repolone,® alle uolte quando raddop pia, ilquale aiuto di lingua, benché fia impofiibil co fi fcriuere er dirlo più aperto di quel che hora ui dico, fon certo che non folouoi,ma ognun che ha difcorfo chiaramente l'intende. M.a è be da notarfì,che fi uoglian ufare le parole, dife
reti da queflo,quando uolete,per alcun difordine,caûi garlo di uoce,come uifu detto nel primo libro,® uifì dira negli altri luoghi oue accader à, er accio che non ui confondiate, ui dichiaro , che quando egliuft quaU che malignità,o di muouer la teüa o d'impennarfì, o fi pon in fu U briglia,o ueramente procede in altri erro* F 4 ri,
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S 6 LIBRO
rìyil cafiìgo dì uocefarà borrendo, cr natamente dire*
te con un grido aJpro,qualunque più ui piacerà di que fie parole J)orfu,horfu,o la,o la,ha ha traditore,ha rie baldo,torna,torna ferma,ferma,torna qui,torna qui-.et in fintili modi, nondimeno pur chèl grido fìa terribile, direte quella parola che ui parerà più conforme er al propofito a terrore,^1 correttion del cauaUo,zr conti nuarete quejlo fin tanto che egli dura nel iifordine, er farete lauoce più o meno alta, fecondo più o meno fitc r à la grauità dell'errore: Ma quando egli farà già uin* to uolete da poifubito tacere, ouero con un tuono pias ceuol CT baffo,mutar uoce,affecwàdolo fempre,<& toc candogli la man deflrafopra la marcatura del coÜo,et o in effo.fra i crini,ouerfo ilgarrefe alcuna uoltagrat targlìfi ueramente con noce fommeffa,direte quefto,bò ' ho,ho ho, eypiu er meno fecondo conofcerete che bas fiiper afiicurarlo, er in un tempo queûo direte con la bocca er quello farete con la mano. . Di più ancho dico,che al maneggiar del cauaUo a re polonùtX cojt quado trotta,ouero galoppa, e corre,in qualunque modo fi fia,ogni fiata che ubò detto, er ui dirò, che con la uocefi aiuti in dargli animo, che uadi auante, intenderete che sgabbiano a dir quefle parole, tya,eya,er potrebbe/I pur dire,uia, uia, er tanto que» fie come quelle che accadono in dar lepofate al fin qnS do egli uuol parare, no fi uoglianopoJponere,ne dir in altro modo, crfìmilmente dico, del motiuo di lingua, che fi fa in aiuto fuo, quado dona le uolte o ne i repolo ni,omro quado raddoppia,nÓdimeno alla carriera, pur |
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SECONDO «7
fi può aiutar di uoce infolkcitarlo chef, affretti, non
folo come qui ubo detto, ma in diuerfi modi, fecondo il coflume di chi caualca, ilche non importa, pur che quella parola fia ben detta, con un breue accento, ui uo,accelerato,er rado,o~ a tempo come conuiene. Se uolete fapere come fi ha da fare, accio che'l Crf«
uaUo non folo intenda la briglia, er facciajì adietro, ma che uadi fojfefo, er non ui sforzi la mano veneree te quell'ordine : Come lo hauete fermato, fé gli uuol tirar con la man falda tempratamente, la briglia, più, er meno, fecondo h durezza, er difenfionedella boc? cafua,fenza donargli niuna libertà, er con la baccheU ta gli darete pian piano fopra la marcatura del colio , er cofiper un pezzo fiumi follecitare: Se nonftmuo* ue,ouerofe/t difende, cr noi lo batterete di Jfroni, pungendolo a tempo a tempo, horo con Tuno, er hora. con Valtro,zr da quella parte pia, doue più gira le ans che accio uadi giufto. ht fate che unhuom a piede fé gli fermi ali 'incontro,®1 con la bacchetta, a quel tenu po che uoigli tirale la brtglia,queUo gli doni alle brac cia,ouero genocchia, er rare uolte al moflaccio, bifo* gnando però, er non altrimenti, er alcuna uolta lo minacciarti, fenza batterlo : Se non basìajfe queflo,<& noi duquel mede/imo btiomo, lo farete pigliar per U guardia deUa briglia, er fatelo sforzar che uadi ade dietro, er lo molejiarete nelïuno, er nell'altro moe do, fin tanto, che almen un braccio fi ritiri, tifacene do bene, prejlo fiate accorto in quel tempo accarcz' %trlo,comc piti uolte ho detto>& fermateti piaceuoU mente
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po L I B R O
mente un poco: dapoitoruate afar il (ìmik,tirandogli
folo la briglia,che ilcauallo per quelle carezze,che uoi gtifaceûe : fi farà indietro,con l'uno,ey Valtro brac» cio,CT intenderà : er non ritìrandofi,oltre di cio,come fi caûigprà di/prone a quella maniera, egli farà forzi tofarfì indietro, er affai leggier alla mano : Ancbora quando uoi farete quel fegno toccadoto con la metà del la bacchetta fopra il collo, direte quejìa parola,con un tuono baffo, folo quando l'intenda il caitallo, adietro, ch'egli appena,ogni fiata che dapoi udirà quel modo di uoce,& quel fegno di bacchetta, o che fé gli tirerà un poco la briglia,fi farà tanto adietro,quanto uoi uorre* te,erfempre ch'egli ui fi calca fenza il uero appoggio di fopra la briglia, gli farete pur ilfomigliante,et non ui di/fi erate,fé quando fé gì'infegna queflo facefje qual che dìfordine,perche aWultimo tanto maggiormente fi trouerà,in meno/patio di una hora, caüigato,cr uin* to,çr affai facile: Et quefto anchora gli giouerà moU to in fargli fare lepofate, eygiuûe, er con le braccia piegate, er come conuengono. Oltre gli torni che uiho detto auante, cruidimoe
flrerò ancho appreffo, iquali mirabilmente danno lena O" appoggio,agiuflando,cr aUeggerédo il cauallo,po*: trebbefi.,0 più ometto di dieci giorni, ogni rnatinafalU re circa un miglio,per una gran falita, dipaffo furiofo guato lo puofoffrire,ey appreffo per la medefìmaflr* da fendere,& fi quefto luogo fuffe rotto afolcbi,tra* uerfi, tanto più egli alzerà le braccia : però aUhorafì umoI andar mifuratamcnte, er non cofi mloce, che lo condurete
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SECONDO 5>t
condurete non folo a queWeffetto, ma tutti gli ordini,
che ubo detto,o" ui dirò gli farà dapoi molto gagliar di.er aÜenati,et co più giuflezza di bocca, eyfefì bat te co gli piedi a i ferri,çr mani dinazi,falëdo in queflo modo,fi corregerà diforte,che no fì toccherà cojìjpef* /ò,cr dì tal uitio uè ne parlerò pretlo^piu largamente. Et per far ch'egli lieui bene le braccia, er lejpaUe,
non poco gli giouerà farlo fpejfo andar di trotto dena tro dell'acqua,in alcun fiume,ouero in mare. Non lafcierò un'altra uolta ricordarui,cheftfaccita
nogiràdo i uoûri torni,in duo giri folo, et che ciafcun di loro fia in tondo,circa ducento cinquanta palmi, er che fin tanto ckel cauallo farà ben difciolto dì braccia, er dì gambe,çr fermo di tefia,çy intenda il parare, et le uolte all'una, er aü'altra mano fiano di trotto nella maiefe,cofi come pur ho detto, er che in quella fi fiam pino,del garbo che predo uifarò uedere,et notate che duo tomi per banda, che fon quattro quarti, s'intende folo una uolta,& fin alle quindece uolte er mezza che fon fejfanta duo torni, e numero conueniente ad ogni particular cauallo di gran lena, er di qualfiuoglia età robufia,nondimeno al general non uipartirete dal ««« mero di undece uolte er mezza,che ui difìi auante,ben che ad alcuni rari cauatti di tanta ejlrema forza, er <d tri che parimente fon gagliardi er mal creati,çr auez Zi atta libertà, per fargli fuggetti,?j ponergli al giu= ilo, alcuna fiata fé gli potrebbono donar non folo quin dece,ma trenta uolta er mezza(chefon cento uintiduo tornì) er ?«e#o rade uolte accada,perche feguendolo |
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5>î LIBRO
fptffo farebbe caufa debilitargli lafpina di mezzo, ÇT
totalmente annichilargli in ogni membro lafua uirtk, conforme al ferro, che non meno fi confuma adopran* dojìpiu del dotterebbe dalla ruzza,quando non fi ado*. pra, er dal troppo trauagliar uiene che molti di loro dal principio che fi cavalcano infxn a i quattro , o citte. ,que amiAimoftrer anno forza mirabile, er dapoial té pò cheftper la lena,çrfiper la età il ualor,cr poffan za douer ebbe far fi maggiore,/; uede il cotrario>con in= finita fiacchezza, benchelpiu delle uoltefenza fucilo trauaglio fi fuok fempre fcoprire la debilità del cattaU lo(quando è naturale Com'egli entra ne i quattro anni in/in a i fette, çr la cagion è quella, perche dal primo ogni cauaUo uà timido del cauagliero che glijlafopra, Cr unifce tutto il ualorfuo,zT uà uigilante, ejfenfitU uo,& parerà forte-Ma pofciaches'afiicura con ïhuoe mo,quado fi opra no fi sforzerà, ne farà più quella ga gliardezza, com'era folito in quei primigiorni,e mefì che fi caualcaua,ma dimojlrerà totalméte lafua natura debole,e tanto più quàto più gli crefce il pefo della car ne,nondimeno quando è naturalmente gagliardo, cattai candojì col debito modo,& come conuiene, da anno in anno fi uedrà fempre auanzar in ogni bontà,&perche in alcune qualità di cauaUi, bifogna il più delle uolte, dar ì torni di galoppo : mi ha parfo conueniente bora dirui,in quanti cafì accade quejia necefìità. Quado il cauattoftuuol ammaeflrare,cbe al maneg
gìo di repoloni uadi con furiategli ban da dar le uolte àiMgaloppo,ftrtW, ferrato, ej ueloce, er allbora il numero
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S E C ONDO 9?
numero di quelle farà minore, et fegli potrà mancar et
accrefeere, fecondo conofeerete più er meno la forzA fua,& fecondo egli più preüo ui corrijfionde a potier* fi al giuüo. Al cauallo che uà molto leggiero alla mano, er non
uuol appoggiarft,c? anckor quando fugge,et ingorga* fi la lingua, donarete i torni di galoppo, che cofi non folo fi appoggierà, ma il più delle uolte pofandofì nelle barre(chefon i duo luoghi delïuna, ç? dell'altra parte della bocca fopra ifcaglionidi baffo)panerà fecuramé te la lìngua fotto la briglia. Oliando il cauallo,o per mala creaz<t, o per natura
uà fingardo, cioè ramingo : affeewato che farà con gli fbroni,come fu detto molto dinanzi > nel primo libro, quando ne ragionai, farete gli torni di trotto affai di* fciolto er af fi-ettaro, et apprejfo gli farete di galoppa con quanta furia uifaràpofiibikjandoglijpeffo il foc corfo della ucce,o di bacchetta,o difproni,zr a tempo a tëpo, hora in uno& hora in un altro modo, che cofl continumdojgli uerrì ad aficurarfi, et lafcierà le fan tafie.zT tenera folo ilpenfiero di foruir prefto,ty «e« locemente il numero delle uolte; ma notate che al prine cipio non ne uoktedar molte di galoppo,perche forfè, accorando fi potrebbe fermare,ma apoco apoco leuo lete ere fere : però auertìte che queûo uitio fuol effere più er menoMlche quado non farà troppo,nonimpor tcra molto,perche quel che manca al corfo,fupplifce al maneggio,per caufa che fono maneggiati,come ui difii allhora che ui parlai de ifegni er delle balzine. Quand»
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5>4 LIBRO
Quando il cauaUofopra il galoppo uà fcherzando,
col capo baffo,& non fi agiuûa,o ueramente,quàdoin efìi butta calcagli darete i torni di galoppo furiofo,co miniandogli però prima di trotto, che co jì egli uerrà in un tuono perfetto,^ con buona mifura : cr in ogni tnotiuo che ejjbfao difcherzi,o di calci, uolete caûU garlofolo diuoce,o ueramétedi noce cr con la bacchet tafcpra il fianco,o forfè anchora con gli Jpronì,a quel tempo alzandogli un poco la man deUa briglia,che con tal corregimcto uerrà giuuoiçr non uolete mai da ciò màcarefin tanto che farà uinto,ey lafcierà le malegni thma come gli andrà bene,continuaretegli uofiri tore ni di galoppo,ajìicurandolo con la man deflrafopra la marcatura del collo, cr con la uocepiaceuol,ey baffa. Et aUhor ch'egli trahe calci nel galoppo, fé non ba=
fia infua correttione quel e ho detto,quando uoi lo ca fltgareteji più uolete con la man dejlra (fenza intere uatto alcuno) in quel iûate prender la redina deflra.et tirandola, gli darete un poco di fuffrenata nella barra (che il più delle uolte ) per tal percojfa di bocca, non penfarà più in tirar calci, zpfempre che ritornerà gli farete pur quello. Qnando il cauaUo uafenz'ordinejbalzando^nbn
fittuolponere al giudo gli darete ancho i torni di gas loppo confuria,cominciandoglifìmilmete ditrotto,et lo cafligarete a tempo pur cojì di uoce,et di bacchetta, er come farà corretto,?? anderà bene, continuando il uoftro galoppo,lo accarezzante. Quando il cauaUo naturalmente è fuperbo,eyfurio
fo,o
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SECONDO si
fofiuer ardente,^ di poca forza, er uolédo galoppar
lo,egli fieffb fi prende una certa naufea, che fa il fiato grojfo a guifa di bolfo, aUhora come farà accurato, fu i torni,aUe mite di trotto, le darete di galoppo a tipo che cofì fi farà ficuro, wgiuûo, er aüa carriera poi intende™ il parare,gr non fi poneva in fuga, comefo* glionfare gran parti di queûi cauaUi di tal natura. Quando il cauaÜo,non folo algaloppo.ma quadofì
maneggia, fempre fi pifcia, molto gli giouafpejfo do< nargli unfuaue galoppo inuolte (accarezzalo come più fiate ui ho detto) accio affliefandoficon quei torni s^affècuri in ejfo, er inptelafci ilgra timore che tiene. Quando il cauatto è duro et pigro,no folo gli uolete
dar le uolte,dì un trotto difciolto,ma di galoppo,co fu ria,cr cofifarete il cotrarto,quÙdo egli farà digràfen fo,& leggerezza,?? digra core, er uelocità, er ogni fiata che galoppa ricordateui fempre aiutarlo più & meno diuoce,et difyronhey di bacchetta, fecondo più, o meno farà ilfuofentimento, er fecondo ui rijzonde ad unir fé con uoi. Ma notate bene, che non ejfendo affretto di niuni
di quefie caufe, uolete ordinariamente come ui ho già detto,ufare i uoftri tornì di trotto,quàto più difciolto fi può dare, er affai ui bafterà al ufcir che farete da quelli da dritto in dritto, il più delle uolte, come farà fermo di bocca,ey di tefla, andar di galoppo, al fin del quale pararete fempre con /e uoftrc pofate. Nictedimeno com'egli uà libero,çr egual,ç?'giufio
4 i torni di trotto, a l'ultimo quadofarà beninfirutto in tutti
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j6 LIBRO
in tutti gli ordini accio che prenda pur notifiait cane
fuetudine di galoppar in uolte, farete gli torni diga* loppo:ma come ui parerà che habbiaprefo la mifura,et co faciliti gVinteda bene,radc uolte ui accader a in ejfo più moleflarlo,perche baderà fola per matenerlo nella fuapfettioe,ricordargli tutti gli ordini fopra il trotto. Però auertite,che ad alcuni cauaUi,che fono ardetif:
fimi,ey di gran fenfo,çr bafeofi, er ad altri malamena te caualcati, che dando loro il trotto, fi pongono in fu la mano,o" tirano uiajlche di rado auniene,nonuoks te dar i torni ne di trottole di galoppo, ma glieli daa rete leggiermente dipaffo,çr a poco a pocoMpoi che faranno per alcuni giorni aficurati bene, uoi da loro ftefiigli lafciarete auuiare al trotto. Vi guar darete far i torni, coft come alcuni ufano,
una fola/lampa di un giro,che per molte ragioni, effen do il cauallo giouane, queûi lo potrebbott impedire,?? accorare,?? condurlo in qualche tema : che giunto che fuffe douefuole uoltar/ì, uolendolo fare aitante, fi po= trebbe co fonder, et farjì reüioto almeno no fi farebbe cofìgiudo,& ordinato come gli conuiene, benché a ca ual uecchio et di buonfenfo, alcuna fiata lo concederei, quando fuffe duro di co1lo,w duro alla uolta, et ancho per moflrar,che quantunque fi uariaffe la forma de gli tornirgli fi ritrouerebbefempre h m tuono. Alcun cauallo giouene farà, che a i torni di trotto,
o di galoppo, o pur quando egli uà da dritto in drit° to, fi fuol arriuire co i piedi alle mani, er ferri dinan= zi, per tanto ui dico che allhorafi uuol ferrar da die* tra,
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SECONDO. 97
trofia corto del douere,ey non bifogna darfegli tanta
furiale tato numero di torni, perche caualcâdofijpej* fo,con la lena gli crefcera laforza,etfecodo quella creo fce,cofl fegli crefcera la fatica ey la uelocità del carni* nare,ò di trotto, ò di galoppo : ey oltre di ciò glìfuole giouare, il più deÜe uolte, ch'egli fi arriui,caftigarlo à tipo di Jprone dalla parte cotraria del torno che farà: Cffe caminado,in qualunque modo da dritto in dritto, fi toccaffe, fi può ancho correggere di /prone da quella bada del uétrejouegli tiene il collo più duro,et alcuna fiata fi potrebbe cajìigar di bacchetta dalTuna,ò dall'ai tra parte della ff>aUa:Et fimilméte molto gligiouafare lo andar di trotto,ey di galoppo, in qualche luogo cht fia pieno di molte pietre, ey no hauendo quefla corno* dita, potrete far feminare ne i torni da palmo à palmo affaipietre,iiognimaniera,picciole,mezxane,etgrof* fe,chefon certo che il cauallo camineràfi difciolto lega giero auante,ryfi ben accorto, ey attetato,che di rado fi batterà co i piedi di dietro le mani dinazv-però s'egli tiene mal'ugnie,anzifenofono molte perfette per due bio che non gli uenga ilfalfo quarto,quefto non gli fie rebbe àpropofito,ma con dargli à poco à poco kna,et ben damangiare,ey nonauuikidolo co lafouerchiafa* tica,ne ejfafyerandolo con la troppo furia, ey à tempo castigadolo come u'ho detto,fon certo che piglierà fora za,eyalfin quanto più fibatte co i piedi le manltanto maggiormente fi trouera correttoci più ui dico che fé à i torni uifoffero da parte à parte cauati alcuni fofé fetti, ò uer gradonUofarà defiro à non toccarfi : Et G anchora
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9 S LIBRO
anchoYd quado effo ha tal difetto è bene che fi ffiaffege
gijpejjb di Ihiafo à trauerfoper glifolcbi di una muiee fé molto fonda, CT uagliaui il uoûro difcorfo, che di quefli modi che correggono il cauaUo che fi batte, ne ufarete quello più,che conofcerete che aUafua complefs fìone, fard più atto x cafiigarlo, che quantunque flutto tutti perfetti,alcun cauatto, è che temendo un di quefti cattigbi,con effofi emenderà,& alcun altro poi ne fu rà che facendogli pur il fintile lo temerà poco, talché bifognerebbe pojbonere,cr ufare una dell'altre maniée re di correggerlo, coft come hauete udito. Etfepur accade,che'l cauaUo no uadifermo,et muo
uà lu teâu,cucciundo il mufluccio di fuor a, cofià i tore ni di puffo ò di trotto,ò di galoppo, come anchoraquae do uu in quulunque di quefli modi,dudritto,in dritto, ò uer quundo fi maneggiavamo al corto, quanto allu lue gu,ey fimilmente quundo in alcun luogo fiuretefermo, fubbito ch'egli fa tal difordinegli darete unagran bus ûonutu,con lu bacchetta fiu l'orecchie, çj pik er mee no,battendolo,fecodo fi uede lu necefiità,ej in quel tee pò unitamente lo cuûigurete di uoce : alcuna fiuta du* poi,fenzu durgli ultro colpo, lo uolete cuûigurfolo di uoce,ò forfè dijbrone er di uoce, er ulema fiatu folo dijbrone,daÜ'unabdaü'altrubunda,mufiimumëte quüs do per lo caftigoebebbe nelforecchie, in ueder lu bue* chetta mouejfe lu tefluje i quuli cuüighi,®1 tanto più di J}>rone,del modo che conuengono uè ne ho parlato,et parlerò fyejfo douunque mi accuderà : er notate bene che conili cauaUo riccnofce,due,ò tre,ò quattro uolte le botte
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S E C O N D O. .99
botte della bacchettane Vorecchiejn udir poi foto latto
ce,ò infentirfe à tempo toccar da un fi>roneyfenz<tpiù moleftarlo con quella,mirabibnete,fifarafuggetto,<& fi correggerai fé fin che fi cafiighi di bacchetta ui par eh'egli fi pana in maggior difordine>çr malignita,et vi quel pitto fi diüoni di tefia,di ciò no dubitate/et faccia àfuapofla,che tanto maggìorméte appreffo fi trouera uinto,et fermo, cr cofertatamente feguendo quato uoe lete,riconofcerà non filo quellojna tutti gli altri caflù ghùtakhe anchora quàdo adalcunfalfo>et uitiofifiimo caua!lo,per la fua gran malitia,et no altrimente, ui ace cadejfe una uolta folo,et al più due uolte ò tre fargli co nofeere il cafììgo di molti terribili colpi di bacchettalo' uer di bafione, dapoi che befuffe di maligna naturalo bifognerebbe in tutto il tempo della uita fua dargli più quel corrigimento,perchein caüigarfe apprejfo folo di uoce,a tcpo,òdif}>rone,come ho dettogli uerrebhe qua fi fempre in memoria il bifione, che il tempo paffato hebbe in fui capo,et nell'orecchie,?? liberamente tan* toûo fi emenderebbe. Quetta è la forma de gli torni offerti da me, co aU
cune parolefcritte, che fi per effe, çrfiper quello che auanteui dijii,facilmente far ano be intefi, cr del modo che uifono dipinti,conofcerete quanto fiano differenti da i giri antichi, i quali giri anchor pochi anni addica tro pur fi ufauanofia gli alberi çr nella campagna,?? erano più larghi, er in quelli, con niuna mifura> ne di numerose di larghezza, cambiandofi luogo fi andana, er non cofi ordinatamente come hora fina. |
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M.ZX2A Vòlte,
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TCczza 'VhOn'
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SECONDO. io»
q^vbstb due mezze uolte giunte infieme fi di*
tnandano,una uolta integrale fon quattro torni,cioè, duo torniper banda,come qui gli uedete, ercomegià doue occorfeui tho pur detto, rsfi cominciafempre dalla man delira, er ogni torno farà un quarto,il qua* le torno ui auerto che fi può ambo chiamare in una dì quelle altre maniere,giro,tondo,ey contornala come fete arriuato nel fin di quello folco, il qualefi potreb* be pur fare da una delle bande del torno deflro,parane do il cauatto con far le pò fate, ui uolete un pezzo fere mare,?? dapoi che egli farà quieto,^ gwûo,fe uolete anchor infegnarli che radoppia,gli darete pian ,piano due uolte ftrette,da man delira, aiutandolo con la lins gua,z? modeflamente dalla banda contrariami la bac» chetta,& con la polpa della uoftra gamba jìniflra, er rado et attentamente con lojprone della medefimagaa ba,a poco a poco,cr più, er meno fecondo accade, er fubbito da poi cofì farete dalla manfìnifira, aiutan* dolo colfìmile ordine con la gamba dejlra,et al fin tor= narete atte due uolte della man delira, del modo di pris ina, er ui fermante alfolito uoflro accarezzandolo. E da mirarfì bene, che quando il cauatto al raddopa
piare fi uolta da man deflra, uuol incauaUar il braccio finiUro fopra il deliro : er quando uolta dall'altra ma= no,parimente il braccio deflro anderà fopra ilfinijlro, conforme,* gli ordini dette uolte del maneggio di repo* Ioni cofì come ui difii auante, quando ne parlai, er lo sforzante che uadigiuflo,ey non fi attarghi,ritornans do fempre al medefmo luogo er alla pìUafua, <& che G î muoua
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toi LIBRO
muova lefpaRe,çr le braccia dinanzi,??ogni fiata che
darete la uolta,in qualunque mano fé/ia, tenerete quei ila mifura di ponergli la tefta dotfcgli tiene la grop- pa^ chiuderle uolte in quella parte, uerfo la qual era il ucflro uifo, quando l'incominciaûe. S'elcauallouiene difficile a muouer te Braccia con
lordine uero,cioè,che quando fi uolta dalla ma'deûra, egli non fola no incaualcha il braccio fìniflro difopra il deftrOytna lo pone di fitto, z7 anchora con quello afi fai fiate fi batte -. <y quejìo medefimofa uoltàdofi daU la manfìniuraycb'el braccio iejlro pone difotto,ò uè* ramente conejfo fi percuote l'altro :ui dichiaro che poco importa,che quato più egli uien duro da ogni ma no, er quando piti fi batte le braccia, tanto maggiore mente uerrà caligato : zj ricordeuole delfino male fi. guarderà, ò con far la ciambetta, ò con quel incauaUas re, cofi come gli conuiene, talché dapoifi trouera in uoltarfi con più leggerezza er mifura. Ma acciò ch'egli uenga con più facilità in que fio,
Cr tanto più quando f offe di un fenfo fallace, ejpoco difijofio a maneggiarli, andante al capo di unafirada lunga,ey paufatamete, fenza furia, lo uoltaretepur in quel modowiaà due uolte dalla man defira, er appref fo pianpiano caminarete duo pafiiauante, et al tempo che lo fermante uokandolo altro tanto dada manfinU tira, cr cambiando innanzi duo altri pafii f ante il fu migliante dalla ma\ deâra, cofi pajfeggiante tutta quella ûrada,in ogni duo pafii con le uolte, hora da ma deüra,cy hora da man fitiifira,non partendoui da quel numero,
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SECONDO. io!
