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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife neJ fuoi Quartieri O PER A
D'I GIUSEPPE RI CH A
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
TOM O Q^U I N T O
DEL QUARTIERE DI S. G10VAKK1
Parte Prima.
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IN FIRENZE MDCCLVfl.
Nella Stampella di Pietro Gaetano VìvianI
in Via de'Setvi, all'infegna di Giano. |
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CON LICENZA DE SUPERIORI,
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KUN©TH»3TQRitìOi ìt^oTiTUUr i
DER.RUKSUNIV£F?8frS!T UTRECHT |
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INTRODUZIONE.
i':'.' 'Li t ■ . ^ •;./.'■-.. ■ ....... . " .<. . - ",'■,.., ».„ " fi. ';..:."' ' i '
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Upplifco per quefta fiata alla fo-
li ta mia Prefazione con una_. ..introduzione, motTo a ciò fare da un lamento de'miei Leggi- tori, i quali con ragione, e per confeguence con mio rim- provero defiderano di vedere in fronte di ciafcun Quartiere la Storia della principale Chiefa, da cui prendono il nome i Quartieri di Firenze j diligenza da me trafcu- rata nello fcrivere della Chiefa di S. Croce? e già in un Cimile fallo io andava a cadere nel prefentc Tomo, che è la prima Parte del Quartiere di S. Giovanni, degli altri il più nobile, è più copiofo, di notizie v Quindi per correggere in qualche maniera 1* errore da me avvertito, quando quefto libro già : flava per; ùfcire d*lla ftampa , mi fono rifoluto di premettere alle XXX. Lezioni ? la Storia della Bafilica di S. Gio-. ii.,,. 1.. ; ; a. % • van^ |
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vanni, in modo d'Introduzione, che divido in cin-
que Articoli equivalenti ad altrettante lezioni : <l-> fono I. di quetìa Chiefa l'Antichità . II. le bellezze efteriori. III. gli adornamenti, e pregi interiori. IV. le Reliquie intigni. V. le Fette folenniflìme in effa_, celebrate. E fenz'altro mi farò dal primo. ARTICOLO I.
O non potrei così di facile dar lume all'e-
poca d5 un Tempio antichiflìmo > quale fi è quefìo di S. Giovanni , fé le varie , e con- trarie opinioni degli Scrittori Fiorentini cir- ca così ofeuro punto non mi lbmmininnaf- ferò dottiflìme oflTervazioni , che da i medefimi fi fono fatte per corroborare ciafeuno il fuo partito . PrimjL. però di riportarle, notar fa d'uopo, quale fia la pian- ta del ragguardevole edifizio >la eguale , poiché è Tu- nica cofa, che ci fia rimafa di autorevole memoria, fa^ là la forte prova di fua antichità!; ma fé quella pian- ta fi debba ftabilire nel fecolo di' Augurio , o ne* tem- pi deJ Coitantini > o de* Teodosj Imperatori Criftiani, ella è appunto la gran queftiòne*, che in mancanza di certi, e ficuri documenti nonr'puòifchiarirfì fé nomi colle meno inverifirailit c,ongettùrei|» i$i alza adunque iquerla Fabbrica ottangolare fopra d'un piano eminen-, te, per una fcalinata di molti gradini (inoggi fepolti^ fatta alT ufo de i Templi Gentilefchi, la quale gira in- torno intorno agli ottagoni , e fé mi furari li larghez-; za dalla pò ita ili Mezzodì fino a* quella addirimperto) éi Tramontana, è di braccia 55. e facendoci dalla foglia della Porta maggiore finp air ultirha parete della Tri- buna, la lunghezza è ài br. 63. tutto poi T Edilìzio fi innalza » comprela la Croce della Palla , br. 77. U pri- mo Ordine j che principia dal pavimento, è un colon- ■••/■ ' £ js nato |
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nato Corintio affai bello avente 16. Colonne alte, feti*
za contar le bafi , e capitelli, br. io. e un terzo , con fopra il fuo architrave , fregio, e cornice , che rigi- rano tutta la Chiefa . Vietìe il fecondo Ordine , che fi- gura un ballatoio, o fieno logge, come quelle del Pan» teon di Roma , veggendovifi frammezzati piiaftri , è colonnini di buona grazia ; fopra quefto ordine fegue un'alzata a guifa di tamburo per reggere la Cupola, la quale finifee nella lanterna , e P citeriore del Tem- pio è tutto veftito di marmi bianchi , e neri , come pofeia diremo nella particolar deferizione, che fi da- rà a tempo fuo . II. E così data la pianta di S. Giovanni , mi farò dall'
età della fabbrica , intorno alla quale 1* opinione più antica , e comuniffrma fino al fecole paftato , ella è che quivi foffe un Tempio di Marte , il qual parere viene avvalorato dalle feguenti ragioni : E primieramente dall' edere i Fiorentini in antico itati creduti , e chiamaci anche dal Poeta Dante il Popolo di Marte ; onde fem- bra indubitato , che a quefto Idolo , come a loro Pa- dre , edificaflero quefto Tempio • E che in Firenze Ma- vì fiato il fimolacro di tale falfa Divinità , lo dicono le noftre Iftorie , fcrivendofi ancora , che fi perderle la detta Statua nella piena d'Arno del 1333. quando cad- de il Ponte vecchio , fulla cui cofeia era flato trasfe- rito queft* Idolo , come fi notò da noi al Tomo II. delle Notizie Iftoriche del Quartiere di S. Croce : Ed ì Tefti di Dante fopra Firenze divota di Marte , quan- do era idolatra , non fono pochi , uno però non tan- to noto qui riporto detto dal Poeta , in occafione, che uno fé gli manifeftò per Concittadino in quefto modo; „ Io fui della Città , che nel Batifta „ Cangiò il primo Padrone ec. La feconda ragione, che pur favorifee Marte, è la fu- perftiziofa divozione dell* Imperatore Augufto a quello Nume per la celebre vittoria, che elfo riportò fopra Marco Antonio , uè folaménte alzò Augufto in Roma un celebre Tempio a Marte , ma altresì nelle fue Co* lo*
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Ionie tra i magnifici edifizi > giuda, Svetonfo, vi volle
fomiglianti Templi, e per conseguente efìTendo Firenze una delle Colonie di detto Cefare , ella pure ebbe_» un tal edilìzio . Arrogefì alle fuddette ragioni la bel- lezza di quello Tempio , nel quale da bravi Architetti fi pretende di fcorgervi avanzi , e reliquie dell' Archi- tettura del fecol d'oro» che una volta vedeanfi nell* Anfiteatro., nelle Terme, negli Acquidotti, ne'Teatri , e in altre Fabbriche de'tempi di Auguilo, perle quali ri- Splendeva 1' unità de' cofìumi , de i riti , e del fangue ne' Fiorentini a que* de' Romani ; a è debbonil tacere i moltiffimi. rifpettabili Autori , che colla loro autorità fiancheggiano quella opinione , i quali fono Dante 5 Giovanni Villani , il Boccaccio » Franco Sacchetti ,' t due Palmieri , 1' Aretino , il Poliziano , ed in tal guifa molt* altri , tra' quali il più impegnato non può negarli effcre flato Vincenzio Borghini nel Ti'attato dell' Origi- ne di Firenze alla pag. 145. e feg. fino a tacciare d* ignoranti delle Storie Fiorentine s que' che ardiflero di negarlo . III. I contrai) alla fuddetta opinione fono quali
tutti i moderni Eruditi , febbene v* è tra gli antichi Ri- cordano Malefpini , che al cap. 39. fu il primo a fcri- vere come appreflb » Siccome dall' una parte di Roma, ,j è la Chiefa di S. Gio. Laterano , cosi la maggiore, u di Firenze è S. Gio. Batifta > la quale fu prdinafa >; jL e fatta per gli Maeìlri Romani al tempo della mor<» j^tte di Grillo Anni...... e fondata il dì di MefTer( „ S, Gio. Batifta adì 24. di Giugno . ,, A quattro poi
fi riducono i principali argomenti per quello partito,, come il leggono in Leopoldo del Migliore a c.: 84^ del- la fua Firenze Illuftrata, dove appare , che quella Chie- fa ila fiata fabbricata a fomiglianza di altre in parec- chi Città v come in Roma , Pifa , Piiloia , Parma j ed; altrove 5 le quali fapendofi, che furono erette da* Cri- stiani 3 ci obbligano a credere il limile della noftra . Inoltre fondati nel giudizio degl* Intendenti , i quali v* Éianno feoperto ad evidenza i moki difetti dell' Archi- >--\S tet. |
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VII
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tettura » chiaro indizio d' effere fattura de* fecoli Lon-
gobardi , quando fi era perduta la buona maniera di fabbricare ,' altra prova è il ravvifarfi nel Tempio ài S, Giovanni un aggregato di colonne , di capitelli, e di marmi ftati prima in ufo di altre fabbriche, e forfè fono fpoglie di que* Templi profani, che per or- dine di Teodofio il Cattolico gettaci furono a terra , e conceduti a* Criftiani da Onorio Imperatore, giuria S. Profpero pretto il fuddetto Migliore ; la quarta ra- gione per vero dire è alquanto debole, imperciocché fondata fulle Coitituzioni Imperiali , imponenti per impulfo fpeciale del Cielo la deltruzione totale de* Tem- pli de* Gentili , quando abbiamo 1* efempio del Pan- teon, già dedicato, giuria gravifiìrni Scrittoli , a tutti i Dei , e che in oggi eiìrte intero confacrato a tutti i Santi. IV. Ma in difefa di queft' opinione , meglio affai
la difcorre il Sig. Gio: Batifta Clemente Nelli Patri- zio Fiorentino , il quale nella fua lodatiiTrma , e dili- gentiflima Opera , intitolata : Vtante , ed alzati interio* ri t ed efteriori dell1 ìnjìgne Cbiefa di &'. Maria del fiore ec. feconda edizione , camminando tflb fempre co* principi dell' Architetrura , e con molta erudizio- ne , viene quali a dimolìrarci eflere quello Tempio dalla fua fondazione irato dedicato a S. Giovanni, e però giovami di riportare così dotto trattato qui ap- prendo : „ Primieramente è da avvertirli, che al tempo dell*
,, Idolatria 5 e particolarmente quando regnavano gì' }, Imperadori in Italia , non era fpenta la buona ma- ,,~ m'era, e le ottime regole del fabbricare, onde in „ qualunque edilìzio di quel tempo , non è credibi- „ le j che fi commetteiTero errori contrari a* buoni 3, precetti dell'arte , e tutte le fabbriche, nelle qua- ys li fi ritroveranno notabili difetti , non faranno di 5j que* remoti fecoli , e particolarmente il noiiro San 5,-Giovanni , nel quale infiniti fi olTervano . Jmper- : ;a ciocché i capitelli del primo ordine, fono fra loro: s) di*
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vtii
„ diyetfi ,, cioè Competiti, e Cón^N* L %à inojfre éèmfai
^jjtezze».9 % di groffezze differenti : le baCi ajncota v«» „dt'fi enferei (tate levate da altri edifizj* oltre a:; ciò; sj gì' intercolunni fono di fpazi fra loro di&guali .,,, „j ecl i piluftri delP ordine fuperiore posano latcral- )V mente , ed in falfo alle Colonne infenoi^,, e ciò „ credo aver caufato in alcuni luoghi iotfcurei:>n^ii- j^archicravi, e nocumento alle corn<i;QÌ;. inateè-aiO^o** 5, ra 1 Balconi , o Loggette del fecondo, ordine vtfa- smezzate da colonninii d'ordine ionico » dimoirrainiò?:. Si evidentemente effere (tato: lavorato 1* edifizio; in^. 1, tempo barbaro, perciocché è maniera contraria èn jj tutto ,. e per tutto ai ptecetti , e alle buone regole ti dell',arte , poiché tal ordine andava fituato fotte; »j „ e fon fopra al Coi inno K E* da notarli uker iormen - „ te , the i piìaftri dei fecondo ordine fono fpro-i }} porzionati , rifpetto a que' del primoijie, :Ije , modi- ,, nature delle Cornici* vedonfì fatte feriza alcuna mi-i „ fura , ed a capriccio , partecipando alquanto del ,>, gurìo corrotto », non fapendofi qual proporzione , o ,, relazione fi abbiano fra-loro . E>a rutei quèiii difctf „ ti chiaramente fi comprende non elfer potàbile.-"*}. }, che quelio Tempio ila (iato fabbricato ; per: culto dr ,* Idoli j imperocché tante .itravagamze in elio non of- ,) ferverebbonfi , e chiunque è pratico dell* arte , af- ,» ferirà s che !£:fabbriche Romane non eranov compo- ji (te di rottami , ed avanzi di edifìci differenti 9 tifahq iì hte £ il nofiro S. Giovanni ,< ià quale farà.-'ùafàl fat- tilo in, tempto *, .che < nella Città,% e forfè .nrall? Italia 5, non efirìevano lavoranti di marmi,,! ne? Archuejtti *.E : js qui mi piace 1' olTervare quanto dal vero> fi* iìano » allontanati coloro, i quali hanno fcritto queOa^ j, fabbrica , effere irata inalzata fino da' tempi della 3, Gentilità , fenza riflettere agli errori , che nel ma-n )> teriale fi ravviano ; il che non da altro procede». »> re mi perfuado j che dall' efsere itati coièoio im-{ 9, periti nel!' Architettura , e che di tutt' altro avef- jj fero cognizione » che di queii' utile Scienza, h qua* „ le
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IX".
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,, le per lo più dagl' Inveftigaton étgV antichi monunien-
„ ti viene trafcurata ; perciò non m'v Eeea maraviglia» „ fé oltre gli antichi Fiorentini Scrittori» trovinfi an« „ che de* moderni oftinati in foftetiere un' ideale chi- 5, meriea antichità di querto Edifizio • Onde taluno be- „ ne affetto alle antiche Memorie della Patria, dirà, ,5 che interiormente .-.farà fiato ^efarcito y e variato, co- „ me fecefì inarca ali* aano i2$g. nell\efierno , ma ,, di ciò non abbraimo alcuna memoria,, ed è impro- „ babile , imperciocché V Architettura interna è, al mio „ credere , di rnoJto tempo avanti -all' undecimo fecolo, ,, e non potferiore ,. perocché-dopo quel tempo altra 3, fimile non fu praticata , né fcorgefi altrove : fé dun- » que \ certo, che interiormente non folfe fatta m,u- ^ razione* dopo \\ fecolo predetto , non è \ probabile^ », che poco tempo avanti fuccedelfe tal cofa , percioc- j, che dair ottavo fino all' undecimo fecolo non orna- ta svanii gli Edifizj in quella maniera j come fi può of- », Servare nelle fcarfiflìme fabbriche, che di quel tem- ftjj pò ora fono rimafte , in tutto, e per tutto diiFerentj ^, dal nofiro Battiitero , dunque neceifariam&ntc bifq- j> gnerà dire elìexfi, condotto ' fino al prefente col me- », defimo ornato materiale , col quale fino dal bel prin/- pp cipio fu inalzato., elciò può crederli, che feguifle in* ,>, torno al fello Secolo,, nel quale rimaneva qualche ^ ombra delle buone antiche regole dell'Arte già .in- ifo cominciata a corromperfi L :e\ 1*.Epoca fua pare,; che 0*< fiiTare fi polla al tempo ; di Teodelinda nojtra Regi- ma-lìa^iE che folle intorno quelli anni, edificato » fi può „?,; coniett.urare da una Iscrizione Romana fcolpita Axu r?,-bianco marmo , e fituata per parapetto fotto uno di .sjvquegr Archi interiori del-primo ordine de i Baila» »?, ?toi > foiìenuti da un Colonnino i^tern^edio, ma, per iil ©fifere il; n^axmo fmez;za/p non. ii■■ può,figgere intera. »te--.È4& è; filtra conmÌ; filari de i cai;att£rji \% perpe^nai- s?j„cojQ:,_e r^rf :Ép&ì;/dire mezza, a^ to^fcip^; vedendoli ì», .chiaramente efiere, fiata cpi^fi(|erataliper fatìo /, e mate- o> riale nejla^yìcazione del T^mgicj: j£/ja è l'5apprelTo; |
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IMP. CAESARI
DIVI ANTONINI PII H DIVI HADRIANI NEPOTI
DIVI TRAIANI PARTHICI P DIVI NERVAE ABNEPOTI 'Zi AVRELIO VERO AVO. ARMENIACO PARTHICO MAXIMO MEDICO TRIB. POT. VI* IMP. V. COS. II. DESIGNAT. III. PROCOS COLLEG. FAJ3R. TIGN. OSTIS |
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Q.VOD PROVIDENTIA ET LI . . .
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i^ Quefto Marmo fituato inconsideratamente per pa*-
» rapetto del predetto Balcone, manifeftamente fa vew » dere , che il Tempio folTe edificato dopo la decadere « 2a dell' Idolatria ; imperocché non è credibile , che 5, un* Ifcrizione così cofpicua fotte murata con tanto ,, difprezzo , particolarmente quando era frefea la me^ sj moria d* un Imperatore Romano : né pare poterli „ dite , che ciò feguiflTe cento anni dopo la fua mor- si te , poiché non farebbe flato penatila da coloro , 9) che per gì* Imperatori Firenze governarono , il che 3) (aria ftato un* acconfemire ad un atto di dififtima a, verfo il Principe , neppure ciò poteva eflere accadu- ti to vivente CoftantiW, nemmeno qualche fecolo dopo, j, perché non pare , che per anco folle introdotta la » barbarie : neli* Italia a tal fegno , di far così poco >> còrno dette àrniche , ed illuftri memorie. Ella éurx- » que farà ftata ftletìa -in opera nell* atto della edifi- ci cazione dei medesimo Tempio , ne è da dirfi , come '„ taluno potrebbe ito contrario affermare, efiere àcca- jV duco dò qualche/tempo'dopo in occafione di rifarci- ;*.p'talenti iotójpétòccrìè ella feorgefi eguale all'altro la. '^ ^òrosefiftenty-al'P intórno, é lavorata nell'iite(To; tem- j" fj Po?'ch«^ftìr^o fitti*J gf altri 'Marmi ,<• i quali fé dal- •» la y*mj intèrna' 3él 'Ballatoio non follerò coperti di jEWÈf^f > fótfc vedr^b^efi c^uak'h^ altra Ifcrizione; co*.. •\t ftmile.
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XI
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„ limile, ovvero il rimanente di quella * Okrc le foprarrìfe-
„ rite ragioni è da notarli , che la Tribuna ..è fiata ag- ,, giunta poMeriormente, imperocché rii Pilaftri dell* orr „ dine Superiore ùmili agli altri fono tagliati dall'A r- J} co della medefima , la quale nell' erteriore non ha i „ marmi , che rifpondino a* rimanenti delle recettive ,, facce ottangolari. Di più eflì dimoftrano maggiore n; antichità degli alrri itati aggi unti per di'fuor* , come j, poco innanzi s'avvertì circa l'Anno 1193, Onde pa« &i re. falfa la confeguenza , la quale deduce MOnfignor v Vincenzio Borghi ni nel Difcorfo dell' Origine della „ Città di Firenze pag. i£g. e feg. il quale ù ideò, che „ ella folte il Veftibolo dell' antico Tempio di Marte * „ lo che è impoilìbile , imperciocché fé quefta parte i,| dà fabbrica fofife fervi-ta d'ingrefib , dovevano fucce* £ dere necerTariamente due notabili errori i Primiera^ ,, mente , che per elTert fatta a guifa di loggia } doveva „ effere di due archi , ovvero di due fpazj , ed allo- ,ì ra farebbe fiata una Colonna , ovvero Pilaiho nel ,y mezzo della facciata del Vefiibolo ■» In fecondo luo4 ,., go potrebbe dirfi, che contenerle uno fpazio , od ar4 5, co , ed in queito cafo farebbe irato ruora di proi 5, porzione, rifpetto alla baiìèzzaa nella quale prefenre* ,,. mente fi ritrova . Bifognerà dunque credere , che 1? „ Edilìzio fino dal bel principio (ìa fervito per Battiihro „ per eiTere di forma ottangolare , poiché fino ali* „ anno J57©\ efifteva nel mezzo della Chiefa il Fonte j, Battefimale marmoreo , ed ottangolare , nel quale de* „: ne vedono le veltigie del luogo, ove era fituato an- ì, cora dì prefente , itante 1' eiicre pavimentato un ot» ,, ragono nel mezzo della medefima di mattoni ; e non „ di marmo , come è il rimanente del Tempio * Con* ^ neflb a detto Battiitero era un antico Coro fituato i)»air ufo dell'antiche Chiefe Criitianc davanti l'Aitar ii maggiore con due Scale laterali , le quali, conduce- #, vano al Presbiterio , come vedefi di prefente nell'an- t) tica Chiefa di S. Miniato al Monte fuora di Piren- ei ze , «'nella Cattedrale di Fiefole. E ficcarne queftQ b 1 33 CO-
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XII
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„ Coro era più alto dèi préfente piano delia Chiefa, fìan*
» te il dover montare l'altezza di dieci fcalini , è pro- 5j babikj che fottoiil medefimo folfe la Confezione , e „; tr>rito il predetto Coro h che il Battiitero fu demo- 3, Jito, e mutata la fua forma in occasione del Batteri* >, mo del Principe D. Filippo de'Medici figlio dì Fran- si cefco primo ( nell* anno ij7<5. ) „ È fin qui le pre- gevoli oflPervazioni del Nobile Architetto Fiorentino, che nella fuddetta Opera ci dà pure la pianta del Tem- pio di S. Giovanni, da elfo efattamente mifurato, che noi abbiamo riportato dì fopra . , V. E già della probabilità delle due principali fud-
dette opinioni parlatoti fufficientemcnte,,per quello, che porta T ofeurità di que' tempii -a cagione delie* cala* mità avvenute in Firenze dalle guerre , e tlagFincend;} per le quali il fono perdute le Scritture , ed ogni altra autentica notizia; è poiché, dovè ogni cofa è dubbia, può eiafeuno con buone congetture opinare diverfamen- te dagli altri, mi crederò lecito di poter porgere anche io un mio penfìero^ benché ugualmente incerto , ad ef- fetto , che gli, Eruditi portano farne quel capitale , che ferva 'ad illurtrare 1' epoca, che ricercai! , rdella fabbri- ca dèi Tempio di S. Giovanni. Ed ecco come io ne jpenfo : Neil' Imperio di Augurio lo fuppongo princi- piato in onore di Marte , la cui Statua /fava in pie,? di nel mezzo dell' ottagono eminente da una grande.» icalinatà con attorno quella corona, che di. préfente fi vede , di colonne, bai! , capitelli, architrave, fregio, e cornice , ma nulla più , vale a dire aperto di fopra, e dai lati , ed alto- folamente quanto è il primo ordi- ne: Né cofa iìrana può fembrare a chi è /iudiofo del- la Storia Romana, che io ponga aperto un Tempio in Firenze , avvegnaché fomighanti ne avelie Roma , né difeonvenire a Marte lo 4lare efpoilo, ali* inclemenza dell'aria , efiendo egli il Dio de i Soldati , che per lo più vivono allo feoperto•.. E favorifee a quello con- cetto un difegno di S. Giovanni efìilente nella Galleria^ Imperiale > in qualche maniera conforme al fin qui detto, ed una
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una copia ne ha riportata in iftampa il Signor Man-
jii nelle dotte fue annotazioni al Rorghini tomo I. Io frattanto così-avrò- fatto onore all' afferzione del Vu* lani , e di tutti i fuoi feguaci * |
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Palio ora ali* accrefcimento del Tempio, feguito probabil-
mente in tempo di pace della Chiefa, e fotto i Coftan- tìni ) o i Teodosj > ° attro Criftfano Imperatore, che a* Fedeli diede licenza di distruggere i Templi profani , e fabbricarne a Gesù Crifto , e quello accrefcimento con- fitte ne*pilaftri , e nella parete, che dentro racchiufe il colonnato : inoltre nel fecondo ordine Ionico del Ballatoio, del Tamburo, e della Cupola , rimafa però colla apertura fenza lanterna fino al fecolo XII. giufta i noltri Iftorici, e pongo quelle reftaurazioni nel prin- cipio del Regno di Teodelinda > o di altra Regina de Longobardi divota del Battila , come lo notò il Capitano Cofimo della Rena; E di Undiberga figlia della fuddetta, Teodelinda dirle pure Paolo Diacono lib. 4. §. 49. Hundi* berga ad ìnfiar fnae Genitrici? intra Ticinenfem Ciwitatem Bajtlicam in honorem B. Iohamris Baptiflae eon&ruxit . Or ritornando al noitro Tempio , tante innovazioni fi pof- fono chiamare in grazia del Malefpini , e deVmoderni Scrittori , quafi una nuova fabbrica in onore di San Giovanni , le quali vicende eziandio ci porgono lu- me per trovar la cagione di tanti difetti rilevati coa> verità , e fapere dal Signor Nelli , imperciocché nei tempi dell' ignoranza nella Architettura fi fecero te* fo-
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XIV
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fopraccennate fabbriche delle Logge ; di que* Pilaitri* ej
delle Colonnette , e vi comprendo ancora il primo Or- dine j il quale bifognofo di reparazione in alcune Co- lonne j Bafi j e Capitelli guaiti dall'antichità, dalle.* piogge , e dal Sole furono reftaurati da goffi Artefici • VJ. E per fine falvo pure me itelTo , che in più luoghi di quelle mie Notizie iltoriche ho probabilmente tenuto , e feguirerò a tenere 9 che il Tempio di San Giovanni fia flato la prima Chiefa deVCriitianì in Fi- renze , lo che non farebbe vero , fé al 6. o 7. fecolo fi tardafle a dare 1* incominciamento dtì noflro San Giovanni ; ed in tal guifa concludo il mio forfè ar- dito raziocinio,. |
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A R T I C O L O U.
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J-
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fff£t|lltff|| A Piazza di San Giovanni forma quafì un
perfetto quadrato , avente nel fuo centro da ogni banda ifolato il Sacro famofo E- difizio ; ma difuguale in effa era fino al |
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XIII. fecolo il Terreno , né avendo le ac-
que il Tuo fcolo j la Repubblica Fiorentina nel ,1288. con due deliberazioni ne ordinò il rialzamento ,, ade- guando per ciò fare libbre 100. di fiorini , colla de- putazione d* Arnolfo Architetto per la efecuzione, il quale adeguò tutto il vafto fuoio, ed altresì lo ammat- tonò noafenza qualche mormorazione del Popolo,av- vegnaché da quello inalzamento di terreno reiiò total- mente fepolra la fcalinata , e tolti furono i molti A- velii di ragguardevoli Cittadini , che intorno intorno fi vedeano, poiché al dire di Giovanni Villani libro 6. cap. 33« 3> Anticamente tutta la buona gente che mo- vi riva fi feppelli.va a San Giovanni ,, e la traslazione», di quelli Sepolcri trevafi alle Riformagioni nell'anno ligó. colle feguenti parole : Quia da est ex Officio de* hito -procurare decorem Cinsi tatis Fior enti e , & maxime in eo } quod conjtftit circa wagnifitentiam maioris Ecclefie (di
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XV
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(.di S. Giovanni ) fromdcatur quodf Sepulcrd > feu Avelli >
que j & qui ifimt circum Ecclejtam S.Ioannis y remore anta* de ipfis locis > & alibi yo nati tur . m II. E circa a quelli Avelli è d' uopo dire , che
non fubìto fi levalTero via tutti , perchè il Boccaccio pofteriore a que* tempi , nella VI. giornata del fuo De- camerone commemora il famofo Guido Cavalcanti tra gli Avelli fituati allato alle Colonne di porfido in San, Giovanni: sì ancora per efferfi due Arche trovate iru occafione dì fcavare nella detta piazza, cioè un Caflb* ne di marmo in tempo del Senator Carlo Strozzi) e nel 1720. .un altro quattro braccia fotto terra verfo la Sagreftia . Di tre però di elfi fi vede, che traslatati furono dietro il Campanile di S. Maria del Fiore nella facciata della Compagnia di S. Zanobi , e di quefti abbiamo i rami nella Parte 3. delle Ifcrizioni antiche Romane , ed Etrufche del «chiariflìmo Signor Propo&o Gori feliciffimo nell' interpetrare le Storie, che in quelli fi rapprefentano , benché le figure fieno molto guafte dall'antichità ; non potendoli dubitare , che follerò fat- ti per Gentili , e pofcia fervuTero, alle ceneri de* Cri* ftiani . 11 primo nel fuo dinanzi ha cinque fpartimenti éi Colonne , veggendofi in quel di mezzo due Spofi con la femmina velata alla delira , e lo fpofo alla fini- ftra col capo fcopertO) a* lati vengono un'altra femmi- na» ed un uomo 5 e nelle nicchie de' due; eitremi fono- vi Caftore 5 e Polluce tenenti ciafcuno un cavallo » ed appiè due fiumi, che credono* Lete:> e Acheronte; dali" armi , che fono ne* beccatelli » che foftengono il $epolr ero j feorgefi avere quello ne* tempi Criftiani ferviti alle offa degli Abati nobiliffima Famiglia di Firenze, Il fecondo Avello dimoltrai* arte grande delio ScuU tore, che lo lavorò , avendo nel mezzo efprelfo un* Porta alquanto aperta , donde efee Mercurio preffo i ■Gentili Protettore de'Morti j dalle bande della Porta feguono due Vittorie co i loro trofei , nel frontefpizio della medefima fpande le ali un* aquila pofta in mez- *o da due genj , 4i qua* q. di là fono effigiati un uo- -'*;■, . mo > |
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XVI
mo -, ed una matrona ] quello tenente alcuni volumi,
e quefta il pavone con fiore -, appiè un fanciullinoj e ne* fianchi dell* avello due leoni coli* armi de" Ferrane tini, e de'Figiovanni : nel terzo finalmente poco fi può diftinguere, per e Aere di molto confumato, ma da due cignali, e dall'afte fembra > che rapprefenti una cac- cia • Intero poi , ^e .confervatofì a maraviglia e quello 5 che in S. Giovanni allato ai Fonteli contiene le ceneri elei Vefcovo Giovanni da Veilerxi, e che descriveremo nelle oifervazioni delle cofe interiori di quefia Chiefa. III. Or ritornando alla Piazza , rammenteremo le compre di terreno, che fecero i Confoli dell'Arte de i Mercatanti per renderla più fpaziofa , Neil' anno adun- que 1331- trovafì nel libro fognato O dell' Archivio dell'Arte, come gli Operai di San Giovanni compra- no dal Comune di Firenze terra fojttam iuxta Tdlatium ^Domini Epjcofì Fior, per ingrandire la piazza , e nel fuddetto Libro all' anno %nB. altresì comprano due_* Cafe degli Adimari allato a S. Crifto,fano , le quali fi cedono al Capitolo Fiorentino per ifeambio dt\\Q Ca- fe dell' Arciprete , « de' Canonici Fiorentini froge T.nrrtm domini Epjcogì , due fi gettano a terra per comodo della Piazza , e così nei 1339. per rogito: di Ser Gio- vanni Notaio Fiorentino , Ugolino , e fratelli , e fi- >gli di Martellino vendono all' Opera di S. Giovanni per fiorini 73. una «Cafa loro,\\a confini a i.ì Caloni- ca di S. Giovanni, 2. Landò Tofai, 3, Piazza di S. Gio- vanni 0 4. Piazza ,. Trovo pure fu .di un quaderno di fpefe , che fu detta Piazza accrefeiuta per le Cafe def Cofanai , tagliate a fpefe dell'Afte nel 1389. E in, tal guifa qudla divenuta un òel teatro , fervi in varj tem- pi per -folenni fdle , che accenneremo v dovendoti prima ricordare le Prediche, che in antico qui facevanlì da/ tye-feavi 1 da' Religiofi , e da' Cherxci , come ufava, pre- dicarvi S. -Piero da Verona Domenicano , e frequente^ mente ancora nn Santo Monaco di S. Miniato al MonV te j di ì cui Forefe da Rabatta lafciò ne', fuoi Ricordi -ima profezia in occafione > che egli Risivi predicava*
. « obi avve- |
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XVII
avvegnaché efagerando egli centra le vegliami difcordie>
a pieno popolo addirò il Tempio di S. Giovanni ,'é dille % che tali guerre non fi farebbero quietate , finché la det- ta Chiefa non mutava faccia ; parole per allora non ap* prefe , ma che di lì a poco vennero conofciute per prò* fetiche ; concioflìachè pofate quelle civili fazioni fi no-. bilitò di marmi il di fuori del Tempio , come vedre- mo • Intorno poi alle Felle , nel 1471. vi fi celebraro- no le nozze di Lifa di Albertaccio de* Ricafoli coru Boccaccio Adimari nipote del Cardinale , e flato Ca- nonico Fiorentino , e le belle comparfe di tal falera- nità dipinte fi confervano dal Sig. Giovanni di Poggio Baldovinetti . Altra Fella racconta il Nardi nel 1525. cjuando formata una nuova Milizia di Giovani Fioren» tini 's fi alzò nella Piazza di S. Giovanni il ricco Altare 1 fui quale Ufiziali , e Soldati fecero il giuramento di fedeltà alla Repubblica , prefente la Signoria , e tutto il Popolo . Più volte vi fi è fatta la Caccia del Toro per trattenimento di Principi grandi venuti a Firenze, e fino dai 1453. princìpioffi a farvi la fiera dell*Oche nel gior- no di Ogniffanti . Né da ometterti è la Colonna di S. Zanobi , alla quale ogni anno nella Fella dei Santo Vefcovo andava in proceffione il Clero Fiorentino» por- tandovi la Telia del medefimo Santo , ed anche inoggi riel giorno di S. Agata dallo ileiTo Clero vi s'appicca una delle quattro Croci , che da noi faranno riferite in quello Tomo alla Lezione della Chiefa, e del Con- vento di S. Agata in Via di S. Gallo. Del motivo, per cui fi alzò la detta Colonna , altrove fé n'c favellato. Nel 1375, fuvvi alzato-1'Albero di ferro da Tommafo Viviani je Giovanni Villani fctive di quefla Colonna, af- fermando che eravi e fifa" aliai nell' antico , ma eflendo- fi infranta nell* anno 1333.. dalla piena d'Arno, che la gettò in terra, fi trova nelle memorie dell'Arte dea^ Mercatanti § che fu rialzata Y anno feguente con fopra lina Croce ','• la quale nel 1-501, cadde, tirata giù da* canapi» che reggevano le tende, attraverfatifì, e l'ufo 4eìle tende intorno intorno a San Giovanni per la fua Hom.V, e Fé- |
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xvn?
Fefta j ed Ottava principiò nel Secolo XIV. come da
Un libro di ricordi, che dice,, 1349» per deliberazione „ de'Confali dell'Arte di Galimala furono fatte Le., «tende a San Giovanni , che erano di azzurro, femi- ,, nate di gigli gialli in numero di 1500.,, Edi quefte tende è notata ne" detti Libri una di/grazia, cioè, che nel 1434* Per ^u°cq gettato dal Campanile ne abbru* ciarono braccia, 1.20. per lunghezza, e 50. per larghez- za tra San Giovanni , q il Duomo , e per rifarle , T Arte ottenne dalla Repubblica per tre anni la gabella del Vino, » che a barili fi vendeva in Piazza. |V. Vanghiamo in fecondo luogo alla Facciata e-
^eriore della Chiefa ," die per decreto della Repubbli- ca; nel 12^3. dal Complice fuq adornamento di macigne* fit venne a coprire di mgrmi a gheroni : così chiama- te dal Villani, quelle ftriifee, di marmi bianchi , $ neri, che vi fi veggono , e datafene la commiffione del lavo- ro ad Arnolfo , glj convenne fa?e per imbafamemo, q piedistallo una Cpr^ee, di marmo bianco alta un brac* ciò e, niezzp, poiphè atterrata , e fepplta la fcalinata fi er^ perduta queUa grazi§, che fi richieda nelle fab- briche di fv?|t>a > e beila p|oporzione, Sulla, detta; Cor* anice unitamente attorno ricorrendo , fi alzano Eilaftri liftrati a traverfp di ve*,de, di Prato Corinti, quattro per ettagono , e. ad effi i fpliti membri 4* Architettura > cioè Architrave, fregia,, e cornicione: Sopra ft foHeva un, aJjtrq ordina di piiafirj corrifpondenti a- quq' di fp^o* tramezzati 4a tre Fin^ftre, per pgniktp, viene parimen- te, U#, tejzp ondine 4h pì)^fei affai febiaceiati , e in* drentp reggendo una» Cornice , che pfr frumento dà, grazia , e decente modinatura a tutta il recante del- la Fabbrica» la q^ale termina iti una Cupola , che u^ jjita a' lati ottagoni, fi alza ,. e iniieme. fi ferra fopra % foggia di padiglione > terminando in una lanterna di marmo poftavi , dice il Villani , nel 1150. con Cro- c§ in fu una palla, dorata ...Né pare anco da tralafciare prima di,ifcaccarci dalla faccia citeriore, il dire , coma «ire* ili' armo 1200. fi rimujp; la uwca Porca, eh* qu&.
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«jùèftò Tèmpio mn verìo Potièhte ', è forfè con uru
Veftibolói o ila Atrio, che pare accennato nelle cartape- core antiche d\ contraiti , e di donazioni , nelle quali fi legge : Attuih ìtt àtrio D'ófhut 8. Ivànnis de Florentia * In vece poi di uni I%rta , tre fé ne aprirono , e magni* fiche , come qui fòttò diremo : irkarìtò dovè era V an* tica Porta fi Fece tinà Tribuna , che obbligò à rompe* ré T oidiné interiore dell' ArchitSttufà ; e fportarfi iru fuora alcune braccia , occorrendomi di notare in quella Scaifella, così chiamata da Giovanni Villani la Tribù* ria , primièramente due tefte in alto fotro le docce, che dagli Antiquarj fono giudicate antichiflime , e forfè di Gentili ; a fior di terra poi dalla banda del Bigàliò evvi pure da oiTervarc un baffo rilievo in marmo lun- go due braccia' rapprefenrantè un corìibamriìerito navà* le , né io mi pollo indurre a credere , che in tanta abbondanza di marmi , quefto fi a itato quivi meiTo pei? ripieno , ma piuttofto direi , che folfe il dinanzi ds uri Sepolcro fpettante ad illuftré Famiglia Fiorentina , che nella traslazione foprannàrratà de' tanti avèlli , otte- flèife dall'Arre , che ih cjùeitò luogo foife murato, fic- corne awené un altro di fingile altezza alla parete vi- cino ali* Ufcióìino della Sagrestia , che dice: iohis fìiji tviv Ricci hic iacet . E finalmente avvertir debbo un importante memoria efiftente nelP Archivio dell* Arte , ed è la feguente ti Nel 1515. minacciando la fabbrica $ di aprirti dal mezzo in fu , fi mifero catene molto 5, grolle di pefo libbre 7*90. dove finifee il primo or* L dine > e fi fermarono con chiavarde, e paletti di ferro. ,> V. li più bello però , ed il più raro, che quello Tempio abbia celi' citeriore efpofto al pubblico , fono fé tre porte di bronzo fitàate ne' lati principali delL* ottagono voltate ad Oriente i a Mezzodì, ed a Tramon- tana , avente ciafeuna a i due lati una Colonna di ver- de dì Prato, ed il celebre Michel Agnolo Buonarro* ti, uomo , come ognun sa , fieir Arte così grande dà poterne dar giudizio , confefsò di non poter dare di «JUeftè Porte lode {ufficiente, né volle far di effe altre e a pa»
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parole , fé non che elle flarehhero lene alle Torte del
Faradifo , onde pofcia fopra sì degno concetto furono fatti quefti ver fi : Rum cerni> <v>al*vds aurato ex aere nitentes
In Temyh Michael Angelus , obflupuit ,
Attenìtufque diù } fic alta filentìa rupìt , O Diiìinum opus , o lamia digna polo,
E dovendo io defcriverle , Ito per dire , che fervirò alla curiofuà di t4utto il Mondo , il quale certamente non vedrà mai miglior lavoro di bronzo .. VI. Quella adunque verfo il Bigalìo , che fu la pri-
ma a collocarvifi , è opera di Andrei Fifa no , leggen- doti nello fteifo bronzo fcoìpite le feguenti parole : ANDREAS VGOLINI NINI DE PISIS ME FEGIT AN. DOM. MCCCXXX,
Giorgio Vafari la dice fatta fui modello di Giotto 5 e
ne' libri delle fpefe dell' Opera di S. Giovanni avvi ri- cordo j che la gettale Maerlro Lionardo del q. Avan- zo da Venezia Campanaio j e che Andrea folle aiutata da Lippo Dini , e da Piero di Iacopo Orafi . Ma più laudevoie ancora menzione ne fa Simone della Tofa j fcrivendo come appreflb s> 1^30- corfe tutta Firenze,,a „ vedere la Porca di bronzo fatta da Andrea Pifano a ,, S. Giovanni } che fu collocata alla Porta di mezzo, jj ( poi trasferita dalla banda di mezzodì ) e la Sìgno- M«ria non mai folitadi andar fuori di Palazzo, fé non a, nelle maggiori folennità , vennero a vederla alzare « con ,gli Ambafciadori delle due Corone di. Napoli » 5) e di Sicilia , e donarono ad Andrea per ricompenfa di p9 fue, fatiche la Cittadinanza di Fi|enze . „■ Sono ìil* detta Porta ripartite in più quadri di baffo rilievo , le Storie della ; Vita del Eattiiia, e negli itipiti di metal* lo dorato fonovi helliffime te/te di Leoni, , r VII. La feconda Porta, che §§9M\ è verfo 1' Opera 1 fu la prima , che fece Lorenzo Ghiherii., nella quale clr rilievo rapprefentò la Vita di Cri ito > principiando dalla Annunziamone fino alla venuta dello Spirito San* |
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to, divifa in quadri , e collocatavi nel 1424. a* 19. d*
Aprile; vi lavorarono con elfo , oltre Banoluccio fuo Padre 5 i feguemi ; Bandino di Stefana , Donato di Nic* colò di Betto Bardi , Giuliano di Ser Andrea , Mafo di Crifìofano , Domenico di Giovanni , Matteo di Do- nato , Bartolo di Niccolò , Miehelotto di Bartolommeo* Pagolo di Dino; come apparifce da'Libri dell'Opera, dove fono fegnati i pagamenti fatti a'fuddetti per aiu- to dati a Lorenzo; e colio in tutto 16204, fiorini. Ha pure quella Porta le impoite di metallo dorate, ma da* Prcfefiòri , benché apparifca lavoro commendatiflìmo , è però giudicata meno ripulita , e di gran lunga infe- riore alla feconda , che è quella di mezzo , cui per la perfezione , e diligenza dell' artifizio fi afpetta maggior lode. Vi ha egli effigiato in varj quadri le Storie prin- cipali del vecchio Tefìamento , che fono la Creazione di Adamo ; il Fratricidio di Caino; Giufeppe, che di- fpenfa grano ; Mosè, che ha le tavole della Legge ; Gio- fuèj che prende la Città di letico; la Regina Saba alla prefenza di Salomone ; Noè , che efce dall'Arca; il Sa- crifizio di Abramo ec. E sì bella idea circa di quelle Storie fu di Lionardo Aretino , come appare dal- la feguente lettera , che egli fcriffe a Niccolò da liz- zano , uno de i Deputati per queita Porta , A tergo, ,, Spe&abili nomini Niccolo da lizzano , e ,, Compagni Deputati ec* , Jmm* tmSp&ahiles ce, ,*> Io confiderò , che,le io. Storie della, nuova Porta>L 3>!che avete deliberato, che fiano del Vecchio Teitamen-, „ to} vogliono avere due cofe^ & principalmente V u- „ina , che fiano ìlluftri ; Y altra , che fiano lignificanti ì IUj 5, lultri chiamo quejle , che polTono ben pafeer V occhio „ con varietà di dileguo; lignificanti quelle, che abbi*, 5,ino importanza degna di memoria. Presupponendo que^j •«, ite due cqfe ,.ho ; eletto fecondo il giudizio mio, io«: 9,iitorie, quali vi mando notate in .carta . Bifognerà», 3> che colui -, che le ha a difegnare , fia beniftrutro di ì, ciafeuna Hiftoria , Cicche polla ben mettere e le per- *> fone, e gli atti occorrenti, e che abbia del gentile^ |
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s> ficchè le fappià ben ornare» Oltre alle io. Hi/torie,
j> ho notato orto Profeti , come vedrete nella carta . ti Non dubito punto, che quefta opera, come io ve V ho tr difegnara riufcira eccellentiffima. Ma ben vorrei efTere *, preifo a chi l'avrà a difegnàre per fargli prendere ogni a figniflcato» chtf la Storia importa. Raccomandomi a Voi * $i Voltro. Lionardo d'Arezzo.
Sonovi ancóra alcuni Profeti adattati attorno in so. Nic- chie , £ nelle cantonate go. Tede ài Uomini, e Donne, che non fi può vedere cofa più rara $ ed è chiamata dal Varchi librò X» delle fue litorie ,, Opera miracolofa cer- 3> ramente , e forfè unica ài Mondo ,, dicendone il Pe* tribuoni nel fuo Priorifta, che fu collocata adì 20. d* Aprile 1422. ficcome a detta del Vafàri Lorenzo non aveà più che anni 2f#. quando principiò sì beli* opera , e in lettere d'orò leggeri fcòlpito il fuo nome còsi : Lau- réntit Ctonii de Gbiberfis ò^ns mira Arte fàhriccttùm . E còito, giurìa i fuddetti libri, fiorini 14594. 3. 4. 1. Né fi' tfalafci di offervare in effa un fregio di bronzo , aven- te rariflìmi fiori,- dd" uccelli al naturale, tra* quali am- rnirsfi una Quaglia, cui non manca, che folo il volo, lavorata dà Antonio del Pollaiuolo, .Vili» Rettaci da eonfiderare nel di fuori fopra il
frontefpizio delle tre Porte , le iiupende Statue,e fono in primo luògo tre dì metallo dalla banda di mezzodì , fatte dà Vincenzio Danti, e collocatevi nel 1571* rappre- fentano la Decollazione di S. Giovanni ; veggendofì in •belle attitudini il Sanro , fiero il Carnefice $ ed ardita la Donzella , che impaziente afpetta di ricevere la Terra del Batirìa ; ebbe l'Artefice per premio feudi iioq. e la Cittadinanza . Sopra la porta di mezzo due figure fono di marmo, vale a dire S. Giovanni, che battezza Cri- #0 , e la terza è un Angiolo di creta tenente un len- zuolo da afeiugare il Signore : tutte tre fon© lavoro di Andrea da Monte Sanie vino poiìeVi nel 1502. Ven- gono fulla terza Porta tre altre Statue di bronzo , fattu- ra1 di Giò: Fratfcefco Ruftici Gentiluomo Fiorentino, ehe vi r^pprefentò un Panico > ed un Levita , che met- *:jl h tono |
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tono in mezzo S. Giovanni predicante ; le quali, giufta
il Vafari, fono il più bel getto che fi fia veduto» e co* ftarono feudi 1338. Ma chi vuol conofeere ancora me. glio T eccellenza di effe , afcolti quanto ne fcriffe Raf- faello Borghini nel fuo Rìpofo a pag. 404* che dice come appreffo „ La figura di mezzo è S. Giovanni mol- j, to pronta , e vivace , che ha allato un Levita zucco- „ ne graffotto , che pofa il braccio deliro fopra uru 9> fianco > e colla finiftra mano tiene una carta dinan» „ zi agli occhi, ed è con due forte di panni veftito, ,, 1* uno fattile > che feherza intorno alle parti ignude* „ e 1'altro più groffo con belliffimi andari di pieghe: „ dall'altra banda ha un Farifeo, che poftafi la mano- ,); deftra alla barba , fi tira alquanto indietro in atta „ di ftupirfi delle parole di S. Giovanni, e fi può ve-* 1, ramente dire $ che quefte tre Statue fieno le più per* „ fette) e le meglio intefe, che in bronzo da'moderni ,, fieno ftate fatte . ,, IX. E per fine ritornando alla Porta di mezza > dire*
mo alcuna cofa delle due Colonne di porfido confiderà» bili per la loro groflezz*, ed altezza . Furono quefte do- nate da* Pifani a' Fiorentini per fegno della fedeltà ufata in affilìere alla guardia della loro Città ; allorachè nei ni7. i Pifani erano iti all'acquifto dell'Ifole di Ma- iolica , e Minorica , di dove ritornati vittoriofi fra le fpoglìq riportate , vi furono quefte Colonne: > da i Fio- reatini collocate quivi per accrefeere adornamento ft, si famofa Porta. Ma lagrimevolefu il danno>{'CÌbt patirò-^ no nei 14^4. a&li undici di Aprile, quando allagata 1* Piazza da una ft ^ordinaria pioggia , cadute a terra ft rupperQ; » che poitò neceffità » prima di ritirarle fu > cer- chiarle; di ferro « Pendono quiwi altresì aÉEftì in alto due %rm\#mzi di catene;,; oggi quafi rofe dal tempo., ìfe* quali ferrando già il Porto Pifano , prefo che fu nel 13Ó2., da' Hioientinj, per forza <^ì oftinato conflitto , fu i QS$$k furono ftrafeinate a Firenze» e pofte parte nella facciata di S. Giovanni, e parte altrove . Conferva»" al- le Bifemagioiù una. lettera de* Pifani », nella quale trai mo-
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motivi d* cfFerfi la feconda volta tolti dalla ubbidien-
za della Repubblica Fiorentina , adduconfi quefte cate- ne , che col teneri! così efpoire , pareva , che forfè un continuo deriderli , e burlarli delle loro antiche difav- venture ; e la rifpoita a tale lettera fu una minaccia de* Fiorentini a Pi/a , che fi guardarle di non le raddoppia- le col recedere dalla giufca dependenza . Allato alla me- defima nel muro vi farebbe da notarfi un frammento di marmo con parole gottiche , ma effendo 1' ifcrizìone_» fmezzata , non v' è chi V abbia potuta interpetrare ; ta- le lapida antica flava ivi affida prima che vi fi colloca (Te . la Porta di bronzo, nella quale occafione fé ne fagliarono due terzi , rimafa fcoperta quella porzione . Vedefi an- cora nella Porta itefla il ritratto di Lorenzo Ghiberti, ed è quella Telia calva nd mezzo del fregio della Por- ta , quando è chiufa , |
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-ARTICOLO III.
i'HBSBKLi' ingreffb della Porta Meridionale prefen-
W|H tafi Subito all' occhio il pavimento nobilif- »yTA\J ^mo ' c*ie ^u r^acto ne* *-°°« di tatTelli
BljfoijJll ài marmi bianchi , neri , e rolli , i quali figurano dove Rabefchi, dove Onde , e do- ve Circoli di sì vago, e lodato difegno, che l'Arte della Seta ne cavò l'idea dei primi lavori a opera ne' fuoi drappi > come fcrive un Autore di antico Diario gretto il Signor Proporco Cori . Quivi però è pur of- icrvabile un piccolo tondo di marmo, e dentrovi TEf- fìgie del Sole avente incifo intorno il feguente verfo retrogrado , che legge*] pure nella Torre dì Modona dalla parte di mezzodì , come notò ne'fuoi manoferit. ti Gregorio Redi . Mn giro torti Sol Ciclos , <£r rotor igne '£■
e* nel centro del Sole avvi un punto mattematicó v che denota il foliiizio efiivo , ma perchè dove ila di prefente,non è poffibik, che vi batta in tal giorno il Soie,
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XXV
Sole» uopo è dire, che nel rifarciméntó fatrofi del.pa-
vimento nel fopraddettp anno. f fi levafle? via dal Aio proprio punto II marmo , che doveai eflère a tal fine verfo la porta da tramontana » circa dove batteva il raggio Colare, che giufta il Villani, entrava da un foro della lanterna. Queito Cerchio è pure circondato da un altro circolo affai maggiore $ che ha i fegni del Zodiaco* ed i feguenti verfi molto; confumati : .:M-r .ttucnjeniant quicumque, <volunt miranda' <vtdere
{■ Mt mdeant que <vifa walent prò iure piacere florida cun&orum Florentia prompta honorum Hoc opus impletum petitt prò Jtgna polorum. ;■; !"* >•;;• • • ìs ,% • '.• ::»,. •,» • » fj •' *i ,»■ • • • >*-. •■ >.'■ *■ •■- •-
, Ima pavimenti perhibent injtgnia Templi.
Altri verfi leggevano* in tre tìrifce di marmo , che»» dalle due Colonne più vicine alla Porta di mezzo il eftendono verfo 1*Aitar maggiore, formando un quadra- to per ogni lato largo braccia otto, e benché poco vi fi. legga, dicevano come appreffo : Quam fuperat Domar hec tum *vates ipfe Johannes %
iù JBamofum Templum Jtmilis Domus eft Jibi nulla Deftrtsei hanc ignis cum fecula cuntla peribun?»
Ed io credo > che 1' Aurore di quefti verfi voleffe imi* tare Ovidio , dove dice in lode di Lucrezio così; > Carmina fublimis tuffi funt peritura Lucreti
:ì Exìtiuw tfrris cuty dahit una dies *u\*ìtfh m>\■■,;- :| E circa al fuddetto marmo leggali 1' erudito libro del J& Lionardo Ximenes fcritto fopra lo Gnomone Fiorentino,dp« ve alla pag. 17. riporta belle congetture per crederlo an- tichi filmo, e fino dall'anno 104S, collocatovifiper induftiia, e fapere di Strozzò Stronzi grand* Aftrologo, morto nel 1052* e benché inoggi qucfìo marmo 'fia affai logoro > qui ne dò una copia . Avvi ancora in quefto pavimen- to vquafi appiè dell'Altare di Santa Maria Maddalena uii tondo di porfido chiufo, da un .gran cerchio di marmi di varj colori , Tufo del quale fi dirà; più fottp ♦ li. Frattanto non è^da- tràlafciarfi d' offe r va re un
grande fpa2io «ottangolare nel pavimento, appunto nel •ì\2*o*w. F. 4 cen»
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centro della Chtefa fatto a mattoni, e non di marmi?
come è il rimanente • Quefto fpazio adunque era il fito dell'antico Fonte battefimale demolito nel 157^. in oc- catione del {oknm Battesimo del Principe Dori Filip- po de* Medici figlio primogenito del Granduca France- feo I. e dtvtfme grado al Signor Gio; Barifta Nelli > fé ancora confervafi una pianta originale di elfo Fonte., fatta da Bernardo Buonralenti, innanzi che lo diroccale per ordine di detto Granduca , lo che feguì con mol- to difpiacere de* divoti Fiorentini , i quali portarono via i frammenti de*marmi, i calcinacci, eia terra qua fi reliquie del loro Battiitero , il quale era largo , giufta la fuddetta* pianta da un angolo all'altro braccia 15. ma quanro folle alto, ricco , e vago di marmi non ne ab- biamo , che io fappia ^autorevole memoria: Tuttavolta ( dandoli a Leopoldo del Migliore, il quale verifimilmente non ne avrebbe in un fuo MS. preflo il Signor Propofto Gori fatta la deferizione, fé non lo avelie veduto ripor- tato altrove ) noteremo, che giurìa quello Scrittore, cia- feuno degli ottagoni era lungo braccia fei , ed alzavafi dal pavimento br. 2. e mez. e 4. fc a lette conducevano fui piano del Battistero , dove fi palleggiava dalla gente , iorgendo nel mezzo una macchina, o fia tabernacolo di quattro facce pure di marmo, circondato da tre gradi- ni , pofando ibpra di effe un S. Gio: Batifta di marmo, lavoro, crédefi, di Giovanni Pifano , il quale fece pure in baffi rilievi agli ottagoni ftorie della Vita di S. Gio- vanni . Quattro Pili aliai capaci erano ne' quattro re- fpettivi angoli , che guardavano i quattro lati della^ Chiefa, e leggevano" intorno alla bafe le feguenti paro- le : Anno 13 71. faHus efi ifle Fons deputati* a Confali» bus Kali finale ad honorem B. lohannis Baptitle, iftius 0- -peris Qjjìcialìbui Georgio Ricciardi de Ricciis , loanne^ Mannini, Paolo Mi cheli 1 Rondine Ili, Zenobio Banchi Ben* vicennis . Eranvì pure incife, non fapreì dir dove* que« ile altre lettere : ChriÙus baptizat Apofiolot •
Xbrijltit bustina* lobannem, |
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hlannet hdftfaat Chriftuni *
/ Johannes baftizat Tofulos « -... Sacerdos hapizat Fueros .
Silwejier bapi%at Conftantinutn •-
Oltre a quefto gran Fonte , notar mi giova > che era- vene un altro, che flava tra le due Colonne . dove di prefente è l'Altare della Maddalena , e nelle memorie dell'Arte fonovi accennatele fpefe per rifare > e rifarci- re il canale fotterraneo , che dal Battiftero maggiore-» portava l'acqua al minore , il quale fu pofcia trasferì» to allato alla Porta verfo mezzodì, come diremo . III. Né fuperflui debbonfi giudicare quelli due Fon*
ti , che una volta erano in S. Giovanni , concioffiachè. grande eflendo in alcuni giorni il concorfo de* bambi- ni da battefimo 9 il piccolo Fonte non era fufficiente, maflìmamente nel Sabato Santo > per quel pio antico co- ftume intralafciatofi di non battezzare nella Quadrage- fima fé non in detto giorno , in cui per la folla ad- divenivano cai! pericoloiì , come leggeri nella Vita di S. Damafo Papa , che appunto per la moltiplicità dei bam- bini , ne cadde uno nel Fonte y cavato fuori dal Dia- cono , ed altro rimile avvenimento accenna Dante nel Cap. XIX- dell' Inferno , dicendo che egli fteflò vi rjr pefcò un fanciullo, che vi affogava , cavatolo per i capelli; e poiché parecchi Comentatori del Divino Poe- ta difcorrendo fu quefto cafo j ifchiarifcono non poco Ja Storia di queito noftro Battifterio : io qui riporte? rò quello, che mi fono avvenuto a trovare in varj Co* menti . E primieramente lì legga un' annotazione di Giovanni Boccaccio nelle fue Note manoferitte fopra* Dante , che è come apprelfo 5) S. Giovanni è il Tera* „ pio antico di Fiorenza , nel quale è una Pila gran* 3, de di marmo , nella quale reatino più che 12. Perlo» 5, ne 5 et anticamente ivi fi baptezavàno molti infieme > 3, perchè fi bapteza una volta 5 o due 1* anno > e iru j> tutta la Città non è altro Baptiftero : Et intorno a a, quefta grande Pila fono quattro fori di marmo lar* n ghi quanto vi cape un uomo diritto, ne*quali fta- d a 9) vano
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,, vano i Sacerdoti a baptizaré per Ja moltitudine del-
ti la gente • Advenne al tempo di Dante v* era entra- ,, to col capo di fotto un fanciullo, per tal modo fta- „ va, che non fi poteva eftrarre fuori, e Dante vi s* j, abbattè > et con una fcura la ruppe , e campollo che ,, annegava „ in un Comento manofcritto nella Libre- ria Laurenziana copiato nel 1456. da un Cavaliere del Poteilà di Ferrara, originale già pretfò 1* Abate Anton Maria Salvini leggefi ,, Volle efempliiicare li forami la „ dove erano li pianti de' peccatori, e dice , che fono s, tutti fimili a quelli, che fono nella pila del Baptefmo 3, di San lohanni da Firenze, nelle quali Ita lo Pre- ,, te, che baptiza , Cercha la quale chompararione è da „ fa pere , che fono molte Ciptade, che non è baptefmo, „ fé no in una Chiefa in la Terra j E molte fono che ,, ogni Chiefa a baptefmo. Or Firenze è di quelle, che „ Vi ha pur uno , et è nella Chiefa principale, che è ,, edificata a nome di Sanerò lohanni Baptiita . Or avie« „ ne , che per alcuna Coftituzione della Chiefa vaca lo ,, baptefmo per alchun tempo del ano, come la quarefrna, 5, falvo in necelfitade. Et tutti quelli, che nafce, fono fal- |f Vati al Sabbato Santo a baptizaré . Sicché in quelle.» ij terre,dov'è obfervata tale coniiitutione, e non ano fé it un luocho da baptizaré,quando viene lo Sabbato San- 5, to, fi v* è grande moltitudine di gente per quella ca- j, gione . Et avene già che v'era tal calca, chel Prete a j, ciò deputato fu fpinto a tal modo , e fopreffato , che ,, fé aneghavan* alchune Creature . Sicché per fchivar „ tal pericolo li Fiorentini feno fare una Pila dì pietra „ viva con certi Cantoni: Et era mafficcia, che nella fua .„ grolfezza, e forami, nelle quali s* entra per difopra , et 5, in quello entra lo Prere a baptizaré , et flavi entro ?j fino alla coregia , fiche elli è ficuro da ogtii calca, e „ fpingimento . E qui entro entra il tempo de la gran 5, multitudine a baptizaré. Or dice Dante, che quelli fo- „ ri la dove erano pianti li Simoniaci, erano sì gran- Si di come quelli del Baptifmo da Firenze di San Io- ai hanni, Ifi uno delli quali > dice V Autore > che rupe „ per
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XXIX
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V, per un fanciullo, che annegava dentro delBaptefmo,,, E
il Buti Cittadino Pifano chiamando.que*fori nei fuo.G.o- - mento MS$. Fatti per luoghi de battezzatori , dice come ap- pretto,, Eccho che dichiara a che fono fatti quelli tondi 9ì che fono in S.Giovanni, ad Pifa, et a Firenze , cioè per 3, li Preti , che battegiano, che vi ftieno dentro per ef- j, fere pìt pretto all' acqua del Baptifmo , 1* uno de i 5, quali tondi ancor non è molti anni > cioè pattati rupf io ,, cioè Dante,, per un che vi annegava, cioè per qualche i, fanciullo, che ivi era chi ufo dentro, fi che fpafimava , s,e veramente v'anegava perch'e* v'era acqua.» Il Landi- tù fullo fletto pafib fcritte „ Quello fcoglio pieno di fo- 5, ri tondi, e non più larghi , che fi bifogm a ricevere 5, un huomo folo , e per meglio efprimere s'aggiugne, che 5, erano a fimilirudine di quegli quattro pozzetti , e' quali s, nel Tempio del Baprifta Giovanni fono intorno alla.^ s, Fonte jtofta.nsl mezzo del Tempio , fac^i perchè vi ftieno j, e* Preti che baptezano , acciò itieno più pretto all' ao >) qua „ -ti \i . iy. Evenendo ora al piccolo moderno Fonte , che
fu nel .165 g. inalzato fopra due Scalini tra ,1'-Aitar mag^ giore , e la Porta laterale di mezzodì ,iquefto:,è un folo pilo di figura efagona di marmo , con iftoriette di San Giovanni di rilievo nelle cinque facce tramezzate da^. ftrifce xabefcate , e un rofone nella fefta faccia verfo il muro , accolto ai quale vedefi la Statua del Santo» opera di marmo del Piamontini fattavi collocare adì »g. di Giugno del i5B8. dal Granduca Cofirno"HI, fopr^ una vaga bafe colla feguente ifcrizione ; : , ""* *' ■' * " '' "'-■? * 4 ■ J- * ''*:t"ià 'I ! ~Ì „ f ■;, %*\ '"Ì % 'j .,...■ %J '.J fi X;,, ■ $*Ì .'J '"'■.;,;£ I 'I'|
CHRISTI PRAÉCVRSORIrv
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WAGNVS ETRVRIAE DVS
D. ANNO SALVT1S M ' ■
MDLX2LXVUI. k
E qui richiamiamo alla memoria quel Tondo di porff*
do fopraccennato nel pavimento appretto ai Fonte ah* tieo»
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tìcoé Su quefto marmo adunque era coftume> che le Le*
vatrici giunte in S. Giovanni depofitaiTero le creature \ ritenendovele alquanto, prima di presentarle al Bàttezzie- jM , e credefi, che fi faceflfe ciò per più degnamente pre* parar queir anime a riceverela prima grazia, col protetta* rè così la baffezza dell' uomo , ed il valore del Sagramen- tò , che dalla vii condizione di terra lo innalza ad ef- fer conforte della Natura Divina. Né penfo che farà va* tìità rammentare , come Galeazzo Duca di Milano ve* liuto a Firenze nel 1467. entrato in St Giovanni reitò in un fubito così attonito , e fofpefo , che della no- vità interrogato da chi 1* accompagnava rifpofe „ Confi- ,, dero quanti uomini guerrieri fono flati battezzati a ,y cotefto Fonte» i quali hanno non poco travagliato lo „ Stato npftro di Milano , „ V V» Prima però , che lafciamo affatto di ragiona-
le del luogo, dove era il Battifterio, notar io debbo, che in quello fpazio dell' Ottagono lastricato inoggi dì mattoni , due volte 1* anno fi colloca il maravigliofq DòlTalè di allento mafliccio, che pefa libbre 325. il quale è un argomento dell'antica magnificenza della Repubblica Fiorentina , che volle non folo imitare , ma ftìperàre quello , che fece Costantino per )a Eafili- ca Coftantinopolitana , che pesò 260, libbre > al dir del Baronio , e quello ancpra che Papa Sifto III. do- BÒ , giufta il Cardinal Bona , alla Bafiìua di S. Maria dì pefo libbre 300. A darne adunque t&? efatta deferi- tone mi farò da quanto in più fiate ocularmente vi ho io iteflb oflervato ♦ Nella Ceciata la larghezza è ài braccia 4. e due terzi , ne i lati braccia 1. e un ter- zo , alto è da ogni banda braccia 2» e un foldo: Dodi- ci fono i quadri d'argento di rilievo , ràpprefentanti la Vi- ta del Batitfa, cioè' la Visitazione, la Nafcita , l'andata al Deferto , quando predica aìk Turbe , moftra Crifto alle medefime , battezza Criilo , battezza il Popolo , a- fcolta l* ambafeiata de* Leviti, riprende Erode, è meilò prigione, Convitto di Erode ,e la Decollaziohe del San- to. Nei dinanzi del DoUale in mezzo vedefi la Statua, del
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del Santo ,< di pefo libbre 14. alta un braccio , e due
foldi, fattura di Michelozzo di Bartoloumeo. I fuddet- n Quadri fono tramezzati da pilalhi pure d* argento , intarfiati di lapislazuli , ed aventi in vaghe nicchie Sta* tuette di un quarto di braccio , ràpprefentanti Profe- ti , e Sibille . I detti pilaftri foftengono V architrave, fregio , e cornice, oiTervandofi nel fregio 43. nicchie» contenenti altrettante Statuette di Santi 9 il tutto pure di argento : fopra la cornice pofano parecchi amovibili Quadri , e Paci, de* quali pofeia fi parlerà ; L* imbafa- mento poi di tutto il DoiTale è una cornice di argen-. to fmaltata , leggendovifi a mano finiftra le feguenti pa- role : Anno Domini mccclxvl. inceytum fuit hoc oft<t? Doffalis tempre Benedici Pero zzi de Alberti* » Tauli Mi* chaelis de JLondinellis} Bernardi Dom. Chovoni de Chonjo* nib. Qjfitialium. Deputatorutn ; e notinfi le parole incepum fuit hoc oj;uf y poiché non fu terminato fé non dopo cento , e undici anni , avvegnaché ne* libri dell* Arte io vi trovi) che nel 1477. fi paga a Bernardo di Bartp-f lommeo Cenni, ad Andrea del Verrocchio , e ad Antonio di Iacopo del Poliamolo per aver fatto le Storie ne* Qua- dri di rilievo al DoiTale, Siccome ne' detti libri fi ri? feontrano altre partite di compra di argenro per far il DoiTale > e 1* ultima è del 1470. e la fomma totale di tante compere di argento per«quefto DoiTale corrifpon* de a libbre 525. e leggonvifi i nomi di altri Artefici im? piegati in detto lavoro , come Antonio Salvi, Francefco di Gio: in Vacchereceia, Berto di Gerì, Criftofano di Paolo, Lionardo di Ser Giovanni, e Michele di Monte, ^ VI. E per dire alcunché delie accennate eofe pre- 2Ìofe ammovibili , che fono fopra il Do fifa le , notinfi in primo luogo la Croce di argento , con figure di Maria, di Angioli, e di S. Giovanni, ordinate da i Confoli nel 1456. a Berto di Prancefco , che.fese la metà di fopra, eiTendo 1' altra metà opera di Milanp di Domenico Òei , e di Antonio di Iacopo del Vmn laiuolo : è alta braccia 3. e due terzi, e pefa libbre 141. Vengono poi alcune Paci di argento lavorate di niel- |
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XXXII
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lo ,• arte principiata in Firenze da Tommàfo. Finiguèr*ì
ra , è migliorata da Sandro Botticelli, e da Antonio del* Poliamolo V ciafeuna di qne/te Paci pefa libbre &,, e rappre* fentano miseri di Grifc, e di Maria . Si veggono pure, due quadretti di Mofaico , con dentro a ciafeuno fei altri quadretti di minutiflìme figure 5 indicanti le fefte principali dell' anno , come dottamente congettura3 ili Signor Proporlo Gori nel libro dato alla luce-neL pà0ato anno 175^ dedicato-. ali":erudito Sig, Giovanni- di Poggio Baldovinetti *, ed intitolato : .Monumenta §0 trae Vetufiatis injìgnia B afili cese Bapifterii'■.■■Fiorentini , dove il chiariffimo Autore a maraviglia dichiara le fud- de-tte pregevoli/rime co/e , onde per rifpetto a Soggetti to così flìmato dal Mondo letterato mi ailengo dì far- ne parola di più. i ul h- VwS VII* Nell'antico é-ravi un folo Altare, iìtuar.0 ove à la porta di mezzo, e forfè ve ne era un altro appicca* tè all' ottagono del fonte grande , ma di prefente fo- no tre, trovandolinellJ entrare dalla banda di tramonv tana quello detto del Crocififfo , per un3 Immagine di Grido in Croce di rilievo in legno, alta quanto il na-t turale j creduta antichiflìma ; per altro vi fi feorge, fé non un* ottima» almeno una ragionevole maniera di o-f r/éiarè ufata nel L^i fecolo dopo il mille, come notò il- Senatore Strozzi, che lo vuol fatto nell'anno 1333.6 la divozióne del Popolo verfo queita SS. figura è gran«t d£v favellandone con venerazione ne' fubi Ragionamenti Àgnolo da Firenzuola, che fiorì nel 1500. tanti. L'iAltare fi* aècrefciuto d* ornamentiij per deliberazione de i Confo- li nel 1522. e due volte trovai! confacrato, prima da_t Frahcefco Cattaui da Diaccerò, e pofeia rinnovato ef- fendo di marmi, confacrollo 1* Arcivefcovo Piero Mie* colini adì 16. d* Agofto del 1^35* Addirimpetto a que- fio Viene f Altare di S. Maria Maddalena, dove vedeiì lina Statua in legnò di detta Santa s!alta meno del na- turale, 4ì tutto rilièvo}\ opera, dì Donatello talmente ben lavorata^ che;• al dir del Vafari, fembra'una perfetta xxq- tdmia , moitrandofì i.n ;queL Corpo eftenuato dalle, peni? •-"•oi ten» |
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XX XIII
tehze ogni mufcolo» ed ogni vena. Stette quefto Simo-
lacro qualche tempo nelle ftanze dell'Opera, e fu ri- merlo in Chiefa nel 1500. come appare da un libro di Deliberazioni de' Confoli dell' Arte de'Mercatanti, alla pag. 42. che dice così ,, A Iacopo Sogliani Orafo fi „ paghi per la diadema facta per la figura » et irnma- p gine di Santa Maria Maddalena , nuovamente poita )a nella Chiefa di S. Giovanni 1500. „ E fé Carlo Vili. Re di Francia invaghitofene profferfe una gran fomma di danaro , dice un ricordo preflb il Migliore , che da i Fiorentini fé gli farebbe donata , ma egli era in opi- nione di poco , o nulla amico della Repubblica Fio- rentina , Intanto sì pregevole Statua dalla nicchia v ove flava, fu trasferita full' Altare, come parla un Cartello lotto la menfa, che dice; VOTIS PVBLICIS f
S, MARIAE MAGDALENAE SIMVLACRVM
INSIGNE DONATI OPV3 PRISTINO iOCO ; *j|j ELEGANTIOR1QVE REPOSITVM
ANNO Cip IO C XXXV.
Altre Cappelle non vi fono, perchè non s9 è mai com*
portato, che alcuno ve ne faccia, acciocché il Tempio non venilfe a perdere di fua bellezza , e per tal cagio- ne da i Confoli fu negato agli Efecutori del Teftamento, di Baidaifar Coffa, il fabbricarvi la Cappella > che &. Teihtore ordinava di farvifi . \b Vili. E venendoli ali* Aitar maggiore, che è giufto>
fono la Tribuna , diquefta primieramente diremo,e co-* rhe eiTa era nell' antico , e le fue vicende ; lo che me- glio non può efeguirfi . che qui riportando i ricordi, e partite , notate a tal proposto ne' libri, e quadernetti predo i Confoli dell* Arte, ricopiati diligentemente dal Senator Carlo Strozzi , e fono come appretto:. \ » i. La Scarfella, o fia Tribuna fi principiò nel 1202** 5> la quale cade dove prima era la Porta antica , ed u- »nica di S, Giovanni > e nel faifi convenne fporrarfi in Tom. F. e >5 fuo-
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XXX TV
9, fuori» ed occupare brac. 3. e mcz, della Piazza, rptn-
„ pendoli ancora parte dell* architettura interiore, per j, farvi un arco a porzione ài circolo, che è una ma- „ gnifica apertura. „ a, 2. La volca della Scarfella, o fia Tribuna nel 1225.
,j lì lavora a Mufaièi da ' Fra Iacopo di Turrita } Frate ,, deli* Ordine di • S# Francefco , per la quale fi rimune- „ ra da i Con foli con buoni premi. .g, ,, 3* Le Storie della Tribuna fi principiarono dal
„, Tafi, ma morto nel 1294. fiipplì Gaddo; ,» 4. Si ordina , che in memoria de'Mufaici della Tribuna
tì fi fcrivapo ne* peducci della volta di elfa quetìi verfi : Annus Papa tìbi Monus currebat Honori
r Ac Fede ri ce tuo Ùuintus Monarca decori, Vigintiquinque Chrijli cum mille ducenti;
Tempora currebant per fecula cnnEla manenti?.
Hoc opus incepìt Lux Mai tunc duodena
Quod Domini nofìri conferve? grafia piena'.
SanHi Francifci Frater fuit hoc operaius
Iacobus in tali pre cùnBis arte probatus .
Ma eflendo in que' tempi aitai difetrofa la maniera di fimili lavori, e però bifognofi di rifarcimento, fi deli- berò ir) primo luogo di accrefeere alla Tribuna V. a* dornamentodi un Cornicione, che trovo remunerato nel 145S» cqsì ,, 1458. Paghi tifi ad Andrea d'Antonio Qeri s, lire IH®' per i marmi, e iegarure di elfi, e fcarpel- „ Jatiira della Tribuna di San Giovanni ,, e nel \$>§i dicefi „ Si finifce il Cornicione di marmi intorno alla itt Tribuna:., e due alue Deliberazioni riguardanti la det- ta Tribuna trovo „ 1482. 20. Febraio Francefco d'An- j, giolo detto i| Cecca , riavendo farro il ponte per raf- „ Iettare il Molaico della Tribuna, con un ordine bd- » litTimo , e con molta fottigiiezza, fenza impedire 1* ad Altare , né il Coro , per rimunerarlo fi elegge irL. j, Capo Maeitro delia Chicfa , non tih ndovi uguale a j, lui in fimili cofe. „ Nella feconda dthbcrazione fcor- gefi chi rifece, $ raiTettò la detta Tribuna, che fu Akf- 2o Jìaldovinetti > nominato con queiie Jaudevoli efpref- - fio-
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XXXV
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fionf „ 1483. Aleiilo Baldovinetti piglia a tifare il Mo-
„ faico guaito della Tribuna j elTendó folo in tutto l** „'Imperio, e giurisdizione Fiorentina, che allóra fapef- ,j fé ral artej e fu eletto da* Confoli, e da effì fu de- „ liberato dargli a godere, vita fuà durante, ranri Be* 9, ni, che refidino fior. 30. 1' anno » con che eg!i ila a,, tenuto'fitto,-the vive a ra fletta té» e rifehiarire, e fa- j; re quanto bifognà per mantenere i Mufaici di SarL* ,', Gtovannì.>, Anche full'Altare nell'antico eràhvi Sta- tue j-che-nori vi fon più, cóme appare da altro ricor- do, che dice ,, 13-36» fi volta 1' Altare dall' altra parte, ,) e in tetra vi fi colloca il Tabernacolo, dentfOvi una 9> Statua di S. Giovanni, ed a5 lati due Angioli fcolpi- ,i ti da Andrea Pifano » j> Ed altra vicenda ci nota il Sig. Gio: Badila Nelli nella lodata fu» Opera j fcrivendo alla pag. 40. come appreso : ,, Connetto a detto Battiile- „ ro era un antico Còro , fituato all'-ufo delle antiche „ Chiefe Cfiftiane davanti all'Aitar maggiore , con due j, fcale laterali, le quali conducevano ai Presbiterio. IX. Circa poi allò flato pfefente della Tribuna ,
oltre i Mufaici ben confervati, viene da offervarfi 1' Al- tare rinnovato nel 1732, veggendovifi in aria un bel gruppo dì marmo bianco, che rappì'efentà S» Giovanw tìi in glòria con Angioli, opera malto commendata di Girolamo Ticciati ; il Còro ture di marmo è più ri- eletto dell'antico, avente figura di femicircolo , con belle ifiorie di S. Giovanni di rilievo, e colia fcalinata in fac- cia all' Altare, dietro a cui fi cortfervàtto le molte rare» e preziofe Reliquie. Appiè dell5 Aitare fi legge un' iteri- none , cOriìpPlta dal Signor Dottor Góri , attuale Pro* folto della Chiefa, e dice ì BASILICAE OMNlVM ANTiQVISSrMAE ' 4Ì
STRVCTVRA NVLLA IN PARTE COHRVPTA
, ;CQfcì£BTO SACRARIO AMPLIATOQVE CHORO
ET ARA MAXIMA STATVTS EXORNATA
IN QVA TTERVM POSITI
SACRORVM PI6NORVM THE5AVRI
COLLEGIVM CONSVLVM CALUSMALE
AB30LVTO OPERE ANNO ClD Io CC XXXII*
PERENNE MONVMENTVM I*. 0.
e a X. Se-
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XXXVI
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X. Segue poi dalla banda del Vangelo pofato in
terra alla parete tra la Tribuna , e il Fonte un Caflb- ne di marmo > nel quale è il Corpo di Giovanni da Velletri Vefcovo di Firenze, che morì nel 1230. come appare da'feguenti due ver fi : latria Ve Ih t rum SanBi futi ili a Toh anni s ,
Qui iacet hic Preful, cui Jjt fax omnibus annis . Il dinanzi di quelito Sepolcro in baffi lilievi rapprefenta cofe gentile/che, e fi crede, che fervide prima a qual» che Gentile , e pofeia per la fua bellezza folle confa* crato a racchiudere le Offa del Vefcovo Giovanni , e_> degno di lode preffo gli Eruditi farà fempreraai il Signor Proporlo Gerì, che ce ne ha dato il rame nel- la Parte 3. delle fue Ifcrizioni pag. 79. veggendovifi in elfo una Femmina Coronaria in mezzo , con l'opra il capo fofpefi de'veli facienti un padiglione ; tiene la ma- no delira aperta, e colla fini Ara un paniere di fiori, appiè ne ha un altro pieno di rofe , con un Cane? ed un Uccello. Dal lato deliro avvi altra Femmina, che.* fiede fu di un paniere, con innanzi una menfa piena di fiori, e fiocchi di lana, che raccoglie pendenti da un ramo, e un Servo, che porta quattro altri panieri di fiori j appiè giacendo una Lepre in atto di rodere.-Alla finiftra fiede una terza Femmina tra alberi, con in fac- cia il Genio, che tiene una fafeia fatta di lana, ed a' lati due altri Genj con face volta in terra in fegno di efequie. Dall'altra parte della Tribuna evvi altro Sepol- cro pure di marmo, che fi alza dal pavimento, il qua- le racchiude il Corpo del Vefcovo Rinieri , che ten- ne tal dignità 42. anni , morto nel 1113. 5 e di quello Prelato all'ai a lungo ragioneremo nella Storia di San- ta Maria del Fiore , dove riporteremo i molti verfi inta- gliati in quello fuo Sepolcro . XI. Segue nobil padiglione, fotto cui diilefo in catta ve-
defi un fimulacro di bronzo vellito di abiti Pontificali con mitra in tefta , efprimente al naturale il celebre Baldaifar CoiTa gìk Cardinale creato da Bonifazio IX. dipoi fatto Papa in Bologna nel 1410. col nome di Gio; XXIU» in* |
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XXXVII
ii deporlo nel Concilio di Coftanza nel 1415. fu tenu-
to in prigione da Lodovico Bavaroj e pofcia in Firenze aflbluto da Martino V. che io fece Cardinale: Sotto a-, dunque alla fua Calfa in un gran piediftallo di marmo fono tre Statue, efprimenti le tre Virtù Teologali, ope- ra tutta di Donatello, eccettuata la Fede, che lavorò il Michelozzi. Sono nel medefimo Sepolcro due Armi del* la Famiglia fua, una col Triregno Papale, altra coi Cap- pello Cardinalizio » che mettono in mezzo 1' Arme del- la Chiefa : ed avendo noi più fiate favellato di quefto Personaggio, qui riporterò folo il fumo del Tuo Teita- mento, che fi conferva nell'Archivio fegreto di Palazzo col rogito dì Ser Lorenzo di Paolo di Ser Guido 21. Di- cembre 1419. e quefto incomincia così. , . Baldajfar Coffa Epifcopus Tufcul. £. ic, ÌL Cardinalis
Elorentmus ( così dopo il Papato volle efler chiamato ) *vulgariter nuncupatus. Sanus per gratiam Dei mente, li** cet carpone languens condidit fuum Tefiamentum 21.De» cembris 1419. &c. Sepulturam elegit apud illam Ecclejtam*. que <videiicet fuis tnfraferiptis Executoribus <videbitur , in qua Sepulttira conftruenda , & prò una Cappella fac'ien» da 5 & dotanda expendi moluit quantum diclis ExecutQ** ribus videbitur &ct :U:': v .. ,Q } irnv^AsVi v;v,;! Reliquit Domino Michaeli Coffe Neapolitano Nepoti fu*
feutata 5. millia curi de Camera* ^ 1 Item lo anni Coffe Nepoti carnali nato ex Domino Gaf»
pare frat re diBi Domini T e fiat or is fiutata io. millia art* ri de Camera* *atffo.^i|i;* •■'■u - &H ii>UMti* ll^jj MÌN&Ì'$ Item D. Bartholomeo Nicolai Taddi Valori fiut. 700»
duri de Camera. Item D. Mariano Minutolo Mìliti NeapoL fcut, 2. mil.
duri , Item Reverendi'fftmo fatti » & D. Tbome SS* Io annis »
et Vauli Fresb, Card* Montis Nepoti ipfius Teftatoris om» net il li us mafferitias, # arnefes fuos> & quas widebitul* fuis diclis Executoribus.. • = ir. !,l; v Item reliquit) & mandami quod Reliquie $* Io anni f.
Baptifie} que adi f re fiat confirniantur 3 & ftant ubi feiunp |
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xxxvin
J?*w Mattheut de Vi terbio Ord. Monti s Uliveti Confejfor
ipfttts Domini Teftatoris , #* Cofmas de Medices, j/onan- tttr » ^ remaneant in Ecclefia S* lo anni $• Baptifle de Fio- re tip a 5 db* in e a far te Ecclejie ubi videbitur DD, Prio» ri bus Artium y &" Ve xi Ili fero luftitie Popdì , & Comu* mi Florentie 5 cb* quod ornentur illis ornamenti? que or* dìnaverint d* Frater Mattheus •> & D. Cofmas , in qui bus ornamentis voluit quod ex£endantur font* i* miL anri de Camera $ . r\. "■ .< ..:./,^ m vi:H«-/Mtf; :-d:/^ ■ A'-.%'\ ttesn re li qui t. £8. in Chrifio Patri , & Domino Dom,
Mattino Divina p'ovidensia Pap V*> unum equum album, & unum annulum &c. Item Galeotto Bettini de Ricafolis fcut, mille auri>
& Bàrtholomeo Andree de Bardi* fc, mille auri de fecu» niis exigendis pio D* Teffatorea Magnifico £). Comite Guido Antonio Comite Monti*feltri > ié?* Domino Urbi- m , &. a Domino Ludovico Dominò Imole , de quibus fum- wis di&i Domini Guidus Antonins, & Ludovicus funi debitore* dieli D. TeBatoris &ck ■■■■'■■■ Heredes fecit univerfales Paugeres le fu Chrijli, ist loca
pia* '• ' y ì r/k-,, « »Vj «v f Executores ditti fai le fi amenti ordinavit Cives honora**
hiles Florentinos DD* Bartholomeum Hicolai Taddi Vaio*> ri, piicofMkm Ufinnis de lizzano ? Joannem Aver ardi alias Buri de Medicis , Verium alterivi Vergi de Guadagniti*. i\j SAftum Florentie . rog, Ser Lorenzo di Paolo di Ser
Guido li* Dicembre. 1419. E notifi al iuo Sepolcro la, gravità dell' Jfcri^ione , cjie riportiamo come fiav: |
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IOÀNES QVODAM PAPA
XXÙl^mnt fhOKmtlE A NO DNI MCCCCXVilil. XT. KALÉNDAS ìÀnVÀRU .• . |
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t*a
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E, preflfp 1 ignori, Scarlatti avendo io trovato una lettera
del Cofla , chiaro docurmmo di Jua prigionia, quifi ri» jjprta i dicendo ccimfe sppteffo: ; $ c ;,- ^ %. Reverende*in %^ PuUr, Qu^ia lohanneì; de Medici? p>à,
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XXXIX
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liberati ome mea>& prò aliìs expen(irfol<vit peeuniam', qnam
fiki dì'mifi , de qua niòbi $ dimffi (cripta?® de mann fua prò* pria-i Rogo , volo , & mando ut prefatam fcriptam fibi <vim Jis prefentibns reftituatif \ quia ultra illdm expofuit bonam (ummam in qua fibi obligor , me <vobis recommsndo . Seri* pia in Aldibenga xn. die Apnlis 1419. ■m) Baldajfar Coffa propria manti ir
A tergo, Re^do in Xpo Patri Duo Antonio Epa Senenfi ( Antonio Catóni . ) La liberazione coi'toUi 30. mila feudi dati all'Imperatore Sigifmondo} che gli concedè il SaU, vocondono per Firenze. XII. E ritornando alle Colonne, e Pilaftri, che ri-
corrono intorno al primo ordine del Tempio, debbo qui avvertire, che eranvi parecchi Tabernacoli, ed Imma- gini de i Santi tolte via per ordine de* Confoli , e di prefente vi fono le Statue de* 12. Apoftoli di carta pcfta fatte dall' Ammarinati per fua divozione , e due altre rapprefentanti la Legga di natura, e la Legge fcrit- ta. Per deliberazione de'medefimi Confoli penfo , che follerò ellratti gli anelli ,. ed arpioni di ferro, che ia-< caftrati erano nelle Colonne per reggere non folo i Ceri delle Fefte , ma le Bandiere delle Città dello Sta- to Fiorentino ; ed altre Offerte al Santo. XIII. Ed ora falendo alle logge, prmupieremo dall'
Organo più fiate rifatto s giufta i Libri di Ricordanze de'Confali deli-Arte, ne* quali al 1400» leggefi „ a Mat- „ teo da Prato «fi dà a fare T Organo in San Giovanni „ per fior. 40P. e fé gli donano gii Organi vecchi,, ma quefto poco avendo durato, nell'anno 1476. trovo,, fi dà. n licenza ai Magnifico Lorenzo de'Medici di far rifa- ,, re V Organo ,, e nel medefimo libro è pure notato n A fpefe di Lorenzo de' Medici fi fa in S. Giovanni gl'Organo da Maeftro Antonio Squarcialupi , the fu ,r'.eletto per Organica da'Confoli di Calimara .,> E re- cando da offe* vare i moiri Mufaiti delle logge, e della Cupola , riferirò primieramente quanto ne fcriife il Bai- dinucci nella Vita di Andrea Tdfì , come appiedo „ E' n gregia .veramente fu i* ..Opera , che all' uno , è V aU •oli m >. „ UO
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»i tro infieme fu a fognata dell* amichiflìmo , e mai a
,, baftanza lodato Tempio di S. Giovanni , flato edifi- ^ cato da* Fiorentini fino nel tempo dell* Idolatria , „ con difegno di alcuni eccellenti Maeflri Romani , co- ,5 me fi dice , in onore del fallo Dio Marte . In que- 5, fto , cioè nella parte di Yopra della Tribuna fecero 3, uno fpartimento , che flrignendo da capo appreffo al- „' la lanterna, andavafi allargando fino in fu*l piano del- 3» la Cornice di fotto , e la parte più alta divifero in_* i? cerchio di varie Storie . Nel primo, come bene av- 3) vertì il Vafari , rapprefentarono i Miniftri , ed Efe- „ cutori della volontà Divina,' cioè gli Angioli , gli Ar- „i eangioli ,, i Cherubini , i Serafini, le Poteftadi , i „* Troni, e le Dominazioni. Nel fecondo grado efpref- 3y fero le più maravigliofe opere di Dio fatte nel Mon- „$ do > da che creò la luce fino al Diluvio. Nel giro, „ che è fotto a quelto grado, che allarga T otto fa c- „ ce della Tribuna, figurarono fatti di IofefFo , e de* 3,ifuoi Fratelli. Sotto quefti in altrettanti vani di gran- 3J dezza rimile , fecero vedere Storie della Vita di Ge- 5,i su Crifto dalla Aia incarnazione nell' utero di Maria ,,-fempre Vergine fino alla fua gloriofa afeefa al Cielo. ss Seguono appreffo i fatti della Vita ài S. Gio, Batiila j,'dall'apparizione dell'Angelo a Zaccheria , fino alla 5, morte, e fepoJtura: opera, che per la Tua gran vafli- j,-tà j e per lo buon modo ài commettere il Mufaieo, 5, imerita molta lode , benché per quello, che al difegno, „ al colorito, e ad ogni altra buona qualitjà dell'Arte „.*appartiene, Ci poffa con verità dire, che ella non ab- „ bia in fé parte alcuna, che buona ila, né che punto j, fi difeofti da quella goffa , e al tutto fpiacevole ma- j, niera de'Greci. Fecefi e°li in queit* opera aiutare a „ìGaddo Gaddi , affai miglior maeiiro di -lui, onde non 3, è gran fatto , che vi ti riconofeano da chi bene of- 5, ferva, tutte le ultime eofe di non tanta mala maniera, 9,* quanto le prime, e conduffe pure di JVIufaico la gran ,; figura di Griffo alta fette braccia , che fino a oggi „ beniflìmo il conferva,, e fi vede ah ella Tribuna ^dìS» : l* a 3, Gio- |
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XLI
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i,ìGiovannì in quella parte, che è fopra 1*Aitar mag-
„ giore , della qual opera ricevette gran lode, e ftima • tì in quefto luogo però mi convien correggere il detto „ d* un moderno Scrittore ( Cinelli ) che parlando di „ quefta figura dice così », Fece poi egli folo il Crifto I, di altezza di fette braccia ,. che è fopra la Cappella » maggiore , nella qual opera fece quel magnifico lproé >, pontone d'effigiargli una mano a rovefcio : ma fi de- ,,-ve nondimeno compatire , perchè il difegno era allor >* rozzo , e rinafcente di frefco.,, e non avea ancora ,, prefo il vigore d'oggi giorno „ Fin qui 1' Autore , n il quale nell'affermare tal cofa molto s'ingannò, per- si che qualunque ProfelTore di quefte Arti » che offerve*. n rà quella mano , chiaramente riconofcerà , non eflere ^ella altrimenti fiata fatta a rovefcio» ma a diritto, i) anzi con molto ingegnofo avvedimento dell'Artefice,, ,, il quale nel dipinger che fece con gran diligenza la », mano deftra del Signore fedente in trono , quafi itL* j, atto di giudicare ij Mondo , fece «vedere di effa ma- a no delira la parte di dentro aperta , ch'inoltrante la ,3» piaga , quali invitando a fé 1' anime giufte , e così ^eflendp eflfa delira mano veduta dalla parte interio- ri re > vede fi altresì il dito grolto della medefima nella py parte di fopra .Volendo poi il Pittore dimoitrare la 3i,,finiitra in pofitura di fcacciare dalla fua prefenza x («i reprobi , che .fi (corgono da quella banda, nell'eterne ,5, pene, la fece, vedere aperta sì, ma non dalla parte di (3a dentro, come aveva fatto la mano deiha , ma dalla ;j? parte di fuorit ,vquafi che con effa voltfìe quegli togiie- s, re 'dalla propiia faccia , nel qual cafo doveva fare, ;» ficcomefece,if dito grotto veduto nella parte inferiore. n)0op tale invenzione fece egli conofcere ciò , the alla jj pittura farebbe flato per altro -imponìbile a moftra- W §$y ,5»?'. ' i .■■ri: {. tvìufn ■ f-t' ■' ; ;«
,n.. tXlV. Sin qui il Baldinucci , che ha intralafciato dj
rammentarci parecchi Maeftri di Mufaico , che ebbero
parte o in lavorar firaili quadri, che veggonil in S. Gio- vanni ,o pure i>;reftaurargli, e però quanti di coitoro ho ju$om. F. £ io |
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K9III
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io trovato ne* libri^ de'Con foli dellr Arte,' qtìì -^oftrufa*
mmàtiì gli riporto è te fatto : Apollonio , Andrea 'Tàfis Tra Iacopo da Turrita, Taddeo Ci ad di ^ Agno le di Taddeo Gaddì |ì Alejfo BatdomtMtti' , Domenico GrMandaio, Z^e* *»**?> d* Andreas Donato di Donatn, il Graffo> il*Nibbio $ Mìtriotio di\ Grifi§fanojlGio.* Batiftada Cortona , F'ilifp* dò £brfo'. ,.* MaefiroyMi agivi) Maeflre F'azzo -, Mauftre Co< ftanzó , r unifm'ofiglio, E nella descrizione deJ Mtóaiei il fuddetto Amore tace il Sole ammantato di rollo * la Luna di turchino, e varj animali » erbette , e fiorij omette pùise tà refurrezione de* corpi , il -premio-de? giuiti, le pene'Al dannati ,ie tace altresì i Mufàtói-fo* pia e fotte le logge , e neli* Arcovdeìlà Tribuna>ove fa. me.effigiati Profeti , e moki Santi§z i primi aventi car- telli con motti della Sacra Scrittura, ed i fecondi il lor nome wft ' a e « ; vyjs o-t^nH^rr *; fo*« rso-j i->^.s << |
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ART* G O L O IV.
