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ÌA
r
ORDINI
DI CAVALO ARE,
ET MODI DI CONOSCERE LE
natvre de' cavalli,
EMENDARE I VITII LORO,
Et ammae/irargU per tufo deÜ4 guettit >
er commodiüdcgli buomini.
Composti dal signor
Federico Grifoni Gentil'huo-
mo Napolitano.
«ON GRATIA BT PRIVILEGIO.
In Vinegia, appreflo Vincenzo Valgrifi,
alla bottega d'Erafmo.
M D L I I I.
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ALL'ILLVSTRISSIMO
ET ECCELLENTISSIMO DON
HIPPOLITO DA ESTE,
Reuerendifiimo Cardinal di
Ferrara, Federico
Grifone.
Oguono Illuftrifrimo &
Reuerendifsimo Signor mio, gli
animi grandi allegramele abbrac
ciare,ogn'opra couenieté aguer-
ra: onde auuiene che il più delle
uolte fi arriua a maggior altezza:Per tanto cono-
feendoquanto V. S. Illuftrifsima&Reueren
difsima fia rara,&: non folo dotata di animo gran-
de, & di quanti doni fi ponno dalla natura porge-
re,ma dedicatifsima alla caualleria (feguendo fem
pre i naturali coflumi della fua illuftre,ct antichif
fimafameglia ; ) Mi rifoluo fra tanti Precipi che
hoggidì fono al mòdo fceglier lei,& dedicarle que
fta operetta mia,che per eiTer quella un uero efse-
pio d'ogni ualore, fo bene che le farà cara, & leg-
gendola fpeiloje darà fentimc to tale,che l'imper-
tioni, che forfè ui fono, faranno fcacciate, come i
piccioli nuuoli da impetuofi uenti, che altrimete,
lafciandodapartele preghiere di quel generofo
&buon Caualliero5il Signor Francefco Villa,che
con ardentifsimo zelo mi ha gran tepo a fcriuerla
A z inanimato
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4
inanimatela niun modo confentirci ch'ella ufdfïc
a 1 uce, coli difarmata ; a riccuer j colp i, & da que-
ffo,& da quel!o,Et benché al generale quefta dot-
trina fia in ma di gente balta, non perciò mi fono
sdegnato di ragionarne ; Et ho uoluto dimoftrar-
la,fe non con la perfona,c'6 gli ordini ferirti, & aiu
tarla fotto le ali, & l'ombra di quella, conofeendo
che bene appartiene a qualunque principal Caua
liero,tentare con ogni forza follcuarla,e(Tendo uir
tu mirabile,& fi vilmente opprelTa,della quale, &
Re,&huomini celebrati furono chiamati
inaeftri : & per non toglierle il tempo
alla grafia che mi faràdile"-o-c.
re qui, tacendo inchine-
uolmente,lebafcio
lefacratifsime
mani.
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ORDINI DI CAVAb
CARE DI FEDERICO GRIDONE
gèntil'hvomo napoletano.
LIBRO PRIMO.
Eu'irte deUamilitia.no t di
fciplina di maggior befazza di que*
fia de i caualii, cr non che ornata di
belli effettitma necejfaria,
er uefiìu
d'ogni ualore,
er tanto è più diffida
le,çr degna dilode,quanto in ejfa ui bifogna ufar il té*
po,o" la mifura,ey piu,cy meno l'uno, & (altro man
car,ey accrefcere col uero,ey buoi difcorfo,tal che an*
ebora ilfenfo dell'udire,
er deluedere,non bauzndo la
pratica regolata dall'intelletto ui fard poco di quella
capaci : La onde non dubito che qualunque uedrà ch'io
babbia uoluto fcriuendoinfegnare quefli ordini dica*
ualcare, non lafcierà dicondennatione ejprejfamente il
giudicio mio
, ûimando la fatica uana,ejfendo prefa in
cofa,che fecondo l'uniuerfal coûume, par che s'impari
più col trauaglio delcorpo,che non con le parole.; non
dimeno conofeendo che anche dall'ingegno per quel che
fi ode o leggepuo nafeere la perfezione della cofa(ben
che non fi uegga)defiderofo dell'utile comune,tali qua*
Ufi fianojmi è parfo mandargli,come uedete, fuor a, no
non curando di molti, che forfè non confiderando minu-
tamente quel ch'io fcriuo,cercheranno riprendergli,^
aridamente morderglì^onfidato che non mancheranno
A 3 giudiofi
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6                        LIBRO
giudìtìofi cauattieri che gVintederâno bene,ey in opri
con trauagliarjì a tempo in efii, al fin faranno chiaro
quel ch'io con pennaho adombrato in carta , da iquali
jf>ero,anzi fon certo,che nafceranno effetti rari,che da
quei facilmente ft cauaràfrutto mirabile:
e già fu tem
po che in una città del Regno di Napoli, chiamata Sibtt
ri nonfolo gVhuomini,ma ancho i cauattì, alfuon della
fimphonia imparauano di ballare: Dunque non farà me
rauiglia effendo il canotto animai fi docile
,er amico
deWhuomo,fe hora con queûi ordini conuien eh'egli fé
gli dimofiricon ualore,et obedienza,peròfenza ditrat
tione leggendogli ftejfo con animo fincero, co fi come
gli hofcrittitO1 correggendo gl'errori, fé pur uifono,
Attendiate ad auaziir il dono, che a queka età,col mez
zo delle uofirefatiche,non da me,ma dalla potente,
cr
targa mano £ iddio cortefemente ui fi porge,etfe ui pi.
teffe che nelmodo del dire io fufìi itato non cofi dili*
gente, come conuiene, penfate e ho attefopiu a farlo
bene,cheagli ornamenti della lingua Tofcana, ponen*
io più cura atte cofe che aUe parole, accioche ogniuno
che legge iammaeftripiù di caualcare che di parlare,
ne iinuagbifca della let tura, fermandofi in quella, m<t
come fcacciato dalla fua ruuidezza, uelocementerìcor*
ra a i frutti,^ a Vutilità delTopra.
Hor chi potrebbe mai dirui a pieno legran lodi, cr
la gran uirtk del cauattoi re degli anìmali,anzi inefru*
gnabile rocca,ey fedelifiimo compagno dì re.chi no co
nobbe quefìotquando fi uidde Bucefàlo,cbe mai uolfe co
gli ornamenti reali farfi da nkn caualcare, eccetto che
dal
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P R I AI O                      7
dalfuo Aleffandro,ey offendo ferito cdhprcfa dì The*,
bt, egli non contenti che Ahffandro perponerfl adoffa
dell'altro fmontajfe da lutsimilmenie ilcauallo di Ce fa
re non uolfemaiportare altro cheCefarc: Leggete Ibi
fior ie eie trotterete gl'in finiti gè/li di tanf altri di lo*
roper laqualcofa
er in ulta con carezze, CT ornati di
ricchijìimi drappi,?? dopo la morte con ejfèquiali pò*
pe,con altieri fepclcbri
> 0" conpiramidi, & con uerfì
furono fempyehonorâti: QuandomoriBucefalo, Aleft
fandro,rìo.xfufepelHto,fe edificare una citta,cbefx du
ce Bncefaliajn memoria di luLUeìTEneida il gran pot
ta uolfe chiamare il Re Pico
, per maggior ecceUentia,
Domator de cauaili.come pure in diuerfì luoghi nomie
nò Mefapo figliuol di Hettunno, ilquale Nettuno iddio
deimare, fauolandoftdice che gcneraffe con Medufa il
cauaüo alatojl cui nome fu Pegafo,che urtando al eie*
lo fi cornarti in ûeUt ,fopu di quefio cauaìlo fi figura
che Hellercf otite figliuolo di Glauco
Re combattendo,
ninfe la monüruofa Cbimera,ey egli fu inuentore,
er
primo nel mondo a caualcare,Benche dopojVeletronij
Lapithi, trouajfero i frenici giri,
er in ultimo fujfero
di Thejfaglia i primi che nella guerra ufajfero i caualli
( giuditio ueramente non men utile che diuino ) perche
nonjìpuo dire, ne uiuer abbondante, nefefìa compita,
ne gioco ualorofo,ne battaglia grande ouejìi nonftano,
çf a c/ual grado,ey a qualprofeficnhumanaji lette*
re,di arme,zr di religioni, non furono^
er faranno ne» ;
ceffarij, ualor fopr'ognipojfanza, ey feguo foproguì
fegno di honore, quai mai fard più cefi mrabtle, certo
A 4 non,
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S                         LIBRO
non che ignobili, ma gli huomini bafii con le lor forze
fi fanno alti
er iUujiri: Chi non dirà che ogni Prencipe
meritamente fi tien glorio fo a chiamar/i CauaUiero,no
me che nafce da quefV animai reale, delquale uolendo di
stintamente parlare non fi può, perche à ricetto de
fua grandezza la lingua non ne potrebbe ragionar tan
to chelfuo dir nonfuffe nuüa,onde astretto da necefiU
tà,lafcierò fopra di ciò tanti difcorfi.
Dirò dunque primieramente che la qualità del caual
lo dépende da ì quattro elementi, <y con quello elemen
to delquale più partecipa fi conforma. Si prende più
della terra,che dçgValtriferà melancolico Terragnuo
lo,grauofo,& uile,& fuoVeffere dipelo morello, o ue<=
i-amente ceruato,ammelato,
erforicigno, er dtfimili
variati coloriât ft più detVacquafaraflemm-aticoJar*
do,çr moUe-.z? fuoVefiìre bianco.Et fé più deWaere,fa
ràfanguigno,attegro,agile,
er di temperato moto, CT
fuoVeffere baio, Et fé prende più del fuoco, farà coleri*
co,leggicro,ardcnte,çr faltatcre, <&%ade uolte di moU
to neruo,ofuoVoffere Sauro fomigliante alla fiamma,
o ueramente al carbone accefoMa quando con la debu
ta proportione partecipa di tutti, aUhorafarà per f et*
to.Etfra tutti peli, il baio caüaguo, il Liardo rotato,
che da molti fi chiama Uardo pomato,il Saggenatofo*
pra negro cauezza di moro: Et ancho il Sauro metalli*,
no,che in lingua Spagnuolafi dice alazan toûado ,fon
più temprati,*®-pin uagliono,crdipìu robuûa,crgéc
til natura, çrapprejfo fon quelli che più s'ccoltano al*
laftmilitudine loro,fra i quali fanno, il baio indorato,
oroffo
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P RIMO                      9
o roffo in color guafi di rofa,o neramente ofcuro, che
chenonjìa di gueizainìco igiri degliocchieimojlac
ci,eifianchilauati,ilfauroaguifa di carbone infocac
to,er non difiamma,il bianco mofcato negro, il liardo
argéto coWeslremità negre,cioè, le punte dell'orecchie,
i crinija codaje gambe,
er le braccia, er fé da ìcrini
infin aOa coda tiene la liûa,tanto più uale,ìl Grifo che
uà dichinando al pardiglio, non pur coïïcfiremità nes
grt,ma colle gambe,?? le braccia uergate,& uolete no
tare che di tutti peli cattui guegli che haueranno Vulti
me parti negrefaranno megliori:
Et non è da nafeoder
ui che niuna forte dipelo, wfìapur eccellente,o baio,
o liardo,puo ejfere totalmente per f etto,fenon ha guaU
chefegno di aduftione, hauedo negri almeno i luoghi di
baffo, cime u'ho detto poco dinanzi
> parlando del
pelo argento,*? del pelo grifo,Quantungue d'ogni ma
niera che funo ui fi ritrouano dignifliml cauaUi, nondi
meno io parlo fecondo l'ifperienza che ordinariamente
fi uede nella lor compkfîione,çr generalità.
Et ui dichiaro che il baio caûagno,è colerico,fangui
gno,
er tanto più colerico, guanto più è roffo in color
difauro,aguifa difuoco,?? non di rofa,percheaÜhortt
farebbe maggiormente ftnguigno, co fi guato più ha del
negro,tanto più tiene dell'aduûo,
er effendo il pelo to*
talmente negro, tyfolo co i fianchi rofii, farà colerico
dduuo,però bauendo pur negri i fianchi ,fi dice moreU
lo,cheftrà il più dette uolte melancolico naturale,
er *
quejìomtlancolìcoper effetfreddo,??fecco, molti uo*
glorio che non gli accada temperamento diftemma,ca*
me
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to                       L I BR O
me contitene al colerico fangtàgno,zr molto piu.al co*
Urico aduflo, cheper mitigargli quella fuperbia, che
procededalfouerchio calore,uuol'battere ipeli bianchi
in alcuni debiti koghi,ma no cheper la qualità di quel
li
, fé gli aggiunga ƒ~orza,ma accioche per la benignità
iti ftemmajimcftrato dal pelo bianco, fé gli tempri U
malignità, che nafce dalla jìccità,o ouero caldezza deU
lafua complefiiom:
Et perche i caualli che hanno trop
po dal pelo bianco naturalmente fon deboli, come fono
gli Vberi,CT altri fimili a quelli: hora per quefto ui di
cocche ilfegno, ouero balzana, quanto è meno, tanto
e
più daflirmarfl,che ognipicciolo fegno baila afar co«
nofeere la complefiione di ogni maniera che fia»
Ma non uoglio che penflate che il liardo rotato,o m
rumente il bianco mofcato,ey argentino,coWe{lremita]
negre,ey ancho il grifo, hauendo del bianco, nonftano
di gran ualoreÇcofl come ui difiyhe quantunque babe
tiano delflemmaMmor corruttibile,
er molle, nondU
meno perche dimoftrano quelle rote,o macchie, o parti
negrefignun di loro farà flemmatico falfo(humor acre,
er incorruttibile) che nafce da colera adufla, ey flem*
ma, talché per ciò uidico che fogliono ejfere i caualli
di tal miftura dipelo,generofi,V affai ualentì:
er'an*
(hor di quejla compleJ?wne,fard ilfaggenato fopra ne
gro,ma tiene più del fuperbo,perche non ha tanto deU
l'humido:Cofi come ilfauro metaìlino,hauwdo più deh
Vadufio, farà parimente più fuperbo del baio cajìagno.
Et è dafaperfi che quando il pelo negro fi genera
àa colera aduûa,il caualìofaràfuribondo,animofo,
er
di molto
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P R I M O                      il
dimolto fenfo,fj affai fiate fuol'effer fraudoïcte, ©* in
ganneuole,ar dice uolgarmente,zaino,ma quando uieti
da humor melancolìco naturale, fari egli aÜhcra timU
do,duro,w pigro,?? quado ha deÏÏuno,o deWaltro, no
femprejìpuo al muûaccio
er a i fianchi rofii, o negri
conofcere,o ueramete didinguere.eccetto che per li co*
&umi,CTper lo ualore de gli effetti fuoi,perc)ie alcuna,
uolta fallifce, che quantunque egli tenga ì peli negri fo
pra ifianchi,conformeal corpo, potrebbe ejfer anchoa
ra lafua complefione di colerico adufto
er non di tne*
lancolico naturale,
cr quekofara il morello perfetto,
alquale conuiene molto alcun fegno bianco, pur chtfì*
nelle parti doue accade,cofì come ancora couiene al mo
reUo mal tinto,cbefì dice Andrinojalche
come la uirtu
del pelo è maggiore(fé in ejfofono perfetti fegni)flmil
mente quàdo uifojfero mali,è meno da ûimarfhla onde
mi pare a propofjto diruichel cauallouuolhauerelc
balzaneche no fan troppo calzate,per la ragion che iti
difii dinanzi, eyfìanchora fecodo fi giudica per Copre
che nafeono da lui,tanto più uakndo,quanto menofak
nofopra le giunte dellepa&ore,
er benché molte uolte
que8ìfegnifalUfcano,crJì ueda l'effetto contrario,no
perciò mi pare tacerglì,e qualfarà il meglio, çr quai
il peggio bora il diro.
il balzano della man della lancìafarìmaneggiunte,
di buonfenfo,mafuoVeffere defaflrofo
.
il balzano deÜ4 man della briglia non è da troppo
filmar fi*
Il balzino del pie deflro,/ì dia arzillo, çr benché
neü«
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tt                    LIBRO
nelle opre fuoVappar ere eccellente, gttardifi ogni ctual
liero in battaglia trouarfi [opra di effo, perche farà c<t
ual fuperbo,uitiofo,ey infortunato.
il balzano del pie della fteffa, è di (lima grande et dì
mo&ra quafi fempre, ejjèr di buon core, ej affai corri*
tore.
: il balzano delle due mani,farà defajlrofo,& malfar
tanato,& fia pur con Vuno o l'altro piede bianco, che
non perciò fé gli toglie- totalmente lafua pefìima quali
tà, perche la ragion uuole che il cauallo habbia fempre
piu bianco di dietro che dauante
.
\l balzano foto di duopiedì è ben fegnalato. V.tfe di
piu tiene la ûelia nella fronte,maggiormente è da fame
mirabil conto : Et quando fenza la/Iella quejìo balza»
no de gli duo piedi hauejfeto l'uno'o l'altra mano bian
ca,<& tanto più [e f offe la deftra,quantunque fiafegno
di prezzo non farla di quello ualore
.
\l balzano de quattro,deìle mani,ey de gli piedi fari
cauallo fineer»,
CT di buonafantafìa, ma rade uolte di
molta f orzi
IJ balzano della man della lancia, er del pie deüro,
fi dice canal trauato pericolofo et da farne pocoûima.
Il balzano dtlla man della briglia,et del pie della Jlaf
fargli èfimilmente cauallo trauato, Et bêche flit di mal
fegno non ècoficattiuo come l'altro.
Il balzano della man della briglia,?? del pie deliro,
fichiama traflrauato,conforme a l'ejfere dell'arzeglio,
anzi peggio, perche fura egli mortal/fîimo
, er fucile
cd cadere.
M
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PRIMO                       ti
\l balzano della man della lancia, ty del pie della
fiaffa,purfi dimanda trafìrauato,ey fegue anchor quel
li effetti,nondimeno in parte,non farà fi male,cT lafcict
rete l'opinion di coloro che uogliono che uaglia molto.
Ma notate che tanto il trattato come il tra&rauato
fi genera nel uentre di fua madre, con le dut balzane
Strette, & giunte infieme, tal che dipoi com'egli farà
nato
, er fi caualca naturalmente quando fi maneggia,
Cf corre,fi giugono,ey aUhora in ogni caduta, l'un pic
de difordina l'altro, çr per queSta cagione fon pefiimi;
er defaûrofi,ma il traûrauato, farà di maggior malia
gnità,peroche le fue balzane ejjendo trauerfe,ey oppo
fite tuna a l'altra più confufamente s'inuiluppano, ZT
fé ne glialtri fegni bianchi foffero alcune ragioni, onde
procedano i buoni
er mali effetti loro,perche mi pare
che non ui fia fondamento uero, in quefle cofe occulte
di natura, ho voluto tacerle, confermandomi con quel
che fi uede chiaro
, cofi come per quel che fé ne uidde.ì
Romani conobbero la infelicità
er male augurio del ca
uaÜofeiano,benché f offe di rara bellezza,
CT lafciando
h openioni giudico folo per la lunga ejperienza, laqua
le fenza dubio quant'ho detto ni farà noto
cr per que»
fiifegni,ty per gt'altri che ui dirò appreffo,il più deU
le uolte,ui hadimojlrato,
er dimostrerà la qualità fua,
GT la buona o mala fortunale egli tiene.
Il balzano delle parti di baffo, che dinota buon fé*
gno,fedipiu ha la Stella nella fronte,ouer amente tiene
la lifta biâca che gli difeendaper la f accia fenza toccar
gli le ciglia t
cr che non gli giunga difopra il muftdc<=
tio,&
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i4                     LIBRO
ciò, er fìmilme ntefe ha Vuna er l'ultra fura perfetto,
er di molta bontà,ejfe il cauullo non f offe balzano,et
folo teneffe quejìifegni,farebbe di un core, & di buona
uirtu.
llbalzano delle partì di baffo,cht minaccia male ef
fetto-.S'eglihu lafleHa,ouer la lisìa nella faccia,o ïuna
er laltra,quuntunque inparte, queue diunofuuore al
pelo,poco fi rileua dalla fua malignità.
Il cuuaUo che ha la üeüa bianca nel fonte, che non
gli fa liftu,er ne tiene un'ultra difopra il muflacciofa
rà defiflrofo,
er di mula bocca ,mafe di più hauejfe ta
balzana nel pie della ftaffa,per ejferfegno di molta uir
tu,quel diffetto fi gì'annullar ebbe
.
Et fé ciafcuna di quefto balzane,o di buono o di mule
tffettofojfe con alcune mucchìe negre,cofi come quejlo
al mule farebbe in maggior uitio, co fi al bene crefcereb
le in maggior bontà, tal che affina Vejfere del cuuaUo
in quello ûuto>doue loritrouu, Benché molti uogliano,
che la balzana fenzd il negro fiufempre megliore
.
1/ Kupicuno co i peli bianchi della man indietro,DU
moftru ualer ajfui.,
er ejfendo feminato di quelli della
tnan inanzhilpiu delle uolte hauerà poca forza
.
il cuuullo mofcato bianco per tutto il corpo,fuoVef*
fere di qualità buona,
er ajfui fiate eccellente, er più
er meno fecondo fopra di che pelo furi, che per quel
cheiCho detto de ibeli, du uoiìtejfofenzapiuaUongar
mùji potrà facilmente conofcere\ Mufefojfe mofcuto
folo ne ifiunchi uerfo lugroppu,o nel coUo uerfo lejpal
le furia dimulfegno,etjl chiamarebbe CuuaUo uttuuana
to,
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PRIMO                       uf
to, per cagion che quitti cauaÜi nafcono dal mezzo di
giugno infìn aUa metà £ Sgotto: Et perche fono di poa
chi giorni, col muflaccio nonftpojfon togliere i Tauu
ni da i fianchi, ne ancho giungono afeacciar con la co*
da quelli che gli fon difopra lefpalle, onde atthora non
p er natura, ma per quei morfl hanno ipeli bianchi:
er
effendo tardo il nafeintento di efii,fon dì minor fatica^
fi per caufa che al maggior bifogno lor manca rherba,
rj le madri non poffono abbondar di latte, fi anchora
efee quando arrìua Vinuerno non hanno Vetàconueniett
te afoffrire,&fegli diminuifeono leforze,ej non fon
gagliardi,come glialtri.
il cauallo bianco mofeato negro ,farà molto Uggite
ro,& affai deflro,<& di buonfenfo,® (ìmilmente quart
do è mofeato roffo , nondimeno il negro fuol'ejfere di
maggiorforza,er di maggior animo
.
il cauaUo di pelo Uardo, cbefolo Hem alcune mof<
ebette roffe>ouero leonatenettegarze,etnel mujiaccio,
farà fuperbo, zrfuok alcuna fiata, fdegnarfì di bocca
.
il cauaUo gazzo,ilpiu delle uoltefara fallace,®- no
dipurauolontà.
il cauallo che ha bianco il negro de gliocchi quan*
do caminaper la neue,
er per lo freddo, nonuede così
bene come ne glialtri luoghi.
il CauaUo, che non tiene fegno biaco nebalzMafuo
lefpefò moflrarfì Ramingo : eyfara maneggiante,&
decade à caual fogni pelo, ma più al Morello, ej *
ogni forte dipelo Baio, mafiimamentefefoffe ofeuro.
il Ramingo è, quando il Cauallo non M determinato
con
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%6                       LIBRO
con animò fchietto,et l'uno farà più maligno dell'altro,
che uolendo sforzarlo, tanto maggiorméte anderà con
duo cuori,tra lo andar
er non andare, preualendofi di
fcbiena.
Se il CauaUo ha il Remolino folo ouero accampa*
piato con la Jpada Romana fopra il collo apprejfo i
crini,farafortunato,ey tanto piu,quandop affa egual-
mente dall'una banda,ey dall'altra :
Et ancbo è bene et
affai megliore, quando l'ha fopra le fronte, ey molto
più èfegno da notarffej di animo puro, crfortunatif
fimo in ogni battaglia,quando il tiene ad ambe l'anche
didietro,apparo iltronco dellacoda, dou'egli non può
mirarjì: "Et benché habbia qualunque périma balzana,
tenendo queûo fegno,non folo in gran parte: Ma forfè
totalmente farà rimoffo da quel influffo maligno-.Non*
dimeno,quando il Remolino glifla netta ffatta, ò fopra
il corteo in altro luogo de i fianchi, ò doue con l'occhio
può uederfelo,è male, ey infelice fegno, ey oppòfìtodi
quelc'bo detto,cy farla peggiore, quanto più fi ritroe
uaffe mano al dore, ò uerfo la parte dinanzi, ò uerfo
quella di dietro : Però auuertite, che io non parlo de i
Remolini
; che fon naturali, ch'ogni cauatto gli ha ne i
debiti luoghi terminati dalla natura, ciò è, nel mezzo
delfronte,neUagola,nel petto,nell'umblico,zy ne ifia
cbi,madeglialtri,cbefofferoproduttidipìu,ò in quel
le,ò in altre partì del fuo corpo.ll Remolino apprejfo
gli antichi fi chiamauaCirchictto,chefon certi peli rU
torti, etfogliono effen circulatipiu o meno di un qua
trino,?? affai fiate fon lunghi,più zy meno Àguifa di
una
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PRIMO                     t7
una penna : lacuale lunghezza hora fi dice fyada Kos
mana.
Et benché il Cauallo fia di buon pelo, cr henfegnae
lato, la onde dìmojìra complefiione gagliarda,ey non
Colo buona uolonU,ma felice conflellatione: Nondime*
no,è necejfario, che ifuoi membri fianogiuüi, eyfor*
matì conia debita proportione,altrimente la uirtkfua
non farebbe compita : tal ch'io per fatiareil uoflro dee
fio,quali debbano efferejldirò breuemente,comincian*
do però, dalle parti di baffo, doue prima il Caualiero,
udendo mirare la qualità di quello, ha da fermare non
folo gliocchi,ma anco ilfuo difcorfo.
Il Cauallo uuole hauere il corno delle Vgnie, lifcio,
negro,largo>tondo,fecco,& cauatotEtfe purfoffe mot
le.effendo ampio di calcagno, farà con maggior fegno-
di lcggicrezza:la cagione è quejla,che nella campagna
dal di che nafce, fempre camini leggiero, perla debos
Uzza de îugnie, nelle quali non fi ferma fecuro, ma fi
uà preualendo delle braccia,^ della fcbiena: Le corone
fottili.O' pdofe:
Le paûore corte,ey non troppo cola
cate,ne ancho troppo erte, perche farà forte di baffo,
cr non facile al tramazzare auante : Le giunte grofie,
er/è tien il ciuffo dietro di effe dimoftr era forza: Le
gambe dritte, er late : Le braccia neruegne, co i can*
moli corti,®- eguali,
er giuüi, er affai benfatti : er
parimente le ginocchia grojfe,fcarnate,& piane:! la»
certi de ifiincbi in fu legenocchia,quàdo egliftagiun*
to,fìano molto più larghi dalTuno aU altro difopra,
che non difotto: Le JpaUe lunghe
er late,ey fornite di
B carne:
.--'.:>.
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ïS                   LIBRO
carne-ll petto Urgo ?? tondoni collo non habbia trop
po del corto, anzi più pretto del lungo ; grojfo uerfo il
petto,?? inarcato nel mezzo,et fottik uicino al capo:
lx orecchie picciole o ueramente acute
er erte, con
giufla lunghezza,ey larghe più
er meno,fecondo con*
uiene alla taglia che ha : ha fronte fcarnata,?? ampia:
gliocchi negri ej grofii:
Le conche delle fopraciglia
piene;?? ufeite in fuor a:
Le mafeette fattili,?? magre:
Lenafche aperte, zrgonfie, che in effe quaft,fiueda il
uermiglio di dentro, accio lo alito gli fia facile,?? ca<
gione di più lena:La bocca grande-.Et finalmente tutta
la te/la infime uuoVeffere, per la Ghifa erper incone
tro,lunga,fecca,ç? montonile in ogni luogo mo/ìrando
le tiene : Ma per Ginetto alla leggiera fia picchia con
lemedefimeparti,cho detto,ma nonhabbìatroppo\aU
Vhora lafìmilitudine del motone.l crini rari,?? lunghi,
er non uitupero Voppinion di chi uuole,che fiano foU
ti
, perche non effendofouerchi, er in molta quantità,
pur fono di filma ; & fé fono crejpi o ueramente calui
dinotano più gagliardezza,fe fojfero grofii eglifareb=
he di robufia naturatosi quanto piufofferofottili,tan
to maggiormente dimofirerebbefegno di buonfenfo,et
Cprarfi leggiero,?? di effer delicato,?? non troppo ga
gliardo nelfuffrin-.lt Garrefe nonfolo acuto,ma quafì
difiefo
er dritto, & che iui fi uegga il dipartimento
delle Jjbatie'.llDojfo corto,?? cheuonfìa uoltato ne in
alto,ne in bajfo:l lombi tondi,?? è )nigliore,quàto più
fono piani uerfo ladina di mezzo: laqualefpinauuol
egli hauere accanalata,?y doppiale cofie late,?? luti
-ocr page 19-
PRIMO                      te,
ghe,con poco tratto dalla coûa di dietro al nodo rfefl's
anca: il uentre lungo,?? grande,?? debitamente nafeo*
ûo difotto di cimUe :
I fianchipieni,?? anchora il Re*
molino naturale, che iui apprejfo in cìafcm di loro fi
truoua, guanto più fiale di /opra,
er Vuno mira Valtrot
tanto meggior appare, che il CauaUo fia leggiero : U
groppa tonda, ?? piana, e? un poco caduta con un cas
naie in mezzo : e? che habbia gran tratto nelfuo tra*
uerfo da nodo,a nodo
: Le cofeie lunghe,?? late, con le
offa benfatte,?? con moltacarne di dentro
er difuos
ra: Et s'egli tkneigarreti ampli, afeiutti,?? fiefi'.
Le
falci curue,?? Ute,a guifa di ceruo,farà ueloce er dea
firo : Ma hauendo l'anche e i garretti curui,
er le falci
fiefe,farà naturalmente caminatoreiLa codafornitadi
peli,
er lunga infino a terra col fuo tronco groffo di
giufla mifura,
er ben posìofra le cofeie, quantunque
alcuni uogliano, che fia rara dipeli, e? fé quelli peli
fu fero crejpifarebbefegno da ûimarfi:
I testicoli col
fuo membro fan piccioli,benche de i gradi ne fono pur
caualli di prezzo, ma io parlo fecondo la uera ragione
di fifionomia,?? fecondo il più delle uolte, la ifferiene
za dimoftra :
E notate, che tutti ifuoi membri deano
corrifpondere alla grandezza del fuo corpo,?? confor
me al ceruo più alto di dietro,che dauante:Verò e fendo
bafo dinanzi più del douere, farebbe al corfo pericolo
fo:cy molto fi ha da ûimare,quando tiene animo,?? fit
ra leggieroM cbegligiouapiu della forzi '■ Perche ef*
fendo egli forte
er uile, er non hauendo leggierezztt,
non hauerÀ in maneggiar/i, quella uirtu,o' attitudine,
B % anzi.
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i o                       LIBRO
anzi) quando fari leggiero, er animofo in ogni trame
glioM'i che non fìa di molta forza,durerà più del fors
te, cr nelle opre farà giudicato affai più uagbo ;
Nora*
dimeno bauendole tuttegiunte, egli farà fìngulare, £F
da farne conto.
Ancbora mi pare conveniente f and noto, che quat«
trofono le qualità,deu"ej]'er della febiena del cauallo.
La prima fi è, quando egli è debole, ey Fabandona,
o neramente nauiga,ìlombi quando camina.
La feconda, quando egli nel primo,che fé caualcafì
agruppa,
erfimilmeüefa, quandogaloppa,oquando
fi mole maneggiare a repolonì,cbe per più non potere
fa tutto quel che può
; cy unifee lapotentiafua,ry ca*
minando un pezzo di quel modo, non potedo refiflere,
di poi fi dìmete,cr marinamente a lungo andare: On=
defìuede lafua naturai fiacchezza
> CT que&o difetto
farà menor delTaltro.
La terza fi è,quando eglièduro,ey fermo,ey faldo,
fenztcaUrjì ne alztrfi difehiena, tal che dimoflra,che
fia cauallo diferro,gr è da ûimarfi molto.
Laquartaftè, quando egli non folo farà fermo,ey
duro, cy faldo difehiena; ma neW incominciare, çy nel
finire fempre fi agruppa, ey forfè farà il fimile ogni
uoltuhefi richiede: ey fé pure lafeia d"agrupparfì,la
fia forza flara fempre unita nell'ejfer fuo
, eyfarà il
primo fia tutti per lafuapoffanza.
Et non penfiate,che il cauallo, benché fia bene orgae
niza'-o dalla natura ,fcnza il foccorfo humano, ey la
uera dottrinatola dafefiejfo ben oprarjì,percht bifo
gna
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PRIMO                      ir
gnu co Tórte fagliare ì membri,et le uirtu occulte,che
in luifono,ey fecondo il uero ordine, çr buona difcipli
rid, più o meno farà chiara la fua bontà
; anzi l'arte,
quando elia è f alfa , lo ruma,
er gli cuepre ogni uirtu,
co fi come,quando ella è buona fupplifce a molte parti,
oue gli manca la natura: ey meritamente il nome di cu
ualiojn lingua latina, non
««o/e dire altro, che giudo,
perche,oltre la ragione dagli antichi afiignata,gli bU
fognatroppo mifura, giudo alpajfo,giudo al trotto,
giudo al galoppo.giudo alla camera, giudo al para»
re,giudo al maneggio,giudo a i folti,
er finalmétegin
do di teda,& giudo, quando fin fermo,
er giudo ©*
reale fi unifce con la uolontà del Zaualiero, che gli fin
di fopra:Et oltre di dogli conuiene,'Jpaffo e'euato, il
trotto difciolto,il galoppo gagliardo, La carriera neh
ce,ifald sgruppati, il parare leggiero, il maneggio fes
curo
er predo: Et perche il cauallo naturalmente dal
di,che efee dal corpo di fua madre, camina di paffo, &•
galoppa,?? corre : ej niuna co fa fa meno,
er con più-
difficulté, che il trotto per quefta caufa, uolete fempre
fopra di effo alleggerirlo, che cofiuerrà più giudo,
er
aÙa perfettìon di tutte le altre uirtù,le quaiparticular
mente appreffo ui far amo chiarite, che da quel trotto
il Cauallo uien a prendere alpajfo,agilità: Al galoppo
gagliàrdezza-.alla carriera,uelocità: a i faltijombo
er
forza'alparare Jeggierezza: al maneggio,fecurita,zT
ordine grande:
er aüa tefla,tj al colh,& alTarco, in=
finita fermezza,ey alla bocca foaue,cr buon appogio,
il che èfundamento d'ogni dottrina.
B t Terò
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zi                      LIBRO
Però dunque, fé miete, che uengha in quejle perfet*
tionUcomegli anderàficuro,& foto in cauezzana, ferie
za,ch'altro il tiri,primìeramente,quandogli mont aree
te addoffo, bora menSdojì con carezze,etbora da guai
che perfona,che fé gli troia attorno con minacciarfi,et
jpingerjì con le maniglia banda deflrafi uferà diligent
tia grande, à farlo accodar in un poggio, doue farete
uoi, aficurandolo tuttauk difopra ton la mano,cr co
fipiaceuolmente caua\cbarete,ej nonfolofin cheui ac
comodatele m^i,maper unpezzo-fenza lafcìargli fa
re motiuo alcuno,ftarete firmo, accarezzàdolojpejjb,
aUhora, nel fio collo : çfapprejfo il faretecaminart
Mante da circa duo paffztti,pian piano, fermàdoui un"
altrauolta:& tantoüo dopoifeguirete iluodro carni*.
tto,àfar k opre,comepredo uè le dirò: Ma,quado egli
porterà la briglia,
er totalmente fi faprà operare, er
uolete màtenerlo,chefìa ben injlrutto aUe uolte radop
piate,ogni fiata, che cavalcate,
er fetefopra di lui,ca*
minato,chehauerà co quelli duo paletti, delmodo,cbe
qui ho dettodo uoltarete pia piano fei uoltejue da mi
deftra,çr due da man Jìniftra,cr due altre uolte,a tuU
timo, pur da man deflra : O ueramente faretefoh tre
uolte,compartute una per mano, che la prima
CT l'ulti
mafia da man dejlra,ZT fermar eteui un poco :
er indi
auolonta uoflu,caminanteper ilucflro uiaggioiauer
tendoui.che in ogni uolta, egli fempreil piede contra*
rio uuole iiicamUare difopra l'altro
, er' diffufamente
uelfaro più chiaro, quando parlato ielle uolteradop»
piate.
Et
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PRIMO                      it
"Ëtfe il cauaUo o per timore deUa fatica, optr mu
tno, che haprefo,oper infinita fuperbia naturale, non
Ce uokjfe auuicinare al poggio, per farfi caualcare,
er
uoi alihora con un battone fra le orecchie, ey nella tès
fra
> O" fuor , che a gli occhi in qualunque parte deU<t
per fona, ui farà più facile(effendo però incorriggibìle,
er dì molta malignità) mirabilmente,®- fmxA rijpeta
to lo cauìgarete : ey in quello infrante minacciandolo
con twibil uoce : che in tal maniera, uedendouì dit ere
minato:uerrà mafueto,® fenzafar mai pin difefa,coe
ìrìagneuo fi accoflerd, maftuuole auuertirt accarez*
Zarlo fempre .che egli fi rende,®1 ui rijponde bene.
Si potrebbe ancora correggere, pigliandolo aUungot
quanto jìpuo, con la man deflra per le redine, o fé pur
non tiene la briglia, per la corda della cauezzana, &
uno,cbc con la bacchetta gli ander à di dietro, il batte*
r'1 nella groppa, follicitàdolo, che trotti,o galoppi con
quanta furia fi può, girandouifi attorno attorno dalla.
man defrra. Et alihora nonpartirete il pie deflro dinait
ZÌJouefrritroua, ma falò girando ìlpièfiniftrouerfò
di lui, lo accompagnante in ogni torno
; out femprt
(uoi,che lo tenete) uitrouerete nel mézzo:
er tantoe
&o,che da quella mano farà con infinite uolte affatiga*
to,poiìponendo la uolta, prenderete le redine,o la core
da con la mano finiüra:® lo farete foÜecitar da colui
con la bacchetta, parimente ad altre tante uolte dalla
| man finiûra,® come alihora col dettro cofr farete col
pie fìniftro,non morendolo da quella parte: ma girane
4o l'altro piede: à questo modo lo uolgete dall'una,^
B 4 taltn
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24                    LIBRO
l'altra mano trastullar un pezzofin che uì parerà, che
fia uìnto,ey totalmente fuggetto. Et fé il cauaìlofojfe
di mala uoluntà,
er colui non baftaffe a farlo andar a
cerchio in quei torni,oltre,chejì ci potrebbono agiuna
gerepiu perfone con kbaccbette,uotpotreQe tenere
un'altra piti lungi di que!k,con la man fìnifìra,
er ca*
blando uolta dipoi,cambiarla nella man deflra,onie af
faifiate,uoi foto battendolo di bacchetta di dietro, hor
con Vuna,
er hor con. Cdtra mano yfenz* che uifiano
altri,lo farete liberamente andare a i torni come fi uè*
de,talche ufarete, fopra di eia quello, che a noi parerà
infuo corregimento più facile,
er gli farà tanto grane
che manfuetaméte fi farà caualcare,ey in ubbedirui lo
trouarete più pronto,
er benché accada in ogni età dì
cauaUo,nondimeno a poktro,che fa refiûéza nelle pri
me uolte, che gli montante fu, uale molto, CT gii farà
utile,
er a propofìtofuo più di qualfì uoglia caibigo.
Et uolete caualcare,& flar fopra di ejfo,nofolo con
animo grande, fenza tema di lui: ma far concetto, che
egli fa con uoi urìi&effo corpo, di un fenfo,zT di una
uoluntà:& dipoi,chefarà difciplinato,aUa guifi,che io
UÌ diròfempre,chefi maneggia,®1 prende la uolta,uo=
lete uerfo quella banda accompagnarlo con laperfona,
fermo,eyfildo,zr fenza pendere da niun lato, mìran*
do la teüa del cauaUo ,fra le orecchie, non pur in quel
tempo,mafpeffo^effo,quando camina,ey trotta, ga«
loppa
: er correjfa le quali orecchie,il muro nafo,che %
ftarà nel dritto del mezzo del fio ciuffo ,ftrà ilfegno
h fard conofeenft uoi fedetegiuflo fopra lafélfaç?
fi
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PRIMO                       a
feegli uà di collo, o" di tejla con quella giuflezza, che
gli conukne,è ben nero, che fin in tanto
, che far a infU
gnato, dandogli lettione,uolete, quafi continuamente,
abaffar un poco gliocchi daUa banda douegli fi uolta,
O" uedergli k braccia fé uanno con ordine, perche an*
dando fuora del debito, accorgendouenepreüo,ui tro<
uarete a tempo,non men in dargli castigo, che in acca*
rezzarlo,quando egli andaf]e ordinaiaméte-.ma dopai,
che intenderà bene.farete come ui ho detto dinanzi,che
altrimente farebbe uitio no coueniente a fcictto,e buon
Caualiero ■ però notiate,che effendo all'incontro del ni
mico,combattendo, fì uuol mirare atta man detta ffada
di quetto,& a i motìfuoi,ey non in altra parte,benche
pur atthora, per effer la uirtk de gliocchi di tata uifiua
capacitif uederd l'uno ex l'altro,crquadofaUd o ue
ramente para,ey a qualunche cofa, lo accompagnerete
a tempo,coforme al motiuo ch'egli
ƒ'arà,coft come egli
a tempo riff onde al uoûro penfiero,ey in ogni riehiea
fta, perche bifogna, che il uoüro corpo con lafcbiena
uadi giuüo,z? gli fia corriffondente,& ordinato, con
non meno concordantia,che fé fuffe mujìca,^ fimilme
te la man finiftra con le redine,?? la defira con la baca
chetta,ey fopra di lui caualcherete giu&o,<& uiferm4
rete con le ginocchia,
er unitamente con le cofeie ben
poûe,eyfigiUate con la fetta: et lafciarete calar legarti
be dritte, nel nodo che le tenete, quando fete in piede:
t er quadofara il bifogno con effo lo aiutarete piu,o me
no fecondo accaderìrey lafciandole calare in quella for
ma ìpiedi mimmo
, apofarefopra, le jïaffe a ì loro
debiti
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2<f                         LIBRO
debiti luoghi, con la punta,® lo calcagno fogrìun di
Rigirati doueconuiene, che wltando uoi, quanto/i
può, dalTuna,o Valtra banda il uifo giuûo, ftnzafor*
xarlo,®- fenzamouer ilcorpo,® calandolo baffo,uer
fo la ftaffa,ui accorgerete, eh la punta deluoûropie*
Aefiarà nel dritto delia punta del uoftro nafo,eyfecon
do la qualità della fella,più o meno caualcherete lugo,
mafempre laftaffa deflra farà de mezzo pitto più cor
ta dell'altra,®- tenente lo ftaffile difotto ilgmoccbio,
perche fi anderà più gagliagdo, ®- afaipiu difdolto',
cr più da maflro in aiutarlo, tanto a ifalti, quanto al
maneggio,®- quello è quel.cU hoggidificoÛuma; Ve*
rò,quando tenente lo ftaffile dìfopra il ginocchiere
rà a caualcarfìpiu lungo,®affettato,mirando ciafeu*
tta punta de uoftri piedi al dritto della punta deWorec*
chia del cauallo,® non al dritto deÜaJf>aÜa,come alai
ni diconeperche farebbe falfo. Qneftafoggia di caual
care, con lo ftaffile di/opra il ginocchio, anticamente
era più da galante,® in ufo,per caufa,che i caualieri a
quel tempo ufauano molto i cauaUi armati di barde, et
bifognaua (per arriuare al uentre di quelli,) che ift>ro
ni f offer o lunghi circa unpalmoM che erano coftret*
tUquafxper necefiità,caualcare in quella maniera,quatt
tunqut inparte,pur cofì accadrebbe faifibord,qua~do
fi caualcajfe un caual bardato al modo antico,finalmet
te nel corpo,nella fchiena, nelle mani, nelle cofeie, nelle
gambe.,® nelle calcagna fi'uuole hauere tempo,®- mi*
fura ,ilche nafce folo dal buon difeorfo,® dalla buona
dottrina,® dalla lunga prattica de caualli,
er apprtf-
fo
>
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PRIMO                        17
fo tutti gli ordini da paffo inpaffò,al difcorfo ch'io fit
rò,ui faranno chiari: Ma fin che ilcauallo arriui a quel
termine di ponerfegli la briglia, come pre&o uel dirò,
gli farebbe affai più conueniente caualcarjì con Ubar*
della,neUa quale intendèdo bene le premure della fella,
fenz'altro dire,faprete da uoìfieffo accomodami, ey
con le gambe ferme,ey tirate abboffò, cofi come deca*
de,cr ui auuertifco,quanio dopai gli conuiene la fella,
che fé gli ponga piuprefìo auante, che dietro, che non
folo farà il cauaUo più uagho, ma più aiutante,?? dna
chofopra di lui parerà più atto,
er acconcio ilfuo ca<
ualierofaluo s'egli foffe troppo baffo dinanzi,?? cor*
to di coUo,che da fé continuamente,quelld,gUanddreb*
beuerfolejpalle,
Dapoi,che gli farete addoffò, er egli farà ben affala
to onderete alla campagna di trotto, da dritto in dritc
to,da circa cento pafii'deUa mìfura giusìa,per terreno,
che fia nouamente rotto afolchi daWaratro,?? iuidp*
preffo (cominciando dalla man deüra) flampdrete duo
torni,ey fopra di quei torni fiampat'ufeguendo, farete
daWuna man,ey daïïaltrdjue uolte,cy mezza di trot
teche fon dieci torni, che cofhcome i primi, ancho gli
ultimi torni forati dalla man dejlra,et al fin di efii ufic
do,caminarete di trotto da dritto.in dritto poco più, o
meno dì altro tonto ffiatio, quoto giri un di quefti tor
ni,chefarà da ducente cinquantapalmi,oue poiui fera
morele un gran pezzo, tenendolo eguate,cr giuûo.fer
mo et faUo'.cr per otto giorni non fot ete altro,mo di*
poì,che farà fiato cofi fermo,
er uoìpianpiano il faro
te
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a 8                       LIBRO
te uoltare da man de/ira, un poco larghetto da j
accio non fi facci molle di collo, ej Wft
fla uè ne andante uia di trotto, a difmontare uV
ualcaûe,& per ajfecurarcilo più la medtfimo :pe« aU
cune fiate,piacendoui,glt leuarete la bardtt
Etfì uuol auuertire ognifiata,ch''egli fifermi,tt tr
lo giuuo,çr eguale,come ui ho detto dinanzi'^' qttt -
do egli andaffe a fermar/i torto, con la groppa
, o nero
con la fua delantei-a più girata da una, che dall'altra.
parte,ouerfe tutto infieme eglifuggiffe da una banda,
ui guarderete adrizzarlo ne con lo calcagno, ne con la
bacchetta, perche no conofeendo ne l'uno,ne l'altro,fì
potrebbe facilmente diftonarety forfè anco,poner in
fuga:ma urfhuomo a piede lo butterà,fingendolo con-
te mani al coflato,ielU groppa,o della bardella, ouer a.
laffaUa,da quello lato, doue fi trouerà fucra difegno,
<tidrizzandolo,ty ponendolo in quello luogo, alquale
ftarà giufìo,con le gabe di dietro,?? le braccia dinan*
zi in un dritto di quella pifta,doue fi uà a tenere,?? fra.
le altre cofe,queüo pur fi potrebbe ufarper aggiufiare
ognicauallo,di qualfi uoglia età,, che fé fia, che fi fere
ma torto, per la mala creanza, che hebbe, <&- ejfendo
uecchio a quel mal ufo,iui anchora di più, fi potrebbe
da colui, che lojpinge caligar di bacchetta,
ntfe non uolete fargli que$o,ey uoi com'egli (qua
tunquefe gli porta la cauezztna giufia, fi ferma tore
to, caminarete dì paffo, piti oltre pian piano infin'a
dieci palmi, uerfo il dritto, doue fi ha da pò fare, cj U
dipoiuokte fermarlo, tenendo più tirata la corda del*
U
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PRIMO                      jp
là cautzzana dalla banda contraria di doue torce, pin
çj- meiwficondo ui sforz<t,che in tal modo uerrà a fer
marfucome contarne.
Voi, che comincia dconofcere h fuggettione, ey in.
parte ui ubbedifce : SegU pur fi ferma, in quel modo
potrebbe addrizzarfì.aUbora da uoifolo, con que! po»
co di corda fouerchia della cauezzana, che èaÏÏMna&r
daValtra mano uìpende,con tffa temperatamente bat=
tendolo nella jfaÏÏa, o nella grappavi quella parte con
trarla della /palla, o della groppa cVegli tiene fuori
delfegno,nel qualfegno, cofi egli piaceuolmente jìpor
rà giuûo : çrfino in tantoché fé gli pone la brigha,uì
guardare1 e fargli con la bacchettale quefto,ne altro :
Anzi tenendo la cauezzanacon la briglia pur auantag
giara (per molti giorni) non portargli bacchetta.
Ei ui dichiaro,cbe fé il cauaUo, e' di poco fenfo,o me
rament e è debole
er magro allhord ,fin che egli fari
confueto,& ben folito a caualcarfi, ç/ueûi torni fi uoe
glino{lampare dagli altri cauaUi,
er non dal uoftro,
accio con maggior animo uenga determinatamele più
libero etgiuüo,per quella uia fatta, della maiefe rotU
de ì torni ey fé ufeiffe dallapiüd
, tantoüo fi ritroue»
rebbe dafefleffo caligato,tornandoti dentro, perche
gli farebbe meno fatiga trottare per la uia battuta
, I
quali torni, come hauerò un pezzo ragionato con uoi,
uè gli dimoftrerò più chiari nel fecondo libro, non folo
con parole, ma con la figura fua naturale
; er anchor
queüi torni accio fì facciano con maggior facilità più
giuûi,& di una mifura, cofi Vuno come l'altro, è bene
-ocr page 30-
                          LIBRO
M primo fin tanto, che faranno fcolpiti, crfene ueda
qualche orma nel terreno Campargli dipajfo,
cr doe
poifeguirgli di trotto.