numtro,& da quell'ordine che cominciate, aiutandolo
con la lingua-,^ con la gamba, er con lo /prone cotra rio deUa uolta eh'aUhora farete , er con la bacchetta, come ui dìfii da prima : ey in un tempo , alcuna fiata, fi uuol attondare, & aiutarfi con gli duofyronUz? lo faprete benfare, per che uè Vhò detto, in quejlo modo caminando,il cauallo fi trouera inuiato il braccio con* trario, quajì fempre,a uoltarfi fopra l'altro. come ras gioneitclmente conuieve alla uera uolta: er l'ultima fa. ta giunto che farete al fin della ürada ,fenz<t e aminar più paf i auante,uoltato che farà daUa man dejira, non mouendolo da quella pitta, lo uoltarete dalla man fini* Ura, cr tornarete anchor a uoltarlo dalla man dejira, er tui dapoi ui uolete fermare. Però auuertite che fé l cauallo non fa da una banda
le uolte bene.et come couengono,uolete in ogni duopaf fi uoltarlo fempre dalla medefima mano,çr tato a quel lipafi, come in ogni tempo che fono fornite le uolte, Uolete caftigarlo di jfrone dalla banda contraria, er finche s'aggiufti, benché s'arriui nel fin della ilrada <, quindi lo uoltarete,ma com'egli poi s'accorge, et uà bc ne,w uoi così al dare di quei pafii,come al fin delle uol te lo accarezzante uoltàdolo,una:ò due fiate per ogni tnano,pur con l'ordine che ui ho dechkrato dinanzi. Sì potrebbe anchojn ogni duo paf i ttoltar due fiate
da man de$ra,ey due da màfiniftra:ò ueramete in ogni duo paf i farete fei uolte,cioè,due da man deflra,et due da mdnfiniûra,zT con quelle tornando pur alla ma de ftra, CT cosi uolete feguire dandogli à tepodoue acca» G 4 de il
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104 LIBRO
de il caligo ò uer aiuto, er carezze, come ui difiì, er
apertamente uifì dirà, dapajjb à pajjb. Ma uolete notare, che à tutti quefii ordini ,fempre
Tultime uolte parimente come le prime, faranno da man deflra, cr fi nonno infegnare caminando auante in alcuni di quefii modi, non folo per aUeggierir il cauaU lo,?? fargli incauaUarle braccia, ma anchora, perche quando fi r adoppia, s'egli ò poco, ò affai fi facejfe in= dietro,la uolta farebbe falfa: er mirabilmente dabiafc mare,chelafuaperfettionè folo farla fempre in una pifla, crin un medefimo luogo, er fé pur auantaggia poco auante, non farebbe uitio, come farebbe farfi ade dietro,ò neramente da gualche banda. Et fé la flrada doue farete que fio, paffeggimdo le
uolte, fufife cortami ricordarete,come fete giunto al fit: ne,ritornare indietro, cr dapoi andar auante, fempre per la piiia battuta, erperle prime pedate, pur con quegli ordini, tal chel numero, tra l'andare il uenire, farà tre fiate o uero farete il numero maggiore, quan* to m parerà che bafli. Appreffo bifognera,co farte, à queue uolte raddop
piate darglifuria,con una certa mifura ueloce,altrime te quanto ubò ragionato, circa quefto, farebbe quafl mUa.v hora per taf effetto ui dico che uolete farlo an dare di trotto >ò di galoppo, quanto tiene una picchia carriera. e? lo fermirete al fin della tirala, con una,ò due.ò trepofate,dapoi aiutando il cauatto di lingua,!? di /prone fìniRro, cr s" egli fuffe pefxtoç? dipocofen fo,zX ancho,fe non ui rfyondeffe bene, attondando m un
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SECONDO. io;
un medefìmo tempo con Vano, er l'altro, lo uoltaretc
fojpefo dalla banda deftra, ponendogli la teda, doue, alThora,tiene la groppa, che fard mezza uolta, er h fermante un pezzo, er dalla meiefima banda delira, colfimile ordine,cbiuderete l'altra met a gufandolo giù fto,et à quella pifta,neUa quale era prima, et cosi egual mente farete dalla man ftnisìra,cr à l'ultimo ritornan do pur dotta man ieûra come alïhorafejh, talché fa* ranno,tre uolte,la prima, er l'ultima da man deftra, er queUa di mezzo da man fìniftra: Et in quefto modo foÜecitandolo jfejfo fé gl'infegnano le uolte fojpefe, fu riofe,ey alte ò ueraméte di mezzo aere ò bajfe: er eoe me dapoifara egli facile, fé gli potrebbe raddoppiar il numero,chiudendo integramente le uolte, da ogni ma* nojènza paufa niuna. Oltre di quejlofegli potrebbe ufar un'altro modo,
er udite come, ogni fiata che date le due uolte da man detìra, pur che'Icauallo intenda l'ordine di mouerle braccia, cosi come u'hò infegnato,uolete in ognìfecon» da uolta,come fete atta metà d'eJfa,aiutarlo dì lingua, er di bacchetta,®" dijprone contrario, che egli uerri preûo,cj con bell'aere à chiuder fempre l'ultima mez* za uolta: et lo medefìmo farete alla metà d'ogni fecoda uolta che prederà da man fìni&ra, aìutadolo anchor di lingua,® di bacchetta, er diff rotte contrario più er tneno,ò più l'un dell'altro fecondo ilfenfo che tiene,ma tanto all'una come aü'altra mano attondarete in un ti" pò con l'altro /prone, fé pur all'hora gli accoderà, a" quejlo attondare facendola tempo,e cofa mirabihper |
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10 6- LIBRO
fargli pigliar al fuo dijpetto ogni fiata che uokte la
uolta giufìa,®' eguale furiofa,ey alta;però notate che le prime uolte, òfìano da man deura.ò da man manca, fecondo quefla regola,non uoglion ejfere furiofe, et afe fai baflerà che uadano con mifuraincaualcando il brac» ciò contrario fopra l'altro, er dapoi nella metà d'ogni feconda uolta, dargli un poco difuria,nelfin chiuden= dola come ubò detto : er acciò con più facilità ui fia noto quel ch'io ragiono,uifo chiaro,che quando fi rade doppia ogni uolta e duo quarti,talche due uolte di man deüra,fon quattro quarti,et ogni quarto è mezza uoU ta,cr incominciando dall'ultimo quarto, da quarto in quarto gli darete furìa,ma finche no ha furia nell'uno, non glie la darete aU'altro, ^j fìmilmente farete aUe due uolte della man manca, che fon pur quattro quar* ti- arfeguendo queQamaniera,uì accorgerete appref fo,che dafefleffo uerra, er alle prime, er alle feconde uolte,da ogni manofuriofo, er à tempo,ey giuflo : er fi potrebbe anchora, per molti giorni, folo nell'ultimo quarto d'ogni uolta mantener ueloce, &far che uadì leggiero,^ fujfefo,or l cader à quelfegno donde prU ma fi moffe : er al fin com'egli intenderà bene tutte le uolte,con quella uelocità che gli bifogna,uolete ordina» riamente ( fin che hauerà prefo con facilità grande il raddoppiare ) uoltarlo tre uolte per ogni mano, er la prima uolta (la fempre pianpiano, con tutta lapaufa che fi può fare: Perche fi trouera inuiate le braccia con ordine, eyfenz* che da poi fi confonda, erfyerda da queUe,feguirà dafeuelocemente ( con infinita mifura) le altre
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SECONDO. 107
le altre due mite doppie per ogni lato t & ui tfforto
che fiate ben auertito à quel che hora ui dico, perche ciafeun di quejli modi,fara mirabile , per agilitar ogni cauallo, al raddoppiar e : er quantunque jìa pigro, & di malfenfo, egli con tali ordini uerrà non folo facile , ér deüro,mauelocifimo : er uoletc diflinguere,et ac* cortamente cono fiere ,à quoi cauallo cóuiene ufar Vuno, et à quale l'altro : Vero uokndo infegnarli che dia caU ci,quando radoppia,non gli farebbe queiìo cosìdproe pofito,corìil primo moda,che ui difi dinanzi '■ Che aU thora in ogni mezza uoltafi uuol aiutar in fargli tiras re un paro di calci,takhe in ogni uolta integra, egli ui porgerà due para di calci, che faranno giuüi, un paro mante, cr un paro adietro ,fempre à quel dritto doue lieua la tetìa, er pone la groppa : ey anchora di più , prima che done la uolta,fi potrebbe aiutare, al primo, ô alfecondo.fi al terzo tempo, che fta pallottando, cr fargli dare un paro di calci indietro,®- dapoifeguen* do la uolta,con le due para di calci, così come ubò dets to,<& per farcegli pigliar animo,dal principio in ogni quarto,che è mezza uoltajo uolete fermar un pezzo, et à quel tempo fé Io accarezzateteli'icurandolo co la tnano, tanto maggiormente s'inanimerà : çr ui auerto che folo alle uolte radoppiatela uolta fempìa fi chia<= tnera mezza uoltaje quali uolte fempie ,gia ut furono moûrate da me,quandoparlai de gli tre tempi del mas tteggio di repolonì. Sarebbe affai meglio, er da Rimar fi molto, al fin
quando fante ufcito,ò di trotto, ò di galoppo da i «o= uri
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To8 LIBRO
ftri torni,parato che hauera il cauaUo,farlo radoppios
re,al modo che hora ui difii: wfela durezza,®" poco fenjò,cr inattitudine,che egli tiene,non ui sforza, pa» rimente ufcitoche è da i tomi, & fatto che ha lepofa< te, er da poiché iui un pezzo farà sìato fermo, fenza tifar tanti ordini, fé gli può infegnare il principio, er mcho tifine di ftper/ì collocare le braccia, come ape prejfo la figura auantc ui dichiarai, er l'uno, er l'ala tro, pur fé gli potrebbe fìmilmente mo/lrore à l'ultimo del maneggio di repoloni,ò fiano di pajfo ò di trotto, ò di galoppo,quando ha parato, non partendolo mai d'i quell'orma, così come feue al fin delTufcita de i torni î Però gli ordini caminando auante, faranno fola perai» cuni cduaìli,che fi lafciano addietro, ò neramente che fon durifiimi 'a queste mite, er forfè gran tempo radU cati nel male costume, er con trauagliarfi a quello, il più delle fiate,diuengono,dipoifacili, er fi fupplifce al difetto loro,er à quel che gli manca la natura. Ma un cauaUo chefujfe duro,etpigrijìimo,a iffiroe
hhcr difficile alle uolteradoppiate,quandofa incauaU lar le braccia, uoi fdegnofamente in un lugoftretto, ò ueramente nella campagna, uoltandolo con quella fus ria,chefe nepuòcauare,fenzapaufa niunajo batterete continuamente di fioroni, co fi come fifuol aiutare, er tanto ffeffo,che da i lati appreffo le cegne fé gli faccia fangue, erper ogni mano gli darete, òpiù,ò meno dì fette uoltc non partendouimai dal numero che gli co* minciarete, erpur da quella banda contraria batten» dolo molto,dièacchetta,fopra laftaUd, er ben che ua< dapoco
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SECONDO. io<>
da poco foUecito, nondimeno caualcandofl iapoi,U
tnatina che fegue, perla doglia che hi in quelle parti delle punture non faldate che hebbe di profiimoje qua» li aïïhora non faranno più calde, ma doglio fé wfred» dementerà più le botte deglifl>roni,& conofcera libe* ramtnte, che quelle furono per cafligo detta fuapigri* tia : tal che maneggiandoft co una,ò due uolte, da ogni mano nonfenza aiutarjì con gli ordìnLuéri,fara mole to più facile,?? affai più preflo, che non è di naturanti ogni uolta doppia che egli farà : cofì come anchoraft f offe uiuace er molto fenfìbile, ubandogli a tempo il Cimile e ho detto, lo farà patiente, er egualmente ui ridonderà co quella mifura che gli conuiene,come più chiaramente parlando delcauaUochenottfojfre gli fl>ronii,ui ragionai,però inqueûo cafonon bifogne* rebbe caualcarft lamatina feguente,per che accadereb* he fola,quando f offe pigro, del modo che hora ui difii, altrimente farebbe l'effetto contrario, come hauete di* nanzigìa ben'intefo. Anchora à cauatto che uien affai lento al radoppia*
re,comefapra nette uolte incauallar le bracchigli gio* uà molto, per alcune fiate, al fin di un picciolo repolo» ne di trotto, che uà à terminarfi di galoppo, al tempo che ha fatto la uolta fempia, chiuder prejlo l'altra me* ta di uolta,datta medefìma mano, er iui facendogli ca* rezze, fermarlo, per m poco, er forfe,att'hora(fenzA fermar fi) lo trouarete in tant'attitudine, che potrebbe feguir due uolte radoppiate per mano,& fi uuol auuer tire ( fincht radoppiajnon mancar mai di aiutarlo, c& quanta
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«IO : h I B R O
quanta uclocità fi può di lìngua, per che trottando fi
auuiato con queta furia del r<epolom,prmderi no pur con facilità grande, prejlele uolte doppie, ma il uero ftnfo, deli aiuto, & quando poi l quelfuono della line gua intende le uolte bene ,non bifognerà donargliele più con quei repoloni, che le farà in ogni tempo, & da fermo,à fermo,zr confertatamente,^ in ogni ma* niera che uolete. Se il cauallo quando radoppia, fa le uolte caminans
do troppo auante ,& non ne lo potete àniunaguift correggere, uoiuiponente con la te/la del caualloaU Voncotro di un muro,ouer diun albero da circa feipaU tnijontan da effo, cy farete le uolte con gli ordini che ubò detto,chiudendolefempre uerfo quel muro,ò uerfq quel albero, perche non potràƒarjìauante,et in un me= defimo luogo bifognerà farlegiujle. Volëdo togliergli queûo uitio, fenza che uifia mu*.
rofiuer albego nell'incontro fiuuol maneggiare con la mano un poco più, ferma delfolito, ma non tanto che non uifia ilfuo giujio temperamento, er ogni fiata che fon chiufe le uolte,tanto, quanto egli fi fé auantejo uo= lete pian piano retirar,& farlo fare indietro. Si potrebbe anchora dapoi che lo ballerete maneg*
giato à repoloni dipaffo b di trotto,ò di galoppo,neU la maiefe d trauerfo per un fegno battuto dalle fue fiàe. peparato chi'egli baueràjuifarlo radoppiare, et bifo* gnando ritirarlo apprejfo,pur come ui difii,per che aU l'hora,ogni fiata che fi fa auate, gli farà fatica partirfì dal terrai duro, er andare doue affonda : onde poi da fefteffo,
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SECONDO. ut
fé &cffo,à poco,à poco,fi corregger à,et al fin farà firn*
pre le uolte in un luogo folo,non partendo/} mai dalla piilafua : co fi come anchoraftra, quando egli al ra* doppiare fi faceffe indietro, er uoi correggendolo di tal'errore,altre tanto lo farete far auante. Similmeate quando egli radoppiando fifa auante,
più di quel che gli couiene,gli ualerà molto farlo Jpeffb radoppiare al piano,nel fin di un pendino,con le braca cia,cr con la teüa, uerfo Paltò, er con le gambe uerfo il baffo : er per oppofito, uolendo cafligarfì che non fi faccia indietro, pur mi fi pub radoppiare, colfuo ca* po,çr h braccia uerfo il baffo,et legambe,zf la grope pa uerfo l'alto. Et s'egli fi confonde in queflo,fenzatncauaHar le brac
cia>ò veramente fenz.4 ftperfì foJpendere,et alzarft col fuo ordine,®- fé non uà giuûo,® fé non fi f erma giù* fio, er anchorfe non uà con furia, uoi, ogni fiata che bauetefornite le uoltejo fermarete,çr tatoflo ferma* to che farà, fé le uolte furono in qualunque modo mal fatte,g!i darete una,ò due botte con lo /prone Jaüa bà~* da contraria, delle uolte che fece, çyfubbito corri/poti derete, con altretante botte, con l'altro /prone, er in quel infante feguerete appreffo pur il battere con lo /prone Julia parte contraria,?? no partendoui da quel lapiftajo uoltarete dapoi parimente, onde fallendo fi uoltb prima, perche aÜ'ultimo,con tal cafligo, fi cor" reggerà : er comeui accorgerete che una fiata farà le uolteperf 'ette,lo accarezzerete ,fermàdoui un pezzo, er cofi uolete feguirenna recordateuifempre ch'elea* uatto
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ui LIBRO
uaUofarà male, caligarlo come Wbò detto, & f acido
beteaccarezzarlo ,fenza dargli altro aiuto di fioroni. Et fé ut furale mite alte.per abbaffarfi,lo uolete col
Cimile ordine, caligare, er ritornar dapoi à uoltarlo dalla mano doue fi uoltò,cbe cofifì abbofferà : & fé fa le uolte biffe,*® uoleie alzarlo,pur con tal ordine, er cafiigo di Jprom fi alzerà : er non è marauigliafe nel caualio una forte di cattigo fa due effetti, uario iuit dall'altro per che il ueggiamo egualmente, alVammae* firare dì un fanciullo,cbe per il timore di un folo caftie go ta erà,cr ftarà Caldo, ey fermo : eypofciaper te» ma pur di quello,egli piacendo al maestro, parlera & mirabilmente esercitando ,fimouera con la per fona. Ma notate perocché fé uolete caligarlo, hauendo in
ogni maniera che fia malfatte le uolte r adoppiate, fi potrebbe correggere come à molti ordini doue fu nes affario ubo già detto,foto battendolo, una,ò due fiate, con lo fiorone, dalla banda contraria delle uolte ,fenza le botte corrifpondenti che qui auante ui difiì, non la» fidando appreffo di uoltarlo anebora da quellaparte, nella qual commefe l'errore, il che fard più facile, <& non ui bifognera ufarci tant"arte : ben che quel modo gli farebbe maggior cafiigo,& maggior cagione diagc giuâarfifacendofij tempo, er come conuiene, et tana topiu quando eglieffendo di molto fenfo, ò ueramente maligno er non di troppo buona uolunta fugge lafla* pa di fua pifla, fopra la qual fi ha da trouare, non folo à tempo mafempre giufto. Dapoi coni il caualio farà totalmente gi'wfto ,er
fermo,
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SECONDO 11}
fermo,?? facile a uoltarjì,?? intenderà bene la uoluttc
tà no/ira, ogni fata che uolete radoppìarlo, aiutatelo di lingua,?? fé la necefìità ui sforza,uolete anchoraiu tarlo di bacchetta dinàzi o di dietro co la piu,douepiu bifogna eleuarft, er quella poi gli mourante fanpre dalla bada cotraria della uolta in un di quelli duo luo= ghì,doue couiene tenerfi,foccorrédolo a tipo diffroni, del modo che ubo detto, er alcuna fata fi uuol aiutar di polpe di gàbe,?? o que>lo,o quello,?? o piu,o meno er o l'un er l'altro farete,!?- a tipo d tempo, fecoda ui richiede,? fecondo ui accorgerete che gli couerria er fin che fi radoppia, lo aiuto di lingua, quafì non fé gli mSchi maUperche uerrà ajpefolarftfuriofo,?? giuflo, mouendo nonfolo kJpaUe,ma ancho lagroppa,?? itti fermo ponendo la teda in quelTinuàte chiuderà le uol te a quel dritto, er a quella piûa doue prima egli era, ? egualmente ,c? aU'una,?? ali altra mano: ? fé'pur uolete ch'egli fi lieui con calci,di più lo aiutarete di uo« ce, ricordandoui fempre accompagnar le uolte giuûe col tempo della per fona,?? kprime,<? l'ultime contU imamente pigliarle dalla man de fera. Pur è da faperfi che'l radoppiare fi può incomincia
re in due maniere, l'ima fi è quàdo prima chef r adopa pia lo farete accogere di quel 'che ha da fare, due,o tre fiate,foUeuàdolo dinàzi pallotàdo,?? al fecodo,ouer al terzo tepo lo pigliaretc,tàtoûo aiutàdolo alle uolte co me ubo già detto:Bt l'altra maniera fi è,quàdo non uo lete chefifollieui,con quelpaUottare,?? forfè auàte,et dietro,a modo di capriolami ƒ'acedolo difubitoradop H piare,
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T14 LIBRO
piare,al primo tépo che fi lieua,lo aiutante atte uolte,
fcnzàfpsttare ne fecondo tépo , ne terzo,® in quefto noni bifognerà,ne arte copita,ne tata mifura,coinè dì mefliero a Valtro modo: ® non ni tacerò che il uoûro difcorfo bifognacheui uaglia,che alcü cauatto farà,che guado fi radoppiajntéderà più lo aiuto della bacchetta dalla bada cotrarìa nella Jpatta,che detto forane nel uè* tre,cofì come altri pìujntéderano lo aiuto detto Jprone che della bacchetta, onde atthora gli darete quello più, che effo più fente,®" ubedifce ma è dafaperjì, quado uì rifponde più facile al foccorfo della bacchetta, che de gliJproni,che èfegno, il più delle uolte,che fta debole, crfi pretaglia più della leggerezza che della poffan= ZOjcofi come quado ui andajfe più deûro a ifproni,du tnoflrarebbe preualerfì più della f orz^ però quando egli farà ben creato, fa pur di qualunque natura fi UOe glia, intenderà fopra tutti gli altri aiuti glifbronì. Et auuertite, che tato al paffo, come al trotto,® al
galoppo,® atta carriera ® al maneggio direpoloni, er atte uolte radoppiate, al chiuder che fi fa delTuna,o deiïaltra uolta,ogni fiata che al tenere,ui fìfura,etfug gè alla man deftra, uolete in un tcpo,quado fi ferma, o poco auante,acco/iargli la polpa dettauoüra gaba de* fira,® forfè ancho lo fprone, dalla medefma bada nel uétre',®" quado eglifi butta dalla man macafimilmétc uolete accodargli lagaba finiitra,nel uétre, et all'un* o aW altra parte,attaqual facejfe queûo difordìne, più, er meno pungendolo dì fprone, fecondo conofcerete la. facilitait intettigézifua: ® con tal modo farà fempre sforzato
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S E C V N D O Ttj
sforzato fermar/i eguale,® giudo, er « unapida,et
al fin fi trouera totalmente corretto,cbepoi non baite* rà bifogno,ne di queûo,ne di altro aiuto, tal che aUbo- rafitcendofi pur quello che farebbe uitio. Mi par anchor di darai luce di quato farà pofiibile
far fi per un cauaUo: La onde uifo intUere,cbe ogni fia ta che egli farà de$ro,et facile al radoppiare,fipotreb be a poco apocofopra il pajfo, o il trotto infegnar di maneggiar fi a repoloni a quello modo .come fete al ter mine del repolone, donategli una uolta,® mezza ria doppiata,® fubito ritornâdo indietro per lapida del medefimo repoloneÇgiunto aU'altro termine) prendere te la ftmigliante uolta dall'altra mano, ® coficontU nuarete fin a quel numero alqual egli pojfa refiüere.et la prima,® l'ultima uoltaforà dalla man de&ra,® al fin lo uoleteparare con lepofate. Si potrebbe pur maneggiare, in quefta maniera eh
hora ui dirò,come fete armato al termine,gli donar es te mezza uolta da man delira,® in un tepofubito cas biarete mano,datia bada finiüra, radoppiando la uolta integra:®" per lapida del repolone caminado audnte, come fete ali'altro termine,pnderetela mezza uolta ji nifira,et in quett'inftate chiuderete la uolta radoppiata da man dedra,® con taVordine feguirete gli altri re* poloni, in ogni capofempre con una uolta, ® mezza fallita,et in ultimo pofando, lo farete parare. Et tanto a quedo maneggio, quanto a quel c'bo detto dinanzi* dal principio fi uoglion far le uolte pian piano, ina* vallando folo le braccia, H a Et
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iti? LIBRO
Et cornei cauaUo intenderà bene queue tiolte.foprt
il paffo o itero nel trotto, fi potrebbono fare quefti ree poloni, di galoppo, più o meno furiofì, fecondo potrà foffrire-- Però auuertite bene, che l'uno,?? l'altro gare bo,di tal maneggiare non è utile a niun modo di batta» gliaianzifel cauaüofuffe di poca fchiena, gli amichi» tarebbe tanto più lapoffanz<t,nodimeno ejfendofe non pur in tutto,in parte gagliardo, per una noua uiüa,?? per un bel uedere,moflrando il ualor,?? attitudine fui, farebbe da ftimar in una flaUa fornita di un gran pré» cipe,cbe uifujfero almen un paro di quegli cauaUi : ?? fappiate che alle altre uirtk dapoi, fi moflrarebbe con maggior coferto,??proto,?? facile più delfolito fuo. Di più uidico,che le uolie radoppiate,no fola al ree
polone,del modo che hora quiauìte ubo detto,ma qua do fono da fermo a fermo, ?? infimamente fé f off ero due uolte per m-tnofe'l cauallo è debile, ??noè leggie ro,?? in effe non tiene attitudine, udendo troppo sfor Zttrlo,glì ropeno i lobi, ?? debilitano i nerui,,?? fé gli mâcd gran parte del fuo potere-.Verò ui ricordo ,che in tal difetto,uolcdo maneggiarlo co le uolte radoppiate, come couengono,baûerà per alcun tépo.ufarglifoiuna uoltaper mano,cheal cobattere farà più utile,ebeno fono le due uolte,?? preferuadogli la forza, non finirà tato pretto lafua botà:Oltre di queüo la uolta uerreb be di fchien*,&più attodata,et aiutata difproni,et in ogni mlta fi accomoderà le braccia,co più beÏÏaria,?? piacedouUlfìn dapoifarà pur l'uno,?? l'altro : ç?fe ceto uolte l'Ima Jo richiederete da ogni mano,in que» ft'
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SECONDO ii?
flaguifa ui rijp" onderà fenipre giuüo, çr fe totalmente
egli nò' f uff e atto a chiuder te uolte,et in farle fuff e gra uofo,ey pìgro,di troppo duroxtviarintelktto, et affai flofcio:in talcafo ui dìco.cheno fono durabìlì,et in niu m maniera, è bene donargliele, perche ancho di più lo MUÌlirebbono,ZT appreffo cmbìàdo mano, cr uenédo in poter diuncaualiero no cofiben efferto, no farebbe giuüe.fecondo ft ricerca, le ucltefempie de i repoloni. Et perche non è dubio,che per haucr il fondamento di ogninirtk, bifogna che il cauallo fia fermo, di arco di collo di tefta,cr habbia buona bocca, mi parefopra, di cio,fìa coftretto fami noto,che uogliate fuggir il dì fordinc,che moltiufano, chemutàdo tante afpre,er u<t rie briglie alcauaUo,péfano con quelle fermarlo di ca= po,cT al tener agilttarlo, er non fi auuedono, che con effe s'inuilifce,o neramente fi cfafpera,onde confi gra< uè errore,no farà mai pofiibile,che uega nella fua final perfettione,ma con la buonarte,cy uera dìfciplìna,cr con la brìglia piaceuole, alla qualft poffa temperata* mente appoggiare, cr aficurar la bocca,ç? col trotto, V col galoppo,por tanko la man temperata,cr ferma,
V co i torni,ey no ponerlo infuga,et con dimoftrarlì
il modo delle uolte,a è npolcni,& al radoppiare.et co infegnarlì le pò fate, cr fargli cono fere la uoce,quâdo uolete che ft fermi, cr pari, cr con lararìtà della car* r ter a,cr fargli a tempo carezze, quàdo fa bene,cr ca fligarlo fempre a tempo, quando fa male,uerrà oompi* to in ogni bontà, cr a confirmar fi col uolere del caua* lkro,chegUfla difopra : hor chi nonfa,chefe uoi ma* H } neggiando
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ii8 LIBRO
neggiaudo il cauaìlo, gli darete da circa dieci repolonr\
fé a l'ultimo fi poti in fu ta mano, er uà uia col mos fiaccio alto, cacciato ìnfuora, o uer amente baffo, piti er meno uerfo tipetto, che egli il fa, non per colpa di briglia,ne per uolontd che kabbia di correre,® traua* gliare,mafolo per pofarfi,® penfa difcampare, ®fu perarui, accio nonhabbìatepìu da fastidirlo, tal che non folo in que&o cafo,ma in qualunque tempo,che ufi tale uitio,fe allhora non uifateuincere, ® battendolo in teûa, ® in mezzo, crfra le orecchie, dall'una ®" l'altra banda , er con terribile uoci corregendolo fin- tanto che dura netta fuaporfia,®1 malignità,nonmane andò da ciò, egliuerrà unto,® temerà un'altra fiata, uenir a quel termine, oue egli femprefi ricorderà che per luì farebbe maggior il trauaglio, & tunto più fé ui accadeffe queflo in una maiefi'fonda : ® notate bec ne, che allhora che ui accorgerete cbeejfofia, almeno in parte uinto, non lo uolete lafciare fenz<t difubbito ritornare a maneggiarlo un poco fopra il trotto, er apprejfo fopra il galoppo,®1 che non efca molto dalla, lena [ita,® fermandoui,come al male hebbe il correg* gimento,cofi uolete al bene tantoûo fargli carezze/o* prct il collo, o ueramente fopra il garrefe, ® lafciana dolo con quella buona bocca, un'altra fiata non oferì egli ufcir dalla uoflra meta,® intenderà quel che uole* te:® benché fu col capo grojfo, con kmafcelle piene, corto, ® carrìco di collo, er lungo difchiena, er toc talmente debole ,& di picchia er mala bocca, con ha* utrgli fatto conofcere, con queuì ordini, h uoûra uo* lunttt,
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SECONDO ti-?
luntU,uolendogU dapoi dar la carriera ,fenz* tirargli
quafi la brigUa, cotti egli udirà quel modo di uoce, fi fermerà, co i falchi, O" con far le pò fate bellifime, er di gentil garbo, & forfè il più delle uolte,farà talmen* te fuggetto, che ancho fenza barbazzale farebbe un bel parare, cr castigatamente, fenza ripelo alcuno fi maneggiar à •■ tutte queue cofe fono ejperimentate, er uè Ilio chiarite auunte, er tutta uia ui fi faranno più chiare, Non dico che totalmete la qualità della brìgliu non
fia necejfaria, perche dapoi che il cauaUofarà fermo, er ben ammaejlrato,èdi bifogno ponergliela poco piti o meno gagliarda,fecondo conuerrà all'ejjèrdifua boc: ca, accio uenga maggiormente o più leggiero o più ap poggiato,fuggetto alfuo CauaUiero. Et ui fo intendere che quando egli ha mala bocca,
procede da una dì queue caufe, ouer è duro di barbalo duro di barre, o duro di lingua, o ueramente è di tanta eürema fiacchezzu,che abbandonando,1! al corfo, et no potendo fi apprejfo, ricogliere la fchiena, nofipuo cofi facilmente fermareidlcuna uoltafuol accadere,quando è digranfenfo,che effóndo molto battuto, et fuor di mi fura,cy di ordine caualcato,al parure no conofce la uo luntà delfuo Caualiero,anzi forfè, pen fa con quelfug= gire,zr correrefiluarfi dalla fuggettionfua,etper ciò doratamente fé ne uà di bocca, S'egli è duro di barba, dico che quanto più ponete
barbazzali quadri, frinofi, a punte di diamanti, afri* cet, (jafencete^ duri, çrfani,connodi,cj fenza no H 4 rf*>
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no LIBRO
dibatto è peggio, perche rompono la barba, er tanto
piu,quanto più fi difende,®1 dapoi la natura a quel me bro, lefo prouede di maggior durezza , cr dì maggior callo cT oJ]b,talche il cauaUo uerrà con più libertà,! te mer meno la briglia,® benché dal primo paia, ch'egli uadi leggiero,nondimeno come labarbafrà calda a pò co apoco,tanto maggior fé gli carricherà dì Copra, cr quanto più la rompe, per il calor naturale che ui è di dentro il dolor è meno. Però è neceffario non ponerglialtro barbazzale che
quello che comunemente fi ufo. ad,S,tonde,çr con Farte comeho detto,fi fupplìrà alfuo difetto. Ma pche,quatuc[; di rado accada,fuol effere alcun ca
ttallo dilicatifimo dibarre,et dìlicatifiimo di barba,té che,bcchefe gli paga il canone auinto e uecchio,col bar bazzale couerto di telargli mai o fera di apogiarfi, che anderàtalmeteattétato fopva labriglia,che uolédopci moûrargli come fi ha da manegiare, no ui potrà rijpo dere,ne a tepo,ne giudo all'aiuto di uofira mano,®- dì uoftrijproni, ne meno farà in niuna maniera cofa buo* na,ui dito che allhora bifognerà cauakarfì fenza barba zale,et come ui accorgerete che egli pigli animo,efecu rità, appoggiàdoft Copra la briglia uoip alcuni giorni, in cablo di barbazzale,g!iponerete una zagareUa rifor zata,elarga,quato è il dito pollicare,che no li fia ûret ta nella barbatagli fiatato tirata,quà~to gli bafia,che no gli trabocchi molto la briglìa,et aWultimo, che farà bene amaedrato, Icuadogli laz^reUa gli panerete il folito barbazale,o ueramete ne farete far utfaltrojegs gkro
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SECONDO iti
giero dì ferro filato,a maglie cefarant, chejìano piane
er eguali guato farà pofiibik,a quel modo cbeglìorefì ci fogliano far le catene,cbiamate da loro alla cefarâte. Se guado egli è duro di barre,gli porrete quei baflo
tietti,quelle ballotte tagliate,queüerott,quei faUi, quei moti ajprifimi,gueüe briglie faut, et di unpezzo>dico che aÜhora il cauallo fuggirà ti uero appoggio, et ui U fognerà sepre andargli co la ma attétata,ey no bauerì niunafermezza,ne potrebbe far cofa da bene,mafepur fé gli ferma la mano,ouer eglip uolerfl da glia ajprez" za difendere/i carica fopra la briglia,facilmëte le bar re che fon couerte di camene no di ferro fi ropono,etfì p la mede/ima ragione e ho detto de i barbazzali, come ancho perche fempre nella bocca il fieno contrafla, tra la carne fatiamo1 la inferma, egli farà gualche nule mo tiuo.zj non farà maìgiuflo, che per la offefa che fi feti te continuamente non può péfart al buon ordine, che il fuo caualiero gli dimoerà, onde la uolontàfua no fi pò tra unire co effo come richiede la uera difcìplina, ma il fuo pejìero farà folo in difenderfì,ey quantunguepren- dendo egli gueUar ottura di barrep cafligo,andaffe fer tno,aJfaì, farebbe difordine mantenergli la bocca rotta. Nodimeno fé uoi gli ponete il morfo apto chefìafue
nato,ouer a chiappone,gli donante il uero apogio,e co la dottrina poi fi fard leggiero,et habile ad ogni uirtu, perche fenza liberargli,almen un poco,la lingua>nonfe gli potrtbbono fare fuggette le barre quando fon dure. Ma fé pur il cauallo è duro di linguale fi difende dal
la brigikiO ueraméte la fugge,e fé la ingorga,ponedo* gli
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lil LIBRO SECONDO
gli le cafiagne le rote, et altre cofe,p fargliela poncr di
fotto ofarlafottile,ZT leuargli la defenfiane che fa co ejfa, mi par chefiagradifiimo errore,che e/fendo la Un gua mébro inquieto che sépre fi opra,coforme,quafi al la palpebra de\£acchia,ogni uolta che fi muoue,et tro* ua,co offefafua,doue appoggiarfe,o fuggirlo fé pur fi pon di fatto,effendo gagliarda, er di malfenfo, no pò* tri maifoffrire,ne aggiufiarfi,^ farà sépre difordine. E fi «eie chiaro, che ogni uolta che parimente fé gli
ponera in bocca il morfo apto.la lingua pdera lafua di fefa,e séza uitiofi ajfecurerà fotto la briglia: dalla qua le,col mezzo deU'opre,fifarà Vun cr Valtro effetto . Se quìdo tira di bocca per màcaméto di forza, uok
te tenerlo co una briglia molto afpra, dico che fé ne an derà uiapiu differataméte, er fé pur in parte fi tiene ilpiu delle uolte,farà bejlialimotiui di tefta,& alpa* rare uerrà con difyetto,?? fuor di ogni mifura. Maponédogli la briglia che itogli offenda, e regola
dolo co la raritàdeUa carriera,e co la ueralena ecogli ueri ordini,come u'ho detto,?? pur uifi dirà,il cauaìlo farà un bel tenere,e fimilmente dico che conuiene ufarfi quando egli fé ne uà uiaper troppo fenfo,ZTperche no fa iluoler delfuo caualiero,cT qual briglia farà più lie ue, & qualpiu gagliarda,hora il dirò, er parimente a qual bocca conuiene tma,<&a qual bocca laltra-.Et di rò folo queÜe che neramente mi pare che conuengono, er V altre lafcieròper ufo detta géte uolgare,fenzafar ne mention alcuni, zfpur appreffo u'infegnarò molti belli comggimenti da togliere ogni difetto. Libro
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LIBRO TERZO. •*
A prima Briglia, che fi ha da ponere
al cauaUo, o fia di buona o di mala
l bocca, fi è il cannone con le guardie
dritte,come tu ho già detto al primo,
çyfin tanto che egli farà fermo, CT
faprà ben oprarfi,& che intenderà tutto quello che co
uiene al uefordine,non glie la uolete mai cambiare:Da
poiiS'egli è di gentil bocci,gli ponerete un cannone co
le guardie uoltate.