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fiala .ori ce
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© Reliquie di Santi principali > che ^àdd*
rano nella Chiefa di 5. Giovanni , fonò molte , e ragguardevoliflime ; Quindi io iono d* avvifo , che non folo a motivo di nolira divozione , ma altresì per V udléS llella Storia Fiorentina, indifpenfabil cofa fia il fare qui un breve ragionamento delle principalim*me. E però facendo^ mi dal luogo, dove fi confervano còsi infigniTefori , dirò primieramente, che non fono fiate fèmpre nello fteflftypoftd*; poiché giurìa i libri dell*Arre, ed una relazione di Ora- zio Berindelli Proporlo di San Giovanni feruta-nel 15 $£. In antico (lavano fotte l'Aitar maggiore, e forfè fottò fi Còro an&co1 ) che per l'altezza fua di dieci fcalini, pru- dentemente congettura il foprallodato Sig. Nelli, che vi forfè una Génfeffione > donde furono cavate per ia piena d' Arno del X557. *a cjuate empì di fango parecchi di qùe* Sacri Vafì , e per tal cagione fatto un Tabernaco- lo alla parete l'opra la Fonte del Battistero piccolo, ivi Spi' J »■■ ' . ■■ III»
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MÌ»;
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furono collocate, ed uhithamelit«-porriportate* aU/Ak
m nwgiore , dove dieti© asquetto in atto fi cufiodikono* r'JU'Ót principiando dal Legno del Ut Croce di Qesè Qt h lo, per non dir nulla d';alquao:ti : altri rninutj pmtté della medefima in varj Reliquiari, ne confideremmo il più rotabile, in: onor del quak trovo una deìu^razio- ne de* Confoli di.CaUmala, che dice,, iQ* di Febbraio „ del 1457. fi faccia una Croce d'argento da un eceeU „ lente Orafo nella, Chiefa di S. Giovanni per. il pez- ;« zó. del legfìo'delÙ Santa Croce ivi efiitente molto ;/"Métfm » e groflo y noti élfendo" ornato, cerne fi ri; „ chiede , perchè riandò in quella maniera, che^^è di „ prefente, non è manifefto a molti, e netfuno fa che „ cofa fia s fi comprino gioie per ornarlo , ;, E il Vena- tor Carlo Strozzi nella deferizione , che fece W S, Gio- vanni ,elTcndo in carica di Provveditore, ne fa parola co- sì „ Pezzo di U«;,no deUa Santa Croce largo più di due „ dita, e lungo pfu di tre a modo di Croce, con den- „ tro io fttlTo Sacro'legno intagliato Cnfto Croahilo „ per quello fi pu5 conofeere in que'tempi, che [Arte „ della Scultura era per terra , poiché appena fi C0- é, nofee, che cofa fia , etto ita in una Croce grande-. „ d* argento bem'flimo lavorata » e ricca di gemme „ pvla perchè il fumetto Senatore - Strozzi fcriiTe, che con Cilento fi feorgeva.,l'effigie di Crtfto , e troppo in com- pendio ne favellò , qui noi riferiremo fpm maria me me in volgar lingua la diligente > e voluminofa iftona , che in elegante latinità ne fa il fòpraliodato Signor Dot- tor Gori ne* fuoi Commentar) à> Cruce Domwca 9 dalla pag, 71. a 108,. I1L V altezza del preziofiilìmo Legno di ppeo palla
le 4. once d' un ?kà? antico Romano , di tre once è la larghezza, e di groiTezza in tutti i fuoi lati uguali è poco meno d'un' oncia ; viene thiufo da. alcune lamine-* dentate d' argento dorato , dalla parte poiteuore il Sa- tro Legno è puro., ed ignudo , apparendo chiaramente, che è tutro d'un pezzo" fenza commeflure rè pure nel- la traverfa ; la Cultodia è di criftaìlo intorno intorno |
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fermato dn un vago ìcefchio d* argento ingioiellat ò , liei
quale incifi fcorgonfi i miiterj della Divina Paflìone , con alcune tefte di Angioli di rilievo , leggendoli in un- Cartellino le feguenti lettere : *^ CRVX DE UGNÒ CRVCIS
' Bt DE VESTE CHRISTI. e altra Iscrizione avvi di dietro , dalle cui parole ven«
ghiaino in cognizione di un Benefattore, che di poi rin. novo sì ricco j e vago Reliquiario, e dice : VIRO DOLORVM 1ESV CHRISTO
FOELIX MONSACCHIVS HVIVS ECCLESIAE
PRAEPOSITVS
IN PERENNE SVMMI CVLTVS
MONIMENTVM
yu/ a ) t D. P. ANNO SA1VTIS MDGGII.
Il più ammirabile però , che in quello Reliquiario è
da ■• notar fi con qualche ftupore , fi è che nello ftelTo Sacro Legno di rilievo , benché di maniera goffa, vederi fcolpita l'Immagine di Culto Crocififlb con quattro chio- di, quafi del tutto ignudo, con mitra in capo, e di età piuteoito giovanile, che fembra vivo. Quello teforo ere- deli donato a* fiorentini da Carlo Magno per la forte congettura d* un' Iscrizione Gotica, che per altro ha_. qualche errore altrove da noi notato , riguardante la venuta a Firenze del detto Carlo, ed altre azioni di quel Re, e quella ifcrizione fi crede copia d* altra più an- tica fcolpita in vafo di bronzo, riportata dal fuddetto Signor Gori alla pag. 90. del fuo Commentano come appreflo ; |
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,^k% V> v^N'.'HÒd AENE©,-''V'/Ì:lE^EST'fbE*.'VEUÒ'ÌlGHO-'.v^-^ .,€
,3 SANCTISSIMaE CRVCIS IN FORMA CRVClflXI' V y,
-ET DE PROPRI SS VESTI MENTIS-DnT.NRI» *>4j JR ::
t ? * . u ioigv XPT QVAE OMNIA^HYIC ORKTO^IO-1''^"
ffi 4 od > DONAVIT KAROIVS MAGNVS INCLYTV5 >• v ?; *t
REX ARANCIAE , ET HIC POSiTA'KVERVNT
PER -MAWVM REVERENDISSIMI ' ARCÌÌÌEfT
* TVRPINI QVÀNDO IDEM REX REHEDIFICAVIT HAHC LNCLYTAM GIViTATEM DGCCVv * IV. Seguono le Reliquie del Santo< Precursóre , che
fono , un Dito , il nodo d'altro Dito, un ®iTq del Gol- Io j e là MafcelSa finiitra con un mezzo Dente 5 delle qua* li parla il Migliore alla pag. 103. come fegue », Sópra al j, precitato Fonte in un Tabernacolo affido al muro fo* „ no molte Reliquie infigni , cioè ri Dito indice di San » Gio. Batifta , con iì quale inoltrando Crifto al Popò- » lo diffe , Ecce Agnus bei -} e per tale (1 legge nelle Ri- V»' forrrfagiom fono l'anno 1420* in occafione disordinare }> il fodisfare le fpefe di Cera, e Drappelloni , fatte nel l> ^condurlo procelTionalmente quivi dal ''MonaIte re* degli «Angioli, dkendovrtl c^uella elfere (rata una Reliquia i> donata alla Repubblica da Baldaffar Coffa Cardinale-^ h\ gik Papa* Noi nom fappiamo , dandofi luogo alla £e> S» de j che-ha in fé quella. Scrittura > come polTa ;eHef ^ véro, che ì* iftelTo Dito indice ira anche, al dilr d4Ì 5, Sanfovino, in Venezia in una Chiefa di S. Marcorfc» •^portatovi da Sebaite Fanno iro^,; IL* autentica del ir kftro è amica , deriva da un Papa , ed è per detto » d* una Repubblica , che vuol dir voce è* un- Popolo 5> intiero ; vorremmo vedere , con quale Scrittura amen* HyHvàa poffa dir egli coftantemente ,quelloeffer tale. Ven- ^V*ne inoltre peronor ài quella Reliquia ordinato nel 144^5. 'iì un* offerta [bienne coli' intervento della ? Signoria-, e djff ;> Magistrati nel giorno della. Decollazione,- le. paiole a mede per efordio del Decreto moftrano lo zelo de* ^Fiorentini di onorare al poflìbile quefto loro gran Pto- i> tettoie ; Certuni e fi quod JÌ alimi SanBo feri debet ut |
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javi
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„ honor wftìficm' dFffòfuh tHwrttotùm fatteti Met gh-
)» riojìffimo P atri arche $., lo-annì JBaff»: grecijwo ifrotctio-
ti ri buius ?Qpàk .i) :Wjià-t t? P Q$q 4' jjn ! a 1 li o Dito del
m medefimjO^Bto,e ne parìa5* Ammìmndi'irìoria, con
„ dire io(po«alTc.atFfr«n^ *m .xe^DO Nobile.>: che l'avea
„ ricevuto 4a /nrnSoldato» umiliare, dell' Imperatore, li
,, Buoniofégni;Spiega il pome di coftui, in Pepo di Ar-
„ nolft? 4i M«tfVr £apo Rufpi Famiglia i antiche ma , di
,, cui non.reiìaiahra memoria* le, non i* arme fu a nel li-
„ bro vecchio deir Armi . Evvi pure d' eflb Santo un
miQffotàvk-.Qìltobfa Maffoella fi*H$fa&e «parte d'un Den-
H $$ i è qu&Èe;M .pervennero * rettifica: il fuddextq, San*
♦ut© shìpU uria.nobile* Matrona>»oche erai ftata moglie^*
jb i>\Mù Ijioiienrìno.irato Cameriere di Qi0y^tjni Can*
§* racuzeno lojpfcrarore di Goftanrinòpoli > il quale fi
,i fe lecito di levarle dalla Camera Imperiale , quando
Mii^i&lvjanni Paleologo fu cacciatoi rdall* Impèrio *<$££%
,i U&jnàtta a jfarfi; Monaco , ed va ìcoììcjù fin» $he :>ViiCe al j*
£,vtìàrtc'.jdè' MflWatetttinjiflrcgnò provvièone dì- fioifini j5o,
*$iT:a?nnof,toptbqtM .CI $', 'éìh'Ó ri? til^qì si- 9-Tfiiafe.oì--;*c «
i iI">Vm Sin .qui l«b Migliore , ma efFendomi (0vy>imatp a
trovare delle fuddette Reliquie documenti aflàl belli,. ed
gitili, onde meglio illuiirare la Storia } mi fr conceda eli
•qui riferirgli .'E primieramentcì urea Ìa/Mafoella chiufa
già in una Cafiettaj di -ferri? v epofcra dal £2uc&jQo£in.9
il» nel i564, eolèocata in un gran vailo àd*: argento lavo*
rato maraviglioramerile da Pkio Gerjuzfci Orefice:* :no-
tar debbo ,.c4iepreffb i Goniòli dell* Arte eor*fer.<vafi una
•pregianiFima Scrittura , copiara dal Signor Proporto Go-
vn v fidici così i, Adì %6, di Gennaio 1427. Iefaf, Cbri*
„ :■&»* h t^sia;n.0to, ;e>manife|to a qualunque, Pexfona tve-
„ <ieik que#a ifcritra r come io prete Giovanni Paulo
j, Rettore di !S* dvjicheile Bifdomìni di .Firenze j f© ricor?-
'^ danza' di quéJìo vik quale fentj , et udj già più an-
4pm\ pailati della chiarezza , e cerrezza della Reliquia 1
,, e JLVÌaciella dej $S. Profeta Sanéto Calunni Battila,
„ in quello tempo,? che fu arreccata nella noftra ma-
\5 gni4ica Cwi& * .Efcudo ^o il di del de&Q Sanerò ,gq-
,^,,s hanm
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ixrvtì
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^TbaiMiji rpérmfpèttare^et?jv^ferÉr:fe dee?! Màcfelk ,la qua-,
,j le fi dovea moti rare in -itti pergamo 'in fur là Piaazacfd^ „ S.gohanni di Firenze* erftamdo con grande dkozio* h ne v e^veduta^e^rnofttata che ti fu per chi predicò dèt-s r>rima dì r>! et i&ktmè pdrfone;duè»iinmdo o sìij o nò di de*? whita ildiquia,, che poterle effer vera , piacque lai Signo- «oteidi chiarirne k dubitanza 4n quello moda .Cioè: the? » offendo in fu le ifchàlér, e fnarrna di noftra Cattedra- ,:j rie maggior Chiefa Fiorentina appreso* et allato a me ^uftaVenerabii Religiofo deli* Ordine de' Frati Hertmi- y4itzmzéft ■&,: Agoffiino xliUe lèi >ttiÌTai;crìtteJparole è Fio** ^reati'iai é Nòni è-Creatiwrffirad: Mdndo the .plhx di me_, «rpofifà v e fappi il certo ài quefta Maeiellalefler vera di >> SU gohanni * Impera io fono Cittadino Vtniziano y e: ti Nipote.di colui :era quella Sancta Reliquia $ e trovan- ti domi Religiofo nell'ordine > e abito che feno , ed io v» pure dubitando di quehYa Reliquia efifer sì :, o nò vera j «oEt avendo fefatkoicbe nella. Ciperi dihRoim al Munirle-, »;ko di S. SiLveièro ;era là téfL# ;dei>declo l Santo "v io pi?* %j girai ficurtà1 al imio; Zio > che «atei piàcerTe farmi taàtQ v, di grazia, che i&la portarli a J$©ma:,ìet;in fc^moj^f&Cti », que a Dio, che il mio Ziti rimale contento , et met- s, tendomi in cammino con grande confolazione giunto j,Jn Roma andai a S»«Silveftro^ et pregando di fingular: j, grazia la BadefìTa , et Monache di S* Silveftro^feeflbno t, tanto di grazia-\}' ths: io potéS adempirei il mio/defi- la derìo , ìe qualr fentendo et veggiehdo la MaeieUa mi '<h permifero, che accozzai <infieme la tetta', je fu Veduto jV èdù tutte ledette SuorèVe altre Creature,che la detta »y Macielk incattrava in detta ietta, tutte ftupehdofi quan^ « te fi trovavano a queftocectificamento, ed io ringra* Wsiaaid© Iddio dduant^ grazila J etì veertezza .mainata a j) Venezia confegnaiìk Mac iella -al Zia > dicendo quanto aerami ieguito in: Roma 5> qui £hì il Frate e ed il Pres- te feguita là fua Relazione cosi ,^Et eifendo la Donna 9, del detto Zio del Frate notìra Fiorentina , et avendo », fentita la chiarezza di detta Reliquia, mortogli il Mari* }> to, k donò alla Cappella di Sando gohanni di Fiien* |
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XLVin
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V> 2c , lodato fia Dio* sài tèi di ^Gennaio" del 11423» 'Io?
^ Prete Gohanni ò fatta la predetta Relazione J,j! »'l ¥1. Intorno poi ali*oliò del Collo y ed all'Arti-
colo d'un Dito del Santo, che fono-invali d; argen- to* con polizini in; cartapecora-jtehe fptegano lai quahV tà di dette ; due Reliquie v come veniflero a Firenze ^ ol-, tre il Ricordo nell' Archivio; delie fpefe. fatte pel lavo* ro de* Vafi » ;ne parla il Buoninfegni riferito da Giro* temo Gigli nel fuo Diario Parte 1. alla pag. 500. come: appretTo 5, Aggiungeremo noi un altro rifcontro indica- ,y toci dal Bqoninfegni. nella fya. Storia Fiorentina; &:£qm. }> 724* parlandoti dell*:acclatÌutcf:iniq'Uélla Città il i$$Ur $ ìf Offo del fecondo Dito della mano di S. Gio* Ba- & tifi a donato nel 1392. da Pepo di Arnaldo , e, dilTe 3y averlo avuto da un Cavaliere dell* Imperatore 3 e quella ù fu tutta l'autentica . Onde mancando appunto il det- ,0 to OrTb al nominato Diro della fagra mano del Pre- 51 eurfore Ldat&ci A& Piq .Il^^useiie due Reliquie. fervOf* ^f no J 4i prova ( V una l$£i iiS£lÉm| ef la ^Reliquia Sane» &im aggiunge .alla bBiiorentina tutta quella autentica :, „ che da prima ;non avfca ,: e può iaflicurare chictheflìa ,, nella credenza , che il Braccio , io diciamo ila deiira ù mano del Santo Precurfore » è quella veramente , e ,j folamente , che i SaneuV vtneiarm nella loro Bafiiica h maggio-re'?.. $tìfà «e tè ^i^-MnA 9&^-f&tebfe£l tk fettSKà R VIL Là più ragguardevole i>erò) Reliquia di S. Gio-
vanni in Fiiettzete il fuo Dito Indite, per tale-: vene* raro da vatj Pontifici ancora innanzi che , daBalda^Tar Colla folte donato alia Repubblica Fiorentina , la quale non guardò a fpefe per arricchirlo d' oro•+■ d'argento, e di gioie, come appare al libro della dmta Arte inti- tolatoReliquie * tiove fi ^e§ge ff.m^z'p A; Giovanni dei ,4 Chiaro Grafo {fi paghino? fior* 280. per i lavoti fatti „ al Reliquiario Idei Dito di - S. Gio: Bariiia donato, da „ Baldailar Coffa» ,| fu. poi trasferirò. Jn più vago; A <lj ricco Reliquiario dalla divozione del nobile Francefco Maria Sergiifi > come )dice 1* incifavi ifciizione : , fèt CHRI.
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XLIX-
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■t 5$làwl»*\lìh ' CHRISTI fRAECVRSORl j ; pft g ' Vit> t
PATRIAE TVTELAR1 • .jj | ,' j ■.■■;'<■; \) y <
» v ; ,V • iiC f RANCISCyS M, SERGRIFI PATR. ?t$£« .k? f ili Ito" . -tt$ >y-AE VENERATIONIS ['Òb-Vfo'ìu ■
i-4'U'^JÌ rir' ARGVMENTVM .... i -,.\,r tfì'stì'i il) *.
D. D. p. AN. SAJiVTJS MD,CUC, r f
Circa poi ali* autentica dimóftraitte la verità $i così fa*
ra Reliquia » ne abbiamo una dichiarazione della I^e». pubblica Fiorentina , che fi conferva in una vecchia cartapecora delP Arte de' Mercatanti 5 c-fae dice come.*, fegue j) Sia manifelto a chlune]ue leggerà la preffente^» ^•memoria , qualmente iin certo Patriarca diCpftan- ,ì ttinopoli per nome Filòteo do.nò^b^oinmo Pp,pte|ìe€> ,i Urbano V; la preziofìiTima Reliquia del: Sacro Indice. ,v-del Precurfore éì Culto Signor npftro Meger S. Gìo: jy Bautta Fanno di nóiha Salute .1363, Quello Pa.p$£ ,Vebbe iàiisi tanta venerazione la prefata;'Reliquia >; che 55 non mai fenza effa celebre la Santa Merla 5 ciò , che 5> praticarono ancora i di lui SucceiTori Gregorio ;JCI», 5? e Urbano VX nei quali pafsò , come per ius eredi- 5), tario quello facro te foro » fyla fi diede il cafo, che,nel $ tempo, che Urbano "VI. fratva aiTediato in Nocerada tt-<2$i'Io Re di Napoli circa l'anno 1386. fu da facrile-, M=ga mano rubata al Papa la fuddetta Reliquia,. Raldaflar & * Golia s che in quefto tempo ferviva il Papa Urbano jV-jin qualità di Gberic® èi Camera 5 fece ogni sforzo > i>> usò ogni arte per recuperarla 5 ed ebbe la forte di po- yi te ria redimere collo, sbotto di 8óey ducati d'oro , ÀÌ-, 5, funto poi al Pontificato il Coffa col nome di Giovan* iVÉà XXHJ. l'anno 1410. che di là a cinque anni fu j, pòi deporto nel Concilio di Coftanza 9 venne a Firen- ),: ze nel 1419. per riconofcere il vero , ed unico Pon* si tefice Martino:V> dal quale ad iflanza della, Repubblì» »rcà Fiorentina fu fatto Cardinale ve.Vefcovo Tufcula» 5, no.. Alquanti mefidopo morì il Coita} e fatto il fuo f telia- }>, mento per rogito di Ser Lorenzo di Paolo di G,ui« ?; do > fi ekfle la Sepoltura in S, Giovanni * e lafciò.in Tom, V, g dò* |
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„ dono a quefta CMefa te prefata Relìquia dell' Indice f
,, collocata iir un Vafo d- argènto dorato , che avea de- „ pofitata nel Mònàftero degliAngioli * Quando dagli E- j, fecutori del teftamento congegnata-a'Signori;,. in onore 3> di elfa fu ordinata una proceffìone adì 13* di Gennaio dei jj 14ÌO. con 1* intervento dì tutte le Religioni, e Clero, j, coli* Arcivefcovo, e con tutti i M agi Iterati ; In Saru si Giovanni la Signoriaiafeic* la predetta; Reliquia nelle? 5) mani de* Confoli dèli* Arte de' Mercatanti, che préfie- jj dona al governo di détta Chiefa , i quali iri quell'art* » no erano Francefcò Bardi} Antonio Canigiam , Nepo >* (degli Spini , e Tedaldo Tedaìdi . „ VIJL E fé la moltiplieità di Tette», di braccia* e. di
mani del Batilk tfa^lr Seritfori enunciate e in'Fìfancia*» é in Italia , ed altróve potrebbe facilmente indebolire, la venerazione al riòiìro Dito indice * co» una mia diilèrta- 2Ìoney che ftattìjteròin altra occanone) mi iuiingo- di li -, berare quella Reliquia dalle oppofìzioni. Intanto ter-- minerà il ragionamento con un breve Catalogo di mol- te altre Reliquie * che in quefta Bafiliea fi coufervano-4 ù Infigìie y e (ingoiar Reliquiario^ ove è la préziofa
Reliquia di S* Simeone Stilira, donata af Confali. de* Mercatanti da Madonna Nkcoletta di Merle r Antonie* Grióni Veneziana Vedova di Piero Torrigìani.. 1394. \i. Il Braccio del Santo Apoflòlo Filippo incaftrato in Un braccio dr argento al naturale, e nel mezzo di elfo Vi è la fig u ra del Santo int ag 1 rà ta ini affi in a d'a rge n io do- rato vtHho alla Greca ) e nella parte fuperiore del brac- cio déntro una falcia lèggevi Brgtchium $. -ÌPhUiffii Ap* Il Reliquiario è alto un braccio e 2. quinti 5 fi hanno au- tentici documenti nell'Arte , che fu donato a quella Chiefa dal Patriarca di Gerufalemme » che era un Monaco Fio- rentino de^Corbizì) e nella DilTertazionc dell' Indice da- remo anche di qùefto bràccio la vera Iltoria • 3. Olio del Cranio di S. Mercurio chiulo in uno Sca-
tolirìo di argento con pblizzino fcritto d'inchiostro an- tico : 'S'anÒi Mercutii, parole, che li kggono in due altri luoghi del medeflmo Reliquiario. : 4. Co-
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4. Coftola di San Teodoro Màrtire : Cjusflq Hjeliquia-,
xio viene rigirato da lettere Greche , e vi fono maglict- te d'argento, ficcome tutta la cuftpd.ia è d'argento. ; 5. Un pezzo di Cranio d'uno dei 3avnti 40. Martiri
con lettere Greche dentro fcritte a penna , e fopra nell* argento incifa cartella , che dice Quadraginta Martyrum . (5. Cranio , e Tibia di S. PantaJeone : questa è lun-
ga otto dita involta in un pezzo di broccato d'ofo fi- gurato , e legata in argento rabescato , con fottp sefo- pra quefte lettere in Greco Reliquie 8anEli fantaleonis « L'oj]b del Cranio è involto in una borfa, che apparifee bagnata,, ed inzuppata di fangue , e l'opra in lamina di argento la figura de] Santo intagliatavi , che colla deftra benedice , e tiene nella finir!:ra un volume chiù- fo , e intorno .alla tfiita in cifre ; JLetfgw JS.V.avtaho*' nif • \\ ■•;.-'. u'i.. i -.■-■ ' ■...
7. Una Goftola di S. Barbara Vergine , e Martire^
con fua cartella legatavi {opra , che dice ;Santte Bar* har.e . . .. "■. | fluì; li .'>;■'. -ni ■!;"i,..;!;;, ;i^ "„/., !8. %Jn pe^zo «di pietra èi quelle,.che colpirono S. Sttf-
fano di figura triangolare nericcia , edifcrizion&Gfeca,e Latina*- •.•'. I . ncjo ^ "■•:;« . .' .u.:j ùb 'à;\it $ q. in un Tabernacolo 4*argento molto bello., lavora*
to da Paolo di Giovanni Sogìiani Orefice , Ci conferva con gran venerazione un Reliquiario d'oro maflkciq fatto in forma di libriccino, il quale--ferrandoti fi ridu- ce in poco volume, e ikndo aperto , slargafì circa mez- zo braccio , #lto un fettimp di braccio . Sono nel mezf zo di quefto libretto pezsi minuti degl' iitrumenti -del- la paffio ne di Grillo , ciafeun dJ elfi dentro un intaglio, che rapprefenta il miiìero proprio di -quella Reliquia » ed intorno alla parte di mezzo vi fono otto grolle-» perle con féi balafci , nelle parti laterali fono Reliquie di molti Santi , e di dietro un' Ifcrizione Frantele di fmalro .dicendo : fyefio jHbro,,fuJi,CArh F". $<? di Frati* da', il quale vi è dipinto 'inficine con la, moglie al natu- rale inginocchioni avanti ad un Crocifìtto,,Carlo lo do- nò a Luigi fuo Fratello Duca d' Angiò , poi venne in -Uh g i ' ma-
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in
mano di Piero de* MediVf figlio dei Magnifico Lorenzo,
ed eflendo egli nel 1494. itato cacciato di Firenze , ri Reliquiario venne in mano de* Sindachi dell' entrate^ de* Medici efuli , i quali lo diedero al Cardinale di* Sie- na Francefco Piccolomini r che fu poi Pio III. in eiiin- zione di credito , che elio avea con Piero , e nel 1495. il Cardinale Io diede per fiorini d* oro 200. a* Confoli de* Mercatanti , i quali gli fecero fare il ricco Tabernacolo , e lo donarono alla Chiefa di S. Giovanni. io. Offa dt S. Iacopo Apoltolo, e di S. Aleffio -> del-
le quali parla Niccolo Liborio Verzoni ne* fuoi Diarj così „ Adì 15. d'Aprile del 1354. vennero a Firenze 5> da Roma Reliquie Intigni de' SS. Iacopo Ap. e di ,V Si' Aleffio per mezanità di un Frate di Valombrofa , file quali furono ricevute con folennkà di proceflìo- 5, ne , e furono ripofte nelP Altare di S. Giovanni ,> e di quelle ne fa pure ricordo nel fuo Pi io-ri fta il Petri- buoni » 11. Alcuni involti di Reliquie fpar/1 ne* Reliquiari pre-
detti , come uno dì drappo cremi fi di figura lunga ot- to dita con polizino ì Relifuine SanBòrttm p altro lungo cinque dita con cartellino come fopra . Due involti cu- citi irifìeme di drappo ro(To ufato , e altro pure di drap- po rollo fenza cartella , quattro altri di feta legati con cordelline aventi fimile Iscrizione Reliquiae Sanclorum ; evàrie borfette unite infieme affai grandette. Crederi che tutte le fuddette Reliquie inclufe in quelli involti, e_» borfe , fieno porzione di quelle , che il Proporlo Orazio Berindelli dice mi una Tua memoria autentica , e fot- tofcritta dal Vicario dell' Arcivefcovo, Antonio Benivie- ni il dì i&. dì Marzo del 1595. di aver trovato nella Stanza; dell'Opera detta degli Argenti in lana Caffa di jpìortibo tutte infangate, e; ricoperte5 di belletta dalla piena del 1557, che coprì l'Altare in S. Giovanni , te ruppe i criitalli a varj Reliquiari , che Alavano fotto il detto Altare, ->■■' l- S . AR-"
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A R T I C O LO V.
Ra le Fette, che k Città di Firenze ha ti-
fato celebrare nella Bafilica di San Giovan- ni , o fi voglia per le intigni vittorie ri- portate dalle fue Armate , o per le paGÌ vantaggiofe conclufe co* fuoi Nemici , o per altri lieti accidenti^ due furono quelle , che qui- vi fcmpremai hanno rifeoflb maraviglia , cioè lo fplen- dido apparato- > col quale fi felteggia ogni anno il gior- no di San Giovanni} e la magnifica onoranza ,-con cui fui Fonte Batfeftmale dalla Repubblica Fiorentina crea- vate Cavaliere alcuno de' meritevoli fuoi Cittadini , e talvolta ancora de* Foreitieri . Quindi- io difpenfando- mi dal ragionare delle moltipliei folennità* quivi fatte » e rammentate dagli Storiografi noftri in occafrone di felici avvenimenti alla Citta , e allo Stato , abbraccerò in queft* ultimo Articolo la fola detenzione delle due fopraddette Fefte, dalle quali potrà il Leggitore arguì* re il merito grande di qtieita Chiefa . II. E facendomi dalla prima , vale a dire dal gior*
no 24. di Giugno, il più lieto-, e lieto di tutto l'an- no in Firenze per la memoria della Natività del Bari- ila, noterò primieramente, che parecchi fono le relazio- ni lafciateci irt ifcrittura , ed in iftampa da' noftrì an- tichi , che ne ferrifero con fincero, e femplice ftile, come quella di Goro Dati, che fi legge nella fua Sto- ria darà alle ftampe nel 1735. dal Signor Domenico Ma» ria Mènni , che l'ha illustrata con pregevoli correzio* ni , e quella di Giorgio Vafari nelle Vite da lui fcrit- te de* Pittori , e (rampate nel 1568. fìccome quella di Lodovico Antonio Giamboni nel fuo Diario Sacro , e di Leopoldo del Migliore nella fua Firenze ìiluttrata j Né mancano Codici fcritti a penna, che ancora minutamente riferifeonb le più belle circostanze di sì nobile, folen- nità , e per fino i Foreftieri ne hanno parlato ne' lo- to libri > ed eziandio i Greci, i quali nella dimora, che * . fé- |
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fecero in Firenze nel tempo del Concilio } ebbero co-
modo di oiìervare con iftupore ]e rnaravigliofe inven- zioni ài Macchine trovare da* Fiorentini in onore di San Giovanni,, è notar mi gioì/a^ comeuna diqueftegreche rela- zioni trovafi ne* Codici Oreci, e Latini modernamente stampati in Turino . Ma eiTendomi io avvenuto a trovare .una defcrizione éi quefta Fefta nella Storia manofcrit- ta di Piero Monajdi, confettata originale nella Libreria ài Palazzo de* Granduchi , alle fopraccennate mi piace ,di preferire quejia , appunto perchè inejdita j ,ed accioc- ché meglio da jciafcuno il pollano intendere i varj vo- caboli delle macchine , ,che vi fi nominano , y' arrogerò la fpiegazione , che di ,eiTe fece l'eccellente Architetto, jl ,quale fu il foprallodato -Giorgio Vaiali , che ne fcrirTe nella yira del Cecca Ingegner ^Fiorentino nella parte 2. .delle predette Vite de' Pittori alla pag. 441, e feguenti. E principiando ,dal Mona Idi , q$$ riporto in pxtenjam \e fne parole. ,, Ufayano gli tioitri AnteceflTorì molto più di dili-
„ genza di ;quello , che -fi faccia nel prefcnte fecolo 5 ,> ( fioriva ..quello Scrittore nel 15.80.) di far grandif- „ fimi sforzi .nella celebrazione della Fetta 5 e folennità ,, xlel noftro gran protettore ,. Concioiiìachè per calen- ,, de eli Maggio d due meiì avanti , tutti i Fiorentini ,j cominciavano a mettere a ordine , fi e come di ador- „ mtnenti , di gioie , 4e ^i ivettimenti fontuofi > così di jt verte , palj > pennoni, e ttendardi} che eiafeheduna ,, Xerr(a foggetra dovea per cenfo Cerj , ed altre cofe3 „ le quali fi debbono pòi offerire al Tempio di S, Gio. ,, vanni; oltre invitare Signori} e Gentiluomini di To- jj fcana per detta Fetta* procacciarfi ne i bjfogni di con- >, viti 5 e finalmente tutta la Città fi vedea in facceli- 55 de per detto appiuecchiamento di tanta folennità , e 5, così ne'giorni feftivi , due meiì avanti } come det- sj to abbiamo 5 tutti li Cittadini pieni di .letizia » e di »5> allegrezza facevano pubblici giuochi, e felle di gio» 3, ir re 5 trionfi, carri > conviti , oltre balli > caini , e s, fuoni celle piazze coperte di fuori di paramenti con » più
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,, più altri divertì , e leggiadri coftumi : dove final-
„ mente giunti alla vigilia di' tanta Solennità 3 la mat- „ una di buon ora tutte le Arti » e Botteghe faceano „ mo ira fuori alle pareti de* fi ti loro di tutte le ricche „ cofe , ornamenti, gioie> drappi d' oro , e di feta , ori „ et argenti , vai, pitture, intagli appartenenti a fatti 3) d' arme ; dopoi circa ali* ora di terza fi faceva mara- ,, vigliofa proceflìoné dr tutto il Clero , Frati> Monaci ù con molte Reliquie di Santi , dove fr vede maravU *, 'gliela ricchezza di adornamenti, di paramenti, di ve» j, Ili droro, o di feta, dove fono più di- 50.- Compa- „ gnie di Secolari, ciafeheduna innanzi alle Regole ; Do- „ ve fi ragunano , quefte fanno molte rapprefentazioni , >ve- carri trionfali con varj lirumenti così proceffto* ,y nalmente di Angioli, e di Sanila »; ,, Poi dopo defiliate fi ragunavano tu'tt* i Cittadini» r> ciafeheduno fatto il- fuo Gonfalone andando così a ivdué a due innanzi ar più vecchi , è' reputati, e così „ precedevano più Giovani veftiti riccamente con tor- „ chj in mano, andando ad offerire al Tempio di San « Giovanni y e ciafehedun Gonfalone , li quali erano 16. ,, Bandiere, haveva innanzi varj ftrumenti con varie» „ rapprefentazioni i Le vie ,■ dove paiTavano , erano tut- \ 1, te adorne di paramenti non fola le par ieri' } quanto ,, di fopra , e luoghi da federe , la terra fiorita tutta.. ;, donde parlavano , è le tende fi vedeano di drappi , j, di zendadi, vedeanfi le irrade piene v ficcarne tutti i 5, Casamenti, di Donne, Giovani, e Fanciulle veftue di ì, fera , et ornate dì gioie ; pietre preziofe , e perle* )> la qua! cofa durava di parlare fina al tramontai dei >j Sole . - ,, La mattina poi , feita di San Giovanni, fi vedeva
fr"u.utta la piazza de'Signori patata, e fiorita, che pa- i) reya cofa trionfale, magnifica , e maravigliofa , et in a detta Piazza vi erano più di cento Trionfi,^la maggior >, parte dorati , lignificati per divertì luoghi [oggetti alla n Città > che rendevano ubbidienza , et per guardia , et u loro adornamento vi erano Uomini armati a'cavallo» iH ti.. , ,, et |
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'Ù'-àt molti Giovani § che armeggiavano vefìiti di livrea >
)} coltre i pedoni armati, di lancia , <e dipalvefi; Donzel* & le , che ballavano dinanzi alla Signoria , et altri degni ,$ trattenimenti di ytój fteumenti , rnufiche, z melodie* ,S Apprelio intorno alla .Ringhiera di Palazzo v'era più „ di cento Stendardi nelle loro Arti , appiccato" nellfL». ,5 .gabbie di ferro , de* luoghi che danno tributo ai Fio- ,| xentini, parte de'quali erano di ve-liuto, e drappi di „ vaio-, e di feta , li quali -poco appreiTo erano portati 5J ad offerire al detto Tempio , portato ciafcheduno da „ *uno ,a cavallo j andando per ordine l'uno-, chiamato „ .dipoi l',altro , fendo coverto 1* Uomo , ficcarne il Ca- sa rvallo di drappo di feta , e zendadi ,, £t così fendo por» 33 -tati a detta Ghiefa , fono appiccati a tortio in detto ,, luogo y ficcarne iCeri, li quali fono cenfi de3 Suddi- ,i ki alla Città,, et? nel detto modo flavano per in- ,$ fino alla fegue.nt.£: Feria d3 un altro a,nno , che fi:;fa» ,, ,ceva fernpre di nuovo >• e {piccandoli i vecclii, il de- }, io ne faceva paramenti d} Altare , -e vefHmenti per si detta Ghiefa, inoltre veniva Ceri grandiiSmi accefi „ portati , jet offeriti .da'Contadini di varj luoghi del 5i ContadO;,. '-■■■< .'!'.,, ■ . ? > .{
• ,) La-prima.,Offerta -veniva fatta da*Capitani di Par*
w te Guelfa con tutti i Cavalieri » e Signori Forestieri, v,.-,€ dietro gjrandiflìmo numero de7 primi Cittadini collo 3, Stendardo di Farce, portato innanzi da un Giovane ^ .de'primi delia Città, coverto i$£mup$ col fuo palafre* „ nierp di jicchiiiinw drappi , et varj rifornenti attor*? v no ' Andava poi la .Signoria interne col Gonfaloniere 3, .di giuriizia > .e Collegi , Poteiìà » il Capitano, e con 35 quelli tutti gli Ufizj , e Magiara ti, feguendo dietro ,;, .gran moltitudine di Popolo » et molti Sergienti ar- ,, rinati , con tutti li pifferi, .et trombe ., fuoni,, et can^ 3, ti 3 che pareva un fuave luogo. Xornato poi%la Signo- ,,, ria in Palazzo } andavano ad offerta tutti i Corfieri 3, Venuti al Palio , dopo di loto i Mercanti Foreih'eri, », dj'poi molti Prigioni tratti jJalle carceri per honorem* j; dì §, Giovanni;» ,e,iìiia.l mente , la. moltitudine di Popo- ì „ j> lo |
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„ lo minuto. La Piazza di S. Giovanni fi vedea tutta
„ fiorita , parata, et di fopra coperta tutta di panni , et 5, di tele tutte dipinte co' gigli , e finalmente la fìra- „ da j che veniva dalla Chiefa verfo il pubblico pala- „ gio fi vedea tutta parata , con diverfc rapprefentazio- „ ni per detta ftrada di onefti fpettacoli. Dopo il de- si finare fendofi fatti per tutta la Città degni conviti» ,y e più apparecchi fontuofi , et banditi dalla Signoria j, per Forestieri, dando più ricchi afned , fi vedea dico „ per tutti i luoghi balli , canti , e fuoni con diverfc* », Fette , ma con tutta letizia , et ornamento , che pa- 55 reva un Paradifo * „ Detto poi Vefpro, fi ragunavano i Popoli nella con»
jj trada del Gorfo da un canto all'altro della Città, fen«- j, do tutta quella itrada per fpazio più di un miglio di „ lunghezza adorna , e fiorita j dove fi vedevano molti- tudine di Donne adorne di gioie, parlando in detta „ concrada fuoni , canti, e feite t infino che al fuono » di una campana fi moveva i Corrieri del Palio , che^* 5, veniva porto fopra un Carro trionfale di maraviglio- „ fa ricchezza di broccato d* oro , come di fopra di- i} cemmo , e nel giorno feguente di S. Lo fi faceva più „ altri trattenimenti , e nuovo Corfo , e così tre altri „ giorni dopo per diporto de' Cavalieri , e Gentiluo- „ mini , i quali venivano di tutta la Tofcana , e di „ molti luoghi di tutta Italia per vedere la bellezza^ « di quefta Fefta , dove fi vedeva tanta gente, che fa- j, rebbe cofa incredibile , che non avelli villo , e pote- j, re immaginarfela . „ HI. E qui finendo il Monaldi , riporteremo la illu».
(trazione , che delle macchine ufate nella medefima Fe- fta fece il Vafari al luogo citato , ed è come appreiTo ,, a E da queite poi venne in penfiero al medefimo
5, ( Cecca ) di fare le Nuvole, che andavano per la Cit- 5> tà a proceflione ogni anno la vigilia di S. Giovanni». ìì e 1*altre cofe , che belìiffime fi facevano. E ciò era À cura di coftui , per edere , come fi è detto , perfo- j> na , che ferviva jL pubblico . Hora dunque non farà « Tom. F. h w fé
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,j.rfe : noti *bene con quefta occafione; djrjè .alcunfr*?CQ(e ,,
,f*che in detta Fetta } e proceffione ù facevano'» aciiÒ },ine':pa{fi a* pò fieri memoria, effendofi hoggi per la. «'Maggior parte difmefle . Primieramente adunque la, „ Piazza di S. Giovanni fi copriva tutta di tele azzurre , 5) piene di gigli grandi fatti di tela gialla, e cucitivi fo-, „ pra . E nel mezzo erano in alcuni tondi, pur di tela ,. & e grandi braccia dieci l'Arme detl Popolo-,. e Gomu-, « ne di I Firenze, quella de' Capitani di .Paste Guelfa , et ,, altre •"* et intorno intorno negli eftremi del detto Cie- ,, lo , che tutta la Piazza, come che grandiflìma fia, ri- „ copriva , pendevano drappelloni pur di tela dipinti di, ,» varie ìmprefe , d'Armi * di Magiftrati , e d* Arti , e „ di molti Leoni , che fono una delle mfegne della Git- 5, tà , Quefto Cielo, o vero coperta così, fatta era alto „ da terra circa venti braccia, pofava fopra gagliardirF! ,, mi canapi attaccati a molti ferri, che ancor fi veg- ,, giono intórno al Tempio di San Giovanni nella Fac- 5, data di Santa Maria del Fiore, e nelle Cafe che fono „ per tutto intorno intorno alla detta piazza ; e fra ìì'ìW un canapo , e V altro erano funi , che Umilmente ,,foftenevano quel Cielo j che per tutto era in modo ar- ,1 mato , e particolarmente in (li gli eftremi, di canapi, „ di funi, e di foppanni, e fortezze di tela doppia, e ca- „ nevaccì , che non è poffibile immaginarfi meglio . E n che è più , era in modo , etv con tanta diligenza ac- „ comodata ogni cola, che ancora che molto fu fiero dal „-vento , che ni quel Itìpgo può affai d'ogni tempo, co? „ me sa ognuno, gonfiate e moiTe le vele-, non però „ ^potevano efTere follevate, né feonce in modo neiTuno . „ Erano queffe tende di cinque pezzi , perchè meglio fi ,, poteflìno maneggiare , ma porle fu;, tutte fi univano 5> infieme , e legavano, e cufeivano di maniera che pa- ,, reva un pezzo fplo. Tre pezzi coprivano la piazza , ,, et lo fpazìo, che è fra S. Giovanni , et Santa iMaria ,j del Fiore , et quello del mezzo hayeva a dirittura ,) delle porte principali detti tondi con V Arme del ,* Comune ; e gli altri due pezzi coprivano dalle ban- |
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LIX
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„ de > uno di verfo la Mifericordia , e 1* altro di ver*
,, (o la Canonica 3 et Opera di San Giovanni . Le Nu». ,f vole poi » che dr varie forti; fi.facevano dalle Com- „ pagnie con diverfe invenzioni v fi facevano general-, n niente à quefto modo. Si faceva un telaio quadro „ di tavole alto br. 2. in circa , che in fu le tette ha- ,, veva quattro gagliardi piedi fatti a ufo di trefpoli ,, da tavola, et incatenati a guifa di travaglio * Sópra. „* quello telaio erano in croce due tavole larghe brac* ,5 eia uno , che in mezzo riavevano una buca di mez% j, zo braccio , nella quale era uno Hììq alto , fopra ,, cui fi accomodava una Mandorla , dentro la quale > j, che era tutta coperta di bambagia , di cherubini 9 e^ ), di lumi, e altri ornamenti, era in un ferro attraver^ ,y lo polla 01 a federe, o ritta fecondo che altri voleva j:, una perfona, che rapprefentava quel Santo , il quale ,, principalmente da quella Compagnia > come proprio. ,, Avvocato , e Protettore fi honorava : O vero un Cvi- ,, fVo > una Madonna , un S. Giovanni , o altro, I pan- }, ni della qual figura coprivano il ferro in modo , che „ non fi vedeva. A quello medefìmo itile erano acco- ,, modatì ferri , che girando più baffi , e fotto la man- ,, dorla facevano quattro > o più o meno rami limili „ a quelli d' un Albero, che negli eftremi con fimi li „ ferri haveva per ciafeuno un piccolo fanciuilo ve- ,, ftito da Angiolo . E quelli , fecondo che volevano ± „ giravano in fui ferrò , dove pofavano i piedi , che era ,, gangherato:. E di così fatti Rami fi facevano talvol- ,, ta due , o tre ordini d'Angioli , o di Santi fecon- » do , che quello era , che s* haveva a rapprefentare . „ E tutta quella macchina, e lo itile , et i ferri, che „ talora faceva un giglio, talora un'albero, e^ fpeiTp; „ una nuvola } o altra cofa fìmile, fi copriva- di bam- ,, bagia , et come fi è detto di Cherubini, Serafini,. e£ „ Stelle d'oro, et altri cotali ornamenti, e dentro era- ,, no Facchini, o Villani , che la portavano fopra le_, >i fpalle , i quali fi mettevano inrorno intorno a quella »1 tavola, che noi abbiam chiamato telaio, nella quale <&.:«t hz „ era* |
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IX
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?, erano confìtti fotto> dove il pefo pofava fopra le fpalle
JV loro,guanciali di cuoio pieni o di piuma , o di bam- ,, bagia , o d* altra cofa firn ile , che acconfentifTe > e „ falle morbida . E tutti gì' ingegnile ile ialite , et al- 5, tre cofe erano coperte , come fi è detto di fopra, con 5, bambagia , che faceva bel vedere., e fi chiamavano tutte ,, quefte macchine Nuvole. Dietro venivano loro Cavalcate 9, d'Uomini-» e di Sergenti a piede in varie forti fecondo la „ ftoria, che fi rapprefentavaq nella maniera che oggi van- 3, no dietro a*carri, o altro che fi faccia in cambio delle j, dette nuvole j della maniera delle quali ne ho nel noftro 5, libro de'difegni alcune di mano del Cecca molto ben j, fatte > e ingegnofe veramente, e piene di belle confi- ,5 derazioni. I Giganti fimilmente , che in detta fetta „ andavano attorno, fi facevano a quello modo . Alcu- „ ni molto pratichi nell' andare in fu i trampoli , o ,v come fi dice altrove , in fu le zanche, ne facevano fa- j, re di quelli» che erano alti cinque, o fei braccia da „ terra , et fafciategli \ et acconcigli in modo con ma- >, fchere grandi , et altri abbigliamenti di panni ., o d* „ arme finte , che riavevano membra , et capo di Gì- „ gante , vi montavano fopra , e deliramente caminan- 5, do, parevano veramente Giganti. Havendo nondime- „ no innanzi uno , che fofteneva una picca , fopra^ ,, la quale con una mano fi appoggiava etfb Giganre, 9> ina per sì fatta guifa però che pareva , che quella „ picca foiTe una fua arme }. cioè o mazza , o lancia , j, o iun gran Dettaglio, come quello, che Morgante uv „ fava , fecondo i Poeti romanzi di portare . Et ficco- 3, me i Giganti, così fi facevano anco delle GigantefTe , 3i che certamente facevano un bello , et maravigliofo « vedere. I Spiritelli poi da quefti erano differenti, 3j perchè fenza havere altra? che la propria forma, an- 9V davano in fu i detti trampoli alti cinque , e fai brac- „ eia in modo , che parevano proprio (piriti} et quefti „ anco havevano innanzi uno , che con una picca gli ,, aiutava . Non parlerò d' alcuni Ceri , che fi dipigne- j» vano in varie famafie* ma goffi tanto > che hanno da- *.*'J f f« » tO
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LXI
,, to H nome ai dipintori plebei, onde fi dice alle ost-
ative pitture, fantocci da Ceri, perchè non mette con* ,, to , dirò bene , che al tempo del Cecca quelli furo- „ no in gran parte difmeflì , et in vece loro fatti i „ Carri , che Cimili a* trionfali fono hoggi in ufo. li „ primo de9 quali fu il Carro della Moneta , il quale fu „ condotto a quella perfezione, che hoggi fi vede; quan- ,, do ogni anno per detta Fefta è mandato fuori da* Mae- „ il ri , e Signori di Zecca con un S. Giovanni in cima* „ e molti altri Santi , et Angioli da baffo , e intorno ; „ rapprefentati da perfone vive . Fu deliberato , non è „ molto , che fé ne facefle per ciafeun Gattello , che „ offerifee Cero, uno , e ne furono fatti fino in dieci „ per onorare detta Fefla magnificamente , ma non fe- „ guitò per gli accidenti, che poco poi fopravvennero. „ Quel primo dunque della Zecca , fu per ordine dei ,, Cecca fatto da Domenico, Mario, e Giuliano del „ Tallo , che allora erano de* primi Maeflri di legname, ,, che in Fiorenza lavorafTeno di quadro , e d' intaglio,;. ,, Et in elfo fono da efler lodate aflar, oltre all'altre co» ,, fé , le ruote da baffo, che fi fchiodano per potere alle „ fvolte de i Canti girare queìi' Edifizio , e accomodarlo „ di maniera, che fcrolli meno che (la poffibile , et „ maflimamente per rifpetto dì coloro , che di Copra vi „ danno legati ec. „ IV. E di quefte Fefle così folenni in onore di San
Giovanni, quando principiale la decadenza, fé crediamo alle Ricordanze , ed a i Diarj fcritti a penna , fegui nel fecolo XVI. non mai però tanto che non ila anche di prefente la principale Colennità fra tutto Tanno in Fi- renze . Imperciocché fi mantiene il coftume delle prò- ceflìoni per i Quartieri della Città ne'4, giorni prece- denti la Fefta del Santo , e folenniflìma è la proceffio- rie della Vigilia, che viene defcritta dal Giamboni nel fuo Diario Sacro, dove dopo,aver annoverate 4. Con- fervatorj di Fanciulle , 4. di Fanciulli , undici Confra» ternite , 8. Regole di Frati , 7. di Monaci , ed il Cle- ro , djce come fegue „ Dopo vengono due Baldacchini , * 3) *0t»
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ixir
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„ fotto il primo v* è il Braccio > e la Mafcella di S. Gi-
„ rolamo , e fotto il fecondo v* è un Vafo di Ceneri s, di Sé Gio; Batiita con altre Reliquie , dopo il quale „ fegue il Magistrato dell'Arte della Lana ; dipoi viene il „ Clero di S» Giovanni , che fotto il terzo Baldaccbi- j, no porta il facrofanto Dito Indice del Precursore, „ accompagnato dalla Cappella de' Mufici $ dopo la „ quale fegue il Magi/irato de'Mercatanti , e dipoi ne >$ viene il Clero della Metropolitana con i Priori \ e_* s> Rettori delle Chiefe di Firenze , e Canonici ; e dopo ,> fotto il 4. Baldacchino viene Ja tefta del Padre San ;, Zanobi ec.,» Le pubbliche allegrezze principiano pu- re in quefto giorno fulla piazza dì Santa Maria Novel- la-, dove fi corre il Palio de' Cocchi , a fomiglianza degli antichi giuochi Olimpici, la notte fi fanno fuochi > e lu- minarie alla Cupola, Campanile della Metropolitana , e al ; Palazzo vecchio . La mattina Con gran pompa nella fuddetta Piazza al rnaeftofo Trono Imperiale fi prefta 1* omaggio da tutte le Città, Terre, Cartella , Marchefati, Contee , e luoghi al Granducato fottopofti , ed il gior- no fi corre da' Barbeii per lungo tratto dalla Porta al Prato, fino a quella alla Croce un ricchiflìmo Palio , ed in fegno di ampia franchigia fvolazza la Bandiera fui Campanile del Duomo , e Ita in capo del Leone di Piazza la Corona „ V, Per dire pòi alcunché dell'altro genere di Fe-
ite in San Giovanni , cioè delle cerimonie in antico ufate dalla Repubblica nel creare Cavalieri , conviene primieramente notare , che in varj tempi diverfe fono ftate le maniere praticate da i Fiorentini in fimili oc- cafioni : Talvolta da i Priori facevanfi i Cavalieri fulla Ringhiera di Piazza , come nel 1361. MeflTer Luca da Panzane, dai Ciompi fino a 40. ne furono fatti V anno j378, in Palazzo , ma non occorrendo impedimenti , il luogo folito in Firenze era la Chiefa di San Giovan- ni, dove trovo pure variate le*'cerimonie , le quali in antico etano affai più, e forfè non ifeevre da fuperftiv zioni ; Quindi due efempi qui ne riporto jj nel primo |
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LXHI
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de* quali fi ravvifcrà h* copia de* Riti Cavallerefchi , e
nel fecondo più fempìice apparirà la funzione . Il pri- mo trovafi all'anno 138S. nel qual anno fu data in_, S. Giovanni la Cavalleria a Giovanni, e Bandino Pan- ciatichi con molte cerimonie , e parole notate in un li- bro manofcritfo preiTo il Conte Lorenzo Magalotti 5 e ri- ferita da Tommafo Redi nel fuo Bacco in Tofcana al- la pag. j6q, 1388. Die 7.5. Aprili* 13 SS. prefentibusr Set' Domini co,
Ser §af$i | Fratre Georgio <tpc. x Domini fecerunt Sindicum ad Militiam Domini Iohan*
nìs de Tanciatichi* , é1 Bandini filli Guai ferii j poftea nominati Domini Bandirti , fa' ad omnia 3 & omnes aÙu*, & ceremonia* elegerunt Dominum Gabrielem Aymo de Ve* ne.tìt*^ Capitaneum fopuli, ^, . Die 1%. Aprili; 13JIS. Indizione XI. prefentibu* Aglu*.
nolfo D. Gualterotti } Nicolaio Nicolai } Laurenzio D* Talmerii , & Francisco Nerii Fioravanti* in Ecclefia S* Iohanni* ad cerimonia* feguetztef . 1. Caput j éf barbam fibi faciat fieri pulcriu*, quatti
prius ejfet > <& njoluit prò completo haberi per Dominum. C. hoc modo quod manti tetigit Barbam . . 1. Intret Baine um in fignum Ut ioni* peccati } & cuiuf*
libet vitii > & puritatis prout e fi puer , qui exit dc^ Baptifmate . Commifit quod fieret per Dominum Philippum de Magalotti* . D. Michelem de Medici* , & D. Thoma*. fium de Sacchetti* , & prò ei* balnsaretur } cb* fic balnea* tu* fuit • 1. Statim pò fi Baine um mtret leBum purum j $sf nonjunt.
iti fignum magne quieti*, quam qui* debet acquirere *vir* tute Militi e , i^f per Militiam . Mijfu* in leBum per pre- diti os Commijf. 4. Aliquantulutn in leElo firato exeat > & wefiiatur de
drappo albo y éf fernet in fignum nitiditati*, quam debet cuftodire Miles libere > & pure . De mandato Capitami in- dutus albo , ér fic ilio fero remanfit inter tértiam > éF quartam horam noBi* , 5. Induatur roba vermi Uà prò fanguine > quem mihs
de*
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IXIV
debet fendere prò fermilo Domini ìsioftri le fu Chrifti ,
et prò SanBa Mettefia . Die 26. diBi Menfis de mane in diBa Ecclefia prefentihus fupradiBis de mandato , et tom~ fniffionc Capitanei exutus eft , et indutus vermi Ho per diBvs Milites . 6. Calceatur ealigis brunis in fignum terre, quia omnee
fumus de terra , et in terram redihimus : FaBum eft de_, ealigis ni grò de ferico fucceffive per diBos tres Milites. 7. Surgat incontinenti } et cingatur una cìnBura alba
in fignum virginitatis , & puri tati s , quam miles debet infpicere , & multum procurare ne fedet corpus fuum . FaBum eft 5 àt cinxit eum Capitaneus, 8. De calcare aureo > five aurato in fignum prompti*
tudinis fervi ti i Mi ti tari s, àf per Mi li tiam requifiti, prò- ut volumus alios Milites effe ad noftram iuffìonem . Di- Ba die 26. fuper Arengheria faBum mandato ut fupra peT D. Vannem de Caftellanis 5 àt Micolaum Fagnozzi . 9. Cingatur enfis in fignum ■ fecuritatis contra Diabo-
lum : Et duo tallii fignificant diretturam, àt legalità' tem prò ut eft de fender e pauperem contra divi tem 5 àt de* hilem contra fortem : FaBum per Dominum Donatum de Acciaiuolis . XQ.Alba infida in capite in fignum, prout debet fa*
cere opera pura , àt bona ■> ita debet reddere animami puram , et bonam Domino Noftro . Omiffum fuit } quia non «rat infula . ! ii« Alapha prò memoria eius qui Militem fecit. Non
debet Miles aliquid villanum > vel turpe facere timore morti s ) vel carceri s;.. Quatuor generali a faci a t Mi lei. Frimo non fit in loco in quo falfum iu dicium de tur.
Secundo non de proditione traBare , et inde difcedere ^
nifi altas poffet refi-Bere . ^'- l'ertio j non ubi Dama ? 4fc/ Damigella exeonfilietur}
fed confulere reBe . Quarto ieiunarc die Veneris in memoriam Domini ISLo»
Jiri (S'è. nifi'valetudinif9 vel mandato fuperioris àtc. vel Sia iuBa caufa . } xDiflo die x6. Aprilis fa&us fuit Miles armatus diBns
D. loan*
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xxv
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J), loannes > poftea oh memofidm Tatris ii&ut Bandinuf
faBus futt Miles per C'agitanehm •> SMicum é*c. cai* ciatus Calcaribus per Dominum Robeffmm Fieri Lippi > $F Dominion Baldum de Catalanis, i& cìn&us Enfe per Do- mi num Pazzinwm de Strozzis , omnia in praefentia DD* & plurium aliorum Militum ? & popoli multi*udo maxi- ma fttit . ^ D. loannet promtfit y é?* turami? prò fé , & Dovnim
Bandino } ist promìfit quando effe* legittime etatis infra.* annum coram DD. ratificare , & inrare » VI. Il fecondo efempio meno antico > e meno ab-
bondante di circoftanze è accennato dalla Cronica di Buonaccorfo Pitti , e leggefi ancora riportato in parte da Iacopo Gsiddi nell' elogio della Famiglia Pitti a e. 146. dove trovafi Luca di Buonaccorfo Pitti fatto Ca* vaiiere in S. Giovanni nel 146$» adì 25. Dicembre | del qual onore ne parla altresì lf ifcrizione nel Caf« fone di marmo 9 dove eflb fu fepolto nella Ghiefa^ di S. Spirito , leggendovifi : EVCE PIOTO CIVI IN SVA CIVITATE MAGNA'
AVCTORITATE INSIGNI DEQ. REP. OPT. MERITO l.U AC DECRETO PVBUCO EQVESTRI DIGN1TATE DONATO. EILII PARENTI OPTIMO POS. VIX. AN. LXXVII. MENS. VIII. D. X. OBIIT ANNO SALVTIS lM t
MCCCCLXXII. #
VII. Or venendoli alla fopraccennata funzione de*
fcritta nello (frumento , che fi conferva alle Riforma- gioni ? e che una copia » diffe il Gaddi > averne in Cafa fua : cuius exemplum Domi habtmus pub. Tabellionis ma* ìiU firmaium. Ma non mi «{Tendo avvenuto a trovar nel' Originale , né la Copia y riporterò di éflo Strumento al* cuni pezzi raccolti da i manoferitti del Migliore 9 e fo- no i feguenti > che faranno di qualche lume per anda* re informati della foftanza*-: E in primo luogo viene la pubblicazione della Deliberazione fatta a tal proposto dalla Repubblica . .^ - x -v^ « v , - Tom. V. i in
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LXVI
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In Dei Nomine Àmen .An. Inc. D. Àfr £€.146%; M.
di&. 12. Certum èft qttod de pref. Menf. Dee. per Confi'. Ha opportuna Ci<vit. Fior. 23. die d. Menf. in Confi- na del Cento prò finali conclufione eum dignum pi uri* mumque conveniens fore cognofeeretur , ut fpetlabilis , & generofus';Ci<vìs- Lucas Bonacurfi de Titti! Ci<vis Mobi- li'Jjlmus Fior, qui de fua Republic a lene femper meritus fmt 5 éf queni-non■ folum egregia fuor um maiorum "sode- rai weriim etiam multiplices èìur rvirtutes clarifjìmum fé* cerunt , ali quo fingulan\ titillo., & honore illuftraretur, ac quam magna ipfe fuerit , ér fit erga Fatriam chari- tate■;., quamque fincera erga. Fopulum Fior, dedottone, be.~ ne<vplentia , è? amore y,ecvìàentihìis eiufdem ¥ apuli fignis demonfiraretnr yfroniifum- fnit imer cetera quod DD. Frior res} libertatis } & Fex. la fi. Popoli Fiorentini , ,&* due partès eorum poffent , è" eis liceret conjiituere aliquem Ciwem Fior, in Sindacum ad diBum Lucam equeftri di- gnitate condecorandum, &c. Ed il Sindaco leggeft neir Ammiraro a detto anno eileie^ftàto eletto Melfer Bei- nardo di Filippo Giugni. Al Zibaldone iv. del fuddetto Migliore ^avvi fakrav delazione di quella Cavalleria , ed un fu irto di tutta .ila-suddetta folen ne Fefta qui ri- ferirò, come trovati mezzo volgare,/e, mezzo latino : 5J 1463. Pafqua (di. Natale ,: radunati J Priori, e Gonfa- „ loniere.idi Qiuitizia; epì Podejtàn? ,e Capitano del Po- 9, polo Fiorentino coni tao Qiuidici, e Magiitrati nel- 3> la Ghie fa. di S. Giovambatifta , et udita la MeiTa can- ,^btata dal Reyv Artid. Fiorentino Me{§* .Francefcp Mi- 5, nerbetti 3 fet faliti fopra il palco parato fuper loco Fon* ^tium in medio,'Ecclefie ì fi pofero a federe 3 ftando rit- 5Ì! to Luca Pitti avanti al Gonfaloniere, che fece al det- ^,1:0 Luca ^wo\a.,ì fvidelieepgrayifftwo rornatiffimoque fer* temone militare*n dignitatem extollens yeaque d. Lucam ji oh egregia eius bénewerita erga Fewpv dignum indica- ci ium ab Excel fo fop* Fior, demonìira^vit > idemque_, i> ipfi Luce ejfìcatiffimif *verbis fuafit, ut buiufmodi Mili- ti taris Ordini$ pmnus<> eidem a_Fop* Fiorente donatum, n tantoque applaufu tiufd, Pop* expeBafum gmtanti ani* |
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LXVÌI
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5, mo fufcipere nielli , ad Omnip* Dei lauderà , fa gloriavi ,
$.;&• ad ìpfius Luce > unì^erfeque Fa'milie de Pittis , ac „f totius Reip. Fior, fplendorem , atqu'e decorem iste, e re- ,, fé umililììme grazie dal Pitti a* Priori, e al Gohfalo* „ niere, fi moflfe il Cavalier Bernardo di Filippo Giu- ,3 gni Sindaco per tal atto , che era (lato quivi ritto , „ creanjit , ist fecit Militem , & ad Militi e dignitatem ,, promo'vit Lucàm Bonacurfì de Vittis , eumdemque Mili- yitaribusinfigniis Enfe > fa Caharibus aureis de corali t ,y gli fperoni gli furono merli dai Cavalieri Carlo di Agno- jV lo Pandolfini , e Piero di Meffer Andrea de* Pazzi é- if lettivi chiamati a ciò fare dal medefimo Sindaco, 5v che gli cinfe la Spada ec* Il nuovo Cavaliere fguai- ,9 nò poi la fpada , dandola al Sindaco , e quelli la ,,}-dette al Gonfaloniere , il quale ritto tenendo la detta /i Spada inumano dille al Pitti quelle poche ornate pa- aVrole Vj Confegniàmo a Voi, Cavalier Luca 'Pitti ,quefta >i-Spada 5 àeciocchè coir armi difendiate quella Repùb- j, biica, che avete confermata col configli©,, Il Pitti riee- 5) vutalai Spada nuda , la rimife nel fodero , e pofeia j, giurò fui Vangelo di difendere cóntro tutti anche col >, proprio fanguela Repubblica , e cos'i fatto, da tutto il por- „ polo Domìnus Lucas appellatus efl. AElà fuerunt ptedi&a 3, ih abitate Fior, iti Ecclejta Sé Io. Bapt. prefentibuì „ fpetlabilibus\ ist genero fis Viri $ tacco demo loanne de Vóti* 3, tremolo Oratore tunc UluBriffimi D. Ducis Mediol.,'■'& j, Domino Boniperto de Bonipertis de Mo<varia tunc Potè- 3, flave Ciwtat. Fior, fa Domino Alex andrò de Alexan- „ dris de Saxoferrato Milite \ tunc Captiamo Popi GÌ* 3, *vitat< Fior, ist Domino F rancifcho Domini' Matthei de 3, Caftellanis Cinjehonor. Fiorì*àiy-Miiìte'.fj fa Excel le n-' ,, tifflmo Legum Doti. D. Benedi&o de Accoltis de Arc^ „ tio Ci've , ac Canee Ilario Fiorentino y fa- attis teBìbus $> ad predicla tvocatis ) habitis-i far.ogatisV*,V NI ^leb«» bo tacere il nome del Gonfalpniere di GiUitMà ,<lt€> fece la diceria al Pitti, il' quale fu AÌitbnió'Ridblfi i' §fc*poigli foffero fatte nella notte- avanti le cerimonie del-Bagnp\ del tetto ,« delle Vefti>-$'epver©4ireUe fuddette Ri- *.\i®a i 2 cor- |
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hXVÌJl
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cordanze non ne fanno menzione j o&Ùa Qronicà; però,
di Buonaccorfo Pitti fVdice così,, con ; tutte qu^ne^e-, w rimarne » e folennitk pregne dì regola ,, e co#^m^n7 mr)z& Qavallerefclie . 3, m ;- : >,••, ^ r«itrft#<tì - Vili. E già sbrigatomi dalle foprad dette .Feitej,-avrei
vaghezza di favellare d' una rerza non a tutti nota ^qua- le fu V effere -flato Dante coronato; Fmu fui md&fwo Batriftero di. S.. Giovanni;, quaiì 200. anni dapp la fea-^pr-r, te accaduta in Ravenna >. così fu'iyend'© feepjs©* Gaddi * elle ne r^dduce l'autorità di Jvlarfilipi Ficino ,; ed il F* Negri ne fcrifc come appiè Ilo >, E qua/1 foffe^o ft^nqaia, , o )? pentita Firenze della, fua durezza iver/ann ifuD.s):de.- „ gno Cittadino, non avendo veduto riaverla vivo,, né „ poterlo ricuperar morto?, , qwafi duetto anni dopo „ ilfuo, e%lÌQ con un. .publico.-.-Etefifé*.© «4^1 ;£ejpato ,* richiaman4olp;, ,|o retó^ì ali fua* fe$©<> Jq: abilitò a „ tutte le cariche, j ed, a tutti i, prmleg|} :£; per ucom.. ,> pimento della gratitudine ■,% e ricpncili^zipae/.ne fecp ?» coronace di, ben ^gnp, e .meritato alloro i] di lui ,,, capo $ ,,, Ed a cQsìiftraiprdinaria Funzione pare, » che. voieifè alluder Dante: ikiÌQsj Giua-nd^ dùfe .: sW ,. ***£?.? -.•;. ».-•;,« ■•.-v-.^ ^bgoo p.*n>lHl -Fante;. . i^-t sartie* rt
li -,i wrtM mi batrefrnp prenderò i{ Qq^Klip* c5 la^tQ ,a|>pMnt^ avvertì il fuddet|q M^lmJiteiìRSS nella
(mlederà Latici^& e ijalia4a, ,e:^,ya i<$ fcQfefó'éskSto mento ^iPi^^i^jrit^^N^^^^llrf^bh quaie^qu^ oIMNfo-fèig
rjpoiitiainQ aUwJii periodi, per meglio dUuclclar^ i|$|ibf.J t>iq-, e, folio, hfk&ww^: JF'l&tèptìi^yiqw 4X ^^:Ai.fiÀv^no dew Ima UantM\?fita ^ìg^m^^i/^yi^^m^f^^ %&% teJmiwo ), & m pntrtam vefiifu^Q , gè m$è0l& p^on^to,
^ngr0ulatur , ^atjcìnfàMs^ty e- xilio confiit utux s fore tempus:s quo pietas fypena^ impier^
igiejxtyfelìcite? te patrie redderet, atque inr excel fa Ba» ptifte lohannis-J^de fertis Apollinei $ eom#$re£. Mo,n fru^ Jlra auguriuw *vani docupre parente* » » • Hedie felicitati fyfftre applaudit Qeluw$, ipfumlu nòni ne *videtit i Fiorentini ) jufpicMe , a Cime?) payuwper fufpkit^ Celttm. Mfife, huuc ; J&We- dumMt X9rwa$w ftanite^ ypwdifiHt /«fW4: Mpnw* : unni*
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txix
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omnipotentis Olympi . Empyrei Celi fiamme nulli? ampli ut
njife , hodie mawfefte nobis corufcant coronato Danthi qratulabunde.....frofeBo fonus Vrophetarum , mufa*
rumque no<vem, nulli? alias auditus feculir > hodie palam
coronationi Danthis applaudii « SERIE DE'PROPOSTI DI SAN GIOVANNI.
14(55, Mefs. Ricciardo di Marco d* Anghiarir
1486. Mefs, Francefco di Niccolò da Firenze Priore di
S. Donnino a Brozzi * 1494. Mefs. Niccolò di Francefco Tofinghi *
1524. Mefs, Giovanni di Bernardo Cavalcanti Propofto*
della Chiefa di Sam min iato al Tedefco - 1531.. Mefs. Francefco di Tommafo Portinari .
1540, Mefs» Cofimo di Matteo Bartoli .
1575., Mefs. Curzio . , . . . Bartoli •
1577. Mefs. Gio. Batifta Confetti.
1591. Mefs. Orazio Berindelli da Pefcia »
1630. Mefs. Fridiano Tinolfi .
1654. Mefs. Lorenzo Vanni .
1674, Auditor Felice di Gio: Monfacchi •
1705. Gio. Batifta Salomon* da Caftiglion Fiorentino,
fino al 1727^ 1733. Dopo vacata la Prepofitura 6. anni, fu elètto Gio-
vanni dell* Auditor Gregorio Luci adì 8. di Mar» zo 1733. 1746. Dottore Antonfrancefco Gori , che in queft* an-
no 1757. adì 21, di Gennaio ci è tolto dalla morte con dispiacere univerfale de* Letterati , e di tut- to il Mondo j pieno della fama di un sì erudito Ecclefiaftico * |
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LXXI
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NOTA DELLE CHIESE
DESCRITTE IN QUESTO QUINTO TOMO .
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Ntroduzioke alla Chiefa di S. Giovanni. Pagina nr.
Articolo I. Antichità della medejìma Chiefa . iv.
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ARTICOLO IL Bellezza efteriore della medejìma.
Articolo III. Bellezza interiore,della medejìma*
Articolo IV. Reliquie ìnjìgni nella medejìma .
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XIV.
xxiv.
xnr. |
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Articolo V. Fejle folenni nella medejìma .
Lezione I. Dell' Injìgne Collegiata di S.Lorenzo*
Lezione II. Della medejìma .
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I.
io.
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9
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Lezione III. Della medejìma*
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22.
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n
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Lezione IV. Della medejìma .
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37-
ri |
44. ÓO,
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Lezione V. Della medejìma *
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Lezione VI. Della medejìma.
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vj**, Wi\:(j
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api
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> i\ A.
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Lezione VII. Della mede (ima. 8o.
Lezione Vili. Della Chiefa di S, Ghwanwnq hi \x
de1 FP. Gefniti . i©8.
Lezione IX. Della medejìma* 120.
: ;.\uw UC '•.!.<• K 3HOIS3J
Lezione X. £W/*z medejìma . 127. Lezione XL Della medejìma * * 144.
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Lezione XII. Della mede (ima *
Lezione XIII. CfoV/è ^//<* iWi d 5** <?rf//0
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150
167
Le*
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xxxn
Lezione XIV. De Ila Cbiefa > e Monaftero, detto
Regina Coeli , jaltrimenti Ai Chiarito v 174.
Lezione XV. Della medefima* 1S5.
Lezione XVI. Della medefima. ipp.
Lezione XVIJ. ZW/4 medefima. 211.
Lezione XVIII. £>?//# Cj&/>/tf , j? Monaftero delle
Monache di $f Miniato al Monte inoggi del %"■•• ...-...-■■^ ",,;; -;.-v , ... 2IP-
Lezione XIX. Della medefima . 228.
Lezione XX. Della Chiefa di $. Clemente delle
Monache Agostiniane. 239.
Lezione XXL A?//** medejima * 247.
Lezione XXIL Della medefima* 255.
Lezione XXIII. DV/ Monaftero di S. Agata 3
//ff/0 *# antico unitamente dì $. Agata j ih di S* Andrea di Bibbiena* , 26*. Lezione XXIV. !><?/ medefimo, 278.
Lezione XXV. Z>//rf Congrega Maggiore de*
Tre ti. 2S6.
Lezione XXVL Della medefimar. 293.
Iezione XXVII. LW/<? Siedale di 8, Gio: Ba-
tifta ? "fatto di Bonifazio* *' ■ 302.
LEZIONE XXVIII. £*/ medefimo,, %xi.
Lezione XXIX. !>*/ me defimo* 316.
Lezione XXX. Delio Spedale del Melania 329.
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NOTIZIE ISTORICHE
LLE CHIESE FIORENTINE
PARTE PRIMA
DEL §UA%TIE\E DI S. GIOVANNI.? |
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LEZIONE PRIMA.
DELL' 1KSICKE COLLEGIATA
DI SAN LORENZO
BETTA BASILICA AMBROSIANA.
U già da Francefco Bocchi aiìo-
rnigliata ad un cartello la Chie- fa, e Convento di Santa Croce, o fi voglia per la moltiplicità degli Edifìzi, o per V ampiezza della Piazza, o per la grandez- za del Tempio ; E confiderai dofi , che in San Lorenzo vi fono gli fteflì titoli , ed inoltre il pregiatiffimo vanto di una_. antichità di fopra a 1300. anni, al quale molte Cit- tà , e Caftella non arrivano, io penfo neir intraprendere di sì infìgne Collegiata la Storia , d' invitare il mio |
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Tom. V.
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Leg.
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if'wcQutfu dcstuvatu pfrr La Clw&fa cU S. ^(o^r-eri^o
& t<reqn-o orc-du-to di y/Hicfw ^sftig.&lo, e da cuti'.i cu tr(-a,f:f'a,c<lù> .
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Leggitore ad entrarvi come in un Gattello , che tale
lo ravviferemo dalla magnificenza della Chiefa , da i Chioftri , dalle Logge, dal Capitolo » dagli Orti, da gli Appartamenti , e da* Cimiteri , che tutto andremo qui defcrivendo ; né dubito, che falendofi alla fua fa- mofa Libreria, e da quella alla Cappella de*Princi- pi , un reale, non che femplice Cartello 1* appellere- mo . E dovendo io farmi dalla fondazione $ notar mi giova , che quanto di ella fiamo per dire , farà così autentico , quanto autorevoli ne fono gli Scritto- ri contemporanei , vale a dire un Sant' Ambrogio r e San Paolino 1* Amanuenfe dei Santo , e non il Vefcovo di Nola , come molti Autori per isbaglio lo hanno cre- duto . Del Santo Arcivefcovo avvi il Trattato De Vir- ginitate (rampato nel 4. tomo delle fue Opere , e da iui recitato in Firenze nel 393. e di Paolino? abbiamo la Vita del medefimo , di «gii Griffe, e mandò a_* Sant* Agoftino nel 41S. Sull'autorità adunque di così ragguardevoli {aggetti diremo , come nell* anno 3^0, o poco prima , una Matrona Fiorentina per nome Giu- liana divota di San Lorenzo , per la cui interceffione ella avea ottenuta la grazia di prole mafchile , edificò in onore di quefto Santo in Firenze una Chiefa , nella quale mifc pofcia in grado di Lettore il fuo figliuolo , e venuto Sant'Ambrogio a Firenze , da lui furono con- favate e mura , e Altari coli1 intervento de* Fiorenti* ni , de* quali non pochi erano in quel tempo anco- ra Gentili . E poiché ci fiamo dichiarati ài dare un ragguaglio corroborato dei documenti di contempora- nei , ed accreditati Scrittori, a motivo di prevenire al- quanti dubbj , ci faremo dal primo circa la Donna., detta Giuliana , e da Sant' Ambrogio chiamata Madre di tre Verginelle , e di un Figliuolo , e dal medefi- mo con lodi celebrata per avere ella innalzata la Chie- fa a San Lorenzo , ma che da alcuni* fi dubita, fé que- lla Matrona folle Fiorentina , fui fondamento di un' altra Giuliana di Bologna fondatrice di Chiefe in quel- la Citià : che tanto kggefi in un* iitorietta Bologne- fé |
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fé.-alquanto moderna. E però ad ifchìarire la verità,
fa d* uopo , che fi prenda in mano il trattato dei San- to Arcivefcovo di Milano , e toflo vi ravveremo* la divertita notevole tra le due Donne 5 benché unifor- mi nel nome.. II. Madre di tre fanciulle , e di un Figlio chia-
mato Lorenzo è riconofciuta da Sant* Ambrogio la no- {tra Giuliana , e lo Scrittor Bolognefe dà alla fua Giu- liana quattro figlie 5 e non fi nomina il Lorenzo . Que- lla fabbricò Chiefa, ma in che tempo ? eìTendo Ve- fcovo San Petronio , fegue a dire lo Storico , cioè cir- ca il 430. avvegnaché in quella Sede entrafle il detto Santo dopo San Felice ,irato Difcepólo di Sant'Ambro- gio, laddove la noftra Bafilica principiata fu da Giuliana circa il 390. e .reftò compita in maniera da poterli confacrare dal Santo Dottore nel 393. La noftra Fio- rentina .-appellati nel citato trattato, Donna di mediocri foilanze., quando nella Storia Bolognefe quella Giu- liana fi decanta affai ricca . Ma per non edere io ri- preso di gran lungiiezza in tal difputazione , tralafce- rò altre ragioni , e tanto più che ogni pei Tona inten- dente » e difcreta -potrà aifai meglio comprendere la dif- ferenza delle due Matrone , da quel che anderemo ra- gionando qui fotto . Non debbo però tacere 3 che la Giuliana lodata dal Santo Dottore , anche dai Santìf- mo Pontefice Benedetto XIV. apertamente Fiorentina » e non Bolognefe fi dice alla Parte 3, tit. 34, e leg. dell* eruditiilìmo fuo Trattato delle Annotazioni in Fefteu Domìnica , & S* Marine Virgiftis s edizione Romana. III. E venendo ora a Sant' Ambrogio Autore del*
la confacrazione , e del Sermone foprallodato , vedia- mo in primo luogo il motivo del fuo viaggio , o Avve- ro della fuga fua da Milano , che fu 1* improvvifa ribel- lione di Eugenio contra 1* Imperatore Teodofio feguita nel 392. e perchè quefto Tiranno avvicinava!! a gran giornate coir efercito a Milano , il Santo non volen* do pregiudicare alle cofe deli* Imperatore , fi rifolvè di non afpettar Eugenio , e però andolfene a Bolcw A 2 gna
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gna , lo che racconta San Paolino , come appreifo S
,, Partitoli adunque Ambrogio da Milano , dove Euge- s, nio fé ne veniva in fretta , fi trasferì a Bologna , e „ di quivi fé ne andò fino a Faenza , dove flato al- j, cuni giorni , invitato da' Fiorentini , fé ne andò in 5V Tofcana ,, e con quefte parole avendo noi anche il motivo della venuta del Santo Arcivefcovo a Firenze, dal niedefimo Paolino fentafi ora checofa faceffe quivi il San- to „ Nella medefima Città di Firenze cofiituì una Bafili- j, ca ) nella quale ripofe le Reliquie de* Santi Martiri Vi- ,) tale , ed Agricola , i corpi de* quali avea fcoperti jj nella Città di Bologna , e levati dal luogo, ove era- 3, no , che era fra* corpi de* Giudei ,, ed in che con- fiitetfero le dette Reliquie, non dichiarandolo Paolino, cerchiamolo nel Sermone del Santo , ove dice come_t fegue „ Quelli, che fono invitati ad alcun folenne con- „ vito , fé ne fogliono portar feco gli Apoforeti , e le j, Confezioni , e io che fono flato invitato al Corre- ,, do de* Bolognefi , ove fi è celebrata la traslazione 5, del Santo Martire , mi fon ferbato per voi quefti „ Confetti , ed Apoforeti pieni di fantità , e di grazia ,, fpirituale . Gli Apoforeti fogliono avere i trionfi de' i, Principi , e quefti anche , che io ho portato meco, fo- „ no trionfali , poiché le Palme de' Martiri fono trionfi j, di Crifto Principe noftro . E già il viaggio mio non 5) era per ora vedo qua indirizzato , ma e (Tendo fta- „ to richiedo , ed invitato da voi , mi è paruto bene „ arrecar meco , quel che per altri era apparecchiato} 5, per non vi comparire innanzi di poco pregio , ac- „ ciocché quel che pur in me fi trovafle di meno a 3, quel che vi eravate immaginati , fi ritrovi compiu- j, tamente nel Martire . 11 nome del Santo Martire è 33 Agricola , di cui era flato innanzi fervo Vitale , ora „ Conforte, e Compagno nel Martirio.... Vi ho a- „ dunque portato que* prefenti , ciò fono i trofei del- j> la Croce , la cui grazia molto bene voi conoscete „ nel fatto }> E che le dette Reliquie foiTero de i Chio- di y della. Croce : e del Sangue de' Martiri} fi conofee dal.
