NOTIZIE ISTOFJCHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne'fuoi Quartieri. OPERA
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
Parte Seconda
DEL QUARTIERE DI SARTA CROCE
CON APPENDICE ALLA PARTE PRIMA.
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IN FIRENZE MDCCLV.
Nella Stamperfa di Pietro Gaetano Viviani
in via de* Sex vi j all'infegna di Giano. CON LICENZA DE* $U?ERIORi.
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P RE F A ZIO NE.
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Uando V ingratitudine non fof-
fe un vizio sì abbominevole a chi nacque Uomo, farà fem- pre sfuggita qual macchia di- fdicevole a chi fi pregia di o- noratezza . Quindi è che noi neli' afTembrare le Notizie del- _____________ le Chiefe Fiorentine , ricevu- to avendo aiuto , configlio , e direzione dagli Stu- diofi delle antichità di Firenze, non polliamo tar- dar più oltre a dare un pubblico fegno di noltro gradimento , qui manifestando i Chiaritimi nomi di que' parecchi Amici eruditifTimi , i quali con un abbondevolezza fenza più di pregevoli lumi hanno fupplito all' ofcurità del noltro talento , e fapere. Ne effendovi cofa più commendabile, che |
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II
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il desìo di giovare all'univerfale , quefto sì nobile
penfamento fcorgera/Ti appunto in quei , che lar- gamente favorito avendomi , notevole utilità han- no recato ad una Storia, la quale fi può appellare univerfale, avvegnaché ella abbraccj de' Santi Fio- rentini tutto T adorabile , tutto delle tre belle Arti l'ammirabile, e delle Famiglie di Firenze i molti ti- toli illuftri . Defiderando io adunque non inutil- mente l per quanto le forze faranno baftevoli, dì paflare un ufizio di ringraziamento a i donatori miei, o fi voglia di Codici, o di Cartapecore, o di Croniche , o di Diarj , ed in tal guifa di molt' al- tre vetuite Ricordanze , alla penna ricorrerò , on- de far palefe que' benefizj, che dall' altrui dottrina, e cortefia riconofco . E però tra quefti facendomi da un degniffi-
mo Patrizio Fiorentino , notar debbo effer quefti il Signor Giovanni di Poggio Baldovinetti, il qua- le a i pregj della Nobiltà unito avendo il merito di non ordinario ftudio fopra le antichità di fua Patria , conferva a pubblico giovamento abbonde- voli memorie , le quali generofamente mi ha co- municato , con infieme molti libri d' Morie arric- chiti di rare noterelle, e poftille fcritte a penna da lui nella margine degli ilefii 5 Né polio < trala- fciare altra mia obbligazione a sì cortefe Cavalie- re, imperciocché elio amduo Uditore alle mie Le- zioni effondo , mi apporta fovente un vantaggio facile a ravvifarfi da chi ha fior di cognizione , va- le a dire, il fuggerirmi a viva voce quegli op- portuni avvertimenti, quantunque volte il mio ra* |
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Iti
gionate o di notizia \ o di certezza ne fia man-
cante . Il Dottiamo, e Celebratiflìmo Signor Propo-
rlo Anton Francefco Gori, il cui nome batta a de- corare ogni ragionamento , è il fecondo Beneme- rito delle noitxe ricerche 5 ConciofTiacliè Egli fem- pre attento a promuovere le glorie della Repub- blica letteraria , e ad encomiarne gli Studiar! , ol- tre 1' eflerfi fatto nelle fue lodatiflìme ftampe Pa- negirica della mia Opera, tiene a mia fcelta aper- ta ognora una Libreria fìoritiffima , dove io mi fo- no avvenuto a trovare gli Originali di lodati Storio- grafi , riguardanti materie a' miei tìudj utiliflime. E tanta è la gioia , che sì grand' Amico conce- pifce o egli afcolti, o legga le mie Lezioni , che forza non piccola è a me, il non invanirmi di fue compiacenze. / , . Ma che dirò del Signor Canonico Antomma-
ria Bifcioni Bibliotecario della Imperiai Libreria di S. Lorenzo , e foggetto, in cui a maraviglia cam- peggiano e il poflediménto di molte Scienze, ed il buon genio vago di proteggere a tutta fua~- poffa lo itudio della Storia Fiorentina , fommini- itrando anch'egli a tutti, della prodigiofa e (ingoiare raccolta in ogni genere di erudizione quelle perle rarifìime, eh' ei po/fa penfar, effere a chi fcrive ti- fili , onde ornare le loro Stampe 5 E però venen- do a' favori fenza numero , i quali a npi preilar Effo tanto fi compiace , dirò, che fuo è flato il pri- mo impulfo, perchè io mi rifolveffi a favellare, e a fcrivere delle Notizie di noftre Chiefe ; fuoi fono -*$(< 2 pa-
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IV
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parimente i lumi più belli per render quefte miglio-
ri , e Tue finalmente fono certe graziofe rbriette de' fecoli andati, con le quali diviene l'opera più leg- giadra . Ma volgendomi alle ricchezze de* Godici, e de' Manofcritti , che elìdono predo il detto Si- gnore , particolar menzione far debbo di cento , e più libri da lui con ifpefa notabile acquatati , <L-> fcrittì a penna da Leopoldo del Migliore , conte- nenti una ragguardevole copia di memorie della Repubblica > delle Famiglie illuitri Tofcane, c^ delle Cliiefé Fiorentine , le quali fono a i miei ftudj dì tale aiuto , che a confefTare il vero , io riguarderò maifempre il Signor Canonico Bifcioni della mia Storia il foitegno principale . E fé i detti Manofcritti non fono totalmente fcevri dagli sba- gli, noi con tutto il rifpetto al Migliore ne accen- niamo alle occafioni il noftro diverfo giudizio con le opportune offervazioni , come rifcontrar ciafcu- no potrà in più luoghi de' due primi Tomi , e_-> per via di efempio nelle tre Lezioni dell' Oratorio di Or S. M. del quale Leopoldo del Migliore ne ha parlato alle carte 529. e feg. della tua Firen- ze Illuftrata , dove 1' Autore errò nel credere il 2 beotocof effer opera del Cocchi Donati , quando certamente quel poetico componimento è di Fra Domenico da Corella . Così avviene dell' Architet- tò della Loggia, eh' ei fuppone eifere dato Andrea Orgagna , quando fu Taddeo Gaddi , e ne'Ca- pitani di Or S. M. i quali dal medefìmo lì confondo- no eòi Capitani della Piazza del Grano: ma comun- que la còfa lia^fempre grado avremo al noftroSignor Ca-
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V
Canonico Bifcioni dell' ufo, che ci concede d' una
sì copiofa raccolta. Viene ora il Signor Domenico Maria Manni
ftudiofiflimo, e intendenti/Timo delle più vetuite car- te di Firenze , ed eziandio degli altrui Paefi , del- le quali ha gran raccolta , lo che appare chiara- mente dalle moltiplici Opere fue date con lodi-* alla itampa . Quelti per buona forte è uno de' Miniftri dell' Archivio Gsnerale Fiorentino , ed infiememente Bibliotecario della celebrati/fimi" Li- breria Stroziana, ne'quali impieghi fono incredi- bili le fatiche , che ha con fuo piacere ufate aJ riguardo noftro , rifcontrato avendo alcuni Origi- nali di quegli Strorrìenti, e Contratti , e Relazio* ni, che ci era d' uopo di riportare nelle Lezioni $ e del mede/imo è un altro puriffimo fonte, don- de fi fono tratte da noi belle , e certe memorie-» opportune a corroborare i notòri racconti , e tale fonte fono i dottilTimi fuoi Difcorfi in Tofcana-» favella , della quale egli è accreditato Maeitro, reci- tati ultimamente nella Sacra Accademia Fiorentina, in e/rrdcfcrivendo i Cerchj di Firenze, ed inurban- dogli a paffo a paflb con nuove fcoperte di Scrit- ture autorevoli, le quali conneiTione avendo all'o- rigine di parecchie Chiefe , io fon rieuro di non aver potuto ingannarmi, qualora ho feguitata la ftimabile autorità del noitro Autore , -il quale ci fa fperare di pretto mandare in luce Trattati sì necef- farj, e così diligentemente fludiati. E alle beneficenze riferite arroger potrei 1<^
foilecitudini > e cortefie de' priori, e Rettori del Cle- ro |
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ro Fiorentino \ de* Religiofi altresì di più Ordini,
e delle Superiore de' Sacri Chioflri , in procurarmi il comodo di offervare ciò , che nelle lor Chiefe, ed Archivj avvi di più eccellente , e di più antico , ai quali i noflri dovuti ringraziamenti ferbiamo per i Tomi avvenire . Ma ritornando a i foprallo- dati Benefattori , fìa ultimo ufizio di noltra rico- nofcenza una protetta , qualunque effa fìa , prove- niente certo da buon animo , e vale a dire a che quanto noi abbiamo fin qui rammentato de'mede- fimi , non farà altro 5 che un' obbligazione di eret- ta giuftizia , qual' è la reftituzione di quello? che per molti capi era loro. |
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NOTA DELLE CHIESE
DESCRITTE IN QUESTA SECONDA PARTE.
Lezione I. Di San fiero Scheraggio. Pagina i.
Lezione II. Del mede fimo . I0*
Lezione III. Di Santo Romolo. 33*
Lezione IV. Di Santa Cecilia. 49*
Lezione V. Della medefima. Se-
lezione VI. Di Santo Stefano de'Padri Ago~ ftiniani della Congregazione di Lecceto . &%•
Lezione VII. Del me de fimo . 71»
Lezione VIII. Delle Murate Monache Bene*
dettine . 79*
LEZIONE IX. Delle medefime . 87.
Lezione X. Delle medefime, 98.
Lezione XI. Di San?Apollinare* 113»
Lezione XII. DJ Santa Maria della Croce al
Tempo . 124»
Lezione XIII. Di Santa Margherita. 134*
Lezione XIV. Di San Francefco Monache Fra»'
cefcane. 142.
Lezione XV. Di Santa Elisabetta di Capitola
Monache Francescane . 150»
Lezione XVI. Di Monte domini Monache Fran*
cefcane. \6\*
Le-
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Lezione XVII. Bel mede fimo* Pag. 169.
Lezione XVHI. JDi Monticelli Monache Fran~
ce/cane, 176.
Lezione XIX. Delle Cappuccine Monache Fran-
te frane , 202. Lezione XX. Di San Iacopo in wia Ghibellina
Monache Fr ance frane . 210.
Lezione XXI. JDi Santa Verdiana Monache Va'
lombrofane. 221«
Lezione XXII. Bella me de finta* 230.
Lezione XXIII. Di Sanf Ambrogio Monache
Benedettine, 236.
Lezione XXIV. JDel me de fimo . 244.
Lezione XXV. JDi San Firenze de* Padri dell' ,
Oratorio di San Filippo Neri,, *?i»
Lezione XXVI. Della Crocetta Monache Bo*
me ni cane , 2^3*
Lezione XXVII. Bi Santa Maria degli Angio^
li , detta degli Angìolinì Monache Bome- nieane, 276. Lezione XXVIII. Bi Santa Maria dì Candeli
Monache Agoftinifine. 288,
Lezione XXIX. Belle Foderine Monache Inge*
Juate,. i$6*
Lezione .XXX» Di San Sihefiro Monache SU-
zefiri ne . 3° 3*
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TIZIE ISTORICHE
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E CHIESE FIORENTINE
PARTE SECONDA
DEL QUARTIERE DLSAKTA CROCE. |
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LEZIONE PRIMA
DELLA CHIESA DI SAN PIERO SCHERAGGIO t
O non ho giammai tanto temuto
il trattare la Storia delle Fioren- tine Chiefe, quanto nel fare ri- cerca, e ftudio fulla Chiefa di San Piero Scheraggio, già Bafi- lica di tre grandiofe navate nel primo cerchio di Firenze , a» venre Canonica , e Loggia , e Cimitero con una dovizia e di ™ Lapide , e di Trofei, di Gap* pelle, e di Tavole, famofa effendo ancora sì per le-, pubbliche adunanze dei Grandi, e del Popolo, come per altre folenni funzioni , di cui ella era un mae- icofo ^atro. Ma quellas^tàtftjfu. campo fertiliffimo-di Torà. I, Tart. IL A ma- |
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maraviglie, ridotta vedefi dalle vicende de* tempi ad una
notabile decadenza: Onde per dire tutto in poco , di una Chiefa , che di fé fplendida veduta faceva negli an- tichi fecoli, inoggi per vederla fa d'uopo di cercarla a guifa delie cofe fmarrite. Quindi cofa difficiliffima fembrami , non dirò il darne un compito ragguaglio, ma ilravvifare di efla i pochi avanzi. Tuttavolta non potendo io difpen- farmi dall'impegno, che viemaggiormente conofco ardito , imiterò q-ue' bravi Geografi, i quali le più confufe Provin- cie volendo in carta defcrivere , l'antico dal nuovo faggia- mente feparano. Ed in sì fatta guifa tratterò io di quella Bafilica, due piante di ella facendo , che piacemi appellare così „Chiefa nuova, ed antica di S. Piero Scheraggio }) E dall'antico cominciando, la prima cofa, che al noilro o- recchio delicato fi prefenta , fi è la fìravagante voce di Scheraggio > non potendofi dubitare , che da una fogna vicina, ove andava a fcolare tutta l'acqua della Città, la Chiefa ne prenderle il nome ; ciò, che eziandio Giovanni Villani aflerifce nel Lib. 3. Cap. 2. di fua Storia come appreflb ,, Seguendo noi dietro alla Chiefa di S. Piero 5, Scheraggio, che così fi chiamò per un foifato , ovvero 5, fogna, che ricoglieva quafi tutta 1' acqua piovana del- „ Ja Citta ,che andava in Arno, e chiamafijo Scherag- „ gio „ Quella denominazione fi conferma dagl'iilru- menti di vendita di Cafe contigue alla Qhiefa , i quali nominando i confini dicono: frope Schefadium<) Jì<ve fo- gna : e così pure la chiama Rinieri Vefcovo Fioren- tino nel fuo Diploma riferito dall'Ughelli Tomo III. benché con qualche confufione nella voce: poiché in ef- fo donando il Vefcovo al Monaftero di S. Pier Maggiore quella noltra Chiefa , dice : Ecdefiam tf. tètri ad Hor- lagìnm , e potrei qui aggiugnere trovarfi parimente in altre fcritture antiche ,\he con quello fteffo nome di Scheraggio , per una fimigliante fogna addimandavafi S. Maria Maggiore : EuUfia Sanfle Marie Maioris ad &be~ radium * ih Ma facendo paffaggio ad altre prove di fua antichità,
quella primieramente fi dimoitra dall' efieie elja ilata Ca- po |
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po di im Seftiere èi Firenze , efTendo quelio modo di
partire la Città già tifato dai Fiorentini fino dal feco- le decimo, ed il Villani , dove ferive, che le gravezze del- la Città erano di cenromila fiorini l'anno, divifi a pro- porzione per i Seftieri, a quello di San Piero Scherag- gio dà di fua preftanza fiorini 23. migliaia; e quella di- visione del popolo in SeiH durò fino alla cacciata del Duca di Atene nel 1343. Ed altra prova mi fornminiftra la diitruzione di Fiefole , laonde lafciandomi portare^ dalla vaghezza delle glorie di Firenze, riferirò fomma- riamente la fine delle lunge guerre tra' Fiorentini , e i Fiefolani. .n ?" Ìli, Molto pefava a Firenze l'avere fui fuo capo il Pog-
gio, la Città , eia Rocca di Fiefole emola per vero dire in tutte le grandezze da' Fiorentini. Il defiderio di ab- batterla era irata la ca'gione di molte fanguinofe nimiftà , quando ciò ; che non imperava Firenze di agevolmente confeguire con la forza, l'ottenne con l'inganno. Già tra le due Nazioni più fiate alla Guerra ne era fuccedu- ta la tregua; ed appunto il 1010. era un anno di&juìe- tiflìma, pace . Or effendo foliti i Fiefolani di? cj^ferarC: con gran folennità la feria di Santa Romolo4,<i^piuto loro primo Vefcovo , nel qual dì fecondo il cerume di sì fatte fefte vi concorrevano mokiflìmi vicini;, quefto giorno parve a* Fiorentini tempo opportuno,a quanto fofpiravano. Quindi ordinarono a molti de*loro arditi giovani, che vi entraflero la mattina per tempo fotte il titolo di vedere la fetta, i quali eia molti altri ar- mati , che ftelTero fatto il Monte all'agguato, follerò fé- guitati , con ordine, che infìeme insignorititi delle porte, faceiTero il fegno a Firenze, onde incontinente tutto 1* efercito avrebbe a falire. I Fiefolani intenti più alla fe- lla , che alla guardia della Città , nel levar del rumore non così leggermente fofpettando della fede de* Fiorentini, da principio lo credettero una briga inforta tra'villani, ma dal rilucere delle armi, dallo fvolazzare delle bandiere di Firenze, dallo feorrere de*cavalli, e dal viepiù cre- feere l'olle, tardi fi avvidero di avere nel proprio fe- À 2 no
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no i nemici, ficché diventati i Fiorentini Signori della
Città, non ebbero i Fidolahi altro fcampo, che il fuggire nella Rocca, la quale difefa per lungo tempo, finalmen- te cadde anch'eifa in potere de'Nemici, e in quefta gui- fa Fiefole Città antichifììma fu Tanno 1010, abbattuta, e /pianata • ili IV. E tornando»* da noi a San Piero Scheraggio no-
tar fi vuole, che avendo i Fiorentini fpogliato Fiefole del- le più pregevoli cofe5 e trafportatene moltiflìme in Fi- renze, penfarono dove mettere il Carroccio dei Fiefolani, che tome ognuno sa, era preflò le Nazioni di quei rem- 'pi la più ragguardevole, e gelofa cofa delie armate^ Quello adunque con iftrepitofe felle introdotto in Città, dal Governo fu collocato nella facciata di queita Chiefa »» come fcrive Giovanni Villani al Lib.. IV. e. 5. ,, & intra ,, le altre cofe ne recarono i Fiorentini il Cairoccio del; „ marmo, che è nella fronte di S. Piero Scheraggio, in Fi.-> ,, lenze „ volendo peravventura dire, che quello Carroo. ciò, che era di legno, col tempo andato male folfe rin- novato di marmo, perchè non fé ne peidefTe la memoria) e fi vuole da molti , che nella ftefTa occafione un rarifìì- mo Pulpito, o fia Ambone della Chiefa Fiefolana tutto di inarmo con iiìorie lavorare a baffi rilievi fotte qui portato,-acciocché in queite due rarifììme fpoglie de* ne-; mici ) ravvi[fare 'potettero i poderi le ricchezze di jfóefo-* le, e-infamemente L'antichità di San Piero Scheraggio, mercecchè già nel ioìò, foife illulkata di quelli note-i voli diltinti trofei-, e per confluente di una conferma* di Bafilica antichifTima. Ed appunto la figura di Bafiliea, che hà'quetta, dà motivo a Monsignor Vincenzio Borghini parte i;dei fuoi Difcorfi pagato, per credere, che dopo le Chiefe di San Giovanni, e di Santa Reparata, folfe quefta la più grande , e più bella, aggiugnendo egli di più > che niuna Chiefa era in Firenze più conforme al-> le regole date da Vitruvio per edificare una Rafìiica . Lunga era braccia 85. e le fue navate grandi, e rette da colonne dì macigno di ordine compofito , che ancora fi vedono, benché non fieno più con quella difpofizione , - anzi
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anzi una dalla via contigua al Palazzo Vecchio è viabile
al di fuori nella parete laterale della Ghiefa,cle fineftre erano affai lunghe, e firettiiTìme fecondo l'ufo degli an- tichi Criltiani ì che amavano buie le Chiefe. V. E per quello , che fia antichità due altre cofe
iettandomi a riferire, noterà in primo luogo, che il Cer- racchini nella Serie degli Arcivefcovi a pag. 53. parla della Confacrazione di quello Tempio fatta per cora- miiTione di Papa Aléifandro II. nell'anno ioÓS. da Ri- dolfo Vefcovo di Todi Amminiitratore del Vefcova- do Fiorentino ; e mi piace porre qui le iteife fue pa- role j) Si fa però, che egli nel 1068. confacrò 1'an- ,, tica Chiefa di S. Piero Scheraggio, come Ci vede da „ un Cartello in Sagrertia manofcritto di carattere an- ,) tico j, Quella Scrittura non ci è più , onde non vo- lendo io defraudare gli amatori deli' antichità di tale no- tizia ? la riporterò qui come la trovo : I hesus.
^ Hec Bafilica S. Tetri Scheradii Flores, dedicata efl
jujjtone Domini Alexandri T. IL a Ven* Rodulfo Tuder- tine Ecclejie Ejtifcopo , miniBrantibus Jihi Clerici s Fio- rentini? an. ab ìncamatione Domini 1068. Ind. 7. In ho- norem S. Dei Genitricis Marie , et BB. Tetri, Andree et lacobi . Qui jirediBus dedtcator ab ipfo pueritie ftie enjo ufque ad Epifcopatum in maiori Ecclejie Fior, fe- lici ter Deo *vixit . Quique tam iftud , quam cetera Al- tarla cum SanBorum nò-minibus , que ibi continentur Canonicis Jibi fernjientibus dcvotijfime configgagli. IV* Kal. Jan. VI. Ed in fecondo , ed ultimo luogo rammentar,
debbo il Cimitero antichifiìmo , e grande ; del qua- le fene vedono al prefente le veitigia nella Cortei »; che mette nella Compagnia degli Stipendiati, parte anch' efla di detto Cimitero , ed a fuo luogo parleremo di alcune vetufìe lapide rimale e dentro, e fuori, ed anche |
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in un Corridore* febbene le più fono fate ammonta-
te una fopra V altra 'nel fotterraneo lungo quanto tutta la Chiefa, e alto tre braccia tra il pavimento an- tico , ed il nuovo. VH. Ma. parlando oramai dai pregj dell' antichi-
tà ad altre notevoli memorie , quefta Chiefa fi refe il- Juftre per le adunanze , che frequenti quivi facevano i Signori, maffimamente quando non aveano ancora il Palazzo di Piazza folamente terminato circa il 1300. Nei maggiori Conilglf adunque , non avendo la Città Salone capace in S. Piero Scheraggio trattavanfi alcu- ne volte i più gravide pubblici aria ri di Pace, di Guer- re, e di Riforme. E memorabile fu V anno ^292- per la unione in quefta Chiefa di buoni Uomini Mercatanti, ed Artefici defiderofi della pace interna , dei quali fu capo: un Uomo valente Popolano , detto Giano della Bella , ed a quefta kga celebrata in S. Piero Scheraggio fi deb* bon le Leggi nuove contra de* Grandi , iiccome il principio del Gonfalonieraro di Giuflizia aggiunto ai 6. Priori da mutarfi di Sefto in Seflo, per tempo di due naefi >.-. « quivi a fuono di campana al nuovo eletto Gonfaloniere davafi il Gonfalone , che era la Croce v&imiglia in campo bianco . Ma perchè le fuddttte^ novità non potevano piacere ai Grandi ; qui pure, co-" me dice l'Ammirato Lib. 4* feguì, che Betto Frefcobaf- di uno de' più potenti , e pieno di aftio contra del Popolo , avendo aflalito Giano della Bella , e prefolo pel nafo , lo minacciò di tagliarglielo , fé più a- veiTe ardito di cozzare co i Grandi. E per la vicinan- za di quefta Chiefa ai Signori anche dopo la erezio- ne del Palazzo trovo , che in etfa furono fatte folen- ni funzioni dalla Repubblica , come nel 1374. i nuovi Priori col Gonfaloniere , che era Filippo Baftari, vol- lero ivi prendere il portello del futuro Governo j con le folite pubbliche cerimonie . E nel 1509. in quefta Canonica pure furono alloggiati gli Ambafciadori man- dati da Pifa , la quale ridotta alle ultime eftremità dal- li attedio de' Fiorentini > fpedì otto de' fuoi Cittadini a da-
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a dare le più umili foddisfazioni a Firenze . Co/to-
ro prima ricevuti furono come ortaggi , pofcia ritorna- ta Fifa alla ubbidienza de' Fiorentini , ebbero da Fi- renze in tale alloggio tutti gli onori . Vili. Ma feguendo l'incominciato difcorfo circa.,
le memorabili funzioni fatte in quefta Chiefa , egli è fuori di dubbio > che S. Antonino Arcivefcovo vi pre- dicale più fiate a numerofo concorfo di Popolo, corL. frutto grandiflìmo fu quello iteflfo Pulpito prefo a* Fie- folani, di cui a fuo luogo ne faremo dimoltrazione in rame . Solenne pure fu 1* atto Pubblico dei Canonici Fiorentini in S. Piero Scheraggio radunatiti nel 14S8. per dare 1'efecuzione, e confenfo alla fondazione de* Canonicati nella Chiefa di S. Miniato al Tedefco con- ceduti per Breve del 1487. da Innocenzio Vili. Di que- lla afìfemblea trovafi nell* Archivio del Capitolo Fioren- tino uno Strumento rogato da Ser Domenico di Ser Antonio di Giovanni da Figline in Mde S. Vetri Sche- radii 148S. 30. luliì die lowis ; e nel Breve accennato di Papa Innocenzio leggefi nominato efprefsamente Pan- dolfo della Luna Canonico Fiorentino , il quale era.. Priore di S. Piero Scheraggio , come fi può oflervare dal fuo fepolcro ricco di marmi appiè degli fcalini del- la Tribuna con la fua effigie in bailo rilievo, che lo me- ritò per i molti .benefizj fatti alla fua Chiefa . Erede egli di fua Madre Caterina Quaratefi , come apparifce dal teftamento rogato da Ser Piero di Bruno Corbolani , tutto egli fpefe in ornare , e relìaurare la fua fa era Spofa , alzando Altari , e rinnovando tutta la Tribù- na , ove fi vede V Arme fua affififa in più luoghi 5 ed al fuo Sepolcro quelto Epitaffio : , PANDOLPHVS . LVNA . HONORIBVS . ET . GENERE.
CLARVS , SINGVLARI . PIETATE . SACERDOS . SIBI.
POSTERISQVE . POSVIT . AN, SAL. MDVII.
Vili. E giacché fiamo entrati a ragionare dei
Priori, de* quali lungo } e ragguardevole è il novero, ben*
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benché macchiato dalla memoria deli* empio , e facrilego
Incendiario, che nei 1304. a' io. di Maggio diede fuo- co a Firenze , cominciando l'incendio da Calimala, e preieguendo per Mercato Nuovo, e il Ponte Vecchio; dal quale torcendo dietro a S. Piero Scheraggio le fiamme afToibirono tutto il midollo della Citta , coli' arfione di 1700. Cafe , che andarono in cenere , con immen- fe Mercanzie , Ricchezze , e Scritture : U Incendia- rio così famofo , nemico sì fiero della Patria e Ghi- bellino arrabbiatiffimo fu Neri degli Abati Priore di S. Piero Scheraggio . Ma per coprire un nome così odiato da tutte le Storie Fiorentine , farò cjuì glorio- fa rimembranza di altro Priore, onore non folamen- te di quella Chiefa , ma de' Canonici Fiorentini , e_* de' Vefcovi : Quelli fu Filippo di Neri di Filippo di Guido deli* Ancella per molti meriti da Clemente.. VI. nel 1349. fatto Vefcovo di Ferrara 2 e dopo po- chi anni di governo di quella Sede , trasferito al Ve- feovado di Firenze . E fé il Cerracchini dice di non avere di quello Vefcovo, e Priore trovata altra noti- zia, io avrò il piacere di aggiugnere alcune memorie, e primieramente quella , che Franco Sacchetti riporta nella ftia Novella 171. cioè, che Filippo dell' Antella facelTe in Duomo 1' Altare di S. Baftiano } mercecchè egli fu che di Roma porrò il Dito di elfo Santo dona- to alla Cattedrale. All'Ammirato debbo grado di queil* altra onorevole memoria , cioè che dal Capitolo Fioren-; tino folle eletto per fuo Vefcovo fino dopo la mor- te- di Francefco Salveftri da Cingoli ; e febbene per allora non fu confermata la elezione da Papa Clemen- te VI. che fece Vefcovo-Angiolo Acciainoli , tuttavol- ta Filippo fu in grande estimazione prelìb i Pontefici , concioiìacofachè egli da Papa Benedetto XII. fu fatto Pit- tore della Provincia di Romagna, ed eflendo già Vefco- vo eletto di Ferrara nel1349. Amhafciadore del Papa ven- ne a Firenze. Finalmente dovea il Cerracchini fapere Vi ingreflb folenne , che fece Filippo nel prend ere il pofielfo della Chiefa Fiorentina, voglio, dire la celebre ': ' ceri- |
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cerimonia di fpofare la BadeflTa di S. Pier Maggiore
nel 1358. come fi legge nel Protocollo primo eli Ser Lorenzo di Ser Tano da Lutiano nell' Archivio Ge- nerale Fiorentino . Il fuo primo Vicario Generale fu Metter Giovanni Albergati di Arezzo, che poi fu Ve- feovo di quella Città . E fi corregga il Guarini Scrit- tore delle cofe di Ferrara 5 il quale con folenne sba- glio fcriHe } che Filippo era Franzefe, errore feguitato da alcuni Scrittori ed eziandio da, Pittori nel chiamar- lo di tal nazione, fotto i ritratti del medefimo . Né pof- fo tralafciare di rammentare un altro antico Priore , che fu Vicario Generale del Vefcovo Fiorentino Fra Iacopo da Perugia . Quelli chiamafi in molti codici Prete Gio- vanni , il quale io trovo teflimonio del PorTefTo , che il fuddetto Vefcovo prefe in Duomo, leggendoli neirAr- chivio del Capitolo Fiorentino cosi : 1286. D. Johan- nes Vie. JD. Fra. lacobi de Ferufio Ord. Predio, fuit te- Bis in inBrumento ^ojfefflonis fatle a diclo Domino E- pfcopo . Ed ivi pure al numero 17. trovali Giudice di una lite tra il Vefcovo Fiore ntino ) ed i Confoli di Calimala , con la feguente fentenza : D. lohannes Tri- or S. Tetri Scher. fententia'vit $$t laudaijit ^vigore com- pomijjì in eum fa&i, fer Dominurn Francifeum Epfcopim Fior, ex una parte 5 é^ Confules Mercatorum Kallifmale ex altera , quod deberent folijere ditìo Domino Epjcopo quamdam fummam é"c. Carta manu Ser Mi ni a ti s olirne lacobi an. 1296. Di molti altri Valentuomini, che furono Priori di quella Chiefa llimo bene di tacere , pofeia- che nel 1581. anche quello titolo antichiflìmo ella per- dette con le Cafe del Priore, e de* Canonici, ciò che fu parte delle molte deplorabili vicende accadute a. que- lla Chiefa , le quali faranno della feconda Lezione 1* argomento • ■'''■•?"' '■ :.; "* " • "' ■' '"$■ ''"'*.". V'' ' .' ■' '".■■''' '■"'., • ' ■(.' * $ ■■■;--' ■■ ■•'•■; f. ■" ■" "•* i'1.. '"j ■[■
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DELLA CHIESA DI SAN PIERO SCHERAGGIO.
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I. i^^^^^^Er ravvifare lo flato prefente della..
Chiefa di S. Piero Schei aggio tsu
d' uopo j che noi cerchiamo la più bella, e maeftofa fabbrica di Firenze, che fono gli ufizj da Cofimo I. nel 1561. fabbricati con la grandiofa , e , r profittevole idea di radunare in un lupgo fo0 tutt'i MagiUrati , che fparfi erano per la
^uta . li difegno è di Giorgio Vafan Aretino, il qua-" A]fm0rn0Dne1-1574, lafdò Ja §loria di terminarlo ad
Aitonio Ungi • e quanto più ammirabile è quello E- dirizio, ed abbondevole di Marmi , di Logge , di Co- lonne , e di Statue , altrettanto fpogliata di fue aiiti- ZL\tZ1C >. e £ePoìta in un an8°l° di tale ragguar- lor rrfi0gglft0 è la Chiefa di S. Piero. La lunghezza Inni I • l bracda 2*6' ^ facciata full' Amo CrL 6°- le lo£Se nei d"e ^ti lavghe fono rXf/l' VI' pure di latghezza fono i vani di di-
colonn! Alxhì Sf™™ da pilaltri , e di Smezzate
colonne . Clafcun pilaftrQ ^^ ^ rliia nPrTla va8he22a evv* un ornamento di nic-
Fim-enr?n7 Tf* coiJocare 1* Statue de' più illulhi &\l "' finora è vifibile la Chiefa • onde pio- la fabbnr ? ^ degH UfiaÌ vedremo ^ tettata del-
bimrn rlnl '"t \ e%iat0 in una Statua di marmo boloon, IT HC°n ° fcettro in «nano, opera di Giam- b 5il2 h altfe SlatUe b^hiflìrne giacenti in Toc fitte dv raPPrefentanola Giuttim, ed il Ri- gore latte da Vincenzo Danti Perugino , e belliffime . fono
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Il
fono le molte colonne, e grazio/i gli architravi, fregj,
cornici di pietra , che intorno intorno rigirano tutta l'opera. Le-pietre fono così belle, e leggiadre, che non cedono gran fatto al marmo, né cercando io per ora di falire agli alti appartamenti della Galleria ric- chiffimi di maraviglie, oilervare mi piace la forma delle logge, che è Dorica robufta , e condotta con fomma bellezza, e comodo alla Refidenza di tredici Magiftra- ti5 l'uno con l'altro continovati, ivi in poco fpazio tro- vandoli quello, che fa di bifogno alle Gaufe. Il tutto per comodità pubblica , come fu fcritto in medaglie gettate nei fondamenti ai 14. di Luglio del 1561. giuria un Dia- rio nella Libreria Magliabechiana , delle qdfeji meda- glie alcune fé ne trovano in mano degli Studiofi, e qui noi una ne effigiamo in rame , in eifa vedendofì da una par- te il ritratto di Cofimo con l'anno 1561. e nel rovefeio la veduta degli Ufizj con queiie parole ; Publicae C'ommodttati. |
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I 2/
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mezzo a due Nicchie? e quefto appunto è V ingrelTo in
San Piero Schei-aggio, ove noi entrando benché ravvife- remo ia Chiefa diverfa da quella che fu, a cagione di fue vicende, rifcontreremo i pochi, ma preziofi avanzi della Aia illutfre antichità, ed infiememente alcune reilaurazio- ni, dcìk quali Tappiamo grado a' Padri Inquisitori di Firen- ze , predo cui trovafi il Padronato di quella Chiefa . IL E la prima decadenza , o fivvero ingiuria, che patì guerra Chieta , io la ravvifo circa il mcclxxxxvili. quando la Repubblica col modello di Arnolfo di Lapo determinò di fabbricare un Palazzo al Supremo Ma- gistrato del Popolo , il quale per 1' avanti era folito radunarfi o nelle Chiefe 5 o nelle private Cafe , maf- fimamente in quelle de' Cerchi dietro a S. Romolo ; ma perchè pieno il fico, dove il Palazzo fi dovea edi- ficare , erano (tate le cafe degli Uberti Rebelli, e Ghi- bellini, e perciò dai Fiorentini diroccate, e fattane Piaz- za, e perchè viviflìmo era tuttavia lo sdegno del Popolo contra quella Famiglia , non fu permeOTo all'Architetto, che nella edificazione del Palazzo punto toepafle, ne oc- cuparle ;dèl"fùolo delle dette Cafe, onde fu'necerTario il farlo yicino alla Chiefa di S. Piero Scheraggio ^talché fu d'-uqpo col tempo atterrarne una Navaca . Ma fé quella rovina accadere in occafione della fabbrica del Palagio, o pure molti anni dopo , io fio forte in_. dubbiq/; tutt^pka riporterò quanto mi fono avvenu- to fin "qui a tfoyare di documenti , c|an" farvi alcune rirleffioni ,\ Giorgio Vafari nella Vita di Arnolfo fcri- ve come apprretfò ,, Potette tanto la feiocca caparbietà „ di alcuni., che.non ebbe forza Arnolfo per molte f) ragióni, che 'allegalTe, di far sì , che gli fu/Te conce- }, duto almeno mettere in ifquadra il Palazzo , per j, non aver voluto chi governava , che in modo ne[- „ funo elfo avelie i fondamenti in fui terreno degli U- „ berti Rebelli , e piuttolto comportarono, che fi get- „ tafle per terra la Navata di verfo tramontana di S. », Piero Scheraggio 3 che lafciarlo fare in mezzo alla., h Piazza con le fue mifure „ Fin qui lo Scrittore del- le |
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]e Vite de* Pittori : ma che pofTa eflerfi ingannato il
Vafari , io fotte ne dubito . E per palefare i motivi del mio dubitare , la difcorro così . In primo luo- go fi vede il Palazzo dalla banda della Chiefa in tale diftanza , che non era necerTario abbattere una Navata per fabbricarlo ; imperciocché chi bene o (Ter va io fpa- zio, che vi è di mezzo , troverà effervi luogo ad una comoda via , che dividere poteva dal Palazzo la Chie- fa : In fecondo luogo dico non eflere credibile 5 che foffe nel 1300. cosi danneggiata la Chiefa ; Conciofia- cofachè fino al 1400. fecero i Signori in eflfa tante folenni funzioni dagli Scrittori narrate ,■ e niuno di co* fioro nel raccontarle parla di quefta deformità } che_» grandiffima farebbe Itaca, vedendoli celebrare pubbliche magnifiche radunanze in una Chiefa mutilata , dirò co- sì , di un fuo braccio. In terzo luogo notili , che il Baì- dinucci, che fcriffe dopo il Vafari della fabbrica del Palazzo Vecchio, in niuna maniera accenna in queir anno la difgrazia di San Piero Scheraggio. Quindi fem- bra più credibile ciò che feri (fero e Stefano RorTelli nel fuo Sepoltuario , e Leopoldo del Migliore nei fuoi manolcritti. Quell'ultimo liabilifce la demolizione del- la Navata nel 1410. come appreso „ Ma effendo nell* „ anno 1410. di Novembre prevaluto appreffo a quelli} „ che fede vano 5 il comodo della fabbrica magnifica , „ che l'accrefcimento facro alla Cala di Dio, le deino- ,, lirono una Nave di. verfo tramontana „ Notifi il co- modo j quafi egli volerle dire, che di qualche feomodo folle al Palazzo Pavere a ridotto queita Chiefa. E Ste- fano Roffelli ancora più chiara ne dà la cagione co- sì ,, Effendone circa 300. anni fono ftata levata la Na- 3, ve verfo Tramontana per allargare la ftrada, che paf- „ fa tra quella, ed il Palazzo de'Signori „ Ma , o fof- fe la rovina un fecolo prima , o un fecolo dopo, la ve- rità è, che San Piero Scheraggio, perdette la bella an- tica maeftofa forma di Bafilica . E per non tralafciare il modo tenuto dalla Repubblica nel demolirne la Navata , deve faperiì, che i Signori ordinarono la rerraurazione della
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della Chiefa, o iflwero'la uniformità, mercecchè con
due Navate effendo una irregolarità troppo deforme, la riduffero da tre Navi ad una fola . Quindi chiufa JaNa~ vata di mezzodì , con dar luogo da quella parte.» ad una Compagnia, la quale durò a ftarvi fino che per la fabbrica degli Ufizj cedette elfo luogo al Magiftrato dei Nove , che ha alcune ftanze contigue a muro a mu- ro alla Chiefa prefente, ed in effe fi vedono alcune ve- fìigia della Compagnia . Irreparabile però convien dire, che /offe la perdita delle pitture a frefco , e delle lapi- de fepolerali antiche, che erano nelle Navi levate via. III. Ed in quanto ad altre funefte vicende mi oc-
corre di notare , che ridotta la Chiefa ad una propor- zionata Nave ) tuttavolta faceva bella comparfa di log- gia » di campanile , e di Canonica; quando nell'anno 1561. fu corretta a lafciarfi fpogliare anche di queiti ragguardevoli avanzi di fua antichità ; Concioffìacofachè avendo il Duca Cofano [. determinato di fare la fab- brica degli Ufizj loprallodatì, per formare quel vago Teatro, che in oggi fi ammira, ordinò non (blamente di abbattere e cafe, e Canonica , e campanik, « loggia di San Piero, ma dì fare anche un brutto taglio alla Ch.efa verfo la porta, ed in quefta occafione fi perdet- tero e Caroccio di Fiefole, che era un bellJ ornamento dclh facciata, e molte fepòlture di Uomini illuftri , maf- fimamente quella del Cecca famofo Architetto dell'età fua, nella quale leggevafi quefta ifcrizione in marmo ; PABRORVM MAGISTER CECCA NATVS OPPIDIS
VEL OBSIDENDIS VEL TVENDIS
MIC IACET. VIXIT ANN. XLI. MENS. IV.
DIES XIV. OBIIT PRO PATRIA TELO ICTVS
PIAE SORORES MONVMENTVM FECERVNT
AN. MCCCCLXXXXIX.
Ed alla Parete eravi il buffo del medefimo *
IV. Ma tornando alle vicende di S. Piero mi refta
a rammentare l'ultima del 1581. che fu la perdita dell'' lus
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Ius Parrocchiale j e del titolo di Prioria, quello pacato
effendo alla Chiefa di San Remigio , e la Parrocchia re- cando divifa,, con darne una porzione a Santo Stefa- no a Ponte , e altra a San Remigio . Laonde ridotta a femplice benefizio da Gregorio XIII. con Bollai del fuddetto anno fu alfegnata per mantenimento del Padre Inquifitore di Firenze, a lui pure dando Plus Pa- dronato della Chiefa di S. Lionardo in Arcetri, che anti- camente era di dominio de* Priori di S. Piero Scherag- oio , come coffa dall' Archivio dell' Arcivefcovado , ove ìeggefi una prefentazione del 13*52. ai ri. di Gennaio fat- ta di un certo Mefs. Adamo di Piero dai Priore, e Ca- nonici di quella magnifica Bafilica , dove farà oramai tempo , che entriamo a ravvifarne alcuni avanzi con- fervati dalla diligenza degli Inquinatori. V. E primieramente a manritta entrati incontria-
mo la Cappella de* Sangalletti, inoggi parlata nei Coc- chi Donati, molto lodata eiTendo la tavola opera di D. Lorenzo Camaldolenfe , che vi ha dipinto Mari'a^. col Bambino con alcuni Santi, e a quefio Altare nel dì 7. di Gennaio evvi obbligo di far celebrare alcune Mef- fe, ed una Cantata coir intervento del PorTeflTore della Commenda Sangalletti, intitolata Santa Gonda , e fi deb- bono diitribuire a 40. Poveri fette foldi a ciafeuno per teitamento di Monfignor Guglielmo Sangalletti Teforie- re, e primo Cameriere di San Pio V. e il Teitatore vol- le , che a quefta Fetta ci folle il Cancelliere, che rogaf- fe l'atto di eiferfì ogni cofa adempita, e di tutto ciò e- ravi in Sagrefiia una memoria in tavola, che diceva co- me appreiìb : ,, A Gloria di Dio fempre laudato , temuto, e rin-
i3 graziato „ „ Adì VII. del mefe di Gennaio . Si deve cele-
„ brare nella Chiefa di S. Piero Scheraggi di Firenze „ un Anniverfatio funerale , con Meik Cantata , e__, „ Meffe quattro piane alla Cappella della Famiglia de* 5, Sangalletti antichi fepoltuari in detta Chiefa. Ed in >, detta mattina fi debbano distribuire numero XL. eie-, Xx*\J
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„ moflne di (oìdi VII per ciafcheduna a XL. dei più
„ Poveri mendicanti della Città , e tutto in fufTragio „ dell'anima di Monfignor Guglielmo Sangalletti , alla „ qual funzione deve intervenire quello , che in detto „ tempo farà Commendatario della Commenda Sangal- w letti nella Sacra Religione de* Cavalieri di Santo Stefano, „ e tutto in conformità del Teftamento di detto Mon- „ fignor Sangalletti. Rogato..........in Roma
....... cididlv. „ La feconda Cappella è detta della
Ninna, o della Madonna del Cantone, alla quale evvi u-
na Immagine di Maria creduta dipintura di Cimabue in un ovato collocata, con all'intorno Storiette dipinte, non fo da chi. Segue la terza Cappella del Marchefe Ri- nuccini , che prima era de* Benvenuti, leggendofi nel catafto dell'Arcivefcovado 1725. „ Cappella della Vifita- „ zione , o fia Altare di Mona Agnoletta Benvenuti ,, così pure fra fcritto alle Decime Ecclefiaitiche , e nella tavola Filippo Lippi dipinfe Maria > S. Francefco, l'Ar- cangelo Raffaello, ed una Santa genufletta, nella quale fece il ritratto di Agnoletta Benvenuti. L'ultima Cappel- la da quefta parte è di S. Antonio da Padova, tutta etfen- do di maniera moderna , fatta fare da i Padri Inquifitori; e voltando a fi ni /tra , la prima airingreifo era de'Carne- fecchi Duranti, ma di prefente è dell'Arte de'Mercatan- ti con una Tavola antica alla Gottica , e Mariano di Neri di Durante nel ic\6i, lafciò due Doti di io. fio- rini d'oro alle Fanciulle del Popolo di S. Piero Sche- raggio per teftamento rogato da Ser Pietro da Fi- renze . Dopo quefta viene la Cappella dello Spedale di S. Maria Nuova , come lo dimoitra 1' Arme , che è una gruccia : quivi Totto detto del Nunziata fece il Quadro, ove fi rapprefenta Maria col Bambino , e_. S. Baftiano , e fé il Vafàri dice , che fia tavola di Ri- dolfo del Ghirlandaio , fi può rifpondere , che forfe^ quefti come Maeftro averà aiutato il fuo Difcepolo . Viene la terza, che è dei Buonafede, con all'Altare u- m Nunziata , e vi fra fcritto appiè „ Francefco Bri- ,, ni Madonna S. Maria delle Grazie ,, Segue pofeia nel- |
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V altra Cappella de' Caftellani la tanto lodata opera di
Francefco da Poppi , che rapprefenta sì bene la Pu» rificazione di Maria , della guaì tavola Raffaello Bor- ghini, non per cenfurare , ma per ifcherzo, nel fuo Dia- logo nota 5 che Anna Frofetejfa dal Vangelo dataci per ^vecchia ) al Tofp > che era giovine , piacque di far- la giovanetto 3 e affai bella . Più oltre falendo due-, fcafini fi trova un' ampia Tribuna coir Aitar maggio- re in ifola , rinnovato di alcuni ornamenti lavorati da Giufeppe Penni nel 1743. Di antico vi fono le Pre- delle in due ordini , nel primo de' quali veggono* Sto- riette della Vita di S. Piero dipinte, fu creduto , da Giotto, e nel fecondo altre minute figure , diconfi fatte dal Poppi . Né fi irahki di offervare intorno intorno alla Tribuna nella parete le Armi della Lu- na : dalla parte dell' Epiftola evvi una Porta , che_, conduce per ifcala nella Corte a Levante , che era^. antico Cimitero , ove trovanfì alla muraglia lapide fepolcrali vetufte , ed in un canto un Sepolcro fppra terra dei Caftellani con ifcrizione , e fu di una por- ta il Sagreitani dipinie a frefco un* Immagine di Ma- ria . Da quefta Corte fi entra nella Compagnia degli Stipendiati , ove è collocata full' Altare una Tavola af- fai bella, e quefta Compagnia è confacrata . Vf. Ma risalendo in Chiefa vediamo alcune lapide,
che fono nel pavimento , alla porta trovandofi un bel marmo fepolcrale di Siìveftro dì Michele Nardi avo dello Storico , e dice ; HOC EST SEPVLCRVM SILVESTRIS MICHAELIS NARDIj
ET SVORVM QVI OBIIT ANNO DOMINI MCCCC DIE XXV MENSIS IVXH • E più innanzi in mezzo del pavimento vedefi nobile
lapida di marmo con Epitaffio a Lorenzo Gori , co- me apprefìo : Tom. L Par. IL C D. O. M.
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IAVBENTIO CORO CIVI OPTIMO
SIBI ET POSTERIS
ZENOBIVS FRATER PIVS COND1D1T. NATVS QVATVOR
£T OCTT^GINTA ANNOS . OBIIT KAL. APR.
ANNO SAI. NOSTRA MDI.
A quefta fegue altra de'Migliorati, e pofcia il Sepol-
cro col bario rilievo rapprcfentante Pandolfo della Lu- na Priore , e Benefattore infigne , come già fi è detto . Mancano molte memorie di Nobili Uomini delle pri- marie Famiglie della Città flati quivi anticamente tu- mulati , le quali fono andate male ; come trovo effe- re avvenuto particolarmente alla Sepoltura de' Conti Guidi > reitandovi alcune Armi degli Alberti, dei Buo- naccorfi, dei Baroncelli, di quei del Vernaccia , dei Fili* berti, e dei Talani appiè della Cappella di S. Antonio da Padova , ed in un corridore del Cimitero . E per fi- ne aiTembreremo. i pezzi del Pulpito , o fia dell' Am- bone , che fi dice portato da Fiefole infieme corr, c]ue* marmi , e rilievi , che rammentano Gio*. Villani , e Scipione Ammirato; ma quando non folfer di Fiefole, certamente fono lavoro vetultiilìrno > ma goffo affai . Tre adunque notabili frammenti di elfo formano inoggi il Pulpito di quefta Chiefa , e tre altri fono murati nella Compagnia degli Stipendiati , veggendofi in elfi effigia- ti alcuni Mifierj della Vita di Gesù Crifio in baf- fi rilievi ; mi difpenfo dal farne una verbale definizio- ne , meglio fupplendo il Rame , nel quale mi è pia- ciuto di fargli incidere a cagione , che fi vegga la ignorante maniera degli Scultori del Secolo IX. o di quel torno. Sotto ciafeun mitrerò eravi un verfo , in- oggi però tre foli ne leggiamo, e dicono come fegue: Tres trié dona fernnp + trinum de Jìdere querunt,^
Nobìs admìxtum cernunt ammalia Chrìftnm^ Angeli pndentem dcpnnnt cun&a gereatem. VII. Ma
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mndel^u^m^o c& q/> 'U^ie^o U^S
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VII. Ma giacché di fopra fi è nominato il Palazzo)
e Piazza principale de5 Signori , che furono la prima cagione delle vicende di S. Piero Schei-aggio, mi giova di qui foggiugnere le ricchezze di Statue , e di Pittu- re , di cui adorne .veggonfi e If uno , e 1* altra ; e in_. primo luogo riferirò fommariamente quanto ne feri fie- ro nelle Bellezze di Firenze Francefco Bocchi , e Gio- vanni Cinelli a pag. 71. e fegg. E però facendoci dal* la Piazza ©(Ferveremo le Statue , le quali per k bel- lezza , ed artifizio rendono quello luogo fopra ogni al- tro memorabile : la Giuditta adunque nel fuo Sembian- te graziofa , non folo è ammirata dagli Artefici per la vivezza , che nella Donna apparifee , e per 1' ani- mofità del volto ne ILI uccidere Oloferne , ma per le_> membra verfo di fé naturali rifpondenti al corpo, a cui fono vivamente congiunte : le orla , la carne fono con dolce maniera poire a i fuoi luoghi , e con mor- bidezza tale , che nel bronzo fon vive , e nel!" equi- voco paiono vere , e benché a prima vilia fembri ad al- cuni troppo confufa nel panneggiamento , pure è lo- data dagli intendenti e della femmina la grazia, e Pub- briachezza di Oloferne ; onde Y Artefice , che non ufa- va nelle fue fatture mettere il nome, in quefta figu~ ra.v' intagliò querce lettere : DONATELLI OPVS . Il Davidde , che è fulla ringhiera vicino alla Portai del Palazzo } è di mano di Michelagnolo Buonarroti , e quefta è quella Statua tanto famofa al Mondo , e nobilifFima per 1* artifizio , e più che più perchè era egli di età di 29. anni quando fece sì raro lavoro: Niuno vide mai pofamento di piedi così leggiadro , e così virile , unione di membra così naturale , fattez- ze di perfona così belle , portamento di vita così e- roico , volto di coilume sì dolce > né atti di braccia, di mani, di gambe sì vivi ; elFendo andato cotanto in alto il fovrano artifizio di quella Statua, che perav- ventura non è piccolo lo fpavento , che hanno i più accorti Artefici, quando mirano 1'ec,ceflìva.t induftria di opera tanto mirabile . Appreso in fui canto del mede- C 2 fimo
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fimo Palazzo fi veggono Ercole , e Cacco fatti amen-
due con (ingoiare itudio da Baccio Bandmelli , il qua- le fenza perderti d* animo pel confronto dei foprallo- dato MicheJagnolo, fi rhife all'opera , e col fuo mol- to fapere operò in guifa , che nluce non telo 1 in- àutìna fua , ma con fomma gloria gareggia noDilmen- te coli' emulo vicino : Così bene avea il Bandi nello contemplato nella Notomia del corpo umano, che con felicità portò nel marmo quello , che intendeva dal- la natura , veggendofi in quelte due figure a maravi- glia efptelTo , come le offa con la carne, i nervi con fé membra fieno congiunti , come fi faccia il moto del corpo umano , come dal moto procedano le at- titudini, e come il portamento della perfona fi gover- ni . Vedefi adunque il gran coraggio nel volto di Er- cole , della tefta il vigore eroico , delle braccia , del petto , e delle gambe la fortezza . Di Cacco altresì fono tremanti le membra 5 sbattuto in terra , e pare, che con viva movenza elfo afpetti dal fuo nemico il oaitioo , che per lo furto ha meritato . E fé criticato fu V Artefice per efler le braccia d' Ercole amendue bafTe fenza quella fierezza , che in fìmile azione la^ bifogim richiede, fi difendeva egli dicendo , che il di- fetto* procedeva dalla fcarfezza del marmo , e che^ Cacco ellendo già fuperato , non avea dJ uopo Ercole di più fiera attitudine. Del Bandinelli pure fono i due Termini dinanzi alla Porta del Palazzo, fópra la quale nel 1527. fu collocato il nome di Gesù , con queife lettere ; IESVS CHRISTVS REX FIORENTINI POPVLI
S. P. DECRETO ELECTVS Vili. Ma girando noi rocchio intorno alla Piazza ve-
dremo fono un arco della loggia de' Lanzi il Perieo di bronzo con fotto il corpo di Medufa fatto da Ben- venuto Cellini > le fattezze di Perfeo apparirono vive, parendo 3 in un certo modo di dire , che tutto fi muo- va > |
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va i e {la naturale > e non finto ,* di Medufa il corpo
benché fpogliato di fpirito , e privo di azione , fa tuttavia rifoyvenire di quelle qualità graziofe , quando era vivo . Se poi fia giuria la critica, che ne fa il Ci- ucili , in volendo , che il Perfeo abbia le braccia trop- po grandi , io mi rimetto agi' Intendenti ; e pallerò ad oifervare il maravigliofo gruppo di tre figure di marmo lavorato da Gio: Bologna ,- a confufione de' fuoi emuli , i quali non potendo negare , che in far figure di creta , di legno 3 e di bronzo non fofle rarifTimo , lo credevano però incapace di faper lavorare le figure.» grandi di marmo . Egli adunque punto dallo fprone della virtù , e dell* onore , fi difpofe di moftrare al Mondo in quello gruppo, che non folo egli valeva in far le Statue di marmo ordinarie , ma eziandio molte in- ficine , e le più difficili , che far fi poterlero , ed a* vendo quafi a fine condotta queir' opera maravigliofa -> nella quale finfe folo per inoltrare 1' eccellenza del- l'arte, e fenza prefiggerli alcuna iltoria , un giovine.* fiero , che belliffima fanciulla ad un vecchio rapilTe , da Monfignor Borghini addimandata fu il ratto delle Sabine , e meglio non poteva efprimerfi nelle tre fi- gure , o fi voglia la manchevole vecchiezza , o la ro- bulla gioventù , o la delicatezza femminile. Onde per render chiara la Storia, l'Artefice viaggiunfe il ratto di altre Sabine in un baffo rilievo di bronzo incaricato nella bafe , ed è quello uno de' più ben intefi lavori, che ufeifle dalla mano di così bravo Scultore, Né dis- dice qui fare una breve digreflione ad una moderna lapida collocata nella tettata di quella Loggia, nella_, qual lapida evvi incifa una bene Itudiata Ifcrizione fatta dal Chiariflìmo Sig. Dott. e Teologo Imperiale Gio- vanni Lami, avendoci Egli racchiufo le fagge Ordina- zioni deìì'Imperator Nofl.ro FRANCESCO I. circa il nuo- vo regolamento , e dello Stile Comune nel contare dal principio dell'Anno, e degli Orivoli ridotti a batter r ore all' ufo Oltramontano ; la Ifcrizione è la feguente ; |
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IMP.
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IMP. C'AES. FRANCISCVS
PIVS . FELIX . AVG. LO THARINGIAE . BARRI. ET MAG^VS . ETRVRIAE . DVX . BONO . RE1P. NATVS . CVS POS . LIBERTATI^ . AMPLIFICATOR * PACK . CONCORDIAE . VINDEX . SECVLI . RESTITVTOR . HVMANAE . SALVl'IS . EPOCHAM . ANNOSQVE . AB . TVSCIAE . POPVLIS . DIVERSO . INITIO . COMPVTAR1 SOLITOS . AD . OMNEJVl . CONFVSIONEM . ET , DISC! RNENDAE - AETATIS . DIFFICVLTATEM . AWOLIENDAM . VNA . EADEMQVE. FORMA . ET . COM1VLVNIBVS . AVSPICHS . AB . VNIVERSIS .LECE . LATA . XII. KAL. DECEM-3RE1S . ANNO . MDCCXXXXIX. . INCHOARI . ITA . IVSSIT . VT . NON . QVFMADMODVM . PRAETER . ROM, 1MPERII . MOUEM . HACTENVS . SEBbVATVM . EVERAT . SED - VERTENTE . ANNO . MDCCL.. AC . DEINCEPS . IN . PERPETVVM . KALENDAE IANVARIAE .QVAE . NOVVM . ANNV1VI . APERIVNT . CAETERIS . GENTIBVS . VNANIMI • ETIAM . TVSCORVM . IN CONSIGNANDIS . TEMPORIBVS . CONSENTANE . C&LEBRARENTVR . IX. E ritornando ora alle Statue della Piazza , vedefì
fopra un'alta bafe collocato il fimulacro di Co/imo I. Granduca di Tofcana a cavallo, fcolpito in bronzo dal fuddetto Gio: Bologna : Il Principe fembra , che con^ molta amorevolezza parli al Popolo, fpirandò nel gra- z'ofo fembiante un' amabile maetìa , ed il Giannetto di Spagna pare 5 che fi paoneggi di aver fopra il dor- So un Signore sì magnanimo , e sì grande . Vaga è la movenza di amendue quelle Figure con i panneggia- menti ben intefi, ed ogni parte ben comporta . Que- llo Cavallo pefa libb. 15438. e la Statua di Cofimo fe- dente libb. ni6. Né fi poflfono tralafciare i tre baffi rilievi pure di bronzo , che adomano la bafe , veggen- dofi in quello a manritta il Granduca appiè del Som- mo Pontefice y che fiede in maeftofo trono circondato da Porporati } e da molte altre Ecclefialtiche Perfone , men-
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mentre dona a Cofimo la coronarla clamide, e lo fcettro
reale ; e notili, che S. Pio V. nel giglio rodo polto nella corona , volle, che vi fi feri veliero quelle parole ; ' ì '■'.
FIVS V. P. M. OB N1MIAM DILECTIONEM'
AC CATHOLICAE RELIGIONIS ZELVM, PRAECIFVVMQyE IVSTITIAE STVDIVM DONAV1T. Sonovt nel medefimo rilievo in alto figurati certi bal-
latoi , fopra de' quali alcune figurine fuonano divertì finimenti molto acconciamente ordinate , ed intorno ritratto al naturale fcorgefi un Nano ,. che ferviva in_. quel tempo l'Altezza Sua: Nel fecondo a mano man- ca fi rapprefenta il trionfo de' fuoi nemici riportato da Cofimo , che vedefi fopra di un Carro ,. al quale-, vengono legati parecchi Capitani da elfo fuperati , e vinti . Vaghe fono le Milizie equeftri, e le Fanterie» che lo accompagnano , facendo una bella profpettiva alcuni Nobili a cavallo in atto di vederlo paifare . Nel terzo , che guarda a Levante , è figurato il Senato Fio- rentino , quando lo creò Duca della Patria , ed il tut- to è così ben intefo , che forza è confettare avere que- llo Artefice ne' baffi rilievi fuperato tutt* i moderni. X. In fui canto finalmente del Palazzo dalla banda
verfo tramontana fi vede la Fonte, fatta dal Duca^. Cofimo col difegno di Bartolommeo Ammanitati , sì va* ga , e sì bella , che nell* apparire in fulla Piazza torto V occhio fi empie di vaghezza , e fi fa lieto nell' uo- mo ogni fenfo per la varietà de' leggiadri ornamen- ti , e delle mirabili figure grandi, e piccole : Il Net- tuno? il quale è alto dieci braccia » e d' avvantaggio > morirà per fuo diporto di andare fpaziando tra l'on- de j tirato acconciamente da quattro Cavalli 3 due di marmo bianco , e due di mi/Ho con viva maniera . Il gran vafo , che ferve per mare 9 ove V acqua , che da alto cade , fi raccoglie , è fatto di otto facce di marmo rniltio ; nelle quattro minori fono collocati bambini di bronzo , e nelle maggiori rileggono quattro Statue di metal-
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metallo alte più del naturale rapprefenranti Teti , e
Dori , e due Dei marini , appiè de' quali fono otto Satiri parimente di bronzo affai bizzarri , che fanno il tutto cosi adorno , che più di vero non pare , che fi poffa defiderare. XI. Ed entrando nel Palazzo, è ben degno di notarli
quanta , e quale foffe 1' induftria di Michelozzo Miche- Tozzi nobile Architetto Fiorentino , il quale preveden- do la futura rovina di tutta la fabbrica, per efferi! le colonne del Cortile indebolite, e guafte , come fatte di mattoni , rifolvè di mutarle, ficcome fece , mettendo- vi quelle , che vi fono di prefente , di pietra forte di ordine Corinto , con la qual rifoluzione , che riufeì felicemente , fece reftare attonita Firenze tutta , non avendo la Fabbrica , né la gran Torre in menomiffima particella patito. Nel mezzo del Cortile dipinto alle pare- ti di varj ornamenti, fi vede una Fontana di' porfido , che getta acqua , dove avvi un puttino di bronzo , che tiene in mano un pefee , fatto da Andrea Ver- rocchio, ed in una nicchia del medefimo Cortile fiot- to la loggia eravi un* altra Statua di bronzo rappreferi- tante un Davidde con in mano la tefta del Gigante fatta da Donatello, ma fnoggi vi è l'Ercole di Vincen- zio Roffi da Fiefole . E venendo alla ficaia per falire_, alla gran Sala, egli è da fapere , eh5 effa fu col difegno di Giorgio Vafari ordinata con falita tanto piacevole, che prima fi arriva al più alto del Palazzo , che altri fi avvegga di effere afeefo . E piegandofi a man delira fi entra nella gran Sala , dove le Statue di marmo ver- fo la piazza fono, una di Papa Leone X., 1' altra di Clemente VII.e le due, che mettono in mezzo Papa Leo- ne , fono a finiftra il Duca Aleffandro , e a deftra^ Giovanni deJ Medici Padre di Cofimo , e di quello pu- re evvi 1* effigie in marmo dalla banda della porta , che mette in altra Sala , tutte cinque eflendo opere eccellentiflime del Cavalier Bandinelli : la Vittoria poi, che tiene fiotto di fé un prigione, pofta allato alia por- ta , che va alla Segreteria , è del divin Buonarroti . fatta
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fatta in Firenze da mandarti a Roma, per effere colloca-
ta alla Sepoltura di Papa Giulio IL Oltre alle Statue già dette trovanti numero fei gruppi di figure che rapprefen- tano altrettante forze di Ercole , affai maggiori del natura- le fatte dal foprallodato Roflì da Fiefoie , di cui fono altre XII. fatiche di Ercole, delle quali folamcnte fette ne ridufle a fine , e fei fono in quello Salone , ma, per- chè allato avvi la Vittoria di Mkhelagnolo , queite per- dono molto di pregio . Scefo la fcalmata altre Statuo s* incontrano , come Cofimo I. fedente, opera del Ban- dinelli, in fecondo luogo una femmina effigiata per la Vittoria • che conculca 1* Inganno , e Giovanni de* Medi- ci) e amendue fono di mano di Vincenzio Danti Perugino. XII. E venendo ora a dire alcunché delle dipintu-
re , principìeremo dal palco della gran Sala alzato non fenza grande ardire 12. braccia da Giorgio Vafari, il qua- le ne' quadri di quello palco, ne*tondi , e negli ottan- goli dipinfe a olio le nobili azioni della Citrà di Fi- renze , o fivvero de' Fiorentini le Guerre , le conquide , e le Vittorie, ed eziandio de* Medici le più illudi i im- prefe . Alle pareti in una facciata il medefimo Vafari rapprefentò la guerra di Siena, e la giornata di Marciano con terribile maniera , e nell'altra effigiò la guerra di Pifa , il tutto condotto con tale bellezza , che la Sala è commendata fopra quante fé ne veggono ne' più no- bili Palazzi , e fonovi ivi pure ai quattro angoli al- trettanta lodatiflìmi quadri , due ne fece Iacopo Ligoz- zi , e fono i 12. Ambafciadori Fiorentini mandati da_. divelli Potentati a Papa Bonifazio VIII. e S. Pio V. the dà a Cofimo il titolo di Granduca , i due altri fono uno del Cigoli , che dipinfe Cofimo riconofeiuto dai Senatori per loro Duca , l'altro è del Paifignano, che rapprtfema il medefimo Cofimo vellico dell' abito di Gran Maeftro della Religione di S. Stefano. Di Giorgio Vafari fono pure tutte le pitture delle otto iianze nuo- ve , che feguono in fui piano della gran Sala , e il fuddetro Vafari chiamò ciafeuna llanza dal nome de* più Illuftri, e Grandi, e Famofi defeendenti dal Gran Tom. I. Par. IL D Co-
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CofimoP.P. Ivi adunque vi fono dà o/fervarfi invi^zioni
così vaghe e capricciofe, che fenza fallo poifono efesia* re ogni animo quantunque bramofo folle di grandi co- fe, veggendofi molte ftorie degli Dei favolofi, nelle qua- li, comecché tutte fieno fondate in vanità, tuttavolta fi trovano morali fentimenti, e forti ilimoli di gloria . Nella Cappella ove udivano Metta i Signori tutta è di- pinta a frefco dal Ghirlandaio, evvi all'Altare e la Tavo- la di Mariano da Pefcia celebre Pittore dei fuo tempo, fìccome nella Cappella delle ltanze nuove vi è un Qua- dro di mano di Raffaello d'Urbino. Altre Sale fonovi in quello Palazzo, una detta del Configlio, altra del- l'Udienza, in quella trovali del Ghirlandaio una ra- riffima Tavola , ed in quefta molte Pitture del Salvia- ti , come la Scoria di Cammillo effigiata con tal gra- zia , che pare , che fi muovano le figure . E ritornan- do alle maraviglie della Scultura , dinanzi alla Sala del- l' Udienza evvi un Davidde di Bronzo fatto dal Var- i-occhio , e nella Sala un altro Davidde di marmo del Donatello ; e di mano di Benedetto da Maiano fonovi un S. Giovanni di marmo in età giovanile , e la porta fatta di varj legni commeflì con fottile indurtria , dove fono ritratti e Dante, ed il Petrarca . XIII. E per fine falendo più in alto fi trova il Cam-
panile , cioè quella Torre , per cui tanto andò com- mendato Arnolfo di Lapo , che ne fu 1' Architettore , avendola condotta in alto 150. braccia con tanta ardi- tezza , che in un certo modo può dirli , che fìia in., aria , pofeiachè verfo Occidente ella pofa fopra alcuni beccatelli , i quali al Palazzo girando intorno intorno reggono un pefo, che fembra alla ragione, ed all'oc- chio intollerabile, e più che più per le quattro colon- ne la su collocate , le quali fono groffe di diametro tre braccia, ma notar fi deve, che con ifvegliato fenno avendo egli sfuggito la linea diritta de' beccatelli, non follmente fece, che le colonne non follerò fondate in fallo, ma operò in maniera, che quelle fono di aiuto all'alta mole, perchè in tal guifa fi mantiene fenza te- me- |
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mere, né venti , né acque , né fecco , né terremoti , e
nello fpazio di anni 454. tuttavia Ita falda nel fuo vi- gore, eflfendo per la fua bellezza di ornamento allsu Piazza 5 e all'occhio umano di maraviglia , e diletto. XIV. Ma dappoiché di quella Piazza , e del Pa- lazzo abbiamo riferite le illufìrazioni fatte dal Bocchi » e dal Cinelli, ragion vuole, che fi notino alquante cofe tralafciate dai foprallodati Scrittori , E primieramente quando il Duca Cofimo tornò ad abitare sì nobil Palaz- zo, ed in che anno di qua ne ufcì per andare a'Pitti. E circa al primo nella Storia del Segni all'anno 1540. leggiamo come fegue ,, In queft' anno il Duca , non fi „ sa da che cagione mollo , eccetto che dal non voler „ più abitare in Cafa , che non folle fua , ma confe- 5, gnata alla Ducheffa ftata moglie del Duca AlefTandro, ,, abbandonata V antica Cafa de3 Medici , fi ritraile ad „ abitare nel Palazzo già fìato della Signoria , perciò „ con molte muraglie furono raflettate quelle ftanzc 5, fabbricate per li Signori Civili, e piccole , e fi rimu- „ tarono tutte le fianze antiche della Gabella del Sale, ,) della Stanza de'Leoni, della Mercanzia, ed ogni co- „ (a fi rivoltò fottofopra, acciocché il Duca in quel Pa- ,, lazzo poterle abitare più comodamente „ Il Palazzo poi de' M.edici in via larga, nel 1659. adì 16. di Apri- le fu venduto per feudi 41. mila al Marchefe Gabbriello Riccardi , il quale diede di mano a murare, e lo ampliò nel modo, che oggi fi vede. Ed in quanto al fecondo punto il Duca ufcì dal Palazzo vecchio adì 15. di Mag- gio del 1550, paffando al Palazzo de'Pitti , che avea comprato la DuchetTa Leonora di Toledo della Fami- glia de5 Pitti, come appare dal Contratto del 1549. ai 3. di Febbraio rogato da Ser Andrea di Giovanni da Ma- feiano Notaio, e Cittadino Fiorentino, nel quale Iftru- mento fono nominati diciaffette di detta Famiglia: qui omnes wndiderunt Magnifico , & Excellentijfirno Domi* no Utriufque lurìs Dottori D. Angelo de Niccolinis Pala" tiara magnum cum Domo, feu Domibus evocatisì le Cafe vecchie , cum Tlutea anteriori ufque ad >viam publicam feu D 2 Ma-
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Ma«iftram tm flàìorh 147. pi prtim in Top S. feli-
citati! , eV /*r//» in fóf. S. Felici* in Platea , ^ r* ^zo Floren. Ami 9000. Et in ditta empione diBus Dommus Angelus de Niccolinis nominavit UluBrijfimam & ExceU Unttflìmam D. Leonoram de Toledo FlorentU Ducijfam Uxorem Illuforijjlmi & ExcellentiJJìmi Domini Domini Co* fm£ de Medicis Florentinorum Ducis. XV. E dopo così notevole vicenda altre ne regiftro per
ordine di Cronologia, che mi fono avvenuto a trovare nel- le Storie noftre , e nei Diarj fcritti a penna, dove fi rife- rifcono avvenimenti al Palazzo Vecchio fpettanti, e fono . Nel 1301. Sul Palazzo de'Signori apparì Cometa
con Croce vermiglia lunga braccia 20. Dino Compagni li' loro 2. della J"uà Storia. Nel 1439. 2i.Agofto. L'Imperatore de* Greci affi-
{o in Ringhiera de' Signori, diede alla Repubblica Fio- rentina varj privilegi : Ammirato lib. 4. Nel 1494. 28. Ottobre Carlo Vili, vifitò il Palaz-
zo de' Signori loro concedendo privilegi, Leopoldo del Migliore MS. Uh. fegnato XXXX. Nel 1543. Fulmine nel Palazzo de5 Signori ruppe
il Marzocco , che ita fulla Porta della Dogana : Diario del Marucellì , ed altro fulmine nello ileiìo anno , cad- de fui nome di Gesù , e vi cancellò alquante lettere : Segni Storia a pg. 357. Nel 1667. finito fu 1" Orivolo della Torre fatto da
Vincenzio Viviani Matematico , e nel 1669. al mede- fimo Orivolo fu aggiunto un lume per la notte : Dia- rio MS* nella Libreria Magliaie chiana. Nel légo, ai 17. Dicembre per incendio arfero 27.
ftanze del Palazzo Vecchio s e lo racconta V Autore_> del fuddetto Diario , come appretto „ Adì 17. Dicem- „ bre 1690. in Domenica alle ore 21. fi acce/e il fuoco „ in Palazzo Vecchio per trafcuraggine di una donna, „ che avendo metto il fuoco nel letto , lo lafciò in., 3i abbandono fenza affilienti , onde in breve fi dilatò in » un grande incendio, ed ai fé 27. ftanze dalla parte del- » la Depofiteria fino alla ilrada, che è incontro al Mon- » te
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, te del Sale ," e appena falvoflì il Salone Regio ,, qua»
j, le fu del tutto fpogliato per timore, che non vi.ar-. „ rivatfero le fiamme. Vi accorfe il Gran Principe Fer- „ dinando con V affilienza di molti Cavalieri >* e Co* ,, razze , con li Soldati della Fortezza, e tutta la gen- „ te baflfa della Città , dalla quale fi fece fgombrare», „ il più preziofo della Guardarobba , mentre era sì gran- ,, de lo fpavento, e il timore » che non rimaneflero ne „ anche le velìigia di sì grande Edifizio , a fe^no tale 5, che feoprirono l'arco del Corridore , acciò non fi „ attaccarle il fuoco alla Galleria . Fu fpogliata, anche del j, tutto in poco tempo la Dogana , facendo portare i 5> Mercanti le loro Mercanzie , dove gli tornava più ,, comodo : Non mancò il fopraddetto Signor Princi- „ pe di aflìfrere ove più richiedeva il bifogno , e con j, tutte le ufate diligenze non fu poflìbile arrecare.* ,, quel vorace elemento > fé non all' ore fette della not- „ te ; per la perdita delle Pitture famofe } delle Scrit- „ ture, e delle Memorie di Cofimo Pater Patria , e ,, della rovina delle fabbriche cadute fu confideratOj ,, che il danno afeendefle a feudi 120000. ,5 XVI. Sulla Torre ancora mi convien rifalire per ri-
feontrare nuove cofe accennate qua e là dagli Scrit- tori . E primieramente della Campana grofla dice* 1' Ammirato Lib. 6. all'anno 1322. come fegue » Heb- 5, ber gli antichi Scrittori cura di celebrare in quei „ tempi il fottile ingegno di un Artefice Sanefe , il ,5 quale fece fuonare la Campana del Popolo a difte- ,, fa da due foli uomini , che appena' dodici potean 5, far fuonare > di che meritò cortefe riconofeimento ,, dalla Repubblica . Né io fon per tacere quello che 5J in leggendo quefV ifioria al Granduca Cofimo fen- 5> tii da lui , quefta campana al pefo di 27. m. libbre ef- 5, fere afeefa 5 e il fuo fuono tredici miglia di lungi effer- 5, fi fentito 5> Sin qui l'Ammirato troppo rifpettofo alla opinione di Cofimo, avvegnaché il pefo vero della Cam- pana non è più di 14. mila libbre , e ciò atteftano gli Artefici j i quali nel 1748. la calarono A4 piano del-'
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della Torre ; perchè rotteli le maniglie , in vece di quelle fi fecero quattro fori alla Campana , ne'quali furono infilati altrettanti pali di ferro, i quali fono cagione del fuono al prefente meno chiaro , e nel mede/imo anno fu calato altresì il Leone di rame , per efferfi confumati gii anelli , fu cui fi girava qual banda a denotare i venti, ed a*dì 13. di Novembre del 1748. fu rimetto il Leone col giglio dorato Julia cima del palo. Nei più alti merli della Torre, dalla banda di
mezzodì vi è la reliquia di Santa Barbara, e fopra di ella in marmo quefia Ifcrizione; IESVS CHRISTVS REX GLORIE VENIT IN PACE , DEVS HOMO
FACTVS EST, ET VEKBVM CARO FACTVM EST , CHRISTVS
VINCIT, CHRISTVS REGNAT, CHRISTVS IMPERAT, CHRISTVS
AB OMNI MALO NOS DEFENDAT , BARBARA DEI MODO
MEMENTO MEI .
La Campana dell'ore, quando foffe fatta, fi leg-
ge ne i feguenti verfi impreflì nel bronzo a Ietterò gotiche: PERCVRRENS CELVM MENSES SOL INDICAT ANNI»
ET NE ERRES HORAS ERA REPVLSA SONANT
MCCCC1IL. ID. JDECEMBRIS FLORENTIE .
Le lettere poi dell'ultimo verfo, che dovrebbero indi-
car il nome dell' Aurore , non elTendo (late felice- mente imprelfe nel formar la detta Campana, Sembra- mi, the volelTero indicare qualche Artefice Tede fco, kggendofi quefto avanzo del verfo : •.....MANIA ALTA ME FECIT.
Altra Campana ha quefta Torre, ed è quella, che
chiamai! degli Ufixj , credendoli effere quella, che prc- ieio i Fiorentini aJ Pifani nel Cartello di Toiano del- le |
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Je Colline di Pifa, e ne parla anche Matteo Villani al
Lib. XI. Cap. XX. » e il dì medefimo fi pofano a To- „ iano , e da'Terrazzani ebbono il Caftello, e pochi „ dì dopo la Rocca» d'onde venne a Firenze la Cam- „ pana, che è porta fui ballatoio del Palazzo deVPriori, ,, la quale ai mercanti dà l'ora del mangiare » E in ef- fa fi leggono quefte parole : MENTEM SANCTAM , SPONTANEAM , HONOREM DEO ,
ET PATRIE LIBERATIONI . Bartol. Tifanus me fecit Cttia noe ^ Gherardus F.
E finalmente in altra Campana, che fuona il mezzodì
eh'è la più moderna, fi legge: COSMUS II. M. DUX ETR. IV. 161$.
Circa l'Orivolo antico notò nel fuo Diario Reccho di
Domenico Spinelli , il qual vivea nel 1444. come prin- cipiò a fuonar le ore a dì 25. di Marzo del 1353. XVII» Anche delle Statue di Piazza avvi da dire
alcuni cafi; E primieramente nel 1543. il Duca Cofimo fece rappiccare il braccio manco al Davidde di Miche, lagnolo , il qual braccio fu rotto da un legno gettato dalle fineftj.e di Palazzo nel!' ultima cacciata de* Medi- ci : Diario del Marucelli : E nel 1544. nella mattina^ della vigilia di S. Gio: Batifta mentre il Duca Cofimo flava in Ringhiera , cadde dall' Ercole del Bandinelli un pezzo di marmo della fpalla ritta , che ammazzò un Contadino; e fi vede il marmo ricommefTo a tal Fi« gura : come nota il fuddetco Diario. E nel 1495. adì 11. Dicembre la Giuditta di bron*
zo , che era in Cafa di Piero deJ Medici , fi pofe io, fulla ringhiera del Palazzo dei Signori, allato alia por- ta , come fi legge nel Diario di Luca Landucci. E nel 1564. adì 4. di Marzo fi levò il Leone di
Piaz-
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Piazza fui canto della Ringhiera del Palazzo, dove era flato anni 226. e in quel luogo fi rovinò per farvi una fonte, e me/To nel mezzo della Ringhiera, Il dì 7. detto fi cominciò il fondamento di detta fonte per porvi fo- pra un Nettuno-, e V acqua fi conduife della Porta S. Miniato appiè di Giramonte da una fonte chiamata Alla Ginevera, e quefta fonte fi fece in occafione delle Noz- ze del Gran Principe Francefeo con Giovanna Figlia dell' imperator Ferdinando: come apparifce nei Diario d*> Antonio d Orazio .d*.Antonio da S* "Gallo .: XVli. E finalmente per non omettere cofa prege-
vole, che fia in quefto Palazzo, fommariameme riporte- lò la Storia delle famofe Pandette , che ci dà Filippo Baldinucci nella vita di Lorenzo di Bicci. Quello libro è di grandezza di foglio, divifo in due tomi, è creduto originale da Agnolo Poliziano , dicendo egli al capo 41. e 78, di.fue .Miscellanee che fia il volume rieiTb de* Dige- rii , ovvero Pandette di Giultiniano. Soggiunge poi il detto Poliziano» che quefto libro era nella Curia Fio- rentina , che vuol dire nel Palazzo de* Priori , i quali con lomma venerazione lo inoltravano , e che quefto volume fu una ineitimabile porzione delle fpoglie, e dd bottino de' Fifoni. Effo è fcritto a lettere maiufeo- le, fenza fpazi tra parola, e parola, fenza abbreviatu- re, avente nel Frontefpizio un'Epiiiola Greca, ed un Epigramma, e fui fine fi leggono due fedi, una di Criitofano Landinij e V altra di Poliziano , cui era itata fatta copia di leggerlo comodamente per opera del Ma- gnifico Lorenzo de' Medici. |
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X'
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LE-
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III. |
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N E
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LEZI
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CHIESA DI S. ROMOLO.
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[Aggiamente in vero dai Rettori delle
Cattoliche antiche Chiefe fi custodiva- no que* libri , che addimandi<nfi Ca- lendarj, nei quali notate efTendo le fa- ere fefìe di tutto Tanno leggevano* particolarmente fegnati alcuni giorni ._____________affai folenni j perchè fu tono l'epoca
di fpeciali benefÌ2J ricevuti da qualche Santo; Ed in fo-
miglianri libri delle Chiefe Fiorentine non uno, ma pa- recchi giorni Segnalati io trovo dal nome de* Santi loro Pro- tettori ; degna pertanto cofa a faperfi farebbe , perchè il fello giorno di Luglio folTe una volta a Firenze sì fe- itivo , che il Senato in proceffione andava a offerta-, dan- dofi dal Popolo i più divotì contraflegni di comune al- legrezza. Giorno egli era al Santo Vefcovo , e Martire Romolo confacrato , e dalla fua pofìente interceflìone renduro fioritiffimo dì profperi avvenimenti; pofciachè in queito dì riportata fu dalìVEfercito Fiorentino la fegna- lara Vittoria dei più temuti , ed oltinari Nemici con la deitruzione di Fiefole. In quefta Fella parimente nel 1439. fottofcritta fu Vunione delia Chiefa Greca, « Latina nelT Univerfale Ecumenico Concilio Fiorentino) e finalmente nello itelfo giorno dell*anno 1531. fi conra la folenniflì- ma , e nuova Funzione di vedere un privato Cittadino fe- dere fui trono di Principe , e al Duca Ahrffandro corona facientì il Nunzio Pontificio , il Cela reo Ambafcìatore , e molti onorati Cittadini . E quefri confiderabili farti , che rendono memorabile in Firenze la feria di S. Romo- lo , richiamandomi alla memoria una* Chiefa fabbricata già ne' tempi antichi chiamata EcclefìaS. Romuli ìnVlatea mi aprono un vallo campo per ragionare di detta Chiefa Tom. L Fart, IL E aven^ |
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avente tutte le prerogative, che rendono pregevole la
noftra Storia.
II. Facendomi adunque dal Corpo,del Santo, io non
era lontano dal credere, che nelle univerfaìi , e ricche fpoglie rapite ai Fiefolani da'vittoriofi Fiorentini, vi fof- je iìato ancora quello preziofo, e facro teforo, ma con- viene avvenire, che nel ioio. anno della diluzione di Fiefole non ancora fu quel Monte , ma nella Badia lbpra al Mugnone non più lontana di un miglio da Firenze ve- neravafi in nobile Cappella collocata 1' Urna del Santo, Quindi per far ragione alla pietà dei Fiorentini, da elfi nel taccheggio di Fiefole quella Chiefa fi volle immune . Espe- rò vero, che nell'anno 1029. dal VefcovoBavaro compita la magnifica Cattedrale nella defolata Città , colafsùdalmede- firno foknnemente fu trasferito il Sacro Corpo , dt:ì quale trovo nella noftra Chiefa un Oflb donato da Monfignor Vefcovo Tommafo Ximenes al Priore Smeraldi nel 1629. e collocatofuinun Reliquario di metallo in forma di cupo- letta con quattro colonnette dorate di lavoro antico. Il Giamboni nel fuo Diario annoverando le ChiefeFioren- tine arricchite di Reliquie del Santo, nomina anche que- così >, fue Reliquie in S.. Romolo in Piazza , in O-
» gniffanti, in S. Marta il fuo Corpo in Fiefole ,, ef- fendo per altro notorio, che in molte altre Chiefe rag- guardevoli Reliquie di S. Romolo fi confervano , come in S. Maria in Campo, nella Cappella Reale , e in S., Mar- co de' Padri Domenicani, i quali in S. Domenico di Fie- fole hanno la metà di un fuo braccio . III. E venendo ad altre Reliquie di quefta Chiefa ,.
notar fi vuole , che fotto l'Aitar Maggiore trovali il Cor- po di San Maflìmo Martire eftratto dalle Catacombe di Piifcilla , e nel 1Ó64.. mandato in dono dal Cardinale Ma lumi al Priore Lorenzo Mazzeranghe , facendofi ogni anno la memoria della folenne traslazione nella feconda Domenica di Ottobre. Evvi altra Reliquia donata da In- nocenzio X. per rrrezzo del Cardinal Sacchetti , ed è uno Stinco di S. Paolina Martire portato a quella Chiefa , con divota, e nobile proceffione nell'anno 1^47. ai 31. Di.
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Dicembre giuria il Verloni ne* fuoi Ricordi, ove dice
al dì fuddetto „ In Santo Romolo fu con folennità tra- „ sferita parte del Corpo di S. Paolina donato dal Papa. „ a quella Chiefa ,, Parimente la famiglia de* Roffi volle accrescere a quelli adorabili tefori quattro Bufti de" Santi Martiri Antenogene, Aretimo fanciullo * Sella- uà , e Paterpia, come apparifce da carta di donazione fottofcritta da fuor Maria Girolama Roffi Monaca in Santa Maria fui Prato. Vi fono ancora due Immagini in molta venerazione, la prima un Grillo morto grande più del naturale , eh' è lavoro del Giacobbi , avendo il prefente Priore con nuovi ornamenti, ed il popolo con limofine molto accrefeiuta la divozione a queito Simulacro . La feconda è una Immagine di Maria col Bambino Gesù nelle braccia dipinta già a frefeo da An- giolo Gaddi , e che feoperta da qualche anno in qua fi vede adorna di molti Voti . IV. Circa poi alle pregevoli , ed ammirabili noti*
zie di quella Chiefa , principiando dalla fua antkhirà di io la popolare erronea tradizione, che ella folle o fabbricata, o reftaurata da Carlo Magno, fui vano fon- damento di una teda di marmo conficcata al muro fot- to il comignolo del tetto in via del Garbo, Hata credu- ta di queito Imperatore; ma io qui ricordando quanto mal fondata fìa l'opinione delle Chiefe in Faenze fatte da Carlo , Jafcerò che il volgo fi creda ciò , che più gli piace . Il P. Sandrini Domenicano Scrittore divotif- iìrno delle cofe pertinenti a Santo Romolo nel libro fcrirto a penna intitolato : De frimo Elorentinorum ha" fttfmate vuole, che quella Chiefa foiTe tra le prime fabbricate in Firenze , e ficcome il Tempio di S. Gio: Batifta, già correva voce , che foflfe alzato fulle rovine di quello di Marte , così crede egli , che i fiorentini in queJ medefimi tempi dedicailero una Chiefa a S. Ro- molo in Piazzai luogo prima profanato dalla Deità di Romolo fondatore di Roma . Ma quella opinione più divota efTendo , che verifimile , uopo è di ricorrere a quegli Scrittori, che nulla differo , che non folle cor- E 2 reda-
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redaro da ottimi documenti. Stefano Rotfèlli pone que-
lla Chiefa dopo iJ mille , ed in prova ne adduce due frumenti di vendite, nei quali a confine è chiamata: Ecclejìa S> Romitii , e fono rogati da Ser Lamberto nel 1075. e 1089. efiitenti nell'Archivio del Capitolo Fio- rentino. Monfignor Vincenzio Borghim Parte 2. dei fuoi Difcorfi a car. 401. afferma ettere fiata fino nel Seco- lo XiV. Collegiata co* fuoi Canonici, i quali pofeia ad uno ad uno fon nominati nel Protocollo d'i Ser Miche- le di Cambio da Camoiano in ifcrittura fatta dal Ret- tore, e Canonici di Santo Romolo per i rifarcimenti dei danni patiti nel 1342. di cafe lóro rovinate per fare la Piazza de* Signori : e nell' Archivio dello Spe- dale di S. Maria Nuova leggonfi due finimenti , uno di affitto rogato da Ser Tommafo di Iacopo da Linari nel 1347. ove : D. Guido Re$or Ecclejie S. Komuli cum confenfu fuorum Canonìcornm , da in affitto una Cafa : Il fecondo di un livello Ecclejte S. Komuli di foldi 36. rogato da Ser Iacopo di Bencivenni Not. ; Ancora il Senatore Carlo Strozzi nel Codice fegnato XR. ci fcuo~ pie un'altra teftimonianza dell'antichità della Chiefa, e fono documenti indicanti, che l'Iufpadronato fpet- tava agii Uberà, kggcndoviCi alcune prefentazioni fatte da quefta Famiglia fino daJ 1291. E finalmente il Signor Domenico Maria Manni nel Tomoli, dei fuoi Sigilli in conferma del privilegio di quella Chiefa di avere a- vuto nei tempi antichi Cimitero proprio , contraifegno pure di antichità , oltre il rammentarci le molte offa in più fiate trovate in Piazza, ci dà una Lapida Sepol- crale di macigno trovata in occafione di nuovo lartri- co nella via , che mette nell' Ufizio delle Farine , due braccia fotto terra l'anno 1722. ai 14. di Ortobre. Ve- defì1 in efladi mezzo rilievo il Ritiatto di perfona di Chiefa veilita di una particolar foggia di abito , avente «elle mani i guanti , la quale lapida trasferita in Chie- fa vedefi collocata alla parete nella Cappella de' Ceder- nelii coli* apprettò ifcrizione; |
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# Hic
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•^ HIC . IACET . DTSCRETVS . VIR . SER . NERIVS .
DE . CEDERNELLIS ........ ECCLESIE . S. ROMVLI . MIGRAVIT . AD . DOM1NVM .A, D.
MCCC. IND. XV. DIE . XIV. DECEMBR1S . ANIMA . CVIVS . REQVIESCAT * IN PACE . Nacque però a cagione di rottura nella detta. Lapida un
piccolo difparere tra gì' indagatori deirantichità , mentre alcuni innanzi alla voce Ecclejte intendevano Frior al- tri ReHor , ed altri Ca&.- che varrebbe Canonicus ... V. Ed a riguardo io mi figuro della Aia grande an-
tichità j maggiore di quello che la dimoitrino le foprac- cer.nate memorie, feguì l'anno i6ig. ch'ella fu eret-, ta in Prioria, dacché 1* antica Chiefa di San Paolo di Firenze una delle Priorie vetufte, fu ceduta a* Padii Carmelitani Scalzi dal Capitolo Fiorentino > che n* e- ra il Padrone . Certa cofa è però, che io qualche antica fcrittura trovar] appellata Prioria la Chiefa di Santo Ro- molo „ Io però comunque foffe, anderò qui ora notan- do gli Uomini Illulhi per dignità , e per lettere chia- mati Rettori di ella. E primieramente due fra più al- tri della nobil Famiglia de'Giugni, i quali avevano ivi prelìb le loro cafe ; il primo di efll nominato Rettore nel 1425. fu Ugolino Canonico Fiorentino, Cherico della Camera Apoftolica , e nel 1461. fatto Vefcovo di Volterra , L'altro nell'anno 1563. (ì fu Bartolom- meo di Domenico Giugni Decano della Cattedrale.*, Fiorentina, e poi Arcivefcovo di Pifa nel 157<5. FuvL eziandio Bartolommeo di Antonio di Lapaccio Ri-, berti ni Frate dell* Ordine de' Predicatori , deputa- to Commendatario di quella Chiefa da Papa Pio II. nel 14Ó1. Queiti fu Maetìro del Sacro Palazzo, Vefco-; vo di Cortona , poi di Corone nella Grecia, e Legato, Apoitolico in Ungheria , in Boemia , e in Polionia* Neil1 Archivio delle Gabelle libro fegnato C. num. n5. di etto leggefi in una portata". Bartoloweus de Rimberti- nis olim Epifcopuf Cor. Commenda arius S. Ramali.....
1465. Ed intorno al 1541. tra gli altri Rettori trovai]
Fran-
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Francefcodf Gio: Barrite Campana da Coli e Canoni co Fio-
rentino: Quefti fa l'ultimo Segretario della Repubblica Fiorentina, pnmo Configliere del Duca AleiTandro de* Medici, di Cofimo I. Segretario, e poi da Papa Cle- mente VII. mandato Nunzio in Inghilterra. E per no- minarne alcuni de\più antichi dirò, che nel 1268. era Rettore Prete Accorro, che fu Vicario Generale del Ve- scovo Giovanni de'Mangiadori, come apparifee da ftru- mento rogato da Ser Ammannato ^li Arriguccio. Ed in uno ftrumento di vendita di feudo fatto in Ecchjta S, %omuli 1277. preflb i Monaci di Ceftello trovafi il nome del Rettore d'allora MeiTer Palmieri, col rogito di Ser Parigi di ftuftico da Signa, e nella Procura Ge- nerale del Clero Fiorentino del 1285. il medefimo è fot- toferitto così: Talmerius Reclor S. Komuli: E finalmen- te parlando a'più moderni, Antonio Lapucci dal Dot- tor Brocchi pollo nel iuo Catalogo dei Venerabili Fioren- tini fu infigne Reftauratore, e Benefattore di quella Chiefa, VI. Ma lafciando di più parlare de'Soggetti ragguar-
devoli , che di tempo in tempo hanno governato P iftef- ia, diro di pauaggiò i privilegi goduti per lungo trat- to dai mede/Imi/il Rettore di Santo Romolo è ftm- p re flato ii Parroco dei Palazzo de* Signori non fola- mente ne' tempi della Repubblica , ma ancora quando vi alloggiarono i Granduchi , cominciando da Cofimo I. che abbandonò la magnifica Cafa paterna in via larga , venduta pofeia da Ferdinando II. al Marchefe Gabbri- elio Riccardi nel 1659. pel prezzo di Scudi 41, mi- la, ed avendo il fuddetto Cofimo trasferita la fua Cor- te al Palazzo di Piazza, ivi non folo esercitavano i Ret- tori di Santo Romolo tutte le funzioni Parrocchiali 5 ma ancora ciò fecero nel Palazzo deJ Pitti fino al idoo. affittendo alle dazioni di anello nelle Nozze o de* Principi, o delle Dame di Corte , amminiltrando gli ultimi Sagramenti, ed atfbciando i defunti, fé Prin- cipi alla Cappella di San Lorenzo; fé Cortigiani alle toro Chiefe con la fua quarta funerale, ed era un'ono* re-
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revole fpettacolo vifibile a tutta Firenze, che il Priore
dalia fua Chiefa portarle proceiTionalmente per Città il Viatico, palfando il Ponte Vecchio fino a* Pitti. Come poi fi fieno perduti quelli Privilegi,, o almeno la mag- gior parte , fi'leggano nell'Archivio dell'Arcivefcova- do i Procelfi delle liti col Priore di Spanta Felicita. VII. Ed alle gloriofe memorie de'Rettori, e Prio-
ri non disdice peravventura aggiugnere alcune vicende accadute , il tempo delle quali ( benché fieno veriffime) non Y ho alfai di certo . Stefano Roflelli vorrebbe che fofle Hata rovinata, e pofcia riedificata circa il 1300. quando fu fatto il Palazzo dei Signori in Piazza coL di- segno nobiliffimo d' Arnolfo di Lapo Architetto Fioren- tino . Il vero-è, che nel 1342. quella Chiefa corfe un grande pericolo infieme con Santa Cecilia , ed è,, che tutte due le Ghieie il Duca d' Atene per maggior va- ghezza della Piazza le voleva diroccate , ma pochi anni dopo la cacciata, del, Tiranno la Repubblica in una not- te fatti mettere i puntelli alla Chiefa di Santo* Romo- lo la fpianò, ordinando nello Itelfo tempo ad Agnolo Caddi di riedificarla, come fcrive Matteo Villani Libro VII. Cap, 41. e Giorgio Vafari nella Vita di quello Pit- tore , ed Architetto . Alle Riformagioni nel libro B. negli anni 1349. e 1350. fi trovano parecchi decreti della Signoria, che riguardano Santo Romolo, come, che Jì faccia la nuo<va Chiefa , ed ancora pk bella del- la prima,. fi deputino fopra quejla fabbrica quattro. L7- jfiziali , e nello ilerTb anno 1350. ai 24.. di Novembre altr3 ordine fi dà ai Capitani di Or S. Michele per pagare alcune fpefe riguardanti la fabbrica della no/Ira Chiefa. Ed in quello luogo vi farebbe da efaminare le ragioni di chi falfamente fcriire,(che la medefima Chiefa nelle accennate rinnovazioni foffe capovoltata, con avere aperto V in- gretto fulla Piazza , quando anticamente lo avea nella via del Garbo. Ma per andare perfuafi della infufliilenza di quella opinione, balla che fi riguardi la ftrertezza della via fuddetta, l'altezza del pavimento della Chie- fa fuperiore al piano della flrada otto braccia, e per con-
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confeguente h neceflità di fcala per falirvi » le quali
cofe tflTendo molto contrarie all'immaginario difegno, ci confermiamo nella credenza , che la Chiefa di Santo Romolo abbia Tempre avuta la iiia porta maggiore ver- fo mezzodì. Vili. E giacché fiamo fulla Porta , di quella no-
tare mi piace il difegno, eh' è molto iodato, ed il Ci- neìli lo crede dell'Ammannato, dicendo che lo faceiTe per una flneirra di Palazzo; ma in un libro di Ricor- di del Prior Lapucei preiTo i fuoi Eredi trovali cflere quella Porta Architettura di Bernardo Tallo. Tutra la Chiefa , come parlano i libri delle Riformagicni, ed il Vafari , fu difegnata da Angiolo Gaddi , e da lui dipìn- ta a frefeo , vedendofi anche inoggi nei pilaitri , e nel- le pareti imbiancate alcuni diademi di tette dei Santi già dipinti. Gli archi, che dividono la Chiefa in tre na- vi 5 fono alti affai, e fingolari fono due terrazzini late- rali nell' ingreiìb della Porta , che fimiglianti non han- no le altre Chiefe di Firenze . Incominciando pofeia^ ad oilervare le Cappelle , fé voltiamo a manritta trove- remo la Cappella fatta dalla Famiglia de* Guidacci, do- ve avvi una Tavola antica con in mezzo un quadro di Santo Anronio «da Padova. La feconda è dei Conti con Tavola di Monanno Monanni , il quale vi effigiò la Nunziata, che fattamente è creduta opera dell'Em- poli, quando il Prior Giovanbatitfa Conti la fece fa- re dal Monanni. Segue la terza Cappella della Famiglia dell'Amelia dotata da CoGmo dell'Ancella nel 1Ó07. con iitrumento rogato da Ser Giufeppe Barni : e di Si- mone dell' Amelia vedefi un Sepolcro di macigno 2^ man finiltra dell'Altare , la cui Tavola antica era dì S. Bartolommeo , ma inoggi vi è una moderna , ove effi- giati fono Maria, S. Bartolommeo, e le Anime del Pur- gatorio , e fopra la predellina di quello Altare fi ado- ra il Grillo morto fattura del Giacobbi. Tornando poi al- la porta, a Mitra dove oflervammo la Lapida fopral- lodata di Neri Cedernelli 3 notar debbo, che la Cappella, detta
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detta de* Cederni5 o Cederneili fu dotata da Barro-
lommeo Cederni Mercante, per contratto del 1452. che ro- gò Ser Andrea di Agnolo da Terranuova , e pofcia la donò ai Monaci di Badia : ma molto prima di Bartolom- meo la Cappella era Arata eretta da Scolaro di Piero Ce- derni , come fi legge nella lapida della Sepoltura 5 e nel- la Tavola vi era un S. Francefco con querce parole^ , Hoc opus fecit fieri Bartolomeus Cederni de Cediernis , di prefente a queir© Altare è in venerazione un* immagi» ne di Maria col Bambino in traccio dipinta fui mu- ro dal Gaddi , di cui pure è un Croci fìtlb quivi alla- to colorito a frefco . Segue V Altare di San Giacin- to 5 dove nel quadro Simone Pignoni ha rapprefentato la Madonna del Rofario, S. Francefco , e S. Giacinto, alia quale Cappella , oltre averla fondata un certo Fran* cefco Medici Turco battezzato ,, morendo lafciò egli tutto il fuo , leggendola nel pavimento -un Epitaffio in marmo a lode del Neofiro ., e di fua Moglie chiamata Oliade Girabafìfa . Viene la terza Cappella dei Teinpe- rani Carradori, la Tavola, che vedefi in alto è antica, e fotto vi è una S. Maria Maddalena de* Pazzi del Pigno- ni . Air Aitar Maggiore dedicato a Su Romolo dell'an- tico non ci è rimalo, che la Tavola di Neri di Loren- zo di Bicci , veggendofi la Tribuna ornata di rabefchi, dì rilievi, e di ftatue rapprefentanti le azioni del San- to, che fece fare il Priore Antonio Lapucci, a cui fpet- ta il Padronato, ed appiè degli fcalini leggefi il nome di Lorenzo Soldini prefente Priore, cui debbonfì molti ornamenti fatti alia Chiefa , IX. E recandomi a ragionare degli onori fatti dal-
la Repubblica a S, Romolo in qnelèa Chiefa , noterò prima lo sbaglio prefo dal Mini nel Difcorfo della No- biltà Fiorentina a pag. 103. e dal Poecianti nel Cata- logo degli Scrittori Fiorentini 3 avendo ei7i fcritto , che la Signoria ordinarle in quefia Chiefa folenni Efequie , e Corona di alloro a Coluccio di Piero Salutati, dopo le quali elfo fofTe ivi fepolto , abbaglio , credo io, origi- nato dall' avere Coluccio in vita fatto per fé , e per i Tom. L Fan. IL F fuoi
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4* , I
fuoi la fepoltura in Santo Romolo, che era fubfto ali*
ingreffo delia Porta maggiore con lapida, che diceva: S£PVLCRVM COLVCCH PIERÌT
DE SALVTATIS £T SVORVM . Ma la Repubblica , che gli avea decretato le più o-
norevoli distinzioni, volle, che fotte feppeìlito in San- ta Maria del Fiore con Deporto , come pofcia pra- ticò a MarfilÌQ Ficino, e ad altri. Né dicafi, che al- meno TEfequie Ci faranno fatte in Santo Romolo, per- chè di certo l'Orazione funebre, e la cerimonia d* in- coronare il Defunto, furono fatte nella pubblica Piaz- za de* Peruzzi coJPintervento dei Collegj, e di tutto il Popolo. In prova di che io potrei addurre tutte le teftimorrianze, che vanno Campate in fronte alle lettere di Coluccio date alle ftampe, ma ne riporterò una fo- la, che è la quarta del primo libro, eitratta dal Prio- rità come appreifo : $er Coluccius Flerii Coluccii eorum Hotarius prò
Qtiarterio SanEle Crucis qui in di&o officio decefflt die 4. ditti Menjts Mali 1406. in die Martin de fero, & die fé* quente honorifice feputtus, & laureatus per me Vi'vianum Nerii de Franchis Scribam Reformationum commijfion^. DD. & Collegiorum , fuper bara mortuus fuper Platea de Feruzzis , faBo per me fuper materia fermone, cinxt Corpus prefentibus Collegiis & omnibus Mi li ti bus & Do- Boribus Cinjitatìs > et impofui fibi laure am de lauro , ut Foete...... fepulfur fuit in malore Ecclejta Fioren- tina j et Drappellonibus Communis, et fuis, & Artis , àt Commmiis Baggiani et Dopperiis multis fuit Corpus & Funus multipliciter & merito honoratum &c. Il Depofito » che ordinò la Repubblica , che fé gli fa-
cete, fa d'uopo dire, o che non foffe fatto, o che fat- to andaffe male con altre lapide, che fi perdettero con Poccafìone del nuovo ricco pavimento di marmo fatto nel-
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nella Cattedrale nel 1660, Un Epitaffio però lì conferva
nella Biblioteca Riceardiana come apprefìb ; Exjtrimit Herculeos Colucciut ifle lahores ,
Dijlinguif fatum , yertr-a&at Relligionem, Inwehit in Satrapas , patria. ìus, fafque tnetnr * Et Cenici talamo yerimit con<vicia Lufci. E circa alla Sepoltura dal noftro CoJucciò di Piero
fatta in Santo Romolo , dirò fommariarnente, che termi- nata, ed eftinta la Famiglia deJ Salutati, rimafe Erede lo Spedale degl' Innocenti ,. il quale donò la fepoltura nel 1634. alla Compagnia del SantilìTmo Sagramento , che fi raduna in queita Chiefa , ma con una iaudevoìe condizione, che nella nuova lapida da metrerfi per i Fratelli della Compagnia vi forte la memoria della Fami- glia Salutati 5 come fu fatto, e perchè anche quefta fe- conda lapida confumara da chi entra in Chiefa , fra poco averà logori i caratteii, ho giudicato qui di copiarla, e dice come fegue : VETVSTATE "LAPIS OSSA FAMILIAE DE SALVTATIS
QVONDAM CAELAV1T
POSTHAC PIOS SANCT1SS1M1 SACRAMENTI
SODALES SVO IN SINV TVMVLABITVK.
AN. MDCXXXIV.
