Infermità
t>EL CAVALLO.
ET SVOI RIMEDII
°£ERA NVOVA, DEGNA DI QUALSIVOGLIA
Prencipe, & Caualiere,«& molto neceffaria à Filolòfi, Medici,
Cauallerizzi, Oc Marefèalchi.
ÖEL SIGNOR CARLO RVINI
SENATOR BOLOGNESE-
Volume Secondo.
**El qvalein sei libri si tratta pienamente di tutte l'Infermità del CaualIo,6c fìxoi rimedij.
Con due belli[s'irne Tauole, 'una de' Capitoli, 01altra delle cofe notabile. Con licenza de- svperiori, et privilegio.
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1 KT VENETIA, M DC XVIII
Appreffo Fiorauante Prati. |
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DELLE
INFIRMITADI
DEL CAVALLO
Libro Primo.
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PR O EM I O.
OSCI AC HE noi fino ad hora per nottua del fenfo ,
& fecondo il ragioneuole, (J'ben fondato parere dei più famofi, (f celebrati Filofofi, 0* Medici nella confiderà- ^%%t tione del corpo humano, come oAriftotele, Hìppocrate, ££* Galeno à baftanz^a habbiamo detto delle parti inte- ntali , ü del corpo del cauaüo 3 quante 3 & quahfiano cosifimilari, come psimilari 5 & dimostrato ilrmmero 3 il fit 0 di ciascuna di quelle3 CF Ivfo ?"0>' fegue à quefto, che per la confematione d'effo, fecondo il proponimento anoi fatto da principio, {fperrejlitmrli la perduta fanità, & ricupe- Y*r^ indebolite forz^e, veniamo alla confideratwne dei mali, che perlopiù tyiono^poffono auenirli;& della loro curatione3della quale e principale pira int emione in que fio di fc or fi, (f trattato noflro, narrare spigliandò £tncipio dai mali vniuerfali ,& communi] & prima dallafebbre^ co- e lnfirmità manife[lament e vniuer[ale 3 & di tut to il cor po i indi dell'ai- €'fintili fite infrmitadi ragionare : da quelle pacando alle particolari, & j °Prie di ciaf una parte di quello, tratafiiando le forfè troppo alte3 e fot- c°*ifidcrationi, 6f diligenti quefioni de imali, come poco gwueuoli, (f °n Stolto vtili alprincipdnojìroproposto. Et perche dalla cogmtione del V^Per amento del corpo 3 più facilmente fi vengono a cono fi ere 1 mali, Z$ Wa cogmtione dell'età, qualgouerno loro conuenga in ogni tempo neilm- T^na 5 non fenica ragione di/correremo (prima che de i mali firagwni ) ^antQ delle complejsioni0 di qualunque età delcauollo. |
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T>dU
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Delle Infirmitadi
Della complejfione de'Cavalli. Cap. L
O E E N D O noi per tanto conofcere la complefsione, & nat
ra de i caualü, cominciaremo dalle cole più noteà noi, feru|L
do a quelle, che meno ne fono paleù\ cioè da gli accidenti^0""
fegni j da quefti fi verrà da noi alla perfetta notida del detto te
peramento; pércioche gli accidenti propri j confeguono l^fl :
ture, & temperamenti de i corpi, & per lo più ne fcuoprono l'interne, & aK
nafcofte qualità de i medefimi j & l'intelletto noftro (fecondo il noftro m° •
Segni del- d'intendere) il più delle volte apprende col mezo,& aiuto del fcnfo,le cag,(\
ietompief delle cofc,da gli effetti,&da gli accidenti loro. Da i mouimenti adunqueA
Sì. "ca *a prontezza,& viuacità del corpo,dal fiato,dalle qualità delfanimo^ag^
crementi,dal colore de i peli, & mafsimamenre femplici, dallhabiro,& ioj^
di tutto il corpo,& delle parti,dai loro progenitori,dalla vita pafsata,dall'eI !
dalla regione,dalla qualità de i rempi,& dal! aere, per la maggior parte fa^f.
noi giudicio della complefsione, & natura dei caualli ;& confluendo la vlt.j
nel temperamento del calore del cuore - per l"infp.iratione dell'aere fredda
quale penetrando per li corpi olrra modo gli altcra;& gli alimenti,& TetadW
r'efsercitationi 3 alterando li naturali humori, &quafidel tutto mutandola
natura,fi può confiderare,& comprendere di quanta importanza fiano i eli15"
&le varietà de i tempi,e'l nutrimento,& 1 ctadi,& gli efsercinj; & conofei^
la natura de i padri loro, mafsimamente quando furono generati, haur^,
molto piena notida della complefsione, & natura d'efsi, dando i femi, & J'*J
Segni de j mento della madre,il principio, & la natura a tuttt le part; del corpo} & per"
ZlSo- R1" "e i caualli nafeendo 1 figliuoli d'ingegno, & di cor pò limili à i loro parfj
meUmoni jrijei caualii pigri,tardi,timidi,& moIli>facendofi conokere per flemmatici»?
%'egni de i melanconici, & gli arditi, glianimofir 1 leggieri, 1 prefti, j viuaci,& gli alleg1*
candiis*- per fanguigni, & temperati, & alquanto ancor colerici; non venendo la tan
fe^i'd'ot- diueriitàde 1 mouiméti,& dell'animo da altro, chedalla diuerfa natura..^^
timo ?««- diuerfo temperamento dei corpi, & delle memorai & il corpo tutto form^
ferameu.C0Q qUena gluftaj & mìfurata proportione, che fé li conuiene, & la buona $
bitudine del medefimo,la qualeconfiftenella grandezza, nel numero dellef!
ti, & nell ordine, & fito, & figura di quelle, danno fcrmjfsime coniettui e ^
l'ottimo temperamento del cauallo,- e i colori naturali de 1 peli palefanoan^
efsi la bellezza,la bontà,la natufa,& la compk fsione del cauallojfi come
no tutti gli h.uom ini,cb'intenden ti, & penti fono de' caualli,& pércioche ic [
Color de i loti de i peli inoltrano la natura dell'alimento di tutto il corpo, & da efsi fic»
p?ii, pale- nofee quale humore predomini nel cauallo ; & la diuerfità de gli occhi, &
ptfJJ.0' mouimenti dell'orecchie, & della coda, fanno fcorgereJa qualità dell ani**1 ;
& la natura del medelìmo.
Della complefsìene/knguìgna de' Cauallì. Cap. IL
*
ffcojoféf l/^pSj8 Vei caualli adunque moftrerannofì efsere di complefsione fang1^
fione fan- f f2|p|>l| gna>& di ottimo temperamento, iquali (efsendodi medioct^ %M r honefta grandezza di corpo, & di meza taglia, & di carne de** & roufculofa, & di ben proportionate membra, che cornfpo*
noaJJ*
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De Caualli. Lik I. 3
£ alla grofsezza, & lunghezza loro) hauranno il mantoornato di colori luci-
'»« di peli, ò fete afpre, corte, & folte, fatte con proportione ben concorde-
°»e delle qualità elementari,ò fianofemplici,come il baio dorato, il qua! ten- Sf'*
..J, color delle rofe,òil baio fauro, ò il baio rotato, ò il pomelato,con li crini,
'a coda,& le gambe nere,- & con fegni bianchi,ò llano peli,ò mofche, fparfe
- r tutto il corpo; ò per il dorfo, ò nella coda, ò ftelle,& balzane picciole,nella
Cc,a,& nei piedi;ouerofiano mifti,comei leardi;nei manti de i quali fi veg-m-ndamt
pio fare quei varij, belli, & ben riguardeuoli mefcolamenti di colori, con sì ie'lordine,e tanta proportione,che(ìpuòconfiderarervnodegrhumorieiTer |.eri temperato con raltro,come fono i leardi; i quali participano di baio,ò di ^ro,ò di nero per commiftione,ò per mofche,con gambe,& crini neri;deno- a,jdo quefti fegni l'humòr flemmatico efler moderato, ò dal fanguigno.ò dal picrico, & dall'adulto; & perciò efser tali caualli generofi, & robufti; li quali atlto più fi faranno conofcer per fanguigni con quefti fegni, quanto più hau- Jj^no il petto largo, & le vene non troppo larghe, ne troppo grofse,ma d'vna foderata grandezza,e'l fiato abondante,pieno,& grande,con le narici aper- ^>& larghe, & l'animo pieno d'ardire, & d'animofità, e'1 corpo forte,robufto, §agHardo;per efser quefti ottimi,& veri fegni del buono temperamento del fjj-^f** Uore>& de! frgato;dal temperamento delle quali due membra principalmen pemmento Ne Oafce il temperamento di tutto il corpo, & parimente fé hauranno gli occhi *g ™""£ j. §randi, ò piccioli, li quali fiano puri, chiari, allegri, viuaci, & rilucenti, con gaio. *attioni buone del vedere,& di ben fatta,& conueniente figura,& di colori vi- ,1'floridi,& rifplendenti olia nero, òfia flauo,òcefio come quelli dei gatti, & segni deli' e"e emette, ò f uluo,ò caprino; le quali cofe dinotano il buon temperamento JJJJJJJJ j]?libcchio,& la viuacitàdelli fpiriti luminofi interni,che àquelli vengono;& dev'occhio. 'animale efser fincero di cuore,e di fottìi vifta ;& di temperata compleffìone, ^ di buoni coftumijfcorgendofi per gli occhi più,che per alcun'altra parte del c^rpo la varietà, & diuerfità degli affetti dell'animo, & del corpo ; percioche |'j occhi concaui,fqualidi,edifcoloriti,tnoftranoi caualli efser ri medi, molli, f"»& di mala vifta, & figliuoli di Stalloni vecchi; i torci, e non chiari, fono di S/^ Ialrneuoii ,& mali affetti fegni; i macchiati d'alcuno brutto colore, dinotano gli »tchu utto il corpo,& l'animo efser offefo, fi come per ileontrario gli occhi di giufta ^iura^ alquanto fpinti in fuori,rifplendenti,&allegri,moftranoi caualli ef- .r arditi, forti, &coraggtofi,&di buona vifta, & di buon'animo. Daimoui Se^i dei- cient0 ancora, e dalfoperationiefteriori, e dalla figura, e dal fito delle orec- j? comfeS ^^della tefta,delle mafcel!e,della frontene della coda, e dalle naricifi fàgiu- £i. |
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r Clp di quello humore, che più in quefto animale tìgnoreggia; & dell'animo
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tj °timido,ò ardito,ch'egli fi fìa;lì giudicafincero,ò mahgno;pcrciochel'at- se&ì ddaÜl <Jelso audac') pr^fte, viuaci, e pronte, e ìfpiù delle volte accompagnate j«*«w »
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n degno, & da ira, dinotano tal'ammale efsere colerico, e di calda compief- % «ùp
jj °e j & le tarde, lente, & di poco nfentimento, ne lignificano i cauaìh efser compUffiih pa!^lT)attci,timidi, e vili; & l'orecchie grofse, e pendenti, & come (fi dice)ap- K' ^ ^atcói iimihaìrafinine, promettono animali pigri,timidi,fiacchi,vili,& sc^f0_ 1Q S0fe di temperamento freddo. Et le marcide moftrano cauailittanchi,& mitici. ' Co^olute infermi ; & h tremanti pauroiì, & vili; le diritte, & ferme,& aguzze Segni dd_ cUc aspide, & congiunte, dinotano caualli feroci, gagliardi, animoiì, & di l'jnimo diet^ dl non med,ocre caldezza; & fé nell'andare fi piegheranno inanzi, ò in- A£e°f^ w r^ouero più all'vna, ch'all'altra parte, così ne moitreranno l'animo dub. m/ceno. A ? biofo,
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4 Delle Infirmitadi
biofo,& pieno di malignità;& faranno di duecuori5dettkommunementetf'
Segni del- minghi. Et Ja tetta piccola, & afciutra, dì bella, e conueniente figura, con # d2a°jïa, mafccllefcarne, & lottili, & h fronte allegra, & fpaciofa;elenaricilarghe> 5 ^dafV £OIÌn5> &*a c°daferma,eriirretta,e ferrata fra le natiche, dinotano cauaW (m(Jno.°' buoni,viuaci,&ardwi.pretti dell'animo,edel corpo forti,& ccraggiofi;^^. inamente fé con quefti fegni il cauallo farà pqlledro,ò già fattojeilendola P1?' ma età produttricedi buon fangue,& la feconda generatrice di maggior cop]3 di fangue,e di più caldo;& fé farà nato,e allenato in (ragionile regioni tefl>P? rate>& faranno le ftagionitemperate,comela primauera,e forfè parte deM tunno,e le regioni, come la Spagna,ritalia> & la Grecia,nella quale nafcon0^ veri caualli 1 urchi; le quali fé leni pre non generano caualli fanguigni, co^v giofi, Scarditi, mantengono almeno, & conferuano il temperamento natiu°j ìnfieme con l'eflercitio moderato, & fatto in tempo; & con li cibi, & herbage temperati ; li quali facilmente nutrirono, & apportano natura al fangue, #ƒ Comefi gli humeri à loro fimili. Quando adunque vedremo queiti fegni, ne icau^1' ÌÌd?tì!dr hauremo da giudicar vna certa vguagüanza di tutti glihuniori,& foprabo0' MUcom- danza del fangue; & quanto più,& meno partiaparanno i caualli di quefti'^ VdfZlïu gni>tanto PW>menoIi diremo effer temperati^ ianguìgnijma non poten^ " dofi in vn cauallo ritrouare ogni perfetta qualità,faranno da cpnfiderare le f neceffarie, & importanti, contraponendoifegni buoni, & lodeuolià i malir biafmeuolii & declinando alla maggior parted fare i giudici; delle cofe pred^' intanto dell animo,quanto del corpo de 1 caualli. 'Della pìene\\a de i caualli. y Cap. ville
STBfiM» T **e conl'iftefse complefTìoni,habitudini, eagliardie,&efscrcJ"
M i&4§§ del corpo, & coi mantelli dei caualli da noi detti fi vedranno!^ vene piene,grofìeJgonfie,& la lorvitapaflatahauerhauuto copi ■- MJ^^^ granded'acque,&d'herbaggi,&d'altricibi^empiendo,&ingf^ io óitra modo i caualli il copiofo bere^ terremo per fermo il cauallo p&, gran copia del fangue hauer ripiene le vene,& fartene-.& efser incorfo in qi# la piene;.za che da Greci è detta,polychimia,& plethora; ma fé il cauallof^ fuori di modo jngra(latQ;& flato lungo tempo in ripofo,& di gagliardo,^ egli era, fi farà ratto pigro, tardo, & fiacco, & con difficoltà fi potrà muou^ diremoch'egli riabbianoli folamente ripiene le vene,& l'arterie di fangue/ tutto il corpo eh rei, & mali hurnori ; i quali fi conofeeranno dal color deK3' uallo ; -elTendo il; color baio fegno dell'abondanza del fangue, e'1 fauro è^K molta colera gialla, e'1 bianco della molta copia della flemma, e'1 ncro^11 gran copia della colera nera; fegno delia quale ancor, fono le fete difcolofi^ & ribuffate, feguendo i peli il colore, e la natura della cotica; la quale in QT animaliè vna foiianza carnofa indurata. Della complefsione colerica de ì caualli. Cap. Il li.
Caualli, c'hauranno il cuore, e'1 fegato di temperamento ca^° '^
■*-";>"' reni mm fecco^aranno di compleflione colerica, cioè calda, e fecca if'a |
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V£l É^pf dominando la colera in e(Tì,malìimamente le faranno òn^j;
&JÜ k*Jf giouemle?ònellaferrna,erobuitai&:nutntidicibicaldi,cf^ ■ ò faranno
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De Caualli. Lib. I. 5
iranno alleuati in paeficalidi(7ìmi,come nelle parti Örientaij,doue l'aeree
0, It'iuìmo,& hauranno tolerato fame,e fete grande, & fatiche,& vigilie iun- j? e>& violenti ne i tempi caldi,& noiofi.il che anco ne daranno a conofcere i ^nti loro di peli fottili, lucidi, chiari, e tinti di fauro colore ben colorato, ò
Qiwl^ante a* carb°ne accefo,& mifti di peli neri,fegni d'aduftione. Oltra di
2j-e ? i manti di pelo baio Tauro à guifa di foco, ò di baio caftagno ne fignifi-
° Ü predominio delfhumore colerico,fanguigno; & quanto hanno più del
r°)tanto moftrano più il cauallo efler d'humore adufto.E'1 pelo morello col
U *n}o nero, e i fianchi rodi,fono fegni del temperamento colerico adulto; & j amo di pelo nero,con la coda,e i crini ricci,& fottili,è ingenerato dalla co- j a adufta : il predominio della quale moftrano ancora l'habito, & la forma_i corpo graciIe,fottilei& di carne rara,& porofa,ne troppo grande; & le fat- . ^e fnelle, deftre, & leggieri à guifa de'caualli Morefchi,.& de'Barbari, & 1 Spagnuoli, & de' veri caualli Turchi di Grecia, e'J petto di non mediocre r§hezza,& le vene di moderata grandezza, apparenti, & piene di fottil fan-
J e>e'l fiato grande, veloce,& frequente;&l'eiTer di natura nell'arcioni preiìo, ?rotlto>fdegnofo> iracondo, animofo, nobile, & molto fpiritofo ; ma non di °lte forze ,& molto fenfitiuo delle battiture ; & l'attuffare nel bere quali la
età del capo nelfacquaffegnodeiranimofitàdelcaualloy il quale per la cai-
^&feccacompleilionefua,molto appetifceil freddo,& l'humido;& la teda ^Cc*ola,ftretta5&alquantolonghetta,con la fronte allegra, fpaciofa,& piena vene, & di nerui apparenti, che dimortrano molta viuacità di fpii ito ; & le
j?fcelle fottili,& fecche; & l'orecchie picciole, diritte, & quafi congiunte,- &
? l°cchi fpinti in fuori, & di color di fuoco, ò fanguigni, & veloci,& prefti,& cchi;& la bocca grande,& fquarciata; & le narici gonfie,& aperte,& vermi-
ne di dentro ; & la coda non troppo riferrata tra le natiche, e i pochi efcre» ^etiti,daranno non picciolfegnodi calda, & fecca compleffione del cauallo, Della compleffione flemmatica de i caualli* Cap. V.
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quelli caualli faranno predominati dalla flemma, i quali faran-no di corpo grande, groflb, & di molta carne graffa, & rara,- co-
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compleffio-
ne flemma |
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me fono i caualli Settentrionali > Tedefchi, Francefi, & Frifoni ;tica
ma non fciolti della perfona, & poco fpiritofi; &lipeligrofsi, lunghi, humidi, diftefi, & folti hauranno ; & la tetta grolla con le °CcK-e^e P'enedl carne>& grofTe;& l'orecchie grandi,grofle,e pendentif gli U0 ^,Dianchi,humidi, &acquofi;lacoda molto mobile,e fiaccai gettaran- hian°^a §ran(*e di efcrementi; & il manto loro farà ò di color bianco chiaro,ò crj .c^ pallido, ò mal colorato, & rimefso ; ò di leardo slauato con gambe, & ^ol' ancn'>° faranno di manto pezzato,ò di pelo fauroslauato, e fmorro, & })ejjtochiaro;ò morello,òbaio malcolorato,e lauato,e fmorto,& rimeììo;con §ju^ balzante ftellebianche,& grandi,& con la morfea;& tanto più faranno t>oc ,Catiflernmatici,e freddi di naturale le vene hauranno picciole,fottili,& tHtt° apparenti; & l'anhelito picciolo, tardo, e raro; e faranno timidi,e vili in %r attion* ^oro > ^"i nianifelti del freddo, & humido temperamento del tì5 o^del fegato,&confeguentemétedi tutto il corpo loro;& fé faranno na- il^ al'euati in regioni fredde, & numide, & nutriti di cibi humidi, & freddi 0 copiofamente* & faranno itati tenuti in lunga quiete, fenza efsere itati A 4 punto
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6 Delle Infirmitadi
punto effercitati. Sono fottopoftià quefto temperamento più de gli alt*1 ' _ #
. ualli vecchi, e i poliedri ; quelli per efserfi in efsi fcemato il calor naturale ? quefti per lo molto bere, Smangiar loro. Delia complefsione melanconica dei catta/li. Cap. VI.
coSjjìo WiWtX^^ caüalli dipoi faranno di melanconica complefsione, e^P ^
nemeian- -èli ni d'humor terreo, i quali (efsendo di coi pò fottile,edi iìzWt* |
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conica
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p^vmjg quanto grande, ed'habito poco carnofo) hauranno il pelo*-"01 »
')àìreÌiiS$ e raro j & faranno di colore morello, onero come conio, òc°, carbone eft into, ò mal tinto, e mal colerico, & pefegno,CP.
fonoi folini,i forcigni, & 1 ceruati, & d'altri fimili colori, ò di leardo mal c° . rato,& fmorto.-come melati,cenerenti,pallidi,grigi,bigi,& altri fimili P^u, che da quefto humore melanconico deriuano; dal qual mifto con molta c° j rafìaua,e pallida,fono gli andrini,cioèi morelli mal tintje lanari,& di taiJ tri pelami imperfettifsimi; i quali ancor faranno di peggior temperarne^/ quando hauranno i fianchi, & i giri de gli occhi, e'1 mufo rofsi; nondimeno1 no fra quefti i morelli del tutto neri come coruo alle volte molto eccellerla di gran pregio, per il lor valore; percioche nafee quefto coloredalla colera f ra molto adufta fpiù potente humore melanconico de gli altri)congiunta ^ l'humore colerico gialloni qual porge à quefti caualli agilità,viuezza,preftcÌ za,nobiltà,e fuperbiaj n)afsi ma mente fé farà in parte temperata quella gra", aduftione denotata per il color nero da qualche altro humore. Hauranno tre di quefto i caualli melanconici gli occhi foichi, & la tefta grande,e'l pcl | ftretto, e'1 fiato picciolo, & duro, & tardo, & raro (fegno della freddezza <* 'cuore>& l'orecchie calate,pendenti,&grandi;& le narici ftrette,&bafse?#t, venepuciole, & ftrette, per la fredda, &fccca temperie del lor fegafOj#£c teranno molta copia d'efcrementi s & faranno d'animo vili, bizzarri, fraU" Jenti?pauentolì,tardi,& indociliipoco fenfitiui delle battitureinesafsicure1"3 no nel bere d'attuffar la tefta neH'acque,& maggiormente fé faranno ftati11 j triti di cibi grofsi,& tcrrei;& mantenuti nell'ocio; & nati,& alleuati jn reg'0 j fredde, &fecche 5 & nan di padri vecchi. Et tanto fia detto al prefenteda11 felli tem peranienti de i caualli: d'eli'«adi de i quali appretto diremo. |
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fDdtetàdi de i caualli • Qap, VIU
f STEM Wftl$S& } conoice l'età del cauallo da molti legni,& principalmente^
demi fico- à*v \<Iw| mutatione, & dalla varietà delli denti -, percioche nafeendo" < nojce' feift sS l'vno,& dall'altro dentato, giunto al trentèlimo mefe,mutaUL, gB£%4S* ml quattro denti dauanti, delli dodici chiamati voraci, & r^
facTIem rori,& da i Greci gnomonijcomequelli,che ne dimoftrano,& da i quali co gnomoni- fciamogli anni del cauallo;cioè muta li quattro di mezo,due difopra># ,[fj di forco, com pito il terzo anno, & alle volte il quarto; ne cangia quattro a nel medefimo modo vicini alli primi quattro murari; fra i quali tempi lVy,p fclSFfi ancora (come più volte vifto habbiamo) alcuni mafcellari di fopra, i q«al' .# |
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fimilitudine di quelli dcll'huomo fono piccioli,efenza radice in quel tefl'P 't-
fa. giunto al quarto,ouero al quinto anno, muta fìmilmente gli alm virici 4 -. trojuel qual tempoalli poliedri per il più comincianoà nafeere i denti ca |
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De' Caualli. Lib. I. 7
olendo ordinariamente di quelli priuelecaualle, talché pafsato il quarto a n-
n°^& fei mefi, oueroil quinto anno, non muta più alcun dente,- & nel fefto gli J§uaglia tutti; & nel fettimo,ò nell'ottano gli hàrinouati,& vguali; non però ernpre ferua a punto la natura Tiftefso ordine in ciò, cadendo, e rinafcendo i
rQtìt}> ei peli hor più prefto, hor più tardi, fecondo la diuerfità dellecomplef- I0J?i)& la gagliardezza dell'alimento polio nell'ofsa, & nella pelle,dalle quali
dicono i denti,ei peli. Dopo il nafcimento di tutti i denti, non fi può chiara-
pente, e determinatamente conofcere per li denti, ne per altri legni di che età [*il cauallo,mafolofìconofce, che s'inuecchia; ancorché dopo hauereil pol-
tro mutati i denti, & venuto ad età, che fi può chiamar causilo, i denti cani- l>communemente detti fafuoli, & fcaglioni ,dieno in vn certo modo indino
eU'età; per efser ne i caualli giotiani dicinque,òfei anni longhi,& acuti; & in
Jjuellidi più età alquanto minori, & con la fommità non aguzzi.& nella parte 01 lotto molto più corti, & più piccioli, dalla durezza de! proprio cjbo confu- sati; facendoli fempre tanto più piccioli, quanto più crefeono'gli annj,per lo c°ntinuo vfo & del cibo, & della briglia. Et quelli denti, ch'eranodi prima §uaii, comincianoà poco a pocoà?oprauanzare,&diuengono più radi, &
P^luoghijcon i capi neri,& con alquanto di negrezza nel mez-o; ilche voglio- 0 a'cuni,che dinoti il cauallo efser vicino al duodecimo anno,& altri al deci-
li*10 J cominciando fecondo loro in quella età i denti ad vfeir in fuori, & quan- ? più crefeono gli anni,effi tanto più smgrofsano,ii fanno piegarle penden-
1 ln fuori,s'ingrofsano, & s'allongano verib dentro,& verfo fuori; crefeendo i
^tifoli fra tutte I'ofsa, mentre durala vita dell'animale; onde alle volte è di ^ftierià fcortarli con lime di ferro, acciöche pofsano i caualli meglio piglia- sse rodere il cibo, oltra i dentale tem pie incoiate, & i piedi delle fuperciglia Segni del- jïïolto lunghi,& gli occhi ftupidi,trifti, & melanconici; & il labbro di fotto re- l'e*À
j?lsato,& diftefo,per la debolezza, & lafsezza de i mufcoli inuecchiati, che io fiZwfct Mentano; & rabbafsamento,e piegamento del collo nella parte di fopra,e la jj|§ritia,& tardezzadi tutto il corpo,manifeftano il cauallo efser di molti anni; J*Ia canutezza del ciufFo,& della fronte; danno del medefimo chiaro inditio; °n£acendofi bianchi quei peli,e quei crini per akro,che per lo mancamento, debolezza del calor naturale, &natiuo; e i peli nei manti di colori femplici, j13 non bianchi fuori del fuo natiuo colore , cangiati copiofamente in alcuni ^ °§hi in bianchi,ò fiano fopra gli occhi, ò nella fronte,ò ne i crini,ò nella co- 4% o nel dorfo, moftrano il cauallo inuecchiarfi; & ne i pelami leardi di molto |
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, ro mefcolati, fed'ofeurodiuengono molto chiari j & quafi bianchi, facen-
£*1 niofcati,dinotano il medefimo;& ia pelle,ouero cuticagna delle mafcelle, il0l ^e vogliono alcuni)di tutto il corpo,fe facilmente tirata con mano,age- niente, & preito al fuo luogo ritorna, dimottragiouenezza nel cauallo; & p ',« contrario fé con difficoltà, & lentamente fi va à rimettere, & reità crei- ^j dinota vecchiaia; & parimente quella del ciuffo, & delle fpalle, fé tirata, & il ata con la mano difficilmente fi diftacca dalla carne, e dsirlofo > > dà fegno ^et^Uall° e^Ser S'ouane, & gagliardo. Hor dell'età del cauallo à baiìanza fia |
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Delia
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8 Delle Infirmitadi
Bella febbre. Cap. Vili.
Oiche fin' ad hora fi è parlato delle compietemi, & dell'etadi ce i
caualli,i*egueal preferite, che della febbre diciamo ; intendendo
però di non volere ragionare di tutte le fpecie, & differenze oj
quella, mafolamente dell'efemera, & dellehumorali, le qua'!
fanno molto al propofito nolf.ro, incominciando dalla natura, &
®fàeì°L Portanza di quella. La febbre adunque è vna trafmutatione del caldo naturala
febbre. & natiuo dell'animale, in vn calordi fuoco non naturale, il quale s'accend«^
nel cuore, & indi per l'arterie , & per le vene fi fparge,& fi diffonde per tutto U
corpo. tt quefta febbre fogliono i primi Medici chiamar fuoco; il che volte'0
accennarci Poeti fottovarijj&diuerfifigmenti, dando a credere alle genti*
ch'Efculapio molto eccellente Medico, perhauerriuocatoHippolitoda w°C
te àvita^cioè redimitali con medicamenti la già difperatafalute,foflepercor
fo, & morto dal fulmine; ralTomigliando quella materia di fuoco aidente*
chiamata febbre,la quale lo condufse a mone,al fulmine di Giouejpercioc^
quefto fuoco non altrimenti, che faetta ardente, abbrugia, conompe,diitrüg'
ge, & confuma il calor vitale, & naturale, & anco nuoce à tutte l'attioni naf11'
rali; & è di foftanza ouer natura di fuoco; & i vapori, che da quello efsalan0'
Segni del fono fumidi, fuliginofi, & fecchi. Ma all'incontro il natiuo calore è di tempe'
^nmuo raraf°ftanza, & qualità,e i vapori d'eflb fono vapidi, foaui, dolci, &conUej
calore, nienti al tatto, & apporta vtilità, & giouamento grandillìmo à tutte l'attio1?
naturah,& delia vita; efsendo egli la profsimacaufa di quellejconferuandoli1
cofe particolari col fgo proprie, & naturai calore, &corrompendofiper'j
febbre co- damerò, & nemico alla natura loro - Queir o calor adunque non naturale o
me fi gè- fuoco,detto fcbbre,s accende,ò nelli fpinti foli del cuore, & co quelli fi diffr11'
*"' de per tutto il corpo, nel modo, che di fopra s'è detto ( & tal febbre non dur
piud'vn giorno naturale, facendo vn lolo periodo, ò accefsione, perciò co-
febbre efe voce Greca da Latini fu nominata Efemera , & col proprio vocabolo dal ^
mera. mcdefimi Diaria)oueros'accende neH'iftefsocuorc&fpiriti di quello,perci
gione de gli humeri ò foprabondami,ò corrotti,ò maligni,& venendone2'j
ùmne fangucil flemma,la colera gialla, & la colera nera; laonde fu detta ^
forale. % febbre humorale,&putnda,dalla putrefattionedelli detti humori, per cag'°'
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ne della quale lì geoejtf. come fono la febbre terzana, cotidiana, & quarta11 '
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dette rebbre colerica,flénatica,&mèlaconica, come prodotta nel cuore ^
colera gialla,dal flemma,& dalla colera nera>ò per l'abondanza della mafl3 x. |
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&li humori.ò per loro corruttione,ò per labro maligna, & venenofa qua'jrn!
djfïondendofi dipoi per mezo del fangue3 & de gli altri humori miftìcol l* gue, & degli fpiriri,& delle vene, & arterie* condotti di quelli,per tutto ilc'■ |
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pò; ondeauiene alcuna voltaiche s'accende nelle membra,& parti folid^
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Oj
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me la carne,le membrane,i neruije cartilagini,& l'altre limili parti del cP$
?£^* & ** ^Cal ^bbre ethica,cioè habituale. Ï re adunque faranno le fpecie pr,^'n |
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pali, & le differenze della febbre, efsendo tre i l'oggetti, ne i quali il calor
Treccie nacurale s'accende, la Diaria, ouero Efemera, Otl'HumorafoOd'Habirt* ^ fmcipMii delle quali (lafciancjo per giufta cagione da parte l'riabituale , & alcun • MU jeb- cjej|e predetce.perche rarilìime volteài caualliauengono)per la intiera^ tione d'elfo & per lo fcacciamemo di quelledal corpo del cauallo, 'nU<L0£'
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De' Caualli Lib. I. 9
erno tutte le cagioni & vniuerfali, & particolari, & profïime, & remote > dal
lrnouimentodellequali,eili ancora fileuano dal proprio foggetto. Delie cagioni vniuerfali delia febbre. Cap. 1X.
E cagioni vniuerfali adunque della febbre fono di due maniere,
cioè interiori, & citeriori .L'interiori fono, & l'abondanza, & fu- perfluiti,& mala qualità, & la corruzione de gli numeri del cor- ^^SM^ po-del caualJo,ò foprabondant^òcorrotti.ò d'alcuna mala quali-
, jffetti; la quale abondanza, & corruttione,ò mala qualità de gli humorj\ ò
ak,ò per mezo de i vapori infiammali fpiriti del cuore, & effe cuore, & per j^nfeguente tutto il corpo nel modo, che fi è detto di lopra. L'efteriori fono
aere,ei vapori putridi, & infetti^ attratti nel corpo per ì'mfpirationeje'1 con- ,a§iofo affetto de gli altri animali infetti ; le quali ü fpiriti ifteiTì, & gli humori
elcorpo corrompono:»1 caldo ecceffiuoj'effercitioviolente.&vehementeji j a'>'prima riscaldano, & infiammano le parti citeriori, e quelle che più s'agi-
to, eferuonoalmouimento,e poi l'interiori, e vie ine à quelle dì mano in ano^ finalmente il cuore. Appretto di quefto la fouerchia fatica, la quale uuceij giumento à franchezza, oueroà riprensione, pei efierfi rafreddato rP°ilfudore,e non gouernato come fi deue; & lo f mi furato freddo dell'aere,
^e'lJacque, ò delle neui s il qual indura, e coftringe la pelle, e'I corpo ; onde t.°nftipa talmente i meati dell'vno,e del l'altro, e he non poflbno efalare i vapo-
^ordaci,acri,& fuliginofi,dai quali fi putrefanno gli huaiori,fono cagioni,
r le quali s'infiamma il cuore. Parimente 1 cibi quando generano crudezza,
? fi digenfeonof il che fuole il più delle volte auenire,quàThora delle falche
Öï^de fono ingordamente fatolli j percioche quelle difficilmente poflbno di-
^rire) &i cibi, e l'acquecattiui, & corrotticilungo ripofo,elepoftemeciò
^sono anco produrrei generare.
Delti fegniynìuer/alt della fibbre. Cap. X.
flISfPl 1 deurebbono per la compita, e perfetta cognitione della febbre
f minutamente, & didimamenteconofcere> &manilelfate rutti
JsO te quelli legni principali, che fi pigliano dalla proprietà ittefla dello
,J*^2ìP ftrano calore, e foftanza della febbre 3 & dalì'elfer ofFefe, e dan- ^ agiate l'attioni vitali,animali, enaturali del cauallo; & da i poIfi\e dall ori- >come nella confideratione della febbre, che nell'huomo fi genera, fanno i
fi gridimi Medici. Ma non potendofi ciò fare nella contemplatione della s Italr ^e ' caua^' ' non fi potendo conofeere in quelli animali dal moto de i W ^a*'a quantà dell'orma la propria conditione di tale aifetto,e paflione pr °ì tratteremo delh fegni d effa, quanto n'è concelìo dire, e quanto larà alla petite materia conueneuole,- raccontando tutti quei fegni, che da gli huo-
tj .^intendenti diquefta profelTìonefono fiati olïeruati,6V da eoi ne fi no fìa- tj0,ati'Si conofee dunque la febbre principalmente da quelli fegni i quali fo- |
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li e'r e^ cauallo infermo di febbre,tiene il capo(che è pieno di foprabondan-
fat-crernenti,& humori,& aggrauato)chino quafi fino à terra,e non lenza ^rà lof,Ca Pnòinalzarkbòleuarlos&hàsdi occhi apertijagrimo{ì,£onfij,&nuuo- |
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3°nero turbulentij pcrciochefefsendo il cauallo in rifpetto dell'huomo più
tolto
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"S
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io Delle f nfirmitadi
torto di temperatura calda, e colerica, che altrimenti; & hauendo il collo a^*
pio,e di vene,e di arterie moltograndi ripieno, erenédo nelle ftalleoltra il ^° naturai coftume il capo altoquafi Tempre, per Tvfo della Rafìelliera, c^e' Mangiatoia alta, alla quale ftà legato.) quando s'accende in elio la febbre fallì il bollore nella mafia del fanguedi quello,nella quale per lo più lbpraboO* da la materia calda, & colerica, ageuolmente riceue, & in molta copia nel ca- po i vapori leuati dal bollore della febbre prodotto nella malia humorale/ «a che ne feguono la grauezza, e i dolori, e le lagrime, e gli altri accidenti, cbe j eiTofiveggono;eperciòtieneinquel tempo il capo chino. Si conofceanco'. febbre nef cauallo, per hauer il patientela bocca, la lingua, e tutte l'altre paft del corpo fuo, & parimente il fiaro di molta caldezza, e Tanhelito frequente? grauej e difficoltofo, e con non picciolo dibattimento de i fianchi, e tal'hof con fofpiro; & per hauer le labbra,& l'orecchie languide,pendule, & chine; # le borfe,e i tefiicoli pendentif alle volte enfiati, & le vene gonfie,e'l pelo &\ buifato, & diftefo, e tutto il corpo talmente graue, pigro, debole,& relafsat0' chetirato,eftimolato,non può quali caminare;macon molta tardità fi miioa a poco à poco; & va col corpo vacillando hor quà,hor là; rapprefentando &. Tafpetto molta triftezza,e melanconia euidéte. Okra di quelt,o,il cauallo i^ bricicante non fi colca mai,e ftando con molta fete,non vuole pigliar in mod0 alcunoqual fi voglia cibo,conciofiache per la febbre gli venga à faftidio o^{ lunque cibo,ma folo il bere defideri,come ne gli huomini auuiene,& non pü° ripofare, ne dormire ; pare infenfato, & balordo, guarda Mo3 & fpeflb patifr eitrema ambafcia, & alle volte nel principio del male ha l'orecchie fredde ; ^ tutto il corpo fred do,e tremante. De ìpronoflicì del'cauallofebbricitante. Cap, XI.
Opo i fegni vniuerfali della febbre, non farà fuor di propofito f
dere, quali di lorofiano più, & quali meno fignificanti del peri^ lo,& quali ne moftrino la falute,& quali la morte del febbricit^ J^^sMJjfir te cauallo; acciò polliamo prouedere, & predire il fine d'efso* tk 1 luo nule, & le vfar fi debbono rimedi),ò lafciar il patientecol folo pro" ftido, Le febbri dunque non continue,ma interpolate,non apportano kco P ' riglio alcuno di morte; ma le continue tuttefonopericolofe, maiìì-mantfjjj quelle, che dall'affetto delle membrane delle ceruella, ò de i polmoni, ò»- cuore, ò della boccadelloftomaconafcono. Tutte le febbri poi (dall'End ra in fuori^le quali da glandola procedonojòcarboncellojche venga nella ' guinagIia,ouero fottolafcelle, fono maligne,& rie; & l'ardenti brem", & ^ j gne; & le peftilentiali fono di tutte l'altre più fiere, & mortali; & delle f*^ quelle, checonformifono al temperamento delfebbricitante cauallo, rì}c\0< alla itagionedeli'anno,fono men pericolofe; perciò la terzana è men VeïlC°ccb' fa nell'elb te,che ne gli altri tempi,alla quale (fi come à tutte l'altre forti di * j bri) in ogni tempo,& Cagione conuengono gli ifte(Tirimedij,potendo|j°ga, Se i del- ^or.te^} fCDDrc generar in ogni tempo dell'anno. Si pigliano i fegni d^.3^ j sfagliar- guardia delle facoltà del febbricitante cauallo,dal moftaccio,da gli °cC 'nci> é«ifl dentinal fiato, dai freddo, da i mouimenti, da i vomiti, & dagli efcre111^ che fi fi- percioche la debolezza deilbperationi del cuore, del fegato, & delle cef ^ glwo, ^cjaj]e (?uaj3- tre partj prjncjpa|j jgicorpo veng0no ja virtù vitale,aninia ' |
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De Caualli. Lib. I. il
J3turale,&fi conofce la virtù, & la fortezza delle naturali facoltà J vnita con
febbre grande, dirnoftra tal febbre efler mortale; fi come per contrario la ga- £liarda3& potente virtù,& natura dell'affetto cauallo, congiunta con febbre Jl0ti grande apporta manifefta fperanza 3 & fegno della falutefua. L'afpetto ^nque horribile,& molto diuerfo dal naturale,la pelle delle tempie relaÌTata,^ Quella della fronte tefa, efecca,&gliocchi freddi, mortificati, immobili, ^caui, & turbulenti, fono prefagio della vicina morted'elio; il che anco ne ^moftranojquando fuggono di vedere la luce,& lagrimano loro gli occhi, & *juando lVno degli occhi è fatto più picciolo dell'altro; e'1 fiato del nafo fred- de i molti, & freddi fudori, & l'orecchie contratte, & fredde,fono chiari in- qjcij di morte,e'l non poterli muouerefe non con fatica grande,e'l giacerecon Rocchi mezo chiufi,fono fegni trifti;e'l corcarfidopo la medicina,e'l fudore, j-1 gettarli in terra, hauendo il fiato, ch'efce per le narici, freddo, e i tefticoli J^dati, fono inditi; di morte; & lo ftare molti giorni fenza mangiare è cattìuo *egno ; perche in tal inedia fopporta il cauallo l'impeto della febbre, infino al lerzo dì con poca noia ; ma pattato quefto termine, perdendofi il vigore, & crefcendo il male, finifce la vita,fe non è foccorfo; & mangiando darà inditio ^"aluteje'l non difcaricarfi in termine di vejitiquattro hore dopò la medicina Perlo folito luogo,ò per le narici,ètrifto fegno;& non morendo in tale fpatio, «potrà giudicare faluo;& loftercoliquido,figurato,fanguinolente,graifo,fe- tldo,nelle febbri continue è cattiuo. Della curat ione vniuerfale della febbre. Cap, X11,
Erche la febbre non meno il cauallo, che l'huomo trauaglia, & il
più delle volte Io conduce miferamente à morte; bifogna the co- lui che fiede al fuo gouerno, nel curarlo tìa molto prudente, dili- gente , & accorto, & intento a tutte le circostanze ; {] come leg- giadramente, & figuratamente pel Dragone confecrato ad fcfculapio Dio, & Primo inuentore della medicina denotatogli antichi;non volendo eflìfignifi- c3t" alerò fotto quefto velame,che douere elfer il Medico tale nei curar le ìntìr- jj^qualeè di fua natura quello animale; cioè prudenti(iimo,vigilantiilirrjo, |
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r^d'acutilfima villa. Hauerà dunque fempre nelle curationi di tutti i mali il^edico prudente due cofe dinanzi à gli occhi ; l'vna delle quali è, che tutte le
ebbri3 & tutti i mali fi curano col loro contrario ; & che il modo, & l'ordine, |
da confide
rara nel- la curai io- ne de i ca- |
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r^ fi deue tenere, &offeruare nel curare i mali, s'hà da pigliare dal maleiftef- Zm
j^&c dalla fua cagione, s'egli vorrà rettamente , & ordinatamente procedere _ ararli. Quellofia per eflempio, nella febbre flemmatica, s hauremo ri- jUJrt|o al male ifteffo, eh e la febbre, quale è palhone calda, & fecca, fenza uobio veruno vfaremorimedij freddi, & numidi per difcacciarla, come iuoi ,?ntrarij ; ma fé f come douemo) la cagione efficiente, prodi ma, & formale « e*la riguarderemo, congiunta cagione di quella, eh èia pituita, hunu>re_> ^e^do, &humido,neferuirannoinleuarlairimedijàlei contrarij: li quali aUranno forza d'afsotcigliarla,& ridurla alla mediocri ri, per efser quefto hu- ^ 0r detto pituita,òflemma groifo,& vifcofo,& in potenza faranno calrdi:on- ^ "ton farà merauiglia ad alcuno, fé nel ianar le febbri, le quali richieggono feo men" fr^dij & numidi (eflendo efsecalde,& fecchey vfaremo,& iri- öïiaremo il più delle volte vfari medicamenti calidia-hauendo noi in quel punto
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12 Delle Infïrmitadi
punto riguardo alla cagionedella febbre,^ non ad effe febbre. Ha uendo dun-
que quefte cofe fifTe nel penfiero, & conosciuta la fpecie della febbre,& le ci' gioni di quella, & gli accidenti fuoi, e'1 vigore, & la forza, & l'età, & la co^1' pleflione del cauallo dalla febbreopprefTo,& non fenza riguardo dellaqualJt2 del tem po ( percioche fecondo la diuerfità di quello fa di meftieriaccrefc^' fcemare,& applicare irimedij)fubitocoiifollecitudine,egrandi{TìmadiligeI?' Cd*f$n% za,ordinato il vitto freddo,& humido, fi deue incominciare la curatione ààlì |
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dew inco
mmciare |
• febbre, maflimamente nelle febbri humoralùdall'cuacuationedella mate^
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' nonafpettandoaitraconcottionediquellai&dipois'attenderà,àdifoppilar.j
vie,&li condotti,& ad humettare;& rafreddare le parti accefe,non potente cauallo, ancorehefia digagliardidìma natura, & di grandifiìme forze, fef\ l'aiuto fiumano foftener lungo tempo quello male, mailìmamente fé faràt3 febbrecontinua,& maligna,-percioche fé tal foiTe,paiTato il terzo giorno,^' za fallo fé ne morrebbe j conciofiachehauendo il cauallo le budella natura niente alquanto afeiutte, & lunghiffime, & piene di molti rauolgimenti > " molto copjofe d'eferementi, facil cofa faria, che con l'aggiunto di quel n°? naturale calore febbrile talmente fi efTiccafïero, &s'induraffero in efTeglie'' crementijche la virtù efpulfiua indebolita dalla febbre,& impedita dalla trof pa liceità degli efcrementi,no li potefTe fpinger fuori,-perilche maggiormer^ accrefeerebbefi la febbre,ondeegli fene morrebbe^ fé fatta la dettaeuacU^ tione, nel terzo giorno non fi feorga in efib miglioramento alcuno, è in graf |
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Dubita
tìone, |
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" diflìmo rifehio della vita. Et perche da quello,che s'è detto di fopra,potria à#
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bitar alcuno, fé nelle febbri, & nelle altre graui infirmità del cauallo, coro^
neìl'infirmicà dell'huomo, fi debba nel principio euacuare il cauallo con af propriati.&conuenienti medicamenti,non afpettata preparatione5òconcof' rione alcuna dell'humor peccante; rifpondendo direi,che i medicamenti foljj |
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Solution?r tini
malli
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quali propriamente riguardano, &euacuano vn particolar'humore^
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maffimamente i vehementi, & gagliardi, i quali grandemente agitano gli $
mori3& tutto il corpo del patientecaualio, fi deuono non mai, òdi radoò*[ aih caualli febbricitanti, & aggrauatjdiqual fi voglia altro graue male -, $ ^Tdfd^ir c,Dctle 'e Pr,nc'pali conditioni, & ofseruationj, fecondo le quali fi hanno'' medica dare le medicine folutiue f regolarmente operandofi) a qualunque inferri^' foluttue. mafsinumenre ài febbre fono il conofeer qual'bumor pecchi in efso,ò per''1' perfluità, & abondanza, ò per corruzione, ò per altra mala qualità di quf? delle fopradetteda noi,- & quale,& in quanta quantità debba efser tal med'jj' na,& quando al patiënte dare fi conuenga: le quali cofe dal patiënte, & àA natura dell'infirmiti fua fiprendono,& non fi pofsono.nedalcauallo,ned^ : pafsione ch'in efTo fi troua conofcere,fe non poco,& in confufo.Ma altrim^. facendofi, quafi a periglio certo fi va d'apportargli non picciolo nocumeof^ percioche feperefsempio peccaffe in abondanza nell'infermo la colera ; c, gione della malatiad'efso,ciperinauertenza3Òignoranza,fieuacualse co11 ^ cuna dellefopradette medicine la flemma,non poco s'offenderia il patief j>L„
perauentura fi condurrla a morte, facendofi la foprabondante colera pi^5 #
nata per tale euacuatione j & fé tal medicina fofseeuacuatiua della co^j^
ecceddse nella quantità, faria molto nociua al patiënte, cagionando&^
debolezza i n luij& fe mancarle nell'ifteife quantità,non operarebbe, Pe ]1 oiC
derato effetto farebbe,anzi potrebbeefser, cheponefsein moto ta* ^^Jra
foprabondante,ienza trarlo fuori del corpo dell'infermoj ilche farebbe '
aglW"
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De'Caualli. Lib. I. ij
^atione, & forfi debilitatione in cito,- & fe fofse data al patiënte tal medici-
tiJJlnia> cherhumor predetto, che in lui foprabonda, fofse preparato, òfco- dicono i Medici naturali) concotto, faria molto al patiënte dannofa, non cndo cacciar fuori di lui tal medicina ì'humor, ch'in efso produce il male, non efser prima refo à ciò difpofto, non perciò lafciando tal medicina di ^ltare,& indebolire il corpo, Spianatura del patiënte; al quale nel modo pre- ^ ^cftatadata; percioche la virtù efpulfiua degli efcrementi, & mali nu- pj?n' che fi trouano nel corpo dell'infermo, & fenza la qual tal medicina non n0° p^0(^urre i ' proprio efFetto,ancorche dal calor naturale fia ridotta all'atto^ f0 n viene, ne può venir mai al difcacciamento di quelli, hVà tanto, che non l'a ° ait * 0Dictti àlei proportionatijilche auiene quando ò dalla natura3ò dal- aj,,te infieme, ò dalla natura fola del patience fono concotti, & ben preparati j. ^'pulfione. Che le conditioni poi da noi dette ne in febbri, ne in ale un'altra (j I atia de i caualli fi pofsano ofseruare, & conofeere, ciò lo dimofìra, che ne fa ' cauallo hauere,ne faper fi può la quantità del male d'efso,ne intieramente, Por ^aza ^ cagione d'efso, ne in quale fiato fi ritroui la mala affettione fua, 'ciache (olerà ì'efser egli priuo della fauélla, & delta ragione) non fi può, ne jjffcgnifumxienti venire àbaftanza in cognitione della qualità , & quantità 2 ma'luoJ& de gli humori,che in efso foprabondano,ne dell'intemperie fua,
f guanto fignoreggi àgli humori peccanti la natura di lui,ò da effi fia oppref* ,co:neche ne per polli, ne perorine, ne per gli efcrementi del corpo ('per le
|JJa[' cofeellefi fogliono giudicare, & conofeere la grandezza del male, & la frcu del male affetto huomo^nei caualli vedere fi pofsano,ò almeno da quelli ^r?ejntiero,pieno,&bafteuolcgiudiciojconciofiacheneicaualli,ledìffercn- tfe i polli non appanfcono,& l'orine loro in ogni tempo fono torbide,-& fen»
.* ' contenuti nell'orine dcll'huomo,comela nuuola, ò hippoftafi> & gli altri, 1einefseappanfconOj&fi vedono; le quali dirTerenzedeirorine,oltra l'altre
Jfe > molto ne fanno conofeere il tempo opportuno di dar le medicine a i pa- etl^i,& fenz.a la loro cognitione fi va a tentone, & come fi dice,a ventura nel
picare, & è impothbiledare medicina folutiua ad infermoalcuno, & maf- ^'arnentedi febbre, la quale polliamo ficuramentedire glihabbia dacfser giouamentojcomeveramencedirfì può,conofciuteche fianotali dirTcren-
3 « l'altre cole j lacognicione dellequali è necefsaria àchi vuole (come lì de- che far fi
%iCUrarele m^ermita* A-aonde credo io, che per Ia lor turatione, come delle JjSfejJ- f0i Coatta che fofse la fudetta euacuatione con lemtiuo, & leggier» ,& non delle feri. lV|Ut'Uo rned«camento,& lafciatoda vn canto le medicine folutiue,& più del- rarre *evenementi)fidouefse attender fola mente al viuer regolatola prepa-
«p e,Sc a difporre, & alterare con alcune, & appropriate beuande gli humori cu Canti, & procacciare di tenere continuamente lubrico il ventre, con eua- <]0 r c°n chitetij le feci de i luoghi communi j Et f non ballando quclti) (e gli af$■ -Ser° dar per bocca medicinelenitiuefolamente; le quali piùde idilli rij ^fef accianoiajjQutiIi,& nociuefecide i detti luoghi communi, fenza molta f cla dei cauallo, & della natura fua,pafsando per ciafeun di quelli; il che non qu?°*clitterij J lanciando a la natura l'euacuationedell'humor peccante, la^ Uajje ^a le ftetìa facilmente potria cacciare,& caccierà fuori del corpo del ca- frer? ' ^Uai vo'ta krann° fattele predette cofe, cioè fatta nel modo detto la j^bacione dcH'huniorpeccante alfefpulfione, &euacuati gli efcrementi ' niodi detti dai luoghi commuiuipercioche fi farebbe al mio parer grande eftore5
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14 Delle Infirmitadi
errore,efsendo bafteuoli i clifterij,& le predette medicine a fanare tararmi
infermo, fé per la bocca gli fi deifero medicine ( come le folutiue, & mal"111.
mente le vehementi)& impetuofe) le quali penetrando nel corpo, per haue ^
pafsar per molte parti, poflfono fargli molto graui offefe, alle quali nonfi P
di leggiero prouedere s eccetto fé noi non vedeflimo in eflb vna material
Quando gerite,ò vogliamo dir gonfìa,furiofa, & maligna, della qualedubitailìmo ^ ff
it Tilt ^°^e Per in'wiarfi ad alcuna parte principale^ come il cuore, e'1 fegato, w°llC(,
fa darme dofi da luogo à luogo,& in quello fermarli con fopraftante pericolo della #
*!Z"a^H te & quello j percioche in tal cafo conuerriano f fecondo il creder mio, &CL
che folTe il principio del male,& la materia cruda) vfar l'appropriate medicl ,
folutiue, non però vehement! nella debita lor quantità, per euacuar preftj? a
materia velenofa,& maligna; & tal medicina folutiuavorrei io più tofto t° ■
rnefchiatacon cofenutritiue5& grate all'animale (come hanno ancor fat^ j
cpni huomini peritiffimi de' caualli antichi, & moderni) che data da ie%
patiënte cauallo > &quefto perche non prima la medicina folutiua da Te * ö
entra nello ftomaco,che il più delle volte (per eiïer nemica dé tempera^ ,,
dell animale) conturba, ék^gita con non poca moleftia il patientej ma acc° jy
pagnata,emefcolata con cofe foftantieuoli,& grate alla natura,ric€uen4oej
di tal mefcolanzaalcun giouamentoje'1 medicamento,che in ella è ridotto^
calor naturale dell'animale all'atto, & all'operarione, cagiona la purgatici J
con non picciol giouamento, e maggior toleranza dell'infermo. Per la fl ^
cofa fé gli cauerà fangue nelle febbri della vena, che più riguarda il fegaJöJ
Cauarfan molta copia, confideràndofi però femprele forze del cauallo, e la qualità
'gne& da malej& da poi non allentandofi la febbre, fé eli trarrà ancor faneueda)^rii
pie 3 e dalla vena del capo, per allegenre la tetta, la quale panlce molto n» \
felbre, e fé gli farà ogni giorno (cominciando dal principio del male) vu«
due appropriati clifterijjlVno la Ìera,&l'altro la mattina inanti al cibo; tcCjt
chevuodnoqudlamateriainteftinale, &humettino,& mollifichinoci
Mastica- Wn^ COiT,e n dirà nella propria, & particolare curationedi ciafe una fp£c' p
tort Ka" febbrej& fi farà ftare il febbriciiare cauallo la maggior parte del giorno e0*
briglia in bocca,e fé gli faranno mafticatori con bacchecte,ò vergole di Uff
ài fico, ò di altre cofe fimili; ouero fé gli farà tenere in bocca attaccata a'Üi
bocca tpra della briglia vn piumazzolo di tela fottile ripieno di agarico -> ^J,
Sj?m M pi latro facti in polue,accioche gli difearichino il capo,tirando giù gli ho^Jt
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cìo.dd che m e^° ^ono5 e gli venga fame. £t fé il cauallo con alcun fegno mor^,
dolor di capo,come il non poter per lo dolore aprir gli occhi3e'l tenere ü c.fl
foZadÌtoi coll° at>t>aflari, e l'orecchie immobili j fé gli Doneranno (opra le terflljU'
cayo. percofliui,& fé gli trarrà fangue dalla coda,perdiuertire;eperboccafe|^
ranno col corno beuande tepide,le quali riabbiano forza d'alterare, e àw' ro>
Medicine gli humori j come per cifempio nelle materie fredde polue di bacche di & vi'
durame. dj aentjana) jj m jf ra> fa ftro|Cgja rotonda, & di rafura di auerio, con txf^t
rio ,& olio commune incorporati, & mefcolati infieme; e nelle materi^^d
lattc,ò fero di capra,amido,olj'ocommune,fugo di parietaria3& vinoij'^c^
ffmÙ!m &ne^cmaterie mille,latted afina,olio commune, zaffarano, minw -^
emme. ^^ mefcojate jn(]emei & ('iniJ]j ajtr, medicamenti, de'quali fi dirà n^eji'
prij luoghi je facendo anco bifogno,fegli daranno nel medefimo triodo 0\c
cinetepide,piaccuoIi,eleggierejlequali mollifichino il ventre, fce^^-Le^ materie communi,e confortino il cuore, come è quella compofta c°° [,.uc |
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De'CauallL Lib.I. if
iucche ben monde,e pefte,vua paiTa>giulebbe rofatosacqua rofa,ca(Iìa frefca,
ÏUccaro,& mele,-& quell'altra fatta con caffiadiflbluta in decottionedi bieta, eauolì,malua,& polue di canella,& quella che fi compone co olio rofato, mei r?feto,acquarofata,giulebbe violato,zuccaro fìnojcanella fina,garofani elet- 'jrnelej&finocchio^ altre fimilijle quali non tirando a fé humori particolari, ^aeuacuando folamente le feci communi, poiTono feruire in tutte le febbri, Scorcile la prima più conuenga nelle febbri coleriche^ he nell'altre. Se gli pò Rancor dare in ogni febbre delrfiiuccaro rofato,ò mei rofato folutiuo,cóolio ^°Qimune,& decottionedi malua,& di bieta-accrefcendo3efcemando3fecon- ^° il bifogno la quantità delle cofe,ch'entrano in tali medicine a proportioned ** fi potranno anco vfar medicine in forma di pillole,nella compofitione delle Suali entraffe il lardo di porco ,- percioche il lardo humetta molto , & aiuta la ^rgatione3&temperal'acrimoniadegIialtnmedicamenti,&nonrifcalda,& e molto conforme al calore di tal'animale,- ma nelle febbri a me piacciono più 'e medicine in forma di beuanda, che di pillole,* pofciache più facilmente.^ c°n poco aiuto fcendono nel ven tricolomi lardo mafticato con quelle genera pufeaj&leual'appetitojilcheè molto dannofoin fimili rnali,edafuggire,Ec erieiranimale debolezza grande fi fcorgefse5 & che fi dubitafseJa virtù, & la JJatura non potere refiftere alla grandezza del male,per aiutarlo,& folleuar la lfcù, fé gli daranno col corno beuande foftantieuoli, & come confumati, & |
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'^i reftauratiui, i quali nutrifcono, & purgano,- come fono farina d'amido , Rena
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l'Ara-
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. °Ua5olio rofato,& vin bianco mefcolati infieme, e'1 confumato,che fi fa con tf^.cm
"* decottione d'vn cagnolino di dieci, òquindeci giorni cotto, & confumato imm' all'acqua con zuccaro,e mele,- & il reftauratiuo di rolli d'voua, conferua ro-
^a, zuccaro fino, acqua d'endiuia, di buglofla, e diamoron,incorporate con Jcqua di conferua; il quale, olerà il dar foflanza,eftingue in parte il calor feb- ^iie; ò il rertauratiuo,che fi fa con capponi fpennati,e minutamente tagliati, ^liti in olio,fin chefunodisfatti,aggiutoui,colato che fia,zuccaro fino, rae-
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c ^ cinnamomo, & bolliti di nuouo, finche calino tre dita, dandone per ciaf-
Uru volta quanto entra induogufei d'voua, mefcolataui la quarta parte di Riebbe rofato,& vn rofib d'vouo,difsolucocon vino & la medicina che nu- Medicina Jlce,& purga, la qual fi fa in detta decottione di capponi bolliti nell'olio con CfceeJu!>ur~ t^caro fino grattato- manna,reubarbaro, ierafemplice di Galeno, giulebbe «* |
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fr ato,e rodi d'voua; feruendo la decottione fatta nell'olio à nudrire, & a u
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mate-
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ria
^ Jtel malefofsefuriofa, enondefsedilatione,ò tempo, efìvedefseneil'ani-
</. inquietudine grande, & dubbio di morte, in tal cafo folamente nel prin-
la?0 ^d male fé gli gettaranno giù per la golafefsédo Irato il caualio infermo
Ha Dtte precedente digi uno)medicfne alquanto gagliarde folutiue, come ma-
fe ' reUbarbaro, muccaro rofato, mei rofato folutiuo in debita quantità, fera
l)j P'ice di Galeno, & altri fimili ; le quali mifte con altri medicamenti hab-
^ejl?° virtù, & valoredi euacuar gli humon peccanti, & di fomentar la virtù
f^.a,?imalej efsendo cofa molto nociua,e da fuggire più che fi può ii dar nelle
^Of 7 medicinefolutiue gagliarde ai caualli,per le ragioni dette difopra.F. pe Avertimi
^i(jlj^eueauertire, che il caualio poltra l'effer flato la notte auanti la medicinat0'
V^j a°)deueancora ftaredopola medicinafei horefenzacibc,hauédolafeb
^t)0,Certllittente,& quattr'hore,& nò più,hauendola continua,- accioche per
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e**a no venga à mortej
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i& pofla in quello tempo
B impedita
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er
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\6 Delle Infirmitadi
impedita dal cibo,attuata dal calore naturale, non diuertito da elfo cibo,&r
Comete- fua operatione.Si farà ftare il cauallo infermo il verno in ftalla calda,& l'eft^
mr fi deb- jn fl.ajja fce{CaC fcfca in ogni tempo,e in ripofodontano da ogni ftrepito^^'
'Milo. more;e coperto maliimamente il verno5e il tempo del ngoredella rebbre,^
terrà à dieta,cioè a moderato,& regolato vitto,per fcemar in parte con quell
la materia vifcofa,e la fece, che fi ritroua nello ftomaco,& ne gli inteftinij atf
a fare,e fomentare la febbre^facendolo ftar affatto il primo giorno
fenzacibo?
ma dandoli folamente acqua abere,epoca^tepida3con alquanto di farina0
orzo mescolata a queìla,accioche l'acqua fola non gli generafle qualche do^ cm del re. Per fuo cibo faranno nell'eftate,& nelle febbri coleriche, cofe in potete uomo. fredde come brocca di vite,difalke,dicannedi paludi gramigna,endiuia^ lamica; & nel verno (per efsere perauentura la caufa efficiente diuerfa, e co11' trarla alia caufa efficiente delle predette febbri ) faranno fieno fparfo d'acca melata,fpelta,& vena,non gli dando nelle fcbbn(perche col loro calore fafl15 diuentare il corpo ftiticoj ne orzo, ne paglia,conciofiache fanno lo fterco ^' io j e difficile da pattare per l'inteftina e'1 bere loro farà acqua tepida, accpK Mmahde. d'orzo,& beueroni di farina d'orzo tepidi.Et fé il cauallo fofse debole^e no0 volefse cibare, fé gli trarranno giù per la gola col corno la mattina, & la ftr^ dell'orzata con zuccaro, & mele $ ouero torli d'voua con zuccaro, & mele* <JJ' fciolte con vino,ouero pan grattato,con zuccaro,& mele, acciò allettato da»1 dolcezza loro, volontieri gli riceua, e lo itomaco gli gradifca : li quali faran*1 più, e meno potenti* fecondo la qualità delle febbri, e.la ftagione dell'anno^ l'età del cauallo infermo.Et ancorché 1 periti di queft'arte nelle febbri di q^ lunque forte, quafi in ogni cofa mefcolino il mele, nondimeno ciò a me n$ piacejconciofiache il mele poftoò in medicine,òin cibi,facilmente fitrafi^ in colera s La onde poco conueniente farà nelle febbri coleriche ò fia con tf1* Vnùom. dicine,ò fia col cibo pofto,& mefcolato-Segli vngerà tutto il corpo contra p, lo con vntioni,ch'aprano i pori della pelle,& confortino li fpiriti;& fé gli wj. Frega&o- no le fregagioni con panni caldi, & con cofe appropriate per rarificarla pe^' accioche per li meati di quella pollano efsalare i foprabondanti humori,e i \ pori eleuatida quelli;& fi farà mouere a palTo,à pafio,& piaceuolmete.Et <f_ do il cauallo incominciarà à migliorare,fe gli accrefcerà a poco à poco il àK & fi efferciterà moderatamente,& cofi Manderà facendo di mano in man0j^( che fia ritornato nel buono fiato fuo di prima.Ma di quefto à baftàza fia d&1 Della febbre Efèmera per caldi eccefsiuì, & Altre cagioni *
Cap, XHL
Ofciache habbiamo detto le cagioni, e i fegnì, & la curatici-
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vniuerfale della febbre,faràbene(fi per eflerquefta infermi^ f £
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le più pericolofe,che fogliono a quefto animale auenire, & P
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fer da pochi perauentura ben conofciuta, fi ancora per la Pf-^
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ta cognitione d'effa^che trattiamo particolarmente* &feparatamente »\* cjò
cuna fpecie di quella, fecondo chela materia, e'1 foggetto delle infirmi13 j^, pertinente comporta ; incominciando dalla più femplice,& meno pef'c c$iC Definitie ch'è Efimera,cìoè Diaria. La febbre Efimera dunque è accefa pnncipall\aur m' ne gli fpirin del cuore.Quefta ha origine da cagioni leggiere,euidenti>e £<;> fefte3 efsendo gli fpiritì facili ad accenderfi, e fi come gli fpirìti fono f°l
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De' Caualli. Lib. I. \i
^oggetti leggieri, e fottili ; così quefta febbre è più leggiera, & più facile da
°juerfi, & da eftinguerfi di tutte l'altre. Pofsono efser le fue cagioni tutte_> cagioni,
ii jre.c°fe>ch'oltra modo rifcaldano, 6c infiammano il corpo,come i caldi,e i ^diecceflìuijle molte fatiche, gli efsercitij immoderati, i quali condenfan- . la pelle,& chiudendo la porofità di quella, vietano l'efsalatione de ali cfcre- f etlt°fi vapori, & fuliginofi. Ancora il mangiar cibi caldi, il patir fame, & ìfl> e P°ftcme> *e ferite, le percoiTe, & le cadute. Ellafi conofce dal venire, & Segm ' ^ yire in vnfubito ilcauallo,& da gli altri fegni,chequìfottodiremo,& fecó- 'e varie cagioni di quella, variamente fi cura. Percioche fé tal febbre verrà frfìr0e^l
Leaner patito il cauallo caldi ftraordinarij,& ecce(Iìui,per efïere ftato alio do. c)0 all'aere caldo nei tempi eftiui,ò in ftallecaldiffime(ilchedimoftrano il » ^Pofecco,& molto caldo,la pellet cotica fecca,e durale lanhelito grande, trequente,& la fete grandidimaj fi medicherà col fuo contrario,tenendo il nf^ati°"
j ^llo inripofo in luogo frefco,& humido;& dandogli a magiar cibi,e beua- h>'e quali lo rinfrefchino,e fiano facili da digerire,come lattuca,indiuia,cico- ^'fogìiedi vitcedi fauci,gramigna,acqua frefca,acquad'orzo, acqua con ,, Ccaro;& cauandogIifubitofangue,maffìmamente fé fi dubitale, che d'Eli- K^a in putrida,& Humorale nonfitrafmutaflej&rinfrefcandolo di fuori con f tloni d'olij freddi, & di dentro ancora con cliften j conueneuoli, e tepidi, fé epSenecefsariojacciochefieuacuinole materiecommuni,elefeciinteftinali, 1 rmfrefchino, e mollifichino le budella; quali fono cliftenj di decottione di
t ^a d'orzo,di madredi violcmercorella, &bietacon zuccaro,&olio viola- f)Cairia,olio commune,& fale,& altri fimilij& facendogli fregagioni leggie- | ? &: esercitandolo piaceuolmente. Ma fé la febbre farà generata per eflere J^/S Kto il cauallo in luoghi freddi lungo tempo, ò al fereno, ò nell'acque, inaili do.1 J "'" ^lientealluminofei di che faranno fegni lo fpirare difficilmente, f hau^r il v^o graue,gli occhi humidi,& gro(Ii,& tutto il corpo p<gro,& tardo; (ì leua- \^o via parimente le cagioni di tal denfità della pelle fregandolo col nitro, Jf'atio" r°lfalejmefcolati con olio commune,&e(Tercitandolo,& fregandolo a fecco k tardamente,& tenendolo in loco alquanto caldo;& facendolo fudare;di- ^afciutto,ch'eglifia,s'vngerà conolij che habbiano forza d'aprire ipori,& t^fli della pelle, come folio di cammomilla, Tirino, ranethino,& gii altri fi- j^pSc fé gli daranno cibi ternperati,& acqua di mele,& di zucca* 0; Se poi la- Febbre^ f5 ^fimera per troppo efsercitio prodotta(ilche dimoftreranno le fatiche paf )éSL ^3Ü corpo debole, & fecco,la pelle fecca^la fete grandi(iima,& l'citenuatio- cmmme. ^J0J^ magrezza del cauallo infermo) fi terrà il patiënte in loco ofcuro;humi- jj ' *fc freddo, ripofato ; & fé gli faranno le fregagioni leggiere, & piaceuoìi j m* '^qualis'vngerà per tutto il corpo d'olij,che rinfrefchino,& aprano l'op- ^ 'onejcome l'olio violato tepido, & fé gli daranno cibi numidi,tome fari- j>er, °teo, gramigna, cime di vite, di canne, & altre limili, be verrà tal febbre Febheper ^rr ,Uer Patlt:o Jl cauallo ò fete, ò fame grande, & lì larà feemato, & tolto in JJf y " c5tlel humido al calore fuo naturale, onde egli accefo, & infiammato, man- ico °^* ^'numìda materia da nutrirli, diuenti fecco del corpo, & difpoito ad §tj n^erfi, & infiammarfi ( ilche auiene per lo più ne i caualli giouani, ma- \^ ^ di complefiìone colerica ) fi terrà tal cauallo febbricitante in loco hu- Curati^ ^bfj \^ fé gli daranno cibi freddi, & numidi >& acquecommunicongiu- ne. c^rjj * ° acqua d'orzo 3 & fi terrà in ripofo in luoghi freddi, & hun.idi, fa- ^§H alle volte cliftenj, i quali, come fi è detto di {opra, rinfriichino* B a & molli-
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i S Delle Infirmitadj
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10
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ïitrZZ & mollifichino il ventre,& gl'inteftini.Ma fe ij cauallo foffe infermo di w|
giaio cibi bre,per hauer mangiato cibi caldi,fe gli faranno cüfteri j didecottioned1 u fa'curatio- ^re & viole,di maiua, di mercorella, di bieta con znccaro, & d'olio vì° L m, qualicofe nettino, rafreddino, &humemno, &fi terrà neUeftateall'acf fcOj& nel verno in loco temperato» ^Dell'Efèmera per poflema.. Cap. Xl III.
WtBBÊ* E per qualche poftemaefterioreil cauallo patifce febbre En*11, jj
e*ró- fc^joOEà bifogna rimouer la caufa 5 & ri molla, ceflarà l'effetto. Peri|c ^ Èpf^Wl cercherà d'eftinguere il fouerchio calore della poftema,&dif ^^^éSm dileguare, & rifoluere, ò venire a marciai ilche fi farà empi*** -—j do tal tumore con farina di fromento, fugo d'apio, & mele j ouero con fa* di fien Greco,& feme di lino. Ma fe la poftema rbfle molto dura,fe gli p0** J nofopraempiaftri caldi, &humidij come fono quelli, che fi fanno di radj^ ma!uauifco,di gìglio,con aflungia di porco, ò butiroj aggiungendoui poi y l'vltimo coferifolutiue, come fono le radici di raffano, e 1 fien Greco cctlt' dilfoluteje mefcolateinfieme. Oltra diquefìo(perefiinguere il calorno^ ' turale) fe gli faranno clifteri j 3 i quali rafreddino, & humettino, & eftrin»e mente fi aireret à il corpo, rafreddandolo-3 & in fomma fi curerà, come fi ^ * fio le febbri acute>& ardentbrafreddandojöc humettando il corpo del pat,£ se cauallo» l^ell' Efèmera per repletìone^ffl corruttìone de i cibi. Cap. XV»
T fe il cauallo haurà febbre tale per re piedone, òindigeftio*1^
corruttìone dei cibi nello ftomaco, & nel corpo, ò per long3,,,
tcmu ne delle feci nel ventre, per le quali s'infiammafi%olH,
riti, per leuamento di copia grande di mali vapori 5 i quali*
coiti nello ftomaco, & nei fegato, & nell'altre membra d* p
nutritione,infiammano li (piritidel cuore, & cagionano la già detta febb^'
quale per lo più fi conuerte in putrida j allhora dimoftra il patiënte fete £*jj,
#«»• diffima,&in elfo etfer caldo ecceflìuo,&r ha gli occhi di fuoco,&rofIì,l'aPr1^
to grande,&difricile,anhelandofpefso;&confrequenza,& grandezza tf^
do'i fianchi; ha le palpebre, & gli occhi graui, & gonfi, & il ventre rileu^'jjj
l'eftremita dell'orecchie fredde, elafchienacon vn certo rigore riftretf*' e
Curatia- aggricciata. Si cura da tal febbre, tenendolo in luogo caldo, ò tempera* jl
coperto lenza darli da mangiare fin tanto, che non fia fmaltito, & digel.^f
cibo troppo copiofamenteda efso per auanti pigliato, òfiano refe le &f?lp
opera di cliftenj, facendogli fare da due famigli di Italia forti, Strobili )j<
jrregagio- gag)onj gagj jardefòtto la pancia, con le mani, ò con vn baftone tondo» ja,
feio, fregando, & fempre tirandolo verfo le parti di dietro. Dipoi u%epsr
cibL ranno pochi cibi,& leggieri,& di facile digeftione,non gli dando orzo,*1 af-
g!ia;percioche fanno(comedifopra s'è detto)loftercoduro,& difficile e(jel
camr sa- &r Per l'inteftina; & copiofamente fe gli cauerà fangue nella declinatigli
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male ò dal collo, ò dal petto, ò dalle gambe, pur che lo richieda la quaJ e jn
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7M .
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giifterij. naaie 5 oc ie gii iaranno gii cinterij a acqua di lemboJa, con 0110 con»»' c0r
buona quantità, & {ale, & vn manipolo di fterco colombino 5 & anco (P . j |
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rend°:
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De'Caualli. Lib.I. \g
rendoilbifogno)fegli getterà per la gola vin bianco con parte del detto fter- Baande.
£° Poluerizato,ò caffia,con quattro dramme di fpecie di iera di Galeno; & fi *ara palleggiare coperto di panni. Della febbre ternana. Cap. XVI.
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A febbre terzana è febbre humorale caufata dalla moltitudine , & ®efmttl°'
foprabondanza della colera gialla putrida . Ella fi conofce dal- l'hauer il cauallo ogni terzo giorno la febbre , òaccenfione ; la qua-Segm ' le comincia da gran rigore, &fuol finire in fudore; &dallafuaetà §»ouenile, nellaquale per lo piùfuoleauenire tal febbre ; e dalla compledìone calda,e fecca di quello, e dall'habito gentile, e gracile del corpo; & dalThauer e§li durato, fatiche,& patite vigilie grandine caldi ecce(Tìui5e to'.erato fame, e Cangiato cibi caldi,& fecchi, & in oltre dall'anhelito grande, dalla difficoltà ^el refpirare,dalla grauezza,& doglia dei capo,& dalla fete intenfa fi conofce lal febbre, & dal calor grande di tutto il corpo, & dalla lingua, ■& dal .palato, afciutti,&grandemente caldi. Generafi quefta febbre per lo più neirettatc-,& 112 i paefi caidi, & fecchi. Per fanarlo fi terrà il cauallo infermo in loco frefco, Curati*. *0tttano da ogni rumore; & quando gli verrà il freddo,con panni fi coprirà;& m' gettando la declinatione del male, parcamente fi nutrirà con cibi di poca io-Cti)i' jj^tizaji quali fiano di potenza freddi,& humidi,come fono le foglie di vitesdi *5lice,le cime delle canne faluatiche,la gramigna,la latcuca,rendìuia, & altri ^toili; & fé fofle bifogno vn poco di fpelta,ò di vena; & incominciando à mi- §lìorare,fe gli darà orzo pilato, & macerato nell'acqua; crefcendogli a poco a foco il cibojfecondo che la febbre andrà fcemando, & migliorerà l'animale; ce fé gli darà a bere acqua d'orzo fola,ò mefcolata con giulebbe violato,acqua £ here;r jji liquiririaj& beueronì di farina d'orzo con giulebbe violato,- & fé gli cauerà &Z. ■ . ^tigue à baihnza dal collo>& dal palato; & auantiìl cibo fé gli faranno clifte- rmpr,t/ 'I tepidi,che humettino,& mollifichino il ventre,& euacuinole materie com- uni; come i fatti di decottione di malua, di madre di viole, di brugne, di li- ^uiritia,di marcoreila,& dica(ïia,conzuccarov& olio violato; & d'altri finali ^dicamentij &fe gli trarrà giù per la gola, bifognando, medicine piaceuoli nfedici~ pcendoli ftare fei horeinanti,& fette dipoi fenza cibo)come fono;quella,che } compone con acqua d'orzo a baftanza, zuccaro fino oncie tre, giulebbe ro- ^o oncie quattro ; & quella che fi fa eon acqua rofata libra vna, mele libra ^eza,giuiebbe rofato,zuccaro ana oncie tre, feme di zucche oncie due, màna v J^ie quattro,caffia oncie due; & quella,che fi fa con dieci rodi d'voua,aifun-
jp di porco fenza fale oncie fei, cafsia oncia vna, iera pigra oncia vna, vino *^hieri due,dafsi nel tempo, che il cauallo comincia a mangiar bene,& non f ritïla;& fé il patiënte haurà gran doglia di capo,fe gli porranno fopra la fron- cwatiom tj r,percufsiui fatti con feme dilattuc3,diporcellana,di.iufquiamo,polueriza- deUa, f0' ^ c°n bianco d'voua;ouero fatti con polue di rofe,farina d'orzo,acq uà rofata, f " ' ^Cptoa & biancod'voua, mefchiati infieme, & fatti informa d'empiaftro, & fo f°pra pezze di lino*& fé gli cauerà fanguedalla coda tredeta lontanodal * f*ra.nie di dietro; auertendo, che fé detta terzana col parofifmofuopafferà Io mfn™r^
cuatl° di dodici hore, farà, & chiamerafsi terzanabaftarda ; la quale pei ò vien w ata co«"ne la prima, eccetto che nel preparar gli humori, & dura più della * ^na elquifita. Onde fé indetta febbre fi adopreranno i beueroni «di farina B $ d'orzo^
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20 Delle Infirm itadi
d'orzo,& fimilijdentro i quali fiano bollite le radici di finocchi>di petrofc*110'
Io,& d'altri tali curerafsi tale con ragione. Delta febbre quartana intermittente. Qap. XV Ih
A febbre quartana intermittente è febbre Humorale, caute
dall'humor melanconico foprabondate, e putrefatto ne iva^ minorici che danno fegno il vedere,cheil cauallo ogni qua ' tro giorni haurà la febbre,la quale incomincierà dal freddo»** |
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Definitie.
ne. |
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Sediti delle»
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, lacomplefsionefredda,efeccadiquellc,eleiTerfieglinuf'1"..
eanfi, m*s^r~®9 j.. e^. grofsi) e terreij & j| dolore, & la grauezza del capo» & occhi numidi, e melanconici ; generali per lo più nelli caualli becchi, fotti!' 0
curate* corpo,&neirautunno,& nei tépidifeguali.Si curerà tenendo il cauallo in \oc 9h caldo,& ben coperto di panni,& mafsimamente nel tempo del rigore lonta11
dai venti,e facendogli fregagioni leggiere,per rarificar la pelle,& adottigli*1
la material (ì mouerà piaceuolmente,& fi nutrirà di cibi,i quali nófiano ve'1' cifa tofane grofsi,ma leggieri,temperati,& facili da fmakirejcomefono ceci ro'5*'
fieno afperfo d'acqua di mele,raffano,appaio, finocchio,orzata con zucca*0' decottione femplice di ceci rofsi, brodo di gallo con pan grattato ; decotti0' ne di ceci rofsi,dentro la quale fiano bolliti calamento, pepe, & cimino, & qua d'orzo col mele j & fé gli daranno per bocca la mattina ne i giorni non j°' fpetti di febbre, polue di radici di centaura minore, di polipodio, di epitlj mocol vino,òlagentiana con ottimo vino,ouero polue di germana, itnpefj toria, mirrha,ariftolochia tonda, bacche di lauro, oncia vna di ciafcuno» $. lmmi, perati con vino ,• & lenitiui leggieri, come fono la decottione de i cauoli,ficD4
sdmm. & aqua di mele, & brodo di gallo vecchio col polipodio; & medicine legglt?
Mediò-, re euacuatiue dell'humore peccante, facendone di bifogno, come è quella pe' che lì compone con decottione di ftecade, boragjne, bugloiTa, capeluenetf'
vua paffa, anifi, polipodio con cafsia tratta, &diacatolicon, effondo 'tato'
notte digiuno; & dipoi facendolo ltarc fenza mangiare per fei hore. Cue è *• ^eni" auerCire 5 che nelle febbri procedenti da materie melanconiche, non fi dan^. |
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WenjtQ,
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medicine in principio fé non lenitiue, & che habbiano forza folo di feruittf
per bocca i nel fine del male fé gli gettarà giù per ia gola la teriaca con vn bJ chiero di vino; ola teriaca,& lo ftercodi rondine,òd'huomo,fecco,& pol^' rizaco j & fé gli faranno clifterij di decottione di lena, di epithimo, & 'd'öj ' viaiato,lale,& mele;ouero di decottione diboraggine,bugloifa,viole,ftec^ ' follicoli di fenaj& cafsia trattajhauendolo prima infanguinato,fe fia bifog0.^ douendolì andare molto cautamente, & riferuatamente nelcauar fangU*1^ quefta febbre, per effer il (angue il freno, & temperamento di quefto hi"11 freddo,& fecco,eflendq egli caldo,& humido. J>ella febbre ardente. Cap. XVIli.
fti
mfimtio- -JJI^jJ^I A febbre ardente, è febbre Humorale continua, caufata in ^ |
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animali da gli humori colerici corrotti, & putrefatti nelle vC e„
& arterie maggiori.Taì febbre ogni terzo giornofà nuouoa*v
w fci mento,ò nuoua accefsione,& ciò procede ò per la mala '°r^jte
rk d'eifo cauallo, ò per hauer egli tolerato grandifsime fatiche,& alcuna'
fame*
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De' Caualli. Lib. I. 21
*ame. Hora,che tali humori fiano di quefto cagione,moki,& quafi infiniti fé-SegnL
pi ne lo potranno ageuolmente moftrare,come la compleffione,& tempera- la del cauallo calda,& fecca;Ia corporatura fua magra, & raraj'età gioueni- ej' aerecaldo,&fecco;generandofì per lo piùquefta febbre neireftate,& ne i Raefi caldij& fecchi.Lo dimoftrano ancor il vitto paflato del cauallo patiënte, ..ecce(fiuo dolor del capo,il vehemente calor di tutto il corpo fuo, la lingua,& 1ÌPalato,negri,afciutti,& oltre modocaldi,gli occhi roffi,& gialletti,la bocca, ^da eflblo fpirato aere molto caldo,il fudar per tutto il corpo,& dipoi rafciu- *?arG per fé ftefso,il caminareà trauerfo,iI tremor del cuore nel colmo,& ftato pjla febbre,& la fecchezzadella pelle;& eiTendo tal febbre molto pericolofa, curano- l^eue con grandiffima follecitudine attendere a fcemar tal calore, & humet-^' /•*' il corpo del patiënte cauallo,& difoppilar le parti,fregandolo con le necef- ?rie vntionijper la qual cofa fi terrà in loco ofcuro freddo,& humido;lontano aogniftrepito, & romore, & d'ogni forte di calore. 11 primo giorno non fec^'- 'jwdarà mangiare,- dipoi fi nutrirà parcamente, & con poco cibo, & di poco perimento, & di facile digeftione, & fiatacene rinfrefch'i,& humettij come °^o la gramigna, l'endiuia, & gli altri porti nella curatione della febbre ter- .ana;&fegli darà a bere acqua d'orzo con giulebbe vioIato,acqua di liquid-llbere' jla>t>eueroni tepidi di farina d'orzo con giulebbej& fé gli cauerà fubito fangue cauar fan i1 ^olta copia ò dal collo, ò dal petto, fé la febbre dipenderà dall'abondanza è* e,gli humori,& particolarmente caldi,& dal palato;&fe gli faranno ogni dì, Jriftia chefi cibi, duo clifterij tepidi, f vno la mattina, & l'altro la fera; li quali C^CT* q°tino da gl'inteftini la materia, & le feci, & humettino} & rinfrefehino le ledette parti, come fono d'orzata liquida, con olio violato, zuccaro rofso, ?rli d'voua Cerna. fale;& cflendone bifogno fé gli potrà aggiungere oncie due ^ca?Tìa per clifterio:& quelliche fi fannocon benedetta,decottionedi malua, J*adre di viole,olio rofato,& violato oncie tre di ciafeuno, & oncie due di mei j°kto, ouero con decottione di bieta > malua, mercorella, feme di finocchio, t5tltro la quale fiano difloluti caflìa, mele violato,benedetta,olio violato,duo f°rli d'voua,& vn poco di fale, i quali deuono elTer in gran quantità} & fi deue *r°gni opera, che il patiënte lo ritenga più tempo, chefipuòjpercioche, |
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^oto più lo riterrà, tanto maggior giouamento gli apporterà. Et per bocca
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llCt'
ne.
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k pjicine piaceuoli fé gli darannoj& efsendoui gran dolor di tefta,fi cercherà
legarlo, & rifoluerlo, ofseruando gli ifteflìrimedi), &giiifteffi modi, che ubiamo detto nella febbre terzana. 'Delia febbre cont'inuaper cagione della flemma. Cdp* XI Xn
A febbre continua è febbre Humorale caufata dalla pituita, detta %?****'
anco flemma, moltiplicata, & putrefatta nelle vene del patiënte fle^ corpo, & dall'oppilatione fatta dalla groflezza, & vifeofità della-, ì0r^^a. Elfa per la copia, & dette fue qualità accende, & infiamma il ca- <w furale, & interno del cuore, effenza della febbre, come s'è detto 5 & C Riorno verfo la fera s'accreice, & s'accende più, & produce nel corpo <L Rimale infermo vn calor rimeflb, & minor afsai di quello, che dalle ar- ^ .tl febbri procede ; e tanta copia di flemma ne i caualli generar fi puote, & Cagioni. tje.t^g0 otio,& dall'hauer mangiato cibi flemmatici,& freddi in copia gran- "^onde vedradìquafi fempre il cauallo da tal febbre oppreiìò,efler graffo, segni.. B 4 &di
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'zi Delle Infirmitadi
& di compiendone humida, & fredda ; & la vita fua pafsata efser fiata otP'
poliedro,© fatto,ò vecchio, ch'egli fia; & il calor della pelle efser fiacccyitf^ ìo, & poco più del naturale acuto ; & la tetta piena, & grauc, & rutto il c°rP pigro}& tardo; gli occhi gonfij, pialletti, & pieni d'acqua; & l'orecchie ba*5' & dimefse.Generafiquefta fpeciedi febbre per lo più nel verno, & nell'autu no; & nelii caualli giouani, & nelli vecchi ; & ne i paefi freddi , & numidi? quando lo ftomaco, & le vene pofte intorno al fegato fono offefe, ilche fy? auiene. Et benché tal febbre fia difficile da fanare,per la vifcofirà,e tenacia grofsezza della materiata quale per le dette fuequalità tardi, & diffidimi cnmHo- fi può rifoluere;nondimeno fi farà ogni opera da noi podìbile per ridurlo a |
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MCa
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f" nità;tenendo il cauallo infermo in loco caldo, & fecco,ò naturale,ò artifici?
&ben coperto,& facendolo mouere, & pafseggiar piaceuolmente ogni gj0 no, & tenendolo appefo alto per lo capo con la briglia in bocca, acciò nei' ftalla ancora faccia efsercitio, & lì muoua ; & roafticando la briglia fcenu* dalia tefta li molti humeri flemmatici radunati, & generati inefsa. Se gli*. Fregia-» ranno ogni giorno ancora le fregagioni fecche con le mani contra pelo j ƒ * olio di cammomilla, vino,& aceto, & radici d'appio, & d'acqua dolce m&c., late infieme,chedi molto giouamento gli faranno, difoppilando quelle par ' dipoi con vna pezza di lana fi rafeiugherà bene, & fi euacuerà con clifteri) , differii nitiui fatti con decottionedi polipolio, di bieta,di mercorella,con mele,^ fia,ò iera pigra,olio commune, & fale, ò con clifterij di decottionedi carni*1 milla, incenfo, ruta, malua, madre di viole, con olio di feme di lino vna li^ caffia tratta onciequattro,fale meza libra;&fé gli caueràfanguebifognafl0 dal palato,ò dal collo a baftanza;& fé gli daranno la materia a digiuno beu3 $f~edicme de,che aprano foppilationi,& alterino gli hurnori freddifefsendo ftato prtn i 4.k?mm. |n aftinenLa,ne facendolo dipoi bere,ne mangiare infino all'hora del vefy0' come fono:quel!a,chefi facon gentiana oncie fei,ariftolochiaoncic quatta ' acetofa oncie tre, hifopooncie due, afsentio, fichi ana oncie due, feme d ap oncie fei,ruta manipulo vno,& mezo, bolliti nell'acqua, finche calino il ter* Et quella di poluedi bacche di laurooncie due,mele oncie vna,vino,& acfl^ di ciafeuno oncie cinquejò quella che difoppila folaméte, fatta di femed'aP po!uerizatoonciedue,vino oncie due, acqua oncie quattro, incorporati ifl1^ Medie*- me.Se gli potrannoancora dare a bere(quando fia bifogno)medicine lenitJ., mkmtw. cJie vuotino je materie communi ; come è quella, che fi compone con gentl[(j na, ariftolochia poluerizati ana oncia vna; caffia trattaoncie tre, incorp0^, con acqua d'orzo ; alla quale fi potrebbe anco aggiungere oncia meza di *t>v rico j aceioche meglio purgafse gli hurnori flemmatici, & grotti ; & la àec°j tione lenitiua d'vn cagnolino con zuccaro, che habbiamo detto di fopi^i capitolo della febbre ardente, la quale è di molto giouamento nelle f^ flemmatiche, & melanconiche; & quella che in quefta guifa fi fa,cioè con y cottione colata d'vn gallo cotto con le penne, & confumato, garofali,c,n ^ momo ana libra vna,reubarbaro, pepe longo ana oncia vn terzo,ca(ïïa, acJj.je d'endiuia,5t di buglofsa onciequattro,acqua di fumoterre,zuccaro fino0 '^ cinque, conferua violata cncie due, manna oncia vna, dieci rofsi d'voH3'^ corporatoogni cofa inlìeme. Laqualeancovalenellefebbricomportoc fìCo |
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gm, due terzane, & nelle quartane. 11 luo cibo farà nell'eftate temperato, &V fo<
nel reftante, caldo, & fecco, come apio, fieno bagnato con acqua din -^ja, glie di faiice, femola col mele, paftoni di femola con mele, polue diWJ & dit>at
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De'Caualli. Lib. I. 23
& ài bacche di lauro^ceci rodi, acqua d'orzo con zuccaro,acqua di mele,& di
*Uccaroj& beueroni di farina d'orzo,ò con farina di grano>col mele;& decot- tjpne di ceci ro(Iì;&fe il cauallo folTe debole,fe gli getteranno perla gola rodi ^ voua con vino,& altre beuande foftantieuoli. Della febbre quartana continua. Cap. XX.
A febbre quartana continua è febbre Humorale, prodotta dal- Definition
rhumoremelanconicofoprabondante,&putrefattonei vali mag w* giori.Si conofce dall'hauer il cauallo febbricitante continuaméte male, & ogni quattro giorni alterarli maggiormente, & per il ca- lor efteriore rimefso,& fiacco,che à poco à poco va crefcendo3& ^1 fare gli escrementi neri, & hauer la pelle fecca, & dura; & gli occhi numi- di, & annebbiati, con alquanto di grauezza di capo. Tal febbre più di rado* f he l'altre trauaglia il cauallo,ma è lunga,& diffic ile da curare,& generarfi per '° più alli caualli di complellìoni fredde, & fecche, & nell'autunno ; & fpefse volte fi tramuta in hidropifia;& fi cura,come habbiamo detto curarfila febbre OT. Mmi*~ Melanconica intermittente. Della febbre peflilent'tale. Cap. XXI.
T la febbre peftilentiale è febbre maligna caufata da gli humeri ^f"itio-
corrotti, & venenofi; la quale non folo come calore ftraniero,ma afsai più con certafua qualità venenofa trauaglia, & affligge il cuore, & tutto il corpo • Generali quello morbo nelli caualli da Ragioni interiori,& efteriori. Le interiori fono gli humori corrotti, guaiti, ma- cigni , & fatti tali ò da fé fteffi , ouero da cagione alcuna interna corrottiua_, • ^efteriori fono ì'influfso, & rauolgimento de i cieli; la corrosione dell'aere » Eji odori puzzolenti, & corrotti; i cibi, & l'acque corrotte, & venenofe, man- cati, & beuute in copia grande. Quelti fono i fuoi fegni, cioè la grauezza; e'1 Se&m ' ' >^ore del capo; l'orecchie dimefse, & fiacche; la pelle fecca,& durajvn fudor lacerto, & freddo* la laflezza,& fiacchezza del corpo ;& di tutte le forze; l'an- dito difficile, & fetente ; lo ftender' 1 fianchi con lungo finghiozzo $ la ferc^ ^andiffima, & l'infocato calor di tutto il corpo ; le feci, & l'orina, & gli altri frementi del corpo fetenti;la lingua fecca>nera,& afpra; & la bocca fecca,& ^olto calda. Si cura euacuandolo prima ogni giorno due volte con cliltenj ne.uram' ^acuatiui di tal materia malignai dalle feci inteftinalbcome fono li cliite- cmitf iì di brodo di gallo, & di quattro rofsì d'voua con olio rofato, & fale. Dipoi ™"cmn~ e§li cauerà fangue, fé il male farà nel principio fuo, & quando fia gran biio- cwf*» jp>5hauendoriguardo alle forze, & alla complefsione del cauallointerrno;^' pcioche in queTte febbri tanto maligne, pretto cafcala virtù dell'animale • j 0r« gran riguardo dunque fé gli trarrà fangue prima dal lato deliro dei col- °3& poi dal finiftrojouero prima dal petto, e poi dalle gambe,& dalle tempie j^co, fé farà bifogno. Fatto queito, fé gli getteranno per bocca teriaca difso- Medicine ^ con acqua d'acetofa, ò poluere di fmeraldo con acqua rofa, e vn poco di Z^S, «on vino,per conferuar la virtù,ò poluere di feme di cedro,di iormentilla,di & veleno {£ralli>di rofe, in egual quantità, con acqua rofa, & vn poco di buon vino,ò d£lj* "#*• Cco di verbenaga? ò fterco hnmano poluerizato con vin bianco > ò bolo ar- meno |
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% 4 Delle Infirmitadj
meno Orientale di color luteo, & anco di color giallo, & acqua rofa; ò poiu^
re di bettonica con vino folo nel yerno,<5k con yino,& acqua rofata nell'eu^ Òladecottionedibettonica,diverbenag3,ditormentìillafattaconvino5o1 gli daranno ogni giorno a bere col corno d'aloe parti due,& di mirrha,& v°' co parte vna, con vino; & quefto è rimedio da preferparfidalla pefte, & g'0"3 molto anco a gli humori maligni,& venenofi,rimouendogIi da tale loro rrwa qualitàjòla decottione delle radici di tormentilla,rimedio ottimo a tutri i v£* lenii & fé gli vngeranno i tefticoli di olio onfacino,d'olio di fpica,con polue^ di cinnamomo, di garoffali, di rofe, di fandali citrini per fortificarlo ; & fe tr lauerannofpefso le narici Je labbra,& i tefticoli con acquarofa,vin bianco^ aceto rofato;& fi terrà con la briglia in bocca; all'imboccatura della quale?oj. mezofia attaccato vn picciolofacchetto, oue fiano polueredi torment-ilia^ yerbenaga, di bettonica, di piretro > &dicinquefoglio, ò alcuno elettuari0 compqfto di dette cofe ; accioche manicandole, fcendano i molti humori oc' capo:& defeendédoper la gola tali medicamenti,rimuouano da i maligni hU' Maflka- mprj jj jQr Veleno. Per tale effetto ancora fé gli faranno manicare bacchetta
d i lauro, & radice di tormentìlla, le quali vagliono molto contra i veleni, & '* Fregagio- pefte. §, fe „jj faranno fregagioni leggiere ; & fi farà fudare, & vngeraiTì co°
Vnnoni, l'vnnone d'oljo di mandole amare, nitro, & acqua, tepidi,& altre fimili; fi *&'
ràin italia frefca,ouefo temperata,& in buonletto,intorniando tal loco di & fé, le quali rinfreschino J'aere ; tra le quali fono foglie di falice, di vite, di ca&' ne, afperfe d'aceto, & d'acqua mia; tenendo aperte folamente lefineftrepoö6 Suffumi- vedo uriente,& Occidente; & facendogli profumi, òfurTumigij di cofe odo' |
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ft" riferei quali fono le feorze di cotogne, di pomo granato, di mirto, di cedro*
di canforati fandali citrinì,di rofe,di viole,di maftke, dinoci mufehiate, #
di cinnamomo, mefeoiati in eguai quantità infieme j & mettendofi inluogj! baffo, & ben chiufo d'ogni banda, fotto il capo del caualloinfermo vnvafod1 viui carboni; & fpargepdoui fopra dette cofe in modo, chetai fumo entri p&'
la bocca, & per lo naib di quello compitamente, & molto meglio è curar qu^ fte febbri con medicamenti, li quali eftinguano la venenofità, ò la maligni^ occulta de gli humori, che con medicine, le quali purgano; perche rimofla£ Fitto, mala qualità predetta,cella con effa tal febbrq.Si nutrirà parcamente con ciW freddi , & fornii, li quali fiano di faci! digeftione, perche pollano elTercb?? cotti dalla debole virtù del febbricitante; come fono lattuca, cndiuia, graffl1' gna^ogliediyitejdilalice^cetofa^fimilb&pocofienoiacquafredda^cq113 d'orzo:& fi ricrearà con varieforti di beuande, come è vino bianco folo,ò cojj acqua loia; fé la virtù farà debole, con beueroni di farina d'orzo,ò di grano?^ paltoni di lemoia freddi,- òdi farina d'orzo incorporata con alcuna delle p°- ùeri contra la pefte,dctte di fopra;òcon lapoluere del cocomero ialuatico* 'Pelli catoncelli, @J enfiagioni peftilentìalL Cap. XXIU
Qfciache noi habbiamo trattato della febbre peftilentiale >.
maligna ; fegue, che de i carboncelli, & enfiagioni peftilenrt* '
& del contagio diciamo, come di quelli, che dalla roedefim^ „
gione deriuano, dalla quale la febbre peftilentiale dipende^'
molte volte alle dette febbri feguir fogliono, & dopo quelle v
nerarfi, per l'abondanza del detto humore. Se nafeeranno adunque per 1? ?
lignea
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De Caualli. Lib. I. 2?
'Wade gli humori con la febbre maligna fui corpo dell'animale febbrici-
/*nte5 & matìimamente nei luoghi emuntorij, & glandulofi, fra il collo, & le afcelle, era le cofeie preiTo i tefticoli,& nelle glandole fpugnote, che hanno i
J^alli tra l'vna,& l'altra fpondadel detto preüo il cuore,tumori,ò enfiagioni ï^'gne, & venenofe : le quali fogliono in pochiflìme hore cagionar la morte n1 filerò animale j ouero fé appariranno fu la fchiena, ò nei lati certi tumori, vfcere picciole, &fpefse, quali i volgari nominano carboncelli t tal morbo
^compagnato con la febbre maligna,, & peftilentiale è chiamato da alcuni il JJ^edel Mazzo, ò la peftilenza. Si leuarà incontinente ranimaleinfermo dal m%2'1 J^fortio de gli altri, & fi metterà in difparte; acciò non s'amalino per conta cw«- b,Qgli altri animali;& fi procurerà con ogni diligenza d'eftinguer tali carbon- ne' e"ù & tirar fuori perii loco della poftema, ò enfiagione quella materia vene- ri però fi porrà fopra il loco poftemato rodi d'voua ben falati, & ftefì fopra f}rfwpa ^3 pezza di lino ; rinouandogli ogni hora; perche tal'empiaftro ha forza, & a'ore,d'ammorzar,& fpegner detti carboncelli in ifpatiodi vintiquatrroho- e$òs'irnpiaftrerà il luogo affetto con la fcabbiofa ; la qual dicono moki eitin- jper gli antraci,cioè li carboni perliferi in ifpatio di tre hore; & fi porrà fopra j^fiagione venenofa fromento cotto, con olio, & fale; ouero il culo pelato ,v& gallo viuo,lafciandouelo fopra tanto, che muoia, & rinouandolo (racen* °oifogno) peroche tira fuori quella materia venenofa; ilche bifogna procu- re in tutti li veneni. Dipoi fi ventoferanno, & fé gli daranno tagli grandi, & fmofe. ^fondi ; & fi cureranno con cofe appropriate, lauandole con aceto rofato, fi qual fiano bolliti pomi granati,dittamo,appio,mele,&vn poco di teriaca; Riterranno longamente aperte, acciò fi efpurghino bene gli humori j & ef- ffeatijfi faranno riempire di carne.Si potrà ancora(non volendoli vfare il ra- po) adoprare il cauterio attuale, dandogli due, ò tre botte di fuoco con ferro Fmo' rfbcatojaccioche quella materia venenofa porta vfeir fuori,il quale e il mem- j*° amalato coforta,& è rimedio ficuro. Dipoi fé gli metterà fopra vna cipol- **perta per mezo, onta con la teriaca, curando l'vlcera, che rimane, come fi }x*no le viceré maligne, mondificandola prima con farcocolla, & mele d'v- jMe pefo;& fé con quefti rimedi non fi fanerà il cauallo infermo, il più ficuro lI11edio farà ftargli lontano, & fare che gli altri animali fé gli allontanino, & *nginopaefe,- à quali fi daranno beuande,le quali gli riferuino dalla pefte; jf^U fono il bolo armeno Orientale, & la poluere di bettonica col vino ; & li Adedicint p*tà nella femola, che hanno da mangiar poluere di dittamo, d'angelica, di ^2£ perniila, & bolo armeno Orientale; & nell'acque, che hanno da bere fan- JJJfe.4 jp'ca,la tormentilla, eiafaluia,e'l marrubio petti j percioche(eflendo tal mal ^agiofoy) velociflì marciente trafeorre, fé non gli è prouifto, in deftruttione h!^CCl gli aitri »non folamente, che dimorano nelle ftalle ; ma etiandia, che V^e §ren§ie fi tengono a pafeere, & de gli huomini ifteflì ; pafsando fpefse-» oltetal contagione dVno in altro foggetto. 'Della contagione» Cap. XXIII,
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|A contagione è vna mala, &perniciofa qualità corruttiua del cor-
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. muo-
ri e. |
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I pò , ò vogliamo dire del compofto , nel quale fi troua ; fimile
Co/^ * quella onde è proceduta, atta a communicarfi, & a pattar'in altri P' • La cofa che communicala contagione, &quelia, che la riceue, hanno la me-
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26 Delle Infirmi tadi
— «
la medciìma venenofaqualità,atca a trapafsard'vnoin vn'akro/oggettoafl
mato.&inanimato perfpecìeinfenilbili,ò per vapori malign^&fottihjliq11 li foggetti infettati di tal maligna,& venenofa qualita,in breueiì corromp0"' Amedei- Le fpecie,ò differenze de gli infettati di tale contagioso infettione,& 'x „,
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la tonta
gione,
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tatione fono tre; IVna delle quali col toccare folo infetta col mezo della puj* •
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dine,ò putrefattione, come fi vedefpefle volte farfi ne i frutti, i marciai"
quali corrompono, & fanno putrefare li buoni, & fani col toccargli; l'altra»0 tra che infetta l'altre cofe col toccare,lafcia ancor nella cofa toccatale inrett ta daeffa vn fomite,&feminario,ò vogliamo dire vna potenza,&occulta^ lità d'infettare anch'ella nel medefimo modo altre cofcatte, & difpofte a rjC uere tale qualità maligna>& venenofa;come fono la lana,il bombace,il panlJJ §? altri di limile natura, & qualitài conciofiache il ferrose pietre,l'oro, &a' frali corpi denfi,& duri non riceuano tal venenofa,& mortifera qualità.LaJe £a, & vltima, non folo col toccare infetta, & lafcia nell'infettatacofa da ei* Ï potenza d'infettare l'altre cofefirnilià fé, ma può tal fua contagiofa Qua jj ageuolmente eifere tranfporrata da ella ad alcre a lei Ornili cofe pofte in p3 ^ ftranieri, & lontani ; come alle volte veggiamo auenire nel tempo della Pe. ^ lenza ; che da i venti, ò per altri modi da remotifsime regioni in altri luogP Curano- trafportata; perilche ogni animale tocco da qual fi voglia forte dicontag1^ '- ncfideue leuare,& rimouere dal conformo de gli altri; & attendere debbia11], fopra tutto,volendolofanare, alle infezioni delle febbri peftilentiali, & &ì gne, curandole (come habbiamo detto) più con rimedi, & antidoti, i qua». nmouano per proprietà occulta, che con quelli, che per loro proprietà m^ fefta fogiiono fcacciargli; non tralasciando peròl'intentìoni proprie di citf' le fcbbn,alterando le qualità eccefsiue, come il calor grande col freddo>&' cidendo gli h umori vifcoü\& tenaci, & in fomma leuando via tutte l'altre., gioni,quale è l'oftruttìone, le quali pofTono produrre tali febbri, comefebp1 rimettendomi nel reftoà quanto hanno diffufamente,& prudentementeics |
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Mali 1
pafeono potagione |
s to nei loro propri) trattati di tal materiai prudentifsimi Medici.NafconoPjj
* contagione ne i caualli il mal del verraeja rogna,la fcabbia,la lepra>& altfr |
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quefto ordine;i qualiibeoche non habbiano hauuta la lor prima origine da^
gioniefterneinafcendo da ftianifefta putredine generata nel corpo loroj^
dimeno fatti malignvpotenti, & grandi infettano gli affetti da quelli per f tagio gh" altri animali dà gl'ilteisi mali; perciochc il male del verme s'app^ L ancorché fia generato dafe, &trapa(Ta dall'vno all'altro col toccare, & O» fpirare; Et cjuando vn•■ causilo è fiato morfo, ò tocco più volte dayn'altr0 uallo,il quale di detto male patifca,ò conefsofolamente è ftatqaccompa»^, to nella Italia, ancorché daquello fiaftato lontano, s'infetta di tal male j P.^ cioche penetrando, &ferpcndo à poco a poco infenfibilmentequella ^ A qualità molto penetratiua per il luogo tocco, & perii pori della carne >P .tj corpo,ò entrando ne gli polmoni de gli altri animali con l'aere infpirato/ f. gli humori del corpo à poco à poco s'infettano di tale mala qualità, & Afa' romponojper efsere in quefto morbo, oltra la malignità degli humorijla ^ eia contagiofa;la quale infettagli humori del corpo,&l'vfcitadi quelleP-n. Je infetta le parti del corpo da ella tocche,& la rogna,la fcabbia,& la lepr. p, fettano col toccare i corpi de gli animali,& l'altre cofe & lafciano i caua fettati di quefti mali ne i luoghi, ne i quali fono ftati,& nelle cofe ina^^li tpcche da efsi, la contagiofa malignità, & la potenza d'infettare ói ta'4 • |
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De Cauaili. Lib. I. 27
§ù' altri animali, che vi vanno, ò toccano le dette cofe; de i quali parlaremo al
Prefence quanto comporta la ioggetta materia. "Delia lepra. Cap. XXIIII.
A lepra dunque è vno cancro vniuerfale di tutto il corpo, ouero è Definiti*
vna infirmiti velenofa fondata nella melanconia, che cangia, & m' muta la natura di tutto il corpo. Queita non folamente affalifce, & corrompe la pelle, & le parti di fopra del corpo ; ma quelle di dentala carne, le vifcere, & l'ofsa ancora. Et quefto male alcuni Cagioni, '° portano feco dal nafcimento, altri lo pigliano per contagine, & altri l'ac- ^uiftano per propria intemperie, & difordinato viuere. Lo portano dal nafci- mento quei cauaili, che fono flati generati di feme di padri ch'erano all'hora, ^Uero erano fiati pria leprofì. Per contagione lo pigliano quando dimorano con animali infetti di quefta malatia. Per propria intemperie l'acquiftano Quando la colera nera,& atra abonda afsai; ilche auiene quando ò il fangue,ò j? melanconia, ò la colera gialla oltra modo è adufta, & abbruciata ; perilche ^ole quefta lue afsalire quegli animali, che infpirano aere corrotto,ò che raa- ?lanocibi muffati,corrotti,&guafti;ò che mangiano troppo,& mectono cibo ^digefto fopra i'indigefto;come auiene fouente alli poliedriche tolti per tem , P°dallemadri;& non ancor robufti,fi conducono alle ftalle,& priuati di quel-
libera digeftione,che faceuano per le campagne,fono coftretti di ftar otiofi, ** rnangiaraflai,& digerir poco. Quando incomincia quefto horribil maleja Segni. JfUefotto gli occhi,nelle labbra, & nelle nari muta il fuo naturale colore, & fi 3uoranera,hor bianca, & hor roflïccia; fi come tutto dì vediamo venir nella ^orfea,- pertiche tengono alcuni elfere tre le fpecie della lepra, fi come tre fo-> **o le differentie de i colori ; & il cuoio fi fa per tutto il corpo più duro, più af- Pro»che n^.n era primieramente,& maffimamentenel moftaccio,& nelle gam ^fpingendo fempre la natura a gli eftremi gli humori cattiui; & il cauallo è ^rdo,& lento neli'andarejtiene il capo chino, gli occhi ferm i,& la lingua,& la ?ccaalciutte,&bollentiilafchienatalmenterigida,&ritirata,chenonfipuò P,egare,il collo incordatole gambe gonfie,& gli efcrementi del nafo,& della JJ°cca fchiumofi,& fanguinofì; & Sa lingua infiammata,& brutta,& gli nafco- *j° nel moftaccio,nel collo,nelle gambe & per tutto il corpo delii brugnoli;& ^leglandole,ò delle vefciche,ò blozz.ole,& piccole pofteme piene rì'humori ^enu(lìmi;& fé gli veggono nell'ale del nafo crofte di color nero,fanguino~ J?\che cafeano, & rmaicono di mano in mano ; & nel moftaccio, & ne i fian- j^5 & nelle vnguinaglie le vene rigide, & gonfie; ammalTandofi, ò congeian* jr^iui il fangue;& gli occhi fieri,fofchi,& ralligni. Ultra di quefto pigliando f \%k vigore,i peli cafcano,l'vnghie fi leccano, & fi fendono; il cuoio tuttofi f Wrido,fecco,afpro,& pieno di crofte,& di fquame nere; & la carne fi con- ^ l?*aj& ogni di dimagra più; & il cauallo tofse afpramente, & fpirs fiato puz- ^ etUe,&con diffìcultàrinata,&non può nitrire,eiTendo daneggiati j potorio- li & la via del fiato, & quelle parti, che concorrono a formar quel fuono ; & p ando è poi fatto grande,è l'animale horribile,&fozzoda vedere j& ha ilcor- ^el?600 cl! ^e<^ vlcer^ordidi, & virulenti, & mailimamente neireitremiti, c J Pecchie, nelle labbra, nel nafo,che fouente ne vengono à cadere; & ogni ^ * fi putrefa j & fi corrompe j & quella lepra è più graue, & maligna, che ha fromflm, iegni
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2 8 Delle Infirrnitadi
fegni più atroci,& grand i; non concorrendo fempre tutti ifegni vnitamente-^
jnfieme; ma hor quefti,hor quelli; efsendo quello male nuouo, e pocoafi potr3
curano- guarire,benchemalageuol mente; &efsendo antico,oueroefsulcerato,èincu- rabile;per il che leuato l'animale infettodalcommertio de gii altri,& purga*0
ben quel luogo doue egli è ftato,acciò altri nò s'infettinogli terrà in luogo cal- do temperatamente,& lì nutrirà di cibi,che pendano ò al caldo,ò al freddo,!2- condoj che fata la cagione del male, & che fieno facili da digerire, & che »u' |
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mettino,& ingiallino; riguardandogli da quelli,che generano fangue groft°>
$c da tutte le cofe che difseccano, & rifoluono l'humido innato ; & fi mouera Pregagio- pian piano mattino,& fera auanti il cibo;& poi fi faranno fregagioni piacete' nh li per tutto il corpo,per euacuar poi gii humori adufti,& grolTì,ò congelati;2'' fendo il cauallo ripieno di langue,fe gli cauerà fangue prima dal lato deliro ^
co!lo,& poi dal finiitro; ouero dal palato, ò doue più la malatia fi dimoltra,^' fendo però il cauallo robulfo, & gagliardo ; & di quel fangue mulo con acet0 SrTdeti s'vngerà ben per tutto. Dipoi per otto giorni continui per preparar gli hum0' humeri. r j?fe gli darà nella biada la polue della diapente^ la polue di mirrha, di ferpi1' lo,di centaurea^di ciafcuna parte vguali,mefcolatc infieme;ò le barbe di qoc°' ■EmclTr rocr0 ^e^uat^co agliate minutamente.Preparati gli humori s'euacueranno p# Tumori l di fotto con medicamenti,che purghino copiofamente,& valentemente quel" li trilli humori, come fono le foglie del cocomero feluatico date copiofamefl' te molti giorni mattinoj&fera.confieno^ pagliare fuebarbe tagliate minu* tamente,& pefte,& mefcolate con falnitro date in gran quantità con la biada» il fucco del cocomero feluatico dato per bocca folo, ò mefcolato con acquai melata,& alquanto di falgernma; l'elleboro nero mefchiato con vino,& acet° melato, & vn poco di fcammonea ; le pillole fatte con lardo dì porco ben pc' ilo, polpa di coloquintida, fcammonea, aloe, cocomero afinino, polipodio^ elleboro nero poluerizati,& incorporati infieme; purgato di dentro il cauallo» mentfeflel fi medicheranno la pelle, & le parti efteriori del corpo (hauendo riguardo aj< riori.' l'humor melanconico fparlo fotto la pellet con cofe,che rifoluano mollifichi' *av"' no, Scnettinoquella lepra; come fono i bagni fatticonladecottioneditierijj greco ben cotto,& fapon nero,ò con la decozione di calamentOjd'origanO)^ fenape, di bacche di h uro > di ferpillo, di nitro, vngendo prima del bagno1* pelle con butiro,acciò non diuentaiTe troppo arida, & fecca, & dopo ralciu*1 VntionU bene,con olio com mune,che rifolue temperatamente;& l'vntioni che fi fan11. con alcionio, nitro, mirto, folfo, fichi feluatichi,& aceto pefti,& incorpoi^ infierncò con orpimento oncia vna, ckdrammedue, folfo viuo oncia v*13' collocacene di lauro trite, di ciafcuno oncia vna e meza,calce viua, cera ^ oncia vna,& dramme fei,ttate in infufione, & macerate nel fucco delle ïo$^ del populo bianco,ò nella iiia decottione, & fatte in guifa di mele; ò con %o& bice vna brancata, nitro oncie cinque, incenfo s folfo, vifco ana oncie tf€>. mfntoni' dramma vna ; & molte di quelle che giouano alla fcabbia ; auertendo di & bagni j & d'vnger fregando bene contra il pelo3 & al fole nella eftate > & fle' Halle calde il verno. |
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De' Caualli. Lib. I. 29
Tiella rogna,& fcabbia de i caualli. Cap. XXV.
A rogna 3 & fcabbia de i giumenti è infirmiti nota , & brutta ; la Definitie-
quale riduce la cotica ruuida,afpra,fquamofa, & piena di crofte;m• oueroè vnapicciolaelfulceratione, che incita il pizzicore,ò cor- , • rode la pelle , & è contagiofa ; percioche s'appiglia col ftar' in vn pdefimo locojcol morderfi l'vn l'altro; con l'eiTer coperti dVna ifteffa coper- Cagioni. a)Con l'efser nettati con la medefima ftriglia,col medefimo pettine,& col me- dino panno;& con l'efser caualcati con l'iftefsa fella,& con gli ifteffi forni* J^&ti , & col mangiar alle volte la biada ? che fia caduta di bocca del cauaìlo J§nofo. Quefto male è di due forti, vna fecca fenza humore,& fenza marcia, spetiedd- p16 occupa lafuperficie fola della pelle ,• detta d'alcuni impetigine femplice;. ■rogm i^ra grafsa,humida, & profonda nella pelle,- detta pfora,& veramente fcab- ^•Nafce da molti,& varij humori alterati,& mefchiati infierite; i quali fi co- ;°fcono dai color delle crofte, & dalla marcia, che n'efce; conciofiache la gè- era ò il fangue folo corrotto, & adulto, ò mefcolato con la colera adulta, ò o0ti l'humor melanconico non naturale, ò con la flemma acuta, falla, & adu- S'predominando nelle mijftioni alle volte la malfa del fangue, & alle volte P.j humori. Nafce ancora quefto morbo dalle fatiche ecceffiue, &intollera- x% dal patir fame, detto perciò da Greci limpfora; per polue, per lordure, & j!et magrezza dell'animale. Si conofce quando incomincia, dal vedere, che SsviL limale fi morde il luogo infetto con li denti, ò vi fi percuote con l*vnghia,ò ^ ^u gli arbori fi frega, ò con le mura, per il pizzicore grande, che vi fernet. >JJandopoì è vlcito fuori compitamente, le crofte, & gli vjceri fparfi per lo ^Qrpolo manìfeftano. Occupa alle volte quefto male tutto il corpo; ma per lo parti eftreme,le gambe, le giunture^ crini, & la coda- Per cura del quale cw«.
%gna primieramente tenere i caualli infermi ripofati in luoghi netti, tem- m' ^ati,ò caldi,& guardargli dal grattarfi, & dalle lordure,dalla pioggia, & dal i.^do ; & nutrirgli temperatamente, cibandogli di foglie di vite, di cicorea, cibi. gramigna, di fieno bagnato, di trifoglio, di beueroni di farina d'orzo, d'ac- ca d'orzo col giulebbe,d'orzo,& fpelta,& altre cofe fimili,che habbìano vir- ïu<l1humettare,& rinfrefcare,& che fieno facili da fmaltirfi;ancorche alle vol- 5Mia fcabbia vlcerofa>& fquamofa conuengano i cibi fecchi, li fpefii efser- ^cJj, & la beuanda del diapente. Dipoi fé vi faranno fegni di pienezza, fé gli £***&&* o^erà fangue ò dalla vena confueta del collo,oda rincontri del petto, ò da igw' *Uchi,ò dalle vnguinaglie,ò da i gombiti,ò dalle cofcie,ò dalle paftore,ò da i ^Icagnij hauuto riguardo all'età,alle forze dell'animale infermo,alla cagione p male,& alle parti infette. Cauato il iangue,fi prepararanno gli humori al- tf™ed7ì vfcita,& poi s'euacueranno; per il che mattino, & fera per (ette giorni conti- lumonf u'ie gli daranno auanti il cibo beueroni di farina d'orzo, con giulebbe* ac- ^d3endiuia,difcabiofa,&di fumaria; ò fé gli mefcolaranno nella biadai ^°luì di radici di fcabiofa, di lapatio acuto, ò di cocomero faluatico : ò fé gli .ar^nno a mangiare le foglie del cinque foglio, ola fumaria, mefcolatì conia Dlc°tea, con foglie di vite, & con gramigna; ouerola mattina à digiuno fé gli ^tcerà giù per la gola la decottione della fcabbiofa, della fumaria, dell'endi- j!a>& del lapatio,ò il fucco di dette herbe;hauendo quefti medicamenti virtù 1 c°nfurnar' i trifti humori, & difseccar l'humidità corrotte ne' corpi infetti ; & vietare
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jo Delle Infïrmitadi
& vietare eh altre di nuouo non fi corrompano,e di niondificar,& nettar^
E^o^- gna,&lafcabbia;pofcia pereuacuargliefsendoftato la notte precedente!
nme- uaìlpdigiuno, fé gli getterà giù per la gola quattro, ò cinque, ò fei pillole i* ^ dilardobenbattuto,libredueditermentina,libravnadVua paffa,alrrettan ■ d'agarico fino,d'aloe,di polue di fiena,ana oncia vna,mefcolati,& incorp°r infieme; ouero fé gli darà per bocca, finche il ventre ü folua il fucco del co mero faiuatico mefcolato con vino, chefolue la colera,& la flemma,ò il w fj dell'elleboro in pocaquantità mefcolato col vino^che caccia perdi l'otto ijJ ^ tutti i mali humorjbche mefcolandofi colfangue,lo corroponojò il fuccc "e fumaria,che purga la colera,& gli altri humori aduftijouero fé gli daranno c la biada la polue delle radici di detti herbaggi ; ò le radici verdi tagliate m1^ .
tamente} hauendo fempre rifguardo all'humor peccante , & alla cagiofl. ^ menüX- male; appretto alle purgationi vniuerfali,s'adcpreranno i D3gni,i lenirne111'' cdi. fyntioni calde,& appropriate allottatole! male;auertendoperò,che fien° memo!' l' lische non facciano ridurre la materia nelle parti interiori dellanimale,& f ciò rientrar nelle yifcere,&fopra le membra nobili,& offenderle grander^ /j ma che vagliano à cacciarla fuori 3 & à tirarla dalle parti di dentro a qu^ :„ fuorijtSi mafiìmamente quando il malcincominciaad yfcirfuorijperciochej quello ftato ò no bifogna vfar rimedio aIcuno,finche il male non è vfeito f^ coiiipitamcnte;ouero bifogna adoprar quelli che rifoIuano,& mollifichin0' lo caccino fuori nella fuperficie della pelle. Vfeito dunque fuori il male, &P°, iranno lauar fouente i luoghi infetti,fregando tutto il corpo con la decottM calda dei la patio, della malua, della celidonia, che rifoluono, &difïeccan0> con la decottione del lapatio brancate quattro, d'enula campeftre libra &&' di radicid'acorojlibra vna^di brionia,di malua, di viole,di feabiofa, di ft"1^ ria,di celidonia, di lafenaria^di calamento ana due brancate, d'orzo intero* lupini ana libra vna e meza, di fcemola libra vna, d'elleboro due brancate) quale m()llifica,nettaj&difsecca5ò con acqua falfafolajòmefcolirar.ìcni1' ò con acqua piouana tepida,nella quale fieno cotti lupini,& ie radiu ui ti#'
Icon ti, che fuole guarire la rogna degli animali quadrupedi. Non fi fr natf.
conqueftirimedij il male, rato prima il luogo infettomfinoal viuo, onero'
uate via Je erotte antiche con la ftrigliajò col pettine, ò fregate tanto con V*
no afpro, che buttino fangue,& dipoi lauate bene con lidia, &fj pone ,'^r^
fciutte3s'vngerà vna volta ogni tregiorni,fin che la rogna fia guancd,& la f'
le fatta pulita, & bella con folfo viuo mefcolato con ragia di terebinto, ò^
l'aceto ; i quali mondano, & nettano fi fatti mali fenza ripercuotere ; o coxl
ghianda vnguentaria cotta nell'aceto,aggiuntoui nitro;òcon l'olio deila pe
che Tana l'vlcere,& la fcabbia de gli animali quadrupediiò con la ragia dir£f^
binto incorporata con verderame, vitriolo, & nitro; ò con l'elleboro nero ^
fcolato con incenfo,cera, pece,olio cedrino,& aceto; ò con la radice di c^
leonte nero,ò con carlina trita con vn poco di vitnolo,olio cedrino,& gr'^c ^
p con f vntione d'alTongia di porco oncie fei,di folfo viuo oncia vna,di ^cLc
trementina ana oncie due,di euforbio poluerizato oncia meza,bianchi dl ^
youa, di butiro frefeo libra vna ; ò con quella che fi fa con alfongia di P°rC°^c,
bra vna,folfo viuo trito oncie tre, feme del vitice poluerizato oncia vna e v
za;pece naùale oncie tre,oliodue bicchieri mefcolati,& incorporati iniìen1 ^
con quell'altra di folfo viuo oncte due,d'olio communeiibra vna e ineza^*
le ben trito libre quattro^di pece naualc libra vna e meza,di pece fpagn*
quattro
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De Caualli. Lib. L 31
quattro incorporate infieme ; farà ancor buono applicami fopra il lenimento
tetto di lardo di porco percotato nell'aceto* & incorporato co vn poco di ver- ej;aiDe poluerizato ; & l'vntione d'aifongia di porco libra vna, di folfo viuo
P°'uerizato oncia vna,d*argento viuo mortificato drame tre,di radice d'enula ^en>nettaJ& lauata oncie fei; ò quella di radici d'enula cotte nell'acquai pe^- e Jo forma d'vnguento con aflbngiadi porco falata, aggiuntoui alquanto di
ar§ento viuo mortificatOj& di vitriolojla qual vale alla icabbia humida,& fee *\a.)0 l'vnguento che fi compone con lithargirio,mirrha aloè anadramma vna, ,Jo laurino oncia vna, argento viuo mortificato dramme vna j ò l'vntione di
artaro,di fuligine,di fale,di nitro,di folfo viuo poluerizati fottilmente,di ciaf-
^0 oncie due,incorporati con fapone faracinefeo, & alquanto olio di noce, ^fuccodi fcabbiofa,di fumaria, & di lapatio, quanto bafti a far lVntionejò S4eiraltra,che fi fa con olio di noce,lithargiriod'oro ana libra vna>folfo viuo, Jjfpimeuto, tartaro ana libra meza,argento viuo mortificato oncia vna,fterco ?* colombo oncie quattro, polue di radice di celidonia oncie due, incorporati tofieme.-le quali fono più de gli altri gagliarde,& potenti;auertendo però,che ögni vntione èdafarfi lungamente, fregando al fole contra il pelo, per far pe- lare, & rientrare i medicameti. Se la fcabbia farà vlcerofa,& fquamofa,che prlo più auiene da flemma faIfo,& adufto.s'vngerano le parti fcabhiofe con |' yngUento di calcina viua lauata,& afeiutta once due, incorporata con fucco ^l cauoli^fpargendoui dipoi fopra olio rofato liquefatto,^ alquanto di ceraio ?°ti quello che fi compone con lithargirio d'oro ibttilmente poluerizato, Se ^corporato bene col piftello nel mortaiocon aceto forti(Iìmo,& olio,aggiun- *°Ui dipoi alquanto vino,& vltimamente la polue di piombo abbruciato,&la p3 fuliginejo con l'vntione d'olio di cammomilla,ò di noce oncie quattro,di *°lfo viuo oncie vna,di cera oncie due,incorporate infieme a foco lento l'olio, ^ la cera;& aggiuntoui(leuate che faranno dal focosa polue del folfo,& vlti- ^améte alquanto d'argento viuo mortificato con la faliua humana,& vn po^ jk d'aceto; & effendo l'intemperie, & il male grandiflimi,tagliata nel petto la J^le, fi metteranno in quelli pertugi radici di configgine, o d'elleboro nero a |
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J^ne di purgare gli humori maligni per quei luoghi.Sanato il caualloper vie-
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erua-,
none. |
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^ ch'egìi,& altri per contagione non s'ammorbino,farà di meftieri lauar be- *
p con lidia, & cenere tutte le cofe del cauallo infermo, & purgar bene quel ^°go,dou'egli è dimorato nelle ftalle. |
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Del mal del <veme * ^ap* XXVh
i
Anno il mal del verme,fecondo il creder mìo, coli chiamato i voi- Nome del
gari quefta infirmità, per la fomiglianza che ha con li vermi* che JJ^jf " nafeono ne gli arbori; imperoche,fi come quelli vanno corroden- do fotto lafeorza la foftanza dell'arbore, facendoui dentro vie-» |
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d
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Definitio»
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°uì diuerfe bocche. Equefto male vn tumore vlcerato, caufato da putredi-
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j^ c^ntagiofa di tutti gli humori, la qual nafee al più delle volte nelle glando-
lile fono tra le cofcìe,nel petto,& nella circóferenza delle mafcelle.il quale cagioni. c°nfideraremo le caufe sì, come far fi deue, ritrouaremo eiTer folamente di
10 *ttrQ fpecie veraméte differed fra di loro; fi come quattro fono iecaufe,che Segni Mr aerano, venendo egli dal fangue, dalla colera, dalla flemma,& dalla aae> lec^m.
C lanconia.
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1% Delle fnfirmitadi
lanconia; ilche fi conofce dal colore,- dalla durezza, & tenerezza delle labbr3>
' de gli vlceri,& de i tu morii & dalla foftanza,& colore di quelIo,ch'efce deltj1* fimSSer more esulcerato. On de dal predominio, c'hannoilfangue, ola colera, oi me fecom flemma, ola melanconia, nellaraiftione degli humori è denominato; &que mofs! hu~ *° cne v*ene c^a picu*ca» ^ detto verme bianco, & adematofo ; & quello cn Vermehìa viene dal sàgue,verme roiTo,& fanguigno;& quello che viene dalla colera \e Verme nr mc giallo,& colerico; & quello che procede da melaconìa, verme corbacciO? fa. b negro, & melanconico. Se confideraremo poi, fi come fanno i volgari i fa0' JdS^ §ni affetti, & gli accidenti di quefto male, ritrouaremo ancoraeflernedeflaI' Ferme cor tre fpecie, parte denominate per fimilitudine, & parte dalle parti inferni^' dalle quali fogliono pigliare i nomi ; & quefte non faranno veramente fpectf» fecondo ìa ragione formale del male, dalla quale fi conftituifcono le fpecfa ma folamente per rifpetto del membro, & de gli accidenti. Et però in fé fly! non ricercheranno cura diuerfa, fé non quanto comporterà la diuerfità de Quattro temperamentode i membri amalati. Hauuto dunque rifguardo al loco affej' fans diver to,quattro faranno le fpecie. 11 verme volatile,cosìdetto,perche vola hor q^3' TiocTaf- hor là: & va vagabondo per tutte le parti del corpo. 11 verme anticore, che flj' Verme vo ^ce nel Pett0 auanti aì core " ^ verme canino, che nafce tra le cofcie, & fcen#
lS.e y° giù perle gambe. Il verme mentagra, chenafcetra ilcapo,trail collo,& traf Verme an mafceiie ^out'fono leglandole," &hauutala confideratione a gli accident Terme e*- che fi veggono,ne faranno tre altre fpecie di verme3 f vna delle quali è quar# Ferme meia materia raccolta nelle alandole appretto le vene manda dal tumore vlcera^ toy*, vna enfiagione obionga dì larghezza d'vn dito grofso, & di lunghezza d'^ ^pyerme palmo,ò meno,fecondo la copia de gli humori,detta da volgari cordone,neljJ fecondo gì- fine della qual fa di nuouo forgers vn altro tumore, & vn'altra enfiagione a? SS ' ionga;& così va facendo,fin che arriuì alle eftremita delle parti,caminàdofe^ pre dietro alla vena,& effulcerando di mano in mano i tumori,& gonfiando!* parti circcnuicine ; Ja quai fpecie di verme, chiamano alcuni moderni vern^ Ferme tal talpino,dal!a fimilìtudine,che egli ha con le talpcjle quali feorrendo per il t» pim reno, rodendolo,lo alzano, & folleuano, & dipoi fatto il pertugio sbocca^ fuori.Uakra fpecie è differente dalla prima folamente,quanto alla retritudi^ delia linea, perche fa vna forma triangolare per la fomiglianza, che ha cofl' Ferme for forche di legno,òcon le fortìccio chiamano alcuni verme forcino. .L'altra if' eie non ferua ordine alcuno,ne congiungimento,ma nafcea bocciuole in of"1 Vermemu & jn làj(3ifleminandofi per il corpo,& èdetto d'alcuni verme mufcariolo, f ** h fimilitudine che ha con le macchie de'caualli mofeati. Lecaufeprimiti^ hrtgdni & ^Qïl0X1 di quefto male fono il mangiar troppo de i cibi corrotti, & gua^l' lo ftare in longhiffìrao ripofo,ben nutrito, & fenza efter mai caualcatc,ò fl10 fo; il non efser faginato ne' debiti tempiale continue,& intollerabili fatich^' Viene anco per contagio d'altro animale,che patifea di quefto male. Le C& fet'eimt antecedenti, fono la repletione d'humori ; & la corrottone, & contagio^ della mafia fanguinea; per la fua mala qualità,ò per la fua troppa quantità 3 compagnata dalla iftefsa mala qualità ; la caufa continente, òcongiun^ è l'humore putrefatto, & raccolto nella parte, eh e amalata, & per il più,! * more colerico, acre, mordace, & maligno, che in copia grande fi dirfoflj! ^ Segmyni- nelle parti affette, & iui contra l'vfodi natura fi raduna. 1 fegni vniuerfa11 mr[ h conoscerlo fono, che il cauallo non ha dolore, ne paffione alcuna, & rnaflsl ' & bene, & ftà lieto , come fofse fano ,• & che i tumori dal fuo nafeimf
perl°
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De'Caualli. Lib* T. 33 y
wr Io piu fono piccj0]ij^ depreffi,& in forma di lupini; ancorché ne nafcono
e volte alcuni grandi come auellane, ò noci 5 & quefti tumori fono duri da |! lrìcipio,& diftaccati dalla carne, come lì fentono toccandogli con le mania lngrofTandofi a poco a poco, fi fanno rotondi, & da fe fteftì fi rompono in pchi giorni neceflariamentej & rotti mandano fuori putridi humeri; putre- indolì la colera non naturale, ò altro humore; & fanno gonfiar le parti cir- cuitine; & mentre fi chiudono, & guariscono f ilche fi fa in breue fpacio di , ^Pojrinafcono de gli altri tumori,iquali col tempo fi rompono ancor loro; 9po i quali, ne vengono ancora de gli altri, & fi efsulcerano da per fc,& così aüno fempre facendo di manoinmanosfin che rhumoreèeftintojöc mortifi- co • Si conofce ancor dal venir quefto malequafi fempre in vn dei luoghi j.iNdo(ì ,ò tra le mafcelle,& il collo; ò nel petto,ò nellecofeie vicino a i teftico- }0 in tutti tre i luoghi in vno ifteffo tempo,ilche è di rado;radunadofi in quei ^ rPi fpongiofi,& glandofi come in proprio, & naturai fuo recettacolo i mali. Spilli hu mori;& d'indi difseminandofi per l'altre parti del corpo.Conofciuti regnìgenerali,& vniuerfali dd male del verme;diremo i particolari^ fpeci £*»>*■ mj« quali ci daranno dutmtamente,& feparatamece a conofeerequal iia cial- Una delle fue fpecie,Sono adunque i fegni del verme biaco la marcia,che dcQ ?la Piaga di color bianco^ le labbra della piaga bianche>& le bocche della J!aSa molto dure,Sc gii accidenti più piaceuoli di quelli dell'altre fpecie di mal Inerme. Il verme rollo ha le labbra della piaga rofse,& le bocche della piaga ^ niolii di quelle del verme bianco, &diftilla marcia di colorrofso,& fan- JUlgno.ll verme giallo fi conofce dalla marcia,cheefeegialla,&acre;dalle lab ideila piaga dì~color giallojöc dolorofe,& infiammate afsai; & da gli efere- lak*11* ^el corpo °*tra rnodo gialli, biliofi, & colerici. Il verme corbaccio fa le *bbra della piaga neve, & dure, con bocche puftule, ò blofole infinite ; come %ndo fi vede alcuna carne,che è rotta,& pefta;& rotto il cuoio^manda fuori J^cia negra,& aduftajl verme volatile fa molte pultule fparfe quà,&là,fen- rj ordine alcuno per tutto il corpo ; per il quale fegno fi diuide da tutte l'altre jPecìe di verme^'hàno il luogodeterminato. 11 vermeanticorefi conofce dal- Cre?na§ione della glandola apparente nel petto ioanti al core j & dallo (hr, J; cendo l'enfiagione, il cauallo perduto ogni appetito ; col capo dimefso in 0 u> che a pena può foftenerlo, Il verme canino induce tumor entro le coCcie* d e.f°nole glandole;& tiene dirittamente il fuo corfo alla vena,che fcende lun lì n NP*e<3e>& premendofila carne con mano,fi fente; onde con l'aprir la pelle, jj^Qcurare.l fegni del verme mentagra fono la circonferenza delle mafcelle, cip \°ft3CcÌQa& il capo tutto pieno di puftule3& eifulcetato,la fcorrentia ver- ^ *Q pallida, ò gialla> ò rofsa per lo nafo,a guifa di raffreddato, fecondo l'hu- be *!e pecca;l'enfiagionedel capo3& de i fianchi,& delle giunturedelk gam iw ^^occhi lagrimofi, i piedi torti ; perche patifee il ceruello principio dei ^ ül ì & l'arterie alterizate. 1 fegni delle tre fpecie accidentali del mal di ver- ^n V"0lnc co^a vana> & Superflua da raccontar al prefente^ tralafcieremoj po- ti0.^u facilmente raccogliere dalle cofe dette da noi> quali, & quante fi iia- IqÌ- n luogo dì quelle Siremoi fegni di giudicar il fucceiTo,Sc lo euenimen- tat. JSue!H malijper maggior notitia,& cognitione loro,& vale della fuacu- |
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'/ce.
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cìie^ne-H mal del verme.vniuerfalmente parlando,? infirmiti ionga,& diffi- frmofa
VqjjJ3 fonare ; & tanto più non fi conofcendo * fe non quafi conformato. Se il lamicare nondelcendendo alle parti inferiori, & ailegas»be,ouero non C 2 venendo
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j 4 Delle Infirmitadi
venendo alla fuperficie del petto fi chiuderà dentro,è fegno mortalejefsej1"
gli fottopofto ilcuore membro di tanta importanza, quale non foftien ledo alcuna,fe non con morte dell'animale. Il mal del verme,chefcende nelle ga . hauuto rifguardo alla lunghezza del tempo, che ricerca la Tua cura, è pegg1 di tutte l'altre fpecie, sì per efser la materia raccolta in loco ftretto, & dee»11 ' atto Tempre a riceuere il concorfo de gli humori, calando eglino dì fua na1^,. al bafso;sì anco,perche fono quelle parti neruofe,& quali priue di carne,& calore, come quelle, che fono molto lontane dal core, principio del calotö della vita; in modo che ogni poca materia, che in quella fi raccoglia, dirnc mente,& con Ionghezza di tempo fi rifolue;maquello,che viene inanti il c° * è più pericolofo di quefto,quanto alla vita,efsendo pofto fopra partepiù Prl j
cipale di tutto il corpo. Peggior di tutti, e più maligno, & contagiofo è Or mal di verme,che viene nelle glandole del capo,quanto alla vita dell'ani!*13 ì & all'intentione,e qualità del male;& la cagione fono le ceruella,le quali <fih necefsariamente végonoad efser'offefe,&diftemperate,onde fi riempio»0. Iiumiditi,& di efcrementi,* quali volendola natura fcacciar fuori, c^tentaPj1 Tempre il meglio,gli manda in copia grande fuori per le nari,via afsai arflP ' & grande, per le quali naturalmente fi efpurgano le ceruclla -, onde per il c° § corfo grande de gli humori in quella parte,incorrono i caualli nel ci morrò?111, pericolofifTìmo, & mortale ,■ fiche nel principio di quefto malebifogna eise|i più prefto a gli rimedij, che ne gli altri, acciò le ceruella non vi patiscano « verme volatile, e he va vagando per tutto il corpose minor male di tutti^3^ to al pericolo della vita,& quanto alla longhezza del male; perche dimoiti virtù potente, & gagliarda de' membri principali j & minor malignità dil1i teria, & manco raccolta ; onde il più delle volte lì lana fol coi trar <iei fangu ' ^Curano- i)ettaladefinitione,Iadifferenza,& i legni del mal del verme, retta vegni*»1
alla curationedi quello.Ii cauallo adunque infetto di quefto male,fu! > co (v ueràdal commercio de gli altri, acciò con la fua eoa cagione non gli '■ì'in° • bafse;& fi terrà il verno in loco temperato, & netto; & ti nutrirà pai -came»1 J ma talmente però, che la virtù grandemente ofFefa dalia cohtagione'oel ^ cibU pofsa refiftere contra il male. 1 fuoi cibi faranno cofe, che rinfreschino,& ®
no buon nutrimento,&che ageuolmente fi digerivano. Buoni faranno f <$u cherinfrelca,c^ purifica il fangue, lafpelta,la vena,la paglia, l'acqua tep'^ mefcolaca con farina d'orzo, & l'acqua d'orzo. Se il mal farà per adurtioUf' 6 per fuperchia fatica,& nell'ella te, fé gli daranno gramigna,fogliedi v'ueA r, di canne,fieno,&altrecoieiìmilij&Deueroni di farina d'orzo>&d acquai à Effercìtio. z0 con giulebbejl'efscrcitio fuo farà piaceuole,& moderato,caualcàdolo°|j,
giorno, per confumar li mali humori, & dettar la virtù > & alle volte foà°p darefarà ancor buono, purcheil male non fofse cagionato da fatiche Wi0-p Vacuano rabili,&da humori adulti.Cosìordinate le cofe,primieramenteinati rutt'1 ^
rlff^n' medij fideuefarfeuacuationedelfanguedallatooppoftoaltumorejfta»^
forza,& lagagliardia della virtù dell'animale, & hauuto rifguardo alicc'%^ ni del male ; imperochefe il cauallo farà infermo per troppa quantità^ y mori,& per effer troppo ripieno (ilche fi conofeerà dalla vita pallata^' g'1 r uerà iangue copiofamente , finche la forza incomincia à indebolirli > 0\< cuandofi in tal guifa la caufa antecedente del male ; ilche fi farà in vfl3ie^) ta fola,ò in tre volte (comeparcrà meglio conuenirfi allequalità del ma fy aU'eià,& alle forze del cauallo J ellendo lo fpatio di tre giorni da vna y^1^ |
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De-Caualli. Lib. I. u
acra.FattaIaeuacua£ionevniuerfale del fangue,e(Tendo la materia maligna,
,. U)c e, fé gli deue gittar giù per la gola la mattina feguente inanti il cibo me- 'CuUatta ad euacuare crii humoricontagiofi,colerici,& flemmatici, &ad Euacm- «Utina- ii- e i • i i r r \ ' toomdegh
are anco,chedi nuouo non nnaicono altri tumori; per ilche fi farà macerar humon.
x ,tre giorni in cinque libre di vino libre vna di barbe di ebuli ben nette, &
j tt'iaceminutamente in vn vafonetto,&chiufo;dipoilauati,&fpremuticon
rnani gli ebuli, s'aggiungerà in quella decottione mcza oncia di aloè buo-
j...iil'no,& vn'oncia di centaurea,& altrettanto di opoponaco poluerizari fot-
. lIìente;cofe tutte che purgano la colera,& la flemma. Di poi diuifa in tre par-
~ 9Uefta beuanda,{] darà à digiuno in tre mattine al cauallo j dopo la quale fi
ra (lare quatta hore con la briglia in bocca fertza mangiare, acciò habbi té-
£° da fare l'cperatione fua il medicamento;ouero fé gli gettarà giù per ia gola
°ri vn bicchiero di Pcagno onde due di agarico,& oncia meza di reubarbaro
3tte in poluej& (temperati con acqua. Euacuato il cauallo,farà necelfario al-
rar5 al meglio che fi può in foggetti tali, & preparar gii humori;acciochedi
Quo fi pollano totalmente fracìicare,& fuellere le reliquie del male; per ilche
|C &Ü darà per cinque, ò fei giorni continui la mattina inanti il cibo col corno
b5Uarida quattro bicchieri della decottione di lupuli,ditormentilla> dibo- Preparsm
a flne)di ciafcuno vna brancata, mefcoiata con bafteuole quantità di mele; Ó none digli ella decottione della fumaria col mele. Pofcia la mattina sdigiuno fé gli get- JjJJS, iara giù per la gola la potioneche fi fa di aloè,di mirrha ana oncia vna;di reu- ,3rbaro oncia vn quartoipo!uerizati,& (teperati in decottione di bugloifa, & !^na,di ciafcuna vna bracata.Fattequefteeuacuationi,fe gli darà per alcuni rprni ogni mattina inanti il cibo vn poco di triata,òmitridatofciolto in vino "Antltktu 'n acqua di boragine,o d'altra herba cordiale; per confortare i membri prin- !Pali; ò in quello fcambio fé gli farà mangiar con la fcemola dui cucchiari di J°lui fottiliffime di gentiana, di ariftolochia, di mirrha,di bacche di lauro, di rasura d'auorio,& di corno di ceruo abbruggiato,di ciafcuno parti eguali,a£. ^di preferuarlodalla putredine,& confumar qualche reliquie delmalejque- ^ guanto alla curatione interna del male del verme. Quanto poi alla cura tan °re d* detto male,nel principio quando fi veggono le glandole del petto^ ,delle cofcie 3 òdel capo, òd'altro loco ingrofsarlì, & inalzarfi più del iolito, ^gerà quel tumore per addolcirlo, & farlo ingrofsar maggiormente, & ve- . . 're àmarcìa^con afsungia vecchia di porco,& butiro. Dipoi fatto grofso co- 0jC auellane, ò noci, inanti the per fé fi rompa, & che la malignità crefca più ^5 fé gli darà vna bottaio più di focojil che fi farà; accioche guarendo il ca- Wom jj- '°5non rimanga fegnato; tagliando prima la pelle del tumore col rafaio,& H ^°ì Spingendo per vn canone il ferro infocato in quella fefsura in modo,che L "^abbruggino le labbra del cuoiojouero incendendolo, Scorticato ch'egli Ca^ C°.n vn ^erro acuto da tutti i latitato il foco, fi applicherà fopra il luogo ^ ^izatoper tre,ò quattro giorni folfo trito incorporato con olio commu- ^ lC*nto che fi leui tutta la corrottione; pofcia fi curerà tenédolo ben netto,& ^ndificato,5clauandolo con acqua frefca. Si potranno pari mente abbrug- J\jre fino al fondo i tumori vlcerati, & i cerdoni caufa ti dal mal del verm<ì_->. |
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Curatore-
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fi
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'cca
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Volendofiadoprar ferriinfocatiinqueitacura,taghatoil tumore,fi potrà
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ce r e nella piaga polue d'arfenico fubliniato,inuoka d'ogni intorno in ba^a-ƒ*»*<*'(#-
trir»i°tCl^c5 Sila quantità dvn ecce; ò tanto folimato intero,quàto è vn grano dii0 " e§a > & lafciaruelo per fpatio d'vn giorno naturale, & tanto che fia cauata C 5 la putre-,
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%6 Delle Infirmitadi
Ja putredine ; & dipoi leuato via il bambace, & l'aifenico » curarla piaga co
vnguenti, che fanno confolidare, & crefcer la carne ; auertendo mentre ci farà>che il cauallo non fi gratti,& menarlo alle volte all'acqua ne i fiumi? o ro tagliato il tumore, come fi è detto, bagnarlo con bambace flato a molle acqua, dentro la quale fia fiato in infufione meza oncia di vetriolo Roman J tanto che fia disfatto^ & dipoi mortificarlo,fpargendoui fopra calcina viu^' ( Appretto fi potrà applicar fopra i tumori tagliati polue di precipita, ò a{c
cante;lequali hanno gran forza di efiìccar,&di mandar via la putredine;^ gerii interi, ò vlcerati, ò tagliati chefiano, ogni terzo giorno, tanto che ha. guariti,conrvnguentodieuforbioduedramme,difolimatooncieduefatt:1 polue, di olio laurino oncie quattro mefcolati, & incorporati infieme ; oc
l'vntione tepida, che fi fa di cantarelle, di folimato, di euforbio, di elleb°1« bianco,di allume di rocca, di ciafcuno oncie vna, incorporati con oncie tr- otto commune, i quali vagliono ad ogni fpecie di mal di verme; & fé c°ntl* queftirimedij, & con le purgationi duplicate il male andrà feguitando ,e Vittori- piendofiilcaualloditumon,&divlceri,pervltimorimediofimanderàne'Pr.j Termenei ti à pafcere la notte,& il giorno jilche alle volte è flato falutifèro,& buontH?.
cSri°me mal del verme farà nelle glandole del capo, oltra le purgationi vniuerfaj1. cZar sa- tutto il corpo, farà di meftieri cauar fangue al caualìo infermo dalle vene oeLj SFr a io- te^a d'ambidue i Iati,-& vfar ogni di!igentia,che gli humori corrotti,& guaL *l vengano alle parti efteriori,& non montino alle ceruella;ilche fi farà frega1) ^ |
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Settoni.
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bene quelle glandole con le mani onte di butiro caldo; & ponendo i fetton^
laccifottola gola,& ficcando nel petto,prima pertugiato il cuoio, pezzetf' f elleboro, quali vi fi lafcieranno folamente vn giorno intero 5 & facendo t&a fouente in boccaal cauallo vn pezzo del medefimo,in vece d'imboccatura briglia;affine di diuertire per quelle ftrade gli humori,& dileguarli,& ^ü°1^ li. 11 mal poi,incominciando dal fuo nafcimento,fi eurerà,come fi e detto. * ^ZTcoZe fendoil malenel petto,fideurà parimente far'ogniforzo,acciò venga alleP^j- ficuri. ti efteriori, col porli i fettoni fotto il tumore fra le gambe; accioche agitane mattino,& fera,efcano fuori gli humori,& fi deleguila enfiagione; & efsei* d il tumor grande,fi cuocerà d'ogni intorno in quelia guifa, che habbiano d& le cofcio
cùocerfi la poftema,detta anticore.Ma fé il male farà nelle cofcie,ò nelle g3L
comefim, fe^ principal fua cura farà il far che gli humori non calino al bafso,& C0& mar quelli che vi faranno concorfi, & rifoluere i tumori; ilche fi potrà far^,
nendo i lacci, ò i fettoni tra le cofcie del cauallo, & le fanguifughe nelle f ,
Strettói, be; & facendogli dipoi delli itrettoi di terra creta, & di aceto, ò d'altri p$ ^ glìardi,&potenti,perefficcarelegambe,&leuarviarenfiagioni;efsendoP ^
Verme nei pxima. dileguati i tumori ,& faldate le piaghe. Etfe il mal farà entro la b°^ leom°eCfim-del cauallo,non fi adoprerà altrimenti il fuoco;ma fi medicherà con lVngüV ri. to fatto di olio laurino, di polue di euforbio,di ciafcuno oncie due, di call>l Verme a- poluerizata dramme due, mefcolati, & incorporati infieme. Et fé il ^f^y gìato ino- verme fi cangiaffe in cimore, fi curerà come riabbiamo detto curarfi que' ^ fSriT'teì & tanto vogliamo a baftanza hauer detto delle febbri, & di quella mat£ di contagion<u»,
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DEt^B
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37
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INFIRMITADI
DEL CAVALLO
Libro Secondo •
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PROEMIO.
EL douerio trattar in queflo fecondo mio ragionamento
de i mali }ch'attengono al capo delcauallo, non farà per auen- tura fuor di ragione, ch'io dica alcune cofe intorno alla co- gnitione della temperie 5 (f intemperie delcerueìlo, auanti > che alle infirmitadi, & curationi di quello , (f ài dolori $4 tefta trapafsfs ejfendo ciò molto necefariofapere à coloro 3 che voglio-
* anfanare 3efono mantenere non $o\o ilcapo/lceruello'} ma ancora tut* °ll corpo 3 $* lefuefarti, |
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Delcerueìlo temperato. Cap* /•
Imoftra adunque il ceruello efsere temperato, il capo ben fatto
picciolo, ne troppo carnofo,& afciutto, & proportionato all'altre membra,conlemafcelle fottili,efcarne;hauendoil cauallodi fua '<tö ■-«•» natura pochiflìmoceruellojne molto humidor proportionedel- ^r°^dezzadelcorpo fuo, &in comparatione di quello deirhuomoj el collo Öia a Ver^° ^ Pett0>& larg°>& forte,ne troppo lungo;& li nerui,e le corde ga- silo J ^ 8ro^"e' & *c membra tutte neruofe danno indicio della fortezza, e ^lirf temperamento delceruello,per la communicanza e 'hanno con quello;& ìj}. Cc^i temperatamente caldi al tatto della mano, & li peli bai], & i crini ne- ^Uo • an*tr^ riccls edime(ïi 5 e * ^enficant0 citeriori, quanto interiori chiari fi^n,3&gagliardij&imouimenti, che non trapalino ne gli eftremi, ma che ^fe^ten3perati;& Tefsere il cauallo docile,& l'imparar pretto quello,che gli è <ìu Jjlat,0$ & gli efcrementi del capo, & del ceruello temperati in quantità, Se |
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^JJadinotanobuonaconftitutióne,& temperatura ddceruello>& che
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non
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ne in caldo^ne in freddo,ne in humido.
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C 4 tot
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Delle Infïrmitadi
Del ceruello molto caldo. Cap. 1I.
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. et
E il cauallo haurà il ceruello molto caldo, farà ardito, auda<ft
docile,mafi muteràfpefso d'vhainakrafantafìas&hauràin11^ to colorato di baio,& i crini neri,crefpi, & forti,- & gli occhi fl . to caldi al toccare con la mano, veloci>prefti, & rolli,conte v . apparenti, & più larghe 9 & grofse dell'ordinario ; & ne i fuoi mouimenti* ^ prefto, & viuace; & ìa bocca farà numida, ma di humidità di buon colofe' fermetta,ne troppo acquofa j perche quanto più ha del fermojtanto più Q$ calda complefsione,che però inchina verfo il fecco. Del ceruello molto freddo. Cap. HL
Olti fegni ci danno a conofcere il ceruello efsere afsai freddo*
me le vene fottili,& poco apparenti; fa fchiuma pallida>& a<fl ± fa della bocca,& copiofa;cangiandofi in temperamenti tali 13 ^ mente i vapori,che afcendono al capo,in natura acquofa; la J? ^ carnofa,i peli fmorti,e bianchi,e leardi lauati,& mal coloriti;i crini di rne»1»^ lunghi ; gli occhi melanconici, tardi, & che difficilmente fi muouono ; &L' 0 quando fi toccano con mano,fi fentono più freddi del douere: efsendo efl? > del freddo il reftringere,& rendere pigro il moto,& indurre il fonno,&f e»*, il cauallo tardo,lento,pigro,& duroneH'operationi fue$ & imparar tardai te,&condifficultà. Del ceruello molto fecco. Cap. 1111.
A molta liceità del ceruello, fi conofee da gli occhi fecchi, fquajy
& duri; dal capo picciolo, & afeiutto; dalla ftella picciola della if\ te, da i peli, & da i crini grofsi, 6c forti s & più tofto ricci, che a' ^ mente;dalla bontà,& perfettione de i fenfi tanto interiori, quanto efterior,J
dal dormir poco.
Del ceruello molto humido. Cap. V.
alte
IVeicauallìc'hannoilceruellomoltohumido,hannoparimi ,^\ occhi afsai humidi, & fono afsai atti à mandar fuori goc^0. ff,
humeri acquofi ; e i peli e i crini fono bianchi, dimefsi, lau* J{#
mal coloriti, la tefta grofsa, & piena di carne,- le mafcelle c& .^
l'orecchie pendenti, & grandi ; & hanno la bocca molto numida d'h^^i
acquofa,& pallida;& fono pigrì,lenti,e tardi in tutte le loro attioni;& n3
fenfi imperfetti,& cattiui.
Delceruello molto caldo,^fecco. Cap. VI.
Hiari indicijfono della temperie molto ca1da,& fecca del ce^ ^
i peli fottili, breui, & fauri; i crini fottili, rari, & ricci ; ü c?\t$& dolo, & fecco, con le mafcelle afeiutte ; & la bocca, & '* hj jfl' rofseggiante, & con l'orecchiepicciole, & dritte; &gh °ù} |
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De Caualli. Lib. II. 39
focati,viui\prefti,& caldi al toccar con mano;&Ì'attioni,eì mouimentidegli
°cchi,del corpo,& dell'animo buoni,prefti,& veloci. Del ceruello molto caldo, ft) bimido. Cap. VIL
E la calidità,&rhumidità nel ceruello eccederà,il colore del pelo per
lo più farà baio, ò falbo di buon colore ; òvbiero macchiato di rof- fo,& i crini dritti,dimefTì,& neri;ò mifti di bianco, & di baio; il ca- po farà picciolo, ne troppo afeiutto, & pieno di vene apparenti ; gli °cchi firanno grandi,belli,rìlucenti, & deboli; con le venegrandi, & mani fé- fte, & al tatto caldi; la fchiuma della bocca farà non troppo acquofa 3 ma can- ^ida,& ferma;& la parte di dentro della bocca farà viuace,& rolla. Tfelcermllo molto freddo^ fecco. Qap. Vili.
Oftrano il ceruello peccare nel freddo, & nelfeccoi pelami morelli
mal tinti, & lauati; i crini fottili,& dritti; gli occhi ftupidi, melanco-
nici,afciutti,& freddi al toccar con mano;ne' quali non appaiono le
vene , per la fottigliezza loro, & l'operationi pigre > & tarde, & gli
frementi moderati •
Del ceruello molto freddo ^ffibumìdo. Cap* IX.
Segni che ci danno a conofeere l'intemperie del ceruello molto
freddo,& humido,fono gli occhi pièni d'humore,ftupidi,& fred- di al tatto; & le loro attieni che fono il vedei e,e'l mouerfì tardc%& cattiue; la tefta grande, & camola; la bocca di dentro (morta ; & ta lingua pallida,ò ncra;Vorecchiegrandi,& pendétì;& la morfea,cioè quella bianchezza fmorta >che è d'intorno a i giri de gli occhi,& nel moftaccio; & la "e.Na bianca della fronte troppo grandìe,& mal proportionata;denotado l'hu- ^ìdità del ceruello, dalla quale procede, efser fouerchia, & disordinata ; i peli §ro(ïi,folti,bianchi,&leardi;i mal coloriti mantelìi,& pezzati; la fchiuma,che efce in copia grande dalla bocca hquida,fmorta,& corrente;ìa pigritìa,& tar- dità del corpoji nerui relafsati;& la virtù motiua debole,& fiacca;& in fomma tutti i fend ottufi,& ftupidi;per effere ripieni i loro meati,ò condotti di humo- rjj& dì bruttezze,che feendono dal capo. Et tanto batti intorno alle intempe- *ìe3& iìmplici>& compofte del ceruello. Della frenefia. Cap. X.
lene ai caualli nella tefta vna forte d'infirmiti, detta da i volgari De^(^
frendìajla quale non è altro,ch'vnaoperationeguafta,& corrotta %'^ 8? della loro virtù animale,che fi genera da varie,& diuerfe cagioni; ^ ìmperoche il più delle volte,& quafi fempre ileoncorfo, el bolli- mento delfangue corrotto3& della coleraò mifti,òfeparati la generano;afcen ^endo alla tetta, infiammando, & apoftemando le membrane, che veftono il Ceruello,& il ceruello ifteflb,- & alle volte altri humori,& le infirmità di tutto il *"orpo,& quelle che particolarmente à quelli membri^'hanno col capo com- munìcanza
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4° DelleTnfirmitadi
municanza auengono.La producono appreffo l'eccedi no caldo,i corfi lunn'1.1|
& veloci; le fatiche intolerabili,& violenti; & così caldi,& ftanchi,& pieni d
fudore, arfi,& affetati,il bere gran copia d'acque fredde, e'1 mangiar cibi n°"
dui > & malageuoli da digerire fogliono fardiuenire frenetici i causili ; & XK
^maTro colere in vn male pericolofiilìmo, & molto difficile da fanare; cangiandofiì
male. più delle volte ò in litargia,ò in rabbia,fe con grandiilìma cura, e diligéza no*1
s*&™- gli è da principio prouiiio. Si conofcono da quelli fegni;fono inquieti,& n011
ritrouano loco; faltano continuamente, & in vn fubito; & vogliono con gran'
de impeto fuggire, & quali indomiti non lì poflbno ritenere, ne prendere; ft-3,
pena accollandoti ai muri,ponno reggere fé medefimi; hanno gli occhi goti"
Jìj,& ro(7ì;& l'anhelito grande;& l'orecchie tefe,ne pofsono dormire,& per ®
Cura. più (pafsato il quarto giorno) hanno la febbre. Per {occorrere à quefto mate-*
e quando è nuouo,& nel principio f venga da qualfiuoglia cagione ) fifaràafte'
'ModoM nere il primo dì dal cibo, & dal bere l'animale ; & dipoi il nutrirà parcamente
yiuere. dmdogìiì mangiarelattuca, endiuia, ò gramigna, ò foglie di vite, ò foglie^*
raffano afperfebene di polue di nitroso paglia bagnata d'acqua di mele,& ^
na; & a bere acqua tepida, acqua d'orzo,& acqua melata; Et fubito (fé il m^e
Cauarfan verrà <ja fangue melcolato con la colera) fé gli cauerà copiofamente fangu^
gHe' dalle rempie,&dalla vena della tefta5& del palato.,quandol'età,& leforzede1
causilo infermo permetteranno; e poi da i fianchi, & da tutte 3e gambe nell*
parte di dentro, per diuertire la materia* & tirarla dalla parte di fopra à quella
da balfo;ò dalle narici,per eflere i'euacuationedel fangue à quefto male potefl'
Lauande. ti(ïimoj& principale rimedio;& fé gli laueranno fpefle volte le gambe con a<^
qua calda,& fé gli faranno fregagioni per tutta la vita allmdietro,con le manj
Rubricar vnte con olio, vino, & fale. Et dopo l'euacuatione del fangue per lubricarejI
tiventre. vencre)& mouerlo,fe glidarà per tre giorni la decottione della traffica dome-
ftica, ò de cauoli, mefcolata con olio, & fale ; ò con fìrutto di porco; ò il tocco
loro crudo mefcolato con nitroj & polue d'iride; ouero otto onde per volta d*
decottione diradici verdi di cocomero feluatico minutamente tagliate, &
cotte con olio,finche fia calato il terzoj ò tre fcropoli e mezo di elleboro biafl'
co ben trito con mele,diflblutoin vnaheminadi vin dolce;ò con tal vino fet^
Contrail fcropoli di fcamonea.Ma fé il corpo fouerchiaméte fi mouefse,foccorrafi co*1
tròpPd°iVvl *ence macinata,ò infranta con orzo; ouero non volendo, ò non fi potendo &*
Tre de far V^ boccai medicamenti folutiui al cauallo , hauuta confideratione alla g3'
jidebba, guardia del male, & alle forze del giumento, fé gli farà ogni giorno vn cliue'
F acuita TlOjO due,hauendo forza i cìifterij (ancorchéindebolirono aiïaU dì nettare
de'cme- mondare gli inteftinì,& vietare che i vapori non afeendano al capo; & di tei?'
perare il calore, e'1 mouimento, & l'agitatione de i vapori; & faranno ottimi i
cìifterij dilattuca,conorzo,dimaIua,di mercorella,di madredi viole,di ncnu'
faro, & di faracenia; ouero di [acco di bieta,d olio violato, col fale; ouero c°rt
foglie di bieta,dimaluajdi mercoreila,di madredi vioIe,dilattuca,d'orzo cot'
tiinacquaconzuccaro rolTo>& olioviolato,& caffia,&falej aggiuntouipef
farlo più gagliardo,fe fia di bifogno,I'elettuano di fucco di rofe; non mancar^
Turgarii do per quefto di purgargli il capo con la polue della radice di artemifia, ò °*
e^°' lafsero inferriata al nafo per vn cannello. Fatto quefto, fé gli bagnerà fouefl^
Ripenuf- il capo con cofe, che humettino, & rafreddinoj per ripercuotere gli humori^
foni, fortificar'il capo,che non gli riceua mandategli dall'altra parte del corpo >&
per eftinguere quel calore, & quella frenefias àche faranno buoni l'olio rofa£°>
l'aceto?
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De'Calmili. Lik IL 41
aceto, & l'acqua rofata mefcolati infieme ; & l'acqua rofata incorporata con
^uadi piantaggine, & di folatro ; & i linimenti che fi fanno con olio rofato, mo3aceto,& acqua rofata dibattutile^ mefcolati infieme ò con olio rofato,& S.et0'Ec per fare ripofare,& addormentare il cauallo frenetico,fi terrà in loco Mododi ,cufo5& temperatole più tolto fia freddo, che caldo, conbuonìettodi pa-ymre' jjla fotco.accioche tal morbidezza^ frefehezza lo inuiti alla quiete,& al fon- 0 3 ilche è rimedio ottimo , & efficaciffimo alli caualli frenetici j & fé gli ba-
eranno la tefta,le tempiere reni,i fianchi,^ le gambe conbagni che rafred- Bagni. ln°i & humettino, & facciano dormire; come fono acqua tepida, dentro la
r^lefia cotto il papauero, ilqual fa dormire,& ammorzala febbre,& il calor e' capo;& li bagni tepidi di viole,di feorze di papauero bianco,d'orzo,di fe-
rìevdì lattuca, di radici di mandragora, cotti tanto nell'acqua che diuenti rof-' ?>ofé gli vngeraJino le tempie.& la tefta con olio violato,mefcolato conlatte Vmìm. 1 Vacca, ò le tempie, la fronte, & le narici con latte,fucco di papauero, & olio
^latoj&effendo il male nei maggior colmo della fua grandezzate gli vnge- •a*a tefta con olio rofato,olio di nenufaro,olio di aneto,& dizaffarano mefeo-
*ü inGeme, auertendo, che quando il male è confermato, non fé gli metta fo- a* mil cap0 medicamento aìcuno,chefia freddo, ne in atto, ne in potenza,ma mmo' yp Caide;perche aprendo i pori,& rifoluendo la materia, rafreddano più che fredde, che reftringono; alche faranno buoni il fucco d'appio tepido, di pa- pero, di ruta, di menta, di melliloto, che rifoluono, & d'altri tali. Incomin- Jjfcndo poi il cauallo à migliorare, & ripigliar le fue forze, fi andrà accrefeen- 3$ il cibo à poco à poco ; & s'affaticherà leggiermente. Fatto gagliardo, fi Efiraùo. el\ercìraràtanto,chefudij&poifiafciugheràbene con panni tutto il corpo,& wnicipalmente il capojacciò non vi rimanga alcun trillo humorej auertendo A*trt*> ^ondimeno, ancora che declini il male, & l'animale fia quafi guarito, che alle mmo' volte rimane ftupido>infenfato,e balordo,con h vifta, & la mente ingroflata; ^ accoftandofi fempre con la parte offefa alle mura, pigramente, & difficil- mente voltandofi, & mouendoG, perde la gratia del buono andare, ne fence le battiture; perilche farà ben fatto bagnarli fpefso la tefta di latte di capra, ò di vacca3 0 j j peCoraj & Farli bagni temperati fra il caldo, e' 1 freddo; come fono Pa§ni di viale,di radice di giglio, di cammomiila, & d'altre cofe finiili; ouero "agni di cammomiila, d'aneti, di maggiorana, & di rofe ; & dargli per bocca *cqua bollita col papauero. Della rabbia^ furore de ì caualli, £*/>. XI.