Se il cauaUo mojlrerà qualche poca durezza Al boc
ca,gli panerete la Scaccia. Scegli non ha gran bocca,ey è delicata,?? buona oU
tre di quefle briglie, fé gli potrebbe ponere ccnueniena temente un melone lifcio afimiglianz* della oliua, CT folo con la Siciliana difopra. Quefti melonifi potrebbono fare tondi, cr più gròf
fetti,ey allhcra da ogni banda difuorafigliponeràun <tnettetto,ìlquale uulgarmente fi dimanda fatto, ç? ace cade a caual che fa un poco di ehiomazz<*oli,che è qua do eglifi difende con le labra, cr non fi poft fopra le barre,come gli conuìene, ma quelle fi richiude di tal ma niera dentro la bocca,che fopra di effe fi appoggia, er mirabilmente ui sforza. Nondimeno a cauaUo che fard quelli chiomazzuoli
gli farà più apropofìtoponergli unpero, o ueramente un campanelloycol fuo tempagno a uolta,ilquale tempa gno anchorapuo effere piano, er quando l'uno, o ïaU tro
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iï4 LIBRO
tro di que&i motfi fuffe afaciette, non uogliate tifar*
gli,mafe in ciafcun di lorofipone unfalletto dalla ban da difuora, tanto più farà pojfente V opera fua dentro la bocca,in tal difetto pur gligioua mettergli unafcac eia con uno botton ingajìato, facile a uoltarfi, in ciaf cuna banda di ejfa,cy quanto pia fono grafi'i,tanto più fcuopre,& farà forte3ma io loderei fempre chefojfero di mezzt maniera: Anzi più preflo bafii,ey piccioli,et pur in ogni banda del nodo,appreffo il bottone, fi po= trebbono potière duo anelletti, ey fé quelli bottoni f of- feropocopiu dretti gli aneUettì aübora faranno tre.et fuok giouare a cauallo che p rta la lingua di fora : Et perche ancho s'ufa per correggere ì chiomazzuoU un pero doppio, cuero un campanello doppio col tempa= gno a uolta, cioè, duiperetti o campanelletti per ogni banda,o ueramente un bdûonetto co i bottoni tondi, o co i falli gagliardi,!? affai rileuati,a guifa di rote,ui ef Corto pertanto sfuggirgli,?? rade uolte uipreualerca te di efii,ey mafiimamente del baronetto che ha i falli gagliardi. QMefle briglie,a meloni tondi,a peri,a capaneUi,ey
afeaccie, er a baronetti co i bottoni quantunq; fìano chìufe,pur hanno un poco difimilitudine deh"aperto,et fenon molto,almen in parte,fanno libera la lingua. Et notate bene,che ne a quejìi,ne ad altri morft uuol
ejfere la caüdgna,nel mezzo, come anticamente fi ufa= uà, er come alcuni moderni in alcune parti del mondo anchora ufano,che è cofapefiima,aUdqual caûagnagli era più proprio,chwmrfi rota o ueramente rotella. |
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TERZO ijj
Widfepurui parerà donargli qualche lìchettojn ci
bio della caQagnaponenteuicino il nodo dì ciafcuna dì queue briglie,unaneUetto,et alpiu due,et forfè tre, per ogni banda, cofi come ui difii alla fcaccìa co ì botto ni,& fìano gìuflhcr habili a uoltare:\?erò quando non uifoffero, io ne farei poco cafo, er perche queue brìi glie tutte fon chiufe, lequalì conuengono folo a cauaUi di buona natura,ouer non dì troppo mala uolontà, ho* ra diro le briglie apertele fon dipiu ualore,ej faciU niente correggono qualfi uoglia errore di bocca,® to talmente con effe, er col mezzo della uera dottrina. ,fi ferma er aggiuûa ogni cauallo. Se è delicato di barre,®" s'ingorga la lingua, gli pò
nerete un mezzo cannone fuenato, che no uìfiano quel li braccioli co i pater noflri, doue comunementefì fòt: ûiene er annoda la briglia,ma fenzt di loro con fé ûef fo fi leghi a pernó,ma più giujia, ® molto meglio fan rebbe a chiappo, & femplicemente tenera folo la Sici* liana difopra, er la uolta della fuenatura, fi può fare in duo modi,ape degato,® a collo d'oca, ilqualega.ro bo a collo d'ocajlfarà più libero di lingua, er più fog getto di bocca,talche farà in parte.piu forte dell'altro. Se il cauallo non è delicato dibarre&fìmilmentefi
ingorga la lingua,gli ponente, il cannone fuenato inte grò co i braccioli pieni di anelletti,come generalmente fi ufa,® quefto,<zrqueUo,fl potrebbon acchiappare co unapizzeta in mezzo,®-gli faranno unpoco più fog getta la bocca,conpiu libertà di lingua. Se li potrebbe ponen una mezxA faccia fuenata,et
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xi6 LIBRO
fard ilfuo lauoro conforme al mezzo cannone,che auâ
te ho detto, er k uoka di ejfa, fi potrebbe ancbo far a pie di gatto er a collo d'oca. Se il cauaUo è alquâto più duro di barre & sHngor
ga la lingua, gli ponerete una fcaccia fuenata, come fi cofiuma,co i braccioli,?? parimente luna er Valtra fi può dechiappare con lapizzetta, er lo farà più libero di lingua,^ piufoggetto di bocca. Si potrebbe anchora nella fcaccia tanto fuenata qua
to chiù fa, in ciafcuna banda di ejfa doue egli fi appog* già farli duo profili rileuati tondi a modo di cordona ti un profilo difopraçr ïaltro difotto,eyfîano grof= fi poco più di unjpago doppio , che in tal inanitra la fcaccia gli premerà nelle barre ,cy non folo glie lefa= rà piufoggette,ma gligiouau che egli non faccia chi* mazzuoli. Et cofi al cannone fuenato, come alla fcaccia fuena*
ta,a caual chef bene la briglia gli braccioli allhora, fi potrebbon acchiappare dalle bande delle flanghette, a quei forami dom'.fi foglion ponere i polzonetti della Siciliana,?? quantunque, foto con l'arte,con ogni bru gliapiaceuok,eglifi toglierà da queûo uitio,ilchepre fio ui farò chiaro , pur mi haparfo nominarui questi garbi, accio fiate ben cjperto di ogni buona briglia che fipuo ufare. Seilcauallo farà molto duro di barre gli ponerete
un chiappone con le oline, o co ì meloni lifci, er fé ai meloni ui fofifero i falli dalle bande difuora,farebbtaU cuna fiata più da temere. Se il
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TERZO i*7
Se il cauallo ha la bocca grande, er è duro di barre
gliponerete una [caccia a chiappone. Se il cauallo è duro di bocca,zf fi difende metto co i
chiamazz'-ioli gli ponereteunpero a chiappone, o ue* Yxmente un campanello a chiappone, ilquale campanti lo fi potrebbe fare colfuo tepagno piano,o uero a uoU t<t, erfimilmente in ciafcun di ejiì, campanelli ej peri fi può ancho ponere dallaparte di fuora,un fallo,ey fa rà più gagliardo ilfuo lauoro. Et notate che in tutti queûi chiapponi uogliono efis
ferefani alla metà, ey in ejfauuolpendere la falìuera, er qual fi uoglia di loro fi annoda co i baronetti che reggono i meloni e i campanelli er peri, doue fi appog già il cauaUo,ma quando fono di unpezzo con le ban* de,fuggitegli,perche tali briglie,fono ajfre, er con pò co fapore. Anchora ciafcun di quefii chiapponi fi potrebbe far
co i braccioli,pieni di amlletti, acchiappati dalle ban* de del monte, er in quei forami doue jìfuole ponere la Siciliana, & nona quei luoghi a i quali fi fodiene, er in c'afla la imboccatura, come comunemetefi ufauapri fna,cr anchor al prefente (ì ufa in molte parti ,però fi uoglion ufarfolo a cauallidipefima natura, carichi di garze,cr duri di barre,& di bocca,o uer amente che fi beono la briglia,ma è dafaperfi che quanto più fono in alto i forami delle flanghette,doue fi annodano ibrac= ciùli,tanto più farà la briglia gagliarda, e il meiefimo ui dico quando fimilmente, acchiapperete gli bracciali a i canoni fuenati,& fcaccie[uenate,come u'bopurdct to
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ti8 LIBRO
to poco auante,al ragionar ch'io feci di quelli. Quejli
braccioli da molti maeJ1ri,o' iti molti luoghi fi diman* dano fileui,cy anticamente tutti i chiapponi fi diman* àauano,briglie a ferro dicauallo , fpeafìcando in ogn una di loro,il nome delia qualità, delle bande, douera il fuo appoggio,in quejla maniera, briglia a ferro di ca* ttallo co i meloni,*?? a ferro dicauaUoco iperi,cxfcac eia a ferro di cduaüo,& infunili modi. Se il cauaÜo ha picchia bocca,cr è duro dibarre,fe
gli può ponere unfemplice,çy in i egro pie di gatto co i meloni lifci.o con le oline : ma ejfendo la bocca grande CT dura, fia co iperi, o con gli campanelli. Se ha la bocca infipida,& fecca,ey non è molto du*
ro di barre^ uà col capo baffone gli potrebbe pone* te un mezzo pie digatto,cr alle bande con due meloni lifci,o ueramente con dueperi,ouer campaneUi,quando oltre di ciò eglifaceffe chiomazzuoli, è quafi coforme al chiappone che ui ho detto poco auante, ej" differifcc da luifolo.che queûo è /pezzato,zf giunto inmezzo, er è quadro poco più ftrettc difopra il manteche non è di fotto,& fono di un pezzo aÜe bade doue il caùallo fi appoggia,^? iui pur fi potrebbe far acchiappato, et aUhora farebbe affai men forte, cr alla Siciliana, pia* ccndoui, ponente due o quattro faliuere : Anchora fi può chiamare chiappone /pezzato, cr fi uuol notare che aQd metà doue fi giunge, fi può legare ey unire in» fieme a perno,o ueraméte a chiappo,nodimeno a chiap po,il più delle uolte,farà il cauallo più fermo, & g"** ûo dì tefia, cr di cello : molti chiamano quejla briglia quadretto,
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TERZO 119
quadretto > ttauertite che il monte fi può fare non fob
a pie di gatto, ma ancho a Molta il bel garbo a collo di oca , cojì come conuiene a 1 chiapponi 0 funi o giunti, del modo che uè gli ho detti. Hor tutte quejìe briglie fuenate, cr ipertesi potrà
nofarepiu 0 meno alte di monte, fecondo conuiene alla bocca del auitto,dichìarandoui, che quanto più fard il monte alto,tanto più ilfaràfuggetto,çr ejfendo baffo, farà più libero, tal che l'una farà maggior'effetto deU l'altra:cr fappute che Upiu grande altezza che fi deb be dir al monte, farà fola quanto bada a liberar la Un gitó,er che nonoffendail palato a niun modo,altrimeit te farebbe errore grauifi'imo, il che molti anni fono er<t in ufo:e notate che s'egli no è fermo di teda,ouerfe la. porta troppo bajfa,in ciafeuna di quelle briglie,chiu/e o ueramente apertele guardie faranno dritte,^ tinto più, quanto più fi pon difotto, er non ejfendo cofì le guardie le farete uoltate, crallbora quanto più fon dritte,& ungono indietro uerfo il caualierojtanto me no fari la briglia gagliarda,rekuando,& cacciando il mudacelo difuor4,& quanto più fono uoltate, zjcor rono auante,tanto più gliponeràil mudacelo difotto, ciò è,uicino al petto. 'Dichiaro anchora che l'occhio ieUi brìglia tffendo
alto,rìkua il coüo,e la tejla del cauallo,ep oppofito lo effetto farà cotrario, nodimeno io loderei molto lauitt del mezzo,che non fuffe ne troppo alto,ne troppo baf fo,mafia comune,e giudo fecondo couiene aUapropor tion delti briglii,no efiédo,pero cojlretto da necefiità. I Mi
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irò LI B R O
Mi par anchó di diruì, che la briglia mol effere piti
o meno Imgaficondo è la grandezza del cauallo,&fe condo la forza che tiene,ey fecodo uà con la tejla, per che ejfenào di gran taglialo fiacco di fchiena,ouero an* dando col capo bxffo-zj poco fermo,ponendofeglìpo* copiu lungaji quel che jì coftuma egli auanza molto, però auertite che quella briglia che io giudico che fia lunga fra molti cauaUieri fi chiamerà corta,perche a qualunque caudtto( non occorrendoui necefittà grande) Voglio che rare uolttfìa più lunga di un palmo, tal che iti uolete sforzare quanto ui farà po f ibile ufarfempre te guardie più pre/io corte che lunghe: ma non tanto che fi difconuengono alla fattezze del cauaUo. Et cofì come un altra uolta riho già detto, fin che fa
rà totalmente fermo di tesìa, panerete le guardie drit* te,& dapoifegli uogliono ponere uoltate,lequali, ol- tre che collocano la tejia di fiotto al fuo naturale,^1 do uefiricerca ,farannotaluiûa,che labrigliagli farà in bocca più gratto fa, quantunque anchora le guardie dritte fipotrebbonfare di tal forte buttate 'manzi, che farebbono in quel effetto,che fanno le uoltate,cr circa il temperatamelo della briglia,^ cono fiere a qual ca uallo bifogna maggior il monte,çr effer più alta di oca chi,& con le guardie più er meno dritte, o più er me no uoltate,cy a qual faranno piulunghe,ej a qual più corte,per non porui in confufione,non ho uoluto più dì ^Untamente parlarne: Nodimeno fi dìfcorrete bene, da uoifieffo ui farà chiaro, aggrauando più er meno la qualità deÜa briglia,fecondo più 3 o meno farà la mali* gniti
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TERZO ut
gnità deîk bocca, ej ui ricordo che non uoglìate ufare
altre forme di briglie di quelle che hora ubo detto,per che fon piaceuoli,&folo offendono la bocca quando egli fi pone in qualche difordine, ilche è necejJario,zf gli gioua in dargli ca&igo: ma quando uà giu/lo, ogni briglia di queûegli dona fapore,et un dolce appoggio fenza fargli offenfìone alcuna,quel che forfè, non farà no le altre, perche il cauallo non oferebbe appoggiarli fopra di loro, cyfe alfine quando pur fuffe fuor a di le na fi appoggiaffe,ognuna di ejfe,rompendogli la boce ca,lo condurrebbe a maggior male,talche o per ordine, o per difordine ch'egli faceffejl pouero animale fi tra uerebbe fempre offefo,??'farebbe potenti/i'ima cagione nonfolo di dizionario di te/la, ma diponerloin confu» fionejy non fargli mai conofcere,qual'è la uolontà del fio caualliero. Però è da notar fi mirabìlmete che ogni cauallo fi pò
tràMpiu delle uolte correggere di qualfiuoglia di f et* to di bocciyfenza ufar tanti morfì,mafolo con l'arte, e con quefte tre qualità di briglie: La prima ft è il canno ne,La feconda fi e la fcaccia,chiufe o neramente fuena* te, la terza farà il chiappone co i meloni lifci ad oliua, con faUi,ofenz<i faUi, benché uibifogna grande accor* gimento in dargli la nera proportione,come auante uè nho breuemente ragionato. Auertite che la briglia fi gli uuol fempre ponerepo
co più di fopra i fcaglioni,perche tanto maggiormente anderà eleuato,cy fermo di tetta, <& più ficur amente fi «ppoggiarà in ejfa, er con minor trauagliofe glinfe l z gnaranno
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tîi LIBRO
gnaranno U po fate..però accoderà pia o meno baffa,fe»
condofarà l'effer fuo,ma generalmente a tutti i caualli bajleràfolo che fé gli ponga tant'alta che la briglta,po fendofette nelle bareno gli tocchine kattafopra i detti fcaglioi,che altrim'ete farebbe ffeffo col capo motiuo. Molto è da lodarfì la mojfarola perche fé egli porta
naturalmente la bocca chwfa,non gli può nuocere, cr fé pur la tiene aperta, non foto gli gioua,ma lo correg gè di talforte,che ejfendo affuefatto co eJfa,dapoi(qua tunquefegli tolga)farà egli talmente corretto, che an atra fempr e con la bocca giuûa, er con mifura grane de,il farà fermo di tetta, cr fermo di collo, çr d'arco, campando fempre col fio uero appoggio,®1 non rifto do a quegli, che la uogliono biafmare, che forfè per il poco difcorfò, cr la poca efrerienza che hano bifogna tacendo lafciar la lingua loro difciolta. E da notar/} anchora che nonfolo quando il cauallo
fi maneggia da fermo afermojouer a repoloni,maqui do paffeggia,ey trotta,^ quando galoppa, cr corre, mole andare,ahntno, con un poco di appoggio,perche anderà più fìcuro,ey all'incontrare darà piufermo,çy grande urto,co fi come al maneggio fìmilmente,di qua* lunque forte jlfla, farà sforzato uenir fempre fermo, in tinfegno,cr in unapifia.eguale, & giuûo, cr affai corretto . Quando il cauallo fi beue la briglia,o ueramentefa
chiomazzuoliybenche l'uno cr l'altro uitio fi può core reggere co la qualità della briglia, nondimeno hora mi haparfo, come poco aitante ui offerfi quando parlai delle
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TERZO tîî
delie briglie, di dirui quesìo modo, ilquale è degno da
ûimarfi. Prenderete poco più di un palmo di cordella,che fu
fottile a modo di un duppltcato zTgroffo laccio,ey le gate un capo di ejfa all'occhio della briglia, di fotta il barbazale,ey dapoi riuerfate al cauallo il labro di fot* to,zr ini ponetegli queâa cordeUafia. il detto labro,tt la gengitta,hue fono incastrati i denti, uoltadola nella banda dell'altro occhio, alquale legarete l'altro capo, parimente come la legafle alt occhio di prima,çr quan to maggiormente la legarete tirata, tanto più farà la briglia gagliarda,?? fé uoi ben annodate dalfuna ban* da, ey dall'altra i nodi non farà mai huomo che di tal mitìeriofi aueda,& notate che in cambio di quella cor della, fé gli potrebbe poner una catenetta : Et quejio gioua non foto in caligarlo che non fi beua la brìglia, er non filo totalmente lo comgge,che no faccia chio mazzuoli,ma anco, il più delle uo!te,a cauallo che por ta la lingua difuorafarx chejpejfo la ritiri dentro,cr lo alleggerifcc quando fi appoggia più di quel che gli conuiene,ey s'egli foffe duro di barre,con quefto artefi ciò fi farà leggieroji forte, chenonpotrà con effe far difefa, ne forza ej qutfla cofa nonfolo con le briglie gagliarde,ma con oguifemplice cannone, o [caccia fa* rà il fimigliante effetto. Quando il cauaUo fa forfici, ponendogli la mujfaro
la Stretta bene,cy con ejfa, ej con dargli a quel tempo diftronefiora con uno, ey hora con l'altro, ey molto più daUa blinda contrariamone più gmnghtggia,<y tor i ì ci
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tî4 LIBRO
ce la bocca,ey caligandolo per alcuna fiata di briglia
datl'una,o dall'altra barralo neramente adambegirne te le barre.ey con tenergli la mano falda, ey tempera* ta,egli facilmente fi correggerà. Ancbora fi potrebbe in f m correttione,casïigar aU
cuna fiai-a,non folo co i fioroni al uentre,ma con lapun ta delpiede,cuero con laftaffa, battendolo netta/patta difotto,o difopra uerfo la graffolapur dattaparte co* traria,ey fempre che egli ufi queiìo uitio,uoi rìtorne* rete a donargli trauagliojiora in uno ey bora in altro modo, che co fi al fin uerrà a conofeere la cagioe delfuo caüigo,ey conuincendojì agguaterà fua bocca. Et perche affiti uolte eglifaforfici non per maligni
tà di bocca, ma perche non può foffrire il monte nella briglia,ui dico che aühorafenza ufar queiïi ordinì,ma foto ponendogli la briglia chiufa,ouero non totalmente aperta,ey più e meno gagliarda,fecondo fi conofee pia e meno la dilicatura difua bocca,egli anderà bene, ma uiauerto a tenerla man falda, ey più ey meno leggiee ra fecondo conuiene atta qualità della bocca, perche aU cuna fiat a in alcun cauattofuol accadere qneüo uit io, per effèr la man delfuo caualliero,diJiemprata, non ha vendo arteìnfoggiogarlo a tempo, ey in far che egli foffra labriglia,o dure,o motti che fìano le barre. Quàdo il cauatto fi fommozza/oprala briglid,ogni
fiata che egli,arrobbando il tempori farà questo mo e tiuo, fermante Umano, ey non uè la farete sforzare, ey caligandolo fubito, gli darete una, o due botte di /prone con Vuno>o l'altro, eyfequeûo motiuo il farà |
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TERZO t?j
mando ü'ate fermo, dandogli pur il fìmile caQigo di
/prone, non lo farete mouere da quel lucgodoue/ì rU troua:&fe il farà caminando, uoi fermandogli lama= no,lo caftigarete parimente di/prone, & alcuna uolta con gli duo ffroni giunti,?? non lo farete poner infu= ga,ne in maggior pafio delfolito,ey fé torna cento uol te a quetto,altre tante uolte,fempre lo caftigarete, che co fi ]ì uincerà, Ç? fìmilmete farete accorto quando per gli altri errori,che ui ho detto, ej ui dirò appreffo, gli accadejfe anchora queflo. Si uuol notare quando egli nonfifommozz<t giufio,
Cr fi cala più dalïuna che dall'altra mano, che il caflì* go di jprone fi faccia dal lato contrario, zj no da quel lo doue sabbaffa ey pende. Et fefuffe ardente crfuriofo, in quel infante che
gli hauete già dato il meriteuole cafììgo, gliponerete la mano fopra la marcatura del collo o uerfo il garre* fe,infegno di accarezzarlo, che in tal modo egli non fi poneràinfuga, çrfoffrendo nonfolo conofceràlo er= rorfuo,ma afiicurandojìfaràfempre bene. Qnado al parare chefarà,fimilmèteflfcmmozz<t>
oltre che fi uuol tener la mano téprata,z? ferma,com' egli fa queldifordine,uolete dargli un poco difuffrena ta con la redina deûra,ey fermato che farà,uolete fu* bito,in quel tempo, caligarlo conglijpronì, hora con tuno er hora con Valtro,ey dapoi tornante indietro, CT un'altra uolta al medefìmo luogo andarete di trot* to,o di galoppo,fecondo fefle allhora, er lo farete pa* rare,& uolete tenere quella redina deflra,con la mano I 4 defln
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%3<S LIBRO
defira apparecchiata ,xhe s" egli facete quel che fece
primajo pofiiate pur a tempo conegere in quella bar ra,& fionderà bene,non per ciò reüarete di fargli ac corgere pian piano,neUa bocca, che tenete quella redU no. in maro:Acciocbe egli per timor di quelh,totalméc te cefii dal uitio,ey come non farà piti errore., lo acca* rezzarete,cy fin che dura nella (uà malignità, tornane douifempre non mancherete mai di dargli cafìigo, er quello fi potrebbe ancho fare con la fai fa reitna, zT mafiimamente fé foffi po'detrotma non farebbe di tana to correggimelo. Sedo non bufta in fargli accorgere deWerror/uo,
gli darete tafiffi ©site con le due redine,^ filo co U man fimfira3che farà il cafìigodi briglia in tutte le bar re,er hor in quello, et hor in q'.ejlo garbo lo trauaglu rete fin tanto che egli fi correggerà i Quando il caualìo camtnàdo, o paleggiando per la.