X. E ritornando alle diitìnzioni di iHma5 di ono-
re , e di venerazione dei Fiorentini a Santo Romolo, e alia fua Chiefa, incomincerò dal Campanile, che fu murato a fpefe del Pubblico, vedendoli in effo dipinte le armi della Repubblica, e del Popolo, ed un Orolo- gio a Sole, che governa quello della Torre di Palazzo. Su queito Campanile eravi una Campana confacrata da Sant'Andrea Corfini Vefcovo di Fiefole, e vi fi leg- geva : Oh Reìpihlice fai ut e m confecraevit Andreas Corjìmft Epfcopis Eeftdanus^ anno ,..,,., Nel 1357. ordinò la Signoria , che in perpetuo fi folennizzaffe il fello gior- F 2 no
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no di Luglio con fella infigne in quefta Chiefa, ove
venivano ad offerta i Collegj , e fi correva il Palio . Nel giorno poi, che i Senatori pigliano 1* U tìzio dei Ma- gistrato Supremo de'Configlieli, dal feggio di loro Au- dienza proceffionalmente partendoli fi trasferirono a Santo Romolo per udirvi la Meffa , che è cerimonia di- vota introdotta, e praticata con folennità da quegli antichi no (tri Padri al governo delle cofe pubbliche promofiì, e il Senato Culla Porta della Chiefa è ricevu- to dal Priore con cotta > e Itola , dandoli a ciafeuno 1* acqua fanta, e fuonando le campane, e Porgano. Ma che diremo dell'antichilfimo , e per più fecoli fcrupolo- famente ritenuto coftume, paffato anche in altre Dio- cefi in legge finodale, di aggiugnere a ciafeun nome di chi fi battezzava ,' fé Bambino quello di Romolo, e fé Bambina quello dì Romola ? Queito lì vede nei li- ba del Batrefimo prefCo l'Arte de3 Mercatanti, deJ qua- li nomi due mi piace di fceglierne affai memora- bili, cioè di San Filippo Neri, che trovali legiferato in quella forma ,, Filippo, e Romolo di Ser Francefco di Filippo da Calici Franco nato adì 21, Luglio 1515- a „ ore 6. ,, e di Santa Caterina de* Ricci leggefi ,, Aìef- „ landra Lucrezia Romola di Meffer Pier Francefco di jj Ruberto di Giovanni Ricci 23. Aprile 15:22. a ore 18. XI. Ed agevole cofa mi farebbe V alfembrare qui non pochi illuftn efempli di offerte, di cenfi , di tributi , e di legati pii, confiderabili onoranze dei noveri Antenati date al Santo : Ma concioffiachè in quella mia Lezione ho fernpre addimandato S. Romolo Vefcovo e Martire , non farà foverchia attenzione , prima di ab- bandonar totalmente il ragionare , fé io mi protetto di avere così parlato , per conformarmi unicamente al linguaggio della Tofcana, la quale dal Secolo X. in poi di S. Romolo o fi feriva , o fi ragioni , Vefcovo e_, Martire lo addimanda , e più che più ali! infigne Roma- no Martirologio, dal Regnante Sommo Pontefice Bene- detto XIV. emendato , corretto , ed ornato di doniffir ma DilFertazione, che fu dato alle ffampe nel 1748. ed |
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in ciTo fi legge : Pridie nona? lulìi Vefulh in Thufcia,
$. Romuli Epfcop. & MartyrU Difettali B. Tetri A- tofioli, qui ab eodem mijfus ad yr<zdicandum Evangeli w^2y cum in multi s Italia locis Chrifium annuntiajfet, rediens* Jefnlas fub Domiliano Trincile martirio coronatus éjl cum aliis Sociis. XII. Ma effendo= inforta da pochi anni fono una:
dotta , ed infiememente ftrepitofa controverfia tra gli E4 ruditi di Firenze (opra k verità del Martirio del no. ftro Santo , dalle molte Scritture date alle ftampe per mio avvita il nome di S. Romolo è divenuto più cele- bre nel Mondo , in quella guifa appunto , che da re- plicati colpi de*'martelli più-, fonerò fi rende il bron- zo . Né io penfo in quefta contefa prendere partito•,; di mia tenuità eflèndo affai confapevole : tuttavolta pen ragione della Storia debbo dare qui la notizia de* prin- cipali Autori , che hanno fcritto fopra tal queftione „ E facendomi dai favorevoli- al Martirio del Santo Ve- scovo, tra* primi porrò Mario Fiorentini figliuolo dei dottirfimo Lucchefe Francefco Maria Fiorentini , il qua- le nell' Opera : De Etrufca Pietatis originibus dopo la morte del fuo Genitore, di cui era il libro > v'inferì > e collazionò gli Atti del Santo Martire. In fecondo luo- go viene 1* Erudito Scrittore Domenicano P. Domeni- co Maria Sandrini , che avendo aflembrato quanto^ ev- vi di tradizione , di autorità , e di documenti, fi è affa- ticato a dimofìrarne la verità nel fuo libro ferite© a_* penna : De primo Florentinorum bapifmate. Ma con più calore dei fuddetti entrò a patrocinare quefta caufa il tanto commendato Monaco Vallombrofano D. Fedele^ Soldani , primieramente Campando fui fine del primo tomo di fua lodatiflìma Storia di Paflìgnano e la Vita di S. Romolo, e 1'Omilia dell'Abate Teuzzone. Scrif- fe pofeia in diverfi tempi tre lettere in difefa degli At- ti di S. Romolo Martire , e Difcepolo di S. Pietro Apo- lide . In quarto luogo annovero le belle oiTervazioni del Sig. Iacopo Niccola Gattolini Fiorentino Accade- mico Columbario fìampate in Venezia nel 1745- alle qua-
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quali volle egli agglugnere tre DifTertazioni con nuovi
documenti, che itampò in Modena nel 1751. e nel 1753. ed in fronte della prima iua Opera legger] una Dedi- catoria ai Padri Bollandifti , dai quali rifcoiTe e lode 3 e gradimento. Or parlando al novero degli Scrittori ai primi contrarj , debbo dare il primo luogo al Chia'rif* iìmo Scrittore j il Signor Dottor Giovanni Lami : Quefti dubitando di tale Martirio , fcriìle nella fua_. Opera; De Erudi tione Apftolorum al Cap. IT. fembrargli affai incerta la miffione di S. Romolo in Tofcana fatta da S. Pietro Apoftolo : ma pofeia obbligato a difende- re la fua offefa -efiimazione , intraprefe 1* Efame de- gli atti iteffi, fervendone nelle Tue Deliciae Mrudìtorum al Tomo del 1742. con quefto titolo : Atta afocryyha S* Romuli : al quale aggiunfe uV.abbondevolezza di anno- tazioni, Prima però di quefta ultima fatica del Signor Lami erano ufeite alle Stampe le nuove feoperte fatte dal Signor Dottore Pier Francesco Foggini foggetto ab- bastanza noto ai letterati per parecchi infìgni libri, che ha dato alla luce, e che ci fafperare dal fuo indefefTo fìudio nelle più famofe librerie di Roma. Del Signor Foggi- ni adunque abbiamo le feguenti opere rifguardanti la nota conrroverfia : la Diilèrrazione XIV. nel libro De Romano Di'vi Tetri itinere , ed un altro non meno itudiato libro con quello titolo : IJloria di Santo Romolo Ve- fcovi) y e Protettore di Fiefole, liberata dal Dottore Pier J>rawcefcQ Foggini dalle calunnie afpo&ele in una Scrit- tura pubblicata f.er difefa degli Atti di detto Santo apo- crifi , e alla gì or io fa memoria di lui ingiuriojìjfimi : A queiri due Valentuomini alleato lì fece Pinfìgne Scrittore delle Originile delle Antichità Criftiane il Padre Mac- ino Toromafo Maria Mamachi dell'Ordine de*Predica- tori ai Tomo IL della commendatiiìima fua Opera , e nel medeficrio feM-imento innanzi al Dottiffimo Domeni- cano fenile pure il Signor .Dottor Bàrtolommeo Bia- nucci due lettere piene di ertidizìone . E per ve- ro dite effendo tutt'i fopraddetti Soggetti per la loro acclamata dottrina ragguatdevohirìrni; e per confeguentc |
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al pio partito avveiTarj rifpettabili, fembrami * che fi a op- .
ponuno coniglio il dare a eiafcuno degli Scrittori quel- la lode, che fi meritano . Onde da noi faranno mai- fempre commendati , e quei , che con diligentiffimo ftudio cercarono di feparare il vera dal falfo degli At- ti troppo confud del Santo > e i divoti di S. Romolo impegnati a mantenere fui capo di lui la corona di Mar- tire . Legganfi con ammirazione le dottiffìme ofTervazio- ni de' foprallodati Critici , ma la venerazione fi con- fervi alle Immagini rapprefentanti in ogni dove S. Ro- molo e Vefcovo , e Martire . E tanto più, da che il Sig- Dottor Gio: Lami viene fcoprendo nuovi documenti nel- le fue Novelle Letterarie de'27. di Luglio , de' 3. e 10. di Agofto del 1753. per mezzo delle quali fi po- trebbe in qualche maniera conciliare 1* una, e l'altra opinione; Conciofiacofachè il pio partito otterrebbe an- che dagli Àvverfarj riabilita la corona di Martire fui Capo del Santo Vefcovo, non orlante che in tal fup- poito il Vefcovado di Santo Romolo fotte d'uopo, che fi affegnafle nella Serie de'Vefcovi di Fiefole al Se-, colo VI. E per fine ritornando io a proiettarmi neu^ trale in tale queftione, pregherò Santo Romolo ad i- fpirare penfierr di pace a chi defio averle di feguita- re la pugna . In quella Chiefa fona da notarli le fé- guenti ifcrizioni : D, O. M.
CATHARINAE KOSPIGLIOSIÀE PISTORIENSl
NOBILISSIMAE NON M1NVS
ANIMI DOTIBVS QVAM FORMA CORPORIS ORNATISSIMAE ALOYSIVS
SEMENZIVS SERENISS. M. D. AETRVRIAE
CVBICVLARIVS MOERENS
HIC MONVMENTVM POSVIT XXX. MAH AN. MDLXXW
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In
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In mezzo della Chic fai
D, O* M-
COSEPHO BIANCHINI GIVI FLORENTINO
MATTHEI FIL. IOANNiS NRP.
MATHEMATICES PROFESSIONE CLARO
IN DIVIDENDI TVM CYCLOIDVM
TVM SP1RALIVM
LINEARVM VIBRATIONIBVS
PERITISSIMO
PVBLICI HOROLOGII MODERATORI
: ST VIZIOSISSIMO GREGORIVS ET PRATRES BIANCHINI
MOESTISSIMI FILII
PATRI AMANTISSIMO STBIQVE POSTERISQVE SVIS
PONICVRARVNT
OBIIT NON. IAN, AN. D. MDCCXXXL AET. SVAE LXXX. |
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LEZIONE
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DELLA CHIESA DI SANTA CECILIA,
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I. KÌ#j||tlML titolo di Cardinale, il quale ìnog-
F^Sl Fè -fòt ì ' gì folamente fi conferva nella Sanca Romana Chiefa con maeftà grandiffi-
ma, e con non minore autorità, già era nei primi fecoli-della Chiefa na* fcente comune a varj gradi di Per-- fone Ecclefiaìliche, come nel Regiitro di Papa Gregorio il Grande polliamo agevolmente vede- re a quanti quello titolo forte proprio , e comune. Ne io entrerò a. difcorrere , che cofa importale il nome di Cardinale in que'tempi , sì perchè credo quella materia efìTere aliai nota in quefto noftro fecolo di erudizione fioritifllmo, si ancora perchè farebbe di uopo una ben lunga differtazione > la quale non mi fembra punto pertinente a quello luogo, ballandomi qui di notare, che un Prete Cardinale portava feco un grado di maggior dignità, e riverenza degli altri Sacerdoti, © Paro- chi , e che infiememente forfè di alcune Chiefe fpe- ziale privilegio, per cui effe godevano fopra V alne^ Superiorità , o qualche Maggioranza ; Quello però che io debbo cercare , fono gli efempli di fimigliante de- nominazione ufati nelle Chiefe Fiorentine , e per vero dire trovali dal Vefcovo Rinieri dato alla Chiefa di S. Giovanni nel 1073.. come fi kgge in un fuo Diploma di detto anno con le feguenti parole : Eft qusiam Ecclefia S. loannis Bapifle Cardinalis*. e così pure chiamali la Chie- fa di Santa Felicita in parecchi Diplomi dei nollri Ve-: feovi , come di Raimbaldo nel 930. d' Ildebrando nel 1013. in uno poi affai ben conferyato, e che dei più ve- Torn. I. Fan, IL G tulli |
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tu/li effendo Ci conferva prcflb i Canonici di Santa Ma-
ria del Fiore, legge/ì come appreflfo: Sichelmns Epifcopns Fior, concedi* ad li'vellnm Rodulpho jìlio B. M* Michaelis bona in locò Cello in pie fa S, Petti de Quarto pertinenti a Ecclejìe Cardinali &\ Cecilie prò denariis fex bon. de ar~ gento An± V. Imp. Ottonts Kal. Apr. Ind. 9. Ego Leo feri- ptor completi An* 966. E comecché quella Chiefa chia- mata S. Cecilia fulia Piazzuola de1 Malefpini, mercè la liberalità de'nobili Cittadini, e lo zelo degli attenti Prio- ri piuttoiio è crefeiuta nel fuo fpkndore , benché fi fia dinneiTo il titolo, che avea di Cardinale , credendo io, che farà a grado a tutti di averne le più minute notizie, per illustrarla con erudizione illorica, io mi farò in que- lla Lezione dall'Ammirabile di eflfa , per pofeia in altro ragionamento oflervare tutto VAdorabile. IL Che antiebiflìma Zìa la Chiefa dii S. Cecilia , oltre
il trovarli; che prima del mille addimandavafi Cardinale, abbiamo altri documenti preifo Ricordano Malefpini , Vincenzio Borghini, e Stefano Roflfelli , cioè i' effere ftata annoverata tra le Chiefe Collegiate di Firenze, a- vendo eifa avuto Canonici fino al 1250. e la Piazza de* Malefpini affai prima , che fcriveffe Ricordano la fua Sto* ria, era chiamata Piazza di $. Cecilia, come egli itefifo al Cap.4L lo confeifa. Inoltre in quella Chiefa a nome del Comune di Firenze 200. Cittadini giurarono {biennemen- te la pace , e concordia co'Senefl nell'anno 1201. ficco- me negli fpogli di; Leopoldo del Migliore, e nelle Rifor- magioni Lib. 29. a carte 96. leggefi, che in $. Cecilia Gherardino Caponfacchi Foiefià di Firenze nel 1193. ce* lebrò ly accordo de* Fiorentini co* Signori del Trebbio , ; anali fi obbligano per, fegno di Vaffali aggio portare ogni anno una marca di argenta al Tempio dì &'. Gio* *vanbatitta nel giorno della fua Fefta>. Onde col Roflelli fi può argumentare, etlere non folo antica , ma nella fua antichità Chiefa Veneranda, e Ragguardevole . E fé non difdice dopo sì belle autorità aggiugnere una mia congettura fopra il tempo , in cui fu fabbricata la^, Chiefa, io direi nelP8zi. o in quel torno, quando feguì |
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in Roma la prima ftrèpitofa invenzione del Corpo della
Santa, la quale in una vifionè a Papa Pafquale I. gli {co- prì il luogo di fua fepoltura, che dal Pontefice fteiTo fu ridotto ad una folenne Bafilica ; della quale invenzione, e fondazione, fattafi celebre e pubblica la fama, i Fio- rentini non tardarono ad imitare fecondo il loro coftu- roe la divozione de'Romani, nel primo cerchio di Fi- renze a S. Cecilia rale Chiefa dedicando . III. All'antichità corrifpondono gli onori, che ha
goduti quefta Chiefa , nelle Riformagioni trovandofi, che la Signoria , e i Magistrati venivano quivi a offerta nel» la fetta della Santa, e talvolta in ella Chiefa effeifi fatte le Radunanze pubbliche. Della nomina del Priore, o del Rettore non vi è memoria , che giammai fia ftata nelle private famiglie, ma fempre nel popolo come dura ad efieie anche ai noltii giorni ; ed il gloriofo novero dei fuoi Ret- toti celebri chi in Santità, chi in Dottrina , e chi in Di* gnità, vi accrefee non poco di fplendore . Nel 1131» eravi un Priore in opinione di Santo, e fé non ne abbiamo di certo il nome , il Sig. Domenico M. Manni però nel libro 12. de' fuoi Sigilli inclina a credere, che fi chiamaf- fe Giovanni, e forfè è quégli, che 5. anni dopo con que- llo nome addimandafi in un contratto prelfo il Senatore Strozzi, che dice come fegue : loannes Vreshiter fa' Cu- ftos, <*r Reffor Ecclejte S anele Cecilie gojìte infra Fio-
reni. Ci'vitatem g, ldus Aug. 1137. dà a livello a Bur- nì tto , e Ghcrardino germani* fratribus filiis liberti &c, Cafolarem & terram, que fojtta eft in Ciwit. Fior, yrofe foflerulam de Abatta* Aflum infra Ecclejìam $. Lanren- iti j>ro]/e Ci'vitatem Florent." 11 $6* Ma perchè il ragio- namento mi ha portato a quello Priore Santo, non credo io di poter elTere tacciato, fé rammento breve- mente la Storia, fu cui fi fonda quefta opinione , e che io ho eitratta dagli Scrittori Vincenzio Borghini, Ste- fano Rotklii, Abate Puccinelli, e Prete Pizzichi, e da qutft'ultimo ne abbiamo una relazione ftampata nel ,1087. che per altro di correzione abbifogna . IV. Neil' anno adunque 1131. un Prete per nome
G t Ama-
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Amadio di Val di' Pefa venuto elfendo a Firenze per
fuoi affari, la notte -prefé il fuo alloggio in un' Ofknia dietro a San Piero: Scheraggio,. creduta da lui onorata,? ma ntvll^noJrrarfidella;notte 0 avvide egli; che era piutto- rio un pò/tribolo, e però alzatofi di letto in compagnia del fuo Cherico afflittiflìm.o fi pofe ad orare , lamentan- doli con Dìo amorevolmente;, perchè in Firenze non vii folle un Ofpizio per i Sacerdoti Foreiiieri, quando fé gli diede'a vedere Gesù, in abito di, Pellegrino, i] quale avendolo confolato con promerTa di efaudirlo, cornan- doli! , che la mattina andaffe dalPrioredi Santa Cecilia . Venuta l'alba coffe il Sacerdote a raccontare la vifione al Priore di detta Chiefa , il quale, perchè uomo da bene non volle da fé giudicare nulla dell'accaduto-, ma in compagnia del foreiiiero andò dall'Abate Azione di Badia , cui comunicò il cafo, ed ■ambedue giudicando elfere cofa da rapprefentarfì alla eontrderazione del Ve- feovo , andarono al Vefcovado , quando prevenuti il trovano dal Prelato, che racconta, come la notte com- paritegli Gesù Pellegrino, chieiio gli avea uno Speda- le in Firenze per comodo de'Saceicfori Foreitieri. Il Vefcovo era Gottifredo de'Conti Alberti, e non Gio- vanni, come fcrive il pizzichi, forfè confondendo il no- me del Vefcovo con quello elei, Priore di Santa Ceci-; lia. L'Abate Az2one attonito al parlare del Vefcovo dif- fe, che appunto venivano per una iimigliante vifione ac- caduta al Prete Amadio, che avea l'onore di prefen- largii, ed avendo Gottifredo udito il racconto , che tutto confrontava appuntino colla fua vifione, determi- nò di convocare il Clero Fiorentino, lo che fi fece nel Monastero di Azzone, e col parere di tutti fu riabilito, che in avvenire ili Rettori delle Chicle più vicine alle Porte della Città avellerò il carico di alloggiare { Sa- cerdoti Pellegrini , e per tale impiego queili Rettori fu- rpjiio chiamati Preti Ponari. Quello ufo caritatevole ef- fendo durato fino al 1311* una feconda viiione di Gri- llo Pellegiino , che fi fece vedere non fola mente al Ve- fcovo Antonio ai Orfo , ma ad altri Sacerdoti ancora, die-
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diede motivo di fabbricare il celebre Spedale di Gesù
Pellegrino in via di San Gallo, del quale a fuo:tempa ne daremo la Storia, badando-per ora, che da queito fuccinto racconto fi ravvifi il credito del Priore di Si Ceci- lia nel iiji. E per profeguire il novero de* Priori mi fa- rò dall'Archivio di S.Lorenzo, dove al facchetto 14. leg- geri il nome di Mefs. Rinaldo in un contratto,,che dice come qui fegue. 1189. Ireshiter Renaldus ■ Cttjlos & >Re- Bor Ecclcjìe SanBe Cecilie emit ab Uhaldino &e. fetium terre pofite inter Arcar a * Ego Ser lacobus iSfo£* \E>. Fe- derici Imperatori*. Ed ivi pure avvi un altro contratto ftipulato in Ecclefia S. Cecilie ufi. e tra i teflimom è fortofciitto Prete Vita Canonico della Chiefa di Santa Cecilia. Similmente tra le fcritture del Capitolo Fioren- tino nella carta di Procura del Clero Fiorentino 1286. è fo.ttofcritto Priore di Santa Cecilia un Uguccione.* fic- come nel teftamento di Arnoldo Peruzzi del 1292. ove il difpone che Si contingat Co rum E celere S. Cecilie Florent. ampliavi) ^voluit in ipfo he di fido exyendi de bo- ni i\ fuis ad hene^lacitum j'ratrum Quorum bacini ■> Mafii^ et Giotti Elorenos io. Fior. $dr<vor._f Un Ser Orlan- do io trovo Rettore nel 1320. in una fcrittura dell' Archivio di Cettello» e nella origine della Congrega Maggiore nell'anno 13.I1. e trovo al 135<5. un Niccolò Rettore della medefima , che io ftimo , elTer quello, che nel 1371. fondò una Cappella all'Aitar Maggiore della Chiefa di San Lorenzo fotto il titolo de' Santi Martiri Tiburzio , Valeiiarto , e Maffim.9 per tefta- mento rogato da Ser Lodovico da Tavernelle. Queffci fu Canonico di. Lucca, di Verona , e di Santa Maria del Fiore, eifendo egli figliuolo di quel Sennuccio di Benuc* cio della Famiglia del Bene, Poeta Tofcano,e amico inti- mo del Petrarca. Leggo pure il nome di queito Priore fra; tefiimonj ai Polle fio del Vefcovo Angiolo, o piutto«- ììq alia lettura in Sagrefìia del Duomo della Bolla di Clemente VI. colla quale fofpendevafi relezione del Ve», feovo fatta dal Capitolo Fiorentino di Filippo dell'Amel- ia j queità Bolla è inferita nei Protocolli di Ser Buonac- corfo
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eorfo di Gerfno del Cacciato all' Archiviò Generale pag»
^g.Nel 1427. ne trovo Retrore MerTer Benozzo Federighi Canonico Fiorentino Protonotario Apoitoiico, e Vefco- vo di FiefoJe, il quale arrivò col fuo vivere fino all'an- no 14J0. io che chiaro ci moiha il Sepolcro di lui fat- to in San Pancrazio di terra cotta per mano ài Luca della Robbia ; Egli nella Chiefa di Santa Cecilia lafciò di fé memoria e ntll'ai me fua , che è al Tabernacolo anti- co di marmo farro Ure d& lui pel Sanriifimo, che tor- nava allato all'Aitar Maggiore, e nella Campana più grolla, leggendofr in ella intorno intorno: tempre Do- mini Benozzi Bpfcop FefiL 1432. Nel tempo appreilo a Benozzo fu Rettole di efià Chiefa Niccolò di Dino Cor. bizzi Canonica Fiorentino, Arciprete di Colle , e fami- gliare di Eugenio IV. e mori nel 147^. E di Giovanni Bongianni., di Carlo Boccini, e di alrri infigni Priori a fuo luogo ne parleremo » V. Fra' tanti però onori e vantaggi , ebbe quella
Chiefa le fue difgrazie, e cominciando dall'incendio , che feguì, qualmente gli Storici tutti ci ricordano, ntll'an- no 1304. per opra—di Ser Neri Abati colla diluzione di Cafe molrilììme „ per cui ( fono parole di Scipione ,., Ammiraro ) né le Cafe de' Cavalcanti , né Mercato. „ nuovo , rè S. Cecilia potè} fcampare 1* ira del fuo- j,; co» e fé fu toltodalla Repubblica rifabbricata, nel 1341. corfe un altro pericolo di efiere demolita dalle Arava- ganze del Duca di Atene , avendo egli in concetto di ampliare la Piazza , e la ftrada in faccia al Palazzo del- la Signoria anche con eiierminio de* luoghi facri ; il quale Tiranno , al dire di Giorgio Vafari nella Vita.. di Andrea Pifano, voleva dal Palazzo vedere fenza in- toppo la Via Romana , e il Mercato . Ma quello die tentò, è non ottenne il Duca, i Fiorentini bensì più e più anni dopo , cioè mi 1367. lo fecero per am- pliare la Piazza de' Signori , gittando al fuolo colla Ca- la del Retrore anco la Ghiera , che riedificarono per la terza volta, capovoltandola, e aprendo la Porta fur- ia Piazza de' Malefpini , e nel fuolo della Chiefa rovi* nata
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nata fu fatta la Loggia, detta anche al prefente dei Pifa-
ni , perchè fatta dopo la Vittoria riportata dai Fioren- tini , mercè il valore, ed accortezza di Manno Donati nel 1364. E negli articoli della Pace fatta nell'anno fé-» guente fuvvi F obbligo ai Pifani di fare a loro fpefe^ queiia Loggia, oltre il pagare per dieci anni nella vi- gilia di S. Gio: Batifta diecimila fiorini di oro, e la detta Loggia era , dice l'Ammirato, luogo , dove prima fe- deva il fiore della Nobiltà . E dal detto anno fino al 1627. fuorché la rovina del Campanile , non leggefi al- tra vicenda . In tal anno poi il Priore Giovanni Bongian- ni per grazia ottenuta dal Granduca Ferdinando li. col configlio , ed aiuto dei Popolani rivoltò la Chiefa, ria- prendo la porta fulla Piazza de' Signori , e nel feguen- te anno fi principiò da Giovanni Nardi , oltre della., Cantoria , la Cappella maggiore , la quale non fu terminata prima del 1641. elfendone Rettore Cefare Bor- gagni per la ragione, che qui mi piace notare . Giovan- ni Nardi nato in Firenze, benché di origine Nobile di Montepulciano, applicò alla Medicina feguendo l'efern- pio di Bernardino fuo Padre dichiarato Nobil Citta- dino Fiorentino nel i<5oo. Fu Gio: Medico de1 Grandu- chi di Tofcana, riguardata effendo dalle loro AA. con diitinzione la fua virtù, e fpiccando altresì in lui la pietà volle con nobiliflìmo difegno rinnovare la Chiefa di Santa Cecilia , principiando dall'Aitar Maggiore ; ma inforte gravi controverfie tra lui, edj il Priore Bongian- ni gelolb di fua iurisdizione , fece alto il Nardi , cre- dendo di fiancare l'animo del Priore, cui molto fpia- ceva la dilazione della fabbrica, e tuttavolta non vo- lendo cedere nulla di fue ragioni, o fivvero di fua iu- risdizione, la principiata Cappella reftò fofpefa per lo fpazio di i2. anni, quando la morte del Bongianni dato avendo luogo al nuovo Priore Cefare Borgagni, quefti pensò colle cortefie a guadagnarfi la benevolenza del Nardi, lo che non fu difficile, e la Cappella con al- tri ornamenti reftò terminata nel 1641. E quanto effa fia ricca, e vaga, lo vedremo, dovendo prima avvertire il |
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leggitóre , che V Aitar maggiora era della Famiglia In-
fangati prima che fi capovoltale la Chiefa, vedcndofi nel pavimerto vicino alla porta , che .era il luogo della Gap-* pella Maggiore, una lapida fepolcrale con l'arme degi' Infangati al prefente quafi confumata, cocofcendofi con i/tento le tre sbarre turchine in .campo d'argento ar- ine di quella Famiglia,. VI. Entrando adunque in Chiefa a -manrina vedefi
il fepolcro del Baron Enrico di Starembergh ., giovine che <nel ìavarfi in Arno fi annegò nel 1650. il Depofito è un ricco lavoro di marmi fatto da Iacopo Maria Fog- gini allievo di Antonio Novelli, e ne daxemo fui fine l* Epitaffio , che vi fu incifo. Rimpetto a quello vedefi il Tabernacolo già deltinàto per conferva r:v-i V Eucariftia y che dal Vefcovo Benozzo Federighi fi diife fatto-lavora- re, e fopraflriquefto è collocato un alno Tabernaco- lo,.ove ila chiufo ili Grocififro Miracolofo di Loreto, di cui parlerò nella feconda Lezione . Seguitando a man- ritta .viene la Cappella in onore decanti Tiburzio, e Antonio con tavola di Buonaventura Gandi , in mezzo alla quale evvi un vano , ove è cuiiodita la divota Imma- gine della .Centuria dì Maria j di cui.pofcia ragioneremo • A fini/ha cor nipoti dente con uniformila .di diftgno fe- gue altra Cappella di Ciiiìo appalfionato con tavola del Rollo, il quale rapprefemò Gesù } che porta la Croce , ed una turba di fpettatori con sì bella invenzione, di- fpofizione, ed attitudini, che ft.im.afi una delle più rare tavole eli Firenze ; Inoltrandoci poi nella Chiefa , troviamo due porte laterali , fopra le quali eranyi due fineftre con pitture di Cecco Bravo, filila porta delira avendo egli dipinto San Giovanni Evangelica, e fulla Jìniitra S. Gio; Batifta , la prima non ci è più, ma la feconda è co- perta da un muro fonile alquanto diilaccatp dalla., pittura. 1 ■ . VII. Retta la Cappella maggiore di fonra accenna-
ta degna da oilervarfi per la ricchezza de* marmi , e per la bontà delle Pitture. La Tavola air Altare è del Cavalier Curradi rapprefentante Papa Urbano I. che fu pre-
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preferite alla morte di Santa Cecilia \ ed il Mai-tinelli al-
le pareti laterali dipinfe a frefco le due invenzioni delle Reliquie .delia Santa, quella in tempo di Pafquale I. nell'anno 821. è a man fìniftra , ove vedefi lo iteilb Pittore ritratto al naturale in uno, che cava fuori dalle Catacombe la tefta con torcia accefa in mano: la fecon- da invenzione folto Clemente Vili, nel 1599. è a man- ritta 5 ove il detto Artefice effigiò il Priore Borgagni, che è quel Prete, the tiene in mano un cartello, e ne'tre Pellegrini fono ritratti Gk>; Nardi, Nera fua moglie ed Ipolito fuo Figlio: nelle due Nicchie ai lati dell'Aitar medefimo vi fono due ftatue de* Santi Vakriano, e Ti- burzio opera del Pieratti, -e nella fctììtta vedefi la Santa nella caldaia bollente pittura di un Fiammingo, ma per la morte ài Giovanni reilò in pendente parte di detta fof£tta, dove vtggonfì airìfTe l'arme della Fami- glia de'Nardi., che tanto beneficò la Chiefa, la quale troveremo piena di pr.eziofe Reliquie nella feguente Le- zione. Ecco l'Epitaffio, che leggefi al fepokxo del Con- te di ,Surembergh ? < ■■■■■> J.-., .. D. O. M. .
HENRICVS HELMHARTVS
COMES AC BARO DE STARHEMBERG EX INCETTA STARHEMBERGIORVM AB ANTIQyiS STYRIAE COM1TIB, DESCENDENTIVM PROSAPIA PATRE GOMITE AC BARONE DE STAR11EMBER-G MATRE IVDITHA SABINA
IORGERIANA BARONISSA
TLORENTIiE IN IPSO FLORE ^TATIS V. IDVS 1VLII MDCL
INFELICI FATO EXTINCTVS
HIC REQVIESCIT
V1XIT ANN* XXII MENS IV D. IX
P. M. F. M. M. P. P. M. H.
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Tom. L fart. IL H LE-
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L E Z I O N E V.
D I S. C E C I t I A.
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O non porlo introdurmi meglio nel fe-
condo ragionamento di quefta Storia , che col farmi ad orfervare il Doflale confervato già da molti fecoli in S. Ce- cilia, veggendofi in elfo otto quadri di- pinti full'afle, e divifi fecondo la ma- niera di que* tempi in altrettante fparti- zioni uguali componenti una fol tavola : nella prima ev« vi una Ma parata per la fefta degli Spofi Cecilia , e Vale- riane; nella feconda una ftanza, ove Cecilia confida al fuo Spofo il fegreto di avere ella un Angiolo Cuftode di fua verginità; nella terza è dipinto Valeriano già battez- zato , che vede l'Angiolo della fua Spofa, e nella quarta Cecilia, che inftruifce alla prefenza di Valeriano Tibur- zio fuo Cognato, A manritta nella quinta S. Urbano Pa- pa è figurato, che dà il Battefimo a Tiburzio, nella fefta effigiata è Cecilia incatenata alia prefenza di Almacchio Prefetto, nella fettima la Santa nel bagno bollente, ed il Carnefice vedefi colla fpada ignuda in atto di decapi- tarla , e r ultima ci moftra la Santa medefima, che pri- ma di morire predica, e converte molti foldati . Quello Doffale , che è una tavola di Cimabue dal Vafari accen- nata tra le prime opere dì quel reftauratore della pittura, fi potrebbe chiamare una reliquia dell'arte, ed un rarif- fimo teforo di quefta Chiefa . Ma perchè altre più prezio- fe reliquie qui fi confervano pertinenti alla Santa Vergi- ne, e Martire, ed a molti Santi, fenz' altro lafciando la tavola di Cimabue, vengo a quanto vi è di adorabile in quefta Chiefa . II, Quafi ogni Tempio ha il gloriofo titolo di qual-
che Santo, ma non fo le ciafcuno abbia del Santo tuo? ì\ la-
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lare la fua reliquia, e piaceiTe a Dio, che tutte le Chie-
fe ne aveiTero queir abbondevolezza, che io trovo in S. Cecilia. Qui vederi un reliquiario vago quanto altro mai, ricco di argento, e luminofo di criitalli con piediftal- lo di affai Iodato lavoro, nel quale molte iingoìari reli- quie della Santa fi contengono. Un pezzo della verte di lei fubito invita il noftr* occhio a confederarlo tinto di fangue, e da un cartellino ci il addita della carne di que- lla Vergine, e Martire, ficcome in un vafetto vi fono fue offa e ceneri; in altro luogo più a balTo evvi un fram- mento della ftefla Cafla, nella quale il Cardinale Sfon- drati fotto il Pontificato di Clemente Vili, trovò il pre- giatiffimo Corpo,e conciofiacofachè la Rea! Cafa de"Me- dici era in quei tempi molto confiderata in Roma , 'fu facile al Granduca di avere parte delle ritrovate reliquie, che portate a Firenze furono collocate nella Cappella Reale , ed una porzione di quefte fu donata alla noitra Chiefa . Prima però che ci inoltriamo nella ferie di altre reliquie , imporrante digreflìone farà il qui- notare alcu- ni sbagli prefi da qualche Scrittore circa la vita di S. Ce- cilia, e primieramente, che folle Siciliana la Santa , er- rore fu di Fortunato f che ferirle ; CaciliamStenla $roferp % SeleuciaTeclam^ quando negli atti della Santa abbiamo come Almacchio la riconofee Romana , e di-éffere Citta- dina di Roma lo diife Cecilia rtefla : Cicilia refyondit Ro* wana Ciuis Jum . Il fecondo sbaglio fi fu, di chi ferirle 5 che la Santa forTe martirizzata fotto Aurelio Comodo , lo che fi inoltra chiaramente falfo , pofeiachè ella morì nelr le mani di Papa Urbano, il quale governò la Chiefa fot? to 1* Imperadore AlerTandro. Finalmente avvertafi , che fé i Mutici hanno per loro Avvocata Cecilia, non è pro- va convincente per credere, che ella fapefle di canto, e di fuono , libertà de* Pittori moderni , non trovandoli nelle antiche tavole la Santa, che fuoni V Organo, on- de le parole della Chiefa nell' Ufizic : cantantibus organi*r, Concilia Domino decantahat, fi debbono intendere , che Cecilia orava, ed al fuo Dio raccomandavafi , giuria le pa- role degli Atti : cantantilms organis Ma in sorde fuo foli •■«;■' H 2 Do* |
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*$)àmìno d'ecdntahat dìcens : fiat cor meum 9 & corpus mcÀ
■itm immaculatum, le quali parole Antonio Boffi cosi co- ibenta ; Ex quo mos ille in Ecclejìa defluxit y. ut té eius manibus organa appngantur. III. Ora tornando alle reliquie della Chiefa s vedeiì
in un reliquiario di argento grande , e di fuperbo difegno 1* estremità del dito auricolare di S. Trofimo, ed il re- cante del dito confervafi nelk Cappella Granducale.. Quefta reliquia fu donata alia Chiefa dal Cardinal Fran- cefco Maria de5 Medici, con quefta condizione ,. che il Pri- ore fondaffe una Congregazione fotto il titolo di S. Tro- fimo Protettore dei Podagrofi 5 come feguì, e nel dì > chea- priffi la Congregazione vi fu una folenne Proceflìone per tutta la Piazza , e v' intervenne il Cardinale fteffo. Quello Santo fu Difcepolo di S. Paolo, e Vefcovo di Arles . Ma varj; Scrittori Eccleiìaftici di un Santo ne fanno tre , vo- lendo effi, che il Ti-ofimo degli atti degli Apoftoli da u- no, il fecondo quel Difcepolo lafeiato da S> Paolo a Mi- leto infermo, ed il terzo il Vefcovo d' Arles full' auto- rità di Gregorio di Tours, che Trofìmo moriife in Ar- les nell'anno 250. Ma fembra più probabile Y opinione dì chi ne vuole un folo, conciofiacofachè il Baronio nel* le note al Martirologio dice :. Gregorius hic manifesti fil- ine errawit, e fi ha una lettera dei Vefcovi di Francia a S. Leone Papa, nella quale afferifcono, che S. TroMma mandato foffe in Arles da S. Pietro - IV. Or tornando in Chiefa vi fono due corpi di
Santi Martiri co' nomi proprj di Vafcante , e Leontida, ambedue venuti di Roma nell'anno 164$. come dall'Ar- chivio Arcivefcovile apparifce. Furono eftratti dal Cimi- tero di S. Agnefe- in via Numentana , per ordine di Pa- pa Innocenzio X. trovati colle loro ifcrizionij e lapide . Il Corpo di S. Leontida fu dal Cardinale Ginetti Vicario del Papa donato al Marchefe Paolo del Bufalo, e quelli lo mandò a Firenze al Cavaliere Tommafo Guidoni, Coppiere del Cardinale Gio: Carlo de' Medici, e dal Gui- doni pafsò in donò a Giovanni Nardi infigne Benefatto- re della Chiefa di S. Cecilia con le palme , e vafo di |
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fangue?e nella lapida leggévafr Ì JaHuàrìus Leonilde GV-
niugi fecìt in pace ; Quello dì S. Vafcante lo ftefTo Car- dinale de' Medici avendolo ricevuto dal Cardinal Panfi- lio, lo donò parimente a Giovanni Nardi ai io. di Feb- braio del 1645. ed entrambi daL foprallodato Nardi fu* rono fatti trasferire alla Chiefa; di S. Cecilia» ed efpofti' alla pubblica venerazione con-la ricognizione, e licenza di Vincenzio da Rabatta Vicario Generale dell' Arcive- fcovo Piero Niccolinif quindi il moderno Priore non1 guardando a fpefe per maggiore onore de* Santi', in due Muove Urne dorate co" fuor criftalli gli ha collocati in fagreftia,. ove fi eonfervano in tutto Panno, a rifervà di alcuni giorni folenni, nei quali'vedoniì efpofti fu gli altari della Chiefa. V. Abbiamo ancora la reliquia di Sv Giovacchino y
di cui vedefi in Chiefa full' altare della Cappella finiftra un quadro con abbondevolezza di voti', ed in ogni anno» fé ne fa una divota feria. Tardi per vero dite la Chiefa^ Latina inferì quello Santo nel Calendario, e il primo fu- Papa Giulio II. ma perchè gPInni, e Lezioni, ed Anti- fone erano fiate prefe dagli apocrifi* feruti, nel Pontifi- cato di S. Pio Vv e fefta, ed ufizio fu foppreiTo , come apparifee dal Calendario Romano del 1572. nel quale niuna menzione fi fa del Santo. Devefi adunque grado ai- Pontefice Gregorio XV. che ne ftabilì la fefta, o fivvero k reftituì per tutta la Chiefa Cattolica ai 2©*• di Marzo*j ad iftanza del Re Cattolico, per le replicate fuppìiche delia Ven. Maria di Efcobar , leggendoli nella Vita di quefta gran Serva di Dio, come nello fletto giorno, che iì Pontefice fcrifle il Decreto'per la fetta dei Santo , Maria Vergine fcefe dal Cielo con una Collana di oro, che pofe al collo di quella fua ferva > in pTemio delle folle- citudini avute in procurare tale onore al fuo Santo Ge- nitore . Debbo però notare , come V Imperatore Carlo: VI. defiderando, che fofle quefto giorno dichiarato fefta di precetto , per non moltiplicare felle , ne ottenne la traslazione in perpetuo alla Domenica di Agofto , che viene dopo L' Aflunta. Oltre alle reliquie annoverate di fo.
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l'opra»'e' molte altre, che adoranfi in un ricco ovato, vi
fono due Immagini miracolófe, che accrefcono in quella Chiefa e lo splendore» e la divozione. La prima è V Im- magine di un Crocififlb di rilievo alto un braccio, il qua- le già confumato dai baci, e dalle lagrime dei Pellegrini, quando flava pendente alla parete della Santa Cafa di Loreto » ove V anno 1682. effendoii portata una divota Compagnia di Firenze condotta da Michel Boccini Prio- re di S. Cecilia la chiefe, ed ottenne dal Cardinal Buf- fi, allora Prelato, e Governatore di Loreto. Fu portato qua! pregiatiffimo te foro a Firenze, folenne e/Tendo flato T ingreffo in Città, ricevuto alla Porta dlS. Niccolò dal- la Compagnia di S. Biagio con torce accefe , ed accom- pagnato fino alla noitra Chiefa, ove difpenfa, continua- mente le lue grazie , vedendoli il Tabernacolo, ove Ila chiufo, maifempre coperto di voti, e la Centuria di Ma- ria , che ne ha 1* jufpadronato, ogni cinque anni con fe- lla folenne lo efpone full'altare. Quella ileHa Centuria , che fu iftituita nel 16B2. da pje perfone,ha parimente un'Immagine di Maria miracolofa acqui/lata in quello modo. Là Centuria era cosi decaduta, che contavano ni- ente più di quattro^ o cinque fratelli, e però anfiofo il moderno priore di rimetterla, di accordo con quelli pochi aggregò alla Centuria un fiorito numero di giova- ni'»., che .già radunavano* in luogo particolare ad ofle- quiare quella Immagine di Maria, onde con tale unio- ne fu collocata in Chiefa la Santa Immagine, la quale cominciòifubito a premiare la pietà e del Priore, e dei Congregati con ifpecialiffimi favori. E qui mi Ci conce- da di riportare le parole dei Signor Domenico Maria Manni nel Tomo XII. dei fuoi Sigilli in lode di Giufep* pe« Maria Stefanini prefente Priore di Santa Cecilia, cot*e apprelToi»»i Alla cui vigilanza molto dee di pre- „, lente il decoro di quella Chiefa, avendo reftaurata a „ proprie' fpfcfè» ed - abbellita internamente, e nell'e- ji/illerno' la mede/ìma, e fattale il comodo fra le altre »ixdella nuova Sagreftia, che di prefente fi vede» coitata siLnflki cocfideiabile lemma. IO . ; LE-
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LEZIONE
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VI.
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DELLA CHIESA DI SANTO StEFANQ
DE* PADRI AGOSTINIANI DELLA CONGREGAZIONE
DI LECCETO. - /
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9^j#s
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I. H~ I A Chiefa di Santo Stefano a Ponte è
un Tempio dedicato ad un Santo , il
quale eflendo flato il primo a fparge- re il fangue per là Fede di Crifto, eb- be ànSola tra* Martiri il primo onore della venerazione di fiie Reliquie a* dorate , giufta V affezione di S. Giro- rolamo negli atti degli Apoiftoli , dai Difcepoli, e da'pris- mi Fedeli adunatili al folenne culto del Santo Levita nella cafa di Gamaliele . Né tardare io punto debbo a celebrare la devozione de* Fiorentini al medefìmo San* to, avvegnaché Firenze preffo " al foo < primo Cerchio già aveffe due Chiefe, una , che era delle $6. Parrocchie di Firenze, in oggi detta Santo Stefano di Badia, è l'altra fuori detta Santo Stefano a Ponte, la-quale fenz* altro efordio farà V argumento di due noftre Lezioni! II. E che non meriti fempre fede la fama di chi edificale alcune Chiefe in Firenze , ci> fèmbra di aver- ne* datò più fiate evidente indizio in quefta Iftoria, len- za però obbligarci a tacere le varie opinioni Seguitate da qualche Scrittore, ancorché non fieno fiancheggiate da documenti autentici, come appunto fono' quelle, che corrono della Chiefa dì Santo Stefano , la quale vien decantata per una di quelle fabbricate da Carlo Magno nella reftaurazione della Città. Dirò ancora opinione più ftrana , ed è di quelli, che hanno creduto, avere a- vuto quella Chiefa la medefima origine 3 che ebbe la Chiefa di Santo Stefano nella Città di Ancona, fecon* do
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-do cije nota OdeHgo Rinaldi, dicendoti, che fofTe fab-
bricata quella Chiefa, o fìvvero Oratorio in onore di Santo Stefano» per eflere flato colà portato uno di que* farli » co*quali il Santo fu lapidato) onde per trovarli nella nottra Chiefa a Ponte anche una di quelle pietre , i mal consigliati opinarono, che efla avelie avuto un fo- roigliante principio. Ma troppo debole fondamento egli è <]ueflo fallò per provare V antichità della Chiefa , maffituamentechè in parecchie Fiorentine Chiefe fi con- fervano tali pietre , come prelTo i Monaci di Ceilelìo j ed in Annalena ; ^ JIL E per venire ora alla Chiefa, facendoci dalla
varietà de* nomi dati ad efla , diremo, che talvolta è Ita- ta chiamata S. Stefano ad ftortam ferream per eflfere la fua porta maggiore tutta foppannata di ferro, dove ve- defi confitto un ferro di cavallo fénza faperfene la ve- ra cagione. Era altresì in antico appellata de'Lamber- tefchi dalie cafe loro, che le erano apprefìb, e fono quelle , che il Canonico Salvino Salvini ne* fuoi Mano- fcritti, oggi predò ilSig* Proporlo Cori, dice efifere fiate allato alla Chiefa, le quali di prefente fono del Marchefe Bartolommei , e crede di più , che dai Lambertefchi mol- tóì nell'antico fotte fondata quefla, Chiefa . Ma 1' appel- lazione più frequente, che fi trova nelle fcritture, è di Santo Stefano adVontem Veterem, o de capite Vontis per la vicinanza del. Ponte Vecchio, del quale fra poco da- remo la defciizionej. , , m f i IV. Per tutto quello poii> che rifguarda antichità di fe-
■ coli ,f 6 fpltndore di dignità, oreftaurazioni viepiù ma- gnifiche:, qui per ordine tutto anderò riportando full* autorità di veridiciì documenti.-... E principiando dalla ftruttura, manifeftamente vedefi V antichità di lei, ef- fendo fiata a guifa delie antiche Bafiliche feparata in tre navi, lo che dimoftrano, e le tre porte, che mettevano
in Chiefa, vedendofi Je due laterali inoggi rimurate, ed ancor più chiaramente il pavimento di e fifa, nel quale fi iifcontrano i fondamenti de3 pilaftri, che dividevano la navata di mezzo dalle laterali. In ripiova poi , che |
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ella foflè una nobile Collegiata con Priore « e Canonici,
anche innanzi al tempo, che ci accenna Monfìgnor Vin- cenzio Borghini, mi piace di recare una Serie de* Prioria che ho eftratti dalle pubbliche fcritture.Nell'anno adun- que ii 16. era Priore Rambaldo uno degli accufatori éi Gottifredo Vefcovo Fiorentino a Papa Pafquale II. il qual Pontefice conofeiuta 1* innocenza del Vefcovo. con Bolla , che riporta I* Abate Ugheìli al Torno III. dell' % talia Sacra, aifolvette Gottifredo , e condannò con gli altri calunniatori Rambaldum Friarem Ecelejie ,T. Stefa- ni ad Foutem de Florentia . Maeftro Fede trovafi Priore nel i233.queiH leggendofi in una cartapecora citata dal Signor Manni al Tomo XVIL de'fuoi Sigilli, come ap- prettò ; 1233. XI. Kal. Àug. Ego Magifter Fide Frior Ee- e leJìe S> Stefani de capite Fontis cum confenfu Presbiteri Bene , Bencivenni, & C ambii Canonicorum et F rat rum meo* rum spendo de bonis di&e Ecclejie grò folcendo debito Gian- ni Botticini librarum 80. contra&o grò HediJicUs & muris igjius Ecclejie faciende & concedo tibi Fratri Aldobran- dino Priori Ecclejie S- Maitheide Ile feri, & Fratri» bus tuis de Ordine Heremitarum^ eultum terram iste. & grò gretto recegi nomine Ecclejie gre di&e S'.Stefanil librai 200* bonorum denariorum* Fifam. a t^ Fratte Aldobrandino Em* gtore . A&um Florentie in ClaujlroS. Stefani de eagite Fontis: M. Sgedagliere Iudex^ rogavit Ser Bonaventura Not. Viene un Prete Orlando nominato più fiate nel BuHettone, come al numero 31. Orlandus Frior Ecclejis S. Stefani de cagzte FòMtif Camerarius Domini Egifcogi 1556. e al numero 233. di nuovo leggeri : Orlandtts Fri» or Ecclejie $* Stefani de Fior, deiegatus Ven. Domini Io* aunis Egifcogi Fior, fuger re format ione Plebi s S- Io anni t de Remulo . Il medefimo trovafi tra* teiiimonj fottoferitti nell' irlrumento della fondazione della Chielà de* Padri Carmelitani di Firenze nell* anno 1268» e nel i2óp. Egli vende altre terre in Arcetri a'Padri Eremitani di S. A- goftino per contratto, che rogò Ser Bene Rinaldi de Val* Ha Hot. E proseguendo il novero de'Priori, nel 1273. governava quella Ghiefa MeiTer Ubaldino Dottore infigne Tom. I. Fan. IL 1 di |
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di Legge, nel cui tempo fu rifatta parte dei tetto, come fra
fcritto in una trave : Tempore- Domini Vbaldini Decretorum Dottori* Triorh Ecclefie fuit faBum hoc teBum an. 1273. Se quello millefimo fia giufto, non arrivando la mia vi- fìa a quelP altezza per poterlo rifcomrare ilarò alla fede del RorTelli > del Migliore, e di altri, che avranno avuto migliori occhi de' miei ; per altro trovando io uri Mete Ubaldi no Prior di S. Stefano, e poi Canonico Fio- rentino, e da Bonifazio IX. fatto Vefcovo di Cortona , e morto finalmente Arcivefcovo di Salfari nel 1400. for- temente dubito del foprarrifeiito millefimo, e di Ubaldi- jìo mi giova credere, che ilaT arme fulla porta del Chio- stro della Cafa àt\ Priore, che inoggi è Convento degli A- goiìiniani, in leggendovi lotto le feguenti lettere; Uhaldinut Bonamichi Prior. Né pollo tralafciare altri Priori, come un Prete Andrea, il quale per fé, e. pel • fuo Capitolo fi fottoferifìe nel 12E6. ad una Procura generale , fedia va- cante in Firenze > ed è rogata da Ser Grazia dì Arrigo di Grazia Notaio; e nel 13 18. al Vefcovado ne* proto- colli di Ser Benedettoci .Maestro.Martino nominar! Do- miti us lacohus Bwgeri.de Tomaquineis Prior S\ Stefani ad ■Mmttmi e ne^rogki.ditSerFranceico di Zanobi di Albizzo leggeri -'. Domina * Scarpa, olins Jlinaldi pop. S. Laurentìi tfrior Ecclefie S.. Stefaniadv Pontem Veterem .Nel fepol- tuario del RorTelJi ci viene additato un ladrone di mar- mo appiè della fcaiinata deli! Aitar Maggiore con mezzo rilievo,, arme,edVepitarfjo; consumato, che diceva:Mhim$. frior 1336. E qui io mi crédeva di terminare la- fèrie, de- gì1 illuftri , ed antichi Priori , quando dah foprailodato ^^3i^^'.tJS^$kiiftk£i me ne furono comunicati, e per effer tutti di nobili famiglie affai note, non poffo o- mettergli,. e fono nel 1405.,Domimis Baptiffa de Cafiel- lanih: nel règiftro di.Ser Filippo di Iacopo da Luriano ai Vefcovadoj Domimi? Alex* de Merombus Prior E e e le fi & S.AStefani^ eam 4. Canonieh , & feptem Cappellanis cosi negli atti della vifita deli" Arcivefcovo del 1J14. Dominus luco fot fl Fr amifei de Hicronymis Prior S. Stefani de capi- te f otitis facit fuum Snhpriorem Presbit. Lucam Marci de |
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Làterina,. nella Cancelleria Arcivefcovile : Domtms Fw.
cifois Leonardi S-pnàfricr huius Ecclefìa fi legge in altra lapida di Chiefa ; qui ohiit 13. Juiii 1573. e per fine Be- minus Ioannes Bapifta de Confetti*, che fu V ultimo Prio- re Prete , del quale a fuo tempo rammenteremo la renun* zia della Chiefa fatta ai Padri di Lecceto nel 1585. V. Or parlando ad altre cofe dirnoftranii lo splendo-
re della Chiefa, noteremo il fito dove ella fu fabbricata, cioè in una delle più antiche ^ ed illurtri parti di Firen- ze, dove erano le abitazioni delle Famiglie de* Buondeì- monti, Gherardini, Girolami, Lambertefchi, Baldovinet- ti , Bellandi , Rigaietti, ed altre, ellendo molto vtrifimi- le cofa, che vi foriero anticamente gioriofe memorie de' fuddetti Cittadini, che al preferite a cagione delle reftau- razioni della. Chiefa , e di altre vicende, in parte fi fono perdute. Vedefi però ivi prelTo una cafa fabbricata già di legname , e vedutafì fino quafi a' noftri tempi, che è del- la Famiglia de' Girolami, dove alla parete avvi in mar- mo la memoria di S. Zanobi creduto loro Antenato , e del quale corre coìtantiflìma tradizione , che quefta cafa foffe la fua abitazione, raccontandoli ancora per cofa ve- liffima , che in molti incendj accaduti intorno alla Chie- fa di S. Stefano nello feorrere di tanti fecoli , e maffi- mamente in quello sì memorabile di Ser Neri degli Aba- ti , rimanelfe fempre illefa dalle fiamme quella cafa. Altro pure pregevole titolo , del quale vanno gioriofe molte Chiefe di Firenze, ha goduto quello Tempio , e furono le frequenti adunanze de* Signori per trattare le pubbli- che cofe, e fpecialmente nell'anno 1426. quando per re* primere la licenza dell'Arti minori , quivi fi radunarono da fettanta Illurtri Cittadini per fare nuove ordinazioni flabiiite dopo una lunga diceria di Niccolò da Uzzano , come dice V Ammirato al lib. XIX. VI. Accrefceva altresì, e fama, e concorfo di popò*
lo alla noftra Chiefa la vicinanza del Ponte , ove di pre- fente iranno gli Orefici, addimandato il Ponte Vecchio, per efìeie Irato edificato nel 1080., ma cadde due fiate, cioè nei. Ut37*4 e nel 13 33-5 pofeia rifatto da Taddeo |
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Caddi nel \$\%* di pietre riquadrate co» ifpefa di fiorini
feflantamila d' Qro,eirendQ detto Ponte di larghezza brac- cia i%> e dalla parte,, che guarda il Ponente, vi fi leggo* no i feguenti veifi ;■. ■ . NEL. TRENTATRE DOPO IL MILLETRECENTO
_. IL PONTE CADDE PER DILVVIO D* ACQVE POI DODICI ANNI COME AL COMVN PIACQVE *
RIFATTO IV CON QUESTO ADORNAMENTO * "u '': . . . : tj -':... {';i i : "....• ■- .- tifi ì l .■':; •■ "" ' }
dalla banda poi di Levante avvi murato un Idoletto con
ali * e lotto di eflb altri verll come appreiìb:: 1 , ANNO' MILLENO TERCENTVM TER QVOQVE DENO
EI TRIBVS AD1VNGTIS INQVARTA LVCE NOVEMBRI^ :
^VRBiNE LYMPHARVJM MVLTARVM CORRVIT HIC POMS,
POSTEA MILLENIS TERCENTVM QVÌNQyEVNOVENIS
PVtCRIOR ORNATV FACTVS FVIT ET REjvOVATVS
HIC PVER OSTENDIT BUESITER QVE FACTA FVERVNT
VII. E giacché n'amo entrati a ragionare di così fa-
mofo Ponte , riporterò altra notizia pregiai iflìina. con le parole del CinelJi nelle lue Bellezze di Firenze alla pag. 115,,, In pie del Ponte Vecchio dalla parte di mezzo gior- 5j no-è-fituata una Statua famofa creduta dalla maggior & parte degli uomini un Pafquinor che foiìiene AlelTandro }, ferito, ma di verità ella non è così, perchè queiìa un 3, Aiace morto per le fu e ferite da te fi di (uà mano rap- n prefenta ; ed in fegno di ciò ha quella Statua una fé» té xitsifotto la poppa manca con Alcune gocciole di fan- n gue-, il che non farebbe iato dati* Autore di efTa in a quella forma fcolpito , fé AlelTandro, come è (lato ere- , duto da molti, rapprefemaflè . E* opera infigne degli 5? Scultori Greci* di marmo, e di maniera pur Greca , ed- j> è frmiliflìma a capello al Pafqurno di Roma, ed al Pa- M, fqurno, che nel Cortile de* Pitti fi conferva. E* maravi-. ■»? giro fa queiia Statua non folo per la forza de' tnufcòlf %>. nella gamba di dietro del foldato, quanto per la dili- iè catezza delle carni, e per P attitudine tegliata, e na- tu-
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■'"■•• Veduta cLdU meta'elei ^^^,^lf^^^W#. ^ . :* . .„-
■ i iM* e *^^jA^^«A*«» Sofrfck/Pon^MkpartoS*?** Jefrc. ^.Corrière .de &&*„, A» «&* Confava c&SbO^ o-Scrgvu d.JSot-
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„ turale, moftrando movenza, € vigore, td intelligenza
„ maravigliofa, che ha avuto 1* Artefice nelle parti del „ corpo, che ella feoperte rapprefenta, a fegno , che 0©ì| ,, di marmo, ma di carne animata raitembra . Fa queita ,, reltaurata di ordine del Granduca Ferdinando IL da Lo- „ dovico Salvetri Scultor Fiorentino > il quale rifece il „ torfo del foldato , ed il braccio pendente dell* Aiace, ed „ altre parti, la quale reftaurazione è maravigliofa , per „ eiterfi il Salvetti così bene adattato alla maniera Greca » „ ed aver unito i mufcoli, e le attitudini al refto della „ vita a tal fegno, che chi non fa efatta diligenza , giudi- a, dierà che ila tutta d* un medefimo Artefice, e n'ebbe „ per premio feudi trecento, come dallo Scrittoio di fua „ Altezza fi vede . E' però da notarfi.,. che la fommapru- ,, denza di Ferdinando II, dettino, che quella Statua fi e- „ rigette in queito luogo con molta ragione > per eitere „ quello quel luogo famofo, ove era porta la Statua e- „ queitre di IVbrte, che fu tolta dal tempio di S. Giovan ,, Batiita neir abolimento dell' Idiolatria, la quale cad* j, de in. Arno itante un grandiitimo diluvio di acque» , f Vili. Sin qui il Cinelli, il quale fé non crede, thè la ltafua deferitta appiè del Ponte fia un Aleitandro , et permetta ,, che diciamo non eitere ella né pure un Aia-* ce, ma piutto/to un gruppo di due gladiatori efprimente la vittoria di uno colla morte dell' altro, che fomiglian* ti ne abbiamo veduti in Roma , ed altrove ♦ Similmente diremo della ftatua di Marte, la quale il fuddetto Cinelli dietro la numerofa feorta di Autori antichi, che fcriifero> cofe fuccedute ne* fecoli ad eifi lontaniiììmi, vuole , che. folle trasferita in luogo così pubblico. E per vero dire feinbra cofa aitai dura , che un tal fimolacro , che era materia atta a poter incitare , e revocare i novelli Cri- itiani a ripigliare la Idolatria, non fi fpezzaité, e fi tu ducette in polvere, come ordinavano le Coilituziom lm* periali , e noi crediamo con dotti Scrittori , che folte d* uopo ciò fare per abolire la fupcritiziofa credenza , che a* veano i Fiorentini, cioè , che diftruggendofi quell'idolo,' egli era il tirarfi addoifo quei danni, di cui parlavano le me-
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memorie vetiifte, che farebbero venuti in quel cafo fa*
pra Firenze, come fu così falfo fuppoiio fcrifTe il divino Poera nel Canto XIII. dell'Inferno Sempre con l* Arte fua la farà trifta,
M fé non fojfe, che 3n fui puffo d'Amo Rimane ancor di lui alcuna *vifta ec. E di tale Statua già quivi fìtuata, full* autorità di Dante
ile ferirle Fra Domenico da Corella ne'feguenti verfi: Hic celeri paffu *veterem pertranfeo Tontem
In cuius medio Marti s imago fuit i Qua* modo non extat) tempio fublata Iohannis•-•-,
«3 ; Cui n)iBus ceffit Belliger ille ,Deus ièVJinJiic ubi limofa fertur latitare fuh unda "■> Ilio ne rualeant aufpice bella gè ri . Avvi pure fulla eofcia del Ponte verfo mezzodì la Com-
menda della Religione di Malta detta del Santo Sepolcro» della quale darò la Storia nel Quartiere di S. Spirito, accennando qui folo T onore , che ebbe quello luogo di «{fere flato l'alloggio di un Gran Macftro di detta Reli- gione , come leggefi in varj libri di Ricordi, ma più mi- nutamente narrato fu da Francefco de'Baldovinetti nei fuo Memoriale ferino da lui Tanno 1513. che oggi è ap- preso all' Eruditiflìrno Sig. Gio: di Poggio Baldovinetti , ©ove a pag. io<5. fì legge così „ Nel 1419. venne in Fi- V, renze il Gran Maettro di Rodi con gran compagnia , ,? e bene in punto, e con gran copia di danari. Il Pa- ,*;pa, e la Città il onorò, e ailoggioìlo in S. Giovanni- 9, no de' Frieri al Ponte Vecchio, che era di uno Frie- ^xo deVCanigiani ,, fin qui lo fcrittore, ed il Papa era Martino V. il gran Maeitro era Fra Filiberto de Nailach Franzefe eletto G. M. nel 1395. e morì nel 1421, il Ca- valiere Friero, che era Commendatore del S. Sepolcro , chiamavafi Fra Bartoiommeo di Bindo de3 Canigiani. UÌ »H ,: :. . i ... < *J,:.*. u^i -< - ***** n+tu ,, **J 1»; ' L E-
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VII.
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L E Z I O N E
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DELLA CHIESA DI SANTO STEFANO II.
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E varie vicende accadute in S. Stefano i
Ponte fui terminare del feeoloXVLmi richiamano per la feconda volta a ra- gionare di una Chiefa , la quale fé noi vedemmo andar faftofa principalmente pel pregio di fua antichità, nella pre- fente Lezione la offerveremo illuftfata dalla Santità de'Padri Agostiniani di Lecceto, che ne fondi divenuti ipadroni, ed arricchita 1' ammireremo di magni-; fici altari, e di reliquie infìgni. E facendomi dal nove-' io di queite, oltre ad un faffo di quelli , che ferirono il= Santo Levita, e Protomartire, confervarcfi in un beli' ar- madio le feguenti, delle Compagne di Sant* Orfola Vergine, e Martire una tetta avente in bocca fedici bian- cbiffimi denti > e quella di S. Ilario Martire con £ei , gli flinchi interi de* SS. Flaviano, e Antonio Preti, e Mar- tiri , e uno di S.Orrtna Vergine . Veggonfi Offa de* SS. Papi e Martiri Anacleto , Teksforo, ZerTerino , Antero , e Marcellino; un Olio di S. Luca Evangelica; pezzo di Of- fo de' SS. Vefcovi Cipriano, Gaudenzio, Bafilio s e Mar- tino; altri delle SS. Vergini, e Martiri Dorotea , Paoli*; na > Mufa j Orla, Gordiana, Eufebia, Eufemia , Lucia V Giuftina y Candida, Maffitna , Vittoria, e Demetria , e ofla delle SS. Vedove EJena, e Saffa. Quivi ripofano pure le facre ceneri di alquanti Venerabili Religiofi della Con- gregazione di Lecceto domiciliati in Firenze, ed in que- (ta Chiefa fepolti, come il Venerabile Ipolito Panalfufio- Romano, il quale dopo aver paffato per tutt' i gradi di fua Religione, la governò nei porto di Vicario Genera- le, e ne parla il Landucci nella fua Selva Uicetana con le feguenti efpeffioni : Obìit Fioretta An. 1609, incredi* bili
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bili Hptd e dm fanilitatis fama , multa edidit in lucem ogtt-
/culai qua ultra eìus honos fa oytimos mores, maxima in txiftimatione ewm in 'Blorentijfima Cimitate haheri caufa- runt. E dì Fra Vincenzio Guerrazzi da Carle! Franco» la cui morte fu pianta da tutta Firenze, e feguì neìl* an- no 1633. come nota il fuddetto Scrittore : mors inimica e mimis sum rajtuit , lacrymatus ah omnibus ohiit Vincentius jglorentia 1Ó33. E lafciandomi portare dalla vaghezza di parlar de' Santi di quefta Congregazione parferò per bre- ve digreflìone al tanto famof© Convento di Lecceto, ivi veggeudofi allato a queir antica Chiefa un Cimitero , ove riposano , giuita la fede del Landucci, trentadue Beati , e molti altri Religiofi Santi, i cui nomi fono iti in di- menticanza, avvegnaché T archiyio di quel Santo luogo forfè malmenato nelF ultimo aiTedio di Siena, ruttavoita fi ha per coftante tradizione, cui fi aggiugne l'autorità di Girolamo Gigli nel fuo Diario Sacro, che così itrepi- tofi erano i miracoli, che Dio operava per i meriti di quei Beati, e così frequente, e pieno era il concorfo de* popoli al facro Cimitero, che nel 1336. il Priore di quel Convento veftito degli abiti Sacerdotali fi portò al luo- go , dove erano i corpi di que* Santi, e loro comandò , che fi afienelTera dal più operare prodigj a prò di quelli, che venivano a raccomandarti , perchè la folla de' divo- ti era fempre sì grande 5 che recava non piccolo distur- bo alla ritiratezza de' fuoi Frati. Onde degniamo è l'e- logio, che fece a quella Selva Ilicetana , il Cardinale E- gidio nel fuo Cemento in ABa Ap Cap. 15. dove dice così : Mons Sion unimerjì Ordinis, unde ad omnem D. Ah* gufi ini $ amiliam inftaurandam, ac emendandam, me'luti ex Equo Troiano Viri egrediuntur praftantijjìmi , opimique. IL Or ritornando alla Chiefa di S. Stefano notar
debbo, che liell' anno 1585. furono con licenza del Granduca Francefco de5 Medici quivi introdotti i Reli- giofi della foprallodata Congregazione, rinunziato aven- do loro quella Chiefa Mefler Giovan Batirìa Confetti Pro- porlo di S, Giovanni, Governatore delle Monache dette le Murate , ed ultimo Priore di quefto luogo ; e la rinun- zia |
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zia di lui fu confermata da Papa Sijfto V. coli fua Bolla
data in Roma Tanno primo del fuo Pontificato , eflendo Arcivefcovo di Firenze il Cardinale Aleflandro de* Medi- ci molto portato verro quelli Padri . In vigore però di detta Bolla fluirono varie altre mutazioni in Santo Stefano. 1/ entrate della Parrocchia aggregate furono al* la Cappella dell'Aitar Maggiore , e di quelle dei quattro Canonicati fé ne fece un benefizio , che conferifce la Ca- mera Apoftolica per efTere ftata fémpie la Prioria di col- lazione dell' Ordinario . Anzi trovo la Chiefa divenuta poi Commenda? e che nel 1672. 1' avea il Cardinale Ce^ lio Piccolornini Arcivefcovo di Siena , il quale , come leggefi ne' rogiti di Ser Carlo Novelli ne* 22. di Feb- braio di detto anno, concedè a livello un podere della Chiefa di S. Stefano a Ponte per ifeudi S5, l'anno di canone, ed inoggi n'è Commendatario Monfignore Ac- ciaiuoli Nunzio alla Maeilà Fedeliflìma dd Re Portughe- fe, e di detta Famiglia nel 1469. era Priore di S. Stefano Lorenzo Acciainoli, che fu poi Vefcovo <ìi Arezzo. Ili; Verrebbe ora da ofìervarfi la Chiefa con le (uè
fempre più fplendide innovazioni : e poiché la maggior parte di quelle fono monumenti della liberale pietà de' Marcheiì Battolommei, io fono di avvi/o , che piacerà al leggitore, che prima ài entrare nella Chiefa io faccia paro* la di quelt' illuitre Famiglia . E dir fi vuole in primo luogo, che MelTer Batirta di Antonio de'Bartolommei fu il Pa- dre di quell'Antonio, il quale fece in S. Iacopo oltr' Arno la Cappella del Santo CrocifilTo dotata da lui nel 1477. per contratto all'Archivio Generale ne*protocolli di Ser Paolo di Amerigo di Paolo Graffi, ed appiè dell'' altare è da ofTervarfi un chiufino, il cui marmo eflen- dofì rotto in quattro pezzi, chi lo riunì confufe, e per- vertì 1' ordine delle lettere , e per confeguente anche il fenfo, e la vera intelligenza delle parole, leggendo*! in oggi così ; SEP. SER » ANTONY . SER . NCELL. ET BAPTISTE BAR M.
■CA. SVORVM DES,
Tom. I. Tart. IL K Ma
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Ma noi crediamo debba leggeri] nel feguente modo: SEP. SER. ANTONY . SER . BAPTISTE BARM. CANCELL.
V ,', ET SVORVM DESC.
E fé il RorTelli nel fuo lodatiffimo Sepoltuan'o dice, che
querF Altare fo(Te eretto nella demolita Chiefa di S. Pier Cartolino , e pofcia a San Iacopo oltr' Arno trasferito ; convien dire, che queft' Autore non vederle lo itru- mento da noi accennato di fopra, né oflfer va/Te il fud- detto marmo , o chiufino nel pavimento ; in altre Chie- fe di Firenze hanno i detti Signori parecchie memorie, che a fuo tempo ravviferemo, come nel Chioftro di S. Spirito un cartello di marmo con arme , e quelle parole : SEP. DI LIONE BARTOLÒMMEI MDLXIX.
u IV. E tornando a Santo Stefano, quanto ivi li trova *
tutto dee fi a' Signori Bartolommei , e maffimamente al ricchiffirno Gentiluomo Anton Maria Abavo del vivente Mattia Marchefe di Montegiovi nel Sanefe , volendo la fama, che detto Signore per queita Chiefa fpendelTe piatire feifantaniila ; imperciocché di nuovo- fece fare tutta la Tribuna, il Coro, e l'Aitar maggiore, ove la magnificenza per le pietre, intagli? e marmi è An- golare j ma giù/la il RofTelli , ed altri intendenti, l'Archi- tettura è poco bene intefa, ed ancora poco grata alla villa; il medefimo fece ancora la porta di fianco con la rin- novazione deli1 antico . Dopo la fua morte il figliuolo Girolamo profeguì ad arricchire la Chiefa , alla quale donò un paiiotto di bronzo per 1* Aitar maggiore, in cui con iitupende figurine di rilievo Ferdinando Tacca effigiò iì martirio di Santo Stefano . Ed il Landucci nella fua foprallodata Selva , fcrive come fegue : An. iS%6. Perillufiris I amili a de JBartholomeis fiorentina manum liberalijjìmam porrigente Z). Antonio Maria tnchoa- tura ejì opus prò conjiruBiùm Ecclefia. , ac Domus $. Ste* phani ad portam ferream florentia, quod opus adhuc ma' gnificentiffìme profequitur, terminata jam ili a parte chori cnm. gpfide ad aram maio rem DoBijJìmus & Pffiiimus D. Hiem
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Weronyinuf eiusiem fatntlU . Né debbo rralafciare di qui
riferire un ricordo rnanofcritto riguardante quefra mate- ria , ed è la n'cevura degli Scarpellini, che lavorarono per ordine de* Bartolommei in quefia Chiefa , e dice „ il ,, dì 27. Maggio 1541. ricevono feudi 19200. per quello 5, fi è convenuto di accordo importare il conto di tutte ,, le pietre lavorate , e non lavorate dalla loro bottega „ alla fabbrica della Chiefa di S. Stefano dai dì 2. Orto- 5, bre del \638. fino a quello giorno prefente, xomprefa ,5 ogni nofira manifattura, ed altro per conto di detta „ fabbrica , non però comprendendoli le pietre , che deb- „ bono fervire per il Ciborio, che così fiamo convenu- ,, ti . Benedetto Betti', e Rede, e Compagni ,, Ed un al- tro ricordo comunicatomi dal Nobile Patrizio Fiorenti- no Signor Giovanni di Poggio Baldovinetri, mi piace ar- rogere al fin qui detto, non gik fpettante alla fabbrica» ma alla fepoltura , che hanno i Bartolommei in detta Chiefa ,, 1743. a "dì 14. di Settembre ricordo come oggi ?j Sabato'a ore 22. furono trasferite nella nuova fepoltu- ., ra davanti all' Aitar Maggiore della Chiefa di S. Stefa- 5, no a Ponte numero dieci caffè grandi di morti, e due ,3 piccole di bambini della famiglia de' Signori Mar- 5, chef! Bartolommei. In una di effe fi trovò il cadavere 5, di una Dama di giuria filatura , giovane di anni 20, in ,, circa con le carni bianche, e frefche , e nel vol- ,, to, e nelle braccia, e nel petto era fleflìbile , come „ fé folle morta d' un giorno , avea i capelli biondi „ avvolti con lunghe trecce, gli occhi criffallini non del j, tutto cbiufi, ravvifandofi la forma venurla, come do- ,3 vette effere in vita, avea indolfo una camicia di pan- 3, no lino bianco fenza aver perduto nulla di fua puma 2, condizione. Fu creduto , che folle il corpo di FauiH-
,, na di Francefco del Bene del popolo de' SS. Apolidi, „ la quale fu fpofata nel 1633. a Girolamo Bartolommei, ,, e dovette morir fenza figli, poiché egli pafsò alle fe- 5, conde nozze l'anno 1636. con Caterina del Senafore 3, Matteo Frefcobaldi , la cui generazione è quella ,
?, che oggi dura „ Fer quello poi, che riguarda la nuo- K 2 va
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va fepoltura, è oflfervabile un Taftrone di marmo appiè
dell*-Aitar grande avente V arme della famiglia , ed un epitaffio opera dell' ingegno del Chiari ffimo Signor Pro. pollo Anton Francefco Gori i e dice così : D. O. M.
IOANNI BAPTfSTAE BARTHOLOMErO
MATTBIAE FIL. PATRLCIO FLORENTINO PIO PRVDENTI MVN1FICC* QVI TEMPLVM HOC ET CHORVM ARCVBVS THIBVNIS COLVMNIS GENTIS SVAE STEMMATE INSCVLPT1S ARAMQVE MAXIMAM INSIGNI AHENEO ANAGLYPHO ORNAVIT IQEMQVE COENOBITAS BENEFICI!» ET ANNVIS L ARGITION1RVS C VMVL A VIT EXTR¥CTOQ. SACELLO ET HYPOGEO SEPOLCRO IN EO OSSA SVA CONDÌ IVSSIT FERDINANDVS MARCHIO BARTUOLOMEIVS' ]) MATHIAE MARCHIONIS F. HIERONYMI PO-TAE NEP. THERESIAE MARIAE AVGVSTAE HVNGARIAE ET BOHEMIE RBGINAE AB INTIM1S CONSILIIS REGIAEQVE DITIONIS ET REGIMINIS FRANCISCI TERTtl LOTHAR. ET BAR DVCIS REGIS HYER. ET ML DVCIS CONSILIARIVS. ;•■
PATRVO MAGNO OPTIME MERITO MAIORIBVS ET SIBI PO>TERI8Q. SVIS VIVENS POSVIT ANNO MDCCXXXX1IJ.
V. Ma paffandofi ad efaminare le Cappelle di quefta
Chiefa, le quali fono di pietra ferena > e di ordine Ioni- co con frontispizio angolare > e con tavole di ottimi ar- tefici ; avvi T apparizione di Crilto a S* Agofìino ferven- te in bella attitudine opera di Diacinto Botti ; di Fran* ce-
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cefco Morofinì è la Converdone di S. Paolo. Il SwFi%*
lippo, che caccia il demonio > è dipintura di Francefco Bianchi, e nella tavola a dirimpetto vederi lo Spofalizioi di Santa Caterina . Matteo RolTcIli fece al Senatore Gio:, Tedaldi il San Niccolò . Il Santo Stefano di rilie- vo all' Aitar grande è di Cecco da Gambaffi detto Già*. Gonnelli. Alla Cappella del CrocifirTo di rilievo fece Nioi colò Lapi le figure di Maria» e di S* Gio: la tavola di Sw Zanobi è di Mauro Soderini, e la Madonna della Cin- tola fi dice del Cigoli , o piuttosto di Santi di Tito . E- rano quivi pure tavole antiche y che fi fono fmarrite, $> altrove traslatate » All'Aitar maggiore per i Bellandi Taddeo Gaddi avea dipinta una tavola, e predella accennata dal Va,* fari, la quale levata dal fuo primo luogo flette affilia in Sagreftia fino al 1728:. e dipoi fpartita in. quadretti vederi nelle Celle de' Religiofi. Allato alla porta di fianco una Cappella era ftata colorita da Giottino , così un' altra da Giovanni dal Ponte, il cui cadavere è quivi fepolto * Ma quello, che più difpiace agi' intendenti è il lafciar , che vada male la prima opera , che Giovanni da San Gio- vanni mife in pubblico in Firenze, qual'è la tìoria del Martirio di S.. Stefano dipinta a frefco nel più alto della facciata di quella Chiefa , ed il Dattefimo di Gesù Crifto fatto dal Giordano è nel palazzo de' Pitti , la copia però che vederi full' altare, è di buona mano ; alle pareti del Chioftro anche inoggi vederi un* arca intera antica con l'arme de'Gherardini, e con le feguenti lettere ; Hic iacet D. hotteringhus, de Oberar dìnis', qui obiit in defenjtone po^ulì Fior. 1303. die 8. Fehr. di una kpida parla Scipione Am- mirato nella floria delle Famiglie Fiorentine alla Cap- pella de' Carducci, e dice, che foffe di MefTer Uguccio- ne di Gio: Filippo Carducci MaeUro Generale de* Cava- lieri di Altopafcio morto circa il 1430* Un' antica fé ne conferva in Chiefa, che è della famiglia Baldovinetti , e leggefi come fegue: $ef, Egregii Militis Domini Nicolai Alejfi Borghini de Baldo<vi'nettis è? fuorum. Né debbono dalla memoria fuggire due Cappelle } una de' Tolomei, |
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de* Girolami 1' altra » e circa alla prima mi giova ricor-
dare il tetìamento dì Paolo di Filippo Tolomei, il quale ìafciò erede Or S. M. leggendoci nel libro detto Campion verde de* Capitani di detta Compagnia , come appreso „ 13^5. adi 9. di Novembre 1* Oratorio della Madonna „ di Or S. M. fatto erede da Paolo di Filippo Tolomei , s, con obbligo d' un Anniverfario nella Chiefa di Santo H Stefano alla lua Cappella, e coli' intervento de* Capi- j, tani „ e dirimpetto a quella Cappella detta ài S. Pao- lo, vedefi la Sepoltura de' Tolomei col Seguente epitaffio ?, Sep. de Gucci Tolomei, fatta per M. Guccio di Filip- „ pò V anno 1296. e rilt. 1' anno 1589. ,, Viene per fine la Cappella de' Girolami, la quale ha d'entratala metà della Torre detta de' Girolami, come dice la cartella di marmo , che in erta Torre fi vede, effendo 1' altra metà obbligata all' offerta di ogni anno nella ferra del Santo Vefcovo in S. Maria del Fiore, a quella Cappella adun- que adì 2©. di Ottobre del 1745. fi fece uno fcavo per farvi i nuovi fondamenti dell' altare di pietra, con l'or- dine di architettura fiinile agli altri, fi andò a fondo un- dici braccia, e mezzo, prima di trovare il lodo, poiché tutta la terra j che fi cavava ? era porHccia, niellavi per ri* alzare il pavimento della Chiefa. Si offèrvò , che le mura della medefima fi reggono fopta degli archi, e la Sepol- tura de' Girolami avea fotto il fuo piano un' altra fe- poìtura piena di offa , e di tefchi umani. VI. E ritornando noi alla Storia del Ponte vecchio
noteremo > che i .quattro Ponti di Firenze avendo avuto in antico i fuoi Cu/iodi addimandati Pontigiani, quelli folcano effere dì Famiglie illuftri aventi le cafe loro vici- ne al iPonte : E però i Pontigiani del Ponte vecchio era- no i Mannelli così chiamati in .varie fcritture Mannelli dei Vontigìani, i quali anche inoggi hanno la cafa fu la Cofcia di detto Ponte.> \.> . ' |
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DEL MONASTERO DELLE MURATE.
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rancamente murate fulla Pila del Pon-
te a Rubaconte , umile principio del gloriofo Monaftero, di cui dobbiamo qui favellare. Fu la prima Suor Ap- pollonia, che fola vifTe ivi dal 1390, fino al 1396. quando compagna a lei fi diede Suor Agata di Domenico Lucente del Ponte a Sieve con una fua Nipote di tre anni, che poi chiamof- fi Suor Benedetta. Nel 1400. ai 17, di Ottobre portate da uno fìraordinario fervore fi chiufero in quello fhetto carcere % totalmente privandofi di ogni focietà, e viltà umana; rifoluzione, che come- nelle novità addiviene,; da primo rifcóiTe la maraviglia dei Fiorentini, pofcia fufcitò la mormorazione , perchè prive le enervavano e di MeiTa, e di Sagramenti, andandofene effe a buona fede 5 come già tanti Santi Padri nei Deferti della Te- balde fecondo che nota Don Silvano Razzi. Onde per torre ogni fcandalo, il Vefcovo Alamanno Adi mari or- dino al Paroco di S. Romeo, che portafle loro la San* ta Comunione in ogni Domenica . Intanto con 1' aiuto di Benefattori ri/tringendofi quefte ancora più fulla pro- pria pila, diedero luogo alla fabbrica di una Cappellina capace d' un Altarino, del Sacerdote, del Cherico , e nulla più; e nel 1413. comprarono per ufo di Don Giovan- ni dz Lorenzo Cioni loro ConfeìTore , una cafuccia fi- tuata fulla feconda pila dello fteffo Ponte a manritta , venduta da Donna Bice moglie di Ambrogio di Radicon- tloh, per iltrumento rogato da Ser Iacopo di Caftel Fio»
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So
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Fiorentino ne'i^. di Febbraio 1413.E coitantiflìme in fi-
migliante tenor di vita tanto furono lontane dallo fpa- ventare il debole fedo, che fino al numero di tredici crebberp le Compagne, e tante appunto fé ne contano nel paifaggio dal Ponte alla via Ghibellina. II. Prima pero di raccontare la loro partenza, da-
re mi piace qui alcune notizie di quelli primi anni, co- me le trovo preffo Don Silvano Razzi, e Don Placido Puccinelli. Papa Martino V. ftando in Firenze , ed aven- do intefa con tua maraviglia la vita di quelle Donne Re- clufej con Breve del 1420. anno III. del fuo Pontifica- to , concedette loro un* Indulgenza Plenaria ; E contri- buì ancora al maggior credito di quefte una viflone a- vuta da un Religiofo di S. Francefco al Monte, che ri- ferifce il fuddetto Scrittore , la quale pubblicatati in Firenze fu nuovo motivo, perchè la Repubblica maifem- pre le proteggere . Trovai! parimente nella Cronica del Puccinelli, che dal fuddetto Pontefice deputato effendo Don Gomezio Benedettino alia riforma dei Monafteri di Sacre Vergini in Firenze, ed avendo egli considera- to il pericolo , cui ftavano efpofte per ogni piena di Ar- no quefte Murate Suore; determinò di trasferirle ad una Cafa , che avearto effe ereditato da Mona Nanna di Iacopo di Giunta Fornaciaio moglie di Lapo, in via Ghi- bellina . III. Ma perchè P Abate Gomezio fu di quefìo illu-
fire Monafìero Fondatore, Padre , e Legislatore , non è, per quanto io credo, da -tacerti di tal foggétto una fuc- cinta notizia ; che caveremo dalla Cronica di Badia,. Na- to egli era nella Città di Lisbona Cavaliere di beli* in- dole, e di rari talenti, quando per genio di oflèrvare le cofe più rare dell' Europa, intraprefe il viaggio di Spa- gna, di Francia, e della noitra Italia, e Iddio, che lo aveva desinato un Apoflolo , lo afpettava in Padova , ove Gomezio vilitandò quelle magnifiche Chiefe,non fi- niva di ammirare nella Badia di S. Giuli ina, non meno la grandezza del Monaftero, che la Santità di que' Mo- laci, onde viemaggior mente guftando der loro iantilìimi |
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efemplij fi àccefe di un vivo desiderio d* imitarli, chie-
dendo con feivorofe , ed umili fuppiiche il lor Santo abiro , il qua! velli per le mani del celebre Abate Lo- dovico Barbo nel primo dì dell'anno r413.ei.11 pòchi an- ni Gomezio divenuto un perfetto Religiofo fu degno di eiTere mandato Priore della Badia di Firenze , ma in cir- colianze infeliciifime ; pofciachè la Badia elfendo parlata da lungo tempo in Commenda, era laChiefa quafi fenza il divino fervizio, ed il Monaitero ridotto ad una Italia di cavalli, e di cani. Ma finalmente ritornata queila Badia libera alla Religione Benedettina, fu fatto Abate affolu- to D. Gomezio , il quale avendo a cuore 1' orTervanza j chiamò a Firenze Monaci efemplari, e ricuperato avendo molte poiTefliorìi alienate, diede nuova feccia allaChiefa, ai Chioitri , e al Monaftero . Frattanto il noitro Abate da Papa Eugenio IV. fu confermato Visitatore , e Riforr matore di tutt' i Monafterj di Firenze, E chi volefle ve- dere il copiofo novero di quelle /acre cafe, sì di uomi- ni, che di donne per opera di lui riformate, legga la fopraccennata Cronica, nella quale troverà altresì onori ihaodinarj fatti dalla Repubblica Fiorentina a Gomezio di fuo Teologo, e di Confultore » ne'gravi affari. Ravvifere- mo eziandio gli obblighi grandi, che gli profefìfa l'Ordine Camaldolenfe, nel quale per Breve di Eugenio IV. occu- pò il porlo di Generale : Gomezio però tra sì ragguardevoli cariche , e graviiTime cure, mai non rallentò il fuo ani- mo dall'impegno di promovere gli fpirituali, e tempo- rali intereiTì delle fue Murate in tutti quegli anni , che dimorò in Tofcana ; fé non che dal Re di Portogallo richiedo con replicate lettere a Papa Eugenio, e dali' ubbidienza dovuta al Vicario di Crifto obbligato ad abbandonar Firenze, col dirtintiilìmo carattere di Nun- zio Apoltolico ritornò a Lisbona a pubblico vantaggio della Corte, e della Città , ove al comparire di Gome- zio vidtfi germogliare, e fiorire la Pietà in ogni ordi- ne di perfone con acclamazione a Gomezio di Santo così cortame, che preflò a quella Nazione gode il cul- to di Beato. Tom. L Tur. IL L IV. Or
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IV. Or facendo ritorno al Ponte a Rubaconte , do-
po quefta neceffaria digreflìone, dir fi vuole, come le tredici Suore Murate abbandonarono la pila, o fivvero il carcere abitato per lo fpazio di anni 34. e ai 14. Di- cembre del 1424* di buon* ora in proceffione fervite da Gentildonne, accompagnate dai Monaci di Badia, e dal Priore, e Clero di Sant'Ambrogio, cantando laudi fpirituali, ed Inni, pafTarono in via Ghibellina, trovan- do la cala dalla carità de* Benefattori ridotta a comodo , benché piccolo Monaftero . Nuove Cofìituzioni feri {Te loro il Santo Abate Gomezio, conformandole in tutto alla Regola di San Benedetto, (ino nel color nero del- la tonaca, che prima abitando fui Ponte venivano di bianco, come gli Olivetani di San Miniato al Monte, a cui già dai 25, di Novembre 1413. aveano profeffata ubbidienza. Piacque parimente a Gomezio di porre il Mortaserò fotto il titolo della Santiflìma Nunziata per due ragioni , e primieramente perchè già in fui Pon- te effe Monache aveano una tavola della Annunziazio- ne full* Altare dell'Oratorio, la quale pofeia con poche altre facre Immagini con feco portarono, e fecondaria- mente fu Egli moffo a farlo dal Breve di Martino V. nel quale chiamavanfr le Reclufe Suore della Santiflìma Nun- ziata ; e acciocché vivefsero fempre fìcure , e fan- te lotto la protezione di Maria giudicò a propofìto quefto titolo, come apparifee da una lapida al di fuo- ri della Chiefa affiifa alla parete con quella ifcrizione ; |
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D. MARIAE VIRGINI NVNCIATAÉ
VIRGINVM HIC SACRATVM EXAMEN MVRATARVM DICVNT POtfTl PRIMVM INGVBVERAT RVEACONTÌ EXILE DANTE INITIVM APOLLONIA EX SODALITIO OLIM S. CATHARINAE SEN, CAETERVM MAIORA STRVENTE NVMINE GOMEtlVS ABBATlAE FLOR. ABBAS PRIMIS 1LLIS VIRGINIBVS NONDVM AVCTHORATIS IN MILITIAM PATRIARCHAE BENEDICTI SACRAMENTO ADEGIT , EDVXITQVE XIII. NVMÉRO IN HANC AVGVSTIOREM SEDEM AN. DOM. MCCCCXXIIII. CAVARE EI VERI FVNDATORIS NOMEN MERITO CONSCITVMEST |
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E ne principiarono prelìo a provare dalla Santiflìma
Vergine il patrocinio pietofifTitno, non folamente per le donazioni fatte loro di altre caffi* orti, e terreni contigui al Monaffero, ma dal veftire molte nobili fan- ciulle tirate dalla fama della fantità del facro luogo, il quale benché nel decorfo degli anni con fabbriche fof- fe di molto ingrandito , non ottante era anguilo , leg- gendofi nelle memorie a penna di Fra Mariano d'O- gniiTanti elTere frate infieme fino a 200. Monache, e nel Dialogo di Fra Benigno Ragufeo Frate Minore intitolato Propbetica Solutiones ftampato in Firenze nel 1494. ferirle come fegue : Quid de Sancii? Muratis fe- ■ptuaginta 4$r centum, quarum fufpiria & fàcr& medita* tiones éf afjìd^a pfalmodia , fola placare poterant Snmmum Oyìfcem, & Propheta ( Fra Girolamo ) admentum implo- rine ; e quando i5 Atcivefcovo Altoviti vi pofe la ciau- iura, nel fuo Decreto efiitente preflb le Monache pre- fìlle il numero di 150 e non più, V. E qui mi fi conceda di aggiugnere pochi ve£~i
fi femplici di più femplici Rapprefentazioni, che faei>> vanfi di goffa maniera nel fecolo XVI. in Firenze, e che piacemi riportare, come evidenti contrafTègni del con- cetto grande , nel quale erano in que" tempi le Murate, e in primo luogo viene la Rappr.efentazione , che nella raccolta del Signor Canonico Bifeloni è la quinta della prima parte, ed è intitolata : Àbramo Padre di ìfacco, che fcaccia Ifmaeje ; Nel prologo dice così ; M andiam p affo p affo y.j \ Vedete non ègelo,
Al Vefpro alle Murate > La ftanza non fa calda %
E con fede ghufiate fot una bella Laida
Quei lor Joawi canti, O dna sì ben diranno, E parran<vi Angioli Santi Che fi Jlarebbe un' anno
Udir cantar dal Cielo E ermo a tal melodia. % ì- »■;.„■:.. '. ,■, ,. i ■ -..■:„• i „ .. i \\ \f\,..; \
Quella fu {rampata in Firenze per Lorenzo Peri nel 1547.
La feguente Rapprefentazione è la XXXIV. riftampata nel 1557. Il cui titolo dice: S\Antonio Abate della Barba L 2 bian-
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bianca , il quale converti una fua forella a farfi Monaca
nel Monastero delle Murate'. Scufìamo l'ignoranza de' tempi, ma concordiamo infieme, che Peflimazione del- le Monache noftre folle grandi/lima. A mezzo adunque dell' Atto IL avendo Sant'Antonio perfuafa la Sorella a farfi Monaca, la manda alle Murate con quefti verfi; Ben hai rifpflo , el dolce noftr.o iddio
Ti tenga Suora mia nella fuo Pace, Voi Mona fiera compagnia le fate In fino al Mani fi e r delle Murate , VI. Ma evvi affai più memorabile documento della
eftimazione universale dì quello Nobile Monaftero, e quanto fono per dire viene corredato dalla tradizio- ne , e dall' autorità del Puccinelli, d§l Rondinelli, di Lorenzo Parigi Medico Fiorentino, e dell'Abate Ca- fotti, che tutti concordemente rammentano il cafo raa- ravigliòfo , col quale Iddio manifeitò T efficacia delle orazioni di quelle Sante Religiofe , e fra detti Scrit- tori fcelgo il teftimonio del Parigi , che in un Panegi- rico fuo alla Granduchefla Maria Maddalena d'Aulirla lo racconta come appretto ,, E(fendo Irata tratta una „ volta la Figura di Santa Maria dell* Impruneta, e „ quella con gran devozione alla Città recata per pla- j) care l'ira d'Iddio, né avendo il Monaftero delle Mu- „ rate modo di prefentarla, come gli altri Monafteri, >, l'Abbadeffa ordinò, che fpiritualmente fi lavorarle 5j un Manto, onde le Suore a obbedirla non lente „ con divote j e fante Orazioni per buono fpaz^o lo Ja- „ vorarono . Così non prima la miracolosa Figura po- 5, fata fu nella Piazza de'Signori, che vi comparvero due j, giovinetti, i quali a nome delle Murate un bel Man- j» to, apprefentarono, della qual cofa maravigliandofene s, certi, che fapevano la povertà del Monastero, ime- », fero poi, che egli era reato lavorato di umiliffime j, preghiere, e s'immaginarono, che quella coppia di » giovani} che lo prefentarono, follerò due Angioli: » ed
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„ ed il detto Ammanto fu per molto tempo poi eviden-
,, tilTimo veduto nella Sagreftia di Santa Maria dell* „ Impruneta con molti altri, e da ciafcuno anco tenuto „ per nobiliffimo prefente . », VII. Dell'anno, in cui feguì così ftupendo avvefif*
mento, fi tacciono gli Scrittori. Il folo Abate Cafot- ti diligentiflìmo oilervatore di tutti gli anni, nei quali la Tavola dell'Impruneta fu portata a Firenze, ftabilifce, che quefto Ammanto Angelico non fofle prefentato pri* ma del 1468. che farebbe accaduto dopo l'anno qua- rantefimo quarto dalla traslazione delle Monache dal Ponte a Rubaconte alla via Ghibellina, e confrontereb- be con una circoftanza , che leggefi nelle Croniche del Monaft ero, le quali fé non dicono Panno, che cerchia- mo , ci afficurano però che feguiffe in tempo di Suor Piera Valori , che appunto era Monaca nel 1468. Il foglio delle Orazioni fatte dalle Monache accennato dal Panegirifta venne nelle mani dell* Abate Giovan Batifta Cafotti> che dato alle ftampe nella Storia da lui feru- ta, qui trafportato dice „ ... •; „ Ammonto di Orazioni fatto dalle antiche Madri
i, delle Murate nel venire a Firenze la miracolosa Im* 3, magine della SantiJfìma Vergine dell* Impruneta» ,, Per fare il fuddetto Ammanto a Maria Vergine
„ di braccia 9. di broccato di oro riccio, foppannato ,, con 70. Ermellini, ricamato con 63. corone d'oro, ,, e 882* altre pietre, fornito con fornitura di perle, ,, affibbiato con una fibbia d' oro, con un nodo di |
„ Salomone d'oro , e con un bottone di gemme , fiorito
,, di cinque forte ài fiori, cioè gigli, rofe, viole, gel- „ fomini, e giacinti, fi hanno a dire le appiè Orazioni, . „ le quali lafciò fcritte là nofìra Madre Suor Dianora „ Ginozzi , e dalie noftre antiche Madri furono dette, „ e prefentate per mano degli Angioli in un belliflìmo ,, Ammanto alla miracolofa Immagine di Maria Vergi- [ „ ne dell'Impruneta . ,, t
„ Per braccia 5?. di Broccato, fi ha dire tre Salte-
» *i I
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té
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„ ri in onore della Santiftma Trinità, 50. Salmi per
„ braccio col Gloria tibi domine , qui natus es de Virgine „ &c. con meditare i grandi benefizi , che Maria rice- „ vette dal Padre , dal Figliuolo, e dallo Spirito Santo. •w Per gli Ermellini fettemila volte V A*u* Maria
yì in onore delle fette Allegrezze . „ P^r il ricamo 6%, volte la Corona, a riverenza
4, dei 63. anni, che Maria itene nel mondo. „ Per le 8g2. pietre, che fono 14, per Corona, fi
„ ha da dire fette volte i Caudj, che Ella ebbe in ter- jj ra, e fette volte i Gaudj, che ebbe in Cielo. „ Perla fornitura di perle 700. volte VA<ve Ma-
is ris Stella.. .„ Pex 1' affibbiatura 700. volte O Glorio fa Domina.
?, Per il nodo di Salomone 700. volte la Sal<v*:
« Regina. „ Per il bottone 700. volte V Alma Redempuris
j, Per le :Rofe 700. volte Ante Sancii filma Maria,
„ Per le Viole 700. volte Regina Cpli.
9, Per i Gigli 700. volte Ave Regina Ccelorum»
#3 Per i Gelfomini -700, Quetn Terra,.
$i Per i Giacinti 70Q. Memento Saluti* ♦
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LE-
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IX |
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DEL MONASTERO DELLE MURATE II*
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Eli'antico angufto Mona/lero fui Pon«
te a Rubaconte nuli'altra cofa ivi efi- ile, che una lapida pofta alla parete efteriore di una cafuccia murata fulla feconda pila del Ponte con la feguen.- te ifcrizione : |
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D.
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M.
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O.
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MONIALES MVRATARVM IN HOC EONTIS LATERE
SPONTE RECLVSAE AN. MCCCXC.
VITAM HEREMITICAM DEGENTES
CRESCENTE NVMERO AD EVM LOCVM AN. MCCCCXXIV. .
VBI NVNC SVNT MIGRANTES
AEDICVLAM HANC IN SVAE IPSARVM ORIGINIS MEMORIAM
FERDINANDO I. M. ETR. DVCE
ANNVENTE
CONSTRVI FECERVNT
ANNO MDCVI.