Apprejfo di queüo ogni di crefcerete una uolta di
piu,^ come fete giunto a cinque uolte
cr mezza, che
fon umtiduo torni, o poco più o meno, fecondo fard, il
fuofenfo,non gli uolete più ne crefcere,ne mancar il ntt
mero,peròprima,cheftfmonti,ufcito chefete da itora
ni,crpofato che è,farebbe al propofìto fargli fare da
circa trepajjètti addietro,che faranno da quattro pale
mi,& /ìmilméte,dopoi pian piano ritornarli doue era,
fiando pur iui un pezzo.cr nel fine a uoluntà uojìra uè
ne partirete.mafe fi pone in defenfìone no lo sforzate,
che ben fi retirerà col tempo,
cr con la briglia, o uero
congliordinì3che minutamente nel fecondo libro uè fi
diranno,
Ma fé il cduaUo è gagliardo,quando lo uoltarete da
man dejlra,per andaruenc uia,come ni difìi poco auane
te,dndareteper la medejìma pitia di trotto, da dritto,
in dritto, infitta ì torni rj non più, cr apprejfo pian
piano il uoltarete da man finijlra,
cr tornarete indie*
tro,purper quelle pedate, infln al capo da doue prima
partiüe,®- un'altra fiata uoltandolo daman dekra,ca
minaret e di trotto, in fin a i torni,
cr ui pòfarete, che
tra lo andare
cr uenire a dìetro,faranno quattro fiate:
er queûo numero lo auantagiarete ognidi,fecodo più
o meno conofcerete la forza fua,
cr dipoi, chefete un
pezzo fermato,fmontarete in quello luogo, o ueramen
te andante di trotto afmontare alfolito uodro, come
facejlt
-ocr page 31-
PRIMO                       Si
facétie di prima.
E da notaresche benché alprimo,per alcune fiate, fi
uuole uoltare un poco larghetto,accioflfacciapittfer
mo,v duro di collo, addrizzandoft però nella uiadel
repolone per un fegno fola, nondimeno a poco a poco
ogni di lo miete più ftrìngere,a far la uolta giuftaìey
approfimarlo pian piano a ponergti la teda, dou'eglì
tiene la groppa & fargli fempre incauallar il braccio
contrario detta uolta fopra ïaltroiin quejlaforma,chc
hora ui dirò ■• Se uolete uoltarlo da man deûra sfarete,
che il braccio finiftro, uadi fopra del deüro,
er uolëdo
uoltarlo da manf\niflra,parimente ildeüroglianderi
fopra ddfniûro.
Come ui accorgete, ch'egli uà ben difciolto a quel
trotto,?? riconofee gli torni, & facilmente fì ferma,
tt uolta, gli pomrete la brìglia,che lì dimSda Cannone
con le guardie dritte
, cr fefujft ufata farebbe meglio*
re,& tenendolo per la cauezzana
, a poco a poco con
le redìne,gliela farete fentir in bocca:?? fi mol untare
di mele çrfale,cbe prederà quell'ufo di masticarla fem
pre,ej- più temperatamente fi appogierìfs al riceuer
diejfa,nonpigliando maiuitio, ne bauerà piacere,
er
aUhora,cofì come ui difi dinanzi > a uoflra pofla fi gli
potrebbe ponere la fetta.
Ma dopoi,che comincia a prendere qualche figurtà
fopra la briglia,uolete quafi ogni dìcrefeerliuna uolu
Ai più, finche arriuate atte undeci uolte
er mezza, che
fon quaranta fei torni,ouer ne farete meno,fecondo fan
ta la lenajVforza fua,cr fecondo ui rijzonde,
er co»
-ocr page 32-
3 1                        LIBRO
nofcerete,chefenz<t debilitar/}, uipoffa refijlere, biche
quello fìa numero conueniente ad ogni caual gioitene,
gagliardo,?? di gran neruo, eyper alcuni giorni non
ufeirete da quejlo, cy lo fermar ite femprc al modo,
ebo detto,z? ftmilmentefopraifolco,da'qualejìtfee,
non manchaute mai di andar alcune fiate all'uno,^ al
Xaltro capo di trotto,piu,ey meno fecondo uipar, che
poffa refijlere,
C7 in $gni capo prendendo la uolta eoe
mefacejle aUbora,et cofi pur andante piaceuolméte,a
dìfmontare et fenz<( furia poi, lo farete menar a mano.
Però come quefti tornlper la continua pifea del ca«
uaUo,diuengon duri a modo di afiraco,uolete al tempo
ch'egli farà ben ajfecurato in ejsi stampargli jfejfo in
un'altra maìefe,che fa frefca,zT fondaccio egli fi fa
eia per la profondità di queüapiu leggiero,cy difcioU
to di braccia,®" di gambe, nondimeno fé uifoffe angue
ftia di terreno, quantunque fiano duri,ui feruirete une
ebor di quelli, ma dopoifarà necefiario paffeggiarlo, o
di trotto,o dipaffo,a trauerfo
, per qualche luogo no*
uamente rotto afolchi,perche pur il cauallo,eJfendo in
questo auuezzo,farà in elcuar k mani
e i piedi fempre
facile.
Et quando egli al far de i torni, mancaJfedifuria,o
uer al fio trottar f offe ramingo,o uolejfefermarjl aua
te il fin àeUafia lettione,& fimilmente dico,quando in
efiidecaderà galopparfuUhora uoktejpefio foÜicitar
lo di UQCSj
er con quel trufeio di Ubra, che fifuolfare
a ipoktri.per dare a loro animo al caminare innanzi
cr oltre di ciò in un tmdsfmo tempo, affai uolte, uo*
lete
-ocr page 33-
PRIMO.                  3 ì
lete auertire a poco a poco a fargli conofcere Valuto
della gambà,cj dello calcagno,ìn quello modo
.
Se i torni fon da man delira, lo aiutarete dalla ban
dafiniûra, eyfefon dalla manjinifira
, lo aiutante
dalla banda deflra, nondim«no,alcuna fiata, accio che
non efca dalftgno,ejrper lapiûa uadapiùgiuûo, al
tempo che gli darete la botta dalla parte contraria,
gì'attondarete Ï'altra con l'altro calcagno dall'altra
banda de i tomùty fi in efìi cerca di andare pur uacil,
lando,àfua maggior correttione,qualche uolta lo bah
terete con ambe le calcagna, egualmente giunte
er
queûo f mile ordine tenerete anchora cogli Jproni,
quando che gl'hauerà hauuti, & della maniera che fé
gfhanno à dare, poco apprejfo uel dirò.
Affai fate accade, che il cauallo andando per gli
torni,non camina giufto,& eguale, ey col corpo gu
rato come gli conuicne,talche per ouuiare à queüo, ui
dico che aÜ'hora che fante i torni dalla man de/Ira,
fi gli uuok tenere la gamba fìnislra, uerfo lafralla,ò
neramente al dritto delle cegne, ey la deûra un poco
più indietro,uicino al fianco : Et fé i torni far ano daU
Umanfiniûra, col fmile ordine gli ponente la gam*
ba deflra auante,uerfo laffalla,
er lafwi&ra uerfo il
fianco,
er tanto all'uno come ali'altro torno, lo bau
terete,quando accader-a, pure à quelli luoghi, doue aU
tondando dijpronifi batte ; il quale attondare nel fi»
conio libro ui farò chiaro.
Quando il cauallo uà in qualunque forte fé fia da
dritto in àritto,ò di paffo, ò di trotto,ò di galoppo, ò
C di
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34                 LIBRO
di camera, uolendogli dar maggior uelocità, fluitole
aiutar, fempro, co i calcagni pari
, er così farete poi
co gli Jproni.
Cornetti parerà ch'egli intenda il trotto, noti fola
da dritto in dritto, ma ancho in itolte
, er intenda bea
m quando fi mole fermare,
er riconofca un poco la
briglia, à uojira uoluntà gli toglierete la cauezzana,
er in cambio di ejfa, gUponerete le f alfe redine, er
talhora, quando ftefcepoidai tomi, fx potrebbe ans
cho andar di galoppo, quantunque farebbe affai me*
glio non galoppar/I mai, fin tanto che non intenderà
il parare,^ lepofate,
cr con laman temperata, er
ferma, er forfè al primo con luna cr Paltra mano,
auuerttrete fempre fargli portar il coUo duro,eyfaU
do di teda, cj con facilità, così fermo, farlo uenire
alle uolte :
er notate bene chefenz* ponerglì le f alfe
redineportaniogli la cauezzana con le redine foto,fi
farà effetto
; er molti fono che giuntamele le porta
no, ma farà di più trattagli al caualiero,
er al fin è
quafì una meiefima cofa,
In queflo tempo anchora gli panerete i Jproni, ò
fra i torni,ò fieramente quando andante di trotto per
la maiefe da dritto in dritto,
er benché fxpoffano da*
re alla carriera, nondimeno al trotto, è più da notare
fi, cjfarà più caufa di farlo giudo ,
er affai predo,
che donandogli alla carriera, bìfognerebbe afrettar il
tempo,chefappia correre, sparare,
cr intenda bec
ne
er farebbe con maggior dìfuantaggio.cy no ficuro
della fua uirtk ,per le ragioni cliapprejfo intenderti
te : aerò
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PRIMO.                a
te : Però auuertite che ejfèndo eg!i,ò di poco,ò di mol
tofenfo,ey di qualunque natura fé fiatacelo non uiufì
qualche malignità in queÜ'effere,zy in un inflante,che
lo batterete di/proni
, uoletefempre aiutarlo di uoce,
per che
, col terror che prende di quella parola, fi dis
uerterà da ogni male pifero che tenejji,in buttar cale
elfi infaltarefi in piantarfUo" defenderfi da uoi.
I noûri antichi non dauano ifyroni fin tanto che
i cauaUi non erano ben fermi di tefta
, er intenderne
no tutti gl'ordini, fecondo in quel tempo fi ufauano,
talché à i cinque, à ifei>z? fette anni, benché al modo
loro andauano bene, non erano totalmente fleuri di
queUa bontà
, per ciò che al dare de gli fioroni, il più
delle uoltejn quella età diueniuano uitiofì, (ueramen*
te ignorantia grande) che non fi accorgevano che i c<t
uatlieri iflefii erano cagione di tal errore, perche
e/à
fendoilorocaualli gran tempoanimati con l'aiuto
della bacchetta ,(jdei calcagni piani, eyfolifènza
Jproni, dopoi che fi trouauano gagliardi ey inuecchia
ti con tutta lapoffanza loro,
O" dentro l'età robufta,
come fentiuano glifproni, non conofcendogli ,neefc
fendo in efiiconfueti, quanto più, era ilfenfo,ey la gas
gliardezza,tanto maggiormente al fine fi auuiliuanoy
er accorauano , o" per queUa co fa infolita temendo >
non fi fapeano rifoluere ; nepoteano conofeere qual
tra la uoluntàdel Caualiero ,attefo che fenz* quelle
punture efii correuano,w fìmaneggiauano, Anzi for
fé per tal cagione penfauano, di poi che fi fentiuano
pungere da quelli, che fóffe contrario il uokr del ca=
C a ualitro
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l6                LIBRO
ualiero er per ciò afaiuolte andauano trauerfi, er à
ifalti,ç? buttauano calci,ò uer impediuano,tjtotaU
mente fi confirmauano in quella malignità,onde,àlor
correttione,fè il CauaUo era terribile,acciò nonfipo*
teffe difendere, glie li donauano dentro dell'acqua, in
alcun fiume, ò dentro del mare.çr alcuna uoltaglipo
tteuano glifproni con le rote à bottonetti, ò ueramene
te à rote di Santa Catherina,
er non foto con tfii non
ufauano caligarlo, ma fola alla furia della carriera il
batteuanOiZTal caminare dirado il toccauano,per ciò
che non haueano cognitione dell'importanza del cadi
go difproni ,nedi niuno de gl'altri cafìighi, ne cono*
fceuano,ancbora la uarietà de i belli aiuti che uifono
,
la onde tanto pik fi trouauano confufi, et meno corret
ti,zx in maggior fuperbia confirmati, l quel errore
,
per que&o ui dico, che Cubito che il CauaUo farà affo=
lato,& riconof cera i torni,
er hauerà portato da ciri
ca diece uolte,la briglia, quantunque f offe debole, gio
uene,
er magro, fenza dilatione gli darete gli/proni,
come poco auante ui difìi, per che fi trouera femplice,
er timido del caualiero, er ogni fiata che udirà quella
parola, ò uer trufcio di labrafopra di lui, donandogli
à quel tempo di/proni, egli nonpenfarà in altro, che
à quella uoce,çr à fuggire ey caminare auàte,cr cofi
kpocp à poco fi accorgerà del uolere del caualicro,ey
quando fora giunto in quella età, fi trouera giu/ìo iti
ogni cofa,
er intenderà perfettamente ogni cakigo,
er ogni aiuto difyroni.
ila fé ui occorre alcun Canal attempato, di natura
ramingo,
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PRIMO.                  î7
ramingo,ò neramentegioliuo, che benché fla una mei
defìma co fa col ramingo, pur;èdi manco animo, per*
che quanto più fi batte diJproni,tanto maggiormente
accora,^ inuilifce,cr meno camina, ey ò l'un ò Vale
tro che fujfe,uoi non gli darete gliffroni,ne al trotto,
ne al galoppo, ne alla carriera, ma quando andate di
paffo per la Città, in un tempo aiutandolo con la pa=
rola, o uer col trufeìo di hbra, lo batterete di /proni,
ponëdolo à maggior furia di trotto a corpo di CauaU
lo,ey all'bor ch'egli uà, tantoilo lo uolete accarezza
re, con lamanfoprail collo, ey questo motiuo farete
da circa diece fiate il giorno che pafiiggiarete, ey
com'egli farà fecuro queflo, andarete dcpoiji trotto,
6 per la Città,òper la campagna, ma miglior farebbe
per una maiefe fonda,
er altre tante uolte il battere^
te difyroni, aWhor ponendolo fempre à maggior fu*
ria di galoppo, parimente à corpo di CauaUo, ey cojl
ufarete/pejfo,
er Futi ey l'altro continuando, eyfo»
prailpd]fo,?yfopra il trotto, eglifì farà fecuro à gli
Jfrroni, ergi'intenderà.
Da poi fé gli potrebbono dare i torni di paffo, ey
dppreffo di trotto, <y al tempo che uipare ch'egli ma
chi difuria,lo batterete dijproni, giuntamente inani
mandolocon la parola un poco terribile, òuero col
trufeio dilabra, donandogli all'hora maggior uelocu
tàdi trotto fé fon dipajfo,et di galoppo-fé fon di trot
to,& ricordatati fempre,cbe egli al receuere de iffro
ni rinforza ipafii, accarezzarlo
, V auertite che in
ciò ut bifognd tento di mano, et temperamento di cai*
C i cagna.
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38                 LIBRO
cagna,o" à tempo, er più er meno, fecondo è ta qua*
liti del cauallo
: ejr prtfo che hauerà la intelligenza.
de gli/proni, gli darete i torni di galoppo, come più
largamente nel fecondo libro poco prima che arriua*
rete alla figura de i torni ui dirò.
Et perche fono alcuni cautÜi fenfitiui, creati con
mal ufo ,& con ignoranza grande, che in fentirfi toc*
car da gli/pronibuttano calci,
er fuggono lafirada,
er fi pongono da trauerfo ddHuna,ò Valtra parte, er
faltando uanno ronz-ri, con animo de ui abbatterei
dico che contra di qucfti ui uolele dmojlrar f&rocife
fimo, cr poco ûimarete ta lorfuperbia, tal chefepuc
re uè ne capita alcuno di tal uitio, come ui parerà
ch'egli un pezzo /ìafecuro À far i torni, quelli fegucn
do fi uuol toccar,à tempo, i;i diuerjì tempi, circa tre
notte di/proni,
er tanto/lo che fi pone nella fua mais
uaggità, battafi di bacchettone alla tefla,
er all'una,
cr alfaltra banda ,cr fiale orecchie,
er alle braccia
dinanzi
> in un tempo gridandolo datamente, cr con
terribil noce non mancherete mai da ciò fare, fin in
tanto, che/apportando gli/proni/inceramele carni*
nando, ponendofi alia uera piflatuifi renda :
cr come
/ara uinto farete loppofito di quanto vi ho detto, per
chenonfclo bifogna che non fi batta più maènecefs
jario che fi accarezzi* tempo, à tempo, fecondo coné
uienc,cosi come à tempo.à tempo, fu punto di/proni,
Cr a tempo à tempo, nel tempo deglifuoi difordini,
fu caligato diuoce:cj di bacchetta,
er lo/ìmile doe
poi gli uolete ufare negl'ordini del maneggio de repo
... «
                                           Ioni,
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PRIMO.                  39
loni,ò fiano di trottolò di galoppo, ey tanto queûo,
come quel che ui dìfii aitante, diffufamente con paro*
le,non fi può chiarire, ma dalla pratica lunga, mediàe
te il buono difcorfo, il tutto con facilità uè fi farà no*
to :
cr perche fuole trouarfi alcuno di efii, molto fue
perbo, ?y impatiente à glifproni, ey affai uecchio
nella fua malignità, che totalmente difendedofifajènt
pre pugna, per queflo uifo intendere che quanto più
la pelle del cauallo, cfatigata,ey calda, tanto piagli
foffre : onde ui dico che atfbora e da lodarfì andare in,
una maiefe,ey iui a ì torni ,<y ai repoloni,ò di trota
to,ò di galoppo ,fatigarlo aj)ai,che col trauaglio, ey
col battere a tempo,ey fpeffo di /proni
, egli uerra in
tanto fudor, ey caldezza
> che le botte non gli darana
no quel riferimento
, anzi non folo non farà più
quella difefa : ma con ubbedirui intenderà ciò che
«o*
lete,ey maf imamente fé di poi,lafciando egli quel
difetto, da punto in punto gli farete carezze : Vero
ttuuertìte chequefìo accade à caual di grandmammo
,
perche quando fuffe uile, non bifognerebbe molefìarfi
tanto , che potrebbe abandonarfi, ey per impotenza
CT poca uirtù, farfi reflio, ey ciò ui ha fia in quanto
al dar de glijproni.
Come dopai conofcerete che il cauallo habbia quaU
che parte di lena, da quelle imdece uolte ey mezzale
gli mancarete, tre, che fon dodeci torni, ey ne farete
folo otto ey mezza,ey forfè ne farete meno, fecondo
fu il numero meno delle uolte che fefte, ey andante
fìmilmente i<t dritto in dritto,apofarui di trotto.
C 4 Et in
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1                                                   ----------------------■----------------------------------------------- '----------------------------------------------------------------------
40               LIBRO
Et in quei giorni che ufarete queflo, uolete ancho*
ra,andare in altra parte di trottola dritto in dritto,
per unfbatio di mezza,
er al più di una picchia cars
riera,
er lo tenente fopra il pendino, ò uerfra gl'ut*
timi duo terreni^ appreffo pian piano fandogli far in*
dietro da circa quattro pajfetti,che faranno poco più,
ò meno di cinque palmi,et parimcnte,dopoi,pianpiae
no tornandoft al medefimo luogo, lofermarete, eyin
quel tempo che fiate fermo, per un pezzo accarezza*
telo, con la man della bacchetta fopra il collo : Et in
queBo andare di trotto tornarete da dodece fiate, in
cambio di quelle tre uolte, che uoi gli mancajle
, che
furono dodecitorni:però fempre lo andare,
er tor*
nare fi uuol fare fopra la (iampa delle prime pedate,
CT in ogni termine poi uoltandologiuiìo,con le brac*
eia ordinatamente come già ui difii,
er uel dirò pure
doue accade : eyfe il cauatto auante che arriui a quel
numero,andaffe bene
er gìuuo, non ui bifognerà trae
uagliarlo, ne pikfeguire auante : ma lo lafciarete con
quella buona bocca.
Anchora è da notar fi, che quanto più egli uien dits
ro, er appoggiato abbandonandoli fopra la briglia,
tal che al caminar,
er quando poft, ui sforza la ma*
no, tanto maggiormente uolete fpejfo, ogni fiata che
fi fermi, farlo arreadare indietro,alcuni paffètti,
er
con quetti,dipoi, ritornarlo auante,pure, à quelfegno
er s'egli in ciò uiene difficile, ò forfè non uìconfen*
te
, ui accader à caligarlo del modo che uè fi dirà nel
fecondo libro.
Quando
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PRIMO.                 
Quando egli farà ben fermo, t&fieüro à quel pa*
rare,lo aiutarete al tenere con la uoce
, er <* tempo di
ffronipari,®- con la bacchetta netta Jpatta de/lra,cr
rade uolte nella flniftra sfarti le pofate,z? come k
Capri, ben f arenai fin del trotto,andarete,alcuna fiata
,
di galoppo,& cosi al fin dì effo lo aiutarete nelpendi*
nosche lefaràfìmilmente con più facilita,
er co ifaU
chi come conuiene : F.tfin tanto che uerrà facile dpoa
farejl trauagliareteàquejlo,zy quando intenderàbe*
ne kpofate, ne gli farete fare tre,
er almeno due, &
ita accarezzandolo ui fermarete un pezzo.
Ef fé farà le pofate troppo alte, ò ueramente non
faranno giuiìe
, er con tutte quelle parti che à loro
conuengano,ey uoì lo caligante a tempo,in quel in*
ûante,difproni,ey forfè ancho di bacchettale ifian*
chi,
er dopai tantoilo il uolete un'altra uolta rimete
tere auante,à mifura dì un corto repolone, ma in quel*
ïeffere che fi fermalo aiutarete di uoce, ey bifognan*
do,ancho,fi aiuterà di polpe dìgambe,ò diff>ronì,ò dì
bacchetta, netta fratta,
er più er meno, giuntamele,
fecondo la necefiità ui dimoftra,che così uerrà correte
to,gìufto,ej fermo,* farle,® con ordine grande, tal*
cbefmpre che udirà quel modo dì uoce, egli poi fi al*
Zera quante uolte uorrete,tj anchorfenza che fi ri*
metti auante, fì potrebbe iuicatìigare detta maniera
e ho detto,et cafligato ch'egli farà,uoltarlo,camìnan*
do per la medefìma pitìa.chefece,
er appreffo ritor*
nar àìttotto,à pararlo pur difopra quel pendino, do*
uè fu la prima parata
: er in quefio tante uolte tor*
nando t
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                  LIBRO
nando ,fin che farà bene, er facendo bene quanto pik
lungo/patio infermarne tanto più ft farà giuüo,non
foto alparare,ma inogni uirtù,takhe ordinariamente
ne ne ricordarete,
E' da mirar fi che à carni giouene.affai fiate,il pau
Uno glifuole dare fpauento,
er molte uolie no lofcf*
fre,per tanto ui dico,che ali'hora fruuol tenere à iprU
miduo terreni,cbe farà fra il piano,et baffo ma qtiÀdo
egli faràfìcuro,cr entra nelìa età,ej ha forza, lo te*
nerete alla metà del pendino, ò neramente agl'ultimi
duo terreni,che farà fra il baffo,cr il piano -.pur tutta
uolta fecondo ui rijponde, tifante più l'un dell'altro
.
Com'egli non foto al trotto, ma ancho al galoppo,
farà leggiero auante,
cr farà le pofate giufìe -totaU
mente al modo che accadono, fé gli potrebbe dare la
carriera,che fra ueloce,çr diteminata, rinforzando
fempre di furia in fin alfine, ch'egli affalchi,
cr pari
con le pofate : però auertite che non fi mol correre
jpejfo,così come uel dirò,prima ch'io ui lafci,co mage
giorparticolarità .■
Mafeuìpar aUeggierirlo ancho di dietro,com'eglì
fàprà ben fare le pofate,çr noi à quel tempo che fa la
pò fata lo miete aiutar di uoce,et battere,hora dall'una
banda,ej hora dall'altra,
er hor giuntamele da die*
tra con la bacchettai forfè anchora dijpronipari,
gyfin in tanto che comincia a gruppiggiare,cT intettt
derogo miete fpeffo molefiare in quefìo : talché dopai
foVuna fiata che di ciò fi accorgerà,fcmpr e che lo alita
tartte à tempo urna leggiero di anche: Et così co*
me h
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PRIMO.                  4*
me U proprietà della bacchetta, è aüeggierir il carni*
lo, auante quando con ejfafi batte alTuna, ò ah" attrai
fiatta-.Similmente battèdofi ai fianchi fi farà leggiero
di dietro.
Si potrebbe anchora,quando egli para, trouarfegli
un huonto à piede di dietro, il quale bifogna che fia bc
accorto,®- chehabbia tempo,® mifura,® à quel ina
Manteche il cauallofa lapofata,potraaiutarlo diuoa
ce,® di un bacchettone atte tinche,®1 allagroppa,on*
de poi cofi uerrà ad alzarfi -.pero auertite.cbe s'eglt-fi
di molto fenfo, ® dal fio nafcimento duro di garze >
il quale folo per uera forza della buona arte, fi è core
retto di bocca forfè non gli uerrebbe àpropofito, per
che ui potrebbe forzare, ® caminare auante, ®- ru
cordarfì del fio naturale, ma ufarete Valtro modo che
ui ho detto,ò uer quello che fi fa nella uaüa,c6me prz
fio uè fi dirà, il che ahggerifce mirabilmente,® moe
ûra la, uit di agrupparfi,® alzar fi egualmente auan*
te, ® dietro : ® à tutti queûi modi ogni fiata cheui
eorrifi>onde,fl
««o/e cejfare dal battere,® in un teme
pò fi uuol accarezzare come più uolteuibò detto
, çy
uel diròfempre apprejfo doue accader A
.
Però fé dalprimo non ha tutta quella forza che gli
conuiene, non farebbe di ragione alleggierirlo di die*
tro, per che non lo potrebbe foffrire, ® affai gli boa
fiera ch'egli fi
/ieK,- con /e p0fate auante, ® imparare
figli
graefto come da poi entra nella fua poffanz*, CT
nella età più ferm4.
Se il c4UctÜo,èleggiero,!? uolete al tenere, che dia
fiati,
-ocr page 44-
44                 LIBRO
falti,aiutatelo co ifyroni pari, ey conta uoce,et maf
/imamente al fecondo falto,quando fi/òttieua in aere,
'er in quel tempo adoprate fuinchiando la bacchetta
giuûa nella groppa,
er aïïuna, er all'altra banda, ò
neramente la più, doue più pende :
cr fempre che co*
nofcerete che hauera bifogno di aUeggierirfe auante,
fi mol ancho, à tempo con effa aiutare alla /palla ie=
ilra, ò uer auafìniftra : cyfluuol auertire che alcun
cauaUo, è che molto più fi leuera in alto con l'aiuto
delle polpe di gambe, che non farà co i fioroni
.
Pur bifogna principalmente, che non folo fia lege
giero
, ma che a ifalti uifia per natura, er appreffo
conuient donarfegli ordine aÜt braccia,con le pò fate,
del modo che iti ho detto ,
er più largamente ui dirò,
O1 da poi aiutandolo co glifioronieguali,
er conia
noce à tempo,w parimente con la bacchettategli uer*
rà, fiatando con calci,fofl)cfo,cy agruppato.
ma ogni fiata che, nel primo, egli hauera fatto un
falto giuûo,çr agruppato con calci,uolete, tantofio,
i quel tempo che fi ferma, accarezzarlo, ponendogli
la man dekrafopra il collo : Et da poi che farete üae
to per un pezzo in quel modo fermo, non lo moleûa*
rete altrimente anzi farla benifiìmo ,fubito fmontar
in quelmedefìmo luogo,et farlo piaceuolmente menar
i mano, nella ûaUa, per che dipoi l'altra uolta che fi
caualca, egli uerrebbe à farne più,
er con più animo
diterminato, & facile, ryfe non uolete fmontare, uè
ne andarctepafifopaffo.
Quando il cauaUo Urna in alto ,jìn che egli cono=
fcera
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1
PRIMO.                   4f
fcera la uolunta uoüra,eifalti,® hauera totalmente
prefo la mifura,
er ordine di agrupparft lafchiena,
non lo uokte troppo sforzare, ma attuandolo come.
ho detto, gli farete farenelfin delpaflb,ò del trotto
,.
ò dclgaloppo,ò della carrier a,duo,b tre, ò quattro fai
ti ,® non picche gli farà acconcia alti,® agrup*
pati,come conuengono,altrimente gli farebbe ttauer*
fi,abàdonati,® lafìi,® alcuna fiata no fenza pericot
lo d'impennarli, ® in ciò il pendino gli farebbe affai
fauore,® dal principio uuol efferpoco, ® non trope
pò rampante : nondimeno fé naturalmente, è molto
leggiero,® ftltatore,potra foffiire maggior numero
de falti, ® alThora attenderete folo À farlo che uadi
giufto,ct per una pi/la, il che facilmente fé gVinfegna
co i torni,® col trotto,!? tenerlo eguale,et co gYors
dini che ui ho detto,® pur uè fi dir anno
, fermarlo di
tefla : ® da poi come farà fermo,ft uuol aiutar al gdc.
leppo gagliardo,™ ogni duo pafli ad unfalto,ò uer in
altro numero chefìagiufìo,
er à tempo, non dimane
dofi mai dalla mifura che fi comincia,®" cofl andarett
auante à quello fpatio eh à uoi parera eh'egli pofft
durare,® che reki,con forza,
er che l'ultimo folto,
fia più preflo maggior che meno delprimo,et de gVal
tri,®1 ch'egli non penda da niuna banda,
er dnchofi
potrebbe farlo faltare co i fotfbalzi da fermot à fer<
tno,®" auertite bene, che fin in tanto che non è total*
mente eguale,® giufloful trotto à i torni,® da drit*
to,in dritto,
er con qualche parte di lena, ® che fin
ben alleggerito innanzi con lepofate
, er dietro co i
gruppi,
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46                   LIBRO
gruppi, et calzi in niuna maniera fé gli darà il galops
po,ne ancho fé gli daranno ifalti : Ma da poi come ui
accorgerete che tutte queue cofe intenda bene,uoi cu*
ualcandolo più di rado,<& cohp'ìù gagliardezza fu*,
sfacendo meno torni di trotto.cj da quelli, alfine,
ufcendo di galoppo,aìlegramente, da fé, afe, il uedrete
à tempo,in ogni duo pafi forniti, forgere,da gruppo,
in gruppo,al galoppo gagliardo,
er ander A giuiìo in
fin à luogo doue fi uà à tenere,
er è folito parere : ò
neramente scegli nonfacejje quello, fon certo che ars
riuando al termine farà fuoi f alti, aiutandoli à tempo
di mee,®- fenzd troppo sforzarlo, con gli altri aiuti
che à lui conuengono.
S'el cauallo nonfujfe inclinato à i calci,çj infaper
agrupparfì, uolendo sforzarlo, quanto fi può, che in
ciò uenga con maggior facilità, uferete quefto modo :
hniarete nella fiaUa dietro diejfo,
er con'un bacchet*
tone lo batterete fu la groppa, hora più,& hora mei
no , nel mezzo di effa,
er in quel tempo lo aiutarete
con la uoce, deUa maniera chef aiuta quando fé gli
donano le pofate,come pretto uifarò chiaro, che cofì
egli utrrà ad agrupparfi,
er appreffo ifie>ìderà i caU
tt',er uenuto, che fard à quefto non lo moleftarete più
di bacchettarcelo pigli animo à far tate effetto,?? in
fin tanto che ui ridonderà lo follicitarete, talché da=
poi, appena Pentirà fuinchiare la bacchetta,
er udiri
la uoce,che non folo nella fìalla, ma quando gli farete
«tdojfo, agruppera trahendo calci.
E dafaperfì che quando egli non trahegiufii i caU
ciaU'hont
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PRIMO                 47
ci all'hard maggiormente lo uolete bittert, finche
s'aggmüi,
er dapoi coin ma uolta gliporgerà egua*
li,pcr un pezzo lo lafciarete con quella buona bocca ,
et due ò tre fiate il giorno farà benfotticitarlo, corneo
ra ui ho detto, che fi farà giuûo,
er mirabilmente
leggiero da dietro ,
er conofeera il tempo quando «o=
lete ch'egli agruppì.
Se pur uokte in ciò bene ajfuefarhjCom'egU intens
derà quejìo nella flatta,
er uoi quando gli fête à ci*
uaUoyuifermarete,
er fatecbeun'kuomoàpièlo mie
"acci di dietro, fìmilmente con la bacchetta,
er i
tempo come conuiene, che tanto più fi
ƒara leggiero
innanzi, ey dietro,
cr ben che non folo in queflo,
ma in ogni opera Vun cauatto, è più duro dell'altro
,
nondimeno, alfine, quantunque fiadi grojfo intela
letto i con lafoUicitudine,
er contrauagliarfi à tem*
po, era mifura
, fi conformerà con uoi.
Volendo moflrargli,apprejfo, ò da prima, il modo
da maneggiarfUcome ui accorgerete ch'egli fia prefio
à far le uolte frette, incauattando le braccia con
Fojvs
dine uero,eyfarà benfermo di tefla,^ facile à farle
pofatejiel tempo che fon forniti i uofiri torn i, ey uoi
in una Strada fìrettd,ò uero in quello folco, nel fin del
quale andate à parare quando ufeite da quelli, ò uerd*
mente in un terreno che, almeno, fiapoco mobile, oue
fi pojfano /lampare lefue pedate, andarete di trotto
,
à mifura di una picchia carriera,b uer di un lungo re-
polone,porgendogliatempo animo con la uoce, ò uer
con quel trufsìo di Ubra
, er come fete al termine di
fermarlo,
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48                 LIBRO
fermarlofoccorrendolo di uoce,gli farete far una pos
fata,
er al far della feconda, in quel cffer che fi lieua,
prenderete con lo aiuto della lingua, la uolta da man
deur a, fenza fargli torcere il collo, aiutandolo maea
ftreuolméte co la cauezzana, ó uer con le falferedine,
er le redine giuûe, er d tempo gli farete conofcere
ilfoccorfo de glifyroni, ò uer della polpa di gamba,
CX della bacchetta, ò Y uno , ò Yaltro, ò giunti infieme
quando accade, più cymeno, fecondo ilfentintento
ch'egli tiene,
er fecondo più diffufamente apprejfo ui
farò chiaro, wfate che la uolta fia giuda, mouendo
egli primieramente lejpaUe,zr le braccia dinanzi,
er
non lagroppa,<& le gambe di dietro : er fenza pau=
fa, tornate per U mede/ima pifta ,fin'al luogo donde
partifte,w iui jìmilmente pur con Cordine e'ho detto,
farete far una pofata^ al far della feconda, prendea
rete Valtra uolta da man fini/Ira,
er tra lo andare, è
il ritornare fìano da circa dodeci repolini di trotto,
er così glandarete tejfendo, er quejio maneggio fi
dimanda, di mezzo tempo.
; Et benché hora uihabbia detto,che'l cauaUo fiuuos
le uoltar dinanzi,
er non con la groppa, er le gambe
didietro,nondimeno uifo certo, che com'egli intende
la uolta girando kJJ>atte,er le braccia,in quel tempo,
in qualunque forte fi maneggia, nel far delle pofate
ttuante,falcando mouerà le gambe,?? k alzerà un poi
co, di tal garbo accomodate alla uolta, chefempre la
feguirà giuda,
er marauigliofa, er con un bel aere,
cr gentiYoriiw, come in effa mmmttfì richiede.
Auertiu
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PRIMO.                  49
Mertite che, da poi, ogni fiata che di trotto fete
quafi giunto al termine detta pofata, no bifogneràfoU
licitarlo in effa, ma il tenente con la man ferma,
er
dritta, fenza uoltarlada niun lato,& in quel medefU
mo tempo farete Colo quel motiuo,ty aiuto di lingua,
eVegli tantoiìo falcando, con alzar/i un poco auante,
fi accomoderà pigliadojl dpprejjb di bella maniera da
fi ûeffo la uolta,ûretta, &ferma,& giuûa,
er non
troppo ekuata,ponédofi la tefta,doue teneua la grop*
pa,zr con tal ordine feguendo
, egli facilmente fi ma*
neggìerà di mezzo tempo.
Ma poi cb'el cauatto fi faprà così maneggiare, fé
hauejfe molta forza, et kggierezza,gli farete far due
pofate,ej al far della terza, tantoiìo quando
comm«
cia,à leuarfìjo pigliarete atta uolta, er feguirete pur
quel ordine
: mabencVeglìfìafortifiimo, er di gran
neruo,cr leggierezzajo lauderei fempre^Vel cauatto
fi babbìa da pigliar al far detta feconda pofata, come
ui difii auante, Ver che la uolta farà più utile, con bel
tempo,
er prefla,ey più facile : nondimeno à caual di
eürema forzaglie uà da gruppo,in gruppo, pigliate
dolo al terzo tempo fari di maggior bellezza,?? que
fio fi dimanda,maneggio à tempo:ò uer di tutto tipo
.
Quando il cauatto non è dì forza, ò ueramente fé
f offe grauofcuoi lo teneretefiorrendo, fopra l'anche
didietro,zr al fine de ifuoifalchi,et à quel tempo che
fuolefar la prima pofata, gli prenderete la uoka,tan*
to À runa come à Valtra mano,
er fi farà pur giufia
con Cordine chò detto : Et queflo fi dimanda maneg*
D gio
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io               LIBRO
gio contra tempo, per ciò ch'egli uolendo far la prU
ma pofata, ih quel tempo che mole cominciar ÀJpefo
larfuper pofare,uoi gl'arrobbate, e? chiudete la uoU
ta,
er non gli confentite quel tempo di fornire, bfar
lafua pofata: nondimeno à l'ultimo quando andante
à fermarlo, ne gli f arette far una ■ Et ui dichiaro che
cosi come il maneggio di tutto tempo gli farà più fa*
cikyfapendoprima bene oprarfi a quel di mezzo tem
po, fimilmente non farà mai tanto perfetto il contra
tempOfS'egli auante non ha notitia pur del mezzo te*
po,talche,non men dWuno che ali'altro gioua.
Si potrebbe ancho maneggiare ad un di queiìi tre
modi che ui ho detto,a tempo, ò dimezzo tempo,ò co
tra tempo.Jìajfo,bdjfo,z? terra terra, facendolo fiore
rere co ifalchi,pià & meno intertenendolo alle uolte,
fecondo il tempo che uolete ufare, chiudendole tirette
come conuengono,cy con l'aiuto cVa lor accade, egli
farebbe la ciambetta : ç? uolendo maneggiarlo à que
fia guifa è da lodar fi ajfai,coft come fimilmente gioua
nell'altre qualità di maneggiar e,trouar un luogo, aU
cuna fiata, nel quale in ogni capo doue fi uà à par art,
cr fi dona la uolta ui fia qualche poco pendino, col
terrai duro,
er fé non fuffe duro non importerebbe
molto, per che lo sforzerà di forte che uerra co un bel
tempo giuiìo,
er con mifura grandepero,è da notar*
fi che mai uerrebbe in quefio, con lafua uera perfeU
tione,fi prima non fialleggierijfeauante,pur con
le pofte.
Et molto gioua in ogni forte di maneggio,tanto à i
npoloni,
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PRIMO.                   si
repoloni,come al radoppiare,accompagnar fempre le
uolte con la perfona ,fenzdpendere da niun lato eoe
m'un'altra fiata ti ho già detto,Et accio uifìapiufd*
cile, hora ueldìrro più chiaro, quando il cauallofa U
uolta da man deûra l'accompagnarete col corpo driU
to,girando fola lajpaUafiniûra,unpoco uerfo Vorcc.
chïafiniûra di quello,più et meno fecondo conofeerea
te il bifogno,
er s'ali hora il corpo pende un poco ine
dietro,gli farà maggior aiuto,
er Vun er l'altro uuol
effere à tempo,corrijpondendo à quel moto chefalcae
do alla uolta egli farà,
er non altrimente,che in quea
&o modo nofolo il corpo ma l'anche con tutta la pera
fona lo aiuterà ti chiudere fempre la uolta più furio*
fit, <rs giuûa, con facilità,
er in un medeflmo luogo
co mirabile mifura-.et cofìanchor in ogniuolta ch'egli
prende da man màca gli uolete girar,un poco,laJjbaU
la. deûra,uerfo la orecchia difira, onde parimente co*
me feue alla uolta deüra, farete à quefîafiniûra,
er
ciò gli fura tontrapefo grande in farlo cader fempre,
giuûo
, er in una pifla.
Molte fiate trouandofl il Cauallo affatigdto, ò ut<
r amente effendo debole ò per natura,òper molta gio*
uentà prederà troppo trauaglio,quando fi maneggia,
cofi/peJfo,fiil trotto :per tanto dico,che gli farà utU
k ajfai,alcuna fiatatolo maneggiarlo fu lpajfo,et con
un di quelli flmilì tempi che hora ubò detto, gliprens
derete le uolte, fecondo conuerrà alla qualità del ma*
neggio che uolete, talché bora fui paffo,
er hora fui
trotto, gl'andante fempre moftrando il modo che ui
D a piacer*
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$*                   LIBRO
piacerà ch'egli ufi ; cy auertite che per un pezzo non
fìuuole lafciare l'ordine che fi comincia 6 dipaffo ò
di trotto,perche il uariar fì ffreffoAo confonderebbe.
Comefiprà ben maneggiarli
, à tutti quejli modi,
fopra'l pajfo , ey fopra'l trotto, il maneggiaste fui
galoppo,pur con quei tempi,et con quegl'ordini, c'hò
detto al trotto, uoltandolo una uoltaper mano,
er la
prima
er l'ultima farà da man defìra,& poco innan*
te che diate la uolta, ricordateui di imitar la bacchet*
ta , dalla banda contraria, acciò il Cauallo intenda la
uolunta uoflrd,<*r habbiajpatio di accomodarli in ef
fa,per che la farà gratiofa, et co più facilitait a quel
tempo cht'l uolete fermare, aiutatelo,co i/proni pas
ri,ò uerfolo conlepolpe dette gambe,ey con la uoce,
O" la bacchetta, er far et egli far le pò fate.
Ma notate, che all'ultimo, quando uolete che'l Za*
uaUo flfermi,et pari, se'l maneggio farà di tutto tem*
po,gli farete far tre pò fate,
er fé farà di mezzo tem*
po,ne gli farete far due, & fé farà contra tempo, gli
farete far fol una pofata : nondimeno fé à ciafcun di
queûi maneggi, eglifacejfe, due,ò trepofate, non fa*
rebbe errore, ma più ordinatamente,
er da più caua*
lier accorto farebbe procedere al modo c'hò detto : Di
più in ognipofdtafi potrebbe aiutar in farglitrare un
paro di calci\fapendogli,però porgere, che altrimentc
non gli farebbe con ordine.
Et ejfendo egli pronto ài calci, fi potrebbon non
folo dar al parare, ma nelle mite, nondimeno al ma*
neggio contra tempo nonglicomcngono : Ma ben ac*
cadono
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PRIMO.                    n
cadono al maneggio di mezo tempo,b di tutto tempo,
che tantoüo chc'lCauallo al fin del repolone falcane
do,fa laprima,ò la feconda pofatafaiutarete di uóce,
ò di bacchetta, ò dijproni, ò giuntamene, fecondo ut
accorgerete che hifogna in fargli trar un paro di calci
indietro,®- al chiuder della uolta,co Valtro paro auas
te,& feguendo pure il repolone,gli farete far tifimi*
le,aUa uolta deWaltro capo,
er cofi uolete procedere,
talché in ciafeuno tfejli capi porgerà due para di caU
ci,un par adietro,
er un parauante, al uoltar ch'egli
farà
, Benché anchora in ogni capo di repolone fi pò»
trebbe folo al tempo che chiude la uoltafargli donar,
dou\gli teneua la tetta , zj pone la groppa, un pa*
Yo di calci,?? non più.
Quando egli farà ben fermo.eygiu&o in ogni opta
rafua,fì potrebbe^ uoflra poûa,fenz<t chefegl'impa»
ri, maneggiar, anchora, ferptggiando,ne i rcpoloni à
modo di bifeia
, ma ui auerto che non uoglkte ufarlo,
CT mafimamente à Caualligioueni perche gli farebbe
più toflo danno, che uantaggio
.
~E,daftperfl che ciafeuna uolta cheflfajn ogrìùnt
di queue qualità di maneggio di repoloni, f pub dir
tnezza uolta,
e~ anchofì può chiamare uolta fempia.
$e pur uì ff porgejfc auante che fi maneggia, òin
qualunque tempo fé fiaja qualche per fona labacchet*
ta & uoipiaceitclmente la prenderete fenza furiale*
ciò ch'egli non fé ne/pauenti,
er come Vhauete preft
lo accarezz<trete,ajfecuntndolo con la metà di ejfafoc
pra!l collo
, ò miniente grattandolo uicinal garefe,
D 3 con
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S4                LIBRO
con quel poco di bacchetta; che aWhora uì farete ufck
re di fatto il pugno deûro che la tiene.
Et perche è co fa necejfaria ftper à tempo cambiar
mano alla bacchetta : il che,dipoi,uigiouerà molto aU
lafpada, quando farete aWoncontro del nemico, per
caufa che la man uoftrafarà ben habituata à fermarli
doue conuiene, per ciò uì dico,che maneggiando il ca*
uaìlo uolete tenerla,con la man deslra,çr col braccio
diftefo totalmente abbaffo
> col pugno uerfo la cofcia
deûra, ò uer poco più adietro d'ejfa :
er quella gli fia
di trauerfo al coUo,quafì,àmodo dicroce di Santo An=
àrea
, cr com'egli hauerdprefo al fin del rcpolone la
uolta deûra,
er uoi poco prima chearriuate all'altra
uolta, finisìraja leuarete di la
er U panerete alla bas
da deûra,poco pik ò meno di duo palmi lontan,à Voca
chio della briglia,ò all'occhio del cauaUo,et la puta dì
tjfa,ò corta ò lunga che fa, corra dinanzi > douunque
à fermar fé arriua,
er (tmilmente col braccio diûefo ,
Cr comefete uìcino a Paîtra uolta dejlra,la porrete al
trauerfo del collo, nella parte finijlra, come fefle da
prima :
cr così fecondo la uolta gli cambiarete a tem*
po luogo : Però auertite chi ben ch'il QauiUo faccia.
la uolta da man finiftra,per una fiata non farebbe er=
rore , portargli la bacchetta fopral collo, del modo
e ho detto, attefo che queüo,è il primo
, ey fuo debito
luogo,& oltre di ciò,per effer egli dal fuo nafeimcnto
inclinato alla uolta da man manca, non è dabiafmare
cosijpeflò in ejfa, non dargli aiuto con lautfla della
bacchetta :
cr ni dichiaro che tiatiualmente.etfeconi
do il
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PRIMO..                 
do il uer ordine, fi mol portare più cr meno da una,
che dall'altra banda, fecondo il bifogno,o~ doue meno
farà la durezza fua, ey doue pik egli fi b"utta
, tal che,
quando il CauaÜo f offe da una mano molle di coUo,doe
nandogli il maneggio, uolett fempre tenerla da quella.
banda, doti'egli pende, ma effendo eguale, zj giuilo
,
d'ogni lato,la cambiarete una uolta per mano, cr aU
Vhora tenendoli alcuna fiata, fopral collo, co fi come
ubò detto, non importerebbe,
er come ui accorgete
della necefiità,con effa fipotrebbe.fecondo accdde,aiue
tar,ò caÛigare,dall'una,
ò l'altra parte della groppa,
ò de i fidncbi,& dalFuna.ò l'ahraparte delie jpalle,et
nel fin fempre tornando, àpofarui con la bacchetta in
un di quelli duo luoghij quali duo luoghi ,fono le due
guardie principali della ffada-,ò uerojlocco.ma quàdo
per qualche difordine grande
, gli accadeffe caftigarfi
nella tefla,çrfra ïonechie, quantunque aÏÏ hor a, la
bacchetta fi portaffe,
ò piu,ò meno alta ,<&fuora del
debito,non fì potrebbe dire errore,per che,ufando egli
uitio, o" uolendo caligarlo in quel membro, nel qual
egli affai teme le botte,Vimportantia farebbe folo,che
fi batteffe à tempo,cheper ciò bene è conceffo, in tale
cafo,ponerla doue il battere uifaràpiìi facile,
er che
egli non poffa fuggirlo,
ö* quando fi bifogna foccor*
nre,z? quando correggere di bacchettaleSho detto,
cr preflo uè fi dirà più chiaramente in tutte quelle
ptrtifiue ragionarò dì quefio.
Et notate, che quando fì paffeggia, ò uer quando
non uoletc à niim modo aiutarlo di bacchetta > fi uuol
D 4 tenere
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*
f6               LIBRO
tenere alta, con la punta fu,uerfo lafpatta deflra, col
braccio diüefo abboffo, ey la tenente fra'l ditopottU
carco" lealtfe dita della mano.che nonfìano chiufe,
la guai mano tenerete fopra la cofcia deftra,ò uer pò*
co innanzi
> ò poco indietro di effa, er quando poi ui
occorre oprarla, tantoûo chiudendo il pugno, la poe
trete calare abboffo alla banda finiilra, ò deftra,doue
accoderà, come u'hò già detto.
Votrebbefì ancho maneggiar, cr tenere alta la bac
chetta, à guifa che fi tien la lancia, quando fi corre à
pugno baffo, fenza ponere in cofcia,
cr ogni fiata che
farete uicino alla uolta, fi potrebbe calar da quelli
mano doue bifogna,
er data che è la uolta, tornarla
pur iui
, nel primo fuo luogo.
Et à maggior chiarexx^M dico, chi quando ma»
neggiate il CauaUo, s'egli non chiude totalmente U
uolta, oltre gVaiuti che gli accadono, come ui è fiato
detto,er uè fi dirà appreffo, acciò uadi àferrarfì dena
tro la uerapifia lo uolete con la bacchetta aiutare, ò
battere neWuna,ò ne t altra fratta detta banda contro»
ria detta uolta che farete,
cr in quella banda la fermi
rete poi, del modo cheui difîi, CT con quell'ordine fé»
guendo il maneggio gli cambiarete mano.
Quando non hauete bacchetta,®- poffeggidrete,fl
mol tenere aperta la man delira neh"arcione, fopra ì
Iorio del quale pofarete il dito pollicare, però uolendo
maneggiarlo^ ueramente correre, farebbe uitio tener
iui la mano, ma att'hora ui accoderà folo con la man
deûr a pigliar, quafiper il mezzore redine, che pene
dono,
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PRIMO.                 i7
dono, ç? quella così chiufa con effe tenerete la, doue
fuole fvarc.,çr adoprarfì con la bacchetta
.
Dapoi che limerete maneggiato [opra al galops
po,ò ucrfuriofo, ò uer à tempo
, er uoi com'egli farà
infua lena,
cr riprefo che haueràfiato, il pajfeggia*
rete à puffo, fenza dargli furia, per la medefima pu
ûa,tra Tandar & uenir indietro da circa dodece fiate,
CF fempre che farete giunto al termine, lo uoltarete
di maniera cFel braccio contrario, s'incaualchidifoe
pra Ïaltro, come già non molto innanzi largamente
ui dichiarai, per che maneggiando/ì il giorno apprefis
fo,jì trotterà con più facilità confertato, fenza po<
nerfi in qualche errore,
er ogni fiata che difordina,ey
non fu le uolte con queÜamifura, lo correggerete di
quel modo come chiaramente,nel fecondo libro, pree
ilo ui dirò : cy quanto più sufaffe tal ordine in una
tnaiefe,tanto maggiormente, egli fi farebbe leggiero,
in ogni maneggio.
