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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne' fuoi Quartieri. O P E R A
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
TOMO CLU ARTO
DEL QUAT^TIE^E DI S. M.A TSLOVELLA
. Parte Seconda CON APPENDICE AL TERZO TOMO.
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IN FIRENZE MDCCLVL
Nella Stamperia di Pietro Gaetano Vi viani
in Via de* Servi s all' infegna di Giano. ______ ._...- i r r...... |- - ■ w m ......m........ .t_______ _ m '-------- | mmt__JJ....I _i |----------——»
CON LICENZA DE* SUPERIORI*
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DEI? ff UKgUKMySRSffSJT UTfflSGlFfF I
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^ Opo una lunga , e (incera di-
chiarazione dell'idea di que- lla mia Opera pofta in fronte del primo Tomo , fuperflua cofa , per altrui avvìfo , e-» mendicata fembrar potrebbe il mandar innanzi a ciafcun li- bro una Prefazione > avvegna- ché fi rendano noti abbaftanza nel decorfo dellcj» lezioni i pregj delle Chiefe Fiorentine , e iofie- memente i meriti di quegli ,, i quali con amorofa protezione rifguardano le mie llampe. Ma a dir il vero, quando mai potrà condannali! per biafime- vole il raddoppiar elogj , e ringraziamenti , do- ve fi moltipllcano i benefizj f che appunto è ciò, che movemi ad ufare qui tale attenzione. E poiché efee alla luce quella feconda Parte
^ 2 del
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IV
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del Quartiere di Santa Maria Novella, in cui ven-
gono illuilratc , per quanto le forze mie permet- tono , ptto altre Ghiefe Parrocchiali, quattri di Ordini Regolari, e fei ài Vergini Claustrali,, ol- tre alcune dì Secolare Ifticuto, potrò io dormila re le córtefie de'Superiori di elle, i quali leoncino avendomi tu^t§ il campo a cento mie ricerche , fi fono fatto lor proprio /quanto avvi di pregevole in queite x;xx. Lezioni 9 che tante, e non più fono il numero.llabilitofì per ciafeun librò di mia Moria. Arrogerli altra ragione dimoftrantc la neceflì-
tà de' replicati Procmj s imperciocché fovente oc- corrono alcuni necefìarj avvertimenti, co'quali è d' uopo di prevenire chi legge , e qui tanto mag- giormente ohe per involontaria dimenticanza nella Lezione ili - citila Chrefa* -de^SS. Apoftoli , dove fi annoverane eoinlod^ i Priori, che la governarono, fi è immhkkmèi loTó^cciéhfe nome prefo il Boc- caccio -di " Mcffer Fraticeféo figliuolo di Ì^Jelio Ri- nu^ei del pòpolo di San Lorenzo , irato Maeftro' di Cafa del Grati Marefcalco della Regina di Napo-* li Niccolo Actiàiuòli. Di ctìftur adunque io avea da lungo teanpo fauna te parecchie ®&à$$ffi còfe ,eJ degne d'Iftoria, che nelì* atto ideila ftampà mi fo- no sfujggité dalla memoria";'i bude non ciTetìdovi ora luogo opportuno per fupplire , porti iti pace r£L^gkóre!, ffe le trafmetto al libro X. iti cui a- vendo %> W ragionare -del Cuddetto Niccolò Accia- moli fcmda-tore della Gertofa di Firenze , ricorde- rò del noftro Priore le omeffe notizie. Altro avvertimento fia , che eilendomi avve-
nuto |
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mito a trovare di alcune Chiefe affai copiofè me-
morie, per non forpattar il numero prefittomi, deb- bo trasferirle ad altro Tomo, come fono le Chie- fe di Sant' Andrea, di Santa Maria in Campido- glio , e di San Pier Buonconfiglio , le quali circon- dano il Mercato vecchio, luogo sì antico, e sì fa- mofo di Firenze , nella qual occafione fé ne darà in Rame una non difpregevole veduta. Io intanto mediante le cagioni fopraccennate
giufìifieato avendo la moltiplicità delle Prefazioni, farò fempre mio piacere di fervir alla gloria delle Chiefe di Firenze , e al nome de* ragguardevoli Soggetti Fiorentini forniti di erudizione , e di buon animo verfo chi fcrivc . |
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VII
NOTA DELLE CHIESE
DESCRITTE IN QUESTO QUARTO TOMO.
i^EziONE \. Della Chiefa di S* Antonia Pagina**
Lezione IL Delia medejìma ì tl*
Lezione III. Della Chiefa di S. Gi». di Dio* 24.
Lezione IV* Della mede (ima* ', ,T_ 31'
Lezione V. D?//# Chiefa di $.Apfioto *% vu ^ un 44*-
Lezione VI. Delta medejìma, JA.J . H*
Lezione VII. D<?//tf C£/>jfo <# £. Miniata tra le
Torri. ^ : ^ |r/xY . _.:i^Sf
Lezione VIH. £)?///* C&>j(S della Dottrina Cri*
ftiana di S. Francefco in talazzuolo* <75«
Lezione IX. Delta medejìma* 8 7*
Lezione X. Della Chiefa , e del Contentino delle
Minime Ami Ile della SS. Tergine dette le |
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Montale .
Lezione XI. Della me de firn a *
Lezione XII. Della Chiefa di San Taoh, detta
i5\ Tadino de' PjP. Terejìani * LlZIONE XIIJ. Detta medejìma *
Lezione XIV. Della Chiefa di S. ÌLuffilh ì
Lezione XV. Della Chiefa di $. Leo.
JLezioni XVI. Della Chiefa di S. Donate de' Vcc~
ehi etti•
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Lezioni XVII. Della Chiefa >• e Monaflero dì f% @*
nofrw detto di Fu Ugno, ■ È <LJ j^g.
Lezione xyill. Della medejìma . tR».
Lezione XIX. Della Chiefa , e Monaflero dì San
Giuliano , IOa
Lezione XX. D*//* Cfofjfa */ i\ Lucia fui Prato t 205.
Lezione XXI. £W//z mede/ima . • , t ^ , , ,r 2K
Lezione XX1L Detta Chiefa >,t Monaflero di S*An-.,»•.
#*z /#/ Prato , 220, Lezione XXIÌL Zte/tó me definì a . 2 20
Lezione XXIV. Della Chiefa, e Monaflero dt S,Ma^
ria, e di S* Giufejtpe fui Prato, »V 31 ■*''"■ 2 *fcì*
Lezione XXV. Della Chiefa dì,0sniffatitih*1^ 3ho^|
Lezione XXVI. .£*//« medefima* [ié^.
Lezione XXVII. D?//# medefima* 2 73.
Lezione XXVlIi. &<//* mede/ma. ' s ' !'t\ '284.
Lezione XXIX. De//* Chiefa, * Monafltrx? di jft^oisaJ
co$o dì Risoli. 2pj^ Lezione XXX, !>//* medefima. 305.
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t„ i. » Ci
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NO-
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NOTIZIE ISTORIGHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
PARTE SECONDA
DEL QUARTIERE DI S.M." NOVELLA.
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LEZIONE PRIMA
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DELLA CHIESA DI SANT* ANTONIO.
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|L1» illuftrazione della Chiefa 9 e^
del ■Monaftero di Sant* Anto- nio contribuito avendo Giorgio Vafari \ e il Senator Carlo Strozzi , e più d' ogni altro il notiflìmo ai letterati Signor Domenico Maria Manni Autore de* Sigilli , io potrei riportare le relazioni di coftoro , e così |
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facilmente sbrigarmi dall' impe-
gno di farne la ftoria . Ma perchè niuno de* fuddetri ha penfato a ftabìlire l'epoca di quefta Chiefa in Fi- renze,-né a darci una ferie intera de'più ragguarde- ' ": Tom. IV. A voli |
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voli avvenimenti fucceduti in quefto facro luogo , io
abbraccerò in due Lezioni le più notevoli cofe acca- dute quivi in ben quattro fecoli , non tralafciando pe- rò di notare a* fuoi luoghi le memorie riferite dai fo- prallodati Scrittori. E primieramente facendomi dall* Iftituto de* Canonici Regolari, che ufiziano la Chiefa, diremo collo Spondano , con Aimaro Falcone , col Buonanni, e con altri , avere avuto cjueft' Ordine il fuo principio neir anno J093. fotto il Pontificato di Urbano II. quando Giovacchino Signore del Caftello di S. Defiderio nella Provincia di Vienna in Francia, ritornò di Costantinopoli , portando feco il Corpo di Sant3 Antonio, al cui onore fabbricò una Chiefa , e ciò accaduto effendo in tempo t che perlifera influen- za chiamata del fuoco di Sant* Antonio travagliava la Francia , ne *1 ; qual malore grande era il numero de- gì* infermi , che ricorfo facevano al Santo , fuvvi tra quelli un Gentiluomo appellato Gallone col fuo Fi- gliuolo Gherardo detto da altri Gerini , i quali aven- do ottenuta la fanità dal detto Santo , impiegarono tutti i loro beni, e le proprie Perfone nel fervizio di fomigltanti infermi , "che tuttodì concorrevano alla^, Chiefa, allato della quale fondarono uno Spedale , do- ve unitifi loro otto altri Gentiluomini , fi cominciò a formare la Congregazione degli Spedalieri addiman- dati di Sant* Antonio di Vienna , la quale durò ad eflere laicale fino al 1297, ne* qua!'anno Papa Boni- fazio Vili, con fua Bolla In dìfpjìtions diede loro la Regola di S. Agoftino , ed il nome di Canonici Re- golari , formando così un illuftre Ordine , il quale., tofto fi propagò in molte Provincie con privilegi An- golari conceduti da' Sommi Pontefici, e da'Principi. L'abito loro ]è. nero con un Tau di color turchino fo- pra la vefte \ e fopra il mantello dalla parte finiftra , credendofi dal Buonanni , che quefto fegno efprima la gruccia denotante V aiuto , che da elfi fi dà agi' in- fermi . In alcuni Paefi però quelli Canonici portano il Tau d* oro , o di argento pendente dal collo', Pre*
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IL Premetta adunque quefta ben gtuiìa notizia^.
• dell' Ordine de' Canònici Regolari di Snnt'Antonio di Vienna , entriamo a favellare del principio della lo- ro Chiefa , e Monaftero in Firenze , incominciando da un autorevole documento alle Riformagioni nel Libro fegnato BB , che è il feguente : Ioannes de Canicci* pop* $. Dovati de Vecchiis de Florentia petit DD. Frioribus, d? Vexillifero luftitie Comunis Fior, licentìam mendendi Frarri Guido Orlandi de Ordine Monajlerii S- Antonii -pro ditlo Monafterìo petium Terre in pop. S. Marie ATo- <velle & aliud in pop. 8. Laurentii a i. Strada publi~ ca qua itur ad S* lacobum de Campo Corbolini , 2. Via itixta muros Cinjitatis , 3. Via qua itur ad S. Mariani Howellam , 4. Via, Jinje Chiajfus prò fadendo Oratorio & Ospitale prò pauperibus é°c. La Signoria concede 18. Maggio 1333. jj E facendoli in quefto memoriale men~ zione del Monaiìero di Sant'Antonio, pare cofa in- dubitata , che quelli Monaci veniiTero a Firenze qual- eh' anno innanzi , e che foìlecito il fuddetto Mona- co per P ofTervanza del fuo IfHtuto , voleflTe fabbrica- re e Spedale , ed Oratorio . Ma che terminata la fab- brica poco più viverle Fra Guido noi di certo lo abbia- mo da un antico Sepoltuario di Santa Maria Novella, in elio leggendofi tra'morti come appretto : 1338. Fra- ter Guido Vicarius Ordinis S* Antonii de Vienna mori' tur Florentie 13. Februarii'■. Dopo Fra Guido trovai! nel i34.fi Commendatore di queft' Ordine in Tofcana Fra Giovanni Guidoni da Piftoia , il quale giuda il Si- gnor Manni al Tomo XVIII. de' Sigilli , nelP anno 134©. avea fondato Chiefa , Spedale , e Monaitero a* fuoi Frati in Piftoia , ove dipoi ìì pofero nella facciata le fue armi., che fono Vai nel campo inferiore dello feudo, e un Leone parlante nella parte fuperiore : neir anno 1352. il medeilmo edificò altro Spedale a S. Miniato al Tedefco , che oggi s'intitola la Parrocchia di San- to Stefano, dove parimente fu appofìa l'arme fua, ed il fegno del Tau con quefte parole Longobarde : : |
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^ HOC
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)$< HOC HOSPITALE FECIT FIERI DOMINVS FRATER
IOANNES GVIDOTTI DE PISTORIO FRECEPTOR
BAYLIE SANCTI ANTONII IN TVSCIÀ MCCCLII.
DE MENSE SEPTEMBRIS.
III. Or quello Guidotti compatendo alle anguftic
del luogo de'fuoi Monaci in Firenze , voltò il pen- siero ad ampliare e Chiefa , e Convento in quella gui- fa, che ne ragiona il Vafari nella Vita di Duccio Sa- nefe , che ne fu 1* Architetto, Scrivendone come fe« gue ,, S. Antonio era una Chiefa murata all'antica af- „ fai ragionevole , limile a S. Ambrogio, dove abitava „ in una gran muraglia , ed intorno alla Chiefa una ,, Congregazione di Preti Forestieri, che portavano nel „ petto il fegno , e.. 1' ordine di quel Santo, e ci ave- ,, vano un gran ceppe di Cafe, e v'erano allato giar- „ dini , e campagne con molta comodità . Così nelle „ Cafe , come ne' Chioftri vi erano pitture eccellenti ,, di Lippo , e di Buonamico Buffalmacco . „ E con- forme a que/ta defcrizione anche inoggi preffo il Sig. Ottavio Vignali fé ne vede il difegno , che è cola curio- fa, e belliffima, veggendofi l'ampiezza d' un Orto mu- rato, tre Chioltri vailiffimi, e la Chtefa per que' tempi magnifica , e nel margine 11 leggono quefte parole : QVESTA CHIESA E SOTTOPOSTA A VIENNA , ED
E' IL CAPO D' ITALIA , E' VN BELLO , E RICCO ABITACOLO CON GIARDINI , ED E' BENE VFIZIATA. Ne fcriffe ancora Matteo Villani al Libro Vili. Cap.
no. come appreflb ,, MelTer Frate Giovanni Guidotti 5, Comandatore nella noftra Provincia dell' Ordine di ?, S. Antonio , nato nella Citta di Piftoia non di le- ;, gnaggio gentile , ma di meno che comune , huomo „ fecondo fuo flato di animo grande , e liberale , ha- „ vendo de'fuoi benefìzj, accolta moneta affai, la qua» 3, le fecondo l'ufo corrotto, poteva ne'fuoi profTi- » mani convertire, le fpefe nelli edifizj magnificili, e „ no-
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„ nobili, i quali in queft*annb ( rg^g. Xfe 'comincia-
,5 re al luogo dell* Ordine fuo , pofto preflb alla Por- „ ta a Faenza , ne' quali convertì gran danaio ,, Ed in fomigliante maniera parlano molti Diarj manofcritti ,, come quello di Ser Recco Spinelli Autor di que3 tem- pi iscrivendo così „ 1358. di Febbraio , Me (Ter Frate^ 35 Giovanni Guidotti da Piftoia Commendatore di Santo 3, Antonio fece fare la Chiefa 3 ed abitazione di S. An- fi tonilo in Firenze alla Porta a Faenza „ Fino a quan- do vivefle il Guidotti non è a mia notizia : mi piace però di riportare qui alcune memorie di così infìgne-. Fondatore , e in primo luogo dirò, che alle Gabel- le de* Contratti al Libro B. pag. jio. in oceafione di dar egli a livello certe terre di fua Chiefa , trovar! nominato con quelle notevoli parole: 1360. Venerabilis Vir DomìnusFrater Ioannes Guidotti Trecepor Domus $. Antonii de Fior. E il Signor Manni al Libro XVili, accenna un altro contratto, nel quale Giovanni Gui- doni compra un podere da Donna Tefìa di Roffò de- gli Strozzi Vedova di Farteli© di Meffcr Alamanno de- gli Amieri per fiorini di oro 600, E per mitigare la taccia de* fuoi natali datagli da Matteo Villani , dir fi vuole, come la Repubblica Fiorentina nell' anno 1363. lo fece fuo Cittadino in ricompenfa de* fuoi meriti fin- golari, del quale onore non fi può dubitare, dandocene un attergato autentico Leopoldo del Migliore ne' fuoi Ma^ nofcritti che è un'eitratto dal libro BB. alle Riformagioni. IV. Ma innanzi d* inoltrarmi maggiormente nella Storia , mi fia lecito di foffermarmi in alcuni dubbj , che potrebbero nafcere dal fin qui detto „ E primiera- mente full' aflerzione del Vafari , che dice aver Buf- falmacco dipinto nella Chiefa , e ne' Chioitri di S. An- tonio , quando dal medefimo abbiamo la morte del detto Pittore nell'anno 1340. cioè moki anni prima che poteffe dipignere in una Chiefa, che fu edificata^ nel 1358. per correzione al Vafari fappiamo , che il Baldinucci ofTervò, che Buffalmacco era vivo neL 1351; nel qual anno il nome di coiìui viene defcritto nel Li-
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Libro degli Uomini della Compagnia de' Pittori, il.
cui originale efifle nelle mani del Sfgnor Manni , on- de non veggio, come fi pófla -fa Iva re il Vafari ì Ma fé quelli sbagliò nell'anno della motte dell'Artefice} cre- do però, che tìon abbia mai intefó di affermare, che^» Buffalmacco dipigneffe nella nuova Chiefa , avvegnaché egli nomina non un folo , ma due Pittori , cioè Buf- falmacco , e Lippo, e però benignamente interpetreremo lo Scrittore Aretino , dicendo, che egli abbraeciarTe due tempi 3 è due Chiefe , dando a dipignere la Chiefa fatta da idrate Guido Orlandi a Buffalmacco nel 1336. o in quel torno , ed a Lippo il fare le Pitture .della Chiefa , e de' Chiofhi fabbricati da Giovanni Guidot- ti ; a proposito delle quali Pitture, così fcriffe il Bal- dinucci ,, In certi Spedaletti prefì'o detta Porta { a Fa- ,j enza y ed in S. Antonio dalla parte di* dentro co- }, lori (Lippo ) alcuni Poveri in diverfe maniere , e ,-, attitudini j >e nel Chioftro con nuova, ^ bella inven- ,, zione fece elfo Sant' Antonio in atto di vedere in_. ,, ifpiiitói molti lacci -del Mondo , e le male volontà ,, degli Uomitìi the inciampano in eflì .. ,, Il fecondo dubbio fi è , fé Tav Chiefa appellata nelle Storie S.An- tonio dtì WfeovOj fia quella noilra , quando certamen- te fono fiate due diverfe Chiefe, e ben lontane una dall' altra, Conciofiachè il fìto di :S. Antonio de'Monaci lo abbiamo di ibpra veduto -comprato da Fra Guido Or- landi Vicario del "Monastero di S. Antonio , e vendutogli da Giovanni de'Canicci per fabbricarvi Oratorio, e Spe- dale. Inoltre il Monaliero de'fuddetti Monaci era in Città dentro il terzo cerchio delle mura, laddove quel- lo del Vefcovo era fuori della Città, come rifeontrafi nella pianta di Firenze, che ci dà il Signor Manni nell'erudito Jibro delle Terme : e Scipione Ammirato al libro 18. dice che nell* anno 1413. Papa Giovanni XXIIL effendo fuggito éi Róma , ed incàmmiuatofi iver- fo Firenze , gli fu vietato da'Fiorentini l'entrare in_, Città » per non tirarli la indignazione del Re Ladislao nemico del Pontefice , ma nondimeno acconfentirono, che
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che il Papa fteife a: S. Antonio del Vefcovo . jjj muQ*
verni a viepiù credere che non fi debbano confondere quefte due Chi e fé , l'autorità; di Fra Serafino Razzi Camaldolenfe j il quale nella Vita- di S. Antonino ? ,par-= landò del luogo di fua morte , nòta che morì in un palazzo dèli' Arcivefcovado detto Santo Antonio poco fuori della Porta. a S. Gajlp, verfo Montughi,, oggi ro» vinato del tutto . E finaJrnente chiariffimo argomento per corroborare queita mia, opinione fembranmi molti Contratti , ne' quali fi legge : Aftum in Palatio Ejtifcom faftts &k\\dntonii' j/rope Florentia/n * ,:;,,.> ■^ m*MtMa per tornare a' Canonici Regolari di Santo Antonio , trovali aegli fpogli di Ser Filippo di Bernal do Mazzei .dfrrCaft cifrando di fgtto air ^rcju'yip Gene- rale la prefenta^ione .di una Rolla di Califto III, al Vi- cario dell'Arcivefcovp Fiorentino data in Roma a'i<5, di Agoitó del 1455- anno I. del Pontificato > che ifti- tuifee Don Umberto Commendatore della Precettona di Santo Antonio 9i eds w e|fa Bolla fi, nominano le cofe feguenti ,> Statata s ordipatione? , mandata , conceziones ère," faBa fstt di Bum $lummum l'ontificem in fa^orenu Monafierii, Hofptalis > et Manfionis S. Antonii Viennen- Jis Diecejts Ordinis S» Augttjlini 5 éT eius memhrorum, & adnexoru'm ? tws non Jlhbatis Qefie%alif, $"; Trecetto- ri s siufdem Ordini? , ^ tìUorum Ahba.tum„ Ed in fpe- eie confermafi il privilegio loro dato da i Sommi Pon- tefici Innocenzio VI» Giovanni XXJk Bonifazio Vili. Martino V. Eugenio IV. e Niccolò V. il qual privi- legio era di poter raccorre limpfine per fovvenimen- to de* Poveri da alloggiarli ne* loro Spedali 5 la qual raccolta fembra, che ventile contefa} o impedita da' Superiori Ecclefiaftici. Anche nei medefimo Archivio al Protocollo di Ser Tommafo di Ser Francefco Ma- fi comparifeono altri Commendatori 5 o fivvero Pre- cettori di Santo Antonio di Firenze , come al 13^5. Fra Paolo di Rinuccio da Montefeltro ; ed in grazia del fuddetto Fra Umberto , avvi alle Riformagioni e- ftratto ii(5. una provvifione della Signoria di Firenze, la
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la quale perle fórtóleNotévoli ^bUe contiaìie i piace*
mi qui di riportare come fegue : .Qitom'am nomen S. An* toniì pr totam orbem[ in multa ^enefatione habetur , ■&< merito iuxtit illud l quo è 'pr nreritatèm ÈWIp ed per fuam ctimendationem di'Bnm:vfuit, Et e»m- Preceptoria Monafle» rii einfdem $anBt de fiorenti a jtt fub poteBi&neCom- muni s Fiorentie > #t i^ deformati o-m bus-^habetur , & ìm* Ut eri $ , qwas fropertà ■'ferifferunt T>omini ad prtes tum intra diBionfim' Pi or enti n api, tum extra èam pjìtas i af~ feruerint5 #■ a$plia*vertnt fé effe p efate Manfani* j ^ Preceporie ProteBqreysée T>éfénforeffMt' quoniam fefih* witas SanBi Aniùnti in -hm Cavitate devote {& folemni- ter celèbret&r'i quin: etiàm J)- Numkertùs de Rione fare,, ti am Tranòie digniffitnm1 Abbai-ditte ' Manzoni s S* Ama tomi ctipat pò maiom *vènera]tiohc Mlius-', Me gratia 4i^ fpnfari auBoritate fublka^ é' Communis\ Ut Captudì* nei Artium'- ad-offere^idum in tEccfoJiaìfufrktdiBa. mie de ^ re* deberen]t\l JE)I)J Wexillifer> léfiitie" &y Priores csnce- duni , quod] fingalis annis in fé fio J%3 Antomi eant jt$\ offerendum i \ fei &ÉNMercanta a % la Uni*verfith de* Merca- tanti , ed i Cortfàit deUé 2i. Arti. E della venerazioni ne a quello Saluto:, ^d è Ma quale favella il Suddetto do- cumento, due -'-altri-* argomenti debbo riferire , e fono quello,' che trovafì alle "Ca-belle Libro D* 29. n Donna „ Lucia nel 1377. lafcia ioo> fiorini di oro alla Cec- » cha di *S. Calciane , perchè vada peregrinando a^ j, S. Antonio di Vienna „ T altro -è nella Venezia del Sanfovino a e. 6. che dice „ S. Antonio Chiefa iit, j, Venezia dell' Ordine de' Canonici .Regolari di detto „ Santo fu fondata da MeflTer Franciotto della Fami. .j glia degli A^ati di Firenze nel -J^tf. » Il qua! Eran- eiotto io penfo > che abbia dato T abbreviatura di Co- ro , pofeiachè eviene egli in molte memorie di Venezia appellato Fra Goto , come fi può oiTervare dalle prege- voli notizie, che riportano* dall* eruditiffimo , e infieme- mente nobiliflfimo Senator Veneto il Signor Flaminio Cornelio nelle fue non mai ahbailanza lodate Decade, e piacemi quì{ riferirne* -alquante a quello. propofrto„, ^ e io- |
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e fono nella Decade ferra al titolo De Mondftèno 5*. Ah»
tonii Abbatis Canonicerum %egularinm S* Salvatori/, dove trovo, che nel 1345. Criìtofano Irrigo di Gafìel* lo dona una Cafa di legno al Venerabile Fra Goto degli Abati di Firenze, e nel 1346. detto Fra Goto get- ta la prima pietra della Chiefa , e del Monaftero di S. Antonio con licenza del Senato , e del Vefcovo Niccolò Morofini : inoltre nello ftefTo anno Fra Goto già Priore di Sant* Antonio chiede, ed ottiene da* Ve- neziani il privilegio di fabbricare un Ponte per como- do del Popolo in faccia al Monaftero . Né debbo tra- lafciare un' antichiilìma ifcrizione efifteme in Chiefa ,' e riferita dal ibprallodato illuftre Scrittore , che è la feguente : ANNO DOMINI MCCCXLVI. IN LA FESTA D* OGNI SANTI
IN LO TEMPO DELLO INCLITO MIXIER ANDREA DANDOLO DOXE DI VENIEXIA ET DEL REVERENDO IN -CHRlSTO PARE MIXIER NICOLO MOREXINI VESCOVO DI VENIEXIA FO METVDA LA PRIMA PIERA DE RIVESTA BENEDETTA OLIEXIA DE MIXIER S. ANTONIO DE VIENA , JET CANTADA LA PRIMA MESA , E FO DADO LO DITO LVOGO PER LO HONESTO RELIGIOSO MIXIER FRANCIOTTO DE LI ABATI DE FLQRENCIA DE LO ORDENE DE MIXIER SANTO ANTONIO DE VIENA PRIMO PRIOR E FONDATOR DEL DITO LVOGO . SIANDO LI NOBILI ET SAVI «IGNORI M. LORENZO MINIO ET M. CHRI* STOFOLO ISTRIGO E M. CANE BVIN E M. GIRARDO DELLI NEVODI E M. NICOLO MAGNO PROCVRATORI DEL DITO LVOGO PER LO QVALE SIA SEMPRE FATA OR ATI ONE PER TVTTI QVELLI LI QVALI HA DADO E DARÀ DELLI SVOI BENI PER LEVAR QUESTA BENEDETTA CJLIEXIA , MIXIER MARCO CATAPAN E MIXIER VJFLMO STRACAROL. VI. E ormai tornando alla noftra Chiefa occor-
re notare, che non fempre durò ne' Monaci la dignità di Commendatore , o di Precettore . Imperciocché il Signor Domenico Maria Manni nel Libro XVIIL de' Sigilli a pag. 121. dice „ Fra i Commendatori di que- „ Ma Piecettoria vi ha nel 1491. il Cardinal Giovanni 'Tom. IV. B „ de' |
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de'Medici , che pofcia fu Leon X. »* E qui in-
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comincierebbero le vicende di quefto Monaftero : ma
ne parlerò in altra Lezione . Prima però di chiudere il ragionamento mi fìa lecito accennare ciò s che il Gian- notti dice di quefto Convento ,, In S. Antonio alla., „ Porta a Faenza fi radunarono i Nobili Capi di ciafche- yy duna Cafa > e depofte le gare > iì ftabiii fomma quie- >? te nella Repubblica , orando quivi nella prefentia Io- sim Toramafa Soderini Cavaliere di fomma autorità ì >} |
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LE Z I O N E
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DELLA CHIESA DI SANI" ANTONIO .
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menda la Chiefa, e Monafter© di Sant' |
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m^ Antonio , fi può chiamare vicenda leg-
geriflìma in confronto delle funeftiffime difgrazie principiate nel!'* anno 1529. e terminate nel 1534. colla totale ro- |
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niriMaww
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vina di una fabbrica così magnifica » e
grandiofa. Avvegnaché affediata efifendo Firenze, e per difefa della Città avendo i Fiorentini fpianaro tra pa- recchi Monafterj quello ancora di San Giovanni Evan- gelica » convenne primieramente , che i Canonici Re- golari di Sant* Antonio cedéiTero il proprio Convento alfe Monache di Sant'Umiltà, e -che dopo quatti* anni lo vedeifer© diroccato totalmente per occafione , die il Duce Ale n'andrò de' Medici , comandò» , che fu quel terreno, che ivi avea difegnato , vi alzaflero una Citta- della j dando con ciò a Firenze un lagrirnevole fpettaco- lo di mirare in pochi giorni buttate a terra con la Chiefa le antiche eccellenti Pitture, e tutti i vaiti edifizj di Chioftri, di Dormentori , di Officine,e di Convento* Quindi fpogliati i poveri Religiofi di' sì nobile, e bei foggiorno, paffarono ad abitare in S. Bafilio, giuda le memorie de'Preti di quella Chiefa , donde dopo 15. an* ni al prefente Monaftero tornarono, avendo edificata una nuova Chiefa vicino alla Cittadella di là dalla Via verfo il mezzodì, ove rimafo loro era un orto aitai va- ilo, e per loro abitazione prefero la contigua cafa di Mon- fìgnor Pier Francesco Ricci Canonico Fiorentino, e Pro- pollo di Prato; la qual Cafa benché riordinata forfè da' Padri in Convento, tuttavolta conferva anche inoggi fui- B 2 la
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Ja Porta un'arme di marmo del Duca Cofimo fafta
dal celebre Scultore Pierino da Vinci, e molto Iodata dal Vafari nella vita del Tribolo con le parole feguen- ti „ Dettegli poi a fare ( cioè al Vinci ) un Mazzoc- „ chio Ducale di pietra fopra un*arme di palle > per „ MeflTer Pier Francefco Riccio Maggiordomo del Du- ,, ca , ed egli lo fece con due putti, i quali intreccian* „ doli le gambe infieme , tengono il mazzocchio in „ mano, e lo pongono fopra l'arme,, la quale è polla ,, fopra Ja porta di una cafa , che allora teneva il 55 Maggiordomo, „ E qui di paffaggio è da notarli col Signor Manni, che Mazzocchio prefo per corona è una voce da aggiugnerfi nel Vocabolario della Crufca 5 co- mecché vkn fiancheggiata da varj, e buoni efempj . IL La nuova Chiefa di quelli Canonici è alfai pic-
cola, non avendo 5 che tre Cappelle », la prima delie quali all'entrare a manritta è dedicata al Santo Re dì Francia Luigi effigiato più alto dei naturale da Livio Meus, che lo dipinie veftito di acciaio, Dirimpetto a quella viene la Cappella di SantV Antonio -, ove lì ve- de una copia del tanto famofo quadro di Niccolò Mt- gnard. All'Aitar maggiore un bravo pennello, ma i- gnoto a noi, figurò Maria col Bambino Gesù > ed appiè i Santi Antonio, ed Agofìino, e la con/aerazione del- la Chiefa dal Giamboni nel fuo Diario è notata agli 11. di Giugno, ma rralafciò il nome del Vefcovo 5 che ne fece la Sacra , e fu Monfignor Lodovico Serri/lori nell'anno 1555. E pacando nei giardino vi è da con- fiderarfi un incontro di Rebecca col fervo di Abramo , Pittura fatta a frefeo da Monsù lerfonico .nel, 1751. elFendo affai lodata e per la difpofizione delle figure* e per la loro buona attitudine. III. Ma perchè il Monaftero ; e la Chiefa fono tra due
famofe rìrade, non credo, che di/dica in grazia di così ragguardevoli luoghi favellare qui di Gualfonda , e della Cittadella detta inoggi di San Giovan Batiita, che a- mendue pongono in mezzo queiH Religiofi. E prin- cipiando dalla Fortezza noteremo una maraviglia con* fide.
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fiderata da tutti gli Scrittori* che parlano di effa 3 e
fu che effendo ella di circuito dalla banda della Cam- pagna di un terzo di miglio, e di dentro della Città un fello pure di miglio, co-baluardi alla moderna, e col mafchio tutto di pietre a punta di diamante, niuna fabbrica antica, o moderna fu mai sì prefto & perfezio- ne condotta come quefta , principiata, e terminata in un anno v mediante il quotidiano lavoro di gooo. per- fone. Del difegno giufta il Cinelli, furono autori A- leffandro Vitelli , Pier Francefco da Viterbo, e Antonio Picconi nipote di Antonio da S. Gallo. L* arme alta braccia quattro foftenuta da figure di marmo è fattura del Tribolo y e quelle alzate nelle punte de* baluardi fo» no di Raffaello da Montelupo . Nel 1534. ai 15. di Lu- glio alle ore 13. è mezza il Duca Alelfandro, col pun- to dagli Aftrologi oflervato , gettò ne'fondamenti la prima pietra benedetta dal Vefcovo Angiolo Marzi. E giacché di quefta folenne benedizione mi fono avvenuto a leggerne ricordo in un Comento del Landini fcritto a penna preflo; ili Chiarimmo Sig. Canonico Bifcioni, mi farà lecito di qui riportarlo fedelmente. n „ Quefta è la copia di due lapide di marmo bianco ,
j> che furono le prime } che fi gettaffino nel Caftellet- ;j to della Fortezza di Firenze nominata AleiTandrina , „ meffe per l'Eccellenza del Duca Alefiandro de* Me- ,» dici Primo Dùca di Firenze ? e fono le due lapide ,) nel fondamento del puntone di fuora che vi è fcoU » pita T arme di S. M. Cefarea, e tanti verfi fono in j> quelle come qui è copiato, e dette lettere fono in- » cavate in detto marmo di lettere antiche Latine , cioè *j maiufcole: ANGELVS MARTIVS EPS ASSISINATENSIS HVNG
PRIMVM LAPIDEM PER EVM BENEDICTVM AD ARCIS
ET DYCIS PERENNITATEM IN FVNDAMENTIS
PONIT ANNO A SALVTE CHRISTIANA MDXXXIV".
IVLH DIE XV. HORA XIII. CVM DIMIDIO
CLEMENTE SEPTlMO PONTIFICE MAXIMO ET
CAROLO V. IMPERATORE AVGVSTO.
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„ E nella feconda lapida leggeva fi la ■ 'fogliente ifcri-
,> 2ione; .; , t " ^ '"' x"' ** -: "'- ' ■■ ' y ..'il ■ - ;' O "\, "■'■ ;■ ? "v t " fi" ■ fV
: ALEXANDER MEDICES PRIMVS DVX FLO-
RENTINAM' AR-CEM A FVNDAMENTIS ERKÌENS PRIMVM APBONIT LAPIDEM ■• •QVEM ANGELVS MARTIVS EPVS ASSI-; e::
SINATENS1S INVOCATO DIVINO NVMINE BENEDIXIT DEDICAVITQVE . ANNO A SALVTE CHRISTIANA MDXXXIV. CLEMENTE VII. BÒNTIFICE MAXIMO ET CAROLO V. ^ IMPERATORE AVGVSTO DIE XV. MENSIS IVLIIiKORA XIII. ET D-IMIDIO. '""""' M/ *"'* ;' '.'" "'■''( i ri.-'".,. .OC,, s,'! ■:.> ?>'"i •',;.- ■';) | ' •_;■?-. ì - -f, ,,. Debbo però avvertire il Leggitore delia cagione di un
abbaglio prefo da qualche Scrittore nell'anno, mefe, e giorno del fopraddetto avvenimento, avendo alcuni confufo due funzioni in una , e ciò per mancarnentq Ci notizie della feconda folennità, che il Duca AkiTan- dro volle, che ti celebraiTe , compiuta che fu la Citta- della, ed è deferitta !da parecchi Scrittori di memorie ac- cadute ne3tempi loro, come dal Marucelli, dicendo > che nei -dì 5. Dicembre 1535. cos'intervento di tutti i Magi- strati, Configlieli, e della nobiltà alla prefenza del Du- ca celebralle la Mefla il detto Vefcovo d» Aiiìfi fotto la porta del Mafchio ne'foffi della Fortezza. IV. A ciafeuno poi è noto come Aleilandro Vitelli
con ardire, e (ìratagemma occupò cucita Cittadella a nome del DucaCofimoI, nel Gennaio del 1535. ab incar- natione, e che nell'anno feguente il medefimo Vitelli di- fguftato col Duca ne introduce gii Spagnuoli, per lacjual- cofa molto danaro ebbe a dare Cofirno all'Imperatore per ricuperarne il Dominio , ed il poileiib, che poi prefe nel 1543. come leggefì nelle ftorie , notando di più ii Marucel- li , che ai 3. di Luglio di detto anno fulle ore 22, e mez- zo il Duca ne fece.la pubblica enrrata col corteggio di tutt'isnobili Fiorentini, avendo eziandio trasferita quivi la iua Corte :; ina perchè, ia pochi niefidi queito |
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Raggiorno per influenza, e non'già per le acque avve-
lenate , come dicea il. popolaccio, morirono 200, per- fone di Aia Corte, fé ne ritornò al fuo Palazzo. Né da tralafciarfi è la Chiefa Parrocchiale della Fortezza , nella quale dall'Imperatore noltro Francefco; I. è man- tenuto un Rettore, che ne abbia cura-j ed all'attenzio- ne,e vigilanza del prefente Parroco Carlo Farolfì devefi il luitro maggiore di detta Chiefa , nella quale veggonfi tre Altari 5 effendovr due tavole lodatifBme ; la prima ali' Ai- tar maggiore è una Pietà con alcune Sante , opera di Pietro^ Perugino, e la feconda- alla Cappella di Santa Barbera, ove AlefTandro Allori con bel penfiero effigiò la medefima Santa. Nella Cittadella avvi altro luogo venera- to da'Fiorentini, ed è il pozzo di Santa Umiltà, chiaro rifcontro, che una parte della Fortezza fi a fiata edifica- ta fui terreno ,, ove già eravi ili Monaftero di quella Santa. Edi quello pozzo ne abbiam parlato- -fieli' ifto~ ria di Si Salvi al r. tomo* ì ? ?i V. Pallerò ora alla Via di Gualfonda, nome in-
dicante Valle .fonda , o profonda , già ftrada fantifìcata dall' abitazione ài Beate Dònne dette le Pinzochere del terz* Ordine di S. Domenico, ed acciocché le vere no- tizie di così pie Donne non vadano in dimenticanza ri* porterò qui una memoria comunicatami dal P, Fine-» fchi notiffimo foggetta di Santa Maria Novella. Origine del Monaflera dato Capitstà-
di San Vincenzio in Guai fonda* « 1* TN certa Ricco figliuolo à* un Mugniaio nell'an-
» v_J no 1307. fece fuo teftamento rogato da Ser Feo >, di Ranieri Lapi > ove lafciò al Convento, e Capitolo 9) di Sanca- Maria Novella dell' Ordine deJ Predicatori „ una cafa porta iti Gualfonda con obbligo , che i PP. >, del predetto Convento vi teneflero otto Pinzochere, ,» proibendo il venderla, alienarla, o fervirfene in altri „ ufi, ed in cafo di contravvenzione ncadeffe alla Com. 5) Pa-
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té
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,, pagnia delle Laudi, la quale-venderTey e defFe il prez»
9, zo a3 poveri. Così ricavai] dai Ricordi del noilro Ar- ,, chivio . 3, Fu puntualmente fefequito dai nollri Religiofl
3, il volere del Teftatorej ed in fatti principiarono 4 „ porvi alcune buone donne ? le quali talmente ritirai „ tiffime vivevano , che in breve tempo iì vidde la ca- ,, fa diventata un Mona itero , detto prima il Capitolo ,, di Santa Caterinaj e pofcia di San yincenzio dì ,, GuaJ.fonda. j, I PP. deilderollflìmi d'aumentare il fervore , m
3» lo fpirito di queite Serve di Dio, le quali <c-refciute „ erano di numero , incominciarono & fabbricare » e 5) alzarono <di due piani Ja cafa 3 ed incorporaronvene „ un* altra attenente al -medefimo Convento , .che era, » contigua , ed in sì fatta -maniera vivendo , comune^ jj mente Monache fi addimandavano, elTendo fervite per j, principiare i* ofìferyanza in .alcuni Monatìeri ..della* j, Città., coinè più fotrò vedremo « 3, Col lungo .andar rdel tempo ^apa Pio V. giu-
,, dico di efortare le medeiime Suore a volere pren- j3 dere la :claufura 4 poiché iin allora fenza di efla vi- 35 vevanoj e non volendola effe accettare , proibì loro il » veftire } ^ed in guerra maniera venne ad estinguerli tal 3, iftituto; e r,uitima di quelle, la ,quale morì nelT an- j, no 1622, fu una certa Suor Vincenzia di Metti da 35 Campi * Né fi deve omettere come di queite Suore 3j ne parla l'Autore ,di sottra Cronica al Capitolo j, xxxir. così,. ' ; : 3, Completa /quantum Ucuit intimarum partium huìus
55 ampliJfim& domus defcri^tione )radexternas quafdam fu- » pere fi accedendum ; & ut a minti t remotis ad remotiora yy profìcifcam/tr • ;Sciendum ,quod humana faluìis anno jj MCCCVIL Riecus quidxtm- Mugnai cuiufdam filius ex 3 3 noflrs. ■Ecclefiót populo futi > qui Dawidicam fapi enti am 3, doc~lus fuper .egenum\ & pauperem intendebat libenter, 3, Hic itaque eodem anno, die quintadecima Decembri s , ji Feto quoddatn Zapi Fi Ho Notario fcribente^ fuam con* 5, di-
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,, didit teftamentum ^ cuius exemplar afif/d nos e fi, in quo
?, inter cai era fu-a legata continetur , qi, od Ccenobio noftro j, reliquit nowam qnamdam domum in noftra Varo chi a Jtm ss tam j JW /#??<? i^<?, & conditione , <po// Vatres in ,, ftów inducerent faltem oflo ex illis .tertii Ordini* So- j» roribus 5 ^#tfj *vulgo Vinzocaros dittivi , <j#tf.r e** p##» s, periorihuj, .atque honefiioribus Jele&as in *viam Dei di' j, rigerent .& ad regala ?ol fertattonem monerent, & quod j, prò i$fìus Ricchi donatori/, fuoruwque [alate Deum o- a rarent, f#vius hortarentur . ìnbibuit etiam Fratribus ne j, domum ij>fam ^vendere , /?# permutare , //^ p gnor e £one~ 5j r? 5 .alienare , feu in alium quemlibet afum ^vertere allo 3, .-unquatto tempore , alla de e auffa , ér" quwis motìq Voffent. 3, lnfi.itnìt quoque , ?pW y? *p/# earum minus pie •> minnf<ve }ì religio fé «vimeret, Vatres eam domo pellere , /# eiufque 3, locum alterarsi jtojfent piena fotefiate fufficere. Vatres 35 igitur prò te fiamenti dif^ojìtione j?er gentes, .^/y.#/ y^- 53 xioris ionfilii, firmiorifque in Deum animi norant • i# 93 ^«z ìntroauxerunt domum 3 eafqie oh foci ale m , coma- jj nemque witam ( #*z»2 antea fparjìm intra fatsrnos la" 3, r<?x amaqu&que <*vi*vebat ) C abitali Montales a^el- a» Jamerunt. Cajtitutam enim -afutì\ C&nobitas congregatio* 3, -*fff« , é^ focittatem quandam fonat * Eam cavitali de- li nominationem tenuerunt, //£ aiunt » ufque ad Sancii Win* 33 xentii mortemi feu SanBorum tathalogo adfcrij/tionem ss «3#wo MCCCCLV. a C.alixto tertio eius compatriota ef* 33 fe&ams poflquam Moniales S. Vincentii avfellari coejje* 33 ,r#/7f . Cum.autem merito , cb* numero in 4ies crefcerent > » ?«*# domum augumentare necejfiarìum< fuit} quod %mti- 3» ^»e i« altitudine faftum efi, cum extenfionem^ 4$ la- ri titudmem Jocus nietaret anguflior. in maiori *rgo in- 33 f/ft/4? Wo^?o maiorum noftrorum fanBimonia 5 C^ fanclif- 53 jgutuf Jnfiitata j/rsceptis in multa cordis Jiw]>licitate 53 Deo famulalantar y rebus quidem paufer.culd , /<?^ re//- ,^ gionis-^ pidkitiàL , ér abtt menti a thefeuris loci fletè s. 33 lauta Jiquìdem earum fantlitati? opnio infonuit apud 3, vmnes, quod j,ro pluribus, <$r magnis ,quij/]>e Mone&e- 3, r/// inchoandis , znjiitaendis, ^c dirigendo, non femel Tom, IV. q 3) quem |
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>, quadam ex hac humili domo defumpta fuertnt. Ndm
jj cum anno MCCCCXXXXII. Baldaccius quidam Angla- 3) rienfis bellica gloria clarus a quibusdam fade trucida- 53 tus fuiffet, eius Coniux Annalena nomine} ades} quas ?, intra SanBi Tetri cognomento gattolini portam habe* jj bat in celeberrimum *vertit MonaBerium, in quod cum 5, multis ingreffa matronis non alia no<vi fui Monaflerii ,, induxit YrafeBas, atque Magiflras y quam ex hoc de- ,5 *veto fumptas Capitulo . Cuius certe potiffìmo efl argu- jj mento, quod Annalena Moniales eumdem, qualem ha j, indnunt habitum , ér" eodem modo, quo ha fub Dillo j, Vincent io militare [e iaùlant. Idem grate rea acci di t} ut 55 ipfa referunt 5 [urgenti Sanila Lucia Monaflerio, quod j, tamen procejfui tempori sì & claufuram admijtt, & ev^m 5, lum ; ad cuius regimen quadam ex his proftBa prima 55 religionis fondamenta in eo iecertmt, quod quidem ma- j} gnum probitatis earum eB argumentum} prefertim cum 35 earum Inflifutum non omnimodam 3 ut reliquarum fere 35 omnium Montalium} exigat <vita> & clauflralis difci- 53 plina perfeBionem . Non enim tria 'vota profitentur 3, folemnia , fed quamdam Jimplicis cuiufdam regala obferm jj evationem promittunt. 35 E* da correggerfi però uno sbaglio prefo dal Cro»
}j nifta nel foprallodato Capitolo, mentre egli afieri- 33 fce j che fi cominciò a denominare quefto Monafte* 33 ro , o fia Capitolo? di S. Vincenzio dall'anno 1455» 53 quando ritrovafì eflerfi comunemente chiamato Mo- „ naftcro di Santa Caterina da Siena fino all'anno 1537. jj Nel qual anno per iitanza fatta dal P. Vicario Generale „ fu radunato il configlio de' Padri dal Priore del Con- 33 vento, il quale era un certo Maeitro Fra Arcangelo, ove 53 fu concluft), che per difiinguerlo dal Monafiero di ,3 Santa Catarina fu la Piazza di San Marco, fi nomi- j, nafte per l'avvenire di San Vincenzio, mentre in j, quel tempo dicevafi Capitolo di Santa Caterina 5 le „ parole, che nel libro de'configli fi leggono alla pag. 3Ì 76. fono le feguenti; |
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Die 27. F eh Guarii 1537*
5, Coadunatis Patribus per Referendum Triorem
35 .Consentiis Magiftrum Arcangelum in Camera [uà, & „ fere omnes contener unt : quibus propo[uit tri a , pri- 5? mum qualiter Rewerendus Vicari us Ordini* pracipiebat 5 9 Jtbi j »/■ 2jp/è tonerei aliquam diftìnBionem inter Mo~
^ niales San&a Catherine mulgariter ditta del Capto- n lo: & Moni ale s 5!. Caiberma de platea Sancii Marcia 5-3 & quo ad hoc conjiderata intensione Vicarii MagiJl ri 55 Ordinis emnes connjenerunt in hoc, quod de sMero Mg- ìì niales Sancii Vincentii nuncuparentur . VI. Trovali pure in Gualfonda il Calmo 5 e Giar-
dino de'Marchefi Riccardi, che comprò, giufta il Dot- tiflìmo Sig. Dottore Giovanni Lami, il Marchefe Fran« cefco nel 1598. da Giovanni Luigi Chiappino , e da Gentilina figli di Niccolò Vitelli per la /om-tna di feudi 18. mila e cinquecento. E voìendofs dire alcunché ài così famofo, ed ameno luogo riferiremo quanto ne fcrif- fero e il Cinelli »nelle Bellezze di Firenze, e il fapral- lodato Signor Lami nella Vita del Marchefe Riccardo Romolo Riccardi. Queiti adunque alla pag. 144. « fé* guenti oltre alle pregiatiffime note traduce in compen- diofo, ed elegante latino la relazione, che ne fece Mi- chel Angiolo Buonarroti il giovane in occasione delle feliciffime Nozze della Criftianiflìma Maeftà di Madama Maria de' Medici Regina di Francia, $ di Navarra > e leg- ge fi come fegue : His accejffit altefiu* Viri patricii Richardi Riccar-
Hit laetum , iucundumque fpeBaculum. Is hortos , inter alias ownes urbanot nobiliJJimos pojfidet, in quibus p-a- ter amoenam agrorum^ winearum t nemorum, & multipli- aum marum, in medio prato concurrentium > & [e invi- sevi tnterjecantium warietatem, quum multas erudita an- nqtitpatts reliquias xollocamerit » atque digejferit, Imre» Mi li ter Jele&ant , & admiratione per celi un t. Etenimì 6 per ilhs [parjìm^ & per Tratorii pvrttius $ua cava*
C 2 dium
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dium ambiunt, & per cubìcula » magna fimulacrorum, prò-
tomarum, & Sarcophagorum, cum Gracorum, tum Lati- norum, copia, & pittura excellentium artificum con [pi- ci untur : qua quidem omnia pò thefauro admirando ha- ben pojfunt. Bue quum Principi omne* die incanenti p contulijjent, ut Ma. amoenitate & pulcritudme gaude- rent- qunmque tam omnia "omlirluflraviffent, ànacumque hortoj*exomabant, & ìucundos efficiehant, in fublimi pU~ mate tonfederunt. Ante hoc longa a finittris w, a de- Jtns vero patum erant ; bine parvi* gratifque luci? ex- trmjecu* etreumdatum > Mine vero [cena nativa fpettan- dum, pampinets vitium flagellis inter fé complicati* & extenfi* Malorum medicarum ramir, viridantes pan'ete* exhibentibus . Hifce adharente* fuper gradibu* fedebant Matrona quam plurima, atque exflantiorem locum alto, & nobili ornamento decorabant, tam amabile Cui fpettacu- lum prabente*, ut & ob illud, dr ob immenfampopuli multitudinem, & fi alia fefla abfuiffent, magna omnium animi voluptate iam perfufi efent. Timt autem pofl fo- nante s tubas ingenti, ornatoque currn vettus homo qui- dam, cantari* adparuit » qui perampla ac fplendida vefte tndutu* , lanreaque redimita*, reprafentabat Angelum Po- litianum Poetam, qui Ludos Fiorentino* cecinit y duxit- que pofl fé quinque Equites armorum trattandorum peri- ti/fimo s% ludi genns nunc prope exoletumy & olim Fio- renti* frequentiffim#m. Pofteaquam ille cantu lyram um« perans ludi proaemium coram Regina cecinit, mutici* a* liis inUrumentu inter arboreo* ramo* numerofe confonan* tibu* recejjit , (gr UH equites veflibu* pulcris ér varie ornatis , more antiquo amitti integra caliga , & brevi ar- Boqne thorme cmtti'fingali, & feorfim e loco praferipto diJce'dente*, eqms infidebant > ac in medio curfu il ape di $ tnfrflentes furgebant y dirigebantque ha/las, & hommi* fa- r acmi .fimi acrum, certammis feopum, invadebant, qui pre- mia de in de prò meriti* retulerunt.. P&ftea Pindaru* habitu vefii* graeco, alio currn addetta* efl, & ipfe laurea co. ronatus, eodemqao primu* ordine cantavit ,duxitque hi. gts} ut tn Gracorum ludi* fieri confuevit, quatmr vU |
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ros eertaturos: ndm Graecos ludos■, vittore? eorutn cantu
commendane, ille laudibus tulerat. Hi quoque certarunt, ut UH ì Ò* digna jramia acceder unt. Ho? deinde fecutu? cft pulcer chorus puellarum rufticarum, et egregia quidem forma , rufticorumque adolefcentum eleganter ornatorum;.-,> qui coram friucipbus eboreaf ducentes , atque. canentes>; onuflum forni$, aliisque terra fruflibus-, in argentei s ca- ni ftris difjfojìtis) currum Regina ohtulerent:gratias agen* tes, qiiod Regia femina eorum cafas ; atque hortos fud: frafentia dignata ejfet. T//«£ formofa: evenufiaque mulier Diana habitu-, fublimi in fella > & groge triumghali injì- dens dutla eft, qua non magir eiegans., quam gratis & maieftate merenda ^ cantu animos- demuljtt^ & *venationi ferarum initium dedìt. HinC) quum illa difcejjzjfet, mul- tue ferae emijfae funi-,., qua$ canes agitante $ per Jìl<var non tam arboribus, ^^^»z hominibus crebris conBantes k infequebantur ; quod quidem* non mediocrem moluptatem ob marietatem multiiugem, fye&atoribus a t tu Uè:. Hac & alia id genus y obleBamenta & fpeffacula edita funt in bor- ii s illÌ£ amoenijfimis , breviJ/ìmo temporis Jpatio , ufque. ad fsrum ,. quod omnibus finem imjtofuit ■» VII. Sin qui il Sig. Lami avvifandòci'» che quefta fe-
tta, ed altre dai Sfgg. Marchefì Riccardi quivi celebra- te } fi veggono da eccellenti Pittori colorite nelle came- re a terreno, nel qua! Cafino il medefimo Riccardi vi trasferì un ricco Mufeo di flatue, di tavole rariffime, e di preziofe gemme di ogni fpecìe ; vi fece pure una libreria di mille pregiatiflìmi volumi ferirti a penna, ed altresì collocò nel falvatico di quelli orti varj vetufti fi- rnolacri, concludendo il detto Autore così: & Sylvac horrorem difpjitis late ftatuis fecit àmabilem. Il Cinelli poi ne difeorre come fegue ìk ,) Cafino del Marchefe Riccardi, quale non folo è
„ adornato di vaghiflìme pitture sì a frelco, come a olio „ di valenti Artefici , ma ancora di quantità confide- „ rabile di Statue amichete moderne. Ha congiunto a ,) que-
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?s quello un deliziofo Giardino acconciamente adorna»
5,5 to , ove fra le altre comodità vi è luogo da poter fà- » re l'efercizio della Cavallerizza,^ la Nizza da cor- 5, r-ere la lancia.,Ha queito, oltre un vailo giro di ter* ?, reno., un ricetto in forma ottagona , ed iti ognuna j, delle facce fi vede una lunga viottola, ed in ognuno j, degli .angoli una ita tua di marmo antica maggiore del M naturale. Evvi ancora un ameno bofchetto tramezzata w tutto con teiìe di marmo sì antiche, come moderne * ,, che fanno grazio/a veduta ; ma .per cominciare dalla ,j porta principale , entrando fi trova un vago rider- « to adornato di pitture a frefe© nelle volte, e divifa» n to con molte teite di marmo antiche-, e moderne . E* K da ogni parfce di queito ricetto un appartamento ter^ 55 reno -divifo iti ben acconcie e adagiate camere . la » una di quelle da mano diritta è una Vergile di mar*» w mo coi Bambino Gesù belliffima; è la Vergine fatta n dal mezzo in fu, e pofando fopra una baie ibiliene 5, con la delira il Bambino } cjhe intero fi vede : fo» j, -grandi «quanto il naturale molto bea condotte da in* „ duiiriofo ftarpeHo. Nell'altro appartamento a mano j, manca è nella prima camera oltre una vaga volta 5, diva fata di iiucchi,, e fa efebi, nei .quali moke fé ite fat» ,, .te in queito luogo fi rapprelentano , una Donzella^ ^ che balla ; pofa quella fopra il fìniitro piede 3 e .l'ai*-- „ tro , che vùrie avanti in mia foitierifi con molta gra- 55 zia: ha le braccia dille fé in quella forma appunto 5 w che allargar dalla Vita le fogliano coloro, che ballai 5, no le -Ciaccone alla .Spagnimla , e Je medeilme gnude j, fin fopra il gomito., e gnudi fono anche i piedi, e „ £g.urandofi\di fottihifimi panni veitiraj .è con tal mae- „ itwa lavorata ,. che lòtto gli abiti lo gnudo tutto fi ,, riconofee. E* finalmente que#a delie, più maraviglio*- 5> fé iìatue , che degli antichi fcai pelli villa fi fia , e fleti- ,, do in -ogni fua patte graziófa oltre modo, efprimen- ■>, do con leggiadria incredibile } razione per la quale „ fatta fu : è d'opera , e maniera Greca tenuta in gran- ,5 didima ftima dagl'iti tendenti* Nella Cappella vi <è ,un 5) Cri-
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„ Griffo, che fa orazione nell'orto, fu fatto in dono da
„ Vincenzio Dandinì per lo fpogliatoio di San Benedet- ,, to , dal quale avendola il Riccardi in vendita j fu dal „ rnedèfimo rifatto il Crifto, che porta la Croce, che di „ prefente nel medefimo luogo fi vede . „ Vili. Oltre a quefte notizie fommariamente accen-
nate dal Cinelli vi farebbero da annoverarli altri tefori aumentati ogni dì più dalla vaghezza de'Signori Riccar- di in nobilitare il loro Cafino: e per rammentare al- quante ragguardevoli cofe tralasciate dal Cinelli, dire- mo, che nella Cappella dedicata alla Santa Croce, am- mirai uno sfondo , nel quale Giovanni da San Gio- vanni dipinfe il trionfo della Croce , fofténuta da., un vaghiflimo gruppo di Angioli, che fembrano vivi. E nella ftanza contigua alla Cappella trovàfi un'abr bondevoìezza di quadri fatti da valenti Pittori full'affé," e rapprefentanti 1* effigie de' più illuftri uomini, o fi- voglia nelle fcienze , o nell'armi, o nel governo poli- tico. Altro pregevole monumento vedefi nel faìvatico, che è una ftatua rapprefentante Papa Bonifazio Vili. della quale così fcrive Leopoldo del Migliore nella Fi* renze illuftrata alla pag. 15. „ Èravi ( nella facciata „ del Duomo ) una grande ftatua di Bonifazio Vili. „ della Cafa Gaetani, che ftava a federe in atto di be- ,, nedire il popolo,- Pontefice, che era ftato un grande jj amico de' Fiorentini , e un gran benefattore della ,) lor patria, e quegli, a cui fi attribuiticela cacciata de* „ Ghibellini rifioriti in que'tempi, fotto nome de'Bian* » chi, che oggi è de'Riccardi in Gualfonda• „ |
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L E Z I ONE III
DELLA CHIESA DI S. GIOVANNI DI DIO.
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®**>
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A varietà de* nomi , co* quali qucila
Chiefa è (lata appellata da* Fioienti- |
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^*f58£5
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, **re| i 'ni > potrebbe fervire per illultrare la
&J!$ÌtT j Storia rdi -efia ;. conciofikchè trovati- _ i doli in antico chiamata Spedale >de9 fcfl 1^KSIÌ/]É VeTgutci.,, -noi venghiarno in cogni-
Wsm^Etgnmmmm. zione della Famiglia., che la fabbri- cò ... TE petcliè nella fondazione fi vuol, che folle dedi- cata a Santa Maria dell* Umiltà , ne* contratti leggefi con tal titolo denominata , e maflìmamente in una >e- ■pìH-ola feruta a nome della Repubblica Fiorentina da Colticelo Salutati ^fìiknte in ma Codice iprelfo i Signo- ri Baioni del IsTero > e dite rcome apprrfo : Card. Fa- Juano ,, Me%mendi^tm in^Irifio Pater .. fScrijtJimus & ìrerìfe frefmti Simmfr fontìfici^ quod kimoni Te fp uccia Jiedifcatoti mlxfdem Mtfp&aM*"•£. Marie de Humilita,' te y concedere- dignaretur , quod al* ari a duo poffìt erige- te j ^campana* et campanile confiruere> mtque [tenere , pre- Jentareque tam Mojpimlamum '4 quamr Re Bore w , ficut in alia tua grafia coniinetur, non oljìante clau/uia > que ap- $o$£4k fifitafitMo gjprfr ^moejìialis !EvcleJie•, ;& omnium ali-orum .per ,-qunt«vìdekamr -exncutio diBe grafie per ca- luwniam impedir i., Werum quod per W'en. Frattes Rcve- rendi m Magift rum Lucam ( Card. Man/uoli ) ,& alios de comi tatù Ecclejie omnium SanBorum , fuimut jnfrper wul* tis ,ra£Ìouibus informati *> quod 'hoc -efi jyjìus 4? diBe Me- tlejìe tam inlvrabile quatto damnofum , ' ist Nos ^ellemus taies fupplitatiowes noflras prodeffe ^ quod muUìms tura penìtus lederentur . Dignationi «vepre,, tanto affeBuofius pojfuwus fupplicamus , qu.anto tura dtBorum Fratrum at~ que Far oche ., dignemmi «vejlris p atr orimi s adi uw are ? v '■'' ■ vtiam |
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ttiìtw 'fi l Mp'fa I ftituruìp i e£Te^ WM&$ày fa jhufuf^di, y#ra
tre fato Domino noBro de devotionif nofìre fyorè, commen* iabo . Non enimali ter Ci^vib^s noftrjf ad favor em ob~ noxìi fumus, 5 ^q^m /,»t uitdìuv^ndi^fi^ìoj^^nepfitii tamen Ani uri am faciamu r . Datum £ltyf}nti£ \ dim% I. QMohrif % g 9C* J»</.. 14. Ma da\ quel tempo, in u poi ù che vi e nera ro- llo i Padri di San Giovanni idi Bioy rito detto corrotf tamente lo Spedale ^fj^rafe ^^^t£f§mm iettali dal porrare fui braccio finiftro ty-na fporra, in occafione, che {correvano la Città per cercare limofine » dal popo- lo ebbeto^ufcu Somigliante /opràntnorneojLa prima però -appellaziione loro data ingranata £ù Mate ben fratelli „, equeitaa riguardo .della mirabil carità > che il Beato Gio- vanni di Dio Iftitutore di queft* Ordine efercitò invér<|- fo de* ipoveri inferirti-.,, jn #UX0. de'quali egli aprì ua infigne Spedale in quella Cirtà $ aggregando a tal fine fervorofi Compagni , i, quali desiderando di ftabilire la pia opera/ondata dal Santo, iqhe tnorì-,nel 15 5&*I dipor- tarono sl Roma per prtenere sda iFapà afifyifc ì\ apprjjw vazione del pio Iftitiiio * :eZn&,riportarono h Bolla;\Etfi Kohis data nel 1571. nella quale il Sandfórno Pontefice preferive a* .novelli Religiofi la Regola .dijiS,. Agoltino , ed il color nero deli* abito& e la pazienza fino alle gi- nocchia . Quandjo poiqueiìi Religiofi veniflero a Firen- ze v e dove primieramente alloggiatfero , J'.dbbiamo da* parecchi libri di ricordanzer con .piccolo divario dell* anno , originato dalla maniera, di ^contare, chi dagli anni a Nativi tate , e chi \gb Ineamatione . Ed avendo trovato più efatto degli altri il Diario fcritto a penna nella Libreria del Magliabechi, ie iue parole qui rir porterò, che fono le Teguenti ,, 2. di Aprile 1^87. Ven- 5, nero in Firenze di Spagna i Frati di S. Giovanni » di Dio, e loro fu dato alloggio nello Spedale del- j, lo Spirito Santo alla Porta a S. Piero in[\ Gattoli- j> no ,, e poco dopo leggefi come apprcilò *> Primo „ di Marzo 1587. (ab Incarnatione ) i Padri Romiti „ di San Giovanni di Dio detti della Sporta ebbero Vvf abitazione in Borgo Ogni {fan ti ,, la quale è fiata - T°™- IV. D „ accre- |
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te accrefciuta ed abfceMifa j> avendovi incorporate altre
& Gaie • de*Vefpucci '^wlV\:p •/ 11. E guì convenendo* dire alcunché della fonda-
zione di quefto Spedale r rammenteremo con piacere queli* iìlùftré" Famiglia de*- Véfpìicci -, la quale olerai 1* aver lafciató in Firenze pregevoli fué m«bor^e , .W» me; treGotìfatfonieri di Giiiftizia , 25» Priori, e 25. «de* tfotffci? BuonUomitór,V' ed avere altresì iliuftrato la fuà Patria con foggetti nelle guerre > nelle feienze. y e «ielle Arti celebra tiffimi> \ " ebbe ancora- la forte di date al Mondo nuòvo Amerigo di-Anaitagio di A*merigo di Stagio Veipuce&v aMà cui eterna memoria quella '.qupap- fa parte della Terra avendo pfeTo M; nome dal fuo Sco* pritore r chiamali America ; ma di quefto gran* Fioren- tino ne ragionerò dipoi V E lenendo per ora allò Spe- dale , notar fi vuole con Stefano Rovelli , che il Fon- datore ne fu Simone di Piero Vefpucci del popolo di Santa* Lucia d''OgnifTanti jqft quale nel 1400» fece il fuO: teftamento efiftente nell'Archivio del Bigalla } col rogito di Ser Paolo Nemi a* 21. di Mugliò di detto aa> no* In'effo adunque ìafciò egli eafe ? e terreni peri il mantenimento di quefto 'Spedale ©on le feguenti con- dizioni j, 1. Che ferva per ufo de' poveri bifognofi di tì ricoverarfi la notte : 2. Che fi debba intitolare iiu 35J6 Santa Maria dell' Umiltà : 3. Si mantenga luogo pro- >s, fanoy e laicale-:. 4. Con obbligo di mantenere due* 'n Altari , e letta diciotto con la celebrazione di una ,,. Mefla ogni di s ed un Ufizìo de'morti in perpetuo „ ogni anno :. 5. Lo fottopone al Dominio della Com- » pagnia del Bigallo „ Quefta avendolo accettato , lo mantenne con, le fopraddette condizioni , e colle medefime da effa fu raccomandato al Magistrato itelfo del Bigallo } il quale foddiskee al tutto intera- mente .ì fino al 1587. nel qual anno il pio Luogo fu rinunziato lì a i" Reiigiofi di San Giovanni di Dio 3 con 1* obbligazione dì efercitarvi V ofpitalità fecondo il proprio Iftituto , e di pagare al Magiitrato iuddeu to una libbra df cera bianca lavorata ogni anno per :r\ : :■■ ... Ci re- |
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recógn&foneridd padronato % come per 'Iilrumen;tò>,Uche
rogò Ser Gherardo Gherardini Notàio Fiorentino ai y.ndi Febbraio del ■15.87. s o'ja>o!it *w&3v hWi :i$i . r> IH. A chi poi fieno tenuti i•....■■Padri ài S* Giovali* nidi Dio per la graziofa rinuncia1 del Bigallò , mi pia-> ce d* accennarlo colle, parole delHPadre Jacopo tRefna- li Priore, ed infignè Benefattore dei Convento, in tìnàl memoria Iftorica da liaà*principiata 9 e^dhe •pernia itm morte feguita nel!' anno .1752; è rimafa imperfetta > leggendofi in effa così ,, Ferdinando Primo di ^querto „ nome >ue /Gran» Duca» ili; di Tofcana ,-per le-cài^ ,, de fuppiiche elei Cardinale Aledandro de* Medici'Air*; „ civefcovo di Firenze vigilantiflìmo^, f voli e, che ilMa,- „ giitrat© del tBigaJtlo';!cedeiIe altioi queft© Spedale.,*?,! ir avendovi ancora dimok© cooperato con le fue rac^ „ comandaziom la puffi ma Principerà Maria de* MecBci y, Nipote di Ferdinando , da quale, pofcia £u Regina 9d& ^^raiìcia-^ E giacché il fbprallodatè Prióre ci<Wia¥? rammendato: la pietà -di Maria de'. Medici ,'àon diieli ce qui una breve digrefiìone col" racconto idfj uncfegnàiJa- tifTrmo benefìzio, che detta Principeflai'già fpofaiddfle Enrico fece a queliti ! Religiofi . Imperciocchéiin ^quelle fue reaili grandezze memore ella de'fanti efenrpli éi carirà da lei più ;fiate loflervati in Firenze > e dati: da* Padri di S. Giovanni di Bl®4'ihÉéfe^4dbéì^^u«lSia3^c^ ligiofi ai Gran Duca per in ifua iCittàa 'di: Pacign,.1 aàf quali, giunti che furono in quella Metropoli .deIla::l*ran* era , Maria fondò uno Spedale accanto al 'Reale Pa-i lazzo , gettando ella^fteiTa la prima Pietra benedetta^ dal Cardinal Bonfi Fiorentino., chiamandolo. Spedale de Ma Regina ,-e volle eziandio , che in. detto .-• Spedalo* foflfero preferiti ,i Fiorentini pifeoàn Parigi afe ne tro-?.. vafl'ero inferrai q e s&òiper, la neceflìtà d* ampliare gli edi'fizzi> Regi > pofcia fu d'-uopo diroccarlo;,? da L ?Re Frartcefr però un. altrói Spedale 'furfatt© fabb ricaxe in Parigi con gran magnificenza, ed a' medeftmi Religio/I datone il i-governo-- Iwm^iiì'* ■*! ,-■•■•■•,.-.- JVifl E dopo, fa Mia digreflìonet in :-ondre de* Fio-,
*' « D 2 ren-■ |
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reatini, tornando noi alla Storia , entreremo ad offer-
vare lo Spedale , il quale innanzi alia venuta di que- lli Padri vedeafi collocato a terreno , e fatto a tetto nell'andito» che inoggi per gran dio fa fcala conduce al nuovo Spedale irNè; sì tòrco i vi entrarono i religiofi Qfpiti , che con le limoline date loro dal Gran Duca Ferdinanda fino a do©, feudi per volta » e con altri da- ilari £òmmini#rati da varj Benefattori, ridwrTero il det- to SpecWetto del Bigallo a ufo di Chiefa , trafportan- do gl'infermi in uno Stanzone a manritta , ove pre- fenteménte evvi la Chiefa nuova.; e qiueffa fu- la pri- ma vicenda j o fivvero il primo miglioramento dello Spedale , che poi coli' aumento dì lafciti*, e ài legati pif, riiaffimamentc deile Famiglie Ximénésb, e Comi, fu nel 1635. nuovamente abbellirono , reltituendo lo Spe- dale al fuo primiero antico luogo , e di pianta mu- rando una Chiefa , la quale flette in piedi fino alla fi- ne dèi paifato fecoló , quando per le indurine di Fra Tommafo , Mongai Fiorentino•', di Famiglia in quello Convento $ e Predicatore zelante ^moltiplicati i Be- nefattori 5 fi principiò la vaga prefente Chiefa col difegno di Carlo Andrea Marcellini , che la terminò nel 1702. come ©{ferveremo in altra Lezione. Renan- domi per fine da notare » che nello fieffo tempo , nel quale fi fabbricava la Chiefa , fi diede principio ad un ampio Spedale, al cui felice compimento contribuì un' imperifata vicenda avvenuta in Firenze nel 1734. che io riporterò , come la fcriffe ne'fuoi ricordi il foprad- detto P. Priore Refnati , dicendo come appreffò „ 11 Se- „ reniffimo Gran Duca Gio: Gallone confiderato avendo « il vantaggio della foppreflìone dello Spedale di ìBo- ,, nifazio deltinato novamente ad effere un Albergò 3) di tutti i Poveri mendìci , e folle e ito ài trovare un „ luogo, ove afliftere» fi dove/fero gì' infermi ài Boni- ,1 fazio , fece fa pere ài Priore di S. Giovanni di Dio, „ che T Altezza Sua avrebbe gradito , che i fuoi Re- ,, ligiofi accettaftero la cura degl' Infermi di detto Spe- ,j dale , e clie circa le fpefe per il mantenimento, det- 3) CO
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„ to Padre trattane co' Signori della nuova Congrega*
„ zione di Bonifazio, ed avendo il Priore più volte, ,j parlato coli* Arcivefcovo Giufeppe Maria Martelli > „ e co* Signori Senator Filippo Cerretani} e Marche- „ fé Neri Guadagni deputati per ciò dalla Congrega» „ zione , fi venne tra detti Sigriori > ed il Padre Prio- „ re a nome del Convento al contratto rogato dai „ Notaio Giuntini con i feguenti patti : *. Che s' ob« ,> bligavano i Religiofi di S. Giovanni di Dio di ac» « cettare, e mantenere gli ammalati di Bonifazio ripar* j, titamente per giorno numero ventiquattro .2. Che j, per le prime fpefe de" letti , ed arnefi la Congrega- s> zione di Bonifazio darebbe feudi 40®. 3. Ogni anno i) a' Padri fi pagherebbero da detta Congregazione feu- j> di~8oo. Quindi ridotto lo Spedale più prefto a quel- t$ la perfezione di fabbrica, che inoggi fi vede , nel »? 1735. ai 29. di Maggio giorno della Pentecofte ne ?, fu fatta T apertura con numero 40. letta tutte occu* » paté da Infermi , ma con un apparato di fuoni di 9» mufica , • e d* illuminazione , che durò la fefta tre 9» giorni per appagare la divozione e de* Cittadini , e jj de' Foreftieri, che vi concorfero „ Ma né pur qui fermandofi il coraggio del Padre Priore, pieno di fidu- cia nella bontà di Dio , e nella beneficenza de' Fio- rentini, formò il difegno di un'altra nuova fabbrica^ unita allo Spedale con dilatare fino alla Via Rofa le fondamenta , fuile quali murò un quadrato di edifizio avente tre ordini di itanze , uno fopra l'altro coli* idea laudevole di fare un Seminario de* fuoi Religiofi > i quali applicar potelTero agli ftudj di Medicina , e di Chirurgia , come coftumafì ne' Conventi di Parigi , di Palermo , di Praga, ed altrove. La deferizione però di quefte fopraccennate fabbriche ci rimettiamo a dar» la nella feconda Lezione. . . V. È ritornando frattanto al Fondatore di quefto
Spedale, che fu Simone Vefpucci, penfo di diffonder- mi alquanto a difeorrere qui de i meriti di Amerigo gloriofo difendente di quefta Famiglia, e feopritore di una
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una parte del nuovo Mondo . Né 'fi maravigli 'alcuno h
ohe io mi fra invogliato di fcrivere qualche cofa fopra sì grand' Uomo , quando -già ri Chiaritàmo Sig. Aba-' te Angiolo Maria landini ci ha dato a31e ftanipe co-, piofe> ed erudite tnenorie riguardanti la vita , e i viag- gi del noftro Amerigo . Imperciocché non fan-anno mai, troppi i ,difenfori della virtù' ^oltraggiata , ed io , che, mi Infingo di andane impegnato quanto altri mai per, la gloria - de'Fiorentini , fono in queft'idea di tenta-, re una breve difefa dalle calunnie date ad Amerigo ,, e per confeguente ad uno , che ha fatto tanto Qflfìre^ a Firenze fua Patria . Perlaqualcofa' riferirò prjinier;aT mente quanto dei Ve (pu e ci fcriiTe nel fuo: gran :DizjpTe Ilario Luigi Moreri; benché egli dove parla di.&\ci&i%. paefi Indiani di qualche correzione abbifogni , ed in fecondo luogo noterò alquante poche rifleìfioni utili, ónde mantenere in poiMò di fue glorie.«; Amerigo , e Firenze . Adunque facendomi dall' Autore dèi gran Di-, zionario , dirò in Tofcana favella quanto ivi in Franzefe» leggeri alla lettela V. che è come appreso >,,< Amerigo, 5, Vefpucci celebre per i fuoi ..viaggi, e per le fue JcoT> if jberte nel nuovo Mondo detto , T America > era ' Ita-. j, liano j nativo di Firenze , Suo padre > che era Mer- j, carne, lo i/truì nella Mercatura » e quefla profef- >, none gli diede occafione di andare in Ifpagna j ed jS altrove « Il viaggio di Criftofor© Colombo Genove- K fé , ii quale feoperto avea nel 14^2. nuove terre nel ,j Mare Atlantico 4» diede non poca riputazione al nome u.'-di ..Ferdinando',< e d'llabella Re di Caviglia* e di sj Aragona , i quali gli avevano provvedute le Navi* ,) Le medefime Maeltà determinarono di mandare altre-; ìì sii Amerigo Vefpucci , che era in Ifpagnà>, ed a ral » fine fi prèfente egli alia Corte , gli ordini delia jcjua-? » le prontamente efeguire volendo, in qualità djrVler-; i> caritè fi rhife fopra la piccola ilo Ma di Alfonfo di 2?) Chieda , e partito di Spagna nel mefe di Maggio j> ( adì io.) del 14^7. navigò lungo le coite di ,Pa-; » rias y poi : in cquelle della .-terra, ferma ifino al golìi*. i ■ J 5) del |
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3i
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,3 del Medico ,e ritornò in Ifpagna a r 15U di Novembre
,, del 14^8. Egli pretefe di eftere flato il primo a fco- }, prire la terra ferma, che è di là dalla linea , e per „ fua eftrema fortuna ebbe l'onore, che non fi trova „ mai in verun Re dell' Univerfo } cioè , che il fub ,, nome fia ftato dato a tutte quelle grandi Provincie „ dell* Indie Occidentali dell* America , né fola mente ,, alle Settentrionali , o Meflicane , ma eziandio alle Me- j, ridionali,- e Peruane , le quali non furono fcoperte 5> prima del 1525^ da Francefco Pizzaro Spagnuolo . 5, Un anno dopo quefto primo viaggio Amerigo fe- „ ce il fecondo , e comandò fei Navi, o fiano Cara- „ velie fotto le Infegne de* medefimi Re Ferdinando, s> e Ifabella . Fu egli alle Ifote Antille , e di là pafsò ,, fulla cofta della Guaiana , e Venezuoìa y e ritornato n a Cadice nel mefe di Novembre del s-$ao~ fi ritirò >, a Siviglia, e gli Spagnuoli inoltrandogli poca-grati- >, tudine,*e riconofcimento di tante, fue fatiche, furo- n no cagione-di amarezze , e di difgufti nel Vefpucci . ^'Intanto Emanuele Re di Portogallo, per le fue belle y, azioni chiamato il Grande , per una fegreta emula- j, zione della gloria di Ferdinando, e di Ifabella avea 3, aneli* Egli fatto fare feoperta di nuove Terre, ed in- „ formato delle feontentezze del Vefpucci ,. lo chiamò j, ne' fuor Stati , e gli donò tre vafcelK per fare il „ fuo terzo Viaggio dell' Indie 3 ed avendo il Vefpuc- n ci accettato la fortuna , che fé gli prefentava , partì „ di Lisbona ai 13. di Maggio del 1501. feorrendo „ tutte le eofte dell'Affrica fino alla Sierra - Liona , ed 3, Angola ; poi pafsò lungo il Braille , e feoprì tutto ,3 quel Paefe, che trovafi fino a Patagoni , e Fiume del- ,, la Piata, donde ripagando dalla Sierra - Liona e dalla „ Guinea ritornò in Portogallo i 7. di Settembre del „ 1502. Il Re Emanuele fommamente contento di A- „ merigo , gli donò il comando di fei altri Vafcelli, „ fu quali il Vefpucci fece il fùo quarto Viaggio , e 3, partito di Lisbona a i io. di Maggio del 1503. na- „ vigò lungo le cofte dell* Affrica , e del Brafile , e col j) di-
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„ difegno di ("coprire un paflaggio alle Molucche -dal.
j, la banda dell' Occidente * che pofcia fu trovato, andò ,, alla Baiia di OgnhTanti, .agli Abrojhos , ed al Fiume » di Curubado . Ma non avendo la fua fiotta provvi- » fioni,che per 20. mefi , te cinque ne Avta confuma.- » ti nel riconofeere quefti paefì , perduta Ja fpewnza 5, di potere inoltrarli per i venti contrarj , determi* » noflì di ritornare in Portogallo} dove arrivò a' x$. » di Giugno del 1504. ricevuto con gioia di tutto il » Mondo per le ricchezze, che feco portò dall'Indie* j) E quello è r anno } nel quale Amerigo -ferirle una j> relazione de'fuoi quattro Viaggi., che dedicò <> noti 3» già come alcuni hanno creduto, a Renato Re di Si- » cilia 5 di Napoli., e Conte di Provenza , il -quale .era j, morto nel 14S0. ma bensì a Renato il. di Lorena , ,5 che avea prefo il titolo di Re di Sicilia , e ,che mo- j, ri nel 1508. Altre lettere fcriilè il Vefpucci , nelle „ quali parla ideile lue feoperte fatte nell'Indie. 11Ra- j, mufio «e riporta alcune , ve ne fono 4elle indiritte >, al Soderini Gonfaloniere ideila Repùbblica Fiorenti- » na , al quale Amerigo raccomanda uno Jde' fuoi Fra- 5, telli nominato Antonio . .Quello celebre Viaggiatore j, morì poco dopo il fuo quarto Viaggio . .„ % fin qui lo Scrittore Eranzefe , i cui sbagli , però non fo- ftanziali , fi potranno conofeere in jeggendo i quattro Viaggi, clic riporta il foprajlodato Sig. Abate Bandi- rà : né foverthie .certamente faranno le feguenti iifief- fioni mie , .che ,quì aggiungo per fervire alla fama del Vefpucci, ed .alla gloria di Firenze intaccate .da' Fore- ftieri . E primieramente raggirandoli le ragioni degl'Av- verfarj a dimofìjrare la fallita delle Relazioni fc ritte dal medefimo Amerigo a parecchi Personaggi , io chieggio loro per grazia oa non mi il negare ftnza evidente.^ ingiuitizia, e Ila , che per sverità Amerigo chiamato folle > ed invitato al fuo fervizio dal Re di Portogallo , il quale molfo dalla fama di si grand' Uomo , fece tan- to per averlo ne5 fuoi Stati , e the a lui confidò le fue fotte . Che le ciò è vero } chi mai fi perfuadeià, che
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che un Re impegnati/Timo in emulare nelle fcoperte
dell' Indie la gloria degli Spagnuoli cercarle un Uomo fenza credito , e di niuna elHmazione in Ifpagna ? Io per altro fo ragione , che Amerigo nel fuo primo Viag- gio , non foflfe Comandante de* navigli Spagnuoli, i qua- li furono certamente fotte la condotta di Alfonfo di Oiieda ; ma non elTendovi in quella navigazione chi meglio del Vefpucci fapefTe di Agronomia , come chia- ro apparifee dalle prime carte geografiche , che abbiamo di que'nuovi paefi da lui deferitte , niuno, che io fap- pia j gli contraitela} che la direzione di quefto viaggio per lo feoprimenro delle nuove Terre non forfè tutta fua fatica ; per la qual cofa , fé a buona equità devefi al fuo fapere lo feoprimento di que' paefi , autore an- cora lo appelleremo . Né giammai mi faptò perva- dere , che i Re , e i Principi , i quali noi fappia- mo j come fieno bene informati da' loro Ambafcia- dori alle Corti itraniere , tutravolta fi lafciafiero ad occhi chiufi imporre dal Vefpucci con millanterie da_. lui fognate , e decantate nelle fue lettere . Almeno mi fi nominarle uno Scrittore contemporaneo , che al Vefpucci àeffe una mentita , ma troppo pofteriori a quella età fono 1' Errerà , il Bruzen , Monfieur de la Martiniere , e T Abate Plufc Autore dello Spettacolo della natura , per volere negare al noftro Fioren- tino di avere avuto tutto il merito di dare il fuo nome di America al nuovo Mondo . Che fé mi fi rinfacciarle la Sentenza del Configlio Reale dell' Indie , pubblicata nel 1508. contro del Vefpucci in competen- za del Colombo , ringrazierei 1' oppofitore di queiio lu- me alTaì opportuno per ifchiarire i meriti di Amerigo, concicffiachè quefta condanna , fé bene fi tfamina > è la più convincente prova , che egli fcopiì la Terra nuova in fervizio del Re Ferdinando , e di Ifabella • .Mentre, fé Amerigo, dico io , ha potuto contendere col Colombo la gloria di queire fcoperte , tata d'uo- po di confermare , che amendue ne fcoprilfero parte. E fé la Spagna fentenziò avere il Colombo preceduto ad lum. IV* E Ame- |
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Amerigo, farà tnaifempre di Firenze la gloria > che il
Vefpucci abbia fcoperto il più gran continente, che fi conofca al Mondo, e checché fia quel di più , che for- fè attribuì a fé medesimo il Vefpucci» fé gli condona, come effetto aflai ordinario negli Spiriti accefi dalla e» mutazione, e noi ad onore di sì illuitre Fiorentino da- remo il fuo ritratto in bronzo, come trovafì nel Mufeo del Signor Ignazio Orimi. VII. E tornando allo Spedale, olTerveremo un Car-
tello di marmo bianco fulla porta del Convento coru la feguente Ifcrizione fatta dall' Abate Anton Maria Salvini ; AMERICO VESPVCCrO PATRICIO FIORENTINO
OB REPERTAM AMERICAM
SVI ET PATRIAE NOMINIS IIXVSTRATORI
AMPLIFICATORI ORBIS TERRARVM
IN HAC OLIM VESPVCCIA DOMO
A TANTO DOMINO HABITATA
PATRES S. IOANNIS DE DEO CVLTORES
GRATAE MEMORIAE CAVSSA .
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LE.
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q&?j;
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3$
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LEZIONE
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DELLA CHESA DI SAN GIOVANNI DI DIO IL
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L farci da alto a discorrere delle inno-
vazioni della Chiefa , e dello Spedale di San Giovanni 4i Dio, fervirà non Solamente a viepiù illustrare , come fi pretende, i benefizi de'Fiorentini fem« pre liberaliilìmi, e magnifichi nel prò- ' movere i facri Edilìzi > ma infieme- mente a porre in veduta i pregi delle tre belle Arti, di cui quefto luogo riluce guanto altro mai . Perlo* che piacenti di principiare dalla Chiefa, la quale, co- me fi dirle, è difegnò di Carlo Andrea Marcellino, del cjuale pure opera fono la facciata, gli ftucchi, e i meda» giioni dentro, e fuori, avendo egli lavorato il tutto per pura carità, come apparifce da una lapida alla pa- rete da mano manca Sopra il fuo fepolcjrp aellMngref- io della Chiefa , e dice come fegue; CAROLO ANDRENE MARCELLINO
SCVLPTORI EGREGIO
QVI TEMPLVM HOC IMTVS , FORISQVE
INGENIO SVO ET PIA LIBERALITATE
©ECORAVIT^
OBIIT KAL. IVNII MDCCXIII.
Sonovi in Chiefa quattro Cappelle di ordine compofìto*
oltre T Aitar maggiore ifolato , fopra del quale in fac- cia della Tribuna vedefi S. Giovanni di Dio in gloria fatto di (cucco dal fuddeno Marcellini. Alla prima Cap- pella dalla banda del Vangelo fi venera un CrociWo chiamato dal Rondinelli miracoloso, e che nell'ultima pefte di Firenze i Padri a piedi fcalzi portarono in prò- E 2 cef-
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ceflìone per tutta la Città , e la tavola co* Santi, che
fa ornamento a quefta immagine fu dipinta da Aleifan- dro Gherardini. Alla Cappella, che fegue, avvi la Ver- gine addolorata con Criito morto nel grembo effigiata da Giovan Badila Lenardi difcepolo di Lazzero Baldi, e tra quelle due Cappelle al muro vedefi un gran medaglione, ove Niccolò Nannetti vi ha dipinto a fre- feo, quando la San'tiffima Vergine pone fui capo di San Giovanni di Dio una corona di fpine. II. E palìando dall'altra banda dirimpetto al Cro-
cififTo viene l'Aitar della Madonna con un Simulacro di Maria di terra cotta circondato da i Santi Domenico > ed Antonio da. Padova coloriti da Diacinto Botti difce- polo del lutino. A quella divotiffitna Immagine da pa- recchi anni fi continova ogni fera a cantarli da i Rcli» giofi VA*v* Maris Stella, ed il cantico Magnificat ; Im- perciocché la prima fìara, che a queir* Altare lì radu- narono i Padri per il divoto canto, ebbero una nota- bil grazia da Maria, e ciò feguì ai 12. Dicembre del 1724. quando per la poffente protezione della Vergine andarono falvi dal pericolo evidente di vedere lo Spe- dale, e il Convento ridotti in cenere, avvegnaché era* no tre giorni, che fopra le iiatizz del Padre Priore erafi accefo il fuoco da niuno avvertito , e due travi più di due braccia abbruciate cafeate erano fopra la volta fat- ta di ftuoie, le quali avrebbero aumentato il fuoco, e cagionata una irreparabil rovina, fé una Donna fulle 3. ore della notte ùìita. fu d'un terrazzo di fua cafa , non fapendo ella perchè vi andaife, non ifeopriva 1* incendio, e gridando: fuoco fuoco, non avelie dato tempo, e luogo a'Religiofi di riparare , con fare una pronta ragliata di quel- la parte del tetra, che dalle fiamme era inveiiito. Onde da Maria Vergine i Religiofi ticonofcendo il benefizio, alle fuddette laudi tutti fi obbligarono in ogni fera dell'an- no , e da loro viene puntualmente adempito. Ma fe- guitando noi l'ordine delie Cappelle dopo quell'Al- tare ©{ferveremo un altro Ovato, dove il Nannetti fece parimente a frefeo S. Giovanni di Dio, che lavai piedi a Gè.
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Gesù Crifto comparitogli in fembianre di poverello : e
per ultimo vedefi la Cappella del Tranfito di S. Giù* feppe con un quadro mediocremente dipinto da un Te- defeo > che fi trovava ammalato hello Spedale» il qua- le guarito volle lafciare a* Padri quefto fegno di fua gratitudine a tante loro fatiche . III. Reflano poi in quà> e in là fparfe alquante 1-
fcrizioni > le quali non dovendo io paffete iti filenzio le riferirò qui appretto : Dietro all' Aitar maggiore :
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DIVO lOANNI DE DEQ
THOMAS PVCCINI PISTORIENSIS
AN. DOM, MDCCII.
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Brevi ircrizioni leggonfi fotto a tre Altari, e fono *
quello della Madonna. |
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ANGELVS HIEKONIMVS DE PANZANIS
MDCXXXV, Ali1 Aitar del Crocififfov"
COSIMO DE «FERI MDCCH.
Ed alla Cappella del Tranfito:
BONÀVENTVRA MAZZEI E MATTIA ARANCINI
FECERO MDCCII, E per fine appiè degli fcalìni dell' Aitar maggiore è da
notarfi una lilla di marmo bianco fenza epitaffio, pò- fìa fopra il luogo , ove feppeilito giace un Apoftolico Uomo , e zelanciflimo Predicatore , il quale nell* età di anni 18. veftì l'abito di S, Giovanni di Dio in Li- vorno , e per la fua dottrina promoifo all' Ordine Sa- cer-
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cerdotale vMFe ^di "Famiglia in Firenze fempre indefeflb
fino alla morte nel cercare il profitto deli* anime., ca- ro a Dio , al Granduca Cofimo HI. ed a tutti i Citta- dini ; onde «noi, perchè non vada in oblivione un m gran foggetto dimenticato dal Signor Dottor Brocchi, eilimando ancora di dare un bei pregio a querTIftoria^ qui regiitreremo il fuo nome addimandatofi Era Tqw~ mafo Moti gai "Bwrentim. IV. E ormai facendo pafTaggio al nuovo Spedale,,
entreremo in un ampio nobile andito, che ci conduce alla magnifica fcala fpartita in,.due braccia., per lacua- le fi fale alla ivifita degl* Infermi , In quello ingrelfo collocate alla parete w.dalla banda della Chiefa fonovi due lapide , nella rprim,a.cÌelle.quali .fi legge la difpofizione teftamentaria della nobile Donna Agata Pitti Talenti, che lafcia Eredi i Padri di S.Giovanni di Dio, rcgatofene Ser Gio:-Giufeppe .Ciarlieri a* 12^ tdi Ottobre c(eJ 1741» -e vuo- le, che da quefH Padri fi fabbrichi .uno Spedale dedica- to a tutti i Santi a Momigliano in Valdinievole . La feconda lapida contiene la memoria di un fegnalato be- nefizio fatto da! Reverèndo Anton Franeefco Ferronl nel fuo tettarnen'ro , lafciando per follievo de' Padri af- faticati dì, e notte iìgì fervizio degli Ammalati un en- trata fufficiente per due ftraordinatìe laro .ricreazioni5 o refezioni, rogò Ser Giuseppe Giunti io. di Ottobre del 1741. pochi ni elfi pri'ma della fua morte feguita ai 24. di Gennaio del 1742. e volle egli elfer feppellito nella medefima tomba de'Religiofi , i quali qui hanno collocato il fuo Bufto di marmo fatto da Girolamo Ticciati. *Nè farà ti Sconveniente , atteii 4 b&ntfìzi ap- portati al Convento dal Padre Iacopo Refnati , il rife- rire Fifcrizione, the vedefi collocata in bel calcilo fui* larportatra le .due fcale^e*! èia fagliente; ■ ..-.■, ■■, < > ■ "..-.*.'■ -■■'■
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SVMMA
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SVMMA DEI PROVIDENTIÀ.
GVRA ET STVDIO IACOBI RESNATt MEDIO!ANEHSIS
ROMANiE PROVINCIE PRÌESIDIS
HV1VS GG1NOEII PRIOR1S
AC SVFFRAGANTE IN PARTE
PIORVM HOMINVM' ORE
NOSOCOMIVM HOC
EGENORVM NECESSITATIBVS AMPLIATVM FyiT.
AN. DOM. MDCCXXXV-
E prima che falghiamo la fcala, refta da leggerfi nel pa-
vimento altra memoria di Niccolò Baldigiani Priore dello Spedale di Bonifazio, e degniffimo de*primi luo- ghi nel novero de* Benefattori di queito noftro Spedale , avendo egli contribuito ■alla fabbrica groffe fomme di de- naro > ed in oltre tutto il pietrame -lavorato' dallo» Scarpel- lino, e più ancora avrebbe dato-, fé 1- accidente , che lo affali, e tolfe di vita 3 gli averle dato luogo di parlare. Si volle però dal fuo nipote il Nobile Sig. Auditore Pao- lo Filippo Maria interpetrare con generofità di animo la mente del defunto, dando allo Spedale piaftre 200, e così con quefta notizia meglio intendiamo la Tegnente iscri- zione; VT AMATISSIMI' PÀ'TRVI NICOLAI BALDIGIANI
NOSOCOMI! S. IOANNIS BAPTISTJE VVLGQ DI BONIFAZIO EMERITI HOSPITALARIt
ANIMO INHiERERET pavlvs philippvs maria baldigiani
nobilts florentinvs
et commissarivs generalis pontremvli
Ad faciliorem splendidi hvivs aedificii confectionem
piam contribvit liberal1tatem
an. dom. mdccxxxiv.
Per quello poi, che rifguarda la fcala 5 fi vuol qui in pri-
ma offervare un gruppo fatto di pietra, che rapprefen- ta San Giovanni di Dio, 1*Arcangelo Raffaello, ed un Po-
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Povero genufletto a*piedi del Santo, opera dello Sculto-
re, ed Architetto Girolamo Ticciati, le quali ftatue, benché fieno più aire del naturale, mirandofi da chi fale dal baffo all' insù comparirono in una giufta propor- zione. E nella bafe oltre Parme della Religione, che è una Croce con melagrana , avvi un Cartello con ifcrizione dettata dal rinomato Signor Dottor Giovan- ' ni Lami, che dice come fegue : DIVO IOANNI DE DEO
KETATE ADVERSVS DEVM ET CARlTATE ERGA HOUINES
AC SYMPATHIA PLANE ADMIRANDO
CVIV& VIRTVTVM EXEA1PLA ANTONIVS COZZA
SODALITII AB EO INSTITVTI
SVPREMVS PRAESES LAVDABILITER IMITATVR
HVIVS COENOBll MONACHI PATRIARCHAB SANCTI5SÌM0
AfQjqVMENTVM POSVERE AN. MpCCXXXVlII.
Le pitture del grand* arco, o piuttoilo della volta fo-
no del Sig. Vincenzio Meucci, e l'Architettura del Sig. Rinaldo Bowi, che mciirano doppia lode, e per il va- lore del loro permeilo» «e per la carità allo Spedale , nuU la avendo voluto della dovuta mercede. Né debbo tra» lafciare di ragionare di due medaglioni alle pareti la- terali in alto*.dèlia fcala, in un de'qualila Violante Fer* roni ha dipinto San Giovanni -di Dio, che difpenfa pa- ne ai poveri ; e neil* altro addirimpetto vi farà prefto la iìoria di S. Pio V. che approva I! Iftituro di quefti Religiofi . Refìerebbe per fine a confiderarfi V am- piezza, e i comodi dello Spedale; ma di quello aven- do ragionato più che a fufficienza nella prima Lezione » noteremo qui per ultimo l'Altare di marmi finiffimi la- vorato col difegno del fopraliodato Padre Iacopo Re* fnati, e collocato fotto il grand*Arco, che dalia fcala mette nello Spedale con un cartello in alto, che dice: 3ENEDICTVS EKIS TV INGREDIENS ET EGRED1ENS .
Deuter. XXVII. V. E
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gfititàftojfi te^m^tà-la itoria di così antico, Spedale, e
di fue fplendide innovazioni mercè i tanti Benefattori, $pn farà fuor di propollto il ragionare qui del vicinò J^onte detto de* Carri, o alla Carraia, chiamato in anti- co; ,il fonte nuovo, perchè fabbricato nel 1218. da, Ar- nolfo di Lapo 5 che giuita il Vafari, Jo diede finito, in due anni, e Scipione Ammirato al detto, anno ne par- la come fegue )> parendo cofa malagevole, che ^tti a*. „ vertero a condurli a parlar di qua per lo Ponte vec- ^ efrio diedero ordine , che fi gettaifero i fondamenti di ì, un nuovo Ponte , il quale fu poi detto alla Carraia » e dal medefiraò Scrittore ne abbiamo, che quello Ponte di nuovo fabbricato non potendo reggere alla piena % Arno del 1269. convenne, che rovinante nel primo di Ot^ tobre e refìaurato fu nellJ anno feguente da i bravi Frati di S. Maria Novella Fra Sirto, e Fra Riftoro. Altra la- grimevole rovina feguì nel 1304, riferita da parecchi Scrittori, tra'quali mi piace di riportare il racconto del fudde.tto Vafari nella Vita di Buonamico Buffalmacco, co- me apprelfo „ Egli fi trovò con molti altri ad ordinare ,j la fella » che in dì di Calende di Maggio feciono gli n uomini di Borgo San Friano in Arno fopra certe „ barche, & che quando il Ponte alla Carraia, che allo- i, ra era di legno, rovinò per elTere troppo carico dì ,s peribne , che erano corfe a quello fpettacolo . Egli „ non vi morì, come altri feciono , perchè quando „ appunto rovinò il Ponte in fulla macchina, che in 5, Arno fopra le barche rapprefentava l'inferno, egli » era andato a procacciare alcune cofe , che per la ,, fefta mancavano . Facile però fu i] riparo del Ponte con forti , e cnnpvi legnami > i quali infieme coru due pile guarii furono dalla piena del 1334, adì 1, di Novembre, Jsfè quella fu -l'ultima vicenda., mentiechè nel .1557- &Ì Jg» eli Settembre per terribile inondazione precipitato avendo il Ponte a Santa Trinità , agli urti dell' onde vittoriofe non potè né pur quello refillere. Ma 11 Granduca Cofimo pronto a rimediare a sì gravi danni , fece rifare dall'Ammannati oli archi del Ponte „ Tom. IV, F alia |
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VEBVTAT>ELR ONTE ALLA CARRAIA
L-Rizlà/zs&o x£& drùàPlca^/cdl £,,Pa4<a#/zJo de St^Pr'livetp^ C&rfaù sCamfiwnM^ delta Ckt&fa dì <J) Trmiùa */■■ PàlaT&.o de Sia ópÙM^-
\ , S.^oi^e^PtkxMJMZ, (ò.CamfzeMÌfe(ted'J?A&^ &. Cajfàde^if'ù/.^lùt Afflane g.Pcdj#&v^de,<Pw.Meidici |
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alla Carraia, e con ammirabile difegno dal medefimo
girtare le fondamenta di quello a S. Trinità. VI. E ritornandoli al Ponte alla Carraia, notar ci
piace» che fulla cofeia di elfo eravi una Chiefa detta S. Antonio» il cui padronato pervenne alle Monache del Paiadifo , e come fcrive il Rondinellì ne* fuoi Biarj fu diroccata nel 1552. a dì 30. di Maggio, né faprei quando folle ftata edificata, fé non voleflìrho dire, che £u fatta dopo il terzo cerchio della Città» nella qual oc- catione la Porta di Firenze» che veniva allato al Ponte medefimo fu demolita, o Avvero fui prato di OgnifTanti trasferita» e fulle rovine di erTo Oratorio fecefi il giar- dino oggi del Senator Priore Kicafoli, che addirimpetto ha il bel palazzo lodato dal Bocchi, come nelle bel- lezze di Firenze del Cinelli fi legge alla pag. 217. », „ Palazzo del Sig. Giuliano de'Ricafoli fatto col difegno », di Michelozzo Miclielozzi. E* grande il giudizio di ,» quello Nobile Artefice, quando fi confiderà irr quefia », fabbrica ogni ftanza da balfo, e di fopra partitamen- „ te , perchè così ben rifponde a graziofa viira » ed al ,» comodo, che nell'ufo in abitando fi richiede, che non »» ci ha luogo, che non meriti lode, e da chi è inten- ,, dente non fia ammirato ,, Anche il Vafari favella di quelta Chiefa nella vita di Antonio Veneziano Pittore fcrivendo come fegue „' A S. Antonio al Ponte alla Car- », raia dipinfe Parco fopra la porta, che a3 noftri dì fu „ fatto infieme con tutta la Chiefa gettar in terra da j, Monfignor Ricafoli Vefcovo di Piftoia» perchè toglie- ,» va la veduta alle fue cafe; ( tralafcia il Vafari V in- „ dulto di Papa Giulio 111. per tal fine dato nel 1552.) „ e! benché non haveffe egli ciò fatto, a ogni modo „ faremmo hoggi privi di quell* opera, havendo il „ protfìmo diluvio del 1557. da quella banda portato „ via due archi} e la cofeia del Ponte fopra al qua- », le era porla la detta piccola Chiefa di Sant* Anto- ;, nio „ Alle Riformagioni lib. BB pag. 72. ieggefi una provvifione riguardante la medefima con le feguenti pa- role „ La Signoxià provvede» che il Prete Iacopo di Ser ?> Pa-
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„ Paganello *li Arrigo fia ^Rettore per il Comune di Fi-
„ renze della Chiefa edificata ibpra il Ponte alla Car* 3, raia, e alla Signoria rifponderà il Prete, e non ad „ altri vivendo delle limoline, che vi faranno fatte n. „ Ottobre 1329. „ E trovafi pure nell'Archivio della Badia di S. Bartolommeo a Ripoli un teftamento del 1375. fatto da Gheri di Chelo del popolo di S. Pancrazio, il quale lafciò ai fuoi eredi l'obbligazione di far celebra- re Merle, € divini ufizj nella Cappella, ovvero Oratorio idi S. Antonio pofto fui Ponte alla Carraia, e tre fiori- ili di oro a'prati di Santa Maria Novella per celebrar- vi ogni anno la fefta, e rogò Serlacobus Amhroxiì No?. 6. Novembre J375. E per iìne fi offervi fui canto della via a manp manca del Ponte un Tabernacolo con una di- pintura di Maria , del Bambino Gesù) & di San Carlo ppera lpda.ta di Fabbrizio EofcJhi* |
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LE-
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L E Z IO N È
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V.
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DELLA CHIESA DI SANT' APOSTOLO ,
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;o- r,y e ;,H.i
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^'" "X tìiJ óbìfc.1 o(ìì'J.;>
fHe Fif-efize fia Irata maifempre ìrnìta-
2 trice di Roma o Profana, ò Cri (Ha- 'ria , 'ella è*verità Jgià dà noi più ^fiaie 'ofìeWata rie! tioitii " ragiòWmtfntt, ^nè a niuilo-, cHte To pénfi," farà difficile il "raVvifàrfa^aie neìleìrermey.méll'Anfi- 'féatro, Wél(Catripidoglib» ^ in[parec- chi Chiefe , le quali forì>i^lrarjtiffòriofa Quelle di-Roma non folo ne i titoli , ma eziandio nel {ito, da cui prefero la denominazione. E ficcome l'auguita Città oltre a' ma. gnifichi Templi, che alzò a ciafeun degli Apoftoli , li- na fovrana Chiefa alle Terme contigua dedicò ad ono- re de' dodici Apoftoli , così una rimile ne fabbrica- rono in antico i Fiorentini vicina pure alle loro Ter- me, chiamata la Chiefa de* SS. Aportoli , della quale io qui fono per dare la ftoria , che divido in due Lezio- ni, riportando m quefta prima di fua antichità, e no- biltà i pregi ragguardevòliflìmi . II. E facendomi dalle più chiare ,^-r certe note di-
mostranti i fuoi ve tutti fecòli, da niuno, credo , che mi farà negato, avere ella dato il nóme ad uno dei quattro Borghi) che fabbricati furono fuori delk porte dell'an- tico ^recinto di Firenze , >i;^ùali chiamavanil Borgo di S. Pier maggiore, di S. Lorenzo, di S. Pancrazio, e di Sant' Apoitolo, che erano le quattro Chiefe fuori delia Città in que*primi tempi, fatte a guifa di quelle di Ro- ma . La feconda prova di fua antichità fi riconofee dal primo governo della Repubblica, allora quando la Città era divifa.in Serlieri, ne'quali tempi la noltra Chiefa era Capo del Seitiere addimandato di Sant1 Apoitolo. Ed ar-
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sgomento ancora più convincente", ed evidente a* no-
ftri giorni è il trovare la Chiefa oggi tanto baiTa di TuolOj mediante il terreno delle ihade rialzato nello {correre di tanti fecolì, .giufta le più efatte mffure, da più di ib. braccia} qui -■'ptgfceJidomi denotare l'~opinio- ne del commendatiffimo Senator Buonarroti da e(ìb co- municata più volte a' fuoiiàmici , ed era * che : i Merca* tanti Fiorentini, e Fiefolkni a benefizio del commer- cio la fabbricaflero a riva di Arno, ove èrano i loro ricchi magazzini. Teftifìcafi finalmente quefta antichità dalla perfezione dell'edificio * il quale a giudizio de' migliori Architetti fi riconofcé antico, e belliiTimo a fé- gno, che non cede ad alcun altro coftrutto, e fondato nella florida ftagione destre iecoli vicini alla nóftra, e tali fono le parole del V&fari' „ In Firenze , dice egli, 5) migliorando alquanto l'Architettura, la Chiefa di S. 3) Apoftolo fu edificata da Carlo Magno, fu ancorché „ piccola) di belliffìma maniera, perchè oltreché i furi ,, delle colonne, fé ben Y6n;di jsezzi di marmo verde „ o fermentino di Prato hanno molta grazia , e fono „ condotti con bella mifura, Ì capitelli ancora, e gli ,, archi jgirati per le volticcluole delle due piccole na- „ vate, mortrano, che in Tofcana era rimafo , ovvero „ riforto qualche buon Artefice .In fomma rÀrchitet- „ tura di quella Chkfa è tale , che Pippo di'Ser Bru- „ nellefco non fi fdegnò di fervirfene per modello nel j, fare la Chiefa di S. Spirito, e quella di San Loren- „ zo ,, Sin qui il Vafari nel Proemio della prima parte alle vite deJ Pittori, ^giungendo in quella d'Andrea Tafi per efempio del modo tenuto in que* tempi nel murare alla grande, come appreso „ Il buono, che già ,pavea quell'Arte, ha tnoftràto a^!Filippo di>Ser Bru- 5,-ndléfeo, a Donatello, &' ad altri madtri di que* tem- 3» pi» Squali impararonoU-àrte rper mezzo di queiro- jipera (intende di Sari Giovanni ) e dalla Chiefa di S. 3,'Apoitolo di Firenze, opera di tantor.buona maniera, 5, che tira alla vera bontà antica, avendo come uè det- » to di fopray tutte le colonne »di pezzi murare, e |
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$0
99 ComitteiTé con tanta*.diligenza $$€&&$&& imolto im»
& parare .a confiderà rie in tv ne Je tue para*.' III. Md quando a, quel .Cade Magno avanzato dal
Vafari non ppfìo àiéjpmfar;mi'.per aJtru-i-dfiìnganno ,d>i palefareoin errore trippacv.ulga*Qi -cioè^che-iquelìa Ghia- ia foiìje da'fondamenti txetxa per opera di sì magnanime» Principe : ve quello ,u=niver<faie. abbaglio, .deplora Stefana •RofTelii, dicendo nel £uo Sepolt-ua.rio ,-jian ellervi Storico?, «Autore, the tratti .delle cofe noftre, il quale non Jp aiFermi: ed io rifletto, che quella malconfigliara opi- nione fi è viepiù'radicata nel popolo.., £ .confermata da un'antica ! frizione ;,, «ebe '/colpita in una lamina di piombo , fi confava fpttp l'Aitar Maggiore della Qhie- ìa , e viene jnche decantatala una cartella in marmp ilata poila nella facciata, la quale fa :menzipne jnon fpr Jo della fondazione di Carlo» ma della confacrazione fatta da Xurpjno Arcivescovo con le ieguenti parole £ Vili. V. DIE VI. APRJLIS,.