Ma {e niuna altra memoria di quefte Sacre Vergini ci
dà il fuddetto Ponte , almeno darò io i nomi di quel- le Sante Fondatrici ? che Firenze attonita vide volontaria- mente prigioniere fu quella pila. E fé tutte tredici non mi fono avvenuto fin qui a trovare > ne dirò alcune, che dalle-Croniche fcritte a penna ho affai di certo: e fono Suor Appollonia di Ventura di Cennino di Val d'Arno di fopra già Compagna di Santa Caterina da Siena, Suor Agata di Domenico Lucente del Ponte a Sieve, Suor Benedetta Nipote di Agata, Suor Filippa, Suor
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ti
Suor Antonina., Suor Franéefca , Suor Piera » -Suor la-
copa, e Suor Caterina figlia di Antonio Ubaldini. Chi ave (Te genio di fapere„, che cofa foife del primo; antico loro Oratorio, e Conventino fui Ponte, nelle fuddette Croniche troverà, che nella piena del 1557. fu tutto rovinato dall' acque , non eiTendovi rimala cofa alcuna e le tre facre tavole unico loro corredo fé le aveano portate in via Ghibellina $ cioè una Nunziatina , un S. Michele Àrcangiolo, ed un' Immagine del CrocifiiTo di San Ciò: Gualberto: i quali nel Monaftero nuovo fu- rono pofcia i t;re Altari di refugio nelle loro difgrazie, € la portante falvaguardia dai più funeili accidenti, che rammenterò in queita Lezione. IL E facendomi dalla prima tribolazione notar fi
vuole, come elTendo il noftro Monaftero fituato in Via Ghibellina , e per confeguente del Popolo di S. Ambro- gio, molto ebbero le Monache a patire nel quieto lor vivere dal Priore della Cura, il quale gelofo della fua giù* ridizione, con frequenti, e moiette inibizioni impediva alle Monache il libero ufo della CJhiefa , delle Campane, delle Mette , dei Sagtamenti 5 e delle Felle . Queita pri- ma prova volle Iddio dalle fue dilette Spole per lo fpa- zio di giorni molti, confidandole pofeia colla grazia del- la libertà , ;0 fivvero dell' immunità claìla Parrocchia ; imperciocché collanti in ricorrere con fervorofe orazioni ai Santi Avvocati, primieramente ottennero un accordo dal Priore, dipoi una Pontificia difpenia in perpetuo dal* la Parrocchiale iurifdizione > e 1* epoca di così felice pri- vilegio, fu? V anno 1434. nel quale trovandoli in Firenze Papa Eugenio IV. e da Gomezio informaco dello flato del Monaftero, e della Santità di quelle Sacre Vergini ivi da lui veitite, e della religiofa loro oileivanza dell* Iftituto Benedettino, con un Breve dell1 anno itefio, che era il IV. del fuo Pontificato , giudicò di cfentarle da ogni fogge- zione della Parrocchia , raccomandandole all' Abate di Badia prò tempore, non volendole foggette ad altri , che al Papa. Ma liberate dalle molelHe di un Prete , mi di- spiace di vederle in altro più fenfibile travaglio per lo zelo
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zelo di un Regolare) il quale predicando in Firenze con
uno Spirito di Dio itraordinario , volendo egli ramifica- re tutre le perfone, e Secolari, e Cherici, e Rt-ligiofi, e Monache } come fcorgefi nelle fue laudcvoliflìme prediche tutte volte al bene fpirituale di Firenze, principiò a pub- blicamente riprendere alcuni efercizj delle Murate , col fuo dire facendo non piccola fìniilra impreffione negli a~ nimi de'Cittadini, che lo afcoltavano qual Apoilolo , e Profeta, Quello , che in quelle Monache riprendevafì dal Religiofo, erano alcuni finiflìmi loro lavori d'oro, di ar- gento , e di fera cercati per la fua bontà anche da paefi lontani ; ma perchè di e (fi fé ne fervivano le Donne per fomentare la propria vanità, a quelle Sacre Ver- gini ne dava egli la colpa. E qui notar fi vuole, che fimigliami lavori erano già dal tempo dell'Abate Gome- zio T unica entrata del povero Monaitero , e non citan- te queite manuali occupazioni così le amava il Santo Arcivefcovo Antonino > che fovente le vifitava, e prefo dalla loro divota converfazione 58. ne confacrò col- le fue mani negli anni del fuo paitorale governo, pia- cendomi qui di riportare poche parole delle molte lodi» che nella fua Somma Iitoriale il Santo Arcivescovo dice di queite Monache.- ViBum Jìbi parcum cum labore ma' nuum, & eleemofynis Jìbi largitis yrocurant , in Jnmma charitate cor unum, & animam unam in Domino habentes ', Defideravano le anguièiate Suore di parlare al Predica- tore per informai lo del proprio Iitituto , e della loro povertà; ma tre anni fattofi egli pregare, finalmente an- dato le afcoltò, fenza però reiìar capace, né perfuafo di loro innocenza; pofeiachè io lo trovo ai io. di Mar- zo del 1495. neir undecima fua predica in Santa Repa» rata, viemaggiormente zelante contra le zacchere) reti, reticelle , rami di 0limo di oro , e di argento , e minia* ture , che lavoravano" dalle Murate , riprendendo pub- blicamene fino jl loro canto , i libri , e gli organi. E le parole di quefia predica fono le appreflb ,, Io ,, fui alle Murate venerdì pattato , è già tre anni > j, che io fono /tato pregato ; che io vi vadia , e non Tom. I. Part. IL M ,> vi |
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pò
,, vi fon voluto andare , hora vi fono" andato, e io gli
,, ho predicato del lume, che bifogna avere, cioè del ,, lume foprannaturale, e di quello, che fa, che le lafci- ,, no le zacchere , e reti, e reticelle, & ulivi, che fan- ,, no di oro, e di ariento , e loro libriccini.....&
,, ho detto loro, che quello canto figurato l'ha tro-
,, vato SatanaiTo , e che fi gettino via quelli libri ài „ canti, & organi „ Quindi è facile a noi congettu- rare r afflizione dd Monalìero ^ onde le Sacre tribo- late Vergini raddoppiando le orazioni a Dio^, ed ai Santi non folo andarono dallo zelante Predicatore con- folate, ma pubblicamente encomiate nel fuo Trattato de"dieci Comandamenti Divini, dato alle ftampe , con- tenente una mirabile unzione , e odore ài Santità , e fece egli quello libro a richieda della Badelfa delle Mu- rate , delle quali parla nel Proemio con laude grande , ed ammirazione di loro fanta vita . III. Dalla detta tribolazione palliamo ad un mo«
leftiffimo accidente, che io qui rapporto, benché ac- caduto 70. anni dopo ; ed è il difgufto, che provaro- no le Monache da una certa Donna creduta Beata dai Fiorentini per la quotidiana Comunione, che riceve- va in San Giovanni, ed era venerata dal Granduca Fran- cefco qual; Profeteffa ; addimandavafi quella Madonna Ginevra ài Baccio Perini, la quale avendo a cafo , o per divina difpofizione predetto al Granduca cofe avvenire , fu dall'Altezza Sua in premio provveduta di annua pen- done, e mandata alle Murate ,le quali dalla Cafa de'Medi- ci avendo ricevuti fegnalati favori, non ardirono di ricu- farla , onde accettata era fervita con follecitudine al pa- ri di molte Gentildonne, che viveano in Monaitero . A fpefe del Granduca per comodo di Ginevra furono mu- rate due belle Celle, nulla mancandole per un oneliiffi- mo fuo vivere: ma non ottante le molte attenzioni , o fìvvero diitinzioni di vitto, di celle, e di fervitù, la decantata Beata non era contenta , cagionando nelle Monache un ragionevol timore di difguftare il Principe; quindi con particolari orazioni fecero ricorfo a Dio, che |
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volere aflìfterle in tale travaglio, che per riguardo al
Granduca lo apprendevano graviiTimo. E fé Iddio Som- mo Signore volle eflere dalle fue ferve pregato, fi de- gnò pure di confolarle in una maniera non afpettata, conciofiacofachè del foggiorno in Monaftero annoiatali la Ginevra, fé ne ufcì non chiedendo licenza alcuna con poca edificazione dei Cittadini, e con molto difgu- fto del Granduca, che non volle più vederla, e perfua- fo della carità delle Religiofe, con lettera ài ririgra* ziamento diede loro nuovo contraiTegno di fua pro- tezione . IV. Riguarda ancora le gravi difgrazie di quello Mo-
naftero il danno fatto dal fuoco, e dall'acqua. Nel 1471. ai ig.di Agofto in alcune officine del Convento fi ap- prefe il fuoco , il quale pafìando alle Celle in pochi momenti fece un incendio così univerfale , che pofe in movimento tutta la Città . Accorfe tra i primi il Ma- gnifico Lorenzo de' Medici , il quale con cinquanta Cittadini coraggioso entrò nel Monaftero , ordinando full'iftante una tagliata di muro, e dando sì opportu- ni provvedimenti , che gli riufcì di felicemente fpegne- re l'incendio . E perchè egli molto rimale intenerirò dal pianto delle Monache , nello ftefìb giorno mandò loro cinquemila feudi per riparare le rovine, con or- dine precifo , che non ardiflero di alzare in verun luo- go l'Arme fua. V. Più però del fuoco pregiudiziali, e più frequen-
ti fono ftste le piene d'Arno, come in apprendo farò ve- dere. Nel 1466. fall tanto V acqua del fiume nel Mona- fiero, che portò a galla le fupellettili delle Monache, quadri , libri, letta, e commeltibili, e comecché ufeiva 1*. acqua dalle fineftre, feco portò via ogni cofa in manie- ra, che fu un Saccheggio delle cofe più facre, e più pre- ziofe ; ma di quella fu ftimata ancora più orribile, e dannevole la piena del 1557,Né qui difdice peravvenrura il portarne le più confiderabili circoftanze. In quelì'an- no fulle tre ore della notte dei 13. di Settembre piovuto avendo non più di trefoli giorni, all' improvvifo TAr- M 2 no
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no ufcito dalle Tue fponde allagò il piano di S. Salvi in
guila tale, che rovinofo gettò a terra la porta alla Croce , ed entrando in Città , voltò i fuoi primi trabocchi con- tra il Monaitero noftro, come luogo affai bailo ; cadde il muro dell' Orto, né trovando le acque altro ritegno, entrarono così precipitose neh" Infermeria , che a iten- to fi poterono trafportare in alto dei Convento le infer- me . Io non dirò qui il guaito, che V acqua fece alla Chiefa, alla Sagreflia , ai Chioftri, e alle Officine j fola- mente mi fi conceda accennare il notabile cafo di due Monache. Suor Giacinta Rinuccini fu dalle onde qua, e là per due ore sbalzata, e fi piangeva dalle Suore co- me affogata , quando videfi dai flutti portata femiviva fo- pra un caiTone, donde con funi fu tirata dalie Monache a falvamento ; e Suor Pacifica Gerini, che occupata a met- tere in falvo un' inferma, fcordatafi del fuo pericolo ri- mafe fommerfa. Della rovina di una Colonna, fopra cui collocato era un bufto divotifiìmo di Maria col Bambino Gesù, ne parleremo in altra occafione. Frattanto accioc- ché niuno fofpettar poflfa, che Dio fi foffe fcordato delle fue Spofe, parlerò a dire dei foccorfi venuti e dai Cie- lo, e dagli uomini. La immagine fuddetta di Maria prin- cipiando ad operare itrepitofi miracoli, apportò al Mo- naitero una sì ftupenda abbondevolezza di limoline , che poi con elle vedremo fabbricata una nuova Chiefa . La GranducheiTa Eleonora di Toledo folìecita dei pericoli del Monaitero, che tanto amava, fino a vifitarlo fovente, conducendo con feco i Reali fuoi figli, in quello grave frangente mandò il Vitelli con muli carichi di ogni ge- nere di commeitibili. 11 Granduca Cofimol. oltre il ripa- rare turto il muro deli' Orto all' altezza , che inoggi fi vede, fece aprire una chiavica per lo fcolo dell5 acque, E della fuddetta Donna Eleonora piiffima PrincipefTa ho trovato nella Libreria Strozziana , Codice 931. una let- tera a Monfignor Vincenzio Borghini data dal Poggio a Caiano il dì n. di Giugno 1560. tre anni dopo la piena, nella quale Epiilola dice la GranducheiTa , che avendo Ella da Paolo IV. avuto in dono lo fpoglio del defunto Ve-
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Vefcovo di Piftoia Francefco Galigari} applicava 500. feu-
di al rifarcimenro del Refettorio delle Murate , e fino Paolo IV. loro mandò mille feudi, con che il Monafte- ro potè rimetterfi , e benedir la divina Provvidenza fem- pre vegliante a follevarle. VI. Reftano due altri accidenti da rammentarli j che
mifero quefte Religiofe in difficile laberinto , dal quale a trarle, mirabile confeifar fi dee la mano di Dio. Il primo fu la morte del Granduca Coiimo I. feguita ai 21. di A- pi ile 1574. che improvvifo, né mai penfato difturbo ap- portò al Monaitero ; conciollacofachè appena morto Co- fimo, Francefco fuo Primogenico nella fteffa fera fulle due ore volle fuori di Corte Cammilla Martelli diletta , e legittima Conforte del fuo Genitore. Bartolommeo Con* cini Segretario di Francefco fu il Miniltro eietto ad in- timare a Cammilla 1* ordine di parlare fubito alle Mura* te. Ognuno fi può facilmente immaginare il pianto della Vedova, e i fuoi amariffimi fentimenti a comandamento così improvvifo, e fpiacevoliffuno, benché mitigato forfè con tutti i fegni di onore , pofeiachè cinque Dame furono nominate per fuo fervizio con altrettante Don- ne , e tra le prime Goftanza Pitti prima Dama di ono- re, che infieme con Cammilla fervite di mute il trasferi- rono dal Palazzo de* Pitti al Monaitero. Entrò Ella agi» tata da varie funefte paflìoni , con gli occhi bagnati di pianto 5 e col cuore affogato dal dolore . Procurarono le Monache con tutte le più amabili maniere di confo- lare Cammilla , ma con quelle freffe fmanie, malinconie } e lagrime, colle quali vi entrò la prima fera, durò fino che itene in Convento , che furono quattro meli.. La feontentezza di 'quella produiTe nelle Monache due effet- ti fenfibili, uno di compaifione alle afflizioni della Si- gnora , che fembravano fenza rimedio, 1'altro di timore per le relazioni, che andavano al Granduca Francefco , dei lamenti continui della Cammilla > che potevano pre- giudicare al Monaftero preffo il Sovrano . Stando così afflitta la nobile Ofpite, e timorofe le Monache, farà a- srevole cofa a crederi!, qual fofle il ricorfo delle medeil- me
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me a Maria Saritiflìma; ed appunto principiate alcune o-
razioni nella Fetta di S. Malia ad Ni^es, ordinate a tal fine dalla BadefTa , nel giorno di S. Lorenzo Sua Altezza Sereniflìma mandò ad offerire atti Cammilla il Monaftero di S. Monaca di Firenze , dove già era /lata educata da fanciulla ; lo che accettò Ellaj e nello Stello giorno co- là Il trasferì contentiffima, dove con ifcambievole Sodis- fazione pafsò tutta la Sua vita vedovile ; e morta fu Se- polta nella Cappella de' Medici in S. Lorenzo, con tutti gli onori dovuti a chi era Hata Moglie del Granduca Cafimo . VII. Vediamo finalmente, come 1' amoroSo Iddio le
governalTe in un altro più intrigato accidente , che du- rò più di tre anni. E qui mi convien rifvegliar la memo- lia di quell'anno 1527. nel quale prevalendo nella Re- pubblica il partito nemico de' Medici, vide Firenze non io la mente efiliata P illuftre famiglia, ma per eccello di animofità atterrate dti Medici le Armi, Scancellate le La- pide , abbattute le Statue , fenza rispettare né pure i Vo- ti di Cofimo, e di Piero, e di Lorenzo, che appefi ita- vano alla Santifiìma Annunziata de' Servi, donde con Sa- crilegio tratti furono, td abbruciati. Sola era rimafa in Firenze Caterina de'Medici figlia di Lorenzo Duca di Utbino, e come Bambina di anni otto tra fiata conge- gnata alle Monache di S. Caterina da Siena, donde per fofpetto di pelte levata fu condotta con banda al collo nelle Murate . Ma perchè negli Scrittori ho trovato qual- che varietà negli anni, che danno a queita II hi li re Bam- bina, correggendo chi ne abbi fogna , porterò 1* apprettò Fe-de del Battefimo efiitenfe a Santa Maria Nuova in un Giornale Segnato G. 1519- ,> Quello dì 16. di Aprile j, A519» Il noftio Reverendo Padre Monfignor Ltonardo s, Bonafede al prefente Spedalingo dì S. Maria Nuova, & „ Abate della Badia Tedaldi a richieita dell' llluftriffi- 5, mo Duca d' Uibino Lorenzo di Piero di Lorenzo de* „ Medici, battezzò una fanciulla femmina nata dall' II- 5, luitriiTimo Duca Sopraddetto, e di Madre Maddalena di j, Nanone Milanefe in Francia allevata fua Donna, in- ■■ . t ?, fie- |
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Sj Geme con gV infrafcritti Comparir cioè il Reverendo
j, Padre Francefco Antonio di Arezzo Generale dell' Or* j, dine di S. Maria de' Servi, MelTer Francefco Campa- „ na Priore di S. Lorenzo , Suor Speranza dei Signorini ,, BadeiTa del Monaftero delle Murate, Suor Chiara de- jj gli Albizi Priora del Monaftero di Annalena > e Pago- ,j lo di Metter Orlando de3 Medici, e Giovanni Battifta 5, di Antonio di Francefco de* Nobili > alla quale fi po- „ fé nome Caterina Maria, cui Dio pretti lunghezza ec. „ Ritornando ora al 1527. infeliciffimo anno di tanti tra- vagli nella Città, da' Magnifici Magiftrati fu qua condot- ta Caterina Maria de' Medici full* ore due della fera del dì 7. Dicembre, non faprei certo dire, fé per falvarla dalla pefte'j mercecchè il Monaftero noftro era r unico li- bero dal contagiofo male, o fotte per ortaggio, fperan- do chi governava Firenze , con quello nobile pegno ot- tenere migliori condizioni da Papa Clemente VII. zio della Bambina. Il certo è, che il Pontefice più volte chie* fé la Nipote , e fempre gli fu negata, anche quando que- lli ne pregò il Re di Francia, il quale per il fuo Amba- fciatore chiefe ai Fiorentini la reftituzione di Caterina 5 ma fenza frutto. E qui principiarono le anguftie delle Monache figlie ubbidienti al Pontefice, e fuddite minac- ciate dalla Setta prepotente, e nemica de' Medici, e così gelofa di cuftodirfi Caterina, che mandò replicati ordini alla BadeiTa di non permettere, che la Bambina parlalFe ad eiterni , nel quale graviflìmo frangente le Religiofe non aveano altro rifugio , che orazioni maifempre fer- ventiflìme . Vili. Venne intanto 1* attedio di Firenze, anno de-
plorabile quanto altro mai; e fé male andavano gli affari della Repubblica , in peggiore ftato erano le cofe del Mo- naftero delle Murate , come lo dimoftra 1' accaduto nel dì 20. di Luglio del-1.530. Radunatili in Configlio i Fio- rentini nel dì 19. proposero molti partiti da prenderli fo- pra la rifpettabile perfona di Caterina ; tra i ripieghi indegni , e crudeli proporli , indegniflìmo fu quello di Lionardo Bartolini, che non debbo riferire per rottene . Ma
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gó
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Ma finalmente prevalendo il partito di cavarla dalle Mu-
rate divenute al Confìglio fofpette, eleiTero quattro Cit- tadini, che andafTero per - ordine Supremo a trasferirla nel Monarrero dì S. Lucia sgovernato dai Padri di S.Mar- co, Religiofi di gran credito prerTo la Repubblica. Nel giorno adunque 19. di Luglio entrarono i quattro Genti- luomini in Monaltero per cavarne la Duchefl]na, che al primo femore corfe a nafeonderfì, e le Monache benché impotenti a trattenere gì' impetuosi MimRii , feppero tanto raccomandarli, che ottennero , che fino al giorno vegnente folTe fofpefa la violenta efecuzione . Parlarono le fpaventate Religiofe tutta la notte in Coro con umili preghiere, ora alla tavola divotiffima dell'Annunziata , ora a quella dell' Arcangiolo S. Michele , nel qual tempo nientemeno delle Monache fervente Caterina lì taglio la chioma, e veftitafi da Monaca comparendo in Coro ac- crebbe col nuovo fpettacolo alle Suore una univerfale tenerezza, falutandole con quelle brevi, ma rifolute pa- role,, Io fon voilra o Madri, vedrò chi farà quello feo- j, municato , che ardirà cavare di Monaltero una Spofa di „ Gesù Culto,, Non vi fu Suora, che abbracciandola non la bagnarle di lacrime , niuna però cefsò dall' implorare con replicate preci foccorfo dal Cielo . Frattanto venuta la mattina de* 20. un favio Gentiluomo chiamato Silve- ftro Aldobrandini , che fu poi Padre di Papa Clemente "Vili, confiderando il forte impegno dei Signori di me- glio aflìcuraifi di Caterina.■;, prefe egli la cura di in- durla ad ubbidire colle maniere più proprie , e conve- nienti al fuo flato . Entrato adunque in Monaftero, pri- mieramente retìò attonito a veder la Bambina vetìita da Monaca , pofcia rapprefentando a lei ia follecitudine dei Comandanti di darle più comoda, e più ficura abita* zione, e la neceiTrtà di così fare nelle graviffime circo- danze della infelice Città, aggiungendo ancora la fua pa- rola d' onore , che tra un mele 1* avrebbe reftituira alle Murate, feppe sì ben parlare, che Caterina fi arrefe a quelle condizioni , e però con tutto il decoro pofia la Monachina fopra un ben bardato cavallo , e fervita da rnol-
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molti Gentiluòmini pafsò a S, Lutia, dove erahvi i Ma-
giftrati a riceverla, per confcgnarla in cuftodia ai Padri Domenicani , i quali alle Monache la raccomandarono . Silvefho Aldobrandini per vero dire non ebbe tempo di mantenere la fua promefla, conciofiachè fattoli !" armi- ftizio tra le due armate, e ai ri» di Agoiìo del mede- fimo anno fottofcritti i Capitoli dell* accordo , V affé- dio fu fciolto: dopo di che fubito ritornò Caterina alle Murate con dimotìrazioni d* allegrezza, e nel mefe di Settembre volendo Clemente VII. la diletta Nipote , man- dò Monfignor Lionardo Tomabuoni a pigliarla, e con- durla a Roma : e tanto fu lontano il Pontefice a ofren- derfi del contegno delle Murate, che loro donò 150. feudi di elemosina , mandando chi le ringraziaiTe della fervitù da loro prtftata a Caterina , la quale non mai fi feordò di quelle fue dilette Monache, come vedremo nella fe- guente Lezione. IX. E tanto batti intorno al rammentare gli acci-
denti , e travagli di così ragguardevole Convento ; ma perchè io non mi fono avvenuto a trovare nella Cronica la memoria di due Monache , ìorelle del tanto celebre Pio* van Arlotto, mi piace qui riportare un documento, che efìfte predo la Congrega di Gesù Pellegrino nel libro detto Carpione degli Obblighi, e altrimenti Specchietto , ove notata leggefi 1J obbligazione di un Anniveifario con le feguenti parole ,, Alla Chiefa delle Murate Uffizio per ,, V anima di Mona Lifabetta -Torcila del Piovan Arlot- 3) to, e per V anima di Suor Candida fua (ornila Mona- j, ca in detto Monastero, e per P anime di tutti i loro „ morti . Donò al detto Monaftero terreni per fioiini „ 150. con quefto carico fino al dì 24. di Maggio dei „ 1504. dipoi il detto Monaftero pagò alla nolUa Con- ,, grega fiorini 50. quali fi mifero in caiTetra; e a dì 21. di „ Ottobre 1507. fu accettato come al libro de* partiti „ B. e. 11. al Campione bianco fegnatò A. e. 250. e non „ fi facendo ricalcano al Monaftero i fiorini 50. Tom. L Far. IL N LE-
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L E Z I O N E X-
DEL MONASTERO DELLE MURATE III/1
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giova per altrui avvilo non meno, che per credito
della Storia , gli Scrittori , i quali fopra di quefto Con- vento fanno nelle opere loro parola , e fono una Cro- naca a penna nell'Archivio del Monaftero fteiTo, Mef- fer Tommafo Salvetti Lettor di legge 5 che ne favella in un Codice efiftente in Badia , Stefano RoiTelli nel fuo Sepoltuario, Leopoldo del Migliore nelle fue Raccolte a penna, Piero Monaldi nel Trattato delle Chiefe Fio* remine, e prima dei fuddetti Fra Domenico da Corei- la nelle fue Elegie Mariane , che fcritte a penna con- ferva n fi in alcune Librerie, tre libri delle quali diede al- le ftampe il Signor Dottor Giovanni Lami nelle fue lo-, datiiìime Delizie degli Eruditi , ove 1' Autore a lungo parla delle Murate. Sonovi altri fcrittori, che hanno da- to alle ftampe notevoli memorie di quefto Monaftero> tra le quali fegnalatrfi non poco a mio credere , trovo il Dottor Lorenzo Parigi nel fuo Panegirico alla Gran- ducheiTa Donna Maria Maddalena di Auftria , Don Sil- vano Raz2i nelle Vite dei Beati Tofcani , Fra Girolamo Savonarola nel Trattato dei dieci Divini Comandamenti,. che dedica a Madonna la Badejfa delle Murate , nel* Proemio, lodando aiTai il Monaftero, il Puccinelli nella fu a Cronica, e l'Abate Cafotti nella Storia di S. Ma- ria dell'Impruneta . Da quefti adunque non ifpregevoli fon-
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fonti ho io aflembrati i documenti copion* } onde dimo-
ftrare quei fublimi Personaggi e del Cielo, e della Chie- fa > e del Mondo , che impegnarono a favorire quefto Monaftero. II. E per farmi a parlare di chi tra3 Divini Perfo-
naggi , e Protettori merita il primo luogo , cioè dello Spofo di que/te Nobili Vergini Gesù Crifìo , rammen- tare io debbo quel Crocififfo , che adorali in Ghiefa » già lavoro di Baccio da Montelupo> e dono di France- fco della Vacchia . Quella Immagine parlò a Suor Lu- cia i come leggefi nella Cronica al Capo 23. e le dirle, che mai mancata non farebbe in quel facro luogo là fua onnipotente protezione, come l'efperienza maifem- pre ha confermato, ed i molti voti, che pendono dal fuo altare, e che noi a fuo luogo olTerveremo. Né mi- nore devefi credere 1' impegno di Maria Vergine nel mirare col materno affetto quelle fue figlie , inoltran- do Elia con iitrepitofi miracoli, quanto le fieno a cuo- re j fino a fcriverne il fopraccitato Era Domenico da Corella co' feguenti verfi : 5, Hanc amat ingenttam CBlì Regina Cohortem »
,, Ultro quam niìjjls educai illa cibis, E grazia di Maria certamente fu quella iftantanea guari-
gione di Suor Dianora Ginnozzi , che riferifcono le Cro- niche al cap. 13. Per fette anni ftroppiata, ed attratta era in tutte le membra del corpo, non oftante; che aveflero i medici tentato rimedj anche i più violenti, ficchè da effi abbandonata, ella a Maria, di cui era divo- tiflìma, voltò le fue più vive fperanze , che non an- darono fallite , concioniacofachè avendo parlata tutta la notte della vigilia deli* Affama in orazioni nella Sagre- iiia alla Tavola antica di Maria Annunziata dall'Angio- lo , la mattina della feria in tempo della MelTa folenne , all'improvvido vide la lìanza piena di fplendore, e di cniariflìma luce, pofcia mirò dal Cielo fcender Maria avente nelle braccia il fuo Figlio, circondata da molti An- N 2. gio-
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gioii, e dalla dolcezza di quella vifione afìforta Suor
Dianora già poco fentiva i fuoi dolori , anzi cefsò di più femirji) mercecchè e la Madre, ed il Figlio beni- gni a Iti volgendo gli (guardi la refero in un iftante_* fana in maniera , che alzata dalla feggiola , o Ovvero dal letticciuolo portatile , da fé pafsò al Coro , ove fet- t£ volte inginocchiandofi , e ritta da fé alzandofi , refe grazie alla fua liberatrice , e le Monache , che canta- vano , veggendola così fpeditamente camminare, dallo fiupore mancata loro la voce , interruppero il canto con maraviglia del popolo, che era in Chiefa , il qua- le chiedendo della novità la cagione, feppe erfere (tato il maraviglìofo fpettacolo di una Suora già itroppiata , che fana camminava, lo che avendo tutti intefo , em- pierono la Chiefa di mille teneri/fime benedizioni alla Divina Maeftà , ed alla Glonoiiffima Vergine. ili. Che fé del riferito miracolo teitimonj furono i
divoti, che affiitevano alla foleunità della Chiefa; dell* avvenimento, che fegue , per cui Maria volle} dirò così, innalzare in quefto Monaitero un Tròno , per difpen- fare a Firenze ogni forta di grazie, tutta la Città ne fu fpettatrice infamemente ,»e partecipe, Quefto è un bu- llo di Maria col Bambino nelle braccia, opera di De- fiderio da Settignano, la qual figura riandò fopra una colonnetta nella Spezieria delle Monache, e dalla piena del 1557. gettata interra» ed infranta, andò trafporta-, ta dall' acque in un canto dell'Orto; quando i Mura- tori nel rifare la parete della elaufura, itando per get- tarlo nei fondamenti, Suor Marta piangendo , e ncn_. forfìendo queli'oltraggio all' Immagine , corfe a flrap-* parla dalle mani di quelli, e divotamente riunendo quei frantumi, ottenne dai mede/imi , che non più nei foiTo , ma nel nuovo muro dalla parte della via pub- blica vifibile la collocaiTero . E quivi piacque a Maria d' incominciare a fare delle grazie con tale abbonde- volezza , che dal concorfo dei divoti Cittadini , dallo Crepito dei miracoli , e dalla moltitudine dei voti , che coprivano la parete, l'Arcivefcovo accortamente (uf- fpet-
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pettando di qualche errore nel popolo, proibì alle Mo-
nache di non ricevere più né cera , né voti , né da- nari , cautela , che per vero dire fu inutile , pofciaché le perfone obbligate per nuove grazie ricevute , gettava- no nella via , o al più ponevano fra due mattoni le_» monete di oro, e di argento ; Delle quali ftupende co- fé informato Monfignor Antonio degli Altoviti, che era in Roma, rivocò il divieto, permettendo, che fi accet- tallero i doni, e di più ordinò, che fi muraiìe un por- tico a maggior riverenza della Santa Immagine, e do- po alcuni anni crefciute le limoline fino a feudi 4871. ef- fendo Arcivefcovo il Cardinale AleiTandro de" Medici, fi fece fabbricare la Chiefa , che inoggi fi vede di' là dalla porta del Monallero nel fondo di via Ghibellina. La tavola dell'Altare fu fatta fare da Cammilla degli Al- bizzi Martellini con lo sfondo in mezzo, ove fi adora il burlo miracolofo . In quello gran quadro vi fono di- pinti in aria i fette Angioli delPApocalitle, e fottoS. Be- nedetto, e S. Francefco, pendendo intorno intorno alle pareti della Chiefa molti voti di ogni forte, dei quali piena ancora vedefi una danza contigua . E fé quello ba- llerebbe per le memorie, che riguardano la protezione di Gesù, e di Maria verfo le Murate > piacemi a quelli due Perfonaggi prunaij aggiugnere il terzo pure celelle » e poilente cuitode del Monallero, cioè l'Arcangìolo S. Michele , come in particolare trovo nel cap. 3. dei- la Cronica; quando nel 1530* la Città attediata eiTen- do dagli Spagnuoli, fopra la Chiefa quello inviniflìmo Principe fi diede a vedere a molti armato di corazza 5 di cimiero, e di fpada ; e perchè nti Cittadini grande era lo fpaventa degli afledianti nemici, al nuovo fpet- tacolo vi fu chi gridò elTervi uno Spagnuolo fui tetto delle Murate. Diverfa però era nel Monallero la com- mozione, pofciaché ad una fanciullina per nome Fran- cefea Cortigiani, che poi fu Moglie di Giovan Bati- fìa^ Peruzzi , V Arcangiolo graziofamente dirle eflere egli il Principe della Corte Celefle , ivi poilo da Dio alla cullodia delle fue Spofe. IV. Or
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IV. Ma dai Principi del Cielo amici di queiìe Suo-
re tempo è ormai di pattare a ragionare de* Grandi della Terra parzialiflimi per le Murate; Ed in primo luogo di Papa Martino V. il quale concedette loro In- dulgenza Plenaria -fino da quando viveano murate fui Ponte; di Eugenio IV. che le arricchì di privilegi ; d'In- nocenzio Vili, cui debbono le Monache la difpenfa nel- le carni, e giulta il Guicciardini Lib. IX. parzialiiH- mo loro fu pure-Giulio II. il quale nei tempi di peri- colofe fue guerre , per Lorenzo Pucci Datano ìtl. quello Convento mandò a cnitodirfi le fue gioje , e il fuo Triregno, Paolo III. infigne fu nei beneficare que- lla Cafa , comparendo nei Libri 6000, feudi ài limo- fine venute da quello Sommo Pontefice . Egli era Co- gnato di Suor Elena Orfini nel fecolo addknandata Donna Lelia , che fu moglie ii Agnolo Farnefe, e la vocazione di quella Dama fece grande onore alle Mu- rate ; mercecchè avea ella d'accordo col fuo fpofo pro- melTo a Dio, che chi di loro fbprav vi verte, avrebbe pre- fo l'abito di San Francefco; e preflo morto Don An- gnolo , la vedovella fu ricondotta alla Cala del Conte Niccolò Orfini di Pitigliano fuo Padre, dove ebbe ella da contraffare -per cinque anni col genitore, e fé volle ottenere la licenza di monacarli, fu d'uopo, che con- folaiTe rifteflb fieli3 elezione del Monaftero,. 11 Conte era flato Generale .dei Fiorentini , onde avendo uria pie- na cognizione , ed un'alta Ili ma delle Murate , in- clutTe Donna Lelia a veftirfi in quefto Convento , ove entrò di anni 24, e ne ville 60. fpecohio di oiTervanza , ed arnatiiTima dal Pontefice fuo Cognato. Trovo altre- sì memorie di Papa Paolo IV. il quale oltre la già fo- praccennata elemofma di 1000. feudi loro mandata do- po la piena del 1557. fi degnò d'ordinare al Cardinal Nipote , il quale andava Legato in Ifpagna, che palTaf* fé a Firenze per vifitare le Murate, come fece donan- do loro Indulgenza Plenaria per ciafeun giorno fino al fuo ritorno della Legazione. Leone X. vinto in per- fona tutto il Monaflero nell'anno 1515. quando andato a Bo-
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a Bologna per raccordo col Re di Francia) venne a
paifare V Inverno nella fua patria ; Entrò il Papa fo- lennemente in Firenze il dì 30. di Novembre del detto anno, come trovafi fegnato nell'Archivio del Capito- lo Fiorentino al Libro azzurro dall' anno 15.13.. al 1522. leggendoli alla pagina 1S7. „ Mancia alla MefFa j, cantata per V entrata di Papa Leone, il quale entrò „ in Firenze quello dì 30. Novembre 1515. e ci dette „ tre leoni &c. „ e nello ftelTo Libro fi trova >, Man- „ eia di lire 700. data a Metter Filippo Adimari Cubi- ,> culario di Papa Leon X. per la Mitra , che S. Si „ donò al Capitolo „ Ai 12. di Febbraio adunque , giu- ria la Cronaca , con nove Cardinali entrò nel Monaiie- ro Papa Leone onorandolo di molti privilegi. Ai Som- mi Pontefici aggiungo il Santo Arcivefcovo Antonino, che fempre le amò con diftinzione, ed in 13. anni ne confacrò 58. e la Confacrazione del Santo Arcivefcovo* allora praticata, inoggi ancora fi conferva in tutte le cerimonie con la notevole funzione di aprire una por- ta del Monaftero, che ila fempre murata nella via Ghi- belìina , la quale, terminata la Confacrazione , e rien- trate le Monache , fubito fi rimura , e V Arcivefcovo coi Canonici vi pone la prima pietra» e la calcina. V- Né io debbo porre in non cale il nome di mol-
ti Principi , i quali hanno dato ragguardevoli fegni della loro eitimazione verfo quefle Religiofe , come lo dimo* fhano documenti efiilenti nelP Archivio del Monaftero , e fono Diplomi, Lettere dei Duchi di Milano, di Man- tova , di Ferrara , di Mafia , di Urbino , di Camerino; ed ivi parimente fé ne ravvifano alcune graziofiflìme o- riginali di due Regine, cioè di Caterina de* Medici Re- gina di Francia , e di Donna Eleonora Regina di Porto- gallo. E per farmi a parlare di Caterina , le fue Lettere fono piene di efprefiìoni gratiffime per la educazione a- vuta nelle Murate . La più (limabile però di quelle Episto- le è quella del 1584. nella quale fi contiene la liberaliflì- ma donazione di una Fattoria in Valdelfa , detta di S. Maria a Lancialberti, comprata con 9000. feudi della Re- gina j
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gina, da Bartolommeo del Bene in favore del Monafte*
ro, con V aggiunta di altri 500. feudi d'oro da fpen- derfi in bonificarne i poderi, e con quella finezza di più, che ordina ai fuoi Miniilri di pagare del fuo Regio E- rario la gabella del contratto . Per parlare poi della Re- gina di Portogallo Donna Eleonora farebbe d'uopo, che io entrarli in un racconto , che ha qualche fofpetto di novella, e fé i documenti originali da me efaminati fo- no di qualche probabile argomento della verità ; tutta- volta amo meglio-di-tralasciare di ragionarne, folranto ac- cennando, che nell' Archivio del Monaflero, vi fono al- quante lettere della Regina di Portogallo Donna Eleonora, la quale confervò fempre verfo le Murate un grande af- fetto, dimoltrato più volte ancora co'doni magnifici di .Zuccheri, e di altre Droghe preziofe, VI. Viene ora uno dei più notevoli avvenimenti fe-
<guiti nel Monaileio delle Murate, per confentimento di tutta Firenze , e più ;che più indicante la effimazione de' Perfonaggi verfo «quello Monastero, ed è 1' effer fiate e- lette alcune di quelle Monache per Fondatrici dd nobi- le Convento di S, Stefano, detto il Monailer Nuovo in via della Scala, Il Granduca CoCimo 1. avea iilituito la il- luilre Religione .de' Cavalieri di S, .Stefano, per ricogni- zione della felice vittoria ottenuta dalle lue armi nel gior- no fé fi ivo di quello Santo, quindi la Granducheira Eleo- nora fua Conforte deliberò pure di edificare anch' elfa un Collegio di Nobili Vergini, che militaiìero lotto lo ileffo llendardo^ e Pveligione , e fi addimandaflero le Ca- vallereiTe di S. Stefano ^ dotandolo di 1S00. feudi annui, acciocché le Nobili fanciulle quivi introdotte viveffeio, e veflilTèro in comune. Ma per quanto impegnato folle Co- fimo I. in effettuare la volontà della defunta Conforte , fi morì anch' egli fenza aver potuto vederne il compi- mento i e certamente il Granduca Francefco figlio della piiffima Eleonora , avrebbe terminata la grandiofa Ope- ra , fé morte immatura non lo toglieva di vita , lalcian- do al fuo fratello Ferdinando I. e Granduca III. la glo- ria di condurre a perfezione la gran fabbrica . Ma per- chè |
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che neceiTano era neìl* introduzione delle fanciulle > da-
re loro chi le potelfe erudire nei cofiumi Monadici con ogni maggiore offervanza , non punto flette in dub- bio la gran mente di Ferdinando nell' elezione del- le Monache , ponendo V occhio faviffimo l'opra le Mu- rate , e però nel 1592. mandato il Cardinale Arcivesco- vo di Firenze al Monaflero , cinque Monache richiefe da trasferirfi al nuovo Convento, per quivi introdurre la difciplina fecondo la Regola di San Benedetto, e per lo reggimento di quelle tenere , e nobili Spofe di Gesù Grillo. Fu adunque eletta Badefla, e Fondatrice Suor Umiliana Lenzi, colle Suore Clementina de Ha - ro Spagnuola, Oretta Sapiri, Laura Aldobrandini, e Laudomina Malatefli ; Adì 4. di Ottobre dello fleffo an. no feguì il paffaggio con tutta la magnifica, e divota pompa, levate eiìendo colle mute della Corte dalla Gran- ducheffa Criftina , e dalla Sereniffima Principerà Maria figlia del Granduca Francefco , e poi Regina di Fran- cia, cui furono congegnate dal Vicario Generale di Fi- renze le quattro Monache fuddette , rogando l'atto fo- lenne Ser Frofino Milanesi Cancelliere dell' Arcivefco- vado . Quella deflinazione, anche da me fommariamente toccata ) ballante faria a dare un cenno ai meno infor- mati delle tante altre glorie, di cui fono fiate dalla Provvidenza fuperna mailempre arricchite le Monache delle Murate . VII. Ma egli è pur vero , che con tutto quello ri-
mane altro titolo, che mi apre il campo da far vedere al Mondo effere quello Monaflero non meno ammirabi- le per gli accennati pregj, di quel che fia anche adora- bile per un' abbondevolezza di preziofe Reliquie , le quali dalle Monache fi efpongono con vaga ordinanza nel dì folenne di Pafqua fopra un Altare , a tal fine in mez- zo alla Chiefa innalzato, come ne feri (Te il Giamboni nel fuo Diario ,, Domenica di Pafqua di Refurrezione di No- „ Uro Signor Gesù Criflo a Santa Maria delle Murate vi ,> ftanno efpolti i Corpi dai Santi Martiri Euticio, ed E- 5, milio con molte altre Reliquie >, Vedefi adunque il Le- gno della Santa Croce foilenuto da ricco piediflallo tutto Tom. I. Tnr. IL O di
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di argento) ed ornato di perle, e di gioie, donato da Ia-
copo Tedaldi, come apparisce da una fua lettera dei 30. Dicembre del 1497. fcritta a Madonna la BadeiTa delle Mu- rate . Del Patriarca S. Benedetto vi è pure la fommità di un dito auricolare dono della Famiglia Signorini fatto a Suor Zaccaria Signorini nel 1458. E qui notar debbo un ragionevole lamento delle noitre Monache , che non intendono la cagione, per la quale il fuddetto Giambo- ni abbia tralafciato di far menzione d'un tale facro di- to nel novero, che fa elfo delle Reliquie di sì gran Pa- triarca, traile quali quella certamente è la più infi- gne di quante fonovi in Firenze. Adoranfì le tefte di Santa Colomba Vergine , e ài Santa Cordula compa- gna di Sant' Orfola , ed una coltola di San Teodoro Martire già fmarrita , e dimenticata , ,ma che la fco- prì il Santo lieffo con una vifìone a Suor Maria da Scar- peria, della quale ftupende cofe leggonii nella Cronica ; Della Corona del Santo Cardinale Carlo Borromeo ne debbono grado a Suor Angiola Cibo, la quale fé rinun- ziò a tutte le grandezze del Principato, per qui verìiru" Monaca , non volle però privarli di così pregiara Reli- quia. Offa poi dei Santi Dionifio Areopagita, Tommafo d* Aquino, Antonino Arcivefcovo, Balìiano Martire, Ca- terina Vergine, e Martire j di Zenone , e di altri molti fono in quello Monafiero antichiflìrne. E cento altri Re- liquiari potrei annoverare, che per brevità io tralafcio , dovendo accennare il Sacro Corpo del Santo Martire Eu- ticio , e la fìoria gloriofa di fua folenne traslazione . Il Cardinale Carlo de3 Medici avendo due Nipoti Monache in quello Convento, le quali addimandavanfi Suor Gab- riella, e Suor Crifìina de' Medici, veniva fovente a vi- etarle , dando loro molti contraifegni del fuo amore .Fu pertanto da effe pregato di procurare alla loro Chiefa un Corpo Santo; né lento il Cardinale a fodisfare alle Nipoti in così pia dimanda, fenile a Roma premurofe lettere fu quello affare al Cardinal Mattei, il quale andando in per- fona dal Cardinal Ginetti, ottenne il Corpo di S. Euti- cio eitratto dalle Catacombe, con lapida avente il nome fuo proprio incifo , e monogramma , ed altri fegni di ve-
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véro Martire. Lo frumento di donazione fu fatto in Ro-
ma adì 3. di Luglio 1648. e mandato a Firenze con la diligenza del Procaccio. Nei 14. del detro mefe altro finimento trovafi di donazione fatto dal Cardinale de* Medici alle lue Nipoti, mandando loro la Sacra Calta per il fuo primo Segretario l'Abate Antonio degli Al- bizzi. Inoltre l'Eminenza fua fece lavorare una vaga , e ricca urna , che mandò alle Monache? acciocché in eifa col- locaffero il Santo Martire, inoltrando defiderio , che fé ne faceiTe una folenne traslazione . Perlochè ai 5, di A- gofio del 1649. fi diede principio ad un ferìivo Triduo colla proceffione , che fu delle più divote , e magnifiche,- che mai vedere Firenze . VJ intervennero oltre molte Compagnie , e Regole da 26. Cavalieri di Malta , i qua- li a vicenda portavano il Sacro Corpo } vokndo efiere tra effi il Sereniffimo Principe Pietro de' Medici : le tor- ce di cera accefe erano fopra a 500, né mai più ornata di arazzi, e di lumi fi yide la via Ghibellina. La proceffione da quella via voltò a S. Pier Maggiore , poi andò a Ba- dia , donde ufcirono ad incontrare il Sacro Depofito tutti i Monaci con torcetti in mano, accompagnandoeffapro- ceffione , che andò alla piazza di S. Croce , e di lì ritornan- do in Chiefa , dove full'Aitar Maggiore per tre gior- ni all'univerfale adorazione lo lafciarono fempre circon* dato da quantità di lumi, ed operò grazie prodigio- fe, che furono regiltrate in un libro a penna , ove alme- no venti vi fi leggono fedi giurate di quelle perfone , che da S. Euticio ricevettero il miracolofo foccorfo.O- rsoranza confiderabile a queiro Santo Corpo è una Cap- pellina in Claufura, ove le Monache hanno voluto con feco il Santo Martire , che corrifpondendo alla Chiefa pubblica dalla parte del Vangelo dell'Aitar Maggiore, é vi libile anche agli ertemi. Oltre a quefta così pregevole Re- liquia , nel 1555. ebbero le Murate un altro Corpo San- to di Roma cavato dal Cimitero di Ciriaca , e donaro loro dal Padre Girolamo Santi della Compagnia di Gesù, leggendofi in un Cartello dorato Emilio Martire, il qua- O 2 le
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le giace in ricca, e vaga Urna nobilmente veflito, col-
locato fulla menfa dell' Altare del CrocififlTq. Vili. In ordine poi alle Religiofe defunte in con-
cetto di Santità componenti una quantità pure di Vene- rabili Ceneri, dirò, che in una fepoltura particolare con lapida decorofa vi fono i corpi della Fondatrice Suor Ap- pollonia , della prima Badedà Suor Agata ,, della Nipote di lei Suor Benedetta , e di Suor Caterina degli Ubaldi- ni prima Gentildonna, che fui Ponte fi chiufe traile Mu- rate . Di tutte quelle leggono* nelle Croniche memorie gloriofe, corredate di eroiche virtù , ed anche di cofe , che fembrarono foprannaturali. Suora Scolariica Rondi- nelli ha pure fepoltura a parte , e vi è tradizione , che folte ella la Badeila , la quale fece queir ammanto di ora- zioni, che cangiato in drappo ricchiffimo, due Angioli prefentarono alla Tavola dell'Impruneta collocata fulla pubblica ringhiera. Vive ancora la memoria dei Santi cfempli di Suor Speranza Signorini in molto credito di Santità prelfo Leone X. ed ogni volta, che le Suore fan- no orazione al Crocifìflb pollo appiè della fcala , che conduce al Refettorio , fi ricordano della bella for- te, che ebbe Suor Daniella Niccolini, cui Gesù, parlando ne formò un raro modello di perfetta ubbidienza . E fi- nalmente la fede giurata del Padre Niccolò Fabbrini Fio- rentino Rettore del Collegio di S. Giovannino de* Ge- fuiti, non ci Jafc'ia dubitare della Santa vita, e morte di Suor Maria Rinuccini. Egli affittendo a quella moribon- da vide all' improvvifo la Cella tutta illuminata da luce fuperna, contraffcgno degli Angioli fcefi dal Cielo per portare in trionfo 1' anima di quella Santa Religiofa. E perchè lungo farebbe a farli iì racconto di molt'altre il- luliri Vergini di quello Monaftero, e della loro lìraordi- naria pietà, rimettendo il Lettore ai Capitoli 13. e 14. della Cronica pafsò a parlare del materiale della Chiefa . IX. Il Fondatore fu Giovanni di Amerigo de'Benci,
il quale avendo principiato a conofeere 1* ammirabile San- tità di quello Convento nel 1443. in pochi anni, e per la
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la Chiefa f e per lo Monaftero fpefé fopra quarantamila
feudi, imitato in sì belP efempiodai fratelli fuoi, e figli > e nipoti con notevoli benefizi 5 e nuovi legati ; onde con tutta giuftizia vedefì in più luoghi alzata di quella illu- vie famiglia P arme, che è un monte con due Lioni fa- lienti. Nel dì S. di Settembre 1587. fu la Chiefa confa- craca dal Cardinale Arcivefcovo Aleffandro de* Medici ; e benché fia piccola anzi che nò, tuttavolca in cinque flraordinarj Giubbìlei inandati da'Sommi Pontefici a Fi- renze 5 la trovo una delle Chiefe alfegnate dagli Arcive- feovi per la vifìta richieda all' acquifto dell' Indulgen- za . E non eflendovi facciata efterna , ha V ingrelfo per due porte laterali in Via Ghibellina. Neil' entrare a man ritta trovafì 1* Altare ài S. Maria Maddalena de' Pazzi y ove in antico era una Tavola di S. Girolamo di mano lo* datiflWa , che rimafe guaita dalla piena. Segue a quefta Cappella 1" Aitar Maggiore, ove fi alza un Ciborio di le- gno dorato lavoro di Mino da Fiefole, e fopra in alto ficura dalle ingiurie del fiume vedefi la Tavola vaghiffi- ma di Fra Filippo Lippi, il quale rapprefentò in eifa il mìftero della Nunziata, con un capricciofo penfiero a- vendo effigiato un altr' Angiolo , che dietro l'ufeia della ftanza attonito oiferva l'Arcangiolo , che faluta la Vergine. A quefto Altare nelle maggiori folennità fi ef- pone un dottale di argento , che vale feudi 1S00. fatto dalla foprallodata Monaca Suor Criftina de' Medici , il cui nome leggeii appiè del paliotto, nel quale fi vede in bailo rilievo dalle bande 11 Arcangiolo , e Maria? e nel mezzo la Cena del Signore . La foffitta è di cannucce > nella quale Simone Ferri dipinfe a frefeo V Affunta , e fue fi credono le dieci Storie della vita di Maria Vergine rapprefentate nel fregio, che gira intorno alla Chiefa * Dopo 1' Aitar Maggiore fegue quello di S. Carlo con ta* vola affai lodata, e grande ; ma non ho trovato chi fia il pittore. Sotto la menfa di quetV Altare per una grata dorata vedefi il Sacro Corpo di S, Euticio Martire * Viene la terza Cappella della Santìflìma Trinità rimpetto alla porta, ove ita il miracolofo CiociMò di Baccio da Mon* te-
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telupob h* oìgsno) che è in alto , e guarda 1* Aitar mag-
giore , fu lavorato da Piero da Vaiano famofiflìmò in queft' arte. Scendendoli pofcia alcuni fcalini nella parte della Chiefa, che ha il Coro delle Monache foftenuto da colonne doriche , due Cappelle vi fono, e quella verfo il Monaftero ha una tavola di Simone Menimi, ove dipin- fe un Calvario, che fembra una miniatura. Nell'altra Cappella evvi una tavola rapprefentante S. Benedetto , ed altri Santi, né faprei dire chi ne fia {tato l'artefice : nelle memorie però del Convento leggo, che prima del- la piena a ,quelto Altare eravi una tavola di Fra Fi- lippo Lippi/ X. Per .quello poi, che reità da otfervarfi jn Chie-
fa , fono alcune lapide, ed iscrizioni Sepolcrali, che già il Puccinelli nella fua Cronica deferire, e noi alquante qui ne riportiamo. Appiè dell'Aitar maggiore in lettere di bronzo di carattere Longobardo fi legge ; SEPVLCRVM IOANNIS AMERICI DE BENCIIS
ET DESCENDENTIVM .SVORVM.. Ifcrizione, che ha dato a credere, che qui fia fepolto il
celebre Benefattore Giovanni, ma per vero dire molti lo vogliono tumulato in Santa Croce alla Cappella di fua Famiglia , la quale dipoi con la eredità pafsò nel Senator Ferrante Capponi, e fuoi figliuoli, che dei Benci hanno ereditato anco l'amore, e la jlima verfo le Murate, ove queita Famiglia conferva l'iufpa- dronato di alcune celle,,anche inoggi chiamate dei Ben- ci.» Evvi altra lapida contigua alla deferitta , e que/la fece il Granduca Co/Imo I. a Caterina Sforza de'Medici come a fua Zia , mercechè fu moglie di Giovanni de' Medici padre di altro Giovanni per lo fuo valore ad- dim.andato Giovanni delle Bande nere, di cui figlio fu Cofimo,. Alla fìniftra di quefta lapida in marmo bian- chiamo il Duca di Malfa Alberico Cibo volle il Sepol- cro di Caterina Ducheffa di Camerino Sorella di fuo Padre, e quello di Donna Leonora Cibo fua Nipote , *sj Ja |
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la quale ebbe due Mariti, cioè Luigi Fiefchi, e per
fecondo Chiappin Vitelli. Vicino pure air Aitar mag- giore eranvi i fepolcri de' Mormorai, e della Famiglia Ximenes, che in oggi fono la fepoltura delle Monache, Parlando al fondo della Chiefa, alla parete è collocato con ifcrizione il bullo di Pietro Cavallo Auditore di due Granduchi Ferdinando I. e Cofimo II. Finalmente nel pavimento merita ofifervazione la lapida con quat- tro verfi alla memoria di Gabbrieilo Ughi Architetto,! il quale lafciò tutto il fuo patrimonio al Monaftero, con la obbligazione di veftire ogni cinque anni ! lenza) dote una Monaca nobile, rogato il tertamemo da Ser Tommafo Mati nel 1627. I verfi fono i feguenti ; |
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5, Ughius ad Cwlutn Gabriel dum tendere gc&ity
,, Duplex depofuit , ne premeretur•', onusy &tìu'i.<$, j. Corpus, quod qjoluit tumulo concludier ijlo'y^zi:., 1 :
„ Aurum<> quod Sacri? linquene Virginibusv VI. Finalmente ritorni, e ferva di corollario a ren*
dere chiari gli onori fatti alle Murate dal Cielo, e del- la terra, il miracolofo Crocififfo da principio accenna- to , al cui Altare il nobile Uomo Goro della Famiglia de' Gori, nell'anno 1531. qui genufleifo rinnovò l'e- roica azione del perdono dato al nemico da San Gio- van Gualberto . OrTefo adunque Goro da' fuor nemici nel Giovedì Santo entrò in quefta Chiefa, e per amore del Crocififlb Signore generofamenté perdonò l'ingiu- ria ; quindi allegro per sì bella vittoria del fuo fdegno , ufcito di Chiefa fu a tradimento dagli avverfarj aflalito con più ferite, e lafciato come morto nella via Ghibel- lina. Tre meli durò nel continuo pericolo di morire ogni giorno, quando principiando i Cerufici a fperare, a poco a poco gli afficurarono la vita, ma con la di- fgrazia di rimanere egli per fempre ftroppiato in guifa , che appena con due grucce poteva fare un palio. Tut- tavolta nella vigilia di San Giovan Batilta fi fece porta- re alla Chiefa delle Murate per adorare infiememente, e rin-
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e ringraziare \\ Sa mi/Emò CrotifirTo, e ciò che denoti
meglio la pietà grande del Cavaliere , per rinnovare il generoib perdono ai fuoi. traditori, quando in un i- ifante uno ftraordinario vigore fente fpargerfi per le membra, libere gli fcmbra di avere e braccia, e piedi 5 e ode nel Aio cuore una voce, che lo invita a cammi- nare, voce di Dio j che non fblamente infegna, e co- manda , ma premia il perdonare al nemico , onde con- fortato da quefte voci gettò via le grucce, e libero co- minciò a palleggiare con iftupore di tutti} potendo il Gori da fé fenza aiuto alcuno portarli per la Città in quel di folenne per i l'oliti fpettacoli, ma per vero dire lietimmo alla veduta del nuovo, e flupendo miracolo^ e le grucce furono appefe all'Altare del Crocifitto . Chi poi entratTe nella claufura del Monaftero troverebbe , giufta Raffaello Borghi ni, dipinture de* più bravi Artefi- ci antichi, e moderni, e tra tutte commendatiiTima è in Refettorio Ja Tavola rapprefentante un Cenacolo fatta a olio da Giorgio Vafari a fpefe di Donna Eleo- nora di Toledo Granduche0a di Tofcana, |
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LE
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LE Z I O N E
D I S. A PO LUNARE.
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XI.
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He P origine della fondazione delle./
Chiefe fia quafi fenipre per le penne degli Scrittori » o per la voce altrui de- rivata da qualche fegnalato favore de* Santi , a quali furono quelle dedica- te , baila dare un* occhiata alla Storia Fiorentina , nella quale noi ravviferc- mo alcune Chiefe inalzate a S. Romolo , ed a S. Minia- to Martiri , perchè Promulgatoli fra noi effi furono della Fede Santa colla loro predicazione , e collo Spargi- mento del proprio fangue : Chiefe vi fono all' Apoflolo S. Barnaba , appunto perchè quefli in piti battaglie ( co- me credei! ) per fuo patrocinio diede ai noflri efercici la vittoria. A Santa Reparata è confacrata la prima Pie- ve , incorporata poi nella Metropolitana di S. Maria del Fiorei, e molli furono a ciò fare i Fiorentini da quel gior- no , nel quale 1' anno Ì407. fu morto Radagafó Re de' Goti, e fconfìtti igo. mila faldati fuoi ù E fé ricco è il Tempio di San Giovambatiila , tale lo vollero con pub- blici decreti gli antichi Reggitori, perchè memori dell' i- neftimabile teforo del Fonte Battesimale , e fi arrogereb- be a provare maggiormente ( fé pur ve ne folle cP uopo ) una iimigliante origine iPglòriofò novero di cento , e più Chiefe , monumento, pervero dire, del merito grande, e fingolare , che nei parlati fecoli. que* tanti potentiffimi, e fantifiìmi Avvocati fi fecero con Firenze. Dalle quali/ cole tutte io arguifco, che effendo tra noi unaChiefa, già, Bafilica dedicata a Sant'Apollinare, di quello Santo Martire fegnalatifTimi fieno flati i meriti preiTo de'Fiorentini . E fé perite fono per le vicende: de' tempi le memorie de* fuoi fé-: |
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Tom, I. Par. IL, 3
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gnatati favori, almen qui mi fia permetto di ailembrafè i pregi di fua vetuila Chiefa . II. E per farmi dal principaliflìmo merito di Sant*
Apollinare 7 fui principiò frabilirè io debbo fé fo(Te egli Martire • concioiìacofacbè il Grifologo lo chiami Confef- . fore , ed i Padri BollandifH ai 23. di Luglio p'ag. 341. trattino dottamente il dubbio fondato fui folo alìcgnarfi dagli Scrittori il dì lui Martirio fótto Vefpaiiano Cefa're » da cui niuna perfecuzione patì h Chiefa. E pure io leg- go nel Martirologio di Adone, che Apollinare ben cinque Volte fu martirizzato. E vaglia il vero > iavendo il Santo guadagnato al Eatreiimo il Tribuno di Ravvenna, fece della cafa di lui una 'Chiefa. £ ove radunavanfì molti Fede- li, dalla qua! novità ingelofito Saturnino Prefetto , co- mandò, che Apollinare folle prefo, e talmente battuto, che creduto morto, logettarono fui lido del Mare, don- de di nafcofo portato dai Fedeli in un tugurio } e medi- cato , ripigliò pretto le fue Apoltoliehe fatiche. Ma la fe- conda fiata imprigionato , dopo fieriffimi trattamenti rhaflìmamente del fuoco, per fentenza del Prefetto fu dal- la Città efiliato . Ed egli una grotta due miglia lontana da Ravenna fcelfe per fuo nafcondigjio.) o fìvvero per fuo Oratorio , ove ogni di accreicendoi,alla ; fede nuovi fe- guaci, ed operarido, ancora molti miracoli , ©ori andò guari, che di nuovo; ai Miniltri dì Gefare acculato li trovò a nuove pruove di fua cofranza con peggiore > e più crudele Martirio. Imperciocché flagellato , e pofcia nelle fue piaghe con aequa bollente fcottato ? con faiìì in- frantagli la bocca, e coli* eculeo itirate atrocemente le membra, finalmente carico di catene chiufo fu. in un ofcuro carcere a raéire di famedi e vi farebbe egli mor- to, le-non folle flato da ma Àngiolo medicato, e prov- villo di cibo, talché dopo alquanti giorni fu trovato co- sì fano, che difperando il Giudice della virtù de'fuoi tor- menti, lo volle allontanar da Ravenna; Quindi fopra di una Nave pronta a far vela mandò il Santo Vefcovo fi- no in Levante, il quale alle foci del Danubio sbarcato, fé ivi radunò con la predicazione un buon numero di |
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Fedeli, ràccò]fe parimente nuovi flrazi da que' barbari ,
che lo rlaglelarono pubblicamente, e pofcia l'obbligarono ad abbandonar quelle regioni j ficchè dopo tre anni ri-, tornato alla fua Ravenna , terminò la vita colla corona, del Martirio, mercecchè prefo , con tanta fierezza fu bat- tuto, che nelle braccia de'Criiliani fi morì. Dalle quali cofe tutte narrate dal Vefcovo»Adone, e da molti Scrit- tori , chiara fi fa terKmonianza, che non una > ma bensì cinque fiate Apollinare fu martirizzato?, 111. Ma quando a quefto Santo dedicarle Firenze una Ba-
filica, Gabbriello Fabbri autore itraniero nelle Memorie di Ravenna lo fcrive in quella guifa „ ElTendo che folle „ celebre la memoria di Sant5 Apollinare, moke furono „ le Città d'Italia , e fuori ancora nella Dalmazia 5 ed I- ,, itria, che edificarono Chiefe al fuo nome , come fe- ,, cero anche i Fiorentini molto nell* antico , forfè in „ que' tempi, ne5quali Papa Simmaco regnò nel 500. „ Onde fé vero folfe , aver Firenze imitatrice di Roma fab- bricata in quei tempi la Chiefa al Santo> chiaro fareb- be eifere parlati dalla fondazione di efia fino a* dì no- ftri anni 1255. I Fiorentini Scrittori fé a buona equità non la fanno così antica , però tra le prifche Chiefe la noverano, come Monfignor Vincenzio Boighini p. 1. pag. 30. antichiiTima la crede, perchè murata fecon- do le regole delle Bafiliche , di cui parla Vitruvio ; e Stefano Roflelli trovandola fìtuata viciniffima al primo cerchio di Firenze, col Borghini fi accorda. Ella è no* minata nel 1064. in un contratto di donazione nell* Archivio della Badia Fiorentina , nel quale è chiama- ta a confini Vlnea S, Afolllnarls Ed un' altra pro- va di fua antichità fembra a me certa, ed indubitata, 1" eifere fiata Collegiata con Canonici, quali io leggo no- minati in. un Protocollo in cartapecora tra gli fpogli del Migliore preifo il Sig. Canonico Bifcioni , ove leggefi .5, JLerverendiis Vir faganellus Vrlor Ecclejte S. Jpollinaris yy fior, de confenfu Canonhorum elegit in Canonicum Te- ,, liarlum Clericum fil. Mob. Viri Cantis q. Domini Te- ,, Ilari de, Ccfvalcantibus mi. 1289. ,, né quefta è la fola P 2 Car-
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cartapecora dimoftrante tal pregio » due effendone neli*
Archiviò di Badia , nelle quali leggefi ,, 131g. Ser ,, 'Giunta Canonico di Sant* Apollinare teftimonio in ,5 un contratto tra la Cura di Santa Trinità , e di Santo „ Apoftolo j e nel 1348. Ser Gianni Canonico di San )> Pulinare dall'Abate di Badia fatto Priore di S. Proco- ij loy e jn unà terza dell' Archivio di Cesello nel 135<5. 5, Prete Gianni Canonico di S. Pulinare fatto uno dei Rap- 55 prefentanti del Clero Fiorentino al Legato Apofìolico 53 IV. Ed offervate le prove di Aia antichità , veggiamo a chi fpettaffe il Padronato, il quale una volta era certa- mente preffo il Capitolo Fiorentino , avvegnaché nelle fcritture di detto Capitolo trovino* parecchi contratti; co- me nel 10^5. ,, Martinus Frepofitus éf Rozo Archipr. Ec- 5) ciefie Sancii Io annis Baptijh Florentle cum confenfu Ca- 5, nonìcormn Fratrum fuorum , conceduti? in emphiteujtm 33 Vetro Fi Ho b. m. Martini , cb* Stantio filio b. m. Ber- 53 nardi petìum terre j/ojìtum extra muros Cimi tati? Flo- 33 rentìe prove Ecclejiam Sancii Apollinaris Argenti fex 3, denar. an. 1065. X. Kal. Febr. „ Ivi pure altro Stru- mento di rimile natura nello rìeffo anno 55 Frepofitus, & j, Archip. concedunt in emphiteufim Donato fil. b. m. Lapi 5 3, & Vetro filio b. m. Martini duo petia terre cum cajìs 33 fupra [e pofitis prope di Barn, Ecclejiam Sancii Apolli- j) naris, & ad eamdem pertinentia 1065. ,, Il terzo Stru- mento parimente preffo lo fieffo Capitolo, dice ,, Io: Bo- 53 nws Frepofitus, & Archipr. Cujlos, & Reclor Ecclefie 3 >3 & Canonice Sancii Io anni s, & San eie Reparate Ci'vit. 33 Fior. & Ioannes Fresbiter Sancii Apollinaris concedunt 33 in emphiteufin Martino Clerico q. Vetri te tram et cd~ 5» fam pofitas extra muros Givi tati? Fior, prope Ecclejiam 3) Sanili Apollinaris prò annua penfione foluenda ditlo Io: 3 3 Bono Frepofito, & fuccejforibus in fefiin>ìtate Sancii A- 33 pollinaris denar. XI. Lucenfium inter cenfum Ù1 oblat, 33 An. Incarn. n 19, 7. Idus Maii ,, tralafcio tre altri del medefimo Archivio col rogito di Ser Bencivenni ludex & Not. 1224. ne3 quali l'Arciprete è nominato Padrone del- ia Chiefa di Sant' Apollinare, ficcome potrei citarne due |
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altri dell* Arcivefcovado, ne* quali Giovanni Vefcovo nel
1224. dichiara la noftra Chiefa eifere di pertinenza dell* Arciprete di Santa Reparata,e perchè in detto anno era» no inibrte gravi differenze nel crear il Priore, adì 24. di Febbraio il fuddetto Vefcovo promulgò un Monitorio di Scomunica contra chi aveffe ofato impedire il pacifico poiledimento della Chiefa di Sant'Apollinare a Rinieri Ca- nonico di S. Lorenzo. Ma come l'Iufpadronato paffaiTe poi all' Ordinario non faprei dirlo . Se non che da una col- lazione fatta a Prete Giovanni de' Marfili di Prato dall' Arcivefcovo Antonio Altoviti nell'anno 1554. chiaro fi vede, che egli n' era il Padrone. Né qui finirono le vicen- de del Padronato, conciofiachè nel 1592. pafsò a'Mona- ci Olivetani nella feguente maniera. Ferdinando I. vole* va in Firenze i Padri Teatini, e giudicando, che como- da loro farebbe fiata la Chiefa di San Michele Berteldi di proprietà de' Monaci fuddetti , ne fece fare la doman- da al Padre Abate, che fi moffrò riverentemente difpofto al piacere del Sovrano, e però con Bolla di Clemente Vili, fu approvata la ceffione da' Monaci fatta a' Teatini della Chiefa di S. Michele, ed in ricompenfa fu unita al Monaftero di Monte Oliveto la Chiefa di S. Apollinare . E non potendo i Teatini poffedere entrate, tutt' i Beni, 1 che erano della Chiefa di San Michele, per la mede/ima Bolla furono confermati a' Monaci, trovandoli quello parTaggio feguito ai 2. di Ottobre 1592. con iftrumento rogato da Ser Paolo Paolini Nat. E Papa Clemente con- donò all'Abate Olivetano le fpefe della Bolla, a motivo che erano pochi anni, che aveano elfi pagato altra Bolla per lo portello della Chiefa di San Michele. Tennero gli Olivetani in Sant' Apollinare fino al 1Ó44. un Sacerdo- te de' loro Padri, che amminiftrafTe la Cura Paftorale , nel refto fervendofene efli per ofpizio ; ma mediante la Bolla d' Innocenzio X. che proibiva ai Religiofi 1* abita* re in piccioli Conventi, la Chiefa è tornata alla Cura de* Preti, eleggendofene uno dai fuddetti Monaci amovibile a loro arbitrio. ,V. E febbene quefta Chiefa-fi è veduta prima de*
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Canonici.» pofcia de'Vefcovì , ed in oggi de'Tvionaci t.
none per quefto, che non fi dica efifere fiata antica-, mente fabbricata dalla Famiglia Sacchetti , perchè ciò dimo&ra. una lapida foprala Porta con la prefente iscrizione? EAMILTA DE SACCHETTIS TEMPLVM HOC MVLTIS
ANTE SECVL1S MAIORVM SVORVAf PlETATE GONSTRVCTVM AC B. APOLLINARI DICATVM RESTITVIT , ORNAV1TQVE AN„ MDCXXXVI. E che i Sacchetti "averterò appreflb a quefla Chiefa u-
na Torre, ne parlano le Scritture antiche, come nel il83, ricayafi da un Contratto di Ser Martello ,, Upiz- ,, zino Figliolo di Sacchetto di Bonizzo dona a Fore- ,, fé di Gottifredo ( da cui difcendono i Salviati ) una j5 Torre nel Popolo di Sane'Apolinare 5, ed oggi que~ flà trovavi incorporata nel Monaiteio dj Badia. E di quella Famiglia per vero dire antichiffima mi piace no- tare qui un vetuito documento, che è una Statua Vesco- vile con arme de' Sacchetti nella Città di Varadino, con la Seguente ifcrizione ; HIC IACET RDVS. IN CRO. PATER
ANDREAS SACCHETTVS FLOR.
HV1VS ECCLESIE VERRED. VEN. PONTIFEX
A DEO ÌT AB HOMINIEVS ELECTVS
-QVI OBI1T AN. MXI.
MENSÌS * - * » . DIE X.
VI. Or facendomi dalla Chiefa, dirò col Vaiali »
che la facciata era tutta dipinta dair Orgagna , e da Bernardo fuo fratello , dai quali parimente e Cappelle , e Pilaftri) e Coro erano dipinti a frefeo, vedendoli an- che in oggi i contorni di alcune teite in più luoghi della Chiefa ; ma dentro, e fuori fu dato di bianco a tutto, perdutali per capriccio di un Priore una raccolta lo- devole di picture>>opere di eccellenti, ed antichi Artefici- |
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Ed alla prima Cappella dei Sacchetti entrando a_.
man ritta viene tavola antica dell' Arcangiolo Raffaello con iiloriette di Tobbia dipinte nella predella. Segue la Cappella di S. Francefco de* Sinibaldi con tavola del Santo antica . Nella terza Cappella , che è delle Monache di San Giovannino della Religione di Mal* ta , Francefco Nicchi Priore della Chiefa , ma debole pittore, nel 1700. effigiò una Nunziata. La quarta è de* Monaci ove vedefi dipinta , non fo da chi, Santa Fran- cefca Romana con iscrizione, che dice; D. INNOCENTIVS OLIVTERIVS ORIVNDVS
EX GALLI A MONAG. OLIVETANVS FLOR. EREXIT DEO SANCTAEQVE SVAE FRANCISCAE ROM. DICAVIT AN. MDCXV.. Alla quinta vi è la Gruccia divifa dello Spedale di
Santa Maria Nuova, cui fpetta V ìufpadronato , e nella tavola evvi dipinta Santa Lucia di mano di Francefco Mati , e nel gradino fi veggono due arme, la prima delle quali ha un Leone rampante, e la. feconda un'A- quila con due telte ; ritornando pofcia noi alla Porta » a mano fìniftra troviamo la Cappella dell'Arte de'Quo- iai , che è intitolata ne'Santi Bartolommeo , e Criltofa- no dipinti nel quadro . Quella Cappella fu fondata da, Bartolommeo di Tello di Giacherio del popolo di Sant* Apollinare, matricolato neir Arte de* Pianellai, e il Big. Domenico Maria Manni nel XV. tomo de' fuoi Sigilli riporta di coitui un Teiiamento rogato nel 1407. io, di Novembre da Ser Tommafo di Domenico Carandini Cittadino, e Notaio Fiorentino, ed in elfo leggeil : Sepelliri <voluit hi dì&a Ecclefia Sancii Apollìnaris in fulcro fiuhtér Cappellani San&i Bartholomei, & Chri- fiophori ; Qnam Capellam de finis propriis denariis, & sxpenjìs di Bus Te fiat or edificavi •> & pìngi fecit prò re- medio anime fue , à1 fuorum . Pafsò pofcia 1* lui padro- nato di efla Cappella all' Arte dei Calzolai adì 28. di Febbraio 1448. nel qùal anno i Confoii eleffero il Gap-
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Cappellano per iflrumento rogato da Ser Antonio di
Salomone Saìomoni Notaio di dett' Arte , e la collazio- ne fu approvata da Sant'Antonino Arcivefcovo nel me- fé fuifeguente dì Marzo per rogito di Ser Iacopo di Antonio Iacopi Notaio Fiorentino y e finalmente nel Libro manoferitto di Statuti dell'Arte medefima alla Ru- brica 39. vi ha quefto titolo: Della Cappella dell' Arte pojla in Sant* Apollinare , e fuo Cappellano . Vili. Ritornando poi in Chieia , dopo quefta Cap-
pella viene quella della Santiflima Trinità, già dei Ma- netti , poi ceduta alla Compagnia dt\ Bigallo da Sta- gio di Benincafa Manetti. La terza del CrocifilTo non ha Padroni.. E la quarta è pattata nella Fasniglia de' Carcherelli, dopo una lite lunga co i Sacchetti, quivi vedendoli una tavola antica di Sant'Apollinare; e fe- gue nell'ultima Cappella un'Immagine della Madonna del Carmine . L' Aitar maggiore è fiato ridotto alla moderna con ifpefa fatta dalla famiglia Sacchetti, come ne parla una lapida collocata fotto la menfa dell' Al- tare , dove leggefi fcritto : IOANNES BAPTISTA SACCHETTVS ANTIQVVM
" PIETÀ TIS MVNV.S RESTITVIT ANNO MDCIX. Ed un Uomo infìgne non men per la pittura, che per
la pietà crifìiana, in quefta Chiefa è fepolto, il quale, perchè povero di Gesù Grillo fu tumulato tra i poveri della Cura , e chiamavafi Fabbrizio Bofchi eccellen- te Pittore, che fi morì nel 1642. Nel pavimento della nave di mezzo avvi un'iferizione, che ci ricorda un* antica Famiglia di Fiefole, e dice così : HOC VETVSTISSIMAE NOBIUSSIMAE Q- SITIORVM FAMILIAE
OLIM FESVLIS FLORENTIAM PROFECTAE
> MONVMENTVM A FRANCISCO, IACOBO ANDREA AC ROBERTO SIMONIS FF. EODEM GENERE PROGNATO RESTITVTVM EST
ATQVE DVOB, IN VNVM COLLATVM, NOVOQ. LAPIDE . DECORATVM AN. A CHRISTl SAL. MDLXXXI. |
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Vili. Né debbo tacere due altre memorie di quello
luogo , e fono i nomi di due Cardinali , uno de* quali ne fu Priore , notizia di cui debbo grado al Canonico Salvino Salvini , e quefti fu Iacopo Ammannati Lue- chefe, del quale parlano con laude non pochi Scrittori e tra* più moderni il Muratori ne* fuoi Annali d* Italia ; venne egli a Firenze a fare i fuoi ftudi fotto Carlo Lionardo Aretino , ed in premio di fuo fapere dal Ca- pitolo Fiorentino ebbe la Prioria di Sant* Apollinare, e fempre più fpargendofi la fama di fua dottrina , Pio IL de* letterati amantiflìmo Pontefice lo fece Vefcovo di Pavia, e pofeia Cardinale , fino a dargli il nome di fua Famiglia ; Trovali egli pure nell'Abate Ughelli eflere {tato Vefcovo Tufcolano infieme, e di Lucca , ma dal Mondo letterato è chiamato il Cardinal Papienfe, che io lo addimando il Priore di Sant'Apollinare. E per dire alcunché del fecondo Cardinale, mi fermerò per un momento fulla Piazza ddla Chiefa, che trovo ce- lebrata nelle Storie Fiorentine , di lei fcrivendo Franco Sacchetti nella Novella 54. così ,, Alla Piazza di San- ,y to Pulinari nella Città di Firenze fempre usò nuo- „ va generazione di gente , e diverfe contrade ,, Ma quando quivi non fofle accaduto altro , che il funeftif- firao cafo del Beato Cardinale Tefauro Beccheria , farà fempre Piazza famofa. Nell'anno adunque 1258. fecon- do il Villani da Aleflandro IV. eflfendo flato mandato per fuo Legato a Firenze quefto Cardinale, affine di ter- minare le fazioni de'Guelfi, e Ghibellini, di molto e- gli fi adoprò per la defiderata concordia, ma comec- ché il Cardinale era di lignaggio Ghibellino, divenne fofpetto a' Guelfi, da i quali fu imprigionato , e do* pò varj tormenti fu quefta Piazza decapitato con ifean- dolo del Criftianefimo . E perchè era flato Monaco Vallombrofano , da i fuoi Religioni fu depofitato nella Chiefa di Santa Trinità, venerato come Martire, e co- me tale leggeri ai 4. di Settembre nel Martirologio di Pavia, nella qual Città alla nuova della morte del Car- dinale i poveri Fiorentini o addomiciliati , o foreflie^ Tom. L Far. IL Q_ ri |
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ri che fóflero, "dal popolo "furono? CótidottPalfé- carce-
ri con grande ftrapazzo ; vendetta per vero dire bia- lìmevole ) febben piÙDdegna di biafimo è la maldicenza di Dante contraalacbuona opinione 4i queiio Caldina» le ì fcxivendo ndbfuo? Poema dell' Inferno còsi ; ^ :> Se"ftfjfe addimdndato altri wi crai t'%3v
1u hai allato quel di Beccheria
Di cui fegò Firenze la gorgiera. In caftigo per altro di così fagrilego attentato, fu dal
Papa fulminata fcomunica contrà Firenze, della quale avendone io avuta copia dal Chiariamo P. D. Fedele Soldani Vailombrofano , qui per fine la ripòrto, come app reifo; ; O fot Codice cartaceo &c. in Archivio Canonicorum Aretii
:&c. n, 160. Capfula fignata E •- 'i\ Die 27. OBòbris ii$®é in Givi tate Abetina in Fa*
latto Canonicorum, 'congregatis Prelatìs Eccleparum^'Ci* <vitati$ì et diftrì&us Aretii prò maì^ri parte y de man" dato Poteftatìs prò fubventione petita , et petenda ab vis per eumdem Potefiatem^ et Antianos Pop. Aret.Gu" Helmut Dei Grafia Ep* Arefc inter alia, que proponi'i co* ram eis ex parte Domini Tape', citatPoteftatem, et fwh dietatem Antianovuth Cìvit. Fior, ut bine ad proximum feftum Oìtim SS>perfìnàliter', & Capi tane umt ■ ist alìam medietatem Antianorum: , ist ' Communi s Fior, per Procu- ratorem , fé debeant prefentare coram Domino Pape pari-- turi mandatis ìpfius^ fuper mutilatìonem capitìs faBam de Ah. Val lìfumbro fé ) ntque Cìvitatem Fiori ìnterdiEfo fupponit fist excomunicat eos,- per quos certutk eft , ut dici us Ab. de co II are tur mandans prefatisClericì's Congre- gati s ut excommunìonem i$"interdiElum Jìc ìatum , dieh, dominicis populo numient ■> candelis accenjìs > àt pulfatt'$ campanis .
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E nelio-ftetfo Codice t fdem fyifcof^f &\h Eccle/a Cat-
tediali "ih jtredtfatione *~folemni Tofiìlo d'hit, ibidem con- gregato , ad „yocem Precopis,. incitanti*, fidi jpredicatio- nem , ■& cundèHs dccenfis 5 & fulfaìis campàèis , citai fiorentinou, interdiElum in eorum Ci'vitatem gonit, eof- que folemniter ex comunicai • " ;":i> IX. E per fine ritornando" in tibie fa tre antiche ar-
me offerverremo,,,,erffonQ.,un$fmszzz sfchaechiera con fo- pra un vafetto in pietra amila, all'armadio dell'ampolle nella Cappella de'Telli , vcbe> inoggi è 'dell'Arte de* Calcolai; al : inu.ro , della caf^ .del Priore in marmo ev« vi un grifo rampante, con lq feguenti parole * / SEP. CORSO DI BARDÒ; ^ SVORVM. 3
-iS :$\0 2 aiìvki '?■"■■• s;f .Ui>rl *■■■>, ' '/:;ib |/-.- narri r v|-$ <•"' |Vfìi
La terza arme vedefi fopra la porta di fianco avente un Toro rampante, e tre Stelle con quelle lettere.
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I O N E XII.
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DI SANTA MARIA DELLA CROCE AL TEMPIO.
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*• ■ Loriofo farà maifempre a Firenze 1*
Oracolo di Papa Bonifazio Vili, il
quale nella fua fclenne Incoronazio- ne del 1294. vedendo dodici Amba- fciadòfì di Monarchi al fuo Trono corona facienti, e che tutti erano di Nazione Fiorentina, modo dalla ma- raviglia efclamando difle „ I Fiorentini nelle cofe li- ti mane fono il quinto elemento „ ma fé mi folle per- meilo di porre la bocca in così venerabil Conciitoro > direi, che non folo nelle umane cofe i Fiorentini meri- tano sì beli* elogio, ma ancora nelle Divine. Avendo dato Firenze e al Vaticano otto Sommi Pontefici di gloriofa memoria, e fenza numero Vefcovi a Provin- cie anche lontaniflìme, e Teologi dottiflìmi a facri Con- cilj ; e fé coitoro non baftano a comprovare i Fiorenti- ni efìere nelle umane, e nelle divine cofe il quinto e- lemento , a quefti aggiunganfi, fé pure foffe d' uopo, tanti Maeitri in divinità da Firenze patfati ad illuftra- re le Accademie più celebri dell'Europa» come un Ru- berto Bardi per 40. anni Cancelliere dell'Università di Parigi. E fé tra le divine cofe annoveranti le fabbri- che di facri, e magnificili Edifizj , parecchie ne Fabbri- cò la Nazione Fiorentina nel Mondo. In Roma un S. Giovanni detto de* Fiorentini , in Lione una Chicfa di Santa Maria , in Napoli una Certofa, in Lucca la Loggia di San Friano, in Milano un Cappellone a S. Pier Martire da Pigello Portinari , in Lione uno Spedale da Tommafo Guadagni, altro in Gerufalemme da Cofi- mo de* Medici detto Pater Patria, e la Chiefa di S. Anto- nio in Venezia da Francefco detto Goto degli Abati ( forfè ' ac-
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accorciato da Ceccotto) Quindi a tanti efempli polliamo
giuftamente ripetere efiere i Fiorentini nelle umane, e nelle divine cofe il quinto Elemento. Ma quando ancora tanti notevoli titoli mancalTero a Firenze, muovemi non pertanto a credere l'elogio dato loro dal Pontefice Bo- nifazio,, il vedere fparfe per i Paefi Cattolici quelle Com- pagnie aventi per iftituto il fervire, e confolare i con- dannati dalla Giustizia alla morte, Società le quali fi pregiano d'imitare le belle, ed eroiche azioni già dall' antico principiate in Firenze dalla Compagnia derta di S. Maria della Croce al Tempio, della quale io imprendo a ragionare , dimoftrando di elfa Compagnia i felici principj, i gloriofi accrefcimenti, ed i frutti al Pub- blico vantaggiofiflìmi « li. E qui non difdice per far comprendere meglio i me-
riti di quella Vefrerabil Compagnia , che premettafi per utile notizia alla noftra Storia il trattamento , che ne i tempi antichi faceafi a rei condannati a morire fopra di un patibolo, e la mifera loro condizione! non avendo io penfiero, nel rammentare quefti rigori » di ftabilire, che fimigliami rigide leggi fi praticaiTero generalmente da tutt' i Giudici Criftiani. A' miferi adun- que fentenziati a dover morire per loro misfatti, ne- gavafi la facra fepoltura, e quello, che fa più com- paflìone, non fi concedeva loro la Comunione Euca- ristica , efficace , e neceflario conforto dell' anima in quell' eftremo , e quafi che 1* accollarli alcuno ad effi folle contrarre l'infame macchia del reo , fi lafciava- no gì* infelici andare all'eftremo fupplicio totalmente abbandonati di umano , e di fpirituale aiuto , e per- chè andiamo meglio perfuafi di quello rigore preffb alcune Nazioni , legganfi le Ordinazioni de' facri Concilj riguardanti lo flato compaflìonevole di quell' infelici. Il Canone 27. del Moguntino celebrato nel 747. pre- fcrive come appretto ; Vetatur ne in exrremo fuffilicio afficiendis negetur S. Eucharifiia : E fegue di più a dire : S uff enfi in fatibulo , fi peccata fua confeffì funt, pojfunt fua cadauera ad Ecclefias deferri; Ma quello , che^ ci dà
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dì maggiéir lume ". èi tóf Canone")dei :Co:ncilio -di Molines *
nel 1607. ove al titolo 7^ ;cap. 4. fa con molta mode-» razione il Seguente decreto: Ultimo quoque fv^lido affi' ciendis , ie.mfejìi've de fiter a: Euchariiiia provi deatw 5 $*A& ut iubeatif) rogsnturSereniffima C/lJìttidines, .-. Notizie; dimoftranti non; folamehte 1'aborrimento .di que*Padn.a: così rigorofoj ed inveterato coflume in alcune Provincie,; ma i inficine di alcuni, tempi la cattiva condizione cieirei; condannati alla morte lenza gli aiuti per P anima ,-iq III. Or tornando a uEkenze non può negarli, che fino al 1346; dalla Repubblica non fi ; pratic;a{Fe qual-, che forte di (\m\g\hmb rigori ne i cafi di rreo, condan- nato a morire^ k> che il dimoftra da quello,. che cjj lafciarono fcritto e Benedetto Varchi tielPlilorie PioT- retiti he , e -il Senatore Cariò Strozzi nelle fue .raccol- te , e Stefano Rofìelli nel fuo Sepoltuario, e Sex Gio- vanni Maria di Bartolo Cecchi nel :fuo Trattato a perì», mèi delie Confraternite , e -jinaìmenté il Sigr.or Dome-? nioo Maria Manni nei fuoi Sigilli Tomo V,. Ed iodi queiii Scrittori riporterò in primo luogo* la; memoria del fuddettp Senatore, che è come iegue} ,, .Lungo (a ,, (bada, per la. quale eran foliti parlare quegPinfelici, ,V che per giuftizia a morte erano condannati, i quali ,:, allora Senza,,, che alcuno li confonafle , o: loro fem-; ,, min ili rafie in quel punto quel che era necelTario per ,, falute dall'anima , andavano alla morte fenza aiuto ,, alcuno Spirituale ,, Sin qui lo Strozzi., Ed effendo fìata nel 1336. Sfondata la Compagnia dd Tempio, che giuria il lodato Scrittore, era in quel tempo fuori della Porta di San Francefco detta anche Porta Reale, vicino al Prato, o campo della Ciuflizia alcuni fratelli di eflà toc7 chi dairinfeli.ee fiato dei rei condotti a morire, e che •andavano totalmente abbandonati , cominciarono ad ac- -coftarfi loro con qualche offerta dì conforto all' anima ed al corpo, e foprattutto riducendo _ loro a memoria il necelTario pentimento deJ peccati commerli, per co- sì poterli falvare. Ciò che fi può confermare con al* >cune memorie , che. vanno, in volta accennando., che |
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{'primi a dare quello raro efempio di carità foflero al-
cuni" Giovani del Popolo di S. Simone. Seguita dipoi a dire lo Strozzi ,, La Repubblica Fiorentina nel 1361. i„ donò 'a queita Compagnia braccia 30. di terreno „ fuòri della Porta a Si Francefco , vicino al luògo Vi- della- Giuftizia, perchè' vi facefle fabbricare una Capr 3, pella , alla quale nel parlare i condannati , poteflero V) fèntir M^fla, ed un Cimitero, dove i loro corpi fi „ potettero feppellire ,, E in un ricordc» della Compa- gnia leggefi, che il terreno fu di braccia 35. lungo, e largo 20. prope menta Gioitatis extra portam S. Frav cifri confiniti a 1. i.Fratum S. Francifci a $, Flumen. Arni;'.j a 4. Murus pi/carie Mulendinorum : Onde ferrifera dovéri! ftabilire da quefte memorie, che 1* epoca in Fir renze del pio coitume di dare a chi va al patibolo, conforto fpirituale, e fepoltura facra , principiafle dall' anno 13^1. E notifì che la porta di S. Francefco in an- tico chiamava!! di S. Candida, onde venne il Proverbio EJfere tra le Forche, e S> Candida: cioè difperato . IV. Seguitando adunque i cortei! Fratelli in quefto
•efercizio di ammirabile carità, e reflettendo, che fenza 'particolari; leggi niuno Ifrituto può lungamente durare > itefero alcuni Santi Capitoli, che furono approvati dal Vefcovo Cardinale di Firenze Piero Corfini nel 1366, po- fcia nel 1359. confermati da Papa Urbano V. con ab- bondevolezza di Privilegi, e d' Indulgenze. Eie fiero an- cora tra loro 12. Confortatori; e parendo dipoi piccolo enumero, l'anno 1424. deliberarono, che foflero fino a* 24., e 1' anno 1442. lo accrebbero fino a 50. fenza più. Egli è ben vero, che ficcome andavano per innanzi col vifo fcoperto, e con abiti propri, nel 1424. o in quel torno cominciarono ad ufare la verte nera; e quefti cin- quanta formarono la Compagnia detta de' Neri , che fi eftraggono dalla Compagnia Generale appellata di Ma- lia Vergine della Croce al Tempio, e mi piace in aggiun- *■ ta., e chiarezza di tutto il fin qui detto , riferire il rac- conto del fuddetto Ser Gio: Maria di Bartolo Cecchi, che va attorno > ove fi ha quanto appreffo }> La Compa* v gnia
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„ gnia Generale del Tempio è una Confraternita, e Con*
„ gregaziorie d'uomini di quefta Città, diftinti perQuar^ ,, tieri, che ogni cinque anni fa gli fquittini di tutti „ quelli , che in erta fon defcritti, che poflbno etfere sì „ Cittadini, come Artigiani, Nobili, Plebei, e Religio- ,, fi, e Secolari ; dalle borfe de* quali fquittini ogni ùi « «nefi fi traggono (ei Capitani, certo numero di Con- % figBeri, ed altri Ufiziali , che fi adunano due volte il „ mele, e non dicono Uffizio alcuno, come fanno T altre j, Compagnie, ma in guifa di Magiftrato odono Te cau- 5» fé, è per partito determinano i negozi, che occorro- „ no. Hanno buone rendite di beni ftabili , V entrate „ de' quali fpendono nella Compagnia de3 Neri, come fi ,, dirà di fono in mantenere Spedali da ricettar Pove- 9J ri, in far ufiziare le loro Cappelle, in fuffragj per i ,, morti, in maritar povere Fanciulle, ed in altre opere „ pie-a loro raccomandate per teftamento di chi lafciò f, loro quelle facultà. E di quefta Compagnia fi cavano „ i quattro Buonuomini, che di tempo in tempo rifeg- „ gono alle Stinche, Ha quefta Compagnia del Tem- ,, pio un'altra fcelta di cinquanta uomini, che fi a- „ dunano per ordinario una volta il mefe : dicono 1' „ ufizio de'morti, e quel che è di maggior carità, „ confortano que5 mirabili, che fono dalla Giuftizia „ a morte fentenziati, circa di che fi tien queir'ordine: „ Quando il Magiftrato degli Otto, o altro Magiftra- „ to ha condannato alla morte qualcheduno, fi manda „ la Sentenza al Bargello, e fi fa fapere a quefta Com. „ pagnia de*Neri ( così chiamata dalP abito, che por- ,, tano ) che la fera raguni gli uomini. Il fervo di ef- „ fa Compagnia va modeftamente a bottega, o a cafa ,, di ciafcuno , e quefti di notte fi ragunano in una „ Cappella, che è nel Palazzo del Bargello, e fi vefto- „ no di tela nera con cappucci, che coprono loro la }» faccia . La famiglia del Bargello conduce il reo in ,» Cappella , e quivi da un Caporale della sbirreria gli „ è fatto intendere, come egli deve morire, lafciandolo „ co' piedi ne* ceppi. Allora gii uomini di detta Com- „ pagnia
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ti?
jj pagnia gli fono attorno difponendolo a poco a poco
j, a confciTarfi , e prepararfi alla morte: e cosi ftanno fe- ,, co tutta la notte , cambiandoli ad ogni ora , e 1* ac- j, compagna no fino* che muore, e morto lo fotterrano , > V. In quefto accreditato racconto fé mancano alcu-
ni particolari fpirituali tfercizi , ne' quali fi occupano quelli 50. Neri in un ritiro contiguo allo Spedale del Tempio ) deven* fapere, che con legge inviolabile fi of- ferta un fegreto grandiflìmo, non potendo i Fratelli ftefw fi dire di eflère di quefta Compagnia; effendo elfi contenu- ti ? che il loro Iftitutò Ila not aJ Superiori, che lo appro- vano, ed a Dio, che tutto vede. Tuttavolta noto è, che nel giorno di San Giovanni decollato verfo le 22. ore vanno procefiìonalmente fui Pratello del patibolo fuor della Porta alla Croce , e cantano 1* Ufìzio per le Anime di quei miferi , che ivi per mano della Giudìzia hanno ricevuto il gatìigo de* loro misfatti ; così per ]a ftefla cagione nella mattina della Commemorazione de' Fedeli defunti ritornano al Pratello, con recitarvi V Ufizio, e fanno un folenne furfragio nella Chiefa del Tempio, col- la Proceflìone al Cimitero, ove fono accataitate le offa di que' miferi . E nella feconda Domenica di ciafcun me- fé fi radunano nella loro Compagnia, donde terminate le folite divozioni partono proceffionalmente vediti di nero , portandoli alla Chiefa del Tempio per rinnovare in fufTragio di queir anime le folite preci dell' Ecclefiallica fepohura. * VI. Quella Chiefa del Tempio alla Porta alla Croce *
fu ceduta, fenza però i fuoi beni, dalla Compagnia del Bi- galìo nel 1531. alla Compagnia de'Neri , che di Speda* le ne fece una Chiefa, e io confiderando 1* anno deli- donazione , congetturo, che loro foìTe dato in iuogo del- la Chiefa, che aveano alla Porta di San Francefco fpia- nata nell* afledio del 1530. dovendoli però notare , che il pratello della Giuitizia , dopo ferrata la porta di Saa Francefco, fu trasferito per qualche tèmpo fuori della Por- ta a Pinti, veggendofi ancora il Tabernacolo fatto fare dal Pubblico in tal occafione . Ma come dal Bigaiio fi Tom. I. Par. IL R pof-
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poffedelTe quello luogo , vediamo ciò, che arTerifce Ste-
fano RoiTelii ne] iuo Sepoltuario dello Spedale del Tem- pio alla Porta alla Croce „ Niccolò di Tofo All'otti det- „ to il Tracanina del Popolo di S. Iacopo tra1 forlì per „ fuo Teiiamemo rogato Panno 1405. da Ser Betto di „ MeiTer Giovanni da Calici S. Giovanni, irtiruì fua E- ,, rede universale la Compagnia di Santa Maria del Bi- j, gallo, con carico di comprare una Cafa lungo Arno 5, tra il Ponte a Rubaconte , e il Palazzo de* Castellani, „ ovvero un pezzo di terra luogo detto allora il Renaio „ dietro all' orto di Piero di Bartolommeo di Caroccio ,, degli Alberti di braccia 40. per ogni verfo , e di edifi- „ carvi uno Spedale peri poveri infermi, e Pellegrini, ,, da chiamarli lo Spedale di S. Niccolò dal Ponte a Pvu- „ baconte , con obbligo di porvi V Arme fua in quel „ luogo, che pai effe a i Capitani del Bigaììo, e come più 5, largamente apparifce per detto Teitamento, l'origina- ,> le del quale ù trova nelP Archivio del Bigallo . Ma )t perchè non Ci potè ottenere alcuno di detti luoghi, in- 5, torno al 1420. comprarono da Giovanni di Paolo di 9) MeiTer Tommafo Falconi per prezzo di feudi 140. ef- j, fendo Camarlingo di detta Compagnia Cofimo de* Me- 5, dici, una cafa con orto porta alla Porta alla Croce, 5, e vi fecero edificare quello luogo, che dovette fervire ?> per un tempo di Spedale , cioè fino a tanto , che fu jj conceduto a' Fratelli della Compagnia de' Neri detta >> del Tempio, che confortano, ed accompagnano al pa- 5, tibolo, e feppellifcono in quello luogo quegP infelici, j, che muoiono per mano della Giulh'zia , e vi fecero t) porre le Armi di detto Niccolò, e della detta Compa- ,, gnia „ Così il RoiTelli cui debbo grado di sì pregevo- le luiìro alla Storia. VII. Remerebbe ora da offervarfi quanto vi è di no-
tabile ed in quefta Chiefa, e in quello, che prima era Spedale del Tempio al Canto della via di San Francefco. Ma prima che io mi faccia a riferire querte cofe , dirò dove foife fituata la Porta di S. Candida } che in oggi non ci è più. Queita Porta adunque ; detta anche di San Fran-
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FrancefcOj e talvolta Porta Reale> o della Giuftizia , o
al Tempio , ritrovo , che era preflò alla Zecca vecchia 5 ove vedefi un arco rimurato con arme del Duca A- leflfandro . Dirò pure quando 1' efempio di quefta pietofa Compagnia molle altri Fiorentini abitanti altrove a pre- dare il medefimo ufizio a i condannati . Nella Città di Pvoma l'anno 14S8. per opera della-Nazione noltra fu dato principio alla Compagnia di San Giovanni , detta de' Fiorentini^ la quale ha il medefimo iftituto di quella del Tempio ; tanto fu fatto in Pifa , ove trovafi una fi- migliante Compagnia di Fiorentini} che fi adunano nelP antico Oratorio di San Guglielmo di quella Città ? ed al- tra in Livorno fotto il titolo della Mifericordia, che ha pure un bello Spedale, e fomiglianti Compagnie veggono* moltiplicate nella noftra Tofcana. Vili. Ma palfandofi ora a ravvifare le memorie di
quefti due luoghi, primieramente olTervo uno ftanzone della Compagnia generale , che ferviva di Spedale con un Cappellone, ove fi vede un'Arme avente raftrello, e due gigli di oro , dipinta nella vetriata, e nell'arco» e ncir imbafamento della Tavola alla Gottica collocata full* Altare. Queft'Arme è di un tale Vanni di Niccolò di Ser Vanni, che l'anno 1440. fece a fue fpefe edificare quella Cappella, e lafciò feudi 534. di preitanzoni con obbligo , che i frutti ferviifero per un Cappellano , 1! elezione del quale per una parte attenerle a' fuoi eredi , e per 1* altra a i Capitani della Compagnia del Tempio , e al Governatore de' Neri. Quello Vanni godeva il Prio- rato nel 1436. fotto quelto nome.* Ser Vannes Nicolai $er Vannis Legnaiolus per Santa Croce: E qui mi pia- ce di far nota una Cartella di marmo a manritta di quelta Cappella fotto l'arco con ifcrizione, che è una memoria dì Simone di Buonarroti } il quale tettando, e poi morendo ai 6. di Novembre del 1428. lafciò la fua eredità alla Compagnia . E la Cartella dice come fegue : R 1 D. O. M.
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D. O. M.
ACCIOCHE' IL TALENTO DELLE BUONE OPERE
VAGLIA D' ESEMPIO ALLA PIA POSTERITÀ* I CA- PITANI DELLA COMPAGNIA DEL TEMPIO INSIE- ME Co LI LORO COLLEGI DECRETARONO L'A. MDCXXXUI. CHE MtCBELAGNOLO DI LIONARDO BUONARROTI SIMONI UNO DE' FRATELLI DI ES- SA COMPAGNIA POTESSE POR QUP LA PRESEN- TE MEMORIA IN MARMO A SIMONE DI BUON AR- ROTA SIMONI SUO CONSANGUINEO IL QUALE TENTANDO E POI MORENDO A Dlv VI. DI NO- VEMBRE DELL' ANNO MCCCCXXVIII. LASCIO* LA SUA EREDITA' A ESSA COMPAGNIA PER LA QUA- LE EREDITA* SI COMINCIO' A FABBRICAR QVESTO MISERICORDIOSO SPEDALE . A mano finiftra delia Cappella fi entrava nell'udienza,
ove i Fratelli Ufizialì afcoltavano le caufe , e fuppliche de' Poveri; ma inoggi fi radunano nel ibpra deicritto ftanzone, a manritta del quale viene la porta, che con- duce nella fegreta radunanza de'Neri. IX. E pacando alla Chiefa detta al Tempio fitua-
ta vicino alla Porta alla Croce, ci conviene mirare in primo luogo fulla porta tre armi , efifendo quella di mezzo del Bigallo, e le due a i lati della famiglia de- gli Aliotti. Dentro la Chiefa vi fono tre Altari , che fono a manritta la Cappella di San Giovanni decol* lato con Parme degli Acciaiuoli, e nell' imbafamento della tavola , che dipinfe Ridolfo del Ghirlandaio, tut- te le figure fono in una lodevoliflìma attitudine, fiero il carnefice, cadente in terra San Giovanni decolla- to , fuperba con la te/ta in mano la faltatrice figlia di Erodiade , ma gli occhi di una vecchia fi vedono pie- ni di fofpetto voltati verfo la giovane » A mano fi- rultra evvi P Altare del Crocififfb , il quale dalla Com- pagnia de'Neri fi porta all'incontro dei condannati, e fotto vi è una Pietà, che è pittura buona del Bea- to Giovanni Angelico, e finalmente all'Aitar maggiore * vedefi una Nunziata affai antica, La Chiefa è confacra- ta,
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ta, facendofene la fefta la Domenica in Albish e dalla
parte dell'Epiftoh per una porta grande fi pafla al Ci* mitero , che è una Corte con logge . X. Refterebbe ora a favellare della follecitudine ,
carità, e zelo dei cinquanta Fratelli verfo de' pove- ri condannati , e maflimamente. di quella maravigliofa loro maniera in confolare,, e difporre alla morte quei miferi: eifendo non piccola l'ammirazione di Firenze } la quale vede? od afcolta Nobili, e Cittadini viventi per altro nel fecolo, e pure sì ben provveduti di cele- ite fapienza, e di lumi opportuniffimi, onde conforta- re in queir eftremo fomigìianti afflitti da timore , e tal- volta da difperazione . Né poflb tacere un pio legato in favore di tali pazienti fatto dal Prete Amadeo de- gli Amadei nel 1477. Per rogito di Ser Giovanni Gui- ducei, ed è che in perpetuo il Cappellano di S. Giu- liano nella Chiefa di San Niccolò in via del Cocome- ro fia obbligato ad aflìitere , accompagnare } e ce- lebrare la Mefla ai condannati a morte > e a portar per loro riftorazioncella un panellino confetto di tre once : né faprei dire perchè non fiafi meflb in pratica. E per fine vengo ad un libro o fia regiftro efiftente preflb i Neri, nel quale fonovi i nomi» reato, e fen- tenza di tutt' i condannati a morire dalla Giuftizia , e di tanti efempli funefti un cafo ci piace di riportare, pofeiachè lo vediamo dato alle ftampe , e pubblicato fi- no nelle dipinture con obbligazione d* efporne una ta- vola ogni anno nella feita di Santa Maria Maddalena fotto le logge della Chiefa de'Padri de'Ricci» e l'av- venimento è come fegue ; f ''■ ■ '..'"■■ •
Antonio di Giovanni Rinaldefchi fu impiccato alle
fineflre del Tote&à alle 2. bore di notte adì 21. Luglio
1501. e qui<vi flette infino al altro dì che *vè la fefla di Santa Mafia Maddalena perchè per difperazione im~ brattò con fterco la figura di noftra Donna agli Alberi' ghi, e in detto dì in quel luogo la divozione , e concor~ fo delle per fané cominciò* E'fepolto ... * . » Dio gli p erdoni . L E* |
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LEZIONE XIII.
DELLA CHIESA DI S. MARGHERITA.
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L I Ra le Sacre Reliquie di quella Chiefa
due ne trovo principali, la prima è il le-
gno della Santa Croce dentro una cu- itodia di crifiallo di Monte, che è alta un palmo ., dono dell* Eccellentiiiìmo Signor Duca Salviati, la feconda è un orlò di Santa Margherita? che è collo- cato in altro vago Reliquiario di Argento ; e parte di fua mano è nella Chiefa delle Monache di San Niccolò , alquante notizie poi della Santa Vergine , e Martire, pen« fo di accennare fui fine dì quello ragionamento, quando olterveremo una vetufta tavola di quella Santa. La Chie- fa è antichiflìma, ed aifai più di quello , che paviano le ferie ture a noi rimafe, pofciachè e.lTendo ella una delle $6. Parrocchie , e chiufa nel primo cerchio della Città, gode due autorevoli .documenti di antichità, La prima fcrittura però, che fi uovi, è un Ifhumento de* più rari, che abbia 1* Archivio del Capitolo Fiorentino , cioè una carta di Procura per la riforma del Clero in tempo di Sedia vacante, che ha per titolo : Uni^erfus CUrus 5 <^ Diocef. Fior. Eccl. Fior. <vacantc , faciunt eorum j>rocu~ ratorem ad qnam ylurimum ^tragtndum 1286. die 3. A" iirilis . L pumi fo.ttpfcritti lono quattro Canonici a_. nome del Capitolo, ed al nume 10,44. traJ Curati leggefi : D. Cofmns Cafpllanus SanBe Margharite : Altra icrit- tura trovò Stetano Roifelli, che è un Breve di Papa Mar- tino IV. pel quale il Rettore di Santa Margherita Don Giovanni Peponi è promoilò al Presbiterato Fiorentino vacato per la. morte di Txibaldo Arciprete , ed il Breve è da-
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è dato in Orvieto 3» Non. lulì'% An. 1283. Di una terza
ancora più vecchia fcritrura debbo grado al Sig. Dome- nico Maria Manni nel Sigillo 14. del Tomo XVIil. avendo egli trovato un contratto di vendita , che fece il Conte Guido Salvatico alla Famiglia de' Cerchi di alcune cafe, in foptlo Sanale Margherite rogato Ser Ri miccino da Cer- taldo 1280. Quefti tre documenti rendono del tutto va- na, e falfa una certa opinione di chi racconta per cofa vera , come effendofi quietati i tumulti fra' Bianchi , e i Neri fuorufciti nel 1304. ai 20. di Luglio , in cui fi (o- lennizza la fefta di Santa Margherita , fotte ftata edifica- ta quefta Chiefa in queir anno dalle Famiglie Donati > Adimari, e Cerchi, i quali per eflere itati Capi, e prin- cipali fautori di quelle difcordie , vollero per isgravio dei danni fatti ai popolo , apportargli quella pubblica utilità. Ma T Ammirato ben diverfamente parla di quel giorno , e prima di lui teftimonio oculare fu Giovanni Villani di- cendo come appreso : In quel dì Fire?ize era perduta . Ma parve opera, e volontà di Iddio, che i Ghibellini in nume- ro ai pedoni feimila , e di Cavalli 1600. già arrivati alla Chiefa dei Servi > foff ero ammaliati , perchè la no (Ira Cit~ tà non fojfe al tutto deferta , rubata, e guafta. QueBa non preveduta vittoria per umane virtù , e feampamento della Città di Firenze , il dì di Santa Margherita a dì 20. di Luglio li anni di CVifio 1304. Onde conchiudendofi \ che fu giorno per i Ghibellini di vergognofa fuga verfo Bologna , ed a Firenze di miracolofa vittoria, ne viene per confeguente , che non fu giorno di pace tra le fazio- ni, né T epoca della fabbrica di quefta Chiefa, che affai più antico riconofee il fuo principio • IL Le Famiglie Donati, Adimari, e Cerchi fi trovano
di lunga mano in pofferTò deiriufpadronato di effa, come dal rogito di Ser Landò Fortini nel 1353, nel libro fuo antico de* titoli , ripofto nell* Archivio dell' Arcivefcova- do a numero 46. comparifcono padroni quefti Signori per la terza parte nominatamente prima i Donati , po- ìeia i Cerchi, ed in ultimo gli Adimari nel medefimo modo, ed ordine, col quale H vedono le Armi loro fcol» |
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pite quivi nell'Architrave della porta. La prima è dei
Donati col campo divifo in piano, rolTo il difopra, ed il difotto bianco . La feconda è de' Cerchi , che fa tre cerchi d'oro in azzurro. La terza degli Adimari col cam- po parimente divifo in piano fopra di oro, e azzurro di Sfotto. Ma perchè a nome del popolo venne fatta prefen- tazione del nuovo Rettore nel 1383. non s'intende co- me ciò ipettafle a i Popolani pr ragione antichijjìma , che così fi legge in alcuni rogiti di Ser .Landò , o fia Ser Lorenzo di Francefco da Empoli all' Arci- vefeovado ; ma dopo il fuddetto anno fi trova di nuovo tornato l'ius prefentandi alle tre fuddette Fa- miglie . Coìta ancora nel Libro vecchio deJ morti di Santa Maria Novella eiTere la Chiefa fiata chiamata San* ta Margherita de' Giuochi, che per avventura darebbe materia di dubitare, che ne follerò itati anch' effi pa- droni, fé non fi dicerie, che tal cofa avvenne dall'in- figne benefìzio di avere Lionetto di Uberto de* Giuo- chi rinnovato tutto il tetto della Chiefa, come leggefi nel fuo Teftamento fatto nel 1353. rogato da Ser Fal- coniere di Francefco di Cennamello de' Cennamelli Fior. Not. il qual Teftamento efifl:e traile cartapecore di Santa Maria Novella al numero io. O pur prendef- fe tale denominazione dall* avere avuto i Giuochi le ca- fe loro molte vicine alla Chiefa , effendochè fi coftu- mafie frequentemente in que'tempi chiamarli le ftrade , le Ghiefe, ed i luoghi pubblici dalle perfone di nome, e di famiglia principali, più di numero abitanti in quel- le contrade , come appunto era contigua alla Chiefa quella de'Giuochi, anticamente intefa dal popolo per ànconomafìa l'Onorata i'amiglia, che ebbe e Confoli, e Priori, e che fece in Santa M. Novella la Cappella di S. Lorenzo, dove dipinfe Giotrino la Tavola, che poi fi è fmarrita . Per la ftefla ragione deJ Giuochi , fi trova quella Chiefa addimandata Santa Margherita degli Adi- mari, dei Cerchi, e dei Donati, conciofiachè i Cer- chi al tempo del Confolato abitavano a San Martino dalla parte di Santa Margherita, gli Adimari dirim- petto |
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petto ad eflk , té ; l Donati di fianco con Torre', e Piaz-
za, anche in ogggi addimandata de'Donati, né io deb- bo tralafciare, che in quella piazza eravi la cafa di Dan- te da lui abitata , e di quella ne ufcì quando andò in efilio. III. Ma tornando a5 Priori di Santa Margherita ram-
mentar debbo altro degno Soggetto, che ci fomminirtra un Iitrumento del 1356. oggi efìftente nell'Archivio di Ce» Hello, al quale diede occasione un Breve di procurazione air Abate di Settimo dato in Anagni dal Legato Ponti- ficio Bertrando Cardinale di Ombrìin . In detto Iftrumen- to fatto nella Sagreftia del Duomo di Firenze alla pre- fenza del Clero Fiorentino leggeri tra i fei Procuratori, e Difenfori della Chiefa Fiorentina : Fresbiter Francifcus ReElor Ecclejte S* Margherite Fior ernie ad trnBandum fu- pr negociis &c. e Melìer Francefco di Martino della Tor- re Dottore di Sacri Canoni trovafi Rettore di S. Mar- gherita così appellato in una lettera della Repubblica a Papa Innocenzio Vili, nell'anno 1488. registrata alle Ri- formagioni al Libro di lettere dal 14S0. al 1490. Né da tacervi è Meffer Giovanni Batifta Bonciani, che da quefta Rettoria pafsò alVefcovado di Caferta adì 3. di Ottobre dell'anno 15 14. Prelato molto ftimato dal Cardinale Giu- lio de' Medici , clre fu poi Papa col nome di Clemente VII. né fi deve confondere quello Vefcovo coir Arcive- scovo di Pifa Francefco Bonciani, che fu Aio Fratello. Di Monfignor Giovan Batifta V Ughelli Libro VI. di- ce cofa gloriofa , e particolare da faperfì, cioè che nel Vaticano a nome del Pontefice Elfo ricevette i primi vo- ti Religiofi da S. Gaetano,, e da* primi fuoi Compagni detti Teatini, nel dì 14. di Settembre 1524. Altro Prio- re , o fia Coadiutore del fuddetto Vefcovo fu Andrea della Nobile Famiglia Marucelli, e debbo qui pure far menzione del Priore Paolo B.uonfanti Reftauratore dell* Aitar Maggiore, e delle Cappelle, dirò meglio di tutta la Chiefa, avendo fpefo del fuo da 400. feudi. Né a' fo- praìlodati cede il prefente Priore Conti nelT averla di nuovi ftucchi, e di vaghe pitture abbellita. Tom. L Far. IL S \ IV. Ma
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IV. Ma prima di entrare in Chiefa rimirando le tre
Armi (colpite nell' architrave della porta, ftimo necefifa- rio rammentar qui le vicende accadute a quelle tre illu- fìri Famiglie, e per confeguente la variazione del Padro- nato di quefta Chiefa , il quale per vero dire nello feor- rere de' fecoli {blamente fi è mantenuto ne'Cerchi , ri* ftrignendofi la terza loro parte nel fu Sepator Domenico Cerchio de' Cerchi , e ne' fuoi Figli il Cavaliere Cano- nico Donato , ed Aleflandro , reitati gli unici delle Cafe loro, Hate già tanto numerofe , e potenti . Gli Adimari fi perdettero il Padronato, mediante le perfone di Ac- corfo di Gherardo Adimari, che fu ribelle, e di Nicco- lò , che ne fece per ultimo libera donazione al Grandu- ca Cofimo I. ed a nonie di S, A. la prima prefentazione fu dell5 anno 15 71. Peri Donati in mancanza dei ma- fchi.hanno pretefo le Monache del Ceppo due porzioni della rata , e terza parte di elfi Donati , mediante Suor- Giovanna al fecolo chiamata Caterina di Pier Donati , e Suor Caterina Eletta figliuola di Giovanni Donati , e T altra porzione pafsò alla Riccarda aitili Figliuola del medefimo Giovanni ftata poi moglie del Senatore Agno- lo Acciaiuoli . Ma perchè il fopraddetto Giovanni rimafe 1' ultimo de* mafehi, pretefe egli di poter trasferire ogni ragione in Giovanni, e Cammillo Fratelli , e Figli di Taddeo Taddti, e ne' loro difcendenti chiamandoli fuoi eredi nel fuo Teftamento da Ser Andrea Andreini roga» to ¥ anno 1616, < • V. Entrando ora in Chiefa a maritta vediamo la
Cappella del Duca Salviati eretta, e dotata da Iacopo Salviati , e da Lucrezia de' Medici fua moglie nel 1533- accrefeiuta di entrate dal Nipote parimente chiamato Ia- copo, primo Duca di Giuliano , e Baione Romano. Si ve- de in quefta Cappella la Storia di quando Sant'Elena ri- trovò la Santa Croce, eifendo la tavola di mano di Nic- codemo Ferrucci, e nei Capitelli vedefi l'Arme inquar- tata de' Salviati, e de' Medici, e fopra la medefima Cap- pella evvi di mano del Ferrucci una Maddalena Peni- tente protrata fopra un fianco. Dirimpetto a quefta vi è a
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è a finiftra la Cappella de* Portinari defcendenti da Fol-
co Fondatore dello Spedale di Santa Maria Nuova , con l'Arme loro fcolpita ne' pilaftri , che è una porta chiufa $ con due Leoni neri rampanti, che la mettono in mezzo in campo d* oro, e de* Portinari come antichi di quefta Parrocchia furono già le cafe , che incorporate fono nel- la fabbrica del Palazzo del Duca Salviati , e fé ne con- ferva ancora ivi fcolpita l'Arme loro Copra una porta; La Tavola ali* Altare di quefta Cappella è di mano del Gamberucci , in cui fono Donne gravide, che fi racco- mandano a Santa Margherita, figurata, credei] , da Giot- to in un tondo . Nel quadro è lodato un Contadino ftrop- piato guarito dalla Santa, e nella gruccia gettata in ter- ra leggeri il nome del Pittore, che in quefta opera morirò molta induitria, e gran fapere. La terza Cappella > eh' è r Aitar Maggiore, era prima dell' Uluftre Famiglia Bor- romei da San Miniato al Tedefco, venuta a Firenze nel 1347. in perfona di MefTer Borromeo di Lazzerino de' Franchi, che cosi fi erano chiamati prima di dirfi Bor- romei dal predetto Mefter Borromeo Giudice in Firenze, e poi parlarono a Milano, ed a Venezia, effendo in que- fts ultima Città fepolto Aleflandro di Filippo di S. Mi* niato , così chiamato nel fuo Teftamenro fatto in Vene- zia, e rogato da Ser Francefco di Ghibellino di Ser Ga- leazzo Notaio Veneziano ne'io. Febbraio del 1427. e volle eilere fepolto in Sant' Elena alla Cappella da lui fatta e- diflcare, ed abitava in centrata 8. fantaleonis .. Or'tor- nando alla Chiefa vedeafi full* Aitar grande una Tavola antica ài Lorenzo di Bicci, che fu trasferita altrove in occafione , che fi rinnovò la Tribuna , dove il Quadro » che vi è di prefente , è di Giovan Batifta Marmi, che con buon difegno, e belliffimo colorito effigiò in gloria Santa Margherita, e vi fono molte figure con beli' ordine ac- comodate. La medefima Santa vedefi dipinta nella volta a frefeo da Giovanni Perini; il contorno,e chiaro feuro è del Tonelli. Nelle pareti laterali vi fono due quadri di mano del Conti, efprimenti con vivezza di colori la de- collazione della Santa, e Giuditta, che tronca il capo ad S 2 Olo-
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Oloferne. Sparfi per la Chiefa vi erano alcuni Sepolcri
di Famiglie illufori, come degli Arrighi , delle Macchie, e di altri, rimatone un folo appiè dell'Aitar maggiore, che è il Sepolcro de' Donati , rinnovato da Donato Do- nati figlio di Piero nel 1^05. In quefta Chiefa fi raduna- va una Compagnia , nella quale era aferitto fratello il Venerabile fervo di Dio Ipolito Galantini con animo di dare ivi principio alla Congregazione della Dottrina Cri- ftiana, ma per iniìabilità aV Fratelli gli convenne par* tirfene , parlando a San "Baftiano de' Bini . La Sacra., della Chiefa da Mariano Cecchi è aftegnata alla Dome- nica dopo la fefta di Santa Margherita . VI. E ritornando alla porta-, fopra di quella in al-
to è collocata la Tavola antica dell' Aitar maggiore fatta da Lorenzo di Bicci fcolare di Spinello per la Famiglia de* Borromei, come fi vede dall'Arme quivi dipinta , e Lorenzo vi effigiò Maria col Santo Bambino , da' lati San Giovan Batilta , Sant* Antonio Abate, San Pier Marti- re , e Santo Rocco, e nella predella fei ftoriette prefe da- gli atti della Santa ; La prima quando Margherita guar- da le agnelle alla campagna, ed è (coperta dal Prefetto , che fé ne innamora; nella feconda la Sa nta , che ricu- fando lo Spofo terreno , predica la Fede di Gesù Cri- ito. Nella terza un drago, che divora Margherita ; e neir altre tre i tormenti della caldaia , delle fiaccole accefe, e la decollazione della Santa Vergine . Ma cir- ca agli atti di Lei , varie (ono le opinioni degli Scrit- tori , e fé falbamente fcriflero alcuni, che da Gelafio Pa- pa tra le fcritture apocrife foffero quelli ancora an- noverati; il Cardinal Baronio però crede, che ne'Co- dici antichi , che parlano di Santa Margherita , come quelli di Santa Maria ad Martyres- , di-Santa Cecilia, e quelli del Lippomano , del Sudo * del Metafrafte , e di Pietro de' Natali, vi fieno cofe , che di correzione non poca abbifognano. VII. Né credo 5 che disgradevole farà il notare qui
un impegno tra i Padroni di quella Chiefa , ed un Cit- tadino Fiorentino, che in carte originali raccontato tro- vali |
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vafi nell'Archivio di S. M. Novella dell*" anno 1410. al
al n. V. il cui funto è come apprefso ,, Niccolò di Piero 5) Giachi Cambiatore avea ordinato nel fuo teftamento ,j fatto adì 22. di Marzo del 1403, che da i fuoi Eredi „ fi fabbricafse una bella Cappella nella Chiefa di S. Mar- „ gherita con ifpendervi fiorini d*" oro trecento . Ma i „ Donati, Cerchi, e Adimari Padroni in antico di detta ti Chiefa, negando di dare il confenfo, andò la lite all' j, Ordinario, la quale dopo molto ilrepito da ambe le ,, Parti fi terminò con la fentenza, che dava licenza a* ,, fuddetti Eredi di edificare la Cappella nella Chiefa di 5, S. Maria in Campo, fottofcritto leggendofi .* Dominus )j Iacobus de Campio Vie. Generalis Epfcop Fior* 1404. ), Ego Ser Mattheus Ser Thome Not. rogavi » Appiè dell* Aitar maggiore leggefi quefta Ifcrizione; io: donatvs petri fu»
SEPVLCRVM A MAIORIBVS SVIS SIBI POSTERISQyE
*• POSITVM INSTAVRARE CVR» AN, MDCV*
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LE-
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L E Z I O N E
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PEL MONASTERO PI SAN FRANCESCO •
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I.
ampli Conventi innalzati in Firenze
ad onore de'Santi Agoftino , Bene- detto , Domenico , e Francefco , io meco penfando riguardo , tanto più ammirabile, e degna di lode ravvifo la pietà de" Fiorentini » verfo così il- lustri, e fante Religioni. Egli è però vero, che tra tan- ti nobili monumenti io trovo fegni di non piccola par- ziale amorevolezza verfo i gran figli di San France- fco > o fi co.nfideji la grandezza , e fplendore della Chiefa di Santa Croce , o l'ampiezza di queJ Chioftri , o i moltiplici Conventi di Uomini , e di Donne alla Serafica Regola foggetti, e fparfi per la Città, tra'qua- li ben fei veggonfi intorno intorno a Santa Croce qua- li fìeJle luminofe corona facienti a quel gran Tempio , e quelli Monaiteri addimandanfi di Monticelli, di Mon- tedomini , di San Iacopo , di San Francefco , di Capi- tolo , e delle Cappuccine ; e tra quelli darò il primo luogo al Monafteto di S, Francefco ragguardevole per le vetuite fue memorie , .e per la vaga Chiefa tutta rin- novata a gufto, e fpefe del Gran Principe Ferdinan- do de'Medici^ IL E primieramente per avvertimento del leggito-
re io giudico neceifario di notare il nome della via, ove abitano quefte Monache , il quale per vero dire è aliai vario nelle fcritture . Il Vaimi fempre 1' addi- nianda Via de* Pentolini, il Giamboni con molt' altri la chiama Via del Crocifilfo per quello , che vi era in faccia ; Si trova anche chiamata Via al Tempio, in oggi però è da tutti intefa per Via di San Francefco, appunto pel Mo.