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dalle parole feguenti ,, Noi raccogliemmo i Chiodi dei
j, Martire ec. ,> e finalmente conchiude „ Ricevete-. „ quefti falutevoli prefenti , che ora fatto i facri Al- ,, tari fi ripongono „ Ma più apertamente verfo la fi- ne ci dimoftra la confacrazione da lui fatta , dicendo così „ Ora prego te , o Signore , che fopra quefta_, „ tua Cafa , fopra quefti Altari , che oggi fi confacra- j, no, fopra quefte pietre fpirituali in ciafcuna delle „ quali vi è facrato un fendibile , e vivo Tempio , tu j, buon Paftore fii quotidianamente pronto , ed inten- 3, to , e T orazione de' fervi tuoi , che in quefto luo- ,j go ti fi porgono , riceva in grado, e con la tua 3, divina pietà pienamente efaudifca . ,, IV. E però da tutti quefti luoghi, da cui per mag-.
giore intelligenza ho tradotte le parole in Italiano , noi raccolghiamo ì feguenti Articoli : i. La venuta di Sant' Ambrogio in Firenze nel 393. per T invito fattogli da' Fiorentini . 2. La Confacrazione della Chiefa di San Lorenzo fatta dal medefimo. 3. Che vi mettefife i Chio- di , la Croce , e il fangue de' Santi Martiri trovati in Bologna , ma non i loro Corpi , cofa per isbaglio cre- duta da parecchi Scrittori ; e finalmente che la Fon- datrice foflfe una Giuliana per le chiare chiariflìme pa- role del Santo ; che fono le feguenti „ Tale è dunque j, la Santa Vedova Giuliana, la quale ha preparato, ed j, offerto, a Dio quefto Tempio , che noi oggi confa» „ criamo ,, Né fi può dire , che Sant' Ambrogio potè un' altra volta dopo moki anni per quefto effetto ve- nire a Firenze , mentrechè il Santo , come dottamen- te dimoftra il Cardinal Baronio nella Vita di elfo Dot- tore, morì nell'anno 397, ohredichè efpreffamente con- tradirebbefi ai luoghi di fopra allegati. Ma ritornando a San Paolino , cofa prodigiofa fcrivefi da lui , cioè che dal Santo Arcivefcovo alloggiato in cafa di uru certo Fiorentino Criftiano detto Decente 9 alla prefen- 2a di San Sempliciano folle refufcitato il Fanciullo chia- striato Panfofio figliuolo di detto Decente. V. Che fé mai negli ftabiliti articoli defle noia ad
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alcuno il filenzio 5 che fi fa di San Zanobi Vefcovo
di Firenze , in tutto al fuddetto racconto , al qual Ve- fcovo pare '., che forfè dovuta appartenere la funzione di confacrare una Chiefa della fua Diocefi , noi polliamo agevolmente torre, a chi mai 1* a velie , un fornigliante fcrupolo ; pofeiachè fi deve fupporre , che San Zanobi permetterle a Sant'Ambrogio (come fi ufano fpeiTo tali onori , e cortefie verfo i Vefcovi foreilieri ) Feferci- tare in Cafa fua quell'atto , che regolarmente, e fecon- do i Canoni era fuo proprio Uiìzio . Ma quello , che a me leva ogni dubbio ., e credo, che farà il medefi- mo a ciafcun altro , fi è che Zanobi nel 393. non fof- fe ancora Vefcovo di Firenze , la qual cofa fi arguifce aliai probabilmente da San Paol ino , il quale non fa parola di quello Vefcovo in tutto il racconto della di- mora di Sant* Ambrogio in Firenze in detto anno, bensì poi ne fa menzione per altre occafioni dicendo „ ,, Nella Città di Firenze ove ora è Vefcovo un Sant* „ Uomo chiamato Zanobi „ e notifi la parola ora, che cade full* anno, in cui Paolino feri ile , che era il 41S. che io non faprei trovar cagione perchè non aveiTe do- vuto egli dire in queir età era allora , fé Zanobi fof- fé flato Vefcovo noitro nel 393. E per vero dire » fé ftiamo ad un ragionevole calcolo degli anni da Zano- bi fpefi in varj impieghi prima del Vefcovado } non indenteremo a fottoferiverci a tale opinione , per quan- to ardua polTa fembrare queila a molti prevenuti da alquanti documenti di pochi/fimo fondamento„ Con- cioflìachè eflerrdo egli nato da padri Gentili nel 343. come ferrile iì Padre Maeilro Fra Francefco Orlendi nella fua erudita Opera intitolata Orhis Smer , & Tro* fanuf Par. 2. Voi. 2. lib. 3. Cap. 35. ed avendo Zano- bi fatto un notabile profitto nelle feienze , lo fuppon- ghiamo Catecumeno, e battezzato nell* anno ventèlimo di fua età , e nel trigefimaqmnto per le fue virtù lo facciamo Arrìdiac©*!© , nel quale impiego acquiftò tal nome di fantùà , che Sant' Ambrogio nel paiTaggio, che egli fece per Firenze, andando a Roma nel 38o.oJn quel tor-
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torno, riconobbe in èflb, che le virtù di lui fuperavano
di gran lunga la fama fparfafi ; Onde il Santo Arcive- feovo rapprèfenrato avendo al Pontefice Damalo i meriti del noftro Arcidiacono, quefti fu chiamato a Roma dal Papa , che fecelo uno de'fette Diaconi di Santa Chie- fa, la qua! promozione veriftmilmente atTegniarno nell' anno quarantefimo di Zanobi ; e reftando di più a contarti i primi anni del fuo Diaconato prefifo i Pon- tefici , alcuni altri della legazione fua a Coftantinopoli , altri nell' efercizio di Diacono ,, che dipoi ritornato a Roma ripigliò , un anno in altra legazione Pontificia a'Fiorentini , crediamo, che tante commifTioni riferite dagli Scrittori di Tua Vita le* avranno tenuto occu- pato almena anni 12. e però facendolo Vefcovo nell' età fua di anni 52. ed a quefti unendo il 43. del fé- colo , in cui nacque , venghiamo ad avere il principio del fuo Vefcovado appunto nel 395, vale a dire due anni dopo la confacrazione di San Lorenzo, e non manca chi ancora più tardi pone relezione del Santo al Vefcovado. VI. E in tal guifa rimanendo ben corroborata^ la Storia della Fondazione di noftra Chiefa , ci rimar- rebbe da cercare , fé efifta peravventura alcun avan- zo di tant* antichità, giacché intorno al dileguo , alla pianta, e alla figura di detto Edilìzio , nulla polliamo dire , anzi confeflar è d' uopo , che eccettuato il fuo chiaro , e certiflimo principio , fiamo totalmente all' of- curo di ogni altra cofa fpettante a San Lorenzo fino al mille . Egli è però vero, che anni fono, nel votarli le fepolture de' poveri dette il Carnaio , trovoffi una-» antiebiffima lapida con quefti caratteri Romani : HIC REQVIESC1T IN PACE ANCILLA DEI IVLIANA
QVAE V1XIT.....ET...... Quella inoggi è prefTo gli Eredi del Senatore Buonar-
roti , ed è riferita da parecchi illuftrì Scrittori , come fcrive P erudito Signor Proporlo Gori al titolo Monu~ manta Veterum Chrìfiianorum pag. 349. ma niuno ita- |
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bilifce V che fìa di certo la Giuliana di Sant'Ami
brogio. ; VII. In mancanza adunque de* bramati , ma fmar*
liti monumenti di quell'antichità , io penfo per far eofa grata agli Eruditi , di qui riportare alquante co- le , che fi trovano riferite dagli Scrittori , che parla- no di que' tempi, e primieramente una memoria feruta da San Sempliciano, che fu Compagno ài Sant'Ambrogio in Firenze > la quale riguarda la Chiefa antica di San Lorenzo , ed altre particolarità della folenne confacra- zione , e l'abbiamo copiata come ella ita nella Li- breria Laurenziana al Pluteo xxvir. Cod. i. in carta- pecora > il cui titolo è Vitae SanBorum Tatrum > di ca- rattere del Secolo xin. fui fine della Vita di Sant'Eu- genio , e dice come fegue : Florentie in Bafilica Am- brojtana condidit D. Ambrofius Corpus Beati M. -pp* fui tiltariolo quod ipfemet confecra*vit in honore SanBorumu Martyrum Vi tal, & Agricole in -parte Orienti*, Corpus dico in Capfula lignea 5 qd Corpus magno labore ma* gmfque precibus a fummo Romano fontifice atquijìiiit • In eadem Bafilka iacet Tanfophius Panfophie filius in ingreffu Ecclejte etra meridiem quem Beatus abrojìus ibidem me aflante ( 5*. Sempliciano ) fufcita'vif ad cuius Caput repojìtus fuit lihellus quem UH Tat, Amhrojìus efcripjìt docens quom, <yiq)ere debuiffet . Sepulta e ibi €u fiìio Mater eiufdem Panfophi.... que Mulier cajla > <b* fed fuit. Deo gras Amen . - VllL Secondariamente viene il Corpo del Santo
Vefcovo Zanobi , che lafciò di eiTere in San Lorenzo feppelli-to ) come parlano tutte le noftre Iftorie , e., principalmente quelle 3 che ci deferivono la Traslazione dello fte/To Corpo alla Chiefa maggiore } ma in che tempo fofTe il «detto Corpo traslatato ? come fi chia- mafl'e la Chiefa > dove fi dice trasferito » e qual Andrea fofie de i due Vefcovi del medefirno nome , che pri- ma dei mille ebbe Firenze , fono tre punti affai diffi- cili, onde miglior configlio io ftimo , che fia 1' afpet- farne lo fchiarimcnro , che ceniffimamente avremo dal Si-
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Signor Dottore Giovanni Lami nella fua Iftoria della
Chieh Fiorentina da lui lavorata con fommo fìudio , e che già è fono il torchio, baftando a noi per ora il faperè , che nel quinto fecolo la Chiefa ài San Lo- renzo andava gloriofa di sì adorabile teforo . IX. Refta poi da rammentarli in ultimo luogo un*
Immagine antica di Maria Vergine dipinta full* affé, la quale per tradizione credefi effere fiata cariffìma a San Zanobi , ed inoggi è collocata alia venerazione in Sari Lorenzo nella Cappella vicina alla Sagreftia vecchia. Veramente a' periti Profeffori delia pittura pare duro a credere , che quella tavola fìa opera di tanti feco- li j riflettendo i medefimi 3 che 1* Arte loro con altre Scienze fi fpenfe , e andò per terra circa il fine dell' Imperio di Coftantino, e però prima del tempo, in cui vivea San Zanobi ; e poi quando non fi fapefle efferfi data quella difgrazia alle belle Arti, replicano, che alla ma- niera > colla quale fi vede colorita 1* Immagine , ella da fé dice a' riguardanti non effer deffa , né di tan- ta antichità . Ma alle fuddette obiezioni mi piace rifpondere con dire , che Immagini o bene, o mal dipinte j fempre ve ne fono Hate , e però quella, di cui ragionafi , effere (lata una di quelle goffamente per r accidente di que' tempi effigiata } e veiifimilmente^ da1 Greci donata a San Zanobi , e che guaita nei fé- coli pofteriori i Divoti la faceffero rifiorire . |
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Tom. V. B LE-
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DEI,LA CHIESA DI SAN LORENZO.
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t^^^O ho Tempre tenuto per cofa certa,
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che il trattare Morie , in muna gui-
fa meglio porTa fari! , che colla trac- cia ódìe cartapecore , fuppofto che^ elle fiano conrraiTegnate di que* carat- teri > e figilli che dagli Eruditi rico- -----_ nofciutr fono come chiare note di ve- rità, e fcevre d'inganni. Con quefta opinione fc ri- vendo io , lafcio ad altrui il giudicare , come di buon animo procedo ad illuftrare la Infigne Collegiata di San Lorenzo, dove efiire un Archivio fioritiffimo di carte vetuite , custodito con geìofia fino dagli antichi tempi , e alla vigilanza di un Canonico raccomanda- to,. Quivi adunque trovai! tra le più veturìe Scritture la Bolla di Niccolò II. diretta a Gifone Rettore di San Lorenzo t data in Firenze nd 105^. la quale , olire T effere la più antica Bolla riguardante la detta., Chitfa , ella è altresì pregistiflìma per varj titoli, for- tofcrirra effondo da tei Ve/covi, e tra e/ìì da San Pier Damiano così : Egè Yetrus Yeccator Mvwachur : il piom- bo f o fivvero figlilo è sì bello ; che non pofib difpen- farmf dal darne qui la detenzione , veggendofi in elfo San Pietro colla delira velata in atto di ricevere le Chia- vi ? che gli fon date da una mano , che efce da una nuvola corJa leggenda intorno : Tibi Tetre dabo Cla- ve* Regni CeL e nel rovefcìo avvi V Impronta della Città di Roma coli' ifcrizione * avrea roma ; ed in- torno le feguenti lettere ; nicholai pape secv^di , Il contenuto poi della Bolla , che riporteremo fui fine della Lezione , è un compierlo di forinole efprimenti, |
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II
e r amore del Pontefice a Firenze > e la pietà de' Fio-
rentini dimoft rata nella reftaurazione della Bafiiica di San Lorenzo ? che egli confacra , e come a fua Spofk lafciale per dote 1' entrate > beni, e pertinenze tutte^ di San Marco Vecchio , confermandole anche i beni » che già effa godeva . Né recar ci debbono maraviglia 1* efpreflìoni , e la generofità di quefto Pontefice, pò- feiachè fu egli quel Gherardo di Borgogna , o piutto- fto di Savoia flato Vefcovo di Firenze , che giufta i* Ammirato nel 1059. fu in Siena eletto Pontefice coi nome di Niccolò II. fenza aver voluto rinunziare ai Vefcovado di Firenze » dove fi mori nel 1061, fepolto in Santa Reparata ; e credefi, che folle il noftro Gherar- do quello > cui San Pier Damiano Legato Pontificio in Tofcana fece la correzione fopra il giuoco degli Scac- chi » del quale affai dilettavafi il Vefcovo , e che tofto fé ne emendò con farne pubblica penitenza > lavando ogni dì i piedi a dodici Poveri , come ci avvifa San Pier Damiano fteffo nel fuo Opufcolo de Eleemofyna ? e nella fua lettera a Papa Aleffandro II. II. Quando principiale quella Chiefa ad effere^
Collegiata , benché io non mi fia avvenuto a trovare V anno certo , fembrami però > che porla fiabilirfeno 1* epoca verfo il fecolo x. imperciocché nella Bolla del fopraliodato Pontefice appare chiaramente, che egli accrebbe V entrate appunto 9 perchè la Collegiata folle ben provveduta » come dalie parole Clericorum. fedulat» frequentationem ; e ancora con maggior chiarezza nelle feguenti ibidem Canonie? aggregato; Clerico? , efpreifio- ni indicanti > che antecedentemente vi follerò Cherici, e che le nuove grazie , che loro concede , fieno fat- te , acciocché potefier vivere collegialmente , anzi muo- vemi a crederla tale il titolo di Bafiiica » che nella medefima Bolla fi legge - Arrogerebbefi ancora a me- glio ciò confermare una Cartapecora preiTo il Capito- lo Fiorentino s ed è una Sentenza della Cornetta Bea- trice nel io5i. fopra una lite vertente inter Canonico! $• Ioannis > & Canonicos S* Laurentii de Jìhrentia per B 2 una
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una porzione del Camporegìo aggiudicata a* Canonici di
San Giovanni -, ficcome nel 1094. trovali una permuta di" terreni fatta tra le due fuddette Chiefe , ed appro- vata da Papa Urbano li. Belli/lime erano le antiche Coitituzioni di quella Collegiata 3 ma prima di favel- larne , piacemi qui di efaminare un dubbio , quai è , fé la Chiefa di San Lorenzo fia fiata ne'primi fuói tempi Sede Epifcopale » giacché pare , che porti a cre- derlo T illuftre j ed autorevole te/timonio di tre Sommi Pontefici, vale a dire di Celerino III. di Onorio 111". e di Giovanni XXII. i quali nelle loro Bolle eilltenri nell' Archivio , dicono della Chiefa di San Lorenzo Chte Caput Ecclefie fiorentine fuiJfe ^i de tur . Nondimeno) perchè io mi fon proporrò nel principio di queite^» Notizie Monche , di mettere innanzi ad ogni cofa la pura verità , dirò . {incerarciente , che io credo non vo- lerli dir altro nella fopraddetta forinola , fé non che San Lorenzo Ma' irata Chiefa primaria in Firenze, o il voglia per la confacrazione fattane da Sant'Ambro- gio , o per le prime Reliquie in efia collocate , o perchè fu la prima Bafilica di Firenze , ma non mai Sedia del Vefcovoyìo flvvero Duomo; , come fem- bra , che abbia ] voluto credere il celebre Canonico Francefco da Caliiglione nella fua Orazione recitata al Capitolo di San Lorenzo nei 1460. dicendo come fegue : quae Sedis Epifcopalis fuiffe ereditar» Anche la Chiefa di Sàn-Gibva-nni Laterano è chiamata Caput om- nium Ecelejtarnm^ e pure niuno mediocremente erudir tó nella Storia Eccleiìaiiica la. crederà elfere Hata la prima Chiefa , avvegnaché -prima di elfa vi fodero le Chiefe di Gerofolima , di Antiochia , e in tal guifa molte altre,. III. Or venendo alle Coftituziom , cinque eferctpla-
ri ne trovo coperti di alfe , e due di effi di carattere affai antico , oltre ad un groflb Volume contenente varie copie delle medefime , fcritte pure a mano ; E primieramente dir fi vuole che fono (tate approvate da parecchi Vefcovi t de i quali il primo fu Andrea de* Mo.
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Mozzi nel 1287, e ripetonfi altre approvazioni nel 1369,
da Piero Cor fi ni , e da Agnolo Ricafoli nei 1371. cola- la fottoferizione di Mefier Bartolo Poggi fuo Vica- rio , e fé per la condizione de* tempi convenne far- yì ° agg*ume » o difpenfe, quefte di mano in mano furono da' Vefcovi approvate per ben fei volte fino a Monfignor Arcivefcovo Antonio Altoviti col confenfo del Duca Cofimo . Né io credo, che farà difgradevole, fé alcuni Capitoli dì dette Coftituzioni accenneremo , maffimamentechè vi fi feorgono alcuni riti Ecclefiafti- ci andati in difufo univerfalmente ; come al capo xm. De Ohlationihus veggiamo , che fino all' anno 1369. durava il pio ufo di farfi alla MeflTa quelle antiche offerte di Pane , di Danaro , e di Vino , leggendoli che Pecunia , Panis , Vinum &C que iantur a Pidelibiis prò ohlatione in Mìjfa vadano in un cumulo pel man- tenimento di maggior numero di Cherici, ed il fimile al Cap. xxix. Chiatto Vani: , et Vini ètc. ante Tertiam, et in Vefperis , fi confegnino al Sacrifta per 1' ufo fud- detto , ripetendoti lo iteiTo in altri Articoli, riguardan- ti Ohlatione s que fiunt prò Mortai s , Sono vi ancora le note delle Fette , che con folennità fi facevano 9 e co- sì degli Anniverfarj , de3 quali uno, per aver una {in- goiar circoftanza, non debbo omettere , ed era chiama- to , ficcome tuttavia fi chiama , la Porrea , o Porrata, poiché la mattina di detto Anniverfario , che fi fa do- po la Fefta ài San Lorenzo, a pranzo fi dava a' Ca* «onici , e Cappellani , ed a tutta la Famiglia una tor- ta di porri, così leggendoti al Capo in. Infra 15. dies poB feftum SanBi Laurentii deliheratum fuit per Pria- rem et Captulum , quod fìat Ann i<verfar iuta DD. Trio- rum , Canonicorum, Cappellanorum , Familiarium , é* om- nium Benefaflorum Ecclefìe Santi i Laurentii , ér dehean- tur dati a prandio de Camihus Caftrinis , Porcinis , & tortoream herhaceam de porrti , In detto giorno fi be- nedicevano , conforme inoggi fi eoftuma , le Sepolture , come nel dì della Commemorazione de' Defunti ; e per riguardo al definare di quefìo Anniverfario', ne ripor- terò |
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terò la descrizione ] che trovali notata ne* Libri anti-
chi , come fegue „ Definare del dì 23. di Agofto 13^1» 5j Per la Porrata , Caftrone , Carne di Porco , Carne ,, Secca 9 Gruogo , Porri , Fagiuoli , Cavoli > e una i;,- MetadeJia di Moftarda ec. 5, e tra le jpefe ù leggo» 9) no fegnati wntìdue mazzi di porri . E giacché par- liamo di pranzi , noteremo > che il Refettorio , e Cu- cina era comune > e ordinato con favie leggi > che fi trovano all' articolo it Coquo , & Coquina > con le Se- guenti parole degne di offervazione : Rei Coquinarie p~ ritum Coquum ad totius Laurentiane JFamilie nfum co<* muniter Captuli fumpibus conduci antiquiffimum, & re* cepijfimum e fi , qui unicuique noftrum , tam fero , quam mane obfonia coquere } & bene gubsrnare tam elixam , /#*# toBam, /?///• afiatam Camem prout bis placuerit *v&- leat qui UH coquendam tradidsrint> cui fiipndium fin- gulo quoque menfe ero gè tur > 'vini cadi uni ut } frumen- ti feftariorum trium , & librarum quinque , atque eo ma- iti? > flut minus pouf cum eo conwentum fuerit . Vafeu omnia Coqninaria ad Coquine ufum Captuli fumpibus > lignaque omnia » & quidquid falis in conditndo confu<- mitur Captuli fumpibus compare tur , In Quadragefima tiutem ftatuimus j ut eiufdem expnfis, de more fiant iu- ra leguminum bene condita in pandium Priori?, Canoni* corum, Cafpellanorum omnium , |b* altorum quibus dari folet t mutati s jìngula quoque die leguminibus aut her- bis > fed fero nihil dandum nifi Dominici? diebus Oriza gmigdalarum la&e condita * JDecernimus etiam in VigiUis topius anni ac in Quadra gè firn a Coquinam noftram in fó- ro nulla de caufa apriri debere . uretere a ne cui fcan* dalum por ri gap ur , in Quadragefima Camem aut 0<va ibi nullo modo tpquenda nifi pò Infirmi s 5 fi qua forte c* grota'verint. *SV qnis mero bene fé habuerit 5 fine Prior fit t fiwe Canmicuf > five Cappllanus , Camemque ibi hoc tempre coxerit , bunc pò qualibet tèfck unìus menfis di- fiributionibus pivatum <i>oiumuf j ae declaramus , Il luo- go del Refettorio per i fuddetti era dove di pre- dente è l'Archivio con le Tavole > e lavamano di pie-- tra f
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tfa t che ancora fi vedono . Né folamenre era a tutti
comune la Cucina col fuo Refettorio « ma eziandio troviamo replicatamente nominato il Dormentorio dei Canonici , e de* Cappellani colle loro Camere * dimo- fìrandofi per le fuddette notìzie * che la Vira de i Ca- nonici > e de* Cappellani di San Lorenzo era a guifa di Monaci? E the Monaftero talora fi chiamaflfej feor- gefi in un libro antico nella Libreria Medicea ai Plu- teo xxvii. Cod, i. ove in fondo fi legge elTer tal libro Monaflerii , & Bcclefie SanBi Laurentti * Quindi è che una Collegiata sì infigne > governata con fante coftitu- zioni > fu meritamente onorata s e favorita da* Sommi Pontefici » da* Vefcovi , dalla Repubblica » e da* Prin- cipi » che andremo qui accennando per ordine crono- logico « .1:., *ùìl^:. ' . IV/-Nell'anno adunque x115- Papa Pafquale il.
prende la Chieia , e Capitolo di San Lorenzo forto la protezione della Sede Apoitolica , confermandogli tutti i fuoi beni , e nel ir^2. Innocenzio IL nella lite fra *1 Capitolo? e i Monaci di Crefpino aggiudica a San Lo- renzo lo Spedale contiguo alla Chiefa. AlelTandro III. nel 1177. aumenta 1* entrate « unendo alla Collegiata le Chiefe di San Bartolornmeo a Faltignano * e di S. Andrea in Percufllna ; e più ancora concede Papa Cle- mente III- con due fue Bolle del 1188. colle quali , oltre la conferma di tutti i beni , dona i feguenti )S ,5 le Cetine s il Monte di San Lorenzo , la Congrega- „ zione di San Lorenzo alla Porta * e lo Spedale di ,, Cigaretto 5 chiamato ivi di Petriolo ,* Viene Califto IIL e nel 1191. rinunzia al Capitolo la elezione del Priore ; la Bolla poi di Giovanni XX« è pienùTima di ampie formole riguardanti i Benefìzj , e Privilegi Itati conceduti da* fuoi Anteceiìbri j che tutti rinnuova % e vuole , che il numero de' Canonici col Priore fieno dieci . Ma differendoli la nota di altre Bolle di Pon- tefici ad altre Lezioni 4 toccheremo ora fommariamen- te le grazie de* Vefcovi , *e della Signoria di Firenze. £ in primo luogo trovanti parecchi Indulgenze date |
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da'Vefcovi in oecafìone di benedire Altari: Indulgen-
za vi lafcia il Cardinal Latino Orfini, cui piacque di confacrar J' Aitar maggiore, mentrechè Ruggieri Arci- vescovo di Fifa a due altri della Chiefa faceva la me- defima funzione nel 1279. e tra le molte forniglianti Indulgenze , notevole è la conceduta dal Vefcovo di Spoleti nel 1354. a chiunque vifiterà V Aitar di SarL» Lorenzo nel Mercoledì in perpetuo , e tal grazia tro- vati ridi' Archivio da i Vefcovi Fiorentini , e fore- fìieri replicatamente conceduta » come da Angiolo Ae- ciaiuoli Vefcovo di Firenze , da Francefco Vefcovo di Acaia , dall' Arcivefcovo Amerigo Corfini , ma coru qualche varietà nel nominar 1* Altare » leggendovi!! ora T Aitar di San Lorenzo , e talvolta V Aitar del Purga- torio . Sonovi ancora due Bolle di Leon X. che una tale Indulgenza confermò mi 1514. e 1515. e perchè grande era il concorfo de'Fedeli a quello Altare > crede/i principiato il coftume , che veglia anche oggi , di fare avanti alla Chiefa il mercato ogni Mercoledì della Set- timana ; trovafi pure nell* Archivio la memoria del Palio , che fi faceva correre per la Fella di San Lo- renzo fino dall'anno 1347. leggendofi &p'o Tallio quod fecimus currere in Fejlo S. Laurentii . V. Vengo ora alla Repubblica Fiorentina > la qua-
le nell'anno 1254. elefle que/la Chiefa per teatro del- la folenne alleanza fermata con pubblico contratto fra la Parte Guelfa dei Fiorentini 5 ed i Guelfi d'Arezzo alla prefenza de' Sindaci dell' una , e dell' altra parte } e di tutti i Grandi . E paflando dagli onori alle con- cezioni graziofe fatte dalla medefima Repubblica 9 ci faremo dalla Provvigione del 1383. nella quale a ri- verenza dell' Infigne Bafilica di San Lorenzo fi vieta il giuocare in qualfìvoglia modo 50. braccia dittante dal- la Chiefa: altra evvi del 1394. per la quale il Gonfa- loniere di Giuftizia » ed i Priori deliberano , che iru ogni anno vi fi vada ad offerta da tutti i Magistrati , e Capitudini nella Feda di San Lorenzo , e ciò, che è più rimarcabile> nei 1417. la Repubblica con pub- blico |
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blico decreto fottofcritto dal Cancelliere Ser Viviano r
riceve fotto la fua protezione il Capitolo , il Priore , e la Chiefa di San Lorenzo , della quai protezione tofto fé ne videro gli effetti , conciofiachè rovinofe eflendo le muraglie di sì antica Chiefa , e viepiù rirnafe danneg- giate dall' incendio feguito , giufta il Migliore a pag. 159. in una lolenne Feda ordinata dalla Repubblica all' Altare di Sant5 Ambrogio > affine che il Santo , me- more di fue promette , protegger voleffe i Fiorentini nella Guerra del Duca di Milano ; quando prefo fuoj. co T Altare , e comunicatafi la fiamma alla foffitta , andò la Chiefa quafi tutta in cenere , e per tale acci- dente venne il cafo di averla a riedificare > ma nate gravi difcordie tra' Popolani , fu d' uopo che la Re- pubblica e per fedare il tumulto , e per promuovere col fuo braccio il nuovo Edifizio , facefTe primieramen- te un Bando di vita contro chi fi opponeffe alla fab- brica difcgnata da Filippo Bruneliefchi , e aiutata co* denari di Giovanni di Bicci de* Medici , e acciocché il Tempio foiTe de' più magnifici 5 nel 1418. la fteita Signoria concedè a'Canonici una via , detta dei Preti, dietro al Campanile, e la ragione di obbligare i Pa* droni delle vicine Cafe alla vendita : volle ella aflìiìere con tutta folennita alla benedizione della prima pietra fatta dall' Arcivefcovo Amerigo Corvini ne' 16. di Ago- ito del 1425. fcoprendofì così lo sbaglio di chi fciilFe> che a tal funzione fu affiliente Papa Martino V. già da 4. anni partito di Firenze per Roma } fé pure non fi voleile dire , che il detto Pontefice intervenirle al gettare della pietra della Chiefa principiata nel 1418, col cattivo difegno fatto da un Priore , che poco fa- ptva di Architettura , onde poi impegnatofi il fuddet- to Giovanni de' Medici , e mutatofi concetto , al fape- re deL Brunellefco fi raccomandò la maeiìà , per vero dire , fovrana di quella fabbrica > come ne ferirle il Vafari a pag. 319. della 2. Parte , e le fue parole fo- no le feguenti ,, Era in quefto tempo principiata la! » Chiefa di San Lorenzo di Fiorenza per ordine de' Tom. V. Q ■■ Po- |
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„ Popolani , i quali riavevano il Priore fatto Capo
5, Maeftro di quella fabbrica, Perfona che faceva pro- ,, feffione d' intendere , e fi andava dilettando di Ar- „ chitettura p^r paiTatempo ; E già riavevano comin- „ ciata Ja fabbrica di pilaftri di Mattoni , quando 3, Giovanni di Bica" de' Medici , il quale riaveva prò- „ me/To a' Popolani, et al Priore di far fare a fue fpe- ,, fé la Sagreitia , et una Cappella , diede definare una „ mattina a Filippo , e dopo molti ragionamenti li di- ,,, mandò del principio di San Lorenzo , e quel che ,* gli pareva . Fu co/tretto Filippo da' prieghi ài Gio- „ vanni , a dire il parer fuo , e per dirli il vero , lo ,;, biafimò in molte cofe , come ordinato da Perfona , |
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che ha ve va forfè più lettere , che fperienza di fab-
briche di quella forte . Laonde Giovanni dimandò a Filippo , fé poteva far cofa migliore , e di più bellezza , a cui Filippo dirle : fenza dubbio ; e mi |
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maraviglio di Voi, che elfendo Capo , non diate ban-
5, do a parecchi migliaia di feudi, e facciate un cor- j, pò di Chiefa 5 con le parti convenienti, et al luo- j, go , et a tanti nobili Sepoltuari , che vedendovi co- >, minciare , feguiteranno le loro Cappelle, con tutto „ quel che potranno , et malììmamente che altro ricor- ,, do di noi non reria , falvo le muraglie , che rendo- „ no tclrimonio di chi n' è flato autore centinaia , e », migliaia d' anni . Inanimato Giovanni dalle parole.» » di Filippo , deliberò di fare la Sagreftia , e la Cap« „ pella maggiore infieme con tutto il corpo della Chie- si fa, fé bene non volfero concorrere altri che otto „ Cafati appunto , perchè gli altri non riavevano il », modo, e furono queiti .- Rondinelli , Ginori , della j. Stufa , Neroni , Ciai , Marignolli , Martelli , e Mar* » co di Luca ( fono i Corfi ) e quelle Cappelle fi ha- », vevano a fare nella Croce . La Sagreftia fu la prima ,, cofa a rirarfi innanzi , e la Chiefa poi di mano in 5, mano , e per la lunghezza della Chiefa fi venne a 3, conceder poi di mano in mano le altre Cappelle a" » Cittadini pur Popolani . Non fu Unita la SagrerUa* v » che
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5, che Giovanni de* Medici pafsò ali* altra vira » e ri»
}; mafe Cofimo fuo figliuolo , il quale havendo mag- „ gior animo 5 che il Padre , dilettandoti delle memo» j, rie , fece feguitare quefta , la quale fu la prima co* 5, fa, che egli facefTe murare , e gli recò in tanta di- „ lettazione , che da quivi innanzi fempre fino alla j, morte fece murare „ il refìo fi darà nella feguente Lezione 5 dove depriveremo i pregj della nuova Chie- fa a lode di Cofimo FaterFatriae lodato da Leon X. nella fua Bolla del 1515. con quefte parole: Cofmus Froawus nofter Templum a fundamentis in avvitate Fio* ventina operofo fumetti mirifice exornavit. E qui fui fi- ne della prefente Lezione riportiamo la promdla Bolla di Niccolò IL Separatiti Eafilice S. Laurentzi& eiufdem nova confecratto |
& ìnveftitura per Hicolaum IL P. Af. Anno ML1X, IV-Jcholatis Epifcopus $er*vus Servorum Dei . DìleBo in
Domino filio Cifoni Ecclejte S* Laur. iuxta .Fiorentine avvitatis muros fite Rettori fuifque fuccejforibus Cano- nie ibidem ordinandi*} omnibufque comuniter wiBuris in perpetuum . Quoniam Omnipotentis dignatio fuo gratuito munere
ed hoc noftram humtlitatem dignata efi promettere , qua» tenui per nos ubique terrurum diffuse Ecclejte lumen ad» minifirat indeficiens rationabile omnino ducimus > (pedali regimine no/Ire cure commiffe Fiorentine Ecclejte con* gruentem provijionem impendere ìugiter . Sic namque Do* Boris gentium imttari njalebimus falubre documentum , cum prò viribus nofiris , qui bonum impertiri omnibus itilet opis 5 ad domeflicos Ftdei maxime : cum prò nofiris *virtbtis Disvino cultui locif dicatis digna pro<videmus ob~ fequia '. ut indefejfa laudatio in eis celebretur per omnia feci/la . bed quia lapidei parietes non ad hoc funi con* fiituti ut Deo pojjint dignas promere laudes , congmum profeBo <videtur » ad Divini operis perfeBionem Clerico* rum circa *venerabiha loca ordinare fedulam frequentetiom C 2 non .
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wem , Qui quidem nifi terrenis temporaliter fubjlententut
Jiìpendiis ydonei wix poffunt exijltre culttbus di<vinis ; Cum ipfe Mundi condìtor fecundum humanam unitavi Jìbi materìem dignatus Jtt perferre Jttim s & exuriem . Ad glori am itaque illius, per quem evievimus) & fumus 5 pre- tiòjìffiwi Martyris Chrifli Laurentii Bajtlicam , noflro qnidem hortamine , Elorentinorum <vero Ciwium fumtibus pnlchra fpecie injìauratam , Epifcoporum aggregato cetu propriis manihus reddidimus Jedicatam , quam nudam Jìne dote dimìttere indignum <valde iudicaiiimus : Apojlolica folìditate cui precipue competit honejlati Jludendo omnibus ne dum iniuriam patientìbus pia follicitudine fubuenire. Affìjlentium ergo fratrum hortatu proprio quoque conjì- Ho roborati prefente Fiorentino Populo } prò peccatis e- iujdem Ci'vitatis Prefulum , oh nojlram quoque de<votio-» nem ì denique propter totius P optili falutem a Nobis con* fecrato Altari , Proediorum , é^ omnium fuarum rerum quod faltem ad prefeny potuimus , iniùejliturani Apojloli- cam obtulìmus . Su felpe igìtur SanBijJìme Laurenti tibi iam dudum den)Otìffimi Pape Micholai njoluntarium munus, tuarumque rerum -t per me amodo 3 & ufque in fempiter- num Jìngulure & tntegrum Jìne alìqua contro<verJìa ag* gredere dominium , quatenus in Aula tuo Nomini dedi- cata religiofus Clerus Deo Omnipotenti laudum reboet Cantica , defignentur autem tua predia per fubie&a *vo- tabula j fcìltcet totus circuitus adiacentis Ecclejte in in- tegrum } ne e non Domnicatum qttod adheret regio Cam- po ab Occidente ad Meridiem , ab Septentrione } & O- rìente cìrcumdatur Via publica, . Pr eterea iuxta flwvium munionìs fundus magnus habetur huius Ecclejte proprius . Alios denique duos fundos quorum unus pojìtus e fi Car~ titulo ) alter Iunketo qui retinentur Nepotibus Teuzonis Clerici . Monjlramus proprie ad regimen prefate Ecclejte retineri Montem S. Laurentii » qui ex uno latere proxima- tur terre S. lohannis 5 ex alio $* Romuli , tertio S\ Ma- rte furi nojlre Ecclejte concedttur fundus Jtquidem in Mon~ te Ugonis pojìtus Jìmiliter ditipni memorate Ecclejte con, Jìgnatur . He e *vero omnia fummotenus m e mor animus • Ne
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Ne ifuìs tamen dulttàt multo dmpliora predi a fiec Ecch-
fia non det inerì . Abfol<vimuf pretere a > liberumpie eum* dem <venerabilem locum Apofiolica fanUione ^perfijlere iu- bemus > ne liceat alieni magne par<veque perfone ibidem Canonice aggregatos Clerico s dehoneflare , & piatitati* do infefiare , mei debitum tributum ab eis exigere , feti ali qua occajìone Jtbi a nobis aut ab ali qui bus Fidelibut res conceffas , Jiue concedendas , invadere } fubtrahere» di* minuere , fitque immunis predi Elus locus ab omni penfiom m » fub S. Laurentii tuìtione , nulli ufque fubìiciatur do- minio nifi Fiorentino Epifcopo . Si quis ergo 5 quod non credimus, facrilega mente quod in confpeElu Epìscopi Hum- berti Cardinalis Sìl^e Candide , atque Hildebrandi S. Romane Ecclejie Arcidiaconi , ne e non Epifcoporum Perù* Jin. Rofellani } & Furconenfis iufte fiabilitum conatus fue- rit infràngere > centum auri librar prefate Bafilice- coga* tur perfolmere 5 medietatem Fiorentino Epifc. & medie- tatem Cleri ci s eiufd. Eccl. confiflentibus , defcendantquc fuper eum Omnipotentis maledizione: } nifi ammonita? fatisfecerit > quas in Deuteronomio SS. defcripfit Moyfes > atque interficiat eum Deus Spirita oris fui, ficut Dathan ist Abiron quos rui*vos terra degluti<vit . Freterea ut hec pagina plenam fidem prefentibus , feu etìam yofìeris a-* jlruat 5 isf proprie manus fubfcriptione & ApoBolici Sigila li muniwimus impreffione . Ego, Brunas Frenefl. Ep. fcripfi.
Mgo Fetrus Feccator Monachus fcr.
Ego Fetrus Lavicanenfis Ep. fcrip,
■-Ego Bonifacius Albanen. Ep. fcr. Ego Iohannes Fortuen. Ep. fcr.
Ego Defiderius Presb. Card. R. E. fcr.
Datum Fior. 13. Kal. Febr. Anno ab Incar. Domini
1059. pr manus Humberti S. E. Silve Candide Ep. & Ap. Sedis Bibliothecarii Anno 1. Font. D. Pape Nicolai 2. ìnd. xiih |
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LEZIONE III
DELLA CHIESA DI SAN LORENZO.
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A maeftà di quefta Chiefa devefi al
iapere di Filippo di Ser Brunellefco , il quale avendo voltata la Cupola di Santa Maria del Fiore con felice , e maraviglioiò ardimento, diventò fupe- riore ali* invidia de' fuoi emoli, e me- ritom* la eitirnazione , e benevoglien- za di tutti i Fiorentini } matfìmamente del ricco , e potente Giovanni di Bicci de'Medici, che fu il prin- cipale autore della magnifica innovazione dell' antica Bafilica di San Lorenzo, i cui pregj dovendo io por- re in ifcrittura , mi farò dal defcriverne la pianta , per pofeia paiTare a ragionare degli itupendi lavori quivi rilucenti , o fi voglia di marmi , o di bronzo , o di tavole , prodigi delle tre belle Arti protette , e pro- molTe con incredibili fpefe dalla Famiglia de' Medici, irata il Mecenate de* più bravi, e commendati Artefici di quello , e de* feguenti fecoli . II, 11 difegno adunque della Chiefa è di tre Na-
vate divife da fette Colonne di pietra per banda 3 che foftengono gli Archi fatti a porzione di circolo, ri- correndo intorno intorno a tutta la fabbrica Architra- ve , Fregio , e Cornicione della medefima pietra delle Colonne, e fopra vengono fineihe Juminofe , e ador- ne di Cornici » eifendevi in vece della volta una fof- fìrta di legname con iGfoni , ed aiabcfthi dorati affai magnifica. Paifate le ne Navate , entrali nella Crocie- ra, che ha in mezzo la Tubima con 4. Archi , fu'qua- ]i pela Ja Cupola , e le efarte mifure fono le feguen- ti ; Il corpo della Chiefa è di lunghezza braccia 144, la larghezza delle ne Navi br. $6, non comprefo lo |
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sfondo delle Cappelle, la Crociera è lunga br. So, e
la groflfezza delle 14. colonne è di diametro un brac- cio , e foldi undici : 1' ordine è Corintio con Capi* telli diligentemente inragliati a foglia di acanto , fopra a' quali pofa un dado fcorniciato , che facendo più fvelta , e follevata la proporzione delle Colonne , dà sfogo, e maeiìà maggiore a tutra la Chiefa , della qua- le cosi fcrive il Vafari nella Vita del Brunellefcò a pag. 319. 55 In fomma in quefta fabbrica fi vede ogni co- ,, fa fatta con molto giudizio „ che fé notato è flato T errore delle Colonne ineiTe fopra un dado , che non è alto quanto è il piano della bafe de* pilaitri pofati in fu le fcaìere , cofa che fa parere zoppa tutta qùell* opera , fé ne afcolti dal nTedefimo Vafari la cagione come appreiTo „ Furono i configli di chi rimafe dopo „ di lui , che havevano invidia al fuo nome 5 e che in „ vita gli havevano fatti i modelli , contro de* quali ,, nientedimeno erano fiati con Sonetti fatti da Filip- 5, pò fvergognati , e dopo la morte ( di Filippo ) con „ queiìo fé ne vendicarono non folo in queiV opera , ,, ma in tutte quelle , che rimafono da lavorarti per ,, loro „ Checché fia però del racconto del Vafari 5 a me è alquanto dubbiofo fulla ragione , che dal 1425. principio della Fabbrica , fino al 1448. anno dellìL. morte del Brunellefcò , fembrami che qucfti ave(fe po- tuto terminate la Chiefa . Tuttavolta in altra maniera diverfa dall' accennata dal Vafari , io fcuferei Filippo, avvegnaché fi fappia , che nel difegnar la Chiefa di San Lorenzo, il Brunellefcò copiò di molto dalla Chie- fa di Sant' Apoftolo , nella quale fcorgefi appunto lo itelTo apprefo difetto , e fapendofi che la Chiefa di Sant* Apoftolo fu fommamente commendata da Michel Agnolo Buonarroti , full* autorità di sì grande Archi- tetto , io penfo , che tale inegualità tra' pilaitri , e le Colonne , forfè polla camminar bene , e giurìa le buo- ne regole dell'Architettura , e più che più, perchè il medefimo vedefi praticato nella Chiefa di Santo Spirito j che fu principiata aliai più tardi di queila di San Lo* leu*-
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renzo > né fi può negare che le fcalere, che girano in-
torno a tutta la Chiefa , non gli dieno bellezza , c_» maeftà ,: III. E ormai fpiegata la, pianta della Chiefa } ve-
nendo alia defcrizione delle Cappelle , noteremo eflfer quefte di numero 24. E principiando da quella , che tro- vai! a manritta dell' ingreffb, che è de* Medici , fi ve- de una tavola rapprefentante Ja Visitazione 5 opera lo- data del Signor Agoftino Veracini , portavi in vece di una Natività di Crjfto > dipinta da RaiFaellino del Gar- bo . Gode quello Altare il Privilegio della. MefTa Gre- goriana , e fu eretto da Donna Lucrezia Tornabuoni fia- ta moglie di Piero de' Medici , come fi legge nella ifcrizione fotto la Menfa , comporta dal chianiSmo Ca- nonico A ncommaria J8ifcioni ? e dice come appreflb ; :.. D E Q ..:
DEIPARAEQyE VIRGINI ELISABETH VISITANTI
ALTARE HOC
A, IVCRETIA TORNABVONI PETRI MEDICES VXORE ERECTVM AC PROyENTlRVS DITATVM A GREGORIO XIII, P. M. PRO QVOLIBET SACRIFICIO IN EODEM PERAGENDO AD TOTIPEM VITA FVNCTORVM ANIMUS AB IGNE LVSTRALI VINPICANDAS PERPETyO PRIVILEGIO INSIGNITVM VT FIDELIVM PIETAS EXTERNO AMPLIATA DECORI I|SA QyOQVE ADAVGERETVR JN HANC DEMVM AVGVSTIOREM FORMAM RESTITVTVM ,';„; e AN, SAL. .MDCCX. |
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IV. La feconda Cappella è de' Ginori , avente la
fìupenda tavola dei Rollo , che vi ha dipinto lo Spo- salizio di Maria ,, e fé meritamente è da lutti com- mendata j ,non va pero libera daJrà critica di Raffael- lo Boighini , cui dispiacciono le mani troppo piccole di quelle Sante appiè dipinte, e cjuel San Vincen- zio |
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zio Fermi affittente al Miftero contra la verità della
Storia v ed a noi fembra pur reprenfibile la figura ài San Giufeppe fatto affai giovane , e veftito di abiti non conformi alla fua umiltà j nelle pareti laterali fono affiffe due lapide , in una delle quali raccontati la fto. ria della innovazione della Chiefa , e infamemente del- la Cappella fatta da Giufeppe Ginori, e dotata da Car- lo di Lionardo Ginori, dicendo come fegue .* A. P. R. M.
DILAPSA MAGNO INCENDIO ANTIQVA S. LAVRENTII
AMBROSIANA BASILICA AN. MCCCCXXHI. QVVM
ALIQVOT FIORENTINI PRQCERES PIETATE OPI-
BVSQVE ILLVSTRES DE NOVA A SOLO MAGNIFICEN-
TIVS EXTRVENDA COGITARENT. PETRVS FRANCISCI
FIL. GINORIVS EODEM ANNO FLORENTINAE REIP.
S1GNIFER ET THOMAS ZENOBII FIL. GINORIVS QVI
E DECEMVIRIS PRIORIBVS FVIT AN. M. CCCC. XXV.
QVO EIVSDEM BASILICAE AEDIFICIVM INCHOATVM
EST CONLATO AERE TRIA SACELLA IN HONOREM
DEI DIVORVMQ^FAMILIAE SVAE PRAESIDVM DEDI-
CARVNT . ALTERVM HOC QVOD CERNIS B. MARIAE
VIRGINI S. IOSEPH DESPONSATAE SACRVM EXIMIA-
QVE TABVLA A REGIO PICTORE ROSSO ABSOLVTA
PRAENOBILE CONSEQVENTIVM TEMPORVM INIVRIA
LABEFACTATVM . PATRlCII VIRI NICOLAVS CAROLr
SENATORIS FIL. LEONARDI NEPOS GINORIVS SENATOR
FLOR. ET CAROLVS LAVRENTII SENATORIS EIVS
FRATRIS FIL. CAROLI SENATORIS NEPOS IDEMQ^
SENATOR FLOR.ET EQVES DIVI STEFHANI IMPETRATO
A CLEMENTE XII. P. O. M. PRO SE SVISQVE FATO
FVNCTIS AMPLISSIMO SVFFRAGIO. VTI ALTERA IN
TABVLA DECLARATVM EST ELEGANTIORE
;_ INSTAVRARVNT ANNO MDCCXXXVIIJL
Viene la terza degl' Inghirami , o Inghiaia ni , che por-
tano per arme una sbarra azzurra con dentro una pcn- ìom, V. D na |
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j^ì&Terit. ctfiuzfwo
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ria d' argento in campo d'òVo , eraVì urr Sintorefiàò
dipinto full* affé alla Greca I con T Anirne del Purgato- rio , a] cui Altare hanno e Pontefici,' e Vefèovi > co* me n\ dille, concerie grandi Indulgenze in ciafcun Mer- coledì a riguardo del Privilegio, che gode il Santo di fpe- cial Protettore di quelle Anime, giufta la tradizione, come nota Teoilio Rainaudo Hagiol. Lugd. Titil- li cultus SanBorum /pedale? punBo 6, - prerogativa iu- vandi animas in igne emendatorio lahorantes , quam ple- rìque D. L&urentio attrìbuunp , efique Komae perfuajijjì- ma . E Gio. Antonio Flaminio nella vita di Alberto Magno : Scimus quae de B. Laurent io vulgata funt , & opinione recepta , peculiare privilegium ejfe illi a Deo concejfum ut qualibet Hebdomadae die > quam quartata di- cunt feridm , animam unam ex Furgatorii poeni? exi~ wat . E Gregorio Turonenfe in un Sermone di,S.Lorenzo dice : quemdatn Abbatem per revelationem comperijfe quan* ta apud Detim ejjet gratin D, Laurentius in fublevandis animabus Purgatorie. Ma ritornando alia Cappella, inog- gi avvi una tavola rapprefentante il Santo io fomiglian- te atto di carità , ed è dipintura buuna di Niccolò Lapi ; alla quarta de* Martelli avea Giorgio Vafari di- pinto a tempera il martirio di San Gifmondo , con_, idea di fare il ùmile a tutte le Cappelle , forfè impe- dito o dalla morte , o da* Padroni , e querV opera in- tanto andata male , nel 1712. vi fu collocata full'Al- tare un* Affunta , che flava all' Aitar maggiore delle Monache di San Miniato dette del Ceppo in Via di San Gallo , quivi alla parete dalla banda del Vangelo in lapida di marmo è incifa la fegueme memoria di Baccio Martelli : *N VEXILLA VlDES MARTELLI INSIGNIA BACCI
1NV1CTAS CVIVS TREMVERVNT AEQyORA PVPPES TESTIS GALLORVM HENRICVS REX , TESTIS HETRVSCVS PVX COSMVS , CERTATIM HVNC CLARVM HEROA COXENTES . MDLXIHI.
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Segue la quinta de* Ginori , cioè di un ramo difen-
dente da Gabbriello di Pier Ginori Cavaliere , Conte, e Poteft^ di Milano nel 1494* Fra Filippo Lippi avea quivi effigiato un Crocififlb con San Girolamo , che non ci è più , eflendovi in fua vece dipinto da Ottavia- no Dandini Crifto pure in croce con S. Girolamo, San Francefco, e la Maddalena appiè; allato evvi altra Cappella dei Medici fatta dal Magnifico Ottaviano, ellendo inoggi Padronato de* Medici di Via Larga , ed eflendo (tata trafportata in Corte la tavola di Fra Bar- tolommeo di San Marco, in cui erano coloriti a chia* rofcuro tutti i Santi Protettori dì Firenze , di pre- fente vedefi di Giufeppe Nafini un quadro di San Gi- rolamo , ed in un quadretto San Giovacchino , e Sant* Anna , al quale concorrono molti divoti. V. Di quefta Cappella avvi una memoria nell'an-
tico Sepoltuario preiTo il Canonico Bifcioni , che di- ce » Cappella alla porta del fianco , dove è la tavola „ di chiarofcuro fatta dal Frate Bartolommeo , fu fon- „ data fin l'anno 1319. .( deve dire 1423. ) nella Chie- ,, fa vecchia da Ser Giovanni Buonaiuti , appartiene 3, ora il padronato di quefta ad Agoftino di Giovam- „ batifta Nelli > e a Francefco , ed Ottavio di Pelle- „ grino Falcucci „ io che appare ancor meglio dai regiti di Ser Tommafo Mafi ali* anno 1423. Inoltre eravi nella Chiefa vecchia la feguente lapida comunicata- mi dall'erudito , e cortefe Sig, Gio. Batifta Nelli Patrizio Fiorentino, degno figlio del tanto celebre Sen. Nelli: *."iii_p,'ji uo) obi.hv-J ■ ■:■.(■ b\ò ;. ■ -;-',:',, \:, ìt.zvìtuivì
yj MIC IACET SER NILLVS GHETTI SINUBALDI DE MONTECVCCOLl
QVI OBI IT DIE SABATI , OCTAVA MENSIS AVGVSTI ìM, il luì i ; IN.CIVTTATE FLORENTIE ANN- ;DÓNI. MCCCLX. INDITIOE TERTIADECIMA
SEPVLTVS E AP ECCLIAM DVI LAVRENTII DE FLORENTIA DIE DOMICA SEQVENTI_DE MANE CIRCA MEDIAS TERTIAS CVI AMA REQVIESCAT ; : • l IN GREMIO SALVATORIS . E no*
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E notifi, che ih una cartapiecora prefló il foprallòdató
Signor Gio. Batifta Nelli \ il trova quefto Ser Nello nel 1331. fottofcritto così : $er Nello Catanì de Montecuc^ cori }, Ma ritornando alla Cappella di Sant* Anna , la prefentazìone del 'Cappellano anche inoggi faflì dalle foprannominate Famiglie Nelli ,/e Falcucci 3 alle qua- li j?er ricognizione del padronato di detta Cappella prefe'ritafi ogni anno dal Cappellano una fakok di ce- ra bianca , ed una ciocca d* ulivo . VI. Pallata la Navata per proseguire la noftra vi-
nta alle Cappelle, entreremo in quella de i Corri chia- mari del Popolo di San Lorenzo , aventi nell* arme tre rofe roffe in una fquadra in campo azzurro ; la tavo- la è un Prefepe di Crifto con S. Giuliano , e S. Fran- cefco j opera-creduta di Cofimo RofTelli . La Cappella, che viene nella teitata delia Croce era de* Neronr, onorati della' Cavalleria dal Principe dì Salerno nella perfona di Diotifalvi benemerito della fua Patria T e però mor- to nel 14^7. giufta il Migliore per pubblico decreto ebbe folenni efequie, ma inoggi Padroni della Cap- pella ne fono gli Ahoviti di Via de* Ginori , e nel 1677.. effendo feguire in quefta Chiefa varie murazioni delle Cappelle , ih quefta fu collocato il Santiflìmo con un Tabernacolo di marmo ornato da Defiderio da Set- tignano con figure di baffo , e tutto rilievo , fcpra a cui fi vede un ammirabile Bambino di marmo bianco, al* to un braccio , che par vivo , fattura del medefimo ; e quefto Tabernacolo è meffo in mezzo da beli' ador- namento di Colonne di ordine Corintio con fuo ar- chitrave , fregio, è frontefpizio ài marmi mirti, ed i- noltre notar mi giova, che nell'andito della fteffa Cap- pella flava il piediftallo, o fia bafe di marmo bianco con iftorie lavorate da Baccio Bandinelli fui difegno dì collocarvi la ftatua di Giovanni de' Medici nomina- to l'Invitto , Padre di Cofimo I. il quale fu di lì ri- ni oflb , e collocato full* eftremità della Piazza di San Lorenzo . Contìgua alla detta Cappella farebbe da con- siderar fi la Sagrestia nuova , nella quale tra poco vi en- tre-
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trèremo , e però prófeguendó il noftrò viaggiò pei: la*
Chiefa ^incontreremo la Cappella de* Ciai paìfata a i pi- gnori Marchefi Ridolfi, nella quale védefi un'Ancona con alcuni Santi di maniera antica .Air Altare ap- preso è da confiderai 1' Adorazione de* Magi dipinta da Girolamo Macchietti, di belliflìma maniera con buon rilievo, vago colorito, e tefte ben intefe , e con giu- dizio ordinate: fece egli quefta dipintura alla Famiglia de* Marchefi della Stufa , in antico chiamati de* Lotte- ringhi , e quefta Cappella* fu rinnovata nel 1558. da Neri di Lodovico della Stufa . Né debbo tacere , che pe' meriti antichi , che aveà colla Chiefa di San Lo- renzo quefta illuftre Famiglia , e fpecialrnente per pa- recchie Cafe da eflfa donate a detta Chiefa per l'in- grandimento della Piazza, e ^del nuovo Tempio, le fu conceduto per far la Cappella il luogo a finiftra più vicino ali* Aitar maggióre . •: y JH ' VII. E giunti già alla Cappella-maggiore , che Jè-
Padronato del ramo principale de* Medici , non ci difpiaccia di vedere tolte via in occafione dì dovver fare alcuni archi, ed altri rifarcimenti:, lepitturei,cjhe? tutta adornavano la Tribuna, fatte>rda Iacopo dà»hlTonJ; tormo , il quale, con maniera moti -lodata,, gjuftaleu cenfura di Raffaello'Borghini,. vìe aveà 'coloritoifcIte rie del Diluvio , e della Refùrrezione Hiinivef faie| ? nefe le quali egli vi fpefe undici anni , e avanti che le a? veife del tutto finite fijmórHonde rimafa 1* operimi perfetta , ;toecò a finirla ai iBronzino il vecchi^» §ft§ dalla facciata del Diluvio a bailo*vi fec0 molti::ignu- di , e dall' altra banda dipìnfe alcune figure.,-e nelle; fineftre un San Lorenzo fulla graticola con;rÌaH£Ìulk intorno , e a manritta del Santo il ritratto del Ponii tormo, ma per non eifere ftate dipinture , che per ;M invenzione , per la difpofizione , o per il colorito. valiefT fero molto, una tal perdita non è da piagnerfi . Appiè di quello Altare per dar lume ai fotterranei fonoyitre tondi con grata di bronzo , i quali, uniti a lapida di porfido, di ferpentino , e di altri marmi con J* arme |
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de* Medici ne* quattro lati, formano il nobile Sepolcro
a Còiìmo Pater Fatriae > morto nel i. di Ago fio del 1464. a ore 22.. con pianto universale di j Firenze ; il corpo però di lui è nei fotterraneo in un pilaftro ve- ftito di marmi , e perpendicolare» alla fepra descritta lapida 3 nella quale leggefì il fe«ueme epitaffio : 5 ■' JCOSMVS MEDICES : éì'ml^j.O C i: 1
«* J I ùl , HICSITVS «£ST ; tUìò fixii ;;.!/,
:■ .'" ..DECRETO PVBLIQQ'J ^ilCrS/p 9 * .'J0 !:
£ATEi£ .p-AT^XAÉL;^ o.'-v: aoj
1/IXIT ' », . i;i j ■*■
ANNOS LXXV.
t* ; „ -MENSES III. &fb >xb 'JlzO^il'À >-j~. •'•: .,• J3JES XX,-: /.': s'bJ 0. ;.;. :' :nr:- Vili. Né tralafciar debbo di dire come queft'ifcri-
zione corfe la tìeflPa difgrazia » che feguì dell'Armi , dtììe Lapide , delle Statue , e de' Voti de' Medici' dall' infuriato Popolo disfatti nella cacciata loro da Firenze nel 1494. Ma reitituiti chei efl? furono agli onori della Patria > la Suddetta ifcrizione :per * ordine della Repubblica fu ximdTauj le fn^w&ìquì una cerimonia , «che ogni anno dai Clero ft celebra ih memoria di' Cofimo > e vale a dire che'tutta ^awotteidi Sanf Lorenzo da* Cherici il copre con utì bello fftrato il detto Sepolcro, tenendovi accefi 4*imt! firìo>-ai giorno. iDelle Reliquie poi infigni, ttìe adóranfi'fbttó'l^ Altare ne parleremo altrove i •?in IX* 'Ripjgitìndo frattanto il cammino noitro del* le Cappelle dalla? banda <déltra del Coro , troviamo la Cappella de'Rondinella , ai quali , perchè fpettava il Padronato dell* Aitar maggiore della Chiefa vecchia, fu concetto il primo luogo per fabbricarvi la loro Cap- pella j la quale; è intitolata ài $. Concordia con una tavola del 1391. entrbvi la Madonna ., il Santo Bam- bino , ed a'lati di effa San Filippo Apoftolo co'San- ti Marco Papa, Santa Concordia Martire , e Sant'A- mato Abate > veiìito di cocolla colla gruccia in ma- no; |
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' rio'; f orrjà'* -latria* Gap pìèlW de' Ginoii /'die portano
ét}f Ar'me il:1èjgfó&',jton fàvola alla Greta;.full* affé iti Carnap' d*ard ^tàpprefeiitantó -San Giovambatìfta ,ck^ conciata da VàHé^Storietfe delli;Vita del dettò4 Santo ; e di qui fi entrerebbe nella Sagreftia vecchia , ma pri- ma piacemi di terminare' il novero delle-Cappelle - di Chiefa, giacché nonu poche ci rimangono dà -confide- rare . Contigua adunque alla detta Sagreftia fa- tettata alla Croce la Cappella della Madonna di San Zanobi , cosi chiamata nelle antiche v e nuove Coftitùzioni , è veggonfi corona facienti ad ella dipinti dal Sig. Francefco Conti i Santi Lorenzo , Ambrogio > e Zanobi fatti in una notte per compiacere alla premura del Marchefe Cofano Riccardi fuo Mecenate, ed in (igne Benefattore; e T ifcrizione fotto la menfa indicante la Storia di que- lla miracolofa Immagine j dice come fegue : ARAM DEO OPTIMO MAXIMO SACRAM
lAVRENTlO M. AMBROGIO MEDIOL. ET ZENOBIO FLOR* ECCLESS» EPP.
QVA SVPER
DEIEARAE; V.IRGTNIS ICONAM
IX ADVERSO SACELLO TRANSLATAM
PRAECIPVO CVL1V VENERAMVR
QVOD MAIOR1BVS NOSTRIS TRADITVM SIT
ZENORiyM, S. M, FLQR* ANTIS3TITEM r *»
DVM HEIC SEDEM SVAM PONERÈT ''-.'[.,*
EAM 1PSAM APVD SE IN SECRETO DETINVISSE CVBICVLO
DOMINICVS ZIPOLI INSIGNIS HVIVS AMBROS. CANONICVS
COSMO III. ETRVSCORVM REGE SACELLI PATRONO ANNVENTE
P1ETATIS ERGO EXORN. CVR. AN. SAL. ClSlÒ'CCXIV.
X. Ma la maraviglia , che tira tutti- i Biorentiiil
a quella Cappella > fi è lo ftupendo Sepolcro di por> fido ifolato , e retto fulle cantonate da quattro branche di Leone , e arricchito di fruttami > e fogliami di bron- zo lavorati con tal delicatezza e diligenza da Andrea Verrocchio , che non par potàbile poterfi di getto far cofa fimile j l'Arco, che *in alto gira fopra il Sepoi> ero,
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Il
ero , è "chiùfo da grata di bronzo v che imita un cor*
done naturalifiìmo con fettoni, ed .altre fantafie del bra- vo Artefice , e quivi forio i Corpi di Piero » e di Gio- vanni de* Medici figli di >Coiìmo, ai quali fenza rifpar- mio di fpefa fecero tal Depofito il Magnifico Lorenzo, e. Giuliano nati dal detto Piero #, e le parole in due feu- dirii di verde antico in mezzo del pprfido dicono come appretto: rAH'tmZ jlr 1" ;f .> ji-nitiìbc - Dalla parte della Cappella i ; «
FETRVS ET IOANNES
DE MEI>lei$ th COSMI P. P. F.F. iji r H. M. H.. N. S. , .)
Dalla parte della Sagreftia.
PETRVS VIXIT AN. LUI*
* MENSES V.
DIES XV. IOANNES VIXIT AN. XLIU MENSES IV. DIES XXVIII. E nella bafe , che è di marmo bianco 3 fonovi querce
lettere maiufcole ; IAVRENTIVS ET IVLIANVS PETRI F.F.
POSVERE PATRI AVVNCVLOQVE MCCCCLXXII# A muro a muro poi della medefima Cappella ewi il
Coro d' inverno de* Canonici , dopo il quale abbia- mo altra Cappella de* Martelli , chiamata anche degli Ca- perai , che fé io non fon forte ingannato , la credo fabbricata dai Taddei , Aldobrandini , e Martelli, «che in quei tempi della innovazione della Chiefa erano gli Operai , e la mia congettura ; di così credere fono le tre
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tre Ai'mì di quelle Famìglie in sito nel me?zo del*
la Volta y fi e co me nel fotterraneo corrifpondenre alla me- defima fonovi i Sepolcri di detti Operai : a quefta pine Cappella v* -è -un CrocifiiTo antico di rilievo , e torto una bella Tavola della Nunziata di mano di Fra Filip- po Lippi * XI. E per, iìne rientrando nella -Nave.) che guarda
il mezzodì, la prima Cappella è -degli Aldobrandino chia- mati di Madonna da una Giovanna Altovifci entrata iti cafa degli Aldobrandino > e per tal Matrona ancoia_, inoggi la Piazza > fu cui è pollo il lor Palazzo, dice il volgarmente la Piazza Madonna . All' Aitare dipinfe_, 1* Empoli un San Bàftiano , e non fo perchè nel volto del Santo Martire faceiTe il ritratto del Se- nator Leone Nerli } come leggo in un Diario preilo gli • Scarlatti eredi del RondinelH j l1* adornamento al- la tavola è di pietra ferena con mezze colonne Corin- tie per •difegno fatto dal Cardinal Piero Aìdabrandini Nipote di Clemente Vili, e che ebbe buon guito , e diletto nelP A-rcbitetrura,, La feconda è de* Taddei eoa quadro rappreientante Sant' Antonio Abate , cui tu de- dicata neir antico ," Alla terza de* Cambini , oggi de* Bracci di Pifa 5 adorai! un divot® CrocifiiTo di ri- lievo con intorno intorno pitture a frefeo ; è la quar- ta degli Altov'iti., che prima era dei Neroni , ha una tavola di San Lionardo con figure dipinte full5 alfe in oro . 'La quinta è de' Medici > che difeendono da Mef- fer Vieri , e portano nello Scudo una palla con den- tro ia Croce del Popolo accerchiata di Ulivo ; fu rin- novata dal Senator Tana4 dei Medici nel 1550. quan- do quwi fu collocata la Tavola di Sant* Arcadio , e Compagni , elle fece Giovanni Antonio Sogliani a Don- na Alfonfina mogiie di Piero deJ Medici per la Ghiefa di Camaidoli «oltrJ Arno ,, ma nelle vicende di quei Monaci per ordine di Cofimo l, fu -qui craslatata , fol- to la quale fono da vederfi alcune pirtu-rine belliflìme » dipinte dal ©acciacca . Siamo finalmente all'ultima Cap- pella , dove il MarcJìefini ba dipinto la Conveifione^ Tom. V. E di
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di San Matteo ; era quèfta Cappella ne* tempi a;ntichi
de» Marignolli , fotto la menfa dell' Altare vi è una ifcrizione collocata dai Signori Ubaìdini di Via de' Martelli, di prefente Padroni , e dice come appreso; ,; m ^"."' ;" ' D. ■' . O.' ' M.
IN HONOREM D, MATTHAEI APOSTOLI
£T EVANGELISTAE %'J
VBALDINVS ARCHIDIACONVS FLORENTINVS
• ET EIVS FRATRES DE VBALDINIS IOANNIS BAPTISTAE FILII
ELEGANTIORI FORMA SACELLVM HOC y; GENTIS SVAE EXGRNARVNT ANNO CIOIOCCXXXIX. XII- Parlo ora a difeorrere di altre pregevoli co-
fé , che fparfe trovanfi in Chiefa , e in primo luogo offervifi una facciata in Chiefa , larga braccia io. e mezzo, e alta 15. dipinta con lode da Agnolo Bron- zino j il quale conofeendo il fuo valore nel fare ignu- di , nel colorire qui il Martirio di « San Lorenzo , ha, empito quefta fua dipintura di moltiplici figure ignu- de contra la decenza del luogo, e della verità della Sto- ria , criticato da Raffaello Borghini giuftamente , sì per avere effigiato l'Imperatore fedente fui trono, mentre che fa tormentare il Santo Martire, intorniato dai fuoi Baroni o del tutto ignudi, o di pochi panni veititi, cofa difconvenevole a Perfone , che fervono sì graru Principi, sì ancora per un gruppo di belliffirne Don» ile a federe fra tanti ignudi ; e fé come figure rappre- fentanti le virtù gli piaceva di farle , dovea piutto- sto in aria figurarle ; per altro è giudicata opera iru, molte cofe ben intefa . E ad una dipintura critica- ta , aggiugnerò una notizia dell' Ufizio del Santo, cioè un verfetto dell' ottava Lezione , che fi legge irL. un antico libro corale della Chiefa , allufivo alle pa- role del Santo Martire : Ecce mifer, ajfafli me uneu far te, re gir a aliam , & manduca . In fecondo luogo a e ;\ ten-
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tenta'tnente fono da efaminarfi due Pulpiti iìtuati lungo
la Nave di mezzo fra le Colonne fotto i primi archi, e fi veggono foftenuti da quattro colonnette di mar*, mo di diverfi colori , ornati fono di moke figura di bronzo di bado , e di tutto rilievo da Bertoldo difee- polo di Donatello, di cui fono difegno, e rapprefentano i Mifterj della Paffione , e Gloria di Crifto ; tre pezzi però di quefte figure fono di legno , ma lavorati con non minor arte e ftudio dell* altre , e noi di rutti diamo qui la fìampa in due rami . La Porta laterale^ verfo tramontana è di Michelagnolo Buonarroti affai commendata , e qui allato in un Magazzino della Chiefa vederi un laftrone di pietra di quelli , che fono foiiti a poifi fopra delle Sepolture » nel mezzo del quale vi è fcolpita un'Arme di (vi Palle , che parendo de' Me- dici 5 per tale fu portata di Grecia > e donata al Gran- duca Cofimo IJ. non potendofi però giudicare , che Ma cofa appartenente agli Afcendenti de' Principi , perchè leggonvifi incife ftravagantemente alcune lettere inter- pellate come appreflb; HIC IACET RVSTICVS FIL. D. . , ♦ ,
DE ABATIS DE FLORENCIA . |
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e appunto quello Ruftico appare nel libro del Chiodo
alla Parte Guelfa , nel quale fi deftrivevano gli efilia- ti 5, Ruflico degli Abati 1268, mandato in efilio nella „ Grecia « E ritornando in Chiefa , non fono da o- metterti quattro Statue di ftucco fatte da Donatello , alte 6. braccia , rapprefentanti quattro Santi collocati in alto falle teliate della Crociata , e fotto di effe al- tri Santi , come Sant* Ignazio Martire da Fabbri- zio Bcfchi , i Santi Cofimo , e Damiano , e i Santi Cardinali Bonaventura , e Carlo , fatti da Bernardino Poccetti . Mancava alla Cupola il fuo Dipintore , che tra valenti Artefici di Firenze dalla Elettrice Vedo- va Palatina fu deilinato il Sig. Vincenzio Meucci , il quale fpiegato avendo il fuo nobile concetto in cais |
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RilieUQ laterale iierjo l'Aitar Mag:
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MLIEW 1MSEGNMT. BABONATELEO NEL PALPITO BALLA. MAMDABEEEA CANONICA
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RILIEVI DISEGNATI- DADONATELLO NEL PVLPITO DALLA BANDA BEL CAMPANILE
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JìLLts&ira L€LÙ&r^cU^ dcULa, trarvdLct <£eM AWcxa~ M
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ta , che affai piacque alla detta Principe/fa , lo efegul
con univerfale gradimento : Rapprefenta egli in quella Cupola moki Santi Fiorentini > i quali moftrano viva- mente quanta fi* la gloria de* loro cuori , veggendo- vifi anche effigiata Sant* Anna , il cui nome portava.* r Altezza Elettorale . E fé io voleflì torre con parole a celebrar queiia dipintura , farei1 torto al nome deir Autore notiflìmo per altre fue lodate opere : dico fo- lo , che quivi fi ravvilano condotte a perfezione tutte le parti principali dell'Arte, vale a dire V invenzione > la dìfpofizione vaghiiìima delle figure ? e loro vive at- titudini v oltre la forza del colorito » E per fine col- lochiamo qui la lapida dell' ultima Confacrazione della Chiefa feguita nel 171 i. e dice come apprefìb * AD PERPETVAM REI MEMORIAM.
TEMPLVM HOCOLIM PRlMAEVE ANTfQVlTATlS ARCHETYPVM AMBROSIA^.
BASIUCAM ET CAPVrT ECCE. FLOR. NVNCVPATVM QVOB IVLIANA VIDVA FLORENTlNA ILLVSTRlS ET SANCTA FOEMINA VoTIVVM D.O.M. CHRISTIQVE MARTYRI LAVKENTIO PARAVI!* ATQjr OBTVLIT . AMBRO* SlVS S.MEDIOL. ECCL. ANTISTES BEATISS. A. S. CCCXCIII. CONSECRAVIT. VETVSTATE COLtAPSVM S.P.Cu E. INSTAVRAVIT ET PRISTINO NITORI RESTITVIT. NICOLAVS II, EX EP. FLOR. P. M. RENVNCIATVS AGGREGATO PRAESVXVM CAETV XIII. KAL. FEBR. CIOLIX, PROPRIIS MANIBVS DEDI" CAVIT NEC SINE DOTE DIMISIT . FORT VITO TVRPATVM INCENDIO ET A CAI'ITVEO ET POPVLARlBVS FABRICARl COEPTVM COSMVS DECR. PVB. P. P. PHILIPPO BRVNELLESCO AVSPFCE IN HANC TANTAE MAIESTATIS FORMAM MAXIMO CENSV REDIGENDVM CVR. NOVAM ILLIVS CONSECRA" TIONEM PER ANNOS FERE CCC. AUIS INTENTATAM PROBANTE REGIA PIENTISSIMI PRINCIPIS COSMI III. M.D. E. CELSITVDINE FRANCISCVS FRIDERICVSGIORDANI PATRICCASAL.I.V.D. PROTON.APOST. SACRI MlLlt. ORD. S. STEPHANI P. ET M. EQ^, ET BAIVI,. REGIAE IVRISD. CAVSS. AVDtTOR NEC NON INSJIGNIS HVlVà COLLEGlATAE SAECVLAR. ECCLESIAE D. G. PRlOR ANNVENTE GANONICORVM FRATRVM SVORVM CAP1TVLO LlBENS PHOMOV1T . THOMAS BONAVENTvRA EX COMIT. DELLA GHERAR- DESCA ARCH. FLOR. ET S. R. J. PRlNC, SOLEMNl RITV MORE MAIORVM FE- CIT X. KAL. NOV. C1DI3CCXII, ET ANNIVERSARIAM DEDICATIONIS DIEM IV. OC-MIN, OCr. CELEBRARI DEGREVJT. ; ; ■■■ L E*
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LEZIONE IV.
DELLA CHIESA DI SAN LORENZO1
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ItfiB
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Engoflo Ite due* Sagreftie Vecchia ì e
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Nuova 5 quella fu edificata prima del-
la prefente Chiefe", in accattone d'ef* fer rimafaì guafta da un incendio la Sagreftia della; Chiefa' antica r ed è fatta fiil modello dello fteffo Brunel- lefco , a guifa d'un Tempio con Cu» pola , alla quale rie*peducci , e nelle menfoìe che la regv* gono , folto certi tondi con iftoriette di baffo fiiievo» e i quattro Evangelifti lavorati di ftucco dal famofo Do- natello , di cui fono ancora due belliflìme porte pic- cole di bronzo ripiene di figurare dr Santi • Nel mezzo dei' pavimento fotto una gran tavola di marmo bianco , e di porfido > alla quale fi parano r Preti , po- fa una Caffa? di marmo bianco arricchita' di felloni , e dì figure di rilievo dal Donatello 3 ed in effa giace Gio: d'Averardo de* Medici con Piccar dia dr Aduardo de* Bueri fua moglie ; e detto Giovanni egli è quello , che dicemmo di fopra 3 effere flato il primo, che cooperale alla edificazione della prefente Cbiefa y e leggono" nel dinanzi della Gaffa i feguend verfi : SI MERITA m PATRIAM , SI GLORIA , SANGVIS , ET OMNI
LARGA MANVS , NIGRA LIBERA MORTE PORENT .
VIVERET HEV PATRIA CASTA CVM CÒNIVGE FOELIX AVXILIVM MISERIS , PORTVS ET AVRÀ SVIS .
OMNIA SED QVANDO SVPERANTVR MORTE , IQHANNES HOC MAVSOLEO, TVQVE PICARDA IACES.
ERGO SENEX MOERET , IVVENIS , PVER , OMNIS ET AETAS. ORBA PARENTE SYO PATRIA MOESTA GEMIT.
c dall%
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3S
e dall'altra parte dei medefimo Caflbne \ fi legge co-
inè foglie : iCQSMVS rET IAVRENTIVS DE MEDICIS V. CI. IOHANNTS
AVERARDI F, ET PlCARDAE ADQVARDI F. CARISSIMIS
rPARE-NTIBVS HOC SEfPVLCRVM FACTVNDVM CVRARVNT.
e'OBriTAVTEMIOHANN'Es'x.-KAL.MARTIASMCCCCXXXVIII,
iPICCARDA VERO XIII. KAL. MAIAS QVINQVENKIO POST
E VITA .MIGRAVI! .
ftfelìa Cappella di quefta Sagr,eftia fonovi piti Depofiti
tde'Principi /emplicemente mirati > come dietro alP Al- iare ci denotano le feguenti ifcrizioin,. PHIIIPPVS ETRVRIAE PRINCEPS
jFERDINANDI I. MAGNI PVCIS ETR. FIIIVS> , ; "' ■■'■"' ''li. "il J ' : '
MARIA SÀIVIATA COSMI MEDICEI
càFIORENTIAE £T SENARVM PVCIS MATER IOHANNES S. R. E, DIACONVS CARD-
xET GARSIAS FRATER AMBO MIRIEICAE INDOLIS APOLESCENTES 3 ET EIVSDEM /COSMI Filli HIC AD TEMPVS CONQVIESeVNT » ^ j§L mano deftra dell'Altare medefimo fotto un Sepolcri-
ijno , che ita in alto giace un FigUuoJLino di Francesco f» jb 4i ^Giovanna d' Auta'a,* pi
PHUJPP. M. E. P.
'FR.AHC. I. M. D. E. F1UVS » JE più fotto :
JOHANNES MEOICES
•* COGNOMENTO INVICTVS COSMI £ MAGNI DV-C1S fcTRVJUAE PATER *
'ih!; u E in
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E iti^ ultimo luogo da quella banda jS< conservano le.,
offa del" Granduca Cofima I. e di fua Moglie Donna: Eleonora di Toledo con quefte parole: l V. ■■-■'-•■.
.IPSSA COSMI■ I.MAQNI DVCIS ITR.
J?VS1LLQ H. BVSTQ AD TEMPVS DEPOSITA
SVNT IN QVO IAM ELEONORAE VX.
SITA ERANT , VT SlMVL HQNEsTO
TVMVLO CONDANTVR QVI IN VITA
SEMP.ER MVTVO AMORE CON1VNCTI FVERE.
E dalla parte dell'* Epiftola , a titolo pure di Depofitó
fonovi il Granduca Francefco I. e Giovanna d'Auftri* fua Conforte, con quefte poche lettere ; i VI-
. - ERANCISCVS I.
1 -ì\><MAGNVS ETRVRIAE DVX :iv CVM IOHANNA ÀVSTR. VXORl • Allato a quella Cappella in uno Stanzino fi moftr*-
no parecchie Caffé murate V una fopra 1* altra , con- tenenti alcuni Principi naturali di Cafa Medici ,• fic- come ne5 lati del Caffone del foprallodato Giovanni di Averardo fono due Sepolture, nelle quali prima dei Principato fi feppellivano i Cadaveri della Famiglia deV Medici , e dal Principato in poi fono ftate fepolte le interiora dei Granduchi , e Grand uchefife > e di altri Principi , in occafione di eflere imbalfamati . II. Altri pregj poi ha la medefima Sagfeftia , de*
quali qui fommariamente faremo menzione, e fono un Lavamano di marmo in altro Stanzino lavoro di Donatello ,~ un Bufto di San Lorenzo di terra cotta, fatto dal medefimo Scultore , e collocato fu Ila Porrà grande della Sagreftia in una Cuftodia , che meritereb* Be un criftallo , tanto egli è bello , e vivo. Dalle pa- reti pendono due quadri , uno di Raffaellino del Gar- bo , |
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bo -, ed è ima Natività di Crifto •;' I* altro è un Sa IL.
Lorenzo fedente con i Santi Stefano, e Lio nardo cre- duto di Pietro ; Perugino ; e fotto a\quefto Quadro Jeggefi un Cartellone co' feguenti vera* } e titolo : D. .LAVRENTIVS AD LEONEM X.
iPONT. MAX. U. àHANC mm SANCTE :PATER CQSMVS CViyt CQN.DERET AEDEM
GAVDEBAT PROAVI RELLTOIONE TV1. .
DELECTA.VIT AVVS,9,DELECTAVERE PARENTES QVORVM OPE CREVERVNT TEMPLA SACRATA M1KI
„SE/p i>RONEPOS MAIOKA PABIS PIETATE * PARENTES PpljìJIFICEM TVRPE EST NON SVPERASSE SVQS. MARCEL*,. VIRGIL. ,R. P< F. CANCELL. jE per fine avrei parecchie funzioni folenni fatte.,
in quella Sagre/Ha , ma lina foia perchè affai u- tile alla Storia qui riferirò , e fu il' Ordine Sacerdota- le in eiflfa conferito a Metter FrancefeoSederini Vefco- ?vo di Volterra',*^ poi Cardinale , ^uivi adunque a'27. di Marzo del 1486. in vigore delle lettere Apostoliche tifo fu ^ordinato da Monfìg. Rinaldo Oriini Arcivefcovo di Firenze , quello che da qualche Scrittóre fi aiferifoe iron aver mai rifeduto da Arcivefcovo in .quella Cit* là , e tale Ordinazione trovafi fegnafa -nell' Arcivefco- vado a4 Protocollo di Ser Gabbrielio da Vaconda No. ra~ie al num» 45e>* b h- : % III. Ma oramai parlando alla nuova Sagrertia ad-
dimandata la Cappella de' Depoilti ., io trovo che fu efia ordinata da'Leon X. nel 1520, a M-khelagnolo Buonarroti « e dipoi fatta fabbricare., ed ornare da Clemente VII. a fine di ri porvi i Corpi, e conferva- re con nohijiffimi Sepolcri le memorie , e ceneri di quegli a lui pru vicini ., e ■ cangiai n ri di parentela , co- mè ^Giuliano de' Medici Duca di jNemurs., e Lor&nzo Duca 4i Urbino., che fu Padre di Aleifandio primo Dm a di Firenze ; e volle che il Buonarroti, oltre aM' effeme 1* Architetto * folle infienitinente 1* Artefice del-. |
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le Statue da colìocarvìfi in onore de* due nominati Du-
chi , in riguardo ddìc quali, e degli ornamenti di ef- fe j dal Varchi , e da tutti gì* Intendenti , la Cappella è chiamata maravigliofa , e da' libri di ricordanze ab* biamo , che Carlo V. la mattina, che partì di Firenze, dopo avere udita la Merla in San Lorenzo, entrato in quefta Cappella dilTe di quelle Statue , che gli pareva aflai , che non le fentiva parlare , né le vedeva riz- 2arfi da federe . IV. I due Duchi veggonfi di marmo ahi quanto il
naturale > fedenti in cerre Nicchie, abbigliati di abiti Militari fopra Caffé Sepolcrali ; e giacenti appiè in at- to merlo fono quattro Statue $ che rapprefentano 1* Au- rora , il Giorno , la Notte , ed il Crepufcolo . All'en- trare a manritta viene nella prima Nicchia il Duca.» Giuliano , e fotto le due Statue , che figurano il Gior- no 5 e la Notte j fopra la Notte furono fatti i fegueli- ti verfi : LA NOTTE , CHE TV VEDI IN SI DOLCI ATTI
DORMIR , FV DA VN ANGELO SCOLPITA IN QVESTO SASSO , E PERCHE DORME HA VITA: DESTALA , SE NO 'L CREDI , E PARLERATTI . a* quali Michelagnolo , fìngendo, che la Notte parlafTe >
rifpofe : ? GRATO M' E IL SONNO , E PIV L' ESSER DI SASSO,
MENTRECHE 'L DANNO , E LA VERGOGNA DVRA ; VEDER , NON SENTIR MI E GRAN VENTVRÀ j\ .PERO' NON MI DESTAR j DEH PARLA BASSO . V. Nella Nicchia addirimpetto a quella di Giulia-
no vedefì il Duca Lorenzo, con appiè giacenti il Cre- pufcolo , e T Aurora 5 che fono pure opera del Buo- narroti , dal cui mirabile fcalpello fu anche fcolpita nel- la facciata, che guarda Y Altare , una Madonna col Fi- glio in collo affai più grande del naturale, febben non Tom.V. JP del
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del tutto finita , ed ha dall' uno , e dall'altro lato San
Cofimo , opera di Fra Giovanni Angelo Montorfoli > e un San Damiano di Raffaello da Montelupo amendue lodatiflìme ; ma il braccio deliro di San Damiano , credei! per difetto del marmo , è riufciro più pic- colo del finircro . Tutta la Cappella per ogni verfo è larga braccia 20. divifa da pilarfri ài ordine Corintio , i quali hanno certi bei Capitelli intagliati a grottefco con trofei , e mafchere di mano di Silvio da Fiefole ìil. cofe fimili affai rinomato , cui dà conveniente lode_> il Vafari , ii quale ne attribuifce ancora a Giovanni da Udine 5 per aver fatti quivi certi fogliami , rofoni > ed altri lavori di iìucco doraci 5 che adornano la Cu- pola . VI. Circa poi a' Principi qui fepolti, nel Sepolcro
del Duca Lorenzo fu merlo il Corpo del Duca Alef- fandro uccifo da Lorenzino fuo Cugino a' 6. di Gen- naio del 153<5. e quello per effere egli flato figlio di eifo Lorenzo, e nipote cugino di Clemenre VH. che lo avea fatto Signore di Firenze . Ma oltre a' fopran- nominati Duchi , fono quivi depofitati cinque Gran- duchi , con altri Principi defcenrìenti da Cofimo I. e_, chiufì fotto certe Urne di legno circondate di cancel- li di ferro } con brevi ifcrizioni quali per ricordo di chi fotto vi giace . E fono neir ingreflb a mano man- ca Ferdinando Primo , e Madama Crilìina di Lorena., fua Moglie con attorno i Principi loro figliuoli , il Cardinal Carlo Decano del Sacro Collegio , D. Loren- zo j D. Francefco , Caterina Ducheffa Vedova di Man- tova , e Leonora } che morì fanciulla . VII. Addirimpetto dentro la Tribuna 5 che sfonda
braccia Tette , fuori dell* arco rifiede un Altare di mar- mo ifolato fu quattro fcaglioni , retto da balauitri la- vorati colla più bella grazia 3 che da fenno umano il poffa divifare ; e fonovi due candcllieri di marmo in- tagliati con felloni , ed ornamenti fatti con tutta 1' induitria del Buonarroti . Davanti all'Altare, che guar- da la Tribuna ? vi fono fei altri Depoiìti con brevi ifcri-
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iicrÌ2Ìoni t cioè di Co fimo II. di Maria Maddalena d'
Auftria , del Cardinal Giovan Carlo , del Cardinal Leo- poldo , del Principe Mattia , e di Maria Criitina , quat- tro Figli di Codino fuddetto . Dietro all' Altare quali fotto la cupola fi veggono collocati Ferdinando II. Vittoria della Rovere 3 ed i feguenti loro Figliuoli : Cofìmo Gran Principe morto bambino , il Principe^ Francefco Maria già Cardinale , e più in mezzo il Granduca Gio: Gallone . 1 Vili. A delira del medefimo Altare corrifpondente
a manritta del Maufoleo di Lorenzo Duca d* Urbino incontrali il Depofito di una Bambina morta appena., nata , figlia di Ferdinando II. e quello del Gran Prin- cipe Ferdinando Figlio di Cofìmo III. appiè del qua- le è fepolto il cuore della Gran Principeifa Violante-, di Baviera fua Moglie, il cui corpo ripofa nel Mo- nailero delle Terefiane di Firenze . Alla ilmitra dei fuddetto Maufoleo evvi il Depofito di Anna Maria Lui- fa Elettrice Vedova Palatina Gran Principerà di To- fcana , e Figlia di Cofimo III. E finalmente a mano manca delia fiat.ua di Giuliano Duca di Nemurs fegue in altro avello il Granduca Cofimo Hi, IX. Ne fono da ometter fi i notabili privilegj fpi-
rituali , o fivvero furTragi > che partecipano le Anime de' fuddetti Principi , comprefi anche i loro afeenden- tì , e defcendenti , e fono la liberazione di un5 Anima ad ogni Sacerdote celebrante a quefto Altare la MefTa di Requiem per Breve di Paolo V. come in un gran Marmo nella tettata della Tribuna apparisce, che fu con- cetto ad iftanza di Madama Criilina di Lorena . Il fe- condo privilegio per le medefime Anime , fono i fette Salmi Penitenziali, che debbonfi recitare in certi gior- ni non impediti da* Ca nonici j e Cappellani di San.* Lorenzo , i quali furono ifìituiti da Ferdinando I. e or- dinati da Co-fimo II. |
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F 2 LE-
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z I O N E V.
DELLA CHIESA DI SAN LORENZO .