Ella rabbia fogliono per infirmità, & per malatia così incorrere i
cauallb come i cani,i muli, gli afini,i lupi, & altri animali; & così mordendo fare per contagione rabbiofi gli altri. Vengono per lo caufi^ morbo al furore,& alla rabbia,quando 1 operation! della loro vir- lu limale fono impedite, & corrotte, per efsereoffefe le membrane del cer- jj^°j & diftemperato il ceruelloiftefso; ò dalla colera nera generata dall'adu- l0ne,ò dalla melanconia,© dal fangue,ò dalla colera giallaadufta,che fia am- ïïlalTata3& radunata nella tefta,ò ne gli inteftini3ò in tutto il corposo per haue* ?eS^ino patiti ecceffiui caldi; ò per eifere flati grauemente percoffi nel capo; /? Per hauer beuuto acque putrefatte,^ guafte;& mangiato herbe,& cibi no- iui jcome Plinio fa fede nelle fue hiftorie, dicendo, che in Grecia per la mali- gnita
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41 Delle Infirmitadi
gnità\deli'herbe , fi ambiano i caualli. Vengono ancora rabbiofi per lo &}
trattamento de i curatori; perciocheetTendo eglino animali fuperbi, & irac°* di,facilmentecó la temeraria ftizza di chi gli gouerna,ò gli caualca,fi riduC°' noin perditioné del tutto,non ches'arrabbino>& impazzifcano.Si conofcoj1 $w>h daldimoftrarfi fuori del fuonaturai coftumetrifti,melancolici3dimelfij&"a< rimirar fiflb, con fiero, & terribile afpetto ; & dall'hauere gliocchi lucenti)ar' denti,& im mobili,- con le vene più gonfie,& dure del folitoj e'1 fìato,& l'ha"1 ^ gagliardo,& frequente^ da! no potere ftar'fermi,&fudar'alle voke;&fic°' nofcono principalmente da quefii fegni; piegano i caualli rabbiofi fpeffim?l. volte rorecchieverfoicrini,&invniuDicoIedrizzano3&annitrircono fuori0 propofìto,& nei loro maggior furore in guifa d'animai feluaggio, & fiero co le baue3& con la bocca aperta digrignando i denti,fenza temerecofa alcun3' corrono adotfo a gli huomini,& a gli animali, & cercano offendere con mor indifferentementequalunque lor fi apprefenta^con li denti rompono le ftall^ & mordono la mangiatoia, & fé fteflì, & molte volte con atroci morfi le pj?'
prie interiora fi cauano,& mordendo fanno diuentar'altri rabbiofi;& già fi'? no ritrouati di quelli,che mordendo pacroni,& feruitori,gli hanno fatti (tfü^ tare rabbiofi, & come Spiritati, Per Ornargli da quefta rabbia, bifogna priflcl' cu**', palmente farli ftare legati con diligenza con forti,& gagliardi legami in \of ofeuro, & temperato j accioche per lo lume non fi commouefiero a maggJ'° rabbia;^ kioìù faceffero danno à fé ftc(Iì5& offendettero altrui. AppreiTo fà' gli attenere dal!Wo,& dar loro a manggiare poco cibo ,che fra delicato,^' giero,& facile da fmaltire, & che rinfreschi,& Immetti; & andarlo accrefeé"0 a poco a poco,come va l'animale migliorando « Ottimi faranno nell ertati foglie di vite3di falice,la gramigna,la cicorea,i caoli crudi,Ie foglie di ra#àn° fparfe più volte di nitro. Nel verno la fpelta,la vena Ja fcemola, il fieno.,& * paglia inaffiata con acqua di mele,ò di rcgolitia. Per bere faranno buone l'a^ . qua d!orzo,la decottione de' cauoli,I'acqua pura l'acqua melata fola,ò con S? medi lattuca,& di papauero;beueroni con farina d'orzo, & l'acque, dentro^ quali fiano cotte le!attuche,ò dentro le quali fiano bollite le radici di vite b^' ca,cherinfrefchino,& confumino icattiuihumori-Non volendo mangiai !•
c3uallo,per mantenerlo in vita, fé gli gettara.no giù per la gola l'orzata, ò t°r; d'voua, effendo debole; incominciando amigliorare fi affaticherà leggier*1^ te,- fatto fano fi elTercitarà tanto che fudi,& poi s'afeiugherà bene.Bifogn^C tre a ciò mouergli il corpo, con darli per bocca col corno il fucco, ò ilfcfl^j Moutreii cicuta disfatto in acquarla decottione di cauoli cotti con olio,& fale;ò q1^/
&m la di mercorellaj biera,vua patta,& cattìa ; ouero l'elettuario di rofe, & dlil ,
miliji qualilenifcano il ventre,& euacuanolefecicomunijdouendofi fa$?j;
'jfuert^ di dargli per bocca medicine euacuanti gagliarde, perche alterando fuori0
memo, modo il giumento, Io farienoageuolmente morire; ouero purgargli il ve°crv
con clifl;erij;il che forfè fia meglio, per diuertire, &euacuare la materia, #[! Ctiiïer^ rarla alle parti da bailo; & vietacene le feci rkenute,& difeccatene gli intef ^
ni non mandino le fumofità al capo; ilcheèdi gran nocumento in quella1
firmiti. Buoni faranno i clitteri j fatti con decottione d'orzo,& madre di v'l° '~
iuiube,fcemola,con nitro,fale,& olio violato;& quelli che fi fanno con Ja ö ^ cottionedimerco'-ella,dimadredivioie,diparietaria,conzuccaroroll^caj.-
fiaterà pigra,benedetta,olio,& fale;i quali euacuano gli humori adulti;^ 'c
ri] di decottione di tnercorella,di madre di viole3di miIuaPcQ olio rofa*ü>*
caro
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De Caualli. Lib. IL 4?
tarorofTo,&caffiai & didecottionedi malua,dibieta,difemola,coniera.&
Cauia j ouero quelli di decortione di polipodio, di centaurea minore, con vïu, >0c° di cammomilla,di mercorella,olio,& fale.Se gli cauerà pofciafeuacuate eieci3 hauuco riguardo all'età, alle forze del giumento, & al tempo,) fangue cauarfan ^alle vene de' fianchi, apprefso dalle cofcie nella parte di dentro, & copiofa-gue' ?ente ; ouero fin che il cauallo per la copia grande del fangue vfcito, faccia., e^bianza di venir meno ^ ò tiri dentro delle borfe vno de i tefticoli ; acciò fi eUacuino, & fi diuertifcano dal capo i cattiui humori, & fi tirino alle parti lon- „aJe«ln oltre per euacuare ben gli humori, s'incominciarà à farlo ludare^ ciò 1 *3rà per molti giorni. Sodato che farà,fi fregarà bene,& s'afciugherà co pan- p& dipoi fé gli vngerà tutto il corpo con vino,olio,&fale. Per confortar poi ? ^embra interiori,& principali, & vietar che quelli humori velenofi non af- Conforta* *a'ifcano, & offendano il cuore, & per eftinguere quella rabbia, fé gli daranno JtmZmu *öere per moki giorni, inanzi il cibo, beuandeà ciò appropriate; come fono, Jolue di gentiana,& di granchi di fiumi abbruggiati,con vin dolce,&il fucco ?eHa pìmpinella,coi vino;& l'acqua fatta a lambico di fterco humanoja qua- Ie vale ài mor fi de' cani rabbiofi,& d'animali velenofij&labeuandachefi fa dì pntiana,bacche di lauro,ariftolochia, & mirrha,con vin dolce; conuenendo e c°fe calde ne gli humori velenofi,& ne i veleni; percioche li rifoluono, & li c°nfurnano,& contraftano conia lor proprietà alli veleni;ouero fé gli daranno Poluedi granchi di fiume abbruggiati, & di gentiana, di ciafcuna parte cin- ^ue,di mirrha,incenfo,& calamento ana parte quattro;di terra figillata dram- me due, (temperate con acqua tepida ; ò il bitume giudaico con l'acqua ; ò la Mue di lapatio;ò polue di teftudine abbruggiatacon acqua di gramigna,ò di ^golitiajquando l'animale è fatto rabbiofo,ò impazzito per hauer mangiato, ^beuutocofe,& acque nociue;efsédo opinione d'alcuni huomini periti de ca- ^alli,& buona al parer mio3che nelle infirmila dal capo non fi deue mai dar vi- lo al cauallojperche il vapore,ò fumo del vino fale al ceruello,& l'offende grà- demente.Et per diuertire la materia dal capo5okra li difterite gli cauarà fan- gue dalla coda 5 & fé gli faranno ogni giorno maftigatorij con nerui di bu<L-> Dkcrfiom Vntìcon mele,&: falejadopradone ogni volta de'nuoui;& le gli fregherà fpefTo ddc^:°- tutto il corpo all'indietro con olio, & aceto, oue fia meleolato polue di mirto *ecco;ò col fangue che fi trahe all'iftelfo cauallo mefcolato con vino,ò per vna volta con aceto,dentro il quale fia bollito l'elleboro nero;& fé gli getterà per lo ?*fo polue di radici di cocomero filueftre,falnitro,& vino;& euacuato il caual- °>fe gli conforteranno,& fortificheranno il capo,e'l ceruello; gettandogli fo- Jjute fopra il capo acqua di fiume tepida,ò acqua d'orzo,ò decotto di lattuca, ConfmaT pendiuia,òdifalici,&dirofe,&orzo pilato,&rafuradicucurbita^di citru- Uc'ayo. * Ij^ foglie,& feme di lattuca;ouero il decotto di papauero bianco,con vn po- 0'di cime di cammomilla,& latte di vacca,ò di pecora;ouerofe gli vngerà la |
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j ^afràl'orecchiejcV: ilfottileofib della fronte con rviiguemofandalino, (til-
^ndone alquanto dentro l'orecchie;& fé glifchizzerà sii per le narici olio vio- *co,mefcoIato con latte di pecora, òdi capra, checonfortino,&humetrino; jUer° con olij, & vnguenti caldi palTato il principio, che rifoluano, fuaporan- n ^fì prima il ceruello,mettendoli fopra il capo facchetti caldi pieni di femola* r. ^ °rzo cotto ; comefono l'olio di ruta, & folio, & pece liquida mefeolati in- ^nje ; & l'vnguenco che ü fa con opoponaco, pece appicatoria, di ciafcuna^ nc^ tre3trementina,ma{tice ana onde due,galbano oncia vna,& meza,rag- gia ma-
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44 Delle Infirmitadi
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g»
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a magra oncie tre e urna, & libra vna d'olio vecchio pefti\difl:ructi, & mC/
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colati interne: ftillandofi olio folo dentro l'orecchie^ perche Cogliono que ^
Trescar vjcjj j j cerucllo escludere la falubrità del fonno,farà cofaneceiTaria a rimedi^ f I9®»9' re ? cjle pQ^a j'anjmaie clormire ; perilche oltre i rimedi] detti di foprada n<j (parlando della frenefia)fe gli butterà nella gola con vn cornetto la beuandad radici di mandragora/ementediiufquiamojdi pap3tjero5&di lattuca,rido^, infieme in polue oncia vna per cofa, (temperate con acqua di gramigna °ö cndiuia, ò fucco d'orzata ; la quale lo farà ripofare, & gli prouocherà il f°nr!0' Ma perche nel curare icaualli rabbiofi & furiofi nò fipoftono il più delle volt porre ad eflecutione ficuramente i rimedi] manuafi,con la biada fidaranno J°* ro a mangiare tre onciee meza di intuiamo 5 il quale farà, che per tutto V&-* giorno efà non ftentino, anzi paiano morti 3 fi che fi potrà far nel corpolpr. quel che fi vorrà j ouero fi metterà loro nell'acqua che beuono vna oncia di &
cutajöi quando eglino fch>uaiTeroilcibo3&racque}figettaranno loro con aC' rS/m~~ qua giù per la gola dette cofe;& quando poi fidouràrifuegìiarli,fi fchizzeràl0'
ro per le narici elleboro bianco mefcolato con aceto fortiìììmo}ò due dram111
di caftore fatto in poluejouero fi lauerà loro co acqua fredda la tefta;& i meo1-
Dareiifo^r'1 genitali^ te il male non mancalTe5fi bruccierà loro il capo leggiermente
(o Zonm'a fotto i primi capelli, & fopra le vene delle tempie ; ouerofi darà loro con fé*»1
*aa?° U in^qat' fpeifepuntedi fuoco nel ventre,nelletempie,& vnanel ciuffoli fo&
mo cuoio, tra carne,& pellejmettendo in quelli pertugi penne vnte d'olio W
rino, per tenerli aperti, accioche per quelli efca la materia ; perche il caurerJÖ
confuma i mali humon,& rinforza la debolezza del corpo, & riitora le men1'
pmofiictì. |jranc fe\ gemello ; & riduce a fanità l'animale. Et fé con qutfti rimedi}' n°»1
guarifce * la cura farà difp erata j & bifognara ftrappargli per vltimo rimedio
genitali ; & fé per difauentura mentre è infermo fé gli rompefle la faccia > ò*
Rahbiofì gambe s'vlceraiIero,il cauallo farà fpedito,& propinquo alla morte.Se i calia»'
!ta5v h faranno diuenuti rabbiofi, per efiere (tati morfi da altri ammali rabbiofi \Q
rabbiófhet per hauerebeuuto dell'acque 5 dentro le quali fia caduta la fchiuma d'anima
Zi dici rabbiofi>òmangiar.0,0beuutodi quelle cofe,chealle volte fogliono loroau^'
fi scheda £are,incorreranno nel timore dell'acquatiche fi conofce perche hanno le ve&
Segni. gonfie5tefe,6cfudano}& gli occhi fono pieni di lagrime,& tremano,&s'app^
Gwa. giano alle muraci nutriranno come difopra,& fi terrà lubrico il verre loro t°*
clifieiij3& nel principio del male (per vietarcene quel rabido veleno non f
netrì nel corpo)s'aprirà largamente la morfura,& fi lauerà loro d'intorno cöct*
la carne laccrata;ouero fi cuocerà con ferri infocati,ilche è rimedio falutifcr°.'#
nude" ° Perocne ^ cauterio attuale diuertifee il veleno,che non penetri, & lo tira fu°fl'
carico, ò fi porrà lor fopra vn caufiico monotonie il folimato incorporato con qua
mm che vnguento freddo • Fatto il cauterio fi procurerà, che l'efcara fi fpichi co?
ogni prefiezza, acciò fi faccia larga via al veleno, ponendofi fopra il cauter,£)
la vernice liquida incorporata, con torli d'voua, & botiro, Dipoi fi porrà \oi0
fopra la polue del precipitato, che prolunga il ferrar della piaga,& tira il ve^"
no dal profondo alla circonferenza, lauando la piaga, fé farà bifogno, con &
decottionedel lapatio,& impiaftrandoui ancora fopra rherba.Per diltrtfgg^
Mflm*re P°* *' ve^eno penetrato a dentro, & vietare, che non arriui alle parti princi'
^rttvde- palij & al cuore; fi daranno per bocca all'animale beuandea ciò appropriata
™Fmtr« (come riabbiamodetto)& mailimamentequella, nellacompofìtionedell*-1
quale entra la polue di granchi di fiume abbruggiaci j Spallato il princip10
dei male*
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De' Caualli. Lib. IL 45
luk ^a^3 ^e ^ Potra cauar ^anBue»& dargli per bocca beuande leggiere, che Camrfan
dicano il ventre,&euacuanolefeci communi, & farlo fridare, vietando nel^^X
rlncipio del male il cauar fangue3& l'euacuatione, che il veleno non zndrch^lJMa- *
parti efteriori, tirandolo alle parti di dentro,- nel refto fi curerà, cornea
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fi )c auJUUCll^rcrJCUarPuluCHnürocuatHualaLtIueucei°nLoanirauuio- L iar^ti
N*e §li darà a bere dell'acqua in locoofcuro,di modoche nonla veda,ne fen- mor deli' |
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la
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ji P fe gli tirarà giù per la gola col corno,- & in tal cafo fé gli darà fpeiTo a bere "c***
1diurne giudaico nell'acqua,al pefo di tre dramme,il mitridato.la teriaca>& Polue di granchi abbruggiati. DelUpazzìa del cauallo. Cap, Xl.L
A pazzia del caualìo è caufata dalla corrottione della fantafia in Cau^
eflb:la quale viene ò dalla troppo abondanzadel fangue caldo,& infiammatolo da i vapori caIdi,cattiui,&maligni,chafcendono |
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«o
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alla teftajò da i mouimentì,& corfi prefti,& veloci fatti dal caual-
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I con ftixz,aJ& battiture,' & apprefTo per l'altre cagioni,per le quali rabbioii fi
j?nno. Hanno gli occhi fidi, termi, rodi, infocati, & pieni di lippa; tengono Sezni- ^ecchie diritte,& louente le dimenano;no fi lafciano pigliare,eiTendo icioi- > & preQ fanno 0gni sforzo per fuggirei &: s'appoggiano alle muralo i piedi ^cuoteno il cerreno,&gittanobaue per la bocca, &dannofi morii nel petto, r fìella vita > & morderebbono chi fé gli accoftaffe. la fua cura è tenergli in Cura- ^co frefcojofcuro, & lontani da ogni ftrepito,& rumore; acciò pollano quìe- |
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^re>& dormire,& nutrirgli parcamente con cibi,che humettino>& rinfrekhi-
? ì e trar loro prima fangue dalla vena com m une del collo, & dopo alquanti |
Modo di
yiuére. tiiar Jan
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prni dalle gambe,& euacuar* lor il ventre con clifterijjdipoi gettare loro per %\^cn
*golaillattedi caprajolabeuanda di feme di iufquiamOjdi papauerofaluati- Media- |
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ne.
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Adi lattuca,di ciafeuna oncie due poluerizate,& mefcolate,& ftemperate co
jarina d'orzo3& vino; & vngere loro il fottilidìmoofso della fronteja nuca,& |
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£.tempie, &le orecchie con olio, & pece appiccatoria ; & tutto il corpo con
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Vntionk
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r.lrrna mescolata con aceto, & olio ; & in fomma curarli nel modo, che hab-
flam° detto curarfi i caualli, che perla pefte diuentano rabbiofi,& furiofi; ef^ endo queito male poco da quello differente. Del capoftorno» Cdp. XIII.
L capoftorno del cauallo è intiera offefa della fantafia nella fua_* v$nit>°-
operatione; la quale gli offufea talmente ifenfi, che gli leua quafi tutta la cognirione,& gli fa reftar balordi,& quafi inienfatij è det- to capoftorno ò dall'effetto:, chefegueilmale,cioèdal rimanere i Nome di vo?o1!j m^ert1^ co * caPi borditi, & ftupidi, ò dal più notabile accidente, del °™e dm' e- §^rfi attorno,che fanno. Viene quefta infirmità per lo più neireftate,& ne i c*a melanconicijftizzofi, & gradì. Si conofcecheilcaualio tienefempreil \r0c,he&Z Q0^aggrauato5&pefante,chinoa terra,& nella ftalla dentro alla mangiatoia, v^f c*- lo ^7 vifta offufcata,con gli occhi ofeuri, & gonfij, & ftà come addormenta- TJrì &e~ Po& PriuQ dilume,& è pigro,tardo,& ftupido; & col petto,ò con la tefta s'ap- &&»• t0ï°§^j& vrta forte; & nel crefeere del malefatte del capone i muri,& va in- n° ^torno;neirandare camina fempre inantì^finche vrta ne i murilo in al- tra cofa, |
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46 Delle Infirmitadi
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ch'eg?
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thTieSa-£m cofa,cheintoppajpigranienrè,& malamente moùendofi.Et curato .^
no dopo la farà^eflendo flato offefo in quella infirmiti il ceruello, dal quale hanno or v curationc* ne j nerui)rimarie quafi Tempre debole di fchiena,& di gamt>e,& perde la g . tia del buono andare, pigramente mouendofi,& torcendo le gambe nel cai nare,ò fuori di modo,& difgratjamente alzandolej& è inhabile alle fo^v^ gagliardamente affaticandofiageuolmente ritorna in quella infirmitàj&fr CmA villa, & la mente ingrofïata; ne fente, ò teme le battiture. E cagionata que ^ infirmità da materia mifta,nella quale per lo più la frigidità foprabonda,ac - pagnata alle volte con humori vétofi, ò fia nel ceruello ifteflb,ò in tutto » c ; pOj ò nelle membra, che hanno col ceruello communicanza. Viene anco , vapori, i quali eleuandofi dalle materie fredde, & flemmatiche, ò melane0 ^ che,afcendono al capo,ò fiano elle nello ftomaco^ò nel fegatoso nella rrù'z ' in altre parti del corpo,& da i moti gagliardi,&corfi veloci fatti con flizz3!, battiture, i quali riempiono il capo, & agitano, & muouono quelle matef}^ fredde moltiplicate nella tefla, ò nel corpo dell'animale: producendo la ff$ dita, & rhumidità nel capo, oue fi ritroijano la grauezza, & la pefezza: &ïC.y dendo gli fpiriti tardi al moto, & immobili, & perciò la virtù della fantafa ^ ftromento ne fufficiente,ne buono,- & efiendo propria natura del freddo & h TrmoBico re i corpi tardi, flupidi, & infenfati. La fua naturai cura, quando il male f fl fura:' uello,&frefcoCpercheinuecchiatc&confermatoèincurabi^èquefta.Si1^ rà nel vernoil cauallo infermo in luoghi caldi,legato in modo,che non fi P0.^ ■Sm* offenderejnell'eftate mluoghi temperati,& £pekki)$t fi nutrirà con patto0! jj femoia bagnata con acqua^gramigna, fienos&orzo cottoj & con beueroi^ farina cl'orzo j nel verno con cofe calde,come ceci,faua crudi,pafìoni di (e1*1 ij la con mele j polue di bacche di lauro, & di regolitia,- &beueroni di fa/ina^ fromento, ma poco per volta, acciò che lo flornaco difficilmente confu^jj dogli,nó mandaffedinuouo fumofità al capo,& altri humori generaci <\K cibi' migliorando l'animale, fi andranno accref cendo,fecondo chefara gip ^ cauarfap cato necefsario. Per euacuare gli humori, fé gli cauerà fangue dalli fianchi'^ gHe' dalle gambe di dietroj& fé gli taglierà ancora due, ò tre dita del nodion àc. foftftte c?da'Pereuacl,are,&diuertire bene quella humidità. Apprefib quattro f precedente Q\
dopo il male, effondo flato la notte precedente l'animale fenza mangi3 0
aJna?edi~ ^Q 8^ ^ar^Ia bianda > che fi fa con oncie tre di fiena difsolute in libre cpf^l Medicine d'acqua calda, & oncie due d'agarico grattato con lagrattugia,& onrijp ™a bcmn' mele, mefcolate, & bollite infieme, fiate prima in infufione auanti che W $ |
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Pìllole*
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cano ,• ò fé gli gettarà giù per la gola pillole di lardo di porco, con agaric?» %
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maftice; ò polue di fiena con vino,òacqua di mazorana, & cafsia, di cia»c ^
oncie fei mefcolate infieme ; & fé gli darà à mangiare polue di fiena con 1?^ molai ouerofegli faranno nel principio del male ogni giorno dui clifW ö tantOjcheil cauallofia ben purgato, & euacuato. Dipoi rade volte fi facC! ^ (pernonindebolirel'animale^'comecliflerij di madre di viole, di mei'0* ,u, |
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Cliflerij.
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& fale;ò di decottione di parietaria,cìi malua,di madre di viole,di merco' .
con zuccaro, cafsia, iera pigra, benedetta, olio violato,& olio di ruta j & PStg
terare, confumare, & diuertire bene quella humidità, fé gli daràfpefseXcr
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Bevande . V'
bocca f fecondo che ricercherà, il male J due oncie^er ciafeuna volta0 ^
iloreo poluerizato fottilmente, & difsoluto con vri bocal di buon viP^j^ |
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malua^
per vna |
ia,^ con fucco dii-uta,& d'afsentio,òcon la fua infufione,- òfe g1* ^
fol volta la beuanda di feme di naftruccio, di papauero, d'aneti? |
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rofef11
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tr
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De' Caualli. 'Lib, IL 47
trofemoli oncia vna per cofa, di feme di lattuca ,d'appio ana onde vna e me-
**>&£ di genziana oncie vna,di pepeoncia meza,di zafTarano fcropoh due5di caftoreo vnquarte, pefte,& tattilmente poluenzate, e difsolutecon buon vi- a , H- p. P. r, v ,• • n- ir • 1 Star dopa
j*o. Uopo la beuanda , o la meojcma itia quattro bore lenza mangiare con la u medm-
"riglia in bocca, efsendo ftato la notte precedente digiuno. Et per ifuaporar, "h" m*2°- &difseccarquel]ahumidità)& per diuertirla, fé gli darà a principio del male guato. Con ferri infocati acuti vna punta nel ciuffo fotto i primi capelli a fommo D*retlf°~ Cl*oiojtre nel collo fotto i crim,& vna nella coda tra cuoio,& carne;& i n quelli «^rtugj fatti cia.1 fuoco,fi metteranno penne con afsungiadi porco,& olio com ^une^ccioche fé gli generi la putredincouer marciai & per quelli n'efeano i ^aìi humori, medicandogli ogni giorno due volte, tantoché fia guanto; & fé E'ì faranno due,o tre volte il giorno mafticatorij di bacchette di fico nell'afta- Mafie* *£)& nei verno di bacchettedi lauro,-& fi mouerà deliramente per rifcaidarlo,tor1,% & difseccar gli humori, Quefto è quanto intorno a tal'infirmita ci par dì ra- Bionaro, Del capogatto. Cup, XIF,
L capogattodel caualloè vna debole 3 & leggiera offefa della fan- Definititi*
tafia nella fuaoperatione. E detto capogatto,cioè capo matto,& n£fgmed~„ pazzo, & come fi dice infenfato, efsendo pofto il nome di quello de dermi che contiene ilceruello jq vece dell3 effetto che fa,- impcrocheil ^niello del gatto, mangiato che fi fia > ammalia di tal forte gli huomini, che uiuentano vei tiginofijpazzi, & infenfati, Si conofeono i caualli offe-fi eia que- Segt}U jto male dallo ftare5& andare con la tefta alta,& folleuata;&: tutti pam di dal- ïhauere gli occhi gonfij, & groffi; di pieni d'humori; & dall'efsere tanto timi- di impauriti, & in tanta fuga, che tre huomini fortilhmi non gli potrebbono tenere faldi.tanto è la loro fantafia ripiena di cole pauentofe,& terribili,& dal far faUì difordinati,ondecaggiono alle volte in terra- Viene quefta pazzia dal- oyv, » iftefse cagioni del capoftorno, & fi cura nel medefimo modo; eccetto, che in ' ^UeHadeuonoefserei medicamenti più piaceuoli,& le fregagioni per tutto il c^rPoalf indietro con bagni di vino buomfsimo, dentro il quale fiano bolliti cura, v Jrfftolochia rotonda imperatoria,carlina,termentigia,& gariofilata ana oncie ^aggiuntoui dipoi olio commune ad egual pefo del vino, DelU vertigine * Cap* XF*
Atifcono anco alle volte i caualli vertigine repentinamente > ca-
dendo a terra, Si genera quefta pafsione nella tefta perlagione c^f"h&- de i mouimenti difordinati, che fanno li fpiriti ventofi, & fìatuoll ;j**J§§i|fc nelle parti dekeruello ; i quali ò fi generano dentro il capo per la ^rnperiedel ceruello,& per lo più hanno origine da humori freddi^ gluti- ìn°f • ^ono nianc*at* a'*a te^a'Q dallo ftomacoj dal fegato, ò dalle altre parti n^tion,Cagionano ancora la vertigineiCommouendoquefti fpiriti ventofiji aldi eccefsiuijgli odori grau.i>& acuti delle ftalle,ò d'altro luogo;il moto trop- in gagliardo; i corfi lïïghi ,& veloci, il radoppiar' i caualli,e'l farli rotare,^ ga- j PPare in girone i tornici lugo ocio,il mangiar troppo,il non digerir bene,& *tomacQripieno^^d'humoricattiui,caldij&acri. Aquefto male bifogna dal D principiò
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48 Delle Infirmitadi
Mutano- principio accortamente prouedere, per cangiarli facilmente in mal caduc0'
ZaTe.4 m ò in paralifia;& la fua cura farà tale. Si terrà l'animale vertiginofo in loco net;
cura. to,temperato,& ficuro da i ventij & fi nutrirà di cibicene facilmente fi digerì
Mododi cano,& non mandino vapori al capo; & fieiTerciterà piaceuolmente,& mode*
viuere. rataaientej & per euacuare, & confumar'i mali humori, fe gli darà per bocca
Medici- prima che fi cibi(eflendoftato la notte precedente digiunerà medicinajche»
m- componeconfemenzadicipollelunghe, & aloèana onciavna,pepebiancC"
cujlerij. oncie tre,& mele il quarto^ & fe gli farà ogni giorno vn cIifterio,con decotti^
nedifemola,mercorella.> ma!ua,bieta, fiori di cammomilla,& con olio corn*
. mune, & olio di mandole dolci, & mele rofato, agarico, &iera pigra con a»'
32pT quanto difale.Per diuertire poi gli humori dal capo, fi fregherà gagliardame*1
te con mani il corpo del cauailo all'indietro 5 & fe gli laueranno le gambe con
acquafalata3& fe gli fchizzeranno fu per le narici acqua d'orzo mefcolata co"
fucco di bieta -, & fe gli faranno fternutatorij con fenape, aceto> & fuffumigjJ'
con caftoreo,& aceto gettati fopra faflì ardentij ò con la fua decottione caln*"
ò con galbano,pulegio, & origano,con alquanto d'aceto; & per Ieuare la Ve*'
tigine, fegli darà continuamente per molti giorni à mangiare nella femoi?"
l'agarico in polue, &■ per bocca inanzi il cibo, l'abrotano pitto, & trito fotti»'
mente, con vino tepido, ò con l'odimele, ò con l'aceto fcillino, che gioua al[J
vertiginofi,& al mal caduco,ò ilfucco del peucedano,con aceto,& vino* &*fl
gli bagnaràilcapo,per confortarlo>& fortificarlo col fuccodi bieta nerajòco*1
olio rolacoj& aceto foli?ò mefcolati con olio di cam momilla.
Dei'malcaduco. Cap* XV U
Ncorche alcuniFilofofi,& molti huoniini dottiffimi habbian^
lafciato nelli ferirti loro, che l'huomo folo è fottopofto al mal cV duco ( detto da Greci EpilepfiaJ nondimeno hauendonel ifp£ rientia maeftra delle cofe infegnato, &moftrato molti altri a/£ mali foggiacere à quefta infirmitàj come la coturnice, la perdici la giandara, la capra,la pecora, il cane,il cauallo,& altrij di quefto male^coi*1* Definiti*, di cofa che appartiene ancor' al cauailo, trattaremo noi. Dunque 1 epilepn* ve, &fi- vna conuulfioney& vnofpafimo non continuato di tuttoil corpo, per lo q^ gnu il cauailo cafea fubitamente in terra, priuo d'ogni fentimento 3 & d'ogni vi' fa%Kr0 anirnale * QìLand0 quefto male ha il fuo proprio albergo nel ceruello, èPf |
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Inamente dotto il più delle volte inquefti animali da copia grande di materia Aern
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0lOf
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dea, liquida, & atta a fcor"rere,& alcune volte da flemma grotto, & da hu
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il ceruello
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s
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melanconico, & da vapori, & ventofità grolle, le quali riempiendo ,&oc ^
pandoquafi tutti i ventricoli del ceruello , & rinchiudendo li fpiriti 5 f&i,
caufe-j, quello ftrano accidente ed cadere. Quando procede poi per la comtn ^
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irnienti canza} cne na '' ceruell° con Jo ftomaco, viene da vapori, & da ventofit3 ' j,
armilo 'è quali inalzandofi dallo ftomaco al capo,offendono il ceruello,& i fuoi ve .sq
frfn'otlko con>òcon la quantità loro,ò con lamalaqualità.Si potrà farequalchegi11^ ^
della lunghezza, & grandezza di quefto male, attaftando con le deta, fl\ ^
do il cauailo è cadutola cartilaggine del naïb,la quale fe fi trouerà molto ^
da 3 farà fegno, che il male farà longo, & il cauailo caderà fpeflb ; ^^JMBr
Cura ' poco fredda, rade volte caderà, & farà breue il male. Per fanare que ^^o»
eie d'epilepfia, fi terrà il cauailo infermo in loco temperato* necton & °,^
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De Caualli. Lib. IL 49
*°Utarioj& lontano dalli ftrepiti,& rumori; & legato in modc,che fopraue- %fu°fr°edi
^tiaogli il male di nouo, nel cadere, & nel dibatterli, non fi polla far danno ; h riguarderà da freddi, & da caldi, & efiercitij eccedìui, & da herbaggi, & »öl che mandino vapori al capo,& lo riempiano,& che generino vapori grof- ? & fiano ventofi, come fono il grano, la vecciata lente,la faua,& l'oroDoa& Cl'i che generano humorimelanconici,& riempiono la tefta;&(ì nutrirà par- r yerite^fminuendogliiduoi terzi del cibo ordinaricv)conauena,fpelta,ceci . % & femola, mefcolateui dentro polue d'agarico, che gioua al mal caduco Ve^ga da qual fi voglia cagione)ò con femente di peonia intiere,ò polueriza- \& paltoni di femola col mele, & polue d'agarico; ò con gramigna, cicorea, |.,§a.no,pulegio,& fieno; & fé gli daranno à bere tepidi beueroni con farina j18rano,ò d'orzo,col mele,ò acqua melata;ò di peonia,ò decottione d'arifto- ^ Cr»ia rotonda,ò d'ifopo,&: s'effercitarà mdderatamente;& fé gli faranno fre- ^a§ionì per tutto il corpo all'indietro. Appreffo fi cercherà con ogni modo Punìbile, & con ogni diligentia di leuar via, & diuertir la materia della parte Jriucipalmente aftetta,ò ila il ceruello,o lo itomaco,& fminuire la loro fuper- ^ità, confiftendo in quello la Camma della curatione di quello male. Per la cmarfm j)ual cofa fé gli cauerà Cubito fangue a batta ma dalle gambe di dietro tra le co- sw' Cle>dalle vene,che s"allacciano,per euacuare gli humori,& daila coda,per di- y^irejouero da i fianchi,& dalla coda; & dopo il quarto dì dalle vene dello-* >etllpie,cocendo fapèrcure fatte dal falaìTo, ò dalla lancetta nelle tempie, con fomento di rame affocato non molto affondo; & efsendo il male propria- mente nel ceruello, per cagione d'humori flemmatici, ilche facilmente fi co- segmdei ^?fcerà dalla graiïezza, & pienezza del cauallo, dalla vita pallata, dal manto f^J p color bianco, e morello , o d'altro colore slauato, & f morto, dal vifo tene» ma, utofo,dal capo grane,& dall'andare pigro, tardo, & debole; & dal venire l'ac- cidente per lo più,nel crefeere che fa la Luna,& nel fuo tondo,&fenza febbre; ^sendo tutti quelli inditi) di materia flemmatica pofta nel ceruello. Si pur- ^ Starà > &euacuerà il cauallo, dandogli la mattina à digiuno per bocca con il corno laiera, con polpa di colloquintida > decado, caltoreo, iera, & agarico, con mele,mefcolati infieme, & diftemperati con acqua, & olio; ò la infufione Mediò- ®l nena,ò la beuanda che fi fa con libre due di mele, mefcolateui dentro a len- m' 10 foco diagridion, fcammonea, agarico^ cocomero feluaggio, radice d'opo- ponaco , di panaria, di ciafeuno oncie vna, pedi, & fetacciatij, dandone per ^°lta due gran cucchiari (temperati con olio oncia vna, & acqua tepida à ba- l^nza; & continuando tanto che fi veda il cauallo efsere ben purgato, & eua- Cuato; ouero fé gli faranno ogni terzo dì clifterij leggieri di cammomilla, d'a- ^o, di centaurea, di mele cotto, & di colloquintida; ò clifterij acuti fatti con ciisieril% a§*rico, iera pigra, mei rofato, olio commune, & brodo di tetta di caftro- ?e>& alquanto di fale5ò con la decottione di centaurea,di calamento5d'arifìo- ^chia rotonda, di mercorella, di fiori di cammomilla, di femola, aggiuntoui 0,1o commune, mei rofato, agarico, iera pigra, & alquanto di fale,i quali eua- Cua.no, & diuertifeono gli humori. Fatte quelle euacuationi, èk diuerfioni, fi P*x*to" *nirgherà particolarmente il ceruello, foffiando con vn cannello nelle nari del lare del c«r ^Uallo polue fottilìfTima di caltoreo, & piretro, mcfcolati infieme; ò di polpa mll°- 1 colloqUjntida,& di cocomero ajìnino,ò il loro lucco fchizzandogli,che fan- 0 dranutare, & euacuano per le nari ; òla polue di caltoreo, ò di euforbio, ò ^l pepe foli,q incorporati infieme à ouero fchizzando, ò gettando nelle na- D 2 ri fucco
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5e Delle Infirmitadi
ri fucco diruta, con acqua di mazorana j ò frizzandogli polue d'affa fetida^
di radice d'artemifia,ò di elleboro^ di lafleroj che purgano tira ndo giù la «* teria dal capo,-& facendolo ftare gran partedel giorno attaccato con la brig»3 in bocca, alia imboccatura della quale fia attaccato nel mezo vn facche^ picciolo di tela fottile, pieno di polue di piretro, ò di polue di iera, di maW &di pepe;che per la bocca tirano dal capola flemma j & fé il mal fe$uita,feg[- tara vn cauterio alla tefta nel mezo della fronte, con vn bottonetto di focofi |
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'Cauterio.
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.Alterar,
©* con tar nello. |
Vn° °p? la nUC3 'ouero fe 3H faranno cotture afsai nel capo, perche fouentfi
Per quefte diuerfioni fogliono i caualliappaflìonati rimanere liberi. Purga? il ceruello, fi altererà, & conforterà confumandole reliquie de gli humori, ** |
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cendogh profumi al capo di ruta, di caftoreo, di ftorace s & vngendo il c*P°
con vntioni calde, & fecche, come fono olio di lauro, con pece liquidabili^' done anco dentro 1 orecchie^ ponendoui fopra lem piaftro fatto di fenape*d! centaurea,di polpa di colioquintida,di fterco di colombo, di piretro.ad eg^1 miiura,mcorporati con mele in quantità fufficiente,-& fé gli daranno per boc' ca ogni giorno l'acqua ,ò la decottione di peonia,& del fuo feme;ò di pir^0' & ariftolochia rotonda, ò di polio montano,& la teriaca, ò la beuanda ditf*' tiana.di bacche di lauro,d anftolochia rotondaci piretro ana dramme due^ di mele libra vna difioluta con acquaia quale è efficaci/lima al mal caduco,^ a tutte le mfirmita fredde, che vengono al ceruello, & aUi nerui, & a i dolo? freddi,& ventofi delio ftomaco,& de gli inteftini;ò la decottione dell'herb^ ian Paojo.detta Paralitica; ouero fé gli gettaranno per gola alcune di quella beuande,che co la loro propria virtù operano,& giouano in quelli mali; co&e e vna oncia per volta, ò due di polue fottiliffimad'ippomanes,ò d'offa di te& humana, od altre ofia del corpo abbruggiate, diffolute con acqua di grat& gna; le quah,oltra che giouano grandemente^ liberano 1 animale,hannoan' cora valoredi preferuarlo per fempre, fé ogni mefe Io animale ne piglieràd^ oncie per voltai & la vefica di porco feluatico con l'orina cotta nel fornico? olimele, pigliato ogni giorno in quantità d'vn vuouo di gallina, & è buonP' ma,&prouata;e'l fegato di rana inuiluppato in foglia di cauolo,&abbruggö" to in vna pignatta noua con vino dato a bere,fin che guarifca; & l'vnghie à& J alinolo di causilo abbruggiate, con aceto; ò il fiele di cane, che dato a bd* iubitodopo 1 accidente, fàchepiùnon cade; Sd'vouadi corno; &i teiW1 smìdd dd 5r}?5& akn di.fimi1 virtù)& vaIore'& Per lo "afo fi getterà fterco di cif ceruello of-
gna diltemperato in acqua di mele. Se il male farà per communicanza ÒP10
f£S#t ltom*c°> fé gli vedrà vn tremore, & vn palpamento di cuore gagliardo*? delio a*, manderà gemiti prima che cada,vfcendogli fuori la fchiuma della bocca,^11 |
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maco.
Cura*
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dibatterà, & alle volte gli vfeiranno fuori gli eferementi, e'1 feme contra il *f
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Ier iuo,ie gli daranno per curarlo, & preferuarlo cibi facili dadigerire; fé gli ?
ranno clifteri) acuti,che tirino la materia a ba(To>& altri che diuertifeano q»cl' le materie dallo ftomaco verfo le parti inferiori^ fi conforterà il ceruello^ non riceua quelle cattiue impreffioni dello ftomaco,dandogli per bocca og*1 giorno poluedi maftice,diftemperata con acqua calda; ò alcuna delie ben**'. de dette di iopra;& quando fi trouerà nell'accidente/i adoprerà ogni forte* |
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diuerfioni.
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ItolU
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De'Caualli. Lib. IL 51
Della apoplefia , Cap, XVI7.
Apoplefia chiamata volgarmente la goccia, è vna fubitana priua- Definition
tione così di fenfo, &di moto, come d'ogni operation^ animale. leJ:&^e" Ella non folamente fa cafcare il cauallo a guifa deirEpiplefia,maù leupli il moto da ogni membro,fi che veramente pare effer mor- - to. Sicaufaquafifempre in quefti animali da flemma groffo, & cvw/* ìreddo; il quale, mentre d'eiïo totalmente fi riempiono tutti li ventricoli del
c.etuello,& fi chiudono l'arterie,per le quali dal cuore a i feni del cerueilo li fpi- ritì afcendono, cagiona Tapoplefia, Si fouiene a queftagrauiflìma infirmiti ^afi nell'iftefso modo, che habbiamo detto fouenirfi al mal caduco ; & la fua Cllra è tale. Si tiene il cauallo in loco caldo, & fecco, & netto; fi nutre, & pafce ^reamente, con cibi facili da digerire, & che non ifuaporinoal capo 3 come »onorauenajafpelta,il fieno inaffiato con acqua melatala femola con polue Jji agarico, paftoni di femola con polue di agarico, & mele, beueroni di farina *" §rano,& melc,acqua di ceci,& acqua melata,tepidi;& fubito nel male fé gli cj^ [angue dalla mano dritta,& dalla coda, ma non molto, hauutoriguardo^*^" J* ecà5& alla fortezza delcauallo. Appreflb,per farlo più tofto rifentire,fi fgri- ^a'&fifpinge,&fe gli fanno fufTumigìj di caftoreo,&di opoponaco,ò di ari- Snpmig^ lto]ochia,& galbano pefti alia grofla,& s'vnge tutto il corpo-cpntra pelo con Vmiom. 0j'j caldi^omeanefino, coftino, & di caftoreo; & fé gli fanno clifterij con de- cmer^ ^°ttione di cammomilla, & di ruta ; ò con decottione di polpa di colìoquinti- ^ajcentaurea.ruca^neti.nella quale fianodiiroluteilferapio,lamirrha,& olio ^imandoleamarej onero con la decottione di centaureaminore^utai abrota- no, origanojdi ciafeuno vna brancata, & di polpa di colloquintida dramme^» ^e>aggmruoui deatro il mele anacardino5& l'olio di caftoreo,& la iera pigra, & l'elleboro bianco ana dramme cinque, con vn poco di fale ; & quando egli ^"linciaa fentire,continuando i fuffumigìj,& i clifterij,fe gli conuiene fare li jernutatorij con polue di caftoreo, di elleboro, ò di pepe ; & mafìicatorij con stemt*. PolUedi piretro,ftafifagria,& piretro porta su l'imboccatura della briglia, pri,t0J^-„.t .^vntacol mele j òattaccataui nel mezo, efsendo rinchiufa in vn facchetto ?m/. lca' |
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P^ciolodi tela fottile j & vngerli il capo per alterarlo, & confortarlo con olij J^^Idijch'aiTottigliano; come fono folio d'euforbio, di ruta,di cocomero afini- cJ,&
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iom
altera- cori' |
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. °>di piretro,& altri fimili,femplici,ò compofti,& darli per bocca la teriacaJò-fcrf*M*
saftoreo,con mele difsoluto con vino ottimojouero infondergli per il nafo il cibreo disfatto in fuccodi ruta,oueramente in bollinone di vino,vna,òdue .°^3 finche fi rifani; ò vn'oncia per volta difsoluta in vin caldo; della confet- l^ejche fi fa prendendofi legno aloè,& vua pafsa ana libra vna,radice di vite ^aben monda libra meza Squilla, nocelle monde, noci mofeate. zuccaro, ^rdamomo,e macis ana oncia vna,garofaIi,pepelungo,falgemma,galla mof- {? a ^*c0 narc*°> ° fticados ana oncia meza; con tre d'agarico, & facendogli /efte fatalmente le cofe da piftare)cocere inficine a fuoco lento,fino alla con- r ^tione de fughi frequentandole tanto, che l'animale fia ridotto al primie- ^ Jtato ; & non giouando quefti, fé gli farà vn cauterio fopra la nuca, & vno cauterio, ^ Cluffo lotto i pri mi capelli, & l'altro nella coda; & tanto fia detto di quefto |
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D | Della
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$z Delle Infirmitadi
Della letbargia » Cap» XVI IL
Definita- $j^$ft$fJfS Iene vn'infirmiti grande tutta contrariatila frenefia dentro v.
craneo, nella foftanza dei ceruello, & nelle vcfti che lo coprono j
la quale induce gran fonno 3 & obliuione d'ogni cofa ; & leua i
moto, e'1 fenfo; & corrompe la fantafia; dettagliando è fenzal*
febbre, alto fonno ; ò veterno, & lethargia, efsendoui la febbre »
Cmfe. Generano quefto male la copia grande d'humori freddi, & veramente flefljj
maticì,che /corrono in quelle parti interne del capo, & iui il radunano; e 1 *&
grofso,denfo,nebulofo,&di palude,e'l dimorarfotto i freddiffimi raggi deU*
luna, e'1 viuere troppo abondante, & copiofo di cibi freddi,numidi, & mala'
geuolì da digerire, & l'hauereil cauallo tutto il corpo, ò lo ftomaco,ò il cap0
naturalmente ripieno d'humori freddi,ò di fredda compiendone. Locagio*13'
Quali co* no ancora le percoife grandi del capo, le quali offendono grandemente 'ùf*
udii fino uello,& l'intronano, & lo cohquafsano. Sonofottopoftiaqueftapaflìoneic^
tStiavu- «alli,chedi natura fono melanconici,^ flemmatici; & quelli,che hanno lalt'
ilo maie.^ {\a fredda,& maftìmamente i caualli vecchia quelli,che viuono in paefi fre(i'
toTengT di,& numidi.Viene quefto male per lo più nella ftagione del verno.E l'anima'
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Segni.
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le affetto,ftupido,infenfato,& alienato'dì mente,non fi raccorda delle cofe o^
ceffarie al viuere;& è tanto fmemorato,& fuori di fe,che aprendo alle vofo&J ferrando gli occhi,& la bocca non fi ramenta di ferrargli^ d'aprirgli;hà gli °.. chi lippi,grauofi;& fonnolenti; & l'habito raro,deboìe.& tardo; & la lingua ö color bianco; manda fchiuma grande fuori della bocca> & vinto fempregiace,& dorme;ò ftandodrìtto dorme appoggiatoalia mangiato^ capo languido,& baflb;non fi cura di pigliar cibo,ne gì bere,& fi dimagra. Jj Cura, fua cura è quella; fi farà ilare il cauallo infermo in ftallà di buon'aria fecca,
priua d'ogni humidità,& ficura da i ventila quale (ia nelfeftate temperata? - nel verno calda;ne fi lafcierà dormire,ma fi terrà a forza defto con tutti i mo Rimedi, poffibili,{Impicciandolo continuamente con le mani, & con fgridar!o,& ^ per tener o\{fempre fuoni terribili,& gagliardi di trombe5di tamburi,& d'altri firo^
e' °' ti; perche domi end o,ogni rimedio è vano, e'1 cauallo fé ne morrebbe,fi i^p rà con voci,& con battiture a leuarfi,& a caminare; faratìì il fuolo della W.t(> coprir dì paglia,© di fieno,accioche lafciandouifi cadere,nel corcarfi il ca^ non fi faceffe danno. Si nutrirà con cibi,ch'afsottiglino quelli humori g*° jj & prouochino l'orina ; come fono le foglie di braffica domefìica, di lauro » cìcorea,di falice,i lupinai paftoni di femola col mele;il feme di lino cotto c acqua,& mefcolatì con mele;le faue fpezzate,rerico,& l'orzo cotti con ^fij. L'acqua di lupini,!'acqua di ceci, & l'acqua di cauoli con farina d'orzo tCP'^ ouero l'acquacaldajòl'acqua d'orzo bollita con barbe di porrijfopo, &rl1 jj aggiuntoui fufficiente quantità di mele ;& ibeueroni d'orzo con l'acO.1^ |
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mele, & acqua pura mefcolati infieme, li quali nutrifcono, & nett
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,fubit?J
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c\
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materie ; ouero l'acqua di mele ; tenendoti quefto modo di viuere
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j?
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Cauarfan
gue. |
principio delmaìefeglicauerà fangue, f purché fiadibifogno, & la vJ jgj
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l'età,la complefsione del cauallo, & la ftagione lo comportino J dalle vf ! 0le,
capo,ò dalle vene del petto,ò da quelle de i fianchi;ma fé la virtù foife de ^ e l'età noi permetteiTe,fegli cauerà fangue dal nafo, ò dalla coda,non PeQ^ eumeni, cuare, ma per diuertirej & fé gli faranno clifteri j, adoprando prima i &. |
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De'Caualli. LibJI. $3
Cajmi, & dopo ì mordicatiui; come fono quelli di decottione di centaujea, di
Caiamento,d'ifopo,di ftecadesdi mentaftro, di ciafcuno vna brancata; d'aga- lc°s di falgemma ana dramme quattro, di colloquintida, di radici di brionia 5lla drammedue,di polipodio, di cartamo, di finocchio, & di cimino ana drà- ^fei5bollitineir acqua,fin che calino la metà;& aggiuntoui dopo che faran- no colate,& fpremute alquanto dì iera pigra,& dell'elettuario indo.Et fé que- '! noneuacuaftero a baftanza facciali il difterio, dentro il quale fiano la iera ^Sta di Galeno oncie due,la midolla della colloquintida dramma vna, il dia- Wion fcropolo vno,il falgemmadramme quattro/agarico dramma vna; & l quelle cofe fi facciano tre,ò quattro clifterij,cocendo prima la iera pigra ;& ^§iuntoui,dipoi l'altre cofe,cotta elvella farà;& nell' viti ino fpargendoui fale ^o minutamente. Perefsiccarpoij& confumare quelli humeri abondanti,fe Medicine jj|ì darà per bocca il caftoreo difsoluto ne! vino, ò la polue di feme di pulegio 3 ^fiw- "l calamo aromatico,di fpica nardi,& di radici di cappari ad egual mifura fté-,«'. j^tati con vino,ò con acqua tepida,dandorte per ciafeuna volta tre cucchiari. |
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5* ie per mala ventura fopragìungetfe a quello graue male qualche accidece
j* mortale;come fono il (udore freddo,il tremore, & lo ftupore, e'1 freddo nel e*trerne parti del corpo, & nella cuticagna, fegni di copia grande di materia |
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e * nerui5& ne i mufcoli,è bifogno per aiutare l'animale darli per bocca beuan
^iolutiue; come è il caftoreo 5 con alquanto di fcammonea,òildiagridion |
Souueni-
ì-eto a, gli
accidenti,
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Veicolato con il caftoreojil quale folue la flemma.non vi efsendo la febbre; la che [opra-
^ale in quello male fuole efser continua. Dopo quelli rimedij fi deue diuer- ^Src lfeia materia del capo ; facendogli le fregagioni con le mani, & nelle gambe UmZcrik <*>n femola,fale, &acetocaldi;ò con olio ficionio, & aceto fquiìitico ; & ba- dpr™j°-A |tlarli fouente ilcapo,e'l collo con acque caldeidentrolequali fiano bollite co- m. : ^ calde, come fono il pulegio, la menta, la maggiorana, il lauro,i] caftoreo,ìÌBagni' ^alamentcil peucedanoj & altre cofe fimili;& iauarli ie gambe con acquacai- ^J & cauarli fangue come fi è detto dal nafo,& dalla coda; & farli fternutato- StrmHt^ ri) 5 fpirandoli per le narici con vn cannello polue fottilifsimad'euforbiojò di tory. caftoreojò di pepe,ò d'elleboro bianco,ò di fenape;& farli mafticatorij con ra- M$kZ niuicelli verdi d'alloro,ò di fìco,ò con neruo di bue vnto di mele,& fale.Fatte torn> ^uehV deriuationi,&diuerfioni;fe gli conforteranno la teila,e°l ceruello,acciò confortar *K)n rfceuano nuoui humori; & fi rifoluano quelli, che già vi fono concorfi,& tótefit. adunati;bagnando dopo le purgationi per tre,ò quattro giorni continui la te- Scon acqua rofata,aceto,& olio rofato tepidi nelfeftate,& caldi nel verno;ò J^ olio rofato,& alquanto d'aceto;dipoi con aceto,olio,cailoreo,cala mento, J "^enta. Et fé il male diuentafle maggiore, fi deurà vngerli il ca pò con olio Rimedi 1 piglio,& di rofe, con alquanto di aceto, ò con aceto, & caftoreo, òcon olio d «S^J °UtOj& caftoreo,ò con olio di femente d'ort.ica>di laureola,di pepe,& di pire- |jjj££ r ^ì & farli fuffumigij di fifimbrio, di calamento bollici nel vino,ò di caftoreo Vnnom.' t?^ò dicalamento;di caftoreo,&di ruta;pofti fopra le bragie ardenti,-& per Mum" „ Uegliarlo,ottimi faranno il fomento del caftoreo, & del pulegio,con aceto, '"" . ^ olio>òil fumo del folfoi i quali fogliono i lethargi nfuegliare,el bagnarli il p ƒ ^e- |
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_i.' "vii a\,vjHu)uvn«vja Ijuaiv uà wyiiw li j/uh.c,iujva " i-uit u «5'»u vauvjU I
| per»j fatti col caftoreo,& col pulegio;& perche in cosi fatto malegii humo-
» [Jëhono concorrere ne ipiedi,&danneggiarli,farà bene hauer cura grande^ Pnfer**- k ^gnarìi fouente con acqua calda, & impiallargli alle volte con femola,fa* ru£t ^ aceto cotti,& mefcolati infìeme,& caldi. D 4 Della
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54 Delle Infirmitadi
Delia Paralifia, o refelutione de i neruì, Cap, XIX,
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Definitio
ne. |
HTÖSsl ^ Paralifia è vna ofFefa non di tutto il corpo del ceruel!o,ma o a.j
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f ESp» cune parti di quello s la quale , mollificando i nerui, gli toghe,
c«uft* \ Pwj|- ®oto,e'lfenfo.Sigeneraqueftomaleperlopiùdaflemmagrt)' m E-WJS fo, & vìfcofoi il quale tenacemente attaccato alli nerui, chipy» & oppila le ftrade in guifa , che impedifce alli fpiriti animal» j *ej condo il folito loro, lo diftribuirfi in quella parte, nella quale fi diiTeminap^ nerui : & alle volte ancora procede da qualche altro humore fifso nella fpifl,? midolla. Oltradiquefto i freddi ecceflìui,& l'efsere flato il cauallo inferni0'? verno in acque fredde, in luoghi freddi, al vento, al giaccio, & alla neue, &* ammaccature,! tagli,& le ferite perlotrauerfo,& vna caduta gagliarda,la (fi* le mouefle i nodi del collo talmente, che gli piegafse, & torceife fortemenf^ ìnfiemeconlafpinal midolla da vn lato, fono potenti a generare la Parali»!!'* segni, j fegnj delia Paralifia facilmente, & da i volgari fi conofcono ; veggendo» membra rifolute, & priue di moto. In qual parte poi del ceruello, ò dellajj1^ dolla fpinale,ò de i nerui fia quella ofFefa fconciofia che non fempre vno $® fo loco determinato venga oflfefo,& affetto nella Paralifia,ma hora il cerue"0' & alcune volte il principio della fpinal midolla,& alcune altre qualche nertf*? ò mufcolodeftinato a qualche moto particolare ) Io di monderanno le P^fl uSààt fette, &danneggiate. Imperoche fe l'offefa, & la materia faranno nella deft #•., parte del ceruello, la parte deftra del corpo, & del moftaccio, faranno parai1 uTfrL che. Se nella finiftra, faranno parimente le parti finiftre del corpo, & della &* ftro omo. eia paralitJche.Etfe la midolla fpinaleal principio fra il primo nododelcon > trainai & delf occipitio farà totalmente offefa(effendo che ne icaualli la fpinal miao, midolla la habbìa origine parte del ceruello,& parte dal cerebellojfi vedranno riiolu slgnl dei- i nerui di tutto il corpo dal moftaccio in fuori. Ma fe in vna parte fola farà o. la./jml fefa la fpinal midoIla,ò deftra, ò finiftra,ch ella fia,faranno paralitici i nerUJ * tfcfa tu tuttaquella parte, da quelli del moftaccio in fuori. Et fe vn neruo particola v"rJal(LJ ^an* f°lamente affetto, farà paralitica tutta quella parte, che da quel neruo 1 ^ Segnid'vn leua effer moffa, non potendo ( per efser impedita la ftrada ò dalla materia r *S fit° dalì'oppilatione)quel neruo offefo mandar li fpiriti animali a quel mébroP* Segni del- ticolare.Et fela parte dinanzi del ceruello farà offefa,farà paralitico il molj* l*m7riM C10j & *a lingua penderà relafTata fuori di bocca, & l'vna orecchia farà più^ » TeUe'ruei- guida, & pendente dell'altra, & le labbra, relafsate fi verranno bruttami -Q loofefa. rouerfciare,& a torcere,^ l'vn de gli occhi farà minor dell'altro, e'1 moftacC :| farà tutto difconcertato,per efsere offefi i nerui del ceruello, che vanno a &^ pfoZfìk^. »noto,& il fenfo a quefte parti. La cura di quefto male (venga da qual fi V°K{; cagione)è molto perigliosa, & dubbiofa,& maffimamente ne i causili vec*'' & quando la paralifia farà confìrmata,& inuecchiata,prima che fi venga a . Nella cu- ra, è di meftieri haucre intiera, & perfetta cognizione dell'anatomia del cfù r{htdZ> lo,& del nafcimento5& origine de inerui,& delle ftrade che fanno, & de u° che bifo- fini; & della natura loro,& del temperamento dekeruello, afEne di P°terü3l- gna /ape- pjjcar'i rimedij appropriati ne i luoghi conueneuoli,-percioche fe in vna 4. jj che partedel corpo ò deftra, ò finiftra, ò in ambedue faranno offefi i nerU,eìle male farà nel principio, del nafeimento di quelli nerui, che vengono in ^0$. partij&iuis'haurannoad applicaci rimedij;come,feil maleyerràin vna del co*;
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y
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DeCaualli.Lib.il. j 5
^1 collo, onde fi vedrà il cauallo andar tutto torto da vn lato a guìfa d'vn gra-
zioso come fé egli folle premuto dalla fella in queIlato,& non potetfe piegare "Collojquafi c'hauefie rotto i nodi di quellojfi porranno i nmedij locali foprai Pr,nii duo nodi del collo, & fopra l'articolationedegli altri ; percioche il pri- ^^e'I fecondo paio di nerui della fpinal midolla, che feruono al collo, efcono ^er quelli buchi,che fono da i lati del primo,& del fecondo nodo del collo; eì ter£o,e'l quarto,e'l quinto,e'l fefto paio di nerui,che fi difleminano per li muf- F°H del collo sboccano fuori per 1 articolationede gli vltimi nodi del collo, & 'Primi del thorace;dalli quali efcono i nerui,che fi fpargono perle mani fino a fredi. Se nelle gambe di dietro,fi applicheranno i rimedij fopra l'articolationi ^e'lombi,&: fopra l'offofacrOjéc le groppe vfcendoda quefte parti i nerui che *J diftribuïfcono per le gambe. Se il male farà in vn lato del corpo, dal moftac- Cio in fuor^fi medicare la nuca,e'l primo nodo del collo al principio della fpi- ^al midolla.Se ne i neruuò mufcoli più interni,!! adopreranno rimedij più pò- , tenti,&piùgagliardi.Conofciatequeftecofefperciocheneicaualliquafitut-riuere° l *e l'infermità de i nerui,& della nuca vengono da fucchi, & humori flemmati- c* §ro(Tì,& vìfcofi)fi terrà il cauallo paralitico in luogo caldo,& fecco,mondo, & netto da ogni lordura, doue non pofsa nuocere il freddo, & i venti freddi, npcendo alli nerui tutte le cofe fredde in atto, od in potenza 5 & fi efserciterà Placeuolmente,& fi pafcerà di cibi calidi,& di facile digeftione,& che generi- ci0 humori fottili, & non vifcofi, & non mandino vapori al capo ; come fono *°glie di fico, ceci roflì, frumento macerato in acqua di mele ; fpelta, auena, j^ftoni di femola con mele;beueroni tepidi di farina di grano con mele;acqua **1 niele,acqua d'ifopo. Apprefso nel principio del male(pereuacuar gli humo- J)fe gli cauerà fangue,ma poco,dalla parte fana; fé però l'etàjla ftagione,& le Cauarfm forze del cauallo lo permetteranno ; & pattati alcuni giorni, fé gli faranno, & &ue' c°ntinueranno i cliiterij con acqua di mele, dentro la quale fia bollito il carto- lo con olio,&fale;ò con decottione di centaurea minore,di polio,di calarne- cu^an. to>dorïgano,di mercorella,di ruta,di ciafcunadue brancate; aggiuntoti aga- Jjco, benedetta,& olio di giglio,& vn poco di fale;ò con decottione di malua, 0 a^ea,di mercorella, di bugloffa,di bettonica, d'ifopo, di ciafcuna due bran- cate,mefcolateui dentro olioanetino3ò cammomillinooncie tre, mele rofato 0r*cie due, iera pigra, benedetta ana oncia vna; & fé gli getteranno giù per la ^°la,aftringendone la nece(ficà,& la gagliardia del male;ouero efiendo il cer- Medid- ?eHo primieramente affetto,medicine cheeuacuinoil corpo,& confumino gli ne • l^morijcome la colloquintida col fucco di centaurea minores& del cocomero
llt%o, gettandogli fubito dietro olio commune per addolcire la canna della
Jp'a>& ageuolare Teuacuatione, che tirano la materia delle giunture, & dalli ^.jUij ò il fucco di caftoreo, con l'agarico; ò il fucco di centaurea minore,ò le piole di euforbio con lardo di porco ; molto gioueuole alla paralifia, & alle-j fittole. eddurede i nerui.Et per euacuare bene gli humori,!! farà fudare,vngendolo
y^l'vntione fatta con falnitro,libra vna, trementina onde fei,galbano libre jmwm, v a>caftoreo oncia vna, pepe nerooncie due; midolla di cerno onde due, olio ' ■'* °" ^ecchio,& occimo vino quanto batti, diftructi a lento foco, &di(Toluto il gal- . ^0 nei vino,& ftroppicciandolo ben force con le mani,tanto che fudi;& per f/Sl? e^^ire la materia, & purgare anco il capo, fé gli faranno fternutatorij con *** ^^r°ìo,ò eon pepe, ò con nigella,& fuffumigi j del caftoreo;& fé gli faranno mSI Picare bacchette di lauro, & radici di piretro, & tener' in bocca, attaccato torii *
alla
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56 Delle Infirmitadi
alla imboccatura della briglia vn facchetco picciolo ditela lottile pieno di p0^
uè di cimino,faluia,origano*caftoreo,peonia, piretro,fale,pepe,zinzibe, peP nero, fena peana fero polo v no ; laqual'è molto gioueuole alla paralifiade lingua} de gli occhi, & delle labbra; ò fc gli infonderà per le narici due V0'J.C dì la decottione colata di cocomeri afinin!,d'orecchia di topo, di noce mole . ta,di noce d'India, d'acori, e di piretrod egual mifura bolliti con vino; V&c purga la tefta , e conforta inerui mirabilmente. Et fé il capo non farà afrct (euacuato il cauallo)fe gli daranno per bocca cofe,che confortino la tefta>c ' me ilcaftoreo,ó l'opoponaco,con acqua muffa dapoi,per confortare^ f°r. < fìcare le parti affette, ò fìano il ceruello, ò il principio della fpinal midolla» nodi del collo, ò della fchena, 0 altro luo^o particc Jarei & per rifoluerele r£ j |
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Conforta-
imi. |
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quie della materia^s'vngeranno con olio di ruta,ò d'euforbio, ò di lauro* &et
colati infieme, & tepidi; & lì fregheranno col caftoreo, & olio; & la lingua e caftoreo fob per feccar la materia, òcon fale armoniaco, zinzibe,& cipolla,, con pepe, zinzibero, cinnamomo, &falgemma fatti in polue> &alle voj£e. ftropicciaranno prima,& pois'vngeranno; oueros'vngerannoconoliodyP co,ò iicofto,mef colati col caftoreo, & con piretro,& olio voipino,&coftij)0' ò con olio di ruta,& di coiio,& di cocomero afmino,& di caftoreo,&id'eU5?1',' bio,mefcolati infieme; ouerocon l'vntione>cheiì fa di bdeliio oncie tre,caft^ reo, euforbie ana oncia vna e meza, ferapino dramme due, cera oncia vna> drammequattro,oliofambuccino,òirinoonciecinque,di(Tolutoilbdellio^^ ferapino in acqua di ruta s& bollite ogni cofa infieme tanto 5 che lì faccia v£ guento; ò con quella di lumbnei della terra,abbruggiati in olla nuoua, & P° " uerizati, pighandofi didetta poluelibre quattro, & di zànzi, & di galangaar oncie tre;& facendone vnguentocol mele fpumato;il quale in pochiffimi g10 ni fuolefanarecosì fatti mali, tenendoli l'animale ben coperto in loco> caldo*
dopo l'vntione;ò con miftura di bitume, polued'incenfo gomma di pino,cO^ olio vecchio ana libra meza,con vna di ammoniaco,aggiuntouigalbano,p^
poli,e midolla di ceruo ana oncia vna,bollite infieme, ftroppicciàdo prima ^ forte le labbra,ò altro loco appa(Tìonato,& pofeia vngendole. Dopoqiieftifl' medij rifolutiui per tirar il calore,& lo fpirito al membro paralitico.fi faran0. ventofefpeile lenza taglio fopra il membro affetto; all'origine, & allìneo* mufcoli,acciocherifcaldinoi nerui,&gli ritorni ilmoto;ouerofi poneràTop,- le membra relaffate la fauina,e'l vifeo guercio;i quali dalle più intime pa^ fl dentro tirino con la vehemenza gli humori fottili, & grofli ; & rifcaldino^. lunghezza di tempo;& fé il collo fofse rimafo torto,vnto bene,& ammorbjP^ to con dette vntioni caldea lìroppicciato; con {tecche,&fafciedilino,sJ fafeierà come fé folle fconcio; acciò fi dirizzi. Ma non giouando alcun ri?1 / diOjpoiche il male è nel ceruello,fe gli faranno vltimamente cauteri j nel cfl fo,nella nuca,& nelle vene dietro alle orecchie, nella fommità della mafce - inferiore, & nella coda al fine. Et fé il male farà nel collo, fé gli faranno ^ linee fottili di foco su per lo collo delia parte fana ,& alle tempie, ^all^V chiadallatofano,&su perlafchena,& nella tem pia dal lato pagato, vna ir la picciola di foco. Et le il male iarà in membro particolare, fi tara il cau# ., in quel membro. Se la nfolutione de i nerui verrà da freddo fenza materia? ^ trouata la parte che farà principalmente amalata, batteranno per fanaria \ medij detti di fopra per alterare, & fortificare le parti ; non fprezzando t°, menteil ceruello> & k parte relafsata. Ma fé farà deriuata dacaduta, ° F |
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Vntioni.
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fentofe.
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Cauterìj.
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• Rimedi
al males da freddo ferina ma- teria. Rimedio
d males |
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De Calmili. Lib. IL 57
cofsa gagliarda , ò da ferita> fi curerà leuando, & difsoluendo la materia con- f* C^H~
vyua;&: fanando quei mali. Tanto fia detto. coffa. Dello fpafimo. Cap. XX,
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O fpafimo, detto dai Latiniconuulfione, èvna perpetuai & vio- Definite
lenta contrattione ; & rìtrattione de i nerui, & de i mufcoli verfo m' il lor principio. Et quefto alle volte tutte le parti del corpo vniuer- Quali par .l^ente comprende ;& alle volte folamente alcune parti di quello. Lofpa- poJmpTi-
^0, che tutto il corpo comprende, talmente lo lega, &l'impedifce,che_^ da.
j^gar non fi può in verun lato; & è nomato da i volgari tiro mortale;cofì det- Tiro mor- ,°f fecondo il creder mio,) dal continuo tirare che fanno i mufcoli,e i nerui; & tfcf-m
^ condurre il più delle volte quefto male il patiënte a morte ; & a differenza pi tiro fecco, il quale è più tofto vitio5che male;& le in quello i nerui,e'J capo Tiro [ecco. {l contraggono alle parti dinanzi, fi chiama con la parola greca Ern piftoto- Emtfh- ^oj fé a quelle di dietro, opiftotono; fé egualmente il collo col refto del corpo oJJ£oflWM tefta immobile, fenza poterfi piegare a banda veruna, vien detto tetano : an Tetano. corcrie li fcrittori Greci confondano i nomì,i fegni,& i rimedij di quefti mali; Pigliando il tetano, & l'opiftotono per vn male iftefso, efsendo (come dicono .J."U ftato impofto allo fpafimo il primo nome dall'effetto che fegue; cioè dal lfar dei nerui;e'l fecondo,non dal vedere che tutte le parti del corpo fi vengo-
J*0a torcere,&attirar'indietro,comeauiene ne gli huomini,ma dali'acciden- e>perciochei cauallitetanicicafcando,nonpofsonorileuarfico i piedidi die- Nome dei
jO>detti da loro opifthij;ma a guifa di cani tentano leuarfi con le braccia,ftan J/^-ƒ j|0 con le groppe in terrajdal che furono chiamati opiftotonìci.1 quali nomi fi ppìfieù* l^gliono,& fi pofsono anco accommodare alle fole conuulfioni del collo;ben- *"*■ c^e alcuni antichi ,& moderni fcrittori dei mali del cauallo chiamino fpafi- ^o,dolore, tetanojpoftetano,& opiftotono; fé ilmaleattrahefolamentei la- certi^8c le corde della parte di dietro,come della fchena, de i fianchi, & delk_» gambe; & tetano, & antetano,fe quelle della parte anteriore, come del collo, p' petto, & delle braccia, in quefte fpecie di mali è offefo alcune volte il cer- Q™li M xe"o5& alcune il principio della fpinal midolla,& alcune altre qualche neruo, %fem° ^ufcolo particolarejficome habbiamo detto auenire,&conofcerfi nella pa-
glia. Viene lo fpafimo,e'l tiro mortale f male acutiffimo,&pericolofiffimo^ 5duecagioni;daeuacuatione,&darepletione.Laeuacuatione,comedalun- 2*L5*S
Piaggio, da continua, e fmifurata fatica, da caldi intollerabili del fole, da patì. * ^§0 digiuno, i quali confumando, & eflìccando, i nerui,e i mufcoli li fanno $ lr3re3&fpafimare. Viene anco da eflere caualcato il cauallo, & fatto fudare j, fra doglia j & da eflere inchiodato nel mezo del piede, ne ben curato. & da * ltUra di fpalla, lafciata lungo tempo fenza alcun rimedio ; da efser caftrato, curato; da punture fatte nelle parti neruofe,da tagli, che non habbianp « °nchi affatto i nerui, ò fiano per lungo, ò fiano per trauerfo, ò da percofse,ò ^tlte nelle gra(felle,ònell'anguinaglie,chiamateda Greci Bubon,&altrepar- . ^ruofe, & molto fenfibìlì; le quali offendendo, & addolorando, & infiam- ^do le parti neruofe, ei ceruello, & dillipando la propria foftanza, fanno tj entareinerui,&le membrane aride,fecche,& in fé ftefse ritirarfi.Dareple Segnidir» f ne 1 come dal patire fmifurati freddi ; giacendo nel maggior verno al cielo ?ktme' " ^rto,& ferenojalla neue,al ghiaccio,al vento,all acque freddifsime; & dal
raffreddarli,
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58 Delle f nfirmitadi
raffreddarfi,& agghiacciarfi dopo il fudore, & le fatiche; entrando in acq" J
fredde,& gelatelo ftando in luoghi,& paefi freddiffimi,ò dall'effere ripie°° humori groffi,humidi,& freddi;onde congelati i mufcoli,ripiene,impedrte' chiufele ftrade,per le quali foleuano per finanzi pattare li fpiriti animali)11^ ne il corpOj& le fue membra rigide,diritte,& diftefe;ò dalla mala comply1* tie,la quale per lo più in quefti animali è flem matica,& ventofa;la quale rie pie talmente i nerui,che gli fa diuenire più larghi, & più corti, che non erflO ' feruando in ciò egual proportions Si conofconoquelle cagioni per fegm *J <: ferentijimperoche fé lo fpafimo,ò tiro mortale verrà da rep!etione,piglian£ per fegni le cofe precedute al male, fi vedrà il cauallo morbido, graffo, &'■? ^ vHMMtit pafciuto,& il male effere venuto in vn fubico. Se da euacuatione, fi conoK*. |
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ne,
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dalla magrezza>& eftenuatione dell'animale, & dall eiìer egli ftato in c6o°ö '
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& faticofi efsercitij,& dall'hauer patito gràdiffìma fame;& dall'eiïergli v<ffl
Segni del- to lo fpafimo a poco a poco, & con interuallo di tempo. I fegni dello i*Pa' #
% getm, f°no>cne * giumenti affetti di quefto male fi veggono finitamente cafc3fe5
con le giunture hora diftefe,& hora ritratte palpìtare,& tremare in tutto il pò, & fudare, & talhora fparger per la bocca fchiuma. Si conofce il tetano.' Segni dei- j opiftotono,& rcmproftotono,che il cauallo infermo di quefte fpecie di W.
tpfïr fimojhà il capo tefo,ò piegato verfo il petto,ò riuolto indietro;il colloduroA
ritto,incordato,&immobilejlafchienatantorigida,&indurata5chenófiPj3 crollarne piegare in veruno latoji fianchi duri,& ftretti verfo le reni; la co folleuata,& ferma, che nò la può menare;le fpalle,le gambe,& ogn'aitro me bro legato,che non fi può mouerejl'orecchie fredde,tefe,& dure; le gambe, ritte di modojche ne quefte,ne quelle piegare fi poffonoj tutti i nei ui, ^ie v ne tefe,gli occhi ftrauolti,& legati; le labbra, & la lingua impedite; la bocc: ferrata in tanto, che non può ne bere, ne mangiare; & d'ogni banda è riera j^ verfo le partidi dietro;& caminandotienelegambe diritte,& ftraferna i ptf & cadendo,non fi può rileuare,ma fiede come il cane:& con difficolta uiaf1^ alcune volte l'orina fuori,& altre efee ella còtra fua voglia;per edere i mmc'• s della veffìca diftefi;ma no contratti;& quelli del ventre allentati^ per la v^ efpulfiua indebolita. Quando lo fpafimo comprende folamente le parti afl^. riori del cauallo3come il collo,il petto,& le bracciali conofce da quefti fà» che il collo è diritto,& immobile,& le braccia non fi poflono piegare; & K^, ne delle fpalle, & l'orecchie fono tefe;& la bocca, & le labbra fenza hufl$\. Se il male attrahe le parti didietro,tìene il cauallo infermo le gambe,& le^jj lelegate;&lafchiena,chenon fi può piegatele freddo fipoal capo;&n^ •pronotìi- occhi lagrimofi;& la codaindurata,& fredda;e i fianchi riftretri;& fiede c°u> to?m° '"fa il cane; ckcaminandoftrafcinai piedi. I pronoftici delio fpafimo fo«°> ^
quello che propriamente viene da inanitione è quafi incurabile; & che que, y
che procede da repletione, foprauenendo la febbre, fi fana in breue temP0^
che i caualli tetanici fé in breue tempo non morono, per lo più guarifeof10' f
m che quelli che hanno ferratele mafcel!e,& non polfonoaprirlabocxa,fo°%,
£°wSTIo pilì mcuraDÌli- Se il male verrà da euacuatione,fi curerà (potendo/i Vcl0(oi
da enacua nareJ con cofe, che humettino. Si terrà dunque il cauallo infermo in rlP 0* WMododì 1 eftate in locohumido,ch'inclini al frefco;il verno in loco temperato,^"^ -mere, uerà temperatamente, & fi nutrirà con paltoni di farina d'orzo, foghe di ^ gramigna,fieno,vena,fpelta>& orzo cotto,& acqua d'orzo, & acqua P^J^o per euacuare le feci fecche, Se humettare, & lubricare il ventre, fé g!i *a j |
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De' C&üalli. Lib. IL 5P
^gnì giorno inanti il cibo dui clifterij d'acqua,& olio violato,& mucilaggine, clifterij.
p pfiiiiojò d'acqua dentro la quale fieno bollite, & disfatte tefte d'agnello, & atCe 5 aggiuntoui dipoi olio violato, & rolli d'voua a baftanza ; s'vngeranno Vntioni> °gni giorno vna volta le membra fpafimate , ò tutto il corpo, & (òpra tutto la Jadice dei neruì,i nodi del collo,deIla fchiena,& della coda,e*i principio della Jpinal midolla, rafi i peli, & fregando leggiermente con olio violato tepido,ò ?l°)ò mifticato con latte di vacca,ò d'afina,ò con olio di mucilaggine; ouero llrnpiaftreranno le giunture, e'1 principio della fpina con farina di feme di li- impiaflri. ^°j& di fieno greco,& radici d'altea cotte nell'acqua,&pefte;aggiuntouifari- ^3 d'orzo,& olio violato,& fatti in forma d'empiaftro;&: fi terrà ì'eftate nell'ac jjua di fiume intepidita dal fole, & all'ombra ; dipoi afciutto, s'vngerà, come abbiamo detto-Ma per humettar!o,& alterarlo di dentro,fe gli darà col cor- Alterare. j?°la mattina a digiuno latte di capra, ò d'afina col zuccaro. Et per tenere ef- letcitato le mafcelie, fé gli faranno mafticare nerui di bue s & fé Ji gettaràgiù Mafìka- Per le narici olio cocorbitino, per diuertire dal capo gli humorì. Se lo fpafimo, SJw- ^tiro mortale verrà da repletione,& da humori freddi flemmaticij&groffi,fi do rane comequafi fempre in quefti animali auiene;fi terrà il cauallo infermo in ftalla, tfaner.eyle' ° *uogo caldo, & fecco, doue non padano i venti, in buon letto di paglia, ò di Mododi ieno afciutto,coperto ben di fchiauine, intorniatodi carboni di foco,ma non yimn} ~l cerro,ò col fuoco apprefso,netto di fumo,- perchedi leggieri facendoli pun- ° di fumo,il patiënte ne verrebbe fuffocato;ó nelle ftuffe coperto fino in terra S1 panni caldi,fchifando tutte le cofe» che ò da fé, ò per accidente pofsano ra- ;*eddare; Et fi nutrirà di cibi caldi,comececi roffi,orobi,pan bìfeottato, orzo /Scolato con ceci crudi,orbache di lauro, femola cotta, orzo infranto mace- ro con acqua,& mefcolatocon femola,fieno sbuffato di falnitro,acciò man- cando cofe dure} le mafcelie fi dirompano, & fi fgranchino, & non volendo «gli mangiare,conuerrà con ogni varietà di cibi allettarlo, eccettuate le faue, p& gli daranno a bere acqua calda con farina d'orzo,& mele,& acqua mela- ^epida; brodo di ceci con pepe poluerizato, & vino : e'i mangiare bifogna_, ' hefpeGToglifiaconcefifo, acciochele mafcelie di continuo molto fianoagi-
?e k^ ^e ^terr^ *n k°cca la maggior partedel tempo vn legno di fico , ò dì TemrUU Sjinebrojò di lauro ben grofso, ò vn neruodi bue, vntsdi mele; acciò non le gli ^cca w . Mudanoi denti, & in quefto bifogna eflfere molto follecko, & diligente,- im~u' jhr°.cne errati i denti, è perduta ogni fperanza di falute. Per euacuare gli hu- c^affm j ^feglicauerà fangue,ma poco; òdalle tempie,ò dal petto,òdalla coda,ò' il /:anguinaglie,ò dalle vene,che fono intorno alle natiche,fi come comporta f^fognojfeperò fi vedranno le venegonfie,il predominiodelfangue,& il bi • #n° grande,- per eflère baftante il male da fé fteffo fenz'akro ad eftenuar,& ^ 3Ccare fanimale,& indebolir!o;& per potere refiftere alla cagione del male; Per efTere(fecóndo il parer d'alcuni) dannofo il cauar fangue a chi patifee ri- Cm ,edi nerui; & fé gli faranno ogni giorno auanti il cibo due clifterij, che rif- cufier^. (jj t P°>& tirino giù le feci, & gli humori, dentro li quali fia la iera;ò il fangue ^0, udine^'l caftoreo;& li clifterij co acqua,& mele,doue fia cotto il cafto- I3 jaggiuntouiolio commune,& fale;&li clifterij di decottionedi mercorel- ì\j 2 ^rietaria,di foglie de cauoii,con zuccaro,ca{Iìa,& olio violatolo i clifte- di0 °ho di ruta,&d opoponaco; ò d'acqua melata col caftoreo, ottimo rime- h^} rigore,chc viene per freddo,& humido,- & lì farà fudare,come diremo D. . totto. Euacuato il cauallo;per ciiucrcir la materia, & gli humori della te- dltSpT fta?s'in^
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6o Delle Infirmitadj
fta,s'inuolgerà,ò legaraflì all'i mboccatura della briglia la radicesò polue di P1'
latro; acciochemaiticando ilcauallo,labrigliaagiti le mafcelle,& prenda^: dicina al fuo male, & purghi il ceruello, & apraì'oppilationi, &leoftruttiom frofumi. de i colatoi ; & delie narici ; ò fé gli faranno profumi al capo, fpargendofop1^ pietre affocate ottimo vino; o fé gli fchizzerà nelle nari cole, che faciano ftr^ strame nutare,& tirino giù gli humori.Per alterare poi,Se rifcaldar gli humori,& 1ani' dedica-, malejpoco dopo il principio del male, fé gii getterà giù per la gola,col corno» mèti aite* la teriacaftemperatacon buon vinojò maluagia,ò il caftoreo folo,ò con l'°V°r- ponaco diffoluti nel vino ; ò la potione d'opoponaco, (torace, di gentiana*ü ciafeuno onde tre;di mirrha oncie due,di pepelongo oncia meza;fatti in p° J ue,& fetacciati,& diffoluti in ottimo vino vecchione) la beuanda che fi fa dir^ ta,di bacche di lauro, di pepe bianco, di ciafeuna parte eguali, pefte, & fte01' peratecon olio commune, & vino ottimo;© la compofitione,che fi facon fé01 di ruta oncie due,feme di petrofcello oncia vna, cornino oncia meza,fcario J faluatica oncie due,nitro fallo, gentian a,caftoreo, opoponaco ana oncia '^^ za, fetacciati, & mefcolati infieme, dandone per più giorni due cocchiari Pe.- volta,ftcmperati con colatura di farina dWo,ò con ottimo vino;gettando£. fubito dietro olio cóoiune per raddolcir la gola ; farà ancor buono dargli ogjj. mattina auanti il cibo quattro cucchiari di polue fottiliftìma di caftoreo?^ pepebianco,dipetrofelino di ciafeun parti eguaìi;mifchiatacon due cucchi' ridi mele, & (temperato con quattro bicchieri d'acqua calda ; ilche è otti'11 fyegagw- rjmq(j j01 „li opiltotonici, & fi fregherà ben forte tutto il corpo delljnferm^ & fopra tutto il capo,le mafcelle,i fianchi, Iegambe,Ia fpina, & ii mébro atf1. lato con le mani vntedi calde vntioni;come fono il caftoreo mescolato col» no,ò con olio commune,il qual ha virtù,& valore di confortar' i nerui,& °! £* caldare il corpo,& le membra; ò l'olio di ruta,di cocomero afimno,& di cai* Vntioni, reo mefcolati infiemej&l'vntione fatta con butiro,dialtea,olio laurinojag^P pa,marzaton,olio di coftòjOÌio di fauina,d'vgual pefo;& quella che fi fa di ^ libra vna,di trementina oncie fei,di galbano libra vna,di caftoreo oncie \&u pepe,& di medolla di ceruo ana onciedue,d'olio,& vin vecchio,quantoW & quell'altra, che fi facon trementina oncie ouo> opoponacoonciedue^ & che di lauro oncie fei}olio di pino quanto bifogna,diftruttii& mefcolati ipl , me,& fatti alquanto cuocere nell'acqua; con la quale s'vnga tutto lanini? fregandolo forte;&l'vntione che fi compone con caftoreo,opoponaco,I,1': f, bacche dilaurodreos fecco,di ciafeuno oncie quattro,armoniaco,galban°' pé fa fetida5carpobalfamo, ana oncie tre, euforbie) oncie due, olio nardino>P' £ ana cncie vna,affungia di volperò di lupo oncie due,olio iaurino,alio cani ^ millino ana libra vna, olio commune antico librequattro ; & la miftura ? ^ di lauro,di dialtea,di graffo di causilo, d'olio di ftorace, & d'vnguento à,jf*, gonia d'vgual pefo;& quella d'olio laurino,volpino,olio d'eutbrbio,olio^0j pe,olio cirino,olio l^mbucino,olio coftino,diakea,& graffo vecchio di PHijg ìpargendo fopra i luoghi vnti polue di pulésio, di feme di fenape, di ba X\
iifudafe. di lauro,& a ^utorbiOjper far miglior frutto. Vntoilcauallo,ii eoprua u 0.
fchiauine,& fi terrà in loco caldo,col foco appretto netto di fumo,fìn c rcfc
piofamente venghiafudare; pofeia nettato, & rafeiutto ogni humore». fl0;
gherà,& vngerà contra pt!o, vn'altra voltatosi continuando fin che lia $
ouero fi fregherà, & ftroppicckrà prima con le mani, o con panni aiprI' ^pfi
che fi rifcaldi2& cominci a fudare; poi rafeiutto s'vngerà contra pelo>&
ben*
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De Caualli. Lib. IL 61
t
e!1 coperto fi ridurrà in luoco caldo, & a canto il fuoco, ò nelle ftuffe ; acciò
^ceuolmente l'vntioni entrino,& fi rifoluano. In oltre farà molto gioueuole r!l fare le fregagioni à canto al fuoco da due perfone con graffo di cauallo,ò ^WM* {.n Vntione di trememina,di fucco di ruta,di fico, di lauro, & d'acqua di vita j. toiChe facciano ftirar la pelle,& farlo fudare due volte il giorno, ponendolo ?to pietre molari affocate , bagnate di vino, effendo egli coperto in modo, 1 eil fumo no e!fali;& muoue il fudore^ilche è rimedio ottimo in quefti mali, fiiouendolo gagliardamente,ò facédolo ftare l'eftate al fole coperto di grofli ?atìni,ò pur inuoìto nel proprio fterco,tanto che fudijò coperto d'arena tutto, f 0r che il capo, & le groppe. Pofcia fudato fi rafeiughi, & fi faccia tanto paf- I S§iare con alcune coperte addoffofpotendo mouerfi ranimale)che ogni ca- J"eGa ammorzato;dipoi fi ritorni in ftalla calda,& di nuouo fi freghi;& ftrop :l^ci>come difopra;& così fi faccia finche fia guarito. E ancora molto appro- r,3to,& vtile allo fpafimo, l'empiaftro d'euforbio, ponendolo fopra il mem- » fm!id~ ir° appaffionato all'origine de i nerui, il quale fi compone con olio antico li- jn? Vnaj<rera x°fa oncie Sue, & euforbio frefeo poluerizato oncia vna,disfatti ^emer0lio,&la cera;& fparfaui dipoi fopra lapolue. La tefta del giumento 1° * Sraui mali ftia coperta di panno di lana, & vnta con buoni unguenti -, & J .^gli nell'orecchie olio laurino, ouero olio vecchio, & pece nauale, tepidij £ClOche confortino, & rifcaldino il ceruello. Non giouando quefti ri medi j, ^*re tl v B" darà fino vndici punte di fuoco vna nella fronte nel ciuffo tra carne, & pjstre per ciafeun lato del collo, poco fotto i crini,che pafsino da vn lato al- *Wo$ tredalle fpalle à i fianchi, & vna fopra la coda ; medicando le cotture^ ft graffo di porco, & ponendo fopra tutta la fchiena, per tre dì, facchetti di .^olacaldijVfando infieme in caldifsimo luogo,lVntioni dette di fopra. Se il Cura del '^ mortale,& lo fpafimo farà cagionato dal freddo, fi curerà tenendofi f ani» Sf ^ J^e infermo in loco caldo,intorniato di foco fenza fumo;& fregandogli tut- freddo'.^ ^? f°rpo,& le membra rigide col piretro,& vngendolo con vntionì, che rif-Fnmm' ^ìnojtra le quali ottima,^ molto efficace è quella,che fi compone,pigliàdo t, ?° oncia vna,eufotbio,grafso di volpe,galbano,e petrofemolo ana on eie e)bdellio,laferpitio,fior di falnitro,bacche di lauro, ifopo, &carpobalfamo r.a pneie tre, caftoreo, opoponaco, & feme d'agnocafto, ana oncie quattro, v nttro, e radice di ieros fecca ana oncie cinque, adrace, pepe, profumo, ar- jj Ol*taco,fterco di colombo,piretro,e feme di ruta ana oncie fei;& otto di car- ila ^omo. Oltre à ciò vna libra d'opobalfamo,& vn'altra di trementina,vn fe- ^ìodifumodi pece,vn'altro d'olio Iaurino,& vn'altro d'olio irino,due d'olio ^ Ptco> quattro d'olio commune molto vecchio, e cinque d'olio di liguftro ; jw^j che fi faranno in difparte colate le cofe,che poffonoliquefarfi, faccianfi v. ^tocremente bollire con tutte l'altre ; indi colata la roiitura, fi adoperi con (jjj°j Se fé col tempo diuentafse dura,difciogliafi con olio di liguftro à modo j)Jntniento. Se lo fpafimo verrà per poftema, s'applicheranno fopra il loco £$f jJJ ^o letïlat0 medica menti,che mollifichino,diffoluano,afsottiglino3& rifcaldi-KiW. fo: . Der colpo,ò per caduta,ò per ferita fi genererà il rigor de i nerui,fi dourà £]%? £f. H J*Veraniente mitigar il dolore,che ne fegue; & dipoi confortar l'origine, e'1 edmòpr fi h??61"© de i nerui,euacuato prima il cauallo,fecondo che farà di meftieri 3 per ferita.
rjtj lt.'garà il dolore applicandoli fopra l'origine de i nerui del loco offefo, nel
fcof ^lp*° *e vnt»oni d'olio d'aneto caldo, ò di cam momilla, ò di feme di lino,
Cla la decottione d'orto, cammomiila, e fieno Greco, & altri limili. Se per
puntura
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61 Delle Infirmitadi
M puntura fatta da cofa velenofa,fi metteranno fopra la puntura rimedileV
m4e\er rino a fé quel veleno,comela fcabbiofa afsata,col rofso d'vouo;& ia Beatl'iu |
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murare, ja fajuj3 le bacche dj lauro il dittamo, la teriaca ,• & il culo pelato d'vn g .
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Jifciuo caldi; ò con decottionedi ruta,di faluia?di mentaitro, di earnmon1 \
& foglie djlauro;& facendo per forza voltare il causilo creò quattrovolf quella gamba,che tiene grauofa,& fpafmatajò andar'indietro tre paui?aC che quella grolla ventofjtà»che non troua efito»fi venga a difeiorre, MU dogli* dthapQ, - Cap* XXL
On potendofi far giudicio fé non per via dì congetture del «Pjj
nel capo dei caualli, per non hauerdato la natura agliai y bruti,&irragioneuoli ola fauella,ò i cenni,coi quali pot^r^L( Jefare a gli huomini i lor affetti, & le lor paffioni mi sforzer0/ ^ darne tutta^quella chiara,& manifefia cognitione,cbe la foggetta matefia ^ portai d'adeguare tutte le cagioni, le quali fono atte a generarlo, & di P° ~ |
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ƒ# a«<«/
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Iteff mtl quei ^e?ni} C^e ^ono ^fìeuoli à palefarlo, & ifcoprirlo, & a darci a e?
5Se. &e*e lefuedifferenze,- & finalmente i rimedicene guarir', & curar lo P°^Jj £<?# Jl dolore adunque del capo, ò fia in tutta la teita egualmente, ò in vnaf* jj$ fola di quella,- ò principalmente in efsa,ò per confer cimento del tutto, o j parti,o da fe,ò congiunta ad altri mali come è la febbre,ilche quifi fcmp/e ì caualli auemï fuoie, q venga da materia feìnplice, ò compofta,ò cald3>°* ^ da?ò feccaach'ella fi fja,ò da folo diftemperamemo,ò da uKeniperiecon g» *, mori accompagnatajfi genera nelle membrane.nc Ih dura,ndia pia,& n? y ricraneo,le quali fé non faranno frate offefeò da caldo,ò da freddo eccelli ^ da fmifurate fatiche, & da corn* lunghi, & veloci, ò da percoffa, ò cadu^ gliarda, ò da repletione, & troppa copia d'alimenti,ò da indigcftionej e&y cofa è, che per cagioni interne fentirarino queito effetto del dolore , ò vfy{\ temperie, e mala compleffione; ò per la folutione del continuo, la quale u . più delle volte da grancopia d'humorijò di vapori,i quali entrando nelle vti;? &tra quelle membrane, & fra l'olla» le gonfiano, ediftendonofi fatta^e ?
$%nìM che l'animale feme pafsione» & dolore * Se la doglia occuperà tutto il^^r
wiïict g^wentejficonofeerà da varij>& diuerfi fogni» (tara il cauallo affetto^ jj,
I?, conico,&trifto,con leorecchiependenti,&abbaffate,cogliocchitene?' ^
C lagrimofi,e quafi fempre ferrati,&alle volte d'intorno gonfij&con di^ >,#
riguarderà^ non accettarà cofa veruna;& haurà gli altri fentimenti o#e lo
segnidei ^e ^ dolore farà in vna parte fola della tefta, vedremo il cauallo hemicra^ ^ir°redCv ^arq con 'a Rarte aggrauatajc^offefa,fempre chino alla mangiatorafenice fa%rj£ gtare,con gli occhi te(l,enfiati,6ccaliginofi,fquaiTando 1 brecchie,& *^eaCfy deicapo. per grandezza del male,con vertigine continua andar torneggiando,co^ $ Segni del, Ì» macina, Li fegni poi,che ci fcoprono,& palefano le cagioni interne f tf U cagioni male» conofeendofì l'efterne dalla relatione depuratori de' caualli, *a on0 conformi a quelli humori, ò vapori, che fioreggiando gli altri Prodt|3^
ftmLitale §rauez^e ad capo, & dipoi ledogliej percioche ie verranno da W^o&fi %M*X da^ fanguigna3faràinfiarrìmatione3ac calidità intorno alla parte dogìl ^ |
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De' Caualli. Lib. IL 63
p °cchi fi vedranno rodi, tefi, infiammati, & gonfij intorno; & le vene appa- ^jjgjjjj
^nti) &la tetta graue, pigra, & feruente; il fiato grotto, veloce, & caldo; & il £iZ2 Trailo haurà in faftidio il cibo,& vacillerà nell'andare;& alle volte odorando l«ancoritroua, gli entrata fpauento dell'ombra fua. Seda materia, oda va- SegnideU
pri caldi, & colerici, gli occhi faranno caldi, & bollenti, e'1 bianco loro gial- l^a^%% : c^03& la tetta, & la bocca al toccar della mano caldi, & infiamm-atùe'J fiato ti 'vapori nfocato,e'I caualio haurà fete grande, ne potrà dormire, & ricuferà il pafto,& Cifrfcf™.
.erra il capo alquanto chino; & alle volte nel maggior male fé gli vedranno giom ad tornoagliocchi5nella lingua,nel palato,& nelle labbra certe enfiagioni,che sim'dei-
^ la grandezza del male iempre vanno crefcendo; feda copia grande di Ummm Isteria fredda-, & flemmatica verrà la doglia, la tetta ripiena farà fredda, |Ü2" ^aUe,S^pefante,gH occhi pallidi,& di mal colore; &tenebrofi;ifenfi ttupìdi, « cagim Raddormentati; il corpo pigro, & tardo. Se procederà da materia melanco- * <"" 'cafilche di rado auienejiJ[bianco dell'occhio farà liuido,& berettino;la vi- Segni dd-
^offufcatajc'l capo,f orecchie, & le labbra dimelfe, rilaflate,& pendenti, e'1 r% Zfill
pigro, tardo, &: melanconico, & non potrà mangiare. Se il dolore del coni™ ca-
.aP° procederà dalla folaintemperie femplke} & pura ; la quale bifogna che 5X<%
nL^l^tti ani mali fiaòcalda,ò fredda,& molto grande a generar tal pattione; j^jj* j?J
an3do, batteranno irimedi], che alterino, quali fiano oppofti, & contrari)* à
intemperie
*jUeile incemperie, che fono produttrici del male; ma fé verrà da intemperie Mf%-
?ngiunta con gli im mori, farà di mettieri aggiungere a gli alteranti feuacua- l^e. Si cureranno adunque i dolori prodotti da intemperie calda femplice, fi*** d^ ^ Pura ; tenendoti" il caqallo in loco frefco, & in ripofo ; & cibandolo parca- ilteZm* ?eate, & applicandoglifopra il capo medicamenti,che infreddifcano; come MÌdo- .°Hol'olio onfacino, &l'aceto incorporati infieme; l'olio violato, & l'olio ro- *3to,mifticonl'acetOi ò con alquanto d'acqua rofata, ò con acqua di portula- ca di zucca,ouero con olio rofato,8ccon l'aceto mefcolati con fucco di fem- ^uiua, & di procacia, facendoli fempre eguali in quantità l'olio,.l'aceto 5 & etrmiaftro fatto di foglie, & di radice di mandragora, & di farina d'orzo, il ^^e è buono a leuare ogni dolore, che venga nel capo. Se il dolore poi verrà £%£ jJJ a ÌQla intemperie fredda, fi leuerà, facendo ftare il giumento in loco tempe- intemperie 3tarnentecaldo;&fchiuandoi venti, & i freddiecccdiui; ondandoglipoco^^' J °>& piaceuolmente mouendolo,& vngendogli il capo con olio anetino,& ^fticino mefcolati infieme;ò con olio nardino, ò irino,ò laurino, odi ruta, *'di ; ouero ponendogli fopra il cerotto fatto d'olio di ruta, d'olio di cafto- e°>di fucco d'i maggiorana,di ruta, & di cera gialla,ftefi fopra vn panno di li- r°ìaffined'alterare,&rifcaldareilcapo, & inforcandogli nelle nari poIuLò |
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bi bafteuoli a purgar la tetta. Ma fé il dolore procederà dall'intemperie, doZtdat
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v:ngiunta con Thumore fanguigno,ftando il cauallo ad ordinato,& regolato l^mpe-
llJere; & jn ftalle temperate: fé gli cauerà fubito fangue dalla vena del collo ; Gloriagli |
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P°fcia non giouando quefto, fé gli cauerà di nuouo fangue dalla vena del f
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Cauarfan
gue. C'lìft eri]. |
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fi Jj°>da quella bada doue fi giudicherà eiTer' il dolor maggiore, & dal palato,
^ ^U fronte, & dalla vena fotto l'orecchie ; & fé gli faranno clifterij, che dk c rtl&ano gli humori, che non montino al capo^anzi lo facciano divaricare ; ^tne fono quelli di decottione di centaurea,di cardamomi polipodio,di fena, e ll)aluauifchio > di fien Greco, di elleboro nero, di finocchio, di cornino, in le a^.pefo; aggiuntaui (colata la decottione) meza libra di, mele, pocofa- \ 01io conueneuole, onciedue di agarico fatto in polue, & fei dicattìa trac E ta3ò
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64 Delle Infirmitadi
ta,ò d'altro medicarnento,che riguardi Thumor peccante.Dipoi fé gli Vtig
Vntioni. il capo con vntioni contrarie,& oppofte alla calidità, & humidità del lanöV come fono l'acqua rofata, faceto, & folio rofato rnefeolati infieme; & . \ig mili,ò più gagliardi;& fé gli purgherai euacuerà il capo fchizzandoghne nari olio rofato5olio violato,& olionenufarino,incorporati co vn pocodi c3 forai o il fucco di bietolaio quello della brallìca domcftica; ouero,efiend0 . fogno di rimedi) più gagliardi, & potenti.; il fucco del cocomero afinino m curadd eolatocon altrettanto fuccodi ruta.Et fé rintemperiecongiontaconl'hu01 ^ tmnlreZ re colerico produrrà il dolore,fi terrà l'animale ri pofato in loco frefco; & *c%
Urico. daranno per cibo cofe,chehumettinojnelfell:ategramigna,foglie di vitej'J T%?ertdi tuca,endiuia,melloni,& acqua pura;nel verno acqua d'orzo,beueroni con »
cufkrij. rina d'orzo,fpelta,vena,& femola;& fé gii euacuerà il ventre con clifterij le? tiui fatti co decottione d'endiuia,cìi bietole di madre di viole,di bugloflajd^ ,.
Cauarfan ra pigra,d'olio,& di fale. Dipoi fé gli cauerà fangue dalla vena del capo*& jj j gHe' collo,quanto farà neceflfario; hauuto riguardo al tempo, al male,& all'età o . cauallo affetto; & fé ^li vngerà la tefta con cofe fredde, & numide; tra \cQP*c
Vmioni. fono f vntioni di olio violato, d'olio cucurbitino > & d'olio di mandole j ^ . colati infieme ■> & fé gli fchizzeranno nelle narici l'iftefle vntioni 3 & fé gli P°
rà dentro penne bagnate prima in acqua rofata dipoi afperfe di polue dica\
fitradei fora. Se il dolore della tefta verrà da copia grande di flemma, fi
faràdimorj'
Upmma. re il giumentoin loco caldo, & fecco ; & fé gli darà poco cibo, ma buono? £
Mododi fe olj euacuerà il ventre con clifterij, che tendano verfo il caido, & fianoC* ciifierij. minatiui,come fono quelli di decottione di malua, di boragine,di iampH11' di bettonica, di ferpillo, di ftecade, di femola, & di fale ; duTolutoui detti* olio anetino, olio cammomiliino,ò di ruta, melrofato, benedetta, ierap1^/ &agarico. Pofcia fi applicheranno fopra il capo medicamenti, che rHcaW Vntioni. no,& difecchino il capo, come fono ì'vntione, che fi fa di ciclamino, di coi* di mirrha, di caftoreo, & di fpica fatti in poìue, di ciafeuno parti eguali, {temperati in olio di giglio ; & quella d olio commune, dentro il quale fi^ Empieo cotti la colombaria, & il ferpillo ; & l'empiaftrodi pepe bianco, di eufon> frefeo ana dramme vna & meza, di fterco di colombo dramme vna & i"°e? j Sacchetti, pefti diligentemente, & diftemperati con aceto fortiffimo, ei facchettip1^, di miglio,& di fale caldi,ò di pepe,d'euforbio,& di fterco di colombo^ \VQÌi •profumi, fumi di legno aloè, di maftice,&di gomma arabica; 8ufuffumigijfatr?,-0f, Suffitmi- acetosbruffato su vna pietra affocata pofti più volte lotto il capo;& fé °}x ^ tH" fieranno nelle narici con vn cannello polue fottiliffime di nigella, òdi£/Le a\\ stranita- ro bianco, ò di caftorèo, ò di pepe, per purgar con lo ftarnuto il capo ; 0 *e % fchizzerà dentro fucco di biecoie,ò fuccodi braffica,ouero l'olio dicing quellodi fpica,ò d'euforbio, ò di caftoreo,ò altri tali, chefieno caldi in 2^. ^ in potenza; per euacuare la tefta, & vngerla anco fé fia di bifogno con q?^ |
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'Am
to |
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ime auertencj0 d'adoprar prima i rimedij più deboli, & dipoi i più gagliardi? * ge
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in tutti i mali j che auengonoalli cauallioiTeruarfideuei eccetto fé no*1 fa
vn'eftremomale; percioche in tal cafo fubito gli eftremi rimedi) adoPrijö Cura del debbono. Se la materia melanconica caufarà il dolore, fi purgherà ilca at$ ÌUZiZ con clifterijjche vuotino quella materia3& difearchino il capo;& fé gH v°*c{io meianconi la tefta con medicamenti, cherifcaldino,&alquanto humettino3 òal \\ 'cura del non difecchino. Ma fé il dolor del capo verrà di materie vaporali ? p£f-te d°aZida Parcendoft ^a tutto il corpo, ò dalle parti afeendono alla tefta ; c0Trl\c |
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plUi
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De CauallL Lib. II. 6<
'uujole auenire, & quafi sépre ne i caualli per cagione della febbre, fi curerà
corne habbiamo detto curarfi le febbri, leuandofi via primieramente la ma- r'3 humorale, la qual'è la cagione materiale, che fal'ebullitione, & l'ifuapo- nìento; euacuandola, & diuertendola, col cauar fangue, & con li clifterij,& ?n k fregagioni,- &difsoluendo la caiidità della febbre,la qual'èlacaufa effi- |
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llte che fa bollire,& ifuaporare la materia humorale; con ri medi j che eftin-
5. 4tlo quel calore non naturale,&confortandodipoi il capo con rimedij fred- ^a non che reftringano i pori,& le commiffure della tefta,onde i vapori nö
jj i at*o eflalare, & vfeir fuori j come fono l'acqua rofata, & l'aceto fchizzato ^.^narijil quale rafredda, Sconforta il ceruellö; & l'olio di cam momilla, & t ^encain egual mifura; & vltitnamente diuertendo i vapori con li maftica- yr') i & rifoluendo le reliquie de i vapori nel capo f fé ne faranno rimafi) con c tioni rifolutiue,cofi olio di maggiorana,di cammomjlla,& olio rofato,mef- t wì infieme.Se il dolor della tefta farà caulato da caduca,cadendo all'indie- cw« &à t ° '1 giumento,& percocendo con la nuca in terra ;ò da percofla gagliarda da- caduta^ g ael fottiliflìmo olio della fronte, onde habbiamo da temere, che nel capo fi Iterila poftema 5 percioche dalle percoflfe, & dalle cadutefeguita il dolore, quale fuccedono l'attrattioni delle materie al loco offefo, & dolente; maffi-
atnerite ne i capi ripieni,oue fi genera la poftemajall'hora debbiamo hauere
r to il noftro penfiero a vietacene non fi generi dentro il capo la poftema j & P^f mala venturafofse generatacene non fi faccia maggiore,diuertendofila
. at^riacol cauar fangue dalle vene della tefta, & da quella del collo; & con Camrrm Oafticatoriji&concìifterij fatti di fucco di bietola,d'almira, & d'olio violato; gue^ at ^erocon clifterij caldi, che prouochinoil fluflb, fatti di polpa di colloqui nti- cliaerif> * & facendo ftare a dieta il cauallo. Dopo quefto fi conforterà il loco offefo
M rimedij che fiano atri, deponenti a refiftere alla materiata quale è in moto; <jffirt** j-he fi farà vngendo la tefta con olio rofato,& aceto mefcolati infieme5ò con
t1,Q rofaco tepido ; & fé per la caduta gli vfchTe il fangue dalle narici, ò dall'o- vaie, cauatogli fangue, fé gli ftillerà nelle orecchie, & fé gli fchizzerà nelle ar* olio violato tepido5ouero olio nenufarino-,
Dei fintomi de gli e fermenti del cerudk* Qaf* XXIh
Auendo noi già detto de gli affetti,& indifpofitionidel capo,qua-
li fono i fintomi della potenza principale dell'anima dell'anima- le,come ani male,cioè & della fenfitiua, & motiua potenza, fegue js che noi veggiamo, che cofa fiano quelli, che procedono dagli Defi/liti0m n Crementi del ceruello. La diftillatione dunque, detta catarro da i Greci, è ne della-j \ !ndo dalla tefta gli humori, che iui fono di fouerchio calano nelle parti in- àmum- ;. ri°H, & più bafse ; & è quefìa diftillatione cagione di mali infiniti, & graui ; u quanti ^ Croche fé gli humori accolti nella tefta inondano quelle par ti, oue hanno i JJ-j^1 k t[*[ la loro origine, fi vedono produrre l'apoplefia, la paralifia e'1 tremore; & £.c*Uno ne gli mftromenti delli fenfi, imprimono in quelli le loro priuationi, tio^kolifcono le lor naturali attioni;& fé feendono giù per le nari produco- ro hp0J*P°infimiità graue,& lafreddura,detta grauedine,ò coriza, e'1 cimo- ^ j Riamando noi freddura quella picciola intemperie conhumori delcer- Fjffi** <j.i ° > che caccia fuori per le narici del cauallo picciolo fìuffo, & poca copia cie'ia' Sfiori; ma chiarijiiquidi, & feorrenti. Ec cimoro quel graue, & grande di- fi % itempe- |
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66 Delle Infirmitadi I
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vkfuT* fteoiperamento del ceruello,che per 1'ifteffo luogo manda continuamente\v
s fluirod'humorigrofïi,& vifcofi,&horbianchi,&horgiaSli,& horfangu1» ' ciZroddi & nor puaofend, & hor fenza odore è formata quefta voce fecondo il c«'■ dederim, mio, dalle parole Greche cyma, & reo, che vuol dire acqua, che difeso . Percioche per cagione di quefto male feendono continuamente dalle gran fluffo, & copia grande d'humori in quella guifa, che da i fonti Scendo ■ ì'acque,& ne i mari,&ne i fiumiè continuo il flu(fo,e'l corfo dell'ondejpig j do da quefti accidenti il nome, & feparandolo da gli altri fluffi de gli hunl :,
del capo.ch'efcono per le nari con quefta differenza di flufso grande,&c°n' rAnmta- nuo. Doue è da fapere, che la freddura, e'1 cimoro il più delle volte veng0. -( infiernementecon ladiftillatione,chefcende ne i polmoni;effendotrauagJ fouente in quefte infirmiti i cauallidi toffe violenta;& fé i detti humori cala giù perla goia,& per le fauci ne) petto>& ne i polmoni,chiamanfi colnorfl del genere catarro,& rheuma, & partorifeono ftrangoglioni >fcarantie, p°l. & me, il mal dell'alma, il mal di corta, la tofse, la peripleumonia, & il male» c confuma l'animale, & tifico lo fa diuenire; & fé penetrano nelle vefti che c prono il cuore, fanno la cardiaca paflìone; fé fopra fifteffo cuore gocciola inibito ammazzano, &fuffocanoi'animaIe;&fediftiilano negli occhijg^ rano le lagrime,ilrofsore,roftalmia,la cataratta, lVnghia,ralbugine,ipaJll/; altri; fé nelle orecchie,il doloreje vidole; fé nelle mafcelle^rinrìagioni del'. gengiue,la palatina, le barbe; fé nel dorfo, ò nel petto, ò nelle gambe,le pp1 < me,itumori,i vefcigoni,leghiarde,lecorbe,i fopra olii, l'anticore, lefch,n t Cmfe. le, le galle, le gotte, &ilmalarthetico. Auengono queue diftiilationi4u . fempre, per patirei caualli freddo; maflìmamente, fé in vn fubitodopoi^ < do,&lafatica,& i fudori ciòfanno;comequandorifcaldati,ò dimorati jtojL le calde, fono porti al vento, & all'aer freddo, & fotto i gelidiffimi raggi »c^ luna; perche più ageuolmente all'hora entra il freddo per quei meati giaP< fua natura ampij, & grandi ; fatti molto maggiori, più patienci, & più ap# dall'efterior calore,& dalla faticai dal fudore;& pafsa per le fottiliiiìme^j della frónte, che cuoprono il ceruello in quella parte ; & ftringendo, &41? fpremendo gli humori, che nella teftafi ritrouano adunati, gli fa ftillare1^ quefta parte, e in quella. Parimente il cangiar ftalia, & luoghi, e'1 dargli ^ acque fredde, ò prebendarlo prima, ch'egli nfcaldato fia ben afeiutto> &0 polato;e'i cauargli la fella quando egli ancora è fudato, & caldo, partorii^ lediftillationi. 1 caldi eccelliui ancora òdi fole,ò di ftalia, ò di vento,ò d*?.i^ chenfcaldi^iquefacendoj&difsoluendo gii humori del capergli fanno ^.L giulo, & il correre, & ia fouerchia fatica fanno il medefimo, alterandoti ., & conturbando gli humori del capo, & del corpo, & difsoluendo il calor ^ turale; & queili col veloce mouimento infiammando la tefta,& fuori di &°y, gonfiando ie vene, & facendogli pigliar freddo, & caldo,& diftempcranö^- fuaede°d- J1 cimoro fuccede allevolteaì mal del verme volatile, & allo sfreddi^^i le volte ai moltiplicato,& inuecchiato; & viene per contagione d'altri animali ^c\r%' ÌZik,yd- fimil m^,e • 91 tra di quefto producono le diitillationi, gli efcrementidei ^ lo sfreddi- po, &l'humidità radunate nel ceruello ; quando non è quello bafteuQle'a, «lulonZ- Sufficiente à digerire, & fmaltire il nutrimento, che gli vien mandato> ' ^ gionc. gionano ancora gli humori, eivaporijcheda tutto il corpo,oda vnadel j,g parti, ò da più,fia ciualfi voglia, afeendono al capo, &al ceruello ; ancOfa ^
alcuni fautori de' caualli vogliano, che il cimoro Solamente fi generi f |
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De'Caualli. Lib. II. 67
jj.j^c de gli humori , & vapori del fegato, quando per efser chiufo, & '>p-
'ato il condotto, che porta dal fegato la colera nel duodeno inteftmo, la ateria colerica regurgita nel fegato, & per le vene, & per l'arterie f'afcen-: endo per a]j:ra parte i vapori,) monta al capo, & rinfiamma, & lo diftempe- r£Ufsaj,
'Segni del cannilo infreddato.
Ncorche ciafcun cauallo,che patifce in freddamente, ò cimoro, ò
rheuma,non habbia tutti gli fteffi fegnali,che ha l'altro: ma in al- cuni Ila conforme, &fimile,& in altri vario, & differente; & hor T1?^^^ habbia quefti più deboli, & hor quelli più gagliardi, fecondo ..filmale è meno, &piùpolfente;& la cagione, che lo genera è diuerfa, & ^ercnte;nondimeno noif per non patir maggior diftintionela foggetta ma- <r|a) porremo folamente i fegni vniuerfali, & communi del genere; in molti •e' quali concordemente fempre concorrono quefto , & quell' altro cauallo ,Jermo m ^1 cauaii0 infreddato nel principio della intemperie, per le narici 'odiano humori chiari,indigelti,lucidi,& trafparenti, ma non molti, ne con- (Y Uati;& nel fine del male alle volte denfi,fottili,vifcofi,bianchi,& digefti;tof- . Ce?& fternuta alle volte, & hor più3& hor meno, fecondo la qualicà,& gran- fia del male; & alle volte ancora rifiatandola romore col nafo,& manima- nte quando s'affatica; & hauendo oppilati quelli condotti, ftà melanconi- che dimelfo col capo baiTo,& l'orecchie chine;& nella grandezza;& nel col- ./0 del male, è pigro, tardo, & debole nell'andare ; & mangia, & beue mala- pnte;apre più dell'vfato le narici, & dibattei fianchi; gli efeono alcune volte aRrime da gli occhi; & alcune altre ha gli occhi gonfij,& l'orecchie, e'1 fiato3 ^'efee per le narici freddo, & gelato. Segni del cimoro.
Giumenti, i quali hanno il cimoro, fi veggiono buttare continuo
flufso d'humori denfi,& vifeofi per le narici;! quali,fecondo la di- uerfità de i colori,& fecondo Todore,danno fperanza ò di falute, ò di morte; conciofiache fé gli eferementi, ch'efeono per le narici j. r^inobianchi,&fenza odore, come nel principio efser fogliono, fi puòfpe- k r'^ fanitàdell'animale infermo, non elfendo in lui fé non abondanza d'hu- k'*, denotata dal color bianco, che fignifica la pituita. Et fé faranno gialli, a Violenti, la cura farà lunga, & molto difficile, & malageuole; fignifican- 0 quei colore, & quel mal'odoreelfer nel ceruello, ò dentro il craneo, ò den- o?fe nari, ò nelle parti fpiritali humori colerici mefcolati con la pituita, gua- L5 ^ corrotti ; & il mal efsere contagiofo, per efsere tanto grande la forza, & f.dignità della putredine, che non folamente ammorbi gli animali, che gli ^ °Propinqui,&contigui,coltoccarli; macorrompendol'aervicino,infetti ^ t! 8Ü animali,ehe fono nell'iftefso luoco, & infpirano quello aere corrotto, 5j b.Llafto; perilche farà di meftieri leuar l'animale affetto dal coniortio de gli Cp; ' * ^a le'gli mucchi del nafo faranno miitidi rofsore,òfanguigni, òcro- * °§oi rimedio {ara vanoj non potendo l'animale fcampare, moitrando- E 5 ci quel
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68 Delle Tnfirmitadi
ci quelroiìbre alcuna parte interna efler corrofa daH5acrimonia,& mordacia'
& dalla malignità de gli humori putrefatti,ancorche il color roik> polla fign ficar'ilpredominiodelfangue.Scendonoalle volte ancora a icaualliachehafl' no il cimoro, fuori della bocca marcidi humori, & per l'iftefso luoco, & Per narici alcune volte dopo il bere e(Tì ributtano l'acqua mefcolata con gran e pia di pituica,che già era per la gola diftillata in quella parte; efsendo impol^' bil cofa,che fenza il vomito,© la toife inuolontaria i caualli gettinocofa vefl1' na fuori dalla bocca, & dalle nari, che venga dal petto, & dal polmone} co^^ pare,che vogliano alcuni. Tengono il capo bafso, & l'orecchie chine,& gli°c' chigonfij,&: quali chiufi,& lagrimofi; non vogliono cibarfi;ma gli faftidif^ noi cibi.>& il bere;con difficuità rifiatano,- tofjìfcono alle volte,& dibattono fianchi; & ftridono per la ftrettezza del petto, cagionata dal catarro; trema*1., alcune fiate 5 hanno la punta del nafo, &l'eftremità dell orecchie fredde? &.t fianchi irretti,& fitti a dentro5e i peli arricciati,■ & hanno tutto il corpo lang111' do, & macilente; fono tardi, & pigri nei loro mouimenti;& per lo gran cft coirfo de gli humori,sJenfiano loroalle volte le giunture delle gambe, & qu6', fnwflko. parti,fopra le quali giacciono,coricandofi.l fegni cattiui di quefto male fo^ fé i crini dd collo del cauallo infermo fi cauino ad ogni leggiero tratto; & # gambe dinanzi perla mollifìcationedeinerui, che vengono dalla midol^ della fpina, fi pieghino indietro s & fé il patiënte manda dal petto permana mento della naturai virtù vn luono rauco,& debole. ; Segni delcatarro, òrheuma»
| Vando la diftillatione feende dal capo nella gola, nel petto, & $\
polmoni; hanno alcune volte i caualli infermi (mailìmamenta11 principio del malej foIamentelatofsefecca;& alle volte fen^ punto toffire, dibattono i fianchi,& aprono, & raccogliono le f rici più gagliardamente delfvfato,& altre fiate hanno la toffe col dibattine.
to de i fianchi, & con gli altri fegni, che alli caualli bollì, & itati di petto'
glionoauenire.
Segni delcatarro da intemperie.
E il catarro ftilli giù per le nari,ò nel petrol ne i polmoni,^
da intemperie freddafeorne quafi fempre ne i caualli aueni A le) fi conofeerà dalla quantità de gli eferementi, ch'efeono &* nari,che farà maggiore;& dalla qualifiche farà fredda,noflJf^ po liquida>& vifcofa,& non acre, & mordace,- & da gli occhi priui di roQ°~ &d'inflammationi, & dalla tefta, che non farà caldaìuori dell'ordine (ù?^ turale;& dall'hauer il cauallo oppilate,& quafi chiufe le nari; & dalla fcbj^jà della bocca bianchiccia^allidajnontroppoliquida^acquofaj&ficon^1cc ancora dalle cofe paflate,& dalle caufe, che l'hauranno generato. Et fcp1'& catarrfpfr de™ <?a calidità(ilche è di rado,& più facilmente fi cura)ce lo daranno K 0c cttlidita.
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ijqUiv
parti,per efier caldi,& bolléti,acri,& mordaci^ la fchiuma della bocC*^ |
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De' Caualli. Lib. IL 69
a>& acquofa,& di colore non troppo candido, & roiïeggiante. Ma venga da €ura-
jpal fi voglia cagione fper fanarlojfi deue tenere il cauallo infermo in loco,& Modadì *Jlle temperate, & nette ; lontano da tutte quelle cofe, che mouendo pofsanc umre- Scaldare, & rafreddare, & alterar la tefta,& generar la diftsllatione; ò troppo akle,& fredde ch'elle fieno; & riguardarlo (opra tutto dalle repentine muta- '°ni;che fi fanno dal caldo grande al freddo; & curarlo feonofeiuta la cagion ^cedente) con rimedi) contrari) alla cagion del males & tenerlo a regolato |
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I
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-luere,e nutrirlo di cibi facili da digerire, & che non ifuaporino a! capo;& far-
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0 mangiare continuamente in terra,cofa che nelle deftillationi,ne i catarri,& l^Inintèr
e' cimoro ofseruar fi deue; imperoche dimorando il cauallo per lo più col ca- ra. Po Verfo terra, manco verrà trauagliato da sì fatti mali per le ragioni accenna- 5 d'Ariftotele ne ifuoi problemi. Nell'intemperie fredda, fé gli daranno fe- cola col vino, ò frumento, ò miglio, & orzo cotti ; orzo foloj b mefcolato col ^etìo Greco,& polue di liquirizia; paltoni di farina di ceci, paftoni di farina di «rano, con la decottionedi fieno Greco, palloni di femola col mele, fieno, & JCciua tepida; la quale gioua molto a darla fouente in maturar' il catarro, che offe fcefo nel petto, & ne i polmoni òcaldo, ò freddo ch'egli fia; beueroni te- P'dj con farina di grano ; acqua melata 3 acqua di liquiritia, acqua d'orzo con '1 f>CeP*cli-Etfe l'intemperie farà con materia,& grande.fi eflerciterà inanzi . ClDogagiiardamente;& alle volte fi farà fudare nei principio.Neìl'intempe- ,}e calda,fi nutrirà con orzo,fpelta>vena;> mifchiati con polue di liquiritia; pa- loni con farina d'orzo, gramigna, cime di canne, & foglie di vite, & paglia ; peroni tepidi con farina d'orzo,acquatepida)& acqua d'orzo,& fi tfsercire- *moderatamente inanzi il cibo. Ecfe l'intemperie farà nuoua, frefea, fempli- f"™JPt £>& fenza materia; a leuarla,bafteranno alle volte le cofe poco fopradette da rie mma. Q()i; & alle volte oltra quelle, farà di meftieri adoprare alcuni rimedi]', ma pia- %at{^a ceuoii,& leggieri; i quali habbiano virtù, & valore d'alleggerire la tefta, & di- vertire gli humori daquella5& d'ingroflar anco il catarro,che feende nelle fau ^ZXli j^nel petto,& ne i polmoni;come faria ftando il cauallo affetto imbrigliato ai- fm^tm. ^olte »! gtornojiltenerlo nell'intemperie freddala fauina attaccata ai morfo, wo"' le§ata ad ambedue i lati della briglia a canto il moftaccipjla quale valorofa- ]ente difsecca, & è atta ad afsottigliar, & digerire i groffi humori del capo i ,Uero vn facchetto picciolo di tela fottiledi lino attaccato all'imboccatura-, Sila brigliajdentro ilquale fia la polueredel piretro fola,ò mefehiata con pol- ere diIiquiritia,lVna,e l'altra d'egual mifura;òla polue d'ambra^che gioua al ^arro freddo,& al caldo,-oneroITvngerli fouente l'imboccatura della briglia °n mele incorporato con polue di piretro, òdi liquiritia, ò il farli rnafticareil t^^ica' g!re.tro3& nella declinatione del male fondarli nelle nari il pepe poluerizato,& j-tr'fìmili,per farlo fternutare,& purgar'il capo;& nell'intemperie calda il far- sternuta ^afticare la liquiritia ; ouero vngerli l'imboccatura della briglia con l'eìet- °"* ' v .^^o di papauerojò con quello di dragante,& di canfora,ò il tenerli facchetti D|Ccioli ditela fottile pieni di dette cofe attaccati all'imboccatura delia bri- !<la>per rafreddar, & ingroifar il catarro, & farlo, fé fia dibifogno, finalmente ^ZtJpt ^ rriutare,& il cauarli fangue dal palato. Ma fé l'intemperie farà inuecchiata, ri* amica, grande, & con materia; per fanarla bifogneràalterar primieramente gli hu- S."***" t 0r\> & dipoi purgar il corpo j & la tefta ; perilcheneì catarro freddo fé gli Medici™ ^rrà la mattina auanti il cibo giù per la gola col corno ( per alcuni giornU la Tl/nddò. c°tcione, dentro la quale fiano bolliti, & cotti il capeluenere,la ftecade vna E 4 brancata
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7° Delle InfTrmitadi
brancata di ciafcuno,!' vua pafsa, il febeften ana oncia vna3dattili, fichi gralx'
> dieci per ciafcuno;aggiuntoui, colata che ella faràjineleàbafhnza; &la ^ da di fei bicchieri di vino bianco odorifero con trenta graneiledi pepe V° v. rizato; ò la decottione di ruta, & d'artemifiaj òìabeuanda d'vna gran tazza vinojcon due oncie di fenapepoluerizata,& altrettanto di mdejòquellacfle ^ fa d'vn boccale e mezo di vino bianco tepIdo5cözenzeuo,canelIa;garofah>n(} ci mofcate,ditamojCucube/pica,cirrrino ana oncia nieza,fatti in po!ue,& rp ' lì d'voua quattordici,& pan grattatelo quell'altra di brodo d'vn gallo d'vn•* no bollito con quattro oncie di cimino, & vna di zaffarano; & per lo mco£tI' sujfumi- mo effetto fé gli faranno furTumigij del vapore del rofmarino , & della d&° & rione di cammomilla3fanfucco,& aneti; ò di cammomilla^fiinbriojmelliR'
to,&fanfucco;talrriente,che il cauallo per le nari riceua tutta quella fumo »#?' profumi, ouqw fé gli faranno il profumo di calamento, & d'ifopo polli fopra le brag1.,
ardenti,© quello di bacche di lauro,d'alume di rocca poluerizati^enendog'1' capo ben coperto di drappo,ò quello di frondedi lauro, rofmarinojincenfo^ zuccaro candido;& il profumo di rofmarino,con lauro,mortelIa,cimino à° ce,puIegio,maftice,& incenfo; & fé gli porrà nelle narici lana,ò penne bagf te d'olio fambucino,anetino,rutaceo,& altri fimilÌ5& fopra il capo pezze SK no bagnate con cofto,fpica,mirrha,& con vn poco di caftoreo,& alquanto? olio rofatoj&feli di trillerà" nell'orecchie olio laurino,ò fé gli vngeràilcapo* IVntione fatta di piretro^dialtea, & olio laurino,la quale è molto gioueuolfc" wifalar- ^6' ^ neJ cacarro caldo,fé gli daranno ogni mattina alianti il cibo per oü®
to raldo. _ O dieci giorni quattro,ò cinque bicchieri d'acqua d'orzo>ò di decottionedi P,
pauero tepidi. Preparati gli humori, il meglio che iì può in fi fatti foggerei^
cufierij euacuerà il corpo dell'animale nel catarro freddo, con clifteri j acuti di dccflp
km, done di ruta,incenfo,malua,mercorella,& madre di viole,ck olio difemedi*
no,& di ruta, di ciafcuno libre due; & iera pigra oncie due, colloquintida <f f dick. cia meia,& zuccaro roflb libra nieza,& fale a baftanzajò con pillole, che a t^
le fi pigliano del lardo di porco libre quattro ben pcfto,& ftatoa molle nell'^j qua frefeavn giorno naturaìeintierojdifarinadifìengrecoj&d'orzo ana li^ vna,di mele commune,vua palla ana libra vna>d'agarico oncie due,di zuc# ro roffo libra meza;& fattofi di tutte le cole maiTa,fi formano le pillole di Q$ dezza dVnVouo di gallina;& vfanfi,eflendo flato la notte precedente il caj^' j lo quafi digiuno,& ftando dipoi fenza mangiare con la briglia in bocca. ^ Camrfan catarro caldo (e gli cauerà fangue dal collocò da i fìanchi,& dalla bocca,fefjl
rljecome ro fia dibifognoj& fc l'animale haurà gran toilede gli faranno clifterij con** .
sicuri, cottione di madre di violcdi mercorella,& di bieta, &feibicchieri d'ac(fif
dentro la quale fia bollita la femola,&ca(Iktratta,& benedetta ana onciefl^' & alquanto di fale,& con pillole,le quali fi fannodi caffia trattaci farina à° v zo ana libra vna,di benedetta libra meza, di iera pigra oncie due,& fi c°n?j4 tolT™- tano con acqua d'orzo Euacuatoil corpodeiranimaleinfermo,fi purghe1^
gare ilea- tcftajauertendo,che nel principio della diftillatione,che feende per lena^ jj„
p"m Ci deuono vfar rimedij gagliardi,ne i fternutatorij,per ifearicare il capo># \Q[
uercire quella materiajimperoche quel gagliardo,& sforzato mouiment0 ^. mJti 'The fremuto nelprincipio della intemperie, partorifee maggior repletione 0e aC..
pirf7Ja P° • Stando adunque il cauallo infermo alcune volte imbrigliato 3 fé g^fl/jano
materia**
cherà nell'intemperie fredda vn facchetto al mortacelo, dentro il qu3,e^ vjte
fndda. molti rami,ò radici verdi,fchiacciati}& ammaccati,& foglie di vitalba? biaflca?
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De'Caualli. Lib. IL 71
^castalmente che il cauallo non le poffa mangiarej& che la fumofità,& acu
■ eUa di quefta pianta non vada à gli occhia mentre farà vfcir fuori del capo i nfti humori. Al medefimo effetto faranno ancor buoni i rami,e le foglie, & le xadici della clematide feconda^ effendoella in virtù inolio fienile alla vitalba.; |! kgli farà mafticare la radice del piretro,la quale mafticata, tiralaflemma_. ^ftcA' ^ capo,& la radice dell'anemone; & la radice della ftafifagria,ia quale purga JJcor^eiTa gagliardamente il capo dalla flemma,pereiTer'acuti(Tìma;ouero le 0'1 huttarà per lo nafo il fucco , che fi fpreme dalla radice della chelidonia mi- |
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,0re.*il quale(come cofa acuta)purga la tefta,& l'euforbielauato tre volte nel-
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acqua tepida, & lafciato vn giorno intiero infufo in acqua fredda; dipoi fec-
Caco,poluerizato,&fchizzato nelle nari,mefcoìato con latte,purga fenza dan- jl0 alcuno il capo gagliardamente, & bene j & il fucco della bieta minore, & ^Ha maggiorana in quàtità di ciafeuna oncia vna>mefcolati con vnbicchie- r° d'ottimo vino;& con croco fcropulo vno;i quali leggiermente tirano per lo \ na^> gii humori,&confortano ilceruella; & la mumia,& la mirrhadifsolute-» \ ^} vino, & gettate nelle nari, diifeccano,& mondificano il ceruello; ouero fe j& gettata dentro il nafo falamoia di pefee, & ottimo vin forte i ò botiro me- scolato con l'ottaua parte di elaterio,ò vin bianco con alquanto d'opoponaco; ?, a ^iftura di vino con polue d'incenfo, euforbio lauato, & ftato à molle neì- ac9lJ'ì,i:'entaura,longamente bolliti in vnapignata; òil fucco dell'anemo- 5e>jl quaUper elTer acuto,purgalatefta,'òfi metterà dentro le nari il fucco del- ^figano,con vnguento irino; ò tenendo il cauallo la tefta alzata su con la bri- PMe gli butterà per le narici con vn corno,accio poiTa il liquore feorrere giù, ia rotonda con vino; la quale affottiglia gli humori groffi, & mon- jjifica il petto. .>arà ancora buono il gettarli fouente nel nafo, & nella bocca-, Md vin bianco puro,chiaro,& odorifero, efsendo egli potentiffimo rimedio à tutte le membra infreddate nel corpo ; viuificando gli fpiriti, & aprendo l'op- frlationi. Gioueranno ancora grandemente i furTumigij per purgar' il capo, J^umi' j-°me è il futfutnigio di panno lino abbruggiato, & quello dell'origano 3 & il * iuffumigio di folfo ; incominciando a maturarfi la freddura, & ad ingrofsarfi § l huinori,faranno buoni li fternutatorij per purgar' il capo,& diuertir da lui starmi tlu^lii trifti humori freddi; fe gli foffiarà dunque nelle narici la fenape polueri-tmi' *ata i la qual ha forza di fcaldare, difseccare, & tirare, & fare ftarnutare 5 ò la P°jue di pepe, la quale purga la flemma dalla tefta, & difsecca, & fcalda valo- N°*amente;ouero fe gli porrà dentro le nari botiro mefcolato con olio laurino; Jj Vr»a penna lunga infaponata con fapon nero, & inuolta nella poluere di pe- |Je>o penne vnte di fapon nero inuolce nella polue d'euforbio lauato più volte re^acqua tepida, ònella polue di piretro, con zenzeuaro,& macedonia, me- lati inGeme;ouerofegli farà ilfuffumigiodifolfo,&d'orpimento,&fanda- acca;in modo che entri non pur nel nafo,ma nella bocca;giouando il fomen- J? di folfo all'oppilatione del colatoio,& al catarro,& alla tofie,& alla marcia, . ^ tofsendo,ò vomitando efce dalla bocca-Nell'intemperie calda per purga- Medka- ^ " capo,fe gii cauarà fangue dal palato,& fe gli fchizzerà su per le nari il fuc- "infii 0 de cauoli,ò di bieta,ò d5altrecofepiaceuoli,& leggiere,che habbìamo di fo* «» neh Wa raccontate. He per diuertir la materia, fe gli cauarà làngue dalla coda,& fe JJ2?*". »l faranno de i clitìerij, &de gli fternutatorij; & fe gli laueranno feuenre le-» pwerjìo- s^rnbe con acqua calda; & s'vngerà il capo con olio verginea fe gli porrà fo-m' Ra il cerotto.che fi fa d'afodili,& di bacche di lauro anagramma vnaè meza, &di
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72 Delle Infirmitadi
& di laudano quanto bafta,- ò s'vngerà la tefta con aflungia di porco liqjic*3/
ta, & calda dallVna orecchia all'altra per difotto la goIa,& fé gli bagnerà co1 Rimed. nuaméte la fronte con fucco di folatro,& aceto mifti,& altri repercuffiui- Ce ' ai catino fatoche farà il primo ini peto del male, & fatte le cofe dette da noi, farà flioK chenonca gj0ueuole fargli de i fufFumigij, per vietar che il catarro non cali ; perilchefl catarro freddo fé gli faranno fufFumigij di /torace fecca, d'olibano, & di »?' daracca ò vernicerò foli,ò mefchiatiinfieme)& di nigella pofti (òpra le brag1 ardenti; & il fuffum igio di coito, & di nigelia,& d'altri fimili. Nel catarro ci' do,fe gli faranno fufFumigij, ò profumi di fandaracca, ò vernice con Yacet°X dicanforai&difolfoconracerojgettatifoprafailìaffocatijtalmentechen^ mo entri per le narici, & per la bocca nel capo fé il catarro , &la freddura c°, Bimedij quefti rimedij non fi fanafsero, ma andafsero moltiplicando, & in longo,**" E Tm- bene(acciònonfi murafsein cimoro,òandafsenel petto,& ne i polmoni)^ TmunZ ^ vna Pumura di foco nella fronte fotto il ciuffo,tra carne,& pe!o,&cuocef' cimerò, '"licori vn ferro acato fin'al fondo quelle glanduie,dette viuoleda i volgari/*1 ftanno üi Ü capo,il collo;& la fronte con vn ferro tondo,acciò gli humorie°f' rotti piglino quella ftrada;& metterli fotto la gola i fetoni,acciò per l'agita*10- ne continua di quelli fetoni, gli humori concorrano in quella parte,& efcajj0 fuori j & cauargli fangue dalla vena del fegato (te fia però dibifognoj & V™ rimedij più potenti,come diremo parlando del cimoro. Del cimoro.
Definiti»- SFf2j?j£ ^ cimorola più grande intemperie congiunta conia materia
*'• p IS®» cerUt^°>& I* PJù perigliofa, & più difficile da fanare, che aueflfr R |||B| aicauailO;&èmalcont3giofo;peri!chefeglideueconognipré' ÌJf.BfeSh ftezza, & con ogni diligenza, &foiìicitudineprouedere con iflj' dicamenti gagliardi, & potenti, accioche non fi faccia al tutto incurabile;^ Cura, ammazzi il mifero animale. Però nel principio del maie,fi fepararà dalla co&' Modo di pagnia de gli altri, & fi terrà in luoco appartato, il quale fia netto, &caldoj| -pàtere, che fi poffa chiudere3& ferrare ne i bifogni;& non efsendo quefta infermità* non materie flemmatice,& fredde radunate in copia grande dentro il crane^ ò per diftemperamento del ca po,ò di tutto il corpo,ò di qualche parte prittf1' pale,òpercontagione,comepiùdifFufamentehabbiamodettOifeglidararJ^ Moda(H a bere acque tepide, artificiali, & naturali, che rifcaldino, & confortino; # viuere. nutrirà di cibi calidi j l'acque faranno beueroni di farina di grano, mifta^0 poluedi cannella, di garofali, & di gengeuaro, & vino, & vn poco di fale; Pe^ confortare le parti interiori, e tagliar la flemma, che fofse nello ftomaco^Jjj qua tepida, acq uà falfa, dentro ia quale fieno bollite feorze d'aglio ; acqua °. mele,acqua di fiume mefchiatecol feme d'agretti pefti,& fetacciati, acqu^ liquiritia. 11 cibo, ceci rodi, paltoni di farinadi ceci,ò di fermento col mele>£ alquanto di fale, & diftemperati con vino ottimo, ò con la maluagia. ^e jj fiate giouaranno l'orzo, e i paftoni della fua farina diftemperati con acq^ mele,òcon buon vino; & il mandarlo a pafcere,nei prati Therbe frefchej^L nere;efsendofi ritrouati molti caualli,auanti,che il male fia venuto incura^ efserfi fatti iani,& gagliardi,con l'andare folamente pafeendo l'herbe ne1 P^ tìjSc beuendo acque*epide;& beueroni caldi; gioua molto in quefta i"^^- il far mangiar continuamente il cauallo infermo a capo chino 3 tenendo10 |
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De CauallL Lib, IL 7J
otoconia capezza all'vna delle mani, imperoche più difficilmente per tal
P°fitura montano i vapori al capo, & più ageuolmente efcono le materie ra- nnate nel ceruello fuori perle narici, & per la bocca, & con maggiore diffi- da, calano nel petto, & ne i polmoni; & fé il cauallo non volefse mangiare, j-°me fpefso auiene, ò per la grandezza del male, ò per la pituita, che riempia f/^*JJ? 0 ftomacOj& ìieui l'appetito; ò perche non gli aggradano quelli cibi; fi lauerà kfse man- a iingua,& la bocca fouente con ottimo vino; & tenendolo i mbrigliato, fé gligtare' jïra fopra l'imboccatura polue di ruta, & di pepe, & fale mefchiati infieme > ^e io conforteranno tutto,& auuiueranno l'appetito* & fé con tutto ciò non v°Je(fe mangiare,fi lallì ftar tanto fenza cibo,che gli venga voglia di cibarfi ; apertendo,che i fuoi cibi non eccedano nel troppo, ò nel poco, ma fiano fuffì- meriZrtt~ S^nti a nutrirlo, &. a mantenergli il calore naturale, atto a refiftere contra la freddezza del male.Si eserciterà auanti il ctbogagIiardamente,acciòfiauuiui Jcalor naturale,&fi rifcaldino le membra;& fé non fi potette eifercitare,fe gli bedano fregagioni gagliarde, le quali fuppliranno in vece d'erlercitio, & ac- „ìSme erefeeranno il naturai calore.Tenendo il cauallo in quella regola,& norma di peremo. vìuere,douendo fempre in tutti i mali leeuacuationivniuerfali precedere alle miSSZ Pavcicolari,fi purgherà primieramente; & fubito,che fi conofcerà l'animale ef- M- iere affetto dal cimoro,il corpo del cauallo, & poi la parte offefa,che è il capo; ? Perciò fare,fe gli cauerà faneue dalla vena del collo,fe fia dibifopno;& qua- Cauarfa Qo ù vedrà nell'animale infermo predominar' il fangue, & tutto il corpo eiser ^ ^oltoripieno,&nonaltrimente;&ciònoncopiofamente, ma moderata men- te fi cauerà ; imperoche leuandolì la molta copia del fangue f il quale è freno della colera,& temperamento della flemma) lì viene ad incrudire, & ad infri- gidare maggiormente il corpo dell'ani male;onde feguita l'eftintione,& la fuf- focationedelcalor naciuo; ma facendoli temperatamente, & con rifpettOj fi Vieneàfouenire,& a porger' aita alla natura,-laquale alleggerita/con piùaqe- ^olezza può digerire, & fmaltire quel reftante della flemma,che vi retta di fo- Fìemrh uerchioj la quale non è altro, che fangue inconcotto, come teftìfica Annotile che cof^ circa il principio del felb libro de i locali. Dipoi fé gli gettaranno giù per la 'M' "^(tenendo il capo alzato con forti legami)medicine,& beuàde appropria- MoHò- teadiftillationi^ &à catarri freddi, & a fcacciar via la flemma radunata nella!ie' lpfta,& nelle parti interiori del corpo;& quello fi farà fempre la mattina auan- tj l* cibo,efsendo flato la notte che precede alla medicinali cauallo con poco, p temperato cibo(ancorehe la commune opinione fia,che debba ftar' il caual- j° la notte inanzi la medicina fenza cibo)accioche per la molta inanitione del- io ftomaco,non fi conuertifle il medicamento in nutrimento,come molte vol- je/uoleauenire; & dopo le medicine quattro^ò cinque hore imbrigliato,acciò a Potione faccia miglior operatione,& più prefta,& non s'impedifea l'opera^ Jr£^ ll°ne della naturajhauendofi inanzi feuacuatione della medicina preparato il ri. gallonandogli per otto, ò quindici giorni ogni mattina del mefe rofato, ò pimele femplice, ò dell'acqua melata fatta con decottione di tuffillaggine 'cne da volgari fi chiamapianadella)la qual ha gran virtù di mondificar il poi- ^one, e difenderlo dalle viceré} e dal tifico, à bere mefchiati con acqua ; ò à jj^ngìare mefcolati con la femola;ò per tre mattine continuamente la beuan- j!adìapente,cosìdetta,perelferfattadicinquecofe,cioèdimirrhanetta,gen- ^riajariftolochialunga^acchedilauro^rafurad'auorio^artiegualijpoJue* l*ate fottilmente,& mefcolate infiemej dandone la prima volta vn cocchiaro fìemperato
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74 Delle Infirmit adi
(temperato col vino tepido;Ia feconda vn cocchiaro,e mezo;!a teoria due COC'
chiaritola beuanda,che Ci fa in quellaguifa. Si piglia acqua a furfìcienza, &ic gli fa bollire dentro femedi finocchio, tanto che l'acqua retti dodici bieche* ri,& il feme Ga cotto,& disfatto;dipoi fi fpreme la femente dentro l'acquaio» pezza di lino; & fi cola la decozione; dentro la quale fi getterà onde dodici di liquiritia netta,& Jauata con acqua calda, & pefta bene,- & libre due & meza di fichifecchi, mele commune libre tre, mele rofato libra vna,& polue di can* nella libra vna;& ciò fattoci nuouofi faranno bollire i.nfìeme dette cofe,& dl quella beuanda per tre giorni gli Ci darà quattro bicchieri per mattina, facefl' Fiiioh,& doIo^redopocherhaurà pigliata fenza magiare finoà mezo giorno. Prep*" medkamë rataquato più fi puòla materia,per poterla più facilmente cuacuare,fe gli %&' tifoiHtiui. faranno giù per la gola pillole cocchie,& di iera pigra,con acqua d'vua p3»a: pillole cocchie,& di agarico; ò quelle di colioquintida; ò altre iìmilijlequ2!1 purgano fortemente gli humori colerici, gii flemmatici, & grotti,- & maraui' gliofamente mondificano il capo, & purgano il petto, & conferifeono all'a*: ma, & alla toffe antica, ouero fé gli daranno per bocca per kttQ giorni ognI mattina il fucco di barbe di cocomeri afinini onde tre, mefcolato con tre (j meza di falnitro; ò fé gli darà vna foJ volta il fucco del peucedano con vino," qualegioua alPanguftie de gli fpiriti,& à difetti del pecto,& de i polmoni ptO' dotti da gro(lì,& vifeofi humori,-pcreuVegluncifiuo,& diffeccatiuojò labe; uanda fatta di fucco d ariftolochia rotonda, & di vino; hauendo il fucco viri? di foluere per difotto l'humidità flemmatica, & anco la colerica, & di mondi' fìcar'efficacemente il petto, & i polmoni dalla putredine, & dalla flemma-»* Ottimi ancora faranno il fucco di colioquintida con vino, che mondifica J* ceruello, &fo!uela flemma, & gli humori vifeofi, tirandoli dalle profondi!* delle membra; & loelettuario fatto del liquore del cocomero afinino; il qua^ foluela flemma, & il fucco della centaurea minore con vino, il quai e diiTecca* tiuo,&afterfiuo,& puiga il corpo de i groflì humori,& da colera, & il fuccod} centaurea maggiore in quantica di due dramme, con vino ; il quale gioua al'1 ftrettidi petto,&alla roffe,& falda l'vlceri di dentro;& il fucco di elleboro n? ro, il quale per difotto foluela flemma, & la colera, & caccia fuori curri i mal' humori, che mefehiandofi col fangue, lo corrompono ; & il fucco dell'iride^ fpremuto frefeo, & le radici beante con acqua melata ; & il fucco della ltecv mefcolato con fcilla,-il quale foluela flemma,& mondifica il ceruello; ilche p b parimente il fucco d'uopo, & l'herba cotta con fichi, acqua di mele,& ruta, ^ data a bere, conferendo quella beuanda al polmone, alla cofse vecchia, al & tarro,& a gli afmatici. Et è buona ancora la fu a decottione,la quale con 3cei° melato purga per di fotto i grofTì humori. Giouerà parimente la beuanda fac' tadi colioquintida vn pugno, pefta diligentemente, & mefcolaca con onci^ quattordici d'ottimo vino,ò d'acqua di mele,& dipoi cclata;imperoche gio'jf mirabilmente alla tofle,& follie la flemma,& mondifica il cerueilo,il petrol i polrnoni;riftefsoeffetto fa il fuo fucco con acqua melata, & le pillole h^ della midolla dd frutto della colloquintida,con mirrha,melecot£0,acqu3 *f lata,& nitro;& il fucco della vite bianca dato per bocca, mondificailcerue,J<?' & il detto da gli humori flemmatici, & pu tr idi,& gioua alla tofse. Fatta 1* f' £%S£ ?a euac"atl°ne vniuerfale del corpo,farà bene (eflendo le materie più f g Ure, fte,&difpofte^ purgardinuouoilcaualloinfermojilchefifaràdandoS1'" quindici,ò vinti giorni ogni mattina due, ò tre, ò quattro cocchian d'aga5 poluen-
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De Caualli. Lib. IL 7$
Poluerizato con la femola;ò con l'orzo; & per altrettanti giorni tre,ò quattro
c°cchiari per volta con la femola,dellafeguentecompofitione. Pigliali bic- chieri fci di decottione d'ariftolochia rotonda, & libre fei di mele, & fi fanno bollite con oncia vnad'agarico,tanto che cali la nietà;imperochea poco a po- co > & quali infenfibilmente, & fenza danno del cauallo, fi folucrà la flemma^ §rofsa, &fi mondificheranno il ceruello, il petto, e il polmone da i putridi, & tfiftihumor!,-cosi facendo,& rinouandole purgationi,&Iebeuandccoltem- Cmforta, Po fi potrà rendere fano il cauailo infermo.Giouerà>& conforterà ancora afsai tm. !* gettargli la mattina giù per la gola col corno labeuanda fatta di quattro no- ci mofcate,& quaranta garofali,di cannella vn'oncia, di fpìca nardi, di galan- Ba ana oncia meza, di gentiana oncie due, di zaffarano dramma vna B polue- r^ati fottiliffimamente,& pafsati per lo fedacci05& incorporate con libre due di mele rofato, con oncie quattro di giulebbe rofato, & libra vna di farina di grano: facendolo ftare,dopo che i'haurà pigliata,fette hore fenza mangiare^ , irnbrigh'atoj& dipoi dargli il folito cibo,& purgargli con ftarnutatorij il capo, «JJ?*^
^conlurTumigijà ciò appropriati^ la beuanda fatta di garofali trenta,zaffa- *ano dramma meza,olio,& cannella, & vn boccale di maluafia, facendo flare J* giallo dopo la potione alto col capo, che non fi polla colcare; & quella che «fad'aglÌ,pepe,cannella,garofalipoluerizati,&petti bene,&mefcolaticon bjanco d'voua, & diftemperati con vin bianco, & buono; & farà ancor buono fagliar'aloè epatico, teriaca fina, trifera magna ana oncia vna j poluere d'in- cenfo,& di cannella fina ana oncia vn quartojmele rofato oncia vna,polue di ^aftice,di gengeuo,d'a!oè oncia vn quarto, olio rofato oncie due; & incorpo- rate ogni cofa iniìeme, & mefcolate, & sbattute per fpacio di mez.' hora infìe- jne, farne vnguemo,& gettarne la metà giù per la gola, & l'altra per le narici:, lafciandolo ftare quattordici hore fenza cibo, dopo labeuanda j fluendogli Jj^ffa però auantila medicina data la beuanda di due bicchieri d'acqua colata con medicina. vn pugno di farina; dentro la quale fiano mefcolati libre due di mele cotto, & Piumato bene, & vna di zuccaro, &once tre di polue di cannella. Euacuato lUtto il corpo del patiente,fi purgherà il capottandogli con vn corno per le ?Krgarìl ?aricif ftandc il cauallo con la tetta legata, & alzata su con la briglia,^ con la «p°• 5°Cca aperta, acciò poffa bene fcorrereil liquore in giù J la beuanda tepi- ^ fatta d'olio ottimo oncie tre, acqua falfa 3 ò fauna oncie vna, e meza, vi- *?° tre bicchieri mefcolati infieme ; legandogli dipoi il capo alle mani per jacio d'vn'hora, acciò meglio la flemma cali giù per le nari j & il fucco Jtel cocomero afinino mefchiato con alquanto di latte j il quale tira per la via ■ el nafo afsaiftìme fuperfluità del ceruello, & gioua al dolor del capo, & il fuc- c°di colloquintida,con l'acqua di mele; &il fucco della vite bianca con vino, J)SUalemondificail ceruello, & ilpettodaglihumori flemmatici,& putridi, j fe potione fatta di bicchieri tre d'orina humana,& vno d olio rofato, la qua- e afciuga le nari,& perauentura calandone vna parte nel petto,& ne i polmo- j1 gli fana9& guarifce;&: il fucco dell'iridesquale è molto buono;& quellodel- a centaurea minore,il quale è diiTeccatiuo,& afterfiuojauertendo che fi deuo- Ammmè 0buttar'i medicamenti perquellato^cheè piùoffefo,ò fiala dritta,ò la man- to. Sa«aricejòperambidueilat^effendovgualmenteofFefi,&danneggiati;&fé segnidei r cauallo dopo la purgatione gettaiTe fangue per le nari, fegno è, che all'hora c*p w. ara perfettamente purgato. Si purgherà ancor la tefta fondandogli nel nafo gm" °n vna canna la polue della colloquintida j ò la polue di centaurea minore, & di barbe
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7<S Delle Infïrmitadi
di barbe dì giglio ,• & mettendogli nelle nari due penne grandi , bagnate ne
medicamento fatto d'aceto fquillitico onciefei ; acqua di vite oncie quattro ^
euforbiooncie tre,& altrettanto di ruta,olio commune libra vna j incorpora
jnfieme, & bolliti alquanto in vna pignatta nuoua, & quefto due volteil g1^!*
'Mdïim-. no, la fera, & la mattina. Oltra di quefto farà molto gioueuole il fargli ma"1'
torij, car ia radice dell'anemone, della fenape, del piretro, & della ftafìfagria, &\
prouQcar li ftarnuti, per allegerir' il capo,& tirar giù quella materia; & PercJ,
fare,fe gli porranno nelle nari due penne lunghe vn pai mol'vna, bagnate pel'
Tvnguento fatto d'olio di lauro,& d'euforbio ana oncie tre,& di elleborobian*
co dramme due;& vi fi lafteranno ftar legate vna buon'hora;ò fé ìi foffierà de*1'
tro con vna canna dramme tre di fenape, & allettato d'euforbio poluerizato*
òfi metteranoognidì vnavolta,perpocofpaciodi tempo,alcune lunghe \c°'
pette ben dentro le nari, vnte d'vnguento fatto di fangue di porco libra vflj*
&di fuccodi bieta oncie tre, & altrettanto d'euforbio poluerizato, bolliti)^
mcfcolati infieme;òfegli faranno li fternucatonj, che habbiamodi fopra de"
^oTcome Scritti,parlando dell'infreddamento; & fé le cole pofte nelle nari rodeflero>of
fcumno* eiTulceralfero la pelle, fé gli gettarà, ò fchizzerà dentro del feuo di capra, rr>ej'
DmerfiHu co|aro con olio.Se gli potrà ancora(per diuertire la materia)far clifterij di co*'
Ìoqumtida,che hanno virtù di tirar la flemma,ò di decottione di ruta,&fue^
d'elleboro neroj& lauargh le gambe con acqua calda,& fale, quando fi vedr*
tutto il corpo ripieno, accioche i vapori non afcendano al capo ; & metter^1
vn pezio della radice dell'elleboro nell' orecchie, prima pertugiate -, perche
l'orecchie apportano medica menti gagliardi, cauandole polcia fuori il giof'
nofeguente nella medelima hora ; il qual'hà forza di fanare la flemma, tirai1'
Cmtew « dola a fe,& fargli il cauterio nella fronte,quando farà folamente offefoii cap0'
mafeoffefofarà tutto il corpo, bifogneràcauterizar la fronte,il petto,&la^
Conforta da. Per difseccar poi, & confortar'il ceruello, s'applicheranno fopra il cap0
cofe,che lo rifcaldino,a(Tottigliando, & incidendo, & diseccando quella m*'
teria; alche faranno buoni i facchetti pieni di miglio,& fale,- ò di polue d'ag3'
rico,pepe, macis, cinnamomo, pulegio,origano, ferpillo,fteca, fanfuco, ca^'
mento,fcorze d'aiTaro,& fterco di colombojouero di ftecade, fcorze di cedr^
macis dramme tre,di miglio oncia vna,di fale dramme duc,di noce mofcatf'
di f pica ana dramma vna, con calamento, origano, fanfuco,rofmarino,&: jf
glie di lauro, rifcaldati fopra vna tegghia di bragie, & ritornati tante volte'^
pra il capo, che fi pofsa giudicare, che il calore fia penetrato dentro il cran^
& i profumi di calamento,timo,& ifopo gettati fu le bragie,talmente che il^j
uallo riceua tutto il fumo perle nari ; & il fumo d'orpimento, ò vernice, #
folfo;& il fomento di centaurea minore,ilquale diflecca fortiftlmamente c°
vna cerca virtù coftrettiua ; & i fuffumigij d'origano, aglio, afpalto, caftof^
opoponaco, peucedano, in vgual pefo, poluerizati, & mefcolati inlkmeigjL
tandone su le bragie ardenti quanto fé ne può pigliare con tre dita ; & i lv"-e
migij d'afpalto libra vna,opoponaco oncie tre, feme d ortica pungente ofi
fei,galbano,acoro,caftoreo ana oncie tre^orno di ceruo, midolla di Pitl0^.e,
ce appicatoria libre tre, bacche di lauro oncie tre,pefte, & meicola te m^0^
& il vapore della decottione della cammomilla, melliloto, fanfuco, anef?£Eo
fifimbrioj&ilponerli nella frontefftefo (opra pezza di lino) lo ftretcoio*^
di galbano,opoponaco,maftice,terra figillata ana oncia vnajfangue di ^r3'cje
bolo armeno ana libra meza, pece greca, pece nauale 3 ragia di pino ana o
quatta
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De' Caualli. Lib. IL 77
Sottro; òl'empiaftro di fenape, & di cotto; & distillargli neiie orecchie l'olio Em&*ftr°
^buciaojò d'aneto, ò di Iauro,òdi ruta, & altri fimili; & il fafciar tutta la te- tacon lana faccida,che prima fia vnta con olio tepido, acciò la tefta5& il cer- ~e'ta fi rifcaldino. Per vietare, che il catarro non cali nel petto,è calato che vi Rimedi) ?"fe>con pericolo di far diuentar tifico il cauallo5& guaftar' i polmoni;gioue- fj^1 *J£ a grandemente dargli bere l'acqua della Porretta noua, la quale, riferifeono/«««fc.0*
Jp ^uomini di quel paefe, hauer' virtù di fanare quello male. Et olrele cofe Jj-JJ™ x^te di fopra fé gli faranno futFumigij di vernicerò di ftorace fecca,d olibano ^PH,ò mefchìati infieme;ò ifufflimigij di cofto,òdi nigelia; ò i fumi di vino, ^ rnele porti fopra pietre molari affocate; & quelli d'incenfo, di cotto, di ver- lcc,& di ftorace;&: fé gli farà mafticare,mettendo su la briglia polue-cVoriga-
J° con mele s b polue d'incenfo, ò d'olibano, con mele ; & tanto batti hauere ^tto delli fintomi de gli eferementi del ceruello;ri ferbandoci à ragionare de i *}*K,che auenir polfono à gli occhi ne i capi feguenti; per efser quefti più,che ^cun'altrode gli inftrumeati de i fenfi alla natura del ceruello fomiglianti;&: Pef l'eccellenza mi rabile,& artificio ftupendo, che le natura adoperò nella fa- sica, & compoiìtion loro. 7)e i mali de gli occhi, e prima, della, cataratta. Cap. XXI IL
Oncorrendo alla fabrica mirabile dell'occhio tante membrane ,
tanti humori, & lofpirito vifiuo; come nell'hiftoria della compo- fitione del corpo del cauallo fi è dimoftrato ; di qui auiene, che Tardone del vedere può da tre forti di vitìj elfeie offefa, & ^dan- àef^^ ^eggiata : l'vnade' quali è quando Ihumor criftallino, il quale neìì'vnione di re, può da ïüttele parti, che compongono il vifiuo inftromento è la principale, ha patito ^AsS! gualche cofa; l'altra è, quando!'humor' vitreo,ò l'acqueo, ò il neruo viforio,ò #/^ ^alchVna delle proprie membrane dell'occhio farà affetta; la terza quando ** virtù vifiua,che viene dal ceruello,& va nell'occhio, mediate il neruo vìfìuo, "aura qUa|che impedimento; percioche offefa qua! fi voglia di quelle partì, pe ^abbiamo raccontate,l'animaleò vedrà male,,b totalmente farà p'riuo di NuJ"Ue;ilche così efsendo,incominciaremo noi feguendo l'ordine noftròjilqual r me' ^Y cominciar prima da gl'interni, & poi da gli efterni, da gli affetti interni ?ett°occhio,che portano nocumento al vedere. Parlaremo dipoide gli efterni, fendendo noi per gli interni quelli affetti,che fi fanno dentro della membra- f&fì^ ■ a cornea, dei quali alcuni procedono dall'offefa delli fpiriti vifìui, &confe- $T ' j^entemente della virtù,che in effi fi ritroua;altri dal ceruello,& altri fono nel erUodelatiuodi dettifpiriti, & virtù vifìua,- altri neirhumorchriftallino,ò
Jtro humore dell'occhio ; altri nella vuea ; & per gli efterni quelli affetti, che jgjjJjjLj; Or*o ò nella membrana corneal fuori di quella;e prima diremo della catarat- u. ', a,La cataratta adunque (detta da i Latini fuffufione) èdifeefa d'humorealle ®$muo"-
oltefottile, & alle volte groifo, & lento, quali comeil feme dell'huomo con-
^f ac°ò nella pupilla delf'occhio, ò fra la membrana Rhagoide, & vuea, & il jJ^iftallino humore ; la quale compita, & fatta in guifa di tela fottile>impedi- UC^& Coglie ìa vitta,& viene da freddi,'& groflì humorde lenti; i quali dal ter-Cattfe' elio per il neruo della vitta feendono nell'occhio; & da percolfe,ò cadute ga-
f !larde della tetta, & dell'occhio. Quello male è di due forti, vna curabile, & gj/Ir- alCraincurabUejdella curabile trattarono noi,facenao quella fola ai propoli- ti.
tono
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Delle f nfirmitadi
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to noftro, & dalla cognitione di quella, potendofi facilmente giudicarecjU *
Segni dei- fia quella3che non fi può fanare.La cataratta dunque,che con medicine^ ; lptfandL ferro fi Pl*ò dileguare, & togliere via, fi conofce dal fuo colore, dalla fua co' le. ' rezza, Àrrafparenzaj& daì mouerfi.'conciofiache fé quell'humore,òpa|'..' che è pofto nella pupilla, ò fra la membrana Rhagoide> & l'humore chritt* no farà biacQ,che tiri al colore del cielo^ò del colore di calce pura,ò cineric ' ò gialliccio; & farà lucido, chiaro, & quafi trafparente; & toccato,& premu con mani, & fregato, andrà cedendo hor qua, hor là,il male fi potrà fanaire^> pur che quell'hu more congelatole^ vnitoinfieme,non fiagrofso, callol^' Cataraffe duro;& diquefta fortedi C3taratte quelle che ò fono nuoue,&fottiliauab ifanlnl non ben congeiate,& condenfateinfieme;& che folamente conturbano la P, pilla, non macchiandola di bianco, ò che fi fanno per confenfo delle partl' Cma, guariscono col regolato viuere,& con le medicine.Quelle poi che fono inUe chiare,^ confirmate,ò che fono veramente, & propriamente cataraffe; & c j fono condenfate, &; vnite gagliardamente j & vifeofe, & tenaci; fi curano^. Modo ài moderato viuere.con le medicine,& col ferro, il regolato modo del viuetf j. ràjcheil cauailo mangi manco deiifolito,& quafi nuila;& che i cibi fianofrc da cuocere a & che non generi no hu mori graffi, & va porofi. Per cibi farafl0 buoni orzo mefcolato con fieno greco, ceci intiei i,ò fpezzati con fieno gre*: ' femola con alquanto di fale; paltoni di farina d'orzo, con mele, & polue di», no greco; fieno sbruffato d'acqua melata, Se gramigna. Per bei e faranno o$. me l'acqua d'orzo, l'acqua di mele, l'acqua di liquiritia con mele, & beuer0£ d'acqua d'orzo con farina di ceci, mele,& fale; & che ftia in ìucO alquanto? curo, temperato,netco,&fenzagrauiodori di ftaUcjdiletamijód'aìtiojqi11/ to, èc ripofato, & legato in modo, che ò per lo dolore, ò per lo prurito no*j,j Purgarli poffa fare offefa ne gli occhi. Si purgherà dipoi f feruando l'ordine di fopra/^ (orpo, corpo del cauailo infermo ò con clifterij , ò con pillole, affine di euacuare» , diuertire gli humori, che non ifuaporino al capo ; & per l'ifìeffo fine fé gli & mafticarela briglia impiastrata la imboccatura di polueri, ò d'vntioni 3 cb habbiaqo valore,& virtù di tirare giù dal capo gli humori radunati; & nel fi fi attenderà a confortarlo, & fortificarlo 5 acciò così facilmente non rice^ cauarfan de* nu°t% & fé gii cauerà (angue dalle vene de gli occhi, & delle tempie, 3 sr>areiifa ^u^ ^ ^™ ancora ^ foco per leuar la ftrada a gli humori,che non difeend^ cof1' °' nell'occhio;il quale rimedio è più ficuro,che ilcauar fangue,maffimamen^ g cmer-t gli humori faranno freddi. 1 clifterij fi faranno con olio di feme dilino^ due,melerofatolibra vna> colloquintida oncia vna,falgemme onde due?' « monea dram me duc,agarico oncia vna,ca(Tìa tratta libra meza; le beuande^ Treparar li cibi per preparare gli humori faranno per dieci giorni continui mattina ^ lclnkteuà fera> pz&on[dl farina d'orzo con mele» & polue di fieno greco, & agaric0^ de, & con poluere oncia vna; ò femola con agarico dati per cibo; onero la mattina3 hak. gjuno} ja beuanda di polue di bacche di lauroj di gentiana, d ariftolochi3.^ tonda,d'agarico,diturbith in polue.diciafcuna oncia vna;mefcolatecon $ fl lebbe violato libra vna, & acqua di betonica libre due ; ò quella, che fi & .& mercorella, & olio d'oliue anaoncie quattro a radici di malua, & zucca'0. ^ libra vna, &con due di mele rofato, con quattro d'acqua, bollite tanto*c c\* manchino due deta, dandone la mattina la metà, & il reftante la fera ;0<* per l'altra fatta di mele,fieno greco, trementina, & olio commune oncia vll:fat- cofajtenute in vna caldaia d'acquafopra il fuocojfinche leuiil bollore;!?0^ |
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De'Caualli. Lib. II. 7P
a jafreddare,fpargauifi vn pugno di femola,& vn terzo del centorio,& agita-
a ben la miftura, fi dia col corno; ò la decottionc, dentro la quale fiano bolliti f ragia due brancate, maggiorana, celidonia ana manipulo vno, ftecade ot-
0 °ncie,radice di finocchio,& d'acori oncia vna,feoie d'apio oncia meza, ru- ' betonica, rofmarino tre brancate ; aggiuntoui poi bollite, & colate che (a~
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, "no, mele a baftanza; le pillole faranno grolse come voua, & fi faranno con pillole.
ardo vecchio di porco, ben battuto, & pifto libre quattro, fcamonea, collo- ^u,ntida,iera,agarico,poluerÌ7_ati oncia vna perqualunque.trementina,mele a oncia vna; farina d'orzo libre due, formandole con fucco di finocc hio: le |
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palijefTendone il bifogno(ftato la notte il cauallo à digiuno)fe gli gctraranno
lattina auaci il cibo giù per la gola con le maniache fatto,fi farà ftar quat- °hore imbrigliato fenza mangiare, acciò i medicamenti pollano far le loro Cationi. Si purgherà il capofpargendosù l'imboccatura delia brigliaf pri- Purgarii P1* vnta con mele)polue di piretro,ò delle radici della celidonia minore,ò del- w>- * radice deIl'anemone;acciò mafticandole tiri la flemma giù del capo.Si cure- ^Wf^ *?no dipoi gli occhi per lo lato di fuori con medicamenti, che digerivano 3 locali. L^!llano,& fcaccino gli humori; incominciando fempre da i più piaceuoli, & jsgieri, &fchifandoquelIi che troppo difeccano; comefono mele, olio vec- ^^ni- |
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mento,
io. |
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■r ,0)& fucco di finocchio mefcolati infiemej& il collirio^che fi compone con
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^co di finocchio, incorporato con la quarta parte di mele, & bollito, finche
ali il terzo;& il fucco d'edera terreftre, mefcolato con li(Tìa;& il fucco della ce-
.. °nia cotto a fuoco di carboni con mele ; il quale rifchiara la vifta ; & il fiele
J capra faluatica,ò di galIo,ò di pernice,ftillandogli da fé foli dentro l'occhio
?e volte il dì, ette vagliono a i principij delle fufFufionide gli occhi, alle cali- Wit&c vlceri di quelito il fiele di perdice,ò di gallo mefcolati con mele,& fuc-
^ di finocchio,ò di ruta,ò d'eufragia,òcelidonia,ò di verbena;& il fucco del-
acipolla mefehiatocon mele,cherifchiarano,&acuifconola vifta ingroffata
1 Srodi humori, & giouano alle fufFufioni, che principiano; &il fucco del ci-
j arnino,ò pan porcino,ancor'e(To mefehiato con mele;ò Tacquacaldajdencro
fi qUaue ^ano ^at'in ,n^ul"10ne il croco,ò il pulegio,ò il peperò dentro la quale
n° bollite radice di finocchiojruta,& celidonia il terzo; & poi vngere col li- Vntknu
\ 0re °pobalfamo,il quale leua via tutte quelle cofe, che ofFufcano la vifta, & ^ Papilla dell'occhio; & il collirio che fi fa d'olio, fale, butiro, ragia bianca, Ucki 3 me^e» mefchmi, & incorporati infieme. Sarà ancora molto gioue- he Vnger gli occhi con l'vntione che fi fa di ruta, & mele; ò con grafso di vi- p Ja > liquore di cedro, mele, & olio vecchio, di tutti eguali portioni ; ò con te 1 ^l te^e ^ roncnne mefchiata con mele j ouero fondargli dentro due voi- br11 dì con vna cannellina polue d'aloè, ò polue d'ofso, ò df pelle di lepre, ab- ^uRiati, che valealle macchie bianche de gli animali quadrupedi, òfola, ò <j:i Cn-iata con poluere di falgemma ; & con quefti rimedij fi potrà facilmente f}-datela cataratta^etfendo il mal nuouo,& venuto per confenfo,&oppref- ^ vapori, & purgate le parti. Ma fé il male farà inuecchiato, òfarà propria- ev* dei ïjee,nte cataratta, & fi vedrà la pupilla macchiata di bianco, per la congelano- %?ae/0mec Po ^ nun,or* acquofi,purgato,& netto (come s'èdettq) fpefie volteil cor- ^ & il capo, & c'aliatoli fangue da gli occhi, & dopo l'orecchie,& efiendo la cataratta h itracta matura,ii farà ftar'il cauallo il giorno inanzi temperato dal mangia- ««e>'/e- taV* ^ bere,& la notte fenza; & leuato il Sole,fi farà giacerei! cauallo in ter- *• Qndiligenia,acciò non fi faccia male;& fé gli acconcerà, & accommodq- F rà la
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80 Delle Infirmitadi
rà la teHa,èi il collo in modo,che non fi pofsa aiuouere,necrollare;& che te
ga aperto l'occhio, lenza poterlo ferrare ; all'hora con l'ago fottile, che non 1
troppo acuto, acciò non fi forarle lVuea mentre fi vuole pungere la cc[rn^'0'
fitormentafserocchiojfitocchidue^trevokenelbiancofopranodeiroccp1^ dal canto picciolo,doue fi vuole fare il bucö;& dipoi fi fori la membrana Dia
ca, & la dura ; & fi vada con l'ago ftorcendolo, & riucltandolo pianarne*11
hor quà,hor là fra la dura,& l'vuea;finche s'arriui al locojdoue è polla laca
ratta,& premafi ì'ago verfo la parte di fotto,fìn tanto che caligiù,& fi fcU°^
quella parte deU'occhio,che non fi vedeua,&fi conofcala chiarezza dell* P.
pilla,diftillandofi l'acquacene era iui congelata; talché non vi rimanga ca ,^
ne, ò nebbia alcuna. Abbattuta, & abbafsata la cataratta, & euaporato 1 ° '.
chio,con vn panno.ò piumacciolo caldo, mefsoui più volte fopra, cauifi *ü-
il ferro,pian piano,voltandolo, & aggirandolo; & mettafi fopra l'occhio co^jj
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'cimimi-
wmto% |
che mitighino, & Ieuino ildolore,& vietinocene la materia non cali piùn£jL
occhi, llche fi farà fafcia ndo l'occhio con vnftrettoio di lana, ò ftopp&c
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bianco d'vouo,& olio rofato,ò di (toppa con torlod'vouo,& oliorofato,ò vl
3ato; ne per quel giorno fi lafci mangiare ilcauaìIo,mafe gli conceda fola^-j
te il bere ; percioche 1 agitatione delle mafceìle, darebbe noia ali occhio > * (
mouimento dell'occhio fano,darebbe moto all'occhio infermoj fi terrà anc efso legato, finche gli humeri fiano opprefiì» & fermati. Nel terzo giorno1
guente, lì rinfi dcheranno li rimedi], lauaro prima l'occhio con acqua rofc» di (Mice,& di virga paftoris,& di cucurbita;ò con acqua di finocchio,mefe^ ta con acqua rofa,acciò fi conforti i'occhio,& fi vieti,chegli humori non£3 no ; & queftoü farà ogni dì vna volta, tanto che il cauallo torni fano> alte *a do,& crefeendo i rimedij,fecondo che farà neceffario» 'Della contmbatione dell'occhio > dalla quale ^volgarmente è ti cauallo detto luntf'
Cap. XXI IH.