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M3
Monaftero ivi edificator ma il home più antico in alcune
fcritture trovafi e (Ter flato la Via de* Succiai per lo me* ftiero, che in effa facevafi del conciare le pelli, ficco me dicevafi Via de' Macci non fola mente perchè quella Fa- miglia avea ivi ancora cafe, e orti , ma per eifere_. flato fondato tal Monaftero da i Macci :■ laonde vedefi T Arme loro al muro, che è un campo roda ripieno di ©igli d'oro. Né certamente farà foverchia diligenza il dare qui alcune notizie di una così antica , e Conio- lare famiglia. Vicino alla Piazza di Or S^ Michele al canto finiftro entrando in via de'Calzaiuoli eranvì le Cafe, e Torre de'Macci • delle quali parla Leopoldo del Migliore pag. 41S. e l'Ammirato ci ricorda al libro 6. che il Vicario del Duca di Calabria nel 1325. in que~ fte Cafe tenne fuo Tribunale, ove parimente raduna- ronfi i Capitani del Bigallo, che ne confervano memo- ria all'Archivio così ,, 1252. Capitani del Bigallo nel* 5) le Cafe de'M^cci nel Popolo di San Bartolo al Cor- j, fo „ Fra gli avelli 5 che circondano Santa Maria Novel- la al di fuori ve n' è uno con l'Arme fopraccennata> e nella Chiefa di San Bartolommeo l'Aitar Maggiore era di lufpadronato di quella Cafa, anzi la piazzetta dirimpetto alla Chiefa anche al prefente chiamali la Piazza de'Macci. Giovanni Villani nell'anno 1302. lib. 8. raccontando la giuflizia del Podefta di Firenze, che era Folcieri da Calvoli di Romagna > nomina Tignofo- de' Macci come apprefìTo ,, 11 detto Folcieri fece fu- ,, bitamente pigliare certi Cittadini di parte Bianca » ,, e Ghibellini , ciò furono Metter Berto Gherardini 5 ,, & Mafìno de' Cavalcanti , Donato , e Tegghia fuo „ Fratello de'Finiguerra da San Martino, Nuccio Co- „ derini de'Caligai, il quale era quali un mentecatto» „ e Tignofo de' Macci , a petizione di Metter Mu- 5, fciatto Franzefi , che era de' Signori della Terra . • ,,.... O colpa , o non colpa per martorio li fece „ confettare, che doveano tradire la Terra, e dare cer* ,, te porte a i Bianchi, e Ghibellini; Ma il detto Tigno- •> fo de'Macci per gravezza di carne morì fu la colla 5> III. Tor-
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III. Tornando ora al Monaltero, è da offervarfi
una lapida nella muraglia al di fuori , nella quale a caratteri Longobardi leggefi : JSTVD MONASTERI^ Q^OD VOCATVR S. PRANCISCI
A TEMPIO DE MACCIS FEC1T CAIVS DE M.ACCIS PRO ANIMA JFRANC1SCI FATRIS S^J-j SVA ET SVORVM MCCCKUX. Francefco adunque Padre di Caio nel fuo tefìamen-
to del 13io. ai 7. di Gennaio , che rogò Ser Gan- te Diotaiuti da Gambaflì -, lafciò che fi fabbricaf- fe in quello luogo o -uno Spedale , o un Monaiiero di Santa Chiara. Sembra a prima .villa della lapida, che Caio faceiTe il folo Monafieio, ma i documenti,, che io mi fono avvenuto a trovare , dimostrano , che folfe fatto e l'uno., e l'altro, avvegnaché all' Arcivescova- do Protocollo 4. di Ser Francefco Paganucci coperto d'alfe trovali , che nel 1335. Caio fi pfefenta al Ve- scovo con dar patte di avere eretto lo Spedale fé» condo la mente di Francefco fuo Genitore, e negli Spo- gli del Rolfelli evvi di ciò una conferma, che è una donazione, che fa alla Mifericoidia una Donna Giovanna di alcune Cafe , chiamando a' confini lo Spedale de* Macci nel 1348. Bifogna pertanto dire , che prima folfe da Caio fondato lo Spedale, pofcia il Monaiie- ro , nel quale col tempo reiìalfe incorporato lo ftelfo Spedale. E Ja prima memoria, che ho trovato del Mo- naiiero., oltre la fopraddetta lapida, è un ferramento di Donna Maria Zenobia .degli Angiolieri moglie di Dino de'Magli, che lafcia fiorini 100. Monialihus S* Frmcifci m Tempo de Macci?, rogato da Ser Chiaroz- zo di Dolce nel 1348. Donde fpoi venilfe.ro quelle Monache, la tradizione vuoleò che folfero levate dal- lo Spedale di Santa Maria di Tre/piano Diocelì di Fie- fole, la quale opinione fi potrebbe corroborare con al- cune coniettuxe, e in primo luogo da un Contratto del 1335. ai 30. di .Ottobre per rogito di Ser Parente di Jkncivenni da San Donato, nel quale fi v^ndc un pez- zo
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zo di terra delle Donne dello Spedale di S« Maria &
Trefpiano , che poi nel 134Ó. e 1349. chiamali in al» tri contratti Spedale di S. Bartolommeo di Trefpiano > e non più fi nominano Donne . In fecondo luogo fi renderebbe probabile la coniettura dal vederfì le Mo- nache di San Francefco de* Macci impoftate alle Gabel- le per un podere a Trefpiano , forfè di loro dominio prima di eiTere frate trasferite a Firenze. Ma da un lume, che io trovo ne'Protocolli di Ser Michele di Ser Cam- bio da Camoiano air Archivio Generale Fiorentino Pro- toc. 2. il qual Notaio rogava appunto circa la me- tà del fecolo XIV, pare, che le prime Monache venif- fero circa Tanno 1349. dalla Diocefi d'Arezzo , che tanto leggefì nel Protocollo: Mom'ale$ SanBi lutti Or- dini? B. Giare Aretine Diecejis hodie Sancii Francifci degentes in hofpitale de Maccis in via de Maccis itL* pop. 8. Simonis de Florentia . E nello fteiTo Archivio Protoc. 9. evvi altra notizia fomigliante > che dice; Monafterium S> Francifci de Fior, olim S. lufti ad Ten~ tennanum Aretine Diec. Monialium Ord. $. Giare, Ser Guido di Ser Racco di Ser Giovanni da Rondinaia Mot, Fior. IV. Or facendomi dalle memorie di quelle Reli-
gìofe riguardanti il loro credito , e fantità , notar fi vuole, come nell'Archivio di S. Croce il conferva una cartapecora num. 24. dove fi trova , che nel 1390. il Vefcovo Fiorentino Bartolommeo Uliari da Padova in efecuzione di Breve Apoftolico fopprime il Monaftero di Santa Maria Madre della Regola di S. Benedetto > e che alcune di quelle Monache dal Vefcovo furono tra- sferite in San Francefco de' Macci, atìum in Falatio Ar- chi episcopali . Ego Lucas Bamboccius rogavi- Nel mede- fimo Archivio num. 17. fi conferva la Bolla di Sifto IV. un. 2. Fontificatus XII. Rai. Mail Dow. Incarnat. 1585. in ella il Papa vuole, che in perpetuo 1* amminiftra- zione di quello Monaftero fia preffo i Frati Minori di S. Croce, e che uno di loro ne fia il Governatore, ed un altro il Procuratore. In un Libro di Ricor- . Tom. I Far. IL T dan- |
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danze in Mona/iero vi è la memoria della Sacra del-
la Chiefa fatta da Matteo Concini Vefcovo di Cor- tona a** 2<5. Dicembre del 1560; con 1' affi ite n za de* Canonici Fiorentini Piero de' Nerli , e Gio; France- fcO d'tgl' Infangati . Il Giamboni poi nel fuo Diario nota ,, Ai 3. di Settembre fella folennifrlma alia Chie- j, fa di San Francefco in via del GrocifirTó per i Mar- jj tiri Buono, e Felice , dove ita efpofta parte de' io- j» ro Corpi . „ Queite Reliquie furono un dono di Pa- pa Clemente IX. a Suor Maria Caterina Betti , con- fegnate in Roma ai 2. di Giugno del 1668. venne- ro in Firenze nello fi elfo anno, nel quale, acciocché folenne fofle la Traslazione, ai due di Settembre fi efpò- fero nella Chiefa di S. Romolo in Piazza , e fulla fera in ProcefTìone andarono per la Città , precedendo Com- pagnie , Cherici , e Cavalieri con 700. torce accefe ; erano i Corpi Santi in bella , e ricca Urna portati da Lorenzo Mazzeranghi Priore di S. Romolo fervi- lo da' Preti dei Monaitero fòtto baldacchino foftenu- to da Cavalieri*. Arrivati alla noftra Chiefa furono col- locati full' Altare con fefta , che durò tre giorni, fi- dacene mi è avvenuto di nominare queite Reliquie , àggiugnere io debbo, che la foprallodata urna è tutta indorata , avente quattro fpere a punta dì diamante , ornata di fiori di feta , ed entrovi un guanciale di broccato d'oro, e rodo : e fi è datò loro luogo ma- gnifico fotto 1' Altare del Coro delle Monache , ove pure fi adorano due altre cafFettine contenenti, una al- cune offa de* Santi Romolo, Emiliano, Aurelio, ed E- leonoia , e l'altra il Cranio di Santa Fiorenza, cori gli Stinchi di San Clemente, e S. Feliciflìmo. V. Ma paiiàndófl oramai alla Chiefa, prima di of-
fervare i ragguardevoli benefizi , e ficchi miglioramen- ti fatti dal Gran Principe Ferdinando, fa d'uopo di Vedere la Pianta antica di efTa . La porta era dove in oggi è la Cappella di S.Carlo, l'Aitar maggiore, o- ve è piefentemente P Organo, e nel luogo, che occu- pa T Aitar grande, eranvi due pìlaflri 3 the reggevano |
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il Coro delle Monache > il quale fporgevafi in Chiefa
da tre braccia . Una Cappellina, di San Carlo incon- travafi a mano finifìra dell* antico ingreffo, e quafi in faccia alla porta di que' tempi flava l'Altare di un Crocifitto di baffo rilievo con Maria , e S. Giovanni dipinti a frefco fui muro. In quello irato durò la Chie- fa fino al 16S3. quando la tavola dell'Aitar maggio- re, U quale era un' opera irimatiflìma di Andrea dei Sarto, mefla in confiderazione all'Altezza SerenilTima del Gran Principe Ferdinando , tanto gli piacque , che invogliatoli di averla nelle lue fìanze , ne fece fare la richieda alle Monache dal Canonico Fiorentino Filip- po Salviati loro Governatore. E però radunateci a Ca- pitolo le fayie Religiofe fecero un partito a pieni vo- ti favorevole al defìderio di Sua Altezza ; la quale am- mirando, e lodando la prudenza delle Monache , iru conipenfameuto della pregiata Tavola, voile del fuo pri- vato erario rinnovare loro, ed abbellire la Chiefa nel- la maniera, che di prefente vediamo » L' Architetto per ordine del Gran Principe fu Giovan Badila Foggini, ed il deputato dal Sereniffimo l'opra la fabbrica con la irruzione di abbondare in tutto per contentare le Monache, fu Giufeppe Canavefi Aiutante dell' A. S. e fuo Mufìco favorito. Terminata la vaghiflìma Chiefa fu fcelto il giorno di S. Francefco ai 4. di Ottobre del 1704. per F apertura, che fi volle dal Principe folen- niffima. Vi cantò la Mefla Monfig. Tommafo della Ghe- rardefca Arcivefcovo di Firenze , vi furono Vefpri in mufica , a* quali intervennero tutti i Principi , molto guftando e della bellezza del nuovo Tempio , e delr la Mufica. VI. Ma io veggo bene , che impaziente è * il Let-
tore d'intendere le nuove cofe di quella Chiefa,, laon- de lafciandomi portare dal genio di ofifervarne i pregj,, e un vago , e f?cro Teforo aprendo riferirò in breve quanti trovinfi ivi contralTegnì della pia, e Reale bene- ficenza di Ferdinando. Entrati a manritta vedefi l'Or- gano fattura di Valentuomo , ed adorno di cornici mef- T 2 fé
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fé a òro. A man finiftra viene la Cappella di S. Car-
lo con Tavola di Baftiano Ricci Veneziano afTai bel- la fatta per ordine del Principe. Ma perchè il Ric- ci era in Firenze di paffaggio fenza colori , né pen- nelli, con iiìupore di tutti fu olìervato, che egli, non più dì 14. ore trattenutoli nella Stanza dtì Pittore Gio- vanni Sagreiiani, die la. tavola compita . Dirimpetto a quefta vi è la Cappella della Madonna, ovJ è una co- pia della Tavola fuddetta di Andrea del Sarto ? che volle l'Altezza Sua , che ivi fi collocarle , e fu fatta da Francefco Petrucci. Né qui farà impropria digref* rione, fé per dir qualche cofa dell' Originale , rapporto quanto Raffaello Borghi ni nel fuo Ripofo ne icrive, ed è come appreflo : „ Dipintavi la norcra Donna drit- j, ta , e rilevata fopra una bafe di otto facce , fulle j, cantonate della qual bafe fono alcune Arpfe, che feg- 3, gono. La qual Vergine con una mano tiene in collo „ il Figliuolo, e coir altra un libro ferrato, guardando 3, due fanciulli ignudi, che le fono a*piedi,-e le fanno j, ornamento; e da man dritta ha un S. Francefco, fi- ,, gura molto bene intefa , e dall'altra parte S. Gio:E- 5, vangelifta con maniera belliflima in atto di fcrivere « l'Evangelo ; ed è in quei!' Opera un fumo di nu- sj goli trafparenti fopra il cafamento , e le figure pa- Sì re, che fi muovano. ,, Fin qui quefto bravo giudi- ce delle Pitture. Ha però egli lafciato di parlare del Bambino, che ridente con una mano accarezza il vol- to della Madre, e tiene un piedino fui libro . Dopo 3e due Cappelle fegue l'Aitar maggiore in mezzo a due Colonne, che reggono la ChieTa. La Tavola rap- p re fé ma la Concezione, ed appiè di Maria molti San- ti , che è opera lodata di Carlo Sacconi ; la volta è tutta ornata di arabefchi dorati , e vi fono due sfon- di dipinti da Piero Dandini . Del Tonelli è pure la Pittura del Cor© de'Murici amovibile, perchè non in- gombri la Chiefa, che è piccola. Non vi fono lapide fepolcrali , fé non fé un lafìello di marmo in memo- ria di Pieio di Zanobi Buonaccolti infigne Benefatto- re |
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re del Monaftero, morto nel r$pj. Egli nella Chiefa
vecchia avea una gran lapida trasferita poi in Conven- to per rifpetto al Real Benefattore . E la fin qui de- ferita Chiefa delle Monache di S. Francefco farà ma"* fempre una grata, e gloriofa Apologia dell' Altezza Rea- le di Ferdinando Gran Principe di Tofcana , il quale fé per desio di avere in Palazzo le più rare Tavole di eccellenti Pittori, ne levò alquante dalle Chiefe Fio- rentine , a quelle però dava non foia V equivalente } ma rkompenfe eziandio eccedenti al valor delle mede- fune Tavole, e degni del fuo grand*animo, come ap- pare in quella Chiefa, dove fotto dell* Organo a carat- teri dJ oro legge fi; ECCLESIA
AMPLIORI FORMA REDACTA FERDINANDI
MAGNI ETRVRIAE PRINCIPIA LIBERALITATE -.;.-. MDCClVt |
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L E Z I O N E XV.
S. ELISABETTA DI CAPITOLO.
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O aveva un infelice cercare la cagione
della mala intelligenza di alcuni voca- boli una fiata venerabili , e pofcia divenuti difpregevoli fulle labbra di molti, né io ilàrò qui ad efempli- ficare molto in quefla materia, ricor- dando foltanto quel Sacro Nome di Pinzochere prefìo de' Fiorentini già in così alta efìima- zione j che Dame ne andavano gloriofe, e per lomigìian- te titolo erano privilegiate da'Papi , favorite dalia Re- pubblica, e rifpettate da'Grandi, trovando/i fovente nel- le lettere Apofìoliche., e nelle Provvifioni della Signoria addimandate : Ven, Sorores Pinzochere Tertii Ordinif , e altrove : AbhatiJJìs & Dominabus Tinmcheris concedimus &c. intendendoli con quefre formole Donne , che profeflano la regola o di San Domenico, o di San Francefco , od altra , però in mezzo -al fecolo. E comecché cofa mala- gevole io credo effere il volere indovinare di tal nome la etimologia, imprenderò piuttosto a fare dell' Iltituto di quelle Donne la iìoria , ed avendo noi altre fiate favella- to di quelle dell' Ordine di San Domenico , non poOìa- mo fperar meglio d' illuftrar quello punto, che col ra- gionar in quelta Lezione del Monaftero di Sants Elifa- betta detto il Capitolo delle Pinzochere del terz' Ordi- ne di San Francefco; né peravventura disdiranno alcune vetuite memorie , di cui quello Capicolo va con abbon- devolezza arricchirò. IL Per concepire adunque una giufta ftima delle Pin-
zochere, conviene premettere ciò, che della Beata Umi- liana de' Cerchi dicono gli Scrittori delle memorie Ifto- riche di quefi' illuftre Famiglia, la quale dìicende dagli an-
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antichi Signori chiamati Cattani d' Acone antichiffìmo
Gattello di Val di Sieve . Parlando adunque il Cionacci j il Brocchi., ed altri di quella Beata, concordano in que- lla memoria, la quale, per vero dire , benché foflTe fola, farebbe un nobiliflìrno elogio delle Donne del Terz' Or- dine . Rimafa vedova neli* età. di anni 21. Umiliana 5 ad- dimandata da molti Miliana, avendo ricufato di parlare alle feconde , e ragguardevoli Nozze, volle eflere la pri- ma, che nel 1241. in Firenze , fotto la direzione del Bea- to Michele degli Alberti de3 Frati Minori, prenderle 1* am- bito del terz* Ordine di San Francefco , dal cui efem- pio animate altre Gentildonne , abbracciarono ancora effe una fimigliante Regola di vivere , traile quali merita- no fpezial ricordanza Donna Ravenna Cognata della Santa , ed una Cugina di Lei Donna Ermellina de* Be- nizzi ; e fino il fuo Fratello Arrigo volle a fua imitazio- ne veitire 1" abito di Pinzochero Francefcano ; di cui mi piace qui riferire parte del Tefìamento fatto da lui nel 1258. che ha molto rapporto alla prefente lièoria : Fr. Arrighus q. Domini Vieri de Circhulis facit Teflamsntum 1285, Ind. 14. 8. Octobris rog. Scr Convenevole q, loan- nis Gualfreducci Benis. In effo lafcia una cafa in poyulo $. Simonis prope Ecclefiam Sanele Crucis: intende la pic- cola Chiefa de' Frati Minori, dove porla abitare Donna Ravenna Pinzochera in una cella di detta Cafa, e Don- na Ermellina figliuola del q. Cambio de' Benizzi in un' altra cella, e vuole che in erTa Cafa non portano abitare altre Donne > che non foffero delle Veiiite di S. Croce : et j/recedat woluntas Cuflodis, & Guardiani } & Difcreto- rum Conventus Fratrum S. Crucis . Lafcia alla fabbrica della Chiefa di S, Croce fiorini d' oro duemila > e mil- le alla neceflìtà de* Frati , con altri generofi legati pii, che io tralafcio, ravvifandofi abbastanza neli' accennato lafcito V illuitre condizione delle Donne addimandate Pinzochere .Egli convien però dire } che in altri ifrumen- [ ti, e privilegj fono elleno chiamate con altri nomi , cioè |
le Suore delia Penitenza, e le Veitite di Santa Croce , e [
quello forfè con più frequenza degli altri > come nel ce*
le*
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lebre Tetramente della Con te fia Beatrice del 127S. che fi
può leggere nell'Archivio di Ceftello alla lettera O. num. 102. nel quale ella lafcia a Giovanna , che fu di Me (Ter Einuccio da Cattigliene dille Ve&ìte di Santa Croce fio- rini 100. e nel foprallodato Teitamento di Fra Arrigo in quella condizione ,, Non altre Donne, che non follerò ,, delle Ve/lite di Santa Croce,, e nella donazione , che pofcia rapporteremo di Donna Lapa di Poggio Attaviani. j, Alle BadelTe j e Dorme w&ìte di Santa Croce ,, ed in parecchi altri, che potrei addurre , fé pur ne averli d* uopo. III. L' avere poi di fopra rammentato V eitimazio* ne, che delle-Donne di queir Ordine faceva!! da'Grandi, porge qui conveniente occafìone di toccare alcuna cofa de' privilegi, e grazie concedute loro da' Pontefici ; e primieramente Niccolò IV. con fua Bolla approvò le Re- gole date dal Serafico Fondatore a Uomini,e Donne per vivere con maggior perfezione degli altri, -e con tenore éi vita più buona nel fecolo , e le chiamò del terz'Ordi- ne, o della Penitenza, confermate pofcia da Martino V. e da Eugenio IV. e nel Monaiìero di Capitolo fi con- ferva una copia di quelle Regole in cartapecora di ca- rattere del fecoio XV. dalla quale fcelgo pochi para- grafi miìi, onde riabiiire , che allora più che mai fio- riva quell'Ordine. IV. Il Proemio de* Capitoli è un Compendio del-
la Bolla di Niccolò IV. che comincia .• fufer Montem Fidei Catholice , ed è una lode , come ivi il dice_> del Mejfer SanBo Francefcho chominciatore , ed ordinato- re delle regole dell' ordine delle Pinzochere. Il Capitolo primo preferive P efame fulla fede, ed ubbidienza della Santa Chiefa da farfi a quelle, che debbono efTer ri- cevute , Nel fecondo evvi la formola della profefiione in quelle precife parole ,, prometto oiìervare i divini „ comandamenti, e di foddisfare alle trafgrefììoni, che j, io commetterò contro la Regolagli terzo vieta 1' ufeire dall' Ordine fenza licenza , proibifee colori sfacciati delle vefti , e particolarmente, che non ila l'abito né bianco > né nero. Nel quarto, e quinto il
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fi parla de'digiuni , e della Frequenza de' Sagramen-
ti. Il fefto capitolo ordina , che dentro tre meli la. Suora debba far testamento , ed una volta al mefe fi radunino infieme in Chiefa per udire la parola di Dio , per conferire dello fiato delle Sorelle , e per tenere Capitolo. Le cariche nell'Ordine fi trovano ivi notate con quefti titoli, di BadeiTe, di Guardiane, e di Di- screte. L'età perveftirfi vuole, che fieno 18. anni, e non prima , e la dote di 200. fiorini d' oro , e pel Noviziato fi richiedeva indifpenfabilmente abitare alme- no tre mefi nelle cafe vicine a Santa Croce pel mag- gior comodo di conferire co i diretrori. Leggi final- mente vi fono per le vifite, per gli Spettacoli, e non pollo tacerne una dimoftrante la prudenza del Santo Legislatore, cioè, che niuna ardifca introdurre per le porte della Città cofe di contrabbando, V. Ma tornando alle molte donazioni fatte a que-
lle Donne, debbo qui notare alcune cavate dall'Ar- chivio di Santa Croce affine di maggiormente rav- vifare la notabile condizione di effe , ed infieme la ve- nerazione , che loro profetava Firenze. Nel 12S9. Domina Gemma fil. olim Ceri Bencivenni Vicina , Uxor q* Canghelli Malatefte de Canjalcantibus de ^op $. Simo- nis facit teftamentum rog. $er Antonius olim Michde- lis Dominici de Florcntia , e lafcia Pinzochere? Santti Francifci unam Domum in via detta del Tabernacolo, con obbligo, che le BadeiTe grò tempore facciano la fetta di San Gio: Batifta. E nel 1333. ai 12. di Apri- le ( e notifi quello tempo, come epoca della fondazio- ne del noltro Monaftero, o fìa Capitolo ) Domina La' $a FU. q. Foggii Aitarvi ani uxor q. Ricchi Finzoche» ra de qjeflitis Sì Crucis facit fuum teftamentum, La- fcia una cafa porla in via del Tempio, que dicitur Do» mus delle Baroneffe t alle BadeiTe delle Donne Veftite del terz'Ordine di S. Francefco, ove per l'avvenire vuole, che abitino dette BadeiTe , con facultà di edifi- care fui fuolo ditte Domus un Capitolo , <vel locum $ro Capitalo , ubi dittis Abbatijfis, & Dominabus Finzocberis Tom. I. Far. IL V #■-
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liceat convenire . Ego Mattheus Battoli voganti * Neil*
anno 1^49, 3* di Aprile Domina Kuflica fil, olim Neri Paganelli Pinzochera de ve&itis B. Fr arici fri facit Tefia- wentum rog, Ser. Guido olim Ser Rucchi $er loannis de Rondinaria., e fa eredi fue univerfali le Badeffe dei (erz* Ordine, con obbligo di dare ogni anno alla SagreiHa di Sanca Croce tanto da provvedere le oftie, the fu fiimata Ja provvigione di dodici ftaia éi grano . Nel 1371. per rogito di Ser Giovanni di Simone de Fio* rentìax Domina ìoannaArdingbi de Collegio Pinzocherarum B. F ranci fei dona alle Bade ile, e Pinzochere feudi d* oro 50. E finalmente nel 1390. ai 20. di Maggio Domina lacoha Vid. q. Matthei Qaglini lafcia erede Ca~ j/itulum delle Pinzochere. Ego Dominicus olim Simonis de Fiorentia rogavi. Donde iembra 5 che fi poiTa vera- mente dire, che delle molte Donne veftite di S. Fran- oefeo già alcune viveCero in Comunità in quelle cafe enunciate ne'fepraddett.i frumenti., ___; :
♦, IV. Ma ciò., che toglie noi di ogni dubbiezza,:
fì è il con tratto autentico, che fi conferva in Santa Croce, fatto, traMeCer Lionardo di Francefco da Orti da una parte, e dall'alt** i Frati Minori, e le Pinzochere come appreilò: Anno 1450. tempore Nicolai Pafe V. an- no 3. Pontif* Congregati Ven. Pater Magifter Bartho- lomeus de Aretio Frater^ et Vicarius Ordini s S. Fra fi" ti fri, & Fratrej eius ( e qui nomina ad uno ad uno tutt'i Frati di Santa Croce ) Pinzochere tenui, Ordinis S. F ranci fri ( e qui pure vi fono i nomi di cìafeuna ài loro ) Domimis Eeonardus q,; F ranci fri da Orti De* cret.orum DoBor y MvBor, é1 Gukemator Parrochialium Ecclefiartim S. Miniatis Jnter 'Fufires, & Sancii Tetri Buonconjìglio de Florentia, et Domina Salome ejns fo- rar una ex Pimzocheris j?rediBis: > quìa fuerunt àf funi devoti dìBì Ordinis, $r quia D. teonardus fumma af- fé Elione dejìderavit) et d'e/iderat a\ di Bis Pinzocheris ha-, bere omms demos denominataj , Captulum diBarum Piti,*, zotberanm injtmid fitas i% pop. $. Simonis in via , que iicitur la via del Crocifiiìò, & illas Domos , feti Ca- |
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pitulum durante *vitd ditti Domini Leonardi prò fé , éf
ejus forare retinere, & ill-as recidere, & in ufum ho~ fpi t alitati s, feu quafi prò diBis Tinzocheris , & front \ ruift.m fuerit diBo Domino Leonardo re ducere , $$t wft
fuum ohitum^ quod re<vertatur cum omnibus melior amenti s ad diBum Capitulum Pinzocherarum , prò quìhus omnibus diBus Dominus Leonardus titillo donationis intendit da* re diBo Captalo finzocherarum^ & Fr atri bus unum prem dìum jttum in pop. S, $al<vii, é^ nnam Domum in pop. S* Miniatis inter Turres, con obbligo, che i fuddet- ti Frati debbano dare al Capitolo delle Pinzochere fio- rini 12. larghi ogni anno in perpetuo. Ego Ser Andreas olim Ser Angeli de Terranova rog. Stante quello Stru- mento non iolamenre fcorgefi , che già parte di quel* le Donne in queite Cafe radunate vivevano in fanta Comunità , ma lì emenda mirabilmente uno sbaglio » che hanno prefo molti, che di Mefler Lionardo fcrift fero circa quella fua fondazione ; sbaglio, che legge- fi ancora nel libro di Ricordi fegnato B, predo quelle Monache, in credendo, che le Cafe di Capitolo fof-< fero di detto Lionardo, quando già da parecchi anni erano fiate lafciate alle Suore dalle ibprallodate Bene- fattrici. Non è però, che io intenda di negare l'ono- re di gran Benefattore a quello divoro Ecclefiaftico ; mercecchè egli , come apparifce dal contratto , prima volle dalle Donne della Penitenza le cafe dette Capi- tolo in fuo libero dominio , pofcia unendo a quelle.» altre due cafe , e poderi con tuttJ i mobili, e ridot- to avendo il luogo a qualche forma di Monallero, la- fciò alla fua morte eredi le Pinzochere, che da quel tempo principiarono a far vita Conventuale, e fino al 1519. le trovo maifempre crefcere di numero, quando in quell'anno per colpa del feminatore della zizania tra '1 frumento eletto , nacquero difcordie tali, che u- na metà di loro vollero ufcire , ripigliando ciafcuna la fua dote di 200. fiorini . Quelle , che rimafero , nel 15 21. fi fottopofero all'ubbidienza dell'Ordinario, come lo fono di prefente. Nel 1557. fu il Monallero V 2 uno
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uno de* peggio maltrattati dalla piena d'Arno» che fac-
cheggiando ogni cola lo ridulTe in uno flato così de- plorabile, che per 9. meli, giuria il libro di Ricordan- ze, da Cofìmo I. furono le Suore provvide di viveri. Né quello fu l'unico contraflfegno di benevolenza di quel Principe verfo il Convento , pofeiachè andando effe de* bitrici di notabile fomma a Gio.* de* Medici Padre di Cofimo, nel 1572. fu loro il debito condonato . E tornando alcuni anni indietro io trovo parimente, che ricevettero dalla Repubblica de' benefizj, come al libro delle Riformagioni fegnato ÌC.1500. BÌeemoJtna falisPin*. zocheris de Captulo S.Irancifcì, ed al lib. O. Moniales1 Captuli S. Francifcì prò reficìendo muro fior. 30. e nel novero de' Benefattori infigni fono regiltrati il Reve- rendo Raffaello Furini, il Reverendo Carlo Cianfogni, i cui benefizj prello rammenteremo , Filippo Salucci die* de 600. feudi per murare un Chioflro in claufura, e Monfignor Lodovico Serriitori nel 1553. a' 19. di Mar- zo confacrò la Chiefa dedicata a S. Elifabetta. Ma pri- ma , che entriamo in Chiefa, mi piace notare una li» te rlrepitofa» che inforfe tra quello Monaftero, e le contigue Monache di S. Francefco : Aveano quelle chiu- fa una chiavica dentro di loro claufura con pregiu- dizio notabile al Capitolo, a di cui iitanza furon fat- ti molti acceffi da* Periti ; né ragioni mancavano alle Religiofe di S. Francefco per tenere chiufa quella fo- gna ; ma graviflìmo ne derivava il danno all' altro Con- vento, non avendo sfogo 1' acque, ma finalmente Monfi- gnor Sebaftiano de* Medici Vicario Generale a*20* di Gen- naro del 1577. venne alla Sentenza, che fu, che ftelfe aperta la chiavica, a fpefe del Capitolo fi facefle'una ferrata,- ed in cafo di nettarla , della fpefa una terza parte fi faceffe dalle noitre Monache . VII. E per venire ora alla Chiefa , con maggior
brevità dirò , che le due Cappelle ai lati della Porca hanno due tavole alTai antiche , a manritta rapprefen- tafi lo fpofalizio di S. Caterina , alla finiftra ,il batte- fimo di Grillo 5 fatture della Scuola di Giotto. Se* gue
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gue a quefta la Cappella delCrocififfo, dove fa di me-
stieri fermarci qualche poco , conciofiachè quello nella piena del 1557. per confezione delle Monache compen- sò i molti loro danni ; fu elfo portato in Monaftero dall'ac- qua, e ricevuto con tenerezza dalle Monache , che lo collo- carono in Coro , dove principiò il Crocifitto a far loro grazie miracolofe > le quali feorgonfì da*voti, che pen- dono alla Santa Immagine ; e tanto era loro caro , che non volevano fentir parlare di trasferirlo in Chiefa . Alla fine nel 1734. perfuafe , che maggior affetto effe avrebbero dimostrato col procurare a quel fante Simu- lacro una pubblica venerazione , fi arrefero alla trasla- zione , la quale feguì ai 18. di Ottobre di quelP an- no con una divota proceflìone per le fìrade vicine, e pofeia lo collocarono nella Cappella di Santa Elifa- betta fatta a fpefe di Carlo Cianfogni , ove evvi Ta- vola antica di detta Santa , che io mi perfuado , che foffe prima come Titolare all' Aitar maggiore, del qua- le vi fono da rammentarli, due vicende. Meffer Raffael- lo Furini Sacerdote liberaliffimo con quefte Monache , come fovenre trovafi nel libro de'Ricordi della Camarlin- ga per beneflzj fatti al Monaftero, nel 1572. volle rinno- vare 1* Aitar maggiore con vaghi ornamenti, e con più vaga pittura, che fu una Tavola in oggi trafportata in Convento , e fi crede, che fia di Pietro Perugino , avendo in tutto il piiffimo Ecclefiaftico fpefi feudi 207. Ma nel 1614. volendo le Monache rendere ancora più maeftofa quefta Cappella grande, vi collocarono un Ci- borio di valore di 80. feudi, e fecero murare tutto V Altare di pietre ferene con mezze colonne ; E perchè alla nuova Architettura piccola compariva la Tavola del Furini, una nuova ne fecero dipìgnere , che rap- prefenta Maria Santiffima col bambino nelle braccia ver- fo S. Francefco, ed io la credo della Scuola* di Matteo Roffelli, il tutto reftando terminato nel 1616. a' 17. Di- cembre . Or fia detta un* altra innovazione a gloria del- lo zelo delle Suore per lo fplendore della Chiefa, av- vegnaché ai jj. di Maggio del 1734. col difegno di |
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DjomenicóHVfòn'a Pipi *ne< boi pennello di Francefco
Maria CaitelJani Ci fcoprì quello Altare accrefciuto db molte pitture intorno alla parete in alto , e nella voltai ove nello sfondo con buon colorito è dipinta la Santiffima Trinità. Ai lati. ;d«l naedefimo Altare ben cufìoditi veggenti due Tabernacoli con fiori di jtérra cot« ta di IiJuca della Robbia» fattura pure del quale in Mo* nailero confervafi un Prefepio, Vili» Ma tempo è» che noi venghiamo a dire al-
cuna cofa delle Reliquie , che quelle Monache in un grand3 armadio coia lo fportello di vetri grandi• cuiìodi- fcono* nei Coro da baffo;,; e Spartite fono in jvarj Reli- quiari , fepolcri, ed urne dorate, tra le quali le più rag- guardevoli fono parte delle Teile di; San Vincenzio K e difiSv Diodoro Martiri, i fucili delle braccia di S. De- fiderio, e di S. Reretta Martiri, fìccome gli fìinchi di Bonifazio, e Pio Martiri, e, fimiglianre Reliquia di San- ta: Re parata Martire,; di S. Orfola Vergine, e Marti- f e , ed' una fua Compagna »> Ancora, da alcuni bene-, fattori è flato accrefciuto quello ite foro, donato avendo eiffì altre facre memorie di Santi, Il Cardinal Ca Ci ni donò un velo di S» Rofa ,di Viterbo, ed il Conte Pio- fpero Bentivogli. um altro intero velo" di S. Caterina da Bologna. Le fcarpe di S. Pio V. fono dono della Ca- la SereniiBma de* Medici; ed un pezzo di carne di S. Rofa di Lima, che in Firenze è Reliquia affai rara, il MonaÉero la deve alla divozione di Lorenzo Galli. E fé. andarono una volta efaudite nella brama di avere una Reliquia di S. Elifabetta Regina d* Ungheria Tito-» lare della Chiefa , ed Avvocata del terz* Ordine, fu pro- curata loro dal Reverendo Salvadore Fanini. Vi fa-* rebberèn da defcrivere molt' altre prerogative di que-* fio Monaftero, non folo per le numerofe Reliquie, che il tralalciano,. ma eziandio per alquante Tavole di Pit- tori famofi, che fono nel Coro. IX. Ma fui fine di quello mio parlare mi piace
di ritornare là dove io avea principiato il mio ragio- namento j voglio; dice ài punto delle Pinzochere , av- |
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vedutomi di un notabile mancamento , che- Jtale certa*
mente farebbe , fé nulla io accennali degli .uoimiint chia- mati Pinzoeberi parte notevole della lk>ria di quello terz*Ordine. Onde non fia difcaro ai cortefe, Leggitore, che fi noti vquì fommariamemte, conieva folk contcor- revano i più iltaihri Fiorenrini m< ptoteHar la Regola di S. Francefco, fatta ancora per irruzione degli uomiài* >. che vivono in mezzo al. Mondo * addknandati rQtt|u£»A nemente Fruire s de fmnitentia, lo ehei agevole mi fa- rebbe a dimoilrare con moltiplici iliumenti j itta per non iftare quìa narrare una lunga noiofa ferie dà ce- ftamenti > di legati) e di donazioni y mh piace piuxtob*; Ito riportare in extenfum il folo contratto, di vendita delle terre al Ponte a Mugnone, che fecero> i Frati della( Pe- nitenza a Sànt'Uiawltà nel 1282. ifcrittura, che per vero due, farà opportuno documento per una compiuta no- tizia e della ragguardevolezza di q>ueio Iltituto , ei# della abbondevolezza de* Cittadini, che lo componevano,5 e fervici infieme ah conforto, a'fievoli Cristiani per of-; fervale a tutta polla nel fecolo la divina Legge . LJiièru*i mento è il feguente . X. Sor. Umili tas AbbatiffaMo'najlerìi" &. Marie No-
velle de Facenti a Ordini s S. Benedicci, & Vali ifumbro» fé emit terre Jlaiora 14. a Fratre Giambono q. vàligffM fop S. Tetri Scher. congregati? Fratribuf de Veniteti» tia, videMctt Frater Rainuccius Btnpivetmi, Grati anus q. Falmevii, Dwantes Chermonteps ,. Clarus Girolami , Marchualdus Aringbieri', Vìvianim fil. Torti, Mazza Be- nincafa, Ricovera* Rojfi » V'iBorius Albert ani, F ietti s Orlandi, Vanire?-, & Corfus filii Buoni\ Vgolinus Gian- ni Alberti Ridolfi, Dantes Paganelli , Marzolina s Ludo- mici, Scr Landinus Benvenuti ,Bindus Montanini, Bru» nus Arrighi , lacobus Amidei, Gratianus Palmieri , Fa- cili* Orlandi^ Rainerns Dono dei, Anfelmus Fieri, laco- jpinus Calzolari , lacobus Fieri Vinci liberti , lacobus Benvenuti , Salvinus Martini , Amadorius Riccardini ? Benintendius Berlinghierì, Martinus Guidi, Fili^us Mar- zolini , vice > & nomine Fauprum Fratrum de Peni- tene |
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tentia véndono a Suor. Umiltà itaiora 14» di terra-
nei popolo di San Lorenzo di Firenze al Ponte a Mu* gnone, confini t. Domini Vanni? Betti de Brunellefcbis9 2.. Ecclejte SanBi Laur. g. Ugolottus Bertnlotti, qui dederat diBam terram Ser Gratiano q. Talmeri ,.& Vanti ■ q. Boni Fratribus , & Miniftris -grediBorum de Fenitentia : TeBes VeIIutus Buona-ijliani del Velluto % Mingania Or" landini , Giannus Benci-venni. Rogavit Ser Benincafa t[* Str uff aldi die Doménica 19. OBobrii 1282. jaBum in j>o$. SanBe Marie Nocelle, Forfè in San Paolo de'Con- valefcenti fulla Piazza ài Santa Maria Novella, luogo die nell'antico eradi fomigliantiPinzocheri, come fi di- moilrerà nel terzo Tomo di .queita Storia-. XI. E ritornando in Chiefa„ delle noftre Terzia-
rie, inoggi però Monache Claurtrali di tre Voti, non lafciamo di oilervare nel pavimento una vaga lapida di- vifa in quattro facce, nelle quali leggeri il nome di Le- lio Bonfi Dottore, e Cavaliere di Santo Stefano, che morì nel 1621. E alla parete eyvi della Sacra la feguen- te memoria; - IN EIE S. TOSEPH XIX. MARTI! k
LVDOVlCVS EPS. B1TVNT. C0NSECRAV1T ECCLESIAM KT ALTARE HOC IN HONOREM S. HELtSABET VIDVAE RELIQVYS SACRARVM W, BT MM. VRSVLAE ET AGNETIS ET HELISABET VIDVAE IN EO INCLVSIS . SINGVLIS ¥PTL FIDELIBVS IN DIE ANNIVERSARIO CONSFCRATION1S HVIVSMODI t IPSAM V1SITANTIBVS XL. DIES DE INDVLGENT1A £ONCEDENS.
MDLIH |
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LE-
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N E XVL
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LE ZI
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DEL MONASTERO DI MOMTEDOMINI.
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I. MS I* Anello, come fi appella comunemente
il figlilo , tefìimonio di noftre volontà,
interprete de' fegreti del cuore, e cu» ftodé delle più vetufte memorie pub- bliche , e private , è flato fempre nel Mondo in ufo, o fivvero in riverenza» e venerazione, E più efempli avrei io in pronto come nell' Efodo capitolo 28. degli Egizj , nella Gen. cap. 41, de* Perfiani, e deJ Medi in Eiter c&p. 8. non mancando altri documenti ne* profani Scrittori di Zenofonte, Tucidide, Polieno, Cicerone , e di mol- ti* altri. In divertì poi metalli fi foleano i Sigilli incidere o d*oro, o di argento, o di bronzo, o di pietre tal- volta preziofe, fecondo il variare de* tempi non meno, che de' Paefi ; e di quelli nel piombo incifi , non è di merKeri citare efempio alcuno, avvegnaché moltiffimi fé ne veggono ne* nortri Mufei ; oltreché la Curia Roma- na dimoftra abbaftanza il coftume di figillare in fomi- gliante materia . La cera pofeia fu la più ufitata con qual- che differenza però ne' colori, Jo che fi oiferva ne' Sigil- li della Repubblica Fiorentina , la quale negli ultimi tem- pi ufava la cera verde, ficcome modernismo è il color nero, introdotto a dimoitrare bruno, o meftizia, E qui mi fembra fuperfluo il parlare ddi' ufo principaliffimo di querV iftrumento istituito a munire di fede le fcrit- ture, e corroborare le lettere ora con uno, ed ora con parecchi Sigilli, come nel Concilio di Coftanza, quella carta prefentata ai Padri, della quale pendenti vedeanfene 350. Anche le Chiefe ,e i Monafterj aveano i propri Si* Tom. L far. Ih X gii- |
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itti
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gillì, circa 1 quali > fé baila per un* informazione i*Epifto-
la di frinocenzio MI. nella quale raccomandava la culto- dia di elfi a perfona più autorevole del Capitolo , a me però non baita ^éfrttótebéfè le jlagrime fòpra,la perdita di tanti i e tanti Sigilli, i quali fé non fi fodero fmar- riti, darebbero certamente ammirabili lumi alla mia facra litoria . E due ilgilli appunto falvati dalle lagrirnevoli ro- vine del Monaftero di Montedomini, molto {chiarimen- to daranno al prefente ragionamento di queito Con- vento 5 «dove ravvineremo^uttD Monaftero venerabile quan~ to altro mai nelle Reliquie > e: nelle antiche memorie ri- fpettabiliflìmo . ') im ;h ono%q'iyir.\ II. E dando il primo luogo alle vetuite cofe , ci fa-
remo dalla denominazione amichiiTirna delle Suore di Montedomini , la quale meglio non può fpiegarfì j che appunto col Sigillo del «Monaitero avente figura ovale , con internò la tegnente? leggenda in'» caratteri goti-? ci ,, ì$g ABBE. MON. Si MARIE D; MONTE DO- >j MINI D. FLOR. ORDINIS S. CLARE „-dentro ve-: defi Crilto, che prega fu d'un monte genrifìeilo appiè di due alberi con un campo feminato di gigli : Divifa , che alfai chiaro ci dimoerà) che da Crifto orante fopra del Monte il luogo dell' antico Monastero era appellato Montedomini , iìceome ne* gigli del medefimo figlilo in-; tender iì può un Collegio di purilTime, e facre Vergini ± fé purè in que' fiori fpiegar non volefTimó le dette Suore elfer vedute di Cailelfìorentino, che ha per arme alcuni Gigli. E che fi principio di queite Monache fólle in det- to Cartello , ce lo aiììcuia 1* autorità de5 più accreditati Scrittori di antichità , quali furono il Senior ; Carla Strozzi > Stefano Roffelli > ed à quelti due niente infedo* re in firnil* erudizione è il Sig. Domenico Maria Mao«» ni | ì quali tutti fé hanno lafciatd nell' ofeurità il punto del precifo tempo della fondazione, fiè tenteremo noi lo fchiarimento . Prima però mi giova riportare quello, che di queito Monalfcero riferì iTSig, Marini nel Lib. XI. de* fuoi Sigilli' alla pag. 124. dove ferine egli come apprtff®^ >f Plimkramente occorre avvertii'e,- che le Monache di -li a ì!X l ,.■:*: 'Ca- |
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,, Cartel Fiorentina venute erano della Marcale ciò non
,) folo fi ricoaofce pel Sigillo loro antico fatto a me ,, vedere dall' attenzione del Sig. Priore Francesco Pit- 5, toreggi,da noi altre volte con-lode dovuta ricordato , 3, ma ancora per un Iitruniento di Procura, rogato da ,, Ser Niccolò di Baftiano Turchi del dì 14, di I+uglio 5, 15 31. in cui fon nominate Suor Caterina di Angelo Ru- ,, celiai Badeffa, Suor Lodovica Attavanti, e Suor (3iuliaRa- j, batti con altre chiamate: Montale? S* Marie della Mar- „ ca de Caftro Fiorentino „ Sin qui il Sig. Manni lenza ef- ferfi avvenuto a trovare memoria del quando in Tofcana effe veniffero dalla Marca, o almeno alcun documento dell' antico loro foggiorno in Cartel Fiorentino , contentandofi queft'Autore di ricordarci , nel fuo fopraddetto Sigillo, che in quel Cartello le noitre Suore vi foffero già dal 1.3 ij. Ma egli avendo pofcia confiderato il Testamento di Fra Arrigo de1 Cerchi da noi riportato nella Lezione di Capi- tolo, meco concorda nel credere più vetufta V epoca del Monaftero in Caitel Fiorentino; Nel Teff amento adunque di Fra Arrigo avvi un legato, che fa il Tentatore d' una cafa nel popolo di S. Michele.de' Vifdomini alle Monache di S. Chiara di detto Caflello, in cafo, che fra io. anni effe voleffero venire ad abitare, in Firenze ; Ora effendo quello legato fatto nell'anno. 12S5. cioè 16. anni prima del 1311.» nota il Sig. Manni, non elTervi più luogo al dubbio, che il Convento di S. Chiara in Catte! Fior, non fra affai più antico di quello, che. ne fcriffero i foprallo- dari Autori : Concioffiachè effendo le dette Religiofe invi- tate a venire a Firenze da Frate Arrigo nel 1285, ognun deve confeffare, che colà già effe vi follerò da parecchi anni innanzi al tempodel Teftamento , e però poterfi cre- dere la loro venuta in Tofcana effere ltata poco dopo la morte di S. Francefco » -' III, Tornando ora al Monaftero di Montedomini di Fi-
renze , mi farò da quello , che dello fteffò , circa la fonda- zione , e fuoi progreffi fcriffe il Padre dell' antichità il Se- natore Strozzi come fegue,,Effendo crefciuto notabilmente 5, il numero delle Monache di S. Chiara di Calte! Fioren- ,, tino , Diocefi di Volterra, ficchè mancava loro il mo- X 2 „ do
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da di poter vivere, però la Signoria di Firenze fcrif-
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fe al Cardinale Arnaldo di S. Maria in Portico , che
volefTe far diligenza d' impetrare dal Papa , che era Clemente V. che dal Monaftero fuddetto potettero u- fcire quel numero di Monache, che parerle alla Badef- fa > e poteflero tornare vicino a Firenze in un luogo, che aveano trovato, con che nondimeno dovettero ri- manere tutt' i beni al Monaftero di Cartel Fiorentino , il quale per il {ito, per il numero delle Monache , e per i debiti , che avea, non poteva fufiìttere : Ed al Vefcovo di Firenze concede licenza ,. che fi poterle fab- bricare un Monaftero fotto il tìtolo di Santa Maria in Montedomininel popolo di San Lorenzo fuori delle mura .Seguito quefto , Mona Nofa già moglie di Car- iettino del q, Aldobrandino del pop. di S, Iacopo fra le fotte, in efecuzione della mente del detto Carletti- no fuo marito, 1' anno 13n. donò a Tedaldo di Bar- tolommeo Tedaldi , ed a Fabbro Tolofini riceventi per le dette Monache un podere nel popolo di S, Marco Vecchio vicino al Fiume di Mugnone, e alla Città di Firenze , acciò fopra dì quello fabbricattero in termi- ne d1 un anno un Monastero, nel quale dovettero tor- nare ad abitare le dette Monache. Dopo k donazione ufcirono dal Monaftero di Caftel Fiorentino Suor Sì- mona degli Agli Badetta, Francesca degli Agli, Ceci- lia de' Cavalcanti, Cecilia di Calte! Fiorentino, Fran- cefca da Gagliano , Giovanna da S. Giorgio , Filippa de' Vifdomini, Margherita di Ser Buto, Piera degli A- madei, e Andrea de* Guidalotti, ed entrarono ntì nuo- vo Monaftero, pollo vicino alla Ghiefa di San Marco Vecchio ,, Quefto racconto confronta con le lettere , e |
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ftrumenti da me veduti , mancando un folo , per altro
principale , che è la licenza del Vefcovo Antonio d'Orfo data, e fottofcritta dal fuoCancell. Ser Benedetto di Mae- itro Martino del 13 ii* agli 11. di Settembre. Né qui dif- pregevole pptrebbe efTere una noftra rifleflìone, cioè, che Antonio in que* tempi Vefcovo di Firenze era flato Go- vernatore della Marca , e però trovandolo noi per la con- folazione di queite Monache impegnatiflimo , pare, che que-
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quefto fuo affetto riguardale la Patria di quelle prime
Fondatrici venute,come di fopra fi è notato, dalla Marca da lui governata , Il perchè fi addiinandino le Monache di Montedomini, non fi può porre in dubbio , che fimi- gliante denominazione venifle dal luogo, chiamato Mon- tedomini, ove fu fabbricato ri Monaftero , come da un Diploma di Ottone fino dal 1002. riferito dall'Abate U- ghelli Tom. 3. dell' Italia Sacra in favore della Badia Fiorentina , dove confermando le donazioni fatte a_* Monaci dal Marchefe Ugo leggefi : infupv Curtes Mon*> $is Domìni . IV. Ma dappoiché fiamo in quefto luogo , ragion'
vuole , che noi rapportiamo le donazioni al Monaftero fatte dai Fiorentini molli dalla frraordinaria Santità delle Suore ivi abitanti, e lodate da Luca Wadfngo nel tomo 3» il quale fa fpezial menzione di due, come appi-elfo; Bu- sa Virgines egregia* , Catharinam de Alberti? , <&* Margha- ritam de C avvale antìbus olim yrofejfas $ì, Clara ìnflitutum itt Monajlerio de MonteDomini prope Fiorentiam^ ibi iampridem ambulare coeprant-in'viis- Domini, èf in ebaritate non fiEla , (ed ardentius hic Chrifli <veftigia funi fecuta ; gentis , atas, rerum agendarum fcientia utrique ferme fuerunt aqualia y fola fuerunt ex ere iti a inaqualta , Catharina nemp Martha r Margharita Maria witam diligentifftme funt emulata, & utraque eodem ferme tempore fantlo fine quie<vit . V. Venendo ora alle donazioni fi apprende dall'Ar-
chivio di Or S. Michele, che Agnefa moglie di Banco Acciaiuoli lafciando il fuo a i Capitani di detta Compa- gnia , gli obbliga a dare ogni anno in perpetuo fei «aia di grano alle Monache di Montedomini, le quali anche inoggi godono di quella limofina . NelF Archivio di S. Croce al Lib. fegnato B„ Luca di Tegghia de' Tolofini j, 1347. lafcia al Monaftero di Montedomini in pop* S» }, Marci Veteris de j/rope Florentìam imam Cafam in ]>oj?. ,, Si Simonis, fitam vicino alla Vigna vecchia n Le (teliè Monache furono fatre eredi univerfali da Davanzino fil. olim Da^an^ini de Scudellaris nel 1362. rogato ai 19. di Marzo Ser Piero Pucci 5 come alle Gabelle lib. D. 14*
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D. 14. E potrei mettere in yeduta.altri memorabili be-
nefizi; marni convien rammentare le grandi fpefe fatte dalla Famiglia Mirrili del popolo di S.Piero Scheraggio inoggi eftinta, febbene -la memoria delh benificenza di effa verfo guelfe Religiofe non dee morire » loro avendo fabbricato5 e Chieda, e Mona itero , inlìgne o fi voglia di ampiezza) o di architettura, o di vaghezza, benché nelle comuni disgrazie del 1529. dagli fteffi Fiorentini foiTe -di- roccato. Eccone però il difegno , e la nota delle fpefe della fabbrica, come Ila notato in un foglio preffo i Si- gnori Marchefi Tempi „ La Chiefa era lunga braccia 65. „ larga x6.l alta 28. con Tribuna all'Aitar maggiore., j, in voltale due Altari, e pitture, e pulpito di pietra ,j fpefi fiorini .2100. Due Chioftri con logge ,, e due Re- si fertori in volta, uno lungo braccia 30. largo 12. alto 5, 20. il fecondo lungo 36, largo 15. e alto 16. con due 3, Dormentori , r uno fopra 1'altro , lunghi braccia 40. >> larghi braccia 16. alti braccia 26. fpefi fiorini 2800, j, Altri Cortili con Celle , ed altre ftanze fiorini nco. ,> l'Infermeria lunga braccia 28. larga 14. alta 18. con ,, Officine , Capitolo, e Fore Ite ria fiorini 2650. in tutto }j colio fiorini 7650. V Architetto .., e Pittore fu Taddeo » Gaddi. E benché preffo le Monache per la perdita fat- ata dell'Archivio nella piena d'Arno, nulla vi fia ri- ?, mafo di memoria della Famiglia Marfìlj così gran be- 5, nefattrice, però jÉéjUf Archivio de' Capitani del Bigal- v lo fi conferva il teftamento di Dante Marfiij del po- j) polo di S.Piero Scheraggio, rogato 1' anno 1360. da >j Ser Naftagio di Ser Iacopo Pucci da Empoli , ove kg' i> gefi fra gli altri lafciti ,, Legavit Monatterio S* Marie de Monte Domìni libras 40. cafu quo ditte Moniales fa- biani tonfici tres lapdes intaliataf armorum ditti Fi" li]?£i", & eas murent fnj>er ottiis ditti Montfieri i unar® ver* fns Florentiatn , & alter am <verfu? Fefidas\ et 4tliatn fin- ger j/orta minori Ecclefie ; dalle quali ordinazioni chiaro fi ravvila «fière itati o Filippo , o altri di fua Famiglia Fondatori dd Monaitero. Né mio cortame effendo di co- piare le Bolle, o Brevi Pontificj, noterò qui folo il pri- vile- |
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vilegio da Giovanni XXIII. con due Bolle conceduto al-
le noilre Monache nei quarto anno del fuo Pontificato. Con la prima j che principia : Inter opera pietatis é"c. datumFior, apud 8.vAntoniumyextra muros , fottopone al Monaltero di Moncedomini la Ghiefa Parrocchiale di San Giulio della Diocefi di Piftoia>, e con la feconda., che comincia : Sacre Religionis Zelus éfc. datum Bononig X. Kal* Aug. anno V. Fontif. confermando la prima grazia , efenta la Chiefa di San Ciurlo unita a Santa Maria di Montedomini dalla iurisdizione del Vefcovp ^ V* À tante però grazie* favori, e benefìzj , tern* pò è di aggiugnere il racconto di duei notevoli; cala- mità, dalle quali giammai trovo immuni le Comuni* tà anche fantiffime, ordinaria eredità eflendo de* fervi, e delle ferve di Dio i travagli talora graviffimi. La prima adunque venne dalle.:• guerre del. 13*54. quando T Olle Pifano accollatoli davvicino a Firenze ardì nel giorno primo di Maggio combattere le mura , andan- do frattanto in fiamme dalla parte di Montui le ville vicine per lo fpazio di tre miglia, commefTe tutte alla preda degl'Inglefl, e de'Tedefchi uniti a'Pifani. E perchè da' faggi Governatori erano flati preveduti fi- miglianti faccheggi, furono quelle Monache falvate in Firenze , le quali abitarono nelle cafe die* Peruzzi nel Popolo di S. Iacopo traile fofle , come fi ritrae dal Protocollo I. nel terzo mazzo di Ser Domenico di Mu- to all' Archivio Generale dicendofi : Moniales SanHe Marie de Monte Domini Ordinis S. Clare Jtte extra Ci<vitatem Florentie in pop. $• Marci weteris propter guerras imm'mentes , extra locum ditti Monaflerii , re- cluse in domo habitationis filiorum Thomajii Arnold di de Feru%%Ìs in pop. S. Iacobi inter fovea* &c. E le Monache fono Suor Elena di MeiTer Giovanni di Rof- fo de5 Gianfigliazzi Raderla, Suor Piera di Tuccio de* Cocchi , Suor Margherita di Ruberto Peruzzi , Suor An- tonia di Iano del Bene, Suor Margherita di Mdìer Ma- nente Buondelmonti , Suor Goitanza di Matteo Gian» figliazzi. Suor Tommafa di Matteo de* Ricci , Suor ? Bar- |
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Eartolommea di Me/Ter Uberto de' Cavalcanti, e mol-
te altre. Ma fé paifato il pericolo in pochi mefi le Mo- nache ritornarono al Monaitero, non così feguì nella feconda difgrazia dell' anno 1529. quando per Timmi- nente afTedio dell' efercito Papalino i Fiorentini ftefìì fecero abbattere le Cafe, Chiefe, e Monafteri fuori del- le mura dentro Io fpazio d* un miglio } e malli ma- mente quelle fabbriche, le quali più vaile effendo , a- vrebbero dato maggior comodo , e vantaggio a' nemi- ci j e tra quefre rovine annoverar] il Monaftero di Mon- tedomini : onde alle povere Suore terminata la guer- ra j non finì la condizione dolorofa di raminghe in Firenze. Nota però il Senatore foprallodato Carlo Stroz- zi , che loro in contraccambio fu conceduto lo Spe- dale degli Ammorbati, nel quale fino al prefente Man- lio ) come nella feguence Lezione vedremo v |
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XVII.
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LEZIONE
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DEL MONASTERO DI MONTEDOMINI IL
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HNKRa i parecchi Conventi, i quali nel 1529.
per cagione deiraifedio furono rovina- ti nel contorno di Firenze , due Mo- nafterj dell'Ordine Francefcano fi an- noverano , i quali a niuno cedendo nel- |
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gnificenza , erano fioritiffimi di
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la ma
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Nobili, e facre Vergini, e quelli Con-
venti addimandavanfi di Monticelli, e di Montedomi- ni, al cui riparo concedette loro la Repubblica nell' anno 15 31. un grande , e vario terreno di dominio dello Spedale di S. Maria Nuova , avvegnaché egli lo avelie nel 1476. in dono dal Comune di Firenze , come cofta dall'Archivio dello Hello Spedale ivi fegnato al detto an« no „ Il Prato della Giuflizia concedei! dalla Signoria „ allo Spedale di Santa Maria Nuova per farvi un Laz- 5, zeretto. „ E qudto nel!' anno feguente {1 fabbricò , addimandatofi Spedale degli Ammorbati, che a tal effet- to fervi nelle lagrimevoli, e frequenti difgrazie di con- tagiofe infermità Uno al 15.31. quando nella necefli- ta di provvedere alle Religiofe Famiglie prive di Con- vento, efìfendo ltato giudicato tal luogo a propofito , per fabbricarvi due Monaiterj , parte ne fu affegnata per le Monache di Monticelli , e parte alle noftre di Montedomini, con pubblica provvigione dello ftelTo an- no; non rifparmiando la Repubblica né a fpefe per purgare da ogni infezione il luogo , né a limoline, perchè due belli, e comodi Monaiterj ivi fi murafTe- 10; e benché dalla piena del 1557. folfe faccheggia- to l'Archivio di quelle Monache, tuttavolta dalle la- pide, e da varj Scrittori ne trarrò notizie barranti a |
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Tom. L Far. IL
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con-
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contribuire alcunché all' illu/trazione di quello Mona-
fiero . II. E primieramente non di piccolo giovamento
crederei io, che foflfe il volgere l'occhio divoto alle ado- rabili memorie de'Santi, dalle quali, che fono in numero abbondevole , non fenza gran fondamento di ragione lì accagiona la bontà delle Monache . Sotto i* Aitar maggiore in ricca Urna ornata di crittalli vedefi il cor- po di S. Fallilo Martire, eftratto nell'anno 1667. .a.'26. di Ottobre dal Cimitero di Ciriaca, e donato da Mon- fjgnor Ambrogio Landucci alia Badeffa Suor Fiammetta de' Pazzi , riconofciuro in Firenze dal Vicario Generale Vincenzio de' Bardi a' 24. Dicembre dello iteflò anno, e {biennemente trasferito alla Chiefa di Montedomini nel 1668. nel dì ultimo di Gennaio , come nota il Giamboni nel fuo Diario, e predo le Monache trovai! un lungo erudito difcorfo di un tal Don Florido fcritto nel 1671. fu quello Santo Martire, credendo elfo, che il Santo Fauflo di Montedomini Ila quegli , che patì fotto Decio Imperadore , e da' Fedeli fepolto nel Sud- detto Cimitero . Ma comecché altri Santi Martiri di que- llo nome contanfi in Roma, e non dando egli docu- mento alcuno, che provi l'identità del noftro, rendia- mo in dubbiezza della fua vera Moria . Altro Corpo Santo fu donato alla BadefTa Suor Angiola Eleonora de Angelis dall' Arcivefcovo di Urbino Monfignor Ia- copo de Angelis nel 1684. col nome proprio di S. Ve- nulto Martire . Ma non fapendo le Monache negarne parte as Conventi , ed a'divoti Cittadini > che ne chie- devano qualche particella, una fcarfa porzione n'eri* mafa al Monaftero , autenticata dall' Arcivefcovo Iaco- po Antonio Morigia . Oltre a quello , dono parimente del fuddetto Arcivefcovo de Angelis è un'urna , nella quale vi fono le Reliquie de' Santi Clemenza , Clemen- te, Maffimo , e la terra di S. Angiola Martire ,-man- date alla Sorella nel 1682. Altra Caffettìna di offa di S, Vittore Martire, col braccio di S. Cada Martire , e con uno jftinco di S. Manfueu Martire confervafx man-
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mandata dall' Auditore della Ruota Romana Anfaldo
Anfaldi nel 1709. a" 31. di Marzo. Venerabile infieme- mente, e nobile è un' urna di ebano con cinque cri- ftalli contenente il braccio dì 8. Trofìmo Martire , mandata pe Ì fuo Regio Cappellano il Canonico Lu- ca Querci dalia Granduchefla Luifa di Orleans a' 12. di Marzo 1*570. con lettera dall'Altezza Sua fottofcrit- ta > e diretta a Suor Anna Caterina Federighi. Il Cor- po di quello Santo è nella Cappella Reale in arca tut- ta foderata di velluto con trine di oro venuto di Ro- , ma nel 1665. al Principe, e Cardinal Carlo de'Medici* Finalmente tra le molte altre Reliquie hanno un pez- zo di quella Tonaca di S. Francefco, che in Pifa nel- la Gliela de'PP. Minori opera maraviglie, conceduta loro dal Padre Guardiano di colà per mezzo del Pa- dre Anton Francefco Cioppi nel 1700, a* io. Di- cembre . III. Ma fé quelli facri doni denotano la benevo-
lenza de'Grandi verfo cosi ragguardevole Convento? altre facre memorie } che mi fono avvenuto a trovare negli Scrittori, come nelWaddingo, in Fra Mariano di Ogniffanti , e nel Brocchi provano con maraviglia il gran concetto di Santità di quelle Religiofe , e del loro Monaftero. E giufta V afìerzione di quelli tre Au- tori ) dirò, che di Montedomini furono la Beata Caterina degli Alberti, e la Venerabil Margherita de* Cavalcanti, mandate riformatrici della Regola di Santa Chiara nel Monaftero di Monticelli ; delle dieci Fon- datrici venute già di Caftel Fiorentino nel novero del- le Venerabili irampato dal Brocchi, tre pure fé ne leggono , e fono la Venerabile Simona degli Agli > la Venerabile Cecilia de' Caltiglioni nativa di Caiìel Fio- rentino , e la Venerabile Francefca Ginori. Inoltre lo JfteiTo Brocchi dà pure un fomigliante titolo a quattro altre acclamate in Firenze per Religiofe di fama vita» che fono la Venerabile Bartolommea de'Lorenzi, Gi- nevra Pitti , Eiifabetta de' Conti Guidi, e Terefa Mar- gherita Roflì, di cui è fcritta la vita a parte, alle qua* Y 2 li
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li debbo aggiugnere Suor Clarice Baldovinetti da'Fio-
rentini venerata non meno per i coftumi Angelici , che per la voce di Angiolo , Donna eccellente per la fnùrìca. JV. Tornando ora a ragionare della fabbrica del nuo-
vo Monaftero, convien dire, che folle gettata la pri- ma pietra della bella Chiefa da Fra Cofimo da Inci- gnano nel dì 30. di Settembre del 1541. ciò ricavan- doli da una lapida in marmo collocata al pulpito ove leggefi :■•••' MAGISTFR COSIMUS LVCIGNANENSIS
ORI). MIN. TEMPORE LAVRENTIAE LIPPIAE ABBATlSSAB ET MONI ALIVM ROGATV PRIMVM LAPIDEM IN HONOREM
DEIPARAE VIRGINIS IN FVND AMENTI?
PÒSVlt PRIDIE KAL. OCTOBRIS
MDXLI.
Ed in altra famigliarne ifcrizione polla all'Organo vc-
dcCi h memoria della Sacra fatta da Monfìgnore Al- toviti, la quale dice come appreilò ; ANTONIVS ALTOVITA ARCH. FLOR.
AEOEM D. MAR1AE DE MONTE DOMINI
DICAJAM V, NON. MAIAS MDLXXIII.
CONSECRAVIT . EAMQVE CONSfcCRATIONIS
DIE VblTANTIBVS XL, DIES iNDVLGENriAE
CONCESSIT . S. LVCRETIA FORMICONIA AbBATlSSA
Né debbo lafciar fuggire dalla memoria un ricordo pref-
(o la famiglia del Duca Strozzi, ove notato trovafi, che nel 1557. due giorni dopo la piena, fui timore, che il Monaftero nuovo di Montedomini non cadeile rutto per i notabili, e gravitimi danni farti dalle acque, furono nel Palazzo di lui trasferite tutte le Monache> ed ivi dimorarono da tre rnefi . V. E giacché con folenne anniverfario da quefte Reli*
giofe fi rinnova la memoria di Zaccaria Tondelli loro in- fìgne benefattore debbo ricordare anch'io in quefta Storia co-
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come quelli fu Fattore per molti anni del Monaftero,
fervendole unicamente per la fpezial devozione , che avea all'abito Francescano;, quindi oltre aver egli per lo fpazio di molti anni contribuito con notabili fom- me di denaro all'ornamenta della Chiefa, e al como- do del Monaftero, morendo le nominò eredi ;, ed of- ferveremo il fuo ritratto nella Chiefa ,* nella quale in oltre conferva!! un teforo da parecchi Princìpi invidia- to , che è la Tavola del Cavalier Lodovico Cigoli, il quale con pennello fìngolare dipinfe a olio' il Martirio dì S. Stefano, in cui, mercè di una gran forzai di co- lorito) e ltudiato difegno , le figure, che vivamente e- Sprimono il concetto della ftoria , fi fpingono talmen- te fuori del quadro, che paiono di rilievo. Ma di que- lla Tavola pregiatifTima , riporterò qui il giudizio del Baldinucci al Dee. I. della Parte III. del Sec. IV. pag. 27. ,, Che diremo della grande ftupendiifinia Tavola fatta ,, da lui Tanno 1587. per le Monache di Montedomi- ,, ni, ove è rapprefentato il Martirio di S. Stefano■■ .ì 5, Qui veramente il Cigoli fi moftrò tanto fuperiore a „ fé fteiTo , quanto ad ogni più eccellente Artefice del ,, fuo tempo; e fé il defcriverla minutamente non fof- ,, fé da noi giudicato tempo perduto,- giacché all'oc- ,, chio Solamente) e non all'orecchio appartiene il dar ,5 giudizio dell'ottime pitture, potremmo dire cofe gran» „ di; ma il tutto tralafciando vogliamo far noto fola- ,, mente, che quefta Tavola al parere di uomini fegna* ,, lati nell'Arte , e fra quelli del celebre Pietro da Cor- ,5 tona , fu predicata per la più bella dì quante pitture „ egregie poflìede la noftra Città , che in ogni tempo fu „ madre di fingolarifllmi ProfelTori ; ed è concetto uni- „ verfale, che quando il Cigoli non averle fan' altro, „ che queir* Opera , farebbefi con eiTa fola a gran ra- >, gione guadagnato il nome del Coreggio Fiorentino, „ Sappiamo, che T Artefice per condurla , fece una^ „ gran quantità di penfieri , difegni, e modelli, a fine ,, di difpor talmente le figure di quei fatelliti lapida- „ tori del Santo , eh* elle non fi thaflero i falfi T un „ coir
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a, coli'altro, co fa , che lo ft-eflb Cigoli diceva avere of-
,-, fervala in opere di pittori per altro lodati , ma po- u co accorai nel concertare gli atti delle figure loro ,, Sin qui il Baldinucci, cui aggiungo il pe-nfie.ro del Ci- goli per isfuggire l'accennata dtfficultà di dipignere i lapidatori , ed è T ave-re effigiato i farci-]iti quali fui li- ne del martirio del Santo, tutti addoflò a S. Stefano, i quali in attitudine maravigliofa vogliono dare V ulti- mo colpo al Santo Levita. Ma per tornare onde ci di* partimmo, all'amorofo Benefattore Zaccaria Tondelli , fembra, che giurìa la tradizione il poffa veramente di- re ? che egli fo0e la perfona, che col proprio danaro arricchì di una Tavola sì nobile e la Chiefa, e la no- ftra Città , e però la teira del vecchietto con bar- ba piccola, che fi vede in lontananza della Tavola.. ,daila parte del Vangelo , fi dice , che fia il fuo ri- tratto al naturak. VI. E rimanendo poche altre co fé da defe riverii di
quella Chiefa, oflerveremo in primo luogo un grandiefo andito con due colonne di pietra, che folxenendo la volta rendono di fopra più ampio il Coro delle Mo- nache., A manritta entra/1 in Parlatorio, ove1 fulla porta della claufura vederi una Nunziata di terra cot- ta di Luca della Robbia, ma non è delle- più belle , uè delle meglio confervate. Entrati in Chiefa a man- ritta dirimpetto alla foprallodata Tavola ev-vi la Cap- pella della Nunziata. Il Baldinucci , e il Cinelli vo- gliono, che fia tavola di Alelfandro Allori, ma oltre- ché non vi -ho'«Hervato la maniera del colorire di A- leflandro , non mancano in eifa diferti, de' quali non era capace il bravo. Pittore ; e in effa màffimamente fi vuole difettofo il braccio deffoo di Maria , e fi po- trebbe dubitare, che fofTe peravventura una delle pri- me pitture dell'Allori giovanetto* ficcome nella Volta di quella Chieia vedefi uno sfondo, ove ha dipinto il Veracini Maria in gloria , ciò facendo egli neJ primi anni de' fuoi ftudj , co' quali pofeia è giunto a quel credito, che giufiamente rifeuote da Firenze, e da al- |
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tre Città . Tre Armi fi veggono a quella Cappella del-
la Nunziata; in alto 1* arme de'Mini del Giglio , nel- 1' imbafamento della Tavola alla deftra le catene degli Alberti^ a finiftra i delfini de* Pazzi . L' Aitar maggio- re è in ifola con in mezzo un Crocifitfo di rilievo, e nel!' alto in facciata della Tribuna una Tavola di Santa Chiara, che non mi fono avvenuto a trovarne 1- Auto- re . Nelle bafi del grand' arco della Tribuna vi fono due Armi degli Strozzi, e de' Ridolfi infigni refUura- tori della Chiefa ; al cui ornamento convien dire , che contribuiiTero dimolto anche i Mini , vedendoli in più luoghi affilia Tarme di quella Famiglia, con che fem- brami di avere illuftrato appieno e Chiefa, e Mona- stero di Montedomini. VII. Sebbene non voglio omettere una notizia co-
municatami dai Sig. Manni, cioè, che l'anno 1373. eflen-do il Monastero di S. Maria di Ricorboli fuori della Porta a S. Niccolò defìituto d'oflervanza regola* re, e fcarfiifimo di Religiofe ilatevi dell'Ordine Bene- dettino, e volendo 1' Ordinario farvi rifiorire la per« fezione, non feppe ciò mandare ad effetto , che con lo fcegliere per nuova BadelTa del medefimo Convento Suor Luifa del fu Taddeo de' Bardi efemplariflìma Mo- naca di Montedomini. |
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LEZIONE XVIII.
DEL MONASTERO DI MONTICELLI.
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O non pollo introdurrai meglio nella
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Storia del Monafiero di Monticelli j
che col farmi a parlare del Cardinale Ottaviano degli Ubaldini , che volle edificare un magnifico Convento fuori ài porta a S. Piero in Gattolino alle Monache di Monticelli detre le Romi- te , e gettandone egli la prima pietra aielP anno 1260, accrebbe con cjuefta fabbrica la gloria al fuo nome. Era flato promofTo al Cardinalato da Papa Innocenzio IV. neir anno 1244. ed il novello Porporato fatto dal- lo iteiTo Pontefice Generale di Santa Ghiefa non po- co contribuì alla liberazione di Paima dall'oiiinato atte- dio di Federigo, e con nuove prove del fuo valore con- quiftò le principali Città della Romagna ; pofeia di A- leflandro IV. Legato prefedè allearmi Pontificie contra il Re Manfredi , e nientemeno felice in altri impieghi liberò Bologna dall' Interdetto , e cooperò alla pace tra5 Guelfi, e i Ghibellini fatta da Gregorio X. in Firenze nel 1273. la quale tofto imbrogliatali , e volendo Gregorio ufeire di Firenze } fi portò infieme col Cardinale nelle terre degli Ubaldini in Mugello a paflarvi la irate, E ben- ché di così illuftre Cardinale molti Scrittori rammentino cole gloriofe, io diporterò un breve? ma grande elogio, che trovafi in un Libro fcritto a penna coperto di affé e fegnato X. nella Libreria di Ogniilanti allo fcarfale ter- zo , ed è il feguente ; OBamanus Ubaldini de Mlorentia , Cardinalis tum generis fylendore , tum opim magnitudine |
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inter Cardinales .cenfebatur Trinceps. Trovali pure di det-
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to Cardinale una medaglia forfè coniata in occafione del-
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la pace fopra riferita, mentre vi ofìTervìamo nel rovefcio
da un'ara, fuoco> e due Vergini verìali. |
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Ma tornando al Monaftero, sì bel monumento della pie-
tà di quefto Porporato , cui coiiato era 80. mila feudi , fé ri ma fé atterrato da* Fiorentini nell'arlèdio del 1529. viva maiferopre però farà la memoria di sì gtan benefat- tore nelle Monache , le quali parlate pofcia in via del Tempio dietro a S. Croce, aprono a noi in quefta le- zione una Chiefa, o ilvvero un teatro di maraviglie. II. E per cominciare a ragionare delle Sacre Reli-
quie , convien dire effervi quattro corpi di Santi Martiri col nome proprio di ciafeuno, e fono S. Placido , S. Fi- denzio * Si Fortunato > e S. Calcedonio , dicendo il Giam- boni nel fuo Diario, che Placido fu Cittadino Romano , e Calcedonio fu fanciullo, che tale lì ravvifa dalle affai piccole coitole, e oifa . Nello tìerTo Diario ieggefi anco- ra , che di S. Placido una notabile porzione fu donata al- le Monache di S. Agata , e che ài S. Fidenzio in Can- cleli fiavi una gamba , tenuta in gran venerazione . De* Santi Calcedonio , e Fortunato fi conferya la memoria della traslazione nel 1651. nel qual anno Innocenzio X. diede licenza all' Arcivefcóvo di Fermo Gio: Batiiìa Ri- nuccini di potergli eltrarre dal Cimitero di S. Caliito , e di farne un dono al Monaitero di Monticelli in Firenze, ove collocati in dorate urne, ed intorno di rilucenti cri- fìalli adornate, tutti quattro ripofano nel Coro interio- re»?. I. Par. IL Z re, |
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re , folo vedendo^ efpo/H fopra ricco Altare in mezzo al-
la Chiefa. Nel terzo giorno di Pafqua di Refurrezione, in cui Ci folennizza la funzione della Sacra , fatta da Lo- dovico Sernftori Vefcovo di Bitonto nel 1555. oltre a quefti Sacri Corpi y/altre Reliquie ù annoverano , come il mantello di S. Francefco d'Affili, la di lui itola, con la quale» è tradizione , che il Santo cantarle il Vangelo di Pafqua nella prima , ed antica Chiefa di; Monticelli. Si conferva il velo nero intero di S. Chiara di Affili, che "Ella mindò loro in fegncVdel fuo amoreV o pìutroito della eitimazione ,4che faceva della fantità dffqueftos Reiigiofo luogo, alla cui offervanza molto cooperò la Beata Agne- fa forella di-Santa. Chiara, mandata dal-Mon-aftero di San Damiano d' Affili per Badeffa delie noftre Monache di que' tempi , come oiTerveremo dalla Storia dell' antico Monaitero , che fra poco illuftreremo . III. Prima però debbo qui arrogere alle date noti-
zie delle Reliquie una vifìta da me fatta con licenza de* Superiori al belliffimo Coro delle Monache, che è5 per vero dire , un teatro flupendo della più tenera divozione di quelle nobili Suore , ed un luogo adorabile per la ma- ravigliofa difpofizione delle infigni Reliquie , che abbia- mo di fopra fommariamente accennate, ma effe richie- dendo una più diligente offervazione, noterò in primo luogo, che full'Altare5 che è ìfolato in mezzo al Coro, adorali una Croce alta più di un braccio di raro lavo- ro, tutta di argento contenente in quantità non piccola del legno della Santa Croce , una Spina del Signore , e offa di tutti i Santi Aporfoli trasferite da una Croce an» tica dal 13 81. Ivi pure vedefi un gran reliquiario in forma di un quadro centinaio con cornice , e rilievi d* argento in parte dorati, difegnato con finiffimo gufto dal Sig. Giufeppe Ruggieri , nel quale avvi la Cappa di S. Francefco con la fua Stola , ed il velo di S. Chiara lafcia- to per teilamento da effa a quefto Convento. Dei quat- tro corpi de'Santi foprannominati, uno, che è quello di S. Placido, giace in vaga, e ricca urna fotto il detto Alta- re .* S. Fidenzio viene dalla banda del Vangelo , e dalla par-
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parte dell'Epiiìola, in fomiglianti urne danno ì Santi For-
tunato , e Calcedonio. Un* altra ragguardevole Reliquia della B. Agnefa confervafi dalle Monachete quali ne a- vrebbero voluto tutto il corpo , e con qualche merito > avvegnaché la detta Santa , come fi è detto , fu la», prima Badefla di Monticelli data da S. Francefco a Firen- ze : la reliquia adunque è il ceppo d'una orecchia della Beata mandato da Monfignor Carlo Vefcovo d'Affili con lettera fua del dì 5. Agolto del \6go. nella quale dice, che avendo egli {coperto il corpo della B. Agnefa , men~ trechè contìderava qual ofìfo tagliare , da fé ftaccoffi quel ceppo dall' orecchia, che è quello, che dal Vefcovo mandato al Cardinale Colonna venne poi nelle mani delle noftre Monache. Dirò pure quanto forfè per me felice quel gior- no , nel quale pofi indegnamente il piede in queito Ven. Monaftero ; pofeiachè defiderando io da gran tempo di ve- dere il Sepolcro della B. Chiara Ubaldini, benché voto e fpogliato di sì preziofo Corpo, qui ebbi la confoiazio- ne di attentamente olfervarlo , veggendofi il dinanzi, che è tutto di marmo bianchiffimo, iltoriato con baffi rilievi lapprefentanti un Tempio, o (avvero un loggiato con co- lonne , ed in aria Angioli , volatili , ed appiè alberi, Lioni, e Uomini, e Donne veititi in abito di penitenza, e nell' orlo del fepolcro leggonfi i feguenti verfi leonini Vita preclara refulgens nomine Clara
, Norma reclufarum Spectdum Jine turbine clarum Inclita cun&arum C7^ iacet hic famulamm, e finalmente ricordar mi giova una cafifa di noce , nella
quale con gelofia fì confervano e le autentiche delle fud- dette Reliquie, e moltiffime cartapecore, tra le quali la più vetufta, che io leffi, era una Bolla d'Indulgenza da Papa Onorio III, nel 1216. loro conceduta. IV. Or venendo al gloriofo incominciamento di Mon-
ticelli , e dovendoli parlare ài cofe aifai vetulte , e ma- ravigliofe, non potrei ciò meglio fare, che col valermi delle notizie di uno de* gran lumi della Storia Fiorenti* Z 2 na,
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che è Stefano RofTelli > Autore ài un Sepolruario, opera
ferma a penna , ma che vivamente fi deriderà alla pub- blica luce. La relazione adunque del Monastero di Mon- ticelli , detto Monte Celio , farà quella , che io con le fleffe parole del fuddetro Rofìfelli qui riferifco ,, \J anno j, 1213. eflendo il P. S. Francefco andato a Marocco per „ conseguire il martirio, ed effendofi nel medefimo tem- }) pò dilatata la fama della Madre S. Chiara , alcune de- ,, vote donne ad imitazione di quelle di S. Damiano, (1 ,, rinchiufero in un anguito luogo fuori della porrà a S. ,, Friano, vicino alla Chiefa di S. Donato, oggi detto S. „ Sepolcro . Tornato S. Francefco di S. Iacopo di Galizia , j, fentendo come quelle Giovani fi erano rinchiufe per fer- ,, vire a Dio , e che defideravano la fua direzione , loro „ diede la Regola, e fece venire d'Affifi la Beata Agnefa ,, forella ài S. Chiara. Quefta reile il Monastero fino all' ,, anno 1253. nel qual tempo richiamata dalla forella, fé „ ne ritornò a S.Damiano, lafciando in quello Monaltero 3, in fuo luogo per Ahbadeffa la Madre Suor Chiara de- », gli Ubaldini, che molti anni lo governò. La fama della ,, bonrà di quelle Verginelle, e della loro Santità il f par fé „ in queito tempo per tutto il Mondo: e chi vuole più „ particolarmente faper la fantità della nuova Badefla , ,, legga la fua vita deferitta da D. Silvano Razzi. Onde » none gran fatto, che il Padre S. Francefco, per effer 35 quelle Madri molto olTervanti , portaffe a quel luogo „ particolar afletto, e perciò quando venne a predicare >n » Firenze , fi fermò in queito luogo tutta quella Quarefi- 3, ma, e vi cantò l'Evangelio la mattina di Pafqua. In- 3, tanto la B. Chiara degli Ubaldini tirate avea al fuo Mo- ,, reitero due nipoti, forelle del Cardinale Ottaviano degli 3, Ubaldini, il quale confiderando l'anguftia di quel Con- 3, vento , e lo feomodo, con che vi itavano dette Madri, ,, fi rifolvette ài far loro da i fondamenti a fue fpefe un 3y nuovo Monaftero, e lo cominciò fuori della Porta Ro« ,, mana , oggi detta S, Pier© in Gattolino, con edifìzio „ grande, e magnifico in onore dell'Alfunzione della Ma* „ dre di Dio, la qual fabbrica in breve tempo fu perfezio- na- |
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0 nata. E benché l'anno del pafìaggìò delle Monache del
„ vecchio Monaitero al nuovo fia a noi ignoto , per tra- ,, dizione , e l'afferma il Padre D. Silvano Razzi nella vita 5, della B. Chiara , che ufcendo le Monache dal vecchio ,, Monaitero, cominciarono fenz' opra umana le loro cam> „ pane a fuonare , ficcome ancora quelle dell' altre Chiefe „ circonvicine, e del nuovo Monaltero,, Fin qui il fo- prallodato Sepoltuario, cui aggiunger debbo, che la B. Chiara degli Ubaldini, al fecolo addimandata Avvegnen- te, era figliuola di MelTcr Albizzo di Ubaldo degli Ubai- dini,e moglie del fu Conte di Gallura de* Vifconti di Pifa fondatori del Campo Santo , e le due nipoti foreìle del Cardinale addimandavann Suor Lucia, e Suor Giovanna. V. E perchè renano altre memorie ragguardevoli di cofe feguite dall'anno del pafTaggio al Monailero nuovo, fino alla rovina del medefimo , principierò da una lite accennata dal chiariffimo Senatore Strozzi lad- dove ei porta delie Notizie di San Miniato al Monte, ed è ciò nel codice XR di fua Libreria, ove così dice „ L* ,, anno 1254. Papa Aleffandro IV. a richieda del Car- „ dinaie Ottaviano degli Ubaldini, e fotto pretefto > „ che alle Monache di Santa Maria di Monticelli per „ la lontananza della Città mancatfero le limoline da ,, poter foitentarfi, loro concedette quello Monailero di „ S. Miniato con tutt' i fuoi beni, con condizione, che „ in avvenire fi doveffero chiamare le Monache di S. Mi- „ niato a Monte . Ma a quella conceffione fi oppoie Andrea „ de' Mozzi Vefcovo di Firenze in nome del fuo Vefco» „ vado, e l'Abate , e i Monaci del medefimo luogo co» ,, sì vivamente , ed oitinatamente, che coli* aiuto della „ Signoria di Firenze fi refe impoffibile alle Monache „ averne il pofleifo ; onde dopo una lunga lite firacche „ l'una parte, e l'altra Tanno 1291. ne fecero com- „ promelìb nel Cardinal Matteo del titolo di San Lo- s, renzo in Damafo, e nel Cardinale Iacopo Colonna „ del titolo di Santa Maria in via Lata, con patto ef- „ preflb però, che il detto Monailero di San Miniato 5> con T abitazioni, che gli erano d'intorno, fuppelle* » tili>
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4 tiliVe ornamenti deputati per ufo del detto Mona*
„ Siero, e tutte le Sue ragioni Spirituali dovettero n- M manere al detto VeScovado , e Monaci 9 e che folo ,., poteifero arbitrare ne' beni temporali , mobili ed j, immobili5 i Sopraddetti eccettuati. Ma poco, o nien- ft te credo, che ne cavaiTero le Monache, e forfè non ,., fu mai Sentenziato, perchè non fé ne trova memo- 5, ria alc-una. .,> VI. Sin qui il ricordo dello Strozzi riferito dall'
erudito Domenico Maria Manni al Tomo IX. de' Si- gilli , mancandovi però la particolarità del luogo, ove fu fatto il comprometto, £ dei Notaio ; due cofe> che ho trovato io in una copia prefìb il Chi-arifs. Canonico Ei- fcioni , ove leggefi : aUum in falatio Thome Sfigliati de Mozzis ngj. rogami t S'er laminef olino. Perjecli db Toggihonfis'. Nell'Archivio di Santa Croce tra le me- morie dimoihanti 1' antichità di quello Convento avvi un Breve di Urbano IV. datum afud Montem Flafconem an~ no 2. Fontif. 1262. nel quale il Papa leva ai Minori V amministrazione temporale del Monastero di Monticelli, divieto, che durò poco, conciofiachè ivi pure legge!] uno Strumento rogato da. Set Benvenuto di Ser Ridol- fì an. 12S.6. che è una carta di procura, nella quale Soror loanna Ahhatijfa de Montecelio , & Sorores, ad emendimi unum fetium terre in fop. S» lacohi Inter fo<veas faciunt frocuratorem Coniserfum Fratrem Clarnm. Gio: Villani nel lib. X. cap.. 58. trattando della costruzione della Porta a San Piero in Gattolino , dice, che era prelfo alle Donne di Monticelli , ed invero era di molto contigua , fapendofi per appunto, che il Mona- fiero era Situato fui poggio , che divide la Strada Ro- mana dallo Stradone, che conduce al Poggio Imperiale3 poco più di un tiro di archibufo lontano dalla fonte, che al principio dello Stradone fece fare M. Maddalena d" Aurina Granduchelfa di Tofcana. Ed il Villani « dove parla della Suddetta Porta, dovea dire edificata Sul ter-, reno delle Monache, come dalla Seguente carta esilien- te nell'Archivio della Certofa alla calfetta B. numero 521.
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521. come appreso „ 1339*. Novembre al Convento del*
,, le Monache di Monticelli vicino a Firenze il Comu- 5, ne di Firenze fa provvigione, che fia rintregato il Mo- „ naftero del valore, che fu ftimato il terreno apparte- „ nenie a detto Monaftero, pofto dalla Porta nuova di j, San Pier in Gattolini fino alla via del Ronco oc- ,', cupatò dal Comune di Firenze frante la costruzione h delle nuove mura, fopra di che furono deputati con s, balia Aldobrandinus q. Lapi Tanaglie, Petrus Gugliel- ,, mi) & Barone Cappelli. Ego- Gerardus fiL Ser Arri-' ,V ghi de Vico Fior. Ego Santi Bruni de Lama Fior, 5, Diecejìs ,, '• - VI. E per dire alcunché della fantità delle noftre
Suore noteremo in primo luogo, che il Gamurrini Tom. HI. parlando di quefto Monaftero , riferifce , che una Monaca di Monticelli della famiglia dell' Amelia an- dane a governare il Monaftero di S. Margherita in A* rezzo, introdottavi da Cofimo de* Pazzi allora Vefcovo di quella Città > e giufta varj mariofcritti, ed uria Cro- nica prendo le Monache fi nota, che in quefto Mona- ftero con fama di bontà (ingoiare, oltre la fuddetta B. Chiara } della quale teftificano la fantità alcuni miracoli 1-noftrati dal Signore , fiorirono le Venerabili Suore , Co- flanza Donati, di cui Dante parla in più Canti, Suor Filippa Medici, Suor Elia Pulci, che morendo nel 1320. predille, che il Convento fi farebbe partito dalla ftret- ta oiTervanza, in cui era a fuo tempo: ma pofcia rifor- mato riacquiiierebbe la perfezione, e bontà di prima: lo che feguì nel Pontificato di Eugenio IV. il quale dal Monaftero di S. Lodovico di Bologna cavate quat- tro Monache di fama molto religiofa, con due altre del Monaftero di Montedomini le introdulTe nel noftro Convento, per la qùal cofa ritornarono alla priftina oiTervanza fino a venire dipoi in tanta ftima, e cre- dito di bontà , che nel 1^75. al dire delle Croniche de* Frati Minori, e di quefto Monaftero, Fra Salita- ne Generale Miniftro de'Minori, mandò alcune di que- fte Religiofe a governare il Monaftero di S. Chiara di Pra-
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Prato * Kè fti'Ii che fi giudichino fuor di proposto
le appiedò notizie , cioè a dire tre Memoriali a Papa Giovanni XXI. per la licenza a quelle Monache di ufcire dal loro primo 3 e povero Monaftero , per paf- fare al magnifico nuovo Convento fatto loro dal Car- dinale foprallodato * Il primo Memoriale jè del Capito- lo Fiorentino, effendo Sedia vacante , il fecondo del Guardiano 5 e Frati Conventuali di .$. Croce , ed il terzo di Fra Ubertino priore di S. Maria Novella , e de'fuoi Religiofi, tutti e tre del 127^. , ed in elfi Ci fuppone morto il Cardinale Ottaviano, poiché è nomi- nato con quella forinola felici r recordationis Cardina- lis OBaitantis. Ma Fra Mariano di QgnirTanti nella Vita, che .ferirle della B. Chiara degli Ubaldini fa vi- vo il Cardinale , e che intervenirle alla ProceiTione fo- lenne dd paflaggio faddetto , e una copia di tali Me- moriali trovai] preilo il Signor Canonico Bifcioni lib. coperto ,di .corame legnato 70. a pag, 29^. e feg. VII. £ già volendoli ragionare della moderna abi-
tazione di quelle Monache, principieremo dalla guer- ra , che .obbligò i Fiorentini, per ■ cautelari! dagli alfe- dianti j a rovinare T antico magnifico loro Convento . Ed avendone fcritto parecchi Autori, mi piace ritornare al Sepoltuario del RolTelli, ove fegue a dire così,,Abi- „ tarano le Monache in queito luogo fino ali' anno ,,' 152.9, nel quale eilendo la Citta di Firenze in guerra „ con Papa Clemente VII. ed afpetrando l'atTedió, co- j, me feguì, eilendo in quel tempo AbbadeiFa la Ma- „ dre Suor Chiara di Carlo di Iacopo Baroncelli, loro ,, fu fatto .comandamento da chi reggeva allora la Cit- „ tà, di ufeir di quivi, e di ritirarli in Firenze, co- ,, me feguì la fera deJ 21. Settembre di detto anno, „ che n'ufeirono in numero di fettanta fra velate > „ novizie, e fervigiali ; le quali furono tutte benigna- ,;, mente ricevute da AlelTandro di Gherardo Cerimi, ,, in cala i Frefcpbaldi da S. Spirito, dove egli (lava „ a pigione, ed alli 21, di Ottobre feguente fu per „ comandamento della Signoria quel Monaftero fatto ?; ro-
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„ rovinare, e Fu itimato*8o©ooa ducali, ed alle Mona*
,, che per cinque anni continui convenne abitar per le ,, cafe de'Secolari, prima che veniffero a ftanziare do- j, ve fono di prefente. La perdita in oltre , che fecero le j, Monache del loro antico Monaftero , fu accompa- j, gnata dal danneggiamento di altre Cafe , che aveano ,, in quel luogo , le quali furono in quel tempo rovi- „ nate. L'anno poi 1531. ottennero con gran fatica per ,, loro abitazione una parte dello Spedale degli Appe- 5, fiati 5 quale ebbero a far purgare a loro fpefe , e }) volendovi murare per ridurlo a loro ufo > e non 5, avendo chi loro deffe aiuto 5 per effere la Città 5, impoverita , ottennero dal Papa un Breve di poter 5, vendere per feudi Soo. di beni 3 con i quali , e_# 55 con le doti delle Fanciulle, che di nuovo venivano .5 alla Religione , fi murò , e fi ridurle quello luogo 55 nel grado , che di prefente fi trova 5 nel quale fu* „ rono introdotte le Monache Panno 1534. la vigi^ 55 lia del Corpo di Criito , ufeendo a ore 7. di cafa 5, di Francefco Nafi , ove erano irate tre anni , con j, pagarne la pigione a ragione di 72. feudi Panno. 55 È perchè nei tramezzo , che le Monache fletterò per ,5 le Cafe d'altri , morirono da dieci di loro , fque- 5, fte furono feppellite in depofito a S. Croce 5 neP j, qual luogo , quando le Monache vennero in Firen- 55 ze , fu anco mandato il Corpo della B. Chiara Ubal- 55 dini 5 la quale i Frati non hanno mai voluto* re- 55 ftituire , ma fé la confervano appreflfo di fé , aven- 3, do folamente refHtuito alle Monache l'Arca di mar» ,5 mo 5 nella quale era ripoilo ,, Fin qui Stefano Rof- felli j ma d' onde egli fi cavi quefV accufa di furto data a' PP. Conventuali , io non lo fò , fo bene 5 che fono fcoifì due fecolij ne* quali fé noi fiamo all'ofeu- ro 5 dove polla eflere quelto Sacro Corpo , affai più ne fono al buio i Padri di S. Croce . Tuttavólfà-.* direi alcune mie congetture, o fìvvero fofpetti ,-e pri- mieramente 5 che polla qualcuno de' Padri Minori fui timore di faccheggio della Città averlo -nafcofo^fegi'e^ Tom. L Par. IL A a ta- |
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tamente in quel!' ampio Convento , e che premorendo
il Religiofò alla pace fatta , fenza avere avuto como- do , o tempo di rivelare il fegreto , le reliquie del- la Beata Chiara fieno tra loro fenza faperne il luo- go . Si potrebbe anche dire jj che le Monache venute in Città , e gelofe del preziofo depofiro non confe- gnaffero altrimenti àJ Padri il Corpo, ma folo la Cafla chiufa , ritenendo preifo di loro il Corpo , e pofcia alcune di effe , giuiia il Poccianti , annoiate di fia- le in cafa de' Secolari , avendo ottenuta licenza di entrare nel Monaftero di S. Chiara , con feco lo por- taiTero , tanto più , che il Cinelli nelle Bellezze di Firenze pag, 170. nel ragionare di detto Mona/tero dice , che in S. Chiara ripofa il miracolofo Corpo della Beata Ubaldini . Finalmente replicherei quanto ho detto nella II. Lezione di S. Croce , cioè , che avendo que* Religiofi in una Sepoltura della Sagre- stia trafugato quanto aveano di preziofo , vi poneffe- ro altresì per lo fteiìb fine il Corpo della Beata , che era riccamente vestito , e di gioie adorno : ma efìfendofi votata da' ladri la Sepoltura , da quelti furie anche involato il Sacro Corpo . La Calla s o fia Ai% ca di marmo vota del pregevole teforo anche in oggi fi vede , e ne abbiam favellato di fopra , Vili. Che fé il moderno Monaftero ad ufo co-
modo , e a vaghezza non mediocre ridotto lo. vedia- mo , devefi alla liberalità magnifica de' Senatori An- ton Maria v-e Giulio de* Nobili, i quali a proprie fpe- fe gran parte ne fabbricarono , ed oltre a' detti Se- natori » benefizio notabile hanno ricevutole Monache> e d& Qiannozzo Salviati , e dal Marchefe Simone Za- ti j le cui nipoti Suor Criiiina , e Suor Elena figlie di Giulio Za ti fuo fratello vennero chiamate a parte dell' eredità del zio morto in Palermo . La Chiefa è piutroilo piccola > ma vagamente ornata , avente buo- ne favole » ed orti ma architettura , con parecchie la- pide Sepolcrali d* iUuftri Perfonaggi . L'Aitar mag- giore è ornato di pilaitri di pietra ferena d' ordine Do-
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Dorico col: difegno di Pier Francefco Silvani ; la ta-
vola dell'Aitar maggiore è dipinta a frcfco da Vin- cenzio Meucci . L'Architettura della Volta è di Monsù Giuieppe Sciamali Lorenefe , con le figure fatte dal fuddetto Meucci , ed a i due Altari laterali veggonfi effigiate da Carlo Portelli, da Loro , da una banda la Concezione,, e dall' altra la Natività di Crifto . Ali1 entrare in Chiefa a mano, manca alla parete un Se- polcro di ricchi marmi, e di vaghe figure di rilievo fi trova col ritratto di Guido Magalotti , il quale con molta fua gloria fervi a due Pontefici in cariche mi- litari , e di orrevole ftima nelle guerre di Ungheria , morto nelT età fua di anni 68. come notai! nel fe- guente epitaffio : D. O, M.