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g E 1 antichità della Chiefa di San Lo-
S renzo , e la fplendidezza de] fuo pre. lente edilizio , la decantano per un i empio fovrano , e commendatiffi. mo , avvi però più illuirre titolo , il quale fé non la colìituifce fuperiore „— a. tutte,.ie Chfefc di Firenze , alme- no T j P«n«pali la dichiara , e quello è il fuo itupendo teforo delle Reliquie de" Santi , porzione delle quah trovafi qm da tempo immemorabile, ^ molte altre, benché venute più tardi , fono net va! rie ragioni ragguardevoliffime ; e da quelle principian- „° '* "oftro «ponamen» , premetter mi piace al no. IZZ'jt ftamPa£ n,elie Storie « Ugge, un breve
agguaglio come effe fodero mandate a Firenze . II. E' adunque da fapere come in Coitantinopoli,
d gì Imperator, Cnlliani con gran loro induftri/, ^ con Zt H Cran° accumuIacte infiS"i Reliquie, tenute
con quel decoro, e magnificenza, che loro dettava e la fanti» del teforo , e la condizione di Princiri cosi .Iluftn . Ma dipoi effendo la Città di Colìani- nopoli, e tutto 1' Impero dell'Oriente caduto Tetto la
tirane de j hi > papa Leofl x fo ^^ fot» la curarne il nfeatto , e torle di mano alla fteffa barba-
rie , e perfidia degli Ottomanni , come felicemente eli nula , traslatate a Roma nel 1520. né fi dubita, che 1 idea d. detto Pontefice non foffe di mandarle a Fi. lenze, quando prevenuto egli dalla morie, l'adorabil teforo rimale preffo il Cardinal Giulio de'Media quale fahto poi al Pontificato col nome di Clemente VII. do«
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dopo aver falvate le medefime dal Taccheggio di Ro-
ma , le defiinò finalmente alia Chiefa di San Lorenzo di Firenze , fulla fperanza di avere colla divozione di sì Sacro dono , a fpegnere de* iuoi Concittadini i ran- cori , e le difcordie . 1/ onore di accompagnarle toccò a Michelagnolo Bifcioni Canonico di San Lorenzo , cui, come a perfona gratiffima al Pontefice) furono conle- gnate infiememente con una Bolla data fotto il dì 16, di Novembre del 1532. nella quale, oltre le chiare.» efpreffioni dell'amore di Clemente alla fua Patria , ed alla Chiefa dì San Lorenzo , leggonfi defcritte minuta- mente tutte le Reliquie, e la ricchezza de'loro Vali, Giunfe in Città il detto Canonico nel dì io. Dicem- bre , e non a' 13. come ferirle il Varchi al libro 13. e non elfendo terminato V apparato della Chiefa , che folenniflìmo fi volle dal Capitolo ài San Lorenzo , ; fu d* uopo , che tutte le Reliquie fi depofitaffero nel Ve* nerabil Monaftero di Annaìena 5 di dove cavate nel dì 14. dello fìeffo me fé , e collocate fu d* un piano parato di broccato d' oro, prqceflìonalmente portate fu- rono per la Città coli* intervento de1 Cleri ', delle Re- gole , de' Magiftrati , e di numerofo Popolo , avendo il medefimo Pontefice conceda Indulgenza plenaria a chi o le accompagnava per le vie > o le vifitava iru San Lorenzo, dove intendeva il Santo Padre, che efpo- ite ir e {fero per un triduo alla publìca venerazione ,< e che pofeia fi chiudellero nel Sacrario fatto fare a ;po» fìa ; e di quefta traslazione ogni anno fé ne fa fella di rito doppio*, come nota il Giamboni adì j 14.; Di- cembre così 5, Fefta folenne élla Bafiliea Collegiata di 5) San Lorenzo per P Ànniverfàrio della forenniffima-* „ traslazione feguita Panno 1532. delle preziofifTime 5, Reliquie donate a detta Chiefa dalla fel. mem. di 5, Papa Clemente VII. quali ? con gran venerazione fi 5, confervano in una Cappelletta fopra-la;iPorta.mag- j> giore di detta Chiefa.,, Ed avendo disopra, nomi- nata la divozione delle Monache di Annaìena , che per alcuni gioirà nel loro Monalito tennero in depofi* to
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io le Suddette Reliquie , notar qvì mi giova un par-
tito del Capitolo di San Lorenzo del dì 13. di Mar- zo del 1532. ab Incarna rione , nel quale deliberoflì di mandare a dette Monache in dono un SaìTb , o fia_. Ciottolo di Santo Stefano, legato in argento, che era .nella lor Chiefa ab antiquo . III. Ma tornando al teforo -delle fuddette Reliquie,
che dicemmo chiufe in uno Stanzino , deve Sapere il Leggitore,, che col *difegno del Buonarroti fu Scavata queita Cappelletta , nella grofTezza del muro -della Pac- ciata Sulla Porta maggiore , con dentro la Chiefa un Terrazzino So(ienuto da due Colonne totalmente fimi- li a quelle delle Navate, fui quale ( conforme al pre- scritto di rigorofa Bolla di Clemente del 1533. data ■in ;Roma xió' 1$. d'Aprile) nel giorno primo di Paf- qua ,di Refurrezione fi inoltrano tutti i cinquanta Va- .fi , .contenenti tette, braccia, cedole , denti , offa , ed altre memorie .de' più Segnalati Santi , come poi ram- menteremo . I cinquanta Vati fono ricchiflìmi , e di maravigliofo lavoro , fatti fare in Roma da Valerio Vicentino Orefice, rilucendo in effi £ipie , perle, aga- te , fardon io , oro, argento, e criilallo di Monte; .ed il modo di moitrarle al -.divoro Popolo } è ordi- nato dalia Bolla fleila , .come appreilb ,, 11 Priore j, dopo Compieta parato Pontificalmente co* fuoi |
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35 SÌ
Sì 3) 3> |
Miniftri , Salga al Terrazzino , ed ivi colla Mi-
tra in capo ad una ad una le moftri al Popolo , nel tempo che rdue Cantori Je sbandiranno ad alfa voce., 1' uno in latino , .l'altro in volgare , e avanti di -ogni cofa, fi canti da'MiniLìii, e da'Cherici affilienti l'AnciSona de'Martiri ìflorum &c. col Ver- fetto, ed Orazione de* Santi ; in fine diati dal Prio- |
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„ re la benedizione .col Legno della Santa Croce , e_,
» fi termini la funzione col Te Deum da tutto il ,> Clero , che ilarà Jlel; Còro ,, e concede a chi inter- viene a. tal funzione P Indulgenza Plenaria . Ma è no* tabile un'attenzione del. Pontefice per l'ordine del- la Chiefa in quel giorno , volendo la divisione de- |
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oli Uomini dalle Donne per mezzo di tavole alte.» ,
che f'eparino la Chiefa per lungo della Navata di mez- zo . E tanta fu. la gelosia di Clemente fopra le^ medefime Reliquie, che nella fuddetta Bolla proibifce il poterfi effe inoltrare, fuorichè in detto giorno, a niuna perfona , ancorché fofìTe in grado di Cardinale , o di Principe , fottoponendo T inolTervanza a rigorofa fco- munica . E fé talvolta fi fono moftrate , fempre è pre- ceduto un Breve di diipenfa , come uno di Sifto V. del 15S8. in grazia di Don Giovanni Velafco Amba- fciatore del Re Cattolico , altro di Papa Innocenzio XI. del ii581. a favore del Granduca Cofimo III. che defiderava di eftrarre alcune particelle di Reliquie di quei Santi nominari nel Breve . IV. Devefi poi avvertire come nello fterfo Sacra-
lio v* è una Cortola di S. Rocco, chiufa in un bellif- fimo Vafo di criftallo di monte , donata dal Grandu- ca Cofimo I. la quale , per non eifer di quelle com- prefe nella Bolla , e per confeguente non foggetta a que' rigori di fcomuniche , fi eftrae per efpor/ì nella fua Fetta , e quefta fi cominciò ad efporre full* Aitar maggiore nel 1713. in occafione della mortalità degli animali . Nella mattina del fuo giorno feftivo cantari Meffa folenne dal Priore , e dopo il Coro viene a_* fentire una Melfa privata il Magiftrato della Sanità , cui fi dà a baciare la Reliquia , la quale talvolta è fiata portata in proceffione per nuovi timori di Fefte. In un Vafo, in cui fi dice, che fi chiudono alcune., Reliquie di Santi , che erano della Chiefa , credefi , che fi confervino quelle de' Santi Vitale , ed Agricola do- nate da Sant* Ambrogio . Lo Stanzino è ferrato a tre chiavi , delle quali una fìa prerfo i Principi , altra in mano del Capitolo, e la terza fi tiene dallo Speda- lingo degl' Innocenti . Né da ometterfi fono tre lam- pane fempre accefe fui terrazzo , avendone lafciato il fondo lo fteiTo Clemente VII. E per fine a compimen- to della Storia, qui riportiamo V Indice delle foprallo* da*
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date Reliquie "> riportato dal Cìnelli > dal Giamboni >
e da parecchi altri, ed è come apprettò • i. In un Vafo di Diafpro con manichi , e coperchio
d* argento s vi fono Offa del gloriofiffimo Martire San Lorenzo, e parte della Mafcella di Santo Stefano Pro- tomartire . 2. In un Vafo di Sardonie } v* è uno Stinco dì S.
Andrea A portolo . g. In un Vafo di Diafpro con due manichi } v* è
una Cofcia di S, Andrea Àpoftolo ; Reliquie di S. Pro- colo Martire , di S. Eudochino Martire , ed una Cofla di S. Henna Vergine} e Martire? e Reliquie d'altri Santi , i cui nomi fon perduti • 4. In un Vafo di Criitallo , con coperchio di cor-
niola ì v* è un Braccio di S. Marcello Papa 9 e Mar- tire > e Reliquie di S, Martino Papa , e Martire . 5. In un Vafo di Corniola fon Reliquie di San Be-
nedetto Abate , e di San Domenico Confellbre Padre dell' Ordine de' Predicatori . ;- 6. In un Vafetto di Corniola con una gemma fopra
fono Reliquie di S. Gio: Batiila nofiro Protettore. 7. In un Vafetto d' Agata v' è un Dente $ ed altre
Reliquie di S. Sebaltiano Martire . S. In un Vaio di Sardonio 3 ornato d* Argento do-
rato) vi fono OiTa di San Niccolò Vefcovo , ed il Cra- nio di San Marcello Papa , e Martire . 9„ In un Vafo di Criftallo con piede di Sardonio 5
e co i manichi d'argento dorato } v' è una Mano di San Cipriano Martire * io. In un V&fo di Diafpro marezzato ; ornato di
argento dorato con una gemma fopra j vi fono Reli- quie di, S, Sufanna Martire . oì04 ìi. In un Vaio di Criitallo ornato con due draghi,
ed un3 Aquila fopra , vi fono Olla di San Pietro Àpo- ftolo 5 e di San Gregorio Papa . 12. In un Vafo di Diafpro con manichi d' argento
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dorato, e fmaltato 5 v'è "una Mano con la Pelle di
S. Sabina Martire . 13. In tin Vafo di Criftallo con una Croce fopra »
vi fono Offa di S. Marco Evangeiifta , di Santo Stefano Papa e Martire , e di 5. Silveftro Papa . 14. In un Vafo di argento dorato vi fono Reliquie
di S. Antonio Abate . 15. In un Vafetto di Criftallo con una corona fò-
pra > vi fono Reliquie de' Santi Proto , e Dia cinto Martiri . i<5. In un Vafetto di Diafpro vi fono Offa de* San-
ti Martiri Nereo , Achilleo , Mario, e Marta . 17. In un Vafo di Ametifto vi fono Reliquie di San
Crefcenziano , e di S. SofFronia . 18. In un Vafo di Criftallo con una gemma fopra ,
vi fono Offa di S. Maria Maddalena , e di S, Criftina • 19. In un Vafo di Plafma , vi fono Offa di S. Pu-
dentiana , di S. Giuftina , e di S. Agnefe Vergini, e Martiri . 20. In un Vafo di Criftallo con quattro Draghi d*
argento , v'è la parte di fopra del Capo di S. Teo- dora Vergine , e Martire . 21. In un Vafo di Diafpro marezzato, vi fono Re-
liquie di S. Teodora , di S. Chiara , di S. Qrfolina , e di S. Maffnno • 22. In un Vafo di Criftallo con una Croce fopra ,
v' è parte della Corona con quattro Spine di noftro Signor Gesù Crifto . 23. In un Vafo di Criftallo , ornato d* argento do-
rato , v' è un Braccio dì S. Cofimo , e Reliquie df 3. Damiano Martiri * 24. In un Vafo di Diafpro con piede d'argento v'è
parte della Schiena di S. Giovanni Elemofinario. 2$. In un preziofo Vafetto di Criftallo di Monte in-
capato neir oro, ornato attorno di perle , di balafci, di rubini , e d'altre rare gioie , v* è un Dito tutto intiero con la Carne , e con V Unghia della gloriofa Spofa di Crifto S- Caterina Vergine 5 e Martire. Tom. V. G 26. |
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a£. In un Vafo d'Aroetìfto ornato d'argento dora*
to j v' è la Nuca ài S. Bartolommeo Apoftolo , e Re- liquie de* SS. Jacopo , Filippa % e Tommafo Apolloli , e Reliquie d* altri Santi . 27. In un Vafo grande di Dialpro ornato d' argen-
to dorato , vi è parte del Capo , e due Offa dì Santa Nkhita Greca , ( forfè S. Nicera Greco . ) 28. In un Vafo grande d* Agata con manichi ; e co-
perchio, d' argento dorato y vi è un Braccio, ed altre Offa di Se Anaftafia Martire, 20. In un Vafo grande di Ctiftallo ornato d'argen*
to dorato v* è il Capo } il Collo , e la Camicia di S. Michele } martirizzato nella Città di Nicomedia . 30. In un Vafo grande di Diafpro con manichi d*
argento x v' è un* Ampolla piena di fangue de* Dieci- mila Martiri *, con delle Offa de* medefimi > e Reliquie di San Teodoro Martire. 31. In un Vafo di Criftallo con manichi ,, e piede
d' argento vi fono Reliquie di S. Brigida , e di S. Ap- pollonia Vergine , e Martire .. 32. In una Caffetta d'argento con cantonate d' ar-
gento , ed agata > v'è un Braccio di S. Andrea Apo- jftolo, con un Braccio y e le Spalle di S. Eudodimo Greco, (legge il Migliore Eudomio Greco.) 33. In una Caffetta di Plafma , legata in argento
dorato , v* è un Piede di S. Maria Cleofe , e parte_» del Capo di S. Maria lacobi » ed un Dito di S. Ma- zia Salome . 34. In un Vafetto di Criftallo legato in argento do-
rato , v'è un ampolla di criffallo ,. entrovi del puriffi- mo Latte di Maria Vergine > e del Legno della Culla di Gesù Griffo , e del Prefepió . 35. In un Vafo di Ametiito , vi fono Offa di Saru
Barnaba Apoftolo , di S. Luca Evangelica , de' Santi Ipolito > e Caffiano Martiri , e di S. Patrizio Vefcovo. 35. In una Caffetta d'argento dorato, v* è una Ma-
fcella di S. Lamberto Vefcovo , e Martire • 37. In una Caffetta di Diafpro ornata d'argento do-
rato , |
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rato, vi fono Offa di S. Biagio Vefcovo , e Martire,
e di S. Longino Martire 3 che con la lancia p afsò il cottalo a Criiio . 38. In un Vaio belliflìmo di Agata con due mani,
chi , e con coperchio fumile , e piede di argento do. rato , v' è un Braccio di S. Gregorio Nazianzeno , un Braccio del gloriofo S. Niccolò Vefcovo , ed uno Stin- co di 9. Leonardo ConfelTore . 39. In un Braccio d'argento ornato di gemme, v'è
un Braccio con altre Reliquie di Santa Brigida Ve- dova. ""■"* 4©. In un Vafo grande di Diafpro guernito d'ar-
gento dorato , vi fi conferva una Mafcella intiera di S. Maria Maddalena difcepola di Gesù Crifto » e par- te de' fuoi Capelli - 41, In un Vafo grande d* Agata con coperchio tra-
forato j e con un Diamante fopra , vi fono molte Te- tte 5 ed Offa di diveifi Santi , che nel Sacco di Ro- ma furono fpogììaie dagli Eretici de' loro ornamenti , e refe fenza 1 loro nomi , ficcome vi fono molte Re- liquie di gloriofi Santi , che fi ritrovavano in quella Sacrofanta Bafilica , e parte della Graticola, dove fu ar- rottito il gloricfiffimo Martire S. Lorenzo . 42, In un Vafo di Criltallo , v'è un Braccio di San
Quirico fanciullo Martire , figlio di S. Iulitta * 43. In un Vafo di Criftallo , v' è una Cotta di San
Lazzaro refufcitato da Criiìo , ed un Dente con altre Reliquie di S. Marta fu a forella . 44. In un Tabernacolo vi fono delle Offa } e Cene-
ri delle Undicimila Vergini > e Martiri Compagne di S. Or fola. 45. In un Vafo di Crittallo , vi fono Reliquie de'
SS. Martiri Criiioforo , Vito , Modello } Olifante , e_» Daria . 46, In un Vafo di Diafpro 3 ^i fono deJ Denti » e
parte delle Dita di S. Ifarno Abate Maffilienfe , e_* Reliquie di San Bernardo Cardinale di Marillia 3 e di San Cafliano , e di San Vittore Martire . G 2 47.
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47. In un Vafo di Cri/tallo , vi *e una CoRà intie-
ra di S. Rocco Avvocato contro la Perle . 48. In un Vafo di Cri/rallo s v' è un Braccio di S.
Iulitta Martire . 49. In un Vafo di Criftalio vi fono delle Offa de*
Santi Innocenti , di S. Damafo Papa , di S. Eleuterio Vefcovo , di S. Eudodimo , di Santa Coftanza figlia di Costantino Imperatore , di San Simeone Profeta-., de' Santi Abati Maccario * e Gallo > e di San Severino Confeffòre . 50. In un Vafo di Ctilìaììo , guarnito d'argento do-
rato con molti diamanti in cima , v* e un pezzo del Sacratiffimo Legno della Croce di Noltro, Signor Gesù Grifto , ed un pezzo della Colonna, alla quale fu fla- gellato al tempo della fua paflìone . V. E Paffandofi oramai alle antiche , e non po-
che Reliquie , che viepiù arricchifcono il Santuario di San Lorenzo , io fo grado alle grandi diligenze ufafe in aiuto della prefente Iftoria dal Sig» Canonico Pietro Nolafco Cianfogni > il quale , come informa tiflìmo di tutte le memorie, che fi confervano nell'Archivio di que- lla Chiefa , rare , ed autorevoli notizie m'ha comuni- caro , maflìmamente circa V invenzione , e la traslazio- ne di effe . E conciofiachè le principali fieno i Corpi di San Marco Papa , e Confeffòre } di S. Concord leu Martire > e di Sani* Amato Abate , mi farò dalla tra- |
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izione , che coftantemente corre da molti fecoli , che
tre fuddeuì Corpi fieno fiati donati da Sant'Ambro- |
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gio , della qual donazione , per vero dire , nfun cen-
no abbiamo né dal Santo Dottore , né da Paolino, r*è da veruno Scrittore loro contemporaneo * Egli è però certo > che a riferva del Corpo di Santa Con- cordia , di cui altri fcrive diverfamenre , quefta fa- ma , per vera è ftata fuppofta da quanti hanno fcrit- to dopo il mille delle cofe Fiorentine , non aven- do mai avvertito all' età di Sant' Amato di due fe- coli ì e mezzo poileriore alla morte di S* Ambrogio, |
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ti
documénto quanto certo , altrettanto contrario alla pia
tradizione , almeno circa il Corpo di tal' Santo Abate, fé pure non fi volefle dire, che folle un altro Santo dello ftelTo nome , ma a noi ignoto- T avvegnaché ne' Martivologj vetufti non fi leggano che tre Ama- ti , il Vefcovo Senonenfer che viflfe nel 690, altro Ve- fcovo , di cui parla il Baronio a* 30, di /Igorlo Apud Nufcum S. Amati Epfcoft, e il ncftro Abate $ che fio- rì nel 630. e ne park il Tiìlemont dicendo, che alla fiia morte fi fece egli leggere le Lettere di San Leone . Ma effonda il noftro S. Amato enunciato con la par- ticolarità di Abate di Romerico in Francia , a diluci- dare ogni dubbio , fi potrebbe rispondere-, che il fuo Corpo- veniiTe a Firenze più tardi degli altri due , e da'" Preti di San Lorenzo fòffe collocato in compagnia de*1 Santi Marco, e Concordia , la quale unione avrà dato ©ccafione ali* errore dell* antica ifcrizione >• che vedefi incifa in lamina di piombo fopra 1* Arca de* me- definii , che dice come apprefib 1 m HOC SACRATISSIMO ALTARI' IACENT OSSA
SS. MARCI PAPA-E NEC NON ET OSSA SCI AMATI CONEESSORIS ABBATIS ET SCAE CONCORDIA E MARTYRIS
QVA£ OMNIA AMBROSIVS DOCTQR EGREG1V5 AB SVMMOPONTiEICE DAMASO DONO ACCEPIT ET EX VRBE
VENIT ET IN ALTARI QVOD IPSEMET V-NA CVM B. ZENOBIO* SACRAVERAT CONDIDIT EX' QVO ,-;
SVM POETATE TRANSLATA. SVNT W HOC INSIGNI ALTARI ANNO AB INCARNATANE DnT MCCCCLXI* ELORENTE ECCA DEI SVB SVmO PONTIEICE PIO II.. "VI. La menzione poi fatta di fòpra dell' invenzio-
ne, e traslazione delle fuddette, ed altre antiche Reli- quie , mi chiama a riferire le pregevoli notizie toc- canti punto sì confiderabile , e che non poflb meglio lifehiarido , che riportando r documenti eftratti' da* libri , e ricordi efiiienri nell* Archivio di San* Eoren- za»; mercè le- fatiche del fbpxailodató Signor Canoni- co |
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co Canfogn, ; Ed intorno all'invenzione nei libro ,tj
del Camarlingo . e. io7. leggefi come f«ue „ ,*!' " pL ^""bre. bicordo come havendo IttTli „ Puoie é, quetta Chiefa , et ancora alquanti de'Ca. " Z r e"" ^°ql,J co1 Generabile Uomo et 0ne
>. ito Co/imo d. G.ovanni .d'Averardo de' Medici dì „ adorare «rtt Tede di Corpi Santi, i CorpY dé'qua „ li, lecondo fenpture , et ancora per fama , e oni » mone d, tutti follino in uno Aitate di detta Chiefa „ imb de'qual, foao quelli, Sete Marco Papa Sciò ,, Amato Abate , et Scia Concordia Martire , che furo „ no .donaci <ia Sciò Damafo Papa a Scó Ambroe.o » Vc-feovo d, Melano , e Sto Ambrogio li donò M „ Zanobi Vefcovo di quefta Terra , Londo rrovkmo! i, e poffiamo invescare. A dì undici di sfere la (Zi „ di Scó Martino volendo il teftimonio delle Scrinr,? " dolchic*~r€f* TlT1 di tami Ven- «"^
„ iecolache pei la volubilità , e mutazione di tanto
„ tempo che elogiavano elfer iftati collocati in detta " , fé Cd em"nd° Per Ja stazione dello ft„ó*
„ et edificazione di detta Chiefa ci nafeeva .!*,«« „ feupolo di dubieta, et oltra a quello , aedo che i! „ Ven. e «rtuofo Uomo Colma ^addetto poteffi » dare effetìo , et efecuziooe a'fua Sancii , et buon „ ptopofit. , ci ragunamo in Chiefa el Priore co" fu. „ Ven Canonici , cioè Melfi. Benedetto Schiattefi e „ gli altri , , quali al prefente per brevità ionv'lio " ™;a;!' Che "A"° al *"**" Refidenti'; e dinan° ,, accefi, et altri lumi , nel quale trovammo fecondo
» le fmpture elTere i predetti Corpi . E V Altare fu " Zf°,-'Ì,tlK0 a,J'Aultar *Wre dalla patte de.
„ mezzodì dalla Porta che va nei Chioitro f E feo- „ prendo il detto Altare con grande «vcrentia Vn gra-
., M d, Dio con pfalmf et inni , et altre orazioni
.. trovammo ,n detto Altare una Cadetta d'un ferac
„ ciò e mezzo e circa , entrovi quefti fopranomina"
;, ti Corpi Se. con una .Script.de' loro Vocaboli e
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„ Nomi > entrovi ancora di loro Veftimenti, e anco-
„ ra magnifiche-, e grandi Reliquie delle Schiene, Co- ,, fce , e Gambe , e più altre Reliquie*,,- E che cofa fi facefle dopo sì felice ritrovamento, fi dichiara dal fe- guente breve ricordo ,, I Corpi Santi ritrovati il dì n, „ di Novembre del 1444. in una Cappella allato all' ,, Aitar Maggiore dalla, banda di mezzodì, fletterò fui 3, medefimo Altare devotamente collocati nella fuà Cafia » „ finché furono trasferiti folennemente ali* Aitar Mag- „ giore ,v e dì quella foìeunnà avvene memoria ih un Libro di Entrata , e Ufcita del Sa gretta no Fafcio I. Libretto 3. pag. 29. ,, Domenica adì g. di Agofto 1461. fu confacrato V Aitar Maggiore della Chiefa di ,, San Lorenzo^ per mano di Monfig.- Orlando Buonar- j, li egregio* Dottore r e Arcivefcovo di Firenze , e >, con grande {blennità, e próceffione pel Popolo con ,y Stendardo nuovo fatto da' Popolani , e col* Capito- ?) lo della Metropolitana Chiefa, ed altri Preti , e Vi- 3,, carj, collocammo in detto Altare i tre Corpi Santi, », cioè S. Marco Papa , S.- Concordia Martire , e S. A- ,, mato Abate, e una Cafietta plumbea baffa con Re- 3) liquie di S~ Lorenzo , la quale e in altra Catta plum- 3, bea maggiore v nella quale fono boflbli 12, di legno 5, confanti per la vetuftà , ne'quali è polvere folamen- 3, te fé tuv altre Scritture . La detta Gaffa grande , e la » piccola cntrovi con i 12. boffbli trovammo nelPAl- s,> tar Maggiore della Chiefa Vecchia „ ., E. notifi che le accennate Reliquie de.* detti boifoli, traile quali ve- rifimilmente eranvi quelle de.' Santi Vitale , ed Agrico- la ",, fono prefentemente in un Vafo di Diafpro traile Reliquie fopra la Porta . E per ìllurtrare maggiormen- te il fin qui riferito della traslazione , non diigrade- vole farà il riportare alcuni periodi del Sermone fatto da Meifer Francefco da Caiiiglione Canonico db SarL. Lorenzo alcuni anni dòp<r> nell* Anniverfaria fefta di tale folenne memoria . Il Sermone' comincia "Bratres meminiflis faci- e; ne defcrive 1* invenzione con qual- che particolarità^ intralafciata ne'riferiti Ricordi, come l'aver,
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V aver trovato le tre Teite de3 Santi , e certe Offa più
lunghe giudicate di San Marco : in qua tria cranea cer~ nehantur et nonnulla OJfa Jongiora ceteris, qua? <vere ipfius Marci fuijfe nonnulli ,arbitrabantur quod Vir Nobili? é* procerae ftaturae fuijfe memoretur afe. e paflàndo poi a rammentare le altre Reliquie ritrovate, dice, quae ma- ipri in capfa imludebantur , in qua erant Éeliquiae S. Laurentii TroteBoris Noflri cum teflimonio libelli , inerant duodecim Pixides, in quibus Reliquiae plurimo- rum SanBorum mdelicet B. Stepbani Frotomartyris, SS* Gridanti , & Daria?, Viti , & Modefli , Sancii etiam Cataldi Epifcopi , aliorumque multorum quorum enarra* tic lowga ejjet « In alia inerat de prettofo Ugno Crucis Domìni . Omitto itidem quod in Altari S* Michaelis rem perta fuit alia Capfa plumbea in qua erant Reliquiae S. Nicolai & aliorum SS. non paucae. Omitto quod in Altari S' Laurentii , quod .afpellatur Vurgatorii , era* alia minuta Capfa in qua indù deb atur Copbinus api/ri- me exornatus , in quo multae 'variaeque inerant SS. Re- liquia? quae wetuBate pene confumptae erant. Ma il più notabile in queiìo Sermone è il prodigio, che in que- iìo giorno iotto gli occhi ài tutti i Fiorentini operò Iddio in onore delle medefime Reliquie , e lo raccon- ta come fegue : Meminifiis quo fatto <voluit Altiffimus eodem die in SanBorum fuorum teflimonium antiqua Ji- gna re nomare > eodem enim die quidam ex noflri s popu- laribus nomine Nicolaus Martini jfiL cum haberet filium Eridericum nomine iam prope ianuas morsis , de cuius *vi~ ta t ut mibi poflea te flatus eft Pater , iam aBum puta- but 3 cum proceffio ipfa circa habitationes eius cum bis Re li quii s tranjìret} fecutus SanBa Cor fora in Ecclejìa *> prò fllio magna cum fide «uotum fecit > & non multo foB Domum rediens , natum co'valefcere reperit } & pofl tertium diem , qnem morti iam adfcripferat j incolumem re ce pit , prò quo ut voverat , imaginem ceream inflar Tueri , buie ipji Altari fuppofuit &c. e terminando la fua Orazione con una lode a CoCimo de* Medici , e infiememente & Giovanni fuo Padre , e a Piero fuo |
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figlio pìacemi pure di ricordarla * Quibus » ut opnor,
caufismotus Clariff, Cofmus Medices <vòluit hanc Eccle* fiam citm habitat ione noflra ex me tufi a & mediocri inno- <vatam in melius: & gloriofam ejficere y quam a funda- mentis ipfis penitu? immutandovi , & in hanc} quam *vi~ detis, formam redigendam effe decremit : Imitatus Patrem loannem , qui coeprat ìd prius ejficere : tale enim nobii ille Sacrarium condidit 5 talique edificio infigne , quale tota ? ut arbitror , Italia nufqimm hahnit . Quod Jì hos tìmhos 5 mors é^ mortalis natura* conditio a nobi's fuBulit, nondum confmnpto 5 quo d coepum e fi > o^ere '. ì habemus Tetri liberos , qui a paterna •> wvitaque minute ?ion dege- Tierant 5 f#b quorum omnium defenfio ne 5 ac tutela hanc JB. Laurentii Bafilicam fitam effe 5 ac redattavi profyi-. cimus y qui , ni fallar , ad imitationem- ipfi'us Cof- mae 5 quanto fortunis opbufque ditiores , tanto libera- liores in nofiram Ecclefiam exomandam , $$ in omnerru petatem erunt. Quello Francefco da Caftiglione Cano- nico di San Lorenzo fu dell' illuftre 5 ed antica Fa- miglia de' Catellini , inoggi detta de' Marchefi da Ca- stiglione : egli era flato Segretario del Santo Arcivefco- vo Antonino , e fé ne fa menzione gloriofa nella Vi- ta di detto Santo . j , ;> VII. E ritornando all'Aitar maggiore , oflerviamo fempre più le magnifiche innovazioni in onore de*tre fopraddetti Sacri Corpi . L'anno 1622. il Granduca Fer« dinando II. fece loro fare una Caffa d'argento } ordinan- do in quell' occasione, che l'Aitar maggiore 11 rivoltale verfo il Popolo j eflendo flato nella iua erezione volto verfo del Coro , Nel doiìale di bronzo, che egli meflfe avanti alia Catta, vedefi da una parte 1* Arme de9 Me- dici , e di Maddalena d' Auftria moglie di Ferdinan- do 5 e dall' altra banda lo Scudo di Lorena in memo- lia della Granducheffa .Criftina > e fopra fi legge la Seguente ifcrizione ; 'r * ; ■ v ■ ■•■ ■ -i. .* > „'■/,■.. 4- 4.. -• ■''"■' - -■ £ -:
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Tom. F. H feU-
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FERDINANDVS II. MAGNVS DVX ETRVRIAl
VT INCLVSA SANCTORVM CORPORA AMPLIORI SPATIO
COLERENTVR IN ANTERIOREM TEMPLI FRONTEM ALTARE
CONVERTIT ET MAGNIJICENTIVS EXORMAVIT .
A. MDCXXII.
Nel dinanzi della Gaffa d* argento v* è il mede/imo
Granduca inginocchioni , di qua , e di là 1' Arme dei Medici , e in alto un Triregno , un Pafìorale , e una.. Palma } divife de* tre Santi , (otto le quali viene in» cifa in argento altra iscrizione , che dice ; CORPORA SANCTORVM MARCI PAPAE 3 AMATI AEEATIS,
ET CONCORDIAE MARTYRIS IN PACE SEPVLTA SVNT j
ET VIVENT EORVM NOMINA IN AETERNVM .
e appiè della Gaffa leggeri :
FERDINANDVS IT.
MAGNVS DVX ETRVRIAE MDCXXIT, Qualche altra Reliquia conferva*! all' Altare di S. Con-
cordia ) cioè un belliffimo Reliquiario di Criitajio di Monte ornato d* argento , in cui fono un Dente ; e_* non pochi pezzi d' Oda di San Lorenzo , che è quel- lo che fi efpone in full' Altare il dì della fua Fetta ; Avvi ancora un Bufto di rame dorato con la Tefta di una Compagna di S. Orfola Verg. e Mart. Quivi pure fi adorano Reliquie di S. Stefano Protom. di S. Catal- do Vefc. e Conf. de* SS. Vito , Modeiio , Grifanto e Daria , e due Gallette di legno dorato con Offa de* SS. Martiri Maflìmo, Illuminata, Chiara, e Candida ; E tra le Reliquie } con tutta ragione annoverare io debbo un vago i e divoto Bambino di fattura rariffi- ma , che fi efpone nella notte del Santo Natale full* Aitar maggiore , ficcome in grande venerazione a tut- ta la Città è queir Immagine di Maria fuir alfe , che piamente credei! efàxz ftata da' Gxeci donata a Saru |
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Zanobi , come fi è toccato di fopra : A quefta mira-
colofa Tavola in ogni Sabato praticafi una tenera 5 e fruttuofa divozione dal Capitolo ài San Lorenzo , e_^ confitte nel canto di alcune divote preci in onore dì Maria , con un Efempio fopra la potente interceflfione della medefima } che vi fi recita da bravi Dicitori , e fcelti tra gli fteffi Signori Canonici , tutti portati al maggiore culto di e{Ta antichiffima Immagine , che per vero dire, è un pregevole tefóro di quefta infìgne Bafiiica . |
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L E Z I O NE VI,
DELLA CHIESA DI SAN LORENZO »
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Lle foprailodate Reliquie, fé non man*
cavala fedeltà degli Scifmatici, un al- tro facratifEmo Teforo aggiugnere do- veafi , il quale avrebbe refa Firenze una grandiffima Città, verfo la quale volta- to farebbefì il Popolo Criih'ano dì tutto il Mondo. E quello era il fanto Sepol- cro di Gesù Grifto , che Ferdinando f. Granduca, e^ PrìncipQ fempre anelante a cofe grandi, voleva trafpor- tare da Gerufalemme a Firenze , ed un sì alto con- cetto non era fuor di fperanza per una circostanza pre- fentatafegli affai favorevole a tanto, penfiero . Goncioffia- chè un Bafsà principale Governator de' Popoli Orien- tali venuto a Firenze , verfo di lui talmente diffufe Fer- dinando la fua liberalità , e benevolenza tendente a detto fine, che mitigò, e vinfe la barbarie del trattar Turchefco > e fé V obbligò ad elìbifd di buona voglia a fervido con tutta la fua induftria , e potere in così ardua richierìa . E chi folle quefto Bafsà , udiamolo dall' Erudito Signdr Dottor Giovanni Lami nella Vita del Marchefe Romolo- Riccardi a pag. 212. e fegg. JJrechredinus fuit Druforum in S'yria circa Lìbanum Re- gulus ( Umirnm patria lingua Indigenae <yocant ) qui Gottifredi Bullionei fanguine cretum fé fé iaBabat. Si- cuti Drufos non alios effe quidam ^erhibsnt , - fed yer- peram fortajfìs % quam ex Eurogaeis Militihus in facris ex^editionibus in Paieflinatn p'ofe&is ^rogenitavn gente m^ quae tandem regionis <vitio in barbariem degeneranjit , amitac Religiónis Ò* patvìorum morum prorfus oblita . Mìe igitur antiquum genus in Muhammedanos odium uf~ que fo^jens in haliam traiecit , & Florentiam quoque fé contnlit Anno circi ter 160 $• ubi a Magno Duce ho- no-
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itoribur àdfeBus ejl. Muìus colloquili , conJtln[que motti f
JHerdinandus > grandia quaeque , & ardua animo <vol'<véììs , tum eo connìenit , ut eius opera Venerabile Chrijli Iefu, Sepulcrum hrofolymis , qua mi , àf <virtute , qua dolo, & calliditats Florentiam ab [portar et ur « Né trafcurò Ferdinando i mezzi più efficaci , onde ottenere 1' ac- quifto , imperciocché accertato egli dell* arrivo del fudi detto Bafsà in Gerufalemme , e della fua fedeltà 5 nel 1604. fpedì in Soria le fue Galere fotto il comando del Capitan Generale Iacopo Inghirami} con buone mu- nizioni da combattere bifognando . E benché foffe_» loro riufcito di romper con fegretezza notabile la pietra, colla quale era collegato il fanto Sepolcro , e cavarlo dalla culìodia > che lo teneva ferrato , e le ga- lere lefte a riceverlo , la cofa fu fcoperta per frode , e malizia degli Scifmatici fieri nemici de'Cattolici , e T Inghirami dovette prender la fuga , rimafo però preffo de' Turchi un sì grande fpavento , che anche inoggi ri- cordano un tale attentato a i divoti Pellegrini , mo* fìrando il taglio fatto nel fanto Sepolcro in quell'oc* cafione. Intanto Ferdinando avea buttato i fondamenti di una magnifica Cappella , dove penfava collocarvi il detto Sepolcro , e avendone fecondo il genio grandiofo del Granduca fatto il modello il Principe Don Gio- vanni de'Medici, principiato fi era a mettere in opera da Matteo Nigetti , in que* tempi accreditato Architetto; Quando ritornò 1' Armata Navale fenza il bramato te- foro . Ma, fé nel Granduca fvanì sì bella fperanza , non però cefsò in elfo la generofità del fuo animo in prò- feguir T incominciato edilizio , avendo dato luogo ad altro concetto , quale fu di deftinare la iteffa Cappella ad ufo de* Sepolcri de* Granduchi y e dt i Principi di fua Cafa , e con sì generofa idea di arricchirla di mar- mi , di pietre > e di bronzi così rari, che niuna al Mondo vi aveffe o di più pregio , o di più ftima di queira . IL Ma innanzi che ne defcriviamo le fue ric- chezze , perchè non il creda avere anche io feguitato queir errore 3 in cui fono caduti comunemente al* « .j cimi |
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et
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cuni Scrittori , notar qui debbo 9 che Ferdinando »
per vero dire , non fu il primo a concepire il pen- siero di sì nobile Cappella , avvegnaché Cofimo I. lot- to il nome di terza Sagre/tia , già ne averte ordinato a Giorgio Va/ari il modello , come dagli fcritti del Vafari riferiti dal Baldinucci nella Vira di Goftantino deJ Servi » chiara appare la notizia del concetto di Cosimo J. principiato ad efeguirfi nel 1568. coru un apparato di prezioriflìrne pietre dure di eommerlb magifìero per la nuova Cappella, o Sagre/Ha, dove pen- fava racchiudere in Sepolcri degni di ogni grandezza i Corpi dei fuoi morti Figli , della Madre , del fuo proprio , e di tutti i fuoi Succeflbri . Che poi Ferdi- nando X riducete la medefima CappeJla a maggiore.» ■ampiezza , e.ricchezza, anche ciò è veriifimo , ìiccome degli altri porteriori Granduchi fu fempremai la più follecita cura , che fi profeguirTe cosi maravigliofo Edi- lìzio , fcrivendo il foprallodato Autore della Vira del Marchefe Riccardi alia pag. 214. Hanc aedem piane ad* mirabile™ , cui perficiendae frincipes Medicei Èerdinan- di L fuccejfores animum perpetuo adplivuerunt , nec um~ qnam abful<ver?mt . Ferdinando adunque inerendo al primo penfiero di Cofimo , venne alia funzione di get- tarne la prima pietra , lo che «feguì adì io. di Gennaio del 1604. con quella foknnità di richiedervi prefenti i Principi tutti della Sereni/lima Cafa , ei Grandi della Corte.. A Matteo Nigetti fu ciato il ca- rico di efeguire il difegno , con ordinarci a lui , che_* faoeffe non pure i modelli delie muraglie, ma ezian- dio degli ornamenti, e d'altro ; e giu/ta i ricordi tro- vati prerTo gli eredi di detto Nigetti , leggeii, che fino dall',anno 15S7. avea egli avuto tale incarico , forfè ■dal Granduca Fxancefco I» anteceifore di Ferdinando , •e che nel io'oo. fi detfe principio a i fondamenti ; ma perchè lo fteifo .Matteo in altro incordo fuo parla del- la funzione della prima pietra gettata nel 1604. fa d' uopo dire 3 che il principio dato a* fondamenti nel 1600. feguiile per allora fenza la pubblica folennità ce*
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*3
celebrata quattro anni dopo , come appare da pubbli-
co Epitaffio in marmo , che fopra una fcala de' fotter- ranei della gran fabbrica fu affilio nel 1640. dei te- nore feguente : ADI IO. DI GENNAIO MDCIV. SI DETTE PRINCIPIO Af FON-
DAMENTI DI QVESTO TEMPIO , DOMINANTE FERDINANDO I. GRAN DVCA DI TOSCANA , AL QyALE SVCCESSE COSIMO FIGLINOLO , E DIPOI FERDINANDO II. ARCHITETTO PRIN- CIPE DON GIOVANNI MEDICI , IL GRANDVCA COMANDOV A GIOVANNI NIGETTI ARCHITETTO FIORENTINO , CHE FVSSE COL SVDDETTO PRINCIPE, E PIGLIASSE GLI ORDINI DI FARE I DISEGNI E MODELLI SI DELLA MVRAGLIA , CHE De' DIASPRI , ALTARE, E CIBORIO DEL SANTISSIMO SACRAMENTO > CHE TVTT» SI Ex ESEGVITO ,E SI METTE IN OPERA SINO A QVESTO PRESENTE ANNO MDCXL. E SI SEGVlTA PER LA DIO GRAZIA» Ed in un libro intitolato Arme di pk Cafate , d* in-
certo autore predo il Sig. Gio. Batifta Nelli Patrizio Fio- rentino , avvi pure quanto appiedò : „ 3604. Ricordo come adì 10. di Gennaio 1604. a
Vi ore 18. fi cominciò a mettere la prima pietra del „ fondamento della grande Cappella dietro al Coro j, di S. Lorenzo di Firenze , principiata per il Sere- j, niffimo Ferdinando Medici G. D. di Firenze , e Sie- ,, na , la quale fi dice cofterà Due. 200. m. il quale j) fondamento qui a pie in ottangolo le Linee fimile „ a una i/Iella murate a mano di mura grotte di br. » 2. ed il limile fono quelle, che rigirano intorno a 3, detta iftella , e i vacui ripieni tutti di getto di ghia- » ia , e calcina 5 i fondamenti infino air acqua , e tut- „ to una pietra , che così fi faceffino quelli di S. M. 55 del Fiore , ancora dicano , che detta Cappella farà „ maggiore 5 che la Chiefa di Santo Giovanni. „ E darò qui una nota de i Difegni fatti da divertì" Ar-
chitetti per quefta Reale Cappella , enfienti originali nella Libreria del fuddetto erudito Gentiluomo, e fono |
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Di Bernardo Buontalenti irurii. 3,
Di Lodovico Cigoli nunu ié
Di Bartolommeo Ammannati num. 1.
Di Gherardo Silvani num. 1.
Di Gio Pieroni da S. Miniato , fcolare dell'Amman-
nati nell Architettura , e neJJe Matematiche del Gali- ico num. 6, Uh Per dare poi qualche notizia di quefìa Reale
Cappella K riferirò quello , che legaci in un Libretto iiampato in grazia de' Foreftieri, e dice : „ All' ingrefTo della Cappella fi vede il muro , che
9, corrifponde nel Coro dell3 infigne Collegiata di San „ Lorenzo , di dove fi entrerà quando farà terminata 55 detta opera . |
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„ Elba , fopra viene il fecondo oidine , ed è di Dia-
s) fpro di Sicilia . ,, Indi ne fegue una Cornice 5 che contorna tutta
,, Ja detta Cappella , ed è di Diafpro di Barga . Sopra la >* detta cornice fi vedono tutte 1' imprefe delle Città |
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„ prefe delle Citta di Pienza , e di Chiufì , intarliate
,., delle feguenti pietre fine , cioè le lettere di Lapif- 5> lazuli incavate nel Giallo amico; il contorno è di „ Madreperla , Lapislazuli , Paraone di Fiandra , Ver- » de antico, Lumachella , Agata orientale , e Diafpro 3> di Sicilia . » Tra le dette Imprefe fi vedono ancora certi Vafi ,
„ o Urne intarfiate di Diafpro di Corfica , e altri di ), Diafpro di Barga, e i manichi de' mede/imi Vafi fo. » no di Diafpro di Boemia . „ Proseguendo per 1' ifieiTa parte già principiata , fi
j» trova il leguente Depofito con r appretto Ifcrizione, PER-
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FERDINANDVS
MAGN. DVX ETR," V.
VIX. ANN. IIXi
OB. IX. KAL, IVN.
ClD. ID. C. LXX.
5, Il fondo di detto Depofito è ài Granito d* Egitto ì
5, e di Diafpro di Corfica : le Palle fono di Diafpro di 3> Cipri , il fondo fiorito è di Diafpro di Sicilia , il „ contorno è di giallo antico , la Nicchia , ove deve „ coliocarfi la Statua } è di Paraone di Fiandra ; il 5, Cartello , ove fono intarlate le fopraddette lettere , „ il fondo è di Porfido > e le lettere fono di calci- „ donio ) e ciafeuna lettera cofta tre doppie di ma* jj nifattura • ,, Paflando avanti fi trovano le Imprefe della Città.
» di Suana , e dì Mont' Alcino intarfiate come le pri-
„ me . Dopo ne viene il fecondo Depofito } quaìe è
,. di Granito Orientale , e apparifee effere tutto un_>
jj pezzo, e fono più di zoo. pezzi commetfì , e non vi
„ fi conofee commettitura alcuna: fopra vi è la Statua
?) di bronzo j che rapprefenta il Granduca Cofimo IL
,, Vi è un guanciale tutto di pietre fine , cioè 'di
5, Calcidonio Orientale , di Diafpro di Cipri, e di Ru-
5) bini, e Topazzi , con panneggiamento fotto al me-
„ defimo cufeino di rofìTo di Trapani , con naftri at-
3, torno di bronzo dorato . Quefto Guanciale coftò a
j, S. A. feudi dodicimila , e a ciafehedun Depofiro
,i ne deve andare un limile . Sotto vi è la feguento
>j Ifcrizione .
COSMVS
MAGN, DVX ETR.
IV.
VIX. ANN. XXX.
OB. XXVIII. FEBR.
C 1 3 » I j« C « XX*
Tom* V. I „ Se-
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66
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» Seguono le Armi di Malfa » e di Grofleto intar-
5ì fiate delle medefime pietre, come T altre , dietro le jj quali ne viene il terzo Pepofito, il fondo del quale ,j è di Granirò d' Egitto , come ii primo , e fotte vi jj è la feguente Iferizione : FERDINANDVS
MAGN. DVX £TR.
III.
VJX. ANN. LX.
OB, VII. F£BR.
CID IO* C. IX.
„ Seguono le Armi della Città di Siena, e di Fie.
„ foie , dopo Je quali ne viene il Coro , o fia Tribù. », na , la quale torna in diritto alla Chiefa di S. Lo- j, renzo , ed è fabbricato di roflb di Corliano , di }} Bardiglio > di giallo antico , di verde di Porto Fer- „ raio , di roiTo di Francia , di mifto di Seravezza j 35 e di breccia antica . ,, I due Depofiti efiftenti in detto Coro fono di
», Affocano , e le Nicchie per le Statue fono di Pa« 3, raon di Fiandra , e il pavimento è delle fìefTe pietre . j, L' imbafamento dell' Altare è tutto di Diafpro di
3, Barga . ,, Dipoi fi trovano le Armi delle Città di Firenze,
», e di Fifa ; il Giglio , eh3 è nell* arme di Firenze è j, tutto di corallo , e di corniola , 1* altre intarliate., 5) fono tutte eguali alle due prime . », Segue il quarto Depofìto , quale è lavorato delle
j» medefime pietre come il primo » e fotto vi è la prefente » Menzione. COSMVS
MAGN. DVX ETR.
I.
VIX. ANN. LV.
OE. IX. KAL. MAH,
CI3. 10* JLXXIV.
r> Ne
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6")
„ Ne feguono le Armi di Piftoia* e di Arezzo. V
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>5
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imprefa della Città di Arezzo è un Cavallo sfrenato
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fatto di nero antico ? nel quale vi fi diftinguono fino
i denti. „ Dopo di quefto ne viene il quinto Depofito > qua-
le è di Granito Orientale , come il fecondo , e fo- ,, pra il medefimo Depofito vi è un altro Cufcino, che |
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SJ
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colta, come 1' altro , feudi dodicimila > e fotto vi è
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, la feguente Ifcrizione :
FRANCISCVS
MAG. DVX ETR,
II.
VI X. ANN. XLVI.
O B . XIX. O C T.
CI 3. 1D.LXXXVI.
'„ Si paffa avanti , e fi trovano le Armi di Volter-
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5>
5
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a , e di Cortona , intarfiate di tutte pietre fine ,
come T altre . Dopo di quelle ne viene il fefto De- |
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» pofito , quale è di Granito di Egitto , come il pri-
5> mo, e fotto vi è 1* appreifo Ifcrizione : COSMVS
MAG. DVX ETR.
VI.
VIX. ANN. LXXXI.
OB. XXXI. OCT.
CID. ID. CC XXII I.
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„ Paffando avanti fi vedono finalmente le Armi del-
,> la Città del Borgo a S. Sepolcro , e di Monte- ,5 pulciano j il Sepolcrino dell'Arme del Borgo a San 5, Sepolcro è tutto di Lapislazuli , e di Diafpro di Ci- ), pri , il contorno è come gli altri . ,) L' altezza della Cupola è di braccia ioo. e la lar-
5, ghezza è braccia 48. il pavimento della medefima I 2 Cap-
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é8
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5) Cappella deve e (Ter tutto di Dìafpro, come fi è de-
>, fcritto per tutta la Cappella * }>) in ultimo fi fcende ne* fondamenti della medefima.
5, Cappella , e fi paffa per la groffezza di un muro * » il quale è groiTo 14. braccia . S3 A ciafchedun Depcfito nel fotterraneo corrifpon-
„ de una Cappella , nella quale fi debbono collocare i ,.% Corpi , si di quel Granduca } di cui è il Depofito j> di fopra , come di tutti i Principi della fua Fami- )j glia , quali non hanno regnato 3 ed il fvmile deve » farri all' altre Cappelle . ,., All'Altare di mezzo di detto fotterraneo fi vede
j> un Crifto tutto di un pezzo , fenza chiodi né alle ,) mani , né a'piedi , quale è di Marmo bianco, ed ì, è fattura di Gio. Bologna . « Vi è firnilmeine una Vergine , che è opera di
55 Michelagnolo Buonarroti , ed un S. Giovanni, ope- ,j, ra di uno Scolare del detto Michelagnolo. IV. Conforme a i libri della Reale Depofiterfa, le
fpefe dai fuo principio fino al 1722- fatte per sì am- mirabile Cappella , afeendono a 2. milioni , e 70©* mila feudi , ed un altro milione richiederebbe il fua totale compimento . E quefto appunto fperavafi dalla liberale munificenza della Elettrice Palatina Anna Ma- ria Luifa de"Medici forgila dell'ultimo Granduca; Im- perciocché follecita elfo , che fé ne profeguifTe il la- voro , fece provvifioni tendenti all' uliima perfezione^ di sì fpiendida Fabbrica , la quale certamente perfe- zionata farebbe, fé In morre per anco non la to-. glieva a Firenze ; mona elfendo adì 18. di Febbraio del 1743. Tuttavolta per la moltiplicità de' benefizi da elfa fatti alte Ghiefa di San Lorenzo > notar qui debbo r come a fue fpefe furono rifarciti i fonda- menti di que/to Tempio > reitàurata la Chiefa fotter- ranea > che ferve di Cimitero , e innalzato di pianta il nuovo Campanile dalla banda di Tramontana , e_* di quefto avvegnaché vi fieno notevoli cofe , ne da- remo un efatto ragguaglio , giulia le memorie del ce™ Itbre
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iebre Ferdinando Ruggieri , che ne fu 1* Architetto .
Di Giugno adunque del 1740. fé ne principiarono i fondamenti > e alzato il primo pilaftro un braccio fo* pra terra , ne' 26. di Luglio dello fteflb anno fi venne alla benedizione della prima pietra > che fece il Prior Francefco Mancini con alcuni Canonici > e Preti del fuo Clero. Quella pietra formava una CafTetta di mar- mo , dentrovi alcune Reliquie di Santi , Medaglie di S. Anna j e della Elettrice con un Cannoncino di piombo r è chiufavi un' ifcrizione comporta dal Ghia*» riflìmo Signor Propofto Gori. La Medaglia della Prin- ciperà avea da una banda le feguenti lettere iniziali.* A. M. L. D. S. C. P. R. ET ELECTRIX D. D. C. D»
I. €. ET M. D. M. C. V. S. M. ET R. D. f. R. N. M. P. K» e nel rovefeio il motto ;
DEO ET OMNIA r
Nel 1741. adì 24. di Luglio in lunedi reflò termina-
to il Campanile , leggendari nella Cornice dej mede- fimo fotco le fìheftre in carattere maiufcoìo le lettere qui apprefTo : ANNA MARIA LVDOVICA E£E€TKIX PALATINA RHENI
MAGNA PRINCEPS ETRVRIAE A ■ EVMDAMENTIS EREXIT ANNO MDCCXL.-
Sopra il Campanile » cinque Campane nuove furono col-
locate > le quali per la prima volta fonarono a fefta_. nel giorno di S. Anna » Ma innanzi che difeorriamo di effe, ragion vuole, che rammentiamo le antiche Campane del vecchio Campanile calare nel 1-735. ed erano quat- tro , la prima dtlle quali andando per ordine di età , era ftata fatta nel 1215. come kggevau* 1 |
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MCCKV.
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V
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7©
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MCCXV. MEHTEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO PATRIE
«BERATIQNEM MENS. FEBR. BERNARDVS ME COMPOSVIT. Nella feconda erano impre/Te Je feguenti parole :
MCCtXXIX. M. S. S. H. D. P. L. f. DNl BERT, PRIORIS BONAGVIDÀ
CVM LENZO ME FECIT.
Nella terza detta Santa Concordia , con alquante fi-
gure di baffo rilievo } ed una copioia ifcrizione } che nella parte iuperiore intorno alla Maniglia diceva : YHS MENSIS YHS SEPTEMBRIS VHS MCCCCXXXIX.
Sotto a que/fo verib Jeggevafi ;
MENTEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIE
LIBERATIONEM *£ CONCORDIAM ME BENEDIXIT AC CONSE- CRAVIT RDS PATER BARTHOLOMEVS DE VINCIO EPS VALVENSIS *$< IESVS CHRISTVS REX GLORIE IN PACE VENIT DEVS ET HOMO FACTVS EST. In terzo luogo venivano quelle altre parole :
BENEDICTO MATTHEI DE SCH]ATHESIBVS MEO PRIORE COADIWANTE
CVM SVO CAP1TVLO TEMPORE PRED1CTO QVO HIC FLORENTIE FVIT PRO FIDE CATHOL1CA EVGENIVS PAPA UH, AC IMPERATQR SRECORVM . BENEDICTVS DEVS.
li quarto verfo finalmente era :
IOHANNES DE LAMANIA ALTA.
V. I baffi rilievi rapprefentavano nel primo Ge-
sù Crocififfo > colla Madonna , e San Giovanni , nel fecondo parimente Maria col Bambino in collo , e nel terzo San Michele Arcangelo fopra il dragone : pefa- va libbre 3210. Nella quarta Campana di pelo libbre 5050. alta braccia 2. fcarfe , e di diametro braccia 2. e cinque iòidi, vi erano altresì figure di baflìrilievi , |
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cioè
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cioè la Madonna coi Bambino Gesù , San Lorenzo ,
SS- Cofimo e Damiano » due armi del Duca Cofano , e quefta ifcrizione comprefa in verfi di carattere Ro- mano, IN NOMINE IESV OMNE GENVFJLECTATVR COELESTIVM
TERRESTRIVM ET INFERNORVM ET OMNIS LINGVA CON- FITEATVR QVIA DOMINVS NOSTER IESVS CHRISTVS IN GIOR1A EST DEI PATRIS 4$t CHRISTVS VINCIT 4$fr CHRI- STVS REGNAT ^ CHRISTVS IMPERAT ^ SANCTVS DEVS. SANCTVS FORTIS .. SANCTVS IMMORTALIS MISERERE NOBIS . ì&
COSMVS MED. DVX FLOR. II.
DEO ET E. M. VIRGINI
DIVISQVE LAVRENTIO COSMAE ET
DAMIANO D. D. ^
ZENOEIVS PORTIGIANVS FLOR. ME FECIT
ANNO DOMINI MDXXXXVIII.
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Del bronzo di quefte , aggiuntavene altra molta quan-
tità , fi fecero le cinque nuove in Fortezza da baffo da' Signori Moreni eccellenti fonditori . S. Gio. Bad- ila fi chiama la maggiore , ed a quella , ed ali* altre le ifcrizioni fono del fempremai commendato Signor Proporlo Gori > e dicono come fegue ; I.
M. S. SP. H. D, f. L. >J< S- IOANNI BAP. FLORENTINCRVM
DEFENSORl ET PATRONO IOANNES CASTO I. M. D, E. DEDI» CAVIT! IOSEPH M. MARTELUVS ARCH. FLOR. BENEDIXIT ET CONSECRAVITMENS. AVCVST.ANISOCI3ID-CCXXXVJ, pefaìib^dpo. La IL detta San Giufeppe ♦
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M.S.
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1%
M. S. S. H. D. P. L.
% S, IOSEPH DEI GENITRICE SPONSO ETRVRlAE - fROTECTORI MAXIMO. IOANNES CASTO I. M.D.E. DEDICAV1T . IOSEPH MARIA MARTELLIVS ARCH. FLOR. BENEDIXIT ET CONSECRAVIT MENS. AVG ciò» 19» lcxxxvi. pefa libbre 2380. la III» detta San Lorenzo .
»* EXCITA DOMINE IN ECCLESIA TVA SPIRITVM
CVI B.LAVRENTIVSLEVITASERVIVIT.ET SALVVM FAC REGEM ETRVSC. IOANNEM GASTQNEM I. M» E. D. QVI D. A. do. io. ccxxxyi. pefa libbre 1300. La IV. detta de'SS# Ambrogio, e Zanobi *
* FIDEI MAGISTRIS SS. AMBROSIO ET ZENOBIO
EPISCOPI S IO. GASTO I. M. D. E. DEDICAVIT MENS. AVG, ciò, io. ccxxxyi. pefa libbre 568. La V. detta SS* Cofimo } e Damiano •
J* DD< MARTYRIBVS COSMAE ET DAMIANO
MED1CEAE DOMVS TVTELARIBVS IO. GASTO I. M. D. E. DEDICAVIT . MENS. AVG, cid.id. ccxxxyi. pefa libbre 335?. VI. E intorno a i pregj della Chiefa di San Lo-
renzo , altro non reftando da parlare , che della Ca- nonica , ritorneremo a Cofimo Tater Vatrìae , a fpe- fe del quale quéfia. fu fabbricata contigua alla Chie- fa dalla banda di mezzodì fui modello parimente^ di Filippo Brunellefco . Effa è lunga braccia 144. circondata di logge fotto , e fopra rette da co- lonne di pietra ferena d* ordine Ionico , dove abi- tando in comodi appartamenti il Priore } i Canonici, |
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7§
e i Cappellani , confervando effi foli nella Chiefa Fio-
rentina r* antica e Tanta ufanza degli ! Ecdefiaftici di vivere in comunità. Sulla Porta aJ manritta veden una ladra di pietra , che ferviva di-Doflale àlF Altare de* Marignolli , de' quali fopra favellammo, con Arme , Iscrizione di detta Famiglia, e Armi della Parte Guel- fa, 5 lungo la loggia , che è in faccia all'ingrefìb, alle pareti trovanfi affiffe parecchi lapide ;, la prima delle quali ella è una gloriofa memoria della io- prallodata Elettrice , ed eflendo compofizione , nella quale hanno avuto parte tre illuilri Letterati , vale a dire Monfìg. Evodio Affeman Arcivefcovo di Apamea, il Sig. Abate Doti» Gio. Lami Teologo Imperiale ,e il Sig. j3ott. Anton Francefco Gorì Propofto della Chiefa di S. Gio. Batiita , con piacere qui la riportiamo : AMBROSIANAE . D. LAURENT!! . MÀRTYRIS
BASILICAE „ 1AM . CONIABENTlS K 'tVSsV ANNAE .MARI AE.LVDO ViC AE
C5SMI . HI. MAGHI . DVCIS . ETRVKIAE . F.
COMIT. PALAT. AD RHENVM . ELECTRLCIS AERE . SVO . REFECTIS . PILIS . SOLIDATISQJE .' SVBSTRVCTIGNIBVS COEMETERIO l RESTITVTQ K AMPLIATOLE NE , POSTERI . IGNORENT . QVID . "FACTVM . SIT QJO* IN . LOCO » QVAVE . RàTIONE . Et .CONSILIO . NÉVE . EàS SVEEANT . DIFFICVLTATES . QVAS . TRIVM-i ANNORVM . SPATIO INCREDIBILE . CVRA. ET . MAGNI . SVMTVS' i, SVPERARVNT ' ì l i ì ACCVRATAM . OPERVM . DESCRIPTIONEM '/,;. ADIECTIS . TABVLIS . ICHN0GRAPHICIS\ r K* A ìli-A Zi -ITA'-? 1 IN,. TABVLARtOV, ErVSDEM . EASILIGAE-.;;,:■; .v.'i^;: EAM . ADVERSARI . CVIVIS i OSTENDI NVLLO . VNQ.VAM . TEMPORE . DETRAHI ALIENAR1QVE . CAVTVM , EST . HAEC PROMITTENTIBVS PRO,. SE . SVl^OyE SV-CCESSGRIBVJ5 v. ALEX ANDRO . CAVALCANTE ÀNTEA . FRANC. MARIA . MANCINlo' ; ANTISTITE . ET . SINGVLIS . CANONlCIS VTI . ACTA . AB , HONORIO . CLARIO . SCRIBA , FLORENTINO IV. KAL, MAIAS . ANNO . MDCCXXXXH. AD. PERPETVAM. REI, GESTAE.MEMORIAM , EXARATA. TESTANTVR, Tom. T. K VII.. Se*
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74
VII. Segue il Bu/to del Canonico ■^ppollonio Battetti
Accademico della: Qrufca > Segretario delle Cifre del Granduca Cofimo III, in (igne Letterato, ed efimio Be- nefattore della ChieCa, di San Lorenzo \ che lafciò e- rede .per teftamento da lui diftefo , volendo j che le_. fue entrate vadano in fare le argenterie per la Chie- fa s e compite querce , in benefizio de3 Poveri della Cura ; come appare dall' ifcrizione quivi incifa > che |
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dice :
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|D, O. M.
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. , MEMORIA E
APOLXONII BASSETTI LAVRENTÌAiNAEBASILlCAE CANONICI
COSMI 11$. MAG. DVCIS ÉETK. ?£B OCCVJ-TIS, EPISTOLARVM ..; . i.-.-;',. ..... :|4p,TIS ',,,,.. QVI SVMMOCVM DECORE SACRA FACIENS INSIGNIA HEIC
DEDIT PIETATfS ESEMPLA .QVI REGIS PRINCIPIS NOMINE
LITERAS SCRIJ3ENS ETRVSCAM VBIQVE MAIESTATEM
.,.4i, , J _ CIRCVMTVI.IT
;:i CANDORE FIDE,,GRAFITATE CONSTANTI A , ^ • GOMITA TE : ASSI D VITATE SOLERTIA VIRi INCQMPARABILIS . .QVIV£.INTER CAETERAS V1RTYTIS. AC SAPIENTIAE LAVDES-LAVS NON VLUMA,. . 7 'OPTIMO PRINCIPI PLACVISSE . ; COSMVS III. MAG. DVX ETRVRIAE .■•
SINGVLARI GRATI AC DEVOTI ANIMI TESTIMONIO HERES EX ASSE INSTITVTVS ElVS ERGA HANC.ECCLESIAM VOLVNTATI INDVEGENDO BAVPERIBVS QVOTANNIS 1IBERALI PlETATfi SVBLEVANDIS GRATIAMIREPENDIT LIBENS . < VIXIT AN. LXVI. M. II. D. XVI. Vili. Allato al Balletti , ewi il Ritratto in marmo
ài Antonio Gioii famofo Lettor di Legge in Pila 3 e fotte avvi il feguente Elogio : ■ f>v'i,^v'';V:^r'];i Arvi'/'"i'*' l'i / r"> '**- 5' <:'!' *'■<*■ '-■■.' =ta 'A r> ' *';*v*
,■11 ^V- .* .. ':,!r" f;'>;.*^ * ..','■!' i i'/'j; '-"Vi
D. O. M.
'*;'i--_. ili 1 «li -- * 't ■- \\ ?■:
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ANTONII ClÒFli IMACjQHAEC EST.„t
I. C. CELEBERRIMI'ATQVE OMNI POLITA DOCTRINA EXCVLTI . VTRVMQ. IVS SPATIO XXX. ANNORVM PI'SIS
VOCE SVBTILITÉk EST INTERPRETATVS' QVOD ETIAM SCR1PTIS SVIS ACVMINIS ET ELEGAN'TIÀE PLENIS ILLVSTRAVIT . 1MMATVRA VIRI SVBITAQVE MORS F i^fl
INGENTEM DOLOREM ATTVLIT FAMILIARIBVS ATQVE STVDIOSIS SCIENTIAE LEGVM . ORBATIS REPENTE, ET RECONDITA MAGNI .DOQTOR1S ERVDITIONE : ;>1fin . r ET MORVM S VA VITATE SWGVLARI, : ■, ' , IVLTANVS FRATER MONIMENTVM HOC LOCO IMPETRATO A MAGNO DVCE ERANCISCO ».i SVMMO AMATORE IPS1VS HONORIS HOMINIS CAVSA
EXTRVENDVM CVRAVIT VIXilT AN. LUI. M. X. D. III. OBIIT. PISIS VI. KAL. IAN.
j CID. 13. LXXV. • Titr. ,it '? ;-,- :' '.'■>*:' ''' ::rìH:: 'ih' -rMi- -;:\\i,y.' m'ìk .k,;.: ■..
IX. Accanto alla Porta laterale 5 che dal Chioftro met-
te in Chiefa } dà fubito nell* occhio una gran Nicchia di marmo col fondo di nero di Prato , nella quale è collocata una Statua di marmo bianco , alta più del vivo, fcolpita di tutto rilievo da. Franeefco da S. Gal- lo; iapprefenrante Paolo Giovio da Como Vefcovo di Nocera , veftito alla Pontificale fedente , ed in atto di calcar col gomito alcuni libri figurati per le litorie} che egli fenile de* fuoi tempi } ed altre fue Opere ; quelli i che tiene fotto al piede ) denotano le opere al- trui j che elio pretefe di confutare . Morì nel 1552. onorato in quello luogo di fepolcro da* Duchi di Fi- renze , grati per la dolce lode fentitafi dare da efto alla lor Cafa , V Epitaffio dice così: , |
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£ 2
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PAVLO
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7#
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PAVXO TOVIO NOVOCOMEN.
EPISC. NVCERINO HISTORIARVM SVI TEMPORIS SCRIPTORI SEPVLCRVM QVOD SIBI TESTAMENTO DECREVERAT POSTERI EIVS INTEGRA FIDE POSVERVNT
INDULGENTI A MAXIMORVM OPTIMORVMQVE COSMI ET FRANCISCI ETR. DVCVM ^.' ANNO MDLXXHil. E voltando dalla banda, che guarda V Oriente, fotto Je
logge incontrai! il Capitolo antico , inoggi desinato pel- le Sepolture de' Canonici , e del rimanente del Clero. Segue T Archivio fioritifiìmo di Codici, e di rarirfime cartapecore diftribuite con buon ordine, queito luogo già era il Refettorio, confervandoviu* ancora le tavole, e il lavamani ; viene il Quartiere del Signor Priore , e co- sì intorno intorno quelli de' Canonici , e Cappellani. X. E falendofi al fecondo piano, Ci pafla nel ri- cetto avanti alla famofa Libreria , in cui fi fcoroe la falita inventata, dal Buonarroti , che la ripartii in tre ordini di fcalere , le* .quali , per vero dire , non cor- rifpondono totalmente al difegno del detto Buonarro- ti , che fu efeguito da Giorgio Vafari. In quello ri- cetto accomodate pure da' Michelagnolo con rara pro- porzione veggonfi 24. Colonne di pietra ferena fepa- rjata da alcuni pilaftri , e nicchie per le Statue da col. locarvi!] rapprefenta$ti| oteuScienze . Sulk Porta per di fuori intagliata legger] in marmo quella Ifcrizione : 'b ■:; 'a ■ ■•. b. ■ jiiit!-;-: -i',r '' ;-*' i . ):■•' ■ ■ 'ì DEO FRAESIDIEVSQVE EAMILIAE DIVIS
j•.»"' CLEMENS VH. MEDICES PONT. MAX.' ; » ir3RIS^OPT. STVDIO MAIORVM' ET SVO VNDIQ^ CONQVISITIS
h EIBLIOTHEGAM AD ORNAMENTVM PATRIAE AC CIVIVM SVORVMVTIIITATEM g. d. |
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ed
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ed altre parole ferine in cartella di marmo fono nel
frontefpizio della medefima Porta di dentro, e dicono : BIBLIOTHECAM HANC COSM. MED.
TVSCORVM MAGNVS DVX I. ■ ' PERFICIENDAM CVRAVIT
AN. DNi. MDLXXl. IHi-ID. IVN . XI. La lunghezza della Libreria è di braccia 80. e
larga 20. con trenta fineftre ripartite 15. per banda con arce , e fìmetria: Quarantaquattro fono i Plutei per lato , e quattro nella Stanza aggiuntavi per i nuovi Codici ; fi vede un pavimento di terra cotta intagliato di vaghi filmi arabefchi di meftura bianca, che fi accordano, con l'in- taglio a grottefca fatto nella foffitta , lavoro del TafìTo > e del Carota fcultori di legname celebratiffimi in que* tem- pi . Circa poi a i Codici , che fono il più pregevole di queita Libreria , mi piace riferire quello, che fcriffe Leopoldo del Migliore nella Firenze Illustrata a pag. 176. ,, Vi fi olferva cofa degna 3 che unita alla fquifi- 5> tezza della materia , forfè non fi vedrà in altre Li- >? brerie , ed è, che più di tre mila libri fono in car- ,, tapecore con frontifpizio di figure , di arabefchi , 3j e di miniature fui fondo di quell' oro in foglia af* „ fai bello, del quale fé n' è oggi fpento il modo , e „ la maniera tenuta dagli antichi di attaccarlo bruni- 3, to in fu le carte „ Ma il Migliore prende due sba- gli , dicendo che tutti i libri fieno con i fopra de- ferirti rabefehi a oro , quando non faranno gli ornati di miniature neppure la terza parte , non fapendo il detto Scrittore, che un tal modo d' indorare le carte fi tro- vò nel fecola xin. e forfè più tardi 3 e predo gli e- luditi, la nota di antichità di un Codice è il ravvifarlo femplice , e fenza tali adornamenti , e fé il medefimo ferirle eiterfi perduta l'arte dell'oro brunito , che fi attac- cava alle cartapecore : per torre da queft' errore chi legge , noteremo come in Firenze anche di prefente la fud- detta
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detta arte fiorifce . E ritornando alla Libreria Lauren-
ziana ,j avvertir mi giova. , che dall' Imperatore Fran- cesco I, fu eletto Bibliotecario Regio, come meritevoliffi- mo di tal Carica ragguardevole , il Canonico Antom- maria Bifcioni Accademico delia Crufca , foggetto af- fai noto agli itudioil per le molte laudevoli lue fati- che letterarie, cui il medeilmo Sovrano Tanno 1755. dkde per Aiuto T Erudito Signor Dottore Pier Andrea Giulianelli Cappellano foliituto ài queira Chiefa , e già Profeflbre ài belle lettere nel Seminario Fioren- tino . E poiché il foprallodato Bifcioni ha condotto quali a buon termine il primo Tomo della grandiofa opera di un Catalogo di tutte le materie, che trattane ne* Codici ài detta Libreria 3 sì Latini , che Orienta- li ., e di altre lingue iìraniere , con una Prefazione , o fivvero Iitoria de4 principj , de* progreiii , e delle vi- cende di così preziofa Biblioteca , a detta opera ri- metterò il Leggitore per ogni ulteriore notizia , e ben- ché la morte venga di rapirci sì erudito Scrittore mor- to ne* 3. di Maggio del prefente anno 1756. il fopral- lodato .Sig. Dottor Ciulianelli col fuo fapere , e gran perizia di lingue confokra il pubblico con terminare ài sì pregevole Catalogo le ulteriori notizie, X1L Or ufciti ài là, conviene che ci fermiamo al-
quanto fui piano della fcala ; per cui il difcende al ter- reno , e quivi additerò una itanza ferrata , dove fi conferva un teforo di gioie , e d'argenti alla Chiefa donati da ragguardevoli Perfonaggi , come dalla Gran- ducheffa Cri/tina ài Lorena una caiTetta di oro maf- ficcio a ufo di Sepolcro ài finiflìmo lavoro , che ella portò di Francia , quando venne fpofa di Ferdinando I. nel fondo di ella avvi un* ifcrizione in lamina d' ar- gento efprimente 1' intenzione della Real Donatrice, e fu , che detta caiTetta fervilfe nel Giovedì Santo al Sepolcro per conservarvi il Corpo Santiiiimo ài Gesù Criito . Ttovanfi ivi parimente le pregiatilTime memo- rie delia liberalità di Leon X. e fono la Mitra per ufo de'Pontificali , il cui fondo è tutto di perle, fopra |
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m X
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leìquali vi fonò gràziofi rabefchi \ e con|orm gure di
gemme, e di pietre preziofe , vedendovi!! nille falde 1* arme di detto Pontefice , ;1 quale donò altresì il fuo Paftorale d'argento di gran pefo , che figura un ra- mo di alloro, terminando con quattro rametti, che fono dorati , e infieme attortigliati con foglie , e coccole , i quali foftengono una figurina di rilievo di San Lo- renzo . De* due fuddetti doni , ancor più vago , e_. ricco è il terzo fatto dai medefimo Pontefice , ed è un belliffimo Vafo di Criftallo di monte legato iru oro , adorno di groffi diamanti, di zaffiri , di ru- bini, di perle , e di balafci : dove fi ripone il Santif- fimo Sacramento in occafione di folenni Efpofizioni, e fi colloca nella luce di un Oftenforio d'argento alto più di i. braccia , lavorato con tutta eccellenza > a fpefe dell* eredità del Canonico BafTetti » Sonovi an- cora Croce , e Candellieri d'argento fatti col difegno del Gran Principe Ferdinando , e co'denari del fuddetto Canonico ; e per non omettere cofa di prezzo, ancor- ché antica , rammenterò una Croce d' argento adornata di diafpro Orientale , che fin dal 1300, poffiede la_, Ghiefa , fervendofene nelle Proceffioni per metterla full'Afta s che nell* antiche memorie vien chiamata una delle più belle gioie , che folfero in quei tempi • |
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DELLA CHIESA DJ SAN LORENZO. !
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Sfervati ì luminoiì pregi ^e^e Cappelle ,
della Canonica , e della Chìefa di San Lorenzo , reitami a penetrare ne*fotter. ranci di-effe , che notammo effere itati rinnovati dalla Gran Principerà di To- fcana , Elettrice Palatina Anna Maria Luifa de4 Medici . E febbenè nella in- novazione del Pavimento qualche lapida fepokrale an- dò fmarrita , parecchf però fonovi rimafe ; Né ef- fendo noterò coflume di favellare di tutte , te princi- pali qui rammenteremo ; E facendoci dal pi la Aro prin- cipale di mezzo , veftito di prezioii marmi ; vedeiì <jui- vi il Sepolcro di Coiimo Tater fatrias^ alla cui me- moria , oltre T ifcrizione già da noi notata in Chiefa appiè dell'Aitar maggiore, qua giù perpendicolarmente al detto pilaftro il leggono querce lettere : PETRVS MED. PATRI FAGIVNDVM CVRAVIT.
A mano deftra in un chiufo di mattoni , fono ri-
pofti alcuni della Famiglia de* Medici eoa queiti nomi feruti al di fuori $ e fono ; IL REVERENDISSIMO CARDINALE IPOLITO •
IL MAGNIFICO LORENZO DI PIERO . IL MAGNIFICO PIER FRANCESCO DI LORENZO. IL MAGNIFICO PIER DI COSIMO. GIO: DI PIER FRANCESCO DI LORENZO, LORENZO DI GIO:: D* AVERARDO . ,£ VN CORPO PICCOLO CON GRILLANDA SENZA NOME . Si
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Si
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Si deve però oflervare eflervì dell* errore in quefta Ifcri-
zione 5 perchè il Cardinale Ipolito è fepolto in Roma nella Chiefa di San Lorenzo in Damafo $ e il Magni» lieo Piero di Cofimo è fepolto in Sagrefiia nel CaiTo- ne di porfido . E ficcome fonovi altri Rami de' Medi» ci in antico feparati dal principale ftipite , così parec- chi di queiti hanno in querta Chiefa fepolture, come quella di Lorenzo di Attilio di Niccolò di Vier: de'Me- dici ) una di Bernardo d* Antonio chiamato Berngr- detto > che è la famiglia di Via larga , e altra di Tanai de* Medici avente altresì negli fteffi Sotterranei Cap- pella j che corrifponde a quella , che viene la feconda in Chiefa a mano manca, e di limili Cappelle co* Sepol- cri di nobili famiglie Fiorentine contanfene parecchie fotto le Volte 5 cioè ( per nominare le principali ) de' Rondinelli , éi que' della Stufa, degli Ughi , de' Cat- tani , de' Marucelli , degli Aldobrandini , de' Ginori » degli Ubaldini , de* Ciai , de' Taddei , de' Nelli , de' Cambini , e de i Martelli 3 nella cui Cappella non è da tralafciarfi un Sepolcro di marmo bianco col dile- gno del bravo Donatello , che ha figura di beìla_. Zana col fuo coperchio , dove evvi Cartella colla fe- guente ifcrizione ; i D. S.
EX VETERI MARTELLIORVM MONVMENTO TRANSLATIS
IN HVNC LOCVM OSSIBVS NICOLAI FLORENTAEQVE PARENIYM
QVORVM ALTER ANNO AET. LUI. ALTERA LXXXV1I.
VISIS PRIVS Villi. IN AVCTOR1TATE NATIE
QVORVM MINOR XLVIII. ANNVM EXCESSERAT
OBIIT
LENTISSIMI FILII POSVERVNT . H. M. H. N. S. e di quefta nobile Famiglia trovai! pure una Uluitre
Donna chiamata Auretta di Giovanni de' Medici Mo- glie di Carlo di Ugolino Martelli 3 con ifcrizione pò. Tom T. X ftavi |
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Si
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itavi da Luigi Martelli'* erede della fuddetta nel 157:.
Né conviene) che fi tacciano i nómi d' illuitri Perfonag- gi foreiiieri , nella medefima Cappella de* Martelli fepol- ti > e pofcia traiportati in Francia , come parlano i libri de* Morti nelT Archivio . Deve adunque faperfi , che avendo Luigi Xlll. Re di Francia occupato a for- za d'arme lo Stato di Carlo Duca di Guifa della Ca- fa di Lorena , come è noto per la Storia di que* tem- pi , venne il detto Duca in Firenze con tutta la fìgliuo- lanza fua 9 e con la Conforte Madama Enrica Cateri- na di Gioiofa , vivendo allora Criitfna di Lorena Gran- duchelfa di Tofcana Vedova loro Parente 5 ed abi- tarono nel Palazzo della Signoria in Piazza . Il pri- mo di eiìì, che fi morì in Firenze» fu Francefco Prin- cipe di Gfonville d'anni 20, nel 1636. Il fecondo fu il Principe di Gioiofa d'anni 18, ed il terzo fu il Du- ca Carlo, che morì d'anni 70. alla Cana ; luogo vi- cino a* Bagni di S. Cafciano nello Stato di Siena ver- fo Radicorani , mentre tornava a Firenze da* detti Ba- gni adì 30. Settembre del 1540. e di ciò ne fa fede il Depofito di marmo erettogli in detto luogo corL. Arme ) e Ifcrizione ;, dove furono riporre le fue vifce- re , trasferito il corpo a Firenze j e fepoìto nella., Cappella de' Martelli appretto i corpi de' fuoi Figli , ma pofcia furon cavati Udì 15. di Luglio del 1549. e condotti in Francia , dopo che la DucheiTa Madre-, con un Figliuolo, in vigore dei Trattati della Pace con- chiufa Tanno 1648. lafciàto il foggiovno di Firenze, potè ritornar a' fuoi Stati , e V Ifcrizione al fuo De- pofito fatto a Cana > dove c^U fi morì , dice come.» apprelfo : |
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D.O.M.
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; . D. o. M.
.'.»;■'■ H',;; _.,• _;r : ~ ; ■ ;■. - ••• p-.' ■: '■;-.' ;f :].- >.';!
CAROLVS A LOTHARINGIA
OVISIAE DVX.FRANCIAEPAR. REBVSCONTRA EIDEI PERDVEL»
TERRA MARIQVE BENE GEST1S
CLARISSIMVS
DVM A BAtNEIS FLORENTIAM REPÉTIT
VI MORBI CANTS SISTJTVR '"
ET PROPE SEPTVAGENARIVS M'ORITVR PREDIE KAL. OCTOB. MDCXtV
HENRICA CATHARINA DVX IOYOSAE VXOR
DEPOSITIS HIC DEEVNCTI VISCERIBVS
TRES M3SSAS AD ANNIVERSARIVM OBITVS DIEM
VNAM
AD CVIVSQVE AITER1VS MENSIS POSTREMVM PRO EIVS ANIMA
PERPETVO IN HAC ECCLESIA CELEBRANDAs
CONST1TVTA DOTE CVRAVIT ,
II. E ritornando a* noftri Sotterranei , alla Cap-
pella dei Rondinelli , dove fempre arde una ìampana , avvi in lapida di marmo > dalla banda del Vangelo il Sepolcro fatto per fé', e pe' fuoi dal Cavajier Gero- folimitano Fra Giovambatiita , che fondò a prò di fua Famiglia, la Commenda di Malta, e vi fono que- fie lettere :
, ; .1. ■■ :,, i Li vi - . -; •;-. > ^i':i''i Ai «i'.U;>.i
IOANNES BAPTIST A RONDINELLVS
EQV£S ET COMMENDATARIVS HIEROSOt»
SIBI POSTERISQVE POSVIT
AN. MDLXXXXIII,
. ';.:\. ? i •■"' • rr.-j/ '-."?
Alla Cappella de* Marucelli avente all' Altare una Ta-
vola antica , dal lato dell' Epiftola fi vede alto da ter- ra un Sepolcro capace di molti Cadaveri con Cartel- lo allufivo a una loro memoria con Arme in pietra, e legge fi come appreflb : L Z MA-
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S4
MARVCELLTA FAMILIA MAIORIS
DE SE BENE MERENTIS MEMORIAE NOMINIS QVAE PROPAGATIONI CONSVLENS MONVMENTVM DVM TEMPLVM HOC ANNO MCCCCXXV. IN AVGVSTIOREM FORMAM REDIGERETVR INTER EIVS VETVSTISSIMA REPERTVM . IN HOC SVVM SACELLVM , EO TEMPORE RESTJTVTVM TRANSFERENDVM CVRAVIT. Nella Cappella di Tanai de* Medici fono due Ifcrizio.
ni preflb alla Sepoltura > e dicono: D. • O. . M.
CINERES ET OSSA TANAJS MEDICEr NICOLAI FIL.
VIRI PROEAT1SSIMIS MORIBVS INSIGNIS HIC SVNT SITA FILII PIETATIS ERGO ' NON SINE LACRYMIS EREXERVNT ANNO DOMINI MDEXXXJIII. VIXIT AN. LXÌ* M. III. 01ES XV. D. O. M. i
SENATORI FRANCTSCO MEDICEO
STANAI FIL.
MODESTIA VITAE MORVM INTEGRITATE
EXIMIA IN REBVS BENE GERENDIS PRVDENTIA
, , SPECTABIUSSIMO
EIVSQVE CONTVGIBVS
SEPTIMIAE DEL BORGO ET OCTAVIAE DEL NERO
GOSTANTIA MEDICEA GIANFIGLIAZZI
HERES EX ASSE
PARENTI SVO DE SE OPTIME MERITO - . . ,. .., > FILIA NON IMMEMOR >• POsvrT
OBIIT X. KAL. OCTOB. MDCLXIV.
■' ANNO AET, SVAE LXXXV, |
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Di
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III. Di tre altri Perfonaggi di Cafa Medici , trovo
una lapida di marmo , e dice : TRTBVS INTEGERRIMIS VIRIS.
CAROLO SOCERO BRACCIO CONIVGI DONATO ERIO
EX NOBILISSIMA MEDICVM FAMILIA
ISABELLA VALORIA SOCERO DILECTO
CONIVGI DILECTISSIMO VNICO FILIO FOSVIT
CONTRA VOTVM MDXX1I.
Né potendoci in verun modo omettere le memorie dì
alquanti Priori , e Canonici qui feppelliti con epitaf* fio j le riportiamo come appretto : D. O* M.
HIC SITVS EST FRANCÌSCVS FABRONIVS
COLLEGI! HVIVS TEMPLI ANTISTES
VIR RELIGIONE ET PIETATE.
IN DEVM APPRIME INSIGNI»
FIDE ET OBSERVANTIA ERGA PRINCIPES SINGVLARIS
INGENII ACVMINE ET MEMORIAE FELICITATE
NVLLI SECVNDVS
EXQVISITISSIMIS LITERIS , ; SVPRA AETATIS F1DEM PERPOLITVS
CVIVS EXCELLENTEM DOCTRINAM ATQ^ FACVNDIAM HAEC CIVITAS SIC DEMIRATA EST
VTEVM AD OMNIA SVMMA NATVM FACILE IVDICARET
VIXIT ANNOS XXIX. MENS, VIII. DIES XXV,
OBIIT III. NON. IANVARII MDCXIX*
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CA-
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II.
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CAMIILVS PANDVIPHINIVS CATHEDR. FLOU*
EGCLESXAE OLIM CANONICys MQX JiVIVS ,AM£RO$IANA£ JBASILICÀE ANTISTÉS CVI PLVRIMVM HONORIS AD DIONITATEM S£D JMIHIL AD lAVDEty VEL yiRTyTIS IN VITA DVCENDA VEL PRyDENJIAE JN IVRI DICVNDO VEL XIBERAIITATIS IN PAVPERIBVS .SVBLEVANDIS yiTERtyS ADDI POTVIT > CVM PER ANNOS LIX, BONVM CERTAMEN CERTAVERIT CVRSVMQyE ANNO S. D. MDCXXIV. CONSyMMAVERIT HIC A IVSTO IVDICE XVSTITIAE CORONAM EXPECTAT fi IH,
DEI MISERICORDIA SACERDOS
ANDREAS TOVALIA LAPI AP. SED. PROTH. CANONICyS METROP, D. STEPHANI EQVES AC I. y. D. CVM ,IN ;HAp INSIGNI COELEG, ANTIST. DIGNITATEM PER ANNOS .IV, MENSES V. E1VS AETATIS AN. IKVI. JDIES XXT. PIE EVNCT. ESSET TJUjBVTVM NATVRAE SOLVIT DIE XVIII. IAN, an; s. incar. MDcxxxyi.
PETRVS VELLVTI NOB» FLOREN.
I. V. D. PROT. APOST. ET ECCL. £ATH. OEIM CAN. DEMVM
HViy.S INSIGN1S COLICO. ANTISTES
OBIIT ID. DECEMB. MDCXLVII.
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v.
'■>:■■;: ' d. " O. ; M.
ANTONIVS NELLIVS ECCL. METROP. PRIMVM CANON*
PRAEPQSITVS INDE 1IBVRNENSIS POSTREMO HVIVS COLLEGII ANTISTES AERVMNOSO HVIVS VITAE CVRSV CONSVMMATO IN PACE QVIEVIT ANNO DOM. MDCLXXVI. A ET. LXXVT* PRIORATVS XXII. III. NONAS 1VNII. VI.
ALEXANDRO CAVALCANTI
QVI ANTEA FRANCI5CVS M. MANCINIVS PATR. FLOR.
EX D. PANCRATIl VALLIS PESAE FLEBANATV
INTNSIGNIS BASIL. COLLEGIATAE 5, LAVR. PRAESVLEM ELECTV5-
ANNIS XVII. MENS. HI. SVO FVNCTVS MVNERE
IN PACE QVIEVIT III. KAL. IAN. MDCCIL.
HEREDE EX ASSE COLLEGIO SVAE ECCLESIAE INSTITVTO
AD DEI CVLTVM EX ANNVIS PROVENTIBVS AVGENDVAI
PAVPERIEMQVE PAROECIAE MINVENDAM
VIRO PIO PROBO MVNIFICO
LAVRENTIANI CANONICI H. M. H. C. DECREVERVNT
VIXIT ANNOS LXXXIII. M. IV. D. IV.
IV. Vengono poi da ricordarli le fmarrite lapi-
de di Cardinali , e di Vefcovi , afficurandoci il Signor Manni al Tom. IV. Sigillo I. che fu tumulato fatto le Volte di San Lorenzo il Cardinal Benedetto di Mi- chele Accoltij il quale dopo varie legazioni Pontificie, e graviflìmi travagli , ritiratoli a Firenze , abitando fa- miliarmente nel palazzo di Metter Tommafo de* Medi- ci in Via larga , fi mori a' n. di Settembre del 154?* e con decorofìffimo funerale in San Lorenzo fu fepol- to lotto il Coro , dove prima erano le Sepolture de* Canonici. Né io fon lontano dal credere, che la ftelfa difgrazia addivenire a Bartolommeo da Vinci Vefco- vo Valvenfe flato già Arciprete di Piftoia , e Cano- nico |
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meo di San Lorenzo, in quefio Sotterraneo parimen*
te feppellito. Una lapida però ci fi vede lotto la Nave 5 che guarda mezzodì , ed è del Vefcovo Niccolò Stc* none col feguente Epitaffio ; SCOLAI STENONIS
EPISCOPI TITOPOLITANl VIRI DEO PLENI «HIBOVID MORTALE PVIT HIC SXTVM EST PANIA GENVIT HETERODOXVM ETRVRIA ORTHODOXVM ROMA riRTVTE PRQBATVM SACRIS INFVklS INSIGNIVIT SAXONIA INFERIOK 3FORTEM EVANGEUI ASSERTOREM AGNOV1T DEMVM JJIVTVRNIS PRO CHRXSTO LABORIRVS ERVMNlSCiyE CONTECTVl* SVERINVM DESI'DERAVIT
ECCLESIA DEFLEVIT FLORENTIA SIBI RESTITVI SALTEM IN CINERIBVS VOLVIT 1 A. P. MDCLXXXVII. V. Altro Vefcovo è nella Sepoltura degli AJdo-
brandini , e chiamavafi Iacopo Aldobiandini Vefcovo di Troia, tìato già Canonico di San Lorenzo, poi del- la Metropolitana Fiorentina • Seguono alquanti Depo* {iti de' Canonici di qti-efta infigne Collegiata , e fono ; L
IOANNES TOZZI STIENSIS PVM NOBILES AVLAE SVB FERDINANDO Ir.