Definiti* MWÊi A conmrkatione dell'occhio è vna difeefa d'humori 3 &agit3"t,
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fi
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,&cm~ fi ppfe ne di quelli nell'occhio, deriuata daH'eleuatione dei vapori dac
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iUsaü to ^ corpo al capo ; & fpecialmente all'occhio , per la fua de
caudu jez7a t fecondo il variar della luna , & maffimamente nella- c.^
giuntione, & nella volta ; dal che gli occhi, & i caualli infermi di quella ^
C-murì?t~ ^ ^ono detti lunatici. Quella conturbatione è chiamata da alcuni hi|^-^
ta hipoco- riofi ,cioc difeefa fotto la pupillajpercioche in quella parte per lo più intf>%,
€$',ZZ cm i humore.che feende nell'occhio ad apparire: conciofiache laluna ?fctd
ve, °~ cendo nelle cofe inferiori diuerfi effetti, & fecondo la diuerfità de gli ^^
fuoi con altri pianeta facendo varie operationi, in alcuni agita, & c0^^à
gli humori, maffimamente li freddi, & è cagione della eleuationedei v^.a-
dalla terra,& dall'acqua^quefti e!euati5ò fi condenfano,ò fi dileguano d*1 ^
lìdìcàs &condenfari,formanopioggie,òaltri fimilieffetti;ilchefanno/ -ta,
nelli corpi humani, & di ciafeuno animale. Hora nel cauallo facendoli a^jce
tionedegli humorL & dei vapori al capo,- fono perla fua debolezza al'e. ite
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De'Caualli. Lik II. 81
j. Ccniolunatico alla chiarezza,& alla macchia;perchequafifempre,fecondo Sezni-
,Variar della luna,onero fi vede chiaro,ouero macchiato; ancorché l'occhio, e^ ftato infermo di queft q male,non ritorni mai vago, lucido, & trafparen- , » come era prima; imperoche nel far della luna, per lo più, incominciano gli I Uffiori eleuati,& agitati a fccndere nell'occhio fotto la pupilla, macchiando- ? ^'quanto,- & col crefcere della luna, crefcono tanto inalzandoli, & dilatan- Phjche à luna piena,& tonda lo cuoprono tutto, facendolo di chiaro,& bello ^e era prima,diuentaregro{To3torbido,ofcuro,&priuo di lume, & alle volte * CJ° bianco; & nel calare che fa la luna incominciano infieme con lei a calare, . a diuenire piccioli; talché àiunafcema,fono totalmente fuanitf& dilegua A rinouanfi dipoi come fa la luna. Quefta conturbatione,elfendo gli humo-^"7"-' 'c0' ,vPochi,& fottilfageuolmente manille, & fi dilegua,cefsando l'afpetto, come r^detto,del!aluna;& confumati gli humoridairinterno,&efterno calore; ma I 8fofIì,& in maggior copia fono; non così ageuolmente, ma con malageuo- re^a fi rimouono,& fi rifoluono;ancorche celiando il detto afpetto lunare col r.°'e5Ò in altro modo,cagione di quanto se detto,non s'inalzino altri vaporane ^cciafi più agicatione ne gli humori di tutto il corpo. Ma efsendo l'vna delle cura. e^teconcurbationi da férefolubile,raltra nò;à quefta s'hauranno d'applica- „ l retriedij, acciò fi parta; & à quella perche à luna nuoua non ritorni; i quali ranno quefti. Facciali ftare il caualloripofato,& quieto in loco temperato, /^^
o netto, & alquanto ofeuro, che fi pafea di cibi facili da digerirli, & che non m ferino vapori; & fé gli dia à bere acqua con zuccaro,& mele; & di continuo *• glitenga lubrico il corpo con cliften j , & fi purghi il corpo, & la tefta con [^dicine, & pillole, che nettino,& tirino giù la materia afeefa al capo; & s'at- enda à diuertire quelli humori per le nari, con deftrezza però, per eflere que- jo loco tanto vicino alfocchio,acciò in fcambìo di purgarlo, non fi liempiife 5 maggiore copia d'humori,& di vapori,come riabbiamo detto3ragionando ^la cataratta; & dipoi fé licaui fangue dalle tempie,& fotto gli occhi,per in- ^Mr^n erPofti giorni (fefi vedrà effernedibifogno ) perche nelle materie fredde non "s ^sì di ieggjero f, feae ricorrere al fangue;& bifogna dar il foco a quelle vene, ?6*ml^ ^ïerie^che fonofopra l'occhio infermo,per leuare quelle ftrade à gli humo- i&t tenere caldo rocchio,non mancando di bagnarlo con acqua calda fola.ò Bagni. entro la quale fiano bollitela ruta,& il finocchio; acciò l'occhio fi fcarichi,& netti,& adoprarui ogni dì le fomentagioni, & le lauande, & i colliri] appro- ^tijcome s'è detto nella cataratta» e"a debolezza della viftdy che produce ne ì cauallt il timore', per lo quale fono detti
ombro fi, Qap, XX K
E cagioni, lequalipolTonofar'ilcaualloombrofo, fonodiduefor- Caufe di
ti ; l'vna vniuerfale ; l'altra particolare, Delf vniuerfale, ancorché duefom" non molto faccia hora al propofito noftro trattare ; nondimeno ..^oche quefta materia meglio fiaintefa, ne diremo qualche cofa, tanto |i fendo ella molte volte congiunta con la particolare . La cagione vniuer- Cmjk vni
t edunquequal fa il cauallo ombrofo, farà la fua temperatura ò naturalmen- JÉ^ cattiua, ò per qualche accidente corrotta ; & naturalmente cattiua farà la_» Tempera- ^peratura, ò conftitutione dell'animale, quando auanzerà nel freddo, & ZLZT ^ido, & in fangue troppo acquofo3& flemmatico, & malinconico; dalche can*** F 2 viene *"*■
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81 Delle Infirmitadi
cYe'ji Te- v*ene ^ timore,<^la viltade; peròèla mula timorofa,non perla gran candì1>
nie,& ti- quale ella ha quatoalcuore,onde vienelafuafterilità;ma perla participatie m°2t;„a fecon(^° ilcuccodella naturaafinina,qual'è malinconica,pereffere il feme° naturiu i'afino,& parimente i menftruideiratìnafreddiflìmi. Per accidente fi corrop Tempera- ^ ^aon cemperamento,ò complelIione,quando la natiua temperatura &ua turaperac da qualche foprauenuto accidente,auanzerà nel freddo,ò nel malinconie0) ImTkZ- me reggiamo in alcuni caualli;che nel loro nafeimétodi forri,& audaci,di'ue le. • tano paurofij&vilijtalì tono qucllijche fi caftrano,li quali per cotalaccid£I?' flraatZ & priuatione,di mafchi,& virili diuentano quali femine;& di caldi, numi"1' • tam tem- freddi;& di arditi,& coraggiofi,timidi,vili,& ombrolì;onde fi può vede*^0» tsrwttr* ta possanza riabbiala intemperie in guaftarnon folamente il còrpo dell a * male,ma ancora la natura di efso,- Et parimente fi feorge quanto fiano art'* * difpoftii corpi numidi, & freddi, fenza hauer' oftefo alcun loro fentimen1 . riceuere col mezo de! fenfo l'affetto del timore dentro il cuore, ò grande $ ,- dì modo,ò mediocre,ch'eglifia,& proportionato;òhabbia glifpìritidetitrp . fé difperfi, & pochi, & lenti; ò molti, viuaci, & vniti,- come ne timidi, #*°L tkoiarf auenir fuole. Le cagioni particolari,quali fanno il cauailo timorofo 3 &° brofo fono due ; cioè la debolezza del vedere,& dell'vdirejpcrche effend°j^ peditala virtù vifiua,òauditiua, giudicano gli oggetti altrimente da quf' ' che fono,òdi fìgura,e colorerò di grandezza;& riceuono voci,& fuoni più ^ ribili,& fpauentofi,che non fono li veri,e naturali,- Perilche riceuendoii ftnJ
ò foli,ò vnitamente infiemequelle cofe,le quali fono àloro apprefentate^co^j difpiaceuoii.e dannofe,le fuggono; & fuggendole fanno,chei caualii P,eI1L
terrore tentino di faluarlì qua, & là ; onde auiene, che lenza ordine falcai ormone. fpefso ruinino fé, & i (ignori [oro giù da precipito!], & ruinofi balzi. ^lCij ancora alcuni, che i caualii ombrofi hannofeontta l'ordine di naturarne!' , palpebre di fotto i peli,ancorche piccioli; li quali adombralo la vifta al ca^ Io,fono cagione,ch3egli, non difeernendo bene gli oggettiva timore. Qì1^ caufeco- cagioni fi vnifeono, & mifchiano infieme in varij-, & diueriì modi; perciò< TeìÉiTlt m alcunianimalil'vniuerfaleèmiftacon ambedueleparticolari; in altrilv fìeme. uerfaleè miltafolo con vna delle particolari; in altri fono ambedue le V^ùli lari,fenza l'vniuerfalej& di quelle complication! le prime due fono incurs
fronofike. fempre 3 effendo impoffibil cofa leuare co artificio humano vn'habito nat ^
ie,&inuecchiato, & la natura ìitefsa,- fé gli potrà nondimeno qualche g^jj
mento apportare, con curare le parti, & afTìcurar' il cauailo, caualcand^ ^
notte, & facendogli vedere, & fenrirefouentecon piaceuolezza>&detfr^ca,
quelle cofe,& quelle voci,che gli fono fpiaceuoli, & noiofe. L'vltima ifll$>jl'
tioneconofciutelecaufe,che la producono,fi potrà fanaref ancorché di'*1 y
mente) col regolato viucre, con i'euacuationi di tutto il corpo & del <#P^C1
con medicme,che nettino,&purghino,& fortifichino quelle partati cotf1^,
trattare di ciafeuna di loro particolarmente lì potrà facilmente vedere. ^jal-
Caute del- bolezza della viih,ui cui è il noftro principale propofito di dire, procede0 0
Ìfd£ &$& §"a^ *!i SWi wfiu'i>& h n\ioi infìromenti; & quefti,ò per effere tX°L^
ytsìa. J ripieni,ò troppo afciucti\&difeccatisò per efsere le toniche de gli occb1 ^c&„
rijj&diuerfi colori;percioche concorfi gli humori groffi in copia gr^c & oc*
uello,& diitemperatolo, calano dipoi all'ingiù quafi conuerfi in acq"*' fl0 oli
dipano la virtù vifiua, & gli fpirici animali, & gl'ingrofsano; onde p3^onfu-
oggetti diuerfi,& maggiori delTefsere loro;& rnancandoglihumori^ ^
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De' Caualli. Lib. IL 8j
at,5 & difeccati^ lo fpirito animale ò per la vecchiaia, ò per lo difordinatO; &
°ntinuo coito, ò per qualche altra cagione efterna s'afibttiglia, & fminuifce 'niente la virtù del vedere, che le cofe fembrano tanto picciole, che appena adombrano: & eli occhi di diuerfi colori > come vn nero, & l'altro bianco Pprefentando, fecondo la varietà del color tuo il meden" mo oggetto indi- co rnodo,generano per tal diucrfiti timore, &fpàuento nei caualli. Quan- cura dei-, ,°eU vifta ofFefa per cagione de gli humori groilì, (ìdeue nutrire l'animale Jjjjj^jji 'cibi, che facilmente fi digerivano, & difeccbino, & non mandino vapori al mrìgnfi ^POj& riguardarlo dalla poluere,dal fumo, & da quei fetore, & caldo graue, 'ìU , eccelIìuo delle ftalle ; & purgar gli occhi con medicamenti, che lo nettino, ^hano alquanto mordicatiui ; &euacuargli il capo, tirando giù dalla tefta le ^Perfluitàcon medicine, chedifecchino, & purghino tutta quella parte—» ,• dandogli con li fchizzi su per le nari ; & con tenergli quafi tutto il giorno i a latcftafolieuata, & con la briglia in bocca , che fopra rimboccatura hab- 'a mele a(Tai,polue di piretro,& fatacelo manicandola di continuo,gagliar- anientedia occafione à quella materia di feender giù. Hauendo però prima ?Urgato tutto il corpo con medicine, & clifterij, che habbiano virtù di molli- ,Care>& tagliare, & nettare le fuperfluità dello iìomaco; come fono il decotto laifentio, Si di odimele fquilliticoi & le pillole, &iclifterij detti di fopra; onuenendo quafi tutti i rimedi) pofti ne ì due capi precedenti à leuare quefta •^olezza della vifta. Purgato il caualloà baftanza, & difeccato il ceruello, & f'tre parti ; non refta altro da fare, fé non tener netto, & purgato l'occhio, & .letare,chepiùgli humori non afeendanoà quella parte. Se verrà quefta de cura dei- °kzza dell'occhio dalla efficcatione delle parti, ò per vecchiezza, ò per lo lffaf"rfji roppo coito, ò per altra cagione, farà difficile da fanare, & quafi incurabile ; fkatkm , 5§^ö'oueranonc^imenohumettando di continuo il capo con olio, & acqua ^J$rc* ^'finocchio, & altre cofefimili, hor più deboli, hor più gagliarde, come farà ' ^meftieri; &pafcendolodicibigro(Tì,chehumettino, & guardandolo dal reJdo,& dall'humido. Dette quali,& quante fiano le cagioni, che fanno i ca- ^alhombrofi;& quali di loro fiano incurabili; & quali curabili; & come fana- l'p cUrare fi debbano; refta che, riferbando il modo di fanare la debolezza,, |
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f°gliono
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al fuo proprio loco, trapaliamo all'altre infirmità, elicagli occhi
venire. |
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"Dell'Albugine, òpanno dell'occhio. Cap. XX V f.
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'Albugine, ò panno dell'occhio, è vna macchia bianca nella cornea, ®flit!o~
la quale viene per morbidezza dell'occhio, & per humori flemma- fe'. , tici, & bianchi ; i quali ò per intemperie, ò per percoifa, ò colpo fo- no fcefi, & rimafi in quelle parti ; ouero per le cicatrici, che dopo la ò°nfolidatione delle ferite vi rimangono. Quefto panno è di due forti ; vno J£T%f* ^ile, & fuperficiale, che fi chiama nuuola,ò nuvoletta; l'altro qrofìo , & N |
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^[Orondo,che col nome del genere vien detta albugine; ò bianchezza dell'oc- ^rf'"e
. l0-A mbedue quefte macchie bianche fi leuano,quando fono fottilijò venu- e'Jifrefco,colcauarlifanguedalpalato,&colbagnarle,&vngerlefouentecon j^icamenti,che habbiano virtù,& valore di rifoluerie,di feccarle,& di mon- j-'ncarle;adoprando però nel principio i più piaceuoli,&leggieri,&fchifando m^m ^Pre quelli, che fono troppo acuti; & che rodono, & feorticano gagliarda- |
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F 3 mente.
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8 a Delle Infirmitad j
mentejpercioche fono cagioni d'infiammatione,& di concorfodi mater'*
'-jtawfy me fono il latte di caualii mefcolato con meleti fucco,ò Ja decotnonc dei1^ locdh taurea maggiore col mele;il fucco di papauero roiìoj il fucco d'edera terre - folo. ò mefehiato con vino; il fucco delia anagalide, con mele attico; il wc delle cipolle mefehiatocon mele ; il fucco d'edera terreftre mefcolato con qua rofa,tutia preparata,&zuccaro fino;la poJue deli'oifo della feppiac°° rofato, mirrha, Sctnele; il linimento di mirrha dramme vnadiifoluta c°n t. meza oncia di zafarano,& vna e meza di mele; il collirio di zuccaro,tutiaP ,. parata, coralli macinati, carlina, canfora, farcocclla,con acqua rofa,acC|ua. chelidonia,di finocchio,di cardo benedetto, & di ruta; l'vntione delle fog1!? & de i fiori del papauero cornuto, che ammenda, & netta le albugini de ip menti; il collirio di polue- di cocomero fe!uatico,& di fucco di piarìtaggi^Sj . di chelidonia; & quell'altro, che fi fa di radici di giglio bianco,di finocchio chelidonia ana oncie tre * & d'acqua rofa oncie quattro, bollite infieme j ^ miftura. che fi fa in quefta guifa;Cuocefi vn vouo frefco,tanto che fi faccia " ro,& diuifo in due parti/e gii caccia fuori il roflb;& riempito quelli caui>"0. egli era,con polue di zuccaro candido,^ ditutia preparata, parti vguali,Ur nifco.no infìeme,& fi fafeiano erettamente; & così acconciai mettono in^ 0 gohumidoj dentro vn vafoinuitriato, &vifilafciano, fin che n'efea fuorivn hunior acquofo ; pofeia fi ftringono tanto 3 che n'efea tutto Thumido; il<lu8jj mefcolato coi pn dio liquore vfcito,s'adopra;& la miftura che fi fa di (acco edera terrestre oncie due,tutia preparata, aloè epatico ana oncia vna,canf°f ' acqua di rura,aequa rofa ana oncia meza,mefchÌ3ti,& incorporati infieme quella che fi fa con alóè,acqua di finocchi, & fucco d'edera; & la prima ad
di méefatta à lambico$& ilfaletrito minutainentecon mele,&onciequa^..
d'acqua rofa, nella quiie dallato in infufionedi vitriolo Romanodueg^fl
Okraiecofc dette, ieuano li albugini le polui del corno di ceruo,ò di capr^
abbruggiati,netrandolefenza mordacità alcuna; foffiatecon vn cannello ° j
l'occhio afïettOjbagnato prima con fucco d'edera,ò cö vino bianco;& le P° j
di cartaro>d'oiio della feppia,difcorzed'vouo,e di zuccaro candido;& le p° .
deli'ofiodeila feppiacon pepe bianco^irrha^ntimonioj&zafarano;^11,^
le delle radici di chelidonia, & d'anemone parti vguali, ò di zuccaro ca*1^
do, & di falgemma, & le chiocciole, ò lumache abbruggiate infieme con jja
gufci,& trite in cenere, & vntecon mele; le quali giouano alla debolezza0
cura del vifta,& mondifìcano le eicatrici,& le bianchezze de gli occhi; Et fé ilbi^j
inwcchil- me ^an* inuecchiacojò groffo, & profondo, fi curerà con medicine, & P° rs0
to. che mondincano, rifoiuino, &corrodino alquanto, vntol'occhio cono? j,
Iocau! digallina,primache vi fi mettano lepolui;ottime faranno le tefte diro*1"? -
ni abbruggiate, & trite in cenere; il galbano poluerizato con mele. La Prl.^
acqua, & la feconda,& la terza di mele fatta a lambico;il fucco della ch^1^
nia incorporato con verderame poluerizato, & macinato, &vino; ilf^ [lia-
abbi uggiato,& il fior di rame lauati più voke,& fatti in polue,foli,ò *"£ ^
a con mele, la miftura di mele con falnitro, fucco di finocchio, Sdin^^e
d'orzo abbruggiato ; il collirio fatto con incenfo, zafarano, & fcaglie ^ÌLflfo
abbruggiati, & diffoluti con mele, vino, & acqua; l'vntione di polue de ^a_
della feppia, & di tartaro di pari pefo s con pepe », e vn poco di falep°^te^,
ti, muti con mele al fuoco, vngendo l'occhio con vna penna leggiermel£>JI
& fenza oifefa 5 & la miftura, che fifa di due voua frefche 3 falgemma °l „
0 due»04.
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De Caualli. Lib. IL 8<
tj S^- tutia preparata oncia vna,& d'aceto fortiffimo,tanto,che ftiano coper-
r ^Poi ftati in infufione, finche l'aceto habbia corrofa la prima tonica del- ^Uo^ toglie vial'vouoconrvltimafua gufeia^ò pelo;& il rimanente s'ado- fea 'chizzandoIo nell'occhio ; & la miftura di corno di ceruo , & d'ofso della lo k-aa°oruggiatidramma meza>difarcocoìiadramma vnae meza,d'arifto- gpte rotonda fcrupolo vno,di zuccaro dramme tre ; & volendola far più ga- cimfm l 'Na à corroderete gli potrà aggiungere la mirrha,ò la fchiuma di ramo ab- gjj^jl ^ agiato,ò il fiore lauati più volte,Ma fé l'albugini fofsero venute per colpo, l'albugine Jercofsa fatta di frefco,cauatogii fangue dal palato, e dalla vena dell'occhio JJJJJjp" c alato3 fi metterà fopra l'occhio (auertendo, che non fi gratti, acciò non vi cauarfan thtlc?rr3 materia) pez*e di lino bagnate con acqua rofa,& chiara d'vouo bat-&m' ^infieme.mutandolefouentejScs'vngerà la fontanella dell'occhio con vn- ., j: ^e,ò fiore di lardo di porco; dipoi fi curerà come s'è detto. He fé con quefti ^ ^f^
J^edij l'albugini, & le cicatrici de gli occhi non fi voieflero dileguare ; acciò dileguano jÌlocchi de i caualli generofi, & nobili paiano più belli alli riguardanti^ eer- ÏJ^fjjJ: ^rà di coprirle ? & di nafconderle> tingendole di nero ; ilche fi farà bagnan- jftw. C°J fpefle volte con latte d'afinacottoi ò con la decottionedi balauftidi caU j^e,Q dj gomma arabìca,ana dramme tre,difsolute?& bollite in acqua tantoa ^^liqoiUerzio, 1>e!lt tumori iòpuftttledeltoccbìo. Cap, XX VIL
Afcono alle volte nell'occhio, maffimamente nella tèa, chiamata Tuffata
cornea, fra quelle fue fcaglielifeie, & trafparenti (ancorché crear °^M^ fi pofsono nella tonica ad heren te, ò bianca J certe puftule, ò pic- ^HK^g cioli tumori, &eleuationi ,• le quali quando fono fuperficiali, ti- rano più al color nero;& quando fono profonderanno più bian- cjJe>& cinericie j ancorché il color loro naturale fia nero, per efsere la cornea, Cmr^ *p le adombra, & nafeonde bianca, & molto fimile ad vn corno di lanterna * « .en§ono quelte puftule,ò da troppa copia di fangue,ò da humori acri,& adu- fromflko^ 1 l'3®- ^ fuperficiali,prodotteda qua! fi voglia cagione,facilmentefifanano;& Profonde con gran difficoltà; ma la fua cura è tale. Si terrà il causilo affetto Cltra.
^*°co netto, che fia priuo d'ogni marodore>& alquanto ofcuro;& fi nutrirà Modod» Reamente di cibi facili da digerire, & che non mandino vapore al capo,& fi "* Reitera moderatamele. Per euacuarlo poi fé eli cauerà fanguedalla vena del _, , vllQ>eisedo il giumeto npieno,& del palato, perdiuernre gli humon,& icari- gHe. }* la tefta;& fé gli faranno fouente de i cli(terij,affine di tirar giù gli humori, 1 j6 feci communi.Et per fanarei tumori s'adopreranno medicamenti,! quali a^oiano virtù, & valore di rifokiere, & confumare quelle materie,che vi fo- • 0i& di vietare,chedi nuouo altri humori non vi concorrano,^ di fortificare *50rnea, che non fi fpezzi, ò rompa, & di mitigare il dolore, che ragioneuol- ete deueeflere nell'occhio» Alche nel principio farà buono il collirio liquido Medica- %to più voice neirocchio,chefi fa di lycio,dizafarano,di ciafeuno vno icru ^?* l<" v*°>di farcacolla fcrupolo vno & mezo,d'incenio fcrupoli due,incorporati co jUc voua, & acqua rofa; & nel progreffo dei male, il medicamento di mirrha* 0 Cenfo,8c zafarano, & le fomentationi, fomentando l'occhio con fpugaa ba- fc^ata in decottione cakia,decro la quale fianoboiliti fiori di cammo,milìa5tìe- g ^reco, feme di linoj ò melliloco » perieuar via, &feccare il recante de gli F 4 humori^
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26 Delle Infirmitadi
humeri^ &in ogni tempo apporteràgiouamentolacompofitionediterl*
gillata,di tutia,di climia lauata,d'antimonio,diciafcunoonciedue,dirq^ me di ramo lauato dramme tre, di gomma arabica onde due, d'oppio 0lJcj>, vna & meza,pefti in acqua piouana,ò di fiume,& /temperati con acqua ài no Greco,& fatti in formad'vnguento,fecondo l'arte; il quale fecca,&n"r gè il flufso,& fortifica la cornea,& con la frigidità mitigai leua il dolo* . Non rifoluendo, & difeccandoquefti medicamenti i tumori,farà di me**1, orrere à gli acuti,&à gli aperitiui,foliti ad vfarfi nelle cataratte; & n°n$À |
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Forar le
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mS. ' "andò quelli^adoprare il ferro, forando con vn'ago fottile lepuftule, & &h
curandole, & confolidandole ; & fé perauen turai tumorifi rompeiTero? ° ƒ fero corrofi dalla acrimonia degli humori, li cureranno,comediremo,pw2 do de gli viceri de gli occhi. Dell'acino dell'occhio* Cap, XX FI li,
'Acinl d°- fjSf^Qf^ Vole aueniré nella membrana cornea dell'occhio vna eleU*JJ^
ri &me' ^R® ne,ò tumore.à guifa d'vn vinacciolo d'vua, che da Greci ftapW |
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Ionia è chiamato j &quefto per materia, cheiui è raccolta, &K
Cura. Hf^SSi niata 3 ò per cagione interna difciogliendofi, ò ftemperaflo°J s gli hurnori, ò per efterni accidenti, come per qualche percoli3'
Segni, colpo, che l'animale habbia riceuuro nell'occhio ,• il quale acino generato d qual fi voglia cagione,gonfia,& inalza alle volte la cornea fenza corroderla^ fpezzarla,'& alle volte la rompe,& la corrode in modo,che da tal felTura eitf J frinafiica. t£ja y[jea m van-e forme.gj fe qUefta eleuationenon haurà rotta la cornea,/* » narà,come fi fanano le puftule,& i tumori de gli occhi: ma fé haurà corrofo*»
rottala cornea,fi potràfancorachefia cofa difficile mokoj tentare di ridurla fanità,efìendoil mal nuouo3&l'vuea vfcendo in guifa d'vn'acino d'vuajimP!i roche eiTendo maggiore,faràincurabilejilche fi farà tenendo,&euacuand^ cura, causilo infermo nel modo,che habbiamo detto nel capo precedente^ apP;
cando fopra il membro amalato medicamenti piaceuoIi,i quali habbiano^j- tà i & valore di refpinger l'vuea, & vietare, chela rottura della cornea no»1 faccia maggiore,& di confolidarla,- & di mitigar anco il dolore^ che ragion ^ uolmente deue eflere nell'occhio; adoprando in tal cura (fé farà bifognojle*? fcie,& ipiumaccioJi di iloppa.ò di bambace, accioche i medicamenti ftajr più faldi,& fermi,pofsano far meglio la loro operatione, & l'vuea compre»** J & refpinta dal legame, ritorni più facilmente al fuo loco di prima • Alcrie*v. Remed ranno ne* Principio,& nel progrcfso buoni il collirio liquido,& il medicar*^ locaìT t1 to, & le fomentationi, & 1 Vnguento defcritti nella curatione delle puftute j*
gli occhi; & i fuffumigij fatti con aceto,acqua, & vino Mitico; mefcolati il"'. me, & gettati fopra pietre molari infocate, talmente che quel fumo, ò vap^ |
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entrineli'occhio;perciocheilvino,&l'acetonettano,&l'acqua mitiga,&a ,j
morza l'acutezza dell'aceto ; & la pietra molare hi virtù di reltrin^ere, i Qür/, |
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fi faranno più potenti,& gagliardi,fe in dette cofe coceranfi rofeiecchCj# j--
e Rtemfii ^IC ^ mirC0 ' Et*~ene^occni° *"aK* 'nflammatione, s'adopreranno ire!T1^
fiamma? P3U piaceuoJi,mefco)ati con vn'vouofrefco.Non rifolucndo,& feccando Q .^ |
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nane.
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ili medicamenti i tumori, farà di meftieri ricorrere à gli acuti, & a gli *PC*\C jl
foliti ad vfarfi nelle cataratta &non giouando ne quefti,ne queili^0^3, - ferro, forando con vn'ago fottile la puft ula>& dipoi curandola, & confohw ' dola;<>
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De'Caualli. Lib. IL 87
J°la> & fé il tumore perauentura venilïe à capotò folle corrofo dall'acrimonia
** gli humori,nettata dalla putredine, fi curerà, come diremo parlando de gli vjceride gli occhi. De gli vicende gli occhi. Cap. XXIX.
Er fanare gli vlceri de gl'occhi (fiano in qual fi voglia parte di lo- v*?e°Ì°di
ro ) fi terrà il cauallo affetto ripofato>in ftalle nette,& temperate, &la notte con l'occhio infermo fafciatoleggiermenteffe ciòfa- cefse di bifogno) acciò la parte vlcerata fi ïb(tenti col legame, fé perauentura fopra di quella fi corcafse, ò s'addormentafse l'ani- male. Si nutrirà temperatamente con paglia d'orzo, vena,fpelta, gramigna,& altri fimiìi;& fé gli d arano a bere acque di fiume,ouero d'orzo,ò di mele,hauu- to riguardo alla natura de gli humori. Et per euacuare quella materia, fé gli Cauarfan ^arrà fangue dal palato,ò dalle nari,ò dalla vena della tefta,reiterando il cauar?£^. sangue più volte, féfia dibifogno; &fe gli faranno clifterij, che tirino gli hu- lofe™edii jtiori}& le feci communì alle parti da bailo. I rimedij locali faranno piaceuo- "ifimiji quali nettino fenza dar doIore,& fenza mordacità,come fono il firop- Po rofato,il mei verginej'aloè lauato,& la mirrha;& per falciarle l'incenfo pre- Parato,& il collirio di piombo,ò il collirio bianco fenza oppio, pedi fottilmen- Je>& difsoluti con acqua rofa,con acqua di piantaggine,dicoda di cauallo,& *3tte di capra -, ò di donna ; & fé negli vlceri farà inflammations fi cureranno con medicamenti, i quali mitighino la infiammatione, & giouino à gii vlceri; & nel principio fi adopperanno il collirio bianco (temperato con latte di don- na, & il bianco dell'vouo ftillato nell'occhio ; ouero l'empiaftro, che fi fa con Vn'vouojolb rofato,& vino; ftefo tepido fopra lana,ò (toppa mollifiima,& fa- lciato fopra l'occhio.Pofcia fi fomentarà l'occhio con decottione tepida di ro- fe,o di melhloto;ouero fé gli ftillarà dentro latte di donna, tepido incorporato con vouoj&fe l'viceré farà brutte di marcia,s'adoprerà la mulfa,&la decottio- £e di fieno Greco,& il mele rofato;ma fé la marza vi farà in copia grande,farà buono il fucco di fieno Greco mefehiato con mele j ò il mele vergine, zuccaro candidostutia preparata,&aloè,incorporatiinfieme. Nettato,& mondificato 1 vlcere,(Ì adoprerà il collirio d'incenfo, che falda, & incarna; ouero il collirio, She fi fa d' armoniaco, di farcocolla, d'incenfo, & di zafarano, ftemperati col *Ucco di fieno Greco. Incarnato, & quafi appareggiato l'viceré, fi vferanno i collirij,che inducono la cicatrice, curandofi in generale q uefti vlceri ò venga- lo nella membrana cornea,ò nelli cantoni dell'occhio, ò in altra parte,come fi *atino gl'altri,che vengono nel corpo del cauallo. Delle macchiente de gli occhi. Cap. XXX.
Afcono ne gì' occhi del cauallo le macchie del fangue, ò da fé per cau/e.
abondanza, & feruore di fangue ; & per rifcaldamento, ò vengo- no per colpo,& percofsa. Et efsendo elle nuoue,& venute per per- Cura. colta, fi leuano, cauando fangue dal palato, ò dalle tempie? & pò- cauar/an fetido fopra la fontanella'deli'occhio lardo di porco,& curando la parte offefa ***• ^pn rimedij,che ripercuotono,& rifoluono,come l'olio rofato mifto con roffo Remedy ** vuouo pofto fopra le palpebrej&il fangue di tortore,ò di tordodiftillato nel-io^*- l'occhio^
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88 Delle Infirmitadi
rocchioj& il bianco d'vouo mefcoiato con acqua rofata,ò. con fuccodi cn^1*
donia, applicati & di dentro, & di fuoris Se il fucco d'edera terreftre con vi"
bianeo,& l'acqua rofata,& di lupoIi,con zuccaro, polue della .feppia,&acflu^
Macchie di chelidonia, pofti per di dentro. Ma fé le macchie faranno antiche,& inuec'
wttmrì- cn'3te> calinogli fangue, Se vnta la fontanella dell'occhio (come di fopra) Pe
no, " ieuarles'adoprerannorimedij più forti, & gagliardi j incominciando fempr j
da i più deboli,i quali riabbiano valore di rifoluere,feccare,& confumare quc
fangue mortificato,& roderlo ancora ('facendo bifogno^come fono il colli*1? di latte di donna,&d'incenfò, & acqua di fale;ole poluìd'aflentkv&di ciff11- no incorporate con cera,& olio;& altri fimiliaò più forti,& potenti. DdkvnghUlU degli occhi* Cap< X X XL
Vefiniti^. UT^^ftÉ 'Vng niella è vna membrana neruofajdura,& bianca crefeentefa'
pra la tela adherente3ò bianca dellbcchio,la quale efce,per lo pi*
fuori dal maggior canto dell occhio;& crefee alle volte tanto,^ copre la pupilla; Se le toglie la luce, Se la facoltà del vedere. Q*e* Cmfa $a meoìbraneilaègenerataòda continue diftillationi di crafli,&lenti hum0'
ri;ò da im moderate fatiche; ò da pcrcoffe gagliarde;^ è di due forti; vna nuö* VnghieikWàdottile, & bianca; l'altra antica,grofsa, dura-& alquanto ofeura- Lenuo^
ti w/<?r~leuar fi poffono (benché difficilmente) con medicamenti, che nettino, Se cor
rodano quella tela neruofa; ma il più pretto rimedio, il migliore, & il più fictf'
ft0tto$m ro è il taglio;fantiche,& inuecehiate fi leuano folamente col ferro. L'vnghicl'
le adunque nuoue, tenere, Cottili, & bianche fi confumeranno, & corroderaH'
Cura, no,adoprando nel principio medicamenti piaceuo!i,& di mano in mano i p)"
Meéea* gag^ar<^^> perilche da principio fi fomenterà rocchio con fpugne bagnate i*1
memi h- acqua d'orz,o,ò di malua,ò dialtea,fin che l'occhio fi rifcaldi; pcfcia fegli pof
caltt rà, ò infoffierà dentro l'incenfo poluerizato; ouero f olio di feppia abbruciato»
& poluenzato,folo, ò trito con fale minerale; il quale vale alle vitiligini, all^
macchie bianche de gli occhi de gli animali quadrupedi; Se cura rvnghiel^
de gli occhi ; ò il corno di ceruo, di capra abbruggiati, & mcfcolati con poluf
d'incenfo; le quali nettano fenza mordacità alcuna; ouero fé gli fchizzeràj0
ftillerà dentro il liquore,ò lagrima della tragacantha,macerata nellatte;ouera
il fucco di dragontea, ò il latte di fico cotto con mele, i quali corrodono \e$'
giermente « Dopo quefti fé gli applicherà fopra il fiele di capra mifto con &c~
le; ouero la tinta nera da tingerei peli,incorporata con fiele di capra,òdi pör-
co,-òil rame abbruggiatofolo,òmefcolatocon orina d'huomo;òlafquam^la,
Se il fioredelrame,che nettano^ corrodono gagliardamenteiouero l\ngU£tl
to fatto con vitriolo, verderameabbruciato, fale armoniaco, Se fiele di taur°
vna oncia per cola, con due di farcocolla, Se due di pepe fottilmente petfj, &
N<m tw~ mefcolaticon mele. Non confumando,& dileguando lvnghiellei rimedi]^
fumandofi cai 'a onero etïendo quelle antiche,& dure3& neruofeibifogneràf perleuarlc/
wntkct adoprarui la mano,& il ferro;però facendo (tare il caualIofaldo,& ben kgar0>
h ctfkr & con Joccni° aperto,fi piglierà con vn fattile vncino Tvnghiella, Se inal^0*
W** dola, fi distaccherà dalle membrane dell'occhio; fcdipoi fi taglierà vici"0 *
canto dell'occhio con forbice, òcon vn rafoiofponrato; Se su quella ParfÊ! ^
guata, & nell'occhio fi metterà per due, ò tre giorni alquanto di fale peft° ' .
di cimino maniaco con falej ouero alquanto di fiore di lardo di porco {alato»
per vie-
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De'Caualli. Lib. IL 89
£er vietarcene le palpebre vicine à canto dell'occhio non s'attacchino col re-
cante delfvnghiella,& per confumare lereliquie di quella;oue è d'auertjre nel Auumì- tagliare detta vnghiella,di non danneggiarlo tagliare particella alcuna^ella mmo' filicina s ò della carne lagrimalc dell'occhio, quai'è molle , carnofa, & rofsa, acciò non vi fi generafse vn fluffo continuo di lagrime. Delle lagrime. Qap. XXXli.
L lagrimar de ginocchi, detto da i Greci Epifora, è vn concorfo, Defimtio-
ouero flufso d'humorc. fottile nell'occhio in guifa di lagrime j il »<?• qual'hu more alle volte è freddo, & quafi acqueo, & non apporta dolore alcuno; & alle volte è tanto acre, & falfo,ché infiam ma., & ^dolora le palpebre5& corrode col tempo la carne lagrimale,ò gianduia del- * occhio. Procedono le lagrime de gli occhilo da naturale debolezza dell'oc- Caufi. Gloria 4'ialemanifeftamenteficonofce, veggendofi molle,humido5& di co- fore ofcuro,& torbido;òdallaintemperie,&debolezza de! capo,& delceruel- fo>ò da perco!ìe,ò da fregagioni dbcchio^ò da freddure di tefta,generate oda caking i]a freddo fouerchio; ò vengono per polue,ò altro,che fia entrato nel- ' occhio; òdall eiTere per imperitia de marcfcalchi tagliare ouerocorrofacon Medicamentiìacarne,òglandulalagrimaledeirocchio.Siconofcequeftapaf Segni' *ìone, quando il giumento ha le palpebre infiammate, & gli occhi pieni d'hu- ^ori lagnmofij& che alle volte non gli può quafi aprire. Le lagrime,che ven- ?r°m$k<>» go«o da natura, non può fanare artificio humano, ma fi bene apportar loro §iou aenco,-vngendo l'occhio col collirio d'aloè,di farcocolJa nutrita in latte h 1 1 10, ò d'aiìna, di fumacchi, & d'incenfo. Quelle, che per difetto del cer- ,& per cagioni interne procedono,curar fi poflbno,benche difficilmente, & la fua cura farà tale. Si terrà ilcauallo affetto in luogo temperato^ & netto; cura. Se fi eiferciterà moderatamente ; & fé gli darà in vece di biada a mangiare^ v^e°rff 13ìattina,&: fera meza prebenda difemola per voka,bollita neiracqua;aggiun- touM premuta che farà l'acqua,libra meza di mele,& altrettanto d'vua palla ; acciò lì nutrifcailcauallo,&il ventre fi mantenga lubrico;& fra lVno,&raItro Pafto fi pafeerà con alquanto di fienoso di pagliai le gli darà à bere acqua di ^flejò d'orzojtepida; ouero l'acqua dentro la quale fia cotta la femola> che fé £'idà à mangiare. Per euacuarlopoi,&puigarlo,effendo irato ilcauallo la not- Mediti- *e precedente digiuno,ilche in tutte le beuande,& medicine fi deue oflferuare,m- *5 gli darà la mattina coi corno la beuanda,chefi compone con libre quattro **1 lardo di porco difciolto a fuoco lento,& libre tre d'olio commune^ oncia na > ò poco più d'aloè poluerizato ; ouero fé gli caccierà giù per la gola con le
Jani vinti pillole fatte con lardo di porco ben battuto con vn coltèllo, libre .Ue> aloè oncia vna e meza, mele, trementina, zuccaro roflb, fieno Greco, di
^afeuno libra vna,agarico onde due, olio commune libra vna,& farina d'or- i° guanto bafta a darli corpo ; & dopo la medicina fi terrà quattro, ò cinque 0J*eimbrigliato3acciochela beuanda polTa(fenza efsere impedita)fare la fua
^eoita opera tiene. Et lavatolo due giorni in ripofo dopo la medicina, fé gli ?ràogni fera vn clifterio con due boccali di decottione di malua 3 madre dicllHer^
vl°le,bieta,& mercoreltajaggiuntouifcolata che farà la decottione) olio libra J^mele rofatolibra meza,&altrettantodi zuccaro rolTo,& dieci rodi d'voua, lerapigra,& benedettaci ciafeuna onde due,& caflìa tratta onde quattro,
JEtfe
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po Delle Jnfirmitadi
cauarfan Ec fa g|| trarra fangUe jana bocca daj terz0 taglione del palato , ò fra gli <>c'
'Dareiifo- chi,ò d'ambe i fianchi/e fia bifogno;& al fine fé gli taglieranno,ò cuoceranno
'iwwyfo- con ^"erri Sfocati le vene dellVna,& dell'altra tempia. Euacuato il cauallo>Pef
m. diuertire gli hurnori,fegliIaueranno due volte il giorno le gambe la mattina»
& la fera ; & fé gli farà ogni dì per buon fpatiodi tempo mafticare la brig»3-»
vnta l'imboccatura di quella con mele, pepe poluerizato, & fale mefcolati J°'
fieme;accioche per lo continuo mafticare calino giù li humori;& fé gli faran*
Sufumi- no fufFumigij con legno d'aloè,& d'incenfo;ò con zuccaro,ftorace,& calami'
m'Remedij r°>per confortargli il ceruello. Et perefficcare,&reftringere le lagrime, fen!
locali. metterà fopra la fontanella de gli occhi,& foprala fronte, & le ceni pie ftrettö1
fatti di cofe ftitiche,diftefi in vna pezza quattro dita larga; & tanto iunga,che
fi poffa legare fotto le tempie ; prima ben rafo il luogo, oue quelli faranno^*
stremi, metterò; come fono li ftrettoi fatti ò con pece latina,galbano,armoniaco,ma-
ftice, incenfo, & termentina, mefcolati infieme ;ò con polue di maftice, ho*0
armeno,incenfo,fangue d i drago,dibattu ti con bianco d'vouo;ouero con (&'
Empiaftrì gUe jj drago,mirrha,incenfo,& bianco d'vouo;ouero con incenfo, maftieft^
biancod'vouo; chev3gliono affai nelle materie fredde ;ouero fé gli porrai0'
pra cenere di lana fuccida abbrufciata,& poluerizaca,& mef colata col bian^0
d'vouo;la quale ferma le lagrime,& lena il dolore; ò farina d'orzo incorpora^
con biancod'vouo;ouero,non contenti di quefto,s'app]icherà fopra la fronte
cerotto. & le tempie caldo il cerotto,che fi compone con opoponaco,galbana,mirrh3>
midolla di ceruo,fangue di drago,bolo armeno, maftice, incenfo, ragia di p/'
no, pece nauale, pece greca mescolate infieme a foco lento; poftoui fopra, ol'
RemeeHt P°* cne ^r^ ^c^° su ^ Pe^e> ^ cimatura • & fi bagneranno fpefse volte gli o&
nella ma- chi nella materia fredda con ottimo, &puriffìmo vino; ò con aloè,farcocoll^
'Ju* & fumacchijftemperati con buon vino, ò con incenfo, & maftice polueriza11'
& dibattuti con biancod'vouo, òcon vino nero, ò bianco picciolo, dentro JJ
quale fiano bollite foglie di finocchio,& di verbena;di ciafeuna vna bra neat3,'
& alquante cime di ruta,&diragia,tantoche calino il terzo, ouerofi fofficf?
f ohi. nei canti de gli occhi polue d'aloè,la quale difecca le lagrime.&leua il prufj'
collino t0> òs'vngeranno con penna vnta nel collirio, cheli fa di margarite, d'ofsa jj!
mirabolani, di coralli bianchi, & roffi,di canfora, di ciafeuno dramme òuef. fanguedi drago di fumacchi,di fcorzedimelagranate,d'incéfo ana grani i&' ftemperati con acqua, dentro la quale fiano flati in infufione il draganre,# ^ gomma arabica j ò fi butterà fouente con vn cannello dentro il canto dell0,- Totui. chio, che lagrima polue fottiliffima fatta di tutia oncia vna ; e dramme d#e «•
coralli rodi, di mirabolani citrini, fregati d'aloè, di ciafeuno dram me d^e' pepe dramme meza ; ò quella che fi compone con tutiainfufa, & lauata in a r qua di mirto dramma vna, coralli bianchi, & rodi, ofsa di mirabolani abb&' giati, fumacchi, galla, aloè, maftice, incenfo, di ciafeuno fcrupolo vno;i'c.. forfi fia meglio, per iftar più ferme ne i canti de gli occhi le polui de i còlli*?*' Éemedij Et nella materia calda fi metterà fopra la fontanella dell'occhio il bianco à Umauria uo > f0* boloarmeno ; ouero il fucco di radice di finocchio, il bianco d'v°u°J
calda. _ l'aloè epatico poluerizato, incorporati infieme; & dipoi fi bagneranno g" ° %
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Strettoio.
Bagni, |
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c
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-"----------'—-;----">" J «gw.w.uM» MWMuwuuuw Cvr'a^v 'veti0'
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Vmioni. rofata, acqua d agrefto,- ò col collirio di fuccodifempremua, bianco o v e
cuna preparata,& acqua rofata dibattuti infieme;ò con quello,che fi cOfT'^0è
con tutia preparata,farcocolla nutrita in latte humanojòdafinajincenfo^1 nia/liccj
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De'Caualll Lib. II. gì
j^aftice, ftorace,calamita, ambra, diciafcunofcrupolo vno;rofe, fumacchi,
^ngue di dragoana grani fei, fatti con muciìaggine, di dragante, & gomma Rabica > ouero fé gli metterà ne i canti lagrimofi polue di corno di cerno ab- ?oluL brugiato,lauatailaqualeèvtileàifluffi,&vlceridegliocchijòpoluedi coralli ' foffì, che leggiermente coftringe3 & rafredda, ò la polue di curia (tata a molle lti acqua rofata: laqual'efliccaj & conforta. Si potranno ancora legare su gli Empiati™ °cchi il bianco* & roflb dell'vouobattuti con olio rofato, che vagliono molto y'e infiammacionidelle palpebre, & il cimino, & la ruta mefcoJatecolrofso pllVouaj perche riftringano le lagrime,&cofortino,& fortifichino gli occhi. ^ lagrime poi, che ò da percofsa, oda fregagioni, ò d'altra cagione efterna^ Cmadeik ^engono;non efsendo difetto alcuno nell'occhio, facilmente li curano^tenen- ffi£jjl ^o il cauallo à regolato viuere, & cauandogli fpefsofangue di bocca, & con- efierm. ■■ portando l'occhio,& mettendo cofe ftittiche fopra ia fontanella deU'occhio,& *°pra la fronte,& le tempie; & dentro l'occhio medicamenti appropriati; per- che leuata la cagione del male, fi leuano ancora Je lagrime; eccetto fé non fof- *£ro molto inuecchiate,& non hauefsero commofsa la cagione antecedente^ M corpo; che in tal cafo fariail mal Iiigo,& difficile da curarfi,come fi è detto. Ottimi rimedij faranno in quella forte di male la fuligine d'incenfo dibattuta ,-^Jf Cot* biancod vp'uajil vino biaco puriffiino^'acqua rofata,& il bianco dell'voua te come fi Incoiati infieraej la tutia infufa con acqua rofata,& acqua d'agretto; la tutia cwmo- ^corporata con mele;il collirio di polue di coralli5& di rofeabbrugg»ate,& di j!cqua rofata, & d'acqua di piantaggine- La pompholige lauata, che difecca *enta mordacità alcuna, & prohibifce che l'humidirà fuperflua non efca fuo- *ajil vino bianco,dentro il quale fiano cotte le radici di bettonica > & altri polii Qifopra.Nonfi fanando il cauallo con queftirimedij,farà di meftieri per pur- Non fi [a- |
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per longo vna ftelletta fottile di piombo quafi ouata ; ò di cuoio %J*
^ondojcon vn buco nel mezo;che fia lontana dall'occhio lofpatio di tre dita steikm. ai larghezza: & di nuouo purgarlo, & euacuarlo '•> & dipoi applicare fopra gli occhi itatoi gagliardi^ dentro i rimedij detti da noi3ò altri più gagliardi. Della oftalmia 3 ò lippitudìne. Cap» XXXli 1.
A oftalmia, òlippitudine è vna infìammatione, ouero vn flem- Bernit-
mone, òpoftema calda della membrana bianca dell'occhio, & è m, di due fpecie. Vna piaceuole,& leggiera j l'altra graue,& grande, of:a[mi & veramentelippitudine. Auiene quefta padìoneò per ifmifura- dümfir- 0 caldo,ò per eccefïiuo freddo, ò per colpo, ò percoiTa riceuuta neii'occhio-ò hc' *>nr freaa&i°ni dell'occhio, ò per polue, che vi fia entrata i ö per altra cagione e^erna,ouero per concorfoj&fluiTodeglihumori nella membrana bianca,& J^affìmamente per concorfo delfangue;ilche quafi fern pre inqudri ammali ij°le auenire; i quali entrando nella tela adherente dell'occhio, la difendono, ?? 'a poftemano.In quefta infìammatione la membrana bianca lì vede fempre !nta di color roffo,fanguigno; ma hor più,& hor meno, fecondo la grandezza segni. ,e\niale,& le vene de gli occhi più gonfie,& apparenti del folito;& vi fi icorge ia i rnouimenti del cauallo vn dolor;& arfura grande;& fi veggiono gli occhi Ot^grimofi,hor pieni di lippa,& di putredinejonde alle volte non fi poffono aprire^
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gì Delle Infirmitadi
ludica aprire; & fior fono priui di lagrime,di lippa, & di dolore. Da quella lippa gijj*
dicar polliamo in quale flato fi ritroui il male j percioche quando è acquea > #
Ìbttile,ci moftra il mareflerenel principio; quando incomincia ad ingrofsare>
&àfarfibianca,che egli è nelì'accrefcimento;quando poi viene in copia g^11'
de, & chiude gli occhi, ci dà à conofcere il male eiTerein iftato ; & quando i°'
comincia à mancare,ch'egli è in decIinatione;& da i tempi ancor poffiamo tè
f modico, giudicio della longhewa^ della breuitàdel male,& deirageuolezz;a,& dim;
coita della Tua cura j imperoche l'infiammatone, che viene nel verno, & fl£
tempi freddi è più longa, & più malageuoleda fanare, & più pericolofa > en.
fwiJdr no èquella,che viene ne i tempi caldi,6c ncli'e/ìare. Detti i fegnj,& le cagj°flI
mu u?Je deirofcaimÌ3,fegue che noi diciamo per ordine la fua curatione;incomincia?'
**■ do da quella, che è più leggiera, & nafee dalle cagioni primidue, & efteriort'
Modo di
Per leuareadunque,& fanare queftaintemperie,fiterràilcauallo in ftalleterfl"
vmrt, perate,& nette,& alquanto ofeure; & legato in modo, che per lo dolore, òp£f
altra moleftia non pofla fregarli gli occhi;& fi nutrirà parcamente con pag^
ò fieno, & paltoni di femola commifti nel mele libra meza, agarico in polu6**'
oncia vna,& vua palla libra vna,affine di nutrire il cauaJlo,& euacuar la tefta»
Cwarfan ^ tenere lubrico il ventre ; & fé gli cauerà fpeflb fangue di bocca , & fé gli **"
ranno cliiterij,fe fofie bilbgno, per cuacuare,Sc diucrtire gii humori, Dipoi &f
iofdT.edi' fendo '! male nuouo> & frefeo, fi bagneranno l'occhio, & la fontanella di efs°
Ü$* con cofe,cheripercuotano,& ferminoglihumori;comefono il chiaro dVoU&
& l'acqua rofata dibattuti infieme;ò l'acqua rofata,& il chiaro d'voua accotf1'
foment- pagnati con vn poco di canfora; ouero fi fomenteranno ( lauati prima per vfi*
ò quattro giorni col chiaro d'voua pefto con latte tepido) con fpongie bagn*'
te in decozione tepida di melliloto,& di fieno Greco,per leuar via il dolore,^
Vmtom, feccare je lagrime;0uero s'vngeranno con vna penna afperfa col rofso à\oV*
cotto in acqua,& incorporato con oglio rofato;& eflendoui lippa,fi netter^
no con bombace bagnata in acqua calda, ö in acqua di mele, òdi zuccaro^
famedi i nel latte intrufo con chiara d'voua. Tolto via il dolore,& afciutte lelagrifl10
mar i roj ~ jeuar£ y]a jj ro(fore con ZUCCaro candido poluerizato,& acqua rofata; ou^
col fucco di chelidonia, & di piantaggine vnti con poluedi cocomeri falua^
cum itU ci > ò chiara d'vuoua. Et fé quella leggiera infiammatione verrà per qual^
la- °^" percofsa,ò colpo;& il giumento non farà ripieno,& non vi farà timore, neP.
™mop riglio che gli humori vi concorrano, fubito per rifoluere il fangueconc^?
•£Êm& n membrana dell'occhio per la botta „ fé gli gocciolerà dentro il fang^
lolcorfò? colombo caldo;ò fi fomenterà l'occhio con fpongie bagnate in latte hum311 r
òd'afina tepido. Ma feil corpo deicaualiofarà ripieno di mali humori j #.
vedrà la materia prepararli à correr ndl'occhiojfafciati i rimedi] più nfolu,1"11! '
s'adopreranno medicamenti ripercuffiui mifticò lirifoIutiui;comefonol° v
rofato, l'olio d'ohueimmature, & illatte caldo,- & l'olio rofato comprefso c?
torlo d'voua,& croco; il quale applicato fopra gliocchi, vale all'infiamma^ ,
Oftdmk ne,ò fiacaufata da pi!rcoife5ò da freddoefterno.Mafeda freddo eccelliti^
fidati cagi°nata, fi curerà con rimedij caldi, come è la decottione tepida di ne£n
ceffiuo co- Greco, &farcocol!a nutrita in lattehumano, òd'afina,&lVntìonefattfcoj_
mof£ù mde'& P°lue d>ilkìè epatico; & quella che iì compone con mirrha,& aloe P. ^.
dapoiuc^ uerizati, mefcolati con acqua di mortella, & alquanto d'olio, Scaltri^ r
comefiw- fopra< Se vcrrà dalla polue,che fia entrata nell'occhioni laueranno le P?r. cte,
fefe con acqua dolce tepida, & dipoi fé gli gocciolerà più volte dentro il »<*
L'alt»1*
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De'Caualli. Lib. II. 6}
Jr aItra forted'infiammacione affai più gagliarda della prima , & veramente faura0jfea£
"Ppitudine j òfia originata dalle caufe interiori j ilcheauienequafifempr«u>j mmgagB- °uero dairefteriori,ò nuoue,ò inuecchiate,che fianojfi medicherà (feruato il *rda' ^odo detto di fopra del viuerej gettando giù per la gola del cauallo nell'appa- rir del giorno la beuanda, che fi la di caffia tratta libra meza, di manna oncie ,MedtCi" quattro, d'aloè oncia vna j di mele rofatolibra vn quarto , (temperate con de- c°ttione di tamarigió, & facendogli quafi ogni fera (ripofato che farà il giu- mento dalla medicina,) vnclifteriocommunecon iera pigra,&benedcttajfìn ciifierio._ c^e il male incominci à mancare : & cauandogli faneue dalla bocca, & dalle £'fwr**" ^nipiejò dalle venede gli occhi,ò dalla vena della tefta,ouerodeì collo in gran Santità,fin che il cauallo tiri su l'vno de i tefticoli dal lato oppofto al male; & dipoi fé fofse'bifogno reiterando ilcauarfangue dal medefimo lato del male dalla vena della tefta, ouero del collo,per euacuare, & diuertiregli humori,& aliandogli ne gli eftremi bifogni l'arterie, che fono nelle tempie^ & dopo le pecchie 5 accioche tagliate le ftrade, la materia non pofsa correre à gli occhi. ■kt per aliegerire,& votar il capo,fegli farà continuamente mafticare gran par- F«rg*r n le del giorno la briglia, vnta l'imboccatura con mele incorporato con polui di c**°' Pepe, di ftafifagria, & di piretro, & con fale. Euacuato il cauallo, & cauatogli ,*??""# , angue,fegli applicherà fopra la fronte, & le tempie, &le fontanelle degli oc- • chìinfafciandole,lacompofitione,chefifàconboloarmeno3fanguedidrago, §a'la, acacia, hypociftide, malicorio,balaufti,aloè,incenfo, & farina di faue, imperati con il bianco d'voua,& fatti in modo d'empiaftrojò quella che fi fa c°n fandali, canfora, acacia, bolo armeno, fangue di drago, acqua rofata, & £hìaro d'voua ; che vale nelle materie calde ; ouero alcun' altra di quelle, che haoòiamo dettenel capo delle lagrime. Et fi gocciolerà, ò ftillerà nell'occhio, Nei prin- tte, giorni dopo il principio del male, nelle materie calde il latte humano,ò ditì** afina tepido j per ripercuotere, & mitigargli il dolore, fenza nocumento alcu- no,- ouero l'acqua rofata, il chiaro d'voua trasfufi in alquanto di latte $ il quale ripercuote,& lenifce;& dipoi nel crefeere del male,filauerà l'occhio con acqua folata ; pofeia per molti giorni fi fomenterà due, otre volte il dì con fpugne lagnate in decottione tepida di melliloto,o di fieno Greco, affine di leuare il dolore,& fare ifuaporare quella materia jouero s vngerà col collirio di tutia la- Uata,dicerufa,d"amido,di gomma arabica,& d'acqua rofata,aggiuteinfiemej ^ nello tìato del male fé gli ftillerà dentro molte volte il giorno fatte humano, Nd ^ J d afina caldo, ò il chiaro d'voua dibattuto con latte. Nella declinatone poi Nella de- il fomenterà con fpugne bagnate in deccttione calda di fieno Greco, lauatoclmaMm- in acqua rofata,& d'orzo;pofeia fi legherà fopra l'occhio vn vouo duro,
Jj^dojpartito per lo mezo; ouero fé gli foffcà dentro polue fatta di farcocolia ,, ata à molle nel latte,di mirrha, d'aloè,di lido, incorporati infieme. Et fé nel- *«»«/* °cchio fi feorgefle dolor grandiflìmo, fé gli fafeierà fopra vn pomo cotto fu 7e/i'oÌÌZ e hragie,incorporato con vn torlo d'vouo,acqua rofata,& latte,alquanto cot- |
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\?> ouero vna mollica di pane fiata à molle in acqua rofara,& latte humano,ò
Qafm». «,f»~i:___l: f~/r—i:—: r.—...---------------i-----1------t----.! .
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j, afina ; & fé gli occhi follerò lippi, fi netteranno con bambace bagnato neì-
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a^que dette di fopra; & non potendoli aprir gli occhi ,fi riuerfeieranno le p -'
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pi come fi
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Wbre,-& rafpate con vn coltello, vi fi sbrofferà vino otrimoj& dipoi cauato
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nettano.
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ue dalle tempieri curerà come fi è detto. La rofiezza poi fi leuerà, vfando
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Po
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iue dantimoniojöc d'ofsa di mirabolani citrini, difciolti con acqua rofata,-
ue*o l'aloè (temperato col vino,- ouero alcun altro rimedio di quelli, che har> |
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P4 Delle f nfirmitadi
friftlt oian10 ^ett' P°co *"°Pra • ^ l'oftalmia verrà da materie fredde ; euacuato > #
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mia
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JL, purgato il corpo,& la teftadel cauallo con medicamenti c6ueneuoli,treg>orl
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Trfddi^ ^0p0 ^ P"nci"P'° del male,pofto prima fopra la fronte,& Ie tempie,&le fon&
Medica- nelle de gli occhi l'empiaiiro d'incenfo,di maftice,di ca m momilIa,di meli1',j
Timi win- t0jC*' r°fe& dl chiaro d'voua,fi fomenteranno gli occhi tre,ò quattro w^y
litio. giorno con acqua rofata tepida, dentro la quale fiano bollite, & cotte le fogjj
del cipreflb, ò con decottione di fieno Greco; & dipoi con decottione tepid
di m3lua, di feme di lino, di fieno Greco, & di fiori di cammomilla bolliiin'
fieme; òcon ottimo vino,neI quale fieno bollite le rofe fecche; ouero fi bagn^
Neii'ac- ranno con acqua di finocchio, & fieno Greco ; i quali vagliono nell'acerete1"
Zf&Zdh mento,& nello ftato del male;ouero con acqua di finocchio,di eufragia,di &'
fiato, fé bianche, nella quale fieno difsolute dramma vna di ponfolfge lauata > "
dramme cinque d'aloè j ouero con l'aloè diflbluto in acqua rofata, & di fin°c'
chio; ouero fé gli gocciolerà dentro la compofitione fatta con acqua rofat3>
acqua di finocchio,di ruta,di canforati ciafeuna oncia meza; di tutia prep*'
rata,aIoè epatico ana oncia vna;di fucco d'hedera terreftreonciedue,dibatl:tl'
te infìeme,& agitate in vafo di vetroso s'vngeranno col collirio bianconicer
rufa,di farcocoila nutrica in latte humano, od afina, di ciafeuna dramme^'
ci, & di gomma arabica, & d'amido dramme cinque,- & di dragante dram??
tre, confettate con acqua: il qual'è buono nel principio, e nell'augumento deJ
Nella de- male. Andando poi il male in declinatione,fi bagneranno gli occhi con f3rc°'
tiinatiom. coj]a difJoiuta con acqua di fieno Greco, ò di finocchio ; ò con farcocoila nö'
trita in latte humano > ò d afina dramma vna, aloè fcropolo vno, ponfolig4^
dramme cinque, difsolute in oncia vna d'acqua di finocchio, & di rofe; ouef(J
fé gli infafeierà fopra lem pia ftro di mettiloro; & feme di lino, cotti, & mete0*
lati con vn torlo d'vouo ; ò fi vngeranno col collirio, che fi fa in acqua rofat3J
con mucilagginedi gomma arabica; fieno Greco,feme di lattuca,& maiu^'
aggiuntoui, fpremute che faranno, polui fottiliilimedi farcocoila nutrita1.
latte humano,ò d'afina,fpica nardijmirrha^innamomojaloèjcaftoreojdi ci* ^
cuno parti vgualijil quale vale qu indo il male incomincia à crefcere,& qua11'
do è nell'augumento ; & vale ancora quando fi ritroua in iftato, & in decli°*
m°dar tìonejduplicate le polui,&lemuciIaggini.Non fifanandocon quefti medi^"
menti l'oftalmia, peradoprar gli virimi rimedij, fé gli darà vna punta di i&
nel ciuffo tra la carne,& la pelle;& fi terrà il pertugio per quindici giorni aj^
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m
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to,mettendoui dentro penne bagnate con olio rofato,- & fé gli faranno le"
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lette fotco gli occhi, come fi è detto; & fi purgherà di nuouo; & s'adoprera*11
gli fteffi rimedij poftidifopra,ò altri più gagliardi,comeparerà meglio. Delle ferite ne gli occhi. Cap. XXXI UU
Tronoftico, ffföjftH E ferite ne gli occhi fono difficili da fanare, per efsere quefti p1
che alcun'altrodegli ftromenti,de i fenfi nobilifTìmi, & d'etei ,
fito, & perfetto fenfo, & per hauere communieanza colcerU lo, & efiere molto fottoporti a i catarri, &alle flufiìoni ; & c°^ polii di parti, che non fi polfono rigenerare ; quali fono le &e * brane, & gli humori, che in efiì fi ritrouano, fi potranno nondimeno "d1^ CMo4odi fanità, vfandouifi diligenza, & prestezza; & la fua cura farà cale. Si terrà ' .j
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•pwere.
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ualloà regolato viuere,&in ripofo3 lontano da iromori, acciò poffa ita
giorni
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De'Caualli. Lib. II. P5
» °tno quietò, & pacifico, & la notte agiatamente dormirei & legato in mo-
f°>chenon fi poffa fare danno alcuno, fregandoti, & grattandoli la partecrTe- lal 'n"0C0netco>°fcuro>chenonfiacaldo,mà temperato.jeflendo ìlcaldo,& j> ucecontrarij,& nemici alle ferite de gli occhi.; & fubito ferito, ch'egli farà, .$i cauerà fangue dalla vena del collocai medefimo lato,}) dalla vena delia c^*r^n j?>òda quella,che è dauanti àgli occhi; oda quella che è (otto il legame del"
J. °ì & dipoi dalla coda, per diuertire gli humori, & l'vfcita del fangue ; & fé f 'faranno clifterij bifognando,cheeuacuinole feci & la colera. Et fé la ferita cufter^. ra picciolaj & fu per fidale, fiche le membrane dell'occhio, ò la bianca, ò la
j rnea,& la dura fieno à pena tocche, & leggiermente ranchiate; fi medicherà Remedy ^ Piaga col chiaro dell'vouo sbattuto,rinouàdolo più volte il giorno,in flnoà Hai" j. ^Ojchc fia fcorfo il tempo deH'infìammatione; ò col chiaro dell'vouo fquaf- n £>con acqua rofatajouero col chiaro deliVouo,& acqua rofata mefcolati col e*" bianco fatto fenza l'oppio;ò col bianco dell'vouo incorporato con il colli- bianco fatto conl'oppio, ò fenza ;ò congiunto con incenfo, i quali hanno .!rcn dì faldare;ouero col bianco dell'vouo sbattuto co tutia preparata,& latte J ^nna,ò col collirio bianco fenza l'oppio, col latte di donna,il quale efficca °lcemente,rinfrefca,& netta l'occhio,- ouero fi curerà ò fia grande,ò picciola merita j come vogliono alcuni moderni, prima per quattro giorni continui °n me]e rofato; & dipoi infino all' viti mo con mele rofato incorporato con_» °'ue d*aloè,ò con la prima acqua di mele fatta à lambicco: ma a me pare,che Ptimi fopradetti rimedij fieno più ragioneuoli per poter fuggire l'infiam ma- iorie;&qUefti medicamenti fi adopreranno,ò gocciolàdogli>ò frizzandogli e'l occhiojò vngendo la piaga leggiermente con vna cima mollifiima di pen- p3 di gallina bagnata in dette cofe;& dipoi fi lauerà l'occhio con vinoauftero Olo,òmefchiato con acqua rofa. Curata la ferita per ripercuotere gli humori, ll metteranno idefenfiuifopra l'occhio, & d'intorno nella fontanella dell'oc- Defen/ìw. ^io,nellafronte,nelle tempie,& nella nuca;ilchefideueoiïcruareintuttele j5rite,& percome degl'occhi,sfaranno buoni l'acqua, &l'acetocomprefi in- ieme,& il defenfiuo,che fi fa con polue di gom ma arabica,di fangue di drago, imperati col chiaro dell'vouo,acqua rofata,& quello che fi copone con terra '§lu4ta5fangue di drago,&bolo armeno poluerizati,& mefcolati con olio ro- at0)& bianco d'vouo.Sela ferita poi Tara grande,& gli humori,& la vifcofita F,eritaglf e« occhio vfciranno fuori;& dentro la piaga farà fitto ò legno,ò ferro,ò chio gno ò fer- ^faràquafidifperatalafalute:contuttociòfitenterà primieraméce,vfandouiro dej!r0> ^"genza, & deitrezza di cauar fuori con ferri à ciò appropriati, le cofe, che vi 1°^ " *ranno entrate dentro,fe facilmente fare fi potràj&fenzaaffannareilcauallo; ??fe ciò operar non fi poteffefenza apportare dolore intolerable, & amba- rC,a grande al mifero animale, lafciateui le cofe fitte dentro, fi applicheranno ^Prala piaga medicamenti; ne i quali fia virtù, & valore di tirar fuori,& miti, *£r il dolore;&d'eiTiccaremoderatamente;comeèquello,chefi compone con ll° di rodi d'voua oncie tre,d'olio d'abeto,ò di pece dramme due,& zafarano .? Poco;adoprandolo continuamente infino all'ottauo giorno;& tinche fi fal- JU ferita ; fé bene non vfciflfero fuori le cofe, che vi erano ri malte dentro, la? fClando alla madre natura (più potente affai d'ogni operatione humana)la cu- Ferita^ }j& quelìo.Mà fé gli humori nò vfcirano fuori,ancorchela feritala grade;& dj. &<■»*-> 5tro la piaga nò vi farà cofa a!cuna;dal principiofino al fine,fi curerà la piaga rJ3 J™^ |
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^a decottione,che fi fa di foglie di rofe fecchejd'vnge,di mirabo
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di mirti j
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ni, w*.
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9 6 Delle Infirmitadi
A'
di mirti; di fumacchi, di ciafcuno onde cinque; di aloè epatico^ di maftice*
mirrha.» d'incenfo ana vno fcrupolo^ d'acqua di piantaginequanto bafti '■> ai. ; giuntoiii, & difiblutoui dentro, colata che farà ladecottione, vna dramn]3 fief bianco fenza Toppio;& fi diftenderanno fopra la fontanella dell'occhio? Fueavfd- ^ fr°ntc Pcz-ze dilino bagnate in vino auftero, mutandole fpefso, per vl^r3rj tafmrico- l'infiam mattone. Et fé per mala ventura la membrana vuea foiTe vfcita vi wfcun, ^ejja ^-ua fe(jCj0 qUa|che particella dell'occhio fofse troncata, faremo °gnÌ?!L ra,accioche le parti,che vi fono rimafe non fi guaftino,& corrompanoj& i» , lore grandcche vi farà ragioneuolmente fi mitighi, & inflittele parti vgu3 ' . mente véga la cicatricejilche fare fi potrà,medicàdo l'occhio più volteil g^' mennT" no ne^ principio del male col bianco dell''vouo -, auertendo però, che l'occ». rimanga fempre fcoperto, non douendofiapplicar mai fopra gì' occhi fer1? ' medicamétiche vi reftinoj& comeincomincia a maturarfila piaga,& à veflJf la marcia,col chiaro d'vouo,& col fief bianco,con roppio;& nettando la $&' eia co la tte di ca pra,gocciolatoui tantofopra,che fé ne parta,& adoprando d 1 poiinlorofcambiomedicament^chedifecchino^comeèladecotdoncc^ fa di foglie di piantagine,dirofe,di. ciafcuno cinque brancate,di feme di 6e° Greco lauato tre volteoncie cinque, d'aloè, di niirrha, d'incenfoana dratf^ vna, & grani quattro di tutia Aleflandrina preparata, di ponfolige prepara^ & lauata,& di cerufa lauata ana fcrupoli due, di fief bianco con foppio dra^' me due,d'acqua rofata,&di finocchio quanto bafti.Mà perchequefti inedia' mn^% menn' potrebbono facilmente efseredi poco valore, &non operare à baft^' lagitard}. za, per non poter fermarfi fopra la piaga ; ancorché continuamente vi ïoWl applicati fopra,fi potrà in loro ifcambiofpargere fopra la ferita poluifottiPj me,& mollii7ìme,che vi rimangano,adoprando prima perfette giorni coti^ quella,cbe mitiga il dolore, & riftringe,& fecca; & ü compone col fief biaflc, con l'oppio^tutia AleiTandrina preparata, ponfolige preparata,pietra hem3.1, de,gomma arabica, tragagaca,a!oè,di ciafcuno vna dràma,& co fcrupoli^ quedizafarano mefcolati infieme,& pefti löttilmentei pafTati li fette giorOj' |
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. rh r . . .—r----->«»*-"-"«*«iguiw,uuaitono per mezo;c<tOH*''
iroli.fi riempiono, cau., che vi rimangono con mirrha eletta,manna, in*»'
fo!aloe,iarcocoIla,di ciafcuno vno fcrupolo,- & con vnofcrupolo di zafara"1» ?.aT Ì' gTmì,arablca'& ™° e mez0 di ^edi papauero bianco, & ^tU'
mA!enandrinalauata;cerufalauata)Ponfoligelauataquantobafta;Defteot' TnZlì IT,?mlTÌnfemCi fpiti '' ""■"filegaciYnncWarod'ellV^
con falo,& fi mettono dentro vn vafo grande,& capace di vetro, in modo,*1* non lorocchinoma cuna parte* dipoi fi mette quel vafo cope toconPa< diinofopravnacaIda,adacquaboHente,&vifilafciatanto,chelVouarif^ daco .1 vafo, & quafi Iellate per quel calore, mandino fuori vn liquore, ò W {,rT "- ÌJZCT?n? P°' ?clk ferUe vedeffimo negl'occhi del cauallocfserui g«f
fi'JvZ f"'0^,,1c':ffiP°flcon'«turaredagliefretti)&daimouimentidell'ani^-
<„■. ^«^d^^f^'udellapiagadafciateraltrecofcattenderemoprincipalmf1
a mitigar* leuar il dolore, fomentando 1 occhio confpu'nCe ^K
te,o ponendogh fopra p«ze di lino bagnate conlatte, ò ed colfifiabianC £
1 opp.0, o fduwodo nell'occhio, ò fo?ra il ciglio il bianco Zuomefco^0
. colla1'
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De'Caualli. Lib. IL 97
°*'atte,in modo che fenza farglioffefa,entri à poco à poco nelfocchio;ouero
fngendo leggiermenterocchio co vna cima molle di pennadi gal!ina,bagna- * lei latte, ni efcolato col bollirlo bianco,con mucilaggine,di feme di cotogni Sfatta in acqua rofa, ouero nella decotdone che fi fa di fieno Greco onci«_j ,Uejdifarcocolla,dimirrha,d'incenfo5diciafcuna drama vna,dizafaranovno ^rppolo,di fiori di cammomilla cinquebrancate}d'oppio dramme tre,mefco- ;Jtlj& bolliti in acqua di piantagine,tanto che fia a fufficienza.Oltre di quello P°cremo anco foffiargli nell'occhio con vn cannello polue di fief bianco con ^Ppio,che fia fottili(Iìma,& molli(Tìma;la quale ha viitu di mitigare il dolore; ^fejfaldata la piagarvi rirnaneffero cicatrici>Je quali con la lor groffezza im- -#>m- ^difseroil vedere, farà di mefberi cercare con medicamenti d'afTottigliarlei SJ^J^ .'che farà buono il collirio, che fi compone con l'anagallide, fücco di ruta,di Rocchio, & mele j ò con la compofitìone, che fi fa col fucco d'anagallide, di ,Uta, di finocchio, d'heleofelini,di foglie d'eufragia ana onde due, di mele** piumato onciequattro,di fiele di toro vna oncia; mefcolati infieme,& cotti 5 °aftanza. Ma fé la palpebra farà tagliata, legato il caualloin modo, che tuo- Jft'*** j!ete non fi polTa5fi cucirà con filo forte,-auertendo di non punger l'occhio con S?^V *?8° j & cucita che farà, fi fallerà fopra la parte interna dell'occhio il bianco H'At> J vouo sbattuto ; & dipoi s'infafcierà leggiermente fopra la palpebra CUCIta mento. bell'occhio il cerotobarbaro, meffiui prima fopra piumaccioli di ftoppa; & fi- j5lca Toperatione, fi bagneranno gli occhi intorno intorno con vino aufìero. ^aMata la ferita filche farà in breueJ fi leueranno i punti,& fi curerà, come fi è ^€Cto,& come fi curano l'altre ferite.Etqueftobafti delle ferite degli occhi. ÜeÜepercoffcjö* botte negli occhi. Cap. XXXV.
E percolTe ne gli occhi, ò fono date nella parte di fuori dell'oc- Percojjem
chio, nel ciglio, & nelle palpebre; ò nelle parti di dentro, nel- %ÌSo le toniche , nei canti, & nella parte interna della palpebra. Et fifacimo. quefte alle volte infiammano, & tingono gli occhi di rofsore; & d^mi alle volte gli conturbano, & cuoprono tutto il bianco ; ouero gli empiono trodtim». *" Sangue, & di lippa ; & alle volte ancora per Ia lor gagliardia ammaccano, ^ rompono il ciglio, la palpebra, & le membrane dell'occhio .Quelle che (cu stpù. 110 date nel lato di fuori dell'occhio,& ne i canti.ficonofcono à quefto;chel'oc- chio offefo, per lo concorfo de gli humori, ha ingrofiato, & gonfio il ciglio, ^ la palpebra, & ftà chiufo, & ferrato ; & alle voice ha il ciglio, & le palpebre ^«laccate,& rotte, & manda fuori lagrime. Le interiori, poiché folamente *?*tttieggiano,ò ammaccano,ò e(Tulcerano,& rompono le membrane,fi cono- scono dal vedere,che il cauallo tien l'occhio percotìo infiam mato,& quafi fer- ito, ò in tutto chiufo, & pieno di lagrime, d i fangue, & di lippa; lenza hauer ^nfio il ciglio, & le palpebre; & la füa cura farà tale. Subitocene il cauallo ha- Cw*' urariceuutocolpo,òcalcio,òpercoiraneirocchio,fegli apriranno lepalpebre, j?er Vedere quanta,& doue è l'offefa;& fé il male fi vedrà grande,& la percoffa arà ftata gagliarda,& con periglio, ò timore, che gli humori non vi concorra- li? in copia grande, fé gli faranno intorno intorno i fuoi difenfiui, come hab- ^'arno detto farfi nelle ferite de gli occhi; & fé gli cauerà fangue, per diuerti- ^ gli humori,- & fé gli applicheranno fopra nel principio rimedi}, che riper- ^emedij ottano, & rifoluano poco, fomentandolo con olio rotato, ò conJatte caldo, »«/ **4 G a & dipoi .*"*•
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5 8 * Delle Infirmitadi'
t'Iti& dl>oi fi curcrà,come diremo.Se la botta(ancorche l'occhio fia sonfìo5& &
SU 1 *TLT-! Ura a™ma?:*a> ne rotta la Pdle>fi <^ facilmentl bagnando
*&,«», Pm vo!^ il giorno 1 occhio, & la fontanella di quello con chiara d'vouo, 8t&c'
2S h ? a8Icat;iinfie«e- Et fel occhio percoflo farà gonfio3& lagrimofosVJ-
gera la fontanella deli occhio con ruta, faluia, & afiongia di porco pcftc, f
incorporate iniieme 5 & dipoi s'infafcicrà fopra l'occhio vna cotica ài 1^
&*- ™ mi lniUfa'&öbf§na^ in acqua rofata;& queftofi farà maffimamentepafff
ammacca on prinapio.&iaugumento.Màs'eliahauràammaccato.òrottoi! cigfe»
„ ^ „ a palpebra^ cureranno le partiammaccate con vnguenro rofaro,ouero d'al*'
pr« ba/lro; fé faranno paffati due giorni, & le rotte con polue d'incenf0;& iiq«0(
t£Z r,TU0;- ° C0" r?UenLt0 P°Puleon> «altroché faldino. Se l'occhio poi pM1"
tZJ£ colpo nceuuto farà turbato, & tintodì roffore, & infiammato, fé gli porrV
pra eh ,ara d vouo sbattuta con acqua rofata,ò fucco di chelidonia.per rifol^
ne Ì"fUC TCf°r ' ? 2ïf"? rbamentó> & feto via 1 infiammatone. *
Zr 1, ^^^^^''''^^.^'■"^dentroilfuccodichelidonia^*
o v nnrnJ Zu°" P? pd' '°C,°?,e" fciUatici ' P«togliere via il roffore, &q«c'
fUSt Fo féol ( ltT?o°' EtS,eSÌ3rìT°Copertodibianco,chiufo,&hgriw?-
S»» «la. <°>(c Sb itillera.o gocciolerà dentro fucco d'edera terreiteòfi laùeràcon vl«
di zucca™ finT « te,mPeratl 'n vino i ouero ungerà col collirio, che fi?
n coarT™ ' ^bTJ' cia'cun0oncia ™a>dico«'lirodi di"«iJ
riX'™, arC,'arTa!d, acqua rofata>di finocchio, di chelidonia ana o»"
OcM. ,„ Z„ i r° fe8''CoBetì dentr° Pd"' fotcihffimed'ofso di feppia,& di t#*
My,ù, car°, d. ciafcuno parti eguali. Etfel'occhio rimarrà torbido, & pieno di fa»'
« feraTnoTn? ' rrgUe,f0tt°r-f ' °CChÌ'& &"°gH i ** «^«5?gh goccio-
'*"' «SAfe ^ ChCr,'f0lUan?comefonoil fang,,e di colomba, òdi ro»' <Mi, * tu'tZfl P°rra(?,pra •empuftiod'armonfaco rfiiï imperato con olio, t» fltr ruT™ thrPa'pebra ' ° ''cami d*occhio faranno offefi, fi ro<#
g& cheranno con melcrofato ; ò con la prima aequa di mele fatta à lambicco)
tr,fi TdlTu1 P«°IUe d a'^ ' °c C°'fucco d'cdcra ' °uero c°" ««!«» 'ofaTacV
^w™ I,i"n2",h1.0'& ac,1M d ™fragia, mefcolate con tutia preparata fatta in poi' aSSS ciaridodli rilT rrn,efara1-n0 Vlcerate' ò rotte' ò Remate; incom>
tó=ï Ï f,3,nlTd"rlfolut'«^^erann0)com'èfiatode«odanói,neift«" |
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te, comeli proprij lUOghl'.
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mrmo
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Ideile grattature dell'occhio. Cap. XXXVI,
E il cauallo fi gratterò fregherà gli occhi ne i murilo ne i H<*>
le gii bagneranno più volte il giorno con acqua rofa,& liquor & vouo agitati ìnlìeme. M^ f^oi; ^;x c„„„nJr_____ «. J.^Uat' |
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I vouo agitati infieme. Mafeegliciòfaceflefouentc&gagM^
«J"p„?>Tnà ìieme' blf°Snera^erIeu^Via talintemperie5rnettere?n vouö finct^,ff^ina^f?•'Clffim°' öntocfheftiacoVcrtt,, ö^lafciaruelo, tro 'occhia^fciofidlleSu^d,P°Iconq«elioaceCobagnaredifuori,&^deI1' |
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Z?#//rf
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De'CauallL Lib. IL 99
rOella tritìace. Cap. XXXVIL
L male della tritiace è il riuolgimento de i peli della palpebra di Definiti^
fopra verfo la parte di dentro dell'occhioni qual'annoia,& brugia ^^ l'occhio, &la palpebra di fotto; fiche com niouei dolori, le lagri- me,& conturba la vifta deli animale. Si curacauando i peli torti,CurA' & vietando,che non rinafeano; ilche fi farà, fé il luogo doue erano i peli vnge- remo col fanguedi riccio, & fiele ò di becco, ò di auoltoio, ò di capra, ò foli, ò lunati infieme. Si cura ancora facendo la palpebra di fopra più corta s & il ^odo è tale. Si rouerfeia la palpebra, pofeia col rai'oio fi taglia la pelle di den- fai^hrA > Jto della palpebra per lo lungo in giro da vn canto airakro,alla radice de i pe- w»« fi ' jjjcon vn taglio però,che non fia profondo,ma fuperficiale;accioche per lo na- '"£[ ' * •cimento della carne fra le labbra del tagliola palpebra fi torca in fuori,e i peli C dirizzino;& fi allarghino daH'occhio,& dalla palpebra di fotto. Dipoi inco- lta vna fafeia ftretta,& lunga su la palpebra per di fuori,alla confina de i peli, J? tirerà alì'insù la palpebravamo che i peli no tocchino l'occhio:la quale fi la- teiera,/™ che la piaga fia venuta à cicatrice, & indurata; & fopra l'occhiofi le- gherà vna pezza, ouero vna fpugnabagnata in decottione tepida di fauina, di l'a££e,difcorz.edi melagrani,di foglie di piantatine; ouero in morcad'o!iO;& Ottimo vino, rinculandola più volte j & dentro fopra il taglio fi porrà il chiaro *;voua,& l'acqua rofata,di ciascuno parti eguali;& nelfettimogiorno fi leue- 'a la pezzato la fpongia,& Ci curerà di dentro la piaga con acqua di verbena,& acqua di piantatine, mefcolate con tutia preparata in fufficiente quantità; & Qi fuori s'applicherà il cerotto gratiadio magiitraleri! quale mondifica,genera Cerotto, buona carne,& confonda gagliarda mente; & non permette, che vi nafea car- He trifta . Si potrà ancora accorciare la palpebra, tagliandola nella parte di fo- pra ; ilche forfi fia meglio, & manco pericolofo in quefti animali. Si taglierà dunque col rafoio alquanto della pelle di fuori della palpebra alla radice dei peli da vn canto all'altro, &fi curerà, come s'è detto ; & quefto accioche feor- tandofi la parte di fuori della palpebra, quella di dentro faldata la piaga, & ti* *ata in fuori per lo accortamcnto della parte efterna della palpebra, s'inalzi, & " falleui dall'occhio; e i peli, che di prima pendeuano à dentro per tal eleuatio- ö.e>(i dirizzino ancor e(ìì,& fi allontanino dall'occhio, & dalla palpebra infe- *iore. Et tanto bafti hauer detto intorno à i mali de gì' occhi, eflendo hormai J,enipo,chedopoquelli,trapaffiamoàimali,cheauengonoairorecchie5peref- *ere quefto fenfo(dopo il vedere,)il più fottile di tutti gli altri,&il più nobile. Della fordez^a. Cap. XXX VUL
Ncorche perauentura parerà ad aIcuno,ch'io troppo cui iofamen-
te habbia voluto trattare della lordezza del cauallo ; efsendo che malageuolmente,& difficilmente conofeere fi pofTa,fe non quan- di? do egli è del tutto fatto fordo; & come quella, che rade volte-» 9ucnir foglia; nondimeno per non lafciare à dietro cofa alcuna non tocca da j*16 > poiché da gì' altri fcrittori de i mali de i caualli è ftata hauuta in confide- .atione; diròbreuementequanto meglio mi parerà, che di materia sìdiffici- e* & ofeura dire ü pofla. Il cauallo adunque può efler foggetto alle medefime G 1 apffioni
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too Delle Infirmitadi
deludi, Pa^onicirca IVdito,che nell'huomo fi veggonojqualifono la priuatione del*
quame, & 1'vdito,1a debolezza,&la corruttione del medefimo; .& perche la priuation*-^ imêlqmi dell'vdito,ò fia naturale,© accidentale, non mai curar fi può,& ma(lìmamente yafswne fi in queib animaìi,lafciaremo il trattar di efla, & dell'altre due farà il mio ragi°#j Tégaidd- namento. La debolezza delfvditoauiene,quando il cauallo malamente ode* UdeboìK ftrepino,i fuoni,&le voci vicine,& gagliarde;& le deboli,òlocane, poco fente> dèh-. V' °no intendetene fipuòfapereperrelationedicolui,chelocauaIea,& gouer- Segm dei- na. La corruttione di quello auiene quado egli fente cofe,che no fi fentono,ri6 thZTdtì fi odono da gl'altri; onde in vn fubito inarca il collo, & inalza il capo>& ftando vditQ. con le punte dell'orecchie,che riguardano in sù,oueroinanzi, moftra,ch'egh6 molto intento à fentir cofa,che non Tentiamo noi,& dipoi
s'abbafla,& ritorna
quieto, & dimefifo,- & così ftato alquanto,eftolle di nuouo il capo, & fi foiled
come prima/ecodo che fi muouono,&sagitano,ò fi fermano quelle cofejCnG fono nelle parti interiori dell'orecchiejouero quado gli pare vdire,& no fentf?
ò quando ode romori,& fuoni malamente,& diuerfaméte da quello,che fon°> & in cófufo,- perilche alza la tefta,dirizza 1 orecchie,& fra intento per fenti#* & alle volte mal grado di chi lo gouerna, ò caualca ripieno di fpauento, &>&. terrore, tenta da loro (campare, come da cofe difpiaceuoli, & dannofe; oueJ° piegando il capo verfo quella parte donde lente il romore,ftà tutto fopra di fo & timorofo;& foffia forte,come quello,cbe gli pare di fentire romori inufitatl» caufe. terribili, ckfpauenteuoli. Auengono quefte paffioni nel fenfo deH'vdito,òpe,: elTere orTefoj ò impedito il ceruello, òil primo ftromento dell'vdito, ò la parr0 concaua, & interna dell'orecchia,- ò da qualche intemperie femplice, ò da \fi'
mori freddi,groffi, flemmatici, & vifcofi; oueroda qualche cofa citeriore, ó& fia entrata nel buco dell'orecchio. Biìendo adunque tali le paffioni, che auefl" gono nell"vdito,& le cagioni della fordezz3,comes è dettomoi trattaremofO' dì pud lamente della curationedi quella paffione, che per cagione d'humori groflf* Cfìtrmi vifcofi, freddi, & flem m.atici fuole auenire, come che iìa quella, che per lo pJtI foglia in quelli animali accadere,-efseado che più d'ogn'altra addormentine & luffochino i fentimenti,& leloro operacioni i freddi.<& groffi humori. Il &* C*mÙ r ua^°l°rdoadunquefi terrà in loco cemperatö,&netto^ venti># ■9iM°rf.al aere freddo,& fi nutrirà moderatamente di cibi leggieri, fottili,& di poco f&
trimento, &.fe gli darà la mattina > & la fera continuamente nella femola*'/ ò nella biada la polue d'agarico, peraffottigliaregli humori, & prepara^ all'vfcita j-& fé gli farà bere acqua calda, & acqua di mele,- &s'efferciterà£rj gliardamente auanti il cibo ; & per.le.uare quelli humori groffi, & vifcofi?c fono attaccati entro l'orecchie, & quelle materie fredde, fi purgherà coti && Medici- dicamenti,i quali habbiano forza,& valored'aiTottigliarli, cagliarli,& purgaf' ne- lijcomeè la beuanda che fi fa con lardo di porco difciolto,oliocommune,ier3> agarico poluerizato,ò con la colloquintida,mefcolati,& incorporati infierì^ sefrmta- & ^ gì» tarano i ciifterij. Fatta l'euacuatione vniuerfale del corpo,fi purghe* térìf,& ai- la teda con ftarnutatonj,& mafticatorij per diuertire quelle materie dall'0?"e dLwfitì chie,& farle vfcir per bocca,& per le nari; & dipoi s'adopreranno i rimedi)J?^' cali à ciò appropriati, i quali deuono effere tepidi,ò temperatamente<*' ÌJ & liquidi, & (correnti per penetrare meglio la entro j & pofti nell'orecchi poca quantità.Buoni fono tutti gli olij calidi,ne'quali fia diftillato il caft°r £ gocciolati dentro neirorecchiorouero applicati la entro con penna, ò c°n na,ò con bambace,ò confpugne^ò co taftei& l'oflimelftche ha forza di ^ |
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De'Caualli. Lib.II. i©i
*e quelle lordure,che fi generano dentro l'orecchio. Buono farà ancora mette* 0recct}ie
*e nell'orecchio due hore, dopo che vi faranno ftate l'vntioni, vn ferro inuolto come fi net ìtl bambace bagnato in acqua di mele,& riuolgerlo bene,à fine di nettarl'orec um' c«io,& dipoi Pillami dentro la decottione d'abrotano, di fogliedi lauro,& di ^no,per confortarla.Ottimi faranno l'olio nardino con alquanto di caftoreo, Ccnrma. ^ il fucco d'a(Tentio)& olio di cammomillajcol graffo di vaccai il fiele di to-^'«»- ^diftillati tepidi nell'orecchio 5 & l'olio di fenape gocciolatoui dentro ogni ferzo giorno à goccia à goccia,il quarèpotentifljmoJ& valentifimio rimedio lriquefti mali cagionati da materie fredde, & la decottione di polpa di collo- ^uintida Pillata a goccia a goccia nel buco dell'occhio 5 & l'olio di radice di rafanojòdi cocomero afinino; i quali afsottigliano, & tagliano gli humori. ^ioueuoli ancor faranno la polue d'ariftolochia mefcolata con mele: la quale jjetta lbrecchio,& apporta gioua mento aU'vdito,& l'olio dentroji quali fiano bollite fcorze verdi di fradìno, colato, & ftillato nell'orecchio ; & lempiaftro <ti faue infrante ben cotte meffo sii l'orecchio, vngendo dipoi con penna ba- gnata d'olio laurino l'orecchio di dentro j & la miftura,la qualecon la fua oc- ^frfHr* culta proprietà vale alla lorditi, venga da qual fi voglia cagione j &à farla, «iu[ordi- Prendafì vna anguilla ben grafia, & fcorticata, & leuatole l'interiora, fi metta '*' Jj vn fpiedo ad arroftire al fuoco; & il grafso che goccierà giù (mentre fi arro- jtifce)!] raccoglia in vn vafo ben netto,& mefcolato col fele deli'iftefsa anguil- j>a>fiferbij& dipoi s'adopri gocciandolo nell'orecchio. Applicati i rimedij nel- ' °recchio,farà molto conueneuolef fiati che faranno due hore la entree calar- ci vn ferro fottile inuoltodi lana, ò di bambace bagnato in acqua di mele, ri- «olgendouelo per dentro, affine di nettare l'orecchia ; & dipoi ftillarui dentro fcomes'è detto) la decottioned'abrotano,di fogliedi lauro, di pino, per con- forcarlo. Et tanto bafti intornoàquefta materia. Deldolore delle orecchie, $ dellepofte me interiori dì quelle.
Cap. XXXIX. Ien caufato il dolore dell'orecchie ne i caualliòda percofse, ò ca- Caufe-
dutegagliarde, ò da refte di paglia, ò altro che vi iìa caduto den- tro , ò da molta humidità, che vi fia entrata j ò da poftema, ò da vlceri,òda materia, cheiui fia radunata, fredda,ò calda, ch'ella fi fia. Se verrà per cofe efteriori fi potrà conofeere dalla relatione di -ffjf c°loro,cheli gouernano.Seda materia,ò poftema freddaci cauallo terrà il ca- efteriori. ^°grauej&chinoj&l'orecchia doléte,dimefsa più del]'altra,& piegata dietro d/e%%£ j!' colloj& fi lafcierà mal volontieri toccar con lemani la parte ofFefa,ambidue rL egni communi di tutti i dolori dell'orecchiejvengano da qual fi voglia cagio- Jj?; & haurà gli occhi alle volte l3grimofi,& numidi, & il calor delforecchic_j ^ftemperato,non troppo intenfo,& gagliardo; madimefso,& pocodifferen- £ dal naturale. Se la doglia procederà da materia,ò da poftema calda,fi cono- Segni ft ~Cerà da queftì fegni,che l'orecchie,& la fua radice faranno molto più calde, & ^ j£J£ |
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.pUentijchenon erano in quelia,che viene da materia fredda.Seda humidità, ma calda.
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1 -«"aiiu uauiit « «-uyugraue, oc cuiuo, oc 1 uicucuic huujiuc aiaai, oc picuc uj
i?rcluraj& vi fi vedrà vfcirfuori alle volte marcidi humori.Se procederà da po- |
.Segni (è
ni'
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jjfj&a rotta,ò da vlcere,chemena, il cauallo manderà fuori per l'orecchio odo- daSefo$-
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'«ido, & alle volte marcia, come fi vedrà muandoui dentro, & fiutandola y*rotta*
G 4 colnafo. tUrltm'
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ioz Delle Infirmitadi
Tromftko col nafo. II dolore ecceffiuo,& acutiffimodeliWcchie,che viene da poftenté
nate nelle parti interiori, & nafcofte dell'orecchie è malageuoìe da fanare ; #
fa diuentar' alle volte il miferoanimale pazzo,& frenetico, & lo conduce anco
à morte; penetrando quella materia cagionatrice del dolore al ceruello, &ei*
fendo quella parte di foftanza molto neruofa,& fenfitiua,& vicina aliai al ccX"
cura, uello. Se verrà ì\ dolore da poftema apparente, & manifefta, facilmente fi cU*
rerà,facendola venir à capo, & dipoi tagliandola, & medicandola,come djrC
Mododi moparlandodelleparotidi. Ma fé procederà da poftema calda interna, &°c'
viuere. cu]ta fi zcn^ j) cauaji0 m ioco temperato, lontano da i venti ; & fi nutrirà paf-
cavar fan camente di cibi leggieri;& fé gli cauerà fangue dalla vena del capojSd fé gli »?
£"s- ranno mafticatorij, & fternutatorij, & clifterij per votar il cauallo, & diuertif
quelli humorii & per rifoluere, fi goccierà per cinque,òfei giorni dentro il bü*
co dell'orecchio il butiro vecchio caldo, & s'vngherà con quello ancora la v&
radice; ouero fé gli ftillerà dentro il latte humano,ò d'afina, & il chiaro d'voUj1
agitati infieme;ò l'olio rofato cotto con l'aceto; ò l'olio di rodi d'voua caldo;0
Annota- il vino, dentro il quale fiano diiïoluti l'oppio, & il caftoreo. Volendo noi rifol'
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itone,
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me' uere j e quietareil dolore, fé ci fofse, conciofiache nella curadone delle orëjj
chie debbiamo adoperar medicamenti, che fiano attualmente caldi, ò tepic^
Non fi ri- & liquidile fcorrenti,atti a penetrare nelle profonde parti di quelle- Pofcia noj1
folcendoti fi rifoìuendo, fé gli getteranno dentro cofe, che fecchino alquanto, & maturi''
far°rfidé- n°> come fono la mucilaggine di feme di cotogne, di fieno Greco, & di feme
** di lino,mefcolati con graffo di gallina,ò d'anitra;ouero la parte più liquida, #
fottiledella miftura, che fi fa con farina volatile del molino once tre, grani?1
pino, mucilaggine di fieno Greco,di feme di linojdiciafcuno oncia vna,rag|*
d'incenfo, litargi rio, cerufa oncia vna, aceto oncia meza 5 con tettate con oli^
fifamino,& afsungiadi porco;applicando dipoi intorno alla radica tic in; oreC" chie, la parte più fpefsa di detta miftura, fatta in formad'empiaftro: iaqual^ valein tutte le poterne dell'orecchie ; ma afsai più nelle pofteme, che fono cV gionate da materie calde; onero fé gli ftiilerà dentro grafso di gallinaio di voi' Orecchie Pe^e vorremoacaefcereil rimedio.Et feil tumore manderà fuori marcidifl?' come f na mori; per nettargli, e toglierli via, fi ficcherà nell'orecchio vn ferro inuolto J|J 1Sirck!f* bambace, & vnto con olio d'oliue caldo; ouero fé gli ftillerà dentro la tnUcK lagginedi fieno Greco, di feme di lino, d'altea, di feme di cotogni, mekol^ con olio fifamino, & di mandole dolci; ò il fiele di toro mefcolato con latte;, quale guarifee l'orecchie, che menano, & le percofle di quelle ; ò l'orina^ l'huomo cotta ingufeio di melagrano : la quale difecca la marcia, & amrrtfzZ., Rimedi i vermi; ouero l'odimele, il quale vale nelle materie calde, & nelle fredde. $c* Zlfatol°Z dolore verrà da pofteme fredde5fi metterà dentro l'orecchio l'olio d'aneto c^ $edd'^ ^0> ° ^ 8ra^so & volpe; ò l'olio dentro il quale fieno bolliti la ruta, la malua/ «* lo fpica nardi; & s'vngerà la fua radice con olio fifamino,narcifìno,& nardin0» mescolati infieme;i quali hanno virtù,& valore di rifoluere le pofteme fr^d^ Rimedi] Ma fé verrà da materie calde, fé gli falleranno dentro cofe fredde, comel'oJ1 TaifattZ ro^to, l'acqua rofata, mefcolata con aceto; ouero fi metterà nell'orecchio^| matenc^ fpugna bagnata in nitro, & aceto ì & vi iì lafcierà per vna notte ; & cofi »ƒ* | Rimedii Più volte jtatUo che H dolore fé ne parta. Se da materie fredde» fi goccie^ • mi dolore buco dell'orecchio cofe calde, come è il vino; dentro il quale fiano co* ^irrj m&è ra5 la maggiorana, il calamentc; ò l'olio laurino, lo ftorace,&il caftotf0'*' fredde. Qmm, Se procederà da humiditi, & trifti humori, che fiano raccolti^ Su |
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De'CauallL Lib. IL loj
«entro l'orecchie, vfcendo fuori marcidi humori ( ancorché elle non fieno ne ,-ff^
*otte,ne vlcerate)lìnetteranno,&difeccheranno,gocciadodentro 1 orecchio cmfatoda Jùcco di ruta, cotto con fcorza di melagrano , il quale alleggerire il dolore j ò JïJ^g ^fuccodi foglie d'oiiue,mefcolato col mele,ò col vino;oueroftillandou!den- mori. ll*o l'aceto forte,ò roppio,& il caftoreo, 8t la rnirrha,& l'incenfo (temperati co jfctojöc meleti quali difeccano,& mitigano il dolore grandemente. Se per re- Dolore per fta, ò per qualcheanimaluccio, che vi fofseentrato, fi metterà nel buccodelle Z^cótTfi pecchie il taft.0,0 altro limile ferro inuolto di lana, con trementina^ vifchio* curi. °con gomma ben glutinofa,& inuefcante, riuolgendouelo per intorno5accio- che apprenda queIlo,che vi èfcorfo;ouero fé gli ftillerà dentro à goccia à goc- cia il fucco di colloquintida, òdi capparo ; ò fé gli infonderà dentroolio tepi- do, tanto che quelle cofe vengano a gallai & che il cauallo qualTando il capo f Come è fuo coftume di far'in fimi! cafo)le getti fuori.Se per acqua,che fia en~ afqualZ Jrata nell'orècchio/il cauallo fentirà dolore, farà di meftieri eflìccarla,& tirar- £■«** »^ k fuori, accioche la entro putrefacendofi, oltra il dolore, non facefie venir la cómeficù-. Poftema ; ilche fi farà ficcando nel pertugio, ò buco dell'orecchio, ^tantoché"- Ga la parte interna afciutta) vn pezzo di fpugnalegato à vn filo,- & dipoi tiran- dolo fuori ; ouero colandoui dentro più volte vino caldo, accioche il cauallo bollando la tefta, mandi fuori quello, che vi è dentro ,• ò mettendoui dentro jjHo vecchio, nitro> & aceto, d'egual pefo; & dipoi coprendola con moka lana Recida. Ma fé verrà da percoflfa, ò caduta, & non farà rotto, ò poftemato Dolor per *Orecchio,bafterà mettemi fopra,& d'intorno, muffandolo fpefïo (per leuare Ü^dia'ct dolore) il pane caldo trito,& tinto con melerò liquefami dentro caldo il latte» mfiï&l **elquale fia difsoluto alquanto d'incenfo ; ouero fomentarla fouente con fpu- |ne bagnatela decottione calda d'agno cafto,di cicuta, & d'incenfoj & dipoi purgate,&afciutte chefaranno,ftillaruì dentroolio fifamino caldo. Degli ruderi interni dell3orecchie. Cap. XL.
I vlcerano l'orecchie ò per caduta, òpercofsa, ò poftema rottalo confi.
per humori colerici, ò fallì, ouero adufti; i quali, venendo dentro Torecchiojlorodono,& vi fanno viceré. Si conofee in queftiani- segni. mali dall'odore fetido, & dalla marcia, che alle volte mandano *uori. Si curano tenendo il cauallo in ftalle temperate, & elTercitandolo mode- Cura. datamente auanti il cibo,& dandogli à mangiare cibi temperaticene non ifua- J}foiodi dorino al capo,come fono l'orzo,la fpelta,rauena,la gramigna,le foglie di vi- *e,*& altri fimili, dandogli a bere acqua melata, acqua d'orzo5ò beueroni tepi- ^>con farina d'orzo, òdi fromento. Perdiuertire poi la materia dall'orecchie, Diuerfmì. ^ Vacuatele feci,fe eli faranno fouente de' clifterij; & per purgare il capo, fé Tur"ar il o11 Ichizzeranno, o getteranno dentro medicamenti appropriati a tirar giu,& ^acuare gli humori; & fé gli faranno li fternutatorij,& i mafticatori j,afrine di JlUertire quella materia, & farla vfeir per bocca, & per le nari. Si mondifiche- Rimed\ 5tlr»o, & netteranno gli vlceri, trillando, Ö gocciando dentro l'orecchie l'ac- ^IrTÌtt *j?a di mele; ouero il vinojò l'aceto mefehiato col mele; ò rollimele, ò il fucco eMe ykt |
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rate.
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J Porri con l'olio, ò il vino, dentro il quale fia macerata la centaurea, ò l'orina "
e fanciulla quale ha valore di nettare gli vlceri,& di vietare,che gli humori 0r* calmo nell'orecchie; òlafalamoiade'pefci; ò il fiele del toro, mefcolato °n orin? humanaji qualifono i più potenti de gli altrj,& i più gagliardi.Et fé l'vlcere
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io4 Delle Infirmitadj
fj^r viceré manderà fuori marcidi humori, fé gli fiuterà dentro ladecottionedi
betonica; ò il fuccodi lapatio; ò col tafto inuolto in bambace fé gli metterà la
d*iu mar p0iueredi fandaracca miftacol mele; la quale netta,&difecca mirabilmente J
ouero fé gli goccierà dentro I' vnguento Egittiaco, ma in poca quantità,ftern-
perato col vino, òcon l'aceto ; & dipoi fi netterà con fpugna meflfa nell'ore***
Rimedio chio, ò con lana, ò con bambace. Ma fé alcuni vermicciuoli per putredine;.°
rT, y&k- Per viceratione nafceflero dentro l'orecchie, s'vccideranno, facendo almeno
uàr ì ver- per vn giorno ftar l'orecchio pieno della poluedi centaurea minore chiufo ? &
Ticini fegat0 con v°a pezza;ò fiillandoui dentro il fucco di pertico con Toliojouerojl
fuccodi cocomero afinino. Morti che faranno,ficauerannofuori,calando ne'"
l'orecchio il ratto inuolto in lana con gomma ben glutinofa, & inuefcante, #
riuolgendouelo per entro, tanto che gli apprenda. Nettato l'vlcere per e&c'
pefTolfo- car^° '& confolidarlo, fi metterà dentro l'orecchio l'incenfo poluerizato , dij*
ndare hi fatto col vino i ò la farcocolla, & incenfo in polue ftemperati con vino, & al-
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tere.
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quanto dì mele; ouero Taloè,& la mirrha diflbluti con vino,& mele; ò la polnfl
di fandaracca mifta con vino,ò mele;ò l'allume trito con l'acetoji quali fanano rvlceri,& Ieuano il dolore. 1>ellepoftemeiche tengono dopo l'oreccbie^cbiamate Tarotidì.
Cap. XLL
Defmtio- l^ggfggg E Parotidifche volgarmente fi dicono orecchionUfono portemi
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ne.
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òenfiagioni,che nafcono nella congiuntura del collo con la refi*»
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preflb l'orecchie; maflìmamente in quelle glandola che fono ali*
Ctwfe* P t££Mi radice dell'orecchio. Vengono da humori, che dalla tefta calano segni. in quelle parti Si conofcono dalla grofIèzza,& durezza, & dall'enfiagione ap* Curatile, parente.Si curano cauandogli fangue,fefia bifogno(ilcheèdi rado)dalia li*1' camrfan gU3j& fapoì dal terzofcalonede! palato, & da quella parte del collo, douce'* male; applicandogli fopra medicamenti, che mitighino il dolore, & facciano chf'Zhl maturare la po(tema;come fono l'empiaftro di fieno Greco,di femedilino,# gmo Udo- <ji farina di grano, cotti nell'acqua, aggiuntoui dipoi alquanto di bottiroi# quello, che riceue farina di fromenro, di fieno Greco, di feme di lino, radi^ cotte di malua,gra(fo d'anatra,di gallina, & oliodi cammomilJa quanto & l'empiafiro di farina d orzo,& di graffo di porco,& quello che fi fa con 1 **' Emtiaflro^ moniaco.bdelliojftoraceliquida^rafibdi ceruo,fichi,& olio di giglioni q^ S 2*> vale, & alle parotidi inuecchiate; & l'vntione fatta con fucco di rombici* ac(:" thiate. to,bolliti con graflo di porco liquefatto già,& colato prima; ouero con boctl' paroùdi ro,& graffo di porco liquefatti infieme. Come l'enfiagione parrà natura^ fi^J "Sn'< & §nera ài modo,che la ferita riguardi in graffine che pofia (correre fuora 1 n turino', more; & dipoi fi curerà la piaga per tre, ò quattro giorni, mettendoui dent' tafti di ftoppa, ò pezze di lino bagnate in vino,olio, & fale; ò in olio, & ^c\ forte ; ouero in olio, aceto, & fale ; & negl'altri giorni fi medicherà con 1 ƒ. Ja%e"et0 guentoda ferite, che non fiano infiftolite, il quale fi fa in quefto modo • tyl |
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non irti
tire. |
ijio- gliano polui fotdli(fime di radici d'opoponaco, d'incenfo,di mirrha, & ài **
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na d'orzo peregualpefo; &figittano in mele liquefatto al fuoco inP'» c0)
nuoua,iI quale fiaquanto fono tuttelepolui,&fi mefcolano(leuate;dal ^a°c0a unguento tanto, che fiano bene incorporate, & fatte in forma d'vnguento ; oü£l°A>etü~ trmmMi- rvnguento traumatico, che à farlo fi piglia vna libra di mifi, & vn'akra d |
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De' Caualli. Lib."IL ïoy
&lrte,con due di chalciri;& fi fanno in vafo di terra nuouofopra carboni accefì ".,^jjcf
arrofsare,& diuentare di colore di minio; & dipoi poluerizati in vn mortaio, fi piaghe, ar ottano in quel vino,che con libra vna,& onde tredi mele, haurà incomincia- ffij/ï l°a bollire in vna pignatta nuoua; & come fia ogni cofa ben cotta infierne, fi mcmcari- conferuerà frcddo,&fi adoprarà;il quale valeà cicacrizare lepiaghe,& à cura- te' te anco queile,che follerò incancherite; perche tirata la putrefattionc.riduce Jilafanità la carne viua; & fi terrà apertala piaga,finche intieramente fia puri- eJ^ff *jcata;& fé con quelli medicamenti il male procedere più okre.s'abbruggiarà maliche '* intorno la piaga,& dentro fi metterà vna punta di fuoco, & poi fi curerà con mn cc e' Medicamenti conueneuoli. Et fé la poftema non veniffe à mutarfi, s'aprirà , Rimedi Jjandogli vna punta di fuoco, ò impiantandola con calce viua, & fapon nero JJ/Et>4 «quido; & fi farà venir à marcia; & dipoi fi purificherà, fi confoliderà, & fi fa-che f0 ma ïïera. Uin' De ì mali del nafìi & prima delftuffo del fangue, ftp. XL IL
Opo gli affettidelibrecchio,diremo di quelli,cheauengonoal na- odorato
fo> & all'odorato, incominciando dai fluflbdcl fangue ; efsendo^ me~ che l'odorato fia flato pollo come mezano fra gl'altri quattro perche. frumenti de i fentimenti del corpo,per hauer egli(hauuto riguar- di0 all'ordine de gì'iftromenti del fenfo) il terzo loco ; in conofeere la foflanza lottile de gli odori.Efce adunque fuori delle nari il sague efTendoaperta,ò rot- ^"[edjf ^qualche vena;aprono le vene la fbttigliezza,& la gran copia del fangue. Le jàgm per 'ornpono le ferite,& le percoiTe,&alcn limili accidenti. Senza colpo,o ferita lemru alcuna cCce fuori delle nari il fangue,& da fe.quando il cauallo (mul li inamen- te giouane,&robu(lo;)è fatto troppo velocemente correremo più,che le fuefo^^ *e non comportano; imperocheil velociffìmo, & fouerchiomouitnenrodel Mouimen corfoaltera,& offende la tetta,& infiamma gli fpiriti, & accende il capo,& il t0Jmer-. *angue; & gonfia,& riempiere vene; onde il langue perla qualità & quantità èffetw'prì- ^el moto,& per l'accenfione della temperatura troppo calda fratto feruente, uca' lottile,^colerico^non potendo (far rinchiufo tra le vene,le apre,& sbuca fuo- ri Per le nari.Per curare,& rittagnare quetto flutto del iangue,fi terrà il cauallo CJZdodi c°perto, & in ripofo in Halle nette, monde, temperate,& in buon Ietto di pa- viuere- §Jia> alto, molle, &afciutto;& fi pafeerà moderatamente d'ottimi cibi; dipoi *yngerà d'olio,& aceto per tutto il corpo,& fé gli metterà (opra il capo pezze Vntimi- Ul lino (late a molle in aceto, rinouandole più volte, fin cheli veggia qualche Bagni. ij^glioramento nell'animale; & fé gli bagneranno le gambe, i teiticoli,le reni, JJ CaPo con aceto, & acqua fredditlìma ; & fé gli cauerà fanguedal ventre, & cauarfan |
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pila coda ; ò dal collo, ò dalla vena della tetta, dal lato oppotto donde efee il^guef fé però io richiederà il bifogno^ & fé gli faranno ancora de i clitterij,
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gue.
Clifterij. |
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«ine d'euacuare quelle materie calde,& coleriche. Per chiudere poi i condot-
'«Wden'efce il fangue, & vietare che non elea, fé gli metterà foprala fronte *.r^foil pelo)empiaftri, ò flrettoi di cofe,che raffreddino,& riftringanojcome strettoia j°no l'empiattro fatto d'acqua di piantagine, di virga paftoris, di folatro, di aim medi *ttl»ca,di cìafcuna oncia vna,d'acquarofataoncia meza,di biancod'vouoon- c™£n lo~ ledue,di bolo armeno,di fangue di drago ana oncia vna,d'acacia,di balaufli £* oncia meza;& quello che fi fa di fucco di nafturcio,di bianco d'vouo,& di tlna di faue infrante agglutinate infiemej& lo ftrettoio di dragante macera- to nel- |
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io5 Delle f nfirmitadi
to nell'aceto forte,di boloarmeno,di fangue di drago,di chiaro dVoua*di po j
ue d'incenfo, di maftice, di balaufti, & di farina d'orzo quanto baili à* darg <;orpo;& fé gli daranno à bere latte di capra,farina d'amido,tre voua>& fucc di vitriolo $ & fé gli fchizzerà, ò getterà nelle nari (tenendolo dipoi per buo fpatio col capo alto ) il fucco di ruta folo, ò mefcolato con l'aceto; ouero on<^ vna diruta pefta,& trita,miftacon lattei ò il fucco di porri mefcolato con ac£ to,& alquanto d'incenfo poluerizato;il qualeè ottimo rimedio ftillatopiù v°' te nelle nari òil fucco di coriandri verdino di lattuca,ò di mandragora; perc»1^ il freddo naturalmente rifhinge,ouerocon vn cannonino fé gli foffierà nel na* |
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■i». p
f-
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io polui di carta,& di lana abbruggiate,-ò la polued'aloè,d'incenfo, di fangu
di drago,di bolo armeno,& dì peli di lepre tagliati minutamente,di ciafcufl parti vguaìijò poluedi rofe,di mirto,di farcocolla;ò di galla,di balauiti,di c3fl' fora,di?angue di drago,di coralli rodi, che fono ftitici,& riftringono; ò pol^ f di fterco d'a(ìno,la quale vale con la fua propria,&: occulta virtù jò fé gli mettf rà nelnafo la ruta tritala quale riftagna il flutto del sague;ò altri fimili di p^ì'
Xìmcdii odi maggior virtù. Mafepereilererottalacartilaggine, chediuidelenaiy fjgiitr vfcirà fuori copia grande di fangue,fi nftagnerà>ficcando nel luogo offefo ^ rottura^ jg nari la fpongìa arfa,& poluerizata5có altrettanto d'incenfo;ouero vnafp°?' %%me' già bagnata in aceto,&inuolta in polue d'incenfo mafchiojòtafteinuoke & Mmfo, polue d'incenfojtela di ragno,olio,& bianco d'voua agitati,& coagulati infi£ roe;i quali hanno virtù di riftagnar'il fangue;& di faldarcle piagnetene vi f°** feroj& nongiouandoquefti rimedij,fi curerà,come s'è detto. Delle ozjne. Cap, XLUl.
»
Cmfe VS&ISE. Afcono tal volta nel nafo certi vlceri putridi, & puzzolenti da GrtfJ
Hra?w dette ozene ; per cagione d'humori acri} & putridi ; che calano > * cura ■ ïlSiyl fcen^ono in quelle parti.Si curano euacuando>&diuertendogii^
mori inqualchealtra parte, & difeccano » & confortando il cap~ Rimed (acciochequel flu(fo d'humori non cali nel nafo)vfando gl'ifteffi rimedij^/1 hc4u habbiamo pofti di fopra, ragionando delia doglia del capo,& della diftillatJ^'
ne j & porgendo dipoi rimedij alle nari ofFefe ; perilche nel principio fi l3^r
lbzene con vino bianco,ò con mele,& vino bianco diguazzati jnfìeme; oü£i^
con aceto forte,& mele;il quale taglia più gagliardamente del vino;& piötö,
ito prepara l'vlcereà rifoluerfi; òcon aceto bollito con fale,& allume di *°cCu
b con vino,& mele mefcolati con l'vnguento Egittiaco;ouero lauate pfi(t)*af
nari con vinone gli foffierà dentro con vn cannello polue d'elleboro bianco^
di feme di nafturno,i quali difeccano, & mòndificano valentemente ; o$ei<
polue di mirrha,d'allume,d'arfenico,& di mirto ana drame quattro, & di g3^
la, & di rame abbruggiato mefcolati, & incorporati infieme ; òfe gli metfe'
nelle nari tafte di ftoppa,ò d'altro intinte nel mele, & alquanto di trement"1' j
ouero nell'vnguento, che fi compone con allume di roca libra vna, fang^f^
drago onde fei, vifchio oncie tre, & aceto à baftanza; &con quello cheh" ra ^
calcina viua, di cenere» &di mele mefcolati col vino, & aceto; ò verament?e-.
cureranno conl'vnguento,che fi fa di cerufa,di fchiuma d'argento pefte lV^
me,& dipoi agitate bene,& pefte dentro vn mortaio con 'vinó>& d'olio1"^
no,di piombo abbruggiato,d'allume,di fale,d'armoniaco,di mele,& <* \c\^j
tanto che fi facciano in forma d'vnguento j & fé per l'acrimonia di quf. \
medW
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De'Caualli. Lib.II. / 'imj
Medicamento fi facefse corrofione, ò dolore nel nafo, fé gli fchizzera dentro .f1*"®
Più volte latte di vacca;&perconfolidarla,fe gli foffierà dentro polued'incen-^^ov» fojdi farcocolla, & d'ariftolochia rotonda, lauaco prima l'vlcere con aceto, & lo^ndna falejò fé gli metterà dentrocol tafìo l'vnguento di fior di ramo,]] quale fi fa con cera oncie tre,olio vecchio oncie due, fiore di ramo poluerizato dramme due, Mefcolati, & incroftati infieme 5 il qual netta, & falda gli vlceri putridi, & fa- ïiiofi. Del polipo. Cap. XL II11.
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L polipo è vna carne molle, che fi genera, & fi fa grande contra^ Definiti^
lordine di natura dentro le nari del cauallo perabondanza d'hu-»*- mori, che vi concorrono , ò per vlceri, chenonfianoben curate,- **'* la quale ha molti piedi, ò radici, ò veramente rami, à guifa dd- voipoco- 'animale, che fi chiama polipo. Chiude queftacarnofità lenari, impedifce ^Ag- l'odorato, & toglie la ftrada, & ilpafsoalli fpiriti, che fogliono entrare, &Mjj*cke vfcir per quelli condotti. Si conofcequefta carne, quando fatta lunga, pen- ST. " de alle volte fuori delle nari ; & ingrofsata, chiude tal mente il forame del na- Se&nL *° > che il cauallo ò difficilmente fpira, ò non può refpirare. Si conofee anco- r3jquando rende mal odore, & che il cauallo ftà melanconico, & diuenta ma- §ro,& non può annitrire,& manda fuori del nafo certi mucchi marciti>& puz- zolenti^ fé vuole con le nari sbuffare,sforzato da quello impedimenti^ ^capo-fin' a terra. Si cura tenendo il cauallo à regolato viuere, nutrendolo di cura. cibi5chedifecchino,& diano ottimo nutrimento,mefcolandogli continuarne- Jfe°fdi te tra la biada, ò nella femolapolue d'agarico j & nell'acqua, chebeue mele a baftanza ; & euacuando f preparati che fiano alquanto gli humori con quella Polue d'agarico^ tutto il corpo,& fpecialmente il capo da quella materia pec- rigare tante, con pillole,ò con beuande; dentro le quali fia la iera pigra, l'agarico; & ff '"*. aliandogli fangue dalla vena del capo, hauendone bifogno, & facendogli darli. °§ni terzo dì vn clifterio con mele rofatojera pigra, & altri à ciò appropriati, per Vacuare le faci communi, & tirare giù quella materia. Euacuato il caual- Evacuato J°jfitenterà primacon medicamenti,checorrodano,leuar' via quella carne;& Ì>J°jìr fi norigiouandoquellns'adoprerannoil ferro,& il fuoco.Corrodono5confuma dej^a- j?°>& (frappano fuori il polipo il fucco della maggiorana^ il fucco del cardo menTcoT- 'anto,della maggiorana, dell'accori mefcolati con coralli rodi ben macinati, r0^uL ^fchizzati nelle nari; & il fucco del feme della dragontea minore; ò veramen- fe quello dell'herba ferpentaria, meffo nel nafo co lana,ò tafto inuolto in bam- ace;& laradice del dragoncello fitta nel nafo;& la fandaracca con mele rofa-
?J &la polue del femedeli'herba ferpentaria con mele; & la decottione fatta J* arfenicocitrino,di calcina viua,di fior di rame oncie fei,d'argento viuo libra na>di fale armoniaco oncie due,pefìi,& bolliti infieme in acqua,gettata nelle
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rai*i« Confumato,& fterpato il polipo, & nettate con Iana,ebambacelenari,fi coa/L
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uma-
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ral^eràrvlcere,&i luoghi corrofi,foffian dogli dentro polui di mirrha,d'incen- Z llJ°lÌ~r,
m o 1. f. . 11 fS3 , . ~ e3 ii $a > come[t
j, J<xdi farcocolla mefcolati infieme; ouero vngendolo con penne intinte nel- curi.
^Vnguento del mefe rofato dramme fei,d'ireos tramontano,d'aloè epatico,di ^fticejdi mirrha,d^incenfo,d'ariftolochia rotondaci carlina,d'i imperatoria, Jtrementina,di ciafeur^à dramma vna,poluerizate,& mefcolate,& incorpo- le infieme al fuoco. Non giouando quelli rirnedij, & vfeendo fuori delle nari il
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loS Delle Infirmitad j
0Jtf£s na" *' PonP°>^ taglierà con acuto ferro;ouero con forbicLquella parte,che»
"SU™ Ut puòj& su quella,che vi refta,fi fpargerà chalciti crudo poluerizato foioso mei*
datZlrt co*aco con acetop veramente la calcina viua am mafia ta con acetoso il vitrio-
loifern. lo Romano; ò la polue di dragontea,- ò fé gli metterà fopra l'vnguento verde»
che fi fa con fior di rame , & mele ; òil liquore del lafpertio vnto per alquantl
giorni con melerò veramenterugine di rame, i quali confumano, & toglie*110
aìmnft via *e renclme de l polipi del nafo,& gli fanano. Ma fé il polipo farà tanto den*
Arriuì co- tro,che non fia pofiibiie ad arriuarlo; non ci è altro rimedio,che di fregarlo; *>
mfichn. coafumarlo, & abbruggiarlo con vn pezzo di piombo quadro fatto caldo j "
mefib più volte nelle nari; ouero tagliate l'ali del nafo,leuar con il rafoio via •
polipo j ò dargli infinite botte di fuoco con vn bottone di ferro infocato? &
dipoi faldare l'ali del nafo,& medicare il polipojcome piaga; & tanto bafti del
mali del nafo, efiendo hormai tempo di paflar à quelli della lingua, della boc"
ca,& delle fauci.
Del/a rì/òlutìone della lingua» Cap. XL V.
Definitio. Jl'ìMfei A rifolutione,ò paralifia della lingua è vna priuationedel fenfo>#
nc'mfi. | Jlf|p® ^e'moto di quella. Si genera ne i caualli per lo più da intemperie fredda del ceruello,& da materia humida,&flemmatica,chep2f'
tendofì dalceruello feende, & penetra ne i nerui, & mufcoli dell* lingua,chelafannofentire,&muouere;ondeoppilando{ìj&chi|J' dendofi totalmente le ftrade,per le quali foleuano gì* fpiriti animali entrar',n quelli, viene la loro virtù fenfitiua, & motiuaal tutto a rifoluerfi,& à perder»' Cura. Si cura quello malef purgato il corpo,& il ceruello dell'animale da quefto b^ Lattante mor ^Q^° > G come riabbiamo detto farfi nelle infirmità del capo ) lauand^ <5* altri lo- fpeiTe volte la lingua inferma f fin che fia difeccata^ rifoluta quella materia/ edu con aceto caldo; dentro il quale fia cotto il piretro foto, ò accompagnato coIJ rofe5& gengeuo;& dipoi fregandola lungamente con ca(toreo,& pepe polv? rizatijò con fale armoniaco, piretro, pepe,& fenape, di ciafeuno parti vguaj1 ' ò veramente con centaurea poluerizata cotta in vino, ò con polue d'iride i^j Memora corporata con mele, ò con mele, & falgemma. Incominciando à migliorare' fa ììcmd cauallo, & à muouere alquanto la lingua 3 fi farà ftare gran parte del gio1"^ ìifogL. con 'a briglia in bocca, vngendo fouente l'imboccatura di quella con mele1, fpiflato con polue d i piretro,& d'acetoso veramen te attaccando nel mezo/T m la imboccaturadel morfo vn facchetto picciolo di tela fottile;il quale fia riP1, • nodi cafcoreo,piretro,& ftafifagria fatti in polue;acrioche mafticado,p|Jr| *i*ere! * il capo,& rifolua gli humori rimafti nella lingua. Se gli darà a mangiare V* & ni di femola col melej& femoIa,con alquanto di polue d'agarico incroftata? ceci roffi,& fienofparfo di nitro; & à bere acqua di mele, & acqua tepida* Della lingua macchiata di bianco. Cap» XL VI.
Caufe' ëMSfWt Ccade alcune volte,che la lingua del cauallo è macchiata di bJffle
eoo per cagione della flemma, la quale calando in queU3'?^-
rara,& fpongiofa, & iui fermandoli, & putrefacendoli, Y* *J?c0r- preffa quella macchia bianca ; ò per cibi, che fieno guafti> ~~ 0ito rotti dentro lo ftomaco. A queito tirano accidente fi deue prouede*e «J |
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De'Caualli. Lib. IL lop
tofto, hauuto riguardo al male principale, dal quaf elio dipende, percioche il
cauallo potria rimanere priuodiquel membro,fe tardi vi fi prouedefle. La cu- cura. ra fua farà, fregar ogni giorno lungamente la lingua con vn panno ruuido, ^nto^hefiano mondificate quelle materie fredde,& vifcofe,&lauatala mac- chia; ò fregarla con olio,& pepe incorporati infiemcinfinoa tanto, che inco- minci ad arro(Tìre,ò faccia fangue,& dipoi vngerla con melerofato,ò bagnar- *acon acqua di melejò veramente raderla tanto con vn coltellino, che non vi rimanga bianchezza alcuna; & pofcia curarla con fucco d'oliue, aceto,& faJei °conmelrofato. 'Della enfiagione della, lingua,. Cap. XL VIL
E la lingua farà molto gonfia, &grofsa ò per cagione del fangue, caufe.
ò della flemma, la quale fia penetrata in quella carne rara, & fpon- giofa; fi curerà mettendo ogni giorno la lingua per fpacio d'vna_, cura. hora » finche fia rifoluta, ò rotta l'enfiagione, dentro vn facchetto di tela fatto à fua proportioneel quale fia pieno deIPempiaftro,che fi fa di me- te fanatiche frefche, nettate dalla fcorza di fuori, & da quel duro, che hanno nel mezo,doue ftanno ifcmi; & cotte in acqua di fiume, mifte, & incorporate con zuccaro; & fe la lingua fi rompeiTe,fi falderà, bagnandola fouente col me- Lingua Lo • 1 f- > i - r ir • « rotta come
Je>& vino bolliti mliemejo veramente fregatala lingua con aceto,nitro,& me- fi [aldi.
fe>fi curerà con Tempiaftro di farina bollita in vino. Si potrà ancora per Jo me- defimo effetto fregare lungamente la lingua, finche fia rifoluta l'enfiagione 3 confale,&acetOi i quali hanno virtù, & valore di tagliare, &feccare quelk-» materie concorfe ; & non gìouando quefto, cauato prima fangue dalla vena della tefta d'ambedue i Iati, & dipoi da quella, che ftà fotto la lingua, fi conti- nueranno le fregagioni dette di fopra ; òfe ne faranno delle più gagliarde j ag- giuntoui il pepe,& il piretro,^ altri fimili . 'Degli ulceri della lingua detti da i volgati il male del Tingane/è.
.Cap. XL FUI.
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L male del Pinzanefe fono vlceri piccioli, li quali fcorticanola £^«w»-
lingua,& come tarlo la rodono. Viene da humor falfo,che dal ca- "c'aufe. pò fcende in quella parte.Si cura con l'aceto,& col mele rofato,& Cltra- con la polue dell'Iride lllirica,ò Macedonica,& come diremo cu- r*ïuTaphte viceré della bocca. Delle rotture, ò tagli della lingua. Cap. XL IX.
I taglia, ò rompe la lingua del cauallo ò per colpa del freno, ò Cat^ |
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della capezza, ò di qualche altro finiftro auenimento . Et que-
t fti tagli, ò^otture, ò fono grandi, ò piccioli, ò fuperficiali, ò ^ff^
j. profondi, ò per lo lungo, ò per Io trauerfo della lingua. Quel-
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Curadita
piccioli. |
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! > che fono piccioli ò fiano per lo lungo, ò per lo trauerfo, facilmente fi fai- ^
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ano, lauandogli prima con ottimo vino tepido ; & dipoi fpargendoui fopra
Po Uefottiliffima di galla ; ò di corteccie fecche di melagrano domeftico, ò la
01ue di caranza, la quale falda eon mirabile preftezzajò veramente vngendo-
gli due
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no Delle infirmitadi
gli due volte il giorno, tanto, che fiano guariti con melerofato $ òcon la corn-
pofitione fatta di mele rofato,& di midolla di porco fa!ara,parte vgualij&aj"
quanto di calce viua lauata due, ò tre volte ; &: d'altrettanta falgemma, pel"
fottilmentej& bolliti,& agitatiinfieme,infino à tantoché fiano fatti in forma
d'vnguento;lauata però prima la piaga con vino tepidojouerocon quella,che
(ì fa di polue d'ariftolochia lunga, d'opoponacodi mirrha,di farina d'orobi >
parti vguali,& d'altrettanto di mele,mefcolari,& incorpora tiinfiemc.f tagli*'
cara de menti poi,Se le rotture,chefonoda i lati,&à trauerfo della lingua;, & arriuano
**§>*&*' rompendo in tutto la fua grolfezza alla metà di efla j ò veramente pafsano più
oltre^& quelli che fono fatti fopra la ltngLiaJ&àrrauerfo,& fono tanto lunghi»
& profondi,che la troncano in tutro;fCcetto,che nella partedi fotto,oue ella »
tiene vn poco 3 fi curano, tagliando affatto la lingua, efsendo molto difficile»
curarla,& peggiorando poco il cauallo perdendo quella; nondimeno s'àlcufl0
Remedy fuggifseil taglio & volefse consolidarla, ciò (1 potrà fare, purcheeila fi tenga
&/7i alquanto di forco, vngendo la rottura più volte il giorno con penne lunghe ba'
lincia, gaate in mele rofato, & fpargendoui fopra alcuna di dette polui;ò veramente
imbrigliando il cauatlo due volte il giorno, fin che fi veggia faldata la lingua »
con vna testiera: ìa quale in vece di morfo habbia vn pezzo di legno, ò di can*
na rotondo,e lungo quanto fuoleefsere l'imboccatura della brigìia;inuolto i*1
pe*ze di lino.,tanto>che fia fatto morbido; & non pofsa offendere la lingua;^
vnto con mele, & afperfo di dette polui, lafciando (fare vn' hora per volta^ le'
gandoio daogni Iato della teftiera con corde;talmente,che il cauallo s'appog'
gi fopra la teftiera,& non fopra l'imboccatura di legnoraccioche fcuotendow»
non fi facefse male, in oltre fi potrà ancora, come vogliono alcuni, per faldar*
la,curarla con fibbie,ouero con filodoppio;auertendo d'accommodare i pnntl
in modo, che il filo non taglia la carnedella lingua ; & pofeia lauarla con vin°
tepido>& curarla come di fopra. I fuoi cibi fra tanto faranno femola, & farina
di grano bolliti in acqua,& bene fpremuti con mani, il bere l'acquacene vicii^
di dette cofe->«
Dell'accorciar la lingua » Cap* L,
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J Anno alcuni caualli la lingua ò troppo lunga, òtroppogrofsa-j'
[ ondeinquello modo fono pocofoggetti al freno, & inqu^* |
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tengono la lingua fuori di bocca, mentre fi caualcano ,• ilehf5
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fendo cofa difdiceuole, deforme, & dannofa , e venuto in c°\
me per far il cauallo più bello, più leggiadro, & più obediente alla brig"3/ d'abbreuiargli la lingua; non riceuendo egli perciò danno, ne incommode a ' d'ac^fr-* cunojilchefi fa inquefta guifa. Con vn rafoiofi tronca quella parte di lingü ' ciarlali»- ch'efee fuori, & vi è di fouerchio3 & fi riduce ad vna mediocre lunghezza j 0^' alla fua figura naturale, & dipoi fenza abbruggiar' il taglio* & fpargerui ipP ^ polue di gomma ( come vogliono alcuni) fi nutrifee il cauallo per quattri > cinque giorni con femola. Fra tanto fenza aiuto veruno confolidandofi "a la lingua.,. |
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&fr
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De'Caualli. Lib. II. in
Delle barbute. (/p, LU
Onole barbule due tumori piccioli, che vengono fotto la lingua, Definite
vno da ogni lato, quali Copra f offe della mafcella di fotto alrim-^' petto delji fcaglioni, Si creano quando quelle portioncelle della., Confi. membrana carnofa 3 chJ iui fono naturalmente > & raflbmigliano due barbette di capra, ò due vermicelli, ò veramente due picciole mammelle becche d'animale, vengono per lo troppo concorfo del fangue, & de gli hu- ftiori a crefcere, & a farli più grandi d'vn picciolo granello, ò d'vn cece, Sono segni. quelle gonfiezze di color roffigno,& danno dolor grande al cauallo., & gli im- pedifcono il mangiare, Se gli accrefcono la fece, Si curano ragliandole con le cwa, ^orbici predo alla radice, & fregandole con aceto, & falej & dandoli pofeia à Cangiar'al giumento femoIa,con alquanto di fale. Del male della bocca} da i Greci chiamato apbte> ftj de gli vlceriferpìginofi, ($ che
mangiano* Cap* h LU
['Aphte ne i caualli è vnapaflione, che offende tutte le parti inte- ®fnitlQ-
rioridella boccaicioèlegengiue,il palatole f3uci,&la gola,&è diduefpeciejvna,cheinfuoca,& infiamma folamentequelle par- ti; ì'altra,che,& le corrode,& le vlcera; & è veramente l'aphtej & Attedi Queftafuccede alia prima fpeciequando è mal curata,ò quando viene,che non uefom' Ce ne accorgiamo.Cagionano quefto male i vapori troppo caldi,che dal fega- Caufi. to, & dal feruore grande della colera montano in quelle parti, & gli humori caldi, & colerici, & il fieno verde mangiato in copia grande. La prima fpecie Segni, fi conofee dalla puzza, & dalla focofa roiTezza della bocca ,• & dalla fchiuma Puzzolente,& bollente,che n'efce;lafeconda dalle parti infìammate,& da gli v!ce" fanguigni,& colerichi, cheli veggiono. Vengono per lo più ne i caualli SIQUani 5 Snella Primauera. L'aphtefenza viceré fi curerà in quefto modo. **egatala lingua con vno fpago alla capezza del cauallo afFetto,acaònon im- /ƒ%«** Pedifca il vedere,& il medicarla entrojfilauerà la lingua,& tutte le parti inter- fnecte' 116 della bocca co acque freddiffime di piantagine,di lattuca,& altri tali,ò con j^etOj & acqua; &lafciato così per lo fpatio di mez'hora, fé gli butterà, òfof- *jerà in bocca fopra quelle parti infiammate polui fottiiifllme di feorze fecche ?' tnelagranojò di foglie fecche d'oliue folco mefehiate infieme. Pofeia fatto :are il cauallo con la tefta^Ita buon fpacio d'hora,lì laueranno di nuouole par
,0ffefe della bocca con acqua pura, ò con aceto,- & cosi facendo, s'ofleruarà
~§ni giorno tal'ordine,fin che fi lem' lìnfiammatione,& manchi la fchiuma,& ,'Parca la puzza. L'aphte,poiche vlceralabocca,legaca prima(come s'è detto) ffrfcatJ» p'ngua,!! medicherà vngendo gli vlceri col mele,ò con aceto,& fale;& dipoi fieat.
,egata la lingua,&lafciato ftar così per mez'horail caualio,- accioche leccan-
j.° venga à leuar via le couerte, & le crofte degli vlceri ; fi legherà éi nuouo la angua alia capezza;& pofeia lauate quelle parti vlcerace con acque,ò lauaride tjCeïoie}& ftitichejcome fono l'acqua di piantagine,l'acqua di mirto,Ja decor- rane di foglie verdi doliue, òdi rami di balauftijòdifumacho, &3i mirto, fi Pargerà fopra quelli vlceri polui fottiliflìme, & criueilacedi feorze di mela-
re granii |
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Delle Infirmitadi
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112,
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grani, & di foglie d*oliue, ò di galla, ò di fandali, fole, ò mefcolate infieme »
éi (ì farà ftare per mei3 hora col capo alto 5 & poineUVltimofilauerannocofi • vino, & aceto 5 & così continuando molti giorni, fi faneranno,& falderanno • Ma fé gli vlceri faranno ferpiginofi, & di quelli,che mangiano,& corrodono» pstnofi, ci5ando il cauallo temperatamente di cibi,cheinfrigidifcano,& cauatogli fafl gue dalla vena delia tefta3& pofcia dal palato, ò dalla vena> chefH fotto il p2- lato,& purgatogli anco il corpose fia dibifogno con medicamenti,& con cli" fteri j conueneuoli, che euacuino quelle materie fanguignfe, & coleriche, & te feci j fi cureranno leuate le crofte,& la putredine nel modo,che se detto; & ol' feruato l'ordine di fopra con medicamentijche rinfrefchino,& difecchino,cO' me il fucco,& l'acqua di piantagine, la polue di rofe fola, ò mifta con mele, te
polue di fpodio,di galla,di rofe, & d'acacia,fole, ò mefcolate infieme, ò h\cot" porate con mele ; il fucco di pomo granato acetofo, con mele cotto, & fatto ipefiòj il quale gioua grandemente à tutti gli vlceri della bocca,& vltimarnefl- te fi laueranno con acqua di piantagine; & così facendogli falleranno. Della Palatina. Cap. LIU.
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Definitie-
Canfe. |
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IA Palatina è vna enfiagione, che viene nel palato appretta alli denti
dinanzi, la quale s'ingroffa, & s'inalza tanto, che fupera l'altezza de J |
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denti,& toglie il mangiare al cauallo. Viene quefto tumore per lo V&
curarne fa C2\fòy & freddi ecceflìui; & da humori che calano in quellaparte. Si cura i° più modi ; imperoche alle volte (fenza adoprar'il taglio,) fi laua l'enfiagiollC con aceto,& fale, & fi frega tanto gagliardamente, che n'efca il fangue; & *yQ volte fi caglia minutamente col rafoio, ò con altro iftromento 3 & fi fa vfcire premendo con la mano fangue a baftanza ; & alle volte fi cuoce, & taglia co$ ferro caldo; & dopo i tagli fi frega con aceto, & fale; & alle volte con vn corno di camozza^ di ceruo,ò di caunolo fi fora,& rompe,- ilche è il migliore rim^ Modo da dio, il più facile, & il più ficuro di tutti; & fi fa in quello modo col cornetto, j1 {SS*? 'f°ra ìa palatina al diritto de i dui penultimi denti dinanzi; & dipoi fi rompe^j eokomo. rando quello per lo trauerfo del palato, & non per lo lungo, potendoli in que luogo meglio profondare il cornetto, & fenza periglio di troncar le vene » £ rompere i nerui ; & dìndi potendoti cauar maggior copia di fangue, che à K tro luogo del palato, per efsere iui la pelle fottiiiiTimaì& molIiffima,& priu^ nemi,& piena di vene grofse,& fpefse5& fuperficiali.le quali facendo in Q°e' la parte la forma femicircolare, vengonoad efserequafitrafuerfali;or)^et ' gliandofi per lo lungo del palato l'enfiagione, fi potriano facilmente troP^f con grandiflìmo danno del cauallo.Rotta la palatina,!! fregherà,come s'èds to,coii aceto, & fale; & così fanerà. |
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Del lampa/co. Cap. LI UT.
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ti'
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L lampafco è vna poftemajchefi fa nel palato prefso alli dentj,y.
paci,grandecome vna cafiagna,ò veramente come vn grano je na faua ; dalla fomiglianza del qualeè chiamato da alcuni illV. g della faua. Viene per abondanza di fangue,& d'humori, cheJ raccogiiono, & per vapori, che afeendono alla bocca ; & tanto inalza g fiandofi quefto tumore quelle rughe, & quelli folchi delia membrana efte» delpa*
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Definitio-
ns |
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Caufe.
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De'Caualli. Lib. IL iij
e\palato,che fono fra i denti,che il cauallo pigliando in bocca il cibo,non lo
p°tenere, & lo lafcia cadere 3 accompagnato da molta fchìuma. Si guarifce Cura. piando l'enfiagione per Io trauerfo del palato con vna lancetta, ò con vn_, ^ruodi camozzajò veramentecon vn ferro infocato fatto a guifadi falcetta3
Sfacendo vfcir fuori fangue in abondanza, premendo l'enfiagionecon la ma- pj& fregandolo con vino,& aceto caldi,& fale; ò con la decottione di foglie
i. °liue,ò di mirto,con aceco,& fale,- & dandogli a mangiare,fin che fia fanata, .e^ola mefcolata col fale;& cauandogli fangue (féfiadibifogno) dalla vena e* fianchilo da quella del collo •
Hel dolor ne i denti, fé? nelle gengiue. Cap. L V.
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Ogliono raridime volte i denti allicaualli;& quando ciò auienc,è
cagionato dalfeflTereapoitemata la gengiua, chefiritroua nella.,
parte citeriore folamente de i denti, per lo concorfo de gli humo-
ri,che dal capo iui difcédono, i quali per lo più fono ò fanguigni,
v Gemmatici. Siconofce quefta paffìone dalla gonfiezza della gengiua, & dal
,edereinghiottire ilcaualloaddoloratoforzointiero,&dimagrare, & man-
ar fuori di bocca copia grande di fchiuma.Si fana,efTendo la gengiua infiam-
Jta)ronra,& quafi ardéce,& la bocca,& quella parte di dentro pafììonata più
a'da del fuo naturale coftume, fegni di materia calda, & di cagione fangui-
p*s cauando fangue al cauallo prima dalla vena della tefta , & pofcia dal pa-
5°>ò dalla vena,che ftà fotto la Iinguajfecondo che faran no addolorati i den-
l^ifopra^ò quelli di fotto,- &lauandogli ogni dì vna volta per cinque, òfei
prni continui le mafceile, & le labbra perdi fuori j & la bocca, & i denti an-
°ra,fe il malefofle nel principio, con aceto forti(IìmoJcaido,& fale; hauendo
£lino vircùjSc valore d'alleggerire, & leuar' affatto il dolore de i déti,vcnga ò
J? cagione freddalo da calda:& mettendo fopra la gengiua mele con polue d i
j^etro, & di canfora, parti vguali \ ò veramente polue di pomo granato, con
ir! fiC : ^ con e^> P3"^0 ü terzo giorno della curatione» fregando la gengiua,
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Caufe,
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Cura qua»
do la gen-
giua è in- fiammata. Cauar [art
gue. Lavande ,
O"' altri tue aicammti locali. |
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f< di
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noà tanto ch'efcanoi trillihumorù& ildolore,& lenfiagionefi rifolua,&
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Parca. Ma fé la gengiua apoftemata farà fmorta,& bianchiccia, & il calore
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Cura qua-
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interioreaffetta,& di tutta la bocca, vguale al naturale, ò alquanto àoUgengì
uà e [mor-
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^
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%
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dimef
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so, fegni della flemma> fi cercherà di leuar'il dolore,bagnando per
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ta, Qrbiatt
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chieda .
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^ue giorni ( come s'è detto) le mafceile, la bocca, & le gengiue con aceto
e ^dentro il quale fianobolliti il piretro,&l'origano;& pofcia vngendo,& f ^ando la gengiua con polue di piretro, & difenape, col mele > fin che fia ri- llcala poftema,& ieuato il dolore*
*Del dolore d'alcuni denti > che nafeono fuori deltordine de gì' altri *.
Cap. LVU
Afcono allevoltealii Poliedri > auantic'babbianofornkidi mu-
tar'! denti, traidenti molari, & la mafcella, alcuni denti fuori dell'ordine de gl'altri; i quali gli apportano dolor grandiflìmo, & gfimpedifeono il mangiare, & gli fanno cadere di bocca il cibo,. |
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etti.
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& mandar fuori copia grandedifaliua j onde per leuargli que- "'
*olore3 & queftoincommodo^èdibifogno fpiantarglidall'òfsa, & fueller- e*™. H 2 gli dalla
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Delle Infirmitadi
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gli dalla radice con fcalpelli, & ferramenti à ciò atti; & cauati fuori che farai1"
nojCurare,& faldar ia piaga col mele rofato. Delle pofteme nelle gengiue. Qap. LVIL
I apoftemano le gengiue quafi Tempre per cagione d'humori,cn^
feendono dal capo; quale fia poi la caufa, che le faccia apoftefl13' re,il coloredella gonfiezza,& il calore ce lodimoftrano; impe^ ™ „„_ -„ che fé verranno da materiefanguigne, elle faranno di color rofl0' fé da colleriche^giallicciejfe da flemmatiche, bianche,ò liuide;fe da melan<j°' nia pliche è di rado in quefti animali) feure, & leonate s fé da materie fredda hauranno vn calore rimefso, ouero eguale al naturale ; fé da calide 5 farafl11 fuori di modo calde,& infiammate. Si curano pungendo, ò tagliando col i&' ro l'enfiagione ; & dipoi lauando la piaga, & fregandola con aceto caldo fi fale;& afeiutta che farà vngendoIa,fin che fi fani ,con mele rofato;òcon mele* & polue di pallaio come s'è detto poco fopra, parlando del dolore de identic delle gengiue.
Belli bottolì. Cap. LVlIl.
Engono nella parte di dentro delle labbra, doue pofa la brigl'3'
certe veflìcchette, ò pofteme picciole, le quali apportano dolof al cauallo, & gli togliono il mangiare - Sono caufate dall'o#^ w&tse»**^ che fa il morfo in quella parte,& dal concorfo de gli humori al JjJ co offefo. Si curano fcorzandole} & fregandole con fale, & aceto caldi; #" ' poi vngendole con mele rofato. Della fioncella. Cap. LIX.
A fioncella è vna enfiagione piceiola, & molle ; nel mezo nera ; &
nafee nella parte di dentro delle labbra. Viene da humori, checa» no in quella parte, & vietano, che il cauallo fi cibi, facendogli &.Q. re il cibo di bocca •■> fi cura tagliandola per lo.trauerfo nella cima* ^ üe la carne è più alta, & gonfia? & fregando la piaga con acetq, & vino; bc 0 mele, & fale ; & dipoi medicandola con mele rofato ; ò veramente con ^ dbliue mefcolato con aceto,& fale ben trito. |
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Caufe.
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Segni»
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Cma<
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Caufc.
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Curd.
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Dcfinitio-
ne. Caffé. Cura..
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Della morfea. Cap, L X.
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.&"£
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Dsflnitie-
»e. parti offe-
fé. Effetti .
JU offendi
duejortu |
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A morfea è vna macchia brutta della pelle, che viene in *»•- ^
(taccio del cauallo intorno à gli occhi, nelle palpebre,& ta^°0\i: preflo alle nari,& alla bocca,^ anco nel forame, & ne i teft,c. Qr m^^aKm.K, la quale venendo nel moftaccio,deforma,& guaita calme0**;',^r ualli(& maflìmamentei nobili,& generotì) che gli huomini grandig'ìfefor no,apprezzandogli poco,come deformi,fiacchi,& incorrigibili,& è djij-icö ti;vna di color bianco,mà pallido,& slauato;rakradi color miftOjcioè^JD ^j fmorto,mefco!atodileonaco,òdiroflblupegno,àguifadifchizzament(\j ^ colorato.Procede quefta paffione>ò bruttezza della pelle da humori 'ì0? y |
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Caufe.
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De'Caualli. Lib. II. n$
i^iuï, ì quali fpinti dalla virtù efpulfiua debole alla fuperficie di quelle parti,
frangono nella cotica, & la trafmutano nel fuo colore; onde la morfea bian- Mmft*m aedalla flemma;& la mifta da flemma,& melanconia;& viene per lo più ne i f^j. ffi iuallj fiacchi, flemmatici, & melanconici. Si fpengonoquelle macole àéS&genm. pile facendogli linimenti, fin che fiano dileguate con gomma di pruno difso- Cura' cainaceto,& pofeia incorporata con fuliggine; òconfalearmoniaco pefto, ?<^io d'oliua; ò con la polue di radice di dragonteamefcolatacon aceto for- '"«iojò veramente fregandole con radici di cocomero afinino,& aceto; oue- j? agendole al fole con cipolle trite neH'aceto,ò con femente di ienape pefta, ^ Veicolata con aceto; ò con latte di fico,ò di tithimalo,vngendo al fine il lo- r° d'olio; ò con calcina viua, & falnitro incorporati con fàponnero molle; la- ouittar tanto l'vntione, che s'inuefeichi il loco, & fi rompi la pelle; ne . . ,
i*cendoui dipoi altro, fin che le croftedafe non cadano. Et fé il cuoio reftafse fjZt \* ,artco,& brutto,lauatolo prima co lefciua,& fapone, fi torni di nucuo ad vn cuoio n[t* Fe;& cofi fifeguiti,fin che la pelle diuenti fimile all'altra;ouero applicandouit0 mac9K Ma l'euforbio pefto fetacciato,& mefcolato con afsungia di porco; rimedio Cimentato, & il miglior, & il più efficace di tutti ; perche pofto vna, ò due .°'te fopra il loco afflitto in fufficiente quantità,rompe fubito la pellet dopo » Vanti giorni fa che ritorni infieme col pelo nel fuo primiero>& naturale co- ?r^. Auertendo però di non adoprar gran quantità d'euforbio per volta;con- ^»enimè j,0fiache farebbe diuentare, doue è la morfea, il pelo bianco, ne di metterlo "' fottio à gli occhi; ilche deue anco ofseruarfi ne gli altri fienili medicamenti $ prcheefsendoegli acutiftìmo, & hauendo virtù cauftica,&combuftiua, po- ^bbe apportare qualche nocumento àgli occhi. Ma fé la morfea farà intor- ff^f^t ^° a gli occhi, s'adopreranno rimedi j piaceuoli, tra i quali ottimo, & ficurifiì- occhi come ^0,& prouato rimedio è il fangue di lepre,il quale fana le macole della pelle,ò ^Clin' Jano intorno à gli occhi, ò inqual fi voglia altra parte del corpo, apphcatoui ;°pra,fin cheliano dileguatesi potrà ancora per ageuolare più la curatione,& ^£f *re che la cotica riceua più facilmente l'impreflione de i medicamenti, pre- ***£". J^ar'il loco delia morfea, auanti che s'adoprino i rimedi) Iocali,fregandolo, \af° il pelo, lungamente, & fortemente con foglie di fico, ò con panno afpro, 1 Sanguinandolo tagliata la pelle minutamente col rafoio. De ila fcbìunùa. Cap* LX1.
A fchirantia è vna infiammatione delle fauci, & della gola, la quale Definiti*
impedifee, & chiude la via del fiato, & del cibo, & è di due forti in ms'chir-ti quelli animali. L'vna apparente, & manifefta; l'altra occulta,& naf- didm for- cola. . L'apparente è quella, che fi moftra per di fuori nella sola* nel ZV w *v y^,°5& nelh fuoi muicoli,eisendo eglino gonhj, & apoltemati: la quale alle^ parente |
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^e viene con tanto empito, & accompagnata da tanta copia d 'humori,che ^M
ji enfiare non folamente le parti dette danoi,màlabocca,la teita,il collo,& ^Petto tutto ; &quefta alle volte offende folamente le parti efteriori del collo. tP a g°la>& è più benigna,& più ficura dell'altra; & alle volte non folamer |
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occupa quelle parti di fuori, ma quelle di dentro ancora delle fauci, & della
^ ,ai & è pericolola molto. L'altra forte, la più perigliofa, & mortale è, quan- schiran- ^ tl0t^ veggendofi dentro le fauci, ne per di fuori nel collo, ò nella gola, ò in JtlJSl'* t0 luogo fegno, ornale alcuno, il mifero animale patifee grande amba- H 3 fcia,&
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il6 Delle Inhrmicadi
cmfe. fcia,& in pochifTìme horefufrbcandofi,ne muore. Quello mate alle volte e ci,
fato da i vapori, che dallo ftomaco moncano al capo , & dal freddo, quando
cauallirifcaldati,òfudati fono fatti ftareal vento,& all'aere freddo. Viene3.
cora, & quafi fempre, in quelli animali da materie calde, fanguigne, ò coW
che,ch'ellefiano,che calando in vn fubito per i rami delle vene giugulari e»,
riorijin quella parte la gonfiano,& apoftemano; & alle volte ancora da di"'
lationi flemmatiche,& fredde, mefcolate però col fangue,- che feendono ne .