IN RESVRRECTIONE DOMINI . KAROLV$ PRANCORVM'jRFìX A ROMA REVERTENS, INGRESSVS FLORENTIAM CVM MAGNO ** <3AVDIO ET TRIPVDIO SV5CEPTVS CI-
VIVM COPIAM TORQVEìS AVREIS DECQ- JRAV1T ET IN PENTECOSTBM FVNDAVIT -! ,;EjCjCLESIAM-..$B. APGSTQLQRVM. IN AL- TARI INCLVSA EST LAMINA ^LVMBEÀ
,IN QVA DECRIPTA Af£ARE;T PREFATA :: FVNDATIO.ETCONSECRATio FACTA FE&
J t ARCHIEPISCOFVM TVRPINVM TEST1BVS JROLANDOET VLIVERIO. Oltre a quefia lapida., che vedremo poi, come ila piena
di errori, per rendere più credibile la fama di tal Fon- datore, ancoravi eranp fotto il comignolo deHa ; fìef- ,fa facciata i tre pigli ,di Francia dipinti a /reiep. * quafi che quefta folle l'antica arme de'Re .Fi'anzefij 'le perfine in Chiefa all'Aitar maggiore folla porta dalla ban- da del Vangelo vi è cpllocatò 4J bullo di marmo di Car- lo Magno. IV. Svia |
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IV. Ma per f^M^l^Mr^tiiì^'^fliftfr1? t*ii^*^)^F^lfciaijjrfé
là verità , batterà folo prendere la Cronologia per gui- da , cercando quante volte il gran Carlo vernile ito Ita- lia , e quando entrai m Firenze . Nès >attendendo io punto a parecchi Autóri , i quali di qmefto Eroe fcrifferò romanzi » fino a farlo- andare alla guerra di Oerufalemme , fingendo colà' affediò , e~ eonqxufte , io mi atterrò agii eruditi Annali del chiariflìmo ? Murato. ri , in eflì cercando un efatto divàrio de* viaggi dì Car* Io nelle provincie d'Italia P E primieramente net^74$ lo troveremo a 1F a {Tedio di Pavia fino al Marzo,, quando „ ( fono parole del Muratori ) egli valle profittare di jr quella occafione con portarfr a Roma v parte per di* w- vozione , e parte per vi fi tare il Pontefite Adriano i1 *i fi fece fretta a fin di giugnere colà il Sabato San» 5) to, che in quell'anno cadde nel dì 2. di Aprile „ Se- guita poi il Muratori a deferì vere le foiennr cerimonie del fuo ìngrelfo in Roma , le divozioni-fatte- ne* tre giorni di Pafqua , il ritorno» ali* atTedio* di Pavia , e con V acquUto di quelta Città il nuovo Regno d* Italia paifa- to in mano di Carlo, che vittoriòfo ritorna in Fran- cia % Nel 7S0. difcende di nuovo in Italia, folenniz- zando le rette di Natale in Pavia , infierire con la Re- gi n^a Ildegarde fua Conforte , e venuta la primavera del 781. fi rimette in viaggio alla volta di Roma per trovarvifi nel giorno fanto di Pafqua a' i jrf di Aprile } e foddisfax- to che ebbe alla fua divozione andcf a Milano , dopo di che ripafia in Francia. Nel 78^ con un forte efer- cito avendo egli determinato di umiliare il Principe di Benevento^ intraprende il viaggio nell'autunno, ed ar- rivato a Firenze $ quivi fi ferma per folennizzare la Pafqua del Santo Natale, e da Firenze b nel principiare dell' anno 787. palla a Roma , cammina» coli*olle a Ca- pua , e fatta-la pace eoi detto Principe, torna a-cele- brar la Pafqua a Roma , trasferendoti poi con follecitu- dine in Aquifgrana. Neil' 800. sbrigatoti Carlo dalle mol- te, e noioie guerre co'Saracihi, co'Sàifoni, ed altre Na- zióni Oltramontane, ritorna in Italia, ed entra in Roma : r ai
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ai HjAìtiì 'Mevembtìéf^c *ml ; Santo Nàtale è da Papa Leo-
ne III* incotonato Imperatore, ed in tutto l'inverno da* to feièó agli atfati di Romane fatta ivi la Pafqua> palTan- do dà Sfojet-p/j ove lì n®yò riti giorni ultimpr di Aprile^ quando Jecefì fentire mxi orribile. trernuotOr, e folenniz- zato; avendola fetta di S^Gio: Batifta in, Ivrea del Piemon- fèirttmmxm Francia per mai pì$ vedere la bella Italia . V. Qyefìo è il Diario più efatto >; che aver poftìa- no de* viaggi di Cario! Magno a Roma ? veggendofì in effa* .chiarjtmente JLa veft&faj 4i< lui in Firenze nel n86. ni a con dM>m%%ofrmm\ ch^fard'^no £pnfe0are> che Carlo fconj fà'ceJTe quivi <una lunga dimora -, avve- gnaché dal;tem|HPr mi N'atale jnfino a Pafqua marciarle jcgli da Fireitee: col]* ^fercijDp j"uo a^Gapua, e * tojrio- fo tornaffe a 3R.oma>: * però la noitra prima rifltflìone è> che Garlorj) qiiand^janche trovato aveiTe distrutta la Città, non eM>e tempo nh di xiedificarì.ay* "né di fab- bricarvi i€2biefo)perirla fretta .fua ? che grfe&gj anco ac- cennata dal,::Si^fcnJb k Itaqué .ntmero pdìtnm )'equìtutn~ qtte (datimi 'ckttmf0rf0p^\intmtekyew0 jìl^&js \£anta tele- ritate fupramtL, éyitf^jmm JSLatfilma Fht^ntt» év M~ trnrìa jcek,hamìiti*i Ejd<ittfta Città.) la quale accoglie un Re condojtkTfirtóUeni^ferjcitQ) e dove con Solennità lì Festeggia il ;-Nataleì^tc&ivpuò, perfu aderii, che folle in così iniferai>iJei^t.03 s£er muovere Carlo a riedificarla ? Può beh erTerea, ^.^aquefiabii^ Jàr Jecorrda noftra tfirteflìone , oq fwu^tote Mmì v&Qm > mheu tale variai ione pigliailefo le: tofe ;B'oi?entine Mte iyen.uta; di Carlo $ che non già nel materiale; t>ij»S - ne) i/ormale fenfó poterle egli chia- marfi Rifdificait'p1fe.i Goncioffiac.riè .difperfa prima er*ù dà Cittadinanza ;&acej#ta.rifiipd -del fuo.nat/o terreo dalla barbarie deVJLoÉ'gobàrdi * .e da quefti opjprelTp ge- meva il popolo danneggiata e nelle perfone -, e nelle fóiìanze v e ne^iifì;edifiliic»j^tivi eranor idi ,ognj: autorità i Grandi s e da fthiavi trattato il rejlo ,del ballo vol- go; quando rimalo vitroriofo Carlo Magno , emoiFp a pktà dai .pianto a e dalle querele dt0 Italiani , fic- come ad i^t^e^JPftill^ì^Ì^^i^Ki^^1ilriìtiyèEtt#J^$r lifeg- r à rarla |
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rarlaf-dà^cosicdiira e lunga fchfavitù ; pertanto^renden-
do ia Urbertà V Cittadini , alla Patria richiamando i fuggitivi, a molti difpenfando onori, e privilegi, ed ac- carezzando e piccoli , e grandi , chi non vede eiTere flato quefto veramente un rifafcitarla da morte a vita, un rilevare di nuovo la Città giacente -per terra già da molti anni, ed effere ftato ciò una vera reftaura- zione f Onde degni di feufa fono i notòri vecchi Scrit- tori , i quali vennero bene ^ dare preflb al fegno , ma non lo feppero o conofeere 3 o fpiegare per 1* appun- to j e vedehdp 5 che a restaurazione dovea precedere disfacimento, né Capendo distinguere le due forti di rovine -, appigliaronfi alla .materiale , la. .quale in vero effetto non era feguita * avendo bensì Firenze avuta una formale rovina , cui- provvedendo il Gran Carlo rf*i chiamato Riedificatore : e nel medefimo fenfo intende- re dobbiamo il gran merito di Carlo ver le Chiefe di Firenze , pofeiachè la Religione avendo patito dimoi- lo da quei Barbari , piangeva 1 fuoi Tempii de* faCri tefori fpogliati, e non poco danneggiate anebe le mu- la i lo cha non potendo foffrire la pietà del Regio Ospi- te » ordinò egli là riparazione anche delle Chieie dal- le gravi paflTate ingiurie , e forfè con particolare pre- mura , e magnificenza la reftaurazione di S. Apoftolo-, verificandoli in qualche guifa l'antica fama, che egli faboi bricafle quella Ghie fa ; parendomi così di avere indagata tra tanti falfi ia verità , ed ifcfiiarita degli Scrittori l3 in- tenzione . Tuttavoita fi debbono correggere alcuni sba- gli de* notòri Autori.., fi emendi Giovanni Villani do- ve dice , che Carlo Magno faceflfe in Firenze la Pafqua JLefurrexit, così Leopoldo dt\ Migliore a pag, 468^ fer- mando , ebe facefle in Firenze il Natale del 787. fi rifor- mi la lapida alla Chiefa collocata , fcrivendovi^Sd. levane do fi via die vu Aprilis ,e fi feriva Romam fstens , e nonito- ma revertens • in Mettale Domìni in luogo di RefurreBione Domini ; e fi Scancelli in Tmtecoftem funda^it Ecdejìatn* VI. E parlato avendo fin qui del tempo , in cui
principiò la Chiefa di S. A portolo , ne fegue ora , che. Tom. IV. G ram-
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rammentiamo akuni pifegj, i quali accrescono à effa e fplen-
dorè, e nobiltà, ed- il primo è 1* e (Ter e ella ftata fatta % foggia di Bafilica , come tale riconefeiuta dal lodatiflìmo Antiquario Vincenzio Borghini nel libro della Chiefa e Vefcwi. Fiorentini'*& pagi 410* dicendo ,, Ecei S. Ape- >, ièoilo, che ne riiiene anche la forma ,5 f!i Leopoldo del, Migliore a pag. 470. dandone alcuni rifeontri fcrive „s » Uno, è del vedervi ft alcune fineike Qggii ràmurate, ,j fqposa? gli archi lunghe , e JMttfiY chfvla; Juee;paflTa- „ va per un feflb largo quafi un palmoc,, per lo deil- » derio cjegli antichi Criitianr di orare qiiaiì all'ofc;u- i) re», Ilr fecondo pregicr è notato pure dal mede/imo Migliore, a (ferendo effere ftata Collegiata con Cano- nici 5 e fé lo, afeimav knz& -addurne documenti , i© riporterò una cartapecora, che ft conferva tra preziofe altre antichità in; Cafà de'Sigg. Baldovinetri , ed è la eie- 21'one di Niccolò di Guido de* Bai dpv in etti in Canoni- co di S. Apofroloadì 5. di Ago^o del.X45|l. il quaLMic-; colèi fu poi Segretario: di Siilo. IV. e Nunzio in Ifpagna. Se il Capo de ii Canonici!, come giàr ila S# Giovanni ,in; S. Felicita, e in> SvCecilia^ il? chiamarle con quell'onora- tiflìmo titolo di iprete; Cardinale, full' autorità fola del< Migliore , febbene egli dice di averlo olTervato nello forature del; Capitolo Fiorentino, non ardirei affermar- lo ,- eccome io dubitava àncora dell* antica giuridizio- ne/-.del popolo fopra queira Chiefa, che, dal medeiimo Scrittore ienza il teftimonib idi qualche fcritturai fi: fup* pone : ma dubitarne più non pollò dopo un irtrumento trovato ddl Sig. Giovanni di Poggio Baldovinetti;, che-» dice» cerne appreOo .* Jnnm iiséSé 26* lebruarir coaa- dunìatJi hommes fofwlìi SS* i JfoBol. chgerunt Briorem* rog.. Sem .Jtimàrl Btildbfi Mot, Come pofeiaì lMufpadro- nato paifaife alla' Famiglia degli Akoviti , notar primie- ramente fi vuole, etfer.e itati moltiflìmì , e notevoli i benerrzj ratti: dà» quefii Signori a S*;ApoitolovV-Come-# gli òfìhrveremo nel ragionare delie cofe ammirabili del- la Chiefa : né difficile cofa a congetturarli farebbe , il dire, che tanca^generoiltà, e pietà loro: acquiitaife il no* me,
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me, non che &' infigni Benefattori , ma ancora di Pro-
tettori , che è uno di quei mezzi principali > per cui i padronati fi confeguivano , Oltre però a quefio tin- tolo , fono in Cala Altpviti Bolle Pontificie , nelle qua- li loro fi concede * e fi conferma la fuddetta giuridi- zione . La prima è di Papa Innocenzio Vili, ad An- tonio di Bindo Altoviti , che fposò nel 1484. Dianora nipote di quello Pontefice con dote di 5000. fiorini di oro. La feconda è di Clemente VII. a Bindo degli Altoviti del 1532. con motivo, che moftra il Papa di voler contraccambiare i benefizj : preitati: a quella Chiefa da lui r e da'generofifuoi Accendenti . E finalmente tro- var! una terza Bolla di AlerTandro VL colla, quale -£ termina la lite nata tra le varie Famiglie di quelto ilP ìultre Cafato , delle quali ckfcuna pretendeva aver par? tè nel padronato, decidendo Alt riandrò in favore del ramo di Bindo? il quale dal Granduca Cofimo I. ne fu poi fpogliato con tutti i beni , che avea nello Sta- to , pena alla quale furono fottopofti aricora Iluberto fratello di Bindo , e Giovan Batiita fuo figlio , perchè effendo ricchiflìmi Signori in Roma ; fi fecero Capi della fazione contraria al Duca ; e però il padronato di S. Apostolo , che farebbe pattato di ragione ne* fuoi dcfcendenti } jreiìò confìfcatp > ed incorporato a1 Capi- tarli ài Parte, VII. E tornando alla Chiefa , annoverare debbo le
Reliquie, come parte principale concorrente allo fplen- dore di quelto Tempio , nei quale trovafi il Corpo di San 5 Gervafio Martire dal Senator Donato Accia- iuoli figliprdel Senator Ottaviano , e fratello del Cardi- nale Niccolò j collocato fottp 1' Altare della Famiglia , e pòfcia trasferito ali! Aitar maggiore in un armadio vagamente dipinto infieme con altre infigni Reliquie. Quello fanto Corpo venne di Roma l'anno 1661. estrat- to dalle Catacombe di Ciriaca con lapida, che lo co- priva , nella quale kggevafi gervasivs ^ c^ Si ve- nerano in Chiefa due Immagini di Maria , una delle quali, fatto l'organo è tenuta. daLip©f>olp in gran di- .f UQ&ii ( » G 2 VO-
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vozfone , V altra nella nave finita al fecondo Altare
eletto in occafione , che per ordine di Cofimo. III. fo- knrtemewte nel v6c^r a* io. di Maggia fi, qui trasferi- ta dal vfcino CbialFuolo » ove era tà&T'à dà un facrile- ^o imbrattata ai 2, di Gennaio ed 1692. piacendomi di qui riportare quello calo , come lo nota, iLCano* ttic© Salvino Sàlvini iéì uri fuo: Diàrio 'manofcribro. •» ,, Adì 2. di Gennaio del t6gz. ab Incarnatone di y, norte tempo fu indeeentiflìmairiente fporcafa di fango, ,r e-diakro una Immagine di noitra Donna , cheterà, ,) in quella via ilretta, che dilungo Arno conduce <a4- 5, la piazzuola di S; Apoftolo , onde0 confiderara' dal w Granduca 1'enormità di un tanto eccello', mandò un ,» bando, che in termine di giorni, io. chi fapendo il *, malfattore non lo svelava al Magistrato degli Otto il incorreva nella pena della vita, e confricazione de3 be- « ni!, e chi V avelie rivelato avercbbe avuto in premio « feudi 200. e fino a joo. ad arbitrio del Magi il rata,, ritorna poi il iuddetro Canonico a nomare nel giorno 23. dello lierTo mele come appreffo ÌY Adì 22. detto ifi „ fece in Firenze una folenne Pfoctflione , affine di pia- ;, care 1* ira di Dio , per V oltraggio eiecrando fatto „ ne'giorni paiTati ad una Immagine della fua Santin% ysì ma Madre itata bruttamente fporeata, come fi è det- „ to , acciò per il peccato di un folo non fieno fca- „ ricafi i flagelli della Divina. Giustizia fopra una Cit- „ tà intiera. Di mattina adunque fi molle li Pro ce (fio- „ ne dal Duomo con tutti i Cleri , e Fraterie della 53 Città ; il M a gilè rato Supremo infieme con tutti gli 3, altri, J'Arcivticovo «olito > e il Gran Duca , eilPrin- „ cipe Giovan Gallone > the come Principi religiofiflì- „ mi erano venuti Ja fera avanti per le polle da.Pifa a 9f quello conto folo, e non ottante che foiTe gran, fred* 5) do, e vento, vollero'a piedi accompagnare la Pro- „ ceflìone t la, quale riufcì molto decorofa , e un tal 9I giorno fu pubblicamente bandito , e fenato. Detta-» „ Proceifione andò a S. Marco , e alla Nunziata ; e la , a mattina :fcgucme il Granduca ,ée il Principe Gio; Ga* «a itone >
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„ flone » e tutta la Corte ritornarono* a Pila" per ]<l#
,, poite „ E perchè il Diario non arriva al 1697. non parla della traslazione dell'Immagine feguita irt queir* anno, etfendo ftara collocata in Chiefa di S. Apoftoio : leagefi però una memoria di quefta fecola funzione £ouo la menfa dell' Alure , che dice : |
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O. M*
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D.
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DEIPARAE VIRG. EFFIGIES , QJAE IN HOG SACRARIO SÀWÉSTlSSlMr
COLITVR VT IMPIORVM CONTVMELIIS SVBTRAHERETVR E VICO PROXIMÒ IN HOC TEMPLVM INNVMERABILIVM CJVIVM PROCERVM* QVE CONCVRSV MAGI3TRATIBVS SENATV AC SEKENISS. MaG^O DVCE VNA CVM. RELIGiOSORVM OKD. COEXV VNIVERSOQVE CLERO ET ARCH, PER VRBEM DEDVCENTIEVS SOLEMNI POMPA TRANSLATA i?.viT yui. dib ìaens. maii an. s. mdciuc»
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L E Z I O N E VI. -,
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DELLA CHIESA PI SANT'APOSTOLO IL
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■ :-.. ■...... ■ ■ ■. ■■■■■■■ ■■■■■■ ■ '■■
RA iquattro Borghi antichi di Firenze*
il Borgo di S. Apoitolo è principalmen- te famofo per due memorabili cpfe , le quali fono le acque falubri » che lo bagnavano , ed il fangue jr lo dirò con onore , il fangue umano , da cui più fiate andò inondato . Le- acque per mezzo di arcate da Monfemuiello diftante fette miglia dalia Città venivano per comodo delle Terme da* Roma» ni fabbricate in quello Borgo, delle quali, oltre aver- ne parlato tutti gli aniichi Scrittori Fiorentini , il Si- gnor Domenico Maria Mann] nel :i 731. ne ha dato alla ]uce un molto erudito Trattato divifo in quattro libri , Di fangue pofcia de' più illuftri Cittadini fu quefto luogo bagnato per la fazione de i Guelfi, e Ghi- bellini quivi piincipiata > ed oitinatamente per molti anni infierita colla itrage di tante Famiglie , colla ro- vina di belle Torri , e coli* incendio di quali tutte 1* abitazioni , rimafa però effendo fuperiìite traile fune- fiiflìme vicende la Chiefa di S. Apoliolo } della quale avendo noi ollervati i pregj di fua antichità , e nobil- tà , vedremo in querca feconda Lezione le maraviglie , che nelle facre fue mura racchiudono" ,. II- Prima però rammentar debbo alcuni Priori del-
la- Chiefa frati ragguardeypli , chi per fan?ita , chi per fapere , e chi per dignità , trovandoli tra' primi Meifer Ugolotto creduto della Famiglia degli Altoyiti , quan- do Tarme di due mazze gigliate piuttofto lo dimorerà efferc itato di quei ài-ì Bene , e quanto egli furie di virtù
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virtù adorno * bafta che leggafi 1' ifcrizione in caratte-
ri Longobardi iiella lapida di marmo alla parete della facciata della Chiefa , che è la feguente ;
■ ' > ,■.■■' ".} - '■■■•
AN. DOM. MCCCXXXIII. XXII. MAH OBHT
D. VGOLOTTVS PRÌOR HVIVS ECCLESIE
C£VI TECTV M DECOROSO OPERE RENO VAVlf
DOMOS A FVNDAMENTIS EREXIT REDDI-
TIBVS AMPLIAVIT ATQVE LIBRIS ET ALIIS
TESAVRIS SVFFICIENTER ORNAVIT PER L,
FERE ANNOS ECCLESIAM IPSAM ET POPV-
LVM FELICtTER REXIT ELEMOSINARVI^
MAXIMVS ELARG1TOR ET REFVGIVM !
0MNIVM MISERORVM CVIVS CORPVS HIC
TACET ÌNFERIVS ANIMA VERO QVIESClT
IN CHRISTO . AMEN ,
■\ . * . ■'
E nel noftro fecolo due altri Priori fiorirono in iUraor-
dina-ria bontà di vita , addimandati un® Domenico Bal- di, che morì tìeì 1704, 1' altro Andrea Barducci mor- to nel 1725* raccontandoli di queft* ultimo efempli ra- riflimi di carità , di zelo , di umiltk j 4 di grandiffimo impegno per la fua Chiefa da lui rinnovata nella vol- ta 3 e ne* vaghi parati, potendoli con verità affermare, che in niente fra flato inferiore1 al1 fóprallodato MeflTer Ugolotto . In letteratura farà fempre acclamato il Prio- re Andrea di Domenico Fiochi Canonico' Fiorentino, Autore de' due intigni Libri De Magiflratihus Romano* rum , per lungo tenipo creduti òpera di Lucio Fené- iieila, poi del Poggio: ma finalmente fcopertofì il no- me del vero Autore in Manofcritto di alcuna non fo che celebre Libreria , fé gli è fatta la reftituzione dovuta : e dalla Dedicatoria , che egli fece del Libro al Cardinal Branda , come ci attefta Lilio Giraldi nel Dialogo quar- to de* Poeti, fi può ftabiiire, che Andrea Fiochi fiorilTc circa Tanno 1430; Altro Priore itato filofofo fottile, e Teologo profondo è Monfignor Antonio di Bindo Altoviti, poi Arcivefcovo Fiorentino, avendo noi dal Pa-
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li . >»*
Padre Michele Pacciami il novero delle fu£ ^cccilena
cy&re , come qui apprejTo : T.ra&atus 'vam de Tropofa tione , de Syllogijmo ., de. Dcwwftrationp , ,/# Tar£hyr$ Tradicitbìlihus , ^ Elementis , <& Metallorum tranfinuta* ttone , de Effettfia anima , */<? natura Vit-ri ^ de Ventis eoru-mqm cnt/fu■■„ /> Vr&dicttmenta Arinoteli* , V<? ftfrfr* r#r ##« accrefiat ,.. nec defrefcat 3 de Infinita j dg Vacui) •> in Tofteriortt Ariftotelìs « Ma pecche quello Prelato fu amorevole yerfojs. Ignazio di .Loiola^ avendo egli ia Roma molto .operato per .avete in. Firenze ;un Colle. gio della .Compagnia di iGe&ù , io ili-mo mia obbliga- zione di aggiugnere qui altre notizie importantiiììme per l'onora., ,e «per la fama dell' Altoviti * il quale di vita maifempre incolpata., tutta volta per le rivoluzio- ni di fua .Patria , -e per V infelicità di que'^mpi di-, venne fofpetto di ribellione .al Duca Cofimo ì, e gli fu d'uopo andarfene efule a Roma, ove i luoi ricchi 5 e nobili Patemi d i chiara tifi nemici della grandezza de' Medici,; radunando armi, e foldati -per la libertà del- la Patria * fi fecero condottieri di 30,00. Uomini iru foccorfo di Siena , ma gettati rutti disfatti ne* due dà Agofto dei 1354» nelle vicinanze di Marciana, oltre la perdita della battaglia furono spogliati delle foflan- ze poite nel Dominio Fiorentino, e confifeate da Cod- ino ,. Prima di jqneite disgrazie Antonio Altoviti da_* Papa P«io,lo IH. otumo difeernitore dell' in noceti za , e delle virtù era ilato nel 1548. promoflò alla Chiefa Ar- civcfcovale di Firenze, e benché ig. anni ne itélTe fon- tano , non ìafciò però di ptomovere gli intereffi della fua Dioceiì , anzi di tutta la -Chiefa col fuo zelo , c_* falere di moli rato njella tenera bile Aflemblea del Sacro Concilio Tridentino ; ,q,uando finalmente dispari i fo* fpetti del Duca , ed ifchiarita la innocenza deHJ Arci- vefco.vo , fu richiamato a Firenze con lettera di Coli- mo, della quale mi piace qui riportarne gli ultimi pe- riodi , che fono „ In quello che fufle necelfario il fa- „,vore , 1 opera , e 1* animo noiho , conofeejete > *che „ ci fiete caro j e che ci premono le .cofe toccanti al » g°-
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//governò ed ài culto Divino y che Dio 'vi cohfervi .
„ Di Firenze 2. Agofto 1565. Voftro il Duca di Fi- 3, renze . ,, Venuto adunque 1" Arcivescovo , fu ricevu- to con tanta allegrezza quanto altri mai, ed egli vo- lendo eonfoìare il Popolo, fece l'ingreiTo pubblico a i 15. di Maggio del 1567. che fu uno de* più magnifi- chi » come deferive il Cerracchini , avendo fecondo le antiche cerimonie della Chiefa Fiorentina fpofato la Badefla di S. Pier Maggiore , cui pofe nel dito un anel- lo di valore 200. feudi . E quanto egli foffe flato mai- fempre alieno da'privati intereffi de'Parenti , lo di ino- ltrò cantando la Mefla folenne nella Cattedrale agli n. Dicembre del 1569. perchè era venuto il Breve di S. Pio V. a Cofimo I. che gli dava il titolo di Gran Duca di Tofcana , portato da Monfignor Girolamo Bo- ttelli nipote di Sua Santità . Dal Padre Filippo Labbè poi fi fa onorata menzióne di due Sinodi celebrati da quefto Arcivefcovo , urto Sinodale nel 15^ e l'altro provinciale nel 1573. terminato ai 3. Dicembre . III. Ma tornando a' Priori celebri per lo fpleudo-
re delle facre dignità , Vefcoyo di Fiefole , e poi di Recanati fu il Priere Niccolò Vanni morto nel 1377, e meriterebbe un lungo elogio il Priore Antonio degli Agli Canonico dell3 infigne Collegiata di S. Lorenzo , che avendo ottenuta la Pieve della Madonna dell* Impruneta , feguitò con Breve Pontificio ad efferlo an- cora idi S. Apoiiolo , non orlante che paflarTe Vefcovo a Ragufa j poi a Fiefole , e rnoruTe Vefcovo di Volter- ra ; e rimettendo il mio Leggitore alla Storia de'Ca- nonici di $.; Lorenzo s che ita fcrivendo il bravo Di- citore Signor Canonico Pietro Molaico Ciamfogni > per intendere i < gran meriti di quello Vefcovo , io noterò qui folo > che quanto dì grandiofo nelle Toc* ri j Abitazioni , Chiefa -, ed Altari ha quel Santua- rio > quafi tutto è monumento delia divozione , e»ì della liberalità di Antonio , come lo teifcifka un ma- gnifico Depofito di marmo bianco alto da terra tre_* bracciale mezzo, murato in fegfcoi di eterna gratitudi* Tow. IV* H ne
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ne a sì gran benefattore . Sopra 1* Urna in un tondo
di marmo bianco incaftrato è fcolpita di vago, e bene intefo rilievo una figura della Madre di Dio col Bam- bino in braccio , e nella faccia dell' Urna in una car- tella foftenuta da due Putti fi legge la feguente Ifcri- zione ; ■,-« > uh i D. O. M, ■ iftVun'in ' '•-
ANTISTE3 TEMPLI JACET HAC ANTONIVS VRNA
ALLIVS INSIGNIS MORIBVS ET GENERE
NOBILTS HIC SIBI VIXIT INOPS ET DIVES EGENIS
CQNSILloaVE GRAVI PROFVIT ATQVÉ C)P£RA/
DVMQVE PIVS PASTOR VOLATERR1S AVT EPIDAVRI DOGMATE PAVIT OVES NON TIMVERE LVPVM VIXIT AN. LXXVII. MENSES X. DIEB, X. Sotto poi P Urna » in altra cartèlla adornata coli' armi
della Famiglia degli Agli, in un tondo di marmo bian- co contornato di marmo turchino fi legge : OBIIT AN, DOM. MCCCCLXXVII.
DEIANIRA FRATRIS FILIA ,.' ' T, P. I. -"^ Finalmente fu Priore Vincenzio Duranti Vefcovo d'Or-
vieto , del quale parliamo altrove. E qui io penfava di terminare la gloriofa ferie de'Priori illuftri di S. Apo- itolo , quando in Leopoldo del Migliore a pag. 470. ne trovo uno anonimo , ma per una ftupenda fu* azione degno d* immortai nome . Nella piena adunque del 1557. fulle quattro ore di notte del dì 13. ài Settem- bre sì all' improvvifó traboccò Arno nel Borgo di S. A* poftolo, che falita otto braccia V acqua in Chiefa 5 mol- to pericolava la cuftodia del Santiflìmo , non ottante che ella forfè collocata fopra un ben alto pilaftro , quando il buon Priore buttatofi a nuoto $ e fuperando ogni urto dell* acqua arrivò al tabernacolo} e con una ma- no tenendo la Piffide , coli'altra tornando a" nuotare , portò P Eucariiìia a felvamcnto. E fé il nome di così de-
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degù® 'Satèeflfofe& tace nella Firenze illuftràt»?, nói a-
vremó grado al Sig. Domenico Maria Manni , il qua- le nella fua Serie de'Priori fcritta a penna » appunto ric*ta in que' tempi della piena Priore di S. Apoftolo un Francete© della nobile antica Famiglia de* Portinari. IV. E venendo oramai alla Chiefa , principiamo dalla Porta maggiore , che è di marmi bianchi > e ne- ri difegnata da Benedetto da RoVezzano con due armi degli Altóviti da lui bene fcolpite : fopra la Porta fi vede un* Immagine di Maria col Bambino a frefco , e ibtto 11 StttMj^t^ct^iftiti de' Medici dipintavi dopo che il Padronato della Chiefa pafsò a' Capitani dispar- te . Entrando- in ella a manritta troviamo un Se- polcro vaghi fimo ilja parete col bu#o di Anna Ubaldi madre del Gran Priore ^Tommafo del Bene > e forella del Cardinal Federigo Ubaldi Colonna) Ja cui Ifcrizio- ne , come parto delia dóttiflimà penna d* Anton Ma- lia Salvici 3 nti piace* (jùi di riferire £ìh;s'"snàinutii :P t'aeri ìb i<;j,:iìivJ rsaurj&i i'Sv" W%*ms5l EÌlkl UU
ANNÀ1 IACQBI DE VBALPIS PATRITII PERVSINI ET MARCH.
ARTEMISIAE VLTJHAE EX PYCVM CORNIAE FAMIL1A FILIAE FRIDERICI DE YBALPIS S. R. E. CARPINALIS COLVMNAE SORQRI IVLIIPEL BENE PATRITII FLOR, EQVITIS P. STEPHANl ET APVD GALLOS TRIBVNI MILITVM VXORI. PIETÀTE PRV- DENTIA MGRVM FACILITATE AC INVICTA IN ADVERSK CONSTANTIA QVAM IN IMMÀTVRO FVNERE TVM CONIVGlS TVM FILIORVM FRANCISCI EQVITIS D. STEPHANT ET IACOBl PANNóNICO CONTRATVKCAS BELLOINTERFECTORVM MIRIFI- CE OSTENDIT . APVD SERENISSJIMAA1 VlCTORlAM MÀGNAM ETRVÌtlÀE DVCEM AC APVD OMNES SPECTATISSIMAE'ACCE- PTISSJMAEQVE . MATRI SVAV.ISSIMAE AC OPTIME MER1TAE THOMAS BEL BENE EQVES HIEROSOL. SVAE STIRPIS; PO* STREMVS MOESTISSIMVS FIL. POSVIT, VIX. AN LXVIII* Ufi VI. D. X. OBIIT POST N0NAS FEBR. A, S. MPCJLXXXXVl, ';■.* ■ *^f '■' *• !t'* b -r* $." } '■ ; ■; i £ ~'->- x > "• ' ■- ■ .,'..■■ # "?■■, E .-<-. r-
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Le due prime Cappelle fono della fuddetta Famiglia i
alla prima:avvi una tavola rapprefentante 1' Elemofinie- 10 S» Martino, la quale a me fembra del Gamberucci, ed alla feconda il Pomaranci dipinfe il miracolo di San Pietro Apóftolo alla Porta del Tempio > vedendoti dal* la banda del-Vangelo alla parete una teda di marmo di Piero d* Alòertaccio del Bene . Alla terza degli Al- toviti '.trovati h più lodata tavoladi Giorgio Vafari y ove ha colorito un bel penfiero figurato per la Con- cezione , molto bella eflfendo la Vergine , che fi pofa fo d* un tronco di albero con attorno alcuni Angio- li , e fotto Lucifero legato allo fìeffo tronco in riem- biante fiero , e bizzarro : Adamo, ed Eva. da baffo con le mani ; legate? volgendo gli occhi pieni, di fperanza .:a-j Maria moftrano un'affettuofo fofpirare * Segue la quar- ta Cappella de' Borgherini annoverati dal Varchi Lib. $* traile i fplendide Famiglie di Firenze j air Altare evvi una Nunziata antica. Alla quieta Cappella dagli Altoviti paffete nella Famiglia degli Strozzi Principi di Forano , la tavola è un S. Antonio Abate , di cui divoti erano gli Altoviti } e contiguo ad elfaàlto dà terra trovafi il De- pofito di Oddo degli Altoviti fatto da Benedetto da Rovézzanb, ammirabile per la- finezza de' fogliami, fe- ilonh, e rilievi in marmo , lodati efTendo due pilaftri , che mattono in mezzo iìr Sepolcro ,uriel quale incife fi leggono quelle parole ; ìvstorvm VITA fernetvÀ.
SOLI DIO OPT1MO MAX. HONOK ET GLORIA .
ODDVS ALTOVITVS BINDI EU. PRATI PRÀEPOSÌTVS SIBI m n ,JEX ANTONIO FRATRI DVLCISSIMO POSVIT
VIXJT)AN.LIII.M. IX. D* IV. OBIIT XII.NOVEMBRIS MDVIIé Viene pofc/a la Sagrefìia» folla porta della quale ci
ha dai maxmo un' Urna con fopra la Carità'avente al- lato due puttini > opera di un allievo dell'Ammanna- to, dice il Cinelli j la iscrizione incifa nel marmo è la feguemc; ■ »JE s • I D. O. M. |
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I>. O. M*
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BINDO ALTOVITAE ASTOLDI FIE.
QVI MERCATVRIS OPTIMA FIDE FACIENDIS
MVLTIS GOACTIS OPIBVS
, AMICOS PRQPINQVOS PAVPERES
MA&NIFICE SEMPER- 1VVIT ET PIE *
ANT. ALTOVITA ARCH. FIOR. P. C.
VIX. AN. LIX. OBIIT MDLXX. KAL, APRr
Paflata la Sagreftia trovafi una Cappella fotto F Orga-
no fatto dal celebre Maeftro Noferi : anche quefto Al- tare era degli Altoviti , elfendo moggi dell* Arte de' Mercatanti ; quivi con gran divozione adorati* un* Im- magine di Maria dipinta a frefco ne' tempi di Giotto* Viene poi l'Aitar Maggiore nell'antico dipinto da Spi- nella Aretino, ma prefentemente tutta la Tribuna è' or- nata di tocchi col difegno di Giovann'Antonio Dofi ; fonovi due porte laterali molto belle > fopra le quali a delira è una tefta dell* Arcivefcovo Altoviti, a finiftra quella di Carlo Magno fatta da Giovanni Caccini . Die- tro all' Altare fi vedrebbe il vago Sepolcro dell* Arcive* fcovo Altoviti , fé non foffe coperto dalla menfa trop- po vicina al muro . Quefto Depofito è di marmo raro, di color vago, e vi fi legge la iferizione qui apprefTo; &. a m.
ANTONUO ALTOVITAE ARCHTEP. FIOR.-
V1TAE 1NTEGR1TATE LITERARVM SCIENTIÀ
AC MQRVM SVAVITATE INCOMPARABILI
IO. BAPTISTA FRATER P. OBI IT AN. S. MDLXXIIL
V. KALr JAN. VIXIT AN. Lllr MENS. V. BIES XX,
In alto alla parete fonovi tre Armadj ben difegnati a-
venti molte Reliquie di Santi , e negli Sportelli dì quel ài mezzo veggonfi dipinti a olio Maria, e S. Giovanni, che mettono in mezzo un di voto CrociMo di rilievo. V.
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V. Nella Nave fini/Ira accanto all' Aitar grande
principia la Cappella degli Acciainoli con fono all'Al- tare un' Arca di marmo di Donato Aceiaiuoli , fopra la quale s'inalza un tabernacolo di terra cotta di Lu- ca della Robbia fatto per cuftodia del Santiflìmo , fo- no belliflìmi due Angioli che foftengono il padiglio- ne , fopra il quale evvi un Dio Padre in mezzo a due Angioletti pieni di grazia , cadendo da' due lati fedo- ni di foglie, e frutte , che fembrano vere . Dopo que- lla Cappella fuori di ordine dell'antica Architettura troviamo un Altare fatto in Onore di quella Immagi- ne di Maria , che fporcata da un Sacrilego a'due di Gennaio del td.91* fu con pompa itraordinarìa qua tra- sferita nel 1697. E rientrando nelle cinque Cappelle sfondate incontrali l'Aitare della Natività di Crifto. di- pinta da Tomm^fo da S. Friano a fpefe di Andrea di Domenico Fiochi, preiTo la cui Famiglia mv$ 1* lufpa- dronato, che inoggi è Commenda de' Bartolinr. Alla Cappella de' Bonciani pallata a* Cerini., del Marucelli Pila no è la tavola , ove ha dipinto S. Michele in atto di combattere con Lucifero , ed io non fo> perchè fi creda dal Citici li opera di AlefTandro del Barbiere • La terza era Cappella anticamente de* Viviani Franchi > come ancora lo dimorerà Parme fopra ]'.arco* che £ una colonna in mezzo a due ftelJe ; ma fpento quello ra- mo , piefentemente ne fono Padroni i Fratelli, e So- relle di una Centuria dedicatali a S. Francefco di Sa- les , il quale è dipinto mirabilmente in gloria dal Gab- biani : 1'Archàtetmra di tutta la Cappella con ilucchi è del Portogalli vecchio , e le pitture a frefco fono del Bonecthi. Alla quarta, che è degli Altoviti, Andrta Bo- fcoli rapprefentò la CrociiìiIìo.ne ài Crilio co i ladro- ni , ed appiè della Croce alcuni Santi , opera lodata , benché ne'dintorni iìa molto rifentita : e kggefi nel quadro , di elemojina di Madonna Margherita fitti 1598. All' ultima , che fegue della Famiglia Carducci, fatta , al due di Leopoldo del Migliore, da Lorenzo Oratore, he* nemerito della Repubblica , vi ha tavola della Vergine Ma-
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Maria dipinta full* affé in campo d'oro da Fra Filippo
Lippi. Manca in quefta Chiefa un Croeififfo, che flava fulla porta per di dentro , fatto, dice il Migliore , del tutto fimile a quello, che chinò il capo a S. Giovan Gualberto dipinto avanti il mille ; ed in quefto eravi da offervare fopra il Capo di Crifto un Pellicano de- notante la maniera de* noftri Pittori flati ne* feco- li prima di Cimabue ; fi crede fmarrito nell' ultima., innovazione della Chiefa fatta dal Priore Andrea Bar* ducei . Sul Campanile, che è aliai alto , benché a mo- tivo de i Palazzi , che lo circondano, fembri piuttofto baffo, io vi fon falito per confìderar le Campane i e»* l'ho trovato affai magnifico negli archi , fineftre > e cornicioni, né fono lontano dal giudicarlo opera di Baccio d'Agnolo, per la fomiglianza, che fi ravvifa di elfo con altri fatti da quefto bravo Architetto . VI. Finalmente non lafcerò di dire di alcune la-
pide Sepolcrali fparfe per il pavimento della Chiefa, come fono nell'ingieffo per retta linea due degli Al* toviti, una del Bene , la quarta del Priore, e Canoni- ci di S. Apoftolo , poi quella degli Acciaiuoli : nella nave finiftra addirimpetto alla Cappella di S* Francefco di Sales è fepolta Caterina Scalandroni con lapida aven- te quella lode Angolare di elfer ella fiata nel 1^78. Iftkutrice della Centuria di quel Santo ; altra piccola lapida ivi leggefi con quefte lettere : SEP. ZENOBII GVCCI DELLA BADESSA .
Ma il più notevole laftrone di marmo in quefta Chic-
fa è una figura di baffo rilievo di Stoldo Altoviti, con lettere Longobarde attorno > parte delle quali fono co- perte dalla nuova balauftrata dell' Aitar maggiore » e fono le feguenti ; 1 |
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HEV QyATEM PEEDTS MERENS FLORENTIA CIVEM , *•
, QVALEQVE CONSILIVM MlilTItQVE DECVS.
DIC IGITVR LACRIMANS XVMVUVM QVICVMQVE V1DEBIS EX ALXOVITIS GPTIME 3TVLDE VALE. OSIIT AV1EM IDEM DOM1NVS STVLDVS AN.D. MCCCLXXXXIE, Y, DECEMBRIJS •
ri;.:,; ■ :.. : l ì ' *>■*' ' ■ " • ""■ ' ... *i : " ■ ' '" E per fine riportiamo una notizia 5 che dà Stefano Rof- felli ne] fuo Sepoltuario come appretto „ E* fama , che ii negli antichi tempi qtielia Chìefa avefle attorno uno |
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fpaziofo cimitero pieno di arche * e Sepolcri , i qua-
li , effondo dipoi quel iìto tìato occupato dalle Ca- fe deJ fioigherini , ■■.« da altre ne* feguenti tempi in quei luogo edificate , andarono Jrtale, fìccome altre |
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5, Sepolture venner meno circa a 6op. almi fono \ the
» fu alzato il pavimento delia Chieia. ^, |
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DELLA CHIESA DI SAN MINIATO
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Olte erano le Torri in Firenze edificate
da'Cittadini, o fi voglia per magnifi- cenza ì o per loro di fé fa , le quali eb- bero così gravi, e varie vicende, che finalmente ne mancò Pufanza. Pofcia-. chè,giufta il Villani, la Signoria or- dinò , che fofTero tutte decapitate , non volendole alte fé non 50. braccia fenza più, quando pa- recchi eccedevano in altezza le 120. braccia, e venuti poi que* tempi funeftiflìmi delle civili fazioni, furono diroccate le Torri de* Guelfi da'Ghibellini , e rientrati in Firenze vittoriofi i Guelfi , per vendetta atterra- rono quelle de' Ghibellini. Il numero di effe, che qua- fi tutte erano nel primo cerchio della Città, contavaft dal fuddetto Villani fino a 150. helliffima veduta facen- do anche da lungi all'occhio de'pafleggieri. Le più fit- te polle erano intorno intorno alla Chiefa di S. Mi- niato, conciofiachè molte eflèndo le Chiefe del primo recinto, quella fi trova addimandata Chiefa tra le Tor- ri, come apparifce dalle vetuiie Scritture , nelle qua- li trovali fempre chiamata Ecclefia S* Miniatis in- ter turres. Quindi Stefano Roflelli nel fuo Sepohuario porta opinione, che ella fotte Chiefa antichiflìma, non {blamente perchè collocata tra '1 Mercato vecchio , e '1 nuovo , e tra '1 Campidoglio , e le Terme , ma anco- ra per i Palazzi delle più nobili famiglie alla Chiefa bel- la corona facienti ;e notar mi piace, che i palazzi erano per lo più le ftefle torri > così leggendoli in molti ftrumenti Talatitimi Jtwe Turrim^ o Turrita > fi<ve Palatium'. e le famiglie padrone di fomiglianti torri intorno a que- giTm. IV, I ila |
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fra Chiefa, e che fono nominate ne' contratti § erano i
Pilaftri, i Palermini, gli Strozzi, i Pilli, Erri, Saffetti, i Minerbetti, gli Elifei, i Lamberti , il palazzo ,. o torre de'quali era quel fìto ifolato, dove ora è il Monte di Pietà, detto anticamente il Dado deJ Lamberti. E gli Scrirtori di quefta Chiefa non fono lontani dal creder- la fabbricata poco dopa, che fui monte del Re fu fat- ta la prima Chiefa dedicata a S. Miniato, alla cui o* pinione favorevole farebbe la tradizione della, fua Sa- cra, della quale in un libro corale antico, che offerve- remo dipoi, fi fa ricordo come apprettò ; Prima die lanuarii Circumcijto Domini, Bajìlii Epifcofi) Martine Virginis, & Sacra S* Mimatis inttr Turres : ed in màr- gine evvi la nota feguente: Velagius Fapa confecra'vit hanc Ecclefiam an. ÌWIL Ma lo sbaglio dell'età di Pela- gio , che non regnò fé non affai dopo, e lo ferino, che non è di quei tempi a un gran pezzo, ei rende la tradizione dubbia , tanto più che in un antico Calendario della Strozziana quella confactazione e altrimenti enunciata dicendo „ 8. Agofto fefta a Or S. Michele, e la Sacra a S. Miniato traile Torri. „ 11. E ritornando al foprallodato Roffelli, créde e*
gli effere molto verifimile, che il padronato di quefta Chiefa fofifè antichiflìmamente del Popolo ; ma venute meno, o andate ad abitare altrove molte di quelle an- tiche Cafate, che già erano in quefta parrocchia, pa- re , che il padronato di quella andaffe circa a 300. anni fono in alcune private Famiglie. Leopoldo del Miglio- re però nella fua Firenze llluftrata a pag. 551. dimo. ftra affai prima di 300. anni effere fiata la giuridizio- ne delta Chiefa in particolari Cittadini , e le parole del Migliore fono le ieguenti „ Il padronato fu nell* ,, antico in due famiglie -consolari Piiaftri, e Palermi- 35 ni 5 e ne cofta memoria rogata nel 1303. da Ser Ai- ,, dobrandino di Confìgiio, che dice, come a Ruggeri- ,, no, e Soldo de'Pilaiiri fé ne fpettaffe la metà, la „ quale per carta di Ser Lotto di Rinieri di Meffer U- jj golino da Caftagn^olo, pervenuta in Pilaftro fìgliuo- |
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y, 16 di t>4 Mefa, ed effa, che fu figliuola dì Ruggérino
fc liei Marinaio, moglie di Cione Pialaftri chiamata JR<r* i, merenda Mulier tertii Ordinis Pradicatorum , la do- 5> nò ai Monaci Ciftercienfi di Settimo ce. l'altra metà j, pure per donazione rogata da Ser Simone di Dino da sVÒambafli pafsò nel 1344. negli Spinellini in perfo~ sV na di Mefler Niccola di Lapo da Caftel Fiorentino ti Dottor celebre de* fuoi tempii € negli Strozzi de* „ feendenti da Soldo di Meffer Ubertino, per una vo» s, té aggiudicata loro per fentenza del Cardinal Zaba- jv'tèlla. „ Quella fentenza data dallo Zabarella effendo in minoribìis j^efifte inoggi nell'Archivio Arcivefeoviie alla filza de'bénefizj di quei da Lutiano, ma per mio avvilo ella è molto confufa; onde io tralafciando le ragioni de- gli antichi padroni, dirò coi RolFelli, che effendo il Pa- dronato per una metà pattato alla famiglia de'Guiducci da Spicchio detta degli Spinellini, per donazione fatta 1* anno 1573. da Mefler Gabbriello di Soldo degli Strozzi Canonico Fiorentino a Francefcó di Cipriano da Spicchio fuo nipote, e l'altra metà alla famiglia de'Berti del Quartier di S. Croce, la qual Famiglia fu erede di Piero di Daniello Strozzi : ultimamente la metà attenente a Fran- cefcó da Spicchio è andata a*Buonuomini di San Marti- no, i quali per teftàmento di Fabio figlio di detto Fran- tefeò furono foftituiti al Capitano Guido da Spicchio fuo nipote mancato fenza figliuoli, e 1* altra metà di ragione de'Berti pafsò l'anno 1629. iti Agnolo di Lo* renzó Galli per donazione fattagli da Antonio , € Piero di Domenico Berti né* 17. di Marzo del detto anno, ed in tffi di prefente fi pofa. L'onorificenza di queito pa- dronato era cofa molto cofpicua in Città; impercioc- ché doveano i Rettori di quefta Chiefa ogni anno rico- ìiofeere i Padroni per la fefta di S. Miniato con cene vivande in catini di legno coperti di rame d'alloro, e "mandarle alle cafe lóro col fuono di trombe full' ora idi tem, le quali cofe nell'anno 1525, di confenfo de' Padroni KteiTi furono permutate in due falcole di cera bianca coli'immagine di S. Miniato, una per Famiglia, I 2 CO-
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come appare da contratto rogato dà Ser AgofHno Bracy
cini ai 2b. di Gennaio del 1525. fteflTo > nccome altro privilegio nota 11 Migliore riguardante il medefimo Padronato, e fu 1J; ellèrfi dato il poifeiTo della Ghie fa ai Padroni col mazziere della Signoria. ; - ;; (," ! % v |IL j E paflando rda i Padroni della Qhiefa a* fuor, Priori > H cui novero (è affai ragguardevole per Uomi- nibdii nobikà] di iangup y e di virtù Criliiarie , io qui di cinque foli farò onorevole menzione. E primieramen- te nel 1308. ho trovato un Prete Fede nominato nel te&amenro di;;Mafo de'Minerbetti Cavalier Gaudente, il quale à quefto Priore , e fuoi fuccelfori Jafcia il fa- re ogni anno in Santa Maria Novella la fella di San Tommafo Cantuarienfe > per la quale alTegna g.4. fiaio- ra di terra; ma comecché dubbio era , a chi fpettaffe il poflelfo di quelle terre > fé al Priore, o a* Padri Do- menicani , dopo un lungo litigio avendo il Vefcovo Fiorentino Fra Angiolo degli Acciaiuoli data fentenza in favore de3 fuoi Religiofi, a quelli i Priori rinunzia* rono altresì il penfìero , o fra il privilegio della fe#a. E perchè io non dubito punto 3 che dove fi tratta di legati antichi 5 molto importi il riferirne autentici i do- cumenti , qui noterò del teftamento le parole riguar- danti il Priore della no (tra Chiefa , e del fuddetto Ve- fcovo la fentenza, che fono come appretfb : Maftts fiL olim Dom. Ruggerini de Minerbettis fecit tefiamentum afe, lafcia di ejfer feppeìlito a£j/iè dell' Altare di S. Tommafo Martire , ubi lam^as affionatur , & ardeat continuo $ro a<? ni me fue re me dio . Item lafcia 34. fi ai or a di terra in $oy, S. Donnini per la fetta di S* Tommafo in perpetuo, ed il farla 'vuole, che fletti al Prete Tede , 0 altro Priore , ehe farà della Chiefa di S. Miniato fra le Torri ec. rogò Ego Bonacofa fiL olim Compagni de Tlorentia .E la fentenza del Vefcovo elice come fegue „ Matteo di Gubbio Vi- 3, cario Generale di Monfignor Fra Angelo Vefcovo Fio- „ rentino fententia, che a i Frati di S. Maria Novella 5, lì afpetti il poiTefTo delle Terre pofie nel popolo di )3 S. Donnino, le quali avea lafcia te Mafo di Rugge- „ rino
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•. Sfa.-.
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1, rfno Minerbettr Cavaliereideila Miliziafl della Beata
), Vergine,: acciò ogni anno in perpetuo fi facefTe la „ fefta di, S. Tommafo Arcivefcovo Gantuarienfe , co- J);irìe qra cqnfueto farla egli quando era vivo > ed in ,j quel} giorno fare, a .i ) njrede5finti Frati una piatanza > . 9>? ovyerc* $definare j inyitandQ-»q-uei della fua Famiglia ^i^MinerJbetti,. cpata fujtvhec Sententia in Ecclefia San- y jèfci> Salvatoris: . Ego Ginus fìl* ;olim Gorfini de Pie- nte S. Leonini* }, Nel ^1^^ fu Priore Meflfer Lionar- <dpVde' Faladanfi .da Otta, il quale>vera infierne Rettore di &. PierBuonconfiglia^ je ijoiabbiamp >ve4wtoti^elTf^T jcondo tomo di ;qujefta( Iapria Fondatore fdel 'Monafterq del Capitolo detto ,4i S. plifabetta ^avendo lafciato à quelle Pinzochere cKe;, terreni , e tut|i ;i fuoi mobi- li ; ficcome nella prima parte del Quartiere; di S. Cro- ce ragionando della Chiefa di S. Pier Maggiore, notam- mo i benefìzi da lui fatti ad altro Monaitero detto, le Santucce, Egli è fepolta in S#i Miniato col fe^ent^ .epitaffio/: %< ^nù'sfavi ù c.bm>ftr wÀ :**i<Ho»T • - ■''."'• fiy' ,1 [{JOÌ £!i-\Ov.i .'••"? S 11 ; \ 'J-V,.:. "I" * I - «:../'■■':".' 'i);'* 5 i 5,
r ' t Hrc IACET NARDVS ORTANYS < ORTVS PATRIMONII HIS PARTIBVS VITAM EXEGIT | RAPHAEL SIT DVCT0R EIVS VITE ET DEFENSOR pOGTOR CANONISTA MCCCCLVII^ |
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In terzo luogo viene un illuftre Canonico Fiorentino,
che governò quefta Chiefa fin dal 1474. eletto Priore in età minore , e pofcia coTrifpo/td avendo #i felici prefagj di fua puerizia lafciò rari efempli di fa«titàf Queftij era Marco di Matteo degli Strozzi, il quale pur- gò la jj iua.Parrocchia da molti fcandoli » e ;nemico dell'enormi ufure de* Giudei , promotore fu della isti- tuzione del Monte .di Pietà riabilito dalla Repubblica #el^495* pel medefirno è la fondazione del Monaile- ro detto degli Angiolini, anche inoggi da quelle Mo- nache acclamato per Padre , Direttore , e Governato- re amqrevolifltmo . Egli fteflb per motivi particolari feriffela fua. vita, il cui originale confervafi nella Libreria Stroz-
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Sfrozziaia r Rivvi Wàà&M MòW^a1 Oàrfó" -ftìfeilfólCa*
irònico Fiorentino , de^quale-il^Kégri nella- Storia dei gli Scrittori Fiorentini 'fcrivé còme fegue „ AfcrittG y, alla notile Fiorentina;' Accademia Coltivò fempre V a* i, mieizié del famofó Pi^fe Vettóri,-al quale ^à avàn* if,: MàtÒ ine Ma fetfc apportèpgrantfiflìfnó giovamento r«d àiu* aj/tò nella lettura di m<iltèt!Ìe r e ^éllò iridio de'€©«. ,, menti i #H Pilota faceva ^1 ^efi&S ,» rrceveiidó quelli 9) dall'ingegno, e fafserfe di Carlo 'grandiflifm vantaggi, *, e lumi ■•■)• cóme £ffò Rettori 1© confdflfa tìéllà Prefà- || zione^^ffotìt&^ ^f^i ^ottteèritàrj foprà 11 terzo h libro or &tàftotnV'!?£; rèoribus y ed altrove nel pròfe- ft s gnitnentó o'èlr* opera , nella compòfizione €ella quale s, fi gloria ài ^annoverarlo per fuò Colléga • ,,; Final*- mente gìultizià fare io debbo al vivente Priore il Signor Dottor Gaetano Maria Innòcenzi© Veraci meritamente ctar Cerratchini lodato nella fùà Stòria de* Teòlogi Fio* r^*irtMlVov>éfa< mozione di alcuneopetèift Rùtilo in* fìgne Teologo , fua eiTendo la Prefazione air Antifona- rio Romano, la traduzione del Loke fopra la educa- zione de* figliuoli >ié i dll 'Trattato di Monfignor Tur- neaiLX del m%lfoi? mode di Udire k Santa: Mefla , ed a lui dobbiamo gràtUò della fincera, è pura edizione della ftimatiflimà òpera di Bernardo Ruccllai intitolata De bello Italico , iti fronte della quale ha egli ftam- pàto un bèi cò*ftèndiodella Vita di così ilhiitre Cit- tadino , è di più due altre operette inedite avvi aggiun- te, che fono ©fr ktlU Tifano > ed un' Orazione alla Re- pubblica Fiorentina Dà auxitii's Tifhernatibtts afferendìs. Ed oltre il meritò di così pregevoli ltampe , eterna^ predò i Priori di $* Miniato farà la memoria di iui, per a Ver egli da'fondamenti rifatta la Canonica col di- legno del Signor Ciovan Maria Veraci fuo fratello , e vaiente Ingegnere , avendo il jnofcr© Priore ipefo in qiìew 'ila fàbbrica da £oò. fétìdi I ,f - IV» E parlato avendo nói de'Prióri più celebri1,
%% fegue ora, che dichiarilo quello, che riguarda la Chie- Ca ; e per -farmi dalla facciata y d*r fi vtiòìev che fé fu |
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peravventura capovoltata > gmftà? Leopoldo! tó Mlgli^
re, ciò dovette efler feguita nel Secolo XV. concioffia- cofachè falla prefente porta al di fuori veggafi unaV Madonna di terra invetriata affai beila, lavoro di Lu- ca della Robbia , ed a man manca, fiavl un S» Grifto^ fan© alto dieci braccia , dipinto a frefeo da Antonio del Poliamolo, figura, eie ebbe lode della; più propor- zionata, che fufle irata fatta fino a quel tempo > ftando la Statua del Santo con una gamba in atto di pofa- iel, gl'altra di levare, e fono così ben difegnate b e fvelte * e proporzionate le membra , che è fama» come lo ftedb Miehelagnolo Buonarroti in fua gioventù per fuo fìudio molte volte la difegnafle , e qualche imitatone di efla feorgefi nel Davide di Piazza obliati in ChCe? fa troveremo tre Cappelle ; alla prima a manritta già chiamata Cappella di S. Carlo, fi vede un CrocififTo di legno affai divoto con fptto la menfa un* Immagine.» di Maria addolorata , e dirimpetto a quefta la Cappel- la delia Votazione fatta dagli Strozzi > di cui veggono* nel pavimento lapide antiche * e tra te cartapecore dell' Archivio dello Spedale degl* Innocenti nùm. 28. avvene una, che dimoftra eflere degli Strozzi quefta Gappella > leggendo*! in effa come fegue : 1509. 24. Aug. Marcus & Petrus frù' & filikotimhw Iawbi libertini de Struz- zi s tanqttam meri & -md#kitaM Fattavi Capii a ài Atea* vis Vijìtationis B* M^Virginit jìt# in Escila S. Minia* tis inter Turres ratificavemmt ygMationem Cappe Mania faBam fer Bullam ftdii Ta$è>n<]fHk:Èatum Roma 4. Men» Jts Auguftì ad favor e m Dm' Auguftim Magiflri Raffaellis dw ChelUs . Ego Raffavl Miniati* Matthia Baldefi Civis rogavi . AH* Aitar maggiore Andrea del Caftagno con ìftudio ha dipinto S. Miniato,, e iCompagni, e Vocchio della fineftra di vetri dipimi è affai beilo , veggendofi il S.-Martire in mezzo a due armi , cioè a deftrsu quella degli Strozzi , a finiftra la divifa degli Spi- nellini . Intorno alte pareti kterali lungo la Chiefa ricorre un fregio con pitture a chiarofeuro rapprefen- tanti il martirio di San, Miniato } fatte da Vincenzio Sgrilli
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SgrilHcòé fhHfeòrafeftftftie unA ifcMzitìmè com-pcfla dal
-Signor Canonico Bifcioni • All' organo pende dalla., parete, un <Croci€#o antico -dipinto full* affé a (orni' giianza dk^uèllo dflS: Giova»-Gualberto^ fotto il qua* |
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le fi leggono: cjuefìe.lettere /
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Ed in più luoghi deila- Chiefa vi fono k armi del io-
prallodato «Dottore <Lionardo da Orti . i Nel pavimento vi -farebbero ' dajoilervarfì antiche lapide., come due ap- piè dell'Abitar Maggiore , e fono degli Strozzi j Un la. ft tonte di mMigJio, e tafiello 4i marmo con l'Arme de* Bartoli Agorai , ed iscrizione, che dice :: |
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SEP»' W éiMONlI DIi ARRIGO AGORAI ET . F.M.IÒR VM ;
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J . ::l ijiy'vO
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Senza ^alcuna dfcrizione evyi un chiufino* di macigno
della Famiglia de';Pilli, altro degli Erri > è di parec- chi altreiiFamigliejfv Perduta è-la lapida ,i ed ;èpi£ raffio di Maltaurcciio Palermi ni pài cui fcrive^ Leopoldo del Migliorie a ^)ag. 5152. ,r pàvaliex dello Spron d* o* 3>^ro-,,i morrò «eli 13r a; 'Seppellito coli grande onore•-■',* ^cavato di cafa colla bara parata a drappelloni fop- j^pahhati di vai r coila\ mula covér.tata coir arme fua n di un[Leone rampante verde in campo di làrgento».,,. ì ' V»- Palio. per une ,a dirqvdtualcune pxe zio fi (Etne,, cole } che in \Sagreftia fi confermano vie quali ,oltre l'e& fere Monumenti dimoflranti antichità di Secoli., fono ancora documenti; della pietà de'Fiorenrini.. . Yedefi. adunque un 1 Dite nforio tutto di cr ili allo piieritale la- vorato a facce beliiflìme , nel -cui piede, oltre l'ar- me di frnalto* -de* Pulci, fi leggono ^ueite lettene & ìi FACTVM EST PRO AHMA DOMINE MAR;,
«n-Asiìi m o'io le DE PVLCIS , n ' it'w : im mcia
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e fot-
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e fotto quefie altre : FACTVM EST HOC ANNO
MCCCXXX. TEMPORE D^I PRESB. PAVU PRO ECCLESIA S, MINI- .-" ATIS INTER TVRRES, . C'Si vj ogoqi &i La feconda ragguardevole cofa è un Libro Corale ferir- to a mano in cartapecora di carattere del 1300. del quale fopra fi è fatta menzione . E-flò è vagamente mi- niato , avente in più luoghi le armi degli Strozzi , e degli Spinellini , e fui principio un Calendario delle fefte 3 che corrono giorno per giorno •■% fonovl però molte lacune , fegno certo di fua antichità » L*: ultimo teforo è un Reliquiario in forma di Oftenforio con tubo di" criftallo , che racchiude un offo, e due ampolle di fangue del Santo Martire Miniato } che fono una delle più autentiche Reliquie del Santo: imperciocché éeì fuo corpo fcrivono ilGenebrardo , ilBaronio., e UTillemont, che nel IX. Secolo fofle trasferito in > Francia :i ma do- vendo .io dare a fuo tempo là Storia della: Bafilica- di S. Miniato al Monte , e di quello Martire raccontare le fue vittorie , in tal occafione risponderò al punto della mal intefa traslazione delle fue oflTai • fofoiu pofTo per altro qui diflìmulare una difficoltà , la qua- le eJTendochè la confeffo fuperiore alla fcajrfa mia ca- pacità } fi propone agli ftudiofi della Storia Fiorenti^ na per fuo ifchiarimento* il: dubbio l *è > che: salen- do noi una Scrittura del 1106. ilipùlata neir anno del Concilio fecondo Fiorentino fotto Papa Pafquale II, nel- la quale fi legge : Ecclejia S\ Miniati*#t que dici tur inter turres ,■■qjél teftimonium Fidei 3. ci giunge nuovo ^quello fecondo titolo teBimonium FJdei, vocabolo dU moHrante il luogo del martirio. Onde fembra j, che: fi pofla dubitare j che San Miniato patiife per la Fede in quello luogo , ove è fiata fabbricata la noftra Chiefa, quando piuttofto dagli Atti del Martirio , e maffima- mente dalle Lezioni già ufate nella , Cattedrale /di Fi- renze , e dallo fludiofiifimo Signor Propoilo Gori man» Tem. IV. K ^<kte |
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date al Padre Orlendi, che le ha Campate , apparifce;
che nell* Anfiteatro S. Miniato due volte fu efpofto ai Leoni , che alla Croce al Gorgo fu decapitato > e nella Bafilica al Monte del Re feppèllito ; or fé quefte cofe fon vere , come dunque la Chiefa noftra è addiman- data luogo di fuo Martirio>, Tefi'tmonium Videi ì Se non che ardirei ior riflèttere, che ia Chiefa ? di S. Miniato tra le Torri fofle fiata un' appartenenza dell' antico Campidoglio , che dagli Scrittori Fiorentini appunto è collocato in quelle vicinanze > Onde èffendo il Cam- pidoglio la Córte del Luogotenente dell'Imperatore, forfè ivi erano, le prigioni snelle quali S; Miniato fu chi ufo »'. è tormentato coLiuoco * e coli' jectìleo | «i pe- rò i Crifh'àni *ae' feeòli feguenti alle perfécuzioni forfè quivi per la tradizione de' patimenti dèi Santo Martire, a lui fabbricaiTero la Chiefa , in memoria del luogo del fuo parziale martirio, m in quefta guifa con tutta proprie^ tà di, parole queita Chiefa può chiamarti Teflimoniunu Videi v Si arrogerebbe a provare maggiormente queita pregevole fcoperta , e 1? ufo delle torri fovcnte,;negli Atti de'Martiri deftinate per carceri, e il ritrovamen- to di varie Scritture-, nelle quali Jeggefi fottentrato nel luogo del Campidoglio il> forum Regis ivi eretto per l'amminiltraziòne della giufìizia , e il nome del Cam- pidoglio a queita Chiefa contiguo , chiamato dal Villa- ni Guardingo : ma di quefio ne parleremo altrove ; re- standomi qui da* arammentare come la Compagnia di S.Carlo detta de'Lombardi nel lóto, partì di queita Chiefa , ove faceva le fue tornate , per andare a pren- der poiTefTo di S. Michele vecchio donato loro dal Gran Duca Cofimo li. a riguardo di S. Carlo * oriundo da Firenze, ove gli Antenati fuoi erano veduti ad abita- re , dice{ì da S. Miniato al Tedefco , verità ricono- feiuta da Gregorio XV. nella Bolla del 1622. quando fece 5. Miniato Città, dicendo queite parole : Ab i]>fo quoque Opfédo nobilem illam Borromeorum gentem , ex qua \$l. Carolis olim Arch. Mediol. $, Cvllegii R* E, Cardihaliótn , originem duxijfe dici tur » uzb k . ' LE- |
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t EZIO N/ E VHI.
DELLA CHIESA DELLA DOTTRINA CRISTIANA
DI SAN FRANCESCO IN PALAZ^UOLO^ A Pietra fondamentale dì quefta Chie-
fa eflendo fiata quella benedetta Ani- ma del Venerabile Ipolito Galantini, farà d* uopo, che per la maggior chia- rezza della Storia principiamo dalle notizie dell'ammirabile Vita di que- #o infigne Fondatore . Il Reverendo Dionifio Baldoeci Nigetti ne ferirle già un groffo vo- lume nel 1623. dedicato al Gran Duca Ferdinando II. che pofeia riftampato fu in Roma da Galeazzo Cracas nel 1721, Quella Vita £ divifa in tre» libris il. primo; de*quali contiene le vicende, e le tribolazioni del Vene- rabile Ipolito avvenutegli per aftio del Demonio $ tea per invidia degli Uomini : nel fecondo leggonfi e le parecchi erezioni da lui fatte ih varie Città della Con- gregazione della Dottrina- Criftiana } e la fondazione della fua tanto commendata Congregazione in Palaz* zuolo : il terzo libro è un Panegirico delle fue eroi- che virtù . Ma noi piuttofto divideremo il ragionamen- to in tre età, Supplendo in quefta maniera al difetto della Cronologia non curata -dal fuddetto Autore : e la prima età abbraccerà quanto Ipolito operò da bambi- no fino agli anni 23. Quindicine conteremo nella fe- conda età ravvifando in elfi la prodigiofa divina con. dotta in aiutare queil* Anirha ad operare cofe ilupende in Firenze , ed altrove; e negli ultimi fedici anni , che in tutto fanno anni ijii del fuo vivere Apoftolico , no- teremo il felice principio, <c lo ilabilimento di fua Con- gregazione , che inoggi maifempre fiorifee* IL E1 per farmi «dalla prima età , nacque Ipolito
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a ijtf ftyOttobre ftel 1^5. moftfandp ancor bambi-
nello di cinque anni quellaTua vocazione ad iftruire i fan- ciulli, che fu la principale occupazione di tutta la fua vita ► Vedeafi égli radunare bambini, e predicar loro dall' altézza di un alberò, e pofcia condurli in divora proceflìone alle vifite delle Chiefe , maffimamente di S« Giovannino de' Gefuìti , ove fece la fua prima con- feritane dal Padre Giovan Batifta Cerretelli , il quale fcópérto avendo nel fanciullo i tefori della Divina Gra- zia , giudicò di ammetterlo alla prima Comunione di 9. anni , ed eziandio alla Dottrina Crifìiana da* Padri Gefuiti .{piegata nelle Domeniche, fu deputato Ipoiito per capo, e Maeftro di una Clafle di que* Giovanetti, che egli con fua diligenza , e ftìllécirudine vi conduce- va . Intanto defiderofo Aleffandro de* Medici Cardina- le, ed Arcivefcovo di Firenze , che il fuo gregge istrui- to fofle ne'doveri del Crifìiano > avea nel 1577. ordi- nato, che s' infegnafTe in tutta la fua Diocefi la Dot- trina Crifìiana , con dare in Firenze la carica di diret- tore di così importante opera al Dottor Iacopo An- faldi, con autorità di eleggere le Chiefe, e le Perfone idonee a tal effetto . Quefti adunque conofeendo su baftanza il valore dei Giovanetto Galantini , lo eleffe per uno de' Maeftri , non oftante la fua età tenera di ioli 12. anni. Volle 1' umile Ipoiito feufarfi , ma dall' ubbidienza coftretto fu ad accettare il pefo d' infegna- re la Dottrina nella Chiefa di S* Lucia fui Prato, nel qual. luogo avendo egli principiato a coltivare la Vigna del Signore , tofto 11 videro maravigliofi frutti, e pro- greffi 5 avvegnaché un gran numero di uomini, e di donne lafciati avendo e giuochi , e vanità , fi diedero alla frequenza de' Santiffimi Sagramenti, alle vifite del- le Chiefe , e ad altri efercizj di pietà . Né quefte fu- rono le più belle maraviglie del notìro Fanciullo, im- perciocché fparfo ogni dì p:iù il buon odore delle fan- te operazioni d'Ipoiito , da'più vecchi Fratelli della Compagnia di Santa Lucia fu eletto per loro Guardia- nò , non avendo più.di anni 17. e da lui fi conten» tarono
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tarono di ricevere nuovi Capitoli, e Coftkuzioni /conte-
nenti divotiffimi efercizj , tra' quali 1* introduzione di frequenti tornate, non folamente nel Venerdì * ma fino a tre volte per ciafcun dì feftivo , cioè la fera % il gior- no , e la mattina ;e perchè due ore prima del nafcer del Sole radunavano* infieme, furono chiamati i Vigilan- ti di Santa Lucia. Ordinò altresì varie claffi , e Scuo- le di Giovani fotto un Maeftro , il quale infegnaffe loro le cofe pertinenti alla falute dell' Anima , aven- do così formato in Santa Lucia il primo modello di quella Congregazione SantifEma, che poi aveva a fon- dare in Palazzuolo : quando in quefto carico di Guar- diano pa (Tati avendo fei anni fempremai pieni di gras- vi fatiche y e di copiofo frutto , fé gli prefentò- un' occafione di gran merito , che noi qui riferiremo, paf- fando alla feconda età del Venerabile Giovane. III. Nel)* anno adunque 1588. e vigefimoterzo dì
Ipolito , non potendo più contenerli il Demonio alle moltiplici perdite che faceva in Firenze , mediante sì fervorofe adunanze di Santa Lucia > fi adoperò con tut- to il-fuo aftio ad eftinguere il fervore de' Congregati} e femìnarvi la difeordia s la quale arrivò a tal fegno , che il Santo Guardiano fi trovò abbandonato quafi da tutt* i fuoi Difcepoli , colpo dell* Inferno } per vero dire , fenfibiliffimo , e non una , ma più fiate macchi- nato contra le tanto laudevoli imprefe d* Ipolito , co- me qui fommariamente noteremo. Conciofiachè gli Uo- mini della Compagnia di San Salvadore pofta a canto alla Chiefa d* Ognifianti} avendo fpontaneamente offer- to al Galantini la loro Chiefa , „vi pafsò egli fenza indugio nel 1588. ed eletto di comime confenfo Guar- diano , ne fu meffò in poflefifo dal Priore Guafparri Buonatti per ordine di Monfignor Antonio Benivieni Vicario Generale dell' Arcivefcovo : e non pacarono due anni in quefto fuo governo s che fi porfe a lui j ed a* fuoi Compagni larghiffima materia di efercitare la più * eroica carità verfo de* poveri, a cagione della memora- bil careftia del 1590. per la quale vennero dalle Mon- tagne |
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tagne di Modatìa j di Bologna , e di Urbino turbe di
affamati : e non eflendo loro .permetto di entrare in_/ Firenze, trovarono in Ipolito , e negli Uomini di San Salvadore foccorfo alla fame , vefti alla loro nudità , e cibo altresì air Anima colla quotidiana fpiegazionc^ della Dottrina Criftiana % e co' fervorofi fermoni del no- ffro indefeflb Guardiano , in maniera che inftruitij tu compunti in gran numero que* poverelli fecero la Con- feflìone generale. E già da sì belli efempli di fantità era mirabilmente accrefciuta la detta Compagnia iru numero di Fratelli, e nello fpiriro , quando non dor- mendo il comune Nemico, .quivi pure rinnovò le fue diaboliche infidie, rivoltando tutti -gli Uomini contra d* Ipolito , il <quale di lì ufcì , pattando alla Compa- gnia di S. Domenico in Palazzuolo concedutagli dal fuddetto Vicario Generale per modo di provvifìone , giac- ché quetta era (tata chiù fa per alcune differenze , che vertevano trai iJFratelli^ e .dopo due anni terminate ettendo le liti , Ipolito ateiìituì libera la Congregazio- ne a* primi Padroni,. Nel 2593- fu richieito per Capo, e fuperipre di .San Xonenzino dietro alla Nunziata , la qua! propofta molto eflendogli piaciuta per riguardo al fervizio di Dio., già fi prometteva grandiflìmo frut- to , ed il principio ;non jfi poteva .desiderar migliore , avendo tutti quegli .Uomini abbracciato le nuove leg- gi d* Ipolito ;*ma appena terminata la prima adunan- za 5 nella cjuale numerofa fu la Comunione Generale, quegli ileffi , i squali, con grande .applaufo 1* avea- no * eletto per Capo , lo .citarono all' Arcivefcovado con una fiera protetta»^ ^che Jubito loro lafciatte libera la Compagnia , dalla-quale l' umile Ipolito ufcendo § ri- tirò a Santa Margherita de* Cerchi «, donde per forni» glianti gelosie fi partì . Ma non pattarono pochi gior- ni j che fu provveduto della Chiefa ,0 Avvero dell' Ora- torio di S. Baftiano de'Sini per opera di Monsignor Niccolò Manini Canonico Fioi-entino ., é Vicario Ge- nerale } il quale fuggerito avendo al Cardinale Arci- vefeovo di chiedere per Ipolito la detta Chiefa al Com- men-
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roendatore di Santo Spirito in Saffia di Roma , predò
cui è il dominio di quefto Oratorio , facilmente ne ottenne la licenza , e 1* ingreflb in S, Baftiano ( come nota il Signor Domenico Maria Mannì al Tomo VI. de* Sigilli ) fu fatto dal Venerabile Ipolito , e da' fuoi fedeli Compagni nel 1594. dove faticò fino al itfog. che fu l'epoca memorabile della Congregazione della Dottrina Criftiana di S. Francefco in Palazzuolo , Pri- ma però che noi parliamo a ragionare di quefta folen- ne fondazione, non difdirà,che qui annoveriamo i viag- gi fatti da Ipolito chiamato da Principi e da Vefco- vi a fondare nelle primarie Citta la fua Congregazione. IV. La prima volta adunque che egli andò fuor di Firenze per tal effetto fu a petizione di Monsignor Vefcovo di Volterra Luca Alamanni nel 1595. nella qual Città Ipolito avendo co* fermoni , e confanti ehm» pj commoffb tutto il popolo , facilmente potè ftabi- [irvi la Congregazione . Nello fteflb anno defiderando gli Uomini della Compagnia di S. Giovanni di Piftoia una più regolata offervanza , fecero, che colà fi trasfe- rirle il Servo di Dio , ottenendo da lui lume , e regole per incamminarti nella perfezione . In Lucca parimen- te fece egli un gran frutto , perchè oltre alle ftrepi- tofe converfioni di anime , diede riforma ad una Con- gregazione di frefeo iftituita , lanciando utili regole on- de il buon eftere di quella fi mantenerle. Andò pure a Perugia, non avendo potuto liberarli dalle replicate fup- pliche di quel Vefcovo Neapoìeone Gomitoli , e vi Ita* bili felicemente il modo fuo d' infegnare la Dottri* na Criftiana, ed altri efercizj con frutto notabile di quella Città . E finalmente P ultimo viaggio fuo , ben- ché foffe più tardi de* fuddetti, cioè nel 1^12. qui con gli altri lo riportiamo, e fu a Modana con buona gra- zia del Granduca Cofimo II. al quale ormai troppo difpiaceva la lontananza di quello fuo Suddito da Fi- renze , tuttavolta non fu poffibile di negarlo a quel Prin- cipe , che di proprio pugno fcritfe poi una feconda lette- ra all' Altezza Sua , perchè fi degnaile di prolungare il tera-
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tempo del foggiorno d'Ipolito in Modaria , talmente
quella Città n* era rimafa prefa . Laonde in 40. gior- ni , che il noftro Fiorentino dimorò colà, riduife la Con- gregazione a molte centinaia di buone Perfone i e feb~ bene era affai capace il luogo, dove fi cominciò > nùl- ladimeno fu di meftiero , prima che egli fi partifle > di eleggerne un altro pitì ampio. Né folamenre ora è la più numerofa Congregazione , che fia in Modana , ma tutte k altre ha ravvivato nello fpirito., come ap* punto pie volte avealo predetto Ipolito fteffo. V. Orpaffando noi alla terza età di lui, devefi in pri-
mo luogo qui confederare la fondazione della fua Con- gregazione nella Contrada di Palazzuolo, ove Ipolito fino da* fuòi primi anni avea collocato il fuo cuore. Imperciocché cercando egli i poveri, non fi curò di fabbricare 1* Oratorio in altri luoghi più vaghi > o j)iù nobili , o più principali della Città* Quivi adunque fermato il fuo animo prefe una parte di orto da'Pa- dri di Ogniifanti, e fatto il difegno da Matteo Nigetti uno de'fuoi più cari difeepoli ai 14. di Ottobre del 1602. gettonile la prima pietra fotto la invocazióne de' Santi Francefco, e Lucia , la cui Chiefa era ftata la pri- ina culla del fuo ammirabile Iftituto, benché poi Papa Clemente Vili, voile, che s'intitolale Congregazione di $.* Francefco della Dottrina Criftiana in Palazzuolo , con- cedendo pero la commemorazione della Santa Vergine, e Martire ne* divini Uflzi, e l'Indulgenza nella folen- nàta della Santa. Tra parecchi poi Signori, che con li- moline concorfero ,alle fpefe dell'edilìzio ^merita Ango- lare lode Baccio Comi, che donò 2000Ì, feudi, e con ta- le follecitudine fu fabbricata quella Chiefa, che in ca* pò ad un anno nei giorno di S. Francefco del 1603. fi potè aprire con una Comunione Generale in rendi- mento di grazie a Dio, avendovi celebrata la MefFa Vin- cenzio Puccini, il quale altresì vi recitò un divoto Ser- mone . Ma perchè non erano ben afeiutte le pareti, con- venne, che fi afpettaffe fino ai 23. di Marzo dello fteffo anno ab Incarnazione, che fu la Domenica delle Palme quafi in
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in fegno della vittoria, che il no (Irò Servo di Dio fi-
nalmente riportò di tante battaglie , contraiti ., e tra- vagli. In detto giorno adunque rejftituito avendo l'O- ratorio de* Bini a'Padroni, fé ne venne Ipolito in prò- ceflìone co* nurnerofi fuoi figli fpirituali al luogo di Pa- lazzuolo, ed io credo , che egli non mai avelie giorno più lieto eli queito , non oftante che l'Infernoinvidipfo tentato aveflfe di empirlo di confufione, e di grave jdiibxdine per un cafo formidabile avvenuto a sì lieta adunanza dopo Ve- fpro, e piacemi di qui riportarlo colle parole del Ni- getti, che lo racconta nel Libro II. Capitolo I. come apprendo », Neil'andare dopo Vefpro , come fi coftu- „ mà> tutt'i Fratelli infieme a ricreazione in quel gior- n no così felli vo , per effer* V ora molto tarda , fi „ ritirarono fuori della vicina Porta al Prato lungo le ,, mura verfo la Cittadella 3 e quivi fenza alcun altro „ penfiero fi intrattenevano ne* loro confueti efercizi , 5, per velie r già a tutti pubblica, e notoria fimile radu- 5, nanza \, Contuttociò veduta una Sentinella così nu- ji merofa moltitudine di gente , fofpettò, e ne diede j, fegno agli altri faldati > e al Cairelianp iiìeflb , ji qua» „ le fece Sparare a voto .alcune cannonate .verfo il pò- & polo) affinchè fi paruffe di quivi > ma non potendo „ tutti fpeditamentc ritirarli per lai confufione : il Ca- „ fteUano con troppa facilità /parò di nuovo una ean- „ nonata a pieno, )a quale percotendo in un mallo fé- j^xejuche euna di querle fcaglie colpì nella delira mano „ un giovane, offendo gran .miracolo, che egli} infieme „ con parecchi altri non vi reftaffe morto . > . . e datafi „ finiftra relazione di ciò al Gran J)uca Ferdinando J. e „ propoftoli per ragione ,di Stato non effer tollerabile ,, in Firenze tanta moltitudine di gente .unita infieme, „ che Maggiamente oppofe il Cartellano , per reprime- », re r ardire de'popoli , quel iubito, e gagliardo ri- „ paro . JE .mentre per ^diabolico irnpulfo fi macchi- „ navano tali ,cofe contro la Congregazione , e men- „ tre a ,ciafcuno pareva di vederla ornai abbattuta , e j, per terra alle potenti ragioni degli avverfarj , viva. Tom. IV. L „ mente |
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„ mente rappreseli fa te alle orecchie di quel gran Prin-
,, cipe, ecco che il Clementiffimo Iddio difpofe altri- ,, menti j Imperciocché il Cardinale AJe/Tandro de'Mediei >, pafsò per via di lettera opportuni, ed efficaci ofizj jj col Granduca , raccomandandogli Ipolito > e là? Con- jj gvegazione , come cofa fua propria, ed amata al pa- ,f n della pupilla degli occhi fuoi > dove fra gli altri Jr particolari efagerò, che fé egli avea molti Capitani, jj e Soldati in difefa delle muraglie , e fortezze, nien^ j, tedimeno il folo Ipolito vi era, iì quale con più ef- b ficaci< maniere gli teneva in ordine una ben muniw j* ra ., e grofla fortezza fpirituale j che gli cuftodrva tut- » to lo Stato fuo , e particolarmente la Città di Fi- » reme . Dal che ne "legni, che Sua Altezza venuta in j? cognizione della bontà del pio Ipolito , e della qua* ,*> lità dell-' opera , di cui era fin allora mediocremen- », te informato, fé gli affezionò grandemente, e volle 3,» eflerne Ringoiar Protettore . ,, VI. Calmata così quefta tempesta , e fupitc altre.»
difficoltà , e contradizioni, pensò Ipolito qual diligen~ te, e prudente Fondatore a provvedere la Congregazio- ne di leggi , che foflfero una falda muraglia a confer- varla ne i tempi avvenire 5 ed* a renderla infiememente fcuola fempremai feconda di fante virtù. E quelle re* gole ridotte a capitoli prefenrò egli ali* Arcivescovo Aleflandro Marzimedici , il quale le approvò » dichia- randoli pubblicamente di averle trovate pfene di faviez- za , e dello fpirito di Dio. Né io voglio qui riferirne, fé non il fa>lo funto, acciocché ognuno polla conofcere T alta idea di quefto grand' Uomo lavorato dalla Di- vina Grazia a quel fantiffimo fine di falvare Anime • Ripone egli tutto ii governo in un fol Capo col no- me di Guardiano , al quale vuole , che affidano quattro Consiglieri. Divide la fua Congregazione in varie Claffi, © Scuole con ordine tale , che qualfivoglia dai teneri anni fino alla età decrepita vi trovi da imparare . Nel- la prima fi apprendono -le Virtù morali , la modeftiiu dei velìirc, e compofizione efterna . Si pratica nella* fé-
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fecondai la «mortificazione de' fenfi efternì , 1' efercizio
delle opere della Mifericordia , ed il falmeggiare . Da .quefta pafiandotì alla terza } fi attende alla mortifica- zione delle proprie paflìoni , ed eftirpati i vizj fi fale alla quarta , che è un (ingoiare efercizio di umiltà. Avvene una per le Perfone maritate , le quali fono qui ammaeftrate nel governo de* Figliuoli j ^e della loro Fa- miglia .. La quinta finalmente Clafle è un fommario di perfezione , ed era chiamata da Ipolito la bafe della Congregazione . Oltre alle defcritte Scuole , diftinfe Ipolito per i Fanciulli di più tenera età la Dottrina Cristiana .del Venerabil Cardinal Bellarmino in quindici altre Scuole $ avendo aflegnato a ciafcuna di effe uno, o più Maeftri, e fecondo il profitto ibno i Fanciulli promoflì innanzi : e ;per fine due altre Claffi fece 9 la prima delle quali è per chi è in età da confeffarfi , do- ve da* Maeftri fi tien cura ? che fi confeflìno ogni pri- ma Domenica del mefe ; e la feconda Scuola è per quel - li > che fono capaci di poterfi comunicare, a i quali vie- ne dichiarato quanto appartiene air Augufto Sacrameli* to » E difpenfandomi dal favellar più oltre di quefle Scuole 3 dirò alcunché de' quattro Cappellani ., i quali Ipolito deputò, perchè aflìftelTero., ed ufizialìero in per- petuo nella Congregazione con iftipendio di 50. feudi 1' anno per uno. E circa la fondazione di quefte .quat- tro Cappellanie io non fo , fé appieno ne folte infor- mato ,1* Autore della Vita ftampata , o fé n3 era mfar- mato , dubito » che mancante egli fia nel darcene il prin- cipio j e la felice conclusone. Onde avendo io avuto per le mani il libro de* Contratti.} ed Jftrumenci della Congregazione * Ara,* quali fonovi quelli riguardanti le Cappellate, non farò altro , che accennare di ciafeun contratto il tempo, ed i contraenti, maniera a mio cre- dere facile 5 e ileura , onde ifchiarire un punto di cofa importantiflìma al Venerabile Ipolito - Alla pagina pri- ma del fuddetto libro fi.no alla quarta leggeri la iftan- za fatta dal Servo di Dio all' Arcivefcovo Marzimedi- ci di fondare quattro Cappelle fotto il titolo di San L 2 Fran-
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Francefco, di S. Lucia,'di S. Carlo, e della Immaco-
lata Concezione ; e leggefi Ja licenza dell' Arcivefcovo rogata da Ser Eufrofino di Antonio de' Milanefi dal- la Volpaia 14. ài Maggio 1614. Alia pag. 6. evvi co- pia di una permuta fatta fotto il dì 5. di Febbraio del 161$. di un credito cantante fotto nome della Gran- ducheffa Criftina di Lorena , ceduto dall' Altezza Sua alla Congregazione di Si Francefco della Dottrina Cri- ftiana in Via chiamata Palazzuolo per fondazione del- la Cappellania intitolata San Francefco , e fono feudi 1091, ed è fottoferitta dal Senatore , e Auditore di Sua Altezza Niccolò dell'Amelia , e dal Senatore A- leflandro Rinuccini Depofitario del Gran Duca , amen- due Deputati dalla Sereniffima # à nella irelTa pagina trovanfi feudi 1000. donati alla detta Congregazione., dall'Eccellentiffimo Principe D. Lorenzo de'Medici per mano di Meflfer Carlo Garattini fuo Teforiere il dì 25. di Aprile del 1620. e furono per la Dote della Cap- pellania di S. Carlo . Viene alla pagina 7. un Refcrit~ to del Gran Duca Cofimo II. del dì 1. di Aprile del 1620, contenente un ordine alla Univerfità dell' Arte del Cambio 9 che volti alla Congregazione del Venera- bile Ipolito la Cappellania . che la detta Arte avea in Santa Lucia de' Magnoli fotto il titolo de* Santi Loren- zo , ed Ilarione , ed in efecuzione de' comandi di Sua Altezza nel dì 30. del fuddetto mefe, ed anno il Ma- gnifico Luca di Criftoforo Baldovinerti Provveditore.* dell' Arte del Cambio fi prefenta air Arcivefcovo Alef- fandro Marzimedici per fare la traslazione giuridica della Cappellania, come fi fece , rogando Giufeppe di Iacopo Barni Cancelliere della Curia Arcivefcovile. Né da tralafciarfi è un Memoriale alla pagina 15. che fa la Congregazione al Gran Duca Ferdinando II. in ri- guardo alla fiiddetta Cappellania aggravata della pen- done di ftaia <5. di marroni all'Arte del Cambio , dal- la quale non fi pagavano fé non foli feudi 28. Chiede adunque la Congregazione di effere liberata dall' aggra- vio de' marroni, e 1' aumento di feudi 22. fino alla in-
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Intera Dote di feudi annui 50. e l'Altezza Sua lo concede
ai 22. di Agofto 1626. E finalmente a carte 14. fono de- nunziate due partite di limofine per il medefimo fine , e fono feudi 500* dati dalla Sereniifima Maddalena d'Au- ftria, e 2^0. dal Cardinal Carlo de'Medici agli ir- di Aprile del 1 «52 5. ) '. VI. E da quefti autorevoli documenti giudichi il
Leggitore, come poterle il Nigetti feriverei ai Libro II. Cap. XII. che Ipolito vedeiTe il compimento delle fud^ dette quattro Cappelle con tanto fuo giubbilo, che qua! altro Santo Simeone chiedeffe a Dio di morire. Ma per viepiù certificarcij che (ino all'anno i6z6. non folle ter- minata querta Fondazione, batterà, che ritorniamo al Li- bro de' contratti per vedere alla pag. i<5. come Fran- cefeo Tozzi fecondo Guardiano della Congregazione nella Cancelleria dell'Arcivefcovado confetta, e confegna per dote delle Cappellanie fuddette la intera fomma di feudi 4000. porli fui Monte Comune, col frutto accen- dente a 200. feudi annui, ed efprefle nel contratto fo- novi le feguenti parole „ Ed effendochè il B. Ipolito „ (cosi appellali fempre nella Scrittura) fotto il dì 20. „ di Marzo del 1619, patfarTe da quelta alla felice glo- „ riofa vita fenza avere aiTegnate le dette fomme di „ denari . „ E quelta Carta, che fu la vera Fondazione delle Cappellanie, è rogata da Ser Bernardo di Giovan Batifla de* Verdi Notaio a i 7. di Settembre del 1626. Mi reflerebbe a favellare della fanta morte d* Ipolito, e degli ftrepitofi miracoli, i quali accompagnarono il fuo Funerale; ma rimettendomi a que* tanti Voti,, che già adornarono il fuo Deperito , e che in altra Lezione^ con iftupore ravviferemo ; piacendomi di qui notare per fine il memorabile detto del Servo di Dio , il qua- le aiTerì più fiate , che più di ottantamila perfone avea avuto alia fua Congregazione con profitto delie ani- me loro . Ed acciocché quella non paia un' iperbole , non credibile certamente nella umile bocca d'Ipolito, può ciafeuno} quando gli piaccia , foddisfarfi coli' oiTervare , che ancheinoggi le Comunioni , le quali fono frequenti in .' .'•-* Con- |
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Congregarne , arrivano al numero di 2©cue alk Tor-
nate, che dà Pafqua di Refurrezione fino a S. France^ ico ogni fera lì fanno, il concordo di Ecclefiaftici, di Cavalieri , e di Cittadini £ da pò. in circa . I Fan- cmlli poi,, che in ogni OFefta fi radunano per la^ Città da' Fratelli divifi ne1 Quartieri , e che fi condu- cono alla Cangregazione ad .imparar la -Dottrina Cri- ihana, faranno 400. potendofi con quefti computi rin- venire la verità tdelja jropofizione aderita dal Venerabile Ipohto^ ." ; |
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L E Z I O N E IX.
DELLA CHIESA DELLA DOTTRINA. CRISTIANA
DI SAN FRANCESCO IN PALAZZUOL© ' ; H.. ''■'■-*';"''■
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©Iti, e ftupendi fono i miracoli , che
dagli Scrittori fi rammentano operati da Dio per la interceffione del Vene- |
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rabile Ipolito, maffimamente dopo la
fua morte , ma fé io non fono forte ingannato , credo, che i- più memora- bili prodigj- fatti da quella Beata Ani- ma foflero que* tre riguardanti il vantaggio della fua-, aitìatiffima. Congregazione, voglio dire, i felici aumen- ti di cfTa , i pregevoli tefori di Reliquie, e delle bel^ le Arti, che 1' adornano, ed il governo fempremai fag- gio , e vigilante de* fuoi Guardiani y E però facendomi da' felici progreffi della Congregazione > dir fi vuole in primo luogo la- grande liberalità di Maria; Maddalena d' Auftria GranduchefTa di Tofcana, la quale a Aie fpc- fé fece fabbricare il magnifico Andito , che dalla via mette in Ghiefa, veggendofi nelle fineftre , e alle pareti le armi di sV gejnerofa Principerà • La funzione di be- nedirvi la prima pietra, fi fece dall' Arcivefcovo di Fi- renze Ateflandro Marzimedici a i 4. di Novembre del j6%o. e con la pietra fi gettò pure una ricca meda- glia di oro avente da una parte 1* effigie di Maria Mad- dalena , e nel rovefcio il fuo augufto nome : e nel fa- crato marmo eravi incifa in feguente Ifcrizione : D. O. M.
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E>. ? Q. M.
MARTA MAGD. ARCHID. AVSTRIAE COSMI SECVNDl
MAGNI DVCIS ETRVR. CONIVX AVGVSJISSIMA
OB EXIMIVM RE.LIGIDNIS .CHRIS JIANAE STVDIVM JAC SINGVLAREM fOBSERVANTIAM IN VEN. VIRVM HYPROXITVM GALANTINVM ELOREN. EGREGIA VITAE SANCTIMONIA CELEBERRIMVM ET HVIVS -CON.GREG. DOCTR. CHRIST. OLIM ANNO SAL. MDCII. , SVB D. FRANCISCI AVSPIGIIS JNCLyTVM FVNDATOREM VESTIBVLVM HOC QVOD PENITVS DEERAT -MAXIMAl XIJBERALITATE .XRFGENDVM EXORNANDVMQVE <CV.RAVIT PROTECTRIX MVNI'FICENTISSIMA PRIMARIO LAPIDE £i CAROLI CARD. JORROMEI R'ELIQyiIS MVJ«ÌB> ET A REVERENDISS. D. ALEX. MARZI MEDICI ARCHIEP..FLOR. PRID. NONAS ,NOV. .MDCXX. JFOELICITER IMPOSITO, TI. E dai feguenti ricordi ciafcuno *poi confede-
ra effere ftate prodigiofc^ ^^^^ ^ di denari 5 che la Congregazioriè aborro per 1a «compra ^di cafètte, e pezzi di terrafck rn^vo" di ampliare Ila ;febbdtìà'. Come ai io. di Marzo cM 1620, *il Guardiano Francefco Tozzi * per ie mani di Giovanni Nigetti fuo Procuratore? pa- ga feudi 72-0. alla Commenda di ,S. Caterina della Re- ligione di Santo Stefano, per ;tre -Cafette > che vende il Commendatore Francefco bovi da Brefcia , e nel Con. tratto apparifeono1 e ia liceriza rd'el Granduca .3 ed il confenfo del Coniìglio ;di Pifa, il tutto rogando Set* Filippo•'Valentin!" v A i 15. di Settembre dello ;iteiTo anno gli Eredi di Bartolommeo Spagni vendono alla Congregazione una Cafa con bottega di manefcalco , corte , iianze , fala 5 e terrazzo per feudi 500. chiamati eflendo a confini 1. Via pubblica di .Palazzuolo.3 2. e 3. Beni della Religione di S. Stefano , 4. la Congre- gazione , rogò Giufeppe di Iacopo Barni ; e queiìa^ altra compra , benché fia una minuzia > alle fuddette_, |
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fife
9 aggiungeremo > e fu, che Caterina di Giovan Batifta
Staccioli moglie di Santi del Bene vendè un Orticello largo braccia tre , lungo braccia fei confinante con un Orto fpettante a* Padri delia Nunziata } dalla Congrega- zione pagato feudi 12. .rogando Ser Luca di Diamante Santini ai 5. di Febbraio del 1620. E con quefti ac- quici fi dilatarono alquanto più i confini della Con- gregazione , veggcndois -:à Manritta nell^ ingreiìb una caia murata ad ufo del Guardiano -,ampliata ì* angu- ria Sagrefìia fino a undici braccia , con fópra una nuo- va ftanzaj.jq da' fondamenti acerefeiuta' vedetì una Scuo- la } ebe^ quello Bfa?02?o#^;f pv^r alle (pareti ; pelilo no i Ritratti de*Guardiani, né tralafciar debbo un altro mo- derno accrefeimento. a. rnan,manca delmaeftofo Andi* to , ed è il luojo'"& ^è'^^^A^t^1^^ era
qui contigua , prima' che èffi paflàiTerò àtf abitare alla l^orta a Pinti . • III. Ma feguendo 1* incominciato difeórfo circa i
beni dalla Congregazione;**aeqpi&£d, >*ap rya#9 vedendo ne5 libri del fuo Archivio , che nel 1Ó78. al di 1. di Settembre Matteo di Domenico Fattorini Orefice alla Aia1 morte lafcia erede univerfale Ja Congregazione del "Venerabile Ipolitò , e ne roga il teftamento Ser Anto* nio Francefco Lorenzini . Due altre donazioni nel me- defimo libro io trovo , una di Girolamo Cheilt a i 20. di Febbraio àel 1680. rogata da Ser Domenico de3Fan- ghi > e la feconda del Prete Giovanni Fabbri né' 20. di Maggio del 1690. col rogito di Ser Lelio; New Cer- racchini , E quefti non fu il folo Eceleiìaitico bene* merito della Congregazione > mientrechè di due altri Preti vi è memoria in quello noftro fecolo , i quali ol- tre V avere co* loro fanti efempli, e fatiche promoiTo il fervìzio di Dio in quefto fa e 10 Luogo , morendo ere- de lo dichiareremo » e furono Giovan Francefco Ci? feri Piovano di S. Piero in Mercato ,:è Francefco San- tini Battezziere in San Giovanni , alle quali donazioni arrogere fi deve un ricco Oftenforio , che Giovanni Nigetri lafcìò per la efpofizione folenne ne' tre giorni Qjbsh. IV.' M della |
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della Pentecofte , oltre a molte centinaia di feudi dati
da lui per dote delle Cappellanie, e dagli Eredi di detto Giovanni 1* Oitenfono fu confegnato alla Con- gregazione neir anno i671. E del foprallodato Piovano vedefi in Congregazione al Aio Sepolcro il feguente^ epitaffio: n HIC IACET CORPVS
IOANNIS FR ANCISCI CIPERI ALBERTI FIL.
CIVIS FIORENTINI I. V. D. PROTON. APOST.
ET S. PETRI IN MERCATO PLEBANI
1 Qyi PVERORVM IN CHRISTIANA DOCTRINA - «s
] institvendorvm: amantissimvs
HANC S. FRANCISCI CONGREGATANE M
HEREDE/tf EX ASSE RELINQVENS
AB IPSA HOC SIBI
GRATI ANIMI MONVMENTVM PROMERVIT
* ^ ^ 'OBIIT XVII. KAL. IVNII. AN. MDCCXIV, -H
Ir IV. Sin qui però non ho ancora rammentato la.,
più graziola donazione , la quale mi piace riportare , come leggefr nel teftamento fatto nel dì 7. di Agoito dei 1645. da Giovanna Carnefecchi già moglie di Pie- ro de'Mozzi, e dice come fegue „ Similmente per ra- gione di legato ,. et in fuffragio dell* anima fua , e >, per r amor di Dio lafciò e legò a' Padri Teatini „ di San Michele > e alla Congregazione del Beato „ Servo di Dio Ipolito Galantini le apprefìo fue ar. „ genterie , la metà per ciafeun luogo , quali alla fua „ morte volle, e ordinò, che fieno date , e eonfegnate „ ai detti Padri , e alla detta Congregazione, perchè „ tra loro le compartivano per equal porzione nel „ modo che converranno , e faranno d' accordo , <u „ dette argenterie fono una fecchia con fuo romaiuo- „ lo, un bacino con fuo boccale , quattro fottocoppe „ grandi , e due piccole , quattro Candelieri da tavo« j» la , due faliere, una pepaiuola , et una per lo zuc- 3, chero,
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,, chero , uno fmoccolatoio , una catinella col fuo boc-
„ cale , fedici forchette , dodici cucchiai ordinarj , ed „ una fecchiolina da letto, * 3, E più alla detta Congregazione del B. Ipolito la-
5, fciò , e legò un Credito , che detta Signora Tefta- 5> trice difle avere fui Monte di Pietà di quefta Città y> di num. 2* luoghi , e tre quarti di un altro luogo 3j di Monte , perchè con i frutti fi accreicano 1* en« *, tarate di quelle Cappelle et Ufiziature di detta Con- ^ gregazione , che hanno la limofina da limili luoghi t,) di detto Monte , con obbligo di .annoverare detta.. 5> Signora Tentatrice nel numero de' Benefattori -, ac- „ ciò polla godere, come tale, de i Sagrifizj g§ e-delle o- 5, razioni , che in perpetuo fi faranno. E con obbli- 9, gOj€ condizione , che della metà degli arganti, ca- ,, me fopra legategli per la fua rata , fi debbano fare §, due Candelieri d'argento , ed altre argenterie per « la Sagreftia di detta Congregazione , >e dell' altra., n metà polla valerli per pagare i debiti, che -haveife , a s> difpofizione dei Guardiano 9 e degli Affittenti dellsL. 9> medefima Congregazione . „ Ed inoltre lafciò , e legò alla detta Congrega-.
5j xione quattro Reliquiari , cioè due di ebano , e due 55 di argento , che fono nella Cappella di detta Telia- 5> trice con il CrocifilTo di argento? ed i due paia di 5) Candelieri fimilmente di argento alti mezzo braccio, ss che un paio ha li piedi a triangolo , e gli altri ton- 9, di. E più un calice di argento intagliato , e più un 55 Tappeto alla Turchefca di più colori,. E più un pa- 5) diglione di filaticcio , e feta verde con fuo cappel- li letto , tornaletto , e coperta 5 ed un pezzo della.* 5) medefima roba da farne un paramento , dove è po- « ilo il Corpo dei Beato Ipolito , con obbligo al Guar- 5» diano , ed Affilienti , che gli recitino ogni Domeni- » ca dell' anno le Litanie della Madonna , fino che.» •» naturalmente viveranno MefTer Michele Zotti Guar- 5> diano ò Giovanni Nigetti » e Girolamo Cenni Afliflen- 5, ti . » ;., iiij .
- M2 V. Quanto
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V. Quanto poi a' pregj di pittura , di cui va ador-
na ia Chiefa , mi occorre dire , che quivi garreggiato avendo nel fapere i più valenti Artefici del Secolo paf- iato , ci hanno dato opere per vero dire maravigliofe. Di Giovanni da San Giovanni fono nella fofìma l'Af* funzione di Maria , San Francefco di Affili in gloria, il Venerabile Ipolito fanciullo, che predica fopra di un albero , e la di lui morte » Di Piero Liberi da Pado- va è Tarme de'Medici con una fama sì ben figurata, che fernbra volante , e ne'lati a manritta del Volter- rano fono i Santi Giovan Batilìa , Giovanni Evangeli- fta , e Filippo Neri con Angioli in belle attitudini , tenenti in mano ehi il Vangelo ; e chi un Agnellino : Dalla banda fini/tra dipinti da Cecco Bravo fono Sant* *
Antonino , San Carlo Borromeo , ed altri , che fanno
una vaga , e ben intefa profpertiva .. II fregio, che fot- to ricorre intorno la foffitta è di Niccolò Nannetti , con Tarchitettura del Botti, e fono parimente del Nan- netti le figure fopra 1* Altare fatte fare a fpefe deli' ArcivefcoYO AlerTandro Marzimedici., la cui àrnie vede- fi in più luoghi . Oltre poi a sì pregevoli pitture, lo- date fono le Manganelle per comodo de* Congregati , le quali fece Giovan Batifta Paolefi , e due buiti di marmo del Donatello fono fiati collocati fulle porte,* laterali, che mettono nella ftanza detta delle Reliquie. VI. E per dire alcunché di quefto adorabile tefo-
ro chiufo in un vago , e grande Armadio fopra l'Al- tare , primieramente ofìervinfi quattro pezzetti del Santiflìmo Legno della Croce di Crifto , dono , o fia le- gato lafciato dal tanto celebre pel fuo ingegno Fran- cefco di Lorenzo Rufpoli , il quale per modo di co- dicillo al fuo te/ramento rogato da Ser Cofimo Minuc- ei 3. Dicembre 1^25. volle, che alla Congregazione del Venerabile Ipolito in perpetuo jfeiìafle così infigne, e come egli la chiama , miracolofa Reliquia , due pezzi della quale, giuria un Diario nella Libreria del Maglia- bechi , fono della feorza del legno della Santa Croce, e due altri dei midollo, tutti quattro accomodati in un
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un Reliquiario ▼aghiffimo in forma ovale : Come per-
venire quella Reliquia agli antenati di detto Francefco l'abbiamo nel detto Diario fcritro a: penna» comeap- preso:,, Paflati eflendo per Firenze certi Mercanti Ar- „ meni , ed in Cafa Rufpoli alloggiati, e ferviti , quan- „ do effi partirono , in fegno di loro gratitudine la- ,, fciarono quattro pezzetti del Legno della Santa Cro- „ ce in un tabernacolo di legno antico con frontefpi- ,, zio dorato e appuntato, e gocciola con un vetro grof- „ fo, che lo copriva , affermato avendo quegli Armeni, „ che ne aveano veduti miracoli. „ Da.Francefco Ru- fpoli furono pofcia trasferiti in ricca cuftodia d* argen- to con criilallo Orientale profilato di oro, come in- oggi qui fi vede . Avvi di San Giufeppe un notabile frammento del fuo baitone dato dal Vefcovo di Cortona Luigi Gherardi al Dott. Giufeppe Maria Medici ; e que- lli nel 1727. donollo alla Congregazione. Di S. Fran- cefco d'Affili y oltre ad un pezzo del fuo cordone , fi conferva tela inzuppata del fuo fangue 5 e di S. Filip- po Neri parecchie Reliquie - adorai) fi, come precordi, o0b ». pezza di pianeta, ed una parte di fazzoletto tin- to del fangue del Santo, quando era vivo, il tutto ri- conofeiuto in autentica forma dall'Arcivefcovo di Fi- renze AlefiTandro Marzimedici per Iftrurnento del 1525. ai 22. di Novembre. Ed in vaga Urna ornata di cri- fìalli ripofa il Corpo di S. Bonifazio Martire venuto di Roma nel 1^89. a i 6. di Maggio dal Cimitero di S. Callifto , donato alla Congregazione da Piero Ligi Guardiano. VII. E tralafciando il lungo novero di altre con-
fiderabili Reliquie , panneremo al Depofito del Venera- bile Ipolito flato per qualch' anno dentro la parete, di quella medefìma Stanza , dietro all' Aitar maggio- re ornato di moltiplici voti con quello epitaffio ; ■ , ■ !.■$-*■' .-'
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D. O. M. *
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^" " ; ,? . D, . O. •■'' 3VT. ' c-;
qvi riposa il corpo del p, ipolito galantine (
fiorentino fondatore e gvardiano di qv està congregazione di s. francesco della dottri- NA CRISTIANA PER INTEGRITÀ' DI COSTVMI E JBQNTA* DI VITA CHIARISSIMO IL QVAL-E DOPO AVERE CQN APOSTOLICO ZELO FATICATO NELLA CONVERSIONE DELL* ANIME E DI SE STESSO TRION- FATO DORMI* NEL SIGNORE AI XX. Di MARZO MDCXiX. DI SVA ETAV LIV. MESI V. GIORNI II. Vili. Ma nelf anno \6<)6* ai 27.-di Febbraio j con-
fiderato avendo i Fratelli , che il tenere quefto Corpo in quella guifa poterle eflTere un culto da pregiudica- re alla caufa della Canonizazione del Servo di Dio , con atto giuridico di lì levandolo , fotto U pavimento fteflb lofeppellirono , dove è flato fino al 1. Dicembre 1751. nel qual anno per decreto delia Sacra Congrega-' zione de' Riti ne fu fatta dal noftro Monfìg. Arcivefcovo Erancefco Gaetano Incontri la ricognizione, o fìvvero e- fìrazione , e perchè trovate furono dall' umido infradi- cia te le due Catfe , confumata una lamina di piombo , ed infranti i cri/talli} fu trasferito in altra nobile CslFa, ed ai io. di Marzo del 1752. alia prefenza di Mon- fìgnore Filippo Maria Gondi Canonico Fiorentino,, Vi- cario Generale } e Giudice fuddelegato da Monfig. Ar- civefeovo fu nel medefimo luogo tumulato .con tuttcL# le cautele opportune a prefervarlo dall'umidità , corL. xjueita breve Iscrizione j CP&PVS VEN. SERVÌ DEI IPPOLYTI GAL ANTIMI ,
Avvi una Stanza in alto piena di Voti già appetì da molti
divoti al Sepolcro del Venerabile prima del 1656. qui- vi pofeia trasferiti ; ìlcccme in altra Stanza confervanfì in cinque gran Vari di cri/tallo le fue interiora , e in un
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un gran Caflbnè tutto il corredo del Servo di Dio ,
quando era in vita, e fono le vefti fue , il letto , i li- bri > e le immagini } e qui pure veggonfi parecchi Voti di argento , tra" quali uno della Città di Modana con quefte parole : TRAXISTI AD PVGNAM ERI©A£ AB CORONANE *
IX. E quello j che per fine ci rimane a notare * fi è
la Serie de* Guardiani fucceduti al Venerabile Ipolito» de* quali fol che io riporti le Ifcrizioni incife fopra i loro Sepolcri , il Leggitore potrà venire in cognizione dello zelo > e della carità loro nel governo della Con- gregazione > e gli epitaffi fono gli 'appretto: |
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I.