JET COSMO III. MM ETRVRlAb DD. PlETATE ET LITERIS ERVDjSSET
TANDEM HYIVS LAVRENTIANAE CANONIC S
OPTIMAM VITAE ERVDITIONKM
OPTIMO OBSIGNAVIT EXEMVLO FEUCITER f BIENfi IH, ID. AFR»
A. D. MCIC. AETATIS SYAE hX%Uh
""" ' ■':>: '•■' '■■* { ■<'■■ >-' ♦ ■* ■ * t J '.>"■':'.''.': ?,. ■. . ,;> ' •
IL
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II,
10. BAPT« TARTAGLIATI CORTONENSIS
A SEGRET1S FERD. IL M. D. ETRVRIAE ET SERAPHINVS TARTAGLINI FRATER HVIVS ECCLESIAE CANON. VTRIVS. LEGIS DQCTOR HIG IACENT.
QVORVM ALTER OBI.IT VIII. KM» FEB* MDCLXI.
AETATIS SVAE LII.
ALTER VERO VI. ID. AVG. MDCJ.XIII.
AETATIS SVAE XLII.
III.
ANTONIVS PETREIVS HVIVS MAIORISQ, ECCL. CANONICVS
QVIA VITAM CENSVIT MORTIS ARRAM SIBI VIVENS
BACCIO PETREIO FRATRI ET FETREIIS FOSTERIS
M0NVMENTVM , P. A. D. MDLIX.
IV,
HIERONY. TORNO . V. LJ»E, i H. AED. CAN.
,„ ... ,. TEST. ESECv ;i ■>-■/'..■;£ P. S.
B» M»< ./ I r
interpreta'cosi; f
HIERONYMO TORNO VTRIVSQVE IVRIS PERITO
HVIVS AEDIS CANONICO r ■ • 5IW; MESTAMENTI EXECVTORES • . ■ . , ■• , - -> ■!(!'» .',■!.."- fili ■ ?''ìii
PROPRIO SVMTV
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BENEMERENTI j , -■' « }«;|
POSVERVNT. |
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OH
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9°
» • .
DOMINICVS CIANFOGNIVS I. V. D. HVIVS BASIL. CAN.
VITAE INNOCENTIA MORVM
SVAVITATE PRVDENTIA DOCTRINA
ERVDITIONE SACRA ELOQVENTIA SPECTATISSIMVS HIC
IN PACE XT1 REQVIÈSCIT .
OBHT Vili. KAL. FEB. MDCCHV. AET. S. LXII.
r .11.:
, Y.i»
EGO VERMIS ET NON HOMO
EXPECTO DONEC VENIAT IMMV TATIO MEA. quefte lettere fono al Depo/ìro del Canonico Bafletti ,
del quale nel Chioftro vedemmo la nobile lapida alla parete con iscrizione. E per fine nell' ulcire da' Sotter- ranei , leggafì tra* cancelli là licrizione alla iepolturtu di Donatello, poi divenuta del Cavàliei* Niccolò degli Scalandroni , e dice: DONATÉLLVS
RESTITVTA ANTICA SCVLPENDI COELANDIQ. ARTE eÈLEfeERRlMVS
MEDICEIS PRINC1PIBVS SVMMIS BONARVM ARTIVxM PATRONIS APPRIME CARVS QVI VT VIVVM SVSPEXERE MORTVO ETIAM SEPVLCRVM LOCO SIB1 PRQXIMIORE CONSTITVERVNT 3 ,i:u OBIIT IDIBVS DECEMBRIS AN.SAL. MCCCCLXVT, nt irABVi SVAE LXXXIII; OU ; • -.a)\kyAi.z ^itm/. v-.'ì"Pi-
piti* al Sepolcro di Donatello , evvi quello di Bene* detto da Maianò con quelle paroler: IVLIANO ET BEKEDtCTO LEONARDI FF.
DE MAIANO ET SVORVM. MCCCCLXXVIII. ;r 14' .1 m^kd
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ed altro Artefice > qui fepolto » nelle fepolture de' Popo-
lani , fu Francefco Furini morto nel 1649. Giace an- cora il Canonico Anton Maria Bifcioni , che vivente^ quivi (ì elefTe la fepoltura verfo il mezzodì alla terza fineftra . Morto egli adì 4, di Maggio 1756. nel giorno feguente ebbe dal Capitolo di San Lorenzo le folcimi efequie , e pofcia fu tumulato in una cafTa con en- trovi un cannoncino contenente dotta ifcrizione data^ alla ftampa dal Sig. Dottore Andrea Pietro GiUlianelli • VI. Vengono per ultimo pregio di querK Sotter- ranei , tre Venerabili Compagnie di Secolari , addi- mandate del Sacramento, del Sangue, e delle Srima- te , rinnovandoli da effe coli* orare fotto quelle Volte il coftume antico de' primi Criftiani , che ritiravano a lodare , e pregare Iddio nelle Grotte , o Catacom- be . Quella del Sacramento , crediamo , che fìa la più antica , chiamata già Compagnia delle Laudi , e talora di San Lorenzo } alla quale i Sommi Pontefici coru Bolle efiftenti neir Archivio di San Lorenzo hanno con- cedo e privilegi , e indulgenze ? e parimente nove Vefcovi fecero alla medefima Compagnia ne* loro di- plomi altre grazie ; il più antico de' quali è del 1338. ciato da Francefco de* Silveftri da Cingoli , e dipoi da' feguenti: Angiolo Acciaiuoli, Piero Cor/ini Cardi- nale , altro Angiolo Acciaiuoli , e Iacopo Paladini tut- ti cinque Vefcovi di Firenze j e quattro altri Vefco- vi foreitieri , che furono Giovanni Vefcovo di Cefena» Fuligno Vefcovo di Fiefole , Fra Bartolo Vefcovo di Spoleti , e Fra Galgano Vefcovo di Aleria , ed il ti- tolo delle Conceflìoni è il feguente: Vro^vidis Viris Captaneis Societatis , & tis de Smistate B. Lauretta tii Martyris ton<venientibus in Ecchjìa 51. Laurentii de lElorentìa tam maribut , quatn feminis , tam frefentibus , quam futuri* falutem in Domino jempternam iste, e le fuddette indulgenze acquiftanlì da' Biateìli ogni volta > che intervengono alle funzioni della Compagnia > alle prediche in San Lorenzo , e che fanno qualche limo- fina . Alla feconda Compagnia fu donato dal Principe M z Frati-
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Francefco il luogo fotto del Coro nel 1573. ne* qual
anno ebbe efla il fuo incominciamento per mezzo di Fra Salveftro Francefco da Roffano zelante Cappucci- no , che avendo predicato Ja quarefima in San Lo- renzo , nel venerdì fanto di quell* anno rifvegliò iru modo così /ingoiare ne' Fiorentini la memoria , e di- vozione al fangue di Crifto , che commoffi 40 Gen- tiluomini , concepirono la risoluzione di fondare una Compagnia, che ne facelTe ogni venerdì perpetua com- memorazione, con alcune cofìituzioni, che approvò 1* Arcivefcovo Alteviti , e confermarono con ampie in- dulgenze , e grazie Gregorio XIII. nel 158Ó, e Paolo V. nel 1612. e quivi fi tiene in venerazione un Cro- cifiifo di metallo , che loro donò il predetto Cappuc- cino , avendolo effo portato nella battaglia navale con- tra de* Turchi nel 1571. a conforto de'Soldati Criiiia- ni j ed a terrore » e confufione degl' Infedeli , del qual Crocifìffb fu fatta nel 171-2. una foìenne efpofizione., da i Fratelli nel Capitolo de' Canonici per tre giorni ; E il motivo ne fu il pregare Noftro Signore per ot- tenere la ferenitk dell'aria , e in tale occafione fu re- ftaurata la Compagnia , adornata di tfucchi , e di pitture . Nel rifarcimento poi del Coro di San Loren- zo minacciante rovina , patì qualche vicenda, che fu ri- parata dalla Sereniffima Elettrice Vedova Palatina Anna Maria Luifa de4 Medici . A' Cappuccini pure devefi 1* iftituzione della terza Compagnia detta delle Stimate , Ja quale per efferfi re fa a Firenze venerabile , ne da- remo qui fom ma riamente la Storia eltratta dagli auten- tici libri della Compagnia. • , - ; VII. Cinque ne furono i primi Fondatori, capo de i quali fu Orlando di Francefco Orlandini Biadaiuolo, il fecondo Bartolommeo Portatore , il 3. Agnolo di Fran* cefeo Calzolaio , il 4. Giovanni Portatore , e il 5. An- tonio di Lorenzo Barducci Portatore , tutti divotiflìmi di San Francefco d* Affii] , e de' Padri Cappuccini > iìngolarmente di quei del Convento della Concezione, dove nel 1501. i fuddetti concepirono della nuova ifti. tu-
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tuzione i primi ferni , per dover dopo 6. anni prò*
durre la tanto commendata } ed utilijGTima pianta della Compagnia delle Stimate . E però nel 1596. crefciuto il numero de'Compagni fino a 128* nella fefta della Afcenfiòne , giorno per erti confueto a radunarli nel predetto Convento a'foliti efercizj di pietà , tra" quali folevafi fare un' offerta di libri , di cera , e di altre ìimofine a* Fiati , fu eletto loro Governatore Bartolom- meo di Lorenzo Lippi Padrone dell* Albergo dell' A* gnolo in Borgo San > Lorenzo .La prima poi tornata in Firenze trovafi fatta a* 21. Dicembre in S. Andrea di Mercato vecchio, ma conofciuto quello luogo men adattato al bifogno , con licenza del Priore , e Capi- tolo di San Lorenzo, loro fu accordata la Chiefa di San Bartolo al Corfo dal Rettore di ella Mefler Co- fìantino Arrighi , e nella fera de' 5.,:;di Gennaio dell' anno nuovo ne prefero poiTerTo , febbene il luogo (la* bile da Dio preparato a' fuoi Servi era quello, che ve- niva fotto le Volte della Sagreftia nuova di San Lo- renzo , che mediante le fervorofe preghiere ottennero dalla clemenza di Ferdinando I. per favorevole refcrit- to il dì 2. di Luglio del 1597. e ne prefero il pof- felTo nel dì; feguente per contratto giuridico col Ca- pitolo , rogato da Ser Paolo Paolini Notaio! Fiorenti- no ; ma abbifognando il luogo di non pochi rifarci- menti, fi differì il farvi le funzioni fino a* 2.. di Feb* braio delM597. ab Inc. nel qua! giorno proceflìonalmente dalla Chiefa j di; S* Bartolommeo fic portarono,mi nuovo luogo, e quefto dì? fu. 1'epoca delta;Compagnia,in San Lorenzo, che merfooifi e da Principi, e;da particola? ri la grazia di dilarare i confini , coli' aequifto di tre altri contigui Sotterranei, cioè quello della Cappella di Francesco di Carlo Neroni nel 160$. per farvi il primo ricetto , rogandone, la donazione il fiiddetto Notaio col folo pefo ogni anno di offerta di once.o*. di cera a% Neroni , parlata agli/Altoviti- di Via de' Ginori , Ì quali hanno quivi la pdopriai Sepoltura ; Pofcià fu dato alla Compagnia ij fotterraneo , che di foprn avvi
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avvi dalla Cappella de' Ciai fino a tutta la Cappella
de* Corii » che ferve per altro spogliatoio j e per una ftanza desinata alle Congregazioni fegrete di fpirito , eflèndovi una tradizione antica , che ivi fte{Te il Cor- po di S. Zanobi . E venendo alle pitture , ed alcre_, facre cofe , che rendono quefìo luogo pregevole quan- to altro mai > notar fi vuole , che in Compagnia fo- novi due Altari : la tavola del primo è di Mario Ba- laflì , che vi effigiò San Fxancefco in atto di ricevere le Stimate ., sì fecondo Altare fonovi San Pietro d* Alcantara , e S. Cliiara di mano d* AleiTandro Moria- ni j ed in mezzo alla Tavola uno sfondo coli' Imma- gine di Maria , e del Bambino Gesù , di maniera an- tica ) ma divotiflima* e fopra il gradino pofa un qua- dro di S. Giufeppe Protettore delia Compagnia . Tut- ta la Volta fu dipinta a frefco da Ranieri del Pace, coir architettura di Giufeppe Tonelli } e le quattro lunette con Medaglioni fono di Niccolò Nannetti . Nel primo ricetto viene un Altare avente una tavola di Iacopo da Empoli rapprefentante la Madonna > che tiene in collo il Bambino <3esù » ed ha a' fianchi San Giovan Bati#a , e quivi pure è tutta dipinta a frefco la Volta , con uno sfondo graziofo colorito dal fud- detto Nannetti > e ì* archkeitura è peniìero dì Piero Anderlini , le quali pitture fi fcoperfero adi 17. di Settembre fella delle Stimate nei 1718, effendo Guar- diano Catnmillo Orfini . Nel fecondo fpogiiatoio » dove ogni anno con folennità li fa il Prefepe , fi conferva una Pietà di Matteo Rottelli i Ha là Compagnia uno Stendardo grande , che ufa nelle proceflìonì , 1 dipinto da Antonio Ugolino da Parma detto il Parmigiano , fatto fare in Roma per Tanno fanto del 1700. dal Cardinale Francefeo Maria de' Medici. Protettore della Compagnia , cui lo donò nel 17133. ed è il più bello ftendardo j che ù vegga in Biremze. i ;<> - Vili. Nella Sagrestia confei vanii molte. Reliquie r é
le principali fono , la Reliquia detta della Santa Fa- miglia, che già era del Re Ruberto di Napoli , la_. San-
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Santa Croce , di San Francefco un pezzetto dell' A-
bitO) col quale elio ricevè le Stimate , donato da Co- fimo III. molto portato «a favorire quefta Compagnia, che conferva due altri pezzetti d'abito fpruzzatì di fan- gue dello fteiTo Santo. Del E. Giufeppe da Calafanzio evvi tela bagnata del fuo fangue , ed un oiTo , e notifi, che quefto Beato fu fratello dell'Arciconfraternita delle Stimate di Roma , cui è aggregata la noftra . Quattro Bulli affai belli di ftucco qui fi veggono , e fono 1* tSigie di S. Tommafo d' Aquino , di S- Bernardino da Siena , di S. Caterina da Siena, e di Suor Domenica del Paradifo . Pendono poi dalla parete della medefima Sa- greftia due ritratti , il primo è del Venerabile Servo di Dio Gaetano Pratefi morto nel 1741. e leggell nella Vita fua data alle ftampe effere il fuo Corpo in cada di piombo fepolto appiè dell* Altare del primo Ri- cetto. Il fecondo Bufto è di Cammillo Orfini primo Guardiano eletto l'anno 1708. e morì nel 1750. feppellito nel fecondo Spogliatoio in luogo appartato , dovendo- fegli fare un onorevole fepolcro in mezzo della Com- pagnia , e farà una ben giuita memoria d' Uomo sì benemerito al pio luogo, concioflìachè egli fu 1' inven- tore di parecchie pratiche di fante divozioni , vi erefie^ quattro fcuole fegrete di fpirito utililfime , onde incam- minare i Fratelli d'ogni fiato alla perfezione . Con iltan- cabile zelo, procurò nella Compagnia maggior frequen- za , fervore , ed offervanza , che tutt* ora fiorifcé ; con amabili;, ma; efficaci Undufìrie Mfece moire conversioni, contandoti* de' Fratelli Stimatini fopra 140, i quali ab- bandonato il Mondò 11.& fono li ritirati in oiTervanti Re- ligioni per meglio fervire a Dio , fino a paifar.ne al- cuni, alle. Miflìoni dell* India ; E finalmente qual uomo ricco; di: fingolari. talenti penso anche ai svantaggi Wki porali della Compagnia , avendo riabilita una Congre- gazione di 12. Fratelli per la direzione di tutto l'eco- nomico . Quivi ripofano i Corpi di varj Benefattori , tra* quali appiè dell' Altare di S. Francefco è flato pò- |
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ilo il Dottore Gio. Carlo Barfotti , le cui iodi kg-
gonfi comprefe in un epitaffio dato alle (lampe . IX. E giacché nelle Storie Fiorentine , e ne* Codi-
ci MSS. fino al 1500. trovanfi le Compagnie chiamate- Scuole, mi fi concederà di aggiugnere qua alle tre_^ foprallodate Scuole la quarta , vale a dire quella-, de* Cherici di San Lorenzo , alia cui erezione pensò Cofimo Té Fatriac per maggior vantaggio e della Col-' legista ', e della Tofeana tutta , eifendo da' efla ufeiti moltiffimi EcclefiaiHci Mutiti nelle feienze , e nella pie-* tà . Cofimo adunque faviamente confìderando , che la povertà è nemica delle belle lettere , procurò per que- lla fua laudevole idea un fondo j o fia dote da Pio II.; il quale irato fempre amantiffimo delie lettere 3 ne fpe- dì Solia, colla quale dell'entrate dello Spedale di San Bartolommeo al Mugnone afiTorbite dalle Monache di San Martino^ordinò, che fi deiTero 20©. feudi annui pei* mantenimento del Maeiìro di detta Scuola , e di 12. Cherici , a titolo di provvederli di libri ; e d'altre co- fe neceffarie a chi fludia , e così aperta; la .Scuola nel 145$?. il primo Maeltro fu MeiFer Antonio di Lotto da Montefpertoli acclamato letterato > al quale fino a* no- ftri giorni, per lo fpazio di tre fecoli > fono fucce- duti valenti Maeftri, i cui meriti» hanno illuflràto non folameme il nome loro , ma onorato viepiù la Colle- giata infigne di San Lorenzo > die ne conferva la fe- rie' nell'* Archivio j5 lui irla ■•> ■ asari &**$) 0 bai ■« s •■■■ w*i X. E ritornando alla Venerabil Compagnia delle
Sacre Stimate , notar mi giova , che in queir' anno i Fratelli memori eie* rnoltiifimi benefizi ricevuti dal de- funto loro Guardiano Cammillo, Orfini, hanno porro in Cbiefa la desiderata lapida con. iterazione, che con- tiene ^una giuria* lode; del Suddetto Orfirii > iÉ dm&t>ph '■"#**&&& sojj siili '■ .li &hitmì t'à.ktg£l|:SiéD ■•"filfofj .■ilfcVòrj ■s&j-a ""1 &SM: i ih m :li: 1 i'M> ' il -uri; ìihtmH 1 * 1 ìb anoùsc?! • , r:v: .' isH:■?'•'■ *v ■■"' "ti r-r>rj I »OCfttór*P '-'n*!.($-. ■■<&ÌTmQh
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CAMILLVS DOMIN. F. ORSINIVS DOMO LVNENSIS
VETVSTO ET SPECTAEILI GENERE NATVS .PIVS 1VSTVS DOCTVS DISERTVS . ADOLESCENS PARMAE BVCIB. 1VVENIS ROMAE PROCERiE. VIR. DEMVM FACTVS ETRVbCORVM REGIE. IVCVNDISSIMVS * HANC DOMINI FAMUTAM SVMMÒ IVRE OMNIVM PRIMVS PERPETVVS MODERATOR ET PATER^ . DVOS ET OVAtì-RAGlNTA ANNÒS CONSILIO VERBO ESEMPLO AVCXtìlUJAJE REXIT AVXIT FIRMAVIT , BISSENOS ... DECREVIT VIROS OECONOMICAE ET POLITICAE REI PRAEFECTOS . MAGISTROS INSTITV1T SAPIENTE8 HOM1NES Qyi CERTIS DIEB. VIAM DOMINI DE* 1/iONSTKARENT, 1NDVSTRIA AERE LABORE ViGf- LANTIA PLVRIMOS ABERRANTES IN SEMITAS IVSTITIAE REDVXTT • REDVCTOS ADHAERENTES ftCIT TESTIMONIO DOMINI . QVOTQVOT ADI. KENT DIVINIS EXCIPIEBAT CONLOQVIIS ET VO* LVNTATES QVO LVBERET FLECTERE VALVIT IN -, ; SERMONE POTENTISSIMVS . SIC DE OMNIB, ÒPT, MER. A, S. CIDI3CCL. S. C. AET. S. LXXX. ÓBDORMIVIT IN DOMINO . HVIVS ASCETERII SODALES PATRI MAGISTRO OPT1MO AMANTISSIMO HEIC VJBI IN PACE QVIESCIT M. P, |
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Tom. V* .., . ii J3 . AP-
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PENDICI
ALLE LEZIONI
1 $ A N h 0 R E N Z <K
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Sìrie de' Priori.
1059. [> j|l||j| Tfbne , chiamato nella Bolla di Niccolò
il. del 1059. Rettore della Chiefa di
San Lorenzo ; e fimilmente nel libro detto BuJJettone all' anno 1044. e nel Bollano di San Lorenzo pag. 15. |
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1090.
1100.
ì 119. 1131. 1170.
11S2
1230.
1240, |
Pietro nominato in una Cartapecora del Capi-
tolo Fiorentino . Giovanni nel Bollano Laurenziano pag, 23.
Uberto ivi a pag. 29. Pietro ivi a pag. 29. e 31. Bernardo , che fu Propofto Fiorentino > e poi Vefcovo di Firenze nel 1182. Ildebrando Priore di San Lorenzo > e in/ieme^ Canonico Fiorentino « Somigliante Priore. M, Fede di Franco degli Accatti da Arfoli , che
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nel 1253. rinunziò il Priorato . Bull. Laur. a pag.
57. Manni Sigilli Tom. Vili, a e. 52. |
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12^3,
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Fra Ruggitti Frefcobaldi di Lamberto Cavaliere
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Gerofolimitano j ivi pag. 55. e fegg. non era in
facris , e però hkiò d* effer Priore per prender moglie , ivi a 65. «269. Aldobrandino di Lottieri degli Adimari Canoni- co di San Lorenzo , Canonico Fiorentino, e Vi- cario Capitolare in Sede vacante , ivi pag. 52.6 fecror,
1285. Ambrogio di Martino g'ù Canonico di San Lo-
renzo 3 uno. de' Fondatori della Congrega Mag- giore | |
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giore ; in tempo. Aio furono fatte le coftituzio-
ni del Capitolo di San Lorenzo . i$s2. Giovanni Petroni Sanefe *
1322- Michele de* Bertaldi ivi pag, $t.
1347, Ricco dì Gianni 3 o Vanni > prima Canonico di
San Lorenzo • 1378. Pagno di Lionardo degli Strozzi Canonico Fio-
lentino , che fi fece capo della più ardita con- giura $ che fiafi fentita andare attorno per le I- jrorie centra alla Repubblica Fiorentina > erTendo tbe nel Venerdì fanto del 1379. ad un cenno di fuoco da fai fi fui Campanile di San Lorenzo , fi doverle mandar dal Popolo a fi! di fpada la mag- gior parte de* Cittadini ftatuali , affin di gover* naie a modo loro lo Stato i 1391. Antonio di Giovanni d' Amerigo del Bene .
1414. Matteo dì Niccola da Kieti già Canonico di
San Lorenzo ; ivi a 104, 2417. Matteo di Bartolommeo Dolfini da Quona , pri-
ma Canonico éi San Lorenzo , poi Spcdaiingo di S. Matteo -nel 1409. 1420. Benedetto di Matteo Schiattefi già Canonico di
. San Lorenzo ; pag 107. 14^0. Giovanni di Lionardo de1 Grilli già Canonico di
San Lorenzo , Spedalingo degl* Innocenti ; Bull, fudd. 124. 1462. Pietro ài Michele de* Bonichi da Cafcia > già Ca-
nonico ài San Lorenzo. 1 1482. Lorenzo di Saiveliro Guìduccì da Dicomano 5
già Canonico di San Lorenzo , detto Lorenzo Cornio Mattematico infigne ; di mano di coftui forsovi nella Libreria Medicea alcuni Codici. Sotto la fila Immagine nel Capitolo fi legge quello elogio: ASTRONGMVS ET MATHEMATICVS AEVO SVO CELEBERRIMVS »
IN DEVM P1ETATE IN PROXIMVM CHARITATE . SVMMA CLARISSIMVS . |
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14^6. Cadore di Franccfco de* Bozzoli ni da VkCok *
Vicario Generale di quel Vefcovo, già Canonico di San Lorenzo . ti 1512. Francefco di Giovanni Campana , appellato Dot-
tore efimio ; già Canonico di San Lorenzo . Fu Vicario Generale dell'Arcivefcovo di Fifa) il pri- mo Priore , che godè della Mirra , e de* Pontifi- cali conceiìì a* Priori da Leon X. cui egli rice- vè in San Lorenzo, 1534. Gio. Batifta Fiegiovanni Canonico di San Loren-
zo » poi Canonico Fiorentino , Protonotario Apo- stolico Participante , Prelato domeilico di Leoru X. e poi di Clemente VII. primo Biblioteca rio della Libreria Medicea , Abate di S. Stefano di Cintoia , e di S. Benedetto in Alpe. Queiti fu * per fofpetti di affari di Stato-" meda prigione , e per ordine della Repubblica collato ,■ come fi ve- de in una Tavola da lui appella per voto nellsu Chiefa dèlia Madonna delle Carceri di Prato-$ i dove fi portò a pie fcalzi a ringraziare la Ver-
gine d' avergli ottenuto di potere fcampar la mor-
ii, te . La detta Tavola fu indi rimoiTa , e di eifa ne fece fare una copia il Canonico Bifcioni. ì544. AngioloMarzi da S. Gimignano, Vefcovo df
Aflìfi , Segretario di Stato del Duca Cofimo I. dal quale ebbe 1* onore del cognome al fuo ag~ -ì giunto di Marzimedici ; In un belliilìmo fepol»
ero di marmo ripofano le fue ceneri nella Ghie- fa de i Servi di Firenze. 1546. Girolamo di Criitofano de' Bozzolini da Fiefole,
già Canonico di San Lorenzo * 155$. Piero Trucioli da Volterra , già Maeftro àelh
Scuola del Duomo di Firenze > poi Canonico di San Lorenzo. 1-573. Michele di Bartolommeo de* Federighi , gik Ca-
nonico di San Lorenzo . >a 160$. Ventura de'Venturi dal Borgo S. Sepolcro, Mas-
iero de' Cherici , poi Canonico di San Lorenzo. ^ , .. ' - i Nel |
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, - 'Hèl fuo governo furon fatte le ultime cottiti**:
zioni del Capitolo. 1617. Fraiicefco di Filippo Fabbroni da Marradi , già
Canonico di San Lorenzo } il cui epitaffio è ne* fotterranei , da noi riportato nella VII. Lezione. 1^19. Cammillo Pandolfinì Canonico Fiorentino , che
ebbe per fé 5 e fuoi fucceflbri da Cofimo II. un aumento alla fua carica di feudi 200, annui fui Monte Comune. Il fuo Depofito è nel Cimitero. 1624. Aleflandro Vafoli di Fivizano Auditore di Fer*
dinando IL 1636. Piero Velluti Canonico Fiorentino * che ha epi-
c taffio fotto le Volte .
1647* Piero del Senatore Matteo Frefcobaldi , Canoni*
co Fiorentino , poi Vefcovo di Samminiato, fep- pellito in S. Spirito alla Cappella della fua Fa- miglia . 1654. Antonio Nelli Canonico fiorentino , poi fcropo-
fto di Livorno : Nel fotrerraneo fi vede il fuo Se* polcro con epitaffio. 167Ó, Gio. Batilta di Lorenzo Frefcobaldi Cappellano
maggiore ài Codino III. rinunziò nel Y7Ì8. per vivere in quiete ; è fepolto in S. Iacopo oltr* t , 1 Arno nella tomba de' fuoi Maggiori .
$709. Francefco Federigo Giordani Patrizio di* Cafale
,: del Monferrato , Bali dell'Ordine di S. Stefano y
e Auditore della Giurifdizione . Rinunziò nei 1720. eletto Aréivefcovo di Metellino , mòrto-in Roma Vefcovo Affiliente al Soglio Pontificio nel 17:1. Giufeppe Maria Martelli del Senatore , é Bali
, - Niccolò, Canonico Fiorentino, e Cavaliere- di S. Stefano , Rinunziò il Priorato nel 1722. pro- modo ali* Arcivefcovado di Firenze , reftaurò il *i Palazzo Aicivefcovile , rifece la Ghiefa di Saru 4r „ Salvadore , e nel 1741. rinunziò V Arcivefcova- $t;j^ do , nel qua! anno fi morì j fepolto in S. Mi* chele agli Antinori,. > %'ù ,t*ki 1722»
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tot
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1722. Filippo Baldocci Canonico Fiorentino; Egli pu-
re rinunziò nel 1732. cui fuccedè : 1732- AleiTandró Cavalcanti nato Francefco Maria Man*
cini , cheiafciò; erede * come leggemmo al Aio Sepolcro , il Capitolo di San Lorenzo. 1750. Il Signor Alfonfo del Marchefe Vincenzio Ala-
manni Canonico Fiorentino , poi Proporrò di Li- vorno . donde fu (trasferito al Priorato di S. Lo- , n xenzo dalla Maeiìà dell' Imperatore Francefco I.
i Granduca di Tofcana , e adì |. di Settembre ne prefe il pofifeifo ; La prudenza ., la vigilanza, e^ la carità » con cui egli prefiede agli affari sì fpi- rituali , come temporali della Chiefa , e* del fuo fluraercilffimo Popolo, io rendono caro a rutti. . APPENDICE II. s
Alcuni Canonici illujlri della medejtma Chiefa.
1222. % M" AefTro Accorfo , il quale crederi che fia
c J.VJL queir Accorfo illurtre,che fu ProfefTore del
Diritto Civile■> Cefareo 3 e Pontifìcio in Bologna»
ed in Padova* 1246. Bellondo de' Baftari Arciprete, e Vicario Gene-
rale Fiefolano* t2^o. Aldobrandino de" Cavalcanti, nella Bolla della Aia
elezione- alla dignità, di Teforiere nel Capitolo Fiorentino > è chiamato Nobilem , & ■ 'Jafientenu Pirjtm. 1 1 T'i 1332. Fuligno Carboni Proporlo, poi Vefcovo di Fiefole.
1400. Michele da Panzano Spedalingo di S. Maria Nuo«
1 va, e caro a Martino V- 1412. Francefco de* Maringhi Governatore del Mona-
stero di S. Ambrogio di Firenze , dovè ha epitaffio» 1415., Gio: Spinellini, poi PropoAo Fiorentino /celebre
in fannia ; e in lettere ko ? 1417. |
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tqéy* Antonio Catini.-Cardinale di S. Marcello, Ve*
{covo di Siena »; e poi di Groffeto m , 141 g. Banolommeo Berlini detto da Vincio Arciprete
di Piftoia , e Vtfcovo di Valva ; Intervenne al Concilio Fiorentino . 142S. Antonio degli Agli Maeftro di Paolo II. poi Ca-
nonico Fiorentino■■■« ArCivefcovo di Ragufì } poi - . Vefcovo di Fiefole » indi di Volterra, Piovano di
Santa Maria deli' Impruneta , Priore di S. Apo- ftolo di Firenze , e Proporlo di Poggiboufi . 1428. Lorenzo di Giovanni da Pifa , Cementatore de*
«. facri Cantici , e caro a Cofimo P. P.
1430- Lorenzo de* Gberucci , di cui efiitono alcune O-
perette nella Librerìa Lacrenziana *» ij 1451. Paolo Schiattefi , detto Dottore egregio, fu Vi-
cario Generale di Fiefole, 1457. Marco di Ser Antonio, famigliare domeftico di
S. Antonino Arcivefeovo » commendabile per kj dottrina» e per la pietà, alla morte di cui u il? 'racconta j che dicefle il Santo Prelato ; M' è man-
cato il baftone della mia vecchiaia. 1468. Francefco di Dante da Cartigiione de* Catellini »
fiato Segretario di S. Antonino) Dottore , e Let- tor pubblico di Teologia > uomo infigne nella-, pietà , e nelle faenze . ; 1 1470. Antonio di Lotto primo Maeftro della Scuola
de* Cherici »i poi. Canonico ; e infìgne Teologo. 1472. Gregorio ; detto Goro degli Epifanj Filofofo Plato*
nico, amico di Marfilio .Fici.no , e di Coiimo P.P. 1491, Domenico Benivieni, infigne Teologo , e Filofo-
fo , chiamato lo Scotino,. ni ... , 1499. Francefco Albertini Uomo di gran letteratura^
come apparifee da alcune fue Opere date alle_> ftampe .; u~ vii ni :s 1504. Vtnerabil Servo di Dio Francefco degli Onefti
da Cartigiione Aretino , Diretrore della Ven. Suor Domenica del Paradifo , e Maellro del Magnifi- |
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co Pier Francefco di Lorenzo de\Media,.J
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*i,ixJ
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1505. Benedetto Rìccardim } chiamato Benedetto Filo*
logo , uno de* primi letterati della Tua età. 1507. Giovanni de* Medici Cardinale} e poi Papa Lea*
ne X. « 35 08. Lorenzo Pucci , Datario di Giulio II, poi Car-
dinale , e Gran Penitenziere. h ,':■::,.$ t$c8. Girolamo Forni I. Ci. Vicario di Fiefole , e Vi»
cario Generale dell* Arcivefcovjo di Firenze Co- fimo de' Pazzi ; ha epitaffio nel Cimitero . 1508. Anfano de' Buglioni Cameriere fegreio di Leo-
ne X. 1508. AlefTandro de* Néroni nipote dell' Arcivefcovo
Giovanni de* Neroni » Maggiordomo , e TefGrìe,.r le di Leone X. e Commendatore dell' Arcifpe» dale di S. Spirito in Saflìa di Roma. .tua 1^12. Michel Agnolo Bifcioni Prelato domeitico di Cle-
mente VII. che portò le Reliquie a Firenze , 1-J12. Lionardo Guafconi I. C. « Vicario Generale di
il Fiefole ,'io< e> 'uq 5 c ■ . ■; :n;.,)
1527. Pier Francefco Giambulkd celebre nelle lingue
Greca , Ebraica , Latina > e Tofeana . 3*512. Lodovico degli Epifanj Vicario Generale di Fie-?
fole , € pofeia Canonico Fiorentino . n$$g. Giovanni Norcbiati da Poggiboniì per la purità
della lìngua Tofeana lodato dal Varchi in una €ua lettera originale nella Libreria Strozziamo * v *f$p Iacopo Torfoli, Elemofiniere di Caterina de*Me»
dici Regina di Francia. *f$é» Pier Francefco Ricci da Prato , prima Mae fero,
poi Segretario 5 € Maggiordomo del Granduca^ Cofim$ I. e Proporlo di Prato . 1539. Fr*Jpéfco Zen? da Empoli chiamato Uomo lette-
*■, rajKrnoje di coilumi ottimi, eccellente nella
lingua Greca, e Latina > lodato da Monfìg. Box*
jjnni ) di cui fu Maefiro, e ?:, >5
i5|5,.(iacopo Aldobrandini Vefcovo di Troia , e Nun-
zio a Napoli j parente di Clemente Vili. 155J Poomenico Ben rivenni, poi. Canonico.Fiorentino >
Go.
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lo?
;-? V governatore del Mohafterd di Sari Hiccolò , e_,
Spedalingo di San Paolo de* Convalefcenti . 3560. Guido Sèrguidi Propofto Fiorentino , e Vicario
Generale dell' Arcivefcovo Altoviti , poi Vefcovo di Volterra* x563. Francesco Corteccia infìgne Profeflbre di Mufi-
ca , e Maeftro di cappella di Cofimo I. 1574. Iacopo Luchini da Barga Spedalingo di San.»
Matteo „: i5@o. Luca Dati Mufico eccellente , Maeftro di capT
pella de* Granducali di Tofcana , e Precettore di Marco da Gagliano . 1601. Filippo Fontana Protonotario Apoftolico auto-
re d' un Vocabolario . loop. Marco da Gagliano Protonotario Apoitolico, Pro-
feflbre celebre di Mufica , e Maeftro di cappellai de' Grandudhi di Tofcana. 1634. Iacopo Bordoni Spedalingo di San Paolo de'Con-
valefcenti. iiii 1 , 1639, Sebaftian© Corfi Spedalingo di San Matteo.
Antonio Mucini Protonotario Apoftolico » Mae-
ftro del Granduca , e del Cardinale Leopoldo de* e .. Medici,. . b <• m
1652. Francefto Zappata già celebre Predicatore della
Il 'J Compagnia di Gesù, e poi Prete Secolare , Ca-
nonico di San Lorenzo , e Teologo di Ferdinan- do il. Granduca di Tofcana , ' 1 / -.i Filippo Vitali efimio Profeflbre» di Miifìca ,. e> Mae (ito di cappella de' Granduchi di Tofcana * %66$t Lorenzo Vanni Dottore /«^Teologo > e Propo-
rlo di San Giovanni di Firenze . 1666. Appollonio -Battetti Segretario della cifra di Co»
Titno 111. linomato per le lue lettere, e infìgne Benefattore di San Lorenzo . 1677. Federigo Giannétti poi Piovano di Sefto , gran
Teologo , e Predicatore . 1Ó78. Domenico Borrini Lucchefe Spedalingo di Saru
?Ali,'i'WOliai» rwujid noi ' O; ib QSài'jbéi Paolo , |
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toó
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.. ; Paolo de i Convalefcéntì,: mòrto in Roma- in con-
cetto di; fanriia: nel 1703.- .-.■; i<5pp. Pier Francefeo Tocci Protemòtario Apoirolico';i i, autore di ^quante Operette di fommo pregio sì lampare , che manofcritte ,- Uomo di prodigiofo ingegno/di vafta letteratura , e di fingo! a r. pietà, 1724. Iacopo Pcnneniper 40. anni Minili ro- de'Gran- duchi dì Tofcana alla Corte di Parigi, dove fi morì fepoito nella Parrocchia di San Sulpizìo. 1745. Àntommaria Bi felòni , Protonotario Apoitolko:* Dottore in Teologia , Bibliotecario della Lauren- ziana , Accademico della Grufta , Autore di al» -.::. cune erudite Opere , e benemerito della Repub- blica letteraria. . ; m. ; V v. : Quello Catalogo dei Priori y.e df alcuni Canonici ìlluftri, che s'è dato qui in fuccinto , fperiamo , che abbia a darlo alla pubblica luce arricchito d' altri Sog- getti degni di ricordanza , con; tutte le notizie ad elfi appartenenti , nella Storia, che Ita lavorando del fuo ragguardevOliffimo Capitolo 1* erudirò Signor Canonico Pietro Cianfogni ., ir quale, come informatiflìmo deìÌQ memorie della Tua Chiefa , m' ha comunicato colla no- ta de'prefati foggetti molto di ciò , che io ho fcritto di quelta Infigne Bafiiìca . k • t;? C ^ Vengono ora alquanti privilegi riguardanti e il Priore , ed i Canonici . Privilegio del Priore è il ve- ftire T abito fimilea i Canonici Fiorentini , 1* ufo de' Pontificali in fette folenriità dell'anno , colla facoltà di concedere 25. giorni d'indulgenza a chi farà pre- fente a detti Pontificali ; inoltre egli è Protonotario Apoftolico , può benedire i Vafi , e le Velli facre , e riconciliare ?la Chiefa , fé mai retta fle polluta eoa, poter benedire l'acqua, che ferve a tale riconciliazio- ne . A' Canonici Leon X. nel 1515. avea conceduto 4J; abito, .antico de' Canonici di S. Maria del Fiore., cioè la Cotta colla Pelle di Gufo , pofeia per bolla di Gregorio XIII. vestirono un mantellone nero fino in terra foderato di rollo, con batolo alle fpalle .Di tut-
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tutto ilvCapi'tolro è il( |>rivilegio d£ dare^ndependentef-
ìrlente da Roma T inveftitura^ al Cappellano- <feil* Alta* re di S. Matteo, Cappella, in,,,antifo^det MarjgnolH , inoggi'itegli' Ubatóinl :} H q^afi dominano a detta Cap- pellania tre /oggetti t ed il Capitolo unq ne elegge col- la fole.n!iHVd1 dargli in'\put)bliboÌal Berretta , l'anel- lo , e le Bolle fpedite dal medefimo Capitolo .. •E mi fi conceda di Tiierire fu queir ultimo una_>
breve notizia sfuggitami dalla memoria nello fcrivere de1 Sotterranei-di quefta Baulica , ed" è ufl" Sepolcro , che corrifpondeva .al mezzo della principaleJNayata 5 nel cjuale fu tumulato Francefoo Cieco Mufìco Fiorentino , così acclamato nella fua arte , che in Venezia fu fo- Jenncmente .incoronato da Ugo Re di Cipri , prefente jl ;Doges e :il Veneto Senato; e morì nel 33^0- come appare nei Necrologio, <di San Xorenzo* |
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CHIESA DI SAN GIOVANNINO
. D E' PADRI GESUITI.
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Lia fine della Via de* Martelli , ed
al principio dì Via Larga la più bel- la di tutte le ftrade di Firenze , vie* | ne la Chiefa di San Giovanni Evan- gelifta , detta di San Giovannino , la quale fondata ftr nell'anno 1351. per teftamento del Nobile Giovanni di Landò de' Gori . Se poi avanti a dett* anno foffe iru quefto luogo lo Spedale di San Giovanni , quello che per decreto della Repubblica nel 1296. fabbricar do- veafi in vece di un altro di fimil nome , che era fal- la Piazza del Duomo, e che fu diroccato per dar co- modo alla 'nuova" Cattedrale , è (tata una mal confi- gliata opinione d'alcuni , che mal intefero le parole di Monfignor Vincenzio Borghini, e di Stefano Rof- felli , i quali per altro ne fcrilTero con qualche dubbiez- za , e giovami di riferire qui le loro parole 33 Per quel |
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( dice il ?Borghini ) che fi può congetturare, lo Spe-
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dale del Véicovo era tra S." Reparata , e il Duomo
di S. Giovarlni , e fu levato via V anno 1296. con ordine , e itanziamento di farlo a canto , e fuori 5, della Porta , che* era in capo'della Via degli Spadai, 5, oggi de* Martelli , e fé quefto fi efeguì ( che noru 5, fempre riufciva quello , che fi difegnava ) farebbe „ quefto Spedale la Chiefa di San Giovannino 5} e quali con fomigliante concetto feri (Te Stefano Roflelli nel fuo Sepoltuario , le cui parole fono le feguenti ,, Fu pri- 5, mieramente deliberato da' Signori di far lo Spedale w,.a santo , e fuor della,Porta della Città , che era » v,>-
3, in
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'„ in capo alla Via degli Spadai , il che le fotte cer*
„ un'imo flato efeguito, averemmo coftamemente il 5, principio di quefta Chiefa ( di S. Giovannino ) il titolo 3, della quale aiuta non poco quefto concetto, perchè » anche il detto Spedale, quando era in Piazza » trovali „ in varie Scritture chiamato Spedale di San Giovan- »5 ni Evangelica „ Ma con tutto il rifpettc* a sì com- mendati Autori, le fcoperte, che ci fìamo avvenuti a trovare, ci costringono ad intendere diverfamente di quello Spedale , avvegnaché nelle cartapecore del Capi- tolo Fiorentino confervifi il Diploma di Francefco Mo- naldefchi Vefcovo di Firenze, col quale nel 1298. effo unì alla Menfa de*Canonici di Santa Reparata l'entra- te del demolito Spedale , le quali, giufta il Migliore» nella Firenze Illuftrata alla pag. 5. Papa Eugenio IV. attegnò poi alla Scuola de* Oberici 5 fcorporandole dalla menfa de* Canonici . Onde non pare credibile, che fi rie- dificatte lo Spedale, quando era fiato fpogliato delle fue rendite. E dimoftranu il fuddetto abbaglio fono le mol- te Scritture riguardanti Ja noftra Chiefa , nelle quali niuna trovafi menzione far di Spedale , e tali Scritture efiftono negli Archivj di San Lorenzo , e de' Padri Gefuiti , ma più di tutte è oflervabile un libro MS. delle fpefe fatte per la Chiefa negli anni 1349. 50, e 51. che era pretto a Benedetto Gori Avvocato del Col- legio de' Nobili y ed amico di Filippo Baldinucci , il quale avendolo copiato, ne diede una parte alla ftampa nella Vita di Bartolommeo Ammannati, e però tacendoli in tante Scritture il nome di Spedale, è d' uopo confetta* re, che il Borghini, ed il Roflelli amendue diligentiflìmi Antiquarj non fi abbattettero a vedere le fuddette carter e conciofiachè avremo fpeflb a produrre nel decorfo di quefta lezione porzioni del foprannominato libro , fui fine del prefente ragionamento ne riporterò una copia più abbondante di quella del Baldinucci» aven- do avuto tutto il comodo di leggerne V originale preffo il cortefittìmo Sig. Giovanni Gori Patrizio Fior. II. Or tornando al Fondatore della Chiefa > che, t Vi fu |
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fu il foprillodatò Giovanni di Landò Con, Confortavo
fjvvero dell' i/ietta Cafa de* Ciampelli > famiglia così illurlre, che fino del 1317, fi trova imparentata nobilmente » ci fa» remo dal fuo teitamento dei ig^S.anno della gran peftilen- Zà » dalla quale i1am«> di credere, che egli foffe tolto dì vita . ^Dichiarati adunque dal Tentatore> che gli Eredi fuoi univerfali fieno Francefca , Lucrezia 4 e Margherita fòrel- le, e fighe di Bettino Ciampelli, e fi ordina , che 4. mila fiorini d'oro vadano per fabbricare in Firenze una Chic- la, o fia Oratorio a San Gìo/ Evangelica, l'efecuzio- ne del qud legato raccomaodafi .alle tre Eredi, ed a Cambio Nucci, e a Domenico Ciampelli , avendo ro- gato quello .te ft amento Ser Nedo di Ser Donato , al .quale dagli Efecutori trovanti in detto libro pagati .fiorini x?. per li regiro 1342. io. di Luglio.. Che fé non lì prin- cipiò a murar la Chiefa fino all'anno .1351. non provenne ciò da negligenza degli Efeeytori, ma bensì dagli ac- cidenti, che andremo qui rammentando. E primieramen- te dir fi vuole, che innanzi, the fi determinale il luo- go per T edificio, molto tempo confumoffi in trattati cercando un Ordine religiofo, cui confeg nare Ja Chie- fa ; ed il primo concetto degli Efecutori fu verfo i Monaci Olivetani, come appare .dalle fpeie notate nel libro per tin Corriero fpedito # Monte OhVeto mag- giore ; ma fvanita tale idea, fi vojtarono alle Mona- che di Montedomini , e per effe a* Frati Minori, the Je governavano , offerendo di far loro Ja Chi eia fuori della Porta a S. Gallo , ma non eiìendo irata accettata ]'offerta, come dice il noitro libro delle fpefe y li prin- cipiò il terzo trattato con Fra Jacopo PaiTavanti Do- menicano in favore di fua ..Religione, e queifo pure in- cagliatoli , alla fine il venne alla compra del terreno , fu cui di pielente è la Chiefa , rifolutiii di formarne una Rettoria ftcolare fenza cura d* Anime , che fui principio fu intorbidata dal Capitolo di San Lorenzo j che inibì là fabbrica, flanre V ius Canonico favorevo- le- alla Parrocchia, dentro la quale fi trattava il nuo- vo edificio . Quindi dopo litigio lungo , e difpendio- |
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fo i fu rimerà la difficohlr comunemente draccordo fra
due famofi Profefforidi Legge Lapo Abate di San Mi» riato al Monte, e Gregorio di MeiTer Bencivenni , in- fieme con MelTer Francefco Prior di S. Apoftolo , e Francefco di Sex Berto, i quali riftrinfero finalmente l'importanza dell'affare alla dichiarazione, che fu.di fcambievole foddisfazione , e confervafi nel!' Archivio di San Lorenzo * e dice come fégue•.. ,, , ,, r. Che il Priore, e Canonici della Collegiata di 5, San Lorenzo deflero in ifcritto la licenza, che fi po- „ tefle fabbricare la Chiefa , o Oratorio in onore di „ San Giovanni dagli Eredi di Giovanni di Landò „ Gori fopra il terreno confaputo, reftando in perpe- „ tuo prefib di detta Famiglia il padronato della Ghie- „ fa - 2, Che il Rettore da eleggervi!! da Cambio Nuo j, ci , e da Domenico di Ciampello efecutori v e dal- ,, le Donne Francefca , Lucrezia , e Margherita forelle f „ e figlie del quondam Bettino Gori , e poi da'loro j, figli, e defcendenti , dovette fempte preftare ubbidien- ,-, za, e quell'onore dovuto al Priore> e Capitolo di ,, S. Lorenzo, da intenderò" a quello , come a fuo fu- „ periore immediatamente fottopotto . 3. Che fenza li-, ,, cenza del fuddetto Priore, o del Capitolo non fof- „ fé lecito, né convenitfi per tempo netfuno di fagra- „ mentare , né ricevere alla fcpoltura veruno de* Po- „ polani di San Lorenzo * eccetto i familiari di fua ,, Chiefa , ed i padroni di ella , 4. Che dove (fero ef- 5, fere dette le Meffe avanti che la cantata in San ,, Lorenzo , acciocché per quello non fi riteneflero i „ Popolani d* intervenire alla Parrocchia con detrimen- „ to , mafiìme delle folennità , e felle folite celebrarli i, quivi con gran concorfo di popolo. 5. Che nella fe- 5,-- iia■ di San Giovanni Evangeliifa debba intervenirvi s, eiTo Capitolo, e reftarvi a definare, con elTerne poi „ contraccambiato il Rettore nel giorno di San Loren- „ zo , alla cui folennità il Rettore prò tempore por- ,, rafie ad offerire per fegno di fommifiìone un cerò „ 4i una libbra. E per ultimo che dovette il Retto. |
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ni
35 re effer Secolare > « che non mai per alcun tempo fi
s, poterle unire la Chicfa a Ordine Religiofo alcuno; e w rogarono gì* obblighi fop-ra-n notati i due fuddetti Doc- „ tori , e Pnete Pagno Rettore di San Miniato, e MefTer jj Guelfo Rettore di San Donato in Vai di Botte adì jì 13. di Gennaio del 1350. ,, ìli» Seguiti tali aggiuitatnenti, fi comprarono dagli
Efecutori cafe , caferte , e terreno per fiorini d* oro #30. che erano di MefTer Francesco di Ardingo j e_> di MefTer Ardingo ài Giovanni de' Medici defoenclenti da Buomguida fratello di Averardo , e rogò la compra Ser Gante di Ser Guido ne'9. di Settembre del 1350,. il quale ebbe, come dice il folito libro , fiorini 6, e fi pagò glia Gabella de* Contratri fiorini 31. és, le. Né fi tra- Jafci'ò Ja benedizione della prima pietra , che fece con Solennità il Vefcovo Francefco da Todi adì 14. ài Mag- gio del igfJ. nel qua! giorno rra le fpefe trovati fcrit- to 5> a Meffer lo Vefcovo furono mandati cinque-» ,, Capponi , una Vitella,^ 25. fiorini,, Intervenne a detta funzione Ja Signoria , e (Tendo allora Confalo- ni e r di Giù/tizia Iacopo RidoTfi, fui motivo di onora- re una fabbrica > benché piccola , però dipendente da una Famiglia ita-ta benemerita delia. Repubblica : e kg- gefi di .più negli Starniti iib. V- che tale fu la forza di quefta benemerenza verfo la Famiglia de* Gori, che fi deliberò dal Comune , che fi andaffe nella F^ita di San Giovanni Evangelica ad offerta in detta -ChieSa , la cui fabbrica rimafe terminata nel 1352. E fé talu- no ha afTerito > che alla facciata della ChieSa vi foiTe affitta una lapida in marmo , contenente le circoitanze della fopracoennata Solennità , noi ne dubitiamo forte, perchè non fi trova notata ne"* più antichi Sepokuarj, riè in quello del Roiìclli, che fu diligentiffimo io rac- cogliere le iscrizioni , e i marmi efpolli al pubblico } né peravvemura dicafi , che andò eifa male nella vi- cenda de' Padroni , poiché io oflervo > che le due ver 'tulle Armi da1 Ciampelli, che erano nella facciata del- il i' il ■ii."f'-~- -é vt-^.J- tuUi,»' ■^:'■*'s", »,.-;■ * a t^.-ì ..1.:...».. * '.-- • $»■ j>
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là Chiefa vecchia , fi fono conferiate > e fi veggono
inoggi a'lati della facciata moderna »r *"sb e n i» & IV. E ripigliando il filo della, Storia , nota il BaU
dinucci a\ luogo fopraccitato , cornee dagli Efbcutori fi provvide con generofità al mantenimento deVRettOw ri, cui furono allignate alcune Gafe in Firenze , ed un Podere vicino a' beni de* Ciampelli , i colle quali rendite ebbe fempre la Chiefa Rettori ragguardevoli, come nel 1373. Ser Piero della Famiglia (teda del Fon- datore, che fi trova nominato alle Gabelle > e ne* Proto* colli di Ser Tommafo di Francefco Mafi aU* Archivio Generale così : D. Petrus de Ciampllis ReBor Ecclejìc $. loannis Ewangelifte locat Iona 1384. cui fuceedèpu* re altro de* Gòri appellato aJSk) Qregorìus lacobi de. Go* ris in una cartapecora vifta dal Signor» Manni . Nel 1390. eravi Rettore Sej Luca di Niccolò Ca^oniép} 41 S. Maria Maggiore, in cui favore alle Rifprmagipni libro di lettere dal 13S5. al- poi trova fi copia di lette- ra fefitta dalla Repubblica al ?Papa còntra le ingirufte pretenfioni a quefta Chiefa di Meffer Bartolommeo di Francefco da Pifèoia Proporlo di Prato. Nei 1440. p^eflfo il Rofielli , e •ne* protocolli di Ser Iacopo da Rohie- naftrovafi fatto ile ttore Meifer Catalano dfFrancfcfcqdi Bartolo faniofo Giurifta'ì che;<fu> pure/fdè\ Ciamp^lli , prefentato da Francefco di .Iacopo dì Francefco G,òrif Ed un infigne Ecclefiafljco> fe interne, .letterato; ebb^ quefta Rettoria nel 1459». e fu Melfer Gentile de'Bec- dinda Urbino Maeiiro de? figli di Go-ftmpiP^^if^^/^ Canonico Fiorentino 5 e ppi-. Vèftqvc* d' Arezzo; wTtt i ricordi del Signor Giovanni di Poggio HBaldovjiietti leggeri j che\ da queftò Rettore 'nella: Ghiefs di>S*;Gio^ vannino fécefi una folenne funzione $ laiiquale fu di -be*-* nedire l'abito Prelatizio, e veftirne Gip, <le' Mfdif^ fanciullo di fette anni , che fu poi Cardinale , e Pa- pa col nome dì Leon, X» Seguitarono, i Rettori feco- lari per anni 200. continui, finché l'anno 1554. Lo- renzo di Fra n ce (co .Paoli Canonico |ji $&fìt\ Lorenzo, ed ultimo Rettore di qùefta, Chieìa ,|$ canjternpla^p^e Tom.V.i V del
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del Duca Codino I. e di Eleonora di Toledo conèef-
fela a ufo de'Padri della Compagnia di Gesù) ed a" niedefimi poi ne rinunziò il dominio nel 1557. alla pre- senza del Vicario Generale dell* Arcivefeovo , come' fi dirà in altra Lezione. VI. Altre notizie mi reftano ad accennarfi, che da-
gli Scrittori trovo rammentate , come accadute in San Giovannino fu gli ultimi anni del governo de*Preti: la prima e riferita dal Segni , che al libro quinto pag. i%g* così ferirle v> Teneva ancora (il nuovo Governo &w Firenze ) una parte della guardia1 alloggiata 'i» n .San Giovannino j Ghiefa contigua alla Caia de'Me- ridici per fìorrtà» e grandezza di ehi v'abitava» e. », reggeva lo SrètO;.* nome < dì quella. Famiglia ,r-L* fet'onda co$ì è regìBraka ' itp^ua Diario 'idi* Anonimo nel* Jà* Uitetetfa 4eb Magliabechi> che^dice come' appreflfo ,, *Ì$6* ^. di Gen?na?ioi in "S. 5 Giovanni no preffb al Palaz- 'fFH& de1 ìfadfcfcftP meffo I» dépofitO! il Cadavere dell ryDueà AleflTaridro ,? non efTendo femipó da fargli T effe- „ quie a cagione delie turbolenze della Città „ e quan- do poi furono celebrate lo ferive il Varchi al libro xv;v-ói $uaSJIftoria , cottici appeflcf ,', 'A*113. di Inferii fotà del ifi>& fi celebraroti© ih -San' Lorenzo alla ipre* I, i W$tftM e del Signor Co/imo V eifeqiliié ài Duca Alef* ^» faridro cori inagnificentiffima pompa » 'e folennità-i II ■fi*Cadavere*^§U tratto dal Depofito >j e mefib nella Sa* jy'greffia nuova1 nel Caflbhe di marmo fatto da Miche»* ,, bagnolo |i Wl qtekle (om> le o$à del' Buca Lotvnzb |, fuo Padre , è Poraziane ié e è latinamente Meffep I*ey ^ijió Toiiéìli da Fano!. „' ■ ® kjo#£ hh > ibimn i ■ ( E; qcrì ¥iportiarno^la' copia dell promefTo^ libro de* Colui delle1 fpefe peria fabbrica dèlia Chiefa fatte da- gli ;';EJècutori.-' •* '< ■ !**'••''' s * òhi , '>j?b")r- '*i|!l t ? -■.-.'sta■;.^-)-. iqb si ?#&a •< jrfM;: s'Hìh .?i? CMut'-fisi >eJ - *!■.■( >'"■ urwrfc'I tórli fluì "•;■>:. io-?; lr>rr.« ilq rn;,|
* ■W Sto* Merio ir Wè^mhdto'-ftr hWtJtìtMcn- ; |
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A Meffer Ricovero da; S» Miniata
favio Decretalifta per,,configlio per fat~ \ •% ,'ù. t. *>
*/' </*/ dì, •, , ... far, -~y*» /#/. , a
^ Ser Ghirigoro fa'vi* Decretalifta U, t
^*r conjìglio per fatti de'Ila Chi'efa. fior, —r~* faJ.XXXX* d» Alla Gabella de' Contratti per ga* ^ v ..,
bella d' una Cafa<> che noi «vendemmo di a .?, 'ih c\j\; ^ quelle del Te (latore adi . , dì , . , fior, mi* fiL, xr, A Cantino Rinducci Rigattiere de' < t \-,vui v Moli di prode della detta Cafa , leu , *•.*.' /:, quale noi ricomprammo , con credendo-
ci , che gli alhitri della Chiefa al Ca- , , = i '*« gitolo di S, Lorenzo vi fentenziaftb- 49 fufo la detta Chiefa . jfor. xxr, fol, ..» ^///z Gabella de* Contratti per la compra di detta Cafa, fior, vu, -.....» -■ ■ ...V.
^i 7, Ottobre 1349.
j# //# Corriere , «2w #0* mandammo ali* Abate di Monte Uliveto nel Contado, \M di Siena , /'^** trattato che avevano con lui per fare la detta Chiefa a' fuoi > U, Irati di queli' Ordine in Firenze, fior, jyv, ■ ..... • ■■ 1 ■ ■ d.
A ai 23. Ottobre *
A Meffer Ghirigoro , -e Ser Trance- , v-, fchi no Berti demmo loro per iferitto t e per patti •> che rìcomìncìaro itdo*, ^ ivL v, veano acconciare da noi alle Donne di ; tv,,;',} Monte Domini eran per patto r -che ì <. v>\vO -yv voi facevamo con loro » e co9 Frati ^ 1 ; » Minori , c/ta dovevamo far loro in Via
di S. Gallo di fuori la detta Cbie- fa 1 e il Convento vi fi prometteeu, '■{ t ?ÌVy coi Frati fermi là } demmo loro fiorini n sv dicci) den. poi non andò innanzi , fior, x*...... ■,_■'■■ d*
Adì 2$, Ottobre «
A Mejfer V Abate di S* Miniato a Monte Savio Decretalifta per con- -, ., figlio de*fatti della detta Chiefa ., fior, y. r P z 4 ^
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A Mejfer Ghirigoro^ e é Mejjet P y^'k S *■;■•,'-.-* ■*>•■-<
Abate , ^ # «SVr Francefchino Merti^ \- ^ .,y Av tf <z Mejfer lo Priore donammo con .. • ; .... tf^i xjzij. /// Novembre demmo !
/oro perche erano, e furono fatti ah hi tri per li altri AJfecutori » e per h Capitolo di $. Lorenzo* y a porre•nel Topolo di S. Lorenzo la detta Chiefa y ■;'** f<?# atte' patti , e condizione che ai detti Savj par effe . .<.v-.''. * ffir -rr. ., '/ -^ »SVr Micco lino da S. Miniato No-
taio della Corte di Mejfer lo Vefco- vo ) per carte che fecero della Cortei ■ u • . tìgli AffeCÙtOri- , 1 y fin*- vrr . Jf
A i fopradetti Albi tri per gli Af- -
fé cut ori ^ e Capitolo di S.Lorenzo . fior, xxxx» ,. ——. d*
A i fopr adetti Albi tri bollono', an-
zi che fentenza dejfono , ■ fior» xxxiu___ - dt A Ser Canti di Ser Gante -Notaio j
il quale fece il compromejfo degli Af» ^^ -y<-\ < .v ---t *'?■■ fsentori al Capitolo di S. Lorenzo perà ^ ^ ^r ordini a la dificazione della Chìe- "' H • *i * ,
fa di Mejfer S. Giovanni Vangèli fio-,] -f-J * *
? /*c* /'/ Z0//0 j che diedono i detti- Albi tri , e proteftazioni * l fior, rrrj, , J A Ser Lamo di Ser Bandmcìno No- l \ .-tv
£#io //<?//# Corte di Meffei1 So Vefcontò u\# ^>nha *.ns, a-aai*
jE>er una Carta , che fece< dagl' Éfpcu-* *i* *' ^ À /-or/ /?//** Cor/?, quando Mejfer lo Vi»
cario rimi fé Fazio ,t£ -Cambio rinun- ci la detta ajfecuzione . fior, jy, "\ "- _—* /, ^? Mejfer lo Vicariò> 3 e alla Corte . - ?
^/ Mejfer lo Vefcoqjo *sf.,,.V'la^Gòr* > ^ Vsr ,
/ir *C*gZ' Afecuton\per fatti delia Chic-! »< y^f *£ i'. Giovanni Vangelifia . - fior, xxx. —» —«— ^, ^// Andrea di Feo Maeftrò', é /?"
Stefano Maeftro , /< £/&?// furono per l& Rede, e ,p&r li AJfecutori a W+ -'■■*•>>-->• — !% /&rtf 'i.
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itere il valore \ e la filma delle Cd-
fé , e fodere quando ... ... fogna- rono fior, iij, —— Adì g. Settembre 1350. A Meffer Francefco d* Ardingo } ed Ar*
ding 0 dì Meffer Giovanni de* Medici pa- gammo loro contanti per lo Terreno e luogo , Cafe vecchie e Cafolari } che comprammo da loro per fentenza delli Alhitri da noi al Capitolo di S» Lo- renzo in fui canto della Via delli Spa- * dai > e ffpronai « e dalla Via Larga a primo > e a fecondo y e a terzo Via > al quarto .... fiorini feicento trenta d1 oro j carta fatta per mano di Ser Gante di Ser Guido . Le dette Cartc^ compiute fi ha in Cafa di "Eagno Dol- fi, e fi ha le Carte delle Compera antiche di Meffer Francefco , e del lui Nipote > da cui compera fior, dcxxx, •—- „ A Cecco dipintore di detto per la
Carta per far fegnare il detto Ter* reno , e Cafe 5 come beni comprati per li AJfecutori del Teflatore . fior, fèLxkx —* Adì 9. Ottobre 1350.
A Frate Iacopo Fajfavanti per far
rimurare il muro de9 Frati della Fia%* za di S- Maria Novella , il aual mu- |
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\ *',
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ro fi ruppe quando fu il trattato de*
Frati alli AJfecutori di fare la det* ta Chiefa , e fui canto del Forcel- l<*na • fior, ini . ■ , d.
Adì 9. Ottobre 1350.
A la Gabella de' Contratti per la det- ta Compera del Terreno della Chic- fa ' fior, xxxi, foL fù~ d»
A Ser Gante di Ser Guido , che ci de fé
le Carfe compiute della Compera, fior, ri.*•'■"**'' ,IT1IJ,
Adì
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Adì 25, Feltraio r£fo» • ;■ -,\ * ; vi•.".-.. ■ ;, ,,•-
if 5Vr Lapo di j$er Credie Notala Xi ? v ebbe per provvedere *£ per acconciare <..-, ,. ■ /? Scritture del lodo , che fi diede*,
fra detto Andrea, e V Erede ^ fi che egli non fot effe noiar le «vendite del- ■;, Adì 4. <//' Maggio t$$u
Ter cinque Capponi , e fer Vitella
the fi Mandò a Mejfer io Ve fi omo , e a Ser Fr antefchino > quando fi fece la fondazione. fior, niu —■ V. ^ Mejfer lo Vefcomo di Firenze »..#
<5t//^ /## Corte ebbe per fare la fon* dazione della prima fietra > /<?/•/<? 4Vr Francefco ... , jfor. Xjrr.__________/. E perchè "Filippo ISaldinucci non ha curaro di riferirò
una nota dt^Ii Arte^ci,, che javorajono ridia Chiefa per ordine de i iopjaddetri Esecutori, e che trovaYì in det- to libro, benché fia coia di niun momento, tu travolta mi piace di cjui arrogerle alla £ià jri&i ita j .e .dice come fé- jA Calmano t e Buono di Vieri Scarpelli ni * ;i
A Lapo di Buto Scarpe limo .
A Ce ce di Serafino M,a#uale * A Neri di Richo Maeflro di murare » A Xaldo di fuctio Maefiro di fi arpe Ilo » A fìio. di Niccolo} òr a Francefco di Bongia Manuali * A .Niccolo di Maggio Maefiro » A Bonifazio di Donato Battiloro in foglia • Ad Ammainato di Guido Fornaciaio . A Migliorato di Cambio Menai0lo • Ad Azzino F,abro per ferri 9 A Michele di JBe/to Manuale K ; , 3 X Ad Albertello Cavatore di pietre • A Ci ufio di Martino , A Ibi zzi no , e Bete re Ilo La* voratori di pietre et» Vili.
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II£C
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Vili. Perline 1* ultima notizia rifguardame la Chie*
fa vecchia di S. Giovannino , è quella , che ci dà Ste- fano Roffelli circa il Padronato della medefima » dira* matafi in varj Rami dèlia Famiglia del Fondatore , e la memoria del RofTelli regiftrata in un fuo libro in- titolato Sfoglie di Scritture antiche alla pag. 154. di- ce come itgue : Computatio quedam Ràtharum luris Fatronatus Eccle*
Jie S. loìs E*vangelijte Fior, froGoris & Rondine Hi s T a* tronis cuius tenor fequitur «i Jnfr aferif te funt woces Tatronorum mccccxx»
Raynerius &\Àndree Verii de Rondine Hit Verìus S habent woces num. 2. F rancifeus Iacoki de Goris habet *voeem< unam y & unum
quintum > qne hodie rewerfa eil in Bertinum filium di* Bi Francifci , <&: in Franeifeum lacobi F rancifci Hej>o~ tem diBi Francifci , qui Francijeus frefentarvit D. Cata- lanum lo anni s Dominici Ciamfeìli de Goris ì & d. Io» annes Dominicus Pater Catalani habebat unam tvocem > unum quintumhabent Jìlii Heredes > & Nefotes ditti lo anni s ) qui funt quatuor habent <voccm undm> & unum quintum , Et dipi fitti habent etiam unam *v&cem & fci» num quintum i qke vox fut't Domine F rancifee fitte Ber tini de Goris , que interi)enit in frefentatione faBa D^Luce Hiccolaian. 1390. quam <vocem Chriftojthorfts fiL d. Fra»* cifee donWvit loanni'fè fitns de anno 141S. jD. Laure»* ti a fil. I plim Bertihi \ de Goris (& ! uxor Franùfci Dolfi folehai habere unam 'v&cem j & unum quintum, cuius li* ma ! hodie eft extinBaKV- "}".■ ciuccius Cambi Mucci JimUiter habebat unam ^voccnt %
& unum quintum cuius linea etiam extinBa eft • |
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Z I O N E
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IX
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PELLA CHIESA DI SAN GIOVANNINO
iD E ' P A P R I G E £S U I T I II.
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Er lo fpazio di 200, Anni era .fiata,
quella Chiefa fotto la cnra ; e gover- no de' Rettori fecolari prefentati fuc- ceilivamente dai Ciampeili padroni del- la mcdefìma > quando nel 1557. a* 12. di .Giugno pafsò ella alle mani de* Religiofì della Compagnia di Gesù, j. per libera,, « aflbluta rinunzia fatta e dal Rettore * e da* Padroni tdella Chiefa,, come andremo notando nel- la prefente Lezione,. Ma perchè potrebbeiì fupporre i>n. noi.a^ezione particolare per quel dolce defidexiq, che -violenta J* animo- a celebrare le cc>f$ proprie 3 io iUmo;, che farà più gradita la Storia,, fé riporterò qui fedelmente a -quanto Topra sì vantaggio/o, acquifìo fatto da' Geiuiti > hanno 4etto autorevoli Scrittori Fiorenti* ni , cóme fono Filippo Baldinuccù, e Leopoldo del Migliore ,, a' quali Q la mja-, Religione deve -grado ,de* tanti pregia ti$mi concetti y di cui abbondano \ff nza più le loro relazioni 4ate, |U# Àampa • È petà ^cen* domi dalla Firenze Illufiratà dej Migliore 8 alia pag." X$g. leggefi come fegue ,, Erafi. in Roma di già ftabi- 5, ìita la Qpnipagnia ài PesA da ,S. Ignazio Loioh| „ Spagnuolo, Iftituco che firmatoli molto giovevole ai- „ la Repubblica Crifiiana, principiava con grande ap- „ plaufo , e benevolenza de* Popoli a dilatar/i in varie „ Città principali d' Italia , per mezzo d* Uomini di „ gran fapere, che vi s* erano arrolati , fra' quali cde« „ bravafi in que' tempi il Padre Jacopo Lainez per |
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5; tìnò dei primi foggettf, e quelli che J eflendo intera
„ venuto nel Concilio di Trento , n'aveva riportata j, parimente nome d* un gran letterato ; A coftui a- „ dunque per far maggiormente rifplendere la qualità „ del fuo talento, raccogli in forte il venire a Firen- „ ze a dar principio al Collegio, e fi dette quefta t>uo- „ na congiuntura. Regnava Cofimo i, in Tofcana > 3, con Leonora fua Con forte , nata di Don Pietro 3, Toledo Marchefe di Villafranca, e Viceré di Napo- 3, li : a quefta effendole a cuore la pietà , e le cofe 33 appartenenti ali* aumento della Religione } eccitata 33 dal fentirfi celebrar fuor di modo quel nafcente_» 33 liHtuto della Compagnia , e come il preftargli favo- 33 re 3 era un aflìcurare il Popol di Firenze, viepiù 33 intorno all'importante delle anime , è in tiri otti- 3, mo ammàeltramento nelle fcienze , che fempre vi lì 3, farebbe mantenuta gratiflìma memoria della pietà s) Spagnuola 3 mentre ella, ch'era di quella Nazione, s, e Patria , avelie portato favore a quel Religiofo , s, che parimente era di que' medefimi Regni ; Supite 3, le difficoltà , folite fare fpecie nei Principi , neil* 5, introdurli negli Stati loro nuove Religioni , frante „ il non derogare a quel, che porta avanti la politi* „ ca per uno dei primi precetti. Frettato adunque eh* 33 ebbe il Granduca a fua iitanza confenfo al Padre „ Lainez, che con autorità Apoftolica, e con una ?« », iiruzione partieolare di S, Ignazio paflato fé n5]erà 3, da Roma a Firenze per trattar feto uh sì importati- 33 te negozio, ne riportò finalmente 3 che inviati-^dà 33 Sant* Ignazio dodici Padri ricevettero in Firenze per 33 principio, e fondo della Compagnia, per allora luo- '99 go privato nelle Cafe antiche de' Manetti nel forì- „ daccio di S. Spirito } fin tanto fi penfatte a dar feftcr, 5, e meglio itabilir le cofe fue ( lafcia di rammentare Metter Antonio Rofi Tedefco, e Medico in Firenze, il quale per etter amico di S. Ignazio , per alcuni mefi alloggiò in Cafà propria i primi Padri ) e que- 5, Ho feguì nel ijji. correndo Panno xi. della fonda- Te^, V* Q_ ,, zio- |
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u pipnQ > contandofi f^fi 1540. in "cui U Compagnia
,, venne approvata , da Paplo JlLJFa ine fé ne'tempi* dell* Uf ìmpèrator Carlo quinto. $ir trattennero quivi, finché ,i per mezzo di quella GranducfieJla j fu-iia^o loro, il a> pofTerTo di quella Chiefa di San Giovannino , con 5j Solennità, di contratto di SerFiJjppo.Franchini de* ^, j2* giugno del 155^7. in cui apparifee ricevere a ,, nome di quej. Collegio le, ragioni, rie' Padroni $ il P. 3» Lodovico CQudrét da Luzio allora Propoli© > ?frèr|ùn». » ziate in mano di Lorenzo de* Buonfignori da: Brn* „ polì Canonico , e Arciprete di Fiefole -, e Vicario 3> Generale dell* Arcivefcovo Antonio degl* Altpvtrì da 3j Criftofa.no di Francefcp j ^e-.da Lionardo di (3irpla- w mo Ciarnpellij ciafchedunp;per metà >: come deriva» sì ti a. linea retta dai precitato; Domenico elii CiampeU p I9 lor tritavo , quegli;, che come dicemmo , n* a- s> yeva trafmefta ne* fuoi defcendentJ mafehi irt'fiirpe, 3) e non in capita la ragione afpettante a Giovanni di 3) Landò Gori Fondatore» in Jor come ultimi di quel )» ramo, e conforteria liberamente, fi purificava , non n oli ante re ira fiero altri-de' Gori derivati da un me- n defimo ftipite , di cui ne vive oggi Benedetto di x) Niccolò Avvocato del Collegio . dei Nobili . Ma n perchè quella concezione oftava ad uno de* princi- xi pali articoli delle convenzioni , e parti fermati già, n come fi difie fra i Canonici di S. Lorenzo> e' pri- 9* mi coftituenti il benefìzio > che proibivano non do- 3* veri! mai per tempo nefluno concederlo , né fotto. n porlo, alieni Religioni <vél loco* annefti» twinr, mei in» j> colorar! y appariva } che fempre reltaffe in poter de* » niedefimi Canonici > il dar di nullità ai fatto, fé „s* validato non foffe venuto dal loro confenfo, o dall' j> autorità Pontificia ; onde i Padri ne procurarono i> in Roma la conferma per Bolla di Rinuccio Farne- » fé Nipote di Paolo, HIV Cardinale del titolo di S. ?» Angelo, che in quella Sede Vacante di Paolo IV.ten- one luogo di Vicegerente 3 la quale Bolla diretta ne* » 28. di Ottobre dei ij$p. al Rettore e Collegio di San . „ Gio-
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,■ Giovannino di-, Firenze * fi* uniforme » ite ctotabnèktp
„ in: oleine alla ' difpoGzioxtè:; del cóntratt0cv),f lEtcli qùetta Bolla copia ne diamo fui Mnè della Lezione * . ; ;tì* Viene ora ài Baidinucci celebre Scrittore delle Vite, d.e' Pittori , al quale racconta con qualche mag- gior chiarezza del fuddetto Migliore il principio della Compagnia di Gesù in Firenze , nella Vita di Barto- lòmmeo Ammannati fondatore della Chiefa nuova di S. Giovannino fcrivendo alla pag. 21. cosi ■■:& Seguitarono^ le prefentazioni de*. Rettori per du»
„ gento anni continui , finché 1' anno 1551. vennero „£i Padri Gefuiti a fondare il Collegio > e andò la cofa ,) nel feguente modo. Fra i Religiofi della Compagnia „ di Gesù » che fin dall'anno 154&. erano flati manda- „ ti da Paolo III. come fuoi Teologi al Sacro Con- „ cilio di Trento , vivente ancóra in Róma il lor Fon- ,, datore Sani* Ignazio, uno fu il Padre Iacopo Lainez ,, nativo della Città di Almazan nel Regno di Cafti- „ glia, Uomo di sì eroica virtù 3 e di sì alto fapere, 3, che in quella Sacrofanta adunanza, fu oggetto d*. „ ammirazione , e sì caro riufcì il fuo modo di trat- „ tare le materie di Fede , che là , dove concedeva!! ,5:a pochi il parlare per quanto è lo fpazio d' un* ora , „ tre ore, e più dal Cardinal Prefidence deJ Concilio „ fi concedevano, a lui : Uomo in fomma, che eflfendo „ (tato eletto da Dio per dare i primi faggi della pietà , ì} e dottrina , che profefTa quella Religione, fodisfece così „ bene alle fue pa»rti, che è parere molto coitahte , che per ,., la fama, che in àn fubito fi fparfe di lui, forte la me- „ defima defiderata ,; ed ammeffa in molte Provincieì% e ,, Città ,d* Europi , una delle quali, fu poi la noftra „ Città di Firenze . V anno 154I7. incominciò la.Città » ài Trento; ad «eflere offefa dar una, tale linfezioneìdi „ ariaj, che graviflìme* infermità: , vie"' mòrti negl* abi-. aitanti; cagionò , il che forfè fu una delle cagioni > ìs per le quali il Sacro ; Concilio fu trasferito a Bolo- ,, gna, dove ancora il Padre Iacopo fi trasferì. Giun- se to ; in quella Città, men tre le ; cofe s' andavano or- ,uuij Q„2 ,, di- |
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£, dinando*, xliedefi égli , fecondo il coftume de* Padri
5Vdella? Compagnia.»} all'aiuto dell'anime , e nella Chie- 3, fa principale di $. Petronio predicò con tanto fpi» 5, rìcoj che oltre ali* alrre* innumerabili converfioni 3 ;, che fece, ridufTe a penitenza molte Meretrici, ed j, affinchè le medefime corrette da neceflìià non ritor- « Jiaiferó all'antico modo di vivere, operò , che fofle- À ro racchiufe in una cafa comprata a pofta con li- 3, moline date da que* Cittadini, dove poteffero efifére 55 decentemente alimentate . Mentre il Padre con fomi- >, glianti occupazioni fi tratteneva} ecco che all'im- » provvifo fu fofpefo il Concilio : onde gli fu necef- 55 fario il partirli'alla volta di Firenze, coftretto a_. 3, ciò non pure dall'ubbidienza avutane da < S. Igna- 33 zio } ma dallo fiefib « Sommo Pontefice a cagione 55 delle molte ifianze all'uno , e all'altro fiate fatte 3> dalla fempre gì. raem. di Leonora di Toledo Moglie 5j del Gran Cofimo allor Duca di Firenze , che per 53 lo grido} che già correva per tutta Italia , e fuori 3) dell' infocato fpirito della predicazione di quel Pa- 93 dre 3 ardeva di defidério d'afcoltarlo . Giunto a Fi- sa renze l'Uomo Apoftolico , prefe per fuo alloggio 3> lo Spedale di San Paolo, umiliflìmo Ofpizio di Pel- 5> legrini , e Viandanti miferabili pofio in Via detta 35 Pinti, ogni altro più comodo fcanfando , che gli era 3> fiato preparato . Il giorno dipoi andoflene all' au- 33;dienza della. Duchefia , e le prefentò le lettere cre- si-denziali del fanto Fondatore. Quella 3 al vedere , che 33 fece un uomo di non molta prefenza , mal'in or- 33 dine di veftito , e peggio di perfona , a cagione 33 non meno delie gravi fatiche del Concilio , che del- 33 la franchezza per li lunghi viaggi fatti a piede, flet- este, alquanto fopra di fé, immaginandoti , eh'ei non 53 fofie quegli -j che s'afpettava , mentre non poteva >3 darfi a credere , che un uomo , di. cui sì altamen- 33 te per tutto ragionava!! , e che da'Sommi Pontefici 33 era impiegato in cofeTdi così alto affare 5 gli com- 33 pariife d* avanti così male in arnefe . Onde credutolo *' 'S qual-
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,; qualche fuo Mandato i © Compagno, gli domandò >
jj che cofa folle del Predicatore , e quando foffe per „ giungere a Firenze . Il Padre con voce umile rifpo- „ fé j che credeva effere egli quello, del quale ei ve* „ niva interrogato , perchè non era a fua cognizione y si che dal Padre Generale fofle fiata mandata a Firen- „ ze altra Perfona per quell' uficio . Sentite quefte_» ,, parole fìupì la Principeffa, e diede alcun fegno di „ rallegrarli con lui d* averlo eonofciuto : Ben è j, vero j che fecondo quello > eh* ella medefima di- „ poi affermò , fecene per allora poco concetto > „ e licenziatolo , ordinò , che e* furie ricevuto , e_» j, ben trattato in Palazzo } ma non fu modo , che » egli ciò voieffe accettare , e ritornoffene al folita 5, Spedale di San Paolo per quivi attendere gii or- „ dini .Partito il Lainez > la Ducheffa ebbe a fé un » Religiofo di S. Agoftino flato celebre Predicatore ,, 5> e gli raccontò il feguito , quafi dolendoti di fé fteffa , 5) d* avere adoprata V autorità del Papa per aver qua 5» un Prete , di cui la gente diceva sì gran cofe , che 5) pure a lei pareva un uomo da nulla . Il Religiofo „ come ben pratico di fpirito guardava con occhio moU „ to diverfo ciò , che alla per altro religiofiflìrna Prin- ,, cipeffa fembrava così vile , onde rifpofe con molta s, franchezza , che fra* Servi di Dio , quegli fono i più 5, perfetti, che più, e meglio fanno nafeondere i prò» „ prj talenti alla vifìa degli uomini , doverle ella pe« ), rò per fuo configlio in ogni maniera farlo predica» 5, re , mostrandole con efempi della Saera Scrittura , ), quanto fra flato proprio degli uomini Apoftolici il „ coprire con sì fatte apparenze gi' interni tefori dell* » anime loro . Tanto baftò, perchè quella piiffima Prin- ,, cipeffa fatto levare per ogni modo dallo Spedale il „ Lainez , nel giorno di San Gio. Batifta fefta princi- „ pale della Città , il faceffe nella Chiefa Cattedrale^ ,j di S. Maria del Fiore per la prima volta falire inu S) Pulpito . Vi predicò tutta l'Ottava del Santo con „ sì infuocato fpùito, e con dottrina così profonda, che 5, com-
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5r éòmmofTe tutta risi Città con i moti poca inarati ia^
), de* Sovrani ì, e tale fu il contento , che n* ebbero u 5$ Canonici , che ad iiranza Joro, fu forza sai: Padre ài: 5» proseguire la predicazione contr'. il coflume di queir 5) la Cattedrale pex un'altra Ottava , e dipoi ne* giorr 5, ni fedivi nel tempo, che in Firenze il Trattenne \p ip 3) {piegale alcun libro della Sacra Scrittura . Trattò ne' ,i or aziona menti della mattina del Regno di Dio , ed-, jj il giorno dichiarò là Epiiiola Canonica di $. Gio-; sj vanni con tale attenzione degli afcoltanti , che fra ss un Popolo innumerabile 3 che T afcoltava , nonera, 5, in certo modo , chi ardiUe di refpitare ; ed è co* 3» fa degna di memoria quella, che raccontava il P. An- jj idrea Frufco della rteffà Compagnia , che vi fi trovò s, preferite } cioè a dire, che lo iteffo Lainez confe(Ta- 5,: va d'aver provata nel predicare in quefta Città una ss molto itraordinaria aflìitenza dello Spirito Divino * M dal quale fentiva infonderai un'energia, un'abbon- 3, danza , e un modo di dire fopra ogni fua efpetta- 3, zione, e defiderio . Finite le prediche, gli offerirò.» 5) no Ja limofina folita dar fi a* Predicatori , la quaie_>. a egli eoiiantemente recufando, volle, che foffe data a' j3 poveri , ficcome feguì .. Quefti fàggio di fublime vir- « tu gli accrebbero tanto di concetto in iFirenze , che *, beato fi chiamava colui , eh' aveil'e potuto con elfo 33 trattar le cofe dell'anima fua. Oltre alle occupa- ?3 zioni delle prediche diedefi egli a confettare , e feiv fi .moneggiare in varie Ghie fé ., e vifitar Monàfterj di >3 Monache 5 alle quali ogni dì faceva ragionamenti 9» spirituali 3 esortandole all'acquilo di quella peifezio- n ne , a cui lo flato Religiofo le obbligava . Oi' qui è J3 da faperfi , che quantunque egli in ogni luogo e- 35 gualmente procutaflè di far gran frutto 5 conrutto- 35 ciò nel Convent© della Madonna degli Angeli in_, 33 Borgo jS. Friano , o perchè ne renelle ordine par* 33 ticoiare dalla Duchefla , o perchè in alcune éi quel- 3, le Madri trovane ftraordinarìa difpofizione al divino- 53 fervizio 5 s'applicò di turco propofito » IntrodufTevi l'ufo
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5, J'ufo quotidiano dell'efarme di còfcienza;, il moda
„ di unirfi con Dio perfrn#^o, dell'jprazione mentar?
„ le , la maggior frequenza: de" Sacramenti \& e Jat ► ma-
„ niera dì far con frutta l'annua, rinnovazione della
„ fpiritOy co'quali mezzi praticati poi fempre. da quel*
„ le Religiofe , non è poflìbile a dire , quanto ellena
9) s* avvantaggia fiero* nelle fode virtù > e nel buon no-
,, me di tutta la Città , donde .por avvenne, che la
„ Serafica Vergine Santa Maria, Maddalena: de* Pazzi
„ eleggere fra molti quel Mona (fero per effettuare gli
« altirTimi defiderj dj fantità > che ella fin dall'infan-
„ zia nutrì nel fuo cuore ... Mentre egli flava nel me-
5, glio di queiti eferci^j gli comparve V ubbidienza di
„ partirfi di Firenze■ s e andarfene a Perugia > dove lo
„ defiderava il Cardinal fegato ,, ed il Senato? di quel-
», la Città. Non fi può dire quanto dolerle univerfaU
„ mente tal fua impróvvifa; partenza >. e- particolarmen-
„ te alla DucheiTa per aver già acquiitata con elfo gran
i> confidenza, e trattine per 1* anima fua aiuti gran-
3, di ; ma quella. rreifa altiffima provvidenza » e*
„ quel medefimo fpirito , che aveva mollo- il cuo-
?» re della grande > e divota Principelfa a defideraro
j, la venuta deli' TJoma dì Dio per la rinnovazione^
j> de' buoni coftumi ne' norhi Cittadini -, e perchè 11
j> accenderle ferafico fervore in quel Monafterio , in cui
» doveva la noftra Santa gettare sì profonde radici di
)) fua fublime perfezione , molle altresì la. medefima a
j> defiderare di avere in quefti Stati la Compagnia'., -a
j» fine di non privarti, d' un tanto Padre, il quale: ere-
j) deva poter poi avervi del continuo a fuo talento,;.
j» onde nel partir , che e' fece , il pregò ,. che col
»> fanto Fondatore di ciò paiTaiTe per lettere in fuo
j> nome efficaciflìmr ufficj .Ella ancora al medefimo ne
j» feri (Te , e ne fece fcrivere dal Duca fuo Conforte,,
„ Tendevano le iifanze del Lainez a nome della Du-
,» cheffa > e quelle del Duca ad impetrar da IgmziQ
j, dodici Padri , pe' quali Leonora aveva offerto fut-
}} to il bifognevole per lo nectlfario mantenimento -t
giac-
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j, giacché ormai doveva il Lainez far ritorno al Cónci-
5> Jio : proponeva egli , che in fuo luogo il Padre Elpi-
3, dio Ugoletti da richiamar/i per tale effetto ,dal Col*
5S legio di Padovas fi mandade a Firenze. Avute le
» lene re il Santo, fubito ordinò al Padre EJpidio il
j, portarfi a Pifa, dove allora erano que* Principi per
n negoziare tal fondazione, il che fubito efeguì, ed in-
sì tanto egli andava inftruendo i Padri, che deiiinava
„ mandare ^ a'quali aggiunfe il Padre Lodovico Cu-
n dreto , che gli doveìle reggere. Intanto 1* Ugoletti
3, da Pifa avvisò Ignazio come il negozio della fonda*
5, zione fi raffreddava , a cagione dell' efferfi femito a
« quella Corte' il non potervifi avere il P. Iacopo Lai-
33 nez, che era irato il principale intento di Leonora, e
3$ del Duca ? e quando mai aveffe dovuto avere effet-
33 toj pareva, che piuttoito in Prfa , che in Firenze in-
ss clinaffero que' Principi , che il Collegio fi fonda (Te.