VIDONI MAGALOTTO RVBERTI FIL, SENATORI FLOR.
POST OPERAM SVMMIS PQNTIFIC1.BVS CLEMEN. Vili. ET PAVLO V. PANNON1CIS CAETERISQVE IN EX- PEDITIONIBVS STRENVE NAVATAM AC LXVHI. AN- NOS CANDIDISSIME EXACTOS EX HVMANIS AD IMMORTALITATEM EVOCATO OCTAVIVS MAGALOT- TVS SACRAE STEFANIANAE MILITIAE EQVES FRATRI DESIDERATISSIMO EX TESTAM, POSVIT AN. MDCXXII. Sotto al Coro nel pavimento vedefi in un laltrone di
marmo con baffo rilievo in abito Monacale affai an- tico , T effigie di Suor Elifabetta Reiigiofa di Monti- celli , e nata dalla Nobile Famiglia de' Conti di Batti- folle j con quefti verfi : Religioni* afex , Comitum generofa propago 5
Qnos Battifollis fama novella njocat , Sponfa Dei , morum cultrix > exemplar honefti
Mokilis Helifabeth {lauditur hoc lapide . E più fu verfo l'Aitar maggiore in marmo fimile gia-
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ce Giànnòzzò Salviati cori abito Civile , datò effe ndo *
come già fi è detto , benefattore infigne del Sacro luogo , e le parole intagliate dicono ; IANWOTIO SALVIATI BENEFACTORI MONIALES S. MARIAE
DE MGNTICELL1S P. AN. SAL. MDLXXV. Segue poi altra lapida fatta con magnificenza, e con
l'Arme della Famiglia de' Nobili , illultratafi nel Prin- cipato di Senatori, come de'fupremi onori nella Repub- blica ; e nel 'marmo Sepolcrale Icggefi come appreilb : ANTONIVS NOBILIS
PATRITIVS FLORE NTINVS ALEXANDRO PRIMOGENITO MIRAE EXPECTATION1S IMMATVRA MORTE CORREPTO SIBI P O S T E RIS QyE S V I S POSVIT AN. SALVTIS MDLV".
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E fra così illurtri lapide , e ritratti pare cofa ftrana ,
che non vi ila un bullo in onore , e per memoria di Papa Sirio V. il quale efiendo femplice Frate in S. Cro- ce , durò parecchi anni a confeffare querce Nobili , e facre Vergini, le quali poi per Breve di Pio V. paf- farono al governo dell' Ordinario . Finalmente notere- mo un incendio grandifììmo, che nei 1674. a* 18. di Febbraio abbruciò parte di quefto Convento , refcan- dovi morte due Monache, una de* Ricci, l'altra de' Comi v ■• "/y':; -C-'; »■•> IX. E qui per fine mi fi conceda fare ritorno
all' antico Monaftero , cercando in ella un raro efetn- pio di purità , che lafciò a quelle Suore , ed infie- rae a tutta la Città di Firenze la B. Suor Coftanza , ai fecolo addimandata Piccarda Donati. Di queffa ram- mentar!, da D. Silvano «Razzi parte II. che per for- za da Meffer Corfo Donati 'fuo genitore fu levata di Convento , fpogliata dell3 abito Religiofo , e con- dannata alle nozze mondane , nel qual frangente ef- fe ndo gcnufleffa appiè del Crocififfo Spofo dille Ver«I gì ni
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gini con fervente orazione , e copìofe lacrime ottenne
nel dì innanzi alle desinate nozze una infermità, che coprendola di piaghe fchifofe , e fetide in maniera , che niuno de5 domeiiici poteva accollarli alla Came- ra , e così per otto giorni penando , munita pofcia de' Santiffimi Sagramenti , e ricopenafi della fua Ve- fìe Francefcana , fi morì ; volando al Cielo nel Coro delle Beate Vergini , come di Lei ferirle Dante , Can- to III. del Paradifo : Io fui nel Mondo Vergine Sorella ,
E fé la mente tua ben mi riguarda j Non mi ti celerà l' effer più bella j Ma kiconofcerai , eh* io fon Riccarda ,
Che yofla qui con queff' altri Beati Beata fon nella fpera più- tarda . E lo fteflb Poeta nel Canto 23. del Purgatorio fa di-
re a Forefe fratello di Piccarda . ■'■■■ H ir; ■ *■ ;■■
La mia Sorella , che tra bella , e buona
Non fo qual fojfe pù , trionfa lieta Neil' alto Olimpo già di fua corona. Ma di altre maravigliofe cofe di quefta Beata meglio
potrà fodisfarfi il mio Leggitore nell' aggiunta , che mi piace di fare al fin qui detto del Monaitero dì Monticelli , riportando io fedelmente le Vite di al- quante di quelle BB. Religiofe j che fcriiTe a penna , e con diligenza nel 1515. Fra Mariano di OgnifTan- ti , il cui originale è prelTo il Signor Canonico Bi- feioni j e fono le feguenti . 5, Della Beata Chiara degli Ubaldini et dell' Offa
* ,) d'alcune Suore da Firenze» Cap. Tertiodecimo . ,5 "VTE1 tempo, che la Beata Agnefa forella di S.
» JLNI Chiara reggeva el Monaftero di Monticegli „ da
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„ da Firenze in ogni fancìimonia in modo che era lu*
„ cerna ardente da illuminare non folo la Tofcana , 5, ma fucìa la Criitianità , era in Firenze una nobil 5, donna chiamata Avegnente della Cafa degli Ubaldi- „ ni , Zia di Ottaviano Cardinale della Sanerà Cbie- j, fa , et donna di uno nobile Cavaliere chiamato „ Galleria > donna certo piatola et di vota più dedita „ alla Religione che al Mondo fallace , Quella per 9, volontà di Dio eiìendo privata del marito , rirnafe 5) con dua figliuolini pichcli ., et una nocìe ripofan- „ dofi nel mezo de dua figliuoli, li quali quando luno ,3 et quando laltro piangevano., la madre vin&a dal ,, tedio di tale inquietudine » cominciò a meditare la j, quiete del feivire a Dio , el grande fervore delle Suo- „ re di Monticegli , et infiammata dal divino amore la- „ fciò li figliuoli j et andoifene al predetto Mona/le- }J ro ? dove dalla beata Agnefa et dall'altre Suore con j, grande gaudio fu ricevuta et vellica delio habito , ,) gli pofono nome Suor .Chiara » Et al fuo exempio do- ,, pò lei vennono dua fua nipote forelle carnale del 5, fopradetto Cardinale Ottaviano , Et tucìe a tre per- „ vennono a grande fancìità , et maxime la detta Suo- „ ra Chiara , in tanto che in vita et dopo la morte 3, rendè fplendore dimolti miracoli } et detto Mona- ji itero illuminò drento et di fuora ., Effendo adun- 5, que tornata a Scefi la beata Agnefa per volontà di # S ' Chiara aprerTandojì lei al fuo fine \ et dopo lei 3, poco tempo Agnefa la feguitò , andando amendua s, al eeleite Spofo , onde el Monajftero di Monticegli j, rimale privato della fua Madre badefla , Le Suore 5> adunque tutte dacordo elefibno in loro BadeflTa que- 5, Ita veneranda Madre Suora Chiara, la quale con gran- 5) de zelo di obfervantia rexe el Monastero , fecondo >, die haveva retto la beata Agnefa , Età nel fuo jeg- ?, gimento prudente et circunfpetta % a tutte benigna }, come propria madre naturale *> Era difcreta et com- „ paiiionevole alle inferme et lane , Era fervente a tutti j, gli exercitij humili , Et a tutte le opere fpirituali era
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,, era la prima , Et perchè era come uno fpechio nel
„ quale tutte le fue figliuole fi fpechiavono , però era- j, no conitrette da uno fantto amore et reverentia , a j, feguitare con fervore la Madre per la via dogni per- „ fettione , Et quanto le figliuole infieme con la Ma- ,, die fuflìno grate adio lo dimostrava per molti fe^ „ gni , Onde quello che acchadde a quelle felice di- ,, fprezatrice del mondo , non tacerò . Vivevano que- ;, fte Suore in fomma povertà , come fi contiene nella ,, Regola 5 Et quando lo humano provedi mento man*. j, cava , Idio le foveniva , ricorrendo loro al divino „ aiuto , Acchadde una volta che non havendo la Ca- ,, marlingha cofa alcuna da provedere alla neceffità 5, delle Suore , con fede ricorfe fecondo el loro co- 5, fiume al datore dogni bene , et ellendo entrata in „ chiefa fi proitrò in terra dinanzi alla immagine del j, Crocifixo , et dettegli le chiave del fuo offitio } et 55 con grande fede et familiarità fempllcemente gli co- 55 minciò a parlare dicendo , O Signore mio tu fai 5, che per tuo amore riabbiamo rinuntiato a tutte le ,5 cofe temporali , et al prefente fiamo pofte in gran- 55 de neceffità , et però non mi partirò mai di qui , 55 infino che tu mi provegha di alcuna cofa 5 che io 55 poffa fovenire al bifogno delle Suore , La qual fcdQ 55 riguardando el Signore mentre che faceva tale ora- 5, tióne fu chiamata alla ruota dove trovò venticinque 55 lire che da Dio gli furono mandate con le quali pro- 5) vide al bifogno delle Suore , Et perchè quello Mo- s5 naftero era hedificato fopra uno Monricello alquanto jj di (collo alla ciptà et in luogo fofpettofo per le guer- sj re 5 el quale al prefente fi domanda fantto Seppi- 55 ero » El predetto Cardinale Ottaviano, per la gran- 55 de devotione che portava all'ordine de Frati Minori ,5 et di Santta Chiara, Et ancora per amore di que- „ fta fua Zia Venerabile beata Cniara badefifa, et del- ,5 le fua forelle Suora Lucia , et Suora Giovanna , fe- 55 ce da' fondamenti riedificare uno Monaftero molto » grande et con le mura.alte , in, honore della af- 5, fum-
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,.j fumptione della Madonna preffo alla porta romana
fi della ciprà di Firenze } Al quale Monaiiero nella,, s, nocle ài lancio Iacopo di Luglio , el predetto Car- j, dinaie infieme con li frati minori et parenti delle 5, Suore accompagnò proceffiona Irniente decìe Suore le „ quali erano in numero quaranta 5 Et partendoli dal ,3 Monaiiero vechio cavorno delle Sepolture le offa de ss frati et delle fuore già quivi defunele , et porto- » ionie in una caffa dinanzi alla proceffione , Era an- j, cora in deità proceflìone .el Mantello che S. Fran- sy cefco haveva lafciato in quello Monaiiero , et così 3, la Stola che cantando lo evangelio haveva portata, 55 Et el velo che haveva S. Chiara in capo quando j5 morì , el quale comandò che dopo la fua morte fuffi m mandato a quello venerando Monaiiero , Et quando 33 le predecìe Suore ufcirono del vechio Monaiiero per ?) andare al nuovo , le campane di tucìe le Chiefe.» 33 intorno cominciorno a fonare non da nomini fo- 5? nate , ma dagli angeli fattiti , et così feciono le caru- si pane del nuovo Monaiiero > infìno che le Suore vi i-i furono entrate et porle le offa fan&iiììme nel cimi- si terio . Era fra loro una Suora che haveva uno pie- 55 de con una horribile piaga , el quale li medici volevo- 55 no tagliare perchè non contaminarli el corpo ;, veden- ss do coilei el miracolo delle campane nel traslatore., ss quelle offa, innanzi che fi ferrarli la fepultura , pre- ?3 gò che quel piede contaminato fuffi pollo, nella bocha 33 del fepoicro , ^orando a Dio che fi degni liberarla per 33 li meriti de fua fancli , da lì crudele infermità , Et 33 apena che heb.be finita l'oratione che lei fu perfeeta- 33 mente fanata , Per leverò la beata Chiara badefla di 3, Monticegli in quello nuovo Monaiiero con V altre la- 35 ere Vergine in ogni pérfecìione di vita et grande con- :, tcmplatione in tal modo che fu più volte veduta eie-, 3, vaia in extaiì , Et havendo finito el corfo della fua 33 vita infìno alla vechieza , infirmò a morte et armata 33 cogli ecclefiaiiici Sacramenti , accompagnata dagli 53 angeli pafsò di quello mondo al Signore , lafciando :: 3> le |
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$ le fua figliuole in dolore } et gaudio, perchè il raU
5, legravono della fua gloria , et dolevano della loro ,, perdita , Et immediate che fu pattata al celeite Spo- „ fo , cominciò con li miracoli a inoltrare la fua fan* „ ci ita , Et volendo le fuore fepelirla , li Operai della 5, Chiefa Gathedrale di Firenze , da loro medefimi man- j-, domo al rMonaftero una Archa di marmo dicendo che j, quivi feppelliiììno quel corpo beato , Et eravi fcuU 3, to quelto epitaphio 5 Vita preclara refulgens nomi» ,v ne Clara Norma reclufarum Spetulum fine turbina, ,j clarum , Inclyta cttnBarum Chrifli iacet hic fawula- ,j rum . Dodici anni dopo el fuo felice tranfito , „ pafsò della prefente vita una delle fua nipote , et ,j aperfono 1* arche per mecìervi ancora lei 5 et trovor- „ no quel corpo intero et frcfcho , fanza corruptio- ,, ne alcuna con uno braccio et la mano elevata , co- ,, me fé benediceflì el populo > Onde lo cavorno fuori ,, della claufura ponendolo nella chiefa exteriore rit- ,, to al muro dove concorfe grande moltitudine a ve- ,j derlo , dipoi fu reportato nelP archa infieme colla ni- „ potè . Suora Sandra figliuola di Teghia Tolofini fu 5, concepta per voto et d3 anni quattro fu offerta et „ confecrata in quefto Monaltero , et dopo dua an- ,, ni le fua mani infistolirono , onde li medici volendo „ tagliare le dita per confervatione del ruoto } La maeitra ,, con 1' altre Suore feciono alle reliquie traslatate del ,, vechio Monaltero et alla beata Clara fepulta nelTar- ,j cha queito voto , che fé decta Suora haveffi la fa- 5, nità , farebbe fempre loro devota digiunando la vi- ,, gilia di landa Chiara in pane et aqua » et faéto el „ voto ricuperò la fanità . Nel tempo che la vene- ,5 randa Suora Magdalena da Bologna fu BadeiTa di 3, Monticegli , fu collocato el fepulcro della beata 3, Chiara in luogo più alto et honorevole , et ben- ,, che già furti Hata dugento anni fepulta } fu trovato „ el fuo corpo intero con li vettimenti , come fé fuffi ,, pallata di tre giórni , Ma el braccio che già fu tro- j, vaio elevato come fé deffi la benedicìione , hora ha- J5b „ veva
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j}« veva fopra del petto , et era tudìa tracìabile come
3) fuflì viva v Et cavato fuora del fepulchro , tre di 5, lo tennono in Chiefa per confolatione del populo > „ che con grande divotione lo venne a vifitare infie- )5 me con meifer Criliophano Vicario dello Arcivefco- 3j vo di Firenze et moki docìori et canonici , li quali 3, per reliquie fi ferborono de' fua veli , et con gran- 3, de devorione la rimedono nei decìo fepulchro . Il $ig. Manni trova , che queflo fu M. Criftofano del
foggio Arciprete della Cattedrale dì Bologna , a Vi* Cario Generale di $. Antonino Arcivescovo .- j> Di Suora GoBanza def Donati
55 Cag. Quartodecimo , ,5 C Uora Goftanza fu della nobile cafa de' Dona-
» k3 ti figliuola di melfer Simone Cavaliere a Spron „ d'oro, et la più bella figliuola che in quel tempo fuflì „ in Firenze , per nome chiamata Picharda . Et contro „ a fua voglia fu fpofata a uno nobil giovane 3 perchè 5, più torto desiderava fpofarfi a Yesù Crilto, Et ha- }, vendo intefa la fancìirà del Monaitero di Monticegli, » infiammata dal divino amore , abandonò el padre 33 et ogni pompa mondana , Et innanzi che le noze 35 fi celebrarono , fegretamente fuggi al decìo Mona- 33 itero » et veltiflì del habito di S. Chiara . La qual 33 cofa udendo el padre infieme con meifer Corfo fuo 33 figliuolo 3 con gran dolore vennono al Monaftero 3, per cavarla via , ufando prima dolce parole , et di- 3, poi minacciando el Monaitero } Ma la fervente fpo» 3) fa di Cnfìo ftando ferma nel fuo propofito , mai >3 la poterono inclinare alla loro volontà , Onde cer- 33 corono entrare per forza nel Monastero , ma per- #3 che era circundato dalle mura alte et forte non po- 33 terono entrare , Onde penforno di tornarvi con tale s, aiuto che la poteffino cavare , et con malo animo fi 33 partirono. Et la giovane rimalta nella fua conitantia, » pie-
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„ pregò la BadefFa che la voglia veftire dell'habito della
„ Religione , La badefta veduto tanto fervore nella gio- ,, vane et tanta conftantia gli pofe nome Suora Con- „ ftantia . Ma meffer Corfo fratello di Picharda fi con* &9 figliò con uno ladro fcelerato chiamato Farinata , et „ tolfe coftui con feco dodici compagni fìmili a fé , et ,, infieme con metter Corfo vennono una node al Mo- „ nafteio , et con una fcala ài feta falirono le mura, Et „ entrati drento cercavono per el Monaftero et non ,, poterono mai trovare 1* entrata dove erono infieme 5> le facre fpofe di Crifto , Per la qual cofa fi tornoro- ì> no indrieto per quel modo che vennono , Et veden- ,, do di non havere adempiuto el loro desiderio , un j, altra volta , la node di fando Mekhiade Papa, ri- j, torno rno et nel modo di prima encrorno nella ciaufu- „ ra , Et pieni di furore come diavoli fcathenati , gii» 5, davono: Picharda, Picharda dove fé* , correvano pel „ Monaftero > et finalmente entromo dove erono tude ii le vergine infieme ricorfe all' oratione , et con vo- „ ce clamorofe et rabbia domandavono che infegnaflì- ,, no loro Picharda , ma quelle impaurite humilmente 5, rifpondevano , che non fapevono dove lei fuflì ; Et 3, poi che hebbono affai cercato , Ecco che Suora Con- ,, itantia col breviario in mano ufcì d* una ftanza do- 5, ve forfè vedeva non potere ilare più occulta , et vo- ,-) leva andartene in Chiefa , dove dinanzi all' ufcio del- „ la Chiefa quefti cani la prefono , Et pel muro del „ Monaftero la cavorno fuora per forza . Ma quanto „ fuffi el pianto delle Spofe di Crifto , vedendofi per ,, forza torre la loro compagna ,' lafcio penfare alle j, devote mente , Et quèfìo non mi pare da tacere, che „ effendo ufciti li facriìegi raptori del Monaftero , tude „ le fuore fé n' andorono in Chiefa dinanzi al Croci- „ fixo , pregandolo con molte lacrime , che della in- „ giuria fada alla fua fpofa voglia dimoftrare fegno „ che gli difpiaccia, et diegli conftantia di perfeverare „ nel fando propofito . Et effendo da coftoro ridoda 3, Picharda alla cafa del padre , lei fecondo el nome B b 2 „ Suo-
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„ Suora Con/tamia , fu confante nella fede di Iesù ì
,, faccendo amaro pianto, et li parenti gran fetta ,. ca- 5, vandogli ì3 habito della Religione per forza , et ve- „ /lironla de" panni mondani et pompofi, Et celebrate „ le folemne noze dovendo la fera entrare con lei el „ fuo fpofo , quella ù pofe in oratione nella Camera „ innanzi che entrarli nel leéto dicendo queffe parole, n O Spofo mio Iesù Cri ito, el quale con tu<fto el cuo-> » re Tempre ti ho amato et ad te ho votata la mia s, Verginità et fempre ho in te fperato et per tuo amo- 35 re ho difprezato lo fpofo terreno et tu&i li mia pa- a, renti et richeze , et nel facro Monaitero fralle tua s, anelile mi ti fono offerta, bora patirai tu mai, che a> quello che io ti ho dato mi fia tolto ? O buono Ye- 5., su , optimo confolatore , riguarda la mia afflizione 5) et defiderio , Difendimi da corruptori del mondo , „ et riempi el corpo mio di varie infermità, fa che t) ila fetente a questo fpofo mortale, et di me efea cor- to ruptione et vermini, innanzi che venga el tempo del-. ,, la violatione » O lìupendo fervore et ammiranda con- », ftantia di tanra dilicata et tenera giovane , Lo excelfo n Dio riguardando el fuo defiderio, permeile the dopo 5,, quella oratione , fubito el corpo fuo fu ripieno di „ piaghe et pieno ài vermini gettando grand ifiìmo fé- #, tore , Et così porla nel lecìo in tanta miferia di j.) infirmità, con molta patientia et rendimento di gra- >, tie a Dio , flette così octo giorni , et fortificata., so cogli fanéti Sacramenti,.et veftita dello habito di San- ar eia Chiara pafsò della vita prefente volando al eie- « lo colla palma della viatoria della fua verginità . Et 5> di quella nobile Vergine parla in più luoghi el poe- 55 ta Dante delja gloria , che lei ha in cielo , et della j, battaglia forte la quale hebbe in quella vita , Et per n molti anni npn fi pareva che d* altro fi parlarli , fé yg non di quello fervore itupendo x et dello acìo dete- „ Itabile d'eifere Hata rapita del Monaitero , et molto „ più dello ftupendo miracolo della fua infirmità , Et >, del iufto iudicio di Dio , perchè quegli dodici fee- » lerati a
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„„ kratiy che la cavorno del Monafrerto , Ih bre^e tem-
,5, pò tudi perirono di mala morte .Vedendo querfci _is legni' mefìdr Qorfo fratello di Picharda * che di -.fanw 99 to male era flato lo aurore , fu tucto compunto;, j, et per non incorrere nel iudkio divino j ventre una „ giorno folemne alla Chiefa di? fartela1 Maria di Moti- 5, ticegli- et fpogliato di tucli e' veftimenti colla cin- 5, tura al collo, dinanzi a'frati et alle fuore et gran^ 5, de moltitudine di populo , faliro in fui pulpito di- ti xe la fua colpa et fu per auclorkà del Papa ahfo- ^}1 luto della fcomunica j et ricévette h condegna pe- ù nitentia per tanto peccato ,.Et, ancorahebbe per dir M vino iudicio molte tribulatione come fu manifeilo a 55 tucla la Ciptà , perchè venendo in fofpeélo del po- ,, pulo , gli fu rnefla la cafa a fa ce ho , et lui fuggen- n do la furia del populo ufcr fuori della Ciptà per la 53 porta della croce et loro correndogli drieto, lo uc- y? cifono nel mezo della ftrada , Et; così fu di morirà ra ,., la virtù della oratione delle facrate Vergine di Mòn- ,., ticegli , da poi eh/ elle feciono confante fuora Con. » (tamia nel fuo propoiìto , et impetrorno la vendetta» ,., degli federati raptori. |
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\p Delia Beata Heìla de- fui ci.• Cay, f$$\
j, 1\TE1 tempo che quello-Monastero di Monticeglii
,, Jl^ viveva in pericola obfervantia della regola^ ,, data da S. Francefco a Sancla Clara , ci fu una per- „ fecla et fancla Suora della cafa de Pulci chiamata. „ Suora Helia , La quale oltre all' ornamentò' che ha. n ve va delle fancle virtù , fapeva per el fuo ingegno „ naturale T arte della grammaticha, ma era molto più. „ di perfecla obfervantia Regulare et di oratione et » contemplatione . Et finalmente piacendo a Dio ca- n varia di quella vita faticofa alla fuperna requie , La^ ,r percolTe di grave infermità et eflendo pervenuta alla iX estremo havendo intorno le Suore che afpeclavano «el
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?) el fuo felice fine, et parve a fufte che avefli ren-
a, duto lo fpirito al Creatore, ma poco itando chome - gì fé rifufcitaflì da morte a vita , aperfe gli ochi et co- „ minerò a. parlare, et fece venire a fé la più giovane „ Suora'del Monalterio , Edixe, figliuola mia perchè 9) per gratia di Dio fu viverai più che altra Suora di „ quello Monaftero, quel che io voglio parlare alla mia 35 mortela le lo voglio manifeftare , Sappi che quefto 3, noiho egregio convento di Suore , el quale, chome >, tu hai cognofciuto , rifplende di honefìà di vita et 3, coftumi et fancìità , in proceifo di tempo per la vitio- 5, fa vita et impudici coftumi di qualcuna che verrà i, alla Religione dopo voi , rovinerà dalla fua perfe- <&> elione et la fua fama farà ridocìa a niente , Et do- v pò certo tempo verranno certe altre Suore d'altro iy Monaftero et con altra regola, le quali per la loro VP virtù riducerrano er Monaftero al ben vivere et nel- « la prima, degnila et fama, et così per gratia di Dio sy fi conferverà infino al fine . Et dette quelle parole rìt fi riposò nel Signore 1' anno della noftra ialurc_» i-, M. trecentoventi . Et eflendo pallata fuora Helia deU » la prefente vita, et tucìe le Suore, che nel fuo tem- 55 po fi trovorno ; vennono dopo loro altre Suore te- » pide et negligente , le quali mandando drieto alle 35 fpalle l'antico fervore mettendoli fotto li pie la fan- 5, eia povertà , cominciomo a pigliare rendite contro 9»'alla"loro profeflìone et volontà di S. Clara et della 3, loro Madre beata Agnefa , et dopo quelle ne venne „ delle più diaccie 5 amatrice dell'odo , vagabonde et >,> parlatrice , Itando el più del tempo alle grate , le 33 quali gittato da parte ogni religiofità 9 et zelo dello }, faonore del Monalterio et falute loro , concordando- 35 fi infieme el cattivo governo de Frati et loro Con- 3, fcifoli , vennono a tanto che rotta la fìrefta clau- 33 fura , di dì et di noéte era libera entrata agli huo- „ mini laxivi et trilti , in modo che el monastero fa- ,, mofo per fanctità , fu fatto ignominioso per le fee- pi lerità 3 Et non v'era remedio per la mala volontà b« , 33 delle |
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,, delle Suore et potentia del li loro amici dptaìémi e&
,?[cattilo reggimento de* Prelati , Er emende* 3gjà ,pafk i$ fati in quello modo circa, anni trenta % l'akiflìrnc» 3, Dio non foitenendo più tanta ignominia , et haven^ jj. do effecìo la prophetia della beata Helia j accrjadde j, che el fommo Pontefice Eugenio papa quatto dimo» „ rò in Firenze circa nove anni , et uditi li portameiv 3, ti di quello Monaftero,, tucìe le fece fpartire indir 3, verfì Monalrerii , mandandone una fola per Mona- „ fterio , Et del Monaitero di fan&o Lodovico di Bo- 3, logna cavò quattro degne matrone > cioè Suora A» „ gnefa, Suora Magdalena 5 Suora Chiara 3 et Suora Mar^ 35 gherita , le meile in de&o Monaitero 3 Et ancora ca« }, vò dua matrone del Monaitero di Monte Domini di „ Firenze , cioè Suora Catherina degli Alberti, et Suo* „ ra Margherita de1 Cavalcanti , le quali tuéte iniìeme j, con molte vergini nobile della Ciptà , riformorno 35 in grande obfervantia decìo Monaitero di Montice-: 33 gli, fotto la regola di papa Vrbano , et deéle lo-. 3, io el^ Pontefice Eugenio in ConfelTore uno padre ve*. 33 nerabile frate Lionardo da Lucca , el quale per &n?< 3, ni quaranta et più le governò con grande, religioT( 3, fità et fama del Monaitero , nella qual fama infine* s, al prefente perfevera per li meriti delle loro fanéte 33 Madre fanóta Chiara et beata Agnefa . Et così è „ manifefto chome la beata Suora Helia predicendo la,. ,3 rovina et riforma dei Monaitero hebhe fpirito di, >3 prophetia . ■ .',.. ,;,-,.. ■ ■'; . ■ ■-,.. ( ■ /.-... .■■;;: ..;■;;. '■'■. ".■■'-■', " ■•" 'S''■ ■:■ '■ '■' '■■ '■ ì. ■■' J ■';' ■ l 'i£..#'■ *'■£*,*
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,> Della Beata Suora Filippa de' Medici
j. „ Cap. fextodecìmo ,■ .,• ,,ì ~< ;.;;
», T Nfra 1* altre Vergine Nobile , che furono offerte
?» JL ^Ila nuova BadeflTa in quefta riforma , fu una
3, fanciulla ai età di nove anni della nobile cafa de*
33 Medici, la quale fempre vixe in grande fancìità, &
3> con grande exemplo di tucìe le fuore, & era di tati*
„ to
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f, to dittavo > che fé qualche volta parlava alcuna paro*
5, la ? le Suore fi maravigliavano. Et quando le Suore la v domandavano perchè teneva tanto auftero filentio „ rifpondeva quel d^cìo del Proprietà Iere. buona co- j, fa è s afpecìare con filentio el Salvatore Dio , & con 55 Davit Ohmutui , & humiliatns fnm^ àf Jtlui a bonis : „ diceva lei, che fé gli è bene alcuna volta abflenerfi jj da' buoni parlari, per qual cagione vogliamo noi fen- 9i za nectifità parlare ? E fimili cofe rifpondendo fati- si sfaceva alle Suore , & inducevale al filentio, Et an- 5j cora la maggiore parte della nocle fpendeva in ora- 5, tione & contemplatione itandofi in Chiefa, & con par- j9 ticulare -devotione di cuore diceva li pater noftri del- 5> la paffione , femper giorno & nocle era la prima al ^ divino offitio 5 & benché fufiì gravata d'infermità, mai « rnanchò di non fi trovare in choro & refedorio , 5, Et folo una noéte manchò in choro & la mattina fe- 5, guente alla mefla , & quello fu el giorno innanzi j, alla fua morte , che ia nocìe feguente pafsò di quella 5, vita j et cjuelta no&e già haveva deéto el maturino 5, della Madonna volendo cominciare quello del Si- signore . Et per anni cinquanta quattro che la decìa $ Suora Filippa vixe in quella religione fotto la Re- j, igola di Urbano papa , l^i nondimeno viveva nella $ obfervantia della prima Regola data da S. Francefco 58 a S. Chiara. Anni undici fu BadefTa, ci quale offitio 3<-exercit<5 con tanto buon governo & exemplo, che da j, mete era amata reverita & defiderata . Et per anni j, diciotto fu probata con molte afflitioni & infirmila », & di tutto Tempre ringratiava Dio. Hebbe una fifto- 9, la horribile nel lato ritto, per la quale infirmità ap~ j, propinquandofi alia morte , venne a hi Suora Cha- 3, therina de' Pazi fua difcepola, la quale haveva an- si céra lei. nel corpo fuo cinque fiiiole , et dixegli : O ,#= madre tmia, partendovi voi di quella vita , chi farà la 5^madre mia ? . lo vi domando quèita grafia, che pre- ,^'ghiate Idio gli piaccia rivocare alla-patria, & ciptà >, noitra li mia confanguinei, the-fono sbanditi per la. K » CO-
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,, coniuratione, che feciono contro a Giuliano & Lo-
,, tenzo de'Medici ammazando Giuliano nella Chiefa Cha- ,, thedrale. Et ancora ti priegoj che per mia confola- ,, tione mi voglia revelare fé el mio padre Me iler la- „ copo, che fu impiccato in quella coniuratione ila in ,, luogo di falute , & così ti priego, che habbi com- 5) palììone alla mia infamità, impetrandomi da Dio la 5, laniràj Allora rifpofe Suora Filippa, figliuola mia io ;, ti lafcio per madre la Vergine Maria , della prima, ;, e terza gratia, che domandi , pregherò Dio che ti .„ exaudifca, ma della feconda del tuo padre non ti ,, prometto , Finalmente havendo Suora Filippa rice- 5) vuti gli Sancii Sacramenti, avendo decio el Matu- „ tino della Madonna cominciando quello di Santìo 55 Nicoiao Epifcopo a hore nove di noóte pafsò della ,, prefente vita } Tanno del Signore M. quattrocento ), ottantotto > della età fua anni fexantatre. Et eifen^ ,, do in oratione al fuo corpo la fua difcepola Suora 5, Chatherina pregando per la fua anima, lugli decto j, in fpirito, prega per la tua falute & non per que- „ fta beata anima. Allora lei cominciò a pregare per „ fé j & fubito fentendofi toccare le fua piaghe fu ,, perfecìamente fanata , & non rimafe fegno neliuno, ,, o cicatrice alcuna di quelle piaghe; con grande'flu- „ pore di chi le vedeva. Dopo (ci anni venendo in „ Italia Carlo Re di Francia li decìi confanguinei „ tornorono in Firenze ehome Suora. Filippa haveva „ promelTo, per li quali, miracoli la decìa Suora Cha- ,, therina in tal modo mutò la vita fua , che tempre M dormì fopra fermenti & alfe, andando a piedi nudi, „ & perfeverò in continue orationi & contemplationi „ infino alla morte „ E dalle co fio fé notizie , <:he intorno alla Santità de*
Fiorentini ha raccolte il Sig. Manni, quejle come nuo<ve mi comunica della B. Filippa) cioè, eh' ella fu figlia di Gio- venco di Giuliano d' altro Giuliano di Giovenco del famo- fo Averardo de* Medici ; eh' ella fi veftt Monaca d anni g* e che morì ne* 6. Dicembre 1488. Tom. I. Far. IL Ce LE-
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,'*»t-5*!V'ftó?::;|:'
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LEZIONE XIX.
DEL MONASTERO DELLE CAPPUCCINE.
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I. Gfe'WI A Città di Firenze è flata maifempre
divota delle Religiofe Famiglie, goden-
ti L^^^^R ^° e^a ^* vederle nel fuo recinto con moltiplica favori, e privilegi accarez-
zate. E Itupendo per vero dire è il novero delle Chiefe , e deJ Conventi alzati nel governo della Repubblica } e quafichè tanti Venerabili Ofpizj , fcarfi di numero com- pariffero alla Fiorentina pietà, nel Principato viemaggior* mente io ravvilo a nuovi Ordini Regolari aperto facro , e comodo foggiorno, moltiplicate così nuove Chiefe, e nuovi Monalierjj teftimonianza gloriofa di ciò facendo le cafe concedute a PP. Teatini, e aJ Barnabiti, e a Si- gnori della Miffione, e a' PP.delle Scuole Pie, agli Affi- iteriti aPben morire, agli Scalzi , a'Foglientini , ed a' Gefuiti. Né da taceri! fono i Monafterj , che fabbricati furono alle nobili Sacre Vergini e della Concezione, e di S. Terela , e di S. Francefco di Sales . Un Convento tuttavolta mancava , rifervato in queiti ultimi tempi a confolare Firenze, il quale io chiamo il Beniamino de' Fiorentini , non folo perchè 1* ultimo di tempo , ma per- chè da tutti riguardato con ifpeziale carità, e divozione. Querlo è il Convento delle Monache Cappuccine, la cui vita auiteriiTima punto non atterrì le Fiorentine Fanciulle , che anzi invogliate molriflime a veftir P abito, fé dalle Leggi famiffime non fulfe limitato il numero delle Pio- feife, venti , e trenta fempre ad ogni ora farebbero le anfiofe, ed impazientì di entrare nel novello Monaiiero, del quale comecché grande è la venerazione preifo i Fioren- tini, così confido, che ne farà altresì grauffima la Storia.1 II. E
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II. E per farmi dalla fondazione del Convento ,
convien notare in primo luogo a chi appartenef- fe il fuolo, fui quale è fondato, notizia utile onde po- tere fchiarire alcuni principali punti rifguardanri l'Uni- verfità de'Tintori di Lana. £ primieramente facendomi dalle due Arme j che fono nella facciata della nuova Chie- fa , da quelle ravviferemo gli antichi Padroni. Vederi in effe un pillo, ed un mazzapicchio , "amendue rapprefen- tanti 1* arme del Guado, o fia de' Tintori di Lana , av- vegnaché queir.' Arte effendo delle maggiori, ed abbon- dando di ricchezze , e di eftimazionc, fioriva nel fecolo XIII. che non mai più. Quindi volendo i Capitani di quella Università fondare uno Spedale per-gl'Infermi » nel 12So. comprarono quello terreno da'Monaci di San Salvi, de' quali, come altrove 11 è notato, era tutto quel vafìilnrno fpazio di paefe, che principiando dall' Anfitea- tro, ed abbracciando quanto vi era dalla piazza, e dalla Chiefa di S. Croce , fìendevafi nella fuburbana Campa- gna, ed era appellato il Campo di S. Salvi. Fu adunque da ' Valombrofani ceduta parte di quello Campo col cen- fo di quattro libbre di cera a' Tintori, i quali non fo- lamente murarono lo Spedale, ma fecero cafe per le lo- ro adunanze, e Chiefa ancora, il tutto fotto il titolo di S. Onofrio, alzando nelle pareti l'arme fopra indicata. Ma prima di abbandonare quella loro divifa. , mi piace qui di accennare , che in un Sigillo di Benincafa di Man- no avo di S. Caterina da Siena, per effere egli Tintore , volle in effb impreffo il Vagello, il Pillo, ed. il Mazza- picchio , notizia efprimente rapporto non meno all' arme dell' Università 9 che alla condizione della Santa oriunda da Firenze , ove matricolati all'Arte de'Tintori trovanfi i fuoi antenati, come fi dimoilrerà nel V. Tomo, dove faccia- mo la Storia della Chiefa di S. Caterina da Siena di Firenze . III. Per quello però, che fra il luogo , ove era 1* U-
niverfità de' Tintori di Lana, e lo Spedale di S. Onofrio, mi piace di farlo offervare per la culla delle Fanciulle di S. Caterina, quivi avendo avuto origine 1' Iftituto di que- lle Verginelle, le quali poi parlarono fotto la loggia di Ce 2 J3o-
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Bonifazio. Né debbo tralafciare i tre non men nobili»
che religiofi Gentiluomini, Fra Guido Zanchini Cavalie- re di Malta , Girolamo Miehelozzi Cavaliere di S. Stefa- no, e Giovan Batilta Botti, i quali furono gì* iftitutori del fuddetto Confervatorio dedicato a S. Caterina, aven- do effì con licenza de'Tintori di Lana, radunate in San- t* Onofrio le povere Fanciulle , ove quefte non lafciaro- no di eflere di confiderabile vantaggio allo Spedale, fino a tanto, che vacato lo Spedale de'Broccardi in via di S. Gallo , fu quefto conceduto alle fucìdette Fanciulle di S. Caterina, vedendofi fopra la porta, eh* entra nella loro abitazione una S. Caterina , con alcune di quelle Fan- ciulle attorno, dipinta a frefeo da Niccodemo Ferrucci) opera delle migliori, eh" ei faceiTe. IV. Ma lafciando ora quefte Verginelle in difparte,
per ripigliarne la Storia, quando ragioneremo dello Spe- dale di Bonifazio, vengo alla traslazione della Compa- gnia di S. Onofrio de" Tintori di Lana, feguita a cagio- ne di dar luogo alla fondazione delle noftre Cappuccine non mai prima vedute in Firenze . Già da gran tempo penfava il Granduca Cofimo III. di dare alle Donne Fio- rentine un nuovo mirabile efempio di Santità, con invi- tare a Firenze le Cappuccine . E conciofiachè per fecon- dare il genio non folo del Principe, ma quello d'Iddio, già fi folle trovato, chi generofo, e pio ne prometteva fabbricare il Convento, e Chiefa, ed anche di dar V af- fegnamento perpetuo del mantenimento di queite povere Religiofe, non mancavano però le difficoltà ncll' aiTegna- re in Città un luogo ritirato, e di falubre aria. Nel Con- figlio di S. A» R. portiti in confiderazione varj luoghi di Firenze, fra tutti fu giudicato il più opportuno lo Spe- dale di S. Onofrio. Laonde partecipato il penfiero del Sovrano ali* Univerfità de* Tintori , coli* offerta a nome dell' A. S. di congruo aflfegnamento di Cafe equivalenti alla IHma dello Spedale, ed in oltre il dominio del luo- go fotto al Tiratoio ali* Uccello verfo la Porta a San Friano , i divori fudditi fi fecero gloria di ubbidire al Principe, ed infamemente di cooperare a sì notevolev^n-* |
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taggio della Città, e ciò avvenne nel 1720. Mei quale a-
vendo i Tintori di Lana trasferito lo Spedale, e quanto loro fpettava da S. Onofrio all' Uccello , libero lafciaro- no il luogo all' Ingegnere per dar principio al nuovo Monallero, e Chiefa. E qui porti ih pace il Lettore, fé tra le cofe trasferite alia nuova abitazione dell'Univerfità accennerò due Tavole ragguardevoli, e fono una di Giot- to rapprefentante Sant' Onofrio , la quale flava all' Aitar maggiore dell'antica loro Chiefa, ficcome dello iteffo Pit- tore eranvi pitture a frefco molto ammirate. Vi è pure una Tavola famofa di Domenico Pafiìgnani , nella quale fono effigiati Maria còl Bambino Gesù, S. Giovan Badila, e S, Francefco con altri Santi, Rè farà fuor di proposto che io qui riporti una diftinzione , che nelle adunanze de3 Tintori gode la Famiglia degli Alberti , la quale fa concepire di quella Cafa le antiche Onoranze , Ad -uno adunque degli Alberti * anche in oggi T Univerfità di quelli Tintori ,ogni fiata , che eflì fi radunano neìl* udien- za Generale, tiene deftinafa- una fedia di/tinta dall' al- tre, nella quale volendo egli intervenire, fegga nell'.af- femble.a, onore antico indicante qualche fegnalato bene- fìzio fatto a* Tintori di Lana dagli Alberti. Finalmente dirò di quella infigne Univerfità, come n-ell' antico ogni anno negli 11. di Giugno fella di S. Onofrio facevano per la Città comparfe belle , e giuochi : in un ricordo del Migliore Lib. 30. pag. 35. fi legge ,, 13gì. gli Arte- „ fici di Firenze, cioè quelli della Compagnia di S. No- ,, feri veftirono 520. uomini tutti di bianco, i quali fe- „ ciono per la Città gran feria, ed il dì 11. di Giugno „ fella di S. Noferi ferrarono, e feciono correre un pa- 5, lio bianco,e di qui ebbe origine il correre detto palio,, Alle Riformagioni ancora nel Libro fegnato C. delle De- liberazioni de' Signori 1415. al tempo di Ser Lorenzo di Francefco Andrea Notaio del Comune leggefi di quella fella „ Si veneri la fella di S. Onofrio , e fecondo la ccn- „ fuetudine fin ad ora durata , in Piazza de' Signori , e ,, negli altri luoghi confueti li metta il Saracino , e vi i, fi corra la lancia ,, V. Al-
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V. Alla fine venendo al Monafi-ero. delle Sante
Cappuccine, dirò in primo luogo, che il fondatore, e padre loro amantifììmo fu Anton Francefco di Lo- renzo Boddi Cittadin Fiorentino , come apparifce in lapida appiè del fu© burlo di marmo, fatto fare da i Governatori delle Monache", ed è opera del bravo Al"-, tefice .Girolamo Xicoia-ti , e -benché rilrituito delle *i-, miliflime, e poveriffime Suore proihifca ogni magnifi- cenza di fabbrica, o fi voglia di Chiefa, o d* Mona- itero 5 convien dire il vero, e dare la fua lode all' Architetto , che fu Gip: Filippo Ciocchi, il quale non poteva difegnare, per -quello che riguarda un Conven- to di Cappuccine ? un più proprio edilìzio di Chiefa, di Chioièro , 4i Celle, di Refettorio,, e di Officine , effendofi ancora penfato ad ornarlo con divote pitture di bravi pennelli t9 tra le quali degne di lode fono in Refettorio un Cenacolo dipinto a frefco da Niccolò Lapi,. ad una parete jn faccia alla porta un S. Fran- cefco opera di Agoftino Veracini. ? ? - t VI. Ed ormai compita la fabbrica non altro re- flava , che ottenere dal Pontefice la licenza di veni- re alcune Religiofe di quella Regola per fondatrici, e maeftre dell'olTervanza alle noitre Fiorentine.; e per- chè il Qonvento ideile Cappuccine di Perugia era iilu- lire per molte venerabili Suore mandate già in più fiate a fondare, ilrnigljanti Monaiterj in parecchi paefi, e maifempre fioriva di Donne in gran pietà, e di no- biltà fregiate, fu agevole cofa ai noftri Principi l'ot- tenere dal Pontefice, che tre di quelle Suore a Firen- ze venillero . Di Ottobre adunque del 1724. compar- vero le tre Perugine Suor Margherita degli Oddi Ba- deffa,, Suor Celidora Aureli Vicaria, e Suor Lucia Eu- geni Maeflra delle Novizie, prendendo 1' alloggio in una cafa a muro a muro contigua alla Chiefa di San Iacopo in via Ghibellina, ove aperta nella parete una inferriata ebbero il comodo di udire la Meiìà, e rice- vere la Comunione. Né cosi agevolmente potendo ef- fere provveduto il nuovo Monaflero di quanto abbifo- • | gna- |
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gnava alle Monache, lóro fu d'uopo differire (ino al
Marzo del 1725. la funzione dell'ingrella,' là quale fe- guì in Martedì ai 13. del detto mefe , partendo di Via Ghibellina in proceflìone le tre Venerande Fondatrici con alcune Fiorentine Fanciulle tutte fcalze nel pie 5 con fune al collo, e corona di fpine in capo, spetta- colo per vero dire così tenero, che cavò le lagrime da quanti concorfero a vedere la divota funzione ono- ra ta da nroltiffime Dame, e Cavalieri. Sulla porta della Chiefa Monfignor Martelli Arcivescovo di Firenze pie- no anch'egli di tenerezza accolfe le Venerande Suore» e novelle Spole di Crifto, cui fece una divotiffima con* cione, e pofcia cantato il TV Deum k introduffe in Monaftero ponendovi la claufura^- ■" VII. E poiché in queir© giorno fece una bella eom-
parfa anche la Chiefa , vengo in ultimo luogo ad of- fe rvare T Architettura \ eflendfe» effa piuttofto grande , beo illuminata, avente tre Cappelle di buon dilegno , benché le colonne ; e architravi non fieno di pietra> ma di legno , giuria la legge della loro povertà . All' Aitar maggiore evvi un Croci fìfib di rilievo affai divoto. A manritta evvi altra Cappella con favola fatta da Ago- itine Veracini \ avendovi egli effigiato S. Francefco , e S. Chiara, con due (Imboli efprimenti gli affetti di Fran- cefco al CrocififFo , e di Gl'ara al Sagramento , veg- gendofi in un ben petifato gruppo P Eucariftia , ed il CrocififFo , ed in alto dipinfe il Padre Eterno , e nel mezzo del quadro la Santiffima Concezione . La Cap- pella a mano fmiilra è dedicata alla Sacra Famiglia , ove Ottaviano Dandini dipinfe Gtsù , Giufeppe , e Ma- ria con vago colorito , ed alla parete collocato veder] il bullo del Fondatore da noi foprallodato } con ìsu feguente ifcrizione : ANTONIO FRANCISCO BODDIO GIVI FIORENTINO
1AVRENTII FILIO TEMPLI HVIVS ET MONASTERII CAP- PVCCINARVM V1RGINVM FVNDATORI GVBERNATORES POSVERE . VIX1T AN. LXXXIII. MENS I. D1ES XXV. OBIIT IV. 1DVS APRILIS MDCCXXXV. |
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VIII.'E fé la povertà è princìpiiiTmu Regola delle
Cappuccine ,f ,0 fivvero virtù .rilucente jn ciafcuna loro cola, o fi voglia di vefb'to , di vitto , di cella , di let- to » o di Chiefa , o di Monastero , un teforo però ac- corda , che elle pollano non folo polTedere , ma accu- mulare ancora , il quale per torre fubito ogni ombra di fcandolo , dirò oliere le Reliquie de* .Santi .. E va* glia il vero x già da ragguardevoli Benefattori fono lira* te così abbondevolmente provvedute, che i loro altari ne fono ricchi quanto altri mai. De* più fcgnalati San- ti dell' Ordine Francefcano Reliquia alcuna non so fé loro manchi % leggo bene averne una fingolarifTirna , thJè della Vefte del B. Fra Ruffino compagno di S. Francefca diletto , perchè appunto il più povero . Né potendoli annoverare la lunga ferie di altre infìgni Spoglie de' primarj Santi della Chiefa quivi confervate , non dilui- rà ., fé quattro fole ne offerveremo , e la prima fia il Legno della Santa Croce , nobilmente collocato in^ una Croce di Criftallo .., e corroborato d' un' auten- tica di Papa Clemente XII. Fiorentino , il quale per confolare la divozione Mìe noitre Cappuccine nell'an- no 1731. con partkolar delegazione mandato avendo' Monfìgnor Troiano d'Acquaviva fuo Maggiordomo al- la Chiefa di S. Croce ., ne fece dal Sacro Legno , che ivi fi conferva , tagliare un pezzetto , mandandolo al- la fua Nipote Donna Vittoria Altoviti ne' Corlìni ., ac- ciocché Sua Eccellenza lo inviafle in Firenze alla BadeiTa, accompagnata 4a fcrittura di proprio pugno della Da- ma . La feconda ,è una particella della Colonna del Si- gnore , la quale levata dall'intero Sacro marmo, che lì conferva in S. PraiTede , e chiufa tra due Criiialli, Monlìgnor Fra SU veltro Merani Sagrilta donò al Mo- naflero . In terzo luogo è da conìiderarfi una Guglia con iulla cima una corona Imperiale contenente del Legno del Ptefepio del Signore , de' Capelli di Maria Vergine, e del pallio di S. Giufeppe , appellata dalle Mo- nache la Reliquia della Santa Famiglia . Finalmente pof- feggono un Corpo fanto col nome proprio indio in |
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lapida , clie dicea Gemina in $àti* col monogramma»
e vafo tinto di fangue. Quelta Santa Gemina Marti- re non può meglio efifer collocata . che in un Coro di Vergini, vive Martiri di fé ftefife , Il Corpo di lei nel 1747. era preffb il Signor Cardinale Gio: Guadagni Vicario di Roma, e da fua Eminenza fu fatto paca- re alle noJtre Cappuccine, riconofciuto da Monfìgnor Ginori Vefcovo di Fiefole , con patente fottoferitta dal fuo Vicario^ Generale Neri Scarlatti. |
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Tom. I fart. IL Dd LE-
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L E Z r O NE XX.
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CHIESA DI S. IACOPO IN VIA GHIBELLINA
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I. '-SSSnaar Ra gli eruditi della Fiorentina Irloria
non vi ha chi non fappia quanto glo-
riole» in quella ila il nome di un no- iho Cittadino, e Religiofo , e poi Ve- feovo celebratiffimo per una coitanre fama di uomo magnanimo, benefico , e pio, che tale ancora noi ravvi/ere- mo in quéiro ragionamento. Queiti è Lionardo di Gio- vanni Buonafede Monaco Certofino, della cui pietà fa- ranno maifempre pubblico monumento que* marmi alza- ti in tanti luoghi è di Firenze, e fuori eziandio per lo Concado, rapprefentanti il fuo flemma gentilizio, aven- te un Toro rollo fopra fei monti azzurri in campo di oro. Queft'arme vedefi nella Chiefa di Galatrona, della quale egli fu Abate , e Piovano , ove reitaurò V Aitar maggiore con un Ciborio di terra cotta della Robbia, ornato di itamene > e tutto di finitimo lai-oro, e vicino alia porta della medefìrna fece fare un Battiiterio pure di terra cotta, ove vedefì in baffi rilievi la vita di S. Gio- van Badila , e di quefto Santo una iiatua al vivo fattu- ra del medefimo Artefice. La ftelfa arme evvi alla porta a Pinti fulla Chiefa , che era delle Mon. di S. Giufeppe , traf- fcrite poi alla Porta al Prato : ivi Lionardo ad onore di S. Giufeppe o rinnovò la Chiefa, o la edificò da* fon- damenti. La fua arme pure , ed il fuo ritratto vifibili fo- no nella Congrega della Concezione in via de' Servi, di cui egli fu e fratello, ed infieme benefattore . Lo Spe- dale di S. Maria Nuova ha una famigliarne memoria, ef- fendo irato Lionardo per parecchi anni Spedalingo, con avere ottenute da' Pontefici a quel Pio luogo nuove iu- ~ri-
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riedizioni di Chiefe, e molt-,entrate * E finalmente in
via Ghibellina offervail la Aia arme nella facciata della nuova Chiefa del Monaftero di S. Iacopo, della quale E- gli fu gloriofo fondatore. Quindi io lafciando ogni altra lode dovuta a così illuftré Cittadino, entrerò a ragiona- re di quefta Chiefa» e del Monaftero, che per vero dire faranno un Panegirico di Lionardo Buonafede. Quivi al- tresì ravviferemo molte vetufte memorie, anzi,dell'anti- chità maraviglierariftime etra le molte Reliquie venerere- mo quel SantilTimo Croeifiilo viva fperanza de' Fiorentini . IL Per prendere le neceflarie notizie circa le ceneri
de* Santi il migliore Autone, a cui attenerti, è Lodovico Antonio Giamboni , il quale fcriffe un lungo Catalogo di quefti Celefti teforj venerati nelle Chiefe Fiorentine, fé non che io ne trovo alcune, anche antichiflìme , nel fuo Diario dimenticate., come farebbe la coftola di S. Lo- renzo Martire, di cui egli nulla dice , ed effa confervafi preffo quefte noftre Monache, le quali ne fono in poffef- fo ab immemorabili, e P adorano collocata in un antico Reliquiario . Inoltre quefto fteflb Scrittore lafciò di ram- mentarci molt"altre, come parte delle tefte de'Martìri S. Licinio , S. Clemente , S. Giacinto, e S. Giuliano, del- la Vefte di S. Carlo, il Velo di S. Rofa di Viterbo , par- te della fpalla di S, Magno Martire, alcune coitole de' Santi Martiri Fabiano, Celfo, Norberto, Colomba, e Vit- toria, ed in tre urne le offa, e coitole, e ftinchi di altri Santi, che furono donate da Monfignor Giovanni Poggi nel 1451.EWÌ una ricca Croce piena parimente di Reli- quie , e vi il conferva un cuore dorato, che ita appefo al Santiflìmo Crocififfb , del quale darò fui fine di quefta Lezione la maravigliofa iftoria. IIL Ed accennate le Reliquie, gioverà a noi di ra-
gionar primieramente della fondazione del Monaftero, e pofcia delie due Chiefe ad elio pertinenti, fecondo che per lo lhidio , che io fopra vi ho fatto., mi è riufcito di trovare , giacché la piena del 1557. anche quefto Sacro Convento totalmente fpogliò delle antiche carte . Circa adunque la fondazione, nell'Archivio Generale al Proto» |
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collo fegnaro A. tra'rogiti di Domenicodi Allegro di Nu*
to trovafi il Teftamento di Iacopo di Gherardo di Gen- tile , giufta il Migliore , della Famiglia di Buonaccorfo del MafTaio, ramo de* Bagnefi , opinione favorita da molte conietture prefe dal luogo de* beni, e* dagli Efècutori , cofe, che fi nominano nel Teftamento, quafi tutte rela- zione aventi alla Farrjiglia de* Bagnefi. Il Teftamento fu fatto in Topulo S. Remigj nelT anno "i$6$. dove Iacopo nomina per 1* esecuzione di fua ultima volontà Benedet- to di Nerozzo degli Alberti, Marco di Iacopo Arrighi, Ser Goro di Grifo da Cartel S. Gio: Zanobi dì Uberto Rinieri Ruttici , Domenico Buohaccòrfo di Filippozzo Soldani,ed ErmelJina fua Moglie, filìa q. Stoldi de Ru- beili lafcia in onore di Dio , di Maria Santiffima, de* Santi Iacopo, é Lorenzo , e per rimedio dell' anima fua , e de* fuoi, che fi fondi un Monastero di 12. Monache fotto la Regola di S. Chiara, che fia air ubbidienza del Provinciale di Tofcana de'Minori Conventuali di S. Cro- mie di Firenze col titolo de'SS. Iacopo, e Lorenzo, e vuole , che fi fabbrichi fu d5 un fuo podere nel Popolo di S. Giulio a Signano, Contado di Fiorenza , Pieve di S. Giovanni, al luogo detto alle Bagnefi, rogato ai 9. di Aprile del 1362. Ini, 7. tempore Tape Urbani V, da Ser Domenico di Allegro di Nuto.-Neil'anno poi i$6g. mor- to era già Iacopo, e feppellito in San Remigio, giuria la difpofizione del fuo Teftamento; in Capfa plumbea iuxta Cappellani dìBi Te fiat ori s in depojitum donec Monajferium conftruatur. Quindi penfarono gli Efecutori alla fondazio- ne , e fpaventati dalle guerre allora accefe tra' Pifani, e i Fiorentini, giudicarono effer meglio fabbricare il nuovo Monaftero in Città , onde nelP Archivio Arcivefcovile fi legge il Memoriale di Benedetto di Nerozzo degli Alber- ti a nome di tutt* i fuoi Colleghi, fatto al Vefcovo Pie-, ro Corfini, per la licenza, o fivvero difpenfa dall' ob- bligo di edificare il Convento in Campagna, ed inficine per trovare un fito in Firenze , lo che fu lord permeftb, come parla il Diploma del Vefcovo fottoferirto da Mat- teo di Città di Cartello Arciprete della Pieve di S. Ma* ria
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ria Tiberina Vicario Generare j che rogò Str Lamentiti*
olim Ser Tatti Righi de Lutiaito. IV. Fu adunque principiata la fabbrica del Mona-
fiero in un luogo, che per tradizione delle Monache era un Oratorio degli Alberti in via Ghibellina ; e mi giova credere, che vi follerò introdotte te dette Monache circa al 1390* conciofiacofachè Leopoldo dei Migliore ne' fuoi rnanofcritti accenna un Contratto del 1392. nel quale fi parla con onoranza di San Iacopo in via Ghibellina . Molto più però abbiamo noi di - fcoperte in alcune antiche ricordanze del Monaftero avanzi della piena, e fono primieramente di due Ba- delle date a quefto Convento, e levate per o-rdìne de* Provinciali ài Santa Croce da altro loro Monaftero ; come nel 1444. da Monticelli allora Monaftero infigne di Santa Chiara fuori della Porta a San Pier Gatcoli- ni fu levata Suor Nunziatina degli Alberti, e nel 1447. dal Monaftero di Montedomini Suor lacopa di Pieroz- zo degli Agli » V. Principal Protettore, ed Avvocato dal Cielo dì
quelle Religiofe, e fempremai ftato San Lorenzo , di cui hanno una Coltola , ed è tradizione corcante in Mo- naftero, che detto Santo le abbia falvate più volte da gravi difgrazie, come nel 1405. in occafione d'incen- dio , che minacciava tutto il Convento , il Santo appar- ve veftito da Diacono ad una delle prime Religiofe ad- dimandata Suor Anna, la quale vide, che San Lorenzo col fegno della Santa Croce eftinfe le fiamme, lafcian- do fulla porta della cella un fegno? che durò a vederti per molti anni, Hanno una Campana con quelle pa- role : MENTEM SANCTAM IN HONÒREM DEI ET PATRIE LIBERATIONEM MCCCCXVI. Né lafcerò ancora di notare, che il Santo Cardinale
Carlo Borromei nel parlar per Firenze andando alla Legazione di Bologna, ed avendo in quefto Convento Suor Maria Brigida fua Nipote , celebrò la Santa Mef- fa nella Cappella dell' Infermeria delie Monache , o che la Venerabil Donna Leonora Ramirez di Montalvo Fon-
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Fondatrice di due Conferyatorj in Firenze ., nella fua fan-
ciullezza quivi fu educata. Vi fono da rammentare Suor Vincenzia Tàioli , Suor Maria Maddalena de* Baldefi, «e Suor Maria Eletta dei Granacci,, le quali nel 1560. dal Generale aVFrati Minori Gio: Antonio Dalfini furono cavate 4a quefta ,cafa, e mandate a riformare il .Mona» itero di Santa jLucia a Caftel della Pieve, e Suor Vin- cenzia vi andò col carattere eli Badeffa , e nel 1724. le Cappuccine venute di Perugia alloggiando in una cafa contigua ad elfo Monaiiero, fin tanto che non fu terminato il nuovo loro Convento dalle noitre Mona- che ebbero in Chiefa una grata, per la quale udivano la Meffa, e ricevevano la Comunione > E quefto Mo- naftero ;ha avuto per quattro giorni ofpite ;Suor Ma- ria Eiifabetta Buonamici Monaca di Santa Margherita in Prato nel fuo ritorno da Napoli, ove avea fonda- to il Monaftero degli JScarioni di Santa Chiara nell* anno 1739. VI. E* noto 1'Archivio delle Riformagioni in Fi-
renze ; or qui pure trovo alcuna cofa del Monaflero noftr.o al Libro K. pag. 291. e leggeti come appreffo : Monialibuf SS. Iacobi & Laurentii de 'via Ghibellina ele- mojtna Fior* 100. fro re& attrattone muri in horto Mona- Jlerii 1507. Jyi pure 9.. Febbraio 1597. alla Legge , che proibisce tagliare l'orpello in fila ad nfo dJoro, fi tro- vano eccettuate le Monache di San Iacopo in via Ghi- bellina, perchè poflano fare fiori, e ghirlande, nel mo- do , che loro è permeilo l'argento, e Toro falfo.. Di- to per .fine che Francefco Albe nini diligente fcrittore fui fine del ,quindjceiìmo fecoio, e de* primi inveftiga- tori dalle vetufte lapide, nel libro fìampato nel 15 io. col titolo Memoriale di molte iratue, e pitture della Cit- ta di Firenze , fa menzione del Convento de' Santi Ia- copo , e Lorenzo , accennando, che vi erano pirture di eccellenti uomini, intendendo non già quelle della Chiefa prefente , che in quei tempi non era irata fon- data , ma quelle della Chiefa vecchia comprefa in og- gi nella claufura . .; r VII. E
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'■} VII. E giacché fono entrato a parlare di quefta
prima Chiefa, eccone una breve defcrizione. Allato al Parlatorio del Monaftero lungo la via ,- che conduce alle mura della Città, trovai! una porta rimurata, nel!' architrave della quale fi vede l'arme degli Alberti, e da un lato in una lunetta dipinto a frefeo un S. Fran* cefco in atto di pregare. Dietro a quefta; porta corri- fponde un cortile con logge a mano ritta fófteiiuto da colonne ruitiche , fopra delle quali evvi un terrazzo fcoperto , e quello conile era a mio credere la piaz- za, che dalla via pubblica metteva in Chiefa, il cui ingreifo è rimurato, non vedendoli nella facciata , che fotto il comignolo un Leone rampante di pietra , che quella appunto in alcuni Priorifti è indicata per l'ar- me di Gentile di Buonaccorfo del MaiTàio, fiato tre vol- te de' Priori per lo Quartier di Santa Croce , e però farebbe Tarme del Fondatóre del Monaftero. In Chie- fa è rimalo il folo Aitar maggiore, ove in una nicchia è un San Francefco di rilievo molto grande, e dalle pareti laterali dipinti a frefeo vedbnfi Sant'Antonio, e San Girolamo . A mezzo della Chiefa efilte ancora il Coro vecchio delle Monache , dove parimente a fre- fco fono effigiati San Gio: Batifta, San Bonaventura, e San Francefco, che riceve le facre Stimate , tutti tre più alti del naturale , e quelìe convien dire, che fieno le pitture accennate dal (oprallodato Francefco Alber- tini . Nel pavimento fi riconofcono alcuni antichi fé- polcri alla buona, e fenza ifcrizione . Ed altro non ho che aggiugnere di quella Chiefa, fé non che ad ia- ttanza di Suor lacopa di Gerozzo degli Agli ella fu confacrata ai io. di .Agoiìo del 1448. da Monfignor Lorenzo Giacomini Domenicano Vefcovo di Acaia alla prefenza del Santo Arcivefcovo Antonino , e di Be- nozzo Federighi Vefcovo di Fiefole, concedendo eia- fchedun di loro 40. giorni d' Indulgenza a chi nella fella di San Lorenzo avelfe vifitato il fuo Altare . VIJL Indi venendoli alla Chiefa -nuova, che è la
più ragguardevole memoria di Lionardo Buonafede, pre* meu
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mettete io debbo due notizieJ ed fa primo luogo, che
in effa reftò incorporato il fuolo di tre cafe, che una la comprò il Fondatore da Margherita Teflìtora per in- feudi 150. le due altre erano delle Monache da loro comprate, una da Antonio di Dogana , la feconda da Bernardo Peri, come ho trovato in un libro del Mo- nastero. In fecondo luogo Antonio Lupicini fu 1* Ar- chitetto per commiffione avuta da Monfignor Lionardo mei 1543» E volendo ora offervare le co-fe più notevo- li di queflo nuovo Tempio., principieremo dalla porta, la cui foglia è alta più di un braccio* e mezzo dalla fir.ada, mediante una fcalinata di pietra,. Nell'alto del- la facciata evvi 1* arme del Fondatore con mitra, e in- foila. L* architettura del principale ingreflb è ornata di colonne di pietra d' ordine Etrufco, e nel mezzo dell' architrave in una ihifeia di marmo bianco accartoc- ciata leggono quelle parole; ■:' ■* ;■ > . .■ . ■■ ; ' f\ ''.,.'%■ <*>
P. lACOBO AEDEM FVNDITV3 AEDIF1CAVIT
I-BÒHi BONAF1DES CORTONENSIS EP. ANNO DOM. MDXXXXIJI.
Ed accanto alla colonna delira fono legnati diverti mil-
kfimi denotanti le piene dell' Arno, fra le quali il fe- gno della piena del 1557. rocca quali l'architrave • Le bande della porta fono di noce, e fembrano di la- voro antico quanto la Chiefa , vedendoci in elle alcu- n' intagli alfai belli di croci , e di turiboli fumigan- ti , attraverfati da una fafeia, nella quale evvi incifo Amor »- IX. In Chiefa a manritta vi è un'Altare con bafe ,
colonne, capitelli, architrave, fregio, e cornicione di pietra di ordine compofito, e chiamatila Cappella del- la Paflìone, per un Crociiilfo di rilievo quafi al natu- rale, dono di Niccolò Buoni nel 1560. Dirimpetto evvi la Cappella di San Giufeppe di (mugliarne Architettura, che prima chiamavafi della Pietà per una tavola rappre- fen-
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Tentante Crifto deporto dalla Croce, che inoggi è in
Convento, elfendovi una tavola moderna di Antonio Na- fini da Siena , il quale vi ha effigiato Maria col Bam- bino , e S. Giufeppó in aria e fotto S. Antonio da Pado- va , e S. Buonaventura . L' Aitar maggiore è di antica forma , avente quattro pilastri pure di pietra air etrufca, con architrave, fregio, e cornicione aliai in fuori, fopra del quale pofa un arco ben lavorato con vaghi inta- gli, ed in mezzo a quell'arco vedefi la bella tavola di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, il quale vi ha di- pinto la Madonna a federe col Bambino ritto fui ginoc- chio deverò, dalla medefima parte S. Iacopo in piedi col bordone,e S. Francefco in ginocchioni ,e dall'altra ban- da S. Lorenzo ritto colla fua graticola, e palma, e San- ta Chiara genuflefTa . Sotto la Madonna evvi un monte, che dalle Monache è irato prefo per 1' Alvernia , ma que- llo è la pianta della Certofa di Firenze, della quale fu fi- glio Monfignor Buonafede, di cui vedefi E effigie appiè della tavola, ma noi una più bella ne diamo in rame, ed è una Statua di marmo rapprefentante quello infigne Vefcovo giacente , che di tutto rilievo fece Francefco da S. Gallo nei Capitolo della Certofa, e cofa doverofa mi fembra di riportarla nella Storia di quella Chiefa, della quale egli fu il Fondatore . Alle pareti laterali dell' Al- ' tar grande dalle Monache furono fatte alzare due lapide ; quella , che è a man finiirra, è una memoria della Sagra fatta nel 1584. ai 19. di Marzo dall'Arcivefcovo Alefian» dro de* Medici , che fu poi Papa col nome di Leone XL e a manritta altta lapida in lode di Monfignor Buonafede pollavi nell' anno fuddetto . Vengono poi alcune lapide nel pavimento, come alla Cappella della Paffione quella ài Lodovico Sangalletti figlio di Bai tolommeo morto nel 1585. ed altra fepoltura del 1668. all'Aitar dr S. Giù»-* feppe di Filippo Salucci, « di Elifabetta Codilunghi fua moglie benefattori del Convento . Dalla porta fino alle Cappelle vedefi in aitò, il Coro delle Monache foftenuto da due ordini di colonne, e fotto quello Coro alla pa- rete delira avvi un depofito di Salvi Scarlatti,, e di An* Tom. L far. IL E e na |
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LEONARDVS BONAFIDES
EPS CORTONENSIS |
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na de* Nobili , reflaurato da Filippo Scarlatti Canonico
Fiorentino nel 1698, A man -fi nifi ra verfo la porta da una grata vedelì la Cappella del Samiffimo RojQuio , e quivi prima ne'bifogni delia Città fi efponcva quel San- friffiwto Crocifiiro, di cui mi rimane a rapportar le noti- zie pervenutemi , mediante la bontà delle Monache , e la gentilezza ài alcuni eruditi delle antichità Fiorenti- ne miei amici. X. lì modo, col quale quefta miracolofa Immagine
venne in Monairero , ed il quando cominciò ad erTer pubblicamente generata vè quafi impofiìbile il ritrovarlo. Era però in una gran venerazione pretto le Monache già dalla fondazione 5 ma riitretta quafi in claufura, fino all' accidente della piena dell'anno 1557. quando gettato a terra dall' acque il muro dell' orto , ed allagate le itan- ze a terreno, rimalero preda dell' onde tutt* i mobili , libri, carte , e marTerizie del Monaitero, e tra quefte an- che la San tiffi ma Immagine , la quale avente intorno al- cune mataiìe di lavorini delle Suore, in tutto il tempo del diluvio galleggiando a fior di acqua , andò finalmen- te a pofarfi fui piano d' una fcala , dirò così , in guardia di una danza,ove eranvi alcune facca di grano , provvi- fione fcarfa del Monaitero, la quale fianza, perchè più ' baila del piano , ove itava la Santa Immagine, dovea ef- fere inondata y ma con ifiupoxe fu trovata lenza una goc- cia d' acqua , onde fparfa la fama del prodigiofo avve- nimento fu d* uopo per confolazione del popolo divoto 1' efporre il S. Crocifisfo alla pubblica venerazione , di* venuto quel giorno 1' epoca gioriofa di molte, e molte evidenti grazie ricevute dalla Città di Firenze , ogni qual volta Elia è ricorfa alla Chiefa di S. Iacopo a raccoman- darft a quel divino Benefattore. Ed io trovo nel Libro dell' entrate delia Camarlinga alcune partire di ekmofine confiderabili fegnate così : Elenio fina all' Re noftro Cri fio Crocififso . Onde autenticata quoita divozione da fiequen- tì miracoli per la pubblica falute della Città , e dello Stato; fi principiò con folennità ai Banditoti, di letteie pauoiaii degli Arcivekovi? e con intervento de Magiara- |
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ti ad efpotfl in Chicfa, talora per due» e per tre giorni.
XI. E facendomi dalia prima volta, che quella im- magine andò in Chiefa fino all'ultima, notate tutte dili- gentemente , e dalle Monache) e dai divori Cittadini ne1 libri di loto ricordanze, la prima fiata, che il Se- renitììmo Gran Duca Cofimo HI. con regia magnificen- za, ed eiemplare fu a divozione lo fece efporre , fu neli* anno 1571. nei 12. e 13. Dicembre, poi nel 1676. ai 17* di Ottobre j e nel 167S. ai 13. di Maggio, ne i 19, Di- cembre del 1688. e ne i 14. di Maggio del i6gi, nel primo di Giugno del 92,, ai io. di Agoiio del 94. ne* 16» di Gennaio del g6. e nei 19. ài Maggio dei 98. e cornee-, che fu anno molto calamitofo, un'altra volta ai 18. di Novembre . Nel prefenre poi fecolo. non furono meno di numero le divote efpofizioni, fempre con un felice frut- to delle pubbliche orazioni. Nel 1707, ai 4. di Febbra- io, nel 171 3. due volte una per fofpetti di pelle, l'altra per la grave malattia del gran Principe Ferdinando ♦ Seguono, noi ne i 22. di Ottobre del 1714. a' 20. di Maggio del 171(5. così nel'1718.. e nel 1719. Al primo di Novembre del 1722. poi del 23. del 24. e dei 28. Parimente ad iftanza delia SerenilTima Elettrice a' 22. di Giugno del 1737. e per ordine finalmente dell' Impe- riale Reggenza nei 19* di Novembre 1740. cos) ai 22. Di- cembre del 1742. e per tre giorni ai 6. di Giugno 1750. nel qual triduo Firenze dal Santiffimo Grocifillò eviden- temente confefsò di avere ricuperata la jaccolta del gra- no, e delle biade già rubate dalle piogge . Quella adun- que è la efatta notizia di quante fono ilare le pubbli- che efpofizioni del Santiffimo Crocifiifo nella Chiefa di San Iacopo ne'gravi pericoli di pelle, di terremoti, di ficcità , d' inondazioni , di careitie , e di altri minac- ciati gravitimi ga(lighi\. XII. E per fine tornando al Fondatore della Chie-
fa notare io debbo una breve memoria di lui fegm.ta jiel Prioriita di Francefco di Giovanni Baldovinet- ti, che dice cerne apprelìo ,, Lionardo di Giovan- ,, ni di Rinieri Buonafede Vefcovo di Cortona, di età E e 2 „ pref-
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„ predo a 100. anni morì in Camerata, fu uomo favio,
f, e virruofo , e fece molti beni per l'anima fua, e Chie- 5, fé, e Monafìerj, ed altri beni in Firenze, fu Spedalin- ,,. go per molti anni di Santa Maria Nuova? e tutta la 5, rallentò, da principio fu Frate in Certofa , e gover* ,, nolla da lui. E5 feppellito in Certofa in una onora- ,, fa fepoltura di marmo »') Fin qui la nota del Prio- rità ; al Catarro poi di Decima dell'anno 1480. a pag. 242. leggefi „ Buonafede Quartier di San Gio. Gonfa- j, Ione Chiave, Rinieri, Lionardo , e Antonio fratel- j, li, che abitano nel popolo di S. Maria in Campo , „ Rinieri di anni 25. Maddalena fua donna 20. e Fe- „ lice loro inocchia di anni 14. ha la dote fui Monte di 3> fiorini 1000. „ e vi fono defedai tutt'i loro beni • |
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DEL MONASTERO DI S. VERDIANA.
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: i V infortunj •> cne pati- la-Repubblica
Fiorentina ne]}/ anno 1529. furono
funeftiflìmi non folo in Città , ma, ne* Sobborghi per la rovina di mol- li ti Monaiterj , e Chiefe , già da noi più fiate in quella Storia accenna* ta , e tra le facre Cafe lagrimevo- le a i poiteri farà fempre la perdita del venerabil Mo- naftero delie Donne di Faenza , chiamato nella lettera del Capitolo Fiorentino a Clemente VII. Infìgne Sacra* rum Virginum Cosnohium ; ficcome della Chiefa , che dagli an- tichi Scrittori viene lodata coll'elogio Temglum mire pilchri* tudinis , Ma fé noi fiamo privi di godere la veduta di quello Santuario , e di venerare in elfo molte facre me- morie , la Divina Provvidenza però ha voluto , che in Firenze abbiamo di quelle Monache Valombrofane tre inugni Monaflerj , quello di S. Salvi , ove le Figlie del- la B. Umiltà andarono ad abitare il dì 14. di Agoflo 1534. quello dello Spirito Santo fulla Colla fondato da Papa Leone X. a i 16. di Settembre del 1520. , e quello di S. Verdiana nella via delle Fornaci fabbrica- to nel 1400., e di quello volendo io qui parlare, prin- cipierò dalla fua illulìre fondazione . II. Il Fondatore del Monaftero di S. Verdiana fu
Ser Niccolò di Manetto di Buonagiunta Notaio, e Cit- tadino Fiorentino che nel XIV. fecolo godeva gli onori della Repubblica . Ebbe per moglie Eartolommea ài Mar- co di Francefco degli Alberti , della quale trovali il te- ftamento rogato da Ser Antonio di Michele Buonanni a* 13. di Novembre 13^3. Ma Ser Niccolò fuo mari-. to
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to non avendo ma/chi eredi , pensò a lafciare i fuoì be-
ni per la erezione di un Monailero di Valombrofane fono il titolo di S. Verdiana, o in Caftel Fiorentino , o in Firenze , come dal fuo Tefiamento de i ig. Febbraio del 1391. e due anni dopo fi morì . Ma perchè la- fciò la Moglie incinta, da cui nacque un Figliuolo, il quale vifle un anno , non il diede luogo alla fondazio* ne , fé non nel 1395. Il tcitatore fu feppellito in S. Cro- ce dì Firenze , ove vedefi in oggi ancora nella parete della Chiefa fotto V Organo verfo la /Irada una lapida con fua arme , eh' è una sbarra a traverfo con due F, e nel fepoltuario de' Padri di S. Croce leggeri al numero 49. $epilcrum Nicolai de Manettis Buon^agiunte , & fnorum heredum. Intanto Fra Giorgio di Nuro Prior di S. Gal- lo , e Paolo di Gino de* .Nobili, ch'erano itati lanciati dal detto Niccolò fuoi efecutori , volendo adempire la pia volontà di lui , ottennero da' Monaci Valombrofa- ni , e dal loro Generale Don Benedetto II. una Cala grande in via delle Fornaci , che era il Palazzo del P. Abate Generale > e colla Cafa un Orto di itiora 20. con altre Cafette, il tutto per prezzo di fiorini d'oro 1651. concorrendo volentieri i Monaci a quella vendita per avere un Monailero di più del loro Ordine in Firen- ze . Nel 1400., giuda le memorie -efiftenti nell'Archìvio di S. Trinità , fu terminata la fabbrica della Chiefa , e del Convento , onde il Generale Don Bernardo Gian- figliazzi il di 7. di Maggio dello .fìeflb anno cavò dal Monafttro di S. Giovanni Evangelica alla porta di Fa- enza la veneranda Monaca D. Maria Maddalena deJ Pe- cori , e la introdulfe nel nuovo Monailero m piantarvi la Regola della B. Umiltà , vertendo nello li elfo gior- no quattro Gentildonne chiamate D, Angiok Arrighi, D. Caterina Ghiberti, D. Golianza Cavalcanti , e D. Aleffandra Ricciaibani , e fu intitolato il Monailero di S. Gio» Gualberto, e delia B, Verdiana.'. Trovo pure la li-, cenza del Prior di S. Ambrogio data alle novtlle Mona, che di celebrare i Divini Ufi^j nella propria Chiefa , di avere Campana , e Sepoltura col rogito di Ser Antonio di
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di Maeftro Martino . E qui premettere io debbo di sì fat-
ta fondazione altro bel privilegio , cioè 1* effere flato il Monaitero nel 1402. prefo dalla Repubblica fotro la fua protezione , trovandofi alle Rìformdgioni nel Libro B. pag. 248. il memoriale delle Monache a i Signori , co- me appredb „ Ser Niccolò del già Manetto di Buona- ,, giunta da Caitel Fiorentino Notaio, e Cittadino Fio- 5, remino fece fuo legamento , nel quale ordina , che ,, morendo il fuo figlio , che ha da nafeere , fi fabbri* ,5 chi de' fuoì beni un Monaitero fotto nome delia Bea- „ ta Verdiana , et elfendo nato un fuo figliuolo poltu- j, 1110 chiamato Niccolò , e dipoi morto in pupillare^ ,, età , gli Efecutori hanno fatro fabbricare il Monaite- „ 10 nella Città di Firenze nella Via delle Fornaci fo* j, pra il Palazzo del Generale di Valombrofa "fouo no- }, me di S. Gio. Gualberto , e di S. Verdiana , ora do- ,, mandano detti Efecutori, che detto Monaitero» e Mo- 5, nache , e loro beni fieno in protezione del Comune, ,) al quale debba il Monaitero ogni anno il Sabato San-s 55 to prefentare un Cero fiorito per la Cappella del Pa- ,> lazzo della Signoria , e che in detto Monaitt.ro il ,, metta 1' arme del Comune di Firenze » e del detto ,, Niccolò, della cui progenie non reità perfona per h> ,, nea mafculina . ,, E nelle ItefTe Riforinagioni allo Stratto 39. leggeiì pure quelt' altro documento , che_j comprova la richsetta protezione , così : San&e Verdia- ne Monialium immunitas , et exemptio 1402. quia funi cenfnarie f apuli Fiorentini , nam dant cerctim floridum Domini* in Sabbato Sant'io . E di queita ringoiar prote- zione le Suore maifempre fi fecero degne col credito di una efemplare offervanza , della quale più autorevole^ teitimonio non fi può addurre di quello del B. Ambio* gio Generale Camaldolese. III. Queiti fu dal Pontefice Eugenio IV. nomina-
to vifiratore , e riformatore de'Monaiterj de* Monaci Va- lombrofani , come lo abbiamo, e dagli Scrittori di quei tempi » e dalle memorie di Valombrofa , e dal Padre D. Silvano Razzi nella vita del B. Ambrogio , e queita |
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fu una commirijone cosi felice s che fece rifiorire V Ifti-
ruto di San Gio. Gualberto . Egli adunque in una fua Jettera , che parmi diretta a Papa Eugenio , rende con- to della fua vifita , e venendo al Monaftero di S. Ver- diana della oneilà , e dell' oflervanza di quelle Mo- nache dice così : Ad SanBe Virdìane Monafterium, quod iuxta wuros Cimtatis e fi , ^ergere ftatttimus . Offendi- Witis ibi land ahi lem Ordinem , vjiteqtie Cowmunitatem & in fexn fragiliore obfer-njantiam admirandam , & greci- piam honeftatem . Molte più cofe però abbiamo noi da fcoprire della fantità di quelle Sacre , e Nobili Vergi- ni 5 e le trovo in alcune Ricordanze , che confervanfì in Monaftero • Ma prima di riferirle mi piace di nota- re 1* ingrandimento del Convento, il-quale fi deve alla Cafa de1 Medici, avvegnaché Cofìmo figliuolo del Ma- gnifico Piero nel 1460. (come accenna l'Ammirato Lib. 39. pag. -£0. ) volle dare fegni della fua ftima , ed affetto., che loro portava , e però con notabile fpefa fece murare , o ilvvero ridurre 1' abitazione delle Mo« nache a miglior forma di Convento , dove prima rite- neva molto deli* antico Palazzo Abbaziale, e circondò il giardino di mura , vedendoli alla parete verfo la itra- - da in pietra grande P arme de* Medici . IV. Ora tornando a quello, che certamente è -la-mag**
gior gloria di quello Monaftero, noteremo effe re irato fe- condo di anime , le quali coi loro Santi nomi hanno accrefduto il novero gloriofo de i Beati dell' Ordine Va- lombrofano : E fono la venerabil Madre D. Maria Mad- dalena de'Pecori fceita , come la più esemplare per elfere la fondatrice di quello Monaftero , la Reverenda Madre D. Piera Medici molto Itimata da S. Antonino , e da Piero , e Coliamo de' Medici , la Beata Cateiina Carne- fecchi una delle Fondatrici del Convento dello Spirito Santo s da quale poi ritornata in quello Monaftero morì in .concetto di Santità , la Beata Giovanna Ardinghel- li , che fu veduta da S. Maria Maddalena de' Pazzi vo- lare al Cielo , la Beata D. Maddalena Giannoiti al- tra pure - Fondatrice dello Spirito Santo , la Beata Ca- terina |
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renna da Terra r^Tuova , che morì Novizia, veduta 1'
anima fua parimente da S. Maria Maddalena de* Pazzi andare falle braccia degli Angioli in Paradifo , ed in Monaftero fi conferva una Statua di Maria Vergine ài ter- ra cotta , della quale fi dice, che parlarle a quella Novizia nel 15S9. Vi fono nove Monache Seppellite feparatamente lotto il pavimento della Chiefa , indizio di bontà loro {ingoiare} come undici Abbadefle ? che trovo dal primo anno della fondazione 1400. fino slÌ.ióh. avere gover- nato con molta lode il Monaftero , effendo fiato fin,o a quel tempo il governo loro a vita ; e 43. anni gover* nò la prima, e 43. pure ne ville Abbadeffa l'ultima, effendo pofcia ridotto il reggimento del Monaftero a tre anni foli. E della virtù , e pietà ringoiare di quelle^ Vergini protette dalla gloriofa Beata Verdiana , tefti- monio fata fempre autorevole Papa Leone X. il quale fubito all'unto al governo univerfale della Chiefa , im- pofe al Cardinale Giulio de* Medici , che fondarle un Monaftero di Monache Valombrofane nella Prioria di S* Giorgio fulla Coita , e che dal Monaftero di S. Ver- diana fi eftraefTero undici Monache per iftabilirvi la for- ma di vivere conforme alla prefcrìtta da S, Umiltà nel Convento di S. Gio. Evangelista ; e notifi , che effendo allora in piedi quefto Monaftero alla Porta di Faenza , ruttavolta le volle levare dal Convento di S, Verdiana , come feguì nel 1520. e che noi racconteremo a fuo tempo , parlando del Quartiere di S. Spirito . V. Ma paftandofi a favellare della Chiefa , rimetten-
do ad altro ragionamento il parlar dell' infigni Reliquie del Monaftero, convien prima oilervare le armi , che fi vedono lungo la via delle Fornaci, e fono fopra la Por- ta del Monaftero le tre armi del Comune di Firenze Cro- ce rotta. Giglio, ed Aquila col drago appiè, che furono alzate in fegno della protezione, che la Repubblica avea prefo del Convento . Alquanti paflì più oltre nella pare- re della Chiefa in alto evvi Tarme del Fondatore , e nella facciata della Chiefa fotto il fineftrone vi è f arme dell' Abate D. Giovanni Maria Canigiani con mitra; fotto la Tom. I. Far. II. Ff log-
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loggia avvi lapida m Tire moria della Sagra fatta'a'i 2 3. di
Maggio 1751. dal piefente Monf. Arcivefcovo FrancefcO Gaetano Incontri con gran folennità , e con 1* affiitenza, de5 Signori Canonici Fiorentini Giufeppe Antinori, e Buo- nagiunta Manetti. Entrati poi in Chiefa a manritta tro- viamo la Cappella del Crocifìtto, che è di rilievofopra una tavola dipinta da Niccodemo Ferrucci nel 1615. il cui no- me fi legge appiè della figura dì S. Carlo. A dirimpetto vi è la Cappella di Colto orante neir Orto dello iteflTo Pittore . L* Aitar maggiore fu eretto dalla Famiglia Doffi , della quale io trovo Ser Piero Doffi Notaio de' Signori nel 1420. , e nel 1618. eravi in Santa Verdiana Monaca Donna Lucrezia de* DofB , la quale co*denari di un ufu- frutto de' beni patrimoniali intraprefe V ornamento della Chiefa» e maflìmamente dell1 Aitar maggiore, e però fe- ce fare da Pietro Borri Pittore Sanefe la gran tavola , e da Fabbnzio Bofchi nel 1624. il difegno del Ciborio in- tagliato da Felice Camberai, ove vedevanG molte Storie del Testamento Vecchio . Ma avendo dimolto patito la tavola, ed il Ciborio occupando un grande fpazio, nel 1680. fu rinnovato 1' Altane a ipefe di D. Maria Fedele Ticci, il Ciborio fu fatto di pietre dure, e di marmi pre- ziofì ; con bronzi , ed argento , ed il difegno fu di Pietro Paolo Giannozzi, e di Antonio Mafoni , colla fpefa di feudi 312. la tavola fu data a fare a Pier Dandini per ifcu'di 130. in elfa vedendofi Maria in gloria, e fotto S. Miche- le, San Gio. Badila , S. Reparata , San Benedetto, Sali Gio: Gualberto » S* Umiltà j e S. Verdiana • La tavola è d'un perfetto colorito, ma manca nelle figure l'affetto , divozione, ed attitudine, fotto leggendofi : Tetvus Dan* dirti faciebat, D. Maria Fidclis Ticci, permittente D. Ma- ria de Medicis- AbbatiJfa 1680. Sulle porte laterali vedonfi due quadri rapprefentantif uno la Natività di Grillo, Y altro l'Epifania , che fono di Pietro Sorrì. Nella voi* ta Ferdinando Melani fece una vaga profpettiva , e nel fondo di elfa in gloria evvi S. Verdiana dipinta da., Vincenzio Meucci » Divotifììmo poi è un Croci fiilb di- pinto a frefeo con S. Gio. Gualberto nel muro fotto |
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fineftron'e a manritta dell* Aitar maggiore » E circa lo
fcoprimento di queir* Immagine eflendo accadute al- cune particolarità degne di rammentarli , mi piace* qui di notarle . In occafione di confacrarfi fette Mona- che nell'anno 1747. dovendofi per la fefta formare il palco a'Mufici, fu njeceffità di forare la parete, quan- do i Muratori trovarono un vano nel muro, ed in effoi quefta pittura antichiffima con un foglio, ove era fcrit. to come appiedo ,, 1596. adi 7. Agofto fi fece il per- „ gamo di noce , fece la fpefa I). Verdiana , e Serafina 55 Rinuccini , murò Maeiho Francefco di Lorenzo Ca-- ,, lofi muratore del Convento , e abbiamo mefe quefto? „ panno per portare riverenza alla Immagine di Crifto ,, Signor noftro, e però fate voi il fimile, in queft'anno ,, lo ftaio del grano valeva lire 7. il vino lire 14. la.. ,, foma , e l'olio lire cinquanta la foma , regnava Fer- ,, dinando Granduca Medici „ A quefto ritrovamento piene di ammirazione le Monache vollero reftituire alla Sant'Immagine il culto, onde da Ferdinando Melani fecero dipignere a frefeo per ornamento un padiglione foftenuto da due Angioli con bella cutìodia di criltalli, e. vi pofero una lampada , che arde giorno, e notre, ve- dendovi»* anche qualche voto . Nel Coro delle Monache un quadro di Andrea del Sarto , che rapprefenta l'Im- magine di Maria Santiflìraa fu: dono di Ilarione Fede- righi . Sui Campanile due fono le Campane , la più pic- cola fu fatta nel 1348.la feconda, che è più gioita, ven- ne di Pifa , fatta fare da D. Benedetta Cicciaporci nel 1591. e fu benedetta dall' Abate di Valombjofa D* Au> relio da Forlì,. . VI. Al tutto fin qui detto della Chiefa reftano da
oflervarfi fette lunette lotto, il Coro delle Monache, le quali fon opera di Tommafo Redi, che in elfo rappre-. fentò i miracoli più celebri di S. Verdiana; ma perchè ella è dipinta con abito diverfo da molte altre pittu- re, non mi fia aferitto ad impropria digreffione , che io fo t fé io tocco brevemente un punto principale della vita di quefta Santa j voglio dire 1* iitituto , eh' Ella pro- F f 2 fefsò,
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fefsò , vertendo tuttavia una grande controversa fopra
di ciòtrale Religioni Valombrofanà , Domenicana , Fran- cefcana , ed Agoitiniana ; né volendo io decidete così grave questione, alcune cofe noterò , che mi fembrano degne di confiderazionen ì " "• VILE primieramente diremo, come avvertono i dot-
tiflìmi Bollandoti , non trovarti nella Vita della Santay fcritta anticamente , cofa veruna , che poifa fondatamente indicarci eifer Ella Itaca Religiofa di alcuno Ordine ; Sembra bensì , che falle una Vergine fecolare , come fino a'nottri giorni lo dimoiirava una fua Immagine del 1337. dipinta in *utf ?pilaltro di Orfammichele di Firen- ze ,ia quale etfendo molto guaita, nel 1741. fu fatta ri- fiorire con difcapito dellMicrizione gottica , che vi era, e con la Itrana metamorfosi di averle mutato l- abito di Secolare in quello di Religiofa . Inoltre V anno di fua morte fu fempre creduto il 1222. fino al tempo , che nacquero le controverse, e però fé leviamo anni 34. che vifle murata , ella avrebbe veitito l'abito nel 118S. quando ancora non vi era principio né dell'Ordine Do- menicano i né del Francefcano . Il certo però fi è, che per la Tofcana, maffimamente in Gaitel Fiorentino , ove la Santa nacque , viffe , e morì , fi vede dipinta con va- rie forte di abiti Reiigiofi . Per la qual cofa mi piace qui di riportare una cortefe lettera del Sig. Gio- Francefco Baldi Fiorentino Piovano di S. /polito in Cartel Fioren- tino ,e Proporto dell5 antichiflìma Collegiata di S. Loren- zo ; Queiti pregato da. me delle neceifarie notizie circa la fuddetta controverfia , fi degnò di rifpondere come ap- preso ,, Ev certifììmo , che nella Sagreitia della Chiefa „ di S. Verdiana in queito Cartello fi trova la tavola an* j, tica , in cui mirati dipinta la Santa in abito di Terzia- 5, ria Domenicana , e tal pittura fu giudicata da Filippo ,,' Baldinucci opera di Gimabue , e per tale ancora la „ confermò Domenico Ciancili Pittor Fiorentino nel ioga. „ Nella tavola di mezzo nel Coro della medefima Ghie-* ,, fa dipinta da Bartolommeo Salveitrini allievo del Ca- jj valiere Paffignani fi rapprefenta la Santa > dopo eflferc ; fpi»
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r fpitata > in abito di Terziaria Francescana > iTcc©me ivi
ir Gio. Batifta Gittoni ce F ha dipinta dalla banda del „ Vangelo in abito di Agofh'niana , che prende la bene- 55 dizione dal Piovano per andare a racchiuderli nella j, fua cella , e dirimpetto a quella tavola avvene altra 5j fatta da Filippo Tarchiani difcepolo di Santi di Ti- », to , che vi effigiò l'efequié fatte dopo la morte della 3, Santa , la quale vedefì fui catafalco in abito di Valom- 5? brofana , e con fomigliante verte accanto alla porta n mirafi pure un' immagine fua fatta a frefco della manie- ,5 ra di Giotto. Nella' Poderteria Gio, Antonio Peri » Podellh nel 1409. la fece dipignere coìl abito tanè 5=1 ofcuro, e manto più. ofcuro con velo bianco , e fopra r, il nero , leggendoli appiè della Santa le feguenti lettere : rt. HAC BEATA" VERDIANA, FIERI FECIT IACOB. ANT0I DE
„ PERI POTESTAS . MCCCC9. „ Seguita il foprallodato Sig. Piovano ad' accennarmi al-
tre tavole eri il enti in Chicle fuori di Cartel Fiorentino come fegue „ Nella Chi e fa- antichiflìma della Pieve det-' „ ta in Celiaula Diogefi di Firenze vederi all'Aitar mag- }, giore la immagine della noftra Santa colla tonaca ne- ,, ra , e manto nero , e velo e foggolo bianco . Nella ,, Chiefa amica di S. Bartolo a Vignale Diogefi di Vol- ,, terra nella facciata interiore evvi un Ritratto della me* „ derima dipinto a frefco, ed è antico con abito di Fran- ,, ceicana ,, Circa poi le reliquie, che di lei fono in detto Cartello , lo Scrivente fi rimette a quanto ne ri- porta il Dottor Brocchi . Vili. Tornando finalmente in Chiefa, diamo un'oc-
chiata alla comune Sepoltura delle Monache , la quale vedefì chiufa da un bianchiffimo marmo con quefti due verfi , che contengono per noftro profitto uno fpirituale documento fopra le inutili foìlecitudini , e cure di que- fra noftra vita : EJl huc uff uè labor , requiefeunt carcere cura,
Terminus hi e vita* hic nomina folmt homo, LE-
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*2°
L E Z I O N E XXII.
DEL MONASTERO DI SANTA VERDIANA II.
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fEmorabile è il Serpente di bronzo per
comandamento di Dio innalzato dsu Mosè colà nel deferto per rimedio de- gli Ebrei morficati da* velenofi ferpen- ti. Confiiìeva quella figura in un' afta in forma di un Tau, alla quale avvi- ticchiato vedevafi il ferpente di metal- lo , ma di una tal'altezza, che foiTe vivibile da tutti i lati degli alloggiamenti a guifa di una bandiera dì efercito. Ed un legno quali fomigliante a quello degli Ifraeliti io trovo in un'arme vetuita di Firenze aven- te una gruccia, che forma il Tau, pofcia non uno, ma due ferpenti, che intorno intorno a quella fi aggira- no, ed è Tarme del Monaflero di Santa Verdiana già dal 1400. in poi vifibile a tutti , alludendo i due fer- penti a quelli , che pel corfo dì anni 34. travaglia- rono in così ftrane maniere la Santa Romita . Queiì' arme intagliata in pietra vedefi nell'architrave della por- ta , che mette in Parlatorio , ove io eflendo entrato, tro- vai , mercè la coltella di quelle Nobili, e Sacre Vergi- ni, efpoite in bella veduta molte, e ricche, e rare Re- liquie , le quali nella noftra iitoria vengono comprefe fotto lo fpeciofo titolo di adorabile. II. E per ifcoprire cosi rnemorabil teforo non iita-
rò io qui a fare un minuto novero di tutte le Re- liquie, che in Santa Verdiana con fingolar venerazio- ne confeivanfi, ma poche ne fcelgo delte più correda- te di ragguardevoli documenti, ed infiememente collo- cate in ricchiflìme cuftodie. Lafcio adunque di annove- rare molte particelle venerabili di Offa , Pelle, Carne, • / e Ve- |
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e Vedi di molti Santi.j e Sante dell*Ordine Vajombio-
fano, e parimente taccio V urne , gulie, braccia, e fe* polcretti di Santi Martiri donati da Francefca Calete- lini nei Riccardi, moglie del celebre Marchefe Gabbriel- lo ftato Ambafciadore ad Innocenzio IX. nella quale occafìone la devotiffima Ambafciatrice radunò con fol- lecita divozione queite Reliquie, e mandoìle al noftro Monaftero . E per farmi a parlar delle prefcelre tra le moltiffime , dirò elfervi il braccio di Santa Verdiana donato dal Piovano di Cartel Fiorentino Stoldo ài Gio- vanni di Stoldo de'Rofìì alla Repubblica, o per meglio dire a* Medici adì 4. di Gennaio 1451. e Giovanni figliuo- lo ài Cofimo lo fece collocare in un braccio di ar- gento alto più del naturale , foftenuto da un vaghiflì- mo piediftallo, ed io ho forte indizio, che fia lavoro di Donato detto Donatello . Vedefi nel piede l'im- magine della Santa fatta di fmalto, e da un altro la- to l'arme del Monaftero parimente dì fmalto, con due fcudetti di aigento, leggendofi in uno: Hoc eft brachium S> Verdiana : e nell'altro: ìoannes de Medicis filius Cofmi donavi p Monafterio S. Verdiana . Due fé 1 penti poi for- mano un arabefco d'argento belliOimo con in mezzo una cifra contenente queire lettere D. D. F. che forfè c'indicano il nome dell'Artefice Donatello infigne in tali lavori, ed il tempo favorifee la mia conget- tura , conciofiacofachè quello fo.flfe donato nell'anno 1451. tempo appunto in cui fioriva Donatello. Con qua- le folennità feguifie quefìa traslazione, vedefi nelle me- morie del Monaftero, che dicono come appreffo ,, Per ,, ordine dei Signori 1451. fu comandata una procef- ,, (ione di tutto il Clero , cui intervenne il Santo Ar- }, civefeovo Antonino, che accompagnò iJ Santo Brac- j, ciò fino al Monaftero, e vollero i Signori, che quel ,, giorno fofie in Città feitivo ,, In quefto braccio di argento eravi anche un dente di Santa Verdiana , il quale fu donato alle Monache dello Spirito Santo» Di quello infigne braccio raccontano* ftrepitofe grazie, tra le quali mi piace accennare quella accaduta nella* per- fo-
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fona di Girolamo Albergotti ai 9. di Agofto 1&80. Que-
lli per grave infermità era ridotto air agonia , quan- do gli fu dato a bere un poco di acqua «benedetta col braccio della Santa , ed inftantaneamente reftò fano^ confervandofì anche in oggi a memoria di così infìgne miracolo due vafetti di fiori tutti di argento , che alla Santa prefentò lo fteffo Albergo tri. III. L'altra reliquia, fé non più ricca almeno più
antica , e però pregevoliffima è un'urna dorata col fu© criftallo, la quale racchiude re-fori di San Giovan Gual- berto Fondatore dei Valombtofani, e fono tre pezzet- ti del cranio fuo, un dente, un vafo di ceneri del San- to, e la cocolla di mifura quail un braccio, la quale fu donata dal Generale D. Bernardo Gianfigliazzi alle Monache , e thiufa ftava in un guanciale ricamato di argento con F immagine del Santo Abate, quando a- perto il guanciale con licenza dell'Ordinario, fu tro- vata la cocolla involta, e fìgilJata con autentica del Cardinale Arcivefcovo Morigia , fi giudicò di trasfe- rirla nell5 urna , facendola in quefta guifa a tutti vi- fibile. Evvi altresì di quello Santo una Bandiera, che affai più venerabile farebbe, fé la femplicità di una Mo* naca non ne feemava il pregio, con volerla rinnovare, né io pollo indurmi a credere alla tradizione delle Mona- che, che la vogliono ufata dal Santo nella guerra dei Simoniaci ; pende dall'afta un drappo di color cremj- fi, e Alila cima evvi una Croce con figurine di fmal- to, ma Donna Benedetta Mei nel 1626* vedendola ri- dotta in cenci, e non fa pendo il proverbio, che ban- diera vecchia fa onore al Capitano , giudicò fare co- fa grata af Santo, fé di un nuovo drappo ornava 1* afta, aggiungendovi in mezzo la Immagine del mede/i- mo ♦ Prefentemcnte quella bandiera è di nuovo invec- chiata, o fivve.ro consumata, ma le Monache fatte più favie , non ardiscono di toccarla , e vecchia , come ella è , nella fella di San Giovan Gualberto la efpongono in Chic fa . IV. La terza ragguardevole reliquia è del B. Bernar-
do
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Hi
do degli Uberti Cardinale , Vefcovo , e Taumaturgo di
Parma , mercecchè fcrive il Dottor Brocchi, che il San- to colla fola prefenza più volte mettefTe in fuga eferciti di nemici de* Parmigiani , e che col fegno della Santa Croce faceiTe tornare indietro il fiume Pò , onde con ragione Parma lo ha eletto per fuo Santo Protettore, e nella Cattedrale conferva il facro fuo Corpo in un ric- co depoflto -, a riferva della tetta, che ivi il venera in un bullo di argento , Tre parti però vi mancano , aven- do il Monaitero di Pafììgnano una coltola , quello di "Valombiofa un braccio , ed un dito il Convento di S. Verdiana . Quefto dito > che fembra a chi lo vede , di carne viva , vedell in un ricco Reliquiario tutto di ar- gento , e di fino lavoro. Era flato qualche tempo fmar» rito , anzi fcordato, quando nella viilta delle Reliquie fatta a-noftri tempi , trovoflì tutto coperto dalla polvere in un armadio quali abbandonato , ma munito di fue auten- tiche , in modo che non vi fu principio di dubbio, fé folle quel delfo . Ed in onore di sì gran Santo mi fi conceda qui di accennare, anzi di convincere di errore la opinione di alcuni , i quali vogliono , che in onore di Lui , dalla Signoria di Firenze folle fatta murare la Cappella di Palazzo Vecchio , e che pofcia per odio alla Famiglia degli Uberti lo efcludellero , levando dall'Al- tare la tavola, nella quale Domenico del Giiiiandaio avea dipinto il B* Cittadino , e ne poneiTero una di S. Ber- nardo Abate di Chiaravalle . Ma in niun conto è da fe- guirfi quella opinione ; imperciocché gli Uberti aliai pri- ma della Fabbrica del Palazzo pubblico erano fiati cac- ciati , e loro fpianate le Cafe . Inoltre la prima pietra di quello famofo Palazzo , giuria k ricordanze mano- feri tte preflò il Sig, Gio. Batiita Dei, fu gettata ai 20. di Agolio del 1298. giorno di S. Bernardo di Chiara- valle Abate, e Fondatore de' Monaci di Certe 1 lo , e pe- rò in memoria di cosi gloriofo giorno a quello S, Aba- te fu dedicata la nuova Cappella. V. E tornando ora alle Reliquie , trovai! un dito >
il quale è della B. Berta de* Conti di Vernio . ^lla fu Tom. I. Far. IL G g nel
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nel Secolo XII. Monaca Benedettina in S. Felicita di
Firenze, pofcia Badefsa , e Rifoi matrice del Mo nafte ro di Cavriglia di Val d' Arno di fopra , dell' Ordine Va- lombrofano , ove morì in concetto universale di Santa, ed ivi ripofa il Tuo corpo a riferva dì un braccio, che fi venera in un Reliquiario di argento in S. Felicita, ed il dito grotto dalle noifcre Monache . VI. Tre altre Reliquie notare io debbo, e non più,
la prima un frammento della Colonna di Grillo , la fe- conda una notabile porzione del Legno della Santa Cro* Ce; , e la terza un Corpo fanto . Intorno alla prima , groffa quanto un uovo è la pietra diftaccata dalla Sacra Colonna , che in Roma inoltra fi in S, PrafTede , e gran- diiTioia è la divozione delle Monache a quefto Sacro marmo , né minore fu la loro fpefa in fare un preziofo Reliquiario, o fia orientano , in cui l'hanno racchiufa. Fu donata dai Generale Don Bernardo II. Valombrofa- Bo neir anno 1413. alla Venerabile Fondatrice D. Ma- ria Maddalena Pecori , e fino al 3*572. dirò così, la loro divozione era riftretta in Claufura . Ma la fede a que- lla Reliquia operando parecchi miracoli in ogni forte d'infermi , fu d' uopo farne una pubblica Fetta , che fi principiò nella Chiefa efponendola folennemente in un giorno di Quadragefima ogni anno , e Dio ne diede-, legni fenfibili di gradimento , moltiplicando le grazie » come fu nel 1674. nel Conte Gio. Batiita Morandi Bo- lognefe , guarito da fieriflìmi dolori di pietra , col ri- eorfo a quella Reliquia, e però fino che ville mantenne accefa una lampada nel luogo , dove tutto 1' anno fi venera sì preziofa fonte di Celeiti prodigj . Ed inquan- to all' altra Reliquia , che è ì' adorabile legno della S. Croce, quella è formata da quattro pezzi, ciafcuno de' quali è lungo più di un dito , ed alto la groifezza di un teftone , componente tutti quattro una Croce no- tabile collocata in un Reliquiario di ottone dorato , do- nata dal Cardinal Giordano degli Orfini Legato di Bo- logna nel 1414. e pofcia nel 1620. dal Generale de' Va- lombrofani trasferita nella Croce , che fu difegno di Sai- vadore Maicagni, VII. |
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VII. Ma venendo al Corpo Santo , che farà l'ulti-
ma Reliquia , che fi ha brevemente da oilervare » della quale ni uno ne ha ragionato , perchè non prima fu tro- vato del 1742. e folamente venuto a Firenze nel 1751. a D. Maria Caterina degli Albizi BadeiTa fu donato dal Cardinale Guadagni Vicario di Roma ai 20. di Aprile dello fterTo anno , ed a i 20. del mefe feguente già ve- nuto a Firenze fu riconofciuto , ed approvato dal noftro Monfignore Arcivefcovo Incontri . Il nome fuo proprio è S-. Celeitino Martire , come apparifce dalla lapida , nel- la quale leggeri a caratreri Romani Celeflinus col mo- nogramma $ro Chrijlo, e due palme, ed evvi pure il vafo del fuo fangue . La traslazione fu folenne , efiendo fla- to levato dal Parlatorio a i 23. di Maggio del 1751. e portato proceffionalmente per molto tratto di ftrada fino al Canto di Via de' Pentolini , col feguito di numerò- fo Clero , di molti Nobili con torce accefe in mano, e di Monfignore Arcivefcovo parato Pontificalmente , ala facendo molti foldati , e ricondotto in Ghiefa flette efpoflo tre giorni alla moltitudine del divoto Popolo } e nel terzo giorno fu collocato fotto 1' Aitar maggiore in un depofito vagamente intagliato, ed indorato, che fi cuflodifce ferrato a due chiavi j leggendoli in un_ cartello quella Ifcrizione : V
DECVS ET TVTAMEN.