E da iìimarfi molto, prima che darei» il maneg*
gio..ò di trotto,ò di galoppo, di qualunque uelocità&
tempo, alcune fiate per queUa pijladouebauera da
maneggiarfu paleggiarlo pur cosi, ej parimète far,
al principio quel che ubò detto qui auanteche baba
biate da far appreffb , perche gli moflrerà la uia più
tertax? con più uaghezza ilfeguirà, dapoi, con ore
dine
«eroder con più bel tempo,cr come lo uolcte,&
tnafiimamente quando comincia ad imparare
.
Auertite anchoraxhe alcune fiate.il caual giouent,
per che non ha tutta la forza fua, naturalmente per
meno
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5 8                LIBRO
meno fatica fubbito che arriua,uorrà pigliar/i la uoU
ta,z? f Uggeri il tempo che gtapp ertiene : tal che aU
Vhora quando darete questi repoloni
> bfiano corti>
ò lunghi,ò di trotto, ò di galoppo, giunto chefete al
termine,in ciafcuno d'efii, farete far le pòfate, à quel
numero, fecondo richiede la qualità del maneggio che
uolete,ma il meglio farebbe ufarle al numero che con*
uien alle uolte di tutto tempo, ò uer di mezzo tempo,
er ui fermante un pezzo accarezzandolo, er dapoi
gli darete la uolta, con quelli aiuti che ubò detto,
er
ui dirò apprejfo, fopra la quak,ancho, s'egli ƒ 'offe dU
fordinato,cr moltopresìoàfarfiauante, uipotreüe
pur un poco fermare,che uerrù non folo giufto,
er e=
guale,mdpiù leggiero alle uolte, er come (ara in effe
ficuro,w facile>a uoilra uoluntà, fi potrebbe maneg*
giar ueloce,c?fenzapaufajn qualunque modo, à tem
po,ò di mezzo tempo, ò contra tempo
.
Però fel cauaUo intenderà bene, non gli bifognerà
quedo, ma per mantenerlojbajlerà come hapajfeggia,
to, andar folo una uolta di galoppo, à mifurà dì una
picchia carriera,?? al fin tenendolo dritto,con le pò
fateci uolete fermare iui un pezzo,et da poi potrejle
tornar di paffo,ò di trotto in fin à quel capo dal quale
parti/le,
er apprejfo fi potrebbe uoltare, cr per la
mede/ima pijia maneggiarlo con quel tempo ch'egli
fa fare
.
Ma uolete auertire,segli è troppo fenfibik, la onc
de ancho uifura il tempo,ey/ì piglia la uolta più pre
#o di quel che uolete,?? forfè la prende calcata, che
farebbe
-ocr page 59-
PRIMO.                  *ç>
farebbe affai bene maneggiarfifyeffb, noti in altra ma
niera che à tutto tempo,Copra ilpaffb,òfopra il trot
to,ò uer galoppo, fermandolo un pezzo,
er pot uoU
tandolo baffo, ba)fo,con fargli incauallar le braccia,^
ueramente facendogli far la ciambetta, la qual ui die
rb,nel quarto libro^ome fé gl'infegna, per chepren*
dendo quel ufo, onderà conpìùmifura,
er fempregiti
ûo,al tempo,?? al modo che lo richiederete.
Son molti CauaUi di natura fuperbi, er dijpettofì,
cr fiacchùcheper efferne malcreati,?? oltre il àebU
to battuti,quando uclete maneggiargli,
cr fon giunti
al fin del repolone,ò di trotto,ò di galoppo, al tempo
che gli date la uolta
, e/?i la prendeno con molta nau*
fea,V forfè il più delle uolte,fara larga,
cr non gius
ftd,come(ì ricercasti hauerà ilfuo uero tempo,?? mi
fura, per ciò ui dico, che per caligarlo di tal uitio,
ujìate il uoûro repolone dipaffo,
er come uoifete, ì
corpo di Cdudllo,uìcinal termine, uolete donargli uea
locità di trotto,ò uer di galoppo
er iui giunto, gli da
rete la uolta di man deflra che fia giufta, et chiufa che
fara,ui fermante un pezzo, et poi ui auuiarete di paf
fo,pianpiano;per quella medefìmapìfta..z?fimilméa
te come feue aUa uolta deûra,donandogli pur di quel
modo al fin furia, gli prenderete la uoltada man finie
fira,ZT ui fermaretejopra d'effa,
er appreffb camU
tiare-te pur come da prima,?? con tal ordine tra Vane
dar,?? uenire,farà il numero da circa otto fiate,
er ì
Vultimo uolete parar con le pofate.
Et non è da tacerfì che ciafeuna di qmjle uoltt,faa
ra fecondo
-ocr page 60-
éo               LIBRO
ra fecondo il maneggio che uolete dargli, ò à tempo,ò
dimezzo tempo, ò uer contra tempo.
Ma notate bene, ch'ogni fiata che hauete dato la
uolta,çr fermatoui,cofi come u'ho detto, potrete ca
minar paff> paf[o,da circa trepafîi,çr dapoiponerc
lo al trotto^ comefete uicino alfine,à corpo dica*
uatto, ponendolo à galoppo, ò uerfeguendo il medefie
mo trotto,gliprenderete l'altra uolta, fimilmente fer
mandouifopra di quella, w in quel modo anchora co
tinuando gl'ordini uofiri.
Come u accorgete ch'egli intende, er uà con quel
tempo chegl'hauete moftrato, data che farà la uolta.
er ui farete un poco fermato fopra d'effa, ripartire*
te digaloppo,eyper alcuni giorni continuante que*
ûo,zy apprejfo come farà benfermo,cr giuûo,cr co
nofcerà il garbo, fempre che ha' chiufa la uolta, non
ufaretepiù tal modo
, mafenza dargli paufa, prejlo
il cacciarne auante, altrimente farebbe pefiimo uU
tio,dal quale nepotrebbono nafcere moltierrori gr<u
uifiimi, che quefto fermare fopra la uolta, fi uuole
ufarfolo , quando il cauaìlo per alcune di quelle cau/b
che innanzi uidifii non fa la uolta uera,comefegli
contiene.
Molti cauatti mal crcati,quàdo fi maneggiano,uoU
tano la groppa,?? l'anche prima dette fpatte,talche al
Bora farebbe imponibile maneggiarfi bene,crgiu&i,
per ciò ui dico, che accadedoui un caual inuecchiato à
queflo mal'ufo,bifogna co molta diligètia, fottecitarlo
di pajfi3ò uer di trottola dritto,indrittoper la maie
fé in
-ocr page 61-
PRIMO.                    6i
fe in unfolco,z? correggëdolofempre-.no folo quando
camina,ma quâdo uolete uottarlo, bora co la polpajet
hora co lo/proneJeUa gâba cotraria, della uolta che
farete yquüdo fete al termine,
cr hor al cortola corpo
di cauaüo,er hor alla lunga,quato fuol ejfere il repos
lone,ò neramente la carriera,un pezze all'uno,
cr un,
pezzo aWdltro modo,eglisaccorgerà.dcl errorfuo'.et
fé ciò no baflaffe,et uoipajfeggiaretein un luogojoue
dal lato finiûroui fu ma tela di muro, & accoftate=
ui con ejfo, quanto fi può,
cr come fete al fine, uolete
parare,?? uoltarlo dalla man deftra,con più
cr meno
aiuto di polpa digamba,w di/prone fìniuro, tjpik
cr meno prefto , fecondo ^accorgerete del bifogno,
quantunque le prime fiate ordinariamente gli accade
chef uolti,pianpiano,<zr ritornando per la meiefim*
pifta : La tela di muro uifara dalla man defira, çr co*
me fete giunto al tenere,lo uolUrete fìmilmentefuora
del muro, da mmfinifira Mutandolo pur con lordine
che feue-alla uolta deûra,ercofi corne feue per lo
folco,pajfeggiarete di paffo,b uer di trottolato quant
to ui pareri che cominci adintendere quel che uolete,
cr fecondo puòfoffrire,che in queSto modo, egli non
potrà uoltar la groppa, &farà corretto, quando fi
maneggia dapoi,fempre uoltarficon lafua dilantera:
& oltre di ciò pur con quefti aiuti, parimente fi poa
trebbe maneggiar in unfoJfo,ilquale non ritrouandoa
fi il farete far àpoiba, lungo quanto uolete chefìa il
repolone,zr di (òtto fia largo da circa duo palmi,
cr
pocopiù.,0 meno di unpalmo fond.o>zX che altro tan»
iofakndo,
-ocr page 62-
(fi                    LIBRO
t o faledo, s'allarghi à poco, à poco, tal che dapoi uéga
la largherà dì [opra à guifa di bachetta,ct al più fi pò
trebbe arriuaràfarlofondo,injìn à i quattro palmi,
et tato maggiormcte fi fard largo di fopra,pur in cjUa
manieralo aQ'kora ui bifognerà,in wltarlo,maggior
temperamento,er femezza,di mano,er tempo,
er
mifura, er con l'arte nera, er col battere à tempo di
fprone, dalla banda contraria della uolta, er anchor
doli 'altra banda quando accadere, er maf imamente
fé di queûo f affo uolete feruiruìin dar la ciambetta,
come uè fi dirà : Benché un gran cauaUiero , prefo che
hauerà la pratica de gl'ordini che u'hò detti : ry ui
dirb,fenzafoccorfo, ne difolco,ne di tela di muro, ne
difojfo, nella rafa campagna potrà infegnarli ogni
uirtù,er iui facilmente correggerlo, nonfolo di que*
üo,ma di tutti gl'altri difetti.
Dapoi cbe'l cauallofaprà uoltarfi d'ogni mano, er
adoprarfl à tutte queue cofe.gli toglierete, à uoÛra
uoluntà,k f alfe redine,er così,come nel tempo ch'egli
portaua quelle, parimente appreffo uolete portargli
la man ferma, er con dolce appoggio, er tutta uia
,
come uienfotto, accanargli le redine ,er quando eoe
nofeerete chela tefla fa fermata giuftd nelfuoluoe
go,erua à ferir con la fronte,non bifogneràaltro che
mantetieruelo, donandogliJpejfo i torni, er dncho il
maneggio fopra'l paJfo,ò uer al trotto,er alcuna fa»
ta,fopralgaloppo,er fìmìlmente fopral trotto,ò uer
galoppo,fargli far le pofate al piano, ò uer al pendis
no, del modo e ho detto, poggiandolo Jpejfo hor di
trotto
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PRIMO.                  6}
trottò furiofo,?? lungo,?? hor di trotto à tempo, ??
corto,?? bor di puffo per una maiefc prof unda,et fre*
fcha,tcncndoglifempre la man deUa briglia ferma,??
faldafenza mai dargli altra libertà,chefarà umto'.pes
rò la fua fermezza non uuol ejfer tanto che efcadal
fuo temperamento, ?? egliftejfouerrà mirabilmente
à kggierirfe,?? ùpìgliarfe, con piacere grande, mae
flicando la briglia, unfuaue appoggio, ?? in ciò confi
fie una delle maggior cofe,?? di maggior fuâatia per
fermarela tcfia.del cauallo, che benché fia uana la fax
bricarà di forte doue gli conuiene, che maipiù con efe
fa farà motiuo che non fia da f ar fi, co fa contraria di
quel che fi ufaua prima da gli anticbi,cbe corfo,ò ma*
mggiato che era, loropenfando di accarezzarlo, ??
inanimarlo al bene,kntando la mano, per unpezzo
,
fin cbefteua fermo gli donauano la briglia.
Et è ben da faperfi, che ejjèndo egli ridotto giufto
di tefta,?? col tnuilaccio di fotto,quanto più aWhora
uà grauofo alla mano,
er è carrico dì garze, e? duro
di barre,tanto più alla carriera,?? à i repoloni, ?? 4
ogni guifa che fi maneggiargli ha da portar la man
deUa briglia,leggiera,?? temperatale in altro modo
appoggiando fi tirera uia,?? ftaggrauerà più del de*
Uto,tt da tempo in tempo temerebbe meno la brìglia,
C? farebbe fempre dìfefa,ma non effendo coflretto da
quefla malignità di bocca. fi fari, il contrario, come
ubò già ragionato
.
Pochi anni indietro da molti caualcatori fi ufaM
la camarrtt>nonfolo per fermar il cauallo di tefta,ma
mbo
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<?4                 LIBRO
ancbo per aîleggiertrlo dinanzi,?? alle pofatc,çy per
farlo andar con la fchiena gagliarda, e? unito con la
uirtù fua,nondimeno quando quellapoifegli toglìeM
accorgendoli della libertà maggiormente uaneggkua,
con la tejla, talché apprejfo farebbe dato di bifogno,
pur con quegli ordini,?? con quegli aiuti,®- caûighi,
che tibo detto,?? uidirò,aiutarlo,
er caligarlo, ??
fargli conofcere Verrorfuo,cbefenza di quefto,la cae
marra,cosl predo, non barebbe baflato : Eccetto qua
doper lungo tempo,?? per alcuni mejìfuffe habituas
ta con ejfo, il che,conofcendojì quanto fìabreue la uU
ta bumana,douemofuggire,aceiòjìuenga tojlo àgos
der le gratie che idvio ne fa abondare,?? ritorna*
do alpropofitonoûro,ui dico
, chefenza la camarra
facilmete co le regole che hora ui dono,il cauaUo farà
fermo e? leggiero, e? accolto con la forza fua, ma
quando pur uolete ufarla,portandola poco più 6 mee
no di quindeci giorni, folo ad alcun caualgraue,
er
poco leggiero innanzi > difficultofo z? uano di tejla,
ufando apprejfo gl'ordini miei ouunche accade, egli
con più breuità di tempo auantaggierà molto : il pris
no inuentor di effafu mejfer Euangeli&ada Milano,
in quella età fingulariJ?imo,et gran maeflro di caualli.
Dapoi quando ilcauaüoftuuolmojirarefra cauoi
tieri ad un Prencepe grande,ad un
Re, ad un Impera*
dorejl uero luogo che conuiene à quejìo effetto, mol
ejfer diforte,cheqtteftiPrencepi, mirino bene lucori
riera da una delle bande,?? uicino al parere
> il quale
farà àffatio di un giujìo repolone più, uuante di loro,
dont
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PRIMO                  tfj
doue facilmete fi uedrà il principio jl mezzo,ilfinc,çr
«pprejfo ogni particolarità del maneggio uerrà iui i
farfuperò fi uuol auuertire che la banda destra farebbe
migliore p caufa che il caualiero in ogni uolta che fari
4 i
repoloni.fi uolterà sëpre di facciale no diJpaÜe uer
f° di quelliMche alcuni dicano che cjjli /ignori uogli**
no flare alTincotroJoue il cauaUo uà apofarfe,a mept
fé che no farebbe a propofito,no folo p cagioneche ra*
de uolte la ûrada farebbe attache tutti quelli (ignori e
eauxlieri,ui pojfano b'e mirare,map caufa che ropédofi
il barbazzale o ueramëte le ndine,o uero, ì porta mor
fi'Ofepurfoffe di mala bocca,potrebbe facilméte occor
rere deftftro.Jlche no farà mai trouàdofi dalla bada co
'«e ubo già dettojnafol accaderebbe al Prëcipe quejlo
luogo dijìar aMncotro,quàdo nel fin di ejfo luogo do*
ut fi uà a parare,ui f offe un catafalco, o ueramëte f ent
fira,o loggia, ondagli fenzatrouarfi a cauaUo, uolejfe
mirare,nÓdimeno i Caualieri,cr Vrccipi del modo, hog
gidijnipare chenoauertino in tante partkularità,m4
io ho uoluto dir queJlo,accio labbia la integra cagni
tione debordine uero,e notate come i'ha da procedere.
Vi partirete di trotto co la pìita della bacchetta ah
ta,uerfo laj}>alla dejìra,llche ui di fi auâte aÏÏordint del
portar della bacchettai comefete al capo della carrie
ra,calàdo U bacchetta, prederete dalla man deflra una.
mezza uolta giuûa,e ui fermante unpoco,e dapoi pia
piano caminarete quàto tiene un corpo di cauaüo,t tan
toûo co un bel partir furiofo ui auuiarete co la carriee
ra,çrpajjarete<iuàte del Frcncipe}a queUaguifcer a
E quella
-ocr page 66-
66                   LIBRO
quella mifurache ubod:tto,ilquak uifard,mìrandout,
alla bàia defiraj comefete al pararci fon forniti i uo
jìrifalcbi.ey noi dUa primato allafecoda,o utr atta ter
zapofataj'ecodo il maneggio che uolete ufare,a tlpo,o
di mezzo tlpo,ouero cotra tipo, efecodo quello che il
caualloftfare epuofoffrire, di fubito gli prederete la
uolta da madeftra,
e tornarete col repolonep la pitta
della carriera^ comefete al termine del fin del repolo*
ne,co quel tipo cheprldefle la prima uoltajo uoltare*
te da màfinittra,
cr andarete uia purp quella pijia,et
giuto che farete alfegno, prederete la uolta di man de*
ûracome da prima, ep quella pitta andarete a parare
doue fette la uolta ftnittra,e le pofate forano di quel nu
mero che couerrà alla qualitl del manegio che farete^
cofi ui uolete fermare auate del fìgnore,che à faccia del
uoflro latofìnittro, a corpo di cauxUo,uifì ritrouerà.
O pur quâdo fé gli dona la carriera potrebbe ancho
tetierfì,ey parare poco più indietro di quel luogo doue
il fignore.e dada bada,®- uifarà di faccia alla man de*
ttra,ey com'egli Jlarà totalmlte fermo, et ordinatami
te hauerà fatto le po fat e, lo/fingerete auante,a tiro di
repolone, ey a tipo fecodo il maneggio eh
e uolete ufa=
re.gli prederete la uolta da mSdettra, ep la medejìmt
pitta ritornerete infìn al termine doue pardfle alla car
riera.e colftmüe tipo gli prlderete la uoltajinittra,
e
lo rimetterete auate, onde tra Vandare,e ritornare in*
dietro farete quattro repoloni,?y effendo di molta for
za,flpotrebbe arriuar infili a ifei,<y la prima et Vul.
urna uolta uerràfempre ìfarfi da madettra,alfin pda
rmdo
-ocr page 67-
PRIMO                     6-7
rado dinàzi al Précipe. Si potrebbe ancbora nel fine del
corfo parar il cauallo a paro del detto fignore,cbe ui mi
rerà dalla uofira man deüra,o neramente pofarlo poco
più auàte di lui,da circa dieci palmi,ej fenza rimetter
lo auàte «quel tipo che fa le pofate,pigliarglì la uolta
àejlra.co un di qui tre tipiche a uoi piacerini che ejfo
fa fare, er ritornare indietro, p la fiàpa della camera
cclrepolone>& uoltarlo poi dalia manfìniftra,& arri
uare d numero di duo repoloni,o quattro,fermàdoui to
üofopra l'ultima uolta che chiuderete dalla ma deunt
doue prima paratie, che cofiui trotterete il Précipe aU
lo montra del uoftro lato finifiro,w tato a quel modo
ài repoloni che ui difii da prima, quanto a queiïi che
bora ui dico, difubito che'l cauallo fi ferma cybaue*
r.ìparato,uoletedonargli le uolte raddoppiate ,&
manti che fi raddoppia, ouer appreffo , fé la intende,
fipotrebbe intertenere un pezzo co la capriola, o con
gli ccruetti,nodimeno la capriola fi farebbe migliore e
più gagliarda prima che corra, er feguenteméte donar
gli,due uolte doppiep ogni mano, et dapoift potrebbe
moflrare co la carriera,^ maneggiarci a repoloni,zr
un'altra fiata raddoppiarli al fin di efii-.e uifo intedere
che ciafeun di queûi modi che ui ho detto di dar al fin
della carriera i repoloni, accade fol a caual di eflremx
forza,e che in ogni cofa r iffro de facile,& uà co lordi-
ne,e col uero ufo di guerra, pche bene è chiaro che qua
do fi moflra il cauallo quàto fi può fi uuol approfiima=
re alla fìmilìtudine di quella,cbe ilprimo.è andar di cor
fo aïïincotro de gli nimici con la làcia, er dapoi canon.
E a do
-ocr page 68-
63                   LIBRO
do fuor lafyadafi entra, er efce di repoloni da mezzo
quelli.Ma perche la offtruàza che hora fi cojiuma è con
tra diqueflo,per la fiacchezza che generalméte fi ritro
m cjuafi in ogni cauaUo, dirò un'altro modo dafarfene
ûimaJoiK cjuantuncj; nonfuji'egli,troppo gagliardo fi
dimofirerà con maggior forza
er animo çr figue folo
la forma di una picchia
er uera battaglia fingulare.
Prima che fi corra, ui panerete nella ûrada eue il
Trëcipe,ui farà miradoui dalla uofira man defira,& ri
tnettëdo il cauatto inanzi il maneggiaste, er tra Van*
dare,e ritornar indietro farete fei, ouerotto, o dieci, o
dodeci repoloni,piu er meno furiofi fecodo conuiene al
fuo fenfo,cominciando dalla man deftra,?? in ejfifineit
do,ui trouarete ad un di qutüi numeri a parar in queU
lo luogo dode prima partifte,& ferma~doui lo aiutare*
te come u'ho detto, er uolédo maneggiarlo piufuriofo
di quel che fi richiede, fattogli repoloni al numero di
fehouer otto,e non piu,altrimete no gli potrebbe fojfrì
re eruerrebbeamacarlafuauelocita,ilchefrebbeui
tio,pche uuol fempre,in ciafcun di ej?i,auazare più pre
fioche màcar di furiant al fin com'egli farà pofato,gli
daretedue uolteraddoppiate da madefira, e due da ma
finìflra,e due altre,a l'ultimo, dalla medefima banda de
flra.zj uifermartte,o ueramëteno uolcdo farne tante,
ne farete una fola p mano xhe furano tre uolte,e lapri
ma e l'ultima fard da ma deftra,e prima che fi raddop*
pia,fapedola bene,gli farete f or la capriola, quantunq;
fi potrebbe pur fare appreffo, ma aitante gli farà più
facile^ tanto il raddoppiare,come la capriola,?? gli
cornetti,
-ocr page 69-
PRIMO                          <S"9
eoruetti,nel fecodo librone nel quartojun'e Vaîtro,quâ
tofarà pofibile, ui farò noto per infegnarglieU quai
modo fi hauerà du tenere.
AppreJJb di questo andarete al capo deUd carriera,
er fimilmente, corne difii auanteM partirete con effa,e
parato cVegli batterà in quello luogo che è poco inanzi
chefìarriua doue farà il Prencipe, ilquale aìlhora ui fi
trouera di faccia aÜa man defìra, tantosìo che fon fore
nite le fue pò fate
, parimente come da prima lo farete
raddoppiare,
er ui accorgerete bene che ogni cauallo
uien pia facile quando raddoppia nel fin de i repoloni,
o nel fin della camera,che non fa in altro tempo.
Si potrebbe ancho quàdo ha corfo,cy nel fin del cor
fo ha raddoppiato,farlo sfiatare un pezzofermandoui
doue ha parato,?? dapoi paleggiarlo per la carriera,
er come conofcercte che e fiora di ànfia, er col nero
anelito giusìo à uoflra poüajenza maneggiarfua repo
Ioni da primato maneggiarne allbora,^ arepoloni,
Creo le uolte pofpofte,cr a qualunq; modo ui piacerà-
Benché u'habbia detto alcune f orme, come s ha da
noftrare il cauaUo,pur uolete ben auertire.che oltre di
quefto bifogna che ui uaglia il uoflro difeorfo, er più,
er meno,dccrefcere le uolte a irepolomg? da fermo a
fermo,feccndo conofcercte che egli ui ridonda, er che
fU la lena, er la gagliardezza fua, er forfè ui accade*
ra. al fin che egli ha fornito il numero che ui ho detto,
tornarfì a maneggiare a repoloni corti, er a repoloni
lunghi, er raddoppiarli infinite uolte, er dimotìrerì
tutta la fua uirtu maggiore che non fu da prima,çr fi*
E % mil*
-ocr page 70-
70           LIBRO PRIMO
milmente ui potrebbe accader il contrario di quetlo,
tal che ui è necejfario conofcere ïefferfuo quando egli
è &anco,ey auante& poi fapere per quanto ftpuo tic
dere la pojfanzafua,
cr quando accade pojpponere le
volte,cr quando trouarfì in concetto del Prencipe,co
Tultimauoltadimandeûra,cy quando è bene donar
primala carriera
, er quando prima il maneggio, er
quanta paufauibifogna tramezzar ogni uolta chea
quello fi ritorni,tencdo queûa regola generale, in ogni
hora ché*l cauaUofi maneggia lafciarlo con animo,ac*
ciò uolendo al fin oprar/i non'fi auuilifca
er ui rijpons
dafempre in un tuono, però è da notar fi che hora io
non parlo de i cauatti gioueni che fon da ammaeürarfi,
che molte uolte un difordine fatto a tempo, quamüque
fia grande,gli corregge, ma dicofolo di quelli eh e total
mente fon fuora di fchola, çrfiuogliano moftrare, del
che non mi conuienepiu largamente ragionare,ma ben
ui dirò molti fecreti che ui apriranno più la uia come fi
ha da maneggiar giufio,^ come s'aiuta,
er come fi ca
ûiga,& comefegVinfegnano molte uirtu, lequalifea
condo accadeva dapaffo in paffo uifi diranno,
er quel
chef tacerà ad un libroni fi àira a l'altro :
er benché
uhabbia detto femplicemente la maggior parte di quel
fé cofe che allafua dottrina fon necejfme, nondimeno
in effe bifognano molteparticularità,che minutamente
apoco a poco uifarò chiare, che fé
giuntame.ite uek
haueffe dette da prima ui bareifenza dubbio, totalmett
te confufu
1 ibro
-ocr page 71-
LIBRO SECONDO/'
Osa mi pin util co fa dirui ; che
fi uuol ken auuertinche quando mx
neghiate il cauaüo , non folo uolete
andare, çy ritornar fempre, per uni
mede finta pi fca,ma a quello luogo do
de ui partirete col repolone,
er doue poi farete la uol
ta prima a quei termini uolete arrenar fempre cj" doc
tiare tutte le altre uolte,*& per far cono fere la. eguali
tà,çr infinita fua giufìezz4>& ubìdienz4,f*rk molto
da todarfi, auante che fia fornito il numero deglirepo
loni,cambiar mano, ey pojftonere le
«offe, cr l'ultima
quando fi uà a parare,continuamentc farla da man dts
ûra,egual alla prima,comeffeffo vi ho detto.
E cofa degna dafaperfi, (j mafiimméte ch'ogn'un.
fit il contrario, che fé in quel terreno doue il cduaüo fi
maneggia tinto à i repoloni^commchor alle uolte ra*
doppiateci f offe interpola qualche pietrajion tioglia
te leuarnela,pcrche non folo non gli porgerà impedirne
to alcuno,ma gli fard cagione di farlo andar giuûo,et
più corretto,
er con maggior fuggettione alfuo c<m*
liero, anzi quando fé glinfegna il maneggio, fé non ui
f offe alcuna fiatd,uolete poneruela,cr co fi quando do*
poi fi uuol maneggiare, fé a gli capì de i repoloni ui
foffero ne i lati delle bade, doue fi faranno le uolte,un<t
o due pktrt alte da circa un palmo, egli per tema di
queUe,WYnbbe con U uol ta piti chiufttzr forfè con h
E 4 cìam*
-ocr page 72-
7*                   LIBRO
ciambetta'.fenzo'feguire gli ordini che uijt diranno ap
prejfo,quàdo ui parlerò de i modi, che in donarla fi pò
trebbon ufare,nodimeno,quà~dofi corre la carriera uuol
tjfer netta,perche tanto più anderd fecuro,?y ueloce.
Guardateui,quando date la uolta, che non fta calca*
imperché è cofa brutta
cr pericolofa, dekhepochi ca=
ualierifi accorgono , ma bifogna ch'ella fia giujla
, ey
pongafi la tetta del cauallo a quel dritto doue tiene la
groppa
, er queüo con lingna non pojfo dtffufmentc
moftrarui, nondimeno fé uoi lo internerete manege
glandolo f^effo fui trotto furiofo,cr aiutandolo in un
folco, ouer in una pi fia fatta di trauerfo in una moUe
tnaiefe,con l'ordine detto,®" non ufceio da quello folco
o da quellapijla,da fé fleffo uerràfacilmente alla uolta
fua,firetta, naturale,*®1 giufta, rjfin che il cauallo la
intenderà beneja farete baffa,accio uega in effa facile,
CT non forzato,®" quantunque la intende/fé bene face
dofì baffa,di quel tempo che la uokte,eglifempre auàs
zerà,& co buona grada fuol accader che uega,in ogni
uolta,col braccio piegato,®" agile a far la ciambetta.
Quando al maneggio di repoloni prende le uolte
larghe,o colcate: uoi ogni fiata poco prima che arriua
tea ciafcuna di effe, lo caligante di briglia n ella ban
ra che è dalla parte, doue farete la uolta, cy auertite,
che quando farà corretto,non bifognerà molefiarlo al<
trimente, perche uerrà giuRo col fio uero tempo, ®"
no oferà mai più difmandarfi dalfuo battuto fegne, ®r
queüo ca&igo di briglia nelle barre, il trouante con
ogniparticukritàfua^d terzo libro.
il
-ocr page 73-
SECONDO            7?
Il difordine dì far la uolta colcata, benché fuol ctcc<t
derepiufpeffo al contratempo,quàdo accade almaneg
gio di mezzo tempo,ouer di tutto tempo,à giuditio di
molti,farà di pegglor uifta: Pero effendo il cauaUo dee
boleri uuol auuertire,che dapoi che farà ben fermo,et
giuftoalla mano, nel tempo che fa gli falchi, fé lo
co/c
caret e poco più di un palmo uerfo lo lato doue lo uole
te uoltarexhiuderà le uolte con maggior attitudine feti
Za diJpetto,ey uifaràfolo in tal cafo permeffo,ch'egli
fi colcbi,ey non più che come u'ho detto.
, perche}"aceiu
de fi in altro modo farebbe uitio,
Ma quando il cauaüo à qualuncht forte di maneg*
gio dipaj)o,odi trotto, o di galoppo, con la furia che
più gli couiene,ofia di tutto tepo,o di mezzo tempo,o
iter contra tëpo, dori la uolta da man destra f alfa,
er
nongiuûa, o fé pur contra il uoleruofìro lapigliajfe
troppo alta, o troppo bajfa, aUhor come farà licitato
al caminar innanzi lo caligante battédolo una o due
fiate con lojprone manco,piu
er meno,fecodo ìlfenfo
ch'egli tiene, et effendo giunto al folito luogo,uoltatc*
lo pur dalla medefima banda deflra,che per tal cailigo
ucrràgiuuo,ey confertatamente,a quella uolta, o alta
o bajfa come uoi uolete,ej feguendo appreffo il repolo
ne,come arriuate a l'altro termine,uoltatelo da marna
ca,tal che doue accadeua la uolta dejlra fard la/ìnijìra,
Crdoue era la jìniura farà la delira,
er con quejìa mi*
fura fzguirtte ilnumero del novero maneggio,®- fé pur
egli nonfacejfe la uolta fìnijìra bene, lo uolete jìmilmé
te caûigan con loftront cotrario, che fari il dejìro,
ritornano»
—__________
-ocr page 74-
74                  LIBRO
ritornando atta uolta finifira,çy a i repoloniparimei
te con lordine d'ho detto,eycofipoftponercte le uolte
del mede/imo garbo ch'io uiparlai poco aitante, quatte
do ui difii che farebbe da lodar fimolto almaneggio
fer far conofccre la egualità, ey infinita giufiezza
cr
ubedienza del cauaUo, cambiar mano cr poflponere le
uolte,?? tanto alla uolta de/Ira, come aUa fini/tra alca
na fiata fenza il caftigo di /prone foloposponendo la
uolta egli fi corregerà.
Ef oltre di ciò, quando farà totalmente infegnatofe
prendejfe quella tema di non far la uolta giufta in un
capo,fi potrebbe anchora in quel tepo,auÀte che fi or*
riua a quelfegno uoltarlo\etfe uipar chefegli accorti
troppo il repotone, quello /patio che fi perde aUhora
guadagnante poi neWaltro capo à l'altra uolta dell'ai
tra mano : però rade uolte accadere di ciò preualerui t
perche bafierà caûigarfi a quel modo, che u ho detto
qui prima di quefto>alqual modo fé il cauaUo no fi cor
regeffe al primo ca(ligo,potrete già ritornarui fempre
fin tanto che farà bene,
erfirimouerà dalïerrorfuo:
cr quanto più à uenirfene er à redurfe tarda, il che
quafìfari impofìible, perche fon certo che uerrà di fu
bito alla prima uolta poftpofia chefegli fa, tanto piti
uegliuolete dimostrar con impeto grande: Anchor s'è*
gli ufeiffe dalla paûa, lo caûigarete dadogli una,o due
fiate con la baccheta al fianco, sforzatelo che ui
r&
torni dentro,?? potrebbefipur caligare con lo /prone
da quella banda doue fi butta,
cr ritornandolo al fuo
fegno feguirete il uo/lro maneggio.
Ne
/
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SECONDO           7*
Ne mi pare di tacerui,che alcuna fiata quel caûigo
di /prone che da me udiûepoco auante,fi può fare non
folo dalla parte contraria, ma anchor in un medefimo
tempo daU'una çr daW altra banda,con gli/proni giun
ti, non lafciando però dipoûponere appreffo le uolte,
co fi conte aUhcra ui di fi
Per fanti noto più ckiaraméte, çr con lafua ragion
uera,çr fenza falfità, comefiuuol aiutare di/proni al
tempo che fi maneggia, dico che quado uolete uoltar il
cauallo dalla man deüra, che s'aiuti dalla banda cotras
ria,con lo/pronefiniûro,et attondifi in un tempo, con
l'altro fprone,accio che uadi giu&o,çr ritorni alla fut
piua-.çr udendo uoltarlo alla man manca,con fimil or
dine s'aiuti con lo/prone deüro, çr pur in quel ejferc
smattonai con l'altro,cbe ander à caüigato,et fempre ad
unfegno,çr non fi butterà da niun lato', et e da notarfl
bene, che alcuna fiata fi conuicne aiutare al principio
della netta,?? alcuna fiata nel mezzo, ouer a quell'in*
/tante che la chiude,onde a quel chiuder che fa lo/pro
ne.cVattonda la uolta, non batteràparo, ma andrà in
un tépo a battere poco più addietro dell'altro che baU
te uicino lectgne dalla banda contraria, come bifognet
far fi : çr in ciò nafce difficulté grande in conofcer il
fuofentimento, çr pigliar il tempo, çr più, çr meno
toccarlo,come fi richiedevi che non fi può dire,ma con
la pratica ui fi farà chiaro.
Dirò le caufe, perche quado fi batte il callidio con lo
/Prone contrario, fi uuol Mondare a tempo da quella
banda doli egli chiuda la uolta:La prima cagione e quei
fi*
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16                   LIBRO
fid,perche dnderàpiu eguale,che in un tempo uoltando
lejpatte,ekueràl'anche-. Lafecodafi è,cbe alcun caual
lo farà talmente leggiero,ç? difenfo, che come fi fente
battere fol da una banda contrarid,uien a uoltarfi trop
po fano,^ forfè torto di collo, ey ditefia,o ueraméte
pajfa il fegno a chiuder la uolta,buttàdofifuor dettane
rdpiftdjal de bìfogna,che giutaméte fé gli doni il uo
flro foccorfo,<& attodtfi a tipo di /prone, o fi attondi,
almeno digamba,o l'un o l'altro, che gli accade, che in
tal maniera fard forzato a ritenerfi da cjuelli errori,et
uenerà giuûo,
er a cader a quel fegno che gli couie ve.
Pur alcuna fiata bifogna,che nonfolo fi attondi.ma
che fi batta egualmentecon gli /proni pari,uerfo le ce=
gne,& queflo fi fuol ufdre, quando ilcauallo radoppiài
do,è auuiato atte uolte,
er in quett'ejfere lo appicciate
per agiufiarlo con più fuggettione a feguire l'altre uol
te,
er alcuna fiata bifogna che fi batta o più o meno
daWuna, che datti'altra banda, fecondo la inclinatione
ch'egli tiene più da una che dall'altra mano, eilinguen
do il mal'ufo che ha prefo,onde perciò fi richiede ftper
lo prefto,&a tempo foccorrere da una banda,o ia tut
te le bande fecondo ui ho detto, et pur iti dirò douìique
mi accaderà parlamene -.Perorando fi maneggiando
turalmenteffi uuolfempre cominciare ad aiutar fi datti,
parte contraria detta uolta, ç? queûo aiuto affai fiate,
non hauendo il tipo,
er lauera mifuragiufla dette cai
cagnaie gli potrebbe ufar folo,fenza che fi attondiuer
fo la uolta,in un medefimo tempo,con l'altro jprone,et
mafiimdmcnte,quando tglifuffe di buona er gentil no.
tura%
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SECONDO         77
tura,& non ejfendo coftretto daUafua durezza CT du
qualche incidente, che ui occorrere, per mala creanza
che hauejje hauuta dalfuo caualiero.
Et a maggior dichiaration uoflra hora ui dico, che
s'egli fujje più duro daÜ'una,che dall'altra mano,uOlée
do in tjja uoltarlo, bifogna che s'aiuti con la polpa del
la gamba,datta banda contraria, cf in un tempo attott
dare con lo Jfrrone dalla parte doue uolete che fi uolti,
the farà l'oppofito di quel che uho detto,nondimeno et
poco a poco lo uolete ridure a fargli conofeere il
«ero
foccorfo degliff>ronucofìcomegli conuiene,zy lafcia
rete queûo,ilqualeèfuora delfuo naturale,fol pertU
nêteper alcuni giorni,ufarfì o a caualuecchio nella ma
la creanza^ quando eglifaceffe le uoltecolcate:talche
un'altra uolta uel dico,chefe non ui cofirenge niuna di
quefte necefiità, baiìerà che s'aiuti di fyrone folo,daU<t
bada contraria,?? a luogo et a tempo, come ui difii dì
prima.
Di più anchora, per aggiustarlo di tefta,ey di coU
/o,cr che uenga eguale,quandoflmaneggia,parendoui
ch'egli ne prenda fauore, alcuna fiata fi potrebbe aille
tar diflaffa fo to lajpalla, pur dalla banda contraria*
& quantunque di rado fi ufi, nondimeno a caual gio*
uenefin che s'ammaefiriglifuole giouare.
E da notarfi molto,che fpeffo il cauallo,quando ine
tende le uolte, ey riconofce glifcronì, alla guifa che
u'ho dichiarato,come ode al fin del repolone, quel mo»
to di lingua,?? a quel tempo fente un poco fermar fi la
briglia,per dargli la uolta,non affrettarli l'aiuto degli
fproniy
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78                 LIBRO
fyroni, ma dafeftejfo la prenderà, ey aUbora farebbe
mah aiutarlo con efti,mabafleràfolo quell'aiuto di Un
gna,& forfè anchora di polpe di gaba,deÜa fìmile ma»
niera che fi fuol aiutare, ey come baprefo la uolta in
quel tempo buttatelo aiwite,battendoh con gli /proni
pari,al principio folo del repolone, mafepurfoffe di
troppo fenfo,no gli bifognerà ne queûo,ne quello:Però
taiuto accade più
cr meno,fecondo la qualità fua: ben
che quando egli è ben creato, di qualuque complefiion
fi fia,fofjre ogn'aiuto,o~ di mano.çr di fp>roni,et giù*
(lamente lo intenderà con quell'ordine che gli conuiz*
tie,cy piglìerd quel tempo che uoi uolete.
Et quando eglifoffre, accio ebe uadi lpigliarli U
uolta giufta, v a tipo, cr affai caligata, cofì come al
principio d'ogni repolone lo uolete buttar aitante, foce
corridoio di jp" rotti parUfìmilmcte non fol,quà~do no ui
ri/ponde bene, ma il più delle uolte, come uoi farete dee
fedeci palmi, più o meno fecondo la lugbexxA del repo
lone,uicino al termine della uolta,o della man defira, o
della finifira,lo uolete pur battere, co gheronigiuûi,
er ogni fiata ebefi batte,aiutandolo continuamente di
uocefiper dargli animo all'andar determinato ,fian*
ebora per far lo.pin corretto, et poco auantecbefi ars
riuiaUa uolta, Jìuuole aiutar di lingua, accio che egli
feorrendo fi apparecchi a farla più gratiofa
er di più
bell'aere,?? alcun cauallo che è troppo fenfitiuo,non fi
uuol aiutar di lingua, auàte che fi arriui alla uolta,m4
qua/i a quel tempo che lo uolete uoltare.
Auertite, che s'egli non è di molto fenfo uolete tou
cario
-ocr page 79-
SECONDO           79
curio di fproni,d principio,®- alla metà del rcpolone,
er un altra fiata comefete quafi giunto alla ttolta.etfe
pur a queffultimo tipo che lo battete-.farete quél mos
tiuo di lingua,tenédo la mangiufta,fcnza uoltarla,uer=
rà a pigliar[eia di un bel garbo, come conuiene, tal che
allhor alla uolta non bifognerà dargli altrimëte aiuto
di /prone: però il caualiero ha da effer ben accorto in
cotwfcer quello,**? doue,® quando, ® quanto gli bifo
gna,il che ben conofcerete uoi,con la lungapratica, co
me uè l'ho pur detto poco innanzi
: E£ oltre di ciò > di
poi coi farà egli fermato di teûa, queûo lo farà di tal
forte corretto, che alt'andar di repolone, non farà mai
più motiuo,ne di fommuzxarfUne di mouer la tefta.ne
di niuna maniera mala,
er in più fiate,''prima ch'io ui
lafi,ui dirò come totalmente eglifi ferma.
Quando uoltarete il cauallo, in qualunque forte dì
maneggio fé ftamon allargante, infuora il braccio ma
co,ne a l'una,neaW altra parte,ma tenetelo faldo,®- co
un poco di accennOyin un certo tepo,a tempo,
er in utt
certo modo uoltarete il pugno folo della briglia,®- che
il detto pugno no efehi dal dritto della marcatura del
collose da qua,ne da la,accio non fi colchi, et che uadi
gwflo
er fermo, er farete fempre ciafeuna di effe uol
te,pià prefto baffa, che alta,
er aiutata con gli ordini
ueri,perche le farà di più bel modo,® forfè e]fendo di
gentil naturajènza che altrimente fé gVinfegni, uerrà
con la ciambetta,
er auertite che le uoltefiano eguali,
er diun tèpo, corrijpondendo fempre a quel modo che
le cominciatele quando fi faceffe il contrario farebbe
-ocr page 80-
So                 LIBRO
da biafmarf. molton ignorantia di buomo ,che nS ha
difcorfo,ne arte di caualcare,
er quefyo errore fuol ac=
cadere a tutti coloro che danno il maneggio furiofo a
modo di carriera,che allbora per v.ecefità, il cauaÜo U
prima tiolta che fa, farà di una fòrte di tempo,
er non
potendo poi durare, uerràfempre minuendolo,ey ua=
riandò le uolte,talcbe in ogni repolone Cuna uoltafarà
differente dall'altra, però il Caualiero ben accorto,??
hen difciplinato, quàdo infegna il cauallo aü'ultimo co
mirabile accorgiméto conofeerà fecondo la qualità fua,
quarto è la furia che può foffrire,çr in quella dipoi lo
ferma
: er al maneggio parimente anchor gli da quel
tempo,alqual può refiüerc, a tempo o di mezzo tépo,
ouer contra tempo, et quella mifura clfegli tiendapri
ma, cofi a i repoloni come alle uolte, quella fi trouera,
fempre con facilità grande,infino alfine.
Et per danti alcun fegno, onde fi poffa conofeere <t
qual cauallo couenga il maneggio di galoppo,et a qual
con più
er meno furia, uifo noto, ch'ogni fata che ui
accorgetele naturalmente tiene forza,
« buona bocs
ca,comefirà ben inûrutto, a uoltarfì aü'una
er all'ala
tra mano, fi potrebbe a uoûra uoluntà maneggiar fuo
riofo ma quando eglifuffe di troppo fenfo, oueraméte
carico digarze,ey duro di barre, çf fiacco difebiena,
cr di gambe,quantunque per la buona creanza paia di
dolce bocca,non dimeno aUboraM uoifleffo conofeerce
te che gli accaderà maneggiarfi con più riff etto,
er no
ponerlo in tanta fuga, ma fé pur f'offe gagliardo,
er di
lombi,?? di braccia, benché fa grojfo di garze,çr due
-ocr page 81-
SECONDO          Si
1*0 dì barre,col mezzo della buona dottrina,potrebbe
maneggiarli a tutti modi,però il cauaUo,di ognifattez
za,o buonajo mala che fìa,quanto piùfi mantiene ma=
neggiàdolo fulpajfo,cy fui trotto,
er rade uoltefut
galoppo, fenza donargli uelocità, tanto maggiorméte,
non toccandofì mai co ì ferri di dietro, a quelli dinÀZh
(gli dipoi uerrà gagliardo,
er giudo, & fermo, con
tutte queue buone parti che conuengono al uero, ey
perfetto maneggio
.
Vi ricordo anchora, che il cauaUo fi uuol battere
con gli/proni apprejfo le cegne,
er non al fianco, per
che altriméte farebbe errore, però quado fi maneggia,
come auante un'altra fiata ut difii,fempre a quella ban
da, doue ft ua ad attondar la uolta, nel tempo che egli
acade, con lojprone non fi batte paro conteiloaWaU
tro uicino le cegne,ma fi batte poco più diètro di queU
k,talche quedo aiuto, perciò uolgarmëte fi dice atton
dar dìfiironi, perche sforza mirabilmente il cauaUo, a.
uenir in quattro eyafar la uolta eguale cr tonda.
Coìti egli intenderà la carriera, la darete alpiu,una
uolta ogni duo mtfi,çyfefoffe affai maggior il tempo
farebbe meglio,
cr tanto piufe per natura dimoftrajfc
di ejfer di dura bocca, çr cofi come la detta camera
auante ch<e corra, gliela uoletefar pafiigiando ricono*
fiere, fimilmente dopo di hauerlo corfo,fi uuol olmeti
una fiata in effitpafiigiaredn quedo molti îingânano,
che penfano che correndolofyefio, U farà più wdoce,,
certo non è uero, che la carriera donandolafbtjfo, gli
dìfconferti la tefia,h bocca lo pont infinga, gli dimU
-ocr page 82-
Si                   LIBRO
mifce la forz<t, V tuttauia la farà minore, er/ë pur
f offe fiacco di gambe
, fi potrebbe agrappare, er ogni
giorno uerrebbe alpeggio,
er affai più debole : Ma fé
uolete che corra bene,fenza che fi dilìoni dal buon ef*
ferfuOyuftrete gli torni di trotto furiofo, coin ho deU
to, che il cauaüo fi farà talmente difciolto di braccia,
chefempre quando corre, poi farà uelocifiimo,çr fer*
mo di tefla, er con forza, er facilità grande : Quefia
regola fu in ojferuantia molto, apprejfo dì quel gran
caualcatore mejfer Cola Pagano, che fin che il cauaUo
non erafermo,er compitamente ammaeflrato, non lo
baurebbe per co fa del mondo corfo, tal che da poi d'ha
uerlo caualcato
, quattro ofeimefì, o forfè un'anno,
egli inpocopiu,o meno di otto giorni gli moüraua il
correre, er di tal maniera fi accorreraua, che ueniua.
determinatifiimo,er difchiena>et con forza, et fermo,
sfaldo di tefta,e? col parare a tempo,giu&o,leggiee
ro,& confertato:o' quando uoleua ridurlo in tflrema
finezza, feguiua dal primo infin alfine del fuo caualca
re tutti gli ordini fopra ilpajfo, erfopra il trotto, er
fé non era confìretto da necefiità, poche uolte sul gae
loppo,er fenza che mai lo hauejfe poi corfo, ne maneg
giato di furia, egli conofcendo che fujfe compito Jtim=
parare, lo afiegnaua al fuo Caualiero, ilqual Caualiero
tantoüo che gli era addojfo,quantunque lo maneggiaf
fé, &a repoloni,
er a uolte radoppiate, er con mille
carriere gii rifpondeua con tanta uelocità.er con tana
ta mifura,er confi bel tempo in tutte Vopre, che egli,
CT ognaltro,mirabilmenteftupeudo, fi ammiraua.
Vi
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.SECONDO            8z
Vi affermo dunque,che il trotto quando fi fa con gli
ordini che ubo detto,ej pur uè fi dirà,è principio,
CT
fine,çr fondaméto di ogni uirtu delcauatto,cr co quel
lo folo, fenzacbe mai s'oprajfe in altro, uerrebbe in
ogni perfettione,però fé il caualiero,folo ad effetto di
cono fere la uelocità, er Ï effet di quello le prime fiate
che lo caualca,lo correjfe da circa tre uolte,nonfareba
be errore,pur che da poi procedere col tempo,
er con
gli ordini,come gliconuiene.
Notate ancbora che la carriera uuol effer, dettrmU
»ata,ueloce,cr tritta:EtfeH cauallo è grâde,ey grojfo,
non troppo lunga,ma quanto piu è di taglia mezzana,
ouero ha delginetto, tanto maggiormetefì farà fratto
pt,però non tanto che efca dalla mifwragiuftajo" quant
do uorrete tenerlo confitti, lafarete molto piu corta
del douere,zr in ejfa generalmente non fi uuol mai bat
tere dijpronifenza Valuto della uoce,& mafiimameiis
te fin che è giouene,&fari ben accorto di tutti gVordi
ni,®1 detta uolontà del fio caualiero,er al tenere fel uo
lete afyro,o co le pò fate aiutatelo come ui difiì auante.
Et benché nel primo libro, ui habbia detto bremene
te, come s ban da dar le pò fate, perche fon cauft detta
maggior parte detta mifuracbe il cauatto tiene, mi pa*
re conuenknte bora parlamene piu aìTungo,
er dirui
un ordine fìcuro,er prejlo douegli le faù leggere, &
facilmente Ventenderà.