Segni com fauci,nella gola, & nei mufcolidel collo. I fegni communi di queileduel0
mmi' di fchirantia fono molti; & hora forti,& più gagliardi; & hora deboli,& ^
co potenti; & hora in maggiore; & hora in minor numero; fecondo la quali11
& la grandezza del male. Ht quelli fono, che il cauallo infermo ferrandola
la gola,non può rifiatare; & anfa forte con llrepito,& fuono delle nari; & %r
goglia per la gola;& alle volte ha tanta llrettezza di fiato, & fa tanto romo1j
chefembradidouere feoppiare. Tiene la bocca aperta, & la lingua fu°r.
bocca,& ingroflfata; non può mangiare,ne bere; & fpelTo quando beue ribnt
^ l'acqua per le nari; & ha gli occhi alle volte roffi, fporti in fuori, & gonfia &..
tifTJtr fchiuma alla bocca, & le tempie, &le mafcelle legate. I fegni particolari à®
primaforte di fchirantia fono, che il giumento ha gonfio il collo, & la goti> &
alle volte infieme con loro il capo,le Jabbra,ilcollo,& tutto il petto; fiche pfl
Tronofiico, aUelenato. Quello male èacutiflìmo,& pericolofiüimo, &in pochi/lìmo fPj1'
ciò di tempo conia fua grandezza ammazza l'animale, ìuftocandolo,- peròó
principio fi deuecon ogni diligenza,&prellezza,fperimentaodo tutti i rin1
cura, dij opportuni,& falutiferi,fouenirlo,& aiutarlo.Si terrà adunque il cauallo '•
-£tdl fermo i°loco temperato,6^netto,& in vn buon letto;& fi nutrirà con foc^c »
viti,gramigna,herba di prato, palloni di femola col mele;& mancando quc
co fieno Grecofparfodi falnicro;ouero cóorzo fparfodi farina di fromen^'.
fegli darà à bere acqua calda,acqua d'orzo,acqua di mele,& beueroni co fi» ;
gucH4mL na d'orzo,& mele. Et efsendo il corpo ripieno,^ richtededoloilbifogno,#|
d corpori- cauerà fangue prima dalla vena del collo,ò da quella della telladalla Partef.w
ttem' trarla à quella impresone; & pofeia nell'ilteffogiorno, ò nel feguente da'
vena,che Uà fotto la lingua,ò dal palato,ò dal labbro di fotto per di dentro»'
Ctifkrìt* uerfciandolo; & fe gli faranno cliilerij di madre di viole, di caffia, di zucca*'
di benedetta,d'voua5&difale;per euacuare,rinfrefcare, & diuertiregli hnn'
ri,& i vapori,che non afeendano alla tella; & per euacuare,& purgare il c*P
fe gli butterà per le nari vino,&olio vecchio;òdecottionedi fichi con fai J1 j •'
& quando egli ilarà meglio farà bene purgarlo col filuellre cocomero, #'3 a
troidandone per volta vna,ò dueoncie/temperate con vino.Per diuerr,fC P ^
gli humorij fe gli cauerà fangue dalla coda ; & fe gli laueranno le garoPe c 0
acqua calda,& ne i bifogni grandi fe gli faràno vefeicatorij nel collo;ò Hira rd
il cuoio fotto la gola,vi fi daranno cinque punte di fuoco; ponédoui pene v _
nefpriafj. d'olio. Dopoi rimedij vniuerfali,ferinfiamrnationefarà nel principiaci0^
pio del ma quello llato, che gli humori hanno incominciato à calare nelle fauci, # n ^
gola, & già fono perradunarfi infieme à farla pollema,bìfognerà vi&P^'^,
non ne calino degli aleri,& rifoluere quelli che vi fono concorfi;ilche fi &,0\0
cendo de i garganfmi al cauallo q uattro, ò cinque volte il giorno, ten?Uli à
col capo alto, attaccatogli vna corda à i denti rapaci di fopra; & gettan" &-a-
pocoà poco nella gola quattro bicchieri per volta di millureàciÒ3pPr?yap.
te;& con quelle iauadogli la lingua,^ la bocca per di détro,& le fauci co
propria^
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De'Caualli. Lib. II. 117
^opriato infìrumentQ;faranno buone l'acqua rofata,& l'aceto;il fucco di fola-
lr°>colfemedi rofejl'odìmeleinfufo in acqua, & aceto; & la miftura,chefifà cpn aceto,& acqua d'orzo;dentroi quali fiano bolliti rofefecche,fcorze di no- Cl>fumacchi,& lenti* aggiuntoui,colata che farà,alquanto di vino di melagra- *}?> & il fucco di noci verdi folo, ò cotto con alquanto di mele; & fi vngerà per ^ fuori la gola,& le mafcelle,&la radice dell'orecchie, con folatro ammollito col mele; ò con l'vntionefatta di dialtea,olio violato,&cammomillino,muci- 'aggine di fieno Greco, & di pfillio; ouero con olio violato, & cammomijlino jjiefcolati infieme. Incominciando il male à farfi più grande, & ad effere nel- „ jjrjjjj *3ugumento}faranno2Ìoueuoliigaro;arifmi,&lelauandedidecottionedifie-^«w- fl°Greco,difemedilino,d'vuapaua,difichi3&diregolitia;aggiuntoui,cola- lache farà, zuccaro violato, & mele rofato; & di decottione d'vua pafsa,di fi- c^ì,di feme di Iino,& di fieno Grecojbolliti in acqua di mele,difsoJutoui den- tr°> dv)po chefarà colata, alquanto di piretro, di fenape,di mirrha;& di polue Ji rondine abbruggiate; la quale gioua grandemente all'infiammatone fred- y- & flem matica,ò che proceda da fangue pituitofo;& per lo lato di fuori s'a- Jppreranno ì'vntionedi bottiro, di grafsodi gallina, & d'anitra frefco, d'olio |Jigiglio,di mucilagginedi fieno Greco, & feme di cotogneti ciafcuno parte *§uale. Andando poi il male in declinatione, s'vngerà con fiele di torofolo,ò miiTded ^tv-fticudine la lingua, & la bocca per di dentro,&letempie, con l'altre partinationv' Seriori della tefta;ò con fiele di toro con me!e;ouero fé gli foffieranno con vn ^nnoilino nelle fauci,tenédo il cauallo col capo alto, più volte il giorno polui Fpepe,&di pirerro,ragunate infieme; le quali hàno virtù di rifoluere le pode- re dei la gola; & per lo lato di fuori, rimefso che fia il male,s'vngeranno il ca- ^o,& ia goìacon la compofitione di bdellio diOfoluto, la quale mollifica, &rì- folue ; o con fiele di capra cocco nel vino, & mefcolato con mele, & zafarano. Se la materia concorfa non fi potrà diftruggere, ne far dileguare ; ma fi vedrj Rimedi,(e j* poftema andar'auanti(non vi efsendo periglio di fufFocatione)fi cercherà di l^?J!lf-a\ *3rla maturare, & vfcire la marcia con rimedi] applicati in vn medefimo Dem- fiUféueT ^° per di dentro, e per di fuori ; fi farà maturare facendogli gargarifmi nella-, Matura- jjiaceria calda con decottione d'altea,feme di lino,fieno Greco,regolitia,feme <*»*• | ^lalua^ mele.Et nella materia flemmatica,& fredda,con decottione di ra- ?Ici digiglio, & dieros,- & impiaftrando per di fuori la gola con l'empiaftrodi Ct*ie di lino,di fieno Greco ana oncia vna, di feme d'altea, di malua,di fiori di atnmomilla,& di melliloto,di ciafcuno vnabrancatajbolliti in acqua,fintan- xVhe fiano condenfati,& fpeflìril quale matura le pofteme calde,& le rifolue, con quello, che fi compone con radici di malua,d'altea, & di giglio cotte in
^JjUa, & pefte, & dipoi incorporate con afsungia di porco;ò con l'vnguento ^dellio. Maturatala poftema, fi farà rompere, gettandogli giù per la gola, Portema 0tfie s'è detto,l'acqua di mele,nella quale fiano cotti fichi, calamento,fanfu- maturata. ^ allume, rut3, fifimbrio, & la radice di giglio,ò latte di capra, con polue di l°ameJiiaZ 1 e^co di can bianco; ouero fondandogli dentro la gola polui fottiliffime di gal- tfa >(li balaufti,d'allume, di corteccie di pomo granato: le quali hanno valore di
^.^Pere la poftema ; & vngendo per di fuori la gola con galbano, & pece li- ^eratta mefcolati infieme; ò mettendoglifopra l'empiaftro fatto con tre- ticetltmas °Jio» & ^aJeJ & altri empiaftri maturatiui. Et nella materia flemma- ^ % fredda con l'empiaftro di porri ben cotti,& pefti, zafarano,& aflungia ^°rco; ò con quello, che fi fa di fugoli dorzo, aflungia di porco, altea cotta»
H 4 & aglio
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118 Delle Infirmitadi
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rolfnTiu & a§lio Pefto-Rotta Ia Poftema,fi farà ftare il cauallo col capo chino a terra.'
gou come legato con la capezza ad vna delie mani,acciò la marcia efca per bocca,& n°? vada nel petto, & ne i polmoni,- & per nettare/ & mondificare queliVlceri» 'f |
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gli faranno gargarifmì con of7ìmele,& vinoso con acqua di mele,- ò fé gli da&
à bere continuamente di quella ; ò fé gli foffiarà nella gola fale armoniaco p0*' Ne0tdorT uerjzat0, Non fi rompendo la pottema per fé ftefia,ne per medicamenti appf fJftem* * cati tanto di dentro, quanto di fuorijò veramenteeffendo il male da princiP1? J& ^tant0 veemente, & grande, che fi tema di pretta morte,- lafciato ogni mc<JJ/ camentQ,faràdimeftierifubito venir alla forza, per foueniral mifero animai & rompere deftramente,& con diligenza la poftema della gola,con iftrumcfl? à ciò accommodate ilche (ì farà con vn neruo di bue^ò con vn baftone5& vlf Mododi mamente c°l taglio in quetia guifa. Stando il cauallo col capo legato in alt°' rompereu & co' piedi ioipaftoran, & con vn grofso baftone rnefio in bocca dalla paiy tonimi*, delle (ìniftre guancie, fi ttropiccierà, & romperà la poftema con vna frutta * legno tenero, ò veramente con vn neruo di bue ficcato nel cannone, che suil* punta habbi attaccato vna fpungia, la quale fi bagni fpeflb nel vino; in cui li*' no bolliti eguali portionidipepc,falearmoniaco,galla,piretro,&fcorzedi p°' mi granati; ò fi fregherà il cannarozzo di dentro tre,ò quattro volte il giorno» arriuando fino ai pet;o, con vn baftonetto grofso, come il dito picciolo del^ manojò con vn neruo di bue vnto di bottiro,& di mele,& inviluppato di ilo? pa,ò pezze di uno,per rompere quella poftema,ò quelle vefiche che vi laràri &leuar via quelli irnpedim€nti,& quelle materie,che in limili cafi vi foglio*10 venire;& far' vfeir per la bocca la marcia,& quelli humoracci,che fono iui **c' coltrò veramente fi piglterà vn baftone di ialce verde,fottile,& longo incorn0 à due braccia,& fpaccatolo vna f panna dal capo piùgroifo,fe gli ficcherà fin0 alla metà di quella feffura vn pezzo di lardo quadro fenza cotenna, & grofso» come il pugno della mano, & di pefo di libra vna e meza,- & vi fi legherà tal' mente con vna pezza fottile, che non poffa vfeire j & dipoi infafciato in torn intorno il baftone, acciò non poffa offendere la entro il cauallo, fé gli ricche' quel ramo, fpingendo il lardo innanzi per forza tre volte giù per la ftrozza* f altrettante volte tirandolofuorijdipoi fubito fi icioglierà il cauallo,& filafc^' rà col capo chino,acciò getti quelle baue fuori di bocca,accompagnar,e di &f gue,& di marciacela poftema farà matura; & pofeiafi curerà, come s'è dei11? vngendo per di fuori la gola,il collo,& le mafcelle con l'vnguento di bdeH^', con vntione fatta di dialtea,d'oliodi viole,& di mucilaggine,di fieno G(eC j |
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, ò con buttiro fenza fale,& graffo di gallina,& d'anitra3& olio di giglioni ciar
vulmol- cuno Part* e»uau • Ma & con wtti quefti rimedij il cauallo non fi fanatfe ? J^ la fehiran far Tvltimo efperi mentore (Ten do però egli nobile, & meriteuole di tanta *2. ^'edìclmc C3>& fycfe) fi getterà à terra, & legatogli le gabe, & acconcio con la fchena J ti famrriQ terra, & col moftaccio folleuato, accioche le cartilaggini della canna del po' fàM* mone s'allarghino, fé gli taglierà fotto il gargarozzo per lo lungo deliagol3' ^ per ciafeuna parte del taglio s'attaccherà vn filo forte,- & facendo tenere le parti tirate,fin che s'arriui fcarnando alla canna del polmone, fi taglie»"*0 le tele,che la cuoprono;& pofeia ftando le cartilaggini della canna del P° ^ j3 ne,quando ella fi gonfia,Òs allarga tanto feparate l'vna dall'altra, qua0t0arte larghezza d'vna di loro,fi darà vn taglio fra le cartilaggini;le quali per J* P - dinàzi fono fatte,come vna C,& fi lafcierà la felfura aperta,fin che la pò*tc Cu guarita,refpirando m canta l'animale per quella feiìura. Sanata la polt£ |
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DeCaualli.Lib.il. up
fi chiuderà la ferita, & fi falderà mettendoui polue, ò altre cofe, che faldino. alfjmfc§_
Se alla poftema poi interna della gola, & delle fauci farà aggiunta la gonfiez- rantìain- <5Sa efterna, & apparente j ouero fé folamente per di fuori, non efsendo a pofte- JJTJ|£ % mata la gola perdi dentro,fi vedrà la poftema,la quale fpingendo verfodentro air épè™* la canna della gola, prema, & ftringa le fauci, & la via del fiato. In tal cafo, ol- ^XZ- tra irimedij detti da noi,perdiuercire f efsendo il malegrande,& mortale) &.&*, tirar bene la materia concorfa dalle parti interne della gola,à quelle di fuori,& facilitarla ancora alla maturatione,& alla marcia,fi potranno fare fopra il luo- go gonfio i vefigatorij, & mettergli fopra medicamenti aduftiui, che diftrug- r^ °" gano il cuoio folo ; ò fé gli darà vna punta di fuoco, ò il taglio j & pofcia fé gli ^«/«w- applicheranno fopra rimedi]',òcerottì,che tirino la poftema alle parti di fuorij J5£M * com'è quello, che fi compone con vna libra di fa pon nero, due d'afìbngia vec- Fuoco,& chia, & due oncie di vifchio di quercia, & fichi lecchi, & cera, & pece quanto dritto at bafti;& in vltimo fi farà venirà marcia con i"empiaftro,ò con fvntioni;& fi cu< »*#***« terà, come qui prefso diremo, parlando delli ftrangoglioni, & mafiimamente Te la fchirantia venifte per cagione flemmatica, & fredda ; ò veramente rafo il luogo deirenfiagione,s'intaccherà minutamente col rafoio, & fi fregherà con fale ben trito$& vrt'hora dapoi vi fi metterà l'vnguento fatto con vna dramma d'elleboro bianco, & due di cantaride poluerizate,& vn terzo di dialtea, & al- trettanto d'olio di lauro j & lafciatoui ftar dentro perifpatio divintiquattro hore,fi raderà il luogo co va pezzo di c»nna rotta,tornandoà fare il fomiglian ledueaitre volte. Indi come fi vedrà quella malignità venir alla parce di fuori, r^e/j' Vi fi metterà fopra Tempiaftro fatto con afsungia di porco, branca orfina, & mZìgmtt maluauiichio,& altri che maturinojpofcia fi curerà,come di fopra.Mà fs il ca- £JJ™ di Uallo olerà la poftema interna, & efterna del collo, & delle fauci haurà gonfio $àm%ti il capo,il collo,& tutto il petto, & la fchiuma alla bocca,& gli occhi gonfi), & {' ^J* fporti in fuori, fé gli darà per fanarlo due tagli per lo lungo da ciafeun lato del Fftem* c- petto j & in ciafeuno di loro ficucirà dentro otto pezzetti di radice ài elleboro fiïJ^f nero, hauendoegli virtù valorofifiìma incauar fuori tutti i mali humori, che *>*** &■ ^efcolandoficol fangue,lo corrompono, & tirando a fé tutti i velenofi humo- %%$££ rM quali vi concorrono per la fuavirtùj& quindi efcono,& fi purganojò vera- fyFfy diente fattogli nel petto con vn ferro acuto otto pertugi tra carne,& pcllejlon- miTuJ' tani quanto è la larghezza di mezo dito dall' vno all'altro, fi metterà per ciaf- H*ro- cuno vnpezzodi radice d'elleboro nero,ò di confiligine; & in oltredatogli vn taglio lungo vn palmo nel mezo del petto per lo lungo, fi riempirà la ferita., con olio di maftice, & di ftorace, & di ruta bolliti infiemej & lafciatolo ftar^ così tre giorni, fi farà poi confolidare con olio rofato completo, & aftungia di Porco. Fatta quefta operatione, fé gli cauerà fangue, & fi romperà la poftema della gola con gli inftromenti detti di fopra. Ideili fìrangoglioni, Cap» LX IL
L male delli ftrangoglioni è vna enfiagione,& apoftema delle già- 2>ejmti^
dole,chiamate dai Latini Tonficene ftannopreifola canna del- «• la gola, & nelle fauci, vna da ogni lato delfofso, à cui ftà attacca- ta la lingua s Si gonfiano quefte glandole di foftanza rara, & Ipu- cmfe. ^ofa, nempiendofi per lo più d'humori, & di diftiilationi fredde, & humide, elle calano dalia tettai & gonfiate fi conofconodal cumore,che fi vede fotto le $<&> mafcclle»
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I2Q Delle fnfinnitadï
mafcelle, & nella gola; & fìfente toccandolo con la mano, & da molti akrifc-
gni efterioridmperoche il cauallo trauagliato da quefto male, tiene il moftac* ciò diftefo,folleuato,&alto;comefe volerle moftrarci l'enfiagione apparente* & chiederci aita; ò pur che tema,abbafsando il moftaccio, fard da fé ftefso of ufiÈt fefa,premendo quella gonfiezza;& non può mangiarne inghiottirete bere? & beuendo ributta l'acqua per lo nafo ; & getta baue per l&bocca ; & fpira coti ie* difficoltai & volendo refpirarcgorgoglia; & quando il male è graue* &perl- gliofo, tiene fuori di bocca la lingua liuida, & gonfia, tutta colante di baue, # di fchiumaliquida feorrente, &bianca; tanto più facendoli ftrettii meati del- la gola3 & del fiato quanto più s'ingroiïano le glandolej& quando il cauallo con gran pena puòfpirare dalle nari,& dalla bocca,fegno è,cheil male ègran^ VontT' ^e> ^ difficile molto dafanare. Incorrono in quefto male i poliedri più de glJ \mi tl'ÏZ- altri,& quando ftanno al difeoperto nelle campagne, & quando di nuouo fo- Knoliil"n0 condotti ne^e mandrie,& nelle ftalle, &ma(Iìmamente ncl fine dell autun- poliedri. no,& nel verno,& nel principio della Primauera;f3cendo il freddo*& il caldo in quella età tenera, & debole facilmente ftillargiù quella humidità acquofa* Cura, che ftà raccolta nel ceruello. Per fanar quefto male, fi terrà il cauallo infermo véÊre?*in *uoSm netti, temperati, & fecchi, che alquanto inclinino al caldo; col capo leggiermente copertole fia bifogno, eflendogli il freddo grandemére nociuoj & fi nutrirà di cibi teneri,molli,& appropriati alla qualità del male, come fono paftonidifarinad'orzOjConnitro^mele^fienosbufFatto con nitro,& acqua; paftoni di farina d'orzo,ò di fromento,con alquanto di mele; acqua tepida,cO alquanto di farina,^ mele;acqua d'orzo col mele,ò veramente offimele,& ac- qua di mele. Et rompen dofi dentro la poftema, fi pafeerà con paftoni, & beue- cmarfan roni di farina di faue,ò di femo!a,i quali nettano^ difcccano.Per euacuare poi Slic " gli humori,fe gli caueràsàguefolamente dalla vena comune del colIo,fe il ma- le farà grande, & il tempo, l'età, & le forze del cauallo Io richiederanno, non Aawta- douendofi nei principio di quefta infermità euacuar il cauallo con beuande* none. ne con clifterij,mà nel fìne,indebolendoio troppo quefto male da fé fteflo. Ca- Turgarii natogli (angue fi purgherà il capo,gettandog!bò frizzandogli per le nari(fta- '*&• do il cauailo co' piedì impaftorati, &con la tefta akajacqua di maggiorana* con nitroiò vino,& nitro mefcolati infieme; ò decottionedi cauoli libre quat- trojincorporate con olio commune libre due;ò veramente con libre due di fu? Rimedile co di bietole>ò di verze.Etfela poftemafarà nuouajpoca^refolubile^lcheo1 ìAjoftma rado auenirfuole in quefti animali,nons'accorgendonoiilpiu delle volte d&" IfltYgit TI Otiti, — « J <j * -
le loro infirmitàjfe non quando fono quafi giunte alla fua grandezza,& gli tfa-
uagliano^fi cercherà dileguarla con le mani, fregandola, & ftropicciandol^ forte con olio tepido,© con pegola,& olio ftrutti infieme, tanto che l'huomo » ftracchi,ò fomentandola fouente con fpugne ftate à molle in acqua calda,ò JJJ aceto caldo, mefcolaro con affongia vecchia di porco : i quali hanno virtù ài maturare j & di rifoluere; ò veramente infafciandoui fopra empiaftri à ciò ap- propriati, & mutandogli ogni giorno, com'è quello che fi fa con foglie di mo- ro tagliate minutamente, & mefcolatecon olio di cammomilla; & quell'ai0 che fi compone con fiele di capra cotto nel vino, & incorporato con mele? &£ farano, & pepe, di ciafeuno parte eguale ; i quali rifoluendo giouanoa tuctI flmoieIe ma^ ^e^e^auc,*M3feIa poftema fi vedrà andare auanti,ò da principio iarataC arlderTa- le> che non fi pofsa ripercuotere quella materia radunata, & farla ritorna^ ttmu\ dietrojò rifoluerlaJ& dileguarla; fi farà ogni opera per farla maturare, & ma - cirejvn-
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De'Caualli. Lib. II. 1.21
eire,-vngendo due yoke il giorno la gonfiezza,& tutta la gola per di fuori con
bottiro ftrutto,ò con bottiro, & olio laurino caldi, ò con dialtea, bottiro,&af- fungiadi porco mefcolatiinfieme,&caidi;ò veramente,vnto che farà iltumo- re,infafciandouifopra,& mutandolo quando fiadibifognolempiaftrojcheii fa di radici di maluauifchio ben nette, tagliate minutamente, cotte in acqua, pefte, & incorporate con afsungia vecchia di porco, & bottiro à baftanza ; ò ' l'empiaftro di cauolijlquai'hà virtù di nfoluere,& maturare>& ftillandoden- trol'orecchio olio laurino,ò d'aneto,ò di cammomilla tepidi.Maturata la pò- Matura- ftema,fi taglierà, non rompendoli da fé fteffa per lo lungodel collo col rafoio,- Zlaj£fi & fi terrà aperta, fin chefia ben purgata, & netta j & perciò al principio fi me- w* dicherà per molti giorni il taglio con l'vnguenco,che fi fa dacecp,fale,& mor- cadblio,diciafcuno partieguaIi,bolliti vn gran pezzo infieme Jl qual'hà virtù di mondar bene,& purificarle piaghe;& purgata chefarà,fi falderà con la pol- ite di farina dJorobi,di farina d'incenfo, di battitura d:ramo,dicìafcuno parti eguali; & non volendo tagliarla, s'aprirà con vn ferro acuto infocato; & dipoi fi curerà,fin che ila purgata bene, & fanata, mettendo continuamente in quel pertugio fatto dal fuoco vna péna raddoppiata vnta d'vnguenro Egiuiaco,& mutandola due volte il giornojò veramente fubitochefì vedranno quelleglan dole augumentare, & ingroiTare, fi abbi uggieranno con vna candela accefa, fin tanto ch'arfì i peli, la pelle incominci à farfi gialliccia ; & pofeia per leuare rinfiammatone, &il dolore, fé gli potrà fopra chiara d'voua sbattuta -, & vi fi lafcierà per vn giorno, dopo il quale fé gli applicherà fopra, mutandolo due-» Volte il giorno,finchefi maturi l'vnguento fatto di vitriolooncietre,& di dial- tea aItrettanto,incorporati infieme a fuoco lento,ò quello che fi fa con dialtea, & bottiro confufi infieme.Maturata la pofterna,fi taglierà,come s'è detto,& fi purgherà,medicando!a con vnguento di trementina lauata co vino, & di rodi d'voua incorporati, & agitati infieme ; vngendo intorno intorno il taglio con grafso di porco ftrutto, & caldo. Purgata che farà, fi ftagnerà con l'vnguento ^mntt rofso, mefcolato con vn poco di quella fuliggine, che ftà dentro la bocca del fornojò fi feotteranno quelle glandole con vn bottone di ferro infocato; & di- poi s'vngeranno due volte il dì con bottiro,& dialtea,di ciafeuno parti eguali; & fi terrà coperto, & caldo il capo dell'ani male con pezze di panno., ò di lino, fecondo il bifogno; auertendo però, che non vi verrà il pelo; ouero fé gli met- Cerume te-ranno fottola gola conueneuoli fetoni, ò lacci ; i quali feruono à gli animali sltom, & brutti in vece di fontanelle, che fi fannoà gli huomini, per euacuare3&diuer- ^jj'f ** tire gli humori cattiui;i quali lacci vnti con aflungia di porco (trutta mattino, [erumo. & fera per ventigiprni,ò trenta continui,!! meneranno hor sùj hor giù,vngen- ^0 mentre fi faràqueftaoperatione continuamente li ftrangoglioni,& la gola con bot tiro caldo. Leuatii lacci s'vngeranno le piaghe,doueerano,fin che fia- no guarite con fuliggine di forno ftemperata con fucco di melagrani, ò con_» j*ceto3& la gola con bottiro. Si potrà ancora,efiendo la poftema dura,& rebel- iei tagliarla prima col ferro, ò forarla con ferri infocati, & dipoi farla mollifi- care,& maturare,curandola,come fiè detto. Guarito ilcauallo, fi purgherà,& Guarita. Vacuerà,facendo bifogno,da i cattiui humori;efTendo chei caualli, & mafii-1* poftema J^amentei poliedri,chepatifeonodiquefto male,oltrailceruello, hanno per c°™efiJeT- 1(Jpiù ancora ripienoil corpo di molti humori)per lo troppo copiofò viuere; il ba u ca* c°e fi faticandogli per bocca la mattina inanzi il cibofelfendo fiato la notte "tìldici™ ^cedente digiuno^/ due cocchiari di poluedi radice di cocomero afinino, & cb^urga. alquanto
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ni Delle rnfirmitadi
cufterij. aiqUanto dì nitro dileguato in quattro bicchieri di vino ; & facendogli clifte-
rij,dentro i quali fiano polpa di colloquintida, femola,centaurea,fichi, & zuc-
caroroffo: i quali hanno virtù di tirar quelle materie dal corpo, & euacuarle
Rmtdif per lo fecelfo. Se la poftema fi romperà dentro, & perciò il cauallo buttafse-*
^mafr/om- marci"a Per bocca ; fi purgherà il corpo, come s'è detto, & fé gli getterà perle
fera den- nari, e per l'orecchie nitro diiìoluto in vino, per diuertire quella materia, che
m% non cali nelle fauci;& fi fregherà,& premerà bene gli vicenni palato,& le ma-
fcelle con mele ; ouero con vno ftilo, ò tatto vnto di mele ü fchizzerà deftra-
mente,& vngerà il loco poftemato,& rotto,fin che fia fanato.
Delle nst'itole. Cap. LXlll.
viuoh>co- Jf'jSltìj ^ glandole,che ftannofotto l'orecchie tra il collo, & il capo, gon-
me nafta- | IgfirfjB fiandofì, & ingroflandofi, oltra il loro edere naturale 3 fanno il c°àufe, ì* P^Pi rnale delle viuole.Cagionanoquefto male il moto violento,&ve- Motovio- p lJÉ!$$ loce, continuato, & grande, rifcaldandoe"li in quefìi animali il lento che &B**amm*3KÊ*&m ir-' ^ ' o r»i _
effetti fac- capo, & gonhando le vene, &deponendoli a riceuere facilmeti-
•** te le qualità eftcriorijil mangiare troppo,il rifcaldamentOij& ttnfreddamento
del capo,& lepercofse fatte inquella parte,& i legami di laccio, ò di capezza, che Arringano troppo forte,& facciano dolore.Le carfano ancora ì vapori,che dallo ftornaco,ò d'altro loco afeendono al capo; & gli hiimòri,& per lo più gli fanguigni, che in vn fubito cócorrono in qu- Ili corpi elandoìofi in copia grà- de;i quali ò vengano dalla tefta ò da tutto il corpo,& dalie parti di quello,nort folamente riempiono la loro carne fpongiofa, più apparecchiata à riceuere te fuperflaità,& gli humori,che alcun' alti a partedel corpo,- ma s'infondono an* gghtti. cora ne"e vene > nell'arterie, & ne i nerui, che gii fono adherenti, & contigui; ondequefti vafi ripieni di mali humori,po<ronoòinfìammare,ò impedire gra- dernente la via del fiato, & foffocar, & eilinguere il calore naturale ; & quelle glandole gonfie fuori di modo verfo la parte di dentro , comprimono, & ri- Sringono la cannadella gola, & de i polmoni, & le vene,& l'arterie, & i neruiV che circondano. Si che generano alle volte dolori grandinimi, lo fpafmo, & j*
treniorej&alla fìne(fenon vi èdatobuono,& preftorimedio)la morte del mi*
Segni, fero animale, fofFocandoIo. I fegni delle viuole fono quelli; il cauallo tiene i*
capo ballo, ftà melanconico, ha l'orecchie fredde, la bocca calda,& afeiutta?'
peli raburTatimofira dolore,& diftorcimenti,batte lbrecchie,& i fianchi, m^'
lamente beue, ne può mangiare, ne inghiottire, con gran difficoltà refpira*»?
getta à terra,& fi leua,& di nouo ricade,& batte il capo per. terra,come hauel-
fé i dolori; affannato da gran calore,& da gran ktc, lecca ciò che fé gli pon^
auantijtal volta trema,&:fi fpafma;& è infettato dal calor'vniuerfakdi tutto »
corpo ; & che i peli, i quali cuoprono quelle glandole ripiene di mali hum0*1/
che fono quali al fine delia circonferenza delle mafcellc,doue ardua l'eftrefl?1'
tà dell'orecchiattefa alfingiù tra il collo, & la mafcella, tirati con la mano>*^
fjg*mor cilmente,& leggier mente,ìì fiaccano, & fi cauano. I fegni mortali fono q11^
do in vn l'ubi to tutte le membra del cauallo fudano,& tremano;& quando e%
fi torce, & ha fudor di tetta, & gli pende, & cafea il labbro di fotto,& ha &ed^
»■Cmdu dele nari. Sono fottopofti per lo più àquetto malei polledri,&icauallig'°Va-
asTÌL ni,che mangiano difordinatamente,& fono poco elTercitati,ne i quali ?rc7^
*'- minailfangue j & maffimamente nella Brimauera, & nei tempi caldi, K™*
midi*
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De'Caualli. Lib. II. 123
«lìdi ; & i caualli flemmatici di lor natura, che fono itati lungo tempo pafciuti
di graui, & cqpiofi cibi, & tenuti in lungo ripofo; & quello accade quafi tem- pre nel verno,& nelle ftagioni fredde,& humide dell'anno.Quefto male è pe- Fror>4"°- rigliofo moko,& mortale; & quando è grande,in pochi ili m o fpa ciò di tempo (ufFocaranioialejondebifogna pretta mente, & con diligenzarimediarglijper Cara- Siche j fubito che il cauallo haurà le viuole, fé gli cauerà fangue dalla vena del e aw fa collo,ò da quella che ftà fotto la lingua;& dalla parte di dentro del nafójforanr^* dola con vn ferro acuto,& fottile; & fé gli faranno (fé lo ricercherà il bifogno, & il temporde gli clifterij acuti per euacuare,& diuertire quelle materie;& di- J%jf*™ poi, elTendo il male nuouo, & frefeo, & nel fuo principio,- & fenza periglio di morte, fi cercherà di rifoluere quelli tumori fenza taglio, applicandoui fopra ïimedij ripercuflìui piaceuoli , non douendofi adoprar nel principio in quelle Rimety parti nobili ripercuflìui troppo gagliardi; accioche gli humori non ritornalTe- rp-0 £'S *oàdietro,& verfo la parte didentro,& fuffocaiTero l'animale,- ilcheiì farà,in- /*• fafciandoui fopra due volte il giornoffin che quelli humori fi di!eguino,& cef- fi il male) fpugne fiate à molle in aceto caldo,ò la farina d'orzo bollita in ace- to,fucco di piantagine,& affungia di porco.Non giouando quefti,ouero ere- Rimedij feendo alquanto il male, s'adopreranno quelli , che mollifichino, & rifoluino nel **$*- per farle dileguare; onde fi ftropiccieranno, & fi fregheranno forte verfo ogni mZ ' ïato per vn gran pezzo le mafcelle,il colìo,& le viuole,con le mani vnte copio- famente con bottiro frefco5& olio caldino con bottiro frefco,olio rofato,& af- fungiadi porco mefcolati infieme,& caidi;& pofeia coperto il collo,& il dofib del cauallo con fchiume di lana, ò di lino, fecondo la ftagione ; fi farà pafseg- giarlo alquanto per luogo copertoi & fé mentre camina cadefse à terra;& non Jffododì lì poteiTe leuare, fé gli rìcherà nel nafo vna verghetta alquanto acuta nella ci- iF'cJSL ma, in modo che n'efea tre, ò quattro gocciole di fangue, che fubito fi leuarà.eadut0- Hauendo pafseggiato il cauallo,fi menerà à ripolare indalle temperate,& net- te;oue giontoJe gli goccierà nell'orecchio alquanto dell'vntione dette di fo- 5?^/# pra; ouero fenza fare le fregagioni, fi legheranno fopra le viuole e mpiaftri che Mollificano,& rifoluino, come è l'empiattro, che fi fa di farina d'orzo onci<L-» ^ue,d i muciJaggine di feme di lino,di maluauifchio,d'olio rofato,d'olio nenu- *arino,dblio cammomilinojdi grafsod'anitra,& di gallina,dìciafcunoóncia Meza. Etl'empiaftrobafilicon, & l'empiaftro diaquilon 51 quali rifoìuono, & Mollifichino, & apportano ancora giouamentoalle pofteme, che fono per far Marcia, & altri fimili,ò più gagliardi. Et fé con quelli tali rimedij non fi rifoi- Rimedi jjeranno,& dilegueranno le viuole,sadoprerannofnon vi eflendoperòildub- TgUrìfc. "io di fuftocatione^ i rimedij, che maturano,- i quali ancora fi ponno adoprarlHt™'- ^cl principio in quelli animali , lafciati gli altri polli di fopra come meno po- lenti;& forti perigliofi di far tornare quella materia a dietro,& perciò dannofi; j* quefto fi farà fomentando primieramente il luogo poftemato con fpugne bagnate in acqua calda,dentro la quale fìano cotti il maluauifchio,ò ilfeme di *jno,& la malua, & altri tali; accioche vgualmentefi difsolua tutta la marcia, ** non vi rimanga la parte grofsa, dileguata la fottile; & dipoi vngendolocon afsungia,& bottiro frefco;ò veramente con bottiro,& dialtea caldi;& così vn- ^jimpiallrandolo con l'empiaftro di radici dialtea, di giglio, di feme di lino, *" fichi pelli,di polue di regolitia, di farina di fieno Greco, di feme di lino, di Sr°öii& d'olio commune, bolliti,& cotti tanto, che ingroffino; ò con lempia- tr° di radici di giglioni maluauifchio,di radice,& foglie di malua ben nette, cotte,
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124 Delle Infirmitadi
£SdfT cotte' Pe^e>& incorporate con afiungia frefca di porco, & bòttiro; incomïfl-
maturar, ciandole viuoleà farfi moIli,& tenere,&a maturare(fenza afpettare che affat- Cdel£r^zo ^ matur,'noJs'apriranno alquanto,& fi taglieranno per lo lungo col falaftb* accioche perla tardanza quelle parti nobili, non riccuefsero nocumento j & 1* ferita s'empirà di fale>& s'vngerà vna volta il giorno con Toliojò veramente fé gli darà vna punta, ò più di fuoco nel mezo; ilche forfi farà molto meglio, che tagliarle, ò romperle con la tanaglia ; & dipoi s'vngeranno con olio, come di^ Cauteri- cono alcuni ,• peroche il cauterizare non (blamente apre le posteme come fa i' Tuffetti' ferro,màdi piùledifponeancoà maturare, &à farla marcia; & dipoi s'vnge- faccia, ranno per due giorni,ò tre con olio violato folo, mettendo vn tafto in ciafcuno Nei mai & quelli pertugi fatti dal ferro infocato. Ma fé il male farà grande,& dubitare- grmdechemodi morte,falafìato(comes'èdetto)u cauallo,fubitofenzaadoprar medica* fianjcena^ ment:oaiCLin0i 5^a ripercuffiuo, ò moilificatiuo,ò fuppuratiuo,fi taglieranno alquanto col falaifc le viuole fotto il mufcolo,che tira l'orecchio verìo la parte di dietro,& prefso al fine della circonferenza della mafcella di fotto,douearri* uano feftremità dell'orecchie ftefe,ò tirate all'ingiù tra il collo,& le mafcelle; ò fi foreranno con ferro infocato, & fi medicheranno come di fopra; ò vera- mente tagliata la pelle col rafoio,fi caueranno con diligenza vna,ò due granel- le di quelleglandole, fecondo la grandezza dVn granodi formento,òdi ceca auertendojchele vene,& larterie,& i nerui non fiano tocchi dal ferro5ò taglia- ta & dipoi s'empirà il taglio col fale,& s'vngerà con bottiro,& olio caldaiche fuole apportare giouamento,& alleuiamento grande alli caualli,& alla fanità» optane Si come all'incontro gli farebbe f fecondo il creder mioj nociuo,& mortale A fi ^rm" canarie tuttejcome approuano douerfi fare alcuni fcrittori de i caualli antichi» & moderni ; i quali ragionando delle viuole> & delli ftrangoglioni, hanno la- fciato nelli fcritti loro,che venendo al cauallo alcuno di quefti mali,per fanar- lo è di meftieri,tagltato il cuoio con vna lancetta, & fcarnati con vna cornetta quelli tumori3auertendodi no toccar le venej& i nerui,ftrappare.>& tirar fuori tutti li ftrangoglioni, & le viuole ad vna ad vna, come follerò voua, non ve ne lafcÌ3ndo pur vna, quando fono fatte grofsette, & apparenti \ facendo eglino vn fondamento^ vnafuppofitione falfiffimaf fecondo il giudicio mio^cioè» ftecfe ¥S che li ftrangoglioni,& le viuole prouengano da vna cofa fuoridi natura,che fa male fiano aggiunta in quelle partii che quefti due mali fi contengano lotto il genere di ggiionC&le mala compofitione,efsendoin quellafpecie,cheèinnumero:non s'accorgéd^ vimie, effi,che quefti due mali non fono da fé in quella fpecie di malacompofitione* che è detta numerosa propriamente in quantità accrefciutajalla quale feco^ dariamenteè congionta la mala intemperie cagionata da vario concorfo 3 & dandole grande d'humori;& che quelle glandole fono naturalmente pofte dalla natura ^pt&iicòi ne^e fauc'> & intorno à quelle vene, & arterie, che fra le mafcelle, & il collo 1» io à che fi- diuidono in più rami,accioche quelle mollifichino la boccata linguale fauci» "nlpTfieT' &^gargarozzo; &quefte riceuano lefuperfiuità, & infiemefacciano fuolo»o piumacciolo alle vene,& a!l'arterie,acciò non fiano offefe d'alcuna parted\tf*'y & che leuando via tutte quelle glandole,nefeguirebbono quefti inconuenien"* ti, ò che il cauallo ne morrebbe, ò chej viuendo, non potrebbe fare le fue ope" rationi. |
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Delle
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De' Caualli. Lib.IL 125
Delle Scrofole . Cap, L XIIII,
E fcroffole fono tumori duri, che fi generano nelle adene, ò glandole Definiti** del corpose quali il più delle volte apparirono intorno alla gola,fot-m- to alle mafcelle, & dietro all'orecchie, ancora che fi veggiano allc_j T*m ojfe- J°lte nel petto,neiranguinaglia, & nell'altre partì,oue fono quelli corpi glan- fi- ;°lofi, & quella carne molle. Procedono da humori flemmatici , & alk_> Caufe. ,°lte melanconici,groflì,& indurati; i quali fcendono dal capo, e fanno gon- ^are quelle parti ; & fono ciafcuna di loro cinte, & veftite da vna membrana ^°priaj& tirate horquà,horlà con mano difficilmente fi muouono. Soggiac- ^jft\™' :l0no più degli altri à quefto male i poliedri, che ftanno nelle mandrie, per ef- fopten*. erepiù humidi,& per il mangiar più ingordamente de gli altri;& per hauer le dlikfcràf- **}ébra più deboli, & di carne più rara, & perciò atte maggiormente a riceuere foi«> . ^'ihumorii & quando fono trauagliati da quefto male,non pofsono,efsendo òegm" §°nf]e, & infiammate le glandole, che fono attorno alla gola, pigliar le mam- melle, ne fucchiar il latte, ne pafcere l'herbe. A i caualli caftrati vengono rare ;°lte le fcroffole; & caftrandofi,quelli,che rhauelTero,dicono,che guarifcono jW altro. La cura di quefto male è tenere il cauallo affetto in Italie nette, a- cura. lcìutte, & che alquanto inclinano al caldo, & eflercitarlo la mattina auanti il ^°rfdi ?^° gagliardamente, & pafcerlo parcamente di cibi facili da digerire, & con- ^nienti a quefto malejcome fono fieno,paglia,ceci roffi,la femola mefchiata j:°n polue d'agarico,& della radice dell'iride,& alquanto di fale;& i paftoni di ernolacon mele;& agarico in polueji quali metre nutrifcono l'anìmaie,s'eua- ?ja la flemma a poco à poco$& dargli a bere acqua melata,ouero di regolitia; 0 oeueroni con farina di fromento. Efsendo poi bifogno euacuare tutto il cor- %£?&» Po> fé gli cauerà fangue da quel lato, oue fono i tumori (fé il cauallo però farà jli buona età,& in lui fi vedrà dominar' il fangue) & fé gli trarrà giù per la gola '3■ rnattina(eflendo ftato la notte precedete digiuno)quattro bicchieri di buon ^\no,dentro il quale fia ftemperato vn cocchiaro,ò poco più di polue della ra- dice di cocomero afinino, il quale folue valentemente per di fotto gli humori Mediana Gemmatici. OlTeruando quefto ordine per rifoluere,& (buggere le fcroffole, fé ^cffrua- §udarà nella femola la mattina à digiuno le polui della radice del cinque fo- tkw. ^uOjdellafìlipendola,&dell'agrimonia,di ciafcuna parti egualijòveraméce fé &'i getterà giù per la gola il fuccodella brionia, con egual parte di mele, & di lno 3 ò le dette polui diffolute in vin bianco ; & fi ftilìerà nell'orecchio olio di c°comeroafinino;& perlapartedifuori,rafi i peli>s'applicherannofopra i tu- bila pece liquida cotta con farina d'orzo,& acetoso f empiaftro di radice di Cr°fFolaria cotte,& pefte con bottiro frefco,& dipoi bollite infieme;& lo iter- li? di buoi, fatto in linimento con aceto, che disfà le fcroffole ; ouero lo fìerco 'colombo, accompagnato con farina d'orzo, & aceto j òl'empiaftro fatto di 3dici di ìreos oncie otto, cotte in pari mifura d'aceto ; aggiuntoui, dopo che ^anno ben pefte trementina,refina,dialtea,di ciafcuna oncie tre,polue di co- ^,rio,di fieno Greco oncia vna,ò il diaquilone fatto con legomme,accompa- con la polue della radice d'ireos,iI quale mollifica5& rifolue;ouero l'vn- t!°neche fi fa con farina d'orzo, refina bagnata in aceto, cera bianca, olio lau- j.1 n° oncie fei, armoniaco oncia vna, affa fetida oncia meza, la quale rifolue le stJnt :Cr°ffole. Et fé le fcroffole nonfidiIeguafTero,màvenifferoàmarcia,intalcafo Tenute à |
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^erti per lo lùgo i tumori col ferro, fi purgherà ben la piaga co tafte di ftoppa ZTf^l
^atein aceto,& olioj&alfinefegli fpargeràfopra alcune polui difeccati- »»• uè, che
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il 6 Delle f nfirmitadi
uZ°£°è ÜQ)CnQ m Juca°o cicatrice.Se le fcroffole poi ò per la gradezza lorojò per UW
tome lac- rezza,& grolfezza della materia non fi potràno ftruggere,ne far maturare,!3' nare fide dj meftierj cauarle$ ilche reputo io rimedio ottimo,^ da farli in ogni tépo^f' ceeto (eie fcroffole no foriero rotte,ò vlcerate; ilchefi fa in quefto modo- ^ tato la mattina il cauallo a terra legato de i piedi, & del capotile fia però W h notte precedetedigiuno.fi piglia la fcroffola con le mani,ò co le renagli^ tagliato col rafoio il cuoio per lo lugo à peIo,quàto baiti à farla vfcire,fi &&? Ja pelle;& dipoi co le mani,ò col cornetto fi diftacca da ogni bada intieran^ la icrofFoIa,infieme co la fua mébrana,che la vefte,fiche no vi rimanga ^clJ?fi particella di fcroffola,ne di membranajperciocheogni minima particella CJ vi reltaife,faria che fi generafiero dell'altre fcroffole,& bifogneria vi fi ponej vn'altra volta la manojauertédo,metre fi operandi no tagliar le vene,òrarteri ' firofofjf ò i nerui,che gli ftano vicini, Cauatala fcroifola,nö vi effendo flulfo di fang^ che far )i fi metterà nella piaga taftedi ftoppa bagnate d'aceto, olio, & fale. Nel tert giorno slegata ìa piaga,fi lauerà co vino caldo,& per alquati giorni fi mcdi^ rà nelfjltefso modo. Dipoi s adoprerà aceto, fale, & morchia, d'olio bolli" " pezzo infieme, fin che fi veggia incominciare à faldarfi. Pofcia lafciatola fdjj perta, fé gii fpargerà (opra, fin che del tutto refti faldata, polue fbttiliiTìma^ calcina fpé^di gufcicdi melogranato,& di galla mefcolace infiemejlaua^1; alle voice co vino caldo Ma fé vi fòpragiugefse copia grade di langue/i potf? ftagnarb,iegado la vena tagiiata,ò mettédoui fopra fiocchi di pano di lan^ fila di tela bagnate in fortiflimo aceto,& falejò altro rimedio,che fragni il faj' scrofole gue.Mà fé follerò poi troppo gradiJprofonde,&cupe,& pofte in luoghi^11", tiio "altTr Per e'^cre Jncricate,& moltiplicate fra ie vene,& rarterie,& i nerui nò fi pot£ ' non f%f fero cauarecol taglio nel modo detto di fopra j fi potrano ftruggere,& cófijtfj ^^re,corrodedoleà poco a poco co polui ardéti,&corrofiue,Jeuando via à Part^ fojfQm. J parte la carne corrofa,& le fcroffole ad vnaad vna,cóieloro membrane; alcf^ iaianobuonforpimétoabbruggiatOsòcrudojilnragailopoluerizatoj&h^ pofitione.che fi fa di calce viua,di rafa,di ciafcunooncia mcza;dJorpimétOjö
verderamoana drammedue,pefti in polue,& mercolati mìiemcli quali fi ad prano in quefto modo.Tagliata per lo lugo la fcroffola,fi laua la piaga co a^' - to forte;& dipoi fi mettono due,ò tre volte nel taglio lenza toccareil cuoio ^ cune di dette polui,fin chela fcroffbla,& la fua mébrana fia intieraméte £°*f' fa.Pofcia,lauata h piaga còaceto,fi medicherà due volte il dì,fin che fia 0.' ra co polue fottilitfìma fatta di calce viua,&di mele,parti eguali mefcola^' j fieme,& cotte nel forno,mettédoui fopra ftoppa trita,& legadola bene;# ^ fine (1 curerà co farina d'orobijò veraméte rafa la fcroffoIa,fi intaccherà fpe' g mere col rafoio non molto à fondo; & pofcia s'vngerà con affungia vecchi^ porco,fpargendoui polue d'orpimento per tutte rintaccature,& lafciatola' |j così per due giorni fi frequéterà Tvntione dell'aflungia, òdel bottiro,fin che •Scrofole mje fia del tutto fpao. Wné\io queffi turnori à i poliedri negli armén,o 0f,k Venuteallt » , r „ T , . tri" ■ >\ » „ /)>i(Jltlfa
po//^ww/madre,iicaueranoiubiro,cneHvedranoapparire,comesedectoj&men^-c,
U armen, tro faje pefto,(ì lafcieràno andar co gii altri.ll terzo giorno s'vneerano co e come fi cu- ■ j> i- t 'n- - r « . i ■.- • • r- i ~ ■ r ^»i\&*
rnl0, eia d olio oollitojouero co rala,& olio bolliti infieme,accioche no vi li gcl ne.
c _. feroi vermi.Se le fcroftoiefaranocancherofe,come alcune volte auiene^r Scrofole ..,,*> - ,. ^ . , ,. , • - t, - « , ' hìCIC0
cacherofe,Qicheràaoco medicameticaldi,accopagnaticol vnguetoapoitolorti>tA . ^fa
'ram^CH' ^aco c^ °^° ro^ato'& in cìuel modo,che diremo curai fi i cancheri.Et taf°. hauer detto di quelli mali,cfsédo hormai tépo di dar fine à queftofecodo» r\ D & |
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DELLE
INFIRMITAD1
DEL CAVALLO
Libro Terzo.
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*De i mali del more. Cap. I.
Nfìno ad hora affai bafteuolmente (s'io non m'inganno) hab-
biamo trattato de i mali del capo, & delle fauci -, perilche, ra- gioneuole cofa è dopo quelli fauellare de i morbi delle parti vitali,& fpiritalij& prima di quelli,che auengono al cuore,. Il cuore adunque membro principalifsimo,& nobilissimo fog giace a molti mali, & tutti di grande importanza j tra i quali lono il dolore del cuoresla palpitatione,& la fincopej de' quali farà il noftro ra- gionamento» 11 dolore dunque del cuore è vna trifta fenfatione intorno ad ef- 'öefmte fo> per cagione della quale l'animale viene a tale ftanchezza, & debolezza, & Torticuò. * tanta afflittione, chea pena fi può reggere, & mouere. Crefce alle voltetan^ ™- l(?quefta pafsione, che in vn fubito conduce il patiënte a morte, fenza che dar fra po^a rimedioalcuno -, il che pare eh' efprima il fommo Filofofo nella fua 4r$^ attoria de gli animali, doüe parlando de i grauifsimi mali, che auengono alli Jj^alli ,■ dice che il dolore del cuore, è ancor' egli male irremediabile 5 inten- dendo di quel dolore, che viene nella propria foftanza del cuore 5 & non di quello che fi genera nelle parti adherenti, &circonuicine a lui: nonpoten- **° quello membro tanto nobile tolerar, & patire nella fua foftanza male al- Unograue, fenza corruttione, & grande intemperie, &folutione del con- lnUo, La palpitatione del medefimo è vna dilatatione, & diftenfione non-* tytà&m furale j & troppo grande di elfo. La fincope poi fpafsione più acuta, & ga- ZàJ^ giarda dell'altre ) è vn fubito cadimento della virtù vitale s per lo quale l'ani- ni, *a jjjale viene impedito dall'operationi di quelle parti, in tanto, che rimane co- ^£j e morto : & viene alle volte con tanto empito, che in vn fubito l'ammaz- /Swwpf,
Do' tengono quefti mali dallemedefime cagioni: ma hor più, & hor meno .. tenti, & gagliarde, fecondo che l'vna è maggiore, ò minore dell' altra ; & v ^efte altre fono efteriori, & altre interiori. L'efteriori fono, il patir in caufeefte- ^ libito caldo, ò freddo eccefsiuo ; & fame, ò fete grandifsima, il mangiarnm' ^Ppo, & cibi freddi, & ventofi 1 il bere acqua gelata, mafsimamente quan- l°uo riscaldati troppo ; il caldo eccefsiuo, & la fumofità della ftalia, (&e I jnvn
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u8 Delle Infirmitadi
in vn iiibito riftringe il calòr del cuore; &'tutte quelle cofe,che indebolisco^
Caufiin- la virtù del cuore, LJinteriorij&piùfrequentiTono,rinterr)peiieferiìpìicej^ tttisri. feiiza övateria, ò fredda,^ calda che fia: la quale difsolue turrc le forze del co*' po, $ Io rende debole, 4acco5 & languido; gü humori acri, & pupa?rjri, &ƒ j paligoa,& velenofa natura$nejmici con tutta la Iqr foft aza alle forze vitali F caualic*:& gli humori,che,Ein quantità giade fi ritrouano intorno al pericardio & la colera adulta fparfa per l'arterie ; & j yermi, che afe^ndono alia bocca i°* pra lo ftorMaeo;& i vapori trifti,& malignai quali ò dal fangue còrrgtto,e g^3* fto,ò dalla colera,ò d'altro humore;ò dallo ftomaco,òd'altra parte trapala11.0 al cuore;& le paglioni grandi de ì membri che hanno vicinanza,ò com mUnJ' canza col cuore,& comparifcono con lui; come fono il ceruello, il pericardi'0' il polmone, il fegato, la bocca fopra loftomaco, il diafragma, & gli altri tali' dolore dì Ha il dolore del cuore molti fegni,varij,& diuerfi;ma hor d alcuni,& hor d'ai' cuore. ^unì altri fi conofce j concorrendo rade volte tutti vnitamente infieme. Te*1' gono i caualli affetti di quefto malei fianchi,& il ventre ritirato,& riftretto»# il capo batTo,& gli occhi dime(Tì,guardano in terra;rapprefentano triitezz&# dimoftranohauer affanno, &paffionegrandiffima ; lagrimano alle voire > r battono la terra colcapo,& fi mordono i fianchi, & hanno i tefticoli, &c k Q' nocchia gonfie; & alle volte ancora ftando in piedi fudano per tutto il corp0' U maliìmamente nel capo, & fotto il ventre; & lafciandofi andare a terra, f' dono in ginocchioni come quelli,che patifcono in tutto il corpo, & fpeci*'' mente nella tefta. in oltre,crefcendo il male,non ponno foftenerfi in piedi? & andare, ma s'appoggiano ; & sforzati a caminarc, vacillano, & traballano^ (udano nel capo,neì ventre,nel petto,& nelle fpaile;.& tremano con diftcìn10' nede*nerui;&alfinecafcano;& caduti non fi ftendono.ma appoggiano laiC' |
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$e%ntd,
ivorte.
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fta fui ventre, lamentandoli grandemente, & gemendo ; & vokndofi leuar«^
non poiTonojfe non con aiuto,&sforzo grandifï:.,E05& auicinandofi alla mf |
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te * mandano fuori il membro, & ritraggono! tefticoli > & l'orina à góccia
Segni del- goccia cacciano fuori. Si conofce la palpitatione dal battimento del cuor6^ UÌpm' fiori del fuo ordine naturale intomo alla regione d elfo cuore ; & nelle {pafic > dalla freddezza deirorecchie,& delle nari,& dal diuentare magro ilea -wallop hauer la pelle, che pare attaccata alle eofte, & la fchiena rigida, & indurar^ ' SgÉcotl *"egn* ^a f*mc°Pe>cne accede al dolore del cuore fono, che il cauallo i0L a e' to,ftancò,&debole cafea in terra come morto,coI capo ftordito,con le fi#*^ l'orecchie freddi; &ritraggei tefticoIi,& riftringe ifianchi,& èquafi aggf^* pato di tutto il dorfo,& fa l'orina a goccia a goccia,& di rofiò colore;& aJ'^n \ cacciando fuori il membro, & la lingua, a pena gli può ritirare in dentro >c?' fronoflico, mequello, che priuo di forze, & di virtù, fi appropinqua alla morte. Tali P3 ' fioni fuori di natura da quefto foggetto con gran difficolti fi feaeciano s Pe^ cioche offendono il cuore fonte, & principio della vita; & non fono perloljL conofeiute, fé non quando giunte al colmo della lor grandezza, per fé #f ^ apertamente fi dimoftrano : però è di meftieri da principio via rui Vx X{\ Cura. 2a» diligenza, & artificio grande. La cura loro è poco differente; & i *cii[f-2i~ fono quafi gli medefimi, eccetto che in quefta pafTìone faranno pi w g^ê , diySi potenti, che in quella; fi comel'vna è più grande,& terrìbiledeU'^^ wf * ^ caua"' *nfermi fi terranno coperti, & fopra tutto nel ventre, & nel Pc c^ quando la cagione del male è fredda,- & in ftalle temperate,& che fien0 fl fa &fparfs d'alcune cofe, che rendano odor buono, & confoitaduo 3 -co*0?
noncUe
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De'Caualli. Lib. III. 129
n° nelle cagioni calde, le frondi di mirto,i rami di melagrani,di viti, di fauci,
7 altre cofe tali j & nelle fredde di frondi, & foglie di lauro, di maggiorana, j* ïreós,& altre cofe calde; & venendo il male da cagione calda, il che fi cono- ^Zf'a cierà dalla giouinezza , & dalla vita pafTata dell' animale, dalla relatione dèmone cai-, Cutatore,dalIa generofità,& natiuo ardire di quello, dall'habito del corpo, dalda' piarne, & dalla Magione dell'anno; fi nutriranno con fpelta,orzo, gramigna,'vitto. *?glie di falici, nerba di prato, fieno bagnato, acqua pura, & beueroni con fa- Joa d'orzo. Ma procedendo da cagione fredda, come ne dimoftrano gli anni segni dei Jelcauallo,latardità,Ia pigritia,la timidità,& melanconia naturale: il pelame SjLeJ' *jauato,fmorto,malcolorito,& terrigno;il corpofiacco,languido,& la qualità frédda. W tempo, venendo per lo più nel verno, & nell'autunno. Si pafceranno con>^. Ceci roffi, & con orzo mefcolato con fien greco ; ò con paftoni di femola col ^ele; ò con femola bagnata con vino bianco,- ò cort pane bagnato in vino; & cx°n beueroni di farina di formento,& acqua pura.Scoperto il male,s'egli ver- /Jfffj, 'a da cagione calda, fé gli daranno la mattina a digiuno in beuanda per molti % cagwe. |ìorni cordiali freddi,mefcolati con vn poco de gli aromatici caldi, acciò più(Ma' facilmente penetrando la entro,preparino gli humori,& confumino la cagion J,0ro ; al che faranno buoni la decottione di boragine} di viole, di bugloffa, dì 'andali,& di melirTa;& le polui di buglofla,& di rafura d'auorio,mefcolate in- Juffie in vgual mifura,& ftemperate in acqua rofata;& quelle di corallini ra- *Uf,a d'auorio, di meliffa, fciolte con acqua, ò decottione di boragine; le quali fagliano grandemente nelle cagioni calde,& nelle fredde, & laiera magnai •; *c*olta in vino,la quale data vna fol volta in quelli morbi,è molto efficace», $
Sbando però fia fatta l'vniuerfale purgatione, & il male fia indeclinatione, & * animale habbia ripigliato le forze perdute;& fra tanto fi bagnaranno fouen- *e il giorno le nari, & la bocca del cauallo infermo con fpugne fiate a molle in *ceto;ò veramente in acqua rofata,& acetomefcolati infieme,afinedireftau- *arlo,& confortarlo,- & alle volte fé gli fregherà leggiermente contra pelo cut* ^ il corpo,con le mani vnte d'olio acerbo,& olio rofato,per vietar quelli fudo- Jì diaforetici. Ma s'egli procederà da materia fanguigna, che riempia quelle mdéa£ Parti,fegijcauerà pretto fangue,hauutorifguardo alla vita,& all'età del caual- materia^ ì&> & nel redo fi curerà, come habbiamo detto poco di fopra. Venendo poi il j?S£ ^ale da fredda cagione,come più frequentemente auiene,s'adoprerannoi ri- ^imaie^» ^dijjche rifcaldino:& per molti giorni fé gli daranno in beuanda la polue di fndda.°m ^Qie di maggiorana ftemperata con vino;ò il fucco di maggiorana,di buglof- *»òle lor decottioni;ò la miftura,che fi fa di zuccaro, di zenzeuaro,di cinna- Jji^no,digalanga,di garofani fatti in poIue5&fciolti invino ottimo;ò le polui /! "acche di lauro,d ariftolochia,di mirrha,di thimo,& altri tali,mefcoIate co lnobianco;ouero fé gli daranno a bere in vna fol volta oncie tree meza d'ace-
j? icillino;ò veramente vna oncia di trifera Saracenica con vino caldorle qua- 1 vagliono mirabilmente al doIore,& alla palpitatione del cuore,& alla finco-
j^;& fé gli lauaranno molte volte il giorno le naricija lingua,& la bocca con Hioottimo, ò con vino mefcolato con aceto; & fi fregherà fpeffo con le ma*-
r vnte di vino, & olio; ò d'olio, & folfo incorporati infieme; ò della compo- .c,0l*e che fi facon cera, ragia, pegola, incenfo, di ciafcuno parti vguali, $$MZ el*e le cofe da peftare, & ftemperate con olio vecchio, & cotte a lentofocc, mll° &*&
pendolo vna fol volta. Non fanandofi con quefli rimedij il cauallo, fcgli Öj£
uarà fangue dalle vene delle gambe dinanzj,fotto il ginocchio, & da i piedi M#*
l 2 didietro,
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ï3o Delle Infirmitadi
didietro, & dalla coda, fé bifognaiTe.,- & ciò fatto, fi continuaranno i foli11
Maiepro- rimedijj & fé il male farà prodotto da i vermiglie fiano ò nel vencricolo,c>fl? dono da^ ventre inferiore,ò da humori velenofi, fi curerà con rimedi j caldi appropriai mfienri. come diremo al fuo proprio loco, parlando de i mali della becca, fepra lo ft°' maco, & de i vermi. Et tanto bafti hauer detto della cura vniuerfale delle pa**
/ioni del cuore.
Del batticuore» Cap. II.
Ncorche per la precedente cura foccorrer fi pofla alle tre pam0'
ni del cuore raccontate da noi ; nondimeno efsendo la palpira' tione, & la fincope di maggior confiderarione dell'altra j non fa' rà perauentura fuori di ragione confiderar particolarmente l'vna,& l'altra; come più perigliofe, & bifogneuolidi rimedi0 fronoflko. più opportuno;perilche fé la palpitatione farà principal mente,& propriam^*1' rein efso cuore, membro tanto nbbile,& principalejfarà quafi vanoadoprs^1 rimedio alcuno, vecidendo ella perlopiù in vnfubito umifero animale. ^ fé perauentura ci darà tempo.fe gli potrà fare qualche giouamento,col cau3r' gli fangue. Se verrà poi per Io compatimento.ò perla com-municanza, che b* il cuore con alcune parti del corpofancorcheil male fia grande,& pcricolofij' Rimedi! fimo)fi potrà rimouere con gli rimedij,ch'eftinguono il freddo,& la ventofitfj al battkuo ^ con mte je cofe,che rìfcaldano,& aiìbttigliano qli fpiriti, & fanno i corp1 c'mfe. tranfpirabili,venendo quafi fempreil batticuore da foftanzaaerea,& vento* j' & da fpinti nebulofi, melancolici, & ventofi, come da fue proprie cagioni jjc quali con impeto, & violenza inalzano quella parte douefonorinchiufi; ^ cwa tamo ì e^eefsalino j la onde farà di grandiftìmo giouamento il trarli più vol- giti perla gola,col corno,polui di garofali {temperate con fucco di maggio*3' na,di buglolTa,i& ottimo vino,òmalua(ìa3che molto vagliono in queftomaK» & fopra tutto quando viene da cagion fredda ; ò il fucco di nardo con vino? l'elettuark) detto diambra con vino\ ò le polui di coralli, di rafura d'auori0' mefcolatecon acquaiòla decottionedi melifsa,di boraggine, & di bugici' che vagliono in ogni palpitatione di cuore, venga da qua! fi voglia cagiona fredda,ò caldajò la miftura di pepe grane trenta,& di mirrha oncia meza H*y te in polue, & mefcolate con ottimo vino; ouero la compofitione, che fi £ », ruta verde vna brancata,d'opoponaco oncia vna,ben peiti,& cotti infietf^- mefcolati con vino,& olio onfacinojò quella che fi compone con falla, # . mediruta,di ciafeuna parti eguali, pefte, & ftemperate con ottimo vinc-j"* done onde tre per volta. Della fìncopa. . Cap. III.
^^^^^^^^^^^^M <* 'tifi}}
A fé la fincopa affliggerà l'animale, non più toftofaràconof^ \\
che fi farà ogni opera per farlo rifentire j ficcandogli, nelle^j^ 4&1S3U pulegiofolo, òmefehiato con l'aceto., venendo l'accidente °3.,pe- C(iZtdfdt dita j òil cocomero fcluaticojòl elaterio j ouero fondandogli nelle fiattL-& Zudtü. pe poluerizato^ò mettendouelo dentro con tafte intinte in olio di ca#°' aet- gettandogli acqua freddafopra il -moftaccio,& facédogliftarnutato^'l. ^fi- landogli per le nari ottimo vino,& ltropicciandoglifapertagli la bocCa: o. |
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De' Caualli. Lib. III. tjc
*'>& la lingua con fale,& acetojò con le mani vnte di teriaca^ fregandogli le
§ambe per viuificare il calor naturale. Riuenuto il cauallo, fe gli faranno fre- Eagioni per tutto il corpo,& per le gambe; & fi farà pifciare, fe gii daranno a 'jfffffa. ^ngiare cole tenere,& liquide- Et fe folle ripieno,per la debolezza della m% fogni. t^non fe gli cauerà fubito fangue; ma reftaurato prima a poco a poco,& affot- rSeZact tlgHati,& digeriti alquanto gli hu mori, dandogli per cinque giorni la mattina me fi curi. bariti il cibo la beuanda fatta di firoppo acetofo,con l'ifopo;ouero gettando- ci giù per la gola il vino mefcolato con acquaie gli cauerà poi fangue conue- cauarfan- ^entemente^econdo l'età, la ftagione, & le forze del cauallo fincopato,& fe-&m' condo la qualità del male. Se la fincope farà prodotta da debolezza, ò ftan- curadeiu I I172C0VC CLCL
cnezza, ò per efser troppo euacuato il cauallo, per vfcita grande di fangue, ò Molerà,
Per medicine gagliarde,ò per flufso di ventre;bifognerà attendere a riftorarlo, ° ffre ca~ dandogli col corno ogni giorno la mattina, & la fera brodo di gallina, & rolli ^Voua, & dandogli abere vino mefcolato con acqua. Se verrà queftograue £2fcÌ- accidente da cagione fredda,fi terrà il cauallo in luogo caldo,& netto;&fe gli iranno cibi caldi,& da bere vino ottimo,òfolo,ò mefcolato col cardamo, b'lcuri' col pepe. Se procederà da i vermi,che corrodano la bocca fopra Io ftomaco, ò ^andino vapori al cuore,s'vferanno i rimedi] caldi,che ammazzano i vermi, Jt confortano il cuore,come diremo.Se verrà da gli humori acri,acutij& mor- singed* <kci;fe gli trarrà giù per la gola pane grattato, con vino di melagrani;& fi go- ^fZme limerà, come diremo nel male della bocca fopra lo ftomaco, generato da gli ficm, ^efli humori acri,& mordaci. Se Io cagioneranno materie crudele gli daran- ^£^A«- **° cibijche aflbttigIiano,& caldi,cibandolo fouente il giòrno,& dandogli pò- cope d*-> c?cibo per volta.Se lo partoriranno humori freddi,& groffi,i cibi faranno in- Ztdt^ Jìfiui,& alTottigliatiuucome fono i ceci rolli, ò l'acqua de i ceri con la fenape. Rimedi Per confortar poi il cuore, fe gli darà in beuanda a digiuno il garofalo polue- "opTdlhl tizato con vino; ò il nardo nelle materie fredde, & nelle calde 5 per confortare morifr'e% con la fuauità dell'odore il cuore, acciò fatto forte, & gagliardo, difcacci da fe f. &srf Quelle cofe,che gli apportano nocumento>& danno. Della difficulty del re/pkare. Cap» Ulh
A difficultà del refpirare in quefti animali è di tre forti ; per- Pföf&*
cioche, s'ella non è di troppo momento, & fenza fuono , & re dì trC-J ftridore j col nome del genere fi chiama difficultà di rifiatare > ^Lcu!tÀ b ( come dicono i volgari J fiato groffo. S'ella è vehemente , di rifiata- te, tale, che non poffa il cauallo rifiatare fenza fuono , & ftri- ™r'Jhfat0 ^0re, fi chiama afma, fofpiro, & bollò impropriamente, efìendo folamen- Afma.
r?boIfi(fecondo i Grecia quelli caualli, che hanno i polmoni vlcerati, rot-i
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J > & pieni di marcia. Ma fe oltra i mali predetti s'aggiungerà anco que-
^0 di peggio, che non pofla tirar il fiato, fe non col colio alzato, & dirk- 0rty lp3 Orthopnea vien detta . Generano quefte tre differenze della relpira- «*. ^one offefa tutte quelle cofe, che aggrauano, & impedifcono i polmoni, Ca'^ 0 diafragma, la via del fiato, e i mufcoli , che muouono il thorace ; efsendo
clUefte membra il proprio foggetto di quefte paffioni ; & le cagioni loro fo- n° interne, & efterne. L'cfterne fono i cibi poluerizati, & pieni di terra, ò W<™*[ jWati, ò guafti ? come fono fieni, ftrami, paglie, biada, & altri tali : l'acque *ngofe, corrottelo troppo fredde5 & maflìmamente quando gli vengono
I 2 date '
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13 % Delle Infirmitadi
darea bere libicamente dopo la molra fatica, efsëdoancora icaualli rifcalda*
ti, affannati, & pieni di fudorej & le fatiche fouerchie, & violente; nel che ti" memi, corrono facilmente i caualli ripieni, &graffi * L'interne fono la Grettezza dà petto,& delle nari, i'ecceffìua caldezza de i polmoni ò fola, ò congiunta coil-* quella del corposa troppa ficcita,& calidità;la debolezza, & mala com piedo- ne delle membra della refpiratione j Io diafragma, òil raediaftino, ola pleura poftematijil vento raccolto nello ftomaco,ò nel colon inteftino,doue egli è at' laccato fotto Io ftomacojcome fi vede manifeftamenre ne i caualli che hanno ì dolori, per hauer mangiato molta copia di cibi freddi, & ventofi j il rutnorf del fegato,ò della milza comprimendo lo diafragma j J'afpera arteria i m pedi* ta,& copreiTada qualche poftema; rhumidità,ò la marcia raccolta nel petto') gli humori gro(Iì,lentj, & tenaci; i quali ò vengano dal capo perdiftillatione* o dalle membra vicinerò generinfi negliiftefli poImoni,riiì:ringono]a via de» vifficuiti fiato, inuefeano, cuoprono,& impedifeono il mediaftino, lo diafragma, &J ricwtfi mufcoli, ebeferuono a mouere il thorace; onde offtfe quelle parti, & riftret^ smeri. leftrade per doueentra, & ekenaturalmente l'aere, fegue la difficultà del rp fpirare,& quel fuono,ò ftridore,che fi fente,- & gli altri ftrani accidenti, che fa // refpim- qyefti animali ft veggiono. La onde fecondo la diuerfita, quantità, & quali1"3 &eIZrjò, delle cagioni materiali, & fecondo il fito, & luogo, che occupano, & offendo; fecondo ia n0jfi generanogran differenze, & varietà nell'anhelito, & diuerfi mouimen^ vSfJà non naturali, percioche, fé occupano la parte didentro, & quella di fopra de* ff&defil Peonia & impedifeono, & offendono lo diafragma, lafpera arteria, e i mtf' cooffefi. (coliche dilatano il thorace, vengono a produrre la difficoltà di tirar' il fiato '> Sfirarti non potendolo diafragma, ei polmoni impediti, coperti, & ripieni d'hu*170' fiato da-, re raccoglierli benenel riceuer l'aere,ne i mufcoli,che aitano a dilatar gaghaf' g proce- damente \\ thorace, far l'officio loro : ne riceuer aere a bafìanza eflendo la via del fiato riftretta,ò com prefla. Se riempiono quella di.fuori,& di fotro,& daO' Difficult* neggianoimufcolijcheconftringonoil toracejcagionanoladifficultàdi mafl' dimandar dar fuori il fiato ; non potendo dilatarli, ne aUargarfi a fufficienza i poJmc11 {Uo°rdìficte nellVfcir fuori l'aere ribaldato, ne i mufcoli conftringere il thorace a battali' rmga. za. Ma fé occupano ambedue i lati de i polmoni,^ impedifeono da ogni Ut0 \o diafragma, & offendono f afpera arteria, e i mufcoli, che confìringono, & DMcuhà dilatano il thorace, fanno la difficoltà del ri ceuere,& mandar fuori faeifc^' rl&mZn Quefte varietà 3 & differenze apparenti del refpirare, le qualidimoftranor iZJflì Parte affettala qualità,& grandezza del male,fi conofeono in quefti anim**' che pacau oltra le cofe dette, del vario mouimento, & battimento de i fianchi, che #n' fata- no contra il loro vfo naturale, nel tirar con difficultà, & mandar fuori il fìat0' §t&L Conciofiachealcunidiloromuouono, sbattono i fianchi velocemente? * frequentemente,& con molta vehemenza, ò per eflerfi fatto più gran ie ijci' Jote ne gli ilromenti della refpiratione, & nelle patti fpiritali -, ò per vicerig nerati di frefeo ne i polmoni,© per poftema calda, come nella peripleum^ \ Ò per altra cagione > che nelle parti fpiritali effercalor non naturale di &$ L$ jonde hauendo la natura impedita,& offefa bifogno di refrigerio5con fre^e- za,eon velocità, & con vehemenza grande tira l'aere efterno freddo a J^feo rareilfouerchio calore del cuorej il che dimoftra efTer nell'animale am»1'3 fja dfu'^7 neceffità grande di refpirare,& virtù potente,& gagliarda? ma-gliftro^^gf. ^^sp#&nfemi^^ cipio, ferverfoiiftìoprincipio, &maflimamenteneiboifijpoicheogni s^f.
prince
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De' Caualli. Lib.' HL ijj
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Principio infiamma il loco oue fi fòj&Ja virtù allhora ègagliarda,ma cokem-
Po nelle infirmiti fi fa debole j onde non può dipoi l'animate indebolito con ^nta frequenzav& vehemenza rifiatare, nedimenare i fianchii& altri batto- lo fpeffo'i fiachi,per hauere eglino impafsiti,oefsiccati i polmoni^ veramen ^attaccati in parte alle cofte;òinduratis&poftemati;ò il petto ripieno di mar c'a,ò riftrette le vie del fiatojonde èneceffario3che il rifiatare,& per cpfeguen ^e il mouer de' fianchi fia.frequente, acciò con lafua frequenza, & fpefcezza ^pplifca alla velocità^ & grandezza del moto, che far douea j & alcuni altri Pian piano,& con tardità muouono i fianchi jilche procededalla virtù debole, Che non può muouere fortemente,&!in vn fubitOjCòme faria neceiTario3qUelli ftromenti, che fi ricercano a rifiatare^ & da i polmoni eonfumati> ò ripieni di vjceri,& poftemefredde,inuecchiate)&eopertiJ& circondati inficine con lo diafragma di materie grofle,& vifcofe,che gli impedifcono,& indebolirono; & in oltre,alcuni caualli nell'attrarierè l'aere,tirando ifianchi gagliardamente to dentro,fanno gran coftato,& altri premendo i fianchi pian.piano,fanno il toedefimo;& ambeduenel rifiatare fpingono,& inalzano grandemente i fian- chi in fuori ;& quefto viene dalla virtù debole,che non può in vn fubito,& na- Juralmen.te comprimere,& muouere gli ftromenti, che fi ricercano a riceuer 'aere; & dall'effere offefe le parti fpiritali,& li mufcoli,che feruono alla refpi- ^tione,«& maggiormente quellijche riftringono il thorace;& dall'hauer bifo- §^0 l'animale per rifiatare di aiutar il diafragma co tutti i mufcoli,che feruo- fj° a muouer il petto,& dall'elTere impaffiti,& efficcati i polmoni,ò ripieni;& '*diafragma coperto per la parte di fopra d'humori groflì,& vifcofì5& quello Procededalla virtù gagliarda, & dall' inobedienza de gli iftromenti della re- Jpirationej; percioche non potendo il diafragma impedito ,.& offefo nel tirar •1 aere ràcCoglierh\fe non con grande sforzo,& con l'aiuto de gli altri mufcoli per far l'officio fuo,fecondo il bifogno,& voleredeiranimale,tira con forza in sù,& in dentro verfo il fuo principio le punte delle cofte illegittime,alle quali !U ar.taccato,& riftringe confeguenternente la parte più baifa dd thorace, & Jj ventre;talmente che appaiono in quel moto non naturale le punte delle co- iHeggittime fporgere,& inalzarfi in fuori;& far'vn rilieuo,ch' alcuni nomi* nano cordone$& vogliono che fia proprio fegno de' caualli bolfi: il quahilie* cordone y° fi Vede apparir hor più alto-, & hor più baflojfecondo che il diafragma fi rac che coj< |
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Soglie in fé fte(To;& con gli altri mufcoli conftringe più, & meno la parte più jltA
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"che
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' fiifichi.
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jjafladel thorace,& il vette Altri poi
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nel riceuere TaerevCanno due premute co'
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Ranchi in due tempi diftinti fra loro;
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& nel cacciarlo fuorifbfpingono gagliar É
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?amente i fianchi alljnsù con vn mouimento foto; dal quaraccidentequefta ....
0rte d'attraher l'aere è fiato chiamato d'alcuni anhelito doppio,cioè fatto in dolchi
Ue têpi diftinti;& i caualli affetti di tal male pulfiui,ò pulfini fono ftatìchia- 0aH'o
^ati.Ciò procede oda materia tenace,chc nella parte di fopra della cana del definiti Polmonefiainuefcata,la oueituoirami maggiori hannoprincipio; la quale PuJfiui. " on lafciacosì alla prima volta fcender l'aere ne i polmoni nel tirar'il ütttymlcaf'dd-
^i polmoni ,& da gli ftromenti della refpiratione efficcati ,& indurati;, 9 l'^h^t0 J°Ppo rifcaldati^ ò daU'eflcr offefi maggiormente,ò indeboliti, il diafragma, °m°" jp toufcoli,che dilatano il thorace, che quelli che lo conftringono, & ftruo- ^° a mandar fuori il fiato: onde non potendo la natura con vna premuta fola f€ fianchi tirar l'aere bafteuole a far vento al cuore^fi sforza tirarlo con due y 'rMendofi di tutti gli ftromenti a ciò neceifarii, Et altri per lo contra-
Oi l 4 rio nel |
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jj4 Delle Jnfirmitadi
yip nel tirar il fiatp fanno vna premuta fola eo? i fianchiY& nel mandarlo fuorij
fofpingpno in due volte i fianchi, inalzandogli, & gonfiandogli grandemefj' te;& e fegno,che i mufcoli?chedjlatanp il thorace,fono menoofFefi,chequeJ' li, che lo conftringpnp j ò che fopopiùgrauementei rami piccioli deirafpera arteria offefi,che j grandi,per eflere ripieni di materia j onde non può ageu<^ mente l'aere rifcaldato dal finiftro ventricolo dej cuore ritornare indietro a J polmpni.Àlrri poi nel cacciar fuori il flato ?n due volte,lafciano prima andarÊ pian piano i fianchi ài fuoluoco , & dipoi gli rifpjngono con vn sforzo grafi' diurno in fuorij& ciò fanno alle volte tanto gagliardamente,che fi veggio*10 in fuori le punte delle cofte iliegitime, & inalzarli tutto il coftato, & il ventre Segni pror infino alle fpa!lfj& ciò nafee dalle cagioni dette poco di fopra, 1 fegni proprO P+ di quefto male fonoij batterde i fianchi nel rifiatare» o più tardi, ò più for^ * ò più fouente dellVfo naturale.- & il raccogliere, & l'aprire neH'ifteffo temp0 rfmjrìnm gr3n^emente,& condifRcoItà le pari.J fegni poi,oueroaccidenti,che non ac- ■ accampa- eompagnanpferiipre,& necéfsariamente quefta pafiione,non ritrouandofi'0 Se!ll mztl l caualli affetti di quefto malese in ogni tempo,mafolamente in quefto pin quell'altro particolare,- ne tutti vnjtamentein vn foggetto folo, mafp^' zati,fecondo,che porta la qualità,& la grandezza del male; fono varij,& di* Uerfi,& hora più, Schora meno gagliardi; fi come iVna forte di quefto male e più vebemente dell'altra, & che la cagiònedel male è più, & meno ppflentc» Et quefti fonojche alcuni animali infermi,oIf ra i propri) fegni,hanpo la tofse fecca, altri numida $& quefta ò continua, ò interpola, & rara, per interualJ' inequalij& nel toffire alcuni di loro tengonp il capo alzato^ altri lo tengo*50 chino,- & fanno fembiante di creppare; 8? alcuni tofsendp traggono petd> & rnojridopo il cibo,& il bere toffifeono più gagliardamepté,& frequenten^0- te,che prima no faceuanoj & altri nel toffire cacciano per le nari,p per la boc- ca humori liquidi,& fcprrentij & altri humori groffi,vifcofi,& màrcidi; & nel mandar fuori il fiato, fpingono il forame molto in fuori, & fpefso cacciane fuori il membroj&alcuni ftannomelanconici,anfano,^foffianocotì lenaPi hanno gli occhi horagialli,& hora rofïïgnii& loro puzza il fiato; denotane? SSe'cTe $ -atp pU7'z°Jentecftere putrefatti,& guafti gli humorj,p qualche altra coW %ZT ' pelli ftromenti della refpiratione 3 ò qualche particella del polmone, òde^ Sem del- ^ua canna ? ^ Per^9r**ft* puzzore non procedefse dalle nari, ò dalla bocc^ l'orthono- -
del caualjo5& altri m3ffimamentegliorthoncici,& gliafmatici hanno l'an^'
\'dma.d' Jito infocato,picciolo,veloce,& frequente;&lenari grandemente inflame'
' \ te, & rofse, per )a pran fatica, che fentono nel pigliar grauemente, & cac#f
fuori 1 aere,- & tengono gli occhi molto aperti; ^sforzarla caminare, ò a c°r*
rere,per la molta pena della fuftbcatiope, fono coftretti ad aprir la bocca f°r'
nacchiando,& ftridepdp,*ò veramepte a fermarfi3& a gettgrfi in téf ra,pue^
Tronoflico. fi riuoltapo,ma fi sforzano Jeuarfi. QUefto male, ancora che fia fera'pre irf*-'
geuole de curarfi,nond jmePp efsendo pouo, fi pptrà fanare, vfandoui graf»°L urna cura,& diligenzajimperoche efsendo vecchio, è incurabile,* & vepe'V per Io più in quefti animali da materie fredde,& hupiide,& da humori gfö h cura. Vifcofi & tenaci, raccolti ne i polmoni, & nelle membra della reipiratio11^ ^
Modo di quefto farà il principal poftro ragionamento. Si terrapnp adunque ie3**L, r^cre. affetti jn ftalle nette, che fianp temperatamente calde, & inclinino al ^Lj-
fehifandp quanto più fi potrà rhumidogrande, &il freddo,• fi pafsegg'r^ no due hore mattino, & fera auanti U cibo; riguardandogli dal trottare ^ correa
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De'Gaualli. Lib, III, 13 j
correre,perche fono noeiui:&fe gli faranno fregagipni,fin che vengano in fu-
rore; & fi nutriranno di cofe calde mefcolate con altroché bumettinOi& con- ferifcano a i polmoni,* & che habbiano anco valore di aiTottigliarei tagliare, & nettare i grofsi> & vifcofi humori, & quelle parti; come fono la paglia, ò il fieno bagnati con nitro, ò mefcolati con toglie di cocomero felpaggiò ; l'orzo cotto,ò crudo mefchiatocon orobico feme di cocomero feJuatico,ò con feme di lino, ò con fieno greco; i ceci rofsi, & gli orobi dati jnfieme; ò gli orobi foli ftati 3 molle in acqua, ò mefchiati con mele j percioche efsendo gli orobi ab- fterfiui, incitali, & aperitiui; così preparati purgano il petto, fk i polmoni da gli humori grofsi;li palloni di femola con polue di regolitia,& mele-co i quali c'bi per dargli maggior virtù,& pofsanza,fi potranno mefcolare alcune delle Seguenti polui;come più parerà conuenirfi alla qi>alità,&grandezzadel male, Polue d'agarico, di radice di cocomero feluaggio, che fono ottime. Polpi di radici di gentiana,d'ariftolochia,di enula,& di polmone di volpe. Sarà ancor buono dargli per quindici giorni nell'orzo* ò nella femola barbe di cocomero feluaggio,ò di pan porcino tagliate minutamente,dandone onde tre per vol- ^jdifeccandoelle.comen'hadimoftratalafperienzaj&euacuandoquelJitri- fti humori ; ò fargli mangiar continuamente lardo vecchio di porco fatto a Biodo di dadi piccioli,mefchiatocon la biada,òdar loro a mangiar'in vna fol volta due libre di lardo di porco tagliato minutamente,& mefcolato in grano cotto,efsendo flato due dì fenza bere, & mangiare: il che fuole fanare quello *Bale,quandoèfrefco. Se gli daranno a bere acqua tepida con nitro,& mele; 0Uero acqua,oue la femola fia ftata bollita; ò beueroni con farina d'orzo, ò di &ue, & mele; ò veramente acqua melata, ò acqua d'orzo con mele ; ò acqua Pettorale;© acqua piouana con nitro,ò vino dolce.-douendo eiTer fempre tutte le beuande tepide,^? mefcolate con nitro;il quale aflbttiglia;& taglia i grofsi, & vifcofi humori. Mangiato che hauranno, fi faranno lïare alle volte imbri- gliati,mettendoglisù l'imboccatura della briglia pepe poluerizatOjmefcolatq son mele;accioche fcendendo ne i polmoni,glipurghino;& nettino. Per pur- Bar poi,& euacuar gli humori,fi potràf fé il bifogno lo richiederà^ il camallo, *arà giouane,& di buone forzejcauargli fangue dalla vena commune del col- e*wfrn Inquanto parerà conuenirfi;& per bocca fé gli daranno ò prima,che fia fano,?w" 0 dop0;il chefia megliofpreparati gli humori con beuande,ò con polui3ò con •"adicijò herbe,mefcolate con la biada,ò con la femola)medicamenti,che CU 3" dicamenti <-uino j grofsi,& lenti humorijreiterando quante volte farà bifogno le beüan- fjj^ ^,& dopo quelle le medicine;ouerofegli faranoogni terza di cliftenj dice Summ. laure3, &c ài cocomero afinino; ò di deeottione d'agarico , di cardamo, éi ckfierit' Jj^ipo, &diepithimo,conalquantodeuforbio; òdi coUoquintida, con olio j1 rUta,c3mmomill3,& fale;auuertendo(comefi èdettojcheneldsr lebeuan- £umim* He è da ofleruarfi,che i caualli auanti le pigliano, Ciano flati quattro, ò cinque «ore lenza mangiare, & dopo le beuande vna,ò due bore imbrigliati.; & poi fi £»bino:& parimentcche auanti la medicina,mangiato che bauranno i canal- 'la fera la prebenda della biada, ftiano il reftante del tempo lenza cibarli ; & |
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-°Pola medicina vna, p due hore imbrigliati « & fenza mangiare ; acciò pof-
ia.Jl0 fare la fua operatione i medicamenti, è fieno mofsi leggiermente ( ft fia r,,0gno) acciò non ributtino la medicina, & chei fuoi cibi fieno palloni ài - ^Jola con mele, ò femola, & beueroni,con farina d'orzo tepidi, ò acqua te* per jj£j m* • Si prepareranno gli humori a poco a poco con cofe 9 che nettino, fc/^L mondi- mm'
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ïj<$ . Delle Infirmitadi
mondifichino il 'petto,& ipolmonïda i putridi,& grofsi humori;& con quelle
-che riabbiano valore, & for za di nettare, tagliare, & maturare quelle materie
groffe, & vifcofe $ per il che fi daranno loro per quindici giorni ogni mattina
preparati confemola,ò con orzo duo cucchiari d'agarico in poIue,-ò tre dramme di pan
gii humori porcino, o di barbe di cocomero feluatico tagliate minutamente con nitro?'
S^y^pofciaperm
'debbano, fpeflo fuccede nei mali noui,& non troppo gagliardi)fegli faranno mangia*
re mefcolati con femola trecocchiari per volta della feguente compofitione; che a farla fi pigliano tre cauoli con le foglie intieri, lei bicchieri d'acqua, &■ libre tre di mele; & bolliti infieme fin che calino il terzo, vi s'aggiunge tre-; bicchieri di fortifsimo aceto, & onde due d'agarico poluerizato j & dipoi » fanno dinuouo bollire tant®, chediuentino fpefsi, & s'adoprano j hauendp chfgi?nl l'aga"co virtu di mondificarc il petto, & i polmoni , & tutte le membra fpiH- habbia. tali dalla flemma » & da i putridi, & grofsi humori ; & effendo il pan porcino abfterfiuo,incifiuOjaperitiuo,& digeftiuo5& purgando il cocomero feluatico la flemma,& la colerajouero fé gli daranno col corno per noue,ò dieci, ò quin dici giorni in beuanda la mattina auanti il cibo il feme del pan porcino fatto in po!ue,& diffoluto con vin dolce; che gioua all'afma,& all'altre ftretture di petto; ò l'ofsimele, dentro il quale fieno bolliti le radici di regolitia, il marob* bio, & il mele rofatoj ò la decottione di radici d'enula, la quale gioua molto a gli afmatici,&alii ftretti ài pettojò la radice di ariftolochia rotonda,& di gefl* tiana in egual pefo,& rnefcolatc con vin dolce,- ò la beuanda, che a farla fi pi* glia vna tefìa di caftrone, & fi fa tanto cuocere,che la carne fia diftaccata dal- l'offa^ tutta fi disfacciajpofcia leuate via l'offa^ aggiuntoui libre cinque & vin dolce, ò di faba, midolla di vitello oncia vna, graffo ài porco libre due5& aceto libra meza,fi fanno di nuouo cuocere, talmente che rafreddandofb ri- mangano come apprefe3& meifoui dentro oncietre di draganti mollificati,^ feme di lino, & di fien greco ana libra voa,cotti, & ben pefti, fé gli dà vn bol- Iore,tanto che fiano disfatti igufci,& ben incorporati infieme,& poi tepide lì adoprano;& fé non feorreffero bene per lo corno,fitemprano con faba,ò vi- no dóleejò quella che fi fa di garofali dramme tre, di noce mofeatedi zenze- uaro,digalanga,diguado,dicimino,difinocchi,dizafaranoanadrammetrej & di tre torli d'voua feioki in vin bianco} ò la beuanda d'acqua piouana, ò ài
fiumeidentro le quali fia flato per vna notte in infufione tritello di formentO' aggiuntoui ^colata che farà) zuccaro, ch'odi mandole dolci, & mandole b^ pelle; la quale data in quantità di due boccali per volta, netta i polmoni,^' turando quelle materie grofle,& rende facile,& libero il rifiatare, & fracco 'a toffe fé vi foffe, ò la beuanda fatta di polue di noce mofeate, dj can nella an3 dramme due, di zenzeuaro fatto in polue oncia meza, & alquanto di polue ^ regolitia, mefcolate infieme, & (temperate in mezo boccale di vino dolce, ^ altrettanto d'orina humana: la quale vale allafma,a bolfi,per materie fredfà Effettidei- òl'orina frefea humana ; la quale data per noue, ò dieci giorni in quantità l'orina hu- dueboccali per volta,purga,&difecca queglihumorijò il beueraggio digaf • fali,di noce mofcate,di galanga,di cardamomo, di ghianda,di cerri,di ^{ ' di fìen greco, di zafarano in egual pefo fatti in polue, & di fiicco di regoli^' Monadi difciolti, & ftemperati in vin bianco dolce; òil mofto roffo d'vua; il q"a^jar |
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yuarojpi.
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to per cinque giorni continui, euacua,& ribalda* dandogli dipoi il m^j^
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bagnalo in acqua;ma è perigliofp molto,Preparati gli hurnojï,per eua^jl
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De' Caualli. Lib. III. 137
fe gli daranno col corno(ftato l'animale a digiuno la notte precèdente^ onde E
due di fucco del cocomero feluaggio$ ouero la beuanda, che fi fa con agarico guhumori. °ncia mesa, fcamonea due danari, e mezo, falgemma oncia mera. pefto, & tt^im Paffatoperlofetaccio, fciolti con acqua melata; ola trementina chiara libra vna,& oncie dued'euforbio con acqua d'orzo; ouero fé gli darà in tre volte in Pillole la miftura fatta d'agarico oncie otto,ariftoloehia rotonda onciefei, pe~ paiole. ce nauale libra vna & meza, fatti in polue; trementina libre due s mele crudo, Jardo di porco ben lauato, & pefto ana libre due, polue di maggiorana oncie jei, mefcolate, & ammaliate infieme in forma di pafta,con le mani tìnte con *a farina d'orzo: la quale è ottimo,& fperimentalo rimedio, ò la medicina,che *ì fadi capei venere, d'ireos, di marobbio, di paffi, di regolitia> di fieno greco, Poluerizatiana dramme cinque, di cardamomo, di pepe,di mandoleamare 3 di baurach,di femed'ortica,cTagarico,di colloquintida ana dramme due,fatti 1{i polue, & difciolticon due libre di mele,& decor tione di regolitia,tanto che fi faccia liquidai pofsa ben feorrere per lo corno: la quale data due,ò tre vol- te per bocca al cauallo,ò inanti, ò dopo che fieno preparati gli humori,fa mi, labile giouamentojò quella cheli ^a. di decottione di regolitia,di capei venere, di marobbiojdi vino dolce ottimo,di baurach,di cardamomo,di ciafeunoon- eie duejdifemcd'ortica^d'ariftolochia rotonda ana oncie tre,difsolutouiden- trofcolata che farà)polue d'agarico oncie cinque, & di polpa di colloquintida oncie tre,& mele libre due: la quale fi dà due,ò tre volte, & più fé facefse bifo- §uo,&fa mirabile efFetto,& fana fouente/e il male non èinuecchiatojhauen- do oltra le altre cofe la colloquintida virtù di foluere la flemma, & gli humori virtù deU v,fcofi, & di mondificar il petto, & i polmoni ; ò la medicina, che a farla fi pi- uuirc^ guano cinquanta lumache col gufcio > & rotte, fi fanno bollire in quattro bic- chieri d'acqua, tanto che calino il quarto,- pofcia colata J'acqua,vi s'aggiunge mele rofato, mele commune, di ciafcuno vna libra, & fi mettono al fuoco, & mentre bollono, fé gli mette dentro oncie cinque di fucco di foglie d'ebuli, & °ncia vna d'incenfo poluerizato j & oncie quattro di zuccaro, & vi fi lafciano lanto, che fieno bene incorporati infieme, poi fi leuano,& fi ferbano3& fi ado- Prano(ftati prima vna notte al ferenoj la quale fana il mal nuouo in poco fpa- C1°di tempo,data auàti,ò dopo le beuande,òle pillole,che fi fanno di lardo di P°tco libre tre,dibutirofrefco libre due,di fieno Greco cotto libra vna, dife- sa pigra oncie due, di mele rofato oncie tre, d'vna radice di cocomero afinino *atta in polue, &di fcammonea dramme due, mefcolate, & ammafsate infle- tè, che giouano al fiato grofso,a gli afmatici,& a i bolfijò la medicina,che eo- cene gentiana,cinnamomo,galanga ana oncia meza,poluerizate, iera pigra> Riebbe, di ciafeuno meza oncia, (temperate in vn boccale d'ottimo vino , plce: la quale ne i mali nuoui fa mirabile effetto, hauendo però auanti la me- dicina in cinque mattine pigliato ilcauallo la feguentebeuanda,che fi fa d'ac- que di marobbio,d'abfintio, di cicorea ana libra meza, di zafarano meza on- Cla,di lifeia dolce fatta con cenere d'oliuo vn boccale, mefcolati, & incorpo- ri infieme ; & <j0p0 quella togliendo ogni mattina per otto giorni continui ^attro bicchieri di fero di capra con alquanto di fale trito per ciafcuna vol- Remedy *a'Per correggere il calore delli medicamentijò veramente efsendoil mal nuo ffi&ì. ^?>le gli darà prima in due mattine la beuanda,che contiene libre due e meza &w«fc J %n Greco ben cowo,fibre tredi butiro frefeo, & olio di lino, & di noce ana cWj& ncie tre, mefcolate infieme : pofeia il terzo giorno trattogli fangue dal collo. #% fé gli
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^Medici-, fe gjj d^à ]a feguente mattina la medicina,che fi compone con firoppo rofato
tre bicchieri,agarieo in polueoncie due e meza,trocifchi con l'odimele quan* to bafti,& libra vna di mandole dolce$& dopo quefto, pafsato quattro giorni* fé gli getteranno giù perla gola quindici voua macerate per ventiquattro ho- reinfortiffimoaceto#)uero purgatoli cauallo co le barbe di cocomero feluag- gio,& col nitrose gli darà col corno in tre mattine la feguente beuanda,che a farla fi piglia draganti ammolliti onciedue,fien Greco libra vna; & bolliti in- fieme in acqua dentro vn vafo di terra, & ferbata la decottione, fi peftano be- ne,pofcia aggiutoui onde due di graffo di vitello,& libra vna di graffo d i por- co^ barbedi dragontea libra meza,& gentiana oncia vna, fi peftano bene,& fi mefcolano lungamente in vn mortaioj & vltimamente medi nella decottio- ne ferbata del fien Greco, & delli draganti , & in libre cinque di vino bianco dolce,ò di faba$ & datogli vn bollore a lento fuoco,fileuano,& tepidi s'ado- Rmedii prano. Euacuato, & purgato il cauallo, fé gli potranno per ageuolare lo fpira' E ?f%7- re>& *euar anCatto la difficultà del rifiatare, fé vi foffe rimafta,dargli in beuan- rare, da^cqua melata, dentro la quale fienocotte radici d'ariftolochia rotonda, & della centaurea maggiore, ò fichi, regolitia, fieno Greco, vua pafsa, ifopo, &■ marobbio; ò gettargli giù col corno polue di polmone di volpe mefcolata co*1 Nel fine orzata, ò con acqua melata. Se gli potranno in oltre, efsendo vicinoal fine I* dei nude, CUra(per confumar le reliquie di quegli humori)gettargli giù per la gola la de* 'debba!jQ cottione di capei venere,& di finocchi,cheleggiermente tagliano,afsottiglia- no,& maturano le materiegroflej ò la decottione difemedi orticaio quella di calamento,oi pulegio, d'abrotano, diruta,d'ifopo, di nafturcio,di parafsio* pefti benejò la decozione di foglie d'ifopo,di faturegia,di parafsio,di farfara di foglie d'ireos, d'herba di molti fiori, diradici d'enula ,di ciafcuno parte v- guale: la quale data più volte mattina» & fera inanti il cibo, ha virtù, & valore Suffumi- di feccar gli humori j & fargli alle volte fomentation!, che penetrino nel capo, $■■ nel petto, & ne i polmoni, mettendo dentro la biaderà in vn pignatto nuouo con cenere, & bragie le cofe atte a ciò, che fia alligata al capo, talmente che il fumo non pofsa efsalare,ma entri tutto per lo naìo,& per la bocca del causi- lo : al che ottimi faranno il caftoreo, il quale fecca ottimamente s il folfo, che gtoua grandementeaH'afmaj& la cornpofitione di cofto,di ftorace,di teda>d* arfenicoroffojdi galbano,di maftice,di ciafcuno parti eguali$& lefoglie,òr*' dicidi farfarella : le quali abbrufeiate fecche su i carboni, apportano giotf*' mento alla toffe, all'afma, & a gli altri difetti del refpirare $ confumate le rr# panfuma-ter,e> fegli faranno profumi per confortar i polmoni relafsati con polue 4- te le&'djte- polmonedi volpe, mefcolata con polue di mirto, òdi mirrha. Non potenti rme%aIIo- fanare con medicamenti i caualli, ò per la vecchiaia, ò per la grandezza <je fr-arfideb ma\e3 per mafcherarlo, & nafconderlo in parte, & render più atti i caualli ^ Non fi fa- bifogne humane, fé gli potrà cuocere in modo di croce ambi i fianchi, &c ^ 'medkaZì dcrecon ferri ardenti le nari, & il forame: acqocheperlofocononpofs^ ti u male dimenar i fianchi fi gagliardamente, & poffanopiù facilmente fpirare P£fnj d%£r ^ na" aPer^e> & cacciar fuori il vento per lo forame $ ouero, come fanno aK1^ (per ingannare i compratori,) fé gli potranno dar beuandcche hanno vlt^%fl Rimedi) va*or<; di far che fin ad vn certo tempo determinato i caualli non battine J ^ # Venendo il chi più fortemente dell'vfato : le quali a buon fine faranno tralafciateda^fl^ %tleffìu£ -^a (e q^fto roale procederà da eccefsiua calidità,chefignoreggia i J*^^ ?dtdkÀ, congiunta con la calidità del corpo, ò da fé fola 5 bifognerà adoprar fitC |
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De'Caualli. Lib. III. 139
lllsnte,& efleriormente cofe,che rafreddinojcome fono acqua d'orzo,orzata,
Recato rofato,& altri fimilij & efsendo 1'animale fanguigno5cauargli fangue mJ™cL dal lato finiftro. Se da troppa liceità, & calidità, la fua cura farà fimile a quella; ytem dc^ de i caualli,chefono veramente bolfi,& tifici, & di quelli, che hanno il maraf- SS5- %. Se verrà per l'altre paffioni,chefonò molte, fi cureranno prima quelle, & Il^dd dipoi la difficultà del rifiatare. wJÏTaL altre paf-
.... . (ioni. Delia penpleumoma. Cap. V.
A peripleumonia è inflammatione de i polmoni,che per Io più vie- Def.nim-
ne in quefti animali dal fangue mefcolato con la flemma, ò coniJLyj, la colera; ò dalla flemma fola putrefatta s ò da catarri, & diltilla- tioni inuecchiate,& altri humeri raccolti ,& dimorati lungo tem- po ne i polmoni : come se vitro in alcuni caualli aperti, moni in pochiilìmi giorni di quello male: i quali haueano le telcche partono il petto, JldiafragmajCopercitutti^&inuefchiatid'humorigiall^&roiIìgnijgrofìi, vif- cofi, & puzzolenti, & vniti talmente, & attaccati mfieme 5 che faceuanofem- bianza d'vna tela grolla di lino,& i polmoni pieni di pofteme piceiolc, marci- de,& puzzolenti;& il finiftro ventricolo del cuore ripieno di grado giallo, & il condotto del fiele ferrato,&chiflfo;& il fegato corrotto,& guafto;& i tefticoli ^onfij,& ri pieni d'humori giallicci,& tutta la carne delcorpo,doue era il graf- fo di colore giallo,& roffigno. Termina quella inflammatione,oueropoftema calda del polmone in vari], & diuerfi modi ; percioche alle volte la natura per 2S& eiser potente,& gagliarda,rifolue quella materia radunata;& alle volte l'indù- perdiamo ^a, & alle volte la fa diuenir marcida, & alle volte la manda all'altre parti. Ser,ta' Tinflammationc procederà dal fangue mefcolato con la colera, verrà in vn fu- Sezni &l* bito, & fenza alcun fegno precedente -, & farà men difficile da curare j & il ca- «SSjSjj Hallo haurà vna febre ardentiflìma, & farà trauagliato dalla toffe 5 haurà gran Mfingue difficultà di rifiatare,batterà forte,& fpefso i fianchi,& gonfierà grandemente c™Uc6k~ k nari,& haurà l'orecchie,la boccata tefta,& il fiato bolìente;gli occhi infra m ^atijguarderà fiffo,terràilcapo chinos terra,per li fumi,chedicontinuo afeé- dono'per quelle ftrade larghe al capo, haurà la lingua gialla, vacillarà nell'an- ^are,faftidirà il cibo,beuerà aiTai,haurà le vene gonfie,& grofse,& parerà alle yolte ftupido,infenfato, frenetico, & pazzo. Se l'infiammationefarà cagiona- f&JJ l«i da catarri, &diftillationi antiche, & muecchiate; il cauallo molto tempo matïoncst Prima ch'ella fi fcuopra > farà trauagliato da vna tofsetta molto fpefsa j & alle Ì2£m' volte butterà baue,& tofsendo caccierà per le nari, & per la bocca humori ac- ^ofi, & roncheggiarà alle volte, & haurà l'anhelito graue, & batterà i fianchi guanto più forte,& più frequentemente dell'vfatojck fé gli vedranno tal vol- ta i tefticoli palpitare,^ mouere in fufo, & le vene, & le gambe fard gonfie-». Quando poi per la tardanza di quelle materie grofse 3 & vifcofe s'infiamma- StmJ4r Janno i polmoni, il mifero animale foprauenendo la febre, terrà il capo bafso, tl'nclZ |
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jjaurà gli occhi morti, & fitti nel capo, ferriera per la bocca, & per lo nafo più ma^"k^
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&
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^U'vfato j haurà gran difficultà di rifiatare, batterà fortemente i fianchi ; non %ifco[è.
P0t:rà tofsire,hauendone vogliajhaurà la lingua nera,& difficilmente can;inc- *a ) & tremerà fone ; & nell'andare vacilleràjincrociando le gambe tremanti; kftidirà ii cibo>beuerà afsai, & haurà il fiato puzzolente; & caccierà alle volte ^er lo nafo marcidi humori ,.& nel fine puzzolenti. Ma fé la inflammation^ verrà
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140 Delle Infirmitadi
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ìl%tn- verr* ^a catar" antichi, & dalla colera, & dal fangue, haurà il causilo la febre
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mattonC-J
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ardentifsima, & gli occhi infiammati, & la bocca, & la tetta bollente,- & gli al-
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datklfmetri kgm P.0^1" Poco ài ^°Pra ^a no1" • Qùefh infirmiti èquafi incurabile, non
fcolati con potendo icaualli darci con fegni chiari a conofccre il principio del male, ne lpoUaTue P0ten^° Per *° P*u l'arte> & l'artificio humano far rifoluere, ò cacciare fuori ■pronomd quella materia concorfa, ò poftemata in tempo conueniente j nondimeno ef Cura. fencj0 ji mal nuouo, & venendo da cagioni 3 che non fiano antiche, & inuec- chiate,& vfandouifi diligenza grande,!! potrà ianare,° perilche da principio fé Camrfan gjj cauerà fangue a baftanza dalle vene del petto, & daquelle de i fianchi, &f* lurmio- purgherà,gettandogli giù per la gola col corno la mattina(e!Tendo fiato la not peMediarte precedente digiuno) la beuanda, che fi compone con libre quattro di lardo ne. di porco difciolto; & libre tre d'olio commune, & oncie fei di caflia tratta; # eiMem dopo °gm terz'0 giorno fé gli terrà lubrico il ventre con clifterij appropriati alla cagione del male;& ftando il cauallo in luogo netto,& temperato,!! terrà Modo di mentre la forza, & la virtù è gagliarda a dieta grandiftìma, dandogli tanto da viucre. rnangiare,quantobafìi a mantenerlo in vita; pofcia fi ciberà piùcopiofamen- te, hauuto rifguardo all'età ,ai male, & alla qualità del tempo j al che farann0 buoni l'acquà calda, l'acqua d'orzo col mele, la decottione di malua tepida > l'acquadi mele,beueroni con tritello,acqua d'orzo con farina di fromento,or" zo pilato, orzata, paltoni di femola con mele, l'odimele con l'orzata, ò folo; il quale vale,datoin quantità fufïïciente,nelle materie grofle,& vifcofe, quando la virtù è ancora gagliarda, it fé la virtù del cauallo farà deboIe,ie gli trarran- no giù per la gola torli d'voua con Forzate, ò con brodo di pollo , ò di calino- ne,- ouero torli d'voua con il bottiro, ò il latte col mele. Purgato, & euacuatO Rimedi! il cauallo per maturare quelle materie, fé gli darannola mattinaauanti ilei00. VTmu biande tepide di decottione di radici d'ireos, d'ifopo, di fichi, di datteri> o* gro'ifl>■ ' giegiole,d'vuapaifa,diregoIitia,&difarfara;aggiuntoui,&diifolutouiden' tro(colata che faràjdraganti,& mele a baftanza; ouero fé gli getterà giù per la gola per nettare,& purgare i polmoni decottione tepida d'aneto, di regoliti^ & d'vua pafla ; ouero l'acqua di mele, dentro la quale fieno cotti rifopo,& J* radice d'ireos; ouero l'acqua di mele, dentro la quale fia difloluta poluedel' la radice dell'ireos 5 ouero il bottiro difciolto con acqua di mele; ouero l'ac' qua di mele, dentro la quale fia cotto l'orzo, Tvua palla, l'uopo, la regolitia,le Vmiom. giegiole, il marobbio, & l'origano ; & fé gli vngerà il thorace contra pelo co? le mani intinte in olio caldo di mandole dolce, & amare; ò veramente irino^ di ruta; ò con grafso d'anitra, ò con bottiro, caldi; & così s'andrà facendo? ^ che fia guarito l'animale. Dei boi/o. Cap. VI
Boifivera- 'WlWì^M ^lfi f°no veramente, & propriamente quelli caualli,i quali V*
mentequa- M WIJÊm hauerli polmoni rotti, & vlcerati, vanno confumando a V°c°«i u (tana, pj ïgrcj| poco la lorohumidità naturale, &diuentano languidi, magr^ ^|JBfr4i* maciléti,& finalmente fé ne muoiono; béche li volgari chiai**3 ,
Solfi fico» b0^ tutti icaualli i quali ^ancorché fiano grafsi, & robufti, &habbiano iP^ji |
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^/W^-rnoniintieriJbattono^perfìrettezzaj&oppilationedellenarijòperha^^
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petto troppo fìretto,ò pieno di marcia, ò per difficulty del rifiatare, ò P^n"
cagione) i fianchi più forte, & più fouente. dell'vfato; e nell'ifteflo temp0 *s TT iï "iti'
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DeVGaualli. -Lib. III. 141
fiano gagliardamenteJ& raccogliono le nari; & quelli ancora, che per la vec-
chiaia, Hauendofolamenteil fiato groffo, battono; fianchi fenza liauer'altro male. Viene queftainfìrmità quafì incurabile> & mortale, quando i vafi del Cm^u Polmone,© per caduta gagJiarda3ò per isforzo fatto in paffar con .falco ftecca- H,p fofli,ò per violente corfo in feguirar le fiere,ò gli nemici,ò per vehemenza dì tofle continuata fenza interualloa & altre vehementiagitationi vengono a fQmperfi,& a lacerarne & quando la carne rara,e fpongofa de gli fteffi polmo- ni & la tela morbida,& fottiIe,che lo vefte,col tempo fono ftate rotte>& vlce- race ; ò dalle diftillationi del capo, ò dalla marcia fermata fopra loro 50 da ma- cerie numerali dimorate lungo tempo nel cauo del petroso nei polmoni. Pro- cede anco da poftema rotta, e piena di marcia, generata ne i polmoni ; e dalla Propria intemperie, e maluagitàdel loro nutrimento. Ci danno a conofcere_j segni dei. Je rotture, & r viceré de i polmoni la difficulty del refpirare,il polfeggiare fpef- S^t *o de i fianchila toffe ò fecca, ò numida ch'ella fifia, & il fubito di magrir del- J5animalej& maffimamente gli vltimi duo vniti infieme; perche il cauaJlo, rot- to il poìmone,ò auanti che s'vlceri,incomincia quafi fempre a toffire,e fi ridu- ce fubito in magrezza affai deforme.Che le rotture fiano nuoue5&.fenza mar- fXrS' eia, olerà quello, che fi è detto, lo moftrano quefti indici^ che l'animale ha la »«»«« > & toffe fecca,venendo però l'vlcera per diftillationi, che dal capo per l'afpera ar- da* mar teriafeendanonei polmoni; percioche effendo deriuata da cagioni efterne, e Nelle parti inferiori de i polmoni,non è neceffario,che per confeguenza fubito vi Ga la toffe,ancorche dopo in proceffo di tempo vi fi generi,& che toftèndo., Pare che teme di toiTìre,& che habbia vnbffo inghiottito;& torcendo il capo, locca col mulo lecofte doue ha il male:& refpirando/i duole,& getta alle vol- te fofpiri mozzi. Ch'elle poi fiano antiehe,& venute a marcia,& vlcerate;ò che segni dd. 1 polmoni fiano putrefatti, & vlcerati, fi conofee quando il giumento ftà me- l'?lj-ere art |
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ìanconico, & dimefso; & toflìfee grauemente 3 & con gran noia ; & tofsendo "
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marcia.
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caccia per la bocca,& per lenari marciai humori;& alle volte per la bocca par-
te de i polmoni vlcerati;e manda fuori del nafo vn'odore puzzolente,& refpi- r*con;arihe!jt05& ftridendo,& battei fianchi gagliardamétealf insù,& il ver> tte ìnferiore;& mangia,^ beue più delfolito,& magro grandemente diuiene, ^^ïfsimamente nel collo, & nel petto; & difficilmente fi corca, & cerca ftare-* appoggiato^ & andando l'infirmiti in lungo, & di male in peggio, ha fopra il j?orfo alcuni piccioli tumori, & zoppica con le gambe dauanti. Quefto male Boifo a accede per lo più a catarri, & a toffe inuecchiata ; fi come riabbiamo vifto in f^di J^olti caualli bolfi, i quali per diftillationi antiche hauendo marci i polmoni, ^aueuano alcuni di loroi ventricoli del ceruello pieni d'humidità di color be- t€ttìno;& i nerui dell'odorato ripieni d'humori gialli;& la canna de i polmoni *ucta coperta di flemma ; & altri haueuano corrotto, e guafto il ceruello, & il cerebeHo3& la glandola della pituita,& il quarto vétricobj& il principio della ^Pina quafi putrefatto. E quando è nuouo, e le rotture fono fenza marcia, fi Vrom^ìc^ Può fanare, vfandoui preftezza,e diligenza nel curarlo, ma difficilmente. Et ^ndo cantico, & li vlceri, ò i polmoni fono putrefatti, ò èincurabile, ò rare C(ira, , .^ fi fana,& con lunghezza di tempomel principio del male fi terrà il caùal- Moda di ? jn luogo netto,luminofo, tempera to,fecco,& in ripofo, palleggiandolo alle ^Zl'cofe- .°ke là mattina inanzi il cibo; & effendo che nella cura de i bollì fi deue hauer fifa* ho- Hairdo a tre cofe principalmente, cioè aconfolidarl Viceré delpolmone, a Yo nfiZ kQttarc la marciai «he vifi'«troua,& a nutrire, & a reftaurare l'animale effe- «« & i nuato, bolfL
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j £% Delle Infirmitadi
nuato*& confumato: fé gli darà per bocca, fin che fìa fanato, il Jatte d'annuo
di capra,ò di vacca;ò il fucco dell orzataliq uida,& fcorrenre, & quelli ò (ohp
mefcolati infierite : i quali feruiranno in vece di cibo, di beuanda* & di njcjr
camcnto* hauendo ciafcuno di loro virtù, & valore di nutrire, & diconfolio*"
guertimc re:auertendo,che tuttele beuadedeuono efïer date tepide,& che dopo il laj?e>
non ha da mangiar il caual!o,fin che non hadigeritojilcheneirorzatanonèa3
deïfo^i òfleriiarfi ' ^ volendo fatela beuanda più efficace, & gagliarda, fi potrà rfle*
mm. (colare con ciafcun di loro il bolo armeno, il quale vale a i catarri, che difctfj*
dono fui petto* conferifce a i bollì, & tifici,' percioche difeccà l'viceré de i p0**
monadi maniera, che non gli lafcia toffire, & congiungere col latte il meteA
alq uanto di fale , dando il mele forza, & vigore a tutti i medicamenti di pertf'
trare nelle parti fpiritali, & hauendo anco egli in fé poflanza di nutrire, & ^
mondificare , & mefchiare con elfo lui ò il zuccaro rofato, ò il cinnamomo? &
mirrha,il croco*& il bolo armeno»fatti in polui,per confolidar maggiormeflre
i' viceré de i polmoni^ veramente la polue del feme di malua,& del feme dic°
ilo*& il fucco di regolitia,per aiutarla natura a cacciar fuori per bocca* òpef
le nari i marcidi huaiori,radunati nel petto, & ne i polmoni. Se gli potrà anc°r
gettar gin col corno il vin dolce,mefcolato con polue di bolo armenojhaüCj'
do parimente il vino virtù di nutrire*di nettarea di confolidarejòla beuand*
fatta con vìno,mele,& farina d'orobi ftemperati infiemej ò l'acqua d'orzo co^
zuccaro rofato,ò con farina d'orobijouero il vino nero mefchiatocon acqu2>
& farina d'orobijaffine di nettare,& di faldar maggiormente 1*vleere,purgafl'
dogli orobi col mele,come medicamento, il petto,& i polmoni da igrofli b*.
mori. Sarà ancora buono dargli a bere acq uà d'orzo con mele, & alquanto <"
fale j ouero acqua piouana col falnitro, & mele j e beueronicon farina d'orz°'
ò d'orobi * & mele : & a mangiare orzo crudo j mefcolato con orobi ,& fan<J
Grecojò con polue di regolitia,& alquanto di fale, ò paftonidi femola con p0
uè di regolitia, & mele, & alquanco di falej ò ceci roffi* ò paglia inaffiata cP
falnitrojdouendo il cibo elTer poco*& di buon nutrimento, & facile dadigtfj'
re*& atto a porgere giouamento al male. Auanti il cibo fé gli faranno alle vo»'
te de' fuffumigij con decozione di mirrha,di fumachi,& di femed3altea,af£^
di confolidare l'viceré de i polmoni, Dopo il cibo, fi farà Hare alle volte &
brigliato, mettendo continuamente su l'imboccatura delmorfo, ò tra le &*"
fcelledel mefefolo,ò mefchiato con polue di mirrha; accioche mallicandö^'
lo mandi giù nel petto*& ne i polmoni a purgargli, & a nettargli, & a dar° \
trimento alla natura, alla quale egli è gratiffimo. Oltra quelle eofe,ehe f^°j
no per cibo, & per medicamento, fé gli potrà dare più volte in beuanza ifl^t
il cibori fuccodi piantagine folo,o incorporato co draganti ammolliti ifl ^lc
d'alma* ò di capra, che riftagna, &confo!ida l'viceré; ò la decottione fotlifo
capei venere,dVnghia cauallina,di viole,di ciafcuna due bracate*d'vua P3
libra meza,difebeften,di giegiole,di fichi,ana numero véti,d'ireos oncia v^
d'ifopOjdi bettonica ana vna brancata,di feme di finocchio oncia vna:ag&, j
toui* colata che farà* mele a baftanza: la quale ha virtù di nettare il petto' ^
polmoni da i marcidi humori, ò la beuanda fatta con vinodoIce,mele,pdC ,jte
quida,bottiro*graiTo di porco,& porrircotte le cofe da cuocerli, & ftetfPgjj'al
jnfiemein forma liq uida,& fcorrenteradoprando horaquefto,& hora ^"^j
xw rimedio,- imperoche effondo quello malenon femplice,ma compo* ^ueJ*
meftieri mettere; alle volte in opera medicamenti, che nettinojalJe vo^e J
lj?chs
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De' CauallL Lib. III. i
'jjchedifeccanoj&alcunevokeadoprarquellijchelenifconoj-ò quelli che nu-
frifcono;& alle volte i comporti deU'vno3& dell'altro; fecondo che richiederà ^bifognoj&la qualità del male.ConfolidatalVlcera,per confortarei polmo- .cf$pf n* j fé gli darà per moki giorni polmone di volpe poluerizato in decottione di ni. Gapei venere, & di regolitia. Se al cauallo infermo fopragiongefse il fiufso del Flu(fb dd Ventre, bifognerà.fubitoriftagnarlo, perche fé ne morrebbe; onde fé gli darà ventre,co- Per quattro, ò cinque giorni auanti il cibo vn boccale della decottione di pa- ™ftrtfta- Pauero bianco oncia meza, di capei venere onde due , di regolitia vna oncia, "s Qi giegiole numero trenta, di feme di lattuca onde cinque, di feme di malua, & cotogni ana oncia meza ; aggiuntoui, colata che farà, poiue di bolo arme- ^Ojgomma arabica,fpodio,& feme di mirto, di ciafcuno vna oncia; & peniti, & zuccaro a baftanza ; non gli dando fra tanto a mangiare cofe, che lubrichi- lo il ventre. 'Delia toffe. Cap. VII.
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A tofTe è vn mouimento impetuofo de gli ftromenti della refpi- Definmo-
ratione, col mezode i quali la natura cerca perla virtù efpulfiua ne- di fcacdare le cofe, chefoprabondano, e die gli nocciono, & è di due forti; vna detta tolTefecca, & l'altra humida. La fecca è, ƒ"#èdi quando il cauallo tolTendo, non caccia cofa veruna fuori delle Toffcca j*ai*i, ò della bocca. L'humida è, quando tofsendo, per lo nafo, ò perla bocca qéieJ-, •%tta liquidi, ò congelati, ò marcidi humori. Quefto male è noiofo molto, & wìfej^ ^iflïcile da fanarein quefti animali,per venir loro da varie,& diuerfe cagioni, (&'V^ & molto malageuoli da conofcerfijpercioche fi commoue alle volte per hauer uerfaiJf1" patito 11 cauallo freddi gradinimi, eflendo dimorato lungo tempo nella neue, al ghiaccio, al fereno,al vento,ne'tempi, & paefi freddiiTimi; & per efler flato alia pioggia, & dentro l'acque fredde, & hauerne beuuto; & tanto più fé ftan- CQ> nfcaJdato, & fudato haurà fatto ciò; & alle volte incomincia tofTìre il ca- mallo per hauer pati to fouerchia fatica,& caldi eccefsiui;& per eflerfi le mem- xra dei petto, & i polmoni ò rifcaldate fuori di modo, ò difeccate,ò inafprite, Sl come auiene, quando fono offcfe oda fumo, oda poiue, che pigli l'animale ^k ftalie,ò ne i viaggi fatti per luoghi poluerofi, ne gli eftremi caldi; ò fra la b'ada, ò ne i fieni, & ne i Arami per negligenza del curatore ; ouero quando Retato, beue acque torbide, & fangofe; ò mangia fieni arencfi, ò diuora per Il]gordigia certe erotte di terra lottili, & falle; che nella eftatedopo la piog- &Ia, all'apparire del fole fi fogliono dalia terra folleuare, & feparariì fra loro, J^l i*)ezo di molte feflure; imperoche nel diuorarle vna parte conueria in pol- are cala giù perla canna dd polmone, & commoue la toile, danneggiando- a,.& feccandola. Viene anco quefto accidente, quando ò biada,òfc:rnoJa,òak ^acofaefteriore entrano nella via defilato ; ouero quando nel petto s'inco- pneiano a generar calde pofteme,ò per cfTefa,& vlceratione della go)a,òdeI- ^Janna del polmone, & delle parti del thorace; come fé penna.ò rcita,ò altra 4 tale fiano entrati nella gola ; ò quando i catarri, & lediftiliationifcendo- t.°nel petto, ne i polmonite nell'afpra arteria; ò gli fono rimandatile refpin- . "alle membra inferiori, ò per confentimento, & communicanza dellft-* j^ora del ventre inferiore; & mafsimamente di quelle, che fono alligate al- ^afragmajò per efferellepoftemate, & induritelo veramenteoffcfcgran- K demente,
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144 Delle Infirmitadi
demente3& danneggiate,per hauer fatto il causilo falti gradi(ïïmi,& fi-niftro-
Cmfedei- fijò per hauercorfocon velocità,& troppo impeto.La toffe fecca procedeed"
Utòjhfic- joffer le membra fpiritali,&i canali del fiato difeccati,&priuid'hiHriore;òper
eflerpoftematiV& induriti lo ftomaco, il fegato, il diafragma, & le parti che
iranno legate con quelle j ò quando il petto 3 & i membri fpirirali fono ripienJ
dliumori, che non fi poffono da quelle parti difcacciarc con la ve'hemenz*-'
£To|1Ï dellatoiTe,ò troppogrolTe,&tenaci,ò fottiIi,&correnti,chefieno.La toffe fa11'
mida. ' mida parimente puòauenireda humori, che calino in quelle parti, & d'altre^'
tante caufe contrarie, &oppoftea quelle della prima fpecie dette di fopra. ^e
cagioni efteriori della tofle ò fono per fé ftefTe note,ò fi conofcono per relati0'
ffïZü" ne del curatore. L'interiori per varii,& diuerfi fegni fi dimoftrano,non app3'
le caglimi ■ »■ o Hf
eflerne, & rentemente, & chiaramente, ma olcuramente, & confufamente,per eolpa>^
mteme. ^txxo del f0ggetto : & di qui anco auiene, che la curatione di quello male f Segni del- fallace,& molto diffìcile. Se la tofse è commofsa per infreddamene ò per di' ùitEpmè ftemperamento, & intemperie del capo, & del ceruello; il cauallo tofse rad^ delego. volte,chinandoilcapoa terra,òperinterpofti interuallidi rempo,&quattri ò cinque, ò fei volte continuatamente l'vna dietro all'altra; & dopo il■toili^' quafi tempre fternuta, & sbruffifee, & manda per ie nari liquidi humori : & y altri legnijche fanno i cauallhche patifeono catarri, & diftilIarionij'& alle vol- te toffe frequête, &fenza interuallodi tempo,& tiene il colio tefo, & dimagf3 alquanto col tempo.ancorche mangù& beua quanto gli bafti$& nel todjr^ china il capo fino in terra;& mentre beue ributta fuori l'acqua per le nari:ou£'
ro fenza far'altri fegni>offifce chinando fino a terra il capo,& butta beue^dj flfofitr l'acqua per lo nafo. Mafe viene per efserofifefo il petto,ò danneggiato)! P0^
ogefddeï mone,òil fegatosi giù men to dibatte i fianchi,& tofsendoanfa,ò faftridoie^ Kfmonedf mentre^€ue rurnina continuamente,& alle volte con tofse cotinua,& »a«^Ì & dei fi- da;& mena per la grandezza del malefpefsoi fianchi^ il ventre in.feriorcj'- |
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gsegnìdein aPre P'u ^e' ^iro *e nar,V& fpinge in fuori il culo. Oltra di quefto,ie il caua '
pdminipo tofTìràfpefse volte,& Cacciari per lo nafo humori freddi,&>madarà fuori d^ jkmaü, & bocca fcfoiuma^m-je a]jaflemrria.& farà fìrepito,& romore conlebudeJl^ dimagrerà beuédo,& magiando più del folko;&trarrà petti,fegno è che i p0^
segnidi moni fono vitiati,poftemafói,& rotti. Etfelatofsefaràcontinuajgagliard^
cayomin- fiera,ò villanajchiamadocosigli huominiintendentide'caualliquella tof^V
%ltie'dfi- quale cotanta vehemezafuolvenire,che rotto il palatole fa vfeir ilfangt^^
la toffe, j] giuméto per lo grande sforzo orina,& pctteggia infieme;verrà<da i poli1'0 [C
Toffe vii- ò daquakfiealtra cagione interna ftabile,& ferma. Etfeilcauallolentafl^.j
Unachcs menara i fianchi,& il ventre,fegno è dellbfFefa dello diafragma.& delle P3
'ia' legate con quello. Et fé tofììra rade volte,tenendo il capo in terra,la tote*' P p
fft"ifedptr cederà dalle parti di dentro. Et fé la tofse farà vomitare, verràper^Balacis ^ $
offefa dei- ftomaco, & del petto. I pronofiici di quefto malefono, chela tolse f^^c
ttT&M noua^deriuata dalle cagioni efteriori,facilmente fi fcaccia,ò*da fé fi P^^zs.
altre parti ogni tofse c6diftillatione,feduraafsai,è pericolofa,&che la tolse ìmecCajti'
%fromaico. ècattiua:&chelatofsegrande,&continuafadiuentariigiumentöb0l^' ^rc
fico:& che la tofse comofsa dall'ofTefa dello diafragma,& delle parti act^utto
co quello,fi può con medicamenti aiutare,& alleggerire,ma non già ^Jf^not
fanare:& che quellache viene per efser il pettopienodi marcidihum^f^jf^
to pericolofa,& difficile da fanare:& che la tofse caufata dalpolmon^£refC2,
gato,ò dallo üomaco)o:dallodïafragma5poflematiV& mdütiti^ése^ ^
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De' CauallL Lib. Ill, 14J
"può guanre,ma difficilmente, & con lunghezza di tempo,&fpefa grande j
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e*Sendo inuecchiara è incurabile, la cura vniuerfaledi querk>noiofo,& peri- Cura
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Vf2f
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c°lofo morbo è ceneri! cauallo in aere contrario al male, &mouerlo inanzi il Merf*tt-
Cloo cem pera tam ente,- & adoprar nmedijj& cibi a lui contrari^hauendofem-r Modo di j? re bifogno il maie di cofe a lui oppofte.&contrariejauertendo di non cauarli ^S**** 'aigue in quella forte di male, eccetto fé egli non procedesse per conienti- to. J^eoto dell'in flam matione delle parti interiori del ventre,*ne darli a bere acqua J^ddajperò fubito che lì vedrà il giumento to/Iìre,per purgarli il corpo,& ren- alo più atto,& difpofto a riceuer la virtù de gli altri medica mentirle gli darà 22f^?/ ter otto, ò noue giorni continui mattino, & fera nella femola, ò nella biada, 5j»ai quantità di radici del cocomero feluatico, tagliate minutamente in pez- *'>& pefte,con alquanto di falnitroj& non foluendoquefteil ventre,fegli get- terà giù per la gola col corno la mattina a digiuno il fucco delle radici del det- *° cocomero,mefcolato con ottimo vino dolce. Purgato,& euacuato il canal- Modo di, °>fe gli farà mangiar continuamente (ftando egli col capo chino legato all'v- \TiapX ^ delle gambe dinanzi^ con orzo,& orobi il draganto tagliato minutamen- spione. eìò con paltoni difemola,poluedi regolitia,& d agarico,& mele,'& fé gli darà J bere beueroni tepidi con farina. Non declinando il male, per alcuni giorni, f/d^. ,a^tQ che fia fanata,ò mitigata la toife,fe gli darà per bocca col corno il fucco ngiHmx J' cauolijdi malua,& di viole campeftri,mefco]ato con faba^ò la farina d'orzo, Wj. C/T R> a> , . , ' . , . . r,./- . , . . j- i - fi f . \ tanti della.
j**» orobi,& draganti poluenzati,difcioIti inacquadi meleji quali nano virtù, toffe.
p.valore di purgar quelli humorij ò la beuanda di polui di feme di iolla onde e,)di cornino oncie quattro, di mirrha, di pepe, di draganti, di ciafeuno vna 0,lcia,ftéperatecon vino dolcejòquella che riceuefarinadilenti,di fienoGre-? Vii feme di lino,di ciafeuno vna libra, draganti,gomma arabica, mirrha,ri% ^tri in polue ana vna oncia,difciolti in quattro boccali di decottione di mah ^uifchio ,la quale vale anco a i bolfi; ò la beuanda di fieno Greco,di polue ài %-Hti ma dueoncie,di venti fichi fecchi,difaueinfrantelibre due,di botti- ,°'>nc ie tiuc,di graifodi porco tre onciejcotte le cofe da cuocerli in decottione 1 ««no Gr. -co,& pofeia pefte bene,& mefcolate a foco léto col bottiro,& col Funestato chefienoben liquefatti,& incorporati infiemej&bifognandofare ^Iu liquida,& corrente la beuanda vi s aggiungerà faba,ò vino dolce quanto JJ^'i 6 la beuanda che confifte d'orzo pilato,di faue infrante,d'orobi,di ciaf- n sparti vguaii,- cotti, &fciokiin latte di vacca, ò nella decottione di fieno |
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'eco ; &ftando il cauallo imbrigliato dopo il cibo,fegIiì Orno radici frelche di regolitiajò pece liquida co melerò L
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» ' Mattica-
a gomma della tra- tory.
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l Catltha acconcia in iettuario^ la quale vale a tutti i fluffi del catarro, & all'af-
^^adella gola; vngendocon quelli l'imboccatura della briglia, accioche i jj ^carnenti che hanno* da purgarla canna del polmone,il polmone,il petto, %u?*? *ft ^occa, con Jonghezza di tempo rifudando, penetrino a i fjreetetti j^hi.Sela toffefecca procederà per hauer patito il cauallo freddi ctttricri,& S^*JÈJj |
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ree', ai.
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^Q^acque fredde^iì terrà egli in ftalle tem pera tati ite calde,& s efsercitari »
djr etataméte,& fi nutrirà di cofe che fcaldino,& nettinojcome fono palloni c0 «^acomefoceei ro(Iì,fieno inaffiato co acqua melata,orzo co fieno Gre- ^m ^ue & regolitia,& il fromento cotto incorporato co meleti! qualedato cWr, n* giorni la mattina folanìéte,è da fé bafteuolea fanar quefto male,pur fe)ta°n **a inuecchiatOj& fé gli daranno a bere beueroni tepidi con farina di ento,& melejQ acquajdenìro la quale fiano bQllitidatceri,giegiole,fichj5 K i vuapafla* '
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14$ Deüe ïnfirmitadi
'Medica- vua pafla,®oIitia,o meramente acquad'orzo con mele. Per feuar poi la tot'
'imi? E fé fé gli darà per alcuni giorni la mattina inarizi il cibo la beusnda di decotti0* ftf* ne di cauoli,& olio,& v^ual mifura di vino dolce; ò il fucco del marobbio n*e' (colato con vino dolce,& olio;ò la gomma del ciregioin vinodolce;ola beuafl da di decottione di faue infrante colata ; aggiuntoui afiungia di porco, farina di fieno greco,& feme di lino,quanto bafti;ò la miftura fatta d'afiungia di p°f co librefei^di mirrha oncie fei,di quindici fichi morbidisd'oliojdi roele,di AiC' co di cauoli,di ciafeuno vnalibra,pefìi5& rnefcolati infieme con faba;la qua^
vale anco alla tofle fecca cagionata da liceità ; ò quella, che fi fa di folfo vip0; di rofmarino,d'ifopo, petti fottìlmente,& rnefcolati con mele.& temperati c° vino dolce, ò li paftelli fatti d'vua palla cotta libra vna & meza ; & altrettale0 mcIe,fucco di maggiorana oncie due,fucco d'origano oncia vna>ailungia fr£' fca libre cinque,& noue capi d'agli cotti;pefte le cofe da peftare,& rnefcolatf' & ammaliate infieme;i quali fciolti,^ ftemperati co faba.fi danno in tre voi** al cauallo, & vagliono ad ogni tolTe fredda; ò i paftelli di polue di zafarano^1 zenzeuaro ana oncie vna,di cannella oncie due, d'elettuario lenitiuo onci^ ducammafsaticon acqua melata5& fciolti con vino doice,ò faba;ò la ben**]'. da di germana, d'ariftolochia, di mirrha, di ciafeuna oncia vna, di bacche£ lauro onde due,fatte in polue,&iciolte inacqua di melerò fabajò quella^ fifaconrnirrh3,fpica»corì:o,dragantiana oncia vna, feme di finocchio, d'aP pio, d anni, di ciafeuno oncia meza ; pefti, & itati a molle in acqua melata-1' Mangiato che haurà la mattina la biada, fi farà (lare fino a fera con la bn'g11 in bocca; all'imboccatura della quale fia alligata Iafauina, ò il piretro vn^j con mele ; ò veramente vn facchetto picciolo di tela fottile, dentro il quale »> la regolitia,& la ftarìfagria ridotti in polue ;òalquantodi com pofitione, 0 , fi fa di mirrha, di regoìina, di ftorace, di calamento, poluerizati5& di mcl^ accioche manicando la briglia, fi difsoluano. a poco a poco, & feendano P'
l'afpera arteria,&per lo petto a leuar viaquella mala qualitàdi freddo. &*m ouva dei- la farà cagionata dall'eiferfi il cauailo troppo rifcaldato,& affaticatolo da" ^ lejfl£rop- "e1" patito caldi fmifuratijilfuo albergo farà irefeo, &gli gioueramioi Wjffa pò rifcal- pmbrofi, & l'acque de i fiumi. Saranno il fuo nutrimento cibi, che rinffO^ ptic'Zti no; come orzo crudo, ò cotto, con polue di -regolitia j paglia, foglie dijjjp camallo, di falicì,gramigna; beueroni con farina d'orzo, acqua d'orzo, la quale '&?$) |
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yiuere.
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* fa, & ageuola V vfeita di quella materia, & netta il petcov& conforta tiv* -tP
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v?j?o Hei- & l'acqua tepida. Dopo il cibo, fi farà itare imbrigliato, tenendo afr3 ^
fidèbx!r all'imboccatura della briglia, dentro vnfacchetto ditela lacompofi11-0^ fatta di fementi communi fredde, di dragante, fatte in polue, & ineorp.<Lr;i |
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j
fatta in forma dvnguento, accioche manicandola^ la-mandi a tempii'
petto, & i poi moni; & fé gli darà col corno ogni mattina olio di -mand^ j^
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Cura del-
la toffe none
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ci j &bottirofrefcornefcolati infieme; ò veramente la decottione à'iff>^c&
mefchìata con buttiro frefeo, & olio di mandole dolci. Se la tofse?x°' rc$>
^aefsafperationi di gola, ò deliacanna del polmone, fi adoprerannOj c^reco»
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la gola, ò le humettino> &le mollifichino, come fono la beuanda fatta di fi^^ba* ^
iaiïtd- ^eme di lin°Jrofe fecche,ifopo ana quanto bafti,cotti in vino tJcte^datf3?
mone. che reftino il terzo; & i paftelli,che a farli fi piglia mirrha oncie ti& o0V<&o^\
mooncia vna,pignoli modi,feme di lino,vua parìa ana libre duej^ ^wett0'
fc&i che j(ar^nuo?mele a fufTicienza, fi faranno diiloluer a lento fa0 njog^
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DeVCaualli. Lib. III. 147
^ndoglijpofcia leuati dal fuoco,fe ne fa pafta a grandezza ài noce con le ma-
ni vate di òottirojdeìli quali darai cinque, ò fette per volta ftemperati con de- c°ccionedi feme di lino ; aggiuntoui alquanto di bottiro; & vagliono ad ogni l°tie,che venga dalle parti della gola. Se verrà per materie flemmatiche liqui- cura del- Je,ò tenaci,crf ellefi fiano; le quali col moto della toffe non fi pollano cacciar fjjU£J *Uori, gouernato il cauallo, come habbiamo detto farli nella toffe cagionata flemmm JJa freddo,& purgato col cocomero feluatico,fe gli darà continuamente nella cbe' k'ada,ò nella femolapoluedagarico,& di rad ice didragontea;laqualerifolue ^imamente gli humori freddij& fé gli faranno fuffumigij con decottioncdi ^"*j [adici di toffilaggine tagliata minutamente in pezzi, & pofta in vn vafo fòpra e bragie ardenti, talmente,che il fumo entri perlabocca,&perle nari del ca- Nloj&fe gli faranno mafticar poluidi zenzeuaro,di piretro,& di nigella ò fo- Masìka- Sò mefcolatecon mele;acciocheliquefatte dal calore5&dalfagitatione della "'"'' J?°cca, fcendano per le parti fpiritali. Et fé la materia cagionatrice della tofse yà fottileJiquida,& corrente:,!! cercherà farla diuentare fpefsa, & grofsa; & ^Ha farà vifcofa,& tenacejd'inciderla,^'aflottigliarlaifi come habbiamo mo jfrato farfi nella curatione del catarro, & deiraffreddamento. Confu mate che eerfórta* aranno quelle materie flemmatice,faràbene per confortar il polmone,darea! ^j-2fmo-
c^allo in beuanda polui di polmone di volpe,& di mirro,parti eguali,fterr;pe- u d'Inno ite con iaba,ò vino dolce. Ma fé la tofse farà humida,& procederà da materie 5 *"**"** edde,& vifcofejancorche la fua cura fia in tutto limile a quella dell'afma,alla 'Se.
Juale ci riportiamo, gli apportarà ancora nondimeno giouamento grande il Jkrli pj^ vojre per bocca la trementina,ò il cinnamomo con mele, ò la benada / °nodi faba,& di fucco di maluajò i beueroni con farina d'orzo,di feme di Ii- «°> & di fieno Greco $ ò l'acqua pettorale fatta con marobbio vna brancata > yno Greco/emedilino, di ciafeuno onde tre, & cinquanta fichi fecchi,bol- 'fi m acqua di maluaji quali nettano^ maturanoj ò l'acqua d'orzo^dentro la Juaie fia cotta, & disfatta la radice, che fi mangia ; ouero ii fuo feme, eh e più Riardo; ò la decottione d'ifopo, di ruta, di fichi,con vino dolevo fabaj ò il f \co di regoijtia, & il feme di nafturcio poluerizato, con mele, & faba. Gli pàfiej& 1 r* ancora molto vale darli i paftelli d'afsungia di porco ben pefta, & di me- ><£ boteiro in vgual pefo farti in bocconi; ò in beuanda ftemperati con vino,
^ datura re,& nettare quelle materie fredde; ò veramente quella che fi fan-^ f di polue di bacche di lauro, di farina di fieno Greco, di feme di lino 3 ò di f ei d'afsungia di porco pefta, mefcolati, & ammafsati infieme; ma doue la- ' f ^0 la miftura tanto vtile alli cauaìli afmatici, & a quelli, che tofhfccno per Mi(fam |
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k ^dore, & che non pofsono cacciar fuori quelle materie fredde radunate nel Jfj^p
^c°>& nel polmone?Che a farla piglianfi draganti oncie tre,& fi fanno ftare 7$. L °"e in libra vna & meza d'acqua; pofeia in detta acqua fi mette n:cle a r a- |.jnza' &fafsi bollire tanto, che diuenti fpefsa ;& leuatadal fuoco, fegliag- *e °gePolui d'ifopodrammedieci,di cinnamomodramrnetjuaiuojcu zen- ^^ro dramme ducdiregolitiadrammequattro^altretcantodei fuo iucco, tì0.jncorPoranoJ bene infieme mefcolandole; & fi fanno in forma d'elcttua- c^^uale poi s'adopra;& pofta su rimboccatura della briglia.& fatta mafti- %uU'VoIte l[ &om? al cauallojfa mirabile effetto,fcendendo per le parti ipi- rcnìit0peT \l > & fe per la vehemenza della tolse il cauallo vomitafse-j ò rotto il palato */**** Vi ??e vfcir il rangUe'fi curera lì vomito con ,a mih™> the contiene elee- tmfi^
<0ai mucilaggineoncie due,polue di marobbio oncie tre,oueroor<eia vna »• K $ del iuo
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148 Delie Infirmitadi
delfuo fucco.venti fichifecchi, vua paffa cotta libra meza, mele libra vna> »'
rina di cornino onde tre, armoniacoin polue oncie due mirrha polueriza13 oncia vnajla quale,pefte le cofe da peftare>& mefcolateinfume co vico doltf» òfaba,fi riduce in paftelli,&diuifa in tre parti,fi dà per tre giorni all'animato ToiTe vii- bagnando fémpre li bocconi in melenuouo; & fi mitigherà quella ro^Tefie^a, Umcome & villana,dandogli in tre mattine i paftelli5che habbiamo detto di {opra vale cZTgdd xe a(^ °§n* to^e frec^a. Sela tofse poi verrà per rafreddamento,ò per mate11* la tojfeper freddacene feenda dalla tefta, purgato il giumento col fucco dei feluatico c°' metà ter comero,fi curerà,come habbiamo detto curarfi il catarro,& l'i nfreddamene matèria & inoltre, accioche ogni male habbia al fuo capo i fuoi proprij, & particola. fclidaìd rìmedij, fi potrà guarire la tofse per freddore, facendo profumi per tre gi^ capo. continuati al cauallo di fcorzed'aglio3d'incenfo,& di femolaj êUerffpcjOjCP* gli occhi ftiano ferrati, & che la bocca, & le nari (coperta la tefta) riceuino \P Trofitmì. ne il profumo ; & dandogli dipoi col corno fcilla con mele, che vale anco 3'J Bevande, tofse antica;© il fauodel mele,con vino dolce,òla beuanda fatta con yinod*' ' £e,fale,& il fucco di marobbio,che gioua etiandio alla tofse fecca prodotta j, . freddojò veramentela beuanda di quattro feorze di fcilla,pefte con tanto w* ro quanto è vnafaua,& vna libra d'olio vccchio,&due di vino biancojfcio^ & mefcolate infieme j & fé il giumento > come nel freddore alle volte auiertf j haurà nella parte di fopra della gola alcune picciole veliche, facendoglic0Ïl qualche cofa tener la bocca aperta,fi romperanno con i'vnghie5ò fi taglierà^ pofeia per tre giorni continui fi fregheranno f viceré, & la bocca con aceto, v falej& fegìi daranno in beuanda padelli fatti d'aftungia di porco frefea,^ ^c pefta,& di fale poluerizaco,mefcolati con la polue diapente,^ ftemperati co Cumddu vinp dolce tepido. Et fé la tofse humida deriuarà da materie fredde, fi P01^ Madama- mingare,& fanarecon profumi fatti c6decottioned'incenfo,di maftice,& tene fred- laudano, & con beuandeappropriatedate per bocca; come fono la mirrila?^ profumi, il z-afarano fatti in polue,& fciolti con decozione d'ifopo,ò con vino dolc^ Meende, con la compofitione fatta di mele ben fchiumato,& botriro,di ciafeuno cflc > ZediìT1" quattro,& dì comino,& d'anifiana oncie due,&di regolitiaoncia vna,riJ^ in forma di elettuario,& ftemperati con faba; la quale è molto vtile alla teij''! che viene per catarro,& alla ftrettezza del petto;& la poluere della radiche l'enula fecca airombra,&ftemperata con vino dolce veccbio;& la decct1^ d'orzo con la gufeia dVua pafla,di ciafeuno tre brancate.di regoln «a fr^jri
gliata minutamente in pezzi,& pefta libra meza,di radici d*en'ula,& di & *$ ana vnabrancataemeza^'iiopo, dirofmarino ana meza brancata;<L 'lto giégiole,& altrettanti fichi fecchi,&tre manipoli di capei venerea il ^c% dicauoli,&aglio;aggiuntouiegualportionedivinodolce5&olK^&labf 0r da fatta di decottionedi faue infrante colataj3ggiuntaui dopoailungjaö'^j co,farina di fieno Grecoi& di feme di lino quanto bafti3& mefcolate in^Ltié
la quale vale anco alla toffe fecca cagionata da freddo;& la beuacia e&f jL^p
libre tre d'orzo,fette porri co le radicijcinquecimedicauoli^ppioonc^^jrjö
tro,cotti,& pefti,& olio oncie quattro,mefcolati iniìeme,& dikiolti c° 0& e
dolce,ò faba;& quella che fi fa con amido, vino dolce3di ciafeuno liÌ7ra j'vu^
EUtmrio nieza,& olio libra vna,mefcolati infìeme;& la beuanda di fauna cf 0^ja me'
patio fata paifa cocta,& ben fpremuta ana libra vna e meza, di pepe in polue <q f0uefl'
wS za3difciolte in acqua di mele.Gli gioueràancora grandeméte il meti\0$a$
li te su l'imboccatura del morfo del cauallo imbrigliato Telettuario^1 te(j3
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De'Caualli. Lib. III. 149
te da gli huomini periti de' caualli; il quale fciolto, & liquefatto dal calore, &
dal moto della bocca del cauallo, che lo maftica, vale aH'afma, alla tofse, & a tutti i mali del petto,&del polmone;& malfimamenteaquelli,che fono gene- fati da materie flemmatiche, & liquide ; & fi fa in quefta guifa. Si pigliano Betmm polui fottilifsime di ftorace, di calamita, di dragante, di iufquiamo bianco, dì ■**JJacc°. cornino arroftito parti vguali,& s'incorporano con diligenza col melej& fi ri- m, ducono in forma d elettuario,& poi s'adoprano. Et fé quefti medicamenti col Cerom>& 'oro valore non eftingue(Tero,ò mitigaffero la toffe,farà di meftieri,rafo il fron empiaci ^applicami fopra il cerotto fatto dopoponaco,d'incéfo,di fangue di drago, f^itmte. di bolo armeno,di terra figillata,& di pece nauale, per riftringere, & vietare il fluffbdelcapo,&confortar quelle partirò infafciarli fopra l'empiaftro di Aer- eo di colombOjdi mirr ha, di fioraceli calamitaci cera,& di fichijaccìò perla loffe nonfirompefsequalche venanelle partidi dentro.Se la tofse humida fa- cura del- r3 venuta da catarro caldo, che fcenda dal capo (il che è di rado in quefti ani- !^j£ejH' floalOiii tal cafo,tenendo il cauallo in ftalle temperate,& nette,fi nutrirà,facen catarro dolo mangiar in terra con orzo cotto mefehiato con mele,& feme di papaue- cd^'oi() ^ tO'ìò conorzo crudo incorporato con polue di regolitia,&feme di papsuerojò w«?, con paftoni fatti con femola,mele,& polue di regolitia; ò fé gli darà nell'orzo affungia di porco tagliata in pezzi minuti co il cokelló;& il fuo bere farà acqua lepida,acqua d'orzo fola,ò con mele;& beueroni co farina d'orzo, & mele. Et Purgato,& euacuato ilcauallo,gli gioueràgràdeméte(okra quello che fi è det- to nel capo del catarro,& del raffreddamétojil profumo fatto co rofe fecche, profuma ^ndalijcammomilIa,& alquanto di canfora bolliti in acqua; ponendola! de- cozione fotto la tefta del cauallo,talméte che il fumo,& il vapore entràdo per 'a bocca,& per le nari, penetri nel capojreiteradolo tate voke,ch egli venga in |
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fudorej& il gettargli nelle nari col corno,à fine di purgargli la tefta,bottiro in-
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purgar il
capo.
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corporato con l'ottaua parte di fucco del cocomero afininoj & farlo ftare alle
Voice il giorno imbrigliato co l'imboccatura della briglia vnta co 1 elettuario, che fi fa dipapauero bianco oncia vna e vn quarto, di gomma arabica, di dra- ganti ana dramme quattro, di feme di cucurbita, di cetroni ana dramme tre, Pefti con peniti fottilmente in acqua rofatajò fargli mafticare radice frefca di Ndiama- r.e8°litia. Et fé la materia,che fcéde dal capo ò calda,ò fredda,ch'ella fifia,farà w^%*r ''quida,& fottile,bifognerà farla infpeffire,& vietarli che no cali,facendo ma- t CÜ% ^icar' al cauallo cofe ftitiche. Se la toffe farà antica,per fanarla fi darà córinua- Pdebbfn j^ente al cauallo nella biada,ò ne i paftoni fatti co femola,& mele la polue del- Jfi*"Ltt j? radice della dragontea,ò delle radici fecche del cocomero feluaticoj& fé gli c£fumi • ,arannofufFumigijconariftolochia,mirrha,galbina,partivguali,mefcolatico uì>umtgth j?0ctìro di vacca,e paftoni fatti in pafta fopra carboni ardenti,in modo che il tuuio penetri per le nari, & perla bocca al capo; i quali apportano giouaméto grandealla toffe inuecchiata,& difficile,& a gli humori marcidi,& puzzoléti, eh efeono per le nari, ò per la bocca con difficukà di toffe ; & a digiuno fé gli |
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faranno alle volte per bocca pillole fatte di lardo di porco ben battuto libre
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Pillole,
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j ue,& di polue di mirrha,di ftoraee,d'ifopo,di caftoreo,& d'appio parti vgua*
>^efcolatij& ammaffati infieme in modo di pafta, co decottione di pì^>aue- j o veramente la beuanda,che contiene oncie tre d'olio commune, vn'vouo Bevande, ^do, farina di faue, & di fieno Greco, di ciafeuna duo cocchiari ftemperati ^°n vinosa quale data per tre giorni,vale alla tofse antica,& quafi incurabile^ ** gomma del ciregio con vino,la quale gioua anco al petto, & all'afprezza K 4 della
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150 Wie Infirmitadi
della canna'del polmone; ò la beuanda di fucco di porri,di cauoli, di ciafcuno
tre bicchieri, mefcplatj con vna libra d'olio; ò quella che fi fa con tre bicchieri Rimedìi $ iucco dl Porri>& libra vna d'oIio,mefcolati infieroe;ò con decozione di por perdifecca ri>& latte di vacca. Ec per difeccare quelle materie, che radunare nel petto, 7krSn~a °ne i Polmfni cagionano la toffe ( oltra i rimedij detti nella cura:ione deW'rf' tendpmo, ina) fi potrà adoprar alle volte il folfo viuo mefcoJatocon mele, & temperato hmoni l°l" con vino dolce ; il quale gittato giù per la gola, netta il petto dalla putredine flemmatica, & la caccia fuori. Et nell'vltimo alleggerita, & mitigata, che Ta- ra la toffe, fargli tre volte profumi con arfem'co rofso, fterco di lepre, & farina pura del- d'orzo, pofti su le bragie ardenti. Se il cauallo tofsirà per viceré d i qola, fé gì* ricefe *! guarderà con grandifsima deftrezza nella gola ; & conofciuta la qualità de gì» gola, ylceri,& le loro cagionale quali fono l'iftefse,che quelle de gli vlceri,che ven- gono nellabocca,fi cureranno nell'iftefso modo, che fi fanno quelle,- & faran: Cariarif- no buoni i gargarifmi difuccodi piantagine, & di fucco di noce j & quello di acqua melata mefcolata con cofe che nettino , le quali non fiano troppo g*: |
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Jf/fcte glia^'Nettat! gli vlcerijfi falderanno, aggiunto alle dette cofe medicamenti
fJda-J il ftitici, & glutinofi. Sarà ancora molto gioueuole il dargli per bocca farina $ viceré, lenticchie {temperata inacquaci mele; & la beuanda di polui d'incenfo ivrf' |
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cura del- chio,d'ireos,di mafticé,di mirrha,difciokein vinodclce.Se la toffeficomrflO
ia toffe per uerà per faffo,òfpina,òpenna,òaltro,chefia entrato nella gola,& l'habbiaor Cumiiagò- fefa;fubitocon grandifsima diligenza5& preftezza fé gli darà rimedio;facen- Aw do dunque ftareil cauallo con la teftafolleuata,&con la bocca apertaci guar- derà nel dì chiaro,& luminofo dentro la canna della gola, & vedendouifi àetl' ■ tro alcuna cofa, fi cauerà fuori deliramente con la mano,ò con l'vncino? ò al- tro ferro a ciò atro,& cóueniente;ma fé la cofa fofse tanto a dentro,che ne ve- dere,ne cauar fi poteiie; fé gli caccicrà dentro vn neruo di bue tenero; inuolt° in tela dilana fcttile,& vntocon mele rofato:& con quello fpingendoall'ingitf pianamente ò fi caccierà nel fondo dellofiomacoquello impedimento; ò" tirerà fuori attaccato a lui ; ouero fé 1j getterà giù per la gola con vn biechi**0 $ ftagno a poco a poco cofe tenaci* & vifeofe, accioche con effe loro tirin° Rjwdn quellefpine3òaltro nello ffomaco, & liberinol animale. Alla toffe commo^ iïSméa dal polmone offefo, è da foccorrerfi con bocconi , ò pillole fatte d'armoni^ daipoimo- oncie due,di folfo viuo,d'incenfo mafchio,di mirrha,fatti in polue,di cia'J: neojfefi. no vna 0ncia,& incoi potati con afsungia frefea di porco, & ammansati ìw] me;i quali fi danno percinque,ò fei giorni aH'animale,tre per volta,- & vafc no anco alla tofse,che fente di bolfo, fi come più volte n'ha dimoftrata l'^P • rienza;ò con dare più giorni al cauallo in beuanda la compofitione fatta n*1 P • gnoli mondi, & netti libra vna, d'vua pafsa libre due, di porri oncie fei, c°l1 pefti,& mefcolati con poluedi mirrha,& mele ana oncie tre;& fciolti in acfl pettorale,- ò quella che cótiene allume di rocca abbruggiata oncie due, a"[\à già di porco libra meza, & alquanto di fale, {temperati con acqu? calda*5 ^ ancora vtile al medefimo male,che tolti cinque,ò fei voua con li gufei l°r°J0, pof^ia macerar in forti Mimo aceto, & lafciati tanto,che'l gufeio fia eófu^. ^ &ibqì&o rimanga intiero col panno;indi rivolgendoli bene in pece W J& ; alquanto d'olio tepidi, fi gettino intieri ad vno ad vno nella canna della g ajjj il quale rimedio vale anco alla tofse, che fi commoue dal petto , & iffbgna fa^iffpfr fcsplfi.- $e la t0(se verrà psr poftema di gola, ò d'altra parte interna i ^nati poHemadi curarla,come fi curano le pofteme. Se per humori marcidi,che fian*7 *? yPtm
gola. j nelpe |
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De'Caualli, Lib, III. 15 ^
nelpetto,ficurerà,comefi curano iboIfi>& gli afmatici per tal cagione;& tan- efj™efÈ
lo baili hauer detto della tofse. dahlZn marciai. ,
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Del fangue eh'c/ce per bocca, Qtp, VllU
Ittano fangue per bocca icaualli, quando fi rompe loro alcuna^ Caufe.
vena nella gola, ò nello ftomaco, ò nel petto, ò nei polloni j & quando ilfangue dal fegato, ò dalla milza, ò da tutto il corpo rigurgita nello ftomaco. Sì rompono le vene per efiere ripiene Caure dd_ di grandiflìma copia di fangue ; ò per contener dentro di fefan- le rotture §ue acuto, & corrofiuo; ò per diftillatione acuta; ò per percoffa^ò por caduta 3- af k yene' 0 per fouerchio,& eftremosforzo fatto ne i velociflimj, & violenti corfi; ò ne i Maneggi di pafiì, & falci, ò in quelli che fi fanno con le volte raddoppiate; co- Hie è (lato villo pochi giorni fono in vn cauallo di noftra razza ; il quale per fi- Ejf^w, mile cagione gittò per bocca meza hora continua copia gran didima di (an- gue; & di poi (lagnatoli il fangue da fe,fiì fano,& gagliardo, come prima. Se*l segni dei fangue verrà dalla gola, ò dallo ftomaco, il cauallo vomitarà fenzala toffe ; fé S'fdJ. dal petto, ò da i polmoni, lo gittarà per bocca con là tofse ; e fé quello fangue h&a>ò farà fpefso,e grofso,& di colore rofso feuro; & la tofse farà picciola,il male fa- ^àco , 0 rà nelle parti vicine,& nel petto;ma fé farà fottiIe,e pieno di minutiffima fchiu drlfettJ^Ì nia,&qtiafi vn corpo tutto fchiumofo,& di colore bianchiccio,& la tolfe farà 11* grande, l'offefa farà ne i polmoni, ò nel thorace; & fé il giccar fangue procede- ^fe ^ ràda rottura di vena, da principio ne vfeirà poca quantità, & dipoi ne verrà 75ÌT J*J copia grande. Riftagnandofidafeìlfangue,bafteràgittaregiùperlago!aaI «m* di cauallo,per tre, ò quattro giorni la mattina auanti il cibo aceto mefcolato cop ^m? acqua piouana, ò di fiume; affine di nettargli il petto, & vietare, che il fangue fj-J~$ non fi congeli, e s'apprenda: e riguardarlo dalle fatiche, e dargli a mangiale—> che far fi cofe3cherinfrefchino,&riltringano,& diano gran-nutrimento. Ma feii flufso M^edtj del fangue andarà continuandolo fermatofi,ritornerà di nuouo,per riftagnar- per rha- lo fi terrà il cauallo in loco netto,& temperato, lontano dal fumo, & dalia poi- f%f$£ Jje; & fi mouerà pian piano, & moderatamente; & fé gli darà a mangiare o*7-0 £Hechwt agnato con acqua,faua fpezzata,per ingroiTare,&riiiagnare il fangue;& rjsb JJJJJ'onr ftonì di femola,con polue di regolitia,e de;uocciuoli,de gliacini di pomi gra^ Modo a ftati,o con vinoauftero,& aftringente;e fegli darà a bere acqua piouana,den- ' tto la qualefiano ammorzati ferri infoGati;òbeueroni con farina di fromento; 0 latte vaccinojcauatone il bottiro;& con quello ordine di viuere,fubito che fi Vedrà feguitare l'vfeita del fangue, fé li trarrà fangue dalle vene del petto, & Camr fan de i fianchi,elTendo però grafso lanimale; imperochea magri, & afciutti,non « conuiene il cauar fangue ; & fé gli faranno fregagioni gagliarde nelle gam- p . be, affine di diuertirlo da quelle parti. Dipoi fé gli gitati giù per la gokfnon nLgagl° Vi efsendo gran toffe) aceto mefcolato con acqtra;& per •iìagnareil fa:ngue,& confolidare la vena, fé gli bagnarà fouenteil petto, &il-vèntre con acetet3 ac- ^uap& falnitro mefcolati infieme;& fé gli dars n noia beuiteda cofe [litiche, & ^euande, ^tingenti ; come fono il fucco di porcellana, il fuccodi celidonia*, il imoo di P°rtr,dati in quantità d'vn gran boccale per voita;ò il fucco di porcellana con P°|ue di corallijO bolo arn>eno,ò feme ài porri; ò il coriandro arrolrito, & fet- J° in polue,con fucco di piantagine;ò la mumiàcon acqua di verbena;òla pol- *e di bacche di mirto, cufemecìipiantaginej fiemperate col fucco della pian- taginej
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i$% Delle Infirmitadi
iagine;ò il corallo fatto in poIue(il che è efficaciflìmo rimedio)ò il fìerco di ca-
pra poluerizato con acqua, ò vino, ò aceto; ò il bolo armeno,ò fangue di dra* go,con acqua piouana, ò di fiume; ò la beuanda fatta di latte caprino, ò vac- cino, farina d'amido, tre voua,& fucco di helfine, ò vetriola; ola beuanda ài fucco di porri,vino, vn'vouo,& alquanto di mirrila fatta in polue;ò il fucco di ferpillo con aceto,che ftagna il vomitodel fanguejò il fucco di porri,co polue di bacche di mirto; ola decottione delia confoìida minore;ò i nocciuoli de gli acini de i forti melagrani fecchi al fole, òabbruggiati, & poluerizati infufi in acqua piouana,ò di fiume;ò la beuanda dell'hipocifto,la quale gioua al fiutià del fangue,ò venga dal petto,ò da i polmoni;ò la decottione cfeU'abfinthioj^ difpica nardo in egual mifura,che vale al vomito del fangue. ^elmardfmoscìohJ]iccatione dì tutto il corpo* £ap. IX.
pefinitio- WVOf! L Marafmo detto da alcuni mal (ecco, è vna dimagratione, #
m' r fili HI confumatione di tutto ii corpo dell'animale fenza febre. Froce- ";° Mm| WÊ de quefto graue male ò pervitin, & difetto del poJmoncfolo, im- KAéLsmK paffito, & efficcato; ò per effere ìnfieme con luì il fegato rifcalda- to, & putrefatto; il che alle volte auiene; percioche non potendo il polmone efficcato preparar aere bafteuoleal cuore,accioche mediante quel* lo,fi tempri ilfuogran calore;rimangonoalcuni vapori làentro,che ribalda- no, ©Vefliccano tutto il corpo; onde l'animale fi difearna, & confuma» & fi va Ctufe del- approiiìmando al tifico. Impa(Iifcono,&efficcano i polmoni il fouerchio ca- lmTe?l°i' *oree^erno>laficclt^grande,chedaicibifecchi,&poluerofiprocede;&tu^ 'moni!*0 ' quellecofe ch'affottigliano,& efficcanograndemente il corpo; &il calore de1 cuore,&recce(ïïua calidità,ò la debolezza, & mala complefsione dellemerfl- bra fpiritali; s'indeboiifeono. & fi difeccano ancora i polmoni quando gli hu* mori caldi,& colerici fi putrefanno vicino al cuore,& alle membra fpiritali; # quando dal fegato non ponno riceuere il folito nutrimento,- & quando fi ritrO* uà nell'animale laikcità intenfa,& grande,& il calore alla frigidità inferiore • stgni, Ha quefto male perigliofo,& mortale, varij, & diuerfi fegni non diftinti, n»3 confufi,& talmente intricati fra loro;& ofeuri a noijper colpa del foggettO;# dicoIoro,chegIi gouernano, che per loro difeernerenon fi può rettamente* & aflfolutamentejqualefiad'eflbla cagione;percioche alcuni caualli a pocoa P°' co, con vna tofsicella leggiera, ò fenza tofsire fi dimagrano, & fi confuma»10'. hanno fete grande,foffiano forte, dimenano fpeflb i fianchi, tengono le &* aperte, hanno la pelle dura,, & gemifeono. Altri in vn fubito fi confuman^ pigramente tofsifconoiò ftimolati dalla tofle,non ponno tofsire,& col W^ ì fìanchi,& col tener la bocca,& Ienariaperte,dinx>ftranohauerdi dentro2^ dore,& pafsionegrandifsima;anfanofperfo,hannola pelle dura al tatto;^3.,. dogiacciono,fi lamentanò,non cangiano il pelo,malamente piegano le g^ be, & la fchena, & diffìcilmente fcaricano il pefo del ventre. Et alcuni à^L. come habbiamo vifto noi,de' quali alcuni haueuanoi polmoni parte i™?*^ ti,& parte quafi efsiccati;&il fegato infiammato,&guafto;& altri gli ba»»£' pa no impafsiti in guifad'vna fpongia no beneafciutta;& altri ne haueuatf0^ parte efsiccata,& attaccata alla tela, che cuopre le cofterdimagradofi?# * 0no tigliandofi fempre, ftanno mefti, & melanconici, faftidifeono il cibo? ^£no affaijftridono forte nello fpirare; malamente>& difficilmente camin^^J. |
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De'Caualli. LiklII. r 151
h pelle fecca,i peli quafi rabbuffati;battono fpeffo i fianchi a guifa di mantici,
fenza punto fermarfi; & alle volte fanno due premute co i fianchi, & dipoi gli rifpingono con forza;to!lìfcono forte,abbaffando il capo,come haueffero an- gofciaifpingono il forame molto in fuori,gonfiando gagliardamente le nari, & difficilmente attraggono l'aere, & rifiatano. Et altri quando è difperata la loro falute, & il male è già fatto incurabile, non ponno rifiatare, ne toffire; & mancando il fiato,& la forza,(ìanno con la bocca,& con le nari aperte; tengo- no gli occhi fiifi;paiono che fi fufFochino;aizano i fianchi,talmente diftenden do la pelle,che percoffi con mano,rendono fuono.Quefto male quando è fref- Prm$ic'- co, è molto malageuoledafanare; quando è fatto vecchio, è incurabile; però bifogna dargli foccorfo nel principio. Starà il cauallo infermo in luogo netto, Cu^'odo ^ luminofo, & temperatamente caldo; & il letto per lo ripofo della notte farà di ww* fieno, alto infino alleginocchia; acciò più molle vi fi ripofi il debole animale. Si mouerà alle volce;ma poco,& di paffo.Si nutrirà^ curerà con cofe,che hu- rnettino, rinfrefchinoJ& ingraffino; riguardandolo dalle fecche: ondefe gli darà mangiare gramigna,fog!iedi vite,lactuca,endiuia,herbadi prato,orzo5ò grano cotti, fieno tenero afperfo d'acqua d'orzo;& le gli darà a bere latte di ca- pra, ò d'afina con alquanto di mele,- ò il fucco dell'orzata liquido, tepidi; che fono i migiiori;ò la decottione di feme d'altere di malua;ò l'acqua d'orzo con uiccarorofatoi ò acqua d'orzo con farina di fromento, & alquanto di mele, cepidi.Et fe il cauallo non gli voleffe bere,fegli daranno col corno:& fe gli da- rà alle volte in beuanda la decottione di carne di teftudine, ò il brodo di-tetta di caftrone;dentroi quali fiano diflfoluti dieci rodi d'voua,& peniti a baftanzai aggiuntoui dopo oncie quattro di giulebbe violato ; ò il brodo di cappone, ò di gallina graffa colato;aggiuntoui farina d'orzo,fucco di regolitia,&zuccaro a biftanza;ò la beuanda fatta con affungia frefca, fucco d'orzata, fucco d'vua pattai di regolitia,S? mele, mefcolatiìnfieme;ò veramente fegligittarà giù per la gola per alcuni giorni cinque, ò fei pillole grande come voua fatte con rnele,polue di regolitta,bottirofrefco5a(Tungia di porco fenza fale,di ciafcuno parte eguali, inuolte in fucco d'vua paffa, e d'orzata. Crefcendo la toffe, fe gli crefcend» darà in beuanda fucco tepido d'orzata, d'vua paffa, eli regolitia ; incorporati hj€*-j«*j Cononciequattrodi peniti ammolliti in decottione d'altea, faue infrante libra ~Z. vna,tre celie di porri cotti,& petti,e tre oncie d'afsungia frefca di porco;efe gli farà ogni terzo giorno vn clifterio con decottione di tetta d'agnello, di cam- emm momìlla,dbrzo,daneti,dibottiro,d'oliofi{amino,eviolato,per purgare ileor- po,& ingrafsare l'animale; & fe il corpo fi ibluefse,bifognarà rittagnarlo,non efsendo al propofito di tal male. Et per nmouere quella mala qualità calda, e /^f"Ve ^cca, & confortarlo; fe gli vngerà concinuamente tutto il corpo contra il pe- trmpfiM Io, fregandolo leggiermente con olio commune, ò di viole,e vino,tepidii vn- Jgjjj^. à gendolo fopra tutto vicino al cuore s & fe gli farà mafticare radici frefthe, & rimomre tenere di regolitia ; & ne i tempi eftiui, e caldi fi farà fìare in acqua di fìum<Lj %£$$ fatta tepida dal calor del fole : poi rafeiutto in buona Italia, s'vngetà leggier- lecca dei niente con vntione fatto d'olio violato, & alquanto di cera bianca, e poicia fi g^. ciberà; & così s'andrà facendo,fin che del tuttoiìa fatto grafso, & habbi ricu- M^ica. Retate le forze-». Jg^ |
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Delfan*
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ïJ4 Delle Infirmitadj
'Delt antkore. fy, X.
Wtìf^A 'Anticore è vna poftema fanguigna mefcolata con la colera » che
pe'i i $ Kö^ viene ne^ petto incontra al cuore;& maffimamente in quelle paf* imo ita- h Cl&^l tijOtiefono le piandole intorno alia vena caca, & all'arteria gran- Pen' p faSEiyJ de; & ne gli emuntorij luoghi,- & alle volte ancora fi genera nelle tele, che fafeiano il cuore, per elfer quelle fatte di carne fpongio-
fa più atta a riceuerela fuperfluità , & gli humori, che nefsuna altra parte del Effetti, corpo. Produce quefta poftema mal di cuore, & tal volta fincope con fubita- nea morte,ancorche fia apparente^ & manifefta: guaftando ella ò per efsere-^ molto vicina al cuore, ò per la grandezza fua,ò perla gran copia de gli humo- ri, che vi fono concorfi} la naturai compiendone del cuore ; di continuo man- dandoli per mezo della vena,& arteria grande vapori affaf,cattiui3triiri.,& ve- Sc%ni. lenofi.Si conofee dal venire in vn fubito,dal calor grande,che fi fente nel loco poftemato, e nelle parti circonuicine■ ; & alle volte ancora in tutto il corpo io« pragiongendoui la febre,-& dall'enfiagione apparente;& dallo ftare il causilo col capo graue,& chino verfo terra,& dal dolerfi,elamentarfi,torcendo il mo- rtacelo verfo la parte offefa;& dal lafciarfi cadere in terrai & da J non volerli ci' segni mor bare. 1 fegni mortali fono,che il fiato,ch'efee perle nari fia freddo, e gli occhi &fe. fic'no l^grimofi, & che l'enfiagione vada verfo il colio. Vienequefto maledal moto troppo gagliardo, & forte; & dal lungo odo, efsendo il cauallo ben pa- fciuto,& gouernato; & dal non efser faginato ne i debiti,e foliti tempi, dal tra" lafcrare ìfohti efiercitij;dairhauer mangiato cibi corrotti, &guafti; dall'eie* ripieno di troppi humori peccanti, ò in quantità, ò in qualità, ò in ambedue; e maflnnamente da fuperfluità di fangue corrotto ;& èpiùpericolofoquell'an- ticore,che viene dal latto dntto,che quello,che viene dal finiftro;percioche ef- pronoftka. fendo nel lato deftro la virtù più gagliarda,^ potente, che nell'altra; fegue di nece(luà,c he la cagione dei tumore nel deftro lato,fia più potente,e gagliarda dell'altra. Quello,che viene più apparentemente, &efteriormente, èli meno pericolofo di tutti. Efsendo quefta enfiagione fatta per lo più da copia grande di materia velenofa, e vicina molto alle vene, & arterie principali, & al cuore (membro tanto nobile,ma perciò perigliofa moIto,& mortale,& malagcuole Cm4i da fanare)non fi deue afpettare,che fi maturi, ò che fi rifolua ,ò che marcifea/ percioche ò non mai,ò difficilmente fi rifoluerebbe,e maturarebbe con irie^' camenti; & tardando,ò venendo a marcia, offenderebbe grandemente qu<^e parti nobili,& fpiritali: talché l'animale in pochiffimo ten. pò fé ne morirebbe* JMa fubito veduto la glandola ingroflata,&con ella lei parte dei petto gonfi0' fi deuefenza punto tardare tagliare in croce, fino al fondo della glandola P°' ftemata,con vn ferro infocato fatto a guifa di coltello ,& aprirla bene;au£f' Auertìme tendo di non offendere le vene, l'arterie, & i nerui che vi fono fotto ; ò tag1'3* io, mufcoloalcuno;oueroaccioche,guarrito il cauallo:nonrimanga brutto,^ ie'< Btrilfuo- gnato;aper facon vna lancetta fecondo il pelo l'enfiagione,»- darà a punto ^
commodo mezo dell'apertura il fuoco con vn ferro ipinto per cannone ói canna > zcCÌ Vdio1 nm non " Dr"g'ano le labra del cuoio ; ouero fé gli farà dentro molti pertugi c^ rfifigna- Vn ferro acuto, obtufo, & infocato 9 che la paflinoda vn canto all'altro i?^' |
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toccando quelle parti nobili, e fenfibili, che habbiamo poco fa detto? *?Lrj
che il veleno radunato in quella parte fi confumi , e fi rifolua 5 e vengf/
quel*0*
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De'Caualli. Lib. III. ' 155
quello,che fi ritroua nelle parti interiori,e profonde; e per vietare ancora, che
quella materia,& quei vapori trifti,e maligni non vadano al cuore, & a gii al- tri membri principali, maefeano fuori per l'aperture, &i buchi fatti nell'ape- ftema.Non v'eiTendo ferri infocati,fatti molti pertugi con vn ferro acuto nel- Non fi pò. h poftema(come fi è detto)fi potrà nafeondere in ciafcuno di loro vn pezzo di \e"fg°JaJ0l radice di elleboro nero,ò di confilaggine: li quali hanno quafi pari virtù con li ferried?. ferri infocatici tirare a fé tuttala velenofità,e di purgarla per quelle aperture,; V^fJ^ ouero forar la poftema in più luoghi,& metterui gli fetoni,& menargli più voi vm'u dei- te il giorno vnti di bottiro, ò daffungia, fin che il cauallo diuenti fano. Et ac- %iaZ*„% cioche l'enfiagione lì rifolua,& l'humor fi confumi,fe gli porrà fopra l'empia- üg&nf. ftrod'abfinthiojdi branca orfina,d'hedera terreftre, di malua,di ruta, di men- r«J£i™ ta,di maIuauifchio,bolliti,& cotti infieme.Non fi deue in quello male,fecon- Annota do il giudicio mio(come vogliono alami J vfare le diuerfioni, col cuocere leg- u giermente,& fuperficialmente intorno la poftema,& per lolargo,& per lo lun- go,fenza penetrare,& paffare la membrana carnofa;& con dargli vna fola pun ta picciola,che non palli a dentro con vn ferro infocato: efsendo che il dare il ff^J0' foco, & cauterizar fuperficialmente è più dannofo , che vtile; perciocht non cL/3£ confuma il veleno,& la malignità,che fi ritroua nel loco poftemato;ne tira al- ^e faceta, 'e parti citeriori queìlo,che è di dentro,& nel profondo,- ma con la durezza^ con la eroda,che genera, vieta che quello humore, ò veleno, che gli nmane-j" fotto,non puòeflalare,né tranfpiraredebitamente. Oltradiqueftonei mali, che vengono vicini al cuore, & nelli membri principali}nonfi deuono vfare le cliuerfioni, accioche la materia non sVnìfca maggiormente in quelle parti, e d'indi fc ne vada al membro principale: né meno mi piace il parere di coloro, che vogliono,che fi leuino via quelli corpi glandofi polii nel petto intorno al- le veae>& airarterie,per vtile,&beneficiodell'animaie:perleragioni,chehab hiamo dette,parlando del male delle viuole;fe forfi non intendeffero per i cor- pi glandoli quelli tumori,i quali fono circondati dalla propria vefte fatta dal» l'iftelTa putr edine,ch'iui è raccolta; i quali feome fi è detto) fi cauino con tutte le br fpoglie, tagliata la pelle, fenza danno dell'animale. Aperta, ò forata la j>ime^ Poftema,per farla più prefto venir a marcia, acciò fi purghino per quelle parti perfar^ tutti i cattiui humori, s'empiranno i tagli di bottiro, òd'afsungia vecchia di }ff'm7r~-, porco liquefattajò d'afsungia,& d'olio caldi, ò d'afsungiajd'olio, & di bottiro cu,&purr liquefatti, & incorporati infieme; &i buchi con tafte, ò penne intorniate di ■g£.U**t bottiro, ò d'afsungia, ò intinte in olio laurino ; vngendo la parte di fopra del loco cauterizato con lVnguento fatto d'agrippa, d'altea, di marciaton, d'olio Wino,di ciafcuno parti vguali. Jldìfeguente per difcnfare il cuore dai vele- Rimedi, nofi, & trilli humori, & confumargli, fé gli darà per bocca la mattina a digiu- W *%£ no,per otto giorni continui oncia vna,ò quattro cucchiari della polue diapen- re ddurn. te,che fi compone di gentiana, d'ariftolochia, di bacche di lauro, di mirrha,di fi htim^ rafura d 'auorio; poluerizate, & pallate per lo fetaccio,difciolta in ottimo vino dolce. Venuta la piaga a marcia, fi medicherà con (loppa intìnta in aceto, Vtm* olio, &fale, mefcolati infieme, & fin tanto, che i trifti humori fiano purgati Jjjg^* bene j & fi curerà, fi come fi fanno l'altre piaghe. Cauterizato il loco per eua- meficwL cuare, & diuertire in vn tempo iftefso quelli trifti humori, fé gli cauerà fübito ^matl Sangue dal lato oppofto al male. Se il male, & la poftema farà dal lato deliro >*,<*• du fé gli cauerà (angue dalla vena finiftra del collo,- ò dalla vena interiore della., g£^ sofeia deftra; acciò quella materia venenofa non pafiì per Io membro princi- &** pale»
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i$6 Belle Inflrmkad?
pale, ancorché alcuni tengano, che fé gli debba cauare dall'ifteffo lato ad
colto. La quantità del fangue deue eflere quale farà la grandezza della po/te- ma,& della pailìone^che con regnali inoltrerà l'animale, ò quale farà la reple- tionej imperochefeii cauallo farà fuori di modo ripieno di rei, & erifti hurno- ri, la poftema farà grande, & dimoftrarà egli dolor grande, &^il fangue deüe efser copiofo molto. Ma fé quefte cofe faranno mediocri, ò poche, il fangue, che fi deue lafciar'vfcirfuora della vena, ) deue parimenteeffer'in quantità, Q fiiiìer^: rnediocrcò poca.Cauatogli fangue^ogni giorno fé gli faranno.cliiterij attiad euacuar quella materia,& diuertirla ancora,comefono i clifterij di decottione di malua,& di madre di violej nelli quali fia la benedetta; ò quelli che fi fanno con decottione di malua, di mercorella, di madre di viole, di parietaria, & di mei rofato libra meza,di zuccaro roflblibra vna, di iera pigra oncie tre,di be- nedetta oncie due e meza, d'olio diruta oncie quattro, d'olio commune libre Me/dodi due, dieci roffid'voua,&libra mezadifale. Mentre farà il cauallo infermo? puere. ^ cerr.v ]n |0CQ nett0}^ temperato^ che alquanto declini al freddo,* & fi nu- trirà di cibi, che non generano troppo fangue, & cattiui humori : come fofl° acqua d'orzo,gramigna, orzo,fogIiedi vite, & fieno; & fi mouerà ogni giorno molto bene per ifpatio di meza hora, accioche la materia venga alle parti Rimedi} efterne, & ignobili. Senei principio del male la glandola del petto fi gonriaffe findpnn- tanco poco, che non fi conofcefie l'enfiagione, & fi temefse dell' anricore pe* male /L gli ^Icn fegnahyvngerà quella glandola del petto,per far concorrere la mate- sdeittt^ft tu m que^a glandola, & ingrofsarla con afsungia di porco,bottiro, & olio; Se glnfiajfepò & digiuno per rimediare al cuore,fe gli gitterà giù perla gola con vn bicchier0 £• di ftagno la diapen te, mefcolata con vino y & venuta groffa, fi farà come hah? biamo di fopra raccontato. |
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DELkE
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DELLE INFIRMITADI
DEL CAVALLO
Libro Quarto.