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E XX III.
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DELLA CHIESA DI SANT AMBROGIO.
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ON vi ha Chiefa in Firenze , che^ non
vanti maraviglie , o fi voglia dell' Ar- chitettura , o della Scultura , o delia Pittura , offerendo infiememente un dol- ce pafcolo alla divozione colla veduta degli adorabili tefori di Sante Reliquie . E per quanto abbiamo fin ora ravvia- ti Templi ammirabili ne i Angolari loro pregj , niuna però ci damo avvenuto fin qui a trovarne avente un ve- ro , continuo , ed incontrattabile miracolo di noftra Fe- de . Ma poiché nel Venerabile Monaftero di S. Ambro- gio dura maifempre il Miracolo del Sacramento da* Ve- fcovi approvato , da parecchi Scrittori celebrato , e dal Collegio de' Notai cuftodi della pubblica fede guarda- to ; di quefta Chiefa , che va di così ragguardevole te- foro arricchita , io imprendo a ragionare in quefta Le- zione . E comecché, oltre l'accennato infigne miracolo, il quale certamente è il pregio principalilfimo di que- llo Tempio , altri ivi rilucenti pregj il trovino ; divi- dendo il Ragionamento in due Lezioni , moftrerò nella prima lo fiato antico , e il prefente della Chiefa ; e^ confiderando nella feconda del Miracolo il modo , -il tempo , ed il culto , noterò alcune cofe > che hanno rapporto alla pietà de'Fiorentini . IL EJ fama, che quefta Chiefa fia antichiflìma ; ed
uno de* tre primi Conventi di Monache , che follerò fondati in Firenze ; intanto che il Poccianti fèguitato da Piero Monaldi afferma efiere in quello luogo vivute in Comunità Monache da più di mille anni in qua , che farebbe, per vero dire, una bella, e grande notizia, e fa-
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e farebbe colpo agli ftudiofi ài Cimili antichità , fe_,
dall' autorità di qualche antico Scrittore , o da qualche pubblica , ed autentica Scrirtura venitfe confermata ; ma quando non abbia altro documento , che un Libro in cartapecora preflb le Monache, coperto di alfe, fop- pannato di corame nero , di carattere del igoo. inti- tolato Breviario , avrà un debole fondamento , con- cioffiachè le cofe in elfo narrate fono lenza i dovuti rifeontri , e vi fi feorge fvario notabile de' tempi , e delle perfone : onde non pare , che occorra , che ne facciamo verun fondamento . Molto più del Poccianti farebbe conflderabile ì' autorità del Dottor Brocchi nel fuo libro delle Vite de' Santi , e Beati Tofcani alla pag, 8r. ove vuole da S. Zanobi eretta inficine con un Mo- na itero di Sacre Vergini , una Chiefa a S. Ambrogio nella Città di Firenze : ma perchè ciò egli alferifce fon- dato principalmente fu di alcune Vite manoferitte del Santo j i cui caratteri niente di maggiore antichità di- inoltrano del foprannominato Breviario » lafciando noi sì dubbie opinioni., verremo ad un' epoca certa , fon- dandola in un pubblico finimento nell1 Archivio del Capitolo Fiorentino num- 96. nel quale troviamo no- minata la Chiefa dì S. Ambrogio già da tempi molto antichi , cioè dall' anno 1001. che è un Contratto di vendita , con le feguenti parole : Vuido fil. olim Andree HJendidit Rainerio Fil. olim Raimberti quartam partem Cur* tis Domnicatus in loco diBo Tetra plana j ad Ecclefiam S. Amhroxii, ficut fuit Addi fil'. B. M. Agradi , an. 6. Im- perli Ottonis 3. menfe Jul. Ego Florentius Mot. & Scriptor complessi . E nel 1046. altro rimile ititi mento come ap- preilo : Ioannes Fil. B. M. Altiporti , qui fuit Motarius <vendidit Rajmberto fil. Joannis Curtem quam ipfe 5 ut fu- pra de an. 1046, emerat a Rainerio fil. B. M. Ragimberti , & Domnicatum cum Ecclefia S. Amhroxii in loco ditto Te- tra Tlana prò pretio Nufc£ unius de auro an. ab Incarn. 1046. X. Kal. Decembris Albertus Not. & Scriptor. E no- tili , che per cagione di quella via , che va da S. Pier Mag- giore a S. Ambrogio , fi trova nominato il Monaitero di no*
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S. Ambrogio de Tetra Plana nella Bolla di Inriocenzio
JI. del 1141. .diretta alla Badeffia. ài quello Convento, contenente molte grazie, e privilegi , il fumo de'quali è il Tegnente : Quapropter dilefìe in Domino Ahbatiffe pò* fiulationibuf clementer annuimus , éf prefatum B. Ambro- xiiMonafttrium, quoti in Fior. Epifcopattt fitum efl fnb B. Retri ,. é' noflra protezione fufeip/mus ^fiatuentes^ ut quaf- tumque ^offejfiones , qujecuwque bona , que idem Mona&e- rium in p-efentiarum iujle j& canonie e pojjìdet 5 & in fut ti- rimi xoncefftone Pontificum , elargitione Return , njel Trinci' fwm i oblazione fidelium , feti aliis modif Deo prosit io pote- ri* adipi [ci , firma niobi s yitf fuccejforibus ruefiris , & il- libata permaneant , in quibus Ecclefiam S, Michaelis in Palchetto fitam intra Ci'V.itatem fior, cum omnibus fuis pertinentijs a Godefrido Epifcopo Fior, ruobis conceJfam > & fino fcripto firmai am proprio nomine , duximus .adnotandum.. falwa Fior. Ecclefia renjerentia . Recipiendi etiam oblatio- nes tam prò iji'vis , quam yro defunBis abfque alicuius contradiBione liberam -njobis joncedirnus facultatem , Sepol- turam quoque ij?fius loci Jiberam ejfe fancimus é^c. Datum Rome , per manum Almerici Romane Ecclefie Card'inalis , & Cancellarii IF, Mon. Mail Indict. IV. Anno XII. Pontif. Né voglio tralasciare alcune conietture dimoiiranti l'an- tichità di quelita. Chiefa, come la denominazione di Bor- go di S. Ambrogio , Ja Porta della Città già contigua al Mo-naitero , chiamata talvolta porta di .S, Ambrogio j il Diploma di Algiiìo Arcivefcovo di Milano alla Ba- deflà Ambelina Monaflerii ,$* .Ambroxii fitti .in Suburbio Fiorentine Gioitatis l'anno 1183* riferito dair Abate.» Ughelli alla parte terza della Italia Sacra ; ma non aven- dolo io trovato concordante coli' originale, anzi eflendo alterato nella ortografia di que' tempi , mi lufingo , che non .dispiacerà fé qui lo riporto copiato per l'appun- to j come elio ita nel!'originale, che £ conferva nel Mo- naitero , ed è come apprellb; Algifitts Dei gra Mediolanenfis Ecclefie Archps di'
lecle in XpÓ Filie Amboline Abatiffe Mon. S- Ambroxii fiti
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Jìti in fuburbio Fior. Civitati?. Fervenit ,ad aures no-
ftras quod cum Monafterium , in quo eftis divini $ obfequiis mancipate antiquam Predecefforum Ho (irorum conceffìonem quarundam pojfeffìonum quas > Medivi. Ecclefia -> cui licet in- digni prefidemus , in loco qui dicitur Cinto-ria et aliis loci* tam Fior, quam FefuL Epifcopatus habebat imphiitbeoti* co iure fub annuo cenfu meruerìt . Nobile s quidam timo- rem Dei ante oculos non habentes fuper iam di Bis poffef- Jìonibus vos perturbare non verentur et in periculum ani- marurn fuarum eas detinent occupata? iram Dei Omnip. & Beatiffìmi Conjejforis Arabroxii Patroni noftri non ti* mentes incorrere . Qupniam igitur ex antiquorum Fratrum noftrorum relatione manifefte accipimus conceffìonem fett. do- nationem prediBarum Foffeffìonnm a Fredecefforibus noli ri? veftro faciam effe Monafterio et ca que a Fredecefforibus noftris faci a effe nofcuntnr noftre auBoritatis robore de- bemus confirmare veftris iuftis poftulationibus grato con • currentes affenfu conceffìonem feu .donationem predd. pof- fcffìonum prò ut eft a Fredecefforibus noftris iure imphy- theotico mei alio quolibet iure faBam niobi* & per vos Monafterio veftro fub antiquo et folito cenfu confirmamus et conferimus et prefentis fcripti comunìmus patrocinio , ius et aBiones agendì experiendìque in rebus principa- li bus et in retentis fervidis fub eodem cenfu niobis con* ce dente s. Decer nimus igitur ut nulli Clerico vel Laico li->, ceat vos•fuper predìBarum poffeffìonum conceffìone feu do- natione perturbare vel buie noftre confirmatìonì aliquate* nus contrahire . Si qua igitur Ecclefiaftica fecularifque Per* fona contra huius noftre confirmationis paginam et con* ceffìanem Predecefforum noftrorum venire temptaveritr, àt vos fuper iam diBis poffeffionibus àufu temerario perturba* re 5 Ut comonita a fua non deftiterit prefumptione iranu Dei Omnip. & Beatiffìmi Confefforis Ambroxìi ac noftram fé noveri* incurfurum•>&in extremo examine divine fub- iace'at ultioni fui que honoris et dignitatis periculum in* currat. CunBis autem tura veftra fupra prenominata con* ce ffìone feu donatione et hac noftra confirmatìonì fervan- tibus Fax multiplicetnr et Gratta Domini NoBri lhtt Xp? Amen Amen . ^ Ego |
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$fr Ego Algifìus Mediol. Arch. fnbfcripfi*
Ego Petrus Presbr. ss.
Ego Philip. Tbr. ss.
Ego Otto Diaconus & Vkedns ssì ,
Ego Guiffcar. Dine. ss.
Ego Obertus Subd. ss.
Ego Lanterius Can. S. Marie ss.
Ego HerTpndus Index & Confai. Mediol. ss»
Ego Arderleus dì Sonate lud. ss, \
Ego loés Index ss. ^
Ego Mag. Arduèn fubd. ss.
Ego Albertus fubd, ss.
Ego Obertus fubd. ss.
Ego Rolandns S\ Eccle Mediol. Cancell. ss,
Epo Oldo Diac. ss.
Ego Guertius lud. & Rei]?. Mediol Confuh
Ego Alberìcus Trefbr*
Ego loés de Mandato Dm Ugonis
Datum per manum Magri Ronlandi Mediol. Eecle Didt> & Cancell: an. Domini Millejimo eenteximo o&uageximo iertio Menfe Eebr. Ind. L III. Di Eugenio HI. è il privilegio , col quale confer-
manti le donazioni fatte a quello Monaftero da' fuoi Anteceflbri , e dona alle Monache di Sant'Ambrogio la Chiefa di San Iacopo ài Bagnuolo > e la Bolla è data in Viterbo 1145. in oltre nel nói. Urbano IV. conce- dè alla BadeiTa , che in tempo d'interdetto poffa far celebrare la Meila in chiefa a porta chkifa, fenza fuc- ilo di Campane. Avvi pure bolla di Clemente IV. nel- la quale concede Indulgenza a chi farà lemofine per riparare V antica Chiefa di SantJ Ambrogio , la quale Bolla è data in Perugia. Idièus lunii 1266. Pontif. an. 2. Parecchi ancora Cardinali furono parziali verfo que- llo Convento, come Fra Latino Cardinale di Odia, e Velletri, il quale nel 1280. lafciò in perpetuo Indulgen- za a chi viiitaiìe la Chiefa di Sant'Ambrogio di Piren- 2e nel dì della fefta di detto Santo. E fette Cardinali, . v .- ■.*':,. una
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una fimìle Indulgenza nell'anno 1459. e pnmo di Papa Pio
II. concedettero aìla rnedefima Chiefa nelle fefte del Cor- pus Domini dell* Affama , e di Sant'Ambrogio, Né de- vefi tralafciar qui di notare, che il Cardinale Giulio de'Medici Legato a latere in Tofcana unì al Monaftero di Sant' Ambrogio la Chiefa di San Giorgio di Caftel nuovo nella Diocefi di Piftoia, che era Padronato dell*1 Abate della Badia di Santa Maria a Grignano della me- defima Diocefi , ed il Breve del Cardinale è dato iru Firenze. MDXIX. XII. Kal. Aug. IV. Ma ritornando a i pregj diquefta Chiefa, e Mo-
naftero, noteremo qui » come ella è ufiziata da un buon numero di Preti, e Cherici5 dei quali capo è un Prio- re, e nell'anno 1433. principiarono a godere dell'ono- re fpecialiffìmo della offerta nel dì feftivo di Sant'Am- brogio, che facevano i 6. di Mercanzia , e le Capitu- dini per una provvifione della Repubblica , rogata da Ser Giovanni di Piero da Stia. E non giudicando io be- ne di dar la ferie de'Priori , che farebbe da fé fola una ftoria, noterò folamente i nomi, di tre, che ho trova* to in un antico Sepoltuario, con lapide aventi qualche particolar notizia, e fono Francefco di Antonio Marin- ghi Canonico di San Lorenzo, morto nel 1441. a' 15. di Agolto , e vien diitinto con quefti titoli; Venerabili •viro, & Priori huius Ecclefie Religiojtjjimo , integerri- mo , diteBiffìmo Gnbematori : fondò egli una Cappellata full' Aitar maggiore , come apparifce dal fuo Teltamen* to 28. di Luglio del 1441. che rogò SerDonatns de Rim- bottis; Nella feconda lapida dietro al Coro eravi l'effi- gi in marmo con 1* abuo Sacerdotale , equeite lettere: SEP. D. SALVINI DE SAfcVINIS CAN. FLOR, HV1VSQ. ECCLESIE
PRIORIS ET GVBERNAT. OPT. QVI OBIIT AN. MCCCCLXXXXr. Ed Altare , e Sepoltura avea il Prior Francefco Stefano
della Torres morto nel 1497. V. La facciata della Chiefa, che guarda a ponen-
te , fìtuata in una mediocre piazza, dalla quale deriva- no quattro itrade , che diritto portano nel più abita- to della .Città , ha nell' angolo deftro intagliata in mar- Tom. I. Par. IL Hh mo
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mò un'arnie cori la corona j e déntro ^imrcai-teUd*, con;
fopfa quefte lettere: A* é. a^ i. g»' tL g. 1577. citta*! rossa: credefì , che ciò fìa un jCOturaiTegno del luogo, ove pònèvanfi le ìnfegne della Contrada in occafione_» etile faiìe 'popolari, ed: allegrie;*:! chiamate l'annega giar delle Potenze', inventate per fòllieyo della plebe p faptndofi, che quivi pretto era VImperatore delia Città Rolla . Confìtte la Cfaiefa in una Nave Scompartita irt fei Cappelle per ciafluna parte ornate di pila/tri di pietra (eretta /cannellati , e di archi intagliati di ordi- ne corintio d Entrati a man manca La prima è de'Car- dinali reftaurara l'anno 1651. da Agnolo Cardinali Ca- nonico di S. Lorenzo, la cui tavola, che rapprefenta la Nunziata, è di Vincenzio Dandini . Una piccola tavola a tempera è alla Cappella de* Buonamici contigua alla porta laterale , che conduce in Monaiìero , e quefta fi créde di Mafaccìo, che vi dipinfe noitra Donna in grem* bo a S. Anna col figliuolo m collo . Viene*un S-. Ba- ciano di rilievo fàrtò da Andrea Comodi, il quale è quivi feppellitO;nella Sepoltura di fua Cafa : La Cappel- la allato al Pulpito è de* Ciardi , ove Franceico Bofchi dipinfe S. Benedetto elevato in aria in atto ài contem- plare la gloria del Paradifo , con due Sante inginocchia- te a'Tuoi piedi . Air incontro all'Aitar de1 Guidoni la^ vorò una Visitazione Andrea Bofcoli , in cui è una ve- duta di cafe molto ben tirare con la regola più elatta delia profpcttiva . Viene la Cappella de* Banfi Succhielli detta della Madonna del Rofario , intorno alla quale il Paffignano dipinfe alcuni Santi . Nella Cappella de' Ro- vai vedefì la Sepoltura loro , con lapida grande , Arme, ed Iicrizione ; e quivi aliato fu fotterrato l'anno 1509. il fu'o famofo Archi retto Cronaca , col difegno del quale il Pubblico creffe magnifiche fabbriche, e Filippo Strozzi il iuo grande , e bclMìmo palazzo, ed in queitaChiefa pure nella iepoltura dei Cioni giace Andrea del Varioccbio Scultore trasferito da Venezia, dove fi morì nell'an- no 1488. dopo aver lavorata la ftatua equéitré di Barto- lommeo da Bergamo Generale dei Veneziani . All'Ai- tar |
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tar maggiore eravi un' incoronazione di Maria Ver-
gine con molti Angioli, e Santi lodatiflìma opera di Fra Filippo Lippi , ma uno dei Priori di quella Chie- fa avendo molto bene adattato full'Altare il bel Ci- borio tutto dorato, effa tavola fu, trasferita in Sagrefìia, ove oggi fi vede, ed in eiìa il medefimo Filippo fece il fuo rirratto , che è quello, che ita inginocchioni dalla parte finiitra . Ma tornando all'Aitar maggiore deb- bo rammentare quanto fcriffe il --Signor Manni nel Si*- gillo V. del Tomo XIX. dove narra che Turino di Bal- defc della nobile Famiglia, che tute* ora edite de'Baldefi, fondò la Cappella principale della Chiefa di Sant'Am- brogio ove già fi vedeva la loro Arme, e ciò fu circa l'anno 1320. In Chiefa reità no da offervar.fi le innova- zioni fatte nell'anno 1715. con la, fpefa di 3000. feu- *di , come leggeri in un Diario della Libreria del Ma- gliabechi, che dice come fegue ,> 2, di Febbraio 1716. ,5 in quella mattina fi vedde reftaurata la Chiefa di S. „ Ambrogio, con una foffitta dipinta,da Benedetto For- „ tini, che ha dipinto ancora la volta del Coro * Alle jj? due Cappelle, che mettono in mezzo!l'Aitar maggio- „ re , vi è flato fatto un ornamento di pietre , con ar- ,, co a terrazzino anch' elfo dì pietre benirlìmo lavo- „ rate, che uno è per il Coro delle Monache, l'altro ,s per l'organo., con grate nuovamente fatte. E'Hata de- 5, molita la Cappella, che era nell'ingrefTò a man delira, „ la quale feomponeva l'ordine della Chiefa, ed è ita.- „ ta fatta compagna più al. poflìbile dell'altra Cappel- „ la a dirimpetto della Famiglia de' Cardinali. L'In- .„ gegnere è ltato Gio: Badila Foggini „ E nel 2715?. a .dì 4. di Ciiugno fu feoperta la Cupola dipinta da Ra- nieri del Pace, Segue dalla banda del Vangelo la Cap- pella del Miracolo, del quale è ormai tempo, che ne diamo il racconto, fé fia .poflìbile con federazione e dei divoti, e dei critici, lo che faremo nella Lezione sfogliente. Notando qui per fine, che quattro di quelle Monache nel 1339* dettero principio, e norma di vive- re al Monaftero di San Niccolò in via del Cocomero. Hh 2 "LE.
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LEZI
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N E XXIV.
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DELLA CHIESA DI S. AMBROGIO IL
I» IÉÉtt!HMHÌ L Miracolo detto comunemente di S,
Ambrogio fi trova rammentato in mol-
ti Codici, e Ricordanze fèritte a pen- na , <=d in oltre in Libri ftampati da parecchi accreditati Scrittori . Fra i manofcritri fi trova in un antico Co- dice del Monaiìero, in un altro del Maccanti nell'Archivio del Collegio de* Notai, nel Diario del Ridolfì, nel Sepoltuario del RoiTelìi, ed in cento altre fcritture, e tra gli {rampati ne parlano Ricordano Malefpini nella fua Storia cap. n§. Giovanni Villani Lib* 6. S. An- tonino nella Cronica alP anno 1230. Clemente Mazza nella Vita di S. Zanobi pag. 2. L'Ammirato Lib. I. L'Abate U- ghelli parte 3. dell* Italia Sacra , Agoitino Coltellini in due fue relazioni al Granduca, il Cineili nelle Bellez- ze di Firenze , e il Gerracchini nella Serie de* Vefcovi pag* 72. Né mancano ftranieri, che lo raccontino, come il Bzovio negli Annali Tom. jg. e le Blanc in Ffalmum 21. Tom* 2. ed in tal guifa molt'altri. IL E venendo alla ihepitofa lltoria > dopo un ferio
efame -fatto di quanto ne' fuddetti Codici, e Libri ù rac- conta , notare mi giova, come nell* anno 1230. nel gior- no di S. Fiorenzo adì 30. Die. Nella Chiefa di S, Ambro- gio eflendo Badeffa Suor Tada un vecchio Sacerdote di no. me Uguccione , non avendo afeiugato bene alla Melfa dopo la Comunione il calice , e volendo celebrare nel feguen- te giorno j vi trovò dentro fangue vivo rapprefo , e in- carnato, con grande maraviglia veduto da tutte le Mona- che, da' vicini, e da numérofo popolo della Cura, di ma- mera che dalla Chiefa pallata la voce di sìprodigiofo avve- ra- |
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lìimento per la Città, tra*primi venne il Vefcovo Arditi-
go, il quale adorò il prodigiofo Sangue : ina giudicando, che la cofa richiederle più matura confiderazione, a! fuo Palazzo con feco portò il Calice, ove alla pr e lenza de'fuoi Canonici trovò il Sangue mutato in Carne, che tale durò a comparire ne* tre meli , ne* quali con replicati efami, e tettimonj , volle il Vefcovo fare minute offervazioni, e pofcia riportato alla Chiefa proceflìonalmcnte , ivi dura fino aJ noftri giorni ad avere un fembianre di carne in- fo cchita. Due vifioni feguite in que'primi giorni, fervi- rono a corroborare la fede e del Vefcovo, e del Popo- lo. La prima feguì ad Ardingo fi e fio, che in fogno tre volte udì una voce , che dille „ nudo mi hai rimandato ,, riprenfione, che moife il Vefcovo a far lavorare un vaio di avorio intrecciato di Stelle, che mandò al Monaltero , acciò in elfo forTe collocata quella Carne Divina . La fe- conda apparizione fu di Maria Santiflìma ad una Fanciul- la fecolare nel Monaftero, che fu poi e Monaca, e Ba- defTa , addomandata Ildtbrandefca, cui dirle la Vergine effere voler di Dio , che fi adornarle meglio 1* Altare del Santiflìmo Miracolo, e che lo dicelTe alle Monache , le quali non tardarono ad ubbidire ponendovi con vago , e ricco difegno , Un maeftofo Tabernacolo , e quindi maifempre crefciuta la divozione, fono già cinque com- piuti fecoli , da che non con altro nome fi parla da* Pontefici, da' Vefcovi , da' Principi, dagli Scrittori , e da* Fiorentini, che del Miracolo di S. Ambrogio . III. La varietà poi , che ù trova peravventura ne*
Codici, e ne'Libri, o fi voglia del giorno,» in cui feguì il cafo, o del nome del Vefcovo, che lo efaminò , o di altre alterate circoitanze, non fembra , che debba punto pregiudicare alla verità , pofciachè ella viene appoggia- ta ad un copiofo novero di autorevoli documenti, come in appi elfo mi piace far vedere* Goffredo Vefcovo di Be- telem Legato Pontificio in Tofcana, volle nel 1257. apri- re il Sacro Tabernacolo, e rinnovarne gli efami, dopo i quali, perchè nel Popolo alle miracolofe fpecie Sacra- mentali fi aumentarle viemaggiormente, e la fede, e la ri- ve. |
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vetcnza, concedette Fgli a chiunque fu hi prefentc , ed
a chi in avvenire avelie vifitato la Chiefa, Indulgenza di 40.-girimi ovile penitenze ingiunte per i peccati mortali, e della quarta parte della foddìsfazione dovuta per i pec- cati veniali . E di tale Indulgenza ho prerlo di me una copia (campata nel 1515. e riitampara nel 1-554. che dice come fegue 5> Indulgenza perpetua per ogni giorno , Si „ riduce a memoria a tutti i fedeli Crifiiani, come il Re- ,, verendiflimo Moniìgnor Goffredo Vefcovo di Betelem ,, Legato in Tofcana della Santa Sedia Apoftolica 1* aii- „ no 1257. ai io. Dicembre a onore di Dio, e reveren- di, za dei preziofimmo Corpo del noftro Signore vifibil- ,, mente convertito anni 27. innanzi, che fu l'anno „ 1230. nelle fpecie di Carne, e di Sangue, le quali il ,, veggono ancora , e fi confervano riverentemente nella 5, Venerabil Chiefa di $. Ambrogio, la quale allora era 5, fuori della Città, in una fua predica fatta in cornine- ,, morazione, & efaltazione di tale Santiffimo Miracolo , 5> conceife a qualunque perfona , che il trovò ivi prefen- ,5 te, e che in avvenire viiltaife detta Chiefa, perpetua» „ mente per ciafeun giorno Indulgenza di 40. giorni clel- „ le penitenze ingiunte per i peccati mortali , e della ,, quarta parte della Jfodisfazione dovuta per i veniali, e „ quello a piena notizia , e confolazione di ciafeuno ,, e fotto leggeri itampàta la feguente Orazione ; O R E MVS- ■ '
Deus, qui ad excitandam in Ecclejia tua fidem pariter é*
amor e m , in Sacramento mirabili noma miracula fufcitajli > concede propiti us, ut qui Te in illis iugiter ttpudnos per- manentibuf per ftdem *veneramur in ferris , peccatorum no- Jlrorum Indulgentiam conjecuti reme lata facie Te piena cha* ri late perfrui mcreamur tn Coelis . Qui tvi<vis & regnas &c. IV. Nel 1340. anno funertiiTimo in Firenze per la pefte, il Vefcovo Salveltri da Cingoli, e non Fra Agno- lo Acciaioli, come vuol 1J Ammirato alla pag. 322. per rimedio a sì gran male } volle, che fi portaffe quefto Mi- racolo in proceflìone per tutta la Città, e da Papa Boni- |
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fa-zio IX. neir anno 1399. decimo del fuo Pontificato fu
emanata una Bolla , per la quale concedevafi a chi visita- va quefta Chiefa nella feria di S. Ambrogio in grazia dei Santiffimo Miracolo la ftelfa Indulgenza della Porziuncu- , la; come apparifce dall'originale nei Monaftero , e da un fogliò pubblicato in Firenze colle ftampe , nel quale leggeri comeappreiTo 5, Indulgenza plenaria alla Chiefa „ di Sant' Ambrogio. Bonifazio Papa IX. per onore del ,, Sanriflìmo Miracolo del Sangue di Crifto- benedetto , ,, convertito in Carne nel 1230. che nella Chiefa , e Mo* ,y nMero di S. Ambrogio di Firenze religiofamènte fi „ conferva^ acciocché ila con maggior frequenza vifitato ,; ed adorato,.conceffe a tutti quelli , che veramente pen- ,, tiri, e confeifati ii giorno di S, Ambrogio vifiteranno j, divotamente la detta Chiefa dal primo vefpro a tutto 5, il giorno feguente , porgendo quivi preghi divoti a Dio> „ e che fi troveranno prefenti quando i\ vafo del detto )j Santiffimo Miracolo fi moftra al Popolo , ciafcun an- ,5 no la medefirna Indulgenza plenaria , la quale confe- >, guifcono ogni anno coloro, che vifitano la Chiefa di „ S. Maria degli Angioli fuori ddìe mura d* Afcefi il ,, primo, e fecondo giorno di Ago Ito . Data in Roma ii ,, dì g. d' Agoito T anno X. del fuo Pontificato , e del ,, Signore 1399. „ Ma la più ragguardevole prova, e che noi non fappiamo fé vi ila altra Reliquia, che vanti più folenne autentica, farà mai fempre la gelofa cura , e cu- ftodia , che ne profefìTa il nobil Collegio de* Giudici y e de' Notai di Firenze per antica Legge della Repubblica^ Fiorentina , come leggefi neil' Archivio dei Proconfqlo al Lib. delie 4. Stelle; Qt^oniamv'cultus, ér* fefti<vitas Mi- raculì Corporis Chrijli exfifìentis in Ecclefia S. Ambrojìi de fiorentia antiquis temporibus per pubblicum Decretum Dom^norum Priorum , cb* Vexilliferi luflitie imius alme Ur- bis , buie Collegio , & Uni<verfitati ludicum , éf Notario* rum commiffa fuit, & commendata afe. Dalie quali parole io-ne formo un* illazione forti (lima difeorrendo così: fé una firma particolare di un folo Notaio è una fufficien- te prova del vero racchiufo in un foglio, quanta Me me-
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meriterà una Storia corroborata dall' autorità di un in-
tcro Collegio di Notai , i quali ogni anno veggonfi nella Domenica dell' Ottava del Corpus Domini afMere in S. Ambrogio a* divini Uflzi, ed onorare nella folenne prò- ceflìone Io fretto adorabiliffimo Miracolo? V» E parlando a. parlare della belliiììma Cappella detta
del Miracolo , notar debbo , come all'Archivio Generale in Ser Lodovico Vanni fi trova , che ne'<5. di Agofio 1408. D»# Creftina Ux. Giratami Baldi Bacchi ( della qual gente il Signor Manni ne parla nella vita del Dottor Baldovini ) reliquid podere & bona ftta ad Cappellani S. Amhroxi Cor* poris Chrijli Jìtam in Eccl. d. conBruBam & hedificatam per D. Girolamum^ éf cervo* eius attenente* ; E nello ftef- i'o Notaio fatto il dì 7, di Luglio 1416. leggefi il terra- memo del fuddetto Girolamo con k feguente claufula; Pro<vidu? Vir Girolamus olim Baldi de Bacchis fecit fuum teBawentum éfc. fepnlturam elegit, èf effe *voluit in Eccl. $. Ambroxii in fepulcro , quod efl pofitum fuhtus Altare Corporis Chrijli afcendentium D. Girolami, Come poi i Zati vi abbiano 1* arme loro prima in pietra , ed in oggi in pittura. fa ePuopo dire, che o da efiì foffe queita Cappella ereditata, o viepiù di marmi, e di pitture arric* chita, di cui fcrive il Cinellicome fegue,,Sono lodati due „ Angioli, che reggono il Calice dove è effigiato il Mi- ù racolo , ed in legno di riverenza ftanno con un gi- „ nocchio piegato , fatti di vero con fommo artifizio , $ e lode di Mino da Fiefole. Allato all'Altare fi vede nella 5, facciata dipinta la proceffione del Miracolo di ma- }, no di Cofimo Roffelli con molta induitria* Sopra ali* ,, architrave è un mezzo tondo, nel quale è di Trailo ri- » lievo un Dio Padre, che ha fotto di fé un Serafino mol- li to bello , e dalle parti fono due Agnolini ben difpoiti . ,9 Ci ha gran numero di Cittadini veftiti fecondo 1* ufo iì del tempo , quando viveva il Pittore . Sono fatte con $ artifizio certe fcalee oltra'1 Vefcovo , ed il Clero, che }ì paiono vere: e tra due figure di viva prontezza è vi- j, viffimo in mezzo Pico della Mirandola, foni inamente >, iodato da tutti,, Sin qui ilCinelli , ed io per fine'noterò |
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t.
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la erezione di una Compagnia di Gentildonne nel 1514.
principiata in querca Cappella, e fi chiamò la Compagnia delle Donne del Miracolo di S, Ambrogio. VI. Ma dappoiché abbiamo illuftrato quanto abbifo-
gnava un punto così celebre della Storia delle Chiefe Fio- rentine , ragion vuole , che per ultimo parliamo del culto dovuto a quelle fpecie miracólofamente fubentrate alle fpecie Sacramentali, ed ancora permanenti . Onde per non iftare qui a fare una Lezione teologxa, dividendo i miei leggitori in due elafi!, una di perione dotte ) e di idiote la ieconda, a quelle rifpondo, che feguitino pure a preftare al Miracolo quella riverenza, che ìaudevolmen- te ha praticata la Chiela Fiorentina, già da tanti fecoli con folennità di eipofìzioni, e di pubbliche proce0ìoni approvate fovente dal Cielo con iitrepitofì prodigj . ]Le dotte perfone poi chiamo a leggere il Libro erudirifTimo de apparitionibus Chrifti S'aerarneMalthus di Pietro Tirreo, il quale al Tom.2 .Cap. XXXHI. dice come fegue: Duplice s funi fpecie s , jìiie res, qua pofl facramentum aliquando relinquun*- tur . Ali$ enim carnem*, mei fangttinem referunt, non pattern Mèi <vinum. Alia ncque carnem, aut fanguinem , neque pa- nem > aut *vinum ,fed tertium quid, in quod mei fpecie s C ar- ni s , aut Sanguinis , mei fpecie s panis & mini funt conmerfa » De bis duplex hoc loco quaflio e fi . Altera an honor >
aut remerentia ali qua Hi de bea tur , & altera ? qu& de bea- tur j éf utrarumque fpecierum eadem ratio e fi . Si qua his debetur 5 eadem debetur utrifque '. nec his alia , qutwz il~ lis : nec bis mator} qua'nt illis "y propterea quod neutra Chrijlum contineant^éf qua utrifque tribuenda^ tribuenda Jtt ea jolum ratione 5 quod fub his ( Itesi aliter affeBìs ) Chrtjli aliquando Corpus S anguifque latuerìt . Ergo ut de qu&Jlio ne, priori prius conflit uamus , dubium
non eft <> quin iis remerentia aliqua tribuenda Jtt. Neque e- nim qtiis temere damnarit iam a multi's annis receptam le- gem , ér* probatam confuetudinem , qua ha res , in quas Sa- cramentales fpecies quandoque conmerfa leguntur 5 religione confermanti^ , éf pie a^Catholicis coluiitur j atque honoran- Tom. L Far. IL I i turi |
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tur\ e qui il Tir rèo annovera miracoli fino al aum. §*
poi fegue come appredb . Confiitutum ergo fit, opime hds res in honore haberi.
Qgeris ( ^r/p*/ fecundum e fi ) ^///V /*> ^o/zo/* , cultus , ##* /v- werentia trihuenda■'? Refpondetttt• : eadem qu& Reliquiis; i- deoqtie non abfolutam deferendam j /c^ refpe&iqjam : ^r#4«r z# ordine ad id hahent, <p/o// ^>,?r y? honore , rcverentiaiue efi dignum; quod hic Chriflus e fi , ?#/'#/ qu&dam quafi Reli- quia funt facies ; utj/ote relitta ex accidentìbns, ^## #<?>» Chrìfii in EuchariBia Corpus ^ fu am quafi pub fi fi enti am Jja, buerunt . Itaque cultus hic interior efi ilio , quem per foni s, qua-
rtini Reliquia funt, deferimus . J7/# fiquidem per fé honore funi digna , £<« /p^;» habent, ^erfonar um rations > honorem hahent yfed tamen ab eadem Religionis <virtute uterque prò- ficifcitur, ^7*0// ^//# ratione fiat, *&<:<?£■ aranci ficus Suarez, in fine Tomi I, in 3. j^zr. $, Thom. VII. E ritornando alla Chiefa, debbo aggiugnere ,
che nell'anno 1595- nel giorno del Venerdì Santo, eifen* dofi attaccato il fuoco all' apparato del Sepolcro in que- ita Chiefa , ove era il Santi/Timo, ed ogni cola eifendo andata in fiamme, folo fi falvarono alcune confacrate Par- ticole, le quali umide dall'acqua gettata per ifpegnere 1' incendio, e perciò mcfcolate con la cenere , fi trovaro- no ridotte ad una Ciambellina^ la quale fi conferva fin ài dì d* oggi in uno fcatolino dorato nel medefimo Ta» bernacolo dd Santifiìmo Miracolo . Volendo Iddio con duplicati prodigi rendere viemaggiormente celebre la Chiefa di S. Ambrogio, ed infiememente infiammare ne* cuori de* Fiorentini una fempremai viva ftd^ all' Augu- ro Mirrerò, che ad efempio aV Maggiori , noi vifitando in quella fovrana Cappella, ci faremo ancora partecipi de* tefori di molte Indulgenze concedute da' Sommi Pon* lefici, a riguardo del Miracolo di S. Ambrogio . LE-
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LEZIONE XXV,
DELLA CHIESA DE' PADRI DELL' ORATORIO
DI SAN FILIPPO NERI, ADDIMANDATA VOLGARMENTE S. FIRENZE.
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Loriofiflìmo farà maifempre il vanto del-
la Città di Firenze , per effere ella Ha- ta la culla dell'Apertolo di Roma S. Filippo Neri Iftitutore della Congre- gazione dell' Oratorio : ma è ancora veriffnno , che immortali faranno le obbligazioni di Firenze a' Figli di co- sì gran Santo per le immenfe loro fatiche, ed ammirabi- li induitrie ufate in vantaggio dell'anime in quella Chiefa, e nel contiguo Oratorio 9 teatro ogni dì aperto a molti- plici efercizj di pietà , e fovente a gradevoli Coti di Mufiche j acciocché allettati i noftri feniì dalla dolcez* za de' facri Canti , inondato troviti il cuore dalle ce- lefti rugiade" di dotti, e fpirituali ragionamenti. Quin- di nella prefente Lezione facendomi da alto a difcorre- re della Congregazione di San Filippo, per ifpianare, come ù pretende la materia di quefta Iftoria , cercar debbo il Santo in Roma , ove ftudiato avendo la fiìo- fofia in quella Sapienza , la Teologia da1 Padri Agofli- niani-» e fattofi per ubbidienza Sacerdote, principiò le fue Apoiioliche fatiche dal predicare nelle due Chiefe di S* Girolamo della Carità , è di S, Giovanni de' Fioren- tini , e pofeia con alquanti fuoi Compagni paf&ò a S. Maria della Vallicella , Chiefa datagli da Gregorio XIII. dove fondata avendo la fua Congregazione , chiaro egli al Mondo tutto pe' meriti di una fantiflìma vita lì morì adì 16. di Maggio del 1595, Ed avvegnaché fi li 2 tro-
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tfovafle in Roma già cidi i6tp il Veneraci Pietro Bff
ni Fiorentino Sacerdote affai portato verìo i Padri defia Congregazione di San Filippo,, nel cui" Oratorio in- terveniva con altri Secolari alle divote e rat-rè Funzio- ni, che facevanfi da que' Padri; quelli appunto fu l'elet- to da Dio per la fondazione della Congregazione in Fi- renze , la quale {e giti in quella maniera . Era andato a Roma nel 1632. Monfignor Piero Niccolinì , nominato Arcicefcovo di Firenze da Papa Urbano Vili, e nella fua dimora in queil' alma Città , fovente andando alla Chiefa di S. Filippo,,rimafeprefo dagli efempli dello zeio , è della pietà di que' Padri , ficchè di confenfo dd Gran Duca Ferdinando II. principiò il Prelaro a trattare ci aver- gli in Firenze, e parutogli il Ven. Sacerdote Bini uomo al cafo per tal fondazione , lo chiefe al detto Pontefice , di cui il Bini era fegreto Elemofìniere ; né meno ci vo- leva , che la voce del Vicario di Crilto per vincere la umiltà del pio Sacerdote y fommanente nemico di sì orrevole degnazione ; Quindi le preghiere del nuovo Arcivescovo unite ai volere del Pontefice', obbligarono il Bini ad accettare la miMìone , ed inlie me mente l'o-. nore di Fondatore della Congregazione di S. Filippo in Firenze : fi velli egli in Roma dell'abito di Filippino in compagnia di altro Sacerdote, che fu Francefco Cer- retani ,;e venne a Firenze nell'anno 1633. afpettando , che Iddio aprilTcgli caia , e luogo adattato alle funzio- ni proprie della Congregazione , Quando Monsignore Stefano Vai Fiorentino , che in Roma occupava la rag- guardevole carica di Commendatore di S. Spirito , bra- mando anch' egli di cooperare a i vantaggi della fua Patria j offerì con lettera a i due Padri la Chiefa , e Spe- dale di S. Ba tifano, detto de' Èìni, di Firenze , che era di padronato dell' Arcispedale di S. Spirito di Roma, la quale offerta graziofiffima fu accettata dal Bini , e dal Cerretani > i quali ne prefero il polfeiìb con piacere di tutta la Città di Firenze ; lo che intefp avendo Urba- no Vili, volle corroborare tal donazione con fua Bol- la data in Roma nell'anno 1637. : e 'il JI. Or
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II. Or venendo'alle notizie della Chiefa di S. Ba-
ih'ano detta de i Bini , notar ci giova , che da i moki do- cumenti , che abbiamo nel Libro VL de* Sigilli d^ì Sig, Manni, trovali fino dal 1300. elTere ella .tiara uno Spe- dale; ma quando fàbbricaro , ed anneilo all' Arcispedale di S. Spirito, non avendo noi trovato fin* ora memo- ria autorevole , afpecteremo dal fuddetto Sig. Manni quei lumi ? che ci promette nella Storia , che dà alle ilampe, fopra gli accrefcimenti della Città. Intanto diremo qui, che l'Oratorio e Chiefa di S. Baiìiano rinnovata fu dai fondamenti , ed ornata di pietre ierene , e pitture da Bernardo di Piero di Giovanni Bini Teforiere di Papa «Leon X. con porre in più luoghi la propria arme , onde il - dille S. Baciano de* Bini . Il medeflmo Bernardo ottenne poi dal Commendatore di S. Spirito a livello alcuni be» ni di quello Spedale , ed altri beni conduifero parimen- te a livello i fuccelTori ? i quali col beneplacito Apo- ftolico da Gregorio XV. ebbero anche collo dello tito- lo lo Spedale : Che fé leggeri col nome di Commenda , ciò fu, dice il fuddetto Manni al Lib. vi. perchè Giulio II, per ifpeciale fuo indulto , lo diede in Commenda a Monfignor Tommafo di Bernardo Bini Scrittore delle lettere Apostoliche, e Proporlo Fiorentino , e nel dì 14., di Settembre 1509. e ilo ne prefe il poifeifo j nell' anno poi 1518. ne divenne Commendatore Monfignor Giovamba- tiita fuo fratello , P'rotonotario , Abbreviatore Apo- fìolico , Familiare dì Leon X* Reggente della Cancelle- ria Apoilolica , e Proporrò Fiorentino -, ilecome ne fu di- chiarato ancora Commendatore Mariotco Bini , Propo- llo prima di Fiefole , e poi di Firenze. , Ili. Vengono ora altre vicende di quello Spedale, che
qui mi giova riportare , ed in primo luogo noteremo » che nelP anno 1551. avendo il Granduca Collirio I. ot- tenuto da Roma , che lo Spedale , e la Chiefa de i Bini {1 delfero ad alcune Fanciulle abbandonate ; querce vi entrarono nel dì 1. di Marzo di detto anno , gover- nate da una Compagnia di Cittadini Fiorentini loro Ope- rai , e da una Donna accreditata col nome di Priora 1 .ad*
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addimandandoE il Gonfervarorio delle povere Fanciul-
le abbandonate di Maria Vergine . Vedafi il Tomo 6» del foprallodato Scrittore , il quale crede , che pofcia nel 15^4, quefle Fanciulle paiTaflero nel Confervatorio addimandato delle Donne di San Niccolò del Ceppo , Inoltre nell'anno 1594. il Venerabile Ipolito Galantini aiutato dall' Arcivefcovo Marzimedici, e da Antonio Be- nivieni Vicario Generale % e da Niccolò Martini Canoni- co Fiorentino , ebbe dal Commendatore di S. Spirico di Pvoma la licenza ài fare in S, Bafiiano le fue torna* te , fino al totale compimento della Fabbrica di Palaz- ztiolo, ove trasferì la Congregazione della Dottrina Cri- ftiana il dì 23. .di Marzo 1603. e finalmente gloriofo è flato queflo luogo , perchè nell' anno 1632. come ac- cennai , fu la culla della nafcente Congregazione dell' Ora- torio di San Filippo in Firenze . Quivi adunque entrò il Padre Bini col fuo Compagno a' 7. ài Ottobre del detto anno , e nella Feffca di Ogni/Tanti aprì con divo- tiffima funzione V Oratorio , reitando i Fiorentini prefì dalle dolci induftrie , e da i familiari Sermoni di que- ifti due Religiofi , a' quali pretfo fi unirono altri pii, e dotti Sacerdoti. Nel 16%^- il Padre Bini ammalatofi in campagna, con difpiacere notabile della Città fi morì, e al fuo Cadavere trasferito in. Firenze nel dì 29. Dicembre , fi fecero folenni efequie , che ferine trovanti nel Libro de' Morti della Cura ài San Felice in Piazza, dove è pure notato , che il Priore di S. Felice preten- dendo 'di dare fepoltura al defunto, come a Prete Se- colare , tofìo cefsò dall' intentata Uzg , avendogli il P. Cerretani presentata la Bolla Pontificia, che efenta dal- la giuri/dizione de' Parochi quefta Congregazione . Il morto Servò di Dio per la gran fama di Santo flette "éipotìo fopra terra tre giorni : e in verità fu una gran Ridirà per la Città , e per la Congregazione ? la qua- le fcguitatìàù a praticare i foliti fuoi efercizj, e crefeen- do viemaggiotmente il concerfo del popolo , cominciò a ^provare le incomodità del luogo divenuto angurtifiì- rnO à'Gfrradiró, che vi concorrevano, del che perfuafe» il
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A fuddétto Areivefcovq, non iflentò puntò ad'attenere
da Urbano Vili, per la novella Congregazione la Par- rocchia di San Firenze, come luogo più ampio, e col- locato nel centro della Città, il Pontefice'ne fpedì la Bolla nel 1640. e del medefimo anno ai 5. Qieembre i Padri ufcirono di San Baciano, andando a prendere il poiìeiTo della Cafa, della Chiefa > e della Parrocchia di San Firenze , che tanto gi lafciò fcritto il Verzorii ne' fuoi ricordi al Tom. primo » 5. Aprile 1640. i Preti ,, della Compagnia di San Filippo hanno prefo polfelTo 3, della Chiefa Curata di San Firenze, ove fono tornati „ ad abitare ,, Volle però Papa Urbano, che dell'en- trate della Cura fi fondaile una Cappellania , e quella fi delle ad un Prete Secolare da i Popolani, mercecche pref^ fo di elfi era V ius Padronato ab antiquo di nominare il Curaro di San Faenze. Che fé trovali nell'Archivio Arcivefcovile al 1400. un' elezione del Rettore della Chiefa di San Firenze che fanno ìoannes, & Magheus q. Maghei Tadgei de Tafani? de Barberino Valli? Elfe , fi può rjfpondere che detti Gio: e Maffeo la faceflfero a nome del Popolo , al quale come fi è detto fpettava il padronato, e fimili Procuratori folevano d'ordinario cffere delle famiglie più nobili, e benemerite della Par- rocchia ; come era quella de* Tafani afcendenti di Papa Urbano Vili, piacendomi qui di notare, che i tre Tafani, che erano Parme della famiglia già in antico, furono cangiati in tre Api. IV, Tornando ora a San Firenze 3 parlerò prima
dell' antichità di quella Chiefa , che Stefano Roflelli nel fuo Sepoltuario la vuole antichiflìma, ofservando egli, che le Chiefe di San Firenze, di Santa Maria in Cam- po , e di Sant'Apollinare fanno una retta linea fubito fuori del primo cerchio a levante; fé poi debba dirfi S. Firenze, o San Florenzio , o San Fiorenzo, dico, che quello Santo ha avuto la ftefla forte della Città noftra da molti chiamata Firenze, e Fiorenza , e Florenzia da altri . Il più grave dubbio è , chi folTe quello San Firenze, fé Monaco di Norcia, di cui fcrive San Gre- |
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gorio nei fuoi Dialoghi ( e di quefV opinione è il Man«
ni lìb 3, de'Sigilli ) fé Vefcovo di Mafia, come lo chia- ma il Giamboni nel fuo Diario , o pure Vescovo di Oranges in Francia , come meglio credono i Padri Fi- lippini fui fondamento di antichi Martirologi Fiorenti* ni, che così lo chiamavano , ma io lafcerò che ciafcuno penfi come più gli aggrada., E giacché le pitture ce lo vertono da Pontefice , crediamolo ancora noi Vefcovo . La fua fefta è a i 30. Dicembre , dicendo il Diario Fiorentino come apprerfo „ San Florenzio Vefcovo di „ Populonia j e ConfelTorej felta principale alla fua ,, Chiefa Parrocchiale detta San Firenze, vi ita efpoito „ un dito del Santo 3 e vi fi difpenfano le Rape bene- ,, dette „ intorno però al dito del Santo fi dubita fé mai vi ila flato in quella Chiefa , V. Nel fecolo XII. le memorie de* Valombrofani ac-
cennano quella Chiefa donata a i loro Monaci della Ba- dia di Montefcalari 5 la quale è 12. miglia da Firenze lontana; quando folle poi da em" abbandonata non ne ho ancora rifcontro . Don Fulgenzio Nardi libro 10. delle Memorie Valombrofane fcritte a penna dice „ Nel „ 1220. Giovanni Vefcovo con le Dignità, e 9. Cano- 95 nici riceve fotte la fua protezione il Convento , e j, Cura éi San Firenze ,, Ma nel 1276. trovo già ri- tornati i Preti in quella Chiefa, come dice una lapida al muro ; AN-DOM. MCCLXXVI. IND. V. TEMPORE PRESBITEKORVM
TALENTI ET FEDIS jBESE MAGALOTTI HVNC CORVM FECIT ACCRESCI ET ETIAM DILATARI CV1VS ANIMA REQVIESCAT IN PACE . E neli'Arcivefcovado dal 1348. fino alla venuta de' Fi-
lippini fi leggono i Curati tutti prefentatì dal popolo. Parlano di quefta Chiefa molti Scrittori Fiorentini, co» me Giovanni Villani al lib. 7» cap. 24. dove dice, che_* il Conte Guido Novello non fidandofi del popolo di Firenze ferriere la fua Cavalleria fulla piazza di San Fi- ren»
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renze j e l'Ammirato lib. 2. ferive, che nel 1250. folle-
vatofi il popolo contra i Nobili Ghibellini -, fi radunò in San Firenze, ma confiderandofi i Guelfi troppo vi-, cini alle cafe degli Uberei, da San Firenze pacarono alla piazza di Santa Croce. Stefano KoiTelli deferive la pianta di quella Chiefa molto diverfa dallo flato pre- fente , ^dicendo , che (ti edificala full'andare della Ghie-, fa di San Miniato al Monte;, cioè a dire col Coro in alto, e con vaga gradinata , dando con quella il conio* do di un fotterraneo, dove £.r a vi una Cappella. Inol- tre rammenta mole* armi dei Magalotti, e, dei•, Man-, cini, e parecchi targoni, .che aerano appefi alla parete , annoverando eziandìo antiche fé poi tu re di uomini inti- gni , una delle quali belliilìma ancora inoggi vedefi in mezzo al pavimento con un baffo rilievo di inarmo , che rapprefenta un perfonaggio della famiglia de'Ma- galotti, i ,: * VI. Eranvi all'intorno ai quefta Chiefa avarie Torri
alzate in tempo de* Guelfi , e Ghibellini, due delle quali rimafe fino nel fecolo feorfo, furono finalmente fpianate per ingrandire la Piazza , e per compiacere a* Filippini , lo che feguì con la direzione di Gherardo Silvani , e lcg- gefi al muro in lapida queil'ifcrizione fatta dai Rondi- ne Ili: Magalotti , Mancini geminas tur res Ecclejìa San- Bi Florcntii donarunt , qnf Jiantes an'tiqaitatem, dirt/tf ■pietatem redolerent 1643. Ed il Verzoni al Tom. I. de* tuoi ricordi ne nota il giorno „ ai 16, di Maggio 1643. ,, i Padri Filippini gettano giù le due torri Magalotti , e ,, Mancini,. con obbligo in perpetuo di celebrare ogni „ anno alcune MeiTe „ Mariano Cecchi dice, che folle la Chiefa anticamente confacrata nel giorno dell* Afcen- fione , fenza notarci il Vefcovo confacrante, né 1* anno. Inoggi ali* Aitar maggiore eyvi una tavola, ove fi vede dal Rondeili difcepolo di Onorio Marinari effigiato San Filippo in efìafi , e nell'ingreiTo a man finiitra vi è un urna di marmo alla parete, eh* è il depofito del Vene- rabil Padre Pietro Bini, con fopra il fuo ritratto dipinto dal Bilivertiidifcepolo del Cigoli, e allato a tal Sepolcro Tom. L Par, IL K k già-
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giaciono le ceneri del Vem Prete Filippo Franci Fonda-
tore dello Spedale detto la Cafa Pia de' Poveri Fanciul- li : ma le orla di amendue fono fiate traslatate adì 16. ài Gennaio 1755. Alla Cappella della Signora Giovanna.. Buglioni Vincenzio Danti eccellente Scultore, ma me* diocre Pittore dipinfe la tavola , entrovi il CrocifiiTo in mezzo a* Ladroni, ed appiè della Croce molte figure .So- llevi altresì le Cappelle de* Magalotti, de'Nevaldini, e di quefti una lapida con lettere Longobarde, che dicono if$p. Ser Chrijìojfhorì Set Bartoli Ne'valdini de Barberino & jiloruM , li ;: I '■ " ■ ■ • -• S l'tìì ■::?.$.#s»5 fe^$ '^iOJfi l ■ ' ■; Vii. Ma perchè T Iftituto di quefti Padri ed* avere
uri Oratòrio1 feparato dalla Chiefa, per ivi fare le fruttuo» fé loro tornate, a manritta poco diftante dalla Chiefa èi S. Firenze fu difegnata per queft' ufo una fabbrica da Pier Francefeo Silvani, e nel 1645. ai 26. di Maggio fi fece la funzione di gettarvi la prima pietra, e fu una fq- fèrìnilà deMe jfrù belley che fi ricordi Firenze , véggen* dofr rapprefehtatà ih un gran quadro vicino alla fagre- fiia dipinto dai Mariani, che vi colóri la piazza ridotta ad un vaglurTimo Teatro , veggendoil da una banda in mae- ftofo paltò con la fua Real Corte Ferdinando II. ed il Cardinale Carlo de* Medici, e in mezzo un Altare , dove 1' Arcivefcovo Piero Niccolini benedifee le prime pietre, le quali furono gettate ne i fondamenti , e con effe molte medaglie di argento, e di bronzo , da una parte dtììt quali eravi V impronta di S. Filippo, e dall'altra 1' i- fcrizione qui appreiTo. D. O. M> Frimariam banc Fetram Tetri Niccolini Arch. Fior. betiediElio facra'vit, Ferdinan- di H.M. Dttcis Etr.petas adTemjjlum in honorem SantliFhi- iij'J/i Neri conjlruendum fofttit VLKal. lun. An. D.MDCXLV. Vili. E qui fa -d' uopo di notare un avvenimento
vantaggiofìflìmo alla Congregazione di S. Filippo, e fu , che nel 1648. in via de' Buonfanti avvenne la morte di Giuliano del Senatore Giuliano Serragli , il quale per fuo teftamento lafciò erede la Congregazione de' Filip- pini, i quali volendo con quefta ricca eredità fecondare la pia- mente del Tettatole, penfarono fubito al difegno ■■■' à Al ' di
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di una nuova Chiefa, che fu fatto da Pietro da Cortona,
ma con idea così grandiofa, che per darvi efecuzione, ol- tre al fuolo di S. Firenze, era ài meflieri comprare una gran porzione del Borgo de* Greci. E però ripugnando la modeftia deJ Padri , non oftante, che fi forfero prin- cipiate a fcavare in Fiefole le alte colonne , fi giudicò per allora d* ingrandire il nuovo Oratorio , riducendolo ad ufo di più comoda, e pubblica Chiefa; dopo di che nel 166$. da Antonio Ferri fu cominciata del nuovo O- ratorio la Tribuna, dandola poco dipoi finita col pro- prio difegno, con abbandonare quello, che già era flato fata- to dal Ceruti, e finalmente nel^ij. reflò laudevolmeme compiuta da Giovacchino Fortini la Chiefa con vaga fac- ciata , che fece il bravo Architetto Ferdinando Ruggieri, e noi ne diamo in rame il difegno . In quella guifa 1* ac- crefcimento della Chiefa fu di ig. braccia, acquiftare col buttar giù alcune cafe contigue per fare i nuovi fondamen- ti , ne'quali fi fpefe di molto tempo, colpa delle grandi ac- que , che fu neceffario di feccare, e che continuamente apparivano fotto i fondamenti, e I* altro fpazio, che oc- cupavano le Càfe, ha fervilo per far la Piazza, che fi ve- de, dal che-cjuefto luogo è flato addimandato te Chie- fa nuova , a differenza della Chiefa di S, Firenze , che al- lora appunto cominciò a dirfi S. Firenze Vecchio le per ora ferve di Oratorio, IX. Ed oramai entrando nella nuova Chiefa a man-
ritta troveremo la prima Cappella di S. Francefca Roma- na , pittura di Giovanni Pinzani. Nella feconda della de- posizione di Gesù Crifto dalla Croce la tavola è di A- leifandro Gherardini, e parlando alla terza vedefi da Tom - mafo Redi effigiata la Santa Famiglia . A finiflra della porta maggiore nella prima Cappella avvene una di Antonio Puc- ci , che vi dipinfe la prefentazione di Maria al Tempio con bel colorito. Apprefìb nella Cappella di S. Filippo Neri vedefi V effigie del Santo condotta con rara morbi- dezza dal Gabbiani . Segue poi la terza Cappella del Cro- cifiifo , eh' è tavola di Martto Bonechi , il quale effigiò ancora nella foffitta tutta dorata S.Filippo in gloria, con- Kk 2 ter-
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U ceda oU sJ&r-aooict, SO. cti^tnno K^lo^entln&
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fervandofene il modello in Cafa Tempi . Ne* quattro
peducci , cioè ne' due da capo della Chiefa , e ne' due da pie vi fono dipinture di Niccolò Lapi , di cui pure fo- no le figure della Cupola, dove vi ha effigiato i Santi, e le Sante Fiorentine,;* all'Organo collocato fulla porta mag- giore avvi una tenda , nella quale Francefco Soderinì vi colorì S. Cecilia. X. Tra le Cappelle in alto alla parete veggonfi quat-
tro ovati grandi di marmo bianchiffimo , uno dei primi due verfo la porta efprjme S. Filippo, che vende i fuoi libri, e ne diitribuifce il prezzo a i poveri, e l'altro di- rimpetto rapprefenta il medefimo Santo in eltafi, amen- due lavoro b'elliflìmo di Antonio Montauti; gli altri due, che ne vengono verfo V Aitar maggiore, fono opera di Giovacchino Fortini, il quale effigiò a manritra S. Fi- lippo , che guarifce Papa Clemente Vili, dalla chiragra, e in quello all'incontro efpreffe lo fteflb Santo, che ri- fukita. Paolo de' Maffiini- Una lapida fé poi crai e vede fi nel mezzo della Chiefa, ed è un epitaffio di Giuliano Serra- gli,^ di Anna Venturi fua Conforte. L'Aitar maggiore ha il fuo merito , ma vi fono anche i fuoi difetti. Le due ftatue di marmo nelle nicchie laterali, rapprefentanti la Carità , e la Purità, che fono lavoro di Giovacchino For- tini , benché dibuoniffimo difegno , ali* altezza però della Tribuna comparirono picciole affai ; del medefimo For-,f tini fono le itatue nella facciata. Nelle pitture della Cu- pola difpiace a chi le mira dal pavimento, vederle più grandi, che non fono quelle del quadro fopra V Altare, il qua! quadro è (limato dagli uomini intendenti, iì^ elfo veggendofi dipinti da Antonio Pugliefchi con vaghi fcorti i Santi Carlo Borromeo, Francefco di Sales, con S. Filippo , S. Ignazio , S. Terefa , e la B. Umiliana de' Cerchi, ed irl alto nella ftefla tavola vi è 1* Immacolata Concezione di fomma bellezza, e -1* Artefice n'ebbe per prezzo feudi 200. Dietro' a quei!* Aitare viene la porta, che mette nella Sagreftia , dove è da confiderarfi la tavola della Ila- geliazione di Grillo, opera lodatiffima di Giovanni Ma- ria Morandi, il quale morì in Roma ; e mi giova qui ri- por- |
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portar di quefto celebre Pittore un ricordo dell' anno
1716. che dice ,, adì 18. Febbraio fi morì in Roma Giovan- j, ni Maria di Orlando Morandi, che fu fepolto nella „ Chiefa di S. Giovanni de'Fiorentini . Quelli fi partì „ di Firenze circa 50. anni fono, e fempre ha operato „ in Roma. Lafciò un quadro a* Padri dell'Oratorio „ di S. Filippo di Firenze, con che lo doveifero mette- „ re in Chiefa, ma per eifer grande norì T hanno pò- ,, tuto adattare, onde fé gì' è fatto un ornamento dora- „ to, che vi torna affai bene . Lafciò inoltre feudi ven- „ ticinque annui a difpofizione de' fuddetti Padri dell' 3, Oratorio purificata che farà la fua eredità, ed in- „ oltre una Cappellania di data dei fuoi Parenti. Il det- ,, to quadro è opera molto ben intefa 5 a fegno, che „ da uomini periti è flato giudicato^ che in Firenze „ non ci fia chi facelfe un fimile. Certo è, che del „ detto quadro avanti che foffe portato qua , ne furono ,, offerte trecento doble „ E tornando all'Aitar mag- giore notar debbo , che per legato di Bernardo Bettini e di Elifabetta de'Neri fi fa folenne fella adì 8. Di- cembre in onore della Immacolata Concezione di Ma- ria titolo di quefta Chiefa . XI. Fra le Reliquie adorabili trovo fotto 1*
Aitar maggiore il Corpo di San Primitivo Martire.» cavato dalle Catacombe di San Cali/lo per ordine di Urbano Vili, che nel 1640. mandollo in dono ai Padre Francefco Cerretani , Evvi una pezzuola tin- ta di Sangue di S. Filippo, che fempre è portata in giro per confolazione degl'Infermi. Moilrafi pure in Sagre- Aia uno fgabelio , che già fu umile arredo della povera Cella di San Filippo in Roma : e finalmente fi adora un Crocifilfo di argento flato quarantanove anni fopra il petto del Santo , che fu donato dalla Congregazione dell'Oratorio in Roma alla Marchefa Riccardi nei Ri- miccini , e lafciato da quefla Dama per legato a i Filip. pini di Firenze. In mezzo al pavimento Epitaffio : D. O. M.
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' &. O* ; M.
TVITANO SERRALIO IVLIANI SENATORIS FILTO
GENERIS ET VIRTVTVM SPLENDORE CLARISSlMO
IN HANC ORATORH CONGREGATIONEM
CVI TOTA ANIMI PIETATE SE ADDIXERAT
INSIGNI MVNIFICENTJA CELEBERRIMO
DONEC IN NOVVM TEMPLVM
IPSIVS OPIEVS CONSTRVENDVM TRANSFERATVR
EADEM CONGREGATIO EXIGVVM HOC
GRATI ANIMI TESTIMONIVM POSVIT .
OBIIT XVIII. KAL- IVLII MDCXLVIII.
SVE OCTAVVM AETATIS SVAE LVSTRVM
ANNAE ETIAM VENTVRAE VXORI
QVAE PARI CVM IVLIANO VIRO
NOBILITATE AC PIETATE
AMORE QVOQVE INDIVIDVO
ÌPSVM DECIMO POST MENSE SVBSECVTA EST
^ETATIS SVAE XXXIX.
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16}
XXVI.
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LEZIONE
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DEL MONASTERO DELLA CROCETTA.
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>* ; ì
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I.
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pBgggT^IE il Signore volle per fuoi Apoftoli
uomini idioti, e pefcatori , fimiglianté
elezione certamente fu fatta , perchè più gloriola apparile la predicazione $ e lo itabilirnento della fua Fede } avve» gnaddiocbè cercandoli dai poileri, co- me la Dottrina di Gesù Cnìto trion- fato avelie di tante Sette , e di tante Accademie , at- toniti al veder mezzi così fproporzionati , più ammira- bile confeiTafTero la vittoria del Santo Vangelo, come ap- punto fcrifTe Eufebio nelV Orazione de Laudibus Conflati- tini : Qttod tam miraadum tibi 'videri -ftoterit , quatn nit- ro? abie&os , & imperito* a pfcatu fenitus abducere, eof- que Legum latores , cb1 doBores uni'verji Orbis terrarum conflituere ? Che fé noi palliamo alla Chiefa Fiorenti- na, e (acri , e magnifici Templi troviamo fondati o dalla potenza della Repubblica , o dalle ricchezze di private Famiglie, coitretti faremo a confelfare gloriofa e fiere Ha- ta la loro origine ; ma fé quivi ravvifar ci piacelfe la più ammirabile , e la più ftupenda fondazione , farà di rnertieri ì che volgiamo l'occhio al Monaftero della Cro- cetta , principiato da povera , e rozza Verginella , voglio dire dalla Venerabile Suor Domenica del Paradifo } nata Contadina nel pian di Ripoli , ed eletta da Dio per mi- racolofo iitrumento di una così fant* opera . Onde io ardifco dire , che quando mai in Firenze mancàfiero tan- ti monumenti di noftra Fede ,. e folo retta(Te il Mona- ftero di Suor Domenica , non pertanto rimarrebbe in elfo un forte argomento di noftra credenza. Quindi io accingendomi a rammentare le maravigliofe memorie di que.
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quello facro Convento , principierò dal ragionare del-
le Reliquie , lo che ne n fi può qua fi fare lenza vene- rare , noi* diiò .fola mente gli Altari , le immagini , e i iepolcri , ma il pavimento ancora » le pareti ftefTe , V Orto , le piante , e la terra medefima ; concioffiaco- fachè in ogni angolo fi trovano fegni di miracoli ftre- pirofiflìmi , operati da Dio in favore delia fua Serva, e Fondatrice del Monastero . %L E per farmi da i Corpi fanti , noterò , che fot-
te V Aitar maggiore > come nel fuo Diario fcriiTe il Giamboni,, adoravafi il Corpo dì Santa Rofa Vergine e Martire, venuto di Roma , ed eftrattc) dal Cimitero; di Preteftato , fic.come altro Corpo Santo1 del Martire San Gaudenzio in ,una beli' urna con ornamenti di criftal- li , che confervano le Monache .nel Coro interiore, do- nato dal Marchefe Luca Torrigiani aJla jua Figlia., Evvj ancora una Coitola di uno de'.Santr Innocenti di-IBetkm- me , donata da i Padri di S, Maria Novella , i quali coniier. vano uno 4ei Corpi ..di quei Santi Bambini , Vi è del Legno {della Santa Croce , il quale ha per fingolar pre- gio PeiTere itato eli J*uor D-omenica , che morendo , qual •Scirro pegno idell,èa.more di Gestì Grillo verfo le fue Fi- glie ,, loro Jafdollo £ e con venerazione fi moftrano al- quanti di quei mille Zecchini ,*d* oro , che la; medefima ricevette dalle proprie ,mani ,di Maria Vergine ? come qui di ,unó ne diamo l'impronta ; e quello Zecchino è itato confrontato con un limile , che vederi nella ferie delle Monete ,di Repubblica prerTo il JSig.. Ignazio Orfi- ni, il.quale, .conferva ,,pure un libro copiato dal libro antico della Zecca, dove appare efTer'eflato uno de" Mae- ihi di .detta Zecca nel 15 j 1. fecondo femeilre Carlo di Lionardo Ginori,la cii arme ved^Ci nello Zecchino qui d£ferittQ,. t j.--. , ; ;; '} j\:., > : '
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La Reliquia però più pregevole in quefto Monaftero è
T incorrotto Corpo della Venerabil Fondatrice onora- to dalla GranduchefTa Criitina di Lorena d* un vago Sepolcro alla parete dell' Aitar Maggiore dalla parte del Vangelo , con porvi fopra un bufto rapprefentante, 1* effigie della Ven. Erano però partati anni 31. da che mor- ta la Serva di Dio, era Irata in Calla diftinta feppellita , quando dovendoli nel 1584. far un nuovo ingrandimen- to della Chiefa , fu d5 uopo di trasferir altrove il Cor- pò fuo 5 che in tal occaflone per ordine del Cardinale AlerT'andro de* Medici Arcivefcovo di Firenze fu ricono- fciuto alla prefenza di Monfignor Iacopo Aldobrandini Vefcovo di Troia , e. Nunzio Apoftolico , che allora era Canonico Fiorentino, e Governatore del Monailerio , con 1'aflìftenza del Confeffore Aleffandro del Macchia, e fi trovò il corpo della Ven. Suora incorrotto, bianco» e belliffimo , non orlante che foffer le velli tutte e tar- mate , e guaite , fu rivefHto di camicia > di tonaca bian- ca , e di mantello nero , ed ancorché in quel tempo le Monache maneggiaffero quel Corpo , per neceifità al- levandolo più volte , a i tanti movimenti -nulla patiro- no quelle Carni . III. Voile il Cardinale Arcivefcovo, ed ordinò , che
fi lavorarle una Calla dipinta dentro d' azzurro , e di roie ; ed in ella fi chiuderle il Corpo ornato di varie forte di fiori con ghirlanda in capo , e Croce roffa fui petto, e nel dì 7. di Aprile del 1585. fu chiufo nello ilanzino accanto al depoiìto di marmo , che appariva in Chiefa ; ma fpargendofi più che mai la fama della fantità di Suor Domenica , ad iftanza della medefima Serenif- firoa Crillina fu principiato il procedo delle virrù di quefta Serva di Dio dalPArcivefc. Aleffandro Marzimedici nel 1624. e intanto dalla divozione dell'Altezza Sua fu con dipinture ornato 1* Oratorio , dove confervavafi il Corpo della Venerabil Suora , e vedeva!! ivi un cielo di campo azzurro itellato , con in mezzo dipinta la me- defima Suor Domenica , cui un Angiolo moilrava la Croce circondata di raggi , e le pareti erano tutte parate ; Final- Te»*.' L far. IL L1 mente |
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mente nel 1748. per ordine del regnante Sommo Pon-
tefice Benedetto XiV. alla prefenza di cinque Vefcovi riaperto il depofito > appari più bello , che mai quei fa- ero Corpo , trovato diitefo con le braccia in croce , e piedi uniti , tutta la faccia bella , con carne bianca, occhi aperti , ma fecchi , la bocca ferrata , il nafo /aldo, le mani incarnate , candide , e belliflìme , con le fue di- ta ,, ed unghie , carneggìante il collo , e tutto era Ispiran- te odore fuaviflìmo , rimafa eflfendo Firenze con una fan- ta impazienza di vederlo , ed -adorarlo full* Altare . IV. Intanto noi con digreffione non difpiacevole
patteremo al racconto di un altro depofito in quefta_. Cbiefa » e che ila dalla parte oppoita , veggendofi com- polio di marmo verde miitio , e che con altre aggiun- te di marmi di varj colori de'più rari, commeffi in va- ga fimetria fporge alquanto in fuori dalla parete , e fo- pra vedefi 1* arme de' Medici con corona Ducale d* in- tiero rilievo di marmo bianco , leggendo/ì in una car- tella del marmo medefimo la feguente Ifcrizione , parto della penna di Andrea Salvadori Poeta, ed Oratore Fio-, rene ino : PRINCEPS HIC ILLA IACET
MARTA MAGDALENA FERDINANDI I. ET CHRISTINAE
LOTHAlUNGIAE MAGNORVM ETRVRIAE DVCVM FILIA VIRGO AD ÒMNEM P'IETATEM FACTA QVAE IN HAC SACRA DOMO VT COELVM SIBf RECLVDERET IJBENTER CLAVSA TREDE- CIM ANNORVM SPATIO MONIALIBVS ABSOLVTAE VIRTVTIS ESEMPLAR RELIGIOSISSIME VIXIT QVIA PROBE NOVERAT MORTAU3 VITAE DELICIARVMQVE CONTEMPTVM ESSE PRETIVM IMMORTALITATIS AD QVAM EVOLAVIT AN. $A- LVTIS MDCXXXIII. V. KAL. IAN< AET. XXXIII. MEN8. VI. Ma perchè nel 1751. aveano le Monache dato principio
ad accrefeere novamente > e ad ornare laChiefa di vol- ta? e la Cappella Maggiore di Cucchi, e di pitture af- fine di dare al Tempio più di vaghezza, fulla fperanza della proffima Beatificazione della loro Madre ; fu d'uo- po di trasferir queito Reale deperito più fu , e però full' ore 4, delia fera de' 6. di Maggio per rilpetto alla |
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memòria di una PrincipeOfa de' Medici , comparvero in
Chiefa i Soggetti feguenti : il Reverendiffimo Signor Francefco de" Bardi de' Conti di Vernio , Cappellano maggiore dell'Imperatore Francesco I. Proporlo della Cattedrale di Prato , Piovano di S. Donato a Calenza- no, e Abate di Montepiano ; con efso lui il Confefsore del Monafìero il Signor Dottor Giufeppe Morandini , e il Cappellano delle Monache Signor Domenico Pan- dolfini , con que* della Famiglia del Convento aventi in mano torcetti accefi : ed alla loro prefenza fu dai muratori cavata di fotto il marmo una Cafsa di legno, la quale aperta , fi vide foderata al di dentro di piom- bo col Cadavere intero della prefata Principefsa , velli- . ta di abito lungo, e flretto all'ufo Spagnuolo di telet- ta d'oro con fandali a'piedi della ìteiTà roba. Il capo, che pofava fopra un cufcino, avea le trecce de'capelli avvolte, ed una ghirlanda di fiori con bellette di ar- gento, al collo una goligìia di tela con trine, ma tut- to era coperto di muffa, che avea alterato il color na- turale del corpo, e dell'abito, ed al contatto, che ne fecero; fé ne andava in minuti pezzi. Sotto i piedi fu trovata una lamina di piombo con caratteri guaiti. E compita fimigliante vifita fu chiufa la calla , e di nuo- vo riporta in altra fofla in dirittura, e diitanza di cir- ca tre braccia dal primo depofito fotto la parete di detta Cappella, avendovi a tal effetto aperto un arco. V. Le notizie della detta Principerà Maria Mad- dalena fono : che nacque ella il dì 28. di Giugno dell' anno 1600. malcompoita nelle membra , nel quale_, flato crefciuta , fi ritirò il dì 24. di Maggio ititi* nel Convento di Suor Domenica, benché abiulTe in- terrottamente ancora il contiguo Cafino de' Medici po- llo in faccia di elfo, anzi a x&l effetto accrefciuto. Per efTa parimente fu fabbricato il corridore, che con- duce ad una grata della Chiefa della Santiffima Nun- ziata de' Servi , nel qual corridore furono dipinti a frefco i miiterj del Redentore, fpiegati pofcia con fen- fi di vera, e foda pietà , e con pari eloquenza, e gra- Ll 2 zia
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zia poetica dal citato Andrea Salvadori in un fuo li-
bro in Firenze Rampato nel 1623. col titolo: La Na- tura al Prefepe, ed i Fiori del Calvario , precedendo a quelle facre rime una lettera dedicatone alla (ietta Prin- ciperà Maria Maddalena, in cui dall'Autore il celebra- no le virtù morali, e criftiane della nredefima. Si deve fa- pere , che dal Palazzetto abitazione deitinata per que- lla Principerà , e Tua Corte, vi era un arco, o Avve- ro cavalcavia, che conduceva nel Convento, (ìccome vi era limile comunicazione tra 1' uno , e l'altro per una via fotterranea per dove EfTa con le fue Dame avea l1 accedo , ogni volta che loro piaceva nel Con- vento , e con privilegio di Roma per confolazione di quella Signora le Monache aveano libertà di andare a palleggiare nel contiguo giardino del Palazzetto , e a tal fine , oltre avere alzato il muro del giardino, fu dato ordine di sbafTarfi tutte le cafe polle in faccia , fino a tanto che dopo la morte della Principerà le ca- fe tornarono al primiero loro grado ; gettato a terra fu Parco , rimurato il fotterraneo, e dato di bianco a tutto il corridore , che conduceva alla Santifiìma Nunziata . Ma perchè io trovo efTere in quello Monaftero della Crocetta altre Principefle vifTute, come Claudia de'Me- dici figlia di Ferdinando I. che fu Duchefla di Urbino , Anna figlia di Colimo II. moglie poi dell'Arciduca Fer- dinando Carlo d'Aulirla, e Vittoria della Rovere, cheli fposò a Ferdinando II. io fon forte in dubbio, fé come a Maria Maddalena , così a qudt' altre PrincipeflTe fof- fe dato il comodo del Palazzetto , ii quale avea un al- tro cavalcavia, che conduceva al Monaftero degli AnJ- giolini. VI, Ma volendo»* oramai principiar a notare qual-
che cofa della fondazione dd Monaftero , ricorderò qui quante forte di velli ufafle Suor Domenica, fempre per ordine di Gesù Criito. Ne i 19. mefi, che Iddio la volle in Candeli , benché 1' abito Agoftiniano foffe_ quello, che Iddio le avea inoltrato in più vifioni, non lo velli mai; ritornata però alla cafa paterna con velo in
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in capo, e foggolo al collo, quafi Monaca di cafa.,
compariva alle Chiefe ; pofcia con voto femplice fenza obbligarli alla regola, volle Gesù, che verrirfe l'abito di Santa Brigida, che era tonaca e manto bigio; e fi- nalmente in una delle fue più itrepitofe vifioni alla prc- fenza di Gesù, e di Maria, dell5 Arcangiolo Gabbriel- lo, di molti alni Angioli, di San Domenico, e di Santa Caterina da Siena, le fu benedetto l'abito Dome- nicano di tonaca bianca , e manto nero } e Santa Ca- terina con le fue mani la vedi negli anni 33. di fua età : Suor Domenica miracolofamente così veitita pafsò tutto quel giorno in una fant* allegrezza, e ratti di {pi- rico ; ma avendo poi cominciato a comparire fuora per la Città in abito di S. Domenico , ebbe a foffrire non poche contrarietà ; pofciachè i Padri Domenicani nulla fapendo della celefte veitizione , e vedendola con 1' abi- to loro veftita fenza l'autorità de*Padri, volevano, che delle ragione, perchè lo portava , o lo deponeffe . La lite andò ali* Arcivefcovo Colinio de* Pazzi , intentata dallo itefifo Maeitro Generale dell' Ordine Domenicano Fra Tommafo da Vio , ed in favor di Suor Domenica parlò Mefier Francefco da Caftiglione Aretino Cano- nico deli' infigne Collegiata di San Lorenzo , Confef- foro di Lei , ed eMendo informato V Arcivefcovo del- la bontà della Suora , dopo lunghi confulti , fi fenten- ziò , che Suor Domenica o veitirfe manto } che non_* foife nero, o fopra il nero aggiugneife una croce bian- ca, o l'offa , come più farebbe a lei piaciuto , ed Ella eleffe la rolfa , tante fiate moftratale nelle fue vifioni da Gesù, da Maria,, e dagli Angioli ; l'elezione fu appro- vata dall' Arcivefcovo con benedirgliela , che poi la ve- dremo a tutte le fue Figliuole data con autorità Apo- fìolica . VII. Stabilito V Abito , venne il tempo desinato
per la fabbrica del Monaltero , che le colto non pochi travagli , prima di eleggere un luogo atto alla fua im- préfa . Quando le furono offerte da un artilta 40. brac- cia di terra dietro alla Santiffima Nunziata > vicino alle
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alle mura delia Citta , in una firada appellata Via Ven-
tura, e le pagò .190. feudi; due giorni dopo comprò ella .altre fei ilaiora di terra contigua per ifeudi 240. e neir anno 1511. con la benedizione dell* Arcivefcovo diede principio a murare il Monafiero. E primieramente di quello famofo edilizio dir debbo 1' Architetto , che dal Vafari , e dal Baldinucci .con mio dispiacere fi ta- ce , quando per la fua eccellenza innanzi a tutti dovea- no annoverarlo. Quelli fu Gesù Criiio., che a Suor Do- menica ne diede il difegno , fui quale lavorando i mu- ratori per lo fpazio di cinque meli condufiero la fab- brica al compimento di Oratorio , di Chioitri , di cel- le , di fìanze , e di tetto . Il difegno forma un Tau, o fivvero Croce, e così fabbricò Gesù il nido alle fue Co- lombe . Oltre ài che con irlupore grandiffimo di coloro , che vi muravano , efli videro la muraglia crefeiuta la notte fenza mani di uomo, avendo gli artefici più vol- te, per afficurarfi del fatto, sgraffiate le mura frefche, contraiTtgnandole dove reitavano la fera col lavoro . Ma parlando,al più bel miracolo , e fplendore di quella fab- brica , qual fi fu Ja Calla , donde fi ertraevano le, im- menfe fornirne di danaro necefiario a così gravi fpefe , .dir fi vuole , che una gran parte deJI' oro, e dell' ar- gento Suor Domenica lo ricevette dalle mani proprie di Maria , come colta da i procefii replicati della fua vita ; e ne riporterò alcune partite , che in elfi fi leggono „ Mentre fegue intenta V opera dell' edilìzio 3, prevedendo il mancamento de i danari, ricorre a Ge- „ su , e Maria j ed ecco la Santiffirna Vergine , che la ,, vifita in Cella , e /opra uno fgabello le conta di fua „ mano .100. feudi parte in argento, e parte in oro,. Ma quella fu una bagattella a confronto di quanto tro- vo in altra depofizione ,, In un ratto alla prefenza di p Criiio , e di Maria > proponendo Domenica al fuo *,, Spofo il bi fogno del Mona itero in tempi di forn- irne calamità in .Firenze , Grillo voltatoli a Maria 5 3, la dichiara Te foriera , e Provveditrice della fabbrica; j> uè mancò la Vergine al beneplacito del fuo Figliuo* » lo,
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jj lo , pofciachè in mille modi la provvide con tanta co-
5) pia di denari , che dal 1511. che fu il principio della 5> fabbrica, fino al 15191.fpefepe '1Mònaftero11.mila ,5 dugento, e ventitre feudi ,, E notar fi vuole, chequi non fi parla delle fpefe quotidiane per le fue Mona- che di vitto , e di veitko , pofciachè fi cercano folo i conti della fabbrica: ma -eccome un altro : „■ Avea Do- „ menica crefeiuto il numero delle fue Monache da 15. ,, che furono le prime, a 45. penfando adunque elFa ad ,, ingrandire il Monaitero divenuto angufto , ricorre „ per molti giorni all' orazione , ed infpirata a prin- „ cipiare la fabbrica , propofe a Maria il fuo bifogno , ,, e la Madre di Dio prontamente le contò mille Zec- ,, chini d' oro „ e di uno di quelli fopra ne abbiamo data la figura , avente T impronta di San Giovambati- fta da una parte, e dall' altra del Giglio della Repub- blica, con una piccola arme dello Zecchiere Ginori,/ che porta una banda a traverfo con tre itelle ; laonv de non è maraviglia fé la fomrna de' danari fpefi dalla Fondatrice per la fabbrica J arnefi , e compre di Ca- fe, e terreni , afeende a feudi 20950. lire 2. e foldi 18. come apparifee da un cornicino trovato in cella alla fua morte nel 1553. Vili. Quando poi feguifse il pafsaggio di quefta Ma-
dre con le lue Figlie al nuovo Monaitero in Via Ventu- ra, la quale poi da quefte Monache fi difse Via della Cro- cetta , io veggo bene , che fa d' uopo, che ritorniamo qualche anno addietro . Nel giorno adunque dei 28. di Aprile 1513. la Venerabil Madre dopo efsere ftata per tredici anni per la Città, entrò nel Monattero in di- vota proceflìone , precedendo il Crocififib , pofeia 15. fue fpirituali Figlie veiiite di nero , e coperte di can- dido velo con molta maraviglia, ed efempio de'Fiorenti- ni . Quindi nello iteflb anno, morto eflendo l'Arcivefcovo Cofimo de' Pazzi , fuccedette nella Sede Fiorentina Giu- lio de' Medici , il quale molto portato a favorire que- llo nuovo Convento , ottenne da Papa Leon X. un Bre- ve pieno di privilegi , e di grazie per Suor Domenica , e « per
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per le fue Monache, dato in Roma a 27, di Maggio
1515. Onde piene di giubbilo del mefe di Novembre nel giorno 18. fecero la folenne funzione di veftire I? abito di S. Domenico . A piedi pertanto dd Vicario Generale Moniìgnor Pietro Andrea Gambara de i Calali di Bologna a due a due aventi in mano candela ac- cefa , giurando ubbidienza ali' Ordinario , vestirono la tonaca bianca , e manto nero , con la divffa della Croce rolla, rogato avendo il tutto il Notaio delPArcivefcovo , come fi uova nella Filza di Ser Raffaello Baideu" a numero 25.5 e mi piace qui avvertire , come nella Bolla di Leo- ne è addimandata la Fondatrice Domina Dominua filia Thoma Iacobi Mar ducei. ■:..; :j IX» Il Monaftero fu dipoi accrefeiuto di apparta-
menti da i Sereniflìnii di Tofcana avendolo deitinato tome luogo attiffimo per educarvi ne* fanti coitumi le loro Principeffè j ficcome già (idilfe . Né dalla memoria fuggir ci deve la pietà di Banco figlio di Antonio Bar- berini nobililTimo , e ricchiflìmo antenato di Urbano Vili, che lafciò fue 'eredi univerfali quelle Sacre Ver- gini, onde fopra la porta laterale nel 1633. alzarono effe un marmo ad eterna memoria del lor Benefattore, e di Filippa Covoni moglie di lui? ed uno fomigliantif- fimo ne meriterebbe Mefler Francefco da Caftiglione Are- tino 5 Canonico di S. Lorenzo , il quale fu Confeffore dì Suor Domenica per 36. anni , e Padre Spirituale di quelle prime Religicfe , uomo di dottrina , e di moka virtù , cui dobbiamo grado per la raccolta preziofiffima fatta a penna della Vita , de i Miracoli, dell' Efìafi , delle Rivelazioni , e degli Scritti della Venerabil Madre , don- de ho io eltratte le fuddette notizie * . X.;-E venendo alle pitture., di cui grandemente ab*
benda quello luogo, dirò elìervi due opere di Valen- tuomini nella Claufura , cioè una Refurrezione di Cri- Ilo neir Orto dipinta a frejco da AleiTandro del Bar- biere con figure in varie,, e belle attitudini molto lo- date da Giorgio Vafari , il quale parimente fa ragione al merito del Sogliani, che dipinfe in Refettorio un am- |
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mirabile Cenacolo . Nella Chìefa che fu consacrata da
Monfignor Antonio Akoviti a* 14. di Settembre 1573. Giovanni Balducci detto Corfi aveva molto dipinto , e da par fuo , nel Depofito della Venerabil Suora egli ac- crebbe alla vaghezza degli ftucchi due Angioli di ottimo colorito ; All'Aitar maggiore rapprefentò la Storia dell* Invenzione della Santa Croce , e fue erano ancora le quattro Storie della Pafììone d^l Signore fatte a frefco nella Volta della Tribuna ; ove effigiato vedeafi Leone XI. in atto di offerire il Breve della fondazione a Suor Domenica genufieffa a' fuoi piedi , ed erano di fua ma- no le pitture fatte a fgraffio nella facciata della Chiefa j. il Crocififfo che incontrati dipinto alla Cappella a ma- no finiftra entrando in Chiefa , come leggefì nella tavo- la lieila, è di Francefco Poppi, e non dei Balducci , come feri (Te il Baldinucci, mirabili eifendo in quella tavola le attitudini di Maria fvenuta, e delle pie Donne, che la vo- gliono folìevare , ficcome commendate fono le figure di tre Soldati , che fi giuocano le verri di dirlo . E nella Cappella rimpetto a quella fono del Balducci gli Angioli, che mettono in mezzo la miracolofa Immagine di Ma- ria , che full'Altare più volte donò tante fomme d' oro, e d'argento alla Venerabil Fondatrice ; Jvte di quella Im- magine in modo prodigioso pallata nelle mani di Suor Domenica, e pofeia divenuta una perenne fonte di mol- tiplici celeft-iali grazie , merita , che io tocchi qualche cofa , perchè facciafi la giufta elHmazione di un gran teforo di Firenze . Queir' adunque dipinta full' alfe itava efpoita alla vendita fopra di un muricciuolo in Via de' Servi ; e quello, che offendeva la puriffima Madre di Dio, era 1' edere quella fua Pittura confuta con alni quadri di figure affai lafcive , lo che Maria non volendo più foffrire , in un giorno, che la noltra Suora andava alla vifita della SanthTima Nunziata , parlando vicino a quel muricciuolo , due volte fentì chiarnarfi per nome ; e voltatafi là donde veniva la voce , udì, la terza volta dirli-da quella Sacra Tavola; Domenica liberami da quefto obbrobrio ; Onde la povera Suora comprò la Immagine , che Tom. I. Far. IL M m aven- |
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avendo portata in Cafa , non tardò a riceverne da^
Maria il centuplo colle fante ufure di fopra accennate. Fu quefta dalla ftefta Fondatrice collocata full" Aitare a manritta nelP ingreftò della Chiefa ; e porti in pace il leggitore , fé io tra le grazie fenza numero derivate da queft' Immagine , due ne referifco . Si apprefe tal fuoco in un angolo del Monaftero , che ferpendo per ogni parte , ardeva tutto un Chioftro , minacciando le fiamme d'incenerire il reftante , quando Suor Domenica da una piccola fineftra , da cui fcopriva 1* Immagine di Maria in Chiefa , a quefta raccomanda il Monaftero, e dalla Tavola ode voce fenfibile , che le comanda , che_, faccia il fegno della Croce alle fiamme , il quale ap- pena fatto , in un iftante reftò foffogato iJ incendio , con quefta notabile particolarità , che d' un facco pie- no di fpighe di grano , trovoffi arfa la tela , fenza che il fuoco avefle abbruciata una fpiga ; e per ricordanza di cosi illuftre miracolo , fi inftituì una proceffione ogni anno ai 21. di Luglio dentro la Claufura per ringra- ziare Maria del Monaftero prefervato dall' incendio . il fecondo miracolo rifguarda il comun bene di Firenze - Era la Città nel 1527. opprefla da pefte così mortifera, che in 6. meli contavano* 22. mila morti dentro le mu- ra . A quello dolorofo afpetto trafitta Suor Domenica dalla compatitone, notte , e giorno piagneva appiè dell' Immagine di Maria , né tardò ad efter confolata colla vifita della Vergine , che le infegnò , che facefle il fe- gno della Croce fopra la Città 3 e ceffata farebbe la_. pefte , e ne vide 1* onnipotenza della Croce, perchè la peftilenza cefsò a* 15. di Ottobre . XI. E ritornando alla Chiefa , debbo qui aggiu-
gnere al già detto di fopra , un' innovazione accaduta in tempo , che io ferivo queft' Iftoria : imperciocché hanno le Monache col difegno del Sig. Luigi 'Orlandi \ì ingrandita notabilmente la Chiefa , e le Cappelle ', veggendofi due colonne , che foftengono all' Aitar maggiore un Arco, fui quale innalzali una Cupola dipinta dal Meucci, ove ha effigiato il trionfo della Santa Croce, e ne* peducci quau
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quattro figure rapprefentanti le tre Virtù teologali , e
la Religione. Alle pareti di tutta la Chiefa fonovi (tue- chi lavorati con grazia , i quali per maggior vaghezza debbono eflere indorati . XIJ. E pofeiachè inelfa ultima innovazione fu levato
via di Chiefa il nobile Depofito , e Bufto della Ven. Fondatrice infieme con lapida avente un* Ifcrizione, noi ne riportiamo le parole come appreflb : VEN. MATRI SORORI DOMINICAE A PARADISI RVRE
QVAE DIVINA FAVENTE GRATIA MONASTERIVM HOC
A SOLO EREXIT INSTITVIT AC DOTAVIT PIISS. IN
XPTO FILIAE TAMQVAM OPTIME DE SE MERITAE
AD PERPETVAM FACTI MEMOR;AM POSVERE
V1XIT ANNOS LXXIX. MENSES X. DIES XXVII.
OBIIT DIE V. AVGVSTI MDLIII.
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LE-
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Mm 2
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L E Z
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N E XXVII.
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DEL MONASTERO DI SANTA MARIA
DEGLI ANGIOLI DETTO DEGLI ANGIOLINI,
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gjg'Efempio di fante virtuofe azioni degli
m ìbffé^S- Uomini è irato maifempre un efficace in- '^Mkm vico ali- imitazione nel debol fello, ram- mentandoci le Sacre Morie in ogni tem- po delicate Matrone , le quali punto fpa- ventatedel vivere rigorofo di nuovi reli- giofi Iftituti, gareggiarono co i più fer- vorofi uomini nell'offervanza . E per vero dire fé Gesù Criito chiamò alla fua fcuola 12. DifcepoH, Donne vi furon fubito divote, e follecite ad afcoltare , efeguire il DiVino Maeftro. E fé ©{ferviamo gli Apolloli fparfi pel Mondo a predicare il Vangelo , niuno troveremo , che non aveffe Donne in compagnia di loro faticofe Miffio- ni . Che fé palliamo a i fecoli più baffi , una fimiglian- te emulazione viemaggiormente fi accefe al comparire-» che fecero va rj* lièi tutori, fra* quali il S. Patriarca Dome- nico . Preferito 1J umile Gufmano l'auserà fua Regola al Vicario di Criito, da. cui ne riportò una piena Apolto- lica approvazione ; e quello iftituto > che fembrava do- vere fpaventare gli uomini più robufii , e più atti a foitenere la macerazione della carne , piacque tanto alle nobili Verginelle Romane , che abbandonando il Mon- do , le ricchezze , il fallo , e lo fplendore delle pater- ne Cafe , fi ritirarono a San Siilo, prendendo l'abito, e la Regola del Terz*Ordine di Penitenza dalle proprie mani di S. Domenico , il quale venuto elfendo a Firenze nel i2itf., fi videro tolto gli effetti maravigliofi della Divi- |
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na grazia, non {blamente negli uomini , ma* poch' an-
ni dopo eziandio in alquante Donne , le quali dai Pa- dri Domenicani radunate nel pian di Ripoli , eoraggio- fe fi fottopofero alla Regola Domenicana; e quefte io leggo in alcune cartapecore , non folamente diftinte col titolo Virgines valile Nobile* , ma pregiate di un' an- tichità fuperiore a tutti i Monafterj dell'Ordine Do- menicano , fondati in Firenze, che fono di là d'Arno San Pier Martire in San Felice in piazza, San^Vin* cenzio di Annalena , e di qua dal Fiume S. Iacopo in via della Scala, S. Giuliano", Santa Lucia in via di S. Gallo, San Domenico , e Santa Caterina fulla Piazza di S. Mar? co , la Crocetta , ed il Monatlero di Santa Maria degli Angioli in Via Laura . Né io fono da tanto per giudi- care , tra queft' illuftri Conventi qual Ila il. più San- to ; dico però che nel Monaftero di Santa Maria degli Angioli fono così varie , belle , e facre le memorie > che ci daranno una Lezione affai profittevole . IL Le Reliquie in quefto Venerabil Convento
fono offa di San Remigio Vefcovo , e de i Santi Mar-* tiri Onorio , Felice , Benedetto , ed Eufebio , con altre di Santi collocate con vaga rìifpofizione in un' urna^ dorata co* fuoi eriftalli porta fotto 1; Aitar del Coro delle Monache , e donate furono loro parte dal Ca- nonico Fiorentino Mefter Marco Strozzi , parte da Aief- fandro Berti Canonico di San Lorenzo , e parte da Alef- fandro Bartolucci Confeffore del Monaftero . Alcune delle fuddette dal Giamboni nel fuo Diario fon chia- mate „ infigni Reliquie nel Monaftero di Santa Maria „ degli Angiolini in Via Laura ,, Due immagini però miracolofiffime debbo io tra quefte annoverare , con le circoftanze notate nella Cionica del Monaftero. La pri- ma è un Crocifiilb piccolo , che Ita in una nicchia , o tabernacolo ricco di voti d' oro , e d' argento , chiari contraffegni delle grazie, che fenza numero , e ftrepi- tofe ha fatto , e tuttora comparte , eziandio a* Secolari che per Firenze fé gli raccomandano . E di quefto teforo evvi tradizione collante nelle Monache 3 che folle tro- vato |
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vato nella rena portata dall' acque della piena di Ar-
no , pofcia pafTato ad un tal Prete Nelli , che alla fua morte lo donò al Monaftero . Più certa è la invenzio- ne della feconda prodigiofa Immagine , la quale è di Maria col Bambino nelle braccia di terracotta anche ben lavorata. In circa al 1530. per ingrandire il Monafte- 10 lì demoliva una delle Cafe comprate da Suor Vin» cenzia Nemi Priora * quando i muratori cavarono da una buca della parete ■queiV Immagine , alla prelenza di Melìer Corallo Rondinini ConfeiTore delle Monache , il quale con fuo molto contento la prefe , e con cuo- re prefago portandola nel Coro , raccomandò alle Pve- ligiofe di cuftodire un Teforo , che Dio mandava lo- ro in erta Immagine . Fu grande nel Monaftero la fefta , ma per alcuni giorni {turbata da una novità , pofciachè ogni mattina trovavafi P Immagine , che vol- tate le fpai le alle Monache , guardava la Chiefa , quan- do il prudente ConfeiTore interpretando , che Maria vo- lere Ilare nella Chiefa , facilmente perfuafe le Monache a permetterne la traslazione , che con folennità , e di- vozione collocarono -full* Altare a man fìniftra nelP en- trare . E qui mi il conceda il racconto fuccinto di al- cuni miracoli , a* quali fembra , che alludeffe in certo modo profetico il ConfeiTore Rondinini , laddove egli diiTe „ che cuftodiftero un gran Teforo „ III. E primieramente è da faperfi, come Suor Vin-
cenzio raccomandando a Maria la -povertà del luogo, udì da quell'Immagine diri] fi Confolati Figlia, che al tuo Monaftero mai cofa alcuna non mancherà ,, e con mirabile fegno di provvidenza lo fperimentarono veriflì- mo le Monache fovenre, come nel 1590. quando angu- ftiate della comune careftia fu loro una mattina pic- chiata la porta del Monaftero da un uomo di venera- bile afpetto , il quale dilfe alla Portinaia, che porgef- fe la pazienza, e vi gettò dentro 200. piaftre . Al» la lieiia Immagine pregando Suor Colomba, una delie fei Fondatrici , moftrò defiderio d* effere benedetta dal fuo Figlio , e vide alzato il manino di Gesù , |
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che la benedice, reftando la piccola mano in tal atto
foftenuta dalla Madonna, come fino ai dì d'oggi fi può vedere. Alla quantità dei voti offerti a quelito altare, flraordinario fu quello della Sereniflima Granduchefla Criftina di Lorena, che vi mandò un bambino fafciato di argento, per ottenere la fanità del Gran Principe fuo Figlio, che fu poi il Gran Duca Cofimo II. IV. Or vediamo la fondazione del Monaftero tan-
to più maravigliofa, quanto più balla trovali la condi- zione delle fei Donne Fondatrici, povere di facoltà, ma ricche di fpirito, e di devozione, che furono Dome- nica di Clemente Checchi di Caflelfranco , Ginevra , e Maria di Andrea del Berna da Santa Maria Impruneta, Lifabetta di Andrea Pollandi da Serto, Taddea d'ipo- lito Valenti di Firenze 3 e Lucrezia di Leonardo di Pie- ro di Firenze . Quelle infieme fi unirono fotto la cura, e la protezione di Marco di Matteo Strozzi Canonico Fiorentino, il quale volendo foddisfare alla loro pia mente, procurò, che con quelle poche facoltà, che a- veano, compraiTero una cafa di Dionìfio di Clemente Lanaiolo fui canto del Rofaio in via Laura, che in oggi fi chiama della Colonna , la quale riufciva in via Ven- tura , addimandatafi pofcia via della Crocetta, e que- lla cafa era fiata fabbricata dal magnifico Lorenzo de* Medici Padre di Leon X. ne fu pagata feudi 480. ro- gatone lo ftrumenro Alelfandro da Cafcefe 21. di Ago- ito 150S. Io che fatto, l'anno 1509. ne* 14. di Aprile il Sabato in Albis (fecondo il Breve ottenuto da Giu- lio IL e poi confermato da Leon X.) per ordine dell* Arcivefcovo Cofimo de Pazzi , MefTer Iacopo Mannelli Vicario Generale, e Canonico Fiorentino le velli dell' abito del Terz' Ordine della Penitenza di San Dome- Dico, a fimiglianza di quelle di San Vincenzio di An- nalena; e perchè tutte amavano di ubbidire, e niuna voleva comandare 5 ed efTendo necefTario , che averterò una Priora, nello ffeifo giorno fu cavata dal Mona- fiero di San Girolamo, detto delle Poverine dìell'Ordi- ne degr Ingefuati > una Converfa per certi fegni di fan- tità
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tira famofa , appellata Suor Vincenzia' di Ffancefco
Nemmi Fornaio, ed eletta Priora acciò deffe principio, e forma al nuovo Convento. Vincenzia adunque fu ac- cettata dalle fuddette Suore, lafciando■ Vabito Monacale antico, veftì per le mani del Vicario Generale 1*abito dell'Ordine Domenicano , tonaca bianca , e mantello nero , fenza lo fcapulare , ohe poi loro conceiTe Papa Cle- mente VII. ed il tutto rogò Ser Bailian.0 da Firenzuo- la Notaio dell'.àicivefcovado a'14. di Aprile 1509. E non fo come l'Abate GjovanBattila Cafotti dica Panno 1507. nelle fue Memorie Iitoricbe della Madonna dell? Impruneta. L'allegrezza di quello giorno lì comunicò ancora ai Fiorentini., in maniera che nello fteffo anno non orlante la povertà del luogo , e la baila nafcita delle Fondatrici, due Nobili fanciulle figlie di Giovanna Ridolfi, non guardando; alla tenuità del Monaftero, nia aìlafantifa, veti irono l'abitò, e furono chiamate, Suor Be* tiedetta, e Suor Maria Maddalena, accrefcendofi al loro e- fempio il numero delle Monache in 6. anni fino a 50. che tante eifere io leggo nel Memoriale a Leon X. nel 1515. Onde neceflìtate a dilatare il novello piccolo Convento, comprarono altre cafe contigue, comeapparifce dai con- tratti qui appreilb „ Lodovico di Guglielmo del Buono ,, vende cala alle Monache degli Angiolini in via Lau- >, ra 1514. rogato da Ser Agnolo di AleiTandro. Itera ,,j Madonna Cofa de'Fiorini vende una Cafa a Suor „ Vincenzia Priora di Santa Maria degli Angioli , ro- „ gato dal medefimo Notaio nello ite ilo anno ,, Tro- vo altresì la compra di due Orti nel 1524. rogatone Ser Bartiano da Firenzuola 1524. V. Fra quelli felici acquiiti, ed accrefcimenti , non
mancarono al Monaitero liti molerhflìme. Imperciocché la Badeffa di San Pier Maggiore gelofa della Parrocchia- le iurifdizione, vedendo nel fuo popolo un nuovo Con- vento , pretefe foggette al fuo Priore le noitre Mona- che , le quali benché aveffero un ampio Breve di Papa Giulio II. in elfo però leggevafi V efpreflfa condizione di non pregiudicare alle ragioni della Parrocchia , e |
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però dopo alcune differenze fi venne ali* accordo , e
compofizione fra amendue le parti, alla prefenza. dell* Arcivefcovo Cofimo de' Pazzi nel fuo palazzo nel Po- polo di S. Pier Maggiore, con pubblico {frumento, contenente la licenza alle nuove Suore di potere ave- re fepoltura propria in Chiefa loro, una campana, un Confeifore , che loro amminiitrafTe i Sagramenti, co]l* obbligazione però di una libbra di cera bianca in per- petuo ogni anno nella vigilia del Sant* Apoilolo «Ila Chiefa di San Piero., e fottoferifiero per le Monache de- gli Angiolini MeflTer Marco Strozzi, e per la Badefia di San' Piero Metter Girolamo Priore di quella Chie- fa col rogito di Ser Baftiano da Firenzuola . Que- fti due Monaiterj vilfero in pace fino all'anno . 1594. quando volendo le noiire Monache alzare il campanile di pietra con due campane , come vedefi inoggi, tro- varono degli oitacoli forti dal Priore di S, Pier Mag- giore , e molto afFaticatofi il Senator Giova inbatifta di Pier Filippo Gianfigliaz2Ì Operaio di Santa Maria degli Angiolini, ottenne un nuovo concordato, o fivvero la licenza di murare a beneplacito il campanile , con una nuova ricognizione annua di mezza libbra di cera bianca alla Parrocchia, e con la prometta d'invitare alle felle, e ai mortorj i Preti del Clero di San Piero. Di quefie due controverfie più intrigata fu però la terza , che era venuta da mano fovrana, conciofiacofachè Cofimo I. vo- lendo dare maggior comodo, ed ornamento alla Città, ordinò , che fi facette la via tra l'orto della Crocetta, e quello del notti o Monaitero , che prima a muro a muro fi confinavano. Per aprire adunque, quella via nel 1548. fi penderono dell'orto braccia 12. per larghezza- e per lunghezza braccia 193. che furono braccia qua- dre di terreno 2315. Il muro però delia cliufura fu ri- fatto dal Magifhato della Parte, e la perdita del ter- reno , loro fu fcaifamente compenfata , eflfendofi giudi- cato , che le Monache della Crocetta pagattero la me- ta della ftrada, cioè braccia 1158. che montò feudi 28. i quali furon pagati al Monaitero per mano di Tom. I. Par. IL N n Gio« |
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Giovanni Albizzi loro Procuratore , rogato da Ser Raf-
faello Baldefi Notaio dell' Arcivefcovo 29. di Marzo VI. E pajlanda ora a cofe, ragguardevoli non fi
vuol -rralàfciarc il novero deal* ilìuliri benefattori del Monaftero : Giulio II. come fu già detto , con fuo Breve dato in Roma ai 26. di Febbraio del 1508. erede la piccola cafuccia di quelle Donne in Convento lotto la Regola del TerzJ Ordine della Penitenza di San Do- menico, con la condizione, che le Monache, che venif- fero di tempo in tempo , Tempre follerò foggette ali* Arcivefcovo , e}che cìovefle godere il Monartero de1 privilegi , immunità , favori, grazie, ed indulgenze concedute dalla Santa Sede ad altri Monaiterj di Dome- nicane . Papa Leon X. confermò le fuddette grazie con breve dato in Firenze ai 26. di Gennaio 1515. ac- crescendovi l'Indulgenza perpetua aJ fedeli, che vifitaf- fero quella Chiefa di S. Maria degli Angiolini nel dì 21. di Novembre feria della Prefemazione di Maria al Tempio, e Clemente VII. nel dì 28. di Maggio del 1528. permife loro lo fcapulare per mezzo di patente del Cardinal Lorenzo Vefcovo di Paleftrina Protettore dell'Ordine de* Predicatori. E verfo di elfe, Padri an- cora amorofi fi moiharono rutti gli Arcivefcovi, prin- cipiando da Cofimo de'Pazzi fino al prefente degniffimo Monsignor Francefco Gaetano Incontri , Segnalatoli neila fua vifita piena di contraflegni di ftima , della quale erano meritevoli tutte le Suore gelofilfime di conservare le fante leggi, ed ufanze lafciate dalle Fon- datrici ; mi fi conceda però tra tanti Prelati fare una breve menzione di Monfìgnor Piero Niccolini ♦ QuelH voile eifer Governatore del Monartero nell'annq i6g8. prendendolo fotto la fua cura, oltre a quella , che a- vea della fua Diocefi vaiiiffima, Sovente vifitava quelle fue dilette Religiofe , ricevendo le loro profeflìoni, ce- lebrandovi con frequenza la Meda , benedicendo iru ogni anno con le Solite cerimonie ogni angolo dei Mo- naitero, e dando loro copiofe liniofine , fino di 300. |
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piaftre effettive , lafciando alla Badefla una carta fcrit-
ta di fuo proprio pugno , che era una tenera preghie- ra di raccomandarlo a Dio per una fanta morte ; e_> mi giova credere , che foriero efficaci le preghiere delle Monache , concioflìacofachè V Arcivefoovo nel dì 21. di Novembre dopo avere celebrata la Meffa in quefta loro Chiefa } e comunicata la divota Comunità , fi fentì forprendere dalla febbre, che in dieci giorni lo tolfe al Monaftero , e a Firenze , per darlo al Cielo nel dì primo Dicembre 1651. in età di anni 78, , VII. Ora vediamo i benefizj notevoli di altr* illu-
fìri Governatori , Il primo, che fu loro Padre, Confef- fore , e Procuratore , egli è Meifer Marco di Matteo Strozzi Canonico Fiorentino , il quale preffo le Mona- che ha tutto il merito di Fondatore , avendo egli pro- curato da' Pontefici i molti privìlegj , con limoline 1' acquieto delle Cafe, e con la fua fantità 1' accrelcimentò di Nobili , e Sacre Vergini , che ne verterono il fanto abito. Si morì l'infaticabile. Operano il dì 18. di Mag- gio 1525. E fé vogliamo fare il giufto concetto di fue fante fatiche pe '1 Monaftero , baderà » che leggiamo , come dopo la fua morte il fuo impiego fu d' uopo di- viderlo in più perfone , quando egli folo per anni 17. avea fatto tutto ; e però per fuccedere ai fuoi efercizj fu dato un ConfefToro , un Procuratore , quattro Ope- ra) , e per loro Governatore Lionardo Dati Canoni- co Fiorentino . Cofìmo Mannucci fu un altro Gover- natore , il quale con licenza dell'. Arcivefcovo Aleftan- dio Marzimedici ai 21. di Novembre 1607. pofe in ca- po a tutte il velo nero benedetto , non l'avendo fino a quel tempo portato. Ma efifendo flato il fuddetto Cofìmo promofiò da Uibano Vili, al Vefcovado di Terni , in luogo fuo fu dato al Monaftero Aleflandro Berti Cappel* lano del Cardinal Carlo de* Medici > e Canonico di S. Lorenzo j e qual folTe l'amore di quello Sacerdote per anni 14. a quefta Cafa, batti il dire } che alla morte la- fciò erede univerfale il Monaftero. Si morì egli il dì 5. di Febbraio 1638. ed aperto il Teftamento , fi lelfero N n 2 54°°»
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54oo- feudi , un Podere di 1000. feudi , due tavole di
Tariffimi Pittori , Calici , Pianete , ed un credito di 170. pia/he, che tutto lafciava a Santa Maria dtjgli Angioìini, meritandoli dalle Monache per tanti benefizj memoria eterna . E per vero dire effe corrifpofero all' afpet- tazione , che ne avea la Città , con efequie folenniflìme in Chiefa , tutta parata a bruno , con l* arme di lui in più luoghi ; ed intorno intorno pendevano epitaffi , e_, madrigali in lode del Defunto comporti da Mefìfer Simo- ne Garbugli Maeflro della Scuola Eugeniana , che è fiata fempre un Seminario di Ecclefìaftici di rara letteratura, e di fomma bontà , sì ne3 Maeftri , che negli Alunni . Fu cantata a più Cori la Mefla , collocato fu lumino» fo feretro vedevafi il fuo ritratto dipinto dal Cafini : rinnovanti in ogni anno due Ufizj per il benefico Tefta- tore j ed in ciafeun mefe celebrai! una MefTa per l'anima del medefimo . Seguendo ora l'ordine di altri Benefatto- ri , dirò prima di Lorenzo di Agnolo Carducci , il quale nel 1553. per fuo Teftamento lafciò , che gli Eredi fuoi dettero in perpetuo al Monaftero ogni anno feudi 40. coli' obbligo di due Merle la fettimana alla Cappella de' Carducci in Santo Stefano al Ponte Vecchio, e del Dot- tor Giulio Libri defunto in Pifa , che per Teftamento rogato da Ser Lattanzio Lombardi Notaio Pifano nel 161.0. a' 17. Dicembre lafciò loro 20. feudi annui perpe- tui, e volle, che folle il fuo Cadavere trasferito in Firen- ze, e feppellito in queiìa Chiefa, come feguì, dovendoli da* fuoi eredi fare una Sepoltura di marmi a manrit- ta dalla Porta . Vili. Né mi poflb difpenfare dal far menzione di
alcune nobili Matrone , che fi renderono iJluftri per non spregevoli monumenti della loro generofità , e ca- rità verfo quefto Monaftero . Maria figlia di Luca degli Albizzi , moglie di Giovanni Acciaiuoli itata in educa- zione tra quefte Suore , avendo avuto una zia Mo- naca tra effe addimandata Suor Anfrofìna degli Albizzi, venuta a morte nel 1619, lafciò loro feudi 2500. in tanti beni in Val di Greve ; e nello ftellb tempo ebbe il
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il Monaftero un Podere da Ginevra di Bernardo Ridolfi,
moglie di Bernardo Rigogli . Ed alle lodi di quefìe-, Secolari benefattrici, unifco Suor Maria Francefca Gian- figliazzi , e Suor Maria Angiola Tedaldi . Quella oltre V aver fatto rifare" a fpefe fue nell'anno 1615. tutto l'Al- tare della Madonna in Chiefa , ornandolo di pietre , e di pitture , come fi vede al preferite , nel iSìf. con iilento , e forti impegni ottenne dal Granduca la per- miflìone di murare il cavalcavia per comodo delle fue Religiofe , le quali volendo andare nell'Orto , prima paifavano per una via fotterranea . E Suor Maria An- giola Tedaldi per la morte di Antommaria Tedaldi fuo fratello rimafa erede di feudi 2400. per decoro del- la Chiefa ne fpefe mille in candellieri di argento , la- voro dell5 Orefice Betti , ed altra fomma in quadri , e in cornici dorate. IX. E giacché la generofa pietà di querte Suore ci ha
chiamati in Chiefa, entrando noi in elfa a-manritta vedremo in mezzo alla pila dell' acqua fanta un San Giovan Batirta di bronzo, credefi, che fia il model- lo di quello , che fece Gian Bologna nella Cappel- la di Sant'Antonino in San Marco. Due terzi delia Chiefa fono occupati , o Avvero ofeurati dal Coro del- le Monache, foftenuto da una Volta; fotto di quefta in cinque lunette il Cavalier Curradi dipinfe cinque mifterj della vira di Maria Santifrìma , e lotto pure di quello Coro vi fono due Cappelle, la prima a man ritta di San Domenico, nella cui tavola ftimatiflìma vi figurò Matteo Rofleili quel Napoleone nipote del Car- dinal di Fofianuova, che caduto da cavallo, e sfragel- lato , fu da San Domenico con iitupore grandiffimo de* circolanti rifufeitato. A dirimpetto evvi 1'Altare del- la Madonna miracolofa di terracotta , porta in mez- zo da' Santi Arcangioli Michele , e Gabbriello dipinti dal Curradi. In mezzo al pavimento vedefi un laitrone di marmo, con arme di lione rampante, e marrdio tra le branche, e corona radiata in iella con quelle, lettere ; 1AV-
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LAVRENTIVS ET ALEXANDER F. F. FRÀNCISCI
DE SIGNORETTIS
AN, M D C* Quivi è fepolta Caterina figlia di Santi di Tiro Pit-
tore ? maritata ne'Signoretti, che lafciò. al Monaftero un pingue legato nel fuo teftamento rogato da Ser Maiììmiliano Tofidefcbi . Ali* Aitar maggiore maravi- glio fa è la tavola 9 che io trovo da molti creduta opera di Andrea del Sarto, altri però la vogliono del Puligo, e chi d«l Pontormo, ma in quefte dubbiezze da' Principi noftri fu mandato Criilofano Bronzino ad esa- minarla, e darne il giudizio, che io non fo fé lo deffe come fentiva; il Sig. Canonico Bifcioni però nella Prefa- zione al Ripofo del Borghini la fuppone del fuddetto Andrea . Chiunque fìa il valentuomo con fomrna grazia ha dipinta Maria, che il preferita al Tempio, e tra Santi e Sante ivi dipinti , vi fono ritratti al naturale uomini , e donne della famiglia di Iacopo Quaratefi Operaio, che la donò al Monaftero. Le Monache fono Irate più volte in pericolo di perderla, perchè da principi, e da ric- chi Signori è fiata ricercata con vantaggiofe offerte. Alla parete dalla banda dell' epiftola evvi in pietra \& memo- ria della fagra fatta a' 29. di Settembre 1571. da Matteo Concini Vefcovo di Cortona. E forfè dalla feria di quello giorno furono le Monache dette di San Michele Ar- cangelo , come nota l'Abate Cafoni. X. E per olTervare alcune altre pitture, io ftirno
bene, che rientriamo in claufura , che lo merita un Ce- nacolo di Matteo Roflelli a frefeo nel Refettorio , ove ha dipinto Chrirro con gli Apoiìoli, veg'gendofi nel Salva* tore 1' ajfetto di lafciare fé lìefTo.nelP Eucarirtia , e ne- gli Aportoli -efpjeflTa la maraviglia , con attitudini così bene acconce, che paiono vivi. In un'altra tavola il medefimo fece Criiio, che dopo aver digiunato 40. gior- ni, fiede a menfa fervito dagli Angioli, i quali con movenza veloce inoltrano la follecitudine di minirlra- re il cibo al loro Signore. Ivi pure vi è un altro qua- |
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dio di Iacopo Vignali , nel quale fi vede Àbramo ,
quando nella valle di Mambre dà il mangiare a tre Angioli , ed è queita helìiffima tra le opere di tale diligente Artefice . Chi poi entra nell' orto vede una Cap- pella tutta dipinta a frefco da Vincenzio Fagli nel 1*542. Nella facciata principale evvi Criiio orante nell* Orto , a manritta la Vifitazione di Maria, a finiitra la vifione di Giacobbe della miireriofa fcala al Cielo . In quattro nicchie effigiò l'Artefice, San Giovan Batifta , Santa Maria Maddalena, San Domenico, e San Tomrnafo d* Aquino, ed in due altre a manritta il ritratto dell'Ar- civescovo Piero Niccolini, flccome a fìniitra quello di Aleflandro Berti . XI. E qui io flava per terminare quelita rtoria ,
quando lo itrepito di un' archibufata mi richiama ad un lacrimevole fpettacolo feguito nel dì 15. di Maggio 1597. Facevano le divote Suore una proceffione nel- F orto , e già erano a mezza la viottola , cantando facre laudi al Signore , quando dalle vicine caie fu, {parata un' arme a fuoco carica a palla > la quale an- dò a ferire in mezzo alla fronte Suor Chiara Con- verfa di anni 24.. e con tal violenza , che la mefchina andò parecchi pafiì all' indietro, e pofcia cadde in un lago di fangue . Piacque però alla porentiflìma Madre di Dio di guarirla da ferita giudicata mortale : varj furono i fofpetti , donde foife venuto il colpo. Il Gran- duca Ferdinando volle vedere la palla , e molte Dame, e Cavalieri furono al Monaftero a rendere alle Mona* che ufizio di compaffione. |
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LEZIONE XXVIII.