Anadrete alla campagna in unafirada lunga,& che
il terreno fia giuûo,er habile a caualcarfi,cr dapoi ca
minante poco piu,o meno,di quaranta palmi, di trot*
F % to
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84                   LIBRO
to furiofo, er fermante il cauaüo, & a quel tempo lo
aiutarete di uoce,çy di /proni, alcuna fiata di bacche f
ta,nella /palla de/ira, er/ê non faceffe motiuo alcuno
dì alzarjl auante,al men con un braccio'.?? uoi, tenen*
dolo fermo, lo ca/ligaretc tanto/lo una,o due, o tre uol
te,con gli/proni pari, ouero corrijpondenti Vun aliai»
tro,aiutandolo di uoce, crfubito dipoi andarete altre*
tanto auante,col mede/imo trotto furiofo, er fermane
dolo pur farete il fintile e ho detto, er cofì dì trotto in
trotto fi uuol andare fin in tantoché uerrà a fpefularfi
da terra> er com'egli s'alzerà, ouero fard un'atto fo»
lo di pofata,piaceuolmente lo accarezzante,ajfecurait
dolo con la man deûra, ouero con la bacchetta/òpra il
collo, er uicino il garefe, er itti per un pezzo ui uolete
fermare, dapoi caminando auante parimente di trota
to,uiaccorgerete che al tempo che fi ferma, udendo la
uoce,egli ûeffo uerrà facilmente, er con allegrezza a
pofarft alto, er aUhora rade uolte lo aiuterete di/pro*
hi,mafolo di polpe di gambe, er quantunque gli bifo»
gnaffe,o no,lo aiuto di bacchettai di /proni, o di pôle
pe di gambe, quello di uoce in niun modo fi gli tolga,
crfepur hauete qualche luogo doue al lener ch'egli fit,
il terreno fo/fe, il più delle uolte, alquanto più baffo i
gli farebbe affaìfauore : & fappìate che folo una fia»
ta che fi leui con un braccio almeno con alcun fegno di
pofata,come u'ho detto, accarezzandoli di poi a tem»
po,egli uerrl allegramente a farne quante uorrete.
Come il cauaUo al trotto farà la pofata fi potrebs
be andar di galoppo :& al tenere aiutarfe anebor a
quella
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SE CO N D O            S;
quella miniera,?? cofi facendo bene,fi accarezZ4rà,et
facédo maie fi uuol caüigare,et aiutar co gli/proni pa
ri,& in un tempo co la uoce,et da galoppo in galoppo,
tenendo pur cjuell ordine che ui dijìi al trotto, che gio*
tta nonfolo alle pofate, ma a fare ch'egli affaldi.
Dapoi quanto intender àia po fata,ej lo aiuto degli
/proni,®- della uoce, ey della bacchetta, guardateui di
tenerlo più al corto, perche potrebbe pigliar uit io di
fermarfi alto,quafi in ognipajfo,al uoftro dijpetto,0-
afta uolontaiMa anderete in una ûrada,chefia quan=
do fuol ejjere la carriera giunta, doue fé al tenere uifuf
fé un pendino grande,^ eguale sfarebbe migliore, ey
primo di trotto uolete andare a tenerlo fopra di quello,
ne ì primiierreni^o nel mezzo,o nel fine, fecondo può
tgli foffrire ,cylo aiutarete al modo elio detto , o di
fpronuo di polpe di gambe,
©- di uoce, o ueramente dì
uoce foto piu,ey menojegolandoui dal fetifo che ham*.
ri,
er apprtffo, come farà fecuro in quel pendino,
fi potrebbe andar di galoppo, crfìmilmente fi po=
trebbe aiutar al tenere : che uerrà finccramente a farle
più grado fé coi falchi auante
; ma non è da tacere,che
al piu,cr quafi fempre,fe gli debbono dar le pò fate fo-
pra il trotto, perche fi farà più leggiero
, talché dapoi
tanto da fermo a fermo, come alpajfo, çx al galoppo,
çr alla carriera, ogni fiata che uolete fi trouerà co più
mifura;& in effe più facile,
Pero notate, che hauendo egli naturalmente legge*
rezz4,non haueràneceffario cofijpejfo del pendino, et
baderà il'più
\deUeuolteoprarfinel.pianoal fimikwo
¥ 3 do
-ocr page 86-
S}                   LIBRO
do c'ho detto.
Ma fé purfuffe duro a ifalchi,per condurjl a queU
ti
er in affalcarcome conuiene, il pendino gli farebbe
fempre necejfariofin tanto eh'egli intenda lafciarfi ad*
dietro/correndo inanzi con lepofate.
Quiudo egli fopradi ciò hauejjhgiàprefo il uh
tìo in fermar fi ffeffo con lepofate contra il uoler uo=
ilro,il cbefuol accadere a cauatti gioueni, uolete tanto
fio caligarlo di uoce,çr anchor di bacchetta ne ifian*
cbhO" talhorfopra le braccia dinanzÙWforfè di fpro
ni in ogni maniera che fi può,
er sforzarlo che uadi
Mfflte,?? chefolo faccia lepofate quado uoi lo richit
direte di uoce o dilingua,& dijfironifi di polpe diga
he fi di bacchettalo giuntamente,o l'uno o Valtro,fecon
do l'animo che tiene perche alcun canotto ferì tanto ui
te,z?di mal intelletto, che aiutandolo continuamente
al parare di Jpronì,dapoi,ogni fiata chedà quelli fi fen-
te pungere facendo pofate fi ferma,zr per molto che fi
batta non uuol farfìauanteionde aUhora, uibifignatZs
perantia grande,
er a poco a poco fargli cono fiere,
quando uolete che camini, v quando che pari con gli
Jproni, però fin che hauera la uera cognitione di que&
flo,al parare gli conuerrà lo aiuto folo diuoceferuen*
douideglijproni.cr della bacchettai ilpiti delle uolte,
Ìn,ca(ligarlo,cr farlo andare liberamente.
Et aUhora che fa ben parare, e? fa lepofate, fé gli
potrebbe, a mura po&a, donar la carriera come auan
t e un'altra fiata uifu detto, che prima di quefto farebm
le errore, trattenere fi uuol aiutar atte pofate, chele
fard,
-ocr page 87-
SECONDO           ?4
farà marauigliofe,® belle, er non aiutando/i dafeflef
fo pure le farà.
Io nonfofe intenderle, quando u'ho detto che alte<
nere s'aiutai cauaUo con la uoce,per queûo quàtopiu
pojjb diffuftmente dichiaro, che quando l'aiuterete di
uoce,direte a tempo quellaparola,con un tuono da por-
gergli animo.hap^apfiuero hep,hep,o ueramente qui
do uolete aiutarlo ch'egli fi lieui, non fola auante, ma
ancho di dietro,® tanto più a ifalti, o con calci,ofene
za calci,direte,hop,hop
.
Si potrebbe ancho altenere aiutar con la lingua,che
ponendoui la punta di ejfa, quafi nel mezzo del uoûro
palato,®- in un tempo quella fciogliendo,
er comincia
do afnodar,
er afchoccare, farete un certo fuono di
lingua,che farà mirabile foccorfo delcauallo, non tan=
to al tenere perche aUhora,queU'aiuto di uoce che ui dif
fi prima,gli conuiene piu,ma quando fi uuol aiutar alle
uoltefempiejel repolone,® alle uolte quando raddop
pia, ilquale aiuto di lingua, benché fia impofiibil co fi
fcriuere
er dirlo più aperto di quel che hora ui dico,
fon certo che non folouoi,ma ognun che ha difcorfo
chiaramente l'intende.
M.a è be da notarfì,che fi uoglian ufare le parole, dife
reti da queflo,quando uolete,per alcun difordine,caûi
garlo di uoce,come uifu detto nel primo libro,® uifì
dira negli altri luoghi oue accader à,
er accio che non
ui confondiate, ui dichiaro , che quando egliuft quaU
che malignità,o di muouer la teüa o d'impennarfì, o fi
pon in fu U briglia,o ueramente procede in altri erro*
F 4 ri,
-ocr page 88-
S 6                     LIBRO
rìyil cafiìgo dì uocefarà borrendo, cr natamente dire*
te con un grido aJpro,qualunque più ui piacerà di que
fie parole J)orfu,horfu,o la,o la,ha ha traditore,ha rie
baldo,torna,torna ferma,ferma,torna qui,torna qui-.et
in fintili modi, nondimeno pur chèl grido fìa terribile,
direte quella parola che ui parerà più conforme
er al
propofito a terrore,^1 correttion del cauaUo,zr conti
nuarete quejlo fin tanto che egli dura nel iifordine,
er
farete lauoce più o meno alta, fecondo più o meno fitc
r à la grauità dell'errore: Ma quando egli farà già uin*
to uolete da poifubito tacere, ouero con un tuono pias
ceuol
CT baffo,mutar uoce,affecwàdolo fempre,<& toc
candogli la man deflrafopra la marcatura del coÜo,et
o in
effo.fra i crini,ouerfo ilgarrefe alcuna uoltagrat
targlìfi ueramente con noce fommeffa,direte quefto,bò
' ho,ho ho, eypiu
er meno fecondo conofcerete che bas
fiiper afiicurarlo,
er in un tempo queûo direte con la
bocca
er quello farete con la mano.
. Di più ancho dico,che al maneggiar del cauaUo a re
polonùtX cojt quado trotta,ouero galoppa, e corre,in
qualunque modo fi fia,ogni fiata che ubò detto,
er ui
dirò, che con la uocefi aiuti in dargli animo, che uadi
auante, intenderete che sgabbiano a dir quefle parole,
tya,eya,er potrebbe/I pur dire,uia, uia,
er tanto que»
fie come quelle che accadono in dar lepofate al fin qnS
do egli uuol parare, no fi uoglianopoJponere,ne dir in
altro modo, crfìmilmente dico, del motiuo di lingua,
che fi fa in aiuto fuo, quado dona le uolte o ne i repolo
ni,omro quado raddoppia,nÓdimeno alla carriera, pur
-ocr page 89-
.
SECONDO              «7
fi può aiutar di uoce infolkcitarlo chef, affretti, non
folo come qui ubo detto, ma in diuerfi modi, fecondo
il coflume di chi caualca, ilche non importa, pur che
quella parola fia ben detta, con un breue accento, ui
uo,accelerato,
er rado,o~ a tempo come conuiene.
Se uolete fapere come fi ha da fare, accio che'l Crf«
uaUo non folo intenda la briglia, er facciajì adietro,
ma che uadi fojfefo,
er non ui sforzi la mano veneree
te quell'ordine : Come lo hauete fermato, fé gli uuol
tirar con la man falda tempratamente, la briglia, più,
er meno, fecondo h durezza, er difenfionedella boc?
cafua,fenza donargli niuna libertà,
er con la baccheU
ta gli darete pian piano fopra la marcatura del colio ,
er cofiper un pezzo fiumi follecitare: Se nonftmuo*
ue,ouerofe/t difende,
cr noi lo batterete di Jfroni,
pungendolo a tempo a tempo, horo con Tuno,
er hora.
con Valtro,zr da quella parte pia, doue più gira le ans
che accio uadi giufto. ht fate che unhuom a piede fé
gli fermi ali 'incontro,®1 con la bacchetta, a quel tenu
po che uoigli tirale la brtglia,queUo gli doni alle brac
cia,ouero genocchia,
er rare uolte al moflaccio, bifo*
gnando però,
er non altrimenti, er alcuna uolta lo
minacciarti, fenza batterlo : Se non basìajfe queflo,<&
noi duquel mede/imo btiomo
, lo farete pigliar per U
guardia deUa briglia
, er fatelo sforzar che uadi ade
dietro,
er lo molejiarete nelïuno, er nell'altro moe
do, fin tanto, che almen un braccio fi ritiri, tifacene
do bene, prejlo fiate accorto in quel tempo accarcz'
%trlo,comc piti uolte ho detto>& fermateti piaceuoU
mente
-ocr page 90-
po                 L I B R O
mente un poco: dapoitoruate afar il (ìmik,tirandogli
folo la briglia,che ilcauallo per quelle carezze,che uoi
gtifaceûe : fi farà indietro,con l'uno,ey Valtro brac»
cio,CT intenderà :
er non ritìrandofi,oltre di cio,come
fi caûigprà di/prone a quella maniera, egli farà forzi
tofarfì indietro,
er affai leggier alla mano : Ancbora
quando uoi farete quel fegno toccadoto con la metà del
la bacchetta fopra il collo, direte quejìa parola,con un
tuono baffo, folo quando l'intenda il caitallo, adietro,
ch'egli appena,ogni fiata che dapoi udirà quel modo di
uoce,& quel fegno di bacchetta, o che fé gli tirerà un
poco la briglia,fi farà tanto adietro,quanto uoi uorre*
te,erfempre ch'egli ui fi calca fenza il uero appoggio
di fopra la briglia, gli farete pur ilfomigliante,et non
ui di/fi erate,fé quando fé gì'infegna queflo facefje qual
che dìfordine,perche aWultimo tanto maggiormente fi
trouerà,in meno/patio di una hora, caüigato,cr uin*
to,çr affai facile: Et quefto anchora gli giouerà moU
to in fargli fare lepofate, eygiuûe,
er con le braccia
piegate,
er come conuengono.
Oltre gli torni che uiho detto auante, cruidimoe
flrerò ancho appreffo, iquali mirabilmente danno lena
O" appoggio,agiuflando,cr aUeggerédo il cauallo,po*:
trebbefi.,0 più ometto di dieci giorni, ogni rnatinafalU
re circa un miglio,per una gran falita, dipaffo furiofo
guato lo puofoffrire,ey appreffo per la medefìmaflr*
da fendere,& fi quefto luogo fuffe rotto afolcbi,tra*
uerfi
, tanto più egli alzerà le braccia : però aUhorafì
umoI andar mifuratamcnte,
er non cofi mloce, che lo
condurete
-ocr page 91-
SECONDO            5>t
condurete non folo a queWeffetto, ma tutti gli ordini,
che ubo detto,o" ui dirò gli farà dapoi molto gagliar
di.er aÜenati,et co più giuflezza di bocca, eyfefì bat
te co gli piedi a i ferri,çr mani dinazi,falëdo in queflo
modo,fi corregerà diforte,che no fì toccherà cojìjpef*
/ò,cr dì tal uitio uè ne parlerò pretlo^piu largamente.
Et per far ch'egli lieui bene le braccia, er lejpaUe,
non poco gli giouerà farlo fpejfo andar di trotto dena
tro dell'acqua,in alcun fiume,ouero in mare.
Non lafcierò un'altra uolta ricordarui,cheftfaccita
nogiràdo i uoûri torni,in duo giri folo, et che ciafcun
di loro fia in tondo,circa ducento cinquanta palmi,
er
che fin tanto ckel cauallo farà ben difciolto dì braccia,
er dì gambe,çr fermo di tefia,çy intenda il parare, et
le uolte all'una,
er aü'altra mano fiano di trotto nella
maiefe,cofi come pur ho detto,
er che in quella fi fiam
pino,del garbo che predo uifarò uedere,et notate che
duo tomi per banda, che fon quattro quarti, s'intende
folo una uolta,& fin alle quindece uolte
er mezza che
fon fejfanta duo torni, e numero conueniente ad ogni
particular cauallo di gran lena,
er di qualfiuoglia età
robufia,nondimeno al general non uipartirete dal
«««
mero di undece uolte er mezza,che ui difìi auante,ben
che ad alcuni rari cauatti di tanta ejlrema forza,
er <d
tri che parimente fon gagliardi
er mal creati,çr auez
Zi atta libertà, per fargli fuggetti,?j ponergli al giu=
ilo, alcuna fiata fé gli potrebbono donar non folo quin
dece,ma trenta uolta
er mezza(chefon cento uintiduo
tornì)
er ?«e#o rade uolte accada,perche feguendolo
-ocr page 92-
5>î                    LIBRO
fptffo farebbe caufa debilitargli lafpina di mezzo, ÇT
totalmente annichilargli in ogni membro lafua uirtk,
conforme al ferro, che non meno fi confuma adopran*
dojìpiu del dotterebbe dalla ruzza,quando non fi ado*.
pra,
er dal troppo trauagliar uiene che molti di loro
dal principio che fi cavalcano infxn a i quattro , o citte.
,que amiAimoftrer anno forza mirabile,
er dapoial té
pò cheftper la lena,çrfiper la età il ualor,cr poffan
za douer ebbe far fi maggiore,/; uede il cotrario>con in=
finita fiacchezza, benchelpiu delle uoltefenza fucilo
trauaglio fi fuok fempre fcoprire la debilità del cattaU
lo(quando è naturale Com'egli entra ne i quattro anni
in/in a i fette, çr la cagion è quella, perche dal primo
ogni cauaUo uà timido del cauagliero che glijlafopra,
Cr unifce tutto il ualorfuo,zT uà uigilante, ejfenfitU
uo,& parerà forte-Ma pofciaches'afiicura con ïhuoe
mo,quado fi opra no fi sforzerà, ne farà più quella ga
gliardezza, com'era folito in quei primigiorni,e mefì
che fi caualcaua,ma dimojlrerà totalméte lafua natura
debole,e tanto più quàto più gli crefce il pefo della car
ne,nondimeno quando è naturalmente gagliardo, cattai
candojì col debito modo,& come conuiene, da anno in
anno fi uedrà fempre auanzar in ogni bontà,&perche
in alcune qualità di cauaUi, bifogna il più delle uolte,
dar ì torni di galoppo : mi ha parfo conueniente bora
dirui,in quanti cafì accade quejia necefìità.
Quado il cauattoftuuol ammaeflrare,cbe al maneg
gìo di repoloni uadi con furiategli ban da dar le uolte
àiMgaloppo,ftrtW, ferrato, ej ueloce,
er allbora il
numero
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S E C ONDO             9?
numero di quelle farà minore, et fegli potrà mancar et
accrefeere, fecondo conofeerete più
er meno la forzA
fua,& fecondo egli più preüo ui corrijfionde a potier*
fi al giuüo.
Al cauallo che uà molto leggiero alla mano, er non
uuol appoggiarft,c? anckor quando fugge,et ingorga*
fi la lingua
, donarete i torni di galoppo, che cofi non
folo fi appoggierà, ma il più delle uolte pofandofì nelle
barre(chefon i duo luoghi delïuna, ç? dell'altra parte
della bocca fopra ifcaglionidi baffo)panerà fecuramé
te la lìngua fotto la briglia.
Oliando il cauallo,o per mala creaz<t, o per natura
uà fingardo
, cioè ramingo : affeewato che farà con gli
fbroni,come fu detto molto dinanzi > nel primo libro,
quando ne ragionai, farete gli torni di trotto affai di*
fciolto
er af fi-ettaro, et apprejfo gli farete di galoppa
con quanta furia uifaràpofiibikjandoglijpeffo il foc
corfo della ucce,o di bacchetta,o difproni,zr a tempo
a tëpo, hora in uno& hora in un altro modo, che cofl
continumdojgli uerrì ad aficurarfi, et lafcierà le fan
tafie.zT tenera folo ilpenfiero di foruir prefto,ty
«e«
locemente il numero delle uolte; ma notate che al prine
cipio non ne uoktedar molte di galoppo,perche forfè,
accorando fi potrebbe fermare,ma apoco apoco leuo
lete ere fere : però auertìte che queûo uitio fuol effere
più
er menoMlche quado non farà troppo,nonimpor
tcra molto,perche quel che manca al corfo,fupplifce al
maneggio,per caufa che fono maneggiati,come ui difii
allhora che ui parlai de ifegni
er delle balzine.
Quand»
-ocr page 94-
5>4                  LIBRO
Quando il cauaUofopra il galoppo uà fcherzando,
col capo baffo,& non fi agiuûa,o ueramente,quàdoin
efìi butta calcagli darete i torni di galoppo furiofo,co
miniandogli però prima di trotto, che co jì egli uerrà
in un tuono perfetto,^ con buona mifura :
cr in ogni
tnotiuo che ejjbfao difcherzi,o di calci, uolete caûU
garlofolo diuoce,o ueramétedi noce
cr con la bacchet
tafcpra il fianco,o forfè anchora con gli Jpronì,a quel
tempo alzandogli un poco la man deUa briglia,che con
tal corregimcto uerrà giuuoiçr non uolete mai da ciò
màcarefin tanto che farà uinto,ey lafcierà le malegni
thma come gli andrà bene,continuaretegli uofiri tore
ni di galoppo,ajìicurandolo con la man deflrafopra la
marcatura del collo,
cr con la uocepiaceuol,ey baffa.
Et aUhor ch'egli trahe calci nel galoppo, fé non ba=
fia infua correttione quel e ho detto,quando uoi lo ca
fltgareteji più uolete con la man dejlra (fenza intere
uatto alcuno) in quel iûate prender la redina deflra.et
tirandola, gli darete un poco di fuffrenata nella barra
(che il più delle uolte ) per tal percojfa di bocca, non
penfarà più in tirar calci, zpfempre che ritornerà gli
farete pur quello.
Qnando il cauaUo uafenz'ordinejbalzando^nbn
fittuolponere al giudo gli darete ancho i torni di gas
loppo confuria,cominciandoglifìmilmete ditrotto,et
lo cafligarete a tempo pur cojì di uoce,et di bacchetta,
er come farà corretto,?? anderà bene, continuando il
uoftro galoppo,lo accarezzante.
Quando il cauaUo naturalmente è fuperbo,eyfurio
fo,o
-ocr page 95-
SECONDO         si
fofiuer ardente,^ di poca forza, er uolédo galoppar
lo,egli fieffb fi prende una certa naufea
, che fa il fiato
grojfo a guifa di bolfo, aUhora come farà accurato, fu
i torni,aUe mite di trotto
, le darete di galoppo a tipo
che cofì fi farà ficuro
, wgiuûo, er aüa carriera poi
intende™ il parare,gr non fi poneva in fuga, comefo*
glionfare gran parti di queûi cauaUi di tal natura.
Quando il cauaÜo,non folo algaloppo.ma quadofì
maneggia, fempre fi pifcia, molto gli giouafpejfo do<
nargli unfuaue galoppo inuolte (accarezzalo come
più fiate ui ho detto) accio affliefandoficon quei torni
s^affècuri in ejfo,
er inptelafci ilgra timore che tiene.
Quando il cauatto è duro et pigro,no folo gli uolete
dar le uolte,dì un trotto difciolto,ma di galoppo,co fu
ria,cr cofifarete il cotrarto,quÙdo egli farà digràfen
fo,& leggerezza,?? digra core,
er uelocità, er ogni
fiata che galoppa ricordateui fempre aiutarlo più &
meno diuoce,et difyronhey di bacchetta, fecondo più,
o meno farà ilfuofentimento,
er fecondo ui rijzonde
ad unir fé con uoi.
Ma notate bene, che non ejfendo affretto di niuni
di quefie caufe, uolete ordinariamente come ui ho già
detto,ufare i uoftri tornì di trotto,quàto più difciolto
fi può dare,
er affai ui bafterà al ufcir che farete da
quelli da dritto in dritto, il più delle uolte, come farà
fermo di bocca,ey di tefla, andar di galoppo, al fin del
quale pararete fempre con
/e uoftrc pofate.
Nictedimeno com'egli uà libero,çr egual,ç?'giufio
4 i torni di trotto, a l'ultimo quadofarà beninfirutto
in tutti
-ocr page 96-
j6                 LIBRO
in tutti gli ordini accio che prenda pur notifiait cane
fuetudine di galoppar in uolte, farete gli torni diga*
loppo:ma come ui parerà che habbiaprefo la mifura,et
co faciliti gVinteda bene,radc uolte ui accader a in ejfo
più moleflarlo,perche baderà fola per matenerlo nella
fuapfettioe,ricordargli tutti gli ordini fopra il trotto.
Però auertite,che ad alcuni cauaUi,che fono ardetif:
fimi,ey di gran fenfo,çr bafeofi,
er ad altri malamena
te caualcati, che dando loro il trotto, fi pongono in fu
la mano,o" tirano uiajlche di rado auniene,nonuoks
te dar i torni ne di trottole di galoppo, ma glieli daa
rete leggiermente dipaffo,çr a poco a pocoMpoi che
faranno per alcuni giorni aficurati bene, uoi da loro
ftefiigli lafciarete auuiare al trotto.
Vi guar darete far i torni, coft come alcuni ufano,
una fola/lampa di un giro,che per molte ragioni, effen
do il cauallo giouane, queûi lo potrebbott impedire,??
accorare,?? condurlo in qualche tema : che giunto che
fuffe douefuole uoltar/ì, uolendolo fare aitante, fi po=
trebbe co fonder, et farjì reüioto almeno no fi farebbe
cofìgiudo,& ordinato come gli conuiene, benché a ca
ual uecchio et di buonfenfo, alcuna fiata lo concederei,
quando fuffe duro di co1lo,w duro alla uolta, et ancho
per moflrar,che quantunque fi uariaffe la forma de gli
tornirgli fi ritrouerebbefempre h m tuono.
Alcun cauallo giouene farà, che a i torni di trotto,
o di galoppo, o pur quando egli uà da dritto in drit°
to, fi fuol arriuire co i piedi alle mani,
er ferri dinan=
zi, per tanto ui dico che allhorafi uuol ferrar da die*
tra,
_«-»— .
-ocr page 97-
SECONDO.           97
trofia corto del douere,ey non bifogna darfegli tanta
furiale tato numero di torni, perche caualcâdofijpej*
fo,con la lena gli crefcera laforza,etfecodo quella creo
fce,cofl fegli crefcera la fatica ey la uelocità del carni*
nare,ò di trotto, ò di galoppo : ey oltre di ciò glìfuole
giouare, il più deÜe uolte, ch'egli fi arriui,caftigarlo à
tipo di Jprone dalla parte cotraria del torno che farà:
Cffe caminado,in qualunque modo da dritto in dritto,
fi toccaffe, fi può ancho correggere di /prone da quella
bada del uétrejouegli tiene il collo più duro,et alcuna
fiata fi potrebbe cajìigar di bacchetta dalTuna,ò dall'ai
tra parte della ff>aUa:Et fimilméte molto gligiouafare
lo andar di trotto,ey di galoppo, in qualche luogo cht
fia pieno di molte pietre, ey no hauendo quefla corno*
dita, potrete far feminare ne i torni da palmo à palmo
affaipietre,iiognimaniera,picciole,mezxane,etgrof*
fe,chefon certo che il cauallo camineràfi difciolto lega
giero auante,ryfi ben accorto, ey attetato,che di rado
fi batterà co i piedi di dietro le mani dinazv-però s'egli
tiene mal'ugnie,anzifenofono molte perfette per due
bio che non gli uenga ilfalfo quarto,quefto non gli fie
rebbe àpropofito,ma con dargli à poco à poco kna,et
ben damangiare,ey nonauuikidolo co lafouerchiafa*
tica,ne ejfafyerandolo con la troppo furia, ey à tempo
castigadolo come u'ho detto,fon certo che piglierà fora
za,eyalfin quanto più fibatte co i piedi le manltanto
maggiormente fi trouera correttoci più ui dico che fé
à i torni uifoffero da parte à parte cauati alcuni fofé
fetti
, ò uer gradonUofarà defiro à non toccarfi : Et
G anchora
-ocr page 98-
9 S                     LIBRO
anchoYd quado effo ha tal difetto è bene che fi ffiaffege
gijpejjb di Ihiafo à trauerfoper glifolcbi di una muiee
fé molto fonda,
CT uagliaui il uoûro difcorfo, che di
quefli modi che correggono il cauaUo che fi batte, ne
ufarete quello più,che conofcerete che aUafua complefs
fìone, fard più atto x cafiigarlo, che quantunque flutto
tutti perfetti,alcun cauatto, è che temendo un di quefti
cattigbi,con effofi emenderà,& alcun altro poi ne fu
rà che facendogli pur il fintile lo temerà poco, talché
bifognerebbe pojbonere,cr ufare una dell'altre maniée
re di correggerlo, coft come hauete udito.
Etfepur accade,che'l cauaUo no uadifermo,et muo
uà lu teâu,cucciundo il mufluccio di fuor a, cofià i tore
ni di puffo ò di trotto,ò di galoppo, come anchoraquae
do uu in quulunque di quefli modi,dudritto,in dritto, ò
uer quundo fi maneggiavamo al corto, quanto allu lue
gu,ey fimilmente quundo in alcun luogo fiuretefermo,
fubbito ch'egli fa tal difordinegli darete unagran bus
ûonutu,con lu bacchetta fiu l'orecchie, çj pik
er mee
no,battendolo,fecodo fi uede lu necefiità,ej in quel tee
pò unitamente lo cuûigurete di uoce
: alcuna fiuta du*
poi,fenzu durgli ultro colpo, lo uolete cuûigurfolo di
uoce,ò forfè dijbrone
er di uoce, er ulema fiatu folo
dijbrone,daÜ'unabdaü'altrubunda,mufiimumëte quüs
do per lo caftigoebebbe nelforecchie, in ueder lu bue*
chetta mouejfe lu tefluje i quuli cuüighi,®1 tanto più
di J}>rone,del modo che conuengono uè ne ho parlato,et
parlerò fyejfo douunque mi accuderà
: er notate bene
che conili cauaUo riccnofce,due,ò tre,ò quattro uolte le
botte
-ocr page 99-
S E C O N D O.               .99
botte della bacchettane Vorecchiejn udir poi foto latto
ce,ò infentirfe à tempo toccar da un fi>roneyfenz<tpiù
moleftarlo con quella,mirabibnete,fifarafuggetto,<&
fi correggerai fé fin che fi cafiighi di bacchetta ui par
eh'egli fi pana in maggior difordine>çr malignita,et vi
quel pitto fi diüoni di tefia,di ciò no dubitate/et faccia
àfuapofla,che tanto maggìorméte appreffo fi trouera
uinto,et fermo,
cr cofertatamente feguendo quato uoe
lete,riconofcerà non filo quellojna tutti gli altri caflù
ghùtakhe anchora quàdo adalcunfalfo>et uitiofifiimo
caua!lo,per la fua gran malitia,et no altrimente, ui ace
cadejfe una uolta folo,et al più due uolte ò tre fargli co
nofeere il cafììgo di molti terribili colpi di bacchettalo'
uer di bafione, dapoi che befuffe di maligna naturalo
bifognerebbe in tutto il tempo della uita fua dargli più
quel corrigimento,perchein caüigarfe apprejfo folo di
uoce,a tcpo,òdif}>rone,come ho dettogli uerrebhe qua
fi fempre in memoria il bifione, che il tempo paffato
hebbe in fui capo,et nell'orecchie,?? liberamente tan*
toûo fi emenderebbe.
Quetta è la forma de gli torni offerti da me, co aU
cune parolefcritte, che fi per effe, çrfiper quello che
auanteui dijii,facilmente far ano be intefi,
cr del modo
che uifono dipinti,conofcerete quanto fiano differenti
da i giri antichi, i quali giri anchor pochi anni addica
tro pur fi ufauanofia gli alberi çr nella campagna,??
erano più larghi,
er in quelli, con niuna mifura> ne di
numerose di larghezza, cambiandofi luogo fi andana,
er non cofi ordinatamente come hora fina.
-ocr page 100-
i.
tw
o
I
M.ZX2A Vòlte,
TCczza 'VhOn'
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SECONDO.         io»
q^vbstb due mezze uolte giunte infieme fi di*
tnandano,una uolta integrale fon quattro torni,cioè,
duo torniper banda,come qui gli uedete
, ercomegià
doue occorfeui tho pur detto
, rsfi cominciafempre
dalla man delira,
er ogni torno farà un quarto,il qua*
le torno ui auerto che fi può ambo chiamare in una dì
quelle altre maniere,giro,tondo,ey contornala come
fete arriuato nel fin di quello folco, il qualefi potreb*
be pur fare da una delle bande del torno deflro,parane
do il cauatto con far le pò fate, ui uolete un pezzo fere
mare,?? dapoi che egli farà quieto,^ gwûo,fe uolete
anchor infegnarli che radoppia,gli darete pian ,piano
due uolte ftrette,da man delira, aiutandolo con la lins
gua,z? modeflamente dalla banda contrariami la bac»
chetta,& con la polpa della uoftra gamba jìniflra,
er
rado et attentamente con lojprone della medefimagaa
ba,a poco a poco,cr più,
er meno fecondo accade, er
fubbito da poi cofì farete dalla manfìnifira, aiutan*
dolo colfìmile ordine con la gamba dejlra,et al fin tor=
narete atte due uolte della man delira, del modo di pris
ina,
er ui fermante alfolito uoflro accarezzandolo.
E da mirarfì bene, che quando il cauatto al raddopa
piare fi uolta da man deflra, uuol incauaUar il braccio
finiUro fopra il deliro :
er quando uolta dall'altra ma=
no,parimente il braccio deflro anderà fopra ilfinijlro,
conforme,* gli ordini dette uolte del maneggio di repo*
Ioni cofì come ui difii auante, quando ne parlai
, er lo
sforzante che uadigiuflo,ey non fi attarghi,ritornans
do fempre al medefmo luogo
er alla pìUafua, <& che
G î muoua
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'—— —i -------w.----- '------.^ra-iii^ - — - ■-----------------—_-----,--------„ _
toi                LIBRO
muova lefpaRe,çr le braccia dinanzi,??ogni fiata che
darete la uolta,in qualunque mano fé/ia, tenerete quei
ila mifura di ponergli la tefta dotfcgli tiene la grop-
pa^ chiuderle uolte in quella parte, uerfo la qual era
il ucflro uifo, quando l'incominciaûe
.
S'elcauallouiene difficile a muouer te Braccia con
lordine uero,cioè,che quando fi uolta dalla ma'deûra,
egli non fola no incaualcha il braccio fìniflro difopra
il deftrOytna lo pone di fitto, z7 anchora con quello afi
fai fiate fi batte -. <y quejìo medefimofa uoltàdofi daU
la manfìniuraycb'el braccio iejlro pone difotto,ò uè*
ramente conejfo fi percuote l'altro :ui dichiaro che
poco importa,che quato più egli uien duro da ogni ma
no,
er quando piti fi batte le braccia, tanto maggiore
mente uerrà caligato : zj ricordeuole delfino male fi.
guarderà, ò con far la ciambetta, ò con quel incauaUas
re, cofi come gli conuiene, talché dapoifi trouera in
uoltarfi con più leggerezza
er mifura.
Ma acciò ch'egli uenga con più facilità in que fio,
Cr tanto più quando f offe di un fenfo fallace, ejpoco
difijofio a maneggiarli, andante al capo di unafirada
lunga,ey paufatamete, fenza furia, lo uoltaretepur in
quel modowiaà due uolte dalla man defira,
er appref
fo pianpiano caminarete duo pafiiauante, et al tempo
che lo fermante uokandolo altro tanto dada manfinU
tira,
cr cambiando innanzi duo altri pafii f ante il fu
migliante dalla ma\ deâra, cofi pajfeggiante tutta
quella ûrada,in ogni duo pafii con le uolte, hora da ma
deüra,cy hora da man fitiifira,non partendoui da quel
numero,
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SECONDO.         io!
numtro,& da quell'ordine che cominciate, aiutandolo
con la lingua-,^ con la gamba,
er con lo /prone cotra
rio deUa uolta eh'aUhora farete ,
er con la bacchetta,
come ui dìfii da prima : ey in un tempo , alcuna fiata,
fi uuol attondare, & aiutarfi con gli duofyronUz? lo
faprete benfare, per che uè Vhò detto, in quejlo modo
caminando,il cauallo fi trouera inuiato il braccio con*
trario, quajì fempre,a uoltarfi fopra l'altro. come ras
gioneitclmente conuieve alla uera uolta:
er l'ultima fa.
ta giunto che farete al fin della ürada ,fenz<t e aminar
più paf i auante,uoltato che farà daUa man dejira, non
mouendolo da quella pitta, lo uoltarete dalla man fini*
Ura,
cr tornarete anchor a uoltarlo dalla man dejira,
er tui dapoi ui uolete fermare.
Però auuertite che fé l cauallo non fa da una banda
le uolte bene.et come couengono,uolete in ogni duopaf
fi uoltarlo fempre dalla medefima mano,çr tato a quel
lipafi
, come in ogni tempo che fono fornite le uolte,
Uolete caftigarlo di jfrone dalla banda contraria,
er
finche s'aggiufti, benché s'arriui nel fin della ilrada <,
quindi lo uoltarete,ma com'egli poi s'accorge, et uà bc
ne,w uoi così al dare di quei pafii,come al fin delle uol
te lo accarezzante uoltàdolo,una:ò due fiate per ogni
tnano,pur con l'ordine che ui ho dechkrato dinanzi
.
Sì potrebbe anchojn ogni duo paf i ttoltar due fiate
da man de$ra,ey due da màfiniftra:ò ueramete in ogni
duo paf i farete fei uolte,cioè,due da man deflra,et due
da mdnfiniûra,zT con quelle tornando pur alla ma de
ftra,
CT cosi uolete feguire dandogli à tepodoue acca»
G 4 de il
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de il caligo ò uer aiuto, er carezze, come ui difiì, er
apertamente uifì dirà, dapajjb à pajjb.
Ma uolete notare, che à tutti quefii ordini ,fempre
Tultime uolte parimente come le prime, faranno da
man deflra,
cr fi nonno infegnare caminando auante in
alcuni di quefii modi, non folo per aUeggierir il cauaU
lo,?? fargli incauaUarle braccia, ma anchora, perche
quando fi r adoppia, s'egli ò poco, ò affai fi facejfe in=
dietro,la uolta farebbe falfa:
er mirabilmente dabiafc
mare,chelafuaperfettionè folo farla fempre in una
pifla, crin un medefimo luogo
, er fé pur auantaggia
poco auante, non farebbe uitio, come farebbe farfi ade
dietro,ò neramente da gualche banda
.
Et fé la flrada doue farete que fio, paffeggimdo le
uolte, fufife cortami ricordarete,come fete giunto al fit:
ne,ritornare indietro,
cr dapoi andar auante, fempre
per la piiia battuta
, erperle prime pedate, pur con
quegli ordini, tal chel numero, tra l'andare il uenire,
farà tre fiate o uero farete il numero maggiore, quan*
to m parerà che bafli.
Appreffo bifognera,co farte, à queue uolte raddop
piate darglifuria,con una certa mifura ueloce,altrime
te quanto ubò ragionato, circa quefto, farebbe quafl
mUa.v hora per taf effetto ui dico che uolete farlo an
dare di trotto >ò di galoppo, quanto tiene una picchia
carriera. e? lo fermirete al fin della tirala, con una,ò
due.ò trepofate,dapoi aiutando il cauatto di lingua,!?
di /prone fìniRro,
cr s" egli fuffe pefxtoç? dipocofen
fo,zX ancho,fe non ui rfyondeffe bene, attondando m
un
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SECONDO.         io;
un medefìmo tempo con Vano, er l'altro, lo uoltaretc
fojpefo dalla banda deftra, ponendogli la teda, doue,
alThora,tiene la groppa, che fard mezza uolta,
er h
fermante un pezzo,
er dalla meiefima banda delira,
colfimile ordine,cbiuderete l'altra met a gufandolo giù
fto,et à quella pifta,neUa quale era prima, et cosi egual
mente farete dalla man ftnisìra,cr à l'ultimo ritornan
do pur dotta man ieûra come alïhorafejh, talché fa*
ranno,tre uolte,la prima,
er l'ultima da man deftra,
er queUa di mezzo da man fìniftra: Et in quefto modo
foÜecitandolo jfejfo fé gl'infegnano le uolte fojpefe, fu
riofe,ey alte ò ueraméte di mezzo aere ò bajfe:
er eoe
me dapoifara egli facile, fé gli potrebbe raddoppiar il
numero,chiudendo integramente le uolte, da ogni ma*
nojènza paufa niuna.
Oltre di quejlofegli potrebbe ufar un'altro modo,
er udite come, ogni fiata che date le due uolte da man
detìra, pur che'Icauallo intenda l'ordine di mouerle
braccia, cosi come u'hò infegnato,uolete in ognìfecon»
da uolta,come fete atta metà d'eJfa,aiutarlo dì lingua
,
er di bacchetta,®" dijprone contrario, che egli uerri
preûo,cj con bell'aere à chiuder fempre l'ultima mez*
za uolta: et lo medefìmo farete alla metà d'ogni fecoda
uolta che prederà da man fìni&ra, aìutadolo anchor di
lingua,® di bacchetta,
er diff rotte contrario più er
tneno,ò più l'un dell'altro fecondo ilfenfo che tiene,ma
tanto all'una come aü'altra mano attondarete in un ti"
pò con l'altro /prone, fé pur all'hora gli accoderà, a"
quejlo attondare facendola tempo,e cofa mirabihper
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fargli pigliar al fuo dijpetto ogni fiata che uokte la
uolta giufìa,®' eguale furiofa,ey alta;però notate che
le prime uolte, òfìano da man deura.ò da man manca,
fecondo quefla regola,non uoglion ejfere furiofe, et afe
fai baflerà che uadano con mifuraincaualcando il brac»
ciò contrario fopra l'altro,
er dapoi nella metà d'ogni
feconda uolta, dargli un poco difuria,nelfin chiuden=
dola come ubò detto :
er acciò con più facilità ui fia
noto quel ch'io ragiono,uifo chiaro,che quando fi rade
doppia ogni uolta
e duo quarti,talche due uolte di man
deüra,fon quattro quarti,et ogni quarto è mezza uoU
ta,cr incominciando dall'ultimo quarto, da quarto in
quarto gli darete furìa,ma finche no ha furia nell'uno,
non glie la darete aU'altro, ^j fìmilmente farete aUe
due uolte della man manca, che fon pur quattro quar*
ti- arfeguendo queQamaniera,uì accorgerete appref
fo,che dafefleffo uerra,
er alle prime, er alle feconde
uolte,da ogni manofuriofo,
er à tempo,ey giuflo : er
fi potrebbe anchora, per molti giorni, folo nell'ultimo
quarto d'ogni uolta mantener ueloce, &far che uadì
leggiero,^ fujfefo,or l cader à quelfegno donde prU
ma fi moffe
: er al fin com'egli intenderà bene tutte le
uolte,con quella uelocità che gli bifogna,uolete ordina»
riamente ( fin che hauerà prefo con facilità grande il
raddoppiare ) uoltarlo tre uolte per ogni mano,
er la
prima uolta (la fempre pianpiano, con tutta lapaufa
che fi può fare: Perche fi trouera inuiate le braccia con
ordine, eyfenz* che da poi fi confonda, erfyerda da
queUe,feguirà dafeuelocemente ( con infinita mifura)
le altre
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SECONDO.            107
le altre due mite doppie per ogni lato t & ui tfforto
che fiate ben auertito à quel che hora ui dico, perche
ciafeun di quejli modi,fara mirabile , per agilitar ogni
cauallo, al raddoppiar e :
er quantunque jìa pigro, &
di malfenfo, egli con tali ordini uerrà non folo facile ,
ér deüro,mauelocifimo : er uoletc diflinguere,et ac*
cortamente cono fiere ,à quoi cauallo cóuiene ufar Vuno,
et à quale l'altro : Vero uokndo infegnarli che dia caU
ci,quando radoppia,non gli farebbe queiìo cosìdproe
pofito,corìil primo moda,che ui difi dinanzi '■ Che aU
thora in ogni mezza uoltafi uuol aiutar in fargli tiras
re un paro di calci,takhe in ogni uolta integra, egli ui
porgerà due para di calci, che faranno giuüi, un paro
mante,
cr un paro adietro ,fempre à quel dritto doue
lieua la tetìa,
er pone la groppa : ey anchora di più ,
prima che done la uolta,fi potrebbe aiutare, al primo
,
ô alfecondo.fi al terzo tempo, che fta pallottando, cr
fargli dare un paro di calci indietro,®- dapoifeguen*
do la uolta,con le due para di calci, così come ubò dets
to,<& per farcegli pigliar animo,dal principio in ogni
quarto,che è mezza uoltajo uolete fermar un pezzo,
et à quel tempo fé Io accarezzateteli'icurandolo co la
tnano, tanto maggiormente s'inanimerà : çr ui auerto
che folo alle uolte radoppiatela uolta fempìa fi chia<=
tnera mezza uoltaje quali uolte fempie ,gia ut furono
moûrate da me,quandoparlai de gli tre tempi del mas
tteggio di repolonì.
Sarebbe affai meglio, er da Rimar fi molto, al fin
quando fante ufcito,ò di trotto, ò di galoppo da i
«o=
uri
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To8                 LIBRO
ftri torni,parato che hauera il cauaUo,farlo radoppios
re,al modo che hora ui difii: wfela durezza,®" poco
fenjò,cr inattitudine,che egli tiene,non ui sforza, pa»
rimente ufcitoche è da i tomi, & fatto che ha lepofa<
te,
er da poiché iui un pezzo farà sìato fermo, fenza
tifar tanti ordini, fé gli può infegnare il principio,
er
mcho tifine di ftper/ì collocare le braccia, come ape
prejfo la figura auantc ui dichiarai,
er l'uno, er l'ala
tro, pur fé gli potrebbe fìmilmente mo/lrore à l'ultimo
del maneggio di repoloni,ò fiano di pajfo ò di trotto, ò
di galoppo,quando ha parato, non partendolo mai d'i
quell'orma, così come feue al fin delTufcita de i torni
î
Però gli ordini caminando auante, faranno fola perai»
cuni cduaìli,che fi lafciano addietro, ò neramente che
fon durifiimi 'a queste mite,
er forfè gran tempo radU
cati nel male costume
, er con trauagliarfi a quello, il
più delle fiate,diuengono,dipoifacili,
er fi fupplifce al
difetto loro,er à quel che gli manca la natura
.
Ma un cauaUo chefujfe duro,etpigrijìimo,a iffiroe
hhcr difficile alle uolteradoppiate,quandofa incauaU
lar le braccia, uoi fdegnofamente in un lugoftretto, ò
ueramente nella campagna, uoltandolo con quella fus
ria,chefe nepuòcauare,fenzapaufa niunajo batterete
continuamente di fioroni, co fi come fifuol aiutare,
er
tanto ffeffo,che da i lati appreffo le cegne fé gli faccia
fangue, erper ogni mano gli darete, òpiù,ò meno dì
fette uoltc non partendouimai dal numero che gli co*
minciarete, erpur da quella banda contraria batten»
dolo molto,dièacchetta,fopra laftaUd, er ben che ua<
dapoco
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SECONDO.          io<>
da poco foUecito, nondimeno caualcandofl iapoi,U
tnatina che fegue, perla doglia che hi in quelle parti
delle punture non faldate che hebbe di profiimoje qua»
li aïïhora non faranno più calde, ma doglio fé wfred»
dementerà più le botte deglifl>roni,& conofcera libe*
ramtnte, che quelle furono per cafligo detta fuapigri*
tia : tal che maneggiandoft co una,ò due uolte, da ogni
mano nonfenza aiutarjì con gli ordìnLuéri,fara mole
to più facile,?? affai più preflo, che non è di naturanti
ogni uolta doppia che egli farà : cofì come anchoraft
f offe uiuace
er molto fenfìbile, ubandogli a tempo il
Cimile e ho detto, lo farà patiente,
er egualmente ui
ridonderà co quella mifura che gli conuiene,come più
chiaramente parlando delcauaUochenottfojfre gli
fl>ronii,ui ragionai,però inqueûo cafonon bifogne*
rebbe caualcarft lamatina feguente,per che accadereb*
he fola,quando f offe pigro, del modo che hora ui difii
,
altrimente farebbe l'effetto contrario, come hauete di*
nanzigìa ben'intefo.
Anchora à cauatto che uien affai lento al radoppia*
re,comefapra nette uolte incauallar le bracchigli gio*
uà molto, per alcune fiate, al fin di un picciolo repolo»
ne di trotto, che uà à terminarfi di galoppo
, al tempo
che ha fatto la uolta fempia, chiuder prejlo l'altra me*
ta di uolta,datta medefìma mano,
er iui facendogli ca*
rezze, fermarlo, per m poco,
er forfe,att'hora(fenzA
fermar fi) lo trouarete in tant'attitudine, che potrebbe
feguir due uolte radoppiate per mano,& fi uuol auuer
tire ( fincht radoppiajnon mancar mai di aiutarlo, c&
quanta
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«IO              : h I B R O
quanta uclocità fi può di lìngua, per che trottando fi
auuiato con queta furia del r<epolom,prmderi no pur
con facilità grande, prejlele uolte doppie, ma il uero
ftnfo, deli aiuto, & quando poi l quelfuono della line
gua intende le uolte bene ,non bifognerà donargliele
più con quei repoloni, che le farà in ogni tempo, &
da fermo,à fermo,zr confertatamente,^ in ogni ma*
niera che uolete.
Se il cauallo quando radoppia, fa le uolte caminans
do troppo auante ,& non ne lo potete àniunaguift
correggere, uoiuiponente con la te/la del caualloaU
Voncotro di un muro,ouer diun albero da circa feipaU
tnijontan da effo, cy farete le uolte con gli ordini che
ubò detto,chiudendolefempre uerfo quel muro,ò uerfq
quel albero, perche non potrà
ƒarjìauante,et in un me=
defimo luogo bifognerà farlegiujle.
Volëdo togliergli queûo uitio, fenza che uifia mu*.
rofiuer albego nell'incontro fiuuol maneggiare con la
mano un poco più, ferma delfolito, ma non tanto che
non uifia ilfuo giujio temperamento,
er ogni fiata che
fon chiufe le uolte,tanto, quanto egli fi fé auantejo uo=
lete pian piano retirar,& farlo fare indietro.
Si potrebbe anchora dapoi che lo ballerete maneg*
giato à repoloni dipaffo b di trotto,ò di galoppo,neU
la maiefe d trauerfo per un fegno battuto dalle fue fiàe.
peparato chi'egli baueràjuifarlo radoppiare, et bifo*
gnando ritirarlo apprejfo,pur come ui difii,per che aU
l'hora,ogni fiata che fi fa auate, gli farà fatica partirfì
dal terrai duro,
er andare doue affonda : onde poi da
fefteffo,
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SECONDO.          ut
fé &cffo,à poco,à poco,fi corregger à,et al fin farà firn*
pre le uolte in un luogo folo,non partendo/} mai dalla
piilafua : co fi come anchoraftra, quando egli al ra*
doppiare fi faceffe indietro,
er uoi correggendolo di
tal'errore,altre tanto lo farete far auante.
Similmeate quando egli radoppiando fifa auante,
più di quel che gli couiene,gli ualerà molto farlo Jpeffb
radoppiare al piano,nel fin di un pendino,con le braca
cia,cr con la teüa, uerfo Paltò,
er con le gambe uerfo
il baffo :
er per oppofito, uolendo cafligarfì che non fi
faccia indietro, pur mi fi pub radoppiare, colfuo ca*
po,çr h braccia uerfo il baffo,et legambe,zf la grope
pa uerfo l'alto
.
Et s'egli fi confonde in queflo,fenzatncauaHar le brac
cia>ò veramente fenz.4 ftperfì foJpendere,et alzarft col
fuo ordine,®- fé non uà giuûo,® fé non fi f erma giù*
fio, er anchorfe non uà con furia, uoi, ogni fiata che
bauetefornite le uoltejo fermarete,çr tatoflo ferma*
to che farà, fé le uolte furono in qualunque modo mal
fatte,g!i darete una,ò due botte con lo /prone Jaüa bà~*
da contraria, delle uolte che fece, çyfubbito corri/poti
derete, con altretante botte, con l'altro /prone,
er in
quel infante feguerete appreffo pur il battere con lo
/prone Julia parte contraria,?? no partendoui da quel
lapiftajo uoltarete dapoi parimente, onde fallendo fi
uoltb prima, perche aÜ'ultimo,con tal cafligo, fi cor"
reggerà :
er comeui accorgerete che una fiata farà le
uolteperf 'ette,lo accarezzerete ,fermàdoui un pezzo,
er cofi uolete feguirenna recordateuifempre ch'elea*
uatto
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ui                LIBRO
uaUofarà male, caligarlo come Wbò detto, & f acido
beteaccarezzarlo ,fenza dargli altro aiuto di fioroni.