cittàyOperlacapagnacy anchor quando fia fermo, fi muoue,ouero uolta la tetta o fé di più caccia il muftac ciò difuora,o ueramite torce il collo, o a de$ro,o a fi* niftroylo uolete andar fempre caûigàdo con torrone contrario,come hora ui dico: Scegli f\ muoue,o fi uolt4 di teûa.o fi torce di collo dalla man mâcajn quel tipo gli donarete,una o due bottecon lojf>rono deüro,uoU tondo parimëteÇfi uorrete)un poco il pugno della bru glia dalla medefima banla deilra : cr s'egli fa il limile dalla man defira, pur con taPordine lo cattigartte con lojpronefiniftro,çr uoltandolo il pugno della briglia dalla man fini#ra>che fi toglierà dalfito uaneggiare,et totalmente
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TERZO .57
totalmente fi farà, giuflo di tefla, er duro di cello, er
darco,çr non fi mouerà mai: er gli ordini feguéti non faranno men fattibili di queflo- pero uogliate tentarlo, er ufate quado l'ww,& quado Valtro,& dipoi ui fere marete all'ordine, che con ifferienz* cotsbfcersìt, che con ejfo più facilmente egli fi uirica, er ui confenta, in emendar ji,ponendofì giujio come gli conuiene. Qndefimtlmente dichiaro,che s'egli ha il collo moU
le da man finisìra, er duro daüa deüra, tenendo uoi la briglia nelfolito modo che gli appartiene, potrefìepù gliargli la redina deflra col dito indicatiuo:Laquai rta dina fi tenera' poi fra il detto dito,et lo pollicare-.Si pò trebbeanebo non folo prëder la ndina deiìra col dito indicatiuo, ma che ui fa pur con ejfo giunto il dito di tnezzo,erfe tien il collo duro da manfiniûra.cT mol te dalla deàra, fi potrebbe aUhora tener non folo il du to auricolare fra le due redine, cefi come accade quant do egli uà giuÛo:ma penerai il dito anulare,çr dneboe ra quel di mezzo : talché all'una o all'altraparte, alla guai egli baueffe uit io, fi sforzeria dì maniera, chea poco a poco uerrebbead inchìnarfi doue foffe ilcoüo più duro. Anchora quando egli girando il mudacelo, bora da
Xuna,ey bora dall'altra par te,non uà fermo di collo, et con la tefla giuda, er fempre falda come gli bifogna, molto gli giouerà folo caligarlo a quel tempo di brie glia, cioè in queleffere ch'egli fi uolta, er torce nella parte fìniflra, uoi tantotìo uoltando, er abbaffando, 4'qtwnto ilpugno della man della briglia>uerfopur la banda
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13 8 L I B Ra
banda finiûrd, gli darete lafitffrenata che gli percuote
ta la barra delira, ritornando dapoi difubito il uoflro. pugno alfuo debito luogo nel federa prima, eycofi farete ogni fiata ch'egli commette quello errore ; er fé daW altra banda,egli facejjè tal difordine,^ uoipa* rimente un pocouoltando, Cf calando pretto la man della briglia, nella parte de/Ira dandogli quella fuffres nata nella barra jiniftra,lo caligante, et in un tempo la ritornarete apprejfo a quel dritto dal quale fi mof. fé '.potrebbeancho darfegli queflo caûigofinza calar mano, ma tirandogli la briglia foto, quanto gli bafia fuffrenarfegli la barra contraria, doue uolete che egli penda : tal che non confentendogli mai quegli errori, lo andarete maejìreuolmente correggendo : Però bifo* gna che nella uofira man della briglia, uifia tempera^ meuto grandetti faper con ejfa ufar a tempo i moti,et ufar a tempo U fermezza che gli fi conuiene,ey auera tite bene, che quello è cofa mirabile per correggere di te/la ogni cauaUo. Se nonfolo alcuna fiata torce il collo, ouer la te/la,
ma contiuuamente uà in quel modo pendente,cy rotto, er moQe,ey torto, dalla banda fini/ira, uolete allhora nonfolo caligarlo di briglia, o ueramente battere con lo/prone deüro contrario, ma appoggiargli lapolpa di m/ira gamba deüraneluentre, ideino le cegne, er attentatamele da hora in hora uolete pungerlo con lofi>rone dello calcagno della medefimagamba, er aU cuna fiata col detto /prone lo uolete nonfolo pungere, ma toccarlo molto bene, ej l'uno er l'altro farete pia eymeno,
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TE R Z O iî5>
er meno, fecondo più o meno crefce, er minci il/ùa
difetto, er conCil audio per la fui mokftia, che egli di continuo fi fente, uolta la tefia uerfo quella bandi, piaccìauifubito fuggire dal uetre il muro calcagno, cr gamba deftra,er in quelTinfiante accarezzarlo,™» me più uolte u'ho detto ; er s'egli uà con li tefla,o «c« ramente col collo torto doli'altra banda, cioè dilla dee fin, er uoi uogliate con la polpa di uo&ra gamba fis nillra,cy con lojprone contrario pariméte caligarlo» tenendo pur ilfimile ordine, che coft dipoi, ogni fiata, ch'egli a pena fentirà accoflarfi al uentre quelli gïbet ft farà giuûo,zT incontinente, quanto uolete uoi fi gi* rerà da quello lato. Et oltre di ciò in cambio di quel battere di faro*
ni, che gli farete dalla banda doue egli ha il collo più duro alcuna fiata lo uolete battere con li liaffi, o uea tornente col piede fotto li fyalli dtUi medejìma bine di, che cofì eglifi uolterà per minre, che cofa è queU la, che gli dafaüidio, er fimigliante all'ordine dinana ZÌ, pur in quel tempo gli farete carezze > tal che las fciando di indar molle, et girato dallaparte contraria, conofcerà la caufa del fio caligo, er fempre che lo toccarete in quel luogo prefiamente fl farà eguale, er giuflo come conuiene, er i uoi aUhon, allargando li ftiffa, non bifoghtrà più trauagliarlo, ma con piacee uolezze afiìcurarlo bene, er ufarete quando Vuno, ey quando Valtro modo, continuando quello più, ch'egli più teme, eyfin tanto che fi correggerà non nogliate mai di ciò minare. Per
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14° LIBRO
Per togliergli questo uitio fi potrebbe caligare np
folo di briglia,o difproni,o dipoipadigàba, o difidf* fa,ma di bacchetta nel fianco, o ueramenfe nel uentre, uicino le ctgne, doue fi fuolebattere, facendo/! pur a tempo dalla banda cotraria,tal che lo cauìgo ouer aiue to che fifa folo diffroni,fi può fare folo di bacchetta, però difproni fi fa piuffeffo, et e di maggiore effetto, Cffarà più da caualiero,che non quel di bacchettaMn che anchora giuntamele fi potrebbe, in fua maggior correzione, o in maggior foccorfo ufare l'uno ©- Cal= tro, fé conofeerete che gli bifognerà ufarfegli maggio^ re,eynon altrimente. Auertite che fempre,quando egli pende da bandafe
gli uuol tenere la redina cotraria,più tirata dell'altra, er tanto piu,quanto più egliua torto,in questo modo: Se pende daman fìnifira, terrete più corta la redina defira : ej fé pende da man de/Ira parimente a poco a poco ui accoderete più la redina finora, er quefla, o quella che bifogna tirar fi, fin che s'accerta, fi farà con aiuto della man defira,ej anchorfi dimanda caftigo dì briglia : Però quando ilcauaUo uagiuilo fiuogliano portar egualijo poco più lunga la finiftra.Et accio che nonhabbiate da portargli più Tuna tirata che l''altra dal principio,che nella fua giouentufi caualca,ui sfor= zarete aggiufiarlo di bocca con lefalferedine,portàdo glifempre le redine giu&e, perche in ogni cofa da poi uerràpiu ordinatolo me daU'una,che dall'altraparte. Maper corregere con più facilità ilcauaUo.che por te il coUo molle, er torto dall'm parte, cr dall'altra duro
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TERZO i4»
duro ; ouerfe uà pur coft torto con la teftd : uoi andò*
rete a i uojìri torni et gli donante tante uolte dall'una mano,® dall''altra, quanto ui parerà ch'egli poffa con venientemente foffrire, ®" andante aühora cakigan* dolo di briglia, di polpa, di gamba, diflaffa, dijprone, di bacchetta, dalla banda contraria del collo molle, cr rotto (che farà nella parte alla qual egli non fi gira fa* cile)non dcuiandouiperò mai dalla regola,® dagli or dini che ui ho detto dinanzi,® più ® meno uariando, er rinforzando cjueûi caûighi,al luogo, ® a tempo, fecondo farà il fuo bifogno,® ui ricordante portar la man della briglia, come poco auante ui difii, er è ma* niera certa, che fenza far fi dubio diuenterà egualmen* te duro,®" giu&o di collo. Se uolete che fi aggiufti prefio,caminareteda <juin<
deci,® al più da u viti palmi di trotto,ouero dìpajfo, ® maf imamente al primo,cjuàdo fé gli comincia a in» fegnar quesìo,® ogni fiata il uolete al fin fermare,?? in un tempo uoltare,aiutandolo di lingua,® di/prone ouer di polpa di gamba,dalla banda contraria, et affai fiate ui accaderà attondar dall'altra part e, er aÜhora fempreuuoleincauaUare il braccio contrario deUauoU tafopra l'altro,®1 non facendo la uolta in quel modo, er col fuo collo fermo,®" con la tefia faldato andare* te caligando dijprone, pur dalla banda contraria, fin. che arriuarete all'altro termine, er ingiunto che fare te, lo uoltarete anchor dalla medefìma mano come fé* fie, ritornando fempre per una pifla, tal che fin tanto che farà gìufio il uolete traftullare continuamente da quello
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14» L'- I B R O .
quello lato, et come cono farete che uien eguale et pera
fetto,ey di tefta,crdi coHo,cr di braccia, il uoltarete una uoltapcr mano, cr aÜa de/ira, & alkfintflra, un gran pezzo battagliandolo in quefla forma, onde tra lo andare cr uenire indietro ,. faranno da circa trenta fiate, pin o meno fecondo può foffrire, cr lo kfciartte fempre con buona bocca, però la prima cr Vultima uol ta farà da man deftra, crfituiol auertire non mancar mai di portargli la man f erma,cr quella tempratamen te torcere un poco tterfo la parte doue il collo è più da ro,cofì come appertiene uoltarfì, cr non falò quefto il fermerà di tefta,cr gVindurerà Varco, ma in ogni mai neggio che fi ufì,ilfard più deflro cr facile,confertan= dogli le braccia come gli conuiene,et è da notar fi, quan do fa bene,da hora in bora fargli carezze,CT non aiu= tarlo più difyroniaüe uolte,necon efii castigarlo qua do camina, nientedimeno lo aiuto di lingua non fé gli mancherà mai. Anchora s'egli tien il collo duro da man deftra gli
giouerà molto, tantofto prendergli con la man deftra, la metà della redina deftra, er più cr meno tirandola, dandogli quei torni, piegherà il collo'cr fmilmente fé il tien duro dalla banda ftniftra,quando fete a quel atto de gli torni,/i potrebbe pigliar il gouerno della briglia con lu man deftra,crcon la man manca prendergli,per la metà la redina finiftra, cr parimente far/ì come fee fte ah"altra mano:però quando è duro di collo alla par te ftniftra,non ui bifognerà quefio, cofi come conuiene, quindo è dalla deftra, perche eftfendo naturalméte ogni cauallo
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T E R Z O i4ï
cauaUopiu facile a quella mano,fenzd cambiar man di
hriglìa, il che uolgarmente pare dis forme, tutta uolu che fé gli accerterà la redina finiftra,feguendo gli ordì ni del modo che ui difii prima, er ui dirò appreffoM- fterà infua correzione. Tctfeluoletecon maggior forzi confìr ingère, che
totalmente uenga dalla mano iou'egli tien il collo piti duro giràdoui con laperfona, ui calante da quella ban da con lajpalla,& col corpo,(jcon la tetìa baffa,mi= randofempre all'occhio del cauallo, tt lui ancho uolete girar la man deüa briglia,come ui difii auante,che fubi to ù'accorgerete,che con quelfuo occhio,castigatameli te,ancho egli ui mirerà nel uifo,ey facendo tal motiuo farà sforzato di habilitarfi da quella parte colfuo coU lo,ma in un tempo, quando farete queilo, uolete accoa /largii dalla medefimamano doue fête girato col uifo, la polpa di mura gamba nelfuo uentre,piu o meno,fe condofarà la necefiità, cr fecondo ui ho detto affaltra regola, er la detta gamba uè la ricoglierete un poco, fermandoui alïaltra bâdafopra l'altro piede nella Jlaf fa, perche tato maggiorméte più facile ui calarete con la teûa dall'altra parte,doue egli col collo uien troppo fano,coflcome ui ho detto, talché dalle anchein gìu,toe talmente penderete da un lato,alqual lato per la forza che iuifìfafl cullerà un poco lafeUa,ey dalle anche in fu penderete da quella parte, doue egli uà col collo pitt duro,<zr caminarete cofi torto,con dargli cotrapefo di fopra con la uoftraperfona, tra lo andare uenire,d<t circa un miglio : o ueramete atte mite per aggiuftarlo con
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»44 LIBRO
con più facilità, ufarete queû 'ordinein ogni torno do*
itegli uici più fano, però auertite, che fin che egli non faràfuora delfuo difettosi ha da far in un luogo della campagna che niun ut miri,perche non foi) quegli che fon ignoranti di quella f acuità, ma molti forfè, che al mondo prefumeno fiperne,qUàto fé ne può Capere, per cagion che no ne fono tato capacito potrebbono biafi tnare,<3' affai bafierk,che dapoi fé gli mofln l'opera, quando farà compitale? fé per cafo non intendete quel che hora ui dico, non perciò uogliate dtfberarui della fui correttione.che tutta uolta che ufarete gli altri or* éini,dìe tubo detto facilmente trouareie quanto ui ha jl&£T qutfto, cr quegli ordini anchora ui aiuteranno molto in toglierli ogni credenza, della qual io pre fio ttiragionarò. Ss il cctuallo annecchia,o ueramete ui accorgete che
ftacolpen/ìero dì far quakhe malitia con gli altri cae uaUi che uifono a lato, oda uicino, ouer conofeerete chejla per buttar calci, uolete caligarlo parimete co* me ui difii aumte con l'unoJprone.o l'altro, dopplican do le botte, fecondo fari la importanza della fta malie gnità,crfarà in questa maniera-. S'egli fa l'errore uer fo la man manca, fi uuole corregere con lojprono des ftro, cr fe'l fa uerfo la man deûra, il casìigo farà con lofimûro, etfimilmete quàdo erra da dritto in dritto: 'Benché anchora fi potrebbe caüigare più ty meno con le hrtte corrìffondenti l'una a l'altra : C alcuna uolta farà bene folo caftigarfi di briglia, nell'una o l'altra barufi uerameae ad ambe.er ciò non baûàdogli da* rete
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TERZO t4f
rete il ca&ìgo di uoce, er di bacchetta, neWuno o VaU
tro fianco,® forfè con effa conuerràfolper una,o due fiate,cafiigarfi fu la tefia,® fra le orecchie. Se quando, per qualjì uoglia errore che faccia, là
correggerete con uno o con duejproni, ouero con l'ue no er l'altro conijpondenti, ® egli, al dar di quegli, fcuoterà il capo er l'orecchie, allhora tantoflo, fenxA dargli tempo, d'Applicante le botte di jprone, pur <t quella parte, doue lo hauete caligato, moltiplicando* h fin tanto che egli fi rende, talché fermandoft di te* fia, fenza uoltarjì ne di qua,ne dilà, apportando queUe botte farà uinto, però uolete flar auertito di non confentirgli a niuno errore quantunque f offe minimo, er hora in uno,® hora in altro modo caligarlo fan* pre che erra. Et per fami noto con più facilità, quale è il caligo
di/fronì con le botte confondenti, Vi dichiaro che: farà quefto, quando il QauaUofa l'errore dalla banda finiftra, fubito che lo hauete battuto con lo/prone dea uro, in uninfiawe che quello Jprone fi lìeua dal uena tre, uolete con lo/prone finiflro dargli l'altra botta, la qual incontinente che è fornita, iluokte pur batte* re con lo Jprone deûro, che faranno tre botte, due dal» la banda deûra, cr una dalla ftniflra, er con tal ordU ne potrete cominciarle con lo /prone finiflro, quando egli uerrà dalla man deur a, tal che non fi batta paro , ma a modo di mufica,prefio l'una botta chiami l'altra, er la prima,®- l'ultima farà dalla banda contraria,®" unafolo doue difordina,® con quefia mifura le molti» K plicarett
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1-4* LIBRO
plicarete fecondo la necefiità iti dimoerà >ey'fatidojì a
tempo ne nafcono uirtu mirabili.
Quando il QctuaUo caminando, una orecchia lieua
fu,ey l'altra cala gin, ZT ui fa certi motiui che pa* re che dentro di effa m fia gualche mofcha, ûaretefo* pra di uoi, perche il più delle mite, eglipenfa di fare alcuna gran ribalderia, o difalti,o di buttar fi a trauer fo,o di piantar/i, o di far altro motiuo pericolofo, er dijperato,?? uoi tantoûo in quel medefimo tempo uo* lete interrompere quel fuo pçnfiero dandogli da circa due, o tre botte con lo/prone contrario di quella ban* da contraria di orecchia che più muoue,ç?fempre che ui ritorna farete ilfìmik, & fé uoi fete in campagna farebbe apropofito er molto bene,in queltépo che gli donate le botte di/prone,giustamente con uocehorré* da caûigarlo, ejforfè anchora nonfarebhe male cafli garfì di briglia in una delle barre. Se f offe molto maligno, zrfieguc quegli difordini
graui ch'egli ha pen fato, bifogna dargli caüigo non falò di gran uoci, ç? di /prone, ma di baronate fra le orecchie, & benché la fua fuperbia fìa tale chefeguena do il uitio lo foglia da fé, non importa, perche ui afiU curo che fé non uifate uincere, caligandolo una fiata, cr animofamente,çy a tempo co queûi ordini, ch'egli ui farà fuggetto,zr fin che gli farete addoffo nonfaUU rà mai,cj farà finito Ufo penflero fantastico , ey tes mendoui anderà fempre conforme alla uolontà uoûra, nondimeno fiate accorto di fubito,com'egli uà bene far gli carezze,*? Ufciarlo fempre con buona bocca. Però
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T E R Z O «47
Però auuertite che alcuna fiata ueramentegli entra »
nell'orecchia qualche mofchetta, ouero iui apprejjò gli punge la tefiiera,ey fepurfa motiuo farà per quel lo, er non per malignità, onde alibora non merita fi gran cafiigo, mafolo ba&eràfoWicitarfi con lojprone contrario modestamente, accio fi parta da quelpenfiee ro della mofca che forfè gli morde ,odiqueÜ<t cofache gli da moleûia. Se per auuentura quando riceue il cafiigo di bafloa
ne,o di bacchettala le orecchie s'impenna,o per ogni cagione che egli ufiqueüo, uolete fubito in quel tem* po che fi fof^ende donargli gran botte di bacchetta, a modo di man dritto, fra le braccia, ey le ginocchia,?? di talforte,cbe egli piegandole non oferà maipiucons durfì,a quell'errore,^ uolete pur notare che ad un cae. uaUo che èfolito inalborarfi,auante il tempo che conu metta il difordine,douete,almeno batterlo una fiata fret le braccia, er a maggior ficurità dapoi gli portante la bacchetta calata innanzi a quelle, er alibora fia luti ga quafifin a terra,che cofiegli,conofcendo chefitruo Hafuggetto,farà totalmente libero di quefia malitia. La credenza procede al cauatto da una di queue ca*
gioni,o ueramente perche la briglia è troppo gagliare da,cy premendogli da una banda, per quella ojfefa che fi fente nella bocca egli teme uottarfi,piu da una mano, che dall'altra, o ueramente non fapendo ingabbarfi le bracciale ancho il collo alla ucltaja prende talmente con di/petto, che dapoi come fi fente fianco, pugna di ion uolerfi a niun modo uoltare, ey affai fiate (quan« K z tunque
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t43 LIBRO
tunquefujfe ben creato) non battendo molta lena fari
ilfimile o neramente alcun caualliero mal pratico, Va* iuterd al contrario di quel che conuiene alla uolta, tal che il cauallo perche non l'intende, non fi potrà rifoU uere, ey all'ultimo non fi uolterà, o neramente egli fu dal principio cauakato male ey fé troppe il collo da una banda, ey dall'altra rimafe duro doue facilmente per ogni minimo fdegno,o picchia fatica,non fi uoltes rà, ouero il cauallo riconofeerà la uiltà del caualliero, che ha paura di lui,ey non uolendo uoltarfi lo lafcierà conta/hafantafìa, ikhe farebbe cagione confirmarlo nella fua malignità, ey benché fecondo la caufa donde procede, co fi ui potrei dire il modo da correggerfi,nott dimeno,per nonporuiin confufione,non mi haparfo a propofito,ma diròfolo quegli ejpedìcti dì togliere ogni credenza, ey fia pur nata da qual fi uoglia effetto, ey perche naturalmente è più facile a uoltarfi da man fini fira che dall'altra mano, per tanto mi pare prima dire come fi uuol correggere,quando egli ha la credenza du- la man defira. Quando il cauallo tiene queflo uitio, uolete andare
in una campagna ouefia la maiefe rotta nuouamente l folchi.ey iuipoi Camperete duo torni,poco differenti da quegli che ui ho detti,ey figurati auante,ey del mo do che più chiaramente ui dirò, ey con la figura ui mo firerò appreJfo,ey cominciando dalla man de&ra,doue egli ha la credenza, fopra un di quelli, farete di trotto tre torni, ey dapoì, non ufeendo dalla pifla deh"altro torno.pur da man defira far et e,di trotto,tre altri tor* ni,
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TERZO 14.9
«i,cr (tpprejjb ritornerete^ quella pitia di primato i
fimili tomi,come gUfefle aÜbora,o' cofi continuarete fin tanto che a uoi parerà che il cauallo fia facile da quella mano •. er notate che fei torni, che fon tre per ogni cerchio, ilquale cerchio fi dice torno, fi chiamerà una uolta integra da man de(lra,tal che fette uolte, CT mezz<t>che fon quarantacinque torni, ouero noue uoU te er mezza,chefon cinquantafette,farà numero con= ueniente ad ogni cauaiïo di gran lena, cr che tiene tal difetto:?? come hauerete forniti gliuoûri torni,anda rete di trotto da dritto in dritto, quanto è il corfo di unagiuûa carriera,o poco meno,ouero quanto farà un giufio repolone, ey al fin di effo uifermarete con le uo /ire pofate,(y iui lo accarezzarete un pezzo, ponen* dogli la manofopra il collo, cr a tutte quefte co fé, cr a quel che dirò apprejfo,tenerete fempre la redina des ûrapiu corta,?? più tirata dell'altra, dapoì come fa: ri quieto, cr uoi fate che all'incontro gli fia unhuomo con la bacchetta nella mano , cr in quel tempo uolUe rete il pugno,per pigliargli la uolta da man deftra, e? colui che gli fia all'incontro con la bacchetta, in quel intiantegli donerà con effa nel muftaccio, dalla banda, contraria finiûra,una,o due botte,e? fui tanto, ch'egli fi uolti, non uuole ceffare dal battere, facendo fempre quel motiuo dì lingua che fi uuol fare alle mite, quane do fi maneggia, cr accio che il cauallo in quel tempo non s'impenni, alcuna fiata quel tale lo batterà fopra le braccia,?? cofi molestandolo, fon certo, che eglifi uolterà, Vpnfo che hauerh la uolta fubitc allhorajì K } uuol
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ijo LIBRO
uuol accarezzare, commando infino alfegno de i torni
donde partifle,er iui poi come farete fermato,far à un' altr'huomo, (imilmente con la bacchetta in mano, cr uoi uoltandolo pur dalla man de/ira in un tempo queU lo il minacciarlo neramente il batterà,dalla banda/ì* ttiüra del muflaccio,come fi fece da prima : er s'egli è mal'ageuole a uoltarjì,accio uenga più facile,uoi egual mente cofi quando farete daÜ'uno,come dall'altro capo pò fato che far à,glifarete far da circa duo pafii fempre indietro,?? in quel tempo gli prenderete la uolta,pero com'egli la intenderà bene,no accader à dargli pin quei pafii,perche farebbe difordine,et cagione difarfì le uol te totalmente abbandonate, cr troppo fopra le anche, cofi caminando,cr uoltandolo poco più o meno difetx tefiate,eglifarà uinto,talche ufando da circa tregiore ni quetìo buon modo,fl ritrouerÀ fuor a di uìtio,confir mato nella fuabonta. Et notate che non effendo la credenza molto, & no
tenendo il collo duro da una banda, cr dall'altra molle er rotto,quando al fin de i tornì egli ufeendo hauerà ed minato di trotto da dritto in dritto, atlhora che farà, uoltato dalla man deflra, & ritornerà di trotto uerfo la sìampa de i torni, farebbe anchora bene, come farà giunto a quel termine, uoltarlo dalla manfinifira, cr l'altra fiata che arrtua nel capo fi potrebbe appreffo uoltar dalla man deflra, con lo aiuto di lingua, cr di quel caftigo di baccheta da colui che gli ila auante, cr con tal ordine fi può feguire, crai fin fi può fermare, uerfo i torni, accio l'ultima uolta parimente a quella di
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TERZO ut
di prima, fìa da man delira : dapoì come il cauallo ap*
pena,arriuerà uerfo quello che tiene la bacchettai ue derfolo minacciarfi, er in udir quel motiuo di lingua, quantunque non fi tocchigli fi uoltera,çy aUhorafen za che altro huomo gli fio. più aU'incontro, ogni fiata che fé gli calerà la bacchetta dalla man fìniflra, cr fé gli farà, quel moto di lingua, facilmëte prende alle uol te, er auuertite che colui che gliûarà in faccia con la bacchetta, uuoVeffere non meno pratico di quello che gli Ila di fopra,perche bìfognafaper battere ©* minac ciare,zr aiutare a tempo, & fuggir quanto è pof ibile di dargli botte al multacelo. Quefta che fìegue è la ûampa de i torni, laquai pò
co differifee da quella dinanzi, perche gira in ogni ton
do, da circa ducento palmi, ma per la figura che hora.
uidimoftro, a1 per leporole che fono in effa, &
per quello che ui ho detto, er uidirò ap*
preffo più chiaramente ui accorge*
rete del fuo garbo, er di quei
torni che gli corner*
ranno di fo*
pra.