DI SANTA MARIA DJ CANDELI.
Uanto è pregevole la memoria dell' il-
luftri antiche cofe, altrettanto ella è foggetta a pericoli di eilere feppellita in una vergognofa dimenticanza ; e pri- mieramente dall'incuria di alcune na- zioni , che non penfarono a notare le gloriofe azioni de3 loro tempi, ed al- tre , che negligenti furono in conferyar quelle.. Anche il tempo poi diiirugge , e divora ogni cofa , pofeiachè non ri* fpettando né tavole , nèftatue, più facilmente confuma le antiche fcritt.ure, che fono .affai più fragili e del metal- lo , e de' marmi . Il furore delle guerre grande libertà dà" ai vittoriofi faldati , i quali non contenti di per- seguitale i vivi, portano la loro rabbia contra de' mor- ti , faccheggiando e Librerie, ed Archivi,: lì fuoco è parimente altro nemico di quefii tefori dell' antichità ridotti in cenere da' formidabili incendi ; e 1' acquai coli'inondazioni de" fiumi codici fénza numero ha fo- vente o guaiti , o rapiti ; piangendoli anche inoggi da' Fiorentini la perdita di fimiglianri rare memorie , che lo- ro tolfe la,piena del 1557.6 tra le molte Café , e Chiefe , e Conventi, che andarono orfefi da quell' improvvifo al- lagamento , uno fu il Monaitero di Santa Maria di Can- deli, ove 1' acqua falita a fmifurata altezza, in tal guifa faccheggionne T Archivio , che illefo non ne rimale un foglio . Io però non giudico } che una così deplora- bile difgra.zia debba efcludere quello Monaikro dalla mia Storia j quindi e fluido ricorfo ad altri fonti, felicemente ho potuto aiTembrare documenti battami, onde farne u- na Lezione . II. E
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II. E dovendofi da me in primo luogo parlar delle
adorabili Reliquie di quello Monaftero , ragion vuole , che io torni a ricordare V inondazione d' Arno , il qua- le nella piena del Suddetto anno a' 13. di Settembre al- lagando molti Templi della Città , dove rapì le ceneri de" Santi , e dove di belletta empì le /acre urne , e quan- te Reliquie in più» fecoli aveano le Monache di Candeli radunate, ed in belle cuftodie confervate, tutte in quella piena andaron guaile. Fin3 adunque a quello funeitiffi* mo anno farà fuperflua ogni ricerca di cofe adorabili nel Monaftero ; pofteriormente bensì a tal tempo trovo alle Monache donati due Corpi Santi ài San Servuio , e di1 Santa Eufrafia Martiri, eftratti dalle Catacombe ài Ro- ma, e della traslazione di effi il Giamboni nel fuo Dia- rio ai 13. di Novembre parla in quelta guifa „ F^ita fo- ,, lennilTima a Santa Maria in Candeli, per la traslazio- }, ne de'Santi Martiri Servuio, ed Eufrafia, i Corpi de* 3, quali cavati uno dal Cimitero di S. Califto, e 1' alno „ da quello di Preteftato, fi confervano , e itanno efpo* „ fri fotto 1' Aitar maggiore ài detta Chiefa ; e vi è In- y) dulgenza Plenaria , per efter Chiefa dell' Ordine Ago- „ ftinianò ,, Il Giamboni qui tralafcia di rammentarci, che quelli furono deno del Cardinal Ginetti a Suor Lu- crezia Vaini nelT anno 1545. ai 12. di Luglio, e che la fpefa dell'oro , e de.' criftalli, per io fplendido ornamen- to dell' urna , fu fatta con finezza non meno di guiro , che di pietà dalie Monache, le quali confervano pure due braccia de' Santi Martiri Feliciano, e Giultino, e parte del Corpo di S. Celfo. Alcune poi divote Immagini, che fono in Convento il poflbno annoverare tra le reliquie, cioè una ài Maria, che giufta il libro di Ricordanze in Convento, parlò ad una Monaca, ed è temuta in gran venerazione, avente una bella Cappella tutta di ftucchi , e di marmi ornata, con la Volta dipinta a frefeo àai Sig. Veracini. L'Olio della lampana, che aide continuamente a quelt'Al tare-, difpenfato agi* infermi, ha operato mol- ripìici grazie, lo che fi dimoilra dall' abbondevolezza di voti corona . facienti alla miracolofa Immagine .Hanno Ho 772. I. Var. IL O o pa-
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parimente un* altra Cappella dedicata à San Luigi Gon-
zaga, cui profe ila no tenera divozione col privilegio dell' Indulgenza. Plenaria conceduta loro dal Regnante Ponte- fice pel ventun'efimo giorno di ogni me fé, e la tavola fu dipinta dal Sig. Ignazio Oxford . Trovo finalmente la-relu quìa del Santo Patriarca Agofìino , del quale profeifano la regola , fiorendo effe nell'oiìeivanza quant' altre mai ié& .« t i'. ; } ' ,. o 3>1 ci III. Ma che le Monache nella. loro prima fondazio-
ne prerideifero fubiro la regola Agoitiniana , non 1' ha aliai, di cereo , conciofìacofaehè Don Silvano Razzi nel RMretto deli* liiorieìCamaldolenfi annovera quello noiiro Mona Itero tra quelli yfogge tri alla fu a Religione dicendo: ,, Dallo iteiTo Pontefice ( intende di Alellandio IV. ) 1* 5, anno iz.0, fi confermano nel Vefcovado di Firenze i „ Monaiieri dì San Piero a Luco in Mugello , di San » Salvadore in Camaidoli di Firenze, di Santa Maria ,j Maddalena di Poggibonfi , e di Santa Maria di Can- ,j deli,, autorità, che movemi a credere, che folle in que' tempi ;il Monaliero non folo Soggetto all'Abate» di Camaidoli','ma che di più la Regola Camaldolenle vi Il o {ferva (le . IV. Credefi, che in numero di iz.Religiofe veniffero da
Montelupo lontano 12. miglia da Firenze, aiutate dalla fa- miglia de' Corfi ,1' ai mi della quale affai moderne fi vedono affilfe al muro citerióre del Convento, col millefimo in u- na del 1258. nell* altradel 1292. indizio almeno fufficiente per credere, che. gP illuftri Antenati di quello Calato fa- ce {fero alle Monache fegnalati benefizi. Né diflimilmente acome fi va dicendo, credo pure, che la denominazio- ne del Monaftero venirle dall' Oiieria detta di Candeli a quelle Sacre Vergini deiiinata per loro abitazione , che ampliata: in più tempi, cóli' aggiunta di altre Cafe , in oggi è Un comodo , e nobile Monaliero, il cui nome tro- vali con picciola differenza alterato in alcuni frumenti, ne' quali leggo de* Candighis , e de Candlgolìs. Ed in qual- che cartapecora altresì chiamali Monaftero di Montelo- ro 5 efsendo ' fiato fabbricato fui canto detto di Montelo- c| q Q .Vi ,\*?> ro:
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ro ? E per isfuggire ogni pofiìbile confufione in quella
floria , notar mi giova, come uri' altra Cbiefa avvi nelle vicinanze della Città con ]a medefìma denominazione di Candeli, e quefta è la Badia antica de' Monaci Valom- brofani detta di S.Andrea a Candeli, dove tra le memorie vetufte trovar! in terra un marmo con V arme delia Fa- miglia de'Cerchi , e queire parole Sep. Marini -Dui Lavac- ri de Circuii s de Garbo , & fuorum defcendentium, ed un' altr'arme lenza lettere vedefi alla Cappella de'Caviccioii, V. Ma tralafciando quelle cofe, come al Monafte- ro non totalmente confacienti, io ofservo tre frumenti , che a difpetto della piena , altrove peravventura conferva- ti, parlano di quefto Convento . lì primo , che è di tutti il più antico prefso il Signor Canonico Bifcioni , è un Te- itamento del 1367. di Miccolofa vedova, e moglie fu di Iacopo Mazzetti dei Popolo di San Iacopo fopr' Arno, dove trovanfì nominate quefte Monache. Il fecondo è una donazione di alcuni poderi loro fatta, e regiiirata alle Gabelle de' Contratti Lib. B. fol. 50.'. fotto Tanno 1410. così : Antonius fih Sancii Chiariteci'pop. Sancii Lau- rentii hodie Sanale Marie Modelle , fecit donationem pò fi mortevi Monafterio , Abatijfe, & Monialibus Sanile Ma- rie del Canto a Monte loro denominate le donne di Cande- gbio , Jtnje de Oandigho.lis, $j? fuccsjforibus <videlicet un pò* dere , & altro nel popolo di Val dibotte Comif. fontor- mi &c. Rog. Ser Hiccola di Ser Albico di Filippo . Il tem?- pò della donazione confronta col nome dei donatore^ che nel Priorifìa leggeri tra Priori nel 1413. e 1421. Il terzo linimento'oltre 1* .e fiere il più bello, efprime. an- cora là profefTione5 che allora le Monache facevano della Regola AgolHniana . Conciofiatofachè chiaro in elio fi vede, che in que' tempi quella fi profeflava dalle Mona- che'. Diede occafione al predetto documento la, morte della BadeiTa di Candeli, poiché adunate le Mdrìache a Capitolo, eleflero di accordo per Superiora una Monaca del Monaftero di S. Giovambatiita de* Biliotti , che era in via Chiara. Lo Strumento rogato da Ser Filippo di Bernardo Mazzei da Cafiel Franco di fotto, dice così:$or Oo 2 ro-
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rores SanBe Marie de CanWghis ' eìignhtin Àbhatìjfam Sor.
Bapiflam del Pecchia Monialem yrofejfam in Monafterio Sancii lo anni s Baftifle de' Biliottis 1430. Quello Mona- ftero di S. Giovambatiila, come lì dira nel Quartier di Santo Spirito , era Agortiniano , ma in oggi è il Conven- to di Santa Chiara dell'Ordine di San Francefco . VI. Or tornando alle noitre Monache , farò qui
menzione di alcune , che colla firaordinaria fanta Jor vita diedero un gran luitro al Convento . Ed in primo luogo rammentar debbo Suor Umiltà Talufi Converfa , cui parlò queir Immagine di Maria foprallodara . Fiorì ella nel fecolo XV. con fegni notabili di vita efemplare, ed il fuo nome dopo molt'anni parlando per tradizione dalle vecchie Madri alle giovani, anche in oggi è ve- nerabile. Di rara pietà convien dire, che folle la BadelTa Suor Battifta di Antonio del Pecchia, mercecchè la fama di fue virtù fparfa per Firenze, le meritò tutti Lvoti di queiie Monache, le quali con elezione infolira , da un altro Monaitero la chiamarono per loro Superiora . Né dalla memoria mi può fuggire il nome ài Suor Goiianza Angelica per la fua efemplarifilma vita, fatta degna di una vifione, che nel fopraccitato libro il racconta come apprelfo ,, Nel 1672. eifendo in Candeli BadeiTa Suor ,> Gabbriella della Stufa, avea prefo il font'Abito una ,, figlia di Pier Antonio Pirti, col nome di Suor Goitan- j, za Angelica . Quella Spola di Gesù Crifto prima del ,, dì della fua veftizione-era paiTata a Sant'Ambrogio per „ vitìtare Donna Maria Aldobrandefca Gianfigliazzi ivi ,, Monaca, che per la contratta amicizia tra loro, era 5, alla Pitti carifrima , nel darri V ultimo addio il pro- „ mife.ro , che qual dì loro folle la prima a morire, ap- ,, parilfe air altra a dire lo irato in- cui fi trovava . Palla» », ti 6". anni, la Monaca.di Sant* Ambrogio morì ne' i5. j> di Marzo 167S. onde la Pitti fentita la morte di Lei, ,, e ricordandoli delia prome(fa fatta, fé ne fiava timorofa j, la notte ad afpettare di vederla, quando all' ore cin- >, que, e mezzo fu prefa per un braccio , e vide quell' ani- » ma j che diiìele . Eccomi a te venuta per volontà di „ Dio,
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„ Dio, e per adempire il patto . Io fono in Purgatorio,
j, e debbo lìarvi infinoa Pafqua , ma fpero coir orazioni ,, voftre avere a fe.ntiré del fuffragio , la cagione è una mia j, leggiera difubbidienza, non creduta peccato dame, e ,, perciò non confettata . La pena, che patifeo è ftar fem- }, pre nelT acqua gelata, ed efclamando ; oh quanti fo- 5, no i giudizj di Dio, fparì, e l1 attonita Suor Goltanza ,, fi avvide di aver il braccio deliro bagnato di acqua in ,5 tanta copia , che fgocciolò in terra, e di più la defun- ,, ta lafciò le orme imprefife nel pavimento della Cella ,, VII. In ultimo luogo dirò la bella forte , che ebbero
le Monache di godere per t$t meli la compagnia della Ve- nerabil Suor Domenica del Paradifo, da Crifto mandata a quefto Convento per la ragione, che nota Don Silvano Razzi nella vita della medefìma , e che farà feropre un pregevole elogio del concetto grande, in cui era il Mo- nastero di Santa Maria di Candeli. Dice egli così ,, Si ,, fece Monaca Servigiale in Candeli, non ad altro fine, ,, che per apprendere il buono, ed ordinato modo di vi- ,, vere ,, che vuol dire elfere Irato a Suor Domenica que- llo Convento la fcuola, ove imparò la vita Religiofa , in- famemente col magistero di fantità per l'Ordine nuovo di Religiofe, che dovea iltituire . Ma perchè il Razzi paf- fa fotto filenzio molte ragguardevoli cofe accadute alia Serva di Dio nel fuo foggiorno in Candeli, piacemi qui di avvifare , che chi defiderafie di faperle, legger può la vi- ta di Suor Domenica feruta da Fra Ignazio del Nente Do- menicano, ove troverà vifioni replicate di Gesù, e di Maria, le vifite/frequenti di Angioli, che inferma u« na fiata, la comunicarono, ed i otti, é profezie fue_» in quello luogo ; onde io con le Monache di Can- deli rallegrandomi, le pregherò a maififmpre amare quel- le mura famificate da sì rari 5 e fanti efempi della Vene- rabil Serva di Dio. Vili. Pacandoli ora a favellar della Chiefa di Can-
deli incominciar fi vuole dall' Aitar maggiore , mutato ben tre fiate, pofeiachè tolto via l'antico, fu rinnovato con pietre ferene nel 1624, avente una bella tavola di Mac-
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Matteo RoiTelli , che rapprefciuava 1* incoronazione di
Maria , la quale ùioggi è nel Coro delle Monache. Fu pofcia di nuovo n'adornato con abbondevolezza di floc- chi dorati, e con una Tavola del Gabbiani, che dagl' inr tendenti a niuna degli antichi, f de' più lodati Pittori è pofpollaj in efTa dipinfe Maria riforta con intorno in- torno al Sepolcro gli Apoicoli colmi di affettuofp penr fiero, e ciafeuno è con gran fapere effigiato . Le altri: tavole delle Cappelle , benché moderne, tutte hanno il (uo merito . Di Tom maio Redi è il Tran fico di S. Giufeppe, di Alelfandro Gherardini è il Crocidilo. La tavola di S. AgoiHno con S. Monaca è opera di Francefco Soderini, che fece anche il quadro rapprefentante il Battefimo di S. Agofìino, e altro della Nunziata , che è fopra POrgano, Francefco Botti dipinfe alla Cappella di S. Niccolò i San- ti dell'Ordine, la qual Tavola fi toglie via per collocarvi quella del Sig. Agoftino Vera ci ni , che vi ha dipinto in alto la Vergine , la quale porge i panellini a S, Niccolò, e S. Gip: da ,S. Facondo avente in mano il Calice con 1* olii a, ed appiè delia tavola vedefì S. Tom-maio di Vil.lano.va,, che ai poveri difpenfa la limofina. L* architettura dello sfon- do della Volta di efTa Chiefa , ai nolti'i giorni rinnovata , è di Giufeppe Toneili con 1' aiuto di Stefano Papi, il qua- le fopra la porta principale dipinte tanto al vero un oc- chio tondo, o finelìra con ilucchi intorno, che ognuno reità ingannato credendola vera, e le figure della foffitta fono di Niccolò Lapi. Ma prima di ufeir di Chiefa , op- portuna cofa mi fembra notare , che fu due volte confa- crata , la prima nel 1557. a* 21. di Luglio da Monfìgnor Serriftori Vefcovo di Bitonto, e nel 1624. fu reiterata la fagra dell' Aitar dall' Arciv. Marzimedici ai 21. dello iief- fo mele, delle quali Sagre ne diamo fui fine l'ifciizione, IX. Nell'antica Chiefa eranvi tavole di Valentuo- mini , cioè una Deposizione di Crifio con le Marie di Tom maio da S. Friano, là q,ual tavola nella reilaurazione fu venduta , come nota il Sig. Canonico Bifcioni nel Ri- pofo di Raffaello Borghini a pag. 441. Vi era pure una Nunziata di Fra Filippo Lippi , ed una tavola antichifiì- ma
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ma di Buonamico Buffalmacco difcjpolq dì Andrea Ta-
ri pittor Fiorentino, che dipigneva goifamenre alla Greca ne' tempi di Cimabue; queita il crede, che fìa nel Mo- «àilerb, ove fi conferva un Crifto trionfante in Gerufa- lemme di Andrea del Sarto, un S. Carlo di Matteo Rof- fèl'li, ed una Statua ài marmo della Concezione di Ma- ria fatta dal Ticciati. v X. Ufcendo finalmente in iftrada vi è da notare un
ta'fltllo di marmo bianco nell'angelo del canto, dove fi legge queito ricordo falurevoie Timor Domini 1473. che è i.ncifo in mezzo a due monti con croce fopra , forfè allufivi al nome del Canto detto fino al prefente di Montcloro, ed il millefimo indicherebbe peravventura qualche re- fiaurazione , quando non fia cofa pertinente alle Po- tenze , o ad uno degli Imperatori chiamato di Mon- teloro , il quale era uno di quelli , che fi creavano in tempo di popolari allegrezze, avendo eiafeun di loro il fuo itendardo 5 e divifa, ed in quello di Monteloro di- pinti erano i Monti d' oro* La feguente lapida è della Sagra all' Aitar maggiore : LVDOVICVS DE SERISTORIS EPS. BITVNT. ECCLESIAM HA*NC
CONSECRAVIT VNA CVM ALTARI XI. KAL. AVG. MDLVIII, HOC DENVO ERECTVM ILL. AC REV. ALEX. MARTIVS ME-- DICES DEI ET S. APLAE, ECCL. GRATlA ARCHIEP. FLOR. XU. KAL. AVG. MDCXXIV. CONSECRAVIT ET IN IPSO RELI- QVIAS SS. IACOBI APL1 MARCI EVANG. ET STEPHANI PRO- TOM. CLAVSIT ET IN SINGVLIS ANNIS DD. DIEBVS OMNIB. XPTI FIDELIBVS ECCLESIAM ET ALTARE VISITANTIB. XL. - DIERVM INDVLGENTIAM CONCESSERVNT. |
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LEZIONE XXIX.
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DEL MONASTERO DELLE POVERINE.
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-,'Onore di aver dato alla Chiefa due
HHtutori di Ordini Religiofì, io fon di credere* che da poche altre Famiglie fi polla vantare con verità , da quella de'Colombini in fuora. Imperciocché queiì' Uluftre Profapia Sanefe fecon- da ài Santi, non folo diede un B, Gio- vanni Colombini, il quale nel 1354. i/litui h Religione degli Ingefuati , chiamati da Urba- no V. Oberici Apofìolici di San Girolamo , ma ebbe ancora la Beata Caterina cugina del B. Giovanni, la quale fu fondatrice dell' Ingefuate -, e con più fortuna del Beato Cugino 5 avvegnaddiochè FI/Htutodi quefii Re- ligiofì ila inaridito, e mancato, perchè fopprefso da Cle- mente IX. e quello delle Monache Corifee in Siena , ed in-altre Città d* Italia , con un Monairero altresì in Fi- renze, il quale verdeggia ancora , appellato il'Convento di S. Girolamo delle Poverine, le quali però non fon povere di Reliquie di Santi > né di maraviglie riguardanti la no- frra Moria, come ofserveremo in quello ragionamento. II. L'epoca della fondazione <li tal Monalteio , ftan- dofl da noi a* Ricordi ddh Monache , ed a' documenti degli Archivj di Firenze , e di Siena , non può variare, che di cinque , o fei anni , <e (Tendo certamente accaduta dopo il 1373. per quanro varino ancora i nomi delle Fon- datrici , pofeiachè nelle Ricordanze del Convento io leg* go Suor AlelTandra Bandinelli, e Simona Gallerani dalla B.Caterina Colombini nel 1375. mandate a Firenze a fondare un Convento , quando Girolamo Gigli nel fuo Diario Parte II. pag. 33. dice; „ Furono fue prime Corn- » pa-
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„ pagne Giovanna Marefcotti , Pierra di Pietro, Fran-
„ cefca di Ambrogio , e Andrea . Quel*' ultima fondò „ poi un fimile Monaftero in Firenze fotto il rnedefimo ,, Iftituto, ed abito, dedicato alla Vifitazione di coltra „ Donna >, Tuttavolta comecché fi ha nelle Riforma- gicni la fupplica dell* Ingefuate data alla Repubblica Fiorentina , per ottenere una ftabil abitazione in Fi- renze , e leggendoti nel memoriale diverfo il millefimo , e variati i nomi delle Monache , ne riporto la copia , perchè ciafcuno pofsa formare a buona equità una giu- ria opinione , o fi voglia del tempo della Fondazione , o de' nomi delle Fondatrici . La fupplica adunque di- ce come appreflb . „ Suor Caterina di Mefler Tommafo „ Colombini da Siena , Niccolofa del quondam Nafta- „ gio di Neri da Firenze , Agnoiina del quondam To- „ rello da Prato povere Ingefuate l'anno 1382. narra- 5, no alla Signoria di Firenze , che erano fiate più an- „ ni nella Città fenza avere propria abitazione , e che „ allora aveano fralle mani un luogo nella Città vicino „ allo Spedale di Sanclo Noferi, però domandano grazia „ alla Repubblica , che voglia far loro qualche limofi- ,, na per poterlo comperare „ ed appiè della Supplica legger! . ,, La Signoria concede fiorini 800. con la li- ,, cenza di comperar dette Cafe , e luogo per dovere ,, ltar fempre in quell' abitazione „ E nelle medsfi- me Riformagioni Lib. K» evvi il principio indicato co- sì „ 1382. principiati a murare il Monaftero delle Po- „ verine &c, „ III. Per 1' intelligenza però del luogo , che aveano
dette Monache in trattato di comperare > debbo grado al Sig'. Domenico Maria Manni di una memoria , che alquanto ifchiarifce la Fondazione, ed è come appreflb. ,j L* anno 1383. Caterina de* Colombini da Siena, Lu- „ minata di Francefco Bartolini dal Borgo San Sepol- „ ero, ed Agnoiina Torelli povere Ingefuate compera- ,, no Cala nel popolo di San Remigio fui Renaio ,, che fé nella fcrittura non fi efprime il Padrone delle Cafe , potremo credere alle Monache aventi un Ricordo, nel Tom, L Par. IL Pp qua-
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q7uale fi trova, che le Cafe fofTero un Ofpizio de'Fran-
ce (cani polio alla porta della Giuftizia . Ma perchè la novità de* fant* Iftituti trovò maifempre in Firenze di- voti Benefattori , notare qui io debbo alcune donazio* ni , la prima delle quali neH'jArchivio di S. Croce : Sew- rinus Ci'vis Fior. q. lacobi de pop. $. Proculi lafcia bona dominabus Ingefuatis prò opere Ecclefie 1379. Nona* Apr. rog. Ego Albertus q. Ugolini de Mujìliano . Due Cafe fui Renaio , e contigue ali! acquetate già dalle Mona- ' che furono donate dalla fempre fplendida famiglia de- gli Alberti nel 13.93L j e 1' Iitrumento trova/1 prelfo il fuddetto Sig. Manni . Quanto poi ad altre notizie», di quello Monaftero, per quante diligenze io abbia.. ufate , non mi fono avvenuto a trovarne alcun' al- tra fino al 1494. la cuna grande anzi che nò . Ma io penfo di empiere quello vano di centun anno , col- locando qui 1' adorabile novero dì loro Reliquie per pofcia ripigliare cronologicamente la Storia del Mona- stero . IV. E poiché prefso quelle Monache evvi copia dì
un Iitrumento , eh* è una donazione di Reliquie Inti- gni , le quali non trovandoli in Convento feoncerte- rebbero molto quefta* mia Relazione j porti in pace il leggitore una mia breve digreffione a rintracciarne la cagione . Nell'anno 15 51, un Cherico Fiorentino ap- pellato Lorenzo di Bartolomrneo Cocci effendo in Ro- ma , e prefentato avendo fuppljca a Giulio ili. per la licenza di eltrarre dal Monaftero delle tre Fontane alcune Reliquie , ne fu confolato dal Pontefice ; quin- di cavò dalla Sagreftia di detto Monaftero da 16. pez- zi autentici , e ragguardevoli , dichiarandoli nello Stru- mento , che ricevevali per le Poverine di San Giro- lamo di Firenze , rogato il Notaio Apoftolico Ser Vit- torio Gorelli 6» di Marzo 15 5.1. Venendo ora a cercare quello teforo nel noitro Monaftero , ninna delle Reli- quie nominate nella fcrittura fi trova 5 fé non fé due bu- rli antichi dorati, ma fenza figlili, contenenti un' offo di S. Baftiano Martire > 1* altro olio pure di S. Petro- nilla -, - £
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Dilla Vergine, che fono due delle té. indicate nell'atto
pubblico del fopra accennato Notaio . Quindi mi fon fatto ragionevolmente a credere , che dal Cherico Lo- renzo fuddetto fo(Tero portate le Reliquie a Firenze , e confegnate fedelmente al Monastero , ma che la piena del 1557. la quale danneggiò tante Chiefe , in quella faccheggiando e guadando molte cofe 5 di belletta riem- pi (Te i Reliquiari , fé pur ancora non gli rapì , con che falviamo la fede , e la giuftizia del Cherico Fiorenti- no , credendoti ; che puntuale le confegnaiTe , flante che i due bufti rimangono e di S. Baftiano , e di S. Petro- nilla . Ma dopo aver alquanto digredito dal propofito , facendo ritorno alla ferie delle Reliquie , eh* efiftono , io o{fervo in una patente del Vicario Generale Nicco- lò Caitellani , addimandarfì due Reliquie col titolo ài intigni , che denota , che fufTeio già in Roma di qual- che {ingoiare venerazione , e fono una gamba di S. Ma- gno Martire 3 ed altra di S. Deodata Martire , da queir alma Città trasferite in Firenze con grande folennità, con le ofsa de'Santi Pio, Benedetto, Vincenzio, e Fàufto Martiri . Infigne pure debbo chiamare 1* oflb della Cofcia di San Sirio Martire ai 21. di Agolìo del 1669. dal Cardinal Gafpero Carpegna Vicario di Roma donato al Marchefe Gaetano de'Cavalieri, e que- lli dopo lo mandò a Donna Giulia Spada ne* Riccardi in Firenze, la quale nel 1717. adì 29. Dicembre donolla alle Ingefuate . Conviene anche dire, che ragguardevole fia un altro dono corroborato da pubblico itromen- to, col rogito di due Notai Ser Lorenzo Giannotti da Vi- terbo , e Ser Niccolò Fiorelii di Roma ne* 26. di Maggio 1660. aBum Roma in Ecclejìa 8. Maria fupra Mìner^vam , ed è uno ftinco di S. Servulo Martire . In parecchi Urne dorate vedonfi ancora notabili offa di SS. Martiri, tra le quali i fucili delle Sante Crefcenzia , Fauih'na , Beni- gna , e Vittoria , avuti in dono dal Marchefe Luca degli Aibizzi nel i66S. E finalmente in una ricca , e bella cuitodia in forma di Oitenforio , col piede di argento, e fpecchio sferico da tutte due le parti; coli* autentica Pp 2 dell'
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dell' Arcivefcovo della Gherardefca adofanfi pelle, offa >
ed altre fpoglie del B. Giovanni Colombini, elfendo la carta della donazione fatta da Fra Francefco Valentino da Siena , e autenticata del fuddetto Arcivefcovo . V. Or tornando alla ftoria del Monaitero , non la-
fcerò di porre in veduta le notizie , che fui fin del feco- lo XV. con abbondevolezza maggiore incontranti di que- fte Monache, fperando , che il difcreto leggitore ila per ifcufare la moltiplicità de* documenti, co*quali viemag- giormente farò vedere il concetto grande, ed amore de' Fiorentini verfo così illuftre Convento , Ma prima notar mi piace perchè fi addimandino le Poverine , appellazione non già data da1 Fiorentini , ma principiata col nafcer dell' litituro loro, riferendo Girolamo Gigli nel fuo Dia- rio una fupplica alla Signoria di Siena della Beata Ca- terina Colombini, e di fue prime Compagne, le quali fono fottofcritte ; Le Foderine Ingegnate. E venendo ora alla lunga ferie di documenti, notali, che nel 1494, *©*!*? parifce nel Libro delle fpefe per la fabbrica ■> Donna Cor- nelia di Giovanni de' Martini da Venezia, la quale a fue fpefe fece far loro tutto il muro, che dal Ceppo va verfo la Porta della Giuftizia , e nel 1501. trovali carta di rice- vuta fatta dal Camarlingo del Ceppo Prete Donato Boc- chi d* un cenfo di libbra una di cera allo Spedale del detto Ceppo, pagato dalle Monache di S. Girolamo, do- cumento indicante, che nell* ingrandire la fabbrica , di qualche Caia, o pezzo di terreno faceffe acquilo il Mo* naftero dal detto Spedale. Nel 1509, Suor Vincenzia Menimi Converfa delle Poverine fu dall' Arcivefcovo le- vata di Monaiìero , e fatta la prima Priora del Convento di Santa Maria degli Angiolini, efempio, che quanto è raro a trovarli, che una Converfa divenga Badefìfa, altret- tanto conferma 1' eflimazione di fantita, nella quale e- rano le Ingefuate . Nel 15 n. fupplicano le Monache la Repubblica per lanolina a titolo di reitaUrare il Dor- mentorio , e nel Lib. K. delle Riformagioni 8. di Aprile del detto anno leggefi : Monialibus S. Hieronymi alias le Po- verine prope Cifóum Eieemojìna Fior. 200. $ro dormentorio re*
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reficiendv. Nel 15151. Leon X. fpedifce un breve ai 15.
di Maggio, e loro concede Campanile j Campane, Sepol- tura, Cappellano, e Chiefa libera ec, delle quali grazie ai 7. di Luglio dello fteffo anno dall' Arcivefcovo di Fi- renze furono mede in portello , pe'l Rogito di Ser France- fco di Criftoforo di Giovanni Nelli da Caftel Franco Notaio della Curia Arcivefcovile, e defìderofe di confer- marti in tutto alla vita Monacale, vollero nel 1516. prin- cipiare a recitare il Divin' Ufizio coli'indulto dello ftef- fo Pontefice del dì 23. di Agofto del 1516. Nel 1545. An- giolo Bronzini dipinfe a frefco nelP Orto il celebre No- li me tangere. E convien dire, che rinnovaffero anche la Chiefa , avvegnaché nel 1528. ai 27. di Settembre Mon- iìgnor Ferdinando Pandolfini Vefcovo di Troia , come dice una lapida in Chiefa dalla banda del Vangelo , dedicò la fteitaChiefa al S.Dottore Girolamo, la quale fu confa- crata nel 1586. ai 22. di Luglio dall' Arcivefcovo Alef- fandro de' Medici. E la Chiefa eitendo fiata in quefto fecolo nuovamente adornata di ftucchi, pitture , e dora- ture, credo , che non difpiaceranno le feguenti olterva- zioni . Primieramente la Volta , ed il Coro , veggonfi dipinti dal Cinqui, con 1* architettura di Andrea Landi- ni nel 1721. la Cappella a mano fìniftra entrando è de- dicata al E. Giovanni Colombini, avendo il Perini nella tavola rapprefentato il Santo > che riceve da Gesù Crifto di- vine iftruzioni. All'Aitar grande Pietro Perugino da quel gran Maettro, che era , dipinfe Gesù Crocifitto con Ma- ria, e S.Girolamo in piedi , e sì viva efpreflìone di affetti, e di membra così bene intefe ,ardifco dire , che non ravvi- feremo in tante belle opere di queft' Artefice , graziofa veduta facendo anche il Leone , che accarezza S. Girola- mo . Ma un altro prodigio dell' arte trovati in quefta Chiefa alla Cappella del Prefepio , la quale fu fatta fare da Filippo di Tommafo di Filippo de* Pankhi, con ar- me fua , e breve ìfcrizione , che dice : Hoc opus fecit feri Filip. Thowd 'Filippi de Vanichìs 15 21. Ma quanto pi odi- gioia opera ella fia , benché io non mi creda da tanto di poterla degnamente defcrivere, tuttavolta tacendo il Bor> |
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ghini, il Vafari, ed il Baldinucci, dirò effe re un Prefe-
pio dì terracotta, o fivvero una rapprefentazione di Gesù Bambino, di Maria, di Giufeppe, e di S. Giovambarìfta fanciullo , de* Re Magi , e di diverfi Pallori, lavoro vaghif- fimo di Luca della Robbia . Quefti avendo lafciato il mar- ino , ed il bronzo, fi diede a far figure di terra: ed ac- ciocché effe dalla ingiuria de* tempi fi difendeflero, trovò modo di dare loro una coperta fopra , di una materia., fatta con iftagno, terra ghetta , antimonio, ed altre me- ttine cotte in fornace appofta , la quale fa fopra le figu- re un invetriato, che lungamente le conferva . Tra le mol- te opere di fimigliante lavoro, quefto Prefepio è delle più lodate, e di tutte più fpiranre grazia , e divozione infieme : le figure ivi fono moltiffime di così maraviglio- fo artifizio , che meglio non può fare il pennello per e- fprimere la reverenza, che fi deve all' Eterno Incarnato Verbo molto acconciamente giacente fui fieno . Nelle tette, braccia, gambe, veftiti, vi ha Audio commendabi- le, e tutto intorno al gran quadro è ben accomodato un graziofo fettone di frutte, e foglie, e fiori, che danno vaghezza ^.finimento a così bella fattura ufcita dallfL. mano di Luci. VI. Né voglio qui tralafciare la notizia di un li-
bro antico coperto di alfe , che in Convento fi conferva , dove fi leggono le prime Cottituzioni , e incomincia^ così „ Prologo del comindarnento della vita, et cortumt „ della Congregazione delle Povere volgarmente eliia- „ mate Yefuate „ e notevoli fono alcune parole fui fi- ne di detto Prologo come appreifo ,, Adunque que- „ fìo è lo fiato di quetta nottra Congregazione al „ tempo del Beatifs. in Xpto Padre Giovanni di Piero „ della onorata famiglia de' Colombini da Siena Capo et Principiatore della Congregazione de* Poveri detti ',j Yefuati , Iit dèlia nra in Xpto Madre , e fua forel- 5, la Cugina B. Caterina di Melfer Tommafo dell* ono- ,, rata Cafa de' Colombini fratello di Piero Padre del „ B. Gio. la quale agli efempli et conforti dei B. CuT ,, gino fu Principiatrice della nra Congregazione, ìa cui „ memoria è in eterna benedizione „ LE- |
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L E Z I O NE
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DEL MONASTERO DELLE MONACHE
DI SAN SILVESTRO. |
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[lecerne un raggio del Sole , che tra
nere nubi rifplende, ci apparifee più vago di quanti raggi fi veggono a Ciel fereno ,- così io non altramente credo di alcuni avvenimenti feguiti in Firenze negli anni lugubri delle civili difeordie, ftagione per vero di- re ofeura , e tenebrofa . E fé di tutte V etadi funeree la più lagrimevole fu ai Fiorentini V aiTedio di loro Città nel 1530. in elfo però io ravvifo tra le folte tenebre un luminofo raggio, che tale chia- meremo la fondazione del Monastero di San Silveftro originato dalle graviffime turbolenze di que'tempi qua! raggio del luminofo Cielo della Chiefa Fiorentina , co- me lo feorgeremo nella prefente Lezione mercè la pie- tà, e munificenza dell'antica illuftre famiglia de' Mi- nerbetri nell* adornar Altari, e Chiefe Hata fempre ce* kbratiffima. II. L'adorabile di quefto Monaftero fono ftima-
biliffime Reliquie , e primieramente il Corpo di San Felice Martire dono della predetta famiglia de* Miner- betti fondatrice di cito. La fua traslazione con fefta fo- lenne, come dice il Giamboni, fi celebra ogni anno nel- la terza Domenica di Maggio, ed è tenuto in magnifica urna fotto dell' Aitar maggiore. Adorati un oflb della fpina della fchiena della Beata Umiliana de'Cerchi, che una Monaca della famiglia di queila Sanca impetrò da' iuoi
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fuòi genitori. Vi fono due calTette dorate contenenti
offa, braccia, e ftinchi de*Santi Audito, Bondina, Ce- fare, Celeftino, Defiderio , e Demetrio Martiri , che Lelio Quaratefì lafciò al Monaftero. Finalmente in ova- tini di argento fonovi chiufe particelle del Legno delia S. Croce , della vefte di Maria, Reliquie di Santi Apo- stoli , e di San Silveftro Papa , che fono memorie della Sereniflìma Elettrice Palatina, molto portata a favorire quefte Religiofe , tra le quali eravi Suor Umiliana de' Medici veftita a fpefe del Granduca Cofimo III. e che poi diremo chi ella fufle. III. Il fondatore del Monaftero fu Francesco Mi-
nerbetti Arcivefcovo Turritano, morto Vefcovo di A- rezzo, delle cui gloriofe azioni 5 ogni ragion vuole , che ne diciamo alcunché , febbene fono fiate fcritte dall' Ammirato , dall' Abate Ughelli , e dal Canonico Salvino Salvini nelle pregiatiffime memorie dei Cano- nici di Santa Maria del Fiore . Nacque adunque». Francefco da Tommafo Minerbetti, e da Bartolommea di Bernardo de'Medici. Da giovane ebbe un Canoni- cato nella Fiorentina Cattedrale, pofcia l'Arcidiaco- nato , ed in quefta dignità egli alla tefta del fuo illu- ftre Capitolo ricevette in Santa Maria del Fiore Papa Leon X. il quale ad eflfaChiefa donò una Mitra di valore fecondo i libri della Canonica , di feudi diecimila . Ma perchè P Arcidiacono Minerbetti avea ftretta pa- rentella co' Medici ? nelle varie vicende di quefta Cafa , corfe più volte gravitimi pericoli , e tra le altre una fiata dovea perder la vita in compagnia del detto Leon X- allora addimandato il Cardinale Giovanni de' Me- dici , il quale poi eletto Papa , affine di liberare Fran- cefco da i nuovi pericoli, lo creò Arcivefcovo di Saf- feri; donde Clemente VII. nel 1525. lo trasferì al Ve- scovado di Arezzo» lafciandogli però il titolo di Arci- vescovo. E con turt* i fofperci di-parziale verfo de*Me- dici, trovafi dalla Repubblica fatto uno degli Ambaicia- dori mandati a Leon decimo in Bologna., e con il ragguar* devole carattere fu fpedito primo degli Ambafciado- |
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dori a Roma per gli ufìzi di congratulazione al nuo-
vo Pontefice Clemente VII. Rapprefentante inoltre della Nazione Fiorentina preltò ubbidienza al Duca AlefTan- dro. Ma defiderofo egli di vivere quieto , rinunziato il Vefcovado di Arezzo, nel 1538. ritiro!!] nella cafa pa- terna a una vita efemplariflìma ., fé non che conofciute le fue abilità dal Granduca Cofimo I. fu coftretto più volte comparire in Corte richiedo de5 fuoi configli in affari di Stato, e dallo iteflb Principe incaricato dell'o- norevole diitintifììmo carattere di Àmbafciatore all'Im- perator Carlo V, andò a'confini di Cortona per com- plimentare l'Imperiai Maeitk , fervendola fino a Lucca, dove Carlo dovea abboccarli con Papa Paolo III, e reftituitoiì finalmente al fuo ritiro diede compimen- to alla fabbrica del noitro Monaftero, che già dal 1533. avea principiato, come pofcia diremo, IV. Nella Cappella di fua famiglia in Santa Maria
Novella pofe egli due lapide, una aila parete in me- moria del defunto fuo genitore} e altra per fé iìeiìb nel pavimento, e dicono ; ' ' ■.'•'', '•'..'•. "
THOMAS MINERBETTVS EQYES
CVNCTIS REIPVBLICAE HONOR1BVS EGREGIE FVNCTVS
MORITVR ANNO MGCCCLXXXXIX.
VIXIT ANN, LXIII.
F. ARGHIEP, TVRRITANVS PARENTI PlENTISS.
D. (X ' M. :'w t a
' IDEM FRANCISCVS ARCHIEP,
ANNVM AGENS LXX- f
VT IN MORTE ETIAM PARENTVM CONTVBER^iO
ERVERETVR
SLBI'VTVENS POSVIT A. MDXXXV. Tom. L Tar. IL Qji E
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E per dire alcunché dell* origine di sì nobile famiglia
noteremo, che gli Antenati Tuoi non (blamente fono ve- nuti .d'Inghilterra , lo che egli è ceni/fimo, ma che fie- no di fangue derivati da quello dell' illuftre Martire Tommafo Gantuarienfe ; e tanto leggo nella Storia degli Scrittori Fiorentini di Giulio Negri data alle_^ ftampe in Ferrara nel 1722. ed il limile trovo altresì in memorie a penna. Né farebbe certamente foverchia diligenza tentare di ferriati re quetìo dubbio; ma non mi fono avvenuto fin qui a trovare, fé non un Teita- mento di Tomm.|fo Minerbetti, nel quale raccomanda a* fuoi figli, e nipoti la divozione al Santo Martire di Cantuaria, e il principio, ed iftituzione della feria del Santo ai 29. Dicembre in Santa Maria Novella, pra- ticandoti anche inoggi da quei Religiofi d' invirare a menfa in quel giorno i Signori della famiglia . L' uno e l'altro finimento fembrami, che avellerò dovuto ac- cennare per motivo della feria , e della divozione., parzialej il gloriofo titolo della parentela col Santo, della quale punto non parlano. Non fi vuol qui pe- rò da me omettere ciò, che Leopoldo del Migliore nel Libro di Memorie pag. 157. ha lafciato fcritto dei Minerbetti . ivi adunque facendo quefti un Catalogo dell' origine delle famiglie nobili Fiorentine dice „ Mi- ,) nerbe'tti da Lucca, anticamente da Inghilterra ,, e lafcia il punto della defeendenza dal Santo al tutto indeciso.. , ,,'.:-.. ;., * .sii -;•?':v V. E facendomi ormai dalla fondazione del Monaftero,
notare primieramente io debbo, perchè l'Arcivescovo Francefco avelie quella lodevolififima idea di fabbricare in Firenze un Convento di facre Vergini, e dedicar- lo al Santo Pontefice Silveiiro. 11 motivo adunque, che cagionò tale religiofa rifoluzione nell'animo del buon Prelato fi fu un accidente \ che feguì in quelta manie- ra . Vegliavano in tempo di coliui le armi di Clemen- te VII. molle con formidabile efercito contra la Città ài Firenze, e querra conihiniero lotto la tirannide di un duro, e lungo aifedio dell'anno 1530. IlMineibvtti, cui non
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non meno era a cuore l'amore della patria, di quello
che gli foflero gli affari della Cafa Medici, fi ricove- rò nelle Terre del Conte Alberto Malatefta , ove pen- sò di così fuggire fìcuro ogni fofpetto , che dare poteva di aderire o all'uno, o all'altro partito » e quello benché fofle un ottimo fine, nulladimeno i Fiorentini lo prefero in finiitra parte, e dei beni, che poiTedud erano da lui nel dominio loro, lo Ipogliarono ; onde da quello accidente commoflò Francefco , fece al Signor Iddio quello fermo , e ftabile proponimento di edificare il prefente Monaltero , fé folle fiata reitituita la pace alla Patria , ed a fé la roba, come feguì nel 15 31. Quindi memore egli del fuo voto, comperò da5 Monaci di Ge- rle] lo il fuolo , e nello fpazio di cinque anni refe ter- minato il Convento, e la Chiefa con la confolazione d'introdurvi 13. nobili Fanciulle , e tre Converfe, con Regola , e Coìikuzioni fatte da lui , ed approvate pò- fcia da Paolo III. ne' 25. di Febbraio 1541. A queir o racconto ora aggiugnere fi vuole il motivo pe 3Ì quale piacque al Fondatore di addirnandarlo Convento di San Silveltro, ragione che mi obbliga a fare non difpiace- vole dfgreffione.. VI. Alla fama di una bontà grande dell'Ordine
de" Silveltrini fondato dal Beato Silveiiio de5 Gozzolini, nativo d'Ofimo , furono chiamati a Firenze, alcuni di quelli Monaci, ai quali dato P ofpizio in Cafaggio , prelto la liberalità de i Fiorentini loro fabbricò la Chiefa, di San Marco , benedicendo la prima pietra agli 8. di Marzo del 1299. Francefco da Bagnarea Vefcovo noitro>> la quale pofcia fu dipinta tutt' a frefco da Pietro Cavalli- ni Romano . Agli efempj fantiffìmi dei Monaci molle al- cune Matrone , chiefero di vivere fotto la loro Rego- la ; lo che ottennero dal Vefcovo Lottieri della Tofa con Bolla , che porta il Cerxacchini data ai 4. 'di Set- tembre 130S. diretta ai Monaci, cui il Vefcovo dà li- cenza di dare V abito a tali Donne , e ad elle di vi- vere fotto la Regola del Beato Sii veltro Papa , e di fab- bricare un Monaltero , il quale fu così ampio , che da Q.q 2 ~S. Mar-
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S.Marco {rendeva i fuoi confini fino alla Via di S. Gallo.
Ma elfendo avvenuto nello fcorrere degli anni il deca- dere , che fecero e Monaci , e Monache dalla Regola , e da quella Itretta oiTervanza acclamata per grande con tante lodi; il Convento delle Monache, giuria gli Scrit- tori noirri , fu da Papa Eugenio IV. abolito nel 1435. ed i Monaci con .e(tremo loro rammarico , dopo lunghe querele furono corretti a cedere il Convento loro ai Do- menicani di Fieible , ed elfi a paifare a San Giorgio fili- la Coita j donde poi partendo abbandonarono affatto Fi- renze . il Monaitero delle Donne dal medefimo Papa fu conceduto a i Romiti di Montefenario , i quali pro- vandolo poco confacente , ed opportuno alla vita loro folitaria , ne ufcirono , E come pofcia quello luogo paffaffe a Monfignor Giannozzo Pandolfini Vefcovo di Troia, io non V ho ancora di certo , benché fi dica donato a Giannozzo a fconto de'fuoi crediti , che avea col Romano Pontefice . Reitavi però un Oratorio a ter- reno del Palazzo , colla Porta in via di San Gallo, leg- gendoli full' Architrave : Oratorium SanBì '■SilweBri ; e dentro fi veggono rapprefentate in pittura alcune figure di tal abito veitire . E giacche 1' Ammirato nel Trat- tato della Famiglia de' Cattani da Diacceto parla di una Monaca di S. Silveftro di effa Famiglia , a me pa- re convenevolilfimOi il riportare^ le 'parole di elfo , che fono còme appreifo ,, Qyeito Monaitero , come S. An- „ tQnino teitifica , polio nella via di San Gallo , fu ,, tolto via; da Papa Eugenio IV. quando fu m Firen- „ ze, che pofcia i Pandolfini il loro Orto vi fecero, 9, e nondimeno perchè del tutto per avventura il luo- „ go ove la Chiefa dovea eifere , non fi profanale , vi 5, rimafe un po' di Oratorio ,, e noi ne parliamo a lun- go nella Storia di S. Marco . VII. Ritornando dunque al Vefcovo Minerbetti, di-
remo ,* che per'reiìituue a quello Santo Pontefice e Chie- fa , e Monaitero, che avea in Firenze perduto , volle a lui confacrare quello fuo , così profetando nel Teibmen- to , con prefcrivere a tal fine alle Monache l'abito di color
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color celefte proprio delle Silveftrine . Ordinb inoltre
nelle Coiìituzioni , che il numero delle Monache non foffe più di 13. velate , e di 3. Converfe , la elezione delle quali fi appartenere al Primogenito dei Minerbetti , coli* intervento de' Signori Buonuomini di San Martino , che ne furon difpenfati da Papa Gregorio XIII. Volle pa- rimente } che le Fanciulle fodero Nobili dal lato sì di Padre , che di Madre , tratte da coloro , che aveano goduto il fupremo Magiftrato di Gonfaloniere di Giu- ftizia nella Repubblica Fiorentina , e di più , come leg- geri nell'Abate Ughelli, che fi veftiffero dote e-affa. Alle facoltà , che il Fondatore lafciò , fi aggiunsero quelle di tre altr? infigni Benefattori , Antonio Segni , che quivi lungo tempo fu Governatore , Folco Caffi , e un tal Gricci parente della Venerabile Suor Reparata, che mori in quello Convento in concetto di gran fantità, dicendone il Dottor Brocchi , che ella vedefle in gloria 1' anima di Don Salvadore Bianchini Teatino . Vili. Nella Chiefa , che è piccoliffima , fono due
Altari, il primo a man fi ni (tra , che è la Cappella del Crocifitto , ove dal Fondatore fu collocata una Tavo- la, già opera di Agnolo Gaddi , rapprefentante un di- voto Coito in Croce, con alcune figurine in lontanan- za . All' Aitar maggiore il Venerabil Sacerdote , e Con- feflore del Monaitero Francefco Bofchi anche nella,, pittura eccellente , dipinfe in un quadro Maria , con Angioli in aria , e fotto genufleffi San Silveltro: Papa , e San Benedetto di ottimo colorito , nel quale fecondo il Baldinucci Francefco fuperò il fuo fratello Fabbrizio . Nella Volta vedefi un' Alluma dipinta a frefeo da Co- fimo Ulivelli , il quale fece altre dipinture in Mona- ite ro . In Chiefa non vi fono Sepolcri , né pure per le Monache , le quali in una Cappella in claufura hanno le loro Sepolture, ove poc' anzi nel 1753. fu tumula- ta Suor Umiliana de' Medici foprallodata . Quella nata Turca figliuola di un Bafsà , per fua fortuna fatta fchia- va dalie Galere della Religione di Santo Stefano , fu condotta a Livorno, e l'Altezza Reale di Cofimo Ili. aven-
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avendone prefo la protezione , volle alzarla sì facro
Fontej e con follecitudine paterna ad ella procurò un ottima educazione ; quando la Nobile Neofita chiama- ta da Dio alla Religione , elelFe il Monaitero di San Silveftro , dove fi veiiì fornita di corredo , e di dote dal Gran Duca , il quale oltre aver fatto tutto coil, magnificenza reale, aflegnolle per livello annuo 40. feu- di , e pensò fino al caio di morte di Umih'ana , dan- do una buona liroofina allo Spedale di Santa Maria-, Nuova coli' obbligazione di far dire per [feudi 40. del- le Mefle nel giorno della morte di lei , che è vi (Tuta efemplariflìma fino all'età di 84. anni ; ed effendofi di fopra tra Benefattori annoverato Folco Caffi , rammen- terò qui il padronato da elfo alle Monache ceduto di una Cappella pofia nel Duomo di Fiefole intitolata in Santa Croce ... ■IX» Prima però di por fine a quella Lezione non
voglio lafciar di dire deli' inviolabile infierne , ed am- mirabile legg-e di quello Monaitero , cioè, che le Mo- nache riè vive , riè morte non polfono eifer vedute s riè giammai elleno vedere un oggetto di perfona vivente fuor di claufura . Quindi nacqne nel Pontefice Urba- no Vili, una (lima grandini ma verfo le no il re Suore » che nell'anno 1640. arricchì la loro Chiefa di un Per- dono nelle quattro Felle dell* anno , cioè dell' Atfun* ta , di 8. Silveftro j di S. Benedetto * e di S. Scola- stica j dichiarandoli il detto Pontefice , che concedeva sì pregevole Indulgenza alle fole Monache , eccetto nel giorno ài S. Silveftro , che la compartiva ancora a chi vifitava la loro Chiefa . X. £ per fine noteremo , che nell* architrave della
Porta del Convento eranvi alcune lettere efprimemi V idea del Fondatore ? quaT era che le Monache da ve- ftirfi fodero nobili , e povere , le quali parole furono tolte via t ed inoggi leggefi nei medefimo luogo affilia^ una lapida con V Jfcrizione qui appreffoj D. O. M.
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fu
E>. O. M.
COENOBIVM HOC ^SILVESTRO DICATVM PRO VIRGINIBVS
NOBILIBVS FLORENTIN1S FRAN. MINERBETTI THOMAE EQVITIS FIL. ARCHIEP. TVRRITANVS EP1SCOPVS ARRE- TINVS ARCHID. FLORENT. ET SS. D. D. LEONIS X. ET CLEMENTIS VII. PRAELATVS DOMEST. A FVNDAMENTIS EREXIT ET DOTAV1T AN. D. CIDIDXXXVIIII. NE FACTI PEREAT MEMORIA
ROGERIVS MINERBETTI HORAT1I SENAT. FIL. CAN. FLOR. NEC NON IN SACRA M1LIT. ORD. D. STEPHANI PRIOR VRBINI ET HORATIVS EQVES EIVSD. SAC. ORD. EX FRATRE HENRICO SENAT. NEPOS VTPOTE A PATRE FVNDATORIS RECTA DESCENDENTE MONVMENTVM HOC PONENDVM CVRARVNT AN. D. CID1DCCXVI. Fine del Quartiere di S. Croce .
Ter intiero compimento del quale rejlano a defcri'verfi
i due piccioli Concenti della Pietà in Via del Mandorlo , e delle Ammantellate in Via della Crocetta 5 i quali fi daranno in altri Quartieri <> ove hanna molta connejfione^ |
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4.
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AL LEGGITORE.
LI Amici , i quali commendano uno Scrit-
tore , talora fembrar pofibno fofpetti di loda- tori appalfionati , ma fé la loro lode accom- pagnata ria da fagge> e critiche orTervazioni > dobbiam crederla fincera » e fcevra di ogni macchia di adulazione . Lo che addiviene all'Autore del* le Notizie Iftoriche delle Chiefe Fiorentine, il quale fé ha incontrato chi gradito abbia le lue fatiche ? altresì ha ricevuto da Valentuomini alcune Annotazioni > che efib ha pregiate affai più degli encomj li e (fi > onde per V obbligazione non folo della verità della Storia ? ma per debito di fua ftretta premerla 5 viene egli a dare la feguente Appendice , che farà agli Amici fuoi un at-, teiiato di gradimento a i loro favillimi avvertimenti, ed infiememenré a' leggitori un manifelto delle cofe , che di correzione abbifognano * APPENDICE.
I. 7^ Fero facendofi VAutore dalla Chicfa di Or $• M.
*~* deve grado di alcune noterelle ad un Prelato , the accoppando virtù, e falere , ha dato alla luce opere lo- datijftme , le quali rendono onore immortale a i torchi Roma- ni , e quefti è Monjtg. Giovanni Bottari , il quale per let- tera fcrittaci adì io. di Ago fio del I7S4- nota della fo- *vrana Statua di S* Giorgio come fegue ,, Dpnje ella par- 5, la della Statua di S- Giorgio del Donatello , forfè Ji 5, potrebbe dire , che il Re di Francia la fece formar di 5j geffo fon ifpefa di circa a cento doppie , per mettere 5> il getto neIV ^Accademia qui di Roma i dove fono i get- ,, ti delle fole Statue antiche , tanto di Roma 7 che di 3j Firenze } e queflo getto fu fatto fare circa 24, anni 3, fa, é lo feci fare io t ordinatomi dal Cavaliere 2SZ/V- j} colò Uleughles Direttore di detta Accademia . ,, 2? Tom. 1. Par. II. Rr poi- |
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3H
poiché il fuddetto dotti (fimo Prelato ci ha pure dimo (ira-
to defiierio di vedere riportate le Medaglie >> che de feri- 1)1 amo nella no (Ira I(loria 5 volendo noi Cernire così de- gno configlio , nella prefente feconda Parte parlandofì di una Medaglia di Cofimo I. e di uny altra del Cardinale Ottaviano degli Ubaldini , di amen due ne diamo in Ra~ me la figura . 5 177. i7 Reverendijfimo Padre Paolo Antonio Agelli
ìnqnifitore di Firenze 5 foggetto chiarijfimo per la fua eru- dizione , non meno nelle dogmatiche Scienze , che nellou Jloria Ecclefiafiica , corte femente ha notata una noflra va* na interpretazione data alla fé (la delle dipinture di Agno- lo Caddi , rappr e fintanti la Vita di S. Maria Maddale- na Penitente nella Cappella de" Rinuccini in Sagreflia di S. Croce . Nella detta tavola vede fi una Donna morta fui lido del Mare con allato un Bambino vivo e Ce fio- fi , e noi non avendo in tale pittura ravvifata altrcu effìgie di femmina , creduto abbiamo e fiere la me de firn a Santa , al cui tatto foffe riforto il fanciullo } ma il fo- prallodato Padre Inquifitore altrimenti intende effere ila* to il penfiero del Pittore, notando egli, che ivi fi rap~ preferita il miracolofo avvenimento di una Matrona mor- ta dopo aver partorito un bambino } del quale la San- ta j qual amaro fa nutrice , ne prefe la cura per lo fipazio di due anni } dopo i quali effa refufeitò pure la Madre} the tanto -prete fé effigiare fui la parete Agnolo Gaddi troppo credulo a'racconti apocrifi , che fpejfo andavano allora at- torno , nel modo che ha fatto vedere il Sig- Manni in un* antica Vita di detta Santa ? da lui data fuori , e ciò nel- la Prefazione ; fra1 quali quefio ancora apocrifo fi fiuppo* ne faggiamente dal Padre Reverendi jfimo Inquifitore , ben- .che legga fi fra le altre nel Codice della Biblioteca di S* Croce al num. 6q8. intitolato Speculimi Pauiini} il quale comincia dal principio del Mondo , e termina a Bonifa- zio VIIL e pofeia paffato nelle Vite volgari , Se poi < io ho tralafciato di far menzione delle Ceneri di Niccolò Machiavelli certamente feppellito in Santa Croce , non-, ejfendo mio ijlituto. di fare qui un Sepoltuario > né aven* |
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do trovato marmo indicante il luogo del fuo Sepolcro i
in quefto-) e in fimi li cafi 5 cve non è omijftone 5 io credo che farò compatito . Non così facilmente merita [cufa ciò che abbiamo tralafciato in quefla Chic fa * mentrechè per dif- falca di qualche maggior diligenza ne II* offer'vare la Cappèl- la di $. Prancefco da noi effa fi è detta de' Bardi , de' quali r arme è affai njifibile , e per <vero dire fino a tutto il xvi. Se- colo era del Senatore Ridolfo di Pier Francefco di "Piero Bardi morto nel 1602. ma aweudo egli ìflìtuìti fuoi eredi uni" *verfali Gherardo , e Cofimo Venturi fuoi nipoti , nati di Prancefca de' Bardi forelja di luì , e Gio. Batifla dì A- leffandrò Venturi altro fuo nipote , la Cappella è pajfa- ta ne' Venturi , fenza cangiarci fi V arme antica 5 i qua- li 'vi hanno poflo la prefente Ifcrizione l I. C R»
V I X I IN D E O . QJVIESCO IN
S P E . RESVRGAM V T I N A M
IN CHARITATE iE TERNA RODVLPHO BARDI© PETR1 FRANCISCI F. SENATORI GHERARDVS ET COSM V S VE N T VR I IO. E AP, FF. AyVNC VLQ BENEMERENTI HERED.ES PONI C, AN, MDCI1I, y IX, AN. LXXIX, IV. Nella Chi e fa di S. Simone circa la ff legazione \
che diamo al *verfo leonino indicante V epoca di qaellsu Chìefa , che al noflro computo farebbe /' anno 1217. non poffiamo negare, che fia<vi non folo ofcurità , ma eziandio dello sbaglio originato primieramente dall' errore dì jlam- pa ì do<vendofi leggere 1217, e non 1.317. ed in fecondo luogo della mala intelligenza delle parole tres quatex, che non fi poffono [piegare ger fette ., ma per dodici , come mi awifa il dottifflmo Padre Girolamo Lagomarfinì Mae* Jlro di lingua Greca nella Uni'verfità Gregoriana di Ro- ma ed eziandio notiffìmo Oracolo della lingua latina* e Rr 2 le
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■„!_* —. - e c$ìy&*-~ '• -. '
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le parole di fra lettera fono le feguenti"„ Nel vtrfi
3) mille ducenteni poli tres quater indeque deni , <uo* „ V/J&tf |Jw* , -perche contate tres /re , <? quater qnat- ,j /ro , w# la verità è , <r&? quater in latino ) non dice j, mai quattro , ma quattro volte , e in confeguenza tres }, quater non fa fette , w^ j/adifV/ „ £ perora fi ahi lire r anno della fondazione di $. Simone., /#ri d'uopo., che fi dica con Stefano Rojfelli , /£* /// /' anno xnz. E di altri due lumi utili fimi alla noflra Storia debbo grado al medefimo Padre Lagomarfini , il quale non oflante ì faticofi fuoi fiudj fopra i varj Codici dell' Opere di Ci- cerone , ha avuto la pazienza di leggere il nofiro libro, ed ecco le pregevoli notizie, che mi ha egli comunicate con altra lettera del dì 3. di Agoflo- del 1754. ,, E poi- jj che vi prof e fate difpofto a fare ne3 feguenti tomi del- 5, le giunte di co fé intralasciate negli antecedenti , vi fug- j) gerifeo, che ove parlate dell' antico Convento di S* Gal- j, lo , potrefie aggiugnere quanto della copio fa , e fcelta ,, Libreria di Manofcritti, che vi era > trasportati poi al ì5 Convento di : S:> Iacopo tra'' Fofft ( ove per altro prefen- ,, temente non pi k efifionc1, 0 almeno que\ Religio fi ri- 5, cercati già da me , mi differo, che più non efiftevano) j, fcrive Pier Vettori nelle fue Annotazioni al primo li- 5) hro di Col urne Ila fui bel principio . Ove^ voi parlate j, della noflra Cafa dì Pinti , è forfè co fa da non om* „ metterfi quella, che Ofttlio Contalgeni , cioè Agoftim ,, Coltellini fondatore di cotefla Accademia degli Apati- ti fi i nel Difcorfo premeffo alla fua Traduzione del Mer- 5j curio bilingue flampato in Firenze., rammenta alla pag. 55 7<5. con quefie parole -- Nel medefimo tempo ( circa l* j, anno 1616. ) i Padri Gè fui ti , i quali riguardano fem- j) pre la gloria di Dio , e'il fervigio pubblica, aveano an- 3) che in Pimi un altro nobile. , e difiinto Seminario * gretto con quella pietà >>,e prudenza che è propria di sì ,; gran Compagnia ,; 2 cui Seminarifii fé ne andavano a 35 coppie in forma di prosejfione con molto decorose pro- ti fitto alle Scuole del Collegio di San Giovannino, t ti ancora ce uè fono, de* viventi, fi noftrali come forefticm ì) ri
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,, ri , ma V uno > e l'altro per la foprawvegttente peflilen-
5, za fi chi a fé ) e dopo di e (fa non fo per q iati fi foff e la j, cagione per nojlra difawentura non fi riaperse con if- j) capito non ordinario della Città 5> Nella Lezione della Chiefa di San Giufeppe abbiamo
fi abilito il principio della Compagnia di detto Santo ìm Firenze nell'anno 1405. fupponendo tal fondazione un effetto della zelante lettera di Giovanni Gerfone, ali? cui preghiere , e ragioni la Chiefa nel Concilio di Coftan- za ne determinò a'19. di Marzo la fefia in perpetuo . Ma il Padre Antonio Zaccaria , noto al Mondo per le fue letterarie fatiche 5 mi fa offernjare > che la i&ituzione di detta fefta è Hata pofieriore 12. anni alla nofira Com- pagnia^ e per confeguente non aver potuto influire lo zelo del Gerfone nella fondazione della medefima. Quefla per 'vero dire difficoltà è concludente , onde noi in me ce di feti far e lo sbaglio, ci rallegreremo co'Fiorentini 5 i quali nella divozione a San Giufeppe hanno prevenuto i fermen- ti de fide rj del Gerfone , del quale però non una ? ma quat- tro fono le lettere riguardanti la Fefta del Santo , e for- fè qualcuna è fritta prima del 1405. Nella Chiefa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi
troppo alla sfuggita fi è favellato di una lapida di Ma- ria Maddalena de'Pazzi moglie di Carlo Bonfi, effendofi tralafciata la nobile ifcrizione in marmo fatta dal Se- nator Filippo Buonarroti d'immortai ricordanza} e dice come apprejfo : m CHRISTVS RESVRREXIT.
MARIAE MAGDALENAE PACTIAE CAROLI BONSI UX. IVXTA SACRAM D. MARIAE MAGDALENAE / GENTILIS SVAE MEMORIAM MATRrS PIENTISSIMAE VOTIS OBSEQyENTES FILII MOESTISSIMI PP.. VIRVM PRAEMIS1T AN. MDCC. VIX1T AN. L. M. Vili. DIES XII. QfflIT XIII. DECEMBRIS AN. MDCC# la
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La faddetta famiglia de* Bonfi ha Cappella in Sant*
Ambrogio detta del Santijfìmo Ro farlo , .dove fece il Paf- Jtgnano alcuni Santi intorno alla Vergine, ed appiè di det- ta Cappella eravi un tondo Ai marmo , e quefie lettere antiche Longobarde: smp* eonsi di Domenico bonsi svc' chìelli ....... mccccxui. con .dentro l' arme Iella fa~ miglia » avente dì [opra un rafirello con tre gigli , e nel
corpo dello feudo fono tre fucchielU attr aver fati da una banda a fghemho ; la aual arme vedefi pure in mezzo dell' arco della Cappella . Quefie notizie fono fiate omeffe da noi nella Lezione di Sant1 Ambrogio col fine dì parianti qui , notando inoltre ,che la meJefima famiglia ha altra Se- poltura, e Cappella in Badia.) ed è quella•> che viene al- lato alla Cappella de* Signori fandolfini > p benché inoggi i Monaci fé ne fervano ad altro ufo , nel me.zzo j>erò M e fia vi fi vede il marmo fej/olcrale che.dice-: 4* SEP. BERNARDI FRANCISCI BONSII
ET HEREDVM SVORVM MDLXXXXII. E giacché fiamo entrati in Badia , diremo , the ivi ab-
biamo appellato il Beato Andrea dì Scozia Vefcovo di Fie- fole quando fu fotamente Arcidiacono Fiefolano, e nel" la Cappella di San Mauro le figure nello sfondo del" la volta fono di Vincenzio Me ucci, e non di Onorio Ma- rinari, due sbagli per vero dire del nofiro Amanuenfe » ma il terzo confefjlamo effere flato errore degli occhi no- Jlri, avvegnaché avendo offervato il ricco , e vago Pre- sbiterio di quefla Chiefa orr/,atiJfìmo intorno intorno di marmi, o fi voglia nel pavimento , o negli fcalini , o nel- la balauftrata , credemmo pure di marmo V Altare , ma queflo è di legno dipinto a colori rapprefentanti il marmo. Il Signor Dottor Giovanni Lami , il cui giudizio
cBìmiawo quanto altro mai > nelle fue Novelle Lettera- rie y ci ha fatto o.nore di enunciare\J'* ^dizione del nofiro primo tomo , ed infiememente ne ha dato il fuo favio fen- tìmento } ma perchè egli avrebbe voluto , che noi ad efem- pio del Chiariffmo Senatore Veneto, riportammo le car- ta- |
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tapecore, i codici , e i diplomi, des quali pAriiamo ì ed ef~
fendo della msdeftma opinione Mon/ignor Giovanni Bot- tari j ed altri letterati , y? è penfato di fare delle pregenjo~ li autentiche carte un tomo feparatamente •, e ne promet' tiamo la ftampa 5 chiedendo però licenza di feguitare il metodo già principiato , maffimamente che fcriwendo noi in lingua Tofcana} temiamo, che a' leggitori poffa effere di- fgradcvole il frammefcolarmi tante leggende latine . E così , mercè il fasore degli amici ? emendate effen"
dojt parecchie delle molte noflre mancanze, pajferemo ora a notare qui alquanti errori della ftampa 3 tra1 quali ci fono flati fenjihili quei, che riguardano principalmente la Cronologia , e fono i feguenti: ERRORI. CORREZIONI,
Pag, ver.
40 14 130 60
12 J 24 IOÓJ TO') 7
ivi 24 1071 1073
162 33 1131? 1136
196 2 12j5 13j3
147 18 1317 1x17
311 33 8. di Settembre 8. Dicembre
324 23 KJ27 1637 Similmente correggeremo alcuni sbagli circa de' nomi come apprefe :
ERRORI. CORREZIONI.
Pag, "ver.
13$ 16 di Navarro di Aragona
146 29 Dominus Dominicus
148 2 Bracci Bracciì
i5S 3 5 Minorità Eremitano 173 36 Menzinus Meniinius 185 3 Zabelli Zaballi 198 5 Bernardi*? Ferdinandut
aoi 33 Vefcovo Arcidiacono
2.31 31 Camarani Maccaranì
a54 $é Carlo Paolo
2.57 3l Pietro Francefco
358 34 Inftituito Iftitufo
374 14 Coetaneo a S. Ber- Quivi abitò
nardo fu E per fine nella lettera di Matteo Palmieri a Monfignor Lionardo Dati „
mancando alcune parole , leggali il periodo così ; Quii quoti femel pl&- cuit 3 aliquando non placet • |
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INDICE PRIMO
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Ite//e Sdcre Reliquie
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par. fec. to^.
S. Benedetto m. il fuo corpo par. ,*; ph 137. ìì'J
Altre Reliquie par. fec. 277.299.
S. Benigna m. par. fec. 299. S. Benigno m. par. pr. 271. S. Beretta m. par. fec. 158. S, Bernardo degl' Uberti par. pr. 378., 397' pa^ tee. 233.
B. Berta de'Conti di Vernio par. fec. 233.
S. Biagio v. e m. par. pr. 138. S. Bondina m. par. fec. 304. S. Bonifazio par. fee. 15S. S. Buono m. par. fec. 145. |
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De' SS. A Bdon, e Sennen mm.
£% parte prima pag. ?j.
S. Agazio m. fuo Corpo par. pr. 171.
Suoi Compagni par.pr. 2,71,
Beata Agnefa d'Aflìfi par. fec. 179. S. Agoftino par. fec. 29©. S. Anacleto P. e m. par. fec. ?r. S. Andrea Corfìni Vefcovo di Fie- fole par. pr. 201.
S. Angiola m. par. fec. 170. S. Anna par. pr. 28. 75. S. Antenogene m. par. fec. 3J. S. Antero P. e m. par. fec. 71* 5. Antonino Arcivefcovo il fuo cor- po par. pr. 227- Altre Reliquie par. pr. 101. par. fec ioó. S- Antonio da Padova par, pr. 75. S. Antonio Prete, e m. par. fec. 71. SS. Apottoli par. pr. 331. par. fec 178. 304»
S. Aretimo fanciullo m. par. fec. 35. Aron Sacerdote par. pr. 7$. S. Audito m, par. fec. 304. S. Aurelio par. fec. 146. |
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S. Calcedonio m. par. fec. 177»
S, Candida v. e m. par. fec. 71. S, Carlo Card. par. pr. 30. 244. par. fec. io<5- 211
S. Calla m. par. fec. 170. S, Caftolo il fuo corpo parte pr. 33S*
S. Caterina v. m. par. fec. io<5*
S. Caterina da Bologna par. fec. 158. S. Caterina de'Ricci par. pr. 288» 33*-
S. Cecilia par. fec. 59. S. Celerino m. par. fec 235* 304.
S, Celfo par. fec. 289. S. Celfo m. par. fec 211. S. Cefare m. par. fec. 304. S.. Chiara d'Affili par. fec, 178. S. Cipriano Vefcovo par. fec 71. 5. Clemente par. fec 146. S. Clemente m. par. fec. 170. nr. S. Clemenza m. par. fec. 170. S. Colomba m. par. fec. zìi. S. Colomba v. par. fec. iotf. S, Comune m. il fuo corpo p. pr. 335. Ss S. Cor- |
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B
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Bambino Gesù che fudò fangue par.
pr. 272.
Altro della Beata Umiltà par, pr. 395-
S. Barbara par. fec. 30. S. Bafilio par. pr. 201. par. fec. 71. S. Baftiano par. fec. 8. S. Baftiano m. par. pr. 201. par. ice. 106. 198.
Beari del Convento di Leccete par» fec. 72.
S. Benedetto Abate par. pr. 138., ., Tom. 1, Bar. II. |
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S. Cordiano m.'paf. pr. ffx.
S. Cordula par. fec. 106.
SS. Cofma, e Damiano par. pr. 75.
S. Coftanzo m« par. pr. 271.
S. Crefcenzia m. par. fèc. 299.
S. Criftofano m. par. pr. 74.
Crocifitto miracolofo degP Angioli-
ni par. fec. 277. Crocifìtto detto di S.Antonino par*
pr zj. Crocifitto miracolofo di Capitolo par*
fec. r 57. Crocifitto miracolofo di Santa Ceci-
lia par. fec. 62, Crocifitto miracolofo di S. Iacopo
in via Ghibellina par. fec. zr8. Crocifitto miracolofo delle Murate
par- fec. 99.
Crocifitto intarlato di molte reli- quie par. pr. 335. '•: ^ d ';' . s •
S. Demetria v. e m. par. fec. 71.
S. Demetrio m. pai". fec. 304.
S, Deodata m. par. fec. 199.
S. Desiderio m. par. tee. 158.
S. Dimo m. il fuo corpo par. pr. ibi,
S. Diodoro m. par. fec. 158.
S. Dionifio Areopagita parte fec.
106.
S. Difma buon ladrone par. pr. i$. S. Dominanda par. pr. 331. S. Doro tea v. e m. par. fec. 71. E
S. Elena Vedova par. fec. 71.
S. Eleonora par. fec. 145.
S. Elifabetta Regina d' Ungheria par.
fec. ij8.
S. Emiliano par. fec. 146. S. Emilio in. il fuo Corpo par. fec. 105.
S. Eufemia v. e m. par. fec. 71. S. Eufralia m. il fuo corpo parte fec. %$9.
S Eufebia v, e m. par. fec. 71. S. Eufebio in. par. fec 277. |
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S. Eutfcio mY il fuo corpo par. fec.
io<J. 109» |
|||||||||
S. Fabiano m. par. pr. 331. parte
fec in.
S. Fauftina m. par. fec. 299. S, Faufto m. il fuo corpo par* fec, 170. Altre Reliquie par. fec 199.
S. Felice m. il fuo corpo'par. pr. 331. Altro S. Felice m. il fuo corpo par. fec. 303*
Altre Reliquie par. fec. 146. 277. S. Feiiciano m- par. fec. 289. S. Feliciilimo par. fec. 146. S. Fermo m. par. pr. 171. S. Fideiizio m. par. fec 177. S. Filippo Neri par. fec. %6t, S. Flaviano m. par. fec. 71. S. Fiorenza par. fec. 146. S. Fortunato m. par. fec. 177, S. Francefco d' Attili par. pr. 75* par. fec. 171. 178. G
S. Gaudenzio m. il fuo corpo par.
fec. 264.
S. Gaudenzio Vefcovo par. fec. 71. S. Gemina m. il fuo corpo parte fec. 209.
S. Geminiana m. par. pr. 331. Gesù Crilìo , della Colonna par. pr. 331. par. fec. 208. 234. Della fua Croce par. pr. 75. 330. 334. par. fec. ioj. 134. 178. 208» 234. 264. 304. Suo Santinlmo nome par. pr. 38. Della Porpora par. pr. 331» Del fuo Prefepio par. pr. 331. par. fec. 208.
Delle fue fpine par. pr. 7S'*57* 331. par. fec. 178. S. Gherardo da Villa magna par. pr. 75-
S. Giacinto m. par. fec in. S. Gioconda m. par. pr. 271. S. Giovacchino par. fec. 71. S. Giovanni Battifta par. pr. 39$. S. Gio-
|
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^■^uhi^ìimi
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3*3
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S. Luca Evangelista par. fec. 71.
B. Lucchefe da S. Cafciano il fuo corpo par. pr. 113.
S. Lucia v. e m, par. fec. 71. S. Luigi Gonzaga par. pr. 238 141* .:...; m
S. Magno m. par. fec in. 1$$,
S. Manfueta m- par. fec. 170,
S. Marcellino par. pr. 331. parte
fec. ix,
S. Margherita v. e m. par. pr. 202.. par. fec. 134.
S. Margherita m. par. pr. 331. Ven. Suor Maria Bagnefi il fuo corpo incorrotto par. pr- 332.
S, Maria Maddalena m. Giapponefe par. pr. 530..
S. Maria Maddalena de' Pazzi il fuo corpo incorrotto par. pr.
331»
S. Maria Maddalena penitente par. pr. 330. •
S. Martino Vefcovo par. {te. jt* ; S. MaJlì'Tia v, e mi par. fec. 7*. ;S. Maffimo m. il fuo corpo parte fec 34. 170.
S. Mauro Abate par. pr. 202. B. Miglior Brocchi Monacho Va- lombrofano il fuo corpo par.
pr. 374.
Minori Conventuali Beati par. pr. 77-
Moneta di <5iuda par. pr* 7*. S. Mufì v. e in. par. fec. 71. N
S. Niccolò di Pruflìa par. pr. 102.
S. Niccolò di Bari par. pr. 138. S. Norberto in. par. fec. 211. '' O
S. Onorio m. par. fec. 277.
S. Oria v. e m. par. fec 71. S. Ortìna v. par. fec. 71. S. Orfola e compagne vv. e mm. P- pr.75. 138. par. fec 71.1 $8. Ss 1 S. Pam- |
||||||
S. Giovanni Colombini par. Tee. 300.
S. Giovanni della Croce par. pr, 335. S. Gio. Gualberto Abate par. pr. 395. 397, par. fec. 232.
B. Giovanni da Vefpignano il fuo corpo par. pr. 137.
B. Giuliana v. e m. par. pr. 202. S. Giuliano m. il fuo corpo parte pr. 335.
Altre Reliquie par. fec in. S. Giufeppe par. pr. 177.180. 331* par. fec. a08.
S. Giuftina m. par. pr. 331. S. Giuftina v. e m. par. fec. 71. S. Giuftino m. par. fec 2.89. S. Giufto in. par. pr. 334. S. Gordiana v. e m. par. fec 71. S. GolUnza v,e m. par. pr. 331. S.Gregorio Papa par. pr. aoi. ' » l " '
B. Iacopo Giamboni il fuo corpo
par. pr. 108.
S. Ilario m. par. fec 7*. Immagine di Maria miracolofa
par. fec óa. 100. -178. Della Madonna del Giglio par.
pr. i8r. Di Maria gravida par. pr. 141.
Df Ila Madonna delle Grazie par.
pr. 162. ]7(>, Della Nunziata d' Orbatello par.
pr. 193. Di Maria .che aprì gì' occhi par.
pr. .28. Di Maria che parlò ad una Mo-
naca di Candeli par. fec. 289. Dì Maria -che parlò ad una Mo-
naca di Santa Verdiana parte fec. 2x5. SS. Innocenti par. pr. 74. 331.par. fec. 264. h
S- Lfontida m. il fuo corpo parte
fec. 60.
S. Licinio m. par. fec iti, s- Lorenzo m. par. fec ali. |
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324
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S. Simone e Giuda par. pr. 144.
S. Sifto m. par. fec. 299. S. Stefano Protomartire par. pr. 101. par. fec. 64. 71. |
|||||||||||||||||||
S. Pammacchio m. par. pr. xoz»
S. Paolina par» pr. 331;.
S; Paolina in. par. fec. 34.
S. Paolina v. e m. par. fec 71»
S. Paterpia m. par. fec. 3$.
8. Petronilla v. par. fec. 298.
S. Pio m. par. fec. 158. 199*
S. Pio Vefc. par. fec. ijS.
S. Placido , e compagni par.pr. xor.
par. fec. 177.
S. Primitivo m. il fuo corpo par. fec. 261.
§♦ Procolo Vefc. e m. par. pr. 133. |
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S. Telesforo pap. e m. par. fec. 71.
S. Teodoro m. par. pr. 271. par. fec. io6.
S. Terefa v. par, pr. 332.. 33$. B- Teux?-one Eremita ri fuo eorp® pai*, pr. zoz.
B. Tommafo de' Bellacci Francefcane il fuo corpo par. pr. 174.
S. Tommafo d'Aquino par. fec- 106. S. Trofimo «1. par. fec. 60. 171. S. Vafcante rn. il fuo corpo parte
fec. 60.
S. Venufto m. par. fec. 170. Santifllma Vergine capelli par. pr. 331. par. fec. vefte 20S. 304.
Sr.:Verdiana par. fec. 131. S. Vittoria m. il fuo corpo parte ,-ì pr« 3 3 S-
Altre Reliquie par. fec, 71. 170.
,211. 299. B. Umiliarla de'Cerchi il fuo cor- po par. pr. 75* ,-:Altre;Reliquie par. fec. 303. S. Umiltà Vedova il fuo corpo in- corrotto par. pr, 364. |
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R
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Reliquie date da Gio: Boccaccio al-
la' Chiefa delle Camperà par, pr. zoz. 8, Redenta par. pr. 331. S. Remigio Vefcovo par. pr. 259. par. fec. 277.
S. Reparata m, par. fec. ijiji S. Romano m. par. pr. i2K/ = Si Romolo Vefc. e m. il fuo corpo par. fec. 34»
Altre Reliquie par. fec. 34. 145. S. Rofa di Lima par. fec i.^S.:
S. Rofa y.;»e m. il fuo corpo par.
ine, 2,64.
S. Rofa di Viterbo par. fec. i}8,iu«>
B. Fra Ruffino par. fec. 108. •,
Reliquie copiofe par. pr.? 330.
|
|||||||||||||||||||
Zecchini d'Oro dati da Maria Ver-
gine par. fec. 264. S. ZefferinoPap. e m. par. fec. 71. S. Zenobi Vefcovo par. pr. 138. xoi. S. Zenone par. fec» io<5, |
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S. Salvi Vefcovopar. pr. 356. 367.
S>. Saffa vedova par. fec. 71.
S. Sellana m. par. fec. 35.
S. Servulo m. il fuo corpo p. fec. 289.
Altre reliquie par. fec 199.
S. Silveftro Papa par. fec. 304. |
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ÌN-
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SECONDO
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INDICE
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De3 Pittori, Scultori , Architetti, e fimili
frofejfori , /? di cui Of ere fi lodano in quefli due Tomi . ■ |
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«§sèc«
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Nanni. ■d'Antonia par. pr. %&r
Di Bicci Lorenzo par. pr. 39. par. .<■ fec. 32. Neri par. fec. 41. 139. 140.
Biliverti Giovanni par. pr. 75. 98. 197m 3S2" Par« feCi 1Ì7>
Bimbacci Atanafio par. pr. iSj. 312. P.onechi Matteo par. fec. 259. BofchiFabbriziopar. pr. 31.44. 144. par. fec. 22$.
Francefco par. pr. z8i- par. fec* 209. 241. k, . L
Bofcoli Andrea par. fec. 241. Botti Diacinto par. fec. 77. Francefco par. fec. 294.
Botticelli Alelfandro par. pr. 145. 153. i<5o. 322.
Brini Francefco par. fec. 16, ', ■■* Bronzino vedi Allori Di Ser Brunellefco Filippo par. pr. 103. 109. no.
Buffalmaccho Buonamico par. pr. 3r. par. fec. 29J.
Buflìni Michele par. pr. 40. Bugiardini Giuliano par. pr.ioj. 271. Buonarroti Michel Agnolo par. pr. 20. 181. par. fec. 19. 24.
Buontalenti Bernardo par. pr. 322. |
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Lbertinelli Mariotto par. pr.
27. -46« "
Allori Agnolo detto il Bronzino par. pr. 97. 101. par. fec 301.
Allori Aleflandro par. pr. 117. e par- fec. 174.
Ammarinati Bartolommeo par. fec. 23. 140.
Anderlini Piero par. pr* 186. 199.
Andrea Pifano par. pr. 397. par. fec. 54«
Arnolfo di Lapo par. pr. 17, 30. 37. 55. 113. 195. par. fec. 12,
16, 39.
Arrigucci Luigi par. pr. 314. |
|||||||||||||||||||
E
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Baccio d' Agnolo par. pr. 1S0. 184.
Baccio da Montelupo par. pr. 2,0. 141. par. fec. <)<), top.
Balaffi Mario par. pr, 14*4 Baldi Pier Maria par. pr. 39. Balducci Giovanni detto Corfi par. fec. 273-
Bandinelli Baccio par. fec. 20. 24. 25. Del Barbiere Aleflandro parte pr. 99, 107. par. fec 172.
Fra Bartolommeo della Porta detto il Frate par. pr. 99. 271.
Del Bello Andrea par. pr. 43. Benedetto da Maiano par. pr. 57. 60. par. fec. 26.
Betti Sigismondo par. pr. 186. Bianchi Francefco par. pr. 186. par. fec. 77.
Del Bianco Baccio par. pr. 203. |
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Campana Puccio par. pr. 199.
Del Caracciolo par. pr. 271.
Da Caravaggio Michel'Angiolo par.
pr. 41.
Carlo di Giuliano di Filippo par» pr. 145.
Calmi par. fec. 184. Del Caftagno Andrea par. pr. 99. Ca.
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V
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%ió
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Caftellani Francefco Mafia par. fec.
Cavallini Pietro par. fec. 307*
Cecco Bravo vedi Montelatici. . Cellini Benvenuto par. fec. 20. Cennini Cennino pan pr. 250. Ceruti par. fec. 3.56. Chiaviftelli Iacopo par. pr. 514. Cianchi Domenico par. (ce, 228. Cigoli Lodovico -Cav. par. pr. 98. 102. ?4J. par. fec. 25. 77. 173. Cimabue par. pr. 102.104. par. fec. i<5. 58. 125.
Cinganelli Michel'Agnólopar.pr. 40. Cinqui par. fec. 301. Ciocchi Gio. Filippo par* fec. 106, Michele par. pr. 299.
d'oli Valerio par. pr. ,91. Cipriani Gio. Eatifta par. pr. 313. Coccapani Giovanni par. pr. 351. Comodi Andrea par. .fec. 242. Confortini Iacopo par. pr. 351» Coppi Iacopo ;detto del Meglio par. pr. 99. 107.
Conti Francefco par. pr. 142. 199. par- fec. 139.
Di Credi .Lorenzo par. pr. .17. £<J, «141. 140. 322.
Del Cronaca par. pr. 38. fec 242. Curradi Francefco Cavaliere par. pr. 142. 20J. ;249. 323. 351» fec.
56. 285.
D
Dandini Ottaviano par. fec. -207.
Piero par. pr. 203. 318. 352. Vincenzio par. fec. 242. Danti Vincenzio par. fec» io. 2$. 2j8.
Dcfiderio /da Settignano par. pr. 90.
144. par. ,ftc 100.
Donatello par. pr. 17. 10. 38. 98. J03, 345. par. fec. 19. .14. 26.
231.
Dofì Gio- Antonio par. pr. 117. Da Empoli Iacopo par. pr, 138.159.
|
||||||||
F
Fagli Vincenzio par. ùc. 287.
Ferri Antonio par. fec. 159. Ciro par. pr. 318. Simone par. fec 109. Ferrini par. pr. $41. Ferretti Giovanni par. pr. 101. 238. Ferrucci Niccodemo par. pr. 40. 144. 248. 250. par. fec 338. 104. % 2 6. Fidanì Orazio par. pr. 141. Filippo Napoletano par,, pr. 42. 43. Foggini Gio. Batifta par. pr. 87. par. fec. 14^» 2.43. Giulio par. pr. 87. Iacopo Maria par. fec. $6, Vincenzio par. pr. .87. Fortini Benedetto par. fec. 243.. Giovacchino par. pr. 186'. par. Xec. 259. 260. Francabigio Marc' Antonio par. pr. -141,
Franca villa Pietro par. .pr. 118. Francefchini Baldaiìar detto il Vol- terrano par. pr. 119. 245. 317. 35*.
Da S. Friano Tommafo par. pr. 141. Jurini France/co par. pr. 203. G
Gabbiani Anton Domenico par. pr.
145. t85. par. fec. 259. 294.
,-Gaddi Agnolo par. pr. 27. 304. 259. •297. par. fec. 35.39. 40. 41. 309. Gaddo par. pr. 56, Taddeo par. pr. %6. ,56. 53. 73. •103. par. fec. 67, 77. 166. Galilei AlefTandro par. pr. 88. J)a S. Gallo Francefco par. pr. 27. par. (ce 217.
XJamberai Felice par. pr. 197. 203. par. fec. 216.
Gamberucci -Cofimo par. pr. 141. par. fec. 139.
Gandi Buonaventura par. fec 56. Del Garbo Dino par. pr. $6, Raffaellino par. pr. 141- 1*7. 250.
323. 325. Ghe-
|
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327
Lorenzf Batifta detto del Cavaliere
par. pr. 91.
Don Lorenzo Monaco par. pr. 14*' par. fec. 1 j.
Lupicini Antonio par. fec. ai*. M
Mannuccio de Cori Manno par. pr. <S.°v
Margheri tone d' Arezzo par. pr. 1 o»« ' Mariani par. fec. 2S7* Mariano da Pefcia par. fec. %6. Marinari Onorio par, pr. 199. 248. par. fec. 1S7.
Marmi Gio: Batifta par. fec. 139. Martinelli Domenico par. pr. x%%. par. fec. $7.
Marucelli Valerio par. pr. 144. Mafaccio par. fcc. 242. Mafcagtii Salvadore par. fec- »J4* Mafoni Antonio par. fec. 226. Mati Francefco par. fcc. 119. Di Meglio Iacopo par. pr. 107. Mehus Livio par. pr. 272. Melani Ferdinando par. fec. 'tifa 9 feq. _
Memmi Simone par. fec. irò. Meticci Vincenzio par. fec. 174. 187. 316.
Michelozzi Michelozzo par. pr, 104. par. fec. 24.
Del'Minga Andrea par. pr. 99.107. Mino da Fiefole par. pr. 19S. par. fec. 109. 248.
Mochi Orazio par. pr. 250, Molinari Marc' Antonio detto il Lom- bardi no par- pr. 324. Monanni Monanno par. fec* 40* Montauti Antonio par. pr. 318. par. fcc 260,
Montelatici Francefco detto Cecco bravo par, pr. 249. par. fec. 55. . Morandi Gio: Maria par. fec. 2*0*
Morandini Francefco detto il Poppi par. pr. 26. 232.
Morigi vedi Caravaggio . Morofini Francefco par. pr. 258. par. ftc. 77. Nal-
|
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Gherardini Aleflandro par. pr. 141.
173. par. fec. 1^9. 194.
Ghiberti Lorenzo par. pr. io. 38. Del Ghirlandaio Domenico par. pr. 238. Benedetto , e Davidde par. pr. 313. Michele par. fec, i<5, 131. 2,17. Ridolfo par. fec. 16.
Giacobbì par. fcc. 3$. Giamberti Giuliano detto da S. Gal- lo par. pr. 26 j. 173, 321. Giambologna par. pr. io. 107. par. fec. io. 21. 22. 185.
Giannozzi Pietro Paolo par. fec. zi<5. Gidoni Gio. Batifta par. fec. 119. B. Gio. Angelico Domenicano par. pr. 31 i. par», fec. 131.
Gio. da S. Giovanni par. pr. 41. 74. par. fec. 77.
Gio. dell' Opera par. pr. 91. Gio: Pifano par. pr. 359. Giordano Luca par. pr. 318. par. fec. 77.
Giottino par. pr. ij8. par. fec. 77. 156.
Giotto par. pr. $<S. 65, ioi. 103. 138. 199.195. par. fec-1 7. 139.
iOJ.
Sua Scuola par. fec. ijd.
Gonnelli Gio- detto Cecco da Gam- bali par. feQ' 77. De Gori Manno par pr. 60. Granacci Francefco par. pr. 141. 271. |
|||||||||||
Landini Andrea par. fec. 301,
Iacopo detto il Cafentino par. pr. Lapo par. pr. i<5i.
Lapi Niccolò par. fec. 77. %o6. z6ot
294.
Ligozzi Iacopo par. pr. 103. 185. par. fec. 25.
Lippi Fra Filippo par. pr, 104.109. 200. 204. 239. 241. par. fec.
16. 109. 243. 294.
Lorenzo par. pr. 273» Lorenzetti Ambrogio par. p. 139.242» |
|||||||||||
\
|
|||||||
328
Naldini Gìo; Battifta par. pr. 93.
100. 106. 144. 199. 148.
Nalìni Antonio par* fec. 117. Nicchi Francefco par. fec. tip, Niccola Pifano par. pr. 359. Niccolò Aretino par. pr, ai, Nìgettì Matteo par. pr. 141. Noferi da Cortona par. pr. iox,. Novelli Antonio par. fec. $6. Del Nunziata Totto par. fec. 16, 0
Orgagna Andrea par. pr. a. 17. 145.
258. par. fec. 118.
Benedetto par. fec. xi.8. Orlandi Luigi par. fec. 274. Ouford Ignazio par. pr. 323. par, fgc, 290.
P
Del Pace Rinìeri par. fec. 243.
Papi Domenico Maria par, fec. 158. Stefano par. fec. 294.
Parigi Alfonfo par. fcx. io. Giulio par. pr. 40.
Paffignani Domenico Cavaliere par. pr. 41,. 73. 141. 320. par. fec. 25, 205. 242. 316.. Pernii Giufeppe par. fec. 17. Perini Giovanni par. fec* 139, Perugino Pietro par. fec. 157. Pefellino par. pr. 104. Pefini par. fec. 301. Petrucci Francefco par. fec. 148. Raffaello par. px. 191.
Pìamontini par. pr. 142. Piattoli Gaetano par. pr. 13S. Pieratti par. i'ac. 57. 4 Pieri Stefano par. pr. 107» '
Pietro da Cortona par. fec. 259,. Pietro Perugino par, pr. 44. 271. 325. par» fec. 301.