33 II Santo , che già s'era del tutto al fuo folito con-
« figliato con Dio , nulla (timo quelra novità , anzi
3,> la difprezzò, come diabolico artificio , e mefìì infie-
3^ me i dodici fuggetti a Firenze gì' inviò . Facevano
33 i buoni Religiofi il lor viaggio , mendicando quan-
33 to loro abbisognava per vivere, e provviiii d* un fol
>, cavallo per riparare a qualche ioverchia franchezza
ij d* alcun di loro , e per fervizio delle poche robe ,
5, che portavano con fé . Giunti agli alloggi , prima
33 che il proprio ripofo , cercavano luogo per feminar
,3 la Divina parola , finché finalmente del mefe di Noi
„ venvbre del detto anno 1551. a Firenze fi conduflTei
3, 10 . Quivi furono raccolti nella propria Cafa di Gio-
3, vanni de' Rofi di nazione Germano , Medico di prò-
3., feffione , e grand' amico della Compagnia . Era fra
3, di loro il P. Criitofano Lainez fratello carnale del
3, P. Iacopo., il quale infieme con un altro Padre chia-
„ maro Pietro Ailon dopo brevi giorni fé n' andò a
U Pifa ,* Efpofe a quei Principi le ragioni del fanto
3$ Padre, per le quali desiderava piuttoito il Collegio
3) in Firenze., che in Pifa , e rimanendo il tutto ap-
» prò-
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„ provato furono eflì con Hmofina condecente per lo
si viaggio} a Firenze rimandati j e prefero qui a pigio-* ^ ne da Giovanni di Giannozzq Marietti di nobilif- ,,-fima famiglia Fiorentina una fua cafetta nel fondac- „ ciò; di S. Spirito popolo di San Friano . Intanto i „ Padri attendevano a* loro foliti efercizj in aiuto ,, delle anime ; quando tornata, la Corte a Firenze il „ Duca , e la fua Conforte applicarono' di proposto „ alla difpofìrione delle cofe per dar loro Chiefa, e- „ cafa propria. Onde venuto T anno 1554. a eontem- j, plazione de* medefimi Principi , Prete Lorenzo di „ Francefco Paoli Canonico di San Lorenzo, ed ul- „ timo Rettore Secolare della fcprannominata Chiefa „ di San Giovannino , concefTela per u(o a* Padri della ,, Compagnia, e non molto dopo la denunziò in mano ,., dell'Arcivescovo di Firenze, Aveanla già i Padri „ ufiziata per tre anni } quando Criitofano di France* j, feo di Grido/ano Ciampelli in fuo nome , e di Lio- ,} nardo di Girolamo di Leonardo Ciampelli, ne' qua» „ li era lidottp Ì£ fufpadronato , avanti V Ordinario iò preferito pei; Rettore perpetuo delJa flelTa Chiefa ili i5 Padre Lodovico C<udreto R.ettor del Collegio, e j, fuoi fuccelfori , e fece iftanza, che ella fi unifie „ in perpetuo al Collegio ideila Compagnia di Gesù, s, il che ebbe fuo effetto mediante il pofleflb dato ai „ medefimo a* 11. Giugno 15 57. e fu confermata.* n tal prefent^zione , e unione con lettera delia-i j, Penitenzieria de' 28. Ottobre del 1559. Non fermò „ qui il favore , e la protezione della piiflìma Duchef- n fa Leonora yerfo ,quefto Collegio, perchè avendo- „ gli quella piccola Chiefetta così come fi potè il me* ,, glio, fatta accomodare agli efercizi della Compagnia, „ ed arricchitala -di molte infigni Reliquie , continovi „ per lo poco tempo, che vilfe poi, di fomminiftra- ?, fre a* Padri una limoiìna di trentacinque ducati per ?, ciafehedun mefe , e, venendo a morte Tanno 15£2,» ,s lafciò a* medefimi un* annua entrata nel Monte Co-, j, mune ài Firenze éi dugento feudi. Molti altri par^ 'l»M»' r. r » ti.
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A ticolari potrei pórre iti quello luogo appartenenti
,3 ad effe fondazione, i quali io tralafcio per fuggir ,, lunghezza . Darafi poi col tempo forma al Collegio, >5 e crefcendo i Padri in numero : né avendo luògo M ove far la virtuofa ricreazione del Giovedì , il Se- „ reni/fimo Gran-Duca Cofimo, ficcome io trovo in au- „ tentico contratto , conceffe loro a fuc* proprio be- ,, neplacito là Chiefa , Beni, e Convento detto vol- „ gannente i Fratini fuor della porta a San Gallo , jj luogo chiamato Mónt* Ughi, dove già risedevano i a» Frati Francefcani, detti Amadei , e di poi i Frati ,, del medefimo Ordine detti dell' Olfervan-za. „ IH- Sin qui i due lodati Scrittori , i quali mol-
ate cofe y per véro dire , importantiflìme hanno tocca- to} ma che forfè dal Leggitore fi vorrebbero fiancheg- giate dagli originali documenti, i quaii fogliono cor- roborare meglio la verità di quello, che fi aflferifce * Onde mia fatica non difgradevole farà il dare qui una copia delle pregevoli Cartapecore riguardanti le fópra riferite cofe. E principiando dal Teftamento del* lb Duchefla Donna Eleonora, che per efiere affai vo- luminofo lo dirrerifco all' ultimo* mio Torno, dirò > che fu fatto da lei in Pifa nel -156*1. adì 16. dicembre, e lo rogò Ser Filippo da "S.'Calciano Notàio Pifaho j nel qual Teftamento lafciò ella al Collegio di San Gio- vannino in perpetuo Ogni anno feudi dugenfo fui Mon* té detto delle Paghe in Firenze , e relativamente a que- llo legato feguì la Ordinazióne del Duca Cofimo agli UBzikli del Monte , acciocché volta (Fero la detrae fomma a* Padri della Compagnia j è dice come fegue: Cofmo Medici Ducal dì Firenze f e ?Siena S b
„ Filippo dell* Amelia hdftro Provveditóre del Mòn*
fi te delle Paghe di Fiorenza ,' volendo nói Kcòme he^ „ redi fatisfare al legato fatto dalla Diifcheffa già noi » te Conforte, che già fia in gloria, per il fuo ulti* |
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iti
», mo testamento rogato Ser Filippo eia San Cafciano
w Hptaip Piianp (otto li 16. Dicembre proffimo pafla- „ to, di che ci conita a pieno , di feudi 200. di cn- «trata 1* anno perpetui alla Cpmpagnia di Gesù di „ Fiorenza: vi commettiamo > che del credito de'Mon* „ ti 4ì Fiorenza j che cantavano nella Pucheffa pre- ,} iata » ne voltiate la fcrittura , con farne far credi- »|rice detta CQnipagnia de' 290. feudi\f che cantino ,,, in lei | con condizione , che non il poffano mai », alienare^ =ma reftino fernpre per vitto , & foixenta- n mento di effa Compagnia} e ne tiri le paghe ogni ), quattro mefi perpetuamente fecondo l'ordine di det- », ti Monti , incominciando le dette paghe fubito che jj faranno ypltate le fcriuure , le quaii fi voltino fu- » tòo s9 ^■uPa§hinp; a chi per li tempi efitìenti farà >s Provveditorej o Governatore di detta Compagnia, „ e che abbia i* autorità di rifeuotere > facendo di tut- „ to far partita alli officiali 5 acciò apparifea perpe- si tuamente con dette condizioni. ;> Dato in Pifa li 4* di Qeqn. 1561, » Il Duca di Fiorenza i \-\
,3 Eart. Concini Segretario.
IV. Né fu quefto il folo graziofo referitto del
Duca » uno ne riporta il Migliore affai (ingoiare , e mi piace di rammentarlo con le parole del fuddetto Scrittore, alla pagina 196, •*; )? Defiderava Cofimo I. di far nota la qualità fubli-
„ me di ;.queil* allor nafeente Religione, e T occafione „ fu pronta , che 1* obbligò a dichiararfene pubblica- }, mente , perchè il Vefcovo di Chiaramente defiderava sj fondare in Parigi un Collegio alla Compagnia » ri- j, chieiìo Cofimo da1 Padri d'informazione 9 da lui ven- n ne legalizzata con le feguenti parole 5 portata qui n da* libri pubblici della Cancelleria dei Configiieri » n e da que' dell' Archivio dell' Auditore di S. A. do» j, ve è legiferata la fupplica de* Padri, e notifi cheS. Igna* |
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^ zio non era ancor morrò , in effa nominato alfaii
» femplice col titolo di Maeftro Ignazio Generale della )} Compagnia.",, ?:J t <*l a Cofmus Medicei II. Fior* Dux & eius Conjtl. omnibus ha*
rum feriem lifterarum legentibus , notum effe njolumus, J?>- lìgio fot Clerico s Societatis de Nomine le fu nuncu^atae , ]>ro» ximis Annis in Ducali noftra avvitate Fior, recefios , in fyiritualibus exercitiis , Divina officia celebrandi, CW- fejjìoner audiendi , Verbum Di'vi numi paedicandì , Iwven* tutit Orthodoxae Fidei, <b* UBerarum elementi f ìnjlru* endae , ac honefie cowverfationis exemjlo ita ver/ari) ut nos , cb* fubdìtos nojlros , eius focietatis eorumque qui itfud nos diwerfantur, minime ha&enus foénìtuerìt •> & in'- dies uberi ora \fferemus . /« quorum fidem praefent'es fièri' ìujjtmus ) & noftri Sigilli af}>enjìone munìri. Datum Fior. die 24. Màii ifii. '■hìv/oti t E giacché -quella illuftre teifimoniariza del Duca* > fu
fatta ad iftanza ài S. Ignazio, porrò qui la fupplica de* Gefuiti di San Giovannino prefentata al Duca a no- me del Santo Fondatorej ed è come appreso s Memoriale de*'Gefuiti*^ 1: i!
„ Sappi V. Eccellenza , come avendo un Vefcovo
,1 Franzefe chiamato di Ghiarafnonte volontà di fonda- ji re in Parigi un Collegio della Compagnia di Gesù , ,, al che è neceflarjo il confenfo del Parlamento di „ Parigi, il quale deve eflfere informato di detta Com- j, pagnia j defidera il noftro Padre Maéitro Ignazio ,, Generale, che ne* paefi, dove iranno alcuni de' no- >, fìri, fi procuri alcun tcAimonio da1 Principi , o Go- ,, vernatori di eflì luoghi, dicendo quello , che-, fenco- ivano , o giudicano di noftra Religione, ficcome^fup- „ plichiamO a V, Eccellenza , che per amor di Gesù j,'Curio ella fi degni dare teltimOnio in forma pub- ,., blica di quello, che ella fenre , o intende della vi- li tà 3 efempio, dottrina loro, e del frutto, o non frut- 9) to che fanno, i quali eiTendo umiliflìmi fervi di V» |
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9 Eccellerà nel Signore , fohó fèmpfe deifderofr fty
$ preganoi!ogtii giorno per W fàlucè-di ¥. E. Funda- ,5 ^ore^tìtf fuetto - Collegio di1 FifènzéO Pregano ancori ,y!M' Signóre-che dia a V. Eccellenza abbondanza -di jì grazia iri queto vìtar» e la gloria eternai nell* altray »i « *s Di V. Eccellènza Èhjcà Cofirrfo K 15 $$é VìC 'b'iliiv, ì($v&-< spLyi iH9p tó-Ì7Ill;}Ij$ *i!ì8 -',■;■ 1 ^.-■■'ì if.MO'5
-.4 « oi«'Mr,;;iLj;;|Of> ; ^-Lodovico SàceróW fhdegnc^'l
j»tm e o!:niftu3i! ostmoj di élla Compa&nìa^ òb»>if si rrqpì i^osn !;*! *jq oiubog n-jv^à sub jinotM .* lì »J
Vi '"Viene- da illsuftraffi quelT altra grazia del me*
defimo Duca1 viepiù difrioftrahté P àmorofa'i>te fóllew citudfne per i Padri del Collegio'Jdi^ah ;G4óvannirio^ Im^erèrocch^' averidb^ San Pio quinto abolirai W rifor^ rnàrdi ^ahJ Francefco:idétta1 degli Amidei-, "dP Ila Fràti^ ni, [ferfé4 ftàvàrto a Mom^ùiy inoggi' kjònvérttò Jde%,Gap. puccini, e dal mede-fimo Papa eifendo detto luogo la- fciato in'<'arbitriodi Còftmo , egli al -Padre Rettorfe Ròbibla 'lo confèrr a titolò1 sd& Cék1 di rkreiaziòrìeJ'i^t ìe^uènteRèfcrrrtò :^ l :; !t? -"' iZ- **>«** àtwfc 3Htr;)o 1 m ìpj > pi M<5^. Indi XIII. WW^ffiébrl^Mi £jli»''i ba ìi Cofimo L'Dùca di Firenze1 V e di Sifehav carnei ,«, vero1 legittimo Padróne della** Chiefa , e Convènto' ,, chiamato de3 Fratini , pofto fuori della; Porta a Sani ,y Gallo luogo dettò Moritui , cbmmettje a Tomm-afo J; Iacopo de* Medici Cavaliere di Crfftb!,; eitfncPWfo^ ,y ri ère y che metta in ^offerto ' laJ <àomp"agni^^#i-Oeia j, su Vre per* lèi il -Padre* Iacopo' Kòbiòlì Spagrftìòló* „ Rettore di San'5GiòVarfnino , della détta Gbiefa if ^ j, Convento per ftarvi a fuo beneplacito * nel qual Gòn-J ,i vento erano itati i fuddetti Frati. ,, r' ; ,b E per la grazia del Sigy Duca nel faddéttogiórno rie pré«%
fero1 poflelfò i Padri Òefuiti col rògito di1 Gio: Bafifta Giordani Not, Fiorentino al Libro IX. de' Ricordi pàjg)^.£« VI. Refterébbe a riferirti là fine della contróVer-.'..
fia tra il Collegio j ed il Capitolo di 4Sah Lorenzo»
il quale per non voleri! pregiudicare ne* fuòi antichi
diritti> e iurifdÌ2Ìoni fopra la Chiefa, di San^Giovàn»
vr nino
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Umo già fa mi sLc&nmtì n.elj* prjma;,ie^ione; » giu-
dice di, §iQFi&xerp le \ fue ragionh & le jqwajì ,$ benché fodc , non furono sf#f&f faji da ^^tféfjB^privjlegj .de/,, $0mgni Pontefici ja/la Qpmpagnj% di £e$u cpnceffi : jjjn- ga fu MJÌffii poiché principiata ne] ij$& non termino$ totalmente fé . non: ne]!' anno 161 |a, a! 145 di f ehbraio > come apparifce all'Archivio Generale dagli Atti di Ser Fr^ilno cjeL$Ailafie£e,:0ch£ ?«e rogò raggiuftamento , a- vendo ils!3^Ìlfi5èc>^Ìl^fb Lorenzo rinunziato a tutte le iurisdiziorii j che ,avea tgoduto per 1* innanzi fopra la Chiefa jefopra cJ^'^ettpfìSecolari dell' Oratorio di S. Oiovannino, feccettuam i' articolo 4eHa Sepoltura de* inerti riatto $ i/eguenti ;puqti », che fono ; JPrirrjci ? in oceafione de' morti ?d^la Cura^cruarriarjdQJr i Preti eli S* .Lorenzo;ù dieaip al 'Capito]© fcudi}^ ,.Sf condo, [ npa offendo i morti della Parrocchia *»$ darannp feudi ja T^rzo avicolo, t^c non iì poflTan© chiamar all'eiTequie alfl5Ì jpreti, che quelli di ga^ ^orenzp, e fé pei? la po- vertà «4§kv4p£àW9h qflfò ìèi kchiarriano Pre$j a fi,,|dia non^ ottante uno feudo al Prior di San toren^o^ je? Ci prpfe- guifea ancora- &y?pa/gar€ al ,4et^r<^pitplo ogni anno libbre, fet'Cli cera gialla».^© per, convepziorjc fatta nel t>:*M Febbraio 1570. fé gli fannp fcuone in contanti, <jì©$ |'n lire 9. » liti -Ef.b [»i ;<■ ^5un VII? 1 ritpman^o a ^uel giorno dpdicefimo di
GiugpOi;!c\*l> 1557. nel quaije .alla ;preferiza^ deJ(f<Vjca- ùpt Generale fCJell^Arciyefcp;¥o iuronp .fotte le rinunzie a* ^eAjiti dal ^Rertpre Secolare della tChiefa^ er dai Padroni 4ei}a Famiglili de' ]Qia;mpelÌi, notar qui mi piace le ce- rimonie del poileffp datp al Padre Rettore > rogato dal Notaio dell* A.rciiifefcovado Fil/ppp Francjunj r che CQ$l; fefÌ$ààb'$&s éhhÈìM^t Venerabili fu Vfr J^ndotvÌcftt;i $4Ìf(#$4% phecejfs S^henngn^f fìfesb^f^ Soc. iefìt prò
Mi^WkiéW- Swwff^ttùtì ttecepit pojfej^onem Eeilejtac 4*. humus lè'vaqgelijiqe if honorum eiufdem $cfle{n\ Jfrfie corata Domino Lq^rentio 4e, J^pnjtgtfori Vie, Gene* ■<m'm ." *****
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13$
iius triìfit Mrettam in capti* éiufdem Ludovici, & an*
àulutfi in fàànum cius &cs Rtìgavt Ego FMiippus Franchini Nat*
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k y;-"
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Bólla , che approva , e conferma la conceffiòné della
Chiefa di San Giovanni Evangelica > e delle
Cafe a* Padri Gefuiti .
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Kaynutius Mi feri divina fittili S* Angeli Fresi, Càrdi
Bilettis in Chrifto Rettori # Collegio Soc. de Ièfu ià Ecclefia $. Ioannini nuncupdta, &' in Civitate Fiorentina fundata falutem in Domino. iu,v% Ex parte ve fi ra Nobisoliata petitio contitiebatt
qttod cum alias Ecclefia S. Ioannini prefata, de juré pa- tronati* s exifleret , ac ìllam tìtkc obiinentìi confenftìMit- Càllegitim d. Societaiis de le fu conftituta fuit} & tmm in ea Cóllegium praefàtum per aliquot annoi manèret $ inibì divìnus cultùs adeo dono celeftis gratìae recepii *»* crème ntum, ut loci Ordinari ut de pràemìjfir informata* } di ìllam oViìnentis , ac patronorum confenfu fua auttoritate ordinaria Ecciefiam prèd, cuìus reddìtus & provèntus 30» ducatorum atiri de Camera, feèundum communem ^eWtitna- iìénèm valorem annuum non excedunt, ditto Collègio #r Svti le fu perpetuo univi t » ànnexùit-, àf incorporavi* ,pro* ài in ìnftrum. feti ihttrumentis ,dut ptttentibus y UtteHti, Vel aliis fcripturìs defuper confètto > feit confèttis plem nlus dièitur' cbnthiéri ; Cum aktem'i $mtt) eadem ° ftibìun* gtbat pètiìio y firmiora phl efi'yf t[ilìbus• Àpoftolicue Sedi* intercedif dhttorith" > cupitiìprofterèa hniònèm y ànnexìb* hèm ì> ér* ìncorporàtioneòi huiufmodì prò illarum' fubfiftèn* ti a\ firmi ori Apoftolicae confirmatrònis ! munimine robòrari ì Supplicdri feciftis humìliter , vobis fuper bis fi*
Sèdem Api de opportuno"rcmcdib provideri„ 'Not' igituP Inflrumenti , feu Inftrumentorum ^ àtii patèntmm y lìtèrà* tìimqde i vèl tdidrtirn fcripi'uraruU huiéfmodr tenvfh, a* fide 'vèfbò Èd'èìr^uM'inferèrènt'0 prdèfintibut"'pr&BJW* ve $ ^ufficiente? exprejffts fàhktitW,*$jtritin^acsfari*( |
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fttppUcatìorAbus ìncUnmi^uBofitMsSedis Apùfioticde^ etùut
Summi Paenitentiarii turam gerimus > 4$. de pedali mandata fu per hoc per etamdem ^edemnobis faBo <, untonem > an<~ nexionem } et incorporationem buiufmodi, omniaque alia praemiffa ac front eas & e a concernuti* omnia & Jingula in Ifrjìr. feu Infirumevtis aut patentibuj , Jiterisywl aliis fcripturu, contenta y & inde fecuta , quaecumque licita^ tamen & honefi'a , tenorejprefentium approbamus & confir* tnamus yeifque perpetuae firmitatis robur adiicimus : eaque tfwwia j is? Jingula molumm inviai abili ter perpetuo jobferva^ ri debere ; Nec non loci Ordinarium & eius Succeffores ad e}fer<v.anti^m diBarum Unjonis} Annexionis, & incorpora» tionis teneri , & aflriBos fore \ ficque per quofcumquc^ Jjidjces j & prfouas quauis etàam Apo&olicjt auBorita* te fungentes follata «/>, ,& eor&m cuilj'bet qua'vij JtUter iadicandi., interneiran^i ■> <& d^finiendi fmultate } & au~ Meritate , judicari,, interpetrari , & definiti Jebere... Ir» r^mm qtiG)q#?yi& %ìnane quijquid fecus• fuper bis a qu&- cmnque qua'vis auBoriiai"e munito, fcienter njel ignaranter cpntigerit attempi ari > decemimus. Acomnes é3 Jtngulos tam iuris^quoin faBi' ,defeB/ts• Ji^jtifor fan interqjenerjnt:., /'» tìfdems fupplemus % Non okfiantims: dpoftoljjiis , $* „tam l!ffimÌMÌalibuj'., q,%am Sgnadfilibus Concfljtis edjtis , gene* rìtlibus j xwql, fpecialjbtts\xpnfliftu,tiombu4, > & ordinai.ioni* bus tu ^i$ae Mcciejw <b*: con* fuetfidiiìibuj etiam iur amento uconfirmat io ne Apoftolica y^el
^Uftwis firmiate .alia rqboxatis \ Pri<vilegiis quoque , in* dultis ^.diterjs Apojlolicìs, eidem Eccjejiaeì$' illiuj fun* datoti quomodoMbe^\ mnce^,, ^rqn^^matii) <&Ket,iam it^rà* tii,< wcifeas\ i&%owatis , ,^uibus\smuibu,sUì^S $$&*$■*'* Aìh- xum ornitium i,mores ac fide *vjtrhfl *ad ruerbum .inferci llèntMr^/praefentibtts prò glene fo , fufficienter express hkébentut yjUit ajias Jn fuqrobore. permdnfuris y hac vi* W ^umtaKfit'ffecialiler^ W^è^MsMw^^Nkì cp&wifqHt wmà£^\>é^^ ■•;': a'\a , ,V■••"^ ^«i
mt^fi^i^ie^^, Ka[L | ^QWfffiritx.tfMn.Q ^g " $a[tì$>itat*
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t37
L E Z I O N E X.
; DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNINO
p e' padri gesuiti IIJ. |
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Orta la Duchefla D. Leonora dì Tole-
do crefceva a cagione delle buone ope- re , che a comnn benefizio della gio- ventù , e d'ogni condizione di perfo- ne faceva ti fi dai Gesuiti , l'odore di loro virtù , a millura del quale aumen- tava!! la divozione j e frequenza del Po- m polo,onde s'invogliarono moki de* più ricchi Fioren- jj tini di dar loro aiuti validi per accrefeere la Chiefa) é » la Cafa, acciocché l*«na maggior concorfo di gente alle- *> funzioni, e l'altra maggior copia di Padri a ferviziode* j» Cittadini poteffe contenere» ^ Così ferirle il Baldinuc-; ci nella Vita di Bartolommeo Ammannati alla pag. 24. E coi ritornando alia Storia di S. Giovannino , m quefta Le2ione riferiremo quando, e 00me un mediocre Orato- rio , e piccola Cafa riduvTeiì ad una.bella Chiefa , e a comodo Collegio 14 non ottante le difficulrk, che $* in-c contraiono in qtie* primi tempi ,rE per ^vero dire , non leggiera oftacolì io trovo, che corti infero t Padri a vi- vere tra le anguitie in vedut,a di grandi fperanze quafi dal 1557. al 1580. Confideravano e-flì} che fé dilatavano la Chiefa , diventava anguria 1* abitazione S e fé quefta ampliavafi, niuno fpazio rimaneva alla Chiefa. Inoltrò erano i Padri,da ogni banda circondati di Cafe fpettanti a' primaij Cittadini > ed a parecchi Luoghi pii:, le quali' per eflere dittiate in luogo ragguardevole della Cit- ta venivano a crefeer dì prezzo 3 ed aggiugnevafi laj itnpoflìbilità ne* Gefuiti di comprarle, flante la povera .'Tom, V. S tk |
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I$S
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tà loro , eflendo le rendite in ques primi anni meno
che {ufficienti: e quelle furono le vere cagioni, per cui s'indugiò da go. anni il principio della fabbrica , aven- do Iddio voluto provare la, pazienza , ed umiltà de* Padri , che perciò punto non raffreddatili ntlk fante fatiche , viepiù acquietarono il credito , e l'amore de' Fiorentini in guifa tale , che s'invogliarono parecchi Nobili di dare aiuto per il bramato difegno ; e kg- geli ne i Ricordi del Collegio » che principalmente ki Gentiluomini prefero la cura di raccorre limoline dal- la Nobiltà di Firenze, e furono Francefco Guadagni » Pier Francefco Rinuccini , Hermes Artudiilo , Anto- nio Suarez , Alfonfo de* Pazzi , e AlefTandro Sandoli- ni con una Matrona chiamata ConteiTa di Bandino degli AiefTandri , a i quali fi unì Barrolommeo Ammannati con la fua Conforte Laura Battiferra, amendue così por- tati verfo la Compagnia di Gesù , che offerfero tut- te le proprie foftanze per la fabbrica della Chiefa , e del Collegio di Firenze, proibendo a' Padri il riceve- re da chi fi folle aiuto, condizione , che avrebbe ofTefo la Città tutta> fé il Generale Claudio Acquaviva non lo dirtoglieva da fimi! concerto con fua lettera dei 12. di Agolto dell' 1581. della quale eccone un paragrafo, y „ A V. S. non dirò altro intorno a non voler ri- « eevere le limoline , che vorrebbero darei Fiorentini $ per la fabbrica, perchè mi perfuado » che ella fi fa- „ rt'bbe maggiore fcrtipalo d' efTer cagione d* impedire -0 quel bene, non ammettendo la limofina , che pre- „ giudicare all' anima fua col riceverla , perchè coo- ,» perando alla buon opera, verrà piuttofto a meritare, » che farli danno . ,, - II. Ed una digreflìone al detto Ammansato io pen*
fo , che non farà difgradevole in quefta oecafione , e tanto farà più giuria, quanto la Compagnia è più le- ttura a sì grande Benefattore , come diremo . Nato egli nel 1511. da Antonio, il quale al Figlio altra eredi- tà non lafciòj che una Cafa , e un Podere non afeen- demi di valuta a mille feudi, fu neaifitato di appi- m gliai'fi
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gliarfi a qualche profefllone ; Onde affai portato alla^
Scultura, ed Architettura, il acconciò col Bandinelli , e pofcia tirato -dalla fama del Sanfovino , fé n' andò a Venezia , dove accomodatoti con elio, in brève tempo molto fi .approfittò , ficchè ritornato a Firenze, fu da* Principi, e da ricchi Signori adoperato non folo nel- le maravigliofe Statue , che il veggono , ma eziandio. nell'Architettura 9 nelle quali .Arti ir guadagnò fama eli Valentuomo , Uno .ad .eflèr chiamato a Venezia , a Padova 3 ad Urbino, e da quattro Pontefici in Roma , do. ye fi affaticò jbtto Paolo III. Giulio III. Gregorio XIII. e Siilo V* e dovendoli in Roma fare Ja gran Fabbri- ca del Collegio Romano de* Gefuiti, fra le varie pian- te , che ne inventarono diyeril Artefici di valore ^ fu preferita quella dell'Ammannato,, benché toltone la_ facciata, ed ;il Cortile,, jì rimanente, che ferve per a« bitazione de' Padri -, ;fia dato alTai variato | Neil' anno 1550. e del noifto Artefice trigeilnionono era irato invitato ad accafarfi con Inaura Battiferri da Urbi- no , figliuola naturale legittimata ài Giovanni Bat- tiferri irato Cheiico Refidente nella Curia Romana 3 la qua! Giovane, per efTeie non folo deca , ma dotata d* ogni virtù , e d'una nobile fpiximfa' ^ena ài Poeila , tanto più piacque ali* Awtnannato 0 che* nello, iteiTo an- no adì 17. d'Aprile ne contralTe le no,zze nella Santa Cafa di Loreto . Onde non ebbe <egli appena effettua- to il matrimonio, che colla Spofa ritornò a Roma, dove amendue , rifplendendo quella nelle rime Xofcane , e que.fti nelle due belle Arti-, fi fecero oggetto di ammi- razione a ^quella Citta ^ ed a luti* i Virtuoil di quella età . Intanto Tri no j.e l'altra avendo avuto tutto l'agio di ofiervMe i coflumi de* Gefuiti ^ tanto vi il affeziona- rono , che non avendo figli , per ferramento dichiara* rono erede il Collegio di San Giovannino di Firenze, oltre j avere viventi contribuito confiderabiìi fommo in fabbricare e Chiefa., *e Collegio^ le quali apparifeo* no in un libro di conti fcritro dallo ileiTo Amman* nato $ ed in quanto confifteiTe V eredita > vediafnolp dal Si fo-
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'4P
/bprallodaro Baldfnucei alla pag. 27. „ La fua eredità
, coniìiiente principalmente in una Cafa in Via della , Stufa di valore di duemila quattrocento feudi, che , fu la , fuà propria abitazione, Ja quale egli aveva ,; comperata da Niccolò di Filippo Ginori, in altre_y ,; café di Firenze , ed in altri effetti per lo valore di , molte migliaia di feudi , fu fecondo 1* ultima fua> j volontà il dì 20. dello fteiTo niefe d'Aprile dal Pa- i dre Niccolò Fabbrini Fiorentino Rettore del Colle- , gio di S. Giovannino accettata. „ In che anni fi mo* riiTeio , feorgefi dalla feguente Ifcrizfone nella lapida., collocata da' Padri in Chieia , e dice come appreflo : fi J0& ih^ ^:M. • j
'■;iz-*l Jartholommeo ammansati' ;'*; j:)''i
C, ;1ii 'iì^l * Oihì: >j EIVSQVE VXCRI 'a- * ' ***■ "J
,ll aw K'i.HAVKAÈ' BATTIFERRAE ' : ':. ' 'J ' J ì i !
!,.. IUM! COLLEGI VM SOCLETATIS ' % IESV
lì * •• ,'ii: H MAGNIS EORVM BENEFrCIIS % J SJob ■:.?; ? KaVCTVM SVAE ERGA ', r?/1' sjlfifetf : M, = S! RELIGIOSISSIMOS CONIVGES D *na «iiwì. oibn VÒlvntatis et grati
£Mì$C i%ÌW{i ò: -A-'ARmil MÓNVME^TVM .
r*fcii!>^Ib' M-v4 E [.fti: V .', l POS* -''• V''
aviti (» 4.-.I OBIERV^T ALTER A. S.
1* .1 ' MDLXXXXIJ. AET. LXXXII.
Mfgtt}£ NI 0 ; ALTERA SAL. MDLXXXIX/1. *'Sti- ' Jàlfpp il 0 ;i ;..!' 'A£T.*LXIVì * ' -f' ': J
- ! HI* E parlafo/i fufficie«teme«te{ per quello, che por-
ta il merito de' predetti Benefattori, farà ormai tem- po di dar notizia della nuova Chiefa , monumento ba- itante da ffe folo a porre in miglior^ lume , e far co- n*0fcere il valor dell* Architétto commendato da Fran. cefeo Bocchi fcrittore contemporaneo', e autore del li. fero ^delk Bellezze di Firenze! dicendo molto in poco »** " ^ co*» |
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r$t
così „ Quefta Cbiefa ( di S.Giovannino) col difegno, é
„ co i danari altresì di Bartolommeo Ammannato ra- „ ro Scultore , e Architetto, e con affidila induftria „ nobilmente è fiata fatta adornai e condotta a fom> „ ma bellezza > come il vede. „ Ilprimo giorno dì Maggio adunque dekl* anno 15.79. dredefi principio al- la Fabbrica eonfiftente in primo luogo nella faccia* ta , la quale è di due ordini d* Architettura , comec- ché due fono i gradi delle colonne di pietra fefena > che vi fi veggono Corintie , e Dotiche , che pò- fano le prime fu di un imbafamento, e fve.lti piedi ite]> li , fopra a dette colonne ricorre P architrave > il fre- gio y e cornice , nel fecondo ordine fonovi altre quat- tro colonne, alle quali fi ferra il frontefpizio angola- re r che ha nel mezzo un' Nome di Gesù della mede^ fima pietra. Refta però da colloca rvifi in due proporw lionate nicchie le Statue di S. Ignazio , e di S. Francefcd Saverio . Egli è ancóra da faperfi per cofa notabile di quefta facciata, che non effendo {foro poflìbile_». all' Ammannato 1' atterrare alcune Cafe , che fportan* do in fuori fui la Piazzetta dalla parte dinanzi copriva- no gran parte deìr luogo della facciata , qurè, che gli abbifognò adornarla più della metà , e così effa non più ornata che fino a quel fegno ftettèfi fino al 1656* nel qual anno furono rovinate le dette abitazioni, di- latata la Piazza , e fattivi aggiugnere gli ornamenti delle pietre, e colonne fecondo il modello antico dell'Ammannato , rendendofi finita nel modo che og- gi fi vede . Il di dentro è d*ordine Ionico ripartito a pilaftri doppj di pietra ferena j da'quali vengono fé - parate le Cappelle quattro pef banda , e tra' pilaftri fono alcune nicchie , ove pofano le Statue degli Apo- ftoìi fatte di ftucchi, e fotto ad effe erano le Storie del Martirio loro dipinte a frefeo * Sopra alla cornice, che ricorre tutta la Chiefa, della medefima pietra, fi alzano altri pilaftri pure doppi, corriipondenti a que'di fotto» che tramezzano quadri rapprefentanti i fatti ài Crifto> parimente.coloriti a frefeo , e fopra a* detti pilafhi pò* |
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/ava la f©fritta. Ma rimettendo ad altra Lezione la
deferizione delle tavole , e degli altri pregevoli lavo- ri, noteremo qui intanto la lode iingoiare, che da tut- ti gì* intendenti s* ,a mìhmfce All'Architetto , qual è, che avendo .elfo dovuto fabbricare /opra un piano al- quanto irono , abbia difegnato con tale indurì ria la Chiefa, clic appena da 5un occhio ben accorto il difet- to fi -difeerne,* ,K v ; ; f IV. Qui per fine $nj ^ipva accennare., tcome fi fa-
cefTero i Padri a ^dilatarli, togliendo i gravi oftacolì per la fabbrica .della ;Chieja , e del Collegio.. Primie- ramente dirò j che le limofine ,dal 15 So. ali* 89. mercè la liberalità de* JFiorentini .afeefero a diecimila feudi , che ftanti apparifeono fegnaii ■ne*,libri dei Collegio, in fecondo luogo fi ebbero per .eredità alquanti Ikbìli , ficchè diedefi luogo a'Padri di far iCorrijira delie vici- ne Cafe ,, nel .mòdo <he trovali notato m[V Archivio noftro al libro intitolato: Scritture ,del Jtto Mila €bie* fa, * del Collegio : dove leggefi come fegue ,, „ , 3> Permuta di alcuni pezzi .di sterra di itaiora 24. „ in circa, Je quali Suor .Margherita Bini, con Jicenza & del Papa , ,e de* fuoi Superiori aveva .donato .ai P. w fLainez ?Gener,aIe «della Compagnia , <e -dal meéeùmo ^applicate al Collegio tdi .San ^Giovannino ^per Jette- „ ra, e patente de* 2^, di Gennaio dei 1561. :ed era- ^,no fituate nel Piviere di Brozzi , furono mutata con ,9 4jna Cala,, e Bottega di faccio Tolornei f)orìa nella „ -Piazza di :San Lorenzo, ed incorporata nel Colle- ,f gip sfatto li 14. ili .Ottobre del ^5 79. togato Ser ^Lorenzo Muzzi,. >J „ Due Botteghe vicine .alla Chiefa di S. Gio. Evan-
j,, geiifta date in antico ad Emphiteufi a Santi dei Ba- „ gironi, e fuoi defeendenti , liberate da detto Emphi- „ teufi furono incorporate nella Chiefa , 13.di Feb* 1580. f 5, Bottega di .macello d*el -Cavaliere Commendaior ^ Ginori , incorporata nella Chiefa e Collegio , colla ,, permuta fatta di tre Caie noftre fituate in Pala2zuo-l u loj rogò Scr Iacopo de'Nocctó al ri. d'Aprile 15Sz, |
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I43
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,, eie dette tre Cafe valevano lir. 755, fu neceflfanV
,, la licenza dell Gran Maeftro di Malta , che fi otten- ,. ne per Bollai in cart& pergamena adi 24. di Gennaio ,, Tre Botteghe del Capitolo di San Lorenzo porte
,, nella Piazza, accordate alla Chiefa noftra per lodo „ del Senatore Filippo deli* Amelia- deputato- perciò „ dai Granduca * con quefto, che noi cedeffimo' a i Ca- ,, nonici il Podere di Quaracchi di 24. "ftaiora fotto „ i 2. dì Maggio 1589. rogò5 Ser Paolo Pàolini. „ Cafa, e Bottega verfo il Palazzo de* Medici y che
„ fi incorporò* nella Chiefa , e Collegio, fu compera* ir. ta per lire 700,- col rogito di; Ser Cefare Galletti, „ 15. di Novembre 15 80. da Frate Zeno&io Buonrutelli „ dell' Ordine di S. Brigida.* „ Compera d$ parte delV Ofteria fulla' Piazza di San
„ Lorenzo da Metter Braccio Fontanini Cappellano dell* „ Altare di San Lorenzo della Chiefa di detto Santo ; „ il Collegio fi obbligò in perpetuo a pagare al Cap- 55 peliano Tir. 18. ogni anno per rogito di Ser Fran- 5, cefco di Piero d* Albizzo- 20. di Marzo' 1578. „ Permutazione fatta co* Padri del Marocca Garme-
„ litani d* una noftra Caf# in Via di S*> Giovanni, loro „ ceduta per la Bottega, e Cafa fui Canto del Chiaf- ,, foiino in Via Martelli , rogato Innoeenzio Garfio „ Notaio Romano fotto li 19. di Maggio* 1582. ed « evvi la licenza del Capitolo del Convento de' fud- 5, detti Frati per vendere a' Gefuiri di Firenze la det- 3, ta Cafa ec. che rogò Ser Niccolò della Rocca- da*. 5, S. Cafciano 9. di Novembre 1581.- „ Compera delle ragioni, che avea lo Spedale degl*
„ Innocenti di Firenze fopra una Bottega , e Cafa ad 5, ufo di Spezieria fulla Piazza di S.. Lorenzo per fcu» „ di 525. che fece il F. Rettore Pietro Branca , e ro« „ gò Ser Raffaello Santi 4. di Settembre 1579. |
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LE.
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I- E Z I O N E XI.
DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNINO
4? E* P A D rR I t6IS U I T I 1$.
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fOn poche fono le Chicle di Firenze >
le quali coli* andare dei fecoli noiu iìeno ftate rinnovate, ed abbellite 5 o vfi .voglia di Pitture * o di Statue , o di vaghiiTìmi difegni con -notàbile van- taggio delle medefime , lo che io non Saprei fé pofik dirti de' nuovi accrefei- tnemi fatti alla Chiefa di San Giovannino circa la me- t^del fecolo paflato » Conciofiìachè defidcravafi da,mol- ti % che in ciTa vi foffe maggior luce ,evi fi delTe più bella figura, oltre fa follecitudine ben ragionevole, che fi ter m inaile la facciata , che fu kfeiata dall' Amman- nato non finita ; e perchè il concetto di alzarla fi pre- vedeva fvanraggiofo al contiguo antico Palazzo de' Me- dici , il jprimo >penfiero deJ Padri fu il procurarne .dal Granduca la licenza : né cosi facile ad -jotteneifi era il conferìfo ,del 'Principe, fé non addiveniva un opporrai* no accidente., qual fu la venuta a Firenze di Madama Margherita de'Medici Duchfcfia di Parma, che degno/fi inficine col Principe Leopoldo di efporre a Ferdinan- do le noftre fuppliche , e .difporre la volontà dt elfo in maniera, che.voJle prima feri tire il parere di Alfon- fò Pangi fuo .primo Arehiietto., ed. il configlio de*due Senatori Matteo Nkcolini , e Filippo Airighetti Sopran- tendenti .delle Fabbriche dello ^tato, e : trovati tutti favorevoli al concetto de* Patrie nel dì primo eli Mag- gio dd 1655. concedè loro la facoltà di potere alza- ie la Ghiera braccia (ei . Una tal grazia empì d' al- legrezza il Collegio , di cui era Rettore il P. Luigi ,S1 An- |
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Antinorì Fiorentino; il cjuale fi era dimoltó affatica-
to fu tal propofito , e torlo fu data ad Alfonfo Pari* gi T incumbenza della fabbrica , per la quale, io leg- go ne i libri dell' Archivio noftro j che in pochi gior- ni fi fecero da* Gentiluomini duemila feudi di limofi- ne j ottocento dal Padre Àleffandro Rimbaldefe della.* Compagnia di Gesù , ed affai più dal Padre Gio: Do- menico Ottonelli eletto Procuratore per detta Fabbri- ca . Si principiò dal Parigi 5 fecondo il modello dell* Ammannato , dall' aggiugnere alla facciata gli ornamen- ti , che vi mancavano , rovinato che ebbe alcune cafe , che ingombravano la Piazzetta, e pofeia mife mano alla Volta con un difegno ingegnofo , né mai più adoperato dagli Architetti , pofeiachè non potendo egli alzare la Chiefaquanto pareva, che bifognaffe, in riguardo al Palazzo, che le è a ridoffo , levò 1* afiicciuole , che^ tornavano più baffo di quel, che richiedeva la circon- ferenza dell' arco , lafciovvi folamente foftenuti i ca- valletti , o puntoni da una femplice intaccatura alla.* fchifa, ed aprì tra i peducci degli archi 4, fineftre per banda ornate di pietra ferena, 1 t ■♦!•.- A tali mutazioni regolate dal faper del Parigi , ne
vennero dopo dell'altre aggiuntevi ne* tempi più mo* derni . Onde dovendo io deferivere i pregj tutti inte- riori della Chiefa , feparerò 1' antico dal moderno , ac- ciocché fenza confufione feorganfi i meriti di ciafciin Artefice, che operò per gli adornamenti di effa . E fa- cendoci dal primiero irato delle Cappelle , alla prima Bell' ingreffo a manritta eravi la tanto lodata Tavola* del Paffìgnano , che vi dipinfe Ja Veronica in atto di porgere il fudario a Critto portante la Croce : nella feconda vedevafi il martirio di S. Caterina, opera -del Baffano , e appreffo veniva S. Elena , che adora la Cro- cefanta ,, dipintura fatta fare dalla Famiglia de' Mo- relli , che giuita le Scritture comunicatemi, diedero feu- di 60,a Tommafo Bizzelli, chela dipinfe , e non a Lodo- vico Buri, come fcriffe il Migliore • Alla quarta Cappella fegue un S. .Saverio m atto ài predicare agl'Indiani , .£w. V, T fat. |
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fattura del Cav. Curradi, il quale per le varie invenzioni
di abiti bizzarri ali* ufo di que'Paefi , e per la molti- tudine delle turbe nel quadro sì ben difporte , dié- defi a conofcere per Pittore univerfale , e non fedamen- te di Santi devoti, come alcuni lo criticavano. Addi- rimpetto a quefta , viene la Cappella di S. Ignazio, che vedevai! in eftafi avanti a Maria , dipinto dal me- deiìrno Curradi, il quale effigiò pure a quella, che fe- gue, la Concezione, e pafiato il Pulpito trovali l'Al- tare della Cananea con tavola di AlelTandro Bronzino, cui il nortro Ammannato pagò feudi 130. E nell'ulti- ma Cappella fu collocato il San Girolamo, che fviene, foftenuto da un Angiolo, dipintura mirabile di Iacopo Ligozzi Veronefe» Né da tralafciarfi fono parecchi al- tri pregevoli lavori alle medefime, come gli frucchi do- rati , che fono quaiì tutti di Bartolommeo Carducci, che avea altresì fatte le itatue degli Apoiìoli nelle nic- chie , fotto le quali era colorite» a frefeo il martirio de* mede/Imi. Le pitture alle pareti laterali , e negli sfondi delle Cappelle erano de'medefìmi Artefici, che fecero le tavole , e gì* intagli delle cornici , e della fof- fìtta fece Domenico Atticciati ; finalmente tra' pilaitri fopra il Cornicione, con emulazione , a frefeo rappre- fentarono i Mifterj di Cnfìo il Paffignano, Santi di Ti- to, AlelTandro del Barbiere, Iacopo Ligozzi , il Cur- radi , ed il Bronzino *" III. Tale era lo (lato della Chiefa di S. Giovan-
nino innanzi, che fi trattarle d'innovarla , ma fé voglia- mo oflèrvarrìè i cangiamenti feguiti in varj tempi, farà d'uopo che ripigliamo il giro delle Cappelle, e troveremo alla prima feguendo T ufato cammino, levata via la Veronica del Paflìgnano, e fuccedutovi un quadro di S. Francefco Borgia fatto da Pittore Romano infie- me co* due quadri laterali , che fono due iftorie del medefimo Santo dipinte a olio . In vece di Santa Ca* terina del BaiTano, che con licenza di Papa Innocenzio XI. fu donata al Gran Principe Ferdinando , dal mede- fimo foiiituita fu una tavola di S. Luigi fatta da Giufeppc Na-
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Kafini, ma quella non durò a ftarvi » elfendovi ioog-
gì altra rapprefentante i Santi Luigi Gonzaga » e Sta- nislao coloriti da Ottaviano Dandini j e due mediocri quadri a* lati, cioè Santa Maria Maddalena de* Pazzi, che vede San Luigi in gloria s e S. Stanislao comuni- cato dagli Angioli ; e fé la Cappella è tutta arricchita di marmi , devefi grado alla pietà de' Benefattori. Dove era S. Elena per la feda della canonizzazione di San Francefco Borgia , fuvvi mefla la fopraccennata tavola del Santo, € pofeia dal Marchefe Domenico Arnaldi» che foppannò di marmi quella Cappella , vi fu coilo- -cato San Niccolò di "Bari, opera ài Gio; Domenico Campiglia Lucchefe, e dalle bande, dei Signor Abiti- no Veracini fono S. Francefco Borgia ; e S* Gmlìàm Fal- conieri . A S. Francesco Saverio niuna vicenda e acca- duta , fé non fé gli adornamenti di marmi, de* quali è tutta veftita la Cappella con limofine di Cofimo Hf. dove a'lati il Bamberini colorì San Saverio pellegrino, ed il medefimo Santo, che abbraccia Croci, la gloria nello sfondo fu fatta da Pier Dandini , e gli Angioli ài ftucchi fono di Girolamo Ticeiati.. Nella Cappella^ di S. Ignazio parimente rettaurata con marmi prezio- £ì procurati dal Padre Tommafo Capeci .» è irata <janv- biata ìa tavola del Santo lavorata dal Curradi 3 emen- do la prefente di Antonio Pugliefchi con due ovati» ne* quali il Bamberini rapprefentò la vifita a S. Ignazio di Grifto » e di Maria , e nell'alto evvi un gruppo d* Angioli .* Appiè di quello Altare leggefì in lapida di marmo la memoria ài piiffima > e ricchiflìma Damiu Calandra Capponi Riccardi » il cui corpo è qui fe- polto * Segue la Cappella -della Concezione dove tro- vati la iteìla. antica Tavola del Curradi » con un ovato fulla Menfa , che è una diyotiflìma Immagine di S. Giu- feppe , opera di Pier Dandini . Segue la Cappella dell' Ammannato , veggendoyifi alle pareti le cinque Pitture del Poccetti aìlufive al maiwio di S.. Bartolommeo, ed alla ta- vola del Bronzino notifi effere iteto ritratto 1* Ammannato in quelP Apoftolo appoggiato ad un battone in atto di T i guar*
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guardare la Dorina ] che ùa dietro alla Cananea ; ch€
è T effigie di Tua ^moglie Laura Battiferri . Neil* ultima Cappella manca 11 San Giro/amo del Ligozzi , dedica- ta efTendo inoggi agli Angioli : del Ligozzi però vi re- fianò i due quadri a frefco , che fono la Scala di Gia- cobbe, e la cacciata di Lucifero. Le Statue degli Apo- stoli nelle Nicchie alti più del naturale , che di prefente fi veggono lungo la Chiefa , fono di Gio. Cammillo Careni. IV. Re/taci da confederare ■ 1' Aitar maggiore , che
forma una Tribuna contenente pregiatiilìme Tavole ; 1* Altare è tutto di pietra ferena d' ordine Corintio dise- gnato , e lavorato da Carlo Marcellini , fuoi elTendo anche gli lrucchi ; dietro Tulle due Porte fono le £o« prallodare Tavole, vale a dire la; Natività di Criiìo di Santi di Tito , e la Veronica del Paffignano, fkeome dalla banda dell' Epiftola vederi Santf Eiena del Biz- zelli , e dal Vangelo il San Girolamo del Ligozzi . So- pra il grand' arco tre quadri Iranno appetì alla parete> quel di mezzo è de' cinque Santi canonizzati da Gre- gorio XV. nel 1621. pittura del Curradi , quello a manritta dipinto dal Botti rapprefenta Santo Stanislao nelle braccia di San Francefco Borgia , e 1' altro a ma- no manca è del Nafìni , che fece San Luigi in gloria., da Criito moftrato a S, Maria Maddalena de* Pazzi . Appiè di quefto Altare principale viene il Sepolcro di Benedetto Bi titoli ricco di marmi mirti con epitaffio, che noi già riportammo nel I. Tomo alla Lezione di San Salvatore a Pinti i Nella contigua Sagre/Ha avvi ab- bondanza di argenti, e di ricchi parati, ma il più pregevole è un Bambino Gesù opera di Michelagno- lo Buonarroti . V. Le Reliquie in Chiefa fono in/igni; confervando-
fene la maggior parte in due Ar'madj a i pilaftri della Tri- buna ,€ tra effe le principali fono Fucili» e Stinchi de* SS. MM. Maurizio, e Compagni, la Terra di S. AleiTandro M. donata dal Granduca Collimo III. nel 1715. adì 29. di Set- tembre al P. Rettore Scarlatti. Terre, e Offa de'SS. MM.- Trevirelì vecute di Parigi > e come dice T autentù h j ■- T ca >
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cafonate dal Padre; Provinciale di Francia Pietro Ma-
lori al P. Maeftro Giovanni Maiori fuo fratello 3 e Ret- tore in Firenze nel 1581. Altre Telte vi fono/, e Olia delle Compagne di S. Orfola mandate di Colonia con lette- ra di Suor Anna BadeflTa di S. Maffimiano nel 15S9. Eravi un Dente di Santa Maria Maddalena de* Pazzi » dono delle Monache di Santa Maria degli Angioli nei i6ig. ma fi è per noftra difgraziY^frnarrito . Sotto dell* Aitar maggiore ripofano i Corpi di S. Severo Martire 1 e Compagni martirizzati in Roma fottò Diocleziano nel 203. commemorandogli il Diario del Giamboni adì li- di Marzo ; sì preziofo teforo fu procurato dal P» Provinciale èi Roma Dazio StrivérioS e quefte venne- ro >af Firenze nel 1614. di Luglio } ricevute con folen- ne apparato dal P. Rettore Giulio Orfini "J^MMti due Corpi di Santi Martiri battezzati vi fono 3 cioè S. Bo- nifazio nella Congregazione de* Servitori , e nella Gap» pella domenica S. Giuftinor che donò la Marchefa Pe- nelope del Borro ne* 29. di Novembre del ié$iì ài Padre Rettore Angiolo Alamanni * 'VI. E quìj benché fuor di fuo luogo 5 debbo nota-
re un dubbio fopra la tavola della Natività di Crifto r che fi difle opera di Santi di Tito, quando ne* Libri de* conti fatti dal Pittore Lorenzo Sciorina al Marchefe-r Gabbriello Riccardi leggefi come appreflTo r} E per la.. „ tavola della Natività di Noftro Signore, che più mefj ,j fa fi è mefìfa in S. Giovannino alla voftra Cappella ,^ feudi centoventi > e quel che vuol Vossignoria,» |
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L E Z I O N E XII
DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNINO
B E*_ P A D E I G £ $ V I T I V.
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Er cavar fuori altre notizie pregevoli
non men di quelle $ che nelle ante, cedenti Lezioni abbiamo dato di San Giovannino, mi viene in acconcio la qualità , e quantità degli onori , co* quali il è refa illuitre quefta Chiefa , À. in parecchi tempi, «e però feguendo io r ordine cronologico, in prima dirò di San Luigi
Gonzaga, il quale nel 1577. con Ridolfo fuo fratello mi- flore, provyiito di nobiì Corte fotto il governo di Pier Francefco del TurcoNdb. Fiorent. fu lafciato dal Marchefc lue Padre in Firenze raccomandato al G. Duca Francefco. ^uigi adunque , per fempre più crefeere nella fatuità, cui tanto aspirava., dette per ifcuoia ja noftra Chiefa, dove intervenendo alle prediche ,<e frequentemente accolla ndofi alla Confefììone, provò fovente queJ deliqui di fpi rito , <#« leggonfi nelle varie fue Vite ;date alle ilampe, E fé il Beato Giovane riguardò maifempre Firenze co. me madre della fua divozione4 .convien dire , die ri pa« dri di San Giovannino ne follerò i fuoi Maeirri, trai quali il princj'pal direttore di sì grande Anima fu il Pa- dre Rettore Francefco delia Torre per lo fpazio di due anni } e mezzo , quanta fu la fua dimora in quella Città , veggendofi anche inoggi ridotta a devota .Cappella la itan- za, che egli abiicVsi-ella prima d<lle tre<Cafe, che metto- no al canto ,alla Catena vicino al Tiratoio,, -e piacerai di riportare Je parole dei -Baldinucci ,neì Decennale I. del- la Parte IL del Secolo IV. alia p>ag. 17. dove fchiarifee alcuni punti circa li arrivo, ed albergo in Firenze del |
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famo Fanciullo , e dice come fegue „ Occorfe che Don
„ Ferrante Gonzaga Principe dell* Imperio , e Marche- „ fé di Caftiglione in Lombardia , ftretto parente del „ Duca di Mantova , a cagione di fua mdifpofizione ,) fi portafle in Tofcana per i bagni di Lucca , coir- „ ducendo con feco Luigi fuo Primogenito , e Ridol- j> fo , che era il fecondò ; Avendo prefe quelP acque „ fé ne venne a Firenze , non pure per vietare il Gran- ,5 Duca Francefco , con cut tenea quella Cafa non or- „ dinaria amicizia , ma affine di lafciare T uno1,. e !•* ,) altro figliuolo raccomandati alla protezione di quel „ Grande , ficcome fece. Corre fino adì noftri quefta „ fama , che il Gran Duca a cagione di amore , e di » ftima orTeriife al Marchefe per quefti Figliuoli ftanza in 55 Palazzo > ma quegli , il cui fine era , che i Giova» „ netti j oltre alla pratica desmodi di quella Corte, ap- „ prendeiTero ancora i principj delle Arti , ebbe per ,5 meglio provvedergli di Cafa particolare. Non per- ,j meife però la magnificenza di quel Sovrano , che_» sj ciò fi faceiTe per altre mani, che di fé medefimo > ,j né con altro danaro, che del proprio Erario, e co- „ sì condufle a pigione dall* Arte della Lana la prima », delle tre Cafe , quella dico > che fa canronata dalla 5, parte del Tiratoio per incominciare il tempo nel pri- 5> mo giorno di Novembre del 1577. in cui Luigi il ss Primogenito nato il dì 9. di Marzo del 1568. era ssin età di anni 9. mefi fette , e giorni ventunoL E ss noi abbiamo riconofciuti da* pubblici libri della De- si -cima , e della ftefia Arte y che i due Figliuoli vera- sj mente incominciarono ad abitare in quella Cafa il » foprannominato giorno, e che terminò la locazione 5, dopo due anni , e mezzo , cioè finito il mefe d* A- 5j prile del 1580. dell'età di Luigi anni 12» un mefe, ss e giorni 21. ,, E alla Decima per arruoto 1577. num. 5, 168. leggefi come apprelTo: Caia dal Tiratoio fu ap-. 55 pigìonata al Granduca con accenderli il debito fot- sì tò nome de* Figliuoli dell* Illutrriflìmo Signor Ferran- wte Gonzaga Marchefe di Caftiglione di Lombardia, 5> con
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Jd con dichiarazione, che per ordirle dato dà S. A. pef
« mezzo del Majordomo vdevefi tutto pagare dallo Scrit- 5, toio della Difpenfa del Granduca „ ed il medefimo trovafi al libro dell'Arte /uddetta .legnato B in detto anno . E perchè sì bella memoria non mai fi perdefie, nel 1688. d* Aprile fu mefla al di fuori di quella Ca* fa una lapida in marmo con ifcrizione, che dice: BE ATI bìÀ LO YS II GONZA GAE
SOQ. IES. SIMVLACRVM ASPICE VIATOR ET LOCVM
\, >VBI STETERVNT PEDES EIVS ANIMO VENDER ABVNDVS IXOSCVLARE • HI-C NOVENNIS PVER TYROCINIA >
|,, ^POSVIT SANCTITATIS ET SI ILLVM REGIA AVI A ,1 ISJ r£T FIORENTINA NOSTRA CIVITAS MIRATA EST VIRGINI AB ANGELO SAXVTATAE ILLIBATVM VIR-," ,<.i ,t
„. GINITATIS FLOREM OFFERENTEM .. DOMVS HAEC
. .; Qy,AM TANTVS .«OSPES IMPIEVIT IPSVM EXIMIAE
. ^KELIGIONIS CVITV IN TAM TENERA AETATE FLO-
\ .,',<'BVISSE GIORIATVR . NEVE TAM AVG-VSTVM DOMVS
ET HVIVS VREIS PEREAT DECVS MONVMENTVM
,1 Qì\'hQG.POSITVM FVIT SER. COSMO M. £».tETRV* Jt .REGNANTJE ANNp SALVTI3 MpcLXX^VIIt.
:.;;*:j 'l'-'jsr ;V'T.;3 d\ ';{]'■) > fiditi '.'...' "'! . DÌt'O '»;' "•■' - "'■' i!
e fepra a quefta lapida in un ovato di pietra fi vede
il Ritratto del Beato Giovane fatto per mano di Gio. Batifta del Senatore Alamanno Arrighi. II. Or paffando da, un Angelico Giovane ad una..
Serafica Bambina , dir io debbo 5 che nel medefimo tempo, che San Luigi frequentava la noitra Chiefa » in efia pute per viepiù onorarla. , principiato ave a a ve- nire S. Maria Maddalena de' Pazzi 5 confegnatafi alla direzione .del Padre Andrea Roffi } rcpl quale ella fece dall'anno 15 73. fino idi'So. le fue xonfefiìoni , impa- rando dal medefimp Padre il tanto da lei. pregiato eihr^ cizio del, meditare... Onde per tal combinazione di tem- po polliamo a buona equità affermare } che i .due An- gioli più fiate fi faranno trovati infieme in San Gio- ;vaaflinp> diyenuto ;teatro fli Cjelo delle Jervojpfe Ox&*t aioni
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zioni di Luigi, e di Maria Maddalena 5 anni per vero dire
felici e gloriofì a quella Chiefa. Né qui finirono le grazie de'Santij imperciocché nel i5 82.a'i6.di Ortobre a Firenze ritornato S, Carlo Borromeo, che da Milano palTava a Ro- ma , e ricevuto dal Granduca Francefco con trattamen- ti grandiofi nel dì feguente in S. Giovannino celebrò la Merla, e comunicò il Popolo concorfovi in gran copia: e- trovo quello ricordo in un Diario Fiorentino prefib di rne } che dice come il Beato Cardinale , quanto lodò in tale occafione la pietà de* Fiorentini , altrettanto fi rammaricò dell' ecceffiva pompa delle Donne , che gli erano comparite dinanzi . Né da ometterà* è un* altra onorevole ctimortrazione del Cielo, avvenuta tra quelle facre mura, e fu, che qui predicando in lode della Concezione di Maria il Padre Carlo Regio dicitore fa- mofo, ebbe quel mirabile ertali il Servo di Dio Ipoli- to Galantini, raccontato dal Nigetti Scrittore di fua Vi- ta . E fé onor de' Templi fono le confacrazioai folen- nemcnte celebrate da* Pontefici , o da' Vefcovi , ancor quello vanta la Chiefa di San Giovannino , confacrata ne' 28. di Ottobre del 166^. da Stefano Brancacci Na- poletano Arcivefcovo di Andrianopoli, e Nunzio Apo- ilolico al Granduca Ferdinando II. e con fua foddisfa- zione egli fece quella funzione, attefo il desiderio, che aveva di lafciar memoria in Firenze , dove ne i tempi del Concìlio Fiorentino fotto Eugenio IV. era morto il Cardinale Niccolò Brancacci fuo Antenato, e fepol- to in Santa Maria Novella nel mezzo del pavimento • III, Ed effendo di ringoiar decoro delle Chiefe le vifite
divote de' gran perfonaggi, due ne rammenterò tra le moltiffime degne di fpezial memoria , e la prima io la trovo deferitta dal Verzoni di Prato ne' fuoi Diarj > dove all' anno 1661* fcrive come appreflb „ Adì 31. ,, di Luglio fella di S. Ignazio di Loiola , 1* Arciduca d* 5, Aurina ha fatto una beliifiìma fetta in San Giovan- ,, nino de'Preti del Gesù, vi erano otto Cori di mu- ;, fici, v' intervennero tutt* i Principi, e alla Grandu- ,, chefia nel venire, e nel partire diede il braccio 1' Af« , Tom. V. V » cU
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,j ciduca, il quale fece a detti Preti uria buòna Pfe-
5, tanza. in refettorio „ La feconda vifltà fu a'-noftri giorni } cioè nel 1740. quando i noltri Sovrani della Tofcana Vrancefco di Lorena , e Terefa d* Aufhia fé- liciflimi Conforti, visitarono la Chiefa con molta divo- zione; e improvvifa» ma flimatiffima, fu altra venuta del- la fuddetta Granducheifa , che volle in San Giovannino celebrare gli ufizi della Domenica delle Palme, interve- nuta effendo alla procefiìone di quella mattina giran-. do Ja piazza , benché pioverle , e percofle anche e (Tel. col Palmizio la porta maggiore della Chiefa . IV. E così compiuto il ragionamento della Chie-
fa , verghiamo ora al Collegio, che arrecar deve gì* ultimi lumi profìcui alla floria , avvegnaché ci fommi- niitri altre cognizioni di Benefattori, di Ven. Religio- ni flati indcfeffi Operarj a prò de" Fiorentini , e di «uovi accrefcimenti di fabbriche. Quindi facendomi da qucfti, ravviferemo l'antico Collegio difegnatò, ed edi- ficato dall'Ammannato con tale magnificenza, che eb- be egli a contraffare con la modeftia del Generale Clau- dio Acquaviva repugnante a certi fuperflui ornamenti, come fi può vedere dal feguente paragrafo di una Tua lettera fcrìtta di Roma 2*4. d'Agofto del 1590. e dice così „ 11 difegno della facciata dei Collegio verfo 3S San Lorenzo ci é piaciuto molto, e non lafcerò di „ dire a V. S. con confidenza) che quanto a me ( ri- „ mettendo il fatto al fuo giudizio ) giudicherei più 9, conforme alla decenza di noftra Religione, che fi j> toglie fiero i balauftri, e fi moderaffe affai quel Nome 5, di Gesù, che è troppo fontuofo „ E per vero di- re i detti balaufìri non furono fatti , e fu tolto via il Nome di Gesù, reflando il rimanente dell' edilizio in piedi anche inoggi > ed è quello, che principiando dalla Cappella di San Francefco Saverio; va fino al canto della piazza di San Lorenzo, e volta con bella architettura 3 occupando due terzi della detta Piazza, mediante gli acqui- ci di cafe fatti, e da noi fopraccennati. Intanto effen- dofi da* Padri comprato il rimanente delle cafe compa. pen-
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nenti rifolavfi andò col tempo fabbricando altri co-
modi, e finalmente fulla fine del fecolo paffato fi ri- durle il .Collegio a quel fegno, che di prefente fi ve- de, mercè le copiofe limofine de'Benefattori, tra'qua- li il primo luogo deveù al Granduca Collirio 111. leg- gendofi nell'Archivio al libro fegnato Fabbrica tre par- tite notabili mandate dall'Altezza Sua, e fono , adì 6. di Febbraio 16^2. dal Granduca Coiìmo feudi 800. dal medefimo feudi 300. adì 6. d'Aprile , e la terza dello ilello anno valuta di ferro donato dal Granduca fc. 300. V. I principali vafi di quella nuova Fabbrica», fono una luminpfa » e grande Libreria, con fotta il Refettorio della medefima ampiezza , che ha nelle te- liate due tavole , dove il Crifto, che nei deferto è fer- vito dagli Àngioli, fece Fabbrizio Bofchi, ed il Cena- colo è di Francefco Bofchi. Tutto il Collegio forma quafi un quadrato comodiflìmo per le moltiplici fcale ; le fcuole fono a terreno fufficienti a buon numero di Scolari, avendo l'ufcita ne* Corridori molto nobili, ed ariofi. Avvi un avanzo di torre creduta de'RondineU li, la cui grolfezza itupenda regge tre volte, una fa- pia l'altra, ed una loggia, che dominando la Città»; e la Campagna porge a' Religiofi un deliziafo palleg- gio . Oltre alle Congregazioni degli Scolari , altre tre fé ne contano affai profittevoli allo fpirito di diverfe claffi di perfone , come de'Gentiluomini nel Giovedì, e nel Sabato, de* fervitori in un fotterraneo , ridotto ad una nobile catacomba ornata di pitture, e di ilucchia fpefe dei Signor Francefco di Averardo di Diego Ambrogi. E ritornando a' Corridori, vi fono da notarli varie di- pinture } come fulla porta del Collegio la Vergine con appiè molti giovanetti, nei quali Pier Dandini ritraile tutt' i fuoi figli , ficcome di lui quafi tutti fono gli o* vati della Scala, i foprapporti per : il Collegio %, e le tavole nelle Congregazioni degli Scolari , Nella Cap- pella domeilica ricca di ftucchi dorati varie iitorieL» veggonfi dipinte a frefeo dal Bamberini • La più anti- ca Congregazione però. è. quella de'Mercatanti ,. det- |
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ta dei Lanternini, perchè prima del'far del giorno fo-
gliono* ivi radunarfi in tutte le Fette , e nel novero ài quefti Congregati trovai] al i68ó. il Ven. P. An- tonio Baldinucci Mi/Tonario della Compagnia di Gesù. VI. Ed a noi non pare di poter tacere , né paf- far con fileniio il nome di alquanti Gefuiti , la cui memoria è immortale in Firenze , dove fi fecero ce- lebri chi ne* Pulpiti ? chi nelle Scuole',■ e chi negli Spedali in fervizio non pure degl* Infermi, ma fino degli appettati. Già dei Lainez fi è favellato nella fe- conda, e nelià-terza Lezione, debbo però qui arrogere al già detto, come eftendo Generale in Roma nel 1561. applicò con fua patente de' 25. di Gennaio al Collegio di.Firenze l'eredità ddle terre, e vigne a San Don- nino a Brozzi lafciate ad arbitrio di lui da Suor Mar- gherita Bini con licenza del Pontefice Pio IV. 11 P. Lodovico Coudret fu il primo Rettore mandato a Fi- renze da S. Ignazio» I Padri Andrea Rotti, Pietro Bian- ca , e Virgilio Cepari, furono fucceflìvamente Confef- fori , e Direttori di Santa Maria Maddalena de" Paz- zi , detta al Battesimo Caterina . Come Santo a ca- gione della fua umiltà , ed eloquenza nel predicare-, era riguardato, e venerato da' Fiorentini il P. Paolo Na- varola Rettore nel 15%. Concetto pure di Santo a'c- quiftofft in Firenze il Padre Giulio Orimi, la cui mor- te feguì nel 1^20. non fenza fegni fìraordinarj del Cie- lo,, come appare dall'elogio , che leggefi nella parte VJ. delle ittorie della Compagnia di Gesù latinamente ferina dall' erudito P. Giulio Cordara Gefuita fogget- to acclamatittìmo in Roma: fcrive egli adunque alla pagina 327. come appretto. Altero foft Stephonium die elatut efi Florentiae P. Julius Urfinus Vir hic etiam nà- ta peculiari dignns, (§? apud nos immortaliter memorati* ius , Jtomae ortus erat ex Vrfinorum fumilia , quam qui nominat, fatis laudar, parentibus tunc Petiliani vomita* tum in He tr uri a obtinentibus , Anno* natus wiginti duo (um ad amplijjimam in Aula Romana fortunata eonniti non immetto pojftt ? abrufte repente honorum curfu, ac |
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dowtts paternae commodi s abdìcdtìs, fecefftV "hi noftram So--
ciètatem , ut intìocentiam , quarti ad iilud ufque tem^usin^* tamiuatam fercvaiverat 7 procul pericùlis cujìodirte facilitisi pojfet . Ita deinde njixit ufque ad dnnum , quo morfmis' eft 5 detatis fuae fecundum fu fra quadragejìmum , utpie-' dorè, modsftiaque wagis unus aliquis e falernis fpir iti- bus ') ^#^#2 homo ex hac terreftri muffa conCretus\tvide- re tur . Beatifftmam Dei Matrem colebat , dmabatfué in-, parentis loco .■ Yiciffm haec UH mfendam fé praebuiiali- quando 5 atque ita locnta eft , Seito , luli, pudicitiam_j mini tuam curae elle , id ipfe de fé narrabat ar- bitro con]"denti'ae fune \ ex quo licei exiftimare , quam-, purus ab orniti labe effet is , cuius caftimoniam Virgo Beatifjìma in fuam curam receperat . Eiufdem rei docu- mentum illnftre de Coelo datum eU in ipfius morte . Mam cum prò eius valetudine wir notae pietatis fupplicaret fiorentine , rogaretque enixe D'etite , ne tam utili capite primari cinjitatem pateretur , oranti di<vinitus monftratum eH candidiffimae formae lilium, quod ignota excifum manti- tran sferrebatur in Coelum . Simili bus oftentis de ci aratami ferunt ipfius iam mortui , & in Coelum recepii gloriam. Del Padre Marcellino Albergotti morto nei fervizio degl' infetti di contagio , ne parlano il Rondinella , e Y Autore della Vita di Eleonora Montalvo , dove fi favella pure della fantità del Padre Cofimo de* Pazzi,: e del Padre Luigi Antinori Teologo del Granducal An- che il Padre Gio. Domenico Ottonello da Panano ha; lafciato gran concetto del fuo zelo verfo l'anime per 40. e più anni in Firenze , ed è ì* Autore d* alcuni divoti Libri fopra le pericolofe converfazioni <• VII* E fra" molti Maeflri celebri , che ìnfegnarono
in quefte Scuole , uno debbo rammentare con venerazio- ne , e fu il Ven. Cardinale Roberto Bellarmino di Mon- tepulciano, quelli, che per la bontà di vita , e de'fan* tiflìmi coftumi, e per le tante opere utiliffime, che.*; fcrifle a benefizio della Santa Sede , de* Popoli , e di tutti i Criftiani, fu fatto Cardinale da Papa Clemente YUL Egli adunque uno de7 Maeftri affittenti alle Scuo- le |
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15:8;
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le del Collegio Hi San Giovannino infegnò le Ietterei
umane , e per l'affezione iìno d' allora dimoftrata dà eiTo yerfo il Collegio, e Ja Città, concepì quel con- cetto dì, gran vantaggio a* Fiorentini, che tra poco di- remo. Trattanto noterò qui le parole, colle quali uru Diario della, Magìiabechiana fegna la morte di lui, e fonò, le feguentj js Adì 17, di Settembre 1621. In Ve- ,j nerdì pafsò da quella alla vita beata il Cardinal Ro- ,j bertò Bellarmino di gloriofa memoria* Nacque in ,> Monte Pulciano, Città della Tofcana , fu Nipote di ,, Papa Marcello II. e fii allumo degnamente al Car- „ dinalato da Clemente Vili. Morì in Roma di anni 5, ottanta in circa, meifo nella Sepoltura de'Padri dei- 5, ja Chiefa del Gesù di Roma, dalla qual fepoltura fu „ trasferito dopo un anno, e meffo in quella, che fu 5, di ,S. Ignazio nel dì 14. Settembre del 1622. ,, An- che in queito fecolo fioriti fono parecchi foggetti fti- matiffimi preiTo i Fiorentini, ma per efTer aliai frefca ]a lor memoria, Aimo fuperflua cofa il rammentargli . t;.■;, ¥111. E palfando al tèrzo punto de* Benefattori , potrei dire , che fono fenza numero,; pure per favella- re iT alcuni , rammenterò la Famiglia de* Gori Ciam- peil-i , che a S. Ignazio rinunziò il Padronato delku Ghiefa da elfi fondata con alcune Terre ; Bartolommeo Ammannati , e la fua moglie Laura foprallodati dopo a- verci fabbricato Ghie fa , e Collegio ci fecero eredi di tutto il fuò . Suor Margherita Bini , i cui terreni fu- rono i primi, che poiTederlero i Padri di San Giovan- nino;, L' eredità de'Falconetti divifa per metà al No- viziato di Roma j ed al Collegio di Firenze fu di grande aiuto per la fabbrica in tempo dell' Amman- nato, pof eia che quattro cafe della detta ereditali per- mutarono colle cafe , e botteghe fulla piazza di San Lorenzo ... Siccome il Podere di Quaracchi di ftaiora 45* de' medefimi Falconetti , fu conceduto a* Canonici diti San Lorenzo in permuta di tre cafe, che. erano di detto Capitolo , Il teltamento di ContelTa degli A- iandri rogato da Bin, Giuliano Cantini nei 15Si. ap-
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apportò grande aiuto alle fabbriche noftre di que'-tem-
pi , eiTendofi ad effe, applicate con licenza del Pontefice ,ì che morì nella Città di Venezia » le gioie , gli;argenti, e Toro di queìta Dama ve tra tutti i Benefattori» cui dobbiamo grado di molti lafciti, fingolarmente due me- ritarono il titolo d* intigni , cioè il Senator Lutozzo Nari, il quale rimafo vedovo» fi fece Sacerdote » ed ammeiTo neìla Compagnia di Gesù » mentrechè (i di- fponeva per andare al Noviziato di Roma » fi morì ,i lafciando al Collegio limila feudi, è volle effer fep- pellito nella Sepoltura di San Francefco Saverio tra* noftri defunti ; il fecondo fu Benedetto di Tommafo Biffali, che fondato avendo il Collegio di Pinti, no- minò erede uhiverfale il Collegio di San Giovannino, e vedali quei molto, che di sì ragguardevole Famiglia» abbiamo ìcritto nel primo Tomo di quefta Stona . IX. E fé Iddio accetta, è premia la buona volon-
tà, quando dalle circostanze viene refa impoffìbilé 1' o- pera pia ; non debbo tralafciar di ricordare , né di commendare due Benefattori, ne*quali fi fufeitò un no- bile , ed utile concetto di promovere per mezzo de' Pa- dri della Compagnia un Seminario di Nobili in Firenze, fotto la direzione noftra, e principiato, come fcrifTe A- goftino Coltellini, prima della pefte del i5go. dopo la quale, nati per la gran mortalità inoperabili impedimen- ti , sì bella istituzione illanguidì .11 Benefattore adunque di si fanta opera, voleva efiere Mefifer Antonio- de*Medici, figlio di Vitale , avendo desinato una gran porzione di fuo ricco patrimonio al foltentamento disdetto 5e*;> minario ,da iftituirfi colle medefime iftruzionì, ed ordini, co'quali fi governa da* Gefuiti il Seminario Romano, ed inoltre avrebbe egli voluto raccomandare a'Padri lo ftudio delle Matematiche feienze » giudicate da, lui la più importante lezione a'giovani : è trovo tra IVISb del Migliore , che una tale opinione era fiata pri- ma promofìa dal Cardinal Roberto* Bellarmino »il=: quale, come fi difle, affezionariflirno a*Fiorentini , fil- mò fempre eflere quello ftudio un mezzo il più uti- |
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Je , dnde mantenere là letteratura in Firenze ; Citta
fempxemai ftata,fertile , ed abbondante d' ingegni per loro natura* fottili , e fublimi. Comunque però andarle la bifogna 3 re#a ancor oggi preifa i Padri gratiffima-. memoria di quello fuo buono , e virtuofo affetto . E convien dire, che un tal concetto di sì laudevole ope- ra vivelfe tuttavia dopo la morte d' Antonio de' Me- dici , imperciocché confervafi nel noftro Archivio il te- itamento di Francesco di Matteo Rondineìli , il quale in mancanza di fua linea mafchile , chiamò a tutta la £uk eredità il Collegio di Sari Giovannino per un ter- zo , e per gli altri due terzi ne difpofe in favore del Seminario de* Nobili } che fi dovea erigere in Firenze fotta il governo de* Gefuiti , e la rogò Ser Gio. An- tonio Vignali nel 1654, X, Vengono per ultima cofa le Bolle, e grazie.,
fpirituaìi > e temporali de* Sommi Pontefici . Pio V. unì al Collegio T Oratorio di S. Bartolommeo in quel di Prato nel 1567. Di Gregorio XIII. è l'Indulgenza Ple- naria per il Nome di Gesù , e di Paolo V. è altra fi- niile Indulgenza nella Feita di San Giovanni Evange- lifta >: e Gregorio XV. cui devefi la Canonizazione de' due Santi Ignazio 5 e Francefco Saverio, alle loro fefte unì pure 1' Indulgenza . Urbano Vili, approvò la fe- lla della Santa Converfazione , e volle concedervi iru perpetuo la plenaria reminone delle colpe , delle qua- li feconda Porgente fono le mondane converfazioni . Singolari/lìmi fono i privilegi da. Clemente XII. conce- duti alla Tsornata •> o fìa alla Congregazione di S. Ma- lia Maddalena .penitente 3 e ragguardevoliiììma di Cle- mente XI. è; la Bolla, per la quale unì al Collegio la_. Pieve di San Crefci in Valcava » ad iftanza del Gran- Duca Cofsmo III. cui aifai premeva la confervazione_» di quel Santuario bagnato del fangue del predetto Mar- tire > e de' fuoi (Compagni Enzio , e Onnione > fopra i quali evvi (tata una volta gran centroverfia. XI. Delle Ifcrizioni fparfe. per la Chiefa , pareo,
shi ne abbiamo ,nel decorfo ddk Lezioni riportate ; re- j '■ c'ji fìe- |
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idi
perebbero a riferirti quelle <M jffatftT de'Nobili » e dell?
innocente "giovane ÀlefTandro Berti} e del Marchefe Arnal- di , e qui tutte tre k p$nghiamp * che fono ; |
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T ", /
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I. Appiè dell* Altare dejla Coflsesione .
p. P- M»
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m. ausonio Camillo
ALEXANDRI E NOBILIBVS fi
PATRIClO ET SENATORI ILOREN?*
MAG, ETK.VR. DVCIS
VECTIGALIVM PRAEFECTO
PROBITATE AC PIETATE CONSPICVO
VITA FVNCTO VI. KAL, MAIAS A. S,
M.D.CCXXXvI.
AETATIS SVAE LXXXI.
PROPE ANGELAM CATHERINAM
DEL ROSSO
CARISSIMAM CONIVGEM SVAM SEPVLTO
FRANCI3CVS HYACINTVS RAYNERIVS
PEL ROSSO PATRIO. PISANVS HERES
AFFINI B. M. P.
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. ì.
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IL Alla parete delira della Tribuna.
A. M. D.-G.
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ALEXANDRO BERTIO
MATRE MEDICEA ÀDOLESCENTVLO DEIPARAE TERCARO TENELLVLO
VIRGINITATIS FLOSCVLO NVNQVAM
LANGVENTI COELITIBV5 AMABILISSIMO
MODESTIA VITAE MQRVMQVR
INTEGRITATE HOMINIBVS ADMIRABILISSIMO
PIETATE AC RELIGIONE Iti DEVM AETATEM
SVPERANTI SOCIETAS IESV
SVO PROPE FILIO BENEMERENTI POSVIT
VITA TVNCTVS EST AN. D. CD. 13. CVIU.
DIE XXII. APR. IN OCCASV SOLIS
AETATIS SVAE ANNO XV, NONDVM ESPLETO,
Tom, V. X Al-
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lót
lU. Alla Cappelli Mie* Marchefi Arnaldi lotto là Mehfa J'
* QUO* klVO MCOLAO MAGNO : i ':
Q.VOD ARNALDAE FAMILIAE NVMQJAM DEFVERIT
* ' * VT SEMPER ADSIT ': '■■•<- -r:',.'ll --1
IOANNES DOMINICVS ARNALDVS EQVES S. STEPHANI
ARAM HANC EXCITABAT ANNO DOMINI < MDCCXXXIIL v XI. E terminata già la Storia della Chiefa di San
Giovannino , ragion vuole , che diafi un* occhiata al vicino Palazzo fabbricato da Cofimo de* Medici P.P. circa all'anno 14*0. col difegno dì Michélozzo Miche- lozzi, e dal Granduca Ferdinando II. nel 1659. vendu- to al Marchefe Gabbriello Riccardi. Sì nobile edifizio forma un quadro con "due facciate principali compo- fìe di pietra fohe , veggendovifi tre ordini di Archi- tettura Ruftico , Dorico 3 e Corintio con gneitre negli altri appartamenti fatte a porzione di circolo con co- lonnette nel mezzo d'ordine comporto \ in e^ line- are, ed altrove fanno bella veduta le armi de* Medici di fette palle, ed in una, che viene nel mezzo, vi fo- no aggiunti i Gigli di Francia . ,Dà\baiTo Michel A- gnolo Buonarroti divisò tre finefìre di bellezza eccepi- va, credendoti dal Migliore, che fieno le prime fineftre inginocchiate , che fi vedeffero in Firenze: E' flato que- llo Palazzo internamente molto rinnovato dalla fua. prima bruttura , ed all'ufo moderno ridotto; e quanto al prefente fia magnifico, come il Cortile adorno ài mar- mi, come gli appartamenti corredati di maraviglie , o lì voglia di ftarué , o di pitture ne parlano tutti gli Scrit- tori delle tre belle arti : Ma io fenza dir nulla del mio, che farebbe piuttofto un offendere, che un loda- re sì rari tefori, riporterò qui gli Elogi, che ne fece_^ Anton Maria Salvini , e che kggonfi fcolpiti in lapide alle pareti, del Cortile, e fono ì feguenti ; |
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AKD^S CERN.IS FAMA CELEBERRIMAS PVLCHERRIMASQyE ATQVE
MAGNIFICAS A COSMO MEDICE PATRE PÀTRI AE' MtCHELOCTtO ARCHITECTO ERECTÀS A. S. PLVS MTNVS MCCCGX.XX. TN QVIBVS MAGNV3 1LLE SENEX SVCCESSORESQ^ SVI IN R. P. FLORENTINA PRINCIPES .ET ALEXANDER DVX R. P. FLOR-PETR^S MEDICES COSMI I.TERTTVS FILIVS HAB1TARVNT . HIC À SENATV FLOREN- TINO COSMVS MEDICES DVXFLORENTIAE PLENÌS XJBERISQVE SVFFRAGIIS CREATVS AD QVTNqVE ANNOS SEDEM SVAM AC REGIAM HABVIT.CAPTIVOS MONTIS MVRLI VICTORIAE TESTES VIDIT . WpTIÀS CELEBRAVIT . REGlAM STIRPEM FÈI.ICITER HODIE REGNANTEM FVNDAVIT . VARHS TEMPORIBUS . ROMANI PONTIFICES . ROMANI IMPERATORES. REGES. REGINAE. ALlIQi PRINCIPES. INNVMERI PROCERES-HOSPiTiO EXCEPTI . LEO X. PONT. M. IN ITV BONDNIAM ìlEDITVSQi CAROLVS V. IMPERAT. CVI ORATORES TVNETANI REGIS HIC SOLENNE TRIBVTVM SOL- VER VNT . CAROLVS VIII.GALLTARVM REX. CARLOTA CYPRI REGI- NA THOMAE REGIS FILIA . FRIDERlgVS PRINCEPS,, SALERNI . FERRANDO REGIS NEAPOLITANI FILIVS . ET MARIA HIPOLY- TA DVX CALABRIAE.GALEATIVS MARIA SFORT1A MEDIOLANE DVX. HIC LITTERAE LATINAE GRECAEQiRESTAVRATAE. MVLTAE ARTESEXCVLTAE . PLATONICA PHILOSOPHIA RESTITVTA . ACA* DEMIA FLORENTINA A COSMO h VERNACVLAE ETRVSCÀE LIN,- GVAE CVLTVI SACRATA . SEMPER HI PARIETES COLVMNAEQyE ERVDITIS VÒCIBVS RFSONVERVNT. AEDES HASCE i TANTAE'GLO- RIAE VIX CAPACES , GABRIEL CHIANNI ET RIVALTI MARCHIO. SENATORIS FRANCISCT RICCARDI FIL. A FERDINANDO II. M. D. 1..A. MDCLIX.. COMPARATAS ,. IN POSTICA PARTE AVXIT . FRANCISCVS MARCHIO COSMI MARCHIONIS F. GABRIEUS SV- PRADICTI EX FRATRE N. ET HERES . VETVSTAM AEDIVM MA- GNIFICENTIAM AEMVLATVS . ILLAS SACELLO SACRJS RELlQyxjjS REFERTO. B1BLIOTHECA. MVSEO . SIGNl'S . SCALPTIS CAELÀTIS- QVE GEMMIS . VETERIBVS NVMMIS . ANAGLYPHIS . PICTVRlS INSTRVCTAS . INTVS FORISQ^ DVPLO AMPLlAVIT . VETEREM PARTEM IN MELIOREM FORMAM REDEQIT . ORNAVIT . 0&NA.T. » A. MDCCXV. . /
; H SPES , , •.";;'!
MEDICEAS OIJM AEDES . IN QVIBVS NON SOLVM TOT PRIN-
CIPES VIRI . SED ET SAPIENTIA IPSA HABITAVIT .AEDES OMN1S EKVDITIONIS . QVAE HIC REVIXIT . NVTRICES . NVNC ETIAM AD ERVDITVM LVXVM ANTIQV1TAT1S ET ELEGAN- TURVM THESAVRVM • GRATVS VENERARE. ' |
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CÒLLECTA A RICCARDO IOANNIS F. RICCARDI
OMNIVM ELEGANTIARVM ARBITRO
A. ì. MDC.
VETERVM MONVMENTORVM SVPPELLEX
AB VRBANIS VALLIS PROFVNDAE HORTIS
AD FOVENDA
HAEC VENERANDAE ANtlQVITATlS STVDLA
HVC OPPORTVNE TRANSLATA,.
.".'.''•*■ ;;•"'"■'..y : ltu ' ■■' . ;
COSMO IIL •
MACJ, ETR» DVCE AVCTORE ET AVSPICS
FRANCISCVS MARCH. RICCARDIV&
CONSILIO ET INSTINCTV SVO
PRETIOSAS ANTIQVITATIS ERVD1TAE RELIQVIAS
HOC IN ATRIO ET ALIIS AEDIVM HARVM LOCIS DlSPOSVIf
lh*M CIVIVM TVM EXTERORVM COMMODO ET VTILITATI
A, S. MDCCXVIII» AETATÌS SVAE XXIXC*
XII. E notevoli fono le parole dell* erudito Sig.
Dottor Abate Giovanni Lami Scrittore della Vita ài Riccardo Remolo Riccardi , colle quali cdnehiude sì elegante fuo libro , e fono : in quihus ( Ae-dihm< ) BU blìothecinm ìiftàm » & Mttfeum auro , marmovibus s $L%Jhi- **r#; tmlat"uìHss ■} fi flutti Luca& ìordani exquijitiljìinis } af* fair e & magnif ce mari atti ? luxu incredibili ( Franafcu.s) dedicaci?.. Altra notizia gloriola *i que/ro Palazzo trovali notata dal chiariflìmo Sig. Stefano Maria Fabbrucci all' Opufcolo undecirno della Storia commendatifTima delio Studio Pifano \ dove eflfo parlando ài quella famofa Uni- verijtà maifempre fioritiffirna di dotti Maefrri , dice, che in occafionè di Vfìere ftata trasferita a Firenze nel 1497. in quefto Palazzo per le lauree Dottorali raunavanfi i Dotto- ri iu Sacrario Mufarum } mdelicet in Medicea Domo 5 in %ha noftris temporibus Ri eh ardii Marcbioncs inhahitant. i \ XI. E |
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XI. E poiché il principale punto di quefte no£re
Notizie Sacre fono le Reliquie) daremo qui per ulti- mo un Indice ftraordinariamente copiofa de'Corpi San- ti, e di altre Reliquie, che nella Cappella di queiti Si- gnori Marcheiì Riccardi fi confervano in ricche 9 e no» bili Urne ,. e fono le feguenti ; Corpo di Santa Coftanza Martire, con vafp del Sangue'i
Corpo di altra S* Goftanza Martire, con quegli di due
fuoi piccoli Pigli Mattili*"> Corpo di SI CrefcenziaTia Mart»
Corpo di S. Vincenzio Mart* con vafo del Sangue.
Corpo di S. Cofimo Mart» con vafo dei Sangue. ,
Corpo 4i S. Clemente Mari* con vafo del Sangue*
Corpo ài S. Bittrke Mart. con vafo del Sangue ^ .< ;
Corpo di S. Luccio Florenzio Man..
Corpo di S* Veneta Mart*
Corpo di S. Innocenzio Mart, con vafo del Sangue •'.
Corpo di S. Criftina Mart. con vafo del Sangue.