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*Del dolor dello ftomaco. Cap. I.
Oiche riabbiamo ragionato dei mali delle membra neceftarie
alla vita,conueneuolcofafarà transfersril noftroragionamen* toa i mali, che auengono alle membra della nutritione j de i quali prima di tutti fi rapprefentano quelli, ai quali foggiace |
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Io ftomaco.il dolore adunque dello ftomacoè vn fentimento
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. mtio~
ne. |
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di eflb cattiuo,&trifto; cagionato da intemperie òfola* ò con »*■
Hiateria, ò da difunione del continuo. Viene quefto male da cagioni efterne, e*»/?. & interne. L'efterne fono, il bere acqua freddiffima, & gelata; il patir freddi CauCe fer ecceffiui i il mangiar Iongo tempo nel pafcere alla campagna copia grande* m d'herbatroppo tenera,&col ghiaccio fopra;& il mangiar cibi ventofi,& vele- ^oG. Le interne perlopiù fono in quelli animali la materia acre,& mordace; c*«j/w*. ^ gli humori non folamente acri, mordaci, & corròfiui ; ma ancora venenofi, **** a-m- ^irulenti, radunati nella bocca di fopra dello ftomaco: ancorché pofsano c,° cagionare gli humori flemmaticamelanconici,&freddi; & i vèrmi,i quali Keneratifi ò nel ventricolo, ò in altro luogo, afeendono alla parte più fenfibile ^ello ftomaco,& la mordono, & rodono; & la ventofità, che gonfia, & diften- ^e grandemente il ventricolo. Sono molto perigliofi, & mortali gli humori Vermi ea- ^rrofiui, & venenofi; & i vermi, morendoper cagione loro tutto il dì nellc^ gZm°lii |
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jjalle, & nelle campagne infiniti caualli, & giouani: come più volte ci ha mo- eàuMu
.r° la fperienza maeftra delle cofe^hauédo noi vifto alcuni di loro aperti mor- ti hauer intorno alla bocca di fopra dello ftomaco da cento vermi di color fan- pigno^ grandi come nocrìuoli di piftacchi;i quali rofa la prima tunica del- lo ftomaco, haueano già incominciato a roder la feconda : & altroché oltra*, jhauer loftomaco gonfi) (Timo, & pienod'humori giallicb& verdeggianti, ^ueano per l'acrimonia diedi rofaquafi la metà di fopra dalla prima tunica ^ ventricolo, & ie budella gonfie, & nella parte di dentro Scorticate ; & in Wla di fuori di color roifo;& quefto àuiene per effere la bocca di fopra dello ^°tnaco parte oltra modofenfitiua, & hauer communicanza grande col cuo- re> ftcendolo-partecipe quando è affetta, & danneggiata, per via d'vn certo ^fefotimetito de ifuoi difetti, & de' faoi mali j & perciò cagionando acci- denti, |
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i58 Delle Infirmicadi
denti,& fintomi fimili a queHi,che fa egli,quando è ofïefo;membro tanto no-
bile,che è fontana della vita,& ftà nel mezo del thorace,& batte di fua natura» (Flauti- o°de da gli antichi, &famo(ìffimi Medici fu chiamata card ia, cioè cuore;& " lo ftomaco dolore di quella cardialgia, & cardiaca pafsione; & per guadare ancora i ver" fat* car- mij 0jtra jj rodere con la loro vifeofità, & maluagità, la naturai complefsione Cardial- del cuore j col mezzo de i vapori trifti, che gli mandano. Si conofce quefìo ^sèmi del male,venendo da humori acri, mordaci,& velenofi; ò da vermi mefcolati con dolors del- loro,- che i caualli affetti da principio incominciano a fìar melanconici, & col losiomaco. ^Q Da{f0) & a(j odiar' alquanto il cibo; & dipoi alcuni di loro (incomincian* do già gli humori fatti corrofiui a roder5 la bocca del ventricolo) a perder ltf forze, & a non poter andare, fé non tirati per la briglia, ò per la capezza, & sforzati,& con fatica,& malamente: & afar con lo fterco alquanto di grafemi & foprauenendo la febre, farli in fino alla fine del male hora freddi, & hora-» caldi; & mandar fuori continuamente,ftando fermi,& diritti,per tutto il cöf" pò fdalle gambe in fuori,che reftano fredde, & fecche) fudori freddi,& niof- tali,chiamati diaforetici: i quali fono alle volte tanto grandi, & copiofi, chel| vedono gocciolare in terra; & incominciano per Io più dalla parte di fotto de* yencre,& dipoidal capo,& dal refto del corpo, da gli efìremi in fuori, come*1 è detto ; & hauer gli occhi, & le nari piene decrementi, & Jabocca languii & gli occhi morti,& fitti in terra, & circondati da vna nube, & oltra ilfito fa0 naturale,ritirati nel capo:fegni,& prelagij di vicina morte; & con fatica gran' de rifiatare, battendo ifianchi,& aprendo le nari gagliardamente;per compri' mere oltra modo lo diafragma, Io ftomaco gonfio, & ripieno d'humori *crli corrofiui, & velenofi ,• aiutato perauentura ancora dalla gonfiezza de gli inte- ftini; & Hauer l'orecchie, & i tefticoli freddi, & neirinteftino retto calor gran' difsimoj come fi fente,mettendoui per lo fondamento dentro la roano;nepo' ter votar il ventre dalle feci,ne orinare:& altri hauer debolezza grande, & io* quietudinedi corpo, &l'anheiito piccio!o,& debole; & l'orecchie, il petto,# l'altre parti priuedi calore; &diuentar' eftenuati,contrahendo i fianchi,^ » ventre; & fudar per tutto il corpo,dalle gambe in fuori ; & torcere fquando j vermi foli,ò accompagnati con gli humori offendono la bocca del ventricoli il capo,& il collo talmente verfo i lati,che col mufo toccano quafi le cofte,^. ftannodopolefpalle; & rimirar fouente i fianchi: volendo coi mouintf" j efteriori, &colfguardo darli tacitamente a conofeere il loco affetto ; ^ maggior colmo del male,per la paffione,che fentono,& per debolezza getf3te fi in terra,& alle volte con isfinimento di cuore; & fare in fomma tuttj,ò P3r di quelli fegni, che habbiamo detto fare i caualli, che patifeono dolore dictJ# re,- per la communicanza,che ha la bocca di fopra dello ftomaco col cuor£> col ceruello. Se il dolore procederà da ventofità, che gonfia, & diftenda gr*.fl demente il ventricolo,fi vedranno i caualli riuoltarfi (peffo, & volerli giltit[t0 terra; & mettendo la mano dentro il fondamento, fi ritrouerà l'inteftino^^ fronopeo. non molto gonfio, & con pochi eferementi. Quello male quando è deïi. r0f da humori acri, corrofiui, & velenofi; ò da i vermi,è grandemente Per'*wTijtfa &mortale,& malageuoledafanare.-conofcendofi da principio co grandjj^n_ difficultà,& dando in vn fubito morte all'animale,& generandogli fa£tìiQ ve- ti,& fincope,& dolor di cuore:& mafsimamente quando è danneggiano ramente è incominciata ad effer rofa la prima tunica della bocca ài i0ftl0 p# ftomacoinondimeno offeruandofi gli attij& i mouiméci del causilo a*f,Jr
conolc ■
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De'Caualli. LibJIII. i$9
eonofcer per fegni, & per ragione la forte del male; & vfandouifi grandiffima
diiigenza,& preftezza,non dando il dolor della bocca dello ftomaco dilatione di tempo,fi potrà fanare,& la fua cura è tale. Tofto.che fi vedrà l'animale eifer Cura infermo per gli humori acri>& mordaci,che fieno nel vetricolojfe gli bagnerà abondantemente d'olio commune il foramejSc dipoi fpingendo la mano ben vnta dVfodentrol'inteftino diritto,fegli cauerà fuori quanto di fterco vi fi ri- frouerà,& premendo la vefica,fi farà orinare; & ciò fatto,per cuacuarlo,fe gli -£jj[*om detterà dentro vn globo, ò foppofta di due onde di mele,& vnadifale, am- Suppoftc. Malfate con tre dramme d'olio;ficcando il braccio quanto più dentro fi pofìa; & ciò non giouando, fé gli faranno ciifterij con decottione di maina, di bif- afoni. ^aluajdi madredi viole,d'olio violatoci fritello,&di ca(ììa;oueroefTendo ro- foil ventrjcolojcon la decottione di malua,di mercorella,di vedriola,di madre di viole, di ciafcuna vna brancata:di iera pigra,di caffia, di zuccaro rollo ana °ncia vna,d'olio violato?oncia vna;ò fé gli faranno ciifterij acuti per lo mede- fimo con decottione di cocomero afinino,di centaurca niinore5di mercort Ila, di bieta,di malua,di ciafcuna vna brancata; fkdi polpa di colloquintida legar la in pezza pugni tre,pigliando libreottodi decottione,& aggiungendouifco tata che farà,)onciefei di fapa,òdi zuccaro rollo, olio di ruta,& olio cammo- *nillino,di ciafcuno onde quattro; & per foccorrere alle budella rofe,fe gli fa- ranno ciifterij con brodo graffo, & feuo di becco. Euacuato con li ciifterij le *fedkJ"e ^ecijfubito fé gli daranno per bocca inbeuandacofeatteadeuacuar gli humo mar "gli tl acri,& velenofijche fono nel ventricolo, effendo come materie gonfiami,^ humofl *- ^ufficienti a discacciar la colera ,• come fono la manna, la caffia, la decottione "lp. ye e di mirabolani citrini,l'eletroario di fucco di rofe con la trifera faracenia,Ia iera magnai il tamarindo, miglior di tutti. Se gli potrà alle volte ancora gittar Achcf.m giù perla gola medicamenti freddi, mefcola ticon cofe calde,& odorifere,per 2fw ricreare gli fpiriti ,& fortificare la virtù, & il cuore ; acciò pollano difcacciare Timefoia quelli vapori,che 1 ofTendono,&pereftinguer'il veleno,& la putredine;ma no £™f co> pà perche veramente i rimedi j caldi fieno cótrari j al male,& alle cagioni,che odorifere. !° creano.Et temendofi della rofione del ventrieoJo,fe gli potrà dare più volte Jj^fi. ln beuanda libre cinque d'olio com mune>ò di mandole dolci,ò di bottiro far- p* dei yen Co di frefco;ò vn calcedro di latte per ciafcuna volta,fin che lo vomiti,& lo ren- 'Sfìt- da per lo fecello. fct dubitandofi de i vermi, fi mefcolerà con gli olij la polue 4* _ del dittamo, Data la beuanda per riftaurare l'animale,fe gli bagneranno fouen fuÌ!lÌ% ^ la bocca, & le nari con fpugna ftata a molle in onde due d'acqua refata, & mi> *kj* j^Ja di vino bianco, mefcolate infieme; ouero con aceto, dentro il quale fieno **$S3} filiti fandali,violea& rofc;& fi metteranno fopra il cuore, & li precordij em- ™fi'gf*?<- plaftri,checonfortino il cuore; come è quello,che fi fa con teriaca, fucco di li- fonatiti' ^oni,^ feme di cedro; & per vietar quelli fudori diaforetici,s'vngejà kggicr- §^^,.i mente contra pelo con Je mani vnte d'olio acerbo,ò d'oliorofa to;ò d'pl IO Cam» Judoridia- Oiomilhnojò mirtino;ouerofegli fpargerà fopra acqua freddili mal fuoicibj ^S** &?n"^^ec*dj>& facili da digerire, & fé gli ne darà picciola quatità per volta, ww»" . Jpefle fiate il giorno. Ottimi faranno le foglie di falice,di vite,la gramigna, .spelta 1 orzo,r3cqua di fiume,l'acqua d'orzo col gufcio: & con rofe fecche; Ac/colandoui quando fé gli darà bere,del mele rofato;il quale ha virtù di con- fidare la prima tunica del vétricolo,fe perauentura folle incominciata ad ef- ewa de * ro(Ta. Se verrà il dolor delio ftomaco per cagione de i vermi,che fieno nella t%H °cca dello ftomaco,ò ne gli inteftinijfi adoperano irimedij caldi;& euacua-1* yermi L tolo
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16o Delle Infirmkadi
tolo prima con gli clifterij ,fe gli getterà fubito giù per la go!a;& dipoi la mat-
tina feguente auanti il cibo,poluedi dittamo ftemperata con vino;rimedio ot- timo,& ficuro;ouero fé gli daranno cinque grani di fcammonea,colmitrida- to; ò la teriaca>ò pepe,vino,o!io, & fcilla, & bacche di lauro; ò incenfo,arifto* lochiajmirrha; & altre cofe tacche rifcaldino ftemperatecon vino,come p'li diffufamente diremo, parlando de i vermi ; & fé gli bagneranno le nari con vi*. Vmione no rne^c0^t0 con alquanto di melifla s ò con acqua di gramigna bollita coo~>
dtmrt. raloej&feglivngeràilcuoreconcofeappropriatejcomefonolateriacaj'aloe) acciò non riceua ofFefa dal compatimento, che fa con la bocca di fopra dell0
ftomaco;& dalli rei vaporicene vi afcendono;& fé gli daranno a mangiare pa- ftoni di femola,paglia,fieno,& orzoj&a bere acqua d'orzo^cquapura con1* peonia , & acqua bollita con la fementina per ammazzare i vermi. 'deìula- P°* dubbìofi noi,fe il male proceda da verrinò da humori acri, mordaci,& &' gione dei lenofi;ò d^ambedue mefcolati infieme, per non fallire,& caminare ficuranien' 'fa/ì'Jet- te,mefcolaremo infieme i rimedi; caldi>con li freddi; fin tantoché fi feopra tè '** vera cagione del male,-hauendo però fern pre il cuore ad ammazzar']" vermijd a vietare,che la tunica del ventricolo non fia rofsa;come a cofe più periglio^ Sedi maggior impoicanzajconofciutala cagione, fi curerà come s'è detto. $c dRMore il dolore verrà per ventofità, cacciate le feci dall' incettino retto con le mani i. wr yemo- fe gli faranno clifterij di ruta,d'origano, di calamento, d'abrotano, d'anifi> ài cifteri olio laurino, & di iera pigra,per fcacciarnela ventofità. Refo il clifterio, fe gj1 semnde. infonderà per la gola vino ottimo;ouero l'ariftolochia fatta in polue con otti- mo vinoso il caftoreofciolto invinolo meza libra d'olio laurino alquanto cal- do;© inez.a hbra d'acqua di vita.-ilchegiouaaqual fi voglia dolore cagionato Vmioni. per humon crudi; ò per ventofità, & fe gli vngerà Io ftomaco, & il ventre coQ olio laurino, coftino, di ruta,di caftoreo, &di lino caldi, & incorporati infie- me; ouero s'vngerà,ò fregherà perii fianchi,& per la fchena con oliodi lauro; ohocommune,graflb di cauallo,& pece liquida infiemefcaldati,che vagliofl? a tutti i dolori,ò torcimenti dello ftomaco,& del ventre. 'Del bultmo, o canina appetenti» Cap, Ih
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|Sf1f A padìone chiamata dalli Scrittori antichi de' caualli canina ?r
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f: fi jfc? petenza j è vna gran fame, la quale affligge, & tormenta, 8f\ '
canfe, m>^£ debolifce il cauallo; & gli produce alle volte ifuenimento. Si è* nera dall'andar perluochi neuofi, e freddi ; dal patir fame per difaggj0' & careftia di cibo, quando hanno voglia, & appetito grande di mangiare >,£ maffimamente ne i viaggi, & nell'hore folite ad hauer la prebenda ; & dall i temperie della bocca del ventricolo;^ dal ritrouarfi ella feema, vuota,& prl t |
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$$5* di nutrimento ; ò infrigiditalo fatta debole. Si conofee da queih fegni, cae
giumento per l'intenfa fame, che lo confuma, fi fpiega fpeflb in dietro » .rj. £. tremore,& incerto andare;& alle volte non potendo per la debolezza,^^ ^ bilica della bocca dello ftomaco patire, & fopportare più il digiuno, vi'efl „t Cura. no,&cafcain terra. A quefto ftrano accidence fi rimedia, dando al cauall^ j
bocca col corno ( fubito che fi vede per la fame efler'in anguftia, & Per^em- mollica di pane tritata,bagnata,& fciolta in vino ottimo;òpan gratta** oC- perato con vino folo,ò con vino,& brodo di carnejò zuppa di pane operati timo, ò maluafia ; ò farina con vino> ò pignoli mondi 3 & pefti> &*£on |
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De'CauaE Lib. IIII.. 161
con vino, ò torli d'voua con vino, ò brodo s ò vino dolce, ò brodo graffo con
cinnamomo, & garofaii poluerizati; ò veramente dandogli ("mancando tutte l'altre cofe)terra fatta in polue con vinoj&dipoi vngendogli il ventre,& i fian- chi con vino, & olio caldi. 11 fuo cibo farà poco, & dato {ouente, acciò meglio fidigerifca,& le forze fi rinfranchino. Del dolor del corpo. Cap. III.
L dolore del corpo communemente detto > è dolore della parte %,fmtta'
inferiore del ventre, generato da pituita ; ò da materia vento fa ; ouero da colera mordicatiua foprabondante. Viene da cagio- aU£fierne ni ò efterne, ò interne. L'efterne fono il mangiar troppo, & cibi zmlL groffi, ventofi, nociui, & malageuoli da fmaltire ; tra li quali fo- no il fromento, & forzo troppo frefeo, prefo all'aia nouellamente; il fieno no- uo, la paglia d'orzo frefea, & il diuorar molta biada ingordamente con le gra- nella intiere fenza romperle con li denti, & mafticarle come fi conuenia ; & i! riempirli fubito dopo l'hauer con fretta mangiato molto orzo, di molto bere, perche gonfia grandemente il ventre, & gli inteftini ; & il bere, & mailìma- mente quando fono fiati quattro, òki hore fenza mangiare ; ouero quando fono afïetaci, ò molto caldi ; Tacqua fouerchia, ò molto fredda; ouero Tacque corrotte, & puzzolenti ; & Io Ilare caldi > & fudati al vento, & all'aere freddo. L'interne fono a gli humori caldi fitti ne gli inteftini j ò gli humori vifeofi, & J2T^ tenaci attaccati in quellijò la ventofità chiufa nelle budella; ò le feci efficcate, inciurate,eritenutene gli inteftinijòi vermi inuoki nelle budella,&tuttequel- le cole che oppilano,ferrano, & conftringono gl'inteftini. I fegni più commu- st&d Com ni fono, cheicaualli addolorati patifeononei fianchi, & gli hanno gonfij mmt' ftanno melanconici, & fubito fi gettano a giacere; effendo che ogni dolore che nel ventre fi muoue, fa riuoltare, & torcer per terra l'animale; &fubitofi leuano,& hanno il palato afciutto,il ventreritirato,incuruandofi nella fchena; & razzano la terra con li piedi, ò riuolgono il moftaccio alli fianchi. Se il do- Se„ni dd Jore procederà dalfhauer mangiato il cauallo, òdiuorato troppo orzo nouo, joimdd- 0 fromento,!! conofeerà da quefti fegni;che il mifero animale ripieno di yen- mm^mo fo, & di cibo indigefto, farà (per la pafiìon' grande, che fente ne i fianchi, & of^mm, nel ventre^ terribili torcimentijfudarà per tutto il corpo,& prima ne i teftico- °jrc li, & fra le cofeie ; fecondariamente dietro l'orecchie, & dipoi ne i fianchi, & nelle cofte;&haurà l'orecchie fredde,& languide; gli occhi mortificati, la lin- gua calda, &afciutta>& la bocca chiufa ; tremarà alle volte, & cercarà di gec tarfi a terra, & cadutoriuoltarfi hor' in quefto, & hor' in quel lato, & con certi toitabiii interualli hora fentirevn poco di quiete , hora di nouo dolerli acer- bamente, & hora alzarfi, & hora corcarfì ; caminar malamente, né mandar fluori le fGc[3 fe non coftretto ; dentro le quali fi veggiono le granella intiera ; hàuer i fianchj}&il ventre per gonfiezza difteio, &duro;& mandar per le nari gran femore, & dimenare grandemente i fianchi nel rifiatare ; comprimendo ^diafragma j0 ftomaco, & gli inteftini gonfi), & ripieni ; & riuokar fpefso il capo al ventre, & alzare fouente la coda, & fen tirgli gorgogliare le budella^. Se verrà da repletione,&Crudezza,il giumento fi gitterà in terra con fpeffi gè- Segni ad ttiiti, & fpeffo mouerà la coda ; batterà la terra con li piedi, & haurà la pancia ^LÌZ ^nto gonfia, chen)oftreràifchiancarfi>& alle volte intorno allo fterco vifi & andtl L a ritrouerà **
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16i Pelle Infirmitadi
Segni dei rjt:rC)uerà del graflb-Se da ventofita,cercherà il cauallo buttarli in .£rra;fudera
"yemlfitàl dietro l'orecchie j haurà i fianchi tumidi, <& gonfij>& alle volte anco il ventre; tirandoli grandemente la pelle ; alzerà fpefib la coda, & mettendoti la mano nel forameli ritrouerà l'inteftino rettoriftretto,& fatto molto angu[Ìo;& con Segni dei^ p0Che feci,fecchej& picciole. Se per oppilatione, & re.tenti.one delle feci il ca- 'ofliùtw- uallo fpeflb fi colca, & fi riuolge , il che non è da prohibirfi; tiene la coda tefa * n-'&erdete ^e na" m0^° aperte, Sgonfie; pefta con li piedi la terra, odora il fuo Iettarne» j!c7. '■;* fuda di fottolali,&tremaalIevoItealquanto nelle fpallejmoftra fpeflb il mem- bro fuori,come fé voleffe orinare, & mettendoli la mano nel forame, fi ritroua segni dei l'inteftino retto pieno d'efcrementi fecchi,&duri.Se per humori vifcofi attac- itmonvi ^ a^e budella >come auiene alli caualli, che fono fìsti lungamente in otio» jcofu &pafciu<:icopiofamentej fi vedrà il giù mento fchiffare il cibo, razzar con li piedi, guardarfii fianchi, come luogo dogliofo, hauere il palato afciutto, & J Segni fé u fianchi fenza gonfiezza-Se per vermi fpefso fi riuolta,il ventre fi gonfia,fpeiTe fedir fL ^ate fi guarda j fianchici toccarfì il ventre co la bocca.Si curano quefti dolo- ìyermi. ri vniuerfalmente parlando,in quefta guifa.Subito che fi vedrà il cauallo hauer Sur dfi male,fi coprirà bene,& mettendogli la briglia in bocca, fé gli trarrà con mano corso. vnta d'olio tepido dal fondamento lo fterco,& tutte quelle cofe,che ferrano il budello,maneggiando piaceuolmentela velica perfarjo orinare: pofcia fubito ciifiem. fé gii farà vn ciiiterio non troppo caldod'acqua,& d*olio;ouero con femola>& con acqua bolliti infieme,accio fubito fi vuoti;& fi farà muouere pianamente. jRefo il difterio, le gliene farà vn'altro più gagliardo con decottione di malua» dimercorella,di madre di viole, di bieta,di ciafcunoynabrancata,d'anifion-* eie fei,& altrettanto di fieno Greco,& d'orzo due Scodelle, & yna brancata di ruta,agg3untoui(colata che farà la decottione) oncie fei di mele, vn bicchier0 d'olio di ruta; ouero oncie tre di fucco di pan porcino, che farà meglio,& olio cornmune quanto balta: il qual ha virtu,& valore di fpiccare gli humori dalle budella, & rjfcaldare l'interiora, & rifanar l'animale; ouero fé gli faranno eli- fterij con acqua di fiume, dentro la quale fieno cotte brancorfina, malua,ma- <dre di viole,vedrioia;aggiuntoui(colata che farà)iera pigra,& zuccaro roflbjO con fucco d'herba cantabria,nel quale fieno cottebieta3& malua con falnitro? & quattro fcropoli di fterco di colornbo,& olio a baftanzajò con acqua falata? oue fieno bolliti ruta,foglie di poIio,& d abfinthio;ò con la decottione di mal' ua,di madre di viole,d'anifi crudi,di fcarfoglie d'agliojaggiuntoui olio, & tèjf quanto bafta; ò con quella, che fi fa di fiori di cammomi]la,d'aneti,di fiori"- hipericon,d'artemifia,d amarella, di ciafeuna due brancate, di feme di tìo°c' chio, d'anifi, di fieno Greco, di cornino, di ciafeuno due oncie,di fcarfogliV d'aglio manipolo vno e mezo,-aggiuntoui(colata che farà) olio di ruta,olio &" momillino,oIio di feme di lino,di ciafeuno onciedue; mele rofatopfapa hbfj? meza,& alquanto d'acqua di vita>il quale vale alli dolori colici,& yentofijò c0 quella altra, che fi compone con acqua, dentro la quale fieno bolliti aga#*f oncia meza,fei capi d'aglio,anifi crudi vna brancata;aggiyntouj(colara la » " cottione^oliodì ruta oncie tre,mele rofato onde due,& nel fine oncia yfl*. acqua di vita,- fatto il clifterio,fi chiuderà il forame con fìoppa,acciò non &_ Fregagio- fuori fi tofto il clifterio j & vnto il ventrecon olio caldo, fi farà fregare da g£ huomini per vn gran fpatio, vno da ogni lato, con vn bafton tondo? ^Lo tOjincominciandpfempredalla partedin3nzidallafpa]la,&caminandoifl ^ a qiidk di dietro del ventre;itropicciatQJ& fregato bene il cauaJIo; fi jéUf 0
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De'Caualli. Lib. UIL i6}
*J°Ppa dei forame5& fi caualcherà,ò mouerà,fin che getti il clifterio.Et refo il
Jetto chfteno, & non ceffando il dolore, fé glie ne potranno fare de gli altri, legando bene il ventre con le manicò con li baftoni, come s'è detto; & richier Camrran ^ödo ilbitogno,fegli potrà trarfangue dalle nari, forandole con vna lancet-gue. Rottile da vna parte all'altrai. & dipoi da tutti due li fianchi. Nion potendofi ^JJ^ 'are i clifterij per qualche impedimento, fé gli ficcherà dentro il forame vna u cììftenj, Jipolla tagliata in croce, ò minutamente, ripieni i tagli con olio, & fiale5 il che^£r ^ 'tol fare orinare;© vna cura»ò due grandi come voua.della compofitione,che " radi mele,&altrettanto di fale pefto cotti al fuoco,fin che s'in{peiììfcano;& ^enate^poiché faranno rafreddate, & diuenutefode, fopra vna tegghia vnta foglio, finche piglino forma rotonda ; le quali per la mordacità loro tirano a 'egli hurnori,& cacciano fuori la ventofità,&le cofeindigeftejouero fé gli fa- r3nno due, ò tre lunghe fuppofte con mefcolaoza di dieci cipolle fecche; noue Propoli di fichi fecchi, vno di falnitro, & quattro di fterco di colombo ; ò vna ^ppofta fola in forma d'vouo,che fi fa con fale oncie trenta, & altrettanto di toele fatti bollire infieme,tanto che calino il terzo,leuandone fempre la fchiu- ^a; aggiuntoui e leuati dal fuoco, & calato di bollire^ vna oncia d'euforbio, °Uero due d'aglio pefto 5 mescolandogli bene con vn battone, & incorporan- dole infieme;il che fatto fi farà buon Ietto al cauallo,acciò ripofi; & ciò facen- do 5 & incominciando ad euacuarfi il ventre, fi potrà fperare prefta falute del- R-medu * animale. Non liberandoli per la malignità del male il cauallo con quelli ri* non libera, ^edij, fé gli darà per bocca la polue diapente,quanto tiene vn gufcio d'vouo, doÌilff Òpiù {temperata con vna tazza grande di vino bianco ottimo, la quale rifcal- ZJe. '"' da5 difecca, conforta, & prouoca l'orina j & gioua a i vermi, & alli cauallLche pifciano fangue 5 ouero oncie quattro del fucco della ruta feluatica,ò domefti- ca j ò oncie due del fuo feme fatto in polue, mefchiato con vino ; o la teriaca Oncia vna {temperata con vino; ola beuanda fatta di teriaca, d'aloè hepati- co, di ciafcuno oncia vna ,&vino bianco vnafcodella: la quale vale ad ogni 'Yentofuà, & alli dolori colici venuti per indigeftione, & per vermi ; ò la be- vanda d'aloè hepatico, di bacche di lauro, di galanga, di ciafcuno oncia_, Vna, poluenzate, & d'ottimo vino bianco; ouero fé gli darà in beuanda con poke ad v^o poìue della compendone, che fegue, quanto entra in vn gufcio d'vouo, ,f jyf/»- the a farla fi piglia imperatori a, rafano con leradici,& con le foglie fecche nel tri * ver- «>rno,& fatte in polue, di ciafcuno libre due, fpica nardi,galanga, zenzeuaro m' aria oncie tre,fele di bue,aloè hepatico onciedue; anifo, fucco di ciclamino,di ciafcuno oncia vna;le quali poluerizate,& mefcolate con acqua di vita,in mo- **o, che diuentino come pafta; fi mettono nel forno dentro vna padella tanto, Cne indurivano, & in polue s'adoprano ; & quella polue vale ad ogni dolore, ammazza i vermi; &data fé gli butta dietro per la gola vna oncia d'olio. Et fé se dopo u dopoquella il dolor non mancalTe, & il cauallo incoiEinciafie a battere i fian- foruee„~ fj chi, a ftar col capo baffo (che fono fegni di febre) fé gli trarrà giù per la gola «,«** fa Tiiezo boccale d'acqua, dentro la quale fieno difciolte due libre di zuctaro *offo, libra vna di mele, & vndici rolli d'voua. Et per leuar via la ventofità, al^imreef, <* far orinar il cauallo, & rifcaldarlo di dentro, fé gli porrà su i fianchi facchet- tftàSli spleni di femola calda bollita in acqua, & ben fpremuta; ouero facchetti pie- f? erim" •m di miglio > o pannico, riscaldati dentro vna tegghia. Et fé i fianchi del ca- dilo faranno gonfij, & pieni di ventofità , fé gli darà in beuanda vn gran Schiaro della polue, che fi fa di pepe grani cinquanta, di feme di petrofe. jl 3 molo
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i #4 Delle Infirrnitadi
molo vna brancata, di feme d'appio, di nwfhft* di fcariola, di ciafcuno onctf
due;pefte,& fetacciate3& mefcolate con altrettanto difalnitro pefto,* & ftetT1' perati con vino caldo>olio, & mele: la quale ha virtù di ribaldare, & allarga il ventre, & leuare la ventofità ; onero fé gii darà per bocca con vino caldo, # olio vn gran cocchiaro pieno della polue di bacche di lauro, di pepe, di com1' no, di feme di petrofello,di feme di finocchio, d anifi, di falnitro, diciate^0 parti eguali; fetacciate>& mefcolate infieme,checauano la ventofità, & leu# no la doglia del corpo -, ò veramente fé gli trarrà giù per la gola onde due di acqua di vita; ò d'aneti; ò quattro oncie di fterco di colombo fatto in polueA diftemperate in dui bicchieri di fucco d'aifentio,ò di parietaria;pefte nel mPj* taio con alquanto di vino; o la beuanda di bacche di lauro,di feme d'appio^1 feme di petrofemoli,di femed'anifi,di centaurea,di ciafcuno vna oncia, di Pe' pe grani vinti, fatte in polue, & mefcolate con due oncie d'olio commune, # vino bianco tepido. Data la beuanda,fi mouerà deliramente per vn gran p#' zo il caualloycome anco far lì deue doppo le fuppofte, & i clifterij: ne fi lafc'f rà volteggiare per terra, acciò non fi rompefïero, ò danneggiaflero gli incedi' |
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viuere
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li ni, ò le parti di dentro. Si terrà il cauallo infermo la maggior partedel temPa
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con la briglia in bocca , & ben coperto, & in ftalla calda ; & fi mouerà fin chc
cecino, ò calino i dolori ,* ne fé gli darà da mangiare, fin che non fìa bene eU*' cuatoperilfeceffo, & incomincia migliorare; & il fuo cibo farà poco, &l'ac' qua, ò i beueroni con farina di grano tepidi ; ne fé gli darà per modo alcuno dell'orzo, ne del fromento; ma cibi conqenienti, palloni difemola con mele > fieno,fpelta mefchiata con orobi,ò con fieno Greco,& fieno con l'appio,ò coa cura del herba medica. Ma fé il giumento farà afflitto, & uguagliato da grandifsi111^ 'clrpo iti & awotifsjmi dolori, per hauer mangiato, &diuorato troppo orzo nouo,0 mangiar granoj-leuate le feci deifinteftino retto con la mano vnta d'olio tepido.-il prin' gjH» »>- cipal noftrointentofarà vuotarlo,&rifanarloconfoppofte, ò coni clifterij j facendone due, ò tre, ò quattro, b più fecondo il bifogno, & la grandezza & male ,• & dipoi chiufo con ftoppa il forame, fargli fregare con baftoni lifci, # tondifcome s'è dettolo ftropicciarecon la mano vnta d'olio,& vino calditafl' to i fianchi3& il ventre, che calino i dolori; & ciò fatto mouerlo, & caualcar[° ben coperto, fin che renda le feci, & il cìifterio per luoghi inequali, ò petroli fagliendo, &difcendendo,acciocheilcibocaligiù a baffo, ck il calor natura tubiti-' venga a confortarli. Per euacuarlooltralecofedette,faranno buoni, & m^cö ui. gioueuoli i clifterij fatti di decottionedi madre di viole,di maina, di vedri^j di brancorfina, di matricaria, di mercorella, di feme di finocchio, d'ani!* » ^
ciafcuno parti eguali;aggiuntoui vna buona quantità di fale.mele.&olio;0^' soppofo. nancj0 beneognicofa infieme; & le foppoftedifcammonea aguiia d'voo^' Fregalo- Et fé con tutti quefti rimedi; i fianchi perfeuera fiero in durezza, & vcnrof»ta' fi fregheranno bene,& gagliardamente con le mani vnte con vino, & oliocaJ Betumde. di ; & fé gli getterà per bocca dueoncie di feme di ruta fcioke in vino bi^n^ vecchio ; ò il fucco di porri con vino, & olio ; ò due fcropoli di raciice di p3^ cea, & vnod ariftolochia, con vino ottimo ; ò quattro bicchieri di vinoc _ quattro oncied'olio,& altrettàto fucco di cauoli,-oalcun*altra di quelle ^cüZfC> se i^ak ^e raccontate «N fopra,atte a fcacciare la ventofità: & fi terrà fenza mang^^ remeranno
&fenzabere,fin che fi veda palfaro il gonfiamento. Et perche nei dolori vflUa-
ff'fidef " Per man§iar troppo,fogliono le gambe primieramente reftare ofFefo J.JjaR,
ba. e ' fi legatele gli cauerà(dubitando di queiiojfubito fangue dalle garrii* 0 |
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De' Caualli. Lib. HU. i6j
*t fotto il ginocchio ;■& fi euacuerà comedi fopra; & rientrato nella ftalla, &
^ciutco bene,fe gli laueranno le gambe con aceto, acciò gli humori non fcen- ^ano a baiïo;& afciuttess'vneeranno l'vnghie con olio,& aceto. Et fé perauen- Cm'fll°n t 11 nr • /- r t ....... rn j>rejo,come
cUra il cauallo vemffe a aprendone, fé gli terranno ripieni 1 piedi con fterco di/icari;
Porco, & aceto,- &ficurerànel modo, che fi curano icaualliriprefi, come dire- ^ff} ^o al fuo proprio loco. Se il dolore poi verrà per repletione, & crudezza , fi corpo pr terrà il cauallo a regolato viuere, & s'eflerciterà gagliardamente ; &fubito,^25- e^acuato prima il ventre con clifterij,fe gli trarrà fangue dalie gambe dinanzi ** fatto il ginocchio,per vietargliela febre non foprauenga,&le gambe non pa- scano da gli humori,che fono in mouimento,& per calar' a baffo;& fé gli ba- daranno fpeflb le gambe con l'aceto; & l'vnghie con olio, & aceto. Se il do- y^ZJìtZ 'óre farà prodotto da ventofità, fi terrà il giumento ben coperto, & in luogo comefim- caldo, & fi mouerà gagliardamente, & fé gli ftropiccieranno i fianchi forte-n' ^ente con le mani vìnte d'olio caldo;& fi curerà con clifterij,& con beuande, che rifcaldino, & caccino via la ventofità ; & fé gli darà a mangiare cofe, che Hfcaldino,& a bere acque tepide, &beueroni con farina di fromento,ò d'oro- bi;ouero datogli beuande che rifcaldino,& fregati i fianchi con mani bagnate d'olio caldo,fe gli ficcherà nel forame vn cannello di canna ben groiTo,& lun, §0 vn palmo più della metà, vnto d'olio, legandolo in capo della coda in mo- do,che vi itia fermojpoi fi trotterà per erte colline ben coperto,fin che caccian do la ventofità fuori per lo cannelloni dolore venga a mancare. Se verrà la do- cumdà glia, per ritendone delle feci,il cauallo s'efserciterà gagliardamente,& hauen- S[J- *CT 3one voglia,fi lafserà corcare, & riuoltar per terra; & leuate con la mano vnta 7£%cl d'0110 le feci,fe gli darà a bere vino,& olio quantobaftijò vino,& olio,& fucco di cauoh;ouero opoponaco,& appio fatti in polue,co vino bianco; & fé gli fa* ranno eli ften j ,che 1 ubricano il ventre,& euacuano le feci;& il fuo cibo farà fie- no verde, òfeccoafperfo di falnitro; il bere acqua con falnitro,òbeueronicon farina di fromento,& fale. Et féidolori procederanno da humori attaccati ne ^eadfr gli mteftim, ii cureranno con clifterij ; & i caualli fi menaranno deliramente tumori at- torno, & bifognandojfe gli metteranno su i fianchi Tacchetti con femola, & ^uàll ciglio caldi ; & fé gli daranno in beuanda cofe che rifcaldino, &diftacchino gli humori dalle budella.Ma fé il dolore verrà perii vermine gli darà per boc- j^Un^r ca col fieno vn poco di falnitro, & pfillio poluerizato oncie vna e meza, opo- >w* co- Ponaco oncie fei,rafura di corno oncia vna,mefcolate con acqua melata;deiv m 'l Qmu fro la quale fiano bolliti menta,& cime tenere di lauro;ouero fabfintio bollito lr* vino; ò la polue d'opoponaco dramma vna, con olio; ò fucco di cauoii con vitio dolce ; ò radice del cocomero feluatico poluerizata ; & altri rimedi] op- P°rtuni,come diremo, parlando de i vermi. 'T)elfluffo del corpo. Cap, UH,
Sfendo,che il flufso del ventre mal conofeiutoda tuttii di più for- fjjjfr di
ti ; percioche ve ne vna fpecie, che fi chiama lienteria ; vn' altra ragiatura;vn*altra diarrea; & vn'altra è detta difenteria; definite che 1 hauremoj diremo primieramente del flufso in generale ; & Jpoi particolarmente di ciafeuna fpecie di quello. La lienteria è vn flufso £efid"Ì?Z del ventre, nel quale, quello che fi mangiaufi bee3 fi manda prettamente ikmma. h 4 perii
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ì(56 Delle Infirmitadi
per il feceflb in quella medefima quantità^ qualità,che erano quà^o fi rr-an-
Ragiatura giò>& beuè, JLa ragiatura è vn flufso del medefìmo, nel quale il giumento fen- chefta. za trar frutI:o di quello,che mangia,butta longi'da fé lo fterco indigefto,& c0* Defimno- me acqua liquido,&: alle volte puzzolente. La diarrea è vn flufso d'humori co! ne delia-. fanoUe. Vengono i fluffi per cagioni efteriori, & interiori. L'efterióri f°n° diarrea. ■ & o., ., v . * o . . . „ . C/
Caufeefter J aere corrotto, il cibo, o in troppa quantità, o muffato, corrotto, & nociuo>»>
ne' nerba col ghiaccio:onde la virtù digeftiua dello ftomaco fi fa debole,^ la fij
compleffione fi guafta: & generanti in lui humori flemmatici,indigefti, &vir
cofi. 11 mangiar fterco di gallina, ò di topo; il bere molta acqua fredda fubitP
dopo l'orzo,-le fatiche fatte in vn fubito con preftezza grande.& dopo il cibo?
i longhi,& foperchi viaggiai quali agitano,&difsoluonoglihumori,& gli faOf
no fcorrere al ventre, & mafsimamenre ne i caualli vecchi, ò mal difpofti 5 °.
mal condotti, & mal gouernati; il molto patir nel verno, & ne i pafcoli fred^1
Canfein- grandifsimi, & il dimorare in luogo humido, & freddo. L'interiori fono il &'
tarro, che fcendendodal capo nello ftomaco in copia grande, lo rafredda, #
lo fa lubrico, & molle. La debolezza della virtù digeftiua, & retentiua dellp
ftomaco, & la fortezza, &gagliardia della efpukrice. La lubricità del ventri;
colio, la mala com plefsione del mcdefimo,&cÌe gli inreftini: la quale perlopiù
è fredda,»: humida:& gli vlceri de gli rnedefimi-La molta effufione di colera?
ò fléma (a!fo,òaltro mordace,& furiofo humore nello ftomaco;& la molta ce
pia d'humori troppo freddi nel medefìmo. Le cagioni efteriori fi conofcorio
segni del pò"relatione dei curatori, & dalle feci. Le interiori dalla diuerfità della mate
pp. ria,ch'efce per lo forarne;imperpchei flufsi fecondo la varietà,& diuerfità del-
'Ih^rìTli Iecagioni.cheli generano,^dellemcmbra,fonoancorefsivarij,&diuerfi-°n*
'wrfità dk de alcuni fi veggiono bianchi;altriacquofi,&puzzolentijaltriacquofb&che
beffe. a guifa d'aceto bollono alquanto in terra j altri vifeofi, altri carnofi, altri fan-
guinofi, altri con rafehiatura di budella,* &altri marcidi,& puzzolenti; dimo**
ftrandofi il bianco la flemma j l'acquofola malignità dello ftomaco; il fangui*
nofo il fanguejquello che bolle,la colera,& la melanconia adufta,la rafchiat^
rade gli inteftini,gli vlceri delli medefimi,ò fieno ne grinteftinifuperiori,òrtf
frwoftico. gl'inferiorijò in quelli di mezo.I pronoftici di quefto male fono, che ogni fl«*'
fo,nel quale moftra la natura volerfi per fé medefima purgare,fi àeue prende/?
in buona parte ; ne fi deue riftringere fino al terzo dì : ma quando la quanti1*
foffemolta,&condebolezzadivirtù,èpericolofo,&fideuepreftoriftringer^
che il fluftojche viene dalla colera,& dalla melanconia adufta,& gettatoint£..
ra bolla alquanto,è perigliofo,& mortale,che ogni fluffoche vlcera,& fora g'J
inteftini,è mortale; che il fluito del ventre per viceré de gl'inteftini fottìli- Pe
lo più è incurabile,cheogni fluflb,ches'inuecchia è mortale,& produce ioté ^
cura del te ne i caualli vn male,che fi chiama riprenfioneFer fanare quefto male,fitef'
M°' ràilcaualloinloco temperato,con la briglia in bocca,inripofo: perche il &°'
uimento agita gli humori;fi terrà fenza mangiare,& bere,fin che cella il fl^jj
vittere! • ° quanto più fi potrà, hauutoriguardo al male, & alle forze dell'animate'
prima notte non fi lafcierà dormire nella lettiera; dopo fé gli farà vnbuo*1
to di paglia alto, & tenero da ripofarfi; il cibo, & il bere farà pochifsimOja^
folamente a mantenerlo in vita, & fé gli crefeerà a poco a poco ; percioch-^
humori relaflati,& commofsi per la copia grande del cibo, & per lo »P°^be
fcaldarebbono le vene, il fangue, & i nerui ; & il fangue corrotto gencl*jjflitq
riprenfione nell'animale indebolito. 11 cibo farà fpelta* vena, orzo*?
sbru"aCÜ
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De'CauallL Lik UIL 167
sbruffato co vn poco d'aceto nel bruftolarlo; orzo bagnato con acqua di pian-
*agine;orzobagnato d'3cetomiftocon paglia minuta di frometo;aggìuntoui ^quanto di fumacho; paglia minuta di fromento; orzo con feme di lentichie, femola bagnata con vino auftero ; femola con farina di miglio ; palloni di mi- glio, il bere acqua piouana; beueroni con farina d'orzo,ò di miglio5ò di rifo,ò Amou, di caftagne freddi ; perche il freddo riftringe il ventre. Non fi deue tardarci none. groppo di riftringere il flufso3 per effer'egli molto pericolofo, & confumando muecchiandofi le forze dell'animale a poco a poco,& conducendolo a morte; dandogli per tre giorni la falutifera beuanda d'acqua piouana fredda, col ca- Bem„det glio leporino,ò di capretto; ò di latte di capra;dentro il quale fieno ammorzati ferreo fallì di fiume afFocati,con feme di nafturtio arroftito,& fatto in polue; 0 latte di vacca, òdi pecora leuatone il bottiro, & dipoi cotto; òdi latte con / ciglio, ò rifo arroftito, ò feme di papauero poluerizati ; ò di fterco di capra_, ftemperato con aceto,cheriftagna ogni flu(To;ò di vino aufterojòd'acqua con fterco di cane fecco,& trito.Sarà ancora buono per lo medefimo effetto dargli con vino inacquato il feme del giunco arroftito, & fatto in polue ; ò vino nero con fangue di drago,& bolo armeno poluerizati;ò veramente la decottione_» delle frondi,& dei germi teneri delciftoa òl'hipociftocon vino; oil fucco del* l'acacia;ò il frutto dell'acuta fpina, con vino auftero; ò polue di gufci di mela- granoni feme di piantagine,di fumachi5& ài galla,con vino,& acqua di pian- taginep il feme di cotogni,& di fumacho,& galla,fatti in polue con vino;ò la decottione del cipreflb; ò le noci del cipreflb, & le fuefoglie pefte, & (tempe- ste con vino ; ò polue di corteccia d'incenfo con vino ; ò il bolo armeno con acqua di mirto ; ò il maftice con fucco di cotogni; ò altri fimili medicamenti j & in oltre fé gli faranno difteriche habbino virtù, & valore di nettarea & for- tificare le parti; come fono i clifteri j d'orzo, & di zuccaro rofTo; & quelli che fi fanno con fucco di nfo,& acqua azzalata>dentro la quale fiabollita,& disfat- ta vna teita di caftrato. De Ih Itenteria, & radatura, Cap. V.
A lienteria, & la ragiatura fono, come s'è detto,flufïi di cibo ; nel-
l'vno de i quali fi vede il cibo elTer crudo, & niente alterato, & mutato; nell'altro fi vede eifer mutato: ma non cotto intieramen- te, & perfettamente. Sono ambedue affetti communi del ven- tricolo^ de gi'inteftini;& vengono dalle medefime cagioni dif- ferenti folamente, che in quefto fono men potehti;& in quello più gagliarde. ■*-e cagioni fono in quefti animali la debolezza della vinù alteratrice,& il man Caufe. gìar troppo cibo, ò nociuo; & il bere troppo acqua fredda fubito dopo l'orzo. La debolezza della virtù retentiua dello ftomaco, & de gì' inteltini fuperiori deriuata per lo più da intemperie fredda, ò femplìce,ò con materia: la quale ò niente ritiene il pafto,ò noi tiene ftrettamente tanto,che fia cotto intieramen- te.La debolezza della virtù digeftiua,il mancamento della quale fa,che il cibo j1 corrompa, & corrotto fia gittato fuori per lo fondo dalla virtù efpulfiua^.. *-a colera, che mordica lo ftomaco, & ftimola con la fuaacrimonia la virtù ef- Pulfiuadi quello a mandar fuori il cibo, auanti che fia incominciato ad alte- r5rfijò auanti che fia intieramente digeritola copia grande d'humori flemma- tlci> che fono nello ftomaco, & lo fanno lubrico : onde fdrucciola fuori per lo fondo
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16g Delie Infirmitadi
fondo di quello il cibo niente alterato, & crudo,ò non ben cotto; & l'altre cav
Segni M- gioni dette di fopra, parlando generalmente de i fluflì.La ragiatura fi conofce 'fa ragia- dallo fterco indigefto, liquido come acqua, & puzzolente ; & dal ruggito, & fuono del ventre, & de gl'inreftinij&dal debilitare tanto il cauallo, che appe"
feg"LÌlt na ^ PU^ re§Sere in Pie^i, per tanto euacuarfi. La lienteria dal cibo crudo, &
ria. indigeftoych'efce per lo forame. La ragiatura da principio facilmente fi fana j fronoftico. jnuecchjata, difficilmente, &con lunghezza di tempo. La lienteria andando in longo,fi cangia per Io più in difenteria. La lienteria venendo dopo la difen* Cura. £erja5è mortale.Quando il giumento perde l'appetito è fegno di morte.Se que- fti fi udì del cibo procederanno da repletione, &dall'hauer mangiato tropp0 |
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yiwre.
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dt *1 giumento;ò beuuto molto fubito dopò l'orzojfi terrà il cauallo in ripofo;per*
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che il moto agita, & commoue il ventre,& gli inteftini; ne fé gli darà mangia*
re,ne bercfin che non fiano vfcite per Io kcelTo le cofe indigefte/ & ceffato io tucto,ò in parte il fluiTo: pofcia fi aftenerà dal bere quantofia poflibile; & fi ci- berà parcamente di cofe leggieri: come fono orzo broftolatojfemola bagnata con vino neroauftero; paglia tagliata minutamente, & altre cofe tali; & fegU darà a bere acqua piouana; ouero acqua mifta con farina di miglio, òdi rifa? & eifendo bifogno euacuar le feci indigefte,fe gli faranno clifterij. Per riftrin- gere poi, Sconfortare lo ftomaco,&corregere la fua mala compleffione, & gli darà due dì in beuanda rodi d'voua,cannella, & mirrha in polue, battute^ cura dei con aceto, & vino. Se verranno da materia fredda, & da humori flemmatici Wde àcLj come per lo più auiene,* fi terrà il cauallo ben coperto,& in ftalle calde; fi nutri- fredda,& rà parc3meiite,& fi farà patir i'ete. I fuoi cibi faranno pan grattato fciolro c°n 'jTfj- aceto,& v'no aufterojfemola con vino,voua cotte nellaceto;iIbere vino bian- vLle! ' co ottimo, &auftero con polued'ofiadi nefpole; acqua piouana con alquanta d'aceto;acqua con farina di rifó,òdicaftagne;vino con acqua piouana.Perri- Rimedij Itringere il flufìo,fe gli darà la mattina inantiilciboin beuanda poluidi lauda' PmfiM- nO)i"naftice,caiamo aromatico,noce mofcate>& anifi,con acquadi mirto,&ài fi. J fumachi;ò veramente polui di cimino,di nafturcioarroftito,di maftice,d ifl- cenfo,dilaudano,di ftorace,di mirrha,&di nocedicipretTojConilfuccod'ai' fentioiòcon latte frefco,& caldo,òcotto di pecora,ò di capraio vino aulte^ ò polue d'incenfo fciolta in vino nero;ò radici di peonia,poluerizata con vi^0 auftero;òdecottione di cauoli cotti due volte; òdi radice di peonia;& perfof? pS&i tificareloftomaco, s'vngerà tra le gambe, & fotto il ventre con olio caldo <" ■b'siomaco. maftice,& d'afientio,ò nardino, & altri tali. Se il flufso farà cagionato da &K p$aàL feria calda, & da humori acri, & mordaci, fi terrà il cauallo in loco frefeo, # waten^ ]afcierà ripofar Iongamence in buon letto di paglia j & fé gli darà pochina0 CaLt' ' da bere;perche il molto bere è nemicifsimo del flulfo. Il fuo cibo farà orzo c°n Modo di fumachi,femola con farina di nfo,& bollo armeno in polue; paftoni di mig^ femola con melega cotta, ò cruda. Il bere latte di pecora, ò di capra frefeo? j caldo,ò alquanto cotto; latte di vacca cauatoneil bot tiro, col bolo armeno?*^ terra figillata; fece del vino fciolta in acqua di mirto; acqua piouana^acq1^ r erriirin- orzo> acclua con farina di caftagne, ò di miglio. Per riftringer poi il ventre lere il ven gli trarrà giù per la gola col corno il feme di piantagine, ò del Japau'o faI.t0-fl- &?• polue con acqua piouana,ò di piantagine; ò la decottione delle radici dd ^ que foglio; ò quella della corteccia di mnezo della quercia;ò il corno ^/u0]o abbruggiato,confemedi piantaggine poluerizato,& acquarle polui °x - armeno,di terra figillap, di corall^di lanciali, di fumachi, di feme ài c°l^f |
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De'Gaualli. LiKIIII, 169
di galla,d'acarìasi mirto fciolte in acquaio fucco di piantagine,& d'aflentio;
Q con latte di capra, ò di pecora frefco , & caldo; ò veramente cotto ; & fé gli Rimedìj Vngerà per fortificarlo ftomaco frale gambe dinanzi, & fotto ii ventre con ^Jl^t olio di cotognij& di m jrto,ò altri di limile virtù. Et per rinfrefcar le reni, fé gli muco. porrà fouenìe fopra pezze grandi di tela bagnate nell'aceto. U&" |
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Della diarrea t C<tp. ■ VI.
A diarrea è vn femplice fluflb humorale , nel quale non fi vede-» Defimio-
alcuna vfeita difangue,ne cibo,ne alcunacorrofionede gli inte-«'■ ftini;&èprodottoinquefti animali dal patir frcddo,ò caldo gran- m*e' difsimo; dal fopportar fatiche, & efTercitij intolerabili, che debi- litano la virtù retenriua dello ftomaco,& de gli inteftini; dal mangiar troppo, & ft ar troppo otìofi nelle ftalle,onde gli humori fi corrompono;dal troppo be- re fubito dopo l'orzo s dal mangiar cibi nociui, ò venenofi, ò troppo lubrici ; dall'eiTer troppo graffi,& ripienijpercioche la repletione guafta gli humori,&: gli fa diuentar maligni,& rei;& procede ò per difetto di tutto il corpo,ò delle membra; & quafi fempre ne i caualh,per colpa,& difetto dello ftomaco,& de gli inteftjni,& per copia grande d'humorLche fi generano in quelle parti,ò vi vengono d'altrondeji quali per lo piùfono ò colerici,ò flemmatici,ò venenofi; ancorché poffa eiTer prodotta dall'altre cagioni > che habbiamo detto, & dire- mo poter gli altri n'udì produrfi. Quefto fluflb, fé procederà per cagioni efte- s&»< riori, s'intenderà per relatione del curatore ; fé per eiTer ripieno di cattiui hu- mori,»* conofeerà dalla vita pattata del giumento,atta a moltiplicar gli humo- ri^ dall'eiTerfi tralafciate le confuete euacuationi,& i (oliti efferati j;fe per hu- moral colore,6d'odoredeiì'vfcita,retàde^ gouerno paflato inoltreranno Thumore peccante. La diarrea quando s'inuec- Pwj?««,
chia, conduce l'animale a pericolo grande, & difficilmente fi lana ; ne fi deue fubito riftringere, ftando ferma, & falda la virtù, & gagliardia del cauallo,ma 'afeiar prima vfeir fuori perlofeceflb buona parte de gli humori commetti, Priachefiriftingalaiolutione; efsendo che la natura fi vuole con quefto mo- do da fé medefìma purgare,& aiutare. Per curar quefto fiufso,fi terrà il caual- Cura. lo infermo a regolato viuere,dandogli poco da mangiare,& da bere,& beuan- de attualmente fredde, & in fomma fi ofseruerà tutto quello, che habbiamo moftraro douerfi fare ne gli altri fluffi. Se la diarrea verrà per humori colerici, . Per riftringere il ventre,fe gli darà al debito tempo in beuanda la mattina a di- aiulLr-
§iuno poiue di venacciuoli de gli acini dell' vua, bruftolati con farina, & ac- rM*Trb£' SUa; ò poiue de i fiori, ò del frutto non maturo, & fecco, del rouo,ò rubo, con rid. acquadJacetofa;ò bocconi di foglie del rubo pefte,&impaftate con farinai acqua di fumachi; ò poiue di feme di lapatio con acqua,ò vino^èpoiue di gal- la, di feorze di melagrani, & di fumachi, con lucco di piantagine ; ò poiue di corno di ceru0, & di galla abbruciate; ò poiue di coriandro preparato in ace- to, con acqua piouana; ò poiue di nefpoli, ò di forbe non mature con acqua^ d'acetofa,ò di piantagine;ò poiue di balaufti3di gallalo di fumachi,di fpodio, 0 di bob armeno, ò di gomma arabica, ò di feme d'acetofa, di piantagine, di procaccia,^aütri talijConacqua pura,ò piouana,ò di piantagine, ò d'acetofa. ?e gli potrà dare ancora ladecottione de i rami, ò delle more^acerbe de i roui, 0 quella della «dice, ò del frutto della fpina bianca, ò della fpina arabica, che fono
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170 Belle Infirmkadi
fono coftrettiue;ò delle cofe aftringenti dettedi fopra;ò i paftelli,chea farli fi
prende role fecche dramme dieci,ferae d'acetofardranimefei,feme di procac- cia, polpa di fumachi,coriandri infufi in aceto ana dramme due e meza^gom- ma arabica,fangue di drago ana drama vna e meza,amido,baIaufti ana dram* me due;& confetranfi con fucco d'agrefte, &danfi conogni fortedi fucco fti- tico,& vna oncia per volta; ò veramente lafciatele beuande,&i paftelli,fe gh faranno per ristringere il ventre,&il flulTocontinui clifterij,adoprando prim? quelli, che lauano gli inteftini; & dipoi quelli, che hanno virtù, & valore di ri" fìringere. Saranno buoni per lauar le budella i clifterij con acqua d'orzo, olio rofatOj, roffi d'voua, & zuccaro roiTo,perriftringere i fluffi; quelli che fi fanno con rofe, virga paftoris, nefpoli, cotogni, mirtilli, fumachj, galle, & balaufti j bolliti in acqua piouana, fin che calino il terzo aggiuntoui (colata, che farà te decottione) quattro rodi d'voua; & quelli di fucco di piantagine, & di decot> tione di confolida maggiore, di rofli d'voua, di bolo armeno , & di fangue di dZrtlf drago. Ma fé la diarrea procederà dalla flemma, fi terrà il cauallo in loco ca^ dalia fiem do,& fi fpaffeggierà alquanto; & per ristringerlo, fé gli darà in beuanda fterco |
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'ma.
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di cane in polue con vinoftitico;ò polue di feme di cardamomo, ò di agretto
bruftolato con vino nero ftitico ; ò foglie di fpine bianche con vino auftero; ò fiori di pino, fumachi, galla, maftice, cardamomo, abrotano, agretti fatti i» polue, & (temperati con vino, & in fornma fi curerà, come fi curano gli altri flutti venuti da. tal cagione. \Della difittterU. Cap, VIL
A difenteria è vn fluifo del ventre fanguinofo, con corrofione de * » A • » j* • ih * .♦Of
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V.efimtio-
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ne.
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% |M gh ìnceltini; cagionali per corrottione d aere, per humoriacn, <»
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Caufe.
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l^™* corrohui, come di colera acuta, & mordace; ò flemma falfo, o
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altro humore acuto, & adufto; ò per rotture, òcorrofioni di vene; &per
Segni. oppila rioni di fegato. Si conofce dal dolore, che moftra, col (torcimento* & diuerfi mouimenti fentire nel ventre il giumento; & dal vuotar fpelTo p ventre, & dal vedere neirvfciteògrafcia,òrafciature di budella, òfangue* curare- che gli inteftmi poi fieno vlcerati, lo dimoftrano la marcia cheefce, èrta- le da ea- fcoriagione delle budella, & il puzzo che per quella fi fente. Si cura ( gouerj giom ed- nando il cauallo affetto, come fi è detto>) col cauargli fangue dalle vene<$ collo, & dargli per molti dì in beuanda ({e la cagione del male tenderà3 caldo, come per lo più auiene in quetti animali ) il fucco di piantagine col <#f glio di lepre ; ò lo fterco di capra mifchiato con aceto ; ò la decottTone dell*-' quercia,mai7ìmamente di quella corteccia fottile,che è tra la grolla cortecce
& li legno;ò di quella pellicina,che ita fotto ilgufcio delie ghiande;ò la beuaij: da di vino auftero, òdi vino rolTocon alquanto d'aceto, con galle, & ferr>e
fumachi fatturi polue; ola decozione d'endiuia,di piantagine, d'aceto^ fiori,& corteccie di melagrani; ò la polue di feme di piantagine,di procace' . & di coriandro; ò dì bolo armeno, & di fangue di drago, con acqua piou^° * ò latte frefco,dentro il quale fiano ammorzati fallì di fiume infocati. S^f.^ Curavene gì°ne del male tenderà al freddo, fé gli darà a bere decottione di feorze of ^ An'ìl mirti? (^(TnP.n farmi ^i c<iflnnno O-r Al Cnitn cftll iunniuftfll-n. X /U««.,,i A 'inrCti'
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itagne,ò farina di caftagne,& di faua,con vino auftero; ò feorzad'ince/V^
fnddlme fanguedi drago fatti in polue,con vino;òpoluedi cimino^anifiarroft^^ decottione di fumachi « di mirtilli, & cppole di giande, & acqua di P&nù |
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De' Caualli. Lib. IIIL 171
ns • Okra le beuande per riftagnar' il fluffo, fé gli potranno far fpeffi clifterij
c°n decozione di foglie del rhu,roffi d'voua,& fucco di piantagine;ò con de- cisione di tefta di caftrato,acqua d'orzo,& roflì d'voua;ouero con acqua pio- uana,ò d'orzo,dentro le quali fiano bolliti fumach^mirtillijcopole delle ghian. de;aggiuntoui fcolata che farà la decottione^ aceto,fuccodi piantagine,roffi ^ voua,& feuo di rognone di capraio veramétecon acqua d'orzo,roflì d'voua, & zuccaro roflb,afEne di lauar le budella, & confolidarle fé foifero fcorticate; °con brodo graffo, voua,gomma arabica,boloarmeno,fanguedi drago,olio *°iato, &feuo di rognone di capra. Et fé le budella faranno evTulcerate, fé gli £f^ iranno prima clifterij per nettarle, & mondificarle con acqua di melejò bro- come fim- ?odi ceci rodi, ò orina humana; & dipoi per confolidarle con decottionedi nn0' 'enti,difumachi,odifcorz.edi melagrani^ aggiuntoui bolo armeno, fangue di ^ragoj&voua. Della iliaca, Cap, VI IL
A iliaca è vn dolore del ventre inferiore generato nell'ileon inte- Definiti^
ftino da oftruttione fatta dalle feci eflìccate, ò da infiammano-**■ ne. Viene da cagioni citeriori, & interiori. L'efteriori fono come caufeefte- il bere troppo acqua fredda,& maflìmamente quando fono moUriori- to caldi,& fudacij & il patir freddi grandinimi, & il mangiar cibi Veatofi. L'interiori fono tumori del mefenterio,ò delle vifcereji quali compri- /»"*"* ^ono, & conftringono gli inteftini,le feci dure, & Cecche; gli humori, & Ia_ flemma grolla, & lenta; rinfiammatione, & le pofteme delle budella, che k-i Jiepionojòlechiudonojòleferranoilaventofitàgrofla rinchiufa nelle budella; ^debolezza della virtù fenfitiua degli inteftini,& la debolezza deU'efpulfiua; J condotta delia colera impedito totalmente,ò rinchiufo,che non pofla la co- ya calar ne gli inteftini,& prouocargli a mandar fuori le feci,& gli efcremen- Jjì i vermi inuolti nelle budella; & tutte quelle cofe, che comprimono, & con- '^ingono grandeméte,& oppilano,& chiudono gli inteftini. I fegni di quefta segni. Padìone fono, che fi vede nel cauallo affetto pena mortale, ritentione delie fe- Cl> Se che rigetta il cibo per la bocca, & per lo nafo ; & che per lo molto dolore cJe patifce,non può ritrouar requie,ne ripofo;& per l'enfiagione grandiffima, c^e fente intornoall'ombelico/i va riuoltando con tanto imperocché alle vol- li:5 creppa,& viene a morte;& che l'animale anfa fouente,& debolmente,^ co Jftìcultà;& hor fi getta per terra,& hor fi leua; & trema alcune volte, & viene J^ddoper tutto il corpo; & crefcendoil male, & auicinandofi il cauallo iliofo **'a niorte, manda fuori vn fudor freddo, &: poco orina , & pare afmatico, 6? Segni dì °t[opnoetico,& butta lo fterco per le nari,& per la bocca; il che auiene perche mme' Jon potendo gli inteftini mandar fuori per le parti difotto, le cofe che fono ^ntro diloro(per efler coftrette,ò ferrate le loro parti inferiori) fono coftrette * tiìouerle contra natura,& farle ritornare in sù,& vfeire col vomito per la boc
^>& per lo nafojouero perche ftirando le budella per ventofit3,ò vapori come j^na corda, & ftranamente legandofi infieme, l'animale è coftretto di vomitar . °n pur ilcibo*&l'acqua,maìo fterco ancora,- & mettendo nel foramela ma- g°> fi ritroual'inteftino retto fatto angufto, & fi fente il ventre tutto fatto a Wa di ta tnburo.1 fegni di falute fono,che il cauallo nel voltarti che fa per ter- segni dì,
* "«tecia vento per lo forarnc,Sc fpeffo tragga petti}& correggie.Sono i dolori M*.
iliaci
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\7% Delle Infirmit adi
T*°>nfi"l iliaci grandemente pericolofì,& mortali;onde ricercanograndifsima dilige11-
za,& preftezza nel curargli;percioche fé prettamentenon vi fi rimediavano prettamente la morte. La cura loro non è differente da^ quella della colica pal- fionê,eccetto che i dolori iliaci ricercano i rimedij più potenti,& gagliarda # riceuono maggior giouamento dalle beuande date per bocca, che da i clift^* rij.Generafi perlopiùqueftaafprifsima pafsioneda materia flemmatica Fred' da, & ventofa, che oppila gli inteftini, & da ventofità groiTa rinchiufa ne gj! §urat inteftini j & dal ritenere delle feci indurate j &lafua cura è tale. Subito, che)1
vedrà il cauallo eflere tormentato dai dolori, copertolo con buona fchiaui' na,dubitandod'infiammatione,ò di poftema3fegIicaueràfangue da ifiancb'? pofeia cauato lo fterco dall'interino retto con la mano vntad'oliocaldo,fe«.
faranno clifterij con decottionedi malua,di mercorella, di madre di violet endiuia,diboragine;aggiuntoui f colata che farà la decottione Jolio violato» mele, & cafsia. Refo il clifterio, fé gli darà in beuanda di detta decottione co*1 cafsia,& olio di mandole dolcij& fé gli fomenteranno,& vngeranno il venttf' Rimedij & j fianchi.Se i dolori verranno da ventofità,&da humori freddi, flemmati^' fi vc!Z- & ventoiì, fi euacuerà l'animale con clifterij, incominciando fempre da i meö ~fità,<yhu- gaiiliardi;& buoni faranno quelli, chefi fannodacqua calda, d"olio,di ma6* %lnfred- dj fale,& di ruta, mefcolati ìnfieme;ò della decottione della ruta fatta in olio > ò deìla decottione della bieca con falnitrO)& bdellio;ò con olio,dentroil quatë fìano dilfoluti 1 oppio,& il caftoreo;ò di decottione di radici di maluauifchio» di bieta,di mercoreila,di cauoli,di fieno Greco,di feme dilino,& di fichi grà\ fi,-aggiuntoui (colatala decottione) cafsia, olio di giglio, olio fifarnino, ò "* mandoledolci, & fale, & cenraurea ancora, per farlo più gagliardo,- ò di v}n0 con nitro, ò fterco di colombo, ò di gallina ; ò di decottione di colloquinei di centaurea,di nafturtio,di ruta,d origanojaggiuntouifcolata la decottione/ mele, ferapino, caftoreo, opoponaco,& fcammonea, ò iera pigra; eflendo& colloquintida ne i clifterij l'vltima medicina nei dolori colici prodottid^ ventofìtà,& freddi humori;òdi decottione con ferapinojbdellio opoponaco* colIoquintida,centaurea,femola, & feme di lino;aggiuntoui (colata la dec#c' tione) olio commune, mele, fale, & alquanto di fiele di bue; il quale è gagÜar' difsimo;ouero in cambio de i clifterij adopreranlì le foppofte di lunghi,& ^\ ri paftelii fatti di fale,di mele, di colioquintida, & di fcammonea intieme^0"" ti,& vniti con oiio;pofcia fi paffeggierà,acciònon fi corchi.Refi i clifterijfl0' fi mancherà dargli ogni giorno in beuanda cofe, che alleggerivano il dol°r j & mollifichino le feci,& ri{caIdino;come fono acqua,& olio tepidi rnefc0 ■, con falnitroifcaldando,& mollificando, espurgando il ventre ogni olio b£u.| to con acqua;& la decottionedi bietola con olio,& falnitro,- il brodo gra$°-
tefta di caftrone cotta in acqua, mefehiato con oIio,& fale; la decottioned ^ neti, ò di cammomilla, con olio, & fale; l'acqua del fefeli con olio di mano0 dolci> ò fifamino; brodo, dentroil quale fiano cotte bieta, & mercQrella ja^ giuntoui(colata che fia la decottione)oIiocommune,zenzeuaro,pepe, # - cis; la decottionedi cauoli, d'agli, di porri, & refta di caftrato, di brodo * . turbith,& fcammonea; il feme di bieta fatto inpolue, & (temperato con YV & olio; la beuanda d'olio, di mele, & di vino,mefcolati con feme di Va**fpe^ di pecrofelino,di carui,& di fenape poluerizati; la beuanda, che n'ceu^rCio, nero grani cinquanta, feme di cimino feluatico, di petrofelino, dij^1 -u0 fa $'apio,di liguftico, di fenape, & di mirrhaj di ciafeuno parti eguali; ^L^ |
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De'.Causili. Lib. IIII. 173
ftietà dell'altre cofe, fatti in polue, & mefcolati con vino, & olio caldi di pari
«iifura,& mele a ba/hnza; la quale rifcalda,& riiolue il ventre, & la ventofità* & taglia i groflì humori,& fa orinare. Oltra ciò per rifcaldare,& rifoluereil do- lore^ la ventofìtà,fe gli potrà dare per bocca polue di budello di lupo3di cor- no di ceruoarfo,di ftereodilupi,di zafarano, &di zuccaro con vino bianco; ò il vino ottimo con pepe poluerizato,ò bollito con la fauina; ò lo fterco di lu- po fatto in polue con vino bianco, ò le chiocciole arroftite con fuoi gufa", & pofciatritej&mefcolateconvinoj&mirrhajòladecottionedimalua.dimer- CorelIa,di vedriola,di madre di vole,di cimino feluatico,d'origano,di ruta>di anifìjaggiuntouif colata che faràjfuccodi bieta,fale,mele,olio di ruta>& iera pigrajlaquale potrà anco feruire per clifterio;& folue il ventre,& taglia gli hu- mori inuefcati ne gi'inteftini,& caccia fuori i vermi,&la vétofitàjò la beuada, che fi compone con vino, feme di ruta,& di carui fatti in polue; ò f elettuario diacimino fcioito in decottione di cimino, & di carui -, ò quello di bacche di lauro, (temperate in vino bianco, che vagliono molto contra le materie fred- de, flemmatica & ventofe; & contra la ventofità congiunta con la flemma., grolla, ouero vn'oncia della confettane, che fi fa di pepe bianco, diiufquia- 1110 ana dramme noue,di piretro,di fpica nardi, di caftoreo ana dramma vna, di zafarano dramme due, &d'ariftolochia rotonda dramme tre j pefte fottiU mente, & confettate con mele fchiumato, che fia quattro parti più dell'altre cofe^emperatainvinobiancocaldoiòl'elettuariodifinocch^dipetrofolinij d'anifi,diciafcunoonciecinque,di pepe nero onde due, di praffio, di fernet d'appio, di feme di carui, d'hermodattili ana oncia vna, di mele fchiumato li- bre due s pefte le cofe da pittare 3 &mefcolate in forma d'elettuario 5 & lafua dofe è quanto vna noce per ciafcuna volta j & ftemperafi con acqua calda_.. Fatti quefti rimedij,fi Salderanno, & fomenteranno lungamente le reni, & il Fofe"*** Ventre con acqua calda, a fine di mollificare la carne, & le feci ; ouero con de- r& iS- cottione di capei venere,d3aneto,di fieno Greco, di cammomilia, di foglie ditn- malua, &di altea, per tagliare, & rifoluere le materie fredde, flemmatiche, & ventofe;& oltre di ciò fi fregherà tutto,fin che incomincia a fudare,& a fuéta- '**wì** reper la parte di fotto,conle mani vnted'oliocommune,d'oliolaurino,& pe- ce liquida,caldi;ò d'affungia frefca di porco,ò di gallina,mefchiata con oppio, & caftoreo; & non giouando quefte cofe a {cacciare la ventofità, fi metteran- no fu le reni del cauallo facchetti pieni di femola fcaldata in vna caldaia fen- r^"-1 *a acqua,fpeffo rinouandoglijò facchetti pieni di fale,miglio,& cammomilla, caldi fu u t-aldi; & fé gli faranno fpeffi clifterij ; & fé gli daranno lebeuande più gagliar- re^m dd jfc. Venendo poi il dolore perla ritentione delle feci,fi mollificheranno prima dolore per *e feci, & fi cacciaranno fuori con li clifterij facci con fucco di bietole, & di de- fjf^ cottionedibradìca,che foluonolacoftipationedei ventre, & difoppilano le vifcere. Di poi fé gli darà per bocca decottione di fpinacci, di bietola, & di jnalua,con bottiro, &olio; ò decottione di ortica, & di cauoli; òquella della.* «raffica con0lio,&fale;ò il fuccodi cauoli crudi con nitro,& iride, che molli- hca il corpo. Sì nutriranno i caualli affetti con fieno verde, orzo cotto in ac- qua, vena, fpelta sbruffati con falnitro; & beueroni con farina d'orzo j & altri c*oi che muouano il ventre;& fi terranno in ftalle calde>& ben copertùnon ve- dendo però, il male da infiammatione. |
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Deh
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Delle Infirmitadi
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T>tlU cotica. Cap. IX,
A colica è dolore del ventre inferiore generato nel penultimo
inteftinogroiTo, chiamato colon, da materia pituitofa , & fla- tuofa ; ò da colera acre, & mordace. Procede da cagioni citerio- ri, & interiori. t'efteriori fono il bere acqua fredda, maffima- niente quando fono calidi ; il bere acque puzzolenti, corrotte, & cattiue ; il mangiare herbe putrefatte, & guafte ; l'efler ripieni di troppo cibo indigeftojl'aere troppo caldo; & jl fouerchio efsercitio; i quali feccano le feci) rifoluendo la parte più fottile. L'interiori fono le medefime, che riabbiamo raccontate cagionare i dolori iljaci;& le più frequenti fono la ventofità grofst rinchiufa nel colon,& l'oppilatione, & ritentione delle feci,ò fia cagionata da fìccità,ò da fouerchio efsercitio,ò da grolïi,& vifeofi humori,attaccati,& fìtti neirinteftino: i quali riftringono,&oppilano la via del fterco, & ritengono le feci,& il vento chenon può vfcire;ò d'altra cagione.I fegni di quefto male (o* no, che il giumento hadolori grandinimi, & continui, & va trauiando con li piedi dinanzi;& fi torce,& corca fpeflo;& il più delle volte fopra il iato deftro, sforzandofi di orinare;& leuafi con impeto,& fouente rifguarda il ventre,che quafi fempre fi vede gonflo;& fi morde ifianchi,& volta il mufo verfo la fche- na,& gemc;& alle volte in vn fubiro a guifa di quelli,che hanno il mal caduco, eafea in terra,& dopo poco interuallo, tortamente s'inalza, & alle volte fi but- ta hor quà,& hor là diftefo;& beuédo acqua fredda,trema,iuda,forïïa3& ft^" anguftiofo;&auicinandofi alla morte,rifiata diffidimente,& manda fuori ni- dori freddiflimi. Prefagij di faiute fono, il tener il cauallo l'orecchie balle, & l'hauere il fiato caldo, & forzato; & lofuentare, & l'andar del corpo. Segni di morteci fiato raro,i fianchi fudati,le narici fredde,le gambe, & ii collo rigide; il membro caduto in fuori, & il cafeamento dë labro di fotto -Sono i cauall' più foggetti,& fottopoftia dolori colici de gli altri animali,& più difficilmen- te fi fanano ; per hauere effi l'inteftmo colon non femplice, ma doppio > grafl' difàmo, & pieno di cauerne, & da i lati formato tutto a borfej & oltra il colo- nie de gli altri animali quadrupedi fotto il ventricolo, col quale col mezoo! vna tela,ouero membrana ftà fortemente alligaroinondimenoadoprandotf1'1 la debita diligentia, &i debiti rimedij, pochiffimi ne muoiono. Subito ad^' que,che il cauallo farà trauag!iato,& tormentato da i dolori colici,s'attend^ con preftezza à mitigare, & alleggerire il dolore; & quello rimoiìb,rimouer/e poi fiabifogno in quefti animali la cagione del male; il che èia veracuratiO' ne; per il checauarogli le feci dall'inteftinoretto co la mano vnta d'olio caldo» fé gli faranno fpelli clifterij,che habbiano virtù,& valore di lenire il ventre, # mitigare, & allegerjre il dolore ; eflendo che in quefto male vagliono più id1 freniche Je beuande; & dopo i clifterij, & le beuande fempre fi farà muoP^Jg &caminare insù,&ingiù,acciochela vétofifà r/efea. urtimi fatano l'elio j tepidi fatti con olio, vino, &fale ; ò con decottionedi cammomiiia, d'afle ' di melhloto,d? kmc di lino, di fieno Greco, di malua,di parietaria,d altea? ^ puntava (colata ladecottionej calila tratta, zuccaro roffo, & olio di feiTiecn lino, ò bo'ftiroj ò con fuccodi radice di cocomero afinino,olio, & vin°J Qüa, mancando di fargli bagni, òfomentationi,ò vaporatoi per lereni,con5 . j-Q- calda?ò con decozione di cammomilIa>& aneti; ò col metterui; ^ lef3 V0 |
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Pcfinìtio-
ne. .Caufeefie-
riori. |
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Interiori.
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Segnir
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fronofl
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ico.
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Cavalli
fottopïii pik de gli altri alti dolori co- lici . Dolori co-
lici perche tie i caualli dijficilrnen te fi fabia- no. . sito, er for
7ȓ dall'in
teatino co- lon nei ea- rn. |
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Cura.
Cliflerij. |
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Rimedi] p
le reni. |
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De'CauallL Lib. UIL 175
JJrafpe!ïb fieno,© paglia,© ftoppa bagnati con acqua calda,ò con alcuna altra
Scoinone,- ò con metter nelle reni, & ne i fianchi facchetti caldi pieni di mi- $'o,&difale;netralafciandorvntioni perii fianchi con olio,& vino caldi,- ò c^n olio cammomillino, &anetino, òdi cocomero aiìnino, òdi fauina ; ftro- Picciando bene la cotica, & tenendo ben coperto il cauallo , ne lafciandolo J°!teggiar per terra, ma paleggiandolo, & caualcandolo fin che incominci a ^dinaro il male. Refe le feci, & euacuato il cauallo, fé gli darà à digiuno per £™n$^ bocca b juande calde ò con vino, olio, & melerò con polue di faturegia,di fer- uacuatio~ Wllo,& di agrimonia, ftemperate con ottimo vino; ò beuanda di fucco di ca- m' ^li,d cito, & d'appio bolliti in vino; ò di vino con polui di radici di peuceda- *K & di genciana; ò di vino, olio, & mele, con pepe, bacche di lauro, feme di ^trofei ino, da ppio, d'anifi, & di nafturtiopoluerixatij ò di ftcrco di lupo fat- zin poia?con vino, ^ melerò polue di cattoreo, òdi lombrici con vino cai- *Q\ ò delia conipoficione; che fi fa direupontico, di petrofelino,di feme di fi- ^occhuxi! p:pe,di marobbio,d'abrotano,di pulegio, di feme di tcntaurea,5c Cappio,- di ciafcuno oncia vna,d'aneti,d'eupatorio,di ruta anafcropoli quat- to , di ienzeuaro oncie cinque, di mele ottimo libre due ,• criuellate le cof««> !?cche, & incorporate col mele, dandone la quantità d'vna noce per voica_» Nolta ii tcqua calda ; & bifognando fé gli daranno beuande, che euacuino j* cagionedei male. Se i dolori procederanno da vento, che fia rinchiufo nei- ^f'jjjjjjj * ÌQteftinocoi >n,come per lo più auiene;cauatogli fangue (fé bifogneràjdalle da '-vento ^n & da i fianchi, & cauat;- lefeci con la mano, fé gli faranno clifterij ccil, |JS» %cottionedi fiori dicamrnomflla,di fieno Greco,di melliloto, di feme d'ane cufierl'. |J>di alcea, di pétrofelinp, d'appio,& di femola; aggiuntoui f colata che farà la Qecotti< ne ) olio di giglio, di ruta,di catartico Imperialej& fale; ò con decot- ^One della ruta fatta nell'olio; ò con aloe epatico, olio violato, olio rofato, olio ^jnoci, & vino ; òcon olio, dentro il quale fiano cotti feme d'amcos, di ruta, paniti, d'appio, & di carui ; à i quali non celiando il dolore, fi può aggiungere ** caftoreo, & Feuforbio ; ouero con oliocommune, & oiio'di ruta, di ciafcuno jjarti eguali ; ò con decottione di ruta, di vetriola, di calamento, di gentiana> ** 'fopo, di ferpillo, di ciafcuno cinque brancate; & vnabrancata di centaurea ^ìnore, & di cimino, di fieno Greco, di melliloto, d'ameos, d'anifi, d'appio, *i carui, d'aneti ana dramme cinque ; aggiuntoui bottiro frefco, olio di cam- omilla >& fale;&diisolutoui dentro nel finedell'elettuario indo dramma.» 7}a, & il caftoreo bifognando ingagliardirlo ; ò veramente in vece de i clifte- ?j «letter nell'inteftino retto foppofte lunghe fatte con mi Mura di ruta, & di Soppoffe: **?ele, pefte in modo, che vengono in forma d'vnguento ; aggiuntoui dipoi ^mino parti cinque, & di nitro, òfale,òfalgemma parte vn quarto, & me- scolandogli bene in forma di pafta dura ; ò foppofte fatte a guiia d'voua, con ^igeila> mirrhaJ maftice, pan porcino, pefti, & incorporati con melc_j.. ' atti i clifterij, s'vngeranno il ventre, & i fianchi (Impicciandoli bene con yntìmi, °«io, & vino caldi; ò con olio di cherua, d'aneto, di cammomilla, mucilag-' §lr*e di altea, fieno Greco, feme di lino, & grafso d'anatra, mefchiati, & in- corati infieme; & f, metterà sii le reni, & su i fianchi facchetti pieni di fé- J^l™etfy Ola, di miglio, di feme di ruta, d'anifi, di cimino, & di calamento, caldi ; *" lutandogli fpcfso j & ricercandolo il bifogno, fé gli daranno per bocca de- Beuande, r°ttione del caftoreo, & olio di mandole amare, dentro le quali fiano cotti chi» imperatoria > appio, thimo a midolla di cardamo, & polipodio 5 ò vino M ■ caldo
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\j6 Delle Infirmitadi
caldo con fücco di ruta,ò con pepe,ò galanga,poluerizati;òla terìac2,ftempe'
rata con vinojò la confezione diagalanga eoa vinojòil fuccodi eauoii boHiffl con Cucco d appio,olio,& vino; ò Telettuano di bacche di lauro con vino; ole polui difeme di ruta, di bacche di lauro,di gaiorali, di eimino,di noce mofca- Mort terce temperate in ottimo vino bianco, & altri tali. Se il male verrà per opp'^- eppi/atione rione, & ritentionedellefeci; fi rifoluerà & moH <fkherà prima !a durezza dà" t/dTefe- *e ka con clifterij vntuofi, & mollificatiui, & con le beuande ; & dipoi.s eoa* »* cueranno conli clifterij acuti. Per mollificare, & mitigare il dolore, citimi &' 2fi*le rann0 i clifterij conagarico,olio,& melerò con olio,faie,& olio violato j ò cofl decottione d'altea, di mercorella, di malua, di bieta, di madre di viole, & o* branca orfina;aggiuntoui midolla di caffia,meleviolato,& bottiro; ò con de- cottione d'appio,di mercorella,di ciafeuna due brancate,di fienoGreco,di i& me di Hno,d'aneu ana dramma vna,di fiori di cammomiila,d'abfintk),di cw' cuno vna brancata, & dodici fichi, mefsoui dentro ( colata che farà ) quattro ro-li d'voua,olio anetino,ò irino, &faleà baftanza;& fé gli daranno per boce* $eua»de. % digiuno deeottionedicauolipocobolliti,&olio,déttolaqualefiacotta vfl* tefta di caftrato; ò decottione di fpinazzi, di bieca,- di malua, & di mercorella > cutler con °**°>& ^ale' ° *"cco di cauon'& oliceon polue d'agarico,& aloè; ò Corn0 acuti. ern di ceruo abbruciato con acqua, & mele. Pereuacuar le feci,fé gli faranno eli' iìerij acuti con acquaio decottione di ruta,& di betonica, dentro la quale fie- no cotti feme d'ortica, colloquinrida, fcrapinó^rmoniaco, bdellio,cimino,^ anetìjaggiuntoui (colata l'acqua) benedetta,òiera pigra. EtfedubitaiTìmodi huenori inuefehiati, & fitti ne gl'inteftini, fé gli potrà aggiungere olio di &ttf & falgemma. Non fi euacuando le feci con li clifterij, fé gli metteranno ne* Soppofte. fondamento beneà dentro cure, ò foppofte lungheonte d'olio, fatte di coco- mero afininojdi polpa di colloquintidaidi fiel di toro,di ruta,& di mele,0 fop' Mododi poftedi fale, di colloquintida, di fcammonea3 &di mele. Si terranno i CauajlJ ■ymere. afjpcctj inluogo caldo, ben coperti, & imbrigliati, fenza mangiare, ik bere, 6Ö chefiveda paffato il gonfiamento del ventre, & il dolor mitigato,& alleggi1." to; & fi moueranno fouente, ne fi lafcieranno corcare, né buttarli à terra ; # il nutriranno parcamente;& i fuoi cibi faranno auena,fieno verde,òfecco sbr^' fato con falnitro;& beueroni con farina di formento. ( 1)el dolore humorale 3 che <vienefrà il peritoneo, & gli inteftìni.
CaP* X
I crea in quefti animali vn'altra forte di dolori grandiflimi,& ?e'
ricolofiilìmi per cagione d'humori giallicci, liquidi, & correo11' cheàpocoà poco,&infenfibilmente fi radunano fra il peritone^ |
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Caufc
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& gl'inteftini. Generanfi quefti humori per intemperie > # -j
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ftemperamento di tutto l'animale, ò d'alcuna parte di quello 5 & dall' c*r!L
giumento grandemente affaticato, & mal gouernato ;ò dal patir fame? ° ' te,ò freddeò caldiecce(7ìui,& nociui; &dall'eftereabbcuerato,rifcaltlaCC!'e_ fudatoj & in fomma dall'efser mal curaro, pafeiuto, & gouernato. Si coü?qüq Stgm' ranno quefti dolori da quefti fegni,che il giumento addolorato,per la P3;'Jblco grande,chefente,fxgicta per terra,&fi riuolta horquà,&horIà,& jn *0rmet- iì leua in piedi>& razza la terra fortemente con rvnghie;& in vn fobW** ^ te à giacesse viene come rabbiofo>& percuote^ morde fé fteflo;# a n |
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De' Caualli. Lib. IIIL 177
^Tizzadofirnangiaj&ripofagiacendocomefanoj&dipoidopopccointerual-
fodi tépo annoiandolo di nuouo il dolore, razza con li piedi la terra,& voltafi, &col guardo-moftra il loco dolorofo;& nel volere buctarfi,& riuoltarfi fpefso hor nel deiiro,& hor nel finiftro lato, piglia alcune volte tanto di vento, che il Corpo gonfiandofegli, viene talmente duro, & tirato, che egli fcoppiando, fé ne muore. La cura di quefto male è di tener il caualloin loco caldo, coperto > Cura. & a regolato viucre, & fubito fargli vn cìifterio tepido con decottione di mal cìi^er^ Ua,di mercoreila,di madre di viole,di bieta,d'orzo vna fcodella,& oncie fei di fieno Grecojaggiuntoui(colatachefaràladecottione)fale,mele,oliocommu« t&e,& oncic tre di falnitro,& vn bicchiero d'olio di ruta,& tre oncie di fucco di pan porcino, potendofene hauere. Refo il cìifterio, fé gli darà in beuanda Vn Beuanda.' grancocchiarodipoluedifemediruta,con vino bianco caldo j ouero fé gli darà per tre giorni,duo cocchiari per volta di poìue d'accoro,di cimino dolce* d opoponaco,di ciafcuno parti egualLftemperata con ottimo vino,& alquan- to d olio tepido.Noo rifanandofi con quefti medicamenti il cauallo,fe gli darà di nuouo per bocca il feme delia ruta col vino ; & fé il ventre farà molto indu- rato , & il caual !o non potrà vuotar le feci, fé gli caccierà nell'inteftino retto due,òtre,ò quattro foppofteà guifa d'vouafattedi dieci cipolle,di fichi fecchi Sow°fc. oncie quattro,di nitro falfo oncie cinque,& quattr' oncie di fterco di colombo itiefcolate, & incorporate con morchia d'olio; ouero bagnatogli prima i fian- chi con acqua calda 9 fé gli faranno più volte clifterij, fé farà bifogno, con de- cottione di femola,di malua, di bietajaggiuntoui (colata che farà, & ben fpre- mutajfalnitro,&oiio,&oncie quattrodi fterco di colobo; & dopo i ciifterij.fi pafteggiarà deliramente; ma non mouendofi né per fop pò ft e, ne per clifterij il Ventre;fe gli darà per bocca à digiuno fterco di lepre,& noue cocchiari d'otti- &m4ìi * mo mele,& quindici grani di pepe.ben peftì; & mefcolati con fucco di cauoii. feS. Non cefTando per medicamento alcuno il dolore, farà di meftieti venire-al ta- gliojilche fi farà inquefta guifa,come fogliono fare i barbari. Vicino airvmbi- JfuMÖ- hco quattro dita,nel mezodal lato diritto, & dal manco fi forerà con vna lan- r\ch,^r cìettaleggiermentc&con tanta diligenza, SHeftrezza la pancia,che lì paisà fino dentro al timpano,chefoftienegrinteftinij& in quel buco fi metterà vna cannellinad'ottonechiufa,& ferrata nella cima,& forata minutame-meda ila- **;& aperta nella parte di fotto,có vna anella nel mezo che (ì moua,per poterla fegare,che non cafchi,& non polla penetrare più à dentro:ia quale arriui infi- do all'interiora , & filafeierà vfeire vna libra alla volta di quello hu more liqui- d°>& giaIlo,fimileairorina humanarperche cauandolotutto in vna volta,s'in- JJeboIirebbe troppo il giumento, & facilmente fi potrebbe far morire. Vfcito * humore, fi metterà nella piaga vna tafta, acciò non fi chiuda; & il giorno fe- dente ferie cauerà vn'altra libra;& cofi s'andrà facendo,fin chefia vfcito tut- to rhumorej poi fi curerà,&falderà il taglio,come fi fanno l'altre piaghe. 1)e ì "vermi* Qa,p* XL
Vermi, ò Iombrici,ò tignole, come dicono alcuni,fi generano nel
ventredel cauallo, & maflimamente nelle budella, da cagioni in- terne;cioè da efcremento,da putredine,& da materia cruda,grof- Caufeitr. fa, & flemmatica, atta a putrefarli ; fi come nel mondo nafeono ^ofùmT c°n l'aiuto del calore celefte i vermi > le mofche f & altri fimili. Di q uefti ani- Ma malucci
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Delle Infirmitadi
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fomS™ malucci alcuni fono larghi,grofTi, & corei, à guifa di nocciuole ól piftacchi, &t
mi, ' di color Cangiano; i quali fpefso on°endono,& mordono le budella di fopra* & lo ftomaco, & alle voice ancora le rodono 3 & le forano. Et altri fono lunghi » tondi,& bianchii^ altri piccioli,^ fottilijchiamate canneti quali paflano con lo fterco per le budella, & in gran numero vanno à metterli, & ateaccarfi nel forame,& nel fine deirinceftino diritto. Et altri fono corti,& grofli come fauei &pelofi 5 che s'appiccano nella parte di dentro del medeftmointeftino, &in quella di fuori del forame. 1 primi fono i più maligni, & pericolofi ; gli vltimi Sud*} f°no meno nociuì,& dannofi de gl'altri. Le cagioni lontane, & remote di que- Mmk fti vermi fono Tindigeftione, & corrottione de i cibi, il mangiar troppo, &l cibi corrQtti,& guaiti, & cofe che ageuolmente fi putrefanno, & fi corrompo- %»« no, IIgiumentotrauagliatodai vermi daqueftifegnifì conofeej ch'egli per la pafiione, & per Io dolore che fente ftà melanconico, & dimefso, & diuen- ta magro^ macilente., pigro, & tardo al mouerfi : & fenza gonfiezza di ventre» buttandofi in terra,- & hora fi raccoglie tutto in fé fteflb, & annitrifse ; & hora fi volteggia, & riuokeggià, & fi guarda i fianchi > & il ventre ; & col mufo il gratta la fehena > & con li denti f petto fi morde il petto 3 i fianchi > il ventre> & alle volte la coda ; la quale fpefso ftropiccia alla mangiatoia, & alle mura j & fi Segni, di corca con legambealzace,meccendofiilcapQfràlegambe.Segnidi mortefo- T^tdei-no ^ f°fp»rarej & il lamcncarfi fouence, il gridare, & annitrir fortemente, & Io lofiomaco, fquarcìarfì il pecco, & i lombi con li propri j denci.Che Io ftomaco,& le budella 2/1^!fienorofe» & vlcerateda i vermi, ce lo dimoftra vn'humor giallicio fimileà rati- faua cotta,che fi ritroua nel fondamento del caualloinfermojil quale nonèal- tro,che la marcia generata la entro nelle corrofioni facce da i vermlche con lo segni dei- fterco feende nel fondamento. Le carme, & i vermi pelofi, olerà che fi veggio* V%7*m nonelforame,&quandoil caualloriuolcarinceftino diruto, ficonofcono5che peiofi. ilcauallofifrega la coda,& il forame alla mangiacoia, Se alle mura. Per fanare CZ% di quefto male fi cerrà il cauallo infermo à regolato viuere, & auanti fi cibi, s ha- w«« urà cura, che fia digerito quello, che gli fiattato dato à mangiare;&che non fi lafci pattare l'hora ordinaria à dargli lafua prebenda \ perchei digiuni fono più tormentati da quelli animalucci, i quali quando manca il folito nutrimen- to, fi mettono ad offendere le parti vitali, &à far piaghe per Io ftomaco; &*c gli darà à mangiare paglie d'orzo, & fieno fparfi con falnitro j orzo cotto > (e mola cotta,& rafreddat3>fogIiedi pcrfiche3di falice,di canne,&,di lupini **J! di j cime tenere di lauro* paftoni di femola mefcolati con polue d'agarico, ò °* ditamojò di feme di nafturtio, òdella diapente, ouero con radici d i cocom^0 feluatico,ò di raffano,ò di centaurea, ò d'ireos gratuggiate, ò tagliate minuta- mente,ò facce in polue* ò femola colfolfoj il quale dicono alcuni efser rimedi0 efficacifiìmo in quefto male * daco per tre,òquattro giorni la mattina à dig'1!' no in quantità d'vna oncia e meza per volta « Il Aio bere farà acqua con faW tro, acqua d*orzos acqua bollita con la peonia» ò con la fementina, acqua.0*?* lata* beuèroni con farina di lupini, ò di fromenco i & come fi vedrà il can*1 ° efser offefo, & danneggiaco da i vermi, & pa ciré torci menci, & dolori per 1°^ Rimeéi cagione ; fi procaccierà con preftezza d'vccidergli, & cacciargli fuori de] C.?T nrT"et po,adoprando fé faranno nello ftomaco, »5c nella parte di-fopra delle budg £ m> le pillole ,& le beuande Renella parte di fotto j le (oppofte, &ielifter>i' ^ quelledi mezojlebeuande,&iclifteri'ijfacendoftarel'animaledigiunoia c^e te che precede alla beuanda a che tepida deue eifere j & quactr' bore dof>
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De'Cauaìli. Lib» KIL 179
l'haurà pigliata. Se gli butterà adunque in gola la mattina a digiuno, cosi ri- #««/wfo
arcando il bifogno,per quattro giorni continui quattro bicchieri di latte per cìafcuna volta ,• & il quarto dì feguente due oncie d'aloè {temperato con tre_j bicchieri di latte, ò d'acqua melata, per ammazzarci vermi ;ouerofe gli darà per alcuni giorni in beuanda polue cH radici di ditamo con vino bianco;o il fé- itie della centaurea poluerixato con latterò il feme della zedoana pefto con vi- noni quale ammazzai vermidiqualfi voglia forte,tanto dello ftomaco,quan- lo del ventre;ò il feme del cauolo co vino;ò il fucco della perficaria; ouero vna ància della fua polue con vino,-ò tre bicchieri di fucco d'affentio,& di menta, di ciafcuno parti eguali, con alquanto d'aceto; ò il folfo petto mefchiato con olioonfacino,ò decottione di lupini con alquanto di fcammonea;ò il femedel fiafturtio fatto in polue con vino; ola radice della felice fecca al fole,&polue- *izata con acqua meiata,ò con vinoso l'olio onfacinofolo in gran quanti caso bollito con ruta ,ò con vna brancatad'afsentio» & feme di nafturrio,di corian- dro,& ditamo bianco,di ciafcuno oncie quattro:! quali cacciano fuori i vermi del corpo; ouero vna oncia della polue di centaurea ,ò dell'imperatoria,© della Polue diapente (temperate con vinoso con acqua di gramigna;ò il feme di na- fturtio, & il feme di coriandro, & quello del fantonico, pefti, & mefcolati con ^cqua, & olio onfacino ; ò la beuanda che fi fa con vn bicchicro di fucco d'af* fentio,& due di vino bianco>& due oncie d'aloè,tnefchiati, & incorporati in- fteme;ò quella che fi compone con oncia vna d'agarico po!uerizato,& vn'altra dicorno di ceruo abbrufcìato,& onciefei d'opoponacojfcioki in acqua mela- ta; ò la beuanda che fi fa in quefta guifa. Si prende vn mazzo d'ailentio mari- Ho,& fi fa bollire in quantità fufficiente d'olio onfacino,& fé ne fa decottione, L fpremendobenTafsentioij& nella decottione fi mette feme di nafrurtio3di co- *iandro,feme di radici,como di ceruo arfo, mirti,di ciafcuno oncia vna,& on- cie fei di fieno Greco, pefti fertilmente; & di nuouo fi fa bollire; pofcia tepida fi dà in quantità di duo bicchieri per volta, mefcolata con vn bicchiere d'otti- co aceto,& alquanto di falnitro,& di caftoreo;ò quella di feme d'appio,di fe- ce di cappari, d'afsentio marino, di farina di lupini, di limatura d'auorio, òdi cornodi ceruo, di ciafcuno oncie tre, di fementina oncie due, d'opoponaco oncia vna, di feme di coriandro oncie quattro, fciolti, & {temperati in vino brufco>& olio onfacino,- ò la decottione, dentro la quale fiano bollite barbe, foglie,& feme di cappari,di ciafcuno libra vnajaggiuncouifcolata che farà)fe- Cedi coriandrojdi ruta,& di nafturtio,poluerizati5di ciafcuno parti eguali,& aceto otti mo, & olio onfacino : la quale infieme con l'altre potrà anco feruire Per beuanda,& per ciifterio;ouero fé gli ficcheranno in gola, in vecedeilebeua de,pillole grolle còme voua, di mei commune cotto, & ammafsaro con oncia pillole. Vna d'aloè epatico, ò di grafso di porco disfatto libre tre, & oncia vna d'aloè ■poluerizatojò della polue diapente; ò della polue della centaurea, & ferina di lupini à baftanxa, mefcolati, & incorporati infieme in modo di patta ; & fé gli faranno ciifterij con olio onfacino,che vi fia cotto dentro la ruta,ò con decoc- caperti: tìone di matricaria,dartemifia,dicentaurea,di perficaria, di foglie di perfico, 8f di ruta; aggiuntoui^colata la deco«ione)mele,olio onfacino,& iera pigrari °iUali fono efficacidìmi per ammazzare, & cacciar fuori i vermi ; ò con decot- te di centaurea, di lupini, d'opoponaco, di coriandro, di fantonico, d'af- lentio marino, di rafFano, di barbe di cappari ; aggiuntoui f colata che farà ) Dtleìe tre di falnitro a & olio onfacino à baftanza , & alquanto d'ottimo M 3 aceto.
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Delle Infirmicadi
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ìSo
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acecoj o con l'olio onfacino,& vino brufco.dentro i quali fienolciotte polui di
fanconicojd'afsentiojdi lupini,di centaurea,di feme di raffano,& farina d'oro- bi.di ciafcunoonciedue;& di feme d'appio, & d'opoponaco ana oncia vna- slofte. Se gli potranno ancora far foppofte lunghe con mei cotto,& falgemmap coft
lardo di porco falatQ,intinte in olio laurino; cauando prima fuori con la mano vnca d'olio commune,ò laurino le feci, & i vermi, che faranno attaccati all'in? Vnnonu teftino;& mentre s'andranno facendo i rimedi], farà bene vngerli più volte i*
giorno le nari con vino mescolato con alquanto di melli{Taj& il cuore con aloe {temperato con olio,òcon ceriacaj& il bellico con fiele di toro per ammazzar6 i vermi,& difenfaril cuore,che non riceuaoffefa per cagion loro. Deltvfcitd&cafcatadeltintefttnorem* Cap* XI h
See3 & cafea ancora per qualche ftrano Recidente fuori de! fora-
me del cauallo I'inteftino retto, & fi gonfia in modo, che iui fot* |
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Cade del*
l^vfiittLj
dell'interi
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to fàvn groffo tumore, eh' afeende alle volte alla grandezza ài
vn capo humano. Procede quefta vfcita, òcafeata per colpa? # |
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per difetto de i Marescalchi; i quali ò nel metter le mani dentro i*
fondamento, per nettar le feci, ò per tirar fuori i vermi, ò per far orinare il ca* uallo, intaccano,&romponoconl'vnghielunghe, & caglienti rinteftinoi à coll'adoprar nelle infirmità clifterij acuti, forti, & gagliardi,che lo rodono,& feorticano nella parte di dentro;& per vlcerationidel medefimo cagionatela humori acri,& mordaci.come nella difenteria,& ne gli altri flufiì: onde Ü g,"u* mento incitato, & ftimolato dal prurito, & pizzicore, & dal dolore, che fante continuamente la dentro,& dal gran defiderio che ha di buttare, fi sforza tan- to fpefso,& tanto gagliardamente di mandar fuori le feci i & quelli cattiui humori fpremendo, & fpingendo ali'ingiù, che rouerfeia, & caccia fuori de» fondamento I'inteftino. Viene ancora da concorfo,& flufsodi materia ?chefa mollificare, allongare, & relafsare finteftino,& i fuoi mufcolijmà quefto rade |
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Cura.
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volte auiene,& quafi non mai in quefti animali. Si cura quefto malecon roe*
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dicamenti conuenienti, & appropriati,trala/ciando il taglio dell'in f eftino,co*
me cofa al giudicio noftro molto perniciofa, & dannofa j conciofia che &* öpimm. glandoli come vogliono alcuni quella parte dell' inteftino vfcita fuori del f0- ramerò ne feguirà vn flufso di fangue grande, & perigliofo i b il cauallo n^ , potrà viuerlongamente,priuo di quella parte d'inteftino$ ouero viuend^j" genererà in quel luogo vna cancrena , ò altra piagha incurabile 5 ò verarne11'* te fermandoìì lo fterco più di fopra, non potendo vfeire per il buco cofl' fueco, iui fi farà vna concavità tutta puzzolente, che diuenterà col ten1' pò piena di putredine, onde ne morirà miferamente l'animale ; non P0/ tendofi fanar quella parte dell* inteftino retto cagliata j percioche fi r,f*' ra, & non fi può vnire> perefser parte neruofa, che non patifee cong,u. . ^<^»^gimento, &lafuacuraètale. Si nutrirà il cauallo infermo di cibi, che'110 j vtuere. ijfichjn0i & facciano lubrico il ventre ; acciò non fia sforzato à far fcraa tì Rimedif à mandar fuori lo fterco » & auanti fi rimetta il budello , fi cercherà di lett, ^nfiagLtï via l'enfiagione* & la gonfiezza di quello •> ilchefi farà ò mettendoui per ^ -n dei bndei. rj giorni (òpra mattino, & fera polui di galla, & di corteccie di melata*. ^- egaal mifura, mefehiate , & incorporate infierne*- ouero polae di &%>} ^ rofe fecche, di mirtilli, di feme di rofe di corno di ceruoarfo, di &% ' '
^'aiien-
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De'Caualli. Lib. IHI. iRi
d'affentïo,di ciafcuno parti eguali; ò veramente facendogli continui bagni
Con fpugne irate à molle in acqua tepida, dentro la quale fieno bolliti il feme d'anifi,il feme di finocchi>raltea,la malua>la madre di viole,& il fieno Greco, di ciafcuno vna brancata,fin che cali il terzo. Mollificato l'inteftino,& leuata simMt l'enfiagione, fi rimetterà gentilmente, fpingendolo dentro pian piano conia S/«/Ï mano; & ripofto che farà,acciòpiù non efca fuori, fi bagnerà fpeiìo il forame, me/o non & i fuoi mufcoli con decottioni, che habbiano forza, & valore di riftringere, efc*' Come è quella, che fi fa di noci di ciprefio, di balaufti, di fumachi ,~di cime di faggie, di foglie di quercia, di corteccie di melagrani, di mirtilli, di galla,di tofe fecchcdi ciafcuno vna brancata, bolliti in vino nero ftitico, fin che cali il terzo. Et fatto il bagno fubiro con vna fpugna bagnata in detta decottìone,fe gli ferrerà «rettamente il forame, facendo pattarla corda infra le cofcie,& le- gandola con la cinghia dauanti: la quale fi fcioglierà ogni volta, che il cauallo Vorrà votar il ventre;& cosi s'andrà continuando, fin che farà guarito à pieno. Se il budello poi non farà groflb, ne gonfio f ilche rade volte auiene^ lauatolo bene con vino ftitico; &fparfogli fopra polui della cerufa, d'antimonio,di galla, & d'allume, di ciafcuno parti eguali ; fifpingerà dentro con la mano, & ^pofto che s'haurà, fi chiuderà il forame ben ftretto nelmodo detto di fopra ; & fé gli faranno per molti giorni bagnijche conftriugano>& fortifichino quel- le parti. Del dolore del fegato. Cap» XI II.
L dolore del fegato è vna maluagia, & trifta fenfatione fatta in_. ^f***
elfo fegato, ò nelle parti, chegli fono intorno. Ciò viene per lo Cau[c. più in quefti animali da velocitimi corfi, & lunghi; i quali riscal- dando tutto il corpo , fanno concorrer gli humori al fegato, & lo difternperano, & infiammano ; & da cafcate, & percoife_< gagliarde fopra il coftaro deftro ; ò dall'intemperie de gli humori ò caldi, b freddi, i quali offendono quelle parti ; ò dalla folutione del continuo. Si cono- ^ce la dogliada quefti fegni, cheil giumento infermo ha il ventre, & i precor- Ses»ì- d'j gonfij ; & maggiormente la parte deftra ,oue fpefso riuolge il moftaccio.» JlUafì accennando con l'occhio il luogo offefoj & muoue pigramente le gam- bedidietro nel caminare, &fchiffa di piegarli, & torcerli nel lato deftro, & di 5°tcarfegli fopra : & piegandoci in quel lato, & corcandomi!, fente, & dimo- ia maggior dolore. Che venga da cagione,& da humori caldi,lodimoftrano segni di |li occhi vitiati, la bocca afeiutta, la lingua fecca, & afpra, la difficoltà del ri- ep* ™l- fiatare, la tofse,i gemiti, & ifofpiri, che caccia fuori l'animale aftretro dalla jJailìone,& dal dolore; l'appetire grandemente il bere,e fhauere a fchiffo il ci- bo; il diuencar magro, & hauere alle volte la febre,& il tefticolo deftro gonfio, ^indurato. Che proceda poi da intemperie fredda, & con materia, lo fanno s^. ,. £°nofcere il mangiare del cauallo più ingordamente del folito,& efler fenza la caufafnd *eore,& non defiderare il bere.Si cura quefto male venendoda intemperie cai d^Hra %8c con materia;tenendo il cauallo in ftalle temperate,c he declinano al fred- modo di j*° > con leggieri coperte il verno, & con letto di paglia, & legato corto, acciò yÌHere- °ft fi corcafle fopra il lato deftro; & facendolo piaceuolmente palleggiarci cUanti il cibo, ma non faticare;& dandogli cibi falubri,& humidi à poco à po- 0j& à bere acque,che rinf refchino,come fono l'orzo, la fpelta, la venata pa- M 4 glia
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ì8x Delle Infirmitadi
glia d'orbo tagliata minutamente;rorzata ò da fé fola,ò con brodo^l'orzo cot-
to mifto con alquanto di femola, la cicorea, che purga per l'orina , la lattuca» l'endiuia, i meloni, con femola; l'acqua d'orzo, che rinfrefca, & fa penetrare » cibojöc conforta il fegatosi acqua con farina d'orzo; l'acqua d'orzo con polue ^uemme fa jjgoriti3oò con decottione d'appio,il quale mone l'orina; auertendo di fug- gire nel dolor del fegato tutte le cofe 3 che fono attualmente troppo fredde-*' * gu"pA OlTeruandoquefto modo di viuere, perleuar la doglia, fé gli caueràfanguc-> mr u d<» dalla gamba delira dinanzi, feruata la rettitudine de i vafi. Et dipoi per altera- bly??^ re Su humori, fé gli daranno per alcuni giorni la mattina inanti il cibo beuan- ferdurar de appropriate, & conueneuoli; come fono l'acqua d'orzo mefcolata con iuc- lk■MmWhQo d'endiuiajdi ìattuca?&firoppoacetofo. L'acqua d'orzo inquantitàdi libra vna e meza, incorporala con vna libra d'olio rolato, ò con fucco, ò vino de i melagrani; la decottione di fichi fecchi, & orzo; la beuanda d'endiuia,di fa' noìa,d*acetofà,di la tuca,di fiori di nenufaro, qì fandah,d'epatìcajdi ciafcuno parti eguali cotti in aequavnn che cali il terzoni fegato di lupo arroftito,& fac' torn pome Stemperato con vino doke;iI quale gioua à i dolori del fegato pro* • dotti oda fredda^ oda calda intemperie. Et s'alia intemperie farà aggiuntai roppùacione> s'aggiungeranno per aprir le ftrade alle cofe dette, le radici del' rappiojil fucco di finocchi* il capei venere frefco, & altri tali,- ouero fé gli dar* colcoroo in beuanda la decottioned endiuia,di fcariola,d'aeetofa,dilattuca* d'epatico* di radice d'appio, di fucco di finocchi, & di capei venere,di ciafcu- no parti eguali- Declinando il male per aprire, & difoppilare più gagliarda- mente il fegato, fé gli darà coi vino la polue dell' inde illirica, ò la decottione della polemonia5ò. della conizaìaggiuntoui (colata che farà)alquanto devino* ò l'acqua d'orzo, dentro la quale fieno cotte le radici d'amaraco, d'appio, o M*t*t*\ ^'ifopo « Et Per k Parce di fuori per-rafreddare i ì fegato, fi bagnerà il coltati deftro confucchi d'herbe fredde per tre, ò quattro volte il giorno ; copie foflfj il fucco di piantagine, d'acetofa, di lattuca,di folatro, mefcolati con l'aceto;} fucco di fempreuìua con l'aceto.^ alquanto di vino bianco; & l'aceto eoo v* no bianco in poca quantità ; o s'vngerà con olio rofato completo % mefcol2rö con vn poco d'olio cammomillino, ò anetino ; ouero fé gli applicherà f°Pf^ facchetti tepidi,pienidi rofe, di fandaii,di cammomilla,di melliloto,& ài${' Rtmedn fure. Preparati gli humori> s euaeueranno con caffia, ò manna libra mei*' ^gl^ht con reubarbaro (temperato con acqua d'endiuia ; ò col dargli in beuanctè P.r work quattro, o cinque giorni libra vna di mele, & meza di falnitro, &; oncia v*13 ^] diafinicon,(temperati con libra vna e meza d'acquai vna di vino; ò con g.e targli giù per la gola la beuanda , che fi fa di feme d'appio oncie cinque*1 * d'ifopOì & vna d abrotano, cotti in vino ; aggiuntoui ( colatoche farà il viO .j |
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,& mezadireubarbaro■•_b ^
materia ; per Scacciarlo, »* * ^ |
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libra vna d'olioonfacino j & agarico oncie due
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cura, dd dolore procederà da intemperie fredda, & con
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iadafrid **are u giumento in loco temperatocene inclini al ealdo, con buone copej5 "3
da.. fopra,& con morbido letto di latto» & legato in modo,che non fi corchi l°P v |
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ytuere.
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ip il latoofFefo; & fi mouerà pian piano ; & i fuoi cibi faranno ceci rolli, gr3eje.
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gna, fieno afperfo con falnitro, & acqua di mele ; paftoni di femola c°n?me'
orzo con ceci,ò con fieno Greco. Se gli darà à bere acqua calda, ac(Juaerà a{à
R™w$f le, acquad'orzocol mele, tepide. Per alterar poi gli humori ,ìegli &? xa^ió
|/TlSZperla gola la mattina à digiuno per alcuni giorni la decottione ^el,^ ^
r*< dell'acero j ò la decottione daiTentio colfiropo acetofo fatto con 1oil ya
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De8 Caualli. Lib. UIL ï.83
quella di finocchi, d'alTentio, & d'vua pafsa; ò la beuanda d'anifi, di maftice,
d'acero, di radice d'appio, di fquinanti, d'euparerio, & d'aiïentio, cotti in ac- quanti che cali la roetà;ò ìacqua,dentro la quale fieno cotte le radici d'arifto- lochia,di finocchi, di petrofelini,d'afpargi,di gramigna, d'appio, d'aflentio, parti eguali ; onero fé gli darà in beuanda il vino bianco con polue di ferpillo, ò d'iride illirica j ò vino, dentro il quale fieno cotti l'iride illirica, ò la polemo- nia,ò la conico l'abrotano;douendofi in quefta intemperie fredda hauer fem t-?nn"ot*~ pre l'occhio di mettere nelle beuande,che fi danno per alterare gli humori co- fe calde aperitiue,- venendoquafi fempre accompagnata dall'oppilatione, ò Lmlu dal timor di quella, & per il lato di fuori fi fomenterà fouente il coftato deftro confpugne (late a molle in decottione calda d3aneti,difquinanti,d'cupatorio, d aceri, daffencio,di cardamomo; & altri tali;ò fi bagnerà fpeflò con vino3& olio,e(fendo maggior la quantità del vino; onero fé gli metterà fopra facchet- ti pieni d'aneti,diftecade, d'anifi,di ciminoci rofe,& di cammomilla caldino facchetti con farina di frumento cotta in decottione d'aneti,^ daflen rio, mu- tandogli fuhito, che incomincia à mancar il calore. Difpofti, & preparati gli ^imedh umon,s euacueranno con lelettuano diacatolt con libra vnaatemperato con re gii hu~ vino,dato la mattina per bocca manti il cibo;eiTendo ftato il giumento la not- mrh te precedente fenza mangiare; ò con la beuanda,che fi fa con libra vna di me- le,falnitro libra meza,cimino onde due, &agaricoonciedùe,fternperatocon vino ; onero con oncie due d'agarico fatto in polue > & mesa di reubarbaro, fciolti con acqua di gramigna « ^ell'oppiUtìone del fegato * fop* XI Uh
Ncorche nel fegato per varie, & diuerfe cagioni efterne, & in-
terne, calde, & fredde, fi pollano cagionare oppilationi graui, & perigliofe; nondimeno oppilandofi quafi fempre quefti animali da cagion calda, & colerica ( tralafciate l'altre come poco necef- Q farie^ di quefta fola tratteremo. Loppilatione del fegato fatta.* i^uJio' dalla colera è prodotta ò per eflerfi fattoqueftohumore,chedifua natura èli- m- quido>6i fcorrente;merauigliofamente fpefso,& grofso(fermatofi lungo tem- po nel fegato ^ontra l'ordine di natura, ne purgatofi al debito tempo ) & per- ciò mal' attoad vfcir fuori del fegato, & pafsar per lo condotto della colera», > non hauendo i caualli la vefcica del fiele,ancorche 1'vno,& l'altro fofse poten- te, & gagliardo per fcacciarlo, & il condotto libero, & capace per iiceuerlo ; ò per inondar il fegato,& riftringere, & riferrare le vene, & la foftanza di quello con la gran copia fua ,ancorché liquida ; ò per debolezza, ò per impedimento del fegaco,& di quelli vafi che fono i ricetti delle feci, & delle fuperfl.ui.ta. del fegato £ onde egli non potendofi nettare dalla colera, ne dalla melanconia, ne purgare lefuperfluità ; s'oppila, chiufe in fé ritenendole. Si conofce la oppila- Segm' tione da quefti fegni, che il cauallo ha tutto il corpo caldo0& maflìmamente il ventrej&il latodeftro;& la boccaafciutta,calda,& fetegrandiffima,& che ha prurito per tutto il corpo, & fi frega alla mangiato^ &alle mura; & fi gratta con Udenti, & fchifa di corcarfi, non mancandodi lamentarli, per la pena in- trinfeca eccelli uà ; & che ha il. corpo riitretto; non rendendo jfe non con gran difficoltà gli escrementi indurati ; & che alle volte fattoThuraore colerico pia Maligno* fpafiraa per tutto il corpo, &pejfta con l'vnghie la mangiatura, & ha glioc-
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184 Delle Infirmitacü
gli occhi tanto caliginofi, & conturbati, che non vede,ne conofce colóro, che
gliftannodauanti^chelogouernano;&fisforzaditiraràfeIa capezza, & fi va cura. j-iuoltando fpefso. La fua cura è di cercare, fubito che fi vedrà il giumento in-
fermo,di cacciar fuori le feci indurate,& tener lubrico il ventre,facendoglicli- cufterij. fterijjcauato prima lo fterco più propinquo con la mano vnta d'olio,con falni-
tro,olio, & acquai ò con falamora; ouero dandogli per bocca a digiuno la de- c'amrfàn cottionedi cauoli,di mercorella, di bietole, & di malua, con olio, & falnitro.
fff- Refe le fecije gli cauerà fangue dalle gambe dinanzi, per alleggerir la natura»
lunedì &l'ambafcia dell'animale; pofcia (arfinedi nettare, & aprir l'opilatione) fé gli per difopi- trarrà col corno giù per la gola per alquanti giorni la mattina auanti il cibo
l'acqua d'orzo,dentro la quale fiano cotti l'aifentioji lupini,& feupatoriojò la decottione de i lupini, di finocchi, d'endiuia, d'afsendo, & d orzo ; óü fucco dell'aiTentio col firopo acetofo; 0 rollimele fcillino in buona quantità;© la de- cottione d'endiuia, d'epatica, di cicorea, di lupuli, di lattuca, di gliceria, dica* pel venere,& di radici di finocchi;ouero il fucco d'endiuia, di coriandro, di fi- nocchio, & d'appio, di ciafcuno parti eguali; ò la decottione della bettonica* con alquanto d'aceto,che mondifica il petto;ò il fucco,ò il feme dell eupatorio fatto in poluecon vino;òl'infufionedi cauoli feluatichi,& falnitro,difciolti in aceto, & vino; & perlo lato di fuori fegli faranno tre, orquattro volte auanti U Locali. cjbo fometationi fopra il coftato deftro con fpugne (tite a molle in decottione
d'endiuia,di cicorea,di fclopendria,di lupoli,d'aflentio,di cufcura,di fquinan- ti, & di melliloto. Fatte le fbmentationi,& nettato, &afciutto bene il luogo> sVngerà con olio violato, & di mandole amare,&da(fentio,di ciafcuno par" eguali,mefcolati con alquantod'acetc^ò con olio irino & nàrdino. Preparati Evacuare \\ meglio chefi può gli humori, fi euacueranno, col dargli per bocca la macti-
fi, umo" naà digiuno (efsendo però ftato il cauallo la notte precedentefenzacibarfi)il
reubarbaro in quantità bafteuole, flato in infufione, & fciolto in decottione d'afientic;òlacafiìa,conaloè;òl'agaricocolreubarbaro,ftemperati con acqua Modo di cì'orzo,& d'affentio. Et per mantenerlo poi in vita,& nfanarlo,fi terrà in ripo-
fò in ftalle temperate,^ nette; & in morbido letto, & legato in modo,chenon fi corchi fopra il lato deftro,-& fi mouerà pian piano inanti il cibo;& fi fregherà alle volte Ieggiermente;& fé gli darà à mangiare,& à bere eofe,che rinfrefchi- no> & riabbiano virtà d'aprire, & difopiiare ; come è l'endiuia Ja gramigna, 1* cicorea,il finocchio, l'appio, l'orzata, la fpelta, la vena, con polue di ligoritia» l'orzo cotto, il fieno verde, il fecco afperfo di falnitro, i ceci rodi, & maiTiifl*" mente quella fpecie,che tì chiama orobini,i quali mondificano il fegato,- l'ac- qua pura con falnitro,ò bollita con radici di finocchio,^ d'appio,- & 1 beuero- Rimedti ni con farina di ceci,& fale.Se il giumento patirà lo fpafimo per tutto il corpo» Mo fpafi- fe gli cauerà fubito fangue dal collo dal la to diritto, lafciandolo vfcire, fé farà
cattino. & pallido,fin tanto, che diuenti beilo; & il giorno feguente dalleterfl- pie, & fotto la lingua. Pofcia fatta la fregagione, fc gii darà per bocca à digiü' no vino, & olio caldi in gran quantità, acciò fi moua il vomito, & fi (olu* " ventre,- ouero ladecottionedi malua, di viole, di mercorella,con olio di man- dole amare,ò di giglio bianco; ò veramente fe gli darà in beuanda oncie du«--' d'agarico poluerizato, & altrettanto di farina di feme di lino, (temperate <# ' . vino,-ò fe gli guferanno giù per la gola pillole di iera con agarico; ò dne ^ra\' Jpo?arti medifeammonea, con vnad'elleboro nero, triti,& fciolti col vino. EuacUa&
il cauallo, per purgargli il capo, fe gli gitterà, ò Schizzerà nelle nari ac<f"a» ** |
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De-Caualli. Lib. UIL i8j
Vino, dentro i quali frano ftatiininfurionca{rentio,¢aureaj pofcia fi ba-
gnerà tutto con acqua fredda,& declinando il male,fi curerà come di fòpra. Dell'it ter it id. Cap, XV,
'Iterritia è vno fpargimento della colera per tutto il corpo, onde la- Definita
nimale viene mamfeftamente gialliccio, ò iiuido ne gli occhi, & *'* nelle vene fotto la lingua. Viene per lo più ò per vitio, & difetto Catift- del fegato ribaldato,- ò per colpa, òoppilatione del condotto del- la colera ; percioche non potendo l'humore colerico faccrefciuto grande- mente nel fegato per la caldezza (uà J nettarli, & purgarli tutto per lo proprio condotto, che lo conduce alle budella, regurgita indietro, & fi difonde efte- riormente per tutte le parti del corpo: & oppilato, &chiufo il condotto, fi fpargela colera col fanguefuperfiaalmence perla vita del caualio . Seì'itteri- p&'A^ tia procederà dal fegato troppo rifcaldato ; i! caualio haurà gli occhi gialli, & dTflgtt» lucenti, ò verdi, la bocca calda, le nari aperte, le vene fottopofte alla lingua di «ƒ<*«*** color giallo, l'orecchie, &i fianchi bagnati di (udore, & manderà le feci liqui- de^ gialle; & parimente l'orina gialla, & colerica; & alle volte fecondo il fuo naturai colore;non purgandofi la colera per l'orina; & patirà torfioni,& dolori nel deliro ipocondrio3 & moftreràalle volte tumori apparenti nel ventre; & quando fi vuoterà,manderà gemiti; & parimente corcato, & diftefo fi lamen- terà^ fi fregherà a i muri;& fi farà magro, & andrà con fatica,& haurà il pelo norrido,& il cuoio afpro,& ruuido,& qualche volta zoppicherà da vn piede, & haurà gonfia f vna delle gambe. Màs'clla verrà per chiufa del condotto del- /vS/£i la colera,il caualio in vn fubito diuerrà itterico^ il bianco dell'occhio farà di p*r tfa colorgiallo;& l'orina gialla,&groiTa,andando la colera a quelle parti;& il ven- H°dJu tre farà ftiticose(ïiccandofilefeci,pernon poter calar la colera ne gl'intefiimà «&«. ' prouQcare, & muoucre la lor virtù efpulfiua a fcacciarle fuori; & l'animale fta- *à bene dicamene haurà gran Cete, Per rimouere quefto male deriuato da ca- £«™/le- gione calda, & colerica; fi farà ftareil caualio il verno inftallatemperatamen- £*££? te calda; & l'eftate in luoghi frefehi, & alquanto ofeuri, con Ietto alto, & deli cald*- catojoue fi porta ben ripofare;& fé gli faranno leggieri fregagioni con le mani T<w^.° * afeiutte, ouero vntecon olio, & vino; & fi terrà à regolato viuere, & fi nutrirà Con cibi,& con beuande che rinfrefchino,& habbiano virtù; & poiTa di netta- J^»d*aprire,&difoppilare; come fono la cicorea,Ia lmucay l'endiuia, la cucur- kita,la gramigna,iceci ro(Iì,i paftoni di femola con polue diligoritia,falnitro, & mele;la femola con l'agarico fatto in polue;I'orzo mefcolato con fieno Gre- co>con ceci rofïk il fieno,& la paglia d'orzo, afperfi di falnitro;l'acqua d'orzo, l'acqua col falnitro* beueronicon farina di grano,ò di fien Greco,& falnitroje la decottione della gramigna. Pofcia per alleggerire il male,& ri tnouere la C3- Cauarfam gione di quello, fé gli cauerà fangue ƒ fé però così richiederà il bifogno, & lau sw' Qualità del male)dalle vene fottopofte ailalingua,& dalla gambadeftra dinan- $fe & fé il ventre farà ftitico, caliate le feci con le mani vnte d'olio, fi euacuerà Con gli clifterij. Per euacuare poi gli humori, fé gli darà in btuanda la mattina Rimed? N far del giorno fftatoperò il caualio la notte precedente lenza mangiare^ £jïfi£ c*flìa>ò manna con reubarbaro in bafteuole quantità, ftemperati in fero di ca- mori. Pra>hollito confìoridi boraggtne*& di viole, òcon fpica nardi;.cliccandogli Miagola l'aloè* & l'agarico con vna dramma di fcaromonea fciolti in de- cottione,. |
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i86 DelleInfirmitàdi
cottione,ò fuccod'eupatorio, & d'endiuia ; twero l'aloè temperati in decot-
tione d'anifi,d'appio,dWero,& d'afientio; òl'agark^^ iiiàìgemm* poluerizatijcon decottione d'afientio, fpica nardi,& polipodio; ò l'agarico,» Rimedi ìera, & l'aloè fciolti in acqua d'endiuia, & di cicorea. Euacuati gii humori,fe per netta- g|j trarrà giù perla gola col corno la mattina auanti il cibo per moiri giorni la re,€r atjQp P ,•'-*. \ i>-t • « \ v Ai
filare, bettonica con vino bianco; o coni aceto, la quale netta,& purga; o 1 acqua cu
cecijò l'acqua di rafFano3ò l'acqua d'appiojcheapreroppilationi prodotte da calda,ò da fredda cagione;ouero l'acqua pura con polue di ferpillo,& di finoc
chiodò il fucco della radice della gentiana; ò la decottione d'endiuia,di fcario- 1a con aceto bianco,& alquanto d'acqua ,ò ladecottionedi marobbio, ò d'al- fentio,& capei venere,- ouero oncie tre di fterco di cane biancofciolto con ac* qua di cerinola decottione d'endiuia, di fcariola, di epatica, difpica nardi,cU fpodio,difandali;aggiuntoui(colata che farà)alquanto d'acetoso quella di ra- dice d'appio,difinocchio,di cicorea,di bugloffa,di capei venere,d'endiuia,di fcariola,diradici d'acero,difemedicappari,d'afpargi, &di lupuli;ò labeuafl*; da,chefi fa di radici d'appio,di finocchio, di petiofelino/d'afparg^d'acerojdï cappari,d'ariftolochia rotonda, di capei venere,d'eupatorio, di cicorea, & eri" diuia,di ciafcuno vna brancata;cotti in acqua,fin che calino il terzo;& aggiun touif colata la decottione) vn poco d'odimele fallinola quale ha virtù d'apri* tocdi, re,&difoppilare. Per lo lato di fuori, fi rinfrefcherà il fegato, bagnandofpefso il coftato deliro con fpugne bagnate in fucchi, ò decottióni d'endiuia, di fca- riola, d'epatica, & di fempreuiua 5 aggiuntoui alquanto faceto; ò in aceto? Sz acqua mefcolati infieme. Et per leuare il giallo de gh oc* hidì purgheià il capo del cauallo, frizzandogli nelle nari il fucco di bietola, ò quello di coconsttf> afinino, òdel ciclamino; ò fondandogli dentro con vn cannello polüedi elle- boro nero,ò di polipodio;&fi laueranno gli occhi,& la lingua con aceto bian> co tepido: ò fi ftillerà, ògocciolerà ne gli occhi il iucco di coriandro, & quello fmeritL dell'acetofa,incorporati infieme;ò l'aceto di vino nero.Se rittericsa farà procc ter oppila- duta pereiïereoppilato,& ferrato per cagione d'humori freddi,& groiii il con TJll5 dotto della colera,nutrendo il cauaUo di cibi conuenienti,& tenendolo in iuo- Céllij CJ ftCi" 0 /-«l'fl
de. gin temperatamente caldi, & ben coperto, & facendogli rregagioni leggio*
Rintedit Per tutt0 il corpo,s'euacueranno gli humon pian piano,facendogli mangia1^ per euacHz per moltigiomì con la femola i'agarico,& il falgemma fatti in polue,ò danu0" ngi mmo ^j • ^ ^^ ^ bocca l'aloè, l'agarico,& il falgemma, poluerizati, & ftemPc" rati con decottione d'affentio,di calamo aromatico, & fpica nardi. Pofcte Per pefTfoppi aprir le parti, & digerir gli humori freddi, fé gli darà a digiuno la mattina,!^ 'Ur+ che fij rifanatod'acqua di cecilia decottione d'endiuia, di farcocola, d^eupa; torio,& d'affentso; aggiuntoui vino bianco, & alquanto d'acqua di rafhnoJ^ la decottione di mandole amare, ò quella di pan porcino, di radici d'ariftolo* chia,di gentiana,digìglio,di radici di rubia, d'appio,d'afpargi, digraroig1^ dicappari, di finocchi, di rafFano, d'afsentio,& di capei venere; aggi"nt^ locati. ( coiata che farà) alquanto d'odimele. Perlòlatodi fuori affine di rinuig°rI le parti rafreddate, & oppilate, s'vngerannoi fianchi, & il ventre con vi" bianco, olio di cammomilla, & di bacche di lauro. Et per leuare ii g'a^°^fen. occhi,fattoglii fternutatorij, feglifchizzerànegliocchi, òfegii8^ePf*ca tro à goccia à goccia aceto bianco,ò fucco di coriandro tepidi, ò aceto b'a tepido bollito col capei venere frefco,& f eupatorio. |
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Deli*
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De'Caualli. Lib, ML 187
<DelU hidropifit, Caf>< KVh
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'Hidropifia è infirmità materiale cagionata da troppa abondan-^adi materia fredda , che entra nelle membra, gonfiandole-*.Si genera quefta palone, quando non potendo il fegato (man-
cando la fua virtù digeftiua, perefsere oltramodo refrigerato, |
f Initio*
ne. Ai odo co» che fi gene- ra l'hidro- tifa |
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& indebolito) cbnuertire il chilo in fangue , lo tramuta in gran-,
parte in acquai Q in vento ;ò veramente in humor freddo, alquanto grofso, & flemmatico* onde ne nafcono tre fpecied'hidropifia, L'vna delle quali com- T,r/;frcie munemente fi chiama ipofarca,ò anafarca,ò veramente flemma bianco,detto fia iplj%i da i Greci leucoflegmatia;la quale non è altroché vna grande raunanza d'hu- v**j> taw? mor freddo, non molto acquofo, & flemmatico difìTeminato, & fparfoper le f^mm" Sembra » con uniuerfale gonfiezza di tutto il corpo; deriuata da troppa refri- geratone del fegato,& delle membra del corpo, L'altra vien detta afcire,cioè a[cìk. Vtriculare: la quale è vna diftenfione,8c vn gonfiamento grande del ventre in-, feriore, fatto dalfhumore acquofo concorfo, & radunato in quel loco. La tei- Timpani' *a fi nomina timpanite,& timpania,che parimente è vna tenfione, ò diftendi- v****** mento del ventre inferiore,prodotto da ventofìtà rinchiufala entro. Cagiona- lo, l'hidropifiala troppa caldezza^ freddezza dell'aere,le fmifurate fatichejl Ca*fa mangiare copiofamente, & longo tempo cibi grotti, & che oppjlano 5 & che °ltramodo infreddano, ògenerano gran quantità d'humidità > òfuperflukà flemmatiche; lq quali infreddando le vifcere, eftinguono, & fuffocano il calor naturale j & il bere copia grande d'acqua fredda, torbida, & fangofa fuori di tempo j cioè auanti il cibo, & con gran fete » o quando il giumento è grande- mente ribaldato; onde aperte le ftrade, penetra la entro la virtù dell'acqua, & mvn fubito rifredda,& eftingue il natiuo calore, Generafì ancora queftoma- fe per difètto, & vitio del fegato; ò fia tal mancamento propriamente, & prin- cipalmente in efso fegato, ò gli fia cagionato dalle membra, che hanno com- municanza, ò colliganza, ò vicinanza con lui. Se viene per difetto, & malaria del fegatose cagioni faranno la fua picciolezza,il patir egli5ò il condotto del- la colera,roppiIationi,ci pofteme; la grande refrigeratione d'effo fegato,l'efser Cglidimaluagia compiendone; la quale rifoluendo col calore eftraneo ilnati- Uo calor del fegatoso refrigera^ cagiona f hidropifia.Se procede l'hidropifia fcer colpa, & infirmiti delle membra, che hanno conuenienza col fegato, ne Stanno cagione la debolezza, & mala compleffionedel ventricolo, che man- da al fegato il chilo mal preparato ;, & difpofto ; ò l'oppilatione, & l'infirmiti delle vene meferaice; ò la palliane del cuore; ò i malide gli in teftini,delle reni, della rnilzajdeldiaframmajdel polmone,&de gli altri tali: onde debilitata»^ Refrigerata grandemente la virtù fanguifica, & digeftiua del fegatosi genera- lo gli humori detti di Copracene fanno i'hidropifia; & la cagione materiale, & Congiunta di quefta male viene ad effere la materia fredda, che foprabonda • |
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Jfegni deU'ipofarca>cioè dell'humor freddo alquanto fpefso, & flemmatico
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Segni delf
ipejarca*. |
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jparfo per le parti dei corpo fono,che il cauailo infermo ha tutto il corpo gon-
5J>i8c mailimamente il capo; benché nel principio del male habbiafolaroente ^ ginocchiate gambe, i piedini ventre, & i tefticoli gonfij, con vnaceriadu- *e*za moUejche premendo conia mano, vi retta il Legno ; & latefta talmente ^fia^chele veneache pria erano apparentijöc .manifefte, più nofiveggiono j effendQ
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18 8 Delle Infirmitàdi
effendo il redante del corpo, le fpalle, le groppe, & i fianchi difeccati,& dun•
Ha oltra di quefto il cauallo hidropico,che corcandoli, non s'appoggia foura la pancia, ma fi diftende,& fi butta in banda, &i peli nel fregare gli cadono» r$lt<, ' ' K'afcite fi conofce,che nel principio del male il giumente ha il ventre inferio- re gonfio,& duro grandemenre,& alle volteancora le gambe di dietro enfiate, & iteftico!i,& Ieborfl;efsendoilreftodel corpo afciutto>& macilente; dentro
il quale fi fentono fare, & maffimamente quando fi muoue, & fi fcuote, grart ruggimenti,& gran romori,come sVno vtre non ben pieno d'acqua folle agi- tato^ conqualiatoj & ha la difficoltà del rifiatare,comprimendo quella mole acquofa il diaframma; &camina malamente,& fchiuail mangiare,&hàgrafl fete,& in oltre crefeendo il male,& auicinandoiì il morire,ìl cauallo fra mefto» &melanconico,colcapochino,& ha giiocchidi colore di usele,& mortificata . & gli teilicoli gonfiane può anzi dare,- & quando itàfernìo,arma su le gambe, cioè tiene ftefe le gambe dinanzi verfo il moftaccio oltra modo, & parimente quelle di dietro verfo la coda;ne più appetifceil bere, né il mangiare,eiTendo» affatto rafreddato, & indebolito lo itomaco ; manda fuori pochiffime feci, # dure,& con gran difficoltà j & poco orina, & trema co' piedi, & ogni fera ha 1* febre col freddo, & col caldo, legno di ineuitabil morte, con grandifsima paf' Modocon fione,& ambafcia;onde vinto dal dolore, che fenre,fi butta in terra, & lanieri' tttMuT. tandofi,&gemendo ùewky&c dibatte le gambe. Viene molte fiate quefta fpe- ra a * ' eie d'hidfopifia da oppilatione, & chtufa del condotto della colera, & delle-* vene meferaice ; la quale refrigera il fegato, eftinguendo, ò diffoluendo il /"uo calore naturale;&indebolifceancora,&ra fredda lo ltomaco;onde non faceti^ do egli la piena digestione dei cibi, & cominciando à perder l'officio fuo del . cuoceré,leua l'appetito ali'animale,& aiuta il fegato via più adiftemperarfì,8£ 'amtom^ à infreddarfi ; fi comehabbiamo noi vitto inalcuni causili giouani,& dipelo «•. fauroymorti di quello male,& apertici quali haueuano tutto il ventre inferiore pieno dracqua,& grandemente gonfio>& diiiefo; onde fi vedea fra le budella» & la cotica grandifsima quantità d'acqua giallicia, & così ne gii intefh'nij à' fendo quelle parti refrigerate, & nel mezo della Manza del fegato, oue entra il condotto della colera, haueua.no vna grandifsimachiufa5con vn colore gip* lo diffeminato per tutto il condotto, le vene meferaice oppilate, il fegato pic' ciolo>& bianchiccio, fegni di rcfngeratione; il ventricolo, quale era pieno jr acqua j le budella per la parte di dentro liuide,&fmorte; i teilicoli gonfij? . putrefatti di quell'acqua giaìliccia;& in oltre haueuano nel mezo de i ventr** coli del cuorecerti pezzetti di grado fatti gialli da quello humore ; & tutto1* graffodel corpodiftrutto,&liquefatto,& confumato; per rifpettodella cole1"3 jparfa infieme col fangue per tutte le parti del corpo;fi che per le membra nofj ffujpt fiicorgeua punto di grafso . I fegni del timpanite fono, che il cauallo tiene»» vite, ventre inferiore per la ventofuà ch'iui è radunata, & rinchiufa,tahnenteg°fl* fiato,& durojche percofso con mano, rifuona come vn tamburo; & ftà con ^ pelle,&col collo attratto,e tefo; egira fodo come fofsed'vn folnodo;fi c^c(ì,- puòchinarfial paicere, ne giungere nelcaminare i piedi, di dietro con o,ue^ dinanzi,& faftidifceil cibo,'& il berci &' poco,ò niente dorme, & con ^C°Q^ Cum del- & rende le feci, & poco orina. Ancorché l'hidropifia male pengliofo? ^5L,0 W^ tale fia molto malageuoie da curare, & habbia di meftiero di grandi1 il"" aiuto dell' arte; nondimeno nel principio la Tua curatione non è ole1"3 nl tj difficile: delinquale eisendo la prima, & principale parte il modo di v,u^[j(! |
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De' Caualli. Lib. UIL 189
Quello primieramente tratteremo, & dipoi della Tua cura. Si terra adunque il
cauallo hidropico ben coperto in ftalie nette,cbiare, & luminofe>& tempera- viuere'dei tr,mcntecalde,fchiFandol'hurnido,& il vento;& per mantenerlo in vita,fe gli camil°; darà a mangiar poco cibo,ca!do,& facile da digerire;corne fono il grano,i ce* ci rodi,l'orzo mefchiato con fieno Greco>òcon cecij i lupini macerati in ac- qua;l'herba de ilupinijle foglie di falice,dirarTano, le frondi d'olmo,la medi- ca,l'appio,la cicorea,le cime di braffica,i! fieno sbruffato con fai nitrosi fegato di lupo,ò di volpe polueriza to con femola,ò con la biada,il quale gioua con la fua virtù occulta s & per purgarlo, fé gli darà à mangiare copiofamente tutte quelle cofe, che muouono il ventre, & prouocano l'orina ; tra le qualifono le Rimed* foglie del cocomero fe!uatico,le (uè radici gratuggiate,& mefcolate con la fé- e™cuatl~ mola j la colloquintida, le radici del rafFano, & l'agarico in poluecon femola ; \ & à bere fé gli daranno beuande calde vn'hora dopo il mangiare>che fieno te- bowm- pide,&in poca quancità, bafteuoli fola mente à mantenerlo in vita; efsendo il «>• poco bere cofa principale a guarire quefto male. Saranno buoni il vino bian- co, & antico,- l'acqua con falnitro,& fale; l'acqua d'orzo, con falnitro; l'acqua bollita,concimino,& feme di fiaocchio;aggiunrouifcolatache farà ^alquanto di farina di fromento ; ò di fieno Greco ; & fi farà palleggiare, & efsercitareal fole in luochi afpri, & montuofi ogni giorno auanci il cibo, coperto di graui,& pefanti fchiauine,affineche fudi;efsendo però l'animale forte, & gagliardo:'& JSrc^ fredda la cagione del male,acciocheil calore fi fortifichi, & fi fparga per tutto come. il corpo, & fi fecchino l'humidità tirate dalle parti interne del corpo à quelle di fopra, & fuperficiali. Sudato che farà, s'afciugherà con panni caldi,& fi fre» gherà fecondo il pelo,- & dipoi s'vngerà con olij che rifcaldino.Mà fé il cauallo r&ùm. farà debole,& pieno di calore cfterno, & infiammato,s?efserciterà moderata- mente al fole, & fé gli faranno fregagioni leggiere; & tanto bafti hauer detto Freghe. del modo del viuere . Douendo la cura deli'hidropifia incominciare fempre daireuacuationcconofciuto il cauallo efiere hidropico,ecauatog!i le feci con JìSJJJjf* h mani vnte d'olio fuori del fondamento,fe gli faranno clifterij tre volte la fet- fi? d* che timana; la mattina inanzi il cibo, fé però il cauallo non andarle liquido; inco- iomSaa- minciando fempre dai più piaceuoli, & meno acuti,- i quali olerà, che fono »* gioueuoli a tutte le fpecie deli'hidropifia, per cacciare eglino fuori le feci, l'ac- 1' qua,& la ventofità de gli inteftini,commodamente,& fenza nocumento alcu- *io,apportano particolare giouamento;& grande alle due fpecie afcite,& tim- panite^ maggiorenne non fanno le beuande medicinali date per bocca;per- cìoche vanno ad accodarli, &ad auicinarfi più alla materia raccolta nel ven- tre inferiore; & manco nuocono al giumento, ancorché più volte reiterati, & continuati fiano. Et fé la cagione del malefarà fredda, fé gli fa ran no eli iteri j Se la can- dì parietaria ; asgiuntoui olio, & falnitro; ò con decottione di radici di finoc- (a?'J™a- cnio,d appio,difopo,dicalamento,&dilpica;aggiuntouilaiera;oconquel- da cufte* la,chefifà con mercorella,foglie,&radicid'eduli,melrofato,oliod! ruta,iera,rn' Se fale ; ouero con vino, dentro il quale fieno fciolti vna brancata di fterco di colombo, falnitro, & alquanto di colloquintida ;ò con libre due, & niezadi -Vino mefcolato con altrettanto fucco di radici di cocomero feiuatico, & on- cie dieci d'olio di giglio, & alquanto di falnitro ; i quali vagliono à pui gai«L-» fi ventre, &à cacciar fuori l'acqua de gli hidropici ; & per lo medefimo eiFet* *o fé gli ficcheranno nel forame fuppofte, òpaftillilonghidi mele, &difpe- surfte. cìe di iera » òdi mele j di fterco di colombo s & di fale 3 ò paftilli fatti con ial- gemma,
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19© Delle Infirmitadi
gemma,foglie di rut3,caik>rea,cufdrbio,feme d'orticn,& mele;o farti con fttf
Rimedii co di colombo, & ói capra , aceto, & mele. Euacuato più voke il estrarlo con perprcpa- pJicliderij, fé gli daranno per alcuni giorni in benandata mattina à digiuno mori. coletene diipon2ano,& preparinogli hurnon,&digenkano la matcnascorne. fono la decottione d*aflenrio,d'eupacorio,d'ifopo,- aggiuntoti buona quanti- tà d'odimele fallino; & la decottione d'affentio,d'appjo>di finocchio,&d'ifo- po,& la carne del riccio terreftre fecca al fole, & poluerizata beuuta con vino * Rimedii ò con aceto melato. Preparatigli humori, & la materia congiunta ,òfia l'hu- Vrutimo more freddo,& flemmatico,come nelThipofarca,ò l'ai qua, & la ventofirà, fi ri. euacuaranno,& caccierannofuoriòconglicliderij poftidi fopra,ò col dargli a bere la mattina à digiuno fedendola notte precedente flato fenza mangia-
re) buona quantirà d'orina d'huomo ; òil (erne del girafole mondo, & ben pe- tto coi fiero;ii quale (blue perdi forto la flemma, & qualche volta la colera,- òH fueco fpremuio delle radici frefche deH'iride,chc purga la colera rofla,la flem- ma,& i'acquofità degli hidropieijò il fuccodella corteccia del fambuco^ò del- le rjjici deifebulo,che purgano l'acqua de gli hidropieijò l'olio abietino,ò di terebinto in buona quantità, i quali vagirono mogni fpecied'hipociifia,0 l'agaricofciofco con acqua di cicorea,d'cupatorio,& d'adentio; ola decozio- ne della bradìca marina, detta foidaneila jòilfucco del cocomero aiìninojc» l'acqua di cufeuta molto vtile à gli hidropici \ ò lo fterco di colombo fciolto con vino j ò col fargli mangiare granquanrità di cocomero feluatico, oin- ghiottire le cime delia colloquintidajò dargli in beuanda fiori di ginedra poi* •jSfófifa-fia ueriz,ati con vino bianco ottimo. Et fé con quedi rimedi) non fi fan .rà il e*" *°*\™fe uailo hi Jropico, farà di m.-ftiero preparar ói nuouo gli humori, & dipoi euà- dit detti, cuaigiij&: così andar facendo più,& più voiteic fia bif;;gno,acciò fi fanifenz$ detòaT % cencar ^ tagliò. Purgato, & euacuato il causilo, s'attenderà à confortare, & fortificare le parti oftefe,il fegatoso ftomaco,& il ventre, & le gambe gonfie. !P;««ji Si conforterà il ve»itre,coì fargli con vn ferromfoca to fatto in guiia di coltello che cmfor. molte linee due ditafottoìombelico,cne penetrino la pellejle quali eiiiccano* tilffefìT condringonoj&confortano.Si conforterà il fcgato,& lo ftcmscojdandoglii*1 più volte inbeuanda à digiuno il fegato di lupo,òdi volpe, lo domacodigal- lina, il calamo aromatico, &itrociici dello fpodio, ò quelli d'afTentio fatti i" Troncar polue, & fciolti in vino. Si prouocherà l'orina, dandogli à mangiare, & in bc uanda, non tralafciando però i cliderij, l'appio, il finocchio, la cicorea, il c&* damomo,le radici d'afpargo,le radici del trifoglio fecche,& fatte in polue eoo vino; la decottione della maggiorana, ò del mencaftro, ò del calamento,ò de* tiìmum. trifoglio. S'eiliccherà il ventre inferiore nell'afcite ponendo, òinfafciandofo*
' pra il ventre, & fopra l'ombelico facchetti pieni di cenere calda,& rinouando- gli più volte,ouero vngendo il ventre con olio laurino, ò di cocomero àfini"0»
ò impiantandolo con derco di capra dempcrato con l'orina jò con l'empiad^ |
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di lumache con le gufeie ,
( melliiotoi&sediccheranno parimente le gambe con gli medefimi empia'"1. ' òcon bagni tepidi di lidia forte,&fale;ò di decottione di ortica,di fambucC.!*
DefrerM* d'ebulicottiin vino, ò in lidia. Non giouando rimedio alcuno 3 benchép1 ïfö-" volte reiterato^edendodifperata la falute del giumento,fi venirà per vJt"1^ mde, che rimedio-ai taglio; & in più voitefi cauerà fuori l'acqua, & rimanendone^ v %ri.me' che reliquia, s'edìccherà con gli facchetti pieni di cenere calda: ilcheii in quefta guifa. Buttato il cauallo in terra, facciafi dare co i piedi ì^ y '
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De'Caualü. Lib. UIL ipi
ïo col corpo in sii, & pigliando la pelle di fotto al bellico due dita verfo la ver- j^f*^
ga,in mezo della regione del ventre, vi fi faccia con vna lancietta vn'apertuia^o, &Ch- fì profondarne arriui fìn'al peritoneo;poicol rafoio,&col cornetto di camoz- rarl°' *a fi tagli il peritoneo fino alle budella5guardando di non toccarle,perche mo- rirebbe l'animale;& in elfo pertugio fi metta vna cannella di rame,ò d'ottone., & con quella fi caui à poco a poco l'humore acquofo del ventre, lafciandone Vfcire vna libra per volta; & ogni giorno s'adópri, fin che fia cauata tutta l'ac- qua . Vfcita la quantità dell'acqua, che habbiamo detto eiTere bafteuole per ciafcuna fiata, fi cauerà la cannella delia piaga , & vi fi caccierà dentro vna ta- fta, acciò non fi chiudefle s & euacuata tutta l'acqua, fi curerà la piaga, & s'at- tenderàà confortare il fegato con li aromatici ftiptici,& à purgare il giumen- to, & à farlo affaticare tanto ogni mattina manzi il cibo, che fudi j & fudato ad afciugarlo, & fregarlo, & à curarlo nel modo decto di fopra, fé farà gagliardo. Se l'hidropifia verrà da materia calda, che habbi refrigerato il fegato nel tuo- jjjrj ntel- |
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do,che se detto; fi darà à mangiare al cauallo hidropico fpelta, vena,orzo,or- f^ddS
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nia-
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zata,endiuia,cÌcorea,fcarioIa,pagIia d'orzo, ò fieno sbruffato col faimcro; & à *«ru cai-
bere (ancorché debbe efsere pochiffimo) acqua mifta con aceto, ò con fucco Modo di di melagrani;acquad'orzo col falnitro,beueroni con farina d'orzo;& s'eflerci- yimn- terà moderatamente al fole,& fé gli faranno fregagioni leggieri;& ogni terzo giorno la mattina inanzi il cibo fé gli farà vn clifterio di decottione d'endiuia, di fcariola,& d'affentio; aggiuntemi caffia, & alquanto di iera, ò di decottione dibietta, di mercorella, di fiori di cammomilla,di raelliloto, d'eupatorio,- ag- Hamnà9 giuntoui caffia, iera pigra, olio di giglio, & fale. Ma fé il giumento hidropico u cJZul haurà la febre, ancorché poca fperanza vi fofse della falute,fe gli faranno i eli- J^^JS fterij con decottione di fiori di cammomilla, d'eupatorio, d'endiuia, di fumi- fi debba. terra j aggiuntoui caffia, iera pigra, olio commune, & fale. Cauate le feci, & /?f^ dandoci tempo il male,fi prepareranno gli humori, dandogli per alcuni giorni Preparar in beuanda a digiuno decottione d'endiuia; aggiuntoui buonaquantità d'offi- f£ hmi0~ ttiele;ò quella d'endiuia,dicicorea,& d'appio.Preparati gli humori,s'euacue- Wr tanno con i difterico fé facelfe bifogno con la iera femplice fciolta con decot- gjl humo' tione di viole,di fumiterra,& capei venerei ò con acqua di cufcuta,ò con caf- fia, dati per bocca. Nongiouando quefìi, fi prepareranno di nuouo gli hu- mori, & s'euacucranno nel modo detto di fopra nell'hidropifia, cagionata da cagion fredda. Euacuato il cauallo,fi conforterà lo ftomaco, &il fegato, dan- nfSSS, dogli più volte per bocca fegato di lupo, calamo aromatico, & fandali citrini & il fesa- fatti in polue, &fciolti in acquadicicorea, & s'impiaftrerà il ventre inferiore con empiaftri di rofe, di fandali, & di cammomilla; ò con empiaftro di luma- che;© con empiaftricaldi;auertendo di non mettergli fopra il fegato.Nel tim- panite ancorché fi debba curare, come s'è detto curarfi l'hidropifia; nondime- c^™m d£. no venendo più al particolare, s'attenderà à rifoluere la ventofità, & à cacciar te. fuori quella poca d'acquofità, che fi ritroua nel ventre mefcolata con vento ; facendogli ogni giorno due clifterij; l'vno la mattina, l'altro laferaauanti la_, et$ér% prebenda ordinaria di decottione di finocchio 3 di nafturtio, di cimino, & di anifi; aggiuntoui buona quantità di iera, d'olio di ruta,& di fale; ò di decottio- ne di parietaria, d'olio di ruta, & di fale ; ouero ficcandoli nel forame f cauate prima le feci con la mano) iipaftilli del mele, & fale, che tirano la ventofità ;ò P<*M'. Paftilli lunghi fatti di feme d'ortica, di bacche di lauro, di falgemma, di cimì- nc>j& di mele;che tirano fuori l'acqua j ò con paftilli fatti con mele,&fpecie di N iera>
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\gi Delle Infirmitadj
7&*ZZl'era'"concolloquiotida,òcon e!aterio,òfeledi bue.Euacuatobeneilcàuafc
n 'gli fm- lo,fi preparerà,& digerirà la materia con beuandedate per bocca;& preparata
mori, ft euacuerà con i cli/terij,ò con ì paftelli,ò con caffia, & fucco di folatro d3ti in
beuandaj ò con iera (temperata con acqua di rinocchio,d'appio5 & di mellito"
'Smrx'to * ^ Per e^ccare il ventreinferiore,& rifoluere il vento per lo lato di fuori ,
fé gli empiaftrera la pancia con cenere calda,mefcoIata con olij caldi di lauro»
di cocomero afìnino, & altri tali;& ftefa fopra vna pezzagrande, &infafciata
in modo,che cadere non pollaio con l'empiaftro di bacche di laurojò con fter-
co di capra,di buc,& di colombo* impattati con farina di faua^nitrOimaftic^
calamento,femedirìno<;chio,d'appio,dicimino,mele5&termentinainmodo
d'empiaftroi oueros'applicheranno fopra il ventre inferiore faccherti caldi
pieni di cenere calda, òdi fernola* di niiglio,di panico, &di fale; òdi panico* difale,d5anifi,dicimino,di maratro,& diruta,mutandogli più volte il giórno, ò veramente fé gii bagneranno fpefso il ventre, &i fianchi con le mani onte d'oli) caldi tn atto,& ia potenza; & così mutando hor que/fo, & hor quello ri- medio^ reiterandogli più volte, &oiferuando gli ordini di fopra, fi cercherà di ridurre il cauailo a perfetta fanità. Dell' enfiagione, $ durerà della mil^a. Cap. XFI 1.
sito,j4«n £fg(g% a milza ne i caualli è di foftanza rara, & fpongiofa, &è pofta nei
Utà deiu M ||» lato manco tra lo ftomaco, & le cofte 3 affine di purgare 3 & netta- TorM*. m' wMÊsi re ^ fengöe àaìfo melanconia j & perciò atta per ogni picciola-» occafione à diftenderfi , & à dilatarfi in ogni parte , &à gonfiar- li ; & à riceuere in fé ftefsa la naturai feccia del fangue, & ogni altra cofa * che vi concorra: onde ripiena per qualche finiftro accidente òdi vapor grof- fo, ò di naturale melanconia, ò d'humor liquido, & fcorreote, crefce oltra^ modo, & fi fa grande : & fouente s'indura, infpeffata, & ingroftata quella ma- teria rincbiufa, per non poterli purgare, ne euacuare al debito tempo. Ven- caujedei- g0no quelle paffioni dal mangiare caualli longo tempo copia granded'her- mi&dM- baggi frefchi nelle campagne* ò di cibi numidi, ventofi* freddi, & groffi; di* naadel- morando maffimamentene iluoghi numidi, & paludofi; &dal berecopiofa* am*~ * mente acque freddifiime. Cagionafi ancora da copia grande di naturale me* lanconia liquida, & fcorrente radunata nella milza j òperefsernemoltanei fangue, per malignici del fegato s ò per non elfere euacuata al debito temp0 Segni, dalia milza indebolita,ò vitiata,ò veramente oppilata.Ifegni dell'enfiagione» & durezza della milza non fono totalmente gì'ifteffi nei caualli, ma variano alquanco,"fecondo che il male dell'vno è maggiore dell'altrojonde alcuni han- nola pancia grande, & gonfia, & afpra dallato finiftro ; & fpefso rifiatano; # altri tengonoilcolhtofiniitropiùaltodeldrittOj&anfanofpelfo5&ognigi°r' Differed no diuentano più magri, & più brutti ; & difficilmente fi coricano fopra ij lat° zlide% ^* manco. Alcunialtri poi hanno tutto il ventre inferiore gonfio 3 effen d olì **al" la milza fparfa quella materia in tutte le parti della reticella; & efsercitatJ ftra* nutano continuamente, & buttano h tefta qua, & là, per la pailione, L^^m fentono neirafFacicarfi. Etaltri eiTendo tutto il ventre inferiore gonfio >*fj gono la gonfiezza maggiore nella parte finiftra, & fi dura, che à pena & alla mano3 che vi premette 5 & difficilmente, & fpefso refpirano, Si catD\
fio pi**
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De'Caualli. Lib, UIL 193
Ho più tardi del Colico 5 & moffi gagliardamente, fi lamentano, & buttano hor
quàjhor là il capo di continuo fternutando. Si generano pei lo più quefti mali Moti del» Sella primauera,che in altro tcmposrnentre che i caualli troppo ingordameti fnìZi% te feguendo la dolcezza dei frefchi herbaggi, fi riempiono talmente, che vien popù/ige- h milza loro à creicer fuori di modo : & nel principio facilmente fi guarifco- p'3;«. Ho; ma conflrmatiò fono incurabili,© con difficoltà iìfanano. il modo di cu- cura. fargli farà ; tenere i caualli infermi in ftalle calde,afciutte,lucide, nette,& ben coperti; & efsercitargli gagliardamente ogni giorno la mattina inanzi il cibo X&t* jff all'aere caldo , & fargli correre tanto, che fudino ; & afeiutti, fregargli il lato ™2L ' finiftro fortemente con panni afpri, & caldi; Sedargli poco da mangiare, & ... pochidìmo da bere; & i cibi che fiano caldi,fecchi,& leggierijcome ceci rodi, orzocon ceci, ò con fieno Greco, femola con fieno Greco, palloni di femola eoa mele* &fale; agarico poiuerizatocon femola, polue di fcorze di cappati con la biada, ò con la femola; appio, foglie di lupini, & di rafFano,& di cauoli; & gli altroché poco fa habbiamoconnumerati, parlando dei mali del-fegato; eflendo che tutte le cofe gioueuoli al fegato, fono vtili alla milza; benché deb- biano elTere piùgagliarde,& potenti nella milza,che nel fegato; & il befèfarà Bere. acqua col falnitro;acqua bollita con feme d'anifi,& di finocchio;beueroni con farina di fromento.ò di fieno Greco,- decottione di radici d'appio,& di finoc- chio, & di vino ottimo. Per leuar poi l'enfiagione,& gonfiezza della müza, la KfXÌ quale fi genera ordinariamente in queftianimali da cagioni fredde, melanco- l'wfiagie- niche>& ventole; fé gli vngerà due volte il giorno il lato fimftroal dritto della ne' milza con l'vntionedi medolladi vitello,^ diceruo,di graffo di gallina,d'anj- tra,d'afTungia di porco, d'olio di mandole dolci,& d'olio fifamino incorporati con bafteuole quantità di cera;affinedi mollificarla; ò con vntione di radici di cappati bolliti con olio,& aceto nella concauità d'vna cipolla, leuatone prima il garìolo di mezp ; di maniera però, che la barba di fotto rimanga col fuo in- tieroj ò con olio d'attentio, di fpica,& di cofto, mefcolati infieme ; ò con l'vn- guento che li compone con ameo, cimino, ruta, bacche di lauro, ariftolochia rotondajgentianajireoSjmeUilotctamarigioj origano,di ciafeuno parti egua- li; cotti in olio di cotto, di cappati, & d'aneto parte vna, & due d'ottimo vino bianco 3 ò maluafia ; fin cheiia confumato il vino, & dipoi colato ; ò con olio caldo fattodifucco di radici d'altea, di cocomero afinino, d'olio di cammo- millaanaoncie tre,mefcolati infieme, ebolliti, fin chefiano confumati i fuc- chi;il quale ha virtù grande di rifoluere; ouerofe gli faranno frequenti fomen- tation! con fpugne ftate à molle in decottione tepida d aceto bollito con ruta, di fcorze di cappari,di tamarigio, d'agno cafto,& di bacche di lauro; ò in ace- to , dentro ilquale fia più volte (lata ammorzata la marcafita infocata ; & per molti giorni fé gli darà per bocca la mattina auanti il cibo fcorze di radici de i fJrJue"ear cappari cotte nell'aceto, ò ncll'offimele ; ò fatti in polui, & fciolte in aceto : il z,a deliaci quale è valente rimedio alla durezza della milza così applicato di fuori, come ?|,2v prefo per bocca; ò lefcorze delle radici de i cappari, & di fcolopédritfcon ace- to;ò la chamalea con vino;ò il feme,ò le radici;ò veramente le frondi del tama- tigio cotti in vino,ò in aceto;ò il fuo feme petto con acetoni quali afiottigliano la milza,e giouano alla fua durezza;ò l'aceto fcillino;ò lefpreffionedi mirabo- lani petti con aceto; ò il vino bollito con attenuo, marobbio,& falnitro; ò laf- faro infufo nel vino,che gioua marauigliofamente alfoppilatione della milzaj & alla fua durezza. Preparati nel miglior modo, che fi ponno gli humori in^ N a quefti
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ip4 Delle Infirmitadi
'Medicine qUeftj animali, s'euacueranno, efsendone bifogno, ò col cocomero afinino>0
deFhume- con I aganco,ocon ìera pigraj&euacuato fi continueranno (fin che iialanata ri prepara ja milza J le beuande, & f vntioni pofte di fopra. Ma fé la milzafarà indurata. Se la mil- s'applicheranno di fuori cofe, che lenifcano, mollifichino, & rifoluino ; come Xmu?& *"ono 'vntione & aiTungia d'anitra, di dialtea, di midolla di ftinco di vitello > inmtrìta > di bottrro frefco, di ciafcuno oncia vna, d'olio di mandoledolci, & amareani nMÌÌlca- onc*e quatcro>& di cera à baftanza. Et per eiììccarla,fe gli porrà fopra l'empia* menti effe ftro di fterco di capra,ò di pecora con aceto; ò quello di pan porcino; & fé gli earn, daranno per bocca l'ammoniaco fciolto in acetojil quale rifolue,& fana Iedu* rezze della rnilzàjò il fucco della centaurea minorerò le feorze di rad ici di cap- pan con firoppo acetofo; ò il feme d'ortica con aceto, che vale a i difetti, alle durezze, & alibppilationi della milza; ò la decottionedi radici di capparia di fcolopendria, di tamarigio, di feorze di faliee, di rubia dei tintori, d'acoro, di ciafcuno parti eguali» cotti in aceto. Preparati gli humori/i evacueranno coU Se con li k,era > & euacuati fi feguiterà l'ordine di fopra. Et fé ccn quefti rimedij il cu* predettiji more della milza non fi rifoluefse, bifognerà con vn ferro infocato partitoli* fJnlfUlf, cinque rami fare nelfiftefso tempo cinque linee di foco fopra la milza, auer* che cofani tendo di non toccar vena, ne profondare il ferro più deldouere,* & l'vlcerefi 'jftemis terranno aperte, & non fi lafcieranno faldare. Se quefti mali mutando il loro ri, confuero ftiie procederanno da infiammatione ; ò verranno con la febre, fé gli maiTpre- cauerà fanguedalia gamba finiftra dinanzi,& fi mollificherà la milza con lVn- dettifiac- tìonijòcon gli empiaftrij ò veramente con ie fomentation!; & fé gli trarrà giù TinpXt perla gola li frutto del tamarigio, le foglie fecche del faliee ,& l'ammoniaco tione, àu con aceco. Digerita la materia, fi caccierà fuori con agarico,& mirabolani ci* '%"'nm crini, fciolti con decozione di boragine > Oc di polipodio. Et canto bafti de i mali delle membra della nutritions. |
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DEttB
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IP*
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DELLE
INFIRMITADI
DEL CAVALLO
Libro Quinto.
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Delle pofleme > & ulceri de t tefticoli. Cap. L
A P OI che conuiene, eh' io volga in quefto libro il mio ra-
gionamento alle infirmitadi delle membra, che feruono alla generationedelcauallo, dalli tefticoli prenderò principio,- come da quelli, che fono principale ftrumento della potenza generatiua, per vfo della generatione. 1 tefticoli dunque, & le borfe, che gli fafeiano, vengono tal volta da pofteme, & da vlceri ofFefi, & da altri fimili mali: delle cagioni dellequali, altre fono inte- riori, & altre efteriori. L'interiori fono la ventofità, il fluito, & il concorfo de gli humon ò caldi, ò freddi, che fiano : di che darà fegno l'enfiatura iftefla, fé porremo mente nel paleggiar del cauallorla quale in tanto vedremo ò molto* o poco mancare. Le cagioni efteriori fono le punture, ò morficature di qual- che fiera; i rnorfi, & i calci de' caualli, che fi danno l'vn l'altro,& le percofsc_>. Hor,fe l'enfiatura de' tefticoli verrà da influifo,& concorfod'humori caldi,ciò fi conofeerà dal tatto,& dal dolor grande,che il cauallo afflitto moftra fentire; poiché nelle materie cftlde il dolore, e'1 calore de tefticoli è piùintenfo , & grande, che nelle materie fredde; nelle quali l'vno, & l'altro, è più rimefso, & Minore : & nelle materie calde il tumore è men duro, & fodojoue nelle fredde è il contrario. Perfanardi quefto male il cauallo infermo, fi deurà tenerlo a re- golato viuere, & aiutarlo con gli clifterij, facendonebifogno,acciò che vuoti- no gli inteftini dalle materie communi, & dalle feci; & pofeia cauargli fangue nelle materiecaldeda quelIato,chealtefticoloappadìonatoècontrapofto,ò d'ambedue i lati, fé l'vno, & l'altro infermi fi ritrouafsero. Et dal principio al fine di quefto malediuerfi rimedi; s'applicheranno: percioche nel corfo dell'enfiatura fi pofsono vfare vntioni, bagni, & empiaftri; nel principio Isvn- tioni faranno olio rofato, bianco d'voua, acqua rofata, & latte, mefehiati, & incorporati infieme; ouero olio rofato, olio violato,& latte; ouerofucco di piancagine, ò di portulaca, mefehiato con olio rofato, & voua > ouero ac- qua d'orzo, e di lattuca, con olio rofato mefehiata. I bagni fi faranno con fpugne grandi in acqua tepida infufé: la quale fìa mefehiata con aceto for- N 3 te,ouero
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Tediceli
principale- flrumento della poten z,a genera (tua. Cau fé in-
teriori del male de i tefticoli. |
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Cmfe efte-
riori. |
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Segni.
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Cur*.