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K +
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TERZO «fî
Quejlifeì tornì da man deftra, che fon tre per ogni
lato, farà fol una uolta,eyè da notar-fuebe fé il cauallo tiene la credenza da man finiftra uolete cominciargli dall'altro torno, ey parimente in ogni tre comi cam= biar banda, licitandolo pur dalla medeftma mano , ey da dritto in dritto andante a parare, ey dapoi parato ch'egli hauerà, cofi come nella credenza di man deiïra, al tempo che fi uolta, fi uuol caûigare di bacchetta al* la banda contrariafimilmente nella credenza dalla par tefiniûrafi uuol battere nel muûaccio alla banda de= ihra,cbefarà la contrariala colui che con la bacchet* ta gli üa aÏÏincontro,talche ufarete tutti gli ordìni,et. tutti gli tempi egualmente come feüe alla credenza dì man deâraja onde miparefouerchio abondar di paro le, ey dir tante uolte quel che da uoi ûejfo facilmente fi può intendere. Et accio chefappiatt dar conto,ptrcht caufa a i tor
ni di prima, la uolta e quattro tornt ( del modo che ui difii, ey a queûi ogni uolta farà fei torni, ui dichiaro che la ragion è quejla,che quando fate quegli tre torni per banda, fé uoial fecondo torno cambiate mano, non farebbe fornito,anzi a queûo fecondo ui mancherebbe a chiuder la uolta poco meno della metà ey perciò ni bifogna fornir quella metà,ey al terzo cambiar mano, & benché al terzo non fi chiuda la uolta, non impara ta,perche i duo torni furono chiufi perfettamente, ey giuili,cofi come furono pfitti, e giuûi quellidi prima. Et perche fono due forte di uolte, Vuna fi è kiwi»
ta larga de i tomì,et l'altra fi è la uolta Jlretta del ma neggio,
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154 LIBRO
neggio, tanto a i repoloni, quanto ancbora da fermo a
fermo,mi èparfo diruiAccio fiate ben inûrutta, et feu za uoftra confufìone, che fecondo quel che m ho detto auante,& uidico, er ui dirò appreffo di quefto uoca* buto,cofi conofcerete,quando parla dett!una,ey quando deW altra, cioè delle mezze uolte de i repoloni, che pur fi chiamano uolte fempie,o delle uolte radoppiate, o ue ramente delle uolte che fi fanno a i torni. Si uuol auertire,che que&e regole non fi uoglion pU
gliareper e/iremo, che fé trouarete il cauaUo difjìcuU tofo,ey duro a qualche torno/arebbe a propofito, p er lamedefimapiila a quella iûejfa mano ritornare da quattro,o cinque fiate, er più er meno, fecondo il bU fogno ui dimo&rerà. Si potrebbe anchorafenza quefli torni liberar il ca
uaUo daUafua credenza, come hora ui dirò : Andarete alla capagna in unafirada lunga, che da i duo lati fia rinchiufa defiepi, o di mura, eyfenza che fia fopra di tffo il Caualiero gli agiu&erete, col bottone calato le redine fopra il cotto, et dapoi hauédo la credenza dalla man defira,gli legarete un capo di guinzaglio f ermo à modo di correggia,in quello luogo della briglia,nelqua le fé gli pone al principio che fi caualca,netta parte de* /Ira la f alfa redina,er V altro capoaUafopracegna dal lamedefima bàda,et fate fia ben tirato,accio il cauatto uenga facilmente a piegar fi col collo; & dapoi lafcian dolo foto,uoifubito uegli panerete aWincotro con una bacchetta,?? un'altro fimilmente fé gli ponerl da die* tro,con Valtra bacchettaiprimieramente uoi,chegli |
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TERZO tjj
fete auante gli darete una botta di bacchetta, nella par
tefìnifira del muüaccio,perche tantoüofi uolterà, er ogni fiata che uolta il uifo uerfo colui che gli fia da die tro, parimente egli il batterà dalla banda finiftra del muûaccio,çr cofì lo ûimularete un pezzo,bencheap= prefJo,fenz4 altro aiuto di bacchettala fé fteffo-per te ma di queue botte che hebbe,uelocemente fi uolterà,tal che da fé a fé fi caligherà, uoltandofifempre da quello lato alqual egli non fi uolea uoltare. Ma notate,che fempre che il cauaUofì batte nel mu
Jìaccio di bacchetta,in un tempo fi uuol far in fio foce, corfo quel moto,&fono di linguaio" bêche non fi bate ta,purfin ch'egli da fé fi uoltì, non manchi mai, accio che prenda quel ufo, che ogni fiata dapoi, che egli ode quelfuono di lingua,determinatamente uoltando,figi= ri,fenza donarfegli altro f attore. Et fé al far di quefle uolte,egli cadeffe, no ne faccia
te coto,ma lafciatelo pur cadere,che dafefieffofi alze rà,ey tato maggiorméte al fin fi trouera caûigato.Da poi come ui accorgerete che fia un poco fianco, noi gli fcioglierete quel capo di guinzaglio, che gli fia legato nella fopracegn<t,& tantoûo miete caualcarlo,zT con la man deûra tenerete quel capo in mano caminàdo di trottolai fin da circa cinquanta palmi ui fermarett er parimente come uiMfii nella regola de i torni fate che all'incotro uifia unhuom < con la bacchetta in ma no,che lo minacci daUa banda finiûra del mufiaccio, et bifognando ancho iuigli dia alcune bottefin che fi uol ti,zr in quel tipo gli darete un poco di aiuto, tirâdo il guinzaglio,
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if 6 LIBRO
guinzaglio> lo quai ui feruerà per falfartdina, cr non
maeberete al tipo della uolta,difar queifeoppij di lins gua, che in questo modo eglifi uolterà, er caminando auàtefin al luogo dondepartiûe,ui fermarete un altra fiata, er apprejjo lo uolterete fimilmente dalla man de flrd, con lo medefimo caûigo di un'altro che gli/lari alToncontro pur con la bacchettai ueramete non ui ef fendo altro,lo uoltarete dalla man finiûra,cr giunto a quel termine di prima co/I come fi fece aühora,uoltaiu dolo dalla man deûra,fi aiuterà, er dauoiej da quel taleizT notate chefolo da circa tre uoltefi uuol aiutar con la falfaredina,zf di poi gli la leuarete, perche ba* fiera fola a f orlo uoltare, il timor della bacchetta di co lui cheglifta auante,<& in ultimo fcnz<t che ali onconc tro uifìaperfona, ogni fiata che uoi gli feteadojfo, gli mostrerete la mura bacchetta, dalla banda contraria^ er lo aiutarete di lingua, tenendogli la redina deûr a più tirata dell'attraigli facilmente fi uolterà. Quando il cauaUo tiene la credeza dalla man maca,
jìmilméte uolete mi legargli un capo di guinzaglio nel occhio dell 'incavatura della briglia,douefeglipone la falfaredina,quando è poliedro,^ l'altro capo nella fo* pracegna,ufando quel modo c'ho detto auante nella ere denza di man deûra,ey conforme a tutti quegli ordini egualmente lo uolete corregere, pojponédo folo la ban da nella quale fé gli ha da dar il caûigo ouer aiuto. Alcuni femplici caua'katori,fi potrebbono preualc*
re anchora, ponendo alcauallo una cauezzanetta, folo con una cordale gli penda nella bada doue non fi uoU h
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TERZO tif
U, & conùgli farà diffefa in non uolerfì girar da
quella mano, wihuom a piede che tenera quel capo di corda, tirandola il farà uoltare, cr queûa corda fi uuol ponere di forte nel chiappo, ouer anello della cauezzana, che quando fi tiri fi aringa, er che fi allenti, quando fi lafcia, er in un tempo allhora il ca* ualiero che glie di fopra la aiuterà, di lingua : accio prendendo quel ufo, dapoifenza tirarfi in altro mo* do, in udir quelfuono di lìngua fi uolti. Se gli potreb* be ancho ponere una cordella lunga da circa fei paU mi che per un capo fé gli leghi ad un occhio della bri* glia, doue fi fuûiene la teûiera, della banda, contra* ria della credenza ,&che fi uoltafra lo labro difot= to cy kgengiue, della maniera, che uidifii, quando ui parlai del cauallo, che fa chiomaccioli, er fi beue la briglia, però Tètro capo, non fi uuol annodar aïïaU tr occhio, ma ben pajfare da quello, che fia tirato, o quanto il cauallo può fof fi-ire, o quanto gli baila, che non gli efca dalla bocca, eyfenza dar uolta nel ferro, accio non fi allenti troppcfi farà fol un nodo alla core da uicino adocchio, er appreffo il Caualiero tenendo quel capo in mano aguifa dìfalfaredina,ogni fiata che il tira il cauallo farà sforzato uoltarfi, çjpur a quel tempo lo aiuterà fempre di lingua: er perche la core della fuole un poco nocere alla mano, al tener che fifa di effajico dipiu,chefe gli potrebbe ponere lunga fos lo quanto glibafìa nell'opra di dentro la bocca, er da poi al capo che efce daWaltr'occhio fi può legare la falfaredina che fia di corame. Molti
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i$8 LIBRO
Molti caualieri fono che corregono la credenza con
artifici di ferro, perche alcuni di loro faranno fare le
briglie,che dentro la bocca la metà/ìa di un lauoro,cf
l'altra metà dì un'altro,ex di quella bada doue è la ere
èezafarà la parte più gagliarda,accio il cauaUofihab
bia da uoltare da quella mano,aUa quale più gl'offende
la briglia?ìl che miparefalfo, eyfenza il uerofunda<=
méto,tal che per affai ragioni che ui potrei dire ejpref
famente uè le uìeto,cheper qualunque caufaprocedeffe
la credenza no farebbe a propofito,perche la bocca del
cannilo bifogna feinpre màtenerfi confapore,ey gli co
viene che la brigliaglifia giusìa,ey che non gli prema
piti da una parte, che dall'altra, attefo che quando per
cafo,tale briglia gli toglie]fé la credenza da una bada,
potrebbe poi facilmëte pigliarfela daWaltrd mano,ma
fé pur quesìo no fuffe,non fi potrebbe hauere,ne giufto
ài collose dibocca,CT fopradi ejfo bifognarebbe /lare
full più delle uolte, con la man attentata,?/ finalmëte
fenza il naturai appoggio,non uerrebbe mai ne eguale
ne giufto ', alle uolte doppie ,ç?fein alcun particular
cauallo dimosìra far qualche buon effetto,non farà per
la qualità della brìglia,maper la fua benigna,?? fincec
ra naturala uì auertifco,che quesìo folo faìlìfce neU
la faccia cbiufa, ofuenata di ogni maniera chefia,che
battendo il cauallo credenza,oueramente s'egli andajfe
col muûaccio torto, fi potrebbe f are nella detta fcacs
ciafolo dalla banda douegli uà duro, il profilo rileuai
to del modo che ui difii, quando ui ragionai delle bri*
glie, perche fentendofì premere da quella parte, fenz*
togliergli
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TERZO >/9
togliergli la fìcurtà di appoggiargli uakràmolto,
infurio andar eguale come gli conuiene, or perche mi fi potrebbe dire,cheper kfìmili ragioni contra di que* fio uitiofi douerebbepur tifare la briglia con dm me* Ioni UfcUzT tondi,et che in un di quelli, dalla parte nel la quale egli non uà facile,uì fujfe benincaûato ilfaU lo nel mezzo di ejfcpercio ui rifoluo,che di tal melo* ne fallito per cofa niuna uogliate feruirui, offendendo più la barra, che non fa la faccia col fio profilo, che fé pur a quel diffetto, aUhora giouajfe, gli farebbe ape preffo non poco impedimento aWaltre uirtù neceffa* rie, ma chi non uoleffe tanti effetti fé nepotrà preua* 1ère. Se il cauaUo tiene la credéza dalla man deftrd o dal
\afinìhra,feglipuoponere dalla mede/ima banda, lo uncinello, alqualefi acchiappa la maglia del barbazxA le,&- che dietro quello uifìano due punte acute, aguU fa di Jberonetti di gallo, che dapoi com'egli fi fentirà pungere nella barba,da quella banda uìcino la bocca, ji uolteràio' dal principio folo per moftrargli il camino della uolta,zx di quel che ha da fare, non farebbe male aiutarlo da circa tre uolte con la f alfa redina, er que* fio uncineUo,ìl dimâdarete guancetto: fìmilmente fi pò trebbe al nodo di queUa,S,doue fi fuftiene lo uncinello, pur fare due pute alla parte dì fopra,laqual fi acchiap pa nell'occhio della briglia, er queue punte lo punges ranno più in alto uerfo il fin detta bocca, crnon tanto baffo uerfo la barba, come faranno le punte delTuncie «cflo,er alcuna fiata fuoV accadere, che alcun cauallofi correggerà
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x<ro LIBRO
correggerà più pretto ponendogli quefie punte daÏÏal
tra banda del muûaccio, quantunque/ta più naturale» Cr apropoflto ponergli la doue egli non fi uolta uo* lontieri,come ui difii auante di quejìo. Anchora gli farà utile in cambio di quelle punte
dell'uncinello ,& della S ponergti da circa tre chio* detti picciolìni, inchiodati alla tcjliera nel porta mor* fo della briglia, che le punte uadino dentro, er le te* ûe di fopra. Quello ejftediente pur gioua in un Za* uaUo che uà con la tetta, o ueramente col mujìaccio torto,erallhorafìtifanelmodocheui dirò,erben* che uè ne habbia diffufamente parlato auante, al pre* fente mi accade dirne queue poche parole, er appref* fo ui farò chiaro un bel fecreto di togliere tantosto, ogni credenza • Quando egli uà di muûaccio torto, er uoi daUa
banda contraria non folo gli ponente al porta mor* fo della briglia tre chiodetti, ma ne inchiodante tre altri alla mojfarola, er s'egli di più porta tutto il ca* pò torto oltre i chiodetti, che a quella parte hauete podi al porta morfo, er «Ha mojfarola, ne porrete '<r tre nella tejliera, però auuertite, che fé il uitio non è troppo graue,baceranno folo quelli che gli ponete dUa mojfarota,con gli tre altri nella tefìiera,ma effen* do il cauaUo inocchiato a queldiffettofe gli corner* rebbeno tutti, er più er meno fecondo ui accorgerete che farà la necefìità, er accio che niunfe ne auueda, ui dico, che ejfendo la tefliera doppia, tyfìmìlmente la mojfarola fipotrebbono fcufcire,cj alfecodo cuoio di |
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TERZO. ttft
fatto inchiodante co lordine che ho deïto, que chiodet
ti,cr cofi appreffo le farete cufcire, come eran da pria ma,tal che le punte uerranno à pungete la carnea U garzi del caualio,çr le tejle di efii faranno couerte dal corame della tefìiera il quii è di fopratò ueramente que ûi chiodetti fipûtrebbono inchiodare in una piatirete ta di ferro, che fia larga quanto è la testiera, fatto U quale fi legherà in quella parte doue uolete che egli s'in chini, il che farà di maggior cailigo : Etfiuoglionpor tare poco più ò meno di dieci giorni,che da poi toglieti dogliliper quelle rotture che,i chiodetti gli fecerofta* fa timido,?? andera inchinato da banda, comejìancho ra uìfojfero■: Et in alcun particular Cauaìio ponendo queiìi chiodetti da quella medema banda della tejìkra, onde fia egli girato, fi farebbe in aggiuntarlo qualche effettotpur quando egli uà torto di mufiacciofe gli pò trebbe ponere il guancztto , con la,S, che ui ragionai poco dinanzi, li qual anchora ponendofegli fola, mol* to gli giouerà. Et non uingannatexhe queue ccfz,ilpiù deUeuoU
te,non batteranno nella fua corranone, mabifognarà, oltre di ciò, ufar giuntamele co effe la difciplina che ui difiiauàte, béche quella folo f acedo fi à tempo cr bene, farà dì tanta uirtk che fenz<t ilfoccorfo di tali artifici farà totalmétegiuflo ogni cauaUo,così come anchora, la credenza fé gli potrà togliere del modo che ui difii prima er ui dirò appreffo fenza la cauezzanetta, et U cordella, <& fenza ilguàcetto e i chiodetti facilmente, V forfe,ej fenzi dir forfè, in una fol hora:ma di que* L fie
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x6x LIBRO
ûe maniere,®" arte, fé nepotrebbe preuakre alcìl ca-.
ualiero che no tiene troppo tîto ne tëperamento,et che no fi fa rifoluere,ne fa fopra di ciò quato gli conuieac. Et per che farà alcun cauallo, che dal primo tempo in fin alfine della fua difciplinafi èfempre uoltato col musìaccio,® col collo torto,® per colpa del caualies ro,non uifu mai prouifto,tal che egli ha fatto ilfuo U certo inarcato da una banda,® dall'altra fermo,® fit no, ® dimoflrerà cheuifa nato di quel garbo torto, per tanto ui dico che bifegnerà, con molta follicitudU ne,ufàrfegli tutti quei modi che ui ho detto,® i tipo, ®- a mifura,® oltre di quesìo gli farà molto couenieit te, per alcuni giorni,daÜa banda dou egli farà durojes gargliun capo di guinzaglio nella briglia ciò è nell'oc chio deh"incaftatura,ò uero nella mujfarola che aiïhox va gli ponente, ® non À quella che tiene ordinariamé te nella testiera,® l'altro capo nella fopracegna,come ui di fi auante nella regola che corregge la credéza,®" lo farete ûare,ogni fiata, unjpatio lungo nella fimik guifa,et così anchoper alcunigiorni fi potrebbe caual care, leghandofi pero più tirato, ® farebbe maggior tffetto ponergh la cauezzana, ©" dalìaparte doiiegli uien duro legargli fìmigliantemente un capo di e\fa,et notate che finche farà giuûo bifogna caualcarjì per una mano fola, ® di un che fu ben in&rutto in questa facultà,per cheuaria'dola ilfuo difetto farebbe incura bile,quantunq;,ui torno adire che il Caualiero fonda* to,in buona dottrina, fenza di ciò lo toglierà, non fio diqueücma d'egri'altro uitìo, congli ordini detti,® che
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TERZO x6i
che pur tutta uia uè fi diranojoue co efli, co gli acce f
forijfuoi unitamétefi opra lo ìtelktto,à cauaüoMqua le ha queflo uitio,cy cantina col collo torto affai finte fuol accadere,che uolédogli i crini dall'altra parte fad< dirizzi da fé ftejfo a poco a poco,et maggiorméte cor rtghlolo À tempo co la ma de la briglia, o uero con lo $rone,cojtcome à ca. 7 6.et à ca. 7 i.ui ho ragionato. Sono molti fecreti mirabili,che ragionandone, par
chtfia:io di poca qualità, ma da poi che fi uede la ruu fcita loro, fi tcgono in ijlima gràie\hor quello mi por gè animo dirai cofa che per uincere ogni cauaHo,et far lo al fuo di/petto uoltar da ogni mano è infaÜibile,ben che fìa certo che alla più parte de gl'buomini, che hogc gì al modofono,in udìrlo,parerà lo effetto contrario, tato pià,quanto meno farà il dtfcorfo,çr la pratica lo rosetta qual cofa io nofo conto niuno, per che pertfo che fé non tutti alcuniradi Canalieri con ifferienzafa ranno conofcere la ucrità mia, cr udite quel che è. Volete andare alla campagna che fìa maiefe prof m
da e molle, er ini farete gli ordini uoflri maneggiando il cauallo à repoloni di trotto,!) di galoppala più co= veniente farebbe in cominciar i repoloni dipano,et di poi feguirgli di trotto, CT com'egli prède pugna in no uolcrfì uoltare da una mano, er uoi tofto gli mojlrare te una terribile ferocità co uoci grandifiime, cr minac ciandolo,er battendolo di bacchettone,fra le orecchie, CT dall'una banda,çr l'altra della tefla,er maggiormé- te onde fi uolta uolentieri,ò uero la più doue conofcere te che uiftràpih facile cafligarfìrequedetidolojpeffo L » che
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t«4 LIBRO
che fi uolti,& no uoltandofidi fubbito andaretejbarat
latamenteJlrigliandolo,& correndolo, hor di trotto,
hor di corfo,hor di galoppo, da dritto indritto.ò uer ì
i torni,çr farete l'un ej l'altro^ più l'un deïïaltra, fé
codo uiparerà che fia più àprepofito in uincere la fu
malignità, fenza dargli paufa,& fenza rifletto difora
dinatamente lo uoletefuperarey& così trauagliâdo ca
iìigare : Et fé pure fi pone in fu la briglia andìdo uia,
non per ciò ui fpauentarete, anzi all'hora tanto pik lo
cajligarete con uoci,et gridi altifiimUzy da poi ferma
dolo co quella ira unaltra fiata forzatelo che fi uolti,
et non uolédo uoltarfufarete anchora queUo,cr in ciò
animo fame: ite,neri muncarete maifincheuiene al bene,
CT che fi giri da quella mano alla quale uoltato chefir
rà.lo matteggiarne un pezzo a repoloni fu il trotto, o
fu il galoppo,co fi come a uoi parera che meglio li con
ulga:etper li togliere la uia di inarborarfUquàdo pur
egli fi dijperaffe di quesìo,lo uolete,prima che u'ega in
tal difordine,da hora in hora battere fia le braccia die
nanzi,& fé pur fi accorge del errorfuo, erfiale uotte
libe.re fenza famiponta,et uoi tanto/lo màcando quel
la furiagli farete carezze,er di uoce, er di mano,cf
diripofo,& da poi caminando pajfo, pajfo,& quante
fiate egli torna nel fio difordine, et uoifimilmente tor
narete con ajfirezze,a casìigarlo,chein tal maniera ui
dico certo che in quel giorno che fi caualcherà,egli toc
talmente fard ƒnor a di que&o difetto,&piu presìo da
quella mano che dall'altra, però uolete diterminare no
partirui dal matino in fin alla fera,& fintato che egli
fari
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TERZO tìT«
farà uinto, per che farebbe errore gràie lafcìarlo dìfio
nato , quantum*; forfè in affai meno /patio di un hora, egli fi abandonerà nelle uoûre mani,et uolterafii mille uolte da ogni banda, talché qutftoiwi de gli ordini maggiori di togliere ogni credenza,ufando , però tut* to à tempo:ej co i modi come conuiene : aÜa quai cofa non uipaia che ui fia contradìttìon di parole,per che il difordint fatto a tempo , e il maggior ordine che fi può fare ey no pcifate che fi tolga dì animo,per che dapoihaueràfìgran tema del fuo catialiero che ft po trebbe,apprejfo, rimettere alfuogo, che ui anderà de: terminatamentejna uolete ben auertìre quando egliui rifbonde apropofito , che non lo uoglute a niun modo più battere,anzi uclete,quando camwa,ey quando paf fegvia, femore afiicurarlo di bacchetta , er da quella banda più, doue il caûigofu maggiore,coli comeprU ma che fi giunga nelfine^hiaramente ui fi dirà. Mi pare dirui,un altro modo poco me-io dafiimarfi
di quel che ui ho detto,çy fuole mirubilmeite gionare, che quando egli prende tema dì uoltarfìda una mano, 0 più uolentier da una che dall'altra, noi tantalo che '° hauerete mole/lato che fi uolti dalla man onde uien duro et fugge la uolta, per un pezzo uohe confentir* gli con furia mirabile alle uolte dell'altra mano alle quali uà libero, fenza ripelo, ey à quel tempo no man carete mai dì cafligarlo dìuoci,ey di bacchetta Cu, la te fia,eyfrd le orecchie, et dalla banda dou'eglì no fi uuo fe uoltare,ey inun fiato continuamente lo uoltarete,ta fo da quella munofempre battendolo,finche farà faflU L 1 dito,
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i66 LIBRO
dito,& quafl per ributtarfì,b ueramente per utra ûiit
chezza incominciara à perdere, çr à mancar di lena, tal che effendo {banco alle uolte di quella mano, uoltait dolo, poi,dalTaltra,aUa f aal egli ripugna.ua, cogli aiit ti pero, che gli conuengono , fi uoltera con affai meno fatica,non effendo in quella trauagliato, er uoltandox fici,non lo uoktepià battere, perche egli hauendo rU ceuuti quegli cajlighicon infiportabil fatica, nel teme pò chejtgiraua dalla banda facile àìuhey ricetiute ca rezze,& non percoffe di bafione,cr deuoci, nel tipo delle uolte deWaltrapartefì trouera talmente corretto che forfè no uerràmtipik in quella,o(linatione di uol tarjì dall'una mano,CT non daU'altra ,maui auertifco chefolo la pratica,®1 non la lingua totalmente uipuò infegnare con che tempo bifognafarfi, er quando gli conuerra quest'ordine, ey quando l'altro. Et ordinariaméte, ogni fiata che hauete cafligato il
cauatto,coft di queflo come di qualunq- altro uìtio,che ui ho detto,et ui dirò appreffo, uolete caualcarlo la ma tina feguente, che per ilcaftigo che hebbe il di aitante, andrà migliore, er fi trouera più pronto, er ricordeuo le,o" affai fenfibile à conofcere la uoluntà uoûra,et in tffer totalmente confirmato nella fua uirtk. SeilcauaUoère/lio , il più delle uolte procede per
colpa del Caualiero, per una di queue ragioni, ò uero il cauaUo,è uile,ey di poca forza, ey effendo troppo moicuatofì abandona,cr auuilifce di forte che,accora do,non uuole caminare auante ; ò uer èfuperbo,ey ga* gtiardo,çr dandogli fatica, egli mancandogli un poco di lena,
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TERZO x6~?
ài lena, fi prcualera confala, er con aggrupparli, er
co altre malignità,ò farà pur queflo dal principio che fi caualca, di maniera che fé ali bora conofcerà che il caualiero lo teme, prederà tanfanimo,che ufando mol te ribalderie, fi fermerà, contra la uoluntàfua, er di quefte ducjpetie di Re/ty', lapeggior e quella che tua fce da uiltà,ey da poca forza-.benchc anchorafono aU cuni caualìi, nonfolo di natura gagliardi, ma ramiti ghì, er di due uokntà, che penf ano fempre di difen* derfuçr incorrendo in tal uitio,quejii fon pefiimi affai più. che non fono gli altri. Quando queflo uitio nafce da uilta,ZT da poca fora
Z<t,lo caualcherete in unaflrada lunga, er chiufa daU le bande di mura,ò ueramente di altefiepì,cr ui porre te in un capo di effa.çr dietro il cauallofate che ui/ìa* no alcuni huomini co i baftoni, er alcuni altri con le pietre in mano, er com'egli non uuol andare auantejb dipajfoyò di trotto,ò di galoppo, fubito coloro che gli fon dietro gli daranno di bauon'alle garretti,??'gam* be,tirandogli ancho a i medefimi luoghi di pietre, et in un tempo non mancheranno mai di gridar, er minaci ciarlo con grandi,^ terribili uoci,ma uoi che alrhora glifetedifopra, darete faldo,fenza dir motto,etpn* che egli dura in quello, er non uà diterminatamente a<= uatite,non foneranno mai di gridarlo, er moleflarlo co impeto er furia mirabile,al modo che ui hòdetto,non dimeno com'egli farà fuperato, er andera uìa, uoglia* no coloro nonfolo incontinente, er in un inflante tace re fenzaltrimente battere, ma uoi cheglifete adoffo, L 4 uolete
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i(?S L I B R O
uolete tantoüo accarezzarlo fopra il cotto,cr così tri
lo andar,çf uenir adietro laminerete tutta quella (Ira da,da circa otto fiate, er da poi piacevolmente[mone terete,ò uer paffo pajjb uè ne andarete in fin alla cafa, CTper alcuni giorni fin tanto che egli fura totalmente confirmato nella fita fincerità non nfarete altro, eyo* gni fiata che egli ritornerà alla mahtia , fi potrà cor* regere conibò dettoci che e modo ben prouato, er Ws fallibile,?? con ejfofandofi à tempo, ogni canal reflio fi farà libero, er di una uolunta. Et notate che quejlo mede fimo fi potrebbe ƒ'are non
foto in una strada lunga, er chiù fa dalle bande, ma in unamaiefe ò uer campagna grande, er larga, nondU meno farebbe maggior il trauaglio di coloro che fon à piedi, per che il Cauallo fuggendo da qualche tra» uerfo andandogli appreffo per caligarlo, più facili mente fi sìancherebbono. Sono alcuni caualli, che nonfolo non uogliano carni
nare duante, ma tutta uU quanto piagli molestar ete, tanto maggiormente fi faranno indietro, per quesìoui dico che benché il cauallo cada in tal difetto, non per ciò uolete mancare di farlo castigar di modo chòdet* to,crefcendo fempre di baûoni.di pietre, di uoci, netta fua correttione, anzi pur farebbe àpropofìto alcuna fiata uoltarlo di faccia à quella parte doue per fuggir ui tenta,?? uipar che egliuadi uolentier^cr iratamé te con un galoppo furiofo,ey sìretto, minacciadolo di uoci lo farete andare per ijpatio di circa una carriera, fempre bat tendalo,ejfra le orecchie^ netta tefla,cT da poi
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da poi lo uoltartte ancho uerfo la ürdda nella qualpre
fc lafantafia.ey sforzatelo che camini auante, all'ho* ra correggendolo più. di uoce,chc di bafione, & s'egli camina , tacendo lo accarezzerete, per che al fin egli certo ui fi renderà, conofcendo chiaramente che minor fatica fi truoua caminando auante co carezze,che fiar ofiinatamenie fermo-fi farfi indietro jò correre galopé panda, con tanti flagelli. Anchora quando egli per file ntlfuo male penfies
ro, cr non uuol caminare, potrefie uoltarlo di mezz* uolta.o' dipoi tantofiotirandogli la briglia il farete far indietro ,poco più ò meno di diecepafii co quante furia fi può, er appreffo il uoltarete girandogli la tes fia in quella parte doue era prima, nella qual egli non uoleafarfi auante, ex difubito lo richiederete clicca* mini,cbein tal modoilpiù delle uolte, fifuol anulare. Età ciò con maggior facilità egli fia totalmete cor
retto daUafua ma!ttia,oltre à quefli ordini, fé gli poe trebbe ancho legar al tronco della coda una corda rie Uggendola in quel troncho,come fi fa con la zàgareU la quando fi caualca ey fate che auanzì da circa fei pafii calata in terra,cr da poi caricherete fopra di ef fo per la medefimafirada, £r richiedetelo che uadi a* uante,ò dipajfo,ò di trottolò di galoppo,in queÜa ff c tiejoue egli fuol pigliare lapugna,& nonfolo,no uo lendo auuiarfi, ma fandofi indietro fubito un buomà piede prenda quella corda pendente, & lo tiri pur in* dietro uerfo di lui, talché egli, per il timor che tiene difarfi tirare, aniera uia facendo forza di fcampar, cr camìnart
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%-jo LIBRO
cr camindre auaute, er in quel tempo colui che tiene
la corda in mano preflo la lafci,c tanto maggiormett tt andew,fentendoft quello flrafcino di fune apprejjo, CT ogni fiata che egli prende pugna di non uoler carni nare,colui che gli farà apprejfo,piglierà quella cord*, tirandolo uerfo di fé, eyfimilmente à tempo, com'egli camina la lafcierà,^ i maggior cautela, oltre di ciò, lo farete fempre mole/lare Ài baftoneji pietre, di no* ciycon l'ordine che ui ho detto dinanzi • Per che al tirare che fifa della corda facilmente fi
potrebbe difeiogliere dal tronco,ey ucmrfene,mafiima mente no hauendo cognition di fare l'ultimo nodo co i peli nella fune,il che no fi può dire, per che bifognereb be con gli occhi uederfì per tato, nonfapedofifar quel nodo,mi èparfo dirui,che nofolofi uuole legar al tro co,ma fi legherà il capo difopra della detta corda neU la fibbia della fella doue ft pone la groppiera,che i que &a maniera flarà ferma, etp molto che fi tiri non fi di fciogliera mai dalla coda,et liberamete fi farai effetto Quando conofeerete, che egli fia Kefliofolo per la
fua gagliardezza®" per colpa del caualiero,che uifu uile,aWhora uoifopra di effonderete in una capagna che fia maiefcçr in quel tempo che dandogli la fua let tione, egli prende pugna di non uolerjì auuiare, o nel paffo o nel trotto o nel galoppo,Subito che egli fi fer* ma o con calciofenza calci o penfa di fermar fi, cojì come nella regola che ui dìfti auante uolete tacere, feti* za che da uoifi batta, hora per contrario, uolete gn'<= darlo con terribil uoce,et in quel infiante gli darete di |
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TERZO iti
baüon in fu la tejia-.eyfra k orecchie, & fra k brace
eia diiwizi'-O" benché egli forfe,dimoJirerà difaltaro di ponerfi da trauerfo,o ueramentefarà uiûa di piane tarfi,o colcarjì,in quel tempo quitto pik abonda in qut #e,cr in altre mahgnita, tanto maggiormente uoi uo leteraddoppiar le uoci horrende,ej le baronate, er afta maggior fatica dargli à tempo colericamente i torni dall'una ò l'altra parte,o uer da quella dalla qui le egli üeffo più, ui sforza, tal che al fin come fi accor gerà chenon ui può offendere nefuperare, ne con gli penfieri,ne con gli effetti, talmente uijìfarafugget= to,che caminerà in quellaguifa che uoktefenza uitio, er fi maneggiare : ©* eguale à Valtra regola uokte fubito che egli fi renderà uinto,accarezzarlo,er di uo ce,ey di mano,fopra il collo, ey poco più ò meno di diece uolte lui pur il paffeggiarete di trotto, er ape preffo digaloppo,zr all'ultimo pajfo paffò : er come ritorna neUafua mala rj oflinata uolunta, er uoi fi* mïlmente ritornarete fempre à caligarlo. Benché il cauaMo fia reftio per la caufa che hora ui
ho detto, nondimeno fi potrebbe ancho tal uitio toglie re con lordine di prima,il quale accade quando, egli e uile er di poca forza, co fi come pur quando e uile cT di poca forza fi potrebbe correggere col cafligofolo del Caualiero .quantunque gli fa quello, che ui ragioe nai dinanzi più naturale. Auertite che come il cauallo riconofee le gra botte
nella tefìa,ey fra le orecchie,dapcibafleràfòlo cafri* garfì di uoci ajprìfiime, et co mirabil tento quelle mà= car
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i7* LIBRO
car & crefcere, fecondo manca cr crefeeja fia porjì*
dui, er tanto più quando ui accorgete, per la qualità delpelo,cT difuoifegni, che egli fa naturalmente ra* mingo,& di duo cuorvet ftppiate che contra di lui no fu ne è ne farà mai maggior cafligo cf di maggior ter rare, pik che la uoce dell'huomo, er e dì tal maniera , et di tata uirtk,che no lo confondere lo diflona, ne lo toglie dafe,ne lo auuilifce,ne lo pon infuga,ne lo acco ra,nz lo differa,come affai uolte foglio fare le bajlona teje quali biche fanno effetto gra~de>et da quelle nafea no uirth infinite pur e neceffario che fi uftno à tempo, et appreffo e di bifognoco le carezze,et co i modi far gli cono fere che lo errorfuofu caufit del fio cafligo. In una grande necefità,folo quando il caualiero no tiene dottrina, ne tempore mifura in uincere il Cattai lo, er in farlo accorgere deWerrorfuo, pigliarete un gatto,quanto più feroce fi può hauere. er leghefi, alla fupina,neUa cima di una hafìa,groffa à modo di picca, er lunga da circa fedecipalmi, eyfiuuol auertire le* garfì di manierale le branche,?? la teìla le fieno dU fcìolte, et come il cauallo prede pugna di no uokr carni nare auà~te,Si prederà da un huom, à piede quell'hafla, et tatofio con effa fé gli panerà ilgatto-horafra lega he,ZJ hora ne gli garretti,et fra cofcìe:cy fagli tefiu colifl>effo,er nella groppa, Et co/i egli,comegli altri che gli fon attorno à quel tipo lo uogliano minacciar con uoci,La onde farà coflretto abandonarfi ad andare eoe uolete,et affbora il caualiero che glie difopra uuol tacere er attcderfolo ad accarezzarlo quado uà bene. Pur
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TERZO 17?