Corpo di S. Gennaro fanciullo Mart* con vaio del San-
gue 5 e ìfcrizione in marmo : 1ANVARJG BENEMERENTI QVI VIX1T AHNOS li.
IT MENSES Vili. DIES Vili* Telia di Santa Felicita Mart* coir ìfcrizione*
VERVM CA2VT CRRIST1 MARTYRIS- SANCTAE FELICITATI^
Tefta, ed altre Offa di S. Seconda Mart*
Tefta di S. Benedetto Mart*
Tefta di S. Parténio Mart,
Cranio di S. Pellegrino Mart*
Cranio di S. Terenzio Mart.
Cranio di S. Dorotea Mart.
Parte de* Corpi de* SS* Terenzio * e Compagni fànciul?
li Mart*
Parte de*Corpi de* SS* Nunzio, e compagni Martiri» Parte del Corpo di S. Orfola verg. e Mart* Parte -de' Corjpi de' SS. Pelagio , e altri Compagni Mart* 3sac«.
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Braccio > e Stinco di S. Innòcerazia' Mart. r
Stinco di S. Giuliano Marc. : ì i
Stinco di S. Bafilio Mart. e i ^i :: ;-i!ir:l ;: i «
Stinco di S. Giufta Mart. * •
Dito di S. Francesca Romana.
Si tralafcia di annoverare le rare Reliquie di Crifto, e
di Maria Vergine,, e de'Sarvtf più; priricipa<li della Ghiz* in -Cattolica * che rendono viepiù Venerabile., e mara- vigliofa la fopraddetta Cappella,: la quale gode in per- petuo dell* Indulgenza Plenaria per tutti i Fedeli dell* uno, £ dell* altro fefTo nella feconda Domenica di Maggio , in cui iì folennizza la Feria delle SS* Reli- quie^ cól privilegio di potervifi celebrare la Mefla can» fata, e .qualunque altro numero di Mefle piane. |
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L E Z I O N E XIII.
CHIESE DALLA PORTA A SAN GALLOt:
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HI per la Via di San Gallo camminai
incontrando ad ogni patto e Chiefe» e Monafterj , attonito , credo io ,. che dirà effere quefta una Via facra.■■, che per altro io Faddimanderei Via di con- fufione per chi ne ha da discorrere, e da'farne un' Moria. Imperciocché trovanfi quivi Chiefe , e Conventi, i quali non una,;* ma più fiate hanno mutato titolo ; e quello , che ezian* dio è più ftrano , fono le molte > e fpe(Te unioni di Mo- nafterj fatte da' Sommi Pontefici , e da' Vefcovi Fioren- tini } eiTendovi qualche Convento ? cui fono flati incor- porati fino a dodici altri in diverfi tempi delia Repub- blica. Quindi è che Leopoldo del Migliore nella fua Fi- renze Uluftrara, avendo trattato del Quartiere di S* Gio- vanni , neir accoftarfi alle Chrefe di Via di San Gallo, Spaventato fermò il corfo della fua Kioria - né io mi ftimerei da tanto di tentare una cofa sì. difficile , fe_» quel Dio , che m* ifpirò d'entrare in uri mare così vaftoy non mi d'effe il fua aiuto per una volta felice- mente entrar in Pòrto .'•'•;« >'^\^ «m-v*v.^ ■ ,\ t,&m • & '#Iv-E principiando dalla Porta della 'Città > che da il* ironie- a rutta- la Via , diremo, che quefta; fu mu- rata neir anno 1284. in oc e afro ne del terzo Cerchio delle mura della Città .E fecondo il coftume dei Fio- rentini'fu appellata Porta a San Gallo, per lo Spedale •di- San Gallo molto accofto alle Mura da quella par"-? te . Né difdice qui y che di * quefto Spedale- una vòlta fàmofiffimo }: e pofeia diftrutto y ne « diamo breve ì con- tezza cavata dall'Archivio degl* Innocenti >, ai quali furono unite le fue entrate 3 Ai numero adunque 2. havvi
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havvi carta del Fondatore Guidalotto di VoÌto dell'Or*
coj nella quale egli io dona alla Sedè Apoftolica , t per lei lo riceve Ugo Cardinale Legato in Tofcana , £ Vefcovo d* O/Ha , e Veljetri} ed è la Tegnente : 1218. 3, Non. ÙBobris . Confiat yer me quidem GuidalottumL, fil, Vultu Orchi prò anime mee , & farentum meorum re* wedio , donaffe Domino Vgoni Hoflienfi, & Veletrano Epi- fcopo Cardinali Domini Pape Eegato > recipienti nomine S* M.* E* Vicarii > eiufque fuccejforibus in perpetuum ex Ìn- tegro mdelicet Domum , & Ho [pitale , & locum , & fan* dum itum omnibus fuis pertinentiis hedificatum;, & bedi* ficandum ad alimoniam , & fubftentationem Pauperum 5 <&* Péregrinorum Majculorum , é? E eminar um , & ad eorum re* teptionem , pofitnm itixta Ecclefiam S* Marie de S* Gal* ley confine scuins funt: ai* éf 2. Via 5 tf 3. Ahbatie fiorentine, a 4* eidem, Ahbatie cum omnibus &c. ABurm w0 -Baiati° Domini Episcopi : Ioannes Ballionus fil, Uguc* eiùnis Ballionis Teftìs . Ego Motttaltus index rog. Domi* n'a Bemardefca Uxor Domini Guidalotti firmavit ; Do* minns Ugolinns Cardinalis intraijit in corporalem pojfef* fionem An. .2. Ponti/. Domini Domini Honorii Pape IH, Del fuddetto Cardinale lì conferva ivi pure al num. 20. un Breve icritto al Priore, e Frati di San Gallo, che dice come appretto : Hugo Elo'Bienfis , teb* Veletr» Epifcopus Cardinalis Apoftoiice Sedis Legatus Diletti* in Chrìflo filiis E rat ri Iffaac Priori , & E rat ri bui Ho* fpitalis Sanele Marie de £. Gallo: Fior, falutem in Do* mino ,, IuBis petentium de fide riis dignum e fi y nos facile** fjfeèew mnfenfum ,*> t&: ^votà non a rat ioni s tramiti di* fiórdantia ejfeBu profequente compiere * Quaprppter Di* ìeBi in Domino Eilii Prioris *ves7ri iufiis poBulatìonibus grato foncttrrentes ajfenfu , Hofpitafetn <veftrum cum omni* èus pertmentits fati 70x% pia .liberali tate dileBi filli Gui* Buiatti1 i>. ifàt Uvcori* ipfiùs in ittp ,, é? proprietatem Ape* polite ìMem'i\ ds wol} untate , \jjp jtjfenfu .Ven. Eratris no* ftri lonnmà Episcopi EJor. {}Qm; da yeljetri ):recepimus, éefrp'vktg fiki \ tantHMmpdo ima libra Cere infefio B. Johann*s Baptifip .J&guiii anmJ\ per/ol%end.a\ Ita quod r nec |
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fttc eì, ite e fuccejforibas futi < liceàt Ucttm ipfum } cb*
JZccleJtam} */##/<? Domino , ibidem ad honorem glortofif* Jime Kirg* confirueadam intèrdicere, «z/f / Fratret ibi con» flitutos' extomunicare , mei in eos aliquam iurifdiBw- nem habere , fed SanBe Sedi' Apoftolice tantum Ho* [pitale cum Fcclejìa fupradiBa fubiaceat . Perforar igi* tur mefiras 5 & poffeffiones ditti Hofpitalis , qr/as iufte , & paci fise pojjidetis y & quas in futurum conceffione fon- tifi cum ) largìtione Regumn obiatione Chrifii fideliym , feu alii? :quibufquam pojfitis adipi fa' yfab 1$, Tetri ■>& Se» dis Apoflolice proteBione fufeipimus, &' prefentii'fcripti pa* tracini0 commuttimus » Statuente $ ut nulli omnino ho* minum Ikeat prediclum Hofpitale , &* Fratres eius pre» fentes feilieet & futuros perturbare > aut poffefpones eo- rum aufferre 5 mei quibuslibet faticationibui? moleJlare . O- mnibus autem qui pias elemofinas Hofpitali duxerint erogando.* XL. dies de iniunBis Jtbi penitentiis relax a- mus i. Datum Bononie V. Id. OBobris An., 2. Fontif Do* mini Konorii Tape flL Chi foriero quelli Frati indi- cati nel Breve , e che io trovo nominati in un Di- ploma, di Ardingo Vefeovo Fiorentino del 1244. ed an- cora in una lite tra eiìì 5 ed il Fondatore Guidalotto nel 1250. Io;*per verità fono irato in dubbio, fin, a tanto j che mi è venuto tra le .mani il Bre^e di Papa Bene- detto XiJ. diretto al Priore,, e Frati, di San Gallo dell' Ordine di Salir' Agoitino , dato in Avignone , che comincia: DileBi,s Fìlli sPriori & Fratribus Hofpi» tali? Pauperum-S' Marie ad S* Qalìum prope Fior* Ord. S. Augufiini fatatemi Onde fembra } che non pof- fa dubitarti, che la Cura dello Spedale foffe prelibi Padri Agoftiniani } i qualM Tempre fiorito; avendo itri fanti efempli di pietà, e maflìmamente di carità , fe- cero sì} che il luogo foife preilo i Fiorentini un San- tuario , io che chiaro fi difeerne in un Breve di Bo- nifazio IX. nel quale fi commenda la^ venerazione de' Fiorentini a quello Spedale , con, le parole che feguo* fio : Cupientes ut Hofpitalis Pauperum S* Marie ad S» Callum prope Fior, ad 4#°d caufa demotionis maxima^ Tom. V. Y ho» |
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hominum confluii -muttitudo , è* quod Dile&i Fili*
Vexilifer Infime , & Friores Artium Civitatis- Fior, qui funt prò tempre ì:qualibet prima Bominica Cuiuflibet Men- fs mfitare confue<verUnt . €/> erge *vijitantium honoribut frequentetur , & ut Ridete* ipfi caufa dewtionis liben* tìus confiuant-, omnibus <vere pnìtentihus qui eumdem lo* tum in dièbus Annuntiat/onis , Furificationis , Ajfumpio* nis , è* Natiwitatis B. Marie Virginis, é* & io. £^*/- fh * & Jp&oiorum Fetri 3 t# £&*// ^ipa^erint , 7#- dulgentiam ann. e. conce di mus in prptiìe^c. Datum Fé- rufii w. Id. Deeembris àn. 4. Fontif. Inoltre abbiamo una ptovvifìone della Repubblica dimoftrante la ftinia , che il Pubblico faceva di tale Spedale % è qUefla fu ^abilita, e fermata nel Cdnfjglio Generale del 14&2. ài 27. di 0t~ tobre, il cui fumo è il feguente,,-Gbiifidérandò di qUan- ,i ta/importanza ?ia lo Spedale di Santa Maria di San „ Gallo, per «provvedere' a quella Càfa , cìie non vada „ in Commenda ne31'! avvenire y e nelle mani di chi non h fo!fe idoneo al governo": ed eilendo morto Nicco- h ìb ài Guidalorto jj e dipoi Bartolommeo Tuo ffìgìio } ?, che erano Padroni di detto Spedale , canori efìendo „ più Perfona di detta famiglia<, *reitando io Spedale^, 1, libero■',] e fenzà alcun Padrone > la Repubblica te>pi. js glia'fòtto la fua protezione , è governo'. Ego Ioan* ), nes òHm Fetri de $tia rogakiiK ,y' III. Ma come -pofeia diremo''] V anno feguentc
alla riferita Provvifione lo Spedale etfendo flato* unito da Papa PiO fi. a quello de i Nocenti , coli tutti i beni 5 ed entrate dello Spedale dì Sari. Gallo, quei poveri Religiofi ivi rimafeip in una grande defolazio- ne , fé non che volendo Iddio premiare la loro Cari- tà , mandò a Firenze il celebre Fra Mariano da Gì- nezzano dell' Ordine di S. Agoilino , il qual Frate per la fua rara dottrina incontrò sì -bene nel genio del Ma- gnifico Lorenzo de'Medici, che queftò illuitre Cittadino fabbricò agli Agoftiniani quel celebre Convento detto pa rimente di S. Gallo colla fpefa di 22700. fiorini d'oro come già ne fcriffi nel I. Tomo di qudte mie Iftor the
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che Notile alla lezione, di,,■ §< Iacopo tra. i Itaffi.. On-
de tralasciando io qui di più ragionare di quefto Spe7 dale , mi accofterò alla Porta gloriofa nelle Storie per alcuni folenni Ingreffi di Pontefici ? e di Principi ve- nuti a Firenze . Fra gji an^chi. certamente il più glo- liofo fu quello di Papa Martino V. come leggefi iru un libro alle Riformagioni intitolato ,, Honqranze nell' „ entrata di Principi in Città.: „ e noi lof abbiamo rir portato nel Libro terzo alla lezione feconda della* Chiefa , e del Convento di S, Maria Novella 3 e tra* mo- derni di ftraordinaria magnificenza fu T ingrerTo fatto per quefta Porta da Francefco I. di Lorena Granduca di Tofcana , e poi eletto Imperatore , con la fua Au- gufta Conforte Terefa Arciduchefla dJ Auftria , ed inog- gi Imperatrice . Ma perchè quelle folenni Fefle pari- mente fi trovano nel primo mio Tomo ; dirò alcun- ché dell' Entratura 5 che fece adì 9. di Gennaro dei 1688. la Sereniflìma Principeffa Violante di Baviera , Spofsu del Gran Principe Ferdinando , riportando le parole dì un Diario efiftente nella Libreria Magliabechiana . » ,, Alla Porta di San Gallo trovò ella un bel Ricetto }j fatto a pofta in guifa di Sala Regìa , dove fu in- ,, coronata dal Granduca Coflmo III. e dopo, che fu- „ rono pallate le Proceflìoni del Clero Fiorentino , e ,5 delle Regole, incominciò la Cavalcata , cjoè 12. Trom- ,, betti con livrea di Corte a cavallo, e tre Signori j, Sargenti Generali di Battaglia i Sigg. Serriftori, Brac- }, ciolini , e Attavanri : otto Compagnie di Corazze ,4 di 600* cavalli col fuo Capitano alla tefta , Cornet- ,, ta in mezzo , e Tenente alla coda , fei Comandan- j, ti a cavallo con le bacchette in mano 5 12. Mazzie» „ ri dello Stato Fiorentino con Mazze di argento ; «10. altri Trombetti a cavallo della Città . Paggi 35 di S. A. in io. Coppie, i Signori Maeflri di ,, Campo della Cavalcata Marchefe Giovanni Corfi » e „ Salviati con gli. Staffieri aventi , do* Coppie di Gen- », tiluomini a cavallo con ricchi addobbi , e nuove^ » livree,, n* Coppie di Prelati , 14, Coppie di Cano» Y 2 „ ma
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if nìci fulle Mule col cappello dà Protonotar; y g. Vc-
iV fcovi veftiti di paonazzo con cordone verde al cappel- „ lo, il Serentffimo Gio. Gallone con Staffieri, e due Ca- », vallerizzi alla ftarTa, dìetio il Sig. Marchefe Riccardi , e ,, fótto il Baldacchino la Sereniflìma Spofa in lettiga far- si ìsl a nicchia tutta dorata , e due Mule tutte bianche „ con 2. Fanciulli Nobili fopra , e il Marchefe Cor* Si fini affiliente , è' 32. Gentiluomini portanti il Bai* ^ dacchino , veititi di lama broccata cToro . Il Magi- 5, ftrato Supremo dietro al Baldacchino , cioè il Luo- 3, gotenente , e Conflglieri a cavallo, Guardia a ea- sy vallo di Alemanni di S. A. S. la Carrozza della Se- 5, reniffima Spola di ricco intaglio tutta dorata5 y che Scortava 25. mila feudi , dentro vi era la Marchefa is Biechi Piccolomini, feconda Carrozza , P altre Carrozze t piene di Dame, 2. mute a fei del Marchefe Cor/ini con 3, livrea di Scadanone con guarnizione d'oro, e altre Car- si rozze di Palazzo, e de'fuoi Gentiluomini. Partili] la fud- 3, detta Cavalcara con il detto ordine dalla Porta a S. Gal- s, lo, ove erano Squadronatele otto Compagnie di Soldati * 3, che pacarono per Yaltra Porta fmurata a porta, per non h eflfer capace una fola a pacarvi tanto popolo, E partiti 5, che furono da detta Porta arrivarono alia Strada degli 3, Arazzieri , Via larga , Via de' Martelli, a S. Maria j, c{el Fiore , dove lìnontò di lettiga la Sereniiììma » Spofa , ed entrò in Chiefa , di dove ufeita montò 3, in Carrozza, e feguitò il viaggio dal Centauro , al 3, Canto dei Tornaquinci , S. Trinità , il Ponte, Via „ Maggio , Sdrucciolo de i Pitti fino a Palazzo , e lì „ erano fquadronate le nuove Compagnie de' Corazzie- „ ri : fpararono le Fortezze , e dove pafsò la Caval- „ cata , erano Squadronati in numero di quattromila ,, Fanti , e pane Mofchettieri, e detta funzione a ore a, 22. era terminata con moka allegrezza , e quiete , ma „ bensì con un grandiffimo freddo, e vento , che ob- 3, bligò la SerenifTjma Spofa a entrare in Carrozza al „ Duomo , e non potette ftare più nella lettiga fotto s, il Baldacchino. „ "Ed ora tornando alla Porta di San Gallo,
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Gallo » degna di pffervarfi è alla Facciata , che guarda
la Città , la Pittura di Michele Grillandaio, il quale in alto d.ipinfe Maria Vergine col Bambino fulle brac* eia » e da una banda San Gio: Batiita , e San Cofimo dall'altra-, e di fuori poi avvi a manritta da chi en- tra una lapida antica alta da terra braccia 14. con ca« ratteri Longobardi , che dicono.: - '■. IN NOMINE DOMINI MCCLXXXIV. HOC OPVS
FACTVM FVIT TEMPORE NOBILIS MILITIS
DOMINI ROLANDINI DE CANOSSA CAPITANEI
CIVITATIS FLOR, .£
Ed una tefta di macigno vicina a cmefta lapida ci fa
credere , che fia il ritratto di Orlandino nominato nel- la Ifcrizione : Finalmente fopra la Porta pure al di fuori avvi in lapida la Ifcrizione fatta in occafione delia venuta a Firenze del Re di Danimarca ai 15» di Marzo del 1708. e dice come fegue; FLORENTI A
ADVENTV FRIDERICI IV. DANIAE . ET
NORVEGIAE REGIS AVGVSTI FELICIS .
QVOD EAM SVA PRAESENTIA
MAGNVS HOSPES IMPLEVER1T
AVGVSTA FELIX .
ÀN.'S. CID.ID.CC. Vili. MENSE MARTIO
IV. Né debbo tacere una vicenda notabile acca*
duta a quella Porta , e che il folo Stefano RolTeìli , che io fappia > ce 1* accenna , come teftimonio ocula- re -", ^c dice ,) In queir' anno 1661. fi è riaperta la Por- 5, ta'a San Gallo } dopo effe-re fiata ferrata l'anno 1551* ,5 ai '2i. di Agofto. „ E nel Diario del Marucelli preffò il Canonico Bifcioni di quefta Porta leggefi come fe- gue ,5 1. Settembre 1552. alla Porta a San Gallo fi dà j> principio da Cofimo ad un grandinio Puntone > e » quello a tutta la Città dà timore di guerra. » L E*
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LE Z IONE XIV.
JD £ L MOKA $ T ZRO É C H I E SA
DETTÒ REdINA COÈLI ALTRIMENTI DI CHIARITO
IN VIA 0 t S. G A È £ O.. •
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EU* ingreflb di Firenze per la Porta a
San Gallo da noi di fopra defcritta} in con tra fi tofto a manritta il Mona- stero dedicato alla Regina del Cielo» detto volgarmente del Beato Chiarito, che ne fu il Fondatore nell'anno 1343» Quindi è che per ragionare con me- todo di quefto Nobile Convento , fa di meftieri , che^ principiamo dalla Vita del fuddetto Beato, fcritta per vero dire affai tardi, ancorché il nome di lui trovi/I Venerabile predò molti Autori? che dal 1300. in poi fcriffero del Santo Vefcovo Zanobi, al cui Sepolcro il noftro Chiarito, già per mortai poftema vicino a mor» te 5 ottenuta avendo 1* iftanranea guarigione, divenne-» un nuovo argomento di lode, per gli Scrittori ddh gefta di San Zanobi, leggendoli un sì prodigiofo avvenimento in Giovanni Tortelli Arciprete Aretino , in Clemente Mazza Cappellano ài Santa Reparata, in Don Silvano Razzi, nel Bollando, e nel Dottor Brocchi , i quali concordemente riferifcono il fopraddetto prodigio full' autorità di un Codice ferino nel XIV. Secolo da un eèrto Don Biagio Monaco , che viffe coetaneo al Beato Chiarito* Nella Vita adunque di San Zanobi, il detto Monaco fcrive del Beato Chiarito come appreffo. Qui" dam Clericus nomine Claritus , fermi ens Ecclejtae Catbe* ir ali', in qua Trefoli s SanBi Corpts quiefeit, die quadam tpojlema borritile in gula habebat > quod incìdi deberet, Ì3t quia
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& quia ludi ciò Magiftrt Guidoni s Summi Medici de Are*
tio fihi predicebatur, quod per natura™ evadere non pof- feti ex more anìmaefuae pronjidit , & noEle precedente di e m firn due incìjionis , ante Altare Traefulis almi fé pro- ftranjit , ér' Jibi mifereri fuis meriti s Dei clementi am fan- petra<vit , fatigatus multo fletu in oratione fomno ar- riptur & quod petiit Jibi mullatenus denegatur. Nam fubito ei gloriofus Fater apparuit in albijfimis ornamene tir j fìgnum Crucis fuper ipftum ferit j i&yyt fanns furge- ret imperarvit , qui e xcii attiva incolumi! furgit yiDeum- gue laudans in fan&o fuo ; tempore magno in S* Ioan- nirde Florentia fanele <vixit*, & ibidem fuam mitam felici exitu Terminaruit . E benché legganfi fui fine della Vita tjuefte parole : Scriptam m&nu peccatorìs tuiusJam nomi" ne 'Blajti indignifftmi Sacertiotif' & Monachi } A Padri BollandriH fono di parere, che il fuddetto racconto fra un'appendice aggiunta da qualche Copifta del Secolo XIV. alla Vita fcritta da Don Biagio, che lo credono Scrittore ilei Secolo XIII. Ma noi avendo efaminato diligentemente il Codice, non abbiamo trovato veruna divertirà di carattere , ficchè polla difeernerfi fegno di appendice , né crediamo che la forma » ed abbreviatu- re della fcrittura fieno più antiche del Secolo XIV. Pervadendoci di avere così dimoftrato, che chi per la prima fiata fcriiTe l'ammirabile cafo, fìa flato coe- taneo al noftro Chiarito, che nacque dopo il 1300. e morì circa il 1354- come vedremo tiell' efame , che intraprendiamo della Vita del Beato 7 fcritta da Meflcr Antommaria di Vincenzio Rjiconeiì Sacerdote Fioren* tino > Vifitatore Generale della Diocefi per -1* Arcive- feovo Alefiandro Marzimedici, e Confeffore del Mona- ftero di Chiarito nel 1625. anno, nel quale ei fcrifie quefta Vita , il cui originale efifte nell'Archivio del Monaftero , e dai fuddetti Bollàndifti tradotto in la- tino è riportato al dì 25. di Maggio . TI. Prima però, che confìderiamo ciò che di Chiarito
fcrifie il foprallodato Antommaria Riconefi , mi piace qui avvertire il Leggitore, che io le antiche Scrittu- re |
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falò
ré leggendo, ho incontrato parecchi Cittadini Fioren-
tini col nome di Chiarito appellati, i quali forfè han. no dato occalìone di qualche abbaglio, o almeno di confusone a chi ha voluto favellare del no/èro. Un Chiarito adunque ho trovato fottofcritto al Concorda- to fatto nel 1278. nel Coniìglio Generale dei 200. tra il Comune di Firenze, ed i Frati Umiliati di Ognifr fanti: Altro Chiarito del Popolo di S. Lorenzo fa il fuo Teftamento nel 1299.) che rogò Ser Bruno di Ri- nuccio da Lucaido k In wi Libro de* Morti di Santa Maria Novella leggefi a carte 61, Fresbyter Claritus J331.. Siccome al Libro di Contratti fegnato N nei}* -Archivio del Signor Bandino de' Panciatichi avvi Cla- ritus Raffaela in un Iftrurnento del 1471. 26. di Otto- fere rogato dà £er Niccolò di Piero di Bongianni , e analmente tralasciando molte altre fomigìianti carré , riporterò il Codicillo fatto al fuo Testamento da Pi- no figliuolo di Aghinolfo del Popolo di Santa Lucia di OgnifTanti di Firenze nel 1338. ai 13. di Ottobre} dove tra i Legati Pii dice come fegue ; Legavit ■> é* re- liquit Clarito del Voglia de Frato recipienti prò Here- mitis Deo feyvientibus iti Romitorio della Croce , con- firuBo fuper podium 8. Alexandri de Fefulis , & re* cipientì prò diBis Heremitis , <& cuilibet eorum prò di- mi dio , (juoddam peti firn terre ftaiorum quinque ad cor- dava , Jitum in pop, Flebis S* Martini de Sexto » loco dillo alla Selva) cui &C, rogato da Ser Michele di Sii- veftro Contadini Notaro Fiorentino . Ed in vigor di queilo Codicillo nei 1340. agli 8, Dicembre il detto Chiarito, che è il noitro, fa il fuo Procuratore: Die 1$. Menjls Decembris anno 1340. aBum Fior, prefentibus iste. Claritus del Voglia de Fior enti a , qui moratur in Ro- mitorio della Croce Jito prope predinm $. Alex, de Fefu- lis fecit » conflituit y & or dinarit fuum <verum & le giti- mura Frocuratorem Facinum del Voglia ad petendum rerì- piendum confitendum fé habuiffe &e. fuo nomine , (b* no- mine hominum Deo fer<vienthm in antediBo Romitorio» ., prò quibns diBus Claritus conjlituit Frocuratorem fàc, JL *■ *~ %,. <fe '■■*> ■•* S —-j_- ■■ ■■' -■■■■■■ feti*, mf i ..:■ „, ,-■ $ " ,"■ | f * ■ *
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rogato dal medefimò Michele Contadini. E quelli due
ultimi contratti, come pertinenti fenza alcun dubbio al noftro Beato, illustrar potranno alquanti dubbj del- la prefente Irloria . III. E venendo oramai alla Vita del Beato Servo
del Signore, che dicemmo ferina dal Prete Riconefi, principia quella dalla nafeita di Chiarito > che fi ttabili- fee nel 1300. in circa, volcndofi nel 131S. accaduto il miracolo di S. Zanobi di fopra riferito . Pochi an- ni dopo , perchè non fi eftinguerfe la famiglia del Voglia, dice l'Autore, che Chiarito prenderle per Moglie una Nicv colofa , colla quale divotamente vivendo, amendue fi oc- cuparono in adunare Fanciulle, non folamente in Fi- renze , ma eziandio in Fiefole. Nel 1342. racconta poi, che dai Capitani di Orfammicheie averle il Beato in cle- mofina una Gafa , ed Orto allato alla Porta a S. Gallo » dove chiufe le fopraddette Verginelle , alle quali il Ve- feovo Fiorentino Angiolo degli Àcciajuoli , diede la regola di S. Agoftino, ed al novello Monaftero il ti» tolo di Regina Cpeli , facendo per prima AbbadefTa Goitanza dì Dolce Dolcibeni , colla quale entrò pu- re Niccolofa Moglie del Santo. Rammenta lo Sto- rico, e le fatiche, e le follecitudini di Chiarito per cercare folte nta mento alle fue povere Monache , rife- rendo due vifioni prodigiofe a lui avvenute nel fervi- re , che faceva le Sante Merle nella Chiedila del Con- vento , le quali io fommariamente qui riporterò. Ed il primo di quelli Celefti favori orTervato da tutti gli aitanti al Sacrifizio, fu un raggio luminofo , che dall' Oftia andò a ferire il cuore di Chiarito, col qual rag- gio volle Iddio dichiarare la fantità del fuo Servo ; e la feconda vifione comunicata a lui folo fu , che vedde dal Calice ufeire alcune fpighe di grano , e traboc- carne il Vino , volendo con ciò il Cielo dare una promefla al Beato dell* abbondevolezza di beni tem- porali, che preflo avevano a ricevere le fue Monache, Conferla lo Scrittore, che 1' anno della di lui morte è incerto , inclinando però a credere , che quefta feguif* Tom. V. Z fé » 'T 4 fi
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fé nel 1348. fatale a Firenze per la gran Pefte * Fu
feppellito , dice egli , nella Chiefa delle Monache ,al- le quali ottenne da Dio due fegnalatiffìrne grazie , e fono che niuna farebbe morta all' improvvifo , e che qual annunzio della morte di alcuna di loro, farebbe ferhpre il romoreggiare* che farebbero alcuni giorni pri- ma le fue Offa „ IV. E quefto fenza più è il fumo della Vita , che
ci lafciò feriti** il Riconefi con un fuo atteitato per la pura verità y il quale dice come fegue ,, Io Àntóm- 3, maria di Vincenzio Rieonefi Sacerdote Fiorentino , „ e da cinque anni in qua Confeflbre di dette Mena- cene di Chiarito , le notizie quanto alla Vita di Chia- ,^j rito 3 e alla fondazione del Monastero , confeflfb a- „ verle cavate dalle Scritture pubbliche , e dalle me- m morie antiche , e da i Libri elicenti in detto Mo- j, iiaftero, e circa alle cofe feguite dopo la fua mor» „ te j averle io fentite dalle fteffe Monache di detto }) Convento , le quali affermano averle in parte vedu* j, te fuccedere , ed in parte averle per tradizione , co- ,* me fopra fi è detto, ed in fede della verità ho fcrit- jv to j e melfo infietne il prefente diftefo della Vita di 9> detto Beato , e fofcritta di mia mano quefto dì 13. „ Aprile 1525, j, E benché noi non dubitiamo punto della veracità , e delia diligenza di quefto Scrittore.. > tuttavoìta eflfendo preeifo obbligo , a chi fcrive Noti- zie Iftoriche , di corredarle di buoni , e ài autorevoli documenti per quanto fia poflìbile, non difdirà che qui facciamo un efame conforme alle regole di buona- critica fopra le principali cofe, che nel fuddetro rac- conto fi fono riferite ► E primieramente circa 1* anno della nafeita di Chiarito , debbo dire, che non man- cano moderni Antiquari, f quali lo vogliono nato nel 11S0. forfè moffi 3 ciò credere dalle carte ritrovate ne- gli Archivi parlanti di qualche Chiarito di quel tem- po . Ma io piuttofto lo direi nato anche qualche anno dopo il principio del Secolo xiv. Imperciocché il miracolo m Sepolcro di San Zanobi non fegui |
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^MHaaHUsàMkH.
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nel 1318, ma bensì dopo il i|jOè nel cjual anno tutte
le Storie Fiorentine ci atteftano , che fofle flato ritro- vato il Corpo del Santo Vefcovo^ dopo edere flato fmar- rito per il corfo di g®o> anni , e ci piace di ripor- tare T autorità del Villani al Libro io. e. 7©. come ap- prendo j, A mezzo il detto mefe di Gennaio 1130. l'Arci- „ vefeovo di Pifa Fiorentino ,' ed il Vefcovo di Firen- », ze, e quello di Fiefcle , et quello di Spuleto Fio- „ remino , co' Calonaci di Firenze , e molti Cherici , j, et Prelati, feciono feoprire l'Altare di Santo Zano- ,, bio di lotto alle Volte di Santa Riperata per trova- „ re il Corpo del B. Santo Zanobio , et convenne far 5, cavare fotterra per dieci braccia , anzi che fi trovarle, yi e trovatolo in una CafTa cominella in un* Arca di j, marmo etc,,, le quali cofe fuppofte per vere , non fembra verifimile né 1' una , né 1 altra delle opinioni circa la nafeita del Noftro Beato, mentre egli fareb- be ftato Cherico in S. Reparata in età di 50. anni fé lo facciamo venuto alla luce nel 1280. e di anni §0. fé lo crediamo nato circa il 1300. E che il miracolo feguiife al Sepolcro del fanto Vefcovo, chiaro lo fcrivo- no , e il Prete Riconefl , i Padri Bollandifti, e più nell* antico Giovanni Aretino , il quale aggiugne, che il pio» digio accadere in tempo del Vefcovo Francefco da Cin- goli, che falì fulla Sede Vefcovile di Firenze nel 1323. V. Circa le nozze del Beato non avrei che con- tradire , fé il Signor Domenico Maria Manni infaticabi- le in leggere antichi Codici , non averle {coperto uno sbaglio dell' Autore circa il nome della Conforte di Chiarito ; dovendofi leggere Goltanza ài Dolce Dolci- bene , e non Niccolofa , ed in niuna maniera polia- mo accordare la fterilità di quello matrimonio a i dot- ti Padri Bollandifti , dove fcrivono , fed nullum ufpam extat meBigiutp liberarum ex eis ^rocreatorum , né il loro fofpetto, che la mancanza di prole proveniile dal voto fcambievole di continenza nello flato coniugale, continentiam feilieet atriufqne Vìrginalem ; concioffiachè il fuddetto diligentiflìmo Signor Manni viene di cornu- ta „■/' Z 2 •v l '.ni- |
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nicarci due.belle notizie;, e fono di un Frate Elia nel
Cannine di Firenze , che appellai figlio di Chiarito del Voglia , ed una Femmina per nome Niccolola di Chiarito, la quale fu quella , che dal Riconefi fi Sup- pone moglie di Chiarito , 6 che in compagnia delia Goftanzd di Dolce Dolcibeni nel noftro Monafterò ve- ili T abito di S. Agoftino? per le mani del Véfcovo An- giolo degli Acciaiuoli, le quali notizie vengono corre- date da un Libro fegnato A nel Monafterò , dove fi leg- ge , che Goftanza fu moglie del Beato , e figlia la Nic- colofa , ed ivi pure trovali una Carta di Procura dell* anno 1356. rogata da Ser Francefco di Mafo di Firen- ze , nella qua! carta la Badefta Sandra fa Procurato- re del Convento Fra Elia del quond. Chiarito . Con- cordiamo ancora noi , che i Capitani di Or S. Miche- le donaifero a Chiarito il luogo , fui quale fu fabbri- cato il Monafterò 5 manca però nella Vita la citazio- ne dello Strumento di tale graziofa donazione, che noi Io daremo nella feguente Lezione . Intorno alle due_> vifioni dell' Oftia , accettiamo per vera la tradizione* , e tanto più che in Convento ci fono Pitture antichiffi- me , che le rapprefentano , Alla dubbiezza dell' anno di fua morte , benché lo Scrittore inclini a crederla feguita nell'anno della gran Pelle 1348. ci piace ag- giugnere qui una noitra congettura per credere Chia- rito morto più tardi ; avvegnaché fi dica nelle Scrit- ture del Monafterò , che poco dopo la morte del Bea- to loro Fondatore , fi compì la promelTa da Dio fatta nella Vifione dei Calice, mentre nel 1370. furono prov- vedute di beni temporali per la unione, che in detto anno fece il Vefcovo Fiorentino di tutte 1* entrate del Monafterò di S. Bartolo a Gignoro alle Monache di Chiarito , Onde facendolo noi morire nel 54* Pare che meglio fi verifichino quelle parole foco dopo la dì lei morte ; laddove contandofi dal 1348. farebbero anni 22. fpazio lungo anzi che nò. E muovemi a fegnare la di lui morte nel 54. la fuddetta Carta di Procura, nella quale dalle Monache è fttto loro Procuratore Frater Eliaq. Cla- riti ,1,3 5^. V* Fi- ■ ;. ' x
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Vii Finalmente defideràndoiì del Corpo del B. Chia-
rito qualche maggiore notizia di quelle, che; ci danno i foprannominati Scrittori , diremo noi , che fé il Ve- fcovo dì Fiefole Angiolo Cattani da Diacceto riconob- be le Olla del Beato , ciò feguì nel giorno nei quale detto Vefcovo confacrò la Chiefa medefima , che fu il dì 18* di Maggio del 1567. così fé il Cardinale Alef- fandro de* Medici riverentemente le vifitò , quefta no- tabile ricognizione fi fece nel 1596. E due altre vol- te io trovo aperto il Sepolcro di Chiarito * La prima è notata nelle memorie del Monastero ai 20. di Apri- le del 1^73". nel qual giorno alla prefenza dell' Abba- deffa Suor Maria Ceìeite Vaini, della Sagteftana Suor Maria Agnefa Malefpini , e di altre Relìgiofe con li- cenza dell'Ordinario , dal Prete e Co nfe libre Lorenzo Groflì furono le Sacre Olla traslatate dalla vecchia Caila in più vaga Urna dipinta a color di marmo , con cor- nice dorata , e foppannata di rafo roflb con frangie_* d* oro . NelP anno poi 1707. ai io. di Novembre il fece la feconda traslazione dal Prete Ferdinando Va- kntini Dottore di "Legge, Protonotario Apostolico, già Prepofto di Pietrafanta , e ConfeiTbre delle noftre Mo- nache > in oc cafone di dar luogo fotto il medefimo Al- tare al Corpo di San Clemente Martire venuto di Roma ; il detto Sacerdote le collocò in una CafTa più alta , ma più itretta , veftita al di fuori di quoio rof- fo irioriato } e ne rogò 1? atto Lorenzo del q. Be- nedetto de* .Borghigiani Cancelliere Arcivefcovile , coi Teftimonj D. Giacinto Marini Maeftro diJ Ceri- monie , e D. Raffaello Falconi Procuratore del nobile Monastero, VII. Rettaci ora a dire alcunché fui rómoreggiare
delle Olla di quefto Beato , qualunque volta ha da rao*1 rire alcuna delle fu e Monache , onde per togliere ogni"- dubbiezza di tal continuato prodigio , riporterò in pri- mo luogo quello, che ita notato in un libro di Ri-, cordanze del Monaftero , che è il feguente „ Ricordo „ come il dì 16. Dicembre del 162%. alle ore 12. di jj noe*
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.„ notte fì trovavano in coro le Madri Suor Francefca
35 Capponi , e Suor Maria Gofianza Capponi , e fen- 3, tirono con molto Jor gufto , e terrore infieme, ro- ,* nereggiare Je Offa xiel Beato Chiarito per cinque 3l volte , e fubito Jo narrarono a me» che ferivo, nel- ,, la fieffk notte con molto noirro sbigottimento , per „ etfere quefto un avvilo di vicina mone di tante Mo- „ nacjhe noltre, datoci xlal JB. Fondatore, acciò ci pre- j, pariamo a sì tremendo paflfo , non fapendo a qual ,) di noi debba toccare la forte., ma non di lì a mol. ,i to fé ne cominciò a vedere l'effetto , poiché ad) i5, 5» di Gennaro a ore 12. prefe nna febbre grande a Suor ,> Goftanza Mannozzi 3 ed in termine di 4. giorni fé 33 ne morì. Adì 30. delio iteffb mefe a ore 8. di not- „ te morì Ja Madre Abbadeffa Suqr Diamante del Gio- 3, condo , e a ore n. dejla medefima notte morì Suor 33 Annalena Davan^ati , adì 6. di Febbraio dello fleffo 33 anno ( ab ìncamatione ) pafsò a miglior vita Suor 33 Ottavia Cardini , ed a i 6. di Marzo morì Suor Eli- 33 fabetta Burnì, e qui terminò il tran (ito di noftre Mo- „ nache in tutto cinque , conforme air avvifo datoci „ dal Beato ; e quello fi è notato a gloria di Dio, 3, e del Santo Fondatore , acciò fi veda quanto fia ve- 3, ro ciò , che fi dice di quefta fpezial grazia . La/ts 3» Beo . „ In fecondo luogo debbo moftrare , che non è quefta fingojarità , che folamente fi fpecifichi nel Mona#ero di Chiarito , pofeiachè in altre Città , Fa- miglie , e Comunità da' veridici Scrittori fi raccontano feguiti tali avvenimenti , de i vquali fcrivendo Eufebio Nierem.bergh dice , ciò derivare per opera degli An. geli tutelari dei Regni , delle Città , e dei Conven- ti 3 e per tacere di parecchi «efempli , riferirò un fo- le fomigliantiffimo ,al ^ che raccontano i Padri Bollandiiti al 4. Torno nel dì 19. di.Maggio come ap- preilo 3j Nella Chiefa .di San Daniello Profeta in Ve- 3, nezia , ripofa il Corpo intero di San Giovanni Pre- 3, te, e Martire venuto di Coiìantinopoli , giace il San- ,3 to fupino full VAI tare , voltato avendo il capo verfo- ',,>! l' ,; ' .33 ÌÌ
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,, il Vangelo 5 ed i piedi &aHà bancte detta Efiftdtó y
,, di marmo è T Arca contenente tìtì^akfa di legno dk „ pinto a color ceìetté co' fiioi Criftalli '., il dinanzi '-cieli*' „ Arca efteriore è -tutto* ornato di pietre pfreziofe , ed j, aprendofi alcune fiate fra T anno * vedefi fulla tefta „ del Santo il Corno Ducale 5 fui petto una falcia ài }} ricchiflimo ricamo di oro , i piedi ignudi coperti di 5, un fottilifllmo velo , e così pure la faccia, niun_, » dente gli manca , e tutti fono bianchirmi, confer- >» vandbfi le carni morbidiflime > le quali nell* antico » da un Sacerdote nella vigilia di San Daniello erano j, lavate con acque odorofe , che poi difpenfate a i di- „ voti operavano prodigj , come ne fanno teftimonian- ,r za i molti , e ricchi Voti appefi al fuo Altare , ma ,, il Miracolo più. ftrepitofo è fempre flato quello di ,, a?vifare le Mònache , quando alcuna di loro è vici- ,, na a morire col romoreggiare delle fue Offa , e con- }j chiudono i fuddetti Scrittori con quelle parole ; Cune j> ergo moritura efi ali qua àf animam "Patri Aeterno red» j, ditura premenit termintim conflitutum^Gloriofushic San* ), Bus fuawi a;uoddam motwpercuryenr diUa ad Cratem' .5 Anathemata, fonitumque minime ingratum cietts > quem »? audiens' aliqua ex Sororìhùf coeterisf n&ntiat dicens . 3) EBote parata, >> percufftt Cràtem' $. loannes'.,, Vili. E fin qui il Bollando 5 alla cui relazione ar-
roger mi piace V autorevole confenfo del commenda- tiffimo Scrittore delle Chiefe di Venezia il Signor Se- natore Flaminio Cornaro al Tomo 6. di fua erudita e diligente Iftoria . Egli adunque alla pag. 171. Nota 6. nel Trattato della Chiefa di San Daniello dice di que- llo miracolo come fegue ; Màxima miracula per Beati Ioannis interceffionem a Deo latrata fuijfe teftantur tum MonaBerii documenta ■> & plurima anathemata ud eius a- ram appenfa > tum eotiftan$ fantimonialium traditio . Ho~ rum ali qua in' traslationir hi Bori a cenfentur ; Unum aum temi fa' volitate , é' conflantia prodigii omnibus• pr4fiat. Qupties enim alieniti s fanttimonialis imminet extremis |
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*oìtae pefmitttts\ U eli SdnBtit Mdrtjf > tìliquot diebus-
ante' pr#nuntiat} lem quodam motu interiora arca ]?er~ cntiens• , coque Jìgno fanBimoniales admonet,_ ut fife ad nuptias addentante Sponfo difponanp . Frodigium quidem admir abile 5 #/W jfer tot facuta non interrato fuccejfu ad h*c vfque tempora prje*verat* |
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DELLA CHIESA DI CHIARITO II.
HI averle mai vaghezza di cercare fé-'
colo per fecolo i Santi Fiorentini, io> credo , che attonito arretrerebbe il cam- mino, giunto che egli folte al princi- pio del Secolo xiv. che per vero dire ìli T età in Firenze la più feconda di Anime Beate , né faci! cofa eflendo V annoverarle ad una ad una , noi tralasciando i parec- chi Santi j che in quel tempo fiorirono ne i Monafterj, e Conventi de i Benedettini , de* Camaldolenfi, de i Fran- cefcani, de i Domenicani, e nel Carmine, e in S. Spirito, rammenteremo qui folamente quei Secolari dell* uno, e dell* altro feffò , i quali fi meritarono il titolo , e cul- to di Santi dal 1300. al 400. e fono i Beati Arrigo, Davanzato , Orlando de'Medici , Gio: da Vefpignano, Barduccio Barducci , e traile Beate Donne , S. Giuliana de i Falconieri , Villana de* Botti , Giulia della Rena , Giovanna , e due Beate Paole: e benché non fappiafi V anno precifo della fua morte, fiorì però circa la metà di quel fecolo Chiarito del Voglia , acclamato Santo dallo ftrepito di molti prodigj, e dalla miracolofa fua fon- dazione del Monaftero detto Regina Coeli } che dalla fua origine fino a i giorni prefenti conta anni 410. fem- premai fiorito avendo di Nobili e Sacre Vergini , le* quali non hanno giammai provato careftia di graiie o fpirituali , o temporali già premerle dal Beato loro Fondatore con moltipìici celelK Vifioni fopraccen- nate , e avvegnaché io.mi fia avvenuto a trovare altre copiofe notizie riguardanti o le dette Monache, o il Beato Chiarito , ed eziandio la Città di Firenze , ìru tre Lezioni aiìembrerò il più pregevole della Storia di , Tom. V. A a que- |
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quefto iragguardevol Convento > potendo io accertar
il Leggitore , che di quanto fono per riferire , ne deb- bo grado alla diligenza delle medefime Religiofe, le qua- li confervano nel proprio Archivio un* abbondevolezza di originali Cartapecore , e di Codici , che maggior non fi può defiderare da chi ha il bel genio di cofe antiche . Il* E per farci da i primieri Padroni del terreno*
fui quale fu eretro il Monailero, apparifce da tre Con- tratti efiftenti nel fudderto Archivio , eflere flato un* gruppo di Gafe, di un Cafolare , di una Corte , Vi» gna, ed Orto appartenenti alla Famiglia de' Guerranti di Marignolle, imperciocché nell'anno 1342. effendo venuto a morte Dingo de* Guerranti , rimafe Erede,- Matteo fuo Zio , con l'obbligazione di dare a titolo di legato pio 200. fiorini d'oro a i Capitani della^ Compagnia di Or S. Michele , a i quali Matteo follcci- to di adempire la menre del Morto , fi prefenta per lo jborfo ilella prefcritta fomma „ E qui viene la prima.* Cartapecora prèJGTo le Monache , nella quale fi narra, come Matteo di Guerrato da Marignolle era tenuto a dare alla Compagnia di Or S. Michele di Firenze per 1* anima di Dingo fuo Nipote fiorini di oro 200. e pe- rò di commiffione de i Capitani di detta Compagnia fi ordina al fuddetto Matteo, che fieno pagati a MefTer Migliore Priore di S. Michele Bertelde , perchè i det- ti Signóri Capitani confidano nella fedeltà 5 ed onefta vita di detto Prete, e vogliono , che i fuddetti fiorini fi convertano in opera pia, come è coitume dèlia Com- pagnia , raccomandandogli di comprare una, o più Ca- ie per le povere Meretrici Convertire , e rogò a i 9. di Gennaio il Noìaro de i Capuani Ser Michele di Tano Ghinolfi da Lui ardo ; Ed abbracciatali la commiffione dal devoto Priore di S. Michele , principiano i trattati tra lui , e il fuddetto Matteo > il quale per mezzo dei fùoi Procuratori venne al feguente contratto , che io riporto dar Libro fegnato A del Monaitero . In Nomine Domini Amen , An* Dom. ab eius Incarua*
i3 Mine |
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%ión* mccgxxxxii. die i%, Menfitylanuarh'. ABum Fior*
in pop. $• Rftjfilli prefentìbus tefiibus ad hec rogatisi Domino ÌSticolao de Cafiro Fior. Iud. lurifperitq y fre* fbytero Taganello Rettore Fcclefie &-■'. Andree de Cer* reto, Maggio > <& Sfina olim Finir pop. $,-, Ruffilli 'dea Florentia . . a-Kri^i'^
Sapiens Tir Dominus Caffianus fil. q. £eè Refiori
Iud, luriff. , & Malatefia fil. olim Francifei Amerardi de Medicis de Fior. Frocuratores M/atthei fil. olim Guetf? rati de Marignolle de Fior* ut de procura*ione confiate di* xtrunt prò ditto Mattheo Iure proprio ^.{jfj in perpettmmv, omni meliori modo fé dare , & pendere Yen, Viro> Do* mino Miliori fil. olim Mafi Rubici de Abhatibus Frio- Kk Ecclefie S- Mich. Bertefde de Fior, eminti % & feci- pienti prò fé , & quibus y é? cui concefieri t y_ ita ' tameii, quod prof ter ditlam emptionem nullum ius acquirat ditta Fcclefia S. Mich» Infrafcriptas Domos y & Bona . Vi' de lice tp; | . Vnam Domum cum palco pofit. in pop. S. Laurentil in
Via que dicitur $• Galli 5 cui a i. ditta Via > a 2, Do* mini Luigi Girolami olim Baldi de Marignollis 5 muro comuni in medio •> a 3. infrafcrìptum terrmum j & a 4» ìnfrafcripta Domus . Item aliam Domum cum Curte , & Porticis, <& putep
pofit. iuxta fufr aditi am Domum cui ai. Via > a 2. fu* fradicia Domus , a 3, infrafcriftum terrenum > a 4» In* frafrifta Domus . : .** kj(> ììì'vUU4^ì0 Item aliam Domum pofit. iuxta fufr adi tlam Domatiti
cum uno Chi affo li no in medio 5 cui a frimo Via. ) ?.. P^ mus fupra confinata y a g. ditti Matthei y a 4* Domus infrafcripta confinata^. h , Item unum Cafolare cum muris fupra fé pofit is iuxta
Domum fufrafcriftam cui a 1. Via y a 2. Domus fupra confinata y a g. ditti Matthei -, a 4* alie tres Domus ± que remanent ditto Mattheo . Item quoddam terrenum cum ar~ boribus■. , TT/ro dittas duas primasDomos *venditat } cb* par ti m posi tertiam y quod terrenum dicitur effe ad men» furam fiatar, fex à* ftf»«« 2* ad cordam ad retiam meri* i A a 2 y^r^fra |
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furar® corde Civìtàtis Fior, cum Terreno , a i« diBe due
Domitir ,• 2. pars tenie fupravendite , -a 5. <//#*' £#/-■ gi > & Girolamiy Ù* fojfa communis in medio , # 4. Muri di" Be abitatis , Via in medio qua itur ad Fortam S- Galli) & terrenum diEli Matthei una cum omnibus cum &c. prò florenorum pretio 200. auri boni , & puri , & ?r,fii: V & reili ponderisele omunìs Fior, quos florenos 200. MBus Domina? CtifTtanus , & Malatefta procuratorio no- wirte confejji fuerunt habuijfe, & recepìJfe , &c. ad quod pluf •valerent fuprad.&a Bona pretio fupradi&o , Dominus Caf* gratis j cb* ir revocabili ter interdi"
*vos don aver unt di ilo Domino Migliori ut fupra recipien- ti&c, die Menfis lanuarii 2}» eiufdem anni. Ego Michael j/ih olim Ser Fani Ghino lfi de S» Donato de Lue ardo rog, & di fi us Dominus Migliori accepit cor por al em poffejfta- nem \ HV IH. E perchè nella commifllone de i Capitani di
Or S. Michele erano frate caldamente raccomandate le povere Meretrici convertite abitanti in Via S. Gallo, quelle à*i 9. di Febbraro furono introdotte nelle Cafe comprare con alquante condizioni rogate dal fuddetto Notaio ) e fono com'è appreso ,, Che in cafo, che man- 5, caifeio effe Donne 9 o non viveffero religicfamenre > li o'fcon tì'eflfero in quelle Cafe pattando altrove, tut- 5, ti i beni comprefi nel Contratto s e loro donati con ^licènza de'Signori Capitani , ritornafTero alla Com- 5> pagnia di Or S, Michele , con quefto però, che det- 5/to Priore polla introdurre ini dette Cafe Fanciulle 5,/vogliofe di vita claustrale , ed ufeendo le Converti- 5, te , le. Vergini \ che vi faranno introdotte , accettino „ le fopradette condizioni . „ Ma non erano paifati che pochi meìl , quando quelle Convertite per non a- vere donde vivere vollero ufeire di dette Cafe, che ri- iaunziarono al Priore Migliori con la prorefta che fegue: {Fn Dei Nomine Amen, An, Dom, ìncarnationis 1343*
die 19. Mevjis Aug. Framifca fil. q, Francifei de Arimi- no , Andrea jtl, Leonardi de Fior, lo a fi, q. Gotti //o Fior* Frmcifca vacata Agata JiL q. Fieri , Bruna vacata . 'Mfe:iv,.i •. A " No*
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Hofrid Jil. q* Bernardi de Fior» efiStentes in Domo , qu&
dicitur de Concert ìtis di S'.. Michele della Croce in Vi& S. Gallio et in domìbus qué' erant• Mtitthei Guerrati de Marignollis , dicendo tutte s che volevano ufcire di det- to Monaftero,o Cafe , perchè non vi potevano ftare >. riè avevano da vivere , e che però volevano rinunziare a tutte le ragioni) che vi avevano, e attualmente rinun- ziano a Mefter Migliore Priore di San Michel Bertel- de j rogando Ser Dino di Lapo Pacini da Firenze, . IV. Ed ecco come la Divina Provvidenza andava difponendo ,. e preparando alle innocenti Fanciulle di Chiarito un Albergo , o jìvvero un Monaftero di Sacre Vergini ; Imperciocché il fuddetto Migliore per la va- canza del luogo, e per la facoltà , come fopra riferba- taft di potere introdurre in detto luogo Fanciulle ; ogni qualvolta le Convertite fé ne partiffero 5.: e ' confidato^ nella pubblica fama di Santo , in cui vivea in quei giorni Chiarito dei Vogliala lui per^e fue Verginel- le donò le abbandonate Cafe 5 facendone nel dì fe- guente alla fuddetta rinunzia 1* Iftrumento >. il cui fun*; to dice così . 3, ,j EfTendochè Chiarito del Voglia qui prefente fia
„ Procuratore, e Governatore di alcune Vergini , le qua- „ li egli provede tanto nella Città di Firenze , che di ,, Fiefole ,, e confi derando la buona vita di quefte Fan- 5, ciulle , e fperando che per mezzo loro quefto luo- „ go farà governato a onor di Dio, e dì Maria fua n Madre., Prete Migliote Priore di S. Michel Bertel- j, de , col corrfenfo de i providi Uomini Filippq di a Lippo Angielieri , Banco di Pagno Kidolfìni , Gui- „ do Pagni , Lippo di Lapo Guidalotti , e Niccolò ,5 di Ugo Albizzi Capitani di Or S. Michele moffi dall' iy onore di Dio, e zelo di pietà per b?ne delle Anime,; 5, e di quello, che avea dato il danaro , dona, conce- „ de a dette Vergini , ed a detto Chiarito per eitc ,, ricevente le fuddette Cafe 5 e Terreno per edificare 5,, un Monaftero , e vivere come Monache rinthiuie^ & con patto * che detto Chiarito" da quello dì del Con» n tratto
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,y tratta fino alle Calende di Maggio abbia ridotte le
n Gale a Mònaftera > da poterfi esercitare dalie fuddet-> » te Religiofe , dandofi licenza a detto Chiarito per „ quella prima fola volta , che poffa in detto Mona* 39 itero introdurvi per direzione delle mede/ime Fan- » dulie due Donne o Vedove, o* Maritate , ed irL. 5; eafo», che Dio non voglia , mancafTèro quefre Mona- ,, che, ritorni tutto1 con i miglioramenti alla detta Coro- ?> pagnia di^Or Si M iene le j avendo rogato tal dona- „ zione , ed' accettazione il fòpran nominato Ser Miche - » ledi1 Tano Gbmclfi da liucardo 20. AgoÉo del 134?.,; V. E queft'anno ponghiamo per indubitata epoca del noftro Monàltero l al quale il Vefeovo di Firenze Fra Angiolo degli Aeciaiuòli diede il nome di Reginct, Coeli' ) dopo avere egli approvate le GofHtiizioni , e ve- nite le Fanciulle dell' abito di S. Agoftino fotto l'ub- bidienza di Goftànza di Dolce DoJcibeni moglie di Chia- rito j. il' quale,'fino che vifìTe , non tralafciò di affìfterle e; tuttodì mendicare per loro foftentamento. E fiamo dì credere , che cefTafle di vivere circa V anno 1354. cqncioflìachè al Libro fegnato A. C tfy leggefi il fe- guenfe^ pubblico Iftrurnento , che rogò in derto anno Sex Francesco di Mafo Notaio Fiorentino „ Domina San- 53 ira fili olìm Nicolai Zangheri Bade fifa del Monallero ,5 di T&gina Coeli detto volgarmente di Chiarito in_. „ Via di S. Gallo 5 e 1' altre Monache di detto Mona- ,, ftero fanno Procuratori loro Frate Elia del q. Ghia- ,/rito dell' Ordine del Carmine , Napoleone, e Ambal- j, dò del q. Benei Carucci di Firenze, Manente di Con- j, trò'del Popolo di S. Reparata , Prete Baldo Retto- « re di S; Donato de'Vecchietti, e Mona Giovanna, j, che ftà alla guardia del Monaftero . ,, Quel Frate-» Elia appunto era il figliuolo dd B. Chiarito , efifendo verifimiìe , che le Monache memori dei benefìzzi rice- vuti da Chiarito , volefferò fuo Procuratore il Figlio di lui, ed in leggendo nel medefimo Contratto Suor Sandra Badeila , mi? pérfuado piire, che eziandio in queir an- no fòlle già morta % Goftanzn • Chi pofeia £0fife la Mona
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Mona Giovanna »apparifce dal Aio teftamento fatto nel.
1357. efiftente ne i Protocolli di detto Ser Francefco di Mafo , e dice : Domina lohanna Pitia q» JDoni To$* SS> Apft. de Florentia, que ad $refens eB Cufios , &• Gubernatrix Monafterii Regine Coelì in Via S» Galli j qui rvocatur Monafterinm di Chiarito &c, » intendendo w per confolazione > e falute dell'anima fua paflare ol<- ,, tramare , ed il Sepolcro di Gesù Crifto 5 ed altri „ Luoghi facri vifitare , fa Teftamento , ed iftituifco „ erede il detto Monafteroj e Monache di Chiarito ec. „ ed in una copia di quefto Teftamento preffo le Mona* che trovai! appiè notato », la fuddetta Mona Giovanna „ morì in detto viaggio 5 prende T eredità il Mona» }) ftero di Regina Coeli detto di Chiarito . }) VI. Né qui difdice per avventura il fare una breve
digrefllone fulla varietà delle appellazioni date al Mo- nastero , avvegnaché oltre al fuddetto titolo di Regina Cfli j e di Chiarito , con altri nomi è ftato appella- to j trovandoli talora denominato Convento di S. Sal- vadore di Chiarito di Fiefole * come tra le Cartapeco* re al num. 15. e rp. E eonvien dire 5 che una tale.» denominazione portata folle in Firenze dalle Fanciulle Fiefolane la su governate dal Beato 5 e che per qualche tem- po duraflero ad eiler così chiamate da i Fiorentini* Altro però più durevole titolo , e più vantaggiofo fu r elicle nominate le Monache di S. Bartolo a Gigno- ró j che per intenderne; la cagione fa d' uopo > che paf- fando ad un punto principale della noftra Iftoria no* tismo, che oltre la foprarriferita eredita , aveano le Suo- re fatto altri acquìiìi » che fi leggono nell* Atchivio , e fono nel 1347. quando nel teftamento di Donna Ghil« la di Giunta Mangiami del Popolo di S. Stefano a PonT te.» avendo lafciata la fu a eredità ai Poveri di Gesù Crifto, dagli Efecutori furono le Monache di Chiarito, come povere elette per Eredi: Così nel 1349. Loren- zo di Iacopino Gualinghi loro lafcjò un Pezzo di Ter- ra vignata : Tuttavolta per e Mère elleno aumentate af- fai di numero erano povere anzi che nò . Quando nel |
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Ì3702 ^Véfcóvo di Firenze Agnolo de i Ricafoli pen-
sò di' unire al Monaitero noftro il Convento fituato fuori di Porta alla Croce due fcarfe miglia} detto del- le Romite di S. Bartolo a Gignoro , del qual Monafte- jo ragiona a lungo il Prete Riconefi nella Vita dei B» Chiarito . Mafnon potendo noi accordargli le con- fetture , per le quali vorrebbe egli un tal Convento fondato ne* primi fecoli di Firenze Criftiana ? ci con- tenteremo di chiamarlo antico , anzi àntichifiìmo, che tale appellafi dal Vefcovo di Firenze nel fuo Diploma , e noi lo troviamo nel 1278. rammentato nel teftamen- to della GonteiTa Beatrice figliuola del Conte da Ca- praia , e Moglie del Conte Marcovaldo , e confeflìa- mo, che dalla forma dì fua Ghie fa , dalle pietre mille tendenti al marmo verde tutte riquadrate , e da quei pochi avanzi , che fono rimali , manifeiiamente fi ve- de , che fu Convento de i più antichi che fieno nel Contado di Firenze. Quefto Monaiìero adunque col- le fue poche Romite, e con tutti i fùoi beni » per au- torità del fuddetto Vefcovo eifendo flato unito, e in- corporato con quello di Chiarito , ne venne alle Mo- nache un notabile follievo , e queir abbondanza , che da Dio loro era itata promefTa nella vifione del Calice ; ed in quefta guifa le Monache non ebbero più bifo- gno di accattare , VII. Ma non potendo io'far di meno di non ac-
cennare qui le Scritture in Monaftero parlanti di que- fta unione , mi farò dal Libro detto Repertorio, do- ve a pag. 42. così ftà notato ,, 1370. Unione del Mo- ,, naftero di San Bartolo a Gignoro al Convento di sj Chiarito , fatta dall' Ordinario ài Firenze col con- » fenfo della Famiglia Bandini e Baroncelli „ e con più minutezza ne parla il Libro di Ricordi fegnato A. 3 e. 4. 5. e 6. come fegue ,, All'anno 1370. M. Matteo ,, da Città di Cartello Vicario Generale dei Vefcovo di 3j Firenze Angiolo Ricafoli, e per autorità datagli dal pì detto Vefcovo, unifee al Monaftero di Chiarito il |j Convento di San Bartolo a Gignoro, dell'Ordine di San
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Hfl
„;San Benedetto di Padronato dei pignori Bandini ;
3, e Baroncelli ,iìtuato fuori di Firenze nel piano di •il SÌ Salvi > del Popolo di S. Martino a Menfola, or- ,, dinando il medefimo Vicario > che frante detta u- „ nione » le Monache di Chiarito fempre riconofca- ,j no j e nominino i detti Bandini e -Baroncelli 5 e_» s, loro dìfcendenti Padroni del Monaftero } e per ri- ,> cognizione di tal padronato- j. comandai! loro <$ 3, che paghino ogni anno a detta Famiglia in perpetuo, „ due libbre di cera nuova in falcole nel giorno della 5, Fefta di S. Bartolommeo * ,, manca il nome del No- taio che rogò . Ma per ifchiarir meglio detta unione^ del Monaftero 5 e 1* lufpadronato de- Baroncelli , di- feendenti da un1 Bernardo loro antenato ,; tralafciandotl per la brevità di riferire due Temenze de* Vefcovi Fio- rentini , che alle Suore confermano il poileilo dell'uni- to Monaftero , e a* Baroncelli, e loro eredi il folito cen- fo da darfi loro ogni anno dalle Monache, riporterò un lodo del Vefcovo di Firenze Bartolommeo Uliari > che T una,; e* Y aìtr& coiai? ci dichiara j vale a dire il pa- dronato de* Baroncelli , e Ja unione a Chiarito del Convento di S. Bartolommeo a Gignoro > ed un tal lo- do è preflb le Monacherai* libro fegnato A alla pag. 7. che dice come fegue : Auditìs et intelleBis Dom. Feo Procuratore della Badejfa,e del Convento di S- Bar- tolo a Gignoro di Via S* Gallò >> alias detto Regina Coeli ex Una parte t et Domino- Ioe di Priore Bandini' det Ba* roncelli prò fé } & nomine Lanrentii Filippi Giammori'> et Dominorum Nicolai y Angeli, et Cionacci fratrum 5 et filiorum Francifci de Baroncellis ex alla parte fupra it*~ ra Patronatus que -.étcRenj. Pater Dominus Bartolomeus Èpifcopus Fior, prouuntiamt , et' dixìt }) che dette Mo* jj, nache abbiano a pagare ogni: anno libbre 2. di ce- frixà nuova a i fopr ad detti Bandini} e Baroncelli in per* petnum in fefto S. Bartholomei Apoftoli 0$ per cenfo, e js ricognizione della Padronanza del loro Monaftero • ,) ltem 3 che dette Monache non portano per T avve» « nire accettare ». né veftire Monache feto I il confen* 'ìTom,K Bb » fo |
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», lo dei fopraddettì, cioè che dimandato che abbia-
,i no la licenza, e non l'avendo dopo tre di, reftino li- », bere di accettare , e veih're la Monaca. Icem , che le j, medefìme Monache debbano comportare , che fiano >, mefle le Armi dei BaroncelK , e de i Bandini nella „ facciata della Chiefa loro in Via di S. Gallo . „ Item , che nelle pubbliche Scrittore , e Contratti,
j, il Monaftero fi debba chiamare Monaftero di 5. Bar- n «©lo a Gignoro, ancorché nel parlare fi dica di Regina j) Cali, o di Chiarito. A&um in Epifcopali Pai atto\ %q» ,, Sepemhris 1*87. Ego Antonius lacobi Vieri Mote ro» „ gami . „ E ftante queftd lodo furono affiffe le Armi di detti Padroni alla facciata della Chiefa, come inoggi ancora fi veggono, né mai hanno le Monache tralafcia- to di dare 1* annuo cenfo» di libbce 2. di cera fino all'anno 1705. nel quale per la* mòrte di D, Mari* Goftanza de* Baroncelli Monaca in San Pier Maggiore; mancò totalmente la dipendenza dei foprannominato Beltramo. t:ìì , >t3tf - .:.:- 3 th «"ino: Vili. E qulifarebèe luogo di tornare a i. parecchi
fienefizj., ed eredità venute ai Monaftero dalla pietà de i Fiorentini , ma eflendofene difopra abbaftanza fa- vellato , riferirò una vicenda, la quale, fu di qualche umiliazione alle Monache di quei tempi, elfendo pofcia terminata con onore, e eonfplazione loro, e il qui ri- cordarla $$q fervire alle Suore prefenti di tìinpolo a cu- ftodire la. regolare ofifervanza , nella quale fiorifce il Mofea&eró quàntD aifro mai , ed infiememente a con- fidare viepiù nel patrocinio del Beato loro Fondatore. Papa Eugenio IV* nella dimora, che fece in Firenze, per lo zelo dell' onore delle facre Vergini avea defti- nato alla riforma de i Conventi della noltra Città , il Vdfcovo Tragurienfe , il quale delja Chiefa Fiorentina priva di Fattore faceva da Vefcoyo Amminiltratore. Quefti adunque avendo yifitato il Monattero di Chiarito , fece che il Pontefice di lì levafle le Suore, unendole ad altro Convento, full*efempio dì non poche altre fomigiianti unioni , che i erano fa&e a maggior vantaggio delia- ci: ,.: d fi Qffer- |
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©tfèrvanza • Onde il detto Pontefice nell'anno 1435*
i.di Ottobre con fera Rolla, il cui Originale efifte neli* Archivio del Monaftero al numero» 14. fopprelTc con la dignità dell* Abbadefla. il Convento di Chiarito, unendo le Monache con tutti i fuoi Beni, al Monaftero di S. Caterina di Cafaggio, e annullando a tal fine le condì* zioni appofte nell* Iftrumento della fondazione , e ne i Contratti di donazione , cioè che partendo di qui le Monache, gli effetti del Monaftero ritornaCeio alla Com> pagnia di Or S. Michele . . m v IX. Or circa alla vicenda fuddetta » notar fi vuo*
le , che dal Papa furono meflì in Chiarito alcuni Frati Agostiniani , parte di quelli) che abitavano in S. Barnaba , e benché a corroborare quefìo racconto bacerebbe il ricordo di tal avvenimento , che legge fi fcritto lotto- la detta Bolla , tuttavolta piacemi trai non pochi Contratti denotanti la dimora di qucfti Frati in Chiarito, di darae due, de i quali il primo farà il te- stamento di Gherardo di Daniello di Zanobi Speziale, e Cittadino Fiorentino, rogato da Ser Angiolo di Ci- nozzo di Giovanni Cini 20. Ottobre 1451. prefìb le Monache al num. 30. dove tra gli altri' legati dice : ,, ,, lafeio alla Chiefa di Chiarito in Via di S. Gallo fìo- „ rini 25. d'oro per accomodare la Chiefa , e l'Altare „ a fatisfazione di Frate Elifeo Profefifo in detta Ghie* „ fa „ ed il fecondo ancora più chiaro argomento del foggiorno de i fuddettì Frati in quello Monaftero è il feguente Iftrumento , che leggefi nel Libro dei Nego- zj filza A in Chiarito , e dice come fegue „ die 8, O&obris 1450. in Ecclejìa Chiariti .Tateatomnibus ewi- denter qualiter con<vocatis omnibus, è? Jìngulis Eratribus Ecclejje , & Monafterii S. Marie de Clarito Ordinis 8. Augufiini de Òbferwantia fiti in Via S* Galli dz_. Fiorenti a 7 ad fonitum Campanelle ut moris e fi , de man- dato Ven, Viri Eratris Clementi s Guafparris E ri ori s fu- f radi Eli Captali, é" Conwentus , ad Capitnlum prò exe- Qutione omnium , <&* Jìnguìorum praedi&orum contentorum 4n fupradi&is primo , fecundo , tertio traBatibus ob quanu 13 b % con*
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'conn)0€dtknepi meati fueruftt fupfàditll fràtfes. mi deli e et ^
Wr* Lifeus Bafiianide Fior. Alexius Nicolai Mini d^. Fior. & ftifradi&its Frater Clernens Tri or > qui frat ves- tina cum dillo Priore, & di Bus Fri or una cum ditìis fra* tribùs ralentes omnia > & fìngala fuj/ra fer eos tracia* ta > fatta 3 & gefid ex e cut ioni mandare 'vigore licentie eis conceJfe , & attribute a Reperendo Patre . Fratria Bartolomeo de Senis Vice Vicario Provincie Obfer<vantie Senarum y iff. Pi fiorii':,; vigììfmM&ì Moti afierij dei Chiaria to, cuius licentie tenor talis eraty <videlicet . Frate Bar- 5, tolorrìmeo da Siena Prióre , et Vicevicario deir ob- 5> fervantia della Provincia di Siena dell* Ordine di S. ss Agoitino j al Priore di Chiarito Frate Ghimento di » Chiarito da Firenze concede buona licenza > che ven* 33 dere polla una Cafa poita nel Popolo di S. Loren- j, zo nella* Via di S. Gallo » con quello che il1 prezzo 33 fi rinverrà nelT. utilità di detto : luocho di Chiarito 3 33 e choìui 5 che la; compera -, fi chiama Biagio Baitieri? 33 e compera per la vita fua durante 3 e dei fuoi Ni- 33 poti , e così fono pienamente contento ., Qata in_, ?) Convento di Chiarito 19. ài Luglio 1450, eiigol mio 93 fuggelio piccolo ho fuggellata Idcifco omni meliori mo- do &c. rog. Ego Laurentiusfil. oL Chrifiophort No*. Du- rarono intanto le povere Suore di Chiarito, nel Convento di S. Caterina fino al 1453. quando fucceduto a Pa- pa Eugenio Niccolò V. quelli alle fuppliche della Re- * pubblica Fiorentina 3 e di malti; Gentiluomini , i qua- ìi di mal occhio vedevano le loro parenti prive dell' antico Monaitero, cafsò, ,e annullò la Bolla ài foppref- fione del Tuo, Predecelìbre 3 e rimife nel prillino luogo le Monache 5 avendo egli deputato a ciò fare fuo Com- miiTario Apollolico il Santo Arcivescovo Antonino , il quale per la ftinu 3 e concetto 3 che avea di quefte Mo- ìiache 3 con piacere efegul la graziofa eomrqiffione } re- itituendo la dignità di Badefla a Suor Tommafa 3 ri- mettendola con le fu e Suore , e con i loro effetti nel Monaftero di Chiarito 3 confervandofi al num, 31. e 32, la Carta di cosi folcirne atto ? rogata da Ser Iacopo di .-^k.> ... Ser |
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Ser Filippo da Xutìafio 17. di Agofto dei ,1453* Né
porlo tacere in conferma del detto finpra, jCpme ho io trovato nel loro Archivio il Libro antico dis Entrate , ed Ufcite, nel quale mancano appunto gli anni 18. della riferita vicenda, la quale laguna evidentemente ci tefia il tempo della fofpenfione del Monaftero . X. E piacemi di qui riportare la Denunzia , che,
alla, Decima fecero le Monache ritornate che furono ali* antico loro Convento» e dice come appreiìb „._,*.,. ,)In Nomine Domini Amen * 1453. a^ì 25. di Agofto.
„ Dinanzi a Vois Signori Ufiziali della gravezza , overo
„ Djecima , Noi AbbadeiTa , e Monache di San Salvado- ,, re , e della Reina del Cielo, vocato Chiarito in Via „ di S. Gallo di Firenze , prefentiamo ifcrita de' Beni „ noftri d'i decìo Monaftero di Chiarito, e Beni deLMo- ,, naftero di Sancìo Bartolommeo a Gignora;5 el quale ,, è unito con quefto: Dio gratia. „ Tre Podereti a Sanerò Bartolommeo a Gignoro .iti
3, Pian di S, Salvi nel Popolo di S. Martino a, Men« „ fola, e quali il tengono a mano, ef nomin^rerno, 5, quanto abbiamo raccolto queft' anno prefente, e non, „ potremo in altra forma avvifarvi > perchè in ^quéftp. v> mefe fiamo tornate qui . f * f, „ Deiru.no abbiamo avuto Moggia 4. i. di grano*
„ Del fecondo iftaia 20. di grano,,. /, ,,-.!, 'ntl'
i5 Del terzo ìitaia 3®. di grano. .^ iVbiiiUilD
j, In un Pezzo di terra alla Sala afEclo iftaiai<^.' <Éx
,V grano." '/ , .; ' ^ .'/. r/-^ f5 ' „ In un Pezzo di terra a Campi iftaia 33, di grano;
„ per affido .' , ■•„[V. . „ In un Pezzo di terra alla Sala affioro iftaia io. di
„ grano . ' sitali -, In un Pezzo di terra a Sefto affido iftaia 12. di grano.
5, In un Pezzo di terra a Petriolo affido iftaia 6. di grano.
„ De* fopradecti tre Poderuzzi abbiamo avuto queft*
,, anno Barili di vino 56. s, Di un Pezzo di terra a Petriola Barili 12.
„ Di
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';;iÌ W un Pezzo ói terra a Petrìolo Barili fede,
„ Di un Pezzo di terra a-Petriolo Barili xq. « Di un Pezzo ài terra a Petriolo Barili otto . « E più ài un Pezzo di'terra confina col Monalle- „ ro di Firenze lire 24. di ficìo . j, E più di un Pezzo di terra a Quaracchi lire do-
,5 dici di flèto, „ E più di un Pezzo di terra da Peretola lire tre di
9, flèto. „ E più appreflo vi notifichiamo quante boche lìamo,
j, Prima ? quattro Monache facrate .
„ Più una Noviria , due Servigiali,
„ Una Donna CommefTa cà nome Mona Maddalena ,, di Domenico Benini , che a l'anno dà Noi fior, j2. ,, E più per uno Cappellano affamo Bartolomeo a Gi-
3, onoro. J„ E uno a Chiarito qui in Firenze.
XI. Oltre a Papa Niccolò V. fonovi altri Sommi
Pontefici 5 che hanno protetto 5 e di Privilegi favorito il Monaitero. Né giammai dalla memoria delle Mona- che Fuggirà il nome di Pio IV, per la unione della Chiefa di S. Andrea ad Ajolo Dito e e fi di Piftoia , dal detto Pontefice conceduta alle Monache del B, Chiari- to con fua Bolla del 1562. leggendoti in effa efpref'fo il confenfo , e di Marco Braccio Priore della Chiefa con penfione vita:; fua durante di 50. feudi, e dei Gfterardacci di Prato aflerti Padroni di detta Chieia 5 e la Badeifà con le fue Monache nel 15.55*. ne prefe il pofTerTo. E per fine mi tornerebbe a memoria il Cro-i cififTo de i Bianchf, ma perchè ageyole cofa non mi farebbe F afTembrare qui lo ftupendo numero de i fuoi miracoli > ne rimetterò il racconto alla feguente Le*
zione . |
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LE-
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*P9
XVI.
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LEZIONE
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DEL CROCIFISSO DEL MONASTERO
DI CHIARITO. |
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E delle facre Immagini di Crifto Oro-
cififiTo operatrici di miracoloiì avveni- menti , le Provincie tutte Criftiane ne fono arricchite , 1* Italia noftra però ne abbonda quanto altra mai , e più che più nelle fue Città, aumentoflì sì be- ^^^.^wm^--, nerico teforo > quando apparite le_# Compagnie de* Bianchi , feco portando nelle Procéflìoni inalberati divoti Crocififlì, fi vedea in ciafcuna di que- lle Immagini aperta una fonte di moltiplici grazie ; e benché la femplicità della Plebe fé le figurarle tutti miracoli , trovati pofcia infuffiitenti ; di moki però la verità fu riconofciuta , e confelTata eziandio dai più facri Storiografi di quei tempi, in ifcrivendo, che al- cuni di tali Simolacri apriiTero gli occhi , altri par- lafferoj ed alquanti fudaiTero fangue ; ed avvegnadio- che per varj accidenti ceflafle la feorrerìa de'Bianchi, i miracolofi Crociflffi rimafero quai celefìi Depofiti nelle noftre Città, e Firenze ne conferva alquanti , trai quali annoverai il tanto miracolofo Crocififlb di Chiarito, che farà V argomento della prefente Lezione, principiandola dal riferire le più efatte notizie, che ho potuto aflembrare , o fi voglia dell* illituto ed Bianchi, o della venuta di eoftoro in Italia, o della lor fine : lo che poflìamo in primo luogo rifeontrare nella Cro- nica fcritta a penna dal Minerbetti all'anno 1399. do- ve favella de* Bianchi, come appreffo w In queiro anno |
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5)
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it.1 «liwuv lUVguio 11 V.VHUÌUVHJ UUd. VII VV/A1V/1JV VII inul-
te genti 1 E chi dicea, che quella cominciò in Ifpa< |
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gna
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chi in Ifcozia , e chi in Inghilterra, e chi
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!20Ò
# Jn/alcìafìa parte dia Francia > e chi altrove, .e chia-
3, moffi la Proceflìone de i Bianchi , ed era così ; che
5> ciafeheduna Perfona iì vefHva di bianco panno lino j
» e andavano nove dì al detto modo a Procefìlone ,
35 fempre chiamando Mifericordia a Cri/io Crocififfo ,
,, il quale portavano innanzi per loro infegna , chia-
» mando Mifericordia, e Pace .E fempre dove anda-
;, vano, facevano fare a tutta gente pace , e cpn-
jS^cofdia infieme , e di< quello fi sforzavano di far fa^.