D. O. Mr
francisco tozzio fiorentino
a ven. dei servo hxppolyto galantino
In svi locvm ad hvivsce sodalitatis clavvm svbiecto
QVEM
TANTI DVCIS IMITATOR TNDVSTRIVS QVATVOR ET VIGINTI PROPE ANNOS MAGNA CVM LAVDE TENVIT HOC AMORIS ET GRATI ANIMI MONVMENTVM SODALES POSVERE - VIXIT AN. LVIU. MENSES IX. DIES II. ©EXIT ANNO SALVTIS MDCXLIII. NATALI SERVATORIS LVCf VT NATO INTER MORTALES DEO IPSE QyEMADMODVM SPES EST COELO NASCERETVR • IL
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, .■;.• •■; l \ ,'■':' Hlo\Z ^ ttiiìi % t -Rj:.; ni .fin -!;;r';rs
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■ MICHAELI ZOTTO ; ;, :,. /.. ; ; | _, ;j y p»
ALTERO A VEN. SERVO DEI HIPPOLYTO GALANTIN0
e J • o;i;SQDAUTA^IS:SHVlVS MODERATORI OMNIS MANSVETVDINIS VIRO INNOCENTIA VITA»
fi SO|Ai?vnriÌ5UNIMARVM STVDIO V AMORE" IVSTITIAE 5PIRITVS DVLCERINE .MORVMQyE ;SVAVITATE EXIMIO I., ,"'V * ' S»' FRÀNCISCI AC DOCTRINAE CHRISTIAN AÉ
- '.h.J gilt-D C.....'.....S •■■•;• l'ir.:; 30 3 » Di Z v.ì..:;j>
,; SQDALES OPTIME MERITO POSVERE w . ; , , ^
©BIIT XVIII. ^CAL, ÒCTOBRIS A. S. MDCXLIX. PLENVS DIERVM
NEMPE NONAGENARIO MAIOR
QVI .SEMPE* PLENI IN EO ;INVENTI SVNT .
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" III.
I r -f^PETR^ TAMBVRLANIVS DOMINICI flL-
A VEN. HIPPOLYTO ;HVIVS ^CONGREG. PVNDATORE
g TEJITIVS ATQVE ?IN ORDINE .OVARTVS ,^Ch; . MODERATOR VIGILANTISSIMVS CVlyS ;CLAVV:M DEPONEN* HIC POSITVS
f .POSTCLVAM ..PER ANNoS FERE XXX. FERVORE ,CHARITATIS SXIMIAQVE JERGA INOPES MISERICORDIA .REXISSET
SENIO ET LABORIBVS ..CONFECTVS
EO QJO VIXERAT :SPIRITV JIVMILITATIS
REQVIEVIT IN PACE
VII. ID. DECEMBRIS AD. MDCLXXIX.
AETATIS VERO SVAE LXXL
TV.
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S7
IV.
P. O. M,
PETRO LIGIO ANGELI FILIO «
QVINTO HVIVS CONGREGATIONIS
MODERATORI VIGILANTISSIMO
CASTITATE PRVDENTIA ANIMI CANDORE
MNEFICENTIA IN PAVPERES ELOQyÉNTIA ZELO
OMNIBVsQVE CHRISTIANAE VITAE OFFICIIS ORNATISSIMO
QVI NVNQVAM
INTERRVPTVM FERVIDAE PRAEDICATiONIS STVDIVM A PRIMIS ANNIS lb
AD EXTREMVM VSQVE SVAE VITAE DIENjt EXERCVIT IMMORTVVS ET HIC E SVGGE5TV APOPLEXIA EREPTVS OBIIT VI. KAL. MARTIAS AN, SAL. 'M'DCCy,.-
AETATIS SVAE ANNO .LXVIII, MENSES VII. DIES XXV.
REGIMINIS VERO ANN. XXVI. M, I.D. XXV.
SODALES HVIVS CONGREGATIONIS EIVS EX ASSE HEREDES
PATRI OPTIME MERITO MOERENTES POSVERVNT .
D. Q. M. Dm
AVGVSTINO FRANCISCO LOSt
IOANNiS MARIAE FIL. GIVI FLORENTINO HVlVS CONGREGATIONIS PER ANNOS XÌX, MENSES X. P, XXVII, CVSTODI
PIETATE MANSVETVDINE HVMILITATE PATIENTIA PRVDENTIA INSIGNI ASSIDVITATE IN VHS EXERCITIIS VIGILANTIA IN DÌVIN1S REBVS FACILITATE 1NGENII IN SACRIS CONCIONIBVS SVMMATIM REPETENDIS STVDIO DEMVM.IN MORTE DAMNATIS PIE CONSOLANDIS EXIMIO CONGREGATIO IPSA MOERENS P. OE11T XIV. KAL. MAH AN. D. MDCCXXVI. AETATIS SVAE AN. LXV. M. V. D. XVI. |
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Tom. IV.
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VI.
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N
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VI.
A. P. R. M.
DOMINICVS MARIA FALCINiVS FLOR.
VITAE INNOCENTI A ANIMI DIMISSIONE SINGVEARI IN DEVM. PIÉTATE SVMMA IN SANCTORVM SCIENTIA GOGNITIONE- MIRA IN OMNES PRAESERTIM EGEjgOS
ET AD PVBLICÀM M0RTEM CONDEMNATOS REOS CHARITATE
SVAVlTATE ET SALvTlS ANIMARVM SOLIClTVDINE
AD EXEMPIiVM YETERIS StMPLlClTATlS CHRISTIAN AE SPECTATISSlMVSr
SVOUVM' IN SPIRITV FiLlORVM
r/VÌ'^V': QVOS PER Y. ET X. ANNOS
IN HÀC CHRISTIANAE DOCTRINAE CONGREGATIONE
COMI-TATE PRVOENTIAQVE REXIT
,.,. AMORE AGCEPT1SS1-MVS
HIG SIT.VS IN SPE CHRI:-TI QVIESCIT
BEClSglT V. ID. MARTI AS: AN. FLORENTINAE AERAE MDCCXtr.
QVI VlXlT ANNOS LIIIL MEN. VII. DIÉS XII. HORAS il.
AETERNVM VICTVtfVS OPT. DEI SERVVS FlDtSSIMVS.
X. A quefti Venerabili Guardiani fuccedé Alberto
Luigi Andreozzi 9 il quale còl medefimo fpifito del Vcnerabil Fondatore governò la Congregazione , la- qu«ale tra molti notevoli benefìzj , a lui deve la fo- pra riferita ricognizione del Corpo del Venerabile.. Ipolito ; ed al medefimo io debbo grado delle notizie principali di, quefta Storia , avendomi egli cortefemen- te" data un'ampia licènza di leggere' le belle, e pre- gevoli Scritture , che neW Archivio delia Congregazio- ne fi confervano , e maflìmamente il Libro intitolato Notizie della Fondazione, incominciato il dà 14. di Mag- gio del 1614; Ho io pure ivi oilervato il ritratto al na- turale del Servo di Dio Ipolito, alla cui effigie corrifpon- de una rariflimà medaglia di bronzo predo il Sig. Ignazio Or/ini. Inoltre due Vite del Venerabile Ipolito fonovi flampate in Roma , e in Firenze , la prima delle qua- li ufcita alla luce nel 1^15. porta in fronte il titolo Vita del Beato Servo di Dio Ij>olito Galantina , dedi- cata al Granduca Ferdinando II. ed avendovi trovato dopo la Lettera dedicatoria uri Sonetto comporrò dal famofo Andrea Salvador!, allufivo al giorno s in cui morì il Venerabile Ipolito > mi è piaciuto di qui riportarlo.}} ì) Si-
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c(T««iiee'M,,'»1
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„ Signor queft' è quél giorno , e queft' è l'ora»
,, Che tu per mia càgion languifti in Croce » ,j D«h fa Signor , che il tuo tormento atroce j) Anch' io fenta nell' alma , e tecp mora . |
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Ippolito sì diffe, e volto allora
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j) Al Crocififib Amor 1* occhio , e la voce .,
„ Dal fuo career mortai ufcì veloge j, L* Alma , eh* orn£ la Xerra > c ? c^ onorai |
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Ah che del Divo Amor fu la ferita 9
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.„ E non forza mortai , eh* aprì le porte
}, Allo Spirto* eh* eterno in Ciel s'addita. |
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-5)
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Godi lafs.ù À\ tua beata, forte ,
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„ Godi in grembo al tuo Crifto Alma gradita ;
„ V amafti in vita , e Ip feguifti in mone . ^ Mancano qui gli epitaffi di due Guardiani morti s men*
trechè fcriviamo queft' Iftoria,e fono il fopraddetto Au- dreozzi , e Francefco Alifi } avendo gnien^ue laiciata erede la Congregazione * |
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I* E*
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N 3
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L E Z I O N E X
BELLA CtilES.A E DELCONFENTINO
DELLE MINIME ANCILLE DELLA SS. VERGINE
D E T T $ :t E & O N T A X ty"É".'
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Lia Stòria del Venerabile Ipolito fé-
guendo qui la fondazione della Con- grégaziotie fatta da Donna Leonora Ramirez di Montaivo , ammirar dob- biamo la gloria di Firenze , per aver dato nel fecolo pattato due grandi Ab ime tra fé fòitfigliantiflìme > non fo- le tielk più lumìnófa fantità , ma pei fino nella vóca- zioiie ', Còndofiachè fé cerchiamo: ià tìftciullezza éi én - trambi ( eccettuando fempré la cdMiztófie nobiliffima de* natali della Montalva ) ravviseremo celefti prefagj, che loro illuftràrono i primi anni » e 1' uno e V altra vedremo da Dio chiamati alla fallite dell' Anime , e_, particolarmente Ipolito a radunare i Fanciulli,■ e Donna Leonora j le Bambine $ amendue iiiittiendo Congregazio- ni in vantaggiò di quella tenera, ed innocente età . Né a niuno de" due mancarono travagli 5 e perfecuzioni . Fi- nalmente dirò » e non mai per vanto , che il Galan- tini , e la ÌVionralvà da i Figli di Sant' Ignazio Operarj nella Chiefa di S. Giovannino ài Firenze ebbero la pris- ma direzione nello fpirito s ed affiftenza nelle tante loro ammirabili imprefe * Quindi a sì bella fomiglianza del viver loro , dovendo io dare ia Storia della Chiefa , e del Conventino delle Minime Ancille della Santiflima Vergine fondato da sì gran Donna . feguendo il me- todo da me tenuto ne* ragionamenti del Venerabile Ipo- lito , darò nella prima Lezione un epilogo della Vita della noftra Fondatrice , e nella feconda di fua Con- grega2Ìone V idea , e i pregj certamente rariffimi , " ! ILE
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II. E qui fui bel principio avvertire io debbo chi
legge, come una Vita della Montalva fu data alle (lam- pe in Firenze nell'anno 1731. dedicata al Granduca Giovan Gaftone I. ma per eftere ella in alcsne cófo affai ofcura, fonò Hate aggiunte alcune Teologiche fpie- gazibni fòtto -i Capitoli'* che ne- abbisognavano , ed inol- tre avvi una dotta Prefazione: apologetica: y la quale> fa d'uopo, che fi confideiri attentamente dal Leggitore prima d'inoltrarft nell'opera. Ma noi tralasciando quan- to trovali di ftraordìnario e 4ì Sublime appartenente alla Vita miftica j ci fiamo contentati di riportare: le fole azioni virtuofe di Donna Leonora facili ad inten- derti da ciafcuno ? e che limiamo'; utiliv -onde 4ir; speda concepire T alta , • e giuffa idea delle qualità del fuo Spirito , ed infìememente imitare il fuo. fanto morale operate~-* E facendoci da i Nobiliffimi Genitori della-, noftra Leonora , sdir fi vuole,i che ella fu figlia di Dqji Giovanni Primogenito di Do» Antonio Ramirez di Montalvó i Maggiordomo del Duca Cofimo I. dal qua- le ebbe egli in feudo 'lai Signoria: della Safietta » e l\o- nore di efler fatto il primo Cavaliere della Religio- ne di S. Stefano , vefìito dell' abito per le mani del Duca medefimo ; ed inoltre trovàfi in un Diario nella Magliabechiana, che detto Don Antonio nel 1568. get- tò la prima pietra del Palazzo, che ancora inoggi pof- feggono gì' illuftri fuoi defcendenti in Borgo degli Al- bizi .Là Madre fu Donna Lifabetta Torrebianca , che in Genova partorì la rioftra Bambina a i 6. di Luglio del 1602. levata al facro Fonte Battesimale di S. Siro. III. Di pochi mefì nata in compagnia dei fuoi
Genitori tornò a Firenze , dove divezzata che ella fu, •principiò nelle puerili azioni a dimoftrar fegni chiari di dover efler tutta del Cielo . Né sì toflo pervenne alla età di fette anni , che davanti a un CrOcififlb fe- ce voto di purità verginale con tanta fua allegrezza , che ogni volta, che fentiva farli menzione di purità 5 provava interni ftruggimenti di amorofa dolcezza . Ri- mafa intanto fenza il Padre pattato ali* altra vita , nel 1607.
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160 7. fu dalla Ma dee mefTa in educazione .neri Mona-
fìero di 5- Iacopo in Via Ghibellina , dove ?j>afso dieci .anni cori ammirazione, delie Jteligiòfe n preflò le squali vive anche oggi la memoria de' fantiUìmi efempj di Leonora, ed eziandio,di alquanti ;prodigioil ^vvenimenf u , come T eiTere Hata ; più fiate veduta /Circondata di celefti fplendori , ed il liberare le Suore da xnokitej e diaboliche tentazioni, ibi che la Montalva con effe faceti^ orazione. .Giunta poi all'età di-diciannove anni £u,d,1 uo- po a Leonora 1* ufeire ài Monaftcro ^ e ritornare alla Cafa della Madre , .dalla quale feppe .jJ trattato con- clufo di maritarla con Orazio Landi Gentiluomo Fio- rentino ,, alle -cui jiozze fortemente avrebbe ella pfta? to , memore del Voto fatto di Verginità,, £c .queita innocente , ed inefperta Fanciulla avjejTe faputo., qhe il fuo Voto eia impedimento al Matrimpnip , ma perfua- & alla buòna ,, e alla iemplice di poter elle re e> Vei"- gine y e maritatale, in Jei prevalendo Al, rifpettp alla Madre., non .fu; ardita a contradire. Ma quel Dio , che avea gradito-il Voto dèlia Montalva , e che :vok- va rinnovati in Firenze gli efempj delle puriffime noz- ze», e ili Cecilia con Valeriano , e di Cunegonda con Amgo Jmperadore ., fece sì che .vergine Leonora il confervaffe nello iìato di matrimonio in lina maniera nuova,, jc miracolo/a.., la quale a lungo leggeCi riferi- ta .dallo Scrittore della £ua Vita . Fu adunque ^rifpet- tata Donna Leonora dallo Spofo Qrazip 3 che la .ri- guardò fempre ,qual Tempio vivo di pio j e come u$ Sacrario dello Spirito Santo datogli in cuftodia : £ quantunque in lui fpenta 4jafì ia nobile Famiglia Fio* rentina de* Luridi, fi merita egli però la memoria, «> lJ ammirazione de i fé coli. Ox vivuto .avendo la nprtra Vergine per Jo fpazio ài d> Anni in una continenza^ prodigiofa , a' io, di Marzo de} i6%6. dal Aio Spofo dimorante in Mugello ebbe licenza di «ritornare a Fi- renze 5 andando ad abitare con Ppn Francefco Mon- talvo Aio fratello , che ifova oli Gaia al Canto agli AI* berti , dove crefeendo ogni dì più in Leonora la fiam- ma |
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ma del Divino Amore , né" contenta di fervire Iddio
per fé medefima 5 nel 1609. principiò a radunare alcu- ne bambine innocenti per allevarle in quella purità ri- cevuta nel Battefimo ; e fin a 1%. fanciullette dotate di' ottima inclinazione j e di fanti coftumi avea Ella adu- nato in Cafa del Fratello } ftudiandofi di educarle col», lo ftudio di ogni virtù , e fin d* allora ideando quel- le due Congregazionis che ella poi' iftituì. Ma perchè la Cafa del Fratello riufeiva angufta , né comoda era per un ritiro delle fue innocenti Difcepoìe , rifolvette dr pigliare a pigione una cafa vicina alla Chiefa di San Niccolò oltr* Arno , e colà a i 2. di Luglio del r<5ga. le condiifle . Ed eflendo flato configlio del fuo Con- feflbre il Padre Cofimo de* Pazzi Gefuita 5 che Leo~ nora trasferiffe ¥ abitazione in vicinanza del Collegio di S» Giovannino 5 pei? potere più agevolmente effere affittita} a' 20. di Maggio del t6$u pafsò Ella con le fue Fanciulle ad abitare dallo Sdrucciolo di S» Lorenzo • W. E 1* avere qui fopra rammentato un Confetto* re della5 Leonora, porge conveniente occafione di toc- care alcuna cofa de i fuoi Gonfeflbri, che furono pa- recchi . E primieramente nel foggiorno , che ella fece in cafa di fuo Fratello, trovo, che confefFavafi dal Fa* dre Priore Agoftiniano della Congregazione di Lom- bardia in S. Iacopo tra* Foffi , il cui nome , fé dallo Scrittore della Vita fu tralasciato , è però chiamato Religiofo dì rilegante -prudenza 5 e molto a yrotojìto per guidare le anime ; e quelli partito eflendo di Firenze > fu eletto da Leonora per fuo Direttore il Padre Mar- cellino Albergotti della Compagnia di Gesù , nato al governo delle anime : ma avendo egli perduta la vita_- nel fervizio degli Appellati a i io. di Novembre del 1630, fubentrò al morto Confeflbre il Padre Cofimo de' Pazzi % del quale torna in acconcio il dire} che aven- dola governata per anni otto , ed effendo egli volato al Cielo nel 1538. il di 1. di Ottobre , veduto fu da Leo- nora in un* eftafi collocato in una fedia tutta tempe- rata di fplendidiffime gemme 3 con abito Sacerdotale-, in-
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intefìuto di oro, comeJeggefi[ .nella Vita iella Montalva,
rnedefima al Gap. 26. del Libro X. Per qualeh'annp dipoi, il confeisò da due altri Padri di S. Giovannino , cioè dal Padre Luigi A n ti Bori , e dal Padre Giufeppe Fozio , amendue riguardevoli per la dottrina , e per i vir- tuo.fi coftumi,. Due purje venerandi Monaci Foglientini del Convento «della Madonna della Pace ebbero un gran merito di regolare qmfi' anima ^ il primo di loro ad- dirnandavafi .Don Michele di Gesù, .uomo che. vivea m rigorofa folitudine ; e.dopo ejferfi fervito Iddio deli' ottimo Solitario^ nell'afiTiilenza jalla Leonora % maffima- niente nes grapijfimi travagli, che pofcia «diremo > te nel- lo itabiiimento della Congregazione,, fi compiacque^ di chiamarlo a ^ricevere il premio di fue ,religio* fé fatiche a i 18. Dicembre del 164 5.//Morto Don Michele , Donna Leonora fi ;fentìi (pirata a .confegn a- re, fé medefima in mano del Padre Don Ftfancefco Car- la di S. Bernardo Religiofo dellp .fteiTo Convento , %+ non inferiore al defunto . Finalmente itrova.fi iin Sa- cerdote di gran ibontà > che la confeifava in Cafa , ap- pellato Don Cefare MafTa Curato dell* Infigne Colle- giata di San Lorenzo. ;; r* , ;ii. V. E tornando ora alle Fanciulle della noftra Mon- talva già di numero ^ccrefciute .fino a 40. dir fi vuo- le, che Orazio Landi avendo inoltrato ,defiderio3 che la fua .Conforte pigliaiTe ,una Cafa divifa dalle fue Difce- pole , per poter .egli fenza diiturbo alcuno venir ta- lora a pigliare da lei gualche giovevole configlio , fu prefa una Cafa al .canto della Via .dell^Ariento, .e Leo- nora con fei Fanciulle pafsò ad abitarvi , non lancian- do però di ;vifitare più volte la fettimana le altre fue fpirituali Figlie . Avvicinava.fi intanto jl tempo dal Cie- lo deitinato, e da Leonora preveduto di /ondare la prima fua Congregazione , circa la quale perchè effa farà il foggetto di altra mia Lezione, jbafterà , che per ora ne accenniamo folo .il principio , ed il compimen- to • Imperciocché avendone Leonora avuta P approva- zione dall' Arcivefcovo Fiorentino Piero Niccolini nel |
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1Ó45. al 23. di Ottobre i e nel 164&-principiata avcn-
do la fabbrica 5 fece ella Ja folcirne funzione di apri- re il Conventino nel 1647. ai 15. di Settembre . VI. Ma perchè volontà di Dio era, che la Mon-
talva fondalTe lungi dall' abitato un* altra adunanza di Fanciulle nobili, le quali in perfetto ridrarnento vi- vendo , s* impiegaffero in continovi efercizj di pietà , e di queita fondazione ai Capo 3.5. legge/i , che n\eb- be efpreflb comandamento da Criifo, con ordine di cer- car fuori di Firenze dentro il recinto di tre miglia una Villa, che adattata fofle, e confacevole al difegno: Donna Leonora non tardò punto di raccomandare al fuo Cappellano , che dentro ali* affegnata diftanza ri- cercarle il luogo, ma nulla- trovandofi a propoiìto, fu ri- velato da Crilto alla medefima , che era la Villa det- ta della Quiete 3 fatta, fabbricare dalla GranduchefTa Madama Criitina di Lorena , la qua! Villa dopo la_* morte di lei rimafe al Granduca Ferdinando II. E co- me quefta paiTaiTe nelle mani della Montalva , e ne_^ facefle un facro Conventino , o fìvvero una Congrega* zione di Nobili Signore, cui ella diede il nome di An. cille della SantiiTirna Trinità , udiamolo dallo Scrittoi re della Vita al Gap. 35. „ Fece (Leonora ) efporre „ per mezzo del Conte Profpero Bentivogli al Gran- „ duca ì di cui egli era Cavaliere trattenuto , la bra- „ ma grande, che avea di comprar quell'effetto, e non „ de fi lieti e mai di farglielo ricordare, lino a che il „ Principe, quafi cedendo a quella fama importunità, „ chiamato a fé il Bentivogli., -gli ordinò, che accor- „ dalle alla Leonora la vendila > fé -nello fpazio di otto j) giorni averle pagato fettemila feudi , con protetta , „ che non feguendo il pagamento , fi Jtornaffe il trat- ,, tato , e. ciò per tagliare la itrada ad altre iftanze , „ fa pendo non ..aver la Montalva veruno affegnamento. ,, >Ntl giorno precedente al preferitto da Sua Altezza, „ per far lo sborfo , dopo la Santa Meffa , e Comu- j, nione, la quale ella faceva affai tardi, dille Donna Leo- „ nora al Cappellano > che andarle fe^fo Mercato nuo- %om. IV. O „ vo
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„ vo per vedere fé alcuno gli defleinqualche modo
jj quello denaro,- e ripigliando egli eflTere l'ora tarda jj a (fai ; Andate adefib , foggfunfe Leonora , e poi k- jj fckte fare a Dio , che farà per noi . 1/ ubbidì il ,, Cappellano , febbene credette ciò elfere indarno,, e Vj fatica perduta. Ma appena ufcito di €afa , incon- ,) troflì in Giovanni Baldinucci , Uomo affai pio , e di sj oneftiflìmi coitemi, cui,, come a conoscente fuo, » conferì il defiderio della Montalva , ed elfo lo con- „ duffe feco in Mercato , dove avendo trovato nel luo- 3j go- da Leonora prefcrittogli,■ Niccolò Ughi , Gemi* n [uomo ben cauto nei negozj-, tutti due gli doman- n dorono fé avelie voluto daae a cambio* fettemila fcu» n di a Leonora Montalva , per far compra dei Beni , »5- e della Villa della Quiete. À tal richierla fubito ac- >* confentì 1* Ughi , e col previo confentimento di Car- & lo fuo fratello, sborsò la fomma , con farne un fo- », lo ricordo , fenza cercar Mallevadore , o akra mi- »< ni ma opportuna cautela . Appena ricevuto il dena« >% xq , Leonora mandoìlo fubito alla Depofiteria Gene» »* rale, nella quale fu (tipulato il contratto delia coni- »? pra di quella Villa,-e di due poderi ad ella attenen- >; ti, da Cofrmo di Federigo SaiTetti Miniftro principale 5» dello Scrittoio di Sua Altezza , come fuo fpecial >> Mandatario , facendone io sborfo Lorenzo del Sena» 5» rore Vincenzio Antinori , come Procuratore della jj nuova Congregazione, Nel qual tempo venuto a no- » tizia di Benedetto Dragomanni , che quella Villa era a in vendita , fu ad offerire al Granduca 12. mila fcu» )ì di* Laonde il Principe chiamato a fé il Bentivogli, ?> e dimandatogli fé la Montalva avelie trovato il de- jj naro , e rifpoitogli che sì , voltato al Dragomanni 5) gli dille: Voi perderle la Villa, ed io 5. mila fcu- h di i Ed acciocché più chiaramente fi ravvifaiTe la ?> Provvidenza divina , fi molle Giovan Francefco Bai- $5 defì a darle caritativamente 3500. ducati , di modo „ che il primo di Aprile fu reftituita agli Ughi lame» a tà dei capitale . „ E ri»
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VII. E ridotta a forma di .cònfervatorio la Villa
della Quiete, vi fi trasferì Donna Leonora agli n. di Giugno dei 4^50. colle Fanciulle Girolama Paflìtea di Aleffandro Bulgarini Sanefe , Maria Maddalena , Maria Lifabetta , e Leonora figliuole di Don Antonio Mon- talvo , Anna Maria di Giovanni Antonio Tornaquinci, e fette altre mobili Fanciulle con quattro 'Serventi, le quali furono il principio non di un Monaftero , ove con voti (blenni le giovinette fi léga-fiero , ma di un Collegio .5 in cui da'più teneri anni fi educaffèro le figlie de'Gentiluomini , e fi ammaeftrafsero non feda- mente nelle morali, e criftiane virtù , ma nella vita an- cora civile , perchè , accafandofi , lodevolmente potefse- ro reggere e fé , e la Famiglia fra le occafioni peri- colofe del Mondo . E quivi la Montalva dopo avere nel corfo di otto anni ftabilitOj e governato con gran- di fatiche , patimenti, e fantilfimi efempli la Nobile Con. gregazione „ la cui fama fi era fparfa anche in Paefi lontani , morì nel 1659. a* io, di Agofio , giovane , fé fi computa il numero degli armi , ma piena di a- zioni fenili , fé fi annoverano le fue eroiche virtù . Né mancarono alla fua morte fegni maraviglio^!. riferiti nella fua vita , e indicanti la gloria) che già Ella go- deva in Cielo;e le Fanciulle della Quiete non avendo allora Chiefa pubblica , e confeguentemente neppur fepoltura propria, fu il corpo della Montalva trasferito a Firenze nella Chiefa delle fue Umili Ancille dette^- della Santiflìraa Vergine , con un concorfo grande del popolo , maflìmamenie di -Dame , e di Cavalieri s .al- cuni de' quali tocchi internamente dalla vifta di sì ve- nerabile cadavere , dicefi , che mutafler vita , e coftu* mi ; e in forma di Depofito ivi fu feppellito colla fe« guente Ifcrizione fulla Calla ; \ |
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D. O. M.
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O %
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' Iflfr
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D. O. Uè
ELEONORA MONTALVA DOM« IO. MONTALVl
E SAXETTAE DOMINtS FILIA HAEC EST NASCfTVK PRIDIE NoNAS IVLII -| ,
AN* SAL. MDCIfv
DENASCITTR QUARTO IDVS AVGVSTI , MILLESIMO SEXCENTEStMO VNDE SEXAGESIMO HORA SEPTIMA NOCTlS PRAECEDENTIS NVPSIT HORATIO DE LANDIS PATRITIO FLORENTINO QVM CtYO VIRGINITATEM MlRABILITER SERVAVIT. , DVO COLLEGlA PVELLARVM STATVlT AC PRAECLARIS iNSTlTVTIS FlRMAVÌf VNVM FLORENTlAE SVB INVOCAT IONE INCARNATANE doMÌNlCAÉ ALTERVm'SECVNDÒ AB VRBE LAPIDE SVS AVSPIClIS SÀNCTlSSlMAÉ ET INDlVtDVÀfi TRINITÀTIS lòcvm ovietis nomine ìnsìgnitVm
VBI TÌAM VNItÉRSÀÉ CARNIS rNGRÈèsÀ EST
Virtvte ab vna disce omnes
meditano! stadio insigne
INDE
*&Vt)ENTfÀM SVI DEMlSSlONfiM PATIÈflDI AM0REM
DÌVÌNAÈ GLORÌAÈ AC5 SALVTiS PROXlMORVM
fS^ENS DÉSlrìERivM TOTO PECTORE EBÌBERAT .
VììL Le Nobili FàHciiilIé della Quiete avendo poi
perfezionata ìa loro nuovi Chiefa , richiefero alle Fan- ciulle del Conventino di Firenze il Corpo della Vene- rabil Fondatrice , che fu ireftituito , e rimandato alla,, Quiete riel i6S$. à f 20. di Settembre, e da quelle Signore ripollò in urti piti nobile CATa fu ibtterrato nei fondo della . Cfiitia lóro dalla banda dei Vangelo, dove Ja pietà dì Don Ferdinando Montalvo erefle un liceo Depofito di marmi coli' Ifcmione > che fegue : |
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D. O. M.
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E09
- D. ■*■ or.....m,
HIC IACET C0RPV3 DOM. ELEONORA!
D. IO. RAM1REZ DE MONTALVO E SAXETTAE DOMINIS F1UAE HISPANA ET FLORENTINA NOBILIT. PRAECLARAE CHRISTIANA VERO PERFECTIONE CLARlSSIMAE EX ORATORIO AB IPSA FLORENTIAE ERECTO SANCTISSIMAE INCARNATINI TRANStATVM VIGESIMA DIE SEPT. AN. DOM. MDCLXXXÌX. VIXIT AN. LVII. M. I. D. IV„ OBIIT IN HOC SACRO NOBILIVM VIRGINVM ASCETERIO SS. TRINITATI DICATO CV1VS AVTRIX FVIT IV. ID. AVGVSTI AN. DOM. MDCLIX.
D. FERDINANDVS RAMIREZ DE MONTALVO SAXETTAE DOMINVS EIVSQ. FRATRES EX DOMINO ANTONIO GONSVBRINQ NEPOTES D. D,
IX. Ma quello, che non abbiam riferito a diftefa
{iti ora 5 fono le perfecU2Ìoni patite da Leonora , e che qui fui fine racconteremo; e però facendoci dalia prima Cafa5 che apri ella alle Fanciulle nel popolo di S. Nic- colò olir* Arno » diremo > che tale opera male interpe- trata da1 maligni , e dipinta con alterati colori ali* Ar- civescovo di Firenze AieiTandro Marzimedici, fece neli* animo di lui grande impreffione ; onde il Prelato man- dò il fuo Vicario Generale Piero Niccolini a vifitarne la Ofa con ogni diligenza » ingiugnendoli efpreiTa- mente , che fé egli aveffe trovato ombra alcuna di Monaitero , tutte Te Fanciulle licenziale > e rimandaiTe alle Cafe loro . La vifita per vero dire arrivò improvvi- da alla Momalva , la quale però fenza perdere punto di fua tranquillità , ubbidiente fece vedere minutamen- te ogni cofa , e come follerò iftruite le Fanciulle , e come educate 5 in maniera tale foddisfacendo al Vicario, che rivoltato tgli alla Leonora 9 dille M Noi non fap- 5, piamo
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„ piamo, che cofa temente ^pretenda, e qua! cola vi ila
,, centra di quella lodevole opera : riferiremo a Mon/ì- „ gnore Arcivefcovo, che da Lei vien fatto ciò , che do- .„ vrebbe farli da Noi „ Ma la fin qui narrata tribola- zione era per così dire , una prova della Divina Sa- pienza per difporre lo fpirito di Leonora a più fenfi- bil tentazione 9 che fa la folenne diramazione, che fo- vraftava -a Lei, ed alle fue Fanciulle , e la cagione ne fu una certa Vedova Fauftina , la quale qui in Firenze avea fatta una radunanza di Fanciulle da educare , ma datali al reprobo fenfo, cadde in orrende erefie , € come Ma- dre d'inganni, nel 164.1. meritò di effere dalla Santa Inquifizione pubblicamente condannata infieme con altri complici , Da un sì grande fcandolo orfefa .la Città principiò a fofpettare anche della bontà e di Leono- ra, e di lue Difcepole , le quali divenute la favola del volgo , dal cieco popolaccio erano caricate di mille ob- broibrj , ,c addimandate le Fauftine. Né fi fermò nella gente ordinaria tal fintitra opinione , che anzi parlata nelle perfone di primo grado , fece sì, che fé ne par* lane malamente , m che i Direttòri le a-bbandonalTero, e giunfe a tal fegno 1* orrida perfecuzione , che T Ar- civefcovo Piero Niccolini, per tome via ogni ©ccafione, mandò un .ordine efprefTo alla Montalva , che riman- darle alle cafe proprie le Fanciulle ; e Leonora nelT abilTo di fuo univerfale difprezzo niente /comporta, e feropremai collante , avea fubito principiato ad ub- bidire , quando il morie il vigilante Arcivefcovo ad andare egli &tffo in perfona dalla Montalva , -e vedu- ta Ja fua umile rafifegnazione, ed angelica nace,e tro- vate Je Fanciulle bene ilhuite , reitò vinto da sì co- llante virtù ^ e da tanti sì rari efempj , che ibfpefe il dato ordine , e quella Leonora ,.che cominciava a parere spettacolo di confusone a Firenze, tolto ritornò ad jeiTere 1' ammirazione di ogni claiTe di Perfone ? e le sbigot- tire Fanciulle furono reftituite alla lor calma . Avrei per fine da notare tra i graviflìmi accidenti di Leono- ra, quello della perdita di £uo Fratello D. Fran- cefeo
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3fM
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ccfc© tlamiréf ài Montato ùccifo a tradimento a i 4.
di Agoilo del 1631. fulla Piazza di S. Maria Novel- la : ma rimettendo allo Scrittore di fua Vita le gravif- iìme circoftanze di tale funefto avvenimento » che co* fì:ò e lagrime , e orazioni alla Montalva , paffeiò alla feconda Legione f o fivvero alla Storia della fondazio* Ee del Conventino di Firenze » |
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Ì£FJb L L& CHI E£Jl E PEL £OM VE MVt i NO
*P?LLE MINIME ^^gJL^;I>EtLA S5/VEHGINE
ÙD«YJgfe glie ^©-NTA'iyE 'M.; t
Ovendofi dare in quefta Lezione U
Storia della prima Congregazione., dalla Montalva fondata in Firenze nei 1^47. come fopra dicemmo? fa d'uo- po , che noi principiamo dai rammen- tare quel!* alta ftima , che di que-> fta Dama avea 1' Arcivefcovo Piero Niccolinij il quale avendola fempremai protetta nelle riferite gravifìme pe riedizioni 9 e travagli ,-c confermata nel fanto perrfiero d'iuVruirey£ governare Fanciulle} ed eziandio foll.ec.ito egli erTendo, che fi yenijTe alla efecu- zione deH'Initimto, ^olle, che Leonora ne formale le CofHtuzioni parti cotei. E però ella ritiratali in una perfetta foiitudine dall'ultimo giorno di Luglio fetta di Sant'Ignazio fino alla folennita dell'Affunta, fcriife la Regola delle Umili Anelile àtlla Samiflìma Vergine, ma , come pofeia la oiTerveremo ; fu fatta più conforme agi* infegnamentì della .ftefia Beatiflìma Madre di Dio $ che fecondo il fuo privato fentimento . E ritrovateti quelite re- gole dal fuddetto Arcivefcovo piene di fpirito celeftia- le, il faggio Prelato ne diede l'approvazione con un fuo Decreto fotro il dì 23, di Ottobre del i<?45. com- mendandone 1* offervanza, ma lenza fcrupolo di colpa , e- gli volle ancora, che oltre all'edifuio fpirituale , dalia Mon- talva fi penfaffe alla fabbrica mateiiaie d^l Conventino 5 della qual cofa n'ebbe anche comandamento da Criito, anzi, perchè non mai trovava]] luogo adattato al difegno } neli' orazione fentiffi dire dal Signore „ Leonora il luo- ,j go desinato per la tua Congregazione è in Via dell' » * ' H Amo- |
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,, Amore una cafa, nel cui ingreffb troverai dipinto un
,, mio antico Cenacolo. Ed in effetto trovato il con- traffegno dato nella cafa de'Brandolini, e richiedi que- lli Signori della vendita ne fu ftipulato l'ìftrumento da Leonora nel dì primo di Settembre del 16^6, col prez- zo di ducati ,900* rogando Sei* Egidio Ronconi, e non effendo quefta cafa fufficfente, nel medefimo giorno prefe ella dalle Monache dell* Arcangelo Raffaello u- na cafa contigua coli* annuo livello di feudi 32. e con follecitudine principiatori a murare, nel .termine di un anno videi! l'Oratorio > e Conventino perfezionato con la fpefa di feudi 2.366, II. Donde poi la Leonora ave (Te sì copiofe fomme
di denaro per tal* edifizio apparifee nella fua Vita al libro I. cap. 34. lib. II. cap. 3. e piti minutamente al li- bro III. cap. 7. dove leggeri, che le piaftre con miracolo- fo moltiplico erefceyano in mano di lei, e che altresì la carità di alquante Gentildonne concorfero ad aiutarla con notabile sborfo dì feudi; e le principali Benefattrici fu- rono Donna Sforza prima Dama della GranducherTa Vit- toria , la Marchefa -Caterina Riccardi ne* Niccoli ni, e Maria del Tovaglia Biffoli. Della prima , oltre le re- plicate limoline , notar debbo , che da lei abbiamo la giuridica teftimonianza di parecchi profezie (della Leo- nora rifguardanti la Cafa Medici, e maffimamente la Granducheira fuddetta,. Di Caterina Riccardi non lì può tacere, *ehe alla fua morte lafciò alle Minime Ancille del- la Santiflima Vergine un legato di 2000. feudi: e di Maria Biffoli ,- la quale , morta Leonora , fuccedè al go- verno della Quitte , mi piace qui di ricordare al Leg- gitore ,. che ella fu moglie di Benedetto Biffoli fondatore del Noviziato deJ Gefuiti in Firenze alla Porta a Pinti, ed infigne benefattore del Collegio de' medeiìmi detto San Giovannino . Ed alle foprannomjnate Gentildonne arroger voglio un infigne benefattore, febbene di tempo poììeriore alle fuddette, £ fu Don Erancefco Ricci Prio- re della Chiefa di San Iacopo in Campo Corbolini, il quale nel i6%6, lafciò alle noftre Ancille 4000. duca- Tom. IF. P ti,
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ti, due mila de' quali lafciàtr liberi fervìrono in parte
alla compra, che fi fece della cafa de'Ghiori, che fu ridotta nello ftelTo anno ad ufo* confacevole all'angu- rie dd Conventino ^ IIL E tornando a Leonora contentiflìma di aver
terminata la fabbrica ,; o fivvero il facro nido alle fue innocenti fanciulle, dir fi vuole, che avendo ella elette dodici di elfe con tre ferventi, le condulfe in carrozza ai nuovo Collegio facendone il folcane ingxetfb ne* 15. di Settembre dei 1647* con un accompagnamento di molto popolo modo a tenerezza dalla modeiiia, e divo- zione di quelle umili Verginelle» Nello fteffb giorno Lorenzo Capponi Canonico Fiorentino» e Delegato dell* Arcivcfcov© benedì V Oratorio dedicato alla Incarna- zione , e vi celebrò- la prima Mefla. E fé la fondatrice non rìmafe nel Con ventino, ritornata effendo con le al- tre fanciulle alla folita abitazione, dettino- però fuperio- ra del facro luogo col nome di Softituta Verginia Gui- di j ritenendofi la materna fopranrendenza coti andarvi frequentemente a dare loro opportune, e falutevoli istru- zioni . Ed elTendofi di fopra favellato delle coiiituzioni ^ che loro fece Leonora, noi qur ne daremo il funto, che fé portone fembrare ad alcuni troppo rigide, la fcu- fa è pronta, perchè, gl'urta l'ingenua confeflìone della Montalva, così ie volle Maria Santiflìma* Principiano adun* que dalle qualità da ricercarti nelle Fanciulle, cioè che fieno di natali onorati, di fanità intera, d'indole difci* plinabile, e di età circa gli anni fette ; Concede loro alcune ferventi perle fatiche di cafa; e vuol cheinquefte vi Ciano Je fopraddette qualità, e condizioni, e abbiano fedici anni almeno • Ordina , che il veftire fia uniforme in tutte di panno nero, e velo in tefta di fimil colore, afìegnando ad ognuna un povero letto di albero con materafla di lana, lenzuola di tela, e coperta. Loro im- pone filenzio dair ultima orazione della fera fino dopo la refezione della mattina, raccomandando lo ftudio dell'interno raccoglimento, e per difporlc all'acquato di elfo, comanda^ che unitamente facciano tre ore di ora-
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orazione mentale 5 e recitìiso l'Urlzio della Santiflìma
Vergine » con 1* efame della coscienza prima di andare a letto. Circa la temperanza il digiuno è di ógni giór- no a xiierva delle Felle, non mangiando mai carne fé non nelle tre Fefte di Pafqua di Refurrezione, e vi, fo- no alcune Quaresime tracanno. La frequenza de* Sa- gramene la rimette al giudizio del Padre Direttore : e finalmente lafcia alia Superiora particolari iftruzioni co- ftituenti una Madre caritatevole , e vigilante. IV. E riferite le leggi della Cafa diremo ora al-
cunché della Chiefa, che fi difife dedicata all'Incarna- zione , avente tre Altari, il primo de* quali nell' entra- re a manritta è flato confacrato ai Santi Andrea Cor- fini , e Maria Maddalena de3 Pazzi con tavola dipinta dal Prete Michele Lepri » Aedendoii addiri-mpetto a que- ita altra'Cappella con una Madonna in uno sfondo».e ai lati S. Francefco di Affiiì} e S. Gaetano effigiati parimente dal Lepji ; la Madonna però è antica j e qui fu trasferita dalla pubblica via> dove, dal popolo era tenuta in gran venerazione, come leggefi -fotto la menfa di -queft^ Al- tare in una iscrizione » che èia feguente; ni j IMAQINEM HANC B.'M ARIAS VIRGINiS
FVBLICA OLIM IN VIA
FREQVENTI AC IVG1 POPOLI CONCVRSV EXCVLTAM
MOX HVC-TRANSLATÀM TAfiVLAM fiT ARAM
SACRIFICIO IN SINGVLAS HfiBDOVlAOAS DOTATAMI Qy^TIDlANO DEINDB D0TANDAM
EX0RNÀV1T PIET^TIS CAVSÀ Et IN PARENTVM SVFF^ÀGlVM
BEIgEDICTVS PAPINl SACERDOS FLORENTINVS
AN. DOM. MDCGXl. '"■"■ ■' - : ; . jì! - fèti ■ tr;.:iSp e Vi lrrnìì ; bu : '■«•:
Ed un*altra ifcrizione vedefi al?Aitar dì Sant'Andrea
indicante i meriti di «n altro Sacerdote, e dice come appiedo S
f. Pi t). O. M.
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ARAM HANC SACRIFICIO WSINGVLAS fìEBDOMÀDÀS DITATAM
SANCTIS ANDREA CORSINI ET MARL£ MAGDALENiE FAXLffi VSQVE SIBI PAVENTI BV:*: *• à
ANTONI VS NICOLAVS CECCHIN* ! f - ECCIESI^ METROPOLITANA SACERDOS BVM TRIENNAL1ÉVS HIC A CONFESSIONÌBVS ERAT , PONENDAM CVRAVIT r AN.. MDCCXI.- All' Aitar maggiore vedefi il mirteto! della Incarnazione
dipinto coni-maniera lodevole da Alfonfo' Bofchi r uno de*migliori, che profittaifero' nella fcuola di' Matteo Rof- felli,t del quale,egli-era nipote * Sotto5 l'Altare il Mar- chefe Roberto Cappóni nel 1548; vi collocò il Corpo del Santo Martire Terenzio > quivi da Roma trasferito con pompa, e folennità grande nel dì 30* di Gennaio. Quefio fanto Corpo noi1 lo vediamo riccamente ve- tóim giacente in un'Urna dorata co'fuoi criftalli, e nel dinanzi avvi una grata di legno a (Taf bella , che imita il bronzo, e un favorecttfp^hfato dal Santo alla Monta Iva-» vien riferito dallo Scrittore della fua vita, che io ripor- to colle fué parole del libro III * ' cap. Vili* come ap- prese» ti Eifendo (lato impetrato dal Marchefe Roberto „ .Capponi pel. Conventitìa il Coiipo del Gloriofo ,Mar- ,, tire San Terenzio; andqvvi Leonora dalla Quiete per „ adorarlo nel Coro „ dove era «collocato , e aperta la 5, Calla genunefla orava devotamente , parlando con_, „ detto Sanro, e ringraziandolo, che il folle dtgnato di S) abitare ih luogo sì umile fra Je povere ÀrJliTle del „ fuo Signore; ed ecco the all'impiovvifo vede la „ faccia del Sanro tutta rifpJtud^nte a guifa del fole . ,, Sorprefa perciò <daXmaraviglia Miti tutte le fue fan- „ ciulle affilienti a quefta divota azione, per ricono- 4ì t&kèkHtisSk verità', e Conferma ila-con prove, fece' ler- ,, rare tutti gli ufci, e lrfineitte , e$ ettfàguere i lumi „ acceiì intorno al Depofìto, ma allora cominciò a sfa- „ villar più vivo quello fplendore con ammirazione, e .:. ì *ù f *J •) con- |
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„ conforto inefplicabile de* lóro cuori per veduta così
„ gioconda. Si accrebbe anche la maraviglia in vedere, 3, che (tando il Santo Martire con la faccia fupina , co- 35 me fé forfè vivo, foavemente la voltò verta la_. 3, Montalva , come anche di prefente fi vede „ Nella Chiefa rimangono per fine a vederi! una pittura nella Volta, dove a frtfco è dipinta Leonora, che prefenta a Maria le fue Anciile, ed in mezzo al pavimento una lapida di Maria Papina con lettere confumate, e allato a quefto marmo in altra lapida un'ifcrkionejche dice: ■■■-*-•> .; , ■-■■ . .' ■*. ...■. '...;.„:,'. •-*■-'■' !. ,#i» . ;'.y >■:'}:■ .■■!■. ■. -r.
ADMODVM REW PRESBYTER ANTONIVS
. NICOL. DE CECCH1NIS' CIVIS FLORENT.i -- ECCLESIiE WETROPOL*CAPPELLANVSAC PROTH. APOST. VTPOTE- VNVS EX BE- NEFACTOR1BVS HVIV3 SACR.SE DOMVS ELEGIT HIG SEPOLTVRAM PRO SVIS VT CITIVS PER V1RG1NVM FREGE* ADIVTI?: iETERNAM, REQVIEM ASS.fcQyANTVR'.4. V. Per ultimo non potremo difpenfarcr dail'ofifer-
varc alquante cofe divote, che fi con ferva no prèiTo di quefte fanciulle, ed in primo luogo avvi un adorabile Crocififlb di legno alto poco più di un braccio, leggen- doli nella Croce la feguente memoria : >. Que&o Crocifjfo era dì Donna Leonora Montala
in mia dell' Amore , che nella di lei morte le fu tolto da Agnoletta Liccioni ne* Ciamminghi \ e le tnejje altra immagine , e fi j/refe qnefia miracolosa , come ajferifcono gli antichi di detta l'amigli a Ciammmghì> Viene in fecondo luogo quel Cenacolo, dato alla Leo-
nora da Gesù per conrraiTegno della Cafa, che dovea comprare per la fua Congregazione.* queito è in fui ve- tro dipinto alla maniera dì Giotto, ed è alto meno d* imbraccio. Confervanfì ancora dalle Minime Ancille tre pìaltre di quelle , che diconfi moltiplicate da Dio in foc- corto
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corfo -dc'bifogni della Montai va, e nel fibro III. del-
la Vita sì cap. VII. raccontali l'avvenimento prodigiofo così „ Tornò la il effe ( Maria BirToli ) a impreftarle al- „ tri denari per nuovo bifogno, con, dichiararli però, ss die--quella volta li rivoleva-non per I* avidità 3 che ne j, avefTe quella divora Signora-, ma^pel defiderio di aver 33 denari,venuti dalla -mano di 'Dk>* Gii cbiefe Leonora* ,j e gli ebbe <lal ^fuo divino fpofo quando convenne £& 3j re io Hmborfo alfe Biffala, che li tenne come un 53 celetìe teforo, e pofcia di quelle monete me. donò cine 5, ( deve dir tre ) alle fanciulle del Conventino, che le 3, confervano anche al .prefente. „ Noi le abbiamo ri* fcontrate-tutte tre coniate nel *i<5o^ jcoll\effigie del Granduca -Ferdinando Primo. E pei- fine nei ricetto del loro,Coro fi venera un* Immagine .della. Concezione |tam- paf# in foglio, della quale raccontanfi varj.favori, che ella Jia fatto alle Minime Ancille , js maffintament£ la istantanea guarigione di Suor Maria Umiliai, avveni- mento rnir-acoiofo , ©he feguì il ;dì 16.. di Novembre., 1637. (e giuridicamente autenticato nella Curia Arci* velcGviJe ai ^ M .Marzo 4el feguente iinno: > * ro- dato da*! Cancellier ?Luigi .^Baldaflar Vignali, leggendoli $o$m la Sopraddetta Immagine incifa a perpetua m^mo» ràa ^un'ifcrizione fatta dal Signor Propofio Anton Fr^n- eefeo Gori a tutto il Mondo ,ben noto per J^eruditiffime Aie opere date alia lucej eia ifcrizione dice come appiè Co: .UIPP-ARAE IN*IRMORYM SERVAtRlCIS IMA6INFM HANC
QVOO MARIAJA HVMILITATEM MEDICEM^ ANCJLLAM SVAM
.©TDVM DESfESATA CORPoRJS AEGRITVDINE IN T.Bn CFPTAM
Jfl.-,KAÌ. .DLCEMB..AN. 00 13. CCXXXVH.HORA XVII.
MORTI PRQXJMAM PRAESENTtSSJMO AVXILIQS * O EXIÈMPLo STVPENTiBVS
f ». ■■■'*■ CVNCTIS
[':i AÒ; V1TAM ftÉVOCARlt-^NCtLLAE SV'VIkGlW:*' ; !t;;à"7
CONGREGATIONiS MONTALVIAE ilù p. ■■ ■■/-.'■).. 4'J^i VT PERENNE EXSTAREf TANTI P.RESiplI AC BENEFIT ^ONlMENTV^t HON ORJFICEN.T*QRE JN hQCQ QVOTiDIE . COLENDA*! ET GRATiÀRVM AQTjONE LAVDANDAM
RITE DEDICARVNT \IU*. V*L« APR»L. ANN^CiD.lP CGXXXVIII. VI. Gir.
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VI- Circa poi alla Vitrdella^ Eleonora ;ndebboquì
fui fine aggiugnere , che molto giudi ciofamente, fébbe- ne in compendio, fu fcrirra una Vira della medefima dal P. Sigifmòndo Coccapani delle Scuole Pie , di co* mando della Granducheffa Vitroria della Rovere, a cui indirizzolTa egli neri 4. di Luglio del 1688. E* Origina- le iìefl'o , che a queir Altezza fu prefentato dall' Au- tore , è predo il Sig. Manni; infieme coli* Albero Ge- nealogico della Famiglia Montarvi fino a quefti" tempi prefenti. Notifi pure, che il Canonico Salvino Salvini sbaglia ne* Fatti' Consolari dellf Accademia Fiorentina', dove affegna la morte della Serva di Dio all'anno 1585. |
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LE Z I O N E XII.
DELLA CHIESA DI SAN PAOLO
pETTA SAN MOLINO D£* PADRI TERESIANI,
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5^5tOnvengono quelli, che hanno fcrirto
delle cefe di quefìa noftra Città ài Fi- renze, effere la Chiefa di S. Paolo an- tichiffima, affermando fu deboli però fondamenti Fra Michele Poc.da.iui, e Pier Monaldi neJ trattati , che fecero delle Chiefe Fiorentine, che ella foffe edificata nel 335. nel qua] anno Luca Ferrini nella Vi- ta de*Sette Servi ài Maria fi arrifchiò a dire, che foffe consacrata da San Teojdoro Vefcovo Fiorentino, Ja qual opiniohe è irata abbracciata dal Cerraechim nella ferie de'.noftri Vefcovi, e dal celebre Padre Or.le.fldi dell'Or- dine de3 Predicatori nella fua commendata Opera Orhìs Sacer & frofetnus lib. ^.cap. 35. num. 5. e la cagione., de' (addetti sbagli fu un'ifcrizione, che apprelfo air Ai- tar maggiore fi leggeva dalla banda del Vangelo inta- gliata in pietra, iche diceva come fegue: QUESTA CHIESA DI SAN PAOLO FU FATTA V
ANNO CCCXXXV. AL TEMPO DI S. SILVESTRO PAPA,, E DEL PRIMO VESCOVO DI FIRENZE S. TEODORO M CONSECRATA FV NEL CCCCIV. LA NEL MCCCCXXXVI. AL TEMPO* DI EUGENIO IV. .FU IMPETRATO IL PERDONO DI ANNI CINQVE E DI CINC^VE QUARANTENE . Dobbiamo però di ^uefta lapida notare ciò 5 che diffe
Stefano Roflelii nel fuo Sepoltuario, come appreffo „ „ Queita iscrizione, come fi vede , è affai moderna, ma » £&*& fucceduta ad un'altra antichiflìma, che ci era , >, fcrit-
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,11 tf
,V feruta di un carattere affai Arano, la quale lo mi ri-
„ cordo beniflìmo da giovanetto di avere veduta nel „ muro dalla parte , dove è l'Aitar grande , su alto vici- ,5 no al tetto , la quale dovette e (Ter e levata, e poi an- ,1 data male „ E noi avendo trovato copia della fteflfa, ifcrizione nei manofcritti del Migliore, ma alquanto va- riata dalla fuddetta, qui la riportiamo fui dubbio, che pofTa effa eiTere fiata rantiehiflìma, e dite: QVESTA CHIESA DI SANCTO PAOLO FV FACTA
L'ANNO CCCXXXV. AL TEMPO DI S. SILVESTRO : , PAPA, E DI COSTANTINO IMPERATORE , E CONSECRATA FV NEL CCCCIV. LA PRIMA DO-
MENICA DI LVGLTO, E NEL MCCCCXXXVI. DA PAPA EVGENIO IV, FV IMPETRATO VN PERDO- NO DI ANNI V. e V. QUARANTENE PER L.C.C.. ET IL DI' DELLA CONVERSIONE JDI SANCTO PAOLO V. ANNI E V, QUARANTENE DI PERDONO ; mpERPETyp.
E riportate queft* ifcrizioni fa d*,uopo, che rifconta'iatno
gli errori in effe contenuti, i quali pretto i Critici le ren- dono anche più fofpette, ed il primo non leggiero er- rore egli è il fupporre S, Teodoro il primo yefcovo di Firenze, quando abbiamo fili principio del 4. fecola Vefcovo S. Felice, come leggefì nelle Storie dell* Ammi- ra to> ne* Difcorfi di Don Vincenzio Borghini, nell* I- talia Sacra dell' Abate Ughelli, e nel tomo 4. della Bi- blioteca Patrum, ove S. Ottato al lib. I. lettera H dice: Cum confediffent Miltìades Ejt. XJrhis Rom&, Ret&ius , Ma- ternus & Marìnus Eyì Gallicani, & Merocles a Medio* letno, FJorianus a Cefena , Zotìcus a Qmntiano, Ste- mnitts ab Arimino , & Eoslix a Florentia Tufcorum: 11 fe- condo sbaglio, o Avvero confufione fi è il dirfi , che la Chiefa di S. Paolo fu confacraia nel 404. e fé non dice da chi, il ìuddetto Ferrini però ci afferma , che la con- facrafle S.Teodoro, il quale già nel 376. era morto. Ma fé di niun pefo è la fuddetta lapida , due altre faranno ■ Tom. 1K Q. un |
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un autorevole documento di grande antichità, perchè
dimoitranti avere avuto la no/tra Chiefa Cimitero degli antichi Criitiani,e fono due lapide ripprrate dal Chiaria fimo Sig. Foggini nella fua rinomatiflìma Opera De primis Florentinorum Apftolis■ ,*lja pag. 5. E dall' crudinffimo Sig. Proporrò Cori alla pag. 350. num. 23. De Moniti mentis Vet. Chrifli. Sebbene prima di que/ìi due infi- gni Scrittori defcritte furono dal diligentiflìmo Senator Carlo Strozzi al Codice XR. pag. 197. e noi le ripor- tiamo fui fine della Lezione. Eravi ancora fotto 1*Ai- tar maggiore una Confeffione fotterranea inoggi ridot- ta ad ufo di fepoltura de*Padri, Accodandoci poi ai tempi di Giovanni Villani diremo, che quelli nel cap. 2, del libro 3. defcrivendo il primo cerchio delle mura di Firenze restaurata l'anno 8oj, della Chiefa noftra ri- ferifce fra l'altre cofe, che fuori della Porta Occidentale eravi la Chiefa di S. Paolo a fimilitudine di quella di Roma antica , dal che ij verrebbe a inferire , cfie almeno in quel tempo quefta era in piedi; Se poi Jafciando le tene- bre di tanta antichità cercanti i fecoli più vicini a noi, certa cofa è, che intornoaJPundicefìmo fecolo effa era Chiefa Collegiata qojì Priore, e Canonici, accennandoci Stefano RoiTelli in prpya di cjò, un* Scrittura del Capi- tolo Fiorentino , <?he è un contratto rogato nel |opo. e da Ferdinando Leopoldo del Migliore nei fuor manofcritti fé ne riporta il principio di un aifr' iftrumento cjclli^.1 e fidente pure nel detto Capitolo, e dice : D*lo;Mne? Vrior Ecclejte & Canonie? ■£!«. ^ùhaelis JSertelde , & Dominnt Jacobus Vrior Canonjce S* Fault laudani fyfer lite ver- tente &c. E Monfignor Vincenzio Bprghini nella fecon- da parte de i fupi Djfcprfi alla pag. 409. {ebbene, al- quanto tardi , cioè nel 125Q. ppne nel novero dek le Priorie aventi Canonici, la npjtra Chiefa. 1 in iom- ma chi vupl vedere una prova non difpregevole , ma ridicolofa, della fua antichità, cpnfjderi la goffa manie- ra di un S. Paolo di bafib rilievo , che fcolpno in pietra con gonnellino ai fianchi era fulla porta principale della Chiefa vecchia, ed inoggi è collocato fulla Por. ta
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fa $e\ QonwTitGì che farà sforzato à éreàèrlà tèmpio
mmdd&m® y eé infié me ménte' a CónférTàre à che ftér- minio i e barbato flato folte ih quéi tempi ridétta la |
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Scultura.
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IL Che poi prima dèi 1250. fofìfe Collegiata > lo
affermano tutti gli Scrittoti delle cofe Fiorentine , è le Croniche di S. Mafia Nocèlla i imperciocché nel 1217. vi furono meffi i Padri domenicani } allora di poco dal pian di Kipóii venuti in S. Pancrazio > 0 piuttofto nel fuo Spedale , e l'ingreflo- di detti Padri in S. Paolo è notato cerei „ per rinunzia loro fatta dal Priore Mef- ,) fer Ugo » k de* fuoi Canonici.;*■>. Quivi però qUé* Iti Padri non fi trattennero più che tré anni » quan- do provveduti della Chiefa , e delle Càfe , ed Orti di Santa Maria delle Vigne , colà ne] 1221. pattarono ad abitare per manéggio del Cardinale Legato Ugo- lino d' Anagni » e fé crediamo a Fra Serafino Raz- zi 5 diedero motivo a quefto paflaggio le iftanze, ed i la* menti de* Preti .Secolari ? i quali rhalvòléntìéri {offri' Vano di vederli fpogliati della Priorìa di S. Paolo , la quale alla Gabella comparisce, che avea di entrata fio- rini 300. Ritornati pertanto i Preti a .& Paolo , fi ri- pigliò l'onorifico titolo di Collegiata > leggendoti nel libro détto il Bullettone al numero 86, Ej/ifcoput Fior, elegip Cànonìtutn in Ecclejta S- Tauli anno 1253. e Leo- poldo del Migliore nota , che Papa Martino V". nel 1419. fece di fua potettà fuprema il nuovo Priore . Ma la- feiandomi portare dalla vaghezza di riferire cofe glo- riofe di quefta Chiefa, rammenterò' qui appretto alcu- ni fuoi Priori j è Canonici , che mi ha comunicato il diligcjntiiflìmo Signor Domenico Maria Manni , e fono quel Iacopo foprannominato nel Lodò del 1193. pò- feia nei Ì210. ,un Ranieri y iJgO nel -.ili 7/ Prete Tur- pino nel 1250. Jeggeiì Priore nella donazione3 che fa egli di terreno a* padri di S. Maria Novella, come ap- pare dal feguente Contratto al niiro, 12. delle Cartape- core de' fuddetri Religiofi : Prefb, Turpnus Triór à* Re- Bor Ecch S,- Fault de Fior, de con/enfu fui Captuli Q_ 2 /««.
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fùìicet Prefk Talenti > & Oddo Cdmnicoram rf~fiu\? EccL
.donavi* Ir. Tafanali, de Qrd< Erik /Predicata ^recipienti prò EccL $. Marie Novelle unum p>ttin,m terreni ad bracchium & menfuram Pifanorum per latitudine™ quan- tum eft Hortus ftve cììUus d,, EccL S, M. Novelle de terra & pojfejjìonè ipfiusEccL $. Pauli que eft retro do* mos Burgi $. fault é'c. Ego Barone fil.oUm Bene rog* Id. gbris- 1250, Guelfo del Nob. Marzoppino- d* Azzo fu Priore nel 1274. e nel 1292. Gualtieri Canonico Fiorenti- eo , feguono nel 1309. Piero di Mr. Configlio de'Cerchiy Gherardo da Compiobbi nel 1317. Gerì di Filippozzor eie i Bardi nel 1358. e Fartolommeo di Francefco nei 1392. E nei fecolo Jeguente trovanfi Priori Frofino di Critiofano Mafini nel 1412. di Mattea di Franco del- la Bade (Fa non fi sa Tanno, forfè fu l'eletto da Mar- tino V. vengono poi nel 59. Altamente di Lodovico Frefcobaldi, nel 68. Giuliano di Filippo Tornabuoni, poi Vefcovo di Saluzzo , Nelle Procurazioni, che dal Clero Fiorentino facevano ,: a fine di pagare le fpefe de'Legati Pontifici , fi leggono fottofermi in una del 1318» Presbyter Làpus Canomcuf , & Presbyter Guido Canonkus $, Pauli . Ma venendo ad un Canonico > e Priore, il cui folo nome è un grande Elogio di quefta Chiefa r quelir fa Agniolo Poliziano > non potendoli di ciò dubitare , sì perchè egli fteflfo in una lettera fua a Lorenzo de* Medici fenile : prò Sacerdotio accepto in Tempio D. Pauli y si ancora perchè nella laurea di Dot- tore , che dall' Arcivescovo Rinaldo Qrfini ricevè a i 23. Dicembre del 148J, per rogito di Ser Gabbriello di Pier Giovanni Simone Cancelliere dell' Arcivefcova- do appellali D. Angelus Eilius Egregii Dottoris Domi- ni Benedici de Ambrogìnìs de Monte Politiano Prior Ec- clejie S. Pauli de E Urenti a . Pafsò pofeia U Poliziano alla dignità di Canonico Fiorentino , ed. il Ghìariflìmo Salvino Salvini, che fcriffe a penna le Vite de i Cano- nici di Santa Maria del Fiore , ci dà belliilìme noti- zie del noftro Agniolo , principiando da quella, che è affai onorevole alla fieffa Famiglia de* Salvini , mentre xi~
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riporta egli il documenta della cerimonia m Capito-
lo , fatta per lo polTeilo del Canonicato , che prefe il Poliziano , alla quale uno dei due Canonici, che gli diedero 1* onoranza dello Stallo , fu Salvino Salvini * Inol- tre nota egli la Cittadinanza Fiorentina , che fu con- ceduta ad Agniolo dalla Repubblica per favore de* Me- diciv e venendofi alla morte di lui , io vuol affittito da Fra Girolamo Savonarola , e Seppellito in S. Marco veftito dell* abita di S. Domenico , coir intervento del Capitolo Fiorentino all' efequie ■*■ % 1.1 , III. Ma in aggiunta di tutto quefta , non difdice
qui dare uno fchiarirnento ad alcuni dubbj fopra sì ragr guardevole Priore , ed in primo luogo cercar devefi di qual cafato egli fofle , fé di Balìa, o degli Ambrogi- ni ,-. o de* Cini, giacche preffo agli Scrittori trovali ap- pellato ora in un modo, ed ora in un altro . Né io eftimo di meglio illuftrare quefto punto , che riportan- do le annotazioni di Gio: Mario de* Crefcimbeni nel- le dichiarazioni del fuo primo Volume intorno alla Storia della volgare Poefia , ove alla pag. :395- fcrive come appreflb : „ Noi abbiamo col cognome di Bailo „ chiamato in più luoghi della noftra Iftoria Agnolo ,, Poliziano, non folo perchè cosilo chiamano il Voffio,: „ Gafpare Sdoppio citato dal Menagioj Tommafo Pape >y Blount,. Gio: Cintili , e Niccolò Angiola Caferro , il „ quale riferifce anche altri, ma perchè in un Codice ^ di rime di lui., tefto a penna della Ghifrana , abbiamo ,v trovato una nota di propria mano di Papa AleiTan- « dio VII*, in cui fi narra brevemente la di lui vita, >, e morte ,. e quivi altresì de* Baffi fi nomina. Allo 5, incontro il celebratiffirno Antonia Magliabechi , il „ quale molto- ha favorito quefta noftra opera , ne av- J4 verte, che il Cafato del Poliziano era dei Cini , ed jV allega 1* autorità di Spinello Benci nella Storia di j, Montepulciano , al quale fi pollono aggiugnere Alef- ,, faudro Adimari , che fu il primo, ciie mertelTe fuo- „ ri quefto parere, Carlo Dati nelle Vite de* Pittori, 5> e Ferdinando Leopoldo del Migliore nella Firenze^ 55 1U
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*l tMùiirafà , il quale rìferifce che il Poliziano ù rro-
« vò pre/ente al teftamemo del Pico rVlirandolano , e
>, fervendo in effo di teftimcmio , fi fottofcriffe : Ego
jj Angelus Tolitianus filius D. SeneJJ&i de Cini* De*
if cretorum DoUor• .& Can. Fior, notizia riferita anche
s» dal Menagio , a, cui la diede V ifteflb Magliabechi >
j, che r ebbe dal Capiscano ddla Rena. Querla opinio-
5> ne j che parve-più degna Ai fede , per edere appoggia*
»> ta ad autentica fcrittura , ci farebbe ora corregge-
»? re ; e dichiarare > che il Gufato del Poliziano era de'
» Cini y fé non averBmo tal notizia appre (To noi, da-
55 tane in quefti giorni dall' eruditiflìmo Abate Saldino
3, Salvini j che con fomma fatica » e diligenza &à fcri-
5> vendo le Vite de* Canonici della Metropolitana di
5> Firenze , che ne fa. dubitare della verità della cofa
>, sì circa È* uno , come circa l'altro Cateto . Con-
fs cioMacbè jielT Archivio Generale di Firenze il trovi
», Jo Strumento autentico del privilegio OotEoraie del
5* Poliziano .nelle Leggi canoniche , xogam M 23. Di*
*5 cembre «485. da Ser Gabbriello Ai Pier Giovanni
■*i Simone di Vaeonda tNotaio -pubblico Safctafe ., e Cart-
» celliere -éell' Àixi#efcovado Fiorentino4 dal quale ap«
^j parifce, che e^ti *è*a della Famiglia degli Àmbrogini:
i^^àmigi^mWitìéoEiifs.infigms D. Angelus fil. egre*
?» gii DìnMoris D. MenediBi Je Ambroginis d* Monte^*
n Foliiiano Trio? :S&cuÌuris & Collegiata Ecclejta San*
5» Mi fatili Fior, jjftfèàtè fc'uemia •> Morthm % £$ mrtutihus
55 fyecìaii prerogativa fuhlimaHìit Altifflmusr die infra*
,5 fem'pmì 234 Decembrìs 1485, Ine. 4. fuèrit frtfentatus
,* Mehìerendiffìmo in Chriflo Domino Rainaldo de JJrjìnis
>, Ar.ehiejf. Fior, &C. Egli può ben però effere, che quelli
,i uteni cognomi fieuo ima rfeiTa cofa, perciocché ufan*
„ d© in- quel tempK d5 abbreviarli i cognomi nello ^cri*
)f vetMiyM fSÈJXia Cirii ^potrebbe effe re .abbreviatura d*
,1 ArnbrogiTiif, non fOilame che ella aveuV dovuto eiTe*
9f M an2Ì Gini , che Cini , mentre anche in materia-
„ ài Cafati fi trova bene fpeilb mutata la lettera G in
^ C , e partrcola«mence in Firenze èc# w Segu^ra il?
Gre-
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Crefcìmbeni dottamente a portare efempli dimoftranti
1' ufo di fomiglianti mutazioni , le quali effendo verif. fime preflb gli eruditi di noftra Città , converrà egli dire, che il Cafato de* Cini fofle lo fteuo , che quello degli Ambrogini , e che quefto folTe il cognome del Poliziano. , IV, Dubbiofo altresì farebbe T anno della morrei
di quefto Eroe delle Scienze : avvegnaché Ferdinando Leopoldo del Migliore io vuol morto nel 1498; facen- do , che Agnolo aflìftefìe alla morte di Pico della Mi- randola , ed eziandio morto nel 1499. lo dice un* Ifcri- zione in S. Marco alla parete coni feguenti verft; POUTJANVS IN HOC TVMVLO lACET ANGELVS VNVM
QVI CAPVT ET LlNGVAS RES NOVA TRES HABVIT.
OB11T AN. MCCCCLXXXXIX. SFiPT, XXIV*. AETATIS VII*
Ma della verità debbo grado al foprallodato Crefcim.
beni , feguitando egli dire alla pag. 597. » La morte „ poi del Pico accadde nel mefe di Novembre del 1494. „ e il Settembre antecedente era feguita quella del Po- „ liziano , come teftifica Marfilio Ficino in una lctte- }J ra fcritta a Germano de* Ganai in Francia ai 23. j, di Marzo 1494. db Imam, e quella lettera trovali ,j nell'opere di Pico dell'edizione di Baflìlea del 1572, 35 alla pag. 408. che dice : Ut autem tibi nota fit re*- j, liana literarum iattura, hoc Autumno Fiorenti*, fa* j, Eia , Angelus Volitianus nofler Latina, Graecaquc Un* a, gua doBijfimus Settembri froximo ante Pici obitum ,, migravit e vita 4.0. astatis anno ,, E non 44. come conterebbe!! fecondo l'ifcrizione in S. Marco : Una lode, ne dà pure il Sig. Abate Francefco Saverio Quadrio nel Volume fecondo della fua erudita Storia della ra- gione di ogni Poefia , dicendo alla pag. 85. come fe- gue 5> Angelo Ambrogini o Cini da Montepulciano „ detto comunemente Angelo Poliziano , nacque a i 3, 14. di Luglio del 1454* nel 1485. fu addottorato in » Leggi Canoniche; fu Sacerdote e Priore della Gol- » le-
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&2§
„ Jegiata di S. Paolo? 6 poi Canonico dèlti l4etmfO*}
,., litana creato nel 1492. e ai 24. Settembre dèi 14^4* j, finì di vivere . E' fama-, che il dolore conceputo dai h vedere declinare la fortuna di Piero de' Medici , di^ »!> .cui nelle lettere era irato Maeirro , gli aifrettaffe la* >, morte. Fu uomo d'ingegno maravigliofo, come che1 ,, alquanto invido . ,, ed elTendofi detto di fopra, che nel tefìamento -di Pico della Mirandola , il Poliziano fi legge fottofcritto in fecóndo luogo , della quale fottofcri- zione potrebbe dubitarci , per eiTere di latinità cattiva r ci piace notare, che ella è formola ufata dal Notaio, ef- fendo fimile , anzi la fteflfa di quella degli altri tredici Tèfti- monj , e noj in grazia de'cur-iofi qui interamente la tra- feriviamo ; Ego Angelus folitìanus Fiiius Domini Be- nedi&i de .€inis Decretorum Doclor., & Canonicus Fior, rogatus , & praefens una cum omnibus fuprafcriptis , & infrafcriptis teBibus ad omnìft, 4$ Jìngula in hoc praefen- tt-s paginae inferiori fpatio faBa conteftata > & fcripta Jìmuì praefentibus , & rogatis in ipfa pagina eius -utique lohannis de Pias fuprafcripti teft amenti , fuo mandato manti mea me fubfcripjt in tejlimoninm , & e a Sigillo proprio Jìgna<vì habente in circulo imagin^m Tegafi i-dejl equi alati , quod ad un dm ex cborduiis fuyrapojìtis *cer#4 imprejp . W. Ora tornando alla Ghie/a di San Paolo a isu
trovo paflata nelle mani de' Canonici Fiorentini., a i quali Papa Leone X. per ^rendere viepiù ricca , e glo- rk>fa la Cattedrale di Firenze , donolla con tutte le rendite per ìuo Breve efìftenfe nelP Archivio del Capi- tolo al numero #2. dato in Firenze ai 22. di Gen- naio anno 3. del Pontificato , veggendofi fulla Porta maggiore della Ghiefa.P arme di detto Pontefice-mefiTa in mezzo dalle armi del Cardinal Giulio di Giuliano de* Medici Arcivefcovo di Firenze y e da quella del Capi- tolo, che è un Cherubino , né io faprei dare la ragio- ne^ perchè folto V arme del pontefice qui fi veda col- locata i* arme -de' Pandolfini , ed una famigliarne fotto una fineitra rimurata con cappello Vefcovile , fé pure ti quai- |
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qualcuno di quella illuftre Famiglia non fbffe flato
delia Chiefa di S. Paolino Priore , o Commendatario . E notiti" per fine, che nel!* anno 1529. per occafione dell* attedio di Firenze » i Padri Minori Offervanti , che allora ftavano al Monte , forzati a venire in Città nel Giardino de' Nerli , per iitanza della Repubblica dal Capitolo Fiorentino fu dato loro quello luogo per modo di provvifione , nel quale dettero fino al 1531» |
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Ltpde Cristiane antiche trovate in qmfla Chiefa .
I.
• . . me REQyiESClT FELICITAS QyAE VIX1T MEN . . . DIES •. «
II.
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L E Z I ONE XIII.
DELLA CHIESA DI SAN PAOLO
DE* PADRI TERESIANI II.
Eiranno 51. della Riforma dell'Ordi-
ne 4el Carmelo, nel 37. della morte della Santa Riformatrice Terefa , nel 1618. dell* era Crifh'ana, comparvero per ìa prima volta in Firenze quei nuovi Apoftoli, e Maeftri della miftica Teo- logia , i Padri Carmelitani Scalzi , cui fu data per Convento la Prioria di S. Paolo , della qua- le abbiamo favellato nell' antecedente Lezione > e fé il- lustre fi è dimprjrata qu.eifca-Ch.tefa per la fua antichi- tà , affai più,, Inmjnofa Ja, vedremo per la fantità , e per lo zelo de* nuovi Ofpiti , E( però tacendoci dal motivo della loro veduta in Firenze , dir fi vuole , che il Gran Duca Co/imo, JI, cerqando nelle fue gravi malattie con- folazione , efcppfpttQ dalja conver/azione di Santi Re- ligiofi , fece iftanza di avere in Corte il Ven. Fra Do- menico di Gesù » e di Maria Spagnuolo di Campo Flo- rido, che era in que' tempi Generale della Riforma , ed efiendo egli venuto l'anno 1611, fu ricevuto dal Gran- duca con grande allegrezza del fuo fpirito , accordan- dogli tra i molti favori la fondazione di un Conven- to in Città » ed eilendo giudicato dall' Altezza fua.* molto a proposto il luogo di S. Paolo ., fé ne princi- piò a trattare col .Capitolo di Santa Maria del Fiore, che n' era il Padrone , e non alieni dimoftratifi i Ca- nonici Fiorentini dal foddisfare al pio defidcrio del Sovrano , vennero alla rinunzia rogata da Ser Giù- ftppe Barni a i 14. di Giugno del i£x8. con le fe- guenti
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guenti condÌ2ÌottlVi. Di dare él Capitolo ogni anno
una libbra di céra nella fe/ta della Purificazione . 2. Di potere i Canonici due volte 1* anno celebrare la Meda nella Chiefa .3. Se per qualche accidente i Padri lafciaflero la Chiefa , quefta dovefle ritornaiT li- bera a i Canonici . E quello contratto venne confer- mato da Papa Paolo V. con fuo Breve {pèéìtó gfatit S. Kal. Fé, anno Ì4. Fóntif. Reftavano però due difficoltà > la prima delle quali pareva inoperabi- le , comecché due Cafe della Prioria , ed un vafto giar- dino erano pattati nella famiglia degli Strozzi > per un livello perpetuo fatto da Marfilio di AlérTandro Stroz- zi co* Canonici, a'quali elfo pagava 36. feudi annui, è per le fue induftrie nel bonificare il terreno ne ca- vava un* entrata di feudi 150. Ma con V aiuto di Sua Altezza fu fuperato ogni oftacolo , avendo ella àifegna* to 150, feudi agli Strozzi fui Monte del Sale , e così divenutone Padrone il Granduca , lo concedè ai Padri con pubblico Iftromento , che rogò il fuddetto Barni, ma con quefta dichiarazione, che in cafò ne ufeiflero i Padri per andar ad abitare altrove , le Gàfc, ed Or- to reftaflero liberi al Granduca con tutti i fuoi mi- glioramenti . L* altra difficoltà proveniva da' Religiofi , che non fono foliti di avere Chiefa Parrochiale , a que- fta di San Paolino non folamente avea un numerofo popolo, ma godeva altresì il diftintiffimo titolo di una delle dodici Priorie di Firenze ,* Né vedevafi da i Pa- dri altro configlio da prendere , che il ricorrere al Pontefice , come fece il fopraìlodato Generale , otte- nendo da Paolo V, che fi trasferirtelo altrove i pefi, e il titolo della Chiefa ad arbitrio, e difpofizione dell' Ar- civefeovo , il quale trafportò il titolo della Prioria al- la Chiefa di S. Romolo in Piazza , e della Parrocchia-, parte ne affegnò a Santa Maria Novella , parte a San Pancrazio , e parte ad OgniiTanti • Ed in quetta manie- ra felicemente difpofte le cofe , venne a Firenze nel 1619. il P. Provinciale Fra Agat'Angiolo di Gesù , e Maria , cori ¥©. Padri, e 4. Laici, prendendo folenne- R 2 mente
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mente porte ilo del luogo il dì 8. di Settembre dello fteiTo
anno, e trovarono la Caia provveduta dalla pietà di Cofimo II. di vitto , e yeftiro , avendo di più dato loro una cedola di Soo. piaitre , colle quali, e con al- tre limoline fatte loro da* Principi , e dalle Prìncipef- fe de* Medici , e da" parecchi Nobili Fiorentini'fu da- to principio alla fabbrica del prefente Convento , con Chiortro non piccolo , e fopra molte Celle, e ricetti de'Religiofi , che iranno affai ritirati . II. Né prima del i6égt fu ai Padri potàbile 1'in-
traprendere la innovazione della Chiefa vecchia , irata più fiate restaurata, ma fenza punto di vaghezza , né di comodità per le facre Funzioni ? onde univerfale era il defiderio di vederla a nuova , e miglior forma ri- dotta, né efTendo mancati generofi benefattori, col di- fegno del Balatri fu gertata la prima pietra il dì 24. d' Agofio del i66g. dal Padre Fra Cefareo degl' lia- rioni Fiorentino , e Priore del Convento . Ella ha una fola Navata con due Cappelle per banda sfondate , due Cappelloni , ed un' ampia Tribuna , e Coro con una facciata ruftica . avente alquante armi già da noi defcritte nella prima Lezione. Sulla Porta adunque al di dentro vedeii una tavola rapprefentante S. Terefa , opera di Pier Dandini , e voltando a manritta alla Cappella de j Ricciardi avvi un S. Gio. Badila copia di quella di Raffaello d'Urbino ,, che in Galleria Im- periale fi conferva .Viene alia feconda Cappella una Nunziata antica, e belliiTima , ma non fapendofi l'Au- tore , io darò qui alcuni lumi per rintracciarlo , e pri- mieramente 1' Angiolo elTendo ginocchioni in terra, giuria il Vafari, dobbiamo dire, che fi a una_ tavola fat- ta prima di Andrea del Caitagno? il quale principiò a dipingere in quello mirrerò l'Angiolo in alia, e la dolciffima maniera, che nella noffra tavola fi fcorge, ci obbliga a credere , che fia fatta affai dopo la fcuola di Giotto , e però con tali notizie , io non farei lon- tano dal crederla fattura del B. Gio. Angelico Dome- nicano j il quale , al dir del Baldmiacci ? fi fece maravi- ;■! glìofo
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glìofo nel dare una bella grazia al voltò dì Maria ,
maflìmamente dopo che egli ftudiò fulle opere di Ma- folino , e di Mafaccio . Segue a quella Cappella il Ma- gnifico Altare di S. Giufeppe , fatto fare dal Marche- fé Carlo Rinuccini , dove Giovanni Ferretti dipinfe_# full* Akare il Tranfito di S. Giufeppe , e da i lati Viti* cenzio Meucci fece lo Spofalizio di Maria , ed Igna- zio Osford una molto itudiata fuga in Egitto , e fot- to la menfa leggefi la feguente Ifcrizione : '::.,' ; ■ ■ ■' " l '( * ;■ \ ?j .-;..-1 l'i; .-V va. ,'*>■?■ ■
D. O. M. i
MARCHIO CAROLVS DE RINVCClNlS , H { '
FVLCI FILIVS PATRITIVS FLORENTINVS
DIVI LOSEPHI PATROCINIO
SE SVaMQVE FAMIL1AM COMMENDANS ARAM HANC
ERIGENDAM ET ORNANDAM CVRAVIT
AN. DOM.MDCCXLII.
,,'(_'■ ' ' .,"- ;. , • ,. 4 -if . ' '■ •■ ■» ..: -.i . . »■ ; ■ - ■ :"* -•'- H. ... , ( •■ *
E venendo ali* Aitar Maggiore tutto ricco di marmi
con un Crocififlb di rilievo , quivi è da conilderarfi nella tettata del Coro in alto un Quadro , dove il Ca- valiere Francefco Curradi effigiò il ratto di SarL. Paolo, edalle pareti laterali in due gran quadri Fra Iacopo Carmelitano mediocre Pittore ha colorito a £re- fco la Converfione di S. Paolo , e la Decollazione del medefimo Santo . Seguitando poi dalla banda del Van- gelo, s'incontra il Cappellone di S. Terefa addirimpetto a quello di S. Giufeppe; dd fuddetto Curradi è, la ta- vola > dove è dipinta Maria, e il Bambino Gesù con §. Te- refa, e S. Gio. della Croce, e de i due quadri laterali in uno avvi la Vergine , che mette una preziofa collana a S. Terefa opera lodata di Piero Marchefini , e nell'al- tro Criito con la croce apparito a S. Gio: della Cro- ,ce , che fece Ignazio Osford . Dopo feguìta la Cap- pella delia Congregazione di San Giovacchinq , alìaj |
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quale avea dipinto il quadro Piero Marchesini , ma ora
fi rifa di nuovo da Agoftino Veracini . Allato a quefU è 1* ultima Cappella con un Criito all' antica corona- to di fpine, afpettandofi Benefattori , che ancor queft* adornino di qualche pregevole tavola , e finalmente., tutti i Santi , e Sante, che 11 veggono in ovati {opra de' Confeflìonali , fono opera di Ottaviano Dandini . Ili. Qual fia poi quivi il feforo delle Reliquie , ol-
tre al catalogo , che riportiamo , noteremo efTervi tre_» Corpi di Santi Martin portati in Firenze dal Padre Fra Carlo di S. Alberto , il quale molto propenfo per il maggior culto di quella Chiefa , ftando in Roma ne procuro parecchie, ed intigni,* Nell'anno 1662, otten- ne egli buona parte del corpo di S. Teodora Vergine, e Martire , della quale ne ragiona nel fuo Diario il Giamboni ai .1. di Aprile, e nell'anno 1663. furono mandati dal mede/Imo Padre alla fua diletta Chiefa i Corpi de' Santi Martiri Ridolfo r e Bonifazio cavati dalle catacombe co' nomi proprj , e dal Cardinal Ginet- ti Vicario di Papa Aleflandro VII. al detto Padre do* nati. Altre Reliquie fonovi dono dell'Ambafciadrice Marchefa Lucrezia Riccardi ne' Rinuccini, e le princi- pali fono le feguend in Urne , Arche , Guglie , e li- mili Reliquiari . ossa. S. Gennaro M.
Di S. Gio. della Croce. S. Onachino M.
S. Dorotea Verg. e M. S. Severino M.
S. Eugenia V. e M. S. Ivo M.
S. Felice M. S. Zenone M.
S. Emilio M. Si Giulio Senat. Rom. M.
S. Aurelia M. S. Severo M.
S. Demetrio M. S. Claudio M.
S. Vettorio M. S. Feliciana M.
S. Flavio M. S. Vincenzio M.
IV. E per non tralafciare le preziofe Reliquie di
& Tcrefa , diremo, che quivi fi trova una corona, che ufava
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tifava la Santa nelle fue preci » e lafciata a* Terefiani
di Firenze dalla Sereniflìma Gran PrincipelTa Violante di Baviera alla fua morte , e che V Altezza fua otten- ne per mezzo del Re di Spagna Filippo V. fuo nipo- te dalle Monache di Valenza , come cotta dalle auten- tiche Scritture preflo de' medefimi Rcligiofi, i quali al vago Reliquiario donato dalla Gran Principena ric- co di pietre dure , e di bronzi dorati, vi fecero fare un piedeftallo corrifpondente al difegno , e vi hanno collocato un pezzetto di Oflb della Santa lor Madre. V. Per quello poi che rifguarda le lapide Sepol-
crali , notar io debbo dell' antiche non efTervi rimafa memoria, che di una fola, ma rinnovata, che dice co- me appretto : VETVSTVM HOC MONVMENTVM
A IOHANNE CHRISTOFANO ET LVCA
DE BENEDICTIS COSMI FILIIS
SIBI POSTERISQVE SVIS
AN. DOM. MCCCXXII. POSITVM
A DIONISIA BANDJNELLI
Q. IO. BAPTISTAE DE BENEDICTIS VXORE
OCTAVII ET ALEXANDRI MATRE ET CVRATRICE
INSTAVRATVM EST
AN. SAL. REPAR. MDCLXXXXIir, Dinanzi alla Cappella di S. Giovacchino è a man man-
ca lapida Sepolcrale della Famiglia de' Marchett Nar- vaez venuta di Spagna nella Perfona di Don Giovanni Conte , e Cavaliere Commendatore deli* Ordine di Santo Stefano , e per le fue virtù cariflìmo a i Granduchi Cofimo III. e Giovan Gaftone I. ficcome alla Corte , e a tutta Firenze : La Ifcrizione fatta incidere in ctet* ta lapida da i Nobili fuoi Figli dice, come fegue : |
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IN
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! l'N MEMORIA ET PACE CHRISTI AETERNA
HIC REQVIESCIT
IOANNES DE DEO EX COM1TIBVS TARQSAE NOB. CORDVBENSIS
EX INLVSTRI FAMILIA DE SAVEDRA NARVAEZ
EQVES GOMMfiNDATARIVS SAC. ORD. S. STEPHANI '-ti
QVI DVODENNI3 VT IN ITALIAM VENIT
IN REGIA AVLA COSMI IH M« DVCIS ETRVRlAE
PATERNA EIVS CVRA ET PKOVlDENTIA
AD PIETATEM OMNI STVDlO COLENDAM EDVCATVS
PRIMOS IN EA HONORVM GRADVS
'OB EXIMIAM FIDEM PROBITATEM HONESTATEM PERPETyVMQVE
SOLIDAE PIETATIS AC RfcLIGlONIS EXEMPLVM PROMERVlT
DE QVO NEMO QJO AD VIXIT CONQVESTVS EST
OMNES CHRISTIANI VIRI
INTEGRITATEM MODESTIAM ANIMI CANDOREM
IN EGENOS LIBERALITATÉM SVSPEXERE
VIXIT AN. JLXXX. DECESSIT IV. IDVS FEBRVARH
FLORENTINAE ERAE MDCCXLVI.
FERDINANDVS MARCHIO NARVAEZ SAVEDRA EIVSQJE FRATRES
PATRI OPTIMO AMANTISSIMO
HIC VBI OSSA SVA CONDÌ IVSSIT
MONVMENTVM POSVERE ,
Nel mezzo della Chiefa , appiè dell'Aitar maggiore,
in un laftrone di vaghi marmi ornato } legge/i queil' altro epitaffio; D. O. M,
MARIA FRANCESCHI FRANCISCI FILTA
ET VXOR CERBONÌI BORBONI MARCH. DE MONTE S. MARIAE
PRAECLARIOBEGREGIEGESTAMAPVDFERD.il. ET COSM. Ili,
,: MAG. ETRVR. DVCES
SVMMAM GAZOPHILACII ET CVBICVLI PRAEFECTVRAM
MATRONA SANGVINE AC VIRTVTE EQVE NOBILIS
OBIIT A. D. MDCLXXXIX.
PRIDIE IDVS DECEMBRIS AETATIS SVAE LXIX.
MARCH. ANNA MARIA BARON. DEL NERO VTRIVSQVE BILIA
THERESLA MARIA DELLA STVFA MARCH.CQRSI ET PVCCI NEPOTES
POSVERE .
E con-
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E contigua alla fuddetta Ifcnzione yeth ì* Altare di
S. Giufeppe della medefima Famiglia del Monte, ind- io in marmo è degno di offervazione un epitaffio» che è un bel monumento dell' amore di un Figli© alla fua, Madre } e dice come fegue .• D. O. M.
IN HAC DEPOSITI SVNT VRNA CINERES MARCH. THERESIAE
TORNAQVINCI DE MONTE
QVAM TENEKE ADEO MARCHIO IO. FRANCISCVS EIVS FJL. DILEXIT CVM VIXERIT
VT NE AB EA VEL VITA FVNCTA LONGIVS ABESSET
HOC PRAE NIMIO AMORE STATVI MONVMENTVM CVRAVERlT
SVAEQVE GENTIS MONTIS SANCTAE MARIAE
TVMVLARI SÈPVLCRO NVILO PACTO VOLVERIT .
OBIIT IV. KAL. SEXTILIS AN. DOM. MDCCXXXVI.
"/"' ," '■ ■■. t. ■ ' :• ' , ,/.' yfo
Una per fine lapida appiè dell'Altare di «S^Terefa, mo-
dernamente è fiata collocata dalla ftofeile Famiglia de* Bonfìni con omelia Iscrizione : D. O. M. *
FRANC1SCI ANTON1I BONFINI
EX NOBILI ASCVLANA ET BRITTINORIENSI FAMILIA ROTAE FLORENTINAE f RIMVM SVPREMI DEINDE MAGISfRATVS AVDITORIS SVB HVMILI PROP1NQVO LAPIDE VT VOLVIT TVMVLATI MARCVS PHILIPPVS EIVSDEM ROTAE HIERONYMVS LIBVRNI AVDITORES ET SILVESTER FILII P1VM GENITORIS AMANTISSIMI ERGA D. THERESIAM CVLTVM SEQVVTI SIBl SV1SQVE MONVMENTVM P.C. AN. DOM. MDCCXLII. ■Tom. IV. S Re-
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fedirebbero per fine da oflervarfi nel Convento cof^
pregevol, , che quì ,e riduciamo due foIe°™ '«£ ». dì r;em k" Cap"ol° Ju'AIttre fi ** »» M?do»"
n? id ?i KC r.accon,odat* egregiamente dal Veraci-
R.Woli % l * ' amc>ch'ra dal Canonico Pandolfo
Fbr ic„ ir. ìU°"a q-Uìm'tk di Libli ' vi è una Bibbia
tDraica in due romi ,n cartapecora, e leggefi : da Uac */ JfeA }2S1. nella Città dì Acbmia. *'"**'""'
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JL £<
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XIV, |
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LEZIONE
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DELLA CHIESA DI SAN RUFFILLO.
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I. I^^ÉÉÉ^ISER quanto Je fcoperre , che fi fanno
collo ftudiare ne* più oofpicui > e fo-
vrani Tempj di Firenze, fieno fempre miglior cofa , che quelle delle umili» e povere Chiefe : non è per quefto , che quel barlume , che fi ravvifa tal- volta nelle feconde , non abbia il fuo pregio . E che la bifogna così vada , fervir ne può di efempio la Chiefa di San Ruffillo delle $6. Parrocchie la più povera » e qua fi fpopolata , della quale noi qui daremo una raccolta,di notizie utili, onde trarne van- taggio non folo per la mia » ma eziandio per V uni- verfale Ecclefiatìica Jftoria ; imperciocché dal nome di quefta Chiefa» e da'pochi avanzi di fua antichità * io non debito punto di arrivare a fegno tale di poter ifcoprire 5 ed affembrare documenti di gradimento agli Eruditi , e di luterò a Firenze * II. La prima adunque fcoperta fia circa la varie-
tà de' nomi , co' quali trovali quefta Chiefa appellata nelle vetufte carte , leggendoli in effe fovente S* Ruf- fillo alla pazza Je II'. Olio, e più nel!' antico S» Ruffil- lo del Vefc.O'vo ; anzi in un contratto efiltente nell'Ar- chivio de* Canonici Fiorentini, fatto nel 1198* l^ggefi come appreiTo : ABum in Ecclefia #S'. Ruffilli fuper pla~ team Commiffariorum Domini Bfifcopi : e da Monfignor Borghini ne* fuoi Difcorfi , fempre è addimandata Chie- fa di S\ Ruffello ; e fé egli I1 annovera tra le anti- che Parrocchie del primo cerchio , noi polliamo cor- roborare quelt/ aiìerzione con una cartapecora prefìo il Capitolo Fiorentino , la quale è un* offerta fatta al- la Canonica nel 1077. ^a MeiTer Aldobrandino di Te- S 2 uzzo
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uzzo , nella quale tra i teftimonj fi trova loannct Bo»
vizzo jfOjfuti S* Raffittì teflis . E giacché Leopoldo del Migliore nel trattato di quefta Chiefa chiama il detto Giovanni di Bonizzo afcendente ilìuiìre della Famiglia de* Bezzoli , mi fi conceda con breve digreffione addi- tare il palazzo di quefta Famiglia allato appunto a San Ruffiilo , chiamato inoggi /' Albergo dell1 Aquila . Que- llo edifizio fempremai ammirato dagli Architetti, come nota un Libro di Ricordanze de* Signori Tempi } nel 1300» fu fatto fare da Bezzolo di Forte Bezzoli > col difegno di Arnolfo di Lapo , il quale murò qui quat- tro volte maeftre una fopra 1* altra . Vedefi anche di prefente in alto fulla cantonata del Palazzo l'arme oV Bezzoli avente una branca di Leone addanaiata , ed il nome del fuddetto Bezzolo di Forte Bezzoli fi tro- va nel libro del Chiodo alla Parte Guelfa notato uno de* 12. Buonuomini nel 1313. Ma efifendo sì nobile Fa- miglia mancata già da 200. anni , o in quel torno» il Palazzo pafsò ne3 Signori Martelli? i quali ne* fece- ro porzione del ricco Benefìzio Ecclefiaftìco > o fia Cap- pella loro, detta di S. Gaetano a S.Michele agli Antinori, III. E tornando ora alla Chiefa , rammentar deb- bo il fuo più pregevole vanto registrato già da quat- tro fecoli nella Storia della fondazione della Congrega maggiore } allor quando il Vefcovo Fiorentino Gotti- fredo radunato avendo il fuo Clero in Badia » fcoprì a quel Venerabile Confeflb le replicate vifioni avute di Gesù Pellegrino , nelle quali il Divino Signore co- mandava , che fi aflegnaflfe un comodo, ed onefto ofpi- zip in Città a* Preti Foreftieri » onde ne fu per allora inabilita la ragguardevole elezione di (ci Rettori di Chiefe , cui raccomandato forfè V albergare detti Pre- ti . E negli atti di quel Congregò leggefi , che il pri- mo de* Parochi nominato fu ReElor Ecclejte S. RuffiU U' J>er la prta del Duomo , venendo rutti lei chiamati Preti Portari , il qual titolo durò fino al 1311. quando già fabbricato il celebre Spedale di Gesù Pellegrino in Via di Sun Gallo , iyi fi principiò a dare ricetto a |
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c|ue* Preti , che in abito di Pellegrini vernv^no; a FU
renze : ma di quello Spedale ne ragioneremo a lungo nel Quartiere di San Giovanni. Accadde poi nel 1441. cofa ancora più notabile alla Chiefa dt San Ruffillo », e fu la unione , che ad efla fece Papa Eugenio IV. di tutta la vicina Parròcchia duella Chiefa di San Sai vado* re j ridotta che. fu quefta a femplice Oratorio , o fìvve- ro a Congregazione de* Cherici del Duomo ♦ Ma fe^ non oftante sì notevole vantaggio 3 il Popolo di San-. Ruffillo fi trova fcarfo affai dì numero, a me pattereb- be per la mente? che per avventura foiTe ftata cagione T erezione del Ghetto in quefta Parrocchia* Concio- fiacofachè il Granduca Cofimo Ir datori a raccomodare le cofe della Città in miglior grado di quei che fof- fero fiate per Pinnanzi, pensò di chiudere gli Ebrei» del tutto feparandoli da' Criftiani ; e però nel 1570. P Altezza Sua trasferì quefta Nazione nel popolo di San Ruffillo, ridotta avendo 1$ vafta ifola di Cafe , che vedell tra Mercato vecchio > e la nolira Chiefa» ad ufo degli Ebrei , e per confeguente obbligate fi vi- dero parecchie Famiglie Criftiane di andarfene altrove , coli* evidente difeapito della Parrocchia di San Ruffillo. E giacché abbiamo fatta menzione del Ghetto, mi pia- ce qui riportar P Ifcrìzione collocata fulla Porta , ed è la feguente : COSMVS MED. MAG. ETRVRIAE DVX
ET SERENISS. PRINCEPS FIL.
SVMMAE IN OMNES PIETATIS ERGO
HOC IN LOCO HAEBREOS A CHRISTIANORVM CAET?
SEGREGATOS VOLVERVNT NON AVTEM EIECT03
VX SEVISSIMO CHRiSTI IVGO
CERVICES DVR1SSIMAS BONORVM EXEMPLO
DOMARE FACILE ET IPSI P06SINT
AN. DOM- MDLXXI.
Mancava però alcuna cofa per compimento di quefto
Ghetto, che reftò totalmente terminato a* 15. di Lu- glio |
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glio del Yjffot con una gran porta \ che corrifponde
futla Piazza di San Ruffillo , con arme del Granduca fatta di marmo per .mano di Francefco Cerroti } coil, quejft* Ifcrizione; HAEBREIS A CHRISTIANORVM
VICTV ITERVM SEGREGANDO
MAIORVM EXEMPLO
^DHJBENDVM DEJDIJ
COSMVS \lh
;MAGNVS DVX
ANNO M, D. GC. tlL
TV. Del refip alla fcarfezza del popolo , un vantag-
giofo fupplememo farà maifempre il nome di alcuni Rettori di San Ruffillo , abbondevolmente provveduti di tariffimi talenti, pe' quali fi meritarono glorio»" e- logj, e fono Domenico Ghifi nobile Milanefe , del qua- le il Cerracchini ne*FaiH Teologali parla così „ Segre- ,i tario dell' Arcivescovo Aleffandro Marzimedici > iI dì y) iafi di Gennaio del 1^14- in S. Salvadore dopo rigo- j) rofo efame j dal fuo promotore Leonardo Coqueo 55 Agoftiniano fu laureato , ~e da* Teologi incorporato ^ .alla Univerfìtà , di cui nel 1-616. fu anche Decano, ,j -e come tale difefe Conclufioni Teologiche., alle ^qua- 3, li affiftette 1* Areivefcovo Marzimedici , e tutti i ,più 5, famoii letterati di Firenze . Fu egli Protonotario A- 3) poftolico | Pievano della pieve dì Bronzi , Confulto- ,, re del Santo Ufizio , .etEfaminatore Sinodale . Era „ egli a tutti ben noto , non tanto per la ^bontà della „ fua v^ta j che per la Singolare fua erudizione «unita „ all'intera pratica della Lingua Greca , e della Ebra- 5, ica ancora . Morì carico di meriti li 9. di Marzo del 5) 1641. in .concerto 4i gran bontà » e .fu J'«ultimo di „ quefta nobile Famiglia ^ avendo lafciato per telìimo» 3J nianza della paterna fua amorevolezza verfo de* pò- „ poli alla fua cura comincili un perpetuo caritativo 3, legato 3 come apparifee da' ricordi della medefima^ "ss Pieve. Di lui fi hanno alle itampe alcune Orazioni, 3, dalle
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j, dalle quali con evidenza fi deduce la fua molta eru-
„ dizione . ,, Che fé il Cerracchini non fa punto men- zione , che il Ghifi governale la Chiefa d'i San RuffiL » lo, convien egli dire , che quivi non otleivaffe la bel- la pila di marmo per Vacqua fama , ove leggeri : RECTOR DOMINICVS GHISI S. T. D. RESTAVRAViT
AN. DOM. MDGXX.
Viene altro Rettore pure Protonota rio Apoftolico , di
cui efifte memoria in lapida di marmo nel pavimento, e quelli fu Pier Maria Laghi , avendo elfo tra molti benefizj preitati alla Chiefa , fatto T acquifto dell' ado- rabil teforo del Sacro Corpo della Beata Armenia Mar- tire , eftratto dal Cimitero di Calepodio in tempo di Papa Innoeenzio X. e donato dal Marchefe Paolo del Buffalo al noftro Rettore , il quale ne fece la folen- ne traslazione nel di 2. di Maggio del 1645. cornea nota il Giamboni nel Tuo Diario ; piacemi però di qui notare , come quefta Santa Reliquia era prima fopra l'Aitar grande in una Caflfa fatta in forma di gradi- no » che inoggi è in Sagreftia , leggendofi neJ lati di quella la Stòria della traslazione ; inoggi poi eflfa ripofa in una vaga urna dorata co* criftalli , collocata fotto la xnenfa dell* Aitar Maggiore , veggendou la Santa vellita di lama di oro avente la tefta , le mani , ed i piedi quafì interi , ed un vafo di fuo fangue . Sotto il ti- tolo di quefta Santa fa le fue Tornate la Compagnia^ del Santiflìmo Sagramento fondata in quefta Chiefa nel 1724. e ogni anno celebra la Fella della medefima Santa. E per notare un epitaffio . contenente i benefizj fatti alla Chiefa da Pier Maria Laghi , che fotto lapida fi giace appiè degli fcalini dello fteffo Altare,-ne lipor* terò la Menzione} che è la feguente ; |
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AD
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Hi
, -^ > : • AD $. ;D. G. ;j itv ;/•; %
*ETRVS MARTA LAGHI BENEDlCTl FIl.
FL0RENT1AE NÀTVS P. N. A KVIVS ECCLESIAE RECTOR CAPFELLANVS ET CONFESSOR METROP. FLOIU AGROS COLVIT BOMOS RE5TITVIT , ARAM ORNAV1T VBI IN CAPSA LIGNEA MDCXLV. S. ARMENIAM M. PRIMO .POSvfT ;> DEINDE EAMDEM SV8 ARA VT CVKtTI VENERARENTVR ET APVD EAM SÌBl SVISQVE SEP. ELEGIT ■KAL. IV;NII MDGLX. V. Viene in terzo luogo un Rettore , il cui no* »
me ferve a fé ikflTo di elogio , voglio dire Federigo Giannetti nativo della Lunigiana * uno de'più rari ? e de' più beli' ingegni del fuo tempo , ma per parlar di lui, più opportuna cofa mi Sembra, che io riporti cjuan* to ne ha fcritto nella foprallodata opera de' Farti Teo- logali iJ Chiariffimo Cerraccjiini : dice egli ad&mque al* la pag. J.|4jU come appreifo » Lungamente leffè Filofo- „ fia , Sfera , Teologia ScolafHca » è Morate , di cui „ tenne pubblica fiorì tiflìma Accademia fino che virTe* „ e ne fu anche Lettore pubblico nello Studio Fioren* ,, lino . A lui molto dee la Fiorentina Dioeefi , e le „ altre circonvicine s mercecchè dall'Accademia di luì j, ufeirono feinpre V ^ vivono ancora mokifiirni eccel- „ lenti SommifH ; Quindi anche che fia egli morto j „ vive nulladimenò e nella memoria de* porteti ., ed in j, tanti tari allievi fuoi , che divenuti ottimi Maeftri , „ fanno viva la ricordanza di sì gran Letterato. Fu pri- „ ma Pritìfce della $»arroehiale Chiefa di San Rullio „ ih Firenze , indi ebbe un Canonicato nella infigne* 5 Collegiata, e Ducale Chiefa di San Lorenzo , e iìnal* „ niènte fu Pievano della ragguardevole pieve di $e* „ ito j a cui pafsò fanno 1705. Fu anche It&rfttnator „ Sinodale sì in Firenze , che in Fiefole , e per mol- „ ti anni , ed in molte Città d* Italia s Spezialmente^ ,, più volte in Firenze, e in Venezia con fommo pJau- „ fo , e profitto dell' anime predicò il Divino Vange- „ lo.
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,, lo . Vifle quello gran Teologo , queiV eccellente*
„ Sommifta fino all' anno 6$. di fua età , dopo del „ -quale morì li 8. del mefe di Settembre del 1708. „ nella fua Pieve di Sefto , ove fu fepolto > pianto da' „ Letterati $ dal Clero Fiorentino j e dal popolo „ ancora , che fi vide privo del fuo refugio nel- ,5 le difficoltà , =e del fuo Oracolo nelle quiftioni , del 5, fuo Maeftro, e del fuo Teologo ne* dubbj più intri- „ gati delle cofcienze „ Parta poi lo Scrittore ad un lungo Catalogo di opere del Giannetti ftampate , ed altre ine- dite ; e parlando del fuo nobil Sepolcro inalzatogli dal. Marchefe Antonio Corri già flato di lui icolare , rife- rifce T Ifcrizione compofla dal Dottor Blocchi} che è la qui appreflo.: ,..,;,* D. CX M.