Pietro da Vaiano par. fec no# Pignoni Simone par, fec. 41. Pìnzani Giovanni par. fec. 259. Pifelli Pifello par. pr. 143. |
|||||||
Potetti Bernardino gar. pr. 210^
241. 310.
Ponfi Giovanni par. pr. 107. Dal Ponte Giovanni par. fec. 77. Da Pontormo Iacopo par. pr, 238. 322.
Da Poppi Francefco par. fec. 17. 273. Portelli Carlo detto Carlo da Loro par. pr. 321. par. fec. 187.
Pucci Antonio par. fec. 259. Pugliefchi Antonio par. fec. 260. Del Puligo Domenico par. pr. 323. Da Quinto Stefano par. pr. 40.
R
Raffaello da Urbino par. fec. x6„
Redi Tommafo par. fec,. 227. 2J9* 294.
Ricci Baciano Veneziano par. fec» 148.
Fra Riftoro Domenicano par. pr. 258. Ddla Robbia Luca par. pr. 17. 22. 109.139.141. par. fec 54.158*
174- 302"
Roffi Antonio Cavaliere par. pr. 330. Rondinel.H par. fec. 257.
Rpfati Gio; Battifta par. pr. 287. Roffelli Cofimo par. pr. 322. par. fec. 248. Matteo par. pr. 32. 41. 73» x44* 238. par. fec. 77. 185. 280. 294. 295. Sua Scuola par. fec. 157- Roffelljni Bernardo par. pr. 9* Antonio par. pr. 102-
Di Roffello Matteo par. pr. 33. Roffi Vincenzio par. fec. 24. 25,. D-e Raffi Francefco detto Cecchino Salviati par. pr. 100. 107. par. „.' ; ieo %6* .-, Del Rò'ffo par. fec. $6. Da Rovezzano Benedetto par. pr. 197. Ruggieri Ferdinando par. fec. 259. Giufeppe par. fec. 178' . Sac-
|
|||||||
%*9
|
||||||||||||||
S
|
||||||||||||||
Tacca Ferdinando par. fec. 74.
Tafi Andrea par. fee. 29 $. Tarchiani Filippo par. pr. 44» par. fec. 229.
Taflb Bernardo par. fec. 40. Tìcciati Girolamo par. pr. 87. paft (ec. 106. 295.
Di Tito Santi par. fec. 77- Toinmafo da S Friano par. fec. 494. Tonelli par. fec. 139. 148. 194. |
||||||||||||||
Sacconi Carlo par. (te. 148.
Sagrestani Gio: Cammillo par. pr. xj8. par. fec. 17. 148.
Salvador! Andrea par. pr. 46. Salveftrini Bartolomraeo par. pr. 98. par. fec. 228.
Salvetti Lodovico par. fec. 69, Salviati vedi De Roffi. Da S. Gallo vedi Giamberti. Santi di Tito par. pr. 100. 101.106. 184.
Del Sarto Andrea par. pr. 17. 16. 171. 278. par. fec. 147. 148. xz7. 2S6. 295. Sciaman Giufeppe par. fec. 187. Segaloni Matteo par. pr. 197* Silvani Gherardo par. pr. 73. 101. 144. 248. par. fec. 157.
Pier Franccfco par. pr. 204, 318* par. fec, 18.7. 258.
Simon da Fiefole par. pr. 28. Fra Sifto Domenicano parte prima ^58.
Sederini Francefco , e Mauro par. pr. 167. 172. par. fec. 77.260 294. Sogliani Gio: Antonio par. pr. 17. 27. 204. par. fee. 272.
Sorri Pietro par. fec 226. Stamina Gherardo par. pr. ioj. Stradino, o Stradano Giovanni par. pr. 101. 107.
Strozzi Zanobi par. pr. 258, |
||||||||||||||
Vanni Gio: Battifta par. pr. 148.
Vannini Ottavio par. pr. 41. 271. Vafari Giorgio par- pr. 1, 61. 99* 101. 104. ro<5» 203. par. fec.
to. 12. 16, 24.2$. 39. 54. in»
Veraci ni Agoftino p. pr. o'3« 322. par. fec. 174. ìotT. 207. 2,89. 294.
Del Verrocchio Andrea par. pr. 20. 91. par. fec- 24» 16. 242.
Ughi Gabbriello par. fec. xxx. Ugolino Sanefe par. pr. j. Vignali Iacopo par. pr. 249, 552. par. fee. 287.
Vitruvio par. fec. 2. nj. Viviani Vincenzio par. fec. 28. Ulivelli Cofimo par. pr. ut». 324. par. fec. 309.
|
||||||||||||||
Zaballi Virginio par. pr, 185.
|
||||||||||||||
Te *N
|
||||||||||||||
Tom, I. Par. IL
|
||||||||||||||
33'
|
||||||||||||||
INDICE TERZ
De* Sepolcri) ed Ifcrivioni indicate
in quefti due Tomi . |
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•>§H&àc«
|
||||||||||||||
Bruni Lfonardo par. pr. .91.
Buonaccolti Zanobi par. fec, 148. Buonafede Lionardo par. fec. *i<J» Buonarroti Michelagnolo par. pr. 91. Francefco par. pr. 94.
Filippo S^n. par. pr. 95.
Buonarroti Simoni Simone p. feci 32. Buono mini di San Martino par. pr. ilo. 215. 229.
|
||||||||||||||
ADimari A le n'andrò par- pr. jr.
Alamanni.Baccaccino par. p- 86. Alb rt: Alberto Card. par. pr. 78, Caroccio par. pr:- 260. Niccolò par. pr. 19j. Albizzi Mafo par. pr. 147. Luca par. pr. 141. Francefco Uberto par. pr. tà,n* Aleflandri Maria MaddaJ. p. pr. 334. Archivio Gen. par. pr. 31. Arrighetti Lodovico Canonico Fio- rentino par. pr. 317. |
||||||||||||||
Campana dì palazzo vecchio p. fec.30.
Campana degli Ufizi par. fec. 31.
Campana dell'Ave Maria di mezzo
dì par. fec 31. Campana di S. Romolo par. (oc. 43.
Campana idi S. Iacopo in via Ghi-
bellina par. fec. 213. Candeli Chiefa par. ftc. 295.
Capitolo Chiefa par. fec. 160.
Capitolo Gen. in S. Croce p. pr. 6z.
Capram'ca Domen. Card. p. pr. 307.
Caifiano Francefco par. pr. 273.
Cartellani par. fec, 17.
Da Caftiglionchio Lapi par. pr. 89.
Cartone .-della Torre Patriarca par.
pr. 79. Cartrich Giovanni Vef. par. pr. 8r.
Cavalcali ri Benedetto Vefc. p. pr. 81.
Cavallo Pietro Aud. par. fec in»
Del Cecca par. fec. 14.
Cecchi Mariano par. pr. 145.
Cedernelli par. ite. 37.
Cerchi Lapaccio par. fec 291.
Cibo Caterina DucheiTa di Cameri-
no par. fi.e no. Donna Leonora par. fec ii°* Coccapani Giovanni par. pr. 35'*
Codiiungi Elifabetta par. fec U7.
De' Conti di Eattifolle Suor Elifa-
betta par. fec 187. Da corella Domenico par. pr. 14.
z3.
|
||||||||||||||
Bagnoli Giuliano Senat. Zanobi par.
pr. 2.60. Caterina par. pr. 260. Ven. Suor Maria par. pr. 31 ?. Baldovinetti Niccolò di. Aletlio diBor- ghi no par. fec. 77.
Barberini Francefco Cardinale par. pr. 326.
Barberini Francefco Orat. e Poeta par. pr. Si.
Bardi Carlo par. pr. 328. .Burtolommei Antonio par. fec. 73. Me/Ter Battila par. Tee. 73. Lione par. fec. 74. Loro fepohura par. fec. 76, Beaci Giovanni par- fec. no. Benvenuti Bernardo Canonico Fio- rentino par. pr» 143. Bianchini Giufeppe. par. fec 48. Bilfoli Ben'detto par. pr.-ìSi. « Tom maio par. pr- 187.
Boddi Anton Francefco par. fec. 107. Monti Marta Maddalena par. pr. 3x3. Lelio Cavaliere par. fec. 160. Bernardo Francefco par. fec. 316. Bonfi Succhi vili Domenico parte fec 316. |
||||||||||||||
*
fi 1
Loggia dei Lanzi par. fec. 11» ,*
Della Luna Pandolfo par. fec. 7. M _ _ \,
De'Macci Caio par. fec. 144.
Magalotti Giovanni Francefco par. pr. 83. Guido par. fec. 187.
Ottavio par. fec. 187." .^/ •
Fede par. fec. %$6. e fcg»
Maggi Pier Matteo par. pr. 318. Marzoppini Carlo par. pr. 90. Gregorio par. pr. 91.
De' Medici Gran Principe Ferdinan- do par* tea 149. Francefco di Giuliano par. pr. 185.
Caterina Sforza par. fec. no.
Maria Maddalena par. fec. 166, .
Menzini Benedetto par, pr. 173, Micheli Pier Antonio par. pr. 9$. Migliorati par. ; fec. 181. Milano d' Afti par* pr. 83, Minerbetti TommafoCav. p. fec. 30 j. Francefco Arciv. par. fec. 30 j. 311.
Ruggieri 311.
Orazio ivi .
Monache dell' Arcangiolo Raffaello par. pr. 323. 327.
Medaglia di Coftantino par. pr. 116. Montedominì Chiefa par- fec. i?i. Murate Monache par. pr. 169. par. fec. 82. • N
Nardi Silveftro par. fec. 17. '.-.■:•■
Neri Gio; Bonaventura par, pr. 186» Giovanni par. pr. 186.
Neri Neri par. pr. 321. Nevaldini da Barberino Ser Crifto- fano par. fec. 258.
Niccolini B. Lucchefe par. pr. ixt* Agnolo Card, par, pr. ni.
Giovanni Senatore par. pr. 121. Fi- lippo ivi. Matteo par. pr. 122. Giovanni Arcivefcovo ivi . , ; ,= «
Francefco par. pr. 121. Tt % Oli-
|
||||||
2,3- téle tJlfl-jS. i&^t'
Corona di Cofimo primo par. fec. 13.
Corfo di Bardo par. fec. 113. Fra Cofimo da Lucignano Minor Conventuale par. fec. 171.
Cofimo primo Granduca par. pr. 31. S. Croce Chiefa par. pr. 37, E>
Din! Agoftino par. pr. 100.
Suor Domenica del Paradifo parte
fec. 175.
Donati Giovanni par. fec. 141. -. F ■
Falconieri Maddalena par. pr. io3.
Settimio Can. Fiorent. p. pr. 103.
Fantoni Lodovico par. pr. 100. Faudebis GherardoVefc. par. pr. 141?. Ferdinando Gran Principe p. fé. 149. Da Filicaia Vincenzio Senatore par. pr. 148. Scipione par. pr. 148»
Fioravanti Francefco par. pr. 146, Fortebracci da Montone par. pr.85, G
Galilei Galileo par. pr. 87.
Aleffandro par. pr. 8S.
Gherardini Lotteringo par. fec 77. Giorgi Francefco par. pr. 251. B. Giovanni da Vefpignano par. pr. 14.2. 146.
Girabaffa Oliade par. fec. 41. Girolami Pietro par. pr. 173, Giugni Bernardo par. pr. 199. S. Giufeppe Chiefa par. pr. 183. Gori Lorenzo par. fec. 17. Grifoni Olivieri Anna par- pr. i%6. Guardi Maria Francefca par. pr. 316, Guiducci Guido par. pr. 185, I \ ...,;..'
Ifcrizione nelle medaglie gettate nei fondamenti della fabbrica della
Chiefa di San Firenze p.fec. 258.
Incontri Francefco Gaetano Arcive- fcovo di Firenze par. fec. 226.
Tom. I. Pm. IL
|
||||||
33*
|
|||||||
De'Nobili Antonio par. fec. i3S.
AlefTandro par, fec. 188. Anna par. fec. zi8. o
Olivieri Innocenzio Monaco Olive-
tano par. fec. 119. p
Palazzo de' Signori par. fec. 20.
Palazzo vecchio Torre par. fec. 30. Palmieri Matteo par. pr. 147. Pandolfini Niccolò Cardinale parte pr. 197*
Bernardo Vefcovo par. pr. 198.
Giannozzo Vefcovo ivi .
Giovan Batifta , Ruberto, e Gian-
nozzo Cavalier par. pr. 198. Pazzi Alfonsino par. pr* 97, Francefco par. pr. 109.
Maria Maddalena par. fec. 5x5.
Pepi Piero par. pr. 259. Peri Gio. Antonio par. fec 219. S. Piero Scheraggio par. fec j. Ponte a Rubaconte par. fec. 87. Ponte vecchio par. fec. 68. S. Procolo Chiefa par. pr." 143-. A
Riceardini Maria par. pr. 354*
Del Riccio Giulio. Canonico Fioren-
tino par. pr. 329. < Rifaliti Geri par. pr. 1,49.
RolEa Antonio par. pr. 330.
Giovan Francefco , Filippo , Ora-
zio par. pr» 330. Rofpiglioll Caterina par. fec. 47. .
Rovai par. fec. 141.
1': s
Sacchetti par. fec 118.
Andrea Vefcovo par. fec..-ii8.
Salvadori Andrea par. pr.> 151. Salucci Filippo par. fec. 117. S. Salvi Chiefa par. pr. 367. Salviati Forefe Anton Maria, Lo- |
|||||||
renzo par. pr. 87.
Giannozzo par. fec. 188. Salutati Colluccio par. fec. 41. 45, Sangalletti Lodovico par. fec. 217. Sanfoni Francefco Generale de'Mi- nori par. pr. %i. Scarlatti Salvi par. fec. 117. Semenzi Luigi par. fec, 47. Serragli Giuliano* par. fec. 260. %6%* Sforza Goftanza par. pr. 355. Signoretti Lorenzo , Alelfandro Fran- cefco par. fec i8ff. * Signorini Simone par. fec. 132. S. Simone Chiefa par. fec. 245. %%%* Siti par. fec. no, Soldini Lorenzo par. fec. 41. Spinelli Tommafo , Buonfignore par. pr. ni.
S-tarembergh Enrrco par. (ec* $6,57. Strozzi Maria Eleonora par. pr. 353. T ''
Tolomei Guccio par. fec. 78.
V
Valori Niccolò par. pr. 138.140.
Francefco par. pr. 140.
Bartolommeo par. pr. 8$.
Ubaldini B. Chiara par. fec 179. libertini Biordo par. fec 84. Venturi Cofimo , Gherardo , Gio. Batifta par. fec. 313.
S-. Verdiana par. fec 229. Ughi Gabbriello par. fec in. Ugo Conte par. pr. 191. 200. Ugolini Bartolommeo par. pr. 354. Violante di Baviera Gran Principef- fa di Tofcana par. pr. 343.
S. Umiltà par. pr. 362. 394. 397. X
Ximenes Sebastiano, Roderico , Fran-
cefco , Niccolò par. pr.147. z
S. Zanobi Vefcovo par. pr. '*%/$.
IN-
|
|||||||
333
|
|||||||||||||
INDICE GENERALE.
|
|||||||||||||
Alberti par. pr. $4. 60. 6Z. pai,
fec. r8. 198» loro Arme par. fec. 175. 215. Dittimi nell'A- dunanze dell' Univerfità di S. -, Onofrio par. fec. 20$. Alberto Cardinale par. pr. 79. Alber- tello par. pr. 197. Bartolom- mea par. fec» 221. Benedetto -.par. fec 212. Caterina Beati par. fec 165. 171. Beato Giu- seppe par. pr. 77. Iacopo par. pr. 171. 295. Michele, par. pr. 77. par. fec. iji. Niccolò, ed Antonio par. pr. 295. Suor Nun- ziatina par* fec. 213. De Conti Alberti Gottifredo Vefc
Fior. par. fec $2. Albertini Francefco par. fec 214.
Albizzi par. pr. 125. Suor Anfrofina
par. fec 184. Antonio Abate par. fec. 107. Donna Maria Ca- terina par. fec. 23 j. Francefco par. pr. 147. Gio.- par. fec. 282. Landò par. pr, 135. Luca par. pr. 135. par. fec. 299. Maria par. fec. 284. Mafo par. pr. 147. Albizzi Martellini Cammiila par.
fec. 1 o 1. Aldobrandini Iacopo Vefcovo di Tro-
ia par. fec. 26J. Silveftro par, fec. 96. e feq. Aleifandro de' Medici Duca par. pr.
272. par. fec. 27. 33. 38. Àleflaridro II. Papa par. fec. 5. Det-
to III. pan pr. 2(53. Detto,IV. par. fec. 121. 176. 181. Detto VI. par. pr- 228. 269. Alfonfo Re di Napoli par. pr. 19?.
Algifio Arci vefcovo di Milano par.
fec- 2 ? 8. Adotti Niccolò par. fec. 130. 132.
Altopafcio Ordine di Cavai, par- pr,
279, AI- |
|||||||||||||
fregi'
|
A1
|
ati' francefco Fondatore
dì S. Antonio di Vene- |
|||||||||||
zia par. fec. m- Neri par. pr.
io.-, par. fec» 8. 54* fregi' Acciaiuoli Agnefe par. fec»
165. Agnolo Sen. par. fec. 138. Fra Agnolo Vefc. Fior. par. fec. 246. , ? Angelo Vefcovo y e Cardinale par.
pr. tpé.; Angiolo Vefc Fior* par. fec 8. Lorenzo' Vefcovo d* Arezzo par, fec. 7 3» loro- Ar- me par. fec 132. Prete Accorfo par. fec- 38.
Acquaviva Monfignor Troiano par.
fec. 208. » . ' Adamo di Piero par. fec. 1 $'..
Adimari par. fec 13 j. loro Arme
par. fec 135'. ,7 Accorfo ribelle par. fec 1 38. A-
lamanno Vefc-. par* fee. 79. A- leffandro par. pr. Ji. Filippo Cubiculario di Leon X. par. fec. 103. Niccolò par, fec 138. Agelli P. Reverendifs. Paolo Anto-
nio Inquifitore di Firenze par. fec. 311- fregi' Agli Fra Bartolommeò, Gio-
venale par. pr. 54. Suor Fran- cesca par. fec. 164. Suor Iaco- pa par. fec'. 113- 115. Suor Si- mona par. fec. 164-. B. Agnefa forelia di S. Chiara par.
fec 178. Agoftiniani della Congregazione di
Lombardia par. pr. %6t* Ghie- fa ivi. Alamanni Boccaceino par. pr. 85.
Pietro Gefuita par. pr. 183. Albergati Giovanni par. fec. 9-
Albergotti Gio; par. pr. 196. Giro-
lamo par. fec. 132. Donna Te- refa Violante par. pr. 178. |
|||||||||||||
334
Altoviti Antonio Arcivescovo par* pr.
102, par. fec. 83. 101, 117.171. 173'
Altoviti Corlìni Donna Vittoria par. fec. 208,
Amadei Amadeo par. fec. 133. Piera par. fec, 164,
AmadioPrete di Valdipefa par. fec.52. B. Ambrogio Geii. Camaldolenfe par. pr. 178. par. fee. 113. -
S. Ambrogio Monaftero di Benedet- tine par. fec. 136, Ammannati IacopoCard. par. fec. 1 21» Ammirato Scipione par, pr. 37. 83. 84. no, 1x3. 276. par, fec. 6,
8, 18. 18. 29. j4, 6jm 77.135.
143. 21,4, 3.44. 246. 257. 304.
308.
Andrea Abate dì Settimo par, pr. 302. e feq.
Anfiteatro, o Parlagli» par,, pr. i6x, e feqq..
De Angdis Suor Angiola Eleonora par. kc. 170»
Iacopo Arciyefcovodi Urbino par. fec. 170,
Anginì Agnolo par. pr. roo, DegI Angioli monaftero par. pr. 308. Angiolieri Donna Maria Zenobia par, fec, 144.
S. Anna par. pr. 27. e feqq. AnfaldiAnfaldo Auditore par. feci 71, Dell' Amelia Co/imo 5 e Simone pan fec 4©.
Filippo Ardvefcovo di Firenze par. fec. 8.
Ant inori Giufeppe Canonico Fioren* tino par. fec. %i6.
S. Antonino Arcivefcovo par. pr. 9. 11. xi. iy. 124. 209% e1 feqq.
227. par. fec. 7. 89. 103. 120*
21 j-. 231. 244. *
Antonio d' Orfo Véfc. Fiorentino par. pr. 301.
S. A politure Ghiefà par. fec 113. e feq.
S . Apolinare fé fia martire , oCon- feflore par. fec. 114,
Appio Claudio par. pr. 57;, Archivio dell' Arcivefcovado par, feo 15. 39. 60. 135. 212. 255.
|
||||||
Detto dì Badìa par. fec i|| ir6.
detto del Bigallo par. fec- 166.
detto dei Canonici d' Arezzo
* par. fee. 121. Detto del Capitolo Fiorentino par. fec. 9. 36. 103. ti6, 134. 137.
Detto di Ceftello par, pr. 300. e feq. 313. 320. par. fec. 53. né.
137. 1J2.
Detto del Collegio dei Notai par. fec 444. 247*
Detto di S, Croce par. fec. 145. iój. 182. 298.
Archivio Generale par. pr. 32. par. fec. 54. 14$. 211. 248.
Detto di S. Lorenzo par. fép. $3. detto dì S. M. Novella par. (ec.
141, detto di Or. S. M, par.
fec. itfj*
Archivio di S. Trinità par. fec 2zi, Arco Imperiale par. pr«2<56.e feqq. Ardinghelli Giovanna Beata par. fec, 1 224,
Ardinghi Donna Giovanna par. fec 154.
Ardingo Vefcovo par. pr. 194. 24J. par. fec. 245.
Aretino Carlo Lionardo par. fec i'21. Arnaldo Card. par. fec. 164. Arno fue piene par. pr. i6$, par. fec. 9^. 288..
Amido Francesco par. pr. 36. Arrighi par. fec. 140. Donna An- giola par. fec. 122. Marco par. fec 212.
D' Atene Duca par. fec 3. 39* 54» Attavanti Suor Lodovica par. fec.103. Attaviani Donna Lapa par. fee. 152. e feq.
Aureli Sor Celidoria Cappuccina par. fec 206.
Don Aurelio di Forlì Abate Valom- brofino par. fec. 227.
Azzone Abate di Badia par. fec. 5*« B '"\'"'7;
Baccetti Niccolò par. pr. 3o(>,
Badia de' Benedettini , e loro Chiefa Ji par. pr. 189/ e feqq. Ba-
|
||||||
335
Bartolini Baldelli par. pr. 101.
Bartolomnici March.fi par. fec. «54. 73. Anton Maria , Girolamo,
Mattias par. ile. 74.
Bàrtoiomméo di Tello di Giaclierio par, -fec. 119.
Bartolommeo da Bergamo Generale de i Veneziani par. fc 241.
S. Bartolommeo F<.ita par. pr, 47. Bartolucci Aien*\udro par. fec. 277. Baltari Filippo par, fec. 6. S. Baftìano Altare iu Duomo dell' Antella par. fec. 8*
Bailoné miracoloni di S. Giufeppe par. pr. 17S. e feqq.
Beati Minori Conventuali par. pr. 77. e feqq.
' Beatrice GontefTa fuo Teilamento par. * ,. , fcC> I5>«-, ;' ■
Beccheria Tefaiìro Cardinale deca-
pitato fulla Piazza di S. Apol- linare par. fec. 121. e feq. Della Bella Giano par. fec. 6*
BeMandi par. fec. 67.
Benci Gio. par. fec 108. e feq. fua
arme par. fec. 109. Bencivenni Canonico di Santo Ste-
fano a ponte par. fec. 6$, Donna Gemma par. fec. 1 $ 3. Del Bene Bartolommeo par. fec. 104,
> Canonico di Santo Stefano a ponte par. fec. 65. Fauftìna fuo cadavere trovato incorrotto par. fec 75. Scnnuccio par. fec. 53. Tpmmafo par. pr. i88,« Don Benedetto Generale dei Va-
lombrofani par. fec. 222. Benedetto xn. par. fec 8.
Benedetto xrv. par. pr. 233. par.
fec 44. 2Ó6. Beni vieni Antonio par. pr. 270, par.
fec. 254. Benizzi Donna Ermellina parte
fec 151. Benvenuti Mona Agnoletta parte
fec t<5. Bernardo Canonico Fiorentino par. pr. 143. e feq. S. Bernardino da Siena par. pr. 38.47.
S. Bernardo Abate par. fec. 321.
Don Bernardo IL Generale dei Va-
lom-
|
||||||
Badia di S. M. a Grigliano par. fec.
i4;r.
Baglioni Giovanna par. fec. 258. Da Bagnarea Fran. Vefc. Fior. par. fec. 307»
Bagnefi par. pr. 256, par. fec. 212, Giuliano Sen, par. pr. zòo. Vtn.
Suor Maria par. pr. 308. Ri-
nieri par. pr. 256.
Baldcfì Suor M. Maddalena par. fec. 214. S«r Raffaello par. fec. 271.
281. Turino par. fec. 243.
Baldi G:o.' Francefco Propoito diCa- ftel Fiorentino par. fec. 22S., •
Baldi Bracci Criftina par. fec. 148. Girolamo ivi .
Baldigiaui Domenico par. pr. 34. Baldinucci Filippo par. pr. 5. 33. 103. 119.193. 3 5.1,, par. fec. 13. 3***
173. 174. 228.
Baldovinetti par. fec. 67, Francefco par* fec. 70.
Suor Clarice par. fec 172. Gio: par. fec. 70. 75.
Gios dì Poggio par. pr. 71. 138. Iacopo par. pr. 230. Vincenzio
par. pr. 229.
Baldovini Dottore par. fec. 24JS. Bandiere in S. Croce par. pr. <58. « Bandmelli Suor AleiTandra par. fec
Barbadori par, pr. 311.
Barberini Banco Benefattore del Mo-
nastero della Crocetta par. fec. 272. Francefco Cardinale, par, pr. 32(5. Suor Innocenzia, e'Suor Grazia par. pr. 308. .Da Barberino Francefco par. pr. 82.
Antonio par. fec. 2x5. Barbo Abate di S.Giuilina par. fec.
81. Bardi Francefco Abate par. fec 267.
SuorLuifapar. fec. 175. Ruberto Cancelliere dell' Univer- fità di Parigi par. fec. 124. . Baroncelli par. fec. 18. Suor Chia-
ra par. fec. 184, Baronio Cardinale par. fec 140. 3
Bartolini Leone par. pr. 310. Lio-
nardo par. fec 95. |
||||||
Z%6
|
|||||||
Boddì Fondatore del Convento della
Cappuccine in Firenze par. fec» 26>6.
Bollandiftì par. pr. 231. par. fec.
46. 114. 228. Bolle , e Brevi par. pr. 66. 227.
Bpnciapi Gio. Batifta Vefcovo dì
Caferta, che ricevè i voti Reli- giofi da S. Gaetano par. fec, Francefco Arcivefc. di Pifa ivi.
Bongianni Giovanni par. pr. 54. e feqq.
Bonifazio vin. par. fec. a$. 124. Bonifazio ix. par. pr. a 9 7. parte fec. 66, 247.
Bonifazio Conte par. pr. 193, Bonn* famiglia par. fec. 316. Bonfi Succhielli par. fec. 242. Borgagni Cefare par. fec. $5. 57» Borghini Raffaello par. pr. ai. 93. 106.112. par. fec. 17. 112.148,
Borghini Vincenzio par. pr. 57. 163, a<Si, 297- par. fec. 4. ai. 36.
50.. Jl. 6J. 92. il J.
Borromei da S. Miniato, detta pri- ma de'Franchi par. fec, 139, AlefTandro ivi .
Borromei S. Carlo Card. par. fec. ai3-
Bo-flìo Iftorico par. pr. 279. Bofchi Fabbrizio ove fepoltp par. fec- 12 0.
Boflì Antonio par. fec. 60.
Bottari Monfignor Giovanni par. fec. 311. 317.
Botti uno de i Fondatori del Con- fervatorio di S. Caterina par, fec. 204.
Bptticini Giovanni par. fec. 65. Branda Caftiglione Cardinale par. pr. 306.
Brefciani Francefco Giufeppe Gefuì- ta par. pr. 28».
Brilli Don Antonio par. pr. 307. Brocchi Giufeppe Dott. par. pr. 7$. 108. no.'12-3. par. fec. 38.151.
171. 229. 233. 237. 309.
Bruni Lionardo par. pr. 36. 91. Del Bufalo Paolo March, par. fec. 60. Bui-
|
|||||||
Ipmbrofani par. fec. 311.
Eerti AlefTandro Canonico di San
Lorenzo p. fec. 177.2,83. e feg. Bernardo Cardinale di Ombrun par.
fec. 137. Beffarione Cardinale par. pr. '$6»
Betti Gaetano Minor Conventuale
par. pr. 66. Suor Maria Caterina par. fec» 146. Bettini Bernardo par. fec. x6i?
S. Biagio Compagnia par. fec» 6%,
Fra Biagio Carmelitano par. pr. 309.
Bianchini Don Salyadore Teatino
par. fec. 309. Del Bianco par. pr. 301»
Bianucci Bartolommep Dottore par.
fec. 46, BifFoli Agnolo Senat. par. pr. 179.
Benedetto par. pr. 176, efecjq, Matteo par. p.rV*79. Niccolò par. pr. z88» Smeraldo par. pr,z85. Tommafo par. pr. 187. Del Bigallo Compagnia par. fec. iao,
ji9. fua Arme par. fec. 131. Magiftrato del Bigallo par. pr. 166. par. fec. 143. Bini Pietro Veri, e Fondatore della
Congregazione di San Filippo Neri di Firenze par. fec» 252. » 5 7, Traslazione delle fue olfa par. fec 158. Bernardo Tefo- riere de] Papa par. fec. 2*3. Monfignor Tpmm.afò, Gip1. Ba- tilta , Mariotto par. fec. 153. Del Bini Chiefa ? eSpedale detto di
S. Baftiano par. fec. 140. aj2. dato in Commenda p. fec. 253, Confervatorio delle fanciulle ab- bandonate, ivi", fervito per l'adu- nanze d-. Ila Congregazione della Dottrina Crittiaria par. fec. 254. Bìfcioni Aflton Maria Canonico par. pr. 94. 149. iji. 291. par. fec, 83. 115. 182. 184. 286.'2pi, te Blanc par. fec. 244. Boccaccio Giovanni par. pr. 202. Bocchi Francefco par- pr." 1. 20. 35* j8. 92. par. fec. 19. 27.
Bocci Carlo par. fec. 54. Michele par. fec. 61, |
|||||||
^n^^^n^HpmppnH
|
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|
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|
|||||||||||||
337
Burelle cofa fieno par. pr. %6z.
Buffi Cardinale par. fec 6%. Di Ser Buto Margherita par. fee. 164. Bzovio Annali par. fec. 144, |
|||||||||||||
Btillettoné par. pr. 117. 136.
Del Buono Lodovico par. i'ec* 180.
Buonaccorfi par. fec. 18.
Buonafede par. fec. 16. Leonardo Mo-
naco Certofiuo par. fec no. fua Arme ivi , Ab. e Piovano di Galatrona par. fec no. Re- ftaurazione della Chiefa delle^» Monache di S. Giufeppe alla Por- ta a Pinti par. fec aio1 Benefattore e Confratre della Con- grega della Concezione ivi , Spe- dalingo di S. Maria Nuova par. fec, 94. aio. Fondatore del Mo- naftero di S. Iacopo in Via Ghi- bellina par. fec. zìi. Ove moriffe e in che Età par. fec no. Buonagìunta Ser Niccolò fondatore
del Monaftero di S. Verdiana.^ par. fec %%x, fua Anne par. fec zza» Buonamici Mefs. Ubaldino Vefcovo
par. pr. 6$. fua Arme par. pr. 66.
Buonamici par. fec. 141. Suor Maria
Elifabetta fondatrice del Mona- fiero degli Scarioni in Napoli par. fec. 114. Buonarroti Filippo Sen. par. pr. 95.
187. Francefco par. pr, 94. Mi* enei' Angiolo par. pr. %o. 92. Buonfanti Paolo Priore , e Reftaura-
tore della Chiefa di S. Marghe- rita par. fec. 137. Buoni Niccolò par, fec. 116,
Buoninfegni Domenico par. pr. 163.
2,30. Buonuomini di S. Martino par. pr.
107. e feq. Nomi de i primi xn. par. pr. 109. dipinti da Bernar- dino Poccetti nel primo Chio- ftro di S. Marco ivi . Buonuomini di S. Bonaventura par.
pr. 207. Buonuomini delle Stinche par. pr,zo7.
Quattro di detti fi efìraggono dal- ie Borfe della Compagnia di S. Maria delia Croce al Tempio par. ,fec.. ji8.. i 5 -fati Tom. i. Par. II,
|
|||||||||||||
Calderinì ne1 Riccardi Francefca par.
fec. 231. Calendario antico par. pr. x66.
Cocchj introdotti in Firenze par. pr*
Z40. Cam ara ni Domenico par. pr. 231*
Cambi Canonico par. fec <5j.
Campana Francefco par. fec. 38..
Le Camperà par. pr. 194. e feg..
Canavefi Mufico , ed Aiutante del
Principe Ferdinando par. fec. 147. direttore della Fabbrica,. della Chiefa di S, Francefco ivi. Cancellieri Ricciardo par. pr. 150.
Candeli S. Andrea Badia de' Valom-
brofani par. fec Z91. Candeli Monache Agostiniane detto
anco di Monteioro par. fec. 288. Cane fedele al Padrone par. pr. 145.
Canigiani Fra BartolommeoCavalie-
re di Malta par. fec.70. Ciò. Ma- ria Abate Generale de*Valom- brofani par. pr. x6y. par. fec. ai 5* fua Arme ivi. Canonici Fiorentini, e Capitolo Fio-
rentino par. fec. 7.37. 50, X84. ni, Canonicati della Chiefa di S. Minia-
to al Tedefco loro fondazione par. fec 7. Canonici Regolari della Badia di Fie-
fole par. pr. io. Capitani d' Or S, M. par. pr. 31. 34.
Capitolo de' Pazzi par. pr. 108.
Caponfacchi Gherardino Poteftà di
Firenze par. fec 50. Cappella Reale par. fec 34.
Cappello Bianca Granduchefla par.
pr. 182. Capponi Bernardino par. pr. i#.
Ferrante Senatore par. fec. no. Gapranica Domenico Cardinale par.
pr.; ,306, ■ ìì>v©jS ;. .....
V v Car.
|
|||||||||||||
33*
|
|||||||
Carcherelli par. fcc* no.
Cardinali Agnolo Canonica di S. Lo- renzo par. fcc. 241. Carducci Gio. Filippo Maeftro Gene- rale de i Cavalieri d' Altopafcio par. fec. 77. Lorenzo par. fcc* 184, Mefs. Uguccione par. fec. 77. Carkttino d" Aldobrandino par. fcc.
1^4, Mona Nofa fua moglie ivi. S. Carlo par. pr. 30. fua Compa-
gnia par, pr. 30. 149. 310, Carlo Magno par. pr. 37. ijj. %€■%*
par. fec, ,3$' %• Carlo v. par. fec 305. Carlo vr.
par. fec. <5t. Carlo viri. par. fcc. a?* CarloRe di Napoli par, pr. 163, :-, .... PP. Carmelitani Scalzi ,piic fec. 37.
Carrcefecchr Duranti Mariano par»
frC' 16. CarnefeccHi Luca par.pr. p$. Beata
Caterina Monaca di % Verdia- na :, ed una delle Fondatri- ci del Monafterp dello Spirito ; Santo pur, ,fcc, p.i,$, Caroccio de' Fiefolani par.tfec.4. 14.
Carpegna GaCperp. Cardinale parte
fec. 2.99. S. Cafa di Loreto par. ,pr. 6,
Cafali Monsignore Pietro Andrea
Gambara Vicario Gen. parte (ce, 171. Cafini Cardinale par. fec. -15S.
Cafotti Gio. Balilla Abate par. pr.
47. e feqq. par. fec 84. Sj. 98. 180. 286. Caffi Folco par. fec. 309.
Caft Ilo di Foiano nel Pifano parte
feconda 30. Caftellani Badila par. fec. 6$, Nic-
colò Vicario Generale p;ir5. fec. 199. loro palazzo ,par, fec .130.. Da CaftiglionchÀp' Lapo par. pr»
89. 97' *9>-
Benedetto Canonico Fiorentino
par. pr. 97. Da Castiglione Cecilia Venerab. par. iee.171. Giovanna .par.,fec. IS^. |
|||||||
Caftone della Torre Patriarca par.
pr. 79.
Caftrich Giovanni Vefc par. pr. 8r. S. Caterina Oratorio par. pr. 16 j. S. Caterina de' Ricci fue lettere par. pr. 2 8 8. e feqq.
S. Caterina da Siena fé oriunda di Fi- renze par. fec za3» JS, Cateriua da Terra nuova parte fec li5.
Cattaui d'Acone par. fec. ijr. Cavalcanti par. pr. 8i« Benedetto, Ivi, Cecilia par. fcc. 164. B. Golia nza par. fec zi*. Marghe- rita Venerab. par. fec. 165.171. Mafino par. fec, 143. 1J3. Te- lano Canonico di S. Apollinare par. fec rrj. Cavalcanti Cafe par. fec 54. De" Cavalieri Gaetano Marchefe par. .fec Z99.
Cecchi Ser Gio. Maria par. fec n6. tèff. Mariano par. pr. 145. par. .fec 140. ZJ7' Cecilia da Caftel Fiorentino par. fcc. 164.
S. Cecilia Chiefa par. fec. 39. cliia- mata Chiefa Cardinal: par. fcc. 50. la medefima fiata Collegia- ta par. fec. 51. fuoi Priori, ivi. S. Cecilia di Nazione Romana par. fec. 59. fuo Corpo ritrovato in Roma par. fcc. 51. Cedcrni Bartolommeo Mercante par. fcc. 41- Scolaro , ivi .
Centurioni Suor Girolama di Santa Maria par. pr. 348.
Del Ceppo Monache par. fcc 138. Ceppo Compagnia par. pr. 149. 151. 174. Traslati dì quello Vocabolo par. pr. i49' De'Cerchi par. fec. 11.135. loro Arme par. fec. 1 36. Padroni del- la Chiefa di S. Margherita par. fec. 135. AlelTandro Sen. par. pr. 77. par. fec 138. Fra Ar- rigo par. pr. 54. par. fec 151. . tfuo Te (lamento par. fec rji. 163. Cerchio Sea. par. pt[. 77. Do-
|
|||||||
119
|
|||||||
Clero di S. Pier Maggiore fua lode
par. pr. t&?* e feqq* ì ClodoveoRedi Francia par. pr, 254.
Cocchi Donati par. fec U5»
Cocci Lorenzo par. fec. 298.
Coderini Nuccio par, fec. 1-43.
Collegiata di Or S*. M. par. pr. 24.
Colleredo Fabbrizio par. pr* 274.
Colombini B. Giovanni Infìi tutore.*
della Religione degl' Ingefuati par* fec. %$6i B. Caterina Fondatrice dell' Inge- riate par. fec 296, e feq,. Colonna Cardinale par. fec179. i8r.
Coltellini Agallino Fondatore dell'
Accademia degli Apatifti par. fec. 314. Cometa con Croce vermiglia par.
fec. 18. Commenda di Malta di S. Sepolcro
par. fec. 70#< Commiflario della Fabbrica di San-,
Pietro par. pr. 221. Compagni Dino par. fec 28.
Compagnia delle Donne del Miraco-
lo di S, Ambrogio par, fec 249. Compagnia degli Stipendiati parte
fec. 17.
Compagnia de i Lombardi par. pr. 30. 320.
Compagnia d'Or S. M« par. pr. 7, 8. *3>
Compagnia in S. Procolo par. pr. 241. e feqq.
Concezione Fefta antica in Firenze par. pr. 143.
Concilio di Coftanza par. fec 16, 31 j. Detto Ecumenico par. fec.
33. Detto Moguntino par. fec.
125.
Concilio di Malines par. fec. 125. Concini Bartolommeo Segretario del G. D. Francefco par. fec 93.
Matteo Vefcovo di Cortona par. fec,, 146.18*.
Confetti Gio. Batifta par. fee. 67. 72.
Congrega della Vifitazione par. pr. ...: 54...' Confoli di CalimaJa pan fec 9-
V v 1 Conti |
|||||||
Domenico Senat. par. fèc. t $3.
Donato Cavaliere e Canonico par. fec 138. Riccardo par. pr. 76. B, Umiliana par. pr. 75. e feqq. la prima che. veii-'iTe 1' a- bito del Terz' Ordine di S. Fran- cefco par. fec. r jo. e feq. Cerchio primo di Firenze par. fec. V'
Cerchio fecondo di Firenze par. pr. C2J.
Cerracchi'ni par* fec. 5.8. 244.
307, Cerretani Francete© Sacerdote par.
fec. 252. %6i, Certofa di Napoli fatta edificare dai
Fiorentini par. fec. 114. Certofihi par. pr. 257.
S. Chiara Monastero par. fec. i8<5.
Chiarucci Antonio par. fec. 19v,
Chiefe di Padronato dei Monaci di
Badia par. fec. 25.2. Cianfogni Carlo Benefattore delle-*
Monache di Capitolo par. fec. t$6, e feq, Ciardi par. ftc. 141,
Cibo Alberico Duca di Ma/fa par.
fec no. Suor Angiola Monaca nelle Murate par. fec. 106, Don- na Caterina par. pr. 140. Cicciaporci Donna Benedetta par.
ftc. xij. Cinelli Gio. par. pr. 109. par. fec
19. xi. 3,7. 40. 6$. 174, 180»
2.44. 24.8.
Ciocchi Michele par. pr. 299. Cionscci par. fec. 151. Cioni Don Giovanni par. fec. 79. 242. Clemente ni. par. pr. 264, Detto iv. par. fec. 240. Detto v. par.
fec, 164. Detto vi. par. pr. 191.
par. fec 8. 53. Detto vii. par.
pr. 228. 267. par. fec. 38. 95.
97. 137.184.280. Detto vili.
par. fec. 57* 59. 117. Detto
ix. par. fec. 140. 296. Detto
xi. par. pr. 175. Detto xn,
par. fec. 208. 282. 304.
S. Clemente Monaftero par. pr. s,6<S. e- feqq. •
|
|||||||
34©
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|||||||
CrocifiiTo miracolofo in S. Iacopo di
Via Ghibellina par. fec. 218, :u-, quante volte efpofto alla pub-
blica Orazione par. fec ti9. CrocifiiTo miracolofo nelle Murate.!»
par. fec. 99. Cronaca Architetto ove fepolto par.
fec, 242. Cronica degli Agoftiuiani di Lom-
bardia par. pr. 269. Cronica di Badia par. fec. So.
Cronica dì Fra Gio. d' Antonio Car-
melitano par. pr. 300. Cronica delle Murate par. fec. 98.
■ - D -
Dalfini Gio. Antonio Gener. de' Fra-
ti Minori par. fec. 214. Dante Alighieri par. pr. 31. ioj.
191. 259. %6s. par, fec. 70* 122. 137. 183. 189. Frate No- vizio par. pr. 105. Dati Lionardo Vefc. par. pr. 158.
e feqq. par. fec. 283. Datini Marco par. pr. 149. 171.
Davanzati Bernardo par. pr. 36.
Dei Giovan Batiita par. fec. 233.
Diario di Angiolo Angini par. p. 100.
Dini Agoftino par. pr. 100,
Dionifio di Clemente Lanaiolo par.
fec. 279. Difrna buon Ladrone par. pr. 25.
Doffi Donna Lucrezia Monaca in S.
Verdiana par. fec. 226. Suor Domenica del Paradifo Vene-
rab. Fondatrice della Crocetta par. fec. 263. 293. fuo cor- po incorrotto par. fec. 16%. PP. Domenicani di S. Marco , e dì
S. Domenico di Fiefole parte fec. 34. Donati Famiglia par. fec» 135. loro
, arme ivi, Padroni della Chie- fa di Santa Margherita ivi , loro Torre, e Piazza par. fec. 137. Caterina alla Religione Suor Giovanna par. fec- 138. Suor Caterina Eletta ivi, Suor Coihnza Vener. par. fec. 183. 189.
|
|||||||
Conti par. fec. 40*
Conti Prior di S. Margherita par.
,.; , fec. 137» De'Conti Guidi par. fec 18. EliTa-
betta Venerab. par. fec. 171. Contratto di Vendita di terre fatta
da i Pinzocheri del Terz' Or- dine a Suor Umiltà par. fec. 1S9. Convento delle Cappuccine fabbri-
cato ove era lo Spedale di S. Onofrio par. fec. xo$. Fonda- trici di detto Convento par. fec. zo6. loro ingreffo in detto-Con- vento par. fec. 107. Convento di S. Gallo par. pr. a 54..
e feqq. Corbizzi Niccolò par. fec» $4.
Da Corella Fra Domenico Teologo ,
e Poeta par- pr. 14- 23. 104. rèi. 172. 175. istf. par* fec. 70'. 98. 99-, Corfi Marchcfi Benefattori delle Mo-
nache di Candeli pa>r. fec, 290. loro Arme , ivi . Corfini Piero Vefcovo" e Cardinale
par. pr. 195»par. fec 127.212. AlefTandro par., fec. 184. Cortigiani Franeefca par. fec. ror.
Cofimo Primo G. D. par* pr. 32.
60. io 4. i-i or 22i. 224. 268* par.fec. io. 14. 22. 25, 38. 92. 104. 138. 204. 219. 281. Cofimo II' G. D. par. pr. 30. 229,
par. fec. 479. Cofimo HI. G. D. par. pr. 284. par.
fec. 104. 219. 304. 309. Coilanzo Ignazio Gefuita par. pr.48.
Covoni par. pr. 199. 101.
Crefcimbeni Gio.Maria par. pr. 171.
Crefpino Monaci par. pr. 302. e feqq.
Criitina di Lorena Granduchcfia par.
pr. 211.270. 273. par. fec. 105. 265. 279. .t; ,. :,j.;;>, J _ !,; ,.; '
S. Croce Chiefa par. pr. 35. e feqq.
Crocifi/Fo di S.Antonino par. pr. 25. Crocififib miracolofo negli Angiolì- ni par. fec. 27S.
CrocifiiTo miracolofo in£,S. Cecilia,* par. ffec. 6i»
|
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3**
Onofrio ivi, trasferite nello Spe-
dale dei Broccardi fotto le log- ge dì Bonifazio par. fec. 203. e feqq. Fanini Salvadore par; fec 158.
Farnefe Agnolo par. fec. 101.
Faudebfs Gherardo Vefcovo par. pr.-
146r
Federighi Beriozzo Vefcovo di Fie-
fole par. fec. 54. 56. 21$. fusi1 arme par.- fec. 54. Suor Anna .■ Caterina par- fec. v-jt. Ilario- ne par. fec. ai?» fuo' depofito1 •', par. fec- $<S. campana con fuo nome ivi ,- Federigo III. Imperatore par. pr-,
90. par. fec. S3» S-. Felice in Piazza Prioria par, fec.
Ss Felicita Chiefe dfetta Cardinale
par. fec. 49^
Ferdinando primo Granduca-par. pr*- 103. par* fec. 117". 127.
Ferdinando^ II. Granduca par. pr. 224, 271. par. fec 38. 5$. 69»
104. 252. aj8.
Ferdinando Gran Principe par. fec.-
29. 142. 146. 258-,
Ficino Marfìlfo par. fec. 42» Fiefchi Luigi par. fec. in. Fiefole diftrutta dai Fiorentini' parv fec. 3. 33.
Filiberti par. fec 1$. Da Filicaìa Scipione par. pr. 148* Vincenzio Senat., ivi,
S. Filippo Neri parte pr. 321* & • &<&
Fineftre dipinte par. pr. io. Finiguerra da S. Martino par, fee,
- I43«
Donato e Teggnia par. fec. 143* Fioravanti Francefco par. pr. 146*
Fiorentini Mario par. fec. 45. Fiorini Madonna Cofa par. fec. 280* S. Firenze Parrocchia conceffa alla Congregazione' dell' Oratorio di San Filippo Neri par. fec ajj. San Firenze donata ai Monaci dì Montefcalari par. fec. 256. fla- to antico di detta Chiefa , ivi, Fog-
|
||||||
tS'9. Tua vita par. fec. 194. D'or-
nato par. fec. 140. Manno par. fec. 55. Riccardopar. fec 138. Duca di Calabria par. fec. 143.
Duello' di Betto Biffoli par. pr. 27»$.
e feqq. Dulciati Piero Agoftiniano par, pr.
x6j. e feqq. . e,
Egidio Cardinale par. fec. 72.
Eleonora GranducheiTa Moglie di Co-
fimo primo par. fec'. 104. 3 Donna Eleonora Regina di Porto-
gallo par. fec. 103. Suoi regali mandatr al Convento delle Murate } ivi. Eleonora' di Toledo" Gra^ndacheffa
par. fec. 92» . v: S. Elifabetta Monaftero , detto il
Capitolo delle Pinzochere del Terz' Ordine di San Francefco parte fec. 150. e feqq. En'rico vii. Imperatore par. fec. 16.
Efcobar Maria Vener. par. fec. 6t<
Eugenj Suor Lucia Cappuccina par.
fec. zo5. Eugenio III. par* /éc. 240. detto IV.
par. pr. 134. 157. 174. 194. 195, 306, pai?, fec 5-4. 8-1 « 8S,- 102. ijz. 183. 22j. Eufebio par. fec. 263.
' .:' F , ' '
Fabbri Gabbriello par.. fec»-115•
Fabbrini Anton Maria par. pr*zss>. Niccolò Gefuit* par. fec, 108. Falconi Giovanni par. fec. 130; Falcone ini Priore par. pr. 257.. Falconieri Maddalena par. pr. 130'. Famiglie che hanno Cappelle in S, Croce par. pr. 97» e feqq.
Famiglie, che hanno Targhe , e Ban- diere invS* Croce par. pi". <S8. • e feqq. Fanciulle di S, Caterina conferva- torio par. (te. 103. Suo principio nello Spedateci] S. |
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w*
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Gallerani Suor Simona una delle pri-
me Monache del. Convento di San Girolamo delle Poverine par. fec %■$&.» Galletti Don Pier Luigi par. fec,
J97. 2,04. Galli Lorenzo par. fec. jjS.
Da San Gallo Antonio Diario par.
fec. 31. S. Gallo Spedale par.pr. %6$, Chie-
fa par. pr. 165. 273. Gamurrijii parv pr. jzo. par. fec.
183. Garbugli Mefs- Simone Maeflro del-
la Scuola Eugeniana par. fec. 284. Gattolini Iacopo ì Niccola par. fec.
45»
Gelafio Papa par. fec 140. Gerinì Suor Pacifica, Monaca parte fec. 91.
Gerfone Gio. par.pr. 177. par. fec, 3*3>
Gesù apparfo in abito di Pellegrino par. fec. 51.
Gherardefca CpnteTommafo Arcive- feovo par. pr, 48.1,87.2-84. par.
fec 147. 300.
Gherardini par. fec 57. Betto par. fec. 143.
Ghiberti Donna Caterina par. fec. 2X1.
Giachi Niccolò par. fec 141.
Giacomini Lorenzo Domenico Vcfco-
vo d* Acaia par. fec 215. Giamboni Lodovico Antonio par. pr.
108. 271.197. par. fec. 34« i°S' .,,. 242. 145. 170. *77» l*1' *ì6'
. , j.64. 277* *89* 3° 3*
Beato Iacopo par. pr. jo8. Gianfigliazzi Antonio par. pr. 119.
Don Bernardo Generale de i Va- Jombrofani par. fec. 212. e ftq. Gio. Batifta Senat. par. fec 2Si^Suor
ì Maria Francesca par. fm *8'S»
Donna Maria Aldcbrandtfca fui
apparizione dopo la morte par.
fec. 192. >'
Ser Gianni Canonico di S. Apolli-
nare par. fec. n 5. Gian-
|
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Foggini Pier Francefco Dottore par.
fec. 46, Folderi da Calvoli Poteftà di Firen-
ze par. fec. 143. Forefe Gottifredo par. fec. j>i8.
Fortebraqci da Montone par. pr. 85.
Fortunato Scrittore par. fec. 59» i
S. Francefco d'Aflìfi par. pr, 2.5. 58.
6$, 104,
Francefco da Buti par. pr. 105.
FRANCESCO PRIMO IMPERA-
TORE par; pr. 123» 3.60. e feqq. &6$*t* Francefco Gran principe par. fec. 51,
Francefco Gran Duca par* fec. 104.
Meffer Francefco da Caftiglione Ca-
nonico di S. Lorenzo, e Confef- foredi Suor Domenica del Pa- radifo par. fec. 2,69. 171,. S. Francefco Monaftero di Francefca-
nc in via del .Croci fifio par. fec. I 4 !■»•■■
Detta ancora via de'Bucciai., e via
de'Macci pari (ce. J43.
Franzefi Meffer Mnfciatto par. fec. J41*
Franchi Viviano paj% pr- 85. Fra nei Prete Filippo Fondatore.* delio-.Spedale- della- Cafa pia par.
fec. 2.58. traslazione delie fue
offa., ivi, ;V;
Frati di S. Girolamo par. pr. 202.
Fulmini par- pr. 196. par. fec. 18.
Furiui Raffaello Benefattore del Mo-
na ftero di Capitolo par. fec. ij5. e feq. Furto notabile in Santa Croce par»
pr. 64. , ,->« _;•■) "■■"■rVl
Gaddi Taddeo par. pr. j<5« e 17.
Da Gagliano Franeeica par. fec. 164, Gagihii. Donna Iaoopa par. pr. 154. Galantini Ipolito Venejrab. par. fec. 140. 254.
Galeazzo Duca di Milano par. pr. 185. |i
GaligaM Vefjcovo> di Piftoia parte fec. 93. |
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343
M. Girolama Prior di S. Piero par.
fec. 2*8 r.
S. Girolamo Comp. di.notte par. pr. 1,09.
S. Girolamo delle Poverine monache , , Ingefuate par. fec à 97» Gisla par, pr. .13e i$6t Giudeo facrilego ;par. pr. $$& Giugni Bartolomraeo Arciy, di Pìfì ■ :■:-. par. fec, 37. Bernardo par* pr. 199. Ugolino Vefc par. fec. 37, Giulio II. Papa par. fec. -:x$. 61.102. *5j> *79- 280. 18,1, idetto III* par. fec (298* Giulio Ve(c Fior. par. pr. $6$. , Di Giunta Mona .Nanna par. fec 8«. Ser Giunta Gajvdi S»Apollinare par, De Giuochi Lfonetto par. fec 15*.
»-cr famiglia chiamata P onorata par. fec. t$6.
Giuoco del Calcio par. pr. 46, 47. yr, S. Giufeppe Chiefa par.jpjfi. 177. e feq. , .
Avvocato della Tofcana par. pr.
187.
Sua Compagnia par. pr. 18*. e feq.
S. Giuftina Badia par. Cee, 80. Giuftiniani Sor Paola M. par. pr* 348.
S. Giulio Chiefa Parocchiale della : Diocefi di Piftoia par.-fec 16.7,* Goffredo VeCc^ dì Betelem par. fec *4f* ìU \ ,
Don -Gomezio Abate Benedettino par. pr. 166. par, fec 80. 81. 88.
S. Gonda Commenda par. fec |||. Gonfalone Infegna par. fec 6. Gori Anton Frane. Propollo par. pr. 95. 101. par. fec 64. 76. -,
Gori Goro par. fec 111. ' Gott-ifredo Vefc. Fior, par, fec <Jc Gozzolini Don Silveflo fondatore dei , Silveftrini par, fec 307. (Qranaccì Suor M. Eletta par. fec §, Gregorio Chiefa par. pr. 164,
Gregorio Papa IX.. par. pr.i 27J. detto X> par. pr. .63. detto XI. par.
|
||||||
Siannotti D. Maddalena Monaca hi
S. Verdiana , e fondatrice del
Monaftero dello Spirito Santo
par. fec. zi4.
Gigli Girolamo Diaria par, fec 72,
X96, 300,
Del Giglio Tommafo par» pr. 32*. Manetta , ivi.. . I Gilberto Abate Vaìombrofano.par.
pr. 263, '■:" i ■■ ■ ■'
Ginetti Card. par;, fec. 60, i©s5. 4*9. Ginori Francefca Venerab, par. fec, 171. Carlo par. fec. 164. Fran- cefeo Maria Vefcovo di iFkfole par. fec. ,109. Ginozzi Suor Dianora par, rfec 8j. 99. ;fua guarigione riùracalaf* par. sfeci 99. Giorgi JFrancefco pan. rpr^-g^i. ;:G G io Kg ini Benedetto spara ipc. mi 4. Da S. Giorgio :Giovanna par. fec 164, Gìoftre par. pr, 45.. e feejef. Giovanna figlia deli' Imperatore Fer- dinando par. fec $£. Giovanna d' Auftria Granducheffa par, pr. 231. ,
B. Giovanna da Sigua par, pc 13, S. Giovanni ;Chiefa Cardinale iparte fec. 49.
Gio. Gallone Gran Duca par. pr, z8c S. Gio. dei Fiorentini in Roma fon- data da i {Fiorentini par. fec ■..■ 124, ■ jìI'juO ih Giovanni xxi. Papa rpar. ;fec. 184,
Detto xxii. par., pr. 8a. iD-ci- to xxitt. par. fec 167. Gio. Prior dì S. Cecilia in concetto di fanto par. fec ji.
Giovanni da Velletri Vefcovo Fior. par- pr. 164.
Giovanni Vefcovo Fiorentino parte fec 65. gxf*
B. Gio, da Vefpignano par. pr. 137,. S. Giovannino Chiefa de'Gefuiti par. pr. a75. 280,.
Girabaffa Oliade .par*-fec 41. Giraldi Giuliano par. pr. 131*,- De Girolami Iacopo Frane par. iec 66. 6jt t$ 7. 78. iBietra par. ;p& «71-. ,'&$ ,■■■■ |
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3 44
par. pr. 83» detto XII. par.
fec. 61. detto XIII. par. pr.
310. par. fec. rj. 2^1. 309. det-
to XV. par» fec. 176. 253. Di Grifo Ser Goro par. fec. zìi. : «Guadagni Tommafo fondatore dello Spedale di Lione par. fec. 114.
Gio: Vef., e Cardinale par. fee.
109. 13S.
Guardi Baccio par. pr. 34j. Branca par. pr. 346.
Francefca par. pr. 34*?. e feq. Guardiani, e Bifdomini del Vefco- vado par. pr. 1*5. 236.
Guardini Michele par. pr. m« Guarini par. fec. 9» Guafconi Niccolò par. pr. 196, Guerrazzi Fra Vincenzio Veuer. par. fec. 158. 199.
Guicciardini Iftorico par. fee. x®z. Guidacci par. fep. 40. Gio.- Can. par. pr. 18.
Guidalotti Don Andrea par. fec. 164. Guido novello Conte par. fee. 156. Guidoni par. fec. 242. Guidotti Tommafo Cav. par. fec. 60, G ui d He ci G uido par. p r. 18 5. fra Iacopo, o fia Gio. da Perugia
par. fec. 9.
6, Iacopo fra' Foflì Chiefa par. pr- è6%., b
S. Iacopo Chiefa , e Monaftero di Francefcane in via Ghibellina
. par. fec. 110, :; S. Ignazio di Loiola par. pr. 275. Ildebrando Véfcovo par. fec. 49. Immagine Miracolosa di Maria par. fec, 61. io©,"
Immagine -miracolo fa di Maria , che •»tei_ parlò ad una Monaca in Santa *M*:r Verdiana par. fec. iz$i] -ò Immagine Miracolofa di Maria , col Bambino 'Cesi! nel Monafterò
degl' Angiolini par. fec. 178.
Immagine di Maria, che parlò ad una Monaca in Candelt ■ par.
•:- ite"- 2S9. ul *'u'. '# «: •'-- . 1 i .y
|
||||||
Immagine di Maria:di Suor Dome-
nica del Paradifo par. fec. 250. Come detta Immagine veniflemi- racolofamente in mano di Suor Domenica par, (ce. %*}% Miracoli operati dalla detta Im- magine par. fec. 174. L*Imperator de* Greci par. fec. a8.
Incendj par.pr. 196. par. fec. 8. 28.
91. 188. 113. Incontri Franeefco Gaetano Arciv.
di,Firenze par. fec. 226. 235. 282. Infangati par. fec. 56. loro arme ivi
Gio. Franeefco Canonico Fioren- rentino par. fec. 146. Ingreflb folenne dei Vefcovi m Fi-
renze par. pr. iz8. e feqq. Degl* Innocenti Spedale Erede della
famiglia Salutati par. fec. 43. Innocenzio II. Papa par. fec. 238,
prende la protezione del Mona- fterò di Sant' Ambrogio parte fec. 238. Innocenzio III. par. pr. 29. %6%»
Detto IV. par. pr. fèó» par. fec. i7<5. Detto V. par. pr. 30. Detto VIII. par. pr. ii 5. p. fee, 7. 101. 137. Detto IX. par. :-?J fec. 231. Detto X. par. fec, 34. 60. 117. 177. PP. Inquisitori di Firenze Padroni
della Chiefa di S. Piero Sche- raggio par. fec. u. Ipolito Panalfufio Ven. par. fec. 71. ' . 'L '' "-wZ^Q
Lagomarfini Girolamo Gefuita par.
fec. 313. e feqq. -t>.
De' Lambertefchi par. fec 67, 'D Lami Giovanni Dottore par. pr. 14. 88. 156. 184. 207. par. fe&
21. 46. 47. 98. 5i<5.f!; i f .e
Landini Criitofano par. fec 3x5. Landucci Luca -Diario par. fec. 531» 71. 72. 74. fi®.
Monsignor Ambrogio par. fec. 170.
Lapucci Antonio Veoerab. par. fec. 38» 40. *."m
Fra
|
||||||
345
Lorenzo Cardinale dell' Ordine dei
Predicatori par. fec. 282.
Lorenzo de* Medici il Magnifico par. pr. 2<Jj. e feqq.
Lorenzo Vefcovo par. pr. 114. Lorenzino de'Medici par. pr. 272. Lottieri della Tofa Vefcovo parte fec* 307.
S. Lucia Monaftt.ro di Domenicane par. ftc. 96.
S. Luigi Gonzaga par. pr. 242. Sua Compagnia par. pr. 242. M
Maccanti par. fec 244.
Delle Macchie famiglia parte fe«.
140.
Aleffandro par, fec 26$. Macci famiglia , e loro arme parte fec. 143. loro cafe, e torre,
ivi , Fondatori del Monaftero
di S. Francefco , ivi,, Caio par*
fec i44«
Francefco par. fec. 144. Tignofo par. fec. 143.
Machiavelli Niccolò fue ceneri par. fec 312.
Madonna dell' Impruneta pax-, pr. 47. e feqq.
Manto miracolofo donato a detta Madonna dalle Monache delle
Murate par. fec 84.
Madonna della Tolta par. fec. 270. e feqq.
Maeftro Fede Priore dì Santo Ste- fano a Ponte par. fec <55. Maffei Scipione Marchefe parte pr. 103.
Magalotti par. fec. 257. Magiftrato delia Parte par. pr. 134. Magli Dino par. fec 144. Magliabechi Diario par. pr. 316. Malatefta Alberto Conte parte fec. 3°6.
Malefpina par. pr. 352. Maiefpini Ricordano par. fec. jo, 244.
Maiefpini Piazzuola par. (ec. 50. $4.
La medefima chiamata Piazzuola Xx di |
||||||
Fra Latino Cardinale d' Óftìa par.
fec 240.
DÌ Lecceto Padri Agoftiniani par. fec. 71.
Lenzoni, £ar. pr. 201. Leone di Rame fopra la Torre di Palazzo vecchio par. fec. 30»
S. Leone Papa par. fec. 60. Leone X. Papa par. pr. 181. 22S. 309. par. fec. tot. 10S. 253.
271. 179.
Suo Donativo fatto a S. Maria dtl Fiore par- fec. 304.
Leone XI. par. fec. 217. 121. 22,j. 273. 281. 301. 304.
Leonora di Toledo GranducheiTa par. fec. 27.
Lettera fcritta a Clemente VII. dal Capitolo Fiorentino parte fec.
221.
Lezionario antico par. pr. 230. Libreria di Santa Croce parte pr. ni.
Laurenziana par. pr. %6g, Magliabechiana par. fec. tu 28. 243.
D Ogni/Tanti par. fec. 176. Riccardiana par. fec. 43. Strozziana par. pr. 24J. 163. par. fec. 92. 181,
Libri Giulio Dottore par. fec. 284. Lionardo Aretino par. pr. 264. S. Lionardo in Arcetri Chiefa di Pa- dronato del Padre Inquifìtore di Firenze par. fec. 15.
Lippi Lorenzo par. pr. 273. Lippomano par. fec. 140. Locatelli par. pr. 127. Lodovico d'Angiò par. pr. 19. Loggia di San Friano di Lucca edi- ficata dai Fiorentini par» fec. 124.
Loggia dei Lanzi par. fec. 20. Loggia di Or S. Michele par. pr. 18. e feqq.
Loggia dei Pifani par. fec. 55. Lomellini Suor Maria Agnefa di Gesù par. pr. 348.
Lorenzi Bartolommea Vener. parte fec 171.
Tom I. Par, II,
|
||||||
34^
|
|||||||
di Santa Cicilia par* fec. $o.
Malpigli Niccolò par-- pr. 191.
Maraachì Tom'maTfo Maria Domeni-
cano par. pr. 36. 141. 2.69. par. fec. 46. Mancini par. fec, 2J7. Giulio Cano-
ni co par. pr. 5. Marietti Buonagiunta Canonico Fio-
rentino par', fec. %%6. Stagio par. fec. 120. Mangiadori Giovanni Vefcovo par.-
fec. 38. Mannelli mefler Iacopo Vicario Fio-
rentino par. fec. 179. Mannelli detti P'ontigiani par. fec.
78. Manni Domenico" Maria par. pr. 7*
13. óo. 135* 2,45. ^6t• 30J. 309. par. fec. 36. jf. 62. dj. 66é 119. 126. 135. 162. 175» 182, 194. 101. 243. 148. 253. ij5. 297. Mànnucci Cofimo Vefcovo di Terni
par. fec- 183. S. Marco Convento par. pr. 168*
S. Margherita Monaftero- iti Arezzo
par. fec. 183. S. Margherita Chiefa par. fec. 135.
chiamata ancora S. Margherita de'Giuochi par. (ce. 136. pa- dronati della m'edefima ivi a fuoi Priori par. fec. 137. S. Maria degl' Angioli detta degl'
Angiolini di Monache Domeni- cane par. fec. 2 77. Fondatrici di detto Monaftero par. fec. 179. S. Maria in Campo par. fec. 34.
S. Maria della Carità Oratorio par.
pr. 167, S. Maria Chiefa edificata in Lione
dai Fiorentini par. fec. 1x4. S. Maria della Croce al Tempio
Compagnia par. fec. 125. fua fondazione par.fec. 126. e~feqq. Donazione fatta alla medefima dalla Repubblica par. fec. 1x7. detta ancora Compagnia de' Neri par. fec. 127. numero dei Confratri, ivi, loro Iftituto par. |
|||||||
tee. iz8. loro" proceflìonì par.
fec 129. S. Maria del Giglio par. pr. 181.
e feqq.
S. Maria delle Grazie par. pr. 370. e feqq.
Maria Maddalena d' Auftria par. pr. 311. par. fec. 84. 98. 182.
S. Maria Maddajena Chiefa in Ca- faggiolo par, pr. 313.
S. Maria Maddalena dei Pazzi Chie- fa par. pr. 300. e feg. Beatificazione di detta Santa par. pr. 316.
Sua Canonizzazione ,• e fefte par. pr. 317.
S. Maria Maggiore detta a Sche- raggìo Chiefa par. fec. 2.
S. Maria Novella par. Cec. 136. S. Maria Nuova Spedale par. fec. Suo Archivio par. fec. 36. 119.
169. Por Santa Maria Arte , parte par.
pr. 134. 291?. 297. S* Maria del Soccorfo par. pr, 172.
S. Maria a Trefpiano Spedale parte
fec. 144. Fra Mariano' par. pr. 297, par. fec.
83. 171. 184. 189. Fra Mariano da Ginnazzano parte
pr. 2<5j, 269. Maringhi Francefco Canonico , e
Priore par. fec. 241. Marfili Dante benefattore del Mo-
naftero di Montedomini parte (ce. 166. Giovanni parte fec. II7#
Martelli Cammilla moglie di Cofi-
mo primo par. (ec. 93. Giu- feppe Maria Arcivefcovo di* Fi- renze par. pr. 178. parte kc 207. Martini Abate e Prefide del Colle-
gio Reale in Torino par. pr. 115. Martini Niccolò Canonico Fiorenti-
no par. fec. 254. S. Martino Chiefa par. pr. 194. 10S.
Parrocchia par. pr. 136. Fra
|
|||||||
347
Cofimo Pater Patria: fondatore
dello Spedale di Gerufalemme par. fec. 124. Suor Criftina par. fec. 109. Elettrice Palatina par. fec, 304. Suor Filippa Yen. par. fec. .183. fua vita par. fec. 199,
Francefco Maria Cardinale parte fec~ 60.
Francefco Granduca par. fec 71» 90. 93.
Giovanni par. fec. i$6. Giovanni Cardinale par. fec 304. Giovanni delle Bande Nere par. fec. 110.
Giovanni Carlo Cardinale par. fec 60.
Giulio par, fec 157. 171. Giulio Cardinale par.fee. 225. 241. Lorenzo par, fec. 32. Lorenzo il magnìfico par. fec .91. 279.
Lorenzo Duca d' Urbino parte fec .94.
Lucrezia par. fec. 38. Maria figlia del Granduca Fran- cefco , e Regina di Francia par. fec. 105. Donna Piera Monaca di Santa Ver- diana Vener. par. fec. 224. Pietro Principe par. fec. 107. Mehus Abate Lorenzo par. pr. 89. 295.
Mei Donna Benedetta Monaca par. fec. 252.
Mellini Piero par. pr. .58. Menzini Benedetto p. pr. 173* e fccl* Merani Monfignor Fra Silveftro par. fec. 208.
Mercatanti Arte par. fec 44. ;S. Michele Arcangiolo Chiefa par. pr. 29.
S, Michele Arcangiolo fua appari- zione miracolofa par. fec ioi. S. Michele Bertelli par. fec 117» Micheli Pier Antonio par. pr. 9J. MicheJozzi Girolamo Cavaliere uno degl' Inftitutori del Conferva- torio .delle Fanciulle di Santa Caterina par. fec. 204. Xx 2 Mi- |
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Martino IV. par. (ce. 134. Detto
V. par. pr. 46. 134. par. fec.
70. 80. 82. 101. i$x.
Martirologio d'Adone par. fec 114- Marucelli Diario par. fec. 28. 31. Andrea par. fec- 1 37.
Marzimedici Aleflandro Arcivefcovo par. pr. 28, zSo, par. fec 154.
2Ój. 282. 294.
Marzupini Carlo par. pr. 90. Giovanni , e Gregorio parte pr. 91-
Del MafTaio Iacopo par. fec. 212. fua arme par. fec. 215.
Mattimi Cardinale par. fec. 34. Paolo par- fec. \6o.
Mattei Cardinale par. fec io5. Matteo Cardinale del Titolo di San Lorenzo in Damafo par. fec
j8i.
Mazza Clemente par. fec. 244. Mazzeranghi Lorenzo par. fec. 34. 146.
Mazzetti Iacopo par. fec. 291. Nic- coìofa fua moglie ivi .
Medaglie par. pr. 17. 31. ti6, 351, par. fec n. 2 $8.
Medici Marchefì della Caftellina par. pr. .85.
Medici Francefco Turco battezzato par. fec 41.
Suor Umiliana Turca battezzata , e monaca di San Silveftro par.
fec. 109,
De'Medici Palazzo in via larga par. fec. 27.
De5 Medici AlefTandro Cardinale , e Arcivefcovo par. fec. 73. ior.
109. .217. 265, .3*0 !•
Anna moglie dell' Arciduca Fer- dinando Carlo d'Auftria parte fec. 268.
Carlo Cardinale par. fec. 106.171. *58- 285.
Caterina Regina di Francia par. fec. ,94, .95..96. 103. fua dona-
zione alle Monache delle Mu- rate par. fec. 103. Claudia DuchefTa d'Urbino par. fec. 2Ó8.
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s*8
Migliore Leopoldo par. pr. i6. 19.
30. 38. 80. 178. par. fé e. 13. 2,8. jo. 98. 115. 143. 105. ni. 113. 306, Milano d'Afti par. pr. 85.
Milanefe Maddalena moglie di Lo-
renzo de'Medici Duca d'Ur- bino par. fee. 94» Minerbetti Francefco Vefcovo d'A-
rezzo, e fondatore del Conven- to di S. Silveftro par. fec. 513. e feq. fuoi impieghi onorifici par. fec. 304, e feq. Tommafo par. fec. 3015. Famiglia venuta d'Inghilterra , e credu- ta defeendente da 3. Tommafo Cant. Mart. parte fec 305. Mini Paolo par. fec. 41.
Mini del Giglio loro Anne par. fec.
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Monaftero di S. Francefco de*
Macci par. fec. 145. Monache del Paradifo par. pr. X9$.
Monaci di Badia illuftri par. prima
189. 104. Monaldi Cronica par. pr. 62. parte
fec. 98. 236. Monaftero di S. Maria di Ricorboli
par. fec. 175. Monafteri dell' Ordine Domenicano
fondati in Firenze par. ì'ec. 277. Da Montauto Otto par. pr. 75.
Monte di Pietà par. pr. 123.
Montedomini Monache Francefcane_*
par. i'ec. ióz. Perchè detto Mon- tedomini par. fec. 162. Suo principio in Caftel Fiorenti- no ivi. Sua fondazione e progreflb par. {ce. Difegno , e nota delle fpefe della
fabbrica di detto Monaftero par. ftc. 166. Monache di Montedomini introdotte
in Firenze per la guerra de i Pifani par. fec. 167. Nomi delie dette Monache ivi . Monaftero di , Monte-domini rovinato
per 1'aflediodel 1519* par. fec. 168. e feq. Fabbricato ove era lo Spedale degli Ammorbati par. fec. 169. Monache di Montedomini trasferite
nel Palazzo del Duca Strozzi par, fec. i?*- Montefcalari Badia par. fec x$6.
Monticelli Monache Francefcane det-
to Monte Celio par. kc. 180. Demolizione del loro Monaftero par. fec 185. loro abitazione in diverfe Cafe particolari per la guerra di Clemente VII. par» ftc. 184. e feq. Il prefente_j> Monaftero fabbricato ove era lo Spedale degli Appeftati parte (ce. 1S $. Morandi Gio. Batifta Conte Bologne-
fe par, fec. z 34. Morandini Giufeppe Dottore par. fec.
1157. Mo-
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T 7'
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Miracolo che fi conferva in S. Am-
brogio par. fec. 244. Portato a proceffione in occafione di Pefte par. fec. 247. Indul- genza a chi vifita detto Mira- colo ivi . Dato in cuftodia al Collegio de i Giudici e Notai ivi . Particole che fi confervano nel Tabernacolo del Santi/limo Miracolo par. fec. xjo. Miracoli del Bambino Gesù par. pr. 272. Del Baftone di S. Giufeppe par. pr. 174.
Di S. Antonio par. pr. 104. Del Corpo di S; Maria Maddale- na par. pr. 318. Di Maria Vergine par. fec. 61. Della Madonna di Or S, M. par. pr. io.
Del Sacramento par. pr. 252. Della Mirandola Pico par. fec. -148. Mi fiume in Firenze par. pr. 48. e_s> feqq.
Mitria donata da Leon X. al Capi- tolo Fiorentino par. iec 103. Monache ài S. Giovannino delia Re- ligione di Malta par. fec. 119. Monache del Monaftero forpreffo di S. Maria Madre trasferite nel |
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34*
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Neri Lifabetta fuo legato a favore
della Chiefa de i Filippini par. fec. %6i. Neri di Neri par. pr. 315. AleiTan-
dro par. pr. 320. Nerli Francefco Cardinale Arcivefco-
vo par. pr. 127. Piero Canonico Fiorentino parte fec. t4<5. Neroni Aleifandro par. fec. 66.
Nefti par. fec. 278.
Sé Niccemede Mart. Chiefa par. pr.
235. Niccolai Gio. Priore par. pr. 248.
e feqq. Niccolini par. pr. 113. e feqq. Cap-
pella in S. Croce par. pr. 113. Agnolo Card, ivi . Angelo Dot- tore par. fec. 27. Filippo , Fran- .cefco ,.GÌo. par. pr. 11 3. B. L'tic- chefe pax. pr. 123. Medaglia.. par. pr. 116, Piero Arcivesco- vo par. fec. 61. 251. 158. i8z. fuo ritratto par. fec, 287. Niccolò i.v. Pontefice par. fec. 152.
Niccolò Prior di S. Cecilia, e Fon-
datore di una Cappella in San Lorenzo par., fec. 53. S. Niccolò Spedale par. pr. x.36.
Della Ninna , o fìa Madonna del Can-
tone Cap. par. fec. 16, De'Nobili Anton Maria Senat. par.
fec. 186. Giulio Senatore ivi. Paolo par. fec. 222. Nome dì Gesù par. pr. 38. 47.
Noviziato di S. Croce par. pr. 104.
Dj Nutp Fra Giorgio Prior di San
Gallo par., ice. .122. o
Obizzi Lodovico par. pr. Sj.
Oddi Suor Margherita Cappuccina par. fec. 206.
Olivetani a S. Miniato al Monte par. fec. 82.
Olivetani Padroni della Chiefa di S. Apollinare par. fec» 117.
Olivieri Anna par. pr. i8<5. Ombrun Bertrando Card. par. fec. 137. Xx 3 Ono-
|
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Morigia Iacopo Antonio Arcivefco-
vo di Firenze par. fec. 170.2,31. Mozzi par. pr. 164. Andrea Vefco-
vb di Firenze par. fec. 181. Murate Monache Benedettine par. pr.
169. e feqq. laro prima abita- zione par. &C' 79. nomi delle Fondatrici par. fec. 87. e feq. Quando andalfero ad abitare in_ Via Ghibellina par. fec. 82.
Le medeiìme chiamate le Rcclufe della SS. Nunziata par. fec. 81. Loro Sacrazione par. fec. 83. Monache delle Murate fondatrici del
Monaftero di S. Stefano detto il Monaftero Nuovo par,fec. 104, nomi delle Fondatrici par. fec. 105. nomi di più Monache di detto Monaftero Venerabili par. fec. 108. Muratori Lodovico par. pr. 151. 1.90.
par. fec, izt. • N
DeNaihch Fra Filiberto .Gran Mae-
ftro di Rodi par. fec. 70. Nardi Gio, Medico par. fec. 55. Ber-
nardino pan fec. ss- 60, Nera ed Ipolito par. fec. 57. loro Arme ivi. Don Fulgenzio Va- Jombrofano par. fec. 155. Narducci Tommafo Iacopo Padre-»
della Venerabile Suor Domeni- ca del Paradifo par. fec. 472, Nafì Lutozzo Seri. par. pr. 229.
Francesco par- fec. i8j. Natali Pietro par. fec. J40.
Negri Giulio par. fec. 306.
Nelli Gio. Bafifta Clemente par. pr.
Gio. Batffta Senat, ivi .
Nemi Suor Vincenzia Converfa del-
le Poverine par. ftc. 278.180. fatta Priora del Convento degli Angiolini pa,r, fec» 300. Del Nente Fra Ignazio Domenicano
par. fec. 293,. Neri Gio. par. pr, 185, Gio. Bo-
naventura ivi. |
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342
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©nofrìo dello Sfeccuto Vefcovo par.
pr. 171. S. Onofrio Spedale ceduto dall'Uni-
verfità de'Tintori: per fabbri- care il Monaftero , e Chiefa del- le Cappuccine , e trasferito all' Uccello par. fec. 104. S. Onofrio Fefta folennizzata antica-
mente dall' Università dei Tin- tori par. fec. 20$. Onorio III. Papa par. fec. 179.
Orbatello Chiefa par. pr- 292. e feqq.
Dell'Orco Guidalotto par. pr. 264.
Ordinazioni della Repubblica Fio-
rentina par. pr. 2. 7. 1». 13. 1 j. 19. 27. 18. 30. 47. 5j. 57. 128. I 68. 222, 227. 246. 252.
302.
Or,gagna Andrea par. pr. 1. e feqq.
Oriv.olo della Torre di Palazzo vec-
chio par. fec. 28. Ser Orlando Priore par. fec. 59.63.
D' Orleans Luifa GranducheiTa parte
fec. 171. Or S. Michele par. -prl x. e feqq.
par. fec. 39- 77* Orli Reverendifiìmo Angiol Maria_
Maeftro del Sacro Palazzo par. pr. 253. 169. Orfint Suor Elena Monaca , al feco-
lo Donna Lelia par. fec. io 1. Giordano Card. par. fec. 234. Gio. Gaetano Card. par. pr. 195. Niccolò Conte dì Petigliano , e Generale de i Fiorentini parte fec. 102. )rfini Cammillo par pr. 284. Igna-
zio par. fec. 264. ;. D'Orfo Antonio Vefcovo par. fec.
52. 164. Da Orti Lionardo Dottore, e Prio-
re par. fec. 154. Ottone III. Imperatore par. pr. r?©/
e feqq. Ottone V. Imperatore par. fec $o»
p
Del Pace Agnolo pan pr. 174.
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Mefs. Pace da Certaldo par. pr. 163.
Pace tra i Fiorentini ,"e Senefi giu- rata in S. Cecilia par. fec. 50. Pace tra Guelfi , e Ghibellini parte pr. 163.
Padri Eremitani di S. Agoftino par. fec. 65.
Padronati di Cappelle della Chiefa di Badia par. pr. 199. Della^ Chiefa di S. Gallo par. pr. 273. ' ? ' Di S. Iacopo par. pr. 27T. Di S. Pier Maggiore par. pr. 141. e feqq. Di S. Procolo par. pr. 238. di S. Remigio parte pr. 258. Dei SS. Simone , e Giu- da par. pr. 248. Paganelli Donna Ruftica par. fec. 154. Pa'azzo de'Pitti par. fec. 27. Palazzo del Poteftà par. pr. 195. Palazzo de'Signori par. {ec. 27. Stanze in detto Palazzo della Ga- bella del Sale par. fec. 27. Stanze de'Leoni ivi. Stanze del- la Mercanzia ivi ♦ Quando detto Palazzo f»ffe prin- cipiato par. fec. 233. quando terminato par. fec, 6. Palmieri Matteo par. pr. 91, fuej» Efequie par. pr. 134. 145.154. fua Apologia par. pr. 153. e feq. Mefs. Palmieri Priore par. fec. 38. Panciatichi Niccolò par. pr. 150, Gualtieri , Antonio , Giovanni, Band ino par. pr. ijo* Pandette di Giuftiniano par. fec. 32. Pandolfini par. pr, 197. Ferdinando Vefcovo par. pr. 198. Dome- nico par. fec. 267. Giannozzo Vefcovo par. pr. 198. par. fec. 308. Gio. Batifta , Roberto , e Giannozzo Cavaliere par. pr. 19S. Niccolò Cardinale par. pr. -:'1-5*7* ■ Panfili Cardinale par. fec. Wài Panichi Filippo par. pr. 301. fua_ Arme ivi .
S. Paolo Chiefa par. fec» 37- Paolo III. par. pr» 268. par. fec. 102, 305. 307. Paolo
|
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343
Suo Cimitèro par. fec. 17,
Pietro Mezzabarba Simoniaco parte pr* 2,0z.
Pietro Vefcovo par. pr. iz$. 117.. 13j. 194-. 134. x$6.
De' Pilli par. pr. 31. Pinella par. pr, z$i. Pinto Diarz par, pr. zj*. Pinti Porta perchè così detta par- pr. 31Z.
Pio II. par. pr, *6$* par. fec. %% ni. 141.
Pio IV. par. pr« 310. S.Pio V. par, fec. 15. z3. zj. 61.
Piovan'Arlotto par. fec. 97. fue So<- relle ivi .
Pitti Ginevra Vener. par. fec. 171»- Suor Goftanza par. fec. 93. Suor Goftanza Angelica par. fec. 192^ Vincenzio Senat. par. pr. zipv Pittoreggi francefco Pr io-re par. fec, 163.
Pittura dell'Inferno par. pr. 33* Pizzichi Prete par. fec. 51. Poccianti par» fec 41. 186. zjtìV Poggi Monfignor Giovanni par. fec'* zìi.
Del Poggio Criftofano Vie. Gener. par. fec. 194.
Poliziano Agnolo par. {ce. 31. Ponte a Rubaeonte fue Chiefe parte prima i<5z. par. fec. 79. 130. Ponte vecchio fua fabbrica par. fec, 67.
Porta S. Francefco detta Porta Rea- le par. fec. iz6. Detta ancora Porta di S. Candì* da par. fec. 117. Porta S. Piero in Gattonino fabbri- cata fopra il fuolo delle Mona- che di Monticelli par. fec 183. Portinari Folco fondatore dello Spe- dale di S. Maria nuova par. fec. 139, loro Arme ivi, Pigello Fondatore del Cappello- • ne di S. Pier Martire di Mila- no par. {ec, 104. Pratello della Giuftizia /lato fuori1 di Porta a Pinti par. fec. iz9. S. Procolo Chiefa par, pr. 133. e feqq. fue
|
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Paolo IV. par. fec 91. e feq. 101*
Papienfe Cardin. vedi Ammann-ati. Parigi Lorenzo Medico Fiorentino par. fec 84. 98.
Pafquale primo par. fec. 51. $7. det- ■ to 11. par. fec. 6$.
Patrignani Giufeppe Antonio Gefui- ta par. fec. z8z.
De'Pmi par. pr. 115. 155. loro Arme par. fec. 175* Capitolo in S. Croce par. pr. 109» e feqq.
AJfon fino , Andrea Francefco par. pr. 97-
Cofimo Arcivefcovo par. fec. 183. 199. Ì71. 179.z8i. Suor Fiam- metta Badeffa par. fec. 170. Iacopo par. pr. 109. Del Pecchia Suor Battifta BadeiTa di Candeli par. fec. 1,931.
Pecori D. Maria Maddalena Stonaca di S. Gio. Evangelifta alla Por- ta di Faenza par. fec zzz. Fondatrice del Monaftero di S. Verdiana Venerabile par. fec, ZZ4- Pelagalli Niccolò Priore par-pr. 137. Peponi Gio. Prior di S. Margherita , ed Arciprete par. fec. 134.
Perini Ginevra par. fec 90. Peruzzi Antonio par. pr. 64. loro Cafe par. pr. zóz. Arnoldo , Giotto , Mafo , Pacino par. fec. 5 3«
Gio. Batifta par. fec. 101. Tette par. pr. 183.
Piazza di S. Croce par. pr. 39. e
feqq. Piccolomim Celio Card, e Arcive-
feovo di Siena par. fec. 73, S. Pier Damiano par. pr. 19Z.
S.Pier Maggiore par. pr. 1Z4. e feq.
S. Piero Scheraggio Chiefa par. fec.
1. Bafilica antichiffima parte.* {ce, 4. Perchè detta Scherag- gio par. fec. z. Serie de' fuoi Priori par. fec. 8. e feq. famo- fa per V adunanze de i Configli, e per leggi quivi flabìlìte par. fec. 1. 6. |
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I
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344
fue Innovazioni par. pr. -a57*
e i'eqq. Provvifioni fatte dal Comune di Fi-
renze par. fec. 183. 241. Pucci Lorenzo Datario par. fec. 102.
Puccinelli Abate par- fec. 51. 80.
84. 98. no. Del Pugliefe Francefco par. pr. 200.
Pulci Suor Elia Venerab. par. fec
183. fua vita par. Tee. .1.97. Pulpito di S. Croce par. pr. .57..
Pulpito , o Ila Ambone della Chie-
fa Fiefolana par. fec, 4. 18,. ^Quaratefi Cartello par. pr. 38. Ca-
terina par. fec. 7. Iacopo par, fec. a8<5. Lelio par. fec. 304. ■Qucrci Luca Canonico , e Cappella-
no della Xjranducheffa Luifa di Orleans par. fec. 171. Qulrini Angiol Maria.Cardinale par,,
pr. ip<5* :•-■•■ H . .,./.
ciabatta Forefe par. pr. 2.8.
Vincenzio Vie. Gen* par. fec. 6t.
Rabatti Suor Giulia par. fec. itf>
Radagafo Re de'Goti par. fec. 11,3,.
Radicondoli Donna Bice par, fec. 79.
Raffaello Arcangelo Monastero par.
pr. 1 x6. e feqq. Ragùfeo,Era Benigno :Fra-te Minore
par. fec. 8.3. . < v Raimbakio Vefcoyo par. fec. 49,.
Rambaldo Priore-par. fjqc. 65.
Ramirez di Montalvi Donna Leono-
ra Venerabile par. .(te. %%x. Donna Ravenna Cognata della B.
Umiliarla de' Cerchi par. fe,c. Razzi Don Serafino par,, pr. 36. D.
Silvano par. pr- 165. 167. 169.
., ,174. 231. 2,55, par. fec 7,9. 80. 82. 98. 180. 189. 213. 2.90. 293.
Razzuolo Badia par. pr. i%6, Regimbaldo Vefcovo Fiefolano par. pr. 194..
|
||||||
Regole delle Pinzochere del Terzo
Ordine di S. Francefco par. ite. S. Remigio detto S. Romeo Chiefa
par. pr. 254. par. ite, 15. fua vita par. pr. 254. •Serie de' fuoi Priori par. pr. 257. Remucci par. pr. 257.
Della Rena Cofimo par. pr. 192.
S. Reparata Pieve par, fec. 113.
Suor Reparata Monaca di S, Silve-
stro Ven. par. fec- 309. libertini Bartolommeo Domenicano
Vefcovo par. fec 37. Ricafoli Earon Bettino par. pr. i.S8.
Riccardi Marchefi par. pr« 73. Gab-
briello par. pr. 145. par. fec. 27. 38. 23,r. G-io., Riccardo d'Iacopo, Ridolfo par. pr. 145. Riccialbani Donna AlefTandra parte
fec. 212. Ridalli laro Arme par. fec. 175.
Ridolfi Diario par. fec. ,244.
Ridolfi Suor Benedetta.,.e Suor Ma-
ria Maddalena par. fec. 280. Ginevra par. fec. .285.
Niccolò Cardinale,, e Arci vefcovo
,-Fiorentino par. pr. 181. Ridolfo Vefcovo di 'Todi, -e Ammi-
nistratore del Vefcovado Fio- rentino par. fec. 5. Riformagioni par. pr. 37. 57, 194.
306. par. fec. 39. 50. 137.155, 20.5,. 214. 223. 197. 300. Rigaietti par. fec. 67.
Rigogli .Bernardo par. fec. a8j..
Rj'naldefchf Antonio flato impiccato
par. (ce. 133. Rinaldi Oderigo par. fcc< 64-
Rinieri Vefcovo .Fiorentino par. pr,.
-i2j. 135. 2$<S. par. fec. 2. 49» Rinieri Canonico di S. Lorenzo , e
J'olfeirore della Chiefa di S.A- pollinare par. fec. 1.17. Rinuccini Marchefi par. fec. i<?# Ala-
manno par. pr. 154. Suor Dia- cinta par, ùc. 92. Folco par. pr.. 47. Gio. Batifta Arcivefco- vo di Fermo par. fec. 177- Fran- cefco |
||||||
S. Bernardo in Campi p. pr. 2 70-.
Rucellai Suor Caterina par. fec. 163. Ruttici Zanobi par. fec. 212. |
|||||||||
eefco par. pr. 6i. Donna Sera-
fina , e Donna Verdiana Mona- che par. fec. 117. Rifaliti Gherardo par. pr. 149.
Della Robbia Vei'covo di Fiefole
par. pr. 312. • Romei Francesco Generale de i Do-
menicani par. pr. 268. S. Romeo Chiefa par. fec. 79.
S. Romolo Vefcovo di Fiefole p. fec* 3.
S. Romolo Vefc. e Mart. Fefta fo-
lenne anticamente in Firenze par. fec. 33. 44. S. Romolo Chiefa par. fec. 33. 146.
anticamente Collegiata par. fec. 36. eretta in Prioria parte fec. 37. fuol Priori par. fec. 37. Rettori di detta Chiefa Parochì del Palazzo de i Signori, e del Palazzo de'Pitti par. fec 38. nel fuo campanile dipinte 1' ar- me della Repubblica par. fec. 43. fua campana confacrata da Sant'Andrea Confini par. fec. 43. Magiftrato Supremo il gior- no del P&fleilb fi porta in cor- po alla Meffa in Santo Romolo par. fec. 44. Ronconi Fra Marfilio par. pr..108.
Rondinelli par. pr.' 2j. 36. 308. e
feqq. par. fec. 84. 257. Rondinini MeiFer Corallo p. fec. 278.
RoiTelli Stefano par. pr. 57. 125.
247. 254. 164, par. fec. 13. 36. 39. 50, ji. 74. 98. nj. 126. 130. 134. 1621. 180. 184. 244. 155. 257. Rolli Ermellini par. fec* 212* Tere-
fa Margherita Ven. pa. fec. 171, De' Ro/Iì Suor Maria Girolama par.
fec. 3 5. Stoldo Piovano di Caftel Fioren- tino par. fec. 231. Rota Romana par. pr. 245.
Della Rovere Vittoria Granducheflfa
par. fec. 2.68. Rubaconte Ponte par. pr. i6z. e feqq.
Rubaconte Mandella Poteftà par. pr.
163. e feqq. Rucellai Fondatori dello Spedale di
|
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s
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Sacchetti Cardinale par. fec. 34.-
Sacchetti Franco par. pr. 149. 170,- par. fec. 8. ni.
Sacchetti tipizzino p- fec. 118. e feq. Sagreftia di Santa Croce par. pr. 62, e feqq.
Sagreftia della Nunziata par- pr. 297. Sagreftia di San Pier Maggiore par. pr* J43«
S. Salvadore a Pinti Chiefa par. pr. 276. e feqq.
Salvadori Andrea par. pr. 4.6. 25e.
par. fec. 266.
Salvatico Guido Conte par. fec. 13}. Salucci Filippo benefattore delle Mo-
nache di Capitolo parte fec. 155. Salveftri da Cingoli Vefcovo Fioren-
tino par. pr. 16. parte fec 8. 245. Salvetti Tommafo par. fec. 98.
S, Salvi Monaci Valombrofani par.
pr. 263. loro Arme par. pr. 270. S. Salvi Monache Valombrofane par.
fec. 221. Salviati Famiglia par. fec. nS,
Iacopo Duca par. pr. 126. paf. fec. 138"
Lorenzo par. pr. ioz. Vincenzio par. pr. 173. loro arme parte fec 138. Salviati Filippo Canonico Fiorenti-
no par. fec 147. Giannozzo par. fec, i%6, Salvini Salvino Canonico par. pr. ior,
143. 158. par. fee. 64. 121. 141. 304. Salutati Coiiuccio par. fec. 41.
Padre Sandrini Domen. p. fec. 35- 4$»
Sangalletti Monf. Guglielmo p. fé. 15.
Santoni Francefco Gener. de' Minori
par. pr. 8 2, par. fec 183. Santi Pad. Girol. Gefuita p. fec 107.
Santucce Monaftero p« pr. 138. e feq,
Saf-
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354
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Saffo di 5, Zanobf par. pf.;ii$.
Saturnino Prefetto par. fec. 114. Sayignani Emilio jGefuita p,pr. 183. Savonarola Fra Girolamo p. fec. 98. Scarlatti Neri Vie. Gener. del Vefcov. vdi fiefole par. fec. 169.
Scarpa Priore par. fec. 66. Da Scarperia Suor Maria p. fec 106. Scomunica contro i Fiorentini par. fec. 12 2.
Scuddlari Davanzino par. fec. -ztfj.
Segneri Paolo Gefuita par. pr. 48. Segni p.fee.i?.e feq. Ant.p. fec 309. S. Sempliciano Arcivescovo di Milano par. pr. 114.
Serragli infigne benefatt. della Congr. dei Filippini par. fec. 258.
Serriftori Lodovico y efedi Bitonto par. fec. 156. 178. 194.
Seftìeri della Città diFirenze p. fec 3. Settimo Monaftero Monaci Camarl. .della Repub. Fioren. par. p. 305.
Sfondrati ^Cardinale par. fec. .59. Sichelmo Vefc. Fior. p. pr. 194. par. fec. 50.
Sigilli in quali metalli , e materie s' incideffero par. fec. j<5i.
Sigillo del Monaftero di Montedo- mini par. fec. .101.
Signoretti ;par. fec. 286. Caterina fi- .gliuola di .Santi di Tito ivi.
Signorini Ignazio Dott. par. pr. 319. Suor Zaccaria par. fec iotì.
Silveftro II. par. pr. 191. Simmaco Papa par. fec 115. S. Simone, e Giuda Chiefa par.pr.x44. Suoi -Priori par. pr. 245.
Simonetta LodovicoGard. par. pr. 61. Sinibaldi par. fec 119. Sifto iv. par. pr. ,228. par. fec 145. Sifto v. par. fec 73. 188. Smeraldi Priore par. fec. 34. Soldani Domenico Bonaccorfo parte fec. 2i2,
Don Fedele Monaco yalombrofano par. fec. 45. 112,
Soldini Lorenzo Priore par. fec. 41. fue jEfequie par. fec 42.
Sottomaior Giufeppe^ Maria Gefuita par. pr. 184,
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Sozomeno 'Piftoiefe par. pr. io.
Spada ne' Riccardi Giulia Marchefa par. fec 299.
Spedale di Gesù. Pellegrino par. fec 5 3-
Spedale di S. Maria a Trefpianoter mito da Donne par. fec ^45^
Detto poi Spedale di ,S, BartQr lomnieo a Trefpiano p. fec. 145.
Spedale di S. Onofrio par. fec. 20J. Spedale di S. Paolo a Pinti par. pr. it6.
Spina Francefco Leonardo par.-fec,67. Spinelli par, pr. 39. Buonlignori par. pr. .112."
Reccho par. fec 31. Tommafo par. pr. $9-
Spirito Santo Monache yalombrofa-
ne par. fec 221. De Statis Gio: Can. par. pr. 2,67,
Statua Equeftre di marte par. fec. 69,
Statue di Or S. Michele par. pr. 19.
e feq. Di Maria che aprì gì* occhi par. pr. a8. ferita da un Giudeo ivi Statue fulla piazza dei Signori par.
fec 19. e feq. Statue di Palazzo vecchio par. fec.
24. e feq. Statua appiè del Ponte vecchio par.
fec 6%, Stefanini Giufeppe Maria Pri or di S.
.Cecilia par. fec 6%. S. Stefano Chiefa par. pr. 236.
S. Stefano a Ponte Parrocchia par.
.fec 15. 63. la medefima detta S. Stefano ad portam ferream par. fec 64. chiamata ancora dei Lambertefchi ivi, la medeli- ma ftata ancora Collegiata par. fec. 6$. Serie dei Priori di d. ;Chiefa par. fec 6$. e feq. 5. Stefano a Ponte dato in Commen-
da par. fec 73. Strozzi Carlo Sen. par. pr. 3. a^3»
par, fec. ,36. 51,126.162. 182. Roffo par. pr. 16. Carlo Tom- mafo par. pr. 3. M..Marco Can. Fior. par. fec 277. 279. 2S1. 283. Filippo par. fec. 141. Stroz-
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Francefco Stefano par. fec. 141 <
Torrigiani March. Luca par. fec. %6 4. Dj Tours S. Gregorio par. fec. 6 o.- Traslazione folenne del Corpo di S. Eutic'io par. fec. 107.
Traslazione dei' Corpi de' SS. MMf. Buòno, e Felice par. (ec. 146.
Del Trebbio Signori par. fec 50. Tribaldo Arciprete par. fec. 134. Tributi di Badia alla Repubblica Fiorentina par. pr. 194.
Tributi di San Pier Maggiore a Cafa degli Albi zzi par.pr. 135.
Al Capitolo Fiorentino p. pr. 135.-
S. Trofimo Protettore dei Poda-
grofi par. fec. 6o.-
V
Del Vacchia Francefco par. fec. 9$,-
Vai Monfignor Stefano Commenda-
tore di Santo' Spirito' ili Roma- par, fec 2 -> a. Vaini Suor Lucrezia par. fec 289,-
Valori Bartolomìneo par. pr. 85.
Francefco par. pr. 246. Niccolò par. pr. 243. Suor Piera par.- fec. %p Vanni di Niccolò di Ser Vanni par**
fec. 131. fua arme ivi. Varchi Benedetto par. pr. 17. 132.
230. par. fec. \ì6i Vafari Giorgio par.pr. 2, 163.- par",
fec 77. ii 8. 142',' Vafì facri di Badia par. pr. 103'.-
Vbaldini Priore, e Dottore p. fec. 66.
Vbaldini Ottaviano Card. par. fec.
176. i8i# Fondatore del mona- fiero di Monticelli ivi j Gene- rale di Santa Chiefa contro Fe- derigo par; fec. 175. Prefideri- te dell' Arme Pontificie contro il Rè Manfredi, ivi $ fua Me- daglia par. fec. 177. MefferAI- bizzòpar. fec 181. Beata Chiara ài fecolo dettò Avvegnente par. fec. 186. e feqq. ove fi trovi il fuo corpo par. fec iBè. fua vita par. fec. 189; e feqq. Suor Giovanna, e Suor Lui fa par. feq. i8i# Uber- |
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Strozzi Duca par. fec. 171. loro ar-
me par.- fec. 175. Suar'ez', Francefco par. fec. xjo1. Suario' par. fec. 140.- T
Tabernacolo della Madonna di Òr'
S. Michele par', pr. 2. e feq. Taddei Taddeo par. fec. 138.
Tafani Gio. Maffeo par. fec 155.
Taioli Suor Vincenzia par. fec. 114V
Ta l'ani par.- fec, 18.
Talufi Suor Umiltà Ven. par. fec. 291Y
Targioni Gio. Dott. par. pr. 72.
PP. Teatini par. fec. 117.
Tedaldi Andrea par. pr. 7$. Anton
Maria par. fec. 185. Giovanni par. fec. 77. Iacopo par. fec. 106. Suor M. Angiola par. fec 185.- Tedaldo par. fec 164. Fra Tedaldo dalle Campora par. pr.
De Telli Cappella in 8. Apollinare
par. fec. 113.
Temperarli Carradori par. fec 41» Tempi MarchefI par. fec 166. Terejiani par. pr. 330.' 347. e feqq. Teri Lodovico di Vincenzio p. pr.347. Tenzone Ab. par. fec. 4$. Tieci D. M. Fedele par. fec. 116. D. Timoteo de' Ricci Ab. di Setti- mo par. pr. 306. Tirfeo Pietro par, fec. 149. Di Toledo Donna Eleonora DucheiTà par. pr. 2,75.
Tolomei Paolo par. fec. 77. Tolofìni Fabbro par. fec. 164. Luca par. fec. 165. Suor Sandra par.
fec. 15?3. Tegghia ivi.
B. Tommafo de Bellacci par. pr* 173. Tondelli Zaccaria benefattore delle Monache di Móntedomini par.
fec. 171. e feq.
Tornabuoni Monfìg. Lionardò par» fec 97.
Tornaquinci Iacopo par. fec. 66, Torre, 0 Campanile di Badia par. pr. 195.
Della Torre M. Francefco par. fec. *37.
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1^6
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liberti par. fec. n. Padroni della
Chiefa di Santo Romolo par* fec. 36. Brunetto par. fee. $i? Gherardino ivi , Degli Libertini Biordo par. pr. 84.
Gualtieri , ivi, Fra Ubertino Prior di Santa Maria
Novella par. fec. 184. Velluti Donato par. pr. 4$.
S. Verdiana Monache Volombrofane
par. fee. 22,1. loro Mcnaftero ove fabbricato parte fec. 222, protezione prefa dalla Repub- blica par. fec. 223. loro cenfo che pagavano alla Cappella dei Signori par. fec. 223, Dette Monache fondatrici del Monaste- ro dello Spirito Santo fu la Colta par. fec. 225. loro arme par. fec. 130. fefta folenne in Firenze il giorno della trasla* -zione del Braccio di Santa Ver- diana par. fec. 231. Vernaccia par. fec 18.
Da Verrazzano Lodovico p. pr. 100,
Giovanni Scopritore dell'Indie par. pr. 101,
Aleffandra , e Francefca p. fec. 140. Verzonì Niccolò Diario par. pr. 149.
312. par. fec. 3$. 255. 257. Vefcovo Bavaro par. fec. 34.
Vefpafìano Cefare par. fec. 114.
Vettori Piero par. fec. 214.
Ufizzi dì Firenze fabbrica par. fec. io.
Ughelli Abate par. pr. 35. %%6, par.
fec. 2. 65. in. 137, 165. 238. ■M.4' 3°4« 3°9«
Ugo Conte par. pr. 200. e feqq-
Ugo Marche.fe par. fec. 16$.
Ugolini par. pr. 345. Guardi Fran-
cefca ivi s Baccio Vefcovo di Gaeta , ivi. Ugolino Sanefe par. pr. 5. e feqq.
Uguccione Priore par. fec. 53.
Mefler Uguccione Maeftro Generale
de' Cavalieri d'Altopafcio par» fec. 77. Beata Villana par. pr, 167.
Vii L'ili Giovanni par. pr. <5, 5>."i<?.
II. F
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37. 108. 161, 195, 162. parte
fec. 2. 3, 4. .18, 122. 235» 143» 182. 244. i%6* Matteo par. pr. n. 196. par. fec. 3*« 39*
Da Vio Fra Tommafo Generale dei Domenicani par. fec. 269,
Visdomini Filippa par. fec. 164. Vili fazione Congrega di Preti parte pr. 34.^
Vita Canonico di S. Cecilia p. fec j 3, Vitelli Chiappino par. fec. ni. Uleughles Niccolò direttore dell' Ac- cademia di Francia in Roma par»
fec. 311.
Uliari Bartolommeo Vefc. Fiorentino par. fec. 14j.
Urbano primo par. fec. $6. .5.9. det- to IH- par. pr. 263. detto IV. par. fec. 182. 240. detto V.
par. fec 127. 212. detto VIII.
■'"■>, par. pr. 215. 228. 308. 310. e feqq. 324. 346. par. fec. 252,
-255. 261. 283.
Wadingo Luca par. pr. 35. par. fec. . ; 16s- 171» willa ContefTa par. pr. 190. e feqq-,
Da Uzzano Niccolò par. fec. éj. . X
Ximenes Tommafo Vefcovo parte
'fec. 34. Cappella in S. Pier Mag,- giore par. pr. 14*. z
Zaccaria Antonio Gefuita par. pr,.
io. par. fec. 317. Cappella del Zaccheria in San Simo-
ne par. pr. 248. Zanchini Fra Guido Cavaliere di
Malta par. fec. 204. uno degl' Inftitutori del Conferva!, delle Fanciulle di Santa Caterina par. fec. 204. S. Za^obi SaiTo par. pr. s»$.
Suo ritratto rimpetto a S. Anto- nino in Duomo par. pr. 232. Zati Simone Marchete par. fec. i8tf.
Zati famiglia par. fec. 248.
INE.
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