Et fé ut furale mite alte.per abbaffarfi,lo uolete col
Cimile ordine, caligare,
er ritornar dapoi à uoltarlo
dalla mano doue fi uoltò,cbe cofifì abbofferà : & fé fa
le uolte biffe,*® uoleie alzarlo,pur con tal ordine,
er
cafiigo di Jprom fi alzerà : er non è marauigliafe nel
caualio una forte di cattigo fa due effetti, uario iuit
dall'altro per che il ueggiamo egualmente, alVammae*
firare dì un fanciullo,cbe per il timore di un folo caftie
go ta erà,cr ftarà Caldo, ey fermo : eypofciaper te»
ma pur di quello,egli piacendo al maestro, parlera &
mirabilmente esercitando ,fimouera con la per fona.
Ma notate perocché fé uolete caligarlo, hauendo in
ogni maniera che fia malfatte le uolte r adoppiate, fi
potrebbe correggere come à molti ordini doue fu nes
affario ubo già detto,foto battendolo, una,ò due fiate,
con lo fiorone, dalla banda contraria delle uolte ,fenza
le botte corrifpondenti che qui auante ui difiì, non la»
fidando appreffo di uoltarlo anebora da quellaparte,
nella qual commefe l'errore, il che fard più facile, <&
non ui bifognera ufarci tant"arte : ben che quel modo
gli farebbe maggior cafiigo,& maggior cagione diagc
giuâarfifacendofij tempo,
er come conuiene, et tana
topiu quando eglieffendo di molto fenfo,
ò ueramente
maligno
er non di troppo buona uolunta fugge lafla*
pa di fua pifla, fopra la qual fi ha da trouare, non folo
à tempo mafempre giufto
.
Dapoi coni il caualio farà totalmente gi'wfto ,er
fermo,
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SECONDO          11}
fermo,?? facile a uoltarjì,?? intenderà bene la uoluttc
tà no/ira, ogni fata che uolete radoppìarlo
, aiutatelo
di lingua,?? fé la necefìità ui sforza,uolete anchoraiu
tarlo di bacchetta dinàzi o di dietro co la piu,douepiu
bifogna eleuarft,
er quella poi gli mourante fanpre
dalla bada cotraria della uolta in un di quelli duo luo=
ghì,doue couiene tenerfi,foccorrédolo a tipo diffroni,
del modo che ubo detto,
er alcuna fata fi uuol aiutar
di polpe di gàbe,?? o que>lo,o quello,?? o piu,o meno
er o l'un er l'altro farete,!?- a tipo d tempo, fecoda ui
richiede,? fecondo ui accorgerete che gli couerria
er
fin che fi radoppia, lo aiuto di lingua, quafì non fé gli
mSchi maUperche uerrà ajpefolarftfuriofo,?? giuflo,
mouendo nonfolo kJpaUe,ma ancho lagroppa,?? itti
fermo ponendo la teda in quelTinuàte chiuderà le uol
te a quel dritto,
er a quella piûa doue prima egli era,
? egualmente ,c? aU'una,?? ali altra mano: ? fé'pur
uolete ch'egli fi lieui con calci,di più lo aiutarete di uo«
ce
, ricordandoui fempre accompagnar le uolte giuûe
col tempo della per fona,?? kprime,<? l'ultime contU
imamente pigliarle dalla man de fera.
Pur è da faperfi che'l radoppiare fi può incomincia
re in due maniere, l'ima fi è quàdo prima chef r adopa
pia lo farete accogere di quel 'che ha da fare, due,o tre
fiate,foUeuàdolo dinàzi pallotàdo,?? al fecodo,ouer al
terzo tepo lo pigliaretc,tàtoûo aiutàdolo alle uolte co
me ubo già detto:Bt l'altra maniera fi è,quàdo non uo
lete chefifollieui,con quelpaUottare,?? forfè auàte,et
dietro,a modo di capriolami
ƒ'acedolo difubitoradop
H piare,
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T14                     LIBRO
piare,al primo tépo che fi lieua,lo aiutante atte uolte,
fcnzàfpsttare ne fecondo tépo , ne terzo,® in quefto
noni bifognerà,ne arte copita,ne tata mifura,coinè dì
mefliero a Valtro modo: ® non ni tacerò che il uoûro
difcorfo bifognacheui uaglia,che alcü cauatto farà,che
guado fi radoppiajntéderà più lo aiuto della bacchetta
dalla bada cotrarìa nella Jpatta,che detto forane nel uè*
tre,cofì come altri pìujntéderano lo aiuto detto Jprone
che della bacchetta, onde atthora gli darete quello più,
che effo più fente,®" ubedifce ma è dafaperjì, quado uì
rifponde più facile al foccorfo della bacchetta, che de
gliJproni,che èfegno, il più delle uolte,che fta debole,
crfi pretaglia più della leggerezza che della poffan=
ZOjcofi come quado ui andajfe più deûro a ifproni,du
tnoflrarebbe preualerfì più della f orz^
però quando
egli farà ben creato, fa pur di qualunque natura fi UOe
glia, intenderà fopra tutti gli altri aiuti glifbronì.
Et auuertite, che tato al paffo, come al trotto,® al
galoppo,® atta carriera ® al maneggio direpoloni,
er atte uolte radoppiate, al chiuder che fi fa delTuna,o
deiïaltra uolta,ogni fiata che al tenere,ui fìfura,etfug
gè alla man deftra, uolete in un tcpo,quado fi ferma, o
poco auante,acco/iargli la polpa dettauoüra gaba de*
fira,® forfè ancho lo fprone, dalla medefma bada nel
uétre',®" quado eglifi butta dalla man macafimilmétc
uolete accodargli lagaba finiitra,nel uétre, et all'un*
o aW altra parte,attaqual facejfe queûo difordìne, più,
er meno pungendolo dì fprone, fecondo conofcerete la.
facilitait intettigézifua: ® con tal modo farà fempre
sforzato
-ocr page 115-
S E C V N D O               Ttj
sforzato fermar/i eguale,® giudo, er « unapida,et
al fin fi trouera totalmente corretto,cbepoi non baite*
rà bifogno,ne di queûo,ne di altro aiuto, tal che aUbo-
rafitcendofi pur quello che farebbe uitio.
Mi par anchor di darai luce di quato farà pofiibile
far fi per un cauaUo: La onde uifo intUere,cbe ogni fia
ta che egli farà de$ro,et facile al radoppiare,fipotreb
be a poco apocofopra il pajfo, o il trotto infegnar di
maneggiar fi a repoloni a quello modo .come fete al ter
mine del repolone, donategli una uolta,® mezza ria
doppiata,® fubito ritornâdo indietro per lapida del
medefimo repoloneÇgiunto aU'altro termine) prendere
te la ftmigliante uolta dall'altra mano, ® coficontU
nuarete fin a quel numero alqual egli pojfa refiüere.et
la prima,® l'ultima uoltaforà dalla man de&ra,® al
fin lo uoleteparare con lepofate.
Si potrebbe pur maneggiare, in quefta maniera eh
hora ui dirò,come fete armato al termine,gli donar es
te mezza uolta da man delira,® in un tepofubito cas
biarete mano,datia bada finiüra, radoppiando la uolta
integra:®" per lapida del repolone caminado audnte,
come fete ali'altro termine,pnderetela mezza uolta ji
nifira,et in quett'inftate chiuderete la uolta radoppiata
da man dedra,® con taVordine feguirete gli altri re*
poloni
, in ogni capofempre con una uolta, ® mezza
fallita,et in ultimo pofando, lo farete parare.
Et tanto
a quedo maneggio, quanto a quel c'bo detto dinanzi*
dal principio fi uoglion far le uolte pian piano, ina*
vallando folo le braccia,
H a        Et
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iti?               LIBRO
Et cornei cauaUo intenderà bene queue tiolte.foprt
il paffo o itero nel trotto, fi potrebbono fare quefti ree
poloni, di galoppo, più o meno furiofì, fecondo potrà
foffrire-- Però auuertite bene, che l'uno,?? l'altro gare
bo,di tal maneggiare non è utile a niun modo di batta»
gliaianzifel cauaüofuffe di poca fchiena, gli amichi»
tarebbe tanto più lapoffanz<t,nodimeno ejfendofe non
pur in tutto,in parte gagliardo, per una noua uiüa,??
per un bel uedere,moflrando il ualor,?? attitudine fui,
farebbe da ftimar in una flaUa fornita di un gran pré»
cipe,cbe uifujfero almen un paro di quegli cauaUi : ??
fappiate che alle altre uirtk dapoi, fi moflrarebbe con
maggior coferto,??proto,?? facile più delfolito fuo.
Di più uidico,che le uolie radoppiate,no fola al ree
polone,del modo che hora quiauìte ubo detto,ma qua
do fono da fermo a fermo, ?? infimamente fé f off ero
due uolte per m-tnofe'l cauallo è debile, ??noè leggie
ro,?? in effe non tiene attitudine, udendo troppo sfor
Zttrlo,glì ropeno i lobi, ?? debilitano i nerui,,?? fé gli
mâcd gran parte del fuo potere-.Verò ui ricordo ,che in
tal difetto,uolcdo maneggiarlo co le uolte radoppiate,
come couengono,baûerà per alcun tépo.ufarglifoiuna
uoltaper mano,cheal cobattere farà più utile,ebeno
fono le due uolte,?? preferuadogli la forza, non finirà
tato pretto lafua botà:Oltre di queüo la uolta uerreb
be di fchien*,&più attodata,et aiutata difproni,et in
ogni mlta fi accomoderà le braccia,co più beÏÏaria,??
piacedouUlfìn dapoifarà pur l'uno,?? l'altro : ç?fe
ceto uolte l'Ima Jo richiederete da ogni mano,in que»
ft'
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SECONDO          ii?
flaguifa ui rijp" onderà fenipre giuüo, çr fe totalmente
egli nò' f uff e atto a chiuder te uolte,et in farle fuff e gra
uofo,ey pìgro,di troppo duroxtviarintelktto, et affai
flofcio:in talcafo ui dìco.cheno fono durabìlì,et in niu
m maniera, è bene donargliele, perche ancho di più lo
MUÌlirebbono,ZT appreffo cmbìàdo mano, cr uenédo
in poter diuncaualiero no cofiben efferto, no farebbe
giuüe.fecondo ft ricerca, le ucltefempie de i repoloni.
Et perche non è dubio,che per haucr il fondamento
di ogninirtk, bifogna che il cauallo fia fermo, di arco
di collo di tefta,cr habbia buona bocca, mi parefopra,
di cio,fìa coftretto fami noto,che uogliate fuggir il dì
fordinc,che moltiufano, chemutàdo tante afpre,er u<t
rie briglie alcauaUo,péfano con quelle fermarlo di ca=
po,cT al tener agilttarlo,
er non fi auuedono, che con
effe s'inuilifce,o neramente fi cfafpera,onde confi gra<
uè errore,no farà mai pofiibile,che uega nella fua final
perfettione,ma con la buonarte,cy uera dìfciplìna,cr
con la brìglia piaceuole, alla qualft poffa temperata*
mente appoggiare,
cr aficurar la bocca,ç? col trotto,
V col galoppo,por tanko la man temperata,cr ferma,
V co i torni,ey no ponerlo infuga,et con dimoftrarlì
il modo delle uolte,a è npolcni,& al radoppiare.et co
infegnarlì le pò fate, cr fargli cono fere la uoce,quâdo
uolete che ft fermi, cr pari, cr con lararìtà della car*
r ter a,cr fargli a tempo carezze, quàdo fa bene,cr ca
fligarlo fempre a tempo, quando fa male,uerrà oompi*
to in ogni bontà, cr a confirmar fi col uolere del caua*
lkro,chegUfla difopra : hor chi nonfa,chefe uoi ma*
H } neggiando
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ii8                   LIBRO
neggiaudo il cauaìlo, gli darete da circa dieci repolonr\
fé a l'ultimo fi poti in fu ta mano,
er uà uia col mos
fiaccio alto, cacciato ìnfuora, o uer amente baffo, piti
er meno uerfo tipetto, che egli il fa, non per colpa di
briglia,ne per uolontd che kabbia di correre,® traua*
gliare,mafolo per pofarfi,® penfa difcampare, ®fu
perarui, accio nonhabbìatepìu da fastidirlo, tal che
non folo in que&o cafo,ma in qualunque tempo,che ufi
tale uitio,fe allhora non uifateuincere, ® battendolo
in teûa, ® in mezzo, crfra le orecchie, dall'una ®"
l'altra banda
, er con terribile uoci corregendolo fin-
tanto che dura netta fuaporfia,®1 malignità,nonmane
andò da ciò, egliuerrà unto,® temerà un'altra fiata,
uenir a quel termine, oue egli femprefi ricorderà che
per luì farebbe maggior il trauaglio, & tunto più fé
ui accadeffe queflo in una maiefi'fonda : ® notate bec
ne, che allhora che ui accorgerete cbeejfofia, almeno
in parte uinto, non lo uolete lafciare fenz<t difubbito
ritornare a maneggiarlo un poco fopra il trotto,
er
apprejfo fopra il galoppo,®1 che non efca molto dalla,
lena [ita,® fermandoui,come al male hebbe il correg*
gimento,cofi uolete al bene tantoûo fargli carezze/o*
prct il collo, o ueramente fopra il garrefe, ® lafciana
dolo con quella buona bocca, un'altra fiata non oferì
egli ufcir dalla uoflra meta,® intenderà quel che uole*
te:® benché fu col capo grojfo, con kmafcelle piene,
corto, ® carrìco di collo,
er lungo difchiena, er toc
talmente debole ,& di picchia
er mala bocca, con ha*
utrgli fatto conofcere, con queuì ordini, h uoûra uo*
lunttt,
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SECONDO          ti-?
luntU,uolendogU dapoi dar la carriera ,fenz* tirargli
quafi la brigUa, cotti egli udirà quel modo di uoce, fi
fermerà, co i falchi, O" con far le pò fate bellifime,
er
di gentil garbo, & forfè il più delle uolte,farà talmen*
te fuggetto, che ancho fenza barbazzale farebbe un
bel parare,
cr castigatamente, fenza ripelo alcuno
fi maneggiar à •■ tutte queue cofe fono ejperimentate,
er uè Ilio chiarite auunte, er tutta uia ui fi faranno
più chiare,
Non dico che totalmete la qualità della brìgliu non
fia necejfaria, perche dapoi che il cauaUofarà fermo,
er ben ammaejlrato,èdi bifogno ponergliela poco piti
o meno gagliarda,fecondo conuerrà all'ejjèrdifua boc:
ca, accio uenga maggiormente o più leggiero o più ap
poggiato,fuggetto alfuo CauaUiero.
Et ui fo intendere che quando egli ha mala bocca,
procede da una dì queue caufe, ouer è duro di barbalo
duro di barre, o duro di lingua, o ueramente è di tanta
eürema fiacchezzu,che abbandonando,1! al corfo, et no
potendo fi apprejfo, ricogliere la fchiena, nofipuo cofi
facilmente fermareidlcuna uoltafuol accadere,quando
è digranfenfo,che effóndo molto battuto, et fuor di mi
fura,cy di ordine caualcato,al parure no conofce la uo
luntà delfuo Caualiero,anzi forfè, pen fa con quelfug=
gire,zr correrefiluarfi dalla fuggettionfua,etper ciò
doratamente fé ne uà di bocca,
S'egli è duro di barba, dico che quanto più ponete
barbazzali quadri, frinofi, a punte di diamanti, afri*
cet, (jafencete^ duri, çrfani,connodi,cj fenza no
H 4 rf*>
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no                  LIBRO
dibatto è peggio, perche rompono la barba, er tanto
piu,quanto più fi difende,®1 dapoi la natura a quel me
bro, lefo prouede di maggior durezza ,
cr dì maggior
callo
cT oJ]b,talche il cauaUo uerrà con più libertà,! te
mer meno la briglia,® benché dal primo paia, ch'egli
uadi leggiero,nondimeno come labarbafrà calda a pò
co apoco,tanto maggior fé gli carricherà dì Copra,
cr
quanto più la rompe, per il calor naturale che ui è di
dentro il dolor è meno
.
Però è neceffario non ponerglialtro barbazzale che
quello che comunemente fi ufo. ad,S,tonde,çr con Farte
comeho detto,fi fupplìrà alfuo difetto.
Ma pche,quatuc[; di rado accada,fuol effere alcun ca
ttallo dilicatifimo dibarre,et dìlicatifiimo di barba,té
che,bcchefe gli paga il canone auinto e uecchio,col bar
bazzale couerto di telargli mai o fera di apogiarfi, che
anderàtalmeteattétato fopva labriglia,che uolédopci
moûrargli come fi ha da manegiare, no ui potrà rijpo
dere,ne a tepo,ne giudo all'aiuto di uofira mano,®- dì
uoftrijproni, ne meno farà in niuna maniera cofa buo*
na,ui dito che allhora bifognerà cauakarfì fenza barba
zale,et come ui accorgerete che egli pigli animo,efecu
rità, appoggiàdoft Copra la briglia uoip alcuni giorni,
in cablo di barbazzale,g!iponerete una zagareUa rifor
zata,elarga,quato è il dito pollicare,che no li fia ûret
ta nella barbatagli fiatato tirata,quà~to gli bafia,che
no gli trabocchi molto la briglìa,et aWultimo, che farà
bene amaedrato, Icuadogli laz^reUa gli panerete il
folito barbazale,o ueramete ne farete far utfaltrojegs
gkro
-ocr page 121-
SECONDO          iti
giero dì ferro filato,a maglie cefarant, chejìano piane
er eguali guato farà pofiibik,a quel modo cbeglìorefì
ci fogliano far le catene,cbiamate da loro alla cefarâte.
Se guado egli è duro di barre,gli porrete quei baflo
tietti,quelle ballotte tagliate,queüerott,quei faUi, quei
moti ajprifimi,gueüe briglie faut, et di unpezzo>dico
che aÜhora il cauallo fuggirà ti uero appoggio, et ui U
fognerà sepre andargli co la ma attétata,ey no bauerì
niunafermezza,ne potrebbe far cofa da bene,mafepur
fé gli ferma la mano,ouer eglip uolerfl da glia ajprez"
za difendere/i carica fopra la briglia,facilmëte le bar
re che fon couerte di camene no di ferro fi ropono,etfì
p la mede/ima ragione e ho detto de i barbazzali, come
ancho perche fempre nella bocca il fieno contrafla, tra
la carne fatiamo1 la inferma, egli farà gualche nule mo
tiuo.zj non farà maìgiuflo, che per la offefa che fi feti
te continuamente non può péfart al buon ordine, che il
fuo caualiero gli dimoerà, onde la uolontàfua no fi pò
tra unire co effo come richiede la uera difcìplina, ma il
fuo pejìero farà folo in difenderfì,ey quantunguepren-
dendo egli gueUar ottura di barrep cafligo,andaffe fer
tno,aJfaì, farebbe difordine mantenergli la bocca rotta.
Nodimeno fé uoi gli ponete il morfo apto chefìafue
nato,ouer a chiappone,gli donante il uero apogio,e co
la dottrina poi fi fard leggiero,et habile ad ogni uirtu,
perche fenza liberargli,almen un poco,la lingua>nonfe
gli potrtbbono fare fuggette le barre quando fon dure.
Ma fé pur il cauallo è duro di linguale fi difende dal
la brigikiO ueraméte la fugge,e fé la ingorga,ponedo*
gli
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lil          LIBRO SECONDO
gli le cafiagne le rote, et altre cofe,p fargliela poncr di
fotto ofarlafottile,ZT leuargli la defenfiane che fa co
ejfa, mi par chefiagradifiimo errore,che e/fendo la Un
gua mébro inquieto che sépre fi opra,coforme,quafi al
la palpebra de\£acchia,ogni uolta che fi muoue,et tro*
ua,co offefafua,doue appoggiarfe,o fuggirlo fé pur fi
pon di fatto,effendo gagliarda, er di malfenfo, no pò*
tri maifoffrire,ne aggiufiarfi,^ farà sépre difordine.
E fi «eie chiaro, che ogni uolta che parimente fé gli
ponera in bocca il morfo apto.la lingua pdera lafua di
fefa,e séza uitiofi ajfecurerà fotto la briglia: dalla qua
le,col mezzo deU'opre,fifarà Vun
cr Valtro effetto .
Se quìdo tira di bocca per màcaméto di forza, uok
te tenerlo co una briglia molto afpra, dico che fé ne an
derà uiapiu differataméte,
er fé pur in parte fi tiene
ilpiu delle uolte,farà bejlialimotiui di tefta,& alpa*
rare uerrà con difyetto,?? fuor di ogni mifura.
Maponédogli la briglia che itogli offenda, e regola
dolo co la raritàdeUa carriera,e co la ueralena ecogli
ueri ordini,come u'ho detto,?? pur uifi dirà,il cauaìlo
farà un bel tenere,e fimilmente dico che conuiene ufarfi
quando egli fé ne uà uiaper troppo fenfo,ZTperche no
fa iluoler delfuo caualiero,cT qual briglia farà più lie
ue, & qualpiu gagliarda,hora il dirò,
er parimente a
qual bocca conuiene tma,<&a qual bocca laltra-.Et di
rò folo queÜe che neramente mi pare che conuengono
,
er V altre lafcieròper ufo detta géte uolgare,fenzafar
ne mention alcuni, zfpur appreffo u'infegnarò molti
belli comggimenti da togliere ogni difetto
.
Libro
-ocr page 123-
=w
LIBRO TERZO. •*
A prima Briglia, che fi ha da ponere
al cauaUo, o fia di buona o di mala
l           bocca, fi è il cannone con le guardie
dritte,come tu ho già detto al primo,
çyfin tanto che egli farà fermo, CT
faprà ben oprarfi,& che intenderà tutto quello che co
uiene al uefordine,non glie la uolete mai cambiare:Da
poiiS'egli è di gentil bocci,gli ponerete un cannone co
le guardie uoltate.
Se il cauaUo mojlrerà qualche poca durezza Al boc
ca,gli panerete la Scaccia
.
Scegli non ha gran bocca,ey è delicata,?? buona oU
tre di quefle briglie, fé gli potrebbe ponere ccnueniena
temente un melone lifcio afimiglianz* della oliua,
CT
folo con la Siciliana difopra.
Quefti melonifi potrebbono fare tondi, cr più gròf
fetti,ey allhcra da ogni banda difuorafigliponeràun
<tnettetto,ìlquale uulgarmente fi dimanda fatto, ç? ace
cade a caual che fa un poco di ehiomazz<*oli,che è qua
do eglifi difende con le labra,
cr non fi poft fopra le
barre,come gli conuìene, ma quelle fi richiude di tal ma
niera dentro la bocca,che fopra di effe fi appoggia,
er
mirabilmente ui sforza.
Nondimeno a cauaUo che fard quelli chiomazzuoli
gli farà più apropofìtoponergli unpero, o ueramente
un campanelloycol fuo tempagno a uolta,ilquale tempa
gno anchorapuo effere piano,
er quando l'uno, o ïaU
tro
4
-ocr page 124-
iï4                 LIBRO
tro di que&i motfi fuffe afaciette, non uogliate tifar*
gli,mafe in ciafcun di lorofipone unfalletto dalla ban
da difuora, tanto più farà pojfente V opera fua dentro
la bocca,in tal difetto pur gligioua mettergli unafcac
eia con uno botton ingajìato, facile a uoltarfi, in ciaf
cuna banda di ejfa,cy quanto pia fono grafi'i,tanto più
fcuopre,& farà forte3ma io loderei fempre chefojfero
di mezzt maniera: Anzi più preflo bafii,ey piccioli,et
pur in ogni banda del nodo,appreffo il bottone, fi po=
trebbono potière duo anelletti, ey fé quelli bottoni f of-
feropocopiu dretti gli aneUettì aübora faranno tre.et
fuok giouare a cauallo che p rta la lingua di fora : Et
perche ancho s'ufa per correggere ì chiomazzuoU un
pero doppio, cuero un campanello doppio col tempa=
gno a uolta, cioè, duiperetti o campanelletti per ogni
banda,o ueramente un bdûonetto co i bottoni tondi, o
co i falli gagliardi,!? affai rileuati,a guifa di rote,ui ef
Corto pertanto sfuggirgli,?? rade uolte uipreualerca
te di efii,ey mafiimamente del baronetto che ha i falli
gagliardi.
QMefle briglie,a meloni tondi,a peri,a capaneUi,ey
afeaccie,
er a baronetti co i bottoni quantunq; fìano
chìufe,pur hanno un poco difimilitudine deh"aperto,et
fenon molto,almen in parte,fanno libera la lingua.
Et notate bene,che ne a quejìi,ne ad altri morft uuol
ejfere la caüdgna,nel mezzo, come anticamente fi ufa=
uà,
er come alcuni moderni in alcune parti del mondo
anchora ufano,che è cofapefiima,aUdqual caûagnagli
era più proprio,chwmrfi rota o ueramente rotella
.
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TERZO                ijj
Widfepurui parerà donargli qualche lìchettojn ci
bio della caQagnaponenteuicino il nodo dì ciafcuna
dì queue briglie,unaneUetto,et alpiu due,et forfè tre,
per ogni banda, cofi come ui difii alla fcaccìa co ì botto
ni,& fìano gìuflhcr habili a uoltare:\?erò quando non
uifoffero, io ne farei poco cafo
, er perche queue brìi
glie tutte fon chiufe
, lequalì conuengono folo a cauaUi
di buona natura,ouer non dì troppo mala uolontà, ho*
ra diro le briglie apertele fon dipiu ualore,ej faciU
niente correggono qualfi uoglia errore di bocca,® to
talmente con effe,
er col mezzo della uera dottrina. ,fi
ferma
er aggiuûa ogni cauallo.
Se è delicato di barre,®" s'ingorga la lingua, gli pò
nerete un mezzo cannone fuenato, che no uìfiano quel
li braccioli co i pater noflri, doue comunementefì fòt:
ûiene
er annoda la briglia,ma fenzt di loro con fé ûef
fo fi leghi a pernó,ma più giujia
, ® molto meglio fan
rebbe a chiappo, & femplicemente tenera folo la Sici*
liana difopra,
er la uolta della fuenatura, fi può fare
in duo modi,ape degato,® a collo d'oca,
ilqualega.ro
bo a collo d'ocajlfarà più libero di lingua,
er più fog
getto di bocca,talche farà in parte.piu forte dell'altro.
Se il cauallo non è delicato dibarre&fìmilmentefi
ingorga la lingua,gli ponente, il cannone fuenato inte
grò co i braccioli pieni di anelletti,come generalmente
fi ufa,® quefto,<zrqueUo,fl potrebbon acchiappare co
unapizzeta in mezzo,®-gli faranno unpoco più fog
getta la bocca,conpiu libertà di lingua
.
Se li potrebbe ponen una mezxA faccia fuenata,et
-ocr page 126-
xi6               LIBRO
fard ilfuo lauoro conforme al mezzo cannone,che auâ
te ho detto,
er k uoka di ejfa, fi potrebbe ancbo far a
pie di gatto
er a collo d'oca.
Se il cauaUo è alquâto più duro di barre & sHngor
ga la lingua, gli ponerete una fcaccia fuenata, come fi
cofiuma,co i braccioli,?? parimente luna
er Valtra fi
può dechiappare con lapizzetta,
er lo farà più libero
di lingua,^ piufoggetto di bocca.
Si potrebbe anchora nella fcaccia tanto fuenata qua
to chiù fa, in ciafcuna banda di ejfa doue egli fi appog*
già farli duo profili rileuati tondi a modo di cordona
ti un profilo difopraçr ïaltro difotto,eyfîano grof=
fi poco più di unjpago doppio , che in tal inanitra la
fcaccia gli premerà nelle barre ,cy non folo glie lefa=
rà piufoggette,ma gligiouau che egli non faccia chi*
mazzuoli.
Et cofi al cannone fuenato, come alla fcaccia fuena*
ta,a caual chef bene la briglia gli braccioli allhora, fi
potrebbon acchiappare dalle bande delle flanghette, a
quei forami dom'.fi foglion ponere i polzonetti della
Siciliana,?? quantunque, foto con l'arte,con ogni bru
gliapiaceuok,eglifi toglierà da queûo uitio,ilchepre
fio ui farò chiaro , pur mi haparfo nominarui questi
garbi, accio fiate ben cjperto di ogni buona briglia che
fipuo ufare.
Seilcauallo farà molto duro di barre gli ponerete
un chiappone con le oline, o co ì meloni lifci,
er fé ai
meloni ui fofifero i falli dalle bande difuora,farebbtaU
cuna fiata più da temere
.
Se il
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TERZO                i*7
Se il cauallo ha la bocca grande, er è duro di barre
gliponerete una [caccia a chiappone.
Se il cauallo è duro di bocca,zf fi difende metto co i
chiamazz'-ioli gli ponereteunpero a chiappone, o ue*
Yxmente un campanello a chiappone, ilquale campanti
lo fi potrebbe fare colfuo tepagno piano,o uero a uoU
t<t, erfimilmente in ciafcun di ejiì, campanelli ej peri
fi può ancho ponere dallaparte di fuora,un fallo,ey fa
rà più gagliardo ilfuo lauoro
.
Et notate che in tutti queûi chiapponi uogliono efis
ferefani alla metà, ey in ejfauuolpendere la falìuera,
er qual fi uoglia di loro fi annoda co i baronetti che
reggono i meloni e i campanelli
er peri, doue fi appog
già il cauaUo,ma quando fono di unpezzo con le ban*
de,fuggitegli,perche tali briglie,fono ajfre,
er con pò
co fapore.
Anchora ciafcun di quefii chiapponi fi potrebbe far
co i braccioli,pieni di amlletti, acchiappati dalle ban*
de del monte,
er in quei forami doue jìfuole ponere la
Siciliana, & nona quei luoghi a i quali fi fodiene,
er
in c'afla la imboccatura, come comunemetefi ufauapri
fna,cr anchor al prefente (ì ufa in molte parti ,però fi
uoglion ufarfolo a cauallidipefima natura, carichi di
garze,cr duri di barre,& di bocca,o uer amente che fi
beono la briglia,ma è dafaperfi che quanto più fono in
alto i forami delle flanghette,doue fi annodano ibrac=
ciùli,tanto più farà la briglia gagliarda, e il meiefimo
ui dico quando fimilmente, acchiapperete gli bracciali
a i canoni fuenati,& fcaccie[uenate,come u'bopurdct
to
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ti8                LIBRO
to poco auante,al ragionar ch'io feci di quelli. Quejli
braccioli da molti maeJ1ri,o' iti molti luoghi fi diman*
dano fileui,cy anticamente tutti i chiapponi fi diman*
àauano,briglie a ferro dicauallo , fpeafìcando in ogn
una di loro,il nome delia qualità, delle bande, douera il
fuo appoggio,in quejla maniera, briglia a ferro di ca*
ttallo co i meloni,*?? a ferro dicauaUoco iperi,cxfcac
eia a ferro di cduaüo,& infunili modi
.
Se il cauaÜo ha picchia bocca,cr è duro dibarre,fe
gli può ponere unfemplice,çy in
i egro pie di gatto co i
meloni lifci.o con le oline : ma ejfendo la bocca grande
CT dura, fia co iperi, o con gli campanelli.
Se ha la bocca infipida,& fecca,ey non è molto du*
ro di barre^ uà col capo baffone gli potrebbe pone*
te un mezzo pie digatto,cr alle bande con due meloni
lifci,o ueramente con dueperi,ouer campaneUi,quando
oltre di ciò eglifaceffe chiomazzuoli, è quafi coforme
al chiappone che ui ho detto poco auante, ej" differifcc
da luifolo.che queûo è /pezzato,zf giunto inmezzo,
er è quadro poco più ftrettc difopra il manteche non
è di fotto,& fono di un pezzo aÜe bade doue il caùallo
fi appoggia,^? iui pur fi potrebbe far acchiappato, et
aUhora farebbe affai men forte,
cr alla Siciliana, pia*
ccndoui, ponente due o quattro faliuere : Anchora fi
può chiamare chiappone /pezzato,
cr fi uuol notare
che aQd metà doue fi giunge, fi può legare ey unire in»
fieme a perno,o ueraméte a chiappo,nodimeno a chiap
po,il più delle uolte,farà il cauallo più fermo, &
g"**
ûo dì tefia, cr di cello : molti chiamano quejla briglia
quadretto,
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TERZO              119
quadretto > ttauertite che il monte fi può fare non fob
a pie di gatto, ma ancho a Molta il bel garbo a collo di
oca , cojì come conuiene a 1 chiapponi 0 funi o giunti,
del modo che uè gli ho detti.
Hor tutte quejìe briglie fuenate, cr ipertesi potrà
nofarepiu 0 meno alte di monte, fecondo conuiene alla
bocca del auitto,dichìarandoui, che quanto più fard il
monte alto,tanto più ilfaràfuggetto,çr ejfendo baffo,
farà più libero, tal che l'una farà maggior'effetto deU
l'altra:cr fappute che Upiu grande altezza che fi deb
be dir al monte, farà fola quanto bada a liberar la Un
gitó,er che nonoffendail palato a niun modo,altrimeit
te farebbe errore grauifi'imo, il che molti anni fono er<t
in ufo:e notate che s'egli no è fermo di teda,ouerfe la.
porta troppo bajfa,in ciafeuna di quelle briglie,chiu/e
o ueramente apertele guardie faranno dritte,^ tinto
più, quanto più fi pon difotto,
er non ejfendo cofì le
guardie le farete uoltate, crallbora quanto più fon
dritte,& ungono indietro uerfo il caualierojtanto me
no fari la briglia gagliarda,rekuando,& cacciando il
mudacelo difuor4,& quanto più fono uoltate, zjcor
rono auante,tanto più gliponeràil mudacelo difotto,
ciò è,uicino al petto.
'Dichiaro anchora che l'occhio ieUi brìglia tffendo
alto,rìkua il coüo,e la tejla del cauallo,ep oppofito lo
effetto farà cotrario, nodimeno io loderei molto lauitt
del mezzo,che non fuffe ne troppo alto,ne troppo baf
fo,mafia comune,e giudo fecondo couiene aUapropor
tion delti briglii,no efiédo,pero cojlretto da necefiità.
I Mi
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irò             LI B R O
Mi par anchó di diruì, che la briglia mol effere piti
o meno Imgaficondo è la grandezza del cauallo,&fe
condo la forza che tiene,ey fecodo uà con la tejla, per
che ejfenào di gran taglialo fiacco di fchiena,ouero an*
dando col capo bxffo-zj poco fermo,ponendofeglìpo*
copiu lungaji quel che jì coftuma egli auanza molto,
però auertite che quella briglia che io giudico che fia
lunga fra molti cauaUieri fi chiamerà corta,perche a
qualunque caudtto( non occorrendoui necefittà grande)
Voglio che rare uolttfìa più lunga di un palmo, tal che
iti uolete sforzare quanto ui farà po f ibile ufarfempre
te guardie più pre/io corte che lunghe: ma non tanto
che fi difconuengono alla fattezze del cauaUo.
Et cofì come un altra uolta riho già detto, fin che fa
rà totalmente fermo di tesìa, panerete le guardie drit*
te,& dapoifegli uogliono ponere uoltate,lequali, ol-
tre che collocano la tejia di fiotto al fuo naturale,^1 do
uefiricerca
,farannotaluiûa,che labrigliagli farà
in bocca più gratto fa, quantunque anchora le guardie
dritte fipotrebbonfare di tal forte buttate 'manzi, che
farebbono in quel effetto,che fanno le uoltate,cr circa
il temperatamelo della briglia,^ cono fiere a qual ca
uallo bifogna maggior il monte,çr effer più alta di oca
chi,& con le guardie più
er meno dritte, o più er me
no uoltate,cy a qual faranno piulunghe,ej a qual più
corte,per non porui in confufione,non ho uoluto più dì
^Untamente parlarne: Nodimeno fi dìfcorrete bene, da
uoifieffo ui farà chiaro, aggrauando più
er meno la
qualità deÜa briglia,fecondo più 3 o meno farà la mali*
gniti
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TERZO               ut
gnità deîk bocca, ej ui ricordo che non uoglìate ufare
altre forme di briglie di quelle che hora ubo detto,per
che fon piaceuoli,&folo offendono la bocca quando
egli fi pone in qualche difordine, ilche è necejJario,zf
gli gioua in dargli ca&igo: ma quando uà giu/lo, ogni
briglia di queûegli dona fapore,et un dolce appoggio
fenza fargli offenfìone alcuna,quel che forfè, non farà
no le altre, perche il cauallo non oferebbe appoggiarli
fopra di loro, cyfe alfine quando pur fuffe fuor a di le
na fi appoggiaffe,ognuna di ejfe,rompendogli la boce
ca,lo condurrebbe a maggior male,talche o per ordine,
o per difordine ch'egli faceffejl pouero animale fi tra
uerebbe fempre offefo,??'farebbe potenti/i'ima cagione
nonfolo di dizionario di te/la, ma diponerloin confu»
fionejy non fargli mai conofcere,qual'è la uolontà del
fio caualliero.
Però è da notar fi mirabìlmete che ogni cauallo fi pò
tràMpiu delle uolte correggere di qualfiuoglia di f et*
to di bocciyfenza ufar tanti morfì,mafolo con l'arte, e
con quefte tre qualità di briglie: La prima ft è il canno
ne,La feconda fi e la fcaccia,chiufe o neramente fuena*
te, la terza farà il chiappone co i meloni lifci ad oliua,
con faUi,ofenz<i faUi, benché uibifogna grande accor*
gimento in dargli la nera proportione,come auante uè
nho breuemente ragionato.
Auertite che la briglia fi gli uuol fempre ponerepo
co più di fopra i fcaglioni,perche tanto maggiormente
anderà eleuato,cy fermo di tetta, <& più ficur amente
fi «ppoggiarà in ejfa,
er con minor trauagliofe glinfe
l z gnaranno
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tîi                 LIBRO
gnaranno U po fate..però accoderà pia o meno baffa,fe»
condofarà l'effer fuo,ma generalmente a tutti i caualli
bajleràfolo che fé gli ponga tant'alta che la briglta,po
fendofette nelle bareno gli tocchine kattafopra i detti
fcaglioi,che altrim'ete farebbe ffeffo col capo motiuo.
Molto è da lodarfì la mojfarola perche fé egli porta
naturalmente la bocca chwfa,non gli può nuocere,
cr
fé pur la tiene aperta, non foto gli gioua,ma lo correg
gè di talforte,che ejfendo affuefatto co eJfa,dapoi(qua
tunquefegli tolga)farà egli talmente corretto, che an
atra fempr e con la bocca giuûa,
er con mifura grane
de,il farà fermo di tetta,
cr fermo di collo, çr d'arco,
campando fempre col fio uero appoggio,®1 non rifto
do a quegli, che la uogliono biafmare, che forfè per il
poco difcorfò,
cr la poca efrerienza che hano bifogna
tacendo lafciar la lingua loro difciolta.
E da notar/} anchora che nonfolo quando il cauallo
fi maneggia da fermo afermojouer a repoloni,maqui
do paffeggia,ey trotta,^ quando galoppa,
cr corre,
mole andare,ahntno, con un poco di appoggio,perche
anderà più fìcuro,ey all'incontrare darà piufermo,çy
grande urto,co fi come al maneggio fìmilmente,di qua*
lunque forte jlfla, farà sforzato uenir fempre fermo,
in tinfegno,cr in unapifia.eguale, & giuûo, cr affai
corretto .
Quando il cauallo fi beue la briglia,o ueramentefa
chiomazzuoliybenche l'uno
cr l'altro uitio fi può core
reggere co la qualità della briglia, nondimeno hora mi
haparfo, come poco aitante ui offerfi quando parlai
delle
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TERZO                tîî
delie briglie, di dirui quesìo modo, ilquale è degno da
ûimarfi
.
Prenderete poco più di un palmo di cordella,che fu
fottile a modo di un duppltcato zTgroffo laccio,ey le
gate un capo di ejfa all'occhio della briglia, di fotta il
barbazale,ey dapoi riuerfate al cauallo il labro di fot*
to,zr ini ponetegli queâa cordeUafia. il detto labro,tt
la gengitta,hue fono incastrati i denti, uoltadola nella
banda dell'altro occhio, alquale legarete l'altro capo,
parimente come la legafle alt occhio di prima,çr quan
to maggiormente la legarete tirata, tanto più farà la
briglia gagliarda,?? fé uoi ben annodate dalfuna ban*
da, ey dall'altra i nodi non farà mai huomo che di tal
mitìeriofi aueda,& notate che in cambio di quella cor
della, fé gli potrebbe poner una catenetta : Et quejio
gioua non foto in caligarlo che non fi beua la brìglia,
er non filo totalmente lo comgge,che no faccia chio
mazzuoli,ma anco, il più delle uo!te,a cauallo che por
ta la lingua difuorafarx chejpejfo la ritiri dentro,cr
lo alleggerifcc quando fi appoggia più di quel che gli
conuiene,ey s'egli foffe duro di barre,con quefto artefi
ciò fi farà leggieroji forte, chenonpotrà con effe far
difefa, ne forza ej qutfla cofa nonfolo con le briglie
gagliarde,ma con oguifemplice cannone, o [caccia fa*
rà il fimigliante effetto.
Quando il cauaUo fa forfici, ponendogli la mujfaro
la Stretta bene,cy con ejfa, ej con dargli a quel tempo
diftronefiora con uno, ey hora con l'altro, ey molto
più daUa blinda contrariamone più gmnghtggia,<y tor
i ì ci
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tî4                LIBRO
ce la bocca,ey caligandolo per alcuna fiata di briglia
datl'una,o dall'altra barralo neramente adambegirne
te le barre.ey con tenergli la mano falda, ey tempera*
ta,egli facilmente fi correggerà.
Ancbora fi potrebbe in f m correttione,casïigar aU
cuna fiai-a,non folo co i fioroni al uentre,ma con lapun
ta delpiede,cuero con laftaffa, battendolo netta/patta
difotto,o difopra uerfo la graffolapur dattaparte co*
traria,ey fempre che egli ufi queiìo uitio,uoi rìtorne*
rete a donargli trauagliojiora in uno ey bora in altro
modo, che co fi al fin uerrà a conofeere la cagioe delfuo
caüigo,ey conuincendojì agguaterà fua bocca
.
Et perche affiti uolte eglifaforfici non per maligni
tà di bocca, ma perche non può foffrire il monte nella
briglia,ui dico che aühorafenza ufar queiïi ordinì,ma
foto ponendogli la briglia chiufa,ouero non totalmente
aperta,ey più e meno gagliarda,fecondo fi conofee pia
e meno la dilicatura difua bocca,egli anderà bene, ma
uiauerto a tenerla man falda, ey più ey meno leggiee
ra fecondo conuiene atta qualità della bocca, perche aU
cuna fiat a in alcun cauattofuol accadere qneüo uit io
,
per effèr la man delfuo caualliero,diJiemprata, non ha
vendo arteìnfoggiogarlo a tempo, ey in far che egli
foffra labriglia,o dure,o motti che fìano le barre
.
Quàdo il cauatto fi fommozza/oprala briglid,ogni
fiata che egli,arrobbando il tempori farà questo mo e
tiuo, fermante Umano, ey non uè la farete sforzare,
ey caligandolo fubito, gli darete una, o due botte di
/prone con Vuno>o l'altro, eyfequeûo motiuo il farà
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TERZO                t?j
mando ü'ate fermo, dandogli pur il fìmile caQigo di
/prone, non lo farete mouere da quel lucgodoue/ì rU
troua:&fe il farà caminando, uoi fermandogli lama=
no,lo caftigarete parimente di/prone, & alcuna uolta
con gli duo ffroni giunti,?? non lo farete poner infu=
ga,ne in maggior pafio delfolito,ey fé torna cento uol
te a quetto,altre tante uolte,fempre lo caftigarete, che
co fi ]ì uincerà, Ç? fìmilmete farete accorto quando per
gli altri errori,che ui ho detto, ej ui dirò appreffo, gli
accadejfe anchora queflo.
Si uuol notare quando egli nonfifommozz<t giufio,
Cr fi cala più dalïuna che dall'altra mano, che il caflì*
go di jprone fi faccia dal lato contrario, zj no da quel
lo doue sabbaffa ey pende
.
Et fefuffe ardente crfuriofo, in quel infante che
gli hauete già dato il meriteuole cafììgo, gliponerete
la mano fopra la marcatura del collo o uerfo il garre*
fe,infegno di accarezzarlo, che in tal modo egli non fi
poneràinfuga, çrfoffrendo nonfolo conofceràlo
er=
rorfuo,ma afiicurandojìfaràfempre bene.
Qnado al parare chefarà,fimilmèteflfcmmozz<t>
oltre che fi uuol tener la mano téprata,z? ferma,com'
egli fa queldifordine,uolete dargli un poco difuffrena
ta con la redina deûra,ey fermato che farà,uolete fu*
bito,in quel tempo, caligarlo conglijpronì, hora con
tuno
er hora con Valtro,ey dapoi tornante indietro,
CT un'altra uolta al medefìmo luogo andarete di trot*
to,o di galoppo,fecondo fefle allhora,
er lo farete pa*
rare,& uolete tenere quella redina deflra,con la mano
I 4 defln
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%3<S                  LIBRO
defira apparecchiata ,xhe s" egli facete quel che fece
primajo pofiiate pur
a tempo conegere in quella bar
ra,& fionderà bene,non per ciò reüarete di fargli ac
corgere pian piano,neUa bocca, che tenete quella redU
no. in maro:Acciocbe egli per timor di quelh,totalméc
te cefii dal uitio,ey come non farà piti errore., lo acca*
rezzarete,cy fin che dura nella (uà malignità, tornane
douifempre non mancherete mai di dargli cafìigo,
er
quello fi potrebbe ancho fare con la fai fa reitna, zT
mafiimamente fé foffi po'detrotma non farebbe di tana
to correggimelo.
Sedo non bufta in fargli accorgere deWerror/uo,
gli darete tafiffi ©site con le due redine,^ filo co U
man fimfira3che farà il cafìigodi briglia in tutte le bar
re,er hor in quello, et hor in q'.ejlo garbo lo trauaglu
rete fin tanto che egli fi correggerà
i
Quando il caualìo camtnàdo, o paleggiando per la.
cittàyOperlacapagnacy anchor quando fia fermo, fi
muoue,ouero uolta la tetta o fé di più caccia il muftac
ciò difuora,o ueramite torce il collo, o a de$ro,o a fi*
niftroylo uolete andar fempre caûigàdo con torrone
contrario,come hora ui dico: Scegli f\ muoue,o fi uolt4
di teûa.o fi torce di collo dalla man mâcajn quel tipo
gli donarete,una o due bottecon lojf>rono deüro,uoU
tondo parimëteÇfi uorrete)un poco il pugno della bru
glia dalla medefima banla deilra :
cr s'egli fa il limile
dalla man defira, pur con taPordine lo cattigartte con
lojpronefiniftro,çr uoltandolo il pugno della briglia
dalla man fini#ra>che fi toglierà dalfito uaneggiare,et
totalmente
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TERZO                .57
totalmente fi farà, giuflo di tefla, er duro di cello, er
darco,çr non fi mouerà mai: er gli ordini feguéti non
faranno men fattibili di queflo- pero uogliate tentarlo,
er ufate quado l'ww,& quado Valtro,& dipoi ui fere
marete all'ordine, che con ifferienz* cotsbfcersìt
, che
con ejfo più facilmente egli fi uirica,
er ui confenta, in
emendar ji,ponendofì giujio come gli conuiene.
Qndefimtlmente dichiaro,che s'egli ha il collo moU
le da man finisìra,
er duro daüa deüra, tenendo uoi la
briglia nelfolito modo che gli appartiene, potrefìepù
gliargli la redina deflra col dito indicatiuo:Laquai rta
dina fi tenera' poi fra il detto dito,et lo pollicare-.Si pò
trebbeanebo non folo prëder la ndina deiìra col dito
indicatiuo, ma che ui fa pur con ejfo giunto il dito di
tnezzo,erfe tien il collo duro da manfiniûra.cT mol
te dalla deàra, fi potrebbe aUhora tener non folo il du
to auricolare fra le due redine, cefi come accade quant
do egli uà giuÛo:ma penerai il dito anulare,çr dneboe
ra quel di mezzo : talché all'una o all'altraparte, alla
guai egli baueffe uit io, fi sforzeria dì maniera, chea
poco a poco uerrebbead inchìnarfi doue foffe ilcoüo
più duro.
Anchora quando egli girando il mudacelo, bora da
Xuna,ey bora dall'altra par te,non uà fermo di collo, et
con la tefla giuda
, er fempre falda come gli bifogna,
molto gli giouerà folo caligarlo a quel tempo di brie
glia, cioè in queleffere ch'egli fi uolta,
er torce nella
parte fìniflra, uoi tantotìo uoltando,
er abbaffando,
4'qtwnto ilpugno della man della briglia>uerfopur la
banda
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13 8                L I B Ra
banda finiûrd, gli darete lafitffrenata che gli percuote
ta la barra delira, ritornando dapoi difubito il uoflro.
pugno alfuo debito luogo nel federa prima, eycofi
farete ogni fiata ch'egli commette quello errore ;
er
fé daW altra banda,egli facejjè tal difordine,^ uoipa*
rimente un pocouoltando,
Cf calando pretto la man
della briglia, nella parte de/Ira dandogli quella fuffres
nata nella barra jiniftra,lo caligante, et in un tempo
la ritornarete apprejfo a quel dritto dal quale fi mof.
fé '.potrebbeancho darfegli queflo caûigofinza calar
mano, ma tirandogli la briglia foto, quanto gli bafia
fuffrenarfegli la barra contraria, doue uolete che egli
penda : tal che non confentendogli mai quegli errori,
lo andarete maejìreuolmente correggendo : Però bifo*
gna che nella uofira man della briglia, uifia tempera^
meuto grandetti faper con ejfa ufar a tempo i moti,et
ufar a tempo U fermezza che gli fi conuiene,ey auera
tite bene, che quello è cofa mirabile per correggere di
te/la ogni cauaUo.