Pur f toh à Caual reflio,molto giouare tener con U
man de/Ira un chiodo,?? a quel tempo ch'egli no uuol caminar auunte, con quello pongerlo, con quinti fora Zufipuò,dadietro,uicinoli fibbia che fosîiene U groppiera, 0" per qualunche cofa mala ch'egli f acefe fé, ò di filtrò di alci, non fé gli toglierà mai di dojfo quel chiodo tenendol fermo fopra di lui che continua^ mente gli pungi, finche luffa lefue mulignità, er fi rendi caminando aitante però difubito che farà uinto, non Colo non fi mole pia pungere,ma con la detta mie no fi accarez zara nel collo, cj da poi fé pur alcuna fisi tu fi ricordi!fé di ritornar il uitio fio, tantojìo che à quella hora, fi toccaffe dietro folo con la mino aperta, fcnZi che akrimentefipuigu, eglifi ricorderà del ere ror fuo, er corri'ggendofi caminen del modo che fard richiesto dal fuo camliero . Come farà fuperato, & è già libero dal fuo cattiuo
propofito,ry uà fincerumente fi potrebbe ponere agli ordini, fu il puffo, cr fu il trotto,& fu il galoppo, er à repoloni,ey a i torni, cr non folo mostrargli quai s il modo dtfuperfi collocare, çr incauullur le braccia, et far la ciambetta nel muneggiojnu tutte le altre uir tu cofi come uihò detto,& pur uifi dira. Meffer Vincenzo Rejbino di Nupoli,mi diffe cheea
gli hebbe nellu cauatterizza del Re,un cauallo di molti anni reflio^ che un giorno gli fé legare dietro la co<= daptr un piede utfanimaletto,che fi chiamaKiccio ffiì nofo,il quale incominciado aflridere,il Cauallo ne pre fé fi gran terrore,che diterminatamente con molta uè* locitl
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174 LIBRO
locìtà fi fece aitante al correre,talcbe da poi diutnnefi
pronto alcorfo,che appreffofu neceffario trauagliarfì molto in agiujiarlo di bocca,che non tirajfe uia. Et benché alThoratal remedio fuffè a tempo che co
ueneua k quella maligna^„nondimeno ui dico chefareb bc difordineccntinuetmente feritimene, perche, il più delle uolte.farebbe il cavallo fiordire, ò diff erare, ey nonfempre intenderebbe quel che uolete,così come an* chora farebbe legargli d fiotto goda della groppiera un cagnuolo ò qualche altro animai mordente , ey di gran uoce} che penda da circa duo palmi, ey appreffo legandolo con uri'altra cordella, la qualfìpafii dapoi fra le cofe delcauallo, ey quella pigliando il caualiero con la man deflra,tirando,ey tentando il molejla di fot to, ò uer in cambio dell'animale legargli da dietro alla fìmil maniera un ferro lungo da circa un palmo, ey mezzo, ey largo poco più ò meno di tre dita tutto pie no di punte a guifa di/pine, cy non uolendo il cauallo caminare, pure fé gli tira à quel modo la cordella, ui rifoluo,che tutte fon cofe dipoco momento,però fegue te gli ordini detti dinanzi, con ogni ftudio,per-che folo con efîi H uitio di reûio liberamente fi toglie : Ma non ui niegho che non conuenga à caualiero, hauer notitia di qutfti, ey di altri calighi, quantunebe minimi fie* no, ey di quanto fi può fare in correggere ogni difeU to : de quali benché uè ne potrei parlare infini tarnen* te, perche non fono da cauarne frutto, ey fi anchora perche perderei il tempo douendoui ragionar de gl'ai* tri effetti di più fuûanza, mi èparfo tacendo cornee nientemente
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TERZO 17*
nîenUmente Ufciarlo.
Ma fé ui capiterà nelle mani alcun cauallo, che ca*
ualcandofi, caminato che hauera un poco, ò quando fi fermai in qualunche tempo fi fìa,fì butta in terra,uoi farete,che un huom à piede, che fia ben efeerto, fc gli fermi alToncontro, doue deliberante che egli udii à te nerfi ò douefapete che fìfuole cokare.et tàto(to,comil cauallo comincia ad auuicinarfeglì.colui minacciando* lo di baflone con gridi altifiimijìora mancando,*®- ho* ra crefcendo di uoce, à tempo, à tempo, fecondo fi ac* corgerà che gli crefce più, ey meno lafantafia di cole carfi, con gefti horrendi lo mirerà fempre nel uifo , à ciò fé gli facci foggetto, perche all'ultimo ne haueràfì gran paura], che fi toglierà da quel penfiero dì calarfì gikcr mirando egli ancbora, con infinito timore à gli occhi di colui, fiarà falda, zjfolo intento alla uoluntà, del caualiero che glie di foprajl quale aïïbora, finche fé gli farà quefio, bifognerà tacere, fenxA fur motiuo alcuno, çj dapoi lo farete trottar à i torni, ey in ejii ponendo alcuni huomini che faccino pur ilfimile,egli fi trouerà corretto,^ fé pur fi pon in terra,iui forzi» tamente,per un f^atio,lo farete tenere alfuo difetto, crudelmente caligandolo,^ dìuocì,ry digran botte fra le orecchie, ey nella tefta cj douunchefipu'), ma fé non fi corregge, la colpa farà del caualiero , che gli uà ali'incontro, et degli altri che gli fono à cerchio ne i torni,che non haueranno à niun motiuo della lor per* fonarne tempore modo terrìbile à correggenti que* ûi tali potrebbon ufare un baüon lungo da circa dieci palmi,
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* -6 L I B ■ R O
palmi, cy nel capa dì ejjb legare un farcio accefo dì
paglia,?y (toppa, eyfbjo che il cauallo/ì co'coirà b farà uifla di colcarfi, gli porteranno quello di fatto la bocca, perche hauerà non folo fpauento della fiamma chefìuede innanzi gli occhi,ma del fumo che gli entra stelle nafche,ey de! fuoco che gli cuoce il mullaccio, ey h tetra'.Quello caûigopur fi potrebbe far da dietro ad un canal re&ojior alle gambe,hor à i garretti, ey horadifottofra le cofae,ey à i tefticoh,tentatamente quanto gli basta in dargli terrore, ey non lo offenda : ancbora quando il cauallo fi colca, potrebbe andargli da ogni lato apparo à lui una pcrfona col fuo fgiiìz* zatoro, nelle mani pieno di acqua, ey attempo che egli fi calchi, òpenfi, òfamotiuodi uolerfi calcare, tanto&o gli fcarricaranno quell'acqua ne gli occhi : il che pur gtoua nella credenza, però fandofì all'occhio della parte contraria di ejfa,ey così totalmente in ciai fcun dì qutûi modi rare uolte farà che nanfe gli toU ga il fuo uìle cotìume,da ogni caualcatore .benché fuf fedi poco ua'ere.dechiaràdoui che un caualiero,di buoa na dtfciplina,non fi preualcrà mai di queue co fé, pera che farà lo effetto,Jenza di effe con la fua propria uir tìt}cy in diuerfe maniere. Ancbora ui ho da direbbe fono molti caualli che lu
Meramente caminano,et non fono resìifneanchofibut tana in terra, nondimeno alpajfar delTacqua,quantun que fia grande il fiume, non folo non uoglion aidare, ma fi lafcìano caiere,ey in ejfa fi co!cano,ey non è dus bio, che nafcanofotto il fegno di Leone, il quale fegno |
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T E R Z O. 177
bà il dominio del fuoco, però non tutti quegli che fon
produtti fotto queflo influjfo hanno tal difettosi tac* eia chi dice fi conofea nel coUo alfegno del remolino, perche no è uero, ne meno fi può conofcere certo al mu, tar de i denti, mafolo à quel chef, uede quàdofibutta nell'acqua, in tal uit io no è remedio maggiore quejli che hora ui dirò.Farete caualcarlo da unferuitorc, CT gli uadano da circa tre buomini appreffo, er fate che egli entri nel fiume, er come fi colca,tato colui che gli ihà di fopra come gli altri che gli uengono appreffo >; tantoflo glifìano addoffo, er per uera forza gli pon» gan la tefia fotto di quello, che l'acquagli uadi dentro le orecchie, er non lo facciano alzare per cofa niuna, anzi oltre di ciò fi uuol in quell'acqua battere dì baflo ne, et in quel tempo tutti uogliano terribilméte gridar lo, er fé egli fa forza di alzarfi,coloro futilmente fa» ranno forza à mal fuo grado di tenergli la tetta d'etra di effo : er dapoi che farà per lungo ffatio travaglia* to in quel modo,?? uoi al tempo che jf ira, et forge la tefia attutata nell'acqua, il farete fopra di effafra le orecchie pur battere, et con impeto grande attutargli un'altra fiata il capo nell'acqua, er com'egli totalmett tefialza,W uolete che uadifuora,queglifuhito lo ac* compatteranno di battone, er di uoci, finche farà ufei to,er come farà difuora,non fi mole più battere,per* cioche altrimente farebbe dìfordine. Dapoi nelfeguete giorno,lo farete caualcare un'al*
tra fiata, & uada nel medefimo fiume, er in quel tipo che entrera in effo, fé colui che gli ttà di fopra fi ac< M forge,
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fcw^cfe p«r fa motiuo difermarfi, & dì bafjarfi nel
Vacqua,ò tal uolta prima che fi accorga di que fio, tan to&ofetiza dargli tempo dipenfarej.o tocchi dijponi, er io batta di bastone fui capo,eyfra le orecchie,et al fianco,terribilmente minacciandolo di uoce, che in tal modo farà interrotto il fuo penfiero, et pajfera fìcuro, 'ey forfè che no bifognerebbe, ufarfegli quel cafiigo di hkiitìi che con queftofolo fi correggerà. Ancho (ì potrebbe da queüo uit io pur togliere, pos
mndogliun chiappo fcorridore alla borfa de fuoi te» fticoli,ey fra le cofae di dietro facendone ufcir il capo della corda>ey coki che allbora, glie difopra,piglian- do quel capo conlamandefira entrera nel fiume, & come fé accorgerà che egli pen fa di uolerfi calcare, fu bito tirerà la corda, in un medefimo tipo minacciando lo di uoci,ty battendolo diffroni,zT feper tale cafiU go-egli fifa auantejn un infiante fi uuol allentare, che efiendo fcorridore il chiappo,fì allargherà, fenza dare gtipiùfaìtidio, zf quante fiate ritornatici fuo penfie* ro maligno,cohn ritornerà fempre à castigarlo in tute ti modicome ui ho detto, eyfe non obâante quello, fi colcaffè, fé gli fard della maniera che ui difii, attutar late'ìa di fatto,che l'acqua pur gli entri nell'orecchie, ér finche Sta calcato fi tirerà la corda,à ciò per quella docili facilmente fi emendi del errar fuo. Non mi è parfo tacere che gli antichi, à quai fi w*
gliafhene di caual refiio fimilmente ufauano il chiap-
pò fcorridore,ìiodimeno k meparemalfatto.ufarecoe
/usuando il cauallo perfeuera mÏÏerror fuorché no fo*
< ,. lopefja
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TERZO 179
lo poffa fallire, ma crudelmente offendere la finita ,il
che non faranno gli ordini che io ni ho largamente dei ti,che tutta uolta che in efii perfeuerando fi ufera quel ' tempo,che allor conuiene,lo effetto fenxA dubio>,ey feti za defajìro fuccedera certo ; ey questo chiappo fi uuo le ufar folo in uno e/iremo bifognoji un carni perfida, er inuecchiato a fermarfi,zT a cokarfi neWacqua. Hora ui dirò il contrario del uitio di rejlio, che fard
quando il cauallo tira,ey uà uia,il che procede nonfoa lo per effer di mala bocca, ma per la creaza che gli die de il fio caudieroja quale fu fenza ragione, et ordine, che ejjendo egli di troppo fenfo,zy uiuazita,o ueramen te co le parti dure della bocca, come uifeci chiaro auS te,non fapédolo uincere ne foggiogare, ne fargli accora gere della uolonta fua,ne quando eglifi ha da fermare, er parare.ponendofi info, la mano non fi fermar a, & fé pure fiferma,fara un difordinato, er mal tenere : il quale uitio fi corregge non folo co la briglia, ma col ti mor del uoflro caûigo,come che intenderete. Occorrendoui nelle mani un cauallo fi male auuez*
zo, lo cominciarne a caualcare con maggior attention ne che fé fujfe po1letro,& primìeraméte ui bifogna, in unajlrada lunga, er chiufa da i lati, infegnargli che fi fermi fopra il pafifo, et apprejfo fopra il trotto,& poi fopra il galoppo, er fempre che fi fermi nel fin del paf /ò, ò del trotto,ò del galoppo, gli farete far le pò fate, er auante ui ho ben detto il modo,con gli aiuti, er ca< uìghi, come fé gli hanno da dare : Ma perche egli ha ■ pre/ò quella natura, er Uberto, maligna di andarfene, M * non
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■iSo LIBRO
non lo uokteper molti,\& molti giorni correre, anzi
ogni fiata, che egli al fin del galoppo ha fatte le pofits te, uifara un huomo ali'incontro,con una bacchetta, ò uer ballon in mano, ey in quell'infante leggiermente battendolo nelle braccia, cj rade uolte nel mu&accio, il farà far indietro, poco più,ò meno di cinque palmi, talché com'egli conofeerà il uoler uoûro,fubito che ft f à fermato,et fi uederà quello che tiene il baûone, aux te, er anchora fentendofi da uoi tirar un poco la brU glia,da fejleffo fenza far fi battere f farà indietro,da< poi che egli farà ben f'ermo, er facile al par art, et fiat ro al retirarfi,andarete al medefimo luogo, et fenza ta cario di ffironuo di bacchetta, et fenza dir moto,ttfen Zi troppo sforzarlo, gli darete piaccuolmente la car* riera, er comefete uicino à quella parte doue fi fittole fermare al galoppo ,c?uoi lo aiutarete di uoce al pa* rare,ç? in un tipo colui che gli &arà alToncontro, atu chor à cautela maggiore, aiutandolo di uoce lo minaca darà col battone, er fé pur fi accorge che egli uoglia paffar auante, er tirar uia, gli darà con effo una gran botta nel muûaccioja quai botta, ufando ben à tempo l'ordine che hora ui ho detto,fon certo,che non gli bifo gnerà, perche egli in udir da uoi la parola che fi fuol dir al far delle pofate>çr infentirfi tirar la briglia,& in uederfi colui col baûon innanzi facilmente dafefief fo fi fermerai fermato che egli farà, lo accarezza* te un pezzo,& parimente comefefie al fin del trotto, ò del galoppo,lo farete far indietro,et pofeia tra lo an dar,et uenire,pajfeggiarete da circa fei uolte per la car riera,
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TERZO iSt
riera,fermandouifempre in quel medefìmo luogo, do*
uè folete parare : Et per alcuni giorni non bifogneri
pik correre,ma ufarete Vordine del puffo del trotto,®"
del galoppo, pur à quel modo de prima, er auuertite
che uifìafempre all'incontro colui col bafto in mano,
il quale unchora fenza il battone potrebbe tenere al*
quante pietre,®" tirargliele^ tempo, nel muflacciofo
uer nelle bracciata alihora bifognerebbe maggior tèa
to alla mano che tira la pietra : il che di raro accade
hauerfe,®- per ciò fon di parere, che il tirar di pietre
non fi faccia mai ■■ Et fé [egli poneffero auante uno, ò
dui huomini con quei fafci accefì di paglia legati alle
punte de gli bajioni, come ui ragionai al uitio del cu*
UaUo che fi buttu in terra, gli farebbe corriggimento
grande in farlo di Cubito parare •■ quantuno; ui afiicue
ro, chefolo con la briglia che egli porta ,fenza queflì
fafcUcon le altre correzioni che ui ho dette,®1 che fon
nopiùda lodare facilmente fi teneri,®- unchora quec
fti fimili bafloni accefì, ponendogli alla banda contrae
ria detta credenza, il faranno uoltare tuntoflo : Della
qual credenza benché uè ne habbia lungamente parla*
to, perche horu m occorre mi èparfo dirne que$ìo,m<t
non che di ciò uogliate preualerui.
Mirate bene qmto gioua il caûigo,®" maggiormée
te effendo terribi!e,che affai fate fi è uitto alcun cauu» lieró che cafualméte correndo il caualh,di périma boc ca, per una diftefa càpagnu,mojfo da ira,uolendo for* fe.ummuzzarlo, per quella malignità fuaXha tato cor fi) dì lungo battendolo fempre difproni, et di bacchet*. M 3 taf-i.
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t8% L r B R O
ta fra le orecchie, er in ogni luogo doue fi può,® fot*
licitandolo di uoci afi>rifiime,che non pojfendo pik du» rare,mancando di lena,e uenuto,alï ultimo, quafi da f afermarfi,talche il giorno da poi correndolo nella car riera giuûa, nel fin tirandogli un poco la briglia, fi e facilmente fermato : Però auuertite che no uoglio che queftofiufi, perche oltre chefifuol difiiuare, onde na= fce il pericolo grande della uitafua , non fempre fuol riufcire,che ad alcun rado cauallo di mala fantajìa, hi* fogna co maggior arte far conofcere la caufa uera del fuo ca&igo,er l'ho detto acciò fiate ben ejperto de Vins teÜigenzafua, er come fi truoua pronto à gli ordini tuoni, ogni fiata che l tempo fi corregge daWhuomo : Ma ben que&o accaderebbe molto quando egliforzan douifiponejfe in fuga, er in fu la mano. Anzièda notar fi cjuefla regola generale,che fin ta*
to che egli non faprà ben tener fi, er parare alpaffo, er al trotto, non fé gli uuol dare il galoppo,®1 da poi finche non faprà ben tener fi, er parare al galoppo, non fi uuol mai correre. Et fé uolete che egli non facci le pofate ui baflerà
folo al fin delpaffo,ò del trottolò del galoppo, com'è* gli farà fermato tirandogli la briglia, er col timor dì colui che gli/là col bafton all'incontro farlo fare alcu ni paf i indietro.,® col fimile ordine e ho detto, fi pò* irebbe appreffo feguire,noridimeno quando farà le pò» fate farà il camino da tener fi più fecuro,® certo. Ma se'l uolete con più facilità correggere di quel di
f etto, oltre quefti ordinigli ponente una briglia con* uenientt
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TERZO Tg?
ueniente etÜct qualità detta bocci fui, cofì come mante
m Vbòfegnalate. tìor benché il cauatto fujfe di qualfi uoglia pefìma
tiitura, ey inueccbiato à quel mafufo di andarjene uitt fìcìlmetefara uinto,tutta uolta che uoi uftrete VordU m del modo cheui ho detto, ey dì più gli panerete U cordella fotto legegiue, ey legata à giioccbi della brU glia, come dtffufamente ui difii auante:Quantunq- folo quetta,ilpiu delie uolte,farà l'effetto co ogni femplice morfo, ma da poi che farà con tjft ben coftigato della bocca, non gli bifogneràne quefto, ne altro foccorfo > perche folo con la briglia fempre fi tenera. Nondimeno auuertìte che per mantener giuilo, ey
con buona lena il cauatto tanto à <jttel c'bò detto, come anchor ùquelche dirò appreffo, non uoletemai lafcia* re i uoüri tornii da poifopra ilpendiiio alleggerir* lo,& fare le uoftre pò fate. Maperche da molliche folo giudicano fecondo quel
che mirano da prima f accia,?? non fondano le raggio ni doue contengono , fi potrebbe dire che il ca/ligo di bajlonefa il cauatto timido,cr gli toglie V'ardire, per tanto mi ha parfo dechiararui,che quejìa opmmt'ì fai fi, per che quando incontinente che egli fa il difordine fi corregge, dapoi che farà corretto deirerrorfioxhÌ4 tornente conofcerà, che quella malignità fua ne fu ca* géone, ey quejloftfa chiaro per laijperienzd che egli Qeffo continuamente ui dimoilra per che come far'i> mediante il caligo emendato, egli mai pik ritornerà à quel uitio,ne di mouer U tefta,ne di crtdëza, ne di re« M 4 fiio,
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*S4 Lr B R O
&io,ne di andarfene di bocca, ne di buttarfi da una ban
da,ne in altre fantafie, nondimeno quando [e gli da di ba$one,o di bacchetta, fenza che commetta qualche zr rore, all'hora fi trouera confufo ne fi potrà rifoluert, €7 non fapràmaipenfarelacaufa,cheui conduce à quelTatto, talché poifempre che uede il baûone, ò li bacchettai egli ne prenderà J^auento,che,no fi può far peggio che battere il canotto,®- mafiimamente nella te fta,quando egli ui rifonde,?? uà bene :pcrquefio tart te mite ui ho detto •■ er ueldirò fempre, che bifogna dal caualìero ufitrfi il caftigo, cr anchor ilfoccorfo,ò uer aiutoj tempo, ç? à mifura:ç? perche mifipotreb be dire,chepar imponibile che il cauallo habbia tal di fcorfo,àqueûoridondo, cheeffendo creato, da iddio perferuire, & conformarli con la uoluntà dell'huo* mo,non e marauigliache egli imparte fia quaficonfor me all'intelletto noûro, er qual certezza fé ne uuol maggiore di quella che ogni di ne uedemo, non folo della inteUìgentia, cr dell'ubbedir à tempo che egli di* moftranetf oprar fi, ma in quella prontezza che fiuta de nelfuo animo : Hor qual'animalefi truouaficuro » CT intrepido, eguale ah"huomo,più che lui f che il uè" demo correre con tanta uelocità dentro gli efferati, et da quegli trafe,® efce,& non teme, ne arme, ne fra* de.ne lanciere tanta uarietà di uoci,di rumori, di bont barde, ne acqua, nefuoco.ne ferro,®- ben che fia mor talmente ferito, egli non fi rimuoue dal fuo camino, ondeapparo al fuo caualiero perfide in fin dlftne,non dimeno à maggior cauttla3mì hàparfo ricordarui, che |
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TERZO %Sf
quejli calighi de bafìoni,ej di bitcchetta,quando fi fit
ranno da un huomo à piede, fi uoglion far folo in unti
tftrema necefiità, quando il cauaUo, è inuecchiato 4 no
uolerjì uoltare,ò uer è ufo gran tépo,à tirar uia di hoc
ca,ç? ld ragion e que&a, perche fon rari coloro che al
Toncontro del cauallofapranno à tempo dargli ilcafli
go, folo come gli accade cr quanto gli conuiene, Bifòa
gnu dunque aü'hora che il cauaUo e difanimato dalfuo
caualiero oda colui che gli flarà nell'incontro,per il
caftigo che hebbe di baflone fuora di tempo, ò uerofeit
Zi che habbia mai fallito, con l'arte fargli conofcere
che la uoluntà ttoflra è che non tema ne baûone, neftxt
da,ne co fa ueruna,che in tal maniera tantoflo rifarne*
rà adunirfecon uoi,CT alfa0 naturale, ey fé pur egli
fujfe,òper natura^ per altro accidenteuile,parimen»
tegligiouerà molto in dargli animo,cr qualefa»
rk il modo che uolete ufare, oltre che poi ui
farò note alcune uirtk che fé gli hanno
da moftrare,donandoui anchor aU
tri] auifi, breuemente hom
il dirò in quefto Quar
to er ultimo
libro*
*
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Libro
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i8É
LIBRO C^V AR TO >
AvALCHBttciE fopradel ca<
uaÜo.ey finche ua di puffo, ò uer di trotto,andarete af icur andoio, por- gendogli fempre la bacchetta fra le orecchie, ey hor aWuna,et hor all'ai tra banda della teild uicinagliocchi,cj jfiejjo con ejfx lo decarezzerete nel collo, dapoi com'egli farà fìcuro in quefio, anderete in un luogo, il qual a uoifara più grato,eyfate che aWoncontro uifu un huomo col ba* ûon in mano,ey a poco a poco con quello cominciar^ àfarglifignodiuolerlo battere nella teûa, ey aWhora noi darete animo al cauaUo che uadi amnte, rimettene dolo uerfo colui,il quale in quel tempo, uuol mostrare di fuggire, eyfarfi indietro, eycome conofeerete che rio temepiù lo baûone, uoi fimtlmcte gli farete andar con unaffiada alToncontro : er tal ordine continuare^ te fin tanto che egli farà totalmeteufiicurato,ma amer tite bene che aWhora non fi uuol in niun modo toccai re, ne di baflom, ne diffiada in fu la tejla,che affai gli baûerà, che fé gli facci quelfegno uicino di effa,et che egli arditamente,a colui chèl fa uada fopra : apprejjo ài quefio gli porgerà molto animo che innanzi di lui fieno alcuni huomini a piede, ejr alt'incontro lo minar* cino con noci altiftime, ejraWhora uoi, che glifite ads doffo,rimettendolo, dacirca trefiate,a quegli : LaprU ma uolta di paffo : La feconda di trotto: La terza di ga- loppa, però in quel tempo coloro uogUano mojrrare di fuggir,
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Q^'V A R : T' O 187
di fuggirà caminare> retrìandofi indietro ,&fe oltre
di ciò lo minacciaffero con più bafloni, ò con piùfpaa decanto maggiormente fi farafìcuro. Non poco gli porger A pur animo, il caualcarlo er
ponenti al coftato d'un cauaìlo, ò uer in mezzo di dut cauaUi chefiano uecchi,er ficuri al romore.zT aUe bot te deWartegliaria^ey non troppo uicìno a lui gli f aree tepoUfenza paüajparan alcuni arcbibuft, er quanto più fi ajiicura, tanto più quelli fé gli potranno auuicU nare,& fpararglì da prejfo : ey aWbora non manche* rete continuamente ammirarlo femore con la mano, et fargli carezze con la parola,^in quantimodi fi può, i quali modiprefio uifì diranno,takhe ordinariameiu te non lafciarete mai di ufargli piaceuohzza quando egli uà à uoluntd uoftra. maperche molto importarle egli habbia buon ani
ino contra gli altri cauallhuoi anderete da faccia Ifac da aÏÏoncontro di un altro cauaUo, auertendo di non fargli riceuere,ne dare qualche urto,acciò per la botta non fì fpauenti,ne fi di/animi : Et aWhorche rimettete addojfo di lui fé quello è uile fi farà indietro, er fé pur fujfe animofo,ordinerete al caualkro che gli üa di fon prache tirando afe la briglia coglia in quel tempo ri tirarfì,che il uoûro così prenderà uigorofamète ardire difemprefarfì auante. Oltre di quefto andrete in una campagna infieme co
uri altro caualiero à caualIo,çr ui porrete quanto farà lungo il repolone,da circa dieci pafii,aiïincontro Vuno all'altro, cr in un tempo ui partirete di trotto, Tm uerfo
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»88 LIBRO
uerfo deU'altro,ey da doue eglLparte,andreteuoi, ey
egli uerra doue erauate uoi,ey gionti che fete,tantojlo in quel Mante ciafcun di uoiprederà la uolta detìra, CT ritornarete apaffare, ey comefeteaquel termine, prenderete l'altrauolta di man manca,ey con queû'or dine maneggiando,ogni fiata nella metà del repolone, Vwicauallo pajjèrà da circa un palmo difeofto dall'aU trocaiche con quel rìpaffare ognun di loro afiicuran= doft diuenira di buona faccia,cr quefiopur dipoi, col fimile tempor modo, farete di galoppo. Etauuertite che alpaffar ,ey ripajfare,nonuiure
tiate,ma baüerafolo chefipafii tanto ftntto, che non tocchi l'un f altro. Anchora ft potrebbe andar in campagna, doue fon i
uofirì torni, er incominciare di trotto la uolta da man de&ra, ey in un tempo per il medeftmo torno un'altro caualiero prender la uolta da man fini/ira : er con tal •ordine cambiare i tornii feguir le uolte,çr acciò no ui urtixte,aÏÏincotrar che uifarete,un di uoi allargar a il torno alla uoltaja circa duo palmi,piu diquelcbe è, er parimente ftpotrebbono apprejfo far di galoppo, talché Vun er l'altro cauallo,conqueilo modo^etf^efe fo incontrar finalmente s'inanimerà, Di più ut dico che molto gioua per aficurar il uo*
uro cauaUo,ûar fermo con ejfo, da una banda de i tot tii,aïïhord che un'altro Jn' quegli anderà di trottolò ucr di galoppo : Et ftmilmente gii gioua quando ui fermas rete in un luogo doue alcun cauallo al fin della carriera ntrrà À parare,ò ueramente quando corre uipofarete da un
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CL V A R T ' O t S 9
da un lato, nel qual egli ha da paffare-.w fé il camÏÏa ,
ò per naturai per incontro,che haueffe hauuto,in quel tempo che l'altro fé gli dccoftd per timore fi uolta,uoi. att'hord farete che m cdUdÜo dnimofo ui fìa in un lato* perche con lo ejfempio di que!lo,il uoüro prederà cuo re, er jì farà fiotto, er non fuggirà : talché anchora non poco gli porge animo alcuna fiata, il pajfeggiarji per la città, fimibnete con un cauaUo di buona f accu.. Ef perche molte uoltefirà un canal timido, ayfya*
uentofo,mafi'imamenteper le cittd,ouefono diuerfe mai niere er uarietd di cofe, per tanto ui dichiaro che tal uitio procede per ejfer giouene, er non ufo di uedere , ne di caudcarfi per luoghi publia -. ò uerfuol decadere, per qualche ejfefa che hebbe da alcun incidente che gli occorfe,cr ogni fiata che gl'interuiene, ò fente, ò uedt quello fi Jpauenta : ò neramente, quel che farà peggio > hauerà cortd er mald uifid. Quando dccdderà queilo difetto a canal giouene,
uoifempre che eglifijpauenta,per qualche nouità cht uede,non uolete d niun modo bàtterlo, per che batten* dolo , penfarà che quelle botte mCcd.no dd quello cht mird,ey ogni fiata che uederà ilflmilc,tantopiùflfa* rà uile,md ui uolete fermare,?? afiicurarlo, er appref fo,quando pur in parte pugnajfe di non pdffare ui ac* corgerete che egli dpoco dpoco, houfermdndofi, ey hord cdmindndo,fì afiicurerd di quella cofa che teme,dit poi fopra di ejft uifermarete un pezzo , er in quel tempo che camma, ui ricorderete accarezzarlo dì foe pr a il collo: Vero potrebbe ejfer che alcunafiata egli |
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'190 LIBRO
uenìffe in porfidìa di non uoler in nìun modo pajjare,
il che uiene,il più delle uolte.quando per quello che uea de òfente,gli occorfe qualche offefa,a!Thora farà di ne cefiìtà,che nonfolo uoiuogliate tacere fenza dargli al tra molefiia, ma bifogna che un huomo a piede da dka tro il folliate con quel trufcio di labra, cr con minacc ciarlo di uoce er forfè ancho con dargli di baflo et di bacchetta nella groppa,et nellegabe,et com egli comin eia a cambiare, uoifempre lo anderete accarezzando. Nodimeno com il cauallo è totalmente ammaeflrato,
al p affo,al trottoli galoppo, al correre, alpararefa i repobni, al maneggiarfi da ogni mano,çr intende tut- ti i cauighì,& aiuti li quali appreffo uifarò chiariti rhoraSeglifiJpauenta&fiferma^oleteypreftofettz %a farlo riconofeere dargli aiuto al caminare,con la uo te,er forfè anchora con le polpe di gambe, ò uer cogli fpronitC? alcuna uolta giuntamele con la bacchetta, che in tal manierargli fi farà fempre auante. • Qtiando per mancamento di uiûa ua dubiofo,non fi uuol battere,ma a poco a poco caminando auante, er accarezzandolo lo aiutarete, er alcuna uolta lo aiuta e retefolo contra la parola,®" fé ni accorgete che eglijì 'fpauenti,® fta tra il paffar er non paffare, er tra il fi,el no,in un inftante aWhora, fenza donargli tempo , ma foto donandogli animoso aiutarete di uoce,çx ans thora difyronùfe pur è necejfario, perche egli, il più deUe uolte,lafcieù ìlpenfiero di quel timore ch'immag gìnandofi figura,®" caminerà. Ma per afiicurm totalméte il camllo giouane,ntol
to
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CL V A R T O. 191
to giottara caualcarlo di notte, ® di giorno lo cauaU
cher ete per què luoghi doue fono molte qualità di arte fitifet doue fi odefempre ûrepito,per gli mercati,pet le piazze , per glifabri ® caldarari:per gli armieri» per gli orefici,®- doue fono pelli,® animali mortis pajjb puffo caminarete,® fempre che egli prede qudà Li tema paretegli ordini che ui ho detti,® cofìfaciU mente fi afiicurerà. * Affai fiate fuole gìouare al cauaUo,per alcuni gior*
ni,ponerglì un uentareUo nella fronte, ò ueramente pò co più bajfojn una delle orecchie,da una banda fermi* io di fiotto il cuoio della teüiera ® cofì, òdigiornoò di notte caminando,prender a uento,per il che non foto uoltandofi, ® rotando continuamente con molta uelo* cita, aitante gli occhi fuoifi farà egli,il più, deUe mite* affai ficuro, ma anchoper queUa bianchezza,che tien il uentare!lo,quaudo rota,la uiüa non hauera forfè più da dubitar di quell'ombre che per lafua fiacchezza a* liante fé gli figurauano : Qwûo uentareUo da molti fi domanda molinello il quale fogliano portar i fanciulli correndo all'oncontro de l'aere : nondimeno ui auertU fco che alla maggior parte de cauaüigioua tnìrabilmé te,® in alcun altriradi,fuole pìùprefto,dapoìchefc gli toglie,crefcergli il timore, et non per ciò ho uoluto tacerlo,ma ben ui dicotome uoi ui accorgerete di quea ita qualità di cauaUi, che in niun modo uoglute ufart più tale artificiosa ufarete gli altri ordini, co i quali fi fura l'effetto come auate largamete ui ho ragionato* Anchora quando jì.ufa queìto uctareUo>fipotrafd,
re
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19* LIBRO
re non folo bianco in color delia carta, ma fi potrebbe
tingere giallo,uerde,rojfo,azzuro, negro, er di quella maniera che ui parera più atto in aficurarlo. iìlcaualìero benché non gli fia di necefiità il gioco
della paUa,z? ancho il Capere uolteggiare, nondimeno gligiouamolto,nonfoloper dargli ornamento,ma per farlo kabtle,ç?pik dentro a quelle cofe che pò* fcia contengono all'arme ,cofi dirò del cauallo, che qua tunque no gli bifogna tifar della capriola, che uadì on deggiante, er con agrupparft,da gruppo,in gruppo,et leggiero,di mani er di pkdi,auante,ey dietro,non per ciò fi può negare, che egli non facci un bel uedere, ©* chepoi non uenga copia attitudine alle altre uirtit nee (ejfarie per tato mi è parfo ben commente dirui il mo do, che fé gli ha da mostrare fé pur uolete la capriola. Quando il cauallo fapra far le pofate, er lo hauere
te ancho alleggiente di dietro, cofi come l'uno er l'aU tro ui ho detto, per alcuni giorni andrette di trotto fo pra ilpendino,chefia lungo, eyfra i primi duo terrea ni uifermaretefandoglifare due pofate, er tatoflo da poi fi uuol aiutare col trufeio di labra a fargli far di trotto duo pafii auante,da circa tre palmi, er aÏÏultU mopajfolo aiutar ete attefimili duopofate,comeda pri ma><& fognerete parimente con quei pafìi di trotto,®" al fin di efiicon l'altre pofate, er ui fermante, talchi da poi com'egli intende bene ogni fiata che uà a param re appreffo,in cambio di quei pafii di trotto, faro, ,fo* /pendendoli da dietro,duo gruppi giufli,ey eguali,cott an bel tempo reknandofi con le pofate auante,unde da |
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CL V A R T O. x9j
poi,da palmo a palmo andera difchiena, co quelgrup
piggìar pailcttando,ey con le braccia piegate,?? giù fte,er in queûa maniera fempre che uorrete,uifura ld capriola,® fé aWhora miete aiutarlo in ogni gruppo ui porgerà un paro di calci, er con facilita er ordine grande appena arriuera in terrachefì leuera in alto, er fi uucl autrtire non ufcir mai dal tempo, er datttt mifurag? come dalprincipio,cofì nel fine, andarcene tinuamente eguale er giuiìo. Se il cauaUo e debole di lombi, farà quegli pafìi dì
trotto terragnuoliò ueramente eleuandofi eguale, er fempre ad un numero, con le po fat e apprejjo di fi bel garbo,® mtfura che benché egli no agruppi la caprìo la farebbe da lodarfi,® farebbe un bel uedere. In quefta maniera ejjendo il cauaUo per laginetu
fé gli potrebbono ancho infegnare i cornetti nondime* no quando^ grande per la ghifi, molto più gli cornice ne la capriola-, la qualfacedofi baffapoco dijferìfce da i cornetti, che quefii coruetti nonfolo fi fanno camini do auante,come conuiene alla capriola, ma dado in un luogho non partendofi per un pezzo ballando fopra tanche,® le braccia, er fìmilméte da poi ritrahendofi indietro,®- datt'uno,® dall'altro lato. Notate che quel che fi fa in dar U capriola, ancho»
ra fi farà quando uolete donargli il galoppo gagli&a do : Però in ogni due pafii bifogna pigliar iltempo,^ l<t mifura,® aiutarlo : Uà in queìto, er in dar i cor» uetti,con Urte non fi potrebbe mai sforzare al tutto, s'egli naturalmente nonfojfe leggiero, deUaperfona, N erti
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194 L r B R O
er di braccia cr di gambe.