JRIDERICO GIANNETTIO ALBlANENSI
POLYDORI FIL.
JFLQRENTIAE LIBÉRALISSIME EDVCATO PROTHONOTARIO AP. S. T, D.
PARAECIAE SANCTl RVFFILL1 PRIMVM
RECTORI
AMBROSIANAE DEIN FLORENTINAE
BASILICAE CANONICO
HVIVS DEMVM ECCLESIAE ANTISTITI
ELOQVENTIAE PHILOSOPHIAE TEOLOGIAE PROFESSORI CLARISSIMO
SACRO ORATORI CELEBERRIMO
RELIGIONE IVSTITIA MOBERATIONE INTEGRITATE CONSPICVO
PAVPERVM PATRI MVNIFICENTlSSlMQ
VITIORVM ACERRIMO INSECTATORl
INVIDIAE CONTEMPTORI MAGNANIMO
VERITATIS IMPERTERRITO ASSERTORI
VITA MORTALI EYNCTO ET IMMORTALI DONATO
AN. S. MDCCVIII. VI. IDVS SEPT. AETATlS SVAE L3UH*
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Tom. IV. T VI. Ma
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T$é
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VI. Ma tornando, donde alcunché dilungato io mi
era , a* moderni lodati Rettori penfo di arrogerne altri antichi rifeontrati dal Srg,Manni : e fono nel 1131. NN. Prete Portario, nel n%6. Prete Simone, nel 1300. Prete Bene , Prete AlefTandro nel 1376. Prete Paolo di Gio- vanni nel 1395. Ser Marrano di Giovanni nel 1436. Ser Criitofano di Galeotto nel 156$, e Metter Michele Ma- ringhi, per la cui anima ogni anno la Congrega mag- giore''ff raduna per i foliti Ufizj, VII. Della Chiefa finalmente le poche cofe da of-
fervarfi fono un Padre Eterno fulla porta al di fuori , che è di terra invetriata , lavoro di Luca della Rob- bia > del quale Artefice è pure fulla medefima porta al di dentro il tabernacolo di una Madonna . Alla Cap- pella nell' entrare a manritta vi è una Vergine Maria col Bambino al collo , ed alcuni Santi , che per eflere di Iacopo da Pontormo , e non delie inferiori cofe > che egli fece , merita di e (Ter cuftodita con più dili- genza . Addirimpetto a quell'immagine vederi una ta- vola dell' Angiolo Cufìode , fatta fare da Federigo Giannetti foprallodato , e fé ne legge il fuo nome nel pilaitro j fui, gradino di queit'Altare avvi un quadro di S. Francefco dì Sales Titolare di una Congrega di Ecdefiarb'ci , la quale quivi fa le fue Tornate . Altra,. Compagnia qui fi ragunava fotto il titolo della Santifìi- ma Trinità) che anni fono pafsò alla Chiefa di Santa Margherita ,i; £
Vili. Ma per non trafeurar ciò , che era necefTario
maggiormente a dirfi in quella Lezione , offerveremo alcune cofe , le quali non poco difpiacendo agli Eru- diti della Storia Ecclefiaftica , fi vorrebbe, che foifero tolte dal pubblico : io che movemi a fare qui un breve , e non foverchio efame a favor del vero , e_» quelle due cofe fono la tavola dell'Aitar maggiore, e certe lettere d' intaglio nell'architrave della porta al di fuori fulla Piazza1, pofle certamente da chi non vide mai la Serie de* Vefcovi di Ravenna > e dicono così : |
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RVf-
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*(b , ìuhRWJLP VETVS HOC SANCTL VBNjjRÀBE... j,..,:,
ihddinjocf < o'bìi-taif S&Cfi'LLY;M 13Tb tìi&attt éié nort ou, fontificis i^yo, sve laeta Ravenna, EgffajL
* 3jft'JO l'-iG Itti D ':'*.' >THf é.|| -::'5 LLJiSlO'lLtfi'I ?b S>-fJoQfiÌ33Ó
Or. per farmi dalla, tavola* dir fi;. vù,picl9,,fp^e" ^appre-
fentafi in eiTa San ìluffiìlo veftitò di lariitiVescovili, da'Cherici circondato , cori a piedi uri Drago irnpri- gionato ., avendo voluto ]' Artefice alludere ad un for- midabile Serpente, il quale infettava col fuo veleno le circonvicine campagne , e felve di Forlimpopoli , ove era Vefcovo il Santo » che molto a cornpalfione di que* paefi , e volendo liberarli da sì fiero animale , dopo un digiuno univcrfale di tre giorni } accompagnato da San Mercuriale Vefcovo di Forlì cercò il Drago , e trovatolo , incatenato 1o chiufe per fempre , chi dice_» in una grotta, e chi in un pozzo . Racconto affai fofpetto di favola preiTo gli Studiofi -, perchè ignoto nelle Storie fino al X. Secolo, ed originato da un Ser- mone attribuito a San Pier Damiano , e dopo di lui fpacciato da varj Scrittori , e riportato dall' Abate U- ghelli nel Tomo II. dell' Italia Sacra alla Serie de' Vefcovi di Forlimpopoli . Egli è vero , che nel 1150. ne fu coniata una medaglia rapprefentante quefto fat- to , ma fi crede appoggiata all'autorità di San Pier Damiano ) il cui Sermone dagli Eruditi non è ricono- fciuto per fuo ò ed eziandio nell'opere di quello San- to Padre novamenre ftampate è flato efclufo. Ma che diremo del Ve celli a cela ni Iflorico di Forlimpopoli , il quale oltre il riferire quanto fi contiene nel fuddetto Sermone, aiTerifce effer iiate affilTe intorno intorno a quei pozzo delle Jfcrizioni vedute da S, Andrea Ebo- renfe , da Mario Marucello , e dal Vefcovo Ifquilenfe Pietro di Natale? Querce Ifcrizioni però poca più au- torità polTòno dare -al racconto di quella } che ne dà la fuddetta medaglia , onde al mio Leggitore rimetto il giudicare del vero . Quanto poi alla lapida fulla porta con que' due verfi 5 ne' quali fembra > che P Autore T 2 ere-
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CPJi
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creda effere ftato San Ruffillo Vefcovo di Ravenna',' che
non può negarfì efler un error manifefto , potrebbefi in qualche maniera fcufare fu]la tradizione dei Drago dal Santo uccifo ; interpretandofi, che Ravenna avefTe occafione di rallegrarti* della morte d* un Serpente , dalla cui malignità , e veleno per la vicinanza del luo- go poteva ancor ella effere afflitta . |
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LE Z I Ò iSf E XV.
DELLA CHIESA DI SANTO LEO 1
« I &■& L -H I ■" f l>£ V*> i U #* ,* :, ! ;•. $ U ^ ; M ■"■ ■' ■ - ■«> ,'i •:?. li *3 -> ■ ' ■-' '* > •'■■ .■. ■' f
io:o Jl^ssfiav;-/fìio s!''ofTÓ?s;J :* r*n»taVtì ncY-*«f
L chianrarfi quefta Chiefa Santo Lea in vece di San Leone , non dee re* caf maravigliala; chi? "j va informato della ufanza antica dea Fiorenti ni j i fcorfa anche a' noftri tempi, di cor* rem pere \ or Avvero- mozzare r nomi proprj, trovando^ le Storie,i Co- dici' , e le Cartapecore pieni*flì«ie di fomiglianti varia- zioni* a fòlfe viMo popolare », '-e-t'ÌOr faeeflero per vez- zi i con pericolodi prendere degli abbagli non piccia* li ; ed alctìni nomi tanto dfeìtraMiifono' dal proprio fenfò ■-'■>■ che difficilmente^ fé ne intende là- etimologia da chi non è pratico ^Antiquario , ineontrandofi fovente_> Puccio in vece di Iacopo, Gino per Agnolo , Baccio per Bàrtolommea, Baldo per Sinibaldo, Vante per Fio. lavante , Gece per Gè fare, e cent' altri .. Né Tempre fono flati guaiti i nomi dal capriccio del popolo , poi» che io ne t^óvo alcuni prefi -'dall' idioma Latino forfè comune a Firenze ne* tempi antichi, come il no- me di quella Chiefa così familiare fulle lingue de' Fio- rentini , non altrimenti dicendoti San Leone , ma San» to Leo , ai qual coftume ancora io accomodandomi in quefta Lezione , 1*addentanderò Chiefa di Santo Leo, la quale in varie Scritture è circofcritta cmì S. Leo de' Rigattieri y S< Leo de* Brunellefchi , de* quali era la* Piazza della 'Ghie-fa ; e fé in qualche iftrumento ella è denominata Ghiefa del Vefcow > non faprei darne-, altra ragione verifimile , fé non che un fomigliante nome ella prendeflè dalle Cafe vicine degli Arrigucci Cufto- di del Vefcovado di Fiefole , i quali y innanzi che i Ve-
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IJO
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Vefcovi Fiefolani averTero in Firenze SrMarà[ in Cam-
po, forfè davano ad elfi l'alloggio ih quelle Cafe. ìl. Nel Capitolo Fiorentino ionovi due Scritture,
autentici documenti dell' antichità della nóttra Chiefa , venendo nominata nel primo contratto del 1051. a* con- fini di una eafa in Camporegio , e nella feconda del 1233. che è una carta1 degna di memoria $ nella qua- le non folarnente il leggono le differenze di confino di Parrocchia fra Metter Diotifeci priore éi Santa Ma.- ria maggiore * ed.il Rettore di §anto Leo; ma in efla ancora lottofcritti fono fteliinio«i dclja concordia i Cit- tadini abitanti &e* limati delle due; jftarrocchie., tra'qua- ]i lì ravvifano irJ&inakli g i BruneUefchi > gli Arriguc- ci fono nome di Baldo;di Ridolfo ,' i Ca faggi ni di- fendenti di Bianco t e di Chiariamo , ed altri . Che ella poi ila veramente irata fabbricata, j^elj* antico ,:jjo, dimoiìra il iluogo , ove Sh •■ mde:£tiìùa.^ #hej <è0la jvec- chia parte di .Firenze , come ancora;, $$fa$$§$Zn4b ?-1s mero piccolo ci! di lei popolo ,spreCo; il,jCjuale -però •£ fempre &ato lì iufpadromto ■■, ^gendpji gna jprei^ntat zione fatta 4a'Parrocchiani fino daj ?34£. un anno dopo della peiie grande nel Prete Albjzo Talenti t rpf gara da Ser Landò Fortìiifii^JSJel agrijolln^^vo Fio? remino Antonio di Orfo, nella ^^t^a^ig^iifta3^i$f§ Jafciovvi alcune ^ordinazioni ., o £1 riforma <:pì Rogito di Ser Lapino Ricevuti-s « tutta ai minuto riferita xtOr vafi nelle memorie dell' Arcivefeovado fcritte da Ser Lorenzo di Agnolo„ Oe'fuoi Rettori-il più antico., che io mi fra avvenntodi trovare,,è Prete Martino fottoferit- to nella generale Riforma del Q ero) fiorentino del 1286. rViene poi nel: ,1 ipi* MB ,J??ref e Matteo,A cj)e .,-alla, Oar bella Lrbro F. 5J8. ;denMnzia ^alcune terre liafciate alla^» Chiefa\ nel popoio idi• iS» Mattino a.iSelio da Loclqvkp Marini » Né dalla memoria fuggire ini deve' MeiTer Fe- derigo di Criilotano ,■■■ il ■quale ebbe jq uè Ita Chiefa 3 e<j il nuovo titolo di Priore da Papa Urbano Vilf- per breve datum Roma ##. é*.■%o#t*Jk#?Mf t#20» ai 2c^4i GiUr gno , e ^ueiia è4 1' epoca del WUovo titpjp djella prioria |
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I$t
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dato alla Chiefa di S. Leo ;Queftò Priora trovafi no-
minato ne' procedi per la Canonizazione della Venera- bile Suor Maria Agnefa di Gesù Tereilana , i quali furono terminati nel 1649. III. Sopra la Porta per dinanzi le due Colombe >;
che fi veggono intagliate in marmo , -in atto di bere ad un calice , che per altro farebbono Tarme della Res ligione Camaldolenfe } qui ci danno un altro lignifica- to , o fia erudizione belliflìma , e recondita , fiaccan- doli dagli antichi manofcritti accennati da Leopoldo del Migliore nella Firenze illuftrata a pag. 455. Imper- ciocché il portare in fronte quefto fegno era privilegio delle Chiefe Parrocchiali , ove fi pafce il popolo del celefte cibo figurato nel calice) ficcome i Fedeli rap- prefentanfi nelle Colombe . Non è adunque queft' ar- me un arabefco fatto a capriccio dall' Artefice per adornamento della porta , ma un facro jeroglifico efpri- mente la comunanza de* Criftiani cibati ad una iftefla_» menfa del corpo , e del fangue di Gesù Crifto , e lo iteflb dicafl de'due Leoni di marmo , 1 quali dall' u- no > e dall'altro lato fcappano fuori da i pilaftri del- la fteiTa muraglia allufivi al nome del Santo, cui è dedicata la Cbiefa . E notare qui mi piace una divo- ta antica confuetudine degli Arrigucci, giufta Ricor- dano Malefpini , d' incoronar queièi Leoni di ghirlan- de d' oro nel giorno della fefta di Santo Leo. Entran- do poi in Chiefa a* manritta, nella pila dell'acqua fan- ta fi vede un* arme di un corno in campo nero , la quale è parimente mila Porta , che mette in cafa del Prete j e fi crede divifa di un Priore , che fece alcu* ne reftaurazioni. Segue la Cappella de' Brunellefchi fat- ta da Silveftro di quefia Famiglia , e vedefi il fuo ri- tratto nella pittura a frefeo dell'arco della Cappella, come pure 1' effigie di Alderotto fuo nipote , che fece fare la tavola di Maria , e de' Santi , come dicono al- cune lettere, che fono appiè del quadro : |
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HANC
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I$2
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HANC TABVLAM FECIT JFIERI AlDERQCTVS.{[ ; oisfj
DE jBRVNELLESCHIS QVAM DIMISJT SILVESTER » jffT PATRVVS SVVS PRO REMEDIO ANIME SVI
£T SVORVM AN, D._MceCLXXXXlV, E dalla banda dellV Epiftola , alto da terra alla pare-,
te evvi il dinanzi di un bel Sepolcro del fuddetto Sii- veftro uomo chiaro nella Repubblica, il qual Depo-j iìto fu demolito e ridotto al pari del pavimento dopo % Concilio di Trento , che proibì ài tenerfi elevati in alto i corpi de* defonti , ordinando, che fi doveiìero. porre fotto terra ; nel marmo di quefto avello rimafo nella muraglia, fi vede fcolpira Tarme fua di una sbar- ra in piano d'oro, € lettere dimoftranti la benevov, lenza, che Silveitro avea cogli amici , dicendo come.,, appr e fio; 5EPVLCRVM SILVESTRI BKVNELLESCHl . 6{
. ?DE BRVNELLESCHIS ET SVORVM HEREDVM ET OMNlVM ALIORVM SVORVM AMICQRVM* • < ' l V:t3i,K i. , , :, i - r- '-; , i <■$ -■. j E fi nota , che quando fi «bbe a demolire queft' arcai
fi trovò il cadavere fuo intero , né. tocco, né conta- minato dagli anni 260. da che vi fu collocato; addirirn- petto a quefta Cappella vi è quella della Famiglia de' Buoni chiamati a di/tinzione d' altri di tal cafato, i Buoni del Leone , perchè portano nelT arme un Leone rampante di argento , che pofà fu due Campi rollo , € azzurro ; Quivi dipinfe a frefeo Domenico Grillandaio una Madonna meifa in mezzo da i due Santi Iacopo ed Antonio, ed appiè fi vede in atto di adorare Ma- ria Lionardo Buoni ritratto al naturale , che fu quel- lo, che fece fare la Cappella, e 1' adornò di colonne compofke , dotandola nell' anno 1485* fotto il titolo della Natività « come apparifee da' Rogiti di Ser Giu- liano da Ripa, Ma effendo finita la Cafa nel Senator Giovanni , metà dell' Iufpadronato pafsò al Cava- lier Giovanni Filippo Michslozzi, e l'altra ai Miner- i-has betti, |
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bettS, niédiàntè una Maria figliuola del Sénater Gio-
vanni Buoni , màglie del Senator Orazio Minerbetti , e madre del Senator Arrigo . E venendo all' Aitar maggióre ,di cui padToni fono i Popolani , qui fi ve- de una tàvola ari1icfeim*rrìa rapprefetitante ÌMàfia Ver* giiìe co*» molti Santi , tra* quali Salito Leo, là cui Reliquia , che e *un Gffo groftb più eli un uovo , ù efponè alla divozione de* vietanti la Ghièfa nel giorno della fua Fefta .Sé però queftà Reliquia infigne fia di San Leone Magno di nazione Tofcanò, © 4i San Leo- ne di Sicilia j e per t^òrifeguente fé ancora la noftra Cniefa -debba credere fabbricata ih onore del primo i o pur del fecondo , non direi, che fia un dubbio , ma piuttofto una confusone cagionata dalle guerre, inon- dazioni , ed incehdj djftruttori dell*antiche memorie, Tuttavolta mi giova il porre qui diiftefamente ciò, che fopra quefto punto ha fcritto il chiarililmo Dottor Broc- chi > il quale nella Vita , che fcriiTe di San Leone Ma* grio , di cui egli tieh-e , che fia la Ghiefa j e la Reliquia » così la difeorre ,, Che poi in Firenze nel!' accennata „ Chiefa di S.Leo fi celebri la fefta il dì 28. dì Giù-» „ gno , in cui cade k memoria di San Leone IL «_* 3, non il dì n. di Aprile , nel quale cade quella di j, San Leone Magno , in vece di pregiudicare al no* ti ftroaflerto, come credono alcuni poco pratichi dell' ,, antichità , maggiormente lo corrobora, poiché (co* », me bene avverte il dottiamo Papebrochio nella Oro- » nologià de* Póni elìci , e rireiifce 1* eruditiìììmo Signor 35 Dottor Giovanni Lami nel Tómoli, dei fuoi A*. 5, necdoti nella Cronologia di Leone da Orvieto ) an*. itticamente fi celebrava la Fefta di San Leone Magno j, appunto nel fuddetto giorno 28. di Giugno , che ,, era quello della folenne Traslazione- del fuo facro j, Ccrpo, fatta , come dice il Pagi , dal Pontefice Ser- „ gio Primo , feguitando poi tal coiiume di celebrar >> la fua Fefta nel giorno fuddetto fino a* tempi pofterio- 5, ri , ne' quali, come avverte il rnedefimo Pagi nella Vi- ,, té di San Leone II. e fi vede nel Martirologio Ro- Tom. IV. V 3, mano |
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„ mano del ' Gàlèfinó , fu trasferita la Fefta di S. Leo-
}, ne I. al dì n. di Aprile , e quella di San Leone II. j, fu collocata nel fuddetto giorno 28, creduti amen- „ due dal Baronio i giorni della loro refpettiva mor- >, te , benché però dal fuddetto Pagi fi giudichi} che », quella di San Leone L feguiflfe a i 4» Dicembre dei D 461. e quella del fecondo il dì 3. di Luglio del <58g. ,, .Onde > il celebrarli ah, immemorabili in Firenze.» M dalla Chiefa di S. Leo la Fefta titolare il dì 2S. di „ Giugno j fa collare evidentemente 5 che a San Leo* » jne I., e non al II. fia ella dedicata, mentre nel V. )V o VI. Secolo 5 quando già da alcuni fi fuppone , che », vi folle la detta Chiefa, non poteva aver pubblico « culto San Leone II. non eftendo ancora nato, giac- », che , come fi è dimoftrato , morì egli 17. anni alla È> fine del VII. Sècolo . 5, Inoltre quando anche fi pretendere , che la det^
9» ta Chiefa folle fiata eretta circa il mille (giacché dal- M la fua ftrutturà non può ridurfi la fua edificazione ,r a tempi più pofteriori 5 eflendocene memoria certa, s, ai riferii? del Migliore > tra le Scritture del Capitolo 5, Fiorentino fino nel 1050.) non poteva nondimeno 5> certamente neppure allora San Leone II. avere avu- \ », to pubblico culto in quel giorno, mentre in elfo gli ,., fu deftinato ne ì tempi più moderni, come fi è det- M to i E quefto forfè è ftato la cagione dello sbaglio, » che fi è prefo dai Rettori di quella Chiefa, mentre », feguitando a fare in ella , forfè per non mutare 1 9, antica ufanza , la Fefta titolare di San Leone I. nel fi dì 28. di Giugno, in cui prefentemente fi celebra w dalla Chiefa univerfale la memoria di San Leone II. „ e non del I. tr »» In confermazione di quanto ù è detto , fi aggiu-
n gne ancora, che nel Calendario antiebiflìmo di Fi- v renze citato dal Rena y fi dice , che San Leone , di m cui fi fa la Fefta il dì 28. di Giugno dalla Piazza ,, de' BruneJlefchi , è Paga, e Dottore , la .guai cofa fa „ evidentemente conofeere , che la Chiefa a San Leo» » ne
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,prfe ir e non al ih è dedicata, mentre folo al prf-
,j mo fi appropria comunemente dagli Scrittori il ti- ^ tolo di Dottore, per la gran dottrina dimofìrata ne* f„ Tubi feritii , e non già mai da alcuno al II. il qua- •jj le vi (Té nel Pontificato meno d'un anno , e non ci ^ è memoria alcuna V che altre opere, fé non di Mu« *ij fica i e di Poefiaì egli lafcialTe , avendo ridotto gl'In- -,i ni a miglior metodo , e folamente tradurle dal Gre- ,, co in Latino gli atti del fefto Sinodo celebrato in V) Coiìantinòpoli , per la qual cofa non pare , che il Vi titolo di Dottore polTa appropriategli . In ultimo „ ci è da notare , che nell' antichiflìma tavola dipinta », nel XIV. Secolo ( la quale ancora prefentemente fi 5, vede all'Aitar maggiore della fuddetta Chiefa) vi è >, la fua immagine dipinta fenza barba , conforme ufa- „ va San Leone Magno , per quanto fi ricava daìi* ali- li, tiche immagini di lui , dovecchè San Leone IL fi y, vede in tutte le fue immagini, e medaglie figurato 5, alla Greca con la barba molto lunga . „ IV. Tralafcio molte altre, belle , e dotte rifleflìoni,
erifeontri accennati dal Brocchi , eflendochè fembrar dee a ciafeuno fchiarita a baftanza la verità ; della-, quale perfuafo il moderno Priore Signor Michele Ma- talìi penfà a i 28, di Giugno giorno fefh'vo della fua Chiefa , di principiare a celebrare Metta' , e-Sfizio di San Leone I. lo che riporterà univerfale applaufo da* più dotti Antiquari viventi , fiecome lo farebbero j fé foffero vivi i celebratiffimi Scrittori Cofimo della Re- na , Antonio Magliabechi , e Leopoldo del -Miglio- re , i quali punto non dubitarono nelle loro erudi tif- arne Opere, che lo sbaglio fcorfo già da più di cento anni, di celebrare la fetta di S. Leone lì. cui certa- mente non è dedicata la Chiefa , proveniffe dai Retto- ri di quel tempo , i quali nulla fapevano delle riferi- te ragioni , alle quali per fine a'ggiugnere fi vuole un fingolariffimo Manoscritto compilato da Marco di Bar- tolommeQ Ruftichi Orefice Fiorentino poco dopo il 1400. efiftente apprefTo i Signori Vignali , e che porta V 2 per
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per titolo , Trattato delle Chief& di Firenze , nel qua-
le delia Chiefa di Santo Leo con la corrotta maniera di fcrivere in i quei tempi , e. con fomma credulità j così dic<f b Evi la Chiefa dì Sando Lione Papa.,, „ il quale chome fi legie ne* miracholi della Vergine „ Maria diceva la Mefla il die di Refurrefo in Sancìa j) Maria .Maggiore , e ehomunicando i Xpriani per or- ,,dine» una grande Donna fi gli bacioe la mano : ven- » negiJ grande tentazione di charne ; Il Servo di Dio ,> fi levoe chontro ad fé , fagretamente fi taglioe la „ mano fchdndolezante , e gitolla da fé * Nacque mor- ?» morazione nel popolo , e non diceva la MeflTa cho- ,, mera fua ufanza , Egli fi rivolfe alla Beata Vergine „ Maria , ed ella faccomofe alla fua provedenza r ella j, gli venne innanzi , e cholle Tue fantiflìme mani gli ,» appichoe la fua mano , e chomandogli che faceffi „ facrifizio al fuo figliuolo IHV Xpo ., dì che Lione „ predichoe al tutto il popolo quello che gli era in- „ tervenuto, apertamente morirò a tutti la mano » che ,, gii era renduta ► *-, Choftui ordinoe il Concilio, dj Cal- „ cidonia , feciono chelle Vergine fuffino velate, ^» „ ancho chella Vergine Maria fuifi chiamata Madre di y> Dio * E in quel tempo Aerila guaftava Italia, quan- 9, do Acìi'la vide Sancìo Lione difeefo dachavallo e gì- >> nòcchioni dicendo chegli addimandaffi cioche vole- „ va , domandogli che fi partirli d'Italia., e lafciaflfej » i prigioni, EfTendo riprefo da fua Acìila che -gli «ra „ vinto da un Prete, rifpuofe Aitila , io chi riguardo ,, a me , edavoi , dallato vera uno armato chonuno j, choltello in raaiOi dicendo fennonfai •, e m>n ubbi- „ difei chollui , tu morrai choa t*itrj i tuoi 5; fecic „ aiTai miracholi. j, ,;.-. ib mi :ìinhh~j ■ j ¥• E poiché in qudfto jempo,* „cfee il prefente Ta*
mo fta fatto il torchio , nella Cura ,di San >LÉp ;è accaduto uno ftrepieofo , ed ammirabile cafo ,* 4o ri- porterò fu quello fine della Lezione , come dice uru foglio fcrittomi da un Amico , ed è come appretto,, „ In un Vicolo della Prioria di San Leo, ne* giorni „ feorfi
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,, fcorfi è feguito un miracqlofo avvenimento" , che co-
„ mimico-.a V. R. acciocché ne faccia ufo- rrella fua Sto- „ ria ► Nel popolo adunque di S. Leo, avvi un Vicolo ,, dietro a S. Maria in- Campidoglio , cftlufo per vene* „ razione si SS* Crociflflb detto da'V^ecchieiti , il qua» )) le fi è (coperto- nella Pentecofte di queft* anno > e/ „ dovendoti nel terzo giorno ricoprire col canto del ,r TV Deum, una Donna chiamata Aurora Corazzi già „ data per ifpedita da'Medici a cagione di piaghe mor- j> tali , dalla cafa fua vicina all' Oratorio , avendo u- „ dito il divoto» canto , Ci raccomandò al Santiffimo 5, Simolacro , e fubito fi trovò rifanata in modo , che „ la mattina feguente potè andare a ringraziare il San* „ to Crocifitto, e pofcia appendervi una lampana d'ar- „ gemo , e fi dice y che dall' Ordinario fé ne faccia il „ proceflb „ Fin qui la lettera dell* Amico ,- che mi ha obbligato a cercare della detta Immagine il principio, ed il fuo antico culto pretto de* Fiorentini, Il Vicolo è flato fempre chiamato de' Rinaldi , per aver avuto elfi coiti la loro abitazione, e per etter anche il Crocifitto di- pinto alla parete della loro Cafa : dalla maniera di dipigne- re , credefi fattura di Iacopo da Cafentino , che fiori- va nel 1400. e la copia de* voti, che daVdivoti fi ap- pendevano alla SS. Immagine , fece sì , che i Rinaldi compra fiero dal Magistrato della Parte ili Vicolo , ri- ducendolo ad ,urr Oratorio con Altare , a^ì quale con_* licenza dell' Ordinario fi dicevano delle Mette , e per eflervi un Ritratto di S. Antonino dipinto in atto di far orazione al Crocifitto , non fon lontano dal crede- re alla tradizione , che il Santo Arcivefcovo vi an- darle fovente a vifitarlo . Sino al 1611. abbiamo docu- menti , che fi feguitò quivi a celebrar la S. Metta » avvegnaché trovifi il teftamento fatto da Giulio Ri- naldi , rogato da Ser Andrea Anderlini nel 1607. adi 27. di Ottobre , nel quale il Teftatore lafcia feudi 45, al Prior di S. Leo per Mette da celebrarfi in quattro anni nel fuddetto Oratorio . Che fé pofcia fi tralafciò T ufo di dirvi la Metta » continuoffi però ad accendervi ,f j • . • la |
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la notte una |
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io
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àna l Altre notizie io non mi fono
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avvenuto a trovare, fé non fé l'accaduto in t^ueft* an-
no i come fi ravvifa dalla (uódetta Lettera » ed il gran concorfo de'Fedeli a ouefì* Immagine . Il padronato dell' Oratorio ieguita ad etfere àel Signor Cavalier Bali Francefco Rinaldi y e molti fono i Benefattori , che viepiù onorano con adornamenti il CrbcirjlTò, chi con della cera } chi con voti , è chi con nuovi arredi 'Altare* ^ |
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DELLA CHIESA DI SAN DONATO
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DE VECCHIETTI*.
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Vendo avuto fa Cliiefa Cattolica per*
fecuzioni non fola-mente dagl'Impe- ratori Pagani , ma ancora da' Princi- pi CriiBam Apoftati , o Eretici , io non faprei dire quali de'Martiri fiano flati i più gloriofì : imperciocché tra i primi,. benché di numero eflì foiTero maggiori r di moltiflìmi il nome ci è ignoto } e di po- chi con idento falvate fi fono le facre Spoglie , che per fortuna grande nelle Catacombe furono nafcofe ; laddove de i fecondi appena terminato era il fora trion- fo col fagriflzio della vita alla Fede di Crifto , che fo- bico ne' Calendarj ponevafi il loro nome , fi fabbrica- vano Chiefe , e alzavano* Altari alle loro ceneri. E fa- miglianti fegni di pubblico culto'fi videro dati dalla Tofcana a San Donato Vefcovo : di Arezzo , toftochè gli fu recifa la tetta dal Carnefice •, per non aver voluto ubbidire al facrilego ordine di Giuliano già Principe Criftiano , e pofcia^ Apoftata Imperatore ; e tra* primi Templi inalzati al Santo, forfè fu la Chie- fa , che in Firenze addimandafi San Donato de* Vec«^ chietti , la cui Iftoria daremo in quefta Lezione ricca di pregevoli documenti , e di facre notizie . . II. Quindi tra parecchi Codici tre Scritture io
fcelgo riportate da Leopoldo del Migliore nella fua Firenze llluftrata , dalle quali chiara s* argomenta., T antichirà di quefta Chiefa fino dal mille ( non giu- dicandoli da noi opportuna cofa 1* efaminare la veri li- |
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tnfle limone 3M$f, che la vogliono edificata Jel
VI. Secolo da' Fioremtini ) Il primo adunque docu- mento fulla fede del Migliore , farà un Manofcritro antico , nel quale Jeggefi , dalla Repubblica Wétè 'ita- lo eletto per fuo Avvocato -San Donato , con quefte parole ■: $. Donatus Ej?. Àretìnus Inter Ad^ocatos recip- tur ■: e qucito fulla ragione , che fé Ja protezione de i Santi fi diffonde a prò di tutti , con più valore Ci con- feguifce da i Popoli Concittadini , e dalle Città conti- gue alla lor patria . In fecondo luogo viene una ra- riflìmà Scrittura effténte nel Capìtolo Fiorentino , le cui paròle fonò le feguenti : In Nomine Domini Amen* An. ttndecimò imp Ma riti il L edàm %o$0*m XJhertus fiL Ifr M. Vetroni pomifit loànni fth B. M. Berti 0 Bono fi. B. M. Gorbizzi non Shnare■ Clauffrum Cafas & ter- ram foft. in Cini. .Fior, ad K)rìentem iuxià Captolium , a quo ad 4. partem &Ù Bcclejìa S. Donati . Ego GnllieU Mm ludevc 1067. dalla quàl cartapecora àlòn iblawrente fi deduce l'efiÉenzà in Firenze del tanto famofó Campido- glio j ma fi ricohofce afìcora J'ànticnità di riotìra Chiefa . Là ter^à ?fjnalment£• £ ih tante fiate da me nominata Scrittura della Riforma del Clero Fiorentino , parimen- te conferyata nell'Archivio del Capitolo % nella quale trovati iunjveftigio denotante, Che anticamente la Chiefa ài S. "Donato jfoffe Collegiata , ed è una fottoferizione di un fuo Canònico così .* iEgo JBentiwegna Canonicm Ecvhjtc Si Donati de IVecchìjx, E quella -è la prima , e più an- tica Carta > ih cui ieggefi P aggiunta Je Veccliis % col- la quale trovafì la ^Chiefa ^nominata fempie ne'tempi feguenti : Ed che ,ci croifaigne ,a credere , che cjueita Famiglia de* V'ecdh&tii jgià avefle acquiitato il Padro- nato della iChiefa ?di .San Donato prima del 1286, an- no della generale Kirorma • Ser -Laudo Fortini , che icri(ìe molte memorie del Vercovàdo^, fin nel 3355. no- ta l'jus de' Vecchietti ài prefentarne il Rettore , -come fecero iti detto ,anno nella perfona ài un Prete Paolo legiftrato negli Atti .di detto Notaio , e fu(Teguentemen- te *di mano m Mano ne' loro difcendenti è pallata la ra-
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ragione dd Pap1 conato fin al prefentf . ;N^ cJjTdice. qu\
una digreflìone fopra così illuftre Famiglia :, nominata dal Divino Poeta tra* Gentiluomini principali di (uà patria 5 i quali egli fa vivere nel mqo. V Arrnc^, loro è un campo pieno di bianchi Ermellini in az- zurro : le loro cafe .furono Dell' antico fabbricate fulle,, rovine del Campidoglio , e pofcia restaurate dal Seqa» tor Bernardo col difegno di Giovan Bologna > di. tuì è il Satiro di bronzo al canto della Via de' Ferravec- chi , Commendata ancora è la loro Vilja da Raffaello Borghini; ma la lode , che io non debbo tralafciare do- vuta al fuddetto Senatore, fi è 1' amore >e Ja prow^ne^ da lui dimoiìrata al fuddetto Giovan Bologna d,ebi,iqi;e_^, del fuo fa pere,, e valore al Vecchietti , pofciach^, ijfcr- nato da Roma il gip vane W fiammingo ;f fu raccettatcì cortefemente" da Bernardo , jl qu^le veggendo Jo ftudip di Giovanni, e eonofcendo, che efTò era per riufcire uri Valentuomo b gli diede albergo in Caf% fua fenza fpejfa, àkutia^ .laonde Giovanni accettata la ^cort^ offe ita , eq avendq fatto, mojto profùto , divenne .quel)' accreditata Artefice, che ^pgnyn fa. III. Tornando; ora alla Chiefa , rammentar, mi jpia,-
<:e tra i m,pld illuftii Priori di e fifa due famofi . Perso- naggi , de' q^aji il primo fu Mpnfignor Vincenzio 0u? j&ntj > wnp de' parecchi Uomini illustri ,natj nell^ igerj- ra di Santcì Qpce. <|i:Val d'Arno. dffcttjQ^ chiariffimp fu erg li per le dignità Ecclefiaftiche, e memprai?ij:e: per ìp .bentficepZe fatte alla iua patria: e fé T Aiate Ujgjieji ine fa una breve commemorazione nella Serie^ de'Ve^cpvJ? di Orvieto , inferiiò io qui la fua Vita ferina, a pen- na dal Canonico Salvino ^alvini ? t e . riportata dall' £iuditi#mo Signor Dottore Giovanni garrii aj tomo 4i fue lodate Delizie del 1741, come fegue „ Vin- 4i ceczip di Durante Duranti fu nativo da San- $> ta Croce Terra del Valdarno di fottp , illuitre per 0, i natali della Beata Crifìiana , ove ella fantamente n tripli nel 13 io. Nella prima erezione de' Cavalieri ^ di San Pietro fatta nel 1520. da Lepne X. egli fu Tom. IV. X ?, fcel-
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j, fceito uno di efli , ed ebbe il noftro Canonicato nel
„ 1527. per morte di Giovanni Vefpucci . Di lui fi ,j valfe in queft'anno Clemente VII. del qual Pontefì- ,', ce parlando il Varchi nel Libro II. delle lue Storie ,^ cpsì? fcrive : Dicefi ancora , che egli intefa la mala ,, mente , e difpofizione de i Cittadini di Firenze , e ,> di tjuello Staro temendo, aveva M. Vincenzio Du- jj ranti , il quale 'fu (Vefcovo di Orvieto , al Signor „ Giovanni de* Medici mandato, perchè egli con tre- „ mila fanti vi andafTe : F(Tendo il Duranti accettiamo j, familiare, e Majordomo del Cardinal Niccolo Ri- ,) dolfi Arcivefcovo di Firenze , rinunziato il Canoni- ,i catò a: Niccolò di Lorenzo Ridolfi cugino del Car- i, dinaie, ne prefe di nuovo un altro l'anno dopo per r, morte di Guglielmo Capponi y ti nel 1529* ottenne >, il Vefcovado di Orvieto per rinunzia del fuddetto ^Cardinale, e fu fatto da Papa Clemente VII. Pre<- |) lata domeftico. L' Ughelli lo chiama Fiorentino, co- larne: che egli era del Dominio di Firenze , ed io di W più 1* ho trovato Cittadino Fiorentino , fatto dalla „ noftra Repubblica infieme con Agnolo fuo Fratello > }? che fu Dottor di" Legge, ed Auditore del Torrio- ìì ne di Bologna . Nella Balia del 1531. il dì 6. di ,j Febbraio il noitro Vefcovo è chiamato buono , e lea~ $.jf fa fer<vitore dì Sua Santità , e della Cafa de' Medi** j, tf/l L' anno dopo rinunziò il Canonicato a Luigi ì, Capponi fratello del fopraddetto Guglielmo . Ho ve- |4 duto da memorie antiche venutemi da Santa Croce „ la lettera, che fcrilfe quel Comune a Roma a quello „ Prelato , in occafione della fua piomozione con.. », queito titolo Reverendi'jjìmo in Crò Domino Vincenzio ,, de Durantif de S. Crii ce E fife Urbe cetano Dno noftro ;, Colendifórno: Evvi la lertera del medefirno : Spe&abili* yy bus Viris , Frioribur ì é'Communi Terra ifì Crucis Val* \fHis Arni meis Carijfimis : in ella dando loro parte „ di eifere fiato allumo a tale dignità il dì 3. Dicembre ,,1529. per la liberalità del fuo Cardinale de'Ridol- „ fi fi fottoferive ; Filius Vincentius Durante* Vrior% |
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"„ <^ J?£. Tfrbe<v. Era egli nella fua Patrfa Priore delle
,, Chieia Collegiata , la. quale fu da eflb reftaurata, ed „ abbellita , come ancor fi vede dall' arme fua ; e_> „ volendo poi inoltrare a quella Terra alcun atto di „ fua gratitudine, e beneficenza) lafciò in perpetuo , che „ ogni anno fi difpenfa fiero da i fuoi Eredi 200. fac- „ ca di grano alle perfone bifognofe della medefima 3, Terra „ E tralafciando di riferire il chirografo fat- to da detto Vefcovo a tal effetto il giorno primo di Maggio del 1543. che tutto riporta il foprallodato Ca. nonico , noterò le Chiefe dal noftro Duranti gover- nate. M Nel tempo ( fegue a dire il Salvini) che egli ,, tenne la Chiefa di Orvieto . confeguì in Firenze la „ Prioria de* SS. Aportoli , la Chiefa Parrocchiale di San „ Donato de* Vecchietti , ed ebbe ancora di fuori !a_- „ Prioria di San Martino a Lucardo > la Prepofitura „ di S. Andrea di Vico in Valdelfa, le Pievi di S. Ce- 5, cilia a Decimo , di S. Crefci a Monte<ficalle, di S. Lo- „ renzo a Montefiefoli , e di S. Piero a Ripoli . Pafsò ,, a miglior vita Monfignor Duranti non 1' anno 1554. „ come afferma T Ughelli , ma V anno 1558. Egli pian- ,j tò la fua famiglia in Orvieto, ove fu afcritta a quel- „ la nobiltà : vi furono tra gli altri Giovan, Batiita > 5, Orazio , e Mariano di Antonio di Francefco Duran- „ ti , ti quale Francefco era fratello di Monfignore , „ i primi due di quefti Fratelli furono Arcipreti della „ Cattedrale di Orvieto, il terzo fu acca fa rp colla Ca, „ terina di Papo della nobile Famiglia de* Monaldefchi „ fiati già Signori di Orvieto., ,, /IV. L'altro celebre Priore di San Donato fu A*
gnolo Monofini , « non Morofini , come lo chiama il Moreri nei fuo gran Dizionario Franzefe . Era egli o- riundo di Prato Vecchio Terra della Tofcana , colla fua erudizione , e col fuo merito onorò Firenze fua Pa- tria , fotto il Pontificato di Paolo V. e di Urbano VJII. godè particolare eftimazione neh" Italia per la fua abi- lità nel!' Ius Civile, e Canonico , nella Teologia po- fitiva, e nelle belle lettere, avendo inoltre fcritto un' X 2 Ope-
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Opera , che va còl titolò Flores Italica* Lìngua?, cl>-
perciò egli fu afcritro nell' Accademia della Crufca. In pollo dì Vicario Generale governò la Diocefi di Mon- tepulciano , e pofcia fi mori Priore di San Donato, in Firenze l SuccefTbìe ai Mono/Ini fu Bartolommeo de i Vecchietti , il tjuale^ facendo /calzar terreno iru un Podere della Aia Chiefa ai Ponte ;a Rifredi , un miglio dittante dalla Porta al Prato * troKò due laitro- ni con ■'iscrizioni Romane fiate ai Sepolcri di Uomini antichiftai, una di L Gorniflci© r e di alcune Don- ne » là feconda <di Un Soldato per nome Satrio del*' la Tribù Scazia morto yelTendòPrrenzé Gentile i II Prro* re, che non era ignorante idi fomiglianti monumenti> comecché nella Gafa paterna già né avea un* abbonde* voJezza , fece fol lecito trasferire querce due nella Ca- nonica di fua Ck&fa, ove ancora farebbero, fé il gran credito del Settatòr Cariò Strozzi nel!' erudizio- ni antiche non 1* obbligava a fargliene un dono } le quali noi riportiamo fui fine delia Lezione , benché aliai note agli Eruditi * E di due altri Priori de'fud- detf i più antichi non voglio tacere i nomi , e fono , Ok Chiavitus frèsbytér fit. f. Mtiowinfeg^e Refror Ecclejie $* Donati de Vectkieitis y così nominato all' Archivio deli* Arcivefcòvàdo in un contratto di vendita rogato da "$'& Niccolo q. Ugolini Parigi de Calenzano 1346. Il ftùjtiéo t Prèsbyter Baldtìs ReSlorEcclejte S* Domati de VettUtirs in lina carta delle Procurazioni ratte irk» gta:zià del lL6^4tt-o Cardinale di Ombrun nel 1356. V. Circa poi alla Chiefa } che già fi accennò rin-
tii>và!ta 'dal'Striat^oir Bernardo Vecchietti intorno ai 1584. là pfifìia cdfa V c#e v<i«ene iììa notar fi Sulla Potóa al di fuoii j è la figura di Sali Donato-Éatta di tetra inve* tl-wta | ma éòn u*ì equivoco deli' Artefice , che rappr©- fèhtò^l Sa-fìto \n atto di ^c^-ideare *-un Drago co4 ;fcgno <kira Santa Crocè , non >e$èr>d©* questo miracolò inter- Vi'fiur^ al notìro Santo, tea bufisi, giuria la Storia del Soz^onireno -, ad un altro S. Donato Veic©vò,*e Mar- tire neH* Epiro H Potevafi però in quel cambio aver rap- pre-
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presentato un Calice , avvegnaché il noftro Santo ritornò
intero il Calice da MeiTa, che era di vetro in quei tem- pi j e che gli fu fpezzato per invidia da i Pagani ; ed una fomigliante Immagine farebbe un bel documento dell' ufo vetufìo , anche delle Chiefe Tofcane , di con- sacrare ne i van* di vetro » come lo è un Sigillo preifo il Sig. Manni ; del qua! .eoltume non ci lafcia; dubitare il Cardinale Baronio all'anno 270. ed alle note del Mar- tirologio nel dì 7. di Agofto * VI- Or entrando nella noftra Chieia y troviamo
tre Altari , e quello , che incontrar! a, man manca t oltreché ha una bella tavola dello Spofalizio di Santa.. Caterina , ci porge da oiTervare una grata , la quale inoggi a nulla più ferve , e fé io non fono forte in* gannato , credo , che fia un avanzo di quel Taber- nacolo , che anticamente eravi in gran venerazione-» predò' del popolo y del quale dice Leopoldo del Mi- gliore a pag. 458, come appreso» Frequentava ( il popolo ) più del folito per un'Immagine di Grillo piagato » coronato di fpine, e colle mani legate da una fune , che fatto con arte pareva dice (Te a chi lo mirava da qualunque parte refpcs in faciem Chrifli itti . ,, Or quefia grata , creder mi giova , che folle Hata collocata» e dorata per difefa dell' Immagine da' baci de' divoti > febbene limile diligenza non fu barrante, .giacché nel- la reitaur^zione della Chieiia , fcalEtto il volto di Ori»* fto, e con&imata del tutto (effendo 1' effigie , fi giudicò di dargli di bianco . Dir impetro a questo Alta ce *vvi altra Cappella con una tavola , nella quale fono effi- giati Maria col Figlio in collo, e i Santi Francefco, e Filippo Neri, veggendofi alla parete dalla banda dell' Epiliola in marmo, un antichiffirno avanzo di Sepolcro, che in quefta Chiefa avea k Famiglia della Laiira , di cui fu Neri eli Gherardo di ^Michele , coinè leggefi nel marmo a caratteri Longobardi col miliefimo 1290. V arme fono tre lune rode in campo d' oro , e feudo dentato . Viene 1' Aitar Maggiore , che è di pietra fé- rena con colonne , architrave , e fregio di ordine Co- rinto |
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rimo difegnato da Gìovain Bologna > che vi fcolpì ne9-
piediftalli 1* arme de'Vecchietti j Ja tavola però è un nobile } e lodatrflimo ornamento di queft* Altare 5 ove_* Santi di Tato ^vi dipinfe la venuta de' Re Magi . La fof- fitta pei1 fine fi è veduta fino a* noftri tempi fatta a prospettiva , che pofcia fu coperta di floie in forma di volta , e dipinta a fr^efco , jsffenéo le figjjre di Nic- colò Nannetti , ,e 1* Architettura di Rinaldo Botti , in mezzo alla quale evvi San Donato dipinto in gloria > con intorno il nome vdel Priore , M quale a fue fpefe diede alla Chiefa .quello nuovo ornamento s e leggefi-; MARIAWVS RICCIARDI PRSOR :f£ClT MDCCVU'L
WÌ1* he Arguenti lapide fono le pramefTe da noi
di fopra } e giacché ne fa memoria Stefano RorTelli nei fuo Sepokuario fiorentino , qui riporteremo ancora le fue parole 5 come „apprc4Io 5, Adì £. di Febbraio lóyq* » fuori delia Porta al Prato di là dal Ponte a Rifredi „ lungo la *via 5 che #a a £an Stefano in Pane,, nel ,j fare un divelto ne* terreni della Chiefa di San Do- jj nato .de' Vecchietti , che tiene a liveUo Giovanni •M Tinghi > furono trovate quetfe due infcrizioni ìcl# „ due ter^sni^ni ài pietra foxte 5 lunghi braccia due , g ,., un ottano ì larghi braccia uno in circa * ^ groflì cir- }, ca otto /oidi (così aiTtrifce Giovanni Salvetti , che 5» le viiìtò , e le trafcrilTe ) in carattexe Jloinanp aliti* „ ex) >, Jiccpx adunque la prima.; . A .. SATR'IVS ,. .A.. F.. SCA
ALEANVS . FIOR,. MIL,. COHORTJS .. I,. PR . MARTIALIS MILITAVIT . AN • %, yiXIT AN. XXXW* II.
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II.
V. F
I . COR NI FIGI VS
l • F . MAGNVS . «IBI
ET PAESIDIAE C. I
VITALI • VXORI
ET SAEKIAE » C. F^ SEXTIAE
IN . FRON. PED. Xir, IN AGR. P. XII ^ |
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LEZI O N E XVII.
DELLA -CHIESA j MONASTERO
DI SANT' ONOFRIO DETTÒ DI FOLIGNO,
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Pportuna cola mi fembra, che doven-
do io* dar contezza del Monafiero, e delia, Chiefà di ! Santf Onofrio detto di Fuligno , io mi ferva di quanto tro- vo jeritto nelle memorie del Mona- itero di San Martino di Firenze , ove avvi tra Je molte cartapecore un iftru- men o di vendita di Cafe , e di Orto > fu quali fu fabbri- cato que/Io Convento, di cui intraprendiamo Ja Storia. In quella caita adunque jeggefi come apprelTo: 141.^- 19» MaJ . ABi-.m apud grates gar Ut orti Montali um S. Mar- tini ad Mugnonem txtra muros Florentie 5 Mattheus Guc* ti mot ath s Caftr uccio pop. & Jmhroxii de Fior enti a > $er Andrea Filippi MarJiljÀ de Flwsntìa Teftes . Abbati/fa S> Martini & Momahi' sxponunt » Noi abbiamo in., „ Firenze quel luogo detto Mona$ero eli Sant* Ono- „ fri , il qual fko *on là Chi eia ^ e terreno eta ^bita- 5, zione, che aitavano le Donne Romite ^ cioè Corte , jj Otto , e due Cafucce polle nel popolo di S. Loren- 5, zo , del quàlf noi non abbiamo , che poco utile , „ e trovandoli Carlo di Niccolò Macigni ài Firenze , ji il quale è contento di comprarle per fiorini 200. „ d'oio , e tutto a fu^: fpefe , e carico di dare ogni ,, anno alla Chiefa di San Lorenzo il cenfo di quattro „ libbre di rera , £ quello luogo dice di volerlo , per ,, mettervi Rdigiofe , ed a ciò fare le Monache di „ San Martino diiTero aver deputato loro Procuratore » Andrea di Ser Filippo da Luco del popolo di San ,j Lorenzo, il quale alia prefenza dell'egregio Dottore „«Kf jj Lo- |
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,5 Lodovico di Santa Vittoria Vicario Generale di A-
jj merigo Vefcovo di Firenze , vende al detto Carlo ,5 -di Niccolò Macigni le fopraddette Cale , e terreni * ,, e la Chiefa per eflfere cofa facra , ne fa carta di 55 donazione . Ed in quella compra detto Carlo no- „ minò Ginevra Vedova di Albertaccio degli Alberti ,5. de Fior. & fiL olim Klee ardi olim Vieri de Bardi s pof. 55 $, Remigli . Ego FUipJtài? Ser haurentii de Lutiano > ,5 Ego ÌACobus J?l. Filici olim Laur. de Enfiano . IL Ma perchè sì bel contratto dimolìrante il pa-
dronato j che ne avea il Monaftero di San Martino , fupponesche ivi abitaflero alcune Donne 9 farebbe cer- tamente non piccola mancanza di mia attenzione , fé tralafciaflì d' inveftigare » chi effe follerò j riporterò pertanto qui le notizie 9 che mi fono avvenuto a tro- vare ; e primieramente avvi nell* Archivio delle mede- fime Monache di San Martino al numero 2. la feguen- te notizia : loannes olim Naldi Biadaiuolus postuli . ..., . mendit Abbatijfe & Monialihus Monafterii $< Honofrii de Fiorenti a pojìti in Campo Corbolini unum petium ter- re ftaior. 30. pojìtum in top* S- Columbani' plebaius Septim wi . Ego Ser Laurentius ds Lutiano rog. 1390. Inoltre in parecchie vernile Scritture , come del Capitolo di San Lorenzo 9 ed alle Riformagioni leggeri : Romitorio di S* Nofri 5 Romite di S. Onofrio in Campo Corboli- ni . E ciò 5 che eziandio meglio ichiarirà la cofa , fono due diplomi del Vefcovo Antonio di Firenze , i quali efiiievano nel Monaftero di Santo Luca 5 e in oggi fono in Bonifazio, conrenente il primo fegnato. N, 16. guanto fe- gue ,j 1316. Inditi. 14. KaL lumi , Antonio Vefcovo di 5, Firenze , iianti le guerre nella Tofcana trasferifee > J; ed incorpora il Mona itero di San Luca di Quarac- „ chi della Pieve di Brozzi al Monaitero 5 ovvero Ro* 5, mitono in Campo Corbellini , polio nella Par» 55 roethia di San Lorenzo con tutte le fue apparte- 5, nenze * Ego BenedìBus Magijlri Martini ,5 Ed il fecondo fegnato numero i8> fatto nello ftefso anno, e rogato dal medefimo Notaio dice 55 Antonio Vefcovo Tom. IV. Y 55 di
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„ di Firenze concede licenza alle Monache di S. Luca
j, di Qua racchi tornate ad abitare nel Romitorio di „ Campo Corbolini) che pollino vendere le terre a Qua- „ racchi per ampliare il detto luogo di Campo Cor- 5.) bel ini . Ego BenediBus Magiflri Martini rog* ,, Alle quali notizie , arrogere mi piace altro documento dal Signor Domenico Maria Mànni comunicatomi , il qual ricordo èrTò cavò dall'Archivio, del Senator Cario Stroz- zi , e dice come fegue „ ffffa Suor Piera Monaca e_» ., BadefTa del Monaftero di Fontedomini entra nel Con- ,,. vento di S, Onofrio di Firenze ,, Onde non rimane a- dubitare , che le Donne > le" quali fono nello Stru- mento delle Monache di S. Martino, nominate già abi- tanti in quefto luogo, fodero quelle di Quaracchi , e che poi da S. Onofrio parlarono a S. Luca in Via di S. Gallo. Ma come pofeia partite che furono quefte da Campo Corbolini, quella Chiefa , Cafe , e Orto veniflero in do- minio delie Monache di San Martino , per quanto ma- lagevol cola fia il rintracciarlo , io per poco m' indur- rei a credere , che il detto luogo da' Vefcovi Fioren- tini forfè donato alle Monache di S. Martino > o da effe comprato , o pure conceduto allo Spedale di S. Baitolom- meo a Mugnone, ed infierne poi co'beni di quefto Spe- dale paMaifero a S. Martino anche le Cafe di S. Onofrio. HI* Intanto la fuddetta Ginevra de'Bardi divenu- ta Padrona del Romitorio , volle prima d'introdurvi altre Religiofe , ampliare coJ nuovi acqui/H 1' Orto , murare un comodo Dormentorio , abbellendo ancora la piccola Chtefa , né innanzi dell'anno 1429. io tro- vo , che fi porcile aprire il nuovo Monaftero , E per dare al Leggitore una fuccinta vera relazione , o iì vo- glia delle Monache , che chiamate furono a fondarlo 1 o del lor fanto Iftituto , fa d* uopo , che andiamo fino alla Città di Fuiigno, colla guida però di Fra Dioni- so Pulinari Fiorentino autore della Cronica di Tofca- na de* Frati Minori Olfervanti . In Fuiigno la Cornelia Angiolina figlia del Conte Iacopo dalla Coibaia , e di Anna Burgari de' Conti di Marciano, avea fondato un
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un Monalfero forto la Regola del Tèrz* Ordine di Sali
Francesco foggetto a5 Padri dell* OlTervanza , dedicato avendolo a Sant/ Anna pei* comandamento di Maria Vergine , in una vifione accaduta alla Santa Cori teff* nella Chiefa detta della Porziunoula : né tardando il Monaftero a rifcuotere da tutti e credito , e venera- zione > da molte Città venivano iflanze, e fuppliche al- la Beata Angiolina , perchè mandaiTe loro delle fue^* Compagne a fondarvi Conventi della iua Regola , ed a tal fine avea Papa Martino V. a lei conceduto uà Breve d«l 1421.* contenente ampia facoltà di poter fon- dare famigliami Monafterj, come ella fece., moltiplica- ti in vita fua fino a i<5. traVquali contali il noftro » il quale principiò nel 1429. nel qua! anno compar- vero in Firenze da Fuligno le due Fondatrici Suor O- nofria de' Conti di Abruzzo, e Suor Giovanna di Ono- frio degli Onofri , le quali abbracciate furono dalla Vedova Ginevra , e con licenza di Amerigo primo Ar- ci vefcovo di Firenze , e col confenfo deVCanonici di San Lorenzo, rogato da. Ser Iacopo di Ser Lorenzo da Lutiano , entrarono nel nuovo Monaftero feguite tofto da alquante Gentildonne Fiorentine ; tra le quali fuv- vi la Beata , chiamata nelle Storie eie'Fiorentini , de* Frati Minori, e della Città dell'Aquila., la B. Antonia da Firenze , di cui nel fine .riporterò la Vita .copiata dall' Originale di Fra Mariano d* OgniiTanti , che la fcriiTe nel .1519. Dalle quali cofe io comprendo , perchè quello Monaltero abbia divfrie .appellazioni , come fo- no Convento di 8ant Onofrio , ora delle Contejfe , ed ora di Fuligno ; imperciocché Sane Onofrio fu il pili antico titolo della Chiefa , e del Convento,- delle Con^ teffe , perchè le fuddette Conteflè furono le prime Fon- datiici, e di Fuligno > comecché quelle vennero dal Mo- naftero di quella Città ; il qual Monaftero è irato fem- premai confiderato come il Capo degli altri Conventi, e da quello ogni tre anni per legge della Beata Angio- lina ufcjva una Monaca col titolo di Madre Generale, che andava a vifitare i Monafteri a quello foggetti , Y 2 la
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Lr!*/ p'M 'DgÌU?? k r°Prallod«a Cronica , fu ,.
DoJna da Papa Pjo II. ., .<
TitnhH'lf,n" POÌ f/ Ch,'efe"a an"'« di Sant Onofrio
Jrefen J r am,EO ^na«"i° ■ "ovafi nelle memorie del ?hein« Convemo»«*e«» f" altrimenti rovinata, ma f ni ?, P°rata "ftÒ ndia Claufura ' **** nH piacque di
fa ne d hgente ricerca dalle cortei! Religiofc f le quali mi attuarono avere effe bensì una Cappella dedicata a Sant Onofrio , ma di moderna architettura , ondo conv.en dire, che 1' antica rettala deflinata ad alt*'ufo, ed ho forti congetture per credere , che fia quel pri- momuro, che mcontrafi a manritta lungo la Via pub- blica , venendoli ^S. Iacopo in Campo Coibolini , a- vente anche moggi forma di facciata di Chiefa , e veg- gonvifi fineftre , e porta rimurate , con in alto una fi. pefira quadrata di lavoro antico. Perchè poi non. fi perdefle la memoria del Santo, nella volta della mo- derna vagh.ffin» Chiefa vedremo Sant Onofrio dal Padte Galletti Teatino effigiato in gloria , ed inficine, mente in atto di raccomandare alla Vergine il fuo Mo- natte ro . ° |
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ri.1 m' 4 aVe" fin ^ul "S'onato della Fondazione
del Monaftero , toccar fi vuole ora di alcuni Sogget- ti , xhe io hanno renduto più illuttre con fegnalarifiì- ffl. benefizi , fra i quali Benefattori porremo in primo luogo il Magnifico Lorenzo de' Medici il Vecchio , il quale iempre di genio grandiofo , vi fece fabbricare r.i^an P°rmenwr,° • Di Giovanni Torradim è un belUffimo Chioftro retto da belle colonne del follato. SfionJ , nc°rdan1Z£ del Convento, ,1 Capo 3T.
"figlie trovo elfere la Famiglia Lapaccini per i la.
An'l.^vrM* C£nfi) e di cafe' e dimeni.
Anche Nobili Matrone hanno gareggiato a beneficare quello Santo Luogo accrefciuto di Sala , e di Celle ,,EhlcMora d^'< Albizzi moglie di Carlo Pan. e at.ch. , veggendofi in più luoghi 1' arme degli Al. tnzzi , e nei i64o. da Suor Virginia degli Amadori fu ampliato il Parlatorio . Ancora da' Sommi Pontefici |
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trovanti difpenfate fegnalate grazie alle norrre Suore,
Papa Leon X. nella fua dimora nella Patria , memore della benevolenza , e dell* impegno di fuo Padre verfo il Monafteró > concedè ali* Altare della Nunziata eilften- tc in claufura tutte le Indulgenze > che fono ali* Al- tare della Santiflfima Nunziata de* Servi, con Breve da- to dal fuo Palazzo in Via Larga a i 13, di Febbraio dell'anno 3. del fuo Pontificato .■ Né minore fu la li- beralità di Paolo IH. neir arricchire lo fteflb Altare., di altre Indulgenze , come apparifee da una tavoletta » nella quale leggefi, come appreflo : Nella Natività di Maria * Concezione } Prefittiazione ,
Annunziamone , "Purificazione , Vifitazione , S. Maria del- la Neve , Affunta 5 e nel dì del Natale del Signore per ciafeùn giorno due mila anni , e due mila quarantene . Nel Venerdì > e Sabato Santo due mila anni, e mille qua* rantene-■., 40. giorni per la Consacrazione della Chieda fatta dal Vefeovo Marziwe dici per commijfione del Car- dinale Al effandrò de' Medici Arcivefiovo dì Firenze nel zdoiv e tutte fino in perpetuo * VI. E venendo oramai agli ftrepitofì miracoli » di
cui in vaij tempi teatro fu il Monafteró » principierò da' prodigi più recenti , riferendo in primo luogo la iiìantanea guarigione operata da Dio per i meriti di San Luigi Gonzaga nella Monaca Corale Suor Gefualda del Nero nel dì 27. di Maggio del 1743. Ed effendo irato il miracolo riconofeiuto , efaminato > ed autenticato per ordine del Vicario Generale Giulio del Riccio , lo ri- porterò come efifte nella Cancelleria Arcivefeovale » ed è il feguente . „ „ Fatto feguito il dì 27* Maggio 1743. nel Venera-
„ bil Monattero. di Sant Onofrio in Firenze , detto „ volgarmente di Fuligno , a ore 17. in circa. „ Ritrovandoti nel prenominato Monafteró di S. Ono-
„ frio del Serafico Ordine di jSan Francefco la Reve* jj ren-
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„ renda Madre Suor Maria Gefdalda del Nero- Corale51
,, e Cittadina Fiorentina di anni 45. in circa dì fua età; ,, e 28. di fua Profeflìone ; folo anni 4. o 5. ne go- „ de quivi di lua perfetta fanità , mentre caduta poi M queiìa in diverfe , e gravi indifpoiizioni, oltre la per- 5, dira .della voce , per la qunle fi rendeva non folo ?, dirficiJe , ma pur anche alle -volte impofFibile ad in- ,, tenderfi .--mai più ebbe in avvenire un fai giorno -di ,, ^quiete, quando poi il Signore per ifperimentare mag- j, giormente la di àei pazienza, e forTerenza,, angumen- >, tando alla medefìrna fempre più i dolori., et incorno- 5, di, fotto li 27. Gennaio proflìmo feorfo la volle con- j, finace m <iin letto, di dove non mài Ci levo> » che 5, fofknuta da tre., & quattro Monache, quando gli ri- „ facevano il letto,, oppure quando in detto tempo fi 5., porrò ad aicoltare la Santa Mefia , il che feguì fo- ?, lo due volte, cioè nella pafTata foiennità dell'Afcen- 5, none , .e nella Domenica Seguente delli 26,. Maggio, 3j ma però con molto fuo incomodo , e lamento, £en- ?, che quivi in Coro comodamente fedeffe . „ Quando poi ritrovandomi io Don Smeraldo Nenci
„ Abate Ciftercienfe in detto tempo per commi/Mone „ di quefto Illutìriflìmo , te Reverendifiìmo Monsignor „ Arcivefcovo per Straordinario in detto V-enerabil Mo« j, narrerò , udita una sì peno/a infermità dalla Madre j, Sagrestana Suor Maria JQeodata , foxelia della preno- ,, -minata Suor Gefualda ; ricordandomi io pure di .a- ,, .vere appreiTo di me alcuni g-r&ni del grano miraco- ,, jefamente augumentato da ,San Luigi Gonzaga , e da „ me ricevuto tempo fa da i Padri Geluiri di Roma > ,, per li quali fé ne vedono molti , e molti miracoli, „ ne difpenfai alcuni alla fopraddetta Madre Sagreita* ,, na , acciò fé ne fervifTe per ufo di iua Sorella , e ,, d'ogni altra Inferma,, come già fece ; e perciò il dì ,, 27. Maggio profllmo palla to, avtndone prefo uno ,, detta Suor Gefualda a ore 17. dopo quafi un* ora , *} dando come in ripofo appoggiata al capezzale , ma ,, per anco non ricoicata nel letto ; fendili fubito rin- „ vigo-
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5, vigorrre ài forze nelle di lei congiuntura} talmen-
„ teche volle da fé fola rizzarfi, e camminare per la fua jj Cella , dove conoscendo eifere quefta una- grazia.. }, fpeciale di Dio, e di San Luigi 5 a cui poco a- „. vanti fi andava raccomandando , ben tofto fi pofe_» ,,. inginoGchioni al di lei* proprio Altarino per rende r-- „ ne le dovute grazie al Signore r et a detto Santo,, „- quando pure venendo a vifitarla la precitata Madre „-Sagreftana fua forelia , nel vederla così fola inginoc- „, chioni , come cofa del tutto infolita ,-. et a lei affai ,» pericolofa di cadere , e farfi qualche male , molto j, fé ne lamentò , e la riconvenne ; ma detta Suor Ge- 3) fualda tutta lieta 3 e con voce allora intelligibile co- j, sì gli rifpofe : Sappiate , che per grazia di Dio , 5) e di San1 Luigi fono guarita ; ma nulla credendo per ,, anco di ciò V altra Sorella , così gli foggiunfe : Se- j, te guarita appunto ! oh camminate un'-poco ? fé potete i j, il che detto , la fuddetta Inferma Reiigiofa q.ual fa- 3, na , e libera fi rizzò da fé rnedefima > e fubito cam- „ minò nova mente per la fua tìanza ; né contenta^ „ di ciò folo la già detta fua Sorella Suor Deodata „ tentò di farla camminare fuori della propria fua Cel- „ la anco per un intiero Corridore , come feguì , e_» „ fenza veruna difficoltà, e perciò riconofciuta efla pu- ,, re allora vera la grazia di Dio , e di San Luigi 5 „ chiamò le altre Monache a vedere un tal fatto , qua* ,, li tutte vennero a feco congratularfi di sì bella gra- „ zia , e però detta Suor Gefualda con molte di quelle ,, Religiofe fi portò a renderne umili, e vive grazie a „ Dio , ed a San Luigi nella loro Cappella interiore» „ dove ne venerano la di lui fagrata Immagine , di- „ cendo il Te Deum>:9 Ifie Confejfor , ed altre Orazio- „ ni j nel qual tempo da fé loia Suor Gefualda fem- „ pre s* inginocchiò , e fi rizzò fenza veruno aiuto di ,, loro ; anzi chiamato io colà da quelle Madri a ore „ 19. in circa per affare di gran premura , colà pure ,j mi portai , dove giunto udita una tale inafpettata.. „ nuova , vidi pur. io con gli occhi pioprj la ,men- |
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tgfi
,, rovata Religiefa lieta, e fana ; atterrandomi poi quel-
j, le Madri venute in fua compagnia 9 come avea feefe ), tutte le fcale da fé fola , ed anco con pailb affai n veloce , perciò fero molto , e molto me ne rallegrai ; » dalla quale per fine prima di partire ricevei un_, jj Biglietto fermo da detta Suor Gefualda al Signor » Luigi èeì Nero fuo fratello , da confegnarfì al meée- j, limo, cerne già feci; in cui chiaramente confermavaii jj la grazia ricevuta da Dio per i meriti di detto Santo. t ,) Si deve fapere ancora come detta Suor Gefualda., « dalli 27. Gennaio proflìmo fcorfo in qua mai era ,,-fcefa per le fopraddette fue gravi indifpoiìziomi né a „ confeflariì j né a comunicarvi con le altre fue Mo-, ,3 nache , ma bensì fempre ciò convenne farli in [et- „ to ; quando ^poi oggi., grazie a Dio , dalli 31. Mag- » gio in qua, che coi fé la prima Conftflìone j e Co- j> munione , fempre da fé fola , e fenza ver un foitegno j) ne fetnde a confeiìariì , e comunicarti y interviene-» ), con 1' altre a Coro , al comune Refettorio } e dove è ,j bifognato ; ed in fede di tutto ciò , io fopraddetto 5> Don Smeraldo Nenci Abate Cirtercienfe tidite no- 5, vamente queiìa mattina 6, Giugno Je qui fottoferit- >> te Madri per ordine, e commiilìone dell' Jlluiirifljmo 35 Monlignor Vincenzio Capponi Governatore degniflì- jj mo di detto Venerabile Monaftero , affermo quanto fì fopra mano propria ; dicendo inoltre di avere fem- 5} pre intefo chiaramente quanto mi diceva in quella 5, mane detta Suor Cefualda , ^ però effer vero , che ab- jj bia migliorata ancora notabilmente la di lei propria jj voce. j, Io Ferrante di San Niccolò delle Scuole Vie èffer*
>j mo quanto fopra mano propria } come Conferìbre^ jj Ordinario éi detto Monastero » ,, lo Suor Anna Matilde Ducei Ministra di detto
,j Monaltero affermo cjuarito fopra mano propria . „ Io Suor Maria Vittoria Palagi Vicaria , affermo ,j quanto fopra mano propria . 5, Io Suor Maria Deodara del Nero affermo quanto fo»
jj pia mano propria. jj lo |
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,5 Io Suor Maria Gefualda del Nero affermo quanto
j, fcpra mano propria . )} Io Luigi del Nero fratello delle fopraddette Madri
j, Suor Maria Gefualda , e Suor Maria Deodara del „ Nero affermo quanto fopra fi dice; e patticolarmen- ,, te fopra il Biglietto inviatomi dalla fopraddetta Suor ); Maria Gefualda , ed in fede mano propria t „ Tal fatto fu fubito riconofciuto da queft* Il In*
,, ftrirTimo Monfignor Vicario Generale del Riccio 5 e_# „ fta regiftrato in quefta Curia Archiepifcopale di Fi- „ renze . „ VII. Non era però il primo miracolo da San Luigi
operato in quello Monaftero ; imperciocché già neìl* anno 1732. una fomigliante grazia avea egli fatto alla Converfa Suor Umiltà Formigli , che era tutta attrat- ta , e da una vena dilatata refa inabile ad ogni leggier fatica , quando il Padre Pompeo Franchi della Compa- gnia di Gesù Miifionario della Diocefi Fiorentina delti- nato Straordinario ConfefTore delie Monache , avendo portata al Monaftero una cartuccia della farina dal San- to moltiplicata nel Convento di Verralla , e che il fuddetto Padre diede alla Monaca Corale Picchian- ti quivi gravemente inferma di febbre acuta , la buo- na Converfa piena di fiducia > non cosi tofto racco- mandata fi era a San Luigi , e detto , Santo Gonza- ga guarite anche me } che fi trovò dei tutto libera da' fuoi malori , in maniera , che un1 ora dopo ripigliò gli efercizj fuoi faricofi ^ ne' quali durò parecchi an- ni fino alla morte ; e da quefta ftrepitofa grazia prin- cipiò in Fuligno la divozione a San Luigi, che pinna non vi era > e a lui alzarono in Claufura una, divota Cappella. Vili. Ma dopo sì mirabili grazie ricevute dalle no-
itie Suore inferme, veggiamo alquanti miracoli fatti da Dio in benefizio delle fané , e fono regiftrati in un_. libro di ricordanze del Monaftero , fegnaro D , a pag. 3. dove leggeri come fegue ^ Fiorì in Monaftero Suor ,, Maddalenna de* Mafi di vita integerrima per le preci Tom. IV, TL „ della |
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,, della quale dicono eflere flato operato un miracolo,
5, cioè : mancava alle Monache il pane per il loro fo- >, ftenramento , ìblo tenevano un poco di farina , del- „ la quale facendo ella una palla , crebbe quella tan- 5» to abbondantemente , che fatrone pane , durò molti 5) giorni per mantenimento ài tutto il Monastero „ A i noftri tempi fi vide operato il mèdefimo miracolo dalla liberale mano del Signore Iddio, quando nel 1647. in quella gran carefria di grano , le Suore fé lo vi- dero notabilmente moltiplicato , come terrificarono quel- le, che di tal minifrero di far pane aveano la cura. Ed ancora feguì maggior prodigio ne* tempi, in cui i] go- verno del Monaiiero fi reggeva da Suor Maria Ange- lica Giuiiiniani di Venezia , la quale pregando un gior- no con fervente orazione Iddio, che volerle nell' eitre- me neceflìtà , nelle quali fi trovava allora il Monaite- ro , foccorrerlo, fu picchiato alla porta del Convento da un Giovane , il quale lafciò nelle mani della Vene» irabil Badefla mille feudi . IX. E feguitando di fomiglianti miracolofi avve-
nimenti a ragionare , giuria la Cronica di OgnifTanri fcritta da Fra Dionifio Pulinari nel 1594. dir fi vuo- le eflere tradizione , che fiorendo di coitumi fantiifimi in Convento Suor Margherita degli Squarcialupi , cui comparì il Santo Bambino nella notte di Natale , a lei accadere difgrazia , che terminò in uno itupendo fa- vore del Cielo > perchè dalle fue mani caduto in ter- ra , ed infrantoli un belliflimo Bambino Gesù, che era nella Capannuccia del Monastero , mentre l3grimando ne raccoglieva i pezzi , intero fé lo trovò nelle mani} ed è quel Bambino, che ha fatto , e fa molti miracoli. X. Volendo poi profeguire il propofito noliro ,
convien j che io qui inferifea altro prodigio!© avveni- mento , che trovafi notato ne' Ricordi riguardanti le Sepolture delle Monache , e ne debbo grado al Reli- giofiffimo Padre Luigi Graziani Teatino, e dei Monaiie- ro Confettar Ordinario, il quale ccrtefemente me lo ha procurato > ed è come appretfò }, 3> Ri-
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5, Ricordo come vuotate le Sepolture neli^oi. quan-
„ do fi refi a uro la Chiefa , le Monache più provette , ,, che fi ritrovavano in que' tempi , riferirono , che nei ,, mezzo delle Sepolture , e nel fondo di effe furono tro- }» vate tre Monache intere fenza aver patito jefione al- s, cuna, palpabili erano le carni, intera la faccia > vivi y, gli occhi, e fané le velli , cofa veramente mara- 5, vigliofa ; Le fecero mettere feparatamente dall'altre, 5, che fé in tempo alcuno fi folle dato il medefimo ,, cafp , potettero trovare la verità di quanto difiero, „ fenza pigliare ricordo alcuno , dicendoli folamente , „ che erano le Fondatrici della loro Religione , quali 3, furono Suor Onofria Contella, e cugina della Beata ,, Angiolina fondatrice della Regola de*Minori Oflervan- „ ti, Suor Giovanna da Fuligno, e Suor Paola, che fu 5, la prima in Firenze a pigliar 1* Abito di detta Re- „ ligione , il tutto però fenza memoria certa, e fonda- 5, mento veruno * E1 ben vero che eifendo piene le Se- „ polture , la Molto Reverenda Madre Suor Anna Ma- ,, ria Amadori al preferite Miniilra , il dì 21. Gennaio „ i6q6. diede ordine , che a fue fpefe fi faceflero due 5) lapide per dar fepoltura a quelle , che palleranno s, da quella all' altra vita , e fi ritrovarono le foprad* 5, dette Monache nella medefima politura fopraccenna- j, ta intere , e una in particolare fenza tarma veruna „ nei veitimenti , cofa in vero di maraviglia ec. Onde „ ville da Monfignor Illuilriffimo , e Reverendiflim© ,, Vincenzio de' Cerchi Governatore di detto Monaile- „ ro , ordinò , che fi mettetfero feparatamente in^ „ una Cafia , e fi rimetteflero fotto terra , il che fu „ puntualmente efeguito il dà 16» Gennaio 1675. Que- „ ila è la copia del ricoreìo , che -è nella Calla d' una w di dette morte 4 fermo in formatello da Bartolom~ „ meo Genuini Scrivano di dette Reverende Madri, e „ meifo in un Cannone di latta , „ Ricordo come nel detto tempo , che fi cavarono
M detti corpi, che fu il dì 21. Gennaio 16*16. nel gìor^ *, no di Sani* Agnefe , ci venne dalla Città di Fuligno Z 2 ,, fcritta
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„ fcritra lettera, da quelle Suore , nella quale ci dicevano,
„ che faceflìrno diligenza per vedere , fé noi ave/fimo „ avuto ricordi di detta Suor Giovanna, come anco fuoi „ fcritti , cofa in verità maravigliofa , e tutti , che_» 5, erano prefenti , fé ne ilupirono. ,, Ricordo come fi deve avvertire, che fé fofTe trovato
„ meno a' detti Corpi un poco d'Abito, Cordiglio , e* „ altre cofe, quefle furono levate da diverie Gentildonne, „ quali erano venute preparate con forbici ec. e non „ li potettero tenere , che levaffero dette robe ec. „ XI. Né qui fono andari a terminare i favori flr&or-
dinarj , e foprannaturali di Dio inver quello facro luo- go , poiché avvi eziandio in Chiefa una tavola , che nel dipignerfi, ebbe noia poco del miracolofo , e piacerai di riferirlo colle parole di Filippo Baldinueci } laddove annovera le opere di Lodovico Cigoli, fcrivendo così,, „ Hanno le Monache di Sant* Onofrio dell' Ordino ,, Serafico dette di Fuligno , nella loro Chiefa noru |
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,, lungi dalla Fortezza da baifo , una flupenda Tavo-
,, la di mano di Lodovico , ove è rapprefentato San „ Francefco iti atro di ricevere le Stimate , cui per „ eflfer vivo altro non manca, che il refpirare, giacché „ vede ogni uomo, che ha ingegno , che avendolo fi- „ gurato T Artefice , rapito in dolcilfimo eflafi di amor „ divino , volle farlo vivo sì , ma non parlante , e ve- „ lamente lo fece vivo , e pariante pur Troppo , men- „ tre feppe fare apparire in quel volto affetti chiarif- „ fimi delle grandi voci del fuo cuore arfo da divino „ fuoco . Hanno quelle Madri per tradizione, che il „ Cigoli dopo aver formata T idea di queir opera , e_> ,, fattone il difegno , e forfè anche abbozzatala, dell- 3, derando egli di eleggere per la teita del Santo un* „ aria divotiffima , e per quanto fofTe flato pofl&bile fa- 3, migliante il vero, fé ne liei/è in forte penfiero , quan- „ do battè alla porta di fua Cafa un povero Pellegrino „ domandando limofina , e che il Cigoli riffandogii be* „ ne gli occhi addoflò riconofcelTe quel volto , acco- „ modato appunto quanto abbisognava per lo fuo qua» |
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ì) dio.
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iSi
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„ dro | onde chiamatolo in Cafa > e ben rirtor&tolo di
„ cibo alla propria Menfa , lo renelle al naturale per „ la tetta del Santo , e fattone il ritratto in piccola „ tela, l'originale del quale con fette altre teite di „ vecchi conferva il Marchefé Filippo Gorfmi > traeffe* 5, ne la divota Immagine , che vede ognuno con iitu- „ pore. Soggiungono, che il.Pellegrino dopo aver fer- „ vito al bifogno 1' Ofpite fuo , con buon modo fi ,, panilTe da quella Cafa , e che non più né dal Ci- „ goli , né da altri il rivederle . Può eflere, che folle 5, quefto fucceifo cofa meramente naturale > ma pure „ noi fappiamp non folo efler poflibile a Dio l'ono- j, rare i fuoi Santi con modi miracolofì } ma quando >» ciò folle feguito per opera foprannaturale > fappia- j, mo ancora,che quatta non farebbe fiata la prima vol- ), ta , che alle formazioni d* elfe Sacre Immagini fofle j) concorfa la Divina Provvidenza a fare, che potelTe il >, Cigoli trovare un volto > in cui concorrefferò quali- >, tadi da non poter effere mirato fenza divozione 5 e j» compunzione. „ Né io fono lontano dal credere, che il Serafico Padre volefFe in modo prodigiofo collo- care un vivo fuo efterno ritratto in quelta Chiefa , ove le Sante Religiofe ftudiano di ricopiare niaifempre in fé ftelle le interne virtù del Santo . |
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LE,
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I§2
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LEZIONE
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XVIII.
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■DELLA CHHi -E MOXASTtf.a
T>1 ;SANT' ONOFRIO PETTO Di SVUCHO IL
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■ ■' -,'>'
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Ornando alla Storia di Fuìigno i, mi
raro dal defcrivere la Chiefa , inco- minciando da quello , che prima all' occhio fi prefenra , cioè dalla faccia, ta* che ha una porrà di pietra, fatta divago difegno con due colonne, che , loiiengono F Architrave, ibpra «tei filale avvi Scolpito in marmo 4Ì Santrffimo Nome di Gestì* Al di dentro poi fulla porta è collocata l'armede* Mormorai Fondatori, che e una Sefla in campo bianco,, e nero, ej.;dcl mtdefimo veden* ™ mezzo al pavimento lapida nòtule , che dice come fegue: ALOYSTVS MORMORAI ROBERTI FILIVS
NVLiA REL-VcTA PRODE HVIC FVLIGNI MONASTERIO D. «ONOFRIO ©1CAT© ©ET.VLIT HFREOITATEM HACLEGE VT ADDES ISTAE DEIPARAE JTIRGINI £RIGERENTVR V1KIT AH, ix. OBIIT TERTIO WON. DECEMBPJS MDLXXXIII . ELISABETH FRANGI SCI .BOTTI FILI A V.XOR AMANTISSIMA CVM XVCTV SVPERST&S OPTIMAMCOJNIV.GIS VQLVNTATEM EXEQyENJDAM .CQNSVXVIT .AN* J).OM. MDLXXXXI.V.
II. Alla .parete (otto il Coro delk Monache vendo-
no due altreRapide, e quella, che vedefi a manritta" è la memoria della Sacra della Cruda da noi fonia accen- nata , ed a man manca avvi una Ifcrizione , che dice^ come .appretto : sei-
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SILTAGGTA GlANFIGITAZZI BARTHOtOMrEr EQVTTIS E1I»IÀ<
FILIPPIQVE STROZZAE VXOR DILECTA^
CVM VIDVA PAVLO ANTE MORT-EM DIVAE MARTHAE
- HABITV SVMPTO E VITA MIGRASSE!'
NE PER ANNOS V. ET I>!E9 XX. POSITA HIC IACVISSET
JDEMVM LAVRINTII- FPLI'I PI ETATE HIC EST CONDITA'..
AN. DOM. MDL^
III. Ed a quefta Ifcrizione r che fembra alquanto
ofcura , mi piace qui arrogere le feguenti notizie fa- voritemi dal celebre Antiquario Signor Domenico Ma- fia Manni , e fono cóme appreiTo „ Nel 1470. fi tro- n va maritarli Selvaggia figliuola di- Meilèr Bartolorrr- f¥ meo Gianflgliazzi Cavaliere in feconda moglie di Fi- ,y lippo di Matteo dì Simone Strozzi . IflTo Filippo do- }f pò V efilio di Matteo fuo Padre, accaduto per cagioé j, di fazione , fu applicato giovanetto al banco , dove j, poi aprì una ragione di negozio , e fece gran for- ,5. tuna in Napoli, divenendo per le fue ricchezze moi- ,r to grafo al Re , il quale fu poi mezzano con Lo- „ renzo de' Medici a far tornar Filippo , che in vigor „ delle Leggi- degli Sbanditi non poreva tornare- in Fi- „ renze . Quivi conduMe la Pianta del Fico gentile, „ e quella del Carciofo , che in Firenze non erano j, mai irate .* Cominciò il gran Palazzo- nel 149L it. „ Maggio , „ IV. Ritornando poi alla Chiefa > le Cappelle coru
F Aitar maggiore fono tre , aventi belliffime tavole fat- te da Valentuomini , e per eifervi ne' capitelli de* pi- laftri della Tribuna dell' Aitar grande 1* arme de* due Fondatori, convien dire , che foffe fatto a loro fpefe il quadro rapprefentante Maria Aflunta co i dodici Apoitoli intorno al Sepolcro in belle attitudini . La Cappella dalla banda del Vangelo morirà la prodigiofa Tavola del Cigoli già da noi defcritfa ; e dirimpetto a quefta veggiamo la Cappella dell' Epifania , avendo ef- figiato il miltero con maniera lodatiffima il Ligozzi, il cui nome è ferino in una Scarpa dei Re genurkffo, kg-
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leggendovi/I Ltgo%%ì feclt 1597. e ne' predi fkllf de* pi-
laihi fcolpite ionovi le armi de' Capponi , e degli An- tinori. Né tralafciar fi può la bella veduta, che fanno nella volta le pitture del Padre Galletti Teatino , il quale vi ha effigiato Maria in gloria con appiè ere San- te dell' Ordine Serafico ^ e fopra una nuvola il Santo Eremita Onofrio, V. Ma tempo è, che facciamo paiTaggio alle Reliquie,
che fono préiTò quelle Monache . E (ebbene alquante furono loro involare , e di altre fi fono fmarriti i Si- gilli , contandoli tra -quefte ultime Ja tetta di una Com- pagna di Sanf Orfola , ed il Braccio di San Vincenzio Martire donato al Monaftero dal Principe Don Gio- vanni de' Medici, giuria un ricordo di Leopoldo del Migliore / tuttavolta fi venerano due infigni Reliquie , le quali meritano, che io ne faccia-qui fpezial raccon- to , ponendo in primo luogo quella della Beata An- tonia da Firenze una volta loro Compagna in Conven- to , e pofeia , cóme vedraffi nella fu a Vita , che qui fotto riportiamo , morta nella Città dell' Aquila « La Reliquia adunque è un foggolo -della- Beata mandato loro nel 1733. da Monfignor Domenico Taglialatela Vefcovo Aquilano, il quale "per confola re le lioitre Mo- nache, aprì il facto Depofito con intenzione dì eftrar- ne un Diro , ma veduto effere il Corpo si bello , in- tero ? ed incorrotto, non ardì toccarlo , iiimando più proprio cavarne il Soggolo tutto inzuppato di fudore di quelle beate carni , il quale venuto a Firenze , e col- la permiffione dell' Arcivefeovo Giufèppe Maria Martel- li collocato in un'urna bella , ed indorata; fu :efpofto in Chiefa con una folenne fetta,, ed ogni anno fi efpo- ne alla pubblica venerazione neli' ultimo giorno di Febbraio , in cui feguì della Beata Antonia la felice morte,. Viene ora la feconda Reliquia , che e il Cor- po intero di S. Vittore Martire , elìratto dal Cimite- ro di S. Ciriaca in Homa , e nell' anno 1664. dona* to dal Cardinal Farnefe a Francefco Salvadori, che lo ricevette a nome delle Monache di Fuiigno , le quali do.
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dopo una folenne proceflìone lo confervano fotto l'Ai-
tar maggiore riccamente ornato , e velino > efponen- dolo nella feconda Domenica di Maggio, giorno della fua traslazione ; ed avvi cofa da offervarfì divotamen* te in quefta Reliquia , qual è una ferita fulla tefta, do- ve fi vede ancora un color roflTo, fegno del fangue, che ne ufcì , ed il Giamboni di quello Santo fcrive , come fegue „ Seconda Domenica di Maggio fefta folennifll- „ ma a S. Onofrio di Fuligno dalla Fortezza da baffo „ Monaftero di Monache Francefcane per la traslazione „ del Corpo di S. Vittore Martire , che vi ila efpofto. ,, VI. E venendo per fine alla Vita della Beata An* tonia da Firenze j pregiatiffimo fplendore di quello Mo. naftero > dobbiamo avvertire , che da varj Scrittori fo* no irate defcritte le gloriofe azioni di lei , come da Fra Mariano di OgniiTanti nel 1519. in un'Opera feruta a penna , che contiene tutte le Vite delle Beate dell* Ordine di S* Chiara ; e da Fra Marco da Lisbona Auto- re della Cronica de'Frati Minori {rampata in Venezia l'anno 1598. che ne parla in due Capitoli; e da Gio- vanni Amici Aquilano nel 1596. fu fcritta parimente una relazione delle più Angolari cofe di quefta Beata coli* effigie incifa in rame , dedicata alla Gran Ducheffa Criitina di Lorena, e finalmente il Dottor Brocchi nel IL Tomo de' Santi , e Beati Tofcani ne compofe la Vita , che Ha fotto il torchio . Noi però qui riportia- mo la più antica, che è quella di Fra Mariano, il cui originale è prelfo del Sig. Canonico Bifcioni . E h vi è la varietà di io. anni tra gli Scrittori nell* aflegnare l'anno della morte di quella Beata» forfè fu originata dalla differenza, che trovafi in due ifcrizioni, che fono nella Chiefa dell'Aquila, e fono k feguenti ; Sopra I* Urna della Beata . .'..'.-:
HIC CVBAT GORPVS B ANTONIAE FLORENTINAE
HVIVS VEN. MONASTERII FVNDATRICI3
MIRA SANCTITATE ET MiRACVLIS COLLVSTRATA
NON OBIIT SED ABIIT IN COELVM
AN. DOM. AXCCCCLXXH. PJUD, £AL, MARTI! •
; Tom* IV. A a Efo«
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E fopra il Ritratto della medefima leggefl.
Q-V£STA B- tA UOUG.N* MllA s. A,TONIA DA ^^
EA QVAtE . *
FV 1A PRIMA ABBADESSA DI OVETTO e4™„ ~
PASSO1 DA QVESTA VITA Kefff SACR° M0NASTER«>
ADI VlTflMO DI FEBBRAIO LA OVALE rL *.
£L CORPO SVO SE REPOSA S^"»«*«mt Alp*£SbQ AD QVESTO ALTARE .
VII. Avanti però di «afla r *iu tv j « ^ ."'.
Beata, mi 0 permea di Storerai rZ ?£ ^ÌT
gno , per additare un Tabernacolo d-aJT"^ u ££"
bu fatto di terra invetriata , chef *• de,U,*ob-
ro della Claufura per di fuori ,„*«P9?? al ,T'
Premali ivi la Vergine con Q1 V? J^? ' kRaP"
ciò, ed appiè un SGiovanninoh ?^ "e \" bra°-
S. Lorenzoi , S. Barbera e s T ' * ' Iatl S-Jac°P0 •
da fonovi altri Santi, doè S.laS^V «fi* ^T
tomo Abate , S. Filippo Beniz^ fe%°i M"-
Santt. Nel ^J\,bet^^b^ *°
sitssrsì «rrr^r no° fatt° «»
«-«^jIKsse*?" m via E chi non intende le fuddertf» «„ i""■".'. „ .
Contrada, e fono a luiive al le Feffé ni l'""^-^. qUe,k
le quali chiamavanfi Ar^Jtu^ì? " tf^*^ occasioni ciafeuna GontrfSa^o r o^T' .^ ' more, o un Re , fe dietro «piu£"e »*3S 2 Impe*
il ite </,- Biliemme . "PPunco a S. Lorenzo eravi |
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» r;.
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ti Vita della..Beat a Antonia da Firenze Cap. 25.
jj'.TTJU la Beata Antonia fondatrice et prima Badefla
„ |7 del Monaftero di Sancta Euehariftia dellaquila . 5, Nacque nella Nobile Cipta di Firenze di nonetti pa- „ renti , et efTendo fpofata generò uno figliuolo nella „ fua florida età , et fubito remanendo privata dei pri- „ mo marito , non volfe mai , efTendo da parenti mo- ,, Iellata > ricevere el fecondo . Ma difprezando tucto „ eti lamore del figliuolo, Entrò nel Monaftero da tu- j, 6ti chiamato Fuligno nella cipta di Firenze , el qua- „ le e della terza regola di San.cìo Francefco : En* „ trata adunque a fervire allo Spofo celefte } fi veftì j, la vefta della carità, et li calzamenti della humilita , „ pigliando fopravvefte della San&a et pronta obedien- „ tia , EfTendo adunque fa&a fpechio di exemplo a tu- „ ciò el Monaftero , fu dalli fua prelati per obedien- „ tia mandata al Monafterio di Sanerà Anna di Fuli- „ gno accioche con la llua vita virtuofa fuflì a quel- „ lo exemplo et lucerna di perfezione , nel quale Mo- „ nafterio habito tre anni con grande bedifìeatione del- ,,, le Suore, et Secolari * In quello tempo acchadde che „ uno Ciptadino della cipta dellaquila riedifico in quel-, „ la uno Monafterio del terzo ordine in honore di San* „ eia Helifabetha, Onde la beata Antonia fu quivi man- „ data per Miniftra conaìquante compagne dove anni „ quattordici (lette Miniftra . Ma vedendoli molto oc- „ cupata drento nel Monafterio , et di fuori anchora „ con li Secolari penfo di pigliare flato più ficuro et „ perfe&o , et che adio fuflì più grato che le fue Spo- „ (e viveflìno in Claufura , non andando difcorrendo „ per elmondo , et che tali Monafterii aperti Sancìo 5, Francefco non riaveva ordinati , Et coli comincio a „ conferire el derider io fuo colle Suore , exortandole ,, a pigliare la regola di Sancìa Chiara ordinata da „ Sancìo Francefco , furono una parte delle Suore per j, li fua parlari accefe a feguitarla , Acchadde in que- „ Ilo tempo che el beato Giovanni da Capriftano venne A a 2 ?5 apre-
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„ a predicare nella Cipta dellaquila , Onde per le Tue
j, prediche molto più accefe le Suore , penfavono dì et „ «dcìe (home poteffìno adempiere el deriderlo loro, ,, Onde la beata Antonia manifefto tudo e loro con» „ cepto al beato Giovanni , pregandolo daiuto et con- » figlio » Vdendo el padre fando, tanto lodabile pro- j, po'fito gii giubilava el cuore et la faccia prometten- )5 do loro ogni favore Et perche la maggiore parte del* )5 le Suore non volevono ferrarli, pero el beato Giovan- 5) ni cerco dove porcili mettere la beata Antonia con jj quelle che la volevono feguitare . Et trovo un Mo» ?> narìerio quali abandonato delJordine di Sando Do- » menico , chiamato Sancta Euc;harifda , el quale obten- ,3 ne dal papa Nicolao quinto , acconfentendo a quello ?j el Vefcovo della cipta , el generale de frati predica» » tori et li padroni del Monarterio , rendendo tude le ?, cofe apartenenti al Monaiterio al convento di Sando ss Domenico , refìato foio elfìto , et pagando cinquan- ?j ta ducati al Vefcovo , Ottenuto dunque el Monalte- 3> rio , non ù potrebbe narrare la lentia della beata 3, Antonia colle fua compagne, afpettando el defidera- j, to giorno di fare le folemne noze nel nuovo Mona- ,„ ilerio 5 ma le Suore che non erano di quefto fervo- j, re Urtavano afflitte vedendofi rimanere et privare di 3j tal compagnia , Venne el giorno della lentia } nel 33 quale el fando frate Giovanni da capifìrano, acchom* ,3 pagnato da molti ciptadini cavo del Monafterio di „ landa fieli fabetha la beata Antonia con dodici Suo- „ re « et procefììonalmente le conduxe al Monaiterio ,, dd Corpo di Xpo , Et celebrata la Merla , et fado 3, uno devoto fermone del difpregio del mondo et lau» 3, de della Religione , con grande devotione di rudi j, et lacrime , le nuove fpofe di Xpo , in perpetuo in- ,3 carcero fono la prima regola di fanda Chiara , del 33 mefe di giugno m. quattrocento quaranzette , effen» 33 do Vicario della provincia el predetto beato Giovan- „ ni , El giorno feguente , che fumo entrate nel Mo- j, naiterio , non avendo ancora fado el voto folemne ,3 della
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,, della claufurà là beata Antonia come prima? et più
„ antiqua prefa una compagna, volendo adempiere o- j, gni opera di humilita , andò per le limofine , Et tro- ,, vato el convento de frati , fu afpramente riprefa dal }, beato Giovanni perche era ufcita fuora del Monaite- s, rio , Et coniandogli che fubito ritornarli , El giorno }, feguente venne al Mcnafterio et come badelfa ordi- }, no la beata Antonia che haveflì cura dellaltre , Et ,, havendo havuta la prima regola dal Monafterio di ,, Mantova , le ricevette a profeffione , Inftituendo per }, prima BadefTa la beata Antonia , benché lei faceffi ,, grande refirtentia , Et cominciandofi a fpargere la fa- ,, ma della loro fancìira , in breve fu ripieno el Mo- ,, nafterio di nobili fanciulle et Matrone, El beato Gio- 5, vanni ancora ci rnerTe una fua nipote , Quefte no- ,, bili figliuole hanno faéìo famofo quefto Monaiterio , „ per la loro virtuofa vita , Et molto più lo ha facìo ,, famofo la fancìita della loro prima veneranda badefla }) beata Antonia , nella quale refplendeva ogni virtù » », et maxime la humilita, et havevafì elecìo nel choro j, dittare difetto alle novitie, onde per quella virtù del- j-,. la humilita pervenne a grande perfetione crefeendo „ in molta patientia , Et brevemente non il potrebbe „ narrare le battaglie che foftenne , per queito flato „ che haveva prefo della prima regola di fannia G'hia- „ ra, et molti finiftri foiienne per anni dua , Et le_» ,, Suore di fanéta helifabetha continuamente lafiìigeva- ,, no con parole penofe et maldecìe , per havere com- ,, moffo et divifo et lafciato quel Monaiterio , Ma in j, breve da Dio furono . punite , per efiere fiate tanto 5, contrarie a quefta opera fanéta , et furono infino da ,5 fondamenti deftrueìe delloro Monaiterio , el quale_. 5, disfatto , fu venduto in habitatione de Secolari , Et „ ancora hebbe tucìi li frati contrarj della provincia „ di fantìo bernardino, excepto el beato Giovanni, per- „ che volevono che le faceffino profeffione fotto la re- ,j gola di Papa Uibano , Ma lei non volfe mai con- >, fentire , havendo in favore el beato Giovanni flato j, eie*
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^ ele«fro Vicario Generale , Ma gli frati predenti noru
„ volfono mai pigliare la loro Cura } né udire loro „ confezione ne celebrare la MdTa lidi comandati , }, Onde per -queilo , et perche le Suore fi tributavo- jj no, la beata Antonia fentiva gran dolore > ma non „ fi sbigottiva ne impauriva » ma predicava alle Suo- j, re gli frucìi della patientia , Et vedendo el beato „ Govanni che da frati delia provincia crono abando- » nate , Ma fido loro per conferTori frate Arrigo Un- si ghero , >et frate Lodovico èi Dacia dopo la morte i) de quali la provincia prefe jcilóro gpverno.. Fu a.-n- » chora la Beata Antonia fnolto patiente nelle fue in- » firmita , perche fedici anni porto una piaga crudele ?) mai volendo ufare medicina ne mai la manifefto ne )) fu veduta £e non dopo la morte :, Tanto amo la po- „ verta che ielefife come e decìo la regola di extre- » ma povertà.5 et fempre fi veftiva di panni vechi a- 55 bandonati dalle Suore 5 Et quando alloro mancava 55 alcuna cofa necelTaria era tucra allegra } incitando al- )5 lo amore della povertà tucìe le Suore , Quanta fuffi ss la fua abftinentia fi manifeiìa per riavere eletta la 5} regola che comanda perpetuo digiuno 5 et non man- 55 gin© carne et obfervino filentio perpetuo , Era mol- 55 to ornata ài pietà 5 che in fette anni che fu tjadeffa »5 et fernpre fu mifericordiofa in vedo le Suore erran- » te 5 et affliate 3 et inferme 5 fpeffo ftando la nocle.,, 55 in loro fervitio et a quelle che per via fumana non 55 poteva fovenire 5 aiutava col fuo confolabile parlare 5 ' i 5j perche era piena di Spìrito fancìo, et molto eloquen- 55 te 5 Ardeva ancora dello amore divino non gli pa-
„ rendo fatica afopportare le cofe grave 5 Vigilava af- j, fai alla oratione et contemplatione , Et crederi cer- 55 to in quella havere havuto grandi confolationi et ap- 5, paritionì 5 Ma perche era molto fecrcta le Suore non ,j hebbono di quelle piena cognizione , Onde entran- „ do una volta in Chiefa Suora Angiola dallaquila 5 o- 55 rando la beata Antonia nel fuo confueto loco, vide 55 fopra al capo fuo un globo di fuoco 5 che illumi- 55 nava
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,~> nava tuéta la Chiefa , ma le Suore non funno ar-
„ dite domandarla che meditatione havefft havuto , o , ,j che fignificam* quel fuoco , Orando unaltra volta in „ quel medefimo loco., fu veduta dalle Suore elevata », da terra per grande fpatió, Una volta ancora oran* ,, do mei confueto loco del choro, effendovi ancora due 3, altre Suore alla oratione, Vide la beata Antonia ve- >, nire quivi la gloriofa Madonna con yhu picholino 5, in braccio , accompagnata da moltitudine dangeli , 5, Et pofe elfuo figliuolino in braccio a quella Suora 3> che orava nella inferiore parte del choro rincontro „ alla beata Antonia , et iripigliandolo lo portò a quel- „ la Suora che orava in capo del coro, ma quella San- „ cfa *»on volfe manifeftare quello che a lei fuflì acca* „ duro , Et chotne e deéfeo era piena di carità in- „ verfo le inferme ; et confortavale tanto dolcemente, „ che più defideravano udirla parlare che ricevere al- vi tri fervitii , Et con molta follecitudine foveniva a Ili „ bifogni ancora delle $uore fané, et non poteva fo- ,, ffcenere vederne akuna turbata ,££ tanto le exortava „ con dolci parlari che • rimanevano in molta quiete, ,, fcacciato ogni turbatione et temptatione, Amava mol- ^ to le Suore virtuofe , et era virile contro le vitio- „ fé , benché fempre riprendeflì con moderatione, in_. ,, tal modo che dalle defe&uofe era amata et temuta , „ finalmente dopo 'mólte fatiche , et infirmita , aggra- „ vando nella fua lolita infirmita, & conofcendofi ef- „ fere chiamata alle celefte noze divotamente fi pre- „ parò alla morte , Et havendo esortate le Suore alla » Regolare obfervanza, nelli anni della fua età fettan- „ tuno con grande fama di fanclita , lieta et giocon- „ da adì ventotto di Febraio 1472. a bore nove di no. „ eie paffo quellanima alla cekfte patria , Et in quel- „ lora erano inchiefa alquante Suore che pregavono per 3, la loro Madre , le quali udirono uno romore terri- „ bile elquale fenza dubio facevono li demonii parten- „ dofi confufi , Et ceflfato el romore, dixe una di lo- ») ro 3 lo odo fonare molti pifferi et zufoli , Et unaltra 3, ri-
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jj rifpofe , et lo odo cubare > et laltra diceva, io odo
5, organi et canti, et con* tucìe udivano diverfi inflru- „ menti ,. Et fubito venne lanfermiera dicendo prefto s, venite , che la noftra Madre e pallata , Ufcirooo jj mete di Ghie fa. 9 et Ct feontror no in uno grande bec- jj cho nero et puzoiente «Iquak gridando et urlando 5> circuiva et giro intorno al Monaftero, et poi difpar- „ ve j La machina tucìa la cipta per fé medefima ficom- ,, mofTe dicendo luno allaitro , Andiamo a vedere et ba- l,i dare una fanefa Suora che e morta, in Tancia Eu- ,, chariftia , et venendo al Monafterio dicevano moftra- ,, teci la fan&a , mandatela fuori della Clausura , ac- 5, cioche la poniamo baciare,et non confentendo le Suo» „ re , venne uno comandamento dal Cardinale Amerigo 3, .( deve dire Amico ) Veicovo dellaquila che el corpo filili „ polio inchiefa fuori della Claufura, accioche tu$o el ,, popnlo lo tocchaflì et baciarli , Et chomando che tut- '•» to el clero cónveniifi al Monafterio dove infieme co ,ì frati cantorono lpffitio demorti et la Merla , ceìebra- „ ta la meflà fu! restituito el corpo alle Suore , le qua- „ lì lo portorno in choro dove Suora Innocenzia dalia- „ quila la .quale haveva nel fuo corpo ventiquattto pia* 33 ghe , et proftrata al fan&o. Corpo ad exortatione_» sj delle Suore kfeiata ogni iniìdelita , che nel princi- „ pio haveva et invocato lo aiuto di quefta Sancta fi „ trovo perfeciamente fanata , Maria dallaquila inferma s, della cjual medefima infermità della beata Antonia , j9 invocandola una nocle devotamente , gli aparve , et „ rendegli la defiderata fanita ,. et lei venne la mattina „ al Monafterio narrando alle Suore la vifione ; La fo- „ rella di frate Honofrio dallaquila Vicario della pro- „ vincia morendogli uno figliuolo , fece voto alla bea- „ ta Antonia, et immediate .ritorno alla vita, Parlati „ quindici giorni dopo la morte della beata , le Suo- ,, re aperfono la Calla , et vidono la fua faccia rubi- ,, conda chome fé viverli, Et dipoi fpeilb aprendola la ,, trovavono quando biancha , et quando rolla* chome „ vide et teftifico Maeiho Stephano phifico , Dopo al- „ quanto
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„ filanto tempojfurono le Suore conftre&e dal-Vefco-
,, vo della ciptà a féppellire el fanfto corpo" in loco „ patente , dove ftando cinque anni fotterra fepulto ,, piovendo fempre difopra , Al fine cavando la terra „ trovorno iacafla fracida el corpo interq et incorro» „ pto colla pupilla dell! occhi come quando vi fu mef- 5J fo . Della qua! cofa le Suore allegre con licentia de 55 prelati lo cavorno ponendolo in Chiefa in una Cafla 3, di legno accanto allaltare , dove infino al prefente , intero et incorropto fi conferva . Et molti miracoli ,.', ha dimostro idio coli invita come dòpo la morte! „ equali lafcio per brevità > ,9 Vili. Sin qui la Vita della E. Antonia di Firenze;
ma eiTendofi nominata nella prima Lezione di Fuligno la Via Tedefca , che viene allato al Monaftero , dirò, che il Sio. Manni per addizione alla noftra Storia ^ene di comunicarci, come egli ha trovato, che le Monache di Fuligno nel 1473. comprarono dagli Ufiziali di .Tor- re una Via dietro al lor Convento per fabbricarvi > e nel contratto leggeri que ìncipit ab angulo Monafte- rii , uhi efi depBum Tabematulum prope Monafterium* S. luliani ufque ad alium angulum profe Stughas Teu» tomcprum , che appunto è la foprannorninata via Te. deica, "i !• |
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Tom IV. Bb LE.
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XIX.
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DELLA CHIESA
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G I U L I
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A N O.
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L| Seriori, che ragionano di «me-
lo Monalito- fonò Fra Modefio Bi* liotti nella Cronica dì Santa Maria Novella, m Michele Poccianti Ser- vita nel Trattato dtlte Chiefe Fio- remine, Stefano Rotfelli nel fuo Se- mi! ^ k^ P^tUf^' il Setìatot Car'° Strozzi XJV. de fuoi Sigilli. Ma perchè i (udd^ti Autori , foni*
mattamente parlando, hanno tracciato della fondazio- ne »on poche circostanze, e parecchie memorie del luo- go, óve di preste vivt)fìb Je Monache-, principiando o dalle prime Riferirò 1 mntó dei tesamente di Barto- lù^i^Cmò de Benvenuti Marcante affai ricco del po- polo di S. Lucia di OgniiTanti fondatore di così illultré Monaitero, il quale volle , che folle fatto in reverenza di Dio, di Maria.tempre Vergine, di S. Giuliano, di S. Do. menico, di S. Pier Martire, e di S. Tommafo Dottore , il qual testamento fi conferva nell'Archivio di S. Maria Novella al numero 12. leggendoci in elio le feguenri di- ipofiziom „ im. &Dmmbr4s Bartolus quondam Cini „ Benvenuti Jàfnh. S anele Lucie omnium Santlorum />. » cit teft. ère, lafciò fi facelìe un Monaiteio con Ghie- » fa , e Chioftro fopra un podere polio nel popolo di » Santo Stefano in Pane, detto Montaione , i\ quale „ e flaiora 9o. che comprò il tetìatore da Mico Giri. >, dalotti, lafciò per 1J edifizio 2000. fiorini, e che niu- » no de'tuoi conianguinei \ o conforti vi poffa preten- di dere |
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m deye Pjufpadrpnato, volendo, che fia fempre fottopo.