Se nonfolo alcuna fiata torce il collo, ouer la te/la,
ma contiuuamente uà in quel modo pendente,cy rotto,
er moQe,ey torto, dalla banda fini/ira, uolete allhora
nonfolo caligarlo di briglia, o ueramente battere con
lo/prone deüro contrario, ma appoggiargli lapolpa
di m/ira gamba deüraneluentre, ideino le cegne,
er
attentatamele da hora in hora uolete pungerlo con
lofi>rone dello calcagno della medefimagamba,
er aU
cuna fiata col detto /prone lo uolete nonfolo pungere,
ma toccarlo molto bene, ej l'uno
er l'altro farete pia
eymeno,
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TE R Z O              iî5>
er meno, fecondo più o meno crefce, er minci il/ùa
difetto,
er conCil audio per la fui mokftia, che egli
di continuo fi fente
, uolta la tefia uerfo quella bandi,
piaccìauifubito fuggire dal uetre il muro calcagno,
cr gamba deftra,er in quelTinfiante accarezzarlo,™»
me più uolte u'ho detto ;
er s'egli uà con li tefla,o «c«
ramente col collo torto doli'altra banda, cioè dilla dee
fin,
er uoi uogliate con la polpa di uo&ra gamba fis
nillra,cy con lojprone contrario pariméte caligarlo»
tenendo pur ilfimile ordine, che coft dipoi, ogni fiata,
ch'egli a pena fentirà accoflarfi al uentre quelli gïbet
ft farà giuûo,zT incontinente, quanto uolete uoi fi gi*
rerà da quello lato.
Et oltre di ciò in cambio di quel battere di faro*
ni, che gli farete dalla banda doue egli ha il collo più
duro alcuna fiata lo uolete battere con li liaffi, o uea
tornente col piede fotto li fyalli dtUi medejìma bine
di, che cofì eglifi uolterà per minre, che cofa è queU
la, che gli dafaüidio,
er fimigliante all'ordine dinana
ZÌ, pur in quel tempo gli farete carezze > tal che las
fciando di indar molle, et girato dallaparte contraria,
conofcerà la caufa del fio caligo,
er fempre che lo
toccarete in quel luogo prefiamente fl farà eguale,
er
giuflo come conuiene, er i uoi aUhon, allargando li
ftiffa, non bifoghtrà più trauagliarlo, ma con piacee
uolezze afiìcurarlo bene,
er ufarete quando Vuno, ey
quando Valtro modo, continuando quello più, ch'egli
più teme, eyfin tanto che fi correggerà non nogliate
mai di ciò minare.
Per
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14°              LIBRO
Per togliergli questo uitio fi potrebbe caligare np
folo di briglia,o difproni,o dipoipadigàba, o difidf*
fa,ma di bacchetta nel fianco, o ueramenfe nel uentre,
uicino le ctgne, doue fi fuolebattere, facendo/! pur a
tempo dalla banda cotraria,tal che lo cauìgo ouer aiue
to che fifa folo diffroni,fi può fare folo di bacchetta,
però difproni fi fa piuffeffo, et e di maggiore effetto,
Cffarà più da caualiero,che non quel di bacchettaMn
che anchora giuntamele fi potrebbe, in fua maggior
correzione, o in maggior foccorfo ufare l'uno
©- Cal=
tro, fé conofeerete che gli bifognerà ufarfegli maggio^
re,eynon altrimente.
Auertite che fempre,quando egli pende da bandafe
gli uuol tenere la redina cotraria,più tirata dell'altra,
er tanto piu,quanto più egliua torto,in questo modo:
Se pende daman fìnifira, terrete più corta la redina
defira : ej fé pende da man de/Ira parimente a poco a
poco ui accoderete più la redina finora,
er quefla, o
quella che bifogna tirar fi, fin che s'accerta, fi farà con
aiuto della man defira,ej anchorfi dimanda caftigo dì
briglia : Però quando ilcauaUo uagiuilo fiuogliano
portar egualijo poco più lunga la finiftra.Et accio che
nonhabbiate da portargli più Tuna tirata che l''altra
dal principio,che nella fua giouentufi caualca,ui sfor=
zarete aggiufiarlo di bocca con lefalferedine,portàdo
glifempre le redine giu&e, perche in ogni cofa da poi
uerràpiu ordinatolo me daU'una,che dall'altraparte.
Maper corregere con più facilità ilcauaUo.che por
te il coUo molle,
er torto dall'm parte, cr dall'altra
duro
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TERZO                 i4»
duro ; ouerfe uà pur coft torto con la teftd : uoi andò*
rete a i uojìri torni et gli donante tante uolte dall'una
mano,® dall''altra, quanto ui parerà ch'egli poffa con
venientemente foffrire, ®" andante aühora cakigan*
dolo di briglia, di polpa, di gamba, diflaffa, dijprone,
di bacchetta, dalla banda contraria del collo molle, cr
rotto (che farà nella parte alla qual egli non fi gira fa*
cile)non dcuiandouiperò mai dalla regola,® dagli or
dini che ui ho detto dinanzi,® più ® meno uariando,
er rinforzando cjueûi caûighi,al luogo, ® a tempo,
fecondo farà il fuo bifogno,® ui ricordante portar la
man della briglia, come poco auante ui difii,
er è ma*
niera certa, che fenza far fi dubio diuenterà egualmen*
te duro,®" giu&o di collo.
Se uolete che fi aggiufti prefio,caminareteda <juin<
deci,® al più da u viti palmi di trotto,ouero dìpajfo,
® maf imamente al primo,cjuàdo fé gli comincia a in»
fegnar quesìo,® ogni fiata il uolete al fin fermare,??
in un tempo uoltare,aiutandolo di lingua,® di/prone
ouer di polpa di gamba,dalla banda contraria, et affai
fiate ui accaderà attondar dall'altra part e,
er aÜhora
fempreuuoleincauaUare il braccio contrario deUauoU
tafopra l'altro,®1 non facendo la uolta in quel modo,
er col fuo collo fermo,®" con la tefia faldato andare*
te caligando dijprone, pur dalla banda contraria, fin.
che arriuarete all'altro termine,
er ingiunto che fare
te
, lo uoltarete anchor dalla medefìma mano come fé*
fie, ritornando fempre per una pifla, tal che fin tanto
che farà gìufio il uolete traftullare continuamente da
quello
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14»               L'- I B R O .
quello lato, et come cono farete che uien eguale et pera
fetto,ey di tefta,crdi coHo,cr di braccia, il uoltarete
una uoltapcr mano, cr aÜa de/ira, & alkfintflra, un
gran pezzo battagliandolo in quefla forma, onde tra
lo andare cr uenire indietro ,. faranno da circa trenta
fiate, pin o meno fecondo può foffrire, cr lo kfciartte
fempre con buona bocca, però la prima
cr Vultima uol
ta farà da man deftra, crfituiol auertire non mancar
mai di portargli la man f erma,cr quella tempratamen
te torcere un poco tterfo la parte doue il collo è più da
ro,cofì come appertiene uoltarfì, cr non falò quefto il
fermerà di tefta,cr gVindurerà Varco, ma in ogni mai
neggio che fi ufì,ilfard più deflro cr facile,confertan=
dogli le braccia come gli conuiene,et è da notar fi, quan
do fa bene,da hora in bora fargli carezze,CT non aiu=
tarlo più difyroniaüe uolte,necon efii castigarlo qua
do camina, nientedimeno lo aiuto di lingua non fé gli
mancherà mai.
Anchora s'egli tien il collo duro da man deftra gli
giouerà molto
, tantofto prendergli con la man deftra,
la metà della redina deftra,
er più cr meno tirandola,
dandogli quei torni, piegherà il collo'cr fmilmente fé
il tien duro dalla banda ftniftra,quando fete a quel atto
de gli torni,/i potrebbe pigliar il gouerno della briglia
con lu man deftra,crcon la man manca prendergli,per
la metà la redina finiftra, cr parimente far/ì come fee
fte ah"altra mano:però quando è duro di collo alla par
te ftniftra,non ui bifognerà quefio, cofi come conuiene,
quindo è dalla deftra, perche eftfendo naturalméte ogni
cauallo
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T E R Z O               i4ï
cauaUopiu facile a quella mano,fenzd cambiar man di
hriglìa, il che uolgarmente pare dis forme, tutta uolu
che fé gli accerterà la redina finiftra,feguendo gli ordì
ni del modo che ui difii prima,
er ui dirò appreffoM-
fterà infua correzione.
Tctfeluoletecon maggior forzi confìr ingère, che
totalmente uenga dalla mano iou'egli tien il collo piti
duro giràdoui con laperfona, ui calante da quella ban
da con lajpalla,& col corpo,(jcon la tetìa baffa,mi=
randofempre all'occhio del cauallo, tt lui ancho uolete
girar la man deüa briglia,come ui difii auante,che fubi
to ù'accorgerete,che con quelfuo occhio,castigatameli
te,ancho egli ui mirerà nel uifo,ey facendo tal motiuo
farà sforzato di habilitarfi da quella parte colfuo coU
lo,ma in un tempo, quando farete queilo, uolete accoa
/largii dalla medefimamano doue fête girato col uifo,
la polpa di mura gamba nelfuo uentre,piu o meno,fe
condofarà la necefiità,
cr fecondo ui ho detto affaltra
regola,
er la detta gamba uè la ricoglierete un poco,
fermandoui alïaltra bâdafopra l'altro piede nella Jlaf
fa, perche tato maggiorméte più facile ui calarete con
la teûa dall'altra parte,doue egli col collo uien troppo
fano,coflcome ui ho detto, talché dalle anchein gìu,toe
talmente penderete da un lato,alqual lato per la forza
che iuifìfafl cullerà un poco lafeUa,ey dalle anche in
fu penderete da quella parte, doue egli uà col collo pitt
duro,<zr caminarete cofi torto,con dargli cotrapefo di
fopra con la uoftraperfona, tra lo andare uenire,d<t
circa un miglio
: o ueramete atte mite per aggiuftarlo
con
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»44                 LIBRO
con più facilità, ufarete queû 'ordinein ogni torno do*
itegli uici più fano, però auertite, che fin che egli non
faràfuora delfuo difettosi ha da far in un luogo della
campagna che niun ut miri,perche non foi) quegli che
fon ignoranti di quella f acuità, ma molti forfè, che al
mondo prefumeno fiperne,qUàto fé ne può Capere, per
cagion che no ne fono tato capacito potrebbono biafi
tnare,<3' affai bafierk,che dapoi fé gli mofln l'opera,
quando farà compitale? fé per cafo non intendete quel
che hora ui dico, non perciò uogliate dtfberarui della
fui correttione.che tutta uolta che ufarete gli altri or*
éini,dìe tubo detto facilmente trouareie quanto ui ha
jl&£T qutfto,
cr quegli ordini anchora ui aiuteranno
molto in toglierli ogni credenza, della qual io pre fio
ttiragionarò.
Ss il cctuallo annecchia,o ueramete ui accorgete che
ftacolpen/ìero dì far quakhe malitia con gli altri cae
uaUi che uifono a lato, oda uicino, ouer conofeerete
chejla per buttar calci, uolete caligarlo parimete co*
me ui difii aumte con l'unoJprone.o l'altro, dopplican
do le botte, fecondo fari la importanza della fta malie
gnità,crfarà in questa maniera-. S'egli fa l'errore uer
fo la man manca, fi uuole corregere con lojprono des
ftro, cr fe'l fa uerfo la man deûra, il casìigo farà con
lofimûro, etfimilmete quàdo erra da dritto in dritto:
'Benché anchora fi potrebbe caüigare più ty meno con
le hrtte corrìffondenti l'una a l'altra
: C alcuna uolta
farà bene folo caftigarfi di briglia, nell'una o l'altra
barufi uerameae ad ambe.er ciò non baûàdogli da*
rete
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TERZO                t4f
rete il ca&ìgo di uoce, er di bacchetta, neWuno o VaU
tro fianco,® forfè con effa conuerràfolper una,o due
fiate,cafiigarfi fu la tefia,® fra le orecchie.
Se quando, per qualjì uoglia errore che faccia, là
correggerete con uno o con duejproni, ouero con l'ue
no
er l'altro conijpondenti, ® egli, al dar di quegli,
fcuoterà il capo
er l'orecchie, allhora tantoflo, fenxA
dargli tempo, d'Applicante le botte di jprone, pur <t
quella parte, doue lo hauete caligato, moltiplicando*
h fin tanto che egli fi rende, talché fermandoft di te*
fia, fenza uoltarjì ne di qua,ne dilà, apportando
queUe botte farà uinto, però uolete flar auertito di non
confentirgli a niuno errore quantunque f offe minimo,
er hora in uno,® hora in altro modo caligarlo fan*
pre che erra.
Et per fami noto con più facilità, quale è il caligo
di/fronì con le botte confondenti, Vi dichiaro che:
farà quefto, quando il QauaUofa l'errore dalla banda
finiftra, fubito che lo hauete battuto con lo/prone dea
uro, in uninfiawe che quello Jprone fi lìeua dal uena
tre, uolete con lo/prone finiflro dargli l'altra botta,
la qual incontinente che è fornita, iluokte pur batte*
re con lo Jprone deûro, che faranno tre botte, due dal»
la banda deûra,
cr una dalla ftniflra, er con tal ordU
ne potrete cominciarle con lo /prone finiflro, quando
egli uerrà dalla man deur a, tal che non fi batta paro ,
ma a modo di mufica,prefio l'una botta chiami l'altra,
er la prima,®- l'ultima farà dalla banda contraria,®"
unafolo doue difordina,® con quefia mifura le molti»
K plicarett
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1-4*               LIBRO
plicarete fecondo la necefiità iti dimoerà >ey'fatidojì a
tempo ne nafcono uirtu mirabili.
Quando il QctuaUo caminando, una orecchia lieua
fu,ey l'altra cala gin, ZT ui fa certi motiui che pa*
re che dentro di effa m fia gualche mofcha, ûaretefo*
pra di uoi, perche il più delle mite, eglipenfa di fare
alcuna gran ribalderia, o difalti,o di buttar fi a trauer
fo,o di piantar/i, o di far altro motiuo pericolofo,
er
dijperato,?? uoi tantoûo in quel medefimo tempo uo*
lete interrompere quel fuo pçnfiero dandogli da circa
due, o tre botte con lo/prone contrario di quella ban*
da contraria di orecchia che più muoue,ç?fempre che
ui ritorna farete ilfìmik, & fé uoi fete in campagna
farebbe apropofito
er molto bene,in queltépo che gli
donate le botte di/prone,giustamente con uocehorré*
da caûigarlo, ejforfè anchora nonfarebhe male cafli
garfì di briglia in una delle barre.
Se f offe molto maligno, zrfieguc quegli difordini
graui ch'egli ha pen fato, bifogna dargli caüigo non
falò di gran uoci, ç? di /prone, ma di baronate fra le
orecchie, & benché la fua fuperbia fìa tale chefeguena
do il uitio lo foglia da fé, non importa, perche ui afiU
curo che fé non uifate uincere, caligandolo una fiata,
cr animofamente,çy a tempo co queûi ordini, ch'egli
ui farà fuggetto,zr fin che gli farete addoffo nonfaUU
rà mai,cj farà finito Ufo penflero fantastico , ey tes
mendoui anderà fempre conforme alla uolontà uoûra,
nondimeno fiate accorto di fubito,com'egli uà bene far
gli carezze,*? Ufciarlo fempre con buona bocca.
Però
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T E R Z O                «47
Però auuertite che alcuna fiata ueramentegli entra »
nell'orecchia qualche mofchetta, ouero iui apprejjò
gli punge la tefiiera,ey fepurfa motiuo farà per quel
lo,
er non per malignità, onde alibora non merita fi
gran cafiigo, mafolo ba&eràfoWicitarfi con lojprone
contrario modestamente, accio fi parta da quelpenfiee
ro della mofca che forfè gli morde ,odiqueÜ<t cofache
gli da moleûia.
Se per auuentura quando riceue il cafiigo di bafloa
ne,o di bacchettala le orecchie s'impenna,o per ogni
cagione che egli ufiqueüo, uolete fubito in quel tem*
po che fi fof^ende donargli gran botte di bacchetta, a
modo di man dritto, fra le braccia, ey le ginocchia,??
di talforte,cbe egli piegandole non oferà maipiucons
durfì,a quell'errore,^ uolete pur notare che ad un cae.
uaUo che èfolito inalborarfi,auante il tempo che conu
metta il difordine,douete,almeno batterlo una fiata fret
le braccia,
er a maggior ficurità dapoi gli portante
la bacchetta calata innanzi a quelle,
er alibora fia luti
ga quafifin a terra,che cofiegli,conofcendo chefitruo
Hafuggetto,farà totalmente libero di quefia malitia.
La credenza procede al cauatto da una di queue ca*
gioni,o ueramente perche la briglia è troppo gagliare
da,cy premendogli da una banda, per quella ojfefa che
fi fente nella bocca egli teme uottarfi,piu da una mano,
che dall'altra, o ueramente non fapendo ingabbarfi le
bracciale ancho il collo alla ucltaja prende talmente
con di/petto, che dapoi come fi fente fianco, pugna di
ion uolerfi a niun modo uoltare, ey affai fiate (quan«
K z tunque
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t43                  LIBRO
tunquefujfe ben creato) non battendo molta lena fari
ilfimile o neramente alcun caualliero mal pratico, Va*
iuterd al contrario di quel che conuiene alla uolta, tal
che il cauallo perche non l'intende, non fi potrà rifoU
uere, ey all'ultimo non fi uolterà, o neramente egli fu
dal principio cauakato male ey fé troppe il collo da
una banda, ey dall'altra rimafe duro doue facilmente
per ogni minimo fdegno,o picchia fatica,non fi uoltes
rà, ouero il cauallo riconofeerà la uiltà del caualliero,
che ha paura di lui,ey non uolendo uoltarfi lo lafcierà
conta/hafantafìa, ikhe farebbe cagione confirmarlo
nella fua malignità, ey benché fecondo la caufa donde
procede, co fi ui potrei dire il modo da correggerfi,nott
dimeno,per nonporuiin confufione,non mi haparfo a
propofito,ma diròfolo quegli ejpedìcti dì togliere ogni
credenza, ey fia pur nata da qual fi uoglia effetto, ey
perche naturalmente è più facile a uoltarfi da man fini
fira che dall'altra mano, per tanto mi pare prima dire
come fi uuol correggere,quando egli ha la credenza du-
la man defira.
Quando il cauallo tiene queflo uitio, uolete andare
in una campagna ouefia la maiefe rotta nuouamente l
folchi.ey iuipoi Camperete duo torni,poco differenti
da quegli che ui ho detti,ey figurati auante,ey del mo
do che più chiaramente ui dirò, ey con la figura ui mo
firerò appreJfo,ey cominciando dalla man de&ra,doue
egli ha la credenza, fopra un di quelli, farete di trotto
tre torni, ey dapoì, non ufeendo dalla pifla deh"altro
torno.pur da man defira far et e,di trotto,tre altri tor*
ni,
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TERZO                14.9
«i,cr (tpprejjb ritornerete^ quella pitia di primato i
fimili tomi,come gUfefle aÜbora,o' cofi continuarete
fin tanto che a uoi parerà che il cauallo fia facile da
quella mano •.
er notate che fei torni, che fon tre per
ogni cerchio, ilquale cerchio fi dice torno, fi chiamerà
una uolta integra da man de(lra,tal che fette uolte,
CT
mezz<t>che fon quarantacinque torni, ouero noue uoU
te
er mezza,chefon cinquantafette,farà numero con=
ueniente ad ogni cauaiïo di gran lena,
cr che tiene tal
difetto:?? come hauerete forniti gliuoûri torni,anda
rete di trotto da dritto in dritto, quanto è il corfo di
unagiuûa carriera,o poco meno,ouero quanto farà un
giufio repolone, ey al fin di effo uifermarete con le uo
/ire pofate,(y iui lo accarezzarete un pezzo, ponen*
dogli la manofopra il collo,
cr a tutte quefte co fé, cr
a quel che dirò apprejfo,tenerete fempre la redina des
ûrapiu corta,?? più tirata dell'altra, dapoì come fa:
ri quieto,
cr uoi fate che all'incontro gli fia unhuomo
con la bacchetta nella mano ,
cr in quel tempo uolUe
rete il pugno,per pigliargli la uolta da man deftra, e?
colui che gli fia all'incontro con la bacchetta, in quel
intiantegli donerà con effa nel muftaccio, dalla banda,
contraria finiûra,una,o due botte,e? fui tanto, ch'egli
fi uolti, non uuole ceffare dal battere, facendo fempre
quel motiuo dì lingua che fi uuol fare alle mite, quane
do fi maneggia,
cr accio che il cauallo in quel tempo
non s'impenni, alcuna fiata quel tale lo batterà fopra
le braccia,?? cofi molestandolo, fon certo, che eglifi
uolterà, Vpnfo che hauerh la uolta fubitc allhorajì
K } uuol
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ijo                 LIBRO
uuol accarezzare, commando infino alfegno de i torni
donde partifle,er iui poi come farete fermato,far à un'
altr'huomo, (imilmente con la bacchetta in mano, cr
uoi uoltandolo pur dalla man de/ira in un tempo queU
lo il minacciarlo neramente il batterà,dalla banda/ì*
ttiüra del muflaccio,come fi fece da prima :
er s'egli è
mal'ageuole a uoltarjì,accio uenga più facile,uoi egual
mente cofi quando farete daÜ'uno,come dall'altro capo
pò fato che far à,glifarete far da circa duo pafii fempre
indietro,?? in quel tempo gli prenderete la uolta,pero
com'egli la intenderà bene,no accader à dargli pin quei
pafii,perche farebbe difordine,et cagione difarfì le uol
te totalmente abbandonate, cr troppo fopra le anche,
cofi caminando,cr uoltandolo poco più o meno difetx
tefiate,eglifarà uinto,talche ufando da circa tregiore
ni quetìo buon modo,fl ritrouerÀ fuor a di uìtio,confir
mato nella fuabonta.
Et notate che non effendo la credenza molto, & no
tenendo il collo duro da una banda, cr dall'altra molle
er rotto,quando al fin de i tornì egli ufeendo hauerà ed
minato di trotto da dritto in dritto, atlhora che farà,
uoltato dalla man deflra, & ritornerà di trotto uerfo
la sìampa de i torni, farebbe anchora bene, come farà
giunto a quel termine, uoltarlo dalla manfinifira, cr
l'altra fiata che arrtua nel capo fi potrebbe appreffo
uoltar dalla man deflra, con lo aiuto di lingua, cr di
quel caftigo di baccheta da colui che gli ila auante, cr
con tal ordine fi può feguire, crai fin fi può fermare,
uerfo i torni, accio l'ultima uolta parimente a quella
di
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TERZO                ut
di prima, fìa da man delira : dapoì come il cauallo ap*
pena,arriuerà uerfo quello che tiene la bacchettai ue
derfolo minacciarfi,
er in udir quel motiuo di lingua,
quantunque non fi tocchigli fi uoltera,çy aUhorafen
za che altro huomo gli fio. più aU'incontro, ogni fiata
che fé gli calerà la bacchetta dalla man fìniflra,
cr
gli farà, quel moto di lingua, facilmëte prende alle uol
te,
er auuertite che colui che gliûarà in faccia con la
bacchetta, uuoVeffere non meno pratico di quello che
gli Ila di fopra,perche bìfognafaper battere
©* minac
ciare,zr aiutare a tempo, & fuggir quanto è pof ibile
di dargli botte al multacelo
.
Quefta che fìegue è la ûampa de i torni, laquai pò
co differifee da quella dinanzi, perche gira in ogni ton
do, da circa ducento palmi, ma per la figura che hora.
uidimoftro, a1 per leporole che fono in effa, &
per quello che ui ho detto, er uidirò ap*
preffo più chiaramente ui accorge*
rete del fuo garbo, er di quei
torni che gli corner*
ranno di fo*
pra.
*
K +
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-ocr page 153-
TERZO                «fî
Quejlifeì tornì da man deftra, che fon tre per ogni
lato, farà fol una uolta,eyè da notar-fuebe fé il cauallo
tiene la credenza da man finiftra uolete cominciargli
dall'altro torno, ey parimente in ogni tre comi cam=
biar banda, licitandolo pur dalla medeftma mano , ey
da dritto in dritto andante a parare, ey dapoi parato
ch'egli hauerà, cofi come nella credenza di man deiïra,
al tempo che fi uolta, fi uuol caûigare di bacchetta al*
la banda contrariafimilmente nella credenza dalla par
tefiniûrafi uuol battere nel muûaccio alla banda de=
ihra,cbefarà la contrariala colui che con la bacchet*
ta gli üa aÏÏincontro,talche ufarete tutti gli ordìni,et.
tutti gli tempi egualmente come feüe alla credenza dì
man deâraja onde miparefouerchio abondar di paro
le
, ey dir tante uolte quel che da uoi ûejfo facilmente
fi può intendere.
Et accio chefappiatt dar conto,ptrcht caufa a i tor
ni di prima, la uolta
e quattro tornt ( del modo che ui
difii, ey a queûi ogni uolta farà fei torni, ui dichiaro
che la ragion è quejla,che quando fate quegli tre torni
per banda, fé uoial fecondo torno cambiate mano, non
farebbe fornito,anzi a queûo fecondo ui mancherebbe
a chiuder la uolta poco meno della metà ey perciò ni
bifogna fornir quella metà,ey al terzo cambiar mano,
& benché al terzo non fi chiuda la uolta, non impara
ta,perche i duo torni furono chiufi perfettamente, ey
giuili,cofi come furono pfitti, e giuûi quellidi prima.
Et perche fono due forte di uolte, Vuna fi è kiwi»
ta larga de i tomì,et l'altra fi è la uolta Jlretta del ma
neggio,
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154                 LIBRO
neggio, tanto a i repoloni, quanto ancbora da fermo a
fermo,mi èparfo diruiAccio fiate ben inûrutta, et feu
za uoftra confufìone, che fecondo quel che m ho detto
auante,& uidico,
er ui dirò appreffo di quefto uoca*
buto,cofi conofcerete,quando parla dett!una,ey quando
deW altra, cioè delle mezze uolte de i repoloni, che pur
fi chiamano uolte fempie,o delle uolte radoppiate, o ue
ramente delle uolte che fi fanno a i torni.
Si uuol auertire,che que&e regole non fi uoglion pU
gliareper e/iremo, che fé trouarete il cauaUo difjìcuU
tofo,ey duro a qualche torno/arebbe a propofito, p er
lamedefimapiila a quella iûejfa mano ritornare da
quattro,o cinque fiate,
er più er meno, fecondo il bU
fogno ui dimo&rerà.
Si potrebbe anchorafenza quefli torni liberar il ca
uaUo daUafua credenza, come hora ui dirò : Andarete
alla capagna in unafirada lunga, che da i duo lati fia
rinchiufa defiepi, o di mura, eyfenza che fia fopra di
tffo il Caualiero gli agiu&erete, col bottone calato le
redine fopra il cotto, et dapoi hauédo la credenza dalla
man defira,gli legarete un capo di guinzaglio f ermo à
modo di correggia,in quello luogo della briglia,nelqua
le fé gli pone al principio che fi caualca,netta parte de*
/Ira la f alfa redina,er V altro capoaUafopracegna dal
lamedefima bàda,et fate fia ben tirato,accio il cauatto
uenga facilmente a piegar fi col collo; & dapoi lafcian
dolo foto,uoifubito uegli panerete aWincotro con una
bacchetta,?? un'altro fimilmente fé gli ponerl da die*
tro,con Valtra bacchettaiprimieramente uoi,chegli
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-".----------------------------------------------------------------------------------------------------.——,--------------_----------------------------_■,
TERZO                   tjj
fete auante gli darete una botta di bacchetta, nella par
tefìnifira del muüaccio,perche tantoüofi uolterà,
er
ogni fiata che uolta il uifo uerfo colui che gli fia da die
tro, parimente egli il batterà dalla banda finiftra del
muûaccio,çr cofì lo ûimularete un pezzo,bencheap=
prefJo,fenz4 altro aiuto di bacchettala fé fteffo-per te
ma di queue botte che hebbe,uelocemente fi uolterà,tal
che da fé a fé fi caligherà, uoltandofifempre da quello
lato alqual egli non fi uolea uoltare.
Ma notate,che fempre che il cauaUofì batte nel mu
Jìaccio di bacchetta,in un tempo fi uuol far in fio foce,
corfo quel moto,&fono di linguaio" bêche non fi bate
ta,purfin ch'egli da fé fi uoltì, non manchi mai, accio
che prenda quel ufo, che ogni fiata dapoi, che egli ode
quelfuono di lingua,determinatamente uoltando,figi=
ri,fenza donarfegli altro f attore.
Et fé al far di quefle uolte,egli cadeffe, no ne faccia
te coto,ma lafciatelo pur cadere,che dafefieffofi alze
rà,ey tato maggiorméte al fin fi trouera caûigato.Da
poi come ui accorgerete che fia un poco fianco, noi gli
fcioglierete quel capo di guinzaglio, che gli fia legato
nella fopracegn<t,& tantoûo miete caualcarlo,zT con
la man deûra tenerete quel capo in mano caminàdo di
trottolai fin da circa cinquanta palmi ui fermarett
er parimente come uiMfii nella regola de i torni fate
che all'incotro uifia unhuom < con la bacchetta in ma
no,che lo minacci daUa banda finiûra del mufiaccio, et
bifognando ancho iuigli dia alcune bottefin che fi uol
ti,zr in quel tipo gli darete un poco di aiuto, tirâdo il
guinzaglio,
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—'             —'----------------------
if 6                          LIBRO
guinzaglio> lo quai ui feruerà per falfartdina, cr non
maeberete al tipo della uolta,difar queifeoppij di lins
gua, che in questo modo eglifi uolterà,
er caminando
auàtefin al luogo dondepartiûe,ui fermarete un altra
fiata,
er apprejjo lo uolterete fimilmente dalla man de
flrd, con lo medefimo caûigo di un'altro che gli/lari
alToncontro pur con la bacchettai ueramete non ui ef
fendo altro,lo uoltarete dalla man finiûra,cr giunto a
quel termine di prima co/I come fi fece aühora,uoltaiu
dolo dalla man deûra,fi aiuterà
, er dauoiej da quel
taleizT notate chefolo da circa tre uoltefi uuol aiutar
con la falfaredina,zf di poi gli la leuarete, perche ba*
fiera fola a f orlo uoltare, il timor della bacchetta di co
lui cheglifta auante,<& in ultimo fcnz<t che ali onconc
tro uifìaperfona, ogni fiata che uoi gli feteadojfo, gli
mostrerete la mura bacchetta, dalla banda contraria^
er lo aiutarete di lingua, tenendogli la redina deûr a
più tirata dell'attraigli facilmente fi uolterà.
Quando il cauaUo tiene la credeza dalla man maca,
jìmilméte uolete mi legargli un capo di guinzaglio nel
occhio dell 'incavatura della briglia,douefeglipone la
falfaredina,quando è poliedro,^ l'altro capo nella fo*
pracegna,ufando quel modo c'ho detto auante nella ere
denza di man deûra,ey conforme a tutti quegli ordini
egualmente lo uolete corregere, pojponédo folo la ban
da nella quale fé gli ha da dar il caûigo ouer aiuto
.
Alcuni femplici caua'katori,fi potrebbono preualc*
re anchora, ponendo alcauallo una cauezzanetta, folo
con una cordale gli penda nella bada doue non fi uoU
h
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TERZO                tif
U, & conùgli farà diffefa in non uolerfì girar da
quella mano, wihuom a piede che tenera quel capo
di corda, tirandola il farà uoltare,
cr queûa corda
fi uuol ponere di forte nel chiappo, ouer anello della
cauezzana, che quando fi tiri fi aringa
, er che fi
allenti, quando fi lafcia,
er in un tempo allhora il ca*
ualiero che glie di fopra la aiuterà, di lingua : accio
prendendo quel ufo, dapoifenza tirarfi in altro mo*
do, in udir quelfuono di lìngua fi uolti. Se gli potreb*
be ancho ponere una cordella lunga da circa fei paU
mi che per un capo fé gli leghi ad un occhio della bri*
glia, doue fi fuûiene la teûiera, della banda, contra*
ria della credenza ,&che fi uoltafra lo labro difot=
to cy kgengiue, della maniera, che uidifii, quando ui
parlai del cauallo, che fa chiomaccioli,
er fi beue la
briglia, però Tètro capo, non fi uuol annodar aïïaU
tr occhio, ma ben pajfare da quello, che fia tirato, o
quanto il cauallo può fof fi-ire, o quanto gli baila, che
non gli efca dalla bocca, eyfenza dar uolta nel ferro,
accio non fi allenti troppcfi farà fol un nodo alla core
da uicino adocchio,
er appreffo il Caualiero tenendo
quel capo in mano aguifa dìfalfaredina,ogni fiata che
il tira il cauallo farà sforzato uoltarfi, çjpur a quel
tempo lo aiuterà fempre di lingua:
er perche la core
della fuole un poco nocere alla mano
, al tener che fifa
di effajico dipiu,chefe gli potrebbe ponere lunga fos
lo quanto glibafìa nell'opra di dentro la bocca
, er da
poi al capo che efce daWaltr'occhio fi può legare la
falfaredina che fia di corame.
Molti
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i$8               LIBRO
Molti caualieri fono che corregono la credenza con
artifici di ferro, perche alcuni di loro faranno fare le
briglie,che dentro la bocca la metà/ìa di un lauoro,cf
l'altra metà dì un'altro,ex di quella bada doue è la ere
èezafarà la parte più gagliarda,accio il cauaUofihab
bia da uoltare da quella mano,aUa quale più gl'offende
la briglia?ìl che miparefalfo, eyfenza il uerofunda<=
méto,tal che per affai ragioni che ui potrei dire ejpref
famente uè le uìeto,cheper qualunque caufaprocedeffe
la credenza no farebbe a propofito,perche la bocca del
cannilo bifogna feinpre màtenerfi confapore,ey gli co
viene che la brigliaglifia giusìa,ey che non gli prema
piti da una parte, che dall'altra, attefo che quando per
cafo,tale briglia gli toglie]fé la credenza da una bada,
potrebbe poi facilmëte pigliarfela daWaltrd mano,ma
fé pur quesìo no fuffe,non fi potrebbe hauere,ne giufto
ài collose dibocca,CT fopradi ejfo bifognarebbe /lare
full più delle uolte, con la man attentata,?/ finalmëte
fenza il naturai appoggio,non uerrebbe mai ne eguale
ne giufto ', alle uolte doppie ,ç?fein alcun particular
cauallo dimosìra far qualche buon effetto,non farà per
la qualità della brìglia,maper la fua benigna,?? fincec
ra naturala uì auertifco,che quesìo folo faìlìfce neU
la faccia cbiufa, ofuenata di ogni maniera chefia,che
battendo il cauallo credenza,oueramente s'egli andajfe
col muûaccio torto, fi potrebbe f are nella detta fcacs
ciafolo dalla banda douegli uà duro, il profilo rileuai
to del modo che ui difii, quando ui ragionai delle bri*
glie, perche fentendofì premere da quella parte, fenz*
togliergli
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TERZO              >/9
togliergli la fìcurtà di appoggiargli uakràmolto,
infurio andar eguale come gli conuiene, or perche mi
fi potrebbe dire,cheper kfìmili ragioni contra di que*
fio uitiofi douerebbepur tifare la briglia con dm me*
Ioni UfcUzT tondi,et che in un di quelli, dalla parte nel
la quale egli non uà facile,uì fujfe benincaûato ilfaU
lo nel mezzo di ejfcpercio ui rifoluo,che di tal melo*
ne fallito per cofa niuna uogliate feruirui, offendendo
più la barra, che non fa la faccia col fio profilo, che
fé pur a quel diffetto, aUhora giouajfe, gli farebbe ape
preffo non poco impedimento aWaltre uirtù neceffa*
rie, ma chi non uoleffe tanti effetti fé nepotrà preua*
1ère.
Se il cauaUo tiene la credéza dalla man deftrd o dal
\afinìhra,feglipuoponere dalla mede/ima banda, lo
uncinello, alqualefi acchiappa la maglia del barbazxA
le,&- che dietro quello uifìano due punte acute, aguU
fa di Jberonetti di gallo, che dapoi com'egli fi fentirà
pungere nella barba,da quella banda uìcino la bocca, ji
uolteràio' dal principio folo per moftrargli il camino
della uolta,zx di quel che ha da fare, non farebbe male
aiutarlo da circa tre uolte con la f alfa redina,
er que*
fio uncineUo,ìl dimâdarete guancetto: fìmilmente fi pò
trebbe al nodo di queUa,S,doue fi fuftiene lo uncinello,
pur fare due pute alla parte dì fopra,laqual fi acchiap
pa nell'occhio della briglia,
er queue punte lo punges
ranno più in alto uerfo il fin detta bocca, crnon tanto
baffo uerfo la barba, come faranno le punte delTuncie
«cflo,er alcuna fiata fuoV accadere, che alcun cauallofi
correggerà
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x<ro               LIBRO
correggerà più pretto ponendogli quefie punte daÏÏal
tra banda del muûaccio, quantunque/ta più naturale»
Cr apropoflto ponergli la doue egli non fi uolta uo*
lontieri,come ui difii auante di quejìo.
Anchora gli farà utile in cambio di quelle punte
dell'uncinello ,& della S ponergti da circa tre chio*
detti picciolìni, inchiodati alla tcjliera nel porta mor*
fo della briglia, che le punte uadino dentro,
er le te*
ûe di fopra. Quello ejftediente pur gioua in un Za*
uaUo che uà con la tetta, o ueramente col mujìaccio
torto,
erallhorafìtifanelmodocheui dirò,erben*
che uè ne habbia diffufamente parlato auante, al pre*
fente mi accade dirne queue poche parole,
er appref*
fo ui farò chiaro un bel fecreto di togliere tantosto,
ogni credenza •
Quando egli uà di muûaccio torto, er uoi daUa
banda contraria non folo gli ponente al porta mor*
fo della briglia tre chiodetti, ma ne inchiodante tre
altri alla mojfarola
, er s'egli di più porta tutto il ca*
pò torto oltre i chiodetti, che a quella parte hauete
podi al porta morfo,
er «Ha mojfarola, ne porrete
'<r tre nella tejliera, però auuertite, che fé il uitio non è
troppo graue,baceranno folo quelli che gli ponete
dUa mojfarota,con gli tre altri nella tefìiera,ma effen*
do il cauaUo inocchiato a queldiffettofe gli corner*
rebbeno tutti,
er più er meno fecondo ui accorgerete
che farà la necefìità,
er accio che niunfe ne auueda, ui
dico, che ejfendo la tefliera doppia, tyfìmìlmente la
mojfarola fipotrebbono fcufcire,cj alfecodo cuoio di
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TERZO.              ttft
fatto inchiodante co lordine che ho deïto, que chiodet
ti,cr cofi appreffo le farete cufcire, come eran da pria
ma,tal che le punte uerranno à pungete la carnea U
garzi del caualio,çr le tejle di efii faranno couerte dal
corame della tefìiera il quii è di fopratò ueramente que
ûi chiodetti fipûtrebbono inchiodare in una piatirete
ta di ferro, che fia larga quanto è la testiera, fatto U
quale fi legherà in quella parte doue uolete che egli s'in
chini, il che farà di maggior cailigo : Etfiuoglionpor
tare poco più ò meno di dieci giorni,che da poi toglieti
dogliliper quelle rotture che,i chiodetti gli fecerofta*
fa timido,?? andera inchinato da banda, comejìancho
ra uìfojfero■: Et in alcun particular Cauaìio ponendo
queiìi chiodetti da quella medema banda della tejìkra,
onde fia egli girato, fi farebbe in aggiuntarlo qualche
effettotpur quando egli uà torto di mufiacciofe gli pò
trebbe ponere il guancztto , con la,S, che ui ragionai
poco dinanzi, li qual anchora ponendofegli fola, mol*
to gli giouerà.
Et non uingannatexhe queue ccfz,ilpiù deUeuoU
te,non batteranno nella fua corranone, mabifognarà,
oltre di ciò, ufar giuntamele co effe la difciplina che ui
difiiauàte, béche quella folo f acedo fi à tempo
cr bene,
farà dì tanta uirtk che fenz<t ilfoccorfo di tali artifici
farà totalmétegiuflo ogni cauaUo,così come anchora,
la credenza fé gli potrà togliere del modo che ui difii
prima
er ui dirò appreffo fenza la cauezzanetta, et U
cordella, <& fenza ilguàcetto e i chiodetti facilmente,
V forfe,ej fenzi dir forfè, in una fol hora:ma di que*
L fie
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x6x                LIBRO
ûe maniere,®" arte, fé nepotrebbe preuakre alcìl ca-.
ualiero che no tiene troppo tîto ne tëperamento,et che
no fi fa rifoluere,ne fa fopra di ciò quato gli conuieac.
Et per che farà alcun cauallo, che dal primo tempo
in fin alfine della fua difciplinafi èfempre uoltato col
musìaccio,® col collo torto,® per colpa del caualies
ro,non uifu mai prouifto,tal che egli ha fatto ilfuo U
certo inarcato da una banda,® dall'altra fermo,® fit
no, ® dimoflrerà cheuifa nato di quel garbo torto
,
per tanto ui dico che bifegnerà, con molta follicitudU
ne,ufàrfegli tutti quei modi che ui ho detto,® i tipo,
®- a mifura,® oltre di quesìo gli farà molto couenieit
te, per alcuni giorni,daÜa banda dou egli farà durojes
gargliun capo di guinzaglio nella briglia ciò è nell'oc
chio deh"incaftatura,ò uero nella mujfarola che aiïhox
va gli ponente, ® non À quella che tiene ordinariamé
te nella testiera,® l'altro capo nella fopracegna,come
ui di fi auante nella regola che corregge la credéza,®"
lo farete ûare,ogni fiata, unjpatio lungo nella fimik
guifa,et così anchoper alcunigiorni fi potrebbe caual
care, leghandofi pero più tirato, ® farebbe maggior
tffetto ponergh la cauezzana,
©" dalìaparte doiiegli
uien duro legargli fìmigliantemente un capo di e\fa,et
notate che finche farà giuûo bifogna caualcarjì per
una mano fola, ® di un che fu ben in&rutto in questa
facultà,per cheuaria'dola ilfuo difetto farebbe incura
bile,quantunq;,ui torno adire che il Caualiero fonda*
to,in buona dottrina, fenza di ciò lo toglierà, non fio
diqueücma d'egri'altro uitìo, congli ordini detti,®
che
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TERZO                  x6i
che pur tutta uia uè fi diranojoue co efli, co gli acce f
forijfuoi unitamétefi opra lo ìtelktto,à cauaüoMqua
le ha queflo uitio,cy cantina col collo torto affai finte
fuol accadere,che uolédogli i crini dall'altra parte fad<
dirizzi da fé ftejfo a poco a poco,et maggiorméte cor
rtghlolo À tempo co la ma de la briglia, o uero con lo
$rone,cojtcome à ca.
7 6.et à ca. 7 i.ui ho ragionato.
Sono molti fecreti mirabili,che ragionandone, par
chtfia:io di poca qualità, ma da poi che fi uede la ruu
fcita loro, fi tcgono in ijlima gràie\hor quello mi por
gè animo dirai cofa che per uincere ogni cauaHo,et far
lo al fuo di/petto uoltar da ogni mano è infaÜibile,ben
che fìa certo che alla più parte de gl'buomini, che hogc
gì al modofono,in udìrlo,parerà lo effetto contrario,
tato pià,quanto meno farà il dtfcorfo,çr la pratica lo
rosetta qual cofa io nofo conto niuno, per che pertfo
che fé non tutti alcuniradi Canalieri con ifferienzafa
ranno conofcere la ucrità mia,
cr udite quel che è.
Volete andare alla campagna che fìa maiefe prof m
da e molle,
er ini farete gli ordini uoflri maneggiando
il cauallo à repoloni di trotto,!) di galoppala più co=
veniente farebbe in cominciar i repoloni dipano,et di
poi feguirgli di trotto,
CT com'egli prède pugna in no
uolcrfì uoltare da una mano,
er uoi tofto gli mojlrare
te una terribile ferocità co uoci grandifiime,
cr minac
ciandolo,er battendolo di bacchettone,fra le orecchie,
CT dall'una banda,çr l'altra della tefla,er maggiormé-
te onde fi uolta uolentieri,ò uero la più doue conofcere
te che uiftràpih facile cafligarfìrequedetidolojpeffo
L » che
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t«4               LIBRO
che fi uolti,& no uoltandofidi fubbito andaretejbarat
latamenteJlrigliandolo,& correndolo, hor di trotto,
hor di corfo,hor di galoppo, da dritto indritto.ò uer ì
i torni,çr farete l'un ej l'altro^ più l'un deïïaltra, fé
codo uiparerà che fia più àprepofito in uincere la fu
malignità, fenza dargli paufa,& fenza rifletto difora
dinatamente lo uoletefuperarey& così trauagliâdo ca
iìigare : Et fé pure fi pone in fu la briglia andìdo uia,
non per ciò ui fpauentarete, anzi all'hora tanto pik lo
cajligarete con uoci,et gridi altifiimUzy da poi ferma
dolo co quella ira unaltra fiata forzatelo che fi uolti,
et non uolédo uoltarfufarete anchora queUo,cr in ciò
animo fame: ite,neri muncarete maifincheuiene al bene,
CT che fi giri da quella mano alla quale uoltato chefir
rà.lo matteggiarne un pezzo a repoloni fu il trotto, o
fu il galoppo,co fi come a uoi parera che meglio li con
ulga:etper li togliere la uia di inarborarfUquàdo pur
egli fi dijperaffe di quesìo,lo uolete,prima che u'ega in
tal difordine,da hora in hora battere fia le braccia die
nanzi,& fé pur fi accorge del errorfuo, erfiale uotte
libe.re fenza famiponta,et uoi tanto/lo màcando quel
la furiagli farete carezze,er di uoce, er di mano,cf
diripofo,& da poi caminando pajfo, pajfo,& quante
fiate egli torna nel fio difordine, et uoifimilmente tor
narete con ajfirezze,a casìigarlo,chein tal maniera ui
dico certo che in quel giorno che fi caualcherà,egli toc
talmente fard ƒnor a di que&o difetto,&piu presìo da
quella mano che dall'altra, però uolete diterminare no
partirui dal matino in fin alla fera,& fintato che egli
fari
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TERZO                 tìT«
farà uinto, per che farebbe errore gràie lafcìarlo dìfio
nato
, quantum*; forfè in affai meno /patio di un hora,
egli fi abandonerà nelle uoûre mani,et uolterafii mille
uolte da ogni banda, talché qutftoiwi de gli ordini
maggiori di togliere ogni credenza,ufando , però tut*
to à tempo:ej co i modi come conuiene : aÜa quai cofa
non uipaia che ui fia contradìttìon di parole,per che
il difordint fatto a tempo , e il maggior ordine che fi
può fare ey no pcifate che fi tolga dì animo,per che
dapoihaueràfìgran tema del fuo catialiero che ft po
trebbe,apprejfo, rimettere alfuogo, che ui anderà de:
terminatamentejna uolete ben auertìre quando egliui
rifbonde apropofito , che non lo uoglute a niun modo
più battere,anzi uclete,quando camwa,ey quando paf
fegvia, femore afiicurarlo di bacchetta ,
er da quella
banda più, doue il caûigofu maggiore,coli comeprU
ma che fi giunga nelfine^hiaramente ui fi dirà.
Mi pare dirui,un altro modo poco me-io dafiimarfi
di quel che ui ho detto,çy fuole mirubilmeite gionare,
che quando egli prende tema dì uoltarfìda una mano,
0 più uolentier da una che dall'altra, noi tantalo che
hauerete mole/lato che fi uolti dalla man onde uien
duro et fugge la uolta, per un pezzo uohe confentir*
gli con furia mirabile alle uolte dell'altra mano alle
quali uà libero, fenza ripelo, ey à quel tempo no man
carete mai dì cafligarlo dìuoci,ey di bacchetta Cu, la te
fia,eyfrd le orecchie, et dalla banda dou'eglì no fi uuo
fe uoltare,ey inun fiato continuamente lo uoltarete,ta
fo da quella munofempre battendolo,finche farà faflU
L 1        dito,
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i66               LIBRO
dito,& quafl per ributtarfì,b ueramente per utra ûiit
chezza incominciara à perdere, çr à mancar di lena,
tal che effendo {banco alle uolte di quella mano, uoltait
dolo, poi,dalTaltra,aUa f aal egli
ripugna.ua, cogli aiit
ti pero, che gli conuengono , fi uoltera con affai meno
fatica,non effendo in quella trauagliato,
er uoltandox
fici,non lo uoktepià battere, perche egli hauendo rU
ceuuti quegli cajlighicon infiportabil fatica, nel teme
pò chejtgiraua dalla banda facile àìuhey ricetiute ca
rezze,& non percoffe di bafione,cr deuoci, nel tipo
delle uolte deWaltrapartefì trouera talmente corretto
che forfè no uerràmtipik in quella,o(linatione di uol
tarjì dall'una mano,CT non daU'altra ,maui auertifco
chefolo la pratica,®1 non la lingua totalmente uipuò
infegnare con che tempo bifognafarfi,
er quando gli
conuerra quest'ordine, ey quando l'altro.
Et ordinariaméte, ogni fiata che hauete cafligato il
cauatto,coft di queflo come di qualunq- altro uìtio,che
ui ho detto,et ui dirò appreffo, uolete caualcarlo la ma
tina feguente, che per ilcaftigo che hebbe il di aitante,
andrà migliore,
er fi trouera più pronto, er ricordeuo
le,o" affai fenfibile à conofcere la uoluntà uoûra,et in
tffer totalmente confirmato nella fua uirtk
.
SeilcauaUoère/lio , il più delle uolte procede per
colpa del Caualiero, per una di queue ragioni, ò uero
il cauaUo,è uile,ey di poca forza, ey effendo troppo
moicuatofì abandona,cr auuilifce di forte che,accora
do,non uuole caminare auante
; ò uer èfuperbo,ey ga*
gtiardo,çr dandogli fatica, egli mancandogli un poco
di lena,
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TERZO                 x6~?
ài lena, fi prcualera confala, er con aggrupparli, er
co altre malignità,ò farà pur queflo dal principio che
fi caualca, di maniera che fé ali bora conofcerà che il
caualiero lo teme, prederà tanfanimo,che ufando mol
te ribalderie, fi fermerà, contra la uoluntàfua,
er di
quefte ducjpetie di
Re/ty', lapeggior e quella che tua
fce da uiltà,ey da poca forza-.benchc anchorafono aU
cuni caualìi, nonfolo di natura gagliardi, ma ramiti
ghì,
er di due uokntà, che penf ano fempre di difen*
derfuçr incorrendo in tal uitio,quejii fon pefiimi affai
più. che non fono gli altri.