Se pur uolete moftrargli che faccia la ciambetta, il
che no folo farà util cofa, ma molto gioua,m dargli or namento quando fi maneggia, Foneteuegli difopra,zy andateuene uia in un luogo tiretto, ò ueramente in un fojjo che fia fatto in una di quelle due guife, che io ui difii a gli ordini che correggono il cauatto,che uolta le anche prima delle/patte, cr iui pian piano lo uoltarte te da man destra, cr apprejfo da man finitura tornane do pur atta uolta deur a, da quarto in quarto, una, ò due,ò tre uoke per mano, del modo che uifu ragiona* to,quando parlai deUe uolte raddoppiate,perche effen* do la strada ftretta,^ uoltàdolo jlretto,il cauattofent pre,che fi uolta, non potendo al chiuder che di ejftfa* rà, fenza fatica grande,incauallar il braccio,temerà di fi battere Valtro braccio, con quel braccio contrario detta uolta: la onde egli poi per f uggir quello, bifogna che co fi duro di arco,cr duro di cotto, & fermo dites fia, lofotteui in alto, cr uerrà con la cìambetta.talcbe prendendo quell'ufo, ogni fiata che fi aiuterà di forane datta banda contraria detta uolta, cr che udirà Vaiuto di linguai giunti ìnfieme,ò tuno,ò Valtro* lafarafem pre da quella banda doue fi girerà,cofi come ueramens te gli conuiene, ma fi uuol ben auuertire che il cauatto in cambio difotteuar il braccio, non fi faccia indietro, ò uer in uoltarfiefca dal foffo il che farebbe uitio er oppofito molto del uostro bifogno, però conuerra che fiate ben accorto a uoltarlo con fermezza, cr tempe* rametto di mano,cr à tempo, cr à mifuu castigarlo, cr
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Q_ V A R T O tpf
Cr tatbor aiutarlo, er accarezzarlo co quei modi che
ben credo che per bauergh detti hora git fapete, er da pajjo in paffo uìfiranno più noti : er pur fu laflradd flretta,b dentro quelfojfo potrefte,ò andar dipajfo,ò tier di trotto quanto è lungo il repolone, ò uer andare* te pik al corto, da quindeci palmi, er dandogli da un capo la mezzi uolta di man deStra, er dall'altro capo la mezzi uolta di manfiniftrd, fi adatterà con affai più facilita il braccio con la ciambetta, er itti ancho tiferete i fintili cauighi,ò uer aiuti à tempo quando bu fogneranno , tal che anchor à ì repolotiipoift manege giara,hora con l'uno,ey hora con l'altro braccio ,pur con la ciambetta, ej lo mede/imo effetto ancho fi. farà con molta più facilitajn un luogho,nel quale /ta quaU che flrada carta, chefuol ejfer da i lati un poco eleua* ta, cyjpeffo accade trouarft nella campagnajn alcune parti doits la pioggia con la forzi deh" acqua, cy con la laua che corre, ha fatto una certa uietta cauata tir* ca duo palmi, er dalle bande,un poco col teneri alto, che faglia difbiagi, pur qtaft à modo dì barchetta, nel la guifa delfoffo ragionato dinanzi, talché uoltandofi dentro di quella uia,cy fopra quella breue altezza del le bande, gli farebbe trauaglio non uè tir con la ciam* betta , da doue fi uolta, CT aU'bord fi uuol parimente cominciar à uoltarfi baffo,co la man ferma fenzd qwl la torcere,^ à tempo aiutandolo di lingua, er dijpro ni òdi polpe di gambe piùey meno, ò più Vun dell'dis tro fecondo l'animo che hì.zr fecondo ui ubeiifee, er notate che fé i capi di quei luoghi ne i quali con gli re* N x poloni
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\96 LIBRO
poloni di paffofi di trotto ander ete à parare, zrflfa=
ranno le uolte,oltre la poco altitudine de i lor lati,fof fero alquanto pendini farebbe da lodarfì,z? cofi. ancbo fé la uiafujfe da tre palmi larga,nientedimeno,in quae lunqueguifafifìa,gligiouerà-Etfepur Valtezzddi quella farà folo da una banda, er non dall'altro lato, benché nonfìa di tanto ualore,potreBe feruiruene, fes guendo, però, aïïhora gli ordini delle uolte dalla futi parte alta : & non è da tacere che al maneggio, di re* poloni la ciambetta gioui molto, anzi mi pare mira» burnente neteffaria,<& affai pik conueniente che non e alle uolte raddoppiate. Ma fé uolcte sforzarlo che egli la faccia fenza di
queûi modi,andrete allafialla, er poneteuiglìdalla banda dejlra della magnatora,doue egli ûà legato, tee nendo la baahetta in mano, er con ejfail batterete nel braccio deflro, hora fotto il ginocchio, hora nel mezzo ,hora nella giuntura di baffo, er hora nella pie gbatura didietro,hor meno>& hor pik graue,<& in un tempo, finche fi alzerà farete quel motiuo di lingua, er com'egli lieua il braccio, fin tanto che il tenera fon Jpeffo, non uolete pik batterlo, ma ben uokte tacendo folo minacciarlo fpejfofpeffo fopra di effo con la bace chetta,accioche, per quella tema,non labbafii,®- fem pre che egli tornerà à ponerlo in terra, uoi parimente uoleteJantoüoJornareM aiutarlo, er caligarlo,er da ciònon mancherete mai, finche egli un'altra fiata lo lieui in alto, tencdolo poiper un pezzo cofì fermo, erper inanimarlo à quejìo, e cofa da lodarfl, er affai bene
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Q_ V A R T O »97
lene al tempo che egli tien il braccio fo/pefo, demi,
fiata con la man grattargli il garrefe,cbe tanto più m letìtiermente il tenera eleuato : ey quejlofimil'ordine, ponendoui daüa banda fìni&ra, farà quando uolete che egli facci la ciambetta col braccio fìniuro. Comegli,aWuno, ey ali'altro bracciojntendera bes
ne queflo, uoi fimilmente nella &aUa ue gli ponerete dalla banda dejlra con la bacchetta in mano, er un aU tr'buomo con un {prone in mano fé gli ponera daïïaU tro lato, di manjìniftra, & a quel tempo che uoi lo batterete al braccio deflro con la bacchettdfiolui uuol Cubito dargli una botta di punta di {prone appreffo le cegne, douefifuol battere, er in un inûante anchora farà quel motiuo di linguai uoi tacerete,perche egli udendo il fuono di lingua, er fentendofi percuotere dallo /prone, er in quel tempo battere dalla bacchete ta,alzeù il braccio de/Ir 0 : wpur queflo modo, bats tendolo di bacchetta, al braccio finiUro,^ in un tem* po pungendofl di /prone dalla banda de/Ira, tenérete quando uolete che eglifo/penda il braccio fìniuro, er fi uuol à tempo battere col detto /prone, alcuna fiata piano,?? con mirabile tento>& alcuna fiata forte, er determinatamente,talche da poi ogni fiata che uoi, con queÜo/prone fi con un chiodo fi uer baronetto > che ui fia la punta,lo pungerete,daUa banda cotraria,er giti tornente farete il moto di lingua fenza che ui fia, con la bacchetta in mano,niuna perfona daWaltro lato,egti alzerà il braccìo,tenendolo fo/pefo, forfe,un quarto di hon,ejpiù er meno, er tanto tempo quanto uoi uor N ì rete,
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%98 LIBRO
rete, er ancho, il più delle uolte, fenza che fi aiuti di
fprone,non oferà abbacarlo finche gli farete predente : cnde trouandoui dalla banda deftra, eglifempre teneri in alto il braccio fìniflro, er trouandoui dallafimjìra farà il fìntile col braccio deflro. lAa s'egli dal princìpio faceffepugna diuolerfolo
alzare quel braccio della banda doue lì fente pungere, il che fpeffo accade, uoi in quel tempo che gli dite la botta difprone,non ejfendo, perb.mxlìtìofo, gli tocca* rete col uoiìro piede il braccio contrario, che con quel fegno fi accorgerà dell'ordine, er lo alzerà fenza pò* nerfì in altra confusone: ej fin tantoché farà ben ac* corto,due,ò tre uolte, farete queflo motiuo col uoflro piede,che da poi non gli bifognerà,ma fé à maggior fu curtà tanto piàfefuffe un caualfuperbo, à uoi piaceft fé tener la bacchetti neWaltra mano , eyfolo quando non ui rifponde toccarlo con effa,neUapiegatura ò uer in altro luogo del braccio contrario,in quel tempo che gli date la botta dijprone, fi potrebbe pur fare^ fa- cilmente fi correggerà. E da notarfì che aÏÏhor quando gli date la botta di
J%>rone,s'egli non alza il braccio contrario^ ueramens te s eglifof^endequel braccio della meiefima bandado uè fi fente battere, uoi tantosto raddoppiarne le botte del uoftrojprone, ne da ciòcie da gh altri ordini mane cherete mai,fin tanto che egli fi accorgerà de'Terror fuo.ey alzerà il braccio cotrario come uoi uolete per che uerrà di maniera caligato, che ogni fiata che da poi fé gli farà folo quelfegw diuolerlo toccar di Ipro ne,
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Q_^ V A R T O 199
„cquantuncbe non fi batta, egli di fubito ui rifoderi
Et benché non folo in un giorno, ma forfè m aj] ai meno lìatio facilmente fé gli infegne quejìa cwnbeU ta,con quei modi de i quali ui ho ragionato, accio egli nefia ben auezzo,ej uenga poi con più facilita a mu neggiarfi con effa, farebbe ancho da lodarji molto,che ogni di almen un hora teneffe hor luno,& hor Ï altro braccio eleuato nella flatta, facendogli fempre intende re qudfuono di lingua er conofcer la botta detta ban* da contrariala come di f fornente ubò detto. Sepure?lifuffedi molto fenfo,ouero di qualcbem*
ligniti grande, non perciò lafciarete difeguir iluoftro intento,anzì aïïboraper quai fi uoglia difefa, & erro re che egli faccia, ogni fata ui uolete in quel medejmo tempo dimoiare terribile,*? gridarlo* uero battere di bacchetta, ò ïun.o Valiro,ò giuntamele, & pofeu tantofio ritornerete pur à gli ordini uoûn. _ Però auuertite che queüo modo di fargli far la ciac
betta nella /latta, non è da fur fi, fin tantoché conofee, rete che il cauatto cominci ad intendere le altre cofe & cbefiafuggetto,percbe altrimente fé gli mofìrmb be con più differita. y .V-'v '■• Bifogna poi che non folo egli facci la aambetta nel
la Ma, ma anchor quando gli farete fu la fetta, et che celi la intenda ogni fata che uoi la uolete onde, per {„fonargli quello, è dimenerò quando gli ,ete dt /o- m che ui fermiate unpezZO-Jenendolofernio^faU do 'con la teflaridutta nelfuo luogo, & dalia man de, {ha uifau m huomo con k bacchetta in mano,& P* ' ; N 4 rimente. |
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îoo LIBRO
rimente come uoi fede neUa flatta, egli il batterà nel
braccio de&ro, facendo pur quel motiuo di lingua, er fin tanto che egli [offenderà il braccio, non mancherà mai molejiarlo in quel modo, più er meno fecondo ri= jf>onde,ej foffre, er tantosto che il cauatto rilieua il braccio,uoi che glifete adojfo uolete grattargli il gar* refe, perche tanto più uerra con piacere, er prejlo a far la ciabeita ,er quando uolete che egli la faccia dal t'altra banda, flmilmente colui gli ander a da man fini* (tra, eyfarapur quello che fece dalla banda deftra. Da poi coni il cauaUo intende queflo, à quel tem*
po che fé gli Batte ò Vuno, ò Valtro braccio, uoi che gli fete di fopra, uolete far quelfuono di lingua, er colui tacerà. Appreffo coni intenderà pur queko, er uoi à quel
tffer che egli batte, ò Vuno, ò l'altro braccio, uolete non foto far quel motiuo di lingua, ma anchora il uo* lete battere con lo Jprone contrario, er come fottkua il braccio, uolete, difubito, accarezzarlo, er cejfare da quello. Al fin com''il cauatto ha intefo bene,quel che uolete,
er riconofce lo/prone, uoi att'hora, fenza che altri il batta di bacchetta, quando ui piacerà che faccia la cü betta dotta banda delira, gli darete una botta di foro* ne aUap<trtefìniftra, er in un tempo farete il uofiro moto di lingua: er quando egli no uolejfe uenir in que fio ò ueramente in ciò ueniffe pigro,uoi fempre molti* plicarete le botte di ff>rone,non mancàdo mai quelTaiu to di lingua, che cofi eglì,fenzA dubio,uerrà certo, er uolendo
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a_ V A R T O iot
udendo che egUfottieui il braccio Jîniûro,il batterete
dalla banda deflrapur col fintile ordine, perche eguale mente uerrà tanto fra con la ciambetta. Se à maggior cautela uoi terrete U bacchetta, CT e*
gli al dar che gli farete detto Jprone contrario, er al moto di lingua non ui rijpondejfe difubito,aïïbora,cOt: fi quando ûara fermo, come anchor al tempo che gli date la uolta er lo uolete maneggiare, dipiùglìpoe trejle con effa cingere, da quella banda del braccio che non uuol aitar e,una gran botta,et tanto di Jprone qua to di bacchetta, il batterete più & meno, fecondo farà il bifogno, benché uifo certo che fola al moto di uçc ûra lingua, er appena fentendofi la botta del uoftra Jprone,datta banda contraria^ neramente che in queU la eglifi fentafolo accollare, attentatamenteja polpa di gamba nel uentre, farà quanto uolete, zy non ui lia fognerà ne bacchettale altro aiuto. Quantunque fxa facile uenir a queflo,w a impara*
re,in meno /patio di tre bore, non per ciò uolete tafeia re,ogni fiata che gli fete acauaHo farlo üaralmenun gran pezzo con la ciambetta fofpefa, hora con Vun% er hora con l'altro braccìo,ad effettore da poi uada con maggior intelligenza,?? facilitati effa quando fi maneggialo fi da fermo à fermo al raddoppiare, come anchor airepoloni, cotte uoltefempie. Et accio,quando raddoppia,uenga,àfar la ciabetta
con attitudine,?? di bel modo,daI principio fé gli uuol àarfoïuna uoltaper mano, perche egli da poi non fi frefto fauerà fornito la uolta defira con la ciabetta, che
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jOï LIBRO
che fi appareccherà con t altra nella uolta finì/ira, la
guai fornita che è eglifieffo fìmilmentefi appareccbìe ra tantoüo pur con la ciambetta nella man deftra,chiu dendo la uolta co fi come fece da prima. Anchoraper inanimarlo bene alla ciambetta,uo'ete
ffeffo maneggiarlo,arepolonifopraüpaffo,o ueroful trotto,percbe egli ejfendogiu3o,ey fermo diteûa,ey uoltandofi baffo, er ûretto, çr intendendo gli ordini della ciambetta,con quelbattere,cr aiuto a tempo, co* me ubò detto , farà fempre forzato ,poi, accorciar fi quella gamba doue egli farà la uolta con bell'aria,et di un bel modo>etcome ui accorgete che egli fa bene quel che ha dafarej uofira uoluntafì potrebbe maneggiar alf bora di galoppo,^ a tempo, er con furia. Per cbeì infegnare l'un cauaüo farà più difficile
dell'altro, per tanto ui dico che non uogliate dì/perar* ui,fe alcun di loro non uien preüo à quel che uolete,mx determinatamente feguetegli ordini, che quanto più uien duro,& in queûo,CT in tutte le altre cofe, che ui ho detto, er ui dirò appreffo, tanto maggiormente al fin uerra nella fua perfezione. Et no è da tacere che ogni cauaUo dibuona natura,
come farà condotto à quel termine di andar fermo di tefta, er di collo,ey d'arco, er intende la uolta, er la faragìufia,eyflretta,intertenendola con quel tempo, er aiuto che gli conwene, uoltandofi con le braccia dix nanzi,fara corretto quando fi maneggia poner la te* ila- dou'egli tiene la grappa,?? uenir con la ciàbetta, fenza che fé gli dimoûri co tanti foccorfi, er artifitij, |
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Q_ V A R T O io?