%ì fio al Convento di Santa Maria Novella , fotto la cui ?, direzione 3 e reggimento fi governile fi regga, rac- }, comandando ai Capitani delia Compagnia della Mi- »tfenicordia Ja cura, del temporale. Inpjtre dichiarato*, , clie le Monache fieno di numero, jf:2, # una Priora, ,, e che tutte fi ricevino fenza dote, La.«lezione della 5, Priora vuole, che fi afpetti al Provinciale, e Taceet- r) tazione delle Monache al Priore di Santa Maria No- „ velia, ed a 12, Padri del Convento.. Eredi univerfali m furono Niccolò, e Barnaba fuoi figli, rogando Scr 3, Benedittus Temp $ Caftro Fiorentino JSL&tmins » „ Che {% in quefto ferramento trovanfi.alcune: condizioni affai favorevoli a* Padri Predicatori, ce ne dà la ragione i] Signor Manni al Libro Kilt de'fuoi Sigilli dicendo, che il teftatore fece tutto col configlio del Venerabil Maeftro Fra Piero degli Strozzi; ma non fapeva cjueito bravo Autore un altro paiTo, che fecero i Padri di San* ta Maria Novella in riguardo appunto di -qqelle djfpeiT fizioni teftamentarie, le quali davano Jpro fpeziale, $ itraordinaiia giuridizione fopr^ il Mpna&ero, e ciò fu, che detti Padri cercarono di avere dal Pontefice una conferma del teframenro, e la ottennero da Urbano V. nel 1363. con bolla data apud Viilam. Ho'vam A^vinio*- nenjìs i)igcefis id. Septemhris 2ontificatu,s\ anno grinte + E queita Bolla efiftente tra le molte, eprezipfe cartapeco- re del Convento de'Padri dice, ch^ il Pontefice eiiendp flato fupplicatp dal Provinciale dì^Padri Domenicani di Firenze, concede loro, che fi l'accia il Monaftero di San Giuliano a Montaicne, fecondo avea^difpoito Barto- lo di Cino Benvenuti, confe|mandplo fua Santità dove ne abbifognaya, e dà alle Monache in perpetuo i pri- tVÌlegj re le indulgenze, che godono gli altri Monafterj di detto Ordine» Quindi i Padri, affieuratifi dal timore, e dal pericolo di con tradizioni, principiarono il Monafte- ro, che giutfa il Senator Carlo Strozzi reftò termina- to nel I3^5» entratevi le Suore a* 27. di Giugno delio fle|To anno. Ma perchè poco,durarono le Monache in Bb 2 quel
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quel Convento;, paffatè èflendo dopo io. aniii a Firen-
ze , e perchè nello fpoglio delle fcritture del Rondi- ne Ili leggeri, che non fu fatto altrimenti il Monaftero a Montaione, eoncilieremo qui le opinioni de'due così iliuftri Scrittori dicendo, che le Monache da' Padri Do- menicani' follerò nel •'■ijjtfj. melTe nel palazzo, che ir re- latore ^nel podére < avea loro ^ , irì* modo di depofito con intenzione di fabbricare ivi un magnifico Monaftero, ma che pofciaa cagione delle guerre immi- nenti di là efcité vennero ad abitare in Firenze nel i^7<5* hn un abbandonato Corivenrb pofto alla Porta di Faenza, inoggi contiguo alla Fortezza da baffo . II. Ma per non tralafciare eia} che feffibra più1 ne-
celfario a dirfi-, debbo* io qui foddisfare alla ben giufta curiofìtà del leggitore, che vorrà1 fàpere da quali Mo- nache abitato foffe quefto Convento, prima che vi tornaflero le noftre; lo che meglio fperare non poflo di compire, fé non col riportare due autorevoli docu^- menti utili ad ifehiarire un punto di noftra iltoria per vero dire de'più confuti; conciofìachè le Monache ari*, tiche- abitanti in quefto luogO' ne'codici vetufti, e ne- gli Archivj fi trovano-chiamate ora di Satira Trinità, ora di Santa Maria Madre, ed óra di Santa Maria Urbana > che certamente- una volta furono tre Conventi diftintiflì- mi, e pofcia ridétti ,^ un folo detto S* Orfola ] e-ciò, che recar deve ftupore, quelle medefime Suore sì vàriamen- te appellate > fono inoggi le Monache ài Sant'Agata, cornea fuo tempo vedremo. Qui intanto io riferirò co*» me nell'Archivio di S* Àgata avendo letto la Bolla di Fii lippo Vefcovo Fiorentino , il quale unifee al Mónaiterò di -S. Orfola alquanti Monafterj, vi trovai nella rnedefirha cartapecora, che unì pure il Monaftero di S. Trinità, che è 'quello,' di cui fcrifTe Giovanni Villani nel libro XI. capi 66. come fegue ,y II fuoco fi apprefe nel Mona- „ ftèro delle Dorine della Trinità in Campo Corbo- „ lino , e alfe tutto il loro Dormentorio „ Or tor- nandofi' alcuni anni addietro, notar mi giova, che_# le fuddette Monache già unite nel Monaftero detto di hm ' •-*:] Sant' |
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Sant'Orfola ( dovè inoggi abitano le Suòre di S. Frarice-
fco venute di Perugia in tempo di Sant' Antonino) an- noia te di quel foggiorno, penfarono di mutare abita- zione con fabbricar»* nel 1319» un Monaftero e più co- modo , e di più falubre aria in Cafaggio , dovè nel 1327. terminata e Chiefa, e Dormentori j e Chioftro w& darorio ad abitare ,* ma ó fi voglia che fofie per le grandi fpefe della nuova fabbrica, o per le difgrazie di que* tempi ,ridottefi ad un* eltrema povertà dimandaro- no licenza, e la ottennero dal Vefcovo Antonio.di ven- dere 1* antiche loro cafe all' Abbadefia , e Mona- che eli- San Giuliano di Mòntaione * E circa al palìag* gio delle Monache di Sant'Orfola da Campo Corboli- ni a Cafaggio fi ha una cartapecora nell'Archivio de* Canonici di San Lorenzo al lacchetto i. riella! quale leggefi come fegue: 1319. CV«z Sorores MonafteriiS. Vrfule in Cafnfo Corbolini intenderint in fito detto Cafag- gio *vendito eis a Cafitulo Fiorentino locum & Monafte- rium eonftruere & ibidem commoràrifub ob/ertiantia Re* gài ari w¥ì hodie Franafca ., ^ Gina i Caterina éP Ioanna Sorores ditti Monafterii fab fatto annui in futurum in fefto SanBi Laurentii fromittunt folrvere cereum librarum fex nomine cenfus Ecclejìe SanBi Laurentii &c. ABum Fior enti e in Dome F erotti Guadagni quam habitat Do- minits Antonini Ej/ifcofus Florentinus y rog,Ser Mar- tinut Fetrì de $, Hilario >U mi medefimo lacchetto al numero 9. avvi una fomigliante obbligazione fatta da quefte Monache in oecafione di entrare nel nuovo Mo* nafterog promettendo effe la recognizione alla detta (Dhiefa dir San Lorenzo di una libbra di cera, rogata da Ser Piero quondam Faganucci Erbolotti de Flore»- III. Venendo poi alla vendita da noi accennata,
che fecero le fuddette Suore alle Monache di S. Giù- lianòy riporteremo pure qui altra cartapecora efiftente nell* ArcivefeovàdO: 1376. /*/. 14. 20. luU Fresbiter Andreas olim Fei Caffellanut Ecclejte feu Monafterii S* Ambroxii de lloréntia} & Sindgcvs Abbatijfe & Mo- na- |
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nafterit Sdutte Urfule de Fiorenti a ^ ^iflggregapum^
unitvm ejl Mffnaflerìttm San&ff Marie Urbane de Fio*- re^tta cowgaruit coram Domino Taddeo Flebano San- ili Stej?hani tn Botena Vicario {generali JDomim Angeli Epfeofi Fiorentini '&: jli$it > jjtupd\,diBfiW fflopafterium SanBe Urfule efi in magna fau]>erbate unde nullo tnoJg fojjìt comode ,eius yaifferfatibus fobweniri , nifi fa* fiat infrafcriptam ^enditionem & foncejjlonetn ^Moniali" bus feu Monaflerio SanBì ìuliani de Montftione njidelicet unam Mcclejiam ji<ve Oratorium cum duabus Alparibus } cum Capjtujo , Dorme n•torio 5 Clauftro > Curia, feu tCeme? ter io 5 cum $jartis , Domibus^ &' Celli? $StS*< $ofit* JFloren t tie in yoj/ulo SanBi ÌLaurenpii in j'via > <que ,dicit#r di Campo Corfcolini proj>e Januamde $ adenti a a i. gvfó que ducit ad d. Januam*$& 2. iflcpbi ,& .Zanobii Li$]>i » a 3, Oratorium diBarum Dominarum , & JMo nafte ri um » 4 4» hortus' &C. fi concede con Ja ricompenfa *di altri &er)i » e terreni 4ati ,déle Monache di S, Giuliano J>9,fti J^el popolo di Sàutò Stefano in Pane : ;ABum in jEwJeJia SanBi Salvator ir Jlorentie » rog. Sìr fetrus Bernardi ■de Fuppio Hotarius,. E così Schiarite le vicende dì .que- llo iuogo iiiuflrei |)er Je Supre 4i ;Varj Iftituti* g%e qui conventualmente vibrerò, avvertir mi piace , come in que* tempi ivetuiti, mffè fra loro ,la Beata Paola , che fa- rà TOaifempre una memoria glpriofa di quello Con- vento Pavere ,avuto fanciuiletta una ^Santa, Ja quaie co* fuoi fantiflìmi .e Templi.* ,e co* miracoli ;ha refo filluftre non meno la Religione Camaidolenfei ciie ,ia Città di Firenze, alla «pale impetrò colle ?fue ferventi .orazioni queirdnfigne vittoria contro déJ Pifani nel ,10fc che Don Silvano Razzi nella Parte IL de* Santi.,. € Beati Jofcani riferifce come fegue „ Ed andando poi V anno i^l» ,, i Fiorentini ad otfe la Pi/a, JSuor Paola in ifpirito fu „ menata lopja ia Porta-di S. Priano > 4°ve «vide nell* ,} u-fcir fuori le genti in fu te porta ;San Giovati Ba- ,, tiiha tenere nella. u>i{tra mano una Croce, e coni* 4i altra fegnare quelli, che ufeivano fuori* 11 che aven- 3,,do ella detto come per bupn fegnale al Priore Don ^ » Do. |
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;, ÌDomenico degli Àngioli & egli ai Signori Priori della
„ Citta , torto fé ne vide il buono effetto. Perciocché non 55 pafsò molto, che i Pifani furono fconfitti in manie- „ ra che 42. carrate ne vennero prefi , entrando per la 5) detta Porta di S. Friano* IV. E tornando alle Monache di S. Giuliano in-
trodotte nel comprato5 Mbnaftèro ne* 23* di Luglio del 1375. con licenza del Vefcovo Fiorentino Agnolo Ri- cafolr, noteremo primieramente, che per qualche tempo nel nuovo Mona itera furono appellate ancora Suore di Santa Maria Madre, ciò leggendoti in parecchi contrat- ti j e maflìmamente in un libro di Atti civili di Camera dell*'anno 1388. ferino al tempo di Meffer Francefco de' Ferretti di A ncona, dove apparifee nominato il Monaftero così: Monajìerium $", lulìani de Montatone % quód apfel- latuv SanBe- Marie Mattisi ed eziandio durarono affai di tempo ad èffef chiamate le Monache di San Giulia- no di Montaione, trovandoci alle Riformagioni Lib- V. anno 1391. che fi domanda licenza di potere edificare una cafa fui canto, che- va iri Gualfbnda dirimpetto alle Monache di Montaione V V, Furono queite governate dai Padri Domenicani
fino all'anno 1514. che poi da Papa Leone X. il ri- duilero fotto la cura dell' A rei vefcovo , niente avendo feemato effe di quel rigore, ed oflfervanza dell* antica loro Religione. Sulla* pfe&a della Chiefa al di fuori vedefi un Cròcififlb cori alcune figure dipinte a frefeo dal bravo Artefice Andrea del Caitagno, elfendofi più volte trattato di trasferire altrove sì commendata pittura , la «quale però è guardata da una cuftòdia di vetri. Den- tro in Chiefa ibnovi tre Cappelle aventi preziofe tavo- le , come alla Cappella a man manca da tutti è ammi- rata una Natività di Grifto dipinta da Iacopo da Em* poli, è dirimpetto a quefta il Crocifiifo in campo di oro col Padre Eterno, e lo Spirito Santo in alto è di Mariotto Albettinelli , del quale pure è la tavola dell" Aitar maggiore , ove ha egli figurato Maria col Bambi- ne» Gesù nelle braccia, ed a* lati in piedi San Giovan |
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Batifta, é San Giuliano con.San Domenico, e S, Nrc-
colè di Bari pontificalmente gettito appiè della Vergi- ne . E .qui rammentar mi giova 9 che in occaiione dieCerfi' levata via la tavola per; fari* ritoccare dal braviiTimp Sig. Agoftino Veracini, io rteiTo vidi dietro a detta tavola un' Immagine grande-di Lin^Crocirjflb dipinto a frefcp nel muro con alcune Monache appiè genufleflè ) che fé non fono forte ingannato ,, fono le antiche Suore, che abita* vano in quefto Convento prima delle noftre. Alla pare* te leggeri lapida della $acra deila Chiefa, che dice co* me appreffo, , ;., b o JitJ GREGORIO 'XIII.. « FONT'IF. MAX, SEDENTE
ET FRANCISCO MEDICE MAGNO D. E'TRVRZ-flB DOMINANTE AEEX, MJSERATIONE DIVINA TIT. S. CIRIAGI IN THERMOS -,.ì 5. R. E. CARDINALE ET ARCHiEP. FEOKENTJNVS , t ECCtESIAM HANC AD HONOREM S, IVLIÀNI CONF,< , SOLEMNI RITV SERVATO < ■' CONSECRAVIT SÌNGVLTSQJE XPf FIDELIBV.S IPSAM IN : i;/s. ; v ANNIVERSARIO .vn Vi'O Mt»i PRiEFATil* DEDICATIONIS DEVOTE VISITANTIBVS
XL, DIES DE VERA INDVLGENTIA IN PERPETVO -GONCfiSSJT AN, BOM. M, DEXXXV, DIE VERO < XVJIa lANyAlLlI^/
Le Reliquie, che adiranti* in quefto Monafiero,, fono
in primo luogo fei Reliquiarj dorati iti forma di brac* eia contenenti fucili * ed offa di Santi Martiri, tra le quali vi è il braccio di S. yitale Martire donato alle Monache dalla Signora Simona Martelli » Vedefi un no- tabile pezzo del pallio di S. Antonino, e fé non fi fof• fero fmarriti i figlili , farebbe più pregevole teforo la mano delira della Beata Villana Domenicana, che of- fervafi intera con pelle, unghie» e carne alquanto tarla» ta. E del Santo tutelare Giuliano confervano la mafcel- la, ed altre offa donate alle Monache dal Vefcovo di Ma- cerata ) dove il Santo è principale, ed antico Avvocato, effendoa lui dedicata quella Chiefa Cattedrale > nella qua- |
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sor
te'■&■ venera 'il braccio Aio >■ che fombra vivo. E percM
li invenzione di quello braccio corrobora di molto la fioria di S. Giuliano, che casualmente uccidelfe j pro- prj genitori, come fcrifle già il Vefccvo Pietro de* Na- tali , Guglielmo Durante, ed ogni anno ce lo rammen- tano i Panegirici in quella Chiefa nel dì 31. di Agofto fefta del Santo, io qui riporterò le. circoftanze u'elr* invenzione del Santo Braccio tanto favorevoli alla cre- duta tradizione , e fono riferite dall' Abate Ughelli nell* Italia Sacra alla ferie de* Vefcovi di Macerata, ove fi legge come appreso ; a rvvsìti Vniverfis & fingali s ad quo* prafentes advenertnt ,
Nicolaus de Aftis de Forli<vio Epifcopus Sanffarum JEc- clefiarum Maceratenjìs, & Recanatenjìs fqlutem in Domi* no fempternam,. 7 • ~ Hopttm niobi s facìmusper prafentes ^ .qualiter
anno a Nat imitate Domini noftri le fu Chriflì 1442, die *vero 6. menfis lanuariì •> die Si Pafeha Epiphamjz .pafl Mijfurum folemnia per nos in pontificalibus , cum Capi* tulo & Clero nojfro in Ecclejìa Cathedrali noflra S» lu* Unni Maceratenfìs devote prò poffe fo/emniter celebrata •> adslantibus Mag, Mario tto Tot e flati Maccratenfì, ac Ma- gnifico Mag. Claffio Serlippi, Erancifco Ser Ioannis Ser E ranci fri> Hicoì.atì Anto>ntt , $$ Antonio $imeonis ciqji- bus 5 ac Dominis frioribus di&a magnifica Civitatis Ma- ceratenfìs , nec non venerabilibus & egregìis <viris D- luliano Matthei Vicario noflrp1, ac Trapofìto>, & Cano- nico Maceratenfìy ,D* Dominico Auguffini Archidiac* di0\a 'Ecclejìa Maceratenfìs , ac D, loanne Antonio Rjtii, D. Antonio Bartholomai » D» RanaUo Sancititi? , Domino Antonio de S- .Severino, D. Venantio Antottii Venantii • D. Domi ni co Marci de Monte Santolo , D* Thoma S'aeri- jìa * & aliis Cleri ci s multis , & religiofìs Viris, ac ma- gna populì multitudine utriufque fexus tam fpeBjabilium cintium quam aliorum inferiorum, prodiit in medium qui" dam venerabili* & fpeclabilis ci<vis nominatus Philippus Nicole , *vir utique granJenja. ttatìs , & optima fama Tom* IV» Ce di-* |
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dieensy iatn per multa tempra ante d qmiam [peftabilì
Uve pramortuo intellexiffe [acratijfimam reliquiam brachii S« luti ani [epultam [uiffe inter' duafcolumnas ■> qua [unt ènte Altare maius-dittaEcclesiay & ttatim ab[que tem- pori* intervallo ynóbii eum univerfo nofiro Clero cantan- tibus Veni Creator Spiritus, & LetaniasJncepimus y & [ecimnr [odiin -loco per pr*a$ittum egregium Civemde- jfgnatfr &! tandem ad laude-m■■*& gloriam Omnipotentis Dei \ WJfkx San Biffi ma: Matris Virginis Marine, ac g lo- ri ojtffìmi #1 luti ani repertus e fi unus pracipuus cophanus(, quem cum magna reveremia •> ut decuit, manibus prapriis portavimus faper Altare maius , & ilio coram omnibus pradiBisaderta > |rimo detraximus unam pixidem, in qua dejuper eraf una [cripta de littra >•& charta hoedina vetufiijjìma^in qua erat [criptumHoc eft retìdtium bra- chii S. Iuliani, &■ [uh ditta [cripta erant aliqudpetia car- nis fatis 'magna j et ali qua offa , demum extraximus bra* chium Jìmul tum\ mdnu eìuplemrtf'aneli;, qua e rat invo- luta de [erica antiquifftmo ?- cui erat alligata afta [cripta de charta heodina antiqui'ffima > in qua -erat [cnptum Hoc eft Brachiuni S. Iuliani, qui patrem & ma treni in* terfeeie ; quod ornHi' populo oftendimus. Demum ip[o re- pojìto in cophano pradiìlo Jìmul cum pixìdc pradiBa por- tavUfiuf ad Sacriftiam noftra .pradiBa ^Mcclefia Macera' tenjts, & di Bum cophanum inquadam [orti •> & pulchra cajfa in pr afinti a pr aditti Mag. Fot efiati s , éF ditto rum Ma- gnificar um Dominorum Friorum , ac ve nerabili s Capi tu- li nofiri j et Sacrifia nofiri > ac coram aliis frincipalibus Clerici* pofaimus, ér dìttam Cajjfam cum duabus davi* bus claufimus ) quarum unam dedimus in cuflodia Magni- fici s Domìni s pradiBis > & aliam pr aditto Capi tuia no* firo j quod'brachìum ìntendimns Domino concedente [acere slaudi in argentoif gemmis, & lapidibus preciofis circum- datoprò meliori confirvatione, ac'honore dici a [air atifi fima Reliquia} ac etiam intendìmus [acere [abricari unum Altare in honorem beati [fimi Iuliani, ■& in ilio diBum [aeratiffìtnum brachium fit ornatum includi , ut cum omni ficuritate 4n ditto loco confirvetur } & ut populus [re- quen-
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qnentans diBdm Eèctefiam , 0S facratì]fim^m Reliquia*® cum
gaudio & dedottone <valeat illam devote jvifitare ad lau- ]dem Onnipotentis Dei, ac glorio fi (fimi S. lutiani, ut ipfe fièni?- ante a continue fuit Fatronm^ è? fi/ufifà Buius ina* gnifica ci<vitatis•% ita continue in futùfumpatrocinari di- gnetur 5 tam prò fai ute animar um 5 quam étiam corporum, ,<& omnium honorum eiufdèm * & ut so ampli us -crepa? totitis• popu.li nofiri pradiBi dcvotionis effeBus^ de tonfili» *vencrabilis nofiri Capituli pradiBi *voiumu.s } & ordina» mus, quod de cetero fingulis annis in perpetuum dùratu- ris in fimìli die Tafch& Epiphania folemniter in pradiBa Ecclefia noflra Cattedrali S. luliani Maseratenfis fole- mniter celebretur ojficium In<ventionis pradiBa yencrabi- li* Reliquia quod diBa die tam in primis yefperis, quam in malori mijfa diBi fefii ? quam in fecwndis njefperit cmn.es, qui di Bis officiis Interfunt, aut qui libenter in* tereffent) fed legitime impediti interejfe non poffunt ^ & qui funi in fiatu gratia , ite l erutti •> infra 6 Bò die s prò- x'ime futures habeant quadraginta dies de *ver,a iniulgen- tia^ quam auBoritate ordinaria noflra concedimus 9 feu de còmmiffis peccatis potnitentias iniungendàs quadraginta iierum prò qualibet horarum prediBarum diBa. feftivuita- tis cuUibet in Domino relaxamus > & Jimìli modo in fe- fio S. luliani , & in feftis Mati^oitatis Domini Mofiri le fu Cbrifii , & RefurreBionis eiufdem} ac in Afcenfione » <ér in Do mini e a prima pofiAfcenfionem, & fentecoften feftiyittftibus. In quorumperpetuarti fidem frane Uteramma- nti propria fubfcripfitnus, ac feeimus magnificum Dominum Voteflate'm gradi Bum, & magnifico s Damino & Priores prò.» diBoS) & Capitulum nofirum pradiBum, ac Sacrìftam ma* nibus propriis fé fubfcribere, ac nofiro magno Pontificali figlilo muniri » . Anno Domini 1442. die 27. Menfis lanuarii in no-
Bro Epifcogali Palatio ubi ad prafens refidemus tempore fanBiffwi m Chrifto Patris & D. nofiri D. Eugenii Pa- pa IV. anno XI. Ego Nicolaus de Aftìs de Eorlimio Del Gratta Epifc.
Ce 2 Ma-
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Macerateli. & Recatateli, man» propria me fubrcrhff -~
fidem omnium fuprafctiptorum &c. Wf«/A ,* fé „ yiV-?Ifin qUÌ,!e noCÌ,z.ie di Ma«rata tanto glorio-
le a S. Giuliano, alle quali mi piace d'astenere »I ° y «gguardevoliflim. dimorante eziandio de'Fi£
lentin, k divozione, e fiducia in quefto Santo Nel H brO, «dunque undecimo alle Riformagioni alla Da ';t< deU'a„„0 i379. trovafi deliberazione della SionVrf; Vi dice corae app ffo „ Mend0 flata libe£ W?» che „ Fi enzenefi; ultimo giorno di Agofto dalle mnf d
» coloro ( i Compi ) , quali tirannicamente a0verìt » vano, nel qual dì fi celebra la feiìa di S C, l• „ Protettore dell'Arte degli Albergatori, ordinano iS^ „ gnor. Priori, e Gonfaloniere di Giustizia, che in aJ » venire queflo g.orno fi guardi , fi faccia fefta e 1' ì, dino le Capitudini a offerta „ E per fine non Là di' Icaro 1 accennare come fonovi medaglie antiche d'o,-n d argento, e d, bronzo rapprefentanti da una bandi' S. Giuliano a cavallo con bandiera , nella qliaje . "; , • macina , infegna della Città di Macerata, e nel r™"* icio una Croce , ed una di quefte appunto r™c / dall' erudito Signor Domenico Mark^Lni n"ì r Mufeo . Né dovendofi trafcurare da noi T " r "° quando ti fi prefenrano di oflervar l'eccellenti d'pintÙ' re di Giovanni da S. Giovanni, a chi efce da » Chiefa , accenneremo un Tabernacolo QUÌ virine . Via «uova, «e! quale il fuddetto Giovanni Znkì frefco Maria Vergine , S. Antonio , ed altri Santi |
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DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA
SUL PRATO.
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E vicende de*Padronati nelle Fioren-
tine Chiefe richieggono , che io non ometta tra le offervazioni, che vo fa- cendo , di porre in veduta quanto polla contribuire alla dilucidazione-, di-effe.; quindi dirò trovarli Padroni delle Chiefe noftre , Vefcovi , Ecclefia- ftici, Regolari , e non di rado i Principi, e le Fami- glie fecolari • La ragione per la quale poi fi acqui- flava fornigliante giurifdizione , folea effere il titolo di Fondatore , o di Benefattore inilgne, o di ere- dità , o di «donazione ; e perdevafi ancora quefto Do- minio per 1* eftinzione delle Famiglie, per tfpontanea_, rinunzia , e per delitto di ribellione . Onde cederà in noi la maraviglia, fé ravviferemo fovente la tanta varie- tà de*Padroni avvenuta a non poche, Chiefe neh1' andare de* fecoli : e fé in Firenze avvi alcuna Chiefa , la qua- le fia ftata foggetta a mutazione di Padroni , certamen- te è la Chiefa di Santa Lucia fui Prato, iL cui PadrW nato appunto, perchè variato fu tante fiate, mi dà moti. vo, che io poffa fare fopra di ciò una Lezione, che in altro cafo farebbe importuna • IL E prima di farmi a ragionare di quefte vicen*
de, notare io debbo , come appellata trovafi la Chiefa negli antichi Contratti , full* autorità de* quali fi può dire, che la più vetufta fua denominazione forte S. Lu- cia a $. Eufebìo, che era uno Spedale de* Lebbrofi, fé pure prima non fu una Badia , cofa ignota all' Abate^ Ughelli , il quale nella III. Parte dell' Italia Sacra nel* la Vita del Vefcovo Fiorentino Giovanni de* Mangia* dori,
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I. ________________
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dori , dì due ChiVfe ifè fa €iÀa fola , cfiiamarido qu6-
ita nofìra Chiefa Ecclejta San fra Lmmrét SanBi Bufi" bit 5 quando dovea dire Ectlefia SàìiBa Lucia ad San- Bum Eufebium . Era ancora nominata Santa Lucia del Vefconjo , perchè era di privata giurifdizione de3 Vefcovi Fiorentini , come ieggefi nel Diploma di Filippo Fon- tana Vefcovo eletto di Firenze : peno iure ad Ej/ifco- ■pum fj>eBantem. Il Prato , fui quale fu eifa fabbricata ne' tempi, che -era affai più ampio, fece sì che da' fio- rentini fi diaefTe, ed ihoggi àncora fi dica Santa Lutia fui Vrato i È da che tìe divennero padroni i Frati U- miliati, e qùàfi contigtii a quella fabbricarono elfi la Chiefa di Ogriififantiy venne ad efferé addimandata San- ta Lucia di Ognijfanti . Quanto poi agli Umiliati , ne parleremo nella Storia di Ogniflanti ,o ila della lóro Venuta à Firenze , o de* molti lor meriti coli* J&rfe del- la lana i e co' Fiòreritiiii ; E per ora ricorderò qui f anno del paffaggiò di qtiefli Frati darla"1 Chiefa di San Donato a Torri à quefta di Sanfa Lucia > che fu nel '-Ufi. ConciÒlìàctìè ad Manza di Ottaviano degli Ubaldirìi GaròMnai Legato, Filippo Fontana: Vefcoirò di Férraxà ì ed elètto Vefcovo di Firenze nel 12501 avea fatto uri diplòma còl qiiató agli Umiliati concedeva Santa Lucia ; riia comecché al dettò Vefcovo •riéll' an- no fteffo pafs® all' Atóvefcovado di Ravenna , il Legai tò fece sì, che Giovatìni de' Mànjgiaclori fucc.eduto alla Sede Epifcopaie Fiorentina , loro corife rm affé la grazia del fuo AntecéiIBre con altro ©iploma del? f 251. ed il detto Vefcovo volle tJàfrie i! pòlfèffo a Fra Amico di A- leffandria Frepoiìto degli- Urniliàti , come nota 1* Abate Ughelli al fòpraccitato luogo: Accise corporale™ fo/fef- jtblkebi bkiips Mcclejìe fro tè i àito'que Còncpentti >■ éf Qfn- mum ^é^jtrrènifiiim eiufdem 5 qtwm Jifuidèm fojféffionefJLè Ecclejìe ai Bus T¥èpoJtfuf fra fua Ecclejta corporali ter af~ brehendii . Ego latobUs Imp. au&òHtate Iftdéx fubTickfpte Hdtarius . Ma perchè queita donazione non fu fenza alquante condizioni* riporterò tutto il Diploma affai fieceffaiio all' intelligenza della Storia . * • In
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In Uornine latri* & Filli & Spiritus Saniti Ameft^
Sicut Eratrum HumiliatoruwS* Michaelis de Alexandria laudabili f, & probata Rdigio fi fintata nuper in Diecefi fiorentina grande fatis•-, ,&■ placitum Deo .& gentibus Civitatis Elorentie in fpirimaiibut è* tcmporalihus at- tuti t incrementum, j^^^4^ì^'^^^W^;^^ » W uberius y& omnes religio fi'y^eterique fide ter in obfeqmis le fu Chrifti fórtiuf illorum jtt$mdunt xxempla > fic df- (et not loannem fola grafia & miferatione Divina Flo- re ntinutn Epifcopum ad eorum comoda gratanti animo fle- ttere aur-es noftras » & mmum apponere cum effeBu, ut in quantum cum Deo ì & Une fiate permittitur * faw- rem a no bis femper inn)eniant\ 0 grati am fpecialem . Nor itaque attendente!) quod ipfiE rat reit:ml Ecclefiam S* Do* nati a Turrim , que dudum per felice memorie antecef- forem nofirum quondam Epifcopum Elorentinum eoruvL. fuerat uftbus debutata > exercer* non poffint comode ar- tem fuam , <videlicet lanificium , texere pannos , & ven- dere , ac alia operari , ex quibus poffent percipere alimen- ta , cum de labore .wanuum fuaram <vwant , non petente^ eleemofynas , fed dante* eas indigentikus affluenter., prò (o quod locus ille difiat additate non modicum> unde mi- norem habent frequentiam cimium mercatorum : deiibera- *vimus ad eorum fupplicatìonum inftantiam illos prope ci- mitatem reducere , ubi gratiofim poterint fervire Deo, & mai or exibit odor-, è* fama de aflionibus eommdem , è* latius etiam potcmnt.artis fuae gerere mercantiam . Qua- re nos Epifcopuir, in nomine lefu Chrifti re flit uta nobis ab ipjìs Eulefia $. Donati preditla cum fuis pertinejt- tiis univerfis , damus & concedimus- in >cambmm , & per-^ mutationem ,eius tibi rviro ^venerabili >Domm Amico } Dei Gratin Frepojito Ecclejie $. Michaelis de Alexandria^ Ordinis Humiliatjorum Eratrum prò ipfa Ecclefia et Ordi- ne recipienti , é" prò tuis fuccejforlbus in perpetuum Ca- pelloni Ranfie .[Lucie de Sanilo Eafebh cum fuis per- tinentiis uniwerfis :. que Jìquidem capella continuata e fi > & propinqua cum weBro Oratorio , et Ecclefia yquam edi- ficare intenditi s ad honorem Sanilorum omnium ficut di* titi Sì
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citi e )ipfafflitte càpeilam Ordini Zefiro {fa 'religioni fuhiici*
mus ; ut habèatis eam uìterius manualem *vobis yct-tenta* tis in Ordine ^ fa' prò Ordine fupra di Bo modo y fa' forma in cunBis <videlicet, quod tgneatis eam folummodo p'O ipfo <veftro Ordine^ fa miìlt'-alteri Religioni ,<vei'Ordini , feti perfone > *vel loto eam fofjttis concedere■ , ' <vel fùbdere , <vel ali quo modo alienare yne'c venderepoffefjfiones ad ipfam Ec- clejiam pertinente s\ abfqùe noflra% noBrorumque fucceffo- rum lieentia ffeciali <> fa' quod anntiatim prò expenjis pro~> curationnm , qui• fient prò Epifropo t fa Epìfcopatu Fio- rentino j njel prò Ecclejìa Romana 5 fuifque legatiV >> *vel nunciis $ tfuindeeim folidos Ptfanorum parnjorum, fa' noru amplius in fefto S. Ioannis Eaptifle annis Jìngulis m- bis fol*vere feneamini > fa infuper unum cereum unius li« ère cere prò cenfu in recognitionem iuris Episcopali $ iwJ- eodem feflo nobis annuatim perfol<vatis , fed ab omnibus aliis exaBionibus Jitis modis omnibus prò ipfa Ecclefia liberi , fa' exempti yita quod nihil nobis prò Epifcopatu^wel Clero fiorentino prò ipfa Cappella reddere teneamini * Tromittimus quoque Bipulatione folemm' obligando nos prò nobis , noftrifque' fyccejforihus, fa' omnia bona Epifcopatus prefentia , fa' futura , tibi prediBo Prepofito recipienti' ■» ut fupra ) di Barn conceffionem femper h abere firmami fa' rM* tam j fa< non imbrigare j nec moleft are res conceffas , ne e ampli us prò eis exigere|, quam contine atur fuperius , fed eas ab omni perfona} fa' loco de iure de fender e ^ fa' expe- dire ) fa' ¥e Prepojìtum 3 tuamque Ecclefiam » totttmqu^, Connjentum •> fa' Ordinem femper indemnes reddere, fa con* fermare promittimus fub pena fa' jobjig. Romani Pontifi- cii•"> ruel alterius cuiufeumque Perfone 3 fub qua magis poffumus convenir? ) rvel conftrìngi per ipfam. Si 'vero ad- *verfus ea i que diBa funi .quicquam datum, aut faBum apparuerit} quod contra he e fit j <vel Ji ita non de fende- rimus , *vel non obferwa^verimus nos ,i ><fa fucceffores nojlri omnia fa' fingula \~Mtt- fupradiBa funi » promittimus tibi Domno Amico Frepofito recipienti > ut fupra > dare ? fa filiere nomine pene duplum eius , unde Jis } aut briga mota fuerit > quosiefeumque faltere contigerit, fa' infu- , t\\\xì ' per |
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pet "cettrm màfWs Wni^W $fài W*gèn'tr\)%Wfftm ddthna
et txpenfas eddém caufa re farcir è , & péna folata > vel coWmìjfa, féu mon, damnifqée et éx^enfis rejfit't&is * feti non j'.prediti a omnia } w^^^^^^^^M^^^W^ àt rata'tenere prbmiWimùs ■'-; yrib tyaà ^òérb -da'Pio'Hè , ^t prò p'Wfenti contra&u, & fM, WnnWùs $t fiUfìdis fufradi* Bis coìifitemur hos in *vWì¥ate Wce-'piffb yrefent iati ter » àt habuijfe a te tDomrìo Amici) P^repòfito » tìfoque Cànvéìt- tu re.fìitutionem Ecclefie Si !Bon^tti $e T'tirri V tufn fuis pertinenti! s univerfis 5 que ubi , ut ditlum ¥0 , per ante* cejfor&m ìtàfjfiihn c'oh'ce'ffà plim exifittWt\ W- ftifcmijfa funt in in&rtìttiènW-'hoftrb inde fcripto per mttWttha fficSifu- dicisì et Nota^ii nt yletfius, & latWsW^tinefUf.^t rè± nunciamus in iis exemptioni non date \ & Wftììtìfe Wi> foriquè privilegio > et ornili legumP luris, et confiituti au- xìlio canonico , Jét civili) ^ omki^exceptiótfi generali y & fpeciah' nobis % vel nojlris fuccefforibusmudo àlityuv 'èofft- petentvbui \ freterea c&ncejfiohem , qitabi lde- pirediBa Ca~ bella' cWn fuis fèrìinentiis >a Wfagiftro Whilìppo }ànteeeJfo- re rìofìrb \ tutte Fiorentino eleBo , et 'nìfac Aréhiepifcàp o Ravennate dici tis bàbùijfe j ratamhabenius , %* grktam, 'ÌSt infuper ad maloris firmitatis attgmWttiìn nihiUminu%s ile novo còncedimus (edmdem "tibi , iuifqìte fuccefforibus-zttt fuj>ra contine?ùr , A&a %et funt omnia fupr'adi&a in Valatto EpifcopàWs
Fiorentini fub anno Dona ni mccli: Indi&iòht xi. in. ffi. Septemb. prefentibus ieWibu's ad hec rogàtis JjoWinis Ca- ponfacchio Anhipreflytero Fiorentino , Orlando Priore San- ili Stephdni > Mainilo Priore SUnÌlàriuìnAfolloltìrmh\iFiay' nerio Plebaho Sanili Vetri in ^Buxile , W T. Plebaho de Vadule , Oettulo de Monte Murlo > %• -Alberto Clerico, et famìliuribiis B. Epifcopi fupradiéfi . Còram quibus te* flibus incontinenti lacobus de Cerreto Index > et Notarius infraferiptus pred, D. Epifcópo volenti , (b* confitenti prediéla » ficut ei licebat , per guarénttfiam ex tenore Ca- pi tuli Confiifutiohis Fiorentine Civitétis difiriBe nomi" ne tur aménti *precepit eis, tamen revefmiia falva , & ita ebfervVtì & faciat omnia fupr adi ti a^fttfu^erìùs coWtinentur, Tom. IV. D d Ego |
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Ego Ioannes Elorentinus Epifcopus pr editi d omnia feci,
& conce](fi$ ideoque fubfcripfi, eb* propria manu firmaci . Ego Benvenutus Sacri Palatii Notarius prediBis omni*
bus dum agerentur rogatus interfui 5 ideoque fubfcripfi» Ego Iacobus imperiali auBoritate ordinarius Index, àt
publìcus Hotarius hec omnia me preferite atta rogavi, (^ im~ brevi avi rogatusjeaque poBmodum infraferipto lacobo No- tòrio feri ben da > &'publicarida mandavi, àf commi fi > ideo- que iis a me rogatis , #* ab eodem lacobo de mea iujfione fcriptis fubfcripfiV ' Ego Iacobus Notarius publicus hec omnia rogata , & im-
brevi at a a lacobo de Cerreto Indice, <& Notar io fupradiB& de mandato , & commiffione fuà ftripfi > ty in publicam formam redegi > ideoque fubfcripfi &ct III. In quello Diploma , niuno che io fappia, ha
offervata la denominazione , colla quale più voice vkn chiamata quefta Chiefa , cioè Cappella , la qual cofa io confiderò affai utile , onde creder poflìamo , che Santa Lucia in que* tempi non folle Parrocchia , perchè fé-» ella forfè fiata tale , non fi farebbe nel contratto diffi- mulato ciò contra ,1* ufo , o piuttofto contra T obbli- gazione di efprimere in elfo V jus Parrocchiale } che infieme con la Chiefa agli Umiliati fi cedeva; né tro* vafi di Santa Lucia innanzi a queii* anno carta alcu- na , né memoria autorevole ^ che ci dica avere effa a- vuto cura di anime , ed il fuddetto Abate Ughelli fi accorda a chiamarla egli fteflb Sacellum San&a Lucia. Convien però dire, che tornati a quelta Chiefa gli Umi- liati 5 preno da' Vefcovi foffe ella eretta in Parrocchia , avvegnaché dopo il 1251. non mancano frequenti do* cumenti indicanti avere Santa Lucia popolo , come fo* no due , che leggonfi traile cartapecore del Monaltera di Santa Maria fui Prato , il primo eflfendo la licen- za > che Fra piccolo Prepofito degli Umiliati» come Padrone di Santa Lucia, dà alle Monache di Marignol- le di fabbricare un Monaftcro nella Parrocchia di Santa Lucia , col rogito di Ser Benincafa Iudex fa' Notar. 1288. ed
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ed iì fecondo è un contratto dello fìtfió anno , nel
quale Gianfigliazzo di Rollo Gianfigliazzi vende torre , palazzo j e cafe jtojttas in jrofulo S&nEle Lucie Omnium Santi or um rogando Camloìus Index fiL Aldobrandino . E mi giova credere , che quefta nuova Parrocchia predo crefcefle ài popolo , non folamente perchè molte Cafe fi fabbricarono da* Padri Umiliati a comodo degli Ar- diti neceflarj al lanificio , ma pel numero grande^ de' Fiorentini, i quali aveano neceffità di abitare nelle vicinanze di Santa Lucia per il commercio fioritiffimo della lana , ed eziandio per imparare il lavoro, nel qua- le Maeftri acereditatiilìmi erano que* Religìofi ,* ed un altro finalmente indizio , che Santa Lucia diventali^ Parrocchia infigne , farebbe 1* aver io trovato più d* uno de* fuoi Preti fottofcritti nelle Procurazioni del Clero per le fpefe delle Legazioni , come in quella del 1318. prelfo il Sig. Manni fi leggono : Prefbyter Guido , é* Prefly ter Lotltts Cappellani Ectiejìe S, Lucie Omnium Santlorum . E fé gli Umiliati pacarono alla Chiefa d* OgniiTanti, non fi deve però intendere, che effi Frati abbandona (fero S. Lucia, imperciocché ne confervarono il dominio fino al 1547. nel quàl anno per la terza volta toccò a quefta Chiefa a mutar Padrone , divenendo Monaftero di Cano- nici di S. Salvadore , de* quali vengo ora a difcorrere* IV. Convien però fapere, prima che paflìamo a ri., ferire sì fatta vicenda, come, e quando veniffero a Fi- renze quefti Canonici Regolari, i quali partiti da Siena, che fu , giufta Girolamo Gigli, la laro cuna, nel 1408. ed andati a Bologna , da quel Vefcova uniti furono a i Ca- nonici di S- Salvadore ; erano elfi protetti da Guido Conte di Urbino, e Generale de* Fiorentini , il quale avendoli chiamati a Firenze, loro procurò il Monaftero di S. Do- nato a Scopeto pofto in poca diftanza dalla Porta Roma- na fopra il Poggio a manritta, tofto che fi efee fuori, e che era de* Ciitercienfi , preflb i quali il detto Con» te tanto operò, che ne ottenne la rinunzia in favore de i fuoi Canonici , e da Papa Martino V» una Bolla di confermazione; onde entrativi i detti Canonici nel Dd 2 1420.
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i42o_per più d'un fecolo con gran decoro vi fiori-
rono detti dal popolo Canonici Scopetini dal luoao ameno fteflo di Sarj Dogato a Scopeto . Finalmente J allevio del 1529, dando cagione alla demolizione di quefto Convento,, & loro augnata per ricompenfa la Chieia, e Parrocchia di San Piero in Gattolino ] ove fi fabbricarono un Monaftero niente meno magnifico del %mm - Mentre adunque godevanfi cos* bel foggiorno, il Duca Cofimo. % penfava da quella banda a fortifica- re la Citta, e vedendo, che il difegno della nuova for- tificarne richiedeva la. rovina di quello Monaftero , compio iAlte^za^ Sua m ku4ì S4<>. da'Padri Umiliati la Coiefa di S. Lucia per colà, trasferire gli Scopetini, come nota ij Roilelli, a quaje non feppe,, che prima di S. Lucia , 1 fuddetti Religioni furono dal detto Duca meffi in San- ta Caterina delle -Ruoto.. Né quj difdice una breve di- greiiione alla funzione , colla quale Cofimo gettò la pri- ma, pietra ne' fondamenti de* nuovi baloardi , piacen. doppi di riportarla, come la notò nel fuo Diario il Ma- rcelli teftimonio di veduta %x Adì 16. di Maggio del » 154*; fu il principio della muraglia da S. Piero Gau „ tolini , et il Duca mefle la prima pietra , e calcina „ ne fondamenti,con alquante medaglie,ed una collana „ di prò, et ogni Cortigiano mette qualche cofa pre- „ *ioia , tra ì quali, fu il Cardinal di Ravenna , il qua- » le era ribelle dalia Santa Chiefa Romana. „b V. Ora riforfiandò a Santa Lucia > diremo» col Si-
gnor Manni al Libro XVII, deJ Sigilli , conte nel 1547. quivi entrarono i Monaci Scopetini, i quaJi penfarono lutato a rinnovare la Chiefa , ed inoltre ad alzare di pianta un Mona Mero dirimpetto alla Porta della Città, e circa la innovazione della Còieia un notabile acciden. ce Riferirò, guitta il racconto.,, che ne fa nel fuo fopraU lodato Diario il Marucelli, ed è il feguente „ ^25. di M Aprile 1549. nacque un grandi/Emo fcandolo tra i „ frmi Umiliati di Ogniffanti , ed i Frati di S. Do* » nato a Scopeto, e quello fu, che detti Frati Scope- |
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y, tini aveano principiato a murare in Santa Lucia per
„ farvi una bella Chiefa , e, così murando fi accolto i „ Sacri giorni della SacrA Confeffione , e per non eiTeFe „ Santa Lucia capace riipetto a* muratori > e materiali „ al confeffare , conv^nner,Ov con quelli di OgnjflTanti, „ talchi per non effene rapito proliftb , accecandoli al* „ la mattina, éi Paìqua % vol-endagli Scope tini miniftrare „ in Chiefa ck' Frati ir Sagramenti, que^fti non volfono ac-* „ confeutire > © fi»nalnaente5 vennero a tale > cfye il Popò* „ lo reftò pieno di fcandolc» • « % fe W IS5I*la Chic* fa videfi terminata % nofl cosi fu del Convento rima - fo imperfetto 5 come inoggi il vede ridotto ad ufo di Cafe >. perchè a* Molaci ,;non ottante che il -fitò. fuffe bel- liflìmo i ec] il difegno affai npWe\% non piaceva ; qn* de avendo principiato a &r Pitica per andare altro- ve » finalmente: rjufcì loro 4* avere la Prioria, cji S. Iacopo fopr* Arno, la qual cofa, come feguirTe > il foprallodato Sig. Manni al citato Libro brevemente ci racconta come appretto,) Ma eflendo quel fito ( Santa ,, Lucia) lontano dalla maggior popolazione, e rafen- „ te alle mura , alla fine ad iftanza di Don Fauftino „ Rifaliti Canonico Regolare nel i$75« fu conceduto „ loro la Chiefa di S. Iacopo fopr'Arno , Rettoria, e „ Prioria Secolare >, con unirvi i beni di S. Donato, „ per lo confenfo predatone, da Meffere Orazio de* 5, Medici, che di e(fa Chiefa di S. Iacopo era Priore. „ E fé lo erudito Scrittore fa menzione della unione de' beni di S. Donato a Scopeto, evvi pure da aggiugnere, che a' detti Monaci, oltre la Chiefa di S. Iacopo di loro giurifdizione reftaroncj pure le 4u© Parrocchie , e di San Piero in Gattolino, e di Santa Lucia fino al Ponti- ficato d* Innocenzio XL 1-1 «juale con Bolla volle tol- ti via tutt'i piccoli Conventi de* Religiofi, e per con- fèguente fu d* uopo agli Scopetini di rimettere nelle due Chiefe Parrocchiali Preti Secolari , ed in quefta guifa la Chiefa di Santa Lucia ritornò in mano di un Prete , Priore però amovibile ad nutum del P. Abate, „YI. Ma uè pure qui ebbero fine le novità in que- fta |
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fta Chiefa de/tinata a mutar fovente i fuoi Padroni ,
concioflìachè effondo fucceduti nella Chiefa di S. Jaco- po i Signori della Miffione , ed obbligati gli Scope- tini ad abbandonare Firenze, iàeni Signori nell'anno 1703* entrarono in potfefTo anche di Santa Lucia , ove esercitarono ogni atto di giurifdizione fino all' anno 1720. nei quale addivenne l'ultima vicenda a quefla- Chiefa vantaggiofiflìma, avvegnaché eflèndo efla bifo- gnofa ài reftaurazione, ed i Padri Miflionarj , quanto iolleciti erano della corifervazione di quello Sacro luo- go j altrettanto impotenti fi conofcevano a ripararne le rovine > limarono cofa utiliffima di rinunziarne il Padronato a3 Signori Marchefi Raffaello , e Giovan Vincenzio Torfigiani > i quali generofa mente corrifpo- fero alle fperanze della Città 5 avendo ridotta Ja Chie- fa in uno fplendido flato , come oiTervearerno nella fe- guente Lezione * . .- |
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2IS
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L EZIO NF E XXI.
DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA
SUL PRATO II> |
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3 Arlatofi fufficientemente per quel che_»
porta la neceflìtà della Storia fopra le vicende di Santa Lucia fui Prato , non debbo tralafciare di dar notizie di alquante pregevoli cofe > che badar pof- |j fono a porre in buon lume i meriti di quefta Chiefa . E per far ciò coru maggior chiarezza > credo io bene, che fi feparino le cofe antiche } e fmarrite dalle moderne , che inoggi adorna- no la noftra Chiefa . Onde facendomi dalle vetufte} no- tare mi piace, che fotto il comignolo della facciata al di fuori vedevafi già l'arme de' Frati Umiliati , la quale era una balla di mercanzie legata con funi in forma di croce , avente ne' quattro angoli le feguenti Ietterò O. S. S. C. che dir -'volevano Omnium SanBorum Cou<vcn* tHs . Sulla Porta al di dentro eravi un* ifcrizione po- llavi da i Monaci Regolari di S. Salvatore , che dice- va come appreffo ; SANCTA LVCIA IN PRATO
CANONlCORVM REGVLARIVM S. SALVATORIS COSMI FLORENTIAE DVCIS CONCESSIONE PAV1I III. P. M. APPROBATIONE AN, MDXXXXVII, II. Nel 1427. una Cappella era fiata murata ac-
canto all'Aitar maggiore da Mariotto de* Giunti » i cui defcendenti panati a Venezia s* imparentarono coru quella Nobiltà : ma quella Famiglia colà , e in Firenze mari-
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mancata effendo , la Cappella ritornò al Padróni dèi-
la Chiefa , e benché fia flato dato di bianco all'arme loro collocata nell'arco della Cappella, alcunché fi fco- pre inoggi del contorno deli'arme , che è di pietra, e dalla sbarra atfraVerfo , con un giglio al di fopra } che appunto era 1' arme de* Giunti . Mancano altresì alcuni Sepolcri degl' Imperatori delle Potenze , o Av- vero delle Allegrezze popolari della Città di Firenze, e di cjuerVi Imperatori , nel rifarli il Pavimento da i Torrigiàtti , né fu trovato uno in CaiTa veftito ali*- Franzefe con giutìàcuòrt , è parrucca nera , e fpa- done accanto ; uh àlito di quelli fepolcri parimente vedevafì nella Cappella de'Giuriti, ed uno di macigno ne rimarle vnlbilé nella facciata ài di fuori a manrit- ta , qUàfì a rióri di terrà alla parete , nel quale Jegge- vaiì già la feguente Ifcrizionè con arme avente fei Monti j ed una lega a traverlb . IMPÈilAfÒlL JECÒ VICI *ft&EXÌÀNDÒ XÀFÌèl#S
^rDLXXXXI %
Entrando óra neìla CfeÌ> » > Warj#itta ^èVe^émo %
Cappella di !S.jGiiiÌerjge , fui tdi cui Altare hello sfon- do della tàvola Vèdèfi P immàgine del Santo cól bam- bino Gesù nelle .braccia , avendovi un moderno Pitto- re dipinto à i lati S. Fràncèìud idi Sàìes , e S. iTerefa.. Dirimpetto a quella Cappella avvi qiielJa dèlia Santiffi- ma Nunziata tenuta in gran venerazione., creden- doli da molti intendenti della fitt'Ura , che ella ila una di quelle tavole di dietro Cavallini Romano , che nel- la nolha Città fono irìiracdldfe . Sègiie là Cappella dell' Arcangiòlo Raffaello , ciiì 'dall' altra banda corri- fponde quella di S. Vincenzio , r una , e 1' altra fat- ta a tempera da Antonio Puglicfchi a fpefe cje* Signori Raffaello , e GiÒvan Vincenzio di Cariò Tórrigiani divoti de'Santi del loro home . Vengono pbi due Cap- pelle sfondate, che mettono ih mezzo la tribuna dell' Aitar maggiore ; là fituàtà à deftra è intitolata" di Santa |
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Lucìa-) al cui ornamento contribuì il priore Anton..
Francefco Palchetti ivi feppellito nel 1737. e addirinr petto viene la Cappella già de* Giunti, ed inoggi è dedi- cata a Maria Alluma in Cielo rapprefentata di rilievo da Scultore a noi ignoto, avendovi fpefo dimoiti dena- ri Domenico Tempeili Mufico celebre in quello feco- lo.:,; il quale 1* ha ridotta aliai vaga» Egli è quivi fep- pellito con una fua forella Orfola , e leggonii in lapida quelle iaudevoli parole : EX AERE QVOD ANTEA COILEGERAT EX CANCTIQNIBVS.>:
/.,;•,:.• -AN* MDCGXXVI. Una però delle più pregiate cofedi quella Chiefa è
l'Aitar Maggiore colia fua Tribuna , nell* ultima rin- novazione adornata di figure , e di fìucchi lavorati da Giufeppe Broccetti con pittura, ed architettura di Mar- co Sacconi, Sonovi ancora dalle bande laterali due_. Ovati , in uno de'quali è dipinto Criito in croce , e nell'altro il medefimo riforto , fatti a tempera dal Nan- netti . Ma il più ammirabile è la tavola collocata irL. alto full' Altare , nella quale Domenico Grillandaio ha effigiato la Nafcita di Gesù Grillo con belle lontananze, e le figure fembrano vive, sì quelle del Santo Bambino fui fieno , che quelle di Maria , e de' Pallori , tra' qua- li è notabile uno veftito da Domenicano, e San Giu- feppe , il quale con bella attitudine tiene la mano fulla fronte , molerà di offervare una cavalcata di Perfone , che di lontano vengono al Prefepio. HI. In quella Chiefa radunali una Compagnia irli-
tuita neli* anno 1291. alla cui custodia fu nel 1399. raccomandato un divotiifimo Crocififlo di legno lafcia- to in Firenze da* Bianchi, ed ho trovato in un Diario fciitto a penna tra molti? che ha aifembrato il diligen- tiflìmo Signor Canonico Anton Maria Bifcioni , come nel 1714. ai 29. di Aprile per ordine di Cofimo III. Gran Duca di Tofcana quella immagine fu portata fo- lennemente in proceffione per tutta la Città , affine di 1 Tom. IV. E e otte- |
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ottenere dà Dio la bramata pioggia l Un'altra prege-
vole memoria fi conferva in quefta Compagnia , ed è il trovarti nel novero de* Fratelli il Venerabile Ipolito Galantini , alla cui iftanza fu introdotta una Tornata, che fi raguna ogni Venerdì dell'anno in quefta Chie- fa . Ma di quefto gran Servo di Dio già ne parlammo nella Storia, che fi diede della Congregazione della Dot- trina Criftiana in PalazzuoloV- IV. E per fine ritornando a* Signori Torrigiani
Padroni della Chiefa , prego il leggitore a confiderà- re infieme , ed ammirare la Divina Provvidenza , aven- do Iddio deteinato , che quefta Chiefa eftremamente bi- fognofa di riparazione veniife in una Famiglia già da più fecoli cómmendariflima nello zelo di procurare.» ogni maggior decoro alle Fiorentine Chiefe , come fi- terna teftimonianza ne faranno maifempre e la Chie- fa di Santo Spirito con una Cappella antica di quefti Signori, e la Chiefa di S. Michele agli Antinori colio ftupendo Ciborio di argento maflìccio di gran valore» e S. Iacopo fopr* Arno alla Cappella di S. Liborio, do- ve il Marchefe Raffaello Torrigiani fece dipignere lo sfondo da Giufeppe Modani : né da dimenticar»* è la ge- lofia nelle leggi della Repubblica riguardanti il rifpetto delle Chiefe, che ebbe Benedetto di Ciardo gloriofo an- tenato de' Torrigiani, il quale Gonfaloniere di Giufti- zia eftendo nell'anno 1380. fece tignere di nero un'e- pitaffio di privato Cavaliere, perchè incita nella Chiefa del- la Concezione a caratteri di oro, come nferifce Leopol- do del Migliore nella Firenze illutìrata a pag. 322. Dive- nuti pertanto Padroni di Santa Lucia i Signori Raffaello, e Giovan Vincenzio Fratelli, e Figli del Senator Carlo non tardarono punt© ad ampliare da' fondamenti la Chiefa, ed ornarla di pitture} di ftucchi , e di Altari , come inoggi fi vede , laonde fulla Porta leggefi la fe- guente Udizione contenente un bell'epilogo cicik vicen* de di quella Chiefa , |
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VETUSTISSIMA HAEC D. LVCIAE IN PRATO ECCLESIA
QVAE IAM AN. MCCL. AB EPISCOPALI IVRE FLORENTINO AD PATRES HVMILIATQS
TVM AD CANONICOS LATER. S. SALVATORIg DEMVM
AD PRESBYTEROS CONGREGATIONIS MISSIONIS TRANSIIT
EX ANTIQVIS ANGVSTIIS IN HANC FORMAM REDACTA
SVMMA PIETATE AC SVMPTIBVS
EAPHAELIS ET IOANNIS VINCENTI! TORRIGIANI FRATRVM
PATRITIORVM FLOR. ET DECIMAE MARCHIONVM
' ~ tpsos ET EORVM POSTEROS CLEMENTE XI. P. M. ANNVENTE
NVNC OPTIMO IVRE PERTINET
AN, SAI» MDCCXX.
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L E Z I O N E XXII.
DELLA CHIESA E MORASTERO
DI SANT'ANNA SUL PRATO.
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A mancanza di memorie neceiTarie per
la Storia delle Fiorentine Chiefe , co- me ognun fa, proviene dalle disgra- zie ó di guerre ,0 di contagi , o di incendj, o di inondazioni , ilare pur troppo in Firenze ne* fecoli antichi frequentiflìme , elTendovi poche Chie- fe , che da sì fatti nemici non fieno irate fa echeggia te de* Codici , e di moltiffime cartapecore , Avvi però la Chiefa , e Monaflero di S. Anna fui Prato , la quale cifendo fiata foggetta quanto altra mai al fuoco > alle acque , e ad altri fomiglianti finirtri accidenti , tutta- volta ci darà utili notizie , onde ravvifar noi polliamo in due Lezioni i pregj della fua antichità , ed un te- foro adorabile di Reliquie de* Santi . Onde facendomi dall' antico , notar debbo in primo luogo il nome , col quale erano addimandate quelle Monache prima del Se- colo XVI. cioè le Donne di S. Anna in Verzaia, che così era appellato il primo luogo, dove abitarono , ed era quella Via , la quale fuori di Porta a S. Fridiano diceva!! a Verzaia , forfè così detta dalla copia di ver- zura , o di eibaggi, che in que' terreni nafeevano . Buo- naccorfo di Maffeo Pitti Notai Fiorentino ne fu il Fondatore , come Buonaccorfo di Neri Pitti nella fua Cronica alle pag. 3. e 4. riferifee, avendo comprato una cafa con terra vicina al fiume Arno nel popolo, e borgo di Santa Maria a Verzaia da MeiTer Andrea Mafi Fiorentino , e rogò lo Strumento Ser Stefano Figbini nel 1318. E l'Autore dottiamo della Prefazione a det. ta Cro-
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tà Cronica riporta la Bolla di Antonio diOrfo Vefco-
vo Fiorentino per mandare ad effetto la fondazione in data de* 14. di Settembre del 1318. La Regola , che.» abbracciarono le prime Monache ,< e che ancora inog- gi proferTano, è quella di S. Benedetto, dalle medefime sì Tantamente oflervata , che fi meritarono fempremai da* Fiorentini 1 più fegnalati benefizj , ed onori diilintifTì- mi 5 di alquanti de1 quali mi piace qui di farne- laude- voi menzione. IL E principiando dai pif Legati lafciati al Mo-
naftero , trovafi nel teftamento di Mone Fantini del Popolo di Santa Reparata un lafcito di fiorini 300. JJiominabus SanBe Anne in' Fcrzaia y rogato da Ser Fi- lippo di Albizzo ne* 23, di Luglio del 1357. e due ri- cordi dimoftranti V affetto di due nobili Matrone ver- fo le noftre Monache , leggonfi nel libro detto1 Cam- pione Verde della Compagnia di Or San Michele, ove il primo registrato al Quartiere di Santo Spirito pag. i<5i. dice ,, Ricordo come gli fpettabili Signori Capi- „ tani , e Uomini di Orto S. Michele di Firenze de- „ vono dare ogni anno in perpetuo al Monastero di „ S. Anna in Verzaia fiate di grano buono 50. le qua- ,, li ftaia fono per obbligo impoito da Maria Lucia „ di Buonaventura Amati, la quale nel 1370. lafciò e- », rede la noftra Compagnia,, e nel fecondo al mede- fimo regiftro Quarrier Santo Spirito leggeri come ap- preffo ,, Si deve dare in perpetuo per il giorno di ,j Santo Antonio di Gennaio al Convento di Sant'An- „ na in Verzaia ftaia di grano 6. e mezzo barile di „ olio , e 25. libbre di carne, così obbligati dalla e- ft redità di Madonna Francefca di Geri Lupicini ,, E prelTo i Monaci degli Angioli di Firenze conferva!! tra le molte , e preziofe cartapecore una fegnara num. 422. la quale è il teftamento di Donna Ghetta degli Strozzi rogato da Ser Bartolomtneo olim Battiti Civc Fiorentino y & Notarlo al dì 29, di Gennaio del 1418. Eila era fiata Moglie di Giovanni di Gherardino del Popolo di S. Felice in Piazza 9lafciò di eifer feppellita in
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in S. Croce stella Sepoltura di Baldinaccio degl* Infan-
gati, divife la fua erudirà in quattro Gentildonne , che furono Giovanna Uxor fault de BìHottis ., Caterina Uxor Fìliffii Castellani de Frefcabaldis , Caterina Uxor Domini Salmi de Camalcantibus , e Gojftanza Uxor Fr.an** cifri Ugolini de Drìcsllariis ; e al Mona itero di S. An- na fiorini 50.0,, con pbbJigazione di un Ufizio in per* peto© .. III. Fra gli onori poi non pochi , che fono flati
fatti alle ndjtre Suore , Je quali erano tutte della pri- maria Nobiltà di Firenze , notati trovanfi alle Rifar» magioni nel Libro detto Stratto, ove all'anno 1359» la Repubblica ordina , che fi fabbrichi una Chiefa in onore di Sant' Anna a quelle Monache : Monialibus SanBe Anne in Vergala edificetur Ecclejia per 0B0 depu- tato* ; e nel 1370. fi itabilifce, chele Capitudini, e i Ma- giftxati vadano a offerta :5 della qual funzione vede fi una Immagine dipinta da Iacopo di Pontormo nel .Quadro della Santa all'Aitar maggiore., ove in un Ovato da balTo rapprefentò la Signoria con trombettieri , e don- zelli in atro di adorare S.Anna. Ed un'altra memo, ria di onoranza l'abbiamo neli*antico Calendario fcritto a penna nella Libreria del Senator Carlo Stronzi, leg- gendoli in elfo così „ 26, di Luglio Sant' Anna è la „ -feiia alle Donne di Verzaia , ed in Orto S. Miche- „ k, ed è fenato al Podeftà , e alla Mercanzia „ L' o- nore però più pregevole io efìkno, che fuilè quello., che accenna il Dottor Brocchi nella Vita di S. Andrea Cor- fini Vefcovo di Fiefoìe in occafione di riferire la mi» racolofa guarigione , che dal Santo ricevette .una No- bil Fanciulla , e che io riporto qui colle parole ilefle^ del fuddetto Scrittore a pag* £4<5. „ Una Fanciulla di j, un ricco Cittadino fanò ifrantaneamente da una feb- „ bre etica , die T aveà ridotta ali' eftremo ; laondo „ quella per gratitudine della grazia ricevuta fece voto ,, a Dio ài perpetua caltità avanti all'Aitar della Ma- ,;, donna del Carmine, e dipoi veititafl Monaca nel no- j, Uro antico Monaiìero di Sant'Annapoilo allora prefib ,j alla
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mi
5, alla Porta di Sv Fridiano * ebbe la forte di potere
„ eflere infieme con altre confacrata in Duomo folenne- „ menre ( conforme fi consumava in que* tempi ) dal „ medefimo Santo Andrea fatto Vefcovo di Fiefole, il ,, quale dopo Tanno 1350. con permiflìone del Vefco- » vo Fiorentino , al riferire del Coccapani nella Vita „ del noitro Santo , fece la funzione di confacrare nel „ Duomo di Firenze alcune Monache del predetto Mo- j, naftero di Sant' Anna , e tra effe la fuddetra Fan- it ciulla dal medefimo miracolofamente fanata „ IV. Cariche così le noftre Religiofe di tante dì.
(Hnzioni arrivarono all' anno is^S»» epoca per effe di rooltiflìmi danni , concioifiacofachè avvicinatofi ormai V efercito Papalino a Firenze , di ordine della Repub- blica Fiorentina nel dì 20. di Settembre furono cava*. te dal Convento, e nel dì feguente fu rovinata e Chie- fa j e Monastero fino da* fondamenti a cagione dell' im- minente attedio , durante il quale abitarono efle prima in Cafa di Metter Marco del Favilla Cappellano della Me- tropolitana , Canonico di Volterra ,■ e di Cortona, No- taio Apoftolico, ConfefTore, e Governatore delle pove- re raminghe Religiofe , le quali dipoi pattarono in Ca- fa di Matteo Botti in Via de* Serragli , ed in ultimo in quella Gafa ivi dirimpetto ,- ove abitava Giovan Ba- tifta di Francefco Antinori nipote del Cardinal Sode- rini , poiché nafceva di Francefca Soderini fua forella. Levato 1* attedio, fu alle Monache conceduto lo Spe- dale di Santa Lucia vicino alla Porta di S. Fridiano di Padronato del Bigallo, che fu poi parte del Conven- to dell* Arcangiolo Raffaello . E giacché nell* Archivio del Bigallo ho trovato una lunga memoria del come_» fotte loro dato queito Spedale , io ne farò qui fomma- riamente il racconto* V. Giovanni de Statis Committario Apoftolico per
breve 4i Papa Clemente VII. come già più fiate è Ira- to da noi rammentato, avendo felicemente provvedu- to di nuovi Monaftcri parecchie povere Religiofe» che aveano patito famigliarne rovina > pensò ancora su cer-
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cercare per le noffre Suore un .qualche Luogo pio,
onde adocchiato lo Spedale di Santa Lucia , ne^ procurò da'Capitani del Bigello la rinuncia, che fe- cero il dì ig. Dicembre del 1530. per contratto roga- to da Ser Bartolo di Antonio Mei» e fottoferitto in eiTo da cinque Capitani del fuddetfo Bigallo , cioè Pao- lo Antonio del Giocondo , Bartolommeo del Migliore de^ Migliori , Cione di Niccolò Cioni, Iacopo di Va- lerio del Borgo ; e Tornmafo d'Andrea Minerbetti, pre- fenti eziandio Arrigo di Filippo Arrigucci Provvedito- re del Magiftrato, e del medeiìmo il Cancelliere Gio- vanni di Donato de'Lippi; e le condizioni di quefta do- nazione furono. 1, Che detto Monaitero fi doveflè chia- mare di S. Anna, e di S. Lucia , 2. Che la Compagnia foiTe Padrona , Protettrice, e Difenfora del Monaitero., 3., Che le Monache doveflero pagare ogni .anno per la Pu- rificazione alla Compagnia in legno di Padronato, libbre due di cera bianca lavorata , 4* Che k Monache non poiTano alienare de* beni immobili fenza licènza della Compagnia, 5. Che laBadefla tempo per tempo fi dovelTe confermare da Monfignor Arcivefcovo., o fuo Vicario, e da' Capitani della Compagnia, 6, Che {blamente lo- ro lì concedeiTe la Chiefa , le, Cafe, e 1* Ono, recan- do gli altri beni alla Compagnia ec. Nel dì feguente poi il medefìmo CommiiTario fece rogare T accettazio- ne delle Monache da Ser Giovanni di Zanobi di Bar- tolo de* Vannucci , ABum in Tornio SanBi Fridiani in domo loannis Baytiftae Francifci de Antinorts> ubi fipKtì- diBae Montale* yroyter Monajlerii carentiam conn)entua- liter mornntur , fraefentibvf Vencrflbilibus Viris Bar.tho- lomeo Ludovici Canonico SanBi Fridiani , & Maffeo luliani de Terranova Gubernatore iffarum Montaliufru fopdi Vermine Presbiteri* • E fé il paifaggio delle Mo- nache a S. Lucia non feguì fé non zi Maggio del 1531. non altra ne fu la cagione , che la neceifità di dare qualche ordine al luogo col murarne e celle, e Stan- ze per ridurlo di Spedale in un Convento. Mi difpen- fo dal parlare in queita occafione della fondazione del fud-
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fuddetto Spedale 9 giacché a piò comodo tempo ne ra>
gioneremo nella Storia del Bigallo. VL Tornando ora alle Monache di Sant'Anna: già
entrate nel nuovo* Convento\, mi difpiace di trovarle {contente , chi per l'aria apprefa nociva, chi per là memoria ancor viva del primo magnifico* perduto Mo- nafì-erp > e tutte per V anguria del luogo , il quale per vero dire al numero , e alla qualità di tante No- bili , e Sacre Vergini era nrettiflimo . Né fu loro dif- fidi cofa il fare arrivare i proprj lamenti al Duca A- lelTandro , anzi aiutate da potenti Cittadini ^fecero al Duca un Memoriale, nel quale narrati i gravi pati- menti;, che in Santa Lucia foffrivano, a Sua Eccellen- za chiedevano la Chiefa , e lo Spedale di Santo Eufe- bio fui Prato , che era di Padronato dell''Arte de'Mer- catanti . I termini ne' quali era concepita la fupplica fecero colpo nel buon cuore del Principe , che non lardò punto; a raccomf n£jare la cofa a* Confoli di det- ta Arte ) i quali, come leggefi nel loro Archivio, ra- dunati nel dì 16. di Marzo dei, 1J33. e metto V affare a partito, reitò vinto in favore delle Supplicanti, e nel dì 17. dello fteflb Mefefu la grazia confermata con 22. Voti dal Configlio Generale, rogando il Cancelliere Ser Benedetto di Matteo^ di Galligari con le feguenti condizioni: 1. Che foggetti reuafo;o all'Arte tutti i Miniftri della Chiefa, e Cappellani , come alcune Cafe che fi riferbavano alla loro difpofizione, e dominio. 2. Che le Monache fi obbligailero a titolo di cenfo perpetuo, ad imbiancare i panni della Sagreftia di San Giovanni a fpefe proprie , ed in terzo luogo , che il Convento di Santa Lucia da effe abitato fi cedette alla medefima Arte » Per quefte tre condizioni alquanto gra- yofe fu d'uopo alle Monache di ricercar la licenza dall' Arcivef<;ovo Fiorentino Monfignor Andrea Buon- delmonti ,, la quale fu data a* 20. dello fletto mefe dal Dottore D. Antonio de Pretis Vicario Generale, ere- ftò rogato il Contratto nel medefimo giorno da Ser Raf- faello di Miniate di Mattia Baldefi, onde nel dì folenue Tom. IV. Ff della |
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della Santtflìma Annunziàta 1 ietiflime le woitré1 Mo na*
che coli* accompagnamento {bienne dì molte Gentil- donne entrarono in Santo Eufebip » che noi di qui in poi appelleremo Sant'Anna fui Prato,. VÌI. Ma per dire alcun die dello Spedale dì Santo
Eufebio porrò in queftp fine il racconto di una ciarle di Infermi non indegni di efTer faputi , ed andati in- oggi qua-fi in dimenticanza » e farà la notizia degl'in*, fetti di quel malore , che lebbra li appella,, per curazio.- ne della quale molti, e difpendiou* edifizj Ci facevano ì come appunto era quello di Scinto Eufebip. Ma per- chè il Ohi a ri Aimo Signor Domenico Maria Man ni nei Libro %lll. de* fuoi Sigilli per iÌlu#razione di un vetutìo Sigillo ufato da* Vifkacori di rimili Spedali, ci fomminiftra vacie memorie circa quello Spedale , io qui le riporto # Egli è indubitato » che la Città |> di Firenze non fi Jafciò mai fuperare da niun js altra dell' Italia nelle opere di pietà} tome terfi* Ir'ficano le molte , e moke Chiefe , Monafterj > Con. j, ferva torj , e Spedali, che ella ha in fé } e ne* Sub- >., borghi fuoi conteneva , alcuni de' quali per vario „ occadoni fono fin qui -dei tutto difmeffi . Tra quelli ,, vi ebbe per fervizio de' lebbroli lo Spedale > allora » fuori di Città, di Santo Eufel>io dal Comune dà .,, Firenze edificato } e dotato fui Prato di OgnijTanti 55 Tanno n85. nei luogo, che poi divenne il Monafte- j, xo éi Sa-nt* Anna } a confino certamente con alcuni w effetti delia Famiglia Acciaiuoli . il cui giardino, oggi „ dell* Eccelìentiflìma Cafa Corfìni., conferva con alcu- „ na memoria degli Acciaiuoli le loro Armi . Uno „ de' motori alla fondazione di quello Spedale fi Jeg- „ gè eilète flato Vinciguerra -dell'* antica Famiglia de' „ Donati /quegli che fu Padre di Buofo, e* di Forefe9 5, i quali , fi trova., che infieme colle loro Mogli ve»* j, dono nel i2ii. alcuni effetti a Bongia di Donati, „ una delle quali, cioè Aldruda moglie di Forefe dtt- ,, to Forteguerra -, indurle a' fuoi Conforti nell5 anno % 1215. Melfe-r Buondelmonte Buondelmonti a prendere „ la
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„ la fua bellifljma figliuola de* Donati per moglie , ca-
j, gione lagrimevoliflìma degl'implacabili odj , e delle 5, fanguinofe fazioni de* Guelfi , e Ghibellini. Quindi 5£ è che in S. Anna fi leggeva , fecondo che è flato » fcritto :-, A. MCLXXXVT. NOBILI5 QVIDAM
VINCIGVERRA NOMINE DONATI FILlVS HVIC ECCLESIE HVNC LAPIDEM PRO SVE ANIME REMEDIO DONAVIT . $ S'uffeguentemente dàlia Repubblica fi affegnÒ , per
> governarli quello Spedale all' Arte di Galimala , la- *, quale ebbe a cuore di custodirne le fue entrate , non 5, meno che il poffeflTo del medèfimo , contraftatole al- ,, cuna volta . Intanto Papa Giovanni XXII. lo efentò „ dal pagare le Decime . Non contenta però la Re- i, pubblica {tetta di avere un folo Spedale per i leb- „ brofi , fi trova che l'anno 1338. per i Confoli fteflì „ dell' Arte di Calimala fé ne edifica un altro fuori j, della Porta a Faenza , dedicato a S» Lazzero, in luo- „ go detto Gamyo Luccio da fervire per curare tali in- ,, fermi > afTegnando altresì calzare, e veftire. La deno- „ minazione di Campo Luccio io vo immaginando, che j, derivalfe le non" da un nome proprio di Perfona, dal- „ la molta erba Luccia , che ivi fi produceife, che è j, queir erba notiflìma , la quale nafce ne* Prati , e fa „ una fola foglia per ciafcuna pianta . Quello Spe- 3, dale però , come quello 5 che anche nelle ampliazioni 3, della Citta reftò (empie fuori delle mura di elfa » „ convenne, che nell* afledio del 1529. fi demolilfe. a, Rimafe non per tanto in piedi quello di Santo Eu-
3, febio , che nel fecondo ingrandimento della Città re- 3, fiato era dentro , e quivi fi profeguì a curare , ed 33 aflìftere a i lebbrofi fino all'anno 1533. ( ab Incar- ti natione ) in cui quefto venne aflegnato dall' Arte fteflk 9, con certi obblighi alle Monache di S. Anna , ed al- i> lora fu che per dare faviameme luogo a i lebbrofi Vi % 33 fuori
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li fuori dì Città C a Ponte Rifrèdi j fi prefe a linea dal-
,, le Monache di S. Giuliano di Firenze, il luogo pre- „ fentemente detto a Montaigne l Or quivi 1* anno fud- jj detto fi ordinò, che andatfero i Jebbrofi, ridotto pri- „ ma il luogo ad ufo di Spedale, coi titolo di S. la- „ capo , e di Santo Eufebio, fìccome da due quadri di „ quello Santo ivi nella Chiefa fi conferma ; in un de* ,, quali è Santo Eufebio col cane a* piedi > ed avente » nella mano un' iftrumento , del quale fi fervono per j) ugnerfi i lebbrofi col confueto medicamento eo „ Vili. E debbo io arrogere alle notizie fin qui dette
de' fuddetn Spedali, come una bella ? ed erudita memo- ria fopra di elfi è flata fcritta per commiflione dell'Im- periale Reggenza dal Signor Giovan Batilta Doccioni ratrizio Fiorentino 5 nella quale egli nulla ha tralafcia- to , ó fi voglia di antichi legati, contratti x acquilti, e vicende, opera manoscritta3 ma che ha tutto il meri- to di ufcire alla luce. |
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Rima che torniamo alla Chiefa di Sant*
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Anna , per non omettere cofa alcuna
intereflante la noftra iftoria, diremo •alcunché dello fteffo Prato, il quale dà il nome a quefta Chiefa, ed infie- memente ad altre due ,. ed eziandio ■ks-aj» alla Porta della Città detta Porta al Prato, murata da'Fiorentini in occafione dell'ultimo cerchio, avendo pofeia atterrata 1* antica addimandata da Giovanni Villani^ Porta al Ponte alla Carraia. Su quefto Prato adunque ne* tempi antichi fono avvenute battaglie fanguinofe » e piacevoli ; tra quefte annoveranti que' giorni di allegrezza , ne' quali fi guerreggiava dal popolo divifo in fazioni dette le Potenze» festeggiando, ed armeggiando fotto alcuni chiamati Imperatori , ed il Prato avea il fuo Imperatore collo ftendardo dentrovi dipinto il pozzo di quello Prato; e quefta ufanza ài armeggiare nel popolo introdotta nel 1343. giuda . P Ammirato lib. IX. da Cìno Cini Gonfaloniere, trovati* durare anche nel Principato, come leggefi nei Diario fcritto a penna dal Marucelli nell'anno 1545., nel qua* le dice „ Si armeggiò dagl' Imperatori addimandati , „ della Città rolla, della Mela, di Monteloro, della \ì Nefpola, del Prato, e del Giglio, e quefto volle il „ Duca Cofimo, che fi addimandaife il Re Piccino» per*» ,, che di ftatura nano, altri chiamavano* Re, e Du- Y, chi, come quegli della Graticola-, della Macina, della „ Spigha , e di Biliemme „ Traile battaglie poi fangui- nofe |
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nofe celebre fu quella, che rammenta Ricordano Male*
{pini al capo 185, e fu contra i fuorufciti Ghibellini , i quali feguaci del Conte Novello Guido tentarono di ritornar da quella banda in Firenze , ma da' Guelfi af- pramente faettati, e feriti, aftretti furono a fuggire • Quello Prato finalmente rimalo chiufo in Città nel!* ultimo recinto, fu circondato di varj ediUzj , tra quali fanno vaga veduta tre Chiefe , il Calino de' Coilìni, ed un lungo braccio di cafamenti uniformi edificati dal- la Religione de* Cavalieri di Santo Stefano: Finite poi per grazia del Cielo le guerre civili , e per gravi motivi proibiti altresì i giuochi popolari dell' ar- meggiar delle potenze, fu di quefto Prato fuccedute fono le gare de*Barberi, cavalli famoiì al corfo, i qua- li di qua prendono le morte per guadagnar i ricchi pallj foli ti darri nelle fefte di San Giovanni , di San Piero, e di San Vettorio, né può negarli, che il più bello, e dilettevole di tali corfe non jì goda fu quello Prato , come fi vede dal Rame, che qui diamo, fattoli copiare da un quadro di raro pennello predo i Signo- ri Marche!! Ridolfi di via Maggio, cui io ne debbo grado per la correfe licenza concertami di poterlo ri- trarre, confervandofi dal gentiliffimo Marchefe Cofìmo nelle fue nobili flanze ; forfè fpracerà a taluno il non vederti nell'immagine il terrazzino de'Principi, è pe- rò fcufabile il pittore, che avendo voluto metter in bel- la veduta la molta de* Cavalli fecondo le leggi della profpettiva , non potè rapprefentare tutto il Prato . E così data una breve notizia di quello luogo entreremo in Sant'Anna. , li. E primieramente noteremo, come per ifpecial
favore de* Duchi Aleffandro, e Cofìmo de' Medici dall' Arte de'Mercatanti furono cedute al Monaftero le ra- gioni fopra la Chiefa, ed alquante cafe; onde rimate libere padrone le Monache, coli'aiuto ancora di gene- xofe limofme, e di abbondanti legati, poterono rin- novare la Chiefa, ed ampliare il Convento. ìi benché io non penfi di riferire qui i tanti lafciti dai Fiorenti- ni |
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VEDUTA DELLE CHIESE SUL PRATO COLLA CORSA DE BARBERI
i • C/ile*JCV e <Jt€oruz*féesr-0' di if\Ann®~ 2. - (3hieefa~ e <Jf/ùma*ftero' di U-UnaricL-
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ni fatti a- quelle Suore-le quali gratiflìme » di tutti i
benefattori tengono un minuto novero nel Libro inti- tolato Ricordi del Monaflero , tutta volta non debbo tra- lafciare alquante donazioni) ed ereuitk, come quella di Lucrezia Acciainoli ne* Venturi , che alla fua morte fe- guita nel 15^9. fece erede la fua unica figliuola Donna Leonora Venturi Monaca in quello Convento, e due altre donazioni del 1595, cioè di Ferdinando Ximenes di un podere, ed il testamento di Caterina Lotti mo- glie di Bernardo Minerbetti, la quale avendo chiama* te fue Eredi le Monache dell'Arcangiolo Raffaello, le obbligò a pagare ogni anno 50. lire al noft.ro Mona- itelo. Io trovo pure nel 1648. in favore di Sant'An- na una eredità del Reverendo Bartolommeo della Val- le con la fondazione di una Cappellani* in Chiefa; ed eflendo nel 1358. mancata in Firenze la Famiglia de* Maccanti, tutti i beni mobili, e ftabili di loro, pafla* xono al Monaitero , dove vivea Religiofa ProfefTa Don- na Margherita figlia unica di Iacopo Maccanti . Chi pe- rò merita eterne lodi fi è il Padre Iacopo di Lorenzo Mandorli della Congregazione dell* Oratorio di S. Fi- lippo Neri» il quale avendo in Sant'Anna una Nipo- te Monaca, teftò ogni cofa in favor del Monaftero, che nel 1720. per la morte di detto Padre acquiftò la fomma di feudi i^óió, obbligando folo le Monache a due an- niverfarj in perpetuo, e di fonare ogni dì alle 3. ore della fera 1' Ave Maria in onore della Paffione di Gesù Crifto . Finalmente oltre i foprallodati darò di altri benefattori la nota , che fi conferva in Monaitero, e fono i Pitti fondatori , i Lupicini, i Morelli, i Pafqui- ni, i Tempeftì di Prato, i Monti, i Lapaccinì, i Cam- bini, e i Ballerini: ed in quello numero entrano al- quante Monache , le quali concorfero con abbonde- volezza di limoline a rendere più magnifico il Conven- to, e più vaga la Chiefa, la quale nel 1673. fu adorna- ta di pietre ferene, e maffimamente l'Aitar maggiore di colonne d'ordine Corinto, il tutto dovendoli alla pietà di una divotiffima Converfa del Monaftero e fé in que* Ita
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fìa occafione fi fmarrirono antiche lapidei è però ri-
mafa alla parete murata dalla banda del vangelo dell' Aitar glande queir antichiflìma che è ài un tal Cavaliere Enrico, nella quale fi leggono i verfi feguenti ; MILITIE POLLENS Et IN ORDINE MAGNVS EQJESTER
NOEILIS ENRICVS CARNE SQLVTVS OBIT.
HINC LVCTVS GRAVIS EST ET AMIC1S CAVSA DQLORIS LVMINIS ORBA SVI PATRIA TOTA DOLET .
FLENT EQVITES EQVITEM IVVENES IWENEMQVE POTENTEM FLENT CONSANGVINEI LVMEN OBISSE SVVM
PROSAPIE PATR1EQVE DECVS VIRTVS EQVITVMQyE H1C FVERAT CVJVS FAMA PERENNIS ERIT
CORPORE MORTWS EST SED VIVIT PERPETE FAMA HVNC DEVS IN REQVIE PERPETRARE VELIT .
HINC QyrNQVAGENO CHRISTI POST MILLE SVB ANNO CENTENO SEXTO CELICA REGNA PETIT .< Predo ai quali verfi riportati con quella ortografia} col-
la quale furono feruti, ci attella Stefano Roflelli di a- vervi letto a fuo tempo quelle parole ; PRESBYTER . PETR . FECIT . FIERI ♦ HOC . OPVS . MCCVIII.
Se poi quello Convento è magnifico quanto altro
mai', ne dobbiamo grado a Donna Lorenza Venturi, la quale lo accrebbe di nuovi dormentori, di comode fìanze, ed ampliò il Refettorio, ove alla tettata vedefi la moltiplicazione de* pani fatta da Grillo, opera di Antonio delle Pomarance . Ili» PaiTandofi ora a favellare del più bel pregio
di quello Monastero > che fono le ragguardevoli Reli- quie componenti un adorabile teforo, incominciar fi vuole da un • affai ricco Reliquiario, dentro cui ado- rali il legno della Santa Croce, che già fu del Re di Francia Francefco II. Ma come sì pregevole Reli- quia venifie nelle mani delle noli re fortunate Religio- fe> lo diremo qui a motivo di aggiugnere notizie alla |
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Ho ria, ed infiememente per rammentare i meriti del
valente Artefice Fiorentino Benvenuto Cellini, del qua- le ognuno fa, eflere opera fua ammiratiflìma il Perfeo di bronzo fulla Piazza dei Palazzo vecchio di Firenze* Quelli adunque infigne nell'Arte dell* Orificeria 5 ec- cellente intagliatore di medaglie, e non ordinario fcui- tore, e gertatore di metalli, nell'anno 1540. fu chia- mato a Parigi dal Re , che gli aflègnò 700. feudi di pendone, impiegandolo in lavorare prima dodici fta- tue d' argento, e pofeia altre beile figure di metallo » nelle quali opere, e in altre molte il Cellini così be- ne fi guadagnò 1* amore, e la Hirna del Re, che in un libro fcritto a penna da lui leggonfi quelle parole dettegli da quel Monarca „ Mio amico io non fa 15 qual fia maggior piacere, o quello di un Re di a- „ ver trovato un virtuofo fecondo il fuo cuore, o il „ contento di quel virtuofo di aver trovato un Prin- ui Cipe , che gli dia tanta comodità di potere efprime- » re i fuoi nobili concetti „ Da quello generofo Prin- cipe ;£u rono fatti a Benvenuto mòlli onori,-e preziofif- fimi doni, e tra quelli ebbe egli un vafetto d* oro con dentrovi del Legno della Santa Croce, che con feco portò il Cellini nel fuo ritorno a Firenze, iJ qual feguì nel 1566. e venuto a morte nel 1570. con altre ricchezze lafciò quell'ancora ad Andrea fuo figlio, il quale morì ri- manendo una fola figliuola, the maritata con Iacopo Maccanti, fu madre di Donna Margherita Monaca in Sant'Anna, alla quale co'beni paterni venne anco la fuddetta Reliquia nel 1/558. E dalle Monache fattoli aprire per via dell' Ordinario il Vafetto d' oro , fi trovò in elio un chiufino di piombo con alcune let- tere Franzefi antiche incifevi, le quali in noftra favel- la dicevano „ Tre pezzetti della Santa Croce di Gesù „ Crifto> e frammento di fua Colonna „ le quali facre cofe per renderle a tutti più vifibili furono trasferite in un nuovo, alto, e vago Reliquiario di argento nell* anno 171& 0y.ml k,-: ;. [3, IV. Oltre poi a quella così infigne Reliquia con-
Tóm^Tljr, q a fer- |
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fervali -fotta dell'Aitar maggiore della'Chiefa in una
caflettina la coltola di Santa Geftanza , e una mandibo- la di Santa Maflìma ambedue Vergini, e Martiri; ed all'Altare del Coro interiore, in un'altra caria fono vi Ja te/la di Sant'Angiolo Martire , l'offa di Santo Antonio Abate, di Santo Rocco, di San Placido Benedettino, e primo Martire di quell'Ordine , colle Reliquie di Santa Caterina da Siena, e di Santa, Caterina de*Ric- ci , ed un vafo di criftalio di monte avente Capelli di Maria Santiflìma; le quali tutte fommariamenre io ho accennate, per dar qui luogo al ragionamento di altre tre Reliquie , e fono di Sant'Anna , di S- emiliana de' Cerchi, e di Santa Vittoria Vergine» e Martire . Di Sant'Anna adunque aveàno quelle Sante Religiofe, fin da quando erano nell'antico Convento di Verzaia , un Dito, che fovenre andava/in giro a confolare gì' in- fermio molti de* quali ne riportavano grazie miracolo- fé ; quando da un facrilego non folambnte fu loro in- volato » ma in liiogo della vera Reliquia fu foftituito un offo fomigMante al dito, cofa che non fu avver- tita per qualche tempo dalle Monache, le quali pofcia principiando a dubitare dell'inganno, vollero aflìcurarfi da'periti, fé fofìfe quel deflb, e col voto di parecchi fu giudicato quelle non folarnente nonelfere il dito, ma né pur oMo umano, onde la reliquia fu interdetta dall'Ar- ci vefeovo Giufeppe Maria Martelli, e dal medefimo fu lo- ro procurata altra Reliquia di Sant'Anna, e fu parte dell'offa della Spalla della Santa, che confervali pref- fo i Monaci degli Angioli, e quello vedefi ora in un vaghiffimo Reliquiario d* argento coli' autentica rogata da Gio: Bautta Vignali Cancelliere dell' Arcivefcovado 15. di Luglio 172^. La Reliquia di Santa Umiliana de' Cerchi è parimente un Dito, il quale nel libro de' Ricordi del Convento trovali elfere irato di Mona Piera Belcari parente de' Cerchi, e poi per ferramento fatto da Giovanna Pafquini figlia di detta Piera nel 1^27. donato a Donna Eletta Pafquini Monaca in quello Monaitero.V : |
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V* Segue ora Ja terza Reliquia > che è il corpo di
Santa Vittoria Verginee Martire , del,quale; per eiTer venuto a Firenze in tali circostanze di tempo, che die- dero motivo di farne una folenniflìma fefta, dirò qui alcuna cofa, che fecondo il mio iititutp accrefeerà lu- ce , e fplendore a quefta Chiefa . Neil* <anno adunque \6%6. pieno di vittoriofi avvenimenti dell'armi Cri- stiane contro del Turco, e principalmente lietiflìmo per la conquida di Buda fotto la brava condotta del pro- de Generale il Duca ài Lorena , da Roma fu manda- to a Firenze il corpo della fuddetta Santa , donato dal Cardinal Flavio Chigi alle Monache quivi ProfeiTe Donna Teodora Maria, e D. Margherita Celefte forelle del ce- lebre Mufico fpprallodato Francefco Ballerini ; e porta- to in carrozza da* Reverendi Don AleiTandro Ambro- gi, e Girolamo Mendoìla al Monaftero, fi di/ponevano le divote Religiofe a farne una folenne fefW, ma non mai così fplendida, quale fi vide mercè la pietà del Granduca Cofimo III. Conciofiachè appettando ogni di l'Altezza Sua la lieta nuova della prefa di Buda,'fece dire alle Monache , che voleifero digerire la folennità di Santa Vittoria per celebrarla con più ftrepito, infieme colla vittoria de'Criftiani, e però nel din. di Set- tembre giunto il lieto annunzio , non tardò il Grandu- ca , che tre giorni ad ordinare un pubblico rendimen- to di grazie a Dio coirefpcfizione nella Cattedrale del Corpo di Santa Vittoria giacente in un* Urna di fino intaglio tutto mellò a oro, lavorato da un certo Cavallo Romano colla fpefa di feudi 85, Nella notte de* 15. fi portarono privatamente a prendere il facro teforo quat- tro Canonici Fiorentini Niccolò Castellani Vicario Generale, 1* Arcidiacono Luigi Strozzi, il Decano da Verrazzano , ed il Canonico Quaratefi , e giunto al- la Cattedrale, fulla porta fu ricevuto dagli Operai, da Cavalieri, e da Cappellani, i quali con molti lumi lo accompagnarono fino all'Altare di S. Zanobi, ove flet- te tutta la notte , mentre.fi terminava la macchina di una Piramide dal tamofo Ingegnere Marcellini} fulla Gg % qua-
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quale di buon mattino fu efpoila la Santa alla venera-
zione del popolo con un* illuminazione del Terrazzino della Cupola, del recinto del Coro, e degli archi della Chiefa in tutto contandoci 1436". fiaccole. Cantò la MeiTa 1' Arcivefcovo Morigia a quattro cori di Mufici della Corte, e coli*intervento della Sereniffima GranduchefiTa Vittoria, al giórno dopo i Vefpri diedefi'principio alla proceffione, nella quale oltre tutte le Regole, e Con- fratèrnite vedeanfi circa $o®, nobili con torce accefe, i quali palfando per S. Giovanni andarono al Centau- ro, e voltando al canto de* Tomaquinci, pel Borgo di OgniiTanti entrarono fui Prato, dove dal fuddetto Mar- ceìlini eravi difegnata in tre navi una Chiefa poftic- eia con otto porte per dare sfogo alnumerofo popolo; vedeva/! una bella Tribuna, con Altare, e Refidenza per VArcivefcovo, dal quale fu intonato il Te Deum e pofeia data la benedizione colla Santa Reliquia , la quale di notte fu reftituita alle Monache, che la ten» nero efpofta per due altri giorni nella propria Chiefa, e di poi la collocarono fono dell* Aitar maggiore, ove di prefente fi conferva, VI. Aggiugneremo al novero delle fuddette reli-
quie un tniiacolofo CrocifilTo, in cui Angolare è la fi- ducia ài tutte le Suore ne*cafi avverti, ilecome un* Immagine di Santo Antonio da Padova, che in Coro n'alluminò Donna Maria Vincenzia Pellegrina, già cieca da 17. anni. Né tralasciar voglio di accennar una loro tradizione , che eiTendo flato portato in quefta Chiefa il Corpo di S. Ireneo Martire per trafportarlo con pom- pa a Santa Maria Novella nella Compagnia di S. Bene- detto bianco, le Monache udirono un'armonia angeli- ca' intorno alla Santa Reliquia, che durò tutta la not- te. È per fine dirò, che due di quelte Religiofe, cioè Donna Diamante Torni , e Donna Maria Geltrude Magnani nel 1642. andarono Fondatrici del Monaste- ro ^ di Santa Maria del Gesù a San Cafciano, fondato dalla Famiglia de'Paolfanti . E della Sacra fotto del Coro ieggefi la feguente ifcrizione : .A DIE
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DIE XXII. APRILTS MDCLVt.
ILI. AC REV. D. D. ROBERTVS STROZZA DII ET APOSTOLICA SEDIS GRATIA
EPISCOPVS FESVL. COMES TVRRICHY &c. HANC ECCLESIAM
IN B. ANNA HONOREM CONSECRAVIT.
ET ANNIVERSARIVM DIEM DEDICATIONIS HVIVSMODI
IN VLTIMA DOMINICA AVGVSTI ANNI CVIVSLIBET STATVIT
EAMDEMQVE ECCLESIAM SINGVLIS CHRISTI FIDELIBVS
VISITANTIBVS
IN IPSO ANNIVERSARIO XL. DIES DE INDVLGENm CONCESSIT.
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L E Z I O N E XXIV.
DELLA CHIESA E MONASTERO
DI SAKTA MARIA £ SAN GIUSEPPE
SUL PRATO.
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Coflfeflar il vero 5 per ritrovare 1' an-
tico principio delle Monache di Santa Maria ibi Prato, none/"ufficiente noti- li WZ__A\ (fi z,a i*Anno 1289. nel quale fi diede fui I f£T'-'^Sk\MM Prato d* OgnilTanti incominciamento a detto Convento , ma fa d'uopo ? per
rinvenire la prima > e vera origine loro, P ufcir di Firenze a cercarla nel popolo di San Chiri- co a Marignolle , ove nel 1200.0 in quel torno eran- vi Donne confacrate al Divino fervizio 5 Io che chiaro fi dimorerà da varj teftamenti , ne' quali a titolo di Le- gato pio fi legge : Reliquit Dominàbus de Marignolle in Ì°tm $' Q**r*t* 3 ora fiorini 20. ora 50. ed anche fino a 100. come nel ferramento di Donna Ricca leggefi : Dna Ricca Vìi. Uxor elitn Domìni Giani de Tornaquincit , & filiti, olim Bonacofe de f>oj>. S. Vancratii fecit tefìamentum xii. Martti 1274. «bv. lafcia molti legati a parecchi Monafterj } tra* quali è nominato il noitro , reliquit florenos centum Dominabus de Marignolle i&c. Atlum itu Ecclejia Fratrum S» Egidii iuxta fovea* C ivi tati* Fio* rene. Ego Michael Ciujfardi Not. & Iud. rogavi • CIicl» poi quelle Religiofe di Marignolle folfero quelle itef- fe , che nel 12S9. vennero a Firenze in Santa Maria fui Prato , ne abbiamo altra pure autorevole cartape- cora nell' Archivio del Monaftero al numero 2. ed è una fupplica delle fuddette Monache di Marignolle al
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al Vefcovo Fiorentino Andrea de'Mozzi , nella quale
chieggono licenza di abbandonare 1' antico loro Con- vento i e di parlare a Firenze per ivi fabbricarli Chiefa , e Monastero . E perchè quefto Memoriale., fembrami utile affai » onde viepiù illutirare la Sto- ria , lo riporto qui come fegue : 1288. rj* di Febbraio Lapo q. Gualterotti pop, S. Miniati? Inter turres,. & Phi- lippus q. Benciqjennis pop. S. Felici* in piazza , Sindaci Dominarum Abbatijfe & Sororum Monatti crii Jtti in pop. S. Quirici de Marignoile Fiorentine Diece* Net non D, Mane&ttf q. D* Spine de Scali* , & D. Koggerinus d$ Vigli* , Gianus Rubens*, <Jr Clarus de Erris amici , fjf confanguinei , & linea parentele coniunBi Ìj>Jis- Domina' bur de Marignoile , fupplicano il Vefcovo Fiorentino a concedere alle dette Monache licenza di poterli trasfe- rire dal detto loro Convento di Marignoile in uru Convento da fard di nuovo nel Popolo di Santa Lu- cia di Ogniffaati vicino a Firenze , con facoltà di fep- pellire le morte loro -, e que' della Famiglia, e Serven» ti • Il Vefcovo ne concede la licenza . ABum in Epi* fcopali Fatatici . Ego1 Vanni olim Uomini FerfeBi de Fo- diobonzi lud* àf Hot. II, Ed in queita carta non deve tralafciarfi di ri-
levare, qual foffe la condizione di quelle Monache > certamente di nobili natali, mentrechè nella Supplica i Sindaci s* appellano Parenti delle Monache, con quel- le parole confanguinei, & linea parentele coniunBi ipjìs Dominabur de Marignoile ; ed i fuddetti erano tutti di Famiglie illuftri v Mi difpiace però di non aver docu* mento alcuno fopra la Regola»'che profeffavano dette Suore innanzi alla partenza da S. Chirico , ed inclino a credere, che fino alla loro venuta in Firenze non a» veiTero particolare iitituto , poiché vedremo tra poco, che ftabilitefì pofeia fui Prato , abbracciarono la Re- gola di Santo Agoftino . Frattanto accennerò alquanti contratti , che fono in Convento > ne* quali polliamo ravvifare da chi effe compraffero il terreno , fui quale edificato fu il nuovo Monaitero j e nel riferire quelli Iftiu-
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Iftrumenti io non offerverò l'ordine de'numeri, co'qiìà»
li fegnati fono nell'Archivio, ma bensì quello del tem- po, in cui per mano de* Notai fi fecero le vendùe. All' anno adunque 1288. due compre feguirono , che fono le feguenti: Kal. MartHan. 1288. lamfigliazzus fil. olim Roffì Iamfigliaz>zi pop. $. Trinitatis vendit CI aro fil. q. Stoldi de Erris pop. $. Trinitatis quamdam Turrim cum Valatio , & Domibus y & Curia cum 4. Staior, terre pò* fite in pop. S. Lucie de S. Eufebio, Rogavi Ego Cambiai ludex 'fil. Aldobrandini. Segue il fecondo Contratto ai p. di Marzo dello fteflfo anno, e dice t Clarus fil. oL Stoldi de Erris pop. $, Trinitatis vendit Bancho ol. Spf* gliati ditti pop idi ementi prò Domino Manetto fil. olim Spine fil. ohm lacobi della Scafa populi ditti quamdam Turrim cum palatio & domibus pofitis in pop. S> Lue ir de S* Eufebio .Tefies Vellut. Bonchriftiani , Tignofus fiL olim Guidi Belloni pop. S. Stephani ad Pontem". Ego Cambius ludex & Not. fil. Aldobrandino rogavi . Il ter* zo poi Contratto, che fi crede edere una conferma dei due fuddetti , e di altre vendite, dice come ap- preiTo : 16. Marzo 1289. Dominus Mamttus fil olirne Sgine olim lacobi della Scala pop. S* Trinitatis vendi* Lapo fil. olim Guaite rotti ditti Populi <, & Filippo fil. 0- lim Bancivenni Sindacis, i$ Proiuratoribus Dominar um* Monafierii de Marìgnolla tres partes prò indivifo cuiu- fdam turris , domorum, Palati? > & 4» flariorum terre pò- fitte, in pop. S* Lucie de Santto Eufebio a 1* Via , a 2, Via 5 a 3. & 4. lamfiliazzi quondam Raffi lamfiliazzi * Gianus Roffì q. Brunetti pop. S* Stephani ad Pontem m Clarus file q. Stoldi de Erris , & Lapus fil. ol. Arrìghet~ ti Petrobuoni ambo pop. S. Trinitatis mallevadore/ , Attum plor. prefentibus Dominis Nieolao & Brindagli a fratres %i et filli olim Bartholi de Acciaiuolisr,< & Leonetto fiL Sitneonis de Acciaiuolis , Ego Cambius lud. & Not* fil. Aldobrandmi . Ed agli accennati Iflrumenti ag* giugnere debbo il quarto , eùftcn te pure nell'Archi» vio delle Monache j et riguardante gli antichi Signori, del fuolo del noitro Monaitero 9 ina.particolarmente. |
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la Torre s della quale parlano i fuddefti Comratti, dai
quali chiaro fi ravvifa > che parecchi n* erano i Padro- ni , e dovendoli quefta per comodo della nuova fab- brica diroccare, fu d'uopo moltiplicare i contratti, e però ai 15. di Gennaio del 1291, il fece il feguen- te ; Cenni, & Andreas Fratres , & Fitti > & Heredes f. Carboni* fopuli S. Tetri Scherag. wendiderunt Clara fil. &L Stoldi de Erris pop. S* Trinitatis ementi prò Domi"' nabus Monaflerii S. Marie J'ni Prato Jìt. prope Fior. quar~ tam partem turrisl, & domorum in pop. S. Lucie de S*~ Ehfelio 15. Ian. ligi. Égò Cambius lud. & Mot. fil* Aldobrandino . ìli. Gr vedute che abbiamo qyefte compere fatte
da' Sindaci delle Monache , ci piace rammentar qui la funzione del gettai:/! la prima pièrra benedetta dal Vefcovo Fiorentino Andrea, della qual folcmiità fcriffe già la dottiflìma penna del Canonico Salvino Salvini nella Vita del fuddetto Vefcovo come fegue „ La Ghie- 5j fa , ed ; il Monaftero di Monache altresì di Santa 5, Maria fui Prato , pure allora fuor di Firenze, fu be- }, nedetta , ove intervennero a quefta funzione il dì 3. 5, d* Aprile 1289. per ifcrittura in quel Monaftero y ,, tra gli altri infleme col Vefcovo Andrea , che gettò „ la prima pietra , cinque Cavalieri Gaudenti nominati' „ nel contratto Fratres Militie SanBe Mark , e furo- „ no Fortebraccio Boftichi, Ruggieri Minerbetti , Bian* 5> co dello Scilinguato, Manetto Cavalcanti, e Duran- s) te di Dietifalvi de* Catellini oggi da Caftiglione, ne' „ quali è fpefTeggiato il nome di Dante , derivato dal n fuddetto llluftre Cavaliere „ Ma perchè la Scrittura accennata) e conllderata dal foprallodato Canonico con- tiene altre belle eircoftanze , lafcian-domi- io portare dal- la vaghezza di cofe nuove, riferirolla in extenfum, co- me apprelTo : Anno Domini 1289. Ind. 2. die 3. Aprilis die Lune Hebdomade SanBe , Andreas de Mozzis Epifco~ pus Fior. funda<vit Ecclejiam S. Marie de Irato in loco de Parrocchia S. Lucie ad SanBum Eufebium fupra ter- renum emptum per Dominam Filippam AbbatiJfam , & ì Tom. IV. H h tius |
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eius Sorores a Ianfiglteizzi olita Rojfi dt Tanfigliazzit
yrimum cruct jignatum lapdtm fofyit- , & conJecrarvit conce deus lìijìtantìhus Ecclefam centutn dies Indulgenti? > àr eamdffm JOominam EiHf^atn Ahbatijfam eiufque Sorores in pojfejjionem i^Jtus Ecclejte et Monafterij mi fa & fo- fuit , denominando Ec ete^fiam S» Marie a Prato , j/refén- tibus Eratribus Militie S. Marie Virginis ( e ^quì nomi- na i cinque fuddetti , oltre a* quali fono fottoferitti i feguenti ) D. Giandonatus de*Giandonatis Prior de Cer* tòlda , D. Mane&tts E)omini Spne de Scalis ? Gianns Ruben; , Clarus de Erri; > e rogò Ser lacobus %. Ubaldi lui. & Not. IV. Che cofa foiTero i Cavalieri Gaudenti fopran»
nominati, fé non difdice una breve digreflìone } note- rò qui con brevità quanto ne fcriiTe 1* erudito > e ler- teraciiììmo Scrittore Monsignor Giovanni Bottari nella fu a edizione commendatiflìrna delle lettere di Fra Guit- tone di Arezzo Cavaliere di queiV Ordine > il quale fu iftiiyito nel 12^0* e confermato da Papa Urbano IV. con fua Bolla data in Viterbo nel r&il II nume- ro de' primi Fondatoti trovali negli Scrittori alquan- to variato da jq«ci , che ù annoverano nella fuddetta Bolla , Egli è fmò certo , che una- di elfi fu Ugo- lino Capretto Stella Famiglia dei Lambertini , la qua- le effondo ftara feconda d* Uluftri Personaggi carichi di ogni forte Monorificenze} ella è /tata rendura di pre- ferite rinomaiiflìma dal Regnante Santiflìmo>e DottiiEmo Pontefice Benedetto XIV. Il nome di quella Sacra Mili- zia iì ha dalle parole della Bolla : quam tfitifue regulanL. affilare ^volumtts- Ordinem S. Marie Virginis Glorio fé . I frati Cavalieri facevano voto folenne di proteggere le Vedove , gli Orfani 5 i Pupilli } ed ogni povero s di difendere là Chiefa dagl'Infedeli, e dagli Eretici» e di guardare la Caftirà 'coniugale• L'abito loro era una verte bianca col mantello di color cenericcio feminaro di ermellini, e fé variarono non poco negli Abiti coli' andar de'fecoli 3 può eflere, che eziandio variaiTero nel* làdivifà della Croce j fa quale per altro ne* primi rem* P1'
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pi era bislunga con due ftelle fopra la traverfa » giac-
ché efla confronta con quella , che è nella Chiefa di San Gaggio fuori di Firenze al fepolcro di un Cava- liere Gaudente Mefler Tommafo Cor fi ni. Ma perchè non pochi di quefti Frati degenerando da' rigori del primo loro iftituto, fi diedero ad una vita troppo fplendida, furono detti dal volgo Frati Gaudenti, e finalmente nel 1585. fotto Papa Sifto V. queiF Ordine reftò totalmen» te fopprefifo. V. E noi ritornando oramai alle noftre Monache,
ofTerveremo un'altra facra > e divotiflìma funzione fegui- ta fette anni dopo la fondazione della Chiefa , e del Monaifcero , la qual folennità fu la profeflione deila Re- gola di Santo AgolHno ; che abbracciarono quefte Suo- re , le ^juali fbrie fino alìoxa Jiiuna ne aveano profef- fata . Avendo dunque effe di ciò fupplicato il Vefco- vo Fiorentino Francefco Motnaldefchi, ottennero la de* binazione del Prete Simone Rettore della Chiefa di Sant'Andrea* :per lui molto onorevole, a veftirle dell'A- bito Agoftìfliano , «d a riceverne la profeflìone > come apparifee da un ricordo ne* libri del Monastero al nu- mero 7. che dice così „ Francefco Vefcovo di Firenze „ per fua lettera diretta a Simone Rettore della Chiefa „ di S. Andrea gli commette , che dia la regola ed „ abito di Santo Agoftino alle Monache di S- Maria „ fui Prato, come fece, eifendofi trasferirò, al detto ,. Monaltero nel dì 3. di Gennaio del 12 $6. ove rice- „ vette nelle fue mani V obbedienza , e promefTa di „ ofiervare le coftituzioni ordinate nella detta Rego- „ la , Aftum in Ecchfia eiufdem Mona&erii , Ego Albix>* „ %us Index & Hot, fiL Bonafedis* ,, Quefta Chiefa, che poi vedremo riÉretta nella Claufura in occafione della nuova fatta nel fecolo XVI. era affai piccola , co- me leggiamo ne i verfi di Fra Domenico da Corella , che ci piace qui riportare per maggior ifchiarimento del vero. Et Jtmul a dextra fpdtiojt margine Frati
MdicHlam mideo non procul ejfe krenjem , Uhi Ih*
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luxtd qujàm rejtdens SmBdrum - turba Sórorutte ; ?