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Rimedij
in primi' pio. |
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i p 6 Delle Infirmitadi
te.oueroconfucco di piantagine,& d'acqua rofatai ouerocon acqua tepida
mescolata con aceto, ponendoui alquanto d'acqua rofata; ouero con latte, Si aceto ,& fucco di portulaca. L'empiaftro fé gli porrà fopra in forma di lini" mento fatto ò di terra creta bianca, aceto, & bianco d'voua; ò di terra creta^ bianca,aceto,& falene quali cofe fiano ben battute, & agitate infieme,fin che tutte diuentino vn corpo foioso farro ài farina d'orzo,fcorze di melagrani,fe- mente difumacco,fogliedi fempreuiua cotti nel vino, & mefehiati con lattei ^ q di faue cotte con aÜbngia noua di porco;ò di farina d'orzo con graffo di por* Antrum QQ mefchjar,a;mà ed'auertireche non perciò fi refti di mandare il cauallo ogni giornoà ftare perfpatiodWhora nell'acqua corrente: la quale fia tanto alta > UgJeU chetila pancia gharriui. Il mododi legare gli empiaftri,e le fpugne fopra i te- meAw*mè_ ftj^ötf è quefto » Prendafi vn pezzo di tela noua, & da ciafcun capo in guilafi w/fSf * Parl;a Per mezo in longo,che tanto ne rimanga dall'vna,quanto dall'altra par- te & che ne! mezo vi refti larghezza maggiore della gradezza dell'empiaftro» & delle fpugne;& hauendo legato a trauerfodel corpo,& della fchena preflb a i teftico'u vna cinghia con vn cufcinetto,{ìattacch!noalla cinghia in su la fche- na primieramente i capi della tela, che fono dauanti; dipoi quelli,che fono ài dietro; i quah f pofto prima fempiaftro, ò lafpugna fotto itefticoli nel mezo dd>a larghezza della tela) fi facciano pattare fra le cofcie,pigliando la coda in mmedk mezo. Pofcia nelfaccreftimento del male,per medicina de' tefticoli poftema- fitmgntQ, ti, s'vferà olio rofato,& olio cammomiilino incorporati infiemejò bagni di vi* no,d'aceto,& d'acqua rofata,conalquato di zaffaranomefchiatijòempiaftrij che quella materia concorfa ripercuotano, &rifoluano; come fono quelli>che con la panev ;a, ò vedriola bollita in buon vin bianco fi fanno ; ò con fterco di buoi con aceto,òcon via caldo,mefchiato;ò con fterco di buoijComino,ac- qua,& aceto, mefehiati infiemejò con a{fentio,malua,rofe,fiori di cammomil- la>diciafcuno parti eguali; a'quali,cotti pria nellacqua,s'aggiunga poi tanta farina dorzo,&olio commune,che baiti,-ò con empiaftro (eifendoui ventofi* tà)di faue cotte,d'afsongia noua,ò lardo di porco, & di farina di grano,incor- mfilmflil porati infieme. Apprefso nello ftato con empiaftri di malua, di farina di fo- mento, & d'olio rofato, fi cureranno; ò di parietaria,di malua, di farina di fro- mento, d'aneti, di fieno Greco, e d'olio cammomiilino nel vino cotti. Final- Rmedn mente nella declinatione fi faranno bagni,&fomentationi di vino bianco boi- "natone! * litocon anifii& cammomilla,ò em piaftri di radice di Jitea,di foglie di mal^3'
di farina di fromento, di farina di feme di lino, & d'afsongia frefea di porco s
cotte nell'acqua, peftele radici, & le foglie, & incorporate col rimanente-^»
ffitHfa^ Ma quando per tali medicine,& aiuti il tumore nonfi rifoìuefse,mà fi maturaf-
mare corns lt',a egli è nelle borfe,conuiene aprirlo,& nettarlo;& (come fi fanno l'altre po'
7Z ^ fteme)faldarloi & s'egli è nella foftanza del tefticolo, è necefsario tagliarlo fu*
bito,caftrando il cauallo. Ma fé la materia fofse fredda,per fanarla fi cercherà
Rifiudit di mitigare il dolore, & l'enfiatura rifoluere in quefta guifa. Vng3fifpefsoC°n
dei tumo- olio cammomiilino, & nardino, & di gigli mefehiati infieme j ò con olio 2ne"
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re
Una,
da.
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fa£ tin°> cammomiilino, &irino, con alquanto d'olio rofato mefehiati; °.con-
fieno Greco empiallandola, & fementedi lino, & farina di faue, & foghe di
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cauoli, infieme bolliti; ò con faue cotte con bottiro incorporate; ò con pohlC^
di fieno Greco 3 e di bacche di lauro, con afsungia vecchia mefehiate, & ^
«uTmtre le, & alquanto di zafFarano ancora. Se il tumore fofleduro, frantici00 'pn*
duro, & ma j] vngerà con dialtea i dipoi fi fomenurà con acqua falata bollii f*0*1-*
antico. O r t, fyXLU
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De'Caualli. Lib.V. 197
fichi, & cammomilla j vkimamentecon ftercocolombino s'empiaftrerà, ac-
compagnato con farina di fromento,& acetoso primafuffumigij fé gli faran- no con origano,calamento,cammomilla,ruta,& piretro. Per rifoiuerlo dipoi, fé gli porrà fopra l'empiaftro, che fia comporto con farina d'orzo, & polue di ttiaftice,& d'anifi, e di noce di cipreiTo,& di copole di ghiande, con olio com- mune,& aceto ftemperatejò in cambio di quello, fare fi potranno fomenti, & bagni con fpugne in aceto infufe, & liffia : & tepidi, & con fiori, & foglie di cammomilla bolliti,& di fteccade,di ciafcuno vna brancata,& con balaufti,& noci diciprelToanaduebrancatej& meza brancata di faluia, & con allume di rocha, & fai commune ana oncia vna j ouero infufe nella decottione tepida.* fatta di fcorze di legno fanto onciefei,di polue di foglie di rofe,di rofmarino, di balaufti,di noci di cipreflb,di feme d'agno cafto, & di farcacola,di ciafcuno Vna oncia, itati che fiano in vino negro odorifero infufi per lo fpatio di venti- quattro hore,&pofcia bolliti con quello, fin' a tanto,chefia confumato la me- tà,- queftofifà perdifeccare, & confortare quelle parti. Et fequefti medica* ylZf*\ nienti non gioualfero, per vitimo rimedio pongafi nelle borfe fra r,vno,&l'al- tumore de tro tefticolo vn fetone vntodi bottiro, & d'affungia, liquefatti j il quale fpefso * te^wo '* Ogni dì fia agitato, accioche fuori delle borfe tiri la materia iui adunata ; ilche ancora nell'enfiature ventofe,acquofe,& carnofe de' tefticoli giouerà,fi come ragionando dell'hernia diremo.Per tanto fatta netta la piaga,fi faldarà>& con Vnguenti appropriati diuerrà fana. Et fé i tefticoli fofsero non poftemati, ma Vlcerati,s'vngeranno per falciargli conl'vntione,che fi fa con litargirio,cerufa lauata, cadmia, accacia, fcorze di melagrani,di ciafcuno dramme due, aloè, ìncenfo, & allume di rocha poluerizati ana dramma vna, con cera incorpora- ti , & olio rofato àfufficienza >• ò in loro cambio fpeflb fé gli faranno bagnuoli pofti di fopra,per difeccarequelli vlceri,& le parti circonuicine conforcare. Deli'berma. Cap» IL
I gonfiano alcuna volta le borfe de i tefticoli fenza effere pofte- c,f*t'del'
mate ; perche fi trouano piene ò di vento, ò di acquofìtà, òdi1* carnofità la dentro crefeiuta contra l'ordine di natura. Quefte „ . ,. tre forti digonfiezze chiamano hernia coloro,che hanno cura mfinu della infirmila de'cauallijdi ciafcunadellequali farà talela cu- ra.Nell'hernia ventofa,fi tiene il cauallo pafiìonato a regolata Cura del- Vita, & fi adoprano rimedij locali, che quelli fpiriti alfottiglino, & rifoluano JJjjjj*! quelli vapori gro(Iì,che fono calati nelle borfe de' tefticolij ilche fi fa quando fi fomentano fouente le borfe con fpugne,che fiano ftateà molle in liffia,aceto, f^edijl0 & nitro bolliti infiémejò in vino,dentro il qualeruta,anifi,& cimino fieno cot- ' ti;ò in decottione tepida di parietaria,di feme di anifi,di finocchio,di ruta,& di bacche di lauroj& s'vngono poi con olioirino,Iaurino,& di ruta mefehiati in- fiemejò con oliodi ruta,di cofto,di caftoreo,di euforbio,& di bacche di lauroj ouero s'empialtranoco fterco di bue,polue di cimino,di bacche di lauro,& fa- rina di fromento à baftàza,bolliti,& incorporati infieme.Neirhernia acquofa,,^'JJ h quale vi ene, perche fi generanel corpo del cauallo humoriacquofi in vece di hemiaac- |>uon fangue,i quali feendono nelle borfe de i tefticoli.fi nutrifee parcamentegm^' ^ cauallo con cibi fecchi 3 & afciucti j fé gli fanno tafhora clifterij con decot- cufaì* N 4 tione
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ip8 Delle Infïrmitadi
tione di mercore|la,di parietaria,di cammomillajdi finocchio5dJ meIJiloto,di
ciafcuno vna brancata;alla qualefcolata che farà)s aggiunge caffiatratta Jera Ta u*w ^ra ^ ^Ta^eno^°^° digiglio,mele, & falea baftanza,pereuacuare dall'inte- f*?vjf!r\ ftini la materia,& le feci; pofcia per fare vfcir fuori quella acquofità,fi forano. l'ac^ofa |e kor{e Con vna lanzetta nella parte più bafsa_, fenza toccar la foftanza de i te- fh'coli;& vfciti che faràno quelli humori acquofi, accioche fi rifoluano>& con- fumino le reliquie, fi deue porre fopra le borfe de 1 tcfticoli per tre, ò quattro giorni l'empiaftro fatto di bacche di lauro, di cimino poluerizato, & di Iterco di pecora 3 incorporati infieme ; oueroforace le bonfe, fi metterà in quelli per- tugi vnfetonevntod'oliofambuchino ; il quale due volte il dì mattino, & fera fia dimenato, percheà pocoà poco tiri la materia fuori ; & dipoi vi fi faranno fun%ivigij,che habbi'ano virtù di rifoluere, come fono quelli, che fi fanno cori origano, calamento, piretro., & limili ; & (oprale borfe empia/tri afìringentif difeccatiui,&; confortanuis'applicherannojfacti di farina d'orzo,di noce di ci- preflo,di polue di maftice,di anifi, d'accacia,di galle, & di cupule di ghiandej PLM,fe'" & d'altre fi miìi co fé, i.'hernia carnofa fi potrà con gli ernpiaftri rifoluere, & wnà$? dileguare; ma non giouando quelli, fi metterà nelle borfe lotto alli terricoli* doue farà quella caraolità, forata la pelle con vn ferro infocato, vn fetone vn- to, ii quale ogni dì fpéffis volte fi dimenerà; acciò che quella carne à poco a po- co fi confuuu, & venga fuorij nel reito fi cureràjcooie riabbiamo detto curarli l'hernia sequoia. |
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Dei prìapifmo y&*/dtiriajt. Cap, ///.
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Setnidel
prìapifmo,
Friapifma
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Atifce quefto animale il pria pifmo, quando continuamente, Se
fuori dimodohàlàvergaingrofsata,& diritta, fenzadefideno, m. Kg^ca tappeti tod *v(a re il coi to. Dagli antichiè fiata denominata^ |
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dZtmim SÌB9K queib pallione da Priapo, detto da quelli Dio del membro vi-
ro. rile> & della prole, & della fecondità; onde lo dipinfero in foggia segmdei- d'huomocol membro diritto, & di fmifurata grandezza. La Satinali patifce * ufatirü' quando tiene il membro quafifempre diritto con defiderio.&ftimolo di con- sanriafi giungerli inamorei la quale fu cosi detta dalli Satin iafciui,libidinofi, & dedi* donde dm ttdìmi ad ogni fpeciedi luffuria, finti dall'antichità Dei de'bofehi, delle fdu^ càufi del & delle forese. Le cagioni del priapifmo fono la materia humida, grofsa > & friap-ifmo* vjfcofa, che contiene lo fpirito ventofo, che totalmente f arterie, e'1 neruo ca- uernofo del membro riempie; e'1 calore deboIe,che tenta di dilfoluerla,& con- ffifat fumarlajbencheciò far non pofsa.La Satina fi viene da vna imaginatione fifsa fi, a dell animale;feguendo il naturai diletto di coprirqualchegiumenrajodalfha* uer tralasciato di montare,quandoègiouane,grafso,&otiofo; òdall'elsereÜ cauallodi cornplefTìonefanguignajCalidajhumidajrobufto^di fperma ripi# |
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0m
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* no'&maffimamenteneltempodiprimauera. inquefteduepaffionifubuO'&
iom.. copiofamente ü cauerà fangue al cauallo, efsendo egli giouane, ò ripieno j P0"* |
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foia fé gli fomenterà, & bagnerà fouente il membro,che è fra'1 forame,& il$*
flieolicon fpugne bagnate in decottione d'agno calte, di ruta, di cammom'1" la, dHiielliloto, & di pulegio ; ouero s'vngerà con fvnguen to, che fi comp0^ con olio rofato oncia vna &meza, olio cammomillino oncia vna, fucc° d* fémpreuiuaoncie cinque, fchiumad argento, e cerufa, di ciafcuno drarfl^^ due > con poca quantità di cera* Oc d'aceto incorporate \ ò con il linimento di cimolia*
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De'Caualli. Lib. Va 199
cïmoïia,&di ccrufa,lauate in aceto; & nelle reni fé gli applicheranno cofe5che
rafreddino,comefono il cerotto rofato con acqua fredda, & alquanto di aceto ttiefchiato;òladecottione,ò il fucco di fo]atro,della fempreuiua,della procac- cia,dellbppio,de i fandali,& d'altri fimili,con aceto mefchiati.il caüjlo fi ter- rà in loco netto, &frefco, lontano dalle giumente; e dormire fenza letto fotto fi faràj& temperatamente fi efsercitarà;& nutrire parcamente fi deurà con lat' tuca,endiuia,orzo,miglio, paglia d'orzo,acqua pura,& acqua d'orzo. Dell' ^vfcita delmemhm, Cap, Uil,
Lie volte auiene, che il cauallo tiene la verga fuori, & pendente,
fenza poterla nella fua pelle, al fuo luogo, & fito naturale ritira- re^- la qual pelle chiamano alcuni volgari pifsaduro & pifsolaro. Quefto accade ò per efser talmente fdegnata, & gonfiaquella Cmfe< pelle, che il cauallo non la può far piegare, oeincrefpare nel vo- lere ritirare dentro il membro; ò per efser la verga relaffata, & mollificata. Se il cauallo portarà il membro fuori fenza tornarlo dentro, per efser gonfia quella pelle; dichefuolelacolpaefserede'fameglidairalla, quando nel voler net- tare, ò lauare dalle lordure quella concauità, che fi fa nella pelledel membro 5 ftandoegli ritirato dentro, detta phTolaro;pigliano con la mano il membro,& lotirano,&lo ftropiccianoJ& fregano tantoché fanno infiammarc,&pofte- mare quella pelle;chedipoi gli vieta,& impedifee il ritorno:6V quando bizzar- ri, & pieni d'ira danno col calcio, ò col battone, ò con altro in quella parte del rnembroj e la fanno,concorrendo gli hu mori al luogo offefo, fdegnare, e gon- fiare .Dico, che la fua cura farà fare fgonfiare quella pelle, perche /gonfiato il c*r** fcìembro,fenz' altro ritornerà al fuo loco naturale: ilche fi farà in quetta guifa. S'vngerà la mattina tutto il membro con fvntione, che fi fà>di terra creta fee- *»»*/* ca,pefta,& fedacciata,& fteniperata con aceto, & di biacca cruda orrcie due,locah' &di acateoncie tre &tneza,pefte,& incorporate infieme:dipoi nel mezogior ilo fi farà ftare il cauallo nell'acqua di fiume alta fino alla metà del corpo; oue- ro fi bagnerà ben quella pelle, & la verga con acqua fredda; & rafciutto,fi vn- geranno di nuouo quelle parti con Tvntione detta di fopra, & così s'andrà fa- cendo di giorno in giorno, fin' à tantoché il membro fia fgonfiato,e'l cauallo fano.Sela verga ftarà vfcita fuori,& pendente per nfcaldamento dei rognoni, cura dei- ò per vfodi molto coito,ò per materia calda,chedifsQluendo, & rarificando i ** *•#*■' pori,& i meati del membro,lo faccia mollificare,& allongare;per far ritornare e«&«ìu il membro nel fuo Ioco,fi terrà il cauallo nell'acqua alta fino al ventre, & fé gliQaUa' bagnerà fouente il membro con cofe,cherafreddino,&riftringano;trà le qua- li fono ledecottionijifucchi, & Tacque fatte àlambico di piantagine,di fola- crOjdifempreuiuajdell'ombelicodi Venercdigalleïdïbalauftiïdilanguinaria, & d'aceto. Ma non giouando quelli rimediali toccherà leggiermente la pelle dintorno al membro con vna punta d'agocchia, & poi fibagneranno le pun- ture con forteaceto,• ciò fuole, facendorifentire,&auiuarela virtù, &rafred- dando il membrOjfarlo ritornare al naturai fuo luogo. Ma fé la verga farà mol- Ov» dei- lineata per alcune humidità,chefiano nei fuoi muicoii entrate, s'vngeràjò ba- ^JmfZL gneràil mcmbro,&i lombi con cofe,che riabbiano virtù calda,& difeccatiua; r* c,ome fono folio laurino, & codino,! olio di piretro,& d'euforbio;]'acqua faia- la)ò marinai la decornane di fieno Greco»di fabina,& di abfinthio; il iucco di cipolle»
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Delle Infïrmitadi
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cipolle,e di porri agrefti;& vkimamente fi freqarà tutto il membro con l'orti-
ca;la quale con la virtù fua,& col prurito da lei prodotto,fuol fare il membro, & la matrice relaflata al fuo luogo ritornare 5 ouero fi toccherà la pelle de* membro con l'ago, come fi è detto. Delio sfilato, che da fi getta il feme. Cap, V,
Anto fpefso gettano fuori alcuni càualli gran copia di feme, fenzf
hauer diritto il membro, & molte volte fenza cacciarlo fuori di quella concauità della fua pelle rugofa, che perdono il mangiare» & le naturali forze, & il vigore, e in tanto fi confu mano. Viene quefta ìndifpofitionenei caualli da libidine, da abondanza grande di feme,ò di materia, & da efsere ofFefi, & indeboliti i vali, & gl'ini tromenti del feme; la fua cura è tale. S'adoprano cibi, & medicamenti, i quali habbino virtù di ra- freddare,&e(Iìccare;perilchefi terrà il cauallo amalato in loco frefco,& fé gli darà i mangiare lattuca,endiuia,meloni,cocomeri,coda di cauallo,orzo folco ò con feme di ruta mefchiaro,ò d'ortica, ò di canepa, paftonidi tniglio/& pa- glia d'orzo; & à bere acqua piouana, acqua d orzo, &beueroni con farina di ghiande,odi rniglio;&fopra le renifi applicheranno empia/èri,vntioni,e pia- rne, fomenta rioni, & bagni appropriati; rinouandogli fette,ouero otto volte il giorno,fin che il cauallo fia fatto fano. -Tra le quali cofe faranno buone la de* cottione,& i fucchi di fempreuiua,di foIano,d'ombelico di Venere, di fan^ui- naria,dininfea; '" . - ... cardo feiuatico
dragora ^ __________.....«v %..-.v«v%.______
feorze di melagrani,di femedTpfillio, di feme di porceiïana,dkiafcuno parti
egualibolliti in acqua, fin che calino il terzo; vi s'aggiunga dipoi vn quarto diaceto ; & la compoficione che fi fi di fucco di lattuca, di aceto forte, & di oliorofato,mefchiati iofieme:& per bocca fegli potrà dare in beuanda la mat- tina a digiuno polui di galla, & di feme di aneti/temperati in acqua calda ;ò poluedicor.no di cerno 5 òpoluidifemediruta, d'ortica, & di menta, fcioltf
in acqua tepida. De'tarlidelta verga. Cap, VI.
Ì1B Viene alle volte alli (talloni mentre montano le giumente, chelo-
^1 rofi rompe la pelle del membro, & vi fi generano vlceri, & tad» | bianchi, & marcidi, per il contatto, & per il calor grande dell*-' mvfar r natura deïle caualic; li quali vlceri, & rarli della verga fifananoi» quefta guifa. Si fà,che il membro fia diritto, menando il /tallone alla preferì** delle giumente,- pofeia fi bagna,& fi laua tre,ò quattro volte il giorno con c&* che habbi no virtù dixafreddare, & difeccare ; come è la decozione d'acq^ rofata libre due, d'acqua di piantagine libre cinque, di foglie d oliue, ditofc ieccne, di fumacchi,di ciafcuno vna brancata; & così bagnato, fé eli fparg^ fopra polue fottiliffima di aloè, ò.di tafo, & di tutia, & dfzuccaro^ me^13? infieme;odi precipitato preparato,fin che gli vJcenfiano fermati; &fia^U^" la putredine mortificata^ tarlatura di legnami vecchi, & fracidi fpar& *™°~- do di farina : la quale li ferma, li mondifica, &li falda. Mortificaci g\» \\ccn dalla
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Cdufe.
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Cura.
Ai odo dì
vìuere. |
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Ritnedij lo
culi. |
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T&exande.
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Caufe.
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Cura.
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De'Caualli. Lib. V. 2©i
dalla putredine>& venuta la carne rofsa,fi riempiranno, &afsodaranno,fpar-
gendoui fopra polui fottiliflìme di radice d'iride,di giglio fecchej bagnato pe- rò prima il membro col bagno pofto di fopra» 1)el cafcar della matrice, [ap, Vlh
Afca alcuna volta fuori della natura della caualla la macrice, b Cauf('
per gran sforzo fatto nel partorire, ò per altra violente cagione s ò per humidità, che i legami della matrice babbia mollificati, & relafsati,ò putrefatti, & guaftj • in quello cafofenza punto d'in- Cma* dugio fi deue far la matrice dentro al fuo luogo ritornare\ facen- dogli fufFumigij con fterco di bue, ò con asfalto, & fterco di bue mefehiati in- fieme j & toccandola, & fregandola con frondi di ortiche frefche. Ma fé per aiu'mJl quefto dentro non ritornaffe, s'vngerà Sa matrice, & la bocca della natura con tute »-**» olio rofato tepido, e con le mani vnte dolio mafticino, fpingendola leggier- Ifdlmrï.. mente à poco à poco nel fuo luogo,!! rimetterai pofeia con lana bagnata in vi- no, in cui fia bollito maltice, noci di ciprefso, ipocifto, e bolo Armeno,fi chiu- derà bene la bocca della natura , legando alla fom miti della coda alcune cor- dette : le quali paifando fotto if ventre, e legate al collo delia caualla Ja tengo- no ben fermale ri ftretta fra Jenatiche;ò veramente diftefa la giumenta in terra col ventre in sù,in modo,che il capo ftia più bailo, che.legroppe,fi fomenterà k matrice con acqua tepida,in cui fiano bolliti cofto,balauuï,e noci di cipref- fo; e fi pungerà leggiermente con vn ago fottile,ò lì fregarà con frondi di orti- che frefche; poi lauandola con vino aultero tepido bollito con feorze di mela* grani,noci di cipreuTo,&olio rofatojouero vngendola con olio mafticino,ò ro- -fato tepido,!» rimetterà dentro nel luogo fuojvnta prima la bocca della natura con olio rofato tepido j & accommodate bene la matrice, acciò più non efea, & cada fuori, fi metterà leggiermente con la mano nella natura della caualla Vna velica acconcia in modo, che con vna cannuccia pertugiata fi pofsa gon- fiare^ legar nelcapOjficheil fiato non efea fuori;& gonfiata,!] legherà la boc- ca della natura con tre legature,- di maniera, che la vefica gonfia rimanga tut- ta dentro>& l'orina polla vfeir fuori; pofeia s'infonderà nella natura vino nero auftero tepido,in cui fiano bollite noci di ciprefso, fogliedi mirto, &accacia$ pofeia pafsati alcuni giorni,fi slegherà la bocca della natura,& foratala vefica, fi trarrà fuori fgonfia;&tenendo la caualla in loco caldo,&afciutxo,s'attende- rà con buoni eibi,& con ripofo àriftorarla,& ad ingraffarla, 'Della fierìlità, Cap. VUT.
^jjFBfijf ^ocede la fterilità ò per difetto della giumenta, ò dello ftallone j canfr,
m WM ò per colpa d'ambedue. Procederà dalla caualla , s'ella farà fuor di modo carnofa, egrafsa;fefchiferà,&fcaccieràloftalbne,non hauendo voglia d'efser couerta; fé beuerà continuamente dellc_j acque crude,& troppo fredde; fé farà troppo giouane, ò troppo vecchia; con- ciofiachenondebbanolecaualledeftinate,&idoneeal3a monta eiferenetrop- _ ■ Po graffe,ne troppo magre; e fé pur tendono all'vno dei due,più rotto alquan- damate * to afciutte,che troppo carnofeefserdouranno* ne minori di tre anni,ne mag- *jjf mo»- Sioridi quindici, per creare perfetta generatione* ancorché alcuni vogliano 3 fiftku*. chevec* m
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Delle Infirmitadi
De ìfegnì della pregnez^a delle causile, Qap* 1X,
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2 ©4
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He la caualJa couerta dallo ftallone fia grauida,danno affai buono
inditio il vedere, che lo ftallone nello fmontare, che fa giù della C3ualla tira fuor della natura il membro afciutto, e che la caualla non getta cofa alcuna fuori della natura 5 che dipoi menata più volte alla monta) fchifa, e rifiuta lo ftallone; & ingrafsa, & cangia il colore del Ugrigrauì- Pel° « Che ella poi fia ingrauidata di poliedro mafchio,potremo fofpettare,fe dex*4. di Jo ftallone couerta c'haurà la caualla, fmonterà giù dal lato deftroi& fé lagiu-r nmfvbH. ment;a vjcino al partorire ingroflerà la mammella deftra. Del gouemo delle caualle pregne. Cap, X,
Randiflìma curahauer fi deue delle caualle grauide, accioche_>
non fi fpregninoi e che il poliedro, che portano nel corpo, fi fac- cia perfetto, & grande j perilche fubito che faranno pregne, fi metteranno in difparte, lontane non pur da ftalloni, ma da tutti icauallimafchi atti alla monta ; e da gli afini: ne fi Meleranno fame,nè freddo patirejiiia* con perfetti cibi fi nutriranno,fchifando i nociui,& rirtudei- velenoüjcomefonolagentiana,la felce feminarla quale mangiata dalle caual- lémmf ^ grauide,le fa (conciare,& diuentar fterili;& le ferole,che fono mortifero ve> Feroie. ^ leno a tutti gli ammali; da gli afini in fuori, à i quali fono gratifiìmo cibo,& al- |
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e tri tali 5 auertendo di non mutar herbaggi, & dargli infolite acque, ò crude, &
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troppo fredde à bere,& che non fiano offefe da calci, & da percoiTe nel ventre,
& nelle renijcoie che facilmente fanno difgrauidarej & di non lafciarle fatica- re, neeflercitarein cofa alcuna, ne portar pefii & di Itateli terranno in colli, òl prati frefchi, & ombrofi, coperti di minutiffìma herba verde, e giouanetra j 6 copiofi d'acquedolci,chiare,& correnti,- nelle quali fi meneranno à bere du<iJ volteil giorno j &d'inuerno in verdi, & ottimi pafchi d'aere fano, & tempera- to; nondicampagne larghe,&aperte; ma di forefte,ò feluechiufe dalberi,# da i venti freddi difeCe; ma nonin modo, che il fole non vi poOa co'raggi (uot penetrare,& i vapori malign j,che vi fi creail'erofcacciaremè tanto afpre,& #>r ti,che facefle loro difficile il pafcere,ò il caminare; ne tanto molle,& tenere"1 terrenojche l'vnghie fi venifsero à far troppo tenere,& molli$& fé nella fredda ftagionedel verno mancaflero l'hérbe,airhora fi metteranno al couerto in luo' co netto,largo, & fpatiofo, & temperatamente caldoj gettandole fotco abori" dante paglia,in cui fi pollano corcare, & fi ciberanno di ottimo fieno,& fi me- neranno à bere due volte il giorno;& s'accadefse,che alcuna di loro partorii nelle ftalle,fi metterà in difparte,& fi ciberà,& nutrirà, come fi è detto. Della difficoltà del parto. Cap, XL
Artorifconole cauallealle volte fecondo fordinej& alle voltec0!1*
tra l'ordine della natura, & alle volte con grandiffima diff»c0-.ra|
di che noi al prefente ragionare intendiamo. Parto natura e . quando il poliedro efce in luce al tempo ordinato, & pri"13 co |
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Parto na-turale, qua
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capo,& col colio innanzi,& poi con li piedi dauanti.Portano ordi"ar,a .
\q caualle
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De'Caualü. Lib.V. 20 j
Ie caualle vn'anno, ouero vndeci mefi, & alcuni giorni, Parto non naturale è Q*##*&>.
quando il poliedro è dal ventre cacciato fuori imperfetto , & auanti il tempo ; hcSSH & quando nell'vfcire mette prima fuora le gambe dinanzfò i lati,che la tefta * l*rtH°r fn ì^arto difficile è, quando l'animale concetto fuori del ventre non puòvfcire, quale. &Ja madre patifee affai, & grandemente fi traua«lia . Procede quefïadiffi lar!° d'f' i \ j | r . , . .9 a . ■ -> , ,. ••-■/• i pale, qua'
coltadel partonreda cagioni interiori, & citeriori. L interion fono Ja troppa le.
giouanezza, l'ecceffiua gramezza, & pienezza della cauaila, lafmifurata gran- JJjJJjJ me dezzaJamortedeiranimale,chehà nel ventre.il parto non naturale,!'! produr- le auanti il tempo, fefsere ingrauidata di due poliedri, & la picciolezza, & ru- gofità naturale della matrice, Lecaufe efteriori fono,! ecceffiua caldezza, ò caufiefle- fredezza, & la infufficienza del giù mentano, che non sa con le mani porgere non' aita alle caualle nel partorire. Ma per liberare la giumenta dalla difficoltà del cura, partorirei ageuolareilparto,copiofamentefele vngeràla natura bene a den troconoliofifamino, oliodi mandole dolci, &grafso di gallina, tepidi, e di- strutti infieme; pofeia vfeendo fuor l'acqua della natura, piaceuolmcnte le na- rici fé gli conftringerannoi òfe gli darà in bcuanda col corno cinnamomo, & mirrha fatti in polue,con vino; ò il fucco del marobbio, con iride polueriza to; òilfemedelfefeli Maffilienfe fatto in poluecon vino j ò la decottione dello» frondi della fauina ; ò il latte di cauaila; ouero mirrha, caftoreo, (brace, cala- mita, cinnamomo, & fauina, di ciafeuno parti eguali fatti in polue,& (tempe- rati con ottimo vino. Ma non giouando quefti, fé gli faranno gli ftarnucato- rij, ò i fuffumigij con vgna d'afino, ò di cauallo, ò profumi con la corteccia^, del pezzo, & del pino, quateprouoca il parto, & le fecondine j ouero fé le fo- luencaranno le parti di fotto con il galbano, ò con la fauina ; ò fi metterà nella natura la radice della gentianaj òdella peftinaca faluarica in forma di collirio, per farle partorire . Et fé la cauaila per la grandezza dell'animale concetto 4/u'2ÌÌ partorire non potefse, farà di meftiero* che il giumentario con le mani onte di la> chjpel olio mefle nella natura vfiogni diligéza, & faccia ogni opera percauario fuori ^aXEÌ. a pocoa poco;&non potendo farlo con le mani,!egato il poliedro con vn lega- »*»*/*& me forte di lana, & vnta la natura copiofamente d'olio, cerchi di tirarlo fuori "J°pJZ pian piano,& fé non fi potelTe in modoalcuno cauar fuori,& la madre penafse "'"•. troppo,farà di bifogno cauarlo, tagliandolo in pezzi; e fé il parto fofsedìffici- d 'j%£* le, & noiofo3 perche il poliedro giunto il tempo del partorire,cacciafse prima d'fficüe- fuori i piedi, ò i lati, che la teita, bifogna con molta diligenza i piedi, ò i lati Pianamente rimetter dentro ? e drizzarlo con la mano pofta nella natura il ^eglio^he fi potrà,fin che venga fecondo l'ordine di natura; & fé in modo al- cuno rimetter dentro non fi potefse, bifognerà tagliare col rafoio la parte_> vfcita,& legato il capo del poliedro con vn legame forte, tirar fuori pian pia- tii rimanente; vnta però prima copiofamente la natura doliofifamino,- & Jtringendo, mentre fi caua il poliedro, le narici dellacaualla ; & premendole leggiermente la parte di fotto del ventre , acciò più facilmente efea il polle- ^ro.> & la cauaila rimanga falua- £tfe la giumenta non potrà partorire, per ha- Rimediy<.* uere il poliedro morto nel ventre,per fare3cheio cacci fuori, (eie darà per for- „rj^ ^à berepolue di radice delia felce femina con vino, & olio; ola iabina con_, poliedro v*no,& mele;ò li galbano con vino,& mirrha; ò polui dafsa fctida,di ruta fee- X^tre**, % e di mirrha, con acqua di fauina ; ò il latte di cauaila con vino, & mele ; ò il 'Ucco di rutta,& di artemisia. Dopo quefto,fe gli faràvn profumo dVgne d'afi- n°> ò di pattuii, di mirrha, di galbano, di folfo, d'opoponaco, di ciafeuno parti eguali*
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20 6 Del!e Infirmitadi
eguali,empiaitrati con fiele di vacca^pofti in vn vafo pieno di carboni ardènti
difetto al fuo moftaccio jouero fé gii metterà nella natura colìinj, òfoppofte
longhe fatte di mirrha,d'eIleboro nero,d'opoponaco,& di fiele di toro,di ciaf-
cuno parti eguali s così quefte cofe fi faranno à fine> che partorisca il poliedra
firTfloti morto> & allenendo, chela caualla con quelli rimedij non lo cacciafse fuori; fi
per forza trouerà con la mano vnta d'olio caldo la bocca della matrice, dentro la quale
inmìd è ù* poliedro inuolto nelle fue vefti,ò toniche;& fi prenderà la tefta di quello>&
ymre. pian piano fi tirerà fuori;& fé nel tirare fi ftancaffe il braccio,con vno ancinet-
to di ferro s'aggrapparà fermamente la mafcella di fotto del poliedro, & piu
facilmente fi tirerà fuori tutto intiero, òà pezzo à pezzo j tagliandolo, come
tornerà megiio,auertendo di non offendere la matrice.
Delle fecondine • Qap* XI1.
Cm^e' BWKSSS ^ 'a caualla dopò il parto non manderà fuori le fecondine, ò per
filalo effer debole la virtù efpultncej ò per efser ritenuto il fangue men- jjGfeaS ftruo in copia grande, giouerà ftringerlefortemente le narici, &> Cura. ?&&£*&& farla ftarnutarefouente, & darleinbcuanda ilfuccodi marob-
bio,coniridejò\ìfuccodiporro>òvino,&olio,ouefia(fatoàmolleiì tithima- Io,òia fabinaj& farle fuffumigij con vgna di cauallo,ò dJafino,ò con fterco di bue, ò di colombo; & all' vltimo gettarle in corpo beuande di quelle cofe, che fanno difgrauidarc-». 'Delfondamento delle e amile* Cap, XIIL
Definitie- jnffgf^tO fondamento delle caualle non è altroché il partorire il polle-
8 ffe3r dro fuor del tempo, contro al corfodeila natura òviuo,ò morto* Cmfe- M QSflR Quefto auiene per più cagioni, ò per hauer le caualle pregne pa* ffJJlSJP feendo mangiate herbe nociue, & velenofe;ò beuuto acquea crude troppo fredde ; ò per efser fiate percofse nel corpo, ò nejje renì,ò nella fpina; ò per efser dimorate alla neue, all'acque, & à venti freddi^"" mi; ò per hauer portati pefi graui, & efsere fiate gagliardamente affaticate» ° per hauere(come dicono alcuni) calpestato la pelle,& le veftigia del lupo (on' Don-m dif'de gli Egitti; volendo fignificare vna donna,che foife difgrauidata,dipinge3' foZftfi- no vna caua"a dar decalci al lupo) ò per eflere fiata couerta dall'almo.-percjtf gmficata.; ficorrompe il parto per la freddezza del femeafinino ;ò per hauer fentitol^ d*iUE<- dorè d'vna lucerna, che faccia fumo j ò per ventofità , òperhumoriconcorj* Segni, nella matrice. 1 fegni che la cauallagrauida Mia per fpregnarfi fono, ch'ella» vede con la natura, & col fondamento gonfio andarfi hora corcando, & h°r leuando in quella guifa, che fogliono partorire, con fentimento di gran dolo- ri ; & fé toccando con le mani fotto il corpo fi fentirà il parto mouerfi, ella io* fio il manderà fuori imperfetto j ma s'egli non fimouerà, non farà più v,u?" fImLiìe' Che l'animale fia morto nel corpodella madre, fi conofee da quelli feg"1'.'c 0 mom nei ja caualla hauendo dolori intenfifiìmi, ftà con la tefta china, & tramo«"t,ta-^ eorf0' con la lingua bianca, e quafi marciofa, che à pena a le la tira ; & ha ilventr freddo, immobiìe,& gonfio^ & fpira dalla bocca vn cattiuo
odore,Fdereà
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DeCauallL Lib. V. 207
dere à quefto Arano accidente, fubito che per alcun fegnofofpettaremo, che
'a caualla grauida fia per mandar fuora il parto imperfetto, ò per eisere ftata affaticata di foperchio, ò percofsa nel ventre, & nelle reni, è» per qualche ca- gione calda j fi metterà in difparte, & fi terrà in luogo frefco, & temperato, & in ripofoj& tem peritamente fi nutriràd'ottimi cibi, &. per farli ritenereil par- , j^/^ tOjfi metteranno sui lombi la biftorta,& la tormentilla,impiaftrate con aceto,- «•»«»* & & fi bagnaranno fouente i fianchici corpo con aceto, in cui fiano bolliti noci ***** di ciprelloi galla,& fogliedi mirto;ouero fé le vngerannolereni,e'l ventre, e i fianchi con olio mirtino, ò mafticino, col bolo armeno , ò fé gli applicherà fo- pra le reni, eparte della groppa lo ftrettoio, che fi fa di pece nauale, di peccj Greca, di ciafcuna oncie fei, di raggia di pino, di terebentina ana oncie quat- tro,di maftice,di gomma arabica ana oncie due, di laudano,di biftorta,di no- ci di ciprefso, di hipocefto, d'accada, di fangué di drago, ài terra figillata, di bolo armeno, di ciafcuno oncia meza, fcioka la gomma in aceto, &pefte le cofedapeftare,&fatteinpoluere, &mefchiate iniìemeà foco lento in vafo di terra nuouoj& dipoi fé gli metterà fopra la cimatura, & sVngeranno il ventre, & i fianchi con olio mirtino, mefchiatocol bolo armeno j & fé la caualla farà tutta angofciofa, balorda, & infocata, per hauer mangiato herbe cattiue, & d *™%® Velenofe ; per vietar che fi fgrauidi, & che non venga à morte, fi prenderanno mms, per badici di mirtilla, galanga,ìaudano, fpìca nardi, & cannella, con vino, & ac- fe^JJ qua vite; che fiano fecche al forno, & ridottein polue, & fé gli daranno à beremcme. öiefchiate con ottimo vino, & alquanto di mele, & olio j ma s'hauremo te- menza ch'ella poiTa fconciarfi per efser ftata allaneue,ài venti, & ali aer<t>j Rimedk freddiflïmi, ò per humori flemmatici, & ventofì, & per altra cagione fredda, *imu!m leuata la caualla dal confortio dell'altre, la metteremo in loco temperatamene f**fifi*é- te ealdo,& la pafeeremodi cibi conueneuoli ; pofeia per fargli ritenere il par- if' to, le metteremo fopra le reni, & parce della cariola, prima fatto caldo j lo ftrettoio, che fi compone con pece nauale libra vnae meza, pece Greca li- bra roeza • terebentina oncie quattro, colofonia oncia vna, poìue di maftice, & di laudano, di ciafeuno oncie tre, fanguedi drago oncie due, bolo armeno oncie due & meza, polue di galbano, di ftorace, di calamitaci noce di cipref- fo,di biftorta, di galanga,d'incenfo, e di mirto ana oncia meza, mefehiati, & incorporati infieme j e l'vngeremo il ventre, & i fianchi con olio mafticino, mefchiatocol bolo armeno, & gli fomentaremofpefsoconfpugne bagnate in vino auftero, in cui fiano bolliti la biftorta > il laudano, il galbano, le noci dicipre{fo,&fimili. Del far difgrAuidm le caudle pregne * Cdp, XI l / /.
Sfendo alcuna volta bìfbgno far difgrauidare, e difperdere \t^ Cm^e'
caualle pregne, per vtile, & commodo de gli huomini, &perfal- uarela caualla grauida j &per fuggir la noia, e'1 danno, che ci ap- porta vedere le caualle nobili, generofe,& care,òdeftinateà cor- fijà pali j5& ad altri nobili etTercitij,efler ingrauidate contra il volere del patro- ne,dacaualìi viliffimi,& diformijnonfàrà fuori di propofitoragionarnealqua- tp. Si pofsono adunque far difgrauidare le caualle pregnc,dandoloro tre mat- Rimedi* tinca digiuno in beuanda le radicidella cétaurea minore,ò della felce femina> O ò della
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2 o 8 Delle f nfirmitadi
ò della cicuta fatte in polue, con vino; b il feme di lino poluerizato con vino ;
ò vino ottimo,in cui fia bollito vn pezzo di pino ben grafso, pieno di raggia >
tagliato in minutiffime parti, fin che fcemi il terzo; dandone per volta la terza
parte, facendole dipoi correre ; & non giouando quefti , fi adopreranno
tutti irimedij, che riabbiamo di fopra detti 3 per cacciare, e tirar
fuora il poliedro morto del corpo della caualla. Tanto
bafti de i mali delle membra della generatione hauer
detto, efiendo hormai tempo di por fine à
quefto libro, & di ragionare de i
maliche alle parti eftreme
delcaualloaucn-
gono.
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PÊXLB
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DELLE
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INFI
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DEL CAVALLO.
Libro Sedo- ^
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Del male articolare in rvnìuerfale. Cap. 7.
LTR A i mali già detti ne i precedenti Hbri,refta hora che par-
liamo di queiìì, che Cogliono infettar^ le gambe de i caualli > & prima vniuerfalmente del male articolare, ò doglia arieti-. ca,ò di giunture,coroe volgarmente la nominiamo. Adunque il male articolare è vn dolore , ò vna trifta fenfatione di giun- ture, cagionata quafi Tempre da fiuffione d'humori à quel- le parti,chein tutto, ò in parte impedifee le loro operation!*. Si pigliano le dif- ferenze di quefto male,^ dalla forte dell'humore che pecca,& produce il ma le, & dal numero delle giunture, & dell' articolationi d'vn'offo con l'altro ; à due delle quali, ne i caualli l'vfo de gli huomini ha pofto il nome particolare 5 &quefte fonola feiatica > & podagra, chiamandoli l'altre ƒ vengano in qua! fi voglia giuntura, ò articolatione del corpo) col nome del genere, dolore aci- colare. La podagra infefta, & tormentai piedi de '% caualli, tanto dinanzi, quanto di dietro. La feiatica la congiuntura dell'ofso della cofeia con la ca- riote, ò dell' ifchio del gallone. Non viene come vogliono alcuni la doglia ar- tetica nel fegato, nella milza, & nelle reni; non efsendo in quefti membri arti- colo veruno. Incorrono in quefto male di rado i caualii^aftrati, come ne di- tnoftra la fperienza : ma fouente i poliedri nouellamenté dalle campagne me- nati nelle (ìalle. E prodotta la doglia artetica, & da caufe interiori, & da efte- riori. L'interiori fono l'intemperie con la difeorrenza de gli humori,che per lo più fono inquefti animali flemmatici,& freddici quali discendendo nelle giun ture cinte de' mufcoli3&di parti heruofe, le inalzano, & diftendono, & le fan- ilo dolorofe; & fono quefti humoriò caldi, fanguignì,& colerici; ò freddi 3me- hnconici^&flemnìaticij &l'hauerle membra, la carne rara, & fpongiofaj&le vene, & l'arterie ampie, & larghe, & la naturale debolezza di elle giunture, & ideile parti circonuicine ; & l'efser nati i caualli di parenti infetti di quefto ma- le^ deboli di quefte parti. Le caufe eileriori fono la troppa caldezza, che dif- folue;& la molta freddezza^che condenfa; la fouerchia fatica, & il longo odo, ès il troppo mangiare,chegenera crudità nel vétricoIo;& il troppo riscaldarli, $e Wreddarfijquaklie finiftramento,oueio òffcfe,& percofla,& il coito fouer- O 2, chio.
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Definition
ne. |
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DiffereZ.e
di quefto male da-> che f p- gitano. |
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Podagra.
Sciatica. Doglia ar-
tettca. Quali ca- ualli incor rono in que (lo male. Caufe in- teriori, |
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Caufe e(lt-
riori. |
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2o8 Delle fnfirmitadi
ò della cicuta fatte in polue, con vino; ò il feme di lino poluerìzato con vino ;
ò vinoottimojin cui fia bollito vn pezzo di pino ben grafso,pieno di raggia >
tagliato in minutiffime parti, fin che fcemi il terzo; dandone per volta la terza
parte, facendole dipoi correre i & non giouando quefti 3 fi adopreranno
tutti i rimedij, che riabbiamo di fopra detti, per cacciare 3 e tirar
fuora il poliedro morto del corpo della caualla. Tanto
bafti de i mali delle membra della generatione hauer
detto, eflendo hormai tempo di por fine à
quefto libro, & di ragionare dei
maliche alle parti eftreme
del cauallo auen-
gono.
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p£XLE
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20p
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DE L L E
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INFIRMITADI
DEL CAVALLO-
Libro Sedo.
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Dtl mule trtkoUre /'s wnmirfole. Op. I.
LTRA i malt detti ne i precedenti libri.refta hora che par-
liamo di quelli, che fogliono infettar^ le gambe de caualli, |
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& prima vnlnerfalmeme del male articolare, ò doglia aneti,
o?digiuntUre,comevolgarmentelanom.mamo.Adunque |
Definition
ne. |
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il male f incoiare è vn dolore, ò vna mfta fenfatione di giuri.
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„..-------'r "Sonara qUaGfempre * fiuffionei^T" V"?f
le partixheio tuttofo ini rre irupedifce le loro operarioni. Si p.glianole dif-
r P»n,f dauefto male,& dalla forte dell'humore che pecca,&: produce., ma fere«1 i numero dell egiunture, & dell' articolat.om d vn'offo con 1 altro : a |
Differed
di quefto mate da~> che fi pi- gliano. |
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le, & dal numero aei g , gli huomini ha pofto il nome particolare ;
duedellequal,ne.^»1YH» hiarnandof.l'altrervenganc,ìnqual
&quefte fono la (cianca, f1 P°°f «f, ' -, ol nome del genere, dolore atti- |
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fi voglia giuntura, o articola«onedd co^g ™» QJni tanto dinaMÌ,
quantod. di tro _a f««n a co g ^ ^ d ar
letica nel fegato ,w la miiza,k ^^ £ome ng d[
C0i ftlfh"neri "za -TZen£i polari nouellamente dalle campagne me-
BK> *lt ftal è F Prodo„a la doglia artetica, & da caufe interior,, & da efte-
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Podagra.
Sciatica. Doglia ar-
tetica. Quali ca- malli incor rono in que fio male. Caufe in- teriori, |
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"a - . ' oterieri fono Hncemperil con la difeorren^a de gli humon,cbe per lo
non. L intei ion ono 1i v ,. difcendendo neue gli» più fono «^S'S^S^ le inalzano, & difendono, & le tao.
rdZofe&tooSfthumoriòcaldi,fanguignì>& colerichòfreddi.me- *odo J?tfZZücrSd'hauerlemembra,lacarnerara,&fpongiofa,&le hTTfà^Xk,£hX-, & la natnraìe debolezzadi elle giunture, & «tS
? . Sf^li di ouefte oa ti. Le caufe efterion fono la troppa caldezza, che (iU,
Irafreddar^
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Caufe e fit'
riori* |
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2 io Delle fnfirmitadi
2 u cbio.Si conofce il male articolarcene quafi Tempre è erratìco,& fi fa fentire in
varie, & diuerfe parti dei corpo* hora nei nodi dei collo,òdellafchena,hora nelle fpalle> ò nel gallone ; & hora nelle ginocchia, nelle pallore, & ne i piedi j horainquelli dinanzi,& hora in quelli di dietrojhora nel deftro>& hora nel fi* nifttq j ci genera alle volte enfiagione ', & eftenfione, ò tumore nelle parti cir- condane del luogo infermojta! volta nelle ginocchia>nelle pa(lorej& tal vol- ta prefso le corone de i piedi, che fanno tanto maggior dolore, & zoppicare il cauallo infermojquantOiChe procedono da humori caldi;conciofia che la cal- dezza tra le qualità fia la più attiua,& fà,che il cauallo diuiene inquieto,no po- tendo ftar faldosù tutti i piedi perlodolore,& brutco,roacilente,& meilojCon la pelle dura,& riftretta all'ofsa,& col pelo rabuffato,& che lì fenta calidicà in- torno la parte doloratale ciò procederà da caldi hurnori;& frigidità,feda fred opinione di;loftillarpoi>come dicono alcuni Scrittori de' caualli,per lo nafo vn'humor de (crina* cralfo>liuido,Q giallo,& puzzolente,& altri accidemi,che pongonojfono fegni
di catarrho, caufato, fecondo loro, per efsere vfcito fuori iì fiele del condotto» chedaì fegato il porca nel duodeno,e non del malearticolarejilqualenófi con- tiene fatto ?1 genere di reuma,© di cacarrho,come pare,che vogliano accenna- re quelli; ma è malediftinco, & feparato da lui legni, di differenze, & di cura; ancorché pofsa la reuma congiunta con la debolezza delle parti cagionare il fvmoftko. ma|e arElcolare. Quello dolore delle giunture è rnale importantiflìmo, & mol-
to perniciofo,& nel principio,& mentre è nuouo,fi può curare,& fanare^inuec- CtModa& cniaCQ è incurabile -3 & curandofi non guarifce. La fua cura è tenere il cauallo
Imre* infermo in loco temperato, & netto,& in ripofo, fin che il male fia in declina-
tione; pofeia farlo pafseggiare pian piano : & fargli fopra le giunture dolorofe fregagioni leggieri, & riguardarlo dalli efsercitij\ & dalle fregagioni gagliar- de^ dairacque,efsendo quelle cofe nociueallegiunturei& da cibi humidi,& malageuoli da digerircj& nutrirlo temperatamente,& nella calda materia eoa orzo,fpelta,paftoni con farina d'orzo,& giulebbe, latcuca1endiuia,grarn,ën<!»
paglia d*orzo, acqua fredda, & acqua d orzo, & nella materia flemmatica) e* fredda con orzo fparfodi falnitro,paftonidi farina,o di tritello con mele,& ni- cuilerif troj fieno sbruffato con nitro3acqua tepida. Per euacuar poi gh humori,efsen- |
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,gCH,
tHOcttare.
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do il maleperintemperiecon maceria,& mafiimarnérccald^èdt mefticri far-
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gli primieramente ciiiterij acuti con decottione di bieta5d i mercoreila,di maI~
uajaggiuntoui mei rofato,ca{riajagarico,& oliocommunes& dipoi con co'*0" . quintida^cencaurea minore,agarico, cammomilla,& bieta>doucndofi fe>*|Pre |
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Rii
per
erratico,
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ol incominciare da i più debolù e rnen gagliardi. Suodato il cauallo, fé il dolore
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-amrCm n°terr^ *oco f~crmo>mà offenderà hor queflaa& hor quella giuntura
fjü? tra lequali èancora i'offo della linguale gli trarràfangue cop*ofauìete;& tato più, fé il cauallo farà ripieno dalla vena dd capo, & pafsato vno, ò due giorni dall'vno, & l'altro fianco, & dal lato del malei hauuto però riguardo alla virtù» all'età deHanimale,& alla ftagion deffanno.Et fé il dolore farà nella gaba de- lira di dietrojfegli cauerà fanguedalla delira dinanzij& così per lo cotrario** gli cauerà fangue dalla delira gaba di dietro,fe fofscil dolore nella man de"ra> auertendo però,che il trar fangue conuiene iolamente ne i principicene quan- Medkine do ^ maìe *°ile prolungato affai auerrebbe, che efaulle col fangue le forze,ajjj macuatiue deria in perditione f animale. Cauato fangue, per euacuare con medici ne» im eli- humori, che peccano,& efsendo caldi, ftatoia notte precedente digiuno 1 * - *. male infermo/e gli trarràla mattinairmantiilcibogiù perla golaia beua |
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De'Caualli. Lib. VI. 211
fatta con la decottionedi mercorella,di fcorzedi radici d'elleboro nero,difso-
lutoui dentro la cafTìa; ouero labeuanda di decottione dibieta,di radici di po- ìipodio, & di fena; aggiuntoui dentro l'elettuario di fucco di rofe; il quale pur- ga efficaciffimamente,& valentemente le infìrmità calde; onero lacaflìa,la ie- ra pigra,raloe,ragarico,la fcommonea>l'elleboro nero,& altri fimili. Ma fé gli ^JJf jij humori peccanti faranno flemmatici, &freddi,comeil più delle volte fono.fé da'tmmm gli faranno elifterij appropriati; & fé gli daranno per bocca la iera (lem pera iafrcddi' con mele ; ouero il feme, ò la polpa, ò la medolla di colloquintida ftempera- ta col vino : la qualefolue la flemma, & gli humori vifcofi data nelle purga- zioni; & ne'elifterij: ouero i trocifei d'alandahal,òle pillole artetichcò d'her- taodattili maggiori, quali purgano ancor' elfi valentemente la flemma, & gli humori vifcofi, &giouano grandemente all'artetica nata da frigidità, &da flemma,òlepillo!e fatte con lardo battuto, colloquintida,diagndio.ferapino, hermodattilijdi ciafeuno parti eguali,aloe epatico, quanto tutte raltre,& fuc- codi ruta; ouero con peucedano, abfinthio cotti nel vino,& colati; ò col feme - di colloquintida.petto, & mefcolato con la terza parte di gentiana, & ftempe- ïato col vino, & altri fimili. Se la materia poi farà colerica, & flemmatica, fi aiuZgiu purgherà il cauallo infermo con medicamenti conuenienti, hauendo fempre jf* y- ìlpenfiero airhumore, che fupera nella miftione. Ottime faranno le pillole di ca.&feZ hermodattili maggiori3& le cocchìe,& la beuanda fatta condecottione di fie- "***• &a,fiordi decade, cartamo, agarico, cocomero afinino, & polipodio; aggiun- toui l'elettuario di fucco di roìe, & la caflìa. Et fé con quelle purgationi non fi ridurrà il cauallo a fanìtà, fi frequentaranno li elifterij acuti, & gagliardi ; non ritrouandofi rimedio alcuno per li caualli più vtile, più falutifero, & più ficuro diquefto,* perche non alterano, & agitano gli humori, & la materia, fi come fanno i medicamenti dati per bocca. Saranno buoni nella materia calda quel- lijche fi fanno con decottione di bieta, di malua, di centaurea minore, di fiori di cammomilla,di radici di cocomero afinino,ò inloco d'efso la colloquintida legata in pezza; aggiuntoui olio cammomillino, caflìa, fale, & l'elettuario di fucco di rofe. Nella materia flemmatica, & fredda i elifterij di decottione di fambuco 5 di cocomero afinino, di centaurea minore, di bieta, di malua ; ag- giuntoui la colloquintida, & raloe,olio di ruta, & il fale. Nella materia coleri- ca, & flemmatica i elifterij di decottione di centaurea minore, d'ariftolochia, di nitro, d'olio fifamino, & di mele colato; aggiuntouif fé gli humori raccolti tielle giunture foflero groffi J la colIoquintida,& il cocomero afinino.Purgato p'mrfio- il cauallo, fi diuertiranno gli humori dalle giunture addolorate, & fi vietaran-m' Ho, che di nuouo non vi vadino ; ilche far fi porrà pertugiando, ò tagliando la pelle del petto dell'animale infermo ; & mettendoui dentro le radici dell'elle- boro nero, cucendo le labra delle ferite, ne mouendole, fin che da fé non cada la cucitura; percioche tirano afe tutta la materia corrotta, & guafta, che dipoi efee, & fi purga per quelli pertugi, & per quelle ferite ; & mettendo nella parte che ftà fopra le giunture addolorate nella materia calda lo ftrettoio, che fi fa stremi. con incenfo, maftke, fandali bianchi, polue di rofe, bolo armeno , fangue di drago, chiara d'voua, aceto, & farina d'orzo : & nella materia fredda il ftret- toio di galla, di maftice, di foglie di ciprelTo, di gomma arabica, di fangue di drago, di fandaracca,di farina di ceci, d'orobi, & decottione di fabina ; & di Jpgìie di mirto. Sopra il loco infermo s'applicheranno i rimedij locali, i qua- Rimedif ** s'hauranno à variare, & diuerfificare ? fecondo la diuerfità della cagione-»} ■ W. O 3 che
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2ì% Delle Infirmttadi
che genera il dolore di giunture 3 & fecondo la diuerfità de* tempi ahauutona
Segnidd; guardo, fé il male è nel principio, a nellaugumento;, ònel flato, ò nella decli- ituertime natione,& fecondo la grandezza del dolore; ikhe fi conofce dalla inquietude to% nedellanimalea&dalmQuimenta deUegambe;&dalzoppiccare;auertendoj che i rimedij non fieno attualmente freddi;perciochc il freddo nuoce all'olla» mmtyfkallibrai:•< Nella materia calda nel principio s'adopreranno l'olio rofato Vii SZ mescolato con latte di vacca, & Tolto di rane; & Tempiaitrodi farina d'orzo? materia^, & d'aceto mefcolatlck incorporatunfieme; il quale leua il calore,& il dolore* calda, neiraugumento > l'empiaftro fatto con olio rofato, aceto anaoncie due jolio di gigliaoncia vna,vino roffo oncia vna,ò,due,zafFarano dramma vna,farina d'orz.a oncia vna, farina di feme di lino dram ma vna ; & il linimento, cheù fa NekJmq*. con * slio violato, nenufarino, cammomiiiinoj & cera bianca « Nel (lato il lini- mento fatto con mulaggine d i p,fi; ! io, altea, feme di lino, fieno Greco,cam-* momilbograffo di gallina, & d'anitra; &l'empiaftro di farina d'orz.o, di muci- laggni'-,di pfillio,di femedi Imo, & d*altea, d'olio violato, & di graffo di galli- na;^ quellckche fi fa co olio anetino dramme due,acqua di vita dra mma vna» rnaluaha dramme due»dueroffi d'voua, zaffarono dra mme cinque, mefcolati Meiu de- inficme • Nelia declinacione Tempiaftro fatto con farina di fieno Greco, ferns mmne.. ^. j.^ aneti5 maluauifco,grafso d'anitra,& di ga!iina,il qua! rifolue,fenza ti- rarealla parte offefa gli hamori > e Tvncione,, che fi compone con zafftrano» mirrhas& aloe, di ciafcuno partieguali,;ftemperati con decottione dicanoli* Mtf»SêiNelia ma,:er^ flemmatica, e fredda farannobuoni nel principiol'empiaftro pò, deiia^ fàttacon olia rofato % mafticino ana oncia vna, murata, incenfo, calamo aro- JrfldaT matico ana onde cinque, farina d'orzooncie due, vino roiTo,fuccodi menta» Neicwgu quanto baiti * Neiraugumento Tempiaftro fatto con artemiiia, foglie d'hede- meM0' raj&acetOjòvinojpqueUOiChefifàconcauolbc^appioxche. vale nel procella deifaugumento;&;la mucilaggine di fieno GrecojfemedUino^hofifa1*1?00* oliarofacQjCzarlarano battutiinfiemetanto, chediuentinofpeilì,, e facciano Neifa de- corpo. Nella declinatione 1'empiaftrodi cauoli cotti j il linimento, fattocene «ftuttac* mirrna dramme tre, aloe dramme due, zaffarono dramme vna, foglie di lauro dramme cinque, cofto5 aneto ana dramme tre,, podi, e fetacciati, .& mefeoiaj1
con vinojl'empiaftrodi fterco di cicogna mefcolato co graffo di porcojoque1- lo di fterco di vacca> ò queiraltrojche fi compone con amrooniaco,opopoI)a^
co, bdellio,galbano, nitro, fenape, piretro>folfo ana dramme due, litarg,r quanta fona tutte l'altre cofejcotto il litargirio nell'olio anetino,fin che à luen* ti fpefso;& aggiutoui l'altre cofe,& bollite fin che facciano empiaito & ,^n* tione d'euforbia pefto con olio, di giglio;&; quella^che fi facon fu e co ài radic di cocomeroafininojcotto fin chediuentifpeffojaggiuntoui poi gralsa,e mi- dolla di cerua. Buoni faranno ancotal'oHo di colloquvntida, di cafforeojdy^ nape,di cherua, di cofto,mefcolato con olio di ftorace, & i'vnguento di rame di cocomero afinino, d'olio di fer penti, d'olio di vefpei tilioni,d olio volp10 *
d'oliad'hedera^oliadilaureola^dimidoUadiviteUo^ifieledivaccajdiciai- cuno parti egualiid'olio di termentinajd'olio di mattoni ana parti cinque^ *
qua di vita parte vn fefto>mefcolati,& incorporati infiemejaggiuntouianC°r m
cera àbattanz,a,quandofaccia bifognojil quale rifolue gagliardamente le terie profonde, fredde, & grofse, & l'empiaftro di lumache con i gufei Pf _'
mefcolatecon farina d'orzo; il quale difecca,& confuma la tnater,a'15°auarlfl uendoiojfin che da fé non cafchi.Nella maceria caldaie freddale ilca ^ a a |
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De'Caualli. Lib. VI. 213
fcerà il freddo, ottimi faranno i linimenti, ne i quali eccedono le cofe fredde s ^
come fono quelli, che fi fanno con oliorofato,mirtino,mafticino, difsoJutoui neiprmà- dentro la mirrha, il litio, & l'accacia. Se il freddo fupera nella miftione il caU %f-cJl%- dojferuando il medefimo modo,fi faranno linimenti d'olio maftscino,di afien- materia^ tio, di cammomilla, diifolutoui dentro l'aloe, il zaffarano, & l'accacia. Nel- '£J^f l'augumento, ottimo farà il linimenco, che fi fa con graffo d'anitra,di gallina, caidor dolio fifa mino,d'oliorofa to, d'olio laurino,di grafsodi marmotta, dibottiro^f^ frefco, & latte di vacca, mefcolati, & incorporati infieme. Giouano grande- mente ì quefto male di giunture, con la fua proprietà occulta la radice della., matricaria cotta, & incorporata con mele,e data per bocca all'animale arceti- co, & gottofo; &I'vnguento fatto di rane di fiume fcorticate, & tirate via l'in- teriora, & lauate noue volte nell'acqua,& cotte nell'olio dentro vn vafo di pie- tra, fin che fia confumatala carne; e dipoi colate con vn panno raro, fpremen- do fortemente con le mani la carne delle rane. Se con q uefti rimedij non fi fa- narà il male di giunture, che viene da materia fredda, e flemmatica, s'adopre- ranno ( fia il male in qual giuntura fi voglia, ò delle ginocchia, ò delle marzo- le,ò de i piedi) i caucerij per vltimo rimedio, cauterizando intorno intorno le cmcr* giunture-*. Della fcìatica. Cap. 11.
A fciatica è dolore articolare, che viene nella giuntura del- Defifliti09
ranca,òdelìacofcia,conlacariola,comefuonailnorne;per- ne. cioche ifchioin Greco fignifica la giuntura , che volgar- mente fi chiama la chiaue del galIone;& non è dolore vera- mente della cofcia, come tengono alcuni, fé non vogliamo per lo tutto intendere la parte, ancorché per la cotnmuni- canza delli nerui,& delli mufcoli, ildolore fi ftendaalle volte nella cofcia,& fi- jio al ginocchio, & alli piedi. Viene quefto male per i'ifteffe cagioni, che hab- Caufe. biamo detto venire il dolore delle giunture;& per Io più da catarrho,& da ma- teria flemmatica,^ fredda,& da fanguigna,& per debolezza di quelle parti.Si s<ò».* conofce dai calore di quella parte,ancorchedifficiltTiéte,perelTerequellagiun- *ura molto profondai coperta di molta carne;dal vedere diminuirli di carne Quella parte della groppa inferma,* & dal dimoftrare màco ageuolezza nel ca- gnare l'animale,che nel ripofo;& dal ca minare come legato da i piedi di die- *ro ; & tirar la cofcia indietro; & rouerfciar l'vnghie, piegare le corone, & dal Zoppicare daquel laro, dotieèla doglia; & dal fofpirare,che fa l'animale. E la &«"#** Sciatica dolor grandiffimo,& molto più malageuoleda fanare, che no fono gli *ltri dolori artetici,ma(Iìmaméte fé viene nel verno>& ne i caualli flemmatici, fc humidi;nella fua cura(così richiedendo il male)fi cauerà (angue fubito dalla Cura. vena del collo, e dalla gamba dinanzi dall'ifteifo lato, doue è il male; e pafsati Mo,ò duegiorni dal fiaco dell'ifteiTo lato,& dal lato di dicro della cofcia,del- a giuntura inferma; & no dal luogo orfefo,fenza efler prima purgato il caual- Venhe * S& fàlafìfato nella parte fana oppofta al male; perche faria cagione tal fangue dette e aua-
^ maggiore afflittione,tirado da gl'altri luoghi gli humori al luoco afletto.Di- Zifapff-
^°ì fuodato il cauailo nella materia calda con clifterij fatti con decotcione di *e oppofta jjjdice di maluauifchio,& d'ebuli,& di cocomero afinino,di bottiro,d'olio co- cufic% ^une,di fapa,& di fale,di cappari.Seuacuerano gli humori peccanti, dàdogii 9. 4 per.
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214 Delle Infirmitadi
AHdlcT perbocca medicamenti gagliardi,^ appropriati alla cagione del male; come
'" fono la decottione d'agarico, & delle fcorze delle radici d'elleboro nero ; ag- giuntoui le fpecie delle polui di hermodattili a baftanza, ò lo elleboro nero, o la colloquintida,ò l'agarico, & il cocomero afinino, ò la fena, & la fcamonea» doCo'tla- & a*tr* ^imi^' Euacuato il cauallo, & riftorate alquanto le forze, fé gli faranno mmìone. ogni giorno elifterij di decottione di cocomero afinino, di colloquintida > di fiele di vacca, dicentaurea,di nafturcio,dica(ïia,dileffatura dipefci falati j ouero con centaurea, nafturcio, fucco di cocomero afinino, bolliti in acquai falfa,dentro la quale fiano ftati i pefci falati, ò l'oliue acconcie per mantenerli 5 Rimedi; & fé gli getteranno alle volte auanti il cibo giù per la gola per euacuar per 1 o- *iïmatirl "na l Ul^ humori,polui fottiliflìme di calaminthajdi gentianajd'ariftolochia aliavi*; rotondaci femedi ruta,ftemperate con vino; & fopra il loco addoloratogli i déìmedv\ìo PeU' nena materia calda s'applicheranno vntioni fatte con graffo di gallina j cali. olio violato,ò rofato,ò nenufarino; e nel fine con olio di cammornilla,d'aneti» • dìpericon; ouero s'empìalireràjinfafciandolocon decottione d'altea,e di t*1- tello empiaftrati infieme;ò con faba>e tritello;ò con rempiaftro,che fi cpmpo* ne con mucillaginedi altea,feme di malua,e di pfillio,e di lino;graiTo di galli* na,olioviolato,&aceto,diciafcuno parti eguali,e farina d'orzo quanto bai" neuTLi- à fare l'empiaftro. Nella materia flemmatica, & fredda, tenendo il cauallo Jö teriafred- \OCo caldo,e ben copertoi'vngerà la fciatica con rimedi) più gagliardi,per el* fere gli humori freddi più tardi al moto, che non fono li caldi; conuenienti fa- ranno l'olio diruta>d:ipericon,di cammomilla, d'aneto, e l'olio laurino, colti* no>& altri tali mefchiati con graffo di crine di cauallo, di tafso5d5anitra,d an- guilla^ di bifcia;& il fterco frefco di bue,mefcolato con dialtea^ò con afsun* già di porco, & olio vecchio j & il grafso di cane rofso, mefchiato con olio d fafso j & olio volpino, & il linimento fatto con olio d'aneti, di cammomilla/ grafso d'anitra, mucilaggine di fieno Greco, & feme di lino; che nel principio mn°LgÌ mitiga» & eftingue il dolore. Non giouando alcun rimedio, fi darà in vn me- "morirne- defimo tempo tre botte di fuoco nel loco paffionato ; pigliando in ruezola^ i'ii/^ cmaue ^ gallone; ilche è vn fieurifhmo, & ottimo rimedio; ouero fi cauteri* |
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zera intorno ia giuntura con vii rerro rocoiiuo,cc vuoto nei m±e>v> ia. «*."-- .
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Annata'
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fai tempo le cotture aperte;& dipoi curandole,fin che fiano fanate; e non le g^
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'tione. darà il fuoco in ambedue le cofcie, efsendo da vn lato folamente il male? P^
cioche l'offefa nonfiritroua nella cofcia, ma nelì'articolatione dell'off gallone,conlacariola;& non efsendo il male,fenondavnlato,fariafoPeI" uo> & dannofo abbruciare la parte fana; né meno fi deue tagliare la pelle de a ccv fcia, che riguarda i teftjcoli per fanare fi fatto male; efsendo il malc> come s detto,nella giuntura,& non nell'anguinaglia,- fé forfè non fifacefseperdiue tire gli humori della congiuntura,& voltargli per quella apertura. 'Della doglia della giuntura de ila/palla. Cap' HI.
D'ititi- ffÊjjÊb A doglia della giuntura della fpalla è dolore articolare, chcvien^
c'aufe. « IIP nella detta parte del cauallo, per l'iftefse cagioni, per le quah vie^
§[j|j§ la fciatica ; & per catarro, che diftilla in quella parte ; & ti c^ranCTUe
l'iftefso modo• Ondequando faccia bifogno, fé gh cauera * *uC
dalla gamba dinanzi oppofta al niale,ò dal piededi dietro dell'iftefso** ^(t
è la doglia ; & dipoi dai collo dalla medefima parte, doue è il male • -
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De'Caualli. Lib. VI. 215
euacuerà conclifterij,& medicamenti dati per bocca,appropriati alla cagione f^fj"11
del male -, & nella materia calda s'applicherà nel principio (òpra illoco ama- calda™ lato(rafo via prima il pelo) olio rofato mefcolato con l'empiaftro di melliloto; & nelfinervntione,chefifàconbottiro, grafsod'anitra,oliocammomillino, &fambuccino, & cera quanto bafti. Et nella materia fredda s'adopreranno fa°™lJtenrfa nel principio l'olio mafticino,d'abfinthio,e nardino, Scaltri fimili,ò foli,ò mef- fredda. chiari infieme. Et nel procefso del male s'aggiungeranno gli refolutiui caldi , come fono l'olio coftino, di ruta, & altri tali 3 & nel fine s'vferanno gli refoluti- ui puri. Si potrà ancoralauare fpefso la congiuntura con acqua di nitro:la qua- le ha in fé vna proprietà occulta di fanare sì fatto male. Se con quefti rimedij Dare il non lì fanerà la doglia, fé gli darà il fuoco vn dito fotto la congiuntura della_, fmc0' fpallaj né fi lafcierà faldare, fin che non efca tutta quella materia, che fi ritroua radunata in quella congiuntura. Della, doglia, delle giunture delle ginocchia, ($f delle pajlore,
Cap. Il II.
A doglia delle giunture delle ginocchia, e delle paftore delle gam- ^Ms-
be è doglia artetica delle dette parti del cauallo, che viene, e fi cu- ra , come di fopra j nella materia calda, oltrale cofe dette, farà mol- Cura- to gioueuole far gli clifterij con centaurea, & infafciargli fopra Tempiaftro di foglie di iufquiamo; & nella materia fredda il fterco di vacca mefcolato con aceto, che tira alla fu per fide della pelle quello, che fi contiene nella., giuntura ; ò lo fterco di pecora mefcolato con farina d'orzo, & aceto ; il qua- le difsolue quello, che fi troua dentro le giunture, & l'empiaftro , che fi coni- none con bdellio dramma vna, opoponaco, grafso liquefatto ana dramme-» cinque,mefcolati,& incorporatiinfieme;ò quello che fi fa con iufquiamo bian- co pefto, fterco di capra, & vn pocod'aceto5 ilquale leua itumori delleginoc- chia,& delli altri luoghi. Della podagra. Cap» V.
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A podagra è dolore articolare, che viene nelle giunture de i piedi DcMtù-
del cauallo, prodotto dalla debolezza di quelle parti, & da gli c'mfe. humori, che vi concorrono, che per Io più fono flem matici foli, ò mefcolati con la colera, & accompagnati con alquanto ài ven- tofità, & dall'altre cagioni, dalle quali fi genera il dolore arteti- co j ancorché rarijïime volte venga la podagra da humor melanconico, per pafsare difficilmente quefta materia à quelle parti. Siconofcedagl'ifteflìfe- Se nì gni,chehabbiamodettoconofcerfi il dolore delle giunture j & oltre di quefto dal veder, che il cauallo infermo ha la bocca afeiutta, & fchiua il cibo, ne può caulinare, nettare in piedi. La fua cura è nutrirlo temperatamente con fieno cum. fecco, sbruffato con falnitro; òherba di prato, acqua tepida, mefcolata con fai T£f"i *iitrOj& farina di fromento, &orzo,fpelta, comes edettodifopra; nèlafciarlo ftare coricato, ma fpingerlo, & mouerlo pian piano, e farlo caulinare coperto Perluoghi caldi, tanto che fudi,- &efsendo la podagra di due forti, calda, & /fa^ra freddai ilche non videro gli antichi Scrittori delie nifirmità delli caualii, pò- ft"HeJor" **endo {blamente i rimedile le beuande,cae conferifeono alla podagra gene- rata da |
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ilo Delle Infïrmitadi
■ rata da humori freddi; fé gii faranno clifterij acuti, & fé gli cauerà fangne, & 6
curerà con medicine gagliarde appropriate all'humore peccante, fi come hab- nuSore1 D'am0 detto farli nella curationevniuerfale del male delle giunture.Etfe il ào- da mate- lore procederà da materia calda , fé gli metteranno fopra medicamenti fred- na calda, d^comefonorempiaftro di madre di viole^dirofe, di piantagine,di terra cre- ta, & d'aceto mefcolati,& incorporati iniìeme;& l'vntione fatta con olio rofa- JfSn to,violato, nenufarino. Se verrà da materia fredda, fé gl'infafcieranno fopra il da mate- loco dolorofo la dialtea, ò il fterco di bue, ò l'olio di ruta, òdi cam momillajò T*fre a. jji cocomero aGnìno » mefcolacï coti olio volpino » graffo di taflò, & di crine di caualloj ò il feuo di becco, fterco di capra,& zaffarano,- ò l'empiaftro di coco- mero afìnino, òdi radice dì dragontea, mefcolati con fterco di vacca, & altri fìmilij& tanto bafti del male delle giunture,& delle fpecie di quelle. Della doglia della /palla. Cap. FT.
Definiti0- ^(Qr^&QfL A doglia della f palla è dolore de i mufcoli,& de i ligaméci d'ef-
Taufe. ^ m$£Sf ^fpallaperoffefaefteriore prodotta da diuerfiaccidentij co- me fono gli vrtijgli fcontri de i caualli,lebattiture,le cadute,& altri tali, che la ipalla ammaccano, finiftrano, & offendono • |
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Onde per lo dolore 3 che ne fegue, concorrono gli humori al
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locooffefo?& iui radunatoli le naturali operation! di quel mé-
bro> impedifcono, & fanno l'animale dal piede di quella parte zoppicare $ fin Segni, che del tutto dileguati, & rifoluti non fono. Danno fegno di quefto male i ca- ualli nelle ftalle ripofando,con lo ftendere il piede della fpalla offefa vn poco a- uanti aH'altro,non potendouifi fermar fopra,& nel caminare col zoppicare dal pie dinanzi di quel lato, & maggiormente quando fi volgono à man deftra»o man finiftra,hora non potendo nell'andare ponere il piede in terra,hora tiran- doli dietro la gamba dinanzi,e nelle fcefe traboccando,hora ftrafcinadola tut- ta eguale,con l'appoggiarfi folamente fu la punta dell'vnghia;e hora gettando folamente il pie dinanzi in fuori rigido, & agghiacciato; e dopò il camino fer- mandofi fi moftra l'ofTefajCol gettar la gaba innanzi,e tenerla folleuata,facen- do varij, e diuerfi fegni; sì come il male, e la paffione della fpalla è più, ò meno Curd. gagliarda ò in quefta parte.ò in quella. La fua cura è cauargii fubitonel princi- Camr.an ^o ^ maje fangUQ fa\ collo, ò dalla gamba dinanzi dal lato contrario, affine di diuertireglihumorije dipoi pafiati alcuni giorni,dalle vene del petton dalla gàba del medefimo lato,per euacuare;& applicare fopra la fpalla offcfa>c dan-
neggiata per molti giorni,fecondo ricercherà il bifogno,medicamenti attual- mente caldi, incominciando fempre da i più deboli: i quali riabbiano virtu, SC valore di mitigare la doglia,& di rifoluere; eflendo che ne gli animali brutti la materia è fempre quaficocorfa al locooffefo,auanti che rhuomo s'accorga de* male 5 né potendoli per lo più ò per timore, ò per negligenza, ò per maluagjC*
de i curatori fapere né il principine la vera,e certa cagione del ma!e;nè veg- gendouifi per difetto del foggetto liuidezza alcuna nel luogo offefo, & rari, . me volte gonfiezza,ò rottura di pelle,fegno euidente,che fia finiftrata la fpalla> & tenerli in luogo caldo,& ftrettamente impaftorati;& nodrirgli parcameIlt Bagni, di cibi fecchi,& fargli ftare in ripofo.Se gli faranno adunque due,ò tre vo t giorno bagni rifolutiui di mentaci afVenzo^i rofe,di ftecade,di carneo -
la,di mellilotojdi ciafeuno vna brancata j di cimino oncie fei,e due dixa ƒr
noi®.
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De Caualli. Lib. VX ' %\y
no,& tre di mele bolliti, fin che calino la quarta parte; ò di aflenz,o,di fàluia,di
rofmarino,di fcQrzedaolmo,di rnedolladi fcorzedipino,difemedilino, &di fieno Greco, bolliti in vino bianco; ò di rofmarino,di mirto, di faluia,di fabi- na, di ruta, di afsenzo, di fcorze d'aglio » & di pomi granati, di rofefecche, di ciafcuno parti eguali, bolliti in vino bianco, & aceto di pari pelo; onero fé gli faranno due volte il giorno vntioni, fregando leggiermente con le mani vnte Vnùonì. contra il pelo,accio i medicamenti penetrino meglio à dentro, con olio, & vi- no mefcolati infieme, òcon olio rofato, olio caramomillino, mifti infierne* ò con olio di caftoreo, ò con pece liquida, ò con olio anetino, volpino,cammo- millino,d'afienzo,di fpico, di ciafcuno parti eguali; ò con 1 ' vntione di bottiro, d'olio, di dialtea, di ciafcuno vna libra,d'olio rofato,di lidia ana oncia meza; N & quattro d'olio laurino,- & fé con tali medicamenti fra otto,o dieci giorni non fi vedefse meglioramentoalcuno nel caualio, &perciòragioneuolmentedu- itnonmì- bitare fi potefse, chela giuntura fofse finiftrata ,o ftorta; per non mancare in£jjflr# > cofa alcuna, & ritrouare fé fia poffibile con la fperienxa la cagione del male s J^Jj * per potere poi ficuramente oprare,fi farà nuotare il caualio nell'acqua per cin- que,ò fei giorni buon pezzo per volta; ò non potendofi andare nelì'acquajim- paftorato il caualio dal pie fano, & attaccatolo con vna corda in modo, cht-» non pofsa fermarli in terra, fi farà gir faltando su l'altro piede della fpalla offe- far ritor- £2, in fino à tanto, che fi rifcaldi ; accioche con quelli mouimenti gagliardi, & JJ^Sj ViolentiTofla vadino al fuo luogo,& gli humori la entro concentrati fi muoua- fiS[trat<? no;ouero come vogliono alcuni,fi farà tirar deliramente qualche carro,ò ma- cinare,acciò col fpingere innanti la punta della fpalla,rofla tornino al fuo luo- go . Fatte alcune di quelle cofe, & mefso il caualio in (ralle calde 3 & ftretta- inenteimpaftoratojfe gli vngerà^ogni volta che ritornalidall'affaticarfUtut- Ximtfy la la fpalla con olio mirtino,bianco d'voua,& poluere di nocciuoli, di dattili j %£> k fa incorporati infieme , Q con terebentina roifta con la polue di detti nocciuoli 5 gulfserci- h fé gli metterà fopra terebentina, fangue dì drago a bolo armeno, & farina di JjgJca' orzo mefcolati infieme » Paffati fei giorni, fé gli cauerà fangue d'ambedue le cw/*« Vene del petto, per èuacuare gli humori, che vi fofsero concotfi j & mefcolato^" quel fangue con vna libra di polue di bacche diìauro, & altrettanto di farina di fromento 5 Sconcie fei d'incenfopoluerizato, &duegemelle difale, fé gli ìmpiaftrerà per più dì tutta la fpalla ofFefa ; & finitad'adoprarfi la detta com- Empiri pofitione y né veggendofi rjfanato il caualio, fé gli bagnerà 1 a fpalla al Sole con agnu Vino, & olio tepidi 5 & dipoi fé gli vngerà, fregando leggiermente con olio r*ìm*. cammomillino^ anetino,di cimino, & di zafTarano; o con olio di raggia di pi- no, & di feme di lino; ò con olio di legno fanto, che à farlo fi piglia libra meza di medolla di detto legno limata, & fi sbruffa tanto con maluafia, che fi faccia tenera,e molle; dapoi lafciatola così per cinque giorni,mefcolandola però vna Volta il giorno, fi piglieranno libre tre di olio vecchio d'oliue, & mescolatolo con le dette cofe,fi fa hollire^fl che cali per metà, pofcia fi cola,& fi adopra; ò con olio, che fi fa con radici di cocomero afinino,. di radici d'altea, & d'olio cammomillino,di ciafcuno parti eguali,bolliti infieme,fin che calino i fucctm il quale rifolue gagliardamente ; ò con rvn.do.ne d'olio laurino, dibottiro, di. agrippa>didÌ3ltea,di marziaton,.& d'olio di cofto,mefcolati infieme; ò con la compofitione difolfo, di fale mefcolati infieme, di ciafcuno parti eguali, & di n^ele il doppio,mifti infieme;ò con dialtea,olio laurino,bottiro vecchio>gralTa di crine di catiailo? marxiaton^ vnguento aragonej& grafso d'or[o,incorporatL infieme;
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2ï8 Delle Infirmitadi
rtrfm^ia" infieme;ouero fe gfimpiaftrerà tutta la fpallà có l'empiaftrodi malua,di affen-
tio ana due brancate, cotte in acqua di farina di faue, dì feme di lino, di fieno Greco,e di fiori di cammomilla ana vna brancata,^ dì folfo due dram me cot- ti in detta decottione,- il quale rifoluegagliardamente,quando la materia non è troppo profondalo con l'empiaftro ftefo fopra pezza di lino bagnata in vino nero acerbo,& benfpremuta, che fi fa col boloarpieno. fangue dì drago,fio£ di farina,biancod'voua, &oliorofato, ò cammomillino, nnouandolo ogni giorno, fin che fìa guarita,- ò con quellojche à fare,lì pigliano quattro bianchi d'voua,vna oncia d olio rofato,duedi bolo armeno poìuerizato.& altrettanto di fangue di drago, incorporati infieme; ò con la compofirione di farina di fa- ue,d'aceto, di mele, & di pece liquida; che leua il dolore, & fanale am macca- ture; ò con la miftura di pece liquida, di pece nauale, di farina di faue,& di fe- g^ifarT. me ^ uno? d'aceto, di terebentina, & di dialtea. Non giouando quefti.s'ado-
preranno irefolutiui piùpotenti,e gagliardijcomefonoTolio di gigiio,mifto Klom con euforbj0 pefto; & l'vntione, chea fare, fi piglia grafso di cauallo, di altea 9 olio laurino, di ciafcuno onde fei; grafso di tako, d'orfo, agrippa, marciaton, olio petreolo, olio coftino, grafso d'oca ana oncie quattro, vnguento aragoflj oncie tre,& bottiro libre due; & quella,che fi fa di ftorace liquidaci rereben- tina,di ciafcuno oncie quattro, d'olio di ginepro, d'olio volpino,di feuo di to- ro, di cera, d'opoponaco, di galbano ana oncie due j di midolla di cerno cncie due, d'olio antico oncie fei, & libra vna d'afsongia di vacca ; & altrettanto di oliodi iabina;peftelecofeda peftare, &difsolute legommeinaceto,&incor- B»^,*-porate infieme, fecondo l'arte ,• & l'empiaftro di armoniaco, d'opoponaco, di #"• bdellio,di galbano,di vedrò,di fenape,di piretro, di folfo,di ciafcuno due dra-
me, & di litargirio quanto fono l'altre coie; bolliti infieme, fin che vengano in
forma d'empiaftro; e quello d'ammoniaco,d'opoponaco, di galbano,d'eufor- bio, diciafcunooncia meza, (temperato in aceto fortillimo; aggiuntoti*' P01
tófriwS onodi giglio,pecenauale,&ceraàbaftanza.Non cefsandola doglia,fi proue-
gli humo- i-àil valore di quelli medicamenti, che rtioluendo tirano gli humori, che fono
Zrfi%{H' ne' profondo, alla fuperficie j tra i quali fono la raggia del frino mefcolaca con
la pece,-l'empialiro di radice di cocomero afinino con aceto forte; l'empiaftro
di fterco di capra cotto in aceto forte; & quello, che a farlo fi piglia tre oncie-»
di pece liquidai nitro,acetoforte,di ciafcuno due oncie,& folfo,ftaffifagri3>
nafturcio ana oncia vna,& meza di piretro; & quelfaltrod'olio coftino;ir,no
ana oncie due, d'olio di terebentina,di grafso di cauallojd'armoniaco ana on- cia vna,di galbano,di graifo di caftoreo,di bdellio,d'euforbio ana dranie^"e* di centaurea minore, di piretro ana vna dramma, di fucco d'iua,di maroboio ana oncie fette, di vino potentiffinio, òdi maluafia oncie otto; fi bollo"0 i fuc- chijgliolij,il vino con calamento,fabina, aceto,po!ipodio, & altri tali,fin che fi confumi il vino; pofcia colati fi ritornano al fuoco, & fe gli mette 1 armonia- co, il galbano, il bdellio, & dilToluti vi s'aggiunge l'euforbio. Fatto quefto fi leuano dal fuoco, & vi fi pone dentro l'olio di terebentina, il grafso di cafto- reo, & l'altre cofe, agitandole beneinfieme, fin che fiano incorporate, & P01 Non eefsa s'adopra. Non giouando né queft i, né quelli, rafo il loco, doue è la pailìone, & ÜyiZ fottilmenteincifo in molti luoghi con vn rafoio, & ftropicciato bene con »a}e. dolche minutOjfacendone vfcire il fangue; fe gli applicheranno fopra medicamenti1 Éfmt qU3'*meu^ Pi" volce> rompono, & veiìcano la pelle, acciò per quelle vefiche-* *n- aperte efcano fuori quelle humidità radunate la entro j & fi mitighi la dog ia. Rompono
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De'Caualli. Lib, VX 219
Rompono la pelle l'olio di ginepro, l'olio d'eufcrbio,& quello di folfoj & la-,
compofitionedi calce viua onde due, di fa pon bianco oncie quatcro 3 incor- poraci con aceco forte* ouero fé gli mecterannofopra medicamenti abbrufcia- - hi tìui,ò fuochi morti: i quali fono molto gioueuoli nelle materie fredde, &hu- mmi. midejcome fono le cancarelle cucte intiere incorporate con olio laurino,e d'eu- forbio,di ciafcuno parti egualijle quali in vinciquaccro hore rodono,& vlcera- no la pelle ; & Tvntione d agrippa oncie due, di polued'euforbio oncia vna e meza, di cantarelle dramme due, incorporati infieme a fuoco lento; eia com- poficione di cantarelle, d'orpimenco parti eguali, di folimato, d'olio laurino, mifchiaci infieme in forma d'vnguento; & il roctoriodi fapon nero, di canta- relle pefte,di folimato, d orpimento oncia vna per cofa. Leuaci i fuochi morci, facta che haueranno la loro operacione,$Vngerà il loco, per leuar via f efcara,e mitigare il dolore con bottiro,& altre cofegrafle,& vntuofe;& fi terrà il caval- lo per quindici giorni in ripofo,fenza muouerlo mai,in luogo caldo, & uretra* mente impaftorato j avertendo, che egli non fi gratti, ò freghi la parteabbru- tomtme fciaca,percioche rimarrebbe diforme, rimanendoquel luogo fenza peli. Paf- fati i quindici giornimè veggendofi rifanaco il cauallo, fi metterà fotto la pun- ta della fpalia J'ortighetta, ö la belletta, ò la ruota (come dicono alcuni) & nel petto i lacci,òfetoni-&fotto il piede della fpalla addolorata vn ferro à punte,* Ferrod ì lacci fi agiteranno mattina, & fera per quindici giorni, acciochegli humori ^2 contratti difsoluendofi per quel moto, vengano alle parti efteriori,&efcano per le piaghe, L'ortighetta fi fa di corame bianco, fonile, fenza grafso, & ja 0r(. ^ ruota di crine di cauallo, tefsute in giro, &s'adoprano inquefto modo. Fatco *». vn caglio Tocco Ja giuntura della fpalla per lo crauerfo,& fcarnaca leggiermen- RHOta' te col ferro la pelle dalla carne, fi meccono dencro la felfura incinte in olio lau- rinOjdialtea,bottiro,6< olio rofatojmefcolaci infieme,Iegate in modo,che non pofsano cadere, né fi moueranno, fin chela piaga non comincia a far la mar- ciajalrhora poi cauacole fuori, & (premuta la marcia, & nettaca ben la piaga, vi fi corneranno dentro intorniate con (loppa, & vnte con cerebencina ; e così fi fa ogni giornoscauandole matcino,& fera,& fpremendola marcia,& vngen- do continuamente cucca la pelle della fpalla con detta vntione di bottina d'o- lio lauri no,d'olio rofato,& di dialcea,fin che la piaga non meni più marcia ;& il cauallo non zoppichi più,facendo, pattati i noue giorni» palleggiare ogni dì il cauallo vna buona hora, acciò pofi fui pie infermo, e per quel moto vengano pigiar gli humori in pelle,& a rifoluerfi. Leuati dopò i quindici giorni i lacci,ò feto- ü camllo« *ii,fi, metterà foprala piaga lo ftrettoio con la cimatura,che fi fa di galbano li- stretteu. bra vna, di terebentina oncie fei, di pegola Spagna oncie otto, di pece nauale Oncie tremai cera nuoua oncie due, ne fi mouerà fin che non fieno faldate. Non menandola piaga della fpalla più marcia, fifalderà,adoprandoilrnedefimo ftrettoio con la cimatura; & faldata,s'vngerà la fpalla con la folita vnuone,fm che ilcauallo fia totalmente rifanato; & lì leuerà il ferro à punce.ò il cofpo, co- *«e dicono i volgari, dal piede •& ridotto àfanità, a poco a poco ti menerà aiie etiche ragioneuoli.Non giouando i medicamenti rifolutiuimè gli abbrufcia- Dart ìt tiu», ò fuochi morti, fé gii darà tre puncedi fuoco con ferri dirmi quattro dica ƒ««*• fotto la puma della fpalla, affine di rifoluere , & confutare la maceria filsa, & ^ncbìufa nella giuntura, & tirarla fuori 3 & di confortare queila parte ► Si ter- tanno aperti i pertugi fatti dal fuoco, fin che gli humori efeano fuori, & non *°ppichi il caualloj c ^faldati i pertugili cauallo ancora fi 4oidse>farà ai me- ilieri
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216 Delle Infirmitadi
fììerì dargli'di nuouo nello iftefso luogo tre altre punte di fuoco j e così andat
facendo, finchediuenti fanoj mànonfirifanandoconqueitojlafuacuraèdi- fperata, & vana-*. Delia doglia d'ambedue le [palle* Qap* VI I.
Definiti*»- 'tfSÊt A ^°°na d'ambedue le fpalle è dolore *& quafi rimprenfione dei
ne. m pM mufcoli, & ligamento di quelle parti, per foucrchia fatica ; & è ca- |
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Cmfe. ^tJw^l gionata dal portar pcfigrauiilìmi , & dal correr troppo il cauallo»'
& dall'efsere fconciamente cacciato ne i viaggi. Si conofce dal Segm ' portare il giumento infermo ambedue le fpalle dogliofe, come legate j & dal £«**. piegare il collo in terra, nel dolerfi, & zoppicare de ihteéi dinanzi. Si cura ba- gnandogli fouente le .-fpalle con acqua calda, è con olio, & vino caldi, & altri tali j & dipoi dopò hauei lo fatto prima caminarcò correi -cimpiaftrandogH» fpalla, & il collocon la compofitione, che fi fa di farina di faue, di pclue d io- ~>sj cenfo.d'voua, & d'aceto mefcolati infiemc; ouero per tirar gli humori allafu- perficie, cauatogli prima fangue dal medefimolato 3 applicandogli foprak-' fpalle, & il collo la miftura calda, che a farla fi pigliano venti fcalogne crude» cinquanta lumache picciole con li gufci ben pelli, olio, bolo armeno, & voU& a baftanza; eü mescolano infieme tanto, che diuentino in formadiempiaftroj , & fé con quelli non fi fanarà, fi curerà, come di foprafi è detto s & nell'vlcifflO fé gli darà il fuoco con ferri diritti. Della doglia del gallone. Cap, VUL
Defimtio- 'SliflPSlI ^ doglia del gallone è dolore dei mufcoli, & de i ligamenti di
ve. m EjftSB quella giuntura peroffeja itrana Ella viene da percome, dacadu- &*'• 'jAffljlm te, & da altri diuerfi accidenti, che quelle parti ammaccano^iini-
'fl,HSìffr Arano, ^offendono; ouero quando per qualche moto inordina-
Segnl to,& gagiiardoJa giuntura fi to r ce, ò fid lite n de. Si conofce que* fìa doglia dal mouimentodel caualloj perciocheegìi per lo dolore, che fente
nel mouerfi, zoppica col piede, che giace fotto il gallone offefo,- calcando co&
l'vnghia egualmente ikerreno ; & zoppica maggiormente quando e amina ; °
Cura, fi volse à man deltra,ò a man fìniftra;&la fua cura è tale. ElTendo la gHinlU da percofsa, oda caduta oftefa , & ammaccata, & il mal nuouo ; feg" ,,
Cauarfan fangue il primo giorno dalla vena commune del collo, & il ni feguentc^»am" £ue' bedui li fianchi, & fé il male farà antico, fé gli caucrà folamente fang"c dal lo* co più propinquo alla doglia, &dairifte{fo lato j & mefcolandocol iangue^
x poluefottili(Iìmedifolfo,dinitro,dibacchedilauro,di ciafeuna parti eguali»
Ew^s'empiaftrerà per tredì il gallone dogliofo^fresandolo diligentemente contr
fi"- iKpelo ; pofeia le gli faranno, fin che fi fani, dui bagnoli il dì con decottione^
$*spì. calda di verbenaca, tenendo il cauallo in Italie calde, & ben coperto ; & darl"
dogli poco cibo, &afciutto; ò veramente dopò il fangue, s'applicheranno io-
Empla- pra il gallone dogìiofo per più giorni empia(tri,i quali habbino forza>& valjJ **"' d alleggerirladogìia,& dirrfoluere,&di fanar i'amrnaccaturejcome èWr*^ che a comporre lì piglia diradici di alteaoncie otto, di radici d'enula » .
vna, di radici di figlilo di ialamone, oncie quattro, d'afsenzo, dim^ a*Luq
ciafeuno vna brancata, minacciate, & cotte in pura acqua 3&cribrat5
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De Caualli. Lib. VL % 21
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rofato, di mirto, di cammomilla ana oncie due, di faba oncie tre, di farina di
faue, di melliloto, & di tritello quanto bafti à fare empi aft ro né troppo duro, ne troppo molle ; & quell'altro, chea fared pigliano radici di confolida mag- giore ,& minore ana libra vna,di fiori di caromomilla, di mellilotoana oncie quattro, di zaffarano vna dramma, di farina di faue oncie otto, di bottiro on- de dieci, di fucco d'atèenzo, di polue di cimino ana onciejltie j & cotte in ac- qua, & pefte le radici, & i fiori, &c cribrati; & aggiuntoui l'altre cofe, fallì em- piaitro. Finiti gli empiaftrb fi bagnerà ìoueote li loco con vino nero auifero, Bagni, & caldo, dentro il quale fieno bolliti fiori di cammomilla, di melliloto, rofe, mirto, di ciafcuno vna brancata, & due di fiori di melagrani. Si potrà ancora, oltra le cofe dette,adoprare per quattro,ò cinquè giorni 1' vntione,ouero lino: Lwo- ' fa,come dicono,di mele libre due, di terebentina oncie cinque,di farina di fa- ue oncie due, di feme di lino oncie quattro, di ci mino, di fieno Greco, di ciaf- cuno oncie tre, incorporate à fuoco Sento con decottione di melliloto, di rofe, di mhtOjdi cammomilla,- & aggiuntoui dipoi oncie tre di graffo di caoaìlo, & due di altea s e pofcia farli bagni caldi, fin cheli fani, con decottione di camr momilìa,dirofe,di mirto,Se di melliloto. Non giouando alcuni di queftimne- Nongiou* dij,s'vngerà più volte il gallone infermo contra il pelo con fvntione calda, %^f"\ che à fare fi pigliano dialtea, olio laurino, volpino, grafso dì tafso ana oncie che far fi due^raifod'orfo oncietre,marziaton, agrippa,vnguento aragone, olio di gi- . glio bianco,o!io di cammomilla ana oncia vna, & fi mefcolano, & incorpora- no infiemeà fuoco lento, e nel fine, non cefsando la doglia, fi metterà Torti- ghetta fottola giuntura per vnfommetTo, e fi curerà, come babbiamo detto curarfi la doglia della fpalla, & la feiatica . Ma fé la giuntura del gallone per qualche accidente farà iìniftrata, òtorta, òslogata, ficurerà, comeduailì, parlando della dislocatione dell'ofso della cofeia, & delia (torta delle giun- tura , Della doglia, della graffetta , Cap. IX.
h doglia della graffella è dolore della parte rileuata, & grofsa
della cofcia,ò dell'anca offefa3formata dalia molta carne dVn mufcolo gràde,& da vn picciolo ofiìcello limile ad vn raggio, cheftadogIifotto,lainalza,& foftienejla quale grettezza i vol- gari chiamanografsella. Viene queftograue male pereflere ò Cmfe* per calci, ò per battiture, & percofle am maccata, & lacerata quella parte molto neruofa,&tendinofa,& fenfitiuadiquel mufcolo. Si cono- Se . fee dal vedere andare il cauallo zoppo dal pie del lato offefo,fenza che appari- sca mal veruno nella graflellaj&dal vedere oltra ciògófia.&fcorticata quella patterò rotta,fpezzata;&tagliata,òdairvnghie,ò da i ferri, oda i ramponi de' piedi didietro del cauallo.Si cura,eiTendo il male nel fuo principio,cauandcgii £jj£ fan fangued'ambidue i fianchi per euacuare,& diuertire gli.humori; & mettendo jw<?-' fopra l'enfiagione(eiTendo però nouella,& con la pelle intiera,ò fola méte (cor- cata,acciò nò vi concorra nuoua materia)il ftrettoio di bianco d'voua,di bolo smmw, armeno,disague di drago,& farina fottìi iffima di grano>agitati,& incorporati ìnfieme;& facendogli dipoi per leuare il dolore,& rifoluere i'enrìagionefpe(Tì bagni caldi con aceto bollito col folfo; ò con vino bianco bollito con le foglie Bagni. del cipreilo, del fatsbuco, & del tamarifo, òicon acqua, dentro la quale fiano bollite
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iiz Delle Infirmitadi
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bollite le foglie fecche di mirto, allume di rocha, e fale, di ciafcuno vna bran-
Empi*,- caw; ò legandoli! fopra con fafcie l'empiaftro di pece liquida, di mele, di fari- fn' na di faue^ò d'orobi,ò di radici di giglio celefte,volendo feccar più gagliarda-
mente^ alquanto di aceto,mifti,& incorporati infieme;ò quel!o,che à fare fi pigliano foglie di colamento, d'affenzo, di viole, di farina dJorzo,& d'olio ro- fato quanto bafta à fare empiaftro; ò l'empiaftro d'affenzo, di parietaria > di brancorfina,d'altea,dimele,d'oliodiiino,& di farina di faue;ò quello d'altea» mettendogli tanto caldi, quanto foffiir fi può, e cangiandogli due, ò tre volte Itnofa. jigjorn0i ouero ftendendoui fopra la linofadi far ina di fieno Greco, di cimi-
noci lino, di faue, di ciafcuna meza libra; di mele, di tcrebenrina,di raggia di pino ana libra vna j di pece nauale, di graffo di cauallo, di dialtea, di polue di mirto, di rofe fecche ana oncie quattro, bene agitati, & incorporati infieme ; Vmkni. ò vngendo tutta l'enfiagione con afsongia vecchia di porco, & diakea , che
mollificano,& rifoluono; òcon l'vnguentodilitargiriod'oro, ò d'argento oncia vna, dicerufa oncie cinque, di tutia vndici dramme, & d'olio di giglio quanto bafta à fare vnguento né troppo molle, né troppo duro s ò con l'vntio* ne di foglie di malua, di viole, di ciafcuno otto brancate, cotte in acqua* # pelle,- d'olio rofato,di terebentina liquefatta ana oncie tre, d'olio violato on- cia due, mifti infieme al fuoco 5 ò con quella di terebentina, d'aceto ana oncie tre, di maftice, d'incenfo, poluerizati ana oncie due, ò con la compofitione di olio volpino, di grafso di taiso, d'olio di fpica ana oncie due, d'olio rofato, di grafso di cauallo ana oncie quattro,incorporati infiemejò con la miftura ('noil efsendo però rotta la pelle)che fi fa d'olio laurino,d'orpimento pcluerizato,di
poluedieufcrbio,di cantarelle,di terebentina,di ciafcuno oncie due,& di fa- rina vna brancata, mirti, & incorporati infieme; adoprandoli caldi, & vngen- done due volte il dì l'enfiagione, fin che fia dileguata. Ma fé l'enfiagione non Rimedi fi rifoluefse, ma che venifse à capo, & facefse la marcia, fc gli darà con la lan- gLVcfetl ietta, ò col rafoio vn taglio nella più bafsa parte di quella, & dipoi fattagli la ta à mar- fuaftoppatacol bianco d'vouo, & fale, s'attenderà a mondificarla, & a conio- ^Rinedi, Hdarla,come habbiamo detto farli ne i tumori del dofso.Se la gradella poi farà alia Sraf- rotta,& tagliata, fé gli metterà fopra l'empiaftro di foglie di malua, di viole,di feiumta. cmfcunovna brancata, di radici di altea libra meza cotte in acqua, pefte, & incorporate con olio,& buttiro ana oncie tre, & farina di fromento, & d'orzo quanto baiti à dargli corpo ; e la ferita fi medicherà due volte il dì con l'vn- guento di terebentina,di raggia, & di torli d'voua; lauandola prima con vino» ò aceto tepidoi & incominciando à fare la marcia, fi mondificherà,econiou- derà col mele rofato folo, ò mefchiato con polue di maftice ; ò s'vngerà la rot- tura per tre, ò quattro giorni d'ogn'intorno con olio rofato, ò mirtino ; o coO l'vntione di bolo armeno,d'olio,& di acero;& nel refto fi curerà,comedifopra5 ouero s'vngerà didentro, & di fuori per tre, ò quattro giorni con olio dipe* ricon j pofcia fi medicherà col mele ; & fé per la grandezza de male, & del do- Rimedii lore il cauallo fpafimaffe, tutta la gradella, & le parti circonuicine con olio di *fr M- Cofto,ò d'euforbio, ò di terebentina ftillata, ò d'olio di lombrici s'vngeranno* ceffato il fpafimo,fi curerà,come sa detto* |
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De Caualli. Lib. VI. 223
'Della dislocatione in vnìtterfale. £dp* X»
aerf Auendo noia ragionare della dislocatione, ò fmouimento delle
ffl l articolationi,ò congiunture dell'ofsa dei caualli, farà bene veder S| l prima così in commune, che cofafìa dislocatione, di quante forti «wgj8 feneritroui, &qualifianolefue differenze, & dipoi trattaredal- ctnedüoroda per fé, che per lo piùàqueftianimalifoglionoauenire. Adun- DgM» nue la dislocatione è l'vfcita dell'ofso della giuntura del loco fuo proprio, & naturale : per cagionedella quale vengono impediti i mouimenti volontari, ^ Ae\ membro mofso,& è di due forti,- vna quando 1 ofso efce tutto fuori del fuo timC^ a fuoco naturale, detta da Latini lufsatione,& da i Greci exarthrcma § l'altr^ *** ,„nj. ynfcn non in tutto, ma in parte e mofso dal fuo fico naturale : la quale
Sfamano i Latini fublufsatione. Le cagioni deìl'ofsodislocato, & fmofso dal c«fi. f,?n 1.10CO fono in quefti animali quelle, che vengono cftenormcntc ; corno W-ifcate °\i vrtì, i violentidiftendimenti,ò torcimenti,onuolgimentid'al- cun membro, & tutte quelle cofe, che violentemente muouono l'ofsa da fuo Idóto naturale^ rompono le legature,che le mantengono inùemco le rallen- tano : non moftrando fin qui la fperienza, che ne i caualli fi fmouano 1 ofsa per cacone d'humori flemmatici, mucofi, & lubrici, cheammollifcono,&inte- nenfeono le corde, & fanno lubriche l'ofsa. I fegm communi della dislocarlo- Segni. ne fono, cheli vede nella congiuntura, dalla quale e vfcito, & cafeato 1 ofso, vna fofsa, ò vn cauo infolito, & nella parte à quella oppofta fi vede, o fi fence Calcando forte con la mano ne iluochicarnofi, vna gonfiezza, & vn nlieuo non naturale,ca2Ìonato dall'ofso calato in quella parte$& che la congiuntura fmofsa paragonata con falera congiuntura fimiie a lei, & fua compagna, è di f & di Sto differente da quella, & che il cauallo fente dolore, & paflìone orSffima nella parte fmofsa, onde zoppica; & che il membro slocato diffi-
?ilmente,& malamente fi muoue naturalmente à tutte le parti ; onero e total- niente pnuodognimouimento;fegnocerti(Iimo,chela congiuntura verame- te è dislocata^ che l'ofso è total méte vfcito fuori del fuoluoco naturagli che rade volte fi vede in quelli animali,non potendofi afsolutamente dire,che vna roncaturafiadislocataj perche ella non fi muoua naturalmenteàtutte le card potendo ciò cagionarfi& dalfpafitoo, & da dolori atrociffìmi, & altre m(Tioni,chel'offendino,&tormentino.! giudicij,& i pronoftici,checommu- ^ nemente fi fanno in quefti mali fono, che la dislocatane cagionata dalla rot- tura del liCTamento è incurabile, e le dislocationi antiche,& inuecchiate,o con rottura di^arne con grandiflìma difficult!,© non mai fi fanano. La fua cura è ; cura. comefi vedrannol'ofsa efserfmofse,. ritornarle fenza indugio nelfuo proprio loco e naturale,- percioche tardandoti, il luogo s'apoftema ,& la cura fi rende difficile, che l'ofsa fiano ritornate al fuo luogo, fi conofee manifeftamente Se„ni dd_ da vn certo ftrepito,che fi fente far l'ofso nell'incafsarfi nel fuo cauo; & dal ve- /'^mor- dere & fentirela giuntura poco prima dislocata efsere di forma, & di bellez- Zlo!fm za al tutto fimiie alla giuntura fua compagna ; e che il membro fi può mouere ad oeni parte. Per ridurre l'ofso dislogato al fuo luogo, fi deue diitendere, e Moio di Hrsre deliramente il membro fmofso, fenza torcerlo punto in diuerfe parti, ni» ri. fin che tra l'ofso fia vno fpatio libero; & dipoi fpingere 1 ofso vicito da quel- JlltJC(m la natte, doue è cafeato, nel lato contrario, & ridurlo nel fuo luogo natura- 3 partc' P le; il che |
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2*4 Delle Infirmitadi
le; il che far fi deue con ogni diligenza, & modo, chela giuntura non fentaof*
Auerti- fefa alcuna;auertendo,che tutteìe membra fmolTe non fi tirano, e diftendano memo. acj Vno ifteflb modo j ma chi ad vn modo,& chi ad vn'altro, fecondo la natura della parte dislogata,& la gagliardia, & fortezza de i nerui, & de i tendini ; 8t fecondo, che l'offa fonoquà,ò là cafcate ; percioche hora le mani fole fono ba- fteuoli à ridurle al luogo fuo,& racconciarle ; & hora è di bifogno adoprarui e corde,& legami; & hora ruote, plauftrijpali, & altri (frani ordegni. Ridotto Rimedij l'otto alfuoluoco naturale,èdimeftieri(acciòdi nuouononcada)fermarlo, & dottfaito fortificarlo con tutti i modi poflìbili ; per il che fé gli faranno primieramente loco. bagnidicofe,cheri(tringano, comedi decottionedi mirto,di galla,&di lau- ro;© di decottione d'accadaci balaufti,di galla,& alquanto di cofto;ò di vino nero picciolo, & acerbo, & altri tali ; accioche il loco non s'apoftemi. Pofcia rafeiutta la giuntura,fi legheranno fopra co fafeie fottilL &longhhTime, ftret- toi,ouero empiaftri ftefilòpra vna pezza di lino.ò ftoppa,ò Janafuccidaji qua- li riabbiano virtù,& valore di conftrjngere,&confolidare le parti dislocare; & tali fono quellnche ti fanno d'olio rofato,d'incenfo in polue,di terebentina, & bianco d'voua,& quello di fangue frefcodeirifteflbcauallo infermo, di farina di faue5& bianco d'voua; & la compofitione di fangue di dragoni bolo arme-
no,ftemperata con bianco d'voua,faceto ; & l'ero piaftro di farina di faue, di maftice, di terra figillata, d'incenfo, di mirto,di draganti,di fangue di drago, di gomma arabica, incorporati con bianco dÏ voua>& alquantod'aceto ; k la miftura-di farina di faue, òd'orobi libra vna, di draganti,di maftice,di gom- ma arabica, di polue di mirto, di ciafeuno onde due, di bolo armeno onde quattro,di terra figillata.di fangue di drago, d'aloe ana oncie vna, di tereben- tina oncie tre,mefcolate bene con bianco d' voua>& fatti in forma liquida ; & altri tali. Raffettatebenle fafeie, & acconcie in modo, che tenendo la ginn cu- ra ferma, odiabile, non la ftringano troppo ; fi legheranno fopra. le fafeie f fé però fia bifogno) alquante ftecchette,òrighe,ò tauolettelonghei& anguite, uxondo il bifogno, per tener più ferma, &diritta la giuntura. Così accom- modate le cofe,filegherà il cauallo in modo, che non poffa mouere, né afrati- ÏTSm care^a giuntura acconcia, né appoggiaruifi fopra : & temendo, che il luogo òdi doim, non fi apoftemi,ò vi foprauenga dolore, fé gli cauerà fangue dal lato contrario Sek?r ^ a^ 'oco maIat0>& pacato il vigefimo giorno, fi feioglieranno le fafeie, & fi j?" feieranno cader da fé i medicamenti". Caduti i ftrettoi, ò gli empiaftri, f» f0, menterà ben la giuntura con acqua temperatamente calda, affine di miriGa^e il dolore, & rifoluere gli humori, che vi fofsero concorfi ; & dipoi rafc»uti:a 'a giuntura,fe gli ritorneranno fopra i medefimi medicamenti,& fi curera,come di fopra, ftringendo alquanto più le fafeie; & firinouerannotre j o quattro voire^tantochela giuntura fia fermata bene;& non giouandoqueftinmedij» Cura del- s'adoprerannoi ferri infocati. Sela dislocatione farà antica, & invecchiata,» uoti'ant curerà come di fopra;fomentandofi però la giuntura prima, che fi riduca Y°l' cu. fo al fuo luoco con acqua calda, ò con decottione tepida di roalua, d'altea *<» fieno Greco, & altri ; & dipoi vngendola con dialtea, ouero applicandola Uh pra empiaftri di radici d'altea ben cotte in acqua, & incorporate con a^son,^a |
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Rmedii di porco;ò di diachilon magno, òd'altrich'habbiano valore dilenire, mow^
diainfià- care,& rifo!uere,&di far più ageuole le giunture dislocate al diftenderfi- ^ E3^la giuntura f. nofsa,auami fi racconci, farainfiammata,& apporterà dolo ^ ^ t»r*. 'mitigherà priuberamente nnfiaiiimatione>& fileuarà la doglia ; P°f'r^ |
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^ De Caualli. Lib. VI. 22$
durra Ì'ofso al fuo luoco. Leuano il dolore, &rinfiammationeibagnuoli d'ac-
qua caldai ò d'oliò, & acque temperatamente caldi mefcolati con alquanto d'aceto. Mitigato il dolore,&eftmtarinfiammatione,fi cercherà,effendo la cura verfo il fine, di fortificare la giuntura pallonata ; il che fi farà con bagni di decottione di rofe,d'afsenzo,& di vifco quercino ; e dipoi efsendo afciutta h giuntura col cerotto di fparadrapo,ò di oxicroceo;facendo fra tanto pafseg- giareil cauallo, acciò il membro racconcio-incominci a fare deliramentei fuoi mouimenti naturali. Se la dislocatione farà con rottura di carne, ò con ferita (ancorchéfia,comehabbiamodetto,quafiincurabile ) nondimeno, edilità- auantiches'infiammino le parti, Ci potrà tentar di ridurre l'ofsa al fuo luoco tione con natiuo, tirandole lentamente, & deliramente ; & dipoi vietare, che non s'in- SJJeJ*?' fiammilagiuntura; & fé perauenturafoprauerràrinfiammatione, Sdacon- uulfione, farà meglio lafciare il cauallo col pronoftico della morte s che dislo- carlo di nuouo , & curarlo. DelU dislocatione delUfpdU* Qap, XI.
A dislocatione della fpalla, è fmouimento della tefta dell'ofso ' £ ..
della fpalla dal loco fuo proprio , & naturale o in tutto, o in par- ne. te : la qual tefta dell'ofso, fé totalmente farà fmofsa fuori del fuo luoco, calerà, & vfcirà folamenre verfo la parte di dietro ; & fé in parte , & in qualche guifa farà mofsa dal fuo fito, vfcirà, ò fi tor- cerà verfo la parte di dietro, & verfo la parte di dentro, che rifguarda Ie cofte, come ì'ofso della fpalla efce totalmente dal fuo luoco, cofa che malageuol- mente amene,& di rado;per efser egli legato tenacemente, & fortemente con la parte di fuori della fua tefta afpera, & difeguale, & co ilari all'ofso della., paletta col mezo d'infiniti; & gagliardiffimi legamenti ; procede da accidenti citeriori violenticimi,& gagliardiffimi j come da cadute ,da incontrila per- Caufi' cofse 3 & altre tali fi conofce, oltra i fegni communi da tirar'il cauallo la gam- ba,& non potere andare, ma metter l'vgna in terra. La fua cura è, che legato Segm' il cauallo de'piedi, figetti fubitoàterra, di manierache la fpalla offefa venga c«r*. àftar di fopra ; & fi leghi con vna corda fortiffima il piede del lato offefo ad rimettere vn carrodidue ruote, ouero ad vna ruota ;& dipoi fi tiri col mezo loroga- Maaifm gliardamente la gamba, & fi ftenda fenza torcerla verfo la p3ite dinanzi, fin ° che fi conofca Ì'ofso efser' ritornato al luogo fuo. Fatto quefto, fi leucrà il ca- uallo di terra 3 & fi legherà in modo, che ftando fofpefc, non pofsa mouer, nò affaticarla gamba,nè metterli piede in terra;pofcia fi fomenterà bene lafpaL la con decottione calda di mirto,di bacche di lauro5òdi galla,& rafciutta be- tiSf***" ne con panni bianchi di lino, fé gli metterà fopra l'empiaftro di pece dramme _ . „ . Vinti, d opoponaco, di raggiaci terebentina, di vifchio quercino, di cera, di ciafcuno vna libra,d'ammoniaco ; ditimiama,di colofonia,di bcleiìio,di mir- rha ana onde due,mefcolati, & {temperati infieme; & fi legherà Inettamente confafciedilino, nèfimouerà,finchedafenon cada; & caduto, fi rinouerà due, ò tre volte, & tanto, che il cauallo fi rifani ; ouero fé gli metterà fopra la fpalla l'empiaftro d'oliojd'incenfoinpolue, di terebentina, & di tre voua mef- colati infieme per riftringer, & confolidarTofsa ; ò quello, che fi fa di farina difaue, òd'orobi libra vna, di draganti,di maftice, di gomma arabica , di polue di iiìirto, di ciafcuno onde due 3 di bolo armeno onde quattro, di ter- P 2 ra figil-
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zio Delle Infirmicadi
ra figillata, di fangue di drago, d'aloe ana oncia vna^di tcrebintina oncie tre,
fconquaffate,& mefcolatecon bianco d'voua 3 fieli fopra ftoppa di lino>&te' gaticonlonghifnmefafcie; &fimucerannoogninoue giorni, fin che la fpa*" ìatìaben fer mata, & fortificata j & il cauailo vadi bene. Quando poi la tetta f'Yvtto dell'offa della fpalla farà vfcicain parte fuori del Tuo loco, verfodi dietro j fi fiuriiw-fi vedrà lafpallaballetta alquanto., & il cauailo nelcaminare tirarfiTygnain* didietra, dietro, non potendola aliare ^ouero portar l'odo della giuntura alzato insù» Cura, Si cura alzando, &fpingendofubito folTo della fpalla al fuo fico, e luoco na- turale^ mettendoui (opra con vna pezza cerotti,e compofitioni,lequali hab* bino:vireù di riftrìngere, & con fonare l'offa rilaffate, & fmoife, & ligandole Smnol. con fafcie longhiffìme di lino ; come fono il Itrettoio di fangue di drago , dj maftice, di draganti, di gomma arabica fatti in polue, & miftocon bianconi voua ] & quello che fi fa di bolo armeno, di draganti, di gomma arabica, d a- loe, di mumia, di maftice, di fangue di drago, poluerizati, & mirti pur con bianco d'voua j & il rtrettoio, che à farcii pigliano trenta bulbi grolli, &a. trettante lumache viue; & libra vna d'anagalico, & vna brancata di piantagi' ne verde,& peftidiligenciflimamente,fi dibattono con tre voua; quale mitig3 il dolore>& ristringe le cofe dislocate, & vale alle giunture (concie, dislocate» Ò!n qualche modo offe fé s Sd'empiaftrodi polue d'offa di dattili, mirti eoa terebentina3e pece liquida ; e la compofitione di polue d'ince.nfo,di maftice > di fangue di drago vna oncia per cofa, mefcolato con mele liquefatto, e libra vna di cimino ^inoliandola ogni terzo giorno ', &firà tanto fi terrà il cauailo inftallecalde,& legato in guifa^che non pofsa affaticare il piede.Pafsati tren- ta ,ò quaranta giorni, fi lauerà la fpalla con vino caldo bollito con rofmarino, nettandola bene j & d'indi s'incomincierà ad affaticare con difcretione ii ca- Segni dei* uallo, Et fé l'ofsa della fpalla aprendofi nel fdrucciolare il cauailo nelle gambe / • 7dì dinanzi, ° per qualche altrofiniftro fi moueranno in qualche modo verfodi deliro". l dentro dal fuo fito, ò fé gli stangheranno folamenteifuoiligamenti, ne cara fegnoil zoppicare, & il tirarfi il cauailo nell'andar dietro la gamba dinanzi, & Cura, traboccare nelle èìkck. Lafuacuraè, tenendo il cauailo impaftorato ben ftretto in ftaìia calda, vngergli ogni giorno la fpalla con grafso d'orfo al fole? fregandola leggiermente contra il pelo, ò impiantarla con pece liquida : 13 quale mitiga il dolore ; ò con l'empiaftro di polue d'alpe, di mirrha, di bolo ar- meno,d'incenfo,d'accacia,di noci,di ciprcfso,di dragante,di laudano, di eia - cuna parti eguali, mirti con bianco d'voua,& alquanto di farina, tanto » c1^ venga in forma d'empiaftro : il quale ha valore di feccare, & faldare J*P*sa l'li" Jocatejftorte, &ancor rottelo con Tempiaftro di pece liquida onciequatno> di bolo armeno, di fangue di drago, di farinad'orzopartieguali? mcicolati con terebentina j ò il cerotto di bolo armeno oncie cinque, di litargino oncie tredicerufa due dramme, di centaurea abbi ufeiatameza onciali fangueul drago oncia vna, di diachiion bianco dramme due, incorporati con olio roia- to, & vn poco di terebentina : i quali fono gioueuolialle giunture ftorte, a*!e dislocationi3 & alli neruislongati, confortandogli. |
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De Caualli. Lib. VI. 227
Della dislocations dell'ojj"o della cofcia. Cap» Xlh
A dislocatione dell'ofso della cofcia, ò del gallone è fmcuimento Definite
della tefta dell'ofso del gallone dal loco fuo proprio3& naturale ò w' in tutto, o in parte. Se totalmente la tefta dell'ofso è fmofsa fuori del cauo della cariota, cofa che di rado auiene, cfce folaméte ver- fo il vetre,- fé in parte^ò in qualche modo è mofsa dalfuo fito,efce, & torcefi ò verfo il ventre,ò verfo di dietro; òall'ingiù;quando efce totalmen- te dal luogo fuo, viene da grauidìmi accidenti ; come all'hora, che correndo i cmfe. càualli,ò frettolofamente caminando^ò falendo, granati dal pefo, fdrucciola- no,& vanno àcadere,à guifa di rane«che nuotano con le gambe ftefe, & aper- te; & lafua cura è vana. Quando poi non in tutto ; ma in buona parte è mcfso segni. dal fuo proprio fico, per la detta cagione fi conofee, che il mifero animale fi duole,& zoppica dal piedi dietro del gallone offefo; & nel mouerfi,fi ftraffina dietro l'vgna; & ha la punta dei gallone alquàto più bafsetta dell'altra. Quefta dislocatione malarnente,& difficilmente fi cura; & per lo più tai caualli refta- no inutili,& zoppi,& l'anca fi conduce à magrezza,& diuenta fëeca j & la fua cura(volendofi pur tentare )farà tale. Gettato il cauallo a terra injnodo, che cura. la parte fmofsa retti di fopraje legatolo de'piedi?s'alzerà>& mouerà,efpingerà Mododi gagliardamente con l'aiuto di molti la gamba tanto à tutte le parti, cheìofso rimetter e torni al fuo luoco;ouero,comes'èdetto,parlando della dislocatione della fpal- f*Q d fm Ia,legatoi piedi a qualche inftromento,fi tirerà dirittamente, & con le mani fi ' fpingerà gagiiardamentel'ofsoalluoco fuo; ridotto l'ofso nel fuo cauo > nie- llato il cauallo in piedi; fi curerà come fi curano le fpalle fmofse. Màquandoò per caduta,ò per percofsa,ò per finiftro,ò per altra cagione efteriore l'ofso del- f$j df'a la cofcia è pocofmofso dalfuo luoco, ne danno particolar fegno i caualli nel A/of ' zoppicar del pie di quel lato,& maffimamente nel voltarli; & fi cura in quefta Cwa guifa. Si metteil cauallo al fole, & con vino, & olio caldi fi frega tanto la con- giuntura della cofcia fmofsa,che venga a fudare. Pofcia pigliato il cauallo per la capezza,ò per le redine della briglia ; fi fa, battendolo, & fgridandolo sfor- , zatainente cerrere;& mentre corre,fi fa alle volte con impeto ritenere da vno, che di dietro l'habbia legato con vna corda ; & fé nel correre, ò nel fermarli il caualloja cofcia farà ftrepito alcuno, fi conofeerà l'ofso efser ritornato al iuo- segni dd- oofuo; &all'hora tenuto prima alquanto fermo il cauallo, sì farà pafseggiare ?$****? piaceuolmente;& fé poco fi vedrà zoppicare,& fpianare il piede in terra(fegni %To *■ che fono bene racconcie l'ofsaJfi metterà nella ftalla àripofare;& per tre gior- ni fé gli faranno molti bagni, ò fomentationicódecottione calda di verbena ; Rimedi}. indi s'infafeieranno fopra tutta la giuntura empiaftri conftrettiui, ftefìfopra ftoppa di linojrinouandoglifinche il cauallofia ben rifanato, & fatto gagliar- do;come fono fempiaftro d'incenfo,di maftice, di fangue di drago poìueriza- ti,d'olio commune, di ciafeuno parti eguali, di terebentina, & d'voua quanto bafti ; & quello che fi fa di trenta cipolle canine, di trenta lumache viue con i gufcijd'anagaligo libra vna,& di piantagine verde vna brancata ben pefte,& incorporate con tre voua, & altri deferitti da noi nella dislocatione dellafpal- la. Et fé in quel primo giorno nel correre del cauallo la congiuntura della co- fcia fi potefse racconciare,!! farà tanto correrebbe ritorni al fuo luogo; & tan- to bafti di dire di quefto male. P 3 Delle
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18 Delle Infirmitadi
Delle dtslocationì delle gambe. Cap, XI Ih
Definito* W^Ê^Ê A dislocatane delle gambe del cauallo è fmouimento dell'offa di
quellepartidalloco fuoproprio,è naturale,òin tutto,ò in parte;
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C4*fe' O [Brìi Quefto auenir fuole ò per qualche colpo , thehabbiriceuuto il
cauallo nelle giunture delle gambe, ò per qualche sforzo, ch'egli
habbia fattocorrendo all' ingiù, ò mettendo il piede tra le pietre > ò tra qualche buco,ò perqualche altro ftrano,& gagliardo accidente citeriore. *«»»« Si conofce la dislocatone diquefte giunture , oltra ifegni communi, che il
cauallo sforzato àcaminare va à falti, temendodi poggiare la gamba ofFefa, & il piede j e che dislocata l'vltima giuntura , la parte vicina aìl'vnghiafta inalzata, & il piede molfo con mano non ita fermo di fotto,mà fugge 5 per ef- ferevfettalapicciolapaftoradallecauitàdellefue offa, nelle quali era incaf- fata j & che premuta , ò ftretta la corona dell'vnghia moftra con atti, & fegni Cura, efteriori il cauallo fentire dolore grandiffimo. La fua cura è, cauatogli (angue
dalla gamba,òdalpiedeoppofto,rimetter con gran diligenza, & follicitudine l'odo nel fuo luogo naturale ;8cinuolgere intorno alla giuntura racconcia fal- de rottili dLftoppa di lino,- ò pezze bagnate in vino nero,acerbo, & picciolo; ò in olio rofato, & aceto, ben fpremute, & inuolte in poiue di bolo armeno ; ò altro tale, che habbia virtù di conftringere, incorporati con bianco d'voua j ò in quell ifeambio ponergli intorno empiaftri conftrettiuiftefi fopra pezza . . di lino* come è quello che fi fa di bolo armeno, difanguedidrago, dimumia, EmpMitn ^j maftjce s di gomma arabica, di dragante, di ciafcuna oncia meza, d'olio
rofato oncie due, & bianco d'voua a baftanza ; & fopra quelli metter altre fal- de di (loppa bagnate in vino nero acerbo, & fpremute; & dipoi fafciarla in- torno con fafeie longhe di tela, & larghetre dita, ftringendole leggiermente, acciò non s'infiammaflequella parte ; & fé fia bifogno intorniarle con ftellet- te,ò righe, ò tauolette di legno ; acciò la giuntura ftia diritta, & più terma, & non polfa torcerli in verun lato. Così acconcie, & accommodate le cofe, lì metterà il cauallo in (ralla calda, & fi terrà in piedi per quaranta giorni con- tinuifofpefo, & legato in modo, che non pofsa mouere, ne faticare la gamba Defenfim. 0ffefa j & intorno alla giuntura racconcia fi metterà il difcnfiuo di bolo arme-
no,difangue di drago, d'olio rofato, d'aceto,mi(ticon fucco,òacqua di pr*>- caccia, di piantagine,di fempreuiua, & di rote; & ogni quinto giorno fin cne fia ben ferma la giuntura fi slegheranno le fafeie, & nettata la giuntura con olio,& aceto caldi s & curata, come di fopra, fi rilegheranno le fafcie,& 'e *a- uolette.Sanatoilcauallo,fiadopreràpoco,& pian piano,fin che quel membro fia fatto forte> & gagliardo j & bifognando per maggior fermezza, fé §" darà il fuoco. Dèlia ftorta delle gambe* Cap, X 11 IL
Donino- rfjfijM| Attorta, ò torta delle gambe nei caualli, è (torcimento dell'ofsa
m ^RIP dellecongiunturedellegambevicinoa!lipiedi,&deiloroligamen- caufs. g«"a| ti. Queftoauiene dal percuotere il cauallo con li ltinchi,ò con lePa"
(tore in cofe dure;dal cadere traboccheuolmente nel corfo,- dal n° ^
premer col piede per lo dritto nell'andare j dai metter la gamba tra le pictre *
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De Caualli. Lib. VI. 229
in qualche buco ; dal torcerfi, & finiftrarfi nel mouerfi frettolofamente, ò ne!
correre le giunture ; & daU'efsergli dato in vn fubito, & impenfatamente dèi fproni. Si conofce dall'efser zoppo il cauallo per lo dolorcche fente in quelle *<$*• giunture,fenza vederuifi fegno alcuno di male, òenfiagione. Lafuacuraè,ca- cura. Uatoglifangue dal lato contrario al male, alleggerire, & toglier via il dolore della giuntura,& con medicamentijche conftringono, confortarlajriftringer- la,ridurla,&vnirla infieme ; auertendodinon bagnarla con acqua calda , ò Awn-im-i fredda3che ella fiajper effergli grandemente nociua. Per il che s'applicherà fo- w. pra tutta la giuntura offefa pece liquida, ò terebintina mefcolata con polue di J^^ riocciuoli,di dattilijò sVngerà al fole,fregando leggiermente con grafso d'or- fo 5 ò fé gli infafeieranno fopra empiaftri caldi, ftefi fopra pezze di lino ; come fono 1 empiaftro di radici di narcifo cotte, & pefte, & mefcolatc con farina di orzo,& mele>& quello di terebentina,di frondidi ciprefso,di fafce,di radici di maluauifco, bolliti con afsungia vecchia di porco, & dimenate ; ola pultiglia di crufea di granoni polue di mirto,& di galla,con feuo dimontone,& aceto* ouero Tempiaftro fatto con farina d'orzo,bolo armeno,fangue di drago,& te- rebentina , incorporati infieme; ò quello, che à fare fi pigliano bdellio,frondi diciprefso,maluauifco,accacia, & terra figillata,& s'incorporano conbianco d'voua;ò quello di falccdi galla,di radici di narcifo,& di fandoli rolli. Quefti empiaftri poi,& l'vntioni fi rinoueranno, & muterauo vna5òdue vokeilgior- rio,fecondo ilbifogno; fin che la giuntura fia ben fanata,& fortificata. Et fé Se ileo- con quefti rimedif il cauallo non fi fanafse,mollificata prima la giuntura, fi le- J*S gherà il pie fano compagno dell'infermo in modo, che venga à ftar folleuato fi fanajfr, da terra ; e dipoi fi menerà à mano il cauallo per luoghi erti 5 accioche eisendo C£J™ *' coftretto nell'andare di premere il piede verfo terra s l'ofso diftratto ritorni al luogo fuoj& ridotto, fi curerà,come di fopra. Della rottura delf offa in yniuerfiie. Cap, X V,
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A rottura dell'ofsa è diuifione, e feparatione fatta violentemente
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, mtw-
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nella continua foftanza dell'ofso,da cofeefteriori, dure, & graui. m-
Et delle rotture alcune fpezzanolbfso per lo trauerfojaltre le fen dono per lo longo,- & di quefte alcune fonofenza offefa del cuoio; & altre fanno piaga nella pelle,e nella carne. Auengono le rotture da moti fu- Effetti À- riofi del cauallo,da cafcate,da percofse, da intoppi,& da tutte quelle cofe,che ure0furflle pofsono ammaccare,e romper l'ofso. Si conofeono da euidenti fegnij& ma- segni. ' nifefti,dal tatto della mano,& dal zoppicare dell'animale. I giudici j ,ò prono- Vrmonìeo fìici,che fi fanno di loro fono tali, chele rotture vicine alle giunture fono peg, giori deU'altre;e che le più an,tiche,& inuecchiate, più malageuoimente fi cu- rano. Et che le rotture,che auengono fopra le ginocchia fono molto difficili,& perigliofe,per la fopragiunta dello fpafimoj& che alle rotture,che hanno fatto il callo3no è da darli fuoco, perche difciolto il callo, no fi potrebbe dipoi fana- reil loco òffefo, & che lofsa rotte per la maggior parte in q uaràta giorni fi faì- dano.Si curano l'ofsa rotte,quando fono fenza offefa del cuoio,ricongiungen- dole infieme,& rimettendole bene nel fito loro naturale,e ridotte,che vi fono,Cura - e ben riftrette,conferuandole, e mantenendole vnite infieme, & immobili, fin che generato tra le rotture dell'ofsa il callo, ò il poro ( come dicono i Greci ) le parti rotte s'attacchino, & s'vnifcano perfettamente infieme;& foccorrendo à P 4 gUac-
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23© Delle Infirmitadi
'tmcLÌi &l accidenti,che vi auengono. Perilche rotto fubito,che faràl'ofso Racconcio
Foffarotte. però prima il caiiallo in guifa,che per quaranta giorni continui non polla mo- uere, né arTaticare, né danneggiare la parte amalata, & apparecchiate le cofe, & gì'iftromenri neceflari j alla cura J fi rimetteranno inficine le parti rotte del- l'offa 5 & ben riftrette3fi legheranno con fafcie drlino larghe tre dita, ò piìb & longbe a baftanza,bagnate in bianco d'voua, beneagitato, ò in aceto, & olio rofatOjò in vino,& olio; ouero in aequ3,& aceto. F.megiufte3& fpeiTe,fi che fi tocchino l'vnal altra, & abbraccino egualmente tutto l'ofso > mettendoui di fotto j & di fopra àquelle ftoppa dì lino, ò lana fuccida fottile, ò pezze di lino bagnate in olio rofato,& bianco d'vouadìbattutoinfìeme, fi circonderanno con itecche,ò fcheggie,ò ftelle5ò tauolette fottili di legno,legandole con fafcie . più angu'te, acciocbe il membro ftia diritto; nèpoffa torcerfi in-alcun modo j mento.™' autrtcndo, che le legature non ftringano oltra modo, ò fiano troppo larghe; concioQachei'vna non lafciarebbe correre il nutrimento alla parte racconcia* & vj produrrla dolore, & infiammatone; & l'altra con la fua lentezza non po- tna tener l'ofso rotto vnito,& nilrettoìnfieme. 11 dì fcguentefcosì richieden- Cauarsa- do iì bifogno^) fi cauerà fangue al caualio5e fi terrà per alcuni giorni a regolato gue. viuere,e dipoi li nutrirà più copiofamente.il decimo giorno5òil decimo quin- to fi slegheranno !e itecene, & le fafcie,e fi laueràii membro con acqua calda» Lauande. ocon vino nero ftipcico'caldo bollito col fale;pofciaii rilegheranno Je fafcie,e le Mecche,come fi è detto; ftédendo fopra la parte acconcia in vecedi (loppa* prfm!"a~ òdi lana i'empiaftro di farina fottililfimadi poluedirofe, di bianco d'vuoua, ilefoiopra pezza di lino; & il medefimo fi farà ogni quinto giorno, infino al quarantefimo;nelquale fpatiofi foglionofaldare i membri rotti,& dislocati» Confolidato l'offo,sì che il cauallo poffa adoprare il membro racconciodeuate le fafcie, & gi'empiallrijfi Jauerà ogni terzo giorno con vino bollito con fale, rofe,& affenzo ; & fé gli infafeierà fopra (loppa bagnata in detto vino, & ben fpremuco,mettendogliattornodelicatetìecche di legno fottile; & pian piano fifarà fareifuoimouimenti naturalise nelfinefegli forano vntionididialtea, ò di marciatone di raggia,& d affungia, ftrütce, & mcfcoJate infieme, fin che l'offo fia ben confolidàto,& fortificato, & il membro ritornato nella fua folita Rimedifje figura. Et fé perauemura in queito f patio di tempo vi fopragiungefle la pofte- Z~STT rfìa * ^euace *e:fafcie, fi cercherà dileguarla, fomentandola con acqua calda, o fojìeIL t facendogli bagni di decottione di malua, mefcolata con vino nero acerbo, & olio earnmomiìlìno;i quali hanno valore di rifoluere le pofteme>& conf°rtare il membro ; ouero mettendoui fopra lana fuccida bagnata in olio, & aceto, & altri conueneuoli rimedi)'. Kifoluta la poftenia, fi curerà la rottura, come fi e detto.Se l'offa faranno fefse per lo longo,più ageuolmente fi falderannOjftrifl- gendolecon le fafcie, & medicandole,comedi fopra. Della rottura dell'offa delle 'gambe. Cap. XVI.
Defi„iü0. jfiMj A rottura dell ofsa delle gambe è diuifione, & feparatione della con-
m' % SI!? tinua ^°^anza di quelle, fatta da cofe efteriori, che le rompono > <r
cura. ils-sÉÉ fendono. Quella rottura, fé in quelle parti auenirà>che infieme rj£
congiungere fi pofsano , & non haurà forata la pelle ; acconcio >
accommodatoil cauallo con fafcie,cinghie,legami,& altri inilromentineC"
farii, in modo che per ifpatio di quaranca giorni itia femprefofpefo, ne p°
mouere>
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De' Caualli. Lib, VI. 231
mouere, né fare offefa al membro rotto, né toccar terra con l'vgna di quella
parte;!] curerà inquefto modo. Ridottele partirotte al Tuo luoco,s'auolgeran- no intorno alla rottura acconcia » & à gran parte dell'ofso intiero d'ogni lato pezze di lino candide, & fotcili ; ò lana fuccida bagnate in olio rofato agitato Rimtàk con biancod'voua,ò con vino,&benfpremute;ouero intinte in bianco d'voualoealt' dibattuto con bolo armeno poluerizato; pofcia fi fafcieranno, ftringendo foa- uemente, & temperatamente con fafcie larghe, & longhe bagnate in aceto, & olio ; fopra le quali poftoui d'ogn'intorno ftoppa di lino fottile, ò lana fuccida infufe in vino,&olio,& fpremure fi legheranno le ftecche^ò tauolettefottilidi legnojafRne di tener quel membro diritto; ouero intorniata la parte racconcia di pezze bagnate in olio rofato, fé gli metterà d'ogn'intorno ftefo fopra pezza di lino Tem piaftro di farina di faue libra meza,di maftice,di dragameli gom maarabica,dimumia,d'incenfo,di ciafcunoonciameza, di bolo armeno, di terra figillata, di fangue di drago, di lido parti eguali, di bianco d'voua, di vi- no neroaftringentequanto bafti;ouero in fcambio deli'empiaftro fé gli appli- cherà fopra ftoppa fottile infufa in bianco d'voua bene agitato, e fatto come fchiuma ; & incorporato con polue fottiliilìme di bolo armeno, di fangue di drago, di draganti, di gomma arabica, d'aloe, di maftice, di ciafcuno oncia meza; & fopra quella fi ponerà altra ftoppa di lino bagnata in aceto,& olio ro- fato; ò in vino nero aftringente, & ben fpremuta ,• pofcia melfouile ftecche, fi fafcierà,come s'è detto. L'altro giorno fé gli cauerà fangue dal latooppoftoal Cmarfan male,fe fia bifogno.Ii decimo dì,ò il decimoquinto,!! fcioglieranno le ftecche, *"• e le fafcie;& lauata la gamba con acqua calda,!ì rilegheranno di nuouo,facen- do i! medefimo il decimoquinto giorno, & il ventèlimo ; pofcia in capo di tre dì fi slegheranno le ftecche, & le fafcie, & lauato il luoco con vino bollito con fale, fi rilegheranno,e fi ferberà il medefimo ordine fino al quarantèiimo gior- no s dopò il quale, fé la rottura farà ben consolidata, sì che il cauallo pofsa an- dare , fi fcioglieranno i legami, e s'vngerà ogni giorno il loco amalato con af- fongia di porcO;òdialtea,ò marciatone, & altri tali;& fi farà patteggiare piace- uolmente; altrimenti fi feguirà l'ordine pofto nella curatione vniuerfale * Delle ferite delle gmhe, Cap, X VIl,
E ferite delle gambe fono diuifioni, & feparationi delle parti fi- Definiti».
milari di quelle, fecondo le loro parti da cofe efteriori, chele ta- Jfvg gliano, ò forano ; quelle delle ginocchia, delle paftore, & delie_> giunture de'pìedi, & maftìmamente quando fono per lo trauer- fo>&profonde,fono molte pericolofe,& malageuoli da fanare;& pr«?e/?,«. perquefta cagione facili datrafmutarfi in vlceri, difficili da confolidarfi, per effere quelle parti priuedi carne, & pienediligamenti,di cartilaggini, di fini- menti di mufcolij & di nerui,& quafì in continuo moto,& le più bafse di tutte l'altre» & come bali, & fondamento di tutto il corpo; & perciò fottopofte, ta- gliate, che Ciano» allo fpafimo, ali'efser priuo di rnouimento, & al flufsode gli humori. Le ferite tranfuerfali,& profonde, fatte poco fopra al garettone,ò nell'anguinaglia,ò nelle grafselle,fono incurabili,& mortak,troncatiche flano i mufcoli, i tendini, òiligamentijò rotti iradij, che fono in quelle parti; ma quelle che fono iuperficiali, & per lo longo vfandouifi diligenza, fi poffono Xanare. Le ferite poi delle cofcie,& dell altre parti carnofe delle gambe oliano fuperft-
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23 ì Delle Infirmitadi
fc^f; fuperficiali, ò profonde 3 facilmente fifanano j fé i luóghipriui dì carne delle
luoghi pri- gambe faranno piagati fuperficialmente, ò per lo longo j e le piaghe faranno wdicarm nuoUe, e frefche, fi cureranno, adoprando nel principio ftoppa, òtafti intinti in olio rofato mefcolato col bianco, ò col rofto d'voua, ò bagnati in terebenti- na fola,ò mefcoiata con olio rofatOj& rofsod'voua,lauàdo però femprcla pia- ga auanti fi curi con vino bianco caldo, & afciuga ndola bene, e di iopra, ac- ciò i medicamenti non cadino ; ligandoui con fafcia più mazzoli di ftoppa ; e Rimedi mettendo d'intorno al taglio il fuodifenfiuo, affine, che i! luogo non fi pofté- *pTr7iL mu Pattato il terzo,ò il cjuarto giorno,per mondificarla/i medicheranno con pa&. terebentina, mi rrha,&farcocola > fatti in poluejò con polue di policaria, òdi caranzarla quale netta,rifolue,&faldajò con mele rofato,terebentina, & fari- na di iupinijò d'orzo,ouerò con l'vnguento apoftolicon; & al fine fi falderano con Tvnguento d'incenfojdi farcocola,& di mafticcincorporati con olio mir- tino, ò col cardo benedetto pefto con aflungia di porco fenza fale : il quale di- fecca gagliardamente i o con la compofitionc, che a fare fi piglia d'opopona- Mìmedj $ c0 oncia vn quarto,d'armoniaco,di galbano ana vna dramma,di terebentina* U^eiieT di cera bianca ana due dramme> d'incenfo dramma vna, di maftice quattro dramme,d'oIio rofato libra vna;& bolliti che fonoinfieme,& liquefatti,fi get- tano in aceto bianco,& fi mescolano tanto con le mani, che fi fanno in forma d'vnguentojöc ferbanfi all'vfo. Appareggiata la piaga,per farui nafcerela pel- k,fegli fpargeràfopra polui efliccatiue,& ftiptice,gagliardì,ò fole,ò mefchia- te con mele rofato; tra lequali ottime fono le galle acerbe , le fcorze di mela- grani, i fumachi, i balaufti, l'otta abbrufciate, le fcorze del pino, & d'ariftolo- chia abbrufciate. Soprauenendo la poftema, fi medicheranno come fi fanno l'altre poftemej&fe qualche tendine,ò neruo fofse troncato, ò fello, ò punto * „ ., fi curerà come qui poco fotto diraffi. Le ferite erandi, caue, & profonde nei Cura del- . . _ ' r , . c> i v
e ferite^ luoghi carnoh delle gambe,fi curano,ntrouatocol dito della manoso con vna
srandt,^ caiKÌela fottile di cera il fondo, affinedi confiderarediligentemenrelaquah- tà,la grandezza,& la cauità della piaga, & come più commodamente purgar fi pofsa,& mefso allVno,& all'altro labro della ferita,pafsato il cuoio,alquante cordelle,ò fila grofse di canepa,ò di {ino,fi porrà dentro la piaga vna ftoppata bagnata in bianco d'voua ben battuto, & dipoi fi legheranno! lacci (eretta- mente infieme. 11 feguente giorno fciolti ì lacci,& leuata la ftoppata,fi medi- cherà la piaga due volte il dìjfin che faccia la marcia,con tafti di ftoppa intinti in terebentina fola, ò mefcoiata con afsongia di porco liquefatta 3 ò con tere- bentina^ rofso d'voua incorporati infieme; pofeia s'adopreranno i medica- menti^ quali mondificano,fannonafeere la carne,& confondano; mettédoui foprala ftoppa grofsa di lino, ò di capecchia tagliata minutamente, quale in quefti animali feruein vece di fila, &fopra quella faldelle di ftoppa afciutte> Auertì- acciò non cadino; auertendo di mefcolar quafi fempre nella compofitione del mem», medicamenti alcune cofe corrofiue, per generare facilmente la carne del ca- uallo morbida,& humida,carne cattiua, & d'vngere intorno alla piaga, medi- dJfiTcn-^13, cne^a farà,con olio rofato completo caldo T Netta, & genera la carnea fier la car- confolida ì'vnguento,che fi compone con oncie vna di verderame, & d'afsun- "e- già di porco,& d'olio commune ana libra meza, di maftice, d'incenfo ana dra-
me due,& cera oncia vna, & quello che fi fa di raggia dramme tre,di cera on- cia vna,& dramme fette,di fieno Greco dramma vna,di mirrha,d'incenfoana
dramme quattro, & d'olio àbaftanza. Saldano, & generano la carne la P°iue
d'incenfo,
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De'Caualli. Lib. VI. 235
d'incenfo» d'ireos,d'aloe, di fangue di drago ana oncie due3 d'ariftolochia ab-
brufciata,dilirargirio,di cerala, di fcorze di pino,di centaurea maggioreana oncia vna,di galle,di balaufti ana oncie tre, & oncie due di farcocola.Mondi- ficano ancora, & generano la carne, & confolidano gli altri medicamenti po- co fopra da noi raccontati. DelUfeffttrn de inemì^ tendini delle gambe. Cap* XVI Ih
E i nerui delle gambe del cauallo, i quali hanno, come s'è detto*
origine dalle ceruella, & ì tendini, ò i finimenti dei mufcoli di quelle, che fono compofti di nerui, & di legamenti, che nafeono Clira% dairoifa,faranno fe(Tì,ò tagliati perlolongo,fubito per mitigare, & leuare il dolore, fi gocciolerà dentro la ferita l'olio di lombrici terreftri fatto ufà™!^ à bagnomaria, caldo ; ò l'olio d'i pericoli, ò l'olio d'abezzo, mefcolati con olio rofato completo,ò con olio di lombricai quale confolida,& fana le ferite fref- che;& con effi ancora s'vngeranno i luoghi propinqui,& circonuicini alla pia- ga . Si potrà ancor applicarui fopra caldi i lombrici terreftri cotti nell'olio, & fatti in forma d'empiaftro, lauando la ferita ogni volta, che fi medicherà con vino dolce caldo, & nettandola con bambace, e talli bagnati in detto vino; & fchifando tutte le cofe,& gli empiaftri,che molliflcano;& tutte le cofe,che fo- no in atto,ò in potenza fredde; & auertendo,che nella piaga,mentreella fi cu- Aumimè ra> non entri il freddo; efsendo il freddo nemico grande de i nerui. Se il neruo w • M tagliato farà nudo,& feoperto di carne, fi medicherà con medicamenti lauati; neZ, fa- tarne fono il minio lauato, temperato con olio ; la tutia lauata mefcolata con ^t° f**r olio rofatojla terebentina lauata; & la refina lauata,& mefcolata con olio rofa- «w. tojouero fé gii fpargerà fopra polue di tutia,& di calce lauata; & dipoi s'vnge- rà d'ogn'intorno la piaga con dette vntioni. Si vieterà che il luogo ferito non s'apoLtemi,cauandogU fangue dal lato oppoftoj ouero mettendo fopra il loco orTefo,ò fopra le parti vicine i defenfiui di boloarmeno,di fangue di drago,di terra figillata ana libra vna, di farina di fromento libre due, di polue di roie, di mif to,di fandali rolli ana oncie tre,& di maftice,& d'incenfo oncie quattro; òl'empiaftro caldo fatto con farina di fromento, & fucco di foglie di iufquia- mobianco; il quale ha virtù di fanare le pofteme,& vietar,che gli humori non corrano al luoco ferito. Se la ferita farà poftemata, fi cercherà di fanare prima aiuferÌÌ lapoftema3& dipoi la piaga;& fé vi fopragiungelfe lo fpafimo,s' vngera la par- pfc™*i«> te fuperiore del membro piagato, & il nafeimento de' nerui offefi con olio cai- %^ "*'* do di giglio con olio laurino,ò coftino,& quelli tendineo finimenti di muf- coli, cheli vedranno incominciare à (tirare, s'vngerannofpefse volte, palpan- dogli , & premendogli con le mani con olio rofato tepido ; & fé con quefto, ò Cimili altri rimedi] non celTafse lo fpafimo, per farlo cefsare fi troncherà affat- to il neruo. Prouifto à quelli accidenti per confolidarle ferite, fi medicheran- no con medicamenti, che fiano temperatamente caldi, & habbiano virtù grande di efficcare;comefono l'euforbio,rolio di mirto,la terebentina da fe,ò mefcolata con alquanto d'euforbio, & il folfo crudo fatto in polue, & la polue di refina mefcolata con vn poco d'olio ; ouero fé gli farannofpeffi bagni tepi- di d'acque falate, bollite con alquanto d'aloe>accic> habbino maggior forza di leccate-^. Delti
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Delle Infìrmitadi
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Delti venti tagliati alquanto per lotramrfo. Cap, XIX,
E il neruo farà tagliato per lo trauerfo,mà non afTatto,fe gli cauera
fangue,per diuertire il corfo de gli humori, e fi curerà,come fi fa , quando è fello per lolongo;&in oltre fi potrà medicare con tere- bentina , mei rofato, & latte ana parte vna ; & farcocola parte vn quarto,mefcolati infieme : i quali hanno virtù, & valore di netta- re^ mondificare la ferita^ e fé vi venifie lo fpafimo, fi tenterà di leuarlo ; e ciò non potendoli fare con rimedio alcuno, per faluare la vita dell'animale, fi troncherà il neruo ? ma non in altro cafo, come vogliono alcuni. 1)el neruo tronco, Qap, XX,
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Cura>
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Cura
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Vando il neruo farà tagliato, e tronco, non vi farà periglio alcuno
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difpafimo; ma quella parte, che per fua cagione prima fi mouea »
rimarrà priua di moto. Per fanarlo non fi deue cucire il neruo, come vogliono molti curatori de'caualli , efsendo pericolofo molto il cucire i neruì, & di nefsun giouamento, & vano j per- cioche ì capi dei nerui tronchi per effere parti feminali, e dure, non fi poflòno confolidare infieme, e fare vn corpo continuo ; & ancorché veramente fi rifai- daffero,&s'vniileroinfieme,nonèpo(ìibile5 che facciano più l'officio loro del mouere,come prima faceuano; & per incorrere il cauallo,per picciola pütura di neruojchefia in periglio di fpafimo,& di mortemè meno fi debbono cucire le labbra della feritale non in cafo, che non fi potettero tener riftrette infieme altrimenti;non ballando l'infafciatura fola,né conì'infafciaturai piumarzuo- lià mantenerle labbra riftrette,& vnke infieme :imperochele puture dell'ago cagionano dolore, & danno 5 & malamente, & con difficoltà le ferite cucire fi poffonoin quefti animali inquieti, & terribili. Efsendo dunque la ferita tal- mente grande, & profonda, che le labbra non fi pofsonò tener riftrette infie- me, fé non con la cucitura i s'accolleranno, efsendo la ferita frefea, & ancof calda,&s'vniranooquanto più fi potrà quelli capi del neruo tagliate; & dipoi fi cuciranno le labbra con filo grofso,andando quanto più fi può vicino al ner- uo,& al profondo co la cucitura 5 affine,che fi rifaldi tutta la piagale nòl'eftre* mità,& le labbra folaméte,come auerrebbe,fe fi faceise altri menti;lafcia_ndoui iaconueneuole dipendenza: onde la malignità, che per corruzione iuifi r*du- ce, pofsaefpurgarti; & fi metterà dentro la piaga vnataftadiftoppadilino bagnata in bianco dVoua bene agitato,& fopra là cucitura (toppa bagnata iti detto bianco d'voua per ripercuotere,& ftagnare il fangue; dipoi da ogni lato della cucitura fopra l'eftremità del neruo tronco,fi porrà vn buon piumazzuo- lo;& fopra fé gli farà vna legatura ftretta,accioche per la compre(Tione,le par- ti più profonde della ferita '3 doue è il neruo tronco, s'accodino infieme, & fi confolidino ; da quel giorno innanzi, leuata la ftoppa, & la tafta, bagnate in biancod'voua,fi gocciolerà^ fi diftillerà dentro la piaga (per leuare il dolores Bimediì à &■ digerire la materia, e maturare quelle parti, che fofsero rimafe ammaccate huan il dalla ferita)olio d'aneto caldo, mefcolato con oliorofato;oueról'vntionefatta do.ore. d'olio commune,^ fuccodi piantagine parti eguali, fatti bollire alquanto in- fieme j e dipoi giuntoui lombrici in gran copia3& fatti di nuouo bolliitant0' che
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De'CaualJL Lib. VI. 23j
che quelli vermi fianoben cotti ; il qualeèottimoaUi nerui , & alle arterie ta-
gliate^ ammaccate; & il metterà nel pertugio vn tafto bagnato con medica- menti digeftim*,ò maturatiui,& fuppuradui; come fono il digeftiuo commune fattodirofsod'voua, &di terebentina, & d'olio rofato mefcolatiinfieme ; & l'vnguento bafi!icon;& il digeltiuo lauato;& foprala cucitura lì metterà della ftoppa grofsa tagliata temutamente ,&vntacon vnguenti maturatimi e ba- gnata in dette vntioni; acciocheranimalefia più ficurodal dolore; &fopra detta ftoppa grofsa fi porrà vna pezza grande di lino,vnta con detti vnguenti; &s'infafcierà,comes'èdettojinfarciatachefarà,sJvngerà intorno al luoco fe- rito con medicamenti ripercu(Iìui,3Ccioche gli humori non corrano alla parte ofFefa ,- il che fi farà, bagnando fouente quelle parti con fpugne (tateà molle nel defenfiuo fatto d'olio rofato on facino,& d'olio di mirto ana oncia vna i & d'aceto rofato oncia meta 5 ò in quello, che fi fa d'acqua rofata, &difuccodr piantagine ana oncie tre, & d'aceto rofato onaedue ; ouero.applicandoui fo- pra il difenfiuo fatto di bolo armeno , di fangue di drago, di terra lìgula ta ana libravna,difarinadifromentolibredue,di poluedi rofe, dimirto,di laudali rodi ana oncie tre,dimafticè,d,incenfoonciequattro;& così fi medicherà due volte il giorno,fin che fia pafsato il tempo della maturatione s nel qual tempo fuol la natura vnire, &confolidare lebbra delie piaghe ; e vedendoli lelabra bene vnite,e falde infieme,fi caglieranno,& leuarano i punti;& efsendo la ma- teria digefta, ficercheràdi nettar ben la piaga con medicamenti à ciò appro- jamtdu priati,comelonolVnguentoapoPtolicon,el vnquentoverdc,ela radicedi "i- P.er mtur gho trita, cotta» nvelcolat3,e pefta con mele ; & la radice del narciio cotta, & pefta con mele. Netta,&mondificat3 la piaqa,fe«fi getterà dentro cofe,che habbino virtù di feccare,confolidare,& generare la carne buona fenza dolore; & con picciola infafeiacura, fé gli porrano fopra vnguenti, ò cerotti a ciò con- neneuoli,come fono la polue fottilitfima fatta d'aloe, di mirrha, d'incenfo, di feorze d'incenfo,e di farcocola ana oncia vna;e la polue comporta di radici di ariftolochia rotonda poluerizata, e di farina d'orobi ; ò la polue di mirrha,e di aloe,difsoiute nel vino ftiptico, ò quella d'incenfo, d'aloe, di farcocola, di fan- gue di drago, di radici d'ireos , parti egualijò la polue di lombriciterrefìri ta- gliati in pezzi,e feccati al fole,e mefcobta co la grana de' Pittori,- quale è mol- to conueneuole alle ferite de' nerui, & ha virtù ancora di riftagnare il fangue. Sarà ancor buono applicar fopra i nerui i vermi della terra tagliati minuti;oue- ro ftillarui dentro, & vngere la piaga con quel liquore vifeofo, che fi fa de i lu- brici , quando ben lauati con vino, & pofeia meffi così foli in vna boccia ben ferrata di vetro,fì fanno bollireà bagno maria per vn dì naturale:il quale da fé folo confolida le ferite de i nerui: ma più eccellentemente fa l'opera aceom pa- gnato con balfamo artificiale; ò in cambio di quelto,ccn olio di raggia di lari- ce,- ouero d'olio d'abezzo.Si potrà ancora medicar la ferita con rherba,o co la polue di caranza detta viticella,ò vite negra; & meteer dentro, & fopra la pia- ga l'vnguento verde,ò quel di tutia,& di calce lauata,che hanno l'i&dsa virtù, che hanno le polui;& l'vnguento fattodi mei rofato,di zuccaro fino anaoncie due,d'oliodi perforatajd'oliod'abezzo, ana oncia vna,mefcolati, & incorpo- rati infieme;col quale efsendo caldo,s'vngeranno le ferite dei nerui, & fi lime- ranno ;ò quello che fi componeconrefina dramme quattrojolio commune li- bra vna,cera dramme quindeci,fienoGrecodrammavna,mirrha,incenfo ana dramme quattro^! quale genera la carne,c falda. Generata lacarne noua,mà non
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i$6 Delle Infirmitadi
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Rimcdii non fattabene eguale alla pelle Tana 3 fi cercherà dì rifalciare, & cicatrizare la
per caute- . ,. ° , r . . ... . . .
r«ùr im piaga eoa medicamentijche iecchino,& ìnclurinojadoprando primieramente
paga. j cerotti,& gì i vnguenti, & nella fine le polui, tra i quali fono buoni il cerotto barbaro, il cerotto di minio, il cerotto di litargirio,& i'vnguento di cerufa, & dijcalce,& 1'vngucnto3ché fifa in queftaguifa.Si piglia di madre filua.di pim- pinelìaydi berbena^di bettonìca,di ciafeuno vna brancata ; e fi fanno bollire in vino bianco buonifïimo,.tanto che fia calato i dui terzi;& dipoi fpremute l'her be,& colato il vino,fi metterà il vino fopra lebragie,dentro vna olla vitriara9ò dentro vna (lagnata netta ; & come incomincierà à bollire, fé gli getterà den- tro terebentina chiaralibra vna,menando il vino Tempre con vn baftone, tan- to che la terebentina fia diflbluta, & disfatta ch'ella farà, fé gli giungeranno li- bra vna di refina,libra vna di cera bianca vergine,& oncia vna di polue di ma- ftice,agitandole nel porle la entro fempre con vn baftone, tanto,che ciaicuna di lòrojl'vna dopò l'altra fiano liquefatte, & tutte bene incorporate infieme j il che fatto, fé gli getterà fopra vnbicchiero di latte d'afina, menando con vn baftone tanto, che fia bene incorporato con l'altre cofej & dipoi fi leuaranno dal fuoco,& s'agiteranno tantoché fiano diuentate fredde s & quefto vngué- to ha virtù grande di fanare tutte le piaghe,nettandole da ogni bruttura,& ge- nerando lacarne,&confoìidando!e; & le polui dì galla jd'arjftolochia roton- da, di coda di cauallo » di balaufti mefcolati infieme. Et fé là piaga generatie Rimedi marcia Ja quale foflbadherente alla ferira,&glurinofaaflai*&malageuoleda *l*-5S5 *euar via,s'adopreranno i medicamenti mondificatiui,& abfterfiui ; & fé la fe- rajfemar- rita non fi potrà cucire, bafterannoàtenerlariftretta,& vnitainfiemeTinfa- eia ' (datura fola ,ò con l'infafeiatura ì piumazzuoli ì & lì curerà, come riabbiamo detto; e fé perauentura foife nella piaga carne molle fotto al capecchio afe'lut- to, e tagliato minutamente fi porrà il verderame in polue, ouero s'vngerà la piaga vna fola volta con olio di folfo, ponendoui fopra il cerotto barbaro, & altri firn ili» Delle punture de neruì. Cap. XXI.
Cum. ©IBIS ^ ^ ner^o farà forato,& punto,farà di mefticri tener la ferita aper-
I^^^O ta,& mitigare il dolore;& fé non farà «rande à baftanza,bifogne- IfJrapS ràaggrandirla,&dilatarla,acciòpofla refpirarelamateria,&ef- f^ASk purgarfi la marcia ; e dipoi s'efficcherà la materia imbeuuta nei Rimedi à neruOjfln che fia perfettamente purgatala piaga. Si mitigherà il dolore,aoo- lSreü Pranc*° cofe,che fiano di foftanza fotti!e,& che rifcaldino temperatamente,^ efiìcchino fenza dolore ; come l'olio fambucino ; ouero irino,ò ficonio; ouero l'olio fambucino dramma vna,cotto in oncie dued'olio ; & folio di terebenti- na caldo:il quale mitiga il do!ore,& confuma la marcia; & fempiatìro di fari- na di lente cotta nella fapa. Et fé il dolore farà grande,fegli porrà fopra il roflo Modo di d'voua,ò la terebentina mescolata con olio rofato ; ò folio di lombrici. Si dila- ÌÌrtZJa tera P01 la PuntUfa gocciolandoti dentro olio commune,òrofato bollente; & 3 fé la puntura farà chiufa dalla carne, ò dalla pelle 3 bifognerà aprirla col ferro, talmente,che non fi tocchi il neruo; & dipoi gocciolarle dentro gli ogli bollen- ti,- ouero poner fopra la puntura ferrata fempiaftro di mofcopefto,chenafce fopra le pietre, mefcolato con tritello, efcaldato con vino, & aceto fopra vna tegola : il quale ha valore di mitigare il dolore, & difsoluerela materia riterrà- ta, erm-
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DeCaualli. Lib. VI. 237
ta,e rinchiufa nel neruo. Si feccherà la materia imbeuuta nel neruo con medi- Rimet^
camenti, che lìano di fotnle foftanza, & fecchiffirni, & molto caldi in atto, & peccare in potenza;come fonol'euforbiojo ftercodicolombo,& l'empiaftro d'eufor- ^Z^Td bio. Vale anco alle punture de5 nerui,l'applicarui,& legarui fopra ii fromento neruo. mafticato j Cubito dopo che gli farà dilhllato dentro l'olio bollito col fale -, ò i lómbrici terreftri lauati,& pelli. 1 tendini, & i finimenti de i mufcoli forati, & punti,parimente fi medicheranno in quella guifa, che riabbiamo detto curarli le feritele le punture de'nerui j ancorché ì tendini patifcanoi medicamenti più forti, & più acuti, che non fanno i nerui, & habbiano manco fentimento di loro. H>el canallo attinto. Cap. XXII.
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' Attintura propriamente non è altro.» che vn'attritione, che fi fa il ca- Defimtit-
uallo nelli tendini, & luoghineruofi dello ftinco, & della paitora : la nc^' quale viene ò per colpo,ò per percofsa^ & è propriamente attritione, & ammaccatura de' nerui: alla quale fegue il dolore, la pofterna,& il Zoppicare. Viene anco per lo troppo affaticarli, & è impropriamente attritio- He,efsendo veramente lafsezz.a,ò carne creuata,come dicono ne gli huomini, i volgari; alle quali fegue il dolore folamente; & per islogamento de'nerui, quando i tendini per fouerchio sforz.o,che fa il cauallo per tirar fuori i piedi di qualche luoco,oue fia intricato, fi dislonghino, & s'elrendano oltre l'efser fuo naturale:onde rimangono alle volte allongati,& alle volte fi poftemano per lo concorfo deglihumori j & le i nerui faranno attriti, & petti per qualche per- Cur^ Cofsa>ò cafcata,ò per correr troppo in fretta,fenza che fia rotta la pelle ; & per ciò facendo fegno di fentir dolore il cauallo,fi faranno Heuifregagionifopra.il Rimed- À lüoco attrito con le oiani vnte in olij,che habbiano virtù,& valore di mitigare, iettar udo- |
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Ure.
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&alleggerire il dolore: al che faranno buoni, fatti caldi/olio cammomilìino, '
l'olio anetino,ò l'olio iiino,efsendo l'aere caldo ; ma fé farà il verno, con detti olij fi mefcolerà la pece liquida,& fatti alquantobollire,s'applicheranno fopra il luoco offefo j ouero s'adoprarà l'olio di caftoreo, & dipoi fé gli farannoba- gnuoli caldi con la decozione d'aceto,& d'ireos : i quali vietano, che non ri- fZfmì?- torni la doglia,leuata che fia;ouero,efsendo ammaccata la carne, & i nerui in» c.amra àc\ fìeme, fi metterà fopra l'ammaccatura l'empiaftro fatto di farina di faue , di ìJZruC mele, d'aceto, ò vino rofso,& di pece liquida cotte, & mefcolateinfiemej ò quello di farina di faue, di mele, & di poco aceto, & debole ; al quale fi potrà aggiungere, fé bifogneràelficcare più valentemente in vece di farina di faue 3 là farina d'orobi;ò le radici di giglio celeftejche ha maggior forza per efliccar più de gli altri > & fé il cauallo moftrafse fentir dolor grande,»" mefcolarà con dette cofe la pece nauale, & la pece liquida, ma fé con l'attritione del neruo la pelle farà ammaccata, e rotta? fubito per leuare il dolore, fé gli metterà fopra m d> l'olio rofato mefcolato col bianco d'voua,-& dipoi fé gli faranno bagnuoli COn l'ammac- vino,& s'adopreranno medicamenti fecchi(Iimi,acciòquelle partili conftrin- cfZTdX gano,& s'vmfcano j come fono le foglie dell'olmo cotte nell'olio, & applicate fcpSL " loprail male,ò labettonica fola. Màfeoltra l'ammacatura della pelle vi farà la poftema,fi atterreranno rolioanetino,l'olio di matricaria,l'oliodi ruta,il mah Rimed* Uauifco cotto,& peftojla farina di faue cotta in mele, & acqua. ^p0%' |
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udii,
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258 v. Delle Infirmkadi
De Ili tendini interiori delle braccia del cauallo attìnti.