però uoktejbejfo cotinuar gli ordini uoflri détro quel
foffo ò dentro quella uk naturalmente f atta della piog giacche farà il meglio, et in quejìi altri ordini della cu betta foio ui bifognerì travagliarlo fé pur uoleteabs bondar di cautela, er farlo più facile à quella uirtk, quando fuffe in un cafo eflremo,di poco ualere, CT non che grauofo,ma di duro,çr maVintelletto • Se uolete moûrargli che battendolo di/pronifipott
ga il muüaccio di fotto,il che al combattere molto gio ua,ogni uolta che fermanteil uojìro cauaUo, s'egli ji pone col muftaccio alto, er v.oi tenendolo in quel me* do,fubito lo moleretee, hora battendolo con lofpro* ne dejìrohora col fimilro,horagiuntamele co l'uno, CT Valtro,& à tempo à tempo farete queflo,ey aïïho ra terrete ferma ,er falda la man della briglia,?? alcu* na fiata in quel medejìmo tempo con la man destra la sforzdrete fopra il collo, che uoglk abbacarlo : er ft non ui con fente à quel che uolete,tir an do la brìglia.gli farete far da circa trepafii indietro, che faranno poco pik ò mene di cinque polntùç? appreffo pian piano, lo farete ritornare al medejìmo luogbojonde partiûe,et quejlo fi farà più uolte,çr in quel effere ogni fiata che eglifi caccia difuora,lo caüigarete pur della maniera e ho detto,ey coin egli al dar dello Jprone,una fiata cit lerà il mu&accio uerfo ilpetto,uai tantofto lo decarez zaretefenza battere più altrimente..ej fenza,forfe,tU rargli poco più la briglia di quel che fi flaua, er/è cefi to uolte egli torna ad alzare la tefla,ey noi altre taiu te tornei eie al [inule come feüe ia prima, talché fan* pre
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S04 LIBRO
pre che alla botta dello fi>rone,b uer quando egli fi fa
indietro abbufferà il muflaceio,çr uoì nonfolo in que), tempo mancherete di trauagliarlo,ma gli farete carez ze, conofcerà chiaramente quel che uolete, la onde da poi fentendofi battere di Jproni, cambiando auante, ò quando (Idra fermojncontinente fi panerà difotto, al fuo debito luogo. Et s'egli fujfe in ciò duro, uoì alcuna fiata cerne
Iharrete mole/lato con gli dueJproni,b uer con Vuno, ò r altro, lo batterete con la punta del piede, ò conia ilaffa nella graffala, b Cotto la fpaUa nel fuo gomiteÜo, er iui forfè la tenente un pezzo}'erma, che cofi egli fi abbafferada quella banda per mirare che è quello cbeg'i da mole&ia,ç? come fé abbdffa,uoi in un infidi te gli allargherete da doffo quel piede b uer la ftaffa, accarezzandolo fopra il collo, er Vuno, er l'altro fac rete,® all'una er all'alba manofin tanto che rifpon* de à quel che uolete. Come la uirtù delfuogo,ò uero del fole, affai uolte,
fuol fare effetti luncontrario dell'altro, che una mae teriafarà molle, er l'altra iura,cofi qui diro del caflu go dello ff>rone,che benché farà il cauallo poner di fot*. to,nondimeno quando eglifi pon troppo baffo portane dogli pik alta la man della briglia,®1 temperatamente poco più leggiera del debito, er toccandolo ffeffo da fopra lafpaUa uoBra, con la punta della bacchetta mi la metà della groppa,®- caftigandolo col battere à tee pò pur dìff>roni,eleuerà la tefia,ponendolagiufìa, er nel fuo luogo.ln queflo difetto molto gligioua,metter= gli
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Q^ V A R T O îo«
gli la briglia più alta del debito,?? appuntargli targo
il barbazzale, che fìa couerto di tela : & parimente, quando il caualio nonfluuol quietare, fermandogli et tempo la mano,col fimìlecaftigho defpronUhora cole FuHù}& hora coWaltro, ©" hora con amenduo giunti ìnfieme conofeera Verrorfuo, etfenzamouerfì da quel luogo douefirìtruouafìponerainquattro, non obfldti te che la principal qualità dello fprone,k di farlo carni nare auante: & ogni fiata che pajfeggiando per la cit ta,ò per la campagna eglijì toglie dal trotto, lo uolete battere con unfprone da quella banda doue egli tiene più duro il coUo,che tantofio fi ponerà non folo in efe fo,ma in un bel pajfeggio,cr oltre di ciò egualmente fi dggiuûera, & fi fora fermo di coUo, cr prenderà più lena, <& fi fortificherà pik i lombi, çrfi addattera U fchiena,ponendoft,a quel tuono che gli conuiene, erfl farapiù leggiero^ difcioltoji braccia,®" digambe, ma quando egli tien il collo egual <& giudo da ogni mano aÏÏhora s'el uolete poner al trotto, lo batterete, con gli duefyronipari, er piacendoui, per più inani* marioli potrebbe ancho aiutar, in un tempo, col trua feio di labra, ò ueramente con qualche parola che fokt te dire quando fi uuol auuiare, or fempre che egli ab* bandona il trottolarete ìlfimìle, er acciò l'ufo uenga in natura,nonglì uolete mai conferire di andar al paf fo x eccetto quando il uolete per la gìnetta,che non bU fognera,cofìff>effo,moleflarlo difproni, er ponerlo al trotto,perche gli conuerrà il paffo, & affai ui baflerì quando folo con ejìi il batterete per adrizzdrl°>& fermarlo
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io6 LIBRO
fermarlo dì teHa,ey di collo, er dggiuQarlo alle uolte
[empie de repoloni,0" alle uolte radoppiate,et quando alla camera [e gH uuol dare uelocitLpche quita meno fi batte, tato maggiorméte egli porter à ferma la coda, il che couiene molto alginetto,per cagio che l'ha da por tar difciolta,et no legataconit al corfìero,et à caualloû to di mezza tagUa,però diqual fi uoglia fortechefia,ò p laghfa,ò per la kggiera,dpih delle uolte,quÀio egli alcaûigo dijproniuirifpode bene,per aficurarlo,uole te à tépo a tépo fargli carezze,et tato più come ai ac corgete che eglifìa uinto,ò ueraméte fé fufji ardéte,cjf per quelle botte fi ponejfe in qualche timor,ey naufia, che l'un fi fa per inanimarlo al bene, et l'altro per far loficuro in foffrire : Et in ciò fi uuoleufar diligentia grande : er fé Ûado fermo uipiacejfe che egli fi faccia dall'uno,ò l'altro lato,& uadi da coûato fimilmente a. poco,a poco lo minacciarete,et taPhor lo batterete bec ne,co lo/prone dalla banda contraria,in quefto modo, fé miete che egli fi accofli dalla parte finiürajl ca/li<= go/ara dalla banda de/Ira, er udendo che egli fi f ac* eia dalla parte de/lra,il ca/ligarete dalla banda finis &ra,v fin tanto che uiintenderà, non mancherete tnai di mole/ìarloMra con la polpa di gambi, çr hora con lo/prone, er hor meno, er hor più graue,contì= nuamente alle partì e ho detto, er com'egli ma fiata, fuggldo la botta del uojlro (j>rone,ua di co/iato co fi co me uolete,et uoi tâtoêo,accarezzddolo,in quel tépo al largherete iluoflro calcagno séza piàtoccarlo,che poi fempre che/ìfentir a fermar m poco la brìgl:a,et ape» tia,
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O: V A R T O 207
na,in qUa maniera, toccar/ì da uno/prone, ò uer dulia
polpa di gàba fi farà difubito dall'altro lato,òpoco,ò al fai fecondo à uoi piacerà,et infegnàdoh quefto, forfè anchor in tal modo anderd in coruettnEtfe uolete che egli fi faccia da un lato fola co la groppa,et le acheda dietro, er che non muouale/palle, er che la te/la fìa fempre all'incontro del nimico,ìl che uale molto ateo* battere ja corpo a corpo,a cauaUo,uferete pur talora dine,nondimeno di più, alThora, uoltarete un poco la man della brigliajn un medefimo tempoja quella ban da doue gli darete,per fargli girare lanche, lo aiuto à uer cajligo di /prone : et fi farà lo oppofito con la mÌ della briglia.quàdo uolete che uadi tutto infleme eguat mente da un lato come ui difii dinanzi: er tuttiquejii calighi,ò uer aiuti, non fola faranno gli ragionati e/s fetti,md gli diranno la uera intelligenza, et chefoffra uolentiennente gli/proni : &fe uolete anchofepra di ciò fargli conofeere la bacchetta,^ mole à quel tempo che fi tocca di/prone dalla mede/ima banda contraria, nel fianco, er talbor alla/palla minacciare^ battere, ò uer aiutar con e/fa, onde dapoi la intenderti, er fola fenza/prone, et accompagnata con lo fprow.ey fé dal principio, quando fé gïinfegnano queue co/è, egli non rijpondendoui bene ,faceffe il contrariojxon per ciò ui difanimarete.perche al fin con la foUecitudine fi troue» ràfacilifiimo in ogni minima richie/ia, che gli farete. Cerò queüa,è la difficultàgrande,ej l'arte del ualo rofo caualtero di far intendere chiaramente al cauaüo lacaufa,perchefeglidona il caüigo,o uero aiuto,non foto
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2 oS LIBRO
filo di fotoni, ma di qualuq-, forte fi fia.Verche conte*
gli conofce queüo ,fempre gli inderà conforme à quel che uuole,onde conuiene taVbor tento, er tal'horfer=
mezza di mónco" taïhor a/prezza > O taïhor tenu perimento à i calcagni,®" in ogiiopra del corpo : taU che bifogna infinito difcorfo,in conofcere,® ufar il té po,o la mifura,o quando fé gli uuol mancare,et qua do crefcere quel cajligo, ò uer aiuto : er doue gli con= uiene l'uno,o àpue l'altro,®* fenza loro>è imponibile chefiarriue in que/ia uirtù compitamente, che ben fi può dire che l'ignoranza di queke co fé fujfe la cagioe ne che mai niuuo baueffe tentato fcriuer di tal dottri* na ■• Perciò fon certo che molti biafmeranno quel che hora dico, per che lor parera che queûo modo di ante tnaeftrare il cauallo,fiafalfo,® non aero,® fattibile, tjfendo molto alieno, o fuor deWufo di tutti gli altri che al modo furono,et fono, ma tutti coloro che da poi uedranno nafcere tanti belli effetti da queüi ordini, co nofceranno il ualore deh" infinita grafia che bora il ciel ne dona. Et auuertite bene, che il cauaÜo fi può caligar in
fette modi : Di uoce,di bacchettaci briglia,di polpe di gambe, di üaffa, dìJ}>roni,di uoltajl caftigo di uoce, come primaubò detto, è quello che egli più teme, o* fin che fifa meno fconferta, o a qualunque difordine giouai II cajligo di bacchetta benche,in alcun cauaÜo, nel principio paia malfatto,® che lo diûoni, nondU meno apprejfo fi conofcera che fandofi a tempo, ualt molto infermarlo di teSa,o togliergli ogni mal pens |
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Q_ V A R T O xo9
fiero : lì c.<fiigo di briglia corregge affai la bocca, er
lo agiufta dicolIo,zr di tefta,ty non poco gioua in afs ficurarlo ; llcafligo di polpe di gambe,et anchor il ca= ftigo di âaffa,Vuno, er l'altro ferma et aggiu/la in oa gni parte, aitante er dietroillcailigo dijfroninonfo lo mirabilmente ferma, er aggiuÛa > ma f a il cauaìlo fogget to,ey intelligente,?? conforme al uolere del cas italien ■ Il cajligo di uolta,dimoftra la mifura er' uera forma del maneggio,non folo à i repoloni,ma ancbo da fermo à fermo al raddoppiare, er a quefto caûigo di uolta affai jfeffo, er quaftfempre, ha da precedere il caûigo dì/prone,^ fé notate bene quel e ho detto,tro uerete che tutte quefle cofe uè le ho diffufamite dichia rate,ey quando conuiene ufar Y un ca ftigo, er quando raltro,& quando giuntamente. A/ cauallo fé gli può donar in fette modi parimene
te aiuto,di uoce,di lingua, di bacchetta, di briglia, dì polpe di gambe: di fiaffa:di/frani: Et tutti quefliaiu- ti fono mar auigliofi quando fi faranno à tem po, come chiaramente, quàto mi fu permejfo dalla diffculta del la materia,auante ui ho detto, in tutte le parti oue oca corfe parlamene : er uiauuerto che lo aiuto di flaff<t rare uoltefi ufa, del che ben credo che nel mìo difeorre re uifete accorto. Se non hauete la mifura in donargli alcun di quelli
aiuti à tempo,non ui bifognerà in niun modo aiutarlo, ma almeno all'hora habbiatefolo cognitione difaper à tempo feritimene in cafligarlo quando egli erra, che ft ra più facile,, perche il cauallo per timor di quello ui O ridonderà,
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:ro LIBRO
rifponder'o,poi, molto pitiche aiutandolo fuora di tem
po, doue stordito fenz<* intendere q;xl cbeuokte fi confonderebbe. Farmi aiicboraconueniente diruicbefolo in duo mo
di fi aficura,ey accarezzò il cauallo, con la uocepia*
ceuoVej baffo., er con la man toccargli fopra la inor*
catura de i crini,òuer con effa iuigrattargli, er mafii
mamente nel collo,ò uicin,ò di fopra ilgarrefe, ò uera*
mente con la bacchetta fi faro ilfìmile>& a che tempo
bifogna ui Thò dechiarato ,-.çr per che farà molto più
fìcurtà del cauallo accarezzalo con la mano , perciò
ui dico che quando uoletefar queflo effetto, er tenete
la bacchetta nella manieiïr4,uoi tontoûo in quel tem
polo uolete ponere à trouerfo quofi per la meti di ef*
fa,neUa manfiniflrofro il dito graffo poüicare,et le re
dine, che cefi bouerete la man destra Ubero per afiicu*
farlo,et la bacchcttafempre ui ûarà facile,et affai co*
modo,quàdo poi uolete repiglìorla,et finche la tenere*
te con la manfiniûroin quella gui fa, ui far À parere co
ualier difppûo,ey non ui disturberà di coft ninna.
Et ui fonato che ognun che faprà à tempo catti*
gar il cauallo con un di quefii cafìighi che conuenerò al fuo fallo, er faprà à tempo donargli aiuto, più er meno fecondo gli bifogna, er à tempo faprà accarez* zarlo, potrà ben chiamarfi caualier fondatifiimo in quefïa f acuità, benché quelle carezze à tempo nonfoe no di tanta necefiiti,percbe ftnza di effe,eyfolo co fi» per fi caligar er aiutare quàdo contuene,uerra in ogni perfettione,nodimeno a maggior coutela,et per inani* marlo
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CL, V A R T O m
marlo facilmente preflo al bene bò uoluto dirleui, taU
che fé pur dama uoltafi lafciano, non ft può imputar a difordine : Ma per arrìuare a tale uirtk, er in ogni f ta bontà,dìco che come la naut fi guida dal nochiero , col mezzo del temone,che altamente farebbe confufa, co fi il uoftro cauatto figouernera fecondo fl muoue il fuo temone, che farà la briglia, er le redine che lafo= ilengono farà il manico del temone, il quale fi tiene dada man fwi8rd,er fi guida dalla ragione,?? dal uo* ftro difcorfo,cr quando paffeggia, er quando trotta, er quando galoppa, er quando corre, er quando pa* ra,zr quando fait a con calcinò fenza calci, er quando uolta a i repolotri,çr quando radoppu da fermo a fer mo,çr quando fa cornetti, er la capriola, bifogna che ilpiu delle uolte,almoto di uoftra man /ini/tra che tien il gouerno confondano a tempo, i remi, cioè le uo* (ire gambe, òuer• amente gli/proni, ò giunti infieme ò Vuno,61'altro, er la bacchetta, er tal'hor la uoce, ò nero la lingua. Notate che quando il cauallo farà ben difciplinato,
Cr giudo ,non ui bifognerà bacchetta per aiutarlo, ma folo per affuefamila mano in quelle due parti nelle quali combattendo uiconuieu tenere lajpada, ne farà meûiero far più motiuo di uoce, ne torcere più le gam be,ne ancho la perfona per foccorrere al difetto fuo, ma onderete,giufto di corpo,de mani,di cofcïe,di genoc chia,di gambe di calcagna, di quel modo che auate bre uemente ui difii, per che egli in ogni minimo cenno di aiutoji briglia,*®1 dijpronijntendera il uoftro core, o i crii
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iiî LIBRO
er in ogni opra che farà, egli accompagnera uoi, CF
uoì accompagnerete lui,talcht uerrafempre a tempo, et a mifura,ey aUa uiûa dì riguardati parera che egli, et uoi,fia unfolo corposi un fenfo,ey di una uolunta. Et bccht alcuni dicano che farà più utile che alTkor chef caualca egli uada con la tetta difciolta,et libera, mantenendolo con lafua naturai ferocità, fenza fargli conofcere cauìgo, nefuggettion alcuna, nondimeno fi uede apertamente che in quello modo il caualìero fa* rebbe da lui guidato,& no effendo egli ne attorie crea to,à correggere Ibuomo Ridarebbe giunto à precipitar con ejfo.però btfogna che egli intenda uoi, er à tempo ridonda alla uolunta uoftra, & con tarte uera fargli fapere che, la più gagliarda parte del fuo corpo uadi auante,che è la fronte, ey la più debile, àie' il muftacs cio,uadidifotto:<y tacciano què moderni che dì ciò han ietto il contrario, perche il cauaUo quanto più uà con la teda difciolta,ey col mu&accio di fuor a, tanto maggiormente onderà con lafchiena abbandonata, & \affa,talche nonfolo, il più delle uolte,fara il maneggio dijpettofo calcato ey largo,?? co nìun ordine, ma più facilmente perderà la lena, ma quando egli portera il muûaccio difetto al fuo debito luogo,?? ua4 ferir col lafronte,da hora in hora rinforzerà lafchiena,?? ha* uera doue appoggiarfi,et affai uolte dagruppo ingrup pò unira tutta la pojfanza fua,dal che ancho gli nafte* ra leggierezza, £# maggior forza ey lombo, <& faci* litagrande in adoprarfv.Quando egli porta il muflac* ciò difuora, nonfolo gli mancherà la forzi deUa qual potrebbe
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Q^VARTO. in
potrebbe il cauallo preualerfe,ma nel corfo,& in ogni
opra farà pericoloso, er affai facile al cadere, talché ogni pìcciola pietra lo potrebbe offendere,per che non può mirar al terreno,?? doue egli pone ipiedi,ma qua. do porta il muûaccio difotto,& uà a ferir colla frona tenon andera alla cieca, mafcmpre al correre, ey in ogni atto mirera bene tutto quel che fa : Quando egli porta il muûaccio di fuor aitando con effb per efftrt non fola la più debile parte che egli tiene,ma luogo do,-. uè pik teme le botte,oltre che l'incontro farebbe dipo ca forza, facilmente per talpercoffa fi potrebbe mor* talmente riuerfare,ma quando egli urta colla fi-onte, et col muûaccio difotto,per effère la più forte parte che gli ha conceffo la natura, darà la botta gagliarda, che fenza perìcol di caduta manderaper terra qualunque co fa fé gli oppone auante: Quando egli porta il mu* flaccio di fuor a, per ogni minimo fdegno ft potrà inar barar er impennarci che non potrà fare s'egli ilties ne difotto,& uà a ferir colla fronte-.Quando egli pore ta il muûaccio di fuor a, fé alla camera cade, non poe tra aiutar/i, er/è per troppo naturai fu forz*,ò lega gerezz<tpurfipreuale,ilfara nonfenzadiffìculta gra de,ma s'egli il tiene difotto,çr ua a ferir colla fronte» non cadera maì,nondimeno interuenedogli taldefaflo, per qualche giufto impedimento che gli occorreffè,ben chefuffè debole cr di poca fuûantia, la caduta nonfaa rebbe cofì mortale & gagliardamente fi preualerebbe: Quando egli porta il muffacelo difuora, non fi potrà mùfermun,?? (tggiuftartotdmente,ne di boccale di Q 3 collo,
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ii4 LIBRO
collose di teüa,ma s'egli tiene di fotta, er uà à ferire
difronte,nonfolo andrà fermo di bocca, ma con mira e bile mifura,tenera il coUo duro,zr giutha er come fab- bricata la tetta, non mouendola mai dalfuo luogo er con unfuaue appoggio apparentera di forte la briglia colla bocca,matticandola fempre, che parera che mira colofamente ui fìa nata, er quanto più fé gli da trauas glio tanto maggiormente f, confirmera nella fua uirtk, crfia,ò di buona,ò di mala qualita,che eglifempre, in cotal modo,moflrera ualore,& in ogni tempo [ara giù dicato perfetto. Hora ui dirò che la man della briglia fi ha da pors
tir in un di quelli tre modi. Il primo modo fi è tenerla bajfa,uicino algarrefe,dì
Copra iljreggio della couerta. Valtro è poco più, difopra,uerfo il mezzo deU
lardone . il terzo modo farà, tener la man più alta, nel orlo
dell'arcione, er rade uolte poco più eleuata. 'llprimo,è per correggere-ll fecondo per mantener^
lo:ll terzo farà quado fi ha da oprare,®- da mottrarfi: Nondimeno fi uuolconfiderare la qualità degli cauaU li,chefe alcun di lorfuffemaVageuole a uenir difotto, bifognerebbe ufar il primo modo > ma s'inciòfujfefacU le,fin tanto che farà ben affueto in quella uirtk fi uferà il fecondo modo, cr dopo il terzo,il quale terzo modo ancho couiene,acauaUo naturalméteombriano,òuerin clinato à portar la tetta nelfuo conueniente luogo-.coft anchora quando egli farà totalmente fermo,® afiicu* rato
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Q_ V A' R -T O rx$
rato nella fua bontà : Et perche, f or fé, non intendete
che uuol dire caualïombriano, ui dichiaro che è quane do egli uà col uifo chino,ey fempre mira baffo alTóm* brafua, ben che hora questo uocabulofîœcorrotto,cbe uolgartnente,jì dice Moriano: Finalmente ujereteciae fcun di quefli modi,con più,ò meno libertà di mano,fe= condo più,ò meno il bifogno uidimofìrera : Ma notate che fra le due redene uolete fempre tener il dito picelo lo,auriculare,d? che il monte di uenere con quella pare te della linea uitale, che è uicino la gionta della mano fia uerfo Varcione,coldito poUicare difopra le due ree dene,cyfìagirato alla banda destra-. Però auuertitt che quanto più uoltate il pugno che il dito picciolo uà di difotto, talmente ch'el dito groffo poUiatre anderxt più pretto aR'hora difopra uerfo il collo, che non uer=. fo Varcione,tanto più uerra foggetto,ma ciò non acca*, de fempre,ma lì fura pik:ò meno ,fecodo la qualità del cauallo,ÇT fecondo ui sforza la neceftta. Et mi pare che fìa pur a propofito che fappiate,che
caualcando con le f alfe redine,che alïhora ihuojìro dU to picciolo uadi di fuora le redine, er in mezzo di effe, in cambio di quello, ponerci ilfeguente,ìl cui noe. me è anulare, perche le redine con più facilita^ con maggior efficacia in quefta maniera faranno foccorfe dalle f alfe redine. Anchor non mi è parfo tacere, che cofl come la prU
ma cofa che fi uuol fare aliante che fi caualchi, fi è ut* der il barbazzale, fé fla nel fuo punto, ey nella maglia- dotte conuiene, er appreffo mirare le cegnefefono ben O 4 legate:
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2i 6 LIBRO
legate:jìmilmente difubito che gli farete addofattole*
te aggu&iruì le redine aÜa mm finiïlra del modo che colitene alla qualità del cauaÜo, cr dapoi ui uolete ac* comodar i ueftimenti, femandoui un pezzo in queux guifa,che un'altra fiata ui ho pur detto da prima. Le cagioni per le quali la briglia non fi ha da por*
tar con la man alta,fon infinite,?? fia molte,àfatisfit tion ttoflra.cr dì quegli che non hanno la uera capacU tacon quefle poche parole, ne dirò alarne-- Horchinoti fa che portando la man della briglia fo/pefa, cr alta > che non folo il braccio facilmente fi fiancherebbe, cr di tenere, fepur bifognafano potrebbe far quella for Z<t che gli conuenefama il caualiero non farebbe fi bel uedere: Hor chi non fa che portando la man aitategli potrebbono tagliar in battaglia ficur amente le redine, CT ancho il caualiero non andrà talmlte giufio,o' uni to,zy tiretto,come farebbe della maniera che ui ho dit to,il che molto accade : tìor chi non fa che, aWhor che fi combatte, portando la man alta,non fola fi toghe la comodità della maggior dìfefa che è nella jfiada à ca* UaUo, mi ancho non fi potrebbono co fi facilmente of* fendere gli nemici, quando ui fujfero dalla banda finU ûra,oue à loro,/emprefarefiefcouerto:Horchinonfa che alThora il cauatto tutta uia pigliera liberti, cf ì poco àpocofurandouila mano,nonfolo non ui accora geretedeWerror (uo.ma farà difficile che in queUagtù ftjìpofia caûigare che egli ui fia fuggetto: cr benché alcun di loro per qualche tempo parche uadi bene ,fitc tà impofiibile che al fin à lungo andare no ui dimoûri difordinc:
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Q_ V A R T O zi?
difordine : hor chi non fa che portandogli lu man alta,
non bauera un fegno fermo doue appogiarfì la bocca : Percée non e dubio che la man alta* non uadì quafifent pre uacciilando, talché da poi nofo come potrebbe ma neggiarfì con quella mifura che gli conuiene •■ Dunque; non lafciate la aera dottrina, che con effa facilmente tgliflfard di tal fòrte fermo et giuflo,cheda poi,ò uU ta,ò baffuto con ragion,ò fenza ragione.che feglìpara ti la man della briglia) egli divinamente w riffionderà, anzi nonfolo portando alte le redine con la man finii flra,ma portandole co i denti fempre farà bene,cy per qualunque fuffr enata non farà mai motiuo ditefluihor queflo portar di man alta fi ufa neUe parti della numù dia,ouefono Arabi, er altre genti,le quali non fono co. paci della uera arte che conuiene d ualorofo huomo, ey bene accade^ loro per cagion che caualcano corto, co fette piane,buttati indietro, ©" gli. lorcuuatti fono fcae poli,cr affuefatti atta libertà,?? molti di quegli uanno fenztfrenojcr con un certo modo,?? tento di lucia gli fermuno ey uoltano: Però non fono habilià combat te* re da corpo,à corpo, come appurtiene aUa uera dottri m, fundumento di ogni cauattiero : Et per che non ha* no il uer 'ordine quando gli uomo darforzu ey lena, oltre il correre chefunno continuamentetal tempoche fon da circa duo anni gli pongon adoffo, unfaccopiea no di arena, trapunto con lana difotto d modo di pae netto, er cofì il faranno ûare una parte del giorno netta flatta : z? à poco à poco ogni digli riforzano il torneo fintanto chea lor pan ckfiudipefo di un huomo
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at 9 LIBRO
bttomo grdue,eyarmato.
tìor tutte quejle uirtù fc gli potranno cominciar à
murare com'egli farà giunto à i tre anni,oueramente À i tre annicy mezzo, ben che fi potrebbe anchora ca« ualcare da gli due anni in fu, nondimeno quella farebbe ttà più conueniente à fojfrir ogni trauaglio et co mag giorfìcurtà di mantenerft gagliardo, fano di corpo, et di braccia, ey digambe:ej perciò l'Imperatore Federi go, uoleua che'l cauallo non fuffe caualcato infìn à i quattranni,cy quado cominciaste queflo,no uoglio, fé la necefiità non ui sforza,chefìuariaJpe(Jo il luogo alla campagna,perche il cauallo,aìlafoHta parte uà be ne, egli nonfolo augumentado de ben in meglio fempre che iuiarriua, fi recorderà dell'ordine uero, ma di tut* tigli caûighi che hebbe de gli difordini fuoi,da i quali fu tolto : talché uerràfoggetto, er piùficuro^ey fer* tnojn ogni bonù: pero in alcun cafo particolare di tee ma grade, uariado luogo farebbe co più facilità uinto: ÇT uolete fenzaintermifione, prima che egli fi mangi la biada ogni matina foUicitarlo, er finche intende gli torni, er le altre uirtù non mancherete mai,ey co* me uipar che habiaprefo lena, er intenda perfettamé. te, fi potrebbe caualcare ogni terzo giorno, ey alcuna fiata,dipoi, baflerà caualcarfi due uolte lafettimana, ma uolete duuertire, come uiaccorgete che eglip quel ripofo diwen poltrone,ufi difmentichi qualche parte di quel che fa, tantoftoper alcuni giorni parimente o* gni di,òpìu,ò meno di un hora, fecondo può refiftcre, (amicarlo con gli ordini che ui ho detto foUeuandoh |
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Q^, V A R T O î .9
du quella co fa douegli etra -E ui f o intendere che ogni
cauaÜo non preterendo, gia,da quelle regole che minu* tamente ui ho ragionato,in quattro, ò uer in fei mefi, al piùfarà infirutto in tutte l'opere che ui ho dette, Cr in quanto e pofibilefarfiper luì : nientedimeno ui auuertifo che fono molti cauatti di qualche raxxA che fon tardi,cy finche haueranno apparata la bacca,b uè* rofin tanto che fìanopiene, ry egualate ìefuefattio* nì,à quella età di cinque\ò di fei anni,benche intendano, Cffappiano tutti gli ordininoti dimofireranno,ne for Zd,ne ualere,ne compitamente la uirtk loro. Et per che forfè potrebbe ejfere alcun curiofo di uolerfapere quoi farà la dijpofittone, cr qualfarà la età del cauallo più conueniente al combattere cr aüa battaglia -. Per ciò ui dico che à quejlo effetto, quanto più,e grande, tato, è meglio : che di ogni Jf> ette dianimalefuor cheVhuoe mo,\l picciolo fempre teme il più grande di lui: Et da i fei, anni, in fin à iquindeci egli generalmente farà pera f etto in ogni cofa>cy s'è ben gouernato, er con trauaa glìarfi modeûamente>ey fenzu oppreflion di ferite, & diff>effe infirmità, egli farà fempre uinto nel buon tf* fer fuo, infìn à i uint'anni, cr à noüro proposto ui potrei addure molti ejfempi, ma per non faftidirui ne dirofoloquejii. hjfendo il Rè Carlo ottauo con cinquecento caualie
ri, per andarfene da Italia ,fe gli pofe incontra l'ejfer cito del Duca diMilano,il quale era unito con Venetia «>er con Ferrara,?? Mantua,& finche nonfugionto à lurnuouo ,noti intefe che inimici erana gagliardi |
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zìo LIBRO
più di lui,cbe baueano mille, çy cinquecento lande,®1
non oftante queflo,il Rè confidando fi nelgiuditio, ç? nel ualoredìfuoi caualieri, ©" del S. Giouan Giacomo TriulziygentiVbuomo da Milano, fio generale, yuan* tuncbe tutti gli diceffero che gli harrcbbono dato luoe gho et uia dafaluare laperfona fuatVolfe il giorno ap preffofar la giornata, er ponendoft /opra un caual tnoreÜOjUittan di Spagna,il quale era nonfolo cieco di un occhio : ma bauea tétti quattro annì,mandando pri mi i carriaggi auante,contra i quali gran parte dell'ef fercito Italiano,con difordine grande, fi diede al guada gno,incominciò la battaglia ,ft ualorofamente, che fes guendo ilfuo uidggio sforzò gli nemici,de quali fi tro uornofia morti zf prefì,decefette conduttieri,princU palifiimi di quello efferato : er tale pojfanza & anU mo dimostrò il cauaUo,cbe il Rè molte uolte diffe cbe da lui nacque la cagione deUa uittoriafha : ilquale cauaU lo effendogiunto nella citta di Molina, oltre cbefujfe diligentemente finche uiffe gouernato, fenza più traua gliarfì, doppo cbe mori,fuper ordine di madamina di Borbona,foreUadel RèbonoreuolmenteftpeUito. Ancbora quando il gran Capitano uenne all'impre
fa del Regno,trouâdoft à campo nella Cerignola,accad de cbe effendo il vice Rè di Francia con molti baroni all'incontro deU 'efferato di SpagnaM difeguente uolé doft combattere, uigiunfe in quel tempo un caualiero napoletano, il cui nome era Giacomo Guindazzo,& per chefttrouaua fenz<t fuoi cauaUi : Andò al Signor Troiano Caracciolo,Prencepe di Melfe pregàdolo uo* leffe
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Q_ V A R T O iti
tejfe foto per quella giornata donargli un cauallo : II
Vrencepe generofo, gli fé grada che fi zleggeffe il mis gìiore chefujje neUafuaflalla,il detto Giacomo ui arm dò, ®fra tutti queüi fi prefe un cauaUo Baio di gran taglia, che non folo quel medefimo anno uenne dalia mofa delle giuméte, ma era uecchifiimo di uintifett'an ni,®" benché il Vrencepegli perfuadejfe à pigliarne il più giouene,egli, come efferto de cauaUi,®- che hauea buona cognitione di ejfo, non uolfe mai farlo,takhe la giornata feguente cominciandofi la battaglia il cauaU lo hebbe molte ferite,®1 talmente furono grande le on pre del cauallo,® del caualiero, che ne rìmafe ogrìun ammirato, et finalmente per la uirtù di queUo,egli mo ûrando mirabile ualorefu faluo della ulta, er Vuno et (altro degni che hora il nome loro triunfante fta nel mondo,® nella quintafiera. finifcono qui gli ordini dì caualcare,®' benché af=
faifecretti uifojfon da dire, per non porui in confufìo ne,mieparfo tacergli,che dichiaradogli per quelli for fe,non burette intefo, ne quejli,ne quelli X talché hora folo ui dirò, che bifognaper effere compito caualiero, che primieraméte lanaturauihabbiaproduttoin quel la cofiellattione,la qual,quajì,uì sforza,® induce,non che in feguir fempre la uerafchola di Marte,ma in e/i fa continuamente penfare,® appreffo co la lunga pra tica,et hauendo il principio che ui hòdettoja uoi ûef fofi conofceranno molte cofe, che fon accejforie,le qua li ui taccio,®1 fiiero che à uoi faranno ben chiare, per la bontà di quel grande iddio ,che le fue gratie, à |
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loro » * " 3 M
ìli LIBRO
chi le dimanda ey à chi le cerchafafempre note,qun
tunque fia quella uirtk che più di rado fi, conceda., per che d'opti altra [acuità fi truoua nel mondo infinito il numero,®" queBa è quell'arteria qualfifiegue da mol ti, er è tanta la difficulté che mfolo farà colui,che al fin compitamente arriuarà alfuo uerofegno. IL FINE.
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