Sub fittilo fervi? Virginìsipfa Deo ■;'•'-' E giacché mi fono avveduto a trovare diie Ricordi ri-
guardanti quelra Ghiefetta , non tralafcerò di riportarli qui : ed il primo fervirà per celebrare il nome di un ilkiftre Dottore, e Canonico Fiorentino , come fegue; Mos Thomas de Bordello, Decretorum D-oBor Reverendi in
Chrifto Patri sò & Domivi Domini Amerigi de Cor finis de Florentia, Dei, & A^oftolice Sedis Gratta Aréhiipfcopi Fiorentini Vi tari ms Generaìis in fpiritualibus : ad lauderà » & rerotrentiam Sacre Romane Fcflejte admittimus > & con* fìrmamus Sororem Ittam in Abbai ijfam Monafle-rii S. Ma* rie fui Prato , <& ad pedes humìliter genuflexe committi* wus curam , regimen, & adtniniftrationem diBi Moìtafter.ii$ & honorum ipjius. ABum in Mcelejia diBi Monafterii an* no 1425. Ind. V. 14. Januarii tempore SanBtJJimi Domi- ni Martini Pape V. Ego Antoniu-s fil. q. Dominici Ni» colai Dantis de JJghis de Fior, rogavi.. Ed il fecondo Documento, ;oltre il fax memoria dell* antichità della,* Chiefa ,di jS> Anna , ci dà un bel lume circa la. Coni* pagnia detta Maggiore della Vergine Maria di Firenze.» o da del Bigallo > come apparifce da cartapecora , già in mano di Leopoldo del Migliore al lib.fegnato 3-0. p£g. 304. ed è un Contratto della fuddetta Congregazione fatto nella >Chiefa di S, Anna; e dice come fegue: 1297. Ind. X. 15, Augufti. Mazzettus Barbere Ili , Bartolus Ugo* lini , Ser Ciyrianus q. Riccomanni Mot. Ser Guido Sfa* daccia Mot. Folcardinus Bonjignori , Ubaldinus Ardin* ghelli , Guida Rimagliarti , & Veri Iacobi Truffe Re* Bores Maioris Spcietatis Virg, Marie , u#a cum concef- Jione fil- ojim Dnì lòhis de Rttfticis eorum confotio ÌMJ ij>fo offìxio ReBorie afud Monaìlerium Sororum $. Ma- rie del Prato Fior, ipfa die folemnitatis eiufdem Vir- ginio songregfiti concefferunt jtlenam licentiavn , & li- berum mandatum dandi 5 é* co ne eden di Fcclejtam del Casi agno , èf locum quem haBenus tenebant Fr. Hu- ' milis , & Fr. Michael j>ro ijsfa So ci e tate in Mon- te |
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/? Bafciam frop caveas de Tèsala è'e. a chi egli avetfe
moluntà , e fé fi foffe dato el cafo , cfc? f *%/* a chi foffe la Ghie fa , e luogo fiato dato , / foff ero partiti di là , 'vogliamo i$fo fatto, che Vuno e V altro ritomi alla Com. fagnia Maggiore . Ego Rufiicus Not. q. Vgonis . Udsl, Congregazione perfine ebbe qui il fuo gloriofo prin- cipio , e fu di trenta Gherici dedicati/! al purismo San Luigi Gonzaga della Compagnia di Gesù in quefta Ghie- fa ricevuti con grande allegrezza delle Monache , lt_. quali in onor di sì gran Santo concorrono ogni anno col più preziofo , che hanno, alla folennitk della Fe- tta del mkacolofiflìmo Santo Tutelare di detta Congre- gazione, i cui fondatori furono quattro Cherici dell'in- figne Collegiata di S. Lorenzo , con licenza del zelan- tiffimo Mcnfig. Arcivescovo Francefco Incontri, che ne approvò le Coftituzioni, come appare dal fuo diploma de* 17. di Ottobre del 1742. VI. Felici erano le noftre Suore, e contentiffime del
nuovo Monaftero, quando loro accaddero alcune vicen- de , delle quali non polliamo tralafciarne il racconto . Nell'anno adunque 1568. ai 30.vài Ottobre, il Cielo all'improvvifo talmente fi coprì di nere nuvole , che pofe in univerfale fpayento Firenze, feoppiando da effe pa- recchi fulmini , il timor de* quali fece sì, che le Mo- nache di Santa Maria fui Prato per confolarfi fcam- bievolmente in un Salotto fi radunatfero , quando appunto in quel luogo cadde una faetta, la quale due Suore uccife , dodici ne ferì, tutte l'altre lafciandole femivive. E febbene il fecondo fulmine caduto nel 1692. rilpettò le loro vite , non lafciò però di efiere e più formidabile , e al Monaftero quali totalmente rovino- so ; ed io riferirò le circoftanze del cafo colle parole del Canonico Salvino Salvini nel fuo Diario fcritto a penna, e fono le feguenti ,, Nota , che a i 15. detto s, ( Agofto) del k69i. folennità dell'All'unzione di no- „ lira Donna a ore 9. dopo uno ftrano temporale ven- „ ne un fulmine, che percotfe un magazzino fulle^ » mura della Città, 1! ultimo per andare alla Porta 5j al
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„ al Prato , venendo dalla Fortezza da baffo; onde per
„ eflervi dentro alcuni barili di polvere, a quelli dette fuo- „ co , e mandò all' aria detta Stanza fabbricata Tur una „ vecchia torre , parte della quale torre dalla banda di „ fuori dalle mura fi fchiantò, e fece una grande aper- ,, tura, come fé folle /tata minata , dall' altra banda di „ dentro il fuoco portò via la Porta della torre in- „ fieme con gli fìipiti, che più non fi videro » ed eflen- „ dovi addirimpetto il muro delle Monache di Santa „ Maria fui Prato , un gran pezzo di elfo cadde fino j, al piano della ftrada , e tra per i faflì di detto mu- ,5 ro, e del Magazzino fi riempì , e fi guaito tutto », Torto. Parte ancora de'medefimi faffi volati in aria » arrivarono fuori di porta fino a S. Iacopino , e den~ ?, tro nella Città orTefero tutti i tetti , e fineltre all' » intorno , fino quelli delle Cafe della Religione di ,? Santo Stefano , ma particolarmente furono danneg- » giate quelle Cafette accanto alle Monache , e fi a- » prirono le mitraglie del Convento . Molta gente re- jj reo ferita , ma. niuno morì . La grande feoflfa , che fe- » ce la terra, cagionò ancora altri danni air intorno, » e maflìme nel Giardino de* Corfini ,, dove quali tutti a quei vafi fi aprirono , e caddero in pezzi non reftan* j) dovi un pomo, eccome alcune Statue fi ruppero, » ed altre patirono in qualche parte . Patì non poco » il Convento di Ripoli , dove il tetto del Parlatorio a venne giù tutto , e alle vetrate delle Chiefe anche s> lontane per lo fcuotimehto fi fpezzarono de'vetri in ») buona parte , e fino il chiaviitello dell' ufeio della » Carbonaia della Porta al Prato fi divife per il mez- 5, zo. Ma la pietà del Granduca Cofimo III. cornpaf. 5> fionando queièo accidente , e avendo riguardo allo » fiato bifognofo delle Monache di Santa Maria, man- »j dò loro a dire, che non fi pigliaffero alcun pende- » io , perchè egli del proprio avrebbe fatto reitaura- » re il Monafiero , come foliecitamente ne diede l'A. S. >j gli ordini per la riparazione „ Sin qui il Signor Ca« 5, nonico ; né folamente con liberalità dal Granduca fu
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fu riparato il Convento, ma renduto eziandio e più
ampio , e più magnifico , fenza dubbio per una difpo- Azione di Dio allora non intefa dagli uomini , ma_* che pofcia fi fece paiefe nell'anno 1714. quando ad- divenne farfi la unione del Monaftero di S. Giufeppe-» con quefto noftro , che fu certamente un notabile van- taggioso avvenimento . . VII. E per andare appieno informato di quella u-
nione, fa d* uopo, che noi paflìamo dalla Porta al Prato alla Porta a Pinti, contiguo alla quale eravi il Mona- riero di S. Giufeppe fondato nell'anno 1518. Ma fé ab-* biamo certiflìmo T anno della fondazione , non poco confufa cofa è il fapere , a chi debbafi dare il titolo di fondatore . CoUcioifiachè dagl' Iftrumenti efiitenti e all' Arcivefcovado , e nel!' Archivio dello Spedale di Santa Maria Nuova apparifee efierne fiata Fondatrice Donna Elisabetta figlia di Agnolo Salvini, e moglie dì Bartolommeo Mercante di Quoìarni , ma fé offervanfi le armi collocate alle pareti del Monaftero , trovere- mo chiari fegni indicami? etfere flato Fondatore Mon- fignor Lionardo Buonafede . Onde io in quefìe dub- biezze riferirò qui gli uni , e gli altri documenti , ben- ché tra fé contrarj , e pofcia con una mia rifleffione, o fivvero congettura vedrò d' ifchiarirne la cofa . E primieramente noteremo un Memoriale, che fa la det- ta Elifabetta già rirnafa Vedova ali* Arcivefcovo Car- dinale Giulio de' Medici » al quale ella chiede licenza di- edificare con la fua dote un Convento di Suore fono la Regola di S. Agoftino dedicato a S. Giufep- pe , ed il Cardinale per 1' efempio de* fuoi Antenati inclinatiflìmo a promuovere le fabbriche di Luoghi pii » concede la licenza alla fuddetta Vedova , rogata ne* 2. di Agofto del 1517. da Ser Baftiano di Cenni Aiuti Notaio . A quefto documento arrogefi un altro , che è un Contratto in Santa Maria Nuova efiftente , e co- piato dal Senator Carlo Strozzi al fuo Libro fegnato XR, nel quale lo Spedale dà a livello una Cafa , e ter- reno accanto alla Porta a Pinti a Donna Elifabetta^ di
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24§
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di Agnolo Salvini per murarvi un Monaftero con ob-
bligo alle Suore , che ivi viveranno s di dare a Santa Maria Nuova ogni anno quattro libbre di cera , e di mettere fulla Porta la gruccia > arme dello Spedale ; co i quali patti avendo Donna Elifabetta prefo paffeiTa del luogo negli ir. di Ottobre dei 1518. principiò: a* fabbricare il Aio Convento 5 nel quale ^terminato che fu } chiamò in fuo aiuto per dare il buon ordine al Monaltero due altre pie donne appellate Donna Bea- trice Deti j e Donna Francefca da Fivizano . I venen- do ora alle ragioni favorevoli a Monsignor Lionardo Buonafede , fono la fua arme di fei Monti con fopra un toro rampante, che fi vede e fulla porta della Ghie- fa, e lungo il muro del Convento dalia banda delle mu- ra della Città , e perchè non vi potefTe giammai effer- vi dubbioj che egli ne fuife il Fondatore , fotto Tar- me Jcggefi incifa in macigno quefta parola $<midatori,, E per vero dire egli nel Contratto del fopraccennato livello trovafi, che era Spedalingo ói S. Maria. Nuova, inokre egli mede fimo a fue fpefe promovendo quello nuovo Iftituto , fabbricò loro la Chiefa di S. Giufep- pe > ed eziandio da Valentuomini fece dipignere le ta- vole degli Altari , che pofcia ©{ferveremo - E però io riflettendo a tanti benefizi di quefto infigne Prelato, con- getturo j che la Fondatrice Elifabetta con le fue Mona- che non meno umile, che giara al Buonafede , fi fpo- gliafie volentieri del titolo di Fondatrice, cedendolo a Monfignor Lionardo ? alla cui perpetua memoria., ella mife quelle armi , e la Ifcrizione fvndatori . Ma prima che ragioniamo delia partenza loro dalla Porta a Pinti, debbo qui rammentare un viaggetto* che fecero alquante di que/te Monache nell'anno 1525. an- no per malizia dei Seminatore delia zizania sì turbo- lento al Monaftero di San Giufeppe, che poco mancò, che non accadeffe la, fua totale rovina . Imperciocché entratovi lo fpirito della difcordia 5 il novello Con- vento per difpareri nella vera intelligenza della Regola fi divife in due fazioni, delle quali capo era la Bade (fa- Suor |
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Suor AlefTandra rdlr Antonio degli Altovitì „ e lai-
Fondatrice Suor Elifabetta . Piacque però a Dio che il partito della Badefla per il quièto vivere domandale •all' Arcivefcovo licenza di palFare .al Monaftera di San*. fi Maria della Quercia fuori di Firenze, e che la ot- tenerle ,, come fi legge< all'Arcivefcovado nella filza di Sei: :Baftia®Q idi 5(3enni Aiuti Notaio Fiorentino . ;n Vili. E venendo ormali al pafTaggio o fia all'unione di quelle Monache al Monaftero di Santa Maria fui Pra-* co riporterò in primo luogo il ricordo, che trovafi in un^Diarrio .manoferitto pretto il Signor Canonico Bi- feionij >e dice così ,, Audi 12. Dicembre 1714. quetta „ mattina fi vedde effettuata una novità , la quale da.. %, alcuni anni in qua nonofi eraofentita dire . Si fe- jj ce la traslazione delle Monache del Convento di San ,5 Giufeppe t alla Porta; a £inti:, alnConvento di Santa „ Maria, fiiil Prato in quefta fqrma , cioè furono pre- 5, parate-otto Carrozze , in ciafeheduna delle quali era „ una Daina j iC^e n'ebfce in confegna tre,, * ecaricate „ così ìle otto. Carrozze > una dopo kP altra s'incarnì- „ naro.no fino al Convento di- Sant' Anna fui Prato, „ che è contiguo al fppraddetto di Santa Maria. Qui- „ vi {"montate di, carrozza entrarono in Sant* Anna , di „ dove,, dopo di aver falutato il Venerabile, andarono „ in proceffìone a coppie con la croce avanti , e Mort- „ fignór Arcivefcovo dietro , al loro deftinato nuovo „ Convento 5 il qU^ie da allora in poi fi chiamò di ,, Santa Maria , e di S. Giufeppe fui Prato in memoria 3, della fopraddetta unione 5, Sin qui il Diario , e quel di più , che noterò circa sì felice giorno , lo deb- bo alla prefente Badefla , che è una di quelle, ch$ da San Giufeppe vennero a quefto Monaftero .Con fe- co adunque portarono ogni cofa, e maflerizie, e mo- bili , e Scritture , jafeiando il vecchio Convento ignu* do totalmente ; dalla Chiefa pure levarono via e le Ceneri di loro Sorelle, e le tavole pregiatiflìme degli .Altari;,* ed .entrate, che furono in, Santa Maria fui Pia- ste , a motivo di prevenire ogni litigio,, 0 difcpr.dia do* w: Tom/iF. li \ me- |
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meftica , Monfignor Afcivefcovo volle , Che le foreftie-
re fecondo V ordine *& anzianità * ciafcuna prendefTe luogo in Capitolo j in Coro» e così pure fotte rego- lata h elezione delle Celle » È quefta laudevol prov- videnza fece sì , che dal primo giorno dell' unione fia maìfernpre fiorita tra eiTe una celefte armonia . IX. E finalmente avendoifìoi fa favellare della Chiefa
nuova , ritorneremo addietro De* fecoli » per ritrovare quando fu fabbricata » lo che feguì nel 1580. o in_* quel torno , giacché la trovo confacrata dal Vefcovo di Fiefole Franeefeo da Diacceto nel 1595. come dice la feguente Ifcxizione in lapida ali* Aitar maggiore; ■ ■ ■■ , r '-■■', ,"■ - ■ * r „*• ■■■ **■# . i ■,■■-. ■■ '( ;, {{"(*■* ;..„.>-i; «r*.; " !.-.. f v *■■'( '- , --%■ ■ i f r* jN : ■■ " J,"L' ;»..>i'''S
*......ì~> .-(...SÌ ..•.'■*- ■* -■»-' 1 VOtf .'»',- i' ' « Ji J .»>< ' I ' .»(*?' -W 'il' Oì ».-■" ■"■..;! ;,,
CLEMENTE VITI. ET FERD. MEDICI ÈTRVRIAB
«'PIAGNO DVCE III. DOMINANTE -FRANOISCV«?f " ir t JpÌAGGETVS; ?-*M-SG»■ FESVL. 'ÈGGLE5IAM'HANCi < 3C? f : i DEO AC 'NATIVITATI SEMPÈR' VÌ[R€. DICATAM cri: IT ALTARE > MAIVS PRO ILLVSTRISSIMQ •*T "• REVERENDISSIMO D. D. ALEX, MED. TITVL& S. PRAXEDIS S. R. E. PRESB. CARDINALI ET ARCHIEP. FLOREN. SOLEMNI SERVATO RITV:? '•'■/ *• CONSECRAVIT CONDITIS IN ALTARI SS. REL7Q. 1ACOBI AP. LA VRENTII ET STfcP. MM. SIN*'; -i GVLISQVE CHRISTI FIDELIBVS EAM DEVOTE*
VfS'lTANTLBVS XXXX. DIERVM I«rjViGENTIAM % 4 > PERPETVO CONCESSIT HAC PRIMA DOMINICA OCTOBR1S MDLXXXXV. QyAE FVIT KALENDIS . La Chiefa vecchia reftò incorporata in Convento, e fi
vede anche inoggì dalle grate del Parlatorio ribotta a dì voto Oratorio delle Monache » dove con frequenti vi- fite adorano un antico, divoto » e miracolofo Crocififlo. E ritornando alla Chiefa nuova» oiferveremo a manritta fotto il Coro un Altare , dove è una Pietà dipinta da Santi di Tito , e deferitta da Raffaello Borghini » fopra la quale il medefimo Pittore avea effigiata la Re-
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Réftìrf^iVne di Cfifto i; che per effete la favolaci nuof
vo Altare troppo alta , fu fegata per mezzo, e la par- te di fopra fi conferva in Convento . Segue la Cappel- la di Sant* Agoftino , il cui battefimo colorì con gran diligenza il Cavalier Curradi , e con ifìudio particolare è ftata ritoccata dal Sig« Ignazio Hoxford . Dirimpetto a quefta èia Cappella di Gesù> Giufeppe , e Maria con qua- dro moderno collocatovi a riguardo di S. Giufeppe Con- titolare inoggi del Monaftero, e della Chiefa; All'Aitai* maggiore evvi un'Adorazione de3 Magi, opera del Mac- chietti j il quale ha quivi veiìito i Magi alla militare; e fui- le porte laterali della tribuna il fudd. Sig. Ignazio Hox- ford ha dipinto due Ovati. Delle tavole portate dal Mo- naftcìo di S. Giufeppe , dir fi vuole, che una è nella Sa- grestia > ed è la Vergine Affama, la quale dà la Cinto- la a San Tommafo, opera belliffima di Ridolfo del Gril- landaio , ficcome in Capitolo fonovi e la Natività di Gesù di Santi di Tito , e la Santa Famiglia di Andrea del Saéto . Anche nella Cappella dell' Orto fi conferva dalle Monache un venerabile teforo , che è un'imma- gine di Maria col Figlio in collo, fatta in un embri- ce » ed a cafo ritrovata nel romper , che fi fece il muro . Hanno pure un' abbondevolezza di Reliquie , tra le quali merita fpeciale menzione la tetta beniflì- mo confervata di una delle Compagne di S. Orfola, portata di Pollonia » giufta Leopoldo del Migliore , da Metter Matteo dà Scarperia , ed è collocata in un, Reliquiario quadrato co* fuoi drittalli alle quattro fac- ce . E per non tralasciar cofa illuftrante queito Mo- naftero anche nel temporale s dir per fine fi vuole , ap- partenere a quefte Madri la Chiefa di Santa Marghe^ rifa a Afciano , che fu già Padronato de* Berti , fami- glia, che diede nel fecolo pattato a Firenze un rariflì* rao efempio di fantità nell* Angelico Giovine Alettan- drx> Berti nato da* Medici, le cui ceneri con onorevo- le Urna ed elegante Epitaffio fi confervano nella Chie- fa di San Giovannino de* Padri Gefuiti. li 2 LE-
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L E
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Z I O N E XXV;
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DELLA CHIESA DI OGNISSANTI.
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Sfendo cofa certiffima prefifo i Fioren-
tini , che la Chiefa di OgniiTanti è ira- ta fondata dagli Umiliati Religiofi in- duftriofi , e ricchi, farà d* uopo, che. noi per illuftrare quefta Sovrana Chie- fa j ci facciamo dalle memorie di quefti Frati, le quali o incognite.,, |
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o poco fapute fono fiate fin ora. E però difpenfan-
doci dal ramlamentare 1* origine di tali Religiofl mi- nutamente riferita da Paolo Morigia , e riportata dal Signor Domenico Maria Manni al libro VÌU deVfuoi Sigilli » principieremo dalla venuta degli Umiliati a Fi- renze, che accadde l'anno. 1206. o in quel torno giù- fta Stefano Roffelli $ la cui opinione è corroborata da un ricordo del Bullettone all'Arcivefcovado che dice: Tempore •. Epfco.fi Ioannis concedefi Eccejta S* Donati a turri Erepjìto & Eratrìhus S. Michaelis de Alexandria: Ma riuscendo loro il luogo di San Donato affai fco- modo per il traffico, e lavoro della lana , ebbero per bene col mezzo del Cardinale Ottaviano degli Ubaldi- ni, e di parecchi Fiorentini il permutare nell* anno 1251. il detto Monaftero colla Chiefa di Santa Lucia fui Prato , come fi è notato nel trattare di dettsu Chiefa, dove rimettiamo il leggitore, avendovi noi riportati i diplomi delle conceffioni date loro dai Vefco- vi Filippo Fontana , e Giovanni de* Mangiadori , ed eziandio fonovi le condizioni accettate da* fiiddet* ti Frati nel poflefTo , che prefero di Santa Lucia. Ma quivi dimorarono pochi anni, tirandoli più a dentro con fabbricare il bei Convento, e la Chiefa in onore l ì di |
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^£fèdutcL della Chiefa di Qgnifèantr^*
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7S?ri euri : Turehi ÙciU:
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ài tutt' i Santi, dove pacarono ad abitare ne) 1256.
ritenendo però il dominio, e padronato della Chic fa di Santa Lucia. Ed avendo noi trovata l'epoca della Ghie- fa di OgnifTanti, vegghiamo ora fu quali terre efla ve- nirle fabbricata, non potendofi dubitare, che i mede- fimi Frati comprafiero una porzione di terreni, e che altra parte loro ne defà la Repubblica Fiorentina, co* mie fi ravvifa dai feguenti autentici documenti. E pri- mieramente in un libro di cartapecora fpettante agli Umiliati nell'Àrcivefcovado numero 5. leggefi una do-, nazione fatta dal Comune di Firenze in favor .de* Frati, come fegue ; 1250. Pridie Kal. Mail Id. 8. Do* tninur Rainerius de Moniemurlo Dei & Imperiali grafia 'Florentinns Poteftas in Conjìlio go. Virorum, & Genera- li Ciwitatis Fior, in Pai atto de Caligarti s■ , ubi fiunt Confili a Ut Ordìnationes prò Comune Fiorentino , ad fom hum campane , {$ ad quod Conjìlium focati fuerunt Con* fules ludicum Mercatorum Camp forum , & Forte S* Ma- rie , & Re&orer Artis Lane >. & omnes alle Capitudines Artium Ci'vitatis propojitum fuit, fé Ji debbano concede- re ai Frati di San Donato a Torre flantt V utilità che apportano alla Città per l'eferci&io dell'Arte della La- na, terre e Cafe pofte nel popolo di San Paolo , e di Santa Lucia, e Ji concedono : Un Contratto poi dì com- pra di terreni fatto dai detti Frati nello fteffo anno ce lo accenna il Senatore Cario Strozzi da noi più volte lodato, in un libro fegnato XR5 dove così viene a fcrivere della edificazione della Chiefa di OgnifTanti „ „ MelTer Iacopo di Mainetto del quond. Tornaquinci, „ e Follierino-, e Lottieri fuoi figliuoli Tanno 1250. „ venderono per fiorini 497. a Fra Ruffino dell'Ordi- rne degli Umiliari Priore di San Donato a Torri del „ Convento di San Michele di Bugnola d'Aleffandria „ ricevente per detta Chiefa di S. Michele , un pezzo *, di terra cori due cafe di itaiora 34. e pan. 2-; poilp „ vicino a Firenze tra San Paolo, e Santa Lucia > So* jj pra quefto pezzo di terra fu poi fabbricato quefta p) Chiefa di Ogniflanti, e il fu© Convento, nel quale |
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», l'anno i*%$. tornarono i /u<3»dett»-J^ratifUmiliati, » Di
effi a titolo poi d* ampliare la fabbrica, pochi anni do- po, cioè nel 1263. abbiamo due altre memorie in car* tapecore riguardanti nuove compre fatte dai medefimi, la prima delle quali fegnata M numero 85. neir Ar- chivio di Cesello dice/ Sextadecima KaL Manti Benaf-, fai vocatus Cini de Reflauro del Baglione fo]>. S. Fatili de Fior, vende a Fra Tommafo dell' Ordine degli Umi- liati ricevente $er il Frepfito y e Chiefa di Ogni/fanti una e afa pfta nel Borgo & foj/ùlo di S. Paolo, Atlum in Fcelejta Omnium SS. extra Civitatem Fior. Ego Ser Benrivenni Begnamini Iud, & Hot. un. 1263, La fecon* da * che fi conferva dai Signori Baldovinetti del Borgo ài Sant'Apostolo contiene come „ Ser Carradore, è » Bencivenifìi yocato CilH figliuoli di Giraldo, che ha «per Moglie Ravenna nipote di Chiaro ( Tempe- „ rani ) vendono terre a Fra Migliorello Preposto de' j) Frati Umiliati di OgnìiTanti 9. Dicembre 12^5. rcg. 5» Ser Rifalitttf htdex & Noi, fil. ùlim Benintendi'. E fé da' fudderti autorevoli contratti chiaro appare qual Me la vailitk de'terreni acquiiìati nel primo decen^ nio degli Umiliati di* OgnìiTanti ; da quello che (lama qui per riportare verremo non {blamente in maggior conofeimento dell'ampiezza de* confini delle loro Cafe e Convento* ma infiememente ravviferemo la benevo- lenza, e itima fingolare, che il Pubblico faceva di tali Religiofi,. il documento adunque farà un pregevole fo- glio aperto, grande, e di carattere antico, fegnato M#- lina*, veduto da Leopoldo del Migliore nella Libreria di Ogniflanti* e dal medefimo copiato nel Libro go- dei fuoi Manoscritti „ E foifra in pace il Leggitore , fé rimetto all' ultimo tomo il riportare in extenfum tre- cento* € più de* Cittadini a quello Contratto fottoferit- ti, i quali fanno un luminofo Catalogo delle ilklri Fami- glie già in quel fecolo Statuali nella Repubblica di Firen- ze , né più opportuna occafione mi fi potrà offerire per dimostrare il mio rifpetto ai Fiorentini. L'iitrumento adunque incomincia così ; . .. |
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XXIX. OBohris Anni Domini MCCLXXTIIL ìndi-
Bìone VIL Tempore Foteflarie Domini Redifcbii de $, Vitali Regii Vicarii in Regimine Fiorentino &*. "-;:;:: ■■•<'-. ■'*>:' l-U':&mV ■»>? ^;- f:Tf:»?ì'f..ii vilé-y^itii-étt ......:
Dominus Redi/chi ut de 5*. Vitali Regius Vkarius
in Regimine Fior, cum licentia Ù1 'voluntatc Bomimrum duo decim deputatorum fuper bono slatti , éf e ufi odi a Ci<vit. Florent. & Confila Generalis , & Nonaginta diBi Comunis^ ist Capitudinum Septem Maiorum Artium Ci'vitatis eiujdem fimul conflit, coram ipfo Vicario con- flituerunt Bindnm Iofepbi, Roflum Rattarelli , Simonem de Acci aioli s, Girolamnm Biliotti, Rìuomannum Carri,: & LoBerium Benincafe Frocuratares ad faciendum, & adirne plendum omnia àf fingula que continentur in re format io<* ne Confila Maffe Fartis Guelforum Ciirit. Fior, /cripta manti Albert ini de Brancaionis Mot. & Scribe Reformat, diBt' Mdjffe', in alia Reformatione Confila Comunis Fior, fcripta manu Berardi q. Ca'vakantis Givi? Cafleliani Not. cb* Scribe Confili'or-um Comunis diBi fuper ynfulis t & fupèm faBis ynfutàrum conflitutarum apud <^el ante Ecclefiam Frat rum Omnium SS» & prope terras eorum & diBe Ecclefie . Et ad pacifeendum éf componendum di Bis Fratribus fuper ynfulif) BurgO) Platea, Fort a, et Gora htdificandis prò Comuni Fior, àt ad conce dendum di- Bis Fr atribus divifiotoes&'por7iones confines diBarum ynfularum & terrarum conflitutarum in ipfis éfir. Homi' na Confiliarorum Confila Generalis> et Nonaginta funt hec &C II. Ed il concordato di quella famofa Procurazio-
ne, fu fottoferitto ai 7. di Novembre dello rteflb an. no, ed accordafi in eflb, che il Comune èi Firenze po(Ta> e debba' fare fabbricare Tlfola, Borgo, Gora, e Porta, non ottante che tali fabbriche occupalFero qual- che parte del terreno dato dalla Repubblica ai Frati», e altra porzione da effi comprata, concedendoci a'me. defimi Religione che dinanzi alla Cfeiefa di O^niiTanti fi lafci una piazza di braccia 100. quadrata fenza mai pò-
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pòterfi ivi fabbricaci e finalmente, che h Porta' della
Citta fi debba mettere in faccia al Borgo." Una fornU gliante proyvifione pure dimoltmncc * che; U: Repubbli J ca aoftra ebbe maifempre gli Umiliati in confiderazio- ne, fi può vedere nell'Archivio di Geitelio, che io ri- feriloo con le parole del Signor Man ni M Libro ¥H. dei Sigilli |, Anziché fino nell'anno 1307, Ella ( la Re^ b pubblica Fiorentina ) fi moltrò parziale per loro, „ giacché inforta lite tra i Monaci di Settimo, e que-, „ fli Umiliati, perchè *i Monaci avevano un certo fori* y> do, iopra ,il -quale pofti erario alcuni Tiratoi da ÌY panni, «fittemi parte nel popolo di-San Paolo di Fim il renze.,. patte nel popolo di Santa Luciaiditv.Ogniffc „ fanti, e lo Spedale di Santa Maria delia Scala; poi * u che l'acqua piovana apportava detrimento allo fkffo si fondo, la quale comodamente non poteva averevii ^fuo-efito-^ fé non per l'orto dei .detti Fra# .Umilia^ k ti, né dal detto Orto nóà poteva uieirevie. jdoìi per » il Prato comune chiamato di Ogniffanti, /e *da effe»' w poi nella Gora del medefimo Prato, che riufeiva if| ih Arno, non condefeendendo gli fteffi Frati a rìceve- >, re l'acqua nel loro orto, i Signori Priori in ordine ìj ai comandi di Guido da .Battifoll^; Conte > Palatino , » e Vicario Regio in Tofcana avendo avuta confiderai *? zione, che tanto i Monaci di Settimo, che i detti si Umiliati per lo pattato, e di prefente aveano fervU m.i0i e fervivano il Comune in tutte quelle occorren- „ ze, che facevano di bifogno , e che foffrivano molti „ incomodi e fatiche per eflb , provveddero, che dal * Comune fopraddetto fotte fatta una fogna Sotterra- nti ea murata di pietre, e calcina, la quale paflafle per uìj ftatt»»-* andate alla Gora predetta, Ja qual fogna *, dovette ettere fatta a fpefe del Comune di Firenze* « avendo Rogato Ser Folco di Ser Antonio Notaio »i Fiorentino. „ ,-,;■. , s *i IH- Per dire poi alcunché degli onori fatti dalla
Repubblica ai noftri Umiliati noteremo, che talvolta ella fi fervi; di, quefli Frati per Camarlinghi del Comune:, *c i che
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mentre (i ha dalle Scritture di Ceftello , che Panno
1320» fuccedettero ai Monaci Ciftercienfi nel Camarlin- gato Fra Francefco, e Fra Miniato Umiliati, e Tanno altresì 1329. fono eletti Camarlinghi Fra Andrea, e Fra Bartolommeo di OgniiTanti. Né tralasciar debbo Fra Luca. Manzuoli Prepofìto della Chiefa , e del Convento di O- gniiTami, e pofeia Generale del iuo Ordine in moka ftima pretto i Fiorentini non folo per la bontà di vita, e per la dottrina , ma per l'abilità fua in affari di confiderazione per fervizio della Repubblica, dalla quale fu inviato nel 1406. Ambafeiadore a Roma per congratùlarfi a nome del Pubblico con Gregorio XII. dal qual Pontefice elio Luca prima fu fatto Vefeovo di Fiefole , e poi nel 1408. creato Cardinale Prete di San Lorenzo in Lu«r cina ; ma di que/to beato Cardinale ne favelleremo in occafione, che fi tratterà delle Reliquie infigni della Chiefa, la quale in molte occafioni è {lata pure diilinta dalla Repubblica Fiorentina con onori , tra'quali no- terò quello regiftrato alle Riformagioni Libro D, come appr.erlo ,-, 1432. La gente di Arme de*Fiorentini guidati ,, dal valorofo Capitano Niccolò da Tolentino ne'dì ven- „ tuno di Agofto di quell'anno, avendo rotto i Sane- „ fi con molta gloria, la Signoria per edere ciò av- „ venuto nel giorno , che nella Chiefa di OgniiTanti fi ,, celebrava con foknnità la fella dell'Invitto, e GloT „ riofo Martire S. Roffore , ordina, che in avvenire in „ perpetuo fei Configlieli della Mercanzia con i Con7 „ foli delle 21» Arti vadino nel giorno di detto Santo „ all' offerta con torchietto a detta Chiefa , credendo ,, fermamente edere avvenuta tale vittoria per inter- ,, ceflìone di detto Santo. „ Alle quali cofe da nói fin qui dette , lume non poco darà Fra Domenico da Corelia co'fuoi verfi; Inde tenens lewam generose -permeo n)icttm>
In cuiùs medio cernitur una domus
Confecrata prius Genitrici qua fui* alma , Et par iter Sanili s Omnibus Ma quoque. Tom. IV- Kk Hanc |
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Hdftc habìtu candens humilis tdtn nomine'> fudm 'H
Ordo colit magna cum probitate domum ,
Àmplam cui laude m Martyr Rojforius adferr^ Cuius habet facrum ferqjat & ipfa caput.
• "Purpurei Lucas pi lei redimitus honore Mac iacet in media conditus Mde Patera
Optimum interpreì divini Dogmatis idem Iure fiì tnagnum prabet & ipfr decus,
Né dovendoli taceire i favori, e i privilègi compartiti
daiVeftovi Fiorentini agli Umiliati, rammenteremo quel- lo del Vefcovo Bàrtolommeo degli Uiiarj, il quale fot- to pena di fcomunica proibifce a chiechefiìa il fabbri- care Chiefe, Orator/, Spedali, e Monaiier; dentro il Borgo di Ogniffantì fenza licenza del Prepofito de* Fra- ti Umiliati, la qua! proibizione fi trova all' Archivio Areivefcovale col rogito di Ser Manno ol-imDominici de Avellano Cimi* 1388. Bravi però ai Frati 1' obbligo di preftare ubbidienza al Vefcovo Fiorentino, come leg- gefi nel Buliettone num 15., PrepojttusOmnium SS. no* mine fui populi prefiith obedientiam Epifcopo Fior, an- no 1291. IV. E venendo ai Prepofiti di quella Chiefa giun-
ti a mia notizia, oltre il foprallodato Luca Manzuoli fono Fra Domenico, che era Definitore Tanno 1344. Fra Ridolfo Giugni, che governò ai tempo di Fra Ia- copo JI. Generale dell'Ordine he! 1350. Fra Marco Bollì Milanefe Autore della Storia della fua Religione nel 1409. Fra Bindo di Filippo, il quale a nome de* fuoi Frati concede una Cappella in Chiefa a certi Benozzi da Paterno, come apparifce da una delle poche feritture ximRfe in Convento riguardanti quelia abolita Religio- ne, e dice come apprendo: Anno 1417. die• a* Marti* Frater Antonia* Sindacus & Procurato? D. Fratria Bin- di Filippi Prepojìti, & aliorum Fratrum Omnium SS, de Fior. Ord. Humiliatorum conce di t Francifco Benozzio & Mafo eius nepoti jìlio Zenobii prò fé & filiìs & de- fcendentibtìf mafculis ex linea mafculina Altare pojttum |
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in te or ai» Ecclefia \ %$&f Mdtie Virghi s ctm i t alala no -
bili J>ì&a\ì$er oltm famofyw Pj&orem Magifirum Iottnm fdjìta extra portàm introitus Chari a latert* dextro in- orando in Ecclejiapi a njia, flante devozione ac fervitiis yreftith a Domino Benozzio, & a Domimi Zenobio & grancìfco» Manca il Notaio .che rogò»;i E giacché fi è no^ minato Giotto , non tralafcerò di notare),che fecero i Frati per abbellimento della Chiefa dipignere da elfo tra le altre cofe, una Cappellata frefeo» e quattro Ta- vole , o Ancone , in una delle quali ,eravi il. tranfit® 4i;MariaSantiSma circondai dagli Apoftoli , e da Cd ito in atto éi ricevere l'anima, dì Lei, molto itimata. da Michel Agnolo, che diceva non tpoter efler piò yszìCì- mile^ai vero, e naturale, come ci attefta il Baldinuc-* ci, il;quale nulla dice, che qilldipignelTe Giotto uà Crocifiilo full' alle, che ancora vedefi, e da .quefto Cri* fto prefe il difegno Puccio Capanna Fiorentino, il,qua* le ne lavorò molti per tutta i* Italia. Oltre .alla Cap- pella de* Benozzi altre vi farebbero da rammentarli * come quella di Santo Euftaehio fatta fare da.....Naitagio
q. Gambi Barcell.ini 'pop. Omnium San&omm con fpefa
di 200. fiorini di oro enunciati nel fuo Teftamento del 1^5 5. ne* 2^. di Marzo,rogato da Ser Benozzo q. Pie» lit-da Paterno . Altre tre Cappelle fecero farci Vefpuc- ci, ma di que/te, che fono rimafe nell' ultima innova- zione , ne ragioneremo in altra Lezione» V. Or paflando a difeorrexe della venuta de'Padri
Oflervanti di San Francesco in quefta Chiefa, e Con- vento, mi farò dalle memorie lafciateci da Fra Dioni- fio Pulinari nella fua Cronica^ come fegue „ L'anno „ 1529. per r.alfedio eflendo i Frati forzati a venire ,„ia Firenze, fi partirono .dal Monte di S.Miniato alli „ 20, di Settembre a ore 12^ e andarono al Giardino/ „ dei Nerli in Camaldoli, dove Stettero alquanti gior-1 „ «i, di poi la Signoria li trasferì in San Paolo, che è „ una Parrocchia ( il Rondinelii dice nello Spedale di „ San Paolo ) e fletterò in San Paolo fino che le por-, a te della Città non fi aprirono, che fu di Ottobre. V S Kk 2 „ an-
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„ anno 1530. la Signoria lì cavò di San Paolo met-
„ tendogli in OgnirTanti , ove fletterò fino al Capito* „ lo, che vi corfero 8. mefi ^tornando pofcia al Mon- 5) te priciflìonalmente il giorno della vigilia dell' Afcen- 9» fione dell'anno 1557. Per ordine del Duca Cofimo jj I. tornarono i Frati ad Ogniffanti , ma effondo per » alcune caufe ftati. circa un arine*, furono- cavati , e » metfì in Santa Caterina (detta oggi degli Abban- 9> donati, che allora era del Capitolo Fiorentino , cui 9v Innocenzio Vili* nel 1491. dopo avere abolite le Mo- 9» nache Agostiniane, che vi erano, l'avea donato con 99 tutte le fue appartenènte .Nell'anno 1539. per ifeudi 99 720, da'Canonici fu detto luogo conceduto ai detti 9> Frati* ■) M^ ml¥ anno 1545. il Duca Cofimo avendo 9» cacciato di S. Marconi Frati dell*Otfervanza di S, Do- 99 menieo, ed in S. Marcò merli vi li Frati di S. Ago- 99 ftino detti di San Gallo, cavò gli Umiliati da Ognif- 99 fanti, e gli mefTe in S. Iacopo tra* foflì, ove ftava- 9> fio i detti Frati di San Gallo 9 e noi cav& dihSanta 9) Caterina, e ci melfe in Ogniflanti> e in Santa Ca- 9? terina mife li Canonici Regolari Scopetini. Ma que- 99 ite permute non andarono avanti, perchè i Frati Do- 99 meriicani ritornarono a- San Marco, e quei ài San 99 Gallo a S. Iacopo tra* Follii'j e gli Umiliati ad Ognif- y fanti, ftando infieme con noi, ma cavarono un bre- 9> ve, per il quale ci fu forza di fgombrare, e ritorna- 99 re a Santa Caterina / e gli Scopetini fi comprarono 9> Santa Lucia fui Prato, fé vollero avere dove irate in 99 Firenze. Nell'anno i%6i. eifendo Papa Pio IV. Mila* 5, nefe della Cafa de'Medici, fi fece una permuta col Pre- 5> pofito di Ogniflanti, che ci dette il fuo Convento , ,, e Chiefa, e noi gli dettemo Santa Caterina, ed en- „ trammo in Ognitfanti la Quarefima di detto anno, j, erTendo Miniftro della Provincia Bernardo Dragoncini „ Confeffore allora del Duca , e Guardiano era Fra „ Paolo Arrigucci. ,, Sin qui il Cronirca, cui concor- da Fra Francefco Gonzaga nella fua Storia B? Origine Religioni* Strafine*, dicendo di più, che i fuoi Frati nel |
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26I
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iettò Amo cmrà(fefò in Ógm€àntf pet Cómwiflìóire di
Papa Pio IV* € metti dal 0uca» Cofitnoy il quale rie! i5<5r. a fue fpefe re ftalico il inventò , e la Ghiefi , concorrendovi con larghe' limofine la Ducfoeffa Dò^na Leonora j e il Principe Bo« Francesco !§f* %lio . wh viiQuello però, che ptà; imporrai è'da itot&re-- per noi fui racconto de* due fudtìetfi Scrótorf, fi è il miìlefimo 1561. nel qualle àl&rtfcon'OcflTère ì Io roi Fi? se- ti andati aè Ognitoti, epOca^ che non- è? fiancheggia- ta dal rifeontro delle Morie .E di fafto il Senato? Car- lo Strozzi nel luogo fopra riferito, ove parla degli U- miliati dice 5, Vi continovarono a ftare fino al 1554» „ che ne furono rimoffi,, Stefano Roteili pure parlan- do de'medefimi fcrive „ Nel qual Convento ( di Ogni-f» „ fanti ) continuarono ad abitare per più fecoli fino 5) all'anno 1554. nel quale lo permutarono co'Padri ,5 Minori O (fervati ti nella Chiefa, e Convento di Santa ), Caterina lungo le mura, luogo venduto m detti Mi- ,, nori OfTervanti dal Capitolo Fiorentino adì zi. À- „ gofto del 1539* collo sborfo di feudi fio. per con- ,, tratto rogato da Ser Raffaeli© di Miniato Baldefi^j In- oltre nella Libreria di Ogniffanti in un libro ferino a penna numero XV. leggeri la medèfima cofa, e per ef- fere accompagnata da minute oireoftanze , M riportia- mo qui come appreflb „ Abitarono i Padri Umiliati in j) quello Convento fino al 1^54. quando lo concedet- ,> tero ai Francescani , ricevendo in- contraccambio la „ Chiefa di Santa Caterina Vergine » e Martire lungo 5) le mura della Città} ove dimorarono fino al 1571. }, che fu Panno della loro defolazione , nella quale j> delle reliquie Umiliate non fi contavano più che (d » Frati , i quali erano Fra Giovanni da Lucca, Fra a, Bartolommeo Fiorentino» Fra Girolamo Piemontese , jì Fra Lodovico, e Fra Girolamo Fiorentini, ed un „ Converfo ,> Da tali concordi notizie predò gli Scrit- tori Fiorentini, fembra, che fi debba ftabilire eflere fiato Panno 1554. il primo della Religione Francefca'- |
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ni collocata- in Ogniffatìti'■» ^r^c^jlrÌ:i8^ì4^Ì0Ìffi^b
Culinari, e Francefcp Gonzaga fi cavatfero Ja notizia del 1541.J0 non lo So; # ,pur non :fofle dalla Bolla di Pio IV» data appunto in tal anno 5, colla quale il Pontefice approvè te confermò il contratto della fo-j praddetta :pèrmuta,, *e -intorno a,' Xci ;Frati Umiliati ri- mali in Firenze dopojlà «loro eftinzione nota il Ron-r dinelli, che riiltimoa morire fu Fra Girolamo de'Sa/v lamoni, che abitava in Borgo di Pgnillanti in una pic- cola cafajJopra.la quale.avvi il Home di Gesù in pietra,. |
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E E Z I G N E XXVI.
DELLA CHIESA DI OGNISSANTI II.
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ON può negarfi fenzà manifefla ingiù-
ria-a* Frati Umiliati \ che qùeftà Ghie- fa fia ftata fino dal fuo principio una delle più ragguardevoli di Firenze , d ù voglia per le: pregevoli tavole de* primi ré-ftauratori della pittura, o per ......le folenni fefte quivi celebrate, o per
emeriti degl* ifteffi Rèligiofi, non folamente utili alla
Città nel lavoro della lana , ma eziandio venerabili per là {ingoiare loro esemplarità . Tutta volta fa- d'uopo confeffare a gloria della Divina Provvidenza fempremai1 amorevole co* Figli di - San Francefco , che appena en 'i . trativi i Minori Oi!ervanti% riduflero quefto Tempio- co* ricchi , e nuòvi' ornamentiJ a sì grande • magnificen- za-, che* ainuovi Gfpiti pòfliamo a buona equità coni cedere il- titolo di fondatori , non che di reftauratòri dèlia Chiefa di- Ogniffanti , mediante' la divozione , e liberalità di parecchi Cittadini, fra1 quali AlèiTandfo , e' Antonio figli di Vitale .de* Medici fecero la nuova fac- ciata di pietra forte" di ordine compofito , colle re- gole di Matteo- Nigetti Difcepolo di Bernardo Buon- talenti . Una grand' Arnie de* Medici vedefi collocata* in alto tra le due' fineftre , fotto le quali fi legge ; ALEXANDER ET ANTONIVS MEt)ICES VITALIS FILII
AN. S. MDCXXXVII. 5 ^ltj:^L!e"erc ^novifcolpite, che alludono al titolo
della Chiela, e fono ; DEO
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V
de© ?sifcv#TORi. ^ucmi: emìtner » mms dìpiBvSjr.
Sulla Porta principale eyvi la Incoronazione della Ver-
gine Maria con molti Santi di baffo rilievo di terra cotta invetriata , lavorati mirabilmente da Luca della Robbia ì che la fece agli Umiliati , da i quali altresì era ftata me fifa nell* antica facciata T arme dd Duca Aleflandro de'Medici con queite parole; vr>> iv ■:''■■" H ■••"?■■■.- r-;-- ì '■^'■.■■■■■,fi ■'-\a il--. "'.■■'■;-":"-:"'''.'■ vr:-*r'? j VIVAT DVX ALEXANDER PER SECVIA .OMNIA r
La qual arme,, che è pure di terra .eotta * nella innovazione
è (tata trasferita fulla porta della Cappellina allato alla Chie- fa a mano manca. La Chiefa poi nel di dentro è tutta cinta di una bella cornice di pietra ferena retta da pilaihi, che mettono in mezzo le Cappelle ornate di colonne, con fopra un arco a porzione di circolo vaghiffimo per al- cuni feitoni frmilmente di pietra , e nel fregio,.che fot- io la cornice ricorre per tutta la navata, fono alcune iole d\intaglio., che Vadornalo. Circa al difegno , avrei qualche dubbio pel fottqfcrivermi al Migliore , che di- ce efifere di Giovanni Caccini , non potendoli com- binare gli anni, avvegnaché il Caccini morì nel 1612* e la riferita reftaurazione delia Chiefa fu fatta nel 1^27. come leggeu* in un cartello fulla Porta a lettere d'oro, che fono le (eguenti* > /*. ■",, D. p. M. . '.;'
IN «ONOREM I>. FRAISTCISCI ;
IQES BAPTA DE AMBRA VINCENTII FIL. r:y MQCKXVll e crederei piuttofìo * che F Architetto foffe fiato Ba-
ciano Pettiroffi da Fi efole , il quale oltre della Scul- tura , avea anche cognizione ideile cofe riguardanti l'Ar-
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l'Architettura, effendo to tenuto di quefta" fcoperta ad
yn5 iftorietta di Ogniflanti fcritta a penna preflb il Signor Canonico Anton Maria Bifcioni. II. Degno ancora di effer oflervato è il tetto del-
la Chiefa , Ja cui foggia non fi vede altrove , e mi piace, che ne leggiamo la detenzione, che ci dà Stefa- no RofTelli come appreifo „ Nella coihuzione di que-» 3J fìa Chiefa ho olfervato una minuzia da non tacerfi% 5> ed è, che il tetto di quella % fatto a capanna fu ca- 4> valletti, fu condotto da chi ne fu l'Architetto eoa j) tanta induftria., e fottigliezza , che facendo atteftarc ,9 infieme nel comignolo i correnti di qua , e di la » „ non vi me{fe la trave comignolare, che, come fi ve- $, de ne i tetti dell' altre Chiefe , dovea pofare full* „ angolp ottufo de* cavalietti » Né difpregevoli fono gli ornamenti di pietra all' Organo fatto dal celebre Maeftro Noferi da Cortona : quivi un terrazzino è ret- to da due Statue di macigno lavorate con iftudio , « lode da Batifta di Domenico Lorenzi detto del Cava- liere fcolare di Baccio Bandinella , Jeggendovifi in fac- ciata un cartello > che dice come fegue ; ^' ■ n. o. u. \.,;
Vt DIVINAS LAVDES MORTALIVM MENS
TRANQVILLIORI SENSV HAVRIAT
HOC INSTRVMENTVM VOCVM CANTIBVS RESPONDENS
10AWES MARIA MICHAEDS ANGELI FILIVS
FACIENDVM CVRAVUT
MDLXV\
III. Venendo io ora a favellare delle moderne , e
lodatiffime pitture, è primieramente da vederti fopra la Porta dipinta a frefeo da Cofimo Ulivelli la Vergine Ma» ria in atto di porger Criilo Bambino a S. Francefco, e voltando a manritta , alla prima Cappella fi trova una tavola di Vincenzio Dandini, dove ha effigiato S. Gl'o- ra. IV. LI vac- |
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vacchino , Sant* Anna } e là Santifìàma loro Figliuola.»
con in alto alcuni Angiolini .Viene V Afcenfione al- la Cappella de' Bòrgherini dipinta da Lodovico Buti con molta grazia , e rnaeftda di colorirò , particolar- mente di alcune tette condotte bravamente . La Santa Lifabetra Regina di Ungheria a quella , che fègue_> de' Vefpucci , reftaurata dall' Arcivefcovo Marziinedici è di Matteo Roflelli . Alla Cappella degli Aldani Spa- gnuoli , Fatta fare da Antonio di Francefco Aldana , Santi di Tito rapprefentò Maria Vergine con al- tre figure , e nel doffale in legno Un San Girolamo ; Il Sant' Agoftino dipinto a frefco fatto ai Vefpucci da Domenico dèi Grillandaio , per la fua rara bellez- za fu trasferito quivi fa fc iato di ferro , e (Tendo pri- ma nella parete del Coro vecchio , che l'anno 1^66. d* ordine del Dùca Cofimo I. fu levato dal mezzo della Chiefa , óve purè eravi un San Girolamo di Sandro Botticelli traslatato dall'altra banda dirimpetto a Sant' A golii nò , ritraendófi ìh quella pittura rhoìte cóle atte allo rtùdfo . Il San Francefco in atto di ricévere le Stimate , lavorò alla Cappella de' Merli Niccodenio Fer- rucci , e la Concezione con molte figure all' Altare , che fegue , fece.Vincenzio fendirtì , dopo che dai Pa- dri fu levata via un' altra Concezione dipinta alla Fa- miglia Tappia Spàgnuóla da Carlo Portelli da Loro, molto per quefta tavola biafimato da Raffaello Borghi- ni nel luo Ripofo * Allato viene la tavola di Dome- nico Pugliani , H cui nome è fermo nella ftanga del- la bara di un morto, rifufcitato in efla . Egli effigiò il Beato Salvadore da Orta , the rifana Infermi , ed è un quadro per 1* invenzione , attitudini , e colorito predo gì* intendenti bellilfimo. Quefta Cappella fu fatta fare dal Suddetto Antonio di Francefco Aldana nobìliflìma Famiglia di Spagna; il detto Antonio, come apparifce dalle prove fatte per la Cróce di S. Stefano , era fla- to Capitano della. Guardia dell' Imperadore Carlo V. è venne a Firenze Aio della DuchefTa , fu fatto poi Cartellano, o Governatore della Città, e Porto di Li- vor-
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i7orno>e £ morì tJieJ 15/70. cfiTendp Cartellano della For-
tezza dì S. Miniato , e Generale dell'Armi di S.A.S. Nella crociata alla Cappella Milani , il S. Diego , che parimente fegna in fronte alcuni ammalati, elice il Cinelli efTer opera del Cigoli, ma fé avelie efaminata la tavola , avrebbe letto appiè d' una colonna il nome di Iacopo Ligozzi . Più oltre vi è la Cappella di San Pietro di Alcantara , che è de' Paccioni , dove all'Altare Lazze- ro Baldi figurò il Santo in compagnia di Santa Tere- fa , e la Cupolina co' peducci è ftata dipinta a frefeo .da Matteo Bonechi , ed i quadri laterali , che rappre- fentano fatti di detto Santo , fono opera di Vincenzio Meucci . In tettata vedefi la vaga Cappella del San- tiffimo Nome di Gesù de* Vefpucci ; ma rinnovata con buon guilo da i divoti Religiofi nel 1717. Sull* Altare in Tabernacolo dorato fi cuftodifee la Tavola fteflsù di S, Bernardino con la impronta del Nome di Gesù; In alto Vincenzio Dandini lavorò la tavola de' Santi Bernardino, e Giovanni da Capiftrano , difenfori deli* adorazione di tal Nome Santiffimo . Ne* due ovati la- terali alla detta tavola, da Giovanni Ferretti fonovi di- pinti in uno Maria Vergine , e nell' altro S. Giufep- pe . Dei due quadri dalle bande dipinti a olio , non lappiamo l'autore, benché veggafi tutta la maniera di Andrea del Caftagno : devefi però notare , che prima quelle tavole erano in Convento ; ma perchè una rap- prefentava S. Francefco genufìelìb al trono del Pontefi- ce, cui elfo raccomanda la fua Regola , e 1* altra il me- de fimo Santo morto , con graziola metamotfofi un Pit- tore le confacrò a San Bernardino , mutando il libro delle Regole di San Francefco nel Nome di Gesù, che Bernardino prefenta a Papa Martino V. per ifcolparfi dalle calunnie , e neir altra tolte le Stimate ha fat- to San Bernardino efpofto fui feretro , e circondato da Perfonaggi di ogni felTo nobilmente vediti fecon- do r ufo antico ; e Giovanni Ferretti ha dipin- to a frefeo le figure della Cupola coli' architet- tura di Lorenzo del Moro ; dopo incontrai! la Cap- XI 2 pella
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■ -set; pL. m
2SÈ
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pella dc'Lenzì, ove fa Uno Tornata Ié Pinzochere del
terz Ordine di Penitenza di San Francefco, ed è dedi. cara a Santa Elifabetta , la qua! Santa è figurata da Oiukppe Pinzam in atto di veitire il facro Abito di Terziaria : avvi pure quivi una Cupolina, cofa affai bella di Ranieri del Pace . Ma Teguitando trovai] la Cappella dei Porcellini con tavola di Santa Rofa di Viterbo dal fuddefto Pinzani colorita in atto di pre- dicare, e di Giovanni Cinqui fono le pitture della pie* cola cupola, delle lunette, e de*quadri laterali, fatte a fpete della Spezieria da Fra Vettorio, e fopra Parco è fiata trasferita la bella tavola di Sant'Antonio da Pa- dova dipinta da Benedetto dei Veglio. L'ultima poi da quefla banda è di S. Pafquale padronato de'Bartoii , ai quali dipinte Pier Dandini il Santo, e%i quadri late- rali, che fono ornati di ftucchi, fon dipinti dal Ciceri. Si viene poi all'Aitar maggiore , che per effere nelle treA, r CJ?"J. mat*vig]ìo{° quanto altro mai , e che
coito ioidi diecimila, richiede da noi una più lunga coniiderazione. lV# APre/ì quivi adunque una vaghiflìma Tribuna
per vu di un arco affai alto , e maeitofo , fopra del quale vi fono in mezzo le armi della Religione, e. dei Bardi con due fineffre dalle bande, che formano due terrazzini di pietra. Da queir' arco ffeiìb è retta una Cupola vagamente dipinta a frefeo da Giovanni •r . ^J^anni con fuo gwviflìmo pericolo, che rife- 11 Ai r Baj5,,»uccì. come appreffo „ La Cupola della „ Clnefa di Ogniffanti de' Frati dell' Offervanza nella „ quale rapprefentò gli Angelici Cori con una quan- „ tua di belliffimi Angeletti %urati in ariaj danzando «con si belli fcorti di fotto in fu, che paiono veramen- te te in aria in tutto, e per tutto (piccati dal muro, # ne peducci della volta dipinfe alcune figure bellif- i, ùme^ di Serafini alludenti all'Ordine, ed al Santo „ Fondatore , e vi fi veggono ancora altre figure di „ ina mano condotte di buona maniera . Quella fu j, pero per Giovanni una ftrana faccenda > a cagiona 33 dì
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„ di uffa grande umidità T die egli at'traflè , «andò
» P" P>" tempo ferrato in quel luogo per altro an. „ gufto, fra le frefche calcine, nella quale tanto fi |
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aggravò, che ne divenne pazzo, e dicefi, che la fui
poi ricuperata fantò riconofceffe egli dalle orazioni di quei Religiòfi, che per compaffione a chi avea si nobilmente ornatala Chiefa loro, n'erano rimafi |
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molto "afflitti-. _,, L'Altare è itì ifola affai arricchito-
di prezrofi marmi con un paliotto di pietre dure ifto- nato de'fattf d. San Francefco , che piuftofto pare dipintura, tanto fono bene adattati i colori delle pietre al fignificato delle cofe, che rapprefewano. Sopra di quello Altare puma pofava un Ciborio riccamente do- ™IV lT.a.nel I<574» fu"! in fua vece collocato un Cro. cififfodi-bronzo, opera di Bartolommeo Cennini di. fcepolo d. Pietro Tacca . In ful]e due porte de,: Coro. fonovi due Angioli d. marmo quanto il vivo, lavoro di. Andrea Ferron. da Fielole, ed in nicchie pur di mar- mo quattro Santi di quella Religione fcolpiti da Fran- cefco Gargiolli da Settignano , il quale donò il mo. Baidi. Nella prima nicchia a manritta è San France.
fco, nella feconda Sane" Antonio da Padova, dalla fi- mftra viene San Bernardino da Siena , e l'ultimo è San Diego , che fi conofee eifere flato laico per la tefta, che non e rafa. Le pareti laterali della Tribuna fonò foppannate di marmi commeffi fino all' altezza delle eTsanta SirTt* ' *■ uno de* ^-a manritta
evvi Santa Chiara, che va incontro a'Saracini col Sa- gramenro in mano, dal quale ufeendo ra-gi, cafea- no in terra i Soldati offefi da ,1 fetta fpkndore tn fé 'cólmi G,mh,tUdm-' °P nf ,*"« ""»' che *£
da mano A„„ll", £mSJOban Bonaventura comunicato
che volLnfig;Ì'r ' °Ve ' ^ H Sawr£)o'e all'Altare,
che voltatofi indietro ammira il fatto con tanta man. anan'za fiTri' ^ Vmmente Par vivo, e i/lon.
tananza fi vede dipinto un Paefino con un Cappello roifo
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rodo appiccai ad 4in albero," avendo voluto H Pittore
rapprefcntare 1' accaduto al Santo, fatto che fu Cardina-
le da Gregorio X. che gli mandò il Cappello al Con- vento del Bofco in Mugello , ma il Santo veduto quella nobile infegna difTe al portatore V. S. lo attacchi à quel Corgnolo. Dietro all'Altare viene il maeftofo Coro àti Padri fatto murare dal ,Conte Pandolfo di Alberto de' Bardi, come leggefi in lapidatila parete , che dice così: PANDOLPHVS ALBERTI FIL. PHILIPPI NEP. E NOBILISSIMA
BARDORVM FAMILIA QRTVS QV.AE VERNI! pOMINATVR
AC FRANCISCI MED. MAÒNl ETRVRUB DVCIS CVBICVLARIVS
GVM IN AE\DE OMNIVM SS. LOCVS DEESSET IN QVO
PIE SÀNéTEQVE EVCHARISTIA SERVARETVR
AC FRATRES SACERDOTES
tAVDES DEO OPT. MAX. CANERENT TESTVDINEM HANC
"'A FVNDAMENTIS PIETATiS CAVSA EDIFICAR! G. S. ANNO
MDLXXIV.
In facciata di quefto Coro fopra la riferita ifcrizione
dentro un grati quadrò dipinto a frefco fi vede Crifto, .die con la sferza fcacck quei, che vendeano , e com- pravano nel Tempio, elTa è tavola di Giufeppe Pinzani non totalmente compita. / < V. E ripigliando ora il noftro viaggio dall'altra ban-
da a man manca dopo V Aitar maggiore fi trova la Cap- pella de» Maiinozzi, nella quale eravi di Ridolfo del Grillandaio una tavola di Maria Vergine con S. Gio- van Batifta, e S. Romualdo, che inoggi è irata colloca- ta fopra dell' arco , che torna agli Altari di San Die* ,go, e di Santa Rofa , vedendofi in fuo luogo S* Gio- vanni da Capiftrano colorito da Pier Dandini,del quale parimente fono i quadri laterali con gli ftucchi, e figu* re del Ciceri. Allato alla Sagreftia abbiamo la terza Cappella de'Vefpucci, ove di rilievo adorafi un Prefe- pio colla Capanna , e la gloria degli Angeli fatte da AgofUno Veracini . Dalla Sagreftia fi falc alla Cappel- |
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h di Sant'Antonio Abate, unica, che ci Ha rimafa del-
la Chiefa antica , come lo dimoftra la maniera de-. gli archi ; efla però è profanata fervendo ad ufo di guardaroba, ove fi conferva il Crocififlfo di Giotto. Di- rimpetto al Prefepio torna la Cappella di Santa Mar- gherita da Cortona, la cui immagine è fatta da Pietro Marchefini , e dalla banda del Vangelo in alto alla parete leggefi la memoria della Sacra della Chiefa , che fece Fra Mafleo de* Bardi Vefcovo di Chiufi il dì pri- mo di Agofto dei 1582. e dalla parte dell' Epiftola ve- deri fono la-fcala un avanzo di un fepolcro antico di pietra, da cui fi rileva in lettere gotiche quanto appreflb ; SEPVLCRVM G....IDJNI ET SVORVM DESCENDENTIVM
MCCCLXXV. '•'
E qui ù oflervino due Profeti Ofea, ed Ifaia fatti di rilie*.
vo in goffa maniera , ma per l'antichità confiderabili :. Scefe le fcalere per rientrare nella grande Navata, alla pri»« ma' Cappella fece Fabbrizio Bofchi il S, Bernardino da Siena con due Angioli attorno, lavorato con molta gra- zia , e fpirito alla famiglia de'Moroni. Ci è alla fe- conda un Crocifilfo di legno , che non lappiamo di quale Artefice Ila lavoro . Pofeia alla terza di Sant* Antonio da Padova vi è la Sratua del Santo fatta da Baldaflar Fiammingo alto meno del naturale, e'che fem> bra parlante. Nella quarta de* Cartelli, notili edere la tavola di due pezzi per la neceflìtk di renderla uni, forme ali* altre , la parte adunque di fotto è Y Aflun- tà co* Santi Giovan Batilta, e Francefco, opera di Tom- mafo da San Friano,■ 1* altro pezzo, che è un coro éi Angioli , lo dipnfe Santi di Tito . A* Bandeni lavorò Matteo Roflelli un Sant' Andrea condotto al Marti- rio con iodato difegno, e colorito. E Bartolommeo Traballefi figurò una Nunziata a quei de* Carloni pa# droni della ìeita Cappella , allato alla quale nel muto della facciata vedell full*ultimo Altare un'altra Annun- ziata fatta a frefco antica aliai, e che fi tiene in giaru ve-
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Venerazione j Creduta età -molti .opera -di Pietro -.■Cavali-*
ni Romano* VI. Ma perchè niuno creda, che dagli occhi mi
ila sfuggito il Pulpito , .che viene a manritta delia Chiefa , elfo è di pietra ierena piuttofto angufto, a.ven- te in baffi rilievi 4i ;marmo bianchiflìmp {colpite tre Morie di San Francefcp , le quali fono ,a tramon- tana il Santo , che prefenta al Pontefice la Rego-- la de' fuoi Prati , la feconda iè delle facre Stimate , e la terza quando in prcfe-nza del Sukanp d'Egitto San Brancefco paffa tra le fiamme . L'iultirna cafa poi di quefta Chiefa fia la notizia degli .ovati fqpra il corni- cione, e dell'architettura di quelle figure, che fono tra una Cappella, e J'al tra: questa e/Tendo di Attilio Caia- ni, e quelli dipinti da .Giufeppe Bonechi. E giacché fi entra anche in Chiefa per due porre laterali, dirò, che q-uefte hanno una;Cappella per .eiafchedunaj quella, che- viene a mano finiftra verfo il Convento Ju fatta dal Cavalier Alba con una fepoltura per fé , e per tutt'i Cortigiani, e fopra la lapida ,erayi fcplpitp quel diftico vulgato; ffNVENI PORTVM) SP£S-£T5FOR,TVNA VALETE,,,
NIL JAIKI .VQBISC.VM* L"VP1TE KVNC «ALIOS,. Ma eflendofi da3 divoti ornata di pitture quefta Cappe!»
U, e altresì rinnovato il pavimento, vi è folo rimafo dell'antico la tavola all'Altare, che è una copia della Madonna di Santa Maria Maggiore di Roma, alla qua- le ogni Sabato fera dopo la Compieta vanno i Frati pi'ocefiìomlmetfite a cantare le litanie di Maria . L* al- tra Cappella a manritta è de'Hjrati del terz' Ordine ; e- lavi all'Altare la tavola di San ;Pietro, e di San Lino^ la cui tcita era il ritratto di Fra Lino Mproni 3 che la fece fare,. LE-
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L E Z IO N E XXVII.
DELLA CHIESA DI OGNISSANTI III.
I. H^^S^^M Uando lo Splendido nome di Ogniflfan-
^P^^@^^3 ù non f°fre ^'ato il titolo di quella Wf^jtSvvt Chiefa 5 *° meriterebbe ella per lo I \lJ^y>lr il cop10^° novero delle facre Reliquie * l^^#'J®!/& ^e <lua^1 *P* da'Fedeli fi adorano . E ^^^^^^^M fé il Giamboni nel fuo Diano Sacro fes^taS^^S^® alla Domenica in Al bis rie fece ài alcune fpezial menzione , con pace fua diremo effetti irate moltiflìme le tralafcìate da elfo : né io mi fiimo tanto di poterne fare una compita Iftoria , tuttavolta delle più infigni imprendendo il ragionamelo , ne da» rò poi fui fine della Lezione un catalogo intero, e ha/tan- te , onde conferiamo ftupendo eflere di quefta Chiefa il teforo . E primieramente mi farà permeila una ricer» ca di quelle vetufte Reliquie , che aveano i Frati U- miliati , e che dagli Scrittori trovanfi rammentate, co- me della Tefta di S. Roflore Martire, della quale Sci- pione Ammirato al Libro XVI1L della fua Storia nell* anno 1422. fcrifle così ,> Quali nel medefimo tempo fu „ in Firenze recata di Pifa per opera de* Frati di O- j, gnilTanti h Tefta di S. Roflore Martire , tome quel- „ la Città priva della libertà , e degli antichi onori , si fofle ancora da* fuoi Santi abbandonata , ed &\V in- 5) contro la Città di Firenze di pompa , di gloria , di 5) ricchezze , e di benedizione fi n'empiile • „ Di que- lla fama Reliquia parla il Martirologio Strozziano lot- to il dì 21. di Agofto così : caput autem inde transla- tum yofitum tff in Ecclejta Omnium SattBorum , Ed in un libro antico delle Chiefe Fiorentine, preflo i Signo- ri Vignali leggefi pure „ in Ogniflanti la Tefta di San Tom. IV. Mm „ Rof- |
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'., Rotore fornita di argento é „ E noi nel!* prima Le-
zione riportammo di Fra Domenico da CbrelJa i verri alluflvi alla medelìma Reliquia . Che fé cercar fi vo- lefTe, ove ella inoggi 11 confervi , non trovandofene fe- gno in quella Chiefa , crediamo , che diviU in duo Reliquiari , parte ne fi* a S. Caterina degli Abbando- nati , e parte nel Monaftero delle Monache di Santa Marta , giacché ii Giamboni nel fuddetto fuo Diario fcnve „ 21. di Agoito fefca folennifTìma a Santa Gate- „ lina degli Abbandonati , appprefìfo le mura delU „ Porta a San Gallo , dove fono infigni Reliquie del „ Martire San Rolìbre , fetta ancora a Santa Marta a „ Montili, dove fono Reliquie di detto Santo/,, IL Chi fotte queiro S. Roflore , comecché egli Ila un
nome corrotto gik nell'antico dal popolo> e poi dai Co- pilli degli Atti de'Santi Martiri, non difdirà qui il por- tare le vane lezioni de Martirologj, e principiando dal nottio Fiorentino dice: A fui Sardiniam Cintate C alari- tana Raffio SanBorum Martyrum Rufforis > & Socm qui [uh Diocleziano, è'Maximimo Imferatoribus yfrafidsnte Daia- fio Vr afide fajfi funt .E nulla variando iì Mediceo nel- le parole, altera il nome del Santo , dicendo Ruxoris , Meno male fcriiTe il Calendario Grevenenfe , enuncian- do come iegue : Natale Santìorum Martyrum Luforii frc. e querfa Lezione è irata interamente copiata da parec- chi Martirologi/ti, niuno però riportando il proprio, e genuino nome del Santo Martire , il quale , giuria il più antico Martirologio della Chiefa Occidentale at- tribuito a San Girolamo, abbracciato da Ufuardo, ed illuitrato con lodatiffime nore da Francefco Maria Fio- rentini nobile Lucthtfe, appellafi propriamente San Luf- furio Martire , così appunto leggendoli in quello ve- tuito Martirologio ; In Sardinia Natale SS, Martyru*L. Luxurii &c. onde correggendo chi ne abbifogna , di- remo eflere fiata nella Chiefa di Ognitfanti la Tetta di San LuMurio Martire , il cui Martirio leggefi deferit- to dal Mombrizio nel Libro IL e fommariamente nar- rato nelle note del foprailgdato Fiorentini . E tornan- do |
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do agli Umiliati s oltre la fuddettà infìgnè Reliquia era
predo di loro un Olio del Beato Giovanni da Como, o come altri vogliono Giovanni da Meda Fondatore di quella Religione , la qua! Reliquia pafsò alle Monache di Santa Marta , che ancora inoggi , giufla il Giam- boni, ne fanno {bienne fefta nel dì zK di Settembre. III. E non farà fé non ben fatto rammentare altre- sì in quello luogo il Deporto del Beato Luca Man- zuoli da Pontormo da noi difopra ricordato con lode di Generale degli Umiliati zelantiffimo , di Vefcovo di Fiefole degniflìmo , di dotto Cardinale, € di abbile Mi- niftro in varie legazioni fatte da lui in'Servizio 4ella Repubblica Fiorentina ; ai quali titoli aggiugnere deb- bo il più pregevole di Santo > come leggeS in- un Mef- fale ad ufo de'Frati Umiliati, dove fra" Santi di quefF Ordine avvi j B. Luca? de ^Uremia Cardinali! : così pu- re fcrive Arnoldo Yvion Libro V. ■dell' Opera intito- lata Legno della Vita . "ììv^ttMs* MàÙzolus Efifcopp? Fefulanus , é> Cardinali^) obìit \$*$epemhris » E San- to Antonino nella fua Cronica par; 2,t*S 23. dopo aver dette le fopraccennate cofe, e la mòrte del Cardinale fe- guita nel 1411. afferma eflere fiato aferitto al ruolo de* Beati. Ne favellano pure l'Abate Ughelli nella Serie de' Vefcovi di Fiefole } ed il Ciacconio nel Ponti- ficato di Gregorio XII. Il Signor Dottor Giovanni La- mi nel fuo eruditiffimo Viaggio di Caritone, ed Ip- polito con molta dottrina ifchiarifce di quello Bea- to Cardinale varie difficoltà : e finalmente il Signor Domenico Maria Manni al Sigillo Vili, del Libro VII. aiTembra non difpregevoli notizie del medefimo. Noi riporteremo i verfi incili nel fuo Sepolcro 3 il quale per eifer collocato in alto ^ confetta il Ciacco- nio , che per leggergli avendo dovuto falirvi per una fcala a piuoTi , ebbe a precipitare : auos a me ma" xìmo mm perkulo , sum Florentia fifiersm^ colletto? hic M$pm e/travi: |
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IXEMPLAR VITÀE MORVM VIRTVTIS ET AIMAE
PROFESSOR LEGIS QVALEM VIX NOVERAT AETAS NOSTRA PAREM PVIT HIC LVCAS . EX ORDINE NOSTRO CARDINIS AD CVLMEN ROMANAE SPONTE VOCATVS ECCLESIAE . VERVM LEGATVS POSTEA SVMMI PONT1FIC1S MORITVR -COELVM MENS IPSAVOLAVIT* - /ih AH. DOM. MCCCCXI. DIE XIV. SEPTE. . r< ■ .-.. IV-Ma dovendofi parlare principalmente delle Reliquie
aflfembràte dalla divozione de i Minori OlTervanti , o da vffi collocate alla pubblica venerazione in quella» Chieia > io non potrei ciò meglio fare > che col princi- piar dail* Aitar maggiore , ove ferrata con tre chiavi fi cultpdifceja Cappa di San Francefco, e quella pro- pria , che ij Santo ebbe indotto ricevendo le Stimate . E qui difpenfandomi dal raccontare un così ftrepitofo avvenimento, giacché egli è in tutte le Storie notittì- nio , ed eziandio da parecchi Pontefici con Bolle af- fai approvato r.io riporterò folamente un' iscrizione di carattere antico 5 che fu metta dentro T Oratorio già edificato da i Conti Guidi di Poppi nel luogo fletto , ove San Francefco ricevette le Sacre Piaghe , e dice come fegue : COMES SIMON FU. ILI* VIRI D* COMITIS GVIDONIS
DEI GRATIA IN TVSCIA PALATINA FECIT FVNDARI ISTVD OKATORIVM AD HONOREM SANCTI FRANCISCI CVI IN LOCO ISTO SERAPH. APPARVIT SVB ANNO MCCXXIV. INFRA OCTAVAM NATIVITATIS SS, VIRO. ET IN CORPORE EI . IMPREXIT STIGMATA IESV XPTr 5, > CONSJGNANTE GRATIA SP1RITVS SANCTI. Come poi veni/Te a Firenze quefla Sacra Cappa , è
d' uopo , che ci facciamo dalle memorie efiftenti pretto la . Nobiliffima Famiglia de i Conti di Montauto, alla.- quale toccò la forte di confervare in fua Cafa quefto teforo per lo Ipazio di anni 278. Concioffiachè Sstu Francefco ricevute che ebbe le Stimate , andò a Mon«. tauro,
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tautoj dove fu còrtefemente alloggiato* dai Colite Al~
berto Barbolani, il quale volle riveftire il Santo, do- nandogli un abito nuovo , e tenendoti per fé il vec- chio , ma pregevole per la copia del fangue, del quale era bagnato ,< giufta la Leggenda di San Bonaventura al capo »$r De x truffi quoque latus quajt lance a tran- sfixum rubra cicatrice obduBum erat , quod f<tpe fangui- nem effundem , tunicata , & femoralia refyergÀat . Que- llo abito l'anno 1502. fu tolto a i fuddetti Signori dal Commiflario dell' Efercito Fiorentino Antonio Gia- comrai per avere i Conti di Montauco aderito» agli A- retini fottratfcifi dalla ubbidienza della Repubblica , ed eflèndo flato recato «r Firenze , fulla Piazza ele'Mozzi flette efpoito il di 3. di Febbraio dello ftefTo anno , e pofeia proceflìonalmente fu poetato a San- Salvadore ai- Monte , e dato in- cuftodia a quei Frati , i quali adi <5v di Maggio del X571. con licenza del Gran Duca* Cofimo I» lo trasferirono in Ogni (Tanti > e nei i£i2» la collocarono in Cfeiefa dietro all' Aitar maggiore > fer- rato però con tre chiavi tenute dai Granduca , dal Ma- giftrato dell'Arte de' Mercatanti , e dal Guardiano del Convento, leggendo/! fulla rieca Urna le feguenti lettere : HAC THECA «ABJTVS S. P. FHANCfSCI CtAVDITVR
QVO DVM A 1ESV CMRISTO STIGMATA RECEPIT IRAT 1NDVTVS , HIC FRATRES PQSVERE AN* DOM- MDCX1I. DIE HI. NOVEMBRIS* L*orna, che contiene sì bel tefora > é in forma di una
calfetta d* argento ferrata con una faracinefea, e da^ quello abito fi può decidere la queftione , che ha eser- citato l'ingegno di molti, cioè come San Francefco pfor* talTe il Cappuccio * o lungo , o quadro, o tondo • V. E appreiìò venendoti ad oflervare un* infigneJ
Taccolta di Reliquie nella Cappella de i Vefpucci, con- sidereremo in primo luogo la Tavoletta coli* adorabile impronta del Santiffimo Nome di Gesù , quella iteiTa, che feco portava San Bernardino da Siena j ella èqui chiufa
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ehìufa in un tabernacolo di legno dorato * avente un
bel criftallo , con copia di voti preziofi . Oltre al San ultimo Nome , dobbiamo grado al Padre Fra An- giolo Serafino da Firenze di due . armadj in quefta Cappella contenenti da fopra a 400. Reliquie , cho egli procurò , mentre fi trattenne in Roma dal 17©!* fino al 1709. occupando ufizio nella Segreteria Gene- rale della fua Religione. Tutte io no Irate riconofeiute, ed autenticate dair.Arcivefcovo Giufeppe Maria Martelli ai 22. di Aprile del 1741. ed a* fuoi tempi fé ne fa efpofizione alla pubblica venerazione fopra l'Altare» e ci rifparmiamo la fatica di darne una nota s mentre- che d^ì fuddetto Religiofo ne è irata data alle ftampe un'autentica relazione,. In .tre altre Cappelle di Chie- fa fonovi pur fomiglianti tefori -, ripofando fotto |* Altare di Santa Elifabetta il Corpo di iSant* Aleflan* dro Martire , e quello di San -Cirillo Martire alla Cap- pella dei Beato Salyadore da Orta , ma il terzo 9 che forfè è meno faputo* e che merita da noi una memo- ria ìfpeziale 5 è la parte A^ì £orpo di San talentino Prete , e Martire alla Cappella di San Bernardino .da Siena . JB fé 1" due fopraddetti credonfi corpi 'battez- zati ? quello veramente è la Reliquia di quel Santo Prete martirizzato sfotto Claudio , e che in antico avea una Chiefa ,, dalla quale .talvolta ja Porta di Roma detta- Flaminia, ,o ila dei Popolo, era .appellata Porta di San Valentino 9 ma dopo edere ìa feconda volta rovinata la Chiefa^in tempo di Papa Urbano Vili, furo- fio le offa del Santo Martire trasferite in Roma, e fé crediamo al Tillemontj la Terra del Santo fu mandata in Francia , avarie 0iTa fparfe per le Città d' Italia , e quella notabile porzione, .che era rimafa in Roma; dal medefimo Pontefice fu donata a Fra Ceifo Minor Of- fervante , che era ilato Vefcovo di Città della Pieve , e che rinunziato avendo detta Chiefa > e ritiratoli in Ro* ma > fu di Urbano Y1ÌL Confeffore, e perchè figlie amo- revole era fempremai irato del Convento di Ogniilanti, a cjuefta fua Chiefa donòilfacro pegno, leggendoli full'Ar» ca le feguenti parole : h 1 e |
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2J?
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UIC POSITA SVNT" . ' }
OSSA COKPORIS S.VALENTINI PRESB.ETM. A.D.MDCXXX.
VI. Elafciandomi trafportare dalla divozione alle ceneri
faere, riferirò in appre&b i fepolcri ài alquante Perfone defunte in concetto di fantità , tra le quali convien da- re il primo luogo al Venerabile Fra-Ruffino dal Bofco di Parma Laico Minore; OUervante . Qyeftr nacque nel 1596* il dì 21. ài Maggio, e dopo 86* anni di vita , pieno di meriti fi morì in Ogniflanti a i 9. di Genna* io del 1682, con efTere ftata feppellito in* difpàrte nella Cappella del Nome di Gesùy concorrendo ogni dì al fuo Sepolcro Fanciulli > che vanno per dimandar grazie , e ne hanno riportate fegnaiatiflime . Nella; Cappella der Lenzi vi fon feppelliti Fra Bernardino da Cutigliano di vcnerabil memoria, che morì l'anno 167$* e Fr& Fe- lice Martelli nottflìmo per la fua carità , e pazienza , morto nel 17J1* Quivi pure Seppellite fono-parecchie-» Terziarie, e ipezialmente la Venerabile Suor Caterina, al fecolo detta Giovanna y di, cuh vi fono molte ope. re fcritte a penna , ed in quefta Cappella volle elfer Seppellito il tanto commendato per le fue virtù} o maflìmamente per lo zelo delle anime il Prete An* drea Barducci Priore ài Santo Apoftolo. E giacché fia- mo tra le lapide fepolcrali per notarne alcune poche delle moltiflìme , diremo , che allato alla Cappella ài 8. Pafquale trovafi un marmo con lettere Longobarde* che dicono come fegue ! SEP. MARCI DOMINICI ET CAROLI QVOND. TOMASH DK
BARTOLIS HONORABILIVM CIVIVM ET MERCATORVM PLORENTINORVM ET PILIORVM ET DESCENDENTIVM * Appiè dell* Altare del Nome di Gesù , in memoria del
Fondatore della Cappella , che fu Simone de* Vefpucci > Jeggefi il feguente epitaffio; |
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SEP.
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SEP. SIMONIS FETOt DE VESPVCC11S MERCATORE
AC FILIORVM ET DESGENDENTIVM ET VYORI5 QVI FIERI AC PINGI TECIT TOTAM 1STAM CAPPF.L. ^AM PRO ANIMA SV A A^. McpCQXXVl. Vicino alla Sagreftia altra iferizione avvi i» ,im fan*,
do di marmo pure de'-Vefpucci , rche dice.* FABIANO VESPVC0O f OSTERISQ. SVI?
c la terza Jfcrizione pure di quefta Famiglia è alla Gap*,
pella di Santa Elisabetta , ma perchè da noi non fi pren- da lo sbaglio, nel quale fono caduti alcuni menò pra- tici j fa d'uopo cT avvertire , c^ie le parole ivi incife ; che dicono : /SEP. AMERIC1 DE VESPVGCIIS ET -SV-ORyM,. 1472.
non debbonfi intendere perii celebre Amerigo Scopritore
delle Indie? avvegnaché eòli mom dopo il ijoo. in Por» togallo, ,0 .come altri vogliono > in un* Ifoìa delle Ter- zere , né mai fi è penfato a cercare le Sue offa per qtià trasferirle ; Ja lapida adunque fu fatta dal Nonno di lui , die addknandavaù* Amef igo , e ù oifervi nejl marmo fegnato con lettere diverfe dalle Longobarde $ il millefimo poco yiCibuV, ma che dice 1472. e l'Ame- ricano vifle Sorfe lino al 1516. Nel -pavimento della navata grande ,fono pure fotterrati Uornipi Illuftri con ifcrizioni , se U prima ajla Porta è ,cli Antonio di Vi- tale de* Medki 3 dottiffimo nella cognizione di varie feienze 5 e lingue > con le feguenti lettere intagliate in lapida di marmi miiti collocatavi dal Capitolo Fioren- tino , che fu erede di fuo pingue patrimonio > e dice come appreflb ; |
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Qyis-
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J QyiSQyiS INGREDERIS PARVMPER SISTE
ANTONIO MEDICEO VITALIS F, BENE PRECARE IS PHILOSOPHVS ILLVSTRIS LX. A, MEDICINAM EXERCVIT ILLIVS AMARITIEM SVAVITATE VERBORVM TEMPERAVIT NVLLIS MORBI3 VITlORVM OBNOXIVS
LONGAEVVS ET FRVGAL1S OPES COMPARAVIT 1NGENTES EARVMQVE VSVM SCIENS TEMPLIS ORNANDIS IMPENDIT DVM VIVERET
AC VIRGINIBVS DEO «£ DEVOVEUTIBVS LEGAVIT MORIENS MORTALITATEM EXPLEVIT V. IDVS AVGVSTl A. S, MDCLVI. OCTVAGENARIO MAIOR
FLORENT. METROPOL. CANONICI HAEREDES EX ASSE
VIRO OPTIME MERITO GRATI P.
V. Ma dopo tal digreflìone tornando alla no-
ftra materia delle Reliquie , io ben veggio, che fcarfo ne farebbe fin qui il racconto , fé qualche maggior copia di effe non ci forami ni tir affé la Sagreftia di que- lla Chiefa , ove in grandi Armadj cuftodifeonfi Urne, Cafìfettine , Arche , Guglie , Croci , Vafi , ed altri Re- liquiari di vaghifTime forme , tra' quali avvene alcuni di gioie , e di perle ricchiflìmi . Ed ecco appunto il prometto Catalogo di tutto il.facro rinomato teforo di Ogniffanti » potendo io render ficuro il Leggitore, che niuna ne manchi di quante contiene il feguente novero con tutta diligenza da noi rifeontrato . Nota delle fiacre Injìgni Reliquie , che fi confermano nella
Sagreftia di Ogniffanti alla pubblica generazione. DI GESÙ* CRISTO.
Del Legno della SS. Croce. Della Colonna della Flagei-
Parte della Velie inconfu- lazione . tile . Pietra del Santo Sepolcro.
Tom. IV. ■ Nn della |
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DELLA VERGINE MARIA,
Capelli della B. Vergine.
Parte della fua Vefte, OSSA DI SANTI»
Di S. Giovan Batifta .
SS. Pietro , e Paolo * S. Andrea • S. Matteo. S. Tommafo» = S. Marco . SS. Innocenti. S. Stefano . S. Lorenzo. S. Lino P. e M. S. Clemente P. e M. S. Vittore P, e M. S. Sebaftiano M. SS. M'M. Co/imo, e Da- miano. S. Cnitofano M. S. Giorgio M. S. Cafciano M. S. Vincenzio M. S. Tiburzio M. S. Vito M. S. Giuliano M. S. Romolo Vefc. e M. S. Maurizio M. e Comp, S. Silvestro Papa. S. Leone Papa . S. Vitale M. S. Guglielmo Conf. S* Aleflìo Conf. S. Ghirino M. S. Teodoro M. |
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S. Palmizio M.
S. Martino M. S. Saturnino M. S. Iacopo Vefc. e M. S. Lucio M. S. Teodoro Conf. ?■$.. Bonaventura Dottore. B. Pafquale . B. Lucchefe da Poggi- bonzi . Cranio di S. Califto M. Piede di S. Tommafo Can- tuarienfe .
La Tonaca del B. Cherubi- no da Spoleto , OSSA DJ SANTE .
Di S. Anna Madre di Ma-
ria Vergine - S. Maria Maddalena • S. Caterina V. e M. Si Lucia V. e M. S. Agata V. e M. S. Appollonia V. e M. S. Paolina V. e M. S. Perpetua V. e M. S. Aurelia V. e M. S. Ciriaca V. e M. S. Anaftafia V. e M. S. Margherita V. e M. S. Bai bara V. e M. S. Emerenziana V. M. S. Maiììma M. S. Pia (fede V. S. Chiara V. S. Elifabetta Regina . Tre Teite delle Compa- gne di S. Orfoia V. e M. Due
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I
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Due Lettere di S. Bernardino da Siena , mn un Lis
bretto , che è una Somma di Cafi di Cofcienza del mede/imo Santo, veiti , ed inteftini. Tonaca del B. Iacopo della Marca •
Tonaca , e Carne di S. Diego.
Carne del B. Salvadore da Orta .
Cappa del Beato Bernardino da Feltro , con un velo
da Calice , purifìcatoio , e fciugatoio , che adopera- va nella Merla . Reliquie, delle quali fi è ragionato nella Lezione*
II SS. Nome di Gesù.
La Cappa di S. Francefco •
I Corpi di S. Cirillo M.
Di S. AlelTandro M. e
Di S- Valentino Prete , e M.
Le quattrocento infigni Reliquie nella Cappella del No- me di Gesù , e Il Depofito del B, Luca Manzuoli . |
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Nn 2
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LE-
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LEZIONE XXVIIL
DELLA CHIESA DI OGNISSANTI IV.
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;|Wg™§i?pÌii L Convento di OgnifTanti è così ma*
f$à gnifico, e bello, che il tralafciare io qui di ragionarne farebbe un torto graviflìmo non folo ai Padri, che vi abitano in numero di quali ottan- ta , ma eziandio a i valenti Pit- tori, i quali hanno lafciato in quefte mura mirabili memorie del loro fapere. Quefto Con- vento adunque è de'47. che ne conta la Provincia To- fana, il principale, avente un pregevole; Archivio, una. buona Libreria, uno fpaziofo Giardino, e due ampli Chioftri, il primo de*quali e tutto iftoriato de'fatti di San Francefco, che principiando dalla fua nafcita fino al parlare pel fuoco avanti al Soldano , fono quindici lunette di mano di Iacopo Ligozzi , lavorate con., tanta franchezza , e diligenza, che paiono veramente miniature , vedendoli teire co* capelli , e peli della barba ad tino, ad uno sfilati, che certamente il con- terebbero . Filippo Baldinucci commendatiflìmo Scrit- tore delle Vite ■ de'Pittori il dimenticò di far quella di quefto infigne Artefice, contentatoli di fargli brevi e- logj all' occafion di parlar di altri Artefici ora chia- mandolo celebre Pittore Veronese, ora Miniatore rino- vmtijfimo, e talora Pittore uni<verfaliflimo : onde ne di- remo noi alcunché. E primieramente dir fi vuole, che egli fu di Patria Veronefe, ftudiato avendo nella fcuo- la del Caroto , dove divenne uno de'più bravi Difce- poli di sì gran Maeftro , e meritandofi da tutti gì' intendenti molta lode per la bella maniera del fuo di- pignere, illuftrò fé, e la fua, Cafa, come avea fatto il fuo
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fuo avolo Giorgio , il quale , giufta le memorie di Leo-
poldo del Migliore, militando in Germania per fegno del fuo valore dimoftrato in parecchi afìfedj, e battaglie , da Ferdinando I. Imperatore ne riportò il privilegio di efìfer dichiarato Conte ,- e nobili i fuoi difcendenti , con un diploma Imperiale dato in Anfpurgh ai 15. di Febbraio del 1558. anno del fuo Regno 15. e dell'Imperio il primo. Qual forfè poi il motivo della venuta del nò- Àio Iacopo a Firenze, fin ora non mi è noto; il cer- to fi è , che ai Fiorentini eiTendo egli affai caro fi re- fe viepiù degnò del loro amore» ed eftimazione con molte fue lodevoli opere, aprì egli icuola in Firenze, e buoni allievi vi fece, de'quali fa la vita il Baldinucci. Il Granduca Ferdinando L ottimo conofcitore de' Virtu.ofi lo dichiarò fuo Pittore, e gli diede la foprantendenza della fua Galleria, e le noftre Chiefe fi pregiano di aver tavole di Iacopo fempremai lodatifiìme . In S. Croce nella Cappella de' Duchi Salviati dipinfe il Martirio di San Lorenzo con attitudini efprimenti al vivo il di- fprezzo , che fa il Santo delle fiamme, ed un fanciullo, che fonìa nel fuoco, è affai belìo. Alle Monache di Fu- ligno fece l'adorazione de'Magi, ai Gefuiti la Tavola di San Michele , e quella dì San Girolamo nella grot- ta fvenuto , e retto da un Angiolo. In Santa Maria No- vella , fuo è il San Raimondo alla Cappella de' Rica- foli : ed a i Padri di San Marco fece un San Gia- cinto full'alfe. Nella Chiefa de'Servi di Firenze fece la Pietà, che vedefi alla Cappella di Giambologna in mez- zo alle due ftatue fatte dal Francavilla, e molte altre tavole dipinfe in varie Chiefe, e Palazzi, e fuori anco- ra di Firenze. Come in Lucca all'Oratorio del Gesù la tavola dell'Aitar maggiore, ed a Pifa alla Chiefa de'Ca- valieri nella Soffitta mefla a oro, tra le pitture del Cigoli, e dell'Empoli mirabili fono due quadri del Ligozzi. Di- lettavafi altresì di lavorare pìccoliffime miniature, tra le quali avvi un Salvatore coronato di fpine dipinto in un Sudario, ar^piè del quale vedefi una Città, che ferri- era Firenze , fopra cui vi è ferino il nome, e cafato dell'
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dell'Autore con piccoliflìmi , ma intelligibili cai-atteriV
e tutta la pittura .è grande quanto una piatirà ; que- fio teibro trovati pretìb il Padre Gufeppe Maria Bar- tolini Baldelli Gefuita abitante in Firenze. IL Ritornando ora al Chioftro di OgnifTanti, pflervere-
mo le cinque lunette dipinte da Gio:da S. Giovanni, e la prima , che fegue fulla porta, per la quale fi entra nel fecondo Chioitro , rapprefenta il raffrenare, che fece S, Francesco con le fue orazioni le mortali inimicizie, e civili difcordie degli Aretini, facendo vedere Tatto di un'orrida queftione con più feriti, e morti, opera veramente bella, dove in quella perfona, che viene die- tro al Santo, Giovanni ritraffe fé {letto. Nella feconda lu- netta vedefi il miracolo di refufcitare un bambino mor- to , che avente due mele in mano efce da una calla » edèda notarfi , che nella femmina figurata per la madre del fanciullo veftita di roup , è il ritratto di Marghe- rita di Cammillo Marzichi moglie di Giovanni . Nella terza rapprefentò San Francefco, che predica, col pro- digio di una donna rapita dal Demonio , e il miraco- lo delle formiche. Una fanciulla cieca rifanata dal San- to è la quarta pittura, e nella quinta vedefi la Santif- fima Vergine in atto di porgere a San Francefco il Bambino Gesù. Nelle due lunette, feguendo da quella mano, colorì Galeazzo Gidoni un Bambino affogato, e dal Santo re fu fa'tato, e nell'altra Gio: Batifta di Ga- leazzo Gidoni rapprefentò una fonte d* acqua > che il mede-fimo Santo converte in vino per fervizio de* mu- ratori , e manuali, Dipoi ne tornano due del foprallo- dato Iacopo Ligozzi , il quale moffo da emulazione, o fivvero dallo fdegno pe'l difgufto ricevuto dai Padri, che aveano dato a Giovanni le cinque lunette , volle qui far vedere il fuo valore, dipignendo nella prima, che viene ad efifer da quella banda, una quantità di popolo con teite tutte diverfe, e belle , i Santi Fran- cefco , e Domenico, che fi abbracciano, e S. Angiolo Carmelitano predicante , con la Chiefa di San Giovan- ni Laterano in profpettiva, e nel petto di una figura, |
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che fta nel baflo della Lunetta, dipinfe un carrello fcri-
vendovi : A confusone degli amici mbc. Ma per ve- ro dire il Ligozzi qui è cenfuraio per un braccio Strop- piato a S. Domenico , e per avere in un quadro folo replicato il Beato Alberto, che vedefi fui pulpito pre- dicare , e inficine abbracciato con San Domenico , e San Francefco; viene poi la feconda, quando il Sera- fino imprime le Stimate al genuflefifo S, Francefco , e le altre cinque lungo il muro della Chiefa fono di Nic- codemo Ferrucci; veggendofi nella prima, che 1' acqua, colla quale fi era lavato le mani San Francefco, fpruz- zata fopra gli armenti , che morivano di pefte , gli ri- fana; nella feconda effigiò il Conte Alberto da Mon- talo, che riceve dal Santo l'abito, col quale egli ebbe le ftimate, in queita è dipinto al naturale Niccolò Ma- legonnelli co'figli, e in lontananza fi vede il palazzo di detto Conte con alcune fiamme nell'aria, denotanti il privilegio de'Signori Monrauti ottenuto da S» Fran- cefco, che quando ne muore uno di eflacafa, per tre fere innanzi fi vede fopra il Gattello* una fiamma . Se. gue la terza lunetta rapprefenrante un povero lettic- ciuolo, fu cui infermo a morte il Santo benedice i fuor Frati : nella quarta giace ignudo il medefimo in terra, e muore,-ed in quella , che feguira, fi vede quan- do i Frati lavando i piedi al Santo , cflervano coru iitupore le Stimate. Allato viene la Scala, ove vi è da una parte S. Domenico, e dall'altra San Francefco, leggendovi/! ferino fopra ; vnvs hihc et ALivS'iNmr.-
Quefti due Santi, e 1* Abate Giovacchfno che fegue3fono
fatture di Niccodemo Ferrucci . Né farà cofa da tacerfi fopra il detto Abate, che qui fi vede in atto di (india- re con un libro avanti , ove fono quelle parole : «* net homo chara&eribus hfu Cbrifii infignitusi dicendoli che
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che efTo dotato di fpirito profetico facelfe fare di Mo-
faico r effigie di S. Francefco con le Stimate: » e fuo abito moki anni avanti, eh'egli nafceffe . III. Né qui finifeono le maraviglie della pittura in que-
fto Chioftro , imperciocché f©pra ciafeun pilaftro , che regge gli archi, vi fono i ritratti degli Uomini più illuftrj della Religione, o fi voglia di Pontefici} o di Cardina- li, o di Vefcovi , o di Santi, e dotti Religiofi, dipin- ti da Fabbrizio , Alfonfo , e Francefco Befchi, e pa- iono tanto veri, che inoltrano efedre del muro, ove fo- no coloriti. 11 folo ritratto del Cardinale Lorenzo Cozza non è di quefti tre bravi Fratelli , ma è opera lodata di Vincenzio Meucci, Sono anche degne di olfervazione le pitture fatte da Uljfle Ciocchi nel primo andito, che mette dal Convento nella via pubblica , e tra le moi- re figure yedefi Scoto dipinto co'raggi di Beato. IV,. Da quello Chioftro falendo fopra nel Corino
de* Padri , vi fi adora un belliflìmo Crocifìilo di le- gno grande quanto al naturale , e quello , venuto di Germania fecondo la tradizione de' Religiofi ? fu do- nato da un certo Band della Fonte a i Padri di S. Sal- vadore al Monte , i quali feco lo recarono a Firenze in OgnirTanti ... Nel Refettorio vi è un Cenacolo di mano di Domenico del Grillandaio , che occupa tut- ta Ja tettata di sì gran vafo , e falite due fcale del fecondo Chioftro , incontrai] una Madonna grande da Cimabue dipinta full3 alfe ; Siccome fparfe per il Con- vento fi veggono quelle tavole , o ancone già accen- nate, di quei primi Reftauratori della Pittura. Neil1 Or- to è una belliffima pergola fatta dal foprallodato Fra Celio.) lunga braccia 212. e larga otto con 34. pilaftri per banda di pietra bipa. alti cinque braccia , fopra de'quali girano mezzi tondi di ferro fatti con ifpefa confiderabile , ove pofano le viti , che apportano va- go, e dilettevole lo fpafteggiare , particolarmente l'è- fiate 5 venendo mitigato il calore per la difefa, che fan- no i pampani delle medefime viti. IV. Tra
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V. Tra i Padri che fiorirono in quello Convento
nelle fcienze , rammenterò Maffeo de i Bardi Vefcovo di Chiufi , Fra Celfo Vefcovo della Città della Pieve , Fra Ferdinando Bruni Vefcovo di Cedonia ; nella Teologia ferirle eruditamente Fra Niccodemo Angiolini Autore del Dialogo dell' Anima ragionevole . Fra Mariano è rinnomato nelle Storie de i Santi , e delle Sante dell* Ordine Serafico , ficcome celebre è Fra Dionifio Puli- nari , il quale fcriffe con diligenza la Cronica della Provincia di Tofcana , il cui originale confervafi preifo de* Padri . E Fra Bernardo degli Strozzi fu non me- no infigne nel dono di predicare , che perito nella Mufica , facilitato avendo queft' Arte coir inventare,, i numeri fopra il baffo continuo. Né tacer debbo i gloriofi nomi di que* Frati di Ogniffanti , i quali , giuria la relazione del Rondinelli , furono i primi , che fi efponeffero al fervizio degli appettati nell' anno 1630. da ftimarfi per tal fagrifizio benemeriti della Città di Firenze , e quelti furono Fra Gregorio della Bella Let- tore di Teologia, Fra Filippo Dei Fiorentino, Fra Buo» naventura della Garfagnana ,eFra Niccolò da Lucca, de* quali morirono di pelle il Dei , e Fra Buonaventura . VI. Finalmente qui riportiamo un* memoria di que-
llo Convento ferina dal Rondinelli , efirtente tra mol- t€ Scritture di lui preffo i Signori Scarlatti . „ RELAZIONE DEL CONVENTO D' OGNISSANTI .
j, Racconteremo ora come i Frati di San Francefco
5, veniffero in quello Convento . Il luogo principale ., prima era S. Francefco al Monte , edificato con ani- „ mo più tolto di Gran Principe, che di privato Gen- „ tiluomo da Caftcllo Quaratefi ; quivi rifedeva il Mi- „ niftro , e vi flava una numerofa Famiglia di Frati. „ Avvenne , che Panno 1529. afpettandofi l'attedio , bi- „ fognò, che i Frati fé ne partiffero , e così a' 22. di Si Settembre fé ne tornarono in Firenze nell' Orto de* fi Nerli in Camaldol* , ma perchè il luogo a tanto Tom* IV, Oo 5, nu- |
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„ numero era anguilo, U Signorìa ne me(Te la rnag»
„ gior parte in San Paolo fu la Piazza di Santa Mari* ,, Novella, ove ftanno ora iConvalefcenti( fot fé deve ,, dire nella Prioria di San Paolo ) ivi fletterò fino a che „ fu fciolto l'aiTedio, che durò n. meli, et allora ;, tutti andarono a Ogniifantt, dandovi circa otto me- ?, fi, tanto che faceOero il Capitolo Provinciale» Fi- „ nito che egii fu , fé ne tornarono al Monte la vi- „ gilia della Afcenlìone dell' anno 1532» creato poi nei s, 16. Duca Co (imo Primo , e facendo i Fiorentini n motivo di guerra , furono di nuovo rimandati a j> OgniiTanti , abitandovi come 1* altra volta infìeme 33 con gli Umiliati , i quali avendo odorato, che i Fran- ;> cefeani cercavano di fcafarli , cavato fegretamente 3» un Breve del Papa all' improvvifo glielo fquaderna- 33 rono in faccia, onde convenne, che un Giovedì San- s, to fenza mettere tempo in mezzo , i Francefeani fé a> ne ritornaiTero al Monte , il quale avendo cornine » ciato molti anni innanzi per difetto di un' acqua »... » che paiìando forto indeboliva! fondamenti, a minac- j) ciare pretta rovina , un P. Francefco Pardo Spagnuo- s> lo Uomo entrante >■ e faccendiere , che per mezzo » della Due beffa Leonora haveva adito in Corte, i'an- » no 1538. mentre che i Frati erano in OgniiTanti, pre- ss fa una piccola Chiefetta intitolata S. Caterina > tra 33 la porta a S* Gallo, e del Prato (dal Bigallo ) e com- 33 pia da Mefier Simone Tornabuoni, aiutato dal Gran- 3» dùca j e dalla Signora Maria Salviati Aia Madre, una »> buona Cafa con un gran Giardino , e fervendoli de* » materiali del Monte » vi fece un ragionevole Con- j> vento con Orto ,638. Celle , quivi venendovi a ita- « re parte de* Padri dd Monte; lafsù rtitò il Guar- J3 diano, che teneva in S. Caterina un Vicario * Seguì 3» poi l'anno 1547. un grande ^cambiamento di Frati» >> e ài Conventi, i Frati di S. Marco fé n'andarono 33 tutu , in S. Marco furono mtffì i Frati di S. Ago- 33 nino detti di S. Gallo , che abitavano allora in San » Iacopo tra' Fofli , quivi entrarono gli Umiliati > t* }) uici-
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„-tifarono d' Ognìflami , in OgnìflTanti Vennero i Fra-
„ ti di S. Francefco partendoli da S. Caterina , e iru „ S. Caterina furono meflì i Canonici Regolari detti ,, Scopetini , ma quefto aggiuftamento non andò mol* „ to tempo innanzi , e ognuno tornò alla fua ftanza „ <ii prima , gli Umiliati in GgnifTanti, e i Francesca* „ ni a S. Caterina , rimafero folo gli Scopetini fenza 55 avviamento, eflendofi il 3or Monaftero a S. Pier Gat- 5, tolino rovinato per le nuove fortificazioni fatte dal j> Granduca , onde fé vollero ftare nella Città, convenne » loro comprare S. Lucia fui Prato} ma perchè i France- 99 (cani havevano pofto affezione a Ogniflanti, e conofcen- „ do, che il luogo di S. Caterina era troppo fuori di ma- 5, no , cominciarono a negoziare con gì* Umiliati di ss fare un baratto :, cht finalmente fi conclufe 1' anno ,.; 1561. per la diligenza di un P* Bernardo Dragonci- „ ni allora Miniitro del Convento , e ConferTore del 5, Duca Cofimo I. e cosi gì' Umiliati prefero San- ,, ta Caterina , e i Francefcani entrarono in Ogniflanti > ,, ed il primo Guardiano fu Fra Paolo Arrigucci 5 e ,, fé bene quello luogo coftò loro caro ? e pagarono la *5 voglia, non ci mitfero niente, eflfendo itati aiutati 5, da' loro amorevoli, e dal Duca in particolare ; s, ma perchè trovarono una Chiefa forfè la più brut- 5, ta di Fi renze, la quale haveva il Coro nel mezzo, 5, non era ammattonata, il Convento fomigliava piut- „ torlo una Itamberga, che abitazione di Religiofi , on- 95 de fi pofero con ogni diligenza a rimodernare , e V una 3) e Taltra. La prima cofa fu il cavarfi di cafa due Com- ,5 pagnie dette del SS. Sagramento , e di San Giovan- 55 ni decollato, una era ove fecero la Spezieria, 1* al- 55 tra ove era il Dormentorio de' Cherici 5 e le trasferi- 5, rono nel Cimiterio vecchio, ove di prefente fi tro- ,, vano allato alla Chiefa, Verfo la Porta al Prato era 3, una comoda cafa di Secolari , quefta Comprarono ,5 co' danari del Granduca , del terreno ne fecero 1* „ entrata nel Convento , e fopra le flanze per il Mi- Oo 2 „ ni-
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?, niitro , dove feguìta quella parete di muro alto ; Fra*
a no circa 20. Cafucce, che dominavano il Convento, j, quelle furono compre per loro dal Granduca Fran- ;> ceito allora Gran Principe , però fi vede la fua ar- ìì me di pietra nel mezzo con infcrizione . Per aliar- 35 garfi comprarono il Palazzo, e l'Orto detto il Brac- j> co y il quale riefciva in Palazzuolo , e a quella fpefa j» concorfe tutta la Provincia , applicando per un an- 33 no la limofina della Buchetta Leonora , la quale nel 3) fuo teftamento lafciò feudi 1000. 1' anno da pagarli ?5 dal Monte delle Graticole a* Frati di S. Francefco per 5> lor vellire , i quali fi diftnbuifcono fra i Conventi j> di quella Provincia. Di più il detto Padre Dragoncinì j, trovò il fito » e lo diede agli Uomini della Compagnia » di S. Domenico > edificò la Libreria che è un bel- 3) liffimo Vafo , capace , e lumtnófo, co* banchi intor- „ no intorno pieni di libri con un bel ricetto innan- 3, zi, e alla Compagnia fi fece la porta per entrarvi in ,, Palazzuolo . Nella Chiefa levarono il Coro, che era 5, in mezzo , e lo meffero ove al prefente fi trova » 33 riavendolo fatto da' fondamenti infierae con la Cap- „ pella maggiore il Signor Pandolfo del Signor AU 33 berta de* Bardi de'Conti di Vernio , Maeiiro di Ca- 3, mera del Granduca Francefco ; del rifarciraemo , e ,, rabbellì mento del Convento , e della Chiefa t fino 33 all' anno 1582. furono promotori due Padri 3 il det- 3, to Fra Bernardo Dragoncini ConfeiTore dei Grandu- 3> ca Cofimo I. e Fra Maffeo de' Bardi > anche egli 33 Confeflbre dei Granduca Francefco r e poi Vefcovo 3, di Chiufi , il quale fu il primo Vefcovo, che havef- 33 fero gli Oflfervanti , avendo mantenuto con gran di- 3, ligenza lo fpirito umile , e baffo lafciato da S. Fvan- 3, cefeo,- non volendo diventar maggiori degli altri, }> quegli che et in voce , et in fatti cercavano di di- 3j chiararfi Minori.** |
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LE-
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LEZIONE
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X X I X ©
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i)IIIi CHIESA É MONASTERO
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DI S. IACOPO DI RIPOLU
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Aree ehi fono m Firenze i Monafterj
di Religrofe, le quali profetano la Re- gola di San Domenico ; né io fon così ardirò , che voglia giudicare.» qual lìa il più Santo; polfo però af- fermar fenza tema di sbaglio , ehc il più antico di quelli Conventi non; folamente *n Firenze T ma nella Tofcana tutta fia il JVfonaftero di S. Iacopo di Ri pò li foggetto ali* ubbidienza de*Padri di Santa Maria Novella, fotto la €ui dilezione fiorito avendo rnaifempre in Santità, vie- ne elfo in quefta Lezione ad accrescere alla nria tìoria non piccol luftroy o fi voglia di pregevoli documen- ti della antichità , o di rarifììmi ekmfylì di rega- lare oflervanza - Gli Scrittori, che parlano di quelìo Monaflero T che io fappia , fono l'Autore della Croni- ca di Santa Maria Novella y il; Padre Fra Vincenzio Fontana, che fece la ftoria de*Monafteri di fua Reli- gione y Stefano RovTelli nel fuo Sepoltuario> Leopolda del Migliale nella Firenze illuftrata parlando del Mo- naflero di San Domenico di Cafaggio, ed ultimamen- te il Padre Fra Domenico Maria Sandrini in una O- peretta feruta a penna contenente le memorie di San Iacopo di Ripoli * Quefèi Autori però non eiTendo con- cordi in acquanti punti importantiffimi per la verità de* fatti y io mi lufingo, che farò cofa grata al leggitore, fé in quelta prima Lezione per ifthiarire ogni dub- biezza riporterò in primo luogo le cofe, nelle quali tutti
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tutti concordano, in fecondo luogo i puliti, in cui nèh
convengono,' ed in .terzo luogo le mie congetture, o fivvero induftrie in conciliare le difcr.cpanti opinioni . II. E primieramente daVfopraddetti Scrittori con- cordemente fi accenna la fondazione dell'Oratorio in pian di Ripoli fatta da Diomiticidiede,, ed il tempo net quale vi furono introdotte le prime Monache, che fu l'anno 1229. non convenendo dipoi in iitabilire da chi quel luogo folTe donato a- Padri Domenicani ; nel- la qual cofa prende abbaglio il Padre Sandrini , vo- lendo egli, che Diomiticidiede andaffe a Bologna, ove donaffe a San Domenico I- Oratorio, cadendo il .detto Padre per confeguente in altro errore coli1 affermare, che i Domenicani già entrati in Santa Maria Novella alle Monache cedettero il luogo nel Pian di Ripoji ; delle quali due cofe con più autorevoli -documenti la difcorre affai meglio Leopoldo del Migliore citando nella fua Firenze Illuftrata 4'iitrumento della donazio- ne dell* Oratorio , che fece Diomiricidiede non a* Pa- dri , ma al Vefcovo ài Firenze -Giovanni ., ed il Con- tratto fi è riportato alla prima Lezione della itoria di Santa Maria Novella . Che fé il detto Oratorio .appa- risce donato al ¥efcOvo, fa d'uopo confefiare, che i Padri Domenicani lo jricevevTero non é» Diomiticidiede, ma -dal Prelato * ed abbandonato, che T ebbero i Pa- dri col venire ad abitare in Città, il dominio ài elfo ritornò a chi loro lo avea donato, come fi dimoitxa per me&zo di altro iftrumento, che pure riportammo nella citata Lezione <al tomo III. Tutto* però fembrami,. dbe ;fi poifa conciliar facilmente, con dire , che il Fon- datore Diomiticidiede andarle veramente a Bologna , non però come padrone difpotico di ciò,, che più noli era fuo, ma come Procuratore del Vefcovo , ed avelie il contenta di veder l'Oratorio da lui eretto divenuto Ofpiaio di dodici Apoftoli; e fomigiìamcmente difcor. rendo circa le Monache diremo, che i Padri ài Santa Maria Novella ttefiderando di provvedere di ritiro tan- te pie Gentildonne rifolute éi abbandonare il mondo, effi
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étti le raccomandaflero al Vefcovo Gibva.fiai V da cui
i Padri ebbero la licenza di collocarle nel Convento del Pian di Ripoli ,: mediante il* contrarto , che abbia- mo riferito altrove v in virtù del quale il» foprallodàto Fra Vincenzio Fontana fcriiTe nella fua Storia de* Mo- naiterj Domenicani, come nell* anno» 125,2. le Mona- che di Ripoli ottennero dal. Vefcovo: Giovanni Man- giadori T efenzione del Monaitero da: ogni? iurifdtfzione del Vefcovo* e della Chiefa Fiorentinau- III. Viene ora un altro importante fatto' di Papa.