Quando queflo uitio nafce da uilta,ZT da poca fora
Z<t,lo caualcherete in unaflrada lunga,
er chiufa daU
le bande di mura,ò ueramente di altefiepì,cr ui porre
te in un capo di effa.çr dietro il cauallofate che ui/ìa*
no alcuni huomini co i baftoni,
er alcuni altri con le
pietre in mano,
er com'egli non uuol andare auantejb
dipajfoyò di trotto,ò di galoppo, fubito coloro che gli
fon dietro gli daranno di bauon'alle garretti,??'gam*
be,tirandogli ancho a i medefimi luoghi di pietre, et in
un tempo non mancheranno mai di gridar,
er minaci
ciarlo con grandi,^ terribili uoci,ma uoi che alrhora
glifetedifopra, darete faldo,fenza dir motto,etpn*
che egli dura in quello,
er non uà diterminatamente a<=
uatite,non foneranno mai di gridarlo,
er moleflarlo co
impeto
er furia mirabile,al modo che ui hòdetto,non
dimeno com'egli farà fuperato,
er andera uìa, uoglia*
no coloro nonfolo incontinente,
er in un inflante tace
re fenzaltrimente battere, ma uoi cheglifete adoffo,
L 4 uolete
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i(?S               L I B R O
uolete tantoüo accarezzarlo fopra il cotto,cr così tri
lo andar,çf uenir adietro laminerete tutta quella (Ira
da,da circa otto fiate,
er da poi piacevolmente[mone
terete,ò uer paffo pajjb uè ne andarete in fin alla cafa,
CTper alcuni giorni fin tanto che egli fura totalmente
confirmato nella fita fincerità non nfarete altro, eyo*
gni fiata che egli ritornerà alla mahtia
, fi potrà cor*
regere conibò dettoci che e modo ben prouato,
er Ws
fallibile,?? con ejfofandofi à tempo, ogni canal reflio
fi farà libero,
er di una uolunta.
Et notate che quejlo mede fimo fi potrebbe ƒ'are non
foto in una strada lunga,
er chiù fa dalle bande, ma in
unamaiefe ò uer campagna grande,
er larga, nondU
meno farebbe maggior il trauaglio di coloro che fon
à piedi, per che il Cauallo fuggendo da qualche tra»
uerfo andandogli appreffo per caligarlo, più facili
mente fi sìancherebbono.
Sono alcuni caualli, che nonfolo non uogliano carni
nare duante, ma tutta uU quanto piagli molestar ete,
tanto maggiormente fi faranno indietro, per quesìoui
dico che benché il cauallo cada in tal difetto, non per
ciò uolete mancare di farlo castigar di modo chòdet*
to,crefcendo fempre di baûoni.di pietre, di uoci, netta
fua correttione
, anzi pur farebbe àpropofìto alcuna
fiata uoltarlo di faccia à quella parte doue per fuggir
ui tenta,?? uipar che egliuadi uolentier^cr iratamé
te con un galoppo furiofo,ey sìretto, minacciadolo di
uoci lo farete andare per ijpatio di circa una carriera,
fempre bat tendalo,ejfra le orecchie^ netta tefla,cT
da poi
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TERZO                »6>
da poi lo uoltartte ancho uerfo la ürdda nella qualpre
fc lafantafia.ey sforzatelo che camini auante, all'ho*
ra correggendolo più. di uoce,chc di bafione, & s'egli
camina , tacendo lo accarezzerete, per che al fin egli
certo ui fi renderà, conofcendo chiaramente che minor
fatica fi truoua caminando auante co carezze,che fiar
ofiinatamenie fermo-fi farfi indietro jò correre galopé
panda, con tanti flagelli.
Anchora quando egli per file ntlfuo male penfies
ro,
cr non uuol caminare, potrefie uoltarlo di mezz*
uolta.o' dipoi tantofiotirandogli la briglia il farete
far indietro ,poco più ò meno di diecepafii co quante
furia fi può,
er appreffo il uoltarete girandogli la tes
fia in quella parte doue era prima, nella qual egli non
uoleafarfi auante, ex difubito lo richiederete clicca*
mini,cbein tal modoilpiù delle uolte, fifuol anulare.
Età ciò con maggior facilità egli fia totalmete cor
retto daUafua ma!ttia,oltre à quefli ordini, fé gli poe
trebbe ancho legar al tronco della coda una corda rie
Uggendola in quel troncho,come fi fa con la zàgareU
la quando fi caualca ey fate che auanzì da circa fei
pafii calata in terra,cr da poi caricherete fopra di ef
fo per la medefimafirada,
£r richiedetelo che uadi a*
uante,ò dipajfo,ò di trottolò di galoppo,in queÜa ff c
tiejoue egli fuol pigliare lapugna,& nonfolo,no uo
lendo auuiarfi, ma fandofi indietro fubito un buomà
piede prenda quella corda pendente, & lo tiri pur in*
dietro uerfo di lui, talché egli
, per il timor che tiene
difarfi tirare, aniera uia facendo forza di fcampar
,
cr camìnart
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%-jo                   LIBRO
cr camindre auaute, er in quel tempo colui che tiene
la corda in mano preflo la lafci,c tanto maggiormett
tt andew,fentendoft quello flrafcino di fune apprejjo,
CT ogni fiata che egli prende pugna di non uoler carni
nare,colui che gli farà apprejfo,piglierà quella cord*,
tirandolo uerfo di fé, eyfimilmente à tempo, com'egli
camina la lafcierà,^ i maggior cautela, oltre di ciò,
lo farete fempre mole/lare Ài baftoneji pietre, di no*
ciycon l'ordine che ui ho detto dinanzi
Per che al tirare che fifa della corda facilmente fi
potrebbe difeiogliere dal tronco,ey ucmrfene,mafiima
mente no hauendo cognition di fare l'ultimo nodo co i
peli nella fune,il che no fi può dire, per che bifognereb
be con gli occhi uederfì per tato, nonfapedofifar quel
nodo,mi èparfo dirui,che nofolofi uuole legar al tro
co,ma fi legherà il capo difopra della detta corda neU
la fibbia della fella doue ft pone la groppiera,che i que
&a maniera flarà ferma, etp molto che fi tiri non fi di
fciogliera mai dalla coda,et liberamete fi farai effetto
Quando conofeerete, che egli fia Kefliofolo per la
fua gagliardezza®" per colpa del caualiero,che uifu
uile,aWhora uoifopra di effonderete in una capagna
che fia maiefcçr in quel tempo che dandogli la fua let
tione, egli prende pugna di non uolerjì auuiare, o nel
paffo o nel trotto
o nel galoppo,Subito che egli fi fer*
ma o con calciofenza calci o penfa di fermar fi
, cojì
come nella regola che ui dìfti auante uolete tacere, feti*
za che da uoifi batta, hora per contrario, uolete
gn'<=
darlo con terribil uoce,et in quel infiante gli darete di
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TERZO                iti
baüon in fu la tejia-.eyfra k orecchie, & fra k brace
eia diiwizi'-O" benché egli forfe,dimoJirerà difaltaro
di ponerfi da trauerfo,o ueramentefarà uiûa di piane
tarfi,o colcarjì,in quel tempo quitto pik abonda in qut
#e,cr in altre mahgnita, tanto maggiormente uoi uo
leteraddoppiar le uoci horrende,ej le baronate
, er
afta maggior fatica dargli à tempo colericamente i
torni dall'una
ò l'altra parte,o uer da quella dalla qui
le egli üeffo più, ui sforza, tal che al fin come fi accor
gerà chenon ui può offendere nefuperare, ne con gli
penfieri,ne con gli effetti
, talmente uijìfarafugget=
to,che caminerà in quellaguifa che uoktefenza uitio,
er fi maneggiare : ©* eguale à Valtra regola uokte
fubito che egli fi renderà uinto,accarezzarlo,er di uo
ce,ey di mano,fopra il collo, ey poco più ò meno di
diece uolte lui pur il paffeggiarete di trotto,
er ape
preffo digaloppo,zr all'ultimo pajfo paffò :
er come
ritorna neUafua mala rj oflinata uolunta, er uoi fi*
mïlmente ritornarete fempre à caligarlo.
Benché il cauaMo fia reftio per la caufa che hora ui
ho detto, nondimeno fi potrebbe ancho tal uitio toglie
re con lordine di prima,il quale accade quando, egli e
uile
er di poca forza, co fi come pur quando e uile cT
di poca forza fi potrebbe correggere col cafligofolo
del Caualiero .quantunque gli fa quello, che ui ragioe
nai dinanzi più naturale.
Auertite che come il cauallo riconofee le gra botte
nella tefìa,ey fra le orecchie,dapcibafleràfòlo cafri*
garfì di uoci ajprìfiime, et co mirabil tento quelle mà=
car
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i7*               LIBRO
car & crefcere, fecondo manca cr crefeeja fia porjì*
dui,
er tanto più quando ui accorgete, per la qualità
delpelo,cT difuoifegni, che egli fa naturalmente ra*
mingo,& di duo cuorvet ftppiate che contra di lui no
fu ne è ne farà mai maggior cafligo
cf di maggior ter
rare, pik che la uoce dell'huomo,
er e dì tal maniera ,
et di tata uirtk,che no lo confondere lo diflona, ne lo
toglie dafe,ne lo auuilifce,ne lo pon infuga,ne lo acco
ra,nz lo differa,come affai uolte foglio fare le bajlona
teje quali biche fanno effetto gra~de>et da quelle nafea
no uirth infinite pur
e neceffario che fi uftno à tempo,
et appreffo
e di bifognoco le carezze,et co i modi far
gli cono fere che lo errorfuofu caufit del fio cafligo.
In una grande necefità,folo quando il caualiero no
tiene dottrina, ne tempore mifura in uincere il Cattai
lo,
er in farlo accorgere deWerrorfuo, pigliarete un
gatto,quanto più feroce fi può hauere.
er leghefi, alla
fupina,neUa cima di una hafìa,groffa à modo di picca,
er lunga da circa fedecipalmi, eyfiuuol auertire le*
garfì di manierale le branche,?? la teìla le fieno dU
fcìolte, et come il cauallo prede pugna di no uokr carni
nare auà~te,Si prederà da un huom, à piede quell'hafla,
et tatofio con effa fé gli panerà ilgatto-horafra lega
he,ZJ hora ne gli garretti,et fra cofcìe:cy fagli tefiu
colifl>effo,er nella groppa, Et co/i egli,comegli altri
che gli fon attorno à quel tipo lo uogliano minacciar
con uoci,La onde farà coflretto abandonarfi ad andare
eoe uolete,et affbora il caualiero che glie difopra uuol
tacere
er attcderfolo ad accarezzarlo quado uà bene.
Pur
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TERZO               17?
Pur f toh à Caual reflio,molto giouare tener con U
man de/Ira un chiodo,?? a quel tempo ch'egli no uuol
caminar auunte, con quello pongerlo, con quinti fora
Zufipuò,dadietro
,uicinoli fibbia che fosîiene U
groppiera,
0" per qualunche cofa mala ch'egli f acefe
fé, ò di filtrò di alci, non fé gli toglierà mai di dojfo
quel chiodo tenendol fermo fopra di lui che continua^
mente gli pungi, finche luffa lefue mulignità,
er fi
rendi caminando aitante però difubito che farà uinto,
non Colo non fi mole pia pungere,ma con la detta mie
no fi accarez zara nel collo, cj da poi fé pur alcuna fisi
tu fi ricordi!fé di ritornar il uitio fio
, tantojìo che à
quella hora, fi toccaffe dietro folo con la mino aperta,
fcnZi che akrimentefipuigu, eglifi ricorderà del ere
ror fuo,
er corri'ggendofi caminen del modo che fard
richiesto dal fuo camliero .
Come farà fuperato, & è già libero dal fuo cattiuo
propofito,ry uà fincerumente fi potrebbe ponere agli
ordini, fu il puffo,
cr fu il trotto,& fu il galoppo, er
à repoloni,ey a i torni, cr non folo mostrargli quai s
il modo dtfuperfi collocare, çr incauullur le braccia
,
et far la ciambetta nel muneggiojnu tutte le altre uir
tu cofi come uihò detto,& pur uifi dira
.
Meffer Vincenzo Rejbino di Nupoli,mi diffe cheea
gli hebbe nellu cauatterizza del Re,un cauallo di molti
anni reflio^ che un giorno gli fé legare dietro la co<=
daptr un piede utfanimaletto,che fi chiamaKiccio ffiì
nofo,il quale incominciado aflridere,il Cauallo ne pre
fé fi gran terrore,che diterminatamente con molta uè*
locitl
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174               LIBRO
locìtà fi fece aitante al correre,talcbe da poi diutnnefi
pronto alcorfo,che appreffofu neceffario trauagliarfì
molto in agiujiarlo di bocca,che non tirajfe uia
.
Et benché alThoratal remedio fuffè a tempo che co
ueneua k quella maligna^„nondimeno ui dico chefareb
bc difordineccntinuetmente feritimene, perche, il più
delle uolte.farebbe il cavallo fiordire, ò diff erare, ey
nonfempre intenderebbe quel che uolete,così come an*
chora farebbe legargli d fiotto goda della groppiera
un cagnuolo ò qualche altro animai mordente
, ey di
gran uoce} che penda da circa duo palmi, ey appreffo
legandolo con uri'altra cordella, la qualfìpafii dapoi
fra le cofe delcauallo, ey quella pigliando il caualiero
con la man deflra,tirando,ey tentando il molejla di fot
to, ò uer in cambio dell'animale legargli da dietro alla
fìmil maniera un ferro lungo da circa un palmo, ey
mezzo, ey largo poco più ò meno di tre dita tutto pie
no di punte a guifa di/pine, cy non uolendo il cauallo
caminare, pure fé gli tira à quel modo la cordella, ui
rifoluo,che tutte fon cofe dipoco momento,però fegue
te gli ordini detti dinanzi, con ogni ftudio,per-che folo
con efîi H uitio di reûio liberamente fi toglie : Ma non
ui niegho che non conuenga à caualiero, hauer notitia
di qutfti, ey di altri calighi, quantunebe minimi fie*
no, ey di quanto fi può fare in correggere ogni difeU
to
: de quali benché uè ne potrei parlare infini tarnen*
te, perche non fono da cauarne frutto
, ey fi anchora
perche perderei il tempo douendoui ragionar de gl'ai*
tri effetti di più fuûanza, mi èparfo tacendo cornee
nientemente
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TERZO               17*
nîenUmente Ufciarlo.
Ma fé ui capiterà nelle mani alcun cauallo, che ca*
ualcandofi, caminato che hauera un poco,
ò quando fi
fermai in qualunche tempo fi fìa,fì butta in terra,uoi
farete,che un huom à piede, che fia ben efeerto, fc gli
fermi alToncontro, doue deliberante che egli udii à te
nerfi ò douefapete che fìfuole cokare.et tàto(to,comil
cauallo comincia ad auuicinarfeglì.colui minacciando*
lo di baflone con gridi altifiimijìora mancando,*®- ho*
ra crefcendo di uoce, à tempo, à tempo, fecondo fi ac*
corgerà che gli crefce più, ey meno lafantafia di cole
carfi, con gefti horrendi lo mirerà fempre nel uifo
, à
ciò fé gli facci foggetto, perche all'ultimo ne haueràfì
gran paura], che fi toglierà da quel penfiero dì calarfì
gikcr mirando egli ancbora, con infinito timore à gli
occhi di colui, fiarà falda, zjfolo intento alla uoluntà,
del caualiero che glie di foprajl quale aïïbora, finche
fé gli farà quefio, bifognerà tacere, fenxA fur motiuo
alcuno, çj dapoi lo farete trottar à i torni, ey in ejii
ponendo alcuni huomini che faccino pur ilfimile,egli
fi trouerà corretto,^ fé pur fi pon in terra,iui forzi»
tamente,per un f^atio,lo farete tenere alfuo difetto,
crudelmente caligandolo,^ dìuocì,ry digran botte
fra le orecchie, ey nella tefta cj douunchefipu'), ma
fé non fi corregge, la colpa farà del caualiero
, che gli
uà ali'incontro, et degli altri che gli fono à cerchio ne
i torni,che non haueranno à niun motiuo della lor per*
fonarne tempore modo terrìbile à correggenti que*
ûi tali potrebbon ufare un baüon lungo da circa dieci
palmi,
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* -6                 L I B ■ R O
palmi, cy nel capa dì ejjb legare un farcio accefo dì
paglia,?y (toppa, eyfbjo che il cauallo/ì co'coirà b
farà uifla di colcarfi, gli porteranno quello di fatto la
bocca, perche hauerà non folo fpauento della fiamma
chefìuede innanzi gli occhi,ma del fumo che gli entra
stelle nafche,ey de! fuoco che gli cuoce il mullaccio, ey
h tetra'.Quello caûigopur fi potrebbe far da dietro
ad un canal re&ojior alle gambe,hor à i garretti, ey
horadifottofra le cofae,ey à i tefticoh,tentatamente
quanto gli basta in dargli terrore, ey non lo offenda :
ancbora quando il cauallo fi colca, potrebbe andargli
da ogni lato apparo à lui una pcrfona col fuo fgiiìz*
zatoro, nelle mani pieno di acqua, ey attempo che
egli fi calchi, òpenfi, òfamotiuodi uolerfi calcare,
tanto&o gli fcarricaranno quell'acqua ne gli occhi : il
che pur gtoua nella credenza, però fandofì all'occhio
della parte contraria di ejfa,ey così totalmente in ciai
fcun dì qutûi modi rare uolte farà che nanfe gli toU
ga il fuo uìle cotìume,da ogni caualcatore .benché fuf
fedi poco ua'ere.dechiaràdoui che un caualiero,di buoa
na dtfciplina,non fi preualcrà mai di queue co fé, pera
che farà lo effetto,Jenza di effe con la fua propria uir
tìt}cy in diuerfe maniere.
Ancbora ui ho da direbbe fono molti caualli che lu
Meramente caminano,et non fono resìifneanchofibut
tana in terra, nondimeno alpajfar delTacqua,quantun
que fia grande il fiume, non folo non uoglion aidare
,
ma fi lafcìano caiere,ey in ejfa fi co!cano,ey non è dus
bio, che nafcanofotto il fegno di Leone
, il quale fegno
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" ' ' ' '■"                                                             ■                             I» ■ I. 11 » Il I - I»
T E R Z O.             177
bà il dominio del fuoco, però non tutti quegli che fon
produtti fotto queflo influjfo hanno tal difettosi tac*
eia chi dice fi conofea nel coUo alfegno del remolino
,
perche no è uero, ne meno fi può conofcere certo al mu,
tar de i denti, mafolo à quel chef, uede quàdofibutta
nell'acqua, in tal uit io no è remedio maggiore quejli
che hora ui dirò.Farete caualcarlo da unferuitorc,
CT
gli uadano da circa tre buomini appreffo, er fate che
egli entri nel fiume,
er come fi colca,tato colui che gli
ihà di fopra come gli altri che gli uengono appreffo
>;
tantoflo glifìano addoffo, er per uera forza gli pon»
gan la tefia fotto di quello, che l'acquagli uadi dentro
le orecchie,
er non lo facciano alzare per cofa niuna,
anzi oltre di ciò fi uuol in quell'acqua battere dì baflo
ne, et in quel tempo tutti uogliano terribilméte gridar
lo,
er fé egli fa forza di alzarfi,coloro futilmente fa»
ranno forza à mal fuo grado di tenergli la tetta d'etra
di effo :
er dapoi che farà per lungo ffatio travaglia*
to in quel modo,?? uoi al tempo che jf ira, et forge la
tefia attutata nell'acqua, il farete fopra di effafra le
orecchie pur battere, et con impeto grande attutargli
un'altra fiata il capo nell'acqua,
er com'egli totalmett
tefialza,W uolete che uadifuora,queglifuhito lo ac*
compatteranno di battone,
er di uoci, finche farà ufei
to,er come farà difuora,non fi mole più battere,per*
cioche altrimente farebbe dìfordine.
Dapoi nelfeguete giorno,lo farete caualcare un'al*
tra fiata, & uada nel medefimo fiume,
er in quel tipo
che entrera in effo
, fé colui che gli ttà di fopra fi ac<
M forge,
I
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r
l78               L ï B R Ö
fcw^cfe p«r fa motiuo difermarfi, & dì bafjarfi nel
Vacqua,ò tal uolta prima che fi accorga di que fio, tan
to&ofetiza dargli tempo dipenfarej.o tocchi dijponi,
er io batta di bastone fui capo,eyfra le orecchie,et al
fianco,terribilmente minacciandolo di uoce
, che in tal
modo farà interrotto il fuo penfiero, et pajfera fìcuro,
'ey forfè che no bifognerebbe, ufarfegli quel cafiigo di
hkiitìi che con queftofolo fi correggerà.
Ancho (ì potrebbe da queüo uit io pur togliere, pos
mndogliun chiappo fcorridore alla borfa de fuoi te»
fticoli,ey fra le cofae di dietro facendone ufcir il capo
della corda>ey coki che allbora, glie difopra,piglian-
do quel capo conlamandefira entrera nel fiume, &
come fé accorgerà che egli pen fa di uolerfi calcare, fu
bito tirerà la corda, in un medefimo tipo minacciando
lo di uoci,ty battendolo diffroni,zT feper tale cafiU
go-egli fifa auantejn un infiante fi uuol allentare, che
efiendo fcorridore il chiappo,fì allargherà
, fenza dare
gtipiùfaìtidio, zf quante fiate ritornatici fuo penfie*
ro maligno,cohn ritornerà fempre à castigarlo in tute
ti modicome ui ho detto, eyfe non obâante quello, fi
colcaffè, fé gli fard della maniera che ui difii, attutar
late'ìa di fatto,che l'acqua pur gli entri nell'orecchie,
ér finche Sta calcato fi tirerà la corda,à ciò per quella
docili facilmente fi emendi del errar fuo
.
Non mi è parfo tacere che gli antichi, à quai fi w*
gliafhene di caual refiio fimilmente ufauano il chiap-
pò fcorridore,ìiodimeno k meparemalfatto.ufarecoe
/usuando il cauallo perfeuera mÏÏerror fuorché no fo*
< ,.                                                                     lopefja
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TERZO                179
lo poffa fallire, ma crudelmente offendere la finita ,il
che non faranno gli ordini che io ni ho largamente dei
ti,che tutta uolta che in efii perfeuerando fi ufera quel
' tempo,che allor conuiene,lo effetto fenxA dubio>,ey feti
za defajìro fuccedera certo
; ey questo chiappo fi uuo
le ufar folo in uno e/iremo bifognoji un carni perfida,
er inuecchiato a fermarfi,zT a cokarfi neWacqua.
Hora ui dirò il contrario del uitio di rejlio, che fard
quando il cauallo tira,ey uà uia,il che procede nonfoa
lo per effer di mala bocca, ma per la creaza che gli die
de il fio caudieroja quale fu fenza ragione, et ordine,
che ejjendo egli di troppo fenfo,zy uiuazita,o ueramen
te co le parti dure della bocca, come uifeci chiaro auS
te,non fapédolo uincere ne foggiogare, ne fargli accora
gere della uolonta fua,ne quando eglifi ha da fermare,
er parare.ponendofi info, la mano non fi fermar a, &
fé pure fiferma,fara un difordinato,
er mal tenere : il
quale uitio fi corregge non folo co la briglia, ma col ti
mor del uoflro caûigo,come che intenderete.
Occorrendoui nelle mani un cauallo fi male auuez*
zo, lo cominciarne a caualcare con maggior attention
ne che fé fujfe po1letro,& primìeraméte ui bifogna, in
unajlrada lunga,
er chiufa da i lati, infegnargli che fi
fermi fopra il pafifo, et apprejfo fopra il trotto,& poi
fopra il galoppo,
er fempre che fi fermi nel fin del paf
/ò, ò del trotto,ò del galoppo, gli farete far le pò fate,
er auante ui ho ben detto il modo,con gli aiuti, er ca<
uìghi, come fé gli hanno da dare
: Ma perche egli ha
pre/ò quella natura, er Uberto, maligna di andarfene,
M * non
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■iSo                      LIBRO
non lo uokteper molti,\& molti giorni correre, anzi
ogni fiata, che egli al fin del galoppo ha fatte le pofits
te, uifara un huomo ali'incontro,con una bacchetta,
ò
uer ballon in mano, ey in quell'infante leggiermente
battendolo nelle braccia, cj rade uolte nel mu&accio
,
il farà far indietro, poco più,ò meno di cinque palmi,
talché com'egli conofeerà il uoler uoûro,fubito che ft
f à fermato,et fi uederà quello che tiene il baûone, aux
te,
er anchora fentendofi da uoi tirar un poco la brU
glia,da fejleffo fenza far fi battere f farà indietro,da<
poi che egli farà ben f'ermo,
er facile al par art, et fiat
ro al retirarfi,andarete al medefimo luogo, et fenza ta
cario di ffironuo di bacchetta, et fenza dir moto,ttfen
Zi troppo sforzarlo, gli darete piaccuolmente la car*
riera,
er comefete uicino à quella parte doue fi fittole
fermare al galoppo ,c?uoi lo aiutarete di uoce al pa*
rare,ç? in un tipo colui che gli &arà alToncontro, atu
chor à cautela maggiore, aiutandolo di uoce lo minaca
darà col battone,
er fé pur fi accorge che egli uoglia
paffar auante,
er tirar uia, gli darà con effo una gran
botta nel muûaccioja quai botta, ufando ben à tempo
l'ordine che hora ui ho detto,fon certo,che non gli bifo
gnerà, perche egli in udir da uoi la parola che fi fuol
dir al far delle pofate>çr infentirfi tirar la briglia,&
in uederfi colui col baûon innanzi facilmente dafefief
fo fi fermerai fermato che egli farà, lo accarezza*
te un pezzo,& parimente comefefie al fin del trotto,
ò del galoppo,lo farete far indietro,et pofeia tra lo an
dar,et uenire,pajfeggiarete da circa fei uolte per la car
riera,
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TERZO                  iSt
riera,fermandouifempre in quel medefìmo luogo, do*
uè folete parare : Et per alcuni giorni non bifogneri
pik correre,ma ufarete Vordine del puffo del trotto,®"
del galoppo, pur à quel modo de prima, er auuertite
che uifìafempre all'incontro colui col bafto in mano,
il quale unchora fenza il battone potrebbe tenere al*
quante pietre,®" tirargliele^ tempo, nel muflacciofo
uer nelle bracciata alihora bifognerebbe maggior tèa
to alla mano che tira la pietra : il che di raro accade
hauerfe,®- per ciò fon di parere, che il tirar di pietre
non fi faccia mai ■■ Et fé [egli poneffero auante uno, ò
dui huomini con quei fafci accefì di paglia legati alle
punte de gli bajioni, come ui ragionai al uitio del cu*
UaUo che fi buttu in terra, gli farebbe corriggimento
grande in farlo di Cubito parare •■ quantuno; ui afiicue
ro, chefolo con la briglia che egli porta ,fenza queflì
fafcUcon le altre correzioni che ui ho dette,®1 che fon
nopiùda lodare facilmente fi teneri,®- unchora quec
fti fimili bafloni accefì, ponendogli alla banda contrae
ria detta credenza, il faranno uoltare tuntoflo : Della
qual credenza benché uè ne habbia lungamente parla*
to, perche horu m occorre mi èparfo dirne que$ìo,m<t
non che di ciò uogliate preualerui.
Mirate bene qmto gioua il caûigo,®" maggiormée
te effendo terribi!e,che affai fate fi è uitto alcun cauu»
lieró che cafualméte correndo il caualh,di périma boc
ca, per una diftefa càpagnu,mojfo da ira,uolendo for*
fe.ummuzzarlo, per quella malignità fuaXha tato cor
fi) dì lungo battendolo fempre difproni, et di bacchet*.
M 3 taf-i.
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t8%                L r B R O
ta fra le orecchie, er in ogni luogo doue fi può,® fot*
licitandolo di uoci afi>rifiime,che non pojfendo pik du»
rare,mancando di lena,e uenuto,alï ultimo, quafi da f
afermarfi,talche il giorno da poi correndolo nella car
riera giuûa, nel fin tirandogli un poco la briglia, fi e
facilmente fermato : Però auuertite che no uoglio che
queftofiufi, perche oltre chefifuol difiiuare, onde na=
fce il pericolo grande della uitafua , non fempre fuol
riufcire,che ad alcun rado cauallo di mala fantajìa, hi*
fogna co maggior arte far conofcere la caufa uera del
fuo ca&igo,er l'ho detto acciò fiate ben ejperto de Vins
teÜigenzafua,
er come fi truoua pronto à gli ordini
tuoni, ogni fiata che l tempo fi corregge daWhuomo :
Ma ben que&o accaderebbe molto quando egliforzan
douifiponejfe in fuga,
er in fu la mano.
Anzièda notar fi cjuefla regola generale,che fin ta*
to che egli non faprà ben tener fi,
er parare alpaffo,
er al trotto, non fé gli uuol dare il galoppo,®1 da poi
finche non faprà ben tener fi,
er parare al galoppo,
non fi uuol mai correre.
Et fé uolete che egli non facci le pofate ui baflerà
folo al fin delpaffo,ò del trottolò del galoppo, com'è*
gli farà fermato tirandogli la briglia,
er col timor dì
colui che gli/là col bafton all'incontro farlo fare alcu
ni paf i indietro.,® col fimile ordine e ho detto, fi pò*
irebbe appreffo feguire,noridimeno quando farà le pò»
fate farà il camino da tener fi più fecuro,® certo.
Ma se'l uolete con più facilità correggere di quel di
f etto, oltre quefti ordinigli ponente una briglia con*
uenientt
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TERZO                    Tg?
ueniente etÜct qualità detta bocci fui, cofì come mante
m Vbòfegnalate.
tìor benché il cauatto fujfe di qualfi uoglia pefìma
tiitura, ey inueccbiato à quel mafufo di andarjene uitt
fìcìlmetefara uinto,tutta uolta che uoi uftrete VordU
m del modo cheui ho detto, ey dì più gli panerete U
cordella fotto legegiue, ey legata à giioccbi della brU
glia, come dtffufamente ui difii auante:Quantunq- folo
quetta,ilpiu delie uolte,farà l'effetto co ogni femplice
morfo, ma da poi che farà con tjft ben coftigato della
bocca, non gli bifogneràne quefto, ne altro foccorfo
>
perche folo con la briglia fempre fi tenera.
Nondimeno auuertìte che per mantener giuilo, ey
con buona lena il cauatto tanto à <jttel c'bò detto, come
anchor ùquelche dirò appreffo, non uoletemai lafcia*
re i uoüri tornii da poifopra ilpendiiio alleggerir*
lo,& fare le uoftre pò fate
.
Maperche da molliche folo giudicano fecondo quel
che mirano da prima f accia,?? non fondano le raggio
ni doue contengono , fi potrebbe dire che il ca/ligo di
bajlonefa il cauatto timido,cr gli toglie V'ardire, per
tanto mi ha parfo dechiararui,che quejìa opmmt'ì fai
fi, per che quando incontinente che egli fa il difordine
fi corregge, dapoi che farà corretto deirerrorfioxhÌ4
tornente conofcerà, che quella malignità fua ne fu ca*
géone, ey quejloftfa chiaro per laijperienzd che egli
Qeffo continuamente ui dimoilra per che come far
'i>
mediante il caligo emendato, egli mai pik ritornerà à
quel uitio,ne di mouer U tefta,ne di crtdëza, ne di
re«
M 4 fiio,
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*S4             Lr B R O
&io,ne di andarfene di bocca, ne di buttarfi da una ban
da,ne in altre fantafie, nondimeno quando [e gli da di
ba$one,o di bacchetta, fenza che commetta qualche zr
rore, all'hora fi trouera confufo ne fi potrà rifoluert,
€7 non fapràmaipenfarelacaufa,cheui conduce à
quelTatto, talché poifempre che uede il baûone, ò li
bacchettai egli ne prenderà J^auento,che,no fi può far
peggio che battere il canotto,®- mafiimamente nella te
fta,quando egli ui rifonde,?? uà bene :pcrquefio tart
te mite ui ho detto •■
er ueldirò fempre, che bifogna
dal caualìero ufitrfi il caftigo,
cr anchor ilfoccorfo,ò
uer aiutoj tempo, ç? à mifura:ç? perche mifipotreb
be dire,chepar imponibile che il cauallo habbia tal di
fcorfo,àqueûoridondo
, cheeffendo creato, da iddio
perferuire, & conformarli con la uoluntà dell'huo*
mo,non e marauigliache egli imparte fia quaficonfor
me all'intelletto noûro,
er qual certezza fé ne uuol
maggiore di quella che ogni di ne uedemo, non folo
della inteUìgentia,
cr dell'ubbedir à tempo che egli di*
moftranetf oprar fi, ma in quella prontezza che fiuta
de nelfuo animo :
Hor qual'animalefi truouaficuro »
CT intrepido, eguale ah"huomo,più che lui f che il uè"
demo correre con tanta uelocità dentro gli efferati, et
da quegli trafe,® efce,& non teme, ne arme, ne fra*
de.ne lanciere tanta uarietà di uoci,di rumori, di bont
barde, ne acqua, nefuoco.ne ferro,®- ben che fia mor
talmente ferito, egli non fi rimuoue dal fuo camino,
ondeapparo al fuo caualiero perfide in fin dlftne,non
dimeno à maggior cauttla3mì hàparfo ricordarui, che
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TERZO                %Sf
quejli calighi de bafìoni,ej di bitcchetta,quando fi fit
ranno da un huomo à piede, fi uoglion far folo in unti
tftrema necefiità, quando il cauaUo, è inuecchiato 4 no
uolerjì uoltare,ò uer è ufo gran tépo,à tirar uia di hoc
ca,ç? ld ragion e que&a, perche fon rari coloro che al
Toncontro del cauallofapranno à tempo dargli ilcafli
go, folo come gli accade cr quanto gli conuiene, Bifòa
gnu dunque aü'hora che il cauaUo e difanimato dalfuo
caualiero oda colui che gli flarà nell'incontro,per il
caftigo che hebbe di baflone fuora di tempo, ò uerofeit
Zi che habbia mai fallito, con l'arte fargli conofcere
che la uoluntà ttoflra è che non tema ne baûone, neftxt
da,ne co fa ueruna,che in tal maniera tantoflo rifarne*
rà adunirfecon uoi,CT alfa0 naturale, ey fé pur egli
fujfe,òper natura^ per altro accidenteuile,parimen»
tegligiouerà molto in dargli animo,cr qualefa»
rk il modo che uolete ufare, oltre che poi ui
farò note alcune uirtk che fé gli hanno
da moftrare,donandoui anchor aU
tri] auifi, breuemente hom
il dirò in quefto Quar
to er ultimo
libro*
*
Libro
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i8É
LIBRO C^V AR TO >
AvALCHBttciE fopradel ca<
uaÜo.ey finche ua di puffo, ò uer di
trotto,andarete af icur andoio, por-
gendogli fempre la bacchetta fra le
orecchie, ey hor aWuna,et hor all'ai
tra banda della teild uicinagliocchi,cj jfiejjo con ejfx
lo decarezzerete nel collo, dapoi com'egli farà fìcuro
in quefio, anderete in un luogo, il qual a uoifara più
grato,eyfate che aWoncontro uifu un huomo col ba*
ûon in mano,ey a poco a poco con quello cominciar^
àfarglifignodiuolerlo battere nella teûa, ey aWhora
noi darete animo al cauaUo che uadi amnte, rimettene
dolo uerfo colui,il quale in quel tempo, uuol mostrare
di fuggire, eyfarfi indietro, eycome conofeerete che
rio temepiù lo baûone, uoi fimtlmcte gli farete andar
con unaffiada alToncontro
: er tal ordine continuare^
te fin tanto che egli farà totalmeteufiicurato,ma amer
tite bene che aWhora non fi uuol in niun modo toccai
re, ne di baflom, ne diffiada in fu la tejla,che affai gli
baûerà, che fé gli facci quelfegno uicino di effa,et che
egli arditamente,a colui chèl fa uada fopra : apprejjo
ài quefio gli porgerà molto animo che innanzi di lui
fieno alcuni huomini a piede, ejr alt'incontro lo minar*
cino con noci altiftime, ejraWhora uoi, che glifite ads
doffo,rimettendolo, dacirca trefiate,a quegli : LaprU
ma uolta di paffo : La feconda di trotto: La terza di ga-
loppa, però in quel tempo coloro uogUano mojrrare
di fuggir,
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Q^'V A R : T' O            187
di fuggirà caminare> retrìandofi indietro ,&fe oltre
di ciò lo minacciaffero con più bafloni, ò con piùfpaa
decanto maggiormente fi farafìcuro.
Non poco gli porger A pur animo, il caualcarlo er
ponenti al coftato d'un cauaìlo, ò uer in mezzo di dut
cauaUi chefiano uecchi,er ficuri al romore.zT aUe bot
te deWartegliaria^ey non troppo uicìno a lui gli f aree
tepoUfenza paüajparan alcuni arcbibuft,
er quanto
più fi ajiicura, tanto più quelli fé gli potranno auuicU
nare,& fpararglì da prejfo : ey aWbora non manche*
rete continuamente ammirarlo femore con la mano, et
fargli carezze con la parola,^in quantimodi fi può,
i quali modiprefio uifì diranno,takhe ordinariameiu
te non lafciarete mai di ufargli piaceuohzza quando
egli uà à uoluntd uoftra.
maperche molto importarle egli habbia buon ani
ino contra gli altri cauallhuoi anderete da faccia Ifac
da aÏÏoncontro di un altro cauaUo, auertendo di non
fargli riceuere,ne dare qualche urto,acciò per la botta
non fì fpauenti,ne fi di/animi : Et aWhorche rimettete
addojfo di lui fé quello è uile fi farà indietro,
er fé pur
fujfe animofo,ordinerete al caualkro che gli üa di fon
prache tirando afe la briglia coglia in quel tempo ri
tirarfì,che il uoûro così prenderà uigorofamète ardire
difemprefarfì auante
.
Oltre di quefto andrete in una campagna infieme co
uri altro caualiero à caualIo,çr ui porrete quanto farà
lungo il repolone,da circa dieci pafii,aiïincontro Vuno
all'altro,
cr in un tempo ui partirete di trotto, Tm
uerfo
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»88                 LIBRO
uerfo deU'altro,ey da doue eglLparte,andreteuoi, ey
egli uerra doue erauate uoi,ey gionti che fete,tantojlo
in quel Mante ciafcun di uoiprederà la uolta detìra,
CT ritornarete apaffare, ey comefeteaquel termine,
prenderete l'altrauolta di man manca,ey con queû'or
dine maneggiando,ogni fiata nella metà del repolone,
Vwicauallo pajjèrà da circa un palmo difeofto dall'aU
trocaiche con quel rìpaffare ognun di loro afiicuran=
doft diuenira di buona faccia,cr quefiopur dipoi, col
fimile tempor modo, farete di galoppo.
Etauuertite che alpaffar ,ey ripajfare,nonuiure
tiate,ma baüerafolo chefipafii tanto ftntto, che non
tocchi l'un f altro.
Anchora ft potrebbe andar in campagna, doue fon i
uofirì torni,
er incominciare di trotto la uolta da man
de&ra, ey in un tempo per il medeftmo torno un'altro
caualiero prender la uolta da man fini/ira :
er con tal
•ordine cambiare i tornii feguir le uolte,çr acciò no
ui urtixte,aÏÏincotrar che uifarete,un di uoi allargar a
il torno alla uoltaja circa duo palmi,piu diquelcbe è,
er parimente ftpotrebbono apprejfo far di galoppo,
talché Vun er l'altro cauallo,conqueilo modo^etf^efe
fo incontrar finalmente s'inanimerà,
Di più ut dico che molto gioua per aficurar il uo*
uro cauaUo,ûar fermo con ejfo, da una banda de i tot
tii,aïïhord che un'altro Jn' quegli anderà di trottolò ucr
di galoppo : Et ftmilmente gii gioua quando ui fermas
rete in un luogo doue alcun cauallo al fin della carriera
ntrrà À parare,ò ueramente quando corre uipofarete
da un
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CL V A R T ' O            t S 9
da un lato, nel qual egli ha da paffare-.w fé il camÏÏa ,
ò per naturai per incontro,che haueffe hauuto,in quel
tempo che l'altro fé gli dccoftd per timore fi uolta,uoi.
att'hord farete che m cdUdÜo dnimofo ui fìa in un lato*
perche con lo ejfempio di que!lo,il uoüro prederà cuo
re,
er jì farà fiotto, er non fuggirà : talché anchora
non poco gli porge animo alcuna fiata, il pajfeggiarji
per la città, fimibnete con un cauaUo di buona f accu..
Ef perche molte uoltefirà un canal timido, ayfya*
uentofo,mafi'imamenteper le cittd,ouefono diuerfe mai
niere
er uarietd di cofe, per tanto ui dichiaro che tal
uitio procede per ejfer giouene,
er non ufo di uedere ,
ne di caudcarfi per luoghi publia -. ò uerfuol decadere,
per qualche ejfefa che hebbe da alcun incidente che gli
occorfe,cr ogni fiata che gl'interuiene, ò fente, ò uedt
quello fi Jpauenta : ò neramente, quel che farà peggio
>
hauerà cortd er mald uifid.
Quando dccdderà queilo difetto a canal giouene,
uoifempre che eglifijpauenta,per qualche nouità cht
uede,non uolete d niun modo bàtterlo, per che batten*
dolo , penfarà che quelle botte
mCcd.no dd quello cht
mird,ey ogni fiata che uederà ilflmilc,tantopiùflfa*
rà uile,md ui uolete fermare,?? afiicurarlo,
er appref
fo,quando pur in parte pugnajfe di non pdffare ui ac*
corgerete che egli dpoco dpoco, houfermdndofi, ey
hord cdmindndo,fì afiicurerd di quella cofa che teme,dit
poi fopra di ejft uifermarete un pezzo
, er in quel
tempo che camma, ui ricorderete accarezzarlo dì foe
pr a il collo: Vero potrebbe ejfer che alcunafiata egli
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'190                 LIBRO
uenìffe in porfidìa di non uoler in nìun modo pajjare,
il che uiene,il più delle uolte.quando per quello che uea
de òfente,gli occorfe qualche offefa,a!Thora farà di ne
cefiìtà,che nonfolo uoiuogliate tacere fenza dargli al
tra molefiia, ma bifogna che un huomo a piede da dka
tro il folliate con quel trufcio di labra,
cr con minacc
ciarlo di uoce
er forfè ancho con dargli di baflo et di
bacchetta nella groppa,et nellegabe,et com egli comin
eia a cambiare, uoifempre lo anderete accarezzando.
Nodimeno com il cauallo è totalmente ammaeflrato,
al p affo,al trottoli galoppo, al correre, alpararefa i
repobni, al maneggiarfi da ogni mano,çr intende tut-
ti i cauighì,& aiuti li quali appreffo uifarò chiariti
rhoraSeglifiJpauenta&fiferma^oleteypreftofettz
%a farlo riconofeere dargli aiuto al caminare,con la uo
te,er forfè anchora con le polpe di gambe, ò uer cogli
fpronitC? alcuna uolta giuntamele con la bacchetta
,
che in tal manierargli fi farà fempre auante.
Qtiando per mancamento di uiûa ua dubiofo,non fi
uuol battere,ma a poco a poco caminando auante
, er
accarezzandolo lo aiutarete, er alcuna uolta lo aiuta e
retefolo contra la parola,®" fé ni accorgete che eglijì
'fpauenti,® fta tra il paffar
er non paffare, er tra il
fi,el no,in un inftante aWhora, fenza donargli tempo ,
ma foto donandogli animoso aiutarete di uoce,çx ans
thora difyronùfe pur è necejfario, perche egli
, il più
deUe uolte,lafcieù ìlpenfiero di quel timore ch'immag
gìnandofi figura,®" caminerà.
Ma per afiicurm totalméte il camllo giouane,ntol
to
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r
CL V A R T O.            191
to giottara caualcarlo di notte, ® di giorno lo cauaU
cher ete per què luoghi doue fono molte qualità di arte
fitifet doue fi odefempre ûrepito,per gli mercati,pet
le piazze , per glifabri ® caldarari:per gli armieri»
per gli orefici,®- doue fono pelli,® animali mortis
pajjb puffo caminarete,® fempre che egli prede qudà
Li tema paretegli ordini che ui ho detti,® cofìfaciU
mente fi afiicurerà.
                                *
Affai fiate fuole gìouare al cauaUo,per alcuni gior*
ni,ponerglì un uentareUo nella fronte, ò ueramente pò
co più bajfojn una delle orecchie,da una banda fermi*
io di fiotto il cuoio della teüiera ® cofì, òdigiornoò
di notte caminando,prender a uento,per il che non foto
uoltandofi, ® rotando continuamente con molta uelo*
cita, aitante gli occhi fuoifi farà egli,il più, deUe mite*
affai ficuro, ma anchoper queUa bianchezza,che tien
il uentare!lo,quaudo rota,la uiüa non hauera forfè più
da dubitar di quell'ombre che per lafua fiacchezza a*
liante fé gli figurauano : Qwûo uentareUo da molti fi
domanda molinello il quale fogliano portar i fanciulli
correndo all'oncontro de l'aere : nondimeno ui auertU
fco che alla maggior parte de cauaüigioua tnìrabilmé
te,® in alcun altriradi,fuole pìùprefto,dapoìchefc
gli toglie,crefcergli il timore, et non per ciò ho uoluto
tacerlo,ma ben ui dicotome uoi ui accorgerete di quea
ita qualità di cauaUi, che in niun modo uoglute ufart
più tale artificiosa ufarete gli altri ordini, co i quali
fi fura l'effetto come auate largamete ui ho ragionato*
Anchora quando jì.ufa queìto uctareUo>fipotrafd,
re
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19*                 LIBRO
re non folo bianco in color delia carta, ma fi potrebbe
tingere giallo,uerde,rojfo,azzuro, negro,
er di quella
maniera che ui parera più atto in aficurarlo.
iìlcaualìero benché non gli fia di necefiità il gioco
della paUa,z? ancho il Capere uolteggiare, nondimeno
gligiouamolto,nonfoloper dargli ornamento,ma
per farlo kabtle,ç?pik dentro a quelle cofe che pò*
fcia contengono all'arme ,cofi dirò del cauallo, che qua
tunque no gli bifogna tifar della capriola, che uadì on
deggiante,
er con agrupparft,da gruppo,in gruppo,et
leggiero,di mani
er di pkdi,auante,ey dietro,non per
ciò fi può negare, che egli non facci un bel uedere,
©*
chepoi non uenga copia attitudine alle altre uirtit nee
(ejfarie per tato mi è parfo ben commente dirui il mo
do, che fé gli ha da mostrare fé pur uolete la capriola
.
Quando il cauallo fapra far le pofate, er lo hauere
te ancho alleggiente di dietro, cofi come l'uno
er l'aU
tro ui ho detto, per alcuni giorni andrette di trotto fo
pra ilpendino,chefia lungo, eyfra i primi duo terrea
ni uifermaretefandoglifare due pofate,
er tatoflo da
poi fi uuol aiutare col trufeio di labra a fargli far di
trotto duo pafii auante,da circa tre palmi,
er aÏÏultU
mopajfolo aiutar ete attefimili duopofate,comeda pri
ma><& fognerete parimente con quei pafìi di trotto,®"
al fin di efiicon l'altre pofate,
er ui fermante, talchi
da poi com'egli intende bene ogni fiata che uà a param
re appreffo,in cambio di quei pafii di trotto, faro, ,fo*
/pendendoli da dietro,duo gruppi giufli,ey eguali,cott
an bel tempo reknandofi con le pofate auante,unde da
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CL V A R T O.            x9j
poi,da palmo a palmo andera difchiena, co quelgrup
piggìar pailcttando,ey con le braccia piegate,?? giù
fte,er in queûa maniera fempre che uorrete,uifura ld
capriola,® fé aWhora miete aiutarlo in ogni gruppo
ui porgerà un paro di calci,
er con facilita er ordine
grande appena arriuera in terrachefì leuera in alto
,
er fi uucl autrtire non ufcir mai dal tempo, er datttt
mifurag? come dalprincipio,cofì nel fine, andarcene
tinuamente eguale
er giuiìo.
Se il cauaUo e debole di lombi, farà quegli pafìi dì
trotto terragnuoliò ueramente eleuandofi eguale,
er
fempre ad un numero, con le po fat e apprejjo di fi bel
garbo,® mtfura che benché egli no agruppi la caprìo
la farebbe da lodarfi,® farebbe un bel uedere.
In quefta maniera ejjendo il cauaUo per laginetu
fé gli potrebbono ancho infegnare i cornetti nondime*
no quando^ grande per la ghifi, molto più gli cornice
ne la capriola-, la qualfacedofi baffapoco dijferìfce da
i cornetti, che quefii coruetti nonfolo fi fanno camini
do auante,come conuiene alla capriola, ma dado in un
luogho non partendofi per un pezzo ballando fopra
tanche,® le braccia,
er fìmilméte da poi ritrahendofi
indietro,®- datt'uno,® dall'altro lato
.
Notate che quel che fi fa in dar U capriola, ancho»
ra fi farà quando uolete donargli il galoppo gagli&a
do
: Però in ogni due pafii bifogna pigliar iltempo,^
l<t mifura,® aiutarlo : Uà in queìto,
er in dar i cor»
uetti,con Urte non fi potrebbe mai sforzare al tutto,
s'egli naturalmente nonfojfe leggiero
, deUaperfona,
N erti
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194                L r B R O
er di braccia cr di gambe.