Cap, X X 1 l L E il cauallo nell'andare fi percuoterà, & ferirà con li piedi di die-
tro nelli tendini 3 & luoghi neruofi delio ftinco, e delle paftort-j |
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jSttintura
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delle braccia, talmente > che attriti, & fdegnati fi gonfino, & »
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che/ïa"'"' 9&IÌS&KÌ cauallo zoppichi j il che chiamano i moderni attintura > & ica-
Cttr4q ualli affetti attinti. Per fanarlo fé gli cauerà prima fanguedalla vena,che ftà fopra il ginocchio, dalla parte di dentro, per diuertir gli h umori»
& feemar quelli, che vi concorrono. Poi in vn'ifteffo tempo fi cercherà di fare vaporare,& rifoluere il tumore,e leuar la doglia;mettëdo,oltra li remedij detti di fopra, il ncruo attinto il lenimento fatto con fale, & folfo, di ciafeuno parti eguali,mefcolati,& bolliti con doppio mele ; il quale è mirabile nelle arritno- Rimedij à ni de'nerui,& de'mufcoli cagionate da cafeate. & da percofìe, &daobuiatic* leuar ia^ ni$òrempiaftro,chefi fa con feme di cauoli,;& affungia, bolliti, & incorporati ^°fjj;^ infieme j effendo egli conueneuolmente caldo , & mutandofi due volte il àìi U tumore, oueroapplicandouifopra caldo rempiaftro5chefifà,pigliandofidi fieno Gre- co,d'olio dilino,di terebentina,di mele,di corninocimedolla d'offodi cerUO ana onde tre j di radici di rnaluauifco cotte ,& pelle numero tre, d'aflungia-j |
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vecchia di porco libra vna;& cocédole in vn pignatto à lento fuoco nel vino »
& nell'acqua, den ero la quale fia cotto il rnaluauifco ; hauendo egli valore di mollificare,& rifoluere il tumore,& leuar la doglia. Sarà ancorbuono per cu- rare i caualli attinti, infafeiar fopra il luocooffefol'empiaftro fatto con.mele* terebentina, & farina di faue, mutandolo ogni giorno, tanto che il cauallo fia guaritojlauando prima il tumore con vino tepido,auantichevi fi .applichino1 rimedi j 5 ò legarui fopra con fafeie la miftura, che fifa di libra vna di mele ben fchiumato, incorporata con altrettanta polue di cornino : lafciandola iopiail malefenzaniouerla vndìnaturale,&dipoi3fefiabifogno,rinouandoìa tanto» che fia fanato,feruando l'ordine di fopra 5 onero vngergli con vntioni appro- priaee3& conueneuolmente calde ,• come fono IVnguento, che fi facon radici pelle di rnaluauifco oncie tre, e d'afiongia vecchia oncie fer: le quali incorpo* rate infieme, fi faranno bollire 3 e mentre bollono, fé gli getterà dentro poi"1 d'incenfo,di maftice anaonciavnaje di cimino oncia meza; edipoìfi me'c0" leràcon loro,meìe,terebentinaje farina d'orzo parti eguali j e fi ridurranno in forma d'vnguento ; & vnto il luoco > legarannofi acconciamente con fafeie di linojò Tvnguento di rafa di pino,di pece negra,di graffo d'orfo ana oncie due» di terebentinaonciefeijdi maftice, difanguedidrago, di bolo armeno ana oncia vna, e di vino quanto baili 3 incorporati al fuoco acconciamente infie- me,e ridotti in forma d'vnguento,* ò l'vntìone, nella quale entrano bolo arme- no oncie quattro, fangue di drago, armoniaco ana oncie tre , maftice oncie due,olio cornmuneoncie quattro,feuo di becco,& afsungia di porco anallDrC due,òquell'altra,che fi compone con incenfo, rafa di pino, pece Greca, rk110 Greco , euforbie an a oncia vna, feuo di becco, olio commune, & cera noua a baftanzaj òl'vnguento fatto con l'incenfo poluerizato oncie tre, & polu- . mirrha oncia vna, mefcolate con vino, &incorporatecon rafa di pino °ncl vna, & oncie quattro di cera noua, ò quello> che fi fa con libre due di dra§oa" tea bollita in olio d'oliuaj nel quale colato^ aggiunge graffo d'orfo liq^att |
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De' Caualli. Lib. VI. 239
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libre quattrojfale pefto fottilmente libre due5fucco d'eboli libra vna,polue fot-
tiliffime di maftice,& d'incenfo ana onde quattro, terebentina oncie tre,• af- fungia di galli na,& di cappone ana oncie quattro,feuo di ceruo,& di caftrato, & mele ana libra meza, & dipoi (ì fanno bollire, dimenandole continuamen- te,acciò s'incorporino benei ilche fatto,fi mettono in vafo vitriato,& fi lafcia- no al fereno il fpatio di trenta giorni ; & dipoi caldo s'adopra, efsendo egli mi- gliore quanto è più antico, & molto vtile alle doglie de' nerui, & delle giuntu- re,mutandolodue,ò tre volte il giorno. Efsendo il tendine attinto,infieme con Rimedia h giuntura della mazzola gonfia ; allacciata la vena fopra il ginocchio, fé gli tnimt'tn- farannoftrettoi fopra il male^ intorno,per diuertire,che gli humori no con- fieme con corranoal luoco offefo, con polui di rote, biancod'voua, & farina di grano, l*a&mtu" ìnfafciandogli con pezze, & fafciedi lino ; ne fi moueranno infino al nono giorno; ouero fé gli metterà fopra l'empiaftro fatto con bianco di voua nume- ro quattro,ben battute,&agitate,maftice oncia meza}incenfo,òbolo armeno ana oncia vna; & vn poco di farinai d'aceto, infafciandolo bene, & mutan- dolo due volte il giorno, efsendo egli molto vtile a nerui percoflì, & sforzati 5 ouero s'vngerà il loco attrito, & gonfio con terebentina frefca; & dipoi vi fi le- gherà fopra, efsendo temperatamente caldo, l'empiaftro fatto con foglie di faluia, di ruta, di rofmarino ana oncie due, d'afsungia di porco libra vna, d'a- grippa noua, d'olio rofato ana oncie tre, d'olio laurino oncia vna, incorporati infieme, & fatti bollire à lento fuoco lo ipatio d'vn'horaj & aggiuntoti quan- do s'incominciaranno à rafreddare fior di farina a baftanza,dimenandole con vn battone tanto, che fia fatto l'empiaftro ; & fi lafcierà fopra il male per tre_> giorni continui)bagnando ogni giorno l'infafciatura con vinobianco tepido,- & leuato l'empiaftro, fé il cauallo non farà guarito,ofseruando l'iftefso modo» fé gli ritornerà fopra,fin che fia fanato. Sarà ancor buono l'empiaftro fatto con grafso di ceruo libre cinque,galbano,armoniaco,pepe bianco,refina,tereben- tìna ana oncie tre, dragante oncia vna; pefte le cofe da piftare, & incorporate infieme,mettendolo caldo fopra il loco offefo,& mutandolo vna volta il gior- no ; & il mollificatiuo di fieno Greco, di feme di lino, di fquilla, di malua, dì ciafcuna parti eguali; bolliti nel vino,legato fopra il loco attinto con pezza di lino,& mutato due volte il dì; & l'empiaftro fatto con foglie di cauoli cotte in ottimo vino, & mefcolate con oncie quindici di lardo vecchio, mutandolo mattino, & fera. Efsendo poi il male antico,s'allaccierà la vena fopra il ginoc- éìmiS chio,& fé gli faranno i defenfiui,& dipoi rafo, & ventofato il tumore, fé gli le-tma anti" gheranno fopra medicamenti, che rifoluano, & leuino la doglia; & nel fine fi ' conforteranno,& fortificheranno i tendini offefi. Delle Jlorte de i verni. Cap, XXIIII,
E per qualche finiftro, che faccia il cauallo nel mouerfi , ò per
percofsa, ò per altra cagione i nerui delle giunture fi ftorcefsero, & perciò il cauallo fentifse dolore, &zoppicafse, fchifandol'ac- qua ò calda, ò fredda, ch'ella fi fia,come nemica; s'applicherà fo- pra la parte offefa perfanarlail maluauifchio cotto; ò gli frutti con le foglie d'agno cafto ; ò le foglie di maggiorana pefte, & diftemperate-i
nell'aceto.
Q_ Delti
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Delle Infïrmitadi
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240
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nielli nerui3& tendini duriy&* ritirati. Cap. XXV.
*M E linerui, & tendini ò per percofsa^ò per caduta fi faranno indu-
ì|0 ratii& fatti ftefij&contrattiifaràvtilerrìetteruifoprarerripiaftro, cheli fa in queftaguifa. Si piglia bdellio Giudaico dramme quat- tro., & fi difsolue nell'acqua, & dipoi s'incorpora detta acqu3 > nella quale è disfatto il bdellio, con altrettanto maluauifchio beniflimo cot- to, pefb, quanto era il bdellio. Saranno ancor buoni il bdellio, & il galbano, & l'euforbio aggregati con fece d'olioj & il diachilon parte due, confetto con parte vna di ftorace liquida 5 & Tempiaftro, che fi compone con cornino on- de tre,farina di feme di lino oncie fei, aff'enzo manìpolo vno, terebentina on- ciequattro, mele oncie fei, galbano oncie due, fieno Greco pefto oncie quat- tro, mefcolati, & incorporati infieme; & l'vnguento, che fi fa d'olio commu- ne , d'hifopo numida, di vifchio, di ciafcuno vna libra, d'olio di fafso vna on- cia, di fa pon nero libra vna, ài graffo ài taflTo, di causilo, di ferpc, di altea ana oncie due 5 bolliti infieme a lento fuoco, fin che fieno cotti ; vagendone due volte il dì i nerui ritirati, hauendogli però fatti prima bagnuoli con malua, & grafcia cotti;& afciutto il neruo, ò tendine,-& fé li nerui faranno duri; & grofli più del naturale, fi cureranno con Tempiaftro, che fi fa di bdellio Giudaico difsolutoneli'acqua,& incorporato con radici di giglio, tagliate minutamen- te,^ cotte con la fapajouero con l'olio d aneto,ò di giglio foli,ò mefcolati con grafso d'anitre. Vagliono a!Pattriuoni,& durezze de' nerui il bdellio difsoluto in detti olij, & l'olio narcifino, & folio di feme di lino, & l'vnguento, che fi compone in quefto modo. Si piglia midolla di ftincodi cauallo, & fi fa bollire nel vino -, poi fi Iafcia diuentar freddai & fi raccoglie quella parte, che retta di fopra nuotando, & fi mefcola con altrettanto mele crudo ; & fé gli aggiunge dipoi alquanto fale abbruciato ; & con quella vntione calda s'vngono le parti offefe vicino al fuoco, ouero al fole; & pari mente fi procede nell'attritione, & nelle ftorte, & durezze delli tendini, cornes'è detto. Saranno buoni da far di- ffondere i nerui l'olio, che fi fa in quefta gu jfa. Si piglia pegola nauale liquida quanto vuoi, & fi mette in lambico di vetro ; poi meffogli la ftorta per lambì- care, & il fuoco di fotto, & di fopra la centona, fi fa vfcir fuori vn'oglio, col quales'vngeranno fpeffe volte i nerui indurati,che fa mirabile effetto; & fvn" tioncdibottiro,dialrea,d'oliovolpino,& d'olio digiglio,mefcolatoinfierrie:la quale mollifica i nerui fdegnati, & gli riduce al termine di prima, & l'olicene
fifa di lombrici terreftri ìauati in vino bianco, & altrettanto di medolla di ftinco di vacca, ò di bue, chiufi in vn'ampolla, che non pofsano refpirare, & fotterrati nel letame per vn mefe j iquali, gittata via la fchiuma, che vi farà bianca di fopra, fanno vn liquorc,ouero olio roffojOttimoà confortare, a mol- lificare^ à fanare i nerui del cauallo. 'Delle ferite de i ligamentì. Cap. XXVI.
Elle ferite de i ligamenti,i quali nafcono dalFcflfa,non vi è perigho
difiniiìro accidentejelfendoeglino priuidifentimento^èhauci1 do communicanza,e continuatane con le ceruella,-veroè,chele fofsero tagliati affatto quei iigamenti, che ligano le giunture, |
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/tui nèrm
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duri
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f~
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graffi.
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DeCaualli. Lib. VI. 241
che fi dislegarebbonorofsa;& non fi potriano curare.Si medicano>come Riab-
biamo detto curarli la ferita de i nerui,& de i tendini,adoprando i rimedij,che habbiano maggior forz3 d'cliccare, che non haueuano quelli, efsendo iliga- menti più fecchi,che non fono i nerui,& tendini. f
■ eDelCattritione de\i ligamentt. Cap. XXVIL
E i ligamenti>che legano le giunture faranno attriti,fi leuerà il do-
lore non giàdi lorOjche ne fonofenzajnià delle parti vicinefenfi- bili, che infieme con loro fono ftate offefe ì al che faranno buone le fomentationi con fpugne d'acqua calda,& i medicamenti,che hanno valore di maturare,di lenire,& di rifoluere. Delle flotte de ì ligamenth Cap. XXVll I.
j| Elle ftorte de i ligamenti,e de' nerui non fi deue oprar l'acqua cal-
da, ò fredda, ch'ella fi fia s percioche la calda rilafsa le giunture, e la fredda non lieua il dolore;mà più tofto lo fa diuenir maggio- re . Ottimi faranno in fimili mali l'olio nardino, l'olio mirtino» & altri fimili: i quali mitigano il dolore, & confortano, & riftringono le giun- ture; & le fomentationi fatte con fpugnanuoua, che fia bagnata nella decot- tionedimatricaria. Della cttruatione, fè? efì enfiane dei nerui) e mufcoii delle mani del cauallo^
per le quali fono chiamati corhi3 @T affaticati,, Cap. XXIX. A curuatione, & eftenfione delle gambe dinanzi del cauallo non
è altro, che vna picciola attratione, ò fcortamento delli nerui, & delli mufcoii, che s'impiantano nelle paftore, & nelli piedi delle gambe dauanti fenza compartimento,& fenza ofFefa delle ceruel- la'j per le quali necefsariamente quelle membra, nelle quali fi inferirono quei mufcoh\fi fanno curue,& fi torcono vn poco3& efcono alquanto fuori del fito loro naturale; né perfettamente piegar verfo dentro,& diftender verfo fuori fi pofsono,sì come faceuano di prirna;&quefta ritrattione occupa alle volte fo- llmente i mufcoii interiori, & alle volte gli efteriori; & alle volte ancora quelli di dentro.equelli difuori in vn medefimo tempo.Quando occupa i mufcoii di h Curtta> dentro,che alzano, e piegano la gambata chiamano i volgarreuriia, ò corba ; fj. & i caualli affetti,curui,& corbi. Quando occupa quelli di fuori, che le diften- faor^1' dono,ia nomano curua,ecorba alla rouerfciajcome quella,che fi torce alla par fin ZTh't te oppofta,& contraria della prima.Quando occupa poi i mufcoii d'ambedue^vw/?ö. i lati,& egualmente tirando,dìrizza,e ftende le mani, la chiamanodiftéfione* ne che fa* & i caualli affetti ftefi, & diritti su le gambe, & arfaticati;come quelli, che per lo più diuentano tali per le continue, & ifmifurate fatiche. Quefto affetto de i c*u(c* nerui, & im pedimento delle mani, alcune volte è male hereditario, & alcune Volte ò per propria intemperie, ò della madre la portanofeco fuori del ventre i poliedri; ma per lo più f ancorché l'efsere il cauallo cavalcato fopra doglia, e fatto fudare, & hauere egli rotta la fpalla, & l'efsere inchiodato nel mezo del Q^ 2 piede
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i\i Delle Infirmitadi
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piedi cagionano alle volte ilratrapamento de'nerui) viene dalle graul(7ìmé,
& intoìerabili fatiche, & dalli continui, & ecceffiui efferati j, & dal patir Tubi- lo freddo, dopo le fatiche, & i fudori; il che chiamano riprefo ; cagionando i mouimenti continui, & gagliardi ne'corpi calore ecceffiuo, & franchezza.., grande;dal che indeboliti, & afciutti alquanto i nerui,& i mufcoli delle mani, che più de gli altri fi muouono, & fi affaticano, s'aiTottigliano alquanto, &fi fcorcano, ricirandofi;&hauendo il freddo grandi(fimo,& da fe,& congiunto con li fudori,& con le fatiche, forza,& valore di fare,che i nerui, & i mufcoli fi contrahino. Ancora è cagionato quefto affetto de' nerui(mà di rado)da reple- tione,quando i polleciri,& i caualli graffi,& corpulenti,& dimorati nell'oriojfi muouono in breuifiimo fpatiodi tempo troppo gagliardamente, fenza dargli fpatio di pighar fiato,& di ripolarfi;outro quando ogni giorno continuamen- te^ e fenza imeruallo, s'affaticano fuor di modo j onde diftemperatofi tutto il corpo dei mi fero animale, per lo fmifurato calore eftraneo,& liquefacendoli gli humori,calano alle parti più bafse, & più offefe,& deboli;& a poco à poco entrano ne 1 nerui infenfibilmente, & gfingrofiano , & gli fcortano ; tal che i mufcoli j che per loro cagione fi muouono,fi ritiranO)& fi curuano;& con elfi Segni del joro (tirano, e torcono le gambe. Quando procede da repletione, fi conofce relienone, dalia vita pafsata del cangilo, & dal venire quefto affetto in afsai minor fpatio
di tcmpo,che non fa,quando viene da inanitione,& dal'efsere i mufcoli cffefi
segni del più iodi a! tatto della mano,& più pieni, che non erano prima. Quando viene
ZÌLÌm Per inanitione ; per il contrario quei mufcoli fono alquanto più fottili, & più
trtflnHtyf/Ct -i-i 1 ■ - » • ■ r r 1"
rumdi j che naturalmente non erano, e con longhezza di tempo fi ranno tali.
segni de i Oltra f fegtiaii, ' che dalle cofe dette raccogliere fi poffono, tengono i caualli camiti cor corbi, quando nelle ftalie, & altro luoco (fanno fermi le ginocchia, & i piedi, h • che riguardano verfo fuori, & i ftinchi, & le paftore, che piegano all'indietro, quali àfomiglianzà d'arco ; & mentre caminano pongono alsai volte primie-
ramente la puntadel piede in terrai dipoi le calcagna, & fpefsoicapuzzano, & traboccano,non potendoeglino à baftanza distendere le gambe, & maneg- segni dei giarle;& icaualli corbi alla rouerfeia ftàdo fermi,fpingono le ginocchia verfo caualli al- dentro,e piegano li ftinchi,e le paftore verfo fuori; & alle volte ancora ftando 4 micrja. £ermj|} ^ antjan(j0 s'armano, cioè (tendono le mani innanzi, oltra il fuo (olito naturale ; ftando naturai mente li caualli fani con le gambe pari, che riguarda- no^ fi piegano alquanto verfo dentro,& nell'andare.ponendolein terra d'rl(c~ segni dei ta mentefotcoilpetto,&con difficoltàalzanolemani,&traboccano.1 caua.ii fatkali poi,che fono affaticati dalle mantengono le gambe, &le ginocchia,^' i l«o- dalle mA- ^ & ie paftore diritte, & tele; & vanno freddi dinanzi,cioè alzano à pena le mani da terra mentre fi muouono,nè le ponno piegare,& diftendere;& ipel.se volte fcapuzzano,& traboccano in terra; quando il male è hereditano,o natu- Tronoftici. rale è incurabile; quando è antico, & inuecchiato,èquafi incurabilc,& mal"- mamènte fé procede da inanitione;&i caualli corbi più de gli altri difrìci!n">cn te fi fanano;& con più facilitali curano gli affaticati,efsendo pero il male nu - Cura. uo>& frefeo.Si faràadunqucogniopera,prima,cheil male pigli forzai vigj> re, &fi faccia vecchio ; accioche queiie parti offefe ritornino al fuo luoco, & \ staila dei rifanino ; pcrilche donerà effere nelle ftalie il fuolodella propria, & PartlC^l
cavallo, ftanza, òpofta del cauallocorbo, afsai più alto, &rileuato verfo le mani j imte' mangiatoia, che verfo le gambe di dietro > & per il contrario il corbo J»fa.r "
uerfcia douer'à coflcinuameate ripofare nei luogo alto, conlegambe^1 h |
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De'Gaualli. Lib. VI. 243
tro;& in luogo bafso con quelle dinanzi,accioche i nerui,& i mufcoli con 1'aiu
to del fito,& dell'arte torcendofi alla contraria parte, lafcino quella piega, che haueuano incominciata a pigliare, & ritornino nella lor forma naturale; & ve- nendo ii male pereccefiiue fatiche,fi terrà nel principio per quattro,ò cinque cura del giorni il cauallo ripofato nella ftalìa; & dipoi fi farà mouere pian piano due_j ^fl^ volte il giorno ; affine che li nerui, mediante il moto, & i medicamenti, fi pof- fatiche. fanoallongare;&fi nutrirà con cibi,che habbino forxa,& valore,d'humettar- Modo di lo ; come fono acqua d'orzo, beueroni, & paftonidi farina d'orzo, gramigna, vmre. foglie di vite, cime di canna, fpelta, orzo, & fieno, Così ordinate, & difpofte lecofe, fi applicheranno fopra le parti offefe continuamente rimedij appro- priati, tanto, che fi facciano fane ; da principio adoprandoi più deboli, & in procefso d i tem po i più gagliardi,- & incominciando fempre nel ponergli dal- le corone de i piedi, & caminando di mano in mano all'insù per le mani, fin che s'arriui fopra gli virimi nodi del collo, & della fchiena, dai quali hanno .. origine inerui,che fecondano nelle mania darli il moto. Se gli faranno adun- i0J!C n
que fouentebagnuoli con acqua, dentro la quale fiano cotte foglie difalice, orzo pilato, viole, nenufaro, cucurbita, & citriuolo; ouero con acqua rofa me- fcolata con fucco di cocomero;ouero effendo l'eftatejfi manderanno all'acque ne ì fiumi,& i\ potranno vngere i nerui,& i mufcolioflfefi, palpandogli, & pre- mendogli con la mano mentresVngono, acciò ritornino al fuoluoco j ò con olio tepido di feme di lino, che è ottimo allo fpafimo, &ammollifcela durez- za de i nerui,& conolio di lombrici terreftri,& con olio di pece liquida fatto à lambicco di vetroso con olio violato folo tepido,ò mefcolato,& dibattuto con latte di vacca; vngendo,co ne s'è detto, tutte le mani,e le radici de' fuoi nerui congrafsodicodadi becco,rifrefcandolo ogni giorno; ouero sfregati bene,e rifcaldati quel mufcolo,le gambe, & inodi del collo ( acciò meglio penetrino li medicamenti ) fé gli (tenderà fopra fempiaftro fatto di morchia d'olio, di fi- famini, e d'olio di feme di lino, & di mucilaggine, di fieno Greco, & graffo di coda di becco,mefcolati infieme nel mortaioj ò l'empiaftro,che fi fa con fari- na di feme di lino, di fieno Greco, di radici d'altea cotte nell'acqua, & perle; aggiuntoui farina d'orzo,& olio violato; ò quello,che fi fa pigliando di galba- no, di cerotto d'oxicroco, di rafina bianca, di pece Greca, di pece nauale ana onde fei,di mele,di terebentina,d'olio violato ana libre due,di farina di corni- noci feme di lino,fieno Greco, e d'ireos analibra vna, di ftecados, di mellilo- toanadrammequattro,peftefottilmence,&dizafFaranoonciecinque,dipol- ue di rofe, & di mirto oncie tre, bollite infieme in due boccali di vino nero ; il quale applicato più volte fopra tutte le mani del cauallo, ha forza, & virtù di mollificare, & ammorbidire inerui,& i mufeoli,&di fortificargli,&difender- glijche non fi facciano curui. Sarà ancor buono vnger le mani con l'vnguento fatto d'opoponaco,di terebétina ana oncie tre,di galbano oncie vna & meza, di pece appiccatoria oncie due, di raggia negra oncie tre & meza, di matrice oncia meza,d'olio vecchio libra vna; pefte le cofe da peftare, & l'altre ftrutte à picciol fuoco;& dipoi mefcolate tutte infieme,& pofcia infafciarle co pezze di lino,òcó lanafuccida;hauendoquefto vnguéto valore di leuare le doglie,&di ammorbidire i nerui, & i mufcoli ; dopò il quale, pafsato cinque giorni, fé gli porrà fopra l'empiaftro fatto di farina d'orzo,di fieno greco,di feme di lino per eguali parti,cotti nel vino,- & fé con quello non fi drizzeranno i nerui,gli farai quell'altro empiaftro còpofto d'armoniaco, di galbano,, d'opoponaco, di mi- <L 3 dolla
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2 44 Delle Infirmitadi
dollà di ceruó, di terebentina, di ciafcuno oncie due, di pece nauale,di raggia
magra ana oncie fei, difsoluto Tarmoniaco, il galbano,& l'opoponaco nell'a- ceto^ l'altre cofe à lento fuoco, & di poi mefcolate tutte infieme; aggiuntoui olio vecchio à baftanza, diftendendo l'empiaftro fopra vn cuoio morbido s li fafcierai le giunture,rinouandolo ogni tre giorni vna voltammo che fia gua- Rimedit rito. Se li nerui , & mufcoli faranno contratti, per eflere ftato il cauallo caual- fcarfani caco fop/a doglia, ò per eflere inchiodato, ò per hauere fmofse, ò slocate \<t^f per efferca fpalìe, lì cercarà primieramente di leuar via il dolore, & di racconciar l'ofsa_. Iridata, finofse j & dipoi fi medicherà con medicamenti conueneuoli, come fi dirà ne i & altro, fuoi luoghi particolari ; ma fé faranno rattoppati ,& duri ò per caduta, ò per percofsa, faranno molto gioueuoli il bdellio Giudaico acconcio in quella gui- Rimedìafa,. Si piglia bdellio Giudaico dram me quattro, & s'infonde, &diffolueneI- indwS*; l'acqua ; &; con la. detta acqua s'acconcia altrettante radici dimaluauifchio, quanto era il bdellio; & il bdellio, il galbano, & l'euforbio,aggregati con fece d'olio,& il drachilon fatto con la (torace liquida, che fia la metà di lui. Se ver- Rmsdio, r^ ij maje per rjpreflìone,fi curerà, comefi curano i caualli riprefi, Se il cauallo Al corèe P f s . r v V , ,. _ ^ r „ r n
repimwé, iara corbo, o arrancato per repletione, fi mouera temperatamente, & li terra
efsendo il fuolo della propria pofta,come s'èdetto, in loco caldo, & netto; & fé
gli daranno à mangiar cibi,che rifcaldino; come fieno, acqua melata, paftoni
di femola con mele, & bifognando feglicauerà fangue à baftanza ; hauuto
rifguardo all'età,alie forze dei cauallo, & alle qualità del male; & s'adopreran-
no in prima i rimedij mollificatiui, & dipoi i refolutiui ; & cosìs'anderàfacen.
do di mano in mano, fin che il cauallo fia guarito, applicandogli fopra tutte
le gambe fino alia palletta, & i nodi del collo, & fopra il guiarefco. Saranno
buoni l'olio di caftoreo, il quale ha virtù di confortare i nerui, & rifcaldar le-*
membra ; & l'olio di caftoreo mefcolato con l'olio commune, & l'olio nardi-
no,&il volpino caldi,&Teuforbioiilquale mondificai nerui,&confumalnu^ midità,che fono incarcerate, & imbeuute in quelli. Saranno ancor buoni i ba-
gni d'acqua fulfurea, che mollificano li nerui, slargando le loro obftruttionj, &i bagni d'acquealluminofej falfe,&nitrofei nelle quali fiano cotte malua, altea, ò l'ifopo, ilfambuco, il pulegio, il calamento, l'origano, & altri; & con acque, dentro le quali fiano cotte foglie d'afsenzo, radici d'aneto, calamo aro- matico, foglie di lauro, & altri limili. Giouarà ancora grandemente il lauargli col lenimento fattod olio di lombrici, di giglio,d'anetoana onciedue,d'oJiO> dentro ilquale fia cotto vncagnuolo, oncie tre di grafso frefeo di gallina, & medolla di ftinco di vitello ana oncia vna ; d'vnguento d'altea oncie quattro, di caftoreo, & pepe ana dramme tre, d'acqua di vita dramma vna, & vn Poco# di cera. Ottimo farà ancora vnger le mani, premendo pian piano i nerui)& i mufcoliperallargargli,&allongargli,ficomeeranodiprima,conrvnguento d'olio feiamino, grafso di coda di becco, d'anitra, di medolla di ceruo, &di
ftinco di vacca, & d'olio narcifinoana oncia vna, & fieno Greco dramme tre, di coito dramme due,& di cera quanto baftai & il lenimento fatto di grado di volpe,& dilupo,& olio di giglio. |
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«Dell»
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De' Caualli. Lib. VI. 245
Dello fpauento. Cap. XXX.
O fpatientonon è altro al parer mio, che vn mouimentodepraua- Definiti*
to,& guaftoj della virtù motiua; che ha qualche fomiglianza con m' la conuulfione, & è compofto del moto naturale, & del moto del ____ male; il qual femore nell'alzar che fai piedi di dietro volontaria-
mente il cauallo mentre fi moue, o camma, o trotta, tira ali insù più dell ordi-
nario gagliardamente, & violentemente, & difordinatamente , &fenzadar dolore'per quanto fi vede,legambe di dietro verfo il principiodei mufcoli, & delneruo,chegli fcende;&hora offendervnadellegambe,&horaambedue. Forfi dai volgari è così detto, per vedere editali ani mali come gli impauriti, No™ej0* & fmarriti,neirandar alzar fenzaregola.&frettoiofamente le gambe. Viene ■ per quanto ho potuto da ifegniconietturare, &conofcere, per la fettione del caufe. cauallo, dall'efser offefi i mufcoli, che feruono ad inalzare quella giuntura, & danneggialo il neruo,che communica il moto, che egli riceue dalle ceruella à quelle membra ; fi conofee da manifefti,& euidenti legni; & quanto più ilea- segni. uallo camina, ò trotta più gagliardamente, tanto più fi difeerne; & quanto è più inuecchiato, tanto piùìa violentemente, & più del folito inalzar la gam- ba,aiutando il moto volontario,& naturale dell'animale. Procede quello ac- ^[fema cidenteda maceria grofsa, & ventofa , che feendendo dalle parti di fopra , fi va a concentrare» & à fermare nei mufcoli, che muouono,& fanno inalzarla gamba, & il piede: onde ripieni di tal materia,non ponnofarliberamentela loro operanone ; anzi fuggendo la moleftia, che nello ftenderfi patifcono,pre- ftamente verfo il lor principio fi ritirano ; & la virtù motiua non può col muf- colo che è il fuo inftromento mettere in efsecutione la fua intiera attione_j. Quefto affetto è quafi incurabile, & la fua cura volendoli tentare, farà molto Tronofiico. firn ilea quella dello fpafimo,cagionatoda tal cagione; applicando (purgato, che farà il cauallo) i remedij locali primieramente al principio della fpina ,& c«™. dipoi alla fchiena,rafi i peli fopra i'ofso facro,doueefce quel gran paio de' ner- ui, che fi difsemina per le gambe, & vltimamente al luogo affetto 5 & leuato il male , confortando, & fortificando quelli nerui, & le gambe, Hel cappelletto. Qap. XX XL
L cappelletto è vn tumore fenza doglia, prodotto da materia^ Definiti**
fredda,che fi genera nelle ginocchia di dietro,fopra lofso del ga- **• rettone,fimile al tallone dell'iiuomo,cioè nella parte di fuori vèr- Wr»r..l9S fo lacima,dou'èquelgrofso tubercolo, che occupa la cima di quell'ofso; & doue il fecondo mufcolo del ginocchio,ch'abbraccia quafi tutto il garettone fa quel coperchio, che i volgari chiamano cappelletto. Vien<L-» Cau^' quefta enfiagione per concorfo d'humori flemmatici, che non vengono à marcia; cagionato da foperchie fatiche, ò da percofse,ò dall'appoggiarfi,& fregarti con quella parte il cauallo in cofedure,& afpre; & è quefto tumore te- segni. nero,& molle;& pigliato con le mani,fi fpicca dall'ofso,& fi tira verfo tutti i Ia- ti: ne impedifcel'operationi del cauallo, maguafta la fua bellezza. Quando è Frmofia. picciolo, e nuouo,fifana, e facilmente; ma quando è grande, & inuecchia- to, è incurabile, per efser quella parte lontana molto dal cuore, priua quali CL 4 dica-
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2^6 Delle Infirmitadi
di calore;& quelli humori freddi,& vifcofi,ingroiTati,& fatti come callojonde
aperto col ferro il tumore , fi vede per di dentro edere di color bianca, e fpon- Cwa. §'°^equaficarnofo. La fuacuraèrifoluerlofenza taglio, efenzafuoco, con
medicamenti gagliardi, che mollifichino, & rifoluano, e fiano attualmente Bagni, caldijò fiano bagni,vntioni,empiaiirÌ3Òcerotti.Buoni faranno ibagnuoli con-
tinui fatti con aceto fortiffimo,dentro3il quale fiano difioluti il falnitro, il fiale armoniaco, il fai gemma, il fai commune, il vedriolo Romano,fa!lume di ro* Vntimu cha,& altri tali,& fvntione d'ammQniaco,di ferapino,di ciafcuno parti egua-
h*,difsoluti conoliolaurino;&rempialì:rodi fterco di vacca cotto con malua- uifco,ò con acreto,ò mefcolato col diachilon; & quello di pece nauale, di rag- gia di pino,di fterco di capra,d'ammoniaco,di gaìbano,di grafso di porco, & Mmpiam di cauailo;& l'empiaftro fatto d'ammoniaco timiama parte vna, diitempera-
to con ottimo vino, tk incorporato con parti due di vifeo quercino ; rinouan- €«mm dogli fin che il tumore fia dissoluto ; & il cerotto, che à fare fi piglia galbano,
ammoniaco, di ciafcuno meza oncia > pece naualeoncie due, raggia di pino, terebcntioa,pece Greca,bdellio ana oncia vna,vedriolo Romano pedo, man- na d'incenfo, bitume Giudaico ana oncia vna e meza, & diffolute le gomme in aceco,fi mefcolano iniieme al fuoco tanto,che vengano in forma di cerotto» che fia tenacitTìma ? il quale vale ancoà rifoluere le natte, & le formelle « KDeìvefcìcomdel'gttrettom^ àginocchio* Cap, XXXlh
Definitia* Spf»
fìLsÈ L vefcicone è vn tumore freddo, laflb, & molle, & fenza dolore j
m' Wwk IfÜ cos*^ett0*Per^^omi^ìanm^cneha con ^ vefciche piene d'ae- rara Stira °1U0^J il quale viene nelle ginocchia didietro hora rvel Iato di iLfaCoff% WBlBm fuori i hora in quelb>che riguarda l'altro garetto j & hora nella.* quali. banda dinanzi,^ di dentro ; & alle volte ancorain vn medefimo tempo,o po- co dipoi fi fcopre nelfvno, & l'altro lato di dentro, e di fuori: il quale nomina- Vefcicm no vefcicone traffitto, e doppio. Quello* che viene nella parte di fuori delle trafim. ginocchia a nafce fopra Ü fuperciìio citeriore della girella, & alle confine del- l'offa dell'anca, che l'abbracciano, e l'ofsa del garetrone 3 e gonfia verfoü lato di fuori tra l'ofsa delgarettone,e dell'anca. Queìlo,che nafce nel lato del gi- retto, che riguarda l'altra gamba di dietro, apparifee fopra il fuperciìio inte- riore della girella tra l'ofsa dell'anca, & del garettone. L'interiore poi viene nella parte dinanzi, & di dentro del ginocchio, nel luoco doue pafsa la vena, che feende apparentemente giù per la gamba5detto volgarmente la fontanel- la , in quello fpatio concauo 3 che è fituato frati fuperciìio interiore della girel- la , & quelle due altezze del.procefso di dentro dell'ofso dell'anca ■> eh abbrac- cia il detto fuperciìio, & dal procefso grande della girella, pofto alle confine delli officelli del ginocchio : alla radice del quale vi fono due fofsette ,ò con- cauita, vna da ogni lato, molto atte àriceuere,^ a ritenere gli h umori. S°n? c«Hfiefi*> le cagioni efteriori di qtiefte gonfiezze i calciale percofse, fecceflìue, & conti- nm% nue fatiche date a i caualli, maffima mente giouam ; Ulongootio, il mangia1* trappole i cibi tcneri,& humidiicome fonoi'herbedi prato, la vezza in hexbj» lafrainadequaJicommuouonogli humori, che di fiuà natura feendono3lbal- caufeirr- fbX'interiori fono gii humori f3emmatici,fottili3& freddi, accompagn^^0? tmm. vna pHCJ£e[|a ^j ¥ap0re : i quali quanto faranno più fottili ,e molli, can*° più fenfiagioni cagionate da loro faranno tenere j & premendole con le &$*ce*
&ö r deranno |
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deranno al tatto,fenza far refiftenza; & quanto faranno più fpeffi,& groflì,ta-
to più quelle gonfiezze faranno fode3e faranno refiitenza alla mano.La cagio- cmfa con ne congiunta è il flemma iftefsoj il quale raccolto, & radunato fra quelle üfsa,stmta ' & fra quelle membrane, in quei luoghi priui di carne, & di calore, le inalza* & gonfia verfo fuori. Onde vogliono alcuni >che quelle enfiagioni fiano vefciche J^EnT piene d'acquofi humori i le quali fuori dell'ordine di natura fiano nateiui no- uelUmeiice»& che per fanarle fi deuono leuar via intiere 5 cofa lontana dal ve- ro, & irppoffibile. Si conofcono dal gonfiamento loro apparente, & dall'efser segni. molli,& cenere al tatto,& dal cedere alla mano, premendofi, quando il male è nuouo;i mperoehe quando è inuecchiato,q più duro,& fodo,per la copia gran- de della materia, che fatta più fpefsa, diftende maggiormente quelle parti. I tumori , che riguardano i lati delle ginocchia,fono minori afsai di quello, che Frauditi. viene nella parte di dentro ; & vengono più rare voiced guarifcono più facil- mente, quando fonofoli,&quafifemprervno di loro procede all'interiora. Quello cheriguarda l'altro garetto , è minor dell'altro, e men dannofo, & più agevolmente fi cura, Quello che viene nella partedidentro,èmalageuoleda fanale, per lo concorfo di quella vena , & per efsere il luoco più decliue, & più canoa», & per ciò più atto, & com modo à riceuere gli humori. Quelli che fi creano nel ventre della madre,ò vengono pervitiode'progenitori,òfouodif- ficiiifïï-mi dafanare,ò incurabili. Il vefeicone trafficto è il più difficile da cura- re di tutti, per efserui maggior copia di materia, e maggiore intemperie delle parti,-onde gófiano in vn iftefso tempo quelle parti,© ì'vnadopo l'altra,- peril- checredono alcuni volgari, cheilvefciconetraffitto Ila vna vefcicafola piena Opinione dTiumorhla quale paffi dal lato di dentro del ginocchio in quello di fuorii non rf? *'&*" fapendo eglino,chefrà Xvno,& l'altro vi èia girella ofso molto grade,& fodo > n potrebbe beneaccadere,che abondafsero talmente gli humori nella fontanel- la3che d'indi per quelle cògiunturcSc com mifsure deH'ofsa,pafsafsero ne i la- ti del garettone>6cle gonfiatsero. Per fanario, fi terrà il caualio à regolato vi^ €ttra% uere,dandogli cibi afciutti,come orzo,paglia, & ceci; &fi efserciterà modera- tamente,auuiuando il moto temperato il calore naturalej& cófumando i mali humorije quando il tumore farà in vn folo lato del ginocchio,& nella parte di dentro verfo le mani,& farà nel principio:ilche difficilmente nelii animali irra- gioneuoli fi può conofcere,non fi auedendo per il più i curatori loro de i mali, che gli auengano,fe non quado con la fua grandezza fé gli danno a vedere. Per Rimed* rifoluerlo infenfibilmente,feglifarannoogni giorno fpeflìbagnuoli(facendo-W^J^»W- gli dipoi palleggiare fin che fiano afciutti)con lidia, & aceto: détro i quali fìa- ÏL/p J no difsoluti buona quatità difalejd'allume di rocha,& di nitro, ò co acqua,ace J"J vfr" to,nitro3aliume di rocha di ciafeuna parti eguali ; ouero fé gli porrà fopradue no! volte il giorno il linimento di bolo armeno, di noci di ciprefso, &; d'allume di rocha3po!uerizati, & mefcolati co acqua,& aceto,- ò quello,che fi fa d'aloe,di" mirrha, di licio, d'accada, d'afaro, di cipero, di zaffarono, di bolo armeno,di fangue di drago, di terra figillata, incorporati con fncco de'cauoli, & aceto. Nongiouandoqueftijouero efsendo il malenelfaugumento,feglibagneran- ■Rimed, no fpefso le gonfiezze con cofe,le quali rifoluano, & difecchino, come fono la mti' auSu- |
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mento.
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valania dei cuoiai,l'acqua maeftra del fapone,& il bagno, perla cui compofi- "
rione fi farà con due calcedri d'aceto dìfsoluere in vn vafo di rame (lagnato 3 jfalgemma,lalnitro,fale armoniaco,di ciafcunoonciefei,vitriolo,allume di ro- cha cruda > e fai commune ana libre due, agitando bene con vn baibne ogni cofa
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248 Delle f nfirmitadì
cofa infieme: le quali cofe,dipoi che faranno difsolùte, fi rouerfcïerannoin va
pignattonuouo ; e calde temperatamente, fi adoprcranno ,* ouero rafa f enfia- gione^ fregatola alquanto,^ leggiermente; ogni voltaiche fi medicherà,af- fine d'aprire i pori , &d'ageuolare l'entrata a gli medicamenti, ei'vfcita àgli humori,fi bagnerà fei.ò fette volte ogni giorno, fin che fia cui eccita» con vria {pugna nuoua,che in fé ha virtù di rifoluere, acquietata dal mare j che fia ftata à molle in cofc.che ripcrcuotinoj & infieme infieme riioìuano, &difecchino ,* ' come fono la hfeia forte, dentro la quale fiano diifoluri nitro, fai commune , falgemma ; Scia valonia mefcolata con acqua di nitro, fucco di mirto? & fide; & il bagno5che ü compone in quella guifa.Si fa bollire in due. calcedri d'aceto allume di roca,vetrio!o,poluedi galla, di mirto, & falcdi ciaicuno libre due, & falgemma,fale armoniaco,fal vedriomitro ana onde cinque, & ammoni co timiama oncie duejfin che fieno diifoluri ; & dipoi fi getta, comes'è detto , in vn pignatte, & all'vfo fi ferba;ouero Ci Fano bollire le dette cofe in vn calce- droe mezo di vino bianco,ò di valonia, tantochefieno difiolute ; poi aggiun- touialtrettanto di decottionedi galla, di balaufti,di mirtelli, di rofefecche, di fiori di cammomilla, di cime di razze, di fieno Greco, fi ritornano à bollire—» alquanto,& fenza colarle,!! ferbano,& calde s'adoprano; il qua! bagno ha vir- tù grande,& valore & di rifoluere,& di difeccare i vefeicon j^purche non fiano inuecchiati,& trafitti,fi come ne ha più volte moftro la fperienza ; ò iìail male nel pr3{)dpio,òneiraugumento,ò nello ftato,ò nella fuadeclinatione. Se gli Fomenta- potranno ancora fare per fanarle delle fomentationi mattino, & iera ; ò con le ipugrie,ò con feltro,ò con lana fuccida:il che fi farà in quello modo.Si ponerà la (pugna in alcuno di detti bagni caldi ; poi cauata fuori,fi fpremerà bene ; & calda temperatamente , fi porrà fopra l'enfiagióne j & iui pofta, fi coprirà con pelle d'agnello, & s'infafeierà bene, che non pofla cadere,con fafeia di lino » incominciando l'infafciacura dalla parte inferiore, & andando verfoquella di fopra i acciò il calore ii concentri meglio, & non fuapori così di leggiero $ Autrtì- auertenoo di non legare con nodi la fafeia, ma di cucirla con l'ago 3 e che tutti mmto. ijrjmedjj, che s'applicano fopra "l'enfiagione, & tumori flemmatici fieno at- tualmente temperatamente caldi, & non freddi, ò bollenti ; &t che non fé gli mettano fopra lenimenti,che rafreddino ; & che non fi menino i cauallì affetti all'acque; percioche ferrano dentro gli humori ; & l'acqua fé attualmente è fredda , ancorché ripercuota col freddo gli humori mentre gli ftà dentro il ca- uallo;incrudiiTe nondimeno, & ingroifa quella materia, & apporrà nocutnen- toallinerui)& alle giunture 3 & conia fua naturale humidità nuoceall'enfia- gione Jiauendobifognod'e(ììccatione;& fatta accidentalmente caMaòdal fole, ò dai fuoco, non folamente vieta con il calore, che non fi faccia la riper- cuiïione, ma tira piùtofto nuoua materia al loco, & nuoce con la fua humidi- tljcome s'è dettoionde parrà fvfo inuecchiato de'curatori de'cauailijCiTer per le dette cagioni molto dannofo, ■& biafmeuole : il quale vuole, che i cauallì» * quali hanno i vefciconi,le giarde,le galle,& altre poiieme nate da flemmatici, & freddi humori nelle gambe, vadano ogni giorno,& nel maggior verno con ' quelli tumori,& con quelle parti tutte piene de' nerui, di cartiiaggini, & di il* gamentià itar i'hore intiere nell'acque de'fiumi,finoalla pancia,per dileguar- le,^ difeccarle; il che certo faria buono, fé iì ritrouaiìero acque de fiumi, che hauefsero in fé occulta virtù di ripercuotere,&e(Iìccare, come hanno l'acflue del mare, Se alcune acque de' bagni : oltra di queito fi potrà,rafo il tumore>vn-» gerlo
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De'CauallL Lib. VI. 249
serio due volte il giorno, fin che fia difeccato,col linimento d'allume, di fales
di folfo,di mirrha,di ciafcuna parte eguali,meicolati con aceto,& acqua rofa- ta;òcol linimento d'aloe,di cenere,d'acqua di cauoli,di feme di cicuta,^ d'eu- forbio,mefcolaci,& incorporati infieme,- mettendoui fopra la doppiata tinta nei detti linimenti, & infasciandola in modo, chelaligaturanon faccia gon- fiare la giuntura; ò con rvnguento,che fi compone con aceto, allume,fale,ce- nere, & calce viua ben lauata nell'acqua ; ò legarui fopra bambace, ò ftoppa_, bagnata in acqua forte; ò in fauina,& acqua forte mefcolati infieme.* quali va- lorofamente rifoluano,& difecchino; onero legarui con pezze, & fafciedi lino vno empiali ro liquido farro con polue di fterco bouino cotto,feme di fenape, & radici di malua, cotti, & incorporati con forte aceto, mettendoui fopra la_, ftopp3ta,accioche fempialfro non venga a leuarfi dal luoco fuo;ò l'empiaftro di fterco di colombo fatto in polue,edifso!uto con aceto ; ò quello di ilerco Nonme- di capra ,& di farina d?orzo, incorporati con aceto, & aequa. Ma fé con quelli giurando remedij nello fpacio di venti, ò trenta giorni non migliorafse il tumore, per %,lchl% cuacuare gli humori,& vietare,che non ne calino de' noui,s'allaccierà,& tron- fidcù*. cherà la vena maeftra,che dicono fontanella-la quale camjna apparentemen- te all'ingiù per l'anguin3glia,per la cofcia,&: per la fontanella enfiata: ma non già nel modo vfaco da i curatori de' caualli,poco fotto la giuntura dell'anca,& Loca d"d- dell'oifo delia cofcia; ma molto più verfo giù, poco fopra il procefso di dentro lacci*r u delfofso dell'anca, che s'articola col fupercilio interiore della girellai per por- 7?fM' tar feco il modo antico afsai pericolo di finiftro accidente,^ danno man jfefto, & poco vtile ; debilitandofi quella parte, ne togliendoli totalmente il palio à gli humori, che non difcendano al luoco affetto; & perefsere quefto nuouo modo ficuro,& fenza periglio a!cuno,& molto gioueuole,facendofi confegui- re à pienoi due fini da noi propofti ; percioche allacciandofi, & troncandoli, vicino alla congiuntura delfofso dell'anca in vna parte canto piena di carne, & bifognofa di molto nutrimento, & lontana molto dal luoco infermo vna_* vena grade,& principale,pofta nel mezo di due nerui affai notabili, che la toc- cano;facil mente, facendoli per.lo più quefta manuale operatione da huomini volgari^ imperiti; & efsendo la vena, ik i nerui intricati in luogo carnofo, & alquanto profondo $ ne potrebbe feguire la conuulfione, tagliandoli nelibpe- rar quelli duo nerui infieme con la vena, & quelle parti molto carnofe refterie- no priuedifangue, di nutrimento, & di calorej& perciò deboli, &di pochc_i forze,& molto fotcopoftealli granchi, maffimamence nel freddo, & nel paiïaj- fiumi freddij& gelati, & dalla parte di fopra della vena troncaca, dall'altro ra- mo inceriore, che nafcofamence fcende tra carne ,& carne, giù per la cofcia Ï può mandare la natura per li rami x che fi vanno ad vnire con la parte di fotto dalla vena tagHata,ò con alcuni delli fuoi rami,fangue,& humore al luogo af- fetto; contra il principal noftro proponimento : ma allacciandofi, &troncan- dofi la vena poco fopra l'enfiagione, nel loco detto da noi, non vi è periglio di conuul(lone,efsendo facile l'operare in quella parce,afducta,&priuadicarne, & ìui ritrouandofi quelli duo nerui fatti talmente fottili, che troncati per in- auercenza,non faneno danno all'animale, & la parte di fopra reitera col Colico, fuo nutrimento, & eoa lefuefolite forze>& naturali; & quelle di fotto priue ài carne, & perciò bifognofe di poco nutrimento, polfonaageuolmente riceuere baiteuoknucrimento dal ramodella vena inceriore; che congiungendofi fot- to il caglio j (Scia legatura, con la vena troncaca 5 fa con efsa lei vna venacorru mune^
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2 $o Delie Infirmitadi
mune*& con quefto modo fi viene ad euacuaregli humori, &à léuarli tutte le
'Allacciar ftrade da poter andare alia parte inferma ,• & quefto allacciamento di vena è ^wtìTet mo^° gioueuole a poliedri, che habbiano le gambe di dietro, & le giunture-» min fio-, grafse,& piene d'humori,- per hauergli più agili, più leggieri,& migliori,& più gmsHole, gcur| aii'vf0j§r aj]e f3Cjcj1C)& priui d'influenze d'humori nelle gambe: il quale fecondo l'vfo è così, da farfi. Che primamente gettato il giumentoà terra le- gato de' piedi, & di capo, con le muraglie al nafo, fi bagni il cuoio dell'anima* ì le, che ftà fopra la vena, con acqua calda, & fé ne radano i peli j poi vi fi freghi àUacciar' tantocon le mani, chela vena fi rilieui, & venga apparente: il quale all'hora è Uvtna, da tagliarfi per lo Iongo della vena, che farà da troncarli, & così feparatacol cornetto la vena dalla carne,&da quelli due neruetti5che l'hanno nel mezo,& col medefimo alzata su leggiermente, potrà allacciarli dalla parte di fopra con doppio legame di filo grofso* pofeia col rafoio fi fenderà per lo longo fotto la ligatura,& fé ne cauerà à baftanza fangue* fecondo che è piena,* & grofsa fi ve- dràjilche fatto,fi legherà di nuouola vena fotto la fefsuracon forte,& doppio filojpoi fi troncherà tra lVna,& l'altra legatura* hauendo prima bene ftretti, & legati i capi* & acconci i fili d'ambedue le legature, che pendono fuori della ferita,- indi fi curerà la piaga con fale trito, & dipoi s'vngerà con afsongia dif- strettoù foluta per tre, ò quattro giorni. Fatta l'incifione della vena, & curato il taglio> s'applicherà fopra il tumore vn ftrettoio,che habbia ancor'egli va!ore5& forza di prohib'ire gli humori, che foglionoalle parti offefeconcorrere, & difeccare quellijche vi fono; come farà quello,che à comporre fi piglia di gomma arabi- ca onciedue, di draganteoncie tre,difsoluti nell'aceto, di polue di rofe onde due, & due bianchi d'voua, di fangue di drago, di bolo armeno, diciafeuno oncie due, di terebentina oncie quattro, di terra figillata oncie due, di farina di froinento quanto bafti * & mescolati, & incorporati infieme, fi fa in forma UmeSt di lenimento lodo. Caduto, & confuraato da fé il ftrettoio^'adopreranno^nn ■^tfflcL- che il tumore fiaeflìccato)i più gagliardi, & potenti rimedij, che rifoluano,& ùui. difecchino:con li quali fé non fi potefse totalmente difeccare quelle enfiagio- ne tifa n^ g cjar^ per vjcjmo rimedio il fuoco nelle garette per diritto, & per trauerfo dei tumore, tirando tanto all'ingiùàfomiglianza di far linee, fecondo va il pelo, i ferri da cauterizare infocati, & fottili nel taglio, come vna colta di col- tello picciolo ', che quelle linee, òimpreffioni, ò margini fatti dal fuoco oltra la pelle fi veggiano biancheggiare, & tendere al giallicio* percioche quanto il taglio è più lottile, & tirato fecondo va il pelo, tanto più quelle linee vengo- no ad efsere più fottili>& meglio couerte dal pelo^che dipoi nafee da i la" del* efk"coZ -e cotture * pofeia fé gli metterà fopra il ftrettoio conia cimatura, che alle cot* mef ture è conueneuole * come è quello, che fi fa di pece nauale, di pece Greca, di raggia di pino,di terebentina,di ciafeuna libre due,di galbano,di bolo arme- no, di fangue di drago, di terra figillata ana libra mez'a, di fandali rolli, di ma- fìice,di polue di rofe,di mirto,di ciafeuno oncie due,mefcolate, & incorpora- ci^ dd ce infieme, & fatte in forma d'vnguento. Se il vefeicone poi farà grande, o 7ra§Tola "affitto, .& doppio, s'incomincieràlafua cura dall' allacciamento della vena, doppio. ' feguendo, come s'è detto. Ma s'egli farà inuecchiato,& alquanto fodo,fara di yefckoìt meirieri allacciata, & troncata la vena, & preparato il luoco con. fregagi°nl a ìnmechìa- riceuere i rimedij locali, adoprar prima i rimedi]', che mollifichinOj& rifo^" to,&f . no-. & po- ra|-0^ &{cmficato il tumore, quelli, che rifoluano,& dÜècchin°5& dopò quelli ritornar di nuouo à gii primi,fe,fia bifognojöc pofeia alli fecondi* |
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& così fare di mano in mano,fin che l'enfiagione fia bene rifoluta,& effEccata.
Mollificano, &rifoluono tutte le midolle frefche, &i graffi nonfalatij & tra Rimedi quelli le midolle di ceruo,d'afino,di vitello, & di caualloj il graffo di porco,di JJ^fe^. anitra,d'orfo,di gallina ,l'armonìaco, le due fpecie di bdellio nouo, la ftorace immì. liquidaci galbano,ii maftice da timiama frefchi,& noui,& mefcolati per dar- gli maggior virtù con alcuni di dette midolle,ò gradì; & le foglie di malua,di altea,i'oìiodi cherua,di giglio,& difambuco;&le fomentationi,8d bagni rat- ti con decottione tepida di maluauifchio, di malua, di branca orfina, di coco- mero afmino,di melliloto,di fieno Greco,& d'altri tali;& l'empiaftro d'euifeo, & di ftorace liquida; & quello di fterco di capra,di farina d'orzo, & d'aceto; & lernpiaftro, che fi prepara in quefta guita. Si prendedi bdellio humido, d'am- moniaco,di galbano,di ciafeuno parti eguali,triti nel mortaio,& macerati,& mollificati nell'olio di giglio; & aggiuntoui altrettanto di mucilaggine,di fie- no Greco, di feme di lino,- fi pittano tutti infieme tanto, che s'incorporano; & poi mefchiatogli confichi carnofi,fe ne fa empiaftro atto à diffoluere Je poite- medure;& l'empiaftro fatto di radici di maìuauifcrno,di farina di fienoGreco, di feme di lino, & d'orzo cotti nella decottione d'euifeo, con graffo di porco, & d'anitra, & con olio fifamino,& di midolle dolci; & l'empiaftro, che fi fa di • afpaltOjdi bitume apollino ana libre due,d'incenfo oncie fei,dibdellio3d'opo- ponaco, di caftoreo, di feccia di cera, di galbano, di ftorace liquida, di vìico quercino, di fucco di fagra, di gomma, d'armoniaco, di ciafeunaoncìe due, di medolla di ceruo,libre due,di terebentina libra vna,& altrettanto di pece Gre ca; fatti 'm polue, & difsoluti nell'aceto il galbano, l'opoponaco^ l'armonia- co,& pefte le cofe da peftare,& ftrutte l'altreà lento fuoco,& fatto d'ogni cofa miftioneril quale difsolue valorofamente le natte Je iarde,i vefciconi,& le gal- le;^ il lenimento di fterco d'afinojdi radici d'euifeo, & di ftorace liquida.dif- foluono, & difeccano le fomentationi fatte con fpugne ftate a molle nell'ac- qua di calce viua; ò nell'acqua di calce,& lidia forte; & i bagnuoli fatti per ot- to giorni continui due volte il dì fopra l'enfiagioni con vna fpugna} ò pezza legata in capo d'vn baftone,& ftata a molle nella lidia forte j:alce viua,& orpi- Da,.e n mento,bollitij& mefcolati infieme. Non giouando queftirfegli darà il fuoco, fmt non come s'è detto, con inftromenti di ferro infocati, & fé gli potrà fopra lo ft ree- fZZt'^ toio: il quale cafeato, fé gli faranno continui bagnuoli, che rifoluano, & edic- chino le reliquie,& confortino quella giuntura. Rifoluono ancora, &difccca- Rim^ no Tempiaftrodi cenere di vite, e di fico,mefcolata con affongia di porco; & rJ£olfjui - quello,che fi compone con calce viua pefta minutamente, & incorporata con tìm. ■* affongia di porco; & l'vnguento fatto con cenere oncie tre, calcina viua onde fei, poluerizate fottilmen te, & mefcolate con vino, & fatte in forma di mele j & quello che fi fa con bacche di lauro fatte in polue oncie tre, afpalto onck_> due,nitro oncie due, affongia vecchia di porco colata oncie quattro, incorpo- rati infieme ; & l'vnguento, che fi compone con fale vn pugno, rame arfo on- de fei,fenapepefta,pienamano;pefte,&fetacciateinfieme,&ftemperate con aceto forte: il quale è ottimo, &prouato;& l'vnguento di polue di marcatila parte vna, di calcante parte vn terzo, & di rafa di pino parte vna, & vn terzo, incorporate con midolla di ftinco di vitello: il quale tira valentemente gli hu- mori della profondità della pelle, & la marcia raccolta fotto i mufcoli; & l'vn- guento che rifolue, Medìcea mirabilmente le gonfiezze delle gambe, il quale fi compone facendo bollire à fuoco lento in vn pignacto, vn boccale d'aceto; gettaru
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i$i Delle fnfirmitadi
gettandogli dentro a poco a poco calce viua la quantità di due pani, & agi-
randola fempre con vn baftone, tanto che incominci a far corpo ; & dipoiag- giuntoui fapon nero libra meza, & polue d'euforico oncia vna , s'anderà agi- tandolo che fi faccia come vnguentojcol quajé s'vngerà il tumore fenza net- tarlo mai, fin che fi ieui la pelle ; pofcia, fin che fiafanato, fé gli faranno conti- nuamente due volte il giorno bagnuoli con faluia3 rofmarino Jillìa forte, 8C orina humana,bolliti infieme; difeccano ancora valorofamente le chiocciole , òlumache crude trite infieme col gufcio, impiaftrate, & legate fopra la giun- tura,lafciandole da loro fpiccare,& renouando l'erri piaftro tanto, che fi difec- cura del chi 1 enfiatura. Seguendo adunque l'ordine detto da noi la cura del tumore, fi mTfi£t Potria fare in quefta guifa;fregato leggiermente fempre auanti l'applicatione bafan, dei rimedij il tumore per aprir li pori j fegli faranno per otto giorni continui mattino, &ferabagnuolimolIificatiui, &refo!utiui, che durino lo fpacio dì mez'hora ; come èquello, che fi fa con decottione tepida di maluauifchio ma- nipoli quattro, di malua, di madre di viole, di branca orfina, ana due branca- te > dentro la quale fi metteranno bottiro vecchio, grafso d'orfo, di ciafcuno oncie tre, feme di fieno Greco; & di lino ana oncie due, poluerizati, & bolliti, MoSfaa fin che la decottione cali il terzo. Fatti i bagnuoli, & afciutti; per mollificare, filwre. & difsoluere maggiormente, s'vngerà l'enfiatura con l'vnguento fatto di graf- fo d'oca, di gallina; d'orfo, di cauaìlo ana oncia vna e meza; di mirrha, di fera- pin ana oncia vna e meza,fatti in polue,& d'olio di giglio bianco, mifti,& in- Scarifica- eorporatj jnfieme. Dopò il qual tempo mollificata, & refoluta alquanto 1 en- fiatura, farà bifogno adoprare fcarificationi, tagliando minutamente con il rafoio il tumore dà tutti i lati, rafo di nouo via il pelo, & fregarlo con vna ftcc- ca di legno,& col fale,per cacciar fuori quella parte d'humori, che può vfcire, efsendo la fcarificatione non folamente vtile, & gioueuole in quefti mali $ ma necefsaria ancora, abbreuiando, & ageuolandola cura, & facendo col tirar fuori parte di quella materia le ftrade più larghe,& più parenti: onde fi prepa- ra a gli medicamenti, che fé gli deuono applicar di fopra l'entrata più ampia » Dìfeccare, &à quella materia che è nel tumore raccolta lVfcita più facile 5 pofcia perdi- & rifila/- feccarlo, & rifoluerlo, fé gli enfafeierà fopra il cerotto fatto d'armoniaco, di bdellio,diferapino,didiachilon magno, di galbano, d'hifopo in cerotto ana oncie due;ò altro più gag!iardo,fin che il vefeicone fia difsoluto, & difeccatoj ritornando di nouo, fé farà bifogno, per fanarlo beneà gli rnollificatiui, &re~ folutiui; & dipoialii refolutiui,& efficcatiui, come s'è detto. Rifoluto il turno- re,per fortificare quelle parti, & difeccar le reliquie, che vi follerò, &Pcr *are Darerlfor°- <lue^a Pe^e pi"dura,& perciò meno atta à folleuarfi, farà bene dargli il fuoco tificare le nel modo, che s'è detto, & porgli fopra lo ftrettoio, con la cimatura; & le con ^diliccaS ^^ rimedi) non fi potrà fanare, fi cauterizerà, fatto prima il difenfiuo fopra 'cauteri- il ginocchio con vn ferro acuto infocato nella fontanella, che vada quafifin° %an. al fondo della giuntura, doue fi raduna la materia ; alle confine del procefso interiore dell' ofso dell'anca, doue s'articola con la girella, lafciando la vena-, da vn lato verfoil detto proceiTo interiore, non efsendo in quella parte mu- fcolo alcuno, ne neruo che pofsa efsere offefo ; dipoi per otto giorni, tanto che fia leuata la crolla, òl'efcara,fi medicherà con l'vnguento fatto con mele,te; rebentina, verderame, cera, fangue di drago, bolo armeno; pofcia fé gli P°rra fopra vn ccrotco,che difecchi,conforti,& rifolua; come è il cerotto dell'°"cro* tioj mettendo, pertugiato il cerotto, ne i buchi delle cime di penne p^r otto
giornij
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De CauallL Lib. VI. 253
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giorni,-acciò quella materia fi polla purgare, legando però su la fontanella vn
piumacciuolodi ftoppadi lino, con vna falcia,incominciando difottodel ginocchio la Iegatura,& andando di fopra al garettone; accioche fé gli hutno- ri calaffero di nuouo, compredì dal piumacciuolo, & dalla legatura, vfciflero fuori per li pertugi fatti nel cerotto ; auertendo, che il cauallo non fi gratti per ^rtim' il pizzicore grande, che genera il froco. Purgata la piaga, fi curerà tanto,che fia guarita con medicamenti, & cerotti chefaldinojouero per romperlo fenza tagliojò fuoco viuoje gli darà il rottorio fatto di fapon Saracinefco, di canta- relle pefte,di folimato,d'orpimento,di calcina viua oncia vna per cofa; rotto il tumore, & vfcita fuori quella materia, per fanar la piaga vi fi metterà fopra.* polue d'aloe epatico, diftemperata nel fucco di piantaginc&vltimamente^ quando il male non miglioraffe, fé gli daràfpeflb punte di fuoco con ferri ar- dente adoprando dipoi lo firettoio, con la cimatura, che alle cotture è conue- Della iarda, ò zjtrda. Qap, XX XlU.
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I quale pc
in procello di tempo inuecchiandofi, fi fa denfo, callofo, & gran- sw*' de jdiftendendoiì, & inalzandoti la pelie,& quelle membrane per lo continuo concorfo de gli humoi i,& per la rifolutione delle parti più fottili; & porta feco dolore,offendendoquella giontura,& quellinerumi quali fono in quella parte; & crefce quello tumore alle volte à tanta grandezza, che abbraccia tutta la_, parte di dentro,'& di mezo, & quella di fuori della giuntura del ginocchio di dietrojftendendofi per la parte di dentro,fino fopra gli odìcelli del ginocchio, & il capo dello ftinco. incomincia apparir quello tumore nel gaietto, in quei ]uoghi,& in quella guifa, che habbiamo detto venire il vefciconedi grandez- za d'vna noce, ò palla, & quando occupa così la parte di dentro, come quella di faorijè chiamata iarda doppia,- & quando,oltra quelle parti>occupa ancora !arda ^ tuttala parte di mezo della giuntura,che riguarda le mani del cauaIlo,è detta i*«. zarda,ò zardone.Si conofce dal tatto,&dalla fua grandezza,nel principio,- & zardme. mentre che fono teneri, & molli fi poffono curare, fcguendo l'ordinepo/ro nel ragionamcntode i vefciconi,efsendo vn male ifìefso,ò poco nel principio dif- ferente. Quando il male ha prefo forza, & è inuecchiato,& fono i tumori fo- Pr**fcà di, & denfi, ò fono incurabili, ò con gran difficoltà fi fanano : nientedimeno vfando la debita diligenza, & i rimedij opportuni, ò fi ridurranno vicino allo fiato di prima; ò perauentura fi faneranno. Si terrà dunque il caualloinfermo Cura, in iuoco netto,& afeiutto; & fi nutrirà con cibi,che difecchino, & fi cfserciterà moderatamente, & primieramente fi cercherà di vietare, chenuouì humori non calino in quel luoco ; il che fi farà, allacciando, & troncando la vena inte- ciucciar riore,che pafsa per quella parte offefa; & facendo vno ftrettoio fopra il garet- u vena. to; dipoi fi cercherà di leuarla materia, che vi fi troua concorfa, fenza fiare ad afpettare,che quella materia tanto grofsa, & vifeofa, & in tanta quantità fi di- gerifea,òfi maturi ; imperocheefsendola poliema nella congiuntura , fkitu, Su«Ue fofse,& tra quelli officelli,vi farebbe periglio grande,che quelle parti lì rilafciaf-
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2 54 Delle Infirmitadi
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rilafciafsero,& fi corrompeffero per la lunga tardanza di quella materia; quafi
marcida, & per cagione delli medicamenti maturarmi 3 che per faaarla fé gli metterebbono di fopra: il che così efsendo, fubitoconofciuto il male, & le ca- gioni^ l'età, & le forze del cauallo, efsendo più fottopofti à gli humori flem- matici i caualli giouani,& i vecchi,& quelli, che fono di compleffione fredda, Ondi ca- & flemmatica, che tutti gli altri. Si taglierà per lo lungo la iarda nel luoco più ^ufomp- ^a^so > &decliue dell'enfiagione, acciò quella materia radunata fipofsapiù ftiàguL- commodamente efpurgare, fé però in quel luoco non vi fofsero nei ui,tendini, Zat£m" ° vene,& arterie^le quali impedifsero iì taglio;che in tal cafo s'haurà da fare il Tatuarla taglio nel luoco più atto ad efpurgarfi la poftema. Forata, ò tagliata la pofte- mamon s'haurà da vuotare à fatto la prima volta,mà a poco à pocojpercioche infieme con gli humori vfciria copia grande de' fpiriti, & s'indebolirebbe la_j Annota- V]"rtu dell'animale <. Cauatone adunquebuona parte la prima volta, fi metterà ihm, nel principio la tafta della ftoppa con bianco d'voua, & fopra il tumore per le- uare il dolore fatto dal taglio il bianco,& il rofso deli'voua ben conquafsati,in- fafciandogli,- ilfeguente giorno ftfcioglieranno le fafcie, & leuarà la tafta, & trattone il rimanente, fi curerà con medicamenti, che digerivano,rifoluano, & nettino le reliquie, che vi fofsero reftate, legandoui fopra l'empi a ftro fatto di farina di fro mento,di fuceod'appio, & di mele, incorporati infieme. Netti, & difeccati gli humori, fifalderàla piaga con medicamenti efficcatiui, con li cauteri- quali fi fogliono curare f vlceri. Saldata la piaga, &quafiafciutta la iarda, per un, difeccare,& confumare ogni refiduo,& fortificar quella parte, fi cauterizerà la iarda,& tutta la giuntura con ferri diritti,adoprandoui poi lo ftrettoio fatto di fangue di drago,di bolo armeno, di pece Greca, di pece negra, & di ftoppa-* trita,bolliti,&; liquefatti al fuoco con la cimatura. Delle galle. Cap. XXXiUL
■Definiti- VpStà!%à E galle fono tumori teneri, & molli, à guifa di vefcichette di pe-
fce, grofse come nocciuole i ò come noci, & per la più fenza do-
lore; così dette per efser molto limili alle galle, frutto della quer- cia & vengono tanto nelle gambe dinanzi, quanto in quelle di Tane offe- dietro fopra le rnazzole, tra il mufcolo maeftro i & Tofsa del ftin" fi*?* co. hora daldeftro,& hora dal finiftro lato,- &alle volte ancora da entrambi 1
Galle dop- jatj $Q\ ftinco;& quefte fono dette galle doppie,& trafìtte,& fpefse fiate gene- ^àaiiedì rano dolore. Sonoquefti tumori di due forti; l'vna che fi genera da vapori leg-
duefirti. gierijSc da humori flemmatici fotcili,& è molto fimilealvefcicone; ancorché Sa più molle,& nella fua miftionefuperi il vapore,fuperando gli humori nella
compofitione del vefcicone, l'altra che fi crea da meri vapori ventoii : li qua» rinchiufi, & ferrati tra quelle membrane 9 & tra quelle vefti, che cingono l'of- fa, & i mufcoli, le gonfiano, & le inalzano contra l'vfo di natura: & quefte io- Caufadei- no deriuate ò da percofse, ò da humori ventoii, che per lo debole calore, che rfmfitt? °Pera nell'animale,!! rifoluonofeuaporatala parte più fotti!e)in vapori grom» & entrano in quelle parti gonfiandole ; ouero da ventofità, e he iuì leende dal- Caafa con l'altre parti del corpo. La cagion poi congiunta è la ventofità riferrata in quei giunta, luoghi. L'altra forte di galle viene ò per proprio difetto del cauallo,che tó P°r" raitafot ta fin dal ventre, ò per heredità del padre, ò della madre ; ò per li vapori delle u di&tUc. ftalle, quando i caualli con le gambe bagnate vi dimorano, òperl'ecCC^lue fatiche,
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fatiche,òperìo fmoderatoripofo;ò per l'altre cagionicene di fopra habbiamo
allegriate- alli vefciconi. A quefto male fono fòttopoftì più de gli altri i polle- Segni del' dri5che ftanno nelle ftalle, fin che hanno fornito il quinto anno. Si conofeono %Jj%3*^ le galle piene di vento folo dal tatto della mano ; conciofìache quelle enfia- gioni calcate con le dita,refiftano afsai più che non fanno quelle dell'altra fpe- cie, ne vi refta fegnale alcuno dell'impreffione fatta con le dita, ma fubitori- torna la gonfiezza deprefsa al luoco di piima.Le galle poi create dalla mefeo- ffSkéà lanza dal vapore,& deirhumore,fono più molli,& tenere,& cedono totalmen morali. te alla mano, fenza far punto di refiftenza. L'enfiagioni prodotte dal vento, fi difsolueranno, tenendo il cauallo afeiutto, netto, & efsercitandolo moderata- cura dd- mente,&nutrendolodicibi3chedifecchino;& lauando poche volte le gambe te0f* e con acqua femplice,mà con acque calde, che difecchino, & rifoluano. Quelli che nafeono dalla miftione del vento, & dell'humore, fi curano, applicandoui i^diehu- foprà i medicamenti attualmente caldi temperatamenteri quali fieno difoftan morali- za fottile, & di natura caldi, & atti à penetrar per quelli pori,- & che riabbiano va!ore,& forza di rifoluerquella ventofità,& quell'humore,&di poter ftar tem po baPceuoIe fopra il tumore 5 alche faranno buonele fomentation! con vna_, fpugna noua ftataà molle nella lidia bollita con nitro,fale,& aceto,- ouero rafo Il tumore, & fregato,& ftropicciato bene, Iegarui,& infafeiarui fopra con vna Fomenta- benda vnafpugna ftataà molle in acqua di fapon nero, ò in acqua di calce >ttonu leuandola quando fono fredde,& rinomandola più volte;effendo il freddo no- quo à quefti mali; òvngerli con olio d'euforbio,& di pepe j ouero applicargli^^, fopra fempiaftro di bacche di lauro, ò di fementedi fenape 5 ò il cerotto d olio eSjm. anetìno,di cera;d'hilbpofecco,ò quello di pegola naualcdi rafina,di tereben- tin „di ciafeuno parte eguali,fatti con graffo di Ieone,ò di toro,ò altri fimili;& fé quefti non bafteranno;fattoli prima delle fomentationi con fpugne,ò lana fuccida fiate a molle nella decottione di cofe che alTottiglianojCome fono lap piojanifo,ponergli fopra ventofe fenza tagliarle;percioche col mezo del fuo- Vemofe *- co rifcaldano,& rarificano il membro,&afsottigliano la ventofità; &la rifol-/«• uano,tirandola dal profondo alle parti di fopra;& dipoi vnger il loco con olio anetino, cherino, & altri di limile valore 5 ouero bagnarlo fouente con orina, dentro la quale fiano difsoluti libra meza di vitriolo, & altrettanto di fale.- il quale elTìcca gagliardamente. Non giouando quefti medicamenti a leuar, & Nongio- cirar fupri delle parti interiori, & profonde la ventofità grolla, fé gli porranno Zed^!Sl fopra medicamenti rubificatiui, & refolutiui, come fono l'empiaftro di calce., %rfi deb~ & altri tali. Per fanare poi le galle cagionate da humori, & vapori mefcolati infieme, feruato l'ordine detto di fopra, fi cercherà primieramente di leuar la jftrada à gli humori, che di nuouo non pofsano correre al luoco poftemato 5 il che fi farà allacciandola vena,chefcendeda quel lato,& ponendo vn defenfi- uo fopra lo ftinco affetto ; dipoi fi tentata di rifoluer quella materia, & quelli vapori ò con fomentationi, ò con bagni, ò con lenimenti, ò con vnguenti, ò concerotti,òcon cauteri] attuali>ò caufticij come s'è detto ne i vefciconi^con- nettendo quelli rimedij à quefto male ; & oltra quelli fé gli potranno ancora-, fare i bagnuoli con vino,dentro il quale fia bollito lo fterco di colombo,ouero con faluia, & rofmarino bolliti in vino bianco,tanto che fiano ben cotti; & di- poi parlato il terzo giorno, infafeiarui fopra, incominciando da bafso il leni- mento fatto di fterco di vacca,ò di bue parte vna,& d'olio commune parti due, bollici tanto infieme, che calino i due terzi j & rinfrefcarlo tanto 3 che il caual- R lofia
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lofiafanato ; ouero fargli delle fregagioni cori olio coftino, nardino, laurino,
&carnmomillino3 mefcolati infieme3 & bolliti, ò conquafsati con vino bian- co ; o porli fopra il lenimento di carne di chiocciole, ò lumache pefte nel mor- tacene difeccano valentemente; ouero per rifoluere; rafe le galle,& minuta- niente intaccate col rafoio, & fregate con fale, per fare vfcire col fangue gli humorijvi il legherà fopra vna lamina fottile di piombo, non rimouendola per tre dì;indi leuata & netta la gallarvi fi fpargerà fopra polue di bolo armeno* & vi fi tornerà fopra vn'altra lamina nuoua d i piombo, mutandola,^ nettando- la ogni giorno tre, ò quattro volte, & fpargendoui fempre la detta polue ; & così s'andrà facendo, fin che l'enfiagione fia difsoluta;ouero rafe le galle,s'vn- geranno tantoché fiano guarite con IVnguento fatto di bacche di lauro oncie tre,d'afpalto,di nitro,di cìafcuno oncie due,d'afsongia vecchia di porco cola- to oncie quattro, pefti, & fetacciati, & mefcolati infieme; & dipois'infafcie- F,forc< ranno con IVnguento fecco, che à fare fi pigliadi cera gialla libra vna, di rag- w/wST* già magra oncie fei, di galbano oncie tre, d'afpako libre due, di bitume libra vna,d'armoniaco5di coito, di ciafcuno oncie fei,di mirrha oncie due; & pefte fottilmente le cofe da peftare, fi ftruggono in vn pignatto nuouo à lento fuo- co quelle cofe,che fono da ftruggere^iefcolandole, fin che fi raffreddino; di- poi aggiuntoui i'armoniaco, & il cofto poluerizati fottilmente, come farina, fi ritornano à cuocere, fin che di tutte fi faccia vn corpo folo ; indi rafreddati, fi piglia di detto vnguento quantità bafteuole à curar la galla > & ftefo fopra vna pezza di lino, s'infafcia fopra il male, & vi fi lafcia per tre giorni* fenza^ mouerlo 3 pafseggiandoognidìilcauallo moderatamente; pofcia fertiandoil medefimo ordine, fi muta, & fi rinoua l'vntione ,• il che fi farà ogni terzogior- no, fin che la galla fia difsoluta j hauendo quello vnguento valore di rifoluere l'enfiagioni^lenatte^ueroconrvnguento^heèbuonoj&approuatojche fi fa con fale commune vn pugno, rame arfo oncie fei, fenape vna mano pie-
na, pefti, & fetacciati, & mefcolati infieme, & diftemperati con aceto ; o con Tvnguento d'olio laurino, di cera vecchia ana oncie tre, di polue fotcilifiìma d'euforbio oncia due terzi j fatto al fuoco; ii quale gioua alla iarda ancora* ò con quello d'olio laurino oncie fei, di polue fotcilifiìma di iolfo oncÌ3 vna, di orpimento poluerizato oncia meza ; bollici infieme, & fatti in forma d'vn» guento, che deue efser caldo ; ò l'vnguento fatto di terebentina, di cera noua ana oncie due, di mirrha, di maftice, d'incenfo, d'armonìaco ana oncia y*13 > & pcftoui su caldo; & fé quefti non gioueranno la mattina innanti il cibo, rafo via il pelo, s'infafcierà fopra la galla mezo limoncello di grandezza cor- rifpondenteal male,afperfo di polue d'argento folimatOjche chiamano alcuni Fuoco mor fuoco morto; perelfere egli corrofiuo, & vlceratiuo, come il fuoco ftefso; &
t0' dopò ventiquattro fiore fi leuerà, vngendo dipoi il luoco con olio commune j ouero rafa, & tagliata minutamente la galla, fi fregherà con fale ; & dopò il Vefiicato- giorno feoUente (egli metterà fopra il vefcicatorio fatto di cantarelle peft<~' oncia vnajd'olio laurino oncia vn quarto,d euforbiooncia vna;battute à fred- do nel mortaio* & vi fi lafcierà legato per fpacio di tre giorni * in modo cheli cauallo nonfi pofla colcare,ne grattare. Pa flati i tre giorni,!! leuarà via il vefci- catorio, & s'vngerà tre, ò quattro fiate il giorno di bottiro* tanto che vi venga l'efcara,ò crofta; venuta l'efcara, fi menerà all'acqua del mare, fin che fia gua" rito,òfegli faranno de' bagnhchedifeccano^on melliloto,calamento*balau- ftùbacche di iauro,cotti nella decoccione di maluauifchio, ò nel vino? °uero ie
gli da-
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De'Caualli. Lib. VI. 257
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gli darà vna puntai più di fuoco, come s'è detto, ne i vefcìconi; & dipoi s'in-^'^0
durirà, & fortificherà la pelle con cofe, che difecchino; alche farà buono Tem- ° piaftro di cipreiTo, & altri fimili, ò più gagliardi ; ouero fé gli darà fuperficial- menteil fuoco con ferri ardenti,abbrufciando folamente il cuoio. Delfparagagno. Cap* XXXV,
L fparagagno, ò fparauano è vn tumor freddo, & fodo , à guifa di Definiti^
vna meza noce, ò d'vn' vouo, che fi genera per concorfo d'humoriB<r' freddi pocofottoil garettone dal lato di dentro, fopragli odìcel- li della giuntura, che vi è di fotto, prefso alla vena maeftra, che di- cono fontanella j tràquelle membrane, &quelli mufcoli, & Tofsa: il quale col Lw"°fl~ tempo rifoluta la parte fottile>& rimanendoui la più denfa,operando il natiuo m e' calore,sJindura,& fallì come gomma,& ofsojvieneò pernatura,ò per fatiche; Caufe- & più à poliedri, &à caualli giouani, che à glialtri. Ce lo danno à conofeere segni. l'enfiagione apparente, il zoppicare dell'ariiinale, & il tener egli nel ripofo il CuraM piede alquanto ritirato in alto j per lo dolor grande che fente. Se proceda mJde"fer per difetto naturale, la cura è , allacciatogli la vena maeftra, come s'è detto,- fjfo£ m parlando de i vefeiconi, cauterizarlo con ferri ardenti ; & dipoi vngerlo con olio violato due volte il dì, fin che fia guarito; non mancando d'affaticarlo; perche tal dolore quanto più fi trauaglia (deliramente però.; viene à manca- re . Ma fé viene dall' efsere il cauallo oltra modo flato affaticato , non efsen- Rimedif do egli inuecchiato, perche in tal ftato fanar non fi puote; fi curerà, applican- "affatoli*, do fopra il tumore^rafo però prima i peli ) medicamenti mollificatiui, & rifo- ^P* f*" lutiui;come fono l'olio di pene nauale liquida fatto à lambico in vafo di vetro Locàiimoi à lento fuoco ; Tvntione d'agrippa, & di dialtea ; quella d'olio di lombrici ter- ^cf Ji/_ leftri» dentro il qualefianocotte le radici di altea, & di cocomeroafinino,- w^ * lauandoperòfempreauantil'vntione il tumore con acqua calda ; & la com- pofitione di pece, &di pepe poluerizato, mefcolati infieme, &rvntione_j d'olio irino, di bdellio, d'ammoniaco, di ftorace liquida ; & quella che à fare fi pigliano d'ammoniaco, di bdellio, di ftorace liquida, di galbano, di ciaf- cuno oncia vna, di piretro, di fieno Greco ana oncia meza ; & il cerotto, che fia tenacidìmo fatto di ferapino, di galbano, di pece liquida, di pece Greca, di pece nauale, di raggia di pino, di terebentina, d'afpako, di manna, dì bdellio j di mumia , & di cera bianca quanto bafti; &l'empiaftro, che fi fa di olio volpino onde fei, di pece fecca oncie tre, di laudano oncia vna e me- za , di litargirio dramme fei, di verderame dramme fette, di galbano onci<ì_> due, pefti, & mefcolati infieme, & quello difenape, di feme d'ortica, d arifto- lochia, di folfo, di bdellio,d'ammoniaco, di cera,& d'olio antico: i quali mol- lificano ;> rifoluono, & confumano. Mollificata, & rifoluta l'enfiagione tal- Locali ef- niente, che fia quafi dileguata, & il cauallo vfeito di doglia,per efiìccarla in- fKC(mti' fieramente s'adoprerà la compofitione di noci di cipreffo, di galle, di mafti- ce, di dragante, di fangue di drago, di bolo armeno, di terra figillata, di mor- tella , di balaufti, d'olio rofato, & aceto ; ò fé gli faranno bagnuoli caldi con-, fpugne ftate à molle in orina di huomo, dentro le quali fiano bolliti marmo- re,fale5armoniaco, falgemma, falnitro,allume di rocca fatti in polue;ò fel'in- fafeieràfopra l'empiaftro di fterco d'afino3di capra, di ciafeuno tre brancate ; dì fterco di bue,di gralsodi cauallo,d'afsungia di porco,di ciafeuno oncie due, K 2 & d'aceto
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Delle infirmkadi
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2$8
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& d'aceto quanto bafti: il quale rifolue, & difecca,& vale in ogni tempo.-oue-
T>a-,} iifuoxo allacciata la vena, fi darà fopra le reliquie del tumore il fuoco con ferri lun- eo' ghi ,& fottili per Io diritto,& per lo trtfuerfo;ouero acciò non vi refti brutto fe- gnale , per efsere abbrufciato il cuoio dal fuoco ,• aperto il tumore con la lan- cietta, fi feparerà con vn cannello di canna, ò di ferro il cuoio dell'apertura^ dalTvno, & dall'altro lato; pofcia di dentro il cannello fi darà con ferro diritto il fuoco ; & vi fi metterà fopra per vn giorno rofso d'voua agitato con olioro- fato; continuando dipoi,fin che fia fanato, l'vntione d afsongia di porco ftrut- ta al fuocoj&dopòquella,fe fia bifognoji rimedij pofti di fopra. Della curba. Cap. XXXVI.
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JDefimtiq-
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A curba è vna enfiagione oblunga à guifa d'vn mezo vouo
fefso per lo lungo, che per concorfodi flemma duro, egrof- fo fi crea da tre dira fotto la tefta del garettone, nella foftanza del tendine,ò neruo maeftro, che va dietro la gamba,& s'im- ^&f5 pianta nella paftora : così forfi detta dal farli curuo per quel- la intemperie il rendine in quella parte. Suole auenire per battiture, per trar calci, & per qualche gran fini itro; & quando i caualli nel- la più lor tenera età fono itati esercitati più del douere ; ouero hanno portati pefi, che di gran lunga auanzano le forze fue. La fi conofce dal tumore, che fivede,& dalfefsere zoppo dal piede di quel lato il caualio; e dal tenere,quan- do ila fermo'nelle ftalle ritirata la gamba, toccando folamente con la punta_> delfvgna la terra, perlocontinuo dolore, che vi ha. La fua cura è tutto limi- le à quella del fparagagno; però feruando i'iftefso ordine,& adoperando i me- defimi rimedij ,farà di meitieriadoprare, paisato il principio (cheinquefti animali quafi mai non fi fcorgey cole che mollifichino, nfoiuano, & confu- mino gli humori concorfi,- & verfo il fine, leuato il caualio di doglia, medica- menti, cheladifecchino; & vitimamente non giouando quefti, nequellijdar- gli il fuoco morco,òil viuo con ferri fottili infocati. Dd fopra offo. Cap. XXXVll.
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Nome don
de dermi. |
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Caufe.
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Cura,
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Definìtio
ne. |
L fopra ofsoè vn tumore callofojduro, renitente,& fenzadoIore>
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d i grandezza d'vn cece, d'vna auellana,ò d'vna noce; & hora t°n"
do, & hora oblungo: il quale per lo più fi genera ne i ftinchi delle
Lwcöo/- gigs mi gam5e de' caualli, perefser quelle oltra tutte le parti del corpo
grandemente foggetce àquefto male;& fé bene innumerabiii caualli per ca-
Dokre>do g'on ^ ^ dolgono > & zoppicano, ciò auienenon per cagione delia materia
dederiui. fredda, indurata, & inofsata ; ma per efsere ofFefi, danneggiati, & impediti
quelli mufcoii,e quelli tendini5chc gli fono fopra,òfotto,òcontigui5& vicini;
òche fimfcono nelle parti circonuicinedalla fua durezza9& grandezza.Chia-
NomeJó- ma^ f°Pra °^S0 dal nafcere,che egli fa fopra l'ofsa.S'i crea queiro tumoreò per
dederiui. humori grotti, vifcofi,&tenaci,!"quali fcefi,fermati,attaccaci)& inuecchiati in
Cm*e' quelle parti, talmente indunfcono, che malageuolmente fi pofsono difsolue-
re, e dileguare; & quefti humori, ouero fono tali dal primo nafcimento del
fopra ofso, come auiene, quando ò per flufso, ò perradunanza, Ia fletnn13 ""
mile al vetro, ò al gefso,ò alia melanconia naturale, qualeè fece del far>£ue>
S'anlmal-
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De'Caualli. Lib. VI. i$g
s'ammaliano in qualche luogo,ouero diuentano tali,per effere malamente cu-
rati i tumori delle gambe,cagionati ò da calci, oda percofse, ò da oppreffìone di cofe dure;irnperoche rifoluti ò per mala curalo per la lunghezza del tepo gli humori più fottili, & refrigerate, & riftrette fuori di modo quelle materie ri- mane la parte più groffa,& viene ad inoliarti.Si conofee il fopra offo dall'effere stf™e'(tìco, egli comeoffo duro,&renitéte al tatto,& fopra l'offa.Il fopra offo quado viene ne i ftinchi delle gambe, ò fopra l'altre ofsa, nelle quali non vi fono mufcoli, ò neruijò cofa altra da danneggiarfi,con minor difficoltà fi cura,& porta poco,ò niente di nocumento al cauallo,mà lo rende diforme,& brutto da vedere, ma quando fi genera ne' luoghi intricati di nerui,& mufcoli, è difficiliffimo da fa- nare ; & per lo più pel dolore che fente, lo fa zoppicare ; & quandoè antico, & inoffato,è quafi incurabile. Viene quefto male per lo più a'polledri,&a'cauaI- Cura. li giouani;& per diffoluerlo,& dileguarlo,rafo il luogo,& fregato alquanto co panno per rarificare, e aprire i poridella pelle, acciò più ageuolmente poiTano penetrare i medicamenti, s'adopreranno nel principio della curatione medi- caméci mollificatiui;dapoi quelli,che rifoluino; &dopò gli refolutiui,i moìHfi- catiui;& così fucceffiuamente s'andrà facendo di mano in mano,in fino à tan- to, che veggiano dileguate quelle durezze; auertendo però, che per più lungo •^utrtimS tempos'hanno d'adoprarei rimedij mollificatiui,&lenitiui,chequelli, che ri- ibluoao;& che quanto il tumore farà più duro,& offeo,tanto più,& maggiore, & longa deue eiTere la mollificatione;& più breue,& minore la refolu_tione,& ' che nel principio della curai medicamenti mollificarmi debbono effere di gra longafuperiori alli refolutiui; & nel fine gli refolutiui debbono vincere li mol- lificarmi; & che nelfinterualio di mezo debbono efsere ambidue pari in virtù, & valore; oltra di ciò è d'auertire, che il male non fi tocchi con Tacque, & che non fé gli facciano troppo fpeffo bagnuoli.Se gli faranno adunque nel princi- mfime^ pio fpeffe vntioni calde,ò fé gli applicheranno fopra medicamenti di cofe,che fio deTÏZ, lenifcano, & mollifichino, & che rifoluano alquanto; come fono le midolla k~J' frefche, & i graffi non falati di varij, & diuerfi animali ; & ì'empiaftro fatto di bottiro, d'olio laurino, d'agrippa, di dialtea, di marciaton ana onde due,& di cipolle arroftite ben pelle, & mefcolate con le dette cofe ; rinouandoloogni giorno vna volta,tanto che venga a maturare,& à roperfi da fua pofta;& quel- lo,che fi compone con radici di maluauifchio, radici di giglio biàco,& radici di taffo barbaffo cotte,& pefte con aifongia di porco;mutando due volte il dì, fin chefia guarito;& quell'altro di radici di maluauifchio,& d'afsógia vecchia di porco,mescolati infieme;& 1* vntionedi mele libra vna di bottiro,di tercbe- tina ana oncie quattro, & di polue di cimino oncie fei, incorporati 3 & bolliti infieme • Mollificata alquanto la durezza, s'ingagliardiranno i medicamenti, mefcolandocon li graffi, & con le midolle de gli animali l'ammoniaco, le due fpecie di bdellio nuouo, la ftorace humida, & liquida, l'altea filueftre, & le fo- glie di malua: le quali hanno virtù e valore di mollificare, & rifoluere. Oltra di quefto fi potranno ancora adoprareper lo medefimo effetto Ì'empiaftro fatto delle più tenere foglie deH'afséz,o,deli'appio}della panetaria,della bracaorfina cotti, & pefti bene co fufficiéte quatità d'affungia vecchia di porco; & l'vntio- ne di rafa di botte,di maftice ana oncia meza,d'incéfo oncia vna,di cerufa on- cie due,d'olio comune oncie fei, mefcolati,& incorporati infieme. Mollificate beniffimo quelle durezze per diffoluerle affatto,fe gli porrà fopra per fpaciodi Vn giorno intiero lempiaftro di farina di lupini cotta nell'acetoso l'affa fetida, R 5 diffoluta
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2 6o Delle Infirmitadi
difsoluta in aceto melato,ò inacquatolo puro:le quali hanno virtù di rifoluere
ogni gran durezza ; e dipoi non efsendo bene difsoluti fopr'offi , fé gli ritorne- ranno fopra i mollificatiti!, & d'indi à molti giorni quelli,che rifoluono, tanto che fi dileguino; & fé con quefti totalmente non fi dilegueranno i fopr'o(Iì,& ledurezze,mollificato prima il tumore,s'vngerà per molti giorni con 1 ammo- niaco grafso, intenerito, & difsoluto nell'aceto fortifiìmo; ò con il lenimento fatto d'ammoniaco,di fera pino ana parti cguali,difsoIuti nell'acetori quali fo- gliono rifoluere ogni poftema dura,- ò con alcun'altrode i medicamenti porti (hrT % ne^a cura ^e' ve^c,con'-Se il fopr'ofso farà frefco,& nouo,- & il luoco ofseo pri- nouo. uo de'nerui>& mufcoli,fi potrà difsoluere,ponendoui fopra cotenna di carne falata caldiftìma,rinouandola più vo!te;ouero vngendoloogni dì,mattino,& fera con olio laurino, & dipoi fregandolo bene con vn cannone di canna,tan- to che fia del tutto dileguato; ouero itillandoui dentro,rafo il pelo,& intacca- to minutamentecolrafoioilfopr'ofso,&fpremutoneil fangue con ftecca di legno j olio di ginebro caldo due, ò tre volte, in fufficiente quantità s & dipoi fpafseggiando il cauallo, ò infafciandoui fopra, rafo il tumore, vno limoncel- lo^vn'vouoduro^artitoperlomezojafperfodipoiued'euforbicòd'arfenico^ continuando fin che fia fanato : ò vngendolo con euforbie mirto con olio di Cura del ginebro; & fé il tumore farà antico,& inofsato, pur che non fia nelle giunture, fopra ofsQ Q]jn luoghi intricati di nerui, & mufcoli; bifognerà gettato il giumento à terra legato de i piedi, & del capo,aprirgli il tumore per lo lungo col rafoio, & allar- gando il cuoio col cornetto,fcarnar leggiermente la pelle>& diftaccare il fopr* ofso d'ogni banda, & dipoi con vn ferro diftaccarlo intieramente dall'ofso,& leuatolo via3curar il taglio,come fi fanno le piaghe; ouero rafo,& tagliato mi- nutamente il tumore,& fpremutone il fangue,vngerlo per tredì col vefeicato- rio fatto in forma d'vnguento, che fi compone con bottiro onde due, polue d'euforbio,& di cantarelle ana oncia vna,incorporateinfieme;& dipoi fin che fia guarito,vngerlo con olio commune;& afsungia dileguati infieme;auerten- do,che il cauallo non fi faccia offefaalcuna,ò con denti,ò con altro;mà fé il fo- cumdei pr'ofso farà nelle giunture,© ne'iuoghineruofi& pieni di mufcoli,&nonap- fopra ofio porterà dolore all'animale; allacciata primieramenteffe fia bifogno^ la vena, ?gLnmL ' cne feende da quella parte,& fattoui i difenfiui,acciò di nuouo non calino gli humori, &fcarificato il tumore, fé gli porrà fopra folfofquagliatocon rafina : il quale rifoluerà,& corroderà quella durezza; ouero gli empiaftri, che più (ot- to diremo;& s'apporterà dolore,& farà zoppicare il cauallo, fi leuerà prima la doglia con medicamenti mollificatiui, & dipoi fi cercherà rifoluerlo, & d^e- guarlo, & al fine per dileccarlo, & confumarlo, &conferuare il cauallo fenza doglia,fi cuocerà il fopr'ofso per lo mezo con ferri fottili leggiermente» facen- do lelinee per diritto,& per trauerfo, fecondo va il pelo,che leende in gtlij per- che poi vengono tali cotture ad efser meglio couei te dal pelo ; ouero fenza_» dargli il fuoco, fé gli fafeierà fopra l'empiaftro diftefo fottilmente fopra vna-» pezza di Iino,rinouandolo ogni tredì,& radendo ogni volta il fopr'oflo.'il qua- le fi fa di galbanooncie tre,di raggia libra vna,digomma di ciprefso, d'armo- niaco,di pece appiccatoria ana onciefei, di cera gialla libra vna; media jnolle nell'aceto il galbano,&rarmoniaco,& ftrutti à picciol fuoco,& mefcolati con l'altre cofe; aggiuntoui dipoi olio à baftanza ; ò 1 empiaftro di galbano > di}e~ rebentina,di ltorace,d'opoponaco,di bdellio, di bacche di lauro,di cera pa*~ laana libra vna, d'armoniaco, di pece appiccatoria, di gomma dicipre*S0J
d'olio
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De'Caualli. Lib. VI. 261
d'olio commune ana oncie lei, di pepe bianco, di pepe lungo ana oncia vna ;
pefte le cofe da peftare,& meife, come s'è detto, a molle nell'aceto il galbano, ]'armoniaco;& (erutti a lento fuoco,& incorporati infiemeri quali hanno forza di di(Toluere,& dileguare i tumori duri>& vecchi. Delia mazzuola. Cap. XXXVIlh
A mazzuola è vn tumore freddo, flemmatico, & duro, che mai Definitisi
non viene à marcia; il quale fi genera nelle gambe del cauallo, m' nel luoco, douc fi congiunge l'ofso dello ftinco con l'ofso della paftora grande, alle confine di quelli mufcoli, & di quelle corde; è così detto da volgari, perche ingrofsando la giuntura d'ogni intorno, rende Nomed^ ,, /»•!»•• 1 •""■>■ > r de denta.
quella parte fimile ad vna picciola mazza ; viene a poco a poco per concorio
d'humorijnatoò da repletione, ò da fouerchie fatiche, ò da percofse. Si cono- Cat!{e- fee dalla gonfiezza apparente, & dal zoppicare alle volte il cauallo, & dal por- Scgn' tare, quando il tumore è inuecchiato, & fatto grande, & duro come vn callo, la gamba affetta diritta, & intiera, non potendo piegar la giuntura ,• quando è picciolo,^ nuouo,facilmente fi fana,inuecchiato è incurabile;non fi potendo trmoftm. dileguare, & rifoluere intieramente quella gonfiezza né con li medicamenti, ne con li ferri infocati,per efser quelle para lontane dal cuore; e quelli humori ìnuecchiatì,& indurati come callo. Si cura efsendo il male picciolo, & frefeo 3 Cura, allacciata la vena che feende apparentemente, vicino al ginocchio con medi- camenti attualmente caldi : i quali habbiano pofsanza di mollificare, & di ri- Locali,, foluere, come fono quelli, che habbiamo deferitti nella curatione de i cappe!- qmìL Ietti; oueroadoprandoprirna)& più lungo tépo i mollificatiui,& dipoi li refo- lutiui,alterando,& mutando hor quefti, & hor quelli,fecondo,che il male farà ònel principio, ò nell'augumento, ò nello ftato,ò nella declinatione; & al fine non fi rifoluendo con quefti, fé gli faranno fpefse cotture con ferri fottiii ; di- cotture. ritti, & infocati. Si potrà ancora per dileguare quello tumore,rafi i peli infino al viuo, fare nella parte di dentro della gamba doue fogliono nafeere i cerri, quei peli ionghi, che tantoabbellifcono quella giuntura, vn cauterio, dandoui Cauterio. vn bottoncino picciolo di ferro ardenteul quale fi terrà aperto quindici,ò ven- ti giorni per euacuare, & diuertire gli humori, mettendola dentro vn cece_j bianco,& dipoi infafeiandouifopra foglie d'hedera,&mutandolo;come èco- flume di farfi ne i cauteri) de gli huomini.Eflendo poi il tumore grande3& in- ****& uecchiato faccioche il cauallo non refti affatto inutile nelle bifogne humanej imecchi£, fi cercherà, allacciata la vena, &ofseruato l'ordine detto di fopra, di leuare ilt0- cauallo di doglia, zoppicando egli però, & di rifoluere qualche particella di quella materia,& dipoi farle fpefse cotture di fuoco. Della formella. Cap. XXXIX.
jgH A formella è vn tumore carnofo,& duro,chenafce nella parte dinan- fefnltio~
zi della paftora, fopra quelli duo tendini incrociati, che vi fono ; & feende fino alla coronadell'vgna,efi ftende,non effendo curato,per tutto il piede; & fa dolere alle volte, & zoppicare il cauallo. E cagio- Caufe. nato ò da cotufione,ò da qualche colpo,ò da fouerchia fatica,òdall'effere flato male, ò troppo ftretco impaftorato j ò da propria imperfettione naturale, ò da Prmo/Hco. K 4 humori
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i6i Delle Infirmitadi
humeri vifcofi,& duri,che a poco à poco vi fono cocorfi; & fé viene quefto tu-
more códoglia,è molto malageuoleda fanare;mà fé fofse indurato, &inofsa- Cur* to,o la doglia fofse punto anticamon fi può curare, Efsendo dunque venuto di frefco,&dolendofiranimaleinfermojper vietare il concorfodegli humori, fé gli metterà nella parte di fopra del tumore nella mazzuola, & nello ftinco vno ìtrettoiocon lafua cimaturaj& dipoi fi curerà,leuàdo via il dolore,& rifoluédo gli humori, Per leuar la dog!ia,efsendo il male nel fuo principio, fé gli cauerà jGmtpfé*. fubitofanguedifopradelginocchio, per diuertire dal piede,- ma feil male fof- |K-' fé nel fine, Se non concorrefse più materia, fé gli trarrà fangue dalla punta del piede apoftemato, per euacuare la materia concorfa • Dipoi rafo il tumore,fé gli applicheranno fopra empiaftri, ouero vntioni , che fiano attualmente cal- de,^ che rifoluano,& che mollifichino,rinouando ogni giorno gli empiaftn, ficogni terzo dì f vntioni a fin che fia cefsata la doglia. Saranno buoni in prin- ef'Timt- QiP10i quando l'humore ancora difeende alla parteaffetta, J'empiaftrodi mal- pi SSma uauifchio,di foglie di maluajdi madre di viole,di branca orfina,di bottiro vec- fe chio,d'olio rofato, di graffo di vitelloni gallina, di ciafeuno oncia vna, di zaf- farano oncia vnottauo, & l'empiaftro di foglie di malua cotte nell'acqua, & pefte, & di nuouo fatte bollire nell'iftefsa decottione con farina d'orzo ,• ag- Riwdìi giuntoui olio rofaco à baftanza. Quando poi è pafsato il principio del male, £1tl*xm & non concorrono più gii humori \ ouero quando il male è antico, ottimifa- ranno l'vnguentOj chefi compone con galbano, armoniaco difsoluti nell'ace- tOjftorace liquida,cera, raggia, opoponaco, incenfo, hifopo, bacche di lauro, pegola,di ciafcunaoncia vnajpece nauale, vino bianco vecchio ana oncia vna e meza > terebentina, pece Greca onciefei ; & quell'altro, che fi fa con cera-* bianca,galbano, ana oncie ki} terebentina,hifopo3 midolla di ceruo ana oncie due, grafso di toro oncie cinque, bdellio, fior di giacciuolo oncia vna e meza, grafso d'oca vna oncia.falnitrooncie quattrojpefielecofe da peftare,& lique- fatte l'altre à picciol fuoco,& incorporate infieme,e ftefe fopra vna pezza fot- lenata la t jj_c ^i ljno,& porto fopra il male, teuato il cauallo di doglia,per rifcluere Ten- flfLt fiagione,fi raderà di nuouo fino al viuo il luogo afFetto,& s'intaccherà tutto co ** picciole,& minute botte di rafoioj e vi fi fregherà fai trito,fin che fia ben' vfei- to il fangue,accioche n'efea vna particella di quella materia,^ s'apra l'entrata
alli medicamenti i pofeia fé gli applicheranno fopra perdue alti idi medica- menti, che rifoluano, feruandoqueft'ordine infino al fine della curacionc,do- uendo,quanto i tumori fono più duri,tanto efser più longa la mollificano0^ j __ ouero fi curerà fin che fia rifoluto con medicamenti,che mollifichino,^ r'l°|- Jwume: uino. aUertendo pero,che nel principio della curatione eccedano i mollificati* ui, e nel fine i refolutiui, e che nel mezo ambedue fiano di virtù eguali. Molli- fica l'empiaftro fatto con radice di maluauifchio, fieno Greco, feme di lino % orzo, di ciafeuno dramme due, cotte nella decottione di foglie d i malua, con grafso frefeo di porco, d'anitra, con olio fifamino, & di mandole dolci > porto caldo fopra il tumore, &infafciato, &rinouato ogni giorno; el'armoniaco e-mpiaftratocon mele, ouero con pece; & Parmoniaco,& il galbano, & il bdel- lio triti, & empiaftrati con olio di ben, e di giglio, e con alquanto di mucilag- gine di fieno Greco, e feme di lino ; & Pvnguento fatto con armoniaco, fcra~ pinojdi ciafeuno parti eguali, difsoluti nell'olio laurino, vngendo fpefse ^ZQ la poièema; nloiuono,Pvnguento,che fi compone con afphalto,bicume ^PP0^ luto ana libre due, incenfo oncie ki} bdelUo, opoponaco, caitoreo ? ftCCla di
cera*
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cera,terebentina,vifchio quercino,fucco di menta, armoniaco ana oncie due,
midolla di ceruo libre due, pece Greca libra vna; dilToluti Tarmoniacoj&il galbano nell'aceto, & pefte lecofe da peftarfi, e liquefatte l'altre, & incorpo* rate infieme: il quale ftefo fopra tela fotrile di lino, &Jegato con fafciefenza_, fcaldarlo fopra il luogo affetto,rafo il pelo,hà virtùmiutato ogni terzo giorno, ditifoluere i tumori duri corn*ofsa>& le nate ancora; auertendodinonlauare, Aumimf ne dVngere il tumore nel voler leuar 1 'vnguento, perche fi gonfiarebbe, & di t0 * fix ogni dKpafteggiar'il cauallo;& quell'altro, che fi facon pece,cera, di cias- cuno libre due, galbano oncie tre, raggia libra vna, grafsodi toro libra vna, bdelliooncia vna,farinad3incenfo once fqi,vifchio quercino libre due,armo- niaco libre due jrifoluono ancora il vifchioquercino, incorporato con altret- tanto di raggiadipinoi&l'empiaftrodibdeiliohumido,darmoniaco,ds gal' banoana parti eguali, pefti nel mortaio ; efsendo però frati prima à molle nel- l'olio irino, òdi giglio, & altrettanto di mucilaggine di fieno Greco, & di fé- . " me di lino ; pefti tutti infieme, & incorporati con fichi graffi. Se con quéfti il ^IZn, tumore non fuanifse,ouero efsendo antico,& inoflato,& fenza doglia hauefse «*»f * bifogno di medicamenti più gagliardi,per rifoluerloj rafo il tumore,fe gli da- firi$£S ranno molte punte fottiü, & rade di fuoco per di dentro, ò d'intorno; ò vn folo bottoncino di fuoco nel mezo; dipoi per noue giorni fi medicherà col digefti- uo,di roffi d'vQua,d'o!io rofato,& di bottiro lauato;pofcia fé gli metterà fopra lo ftrettoio fatto con mele, raggia di pino ana libra vna, terebentina libra me- Xa, gaibano, pece Greca ana oncie quattro, polued'incenfo. oncia meza, fior di farina di faua, & aceto forteana oncie due, bolliti infieme, con la fua cima- tura fopra .confortando il fuoco attuale col fuo calore il membro afFetto3& af- fFmkM fottigliandola material aprendo i pori,&rifoluendo,& confumandola ma- teriaiouerorafo il tumore,& intaccato tutto con picciole, & minute botte di rafoio,,& fregato ben con fale,e nettato il fangue, s vngerà la formella col rot- torio,che fi compone con vnguenr.od'agrippa oncie dueipolu.ed'euforbio on- ^mri0i eia meza,cantarelle dramme disincorporateinfieme à fuoco lento^ & vi fi la- ttiera vn giorno naturale intiero fenza leuarlo,- pofeia pattato il terzo giorno, con ftecca di legno, òcon ferri fi lcuaranno le crofte fatte dal fuoco morto, & s'vngerà di nuouo con l'iftefso rottorio ; &; dipoi nettato, come s'è detto, & feruato l'ordine di fopra, s'vngerà la terza, & la quarta volta, fecondo che ri- chiederà il bifogno; Dato il rottorio, s'vngerà vna volta, ò due il giorno, fin ; chefia finito fvnguentorefolutiuo,ch.e fi fa d'olio volpino,d'oljod'hipericon, d'olio di terebentina, di maftice, di grafso d'orfo, di dialtea ana oncia vna^, ; mefehiati, & incorporati infieme, applicandolo fopra caldo,- adopratol'vn- guento per molti giorni,fe gli faranno continui bagnicaldi, quanto fi può pa- tire, infafciandoui (opra vna fpugna bagnata con orina bollita confale, & mutandola, & rinouandola quando faràafeiutta. Si potràancora feomefiè detto)dare nel tumore molte picciole punte di fuoco,mà rade,& lontane i'vna dall'altra; acciochei peli pollano coprire ifegni fattidal fuoco; ò forarlo nel mezo con vn bocconcino di fuoco , fin che a efea il fangue, & porre in quelli pertugi fatti dal ferro infocato deU'vnguento rottorio, vagendo ancora tutto il tumore, & rinouarlo più voice, feruando l'ordine già detto. Dato il rottorio,, s'vngerà per noue giorni con bottiro, & dipoi fi finirà di fanare ò coaempia- ftri,ò con vntioni, ò con bagni appropriati à difsoluere le durezze. Rifoluto il tumore > accioche per concorfo d'hurnori non fi generi di nuouo, s'allaccierà foctOy
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Delle ïnfirmitadi
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2^4
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fotto,ò fopra il ginocchio la vena, chefcende in quella parte j e tanto baili ha-
uer detto intorno a quefta materia. Dell'i chiapponi. Qap. XL,
All'vno, & l'altro lato del piede, doue riabbiamo detto venire la
formella alla radice dell'vgna j nafconoalle volte due tumori à guifa di due meze voua, con le punte all'insù : i quaii alcuni chia- mano chiapponi, perche come chiappi, & lacci ftringono for- temente le parti fenfibili del piede ; & altri cornetti dalla fomi- glianza, che hanno con le corna d'alcuni animali. Altri poi fecondo la diuer- ìità delle parti variando i nomi 3 vogliono nominarli {blamente chiapponi quando vengono nelli piedi di dietro ; & formelle quando vengono ne i piedi dinanzi. Apparifconofemprequefti tumori flemmatici freddi, & duri in vn medefimo tempo; vno dal deftro,& l'altro dal finiftro lato del piede; & vengo- no ò per vitiohereditario dei parenti3òperfouerchiefatichete mafiimamen- te ne i caualli giouani. Sì conofcono dal vedere, & fentire quelle parti dietro la corona più rileuate del folito, & dal zoppicare dei cauallo ; & fi curano nel- l'ifteiïo modo che le formelle. Della ìntrafiegatura. Cap* XLL
i
JSjjW Ccade nei lunghi camini, madìmamente nel verno, & ne i luòghi
Mm% ^ano°fij cne il cauallo per mala cura de'padroni, & de' feruitori «£%w incorre in vna intemperie, ò inflammatione, detta da volgari in- trafregatura : la quale viene tra le gambe dinanzi, & il petto , per non ef- fer tenute nette j & fi conofcedal calore grandiflìmo, che fi feme fotto l'a- fcelle, & dal vedere, che il cauallo, poi eh e ftato in ripefo, non può muouere le fpalle, & pare riprefo. La fua cura è lauar palpando fra le gambe, & il petto con acqua calda bollita col fale, pofeia rafeiutte bene, vngerle con olio com- munelauatonoue volte in acqua,&agitatocon acqua rofaca,ò bianco dvouaj ouero vngerlo con olio violato, ò rofato; & per non incorrere poi in quefto di- fordine,è di meftieri ne i viaggi longhi,& fangofi,che fi fanno fempre col me- defimo cauallo,ogni feraf gionto,che s'è al desinato luocoJriuedere il fuo ca- uallo, & farlo gouernare, & nettar bene in tutte le parti, & maffimamentefra l'afcelle, & fotto il petto, lauandole con acqua bollita col fale, ò con liffìa dolce-j. Deltmfiammatione delle paftore. Cap. XL IL
Viene molte volte ne i viaggi i che fi fanno per luoghi fangofi * à
poluerofi,&arenofi, chele paftore s'infiammano nella partedi dentro, nuda quaiì di peli, & di cotica fottiie_, & tenera, & dan- no noia grande, & dolor al cauallo. Quella intemperie è da-» principio facile da fpegnerfi j ma non efsendo curata, diuent* col tempo noiofa, & malageuoleda fanare,rompendofi, & fendendofi la pe"e tenera di quelle giunture difficile da confolidarfi, per lo continuo mouimento di quelle. Si fpegnerà quefta intemperie con rimedi j à lei oppofti> & contra- rij^p-
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Segni.
Cura,
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Caufe.
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Segni.
Cura, |
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Caufe.
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fronoflico.
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De'Caualli. Lib. VI. i6<
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rij,appIicatoui fopr3 in forma di lenimento, ò d'vntioni; lauata però prima la Cura-
paftora con acqua tepida, & rafciutta bene, come fono olio rofato folo ; l'olio commune lauato noue volte in acqua, & dibattuto con acqua rofata;& il bot- tiro frefco, & la terebentina, lauate altrettante volte in acqua, & agitati con-, bianco dVoua ; & il bianco, & il roiTo dell'voua dibattuti con olio rofato, & rvnguentorofatoj&l'vnguentobianco,che fi facon mele,oliorofato,biacca poluerizata,&bottirofrefco;&queiralrro,chefi compone con biacca polue- rizata oncic quattro, bottiro frefco, mele ana oncie tre, tre rodi d'voua,farina d'orzo,& olio violato ana onciedue,meicolati,& incorporati infìeme. Delle creppature che vengono nelle qambe in generale— *
Cap. XL1IÏ E creppature,che vengono nella parte di dentro delle giuntu-
re delle gambe de i caualli,fono feffure della pelle:lequali,an- coiche fianotuttequafi vna cofa, & ricerchino quafi gfiftedì medicamenti, tuttauia ò dal luogo, ò dalla impresone, che fanno, ò dalla grandezza loro, diuerfi nomi forti feono, & di- Crepff- r ' f . ti r 11 • redodedi-
ueria cura ricercano j ìmperocheie vengono nelle piegature mrfmomi
delleginocchia per lo crauerfo,& fonofecche,rappe fonodette;fe humide,crepÖ^° * pature,ò melandre,-fé nelle parti di dentro dellepaffore,douefi piegano,&per AfAÙre. lo lar^o, & fono corte, crepaccie, & trauerfe fono nominate ; fé con lafualun- ?rw*ff- ghe^za arriuanoalle corine dell'vgna,ò fi fanno tra l'vgna,&la corona,& crep- "cre^c- paccie trauerfe fono chiamate^ fé per lo lungo della paftors,ferpentine.Sono c?traHer- cagionate efteriorméte dairaere,& dall'acque fredde,& dal caldo venuto dal- Strame. la fatica,fendendofi quelle parti afeiutte dal freddo,& dal caldo in quella gui- £jw?e/?e" fa,che vergiamo fenderfi,& aprirli la terra afeiutta da i venti,&dalca!do;e fo- no prodotte da fumofità di ftalla,effendo bagnate le gambe,& non afeiutte be- ne ; & dalla polue, dal fango, & dalle brutture, ch'iui per colpa de' feruitori di ftalla fi generano,& fi difeccanoj& da incapeftrature mal curate,& da rogna:ò tigna,& altri mali, ch'iui fi generano; fendendoli le giunture indebolite,& in- ferme per laficcitàloro,&perla ftitticitàde' medicaniéti,&perlo moro,men- trefipiepano,&iiftendono.Vengonoancoraintrinfecamentedahuniorifec- cf"f<** • » tEYtQYl
chi,acuti, & melanconici, che vanno ad elliccare, & rompere la pelle- La cura cura 'vm-
vniuerfale di quefte creppature,delle quali ne diremo pofeia particolarmente, ucrfalc- è tenere il cauallo à regolato viuere,& nutrirlo di cofe,che rinfrefchinojpofcia lauato bene il luoco affetto con acque calde, e rafeiugato, vngerlo due volte il dì,fìn che fia fanato,con l'vnguentOjche fi compone con tercbentina,olio vio- lato, graffo d'anitra, &mucilaggine di dragante,diciafcuna parti eguali j b con quello,che fi fa di litargirio, di cera,d'olio,e di mele; ò con quelfakrojche à farefi pigliafuccodi ruta,olio cammomillino,feuo di caftrone, & cera bian- ca. Si potranno ancora lauare con la decottione tepida di radici di maJuaui- fchio,di feme di lino,di vino,& acqua;&afciutte bene,vngerle con olio di lino foïo,& con feuo di caftrato freddojò con l'vntione,che ti compone con olio di feme di lino oncia vna,vouo vno,litargirio oncie dueul quale ha virtù di leua- re il dolore,& mollificare le durezze delle feffure; & fé le creppature fi vedran- no penetrare affai nel viuo,& nella carne, pongauifi fopra vnguento di litar- girio dramme cinque a d'olio dramme due bolliti infieme j aggiuntoui dipoi galbano
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2 66 Delle Infirmitadi
galbano dramme tre, diftillandoloà gocciaà goccia nelle feiTure ; onero vn-
gafì con l'vnguento, che fi fa di litargirio, & olio di colto ; & tanto bafti della cura vniuerfale delle creppature. Delle rappe. Cap. XLlllL
Definii ff-fjjgpgg E rappe fono quelle fefsure ruuide della pelle co i labbri duri, &
callofi, & di colore cenericcio, che fi fanno per lo trauerfo nell«y
piegature delle ginocchia tanto di dietro, quanto dinanzi 3 in guifadi rughe , òrappe ; onde così fono nominate,- &fono della vronofiko. medefima natura, che fono le refte. Sono malageuolida curare., &dafanareinmodo, che più non ritornino, & ne fono cagione il.continuo
moto delle gambe: il qual rende difficile la loro confondanone, &glihumori caufe, fecchi,che da fé, & per la fatica vi concorrono, atti à difeccar quelle giunture, & à generare di nuouo nella pelle quelle crefpe,ò rappe ruuide,& callofe; non- dimeno effendo nuoue, & frefche, òfiano nate da lordure, ò da acque fredde, ò da humori, ò da incapeftrature mal curate, ò da rogna, & altri mali; fi cure- CT' di ranno tenendo il cauallo in ripofo,& nette quelle giunture, &vngendole due locaTqua- volte ildì,fin che guarifcano con medicamenti, che immorbidifcano,- ma che lk non fiano troppo numidi; al che faranno buoni il feuo di cabrato frcfco, pefto in modod'vnguento,&applicatouifopra freddo; & rvntionechefi compone
con terebentina lauata noue volte nell'acqua, & altrettanto feuo di caftronc-» liquefatto, & alquanto d'olio commune : & quella che fi fa con feuo di caftra- to liquefatto oncia vna, d'orpimento macinato, di verderame pefto,diciafcu- nooncie due, di calcina viua oncie tre, d'olio commune oncia vna & rneza_> > mefcolati infieme, che vale anco alle refte j & quell'altra di cola di carte vec- chie, d'afsungia di porco frefco, di terebentina, di cera bianca,d'incenfo pe- fìojdi ciafcuno oncia vna;di mele oncia meza,d'olio rofato,d'olio cammomil- lino per egual pefo, tanto che bafti à diftemperare l'altre cofe; ò Tvntione che fi compone con terebentina oncie tre, olio rofato oncie quattro, biacca oncie tre, cera noua oncia vna, & olio commune, irnpiaftrati, & mefcolati infieme. Non fifa- Sarà ancor buono vngerlecon lumache pefte,ò con farcocola incorporati con na»do le melejouero empiattrarSecon fterco humano. Se con quefti medicamenti non ìtmedka- fi fanerannole rappe, ouero faranno troppo callofe, & antiche; rafi i peli,fe gh* TaTti'Êb- inr^fcieràfopra5cucendola3lapultigliafoda,chefi fa di cinquanta pori ben cot bi 1' ti3& pefti,dJaiTungiadi porco,ò di bottiro oncie tre,di verderame poluerizato oncia vn quarto, lafciandouelafei giorniintieri fenza mouerla, & rinouando- la; dipoi, le non faranno fanate, feruando il medefimo ordine: ilchegioua an- cora alle crepaccie,& alle ferpentine; ouero,rafo il luoco affetto, fi ftropiccie- rannodue volte il dì, fin che fiano fanate, con vna fpugna bagnata in aceto fortidìmo, nel quale dentro vn vafo ferrato iìa flato per fei giorni continui in infufione vn pezzo di lardo vecchio; & dipoi fi fregheranno benecon detto pezzo di lardo; ilche è buono alle refte,& alle trauerfe antiche,& callofe; oue- ro fi vngeranno le rappe con l'vnguento, che fi fa d'agate oncia meza, di roa- ftice dramme due,di folfo dramme vna; poluerizatij & incorporati con alpn- gia di porco liquefatta, & diftemperati con aceto forte, & alquanto d'olio commune; ò con quello, che fi compone con foifo oncia vna, argento viuo mortificato oncia vna, agate bianca cruda ana oncie due, pefte, fecacciate, &
diftem-
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De' Caualii. Lib. VI. 2 67
diftemperate con aliai quantità d'olio,e bolliti tanto,che calino la metàjouero
con quell'altro, che fi fa d'orpimento, d'vn rodo d'vouo, & di fterco di pauo- ne>mefcolati,& incorporati infieme^ò conlVnguentodifolfooncie otto,d'ar- gento viuo mortificato oncie cinque,d'orpiméto oncia vria,di Ütargirio d'oro, libra vna e meza, d'olio commune,& aceto fortidìmo quanto baftijò con l'vn- tione, che à fare fi piglia di lardo libra vna, & percotato,& liquefatto nell'ace- to, fi prende il graffo, che refta di fopra, e fi mefcola con verderame pcfto,& Id- rargirio d'oro,"& orpimento macinati, di ciafcuno vna oncia; ò col linimento di pilarro, di terebentinaana oncie due, d'ammoniaco,di pece nauale ana on- cie tre, di boloarmeno ana oncie vn quarto, bolliti infieme ; il quale fi mette caldo sii le rapperne fi leua,fin che non cade dafe ftefso;& fi rinoua tre,ò quat- tro volte,fin che fiano fanate; & vale anco alle refte. Sanate le rappe, per con- , Rìmedk feruarle fane,& per vietare,che più non ritorninoci laueranno quelle giunture J Z^ |
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conacqua bollita con faIe,&s'vngeranno per tre, ò quattro giorni conl'vn- v
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•n n
tornino. |
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guento, che fi fa di fucco d'hedera, mezo bicchiero: & alquanto di fuiigine, &
di mele oncie due, di bottiro oncia vna, di maftice oncia meza, mefcolati, & incorporati infieme;dipoi fi terrannonettedalla polue,&dalIelordure,&sVn- geranno alle volte con feuo di caprone freddo,acciò non fi difecchino. Delle creppature, Qap. XLV.
E creppature dette da alcuni malandre, fono fefsure lunghe della», Befinhi(>-
pelie, che vengono per lo trauerfo nella piegatura delle ginocchia di dietro, & buttanoacqua gialla, & cagionano dolor graìidiflìmo. Sono prodotte da humori caldi, & adulti, quali perlefmifurate fa- caufe. tiche concorrono a quelle parti. Si curano, difeccando quelli humori,e con- Cm folidandoquelle feifure ; alche faranno buoni i rimedij, che pocofopra hab- biamo detto alle rappe callofe conuenirfi. Inoltre fé gli potrà anco applicare fopra, fin che fiano guarite,l'vnguento,che fi compone con bottiro antico on- cia vna, orpimento, litargirio d'oro, olio rofato completo, di ciafcuno oncie_> due,& cera à baftanza: il quale ha valore d'afciugare quelli humorde di confo- lidare quelli vlceri 5 òl'vntione, che fi fa di fucco dhederamezo bicchiero, di bottiro oncie tre,di mele oncie fei,di maftice oncia vna e meza,d'olio d'eufor- bio quanto bafti. Delle creppaceìe, & ferpentine. Cap. XL VI,
E creppaccie, & le ferpentinefono fefsure,che fi fanno nelle pie- Definitie-
gature,e giunture delle paftore delle gambe,e per lo più in quelle ne- didietro: quefteperlo lungo, quelle per Io trauerfo,- &di quelle Tre forte alcune fono fecche, altre piccioie, e corte con erottole in guifa di d*fifJH™ rogna, ò di fcabbia i & altre fono numide, comandano fuori hu- erompici. mori acquofi,& marcidi,& fono afsai più lunghe, & danno dolore al cauallo, &lo fanno zoppicare; le due prime facilméte fi curano; la terza fpecie di tutte è più cnaligna,& di rado perfettamente fi fana. Vengono per andare li caualii Cm^ nel verno per l'acquee per li fanghi,e per le lordure,e per caldo,& per fumofi- tà di ftalla,quando vi dimorano con le gambe,econ li piedi bagnati; e per hu- mori fecchi,acri,& melanconicijcomesèdetcodifopra; & per la faticai per rinterri-
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2 68 Delle ïnfirmitadi
€iMododi l'intemperie dell'animale vi concorrono. Si curano le fefsure numide delle pa-
-piuere. ftore,tenendoil caualioà regolato viuere,& nutrendolo con paglìa,orzo,fpel- ta, & acqua; & riguardando le gambe, & i piedidalle lordure, dall'acque, da i Rimedi) fanghi, & dalle fumofità di ftalle j pofcia, tofati bene, ò rafi, ò pelati i peli del Tdoht?, luo§° affettoj per leuar via l'ardore,& il dolore,& mollificare quelle giunture, & p»r^«r&farcheglihumorialquantoefsalino,&fipurghinojfilaueranno peralquan- gi^ hitma- tj giorni mattino, & fera con acqua d orzo calda, & femolaj ò con acqua tepi- da,dentro la quale fiano bolliti,cotti,& disfatti vn fafcio di malua,& libra vna d'afsungiadi porco; òconladecottionedi maluauifchio, di malua,difolfo,& ^difeuodicaftratojauertendodinon menar mai dentro il cauallo nelle ftalle, H™ * fin che pafseggiando non fiano rafciutte le gambe.Pofcia per efficcare glihu- je imedij morijfi laueranno le feiTure con femola,& vino tepido; & rafciutte,s'vngeran- ?e fiflt- no due volte il giorno, fin chefiano fanate con i'vnguento di cenere, di calce mori, viua, di ciafcuno parti eguali, mefcolati con mele, & diftemperati con aceto fortiffimoiouero lauato il luoco conlifTìa,fapon nero,& afciutto bene,s'vnge- rà per cinque giorni mattino, & fera con bottiro, & dialtea, di ciafcuno parti eguali,bolliti infieme;& dipoi fi falderà con l'vnguento di fuliginejoueros'im- piaftreranno le giunture vlcerateconl'empiaftro di fichi fecchi, & di fale pe- tti , ana oncie fei, di fenape poluerizata onciedue e meza, mefcolati inficme, & {temperate con aceto forte,infafciandolo, acciò non cada, & lafciandouelo quattro giorni fenza mouerlo. Pofcia leuatol 'empiaftro, & non effendo effic- cati gli humori, & confolidate le fefsure ; fi ritornerà di nuouo, fin che fiano guarite. Saranno ancor gioueuoli, & falutiferi i rimedij, chefanano le coppa- ture^ i più valorofi,che curano le rappe. Oltra di quefti farà ottima cofa per efficcare,& fanare quefti vlcerì,lauargli due volte il dì con vino vermiglio cal- do, dentro il quale fiano bolliti rofe fecche, cammomilla, aneto, faluia, fcorze di melagrani, aifenzo, ana vna brancata, galla fatta in polue, mele ana oncie due, allume di rocca, vedriolo ana oncia meza j pofcia rafciugatele bene, vn- gerle (fregato fern pre il loco con panno) con l'vnguentojche fi facon fucco di hedera, olio commune anaoncie fei, cera nuoua, terebentina ana oncie tre j olio d'euforbio, polue d'incenfo, di maftice ana oncia vna ; di lardo di porco percolato nell'aceto libre due ; bolliti inficme, fin che calino il terzo ; aggiun- N°ndo^ii' toludipoifleuatichelianodal fuoco)libra meza di mele;& fé conquefto va- maiejterti lente, & gagliardo medicamento atto anco à fanare le refte non fi guariranno deferì *e creppaccie, & le ferpentinc, farà di meftieri allacciare la vena, che fcende debba- in quella parte, affine di leuare il concorfo de gli humori, & adoprare rimedij Fefiwefec P*u Potent'> & vlti'mamente il fuoco, fé fia dibifogno. Ma fé rafeiutti gli hu- che rima- mori rimanefsero nelle paftore fefsure fecche,& ruuidej ouero fcaglie dure, & faihfe^- concrenate, s'vngeranno fin che fiano leuate ; & fanata la pelle con l'vnguen- me fi euri- to verde, che fi compone con verderame oncia meza, agata poluerizata, folfo '"vnvttnf v*uo> biacca cruda, di ciafcuno oncie tre, olio bicchiero vno, & altrettanto di yerde. aceto,mefcolati, & bolliti infieme; ò con alcuno di quelli, che riabbiamo detto aüf ?4- *"anar le raPPe* Quelle creppaccie poi,che fono fecche; & quelle, che fono pic- paceiefec- ciole, & cortecon le erottole in modo di rogna, òdi fcabbia, lauate f come s'è dettoj s'vngeranno con l'vntione di biacca cruda mefcolata con olio, & «*" quanto d'aceto: la quale è piaceuole, & molto vtile nel verno; ò con l'vngu^n- to,che fi fa con agata,biacca cruda,terebentina,folfo viuo,lardo di porco,ace- to & olio; ò con I'vnguento verde, ò con alcuni di quelli,che fanano le rappe. Confo-
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De'Caualli. Lib, VI. 26'9
Confolidate quefte fefsure, per mantenerle fane, & vietare3 che più non ritor»
nino, fi terranno ben nette le paftore da i fanghi, dalla polue, dalle lordure, & ben afciutce dall'acque;& fé gli faranno fpefse volte de ì bagni con decottione tepidadi malua,òdi maluauifchio, &faie j &s'vngeranno alle volte leggier- mente con IVnguento bianco,che fi compone con polue di biacca oncie quat- bfafc"f"t9 tro,butiro frefco,mele ana oncie tre,farina d'orz.o,olio violato ana oncie due, & due rodi dVouajò con olio commune,lauato noue volte nell'acqua, Tesile crepacele trauerfe, Cap, XL VII,
E crepaccie trauerfe, dette d'alcuni fetoloni, fono feffure ò vlceri ®fmm'
lunghi fatte di moltecrepacciepicciolevniteinfierae, che ven- gono nelle calcagna del piede fra la corona, & il viuo, & fendo- no per trauerfo la carne, & la pelle, che fi congiunge con la coro- na dell'vgna; & apportano dolore, & noia granduli ma all'ani- male , Sono prodotte dalle cagioni affegnate di fopra, & la fua cura è molto Caufi- diffìcile;nondirneno per fanarle,fi deurà primieramente aprir il calcagno infi- Cwa' no al viuo,& ben foffocare la caffa del piede, & il calcagno,- pofcia s'vngeran- nodue volte il dì, fin che fiano fanate, con IVnguento di terebentina lauata_. noue volte nell'acque,& altrettanto di feuofrefco dicaftroneliquefatto3& al- quanto d'olio commune, mefcolati, & incorporati infieme; ò con quello che fi fa di polue di lkargirio, d'olio commune, & d'aceto mefcolati, & agitati in- ifieme;&con quelì*aitro,che à comporre fi piglia agata polueriz,ata,biacca cru- da, folfo viuo, terebentina, lardo di porco liquefatto, di ciafcuno parti eguali: 6c fi diftem perano con aceto,& olio Se con queftirimedijjòcon altri più valen- ti, pofti di fopra, non Ci potranno guarire quefte feffure maligne, farà bifogno per virimi rimedi] adoprare l'acqua forte,& dipoi il fuoco;& tanto baffi intor- no alla cura particolare delle crepature « Delle refle. Cap. XL VI Ih
A refte è rognaccia,ò crolla dura,& callofa,piena di feffure, Definjtio.
c'hà forma di crefte;viene per lo lungo del fìinco delle gambe «*• nella parte di dietro, fopra quel tendine,ò neruo maeftro, che fefi° va dietro la gamba, & s'impianta nella paftora; & vieneanco ne i lati della giunturadell'offo dello ftinco,& della paftora;& maffimamente fràquei peli lunghi, groffi, & folti, che cirri fi chiamano;doue,& per tale cagione fi fanno col tépo delle feffure,& delle crep- pature.Si genera per intagliarti affai volte l'vn piede con l'altro; & per no effe- CaHfi« re ben nette quelle parti; & per dimorare ì caualli nelle ftalle calde piene di let- tame,conle gambe,& con li piedi bagnati,^ molli;& per humori pituitofi fal- fi;ò per sague aduftojfi come ne dimoftrano quelle crofte dure,& di color bia- cocinericic-i quali ftimolati,& modi dall'aere freddo,& dalle lordure cagioni efteriori, concorrono a quelle parti fuperficiali;& fi crea più nei tempi freddi, che ne i caldi;& più de gli altri fono fottopofti à quefto male i caualli Francefi, q^u ca„ Tedefchi,& Frifoni,per effer nati,& alleuati ne i paefi freddi; & per effer di té- udii fidim peramento,perlopiù flematico,& melanconico;& per lafoltez:za,&lunghez- jtìR£ *a de i peli delle gambe » atta da fé con gli humori, che di continuo eshalano h> fuori
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ijo Delie Infirmitadi
'Seni. ^"uon' Pei ^ P°" ^a cot*Ga 2 generare,& à nutrire quella rognaccIa.Schó que-
lle croftole di colore cinerìcio, lunghe, fode in modo di callo, èc hanno netta cima fpefse fefsure lunghe per lo trauerfo> & alcune picciole per Io lungo, per efsere ini etìinto tutto l'humido, che vi era; & nella baiefono intiere, & fode, & ftanno fuperfirialmenté attaccate nella cotica s & non arriuano alla carne ; & con le mani fi come i calli de gli fteflì caualli, fi fpiccano à pezzi à pezzi ; ri- manendo però nella pelle il callo,& la parte più groi"sa,& denfa delle crofte; & mandano fuori alle volte fangue per la grande liceità, ckperfacrimonia, & trantfko. aduftione di quelfhumore, che fende violentemente la pelle. Quefto male è quafi incurabile, come quello, chedi rado perla fua nialuagità fi fuoiecurare perfettamente in modo, che più non germoglia; nondimeno fé non farà trop- po antico, fi potrà con lunghezza di tempo, vfandoui gran diligenza 3 & con cura, regolato viuere, & con rimedij potenti ridurlo àfanità, òli vicino. Si mouerà dunque il cauallo affetto moderatamente, & fi guarderà dall'acque 3 & dalle ■Cauwfiw lordure;& per leuargli quella intemperie calda,&fecca,feglicauerà fangue à gue. baftanza dalla vena del fegato; fé però il cauallo farà di quattro anni; perche à quelli di minor età, non fideue cauar fangue: percioche indebolifcono, & perdono leforze,&la virtù; & fé gli darà continuamente cibi,& beuande,che Mododi rinfrefehino; come fono radici di gramigna, acqua d'orzo, beueroni di farina •mm. d'orzo Con giuìebbe,orzo cotto,& altre cofe fimili,& ne' caiì eftremi,per leua- il cocorfo de gli humori,fi allaccieràla vena delle gàbe, che fcende,& viene toTZfide f (luejte parti ;& ifopra i! luoco affettos'applicheràno medicamenti,ò femplici Su humo- ò compòftiii quali fiano caldi,& fecchi,& potenti à leuar via quelle croftoIe3& quelli calli prodotti da loro;Iauate prima lerefte con lifïia,& fapon nero,ò con orina humana,& ftroppicciate bene con panno ruuidoj& rafciutte;& rafo an- Rimedii c0 *peh>feneriabifogno.Fràifemplici,ottimifonofacquaforte,l'acquadifa- tacaujèm- pone,l olio d'euforbio^ folio di vitriolo;trà i compofti l'acqua vite di più cot tiCRimediì te incorporata con ftercocolombino;il latted'arenghebianche,che fi confer- é*Kpfti. uano ne 1 barili con fucco di caftrato,ò con afsungia di porco,- il quale fana le rappe,lecrepaccìe,letrauerfe,&Ieferpentine; &in due, ótre volte le fa cade- re; l'orpimento in quantità di due oncie,incorporato co oncie quattro d'aceto fortiffimo,lo fterco colombino,ò pecorino co aceto fatto in forma di lenimen- to;ìl verderamefatto in polue in quantità di due oncicincorpqrato con oncia vna di mele,& diftemperato con aceto potentiffimo,- i pori cotti, incorporati conafsongia vecchia di porco,& verderame;l'vnguento che fi compone con afsongia di porco, & verderame ana oncie due, argento viuo mortificato on- cia vna, incorporati infieme,- l'vntionechefi fàdi lardo di porco libra vna, di vetriolo, di verderame, d'incenfo ana oncia meza, di maftice oncia vna, di ce- ra noua oncie tre, mefcolatiinfieme. Ottimo farà ancor legar con fafeie fopra le refte (rafo prima, & nettato il luoco affetto^ l'empiaftro > che à farlo fi to- glie venti capi d'aglio mezi cotti fotto le bragia, & mondi, & libra vna d af- fungia di porco,& oncia meza di pepe, pelle le cok da peftarev.& incorporate bene infiemenel mortaio, fenz' altrimente toccarlo per tre giorni, & pofcia_* lauarlecon vino caldo; ouero metteruifopra ilrottorio, ò vefeicatoriofatto con cantarelle oncia meza, euforbio grani fei, & bottiro quanto bafti; &la- fciaruelo per fpatio di due giorni; & dipoi legarui fopra Fempiaftro de gli a-?*1 cotti, & d afsungia, & lafciaruelo per altrettanti giorni ; poi lauate con orina humana,&■afciutce,vngerle, fin che fiano perfettamente fanate con l'vnguen^
to,che
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De'Caualli. Lib. VI. 271
to5 che fi fa con l'euforbio, maftice, cera, & vetriolo s altra, di quefti molti di
quellirimedij, che vagliono alle rappe, fi pofsono alle refteadoprare ; &co- sì à vicenda, molti, che fono buoni per quefte, fono ancor buoni per quelle. Lauate, & fradicate totalmente le refte con le lue radici, per vietare, che-» r, piùnonrinafcano, fi bagnerà più volte il luoco, doue erano imprefse con-, vjetarc^ bambagia bagnata in acqua vite di più cotte, o in acqua forte mefchiata con nàfchmo. fuccodipiantagine, òin acqua forte fola, finche il Juoco biancheggi j po- fcia per fortificare bene la pelle, s'vngeranno per venti, ò trenta giorni con feuo freddo di caftrone, & fi terranno monde, & nette dalla polue, & dalle lordure. Delti rìsoli. Cap. XL IX.
L rizzolo èinfirmità,chevienenellecoronedellVgneinguifadi Definiti^
tigna, ò di rogna minuta ; & fa arrizzar i peli : dal che è flato così m' nominato. Si genera per non eflere tenute purgate, & nette dalle Caufi. lordure, ne bene afciutte nel verno quelle parti. Vi^e anco per humori caldi, adufti, & maligni : i quali difcendendo in quei luoghi, pafsano per li pori,& per le radici de i peli: onde nel principio gli fanno aggricciare,& dipoi cadere, fé non è rimediato. Si conofce da quelle fquamme, ò da quella tignalo rogna, che fi vede nella pelle quafi corrotta, & guafta, & da i peli, che contro il fuo naturale coftume fi veggiono aggricciati, & arruffati. Sono fot- Q ,. -, topofti à quefto male più de gl'altri i caualli Fnfoni, & Tedefchi, sì per la loro mm 'fifa compleffioncquale per lo più è hum jda,flemmatica,& melanconica; sì anco- t™fottm- ra per tenerfi difficilmente, per la lunghezza, & foltezza de i peli nette le coro- male nedell'vgne. Quefto male è di due forti ; vna fecca, & l'altra numida ; la fecca ^foll-di ha le fquamme larghe, fottili, & di colore cinericio :fotto le quali èia pelle in- s%Ì7mì tiera, & fana ; & leuate quelle, ne fuccedono in vece loro fubito dell'altre ; & r$t°lifec quefta è ageuole da fanare. L'humida è molto malageuole da curare, & fa le-. Segni detti crofte numide, (otto le quali è la pelle piena di piccioli pertugi, perii quali ef- 2jf ** cono fuori humori fottili, vifcofb &giallici; & col tempo non ellendo curata, Curadeiu infetta, & guafta tutta la paftora, & fa cadere i peli. La fecca, efsendo il mal £c^ ***" nuouo.fimedicheràjlauandolaconliffia^faponejòconlifsia^entrolaquale cnraM* fieno bolliti orobi,lupini,fienoGieco,&altea;&vngendoIa3afciutta che farà, tut. m' con olio irino,ò con olio commune; dentro il quale fia cotto il feme del mal» uauifchio ; ò con l'vntione, che fi compone con grafso di gallina, & di porco frefeo, &cera bianca; & così s'andrà facendo ognidue giorni, fin tanto, che il male fia fanato. Ma fé il male farà antico> & inuecchiatOjfi laueranno i riz- zoli con lifsia, dentro la quale fiano bolliti maluauifchio, malua, fieno Gre- co, bieta, & melliloto; dipoi, rafi i peli(ilche fi deue far fpefse volte in quefta-, infirrnltàj fi fregheranno tanto con panno ruuido, chefileuino parte delict fquamme, & la pelle fi faccia molto calda al tatto della mano ; ilche fatto, s'vngeranno con l'vntione, che fi fa di mucilaggine di fieno Greco, dafsun- gia di galline, & di porco frefeo,& d'alquanto di zaffarano, ò d'argento viuo mortificato; & cofi continuando ogni terzo giorno, fi cercherà di ridurre il cauallo à fanità ; pofeia per efsiccarele reliquie del male, fé gli faranno ogni giorno molti bagni continuati l'vno dopò l'altro con aceto 3 & acqua 5 den- tro i quali fiano bolliti rofe fecche,fcoue di melagrani,fiori di cam momilla,6c $ di pian-
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27 ì Delle Infirmitadi
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Sltll« 'd* pi^ntagine. L'humìda,efsendo noua, fi curerà con rimedi) caïdi,& fecchi;
mattimi, ondefi potrà vngere due volte il dì con olio di ginepro, & facendo folio ( ca-
rne èfuocoftume) le crofte,fi fregheranno tanto con la mano,checadino;& fé perciò la pelle oltra modos'infiammafse, per mitigare quell'ardore, s'vngerà due, ò tre volte con feuodi caftrone,- e dipoi fi ritornerà all' viò dell'olio; ouero lauato pri ma il male con lidia bollita con lupini, e fapone, & afciutto bene, s'vngerà due, otre volte con acqua di vita di più cottesmefchiata con fterco giallo di gallina; ouero (rafi i peli ) s'vngerà due volte il dì, fin che fia fanato, con I'vntione attualmente freddarla quale fi compone con oncie due di vetro pefto, & oncia vna di biacca, & due bicchieri d'olio commune; & fi bolle tan- to, che diuenci nera. Sarà ancor buono (rafo il luogo) adoprare molti di quelli curadeiii rimedi) 3 che vagliono alle refte. Se irizzoli faranno antichi, fi cureranno, an-
Sl° ' ** corche fia male quafi incurabile, tenendo il cauallo à regolato viuefe, & nu-
trendolo di cibi, che difecchino, & cauandogli fangue à baitanza dalla vena commune del collo, & purgandolo con medicine appropriate all'humor pec- cante: il quale facilmente fi conofce dal calore delle erotte, & dell'humore, che n'efee. Et fopra il luogo affetto, oltra i rimedij caldi;, & fecchi pofti di fo- pra, fi potranno applicare il vìcriolo, il folfo, la terra d'3rgento viuo, che fono medicamenti ftiptici,erefolutiui, illitargirio, la cerufa,il nafturciofecco, che difeccano gagliardamente ; & lo fterco di colombo, che difcxca, & netta va- lentemente j & i'vntione fatta di calce viua, d'orpimento, diftemperati in ac- qua tepida ; auertendo di lauarlo, come fi vedrà incominciare à cadere i peli, con acqua tepida, & vngerlo, afciutto che farà > con olio rofato, & dipoi paf- fato vn giorno lauarlo di nuouo con acqua pur tepida. Si potranno ancora.» vngere i rizzoli con I'vnguento, che fi compone con verderame, fterco di co- lombo , tafo di botte, di ciafeuno oncie due, calce viua oncie tre, afsungia di porco, & aceto forte quanto bafti; ouero, rafo il luogo, &. lauato con vino bianco caldo, & afciutto, vngerlocol medicamento di verderameonciedue, d'orpimento dramma vna, di falnitro dramma vna e meza, di calcina viua^ oncie duee meza,di feuo dicaftratodramme tre 3 d'olio commune oncie fei 5 di cera gialla oncia vna e meza, incorporati infieme; ò con I'vntione, cheli fa con elleboro bianco, &nero, folfo viuo, orpimento, calce viua, allume^ galla, fuliginepefte, & pafsateperfetaccio, di ciafeuno meza dramma, ar- gento viuo mortificato, verderame ana dramme due, incorporate con fucco diboragine, difeabiofa, dilapatio, edifumicerra,&acetoana dramme-» tre, & olio antico libra vna ; facendo bollire i fucchi ; e nel fine della decot- tione ponendoui dentro le polui, & aggiungendoui pece liquida meza dram- ma , & cera a baftanza: il quale valle alla fcabbia, al mai morto, alli rizzoli, & |
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Della riprendane, ouero fafufione. Cap, L.
T),f;„;,;*- TTOREiI A riprenfione, ouero infufione, è vna trifta fenfatione di tutto il
ne. p Ites!**** corpo, e principalmente delle gambe, e piedi del cauallo, con Ca^C' i. I^fPt 'mPecurnentodi moto, cagionata da humori fottili, che difcen-
PEwA3 dono à quelle parti per diftemperamento, ouero intemperie de* corpo del cauallo. Viene da cagioni eftrinfece,cioè dalfhauer od- |
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gì
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ato troppo orz.o nuouo,ògrano,òaltro cibpdl quale non hàpotuto cuocere^
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ò digerirai
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De'Caualli. Lib. VI. 273
ò digerire; & dall'hauere fopportato lungamente fatiche più grandicelle le fue
forze naturali non comportauano ; & non efsere flato dopò quelle né afeiuga- to,nè pafseggiato, né curato, come fi douea,- & fefsere dopò le fouerchie fati- che, & dopò i fudori ftato efpofto all'aere freddo, ouero cacciato nell'acquea fredde.! fegni fono,che il cauallo riprefo ha i fianchi tirati,& tefije chegraue-Segni' mente muoue le ginocchia, & va impedito delle gambe, fi che a pena può ca- ulinare; e che fermandofi ftà con le gambe contratte,riftrette in fé, e quafi im- palate; e che fi duole, ò da vn piede, ò da due, ò da tutti quattro, & zoppica : onde fé con diligenza non fi foccorre, viene a perdere la fuola dell'vgne. Pro- Pffifr noftico di falute è,che giacendo il cauallo,da fé fi leui,& che non giaccia tutto abbandonato,fenza Iamentarfi. Se procederà quefta paffione dall'hauere il ca- £Z?mI- uallo mangiato più del douere,e non digefto;curandofi tal male con l'euacua^ &*to tron- fione del fangue,& de gli humori, & con la dieta, & difagio del viuere, & dif- &*«•/«» commodo del corpo; fé gli trarrà incontinente fangue dalla vena commune-j &*• del collo;eraccolto,emifto quel fangue,con altrettanto aceto non molto for- te , & alquanto d'olio commune, fe gli vngeranno ogni giorno, fin che durerà quella miftura,le fpalle,le cofcie,& le gambe;pofcia per vuotar le feci,fe gli fa- rà ogni dì vnclifterio co decottionedi malua,& di parietaria:aggiuntoui olio clmerh« commune,bottiro,e fale;e fi farà paffeggiare piaceuolmente fui terreno,& con gran rifguardo buona partedel giorno;& nella ftalla fi terrà in piedi fui fuolo, fenza Jafciarlocorcare:auertendo,che feil cauallo farà grande,& grafso.bifo- Aumimi gneràmouerlo poco,ò niente;mà tenerlo in piede fulterreno,in modo,che n6t0' pofsa corcarfi,efsendofi vifto per efperienza molti caualli riprefuper efser fatti caminare,hauer patito ò grandiffimo danno,ò morte, percioche accrefeiuto il dolore che fentono grandiffimo nelli piedi, & facto infopportabile per lo ca- minare,ò fi rifondono di nouo, & fi guadano; ouero fi fpafmano, & muoiono. Quanto al viuere,s'afterrà il primo giorno da ogni cibo3& dal bere; poi fi nu- MoAoàì trìrà parcamènte,fin che fiafano,dandogli fempre meno bere,che fi può,& te- ymen' pido; & poca quantità per volta, ne forte alcuna di biada,fenon in cafo di ne- ceflStà, per mantenerlo in vita. Ottimi cibi faranno l'herba di prato, la grami- gna ben battuta,&lauata;lalattuca frefca,netta5&Iauata;per lubricare il ven- tre, &rinfrefcare, & confortare l'animale ; i paltoni di femola, il fieno, non vi éfsendo altro, in poca quantità; ibeueroni con farina d'orzo, l'acqua d'orzo ; f acqua,dentro la quale fia bollita la femola,& poi fpremuta,tepidi; due giorni dopò il principio del male non feorgendofi miglioramento alcuno nel caual- lo,!^ gli trarrà fangue dalle punte delli piedi dinanzi,affine di leuare gli humo- cmarfan ri concorfi,& vietare ch'altri di nuouo non vi caiino,& leuar la dog!ia;& fe gli "He- bagneranno le gambe con aceto mefcolato confucco difolatro,bolo arme- Rimedia no,&fale, per ripercuotere gli humori ;&fe gliempirà il cauo dell'vgna con cdi' fìerco di porco,mefcolato con aceto, tepidi, per mitigare la doglia,& eflicca- re gli humori; ouero con l'vnguento di vetriolo Romano, d'incenfo,di mafti- ce, & d'aceto; non mancando d'vngere il corno dell'vgna con olio tepido, ac- ciò per l'aceto non s'eflìccaffe; &fe il cauallo patifee dolore eccefsiuo,& into- Èimedùah lerabile per ftar diritto su li piedi,comeauiene alle volte à Caualli grafsi,& cor- <w« per |
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ftar fu
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pulenti: ouero peggiorafse per le punture fatte nelle vene de' piedi, fe gli farà
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In tal cafo la lettiera di paglia netta,fenza lettame;& fe pofaile troppo,per non
poter ftar su li piedi,fi farà leuare qualche volta il giorno,& fare alquanti pafsi, acciò fi vuoti per l'orina^ per lo feceflòj& ogni giorno vna fol volta ( fin che S % ripigli
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274 Delle lofirmitacü
ripigli alquanto le forze) fe gì? laveranno le gambe con vino ealdo, mefcolato
eoa alquanto dolio commune per conforcarle, ritornando dipoi alli rimedij ^refo if V^' ^^ giumento poi faràriprefo,per hauer patito fatiche incojerabili; oue- wmfw fQ Pe$" efór fiato dopò le fatiche, & dopò i fudori all'aere freddo j ripofato, & iluarfm rafreddatoche egli farà,& non altri menti,fe gli cauerà fubito fangue dalla ve- gffà. na deftra dal collo, hauutq riguardo alla qualità del male, alla ftagione dell'an- nodila gagliardia,grafirezza5& magrezza delfanjm^ gue,comes'èdettodi fopra,ouero con bolo armeno,fangue di drago,polue di mirtOjdi rofe,di ciafeuno meza libra,& libre quattro di farina di grano,& ace- WmdM:, %q, à banranza, fe gli empiaftrerà tucco il corpo j poi, fe fia bifcgno, fe gli darà per tre giorni in beuanda la compoficione, che fi fa d'incenfo onde due > di fi- chi fibra vna,di pepe grani venticinque,di farina di faue oncie tre,di zaft%ano vna dramma, mefcolaci con vino, & alquanta d'olio, ; la quale il verno farà te- pida,feftade freddasse fe gli faranno chfterij vn dì sì,yn dì nò;& fi farà pafseg- giarefuj terreno,& (tare in piedi nelle ftalle,& nucrir^comedi (opra. Et fe per la rjprenfione ilcauallo penafsetroppo d'andar benesù li piedi, fegli laueran- n,o le gambe con aceto, & olio > & fe gli empirà il cauo, dell' vgna con l'em pia^ Fmdue fendeteli femoU> & di raggia magra di pino; la quale ha virtù di far cefsare giorni non
le doghe delli piedi, e gli humori. fafsati duegiorni del male, fenza fegno di
mighoran migìiuramenro,{egli trarrà fanone dalle punte delli piedi, & lì medicheranno 'hmf&fe*2 punture come piaghe,& fe gh empiaftrerannoh piedi con iterco d afino ar- ém-. fo rtemperaca con aceto ; ò, con lo fterco di porco mefcolato con Faceto, fe- guen^oi'ordinedifoprsij c^feglilauerannofouentelegambejequafituttoil
corpo con vino, & olio caldi, lungamente ftropicciandolo ; & fe il giumento
per le fatiche) ò per la magrezza, ò per lo, male fbfse indebolito, per refiaurar-
jSj**8*" lo,^ rinfrancarlo fe gli trarrà giù per la gola per tre giorni continui la mattina à digiuno la. beaanda di fiordi farinad'orzo, dVoua frefche, di vino bianco.
dolce,meicolati infiemei& fe gii darà à mangiare orzo pilato^rarnrgnajò lat^
WQ3>& a bere beueroni con farina, d'orzo tepiclù
pe'im^idell'fvgm_y (§"deli*n/gnt'troppe) [teche>& vetwifa.
Cap% L /=.
Adendo noi àtratearede imali, Se delle intemperie dell'vgne de i
caualli;, è di meftieri, che vediamo quale fia la loro foitanza,per lai quale verremo in cognitionedel fuo temperamento naturale* dai , quale fi faranno note à noifvgne cattine, ftemperate* &infei;-- m 'ddl'y-. me* & àquelle conofeiute che faranno* facil cofane farà applicare i conuene- fwtr. uo^ rimedi j •, Efsendo adunque IVgnavnmiftoftmilare cagionato dal fecco^ c*uft'che &:humido,come materia di quella>edalfreddo3 come cagioneagente forma- Cdurle°m- *e> dandoad efsa l'efsere,. col mezadellbperatione fua nella predetta materia? catione dei predominando in quella il feccojdifeacciandoil freddo il poco caldo5& ragio- rfmòera-. ocuolmente la maggior parte deirhumido;necefsaria cofa è%che il fuo tempe- mentodei- ramentofia freddo, &: feccojpoiche anco la foftanza di quella è terrea nel pre- l'JotwZa dominio.. Oltradi quetto dico, che di tre forti fono i mali, che all'vgne auenic dtivvgm.. fogliono; fvrio de i quali;è diftemperamenco di quelle, per cagione d'alcu^*^ /J5JS q^alità5che in quefe | fittoti in numerojà in figura^ formaj ouero in grandezza j & il terzo, la feparatjona |
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De'Caualli. Lib. VI. "27$
delle fue parti, clie di prima erano vnite: la quale communemente chiamano
folutìone del continuo ; de' quali diremo, cominciando dal primo, come da_j mal femplice, per aucnire folamente alle parti femplici, efsendo che natural- mente precedano le cofefemplicile compofte. Si mutaadunque il tempera- litempi- mento naturale dell' vgne in due modi, cioè ò per cagione di difetto, ouero di rt^klet ecceifqdeir vna delle dette qualità paffiue,& materiali; per loWetto è,quàdo Ly&* di il troppo humido acqueo eccede il lecco naturale dell'vgnaj per feccefso farà, Jjjfjyf quando euaporahdo quafi tutto Thumido naturale, diventano l'vgne troppo aride,& fecche;& da quefto ftemperamento nafcono due forti d'vgoe cattiue, ^S/£ & male; delle quali l'vnàè troppo dura, efecca; l'altra ghiacciola ò vetriola; im- perché a guifa di ghiaccio, ò di vetro fi rompe, & f pezza ; la cagione di quefto Cm*e' ftemperamento è la ficcità fouerchiaj accopagnata con la rarità della foftanza dell'vgna; perche non ha humidità vifcofa,& grofsa, ben mifta con la ficcità ; efsendo infieme mefcolatil'humorterreocon l'acqueo glacia!e,e frangibile;co me hanno l'vgne fecche, e dure; le quali conuengono con le ghiaccinole nella* fìcci'tà,nel retto fono differenti;efsendo le ghiacciole di foftanza dura,rara,& frangibiles& le dure di foftanza denfa,vifcofa,& dura;eiïendo mefcolato il ter ïeo con poco humido,& molto eccedendo il fecco. Sono quelle indifpofitioni alle volte mali heredìtarij & le portano con feco i poliedri dal corpo delle ma- dri;& è in tal cafo male quali irrimediabile; & vengono quando ò per materia grofla3che fi ritroui nelle vene,ò per qualche vena trócata,ò per altra cagione, non hanno i piedi ücoueneuolenutrimëtOi onde le parti dell'vgna priue quafi dinutrimentoJs'indurifcono3&diuengonofecche,equafi mortificate.Proce- comefìs donoancodalla troppa copia d'humore^checoncorre ne' pìedi,òper percoffa, ^J'*0le b per infufione,ò per altra cagione eftnnfeca; i qualùhauendo poco calore per natura,non poflbno conuertire quella copia d'humori in loro nutrimento; do- ue neceffanamente,non effendo gouernati dal calore naturale di quella parte, s'indurifcono3& fanno vn'vgna duriflima,& fecchiflìma. Si difecca anco l'inu- midita naturale dell'vgna,ò per l'ecceffiuo freddo^ò per lo fmifurato calore;& per dimorare il cauallo con li piedi su cofe troppo aride, ò troppo calde; & per mala cura,& negligenza de' feruitori di ftalla3ò de i Marefcalchi;queili no hu- mettando mai,nè immorbidédo i piedi,né tenendogli netti, & purgati dal fan go,dalla polue, & d'ogn'altra cofa efficcatiua, & lafciandoli bagnati, & molli ilare su la paglia, ò fui Iettarne; quefti fouerchiamente aprendo i quarti, & af- fottigliandol'vgne,le fanno ftringere,& difeccare. Da quefto ficonofconol'v- segnïddi' gne troppo dure,& fecche,che il cauallo per la ficcità non può tenerla ferratu- pfTJeÜë- ra,&ch'alle volte da fé ftefla vicino al ferro,& nel mettergli li chiodi,fifpacca/£CC^- l'vgna; & fimilmente al tafto della rouinetta, ò dall'incaftro, al quale il piede è duriffimo,& al tatto della mano;ritrouando la parte di fopra dell'vgna ruuida, & dura, & la parte di dietro del piede, fopra il fettone, & i calcagni afeiutti, a- fpri,& duri;e non folo da detti fegni fi conofee, ma ancora da quefti j che il ca- uallojche ha tali vgne forti, nel tempo della eftatepatifcegrandetriéte; perche elle diuengono per la candita dell'aere tanto afeiutte, che il cauallo à gran pe- na vi fi può reggere fopra.Hora per ridurre quefte vgne dure,&fecche alla tem es- perie di prima,& naturale;s'adopreranno rimedij mollificatiuiji quali habbia- no vna humidità vifcofa;& le parti fottili,& penetràti,accioche pollano paifa- ïe la foftanza dell'vgna denfa,& d ura, & intenerirla; facendogli hor più gagli- ^^ ardijSc hora meno potenti, fecondo i gradi delle qualità dell'vgne più forti, & > S 1 piùde- |
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tj6 Delle Infirmitadi
più deboli. Se gli potrà empiaftrare il cauo del piede con radici d'altea cottar
nell'acque dolci, & pefta nel mortaio, & mefcolata con aflungìa di porco, & agli cotti,- & bagnargli fpefso i piedi con acqua calda, nella quale fiano bolliti radici di cocomero afinino, fieno Greco,feme di lino,tanto che l'acqua fia ca- lata il terzojouero vngergli il corno,& i calcagni con f vntione fatta d'armo* Segni dei-, iliaco,bitume Giudaico, gàlbano parti eguali, disfatti nell'aceto* & incorpo- ?S!r("rat* con 3lsung*a di porco,quanto baftia farei! linimento.LVgne vetrioleda quefto fi conofcono,che affaticate che fi fono,nonfi piegano,mà fi fpezzano* comefoiTero di vetro,ò dighiaecio,- & fpefso nel ferrare,faItano in pezzi^e po- rto il ferro, non ftà troppo, che crolla ; & fé il cauallo mette il pie finiftro ò in qualche buco,ò vada per luoghi fafsofi,ò pur fangofi,vi lafcia il ferro con gran parte dellvgna,o almeno fi erolla; & f vgne ogni volta,cheau3nzano il ferro* Quahv* Q ehe'l piede non fi metta vgualein terra,fi rompono.Sono più dell'altre fotto- pie fuma pofte àquefta intemperie fvgne bianche, per efsere di natura acquea s ancor* fte a%* che di quefte ne fiano alcune buone, ma rade ; & meno di tutte l'altre a quefto fta imem- foggiacciono le nere, & lucie; percioche participanopiù del terreo,ch e la fua c™k natura propria. La cura di quefte vgne è quafi fimileall'altrajeccetto,che i me* Riméq eficamenti mollificarmi conuerranno hauere vna humidità piùgrofsa,& vifeo- fa,terreftre, & tenace ; acciò fi pofsaingrofsarelafoftanzadellVgna, & vnir- la bene, Scinhumidirla, che perl'auem're non fi fpezzi, & ritorni al fuo tempe- ramento naturale ; onde farà bene riempirli alle volte il cauo del piede con ra- dici d'altea cotte neU'acqua,& ben pefte nel mortaio, incorporace con afsun- gia di porco, & femola cotta ; & gioueranno i bagni caldi, e frequenti dell'ac- qua, oue fiano cotte le radici d'altea 3 & l'vngerli alle volte il corno con vntio- ne fatta di mulaggine di feme d'altea, & di mucilaggine di feme di fieno Greco, e di quella di feme d'aneti, parti eguali ; e di fuccodi fquilla, è d'olio d'aneti,& di feme di lino* incorporati con tanta cera, quanto bafti à fare l'vn- rione-» < Deli vgne troppa tenere > @f molti » C<4p* t Ih
Vando poi per lo difetto, la troppa humidità eccede il fecco na-
turale delfvgna, & guafta il fuo naturale temperamento, fi gene- en ìk^^WA racon quefta intemperie vna forted'vgne tenere, & molli ; le qua*. §^lg|̧gf li, fé per natura faranno tali, non efsendo la frigidità fiata bafte- uole à{cacciare fuori il fuperfluo humore, & indurire il corno, faranno inolto fronoflieo, difficili da correggere; tuttauolta fi potranno fare con li rimedi] migliori al- l'vfo,che fi richiede. Màfehauendo naturalmente buono temperamento, per dimorare il cauallo lungo tempo ne i luoghi paludofi, fangofi, & numidi fofsero diuenute troppo tenere, numide, & molli ; più facilmente fi potran* Un** nofanare. Quefte vgne facilmente fi rompono, & fi confumano^ con l'in- caftro nel ferrare iì conofeono efsere molliiTìme ; onde bifognacheil Mare- fcalco habbia gran cura nel ferrare cauallid'vgne tenere ; perche facilmen- te s'inchiodano. Quefta tenerezza , icaualliiftefiì alle volte nell'andare ci danno à cognofeere ; percioche efsendo d'vgne tenere, fuggono i luoghi àa" ri, & fafsofi& feguono i molli, conofeendo da quelli, che fono contra/ij'al temperamento del fuo piede, riceuerdanno; & da quelli che gli fono umili •giouamento 3 & conferuationc. Si ridurranno à buon temperament0 <lueite vgne
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De' Caualli. Lib. VL 277
ygne con rimedi] fecchi,che habbiano virtù d*indurire,bagnadole fpeffe volte r. **«*#
con vino nero auftero; nel qualefiano bolliti fumachi,balaufti, euforbio, noci °ca ' di ciprefso, galle, mirtilli, di ciafcuno parti eguali, tanto che fia confumata la terza parte del vinojaggiungendoui dipoi alquanto d'acetOjaccioche il bagno pofla meglio penetrare nella foftanza dell'vgna;ouero vngendole con rvnïio- ne fatta con calcitide,orpimentOjelitargirio in parti eguali,& fu eco di cipolla, olio d'euforbio, & olio laurino, mefcolate con cerabafteuole Ï fare l'vntione> & tanti fono i mali dell'vnghie,chenafcono dalla intemperic&lalorcura. 'Delle fejfttre dell'<vgne * Cap. LUL
Opò l'intemperie dell'vgne, fegue la confideratione, & cura,della
folutione del continuo di efse, fecondo l'ordine propofto, per ef- fere quella di mezana natura fra gli altri due mali , e più femplice della mala compofìtione 3 quella auenendo communemcntealle parti compofte, & alle femplici, & quefta folamente alle cömpofte. Lafolu- ^ff°' tione adunque della propria foftanza dellVgna,efsendodiuifione,&:fêparatio- llaèdi#l ne delle parti di quella,in più modi auiene; conciofiache alle voltefi fende, alle Jw% volte fi fora,& alle volte s'ammacca. Si fendono IVgne per lo più, per lo lungo del piede, & le fefsure ò fono femplici, ò confumano qualche particella della foftanza dell'vgna; ilche quail fempre auiene nel fine del piede vicino alli fer- ri) iefempiicì,cìoèquelle5chenon rompono,ò confutano parte alcuna del cor no,ò feparano,& fendono folamente l'vgna,ò con efsa lei il vino, & la carne, ò fono lunghe, ò corte, ò larghe, òftrette,ò grandi, òpicciole,fi comenedimo- ftrano manifeftaraente i fenfi 5 & hanno quefte fefsure differenti nomi, fecon- do che è il luogo tocco,& danneggiatolo fecondo il volere delle genti; perche J^É£, fé la fefsura offende il quarto,è detta quarto;fe il mezo de corno,fetola;(e vie- ijJmdg- ne nel fine dell' vgna, & nella punta apprefso i ferri, la chiamano rottura; fé *'ygm nella coronatale dell'afino,per foler auenire fouente à quefti animala fé nelli calcagnilo fictoni,le chiamano creppatura5&fetolonì. Del quarto* Cap* ZÌI lì.
L quarto, così chiamato dalla parte offefa, è vna felTura, ò crep- Befìmtio.
patura oblonga dell'vgne delli piedi del cauallo : la quale fi fa pere- te lungo dell'vgna dal mezo indietro delli piedi verfo ì calcagni.» tanto nella parte di dentro, quanto in quella di fuori, nel luogo 5 che volgarmente fi chiamano i quarti, poco lontano dalle vene, & arterie, che feendono giù per le gambe in quelle parti* Incomincia quefta fefsura dalla corona del piede,ò poco fotto; & penetrando fino al midollo del- f vgna,& al viuo del piede,tira alquato aibaflb, facendofi hor più,& hor meno lunga ; & alle volte ancora, ma di rado, fi ftende per lo lungo in giù fino al fini- mento dell'vgna : è generato da varie, & diuerfe cagioni intenori, & efterìoii Caufet congiunte intieme; imperoche alle volte aüiene per colpa de' Cauallerizzi, & per difetto dell'vgne,quando i caualli>che per la loro giouenile età,ò per natu- ra^ per intemperie hanno l'vgne troppo tenere, frali, deboli,efottilijòghiac- ciuole,e vetriolcò troppo aride,fecche,e durejfono affaticati,emaneggiati in luoghi fodi,duri,pe£rofij& afprijougro vanno ad vrtare?òàcalcarein partedu- S 4 ra,efaf-.