Innotenzio IV* riguardante quello Monaftero ; nel rac- conto del quale, fé fono concordi in riferirlo i fopta l'- Iodati Autori y non piccola contradizione però; ci' re- cano gli Scrittori delle Vite de* Romani Pontefici « Er* adunque crefciuto il novello Monaftero per la prote- 2Ìone deL Vefcovo* Giovanni , e de* fuor fuccellorii in gran reputazione > e fi annoveravano in elio' Donne del- la primaria Nobiltà y leggendoli repllearamente nelle loro Scritture il titolo di Sorores maldè Nobiles > e quel- lo che più affai deve ilimarfi, erano in1 concetto di sì rara bontà , che non altrimenti chiamavanfi, che Ma- lierer Santtìflima Vita , contentiffime eziandio efiettda della cura y del governo, e della1 direzione de' Padri: Do- menicani , tra* quali trovali, che le governaite nello ipù rito San Pier Martire per que* tre anni, che egli fa- ticò in Firenze contra gli Eretici . Quando ecco il Monaftero circa il 1250. in pericolo di ufcire dalla ubbidienza de' Padri , fé il Pontefice Innoscenzio IV. non vi provvedeva con fua Bolla data in Lione , ove il Papa era al Concilio Generale . Ed il Padie Sandri- ni , che ebbe tutto il comodo di leggere queita Bol- la efìitente nell*Archivio di Santa Maria Novella, ne ri- ferifce il tener di ella così.. ,, Ordinò {i\ Pontefice ) 35 al Provinciale Romano > ed a* Frati di Santa Maria ,j Novella, che non lafuaflèro la cura del Monaitero „ di Ripoli ; che profeguifìero afTolutamente a tenere j, ii governo delle Monache; e perchè erano molte, ed j, aitrette in gran neeeflìtà , loro dà privilegio , che „ pof-
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„paffavo difpenfare le Monache j"acciocché potettero
9, tenere Poffeffioni . „ Ma da queìta Bolla natte ap- punto la confufione; imperciocché varj Scrittori della Vira di Innocenzo IV. vogliono, che i Domenicani, e i Franceicani fodero mal veduti da quetto Pontefice, il quale gli ipoghò di molti privilegi , e loro proibì la dire- Z,°knifrde^MOnafterÌ dì D°nll€ > <3UÌndÌ non manco chi
pubbhcatte , come la morte improvvifa di Papa Inno-
cenzo) fotte fiata una divina vendetta per le afpre ma- mere, colie quali fi portò etto co' Padri, così ne ttrifle Tommafo Cantipratenfe Libro IL Cap. IV. così il Padre Girolamo Piatti nel lib. del bene dello Stato Religiofo, le cui relazioni diftruggonola verità della fopra riferita graziofa Bolla. Noi però a fine di fgombrare unica- mente le contradizioni, non avremo mettiere di intri- garci in una tale quettione così odiofa , e contenti di trarne la bramata concordia , lattiamo ad al- tri il convincere di falfità chi sì male interpretò V a- Kimo del Pontefice . Ed il vero fi è , che la detta Bolla e fitte , ed o benevolo, o alieno fotte il cuore d'Inno- cenzo verfo V Ordine de* Padri Predicatori , faci! cofa è indagare , come le Nobili Suore ottener potettero il Pon- tificio privilegio , avvegnaché aveano effe nobile, e pò* tente parentado , erano in Lione Fiorentine Famiglie ncchiffime , e pretto il Pontefice avea la Repubblica i fuoi Ambafciadori , per le quali cofe , chi non fi per- vaderà , che le ittanze delle Monache per mezzo de' Fiorentini portate al Papa, ne ripor catterò il favorevol refe ritto ? IV. Ma una terza materia di quettionare ci fom-
miniftra il palTaggio di quefte Monache dal Pian di Ripoli in Città , il quale pretto tutti gli Scrittori tro- vati notato all'anno 1292. E checché fotte della ca- gione dell* abbandono, che effe fecero dell'antico Ma. naftero , noi qui riferiremo in primo luogo le folenni- tà di quetta traslazione per venir pofeia all' intrigata., quettione . Alle grate adunque delle Monache nel gior- no innanzi alla loro partenza dal primo Convento , fi ven-
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venne al contratto della divisone delle Suore fpartite
in. due Monafterj da fabbricare in Città , e fimilmen- te alla feparazione de'loro beni in due parti , lo che dichiarali nelF frumento, che fi fece per commiflìone di Fra Stefano Bifanzone Maeftro Generale dell'Ordine de* Predicatori , data per fua Lettera a i due Padri Fra Giovanni Prior ài Roma , e Fra Lotto da Sotnmaia foggetto ragguardevole di Santa Maria Novella , efpri- mendofi eziandio il confenfo del Vefcovo di Firenze Andrea de'Mozzi , che rogò Ser Andreas fit. Filippi de $ apiti s Not. AB uni apud Monafterium S. lacobi de Ripulì s Fior, ii $2. 6. KaL Septembris , teflibus D. OBa^vante^ de Rigaietti s , IX Adimarì de Cwvalcantibus , jD. Ghe- rardo de Vicfidominis , D. Ioanne de Macchianellis , D. fratre Ruggerio de Minerbettis, & Tinehio Ridolfi -, pre- fentibus J). Sprone lacoba de Adimarìbus Abbatijfa , & Monialibus di&i Monajlerii S. hicobi de Ripulii. Seguì poi la feconda folennità del paifaggio delle Monache accompagnate da' loro parenti nobili con un gran con- corfo di popolo, e ricevute in Città furono tutte per allora merfe nelle cafe de' Cerchi alla Porta a San Pie- ro, ove dimorarono , giufta il Padre Sandrini, da quat- tro anni, dimora, che fembrami lunga anzi che no* Nella divi/ione delle Monache, di 6o. che erano 27. di loro , come più affezionate a* Padri Predicatori, vollero andare in un luogo detto del Pantano in Via della Sca- la per effere anche più vicine a Santa Mark Novella • V. Ed entrate che furono in quefto Convento , le quali vollero che fi chiamarle S. Iacopo di Ripoli , e volen- do profeguire, ed ampliare la fabbrica, comprarono ca- fe, orti, e vigne contigue , ma da chi , e come , quelto appunto è il nodo , che conviene in grazia del vero , che noi Sviluppiamo , il Padre Sandrini nelle {uè Me- morie riportando il Padre Fontana , dice come fegue „ „ Vicino al loro Monaftero eravi un Convento di Frati „ dell' Ordine della Penitenza di Ge*ù Crifto, che fi ,> chiamavano i Frati del Sacco, o Saccati, e profefiava- „ no la Regola di Sant* Agorrino , quale Ordine fu di . Tom. IV. Pp ,, lì |
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*, lì a pochi" anni distrutto. Le Monache ai 4. di Ago-
„ ito del i?P5. col beneplacito ApotìoJico , ad iftanza >} di Fra Giovanni Provinciale Romano , comprarono ,j da Andrea Vefcovo di Firenze il Convento -, e la Chie- „ fa de i detti Frati , che fi chiamava di Santo Egi- ,, dio con gli orti , e colla vigna loro , avendo il „ Vefcovo dietro a San Michele Bifdomini , che ora ,, chiamato" Santo Egidio di Santa Maria Nuova , tra- s) sftriti que' Frati, ed avendo avuto tanto luogo di 55 più , le Monache proseguirono la fabbrica del Mo- j, nailero con una fomma magnificenza, talmente che il „ Convento in pochi anni coir aflìltenza di Fra Pafquale 5, dell* Ancifa divenne il maggior Monaftero di tutti „ gli altri , onde poco dopo arrivarono a veftire tante j, Suore, che paiTavano il numero di cento , e vi fio-. „ riva una grande oiTcrvanza . „ E fin qui i due Scrit- tori Domenicani . Ma affai diveriamente ne ferirle Leo- poldo del Migliore a pag. 235. della fua Firenze Illu- strata , ove leggefi come appreiìb „ Fu tentato per „ via di compra d'introdurre queite ( Monache di Ri- ,j poli ) nel Convento antico di San Gilio accanto allo 5, Spedale di Santa Maria Nuova, ellendo venuti ap- j, punto in quel tempo ertimi certi Religiofi , che vi „ abitavano chiamati i Frati delle Sacca , e farebbe „ riufcito , fé Gian della Bella protettore con altri No- j, bili delle Monache , per condurre a fine il difegno 5, fatto fopra di ciò y non fi folle iubiro fui bel del „ contratto avuto a partire di Firenze efiliato. ,, Ma il detto Migliore ancora più chiaramente dice il contrario del P. Sandrini alla pag. 344. ove rammentando la fonda- zione dello Spedale di S. Maria Nuova , riferifce uru contratto del 1275. nel quale dai Frati di San Gilio fi vende a Giraldo di Tignofo un pezzo di terra, che tornava a i confini e della Chiefa di Santo Egidio, e de* terreni di Giraldo , fu*quali pofcia fu fabbricato io Spe- dale di S, Maria Nuova , donde, manifeita appariice la contradizione , volendo gli Scrittori Domenicani , che nel 12^5. padaffero que' Frati dietro a S. Michele Bifdo* mini ì
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mini ,i ed M Migliore dimorir a :» -che i Frati già vi fof~
fero dal 1275. Tuttavolta memori noi del noftro im- * pegno di conciliare fé non in tutto ,, almeno nei pun- ti principali i-discordanti Scrittori , diremo , che i Fra- ti della Penitenza aveffer9c4ue luoghi in Firenze, cioè il Concento, e la Chiefa certamente dirimpetto a San- ta Maria Nuova , ed i beni di vigne , e di orti , e di cafe nel fondo di Via della Scala , e che quefti beni fi vendettero alle Monache di Ripoli per il contratto de* 4. Agoito dell* anno .Sopraccitato , non difdicendo , fé piace ad alcuni , il concedere , iche i fuddetti Frati abi- tà'ffero anche «a San Jacopo del Pantano , i quali però dobbiamo credergli aboliti per degni rifpetti da- Boni- fazio Vili, affai prima dell' anno* della compra fatta dalle Monache , avvegnaché nel contratto rnedefimo leggefi, che effe comprano quei Beni dal Vefcovo Fio- rentino Andrea , e non da* Frati % il cui Ordine più tion vi era?.. E per corroborare quanto abbiamo qui ri- levato , ricorderò il Breve di Papa Bonifazio Vili, an. 1. fontificatus alla Repubblica Fiorentina , il -quale *- fifte nel Libro fegnato H. alle Rifòrmagioni, ed è una lettera di raccomandazione a'Signori, acciò non impe- discano alle Monache di Ripoli la compra de* Beni de' Frati di Santo Egidio , ed in eflb Breve non trovafi nominata Chiefa,, la quaie-però efpreffa fi legge in al- tro Breve del rnedefimo Pontefice riferito dal Miglio- re , e iscritto al Vefcovo di Firenze contenente dì Pon- tificio beneplacito , che il Vefcovo poffa vendere allo Spedalingo di Santa Maria Nuova la Chiefa , ed il Con- vento de* Frati di Santo Egidio . VI. Ed ufciti ormai dalle contradizioni, venghiamo
alle cofe più notabili , e gloriofe accadute al Mona- itero di .Ripoli nel folo fuo primo Secolo, contandofi .dalla fondazione del 1229. E però principiando dagli tìimatiflìmi privilegi conceduti a quefte Monache dai Pontefici, Cardinali, e Vefcovi , notar mi piace , che Ja Bolla di Papa Innocenzio IV. venne confermata dai fuo fucceflòre Aleffandro IV. ed eziandio ampliata con |
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maggiore abbondèvolezza di grazie. Éonifazfo VITI, con*
* cede loro la efenziorie generale delle Decime. ÀI Ve- fcovo Fiorentino Giovanni Mangiadori piacque di libe- rarle dalla Soggezione alla Chrefa Fiorentina . E dieci Veftovi , e cinque Arcivescovi concedono loro Indul- genze con Bolla da tutti quindici fottofcrirta, e figil- ìara » data in: Avignone5 net 1318. anno fecondo del Pontificatp di Giovanni detto XXII. E fra le molte Scrit- ture nell' Archivio delle Monache di San Domenico di Firenze fonovi due Lettere in raccomandazione delle Monache ài Ripoli al Capitolo Generale de* Domeni- cani » ?e ferine furono in forma di Breve dai Pontéfi- ci Aleflandro IV. e Clemente IV. Né qui poffe» tacere quel angola ri/Timo privilegio della Ifriora , la quata > giuria il Padre Sandrini , avea voto in Capitalo Gene^ rale de1 Padri Domenicani , quando fi dovea eleggere il nuovo Generale 5 mandando ella un Frate a fuo no- me col voto: privilegio , che durò fintantoché dura» ronó i Priori locali ad aver voto in tal elezione. E fé quello ferve per dimoftrare fommariamente l'ampiez- za de'privilegi , co'quali furono eife diiiinte da* Som- mi Pontefici , Vefcovi, e Prelati dell' Ordine , non ba- fìa certamente al Leggitor mio , ove conviene moftrare gli acquici de* Beni venuti al Monaftero per le fplen- Side donazioni fatte da illuftrkPerfonaggi ? per lo che ci farà d'uopo di aggiugnere quel di più , che fopra le mededme indicato fi trova nelle cartapecore. E facendo- mi dal testamento della Cornelia Beatrice figlia del Conte Ridolfo da Capraia fatto nel 1278. a' io. di Febbraio rogato da Ser Rainaldo di Iacopo da Signa s legge/i in effo un legato di lire 200. alle Monache di S. Iaco- po di Ripoli : Leopoldo del Migliore rammenta una ricca eredità Jafciata loro dalla nobile Matrona Raven- na di Simone Donati , e moglie di Bello Ferrantin? nel 1280. Ma il predetto Migliore non oflervò una carta, che io mi fono avvenuto a trovare negli fpogli di Francefco Rondinelli , che di tale eredità parla così; „ 1280. Madonna Ravenna di Simone Donati , c# |
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5, mòglfe di Bello Fèrrantfni fi- comm ifé nel Nfonafte-
„ ro ài Ripoli fenza pigliar 1* abito con due fue figliej n dando al Monaftero tutti i fuoi beni . Ma in capo jj a cinque anni fé ne ufci, pretendendo di riaver tut- „ to y e cavare le fue figlie * Refifterono le Monache 3, rifolute ài farne la lite , che fu poi rimetta in Cor- 55 fa Donati per parte della Ravennane per parte del *».Monastero in RoflTo de' RoflI, e 3 lodo* fu > che le „ Monache rendettero' i beni , e lai Ravenna paga fife a ». titolo ài alimenti 4. mila lire » y. Il Necrologio di Santa: Marra Novella accenna un? ricco lafcito venuto al Monaitero di Ripoli dalla Famiglia de' Rolli i e di quefte Religiofe era il Padronato dello Spedale di- Fon* teviva 'filila via di Arezzo , che? pofcia fu ceduto dal- le Monache a' Capitani del Bigallo in favor de* Po ve* sl't con iltrumento rogato da Ser Balduino RuiFoli 5.. Aprile n45. come fi dirà nella Storia di detto Bigallo.. VII. Per quello poi , che riguarda la fantità dei Monaftero , notar debbo , che fu- ftimato tanto dalla Beata Umi liana de* Cerchi ? che giufta- Fra Vito da Cortona Scrittor della fua vita , oltre il, yifkac foven- te le noftre Suore , giunfe ella a cavai? la piuma da una fua coltrice per accomodare il Ietto ad: una In- ferma di quefto Monaftero . Da una di quefte Santif- icale Monache fu veduta V anima di Sa» Pier, Mar- tire neir atto di falirfene al Cielo 3 martirizzato che fu in' qtiei di Como , aggiugnendo V Autore della Cro- nica di Sant* Maria Novellaìli che ii Santo Martire,, trionfante in Cielo- impetrò Angolari raggi di luce a quefte fue Monache . Né pollò tralafciar di qui- ra* gionare di una delle prime Suore 9 che vi furo* no veitite , e fu Suor Benedetta da Firenze , che_. San Domenico riduce ad una vera eonverfione da una vita libera, che menava nel fecblo : e che ella fi facelfe Monaca di Ripoli>, lo ferive Fra Coftantino de* Medici Vefcovo di Orvieto , il quale la conobbe , ed a lei parlò più volte, come egli attera nella Vita di San Domenico, e ne parlano aneora Sant* Antonino, |
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ài Beato Alano § e Goti più particolari , e niariiviglio-
fe circofknze ne ferirle il dottiffimo Padre Jpolito Mar- racci della Congregazione della Madre di Bio nel Tuo Libro intitolato V -Eroine Mariane , a pag. £f. e feg. Ed altra autorevole prova della «ftfntitk di noiire Mo- nache farà maiTerrtprc. la memoria regiftrata nella Cro- nica di Santa Maria Novella di due fondazioni idi Mo- naitei^ «di Suore Domenicane, ne* quali introdotte fu- rono & idare la norma dì vita alcune Religione levate dal Moriaitero di Ripoli , come tre nel 1,32?!, dal Car- dinale Fr-a Niccolò àa Prato chiamate al fuo Conven- to di San Niccolo éi iquella Città , sé fu Suor Gio- vanna de' Pilalfcri ., con altre dtie^ e dodici ine furono richielte dalia Città di Orvieto per il nuovo Monafre- ro di San Paolo , «;. / ^ > Mowi delle ^rime Skone menute dal Pian di tftifoli
fo'& ' linWm della Scala* ii[. v/i' Suor Prima idi; ^Lombardia Suor Gemmaye J >
Priora. ì • s lo Suor Laura, e ide'Donati „
Suor Lucia,e | Ufi ,,g . . Suor Agnefe ^
Suor Benigna f K V * $uor Bartolommeade'Bifdo-
Suor Lucia Caponfacchi. mini * Suor Palma, e * £. -« jjj Suor Giovanna ,* W, p.
Suor Lucia J Suor Paola , « > „ .
Suor Fenice degli XJberti .. Suor Simona 3 ""■'■
Suor Primia stella Faggiuo- Suor ^Giovanna de4 Pitti .
ìa !* 1 Suor Giufeppa de' Macchia-
Suor Cecilia de* Malduriv velli. Suor Giovanna, e 1 ,e>T>0j[r Suor Prima de" Ghini,
Suor Battola f " Suor Giovanna de* Villanuc-
Suor Giovanna d* Arcetri* ci.
Suor Aleffandr,ade*Canigià- £>uor Lapa de* Capponi .
iii. Suor Giovanna de' Gherar-
Suor Sofìa da Prato • dini . |
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LE-
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LE ZI O N E XXX.
t>iLLA CHIESA % MG MA STERO
DI SAN IACOPO DI RIPOLI hi
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Itómando al Convento dì Ripoli };
rammentar debbo la difgrazia avve- nutagli ne 11' anno 1348. la quale tirò a diitruggere sì Venerabile Mortafte* ro , e fu 1' orribile mortalità , chia- mata per antonomafia la Pefte gran- de s la quale cominciato avendo in Levante, dopo aver defolata tutta T Aria , e gran par- te dell'' Europa , portata a Pifa da alcuni Mercatanti Gc- noveil, e di quivi a Firenze, in cinque meli, che ella vi perfeverò , tutti gli Scrittori fi accordano a dire, che vi morifiTero 100. mila perfone , e fra effe Giovanni Villani famofo Storiografo . Quefto flagello non rifpar- mio i Conventi delle Sacre Vergini , ipargendo ne'Mo- nafteri la desolazione : né eflendo andato efente il no> flro di S. Iacopo di Ripoli , ivii giuita la Cronica di Santa Maria Novella, di peftilenza fi morirono cento Religiofe , rimafa viva quali fola Suor Selvaggia Biliotti Priora , e due Secolari , come fi vede in una carta di procura ne'M, S. del Rondinelli . Quindi farà facile il perfuaderci la foliecita premura de' Padri Domenicani per riparare la totale eftinzione di un Moiìafteró si rag- guardevole ; ma defolata etfendo Firenze, parecchi anni parlarono , innanzi che veiiiiTero tante Donne da po- ter rimettere in piedi il Convento , e quelle per ve- ro dire , che vi entravano, non trovando più le, Mae- fìre di Spirito, né le Sante antiche Suore , fé creb- bero di numero , loro però mancavano quegli efempii utili,
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Utili, onde far r$orire 1» offérvaiiza "■„ la &uale per al-
tro era desiderata non meno da' Padri Predicatori, che dalle fteiTe Suore $ E però lau.de voi me me fi apprefero all' unico partito di chiamare da altro Mottaftero Do- nienicano alquante Rehgiofe anziane , le aquali infegnaf- fero loro i mezzi più facili , t ficuri per gnagnere al- la fofpirata perfezione della Regola ; ed il Padre Fra Vincenzio Fontana parlando 4i querta riforma , dice 9 *che nel 145 8. dal Maeflro Generale Fra Currado di Aiti furono cavate alcune Monache dal Monaftero di Saru, Pier Martire di Firenze , inoggi appellato San Fé* lice in piazza, e le «trasferite a S. Iacopo chiamavano1 Suor Lucia di .Niccolò degli Arrighi, Suor Mattea .di Ridolfo Rondinelli , Suor Margherita di Domenico Al- legri., e Suor lacopa Giambonelii xon tre Con ver fé 5 le quali con giubbilo dalle noftxe Suoce furono ; co- me Angioli del Faradifo ricevute . H. E in quella guifa rifiorito l'antico fpirìto dell'*
.ofìTervanza « non molto dopo fi vide altresì innovato e diiefa , e Convento da una delle più illuftri Fami* glie di Firenze » Concioffiachè nell'anno 1458. alle pre- ghiere di Fra Giuliano da Montelupo efemplariffìmo Frate di S. Maria Novella , * pofeia Vefcovo Ci tari* denfe , giuria il ricordo lafciato dal P. Domenico Ma^ ria Sandrini, gli Aminori concepirono il generofo con* certo di aiutare quello Monairero j ove il veggio no og- ;gi le antiche armi delia Famiglia loro e dentro , e fuo- ri . Quivi adunque da' medefìmi fu fatto 1'accrefeimento della Chiefa con due nobili Cappelle , che qui fotto de- fcriveremo, e rifarcko di nuove fabbriche il Convento.» E per gratitudine a sì copioiì , e nobili benefizi ricevu- ti , fi è ieg.uit.ato dalle Monache per ■molti.ffijmi anni & dare uno ipJendido definare alia Famiglia degli Ante- nori nella feita di S. Jacopo fulla porta del Monafie- ro , come nota LeopoJdo del Migliore ne* fuoi mano- feri tri . III. Ma ritornando io alla oflervanza fìoritiflima
del Monaftero , debho qui notare 9 come da si gran fer-
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fervóre delle Suore nacque un fenfìbile difgufto a'Pa-
dri di Santa Maria Novella 3 conciofiachè trovandofi in Firenze nel 1490. Fra Girolamo Savonarola , fi in- vogliarono le Monache di Ripoli di conofcerc, e di afcoltar quefto lor Frate , onde ottennero, che più vol- te veniiTe^ il Savonarola al Monaftero , e però pcrfuafc da lui fi iottopofero al governo deJ Padri di San Mar- co, abbandonando gli antichi Direttori, i quali quafi già da 300. anni con tante fatiche le aveano ferviti e nello fpirituale , e nel temporale . I ricorfi , e i la- menti de' Padri di S. Maria Novella per così inafpet- tata rifoluzione non fono a mia notizia , Io fo bene , che finalmente nel 1555. le Monache di Ripoli ritor- narono fotto V ubbidienza de* primi Padri , e che fe- guitano fino al prefente ad ubbidir loro con fornma vantaggio , profitto, e giubbilo del Monaftero . IV. Viene ora da oilervarfi la Chiefa , che cori-,
tutta ragione può dirfi un gloriofo monumento della pie- tà degli Antinori. Sulla porta grande vedefi una Ver- gine Maria con S. Iacopo, e San Domenico, che la. mettono in mezzo fcolpita di terra invetriata da Luca della Robbia gran Maeftro in tal profefiìone . Ali' entrare a manritta evvi la Cappella , in cui vedefi la tavola dell1 Incoronazione della Vergine con alcuni Santi inginocchiati, che dipinfe con vago colorito, e ftraordi- naria diligenza Domenico del Grilkndaio, e l'opra evvi un Noli me tangere di rilievo ? opera lodatiflìma del fuddet- to Luca. Dirimpetto è altra Cappella, che ha una tavola pure del Grillandaio tanto bella, che par miniata, con dentro lo Spofalizio di Santa Caterina, e molti Santi attorno, e difepra San Tommafo Apoftolo, che met- te la mano nei Corcato di Crifto, che per eiTere di terra come V altra, fono due opere, che non fi finifeono di ammirare, avendo l'Artefice difegnate figure, animali, alberile profpettive così al naturale, che nulla più; ^ tra elle belliffimo è un'Angiolo, che fiede fui Sepolcro elei Signore riforto, ed un cane pezzato, il quale fe- steggia intorno a Crifto, calla Maddalena, e vivi fem> T.om, IV. Qcj bra-
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brano certi conigli , ed altri quadrupedi. Commendato è
ancora il difegno di quefte due Cappelle sventi ai lati due pilaftri di pietra ferena, che foitengOìlo un arco, e ne'capitelli veggonfi parimente le Armi degli Àtìti- non", L* Alrar Maggiore ha il fuo pregio per una ta* vola:, nella quale Uiiile Gl'occhi ha effigiatici S* làCopè con moitirTìmi fpettatori pieni di (iupofe alla veduta di un prodigio del Santo, ed appiè di quefto : Aitar* svvi lapida di marmo con te feguente ifcrizione: IVDOVICVS ANTINORtVS SENAtOH
SEPVLCRVM IN HAC ECCLESIA
S1BI SVISQVE HEREDIKVS
iL*EGIT EX ASSE f ì
PVBilClS PRIVATI5QVE OPEfUfeVS
AG HONORIBVS OPTIME EVNCTVS OBI IT vhj, ivni mdcxxxu.
BARTHOiÒiVIEVS ¥1LW$ HERfiS . ■ *
"VOtV^TATEM PATRIS SECVTVS
f ERFBCIl: V. Dktfo all'Aitar maggiore viene il Coro delle
Monache ampio quanto è la Chiefa j nel quale védefi un armadio-., dovè fi tonfervano molte preziofe Reliquie tra le tjusali degne di olfervazione fono due tette delle Compagne di Sant* Or fòla Vergine, e Martire» effendo quefte collocate in due doi-ate urne co* fuoi criftalli, e dalle lettere Longobarde , Che fcritte vi fono intórno intorno a*piedi delle urne, fé ne argomenta f antichi- tà > e legger] come fegueì M.
CAPVT EX VNIS XI. VÌR&INVk ET MARTYRVM. Gonfervano pure con divozione rfna tavolai alla quale
San Filippo Neri giovanetto Faceva ogni dì orazione. Ma tra quefti adorabili prezioii tefori il più benefico al- le Suore è un Croeififlb dipinto da Cimabue, e uafpor* tato
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3°T
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tato in Monaltero dal Pian di Ripoli nel 1292. e vi £,
tradizione, che parlaiTe alla Venerabile Suor Giacinta Fabbri ; e tal divoto fimulacro non fi efpone in Chie- fa j fé non ogni dieci anni con folennità di apparato, e gran concorfa di popolo, fiando femore aU'adorazio* ne delle Monache in uria Cappella della Glaufura , alla qual Cappella fi fak per alquanti fcalini appellati la Scala Santa come privilegiata da'Sommi Pontefici di va- rie Indulgenza» VI. Ed eflendo celebri in Firenze , non pocki t?
e. dotti Scritti di Suor Fiammetta Frefcobaldi Mo*. naca di elfo Ven. Convento ,. non debbo omettere* qui un fuecintp ragguaglio e delia fua Vita , e delle fue Opere manoscritte , Je qual? io riferirò colle pa- role del cortefiflìmo Padre Domenicano Vincenzio Fi- nefehi» come appreiTo . , „ Suor Fiammetta nacque di JUmberto Frefcobaldi,
,, e di Francefca Morelli nobiliflìme Famiglie di Fi- „ renze Tanno 1523. Abbracciò in età di 13. anni „ la Religione di S. Domenico^ nel JMonaftero di S. la- „ copo di Ripoli , in cui dotata di ottimi coftumi j „ fervorofa nella divozione , intefa fempre a leggere , j, e fcrivere , Jafe 16 molti atterrati del fuo ingegno , e „ della fua pietà ; E primieramente tradurle dal Lip- „ pomano , e dal Surio centodiciotto Vite di Santi „ dal latino in volgare per infiammar maggiormente „ nella pietà le fue Sorelle, e trarle utilmente ad am- „ mirare la divina Bontà, e Potenza ; lo che primie- ,3 rarnente aver provato in fé medefìma , lo dice nella ,,. getterà dedicatoria a Suor Cecilia Bettina, allorché era „ per la feconda, volta Priora, la quale epiitolg fta al j, principio del fettimo Volume delle iieffe Vite de' San- „ ti. Altri Libri fcriiìe , facendo molti Volumi d'istorie, 5> eui da un certo naturai genio era portata , come con- }, felta ella nella dedicatoria al fuo fratello porca al capo ,, della sfera del Mondo. Certamente doveva elfere for- iX nita di un grand* ingegno, di memoria , e d'eloquen-, 5) za per capire cofe ramo fublimi , e varie , come ha Q_q 2 „ fat-
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55 fatto , ritenerle , ricordarfene , porle in ordine , e
a, àefcnvcrìe con uno itile facile , piacevole , e talora 3, anche critico : Ma ciò, che apporta più maraviglia , }) fi è, che Ella fcritfe di fua mano tanti , e sì fatti ,, Volumi con tal accuratezza dì caratteri , che fem- „ brano da una ftamperia ufciti . Egli è ben vero, » che per lo corfo di 38. anni foffrendo una contra- ,, zione di gambe , farà fiata nel Monaftero da ogni „ ufizio efente , talché avrà avuto il campo di fcrivere, 3, e leggere Autori Latini , e Italiani ,' ma nondimeno 3, fappiarno , che talora opprefla da'fuoi fieri dolori, 3) pazientemente gli foffriva , e fpeflfo fi faceva porta - 3, re al Coro . Forfè que/ta dotta , e pia Madre avrà 3, ferino altri Libri r che anticamente preirati ora non., 3, fi rinvengono. Finalmente in età di 63. anni, di „ religione 50. mefi cinque, giorni quindici, nel 1585. 3, il giorno 6. di Luglio placidamente fi morì. Le Opere , che nel Monaftero di $. Iacopo di Ripoli
fi conferivano , fono le jaguenti . 1. Storia Generale dell' Indie Orientali. Libri 4.
2. Storia Generale dell'Indie Occidentali . Libri 4.
3. La Sfera del Mondo ec. divifa in nove parti, e rac-
colta in cinque Tomi, di cui manca il fecondo, o fia la feria Parte . 4. La Storia de i Re di Perda .
5. Mutazione della Chiefa Patriarcale di Venezia .
é, Cofe prodigiofe , e calamitofe del Mondo, comin-
ciando dal Diluvio infino a* tempi noftri , parti cinque, con aggiunta di varie altre cofe attenenti a iiorie di- verte v 7. Cronica del Sacro Ordine di S. Domenico apparte-
nente fingolarmente a Firenze • 8. Vite di varj Santi in 7. Volumi , di cui ne manca
uno 3 il quale conteneva forfè le Vite de'Santi dell'Or» dine di S» Domenico . p. Dia-
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9 Diario dall* anno 1575. fino all'anno i$8<?.
Altre Opere della medefima efiftenti nella Libreria di
S. Maria Novella nella ftconda clafle de* Manofcritti ai iium. 30. e al num. 190. collocate . io. Compendio della Storia di M. Frahcefco Guicciar-
dini ridotta in 8. libri di 16. che fono 'nella ftampa- ta . In fine di quefto Compendio vi è uri eftratto delle cerimonie folite ufarfi néli" Incoronazione dei Re di Francia , e nel!' EfTequie de* medefimi . 11. Prato Fiorito , ovvero Giardino d'Efempj , co»
jn. fine Ricordi del Padre Vihcèhzio Ereolano ed VII. E finalmente riporterò la defcrizione , che^
fa il Baldinucci del Palazzo , e Giardino del Cardi» naie Gian Carlo de* Medici ,die viene addirimpetto alle noltré' Monache , ed ilJ d'etto Autore nella Vita,. di Antonio Novelli alla pag. 343,. ne fcrive come fegue )s „ Aveva il Sereniffimo Cardinale Gian Carlo incomin- „ ciato a ornare il bel Palazzo, e Giardino di Via „ della Scala , che poi fu del Marchefe Ferdinando 5> Ridolfi , e oggi de' fuoi eredi .* ed avendovi fatto 5, condurre fin da'Pitti per Via Maggio per la fpon- 5, da finiftra del Ponte a S. Trinità, buona copia d* j, acqua , volle , che il Novelli vi facefTe diverfe belle j, fontane . Vi fi applicò egli con tutte ie forze Aie , „ e dalla parte di mezzo giorno finfe una montagna „ naturale di pietra forte , accomodando gran quan- „ tità di efia pietra a filari, e filarelli ricorrenti ver- 3) fo terra da alto a baffo, in quella guifa appunto, „ che noi veggiamo efferé fiate adattare le cave di ^quella forte di pietre dalla natura ì talmenrechè ella f) pare propriamente una vera» e naturale montagna. „ In faccia a quefta al pian dei terreno , fcorgefi un „ voto ,0 vogiiam dire una caverna , che ferve di 1, porta, circòfcritta inegualmente, quafi che fatta fia „a cafo , e nella parte più alta veggonfi in atto di j, cadere alcuni laftroni della (iefia pietra , fé non quan» „ to vengono foitenuti da alcuni finti tronchi di quer. » eia ,
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,, eia ,, i»f|i /pure di pietra , « coloriti poi #1 natura*
x, le, L'apertura introduce in una grotta incroflata di ?, fpugne , divifa in tre grandi fpazj , in ciafeheduno ì3 de" quali è una gran figura di mezzo rilievo com^ » pofta di fpugne,: e la grotta è figurata per.l'Antro sj di PoUfemo > la cui figura fi vede» come diremo ap- » prefiTo , poco da lungi- Dalle parti laterali fi fa pai"- » faggio ad una bella ilufa , ed ad un'altra bella ftan- 3, za , né del tutto feura , .né del tutto luminofa, fat- u ta appotìa; p§r lo trattenimesito del giuoco ne3 tem- 35 pi della itale . ^pfa;rla grotta poi l'Artefice ac-» ,i comodò la -conferva dell' acque per le fonti • Nel „ bel mezzo dei gran Prato fece una bella vafea per Mj recipiente dell',acque » e per la delizia de' pefei : in m mez^o alla ^uaje ^ jUnJ ifola , fopra cui il Novelli ^fahibùm lafgtande Statua del Polifemo in atto di » beres all'om . Ve de fi dunque wr gran Gigante ignu* il -do 3 alto Tedici -braccia, ritto , in atto di pofare con 3, una gamba innanzi 5 ed una indietro per foilenere 3, il rimanente £?{ corpo, che alzando le braccia con 3t,bellVauitudir|e ffopratla tefta^ ^ verfa in |>occa J* 3> acqua ., che in:,;vece Éw yinoh cade dall' otre : $?& 3ji varamente/Tnaravigliofa?& crederfi.jrp^r la facilità * e „ bella deitrezza 3 coUa t|uate ì' ifcrtejìee foiliene in fui- 3, le^gambe sì .gran coloifo fabbricato di mattoni , e ,, fìucchi con si $ran, pulimento % che fembra di mar- %»iifyh »'r*f-irfi'i un fol pezzo ...Qijeft* Opera, rejìdefi ma- 3i"sravioliofa r^nto più ? quanto che al ^vflli eonven- „ ne cominciarla a fabbricar^ da* piedi , addando fem- ,J pre ^llo *n fu fino al termine della rfigura y Ja qua- j, ìe è armata per entro, cìi.gioSCfjmi ferii * che fer- 33 mi in terra pafendo per le. gambe* e cofeie y fi di- „ latano poi j e fi diramano al foltentamento di di-; 3! .verfi cerchj piegati al Ì?ifognp;5 per formar l offa - n tujrii -del torio ? dentri,-gì guale è un gran recipien- ,j te di rame per ricever l'acqua , che in elio cade jt 3> mediante V interne p^rti jjlella gamba del Gigante ? e u ditìiihuwila alje, canne g per cui ella devefi efitar^» 3, fem-
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„ fempre coperta per andare alla vafca » E perchè
„ farfa Rato al tutto impoflìbile » che una sì pelante ., mole averle potuto reggerti in fulle gambe , quan- u do anche, fletti per dire s elle furTero ftate di tutto ,, ferro , fenza cadere dall* uno de' lati ,. fìante maffi- „ me il grande aggravarli , che fa. la figura fuor del „ piombo del proprio fianco per far Y attitudine del „ votarfi T otre in bocca . Il Novelli finfe , che iru „ quell* atto difagiofo cadérle al Gigante da' fianchi un j, gran panno , il quale toccando terra , dà luogo in „ fé fteflb ad un gran ferro , che fa opera di punte!. „ lo dalla parte deftra ,. Servirli ancora della ftefla co- „ modita delle membra del Gigante , per fingerlo ap* „ poggiato al fuo groflb battone s e così reggefì la fi- 3» gura in quadro fenza far raoftra del come • #■"■
fine del Quartiere di S. Maria Novella..
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£r emendar* in que/t* Appendice alcuni sbagli
oc e or fi neir'antecedente Tomo , mi farò (lai la Ghie fa di $. Maria Nocella > giudicando co fa opportuna il pubblicare in primo luogo una no- |
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tizia a Jf ai rara , e da me ignorata, ma bene
avvertita dal Signor Abate , e Dottore Giovanni Lami Teologo imperiale nelle letterarie Novelle , che in ogni fettimana con fua erudita faticai% e con utilità , e gra- dimento univerfale dà alle ftampe „ Nel foglio adunque delle dette Novelle 9tum. xxxf. dei'29. di Agofto del 1755. alla data di Firenze } facendo egli un troppo per me onorevole ragguaglio del terzo Tomo dille mie No» tizie ÌJloriche delle Chiefe Fiorentine 5 ha offervato non avere io toccata la ragione propria 5 perchè la fuddetta Chiefa chi ami fi Novella » e ci fcuopre la vera ingegno- fa etimologia di tal nome ? la quale mirabilmente illu- ftra ì e conferma ancora V antichità di quefta Chiefa fin dal fecolo xi, detta S. Maria delle Vigne , ed ecco del Chiarìffimo Sig. Lami le parole ,, Voglio qui opportuna- ?J mente avvertire , che fi nome di Novella è come di SÌ luogo ) e di fito , e non di Chiefa } e nel linguaggio del y,'me dio evo fignifica una vigna novellamente pofiày non jj altrimenti , che il termine Noyole ■;• e però abbiamo j> in Tofcana diverfi luoghi 9 che fi chiamano Novella 9 » e diverfi) che fi chiamano Novole. k IL Alla pag, 75. della Lezione V* della fteffa Chic-
fa ragionato avendo io del Sepolcro del Ven. Giufefpe Fat riarca di Cojlantinopoli , riportai due ifcrizioni , o nella più breve , che ormai ha i caratteri confumati -, mi sfuggì dagli occhi il titolo di Patriarca } e però leggafi c»me fegue : |
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Tom. IV.
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UIC XA£ET E^lMlVS IOSEPH PATRIARCA &♦
III. Circa la Compagnia della Tura parimente in Sé
Maria Novella} alla Lezione IV. pag. 57. e alla Lezio» ne VII. pag. 197. do<ve di effa Confraternita fi è parla* to a lungo , per meglio ìfchiarire i meriti di sì Venera» bil Società >> 9 le ragioni della Nobile Famiglia de' Ri» cafolil dèi Lione 5 riporterò primieramente una Tavoletta riguardante il miracolo/o avvenimento y e fcritta con qualche imitazione del carattere antico , che fi trova ap» pefa alla Cafpella fatta da' Ricafoli in onore della fud» detta Immagine , ed è V appreffo a » Miracolo della Madonna della Pura.
,) Stando nel poflo , e luogo■> dove ai prefente fi tro»
5 y va l'Immagine della fopraddetta Vergine nell' anno del » Nojìro Signore mcccglxxii, a* xxu. di Ottobre , che 5> in quell'anno accadde la quarta Domenica dell' ifieffo j, Me fé (credo , che il 11. f offe Giovedì y trov andò fi al» n cuni Fanciulli vicino ad un Canneto per paffatempo , ^cominciarono a sbarbare > e fradicare tutte quelle can» i>>, ne ì portandole nel luogo , dove era.... la fopr addetta 5, Immagine ■ Mentre che quefii Fanciulli fé ne flavane n, fcherzandò , e burlando per il cimitero , uno di quegli }> per Famiglia de1 Ricafoli chiamati del Lione flando a» )>\ vanti a Maria- Vergine > fu per fuo nome chiamato dall* ut ijlejfa j H quale refiato attonito nel fentirfi nominare 5) fi avvicinò un poco più ali* Immagine fenza veder fi da* 35 circolanti punto movere 5 fu chiamato di nuovo il Fan» >5 ciullo da Ì/Iaria 5 al quale comandò } che volejfe covu ìì la feopa della fua canna 5 che lui teneva nelle mani 9 15 pulirla dalle: ragne , con le quali era quafi coperta > 55 Obbedì il Putto a Maria 5 la qual cofa dilatando fi lì per la Città tutta 5 veniva il Popolo in gran mol* latitudine per vifitarla } e fenderli grazie 5 che alla 55 giornata ella faceva 5 continuando per due anni inte» si ri. • Clfe perciò Ranieri) e Lorenzo Ricafoli dettero |
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9, ordine e.,".",. . del detto Miracolo fi edificale la Cap*
5, ^///? ; che al predente fi mede > refi aurata V anno MUCLVlil^ ,, a xxìx, d* Ago fio ,, Della unione di due altre Compa- gnie a quejia 'della Tura debbo pure notare , che quejia fi fece col confenfo de* Ricafoli , ficcarne alcune muta- zioni veli' abito , e nelP arme ; fu variata ia fopravve- fie , che -prima era azzurra > e uell* arme tolta vìa la.* pannocchia di mezzo } vi fu collocato il Calice in una corona dì oro . La vera cagione poi delle dette anioni ftt la Tefie del 1527. la quale fogliato avendo Firen- ze di moltijfimi Cittadini $. per confeguenza de fola di Confrati le Compagnie, Come poi dai Fratelli fi pòf- fegga quefto luogo , certo egli è » che il fito della vec- chia Compagnia era in antico della Famiglia de* Ribel- lai , la cui arme ve de fi alla parete ne II' entrare nella Ti a dì Guai fonda : da i Ruceilai fu detto luogo dato ai Padri Domenicani 5 che lo fecero un Magazzino della Sa- • grefiia 5 e poi pafsò a* detti Fratelli : La Chiefa nuo- va , ove è la fplendida Cappella fatta da' predetti Ri- cafoli , è pur certo } che era parte del Cimitero , fui quale fabbricato fu il nuovo Vafo: de feriti 0 da noi neh la ^Storia } e refo ancora, più magnìfico colla fabbrica di vago loggiato nel Chiofiro dalla liberalità de' Bene- fattorip9 de' quali principali furono i Ricafoli fempremai poetati }al decoro e della Cappella » .-...£ della Compagnia . Anzi in grazia di sì illufiri Fondatori% e di sì pia Com- pagnia mi piace di riportar qui una pregevole €arta efi- fiente meli* Archivio di S* Mariar. Movella , * dimoflran- peiìl merito aèticoJegli uni ,< e dell* altra » leggendovi fi. |
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come fegue . ,c»
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•* li '. ì ',
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Memoriale del Priore di Santa Maria Novella
al Legato in Tofcana a nome di Siilo IV. Rrie D. Pater.
Supplicatili', quod cum Ecclefia , & Domus S. M. No*
velie floren. Ord. Pred. deputata fit prò reception^» R r 2 Sum-
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Summorum Pontificum Florentiam venientfum , ac Lc-
garorum .... atque in eadem Domo Viri excellentes hactenus claruerint , & in hec ufquc tempora clareant, mt^rifque Domos hec infignita fit titulis » & decorata privilegiis . Ac prefertim hiis noviflìmis annis novo quodam B. Virginis rniraculo illustrata 5 cuius rei gra- da nova Cappella conftructa eli a nobili Ricafolorum Familia, & magnifica quedam inchoata Clauftri, Cimice* riique itrucìura, ad quam perficiendam 3 &,digne, ut de- cetj ornandam proprie non fuppetunt facultates 5 nifi fi* delium , ut iam inceperunt , fubfidiis adiuvetur, qua- propter ut ferventius } & copiofius ipii Fideles manus porrigant adiurrices» devote 5 & humiliter fupplicamus, ac petimus , ut per annos« .,., quicumque prediétam Cappellani , & Ecclefiam a primis Vefperis NativitatiY eiufdem Virginis gloriofe ufque ad fecundas Vefperas tìi&i Fefti , ac deinde ufque ad foJis Occafum eiufdem diei devotius vifitaverint , & ad prefatam èxornationem atque ftruéturam manus porrexeriot adiutrices , piena- riam omnium peccatorum fuorum ffemiffionem , & ve-» niam confequantur &c. i leggefi h grama del Fonti* fido Legato così - Goncedkur} & pK>pterea ob eius rei executionerò Fratribuslj & Capitulo Donius prefate, Ufc decem, vel plures'idoneos Fratres fìngulis annis quibus* indulgentia iftaV jduraveriL » eJigere vaìeant, ac deputa* re, quod advenientium utriufque fexus confeffiones auW diendi , & faiutarem penam ms iniungendij abfolutioT nifque pxedida informa iu¥is ,beneficiumyimp«ndend! > plenam, & liberate in Aomnibus, & fingulk habeant fa» cultatem . Non obftantibus &c. t:^\.iw«ì W. <àlìa Ghie fa di S. 'Michele agli Ant Inori nella
Lezione IL fàg. imi* effendofi accennata la lite tra la Cancelleria della Legazione di Bologna ) ed i Monaci Olivetani, a motivo de i due titoli di Chiefe Ahaziali, che effi poffedevano , cioè di S. Miniato al Monte , o di S* Michele Berteldi in Firenze , fi accennò la Sen- tenza di $• Carlo Legato di Bologna data in favore di detti
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3*7
ietti Monaci nel 15-61. lo che non combina circa l'an«
no 5 imperciocché il Santo non fu fatto Legato di Bo- logna prima del 1 5 <5 5. adì 17. di Ago fio, come appare dal diploma » con cui fio IV, fuo Zio gli diede tale di* gnità : Onde forza è dire , the lo sbaglio Jìa nella car-. tapecora , 0 iflrumento di perpetua quietanza preffa i ladri di Monte Olive to di Firenze , nella quale ab- biamo letto come appreffo ; Anno a Nat ivi tate MDLXI. SS. in Chriito Patris & Domini Noftri Domini Pii Divina Providentia PapaeIV. Ego Defiderius de Mot- ta Bonon. Civis > publicus Apoft. & Imperiali auólari- tate Not. ac in Archivio Rom. Curiae defcriptus Can- cell. Regiae Legationis Bonon. coram eodem Revcr. Dora. Regente Scriba deputatila» quia praemiflis inter- fui , ideo hic me cum foli te figno fubfcripft in fiderà praefentium rogatus . E nel- corpo del medefimo iflrumen- to fi fa menzione di 8. Carlo Legato ai Bologna > f del fuo Reggente colla feguente' formola'.; Coram Reveren- do, eximioque V.l. Dolore Dom. Marc© Antonio Arefiq Regente Cancell.ReverendiH'ìmi jliluftrifllmiq. Dom. Dom. Caroli Cardinalis Borromei in Civitate Bononiaé Legati &c. V. Alla pag* 294. della Ghie fa di S< Iacopo in Cam* pò Coryolini per maggiore illuflrazione dell* antichità di così illuftre Commenda fi riferì il feguente contratto $ 18. Aug. 1299. Dinus q. Bencivieni pop. S. Marie No? velie conducit in emphiteufim a Manfione Militie Tem- pli fcilicet Ecclefie S. lacobi inter vineas a Fratre Gan-» dulfo de Parma Preceptore d. Manfionis dante prò ca- derci Manfione quamdam .domina pof. in pop. d.s Ec- elefie S„ lacobi &c. Ego Arrigus olim Benintendi d^ Fior. Not. Ora dirò ingenuamente , che fé V acquifto di tale iflrumento mi piacque , riguardandolo per un bel documento a mio propofito, pof ci a & cafo rileggendolo mt i comparfo ancora più eflimabile } mentre che fi fcopre , che la detta Chiefa fia fiata Commenda de1 Cavalieri Tem- plari, fé fi confiderano ftrettamente quelle parole : a Man- gione Militie Templi , che più favorevoli non poffono ef- fer a tale opinione 3 * tanto più che l* iflrumento rife* rito
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rito di foprà è anteriore di dodici anni al f%in nel qual
#nno fu da Taf a Clemente VII. abolita la Religione der Tem- plari^ ^ e le loro Commende concedute furono a* Cavalieri fatti inoggi di Malta ♦ Io mi contento di aver dato que - fio lume , rimettendo a' dotti Antiquarj Fiorentini la il^ librazione di tale -punto importante per la Storia . VI. E ritornando a S. Maria Novella, è flato offer-
ito , che neir Ifcrizione di Papa Martino V. alla pag. 3.5* manca la distinzione dell* anno ^ fé fi a ab Incarna- tone , o a Nativitate , U .che per i Foreflieri farebbe neceffario , affine di fuggire la difficoltà, the fer effì po- trebbe fi incorrere nella combinazione dei diciotto me fi', che fi trattenne in Firenze il detto Pontefice , quando venne di Febbraio dei 14*8. e ne partì nel Settembre, del 1420. Ma effendochè il detto termine ab Incarnano-; fié , vien omefo quafi femore dagli S-carpellini , e con giù frequenza dai Notai] Ufiera fempre in .fintili cafi. il ricordar fi del cofiume antico de' Fiorentini>r the priu* tifavano l' anno dai 25. di Marzo - VII. Il non men dotto , che corte fé Padre Girolamo
lagomarfiui infigne Scrittore della Compagnia di Qesk deve meritamente aver parte de' miei ringraziamenti , e altresì luogo in quefla Appendice ; avvegnaché egli in- leggendo il tèrzo mio Tonio nii> abbia fatto parecchi im- portanti ffime annotazioni, le quali mi faranno in avve- nire di una fcuola affai utile , onde meno {corretta di- venti la mia Storia , e ne* feguenti libri farò ftrupolo. famente ufo de* critici avvertimenti di sì dotto Amico. VIIL E per fine neceffaria ; farebbe la correzione di
alquanti -Nomi alterati nel ragionare malmamente de- gli Scultori } de* Vittori , e degli Architetti , ma fup- pltremo alla emendazione neli' Indite , mi mule W ve* ri fuoi nomi fi appella eiafe uno . |
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IN.
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INDICE P RI M O
D*//? &w? Reliquie r 3
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, Altro S» Bonifazio m. il fuo Cor-
po tom. 4. 134. e
S« Cali ilo m, tom. 4<r 281.
S. Calciano m. tom. 4. 181.
S. Caterina v. e m, tom. 4. 282.
S. Caterina de* Ricci torcia 4. 234.-
S. Caterina da- Siena tora. 4. 234,
B. Cherubino da Spoleto tom. 4*
S. Chiara v. tom. 4'. x"8s.
S. Ciriaca v. e m. tom. 4. 28»,.
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À(
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azio martire tomo %* pa-
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gina 310.
Sv Agata v. e m. tom. 4. 282. ;• S, Aleflandro m* il fuo- Corpo tom. 4. 278. Altre Reliquie tom. 4. 283. B. Aleflìo Strozzi il fuo Corpo tom. 3« 53*
S. Aleffio. Confefiòre tom. 4. 282- S. Anaftafia v. e m. tom. 4. 282. S. Andrea tom. 4. 282. S. Andrea Avellino tom. 3, 22$. |
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B. Angiolino il fuo Corpo tom. 3. S. Cirillo ra. il fuo Còrpo tom. 4.
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278.
S. Claudio m. tom* 4. 134.
S. Clemente Papa e m. tom* 4. 282.
S. Clemente tom. 3. ri 3, S. Coumo m. il fuo Còrpo tom. 3. iS4*
SS. Cofimo e Damiano tom. 4. 281» S. Criiiofano m. tom. 4. 282. |
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273.
S. Angiolo m. tom. 4. 134. S. Anna tom. 4. 234. 281, B* Antonia da Firenze tom. 4.184. S. Antonino Arciv. tora. 3, 4,8. tom. 4. 200.
S. Antonio Ab. tom. 4. 234. S. Appollonia v. e m. tom. 4. 283..; B* Armenia m, il fuo Corpo tora. 4. 14J.
S. Artemio tra. il* fuo Corpo tom. 3, 22$.
S. Aureli a ni. il fuo Corpo t. 4.134.
S. Aurelia. v* e m. tom. 4. »^x* |
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S. Demetrio m. tom". 4.
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S. Diego tom. 4. 283.
S. Dionifio m. il fuo Corpo tom. 3V
341.
S. Domenico Conf. tom. 3. 48. S. Dorotea v. e m. tom. 4. 134. |
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B
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S. Barbera v. e m. tom. 4. 18-2.
S. Baftiano m. tom. 3. 183.
1. Bernardino da Feltro tom. 4. 281*
5. Bernardino da Siena tom. 4.
283.
6. Bernardo degli Uberti t. 3.154.
S. Biagio tom. 3. 236. S. Bonaventura Dottore tom. 4* 2.81..
f* Bonifazio m» il fuo Corpo tom. 4. P3. |
||||||||||||||||||||||||||||||
E
|
||||||||||||||||||||||||||||||
$, Edmondo Re d'Inghilterra foia*
3. 2*57.. '.,. « S. Elifabetta Regina tom. 4. zSxi
S. Emerenziana v. e m. tom. 4.. 181^ S. Emilio m. tom. 4. 134. S. Eugenia v* e m. tona* 4. 134* S. Fc-
|
||||||||||||||||||||||||||||||
- Jlo
|
|||||||||
1 WTK * A T
B. Iacopo della Marca tom. 4. »$3*
S. Iadópc» Vefcovo e m. tom. 4.181* S. Ignazio m. tom. 3. 47. Immagine mìracolofa di S. Antonio da Padova tom. 4. 136.
Immagine miracolofa di Gesù Cro- cifiiTo, che chinò la tefta tom.
3- *54'
Altra di Gesù Crocifìiro tom. 3. 236, e feq. tom. 4. 136. Immagine miracolofa di 3. Mar'fa del Giglio tom. 3. 304. Altra di Maria detta della Puri- tà tom. 3. 226. Immagine miracolofa di una Pietà tom. 3. 236*
SS. Innocenti tom. 3. 46. 47. toni. 4. 282.
5. Ireneo m. il fuo Corpo tom. 5. to6,
S. Ivo m. tom. 4. 134.
5. Leone Magno Papa tom. 4. 153.
5. Leone Papa tom. 4. 182.
S. Lino Papa , e m. tcJm. 4. 282.
S. Lorenzo tom. 4. iSi«
S.'Luca Evangelifta tom. 3. 47.
E. Luca Manzuoli Vefc* e Cardin.
il fuo Corpo tom, 4. 275.
B. Lucchefe da Poggibonfi tom, 4* 282.
S. Lucia y. è m. tom. 4. 182. S. Lucio m.tbm. 4. 281. < S. Marco tom. 4. 282.
5. Margherita v. e m. tom- 4. xS*.
S. Margherita difcepola di S. Umil-
tà il fuo Corpo tom. 3- 1J4. < SS. Mario , e Maria mm. i loro Corpi
tom. 3» 225. S. Maria Maddalena tom. 4. 181.
S. Martino m. toni. 4. 282.
§. Maflìma v. e m, tom-4. 234. 282.
S. Matteo tom» 4. iSi.
S. Mat-
|
|||||||||
S. Felice m. tom* 4. 154*
S« Feliciano m« tom. 4. 134!
S. Feliciffimo m. il fuo Corpo tom»
3* i*3*
S. Filippo Neri tom. 4. 93. S, Flavio in. tom» 4. 134. W* Francefco d'Affili tom, %>:'-#5. 276. £83.
3. Gaetano Tiene torti. 3. itj*
S. Gennaro m. tom. 4. 134.
S. Gcrvafio m. il fuo Corpo tom. 4.
Gesù Crifto di Tua Colonna toni. 4.
a8r. Della Croce tom. 3. 46. 154. tom. 4. $2. 131. 281.
Suo SS. Nome tom. 4. 183. Della Porpora tom. 3. 46. Del S. Sepolcro tom. 3. 231. tom» 4. 281. •
Deìle Spine tom. 3. 4*?. «13*
Del Titolo della S.Croce t. 3- 4tf« Della Vefte incòtiiutije t. 4. i8x* S. Ghirino m. torti. 4. 281. S. Giorgio m. tom. 4. x8£i S. Gio. Bàtifta tom. 4. 281. B. Giovanni ,da Coriib ,0 ila di Me- da Fondatore degli Umiliati tom. 4. 275. £5. Giovanni della Croce tom. 4. 134.
S. Gio; Gualberto tom. 3. 154* B. Giovanni da Salerno il fuo Cor- po tom. 3. 4.9. Altre Reliquie tom. 3. 47* S. Giuliano m, il fuo Corpo tom. 3. nj. e altre Reliquie tom. 3. it ;. tom. 4. 100. 2S1. S. Giuliano Conf. fue Reliquie* tbrn. 4»
S. Giulio Senat. Romano tom. 4» 134.
S. Giufeppe tom. 4. 93. S. Goftanza v. e m. tom. 4. 134. S. Guglielmo Cónf. toni. 4- 182. |
|||||||||
3 21
S. Sìkeflro Papi tom» 4. *.8t*
S. Ste-fano tom. 4. 282. - i 4 T
S. Teodora v. e m. tom. .'4. 134,
S. Teodoro Confc fibre tom. 4. 282» S. Teodoro m. tom. 4. 281. S. Terenzio m. il fuo Corpo tom. 4. n tf.
S. Terefa tom. 4» 13?. S. Tiburzio m. tom. 4. 281. S. Tommafo tom. 4. 281. S, Tommafo d' Aquino tom. 3, *$< S. Tommafo Cantuarienfe m. tom, 4. 282,
SU Troiìmo in. tom* g. 113. •V- . ;.
S. Valentino Prete, e m. Aio corpo
tom. 4. 278.
S. Ubaldo m. il fuo Corpo tom. 3, 138.
Della SS. Vergine CapeJIi u 4*234* Della Velie tom. 4. 281.
S. Vittorio m. tom. 4. 134. B. Villana delle Botti il luo Corpo .1, tom. 3. ti* Altre Reliquie tom. 3. 47. tom* 4. zoo» S. Vincenzio -Ferrerio tom. 3. 48» S. Vincenzio m. .tom. 4. 134. 282, S. Vitale m. tom. 4. zoo. S. Vito m. tom. 4. 281. S. Vittore P. e m. tom. 4. 282» S. Vittore m. il $io Corpo tom. 4* 184.
S« Vittoria v. e rn. iJ fuo Corpo tom. 4. 234.
S. Umiliana de' Cerchi tom. 4» 234* S. Umiltà tom. 3. 144* z ,:, 1
S. Zarba «1. tom. %> i*4«
S. Zenone m, toni. 4. 134* ■,iw ■:,, "■,'"-!*&■■.'.■ ■ 4' [..tìT'"^'; T *"'!''1'. ■ ' ,;" ' '■■■■*■ "^
Ss IN-
|
||||||
S« Mattft Apofblo tom. 3, ijtf. •
S.^'Maurizio mV e Comp. tom. 4. iSt. ■ 8. Miniato m. tom. 3. 200. tom. 4. o
S. Onachìno m. tom. 4. r 34.
S. Orfola, e Compagne tom. 3. 47. 113* tom. 4. 251, 282» 306. P
S. Pacifico iti. il Aio Corpo tera. 3.
*8\ .
S. Palmizio m. tom. 4. 282.
S. Paolina v. e ra. tom. 4, 182»
B. Pasquale tom« 4. 281. S. Perpetua v. e m. tom. 4. 282. SS. Pietro, e Paolo tom. 4. 282. E. Pietro da Imola il Aio Corpo tom. 3. 298.
S. Piero da Verona m. tom. 3. 48. S. Placido Benedettino m. tom. 4. S. Prafifede v. toni. 4. 2Sa.
Reliquie copi©fé tom. 4. 278. '"'
B. Remigio Domenicano il Tuo Cor-
po tom. 3. 53. S. Ridolfo m. il fuo Corpo tom. 4.
134. S. Rocco tom. 4. 234.
S. Romolo Vele, e ni. toni. 4.282.
S. Rortbre , o lia S, Luifurio tom.
4. 273. s
B. Salvadore da Orfa tom. 4. 283.
S. Saturnino m. tom. 4. tSi. S. Seb;tftiano m. tom. 4 tHi, Sé Severo m. tom. 3. Z14. tom. 4. 134.
S. Severino hi» tom» 4. 134» , .;,;,; ■■ , .... ■
iti" - *i (fi i'■■■ ■■ •' .?; '■■ Si
|
||||||
32^
INDICE SECONDO
c ... .t j , '. :.. : sì-? v : -V>1 »>'i • w
Dff* Pittori , Scultori , Architetti , <? y£W/i frdfegért j
/* t#/ Ofsrc fi lodano in quefti due Tomi* |
||||||||||
Bandìni Giovanni detto Giovanni
dell' Opera tom. 3. 103.
Baratta Conte tom. 3. 214. Barberino Domenico tom. 3. 214. Barbieri Vittorio tom. 3. 15S. Benedetto daMaianotom. 3.63.162. Benedetto da Rovezzano tom- 3. i6t. tom. .4. J9. 60.
Bernardo di Matteo tom. 3. ji. Betti Sigifmondo tóm. 3. 3Z3« Di Bicci Lorenzo tolm. 3. 160. , Neri tom. '3. 183. 184.
Biliberti Giovanni tom. 3. ioj. 2r9« 2£o. 280.
Bocchi Luca tom. 3. 219. .220. Bonechi Matt«o tom. 3. 6z. tom. 4. 62. 267, 272.
Bofchi Alfonfo tom. 3. *i<5. tom. 41 116. 288.
Fabbrizio toni. 3. #?• JJ7# M9»
219. tom. 4. 43. 269. 271. 288. Francefco tom. 3. 116. 288. Bofcoli Andrea tom. 4. 62. Mafo tom. 3- 72.
Botti Diacinto tom. 4. 36. 9*» Rinaldo tom. 4. 40. i<£6.
Botticelli Sandro tom. 3. 1-78. ttté tom. 4. 266.
Del Brina Francefco tom. 3. 321. 322.
Broccetti Giufeppe tom, 3. 317. tom. . 4> 1417.
Bronzino Angelo , vedi Allori.
Brunejlefehi Filippo tom. $. 69. i*S» tom. 4. 4J»
Erunori Andrea tom. 3. 254. Buffalmacco Bonamico tom. 4. 4* f« Bugiardini Giuliano tom. 3. 61. 281. Buonarroti Michel Agniolo tom. 3. 13, fi. tom. 4. 71.
Bn*n-
|
||||||||||
'. A ':;
ALbertt ileo* Batifta tot». 3. 2.3.
314. Alb'ertinellì Martotto tttift* 3. 157* toni. 4. 199-
Allori Aleflandro t&ffl. $* 71. 73. 88. 9t. tom. 4- 15. Angelo d. il Bronzino tom. 3. 70. 71. 7;. 159- i<>3- 343*
Criftofano tom* 3. <io*. tfp» Ammannati Bartolètffmco tom. 3. 144. fotti. 4» 41 •
Andrea da Fiefole tom. 3. 72. Andreozzi Anton Francefco tom. 3» 212.
Don Anfehno Cangiano Teatino tom.
3. 209.
Antonio delle Pomarance torti. 4* ■■■■'. %*%%,
Antonio Veneziano tom. 4. 42. Arnolfo di Lapo tom. 3. 83. 195. tom. 4- 4t. 140.
Afpetti Tiziano toro. 3. 159. |
||||||||||
B
Bà'écFtò i' Agnolo tom. $. f6* 6$t
100. tom. 4* 63»
Bùlailì Mario tom. 3. 78. 116. »t$* Balatri tom «4. 131. Baldaflfar Fiammingo tom. $• 211. tom. 4. 271.
Baldi Lazzero tom. 4. 3^. 267. Baldovinetti Aléflìo tom. 3. 17*7. Balducci Giovanni detto il Cofcì tom. 3. 91. 92. 93.
Bambocci tom. 3. 90. 92. Bandinella Baccio tom. 4. a<j. |
||||||||||
BuoiitaJepii Bernardo j detto ideile
Girandole rom. 3« M* 79'*5*' iS3* *59.181. tom. 4, ,163. Buti Lpskmeo tona. 3. 90. 91.1*9.
tom. 4. 166. Butteri Gio: Maria tom. 3. 90.91.
91. 93. c
Caccini Gio; tom. 3. 78. 7». 145.
151. i6z. JL14, 179, tom. 4* 61. 164. Pompeo tom. 3. itft. Capanna Puccio tom. 4. 1*9. Cardi Lodovico, detto il Cigoli tom. 3. 78. 90- 178. tom. 4. i8p«
Carotti Gio* Francesco tom. 4.184. Cafdli Cremonefe tom. 3. 277. Cafini Attilio tom. 4. 471. Gio: Maria tom. 3. 9.3.
Del Caftagno Andrea tom. 4. 71. 1 99. 167.
Cateni Gio: Cammillo tom. 3. 114. Cavallini Pietro tom. 3. 183. 315. torri. 4. 116. %"!%•
.Cavallo Romano tom. 4. 135. Cecca tom. 3. 43. Cecco Bravo vedi Monteìatici Cicilia Fiefolano tom. 3. 305. Cellini Benvenuto tom. 4. 133. Cennini Bartolommeo tom. 4. 469, Cerroti Francefco tom. 4. 141. .Chiavift^lli Jacopo tom. 3.119110:, Cictri Bernardino tom. 4. 4,68. 470. jCioiahue Gio: Jom, 3. a8. <Ji. £4. 131.1001.4.138.188. 306.
Cinqui Gio.- tòm. 3. 177.10111. 4. a<5;8. Ciofchi IJliffe tom. 4. 488. 306. Coccapani Sigifmondo tom. 3. n<5. Colonna Michele tom. 3. 115,417. Coppi Iacopo , detto del Meglio tom. 3. 71.
Confortini Pietro tom. £. *o$. Conti Francefco tom. 3, 114. 138. Cornacchini Cavaliere tom. 3. 158.
Curradi Francefco Cavaliere tom. 3. io.j. 108. 164. 117. tom. 4.
133. ijc.
|
|||||||
..Dajduu' Cefar.e tpra. 3, i^.-.-
Ottaviano tom. 4. 134.
. Fiero tp^i. 3. 45. 61. n%. 179. tom. 4. 131. 4<J8. 470, Vincenzio tom. 3. ioj. toni. 4» 13. 165. 46.6. 467. Delta tom 3. 81. Defiderio da Settignano tom. 3.162. Dolci Carlino tom. 3. io<5, 108. 417.
Donato detto Donatello tom. 4.45. 91.
Dori G'o- Antonio tom. 3. 70. tom. 4. 61.
Duccio Sanefe tom. 4. 4, e ",': ■
Da Empoli Iacopo tom. 3. $8. 79.
ioj. 159. tòt, 117. tom. 4. 499. F
pei Aleffandro, detto del Barbiere
tom. 3. 90. 91. 319. tom, 4. 6%. Ferretti Gio: tom» 3. 344* tpm. 4.
133. 467. Ferroni Andrea tom 4- 169.
Violante tom. 4. 40. Ferrucci Francefco tom. 3. 487. tom.
4. 166, 487.
^iccodemo, detto del TadJa toni.
3. 145. 146. Fidani Orazio tom. 3. 108.
Foggini Gio: Batifta toni. 3. 114,
Fortini Giovaechino tom. 3. 45.
414. Francavil/a Pietro tom. 3. 145.
Francefchini Baldafi'arre detto i< Vol-
terrano tom. 3. 78. 106. 180. tom. 4 91. Frane» feo di Simone tom. 3. 319,
Franchi Antonio tom. 3. it%*
|
|||||||
Ss t Cab-
|
|||||||
324
O
Gabbiani Anton Domenico torti. 4.'t>u
Gaddi Agnolo tonr. 3. 78. x8r. Taddeo toni. 3. 83. &$. $7. 144» iS7-
Galletti Teatino tom. *. xijì 219. 220. zi 3. tona. 4*. 172»
Da S. Gillo Antonio- tom. 3. 7-8. Giuliano torn. 3. 78.
Gambcrucci- Cofano tom. 3. 90. 91. 161. tom. 4. do. 1*59.
Gargìolli- Francefco tomi 4. 269. Giovanni tom. 3. 68.
Gentile da Fabbrisno tom. 3*. 1575 Gherardini AleiTkndro tom. 4. 36. Gh ri Cofimo tom; 3; g-r. Ghiberti Lorenzo, torri. 3. 77. Gidoni Galeazzo; tom. 3. 341. 286, tom. 4. z8<5.
Giotto tom. 3. 180. tom. 4. 159. Fra Giovanni tom. 3. i$.-
Beato Giovanni Angelico tom. 3.
49. 157. tom. 4. 131.
Giovambologna tom 3. 17» 2,54. tom.- 4. idi. 166..
Giovanni- da San Gioyanni de"Man- nozzi tom. 3. e s 9. 303. tom.
4. 13. 93', 204. 268. 286»
Giovannozzi Giovannozzo tom. 3. Innocenzio tom. 3. 2 $4.
G-iuft-i difcepolo di Ottavio Vannini tom. 3. 179.
Grillandaio Benedetto tom. 3.' 67. 3©5. Domenico tom. 3. 63. 67. 7*8. 104. 108. 157. 183. tom. 4. 1 j x ^ 117. xdd. 18 8-. Ridolfo t» 3. 304. tom. 4. 2,5-1.170. H
Hoxford Ignazio tom. 3. .159. 160.
216» tom. 4. 133. x jt. I
Fra Iacopo Carmelitano tom* 4. 133.
|
||||||
Iacopo da Cafent'no tortK 4. 11557,
Iacopo da Pontormo tom. 4» *4<J. lans France/co tom. j. iitì*- '■-■!!
Ierfonico tom. 4. n. L
Landini Taddeo- tom 3. 14J-.
Lapo tom. 3. 84.
Lenardi G'io; Batifta tomi 4. 3$..
Lepri Prete Michele tom. 4. nj.
Liberti Piero tom. 4. 92».
L'gozzi Iacopo^ tom. 3. di, tom. 4.
1-83» 267. 284» 285* 28.6.
Lippi Filippo tom. 3. dx. 320* Lorenzo tom. 3. 78. 105. 108.
.,, • 116. - Lomi Aurelio tom. 3. vip
Lorenzi. Domenico, detto del Cava- liere tom. 4. 165. Lorenzoi Monaco- Camaldolenfe tom. 3. id3.
'■' M
Macchietti Girolamo tom. 3. 6&,
73, tom. 4. 251.
Malatefti tom. 3. «15. 218. Male.viftri Alexandre Neri tom. y. 211.
Marcellini Carlo tom» 3. it*. tom. 4. 28,. 35; 235.
Marcheiini Piero tom. 4. 133. 134,
Marinari Onorio tomi 3.- 105. *8o.
Marucelli Gio; Stefano tom. 4. da. Malaccio tom. 3. 280. 281. M azz a T a dd eo tomi 3. 1 58,. Del Meglio vedi Coppi . Memmì Simone tom. 3, 83.. Metelli Agoftino toriK 3, 215. 217» Mtucci Giufeppe tom. 3, 289. 281, Vincenzio tom. 5. 105. 114. tom. 41. 40. 13-3». 267. 288»
Mehus Livio tom. 4. ix. Miehelozzì Midielozzo-tom. 3. 172» tom» 4. 42.
Mignard Niccolò tom. 4. ti* Del Minga Andrea tom. 3. 3x0. Mon-
|
||||||
3*5
|
|||||||
ftlbntelatìci Francet'co, detto Cecca
bravo tom; 3. triti tom* 4. 91. Montini Giovanni toni- 3. 58. ■M'oriani G'ufeppe toni. 4. ir 8. Del Muro Lorenzo tom. 4.-267. N
Naldirn Gio: Batifh tom. 4» 60. 6r.
73-
Nannetti Niccolò; tom. 4. 36. 91. 166. 117.
Niccolò Pifàno tom-. 3. 147-. Nigetti Matteo tom. 3*. 137. vr>G. 209.- tom. 4. 80. 263.
Da Nipozzano Fra laeopo tom. 3. • 2S. 45. 81. .
-Maeflr-o Nofcri da* Cortona tom. 4. ■ 61-. 265. . - H, V •■!■• Novelli Antonio tom* 3-. 1-14.-
Dell' Opera- Gio:-- vedi Band ini.
Orcagna Andrea tom. 3-, 54. 63. 7:1* Bernardo tomi & 7)1.? :' Del Pace Rinìeri tomi 3; 3174 tom.
4, 268..
Picini Francefco Maria tom- $■• 183. 184.
Pier Maria tom. 3. ié&. Pagani Gregorio tom. 3. 91. Paggi Gin; Batifta tom. 3. 91. 93*- Paladini Filippo tom. 3. 304* Palloni Gofìmo tom. 3. 176» Palma Felice tom., 3. 1.5.9. Paolefi Gio: Batifta'stomì 3. 9*. Paolo Veronefe .tom. 3; i6r„ Parigi Ai fon fo foni; 3. 2771, ì Giulio tom. 3,n4.
Faffignani Domenico Cavaliere tom.- 3. 6%. iti) 16 jì z"30è 139.
15 5. 2S1. 318.
Perini Gio; tom. 3. 45. Giuftppe tom. 3. 160. Putrini Domenico tom. 3. ijg. Punicei Benedetto tom. 3. zaz, |
|||||||
Pettìrofi! tom. ?. 114. tom. 4. 264*
Piantonimi Giufeppe tom. 3. 114, Picconi Antonio tom. 4. 13. Pieratti Domenico tom. 3. z|i. Pier Francefco da Viterbo tom. 4, .I5'
Pierino da Vinci tom. 4. n. > Pietro da Cortona rom. 3.111.
Pietro Perugina tom. 4. ij.
Pignoni Simone tom. 3. 45-'
Pillori Antonio tom. $. 90.
Piazani Giufeppe tom.- 3. 161.178»
tom. 4. 268. 270.
Pifelli Pilello tom. 3. 280. Poccetti Bernardino tom. 3. pi» 160. 161. 179. 187. 316,
Poggini Domenico tom. 3. 312. Pollaiuolo Antonio tom. 4. 71.- \i Pomaranci tomi 4. 60. Portelli d^ Carlo da Loro t- 4. 166» Portog-alli Gio: Martino tom,. 3.: 177. 341. tom. 4. 62.
PugHani Domenico tom. 3. 215.178.. tom. 4. 166. :
Prgliefchi Antonio tom. 4. 216, . ,
Dici Puligo Domenico tom. 3. 161, ■ ■ i : ■ ■■■ - ^ ■ '■ X. ■:■:-!'* ":;.:■■'
R
RafFa^lioda Monte Lupo tom. 4. 13»
Raffaello da Urbino tom» 4. fc'jiv- ; Redi Tommafo tom. 3. ^54.^ Remati Fra Iacopo tom. 4. 39; Ricciarelli Daniello rom. 3. 197. Fra Riftoro da Campi tom. 3. jij» 28. 134. tom. 4.. 41.
Della Robbia Andrea tom. 3. 130. tom. 4. 186.
Luca tom, 3, 45. 172. 320. 339. tom. 4. 61. 71. 146. 264. jaj.
Romanelli Gaetano tom. 3. 72. Rofi Zanobi tom. 3. 160, RofFelli Matteo tom. 3. toj. 114. rói. ri j. 217. 219. 210. z66«
280. 281. tom. 4. 271.
Ruggieri Antonio tom. 3. 213. s
Sacconi Marco tom. 4. 317.
Sa-
|
|||||||
%2Ó
Sagrcftani Gìo. Cammillo tornì* 5.
<5l. 154. 155.
Santi ài Tito .toni» $• 60, tfr. 73,
91» 91. 119. .519* f#*I* 4oni. 4.
166. 150. at'Jl« a<36. .271.
Del Sarto Andrea tom. 3. 183. tom. 4. 251.
Sciorina Lorenzo tom. ,$. 9°* 9lt Scuola dell' Ammarinato tom. 4. «So. D' Andrea del Sarto tom. 3. 157. Del Grillandaio tom- ». 130. Di Paolo Verone/e tom* 3. .45* Sgrillo Vincenzio tom. .4. 72. Silvani Franeefco tom. 3. 109- - Gherardo tom. .3. 109.^78. Silvio da Fiefole tom. 3. 6,%* Simone da Poggi.bonfi fom.53.9r. 91. Fra Siilo Domenicano tom. 3. «5.1*8. 14 3. tom. ,4. 41.
Sederini Marco tom. .$< 90. 93. Spinello Aretino tom. .3. 2f5i.;i8©. 281. tom. 4. 61,
Stamina Gherardo tom. -3. .251. Stradano Giovanni tom. 3. 45 -71. Sufini f rancefeo toni. .$, 213. |
|||||||||||||
Tommafó da S. Friano tom. 3. 16%,
tom. 4. tìa. 471»
Tra.ballcfi BartoJommeo torà. 4. 171* Tribolo Niccolò 1001.3.61. tom. 4. *3«
|
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y
|
|||||||||||||
.Vanni Gio .Batiifa tom. 3. 117.
Vannini Ottavio .tom. 3. 214. 118. .279.
Vafari Giorgio tom. 3. *$♦ 26. 17. 45. éo. 72. tom. 4. 6o>
Uccello Paolo tom- 3. 78. 81. ,281. Veglio benedetto tom. 3. -90. 92. -93. tom, 4. j,<58.
Veneziani Guerrino tom. 3. 4$. Veracini .Agoftino -tom. 3. 88. .9». tom. 4. *tJ4*si38. #99. ,270,
Verrocchio Andrea tom. ,3. irfi, 318. Vignali Iacopo tom. 3* ..45. 49. 6%, ,95.405. .106. j4i. 215.210. 361. Vitelli AleiTandro tom. 4. 13. U li velli Cojfimo tom. g. ,* 38. tom. Volterrano , yedi Jtoncefchini ♦
|
|||||||||||||
Tacca Ferdinando tom. 3. 170. 173.
174. 260. «tom. 4. 269»
Tafi Andrea tom.. 4. 4J. TaiTo Bernardo tom. .3. 25$.' Ticciati Franeefco -tom'. ..3. 93» Girolamo toni. 4. 38. 4*?.
Tuiarjo, vedi -.Affetti • sl i iti |
|||||||||||||
Ximeties ^LafFaelìo 4om. 3. 38. 10$.
|
|||||||||||||
Zaballi Vergaio tom. 3. ,105.
.Zeufi tom. 3. 63. , |
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IN>
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3*7
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I N E>: I C E T E R Z
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tìi-ji . '-■
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De' Spoltri t ed Iscrizioni indicate
in qttefti due Tomi . |
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"•*§&*
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||
B
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||||||||||||||||||||||||||||||||||
ABati Franciotto torà. 4. 9.
Dell'Abbaco Maeftro Paolo tom* 3. 1^7.
Abdon G*7i& Cava-Ilei» Spagnuolo t.
3. 183.
Abito di S. Francesco d' Aflìfi tom. 4. Z77-
Acciaiuoli Dardano torm 3.'94.
Leone tom. 3. 95.
Agli Antonio tom. ap 58. Déianira ivi .
|
Baccelli Baccio tot». -5. 173.
Pietro ivi .
Baldefi Lione tom. 3. 69. Baldigiani Niccolò tom. 4. 39. Paolo Filippo ivi.
Baldovinettì Aieffio tom. 3. 17S. Vincenzio tom. 3. 230.
Bardi Carlo Caqon'co, e Spedalini go di S. Paolo toni. 3. i?t. Pandoìfo Conte tom. 4. 170, Bartoli Carlo tom. 4. 179. Iacopo tom. 3. 310- Marco Domenico, Tommafo tom. 4. 170. Bartoli Agorai tom. 4. 72. Da Battifolle Franeefco Conte tom. 3. 153. Novella Aia figliuola ivi ., Ih Beccuto Deo . Vanni tom. 3. i&g. Benedetti Aleffandro tom. 4, 135, Cofimo , Gio; Batifta , Gio: Griftofano * Luca , Ottavio ivi. Benini Franeefco tom. 3. 305. ,■ Benvenuti Gucclo tom- 3. 153. e feq.
S. Biagio tom- '3« 23$. Bifcioni Pier Franeefco Dottore, e Prior di S. Biagio tom. 3. 240. Bonfìuj Franeefco Antonio tom. 4. .5 i|j7<<GiroJ»mo,Marco Filippo, Si'lveftro ivi . Bonjj Giovanni tom. $. 230. Bonìì FranGefco tora. 3. 221. Gio; ~ Cardinale tom. 3. 220» Pietro tona. 3. 219. 221. Bordoni Gherardo tom. 3. 7$. Pagno ivi.
Botti tom. 5. 283. Bru-
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||
Alba Cavaliere tom. 4.
Aliotti Felice Vefcovo tom. 3- 74*
Aitoviti Aftoldo tom. 4. |
a 71 .
64. |
|||||||||||||||||||||||||||||||||
Bindo toni. 4. 61,
Oddo tom. 4. 60. Amati Giovanili Dottore tom.3. 150. D* Ambra Giovan Batifta tom. 4. 264.
Ambrumaga Myfimam nobil Perfìa- no tom. 3. a8f.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dell'Ancifa Vettorio tom. 3.
|
138.
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||
e feq.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||
B. Angelo Carmelitano tom, 3.
|
*74«
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||
e jfcq.
Angelo Poliziano tom. 4. 127.
Dell' Antella Franeefco tom. 3. $©$• Antinori Aleflandro tom. 3. m&i Bartolommeo tom. 4* 506* Lodo- vico ivi . Luigi Senatore tom. 3. 2 ja, ? 1. Antonia Fiorentina tom* 4. 185. e feq.
Armati Salvino tom. 3. 184, |
||||||||||||||||||||||||||||||||||
':.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||
g2f
Brucala^tom.qp iS£. ir*
BfuneJlèreh» Alderottotom. 4-. x$t. Silveftro ivi *
Buonafede Lionardo tom. 3« $?$' ', c
Campana di S. Maria Novella tom-
3. 30.,
Campana di S. Maria Ughi tom. 3.
iSj.*
Capoccii' Fra AIen*afldro Domenica- no tom. 3.- tot- Cappelli Barone tom. 3-. 2S2. Filippo i-vi.
Cardinal Latino tom. 3. i€. Carlo Magno tom. 4. 46. Carnefecchi Bernardo tom. 3. 283. Filippo, Michele tom. 3. *8$.
Cavalcanti Aldobrandino Vefcovo d'- Orvieto tom. 5. 74* Mainardo tom. 3. 34. Cecchini Antonio Niccolò Prete tom. 4. ii(5. e ftq.
Cerretani Gìo. Batifta Sea. tom. 3.
178. Iacopo -tom. 3. 178. Ctferi Conino tom. 4. 37. Gìo..Fran-
cefco tom. 4. 90. Cigoli Lodovico Cavalier di Mal-
ta tom. 3. 2,30. Colonna fui tetto di 3. Maria No-
vella tom 3- 27, Coltellini Agolìino tom. 3. %%$*
Francefco ivi. ^ Compagni Cante tom. 3. 161*
Giovanni ivi . Conti Guidi Simone tom. 4. 17*.
Corti Antonio Ma re he fé tom. 3. 2234
Domenico Cardinale ivi . Cortigiani Koberto tom. 3. 74.
Coli aio- primo Granduca tom. 3* 14*
tom. 4. 141, Cofuno il. Granduca tom. 3. iti-
»OJ«3 J9-. v ■
El> onora di Toledo Granducfeefla
ivi . Cofimo 1IL Granduca toin. 3- 14*, tom* 4. 142. ,; '';. .{ .mo? ili c8
•in8 |
||||||||
ri ,v\ ■ t U ;■ -t^c t
*J X "1 . ,- I
Dati Fra LTonaTdo tom. 3. 77. ©avanzati Giuliano Jom. 3. itf*. Hìecolò ìvi.
Da Diaccèto Francefco Vefcovo di Fiefole tom. 4. 250.
Donati Vinciguerra tom. 4. ^27. Dini tom. 4. 271. |
||||||||
Da Empoli Antonio tom. 3. 161+
Eleonora di Toledo Granduche/fa.* tom- 3. 113.
Enrico Cavaliere tom. 4* 152*' . • \ ■ 1. V - .
Faladarrfì da Orta JLionardo toni. 4*
69. Falcini Domenico Maria tom. 4. 9$*
Falconieri ne* Francefchi Vittoria-
tom. 3. a.30. Federighi Benozzo Ve&ovoi di Fie-
fole tom. 3. 3>p« Felicita .tóm.i.4»;: 1,29.
Forefe Lippo toun. 3. .291*
Franceschi Francefco ,$on*. 3. 217»
Giuliano ivi . Lorenzo ivi* < Maria tona. 4. 136, ;•*) i,:.■'. '.({ Fiancini Mattia tom. 4. 37-.
G
• ■;' ;! •: d?l >ì <-: ..•■;.<.> i '..■■, . :ì,.. ;;
Caddi Giovanni* tom. 3» ?§• Niccolò Cardinale tom. 3. 70. Sinibaldo tom. 5. 79* r Taddeo Cardinale tom. 3. 71. 79* Gaetani Benedetto tom. 3. 64. P-ietr-o ivi. ft*
Galantini Ven. Ippolito tom. 4. -94.
Ghifi Domenico Prior <H S. Ruffillo tom. 4/ 142.
Giandonati Geri tom. 3. i$6. Giantìgliazzi Gio. Batiiìa Bafi tom. 3. 291.'. *^-- cj- -:■- «tt*: Selvaggia tom. 4. r§3. GiantKtti' Federigo Prinr di S. Ruf- fino tom. 4. 145. G'o;
|
||||||||
\
|
|||||||
1*9
Ifcrizione della Sacra" nella Chiefa
dì S. Michele agli Antiuon* tom, 3. 113. Ifcrizione fotto un Voto mandato
dalla Città di Modana al Se- polcro del Ven. Ipolito Gaian- tìni tom. 4. 95. L
Laghi Pier Maria Prior di S. Ruf-
fino tom. 4. 143. Latini Brunetto tom. 3. iStf. e feq.
Ligi Piero tom. 4. 97.
Lorenzini Benedetto tom. 3, zi8.
Giulio ivi. Lorenzo ivi . Stefa- no ivi. Don Lorenzo Abate di S. Trinità
tom. 3. 153. L0C1 Agoftino Francefco tom. 4. 97.
Luca Bona nobile Mercante .Ragufeo
tom. 5. %66* e feq. S. Lucia fui Prato tom. 4. 4-1$.
Lucio Corni ficio tom. 4. 167.
M
Manovella tom. 3. 176.
Manzuoli B. Luca Cardinale tom. 4.
276.
Marcellini Carlo tom. 4. 35. S. Maria del Giglio tom. 3. 304. Maria Maddalena d'Auftria Gran- ducheffa tom. 3. 88.
S. Maria Primerana tom. 3. 183. Marliani Filippo toni. 3. 306. Giovanni ivi . Lodovico ivi • Martelli Francefco tom. 3. n6t~ Marco ivi. Vincenzio ivi .
Martino V. Papa tom. 3. 35. e feq. Marzi Angelo Vefcovo tom. 4. 13. Marzimcdici AleiTandro Arcivescovo tom. 3. iix. 138. e feq. 341, Angelo Canonico tom. 3. 341. Mattias Spagnuolo Vefcovo Cavrien» fé tom. 3- 7<5.
Mazzei Bonaventura tom. 4. 37. Giovanni tom. 3. 115. Mazzeo Senatore ivi . Mazzinghi Eartolom.SpinelIo 1.3.271. T t Be- |
|||||||
Gio: Maria dì Michel Agnolo torti.
4. 265,
E. Gio: da Silerno tom. 3. 50. 94, S. Gio; di Dio tom. 4. 40. Giovanni" Vefcovo Fiorentino tom. $. Giraldi AlefTandro tom. 3. 139.
S. Giuliano Chiefa tom. 4. zoo. Giuft'ppe Patriarca di Coftantincpo* li tom. 3. 7j.
Grazzini Ginevra toni. 3. ^30. Mi-, chele ivi ,
Guafconi Niccolò tom. 3,- 77. Cucci della Bade (fa Zanobi toTi. 4. 5 3-
Gu:dalotti Lapo tom. 3. 89. Mìco ivi-
Guidetti Fra Giovanni tom. 4* 4. Guiducci Simone tom. 3. 130, I " .
Immagine di G<°sù Crocifìfl'o rima-
la illefa nelle fiamme tom. 3. *37-
Immagine di Maria fotto V Organo
di S. Maria Novella tom. 3. 56. Ifcrizioni auliche in alcuni Reliquià-
ri delle Monache di S. Iacopo di Ripoli tom. 4, 306. Ifcrizione dell' Armilla , e del Qua-
drante della facciata di S. Ma- ria Novella tom. 3. 354. Mal riferita dagli Scrittori ivi. Ifcrizione nella Chiefa di S. Apo-
ftolo fotto l'Aitar maggiore.» tom. 4. 53. Ifcrizione nel Chioftro d* Ognifianti
toni. 4. 4.87. Ifcrizione in S, Lucia fui Piato fal-
la Porta di dentro della Chie- fa tom. 4. ìi 5. E dellMmperator del Prato ivi. Sopra .la lapida fepolcrale di Do- menico T mpcfti tom. 4. zi7. Ifcrizione nel Convento delle Mon-
tai ve fotto 1' Immagine della Concezione tom. 4, 118. Ifcrizione nel muro dell'Orto delle
Monache di §. Martino t. 3. 340. Tem. W» |
|||||||
$3o
|
|||||||
Bene tom-. ?•. 273. Michele ivf»
Spinello ivi. Medici Aleflandro Duca tom. 4. 14. a #4. Carlo Cardinale tom. 3. in. Medici Cicciaporci CammiJIa. tom. 3. 230.
Minerbetti Dianora tonu 4. 72. Pietro tom. 3. 319. Ruggieri tom. 3. «Si. Tommafo ivi. De} Monte Si Maria Gb; Francefco Marchefe tom. 4. 137.
Msrigia Iacopo Antonio Arcivefcovo- di Firenze tom. 3. 139.
Mormorai Luigi tom. 4. 182*. Sua Moglie ivi. N •'
Narvaez Savedra Ferdinando Mar^
chefe tom. 4. i$(.
Don Giovanni ivi . Neri Scr Giovanni tom. 3,. 197. Niccolò Giorgio nobile Mercanto Kagufeo tom. 3. i$6*
P
Pagamicci Francefco tem. 3, 190.
Panciaticki Bartolommeo , e Bmdino-
tom. 3. z8j. Giovanni ivi . Pantani Angiolo Girolamo tom. 4.
37- S. Paolo Ghicfa tom. 4. no. e fcq.
Papini Benedetto Prete tonr 4. n $•
PaiTavanti Fra Iacopo t. 3. 15. 13.
Pelagio Papa tom. 3. 1S2. 261.
Della Penna Fra Currado Vefcovo
di Fiefole tom. 3. 7$. Pezzuoli da Vernio Donna Serafìna
tom. 3, 217, S. Pietro da Imola tom. 3. 303.
Pollini Cione tom. 3. 330. Dome-
nico torà. 3, 342. Niccolò ivi . Porta Regina } o S. Maria tom. 3.
2 31. ..'I: S ' • *
Puccini Tommafo tom. 4. 37.
Pulci Douna Margherita tom. 4, 71. |
|||||||
R
Ramirez di Montalvo Donna Efeo*
nora tom. 4. ro8. e feq.
Ra/ì Don Francefco tom. 3. ijj. B.Remigio Domenicano tom, 3. $3,, Rinuccini Marchefe Cario tom. 4, Rrcafoli Gior Badila Vefcovo de
Cortona tom. 3. 76, Riccardi Marchefe Cofimo tom. 3,
3*7. Francefco tona. 3. 318. Ricciardi Mariano Prior di S. Do-
nato tom* 4. i6(5. Riftori tom. 3. 283.
Rofa d'Oro tom. 3. 35.
De' Roffi Andrea, tom. 3* 215- An-
tonio ivi. De' Roflì Pogna Giovanni Cavaliere
di Malta tom. 3. 304. Rucellai Giovanni tom. 3. 14. 31 j.
324. Giulio tom. 3. 230. Pao- lo Cavaliere tom. 3. 62. S« Ruffillo tom. 4. 147.
s
Salterelli B. Simone Ardvefcovo di
Pifa tom. 3. 30-
Santo Sepolcri» tom. 3. 314. Santucci Girolarao tom. 3- i<5j. Sa-trio Soldato della. Tribù Scaria tom* 4. 166.
Scudellari Domenico tom. 3. 286. Soutuel Anna Ducheffa di Nortum- -brìa tom. 3, 325,.
Suares de la Conca Baldaffar tom. 3. 89. Ferdinando ivi . Giufeppe Cano- nico ivi . Strozzi B. Aleilìo tom. 3, $4, Antonio tom. 3. 71* Filippo tom. 3. 289. Giovanni tom. 3> 1^4» Matteo tom. 3. 285?. Noferi tom. 3. 157* Palla ivi. Pandolfo tom. 3. 164.
Pietro ivi. Ruberto Vefc. di Fiefole t. 4. 237.
Tarn-
|
|||||||
331
Uteldi Arma tom. ìj. 4-5;
Degli Ubcrti B. Bernardo t. 3. 339.
Vefpucci Amerigo tom. 4. §4.180.
Antonio tom 3. i%.
Fabiano tom. 4. a So.
Simon Pietro ivi.
Ugolotto Prior di S. Apoftolo tom. 4- JS-
B. Villana delle Botti tom- 3. fi. Don Vincenzio Abate di S. Pancra- zio tom. 3. 3*4.. Uomini del Reame di Biliemme tom» 4. 1S5. |
||||||||||||
Tamburlani Pietro tom. 4. 9^.
Tempi Lionardo Senat. e Marchefc tom. 3. 130.
Tornabuoni Aleflandro tom. 3. ^4. Francefco ivi. Luigi tom. 3. 306.
Torrigiani Gio: Vincenzio tom. 4. 119. Vincenzio ivi.
Tozzi Francefco tom. 4. 95. Tarpino Arcivescovo tom. 4. 4$. |
||||||||||||
S. Valentino P. e m. tonj. 4« iji?»
Vafco Spagnuolo rem. 3* *<5j. |
||||||||||||
Zittì Michele toni. 4. $6*
|
||||||||||||
■■ ■*,,- ■ -d-iJ
|
||||||||||||
Tt »
|
||||||||||||
IN-
|
||||||||||||
n*
|
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INDICE GENERA LE.
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||||||||
Ve/covo di Volterra tom. 4. 79*
Albergo dell'Aquila tom. 4. 140. Albergotti P. Marcellino Gefuita_ tom. 4. ioi«
Alberti Albertarcio tom. 4. 169» Alberto Cardinale , e Vefcovo di Camerino tom. 3. 40.
Cipriano Cavaliere tom. 3. 4. F. Iacopo primo Priore de i Car- melitani riformati toni. 3. 2.90. F. Leandro tom. 3 2,8. Albertina F. Niccolò Cardinale^» tom. 3. 83.
Alberto Imperatore tom. 3. t6t. Albizzi Eleonora ne' Panciatichi tom. 4. 171. Giovanna tom* 3. 195. Mafo tom. "3. 195. F. Ubertino tom, 3. 95. Aldaua Spagnuolo tom. 4. 166, Francefco tom. 4. 2.66.
Aldobrandini Piero tom. 3. 2,67. AlefTandro IV. Papa tom. 3. 311. 325. tom. 4. 300.
AlefTandro VI. Papa tom. 3. ijo. 149. tom. 4. 51.
AlefTandro VII. Papa tom. 3. 154. tom. 4. i%$. 134.
Aliotti Felice Vefcovo di Fiefole tom. 3. 30.
Alifi Guardiano de' Bacchettoni tom. 4. 196.
Allegri Famiglia tom. 3. 311. Suor Maria Diomira t. 3. 135.137*
Altofaffi Fra Vincenzio tom. 3. 48. Ahoviti Famiglia tom. 4. S®« Loro Arme tom. 4. $9. Chiefa di S. Apoftolo era di loro Padronato ivi .
Suor Alt n'andrà, tom. 4. 2,49' Antenio Ahoviti Arcivefcovo tom. 3. ni. zoi. tom. 4. 51. Suo
|
||||||||
Degli A Bat* MetTer Franciotta
Ti Fondatore della Chiefa, di S. Antonio de' Canonici Re- golari in Venezia tom. 4. 8. Giacomino tom. 3. 307. Neri tom. 3. 345. Ranieri tom 3, 307. Dell' Abbaco Giovanni tom. 3. 16j. Maeftro Paolo toni. 3. kJo. i<5$. Acciaiuoli , loro Arme tom. 3, 112.» Loro Cappelle tom. 3. 108. tom. 4. ■)l, 6l.
Angiolo Vefcovo di Firenze tom.
3. z4» 2,46. 2.89, tom. 4, 68. Benedetto tom. 3. 17.
Dardano tom. 3. 109,
Donato Senatore tom. 4. 51. $%.
Niccolò Cardinale tom. 4. 51.
Ottaviano Senatore tom. 4, ji.
Accolti Bernardo tom. 3. 337. Adi mari B. Angiolo tom. 3. 45. Bernardo tom. 3. 307.
Gherardo tom. 3. 307.
F. Pagano toni. 3. aj.
Adriano VI. Papa tom. 3. ito. Agi-Ili F. Paolo Antonio Inquifitor di Firenze tom, 3. 355-
D<gli Agli Antonio Vefcovo tom.4. Dianira tom. 4. 58.
Agnolo Poliziano tom. 3. 6p 6-j. tom. 4. 12,4. Suo Cauto tom. 4. izj. Sua Morte , ed Eftquie tom. 4. 115. 1x7. E. Angiolo Agoftìni tom. 3. 272. S. Agoftino tom- 3. S6„ Aimaro Falcone tom. 4. 1. Alamanni Luca Spedalingo degF In» ìioceiiu tom. 3. 343. |
||||||||
333
|
||||||||
Dette anticamente le Donne di
S. Anna in Verzaia ivi.
Da chi fondate ivi. Loro Regola tom. 4, ur.- «Loro Benefattori tom. 4. 221. e feq. 230. e feq. Da chi fufTe fatta fabbricare la Chiefa tom. 4. 222.-
Varie vicende circa le loro abi- tazioni tom. 4. 223: e fcqq. Alcune di dette Religiofe fonda- - <■;"' trici del Mònaftèro di S. Maria « • del Gesù a' San Cafciano tom. ■ 4. 236.- Ànfaldi Dottor Iacopo tom. 4. 7<5. Dell'Antella, loro Arme t. 3. 303. Franccfco tom. 3. 304. 305. Niccolò Senatóre tom. 4;. 84. Antifaffi Fra Vincenzio tom. 3. 46, Antinori Famìglia, Reftauratori della - Chiefa, e del Mòtiaftc-ro di S. Iacopo di Ripoli tom. 4. 304. Loro Cappella tom. 3. 203. AielTandro tom. 3. 204.. Cammillo tom. 3. 204. Francefco tom. 4. 213. • Giovanni tom. 3. 203. Lorenzo tom. 4- 106. P. Luigi Gefuita tom. 4. 103. Niccolò tom. 3. 203. Tommafo tom. 3. 203. Vincenzio tom. 4. to6. B. Antonia da Firenze , fua Vita- tom» 4. 187. e feqq.
Si Antonino Arcivefcovo di Firenze
tom. 3. 14. 124. 187» 244.
tom. 4. 7. 157. 197. 27$. 301.
Antonio di Ser Matteo Canonico di
"Santa Maria fopra Porta tom.
3- 143»
Antonio Vefcovo di Firenze tom. 4. t 16*9, I97. 210.
Sv Antonio Chiefa de' Canonici Re-
golari tom. 4. 2. Quando principia/Te quefto Iftitu- to tom- 4. 2. .
Loro abito , e Regola tom. 4. x* Principio della loro Chiefa , e abi- tazione in Firenze , e dello Spe- dale tom. 4. 3. Bolla
|
||||||||
Suo ingreflb folenne in Firenze'
tom. 4. S7«
Bindo tom. 4. Ji. Felice Maria tom. 3. 341. GÌo: Batifta tom, 4. j-ii ■■ Guglielmo Gonfaloniere tom» 3. 194*
F. Iacopo Vefcovo di Fiefole-* tom. 3. 38.
Oddo tom. 4. óo. Ruberto- tom. 4. sr. Sandro tom. 3, 34. Amati Giovanni Dottore tom. '3; 1 30.- Giovanna fui moglie tom. 3,130. Maria Lucia di Buonaventura toni. 4. ni.' S. Ambrogio Arcivefcovo tom. 3. 1 ì.-
Ambrogio Monaco- Valombrofanb , e Vefcovo di Firenze tom. 3. Amerigo Vefcovo di Firenze tom.
4. 169. 171.
Amici Giovanni Aquilano tom. 4. Amìeri Metter Alamanno tom. 4vj.
Faftello tom. 4. $: s
Ammirato Scipione tom. 3. 30. 35.
3?» 37. 3?' 4°. 70» ?8j. in.
f* 4'.: 113;. 116, 14 ti 143. 147.
'Zjth 189. 1^5.'i3'r.' 241. 24S.
311. 318. 319. tom.'4. tf. 41.
211. 129; Z73«r
Anacleto ir.' Antipapa tom» 3. 3Ó2. Anafta-fìo IV^ Papa tomi 3.'7. Dall' Ancifa-Melf. Vettorio Fonda- tore del Convento delle Stabi- lite tofri. '3. 137Ì- ■ f'scJ Sua morte ivi. °tf "'*-> iJtftViA B. Andrea Strumenfe Valombrofano tom, 3.169.
Andrea Vefcovo di Firenze tom. 3. 123.
Andrtozzi Alberto Luigi tom.'4. Angiolini Fra Niccodemo tom. 4.
289.
S. Anna fui Prato Chi e fa , e Mo- naftero di Benedettine tom 4.
220,
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Detto dì S. Croce tom. &. ^47.
Archivio di S. Donato a Torri tom. 3- 3rr«
Detto, Generale tom. ,3.,134.-101. 441, 275. 307. 337. tom. 4. ,7. ,1,4 6%
Detto degl'Innocenti tom. 3.31$.
34.3. to/n. 4. 71.
Detto di S. Lorenzo tom. %*.%6$* tom. 4. i<?9« ,*97.
■ Detto di S. Luca tom. 3. %&$* tom. 4. 169.
-Detto di S. Maria Novella ioni. 3. 18. ai. .,81. ti3. X9_4« ,to.m.
4. 194., 315. a
Petto di S. Maria Nuova tom. 3. 147. toin. 4. 147. .
petto di.S. Mariain Tranftevere tom. 3. 289.
Detto di S., Matteo , in Àrcetri tom. 3. 147. : ,
Detto delle Monache di S.Dome- .jiico.tom. 3. 14.9--300.