Se pur uolete moftrargli che faccia la ciambetta, il
che no folo farà util cofa, ma molto gioua,m dargli or
namento quando fi maneggia, Foneteuegli difopra,zy
andateuene uia in un luogo tiretto, ò ueramente in un
fojjo che fia fatto in una di quelle due guife, che io ui
difii a gli ordini che correggono il cauatto,che uolta le
anche prima delle/patte,
cr iui pian piano lo uoltarte
te da man destra,
cr apprejfo da man finitura tornane
do pur atta uolta deur a, da quarto in quarto, una
, ò
due,ò tre uoke per mano, del modo che uifu ragiona*
to,quando parlai deUe uolte raddoppiate,perche effen*
do la strada ftretta,^ uoltàdolo jlretto,il cauattofent
pre,che fi uolta, non potendo al chiuder che di ejftfa*
rà, fenza fatica grande,incauallar il braccio,temerà di
fi battere Valtro braccio, con quel braccio contrario
detta uolta: la onde egli poi per f uggir quello, bifogna
che co fi duro di arco,cr duro di cotto, & fermo dites
fia, lofotteui in alto,
cr uerrà con la cìambetta.talcbe
prendendo quell'ufo, ogni fiata che fi aiuterà di forane
datta banda contraria detta uolta, cr che udirà Vaiuto
di linguai giunti ìnfieme,ò tuno,ò Valtro* lafarafem
pre da quella banda doue fi girerà,cofi come ueramens
te gli conuiene, ma fi uuol ben auuertire che il cauatto
in cambio difotteuar il braccio, non fi faccia indietro
,
ò uer in uoltarfiefca dal foffo il che farebbe uitio er
oppofito molto del uostro bifogno, però conuerra che
fiate ben accorto a uoltarlo con fermezza, cr tempe*
rametto di mano,cr à tempo,
cr à mifuu castigarlo,
cr
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Q_ V A R T O            tpf
Cr tatbor aiutarlo, er accarezzarlo co quei modi che
ben credo che per bauergh detti hora git fapete,
er da
pajjo in paffo uìfiranno più noti :
er pur fu laflradd
flretta,b dentro quelfojfo potrefte,ò andar dipajfo,ò
tier di trotto quanto è lungo il repolone, ò uer andare*
te pik al corto, da quindeci palmi,
er dandogli da un
capo la mezzi uolta di man deStra,
er dall'altro capo
la mezzi uolta di manfiniftrd, fi adatterà con affai
più facilita il braccio con la ciambetta,
er itti ancho
tiferete i fintili cauighi,ò uer aiuti à tempo quando bu
fogneranno , tal che anchor à ì repolotiipoift manege
giara,hora con l'uno,ey hora con l'altro braccio ,pur
con la ciambetta, ej lo mede/imo effetto ancho fi. farà
con molta più facilitajn un luogho,nel quale /ta quaU
che flrada carta, chefuol ejfer da i lati un poco eleua*
ta, cyjpeffo accade trouarft nella campagnajn alcune
parti doits la pioggia con la forzi deh" acqua, cy con
la laua che corre, ha fatto una certa uietta cauata tir*
ca duo palmi,
er dalle bande,un poco col teneri alto,
che faglia difbiagi, pur qtaft à modo dì barchetta, nel
la guifa delfoffo ragionato dinanzi, talché uoltandofi
dentro di quella uia,cy fopra quella breue altezza del
le bande, gli farebbe trauaglio non uè tir con la ciam*
betta , da doue fi uolta,
CT aU'bord fi uuol parimente
cominciar à uoltarfi baffo,co la man ferma fenzd qwl
la torcere,^ à tempo aiutandolo di lingua,
er dijpro
ni òdi polpe di gambe piùey meno, ò più Vun dell'dis
tro fecondo l'animo che hì.zr fecondo ui ubeiifee,
er
notate che fé i capi di quei luoghi ne i quali con gli re*
N x poloni
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\96              LIBRO
poloni di paffofi di trotto ander ete à parare, zrflfa=
ranno le uolte,oltre la poco altitudine de i lor lati,fof
fero alquanto pendini farebbe da lodarfì,z? cofi. ancbo
fé la uiafujfe da tre palmi larga,nientedimeno,in quae
lunqueguifafifìa,gligiouerà-Etfepur Valtezzddi
quella farà folo da una banda,
er non dall'altro lato,
benché nonfìa di tanto ualore,potreBe feruiruene, fes
guendo, però, aïïhora gli ordini delle uolte dalla futi
parte alta : & non è da tacere che al maneggio, di re*
poloni la ciambetta gioui molto, anzi mi pare mira»
burnente neteffaria,<& affai pik conueniente che non e
alle uolte raddoppiate
.
Ma fé uolcte sforzarlo che egli la faccia fenza di
queûi modi,andrete allafialla,
er poneteuiglìdalla
banda dejlra della magnatora,doue egli ûà legato, tee
nendo la baahetta in mano,
er con ejfail batterete
nel braccio deflro, hora fotto il ginocchio, hora nel
mezzo ,hora nella giuntura di baffo,
er hora nella pie
gbatura didietro,hor meno>& hor pik graue,<& in un
tempo, finche fi alzerà farete quel motiuo di lingua,
er com'egli lieua il braccio, fin tanto che il tenera fon
Jpeffo, non uolete pik batterlo, ma ben uokte tacendo
folo minacciarlo fpejfofpeffo fopra di effo con la bace
chetta,accioche, per quella tema,non labbafii,®- fem
pre che egli tornerà à ponerlo in terra, uoi parimente
uoleteJantoüoJornareM aiutarlo,
er caligarlo,er
da ciònon mancherete mai, finche egli un'altra fiata
lo lieui in alto, tencdolo poiper un pezzo cofì fermo,
erper inanimarlo à quejìo, e cofa da lodarfl, er affai
bene
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Q_ V A R T O            »97
lene al tempo che egli tien il braccio fo/pefo, demi,
fiata con la man grattargli il garrefe,cbe tanto più m
letìtiermente il tenera eleuato
: ey quejlofimil'ordine,
ponendoui daüa banda fìni&ra, farà quando uolete che
egli facci la ciambetta col braccio fìniuro
.
Comegli,aWuno, ey ali'altro bracciojntendera bes
ne queflo
, uoi fimilmente nella &aUa ue gli ponerete
dalla banda dejlra con la bacchetta in mano,
er un aU
tr'buomo con un {prone in mano fé gli ponera daïïaU
tro lato, di manjìniftra, & a quel tempo che uoi lo
batterete al braccio deflro con la bacchettdfiolui uuol
Cubito dargli una botta di punta di {prone appreffo le
cegne, douefifuol battere,
er in un inûante anchora
farà quel motiuo di linguai uoi tacerete,perche egli
udendo il fuono di lingua
, er fentendofi percuotere
dallo /prone,
er in quel tempo battere dalla bacchete
ta,alzeù il braccio de/Ir 0 : wpur queflo modo, bats
tendolo di bacchetta, al braccio finiUro,^ in un tem*
po pungendofl di /prone dalla banda de/Ira, tenérete
quando uolete che eglifo/penda il braccio fìniuro
, er
fi uuol à tempo battere col detto /prone, alcuna fiata
piano,?? con mirabile tento>& alcuna fiata forte,
er
determinatamente,talche da poi ogni fiata che uoi, con
queÜo/prone fi con un chiodo fi uer baronetto
> che ui
fia la punta,lo pungerete,daUa banda cotraria,er giti
tornente farete il moto di lingua fenza che ui fia
, con
la bacchetta in mano,niuna perfona daWaltro lato,egti
alzerà il braccìo,tenendolo fo/pefo, forfe,un quarto di
hon,ejpiù
er meno, er tanto tempo quanto uoi uor
N ì rete,
-ocr page 198-
%98                  LIBRO
rete, er ancho, il più delle uolte, fenza che fi aiuti di
fprone,non oferà abbacarlo finche gli farete predente :
cnde trouandoui dalla banda deftra, eglifempre teneri
in alto il braccio fìniflro,
er trouandoui dallafimjìra
farà il fìntile col braccio deflro.
lAa s'egli dal princìpio faceffepugna diuolerfolo
alzare quel braccio della banda doue lì fente pungere,
il che fpeffo accade, uoi in quel tempo che gli dite la
botta difprone,non ejfendo, perb.mxlìtìofo, gli tocca*
rete col uoiìro piede il braccio contrario, che con quel
fegno fi accorgerà dell'ordine
, er lo alzerà fenza pò*
nerfì in altra confusone:
ej fin tantoché farà ben ac*
corto,due,ò tre uolte
, farete queflo motiuo col uoflro
piede,che da poi non gli bifognerà,ma fé à maggior fu
curtà tanto piàfefuffe un caualfuperbo, à uoi piaceft
fé tener la bacchetti neWaltra mano , eyfolo quando
non ui rifponde toccarlo con effa,neUapiegatura
ò uer
in altro luogo del braccio contrario,in quel tempo che
gli date la botta dijprone, fi potrebbe pur fare^ fa-
cilmente fi correggerà.
E da notarfì che aÏÏhor quando gli date la botta di
J%>rone,s'egli non alza il braccio contrario^ ueramens
te s eglifof^endequel braccio della meiefima bandado
uè fi fente battere, uoi tantosto raddoppiarne le botte
del uoftrojprone, ne da ciòcie da gh altri ordini mane
cherete mai,fin tanto che egli fi accorgerà de'Terror
fuo.ey alzerà il braccio cotrario come uoi uolete per
che uerrà di maniera caligato, che ogni fiata che da
poi fé gli farà folo quelfegw diuolerlo toccar di Ipro
ne,
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Q_^ V A R T O             199
„cquantuncbe non fi batta, egli di fubito ui rifoderi
Et benché non folo in un giorno, ma forfè m aj] ai
meno lìatio facilmente fé gli infegne quejìa cwnbeU
ta,con quei modi de i quali ui ho ragionato, accio egli
nefia ben auezzo,ej uenga poi con più facilita a mu
neggiarfi con effa, farebbe ancho da lodarji molto,che
ogni di almen un hora teneffe hor luno,& hor Ï altro
braccio eleuato nella flatta, facendogli fempre intende
re qudfuono di lingua er conofcer la botta detta ban*
da contrariala come di f fornente ubò detto.
Sepure?lifuffedi molto fenfo,ouero di qualcbem*
ligniti grande, non perciò lafciarete difeguir iluoftro
intento,anzì aïïboraper quai fi uoglia difefa, & erro
re che egli faccia, ogni fata ui uolete in quel medejmo
tempo dimoiare terribile,*? gridarlo* uero battere
di bacchetta, ò ïun.o Valiro,ò giuntamele, & pofeu
tantofio ritornerete pur à gli ordini uoûn.
           _
Però auuertite che queüo modo di fargli far la ciac
betta nella /latta, non è da fur fi, fin tantoché conofee,
rete che il cauatto cominci ad intendere le altre cofe
& cbefiafuggetto,percbe altrimente fé gli mofìrmb
be con più differita.
             y .V-'v '■•
Bifogna poi che non folo egli facci la aambetta nel
la Ma, ma anchor quando gli farete fu la fetta, et che
celi la intenda ogni fata che uoi la uolete onde, per
{„fonargli quello, è dimenerò quando gli ,ete dt
/o-
m che ui fermiate unpezZO-Jenendolofernio^faU
do 'con la teflaridutta nelfuo luogo, & dalia man de,
{ha uifau m huomo con k bacchetta in mano,& P*
' ;
                                  N 4 rimente.
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îoo                LIBRO
rimente come uoi fede neUa flatta, egli il batterà nel
braccio de&ro, facendo pur quel motiuo di lingua,
er
fin tanto che egli [offenderà il braccio, non mancherà
mai molejiarlo in quel modo, più
er meno fecondo ri=
jf>onde,ej foffre,
er tantosto che il cauatto rilieua il
braccio,uoi che glifete adojfo uolete grattargli il gar*
refe, perche tanto più uerra con piacere,
er prejlo a
far la ciabeita
,er quando uolete che egli la faccia dal
t'altra banda, flmilmente colui gli ander a da man fini*
(tra, eyfarapur quello che fece dalla banda deftra
.
Da poi coni il cauaUo intende queflo, à quel tem*
po che fé gli Batte ò Vuno, ò Valtro braccio, uoi che
gli fete di fopra
, uolete far quelfuono di lingua, er
colui tacerà.
Appreffo coni intenderà pur queko, er uoi à quel
tffer che egli batte, ò Vuno, ò l'altro braccio, uolete
non foto far quel motiuo di lingua, ma anchora il uo*
lete battere con lo Jprone contrario,
er come fottkua
il braccio, uolete, difubito, accarezzarlo,
er cejfare
da quello.
Al fin com''il cauatto ha intefo bene,quel che uolete,
er riconofce lo/prone, uoi att'hora, fenza che altri il
batta di bacchetta, quando ui piacerà che faccia la cü
betta dotta banda delira, gli darete una botta di foro*
ne aUap<trtefìniftra,
er in un tempo farete il uofiro
moto di lingua:
er quando egli no uolejfe uenir in que
fio ò ueramente in ciò ueniffe pigro,uoi fempre molti*
plicarete le botte di ff>rone,non mancàdo mai quelTaiu
to di lingua, che cofi eglì,fenzA dubio,uerrà certo,
er
uolendo
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a_ V A R T O            iot
udendo che egUfottieui il braccio Jîniûro,il batterete
dalla banda deflrapur col fintile ordine, perche eguale
mente uerrà tanto fra con la ciambetta
.
Se à maggior cautela uoi terrete U bacchetta, CT e*
gli al dar che gli farete detto Jprone contrario, er al
moto di lingua non ui rijpondejfe difubito,aïïbora,cOt:
fi quando ûara fermo, come anchor al tempo che gli
date la uolta
er lo uolete maneggiare, dipiùglìpoe
trejle con effa cingere, da quella banda del braccio che
non uuol aitar e,una gran botta,et tanto di Jprone qua
to di bacchetta, il batterete più & meno, fecondo farà
il bifogno, benché uifo certo che fola al moto di uçc
ûra lingua,
er appena fentendofi la botta del uoftra
Jprone,datta banda contraria^ neramente che in queU
la eglifi fentafolo accollare, attentatamenteja polpa
di gamba nel uentre, farà quanto uolete, zy non ui lia
fognerà ne bacchettale altro aiuto
.
Quantunque fxa facile uenir a queflo,w a impara*
re,in meno /patio di tre bore, non per ciò uolete tafeia
re,ogni fiata che gli fete acauaHo farlo üaralmenun
gran pezzo con la ciambetta fofpefa, hora con Vun%
er hora con l'altro braccìo,ad effettore da poi uada
con maggior intelligenza,?? facilitati effa quando fi
maneggialo fi da fermo à fermo al raddoppiare, come
anchor airepoloni, cotte uoltefempie.
Et accio,quando raddoppia,uenga,àfar la ciabetta
con attitudine,?? di bel modo,daI principio fé gli uuol
àarfoïuna uoltaper mano, perche egli da poi non fi
frefto fauerà fornito la uolta defira con la ciabetta
,
che
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jOï                 LIBRO
che fi appareccherà con t altra nella uolta finì/ira, la
guai fornita che è eglifieffo fìmilmentefi appareccbìe
ra tantoüo pur con la ciambetta nella man deftra,chiu
dendo la uolta co fi come fece da prima.
Anchoraper inanimarlo bene alla ciambetta,uo'ete
ffeffo maneggiarlo,arepolonifopraüpaffo,o ueroful
trotto,percbe egli ejfendogiu3o,ey fermo diteûa,ey
uoltandofi baffo,
er ûretto, çr intendendo gli ordini
della ciambetta,con quelbattere,cr aiuto a tempo, co*
me ubò detto , farà fempre forzato ,poi, accorciar fi
quella gamba doue egli farà la uolta con bell'aria,et di
un bel modo>etcome ui accorgete che egli fa bene quel
che ha dafarej uofira uoluntafì potrebbe maneggiar
alf bora di galoppo,^ a tempo,
er con furia.
Per cbeì infegnare l'un cauaüo farà più difficile
dell'altro, per tanto ui dico che non uogliate dì/perar*
ui,fe alcun di loro non uien preüo à quel che uolete,mx
determinatamente feguetegli ordini, che quanto più
uien duro,& in queûo,CT in tutte le altre cofe, che ui
ho detto,
er ui dirò appreffo, tanto maggiormente al
fin uerra nella fua perfezione.
Et no è da tacere che ogni cauaUo dibuona natura,
come farà condotto à quel termine di andar fermo di
tefta,
er di collo,ey d'arco, er intende la uolta, er la
faragìufia,eyflretta,intertenendola con quel tempo
,
er aiuto che gli conwene, uoltandofi con le braccia dix
nanzi,fara corretto quando fi maneggia poner la te*
ila- dou'egli tiene la grappa,?? uenir con la ciàbetta,
fenza che fé gli dimoûri co tanti foccorfi,
er artifitij,
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Q_ V A R T O            io?
però uoktejbejfo cotinuar gli ordini uoflri détro quel
foffo ò dentro quella uk naturalmente f atta della piog
giacche farà il meglio, et in quejìi altri ordini della cu
betta foio ui bifognerì travagliarlo fé pur uoleteabs
bondar di cautela
, er farlo più facile à quella uirtk,
quando fuffe in un cafo eflremo,di poco ualere,
CT non
che grauofo,ma di duro,çr maVintelletto •
Se uolete moûrargli che battendolo di/pronifipott
ga il muüaccio di fotto,il che al combattere molto gio
ua,ogni uolta che fermanteil uojìro cauaUo, s'egli ji
pone col muftaccio alto,
er v.oi tenendolo in quel me*
do,fubito lo molerete
e, hora battendolo con lofpro*
ne dejìrohora col fimilro,horagiuntamele co l'uno,
CT Valtro,& à tempo à tempo farete queflo,ey aïïho
ra terrete ferma
,er falda la man della briglia,?? alcu*
na fiata in quel medejìmo tempo con la man destra la
sforzdrete fopra il collo, che uoglk abbacarlo :
er ft
non ui con fente à quel che uolete,tir an do la brìglia.gli
farete far da circa trepafii indietro, che faranno poco
pik ò mene di cinque polntùç? appreffo pian piano, lo
farete ritornare al medejìmo luogbojonde partiûe,et
quejlo fi farà più uolte,çr in quel effere ogni fiata che
eglifi caccia difuora,lo caüigarete pur della maniera
e ho detto,ey coin egli al dar dello Jprone,una fiata cit
lerà il mu&accio uerfo ilpetto,uai tantofto lo decarez
zaretefenza battere più altrimente..ej fenza,forfe,tU
rargli poco più la briglia di quel che fi flaua,
er/è cefi
to uolte egli torna ad alzare la tefla,ey noi altre taiu
te tornei eie al [inule come feüe ia prima, talché fan*
pre
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S04               LIBRO
pre che alla botta dello fi>rone,b uer quando egli fi fa
indietro abbufferà il muflaceio,çr uoì nonfolo in que),
tempo mancherete di trauagliarlo,ma gli farete carez
ze, conofcerà chiaramente quel che uolete, la onde da
poi fentendofi battere di Jproni, cambiando auante, ò
quando (Idra fermojncontinente fi panerà difotto, al
fuo debito luogo.
Et s'egli fujfe in ciò duro, uoì alcuna fiata cerne
Iharrete mole/lato con gli dueJproni,b uer con Vuno,
ò r altro, lo batterete con la punta del piede
, ò conia
ilaffa nella graffala, b Cotto la fpaUa nel fuo gomiteÜo,
er iui forfè la tenente un pezzo}'erma, che cofi egli
fi abbafferada quella banda per mirare che è quello
cbeg'i da mole&ia,ç? come fé abbdffa,uoi in un infidi
te gli allargherete da doffo quel piede b uer la ftaffa,
accarezzandolo fopra il collo,
er Vuno, er l'altro fac
rete,® all'una er all'alba manofin tanto che rifpon*
de à quel che uolete.
Come la uirtù delfuogo,ò uero del fole, affai uolte,
fuol fare effetti luncontrario dell'altro
, che una mae
teriafarà molle,
er l'altra iura,cofi qui diro del caflu
go dello ff>rone,che benché farà il cauallo poner di fot*.
to,nondimeno quando eglifi pon troppo baffo portane
dogli pik alta la man della briglia,®1 temperatamente
poco più leggiera del debito,
er toccandolo ffeffo da
fopra lafpaUa uoBra, con la punta della bacchetta mi
la metà della groppa,®- caftigandolo col battere à tee
pò pur dìff>roni,eleuerà la tefia,ponendolagiufìa,
er
nel fuo luogo.ln queflo difetto molto gligioua,metter=
gli
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Q^ V A R T O             îo«
gli la briglia più alta del debito,?? appuntargli targo
il barbazzale, che fìa couerto di tela
: & parimente,
quando il caualio nonfluuol quietare, fermandogli et
tempo la mano,col fimìlecaftigho defpronUhora cole
FuHù}& hora coWaltro
, ©" hora con amenduo giunti
ìnfieme conofeera Verrorfuo, etfenzamouerfì da quel
luogo douefirìtruouafìponerainquattro, non obfldti
te che la principal qualità dello fprone,k di farlo carni
nare auante: & ogni fiata che pajfeggiando per la cit
ta,ò per la campagna eglijì toglie dal trotto, lo uolete
battere con unfprone da quella banda doue egli tiene
più duro il coUo,che tantofio fi ponerà non folo in efe
fo,ma in un bel pajfeggio,cr oltre di ciò egualmente fi
dggiuûera, & fi fora fermo di coUo,
cr prenderà più
lena, <& fi fortificherà pik i lombi, çrfi addattera U
fchiena,ponendoft,a quel tuono che gli conuiene, erfl
farapiù leggiero^ difcioltoji braccia,®" digambe,
ma quando egli tien il collo egual <& giudo da ogni
mano aÏÏhora s'el uolete poner al trotto, lo batterete,
con gli duefyronipari,
er piacendoui, per più inani*
marioli potrebbe ancho aiutar, in un tempo
, col trua
feio di labra, ò ueramente con qualche parola che fokt
te dire quando fi uuol auuiare, or fempre che egli ab*
bandona il trottolarete ìlfimìle,
er acciò l'ufo uenga
in natura,nonglì uolete mai conferire di andar al paf
fo x eccetto quando il uolete per la gìnetta,che non bU
fognera,cofìff>effo,moleflarlo difproni,
er ponerlo al
trotto,perche gli conuerrà il paffo
, & affai ui baflerì
quando folo con ejìi il batterete per adrizzdrl°>&
fermarlo
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io6                 LIBRO
fermarlo dì teHa,ey di collo, er dggiuQarlo alle uolte
[empie de repoloni,0" alle uolte radoppiate,et quando
alla camera [e gH uuol dare uelocitLpche quita meno
fi batte, tato maggiorméte egli porter à ferma la coda,
il che couiene molto alginetto,per cagio che l'ha da por
tar difciolta,et no legataconit al corfìero,et à caualloû
to di mezza tagUa,però diqual fi uoglia fortechefia,ò
p laghfa,ò per la kggiera,dpih delle uolte,quÀio egli
alcaûigo dijproniuirifpode bene,per aficurarlo,uole
te à tépo a tépo fargli carezze,et tato più come ai ac
corgete che eglifìa uinto,ò ueraméte fé fufji ardéte,cjf
per quelle botte fi ponejfe in qualche timor,ey naufia,
che l'un fi fa per inanimarlo al bene, et l'altro per far
loficuro in foffrire
: Et in ciò fi uuoleufar diligentia
grande :
er fé Ûado fermo uipiacejfe che egli fi faccia
dall'uno,ò l'altro lato,& uadi da coûato fimilmente a.
poco,a poco lo minacciarete,et taPhor lo batterete bec
ne,co lo/prone dalla banda contraria,in quefto modo
,
fé miete che egli fi accofli dalla parte finiürajl ca/li<=
go/ara dalla banda de/Ira,
er udendo che egli fi f ac*
eia dalla parte de/lra,il ca/ligarete dalla banda finis
&ra,v fin tanto che uiintenderà, non mancherete
tnai di mole/ìarloMra con la polpa di gambi, çr hora
con lo/prone,
er hor meno, er hor più graue,contì=
nuamente alle partì e ho detto,
er com'egli ma fiata,
fuggldo la botta del uojlro (j>rone,ua di co/iato co fi co
me uolete,et uoi tâtoêo,accarezzddolo,in quel tépo al
largherete iluoflro calcagno séza piàtoccarlo,che poi
fempre che/ìfentir a fermar m poco la brìgl:a,et ape»
tia,
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O: V A R T O             207
na,in qUa maniera, toccar/ì da uno/prone, ò uer dulia
polpa di gàba fi farà difubito dall'altro lato,òpoco,ò
al fai fecondo à uoi piacerà,et infegnàdoh quefto, forfè
anchor in tal modo anderd in coruettnEtfe uolete che
egli fi faccia da un lato fola co la groppa,et le acheda
dietro,
er che non muouale/palle, er che la te/la fìa
fempre all'incontro del nimico,ìl che uale molto ateo*
battere ja corpo a corpo,a cauaUo,uferete pur talora
dine,nondimeno di più, alThora, uoltarete un poco la
man della brigliajn un medefimo tempoja quella ban
da doue gli darete,per fargli girare lanche, lo aiuto
à
uer cajligo di /prone : et fi farà lo oppofito con la mÌ
della briglia.quàdo uolete che uadi tutto infleme eguat
mente da un lato come ui difii dinanzi:
er tuttiquejii
calighi,ò uer aiuti, non fola faranno gli ragionati
e/s
fetti,md gli diranno la uera intelligenza, et chefoffra
uolentiennente gli/proni : &fe uolete anchofepra di
ciò fargli conofeere la bacchetta,^ mole à quel tempo
che fi tocca di/prone dalla mede/ima banda contraria
,
nel fianco, er talbor alla/palla minacciare^ battere,
ò uer aiutar con e/fa, onde dapoi la intenderti,
er fola
fenza/prone, et accompagnata con lo fprow.ey fé dal
principio, quando fé gïinfegnano queue
co/è, egli non
rijpondendoui bene ,faceffe il contrariojxon per ciò ui
difanimarete.perche al fin con la foUecitudine fi troue»
ràfacilifiimo in ogni minima richie/ia, che gli farete.
Cerò queüa,è la difficultàgrande,ej l'arte del ualo
rofo caualtero di far intendere chiaramente al cauaüo
lacaufa,perchefeglidona il caüigo,o uero aiuto,non
foto
-ocr page 208-
2 oS                LIBRO
filo di fotoni, ma di qualuq-, forte fi fia.Verche conte*
gli conofce queüo ,fempre gli inderà conforme à quel
che uuole,onde conuiene taVbor tento, er tal'horfer=
mezza di mónco" taïhor a/prezza > O taïhor tenu
perimento à i calcagni,®" in ogiiopra del corpo : taU
che bifogna infinito difcorfo,in conofcere,® ufar il té
po,o la mifura,o quando fé gli uuol mancare,et qua
do crefcere quel cajligo, ò uer aiuto :
er doue gli con=
uiene l'uno,o àpue l'altro,®* fenza loro>è imponibile
chefiarriue in que/ia uirtù compitamente, che ben fi
può dire che l'ignoranza di queke co fé fujfe la cagioe
ne che mai niuuo baueffe tentato fcriuer di tal dottri*
na ■• Perciò fon certo che molti biafmeranno quel che
hora dico, per che lor parera che queûo modo di ante
tnaeftrare il cauallo,fiafalfo,® non aero,® fattibile,
tjfendo molto alieno, o fuor deWufo di tutti gli altri
che al modo furono,et fono, ma tutti coloro che da poi
uedranno nafcere tanti belli effetti da queüi ordini, co
nofceranno il ualore deh" infinita grafia che bora il
ciel ne dona
.
Et auuertite bene, che il cauaÜo fi può caligar in
fette modi : Di uoce,di bacchettaci briglia,di polpe di
gambe, di üaffa, dìJ}>roni,di uoltajl caftigo di uoce,
come primaubò detto, è quello che egli più teme, o*
fin che fifa meno fconferta, o a qualunque difordine
giouai II cajligo di bacchetta benche,in alcun cauaÜo,
nel principio paia malfatto,® che lo diûoni, nondU
meno apprejfo fi conofcera che fandofi a tempo, ualt
molto infermarlo di teSa,o togliergli ogni mal pens
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Q_ V A R T O            xo9
fiero : lì c.<fiigo di briglia corregge affai la bocca, er
lo agiufta dicolIo,zr di tefta,ty non poco gioua in afs
ficurarlo ; llcafligo di polpe di gambe,et anchor il ca=
ftigo di âaffa,Vuno,
er l'altro ferma et aggiu/la in oa
gni parte, aitante
er dietroillcailigo dijfroninonfo
lo mirabilmente ferma,
er aggiuÛa > ma f a il cauaìlo
fogget to,ey intelligente,?? conforme al uolere del cas
italien ■ Il cajligo di uolta,dimoftra la mifura
er' uera
forma del maneggio,non folo à i repoloni,ma ancbo da
fermo à fermo al raddoppiare,
er a quefto caûigo di
uolta affai jfeffo,
er quaftfempre, ha da precedere il
caûigo dì/prone,^ fé notate bene quel e ho detto,tro
uerete che tutte quefle cofe uè le ho diffufamite dichia
rate,ey quando conuiene ufar Y un ca ftigo,
er quando
raltro,& quando giuntamente
.
A/ cauallo fé gli può donar in fette modi parimene
te aiuto,di uoce,di lingua, di bacchetta, di briglia, dì
polpe di gambe: di fiaffa:di/frani: Et tutti quefliaiu-
ti fono mar auigliofi quando fi faranno à tem po, come
chiaramente, quàto mi fu permejfo dalla diffculta del
la materia,auante ui ho detto, in tutte le parti oue oca
corfe parlamene :
er uiauuerto che lo aiuto di flaff<t
rare uoltefi ufa, del che ben credo che nel mìo difeorre
re uifete accorto.
Se non hauete la mifura in donargli alcun di quelli
aiuti à tempo,non ui bifognerà in niun modo aiutarlo,
ma almeno all'hora habbiatefolo cognitione difaper à
tempo feritimene in cafligarlo quando egli erra, che ft
ra più facile,, perche il cauallo per timor di quello ui
O ridonderà,
-ocr page 210-
J
:ro                LIBRO
rifponder'o,poi, molto pitiche aiutandolo fuora di tem
po, doue stordito fenz<* intendere q;xl cbeuokte fi
confonderebbe.
Farmi aiicboraconueniente diruicbefolo in duo mo
di fi aficura,ey accarezzò il cauallo, con la uocepia*
ceuoVej baffo., er con la man toccargli fopra la inor*
catura de i crini,òuer con effa iuigrattargli, er mafii
mamente nel collo,ò uicin,ò di fopra ilgarrefe, ò uera*
mente con la bacchetta fi faro ilfìmile>& a che tempo
bifogna ui Thò dechiarato ,-.çr per che farà molto più
fìcurtà del cauallo accarezzalo con la mano , perciò
ui dico che quando uoletefar queflo effetto, er tenete
la bacchetta nella manieiïr4,uoi tontoûo in quel tem
polo uolete ponere à trouerfo quofi per la meti di ef*
fa,neUa manfiniflrofro il dito graffo poüicare,et le re
dine, che cefi bouerete la man destra Ubero per afiicu*
farlo,et la bacchcttafempre ui ûarà facile,et affai co*
modo,quàdo poi uolete repiglìorla,et finche la tenere*
te con la manfiniûroin quella gui fa, ui far À parere co
ualier difppûo,ey non ui disturberà di coft ninna.
Et ui fonato che ognun che faprà à tempo catti*
gar il cauallo con un di quefii cafìighi che conuenerò
al fuo fallo
, er faprà à tempo donargli aiuto, più er
meno fecondo gli bifogna, er à tempo faprà accarez*
zarlo, potrà ben chiamarfi caualier fondatifiimo in
quefïa f acuità, benché quelle carezze à tempo nonfoe
no di tanta necefiiti,percbe ftnza di effe,eyfolo co fi»
per fi caligar
er aiutare quàdo contuene,uerra in ogni
perfettione,nodimeno a maggior coutela,et per inani*
marlo
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CL, V A R T O            m
marlo facilmente preflo al bene bò uoluto dirleui, taU
che fé pur dama uoltafi lafciano, non ft può imputar
a difordine : Ma per arrìuare a tale uirtk,
er in ogni
f ta bontà,dìco che come la naut fi guida dal nochiero
,
col mezzo del temone,che altamente farebbe confufa,
co fi il uoftro cauatto figouernera fecondo fl muoue il
fuo temone, che farà la briglia,
er le redine che lafo=
ilengono farà il manico del temone, il quale fi tiene
dada man fwi8rd,er fi guida dalla ragione,?? dal uo*
ftro difcorfo,cr quando paffeggia,
er quando trotta,
er quando galoppa, er quando corre, er quando pa*
ra,zr quando fait a con calcinò fenza calci,
er quando
uolta a i repolotri,çr quando radoppu da fermo a fer
mo,çr quando fa cornetti,
er la capriola, bifogna che
ilpiu delle uolte,almoto di uoftra man /ini/tra che tien
il gouerno confondano a tempo, i remi, cioè le uo*
(ire gambe, òuer• amente gli/proni, ò giunti infieme
ò Vuno,61'altro,
er la bacchetta, er tal'hor la uoce,
ò nero la lingua.
Notate che quando il cauallo farà ben difciplinato,
Cr giudo ,non ui bifognerà bacchetta per aiutarlo, ma
folo per affuefamila mano in quelle due parti nelle
quali combattendo uiconuieu tenere lajpada, ne farà
meûiero far più motiuo di uoce, ne torcere più le gam
be,ne ancho la perfona per foccorrere al difetto fuo,
ma onderete,giufto di corpo,de mani,di cofcïe,di genoc
chia,di gambe di calcagna, di quel modo che auate bre
uemente ui difii, per che egli in ogni minimo cenno di
aiutoji briglia,*®1 dijpronijntendera il uoftro core,
o i crii
-ocr page 212-
iiî                LIBRO
er in ogni opra che farà, egli accompagnera uoi, CF
uoì accompagnerete lui,talcht uerrafempre a tempo,
et a mifura,ey aUa uiûa dì riguardati parera che egli,
et uoi,fia unfolo corposi un fenfo,ey di una uolunta.
Et bccht alcuni dicano che farà più utile che alTkor
chef caualca egli uada con la tetta difciolta,et libera,
mantenendolo con lafua naturai ferocità, fenza fargli
conofcere cauìgo, nefuggettion alcuna, nondimeno fi
uede apertamente che in quello modo il caualìero fa*
rebbe da lui guidato,& no effendo egli ne attorie crea
to,à correggere Ibuomo Ridarebbe giunto à precipitar
con ejfo.però btfogna che egli intenda uoi,
er à tempo
ridonda alla uolunta uoftra, & con tarte uera fargli
fapere che, la più gagliarda parte del fuo corpo uadi
auante,che è la fronte, ey la più debile, àie' il muftacs
cio,uadidifotto:<y tacciano què moderni che dì ciò
han ietto il contrario, perche il cauaUo quanto più uà
con la teda difciolta,ey col mu&accio di fuor a, tanto
maggiormente onderà con lafchiena abbandonata, &
\affa,talche nonfolo, il più delle uolte,fara il maneggio
dijpettofo calcato ey largo,?? co nìun ordine, ma più
facilmente perderà la lena, ma quando egli portera il
muûaccio difetto al fuo debito luogo,?? ua4 ferir col
lafronte,da hora in hora rinforzerà lafchiena,?? ha*
uera doue appoggiarfi,et affai uolte dagruppo ingrup
pò unira tutta la pojfanza fua,dal che ancho gli nafte*
ra leggierezza,
£# maggior forza ey lombo, <& faci*
litagrande in adoprarfv.Quando egli porta il muflac*
ciò difuora, nonfolo gli mancherà la forzi deUa qual
potrebbe
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Q^VARTO.          in
potrebbe il cauallo preualerfe,ma nel corfo,& in ogni
opra farà pericoloso,
er affai facile al cadere, talché
ogni pìcciola pietra lo potrebbe offendere,per che non
può mirar al terreno,?? doue egli pone ipiedi,ma qua.
do porta il muûaccio difotto,& uà a ferir colla frona
tenon andera alla cieca
, mafcmpre al correre, ey in
ogni atto mirera bene tutto quel che fa : Quando egli
porta il muûaccio di fuor aitando con effb per efftrt
non fola la più debile parte che egli tiene,ma luogo do,-.
uè pik teme le botte,oltre che l'incontro farebbe dipo
ca forza, facilmente per talpercoffa fi potrebbe mor*
talmente riuerfare,ma quando egli urta colla fi-onte, et
col muûaccio difotto,per effère la più forte parte che
gli ha conceffo la natura, darà la botta gagliarda
, che
fenza perìcol di caduta manderaper terra qualunque
co fa fé gli oppone auante: Quando egli porta il mu*
flaccio di fuor a, per ogni minimo fdegno ft potrà inar
barar
er impennarci che non potrà fare s'egli ilties
ne difotto,& uà a ferir colla fronte-.Quando egli pore
ta il muûaccio di fuor a, fé alla camera cade
, non poe
tra aiutar/i,
er/è per troppo naturai fu forz*,ò lega
gerezz<tpurfipreuale,ilfara nonfenzadiffìculta gra
de,ma s'egli il tiene difotto,çr ua a ferir colla fronte»
non cadera maì,nondimeno interuenedogli taldefaflo,
per qualche giufto impedimento che gli occorreffè,ben
chefuffè debole cr di poca fuûantia, la caduta nonfaa
rebbe cofì mortale & gagliardamente fi preualerebbe:
Quando egli porta il muffacelo difuora, non fi potrà
mùfermun,?? (tggiuftartotdmente,ne di boccale di
Q 3 collo,
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ii4                 LIBRO
collose di teüa,ma s'egli tiene di fotta, er uà à ferire
difronte,nonfolo andrà fermo di bocca, ma con mira e
bile mifura,tenera il coUo duro,zr giutha
er come fab-
bricata la tetta, non mouendola mai dalfuo luogo
er
con unfuaue appoggio apparentera di forte la briglia
colla bocca,matticandola fempre, che parera che mira
colofamente ui fìa nata,
er quanto più fé gli da trauas
glio tanto maggiormente f, confirmera nella fua uirtk,
crfia,ò di buona,ò di mala qualita,che eglifempre, in
cotal modo,moflrera ualore,& in ogni tempo [ara giù
dicato perfetto.
Hora ui dirò che la man della briglia fi ha da pors
tir in un di quelli tre modi.
Il primo modo fi è tenerla bajfa,uicino algarrefe,dì
Copra iljreggio della couerta.
Valtro è poco più, difopra,uerfo il mezzo deU
lardone .
il terzo modo farà, tener la man più alta, nel orlo
dell'arcione,
er rade uolte poco più eleuata.
'llprimo,è per correggere-ll fecondo per mantener^
lo:ll terzo farà quado fi ha da oprare,®- da mottrarfi:
Nondimeno fi uuolconfiderare la qualità degli cauaU
li,chefe alcun di lorfuffemaVageuole a uenir difotto,
bifognerebbe ufar il primo modo
> ma s'inciòfujfefacU
le,fin tanto che farà ben affueto in quella uirtk fi uferà
il fecondo modo,
cr dopo il terzo,il quale terzo modo
ancho couiene,acauaUo naturalméteombriano,òuerin
clinato à portar la tetta nelfuo conueniente luogo-.coft
anchora quando egli farà totalmente fermo,® afiicu*
rato
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Q_ V A' R -T O         rx$
rato nella fua bontà : Et perche, f or fé, non intendete
che uuol dire caualïombriano, ui dichiaro che è quane
do egli uà col uifo chino,ey fempre mira baffo alTóm*
brafua, ben che hora questo uocabulofîœcorrotto,cbe
uolgartnente,jì dice Moriano: Finalmente ujereteciae
fcun di quefli modi,con più,ò meno libertà di mano,fe=
condo più,ò meno il bifogno uidimofìrera : Ma notate
che fra le due redene uolete fempre tener il dito picelo
lo,auriculare,d? che il monte di uenere con quella pare
te della linea uitale, che è uicino la gionta della mano
fia uerfo Varcione,coldito poUicare difopra le due ree
dene,cyfìagirato alla banda destra-. Però auuertitt
che quanto più uoltate il pugno che il dito picciolo uà
di difotto, talmente ch'el dito groffo poUiatre anderxt
più pretto aR'hora difopra uerfo il collo, che non uer=.
fo Varcione,tanto più uerra foggetto,ma ciò non acca*,
de fempre,ma lì fura pik:ò meno ,fecodo la qualità del
cauallo,ÇT fecondo ui sforza la neceftta.
Et mi pare che fìa pur a propofito che fappiate,che
caualcando con le f alfe redine,che alïhora ihuojìro dU
to picciolo uadi di fuora le redine,
er in mezzo di
effe, in cambio di quello, ponerci ilfeguente,ìl cui noe.
me è anulare, perche le redine con più facilita^ con
maggior efficacia in quefta maniera faranno foccorfe
dalle f alfe redine.
Anchor non mi è parfo tacere, che cofl come la prU
ma cofa che fi uuol fare aliante che fi caualchi
, fi è ut*
der il barbazzale, fé fla nel fuo punto, ey nella maglia-
dotte conuiene,
er appreffo mirare le cegnefefono ben
O 4 legate:
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2i 6                  LIBRO
legate:jìmilmente difubito che gli farete addofattole*
te aggu&iruì le redine aÜa mm finiïlra del modo che
colitene alla qualità del cauaÜo,
cr dapoi ui uolete ac*
comodar i ueftimenti
, femandoui un pezzo in queux
guifa,che un'altra fiata ui ho pur detto da prima.
Le cagioni per le quali la briglia non fi ha da por*
tar con la man alta,fon infinite,?? fia molte,àfatisfit
tion ttoflra.cr dì quegli che non hanno la uera capacU
tacon quefle poche parole, ne dirò alarne-- Horchinoti
fa che portando la man della briglia fo/pefa,
cr alta >
che non folo il braccio facilmente fi fiancherebbe,
cr
di tenere, fepur bifognafano potrebbe far quella for
Z<t che gli conuenefama il caualiero non farebbe fi bel
uedere: Hor chi non fa che portando la man aitategli
potrebbono tagliar in battaglia ficur amente le redine,
CT ancho il caualiero non andrà talmlte giufio,o' uni
to,zy tiretto,come farebbe della maniera che ui ho dit
to,il che molto accade : tìor chi non fa che, aWhor che
fi combatte, portando la man alta,non fola fi toghe la
comodità della maggior dìfefa che è nella jfiada à ca*
UaUo, mi ancho non fi potrebbono co fi facilmente of*
fendere gli nemici, quando ui fujfero dalla banda finU
ûra,oue à loro,/emprefarefiefcouerto:Horchinonfa
che alThora il cauatto tutta uia pigliera liberti
, cf ì
poco àpocofurandouila mano,nonfolo non ui accora
geretedeWerror (uo.ma farà difficile che in queUagtù
ftjìpofia caûigare che egli ui fia fuggetto: cr benché
alcun di loro per qualche tempo parche uadi bene ,fitc
tà impofiibile che al fin à lungo andare no ui dimoûri
difordinc:
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Q_ V A R T O            zi?
difordine : hor chi non fa che portandogli lu man alta,
non bauera un fegno fermo doue appogiarfì la bocca
:
Percée non e dubio che la man alta* non uadì quafifent
pre uacciilando, talché da poi nofo come potrebbe ma
neggiarfì con quella mifura che gli conuiene •■ Dunque;
non lafciate la aera dottrina, che con effa facilmente
tgliflfard di tal fòrte fermo et giuflo,cheda poi,ò uU
ta,ò baffuto con ragion,ò fenza ragione.che feglìpara
ti la man della briglia) egli divinamente w riffionderà,
anzi nonfolo portando alte le redine con la man finii
flra,ma portandole co i denti fempre farà bene,cy per
qualunque fuffr enata non farà mai motiuo ditefluihor
queflo portar di man alta fi ufa neUe parti della numù
dia,ouefono Arabi,
er altre genti,le quali non fono co.
paci della uera arte che conuiene d ualorofo huomo, ey
bene accade^ loro per cagion che caualcano corto, co
fette piane,buttati indietro,
©" gli. lorcuuatti fono fcae
poli,cr affuefatti atta libertà,?? molti di quegli uanno
fenztfrenojcr con un certo modo,?? tento di lucia gli
fermuno ey uoltano: Però non fono habilià combat te*
re da corpo,à corpo, come appurtiene aUa uera dottri
m, fundumento di ogni cauattiero
: Et per che non ha*
no il uer 'ordine quando gli uomo darforzu ey lena
,
oltre il correre chefunno continuamentetal tempoche
fon da circa duo anni gli pongon adoffo, unfaccopiea
no di arena, trapunto con lana difotto d modo di pae
netto
, er cofì il faranno ûare una parte del giorno
netta flatta : z? à poco à poco ogni digli riforzano il
torneo fintanto chea lor pan ckfiudipefo di un
huomo
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at 9                 LIBRO
bttomo grdue,eyarmato.
tìor tutte quejle uirtù fc gli potranno cominciar à
murare com'egli farà giunto à i tre anni,oueramente
À i tre annicy mezzo, ben che fi potrebbe anchora ca«
ualcare da gli due anni in fu, nondimeno quella farebbe
ttà più conueniente à fojfrir ogni trauaglio et co mag
giorfìcurtà di mantenerft gagliardo, fano di corpo, et
di braccia, ey digambe:ej perciò l'Imperatore Federi
go, uoleua che'l cauallo non fuffe caualcato infìn à i
quattranni,cy quado cominciaste queflo,no uoglio,
fé la necefiità non ui sforza,chefìuariaJpe(Jo il luogo
alla campagna,perche il cauallo,aìlafoHta parte uà be
ne, egli nonfolo augumentado de ben in meglio fempre
che iuiarriua, fi recorderà dell'ordine uero, ma di tut*
tigli caûighi che hebbe de gli difordini fuoi,da i quali
fu tolto : talché uerràfoggetto,
er piùficuro^ey fer*
tnojn ogni bonù: pero in alcun cafo particolare di tee
ma grade, uariado luogo farebbe co più facilità uinto:
ÇT uolete fenzaintermifione, prima che egli fi mangi
la biada ogni matina foUicitarlo,
er finche intende
gli torni,
er le altre uirtù non mancherete mai,ey co*
me uipar che habiaprefo lena,
er intenda perfettamé.
te, fi potrebbe caualcare ogni terzo giorno, ey alcuna
fiata,dipoi, baflerà caualcarfi due uolte lafettimana,
ma uolete duuertire, come uiaccorgete che eglip quel
ripofo diwen poltrone,ufi difmentichi qualche parte
di quel che fa, tantoftoper alcuni giorni parimente o*
gni di,òpìu,ò meno di un hora, fecondo può refiftcre,
(amicarlo con gli ordini che ui ho detto foUeuandoh
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Q^, V A R T O            î .9
du quella co fa douegli etra -E ui f o intendere che ogni
cauaÜo non preterendo, gia,da quelle regole che minu*
tamente ui ho ragionato,in quattro, ò uer in fei mefi,
al piùfarà infirutto in tutte l'opere che ui ho dette,
Cr in quanto e pofibilefarfiper luì : nientedimeno ui
auuertifo che fono molti cauatti di qualche raxxA che
fon tardi,cy finche haueranno apparata la bacca,b uè*
rofin tanto che fìanopiene, ry egualate ìefuefattio*
nì,à quella età di cinque\ò di fei anni,benche intendano,
Cffappiano tutti gli ordininoti dimofireranno,ne for
Zd,ne ualere,ne compitamente la uirtk loro. Et per che
forfè potrebbe ejfere alcun curiofo di uolerfapere quoi
farà la dijpofittone,
cr qualfarà la età del cauallo più
conueniente al combattere
cr aüa battaglia -. Per ciò
ui dico che à quejlo effetto, quanto più,e grande, tato,
è meglio
: che di ogni Jf> ette dianimalefuor cheVhuoe
mo,\l picciolo fempre teme il più grande di lui: Et da i
fei, anni, in fin à iquindeci egli generalmente farà pera
f etto in ogni cofa>cy s'è ben gouernato,
er con trauaa
glìarfi modeûamente>ey fenzu oppreflion di ferite, &
diff>effe infirmità, egli farà fempre uinto nel buon tf*
fer fuo, infìn à i uint'anni,
cr à noüro proposto ui
potrei addure molti ejfempi, ma per non faftidirui ne
dirofoloquejii.
hjfendo il Carlo ottauo con cinquecento caualie
ri, per andarfene da Italia ,fe gli pofe incontra l'ejfer
cito del Duca diMilano,il quale era unito con Venetia
«>er con Ferrara,?? Mantua,& finche nonfugionto
à lurnuouo ,noti intefe che inimici erana gagliardi
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zìo               LIBRO
più di lui,cbe baueano mille, çy cinquecento lande,®1
non oftante queflo,il Rè confidando fi nelgiuditio, ç?
nel ualoredìfuoi caualieri,
©" del S. Giouan Giacomo
TriulziygentiVbuomo da Milano, fio generale, yuan*
tuncbe tutti gli diceffero che gli harrcbbono dato luoe
gho et uia dafaluare laperfona fuatVolfe il giorno ap
preffofar la giornata,
er ponendoft /opra un caual
tnoreÜOjUittan di Spagna,il quale era nonfolo cieco di
un occhio : ma bauea tétti quattro annì,mandando pri
mi i carriaggi auante,contra i quali gran parte dell'ef
fercito Italiano,con difordine grande, fi diede al guada
gno,incominciò la battaglia ,ft ualorofamente, che fes
guendo ilfuo uidggio sforzò gli nemici,de quali fi tro
uornofia morti zf prefì,decefette conduttieri,princU
palifiimi di quello efferato :
er tale pojfanza & anU
mo dimostrò il cauaUo,cbe il Rè molte uolte diffe cbe da
lui nacque la cagione deUa uittoriafha : ilquale cauaU
lo effendogiunto nella citta di Molina, oltre cbefujfe
diligentemente finche uiffe gouernato, fenza più traua
gliarfì, doppo cbe mori,fuper ordine di madamina di
Borbona,foreUadel RèbonoreuolmenteftpeUito.
Ancbora quando il gran Capitano uenne all'impre
fa del Regno,trouâdoft à campo nella Cerignola,accad
de cbe effendo il vice Rè di Francia con molti baroni
all'incontro deU 'efferato di SpagnaM difeguente uolé
doft combattere, uigiunfe in quel tempo un caualiero
napoletano, il cui nome era Giacomo Guindazzo,&
per chefttrouaua fenz<t fuoi cauaUi : Andò al Signor
Troiano Caracciolo,Prencepe di Melfe pregàdolo uo*
leffe
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Q_ V A R T O            iti
tejfe foto per quella giornata donargli un cauallo : II
Vrencepe generofo, gli fé grada che fi zleggeffe il mis
gìiore chefujje neUafuaflalla,il detto Giacomo ui arm
dò, ®fra tutti queüi fi prefe un cauaUo Baio di gran
taglia, che non folo quel medefimo anno uenne dalia
mofa delle giuméte, ma era uecchifiimo di uintifett'an
ni,®" benché il Vrencepegli perfuadejfe à pigliarne il
più giouene,egli, come efferto de cauaUi,®- che hauea
buona cognitione di ejfo, non uolfe mai farlo,takhe la
giornata feguente cominciandofi la battaglia il cauaU
lo hebbe molte ferite,®1 talmente furono grande le on
pre del cauallo,® del caualiero, che ne rìmafe ogrìun
ammirato, et finalmente per la uirtù di queUo,egli mo
ûrando mirabile ualorefu faluo della ulta,
er Vuno et
(altro degni che hora il nome loro triunfante fta nel
mondo,® nella quintafiera
.
finifcono qui gli ordini dì caualcare,®' benché af=
faifecretti uifojfon da dire, per non porui in confufìo
ne,mieparfo tacergli,che dichiaradogli per quelli for
fe,non burette intefo, ne quejli,ne quelli X talché hora
folo ui dirò, che bifognaper effere compito caualiero,
che primieraméte lanaturauihabbiaproduttoin quel
la cofiellattione,la qual,quajì,uì sforza,® induce,non
che in feguir fempre la uerafchola di Marte,ma in
e/i
fa continuamente penfare,® appreffo co la lunga pra
tica,et hauendo il principio che ui hòdettoja uoi ûef
fofi conofceranno molte cofe, che fon accejforie,le qua
li ui taccio,®1 fiiero che à uoi faranno ben chiare, per
la bontà di quel grande iddio ,che le fue gratie, à
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loro » * " 3 M
ìli                LIBRO
chi le dimanda ey à chi le cerchafafempre note,qun
tunque fia quella uirtk che più di rado fi, conceda., per
che d'opti altra [acuità fi truoua nel mondo infinito il
numero,®" queBa è quell'arteria qualfifiegue da mol
ti,
er è tanta la difficulté che mfolo farà colui,che al
fin compitamente arriuarà alfuo uerofegno
.
IL FINE.
Ou tt&à
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'