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Delle Infïrmitadi
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p,efàfsofa:ondeoffefo il piede,saaprervgna,Auiene ancora per colpa de'Ma-
refcalchi,quàdo i ferri calcano su i quartino vano a ri polare su i polfi,& a ftrin^ gergli gagliardamente ; ouero quando i ferri ftringo/io troppo il corno verfo i garetti, & tirano la coperta dell' vgna verfo i calcagni ; ouero quando fouer- chiamente aprono i garetti>& afsQttigliano l'vgn'a> e tagliano dentro la fola,& ne i fbcconiib ficcano i chiodi nelle parti piùfenfitiue, & fenfibili, & ne i quar- ti.'ondeco tal ferratura affaticato il cauallo,creppa il quarto più debole,& più affaticato, Locagiona ancora la naturale intemperie di tutto il piede3ò di quelle parti, efsendo alcuni caualli, che quantunque fieno di piedi forti a & afeiutti 5 nell'altre parti, hanno tutfauia mqrbidiilìmo il tenerume, & i fettone & i cal- cagni; abondandoui continuamente humori,cheintenerifcono quei luoghijfi che non pofsonofopportare all'incontro durezza alcuna; & Tvgne bianche^ vanefonoquelle, chefouenteincorronoalquarto rottoi & quelle che per 1° Quali v- lungo del corno hanno delle linee comefìia, Si conofee il quarto dell'apertura fonanoX fatta per lo lungo dell VgnaA dal fangue viuo, che nafce, & dal zoppiccare del quefcma-, cauallQ infermo <. Quello male ancorché nel principio, innanti che fia inuec* s'egm. chiato,òdiuencato incurabile, non fia molto difficile da fanare,ricercanondi- vrono[iico.K m^no lunghezza di temp<^diligenza,§£ follecitudine grande per ridurlo al ter- mine di primajpetcioche in pochiffimi giorni con ottimi rimedi] la feffura per lo più fi chiudejöd ferra^efi lieua il caualiodi doglia;mà lungo tempo bifogna% & artificio grande à fare,cher vgna nuoua» e fana peruenga alla parte infenfi- bile del piede,e d'indi ali'eftremo dell'vgna intieramente rinouatajöc rinforza^ %ura.. ta. Per curarla fi terrai! cauaHo in fermo ripofata^ quietOjfin che 1' vgna nuo- ua,&: fanafia calata al mortodei piede;dipoifi mouerà di paffo moderatamen- te,fin che fia ben guarito li piedi,& fortificato; e fi nutrirà parcamentelando-, Modordi glrorzo3fpe!ta,& paglia per cibo; 6c fi terrà la maggior parte del giorno infre- viwre. nato;accioche per lolungo ripofo,Sc per lo foperchio mangiare non calafsero gìi humorinelle gambe%& ne i piedi;ò il cauallo fi guaftalfe-Si terranno anco-» ra guardate daogni paffionequelle partioffefe,maffimamente quandodi loro Ferratura, natura fi conofeeifero deboli 5 & foggette à sì fatti mali ;■ Creppati i quarti del nub* piede del cauallo,. (uhi to fe gli porgerà aiuto con ferrature fatte di modo, che laieiandofeoperte q nelle part j,doue l'vgna è creppata,finifcano preffo la crep* patura>&iui fieno più graffette deirordinario;e poi cintodbgn intorno la fef- fura con vn'arginello di cera roffa,talmente,che il medicamento no poffi feor- rer fuori; per la corona del piede, & danneggiarla > fenza aprir con la punta del coltello,©,con la roineita,Ia creppatura delf vgna,fi mortificherà il quartc»get, ifZfti tatl^Q dentro la feffura ottima acqua forte da partire* fin che alzando^ «rada ficare il ' à fe il piede,ò con altro mouimento faccia fegno il cauaUo,che l'acqua ila pc- jum. netrata al viuo;.ii che fi farà,p}gliando vna pezza fottile,ò bambagia auolta,&: legata alla cima d'vn baffone lottile, & con quella bagnata nell'acqua forte > vngendo.la creppatura,coniinciandodal principio di quella, & feendendodt Kmk del-, grado m grado infinoal fine ; hauendo l'acqua forte» per efser medicamento. fortf^ cautticcs&difeccaciuo virtù di confolidarquefteparti,e di fermare il fiuffode gli humori,e perciò fortificarle, & leuare il dolore,& di doglia l'animale. Non oikdi fik v/efsendo acqua forte, fi potrà in quello fcambio adoprar folio difolfo, par*- fi- niente medicamento cauitico, & difeccatiuo^ ffillata l'acqua forte nella fc&u- raconl'argineiiodi cera,checingea intorno intornola creppatura dell'vêna» strettoi, ft chiuderà » & copririla fefsura » indi fe gli farà vno fi rettolo fopra la corona^ dei pie-
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De'Cauallh Lib. VI. 279
del piede,& la paftora,per vietarci concorfo de gli humori,con bianco d'voua,
fangue di drago, & bolo armeno ; & dimenate ogni cofa infieme, fé ne alïup» pera molto bene tanto di ftoppa » quanto bafti a coprir il loco affetto ,& la co- rona; &; fopra tal piumacciuolo di ftoppa, fi legherà il piede con vna benda dì tela,rneza palmo largha,& lungaà baftanza,ftrettamentecucita,in modo pe- rò , che non ftringa i calcagni, ma ripofi fopra il ferro del piede, fi che i detti medicamenti vi ftieno fermi per quattro giorni fenza tocearglhtenendoli con- m^Ìl tinuamente pieno la fuola del piede di cofe, che immorbidifcono Tvgne, & le mk facciano crefcere; al che faranno buoni il maluauifehio ben cotto j & pefto, &; incorporato con aflungiadi porcojSc i palloni difemoìa fatti con acqua,den- tralaqualefia bollito oncia vna di cornino, & dipoi mefcolatoconvna libra di mele. Pafsati i quattro giorni,dislegara la fàfcia, &, leuata via la cera rofsa » & la ftoppa,fe gli empiaftrerà ogni giorno per ordinario il cauo dell'vgna con medicamenti oppofti alla mala qualità, & intemperie dell' vgnej & fé gli terrà continuamente tre, àquattro volte il giorno il piede infermo a molle nell'ac- qua calda, lo fpatio di mez'hora per ciafcuna volta> fregando con la mano it corno deU'vgna, fin che dimorerà il piede nell'acqua calda £ il che ha forza, & virtù grande d'intenerire \'vgna, & farla crefcere grandemente ,* facendo l'ac- qua col calore accidentale venire à quella parte il fangue■; il quale è poi cagio- ne 3c dell'vgna,& della carnejaiucadolo ancora l'h.u micio naturale dell'acqua ; & di poi per affretcare piùTaugumentodeU'vgna, afciutco che farà da fé il pie- de, s'vngerà la corona ,il corno, & i fettoni con vna coccica foccile di lardo di porco cocca nel brododi cauoli 5 onde in breuiliimo fpatio di tempo fi trouerà, il male calato,à guifa d'vn. cerchio, vn dito giù tra il pelo, & l'vgna, & la coro- naintiera, & falda* Se indiin procerlo lungo.di tempo ìldetto cerchio di male giungerà,così facendo alla parte infenfibiie del piede5oue gionto fi potrà ado- prare il ferro intero, che fia lottile in punta,& fermo in su la volta, acqioche il Fen-odei cauallo mentre camina>pofi il piedesùìa volta del ferro, & non fopra ìquarti; feedc qm~ facendo però nell'vna al diritto della feffura vna intaccatura gagliarda, acciò il ferro al diricco della creppatura no tocchi l'vgna,& costcontinuando il det- to modo,in terminedi qnattro,ò cinque mefi,l'vgna farà intieramenterinoua- ta,& fanata.Si potrà ancora,fattoint;ornoal male ì'arginellodi cera con la pun ta del coltello, ò con la rofnetta aprire la feiïura deU'vgna, tanto che più com- niodamente pofsano entrare i medicamenti,chc fi ftillano5ò gettano dentro la, £eiïura>fineheil cauallo habbia fatto fegno, che fiano arriuati alla parte fenfir biiedei piede; dipoi neliafelTura,& apertura deirvgna.fi collocherà vnapezza ba^natad'acqua forte, ò d'altro medicamento,à ciò appropriato;come fono, Voìiodifolfojòinfuodifettopolued'orpimetomefchiataconaceto fortiilimoà òcon vino tepidojò con polue di galla, òdi tafo di vafeìlo, ò di falgemma, in- corporate con aceto forti(Iìmo,òcon.vino,Fatto quefto,con larginello di cera, loiTa3fi coprirà la creppatura,& la coronadell\gna,& la pezza di lino fottile; & poi poftoui fopra vn piumacciuolo di ftoppa, fi legherà il piede con fafcia di linosa fin che le dette cofe viftianofermeduedì; dopò i quali delegato il piede5e tolta viala cera,&,la pezza,fi medicherà il male per vn giorno folocon fuligine,& chiara d'voua mefcolati infieme, legandoui fopra della (toppa af- fuppata molto bene in dette cofe ,1 due dì foglienti, leuata via ognicofa,fi la- tterà bene l'apertura con aceto fortiflimo tepido, & dipoi fi coprirà la corona, & seni pierà la felfura con polue fottililliraa » che fi fa jnquefta maniera ; Pi- glianda
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28© Delle Infirmitadi
f «lue. gijan j0 polue di mirro, di rofe, & di farcocola in gomma, di ciafcuno oncìaj
meza; & incorporando, & confondendo ogni cofa infieme; ouero fé gli porrà fopra poltìe fottiliffima di galla, di radici di caprinella, di verbafco, e d'ofsa di dattili j efsendo, che i noccioli de' frutti della palma applicati di fuori forti- ficano , difeccano, ferrano , & indurano, & il coprimento de i dattili, e l'inuo- gìio fuo, riabbiano ancor'effi virtù parimenteconftrettiua, & difeccatiua : le Vntioneflua^nann<>virtù, & valore di riftagnareilrìufso, & difaldare, & diftringe- fer far ere re, fermare, & difeccare, & di fortificare quelle parti. Pafsati i due giorni per gna. lv~ &re più. pretto venire, & crefeer l'vgna nuoua fenza cerchi j & fortificarla * s'vngerà vna volta il giorno la corona del piede, iì corno, & i fettonìcon IVn- tione fatta col fucco cauato da vna cipolla arroftita fotto le bragie ben pefta , & mele crudo, & olio parti eguali j, per hauere il mele virtù aperitiua, attratti- ua,aggiunta con la calidità, & qualche humidità, accrefciutagli dalla cipolla* ouero con Tvntione fatta con oncie due di giulebbe, odimele, incorporato con oncia vna dolio di fafso 5 òcon quella d'olio commune dramme fei, di raggia di pino dramme tre, di cera nuoua, & di farina di fromento ana dram- ma vna, bolliti, & incorporati infieme.$ & fé gli empirà il cauo del piede con %mp4ru l'empiaftro, che fi fa inquefta guifa * Pjgliafi agli cento, & cotti nell'acqua fé gli fpreme fuori il fucco con le mani : il quale fi mefcola in vn mortaio con li- bra vna e meza, ò due d'afsungia noua di porco ; e ciò fatto, gettandomi den- tro libra vna d'olio commune, con vna ftecca di legno, s'incorporano , dime- nandole infieme: il quale ha virtù d'intenerirle mollificare il piede,- & l'vgna, che fia dura, ò ghiaccinola, mettendone ogni giorno la quantità d'vn vouo nel cauo del piedej& tràil ferro,& l'vgnaj & con le mani vnte di detto empia- ftro vngendone il corno, & i fettoni 5 & cosìs'anderà facendo, fin che l'vgna tutta fia rinouata, ferrandolo, come s'è detto di fopra, per maggior ficurezza, Rimedij à ma non necefsariamente. Et per vietare che gli humori, non calino alla parte f f cìrd- offefa, fi potrà dare due fotriliffime linee di fuoco tra il pelo, eia corona del- lano. l'vgna al diritto del quarto rotto; & fopra le vene, & arterie, che fono in quella parte. Dipoi fé gli porrà fopra il difenfiuo fatto di galbano, di pegola fpagna 3 di maftice,& di mirrha,di ciafcuno oncia meza,& cera noua oncia vnquarto* ^IrtorL & fopra il difenfiuo la cimatura;ne fi leuerà fin che da fé non cafehi. Se il quar- *» :gg»_» to rotto farà antico, ò inuecchiato, ò infiftolito, farS di meftieri aprir la fefsu- Ì» ' '" ra bene con la roinetta,& nettare tutte le lordezze, & cercare le radici fue ver- fo il tuello, vicino alla radice della corona, tagliando l'vgna di fopra, fin che fi veggia inianguinare, & fi ritroui la radice del male, per poterla medicare, co- me farà bifogno,ò con acqua forte,ouero olio difolfo,ò con olio ben caldo con polue di falgemma 5 ò con medicamenti appropriati à fittole, & à cancheri5 dandogli tra la corona, & la paftora dd piede fopra la fefsura duo fegni di fuoco per lo lungo, acciò che gli humori non calino al luogo infermo, & non nafcefsero qualche durezze nella radice,ò corona delfvgne; & affine che la co- rona più ageuolmente fi chiuda, & ferri, mettendogli fopra il ftrettoio con la fua cimatura-.. |
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pdU
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De'CauaE Lib, VI. 281
Della fet oU, Cap, IV,
A fetola è vna fefsura dellVgnajche fcendendo giù per lo lun> Definiti^
go la parce per mezo,& arriua alle volte fino al viuo,& al tuel-ne' lo,ouero olio ad piede;& alle volte fi ftende per lo lungo fino alla punta dellVgna?.tnandando fuori fangue viuo:ondeil ca- uallo ne paté, & fi duole, maftìmamente quando fpefso è ca- ualcaco. Viene quefto male, quando il cauallo efsendo ò per CAH^e' naturalo per negligenza de' feruitori,ò per colpa de Marefcalchi,di corno fat- tile, duro, frale,& {ecco, ha percoiTo con la punta del piede, ò calcato iq parte fj$ofa>& duragliene la parte interiore rimane offefa jSc la parte di fo pra fi rom- pe^ s'apre; ma il più delle volte auiene per laficcità de i piedi; la quale ha tal- mente confumato il loro humido nacurale,che non ponno ilare più infieme v- niti. Perfanare fi fatto male, è di meftieri tenere il causilo à regolato viuere,& CM„dodì aftenerloda mangiare herba,& lafciarlo iHrelungamente in ripofo,fin chefv- y^n. gna fia raffermata, &U veggia crefeiuta fana, intorno alla corona, almeno la^. larghezza d vn dito groflo'jbifogna di più riguardarlo da fargli col piede infer- mo toccar acquaio bruttura alcunaj& fé la fetola non pallerà il viuo'del piede, fremerà in quefto modo. Nettate tutte le lordure,che nella fetola foflero,fi la- fa"rfj£ ueràfper cinque, ò lei giorni la feifura due voire il giorno con aceto forteaden- 5>I«{£p. tro il'quale fieno bollici co.rte.ccie.di melo granato,rofefe.cche,& galIa,-& poi fé ^,H-y]m gligetcarà dentro pò!uè fotqliCTioia ( slargata di (opra la feifura conlaroinet- Rim'dth uj 4Ì galla, di balaufti, di tatto barballb, d'hippociftos& di fumachi,per con-calL ftringerequelle parti, & difeccare i cacciui humori, che folferö la dentro rima- rli. Dopò il quinto giorno rafter mata l'vgna, & afeiutto, & difeccato il fondo della fetola,fi attenderà con ogni diügezaad n'umettare, & morbidirc il piede, & a fare prestamente crefeerl'vgna ; effendo principalmentela ficcità origine di quefto male, ne potendoli ..mandar via la fecola, fc non col mezo dell'augu- mento dell*vgna>& ciò fi farà empiendo ogni giorno il cauodel piede con ra~ jfiicj d'altea ben cotte,& pe(te,&aiTungia frefea di porco, mefcolace, & incor- porate infieme, & bagnandoli due volte il giorno il corno, & il piede con ba- gnuoli caldi à ciò buoni,& appropriati3come fono l'acqua calda,detro la'qua- lefiano bollite radici d'altea ben necte,&: lauate,fieno Greco^melliloto^ii ciaf- cuno vna.bracata,& feme di lino,& di pfillio ana oncia vna; fin che l'acqua fia confurnata ilterzojouero facendogli fpeffo fomentationijligandoui fopra vna fpugna grande, & calda bagnara in vino grande, dentro il quale fieno bolliti radici di cocomero afinino,fiori di camuiomilIa,eifendo parti eguali, & croco fcropolo vno j ouero vngendo vna volta il giorno la corona dell'vgna, & la fe- tola , & tutto il corno con vncioni ccnuenienti ; era le quali fono il fucco dica- fene,il mele>&.l'olio.difafso,mefchiato con mele>& l'vntione fatta con mu- cilaggine di femëce di pfillio,di feme di lino,& fieno Greco ana oncia meza, & d'ammoniaco^ di galbano ana onciedue,& midolla di vitello,& grafsodbr- f b anaoncia meza, disfatte le gome nelfaceco, & incorporate ogni cofa infie- mej,& l'vntione d armoniaco,di galbano,di rafa di pinot di pece Greca,dbli- bano,di maftice,difeuo di caftraco,& di cera bianca,-di ciafeuno parti eguali,- & quefti rimedi) continuamente s'adopreranno, fin che la fetola fia calata à perratttra ba($o,& l'vgna fia intieramente rifanataj& volendosferrare il cauaUo,fi leuerà v*£ m più di
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2 81 < Delle Infirmitadi
più di quella parte dell'vgna ch'è al diritto fotro la ferola, che dell'altra j fi che
il ferro non venga ad accodarli con l'vgna in alcun modo , & perciò à fargli «luZliì offefa »& danno. Ma fé la ferola penetrare nel vino, & il male farà nuouo, fi che pene- mortificherà, &ficonfumerà, & fermerà quella putredine, bagnandola con trandvt- }>aCqUa forte, &ofseruando f ordine detto da noi nella curatone del quarto > ouero non volendoli feruire di quel rimedio, allargata la fefsura, fé gli getterà dentropoluefotdlifìima,òfuccodi tafsobarbafso,&di cerufa: le quali hanno virtù di conftringere, difeccare, & difsoluere la fuperfluità della carne 5 ouero fé gli ftilierà dentro calda la falamoia tanto di pefce, quanto dì carne : la quale ferma gli vlceri difeccando, & cuocendole;,- ouero olio vecchio ben caldo con polue di falgemma: il quale è conftrettiuo j difeccatiuo, &abfterfiuo, comin- ciando dal capo, al'pièdeli'vgne,à pocoà poco 5 ouero gocciargli dentro bol- lente il grafso di porco falato,& vecchio di lungo tem pò; ò di toro,ò di leone, che fono megliori ; efsendo che ogni grafso, quanto più s'inuecchia, tanto più diuenta caldO)fottile,& difeccatiuo; & l'olio più caldo, &piùfottile;ouero per l'ifìefso effetto,pigliata vna vipera, & tolta via la tetta, & la coda, fi porrà il re- tto del corpo tagliato in pezzi in vna pignata con olio vecchio, & vn poco di falej & fi farà cuocereà fuoco di carboni, fin che la carne feparata dall'ofso re- tti liquefatta à guifa d'vnguento; dipoi con'quello tepido sVngerà due volt*-* il giorno la fetola da capo à piedi, fin che l'vgna fia riftorata.- hauendo l'olio vecchio, & la carne della vipera, & il fale virtù di difeccare , & faldare quefte partì. Ivfoitificata la fetola, s'attenderà, come s'è detto di fopra,à mollificare i Rimedijd piedi, & à far crefcere l'vgne. Se il male farà inuecchiato^iì che è pericolofo |
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ma,
uece |
liata' mólto , &quafi incurabile^) bifognerà cercare la radice della fetola verfoil
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tuello, ouero ofso del piede , allargando l'vgna di fopra con la roinetta da alto
a bafso, fin che fi veggia infanguinare, & fi ritroui il fondo del male ; il che ri- trouatOjfi deurà confumare,& corroderla carne cattiua,& fcperchia,& mor- tificare la fetola, & faldarla ; il che fi potrà fare con alcuni rimedi) detti da noi* & ftillandogli dentro più volte olio vecchio feruentiffimo, dentro il quale fia- no bolliti fale, tartaro, & falgemma; incominciando dal principio della fetola fino al fine, hauendo quefto medicamento valore d'efliccare, di corroderei confolidare la carnejouero lanata la fetola con aceto forte bollito con fale,get- tandogli dentro polue di rame abbrufciato, che conftringe, difecca, riftagna, & mondifica l'vlcere; ò la poluere, ò cenere dell'afphodilo; ò l'acqua forte,co- me s'è detto,fin che fia mortificata la fetola,& la carne faldata,& l'vgna raffer- mata. Fatto quefto, s'haurà cura ad immorbidire il piede, & à far crefeer l'v- gna,ofseruando il modo detto da noi poco di fopra. Delie rotture dell' vgne. Cap, LVL
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"Defmtth-
Caufs. |
E rotture dell Vgncjfono fefsure,che fi fanno intorno al finimento
deH'vgna,& alle volte pafsano tanto à dentro, che arriuano fino al viuo del piede,& al tuello. Vengono per lo più da liceità gran- |
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ffJJ||J/ljp de de' piedi, ò dell'vgne, ò naturale, ò accidentale che fia j & alle
volte ancora per inchiodatura,ò per ammaccatura^ per altra offefadel piede. Se le rotture non giungeranno al viuo, facilmente fi cureranno,immorbiden' do il piede,& facendo crefeer prettamente l'vgne;mà fe le feiTurearriuaranfl0 e**: al viuo,ò fia il male nuouo, ò vecchio, fi cureranno come le fecole, mortifica: dote*
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Pe'Caualli. Lib. VL 283
dole,& tenendo morbide,& frefchi i piediì& riguardandole in quelle rottu^
ïe non entrafsero acqua, ò fango, ouero altra bruttura^ acciò corrompendo la carne, non generaflero mali difficili da fanare^ come fono il male della formi* cajilC3raoJo,& altri. ■ ■
rDellefejJwe deWiJgne, che Jt chiamano limai'dell'Ufino,
Capi LVll% E fefsure delfvgne fono certefefse, o creppature, minute, ftrette* ®fmm
occorre, che vengono intorno alla corona, ò radice dell Vgna, nella parte dinanzi per lo lungo, & mandano alle volte fuori il fangue; & cagionano dolore, & fanno zoppiqcarel'animal«u-/. Vengono quelle fefifureò per humori maligni, & adulti, che ca- Jano ia quella parte,ò per cecefïlua ficcità del piede,&del corno. Per fanarle fi Caufi- terrà il caualloin ripofo,& in ftalle afciutte, nette, &fenza punto di letame,- & tì nutrirà di cibi afciutti,& facili da digerirescome orzo, fpelta5auena3 paglia, CuJ^o'do gcacqua; & fubito, mentre il male è nuouo, perche inueechiato è molto mala* viwle. * geuole da fanare, & quafi incurabile, fé gli cauerà fangue dalla vena com mu- ne;& fé il male farà leggiero,&le fefsure non pafserannoà dentro molto,fi ba- &mtd* gneranno due, ò tre volte il giorno con acetofomffimo, dentro al quale fianc* Sollici corteccie di melagrani,rofefecche,galIa,di ciafeuno parti egualùdipoi fé gli getterà dentro polue fottiliffima d'allume, di gallaci corteccia di pino* • & di tafso barbafso mefcolati, & incorporati infieme; per afeiugare, & difec- care i mali humorj, & confolidare quelleparti 5 & feciò non fòfsebafteuole, (1 cureranno con mele, &: fé gli fpargerà (òpra orpimento * ligandoui fopra con fafeia di lino. Ma fé il malefarà penetrato à dentro, afaràinueechiato, ricer- cherà di mortificare quelle fèffure eoa acqua forte, mefcolata con acqua di pian tagine, acciò non ila tanto gagliarda; ò con acq uà forte fola, ò con olio di folfo,, ò altro dettodifopra, efsendo le curationi dei quarto, della fetola, & di. fefsure quaiile medefime;& nonpotendoli; fanare,fi cercherà preferuare il ca* ualio dal zoppicare,con la diligenzadel ben ferrare », "Velie cnppatuvt'dei fettoni*, €ap«., LFI1I\
B creppaturedelli fettoni fono fefsure lunghe,S<larghe, chefcetir mM .
dendo giù per lo lungo nel mezode'calcagni tanto dinanzi, quanr- m'nm todi dietro > aprono, 8>c fendono la foftanza del fettone ,& alle vol- te fi fanno piaghe vlcerofe, & putride s, perilche il caualjo ne patif- {e,& fi duolei&lfettoni molte voltefi mutano, & rinouano. Vienquello ma- c^° le per noneiler tenuti i piedi netti dal fangOj& dalle lordure, & per troppafic» cita 5 ò perqualche percofsa, òperaitarla naturaàfuaporar gli humori,ò per feumori melanconici^ colerieiYò per humori flemmatici, & fanguigni^ilche nedimonra raqqua,ò marcia,che n'efee fuori,hordifcoloratas&giariai&hor nera,^faniofa« Perfanarlo^felecreppaturefarannocagionatedailatroppaCw* ficcità,& non vi farà dentro;putredine,baiteràtenerlenettq,&^^lauarle con ace- to^ immorbidire il cauo del piede,&i fettoni j ma fé in quelle fefsevi rivedrà; U. marcia.-venga il male da qual cagione fi voglia ò interna,od'eiterna;filaue- *Àdue volte il gi.ornp3& netterà d'ogni putredine fin che fia guarito con ftor>. |
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284 Pelle Infirmitadi
pa, & aceto fortiflìmo, dentro il quale fieno bollite cofe, che vagliano à difec-
care,& confumare quella putredineicome fono balau(ti,aiirro,ga!ìa,fumachi, & altri limili,- & poi fi riempiranno quelle creppature con polue fotrilifiima di vetriolo,di galla,d'allume,di tallo barbafìo,& di fuligine;legandogH fopra vn piumacciuolo di ftoppa bagnato in detto aceto, acciò vi ftiano fermi j medi- camenti.Et fé quefto rimedio non farà bafteuole àfanarle,s'adopreranno l'ac- qua forteti folto viuo,il rame abbrufciato,& altro medicamento 3 ciò buono* pofto da noi nella curatione del quarto^ della fetola. Del male de i fettoni Jim ile à porri. Cap. LIK.
Definitie* WW Bit L rnale de' fettoni fimile à porri è vna poftema vlcerata di quelle
W' P3K. (38 Part' ^e * PlQdi > & maffima mente di quellidi dietro 3 dalla quale Ljj». §Sp efcevnacarnacciaiuperchia,&cattiuain modo di porri. Proce-
ed 2^ShL90B ^e dal dimorar lungo tempo il cauallo dentro le (bile al e aldo del letame,& da gli humori,che per quefta cagione generati, & commoffi calano nelli fettoni in gran copia;onde fi mutano,fi rinouano,& s'apoftemano.Que- Trenofiico. fl.0 maje quando è antico, & inuecchiato è molto malageuole da fanare, & la fua cura è tale. Si tiene il cauallo infermo in Italia afciutta,& netta da ogni lor- dura^ fi nutrifee parcamente con cibi afeiutti, & fé gli caua fangue dalla ve- na commune del collo,- pofeia s'afsottiglia la caua del piede infino al viuo,& fi fcuopre quafi più che non bifogna la carne fouerchia, & cattiua delli fettoni .• di modo che fi vede in fino al fondo; & efsendo il male debole, & leggiero, fi Mimedijh jauerà due,òtre volte il giorno,fìn che fi rifani con aceto forte; dentro il quale fieno bolliti fin che cali il terzo, feorze di melagrani, rofe bianche, & galle ; di ciafeuno vna brancata ; & lauata che farà,fe gli fpargerà fopra le polui di allu- me fcagliuolojdi galla, di feorze di melagrani, di cortecciedi ptno5 &dicalce viua ana oncie tre,mescolate, & incorporate infieme: le quali hanno valore di efficcare,& confumare la carne cattiua. Non giouando quefto rimedio : fi me- dicherà due volte il dì con l'vnguento rofso : il quale è valorofo in confumàre la carne cattiua delle piaghe, in mondificarle, & purgarle, & confolidarle; an- corché fofsero difficili da confolidare, & infiftolite : & falli così. Si prende di verderame, di rame arfo, di fcaglia di rame ana oncia vna, di mele ottimo on- cie quattro, d'aceto forte mezo bicchiero ; fi bolle à lento fboco, tanto che fi veggia far rofso,& fia ben cotto; ilche fi conofce,che gocciolato in terra,s'ap- piglia, & all'vfo fi ferba,- ò con l'vnguento eflìccatiuo, che à fare fi pigliano di afsa fetida oncie tre,di falnitro,di vetriolo ana oncie due,d'aceto forte quanto batti,- & fi fa ftare à molle nell'aceto l'afsa fetida,& fi macina; poi vi s'aggiun- gono le polui, & neir vltimo l'aceto, & ferbafi; ouero fé gli gettarà nella piaga per «(ficcarla olio ben ealdo,& dipoi lauata con aceto forte,fi coprirà co polue di vetriolo; & al fine poftoui fopra della ftoppa, fi legherà con fafeie diligente- mente. Et fé quefti medicamenti non faranno anch'elfi bafteuoli à curare fi fac to male,s'adoprerà ancorché fia pericolofo,per due ótre giorni medicadovna volta il dì,rvnguento,che fi compone di rifagallo, di calce viua poluerizata,di pari pefo, di fapon nero molle quanto batti, mefcolati, & incorporati infiern^ Et mondificata la carne cattiua de i fettoni,s'vngerà il luoco tutto co bottif°» & affungia di porco vecchia,ftrutti,& liquefatti infieme,acciò quella fé «e ca* da;& dipoi fi modificherà^ confoliderà la piaga co medicameli approP^att* Dflk
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De'Caualli. Lib. VI. 285
Della. fèpttYittione dell vgna dal wiuo del piede, {£} rìnouatìone d'ejfa.
Cap. L X.
A feparadone dell'vgna de piede non è altro , chefolutio- Definition
ne,& diuìfione del continuo d'effo piede, per lo quale ò in m' tutto, ò in parte a guifa di fcorza, ò di gufcia fi fpicca 1 Vgna dalla carne,& dallafua radice. La cagionano, riprensioni, Ci^ * gran concorfod'humori, pofteme, percofse, inchiodature antiche, & mal curate 5 & altri finiftriauenimenti; & l'im- peritia, & negligenza del Marefcalco è molte volte cagione, cheglihumori fcorfi, &rinchiufinei piedi, vi fi vengono tanto ad inuecchiare,chefvgna è coftretta di fepararfi dal viuo del piede; & la cura è di quefto modo ; che fc_i Cura- l'vgna farà fpicca dal piede in alcuna parte, & dietro à quella crefcerà l'vgna noua, fi taglia alquanto con la roinetta, òrafjpa l'vgna vecchia in quei luo- ghi, doue confina con la nuoua; accioche la fua durezza non nuoca aliate- nerezza di quell'altra j pofcia fin che il piede gittata la fcorza vecchia fi fk_, tutto rinouellato, s'vnga due volte il dì mattino, & fera la corona, & l'vgna VnttS* con vntioni:le quali fortifichino,& facciano prettamente crefcer l'vgna noua;^r|^ come fono quella, che fi compone con due parti di feuo di caltrato, vna di ce- &*. ra, & alquanto d'olio commune, bollici infieme , gettandoti, & incorporan- doui dentro, mentre bollono, polui fotciliffime di maftice, d'incenfo ana on- cia vna,- & quell'altra che fi fa, & è migliore,di feuo di caftrato, d'afsungia di porco an j fibra vna, d'olio commune, d'olio di Temente dì lino ana oncie tre, di mcleonciedue, di cera nona oncia vna ; bolliti in vafo di terra infieme, & liquefatti; aggiuntoui, mentre fi rafreddano, polui fottiliftìme paffate per fta- megna, d'incenfo, di maftice, di fangue di drago oncia vna per cofa : riguar- dando fra tanto i piedi offefi dall'acque, & dalle lordure, &che non tocchino cofe darei & tenendol'animale a regolato viuere,& in ripofo.Se l'vgna poi per £j£^J la maggior parte, e quali tutta farà feparata, & fpiccata dal piede; la fua cura M*™^ faraone primieramente fi laui il piede vna volta il giorno, tanto che fiarifana- * *" " to con freddo aceco,& forte; pofcia afciutto da fé ftefso, s'vnga con l'vntione liquida, che fi compone con polui fottiliflìme di maftice, d'incenfo ,di galba- no, di pece Greca, d'allume arfo ana oncia vna;di fangue di drago oncia me- la, incorporate a freddo con mele rofato, & terebentina ana oncie due. Ma fé -m^ama IVgna per le dette cagioni fi fepara tutta, & fé ne cade, il male è quafi incura- fyf*f* bile;tuttauia,efsendo il cauallo infermo,eccellente,& di gran prezzo,!! potran aji?&i no prouare quefti rimedi;. Si nutrirà parcamente di cibi afeiutti, & facili da VÌHen' digerire,comefonoorzovecchio3fpelta,vena,&paglia;&fe gli farà continua- mente il (etto di paglia> ò di fieno alto infino alle ginocchia ; acciò vi fi ripofi con li piedi infermi, teneri,& dolenti; pofcia caduta l'vgna, fi metterà al piede vna fcarpa accommodata di panno di lino forte, òdi cuoio fottile vnta bene, & piena di pece Greca>d'incenfo,di maftice^di fangue di drago,di bolo arme- Rimedi? no, di galbanoadeguai mifura; ridotti in polue, & liquefatti con due parti dilocali' feuo di caftrato, & vna d'olio commune, bagnando però fempre il piedecon tepido aceto forte : la quale fcarpa fi rimouera due vòlte il giorno, fin tanto, che fia guarito; infasciandola, & acconciandola in modo,cbe non pofsa cade- Rimedi?, re, & che il piede da tutte le bande ftia inuolto, & fepokoneirvnguenco. fti- p^Jon^Z nottata 1'vgna,&fanato il piede, per foitificarla,& farla indurirei fi pigliera vn-zna "'«*- panno ""*■
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i%6 Delle Infirmitadi
panno grande di lino,& ernpiaftrato tutto con rempïaftro,che fi fa con poïue
dì galla, di femola, & di fale, bolliti in aceto fortiffimoj fi coprirà con quello
di fotto j & d'ogn'intorno tutto il piede, ligandolo di fopra, & rinouandolo
due volte il giorno, fin che l'vgna fia fatta dura, & forte -3 & fé fra tanto il ca-
uallo per lo dolore non potefse pofare fopra i piedi offefi, ancorché vi fofso
Rimedio fotto ilJetto di paglia alto, & che fi temefse, che il corcarfi gli fofse dannofo,
fhe4perlcu con artificio s'acconcierà il cauallo in modo, che foftentato dalle cinghie 3 &
dolore wn dalle corde, ftia con li piedi leggiermente appoggiati in terra 9 & non fi pof-
fopra ipie- *a corcare •
di.
'Dell'inchiodatura. Cap. LXI.
wfmtl°~ ItiSl! ^ inchiodatura, & infproccatura fono vna perforatane con ammac-
I Mm\ catura del morto, & del viuo del piede; prodotta l'vna dal cafo, l'altra inchioda-
tura ditre grandedel piede(forata quella carne aliai grou*a,che lo vette quafi ruttore ver-
fo il fuofine,doue è alquanto mafficcio profondamente danneggiato dal chio- do,aiTottigliandofi tanto a poco à pocoqueiYoflbjche va a finire nella groflez- za d'vn taglio di coltello. L'altra quando la punta del chiodo toccando,& rom- pendo alquanto il taglio dell'oifo, palla nei viuo tra l'vgna, & lofio. Laterza è quando il chiodo,fenza toccar l'oiìo, entra nel viuo tra l'olio, & l'vgna,ò pafsa Ganfe. nejja parte ^ fuorj del corno. Toccano,& forano alle volte i Marefcalchi con
Ja punta del chiodo il viuo del piede,quando auiene,che vn medefimo chiodo mtfiTta' s'habbia più volteà mettere,& à cauare;dalche chia n?afi trattameffa quefta for
te d'inchiodaturajouero quado per mala ventura sfogliandofi il chiodo,Ia pun ta efce fuori al fuo debito luogojela parte sfogliata entra nel viuo,& quefte fo- no molto pericolofe,ne fi conofcono per lo più,fin che'1 cauallo no ne fa fegno> effendofi il male apoftemato,& marci tojouero quando per colpa del Ferra tore, Segni, nel paifar fuori dell'vgna il chiodo,tocca il viuo.Si conofcono i caualli inchio-
dati da quefti fegni,che pochi giorni dopò che fono flati ferrati,hanno il piede più caldo deH'yfatOi & che ftando fermi3 nò ponno tener fermo il piede, ma lo ftendono innanzi;ouero lo tengono leuato,e nell'andare fi dolgono,& metto- no folamente la punta del piede in terra, & la parte fana, & zoppicano,& fca- rModo di puzzano. Si ritroua quello male, sferrato il cauallo, ftringendo con le tanagli
■ritrovare j'Vgna d'intorno intorno fopra le punte de i chiodi; ouero fenza sferrarlo, pef-
cotendo con vn martello fopra tutti i chiodi del piede infermo ,• percioch^, ftringendojò percotendo il luoco ofFefo,il cauallo per lo doiore,che fente,o ri- Cptra. tira à fé il piede, ö filafcia andare verfo terra per cadere. Cognofciuto,& ritro-
uatoilmale, s'adopreranno ccfe, che difecchino gagliardamente, e mondifl- chino alquanto, effendoil piede parte più feccha dell'altre, & conuenendofià tutte le rotture,e piaghe i rimedij efficcatiui hor gagliardi,& hor deboli,hauu- to riguardo alla ficcità delle parti affette. Et fé il male farà fatto di frefco, & awZ& non haurà prodotta materia, fubito leuato il chiodo,& aggrandito alquanto »
frefio. e nettato il buco,accioi medicamenti pofsano meglio penetrare nel fondo,!*
metterà nel buco quattro, ò cinque volte l'vna apprefso l'altra, zuccaro candi- do intiero,ò galbano, ò pece fecca; & accollatogli vn ferro infocato, fé gì?"" ranno liquefare, & fondere dentro 5 nettata fempre di nuouo la piaga. P'P01 ferrato il buco con ceraio con ttoppa trita, mefcolata con vn poco di pece ca*"
da,li
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De'Caualii. Lik VI. 287
da,fi potrà ferrare il piede, & adoprare il caualIo,efsendone bifogno. Oltra di
queftofegli potrà metter dentro nerba frefca del tafso barbafso, ò verbafco fernina, pefta con pietre viue, che fubito guarifce; 0 la fua polue fo!a,ò mefco- laca con meliche ha virtù di conftringere,difeccare,& nettare;ò ftillarli,quan topiù caldamente fi potrà fare, l'olio di perforata, ò d'hipericon com polio ; ò l'olio d abezzo,che mirabilmente modifìcano5incarnano,& faldano le piaghe, & gli vlceri;& quelli folijò mefchiati con terebentina.& rafa di pino;ò con al- quanto di falgemma,& cera per dargli corpo. Sarà ancor buono fallargli den- tro nel principio terebentina, &o!io caldo, & dipoi fucco d'ortica, ò di tafso barbalfojò pepe.Se l'inchiodatura farà vecchia,& vi farà radunata Ja marcia,!! Xmufy fcopn'rà il loco ofFefo,guardandofi da far fangue; tagliando,& cauando con la %™C$Z& roinetca,ò altro ferro tanto del fuolo,& dell'vgna d'ogn*intorno,che l'vlcere fi marcia. pofsa toccare con mano. Dipoi nettate l'vlcere dalla marcia con bambace, ò altro, per mitigare, & leuare la doglia, vi fi metterà per vn giorno fob (toppa bagnata in bianco d'vouo, & fai trito con la tafta; & le vi fuìse il flufso del (an- gue, s'afsupperà la ftoppa in biancod'vouo, & polued'incenfo per Magnarlo ; ^edj « l'altro giorno fi medicherà l'vlcere col bambace bagnato in acqua forte,poné- (ZIS. * doui fopra cera,ò ftoppa legata con le fafcie;& la bambagia vi fi lafcierà tutto vn giorno intiero per confumare, & difeccare quelli humori. Poi, tolto via, l'altre cofe,fi lauerà l'vlcere due voice il giorno mattino, & fera, fin chefia rifa- nata, con aceto cepido, & fale; & fé gli fpargerà fopra polui fottiliffime3che_j» difecchinoj&faldino; come fono polue difarcocola,di m'irto,di rofe,-di galla, &difuligine3 mefchiate, & incorporate infieme. Si potrà curare ancora quefto vjcereinuecchiato con bianco d'vouo, calce, & fale; ò con precipitato prepa- rató,incorporatocon mei rofato;ò con l'vnguento Egittiaco;ò conia peceh% quida,mefcolata con mele,&fuligine;òcon pece liquida,mescolata con cera, éc manna d'incenfo; ò con mele,& polue di gallali quali hanno virtù,& valo- re di mondificare3difeccare,& faldare le piaghe,& gli vlceri; & con l'vnguen- to negro, che fi fa di pece natiale, d'afsungia vecchia di porco, & di fuligme, Vn&étto ridotta in polue, di ciafcuna parti eguali, cotte infieme, fin che fiano calate il "egro' quarto; & dipoi colate ; il qualeèottimo rimedio all'inchiodature, & alle pia- ghe. Ma fé per ignoranza del Marefcalco,il quale non habbia faputo fcoprire, g;m^re & ben curare la inchiodatura, la marcia rinchiufa nel piede fi faceile la via tra lavarci* lVgna,&il viuo;&feparata la radice dell'vgna dalia carne,& dalla pelle, vfcif- $£[& fé apparentemente nel lato di fuori; fubito guardando il piede da ogni humi- #■"*** dita, & lordura, fi cercherà col ferro l'inchiodatura fotto la fuola, per cacciar fuori la marcia,& aprir la ftrada àgli humori:la quale ritrouata,e curataf come s'è detto) fi medicherà la corona rotta,fpremuta fuori la marcia con medica- menti liquidi, & fcorrenti: i quali pofsano fcorrer per tutto;& penetrar fino al fondo,& riabbiano pofsanza,& virtù di mondificare,difeccare,& faìdarejtrà li quali ottimi faranno l'vnguento da faldare, che fi fa di polui fottilifiìme di ra- * dici diopoponaco,d'incenfo,di mirrha, & di farina d'orobi, parti vguali,& di altrettanto mele, quanto fono le polui; & la pece liquida mefcolata col mele, incorporata con alquanto d'vnguento Egittiaco;e l'vnguento Egittiaco folo* & il mele incorporato con orpimento poluei izato, ò con calce viua. Medica- ta la rottura,fi legheranno fopra la corona dell'vgna ftrettamentecon le fafcie piumacciuoli di ftoppa bagnati in detti medicamenti;acciochei medicamen- ti ftieno più vnici alla carne, & pofsano meglio fare le loro operationi, & che T la mate-
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la materia cali al bafso, & la corona non rimanefsegrofsa, & gonfia. Si potrà
ancora per leuare via il dolorc,che vi foffe,& far meglio marcire l'vlcere,efsen do quella parte molto fenfibile, empiaftrare tutta la rottura della corona con maluauifchiojò altea ben cotto, incorporato con affungia di porco* & poftoui fopra piumacciuoli di ftoppa, infafciargii erettamente ; dipoi, lafciatolo così per due giorni fenza toccarlo, slegato il piede > & fpremuta fuori la marcia, fi medicherà per alquanti giorni con agii cotti, mefchiati con alquanto di pepe poluerizatojlegandole fopra la corona con le fafcie;& vkimamente,fin che fia faldata, & guarita la rottura, fi curerà con l'vnguento Egittiaco,òcon pece li- quida incorporata con mele3& polue d'incenfo, che mondificano, e faldanojo con polue di farcocola,di mirto,di gal la, & di fterco di cane,che magia ofsa,& il panbianco,mefchiate,& incorporate infiemejouero fé la rottura della coro- na fofse tanto ftretta, angufta, e concaua, che non vi potefsero entrare i medi- camenti , che hanno corpo, fé gli Schizzeranno dentro, fin che fia fanata, cole liquide mondificatiue,&difeccatiue 5 come fono acqua d'orzo, òdi mele, in- corporate con vn poco d'vnguento Egittiaco;ò il vino co mele,e farina d'oro- bi;ò acqua d'aliume,ò la fala moia tanto di pefce,quanto di carnejò l'vnguento fatto di cerufa, d'argento iblimato, bianco d'vouo, acqua, & vino bianco : il quale ha gran valore nel fanare gli vlceri feridi,antichi,& concaui;& medica- tori*»* to lVkere,s'inf"afcierà5comedi fopra-Et fé l'vlcere delia corona con detti mo- fanar non di non h potefse fanare,fara di meftieri ragliare con la roinetta tanto deli vgna ihTfSj intorno,& appreffo il maliche l'vgna non prema,ò tocchi la carne,e vieticene debba, l'vlcere fi faldi; & dipoi nettatola dalla marcia, lauarla con vino,òaceto5ò ac- qua di mele tepida; ò con vino,mele,& fale,mefcolati infiemej no mettendoli! mai olij, ne acqua; & vltimamente, adoprando le tafte, la ftoppa5 & le fafeie * medicarla, come di fopra. Ma fé, mentre fi cerca l'inchiodatura nei fuolo del piede, fi ritrouafse foffefa efser molto profonda, & la maggior parte del piede putrefatta^ guafta, bifognerà in. tal caio difsolare il piede* ilchefi farà in que- Mmodi ftomodo. Tagliata con la roinetta, ò con 1'incaftro la fuola del piede lotto la pS^ a vgna circa l'eftremo giro d'ogni banda, fi piglierà la punti della fuola con le tanaglie, e tiratola gagliardamente verfo dietro, fi fterperà per forza 5 & fé la-* fuola nonfipotefse tagliare,per efser troppo dura,fi mollificherà prima conba- fimedÌJf gni,ò con empiaiìri mollificarmi, & poi fi taglierà. Defolato il piede,& vfeito iTrZa-1 fangue à baftanza, & leuata la marcia, fi medicherà per leuare il dolore,& fff- fermargli mare (A\ humori con (loppa bagnata bene in bianco d'vouo, & acqua di vita ; & fafeiato ii piede, non fi toccherà fino al dì feguente, ò per due giorni ; dipoi lauato l'vlcere, & il fuolo con mele, vino, e fale tepidi, fé gli farà vn'altra Pop- pata con buoni piumacciuoli bagnati con bianco d'voua, aceto,mele,fuligine oincenfojboloarmeno,& polue di maftice;fopra la quale,acciochei medica- meli ftieno ftretti fui malc,e la fuola non crefea più del douere,ò gonfiaffe verfo Ferro del fuor^ì metterà vn ferro foteilecon due chiodi nel corno,vno da ogni Jatofper piede qua- poter facilmente ad ogni (uo volere metterio,& cauarlo^ il quale fia ftrettifnV lc' mo al piede;& habbia due rampi nella parte di dietro,fatti in forma di anellaj fottoil quale per il lungo fi ficcherano alcune Mecche fottilj,& piane di legno* che nella parte di dietro verfo i calcagni faràno tenute ftrette,& raifettate dal" leiegature,& daquel legnetto,che per quello effetto fi metterà dipoi per il tfa* ucrfo fopra di loro in quei due rapi di ferro;& così fi lafcierà per tre giorni sefa mutarlo. Poicia leuate tutte le cofe ,fi lauerà due volte il giorno mattina fé-* railfUQ-
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De-Caualli. Lib. VI. 289
UilfuoW&rvIcereifin che l'vna fia rifanata;& l'altro rinouato con fortidsmo
aceto tepido, &fale ; &fegii fpargeràfoprapoiuefottilifàma di tartaro , di galla,di faie,d'allume,di fuligine,di bolo armeno,incorporate infìeme; ponen- douifopra la (loppa bagnata in aceto fòrtiflìmo bollito con rófe, cammomil- U, & fcorze di falice; &ilferronelmodochefièdetto;auertendopeiò quan -^umm^ do il fblo fi farà fatto alquanto fermo,&fodo, di leuar dal piede ii ferro ftretto, & di rimetterne vno bene agiatOj& grande;accioche il piede vi fi pofsa fermar fopra, & dilatarti ne i calcagni. Okra di quello fi potrà ancora difsoiato il pie- de^ olferuato il modo detto da noi, metteruì fopra biaticod'vouo, fale trito, Sdloppa; & dipoi finchefiamondificatoy& netto,medicarlocon l'vnguento ïöfso> cheli fa così. Si piglia di verderame, di vitriolo Romano,di rame arfc, ro^m9 di fca^lia di rame, poluerizati fottilitlìmamente ana oncia vna, di mele oncie quattro ; pofcia fi fanno bollire dentro d'vn pignatto à picciol fuoco, fino che douentino di color rofso. Mondificata la piaga, fi medicherà con l'vnguento Ynff?a dafaldare,che mondifica le piaghe,& incarna mirabilmente l'olla fcoperte, & rl a' fàcrefcereil fuolò,& l'vgna ,• chea comporlofi prende afsungia di porco Vec- 1 chia libra vna, con la quale fi mefchia ad egual portione ferrugine, che fi caua
dalle fucine de' Fabbri,poluerìzata fottilmente,& fetacciata; pofcia bolliti in- fieme,fin che l'affungia fia liquefatta, vi s'aggiunge di pece nauale libra. vna,& da capo fi fanno tanto cuocere, chel'humidità dell'afsungiafi conlumi j con- fumata fi cola così caldo eon efpremitura ; & colato vi s'aggiunge verderame polueriLato oncia vna, & faffi alquanto cuocere j ò con quelfaltro detto di fo- pra, che fi fa di polue, & mele, che ha grandifiìma virtù di nettar le piaghe dalla carneguafta,& faldare,ancorche diffidilo con le polui fole. ■ '•■■'.•>'• •>■
Della, i/proutum:. Cap, LX IL
1 forano i caualli il cauo, & il vsuodel piede 5 quando per lor fcia- caufe.
gura auiene, che nel metter i piedi in terra caminando, premo- no,& calcano col fuolocofe dure, & acute; come fono legni,fler- pi, ferri, eh iodi, & falli fituati talmente, che fiano atti ad intrarui dentro pertugiandolo, & ammaccandolo. Si conofce alle volte quello male segni. ■ mentre fi fora il fuolo, & alle volte quando incomincia à marcire la piagaci %>ercioche fentendo il caualio l'ofFefa fatta nel piede, confente con la parte of- ìfefa, per non fentire maggior dolore,& fi lafcia andar verfo terra, & fcapuzza; & apoftematafi l'ifproccatura, per non efser (lata curata in tempo, il caualio per lo dolore, chefente, ilando fermo, tiene folieuato il piede, òitefo verfo in- nanzi; & andando fi duole,& zoppica. Si ritroua,efsendo il mal fatto di frefco Modo a in vna' occhiata,alzando sii il piede offefo: màelsendo inuecchiato,con finca- JSJf56- ftro,& con la roinetta, disferrato il piede, & alsottigliato.il fuolo. Riti ouata l'ifproccatura, & cauato fuori il legno, ò altro, che vi fofse, fi difcalzerà coil^ !a roinettainfino al fondo;auertendo di non far fangue, slargando il luogo sì, che vi pofsano ben penetrare i medicamenti, & le tafte; poi elsendo il ma- le frefco, òàntico, fi curerà in quel modo,&con quelli fteiTi rimedi j, con qua- Cura. li habbiamodetto curarfi l'inchiodatura, mettendo, fé il male fofse grande, & perigliofo, fopra la mazzuola, e lo (lineo del braccio offefo ottimi ftrettoi, strettoi. |
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per vietare, che gli humori non cornno alla parte offefa, & cauandofangu«->
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an
KW.
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dalla vena fatto il ginocchiojfe vi fofse amore d'iajìammatione, & allacciane
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T 2 dola an-
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29° Delle Infirmitadi
dola ancora fé fofse il bifogno;& oltra di ciò fé gli potrà nel principio applicai
fopra ftoppabagnata con bianco d'voua,calcina,& fate,pefti,&niefcolatiin- ^crtnifë fieme. & poi medicarla con i'vnguento da faldate j auertendo di nonlafciar crefcerela carne cattiua;&fe vi nafcefle,corroderIa,& confu maria jouero net- tata la piaga dalla marcia, e lauata con iale, & aceto caldini! potrà curare con l'vnguento, che fi fa in quefta guifa. Si piglia di feuo di caftrato onde due, & pefto, e liquefatto, fi rnefcola con libra vna di mele, & meza d'aceto j & dipoi aggiuntoti vn'oncia di cera nuoua, fi fanno bollire in vn pignatte» nuouo a lento fuoco,agitandolefempre; &, come fi veggiono farfi di color rofso, fé gii mettono dentro poluifottiliffime di verderame » di Iitargirio, di ciafcuno on- cia vna ; & mefcolandole, & incorporandole infieme, fi lafciano cuocere, fin che fiano fatte rofse;poi fi leuano dal fuoco,& fi ferbano all'vfo. Della foprapofta* Cap, LXUL
Vepnkio- p^g[ A foprapofta è vna rottura con ammaccatura, che fi fa fu la radi-
ce , ò corona del piede del cauallo tra la carne viua, e l'vgna > ò po- co più alto, ò pm bafso > tanto nella parte dinanzi, &da i lati del piede, quanto in quella di dietro, & ne i calcagni ,• per efser calcate, & dan- neggiate quelle parti dall'vn pie dell'iftefso cauallo, ò d'alerò, che gli fofse-» ' jitomim vicino,- & è chiamata foprapofta, & fopra piede ; perche fi cagiona dal por- de Aerim. fi cafua|mentci'vn pjè fu l'altro; & non è diuifione del continuo dell" vgna, fé non la rompe, ma del piede; feparandola dalla pelle, & dalla carne. Siguari- CwrA- fce,elTendoorTefa,& rotta la pelie,e la carne fuperficialmente in breuiffìmo fpa tio di tempo, & molto facilmente; infafeiandouifopra caldo il roflb delfvouo duro arrostito col fale,e fpargédoui dipoi fopra polue di calce viua lauata due* ò tre volte inacqua rofata: la quale diiecca valorofamente fenza mordacità al- cuna;ouero ftillandoui dentro caldo l'olio d'ipericon compofto,folo,ò mefeo- lato con l'olio d'abezzo ; ò legandoui fopra bianco d'voua, fuligine, & fale; ò mde\ran biancod'vouo, poluedi calce viua, efale, incorporati infieme. Màfelaferita de conm- faràgrande,ò profonda, &l'vgna rotta; fi terrà il cauallo à regolato viuere,ac- vgea.e a ciò gli humori non calino ne' piedi;e fi cercherà d'accelerare la curatione,vfan doui ogni diligenza, & guardandolo, che non tocchi acque, ò lordure con la parte offefajpercioche lefoprapofte inuecchiate,ò mal curate,diuentano il più Mina<iÌt~o e volte viceri,fiftu!e> cancri,ragni, ò chiouardi; mali longhi,& difficili ola %J£.a fanare, & quafi incurabili. Lauata adunque la piaga con vino, & aceto caldi, ò con la decottione di verbenaca, che difecca valorofamente, & confonda le ferite, fé gli applicheranno fopra medicamenti, chedifecchino,& faldino,in- Uctii. fafciandogli erettamente fopra il male, & la corona: alche faranno buoni l'or- pimento poluerizato folo,ò mefcolato col mele, vnta prima la piaga col mele» & poi fparfoui fopra l'orpimento; & la polue di calce, & mele, mefcolati,& in- corporati con fuligine d'incenfo ; & l'vnguento, che fi fa di polue di radice di orobi,d'opoponaco, d'incenfo,di mirrha, e di farina d'orobi, di ciafeuna parti egualijincorporate al fuoco con altrettanto di mele: il quale confolida valoro- famente le cofe difficili da faldare. Et fé l'vgna toccando la carne viua non Ia- fciaflefaldarla piaga,bifognerà accodarla in modo,che non la tocchi,tagW*lJ: mZaìt dola; & fé la foprapofta foffe antica,fi netterà, & purificherà dalia marciï»>& " tkt- medicherà, come fi medicano gli vlceri ; & come riabbiamo detto, pafJf "do della
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De'Caualli. Lib. VI 291
deI!'inchiodatura;& fé vi foffe perauentura crefciuta tanto la carne,che auan-
zafse fopra la corona5s'abbafserà,e corroderà,ligandoui fopra i'empiaftro,che lì compone col midollo di venti agli cotti s & polue di pepe oncie due » & af- fungia di porco libra vna,mefcolati,& incorporati infieme,rinouandolo ogni terzo giorno, fin chela carne fia abbafsata ; lauato prima il male con aceto te- pido.Mà fé la carne crefciuta foffe poea,iì corroderà con allume di rocca arfo* & altri umili medicamenti. Della contusione de ì piedi. Cap. L XIV.
A contufione del piede del cauallo è diuifioneinterna,non ap- Defìniti<>.
parente delle parti cótinue,& tenere del piede,eiTendo la par- ne, tedi fopra intiera; feparandofi per lo concorfo del fangue, & della materia, che fi raduna fra l'offo grande del piede, & la^ fuola,quelle parti molliche pria erano cótinueronde viene ad edere nella contufione,ì'intemperie,la folutione del cótinuo ; & gonfiandoli la parte dameggiatala mala figura. Quefto male è cagionato da
tufwne fi-
molte cagioni,e tutte efteriori; & sì come fi fa in varij,& diuerfi modi,così va- n^Jom rij,&diuerfinomi gli fono (lati impofti da gl'huomini;percioche premitura di cJ-.fe' ferro fi chiama quella contufione, che viene per ftrettura di ferro, che calchi,e ®°TàfL\ prema fu i quarti;& fubattitura,ò fubattuta que!Ia,che fi cagiona per cflerfi fat ZZ4LÌ tocorrere,o muouere gagliardamente i cauallijò caminare lungamente in via ?remitu- dura, afpra, & faffofa; ò per effere ftati affretti d'andar gran tempo sferrati per 'sùbattim- montagne,& luoghi di fodoterrenosò petrofi,alpeftri,-ammaccandole parti dira- dentro,& cenere de i piedi i corfi vioIenti,& il moto veheméte,- & confumado, & indebolédo,lVgne sferrate la lunghezza,& afprezza de i viaggi,fi che la par- te di détro ne rimane addolorata,& per adunanza di fangue aggrauata,& offe- ìa,& ammaccatura chiamano queli'aìtraich'auiene per fa!ìo,ò d'altra cofa du- '^UST' ra,& grande,che a viua forza entra tra il ferro,& la fuola; ò fi ficca tra le corna del ferro,mentre il cauallo fi muoue^mmaccando la parte di dentro5& tenera del piede quella durezza,che viene calcata dalla ftiola per lo pefo graue dell'a- nimale5& per io moto.Si conofce da quefti fegni3cheil cauallo per roffefa,e pes Semu l'adunatione degl'humori haurà l'vgna calda, & emendo andato sferrato,con- fumata,frufta,& rotta,*& incomincìeràà doleifi>& a zoppicare5-& nell'andare,
effendo maffimarnente ofFefi i quarti, porrà folamente in terra il lato fano del piede,ouero metterà la mano piano in terrai nel fìenderla fofpéderà il paffoj ò che nel caminare premerà folamente con h punta dell' vgna in terra,'& ftado fermo, terrà per lo doloreil piede Heh verfo innanzi;òlo foJleuerà fpeffe volte dal fuolo.Conofciuto il male,per ritrouare il luoco orfefo,leuato il ferro,s'infa. **<>&& fcierà il fuolo del piede con panno di lino vnto;e doue tal panno ietterà più to- uS? fìo afciutto.iui haurà il ferro calcato,premuto,& danneggiato,- ouero fi guar- derà la parte di dentro del ferro, & doue fi vedrà più lucida, & confumata, in quella banda fi giudicherà hauer premuto più il ferro, & efferui l'offefa,- ouero per nconofcer meglio il luogo del male, fi ftringerà da tutti i lati lafuola del piede con la tenaglia; & oue per tale ftrettura fi dojerà il cauallo,iui farà l'offe- fa; ò che fi raderà, ò rafperà di fotto l'vgna; & quella parte,che fi vedrà più li- uida>& nera/arala fubattuta,& ammaccata. Riconofciuto il luoco del male, fela conmfione ( venga da qua! cagione fi voglia,) farà nuoua, frefca, & fen> c«™5 - T % za mar* |
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igi Delle Infirmitadi
. ,. xa marcia .fi terrà il causilo in ripofo alcun dnnlqo2;OjOuefia il fuolo di paslia,
ni,®\dm coni vgne empialiiate di quei medicamenti, che vagliono a mitigare il dolo- locaii, re, & ad eftinguere il calore accidentale 5 & à fare efsalare, & insaporare gli humori adunati; e che fieno temperatamente caldi, im piantandogli vna volca il giorno tanto, che fia guarito il cauo del piede con cipolle cotte fotta le bra- gie, mele, terebentina, & polue di cornino, mefcolati infieme, & caldi; ò con-» voua crudi con li gufei» & bottiro frefeo, rotte, & incorporate infieme ; ò con afsungia di porco, e femola bolliti in acqua di altea; ò con fterco frefeodi por- co bollito in aceto con grafso di cauallo ; ò con orto mondo cotto nell'acqua, & pefto nel mortaio, & fatto in guifa di pafta > & di nuouo bollito con mele $ aggiuntoui vn'oncia di poluedi cornino ; il quale ftefo fopra vn panno grande di lino, & inficiato caldo fopra il piede, ha valore di leuar in poco tempo lai falwtHfil doglia,& dirifolueregli humori: ma fé la contufione farà antica, & inuecchia* mama, ta,ò nuoua ancora; afsottigliata lafuola,s'aprirà, òforerà il luocodanneggia- to tanto che il fangue 3 ò la marcia radunata fi purghi, ò fi rafperà la fuola, fa- cendone vfeire gli humori; ouero con vna legretta, ò roinetta fi cauerà il luoco cQntuf:>,pefto,& marcito; sì che fi pofsa vuotare la materia raccolta5& vedere il fondo del male; & dipoi fi curerà,corne habbiamo detto curarfi le inchioda- Rimedi} ture. E^ fé il male, non cfsendoconofeiuto, òben curato fi fcoprifse da fé me- *lfw« ^ no con 'a marcia, rompendo di fopra la corona, ouero per curarlo fofse di Tatof' meitìeri toglier via lafuoJadelfvgna^intut^òinpartejfecondocherorTefa ò grande,© picriola parrà richiedere, s'ofseruerà il modo detto nelfinchioda- Rimedh tura, Et oltra di quefto,fe la contufione farà venuta per cfsere il cauallo alida- ffkrf'm-f0 s^errato per viaggio, & fi conoscerà hauer patito fuori, e dentro, fé gli ter- dato ü ca- ranno empiaftratel'vgne di quelli palloni, che habbiamo detto di fopra leuar rato. *a doglia, & ifuaporare gli humori. Et per confortare^ nerui affaticati, fé gli faranno alcuni baenuoli alle braccia. Ma fé l'vgna fofse frufta grandemente 3 aiiTvgi confumata, & rotta, e vi fofse periglio di febre, fi trarrà fangue lotto il gioco. frufk con chiodel piede offefo, accioche non foprauengainfiammatione fu la corona a S? ne^a Part<? offefa; & fé gli faranno ftrettoi nella parte di fopra,acciògli humo^ ri non calinoal bafso. Dipoi lauato il piede con acqua caldaio con decottione calda d'altea} 6c leuatone fin dal fondo quella parte ofjcfa > fi medicherà con aglio cotto,&afsungia,miftij & con quelli ftedì rimedi], con li quali fi curano Fenodei le inchiodature ,. e f ifprocature, Ridotto poi fuori di pericolo il piede, (e gli piede,qua- metcerà vn ferro auantaggiofo ne i lati, & nella punta, che lìa bene incauato, & imhordito> & non prema fu la fuola; ne fu li calcagni,mà fu Torlo dell'vgna» che cinge il piede ; accioche di nuouo non fia offefo ; & fi dia (patio al creicere dell'vgna, ma di dietro non pallile confine dell'vgna 3 accioche non vengaa4 aggrapparli, Delia, formica, 0 camola del piede, Cap. LX^
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BefmMor
ne. |
A. formica, ò caruolo è vn' viceré maligna, con alquanto di marcia,
fottile, che fi genera nella punta, e ne i quarti, & calcagni del pie-
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f de del cauallo trai viuo, e'1 corno di fuori; òper qualche slorz.0
C<«#. fatto dai cauallo con li piedi ? Q per {lecita, & putrefattionc^s
concorrendoui gli humori per lo dolore, e poi corrompendofi; ò per hu^or;
melanconico^ colerico radunato inquelle partijimperoche eflìccate gran(te-»
niente
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De' Caualli. Lib. VI. 2
mente l'vgne per mala cura, & trafcuragine de' feruitori, & de patroni, fi fen-
dono in punta fino al viuo; & bagnate, & imbrattate dall'acque, da fanghi, & da lordure, fi tarlano, & fi corrompono infieme con la carne, che gli uà fotto. Si conofce il male quando è nella punta, dal vedere iui la fuola corrofa, & tar- Segni qua lata,ò in quella guifa, che fi veggionoi legni corrofi da tarìi,ò daingnuoii; & J«r/'ll il calor deii'vgna non naturale, & dal dolerfi, &zoppicare il cauallo , efsendopiede. molcodanneggiato il viuo del piede. Ma quando è ne i calcagni,& ne i quarti, s ■ - tanto nel lato di dentro, quanto nel lato di fuori, fi conofce dalla bocca delie do e ne' cai Viceré,chefi vede trai corno,& il viuo ne' calcagni: la quale non genera molta cSmZ- marcia>màda dolore grande al cauallo;& alle volte corrompe fino all'offa del ». piede. Si cura con rimedijcaldi,& fecchi,che pollano eftinguere ogni forte di Curadd putredine ; & efsendo il caruolo nella punta tra il gufcio, & il viuo ; {coprendo male mo- la fuola tarlata, & rafpando tanto con la roinetta il corno efteriore per di den- Ziu'pm- trodietro al viuo,& verfola partedi fopra,che allargato il buco,il male d'ogni j dei$ie- jntorno fi pofsa vedere,& toccare fino al fondo;& efsendo il male nuouo,e po- co^ empiuto il pertugio fatto di folfo poluerizato,s'incenderà,fempre tenendo il piede alzato, accioche il folfo liquefacendoli pofsa arriuare al fondo, & alla radice del male. Pofcia ferrato il buco con raggia di pino liquefatta; ò cö feuo dicaftrone,terebentina,& olio commune, liquefatti, & incorporati infieme,fi ferrerà,&s adoprara ilcauallo. Ma feil male farà grande,òantico; fcopcrto3& ^att allargato il luogo,come s'è dettolo fé bifogno fufseC ilche forfè meglio fia^ ta- col® gran gliata l'vgna perdi fuori,fin chefia ritrouato il fondo delle vlcere,accioche nò de' vi pofsa reftar dentro ne lordezza,ne putrefattione alcuna;ftringendo,& dsfec candofempre la came,che no crefca troppo;fi medicherà nel principio per ri- ftagnareil flufsodel fangue con ftoppa,bianco d'voua,& lai trko,infafciàdolo ftretto, & Iafciandolo due dì fenza leuarlo ; pofcia rimofsa la ftoppa, fi curerà, fin che fia mondificato l'vlcere, & confumata la carne cattiua con l'vnguento, chefi cópone con verderame arfo, fcagliadi rame pefta ana oncia vna, incor- porate co oncie quattro d'ottimo mele,& cotto à picciol fuoco,fin che il mele fi faccia rofso;ponendofopra l'vnguento piumacciuoli diitoppa,& infalcian- dogli [frettamente, acciò la carne non crefcefse verfo fuon,oitra i fuoi confini. naturalijauertendo però,mentre fi fa la curatione,di leuar fpefso la croìb delle ^mnms viceré, & vedere fé vi è fotto la marcia, ò il fangue viuo,- percioche afciuga, & difecca tanto quello vnguento,che facendo la crofta, fa parerejcheTvlcerafia mondificata, & eflìccata,- efsendo fotto nafcofta la materia faniofa. Leuata la putredine,& confumata la carne cattiua, fi medicherà l'vlcere per faldarlo con rvfiCTuento,che fi fa in quello modo.Si piglia di ferruggine,ò limatura de' Fab bri, fetacciata, e d'afsungia vecchia di porco ana libra vna; & fi fanno bollire infiemeal fuoco,fin chefia l'afsungia liquefatta;dipoi aggiuntolo libra vna di pece nauale,fi cuocono in fino alla confumatione dell'afsungia;pofcia colate, e mefsoui détro oncia vna di verderame, fi ricuocono,fin che fieno fatti in for- ma d'vnguento : il quale ha valore di coprir l'ofsa nudedi carne» & di generar carne nuoua,& buona.Se il male farà ne i calcagni,& ne i quartini leueranno i f/™$/e quarti danneggiati infieme con quella parte della fuola,che glie fottopofta;& ra nei cai attaccata,taghandoli per lo trauerfoàpiè della corona fino al viuo,non efsédo Jjjjg?' ' &_ la bocca dell'vlcere nella corona; dipoi ftagnato il fangue co ftoppa,bianco di ti. voua,& fale pefti,fi medicherà conl'vnguéco rofso,feguendo l'ordine di fopra; ^MertmS ne mai empiendo ilcauo del piedeinfermo con gradi, òvntionì; percioche T 4 non
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294 Delle Infìrmitadi
non lafciarcbbono faldare l'vlcere con la loro humidità; ilche fi deue ofserua-
rein tutte le infirmità de' piedi, ouefono vlceri, fi (tuie, carne afsaifcoper- ta, & quarti leuati, potendoli,fanaroil male intemoo, immorbidirei pie- di con medicamenti conueneuoli i per diuertire poi gli humori, chenonvadi- no alla parte offefa, Ce gli potrà rimediare ò con fìrettoi > ò con allacciamento di vena^. Dei cbiouardo. Cap. LXVL
Dt&nitùh 3OT# L chiouardo, ò clauardo, ò gauaro, come dicono alcuni, che fi genera
SS ne ipiedidei caualli presola radice deliVgne,maffimamente nei cal- ighe cagni,non è altroché vn'vlcere antico,fordido, ò fìftola,con vn poco deZllui' ài virolentia,& marcia fottile; & è così detto,perche a guifa di chiodo penetra
•• con le fue radici infino ali'offoi&affligge^torméta il eauallojò perche à guifa kfuccedl ài chiodo il male buca la carne. Succede quafi fempre alle foprapoftenon ben
curate,alie pofteme de i piedi3& fi rompono di fopra,doue nafce l'vgna all'in- chiodature,alleinfprocature3airammaccaturej &à tutti quei mali,che fanno &e%m. Schiantare le corone de i piedi, & fon mal curati. Si. conofce dalla bocca appa-
rente nella corona,da quella carnacciacattiua3molìe,& biaca,chefi vedenel- lVlcere;& da quella marcia grofla,bianca,&foda,cheà guifa di neruetti, ò ra- dici fottili ardua fino all'offa$&dala marcia puz.zolente,che n efee;& dal dolor eura. grande,& fpafimo, ch'apporta al cauallo infermo* Si curerà queftavkera^che
per la fua mala natura è molto malageuole da guarire)con rimedi) caldi,& fee-
M™edif chi;i quali habbianole parti fottili,acciò pollano penetrane fino al fondo,& to*
glier via la radice ad roale,& mortificarlometcandoIa,& mondificandoia pri-
mieramente,&leuandola carne cattiuaj& dipoi riempiendola di carne,&fai-
tmmde. dandola.Si lauerà adunque più volte il giorno con orina humanaj& falciò con
fuccodella chelidonia maggiore, che bà virtù di nettare, & mondificare Yvl- ceri, ò con vino mefcolato con alquanto d'aceto : dentro il quale fiano bollite le radici del panace Keradeojò le cadici del capparorle quali mondificano gli vkeri vecchi,& foididiiouero fi medicherà due volte il dì mattino^ fera con rmimi. JVnguento afterfiuo5che fi fa delie polui di dette radici>& di farina d'orobi,in*
corporate infieme in modo d'vnguento> òcon le polui d'aloe, ò con vitriolo Romano, ò precipitato; òfquamma di rame arfo, fole ; ò incorporate con a£ pine., fungia vecchia di porco ; ò con pofue d'ireos, & d'opoponaco, mefehiate col
melerò con mele mefcolato con acetOj&ariftolochia fatta in polueso con Tvn, guento Apoftolicon 5 ò con l'vnguento verde 1 i quali rettificano, & nettano, valentemente 3 e mondificano gì' vlceri dalla carne morta , & dalla marcia^, Ottimo rimedio farà ancora applicanti fopra due volte il giorno,fin tantoché fia mortificato il male,&: cauacone le radici maligne, & la carne camualen> $»¥#■ piaftro^ehe fi compone con polpa di trenta agli mal cotti fotco le bragie,&con pepe polueriaato onde due, & affungia di porco libra vna* incorporate infie^ me: alle quali cofe fi può anco aggiungere le foglie del cauoiojefiendo egli di- feccafiuo,&alquantoaiterfiuo, & perciò atto à fanarervlceri, ancorché fiano maligne5& hauendo il pepe, & l'aglio forz.a,& valore di rimuoucre la putredi-* ne,& dandogli l'afiungia al corpo, acciò meglio, pofia penetrare il medicarono |
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mo to,& far più tolto marcire,& netcarl'vlceri. L'ifteOoeffetto faranno IVngu^n
tu rollo, che lì fa di verderame;,di vitnoio, d'aceto forte>&difeiioàicait*?t0. |
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De'Caualli. Lib. VI. ig$
mefcolati, & incorporati infieme ; & quello che fi compone con tartaro, orpi-
mento,di ciafcuno onciecinque,&poluedi verderameoncia vna,& polue di folfo>& di vkrioio ana oncia meza,& Cucco di quattro cicrangolij& due bian- chi d'voua,mefchiatiinfieme. EtqueiValtro, chea farefuoglievn melagra- no acetofo col gufcio, & fi bolle in vn pignatto nouo tanto, che diuenti tene- ro,& molle in modo di pafta;pofcia fi pelta nel mortaio;& mefchiafì con polui fottiliffimed'incenfojdi pepe,di martice, di ciafcuno oncia meza&fidiflolue con acqua,& fi fa vnguento: il quale leua la doglia,& le radici del male, & fal- da l'vlceri. Ottimo farà ancora lVnguento,che fi fa con onde tre di terebenti- na^ vna di polue di verderame, & altrettanto d'allume di roca,mefcolate, & bollire alquanto infieme j &l'vnguento chea comporre toglionfi di mele vna- fcurella, & di feuo di caftrato, & di cera nuoua vn poco, & fi bollono, agitan- dole fempre,tanto che diuentano di color rofso; pofcia aggiuntoui di verdera- me polueriz,ato duequattrini,& altrettanto di vitrioloj fi mefchiano tanto che fia fatto Tvnguento. Del p'mzjtnefe. CaP' L^^^L
L pinzanefe è vn' viceré del piede : il quale hora fi genera nel
zocco di quello, & hora nei fettoni. Viene dall'effer flato ca- Jf^ ualcato, & affaticato lungamente il cauallo, & di foperchio per luoghi acqtiofi, & fangofi j ò dall'effer dimorato con le_> gambe bagnate,e molli ne'lettami caldi,& da concorfo dJhu- mqricaldi,ecorrotti,geneiati,ecommo{Tì dalle dette cagioni efterne.Siconofce^heilcaualloinfermocaminalegato^impeditOjComes'e- <%»». gli folTe riprefoje che dal zocco,e cauo del piede vlcerato manda fuori fangue, e marciaje che ha i fettoni marcidi,e ripieni d'humore tanto corrotto,e guafto, che facilmente trapaiTa ne gl'altri animali, che gli ftanno vicini per contagio. La fua cura è cauargli fangue dalla vena commune del collo; & efsendo il ma- curaefse* le ne'fectonijleuato il caualio dal com mercio de gl'altri ani mali,toglier via Tv- fe ÌJ^l gna fino al viuordi modo che tutta la parte guafta,&: corrotta rimanga fcoper- »'• ta \ & dipoi lauata la parte guafta con fpugna infufa in aceto forte, fpargerui dentro folfo viuo pefto fottilmente, & fopra quello metterui la fpugna ben_, fpremuta dall'aceto, & fopra la fpugna le fìecche di legno, legandole con fa-, (eie in modo, che non fi pofsano muouere; & cosi far due volte il giorno mat- Cati& tino,& fera,fin che fi veggia la carne incominciare à far l'vgna;& volendo che Tvgna fi faccia più dura, fi medicherà con oncie tre di mele ottimo caldo, niefcolato con meza oncia di galla; efsendo poi l'vlceri nel zocco, & cauo del piede, per fanarlo fi fcarnerà bene con la roinetta intorno al male -, & dipoi er^Td\ lauato il luoco affetto con forte aceto,fi medicherà due volte il giorno col ibi- mil "nel fojcome s'è dettojouero con polue d'afphodilojò con polui di verderame arfo, caZ M d'allume, & di vitriolo abbrufciati, di ciafcuna parti eguali, mefcolati, & in- corporati infiemejò con polue di detti minerali non corretci,così richiedendo lagagliardia del male. |
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Bel
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296 ^ Delie Infirmitadi
Dei fico, Cap. L XVIII.
T>efiniik- ISfpiJ L fico è vn' viceré putrido della pianta del piede, così chiamato da
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fie.
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ftj mf quella carnaccia fuperflua, & cattiua, fimile al frutto fecco del fi-
ë^JJ^I co, che fi vede pender fuori delle viceré, & della fuola del piede-». Cm^' Viene quando ò da ferro, ò da legno, ò da altro la fuola b & la car-
ne del piede è fiata grandemente ofïefa,danneggiata,& forata; & da poco ac-
corto Marefcalco mal curata. La fua cura è, tagliar primieramente la 'fuola, & Tvgna, che M d'intorno alla piaga così in profondo, che fi faccia conuene- foiui: uo*e (patio tra la. pianta del piede, & il fico. Pofcia tagliata quella carnaccia
alla fuperficie della fuola, e (lagnato il fangue, metterui fopra polui, che hab- biano virtù di corrodere il rimanente fino all'ofso 3 ò tuello del piede, & eftin- guere la putredinejcome fono le polui d'afphodilli,ò di calcidi,ò di mill crudi, & il precipitato preparato, il ramelauato, ò abbrufciato, il vitriolo, il verde- . ^rame,rorpimento,rarfenicojabbrufciati,&arfi;&lapoluedicalcemefcolata jra, n e con l'vnguento, ò con l'olio rofato j auertendo di non adoprare in quefte parti
neruofe minerale alcunojouero medicamento forte,& gagliardo,fe non è pri- ma corretto col Iauarlo, ò con fabbrufciarlo, per leuargli con quefti mezi la Forza d'indurre il dolore, e di produrre l'infiammaticne j corrofo il fico fino allofsodel piede, fi mondificherà, & confonderà l'viceré con medicamenti sonueneuoli, Delia mala compofìtìone delt^vgne ,& de i piedi del cauallo.
Cap. LXiX.
JTSjSSJfi Opò l'intemperie, e la folutione del continuo dellVgne^ & del ca-
^ftinidi f BüPlf uallo,fegue la mala compofìtìone di quelli:la quale cangiando,& quanti vi.. | MS/Jj vitiando quella bella, & proportionata figura, che gli è fiata con- Zt ck~ ÌM^tsÈ ceka, dalla natura, & pattando la fua conftitutione, e formatio- ne naturatali rende difformi, & meno atti a fare leloro operatio-
ns percioche l'vgne3 che pria erano di fua natura buone, lifcie, dure, afciutte> grofse, alte,concaue,& rotonde,- fi fanno cattiue,ruuide,groppolofe,cerchio- fe,troppo dure,tenere,molli ,fottiÌi,bafse,deprefse,picciole,e ftrette,& i pie di- nanzi,cheerano ben fatti,fodi,forti,&d'honefta remperatura,col corno Iifcio» & proportionatojcol fettone buono,& con le calcagna larghe, & mediocri tra l'alto^ il bafso,diuentano ftretti di calcagno3incaftellati,cerchiofi,codognia depredi, & piani tanto dauanti, quanto di dietro, torti3rampini,differenti fra loro,difformi,&cattiui ali'vfo;e di quefti alcuni,come fono refsereincaitella- Mali in- to,& l'efsere cerchiofo, con doglia, fono mali inftrumentali; come quelli, che fr™tó guaftano,& dannegianoil corno,& il piede;gl'altri poi fonoqualità,& vitij di QufJii'let quelle.parti ; de' quali non farà fuori di propofito ragionarne dopo i mali 3 pe*1 pani dfl vec^ere d'abbellire,& d'acconciare con l'artificio humano,ò in tuttofò in par- di. ìm te la vitiata forma del piede ,• & per apportare fpefse volte il non rimediami euidenti,danni, & nocumenti al cauallo. |
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DtiU
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De Caualli. Lib. VL 295
rT>eltima^elÌ4li*ra de' piedi dicatizj. Cap. LXX,
A incaftellatura del piede è vno ftringimento non naturale del Defimtìa*
calcagno del piede dinanzi del cauallo con doglia. Viene quefto n£AUru maleò perheredità, nafcendo di padri incasellati figliuoli inca- ftellati > ò per non hauere il piede quel nutrimento , che gli bifo- gnaj efsendo riftrette le vie onde dee {correre il buono humore,ò per oftruttione, ò per offefa di fpalla,ò di braccia; ò per altre cagioni acciden- tali . S'incaftellano ancora per ftar troppo su la ferratura, & per efser lafsate troppo difeccare ; e per colpa de i Ferratori : i quali fouerchiamente aprendo i quartii&afsottigliandol'vgna, la fanno ftringere,&difeccare: onde il cauallo refta disformato, con li piedi lunghi à guifa di mulo i greue, & dogliofo, con cerchi, Scaltri mali; & ferrandole ftrette, sforzano il corno tirato dal ferro ì ftringerfi verfo il garetto ; & neirinfirmità de' piedi ftringendole troppo con lefafcie,lefanno diuenireangufte,& ftrette nei calcagni. Sonofottopoftià ^f/a' quefto male più de gl'altri i caualli, che hanno i piedi cerchiofi con doglia, ò IttfJhp^ troppo alti di calcagno 3 ò troppo forti ; percioche nel caldo, & nel freddo ce- ££^* ceftìuo diuentano facilmente i piedi forti tanto afeiutti, cheftnngendofiil corno verfo dentro, & perciò addolorando le corde, che s'attaccano aU'ofsa, & la foftanza fenfitiua del piede, il cauallo a pena vi fi può regger fopra; & la- icisti per trafeuraagine troppo lunghi in punta , fi voltano in dentro ageuoì- mente, Se s'incaftelìano ; & più facilmente incorrono in quefto male l'vgne li- o^aliv- fcie,come le corna del bue, che quelle, che v'hanno alcune linee, ò cerchi pie- g^Jik^~ cioli per lotrauerfojfegni d'efser più graffe,& morbide di quelle.Si conofeono mwtiL i piedi incaftellati dal vedergli fuori del fuo naturai coftume molto tiretti nel- %T^ le grette; e dal fentirgli, battendogli fopra, rifonare.come vna zucca; & toc- sejii. candogli con le mani efser caldi oltra il naturale; & dal vedere il cauallo affet- to hor dolerfi poco,& hora affai,& hora effere fenza doglia. Si cura quefto ma- Cwa, le, tenendo ilcaualioinfermoàregolato viuere ; ilchefideueofseruare gene- ralmente in ogni mabtia de' piedi; & mantenendo fempre il corno, & la cafsa del piede morbida,& frefca;& i calcagni badi,tk ferrandolo con mezi ferri.& tenendolo fpuntato;percioche il tenere icalcagni baffi,fa dilatare le calcagna; & l'andare il cauallo con li piedi dal mezo indietro sferrati,fortifica.& allarga il calcagno • Per leuare poi il cauallo di doglia, fé gli terrà più volte il giorno i*^""** tutto il piede a molle nell'acqua calda, bollita col {"ale, fin che habbia perdu- udg£?' toil fuo calore accidentale. Dipoi fi frequenterà d'auolger la fuola, & tutto il piede con vn'ampia pezzadi lino,ouefia diftefa calda,& empiaftrata la pultra, che fi* fa difemola,di vino, & d'afsungia vecchia, cotte,e mefcolate infieme, rinouandola più volte il giorno i òcon farina di fromento bollita nell'acqua, lino alla confumatione dell'acqua,- & dipoi mefehiata con affungia di porco, Òcon la pultra, che à comporre fi piglia di cornino pefto onciedue, di mek_> oncie tre,di cera gialla onciedue, & d'afsungia vecchia di porco oneie fei, & fi bollono tanto, che fiano diftrutte tutte le cofe ; poi fi toglie vino quanto ba- iti à fargli di nuouo cuocere ; & portigli fbpra il fuoco, vi s'aggiunge alquan- to di cerufa ; & calda temperatamente s'adopra, mutandola ogni tre dì du<i_j volte; ò. con la pultra, che lì fàdi polpa di venti agli cotti, & di affungia nuoua. di porco j & d'olio conimune, di cjafcu&o libre due, & di fterco di colombo poìue-
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zpS Delle Infirmitadi
poluerizato libra vna,pefte, & incorporate infieme: & per lo medefimo effet-
to n porrà aacora metter più volte il giorno il piede infermo fopra vn matron nuouo di terra cotta, infoca to j fìillandouifopraàpocoà poco aceto forte; fin ciré il calor del mattone(ìa eftinto;hauendo queih fomentatone forza,& vir- aUaZi,cu & ieuar ìa doglia,confortandoquelle parti,&afciugando!e. Màfeconque- chenonv-: iti rimedij il cauallo non 'vfcifse di doglia, sbafatele calcagna - &tagljata_, glia. ° l'vgna.in punta, fi manderà ne' prati la notteà pafcere, fin che (ìanodilatati i calcagni, & fortificati, & fanati i piedi, facendo la raggiata crefcer l'vgna, & aitandola narura anfanare il piede; & dilatando i calcagni, & fortificando i piedi l'andare sferrato ne' luoghi herbofì, & teneri; ouero difsolato il piede,fe gli metterà vn ferro debole, fottile, & fèretro di verga : il quale fia tanto largo nelle calcagna , che il corno, ògufcio del piede vi poli fopra ; & habbi nella-» parte di dentro due orecchie eguali, ma d'ogni lato acconcie talmente, che piglino nella parte di dentro del corno, &gufcio del piede, fenza potere in_> modo alcuno offendere, & danneggiare il viuo, & l'ofso del piede. Dipoi ef- fendo per buon (patio di tempo fiato à molle il piede nell'acqua calda,& mol- lificato , fi pigherà con le tenaglie il ferro nel calcagno, & tirandolo per forza verfo fuori,s'aìÌargheràà baftanza,infieme con li quarti,& con le calcagna del piede. Allargati i garetti,!] curerà lafuola,comes'èdctto,parlandodeirinchio- datura,& iì terrà l'animale fopra vn letto di paglia ben'alto, acciochepiù mol- le vi Ci ripoli con i\ piedi.-ìa quale raffermata infieme con le calcagnaci ferrerà il cauallo con mezi ferri,& fi lafcierà m npofo, fin che fia ben fortificato,& ri- fanato il piede. Et fé con tutto questo non reftafse il cauallo fenza doglia,ado- prando le pulture, & i rimedij porti di fopra, fi cercherà di trarlo di doglia, ef-. fendo di già allargati^ fortificati i calcagni. De ì cerchi dellipiedi dm Anzi del cauallo, Qap, L X XL
Cerchi fono certe altezze, & eminenze lunghe, Se continue a
guifa di linee,c he fi veggionoftendere per lo rrauerfo della fu- perficiedelcornodelle mani del cauallo,feparatel'vnadairal- trajde 1 quali ne fono alcuni tato fottili,baffi,& corti,che à pe- na fi veggiono5& alcuni più gro(Tì,& alti di quel ii,arriuano co Cenhtdi ^^^ ^'r^"** la Tua lunghezza finoalliquartide i piedi dinanzi;& alcuni al-. varie fir- trj pju dan noli, incominciando da i quarti, vanno à finire ne i garetti ; & altri peggiori di tutti,e veramente cerchi, effendo gl'altri più tolto portioni,& Paf" ticelle di cerchi,ina!zandofi fopra la fuperficiedelJVgna,fi ftendono continua- mente per tutto il trauerfo del corno:e di quefti altri guaftano foIamente,& vi- tiano la forma del corno, & del piede ; & altri de i quali è il principale noftro. propofito di dire, ftringendo il corno, & il viuo del piede.in quella guifa, che i cerchi di legnoso di ferro ftringono le bottinò le fcarpe ftrette di cuoio i piedi; difformano,& danneggiano talmente il corno,& il piede,che*l cauallo fi duo: le. Sogliono calare quefti cerchi ne i piedi ò per effer troppo indebolite l'vgne Coup. deirincaftro,& per foprapofta,c botta hauuta fu la corona; ò per riprenfione ,* òper efsere flati curati con vntioni, & linimenti troppo graffi, & numidi :i quali gonfiando la radice, ò corona del piede, fanno crefeere l'vgna rutta ccr chiofa; ò perefsere i piedi graffi, & numidi, & baffi di calcagna, & lunghiJa puntalo me fono per lo piùi pie dinanzi de' caualii ïedefchij ò per conco»<V ':-oq &ifl* |
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De'Caüalli. Lib. VI. ipp
& influenza d'humori; ò perche l'humidità naturale dell'vgna fi foffe venuta à
difeccare;ò pervntioni, & medicamenti etfìccatiuiapplicatoui foprajò per di- morare il cauallo con li piedi fu cofe troppo aride, & troppo calde j ò per non hauer potuto hauereil piede il folitofuo nutrimentojferrate leftrade,ondedee * Scorrere, ò per oftruttione, ò per efsere flato troppo fu la ferratura, inalzando- fi, &ftringendofi perciòicaIcagni,&ferrandofiilpafsoàglihumorf. Sicura. e«m. no,efsendo cagionati da repletione,e da troppa grafsezzade' piedi, dandogli da mangiare cibi fecchi,& pochi j come fono orzo, vena,& paglia j &leuato*di doglia il cauallo con quelli ftetfì medicamenti,che habbiamo detto da leuarfi il dolore de'piedi a gli incaftellati, fi taglieranno con la roinetta i cerchi per lo trauerfo in più luoghi,e con la rafpa fi faranno eguali alla (aperfide del corno; accioche fpezzati non pollano ftringere, & danneggiare il piede. Dipoi per &*?«# vietare il concorfo de gli humori, rifaranno alle braccia ftrettoi conuenienti ^uTZ con la cimatura ,-ouero tra la corona, & il piedealdirittode'quarti fi daranno corfidegii due linee di fuoco per il trauerfo;& fé fia bifogno,fe gli allaccierà la vena fotto hmuT il ginocchioj & per difeccare la troppo humidità, che vi fofse, ò fia naturale^ Rimedii accidentale,fi terrà il cauallo per alcuni mefi disferrato,ò con ferratura co me- p£d'feeta zi ferri/u cofe dure,& fecche;abbafiandogli le calcagnale fuflTero affai più al- te di quelbjche fi richiede, & tagliandogli I'vgne in punta, quanto fi vedrà ef- fere necefsario ; & fé gli faranno continui bagni alle braccia, & alle mani con vino nero; dentro il quale fiano bolliti fumachi,balaufti,allume di roca; ò con lidia bolitacon rofefecche, mirto, allume di roea,fale, & polue di galla; & fi vngerà tutto il corno vna volta il giorno con miftura di galla, di folfo, d e'°ual pefo, triti fottilmente con vn poco di fale j & poicia bolliti in aceto forte con_ feuo di rognoni di caftrato colato, fino alla confumatione dell'aceto. Ma fé Rimedi, verranno i cerchi per eterei piedi, & il corno aridi,& fecchi, leuata la doglia alìi "rchi comesi detto,per immorbidire^ mollificare il piede,fi terrà più volte il gior- ìi$*? no à molle nella decottionecalda d'altea,fino alla confumationedel caIore-& fé gli empirà il cauo vna volta ii giorno con cofe, che habbino virtù d'intene- rirlo y & s'impiaftrerà tutto il piede con polpa d'agli cotti, afsungia nuoua di porco, & olio commune, mefcolati infieme, & fteìì fopra vna pezza <*randedi lino,& legatoui fopra,& mollificato il piede, con la roinetta fi taglieranno per lo trauerfo i cerchi, & con la rafpa fi faranno eguali al reftante del corno ; po- fcia per far crefcer lVgna fenza cerchi, s'vngerà la corona, & il corno con me- le,- ò con feuo di rognoni di caftrato freddo pefto nel mortaio, & fatto in for- ma d'vnguento; ò con olio di faflb,mefcolato, & incorporato con mele,- ò con giulebbe,facendogli tenere fu la rena frefca i piedi pei^qualche tempo. ^ellt piedi codogni. Cap. LXXII.
, I piedi codogni fono i piedi dinanzi,che naturalmente, & fenza do-
( lore hanno le calcagna alte, & riftrette infieme, à guifa di quelle de ì S?™"' I muli. A tali piedi non foloconuieneabbaflarele calcagna, quan-Cttra' to fi conofcerà efser di meftieri, per dargli la loro proportione, e vietare, che col tempo nons'incaftellafsero: ma bifogna,chedi continuo fieno immorbiditi, tenendogli più volte il giorno à molle inacqua calda, finche habbino perduto il fuo calore,- & empiendogli il cauo con cofe humettatiue ; & ferrandogli nel principio con mezzi ferri per dilatar' i garetti ; & dipoi con ferri
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.:' Delle Infirmitadi Q
ferri tutti co mpitij che dal mezoinanzi riabbiano piòtodo del tondo, che del
puntato3& dal mezo indietro tirino alIunghetto;& che non fiano né firetti,nè fcarfi ; ma più tofto auantaggiofi ne i quarti, & che non diano pafsione al ca- uallo. Dell'i piedi dinanzi deprefsì) spiani* Cap. L XXIIL
L piede dinanzi deprefso,& piano, è piede, il quale foftiene vna.,
equalità nel pofarfi in terra delle parti inferiori, cioè del duro, & del molle,& della pianta, ò cauo d'efso piede: onde ageuolmente rimane offefa la parte tenera di lui ; il qual vitio fi ritroua ancora |
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ìehtnttO'
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ne.
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igtieflo vi-
tto e anco ne gli hiio- mini. Caufé:
Cura.
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ne gli huominijiquali hauendo i piedi così piani, & piatti,PIauti, & Plancia &
Ploti,appo gli antichi Romani fi nominauano; e Panfa queili,che li haueuano larghì,& fpartijSc Valghi quelli,che teneuano le gambe torte. Procede quefto ò dalla natura,ò dalconcorfo de gli humori, s'aita il cauallo, & conferua.» fer- randolo conferri grofsetti da i lati> & fottili nel mezo; & in tal maniera, che-i |
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quella fottigliezza venga à dar luogo alla pianezza; & quando ciò non bafìafr
fé con ferri fottili nel mezo, & vn poco imborditi, cioè nleuati nel mezo, per difender la pianta del piede, & che da flati di fuori habbino à guifa d'vna fé- ghetta vn cerchiello attorno, che fia alquanto più alto dell'imbordigione $ & cosìfenza nocumento verrà ad afferrare il terreno mirabilmenteil cauallo» & il piede ficoniemerà fenza danno veruno. '"ti
Dei piedi torti. Cap. LXXIV.
I Vando ì piedi nafcono torti, ò diuentano tali, per colpa de i Ma*
1 refcalchi ignoranti, & itìefperti, fi racconciano, tagliandogli» attendandogli, & aggiuntandogli fempre àpoco à poco nel fer- rare, fin che fi veggano addrizzati, & ridotti ad vna bella, & pro- portionate figura-.. DepiedPrampini, Cap. LX XV.
ledi rampini, Ò mancini, fono piedi, che pofti in terra dal cauallo*
guardano verfo la parte didentro; per cagione del qual vitio, ì caüalli fpeffe volte fi ritagliano s s'addrizzano, tagliandoli ogni volta fvgna nel ferrare più dal lato di dentro, che di fuori; & ff r~ randole, le vi fofse timore col tagliar tanto l'vgna di ritrouare il viuo col chio- do, con ferri, che fieno piùgroisetti nel lato di fuori, che in quello dentro, & facendoui anco il rampone, fé ve ne fofse bifogno. Et tanto bafti hauer detto de i maliche per lo più à i caualìi fogliono auenire. |
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Definitili"
ne.- |
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Cura.
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Il fine deifeftO) & ultimo "Libro delle Infirmtadide' Camlli.
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TAVOLA
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TAVOLA
DELLI CAPITOLI
DELLA PRESENTE
O F E K A.
Il Primo Libro contiene Cap. XXVL
L proemio dell'opera. foli Della contagiane.Cap.xxiìj. 2$
Della complejfione de i caualli. Capa. Della lepra. Qap. xxiiij. 27
2 Delia rogna, 0J fi abbi a. Cap.xxy. a 0
Isella complejfione fanguìgna^. Delmaldel^verme.Cap.xxyi. 31
Cap'ij* 2 Della pienezza de'icauaUi.Cap.iìj. 4 II Secondo Libro contiene Dellacompleffìonecolerica.Cap.ìiij. 4 Cap. LXI1II. 'Della complejfione flemmatica. f/tp.v. S Della complejfione melanconica.Qap.-vi. 6 Proemio. 37
Dell'età de icaualli.Cap.vij. 6 Delceruello temperato.Cap.i. 37
Della febre. Cap.yiij. 8 Del cer usilo molto caldo.Cap.ii. 38
"Delle cagioni rvniuerfith della febre. Cap.ix. Delceruello molto freddo. Cap.H'u 38
9 Delceruello molto ficco. Cap.iiii. 38
Delli fegni rvnìuerfali della febre . fap%x. Delcemello molto bumido.Cap.v. 38
9 'Del cer nello molto caldo, &>l ficco. Cap. yt.
De'pronoHici delcamllo febricitante. Cap.xi. 3'8
10 . fDel cer nello molto caldo3ffi humìdo.Cap.yii.
Della curat ione ynimrfaU della febre. Qtp.xij. 3P
11 Delceruello moltofreddo yis* ficco. Qap.y Hi.
Della fibre efimer a per caldi ecceffiui. Cap. xitj. 3 9 16 Delceruello molto freddo^ & humido. Cap.ix.
Dell* febre efimera per poHema. Qtp.xiiij. 39 ï8 Della frenefia.Cap.x. 39
DelU fibre efìmera per repletìone. Qtp.xv. Della rabbia. Cap.xi. 4!
18 Della pazzia. Cap.xii. 47-
t)elk febre terz.ana.Cap.xvi. IP Del capofiomo.Cap.xiii» 47
Della fibre quartana intermittente. Qap.xvij. Del capo gatto. Cap.xitii. 47
20 Dellayertigine.Cap.xv. 47
Della fibre ardente. Qtp.xviij» 20 Delmalcaduco.Cap.xvi. 48 Della fibre continua flemmatica. Cap. xix. Della apoplefia. Cap.xVii. 5 t 21 Della lethargia.Cap.xviiu < 1
*Ddia fibre quartana continua . Cap. xx. Dellaparalijta.Cap.xix. 54 23 Dellofpafìmo.Cap.xx. yy
J)ellafibrepeflilentiale.Cap.xxi. 23 Delladoglia.delcapo.cap.xxi. 02 q)elh carboncelh pefìdentiali. Cap* xxïj* *Z?* * fintomi de gli efcrementi del ceruel- 24 b[catarro , infreddamene > & cimoro*
caP%
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Tauola delli Capitoli.
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l'ordine de gli altri, cap.Xvì.
Dellepofìeme delle gengiue. cap, lvii. Delli bottoli.cap.lvuì. Della fioncella.cap.Wx. Della morfea. cap.lx. Della fchirantia.cap.lxu Delli fir angoglioni. cap.lxìi. Delle <~viuole.cap.\x'm. Dellefcroffole.cap. Ixiiii. Il Terzo Libro contiene
Cap.X. De ì mali del cuore.cap.l.
Delbattìcuore.cap.ii.
Della fencopa.cap.iii.
Della difficulty del re/pirare* cap.im\
Della peripleumonia>cap.V.
Delbolfo.cap.vì.
Della toffe. cap.vìi.
Del/angue 3ch'efce per bocca» capff'llì,
Delmarafmo. cap.ìx.
Dell'anticore.cap.x»
11 Quarto Libro contiene
~Cap.XViI. |
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cap. xxit. 6 j
Della cataratta, cap.xxìii. 77
Del cau&üo Itmatico.cap.xxìiìu 80
De' caualli o'àibrofe.cap.xxv. , 81
Dell'albugine, 0 panno degli occhi, cap. xxvì.
Delli tumori degli occhi, cap.xxvtu 8 ƒ
Dell'acino dell'occhio.cap.xxviii. So
Degli ulceri degli occhi.cap.xxix. 87
'Delle macchie roffe de gli occhi, cap* xxx.
Delle <TJgneUe.cap.xxxt. 88
Delle lagrime.cap.xxxii. 8p
Della oftalmia.cap. xxxiii. 91
Welle {ente de gli occhi. cap. xxxiiii.
'Delle percoffe de gli occhi. cap. xxxv.
97 :
'Delle grattature de gli occhi. cap. xxxvi. 'Della tritiace.cap.xxxVìi. 99
Della forde^a.cap. xxxviii. 99
Del dolore > ffj poBeme interne dell 'orecchie^.
cap.xxxix. 101
De gli ulceri interni dell'orecchie* cap. xl.
105
Delle parotidi. cap.xli. 104 Del fttijfo del f angue del nafo. cap. xlii.
lOf
Delle ozf ne. cap.xViii. 105
Dtl polipo.cap.xliiii. 107
Della refluitone della lìngua . cap. xlv.
108
Delle macchie bianche della lingua. cap. xlvi.
108
Della enfiagione della lingua . cap. xlvii- IOP
Del'pinzane/e. cap.xlviiu jop
Delle rotture della lingua. cap.xMx. 109
Dell3accorciare la lingua, cap.l. no
Delle, barbule.cap.li. Ili
Del afte 3 & ulceri} che mangiano, cap. lii.
111
Della palatina.cap.ìiii. 112
Del Lmpfaco. cap.Min. 112
Del dolor de i denti 3(èjf dellegengtue.cap.lv. Del dolore d alcuni denti) che nafeonofuori del-
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in
114 114
114 114 115 up 122
I2f |
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127
I3O I30 *3*
I3P 140
i/i
152 154
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if?
160 161
1Ö5
167
169 170 17* 174
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Del dolor dello fìomaco.capÀ.
Del bulìmojò canina appetenza, cap.ìh
Del dolor del corpo.cap.iii.
Delftuffo del corpo, cap.iiii.
Della lienterìa^O* ragiatura.cap*V,
Della diarrea.cap.vi.
Della dtfenterìa. capali.
Della iliaca. cap.X'ìii.
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Della colica.cap.ìx.
Del dolore che viene fra ilperitoneofê'gtinte-
fiini.cap.x. l7**
Delli vermi cap.xì. *7j
Dell'<vfctta dell'inteBino retto, cap. xii.
180
Del dolore del fegato.cap.x\à\ 181 Della oppìlatione del fegato.cap.x\\\\* 18 $
Della ìtteritia. cap.xv. l§5 "Della hìdropifa.cap.xvu 187
Dell'enfiagione, (^r durezza della mika-> *
cap.xvih 19*
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Tauola dell! Capitoli.
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<3
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Della rottura dell'offa delle gambe, cap* xvì
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Il Quinto Libro contiene
Cap. XIIII. |
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250
Delle ferite delle gambe.cap.xvii. 2 3 ï Della, ferita detti net'ut, & tendini delle gam-,
be.cap.xvhi. 23? Detti nerui tagliati alquanto per lo tralterfò •
cap.xix. 234 Delneruotranco.cap.xx. 234
Delle punture de i nerui. cap. xxï. 2 3 6
Del cauallo attinto, cap • xxïi. 2 3 7
Detti tendini interiori delle braccia attinti.cap.
xxiii. 238 Delle ftorte de' nerui. cap.xxiin. 239
Detti nerui, & tendini duri) & ritirati, cap*
xxv. 240 Delle ferite de i ligament i. cap. xx vi. 2 40
Dell'at tr it ione de ì ligament i. cap. xxvii- 241
Delle ftorte de i ligdmenü.cap.xx viii. 241 Detti cauallicorbi , fè) affaticati, cap. XXIX. 241
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Delle pofteme,& ulceri dei teïlicoli. CapA.
Dell'berttte.cap.iu l$7
DelprUptfmo, & /at irta f.cap. iii. 19 8
Deltvfota del mem6ro.cap.iiii. 199
Dello spato , che da fé getta il feme. cap.V.
200
De' tarli della *v erga.cap.vi. 200 Delc*fc*r della matrice.cap. vìi. 2 o I
Della Herdità.cap.vU'u 2ol
X)eifegm detta pregnez.K.a dette cauatte. cap.ix.
204
Del gouerno dette cattalle pregne. cap* x. 204
Detta difficultà del'parto.cap.xì. 204 |
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20<?
xiii.
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X>elk fecondme.cap. xii.
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Del fondamento delle cauatte. cap
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Dellofpauento.cap.xxx.
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24f
245* 246
25?
254 257
2j8
258
2(51
2 02 264 264 |
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Del far difgrauidare le cauatte. cap. x'Ùil. Del capelìetto.cap.xxxi.^
2o7 De injefciconï.cap.xxxiì. Della zjtrda.cap.xxxiiu
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Il Sefto Libro contiene
Cap. LXXV. |
Delle galle, cap. xxxixiu
Dello [par agagno. cap.xxxv. |
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_______I Della curba.cap.xxxvi.
Del male articolare in -vniuerfale. cap. i. Delfopraoffo.cap.xxxvii. _
0p Della mazzuola.cap.xxxvm.
DdUfiidtica.cap.\\. atj Della for metta.cap.xxxxx
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De/A cbtapponLcap.xì.
Della intrafregatura.cap.xM.
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Della doglia della giuntura detta fpalla. capali*
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ai;
2ltf
220
220
221
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Dell'infiammatane dellepaflore.cap.x\ìi.264
Delle creppature delle gambe in generalij • cap.xWii. i€ f Delle rappe.cap.xYnù. 2.06
Delle creppature.cap.xlv. 267
Delle creppaccie , &ferpentìne. cap.xìvu
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DDDDDD
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268
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]
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223
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Delle creppaccie trauerfe.cap.xlvii. 169
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Detta dislocationedelUfpalla.cap.XU 225
PeIla dislocatone dell'offo della cofeia. cap. xii. |
Delle reiJe.cap.xWìii. 269
Delltrizxpli.cap.xhx. 271
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227
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ÌDellariprenfone.cap.ì. 272
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DelUdislocatìonedellegambe.cap.X\\U 228 De ìmalt dell'igne ^ dell'wgnt troppo fec^
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228
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Detta florta delle gambe.cap.xml
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ebe^ vetriole.cap.ìi. ______________
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274
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Detta rouur a deli offa in <vniuerfale. cap. xv. Dell' ^vgne troppo tenere 3 & molli, captili
220 z76 S
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Tauola delli Capitoli.
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Delle feffure dell'vgne.cap.Xiìu
Delquarto.capAïli'u Dellafaola.cap.lv. Delle rotture dell'vgna.CdpAvu Del mal dell'afino.capAvìì. Delle creppature de 28$ |
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2 77 Della contusone de ipiedi. cap.ìxYlìì
277 Della formica del piede, capAxV»
2 8 r Del cbìouardo. cap. Jx vi.
282 Ddpinone fé.cap Axvïu
283 Delfico, cap.lxviiu
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2P1
2P2
294
2P5 296
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» cap. Iviii. Della mala compofitione dell'vgne^<b* dei pie*
dì.capAx^x. 2 96
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Del male dei fettoni fìntile a porri. capAix. Della tncaftelLtura de iptedi,capAxx, 297
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2 84 D* i cerchi dellipiedi,cap.]xx\.
Della feparatìone dell'ugna dai vim delpiede, De i piedi codogni, cap.ìxxn.
& rinouationedie/fa.capAx, 28f De 1 piedi deprejji 3 O* piani
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2P8
199 cap. I&cjii. |
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Dell'tncbiodatura.capAxi, 2S6 300
Deiïtnfprocatura.capAxn, 28P Dei pieditortlcapAxx'mu <jOq
Dellafoprapofta*capAx\iu 290 Dei piedirampini.cap'.Ixxv. 300
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Il fine della Tauola de' Capitoli.
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TAVOtA
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TAVOLA
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JLj jLj ÏZ*
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COSE NOTABILI
Che nella preferite Opera fi contengono. |
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alcuni, nel fegato, nellamilza, & nellere-
ni. 2op Asino ha il feme freddilTimo. 82
Asina ha imenft rui freddiflìmì. 82
Afma,checofa sia- 131
A ttintura,che cofa sia,& da che jpceda. 237
Attintura,comefi curi. 237 A ttioni del cauallo audaci, prefte, viuaci, &
pronte, &il piùdelle volte accompagnate da fdegno, denotano il cauallo efifer cole- rico^ di calda compiendone. 5 Attioni del cauallo lente, & di poco rifentì- mento,significano i caualli effere numidi, & vili. ?
Attioni timide,&vili,fono fegni di flemma-
tica compleffione. ƒ Attritionede'legamenti,comefi curi. 241 Attioni de'caualli prette, pronte, & fdegno- fe,iraconde,animofe, & nobili, ma non di molte forze, fono fegni di colerica com- pleffione. f B
BAgni mollificatoli, erifolutiui. zfi
Bagni,chereftringono. 224 Barbule, che cofa fia, da che fi generino, &
come fi curino. 111 Bere copiofo oltra modo empie, & ingrafìa i
caualli. 4 Beuande,che confortano. 43
Bocca di fopra dello ftomaco chiamata car-
diale cuore, ip Bocca di fopra dello ftomaco è molto fenfiti-
ua, &hàcommunicanzacol cuore, e col ceruelio. 80 Bocca di fopra dello ftomaco, quando è affet
ta, cagiona accidenti, & fintomi limili a quelli,che fa il cuore quando è offefo. 80 Bolfi,quali caualli fiano. 140
Bolfi,quali caualli chiamano i volgari. 140
Bolfo impropriamente è vehementedifficol
tà del refpirar fenza fuono. 131 Bollì veramente fonoi caualli, chehannoi
polmoni vlcerati,rotti, & pieni di marcia. 132 Bolfi da quali cagioni deriuino, & come Ci
V 2 cono*
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f Gino dell'occhio,oue fi generi. 8<5"
Acino dell'occhio, da che proceda. Acino deH'occhio,come fi curi. 86"
Acqua forte è medicamento cauftico, di-
feccatiuo , & ottimo per li quarti rotti.
278
Acque fredde nuocono alli vefciconi. 248
Accidenti propri] confeguono le nature, &
temperamétodeicorpi;& per lopiùfcuo-
prono le interne, & à noinafcoftequalità
deimedefimi. 2
Albugine, ò panno dell'occhio, che cofa fia,
& da qual cagione fi generi. 85 Albugine dell'occhio è di due forti. 8 3
Albugine,ònuuoledell'occhio,comeficuri-
no. 84 Ammaccamra,come fi curi. 237
Anhelito doppio,che cofa fia. 133
Anhelito,& fue differenze. Vedi le differen-
ze dell'anhelito. Anticore che cofa, come fi generi,& ü cono
|
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fca.
Anticore,quali mali produca.
Anticore,quali fegni mortali habbia.
Anticore,da che cagione deriui.
Anticore,& fuo pronoftico.
Anticore,come fi curi.
An tetano, vedi fpafimo.
Afte,che cofa fia.
Afte è di due forti.
Afte da che deriui,& come fi conofca.
Afte fenza vlcere,come ü curi.
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i;4
if4
if4 If4
if4
in
ni in 112 112 |
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Afte con 1' vlcere,come ü curi.
Apoplefia3che cofa fia,& quali effetti faccia.
Apoplefia,da qual cagione deriui. f 1
Apoplesia,comeficùrì. fi
Argento folimato , detto da alcuni fuoco
morto. '. 2f7
Armaresùlegambe,checofasia. 188
Articolare male,che cofa sia,da che proceda,
& da quali legni si conofca. 209
Articolare male,come fi curi. 21 o
Articolare male non viene 3 come vogliono
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Tauola
conöfcano. 141
Bolfo fuccede per Io più à catarri, & à tofR_»
inuecchiate, 141 Bolli hanno alle volte le parti internedel ca-
po^ la canna de i polmoni pieni di humo ri, & di flemma. 141 Bolfi,&fuoipronoftici. 141
Bolfi,come fi curino. 142
Borfede i tefticoli,perche fi enfiano. 197
Botte ne gli occhi in quali luoghi fi facciano. Botte ne gli occhi da che fi conofchino. 98
Botte negli occhi, come fi curino. 98
Bottoli,che cofa fiano,& come fi curino. 114
Budella del cauallo fono afciutte, lunghifli-
me,& piene di molti rauolgimenti, & mol
tocopiofed'efcrementi. 12
Budella rofe da i vermi, come fi conofcono.
178
C
CApo,con quali rimedij fi purghi. 40. f f.
70.7i>7?>7<5 Capo,& cerueììo,conìe fi fortifichi. 40 Capo,come per il nafo fi purghi. 63 Capo,comefi conforti. 43«f f
Capogatto,checofafia,ondederiui,&come
tì conofca. 47 Capogatto,come fi curi. 47
Capo ftor nocche cofa fia,& come fi conofca.
4;
Capo ftorno, onde fi j nominato. 4 f
Capo (tornoda chederiui. 40"
Capo (torno,comefi curi. 47
Carboncelli peftilentiali, come fi generino,
& curino. 24
Caruolo del piede. Vedi il male di formica.
Cataratta,che cofa sia,& donde proceda. 77
Cataratta è di due forti. 77
Cataratta da quali fegni si conofca, & come
sicuri. 101
Cataratta, come si curi col ferro. 79
Catarro,checofasia. tf8
Catarro,eome si conofca. tf 8
Catarro, come si curi. #8
Catarro da materia fredda, come si conofca,
&curi. 08
Catarro da calidità, come si conofca,& curi.
^8
Catarro nell'intemperie fredda, come si cu-
ri, 69 Catarro nell'intemperie calda, come si curi. 69
Canina appetenz,a,che cofa sia. 8 5 Canina appetézajdi che si generi,& da quali
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Seconda
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fegni si conofca,& curi. 8?
Caualli non hanno la vefcica del fiele. 18?
Caualli per lo più nafcono d'ingegno 3 & di corposimili allibro parenti. 2 Caualli,comegiudicar si debbano. 3
Caualli ingranano per il copiolb bere. 7
Cauallo zaino di pel nero, con la coda,& cri- ni ricci, e fottili, è ingenerato dalla colera adulta. f Caualli morelli del tutto,nericomecorui,fb-
no alle volte di gran pregio. ö" Caualli tetanici,che effetti facciano. f 7
Caualli lunatici. Vedi la conturbationedel- l'occhio.
CaualloIunatico,come si conofca,&curi.8o Caualli per qual cagione siano ombrosi. 81 Cauailihidropici,comeftianonellaparte in- terna del cor pò. 188 Cauallo per la monta, di cheetàefferdeue. 201
Cauallo per la monta,quale efler debba. 202 Cauallo pigro alla monta, come si foccorra. 203
Cauallo perche si j iterile. 202 Caualli troppo grafli,come si facciano dima-
grare. 202 Caualli che facilmentes'incaftellano. 209 Caualli caftrati rade volte hanno il male ar- tetico. 210 CaualiiattintijCome si curino. m 258 Caualli corbi, quali siano, &comesicono- fcano. 241 Caualli corbi,come si curino. 241 Caualli corbi alla rouerfcia,quali siano, &co mesiconofcano. 241 Caualli corbi alla rouerfcia, come sicurino- 242
Caualli corbi,& affaticati per repletione,co-
mesiconofcano. 242
Caualli per qual cagionediuentinocorbi,af-
faticati,& dritti su le gambe. 242
Caualli corbi per repletione,come si curino.
244
Caualli affaticati delle mani, come si cono- fcano. 242
Caualii dislocati dellacofcia, difficiiifiìma-
mentesi fanano, & perlopiù reftanoinu- tili, .& zoppi. 2 3 6 Caualli nellediftillationi, nei catarri, &nel
cimoro si deuono far mangiare con tinta- mente in terra. ■&!> Caualle, quando vengono al cauallo > quali
fegni facciano. 202 Caualle pregne,come si conofcano>& gouer
nino.
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Delle Materie.
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nino: 2°4
Caualìe,perche fiano Aerili. 201
Cauaìieflerili,comeficunno. 202
Caualle,comefisforzinoariceuereloitallo-
|
Cerotto,che conforta,^ difecca. 2 ƒ2
Chiapponi,che fiano, & doue nafcano. 2ö"4
Chiapponi,perche fiano così detti. 20*4 Chiapponi, come fi curino. 254. |
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202
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Chióuardo,che cofa fia, da che venga,& co-
|
|||||||||||||||||||||
ne.
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Cauaile, che non poflbno partorire, come fi
curino. rr 20'
Caualle,che dopò il parto non poilono man-
dar fuori le fecondine,comeficunno.20tf Cauallegrauide,perchefifconcino. 205 Oualle,cheftànoperdifgrauidarii,daquali feorni fi conofchino. 20 fj Cauaile, che (tanno per difgrauidarfi, come
/occorrer fi debbano. , 200" Cauaile grauide, come fconciar fi facciano.
Cauterio attuale col fuoco,diuertifceil vele-
nose non penetri,& lo tira fuori. 44 Cauterio morto. 44 Cauterizare fuperficialmentelapoftema, e
dannofo. . lSS
Cauterizzare il luogo doue vengono 1 cern.
Ceruello del cauallo è pochiflimo, à propor-
tion dei fuo cor pò, & in comparatione a quello dell huomo. 37 Ceruello temperato,come fi conofca. 3 7
Ceruello molto caldo, da quali fegni fi cono- fca. r 3% Ceruello molto freddo,come fi conofca. 5 8 Ceruellomoltocaldoj&feccojdaqualifegni fi conofca. 3°
Ceruello molto humido,come fi conofca. 3 8
Ceruello molto caldo,& humido,come fi co- nofca. i9 Ceruello molto freddo, & fecco , da quali le- gni fi conofca. 39 Ceruello molto freddo, & humido, come li conofca. 3?
Ceruellomoltofecco,daqualifegnilicono-
** fca ^
Cerueìlodel gatto mangiato,amaliaglihuo-
mini. Yn
Ceruello^omefipurgni. r • G4
Ceruello,come fi difecchi,& conforti. 98. f j
Cerchidellevgne,checofafiano. 297 Cerchi delli piedi, doue fi generino, &quali
"effetti facciano. 297 Cerchi de1 piedi fono di più forti. 297
Cerchi del piede da che procedano, & come
fi curino. 2^8
Cerotto. . *>
Cerottoattrattiuo. Ii9
Cerottopeflatoffc* 140
|
me fi conofca. 294
Chiouardo,comeficuri. 294 Cimoro viene il più delle volte da diftillatio- |
||||||||||||||||||||
66
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|||||||||||||||||||||
ne.
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|||||||||||||||||||||
Cimoro viene per contagione. 66
Cimoro fuccede al mal del verme volatile, &
alsfreddamentoinuecchiato. 66
Cimoro,fecondoalcuni, fi generafolamente
per gli humor i,& vapori del fegato. 07
Cimoro, quando il cauallo ne patifce, fi fa mangiare in terra. 69
Cimoro,che cofa fia,& da qual cagione deri-
ui. fjfj.cr7.72
CimorOjComeficuri. Ó9-7Ì
Cimoro è male contagiofo. 72
Cimoro è la più grande intemperie, congion
ta con materia del ceruello, & la più peri-
gliofa. 72
Coda ferma, & riftretta fra le natiche,deno-
ta cauallibuoni,forti,&coraggiofi. 4
Color baio è legno dell'abondanza del fan- gue. 4
Color bianco è fegno della copia della flem-
ma. 4 Color nero è fegno della melanconia. 4 Color fauro è fegno della colera gialla. 4 Collo torto nella paralifia, come li dirizzi, f 6 Complefiione,& natura de i caualli,da che fi conofca. 2 CóplefTione de' caualli fi conofce da i peli, da gì'occhi,dalpetto,dalleorecchie,dal fiato, dalla notadelle vene,&dalleattioni. 2. ƒ Confumati da darfi nelle febri. 16 Contagicene cofa fia, di quante forti,& co- me fi curi. 2 f Contagione,che cofa fia. 2 f Contagione,&lefuefpecie. 26 Conturbatane dell'occhio,che cofa fia. 80 Conturbatione dell'occhio donde venga, & come fi curi. 80 Conturbatione dell'occhio,detta hipocriofi. 80
Contufione del piede,che cofa fia. 291 Contufione del piede, quante forti di mali habbia. 291 Contufione del piede da che fi caufi, & come
fi conofca. 291 Contufione del piede,come fi cu ri. 292
Corbi > quali aualli iìano, & come fi curino. V 3 Vedi
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Tauola Seconda
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Vedi caualli corbi,ela curba.
Corpi numidi, & freddi fono atti à riceuere col mezo del fenfo l'affetto del timore den troal cuore. 8$ Corpo troppo fmofìo, come fi riftringa. 40
Cordone de' fonemiche cofa fia. 133 Creppaturedellegambe,checofafiano,&di
quante forti. 26 f Creppature delle gambe, diuerfi nomi forti-
fcono,&diuerìa cura ricercano. 26 ƒ Creppature delle gambe da che fi generino, &come fi curino. 26 f Creppature,checofafiano,douenafcano,da
che procedano,& come fi curino. 207 Creppaccie,e trauerfe,che cofa fiano. 267 Creppaccie trauerfe, dette fetoloni, doue naicano, che cofa fiano, da che fi produ- cano^ come fi curino. 267 Creppaccie, & ferpentine, che cofa fiano, & doue nafcano,& di quante forti iiano.2.57 Crennaccic, & ferpentine da quali cagioni deriuino. 157 Creppaccie»&f2rpétine,comeficurino.26'7 Cliftenj molliiicatiui. 17. f 2 Ciifterij leninui. 20.22 Clifterij,che rnuouonoil ventre. 42 Clilterij acuti. 49 Calieri) mondificatiui. f 2 difteriche rifondino, & tirino giù. ƒp Cu.rba,ò corba,che cofa fia. 241 Curba,ò corba alia rotierfcia,che fia. 241 Curba alla rouerfcia, come fi conofea, & cu- ri. 241 Curba,come fi curi. 242 Curuatione delle gambe, checofàfia, &da che proceda. 241 Curuationedelle gambe, &diftenfioneper repletione,da quali fegni ü conofea. 2 42 Curuatione, & di ftenfione delie gambe per inanitione, come fi conofea. 2 42 Curuatione, & dicendone delle gambe, co- me fi curi. 242 Colica,checofa fia,e da che proceda. 174 Cohca,da quali fegni fi conofea. 174 Colica, & fuoi pronoftici. 174 Colica, come (ì curi. 174 Colica da vento,comefi curi. 17 ƒ Colicaperoppilatione,&retentione delk_> fecijcomeficuri. 176 Colica per hnmori inuecchiati, &fitti ne gli inr,eftini,comefìcuri. 170' Caualli5quali fiano d animose di corpo, fi co- nofce da peli, da gli occhi, dalle orecchie, dalle nari, dal fiato, dalla coda, dalla tefta* |
|||||||
& dall'attioni loro. 2.6
Caualli figliuoli di ftalloni vecchi, fi cono-
feono da gli occhi. 3 Caualii, detti ramenghi, fi conofconodal
mouimento delle orecchie. 3 Caualli fono foggetti alle pafiioni, circa l'o-
dito, che nelì'huomo fi veggono. 1 o Caduco male vieneà molti animali. 48 Caduco male, che cofa fia, & da qual cagio- ne deriui. 48 Caduco rnale,quali pronoftici habbia. 48 Caduco male,come fi curi. 48 Caduco maleda humori flemmatici, daqua- lifegnificonofca,ecomeficuri. 49 Caduco male per communicanza dello fto- macojda quali fegni fi conofea. p Caduco male percommunicanza dello fto- macojcomesicuri. yo Complefiione de 1 caualli si conofce da i peli, da gli occhi, dal petto, dalle orecchie, dal fiato, dalia tetta delle vene, & dalle attio- ni. 2.6" Curatore de'caualIi,come gouernare si deb- ba nel curare i caualli. ii D DEbolezza della vifta, quando auenga.
100 Debolezza della vifta, da quali cagioni pro-
ceda. 82 Debolezza della vifta per cagione d'humori
gro/Ti,comesicuri. . 8} Debolezza della vifta perefficcatione, per
vecchiaia,epercorfo,comesicuri. 85 Denti fono principali fegni della cognitione
dell'età de'caualli. 6 Denti voraci, e tagliatori, detti da' Greci
ignomoni,quando fi murano. 6 Denti mafcellari ne i caualli fi mutano. 6"
Denti canini non fi ritrouano ordinariamen
te nelle caualle. 6 Denti canini, detti fafuoli,quadocomincia-
no a nafeere. 7 Détidelcauallo,quado,&comefimutano.7
Denti,quatopiùcreiconoghanni,tantopiù
s'ingroifano, e fi fanno penden ti in fuori, e s allontano in dentro,& in fuori. 7 Denti crefeonofoli fra tutte l'offa, mentre
dura la vita del cauallo. 7 Denti del cauallo fi feortano alle volte con li-
me di ferro. 7 Diaframma offefo, da quali fegni fi conofea.
144. Diarrea, che cofa fia 5 & da che proceda.,.
Diar-
|
|||||||
Delle Materie.
Diarrea,daquaIìfegnificonofca. itfp Dislocatione con vfcitad'vna parte deffoffo
Diarrea,comeficuri. 170 della cariola,comeii conofca. . 227
Diarrea da hurnoricolerici,come fi curi. 169 Dislocatione della coicia,come fi curi. 27
Diarrea da flemma,come fi curi. 170 Dislocatione delle gambe, che cofa fia, & da
Diarrea dafreddojcomeficuri. 170 ^ che proceda. 228
Dia-readacaldo,comeficuri. 170 Dislocat.dellegambe,come fi conofca. 228
Difficultà del refpirare per ecceflìua calidi- Dislocatione delle gambe,come fi curi. 228
ti come fi curi. 'i?8 Diftillatione,checofafia. 6 f
Dieeftiuocommune. H9 Diftillatione è cagione di molti mah,& quali
DiaDente,perchecosìfiadetta. 73 fiana _ 6 f
Diapenteelettuario,comefi faccia. 75 -HP Diftillatione viene il più delle volte col ci-
Difficultàdelrefpirareèditreforti. iji morrò- . . <Sf
Diécukà del refpirare,che cofa fia. 131 Diftillatione da quali cagioni proceda. 6$
Difficultà del refpirare , da che fi generi. Diftillarioni, chefcendonoper il nafo, non
j32 j,^ ricercano nel principio rimedi) gagliardi
Difficultà del refpirare, da quali fegni fi co- per Scaricare il capo. 70
nofca. 152.154 Diuerfioni,come li tacciano. 4043. p.jj.
Difficultà del refpirare inuecchiata, è inai- f f. öt>. 04.71.75 , .. . .
ra5jje 134 Diuerfioni non fi deuono viar ne mah vici-
Difficuità del refpirare ha fegni, & acciden- ni al cuore,& alli membri principali. 77
ti chanonl'accompagnanofemprenecef- Doglia articulare della giuntura della ipalla,
fariamente,&qualifiana 154 checofafia,dadiederiui,&comeücun.2i4
Difficult! refpirare da materie fredde,& Doglia articulare del ginocchio, e della pa-
humidc&humongrofiìjvifcofij&tena- ftora,che cofa fia,ecome fi curi. 21;
ci come fi curi. 15 4 Doglia del fegato, che cola lia,da che dermi,
Dibattimento de'fianchi,comesJimmafche- & come fi conofca. > 181
ri,& fi nafconda. 138 Doglia del fegato da cagioni, &humon cai-
Differenze dell'anhelito, da quali cagioni fi di,da quali fegni fi conofca. ; 181 generano. 152 Doglia del fegato per intemperjeiredda, co-
Differenze dell'anhelitOjdaquali fegni fi co- mefi conofca. m iSi nofcano. l3z Doglia delfegatoperintempenecalda, co-
Difenfiui. * 227.254 me fi curi. 181
Difenteria,checofafia,dachefijcaufata,& Doglia del fegato per intemperie fredda,co-
comeficonofca,&curi. 170 mcficuri. 182
Dislocatione, che cofa fia, & da che fi cagio- Doglia della ipalla, che ha, da che fi cagioni,
nj# 225 & come fi conofca. 2.6'
Dislocatione da quali fegni fi conofca. 225 Doglia della fpalla,come fi curi. 210-
Dislocatione quali pronoftici habbia. 223 Doglia d ambedue le fpalle,che cofa fìa,& da
Disiocatione,comeficuri. 224 chefi cagioni. 220
Dislocatione con rottura di carne, o con fé- Doglia d ambedue le fpalle, da quali fegni fi
ritacomeficuri. 22f conofca, & come fi curi. 220
Dislocatione della fpalla, checofafia, &da Doglia del gallone, chefia, &dacheproce-
cheproceda. r r22J ^da- Jy'y, r • 22°
Dislocatione della fpalla, come fi conofca,& Dogliadel gallone,come li curi. 220
cur j. 22 f Doglia della graffetta, che fia, & da che derì-
Dislocatione della fpalla con vfcita d'vna_, ui. _ '.'._ 221
particella dell'offa, come fi curi. 226 Doglia della graflella,da che fi conofca. 221
DislocdeHoffo della cofcia,che cofa fia.2 27 Doglia della graffella,come fi curi. 221
Dislocatione dell'offo dellacofcia, daquali Dolor della bocca fopra lo ftomaco, da che fi
fegnificonofca. .227 conoic?. fP
DisÌocdeiroifadellacofcia,comeficun.227 Dolor della bocca f opra Io ftomaco , detto
Dislocatione della cofcia con vfcita di tutta cardialgia,& cardiaca paflìone. 80 latefta dell' offo della car iola, da chepro- Dolor della boccafopra lo ftomaco , quali
ceda^daquaufegnifi conofca. 227 pronofticihabbja. 81
V 4 Dolor
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Tauola Seconda
Dolor della bocca fopra lo ftomaco, quali fé- Dolor del cuore3come fi curi. 128
gni mortali habbia. 81 Dolor dei denti > & delle gengiue, daquali
Dolor del capo, da che deriui. 62.90 cagioni deriui. nj
Dolor del capo, in qual parte della tefta fi gè- Dolore de'den ti, & delle gengiue, comefì
neri. 62 curi. ijj Dolordituttoilcapo,comeficonofca. 62 Dolor'humorale, come fi generi. 176
Dolor in vna parte fola del capo, da quali fé- Dolor' humorale,da quali cagioni deriui.i7tf
gni fi conofca. 61 Do'lor'humoraIe3come fi conofca. \j6 Dolor del capo dacagione interna, comefi Dolor' humorale,come fi curi. 177
conofca. 6^ Dolor'humorale,comeficuri,fecondoiBar-
Dolor del capo da intemperie calda fempli- bari. 177
ce,comeficuri. 63 Dolor delle orecchie,da eh e fi generi. I01
Dolor del capo da intemperie fredda fempli- Dolor delle orecchie da materia, ò poftema
ce,comeficuri. 6$ fredda,da quali fegni fi conofca. 101 Dolor del capo da intemperie congiuntacon Dolor delle orecchie da materia, ò poftema-*
i'humorfanguigno,comeficuri. 6$ calda,come fi conofca. 101 Dolor del capo per intemperie cógiunta con Dolordelle orecchie da poftema rotta, oda
l'humor colerico,come fi curi. 64. vlceri che menino, da quali fegni fi cono- Dolor dei capo dalla flemma,come fi curi.ó" f fca- ioi
Dolor del capo da materia melanconica, co- Dolor delle orecchie per poftema calda in-
me fi curi. 64 terna,comeficuri. 102 Dolor del capo da materie vaporali, come ù. Dolor delle orecchie da poftema fredda, co- curi. 64 me fi curi. 102 Dolor del corpo, che cofa fia, & da che fi gè- Dolor delleorecchieda materia calda, come neri. 161 fi curi. 102 Dolor del corpo, daquali fegni communi fi Dolor delle orecchie da materie fredde, có- conofea. 161 me fi curi. 102 Dolor dei corpo per troppo orzo, ò fromen- Dolor delle orecchie per humidità, come fi to mangiato,come fi conofca. 161 curi. 102 Dolor del corpo per repletione,& crudezza, Dolordelle orecchie per refta, ò animaluc- da quali fegni fi conofca. 161 cio,ò per acqua entrata nelle orecchie, co- Dolor del corpo per ventofità, da che fico- meficuri. IOJ nofea. 161 Dolor delle orecchie per percofla,ò caduta, Dolordelcorpoperoppilatione.&retentio- comeficuri. ioj ne delle feci,da quali fegni fi conofca. 162 Dolor dello ftomaco,che cofa fia. iff Dolor del corpo per humori vifeofi attaccati Dolor dello ftomaco, da qual cagione deriui. alle budelia,da che fi conofca. 161 1 f 7
Dolori del corpo,come iì curino. 162 Dolor dello ftomacoda humori velenofi,co-
Dolore per hauer mangiato troppo orzo,co- meficuri. ifP
meficuri. 104 Dolor dello ftomaco per vermi, come fi curi.
Dolore per repletione,& crudezze, come fi iyp
curi. \6? Donna difgrauidata,fignificata dalli Egittij
Dolore del corpo da ventofità, comeficuri. con la pittura d'vna caualla* chedeffède
\6f calciallupo. 2ocf Dolor del corpo per ritentione delle feci, co-
me iì curi. \6'f E Dolor del corpo per humori attaccati ne gli FJ Mproftototo,ch'effetti faccia. f 7 inteftinijcorneficuri. \6f Jj» Elettuariodiapente. 149 Dolordel corpo per vermijcomefi curi. I6f Età de'caualli,da che fi conofca. 7 Dolore del cuore,che cofa fia. 127 Empiaftrod'euforbio. ^l Dolor del cuore, fecondo A riftotele, è male Empiaftri,checonftringono» 224«227 irremediabile. 127 Empiaftrorefoluriuo. ^SS Dolor del cuore,da quali cagioni deriui. 127 Euacuationevniuerfalein tutti i mali? deue Dolor dei cuorc,da quali fegni fi conofca.12 8 precederealle particulari» 7 J Fe-
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Delle Materie.
F Fefïiire dell'vgne fono di due forti , e quali
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F
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Ebre,comevniuerfalmenteficuri. 6 fiano. \ 277
Febre,che cofa fia,come iì generi,&co- Feffure dell'vgne,detto il mal dell'alino, che |
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meli chiami. 8 cofa fiano,e da che procedano. 283*
Febre,da quali cagioni deriui. 9 Feflu re dell Vgne, detto il male dellafino,co- Febre,qualfegnivniuerfali habbia. 9 mefi curino. 285 Febrene'caualli no fi puòconofceredalmo- FettonÌ£checrepino,&comeficurino.28? rode polirne dalla qualità dell'orma, io Fettoni hanno vn malefimilea'porri,checo Febre,fuoifegni,& pronoftici. io fa fia,& da che proceda. ■ 28? Febre richiede in ogni tempo,&ftagione gli Fettoni, & fuo.male fimile a'porri, come fi /te/Ti rimedij. io curi. _ 284 Febre è fopportata dal cauallofino al terzo Fianchi, col fuo vario mouimento, e batti- giorno con poca noia. 11 mento,controilloronaturale,dannoàco Febre,quali fegni di falute habbia. 11 nofcere le varietà, & differenze del refpi- Febre,qualijfegni mortali habbia. 11 rare : lequali moftrano la qualità, & gran- Febre fi cura con il loro contrario. li dezza del male. i?2 Febre non richiede beuande col mele, if Fiato groffo,che cofa fra. 151 Febre efemera,che fia,& da che fi j caufata.17 Fico, che cofa fia, da che proceda, & come fi Febre efemera caufata da eccefiìui caldi, co- curi. 296 meficonofca,&curi. : 17 Flemma non è altroché fangue incotto. 7? Febre efemera da freddij come fi conofca,& Floncella,che cofa fia,da chederiui,& come curi. 17 ficuri- n4 Febreefemera per poftema,comefi curi. 17 Fuoco morto. \ 2 f Febre efemera per repletione,& corruzione Fuoco dato à icaualli,che effetti faccia. I f4 di cibi,da quali fegni fi conofca,& come fi Fuoco nei vefciconi,comefi dia. 2 ƒ2 curi. 18 Fuoco fuperficiale dato con ferri ardenti,in- Febre terzanarie fla,da quali fegni fi cono- dura,& fortificala pelle. * 2f6 fca,& come fi curi. 19 Fuoco in che modo dar fi debba, acciò non Febrequartanaintermittéte,chefia,daqualì refti il fegno nella pelle. 2r7 cagioni deriu!,comeficonofca,&ficuri.2o Fuoco attuale con il fuocalore cofortail me-, Febre ardente, che fia, da quali cagioni deri- bro affetto, afiottiglia la materia5apre 11 o ui,&comeficonofca,&curi. 20 ri,&rifolue,& confuma la materia. 263 Febrecótinuaflemmatica,chefia,&daqua- For meliache cofa fiaj&doiienafca. 261 li cagioni deriui,& come fi conofca. 21 Formella da che venga,&come fi curi. 2ö"i Febre continua flemmatica,come fi curi. 2 2 Fluito del fangue del nafo per qual cagione fi Febrequartana continuatile fia,da quali fé- faccia. iòf gnificonofca,&comeficuri. 25 Fiuffodei fangue del nafo, come fi curi. 105- Febre peftilentiale, che fia, da chefi generi, Fluffì del corpo è di più forti, uy & come fi curi. 25 Flutti da che cagioni deriuano. ug Felce femina mangiata, fa fgrauidare leca- FlufTi fono varij,& diuerfi, fecondo la varic- elle. 204 tàdellecagioni,cheli generano. i<s<5 Feri te delle gambe, quali pronoftici habbia- Flufïi quali pronoftici riabbiano. 1 <sy no. 74 Flu(Tì,comefi curino. 1{j7 Ferite de gli occhi fono difficili da fanare.94 Formica del piede,che cofa fia,& doue fi ge- Ferite de gli occhi,come fi curino. 94 neri. 292 Feritedelle gambe, che cofafiano. 2? 1 Form.delpiede,daqualifegnificonofca.292 Feritedellegambe,come fi curino. 2}2 Formica del piede,come fi curi. 295 Feritegrande,& caue?come fi curino. 2 3 2 Freddo nftringe, rende pigro il moto, & in- Feritefideuonomedicareconmedicamen- duceìlfonno. 58 ti, che nella compofìtioneloro habbino Fregagioni con nitro, &fale,mefcolatocon alcune cofecorrofiue. 252 olio. _ I7 Feritedeiligamentijcomefi curino. 240 Fregagioni. 18.24.cr1 Feffuredeirvgnefonodipiùforte. 277 Fregagionifeccheconlemani. 22 FeflureddrvgneIiannodifferetinomi,277 Fregagioni con vnto,oho,&fale. 40 Frene-
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Tauok
Frenefia,che (ìa,come fi generi,& fi curi. 3 9
Frc>nefia,qualipronofticihabbia. 39 Frenefia da quali fegni fi conofca. 4.0
» Frenetico cauallo. Vedi la frenefia.
G
GR.anco,forte di fpafimo,come fi curi.ö^
Grattature dell'occhio, come fi curi- no. 98 Gengiueapoftemate,come fi curino. 114 Gargarifmi. 117 Galliche cofafiano. 2^4 Galle doue vengano. 2 f4 Galledoppie,& trafitte,qualifiano. 25*4 Gal!e,perchefiano così dette. 2/4 Galle fono di due forti. 25-4 Galle da che deriu ino. 2 f4 Galle,daquali fegni fi conofcano. iff Galle, come fi curino. iff Gonfiezza de' tefticoli.Vedi hernia. H
HIdropifia,che cofa fia,& da che fi gene-
Hidro-Mila e di tre forti. 187 Hid ropifi:j,ipofarca,anafarca, ò flemma bia- ca,chc cofa fia. 187 Hidropiiìa,detta timpanite, ò timpania,che cofa fu- 187 Hidromfia,dache fi cagioni. 187 Hidropifia ner di fetto, 0 malaria del fegato, daquahcagioni fi generi. "188 Hidropifia per infirmiti delle membra, che hannocommunicanza col fegato, come fi conofca. 187 Hidropifia ipofarca, da quali fegni fi cono- fca. 187 Hidropifia,dettaafcite,chefia. 2 ƒ4 Hidropifia, dettaafcite, da quali fegni fi co- nofca. 188 Hidropifia,detta afcite, da quali cagioni de- rmi. 188 Hidropifia, detta timpanite, da quali fegni fi conofca. 188 Hidropifia per cagione fredda, come fi curi. 188
Hidropifia da materia calda,come fi curi. 191 Hernia,checofafia. 197 Hernia ventofa,comeficuri. 197
Hernia acquofa,da che proceda. 197
Hernia acquofa,come fi curi. 197
Hernia carnofa,come fi curi. 198
I
ILliaca,che cofa fia. 171
Illiaca,da quali cagioni deriui. 171
ìlliaca,da quali fegni fi conofca. 171
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Seconda
Uliaca,comeficuri. 172
Uliacada materia flemmatica fredda,& ven-
tofa,& da ventofità,come fi curi. 172
Incaftelìatura dei piedi dinanzi,che cofafia, & da che proceda. 297
Incaftellatu ra de pìedijda che ficonofca.2 97
Incaitellaturade'piedi,comeficuri. 297 Inch loda tura,che cofa fia. 286' Inchiodatura è di tre forti. 28ö"
Inchiodatura,da quali fegni fi conofca. 280"
Inchiodatura,comeficuri. 280" Infiammatione delle paftore, da che fi gene-
ri^ come fi curi. 2ö"4 Ifprocatura,che cofa fia. 289 Ifprocatura, come fi faccia, & come fi cono- fca. 289 Ifprocatura,come fi curi. 289 Intrafregatura,comenafca,&fi curi. 2C4 Intelletto il più delle volte apprende col me- zo, & aiuto del fenfo le cagioni delle cofe da gli effetti,& da gli accidenti loro. 2 Inteftino retto, vfcito fuori del forame, da che proceda. 180 Interrino retto, vfcito fuori del forame, co- me fi curi. 180 Itteritia,checofa fia,& da cheproceda. 18 ƒ Itteritia dalfegato troppo rifcaldato,da qua- li fegni fi conofca. 18 f Itteritia pereiferchiufoilcondottodella co- lera,come fi conofca. 18 ƒ Ittentia cagionata da cagione calda, & cole- rica,comefi curi. 18 f Itteritia per effcr chiufoil condotto della co- lera,come fi curi. 185 L LAcci, & fettoni neicaualliferuonoin
vece di fontanelle, che fi fanno ne gli huomini. 171 Lampfacojdetto il male della faua. 113
Lampfaco,che cofa fia,da quali cagioni deri- ui,& come fi curi. 11? Lepra,che cofa fia,&dachefia caufata. 27
Lepra, da quali fegni fi conofca, & cornei! curi. : 27 Lepra,quali pronostici habbia. 27
Letargia,ouefigeneri,echeefFettofaccia./2
Letargia,da quali fegni fi conofca, & come li curi. ƒ2 Letargia,quali accidenti habbia. f$
Lienteria, che cofa fia, e da quali cagioni de-
riui. 167 Lienteria,da quali fegni fi conofca. iö"8 Lienteria per repletione, come ficuri. Itf8 Liéteria per materia fredda} &humori flem- matfc
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Delle Materie,
maticijComeficurì. 158 Medicamentioppiatiui. 44
Lienteria per materia calda, & da humori a- Medicamenti,cherifuegliano. f$
cri,&tnordaci,comeficuri. 158 Medicamenti,chc tirano ilcalore,& loipiri-
Lippitudine,checofafia. pi to al membro paralitico. fö»
Lippitudineèdidueforti. pi Medicamenti,chepofti nelle nari purgano il
Lippitudine, da quali cagioni deriui,&co- capo. tfj
meficonofca. Pi Medicamenti corrofiui. 107
Lippitudine in che ftato fi ritroui, da quali Medicamenti abbruciatiui. 219
fegni conofcer fi poffa. P1 Medicine in formadi beuande fono miglio-
Lippitudine da cagioni primitiue efteriori, ri nelle febri,che in forma di pillole. 1 y
comeficuri. p2 Medicine lenitine. 20.22
Lippitudine grande,& veramente lippitudi- Medicine al teratiue. 22
ne,comeficuri. 93 Medicine contra la malignità della febre. 25
Lippitud.damateriefredde,comeficuri.P4 Medicinepreferuatiuedallapefte. 2f
Lagrime delfocchio,cheeffetti facciano. 8p Medicine, che muouono, & foluono il ven-
Lagrima dell'occhio da che proceda,& come tre. 40 ficonofca. 8p Medicine folutiue gagliarde, ne'caualL fi
Lagrima dell'occhio, quali pronoftici hab- deuonofuggire. 42
bia. 89.p1 Medicine folutiue. ^
LagrimedeH'occhio,comeficurino. 8p Melandre, checofafiano. ^ 26f
Lingua macchiata di biaco,come fi curi. 108 Mele non doueriì dare ne'cibi àicaualli fe-
Linguaennata,corncfìcuri. iop bricitanti. 17 Lingua rotta, ò tagliata, come fi curi. ìop Membropendente fuori del fuo luogo natu-
Linguavlcerata,comeficuri. no raIe,cornefìcuri. _ IP9 Lingua,come fi accorci, no Membro per qua! cagione ftia penden te fuo
Luna produce nelle cofe inferiori diuerfief- ri dei fuo luogo naturale. ipp
fetti, & fecondo la dmerfiti degli afpetti Milza,qua!fo{}anzahabbia,qualfitonelcor-
fuoi co altri pianeti,fà varie operationi.80 po,&quaf officio. ip2
Lunatici cauailijcome iì curino- 80 Mika,per quali cagioni fi gonfi, & fi induri.
M IP2
MAculadell'occhio. Milza gonfia,& dura, da che fi conofea. ip}
Macchie rolìedell'occhio,da che pro- Milza in qualfhgione più patifea. ip^
cedano, & come fi curino. 88 Milza gonfia,&indurata,come fi curi. ip$
Mal del mazzo. 2 f Morfea,che cola fia,& da che proceda. 114
Malfecco,checofafia. ifi Morfeacomeficuri. 11^-
Mali di tutte le forti (ì curano con il loro con- Mou iméto fouerchio,quali effètti prod. 1 o f
trario. <2f Medicamétimaturatiui,&fuppuratiui. 124
Marafmo, checofa fia, &daquali cagioni Medicamenti,chemondifìcano,&fannona
proceda. if2 fcerìacarne,&confolidano. 252.254
Marafmo,da quali fegni fi conofea. 1 fi Medscamenti,che mod ifkanole piaghe. 2 5 4
Marafmo, come fi curi. J f 2 Med icamenti,che mollificano, &rifoluono.
Mafticatonj. 24 124.2/7
Matrice che cafea, come fi curi. _ 201 Medicamëtirifofutiui,&efficcatiüi.i72.2;7
Matrice, perche cagione cafea fuoridella-, Medicamenti, che difeccano. 190.2 f 2
natura. 201 Medicamenti rifolutiui. 260.26^
Medicine,chealterano,&rifcaldano. 60 Medicamenti rifolutiui, &corrofiui. 2<5o
Mazzolarne cofafia,&douenafca. 181 Medicamenti mollificatiui 26$
Mazzola,nerchesij cosi detta. 181 Mula, per qual cagione fij timorofa,&fteri-
Mazzola,uaiheviene,&corneficuri. 181 le. 12^
Medicamentifolutiui, maffimaméte i vehe- N
menti,&gagliardi,chepropriamenterif- XT Arici Iarghe,& gonfie denotano caual-
guardanoj&euacuanovn particolare hu- i ^» li buoni,& arditi. ?
more,fideuono,ònonmai,òdiradodare Neruidelcollo,dondederiuano. ƒ<•
aHicaualhinfermi. 12 Neruidellegambe,dondedenuano. ƒ/
Nerui
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Tauola
Nerui hanno orìgine dallecemella. 233
Nerui,& tendini feiTì,come fi curino. 233 Nerui alq uanto tagliati per il trauerfo, come ' fi curino. 233 Neruotronco,comeficuri. 234
Nerui trohchi no fi poflòno confolidare. 234
Nerui punti,come fi curino. 236" Neruiattinti,comeficurino. 237
Nerui itortijcomefi curino. 239
Nerui,& tendini duri, & ritirati,come fi cu-
rino. 240 O OCchio, più che akun'altra parte del cor
pò dimoftra la varietà , &diuerfità de gli effetti dell'animo, & del corpo. 6" Occhio lunatico,come fi conofca. 80 Occhi fono più d'alcun'altro de gl'infirumé-
tide'fenfi nobiliflimi, & diefquifito, & perfetto fenfo. 94 Occhi hanno communicanza colceruello,&
fono fottopofti alle fluffiom5& fono compo fìi di parti,che no fi poflbno rigenerare. 94 Occhio coperto di bianco, come fi curi. 98 Occh io torbido, & pieno di fangue, come fi curi. 98 Odito,&fuepaflìoni. 100
Odito,quanlos'indebolifca. 100
Odito, perche fi corrompa, & guaiti, & cor-
romper quali fegni fi conofca. 100 Odito,quali pafs.riceua,& quante fiano. 100 Odorato è pofto come mezzano fra gli altri quattro organi de i fentimenti del corpo. Odorato ha il terzo luogo in conofcerelafo-
ftanzafottile de gli odori, io ƒ Ombrofi per qual cagione fiano icaualli. 81
OmbrofijCome fi curino. 83 Oftalmia. Vedi lippitudine. 91
Oppilatione del fegato dalla colera ; da che
deriui. 183 Oppilatione del fegato, da quali fegni fi co-
nofca,& come fi curi. 184 Opiftotono. Vedifpafimo. f7
Orecchie danno inditio delle qualitadi del-
l'animo^ del corpo del cauallo. 3 Orinare i caua!!i,come il faccia. 44. i<5"3 Orecchioni,che cofa fiano- 104 Ortighetta,come fi faccia. 229 Ortopnoea,che cofa fia. 131 Offirotte,conu: fi curino. 230 Offa delle gambe rotte,come fi curino. 291 Ozene,che cofa fìano,& da quali cagioni de- riuino. 106" Ozene,come fi curino. ios |
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Seconda
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PAlatina,che cofa fia,& come fi curi. 112
Palpebra taghata,comefi curi. 98 Palpitatone del cuore,che cofa fia. 127
Palpi tatione del cuore,da quali cagioni deri- ui. » 127 Palpitatione del cuore 3 da quali fegni fi co- nofca. 128 Palpitatione del cuore, quali pronoftici riab- bia. 130 Palpitatione del cuore,comefi curi. 128 Palpitatione del cuore per compatimento, come fi curi. 129 Paralifia, che cofa fia, & da quali cagioni de- riui. /4 Paralifia, da quali fegni fi conofca. ƒ4 Parali fia, in qual parte del corpo fij, da quali fegni fi conofca. f 4 Paralifia,comeficuri. ƒ4 Paralifia in vna banda, come fi conofca, & curi. ƒ4 Paralifia de' nerui da freddo, fenza materia, come fi curi. ƒ7 Paralifia per caduta, ò per percoffa ,ò per fe- ri te,comefi curi. ƒ7 Parotidi, che cofa fiano, & da quali cagioni deriuìno. 104 Parotidi,come fi curino. 104 Parto dimcile,che cofa fia. 20 ƒ Parto naturale, che cofa fia. " 204 Parto difficile,da che proceda. 20 ƒ Parto difficile,comefi aiti. 20 f Peli, col ilio colore, palefano la bellezza, la bontà,la natura,& la complcffìone de ca- ualli. 2. ƒ.5 Pelijfeguono il colore,& la natura della coti- ca. 4 Peripleumonia, che fia, & da quali cagioni deriui. 139 Peripleumonia termina in due modi. 13 9 Peripleumonia da fangue , mefcolata con la colera,da quali fegni fi conofca. m I3P Peripleumonia,quali pronoftici habbia. 139 Peripleumonia,comeficuri. 13 9» 140 Peripleumonia da catarri, & diftillationi an- tiche,come fi conofca. ■ 140 Peripleumonia da catarri, & dalla colera, & dal fangue,come fi conofca. 140 Piede,come fi disloga, & curi. 288 Piedi codogni, che cofa fiano, & come fi ac- commodino. 29^ Piedi depreffi,& piani, che cofa fiano, & co- me fi accommodino. 3 00 Piedi tortijcomecórartes'acgomodino^oo Piedi
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Delle Materie.
Piedi raoinijcome con l'arte s'abbellifc. 3 00 pronoftici habbia. 27J
Pïzanefe,checofafia,&comeficuri.iop.2py Riprenfione,comefi curi. J6f.279
Podagra infettai piedi. 2 if RefolutioneieparalifiadelIalingua,checoia
Podagra,che cofa fia,& da che proceda. 21 f fia, & da quali fegni fi conofca, & come ff
Podagra, da quali fegni fi conofca,& come fi curi. 108 curi. - 21 f Refpirare quanrevarierà,& differenze hab-
Polipo j che cofa fia, & da quali cagioni deri- bia,&da quali fegni fi conofcano. 131
ut. 107 Rette, che cofa fiano,doue fi genenno,& da
Polipo,che effetto faccia. 107 cheprocedano. 2t>9
Polipo, da quali fegni fi conofca, &comefi Rette,checolore,& forma habbino. 269
curi. 107 Refte,malequafi incurabile. 269
polmoni rotti, &vlcerati, daquali fegmiì Refte,come lì curino. 270
conofcano. 141.144 Rizzoli, che cofa fiano j &douefi generino,
Polmoni rotti di frefco,come fi conofc. 141 & da che procedano. , 271
Polmoni putrefatti, & vlcerati, come fi co- Rizzoli,da che fi conofcano. 271
nofcano. 141 Rizzoli fonodi due forti. 272
Preferuatiui. fi Rizzoli,come fi curino. 272
Priapo Dio, perche pinto col membro drit- Rogna,che cofa fia da che fi generici quan-
to^ di fmifurata grandezza. ip8 tefortifia}&comeficonofca,&curi. 29 Priapifmo,checofafìa,&dachefijcosìdet- Rottorio. 218.20}'
to. ip8 Rotture dellVgne, che cofa fiano, da che_>
Priapifmo,da quali cagioni deriui. ip8 procedano,& come fi curino. 282
Priapifmo,corneficuri. Ip8 Ruota,come fi faccia. 218
Protettano. Vedi fpafi.no. f 7 S
Profumi. 70 CPauéto5checofafia,edachefijdetto.24r
Pazzia de' caualli, da che fi; caufata, & da 3 Spauento dache proceda, & come si co-
quali fegni fi conofca. 4f nofca,&curi. 24^ Pazzia, come fi curi. 4/ Stomaco rofo da vermi,come fi conofca-178
Q^ Storta delie gàbe, che cofa fia, & da che pro-
QVarto dell'vgna, checofafia, & comefi ceda, & da quali fegni fi conofca. 228
faccia. 277 Storta delle gambe5come si curi. 229
Quarto dellVgna,da che fi generi, &come fi Stoppa grolla tagliata minutamen te ferue in
conofca. 277 vece di fila nelle ferite. 2:2 Quarto delf vgna, come fi cu ri. 278 Srrangoglioni,che cofa fiano, & da che fi gè-
Quarto antico delf vgna, come fi curi. 280 nerino. jip
R Stragoglioni,da quali fegni ficonofcano.n 9
R Abbia de icaualli,da quali fegni fi cono Strangoglioni vengono più alli poliedri, che
fca,& come fi generi. 41.44 à gli altri caualli. l20 Rabbia ne icauallijcome si curi. 42.44 Strangoglioni,comesi curino. I2o
Rabbia fa incorrer i caualli nel timor dell'ac- Starnutatorij,comefi facciano. 7 x
qua, 4 f Srrettoio,chedifecca,&c6fortailceruel!.7c>
Ragiatura, da quali cagioni deriui ,& come Strettoi. ^ 21p.224.210.278
siconofca. . . ™7 Sudare,comefi faccia il causilo. W
Ragiatura per repletione, comesi curi. 158 Spafmo,chefia,&diquanteforti. $?
Ragiatura per materie fredde , & humori Spafmodi tutto il corpo, detto tiro mortale,
flemmaticijcomesicuri. ltf"8 &fue differenze. f?
Ragiaturaper materia calda , &dahumori Spafmodi tutto il corpo,che effetti faccia, f 7
acri,&mordaci,comeficuri. 108 Spafiiiodelcorpo/jettoemproitotono. $t
Rappe,checofifiano,&douenafcano. 200" Spalmo del corpo,dettoopiitotono. «7
Rappe fono difficili da fanare. 266 Spafmo del corpo,detto tetano. jj
Rappe, perche cagioni vengano, & come f\ Spafmo detto tetano, prottotano, & opilto-
curino. 266 tono,checofalìa. <-7
RÌDréfione,checofafia,&dachederiui. 272 Spafmo5qualipai ti( ffènda. j7
Riprêfione,da quali fegni fi conofca,& quali Spafmo, detto tiro mortale, da che deriui, &
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come
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Tauola Seconda
come fi conofca. j7 ceda. 2Bi
Spaimo, detto tetano, daquali fegnificono- Setola dell' vgna,comefi curi. 281
fca. ƒ8 Sfilato,gettailfemedafe,fenzahauerdirit-
' Spafmo, che comprende le parti anteriori, to il membro. 200
che fegni faccia. > ƒ8 Sfilato, da quali cagioni proceda, & come fi
Spafmo, che comprende le parti di dietro, curi. 200
che fegni faccia. ƒ8 Sincope del cuore,checofafia. 127
Spafmo, quali pronoftici habbia. ƒ8 Sincope del cuore, da quali cagioni deriui.
Spafmo per euacuatione, come fi curi. ƒ8 127
Spafmojdetto tiro mortale da repletione,co- Sincope del cuore, da quali fegni fi conofca •
me fi curi. ƒ9 128
Spafmojdettotiromortaledafreddojcome Sincope del cuore, come fi curi. i$o
fi curi. ƒ9 Sincope, come fi cu ri. 150
Spafmo per apoftema, come fi curi. ƒ 9 s incope per debolezza, & franchezza, come
Spafmo per caduta, òferita,ò puntura, come ficuri. iji
fi curi. ƒP Sincope per vermi,come fi curi. 151
Spafmo delle gambe per ventofità , detto Sincope per materie crude, come fi curi. 131
Granco,comeficuri. f9 Sonno,come fi prouochi. 44
Sangue, eh' efee per bocca, da quali cagioni Sopra offo, che cofa fia, doue nafea, & qual
deriui,& come fi conofca. ifi forma habbia. 2 ƒ8
Sangue, ch'efee per bocca,come fi curi, ifi Sopra offo,perchefij così detto. 2 ƒ8
Satiri lafciui, libidinofi, finti Dei de i bofehi, Sopra offo, da che fi generi. 2 f 9
delle felue,& delle forefte. 198 Sopra offo,da che fi conofca, & come ficuri.
Satiriaiì, che cofa fia, & da che fij coli detta. 2 ƒ9
198 ^ Soprapofta,checofafia,&comefifaccia.290
Satiriafijda qual cagione fi generi. 198 Soprapofta, come fi curi. 2po
Satiriafijcomeficuri. 198 Sordezza,perchecagione auenga. 100
Scarificationi vtili alli tumori delle gambe. Sordezza da humori grotti, vifcofi,freddi,&
2fo flemmatici,come fi curi. 100 Scharantia,che cofa fia. 11 ƒ Sparagagno, che cofa fia, & doue fi generi.
Scharantiaèdidueforti. 11 ƒ 2 ƒ7
Scharantia,da che fi cagioni. iiö" Sparagagno,comeficurï. 2/7
Scharantia, daquali fegni communi fi cono- Spafimo. f 7
fca. hot Strettoi. 36.126.2p.278
Sciatica infefta la congiuntura dell'odo della Sudare,come fi faccia il cauallo. 60
cofciaconlacariola. 208 SurTumigij. 24.^ f.69.76
Sciatica, che cofa fia, da quali cagioni proce- T
da,& come fi conofca. 215 HpArli della verga,perchefigenerino.zco
Sciatica,comeficuri. 21? A Tarli della verganomeli curino. 200
Schirantia, da quali fegni particolari fi cono- Téperaméto del cauallo, quàdo è cattiuo. 82
fca. iiö" Temperamento,ò compleflìonebuona del Schirantia, come fi curi. ilo" cauallo per accidente fi guafta. 82
Schirantia con poftema interna, &efterna, Temperamento di tutto il corpo nafeeprin-
come fi conofca,e curi. 119 cipalmente dal buon temperamento del Scrofole,checofafiano,&douevégana^ cuore,& del fegato. 5
Scrofole,da che procedano. 12 ƒ Tendini attriti, come fi curino. 238
Scrofole xotne fi curi no. I2ƒ Terricoli fono principali inftromenti della
Secondine, come fi facciano dopò il parto v- potenza generatiua, per vfo della genera-
feir delia natura. 2o<5".207 rione. 19 ƒ Separatione dell' vgna, che cofa fia, & da che Terricoli, per qual cagione fi apoftemano, Si
proceda. 28 ƒ fi vlcerano. 19 f Separatione dell'vgna,come fi curi. 28 ƒ Terricoli enfiati per flufTo d'humori caldi,
Serpentine. Vedi le Crepaccie. 267 corneficonofeano. 19 ƒ, Setola dell'vgna, che cofa fia, & da che pro- Tefticoli enfiati per fluflb di humori caldi s
come
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Delle Materie.
come fi curino. iPf nolecofecalde. 4?
Telticoli enfiati per materie fredde, come fi Vena delle gambe di dietro, doue, & come fi
curino. \9<s deueaìlacciare,& troncare. .249
Tetano, che cofa fia,& cheeffetti faccia. Ve- Ventofità dd ventre, come fi rifolua. 1 C-j*
diSpafimo. ƒ 7 Ventre,comefimoua. 42
Tiro mortaIe,perche cagione è cosi nomina- Ventofe. 2 f
to- f 7 Vermi generati nel ventricolo, afcenderido,
Tiro mor tale,da quali cagioni fi generi,& co mordono,& rodono la bocca dello {torna-
rne si coriofca. f 7 co. 1^7 Tirofecco. $y VermiammazzanoaIIevolteicaualIi,rodeii Toflèjche cöfa fia. 143 doletunichedelloftomaco. ifò Toffe è di due forti. 145 Vermi,come fi generino nelloitomaco. 177 Toffefecca,da quali cagioni fia caufata. 145 Vermi fonodi varie forti. 178 Toffe humida,da qua! cagione fi generi. 144 Vermi,per quali cagioni fi generino,&come Toffe per infreddamento,da quali fegni fi co si conofcano. 178 nofèa. 144 Vermi hauerrofi lo ftomaco, e le budella, da
ToffepereffereofFeib il petto, & danneggia- quali fegni ü conofcano. ] 75
to il polmone, ò il fegato, daqualifègni fi Vermi pe3ofi,&tarme,coinefi conofc. 178
conofca. 144 Vermi,come fi curino. 178
Toffe villana,che fia. 144 Vermi nati per putredinenelle orecchie,, co-
Toffe,qualipronoftici habbia. 144 mefìfeuìno. 104
Toffegrande, oc continua fa diuentareika- Verme bianco. ^2
ualfobolfo- Hf Verme roffò. ?2
Toffe vniuerfilmente, come si curi. _ I4f Verme giallo.. *A
Toffeper freddi efteriori,come fi curi. 147 Verme corbaccio. ,2
Toffe per efferfi troppo rifcaldato, & affati- Verme volatile. ? 2
cato, come fi curi, 145" Verme anticore.. >•>
Toffe per efafperationi di gola, comefi curi. Verme canino. >2
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14(5" Verme menragra.
Toffe per materia flemmatica, comesi curi. Verme detto cordone.
147 Verme tarpino. m
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Toffe humida per materie fredde,&vifcofe, Verme mufcariolo. l"i
comesi curi. 147 Verme forcino. 2~l
Toffe per rafreddamento,ò per materia fred Vermeb!anco,daqualifegnificonofca. z ?
da,chefcenda dal capo,comesi curi. 148 Verme rodo, come fi conofca. \\
Toffè numida da catarrocaldo^ comefi curi. Verme giallo, come fi conofca. ? >
14P VermecorbacciOjdaquali fegni fi conofc.} \
Toffe antica, come fi curi. 149 Verme volatile,come fi conofca. ? >
Toffeper vlceredigòlà,comefi curi, ip Verme anticore,da quali fegni fi conofca. Il
Toffeper cofeentratenelia gola,comeficu- Vermecanino, comefi conofca. .;%> ri. ip Verme men:tagra,come fi conofca. JÏ
Toffepoffefa de i polmoni,comeficuri. 1 p mal del Verme,cbe fia, & fua definitions zi
Toffe per poftema,comefì curi. 1 f 1 mal del Verme> da che fi generi, & come sr Toffe per humori marcidi radunati nel pet- conofca. yr:
to,comeficuri. ifi maldelVerme,dondederiui. ^j
Tritiace,che cofa fia,& come si curi. 99 maJ del Verme di quante forti fia, fecondo
Tumori de gli occhi, in qual luogo fi generi- gli humori. no. . .Bf mal del Vermediquanteforri fia, fecondo il
Tumorideghocchijdaqualicagioniaeriui- Jocoatietto. ^2
no,& come fi curino. 8 f mal del Verme di quante forte fia , fecondo
V gli accidenti.
V Edere puòdatre forti di vitijeffereof- maldel Verme, qualifegnivniuerfali &rar-
fefo,& quali fiano. 77 ticolari habbia. 22 Veleni,&negli humori velenoficonuengo- mal del Verme,quali pronoftici habbia. \ ?
mal
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Jr irihfylfy
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Tauola Seconda delle Materie.
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mal dei Venr.e^come fi curi. 54 Vgne,r!erche fi fenarinodal piede. 28f
mal del Verme nel capo,come fi curi. 3 6 Vgne feparate dal DÌede,come si curino. 285*
maldel Vermeiiel petto, come fi curi. 7,6 Vgne perche fi rompano, & rotte, come si
■*nal del Verme nella cofcia, come fi curi. 7,6 curino. 282 mal del Verme nella bocca,come fi curi. 7,6 Vgna rotta nel quarto, come fi curi. Vedi
mai del Verme cangiato in cimoro, come fi quarto deli'vgna. ^277 curi. 7,6 Vgna, che ha la fetola, come fi curi. Vedi fe-
Vertigine,da quali cagioni fi generi,& come tola dell'vgna. 280
fi curi. 47 Vgna feffa, come fi curi. Vedi feffure dell' v-
Vefciconi,inqual parte fi generino. 240" gne. 277
Vefciconijda che fi generino. 246" Vino ne i mali del capo non fi deue dare al ca-
Vefciconi,da che fi conofcano. 240" uallo. 45
Vefciconi,qualiprono(ticihabbiano. 247 Vitaconfifte nel temperamen to del cuore. 2
Vefciconi fono differenti fra di loro. 247 Viuole, che cofa fiano, & da che procedano.
Vefcicone trafitto è il più difficile da fanare. 122 247 Viuole,daquali fegni fi conofcano. 122
Vefcicone trafitto creduto vna vefcica fola, Viuole,quali fegni mortali habbino. 122 piena d'humori. < 247 Viuole vengono più alli poliedri, &allica-
Vefciconi,come fi curino. 247 ualli giouani, & alli càualli flemmatici più
Vefciconi riceuono nocumento dall'acque, degiialtri. 122
248 Viuole,come si curino. 12$
Vefcico trafitto,& doppio,come fi curi. 2 f o Viceré interne delle orecchie, da che deriuì- Vefcicatorij. 2fS no,& come si conofcano. 103 Vgna,che cofa fia. 274 Viceré interne dell'orecchie,come si curino. Vgna,di che temperamento fia. 274 105 Vgne fono fottopofte atre forti di mali. 274 Vnghielle dell'occhio, che cofa fiano, & da
Vgne mutano il loro temperamento natura- qual cagione fi generino. 8 8 lein due modi. 277 Vnghielle dell'occhio, come fi curino. 88
Vgne troppo dure, &fecche, da che proce- Vnguento bianco. 269
dano. 27 f Vnguentobiancoper le pallore. 2^5
Vgne ghiaccinole, ò vetriole 3 da che proce- Vnguento, che netta, & generala carne, &
dano. 27 ƒ confolida. 253
Vgne fecche,& dure, in che cóuégano, & in Vnguento da ferite infiftolite. 104
che fiano difterenti dalie ghiaccinole* 27 f Vnguento da faldare. 281
Vgnediftemperate,dachedenuino. 27/ Vnguento Egittiaco. 281
Vgne , quali prenotici habbiaho ne'fuoi Vnguentoeiìiccatiuo. 284
mali. 27 f Vnguento negro. 287
Vgne fecche,& dure, dachefi conofcano, & Vnguento roflb per le piaghe. 284.289.294
come si curino. 270" Vnguento traumatico per cicatrizar le pia-
Vgne vetriole, da che fi conofcano, & come ghe,& curar quelle, che foffero infiftolite,
si curino. 276" & incancarite. 105*
Vgne fottopofte ad effer vetriole, quali fia- Vnguento verde. 2tf 8
no. 276 Vntioni calde, che confortano ineroi. 60
Vgne troppo tenere,& molli, da che Ci gene- Z
rino. 276 rjT Arda,òiarda,checofafia,dachenafca»
Vgne troppo tenere, & moli», dachefi cono- fj &ondeapparifca. 2/J
fcano,& come il curino. 276" Z,ardadoppia,chefia. 25*5
Vgne fi fendono, fi forano, & s'ammaccano. Zarda,ò zardone,che cofa fia. 2 f j
277 Zarda,qualipronofticihabbia. 25*5
Vgne perii piùfi fendono per il lungo. 277 Zarda,ò iarda, come fi curi. 2fj
Jl Fine della TauoL delle cofe Notabili.
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