Detto delle Monache di S. Maria fui Prato tom. 3. 194. ,tom. 4. aio. 138, /Detto delle Monache di S. Mar- tino tom. 3. 324. tom. 4. j<5p, Detto (delle Monache „dr S, Piejr , tMartire Jtom. 3. ^86,., ; ,-pettovdi Monte pliveto 4to.,'3.,tor. .Detto d'Ògniffanti tom. 3. ^19- t Detto di S. Pancrazio fora- $-■ 3* 5» Detto di S. Salvi tom. 3. 8i. Detto 41 pi .Trinila tom. ,3. '14$^ Ardimanni Tribaldp-tom. 3. iti,»/ AfdfnghgJl-i, Filippo, tom» ,3. ai$*j| r Neri tom. 3. ,,148. Loro Cappella tom. 3. j6$>;xi6. Armati Armato tom* ,3. 184. .^alvino Inventor jdtgli Occhiati ivi . _„ Arno , fua piena t,om. 4. 5$.
Aruolfi Zanobi tom. 3. 34. 4rrig;hefti Fiammetta tpmi §,• *»f>» Arrighi F." Santi Domenicano tom. ,;.. 3'f?- ±H- VI-
Arrigo II. tom. 3. 163. Arrigo Vili. Re d'Inghilterra tom, 3. 314. Ar-
|
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: .Bolla , die loro ; dà Scolta di ri-
corre li mofine per alloggio de* Poveri tom.: 4. 7. •Nomi di divertì . Commendata!*), e cileno Precettori tom. .4. sj?. e feqq. •Data in Commenda tom. 4. t,u Stata abitazione delle Monache di S. Umiltà tom. 4. 11.
Quando , .e per qual caufa jfoflTe diroccata. tom. '4. ( 1 i«
Quando quefti Monaci pafTariTero ad abitare in S. Bafilio t. 4.ti. Quando fufle fatta la nuova fabbri- ca della prefente Ghiefa t- 4.n,«. S. Antonio «1 Ponte aJla Corrila Chiejfa tom. 4, 4».'
S. Antonio del Vefcovo Chiefa ove fufle tòm. 4. 6. 7.
§.■' Apollinare Parrocchia data ,aì
•■ < Monaci Olivetani tom. 3. 104.
SS. Apoftok" Chiefa Patrocchiatèj
tom. 4. 44. :
Da chi fu (Te edificata tom. 4. 45.
Stata anticamente,Collegiata tom.
4. 50.
La medefima ili conferiva dal Po- polo tom. 4. 50. panata la da- ta nella.Famiglia Ajtoyi ti [ tolsi. 4. 50«# :■" m\A Da .quefti, paflata, nei Capitani di
Patte tom. 4. ,51.
.Catalogo ili vari. Priori tom. 4. 54. e feg. vedi Prefazione . .Archivio Arcivefcovale tom. 5. ii£. 137. 101... tom. ,4. 6,7,. i44-;i97. 258. • ,'i' —V -' ■ .: Archivio di'S. Agata tom. 4. 13,7;. ■De i Monaci: degli Angioli „tom» 4. Ut. ,:l ,'■ : ■■[
Detto .di S» Appoljonia %óm>)f*
111. ,.0.' .:'j
Detto jdeila jBadia di .S. -Barto-;
lommeo a Ri poli, tom. .4. .43.
Detto cìrl JSigaJlo tom 4.4^. a,tj» Detto di Bonifazio rorn. 4. £69. Archivio deJ' Capitolo ,Fiorei»ijno tom. 4-118. 139. ii<So. i
•'Detto di CeièeMò tom. 3. 193. tcm. 4. 2.54. »$<?. |
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S3S
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éìoi dì Poggia' tom. 3; 130. tom.
4. 50.
Guido tom. 3. 8tv 177. tom. 4.59. Luca tom. 4* 84. Niccolò tòni. 4. jo. Vincehziò tom. 3. 13©. Baldovini Francefco tom.-3. %6i* Bambelli Piero tom. 3. 1*9. Bambeni, loro Cappella tem. 4. 27*. Bandini Angiol-Maria tom. 4. 30. Bàrbolani Alberto Conte tom. 4. 177. Gio: Batifta Canonico di S. Pie- tro di Roma tom. 3. 129. Bìirdi Famiglia tom. 3. 59. %% j. Loro Arme tom. 3. 61; Bartolommeo Vèfcovo- di Spoleti tom-. 3. 30;
Federigo tona. 3. 246. e feqi
Ginevra Benefattrice del Móna*
fiero di S. Onofrio detto di
Fuligno tom. 4. 169.170. e feg.
F.Maffeo Vefcovo di Chi ufi tom*
4t 271.-189.
Pandolfo Conte tom. 4. 269V 29». Pier Antonio tom. 3. 129. Bardueci Andrea Prior di S. Apo- ftolo tom. 4. 179.
B. Barduccio tom. 3. 123. Baroni Barone tom. 3. 20. Pace ivi .
Baronio Cefare Cardinale tom. 3. 182. 208.293. tom. 4. 73. 154. Bartoli Cappella tom. 4. 268,
Loro Arme ivi. Benedetto tom. 3. 149. Gofimo ivi.' Giorgio ivi. Bartolini Famiglia tom. 3. 147. Loro Arme tom. 3. 2Si. Loro Cappelle tom. 3. 163. tom» 4. 6i.
Gherardo tom. 3. a8i. Gio; Batifta tom. 3. tjo. Bartolommeo da Orvieto Maeftro d* Altopafcio tom. 3. s*.
Bartolommeo da Padova Arcìvefco- vo di Firenze tom. 3. 106,
Bartolozzi Sebaitiano Benedetto tom» %* $62,* Sa*
|
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Arrigucci Cuftodi dèi Vèfcovado dì
Fiefole tom. 4. 149., e feqìj. Arrigo tom. 4. 114. Arte del Cambio tom. 3. $¥$'1- tòm.
4. 84. Artedi Calimala padrona delle Cam-
pane di S. Michele Bertelde tom. 3. 107. tom. 4. 127. .Arte della Lana tom. 3. 319.
Arte de' Medici y e Speziali p\1dr'oni
di S. Barnaba tom. 3. *<£yì2-8r. Arte de'Mercatanti tom. 3. 109.
173. tom. 4. 61. m.j. 177. Arte della Seta tom. 3. 148.
Attavanti Famiglia tom. 3. tfo.; 71.
Loro Cappella tom. 3. 318» Attila tom. 4. 155.
Atro Vefc. Fiorentino tom. 3. 131.
Avelli di S. Maria Novella tom. 3.
if. Avvocati Lapo tom. 3. %^6k
Rinieri ivi. Ugo ivi. Avvocati del Vèfcovado tom. 3.1%.
Loro giuramento ivi . Baccelli tom. 3; 273.
Badii Raffaello , fua Cronica tom. 3*
Baldefì Famiglia tom.- 3. rji
Loro Arme tom. 3. 59. Turino tom. 3. 8r. Gio: Francefco tom. 4. 106, Leone toirn 3» é-y. Baldigiani Niccolò Prior di Bonifa- zio tom. 4. 39. Paolo Filippo Audìt. di Ruota ivi, Baldini Don Teodoro* Generale di Valombrofa tom. 3. 171.
Baldinucci Filippo tom. 5. %6. 17.
68. tì$. 71. 78, 146. 196. noi
417. 252. tom. 4. 5. 6, lod.
180, 3.59. 2<S8. 184.
Baldocci Nigetti Dionifio t. 4. 75.
Baldovinetti Aleifio tom. 3. <S<5. <S$Y
*77-
Andrea tom. 3. 81. 102. Mefs. Bernardo tom. 3. 178,
Griitoforo tom. 4. 84,
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*)'.'
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10
Barucci AIdoferandine» ,'tom. 3. $$£.
Padroni di S. Maria Maggiore ,f ìteraaa 5. %66, , . ? Offerta jche ricevcvanoogni .anno
ivi,. Birucci di S. Croce tom» 3. 179. Ba/C Don .Colopibino Vefco.vo di Piftoia tom. 3, 158.
Beatrice Duchelfa Marcaefa ,di -.£(>* , fcana toni* 5» 7.
Beccheria B, Tefauro .Cardinale^ . -toni* fyjig.ihiil) tì^ijiii ...,.,.)
Beccuti Orlandini.tom. 3;. ,176, Beccuto.Famiglia df tta anticamente ,.àt' Barucci -ipoggi .Orlandini tom. 3» !:%$&** "« Loro Cappelle tom. 3. 179» Bruno tom. .3.285. t.fDeo tom. .3. 179. Vanni tom. 3. 179.
Della Bella Giano tom. 4. apS. Benci Ginevra tom. 3. <?;$• Del -Bene Albertaccio tom. 4. •<$•■ Btncio tom.. 3. 331.. Benuccio Fondatore :dfIlo Spedale di iS. Bartolommeo a Mugnpnc tpm. ■3. 331. ' ,:. 1". :1 ,.
Bernardo ,.-Bettino -., Filippo, /Ne-
po., Niccolò toni.: j. 331»
,Piero tom. 4. ,60. '*, • Senno, Seimuccio;tom. 3. J31* Benedetti Famiglia tom. 3» 79* B. Benedetto XI. Domenicano tom. 3. S. Benedetto Compagnia tom. 3. «7.
Benedetto XII. Papa.tom. j. 247-
Detto XIII. foni. JH4&1 309* Detto ,XIV. stom.i.$*} »34* 3^x* tom. ,4. 142. ? : Bcnini,Cavai .Giuranovtom. 3. 30S.
Benintttndi Famiglia tom. 3. 7*1..
Rotto tom. 3. 51, ,£ù ,., B. Villana .delie |Bo$tÌ!'tpm. 3.^51 •
-io4«' fi >.,* iti .' ... ;<oì} Bisnivieni: Antonio Vicario ^Gene^àlf
,1010. 4. ,'77. , b<,u
Bernardi Chiari Aimo ;tom« $>./$$*•■/'..
Bmozzi, loro -Cappella tom. 4. ì*S. Btntivogli Annibale Nunzio Pontificio tom. 3. 224. |
|||||||
Profpero Conte'tom*-4..jt05.
.Benvenuti tom. 3., A'^.7. , Bartolo di :Cino Fondatore del
, . Monaftero .di S> ^Giuliano ;tom. A- 194*
Berti Aleifandro .tom. 4. 2,51. pve fepolto ivi .
Berzighelli.Cammillo tom, 3, 159. .Bozzoli, loro Arme tom. 4. 140. Loro Palazzo ivi,
S. Biagio Chiefa Parrocchiale , det- . ta ancora S. Maria fopra Porti , tom. 3. 25,1. Suo bruciamento toni. 3. 138. Sua .riedificazione , ed apertura folcirne tom. 3. 239.
In effa.iì confervano le Pietre* del ,S.,Sepolcro , tom. 3. a.33. . c. /eS' .' : . l'.'C il
Biffoli Benedetto fondatore del No- viziato de i Gefulti in" Firenze tom. .4, ,H3« Maria jvij» Del Bigallo Compagnia ,tom. 3. fi. tom. 4. z5. 244. Cancelleria tom. 3. 11. Capitani tom. 3. 330. tom. 4. ,*<?. .301» Bigordi .Tommafo torn. 3. 6f.t Biliotti F. Modello Domenicano tom. 3. 1. 53. 86. ,Bl»,tom..4ji ,t94«
Bifcioni Anton Mana Canonico tom.
3. 3. 16. 167. 240. 281. tom. 4« 13. 72. ,185. .2*7. 149. *^J* '../; -i t .■;-■
Bifdomini tom. ,3. 93. ;Da Bi.fticci .Vefpajfiano ;tom. 3. 39. Boccàccio Giovanni ,tom. 4. ^90. .Bocchi ,-Francefco tom 3. 9. 63, 144, ,'- % ,147 tom. 4. 42. Bollando tom. j*.1A5j?t ,v: ,; Bo.llandiili.tosp. 5. 298. 352. Bombeni rFamigLia tom. 3.,$&§. Bona,nni; jtora;. .4, .2. . ; Bonciani .Monfigaor .Fraricefco tom,
3» 95- loro Cappella tom. 4. 62. Bontjli Monfignor Girolamo tom. 4. |
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Ili
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Bruni F. Ferdinando" Vefcovo dr
. Cedohìa tom. 4. 289.
Bruzen tom. 4. 33. Bufalo Marchefe Paolo tom. 4* *43» Bullettone tom. 3. 189. 293. tom. ,4. 113* 2S2. 258. ;
Buommattei,, Cappella tom. 3.. 319* Buonafede Monsignor JLionardo tom. .4* 147«'
Sua Arme tom. 4. 248., Buonaccorfi tom. 3. .31 d. Loro Cappella tom. 3. .318.
Bùona/niici D. Gafpero Abate di S. Trinità tom. 3. 150.
Buonarroti Michel Agnolo tom. 4.) x 9. 259. Senator Filippo tom. 4. 4$. F. Buonaventura della Garfagflana^, .è d' Ognilfanti tom. 4. 189. Buondelmonti Famiglia toni. 3. 147. .! Andrea tom. 3, 270. Buoni loro Cappella tom. 3. 2E0. Senator Giovanni tom. $. 28*. Buoni delle Catene Famiglia tom* 3. 195.
Buoni del Leone «tom. 4. l'yz* . Loro Anne i-vL. ^Senator Giovanni ivi. Lionardo ivi ., -. .- - Maria, ne' Minerbetti toro» 4.1 '■ ,*8JS* .iva .; .fuiìì ..
Buoninfegni tom. 3. 191. ,341.
Buonfignori Stefano tom. 3- 203. Burgari Anna .de'Conti dì Marciano tom. 4. ,170. , ,1
B^irne,tto £re Meo toni' IsttWì. Cafoggini Famiglia tot». 4. $0.
Calcagni F. Ruggieri Vefcovo di
Caftro tom. 3. io. 9$. Calderini ne'Riccardi.Marshefa Fran-
cefea tom. 3. 226. Califto III. Papa tom. 3. 125. 144.
tom. 4- 7« Calogierà tom. g. 284.
Campanile di S. Maria del Fior*?,
quando fufle principiato a fab- bricarli ,tom. 3. 30. V v Cam-
|
|||||||
Bonifazio Vili. Papa torri.' 3. xxd.
331, 344. tom. 4. n 7.2.3. 299. 300. IX. toni. 3. 334. Bonini Simone Prior di S. Maria Ughi tom. 3. .184.
Bonfì , loro Arme tom. 3. 2.20. Baldaifar tom. 3., zi 8. Bernardo ivi» Domenico Senat. tom. 3. ìiS.
Francefco tom. 3. no. 118. Gio.- Cardinale tom. 3* 218. %%6* ' ' tom. 4. 17. • dLifabetta tom, Jju 226.
•Piero Cardinale tom. 3* 218, no.
•Ugolino toni. 3. 218.
Bordelli Tommafo Vicario Genera- •' . le tom. 4. 244. Bordoni FamigJia tom. .3. rj. Borghérini Famiglia tom. 4. 60,':\i?t Cappella tom. 4i x6€i; 1
Borghini Raffaello tom. 3. 60. -73. 88, 157. 197. toni. 4..161. 250, 266.
?Borghini Vincenzio tom. 3. 13. i$<?.
158. 189. 231. 241. 24 j. 248, -2J2/254. 281. 308. tom. 4. 50. iti. -zia. x39* 0 = Borgo S. Apoftolo tom. '4* 44. Borgo-S. Pancrazio tom. 3. 308, :) Borromei Margherita tom.-3. orai. Bofio tom. 3. 298. 299. 300. 30$. Boftici , loro Arme tom. 3* -89. Fortebraccio tom. 4. 141.
Bottari Monsignor Gio: tom..3..-241, Botti Matteo rom. 4. 213; Bracci Famiglia tom. 3. 60, 72, Branda Cardinale tom. 4. 55. tìu'uO BrilTonetto Guglielmo Cardin. tom. Brocchi Dottor Giufeppe toni. 3.
54. 5 5, r 37.169. 290. 297. 298* 3<5i. 362. tom. 4. 38. 14J. 153. 18j. 222. ' Brogiotti F. Raimondo tom. 3. 49.
Brunelkfchi Famiglia tom. 4. 15.0.:> Loro Arme tom 4. 152. Loro Cappella tom. 4. 1$ r* • Alderotto tom, 4. 151.
Silveftro ivi • Tom. IV.
|
|||||||
Caraccìolì Currado Cardinale tom»
3. X4X.
Caravajal Giovanni Cardinale tom. 3. ir6»
Carboni Bruno tom. 3. 78. Fuligno Vefcovo di Fiefole tonu
3. 78.
B. Iacopo tom. 3. 7S. Cardoni Fra Lorenzo Vefcova di Sagona tom. 3. 4<5«
Carducci Famiglia tom. 3. *3*%"i »* Lorenzo toni. 4. 6t> ) Carlo primo d' Angiò tom. 3. tfx.
S. Carlo Borromeo t. 3. xox. t. 4. 3$£* Oriundo di Firenze tom. 4. 74.
Carlo Magno tom. 3. 185. 309. tom* »t 4. 45. €t^r o'v7ì Suo ingreflò in Roma tom. 4. 47. Suoi viaggi tom. 4. 47- Carla V. Re di Francia' =t.■$- iJ3« *9i* Carloni loro Cappella tom. 4- *7i. Carmelitani della Riforma di Man- tova chiamati dal Concento, del- le Selve a Firenze tom. 3.x<>9* Dove abitaflcro tom. 3. x^9. Quando palfalTèro ad abitare ìn_ ,.-::'l ,S. Maria Maggiore tom. 3. x<59l Quali fuffero le loro,Capi tolaziooi tom.. <3>. *70.. è feg. Carnefecchi, loro A.rme tom. 3. 179. .Loro .Cappella ivi :.. Bernardo tom. 3. x8o. xS$» Filippo tom. 3. xSj,. Mietute ivi.. . ' ':.': iti ',m Zanobi tom» 3.179:. ."'>. ; Carnefecchi ne' Mozzi Giovanna tom» 4..- 90. ■
Caroli Famiglia, e loro Arme tom.
.,;;•:■ 3.. XJ** 154.-x.j6* ■ QJ ■■{
Cafa dei Catecumeni dove antica-
mente folfe tom. 4. 89. Della Cafa Suor Colomba Badefla ,t di S, Martino morta in buon- concetto tom. 3. 339. Ghexzo tom. 31* 340* Caletti Fra Lodovica tom. 3. 93* Cafttllant Matteo tom. 3* *7- Cartelli loro Cappella tom. 4. X71. Da Caitiglione Famiglia tom. 3- 5$. Cafìruccio tom. 3. »o$. |
||||||
Campidoglio Fiorentino tomi 4. itfo,
Can\ccì, loro Arme tom. '3. %%6.
Canigiani Ba-duccio tom» 3. 356.
Canonici di S. Salvadore (juandó ve-
nuti in Firenze tom, 4. 2.ix.\ medefimì detti Scopetini tom. 4. 2. ix.lord abitazioni tom. 4. iti., e feqq. Capitani di Or S. Michele tom. 3.
165. • " ;■ r. .... ; :A :•.. ■•
Capitani di Patte tomi 3. a35. tom*
4. "'S'f. -i,.b • I :J
Padroni della Chieia di S.Biagio tom. 3. 139. 141. X51. Capitolo Fiorentino Tua Arme toni* 3« **7«
Padroni in-antico-; della Ghiefa di $. Maria Novella tom. 3. 7. Capitolo di S* Mark Novella tom*
t'p, xas, ..::,.w ioti Capitolo di S. Vincenzio in Guai-
fonda delle Pinzochere del Terz* Ordine di San Domenico tom. 4. '■■'"tf»1"'
U medefimo detto anticamente Ca- pitolo di 3. Caterina tom. 4. t i. Capocchi F« Aleflandro , primo Di- rettore delle Fanciulle della Pie- tà, tom- 3. tQa„- Cappelli loro Acme tom* 3> a»83* * Barone tom. 3. tyt. Brunetto tom. $.>i?g. Buono tomi 3. xft* Filippo tom. 3. 183. Niccolò tom. 3. 180. CappeUor BiancaGranducheù'a>tom.3* 90*
Capponi Famiglia tòrn. 3* 60* Gino tom. 3. 12.8. Giovanni tom. 3. ixtf. Guglielmo Canonico tom, 4* itfx* Lorenzo Canonico tom. 4. 114. Luigi Canonico tolti. 4.. isxv Mica Canonico , e Prior? di S. Ma,- $: riftì fopra. Poppa, tom.j* *4J. > Neri tqm. 3. 2.79* Piero tom- j> *4S' *^ Roberto tom. 4» fM<*i> Seoar. Andrea tom. 3. 174* Violante tom. 3. »?9« |
||||||
339
»<<7.
Cini Cino Gonfaloniere Inventore.» dell' ufanza di armeggiare in Firenze tom. 4. 229. Ciriaco Re d'Etiopia detto volgar- , mente Prete Ianni tom. 3. 40. Suoi Ambafciatori venuti a Fi- renze per prefentarfì ad Euge- nio IV. per l'unione colla Chie- ,; fa Romana tom. 3. 41. ; Ciuti Paolo tom. 3. 34. Clemente TV. Papa tomi 4. 30.&. V. Papa tom. 3. 8d.
VI. tom. 3. 129. X42.
Vili tom» 3. 125. 271.277. 336.
tom. 4. 5 r. i6z. 12 3, 318. Vili. tom. 3. 29$. ZOf. 267.
tom. 4. 80.
Coccapani Sigifmondo tom. 3. 27». tom. 4. ir9. tom. 4. 223.
Delle Colombe F. Raffaello tom. 3. 9S- . ..",
Colombo Criftofano tom» 4. 30. 33. Colonna fu la Piazza di S. Trinità, tom. 3. 14j. .
Coltellini Agoftino Inftitutore dell'
Accademia degli Apatifti tom. 3. itS.- Comi Famiglia tom. $♦ 161. Benefattori dello Spedale di S. Gio;
di Dio tom. 4. 28.
Baccio tom* 4. So» Benedetto, tom. 3.61. Bernardo ivi . :v" Gomitoli Napoleone Vefcovo dì Pe-
rugia tom. 4. 79. Como Ignazio Maria tom. 3* 1841 Compagni Famiglia tom. fi 160. Cante tom*; 3* xfii, Dino tom. 3. 19. i<J$, GiovanniLtom. 3. ,x<5i.' i Neri ivi. .. .; Compagnia di, S. Anna<detta dei Pa- lafrenieri tom || 108, Sue Vicende ivi. Di 5. Benedetto bianco fùo prin-
cipio tom. 3. 104. •Sue: vicende ivi i' Suoi fondatori ivi. Vn Di
|
||||||
Cataftinf Carlo Teforìere del Prìn-
cipe Don Lorenzo de* Medici tom. 4. 84. Catellini Filitieri da Caftiglione Fa- miglia tom. 3. So. Durante, o Dante tom. 4. 24r, S. Caterina Chiefa de i Domenicani in Pi fa tom. 3. 30.
Cavalcanti Famiglia tom. 3. rj. Fra Aldobrandino Vefcovo di Or- vieto tom. 3. 15. 44. 9S* Mainardo tom. 3. 43. Manetio tom. 4. 141. Cavalieri Gaudenti loro. Ordine, quando , e da chi inftituito tom. 4. 2.4;.. Loro abito tom. 4. 141. Abolizione del medefìmo tom. 4. ' <*4:3-' '; * == "J ' ■«-'»: *.' /'
Cavalieri Templari loro abolizione
tom. 4. 318.
Cecchi tom. 3. 145. Celeftmo IV. Papa tom. 3. io. F. Celfo d* Ogni/Tanti Vefcovo del- la Città della Pieve tom. 4.289, Cerchi Ricovero tom. 3. 143. B, Umiliana tom. 4. 301.
Cerracchini tom. 3. 30- 247. tom. 4. 57. 70. ito,; 142. 144.
Cerretani Famiglia tom. 3. 276. 281. 283. Loro Arme tom. 3. 281. Filippo Senatore tom. 4. 29. Ce/arino Cardinale tom. 3. 39. Chelli Giroiamo tom. 4* 89. Chiari Dott. Giufeppe , e Priore-» ài S. Biagio tom. 3. 237. ."'. Luca tom. 3. 57. ^34^ Chiefa di S. Maria della Minerva do- nata ai Padri Domenicani tom. 3* 44*
Ciacconio Alfonfo tom. 3.110. tom*; ? 4. 27J.
Cianfogni Canonico Pietra Nolafco tom.. 4» $7.•-.;■.
Ciferi Gio: Francefco tom. 4? 89. Cignale di bronzo di Mercato nu£- vo tom. 3. *59,
Cinelli Gio: tom. 3. <5o. 64. 68. 84. zìi. 144. 159. i6x. xii. ,t©m.
|
||||||
Di Si. Benedetto Néro tom* p.
107. "'\'^ ?
Quando inftituita ivi '.'
Sue vicrnde tom* 3. 107; efég. Di S. Carlo de' Lombardi tom. 4,, 74 «
Dei Cavalieri di Malta tonu. 3. 304.. :.,;. .:
Br. i Ciechi tom. 3,1 304Ì
D^lla Crocetta tom. 3. i<53* Di S. Domenico in Palazzuolo tom». 4, 78; *J i
Di S. Gio: in Pìftoia-torn. 4. 79* Di S. Ili doro tom* 3. 175. Di S. Lor-enzino dietro, la Nun- . ziata toni. 4. 78* < Di S. Lorenzo in-Paico- tom. 3. •*■ Hot?** j.j* Ove averte il.fap pfincipio> e do-
ve fia' di prefeute ivi , Di Si Lucia fui Prato* tom. 4. 75* Di S. Niccolò da Tolentino unita a quella della Pura tom. 3.107.
Del Nocentino tom. 3; io<*. Di Gesù Pellegrino tom. 3. jr» J9- 104. 194.
Della Fura-, o lia del. SS, Sacramen* to tom. 3. 106.
Sua divifa tom* 3, 107» .^ Di S» Salvador*.da Oguiffaati tom; " 4^. 7.7.
Della Scala tom. 3. ro>8,- Di S, Srbailiano toni. 3. 312» Del Tempio, tom. 3. 51. 59. 104», Concilio di Baliiea trasferito a Fec- > rara, e di lì a Firenze tom. 3. 39.
Di Calcidonia tom. 4. rjtf. Fiorentino fecondo tom. 4. 73» Lateranenfe tom* 3. 3. di Lione tom. 3. io. Milevetano tom*, 3. 188.. Niceno tom. 3. 351?» Concini Matteo Vefcovó di Cortona tom. ,%r. 3^. h
De Ja Condanni Membro dellai.
«r Ideale Accadèmia di Parigi tom. 3. 353. Congregazione delle Fanciulle dette della Pietà, tom. 3.. ioo. |
||||||
Congregazione dì ST; Francefco della
Dottrina Criftiana tom. 4. 78. Da chi fondata ivi... S'us Regole ,ò fieno Capitoli tomi 4. 81.
Sua Saera , quando feguilTe tom. 4, 87.
Suoi Benefattori tom* 4. 87. e feg, Acquifl-i fatti da detta Congre-" • gazione tom. 4. 88. e (tg. Confacrazione della Cattedrale tom. 3. 37. ,j j, . ; ,'.#.) 0_:,
Confervatorio della Quiete t quando>
«' da. chi folle fondato tom. 44. 107. Confervatorio delle Montalvc fu*
origine tom.' 4» 114. Corazzi Aurora tom. 4- 1S7*
Dalla Carbara Conte Iacopo tom. 4.
B. Angiolina tom. 4» 170.
Fondatrice del Monaftero di S. An* na-in FuHgno tom. 4. 171. Carbinellì tom. 3. 69. Corbolini Famiglia tom. 3. *94> Lotteringo ivi- Paolo ivi. Dar Corella Fi Domenico tom. jv, 118. i8.$> Ì50. %6o* 189. 343»
Cornelio Flamminio Nòb.. Ven. t. 4. 8» , Corfi Marchefe Antonio tom. 3.ni. tom. 4. 145-. Domenico Cardinale tom. 3. la*. Nera tom. 3- 157. Corlini Aimri^o Arcivefcovo di Fi» renze tom. 3. 3j. S. Andrea Vcfcovo tom,. 3. 17^» x9o. tom. 4. zìi»
Filippo Marchefe tom. 4. 181. * ; > Cavaiier Tommafo Gaudente tom» 4. 143. Cosimo primo Granduca tom. 3» 18. 2 4. 1,6. ÓO. I IO. itìo, ÌOO. 103,
»o6; 259. 35&Ì tom* 4< 14. >.tó
56. J7. 101. 14Iv.2.IX.;15,9. *<5$»
.^K77i. 190^. • . . ;{ }£ Quando fuiTe coronato Granduca»
e da chi tom. 3. 146..
Inftitutore dell' Ordint de io'Ca-va- .: litri di S. Stefano tom* 3* no. Se-
|
||||||
«*
|
||||||||||
Suo InftTtuto quando approvato <t
e da chi tom. 3. 3. Quando la Religione di S. Dome-
nico veni/Te in Firenze tom.' 3* 309.
Donati Famiglia tom. 3. tx*V> - Corfo tom. 7. 141. tom.» 4. 30** Ravenna tom. 4. 300.= Simone ivi. Fondatori dello-Spedale di S.Pao- lo a Pinti tom. 3. izz.
Da chi detta Spedale foffe gover- nato ivi* S. Donato a Torri tom. 4. zo6. S» Donato de' Vecchietti Chiefa tom*. 4. 159. Quando edificata tora* 4. 160* Stata anticamente Collegiata tom* 4. 160.
Suoi Priori tom. 4. t6u e feg. Donazioni fatte ai PP-. Domenicana di 3. Maria Novella tom. 3. 95* e feg. Donazioni fatte alle Monache diRt- poli tom/ 4* 300.
Donazioni fatte a i Monaci di S. Tri- nità tom. 3. rji. Doni Donna Beatrice-tonti 3. 159. Dragomanni. Benedetto tom. 4. iofi. Baca d ' A tene tom. 3.. • 14* a $ t. <; Duca di Modana tom. 3. 18. Durante Guglielmo tom. 4. ior. Duranti- Agnolo -tom. 4* t6z., Antonio tom. 4. 163, Fraacefco ivi . Gio; Batifta ivr« Mariano ivi. Orazio ivi . Vincenzio Vefcovo d'Orvieto tom» 1 4*161. e feg*.- | |
||||||||||
• Benefattóre délMonàftcr Nuovo
dell'iftefib Ordine tom. 3. tu. Cofimo Ili Granduca tom. 3. 48. tom.
4*-74. 79. 84. 130. z$%* Cofimo HI. Granduca tom. 3. ijtfi
170» *7i. I73' i3<$.tom. 4. 38* jt. 13$. xx7« 13J. 146* Costantino Imperatore tèmi 3. toS.
2f>2#
Crefci Don Tefauro Abate di S. Tri*
.<■■• nita tom. 3. 154. * •
Crefcimbeni Gio: Mario tom. 4. nj.
Crifterno Rre di Svezia tom. 3. 1 r6,
Gritfina di Lorena Granduchelfa tom1»
3. ni». 11 j. tom. 4. S4. 105*
. i&j.
Croce al Trebbio tom. 3. ts;
Cronica di S. Maria Novella tom,nife 47. 69..
Currado Imperatore tom. 5. 7. .*(.-/}'! I>
Del Dado Dfomiticidiede tom. 3. 3.
• > tom. 4. 194.
Orrabile fua moglie tom. 3. 4. :
Dani Iacopo Auditore di Ferdinan- do I. tom. 3. zoo. Dante tom. 3. s8 j; Su»ritratto toro. 3. 1Ó3.
Danti F» Ignazio-tom* 3. 14. 352; Dati Canhmillo tom. 3, ufi. Fiam- I metta Arrigb«tti Aia moglie ivH Carlo ivi. F. Leonardo tom. f&tì* i9> D-avanzatì Antonio tom. 3. 148*.- Davauxato-tom. 3. tjo. Giuliano- Gonfaloniere , e Cavalie- re dillo Spron d'oro tom. 3» 3'S. 161. Davizzi tom. 3. t6i. Dei F. Filippo d' Ogni/fanti tom. • t • 4* 189»
Demetrio Greco tom. 3. <?**
Da Diaceet© Franeefco Vefcavo d'i Fi efole tom. 4. x$i.. sFaolo tom. 3. 356. 4 Dini Agoftino tom. 3. i»?. Bionifio Areopagita tom. 3. 8<f. S. Domenico, fuo arrivo a Roma-t.j. $•» |
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E-
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Echard Fi Iacopo tom-. 3. $§>
D.Eleonora di Toledo Granduchelfa . fondatrice del Monaftero Nuo- vo di Via della Scala tom. 3» . 1 - rto. 113; b tt&ift ■ *1 Prime Monache di detto Monafle-
ro ufeite dalle Murate t. 3.113»- D*Elifeada Capranica Pr.epofìto Ge- nerale de i Teatini tom.. 3. 106, Eraa-
|
||||||||||
Fmanuelle Re di Portogallo tom. 4.
3r-
Enrico VI. Imperatore tom. 3. 191. Errico Re di Francia tom. 4. 17.
Errerà tom. 4. 33.
Erri Famiglia tom. 4. 72.
Euclide tom. 3. 87.
Eugenio.IV. Papa tom. 3. 36. 37,
7.5. it<5. 122. 124. 150. 161.
u 163. 149. 2,69. 183. tom. 4. 7. 141.
Fefte , e preparazioni fatte dai Fiorentini per detta funzione
Idoli 3f 37.
Confacra la Chiefa di S. Marco tom. 3» 41'
Suo ritorno a Roma tom. 3. 41. ;" ■ ''p[r/
Fabbri Gio: prete tom. 4. 89.
Bab-brucci Doti.,Stefano Lettore nell' Univeriità di Pifa tom. ,3. 284. Fabio Maffiino tom* 3. 13. Fagiupli Gio: Batifta toni. 3. ij<5. Falconi da Lucignano, loro Arme tom. 3. S9. ■
Fantoni Ottavio tom. 5. 313. Farnefe Cardinale tona- 4. 184. -: : f Failelii ,0 fià /Petriboni Famiglia .tom." 3. 1 j8.
Fattorini Matteo tom. 4. S9. Del Favilla Marco tom. 4. 223. Fauitina condannata dalia Sacra In- "quifizione, tom.' 4* no.
Federighi Cappella tom. .3. 310. . Benózzo Vefcovo di Fiefóle ivi*. Federigo III. Imperadore tom. 3. 116*
S. Felice -Vefcovo di Firenze tom. 4. tu.*
Ferdinando T. Granduca tom. 3. 18. £ li 1-0.9, *ii; 117. 119. n$, 13 j* » • 19&. 203. 104. zo$, %op. 110. <• 244. tòm. 4».%"}' 288. FerdinandoU.Granduca tom. 3. 211. *tfjftnM!£$li&> '259. tom. .4. 75, 8!i. •I -84* .105. Ferdinando I. Imperatore tom. 4. »ò »8j.., oi hmu '■! >Ì ,-.'.. . |
Ferdinando Re dì Caviglia tomi" 4.
30. .f.v. . r; .
. Tfab,eJla fua Coriforte [vi:. Ferrantini Bejlo tom. 4. 300. Ferrini Enea tom. 4. rio. ; , ,:> Ferroni Anton Francefco tom. 4. 38. ■ :
Fefta dei Quartieri , che fi faceva
in Firenze tom. 3. 41.
FÌliarchi.Cqù*mo toni. 3, 229. Da Filicaia Iacopo Gonfaloniere tom. 3t ■..*-* 5?
S. Filippo Neri tom. .3. 197.
Filippo V. Re di Spagna tom.: 4.'
i35. Filippo Vefcovo Fiorentino tom. 4*
.195. - . . .',-, , „ ...,;,;? Finefchi F. Vincenzio Domenicano
tom. 3. 9J. tom. 4. r.j. Fiocchi Andrea; tom. 4- 5. 61, r
Domenico tom. 4. 61. Fiorentini Francefco Maria tom. 4.
274. Folchi Famiglia tom. 3. 297. Fede-
rigo Cavai. Gejofolimitano ivi. Fontana tom. 3. 44.
iulippp. Vefcovo di Firenze toni. 4. 206.
Jp. Vincenzio Domenicano tom. 4i„
Forefe Rettore della .Chiefa di
5. Maria Novella tom. 3. 8.
Fortezza di S, Gio: Balilla tom. 4» II. I , , ;; ' ... ;.•.■■■'.. *
Fortini Ser.Landò torti*;„4. i<5p.
Fozio Giufeppe GeAjitat-tom. 4. 104.; Francefchi Cappella tom ;3« 2n5.; Francefco I. Granduca to, 3. 90. jit. ,1,27» 203... "• :;. b si
Francefco I. Imperatore.tom., 4. ij«
Mefs. Francefco da Pefcia, Vicario ^Generale tom. 3. tafoi .'•! , «
Francefco II. Re di Francia tom. 4* 131.. . . di i'V ? i.j.-r mtlCI
Trànce/co da Cingoli Vefcov» <fi<H£. ;rentino,.tom. 3. M|?o.j à-, il
Frati delle Sacca loro abitazione tom. 4. *97- i
Frati Umiliati loro Arme tom. 4.
Io-
|
|||||
343
Gentili F. Giufeppe Domenicano tom.
3- 95.
Cerini benefattori dello Spedale di S. Antonio di Vienna t.: 4. a»
Gallone ivi . Gherardo ivi. •; , Gerini Bonciani tom. 3. 267. tom* 4. 6\* ■ i
Gherardi Luigi Vefcova di Cortona
tom. 4. 93.
Gherardini della Rofa Francefco tona. F. Gherardo Fiorentino tom. 3. 47.
Gherardo di Provenza Fondatore-» della Religione di Malta tom* 3. -91. 1. Gherardo da Villamagna tom. 3. 123. 296. Ristretto 'della fua Vita t. 3.197. Ghetto di Firenze quando fabbrica- to tom. 4. 141. Ghr'gr Flavio Cardinale 1001.4.23$. Giachinotti Girolamo tom. 3. 67. Giacomini Antonio tom. 4. 177. Giambullari Diana tom. 3* 53. Pier Francefco tom. 3. 78.
Gianfigliazzi Famiglia toro. 3. 147, Loro Cappelle tona. 3. 162, 177. Antonio tom. 3. 148. Bongiauni tom. 3. vn» Gherardo ivi. Gianfigliazzo tom. 4. 2ir.
Gio: Batifta Ball tom. 3. 290, Giovanni tom..3»: 17.7. Iacopo ivi . Lionardo Dante Decano tom.^.j 190. ,
Rinaldo tom. 3. 14?» : : ;
Rotto tom. 4. ni..;
Giannotti tom. 4. io. Gigli Girolamo tom. 3, 327, tornai in»
Ginetti Cardinale tom. 4. 134. B. Giordano da Rivallo tom. 3. 95* Giorgi F. Benigno tom. 3. 167. Giorgio di Cipri Medico Aie Efc* quie tom. 3. 267.
B. Giovanna Fiorentina tom. 3. SU B. Giovanna da Orvieto tom. 3. 5$. Giovanna Regina di Napoli tom. 3. 43* -•'!
S. Gio;
|
||||||
loro varie abitazioni toni. 4. itf*.
e fegg.
Fondatori della Chiefa , e Mona,
fiero d" OgniiTanti tom, 4. 153. Nomi di varj Prepofiti di detta
Religione toni. 4, 258. Abolizione di detta Religione tom.
4. 161. e feg, Frefcobaldi f. Antonio Cavaliere di Malta tom. 3, 195. Suor Fiammetta Monaca in S. Ia-
copo di Ripolì fua vita t. 4. 307. Fulmini tom. 4. 14$. Gaddi Famiglia tom. 3. 60,
Cappella tom. 3. 129.
Gaetani tom. 4. 13. Galantini Ven- Ipolito tom. 4. 7?. Sua vita: ivi e feg. Stato Guardiano della Compagnia di S. Lucia fui Prato tom 4. 76. Stato Guardiano della Compagnia di S. Salvadore da OgniiTanti» tom. 4.. 77. Fatfato nella Compagnia di S. Do- menico in Palazzuolo tom. 4 78. Dipoi ncll' Oratorio di S. Baftia- no de" Bini ivi.
Stato Superiore della Compagnia di S. Lorenz int» dietro la SS. Annunziata ivi * Fondatore dilla Congregazione dì S. Francefco della Dottrina Cri- ftiana in Palazzuolo ivi . Regole, e Capitoli di detta Con- gregazione dal medeftmo: fatti . tom. 4. 82. Cappellanie da eflb fondate per f^rvizio di detta Cougrtgazio- _ ne tom. 4. 83. Galigar Andrea tom. 3. 137* Baitiano ivi. Iacopo ivi.
Galli Suor Cecilia tom- 3. 137. Gangalandi Conti » loro Arme tom* 3. i$6.
Del Garbo F, Giacinto tom. 3. 4S. G nebrardo tom. 4. 73. Gentile Vefcovo di Arezzo tom, 5.67. |
||||||
wm
S.Gio; Bafilfea incorna ,ipefchc det-
ta in Laterano tom. 3. 193. ìB. Giovanni 4a Gaprìftano tom. 4. *.- ; 187. e'feg. SS. Gio: Carlo Domenicano tom. 3. *4%* *;|« »*.8* 43.
5. Gio: Damafceno tom. 3. 85.
6. Gio: di Dio <2hiefa , Spedale , -e
Convento tom. 4. 14.
• ' «Da chi'fatta fabbricare ivi . ,;Detta ancora S. Maria dell'-jUmil-
4;$ >tà ivi.. "•-"■^'-■> ' /Chiamata ancora Spedale de'Ve- fpucci tom. 4. 14. Detta ancora Spedale de'-Frati ideila Sporta torà. 4. 25.
Denominata ancora :-Fate ben Fra- i telli ivi i •-Ifti tutore di quefta Religione S* Gio; di Dio tom. 4. 25.
^Quando quelli Religioiì .veni-ffero ■ in >Firenze ivi* Loro prima Abitazione ivi. AlTegnati a quello Spedale gì' In- fermi di Bonifazio tom. 4. 2,9. Gio; Gallone Granduca tom. 3. 73» »' 'S&. tom. 4.Ì8. <>%. 100. t35. :S. Gio: Gualberto fdla; comandata anticamejue-in «Firenze tom. 3. 1 JI. ; ■' i
S. Gio; sGualberto che perdona al
««nemico tom. 3. 169.
Gio; Paleologo-Imperatore toaul$, 39-
Giovanni XXII. .Fap&> tom. 3'*9« 83. 252. tom. 4. 7. 227. 300.
Detto XXIH. fcom.vg. 142. 500. tom. 4. 6. - '■ 1 8 - -'■' : 1 **'»oii
Giovanni Re dl'Hoe^nia tom. 3» 103. &«<Gìovanni da Salerno primo-Prior . de' Domenicani tom. 3. 6. 9-91.
93* >» fJ- O
GiovanniVefcovo di'Firenze tonwj.
3. 4. 9. ixz, 189.
BrsG'iovanni-da Vefpignano. tom# 3. Gi fa Idi Lelio tom. 4. 55.
Gir«lami >F. David >Efaù Carrnelita- * ho tom. §. x6g.
F.Girolamo da Ferrara tom. 3* 167. . 56
|
||||||
Gàigni Fazio Gonfalonière tom* 3.
313.
Giuliano A pollata tom* 4. 159.! S* Giuliano Chiefa , e Mona fiero di t. ! : .'D&menicane.^da johi \3 e dove_e foffe fondato tom. 4. 194. Quando rima-neffe terminato toni» 4. 195. -Da chi anticamente ifuffe diretto tom. 4. 195. «
Da. chi .fia prefentemente tom. 4. '\''l 3 99* •".'•'; -; » Quale Ila il .numero di dette-Mo- nache tom. 4. 19J, A chi fpettaffe l'accettazione delle medefime ivi.
Quando^veniffero ad .-abitare iiu, ' Firenzestoni, 4. 196.
Nel detto Monaftero di Firenze* . squali- Religioni aBteriormentej» vi abitaffero tom..4. 196. e feg» Giulio II. Papa tom.ìlp 119. ì.34. •HI. tfltm. 3. zoi.„io6,..tom. 4. 42. De>Ginochi Famiglia t®m. 3» j#« Giunti Marioli© tom. 4. 21$, Loro Arme tom- 4. %i6t
Giuftitiiàno Imperadore tom. 3. &6. Goffredo Buglione-Generale tom. 3. . i; ,/:a53. 23,5. iitttC ; m" Gondi Famiglia toni. ,3..,%6.1*8. 59. *6 9.
.Alfonfo tom. 3. 70.
Ferdinando ivi. ..Filippo Maria Vicario Genera^ • ^tem; 4. 94. i Leonardo tom'. 3..7.0.ÌÌ
-*Gio: Badila ivi . iMarc' Antonio ivi. Gonzaga F. Francefco tom» 4» %6o» Gori Anton Francefco Propofto toni. , .3. 14. 166. 313^-. torà. 4. 73. 118. 122. Gori F. Domenico toro. *g.^10■$«'.■ Federigo tom. ,3. 47. V Niccolò ivi. Gottifredo Vefcovo Fiorentino tom. 4. 140.
Graffi .Vefcovo di Pe faro tom. 3. ti'/f* Gregorio VII. Papa tom. 3. 7.15 *• LX. t, 3» 2,0.48. 49. 113.149. 189. X. t- 3.
|
||||||
345.
|
|||||||
:Se prima -Commenda de',Templa-
ri tom. 4. 31-8. . Catalogo di diverH Commendato- ri ilìuft ri per fantità, e valore tom. 3. 199. e fegg. Iacopo II. :Re d'Aragona tom, 3. 283.
Iacopo Re di Napoli tom. 3. 18. >f S. Iacopo di Ri poli Convento, da chi fabbricato tom. 3» 3» .In cjii paifato,»e fue .vicende ivi. Il medefimo Monaftero di Dome- nicane tom. 4. 293. Fabbrica di detto Monaftero tom. 4. 298.
State governate nello fp trito da
5. Pier Martire tom. 4. 295.
State governate ancora dai -Padri di S. Marco tom. 4. 30;$..
Donazioni fatte a dette Monache Mortalità feguita in detto Mona-
ftero per la Ptfte dell' anno 1348. tom. 4. 3.01. e Jcg. Reftaurazioni della Chiefa , e .Mo- naftero fatte dalla Famiglia de- gli Antinori tom. 4. 3o.4«/; S. Iacftpp Monaftero in Via Ghikel- iina tom. 4. 102.
>IIarioni Famiglia tom* 5» 59* Immagine miracolofa del Crocrfiifo che parlò ai Fiorentini ;tom. 3; ,168' Altra che fi dice parlajTe ad una ,; ,Monaca di S. Iacopo,di..Ripoli •tom. 4. ,307. Altra-de,tta;de|larProvvidenw.tom. 3. 1*8. - .,:.:■ ,-,
Altra in S. Iacopo in Via Ghihei-
, i^ina ivi. atta ' -r. .. Altra detta dei Vecchietti .tom. 4. iS7*
Altra, f che chinò il-capo aS.Gio;
«"•Gualberto tom. 3. 16.8. e itg. Traslazioni feguite ;di detta im-, -i■., magine tp-m. 3. 172. Proccffione fatta in detta occaiìo- „ .ne tom. 3. 17.J» Immagine miracolofa di Maria che,» .. parlò a due Fanciulli tom. 3- 17*. X a Al- |
|||||||
X. tor», 3. 44. tom. 4. 170»
XI. tom. 3. 200.
XII» tom, 3. 300. tom. 4« *5'7»
; 175. XIII. tom. 3. 117.
XIV. tom. 3. 2,0$. i<?tf«
XV. tom. 4. 74.
Grifoni Famiglia tom. 3. 117.
Guadagni March. Neri tom. 4. a?» Guafconi F. Zanobi torn. ?. 95. rGuelfi Ciò: Batifta tom. 3, .2, $6.. .Guglie di.fu la Piazza di S. Maria Novella tom. 3. 18.
Guicciardini Luigi il vecchio tom. 3„ .1-77. 243.
*GuidaIotti Famiglia tom. 3. 80. Loro Arme tom. 3* 82. franca- ivi . Buonamico-tom. 3. £.3,
Domenico ivii . Lippo torti. 3.-S-** Nic<olofa ivi. •Guidi Iacopo Vefcovo di 'Penna'toro. 3. ioj.
Conte Guido Signor di Poppi toni. 3. 84.
■ Guido-Conte d'Urbino-Generale de* Fiorentini tom. 4. zìi.
-Guidetti F. Gio; deli' Ordine di $. Antonio rom. 4. 3. Sua Arme ivi . JF. Guittqne d' ArezzoCavalier-Gau* dente toni. 4. 241* S.:tacopo in Campo Corbólini Com-
-menda di Malta tom. 3. 292. Detto ancora S. Iacopo tra le Vi- gne tom. 3. 293. Detto ancora S. Iacopo -de'.'.-Fieri., , oiìa Fritri tom. 4. 194.
Perchè appallata. PnceMom. ivi,
La medesima ftata Parrocchia ivi.,
Stato Monastero di Dorme tom*
.3» 2,9 j.
. .Aveva Spedale di poveri Infermi.
ivi. »- ;
Orando paflafTe in,CorànHcnda tom,
3. 296.
■ .Tom. IV.
|
|||||||
34^
Altra che Tea tu rt farigae dalla go-
la tom. 3« 56. A/tra cui fu fatto ricorfo in_. tempo di Pefte tom. 3. 56.
Altra fiata oltraggiata tomi 4. jfa. Immagine miracolo/» di S. Pier Mar* tire tom. 3. $8.
Incendio della Cbiefa di S. Biagio $ tom. 3. 236. Incontri Francefco Gaetano Arcive-
feovo di Firenze tom. 4. 94* i4ti Infangati Arme tom. 3. 89* Baldinacéio toni. 4. 222. Ingrtflb folenne in Firenze dell'Ar- civefcòvo tom. 4. j-f*
Innocenti Spedale toni. 3. 330. Innocenziò I. Papa *oH&. %. r88» li. tom. 3. 362. '
3 IIL tom. 3. 3. 92. 122. IV. tom. 3. io. e feg. 113, tom. 4* 29$.
VI. toin. 4. 7.'* Vili tom. 4« <$t. 260. IX» tom. 3. 106. X. tom. 3. 116. tom. 4* *43« XI tom. 3. 113. tom. 4. 213. S. Ippolito Pieve tom. 3. j6x» L
Labbè Filippo torti. 4- $7.
Ladislao Re d'Ungheria tom. 3. uff. tom. 4. 6.
Lagomarfini P. Girolamo tom. 3.184. 359- tom. 4. 31S.
Lamberti Famiglia toni. 3. $« Loro dìvifa ivi . Deo tom. 4. 66. Lambcrtini Ugolino Capretto tom. 4. '14'iè
Lami Dott. Gio: Teologo Imperiale • tom. 3. 19$. 190. 316. 355. tom. 4. 19. 40." 1$3. 161. i7S« 3X3'
Lanci Qnftio tom. 4. ióìu Landini Benedetto tom. 3. 68. Cri- ftófano tom. 3. '6 3. 6 5.
Lapaccini Famiglia tònn. 4. 171. L-api F. Miniato tom. 3. 14. Della Laitra Gherardo toni. 4* iój. |
||||||
Michele ivi. Neri «vi»
Loro Arme ivi. S. Leo Parrocchia tom- 4. 149» Detto S. Leo de1 Rigattieri ivi. Detto ancora S. Leo de'Erunel- lefchi ivi.,
Quale de i due SS. Leoni fiane il Tito lire ivi .
Di Padronaro del Popolo tom 4. Serie dì alcuni Priori ivi.
Leone III. Papa toni, 4. 48. IV. tom. 3. 134.
X. tom. 3. 117. ii(5. ì68. 269.
177. tom. 4. ti8. tèi. 173. 199. XI*.tom. 3. 134. 405»
Leoni Iacop© tom. 3. 331. D. Leonora Ducheffa tom. 4. 190. Lenzi Cappella tom. 4* 268. Lorenzo tom. 3. 33*
Lenzoni Carlo uno de i Fondatori dell' Accademia Fiorentina tom. »f. 3» 78.
Libreria Magliabechiana toni. 3. 68.
D'QgniflTanti tom. 4. *$4- i6l« Strozziana tom. 3. 6z. 184. 145. 146. torri. 4. 66. 69. *,i2. Ligi Pietro tom. 4. 93. Ligozzi Giorgio tom. 4« &te Lippo Forefe -, altrimenti Lippo Sol- dato } fondatore dello Spedale di S. Iacopo tra le Vigne tom. 3. 195. Loggia di Mercato Nuovo , quando eretta tom. 3. Z58, Da chi fatta erigere ivi. Stanzone ibpra detta Loggia, die ferve per le Scritture dell'Ar- chivio tom. 3. ZJ9; Loggia de'Rucellai tom. 3. 310. Loggia de' Ragufei tom. 3. 167. Lorenzo della Volpaia Matteraatico tom. 3. 177.
Lorini loro Arme tom. 3. 57. ì I Lotario I. tom. 3. 189. : . Lucalberti Famiglia tom. 3* 80. B. Lucchefe da Si CafcìanÓ tonu-^$« 123»
S. Lucia fui Prato Chiefa Parrocchia. le tom. 4. 205*
Per-
|
||||||
Perchè così detta tom. 4. xod,.
Chiamata anticamente S. Lucia a S. Eufebio tom. 4, 205.
Detta ancora S. Lucia del Vefco- vo tom. 4. 2,06.
Detta ancora S. Lucia d'Ogniifan- ti ivi.
Stata abitazione dei Frati Umi- liati ivi.. Stata anticamente pura Cappella tom. 4. 210.
Stata MonaÀero dei Canonici'di S.Salvadore dettiScopetini tom. 4. ìti. Stata fotto la giuri fdizione de i Signori .della Mitfìone tom. 4» 214. Panata a' Signori Marchefi Tor- rigiani roin. 4* 214. S. Lucia .delle Rovinale,Cbiefa ;tom. 3. 1:84-
Lucio III. ;Papa tom. 3. 149. 264. Luigi IX. Re di Francia tom. 3. pò. Lupicini Madonna Francesca tom» ,4. %% 1. *Geri ivi •> M ' !
Machiavelli Guido tom. 3. 556,
Macigni Cado tom. 4. 169. Niccolò ivi .
Maddalena d*' Auftria «Granduchejfa 'tom. .4. ,8 j. 87. Sua arme ivi, Maffei Scipione Marchefe tom. 3. 284. Magalotti loro Cafe tom. 3. i-i fi, Mag'ftrati, quando cominci afferò ad" intervtflire alla Procefiìone del" -Corpus Domini tom. 3. 33.' Magliabechi Antonio tom. 3. 78. tom. 4. 115. ^55. ita* Diario tom. 3. 31. Maiuardi Mainttto tom. 3. 4. Maia/pini Luigi Vefcovo di Malfa tom. 3. 135. Ricordano tom. 3. iSj, 231. tom. 4. 1 jt. 230. Ma lattai tom. 3. 259. Gifmondo tom. 3. 38. |
|||||||||||||||||||||||||||||
MalegonnelH Niccolò tom. 3. 3j<y.
Mamachi Tommafo M. Domenicano
tom. 3. 235, Manetti Cappella tom. 3. 173.
Manfredi Famiglia tom. 3. 185.
Mangiadori Gio. Vefcovo di Firen-
ze tom. 4. 205. Mannelli Luca Vefcovo 4' Oiimo tom.
Manni Domenico tom. 3. 9. io. %6.
27. 07. ni. 113. 141. 148. e feg. iji.e feg. 153. 184» 190. |
|||||||||||||||||||||||||||||
194» 196. 198. 199. 203.
|
204.
l6i, tom.
. 79. 1S3.
21<S.
|
||||||||||||||||||||||||||||
141
%(*$ 4. I ■ì 193
|
14$:
171. 3- 5-
113. 194-
256. |
248.
284.
tì. 9.
I46*
211. X7J.
|
253.
360.
5 4. Ì 113.
|
||||||||||||||||||||||||||
301,
11.
160.
211.
|
|||||||||||||||||||||||||||||
2J1
|
|||||||||||||||||||||||||||||
Mansvellt loro Arme tom.
Girolama ivi . Terrino tom. 3. Z76. |
|||||||||||||||||||||||||||||
3. *77»
|
|||||||||||||||||||||||||||||
Mannucci Anton Maria tom. 3
|
34.
|
||||||||||||||||||||||||||||
Manzuoli F. Luca Generale degli ÌJ
,miiiati, Vefcovo, e Cardinale tom, 4. 257* F. Marco da Lisbona tom. 4. i8j. Margherita ,da Legnaia Pinzochera del Xerz'Ordine di 5. France- f^o tom- 3. 227* S. Maria Maggiore CJiiefa de i Padri Carmelitani tom. 3. 262. Sua fondazione ivi. jStata anticamente Collegiata tom. 3* J-64* h
J Canonici iklla medeCma tenut-i,
,'» prima di eifere ammeilì , a far le prove «della Nobiltà tom Ut$. 264. ;Serie de ! Priori di detta Colkr giata foni. 3. 265* . Quando ceirafTe di tflrr Collegia- . ta tom. 3. 268. tributo, che mandavano a Cafa Barycci tom. 3. 166. - Principio della Fabbrica fatta da I Padri tom. 3. *?tf. Sua Campana , perchè fuoni l'in- verno la fera alle ere 4. tom. 3. 288. e ftg, ^ x 1 S. Ma- |
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, 1*1
|
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Danni cagionati alle Monache da r
Fulmini tom. 4* 245.
Unione delle Monache di S, Giu- feppe a quelle di-S. Maria toni. 4. 2 4 8. e fegg. Padrone della Chiefa di S. Mar- gherita a Afciano tom. 4. 251. & Maria delle Selve Convento elet- to da i Carmelitani della Con- gregazione di Mantova .per ;1& loro Riforma tom. 3. 168.189* Quando detto Convento -fu fonda- to tom. 3. *8p. 290. S, Maria Ughi Chiefa tom. 3- *8*» Serie di varj Priori tom. 3« 18** ..Stata creduta il Domo antico dì Firenze ivi .
• SU6 priVi-kgio di- fonale le Cam- pane la mattina del Sabato Santo prima della Metropoli- tana tom. 3. i 87. Aveva-ancora in antico il privi- legio di fonare ogni fera la* .,. Campanaall'ora del ripofo toni* 3. 188. Qnando tolto, e dove; trasferite* ivi . F. Mariano d' Ogm'flanti tom. 4, 185* 189.
Marinpzzi Cappella tom. 4. *70« { Marfilio Ficino tom. 3* 65« ^7* Martelli tom. 4. 14°- . Fra ncefeo ■ Ca rd ina le tom» 3. 11J*< Giù teppe Marcia Arcivefcovo di Firenze tom- 3. 54. 2.16» 256» 274. tom. 4*19» 284. 234. 17S., Simona tom. 4. xoo. j .Vincenzio Canonico tom. 3. xis«
©eia Martiniere tom. 4» 33' Maru'tii Niccolò Vicario Generale.» tom. 4. 78.
Ser Martino da Cambiato tom. 3* 331'
Suo T'tftamento tom. 3.. 340»
'IrmelliBa fua figlia tom. 3. 33*" S. Martino Monandro di KiJigiofe» ,< e-prima Spedale della Scala di Siena tom. 3. 327» S. Martino a, Mugnone Monaftero tom. 3. 354. Pn-
|
|||||||
$, Maria Novella Chiefa' de'"Dome*'
.*?( nicani tom, 3. i. Fabbrica della nuova Ghiefa tom» Sua Sagreftia tom. 3. ix.
•Da chi fabbricata tom. 4. 4$ 3. La detta Chiefa famo fa per la fefta, che in efla fi faceva de f Quartieri tom. 3. 41. -''■% per da-Funzióne fattavi in oc- cafione della Ro-fa d' oro-dona- .0-.. *ta< alia .Seretiiffr.na Violante di Baviera Gran PrincipeiTa di To- fcana torà- 3. 41^ S> Maria fopra Porta tom. 3* 2.31* Parrocchia tom. 3. 141» .■.„> Sua foppreffione tom. 3. 2.44» .Stata Collegiata tom. 5* 141. z4<5i- Stata Commenda tom. 3- 141. Ridotta ad Oratorio tom. 3.144». L'entrate della medefima aflegna- te in parte all'Arcidiacono Fio- rentino tom. 3. 244. Quando riteruaiTe ad effe» Prio- ria ivi.
Memorabile per l'adunanza fatta in e/Ta per liberare Codino Me- dici prigioniera nel Palazzo de L Signori toro. 3. &4fà;T I Quante volte nidificata t. 3.24J» Sacra di detta Chiefa tom. 3. 146. Chiamata, ancora Bafiìica tom. 3. ' 248. . si ...
Desinata per radunanze de'Gran-
di , e dt 1 Popolo a Configlio ivi » Quando fuiTe denominata S. Bia- gio tom. 3.. 249. . ,r Libri Corali delia medefima' rag- guardevoli per l' antichità , e btlJezza di miniature tom. 3, 15.0. Sue 'entrate antiche tom. 3. ifi. Cafa del Priore fiata aggregata al Monte Comune tom. 3. 2 £'x* S. Maria fui Prato Chiefa , e Mo- naittrodi Monache tom.. 4. 138. Prima loro abitazione ivi . Loro Règola tom. 4. 239. 24.3* Fabbrica della Chiefa , e Mona- ikro tom. 4. 2411 |
|||||||
349
|
|||||||
Medici Giufeppe Maria Dottore t^
4. 93.
De' Medici Aleflandro Arcivefcova e cardinale tom. 3. 134. xoj* 206. 244. tom. 4. 27. fé. 82. Aleflandro Duca tom* 4. ir. i$»
125. Anna Areiducheffe dUfpruch tom»
• 3. 224* Carlo Cardinale tom; 4. 8$.
Clemente VII. tomi 3.177.
Gofimo tom. 3. 39. <
Fra Coftantino Vefcovo d* Orvie-
to" tomv 4^ 3Ó1. h Francefco • tara. 4. x^i.
Giovanni tom. 3. 34. <Sj, 109»
2"io.tom. 4. io. 161, 247. Meffer- Giulio torà. 3. 197. xóp»
-:-...'•, .''277*-"' ■ . • ''-"' :à:f) r ;• Giulio Cardinale tom*- 3* x 8 <?*•■■
tomi- 4. 1x8. 247. Giuliano ! tom. 3. • 177. U
Leone X* Papa tom*- 3. 177. tonw
4. io. Leone XI. Pa-pa tom. 3. 205."
Leopoldo Cardinale toni. 3. 17.2^
174*'
Lorenza tom: 3. * Sj, i 77. %23, tom. 4, 84. TX4-' 171*
Maria Regina dì Francia t* 3, i è*i %o6, tom. 4. 19. 1
Mefs. Orazio tom. 4. 21*3. e Piero tom* 3* 67. 172* tom. 4* 12$.
Mercuriale Girolamo tom. 3. 230.
§v Michele principia del fuo culto tom. 3» 108.
S. Michele agii Antmori Chiefa tom. ' •#-. i-9*-'<' <■ ;' . Detta ancora Si Michele Bertelde
: tom» 3. 192. La medeiì>ma raccomandata anti-
camente a Preti , è fiata Col» • ìegiat* tom. 3. 194. Nomi di divertì Priori tara. 5. 192. e ffg. Nomi di alcuni' Canonici tom. 3*
., • X..9.3,, . -, Perchè detta S. Michele Berteld*
tom. 3. j$j* ; Det-
|
|||||||
Fnitie Fòndàfrici dì detto Mofta-
fl'ero ufeite da S. Piero a Lu- co di Mugello ivi. (Quando fuflèro quefte trasferite.» nello Spedale di S. Muria5 del- la Scala-toim- 3. 33$. > Convenzioni feguite fra lo Speda- lingo , e la Famiglia Pollini tom. 3. 337. Rmnovazione della Chrefa fatta dalie Monache tom. 3.• 33S.
Ontario1 dell* Orto' anticamente flato de i Monaci • di* Si - Pancra*- •^-" zio tom* 3. 339. - Imfedefimi vi avevano fabbricato-' uno Spedale, ed-» un' Oratorio in ■ ■ onore del B< Bernardo ivi . te dette Monache «padrone della ' ••i-A< Chi eh dt$l Onofrio , che poi donarono alle Monache di Fu- Iigno tom. 3. 344.. Martino Y. Papa tom- 3. -34» 35. 77* 114. nj. ri6. 149. 249. 33$.' tom. 4, 7, 1x3; 171. xn. ÌS7." Martirologio Fiorentino tom, 4*274.' Detto Medìceo tom; 4.173* Detto- Strozziano dvi.*An.-::-.. Mar.ucdii > torà. 3. .1*59*? %h Diario tom. 4. 14. irz. 1x9*.
Marzi Angiolo Vefcòvo tom. 4. i^. Marzimedlci Aleflandro^Vefcovo tom.j ♦ 3. ni- 127. 136. tòmi 4.- 82.» 84. 87. 9Z. 169. xtfd*;'.
1.Angiola"Canonico tom. 3. 33S.
Loro Arme tom. 3. 138,' 189.no*
tom» 4- 9ii .» ;
Mafettfi Famiglia tom* 3.rty8.> 1
Mafi F. Giovanni tom. 3. 49.;
Mataflì Michele Prior di S; Leo tom*;
4. 1J5. ;
M&azara tom. 3. 298. Mazzei Mazzeo Senatore tom. 3. rif?. Loro Arme ivi .
Mazzinghi Famiglia tom. 3. 59.233. Mazzinghi Baccelli tom. 3. 7*. Mazzinghi da Peretoh tom. 3. 272. B. Angelo Garmttitano tomi 3Ì Traflazioue del fuo Corpo toraV 3. 275. Mecam Giufeppe Maria tom. 3. $it |
|||||||
350
|
|||||||
*] ©etta ancora:,$. Michele aV J3i«-
voli ivi.
<:< Chiamata finiilmente §. Michele a Piazza Padella ivi. La meddima poffeduta dopo i Pre- ti da ì Monaci Olivetani terni. 3. 194. 201. Zaffata dipoi he ! Cherici Rego- lari chiamati ^Teatini tom. 3* 104... ;; iffltfi * : ' . ' >lì "') :
Quando fu fife principiata ad edì-
ficarfi la Chicfa nuova tom* ?• * ;: ; -^AÌ-Gm e - »3ì 1' ■ \' ;-> ..- {. l^
Catalogo de i fienaiattorifper det-
ta Fabbrica tom, 3.A14. 8, Michele Arcangiolo Oratorio fo~ pra il ponte ,,a Si Trinità tom. ^ 3.,151. e j :.;; •* • ->l Michelozzi Gio: .Filippo■ Cavaliere^)
i«Ì ': ;tOlH._,4iLiSl4;£; i£:1£w
Michi loro Arme tom. p. 133,
Padroni ideilo , Spedale,di .S».:Fi- t3 i ppo , e ;j& ^.Giacomo , tonu 3. 13-3- ... .
Bartoicmirafia ìivi*; 1 .$>,' .^j...
. $cnedeitQ.ivii*,.!'i..'UD osioqo Z Cenni.! Vi... ,| : 1
, vFHìgpojto^;\3.£i}:4t "■ •■■ ■■ n?"fO«I
-Francfl'ca ivi. 1 ;: ,•
* ^Giovanni tara* p> ilei» a ■ -••'•■ U
NutO ivi . . I . ', .!■ .; vi
Piero ivi» ,4, . • .
.,;;R-ifberta^tOJTi.v.3*,x$4*"'*. "■ e» -H Migliore Leopoldo tom-.3. t, 3. ri. . ;iT6,«$o*ry§*:T4l$*l]g$9*' ^1:83. a 84. !
ra8?. i87.;/ici8-j 90- ,191. *<94- 195. 196,109./a I &•■■, A J1, 3.5 8.
.-atì-2» ,'*'ff>4".;■*■?.3» ;*7l|*>x£o»,;iJfc£<2
a,88« 3x9- tom-,4. 5-»*3» 4Q;« 50.
.140. rji. 1 S S• 159. i<Sj- a-44»
;»$*• iS4« ■A'^4» *8i5'fsiP3» ij»8. ■»-• «£ao» fi' , ìrii9 « $: h.as,:<tz Mighorellì -Famiglia :tom. ;$• <»8 $.. Del Mikneie iTOetó*-Aùisonio rtom-$5» 101.
Milani /Cappella torti, 4* %67< Mincrbetti Famiglia tom. 3. ij* Jj. 14'/* tom. 4* 1 $*•
Loro Arme tom#. |. &$* ,iì,# |
|||||||
Andrea tom. 3. 4$.
Francefca fua Donna ivi» Arrigo tom. 4. 153* Franee&o Vefcpvo d* Arezzo tom. 3. 7S.
Giovanni Gonfaloniereitom. 3. 37. Giovanni tom. 3.143. Iacopo Canonico tom. 3. 33S. Orazio Senat. ;.tom. 4. 153. Maria Buoni ma moglie ivi» Pietro ; tara. |«3é$ftt •"Tommafo tom,r3. (5i. tom. 4. 6gt Fra Ugolino tora» 3». -MS* Mini da Vierle Oìo; Prete benefat- tore delle Monache dì S. Mar- tino tom. 3. 340. >:S. Miniato al MontevChiefa tom. 3. . ..- ,t6p» 'Ì74. la medesimajpou^dutadai Mona- rci Olivetani, tom. ;3, 1-99. ,,-Campanile.di ..detta Chicfa , quan- , 4o ,-fe da jchi fuffe fabbricai» tom. 3. aoo. s S. Miniato fra le Torri Chi eia tom. < ; ,4. 6$. i,uJ ioti ■ ■ : .. >•
■ Sua Sacra ivi..;. $)h -'■ 't,.?; :
Suo Padronato -tom. 4. 66, 67.. Tributo dato ai Padroni tom.4. Catalogo di alcunirPripri t. 4^9.-
Ineffa fi adunava la Compagnia di S. «Carlo de* Lombardi tom. .4* p4> - * ?■' >
Miracoli tsE>ceorfi .enei Monaftero *dt
«Foligno-itom, 4* 173. e fegg.
Mombrizio tom. 4. 174. • , Monache di ^..iDomeitico di Firen*." ..ze tom. 3. 4. 48, ; f ,
Monache di San Paolo ;jJoro eflin» zione tom. 3. 117.
Monache di S. Trinira.tom. 4» t$6» Uni te, ; a q uel 1 e d i S. Or io Ja i v i. Le medehme s, dotte di S. Maria 4i urbana- ivi.. Dette.ancoradi Santa Maria Ma* * .idre ivi. i-i Monaci di fazzuolo tom. 3. 3xa«
Monaci di Santa Trinità Compa- troni della Prioria di Santa ,.18 Mafia Ughi tom. |. I51 Mo«
|
|||||||
I
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|||||||||
ss*
|
|||||||||
H
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Monaci dì Valombrofà loro lodi
tom, 3. 140. I mede-fini! persecutori de i Simo-'
niacl tom. 3. 140. Monaldefchi Caterina tomi 4* \6%.
Francefco Vefcòvo Fiorentino tom. 4' *'.4'3>
Moualdi tom. 3. idi. 194, tom»* 4> ito.
Monafter nuovo dell'Ordine dei Ca- valieri di Santo Stefano da chi fondato tom- 3. no. 1*3. Prime Monache di dove ufcite' tom. 3. n*v
Quando , e dove fabbricato tom. 3* IIIé
Diploma della" fondazione tom. 3. 118.
Monaftero delle Stabilite tom; ••■§$
. 104. V ■:: Detto prima delle Fanciulle del- - ; la Carità tom. 3. 135. II medefìmo detto ancora di
MefTer Vettorio ivi . Perchè dette Stabilite tom. 3.
i3tf. loro Regola, e loro numero ivi .
Loro fondatore tom. 3. 135.
Mongai F. Tommafo tom. 4» 38. Monofini Prior di S. Donato tom. 4. 163.
Moftri nati in diverfi tempi tom.
3» 343*
Del Monte Marchefl tom. 3. 160, tom. 4. 137.
Morelli Gaetano Priore tom. 3. 361.
Morgiani Ser Lorenzo tom. 3. 167.
Morigia Iacopo Arcivefcovo di Fi-
renze tom. 3. 136. tom. 4» %i$. Paolo tom. 4. ijt. Mormorai Famiglia tom. 4. i8z.
Loro Arme ivi. Moroni loro Cappella tom. 4. %ju
Morouni Niccolò Vefcòvo di Vene-
zia tom. 4* 5»i Mozzi Andrea Vefcovò 4i Firenzo
' tómè'4. 1391 *4ri tp7. Muratori Lodovico tom. 4. 47,
Murerò Marc' Antonio tom. 3."
7o. |
|||||||||
Nardi tom. 3. 339-
F. Domenico tomi 3. 95V '
De'Natali Pietro' Vcfèov» tom. 4. -: sor. Necrologio di S. Maria Novella tom. 4". 301;
Negri tornì 3. z$8. tom. 4. 73. Nerli loro Cappella tom. 4. %6é. Francefco Cardinale tom. 3. 174.
Loro Orto fervito per i Frati di
S. Francefco tom. 4. 189. Neri S. Filippo tom. 3, 197. Ser Francefco Padre di S.Filippo
ivi. Lofo Arme ivi ;-
Del Nero Carlo Ventura tom. 3. Francefco Maria tom. 3.175. tom.
4*" i""4*' ■ ■ t '
NeroniDiotifalvi tom. 3. 177.
Niccolai P. Alfonfo Teologo Impe-
riale tomi 3. a57» Niccoli ni Maria tom. 3. 47.
Piero Arcivefcovo di Firenze tom. 4. 104. no. F. Niccolò da Lucca d'Ogniffanù
tom. 4. 189, S. 'Niccolò Oltrarno Prioria tom. 3.
■' *74» ;,'i ";'■■■ ..-':" Niccolò III. Papa tom. 3. 1 j.
IV. tom, 3. 113.
V. tom. 3. zio. 124* tona. 4. 7.
«38. Niccolò da Tolentino Capitano dei
Fiorentini tom< 4*. ijyi'*;•■
Nigetti tòm. 4. Si. 8$. 89» Nobili Gio; Lorenzo tom» 3. 153. Loro Arme tom. 3* à$<5* o
Offerta che facevano i Sei di Mer-
-«; canzìa eolle Capitudini allaChie-
fa di S. Maria maggiore tom.
Ofkiali di Torre tom. 3. i%6.
OgnifTanti Chiefa , e Monaftero dei Frati Umiliati tom. 4. m*« Quan-
|
|||||||||
Iti
|
|||||||
Quando, e da pff fabbr/cito tom.
4. 253»
Acauìfì.1 fatti -per detta Fabbrica IVI .: -i »* iU • -■:«.-■ ;
- Pailato aievi -Padri 1 -Minori j 0#Vt¥
vanti} che abitavano in & Ca- ,t * terìna tom. 4. .iGi-i. <I medefimi reftauratori di .detta Chi eia tom. 4V 163. .:
Nomi ,di alcuni di ..detti ; Religio- ni /Venerabili tom, 4.. 1.79. /Nomi di alcuni altri , che fi im- piegarono ad a-ffìftere agli; Ap- pettati tom, 4. zM&* Varie.Ioto abitazioni .ivi.? ; : Oiìeda -Alfonfo tom. 4. 30. Ombrun Cardinale tom.,4.^.164. S« Onofrio Monafteto.xietto di-Fu li- gtio tona.•'..#• V?34S« tom. 4, i<J8. .veDetto dncorei delle -Contefle.,tqm. .4. 171-
i Di Padronato anticamente dello» "*'*3 ^Monache, di $.. Martino tom. 4* ^Stata abitazione ideile ^Romite di
S. Onofrio, tom. 4. 169.
Quando fufle fondato , e chi fufle- ro ie >Fondatrici tóm« 4* tyi,
Suoi -Benefattori,-tom., 4., 17Ì. •Miracoli occorfi in detto.Monaite,- ro per 4* interctffione di;,S..:Lui- g-i. Gonzaga tom. 4. ,173. ìAltri miracoli occorfi in detto Mo- > , naflero fom. 4.,j 7J- . . ^Onorio III. Papa tom. 3. 3. <L Opé rai d i S. Maria Jdcj Fio re, 1 otiu ' '3. 114* ,i *m «? mm %wH
Oratorio Mi .S. Michele Jui Ponte ;a ;i:. .Trinità tom. =-3.' I7&; :
Orivolo di Mercato nuovo ^tom. 13. zòo.
Orlandi F. Guido jprimo -'Fondatore della Chiefa , rc Monaikro di ti 10- Antonio uiiFirenxe; tsm..4.*3. Orlandini Fransefcp J^natore. tom. 3. JH .Liito^ jgg 1 • £■'- , .■/, fg •:, jfj Orlendi Tom. 3.14. tom. ,4.:.'.474»n-o» OrSarrMichtlcGapita-ni tom. 3. ti. I I Compagnia -tom. 4. m. Or'fini- Ignazio tom. 4*: 34* 9$:. |
|||||||
Orfinf Rinaldo Arcìvi-fcovo tom. j*
2.69. tom. 4. 1*1-4.
Orfini Francefca DuciielTa tom. rj. HZ. ; -
^Giordano-Cardinale tom. £. 38*
Napoleone tom. 3. 91.
Orfini -Frangipani, Cardinale Latino tom. .3. 15. *8.
D'Orfo Antonio-Vcfcavo Fiorenti- no tom.. 4. 150. . Ottone, II. Imperatore ;tqm« ,3. 7* *P.* :'"T" ,/" ,«Ì
•Paccieco da Vigliena Marchefe, e**
iAmbafeiatore di Spagna tom.
3. 2.1.5.
Faccioni loro Cappella: tom. 4. %6j>
Del Pace Gio; Francefco, tom/.j.189.
;;N,ardo iyi,* : m
.Padri Domenicani-jn ■Firenze prima
lpro abitazione tom. 3.,3. -fy Altre Joro abitazioni ;om. < 3. ?• 49«
Quando anda{fero ad abitare \xu , ; ,S. Maria ^Novella tom. 3. <J. ,9. .-49/ '* i:t' ;:,;:' rl-
. Caialogo 1 de i, Re 1 igioii /di detto t: Convento Beati tom. 3. 98. ,
«Catalogo de i Religiofi fuddetti -Cardinali ivi.
.-Catalogo de i Religiofi fuddettì
, ^Patriarchi , .Arcivefcovi , Ve-
feovi , e Centrali tom. ,3. $$<,
, tlnfigne: Libreria tom. 3. 97.
Pagqgno11i Domenicario ..Vefeovo, U
i£tfa " V;/t,M
P;a,gi tom. _4-f i.^..- ;- / ?#
Del Palagio Andrea tom. ,3» «M«.1 Paltoni Marchefe. tom. .3. 315. Pai* rrnini Famiglia tom. 4.. 66. ^Compadroni di ,S. .Miniato tra ,4« ..«..^Tofri.ivi^,- v é\wy'-yn \t Loro Armexora. 4., 7^. * jv
. Mamrucc.io ivi. ,v »■ ; Palio de'Cocchi- cjyatKlo-iftituito tom*
Pallavicini Monfignpr Opizzo Nunzio1'
tom. 3. 175. Pan-
|
|||||||
3*3
Quando edificata ivi.
5 Statà aht icameute Collegiata tom* 4. I2Z. .
Tenuta ancora da i PP. Doni enì*
cani tona. 4, 1x3.
Serie di divertì Priori ivi. Pattata ne i • Canonici Fiorentini tom. 4. 118.
Servita ancora per i Padri Mino- ri Oflervanti tom. 4. 119. Quando fufle data a i Padri Car- melitani Scalzi tom. 4. 1^0. •Qual fufle il motivo della loro ve- .?. : nuta a Firenze ivi . Con quali condizioni gli, fufle ce* duta tom. 4. 131. Papebrochio tom. 4. 1J3. Pafquale II.-Papa tom. 3. 7. 149. ; ; 195» tom* 4» ?3«
Pafquali Famiglia tom. 3.60.71. •Andrea tom. 3, 55. ZQ3.
Paflavanti F* Iacopo tom. 3. ij. 95. Pazzi P. Cofìmo Gefuita tom. 4. ioa. Ginozzo tom. 3. 233. Pizzo ivi .ti Il medefimo flato valorofo nelfa
* "v iGuerra di GerufaJemme tom. 3» 133- Ì3 5* \
Sua Arme ivi,. Rinato Canonico tom. 3.47UX
Uguccione tom. 3.. 133, Pelagio Papa tom. 4 66. DeHa Penna F. Corrado Vefcovo 41 Fit, fole tom. 3. jo»
Peroni Giufcppe torci. 3. 138.: Peruzzi Bartolo tom. ,3. 33j. Ridolfo tom. 3. 356. ,
Petrarca -fuo "ritratto tom. 3..HS3* De Pctris Antonio Vicario Generali tom. 4. 1x5.
Pezzuoli da Vernio D Serafina tota» ,c 3. 117.
Pianetti Orazio tom. 3. 197, Piatti P. Girolamo Gefuita tom. 4» z 96.
Piazza di S.Giovanni tom. 3. t«f* I Piazza nuova di S» Maria Novella fervita per funzioni pubbliche
tom. 3. 17. 18.
Piaiza vecchia di S. Maria Novella Yy fa-
|
||||||
Pancfatic? foni. 3. 17S*
Loro Arme ivi . !i
Loro Cappella ivi .
Bandi no ivi.
' Bartolomtruo ivi. S.Pancrazio Chiefa governata anti- camente da Preti tom. *.'■ 309» Spedale abitato da i PP. Dome-
nicani tom. 3. 6, 510. Quando fufle consacrato to 3. 310.
Stato Monandro di Monache Be-
nedettine ivi.'■■ Quando paiTato nei Monaci di
Valombrofa tom. 3. 31 r. ■ Dopo alfegnato alle Monache Ji
S. Ellero tom. 3. 311. Dipoi ritornato ai Valombrofani
ivi . Catalogo di diverfi Abati iHuftri
tom 3- 3*5 Pandette Fiorentine tom. 3. utì. Pandolfini loro Arme tom. 4* iz8< B. Paola Camaldolenfe tom. 3. 3x5. tom- 4. 196.
S. Paolo Chiefa , e Spedale de' Con- valefctnti tom. 3. iza. Quando fondato ivi . I
Perchè così -denominato tom. 3*
117. 119. Famofo prr V abboccamento fegui-
;to in eiflb di S. Domenico ,. e_» di S. Francefco tom. 3» ia8. Il medefimo flato Cafa de i Pin-
zochtri del Terz'Ordine tom. 3. 114. 1 Loro privilegi ivi. Quando quelli fofTero aboliti , e
loro folìituzione tom. 3. izj. Pinzochere del Terz'Ordine quando
paffa-ffero ad eflère velate tom. 3, ix6. Spedalinghi . di detto Spedale ivi.
Chi fulTero gli Elettori di detti
Spedalinghi tom. 3. 11 j. Paolo II. Papa tom. 3. 31 $è ,| III. tom. 3. x-fi. 343. tom. 441
5<*. 173* V. t. 3. 115 tzpi t. 4. 131. 163.
S. Paolo Chiefa de Ì Padri Terna- ni detta S.Paalino tom. 4. 1*0. |
||||||
famofa .per; la pace ivi conchiìi*.
* fa, fri l Guelfi,, e Ghibellini' toni* 3» *8.
Piccinino Niccòio torti. 3,. 39. Pico della Mirandola tom. 4* t%6* e %i ? g'-:■';;.
Di Pieri Guglielmo tom« .3. 48* ;
S. Pier Damiano tom. 4. 147. { Pietro Maefiro delle Sentente tom. 3. So. ' . '
S# Pietro da Verona nu tom. 3,.; io»
n. iì. 18.
Pietro VtfcovoSimoniaco tom. 3.$%è* Pila/tri Famiglia Compadroni di S» Miniato fra le Torri tom. 4.1?<5* Paolo Patriarca di Grado tom. 3* '78. 91* P"?Hi Famiglia tom. 4. 7»ìì I* ; x Pio IL Papa tom. 3. 9-3. in5. *44* • ^49/ 335. tom; 4.. lyii TV. tom, 3. 14S. tom. 4* %6o. 317. 5. Pio V. tom. 3. i2,<5. 14^* tom.^4.' •*-''>f.;,k$, 'j7-^ Pitti Buotiaccorfb di Maffeo Fonda-
tore del Monaftero di S. Anna in Vtrzaia tòrn. 4. ito. Buonaccorfo di Neri Cronica ivi» Luca tom. 3. 177. r:.; Margherita iom;. 4- <Jt* ".
Don Miniato- Monaco Olìvetano tom. 3. ioo. Pitti Talenti Agata tom. 4» 38. Poccianti tòni. 3. io. in. itfj. tom. 4. ito. 194.
Polirli loro Arme tom. 3. 33W Antonio ivi » -^ s:'<".' » Cario ivi .4 '
Ciotte Fondatore dèlio Spedale*
della Scala In Firenze toni. 3. 319. 337. Dòniènìco tom. 3. 337. Francesco Maria Cavalière t.3*33o» Girolamo tom. 3.337. ?{Lot*nzo Senatore tona. 3. 330. Niccolò ivi. : Ponte1 alla Carraia tom." 4. 41.
^ue rovine, ivi. '." Suo Oratorio ivi . Ponte a S. Trinità quando fabbrica- to tom. 3.143. e /egg. |
||||||
Ponzettì Famiglia tom. 3. z j*. "
Popolefchi loro Cappella tom. 3. tff»
Del Porcellana Filippd tom. 3. 133.
Fra G uccio Speda Ungo dello Spe- dale di S, Iacopo , e S. Filip- : pò tom. 3. 133. Porcellini loro Cappella tom. 4. x68»
Porte antiche di Firenze.
Porta a Faenza tom. 4. j.
Porta a S. Pancrazio tom. 3. 308.
Pofrmari Francefco Prior di S. Apo-
Itolo tom. 4. fai Pozze* miracolofo di S. Gio: Gual-
berto tom. 3. r.Jj. Bozzo- di S. Umiltà tom; 4. i$,
Proceflìone del Corpus Dortiini .
Procealone del Sabato Santo per por-
tare il fuoco al Duomo tom. 3. ;' ; *8&HA fì'y ' JT\!"A,r
S. Procolo Chiefa chiamata ancora S. Niccoraedc tom.: 3; 141.
Proconfoio Protettore > ,e Superiore , ideilo Spedale sdi 3. Paolo tom.
3- **'#*.
Tributo che riceveva da S. Paolo ivi .
Prcwifioni fatte dalla Repùbblica tom. 3„. 1<5> 17. j2i. 1 50. e i^r.
Pucci Monsignor Luigi ; tom. ,3. ioj. Puccini Vincenzio Prete tom. 4. 80. Pulìnari F. Dionifio tom. 4. i.70^ a59» z8p. i '
Quadrio Abate Prancefco Xaverfo
. tom. 4. <t'z 7.
Quarate/i tom. 3. 3$. 173. CaftellofFondatore del Convento di
S. Francefco al Monte t. 4.189» R
Rabatta Antonio Gonfaloniere tom.
3. 114.
Ramirez di Montalvo D. Antonio tom. 4. ivi. Donna Eleonora tom. 4. iòo. Fondatrice del Confervatorio del-* la Quiete toni. 4. roti |
||||||
iSf
■?":j ..'•■■ » / ■ >■■■ %
n tomolo tom* 3. 31^. .ià
Riccardi ne'Nicccdini Caterina Mar-*
chefa tom. 4. 113.
Riccardi ne* Rinùccìni Marchefa XjÉ- crezìa tom. 4. 134.
Ricci Famiglia tom. 3. x$. $9. 6&, 63.71. Emilio tom- 3' I74'. ; .Francefco Prior di S. Iacopo in Campo Corbolini tom. 4. tiu TedaIdino tom. x± 13» Vincenzio tom. 3. 47. Ricciardi Famiglia tom. 3. 33L Loro Cappella tom- 4. '*"**• Del Riccio Agoltino tom. 3,, 4^. jRidolfi Lorenzo* tom. 3. 17. 3Vi* tom. 4. \6i. Niccolò Canonico tom. 3.141.1 -jz. Detto Cardinale, e Arcivefcovo di Firenze tom. 4. itfz.
Piero tom. 3. 311. £. Ridolfo Camaldolenfe tom. 3. 334. Fondatore del Monatìero dì S. Pie- ro a Luco. 1 7 Rimbertuii F. Sartoiommeó toWla. "4) SU J.TJ « a/
Rimediotti tom. 3. 177.
Loro Arme, e Cappella tom. 3.
Tommafo tom. 3. 138.
Rinaldi Famiglia tom. 4, i$'ò. "i . s,- Bali Francefco tom. 4. 158^
Giulio foni, 4, 157.
Rinieri Vefcovo di Firenze Idra. |« Rinuccini Aleflkndro Senatore. e 0e-
• pofìtario tom. 4. 84. Marchefe Carlo tom. 4.133,,: Riialiti Ubertino tòm. 3. 167. F. Rogerio Domenicano , e InquM»^ ' tore tom. 3. 19.
Ronconi tom. 3. i6x» RondmelU Francefco Bibliotecario di Ferdinando TI. tom. 3. zìi. m8. tom. 4. 3 j. 4%. 196, %i9» %6%. z8(>. 300. 303. Rofa d'oro donata alla Signoria di Firenze tom. 3. 3$. Detta donata alla Chiefa dr$.K£i?~" . ,r ria del Fiore tom. 3. 37. Yyi Det-
|
||||||
Sua morte ,'è fepolfur* toni. 4*
Traslazione del fuo Corpo toni. 4.
Prime Fanciulle Nobili , che en-
trarono nel Conferva torio del- la Quiete tom, 4. 107, Fondatrice <ìel Conventino detto ;> delle Montalve toni» 4.ni. Ove foiTe fabbricato tom. 4. 113. Benefattori che concorferoad una tale fondazione ivi *
D. Francefco tom. 4. ioi» D- Giovanni tom. 4. 101. Ramufio tom- 4. 31. Rafì D. Francefco Ve/covo tom. 3» Ravigiani Forefino tom, 3. 164.
Manfredi Canonico di S. Maria Maggiore ivi #vr
Uberto ivi . Razzi F Scranno tom. 3.18. yo. 58. io!;. 198. 3*5, 334. tom. 4.7. 113. 198. . Regolini Piero tom. 3. 304. B, Remigio Fiorentino tom. 3. 95» Della Rena Cofimo tom. 4. iyj. Renato II. di Lorena Re di Sicilia tom. 4. .31. .'., \_ ià
Refnati la opo Prior di S. Gio. di
Dio tom. 4. 17.
Riari Criftiana tom. 3. 210. Ricafoli del Leone Famiglia t. 3.17. Fondatori della Compagnia della jJPura tom- 3. 57.
• toro Arme ivi . Agnolo Vefcgvo Fiorentino tom. 4. 19$.
Giuliano tom. 4. 41. Orazio tom 3. j8. Pandolfo Canonico tom. 4. 138. Senator Priore tom. 4. 41. Riccardi loro Cappella tom. 3. 316. Loro Giardino tom. 4. 19. Fcfte fatte in detto Giardino tomv 4. 19. -
Anichino..,tom. 3. 317,
Coli mo tom. 3.. 316* Francefco tom. 3. 317. Gabbri elio tòm. 3. iz<J, |
||||||
J5*
|
|||||||
Détta donata alla SèréniflJma tfto-
- Jante di Bavièra Gran Princi» pe/Ta di Tofcana tom. 3. '4*.
KoifeJJi Famiglia torri, $.. i37> =" Stefano tom. «Ut*. <5> 17; 43. j^.
',: 57» ili» 123.124. 116. 141.
,192. 137. 2.4(5. 305. 308. 312,»
3Ì9. 332. 338. tom: 4.. 4(5. «54.
ój. rio. 122. 194. 2i2r. 3.52.2l<>i.
■«' *<£$. 293.
Jtoflì Bernardino Rolandino Poteftà
di Firenze tom. 3» ii». Roflb tom. 4. 301. Del Rollo Andrea tom. 3. 2*4* Sua Arme ivi.
Della .Rovere Vittoria Granduchefla tom. 3. 172.224, tom. 4. 113. 1.1.9. z3<5. s-, , , Rucellai Famiglia tom. 3«xj. $9. <*o.
loro Arme tom. 3. 89. Lom CappelJa tom. 3. 314* Faraofa per il S, Sepolcro ivi . F. Andrea tom* 3. 79. Bernardo tom. 3. 24. tom. 4. 70. Carlo Canonico tom. 4. 70. , Cenni rom. 3. 7. Gio. tom.. 3,. 23. 314-» Guglielmo tom, j.,47^. 'Nardo tom.* 3. 314. Palla tom. 3, 337. S. Rubilo Parrocchia tom. 4. 139» Unione alla medefìma della Par- rocchia di S. Salvadore tom, 4. 14.1'."
Catalogo di alcuni Priori di det- ta Chiefa tom. 4. 142. e fegg. F.Ruffino dal Bofco Venerabile tom. /:,.jVl4y. *79«,,. ■'■ :/»;>'
Rufpoli Fraricèfco tom. 4» 9V I,or< nzo ivi.
Kuftict BaHoJóijwBeo tona. 3> 171» Sacchetti Franco tom. 3. S*v (|*«
Saccoli Arrìghftto 'torà. 3. 4. Di Sadò Madonna Laura toro. 3. 85. Sala del Papa ove fabbricata tom. ■'. '3/ il3. li,' Ci
Quando fu/Te fabbricata f 'ostia*
|
|||||||
if , eh* occafionè fvìiìS-
Sue mifure tom. 3. 117. , Da chi fuffe fabbricata tom. 3. r»j# Spefa occorfa per detta fabbrica-, ivr. . ;
Perfonaggi che I* hanno abitata tom. 3. 116» Saltarelli Famiglia tom- 3. 90. Beato Simone Arcivefcovo di Pi- fa tom. 3- 28. S» Salvadore Abbazia di Monte A- miato tom. 3. io.
Salvador» Andrea tom. 4. 98. Salveftri da Cingali Vefcovo Fio- rentino tom* 3.. 13. 14, 30* Solvetti Tommafo tom. 3. 301. S. Salvi Monaltero di Valombrofa- <ni* tom. 3. 140V
Salviati Maria tom- 4. 290. Tommafo Vefcovo d' Arezzo tom*
3' 2 2 5' ■
Salvini Agnolo tom. 4. 247.
Anton Maria tom. 3. 138^ 317,
tom. 4. 34. 59.
Saldino Canonica tom. 3. iir#
idi. 166, 1S6. tom. 4. jo.
119.. 12.$. ito. i<5i. 241. 245.
Donna E li là betta fondatrice del
Monastero di San Giufeppe al*
:'." la Porta a Pinti tom* 4. 247.
Salutati Colluccio tom. 4. 24.
Sandrini Fra Domenico tom- 3. a,
$3. 100. tom. 4. 293. 297.
Sanfavino tom. 4. 8. ,., Santini Prete Francefco tom. 4. Sp.
Santucci Girolamo Vefcovo di fof» fombrone tom. 3. %6$.
SaiTetti Cofimo toni. 4. lotf. .,, Federigo ivi . Francefco tom. J. 137* Nera fua moglie ivi. ' ^ ...„/* JLoro Cappella im - '_, > '*, Savonarola Fra Girolamo tònv 4* Scalandroni Caterina tom. 4. $3.i
Scafi Famiglia tom. 3. 70. Scarfi Famiglia tom. 3. $16.'.-,'-* Sèdia Epifcopale di .Firenze quando - Archiepifcopaìc tom. 3. 35» Sergio primo ■Papa m 4. 153»
6er-
|
|||||||
Sergrlfì Suor Lucrezia tom-, 3» 113*
Sermartelli Fra Niccolò tom. 3. .... . 48-
Serriftori Lodovico Vefcovo tom. 4.
12.
Sfondrati Paolo Caramillo Cardina-
le tom* 3. zo6. Donna Sforza tom» 4. n> Silos Giufeppe Teatino tom. 3.2*7. Siilo IV. Papa tom. 5. 63. tom, 4. Detto V. tom. 4. 243.
Soderini Cardinale tom. 4- 113» Piero Gonfaloniere tom. 3. %6f. tom, 4. 32.
Tommafo Cavaliere tom. 4. io. Da Sommaia Famiglia tom. 3. 54. F- Lotto tom. 3. 32.
Sontuel Amia Duchefla di NottUm- bria tom. 3. 324* Sua cafa tom. 3* 3x5» Beato Sorore Ciabattino Senefe fon- datore dello Spedale di Santa Maria della Scala tom. 3. 327. Spedale degli Abbandonati tom- 3. 3 3°*
Spedale di San Bartolommeo a- Mu- gno.ne tom. 3. 330.
Spedale di Santa Caterina di Santa Maria Maggiore tom. 3* 167. Spidale di Sant'Eufebio p«r i Leb- b^ofi tom. 4. 22$.
Spedale di Gesù Pellegrino ove fabbricato tom. 4. 140.
Spedale di Santa Lucia t. 4. 224* Spedale del Porcellana tom. 3. 104. Detto di San Iacopo , e San Fi- lippo tom. 3. 129. II mèdefìmo unito allo Spedale di San Paolo tom. 3. 12j. 131. I34- Spedale della Scala unito a quello degl* Innocenti tom. 3. 343. , Spedale di Santa Trinità tom. 3. , M9:
Spìnellini Famiglia tom. 4. 67»
Loro Arme tòni. 4., li, 3 ■' ' t ' * "' ' r « < fitti t: "J Ì*H *** '"■ "^
Spini Famiglia tom. 3. 147. 14^9.
Éoro Càfe tom. 3» jij» Gerì ktiSL? 3. 1^0. • ,f:ì .y "3, &Ji£ I 'viviviq _!v»ì3-*?r-
|
||||||
Santo Spirito-Chiefia: chiamata an-
cora Sau Matteo in Cafclino tom. 3., 141. , , Squarcialupi loro Sepoltura tòro» 3«
184. ' ." ; ; :;;;," .,:'•;-;.•'"
De Statis Gio: Monsignore tom, 3.
336. tom. 4. xi 3«
Fra Stefano Bifanzone Generale dei Padri Predicatori tom. 4- 197.
Strozzi Famiglia tom. 3. tj. $9, Loro Arme tom. 3» $?* »
Loro Cappella tom. 3. ,x<Jx, 183»
tom. 4. 71.
Loro Sepolture tom. 3. 184. Loro VUla tom. 3. 35. Alelfandro Vefcovo di Volterra tom. 3. 72. tom. 4. 131.
Beato Ale/fio tom. 3. 53. Angiolo tom. 3. 184. Antonio tom. 3. 7*« Fra Bernardo tom- 4. ni%&i .-; Carlo Senatore tom. 3. 6. $, ìmi% ni. 199. 310. 313. tòm. 4. i»
122. 164. 194. 195. 247. 253,
. , 2Ó1.
Filippo toiUf 3. 62. £3,177. tom»
4. 183. / .., Il primo che conduce.in Firenze
la pianta del fico gentile^ e del carciofo- tom. 4. 1,83. ,f Donna Ghetta tom. 4. iii, '■'
Gio; Batifta tom. 3. 78. ;
Leone Arcivefcovo di Firenze tom,
■3» M5* l.'ojH'JMrJ
Iacopo tom. 3. $.3. 1;;$»
Fra Leone Cavaliere ' di .Malta
tom. 3. 302. Luigi Maria Vefcovo tfi .Fijefplp
tom, 3. 42. 3ji5. Marco Promotore della fondazio-
ne del Monte di Pietà tom. 4. 69. Fondatore del Monaftero degli An-
giolini tom. 4* 69.,. Maria tom» 3. 137V
Marfilio tom. 4. 13*.,, ,.".
Nòferi Cavalière tbin. 3. 1i6t
Palla tom. 3-. 17, ijf6. 242.
Piero toni. 3. 34- 145.
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35 s ;
F' Pietrptom* .3* ,31» 9J, tom.
4- 14& }
Roffa tom. 4, J,- . v
Ruberto Vefcovo ,<N >Fìeible tom. 3. 124.
Donna Teffa tom. 4..#. "Tommafo tom. 3. 71. ; - Strozzi -Principi di .Forano tem. 4* Strozzi Torrigiani Cammiila Baro-
neffa toni. 3. iti, ,■
Studio pubblico in Firenze quando inft.ftuitp ,, e da chi .conceiTo
tom- 3. 144.
Della Stufa AleiTandro Vefcovo di Montepulciano tom. 3, >i4«
Tagliartela Domenico Vefcovo Aqui-
lano tom, 4. 1S4. Targioni Gip: Dottore tom. 3. 45. Tem'perani .toni» 3. 510. Manno Cavaliere tom. 3. 311.
Suo Sepolcro iVi,.
Sua Arme ivi.
Temperi Domenico tom. ,4. 117. Or/bla ivi,
S. Ttodoro Vefcovo Fiorentino storn. 4. 12 0. ,
Terme Antoniane toni. 3. 146.
Dette Fiorentine .ove iuiTe.ro tom, 4- S4-;
JB. Teu?.zp yalombrofano tom. $, Tiberio Imperatore medaglia tom. 3.
zìi.
F. Tommafo da Rieti tfom. 3, 47. Tornabuoni Famiglia tom 3.,- <6$. e /eg. loro .Arme tom. 3. $0.
Aleirandro .Cay.alie/di Malta toiii.
3- <>5-
Francefcp lyi • .-.■■•.-"•. ì
Giovanni tom. 3.^7.
Gio: Batifta ivi,. ,•;■ , :» ..
Gio: Francesco ivi •...«,■?''" fc;
Girolamo iyl,... : v ■.•■■•>: &bn*$!"■<•■'
Giuliano,ivi ,.,^i- ,>,: .$■ ' ...rnoì (jtifi Leonardo iyij.j > %\ ;ìd ''> V1 ■!) ';-s Lorenzo tom. $|§fy|§* .qt;t j^fc'-ni |
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/ Luigi fom. 3' £7.
Simone tom. 3. 67. 190»
Tornaquinci Famiglia ;tom. j.a j. 5f« Loro Loggia tom. 3. 31 $•
Cardinal; tom. 3- '$9*
Ghita <*ua figliuola ivi'»
Giovanni tom. f* 6f.
Méfs. Iacopo Fondatore ,« Padro-
. ne .dì?-S. Maria delle Vigne tom.
3. -£. Vincenzio tom. 3. <J8.-
Tornaquinci Belloni tom. 3. ai7» Torra.dini Giovanni tom 4. 17*»" Torrebianca D.Lifabetta torri. 4. ior« Torrigiani Marchetì tom. 3. 137* Padroni.di S-Lucia ftijftstfp tom.
4- a*4' "! ■'•,
Benedetto tom. 4. xi8.
-Cammilla BarontJfa tom. 3. .zzi*
•Carlo tom. .4. ti%,
Ciardo ivi .
^Gio; Vincenzio tom 3. zVz." tom.
4- 1*4. Raffaello tom. 3.zzi, tom.4 a, 14»
Della Tofa Safcbiejra tom. 3. 7. Loftieri tom. 3- 193- 141. M^«
Porta Bafchiera tom. 3. 193.
Tofcanelii .mejs. Paolo dal Pozzo tom, 3- *77«:" '■<
Tozzi Fran.ct.fco tom. 4. Sj. Traiano Impe/adore Medàglia toni.
3. a 1 r.
Triboli .Suor Maria tom. 3 13 5137- JS. Trinità Chk-fa dì Valómbrofani tom. 3.. 141, Chiamata anticamente della Ma-
donna .dello Spafimo"t. 3. 141. Sua grandezza tom. 3. 14$.
Sue variazioni ivi.
Da chi xonfacrata tom. 3. 149.
Suo CampaniJe tom. 3. 149.
Suo Spedale ivi.
Serie degli Abati di S. Trini taJ "
tom. 3. 177. Colonna fulla Piazza , di che cofa
tf a , e perchè vi fofle polla tom. * Ponte a S. Trinità quando ,fabbri-
cato tom, 3.' 143, Va^
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V9
" antico dalla Collegiata di S. La*
renzo tom'. 3. 187,
Avvocaci del Vefcovadp Fiorentini ■- no* tom.-3', 187.' Fondatori della Parrocchia di_$p Maria Ughi tom. 3. 185,
Carlo tom. 4. 106V Dante tom. '3. 18,7» Giorgio ivi .• Mariano ivi »* Niccolò tom. 3, 187. tom. 4. io£.
Mefs. Ubaldo Cavaliere tom.3.i8j» Mefs.- Ugo- Cavaliere ivi. Ugo Canonico ,• e Prìor di & Paola tom 3. 6.
F. Ugo di Ruggieri Benedettino Car- dinale tom. 3. 242. Ugolino d' Anagni Cardinale tom. 3. 6. tom. 4. 1*3
Uguceioni Gio. Batifta tom; 4. 2zf • Cavalier Ricovero tom. 3. 174. P. Vincenzio lea ti no t.3.226. e fej. Via degli Avelli tom. 3. ti. Via de' Bakftrieri tom. 3. 11$. Via de'Cenni, perchè così detta t.3. 7. Via Federighi tomi 3. 310. Via Rofa. tom. 4. 29. Via della Vigna , perchè cosi detta tom. 3. ix>.-> i *
Vignali Ottavio tom. 3. 171. 293. tom. 4. 4» 155. 273.
B. Villana tom. 3. 51. 104. Villani Gio: tom. 3. 18. 34. 141. X47. 149. 185. ifi. 234. 245. -»48. 2<6q. ,2**3. 309. 343. tom. 4. 4. 49. <5y, 122. i($. 229. Sua morte tom. 4. 303. Vinci Rinicri tom, 3. 295. Mona Scotta fua moglie ivi.
Violante di Baviera Gran Principerà di Tofcana tom. 4. 135.
Vifdomini tom. 3. 189. Vifconti Caterina Sforza t. 3. 210. Vitelli Aleffandro tom. 4. 14. Gentilina tom. 4. 19. Gio: Luigi Chiappino ivi. Uliari Bàrtolommeo Vefcovo Fioren- tino tom. 3. 334. tom. 4* 258, Unione della Chiefa Armena colla Latina tom. 3. 40. Del-
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Vadìngo tom. 3, 198. . *
Vaghi F. Carlo' Carmelitano tom. 5*-
290.-
Di Valois Carlo tomi 3. 34» 141. Vafari Giorgio tons. 3. 27. 41. 6i,- 6$. 67. 6$. 84. 88. 131. 144. 147. 171. 195. 252. 278. z3o. i8r. 30J. 319. tom- 4. r. 4, j. 41. 42. 4J. Ubaldini Ottaviano Cardinale tom, 4. 206» iji. Schiatta tom. 3. 193. Degli Uberti B. Bernardo tom.3. 140»- Ubcrtinr Bàrtolommeo Vefcovo di Cortona tom. 3. 78.^ -.& i Ubriachi B'aldafTar tom. 3. 106. 167,
Loro Arme tom. 3. 89.
Vecchietti Famrglia tom. 3. 59.18 j, toni. 4, i<5r. Padroni delia Chiefa di S. Dona- to tom. 4. i<So. Loro Arme tom. 4. itfi. Loro Villa commendata tom. 4. Bernardo tom. 4. rtfi., 164.
Verini Ugolino tom. 3. 133, 23$» Verloni Diario tom, 3. 225. Vefpucci Famigliajloro Cappelle tom. 4. 2(56. 167. 270. Amerigo /copritore dell'America . tom. 4. 29.
Anaftagio tom. 4. 2,6. Antonio toni. 4. 32. Gio: tom. 3. 270. tom. 4. 16%, Piero tom. 4. xtì. Simone Fondatore dello Spedale di S. Gio: di Dio ivi. Vettori Cavalier Francefco tom. 3. 284. Neri tom, 3. 34, Piero tom. 4. 70. . : Ughelli tom. 3. 44. $0. ni. 122. 182.247.2^2. tom. 4. 121.147. 161 201. *oj. 210. 27J. Ughi Famiglia tom. 3. ijt.efeg. 183. Offerta , che ricevono ogni anno dall' Arcivescovo tom. 3. 187. Altra offerta 3 che ricevevano ìil# |
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•■'jDc'ila Cìiìefa Greca colla Latina
tom. 3» 39*
Uél Voglia B. Chiarito tom. 3. 1-13. Urbano II. Papa tom. 3. 253, t.4. i. jIV. tom* 3. 90. tom. 4. 242* ' V. tom; y 48. tom. 4. 195.
VI. tom. 3- 106. '(
Vili. tom. 5. 18.5. 229. tom» 4.
150. 163. 778. Ufimbardi loro Cappella^ tom. 3, 1 j.j* ,;>.. ■ i«f5.5.. '-'.•* • rPiefo Vefcovo d'Arezzo tornati? 9* Ufimbardo Vefcovo di Colle ivi.
Ufo de i Calici di vetro tom. 4. i&j.. |
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Ximenes P. Leonardo Gefuita Geo-
grafo "Imperiale tom. 3. 353. Ximenes Famiglia benefattori dello • .-Spedale di'S.-^Gio: di Dio tom. .4. 28. |
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Zabardla Cardinale tom. 4* 67,
S* Zanobi forni 3. 12; 208, Ritrovamento, e traslazione del
jfuo Corpo-tom. 3. 50. |
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IL F I N 5
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•ff»
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■v«ae
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Smri di Stampa t&J Tomo 7erz$±
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£ag* 36, Bondolmìeri
37. Fiorentini 85. rifufeiti *o8. J689»
X99. 1689.
140. offerte
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ìtggctjì Condolmieri
JForeftieri riufeito 1589. J589. offerti *i77» |
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*93« i*ll*
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Rei Tome pxefemc,
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ptg» li» obtulerent iegga-fi
28. abbellirono
58. lillt
98, 161 p
101. 1607» ^03. 1609. 417. moftra :z*8. nella Chiefa de#a Con-
cezione 4,31. 1358. £18. Olemente Vlh |
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obtulerunt
abbellito
Mque
162 J.
i6ot)A
I d 2 9*
■moitrando
Jì fcancellin§
1658.
Clementi F* |
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