W'ré a tutti j e cliccano, che era volontà di Dio, che
j, quefìo fi faeeffe per tutte le genti, e diceafi per
5j molti, che il Mondo dovea poco durare, ma tolto
>i yenk meno, e diceano,' che il Crocififlb facea , e
*j> avea fatti molti grandi miracoli , e che quello, che
3, innanzi portavano , alcuna volta avea fangue git-
i5jf tato per le piaghe, e molti altri miracoli lì dicea,
'J5 che ogni dì appareano nelle Dipinture de* fatti di
jj Dio, li quali miracoli, che fi diceano, che adivenia-
ì> no , fi trovò in molti luoghi, che erano bugie'del-
hi la gente-per -farlo credere ai Popoli, e molta gena
W te*1 ièifSkà e re-dea loro, e in tutte le parti, dove qiuew
>luftè cofe*fi faeeano, crefeeva la divozione, ogni Peri
3) fona volea far quello , e andare con chi fi movèa a
a queita Proceffione, e teneafi quello modo, che qua-
5, lunque voleva andare, prima fi confeffafTe e cornu-
J3 nicafie, e rendeva pace per amor del CrocifMo a
a tutti quelli, Che offefo avea rio , e poi fi Vefìiva di
j, bianco, è andava nove dì dietro al CracifiìFo , e di-
?>«giunava fempre , chiamando a Dio Mifericordia, e
53 Pace . E di quelli alcuni ne vennero a Genova del
>3 mefe di Luglio, e predicarono molte cofe, che era-
?3 no addivenute a chi facea, e andava alla detta Procefi-
3, fione j di che tutto il Popolo fi morie a fare , e fece
5, la detta andata per lo modo detto divotameme . Poi
fì"al principio di Agofìo fu predicato in Lucca per al*
3y-quanti venuti da Genova ? quefto fatto dei Bianchi
3, per lo modo detto di fopra, e quelli medefimi anda-
j> T-ono- in Proceilìoiie in Lucca nove dì in quel modo
i:l n „ che
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„ che è detto dì Topfa , la qual cofa piacque tanto al
?) Popolo di Lucca , che tutti gli Uomini , le Donne , „ e i Fanciulli fi veftirono di bianco di lenzuoli, e co- j, minciarono tutti li Cittadini, e Contadini andare al- „ la Proceflìone devotamente così veftiti , e videfi ptr „ li Guinìgi, che allora reggevano Lucca, che la Cmà „ rimanea quafi vuota, di che elli provideno , e fé- ?, Ciono ferrare le Porte, e ritennono molti, che erano ,, moflì . Ma pur nondimeno più di tremila Perfone die- „ tro al Crocifififo ne vennero per Valdinievole, e di 5, quindi a Pìftoia , e qui vi feciono devotamente la j, Proceflìone, la quale molto piacque ai Fiorentini . Poi ,, andarono in più luoghi del Contado di Firenze , e ,, finiti li 9. dì , fi tornarono a Lucca avendo fatto fa- ,j re molte paci in più luoghi di brighe mortali nella ,, Città, e Contado di Firenze, e avendo ricevuto in ,j Firenze grande onore , e grandi doni fece loro il ,, Comune dì pane, e di vino ; alcuni Cittadini dona- 5, rono loro aliai cofe da vivere, perocché tutti toglie- ,, vano per limofina ciò, che era dato loro da vivere, ,, e ciò che avanzava lo davano per Dio ai Poveri. Poi ,, ancora fi moflbno i Piftolefi tutti veftiti di bianco , ,, andarono a Proceflìone, e furono tra Uomini? Donne, ,, e Fanciulli circa di 4. mila , e vennero a Firenze per „ fimile modo, che i Lucchefi, e fu loro altresì fatto dal ,, Comune, e da fpeziali Pedone molto onore, e gran- „ di limofine . Poi vennero li Pratefi per fimile modo a ,, Firenze, e anche fu fatto loro fimile onore, e limo- „ fine affai, e ciafeheduni faceano fare, dove giugnea- ,, no, molte paci, chiedendola per amor ài Culto C10- „ cifiiTo, il quale di tucti era la'nfegna, che feguita- „ vano, e adoravano, e furono bene 3. mila Perfone, 5, e tutti diceano, che il loro Crocifiilo ogni dì facea „ grandi Miracoli. E ancora vennero a Firenze una bri- 3, gara di Pifani, Cittadini, e Contadini per lo fimile „ modo veftiti di bianco, e tue fatto loro onore gran- ,, diflìmo , e doni dal Comune e da altri Cittadini fpe- „ ziali, e in ogni luogo s' ingegnarono di far paci, e „ concordie tra tutte le Perfone per lo modo detto di Tom* V. Ce „ fo- |
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\y fopra . Poi compiuti io. dì , ciafcuno fi tornò alla
5, fea Cafa » le quali cofe piaciute molto ai Fiorenti* j, ni , fi difpofano tutti a fare il limile . Li Fiorentini „ avendo veduti quelli, che andavano in Proceflìone, $f tutti ii vestirono di bianco di lenzuoli di panni li* ^ ni , e in quello ' fare concorfero Uomini, e Femmi- „ ne , e Fanciulle di ogni età, e tutti fi confetTava- }, no e comunicavano , e difponevanfi a andare nove „ dì a Proceflìone, nel modo che è detto> che anda» „ vano gli altri, che detto ho . Le quali cofe fappitn- „ dole i Priori , ordinarono per lo meglio , e perchè „ tutti andadono con buon ordine , che il Vefcovo di 5, Firenze andafTe alla detta Proceflìone infieme con tut- 5, te le Donne , e Fanciulli , e Fanciulle , e ancora con „ tutti quelli Uomini, che volelTono , e non fi dilun- „ gallono dalla Città guari, anzi vollono, che ogni mar- 5, tina cominciaflbno dentro alla Città , e ufciffeno po- s, co fuori , e ogni fera tornaflìno dentro tutti ad al- ), bergo, e poi ordinarono chi fuiTono loro guide , e „ come andafle ciafeuna Regola, e Contrada , e femprc 5, vi fuife chi provvedere a ogni eofa, perchè ifeando- 3, lo non nafcelTe tra loro . E cosi la detta Proceflìo- a, ne fi fece , e comincioflì adì 25. di Agoito molto ,, -quietamente . E furono il primo dì , e così poi fe- „ guilli bene 40. mila Perfone , e parea una Cafa di fj Dìo , tanto erano le genti ben difpofte , e pentuti „ de' loro peccati . E nella Città fecìono fare molte „ paci ì e concordie , e tutte le genti di buono amo- 33 re fi abbracciavano, e baciavano infieme , e tutti 3, cantavano quella lauda , che comincia così „ Mi/eri- fa sordi a eterno Dio » Pace , fave , 0 Signor pò , noru 3, guariate al mflro errore . E così fempre tutti canta- la vano laude di Dio, chiamando Pace Pace, e aveano ,, innanzi il Crocifilib , e in mezzo, e in più luoghi della « detta Proceflìone ne avea molti ; e fu questa Procef- 3, fione fatta tanto devotamente a Dio, che in più luoghi 33 della Città fi ditte, che i loro Crocirìfli aveano fatti ,j§3 Miracoli > e così andò nove dì» Ancora vi furono- n molti Uomini^ che venero andare di lungi dalla Città, 33 e ufcì
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40£
„ e ufcì dalla Porta a S. Niccolò il Vefcovo di FiV
„ fole, e più altri Reìigiofi , come fu ordinato per il ,, Priori, con molta gente, e molti Contadini fi aggiun- ,, fono a loto tanti, che a Fegghine fi trovarono 20, m. ,5 Perfone , e più , andarono a Rezzo , e poi torna* „ rono forniti i 9. giorni . E andonne ancora fuori a, d* ogni Porta della Città grande quantità , e eoa* », grande ordine molta gente , e dovunque andavano , „ facevano fare paci, e concordie con grande divozio» 1, ne. Poi forniti li loro <li, ciafchuno fi tornava al!e „ loro Cafe , e la Città per quefto ne rimale in mol- 1, ta concordia . In queiti medeiimi dì , qusfi tutto ,, il Contado di Firenze fi veftì di bianchi lenzuoli , „ e tutti andavano a Proceffione , ciafchuno per lo mo^ „ do detto di fopra , e con quelli canti ; e laude di 1, Grido s e fpeflb giungeano a Firenze le brigate dei „ Bianchi > fempre chiamando Pace , e Mifericordia a j, Dio . E quelli di S. Miniato , e da Empoli , e di „ quelle Contrade furono a novero 2. m. e più . E ,, quelli da Volterra furono mille e più , e quelli da „ Colle , e da S. Gemignano , e di molti altri luoghi „ del Paefe , o del Contado di Firenze 3 donde 200. „ donde 200, e donde 500. 600. e donde più , e a ,, tutti fu dato pane, e vino da' Priori, e fatto a tut- „ ti grande onore, e parea,che tutto il Contado abban- ,) denaifono ogni loro faccenda per andare alla detta „ Pioceflìone , e di niuna cofa parca , che fi ricordale- „ no , che affare aveflono.E ancora la detta Procedo- 5, ne per lo modo detto fi fece alla Città di Arezzo, „ e alla Città di Gattello , e al Borgo a S. Sepolcro * „ e per tutte quelle Contrade . Poi lì fece a Siena , a ,, Perugia, e a Cortona, e nelle loro Comiadi , e-# „ ancoia fi fece a Scefi, e a Viterbo 9 € a Todo , e«» ,, per tutti quelli Paefi , e molto grande fi fece a Ro-> 5, ma, e in tutte quelle Contrade , e in tutta Roma- „ gna, e in ogni Cina , e il fintile nella Marca , e s, a Napoli , e in tutto il Reame di Puglia > e ancor* *, fi fece in Bologna» e a Ferrara 9 « a Padova , e a C e i „ Man-
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,V'Mantova, e in Venezia , e in tutte le terre, che fìgno-
a, reggia il Duca di Milano , e in tutto Frigoli , e an- 5, Cora fuori di Italia quafì in ogni Città , e Paefe_» s, fi fece la detta Proct/fione per lo iòpraderto modo, 3, e divozione, che ciafcheduno avea a Grillo CrocifitTo, ,j e ciafcheduno chiamava Pace, e Mifericordiaallui &c.,, II. Sin qui la Cronica del Minerbetti , dalla qua- le apparifce non folamente Y incominciamento di tali PiocciTioni, ma 1* univerfale ancora commovimento na- to dai Bianchi . i quali come pretto ceffarTero, udiamo- lo da Leopoldo del Migliore nella fua Firenze Illustra- ta a pag. 71. ,, Nel 14OC. venne Tonava (Pelle ) il.nu- 3, mero fu di 3. m. nella Città fola , lo Spinelli dice ,5 il terzo de* corpi ,* fi chiamò querta la Moria de i 5, Bianchi da certi Uomini , che andando pellegrinan- 5, do in compagnia, vediti di bianco vi recarono quafi „ tutti morti „ E querta per vero dire fu la vera fine dei Bianchi, non dovendoti credere a quegli Scrittori, che ne attribuifcono la foppreflìone a Papa Bonifazio IX. quando piuttofio dalla fua Bolla contra i Colon- neh* , data in Roma id. Mciii art. xu leggiamo, che ani. mife alla fua prefenza la Compagnia de i Bianchi , che era , come fopra fi è detto, andata a Roma , e le pa- role della Bolla fono le feguenti : dum ^r&fenti anno in itlbis roeflibus cum multis aliis ad noflram <veniffet pra- fentiam . Né molto meno dee dirti , che il detto Pon- tefice faceffe morire nelle fiamme in Acquapendente il Capo de i Bianchi convinto , e confeifo di graviflìmi peccati , ed erefie coperte fono V ipocrita della ve- lie bianca; calunnia fu quella di Teodorico di Niem, al quale piacque confondere i flagellanti co* Bianchi , che furono due Irtìcuiti ben diffimfli , onde a quello Scrittore opponiamo il dottiamo P. Manfi negli An« alali Ecclelìaitici , dove all' anno 1400. degli uni , e^ degli altri ftrive così ; Religiofa illa fopulorum commo* tio , cuius hic fermo apud Annaliftam una fuit ex mul- tis, quae fubinde Chriftianum j/optlum incejfiwit • In e& *vero ab aliis frecedentikm tsm^orum differì ? quod relim $uac
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quae (Flagellanti) ptum exordium > impium< fixitum habue-
runt. Haec *vero ( i Bianchi )ficutpie• inBituta , ita & pie abfoluta e fi » Né io debbo, tralafciare 1' autorità di S. Antonino Arcivescovo di Firenze , che fu teftimonio, come egli dice, di quelle Proceflìoni , e porrti in pace il leggitore , fé intero riportiamo il tetto , nel quale oltre la pietà deli* litnuto dimoftrafi 1* amorofa parer- na idea , che ebbe Iddio nel mandare le dette Compagnie in Italia, così invitando i peccatori alla penitenza, pochi mefi prima dei flagello della Pefte. Dice adunque il San- to alla Parte Ili. §. 22. come fegue : Ter haec ipfa tem- pra anni 1399. mirabili s faflu* e fi populorum motus 5 omnis qttippe multitudo vefles e xt eri ore* inanit albas , li- nea* tamen ad pede* ufque protenfas , cum caputiis ad modum capparum Re ligiofarum , quibu* facie m njelabant , ad oculos tantum foraminibus ad cvidendum reliBis . Omne*9 Mare* & Foeminae, Laici & Clerici )& Religiofi cuiufcum^ que Ordinis , grande* ^ & paratili fimiltbu* qjefiibus ha*> iufmodi incedebant , Monialibu* , & reclufis exceptis , qui» bus non licebat claufira exire , incredibili que dcvotionis ardore longa horum dealbatorum agmina ad vicina? Urbe? commeabant procejjionalner bini pergentia pacem & «?/*- fericordiam fupplici clamore faepe clamantia -, ac laude* $* hymnos in latino , <vel bulgari fermone decantantia* praecipue fequentìam illam , quam dicunt Gregorium edi- diffe\ Stabat Mater Dolorofa &c. cum *verfibus fequenti* bus . Frorfus miranda res , & quafi incredibile negotium^ nifi oculis no Bri* *vidiffemus , Feregrinatio iBa ordinaria erat no<vem , *vel decem dterum ieiunantibus qui poterant illis diebus, & aliquibus in pane, & aqua: Jlccejfu* njero in aliena Oppida , etiam parum antea pacata , liberi fue* runt . Memo per id tempus dolo fallere tentai)it , nemo admenarum opprejfus , tacitate cum hafiibus inducine fue- re . Jnnumerae paces ex mortiferir, et diutinis inimicitiis in diverfis locis confé&ae funt . Confezione s àf Comma- niones frequentata^ . Cumque proficifcerentur Fopulì in a* lienas Vrbes , & alti in fuas ad<ventarent , mira hofpi* talitas hbiqtte} {? benigna fufceptio ; a Commumtatiìoat fVQ*
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provi dehttm, ̧ wtltu étitm miìlt howivibvs fine prette*
Duravi t hk tue/MS ftr dmty aut tres menfes ad plus * Tnde àutem %ot inittum habuerit ha tu! obfcurufn ; Dei o* puf fuijfe negari non potefl , & alti' quidem dixerunt ex Mi (pania hoc babniffe exordium , airi in Scòtta , alii in Anglia, n annulli ex "Francia .De modo etiam , di fi tur ap- paruijfe B* Virginem Mariani cui-dam ruslito , <b* reijelajfe et Filium futm contra Mundum prvpter federa eius *val~ de turba tum■', nnde ad reconciUandum eum , & placandum illud obfer*vandum, nibil tamen tetti de hoc babitum efl, E poco dopo quafi rallegrandoti di sì bell'apparecchio alla morte, che era vicina per la Peite, così icrive,* Ex bis Divina Clemcntia quamdam praeparationefn bomtnìbus ■gròcurami ad piortem eh propinqua*» \ Multi enim , & ma- gni obdnrati peccatore? converfi funt fune ad poenitentiam , ques Deus ad fé *voca*vit anno fequenti peìle graffante Florentiae <> & pofiea in Gal li a ^ ut ad illud alludere wdeatur quod Cbriffuf dixit ." Vi de te regione s , qttieL. iam albae funt ad meffem^ feilicet colligendam , per fai* cem mortis » 11L Ed in quefta guifa ifchiarita avendo la Scoria
de ì Bianchi » paniamo oramai a favellare del Crocifrlfo delle Monache di Chiarito, cercando in piimo luogo quando portato fofle nella loro Chiefa > e avvegnaché nel 1524. per un impenfato cafo d* incendio arie fiat* to il Por,mencoTÌo , dove .fi confervavano le Scritture pertinenti a quefto Venerabil Simulacro , ci converrà che ajttonde cerchiamo le notizie per iftabilire un' e* poca pieno JTO&rra, che ira poffibile » E che sì grande teforo già dal 145:. (offe prelTo le Monache , non fem- bra da poterfe*ie dubitare > mediante un foglio, unico avanzo delle fiamme \rimafo fino al prefente in-Con- vento , fa quai CàA IH racconto graaiofo di un mi* jracolo riportato1dai Padri Boliàndiiti per appendice^ alla Vita 4?l "®* Éhjaruo nei dì 25. di Maggio di quelP anno , e che noi qui fommariamente riferiremo . Para- litica adunque era da 4. anni, e più nel fudderto Mo- *nafcr@ ima Monaca dei,Mattutini) al cui ibliievo «f* ■: '•'! kndQ |
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fendo ftate inutili le medicine;, era guardata da ducL*
Suore , quafichè moribonda , quando fuìl' ora di Nona del dì 28. di Maggio dell' anno 1*461.* fentì una vocef che la efortava a ricorrere al Medico , ma ella rifpoilo avendo, che dopo 4. anni nulla avea profittato dell'ope- ra dei Medici, ode, che ripiglia la voce, e dice: non hai un Medico potentiflìmo nel tuo GrocififiTo di Chie* fa? Quelli puole, e vuol renderti la fanità , con que- llo perocché TAbbadeiTa procuri, che fi dipinga in ta- vola lo (lato prefente delle tue Stroppiate membra , e fi appenda al mio Altare . Chiamata fu la Superiora , alla quale 1* Inferma riferì le voci fuavifiìme, che udi- te avea del Crocifitto , e la certezza di andar guari- ta ogniqualunquevolta fi facefle la favola , lo che prò- me(To dalla Badelfa , e da tutte le Monache protrate appiè della Santiflìma Immagine , e pofcia tornate in Cella dell' Inferma , fu trovata perfettamente fana > e che, non orlante avelie da'.tré giorni nulla guilato di cibo ,-potè alzarfi di letto , e fenza aiuto incam- minarli verfoJa Qhipfa a render grazie,al fuo Divino Medico » leggendoli fui fine della Scrittura quelle paro- le , che corroborano la verirà dello Scritto ; Ego tran* cifcus Guelfi Confejfarius dìHarum Momalium Ttfi'm . IV. E fé un tal racconto ci denota 1* efiftenza già
dal 1462.del Santo Crocifiifo nellaChiefa delle Monache , fembra altresì? che fi polla crederle 5 che ;tffo folle ivi già da molti anni innanzi ; e come quefto veniffe in Chiefa loro , ne abbiamo una relazione riconofciutit. verifimiie da i fuddetti Padri di Anverfa , i quali nel fello Tomo di Maggio , al giorno di fopra accenna- to vollero darla alle Stampe * nella quale, fi vuole, che una Compagnia de i Bianchi depofitaffe nella Chiefo del B. Chiarito il CrocifiiT© , € che ritornati il dì fe- guente per ripigliarfelo , non mai fu loro poflìbite ajb- zarlo , impediti da un pefo ftraordinario, e fuperiorc alle forz« umane , onde dalla novità del cafo illumi- nati ivi lo lafciarono , giuria la qual tradizione , io fa- rei di credere, che fino dall' anno della Pefte de i Bian- chi |
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ehi venìffe alle fortunate Religiofe un si pregevole re-
foro , e fé anche inoggi quello Simulacro è d* un pefo fmifurato , debbo avvertire qui, che una grarL» parte dei Crocififlì de1 Bianchi erano di gran mole, e quefta però non impediva punto il portarli in Procef- fìone, imperciocché, giufta le Pitture antiche, che ab- biamo delle Compagnie de i Bianchi , alcuni di effi appunto perchè pefanti , vi fi veggono portati ih barella. V. E venendo alla detenzione-del medefimo Grò* cififlo , diremo , che mercè la bontà della Badeffa e delle Monache , ci fu aperta la Nicchia, toltane o- gni ctiftodia con tutto il comodo di attentamente efa- minario, Egli adunque vedefi confitto con tre chiodi alla Croce , la quale è in forma di un tronco con_« alcuni nodi , pofartio fopra un piediitaMo formato a guifa di uno fcoglio■:: Il'Cri-ito è alto quanto al natu- rale , formato di legno , con un intonaco di gefìb co- lorito , avente a i lombi una fafeia di canavaccio di- pinta : la faccia è da moribondo, colla bocca j^è gii occhi aperti , ed- il capo alquanto inclinato ,: "Nella Nic- chia ornata di dommàfeo cremifì veggonu" alcuni Vo- ti di argento , e ve ne farebbero affai più , fé ne II' an- no- dell' a/Tedio di Firenze 1530. non follerò ftati leva- ti dalla Repubblica, valutati nei Libri dei Ricordi fo- pra mille feudi . Stupenda altresì era T abbondevolezza de i Voti di cera' fendenti dalle pareti j annoverando^ tra eflì quello del Magnifico Lorenzo de* Medici ^ per grazia del Crodfiflb ri'mafo falvo nella congiura de i Pazzi Ve ^quelli del Duca Aleffandro * e di Cofìmo I. de i qUali favella Giorgio Vafari nella Vita di Zanobi Benintendi detto il Ceraiolo per eflere flato infìgne. Artefice nel figurare fomiglianti figure di cera ; e per- chè ; ingombrata ne andava la ?Ghiefà dalla moltitudine , furono dalle Religiofe fatti levar via con difpiacere del popolo , e maifimarnente* di Leone XI. che ne era di- votrffimo; e nelle ricordanze del Monaftero trovafì, che I* Aicivefcovo Alefiandro Marzimedici ne i due ulti- mi anni di fua vita, ogni mattina non impedita , cele - bib
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brò la Mefla a quello Altare i onde non era maraviglia
fé da tutta la Tofcàna vi Concorrevano "ì Popoli , e pei: tutto fi rammentava il Cròcifìifo di ".Chiarito s e leu * Nunziata dei Servi , ambedue Immàgini che facevano grazie, e moftravano fegni miracolofi, e di quefti do- vendoli qui dire alcunché, noterò co* foprallòdati Padri Bollandifti elTere flato il noftro Crociflflb particolarmente amorofo verfo di quelli, che a lui fono ricorfi per ay^er : prole , « come a Berna rdetto de' Medici fratello di 'Pa- pa Leone XL e Marito di Giulia figlia naturale dei Duca AlefTandro , apparitogli il dettò Crocififlb una.* notte , gli promife un figliuolo} che fu chiamato al facro Fonte in memoria dell'Avo Aleflandro , che fu pofcia Principe di Ottaiano y e Umilmente di figliuo- li confolò le feguenti Gentildonne » Maria Gherar- di Quaratefi} Lucrezia Niccolini ne i Martini , Mad- dalena Martelli ne i Bandini , Felice Poltri ne i Cat* tani , Ifabella Neretti ne i Cafali ; e per tacere di cento altre rammenterò la GranducheiTa Maria Mad- dalena di Auftria , la quale al CrocififTo pure di Chiarito protestava la grazia di effere fiata Madre* del Granduca Ferdinando IL Né mancandoci notizie di altre forte di grazie , una per fine riferiremo maggiore di tutte, perchè riguardante la falute eterna dell'a* nime , che fono tanto a cuore al Grocififfò , e la ripor- teremo colle fteMè parole de i fuddetti Scrittori di An- verfa, e dice come Teglie: An. 161%. die Veneris $"aneli, *vewt inter <vij7tantes Crucifixuvn denota quaedam Mulier $$t Sacriftanae conjtgna'vit eleemofynam prò Mijfa^ quemadmo* dum in ufu plurium frequenti eft, Quaefirvit ex ea Sacrifta- na> num aliquam gratìam retulijfet : Refpondit illa^ qua* feumque pofiulo , ideoque a multis annis ufum haheo iftius devationis : gratìae autem quas pofiulo , plerumqne funi eonwerfiones animarum ; Itaque bis praeteritis annis pe~ tii con<verjìonem unius ànimae, quae modo ducit njitam fan" Barn , num *vero fatago prò alteri us cuiufdam peccatori* conwerf/'one . Neque ifta folum^ fed aliae multae devotae mulieres eadem intentione ad Crucifixum concurrunt , atque Tom.V. ' Dà |
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&rfW multi funt dtw > quod una txdgnae cpnditionis cóm*
me n dami t animavi quamdamJtbj propinquam , curati* mai* tis MiJJis ad Altare Cr net firn■', ipjtqne profpiciens de_* oleo , & cera corani ipfò> arfurìs Ungo tempore .Ob*> tinuit autem pofiulatam conwrjtonem curri magna admira- tione , exempta s *yiw* 5 #jg f///*e ipfam \ impediebat. Va- rj Pontefici hanno concèdute Indulgenze per chi vifi- ta T Altare del Santi/Timo OrocififTo , e notevole è quella di Papa Urbano Vili, il quale con Breve Da» tum Romae an. 2. Tontif. concede per ogni Venerdì dell* anno ih perpetuo alle Monache Indulgenza di io. anni , e di altrettante Quarantene, recitando i Verfi di S. Bernardo al detto Altare. . j |
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DEL MONASTERO 01 CHIARITO IV.
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Opo^k Storia del Santiffimo Croci-
fiffó de i Bianchi , non foflìamo fen- za taccia di omiflióne tralafci are il racconto di molte altre adorabili Re» liquie ,le quali fi confervano nel Mo« naftero, e Chiefa di Chiarito, quindi facendoci dai due Corpi Santi, che (òtto l'Aitar maggiore , oltre a quello del Beato Fon* datore ripofano alla pubblica venerazione, dir fi vuole\ come fotto la menfa confacrata giace chiufo da ricca cuftodia, e da criftalli il Corpo di S, Clemente Martire, veggendofi quefto Santo intero , ma di grandezza così fmifurata , che ftando in atto di giacere fopra ricchi guanciali, e non badando la lunghézza dell* Altare j tiene le ginocchia alzate i ed intrecciate da una fafcia di colore cremifiv "Venne quefto Santo di Roma nel pre- fente Secolo i mandato alle noftre Monache dal Duca Salviati ♦ L'altro Corpo collocato in vaga Urna dietro 1*Altare è di S. Daciano Martire, dono della Marche- fàl Aleflandra del Bufalo ricevuto in quefta Chiefa nell' aiinè 166%, con feda > eflendofene folennizata la tras- lazione per un Triduo de' 15. 16. e 17, d'Agofto dello fìeiTo anno, come notò il Verzoni; Altre fono in Con- vento cuftodite in ricchi Reliquiari , che in alcune fé- ile dell'anno fi efpongono in Chiefa , e per annove* rtirne le principali , di S. AgolUno hanno un Oflb , altro di S. Ignazio di Loiola , e di S. Francefco Save- rio5; nel 1572. dal Vefcovo di Fiefoie Francefco Diac* ceto, che era loro Governatore , ebbero jun nodo di un Dito di S. Romolo Vefcovo e Martire ; fonovi pure i (àii &Ofr kii. K; tS^iéii! ;ti 0d-'2 '£■■•'-*& Sì L %ì -Fu* --
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Fucili dei Santi Ponziano, e Severino Martiri da Mon-
signor Altieri Vefcovo di Camerino nel 1542.,manda- ti a Suor Maria Celefte Valni. Vedefi un Dente di S. Francefca Romana-in Oftenforio dì argento donato dal- la Signora Gotìanza Magalotti Cognata di Papa Urba- no Vllf. E dono della Sereniflìma Elettrice Palatina^ infieme colla ricca fcatola è un Offb del Beato Orlan* do de' Medici. I feguenti poi Reliquiari contenenti Stin- chi j Offa, e Fucili de i Santi Martiri Patrizio, Gerva- fìo, Ca&ulo, Abundio, e Teodora ..fono una memoria della piiffima Marchefa Francefca Galderini ne i Riccar- di da lei regalati nel 1644. a, Suor Caterina Mannel- li coli* accompagnamento di un Grocifìflb d* argento > al quale il fuddetto Pontefice concedette la Indulgen- za in arriculo mort|s ,per - tutte le Monache di ] Chia* rito. Né deveii tacere di una infigne reliquia di S. Lon- gino, del quaL Santo ogni anno ne fanna la Fefta. v; II. E recandoci da defcrivere la Chiefa > principiere- mo dalla facciata, che ha due Armi della Famiglia Baron- celli ; le quali mettono in mezzo quella del Monaftero , : contenente alcune fpighe di grano in un< Calice , dal quale trabocca il vino, che alludono alla famofavifione del B. Chiarito. Ne$a Chiefa fonovi tre Altari , ed iì; primo, che viene a manritta nel!'ingreflfo, è dedicato alla Ver- gine Afifunta, che dà là Cintola a S. Tommafo, dipin- tura dello Stradano, del quale parimente è la Tavola deir Altare ^dirimpetto a quefto, ed in elfo ha il bravo Artefice figurato Crifto orante nell'Orto , 1'una , 6,1*/ altra furono donate alla £hiefa dal Cavalìer Seriaco. pi Generale delle Polle nel 1568. ai 17. di Novembre, per gratitudine di parecchie grazie, che confeiTava di aver ricevute dal Santiffimo Crocififlfo. Né -queite furo- no T unico tributo del fuo offequio al detto Crocifif- jTo , mentrechè ne i libri dei Monaftero leggefi, che.* diede un quadro di S. Agoftino, fece la Pila di mar- mo dell* acqua Santa, una lampada, e tutte le panche, intorno alla Chiefa; l'Aitar maggiore fu rinnovato nel 1(548. che è fatto in ifola tutto di marmi nobili, con un Ci-
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Ciborio di pietre dure, il tutto eflendo coftato feudi
66u come apparifee dalle ricevute di Bartolommeo Gennin'i y the ne fu TArteficeT e per .maggiore adori, namentoIdeila Tribuna Suor Serafina Buini fece la fpèfà àellé Pitture a frefeo della Volta, pofeia rifiorite a* dì no- ftri , e fotto alle pareti fi vede dalla banda del Vangelo rapprefentato ilBattefimo di S.Agoftino, e dall'altra parte lavifione del B. Chiarito ; fopra poi dell'arco grande della ftefTa Tribuna fu trasferito 1* Organov:(timatinìma opera del Noferi da Cortona, che lo fece allePMonache nel 15 71» IIL Circa poi alla funzione dèlia Sacra, mi pia- ce di riportare qut un ricòrdo , che ftà fcrìtto nel libro della Camarlinga di quei tempi , a carte 17. ed è il feguente : „ Ricordo come quello dì *8. di Mag- j> £iò 1367Ì fi eònfacrò la hòftra Chiefa \ è la confa- ,, ero il1 Vefcovo di Fiéfole Frate Agnolo Diacetto Zio jV del noftró Governatore , e vi fu Meffer Fràncefco ,, Diacetto, MefTer Lodovico Martelli, e MefTer Gui- „ do Adimari Canonici, e l'ha fpefa la fatta Suor Caf- 5, fandra, et sé tenuto le Reliquie nella Corticina, do- „ Ve^e Preti cantarono un bel Vefpro ; 1* Arcivefco- 5,i vò Altoviti a mandato a dire, che fi lafci ftare , che ,ì là vuole cónfaefar lui,] et il Governatore co* quei Ca- ,, nonici fon iti a pregarlo , e gli a dato licenzia che „ fi fegua, et aviamo fatto una bella Fella , e le Re- „ liquie, che fé meffo nell' Aitar grande fono di S. An- „ dica, di S. Agapito, e di S. Biagio , e di S. Maria >, Maddalena „ Ed efTendofì nominata nel fuddetto ri- cordo la reliquia di S. Andrea, debbo qui notare, che un miracolofo liquore ne ufeiva conservato in una am- polla , che di continuo fi diftribuiva agi' infermi, e da quello liquore Suor Girolama de Statis già mori- bonda ricevette la iflantanea fanicà nel 1582, di pre- fente non vi è rimafo, che il Reliquiario di legno, fatto in forma di torre alta un braccio, la quale fi apri- va da quattro lati, ne i quali fi vedeano alquante fi- gurine dipinte fulla maniera di Giotto . Avvi una.* lapida in mezzo del pavimento della Chiefa» che è di Fra
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Fra Giovati Vincenzio Doni Cavaliere di Malta , morto
nel 1650. del quale co$V dicono Lricordi del Monaftercj al libro, fcgnato^ C, pag. 173. „ 1636. Cavaliere Fra Gip* „, vanni Vincenzio DpnLnoftrp Confeflpre ci dona fcu.? ,1 di 100. per limofina^ ed liiuMpna.fterp per gratotudi- ,) ne fi obbliga far celebrare j>. Mefite nei giorno di „ S. Gio; Barifta, e di fare per lui la Comunione„ In un Repertorio all'anno 1642. fi legge pure un'altra me- moria come ,/egue,nv ì^i.jReftaurazione^ del Salone, <$ 3 Vojta fetta foctOi fono grazia ^piiracolofe fattaci dal „ Crocifiljfo , al ;quale fummo :vptjate; dal Reyerenclif-j j,, fimo Signor Cavaliere rFra, Giovanni Vincenzio Do- 9, ni noftro Confeflpre , ed il fuddetto noftro Padre.* i, compra un luogo del Monte del Sale feudi 104. e „ lo cpnfegna al noftro. Monaftero ?; % La di lui morte nel medefimp libro | npiat$ cpme appreflb „ 1659» ,, lyforte feguita adì, 30. di Novembre .dell* Illuftrjtrimo 3, e Reverendiflìmo Signor Cavaliere Gerofplimitanp Fra ,, Giovanni Vincenzio Doni , con dolor grande, e per- „ dita, indicibile del Monaftero, eflendp flato gran Be* „ nefattore, e Protettore di elfo; anni 22. fu noftro ,, Confeflpre, e anni tre per favor noftro Cappellano, 3, volle eflere iotterrato jin^ Chiefa noftra , e nel libro m de i Benefattori fono regiitratj apag* uAjito i più prin- ,, icipali benefizj,, che ha,egli, fatto aj Convènto . :fy III. Ma lafciato in disparte quanto altro vi fareb»
be da dire della, Chiefa, vplgomi alle Ceneri di alcu- ne Sacre Vergini di quefto Monaftero» le quali fiorito avendo; in Santità , vivono con lode nelle. Carte del Convento , e, cpn gran., venerazione nella memoria-, delie viventi Religicfe , E la prima, di tut/te0nel glprio- {p noverp^ viene la Venerabile Gofianza di Dolce Dol- cibene fattaAbbadefla n^lla fondazione del Monafte^ ro[■> le cui Offa dalla divozione delle Monache feppelli- te3 o iìvverp,confufe con quelle, del BeaM>; Chiarltoiiuo Conlprte , forco [ ftate alla venerazione, fino aj - noftri tempi, quando fu giudicato dijfepararle, ed sai prefente veggonfi nella ftanza d^l .Padre Confeflbre > chiufe in |
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un^a^à-di 'legho!herórcon criftaflo dinanzi, t)al Dot»
tot Bròcchi nel fuò Librò de' Santi1, I Beati Fiorenti- ni àH^indicé de* Venerabili yfono annoverate del Mona- ftero di Chiarito, Stibr Agata Agnòla^Marucelli, e Suor Maria Rdfa Bonàccorfi, avendo tralafciato Suor Agtiè- , fa? Converfa,k là cui Anima beata Tei rhèfi dopo la ritor- te fua * lumi ripfa fi fece vedere a Suor Anna Caterina Guafcòni altra Venérabil1 Monaca di Chiarito, le vir- tù della quale ,J e profezie , e vi fiorii , e miracoli avrei io tutto il piacere di qui altembrare, ma per eitére la Vita di lei ùfcita alle ftampe, e per correr queftà nelle mani di ognuno, ihnio bene di; non repeteiie qui fo» verchiamente; lPdr dirò y che il P. Sottomajor della». Compagnia di Gesù ,queir Uomo , còme è fama , si illuminato da Dìo nelle cofe di fpiritó, e che fu per qualche tempo Direttore della Guafcòni , non dubitò più fiate, dacché ella morì, di appellarla Santa , come leggèfi ih tiria lettera di dettò Padre alla Madre Suor Luifa Ginòri „ feguiti a; raccomapdariì a queir Anima „ Santa; V,}i ^ *l *H «-11 lì IV. Per quello, che fia il Convento, elTendoci rima-
feda dire alquante còfe, ora benché fuori del fuo luogo qui le Raggiungeremo , e primieramente nel Parlatorio elfendovi uri quadro a olio rapprefen tante la tante fiate da'1 noi -accerinata vifiòné del Calice, in elio evyi da ofrervaré, chenel Celebrante il Pittóre fece il ritratto al naturale dej. Padre Riconefì Scrittore , cóme fi è dettoS dèfla Vita "del B.' Chiarito1, riè còla di piccola.* lode delle Monache è il rammetìtare, che nel 1520. a- vendo effe perduta la loro Badefla , e fempremai defi- deròfee^Ietfdo di maggior fervore, eleffero per loro Su- periora uria Suòra del tóonaftéró di S. Monaca di Fi- renze v appellata Suor Brigida , la quale obbligata dall' Arcivefcovò ad accettare la dignità* governò per pa- recchi anni il Convento di Chiarito; ed eflendo di- poi per tale paffaggio inforta qualche dubbiezza circa la dote , quella fu reftituita al Convento di S. Mo* naca nel i<t^ trovandoli ne'Libri dei Crediti, e De- biti |
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biti del noftro Monafìero una partita ; che parla còsi i
3, 1525. un Poderuzzo nel Popolo di S. Martino fe >> Menfola > fi dà a livello per rendere la Dote di Suor „ Brigida alle Religiofe di S. Monaca. ,, Degno poi di confiderazione fu l'amóre , e il buon concetto, che fi guadagnarono le noftre Monache dalla Signora Giu- lia de* Medici figliuola naturale del pucar Aleflandro, della quale eflcndpyi "iriditi" ricordi nej Monaflero , , mi piace di qui riferirgli^ tali quali j fono nel Libro del Ba* deiìato di Suor Serafina da Caèiglione^ e fono gli ap. prefifo : ,, Ricordo come il di 21, di Maggio del 15 0, venne la
V, Signora Giulia figlÌuolahdelÌ^uca Aleflandro ,a veder* \ 9, ci > che flava in Siamo Òlemente^e Rifece inille}(cay- »,'rezze, e di (Te, che ci voleva tornare fpeifo, e cercò ., tutto il Monaltero. <■ ,t , ■ ■ ' _ ' ' ' ■ ì . -, '.. i i. , ." \,r 3 !.. Siiti ,, ■: :a l
„ Ricordo come adì 2. di Luglio, ci tornò a vedere
5, la Signora Giulia, e ci flette tutto il dì, e ditte, che „ voleva colazione, et era feco Maria Maddalena fua ,, Matrona , Maria ,] Barbera Gujftelli \ e Ja^ar^a \fi> ,, gliuoJa dVlk fua Balia} "fi jfpefe pei la coleziqne li* •j, re *;<*-.;i'fr-.r-'.-v'"'"" -. -■ .--■'.'■''■,.■■-r> ;- «r* «■«>!•■ •■ A.f!w»f*-i ■*■«■■■' ij'1
^Ricordò; come il dì primo Àgofto;!ci venne la,,
„ Signora Giulia con le Tue Donne, e la Piera de' Tad- „ dei fua amica, e ci/ftiede ^ue giorni,.» è ita poi, e „ pentita quafi ogni gioj^q ,;?e y^tiero a.vifitarla rppì-/ 3, tiffimé Gentildonne'._; voleva, ogni giprfp fentir la Mu- 3, ficai e cantava àncbra 'ilei*'. ; _.;!; f f, '.,;,-. !5 ,, Ricordo »| che il di primo di Dicèmbre tornò la
„ Signora, malata di due quartane > di 1 Santo Clemen- », te , così hanno giudicato i due Medici Signore Stra- „ da, e Mefiti Iacopo Marchetti., edr|f fiata in ,noìtrp.;;, „ Monaftéro 'fino a querjo dì due diJ Apple Mj %kì$izq p. Ricordo <om£,'il di i^.J d^Agoflo la; Signora Qiita^ì
„ Uà fi (posò al Signor Bernardettp 3e,' M^m-;:iìrn *,,' Ricorda), che adì 18» ài .Setternl)fe;ci venne la SÌ-
„ gnora , ci flette fino al dì. -i£Ì «4><$*§■ «in «collera^ q „ col iuo I^arko,.,?f ,,:j (r ...jhjiilìs'i^ii. sfììup t »?oj sì -èli 9 ihifawb i^.no'J^n Bote^vo-i «{sit»ÌM-*ftMa
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: ,» Ricord©» come la fera dei 4, di Maggio del i5©*o«
», tornò la Signora a vedere rendere gli Ufui, e me. „ nò feco la Maria ,v* la Tommafà;, te quali fono fiate „ fino a tutto il Mefè a ricamarci le Vffti de i Pag. n gì, e del Cocchio. ..Si ,.. .* „ Ricordo , come il dì io. di Settembre tornarono
„ la Maria, e la Toramafa per ricamare i: fornimenti, », del letto , e, della Camera della Signora > «he .dicono », fia gravida, e vogliono fare eofe beUifltme •■ ni ^Ricordo il 17. Dicembre, giorno <di S« Graziano la
„ Signora ha partorito un Bambino * Ah quale hanno i, dato nome Alefiandro per il Padre della Signora. », Ricordo, che ai 13, di Gennaio venne la Signora
», con Maria Goftanza da Filieaia , ed entrò in Santo », in Chiefa noftra, e fece le cerimonie il nofiro Cap- „ pellano Baccio Zati • ,, Ricordo, come la Signora volle dal Monaftero le
„ Botteghe contigue per farne Cafa fua, e farne, e di- „ sfarne a fuo piacere, e le Monache vi confentìrono» „ e venne ai 25. di Febbraio in Chiefa a prender le »> Ceneri* tiii.l'% uXé : v'j
„ Ricordo adi 2$. di Settemore del 1563, la Signo-
», ra venne dajlaLoggia dei Medici , dove flava in Vii- ,, la 5 venne con due Dame per fare uh Cortinaggio ,j al Principe Francefep de i Medici » e ci flette otto „ Ricordo, come i]:di 25. di «Novembre 1566. ci e
», venuto il Signor Bernayektto , et a detto » che ha 5, compro uno Stato a Ottaiano più là di Napoli, alla 3) dote della Signora Giulia * e dice* che gii bifognia „ andare in fin là, „ Ricordo, che il fecondo dì di Pafqua Refurcflit ci
», è venuto la Signora Giulia, « dice , che fé ne va a », Ottaiano ,, e mena Alefiandro fuo figliuolo , e con „ loro compagnia ci va Raimondo Mannelli, e ci ha „ detto, che giammai fi feorderà di noi , e fé bene a» ci lafcia le ilanze murate, ci ha detto» che nosu 9» mancherà di farle raflettare. n E e V.E
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a vi. E qUeM è una parteù de i vmohiflìmi ricordi
riguardanti quefta* Signora , innamoratiffimà di noftre-* Monache/ le quali ebbero un altro grande onore dall' Arciduca' d* Auftria, come notò il Verzoni all'anno 1661. „ 18. Settembre, a Chiarito il yeftì Monaca u- ,, nà figlia del Senatore Alamanni coli* intervento |, dell' Arciduca, il quale per licenza avuta dal Pon. Hr teflCe entrò nella Clàùfura, e villtò tutto il Mona- „ ftero , e quando la Spofa Monaca picchiò la pòrta h del Mónaftero* i^Arciduiea di denrro aprì > e dille * U che cola voleva. ,y j o: |
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^pjjl3 Alla varietà de' nomi dati al pre&nto
Monarlero , diverfi ,:e confiderabiii lu- mi fi traggono per, illuitrarne la Sto,- ria*i Cdnciofiacofachè ne i pubblici XiV frumenti ieggendofi; frequentemente nominate V AbbadeuV e Monache di San Miniato , quefte ci richiamano al- la memoria quel'luogo > che già detto il Monte Fio- rentino 5 e da altri il Monte del Re 9 e pofeia dedi- cato eilendo !ai San Miniato Martire pe~r ! eflef fi ivi fe« polto il fuo Gorp© , non con altrol-.nonte inoggi vien chiamato, che di Morite di San Miniato > fulla cofta del quale trovandoti in antico un luogo » ove ftayano devote Vergini , ci na-fce appunto? il primo dubbio , fé quelle poteffero mai eÉfere le Fondatrici dei noltro > di cui imprendiamo a ragionale* 'E che fui detto Monte , .già innanzi al mille vi ^avelTe un Convento di Donne , U> abbiamo dal Senator Carlo. Strozzi , il quale, al Co- dice XI fcrive così „ Poiché 1* anno 974* Otto Impe- ,, ratorc per preghiera del preclari* Gebohardo Contai» „ per un fuo Mandiburio,concedè alla divora Vergine „ Éttnagarida tutto quello\ che' \il Vefcovb già gli aveà ,j concetto:-{off a. {àdQtiB, Chiefa (elei Monte ) .e fue » pertinenze '. 9J Così il ìlicordo^pe U quale non po- tendoli in veruna maniera credete, che la detta Vet- rine con le fue Compagne viveiTe nel Monaftérp con- tiguo alla' Chiefa in quer tempi abitato da Monadi %« E e z filiani
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iilianj (Jettl Errmm , fembra , $te fi *pcbbà^piutt$lo di-
re , che ne i contorni della ChJefa vf folfe la Cafa di Et* magarida , che fé io non m'inganno> era fotto la Chie- fa per retta linea verfo Firenze™, è rìfccntrerebbe col fito appunto delle noftre Monache , le quali per ver ro dire non fi legge , che avefferó né abito, né rei gola propria , fé npn fé nei 14*4. Ma poteva ben ef- iere i che colafsù vi fòlTerò negli anni anteriori Donne dedicate al fervizio del San^o Martire ad ufo di Pinzo- chere » defeendenti per lina non interrotta ferie dalla 'fuddetta Ermagarida; e per corroborare una tale opinio- ne notinfi quelle parole del Diploma del 1414. del Vefcovo Amerigo Corfini , che qui fotto riportiamo: éjuibus olim Dùmm' ifftt fia largitioue fidelium ad- fgnata fuerat : e quslk: altee formale circa la regola di Sì Benedetto) che loircir diede il medefimo Vefcovo: )fuam tum habithplnribus ànmt\ ut< ajferebatnr ^ ■proba've* rant : àmendue efpreffioni denotanti , che fui Monte, prima affai del detto anno viveano conventualmente pie Donne • - *>-. e. ■ s»'l l.z\ •*;«• IL Ma 'lanciando oramai le congetture full' anti-
chiffinla origine del Mfrnaffcero^che do ini fono! andato immaginando , ven^o alla and ubi tata epoca delle Mo- nache di San Miniato , la quale chiara apparifee nel Diploma del foprannominato Vefcovo, ed è il feguente. Uni<verfis frefentes literasinfye&uris Aiiwerig'js de Cor* jtnis Dei gratta Epèfcofm Fior* Jalaifm in Domino (empi* iertmtù *:'Cupentikuv witam d^eere ; regnlamm , f afiorali s offìcii' debef adejfie freféntia y ut eorum pum yro^ofitum foffinf ad l&fidem \ Diritti Nominit glorio fsqu e Virginio Marie dàini fiere . £um itaque Dile&e Nobis in Chrifi§ filie honefle' %? Religiofe MulieresDomina Margarita Gè or** gip Landì , Pierauloèmnis Laùrentìi , Magda lena Domi* -'iti Totoe Doniinf $d}tonis , Catberina Nicolai Luce de Spinelli fi Frantifca Jraveifci Lottimi Tom afa Andre e Set ■Bkrtbohmei , Agatha Antonii Simonis , Sandra Frantifif laitibi de Rondine! li s i Maria Bindi Set Stordì j Alexandre filici Ctoni s, &V. f in quadam i^&iiii z i "i Dq* |
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Domò firn'Monafterh $* Marie Ad Montcm wlgariterno*
minata ,pofito prope MonaBerium $. Miniati t ad Montefà prope' I?lot-enttamcommorantes , ist inibì Deo laudabili ter ferwntes. yin noflri prefentia ' per fonali ter conflit ute hu- militer expofuìjfent , quod ipfe quibur olim Domus ipfa pia largitionc nonnullorum fidelium adfignàta fuerat > fttam fimul fomenta de-votionem , & ut Altijpmo vahrent j-anulari' > fub facra Religioni* S* BenedtBi obferwanm profiteri ,& eamdem, quam cum habitu pluribus anni fi ut tijferebatur ìprobawrajtt \ tenere & movere defiderabant\ Quapropter Nobis bumiliter fupplica*verunt , quatenut Domum eavndem , que , ut prediBum efl » *vulgariter afpel* latur Monafterium S* Marie ad Monterà., in Monafterium diBi Ordinis fub nomine, & *vocabulo Sanile Mari* ai Montem prefate , erigere , & ordinare, & fé ipfas &* *u~ ìujlij)et ipfarum Per fonar in Montale f profejfas dift» Monajlerii) & Ordinis S. Benedici recipe-re , & admit- tere , Domumque prediBam cum certis eitts dependentiit fa finibus eidem Domui fpeBantibus in modum Monaftsrii ciaufura erigi facere , quodque ut ipfe Oratorium feu con- decente™ E celefiam in eodem Monaflerio cum altari & cani* panala inibì 9 erigi > & per propri um , wel alium Sacerdotem idoneum per eas eligendum celebrare , & apud ipfum Mona* Jlerium Cemeterium, in quo corpora decedentium fepelìren* tur fieri facere pojfent, licentiam impertiri dignaremur • No* 'vero AHrnerigus Epifcopus prefatus , de evita, morìbut , con* ditionihus , ftatu & conwerfationibus ipfar um Dominar tm plenarie informati ) & earumdem fupplicationibus inclìnatt ipfas Dominas , ty earum quamlibet ad buiufmodi profeffio* nem faciendam admifimus . Et poftquam ipfe Domine promi? ferunt , & earum quelibet promifit, moqjeruntque & rnowit Deo , & B* Virginì Marie, & & Benedillo y& omnibus San' Bis nobijque Aiimerigo Epifcopo prefato Stipulanti é* reti* pienti prò ditto Monaflerio, & Ordine, ac nnHris Sutcejfòm ribus Epifiopis , flabilitatem & con<verfionem morum ipfa* rum 3 & obedientiam regularem fermare prefentibus & futu* ris . ... * formam & Regulam S. BenediBi Abbati* diBi Orr dinit txfrejf? recitando, genibufquefltxJ&t&rdicentesx&U* fei-
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felpe me Domine fecundum élòquiirm tmjm 7 & ne Còti!
fonda s me ab expeétatione tua ; fé proBrantes babitum prò* feffarum , & Monialium diBi Ordini* > & regale S* Be« nediBf per nos indui humìliter poftulantes•, ipfa* in Monta* ies profeffas recepimus , ipfafqm, & earum quamlibet co- ram ncbis congregatas exiftenies > habitu congruo Montali' bus Trofeffis diBi Monafterii , fa Ordini* B. BenediBi ve* flmimus 5 -Ò1 induimus easdem , cb* earum quamlibet.. Toft* quam-etiam quamplures- LeBiones, & ffalmos , ^r Di'vina Officia fecundum Regulam S* BenediBi in fimilibus\decanta" vi foli t a decanta*vcrint 5 fub prateBione ) .& obe dienti a no~ fira> & noftrorum fucc e {forum Epifcoporum fufcip lente s , éf admittentes . Infuper Domum -pre di Barn in Monafterium e* reximus 5 cb3 erigimus per prefentes , rurfufque ut ipfe Mo~ ni ale s di Barn Domum cum eius certi s dependentiis '& fini- bus D-omui fpeBantibus in modum Monafterii clausura cin- gi facere ^ & Oratorium 5 feu condecentem Ecclejìam itu eodem Monafterio cum Altari > & campanulis 5 inibi erigi s & per propri um y <vel alium Sacerdotem idoneum per eat eligendum celebrare , .& apud idem Monafterium Cemeteriumy in quo corpora ipfarum decedentium fepeliri facere poffint 9 & waleant , licenti/tm eisdem concejfmus , ,& concedimus per prefentes * In quorum omnium 3 é? fingulorum fidem , & teBimo-
nium premijforum prefentes noftras literas fieri mandavi- fàuS) noftrique Sigilli iujfimus appenfione muniri . Datum, & éBum in diBo Monafterio fub anno Domini ab ejus Incar* natims MCCCCKIV* IndìBione VII. die wero Ilh menfis Augiifti' fontificatus SanBiftimi in Chrifto Patris, & Do- mini noftri Domini lokannis Di'vina frorvidentia Tape XXILL mi w.
*v .IH. Le noftre Monache adunque di fopra nominate.}
avendo fatta la folcirne profeu*ìone nelle mani del Vefcovo Fior e «tino,.e da lui vettite dell'abito Benedettino, fono fehza dubbiezza le Fondatrici, le quali imitate da molte al- treGentlidonne Fiorentine, vennero a rendere il Monastero cofpicuo quanto altro mai . Ma perchè il Convento era dentro i limitirdclJa Parrocchia.di S.MiJiiatOj nacque li* *ì:ì1. f/ te |
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té tra le Monache, e ì Padri Olivetani) i quali già dall'
anno 137?. per Bolla di Gregorio XI. erano Padroni del Monaftero di S. Miniato, ed ivi esercitavano la cura del- le anime. E pretendendo i Monaci d' impedire loro e campane, e fepoltura, e Divini Ufizj, dopo aver contefo per un anno terminò il litigio con una Sentenza, che fi conferva nelle Scritture ordinate fecolo per fecolo, nell* Archivio di Monte Olivero di Firenze fuori di Porta a S, Friano ; e quella Sentenza è un Lodo fegnato al fe- colo 15. come apprefìTo: „ 25. Ottobre 1415. le Monache „ di S.Miniato a mezza colta debbono dare all'Abate di „ S. Miniato libbre due di cera nuova in perpetuo ogni ,, anno nel dì" 25. di Ottobre per ricognizione della Par- 5, rocchia, come rogò Ser Iacopo di Filippo da Luciano 3, Notaio. ,, « 1 { IV.E dilucidato avendo la prima denominazione del Mo*.
naftero, patteremo a cercare d* onde fia originata 1'altra ap* pel lazione di Monache dette dz* Bar once Ili, come rifcontrafi in non pochi Contratti antichi, ed eziandio ne* moderniff Fragrimi uno avvi nell'Archivio di S. Pancrazio di Firenr ze al numero .103. che dice : „ Domina- Ahbatijfa<> & Mo- ntale* S* Maria: ad Montem, alias ditela de Baroncellis prar fé S. Miniatem fecerunt fuum Procuratore^ D. Vincentium Bartoli AbbatemS.Pancratii ad' fol<vendum &c. 1467. „ rog, Ser Giufto di Gio: di Criftofano Grifelli Mot. Altro leg- geri preflfo le Monache fatto in tempo del Principato nel 1537- *£• di Novembre, il cui funto è un* accettazione> che fanno le Monache dì alcuni concordati dal loro Pro- curatore fatti ,dè accentando étc.t fi fottofcrivono Monta* Isa 5*. Maria ad Montem de B ar ometti t hodie dtBa del Ceppo* E mi fono avvenuto a trovarne un terzo ne* ro- giti di Ser Andrea di Angiolo da Terranuova, nel qua- le Iftrumento di compra fatta dalle medefime Monache nell'anno 1463. a'19. di Giugno fono addimandate come appreflb '..Abbati[ff'a Alexandrà Francifci de. Rondinari*\& Captulum Congeniti* S* Maria ad Montem yauod Mona* fierium appellatur Eì Monaftero di Simon Baronceili r- mjtnt Ù*e, Dal qual Contratto chiara apparifee Ja denomi* |
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inazione di Monache de'Saroncelli , e colla circo/hnzt
altresì di Simone di quella Famiglia , dimoiente con e« videnza , che egli fu o fondatore, o infigne Benefattore, e che detto Simone bencficaile il Monaftero bafta , che Ci legga il fuo Teftamemo rogato da Ser Criftofano di Andrea da Laterina a' 29, di Luglio dei i3S7. ove mol- tiplici fono i legati Piì lafciati al Monaftero da Simone de'Baroncclli Vvf. S. Petti Schermi. £ però fembrave* rifimile, che di quefto pio Gentiluomo fotfero quelle do, Dazioni notate nel fopra riportato Diploma del Vefcovo Ccrfini in quelle parole fut fidelium dargitionibns ; e^ monumento pure della pietà di detto Simone, o di fuo figlio 10 fon di credere, che fofle la fabbrica del Mo« naftero, e deìh Chiefa, Ja cui magnificenza piacemi qui di inoltrare con la itima regiftrata nel Magi/irato dell* Parte, con i'occaiìone, che fu diroccato da'Fiorentini, ed è la feguente. „ Monaftero di S. Benedetto fulla Coita del Monte
„ di S. Miniato, congni t. 2. via, 3. e 4. unpoderedel- j, le Monache, ed appiè del Monafiero Chiefa, e Cimi* ,ì ter© dinanzi,La Chiefa lunga braccia 28* larga 20. alta „ 25.con Tribuna, Coro di conci, Filarti^ Cornici, Ar* „ chitrave, e gradi di Macigno vale fior. 160.0. Un Re. j, fettorio lungo braccia 2Slargo ri* con fopra un Dor. „ mentono alto braccia. 1*. e dipinto dalle due tettate» „ fior. 850. Altri due Dormentori con Volte lunghi brac- „ eia 18. larghi 9. e fono tre Volte da vino , fior- 450. ^ Due Sale da lavorare con Parlatorio , due Cifterne » ^Lavatoio, ed altre franze a terreno, fior. 300. Chiefa „ 4i cafa con Coro, e Sala, lunga braccia 29, larga 12. „ alta 18. ifior. £00. E più un Orto murato con vivaio , „ ed intorno tìanza per il Pane, Sala per i telai,e fore» ft iteria, fior. 250. E più iranza per il Cappellano , Bau n tore* e Lavoratore del Podere , jfior. 300. La Pianta £ della fabbrica con Chiefa> e Convento, lunaa braccia „ 12S. hxga 40. in tutto coito 4<f$ m fiorini. * V.U accidente poi della guerra di Papa Clemente VII*,
eccome fu la cagione della totale rovina dpi Suddetto ma- gni* |
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gnifico MonaflerO} cmì fu l'origine di un nuovo nome
dato alle povere Monache , coftretee a ritirarli in Firenzej dove dalla Repubblica fu loro aflfegnato per abitazione lo Spedale detto dei Ceppo , ed appunto dal foggiorno, che effe fecero per lo fpazio di anni 27. in quefto nuovo Convento , denominaronfi le Monache del Ceppo. E per ifchiarire una fimile vicenda, ci giova di qui riportare una Cartapecora e fi ft ente pi elio i Certofmi » fegnata D. numero 139. nella quale fommariamente fi narra tale tra- slazione 5 ed è come appreflb: 1530. 17. Decembris Mq~ nafterium Monialium 8. Maria ad Moment Ord. S. Benedi* Bi fitutn in (uburkiis Torta S- Nicolai tendenti* ad Con* mentnm S. Miniatis ad Montem » Gum uninjerfa eius he di- fida penitus diruta } & penitus folo zanata fuerint ? Ù" *- pfiui Monafierii Moni ale s in Ho (gitale% feti in Hofptalibus SS. lacobi, & Filippi del Ceppo, alias della Torricella 9 infra Ci*uitatem Fior, prope Portam lufiitia Jìto t feti fitisy coaBae fuerint oh loci carentiam hahitare > prout nuncha- bitant, & Domino concedente bellum , & obfejfio pojl mul- ta damna 5 & incomoda cejfa<verint , diilaque Cinjìtas Fio- ventina in SanBiffmi Domini Domini Noflri Papa Clemen- tis VII. per grati aw Ce far e & Maieftatis in comunionem re- cepita efì'.diBus Papa CUmensVIL afe. con un fuo Bre- ve dato in Roma 4, Novembre 1530. an. VII. Pontif. fa fuo CommiiTario Apoftolico Giovanni de StatisRomano. Egli in compagnia di Lorenzo di Bernardo Segni, e di Iacopo di Piero de' Guicciardini Deputati perciò dalla Repubblica, aflegnano alle dette Monache di S. Miniato al Monte il detto Spedale vecchio de* Santi Iacopo, e Fi- lippo del Ceppo , alias della Torricella di Firenze con la Chiefa > ma con l'obbligo di feguitare a ricevere Pel- legrini , fecondo la mente del Fondatore y frante V ener- vi da* 12. Capitani Governatori di detto Spedale fiato aggiunto un altro Spedale nuovo , che va fino al muro di Arno , che attacca» ed unifee col vecchio, rifervan- dofi i detti Governatori P lufpadronato , e di ricevere»* dalle dette Monache una fai cola di tre once di cera nei giorno della Purificazione di Maria Versine, e ragunan- Tom. V. Ff do- |
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dofi accanto all' Orto di detto Spedale le Compagnie di
S. Niccolò, e di S. Girolamo del Ceppo, i detti Cover* natori fono d'accordo di aiTegnare altro luogo alle det- te Compagnie per loro abitazione, ec. Aclum in Archisi pifcofali Talatio, Ego lohannet q. Zenobii de Vannuceiis rog, E dove andaiTèro le due Compagnie, notato legge- fi in un Libretto intitolato : Memorie della Venerabile Com* fagnia di S* Niccolò, detta del Ceppo ; ed efiite neh" Ar- chivio della medefirna con le feguenti parole: 1530. con- ,j venne in queft* anno per caufa della guerra concedere 5, il noftro luogo alle Monache di S. Miniato , efìendo „ loro fiato demolito il Convento al Monte per la cau- „ fa fuddetta. Si partirono i Fratelli di noftra Congre- „ gazione, e prefero luogo in quella di S. Maria del „ Tempio per modo di provvilìone, e per ellere luogo „ affai angufto, quelli di S. Girolamo prefero il luogo fu j, la Colla di S. Giorgio, dove anche in oggi continua- 3, noj e nel medelìmo libro ali* anno i5<5i. ai 23. di 3, Agoito comprarono i noftri Fratelli da Tommafo Gì» 3, gliamonti da S. Miniato un luogo , che ferviva in quel 9, tempo alla tinta dell1 Arte Maggiore nella Via della 3, Bade(Ta s Popolo di S. Pier Maggiore , e appare per 3, Contratto rogato da Ser Filippo Argenti Not. ,, Quello luogo è al prefente quello , dove radunali la tan- to celebre Compagnia di S. Niccolò del Ceppo ; e cofa debbafì inrendere per queiro vocabolo Ceffo, fé ne die- de da noi ragione al Tomo I. nella Storia di S.Pier Mag- giore. VI. Ma per tornare , d'onde ci dipartimmo;alle Mo-
nache dei Ceppo, dir fi vuole , che non-tardarono nel nuovo (ito a rinnovare h Chiefa , ed a fabbricare uno de*più belli, e grandi Monaiierj, avente un nobile Chio- itro circondato di Celle rette da colonne del Follato con deliziofo Giardino voltato a mezzodì. E non contente-» dell'ampiezza delMonattero , o fivvero non potendo fof* frire la vicinanza dello Spedale rimafo ad ufo di Pelle- frinì, fecero sì} che il Duca Cofimo lo concedefle loro,
enchè fofTe di Padronato dell' Arcifpedale delia Santif. |
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lima Trinità tanto benemerito della, Città di Firenze jjer
la carità di fervire gl'Incurabili, e maflìmamente gì* in- fetti del brutto male fcopertofi per la prima volta in To- scana nel 1495. come fi cava da una Cronica fcritta a penna in que* tempi, e riportata dal Senator Carlo Stroz- zi nel Codice fegnato II. a e. 535. e che il fuddetto Spe- dale foiTe de' Capitani dell* Arcifpedale appare da Bolla di Papa Paolo III. data in Roma adì 5. dì Maggio del 1541. colla quale al predetto Arcifpedale donò, ed uni l'entrate ,e beni dello Spedale nuovo ai Ceppo. Volendo adunque il Duca confoiare le Monache, ottenne, che nel 1.547» fi accomodale loro da'Governatori deli'Arcifpedale un tal luogo , e notifi la parola fi accomodajfe male intefa dalle Monache, che il credetteroeilerne divenute Padrone, la qual mala intelligenza fu pofeia occafione di una lite dolorofa per il Monaiiero, come diremo nella feguente Lezione, che abbraccerà varie altre vicende degne della jioftra Iftoria» |
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L E Z I O NE XIX.
P ELLA CHIESA E MO H AST ERO
DELLE MONACHE DI SAN MINIATO AL MONTE
INOGGI DEL CEPPO II.
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I leggono nelle Croniche de' trapalati
tempi relazioni cosi ombrìi de* danni fatri talora dalle piene di Arno , che ad alcune ài effe viene diminuita, fé non tolta la fede , ed una certamente di queite potrebbe edere nel cofpetto al- trui la Piena, the feguì nell'anno 1557. fé gli avvenimenti accaduti al Monaftero detto del Cep- po non ce ne defiero un ijcuro rifcontro. Imperciocché nel dì 13. di Settembre del fuddetto anno l'impeto im- provvifo delle acque , che avea in Firenze atterrata la Por- ta alla Croce , e rotti due Ponti, affali in sì fatta guifa quefto Convento , che oltre l'averlo focheggiato di tutte le ricche, è facre maflerizie , rovinò col belChróftro qua- li tutte le mura, fcale, celle, fale , ed officine , falvatefl per miracolo le povere Suore, delle quali però una ad- dimandata Suor Zenobia Panciatkhi. rimafe difgraziara- mente affogata. E fé altri Monafterj maltrattati furono dalla piena, dopo però potettero-restaurarli con qualche fpefa , ma la caduta del noliro a giudizio de'Periti fu da- ta per irreparabile. li. E per qui dire come , e dove Ci refugiaiTero le
Monache in così grave pericolo, riporterò un paragrafo della CronichettadiSuor Clarice Mazzei , cui molto deb- bono le Suore del Ceppo per i notevoli vantaggi, che loro procurò nel fecolo paifaro quefla Abbadcfla, Scrive dia adunque come apprefib: }J 1557. *3» Settembre , ef. » fetu
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i, fendo piovuto due giorni quafi continuamente % là fea
^d'avanti fi miffe a tal rovina di -acqua; >q uà fi \ alla^ „ fónte di Arno, a Stia, a Pratoveechio,; chein? un fu* ,, biro portò via tutti i Mulini, le Guahiere, e gli altri s, edifici con abbattimenti di Ponti , traendofi dietro quan- i, tira di perfone . Al pari fu lì impero delle acque irL* ,, Mugello, perchè cominciando -a; piovere appiè -dell'Ai- #> pi fopra Dicomanò, venne tane* acqua-'.per li foifati, « ,, per H fiumi, che riempita fterminatamente la Sieve 9 ,, ricoperfe tutto il piano di Mugello., traendofi dietro 5, cafe , alberi , vigne, e campi ,e tutto quanto trovava, „ ed unitifi infieme al Ponte a Sieve i due fiumi, ne ,, vennero veiio della Città con tanto impeto, che fa- ,, cendo per la Valle gran danni , entrarono; in Firenze V, alle tre ore di notte, abbattendo al primo urto il Pon> „ te di S. Trinità, il quale facendo d'avvantaggio gon» ,) fiare il fiume, fi allagò gran parte della. Città, e mandò ,, in terra due archi del Ponte alla Carraia dalla banda ,, di Tramontana. Fra il Ponte Rubaconte , e il Vecchio ,, tutta la fponda ruinò . li Rubaconte pati nelle fue ca- s> fé colle fponde. Per lo piano fuori delia Porta alla „ Croce 1' acqua venne con tanta furia, che- gettò in j, terra la Porta, che era ferrata , e correndo per la.» „ Città alzò da io. braccia , coprendo il piano della „ Chicfa ài S.Croce, in S.Reparata vi alzò mezzo braccio » j, e nel Tempio dì S. Giovanni coprì V Aitar maggio^ 5, re. Da un così fpavemofo flagello inorridite le noiìre 3, Monache, abbandonando il Monaftero, aperjov.-£ro* ,i vinato, prefero par ifpediente di portarfi alla Cafa „ dei Signori del Tovaglia, fratelli della Abbade.fla Suor j, Tita, e però incamminate procefiìonalmente coi loro ,, più cari Arredi di un Crocifisio antico, e di una- ,, Vergine di rilievo col Putto in colio, in compagnia „ de* Sigg. Operai, Confeflóre, e parte dei Signori P$- 9> remi arrivarono in via de' Ginori, dove fecero dimo- », ra fino alli 20. del Mefe di Ottobre del 1558. fino }, a tanto, the ebbero trovato altro luogo, col favore, j> e braccio del Duca Cofimo, il quale ci fi intromife ,, d'im*
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;, d* impegno v perchè più volte ne avéano fupplicat©
yy premurofìrTirnamente . „ E giacché la Scrivente ci ac- cenna là premura del Duca per provvederle > vediamo- ne fommariamente i\ negoziato, e il Aio efito, tratto dal- le Riformagioni dalla filza IV. della clariffima Pratica: cioè a carte 52. evvi memoriale dell' Abbadefla al Prin- cipe col refcritto feguente ,> A* Deputati fopra i Mona" fieri, che efatnimno un poco deve fi potefftno accomodare, e ne informino Sua Eccellenza : „ Segue la Informazio- ne della Pratica data il dì 24. di Settembre 15 5S. il cui fommario contiene , in primo luogo non trovare^ luogo più atto , che 1* Ofpizio de i Monaci di Gertofa in via di S. Gallo, avere più volte parlato col Priore, èfàéóktò il negozio a fegno, che venderanno a giufta ftima , ma ricufano di volere in cambio il Monaftero vecchio del Ceppo; In fecondo luogo eflerfi dalla Pra- tica mandato Perfona a vifitare detto Monaftero, ed ef- ferfi giudicato non e (Te re luogo più a propofito per Mo- nache, e dai Cenofini con facilità poterli ridurre a co- modo Ofpizio il Convento del Ceppo; Terzo giudica- re la Pratica, che per efTere confinanti le Poverine, non poflbno prometter»* di vendere ad altro Compratore-, quel fico: Quarto finalmente , che i Monaci, ed il Prio- ie non hanno giufta prefa, ne poffono ricufare ì3 of- ferta, nondimeno per eflere Religiofi la Pratica rimettefi al prudentiffimo giudizio di Sua Eccellenza ec. Ed ecco il refcritto di Gofimo „ Se fi potrà negoziare col Papa forfè i Frati non ameranno nulla.„ A quella rifpofta viene altra relazione della Pratica, nella quale apparifeeave» re i Certofini concepuro qualche timore dal luddetto Refcritto, e per confeguente non effere lontani dall' ac- cordarti di dare V Ofpizio, purché dalle Monache fi pa- ghino fubito feudi 8òo. rimettendoti i Padri per il di più della (lima , e circa il modo della ricompenfa ai Mini'rtri di Sua Eccellenza , onde efTere tutti di pate- re, che fi accettarle il Luogo, fi difgombraile, e fi con- gegnarle alle Monache co'fuddetti patti: Ed il Duca fciive fotte; Sta bene :, fifaccia. ìb ;;-,. i-u ; - III. E
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HI. E come folle efeguìto quello ordine del Duca di
Firenze dalla fua Pratica, ce lo dichiara un ricordo del- le Monache di quei tempi, riportato nella Cronica fo* praddetta, e dice così,, Ricordo, come quefto dì 19. „ di Ottobre del 1558. ritrovando»* noi BadefTa, e Mo- „ nache del Ceppo fenza Convento , e luogo dove ci j, accomodare per Monastero, piacque a Sua Eccellenza „ Iliuìrriffima , e per quella a i Magnifici Signori della „ Pratica Secreta, che fi convenire col Priore, e Mo«» 5, naci di S. Lorenzo di Monte Acuto dell* Ordine di ,, Certofa, cioè, che andaffimo in Via di S. Gallo al 3, loro Ofpizio, con Vigna, Orto, e Cafe contigue al „ Monastero di Chiarito, e che pagaffimo a detti Mo- 5, naci a buon conto feudi 8©o. e per loro a I). Li- }, berìo, e D. Lorenzo Procuratori, e Monaci di det- 9, to Monaftero, e entrammo in poffeffione di detto luo- ,, go . A Dio piacendo fia flato in buon punto, e con „ pace, e quiete ,, e di quefto ingreflb avvi cartella affilia fopra la feconda Porta del Monaftero, che dice ; ». ''- :„ ■ Ili '!• :■ - ' \ '!,■■ ì ,■*,' j, ■■*., ,j.;l'j ; tCVi'.n ' 'H/~~ ì'ìi ,' ', "■.'i.'ì'.' ' !■. ? v?
e FELIX INGftESSVS NOSTRIS SVMBTIBVS ì f
».:i, hDIE:XÌX. MENSIS ÓCTOBRIS MDLVIM, ABBATISSA SORÓK TITA DE TOBAEEA .
■• v ■}■>■: óciri'».r 'M'rxJ.it^ ih *ciov}\\:J^ m fttntfl o fe ■■'■'*:) IV. La Pratica frattanto follecita di contentare le Parti » e venire alla ricompenfa afpettata da i Certofini, ordinò la (lima dei due Luoghi , e del Ceppo , e di Via , di San Gallo , e fi ; trovò , che. i Reni ceduti da i fuddetrì Certofini< afeendevàno a feudi, 3246.1 e la vai- iuta dell'abbandonato Monaitcro del Ceppò , era di feudi 2 no. Onde , oltre agli ottocento già pagati , fu- rono dichiarate le Monache debitrici di feudi 133^. il pagamento de i quali fu fatto dal Procuratore delle Suo- le Lodovico Epifanj ài Religiofi D. Silvio., e D. Sil- veftro Procuratori di Certofa, il dì 4. di Aprile *del 1565* rogò Ser Giovambatifta di Lorenzo Giordani . Ed iru quefta guifa fembrava > che non» vi foffe tpiù da defide» tarfi da amendue le Parti» quando una novità noru - • afpet* |
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afpettata turbe affai le Monache, ed altresì loro appor-
tò il danno nel temporale di alquante centinaja di fcu. di : lo che è d' uopo qui rammentare per riguardo ali* Arcìfpedaìe della Santiffima Trinità , il quale nel Suddetto trattato veniva a foifrire il pregiudizio della perdita dello Spedale, loro conceduto da Papa Paolo III. come dicemmo di fopra . E qui ritorna la mala intelli- genza delle Monache circa lo Spedale degP Incurabili, accomodato loro per ordine del Duca Cofimo , tna_, non donato , come il avvertì nella paffata Lezione. Effe però fui fallo fuppofto di efferne Padrone, lo a- vcano comprefo nella nota de i Beni proprj, e ceduto alla Ccrrofa . Ma gli Ufiziali dell* Arcifpedale niente^ dimentichi delle proprie ragioni , dopo la piena pretti erano itati a prenderne il poiTeffo , ed eziandio a ri* parare i danni fatti dalle acque. Tuttavolta avendola Pratica obbligato 1* Arcispedale a lafciare, che vi entraf- fero i Cextofini , ne in forfè la lite, finita in favore de» gì' Incurabili , ed i Padri Certofini vedutifi privi di una porzione di quei Beni, che aveano avuto in ricom- penfa , merlerò 1* azione con tra le Monache , le qua- li dopo avere tentato preffb tura* i. Tribunali fino a_. quello del Nunzio , e da tutti condannate , ebbero a fommo favore la dilazione di qualche tempo per in- dennizare la Certofa , la quale diede a livello tutte le Cafe , e Orti del Ceppo Viro Mag.. loanni olim de^, Franzefìs della Forejla per feudi 62, il anno, come trovafi ne' Protocolli di Filippo Franchini 9; il quale •chiama i. Suddetti Beni Domoj■ , , S^cietaH\s , Hofp- énlìu } HortQs'% & deniqut amnijt $ & fingala bona im- mobili a alias pojfeffa pr Moni ale s Mon after ii S- Minia* ■■itisi in Top $. Incobi in ter fonìeas, quibus omnibus a 1. Via , 2. fiume* Ami % g. Thomas del Maeftro,, 4, e 5. -Monaftero delle: JPotverine , 6* ^.;f. una Dotnus jftflanf $* gertinens ai Munitale lue arabi li umu ..<■. t-Mi - V* I paflàndo oramai*al. nuovo Monattero in Via di San Gallo , pxima di ogni altra cofa vegghiamo |a Pianta di quello luogo , il £qìuàlé nello Strumento dell& con.
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confegna fatm dai Cenofinf alle Monache, fu defcritto
come fegue „ Una Cafa con Corte, Sale , Camere, Log- ,j già, Volte; Terrazzo, e Orto allato alla detta Cafa „ Saiora 7. in circa, e ftaiora 8. di terra vignata? pò- „ fta nei Popolo di S. Lorenzo nella Vìa di S. Gallo, „ dirimpetto al Monaftero di S. Agata . Item un' altra j, Cafetta allato alla fuddetta Cafa « Item Cafa con Pai* „ chi , Sale, Camere , et altre appartenenze pure con* ,, tigue alle fuddette . Item un Oratorio fenza rendite, „ chiamato S. Dionifio, pollo vicino a dette Cafe , e „ finalmente una 4, Cafa con Palchi, Sala , Camere, ed „ altri abituri confinante col detto Oratorio. ,, In que- llo Convento adunque di amenità, e di aria fenza pari, ed anche di maggior grandezza entrate le Monache co- minciarono a dar mano ad ampliarlo dai lati, e prima di ogni altra cofa a fabbricare da i fondamenti la Chie- fa, la quale oggi rimodernata del tutto all' ufo Romano di ftucchi dorati, e di buone Pitture , fa una bella ven- duta con lode di Pier Giovanni del Chiaro, che ne fece il difegno, ed in gran parte ancora fupplì alle fpefe. Né da tralafciare è la pietà del Canonico Fiorentino Ora* 2Ì0 Pucci Governatore del Monatrero, avendo egli fat- to dipignere da Bernardino Poccetti fotto il Coro i principali Mifierj della Vita di Maria Sanriffima, con la Volta dal medefrmo colorita a rabefchi. Nella Cappel- la a manritta Francefco Bianchi figurò in lodata Tavo* la il Martirio di S. Miniato , e de i fuoi Compagni , dove in lontananza dipinfe la facciata della Baiìlica di detto Santo al Monte ; ali* altra Cappella addirimpetto fta collocato full* Altare quel divoto Crocififlb, che fu falvato dalla piena , e portato in proceflione dalle Mo- nache : di Pier Dandini è all' Aitar maggiore il Qua- dro rapprefentame TAlTunta, donato dal Prete Niccolò Malvezzi Organifta di S. Lorenzo, e quivi accanto dell' arco grande dalia banda della Sagreitia era affida una- lapida, che ora Ila dentro del Monailero, nella quale avvi quella Scrizione : k Tow.V. Gg Fiv-
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FLVMINIS IMPETVM HORRESCENTES
HVIVS COENOBII MONIALES. HANC AEDEM *
IN HONOREM DEIPARAE VIRGINIS ET S. MINIATIS M.
A FVNDAMENTIS EREXERVNT. AN. DOMINI 1558. Eravi altra lapida denotante la Sacra della Chiefa, fat-
ta dal Vefcovo di Fiefole Francefco da Diacceto nella Domenica in Albis nel 1572. e nel mezzo del pavi- mento trovafi una lapida fepolerale, nella quale fi legge; D. O. M.
DI CORNELIA TILIMANS FIAMMINGA
E DI CARLO PANDOLFINl SUO MARITO AN. DOM. MDCLX. veggonfi per fine non poche Reliquie efpofte in Chiefa
nelle principali fefte dell* anno? e tra le più infigni ù adorano le feguenti: Il Corpo di S. Perenzio Martire dono del Padre Fer-
dinando Ximenes Gefuita , con V autentica di Monfignor Vincenzio de'Conti Bardi Vicario Generale del dì 25. di Giugno del 166$. Hanno il Braccio di S. Valentino M. inandato di Roma da Papa Innocenzio X. effendo Vicario il Cardinal Marzio Ginnetti nel 1650. con altre Reliquie, le quali fono parte de i Corpi de' Santi Martiri Gra- ziano, Felice, Erafmo > e Galliano. Evvi pure un Dito di S. Miniato Martire venuto dall' Abate di Monte Oliveta di Firenze D. Pietro de i Spineti, che lo donò a Dome- nico Pifferi Auditore della Nunziatura ai 2. di Giugno del 1665. e come dicono le feguenti parole dell* ifiru« mento: Maiorem articulì Digitum: A&um Fior* in Ecclejia £. Miniati* in Pop S. Lanrentii, prefenti Vettorio de* Pennini Priore dello Spedale di Bonifazio, Gio. Maria del Conte; Sacerdote Fiorentino, e ricevente a nome delle Monache il Canonico di S. Lorenzo Vincenzio Ceni. Finalmente è in gran venerazione la Telta di S. Simplicia Martire donata dal Pontefice Clemente XI* i con
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colla concezione dell' Indulgenza Plenaria nel gior-
no della traslazione 5 che fi fece folenniffima dalla Chier fa di Bonifazio alla vicina Chiefa delle Monache nel dì 6t di Febbraio del 1705. VI. E per non omettere cofa alcuna , che per noi
fino al prefente giorno, col cercare nelle pubbliche, e private memorie fi fia fcoperto intorno a quefto rag* guardevoli0ìmo Monaftero , dir fi vuole , che nell'Ar- chivio delle Monache di Chiarito fi trova al Libro di Ricordanze fegnato A, a pag, 170. una notizia prege- vole di quefto Convento di San Miniato , la quale è una narrativa degli antichi Padroni del ùto\ fui quale è fabbricato il prefente Monaftero, fatta da Zaccaria Minori focto il dì 22, di Aprile del 1545. che qui ripor- tiamo per fervir meglio ali* Iftoria , e dice come fegue „ 35 Confiderato che lo Spedale di Santa Maria degli j, Innocenti di Firenze ha nella Città nel Popolo ài s, San Lorenzo nella Via di San Gallo gì' infrafcritti ,j beni , cioè una Cafa con due Cafolari contigui a^ „ detta Cafa con Palchi , Corte , P02ZO ,, Volta , ed „ altri ediflzj , e Cafolari appartenenti con un pezzo di 3, terra lavorata di ftaiora 7. in circa con vite 3 ed al- „ beri fruttiferi , e con un altro pezzo di terra lavo- 3, rativo di ftaiora 8. a corda in circa appreflfo alle ,3 dette ftaiora 7. a' quali tutti beni oggi a 1. Via } a 3, 2. Monaftero di Chiarito 3 a 3. detto Monaftero iru 33 parte , a 4. Via, che va lungo le mura , a 5. lo „ Spedale di Bonifazio , a 6, Cafa della Nunziata in 33 Via di S. Gallo , a 7. Beni dello Spedale di Boni- 33 fazio » E per l'adietro confinava in quefto modo, 3, cioè a 1. Via di S* Gallo , a 2. Beni di Chiarito , „ a 3. Mura del Comune di Firenze Via mediante, a 4. ,, Beni del Monaftero di Qu£rceto > a 5» 'n parte dct^ 33 to Monaftero , e parte lo Spedale di Bonifazio , et j, in parte Beni di S. Maria di S. Gallo 9 i quali be- 3, ni fono pervenuti allo Spedale degl* Innocenti , co- 3, me beni di detto Spedale di S. Gallo , inoggi uni- j, to con lo Spedale di S. Maria degl' Innocenti • G g z Si
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j, Si fa manifefto qualmente i fuddetti beni Panno
„ 1482. fono il dì 20. di Settembre lo Spedale degli s, Innocenti dette , e vendè a vita , et a linea mafcu- 5) lina a Niccolò d'Antonio di Niccolò Martelli per s> prezzo di fiorini 100. e per ogni anno un Cero di 3, libbre 2. con obbligo di fpendervi 300. fiorini , e_» ?, liberare la Cafa dalli Eredi di Francefco degli Al- >j bizzi, e di Ser Buonaguida , come ne appare Contrac- j) to rogato da Ser Antonio da Romena . „ E attefo che detti beni pervennero in Giovanni
„ di detto Niccolò per vigore di lodo fra Michele da », una parte -, e detto Giovanni dall' altra 1' anno 148^. 9j E attefo poi che morto Giovanni detto, Maria Fio- j, retta fua moglie , e figlia di Lorenzo di Buonaccor- 5, fo Pitti , e Gio: degli Albizzi, e Domenico di Gi* 5> rolamo Martelli , come Procuratori dopo la morte 3, di detto Giovanni venderono detti beni , e ragioni 3) fua , e di tutti gli Eredi a Mefs. Giuliano de' Ri- j5 cafoli comprante per fé , e per i fuoi Eredi per )j prezzo di fiorini 500. con patto, che detti Vendito- ì, ri foriero tenuti pagare allo Spedale fuddetto le 2. 35 libbre di Cera 2 e che dopo la morte di Mefs. Giu- » liano infra io. anni proflìmi foiTe lecito agli Eredi 3, di Giovanni Martelli di ricondurre detti Beni , pa- 3> gandone detto prezzo, e miglioramenti, i quali non 3, palfino la fomma di feudi 60. Et in cafo che detti 3, beni innanzi , o dopo la morte di Mefs. Giuliano 3> fofiìno ricevuti dagli Eredi di detto Giovanni , e li 33 riconducendo al detto Spedale 5 che gli Eredi di det- 3, lo Giovanni follino obbligati pagare a Mefs. Giulia- 3) no feudi 500. come ne appare Contratto per mano », di Ser Domenico Buciantini. 3, E attefo che poi P anno 1536. in dì 15. di Set-
sì tembre detto Mefs. Giuliano rifervatofi in vita fua i 33 frutti di detti beni 3 donò a Mefs. Gio. Batiita fuo 33 nipote detti beni, e dopo lui a Piero fuo fratello 3 y, e fuoi figli legittimi , e naturali per linea mafeuii- j3 na 3 e dopo quelli a' Figli di Piero di Piero de* Ri- „ ca*
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„ cafoli con detto carico , come ne rogò Ser RarTael*
>, lo Baldefi . „ E attefo che poi i Figliuoli, & Eredi di Giovanni
» Martelli liberarono a detto Giovambatifta detti Be- ,j ni , e rinunziarono al poterlifi condurre infra detti j, io. anni come di fopra , e ne appare Contratto ro- „ gato dal fuddetto Notaio fotto il dì 20. di Luglio „ E attefo che poi fotto il dì 13. di Aprile del 1540.
„ gli Operai, e Confoli dello Spedale dell' Innocenti ,} dettono autorità a Mefs. Luca Alamanni Procuratore „ di detto Spedale » ài potere concedere detti beni a „ detto Mefs. Gio. Batifta , però il detto Mefs. Luca.. ,, in ogni miglior modo ex vi della autorità datagli) „ concelfe detti beni al detto Mefs. Gio: Bautta a fua 5, vita, e linea mafculina di Piero fuo fratello, ed Al- „ berto ài Piero de' Ricafoli : e quello fece lo Speda- „ le , perchè dallo anno 1544. in dì 1*3. di Gennaio „ Monfignore comprò una Caia contigua a detta Cafa „ dell' Orto per prezzo di fiorini 70. e la fottopofe_» „ di ricaducità allo Spedale , come ne appare Contrat- „ to per mano di Ser Raffaello Baldefi , e mancando 3, per tre anni di pagare la fuddetta cera , i detti „ beni tornaflìno allo Spedale con le altre generalità „ folite . ,, VII. E finendo così il ricordo di Zaccaria Mi-
nori fenza ragionare de* Certofini,'i quali come Pa- droni legittimi di detti beni coftituenti un comodo Ofpizio, e divoto Oratorio, rinunziarongli alle nofire Monache, fi dovrebber ora riportar le cartapecore di- chiaranti le ragioni de' Ceftofini , ma queite fi daran- no nella Storia , che faremo della Certofa . Non deb- bo però omettere una notizia dell* antica Chietina , o fia Oratorio intitolato San Dionifio , che era in piedi prima del terzo cerchio di Firenze , come leggefi iru un contratto rogato dal fuddetto Ser Zaccheria Minori Notaio , e Cancelliere dell' Arte di por Santa Maria , e dello Spedale de* Nocenti fotto il dì 29. d* Agofto del
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del 1535. e dice .* Ttem qnùàdwm Oratori tim fmmfum
Jtne redditu : conftruBum per diBum Ofptale ( S* Galli ) Jub titulo S* Dionìjti} quod olim extra tnuros avvitatis fer*viebat d. Oftitali in fufeipendis creatmis } & mod& in € mi tate fxiffit &?• |
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LE«
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LEZIONE
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A, A. •
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DELLA CHIESA DI SAN CLEMENTE
DELLE MONACHE AGOSTINIANE I.
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Uefto Sacro Luogo cangiando fpefle_»
fiate Padroni, ha ufato di denominar*! nelle antiche Scritture primieramente Spedale , pofcia Monaftero, di nuovo Spedale , e ritornato ad elfere Con- vento , vi fi trovano fucceffivamente abitanti i Frati Agostiniani, Je Cano- nicheflfe d' Ancona > le Monache dell'Arcangelo Raffaello , e finalmente le Agoftiniane. Onde io pento coir ifchia- rire molu'plici vicende , di dare in tre Lezioni una_ perfetta Irroda di quefta Chiefa , e Monaftero. E per cominciare dal primo titolo di Spedale, è d3 uopo di riportare un ricordo efiftente al numero 36. dell* Archi- vio della Compagnia di Or S. M. notato air anno 1427. ai 9. di Novembre ^ e dice come fegue ; Capitanei Soc. Virg. Marie Orti Sancii Micb. vigore teftamenti conditi per Dominum Gherardum olim Bonfi Pop $. Nicolai de Fior. rog. Ser Ciuccio di Ser Arrigo da Radia 1345, in quo teB'amento moluit quod in Hofpitale fafto per di' Bum Dominum Gherardum fui? nomine S. Gherardi in Via S. Galli confini a 1. Via , 2, Muri Ci<vitatif , 5. Here* dum Andree del Nero , 4. Monialium S. Dominici fem~ per hofpi tentar & recipiantur Tauperes & Infirmi 5 & woluit quod Società* Or. $, M. & Capitanei eiufdem So- cietatis prò tempore haheant adminiBrationem di&i Ho- [pitali*, eiufque honorum , & au&oritatem eligendi Spe-* dalingum é'c. Ego Loyfius fih olim Ser Mich. Guidonit de Fior. II. Gherardo adunque fi trova eftexe flato il prù
mo
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mo Fondatore, che facefle murare lino Spedale in qtie-
fio luogo circa il 1345. credendo*! dal popolo, ma fen- za fondamento 5 che il fuddeito Gherardo inrendefle di dedicarlo al B. Gherardo da Villamagna ,. quando fem- bra più verifimile, che voleflfe addimandarlo dal Santo del tuo proprio nome. Si legge avere egli feduto fra i Priori da 4. fiate. Il Padronato però dello Spedale non citante la raccomandigja a* Capitani di Or. S. M. lafciol- lo alla fua Famiglia, trovandoli in varj Contratti, co- me 4. Famiglie di tal cognome per la quarta parte ne godeifero 1' IufpadTonato , e determinatamente in un_. liirumento del I$é6. nel qual'anno non più Poveri fi ricevevano , abitandovi bensì i Frati di Altopafcio, e dopo di efli Je Monache Convertite ài Fiefole, e poi Donne fotto la Regola di S* Benedetto , le quali vi- cende appari/cono da i documenti autorevoli , che qui riportiamo, e nei primo ©(Ferveremo , come vi tornaile- ro i Frati,. o Cavalieri di Altopafcio , che fi trovano notati alla Gab. Cont. C. 17. 50. per il feguente Con* tratto : 1366. 27. Aprili s Mobilis Vir Petrus Dati de Cani giani f P$puli £* F elici tatis » Alexander olim Van* nozzi de Serraglio Pop, $* Fridiani » Filifpozzus olirne D. lacobi de Ameriis Pop. S* Andree , & Domina Pie* tu fil. olim Gherardini Tacci Bonjì , Uxor lacobi Fi tip» pozzi £). lacobi de Ameriis , omnes tamqimm Patroni prò 4. parte cmlihet ipforum tangente , concefferunt Hofpi- tale S- Gherardi cum Oratorio , is? pertinentiis fuis Ven* Patri, & D. D, Roberto Doffini de Fifcia Dei, &* A* pofioikae Sedis Grafia Hofpitalario , & Manjìonarìo SS, lacobi s & GiHi de Altopajfu Ord. S. Auguftini Lucanae Dkcejìs ad Komanam Ecclejtam nullo medio pertinenti s, refirrvato tamen iure Patronatus» €um aliis paBis 4$c* Ego Mieba&l Ser Aldohmndi Ser Alhmzi de S anelo Gemi* gnamo Not, E ne i Protocolli de] medefimo Notaio f oltre a Fra Roberto da Pefcia 3 un altro Cavaliere di Altopafcio Rettore dello Spedale fi legge , che compra una tenuta di Cafe nel Popolo di S. Felicita , notato «9*1 : Frater Smtìlphvt tìofpitalarÌM de Atopajfu Pre* , it ceptor |
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rtpìor^offitaih' $. Gberardl de Fhrentia\ Che poi nel
1377» fuccedttìTero a i detti Frati in quello Spedale le Monache Convertite di Fiefole, fi trovano denominate esralle Riformagioni Lib. H'H pag. 1*5. e alla Gabel. Cont. F. 42. 2"jóm R. 2. 205. come appreiTo : Domintu fiera fiU oh Gherardini Bon-fi Uxor Iacobi Filiffiozzi de, Aweriìs Top* S* Andree de Fior, donami't Dominabuf Convertì'tis de Fefulis , ut hominibus della Compagnia della Pietà di Fiefoie, recipentibus fro diBh Domina* bus Hofpitale Sanili Oberar di in Ftp '$• Laurentii d$ Fior, cum faftis are. Sin qui alla Gabella , e alle Rif formagioni, dove leggeri il Memoriale della Compagnia per la licenza di trasferire da Fiefole in Firenze le dette Convertite, leggefi in queiìi termini ,, Li Ufiziaii della „ Fraternità di Maria Vergine del titolo della Pietà,* „ eretta di nuovo in Fiefole, depurati al governo delle ,, Donne Convertite , efpongono alla Signoria di Fi- „ lenze, come Donna Piera erede di Gherardo vocato j, Daddo del q. Bonn" di Gherardino di Tuccio Aia „ Padre,intendeva donare lo Spedale di S.Gherardo con j, tutti i iuoi beni alla detta Compagnia, acciò poteiTe ,, fervire alle dette Convertite , offerendoli la Compaq „ gnia a fare il Convento a fue fpefe ec, e la Signo- „ ria concede. » Ma perchè la detta Compagnia àtlì& Pietà fi difciolfe, nel 1378. ufeirono pure le Convertia- te da S. Gherardo, entrandovi altre Monache con ap- provazione delia Signoria , la quale volle , che quelle Donne veitiiTero"1* Abito ài S. Benedetto, e che Suor Caterina del q. Lotto di Firenze Monaca in S. Sii- veltro fofìe la loro Superiora , e che fi chiamafTero le Monache di S. Gherardo , le quali dopo qualche con* troverfia co* Canonici di S. Lorenzo, per eflere il nuo» vo Monaitero nella loro Parrocchia , vengono nel 1381. a compoilzione col Priore ^obbligandoli a riconofee- xe la Ghiefa di S. Lorenzo con l'afferra di due lib- bre di Cera nuova ogni anno in perpetuo nella fefta di S. Lorenzo , ed il Contratto fu rogato da Ser Gio* vanni q., pini de Prato , fottofciitcail 1* AbbadeflTa , 3T«*0- V* Hb che |
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che appellavafi Incoia AbJbatiffa Mòntfterih SrCrhefttriìi
&. S• Hteronimi de Via, S.s Galli : come -appare;Sali* hth ehwio Generale nei Protocolli di detto Notaio 1 eiìra le Cartapecore de i .'Canònici di-San LorenzoS al nu- mero »§\tj... - ,-■•.- _, . r ,« ■"■ - »Iii. Si fa pure menzione di queite Donne in -un pagamento preifo ile .Monache di S; Maria (uh Prato, che ; rogò Ser Francefco di Bartolo da Sòmma-ia mei dì pr di "Giugno del ig^g. ^ * dice A&um in 'Mónalteri* MoniMtMm^S. Gherardi Pop. ,$\. Làurèntii^, j/'nopè Mnttatn S. Galli .Ne folamt-nte ih detto Convento > ma. ììl. S. Agata dr Firenze fononi Cartapecore riguardanti il Monafteio di sBi Gherardo% fé traile molte , due; mi piace qui accennareryramendue efFendo Bólle di Poni tefidV la: prima delle quali è di Giovanni XXilI. da- ta ayitd/S* Antvniutn extra murds Whrmtiaè *ij. Aug, Anno% hl$ù Pontìf. 1 ed m eifa iì concede il privilegiò ai- te noiire Monache dì liberarle dalla iuggèzione all' Or- dinario ^dichiarandole immediatamente foggette alla Santa Sede lApoltolica ? dimanierachè niuno5 uè-Prelato, né -Giudice■•, né UBzhte pòteffe promulgare^ fenteràzà con- tro; di-irfleìj e. la feconda Bolla è di< ? Papa Martino, ì V, data in Firenze 22* d'Aprile Atì, "%ì Pdntif. conferman- do in< queria il5 Pontefice tutti i privilegi dagli Ante- ceiTori fuoi dati al Monastero 5 ed efpreiìamente la protezioni delta Sede Romanalina c • -' 1 -:-'..*-* ■iìì °i\Nz4^uandòv poi il-Convento- delle? fuddette Donne ritocinaUfe per la feconda volta ad eflere Spedale -, <e come imutaflfe ndnàe \, ; ad demandandoli Spedale di San Clemente s debbo ora qui illuitfarlo , ricorrendo nuo- vamente ali* Archivio di Oi S. M. . dove unito -alla fo- pra' riferita carta del -1427. avvi quefto Ricordo: Mo* niaks S. Gherardi- de Vìa $. Galli cum facilitate Ahhie** pfeùpi Flo'r.i>( Amerigo Cor fini -)' mendunt >ConrveMtumr , iff Qratorium citm fertine'ntiis SocietàtiSl Mariàe dejlai. Piera di Firenze )\'qfyMi eft^xWamìliae DB. Prìorum Ar>> tinm , cb* Vexilliferi luBitiae s quae "Bamilia ibi *voluìt falere unum -Hofatale prò Fratribm ditlat^ Socie tati s, nh d li M ,-,."E iì |
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E: fi ■"-erède-, che tal luogo -in quefV* occafione i toutaffe
denominazióne pei* avere i Tavolacci ni quivi trasferita: ^biennemente la rhafcella di S. Clemente Papa è 'Marte che a fuo tempo là r^vviferemo confervata anche inog* gb in queiìa Chiefa . Ma dove andaffero le Monache.» di 3. Gherardo , fé avefiìmo a credere ad un libro di memorie del Monaftero di San Clemente, fembrereb* be doveri! dire } che effe paffafferoin S. Orfola ,'sba^ glio Originato dafcT efferfi da Papa* Eugenio IV. in pò* co tempo uniti a S* ì Àgata , non folamente S. Maria della Neve , ma 1' ifteffo Monaftério ài S. Orfola % oltre; a quello di S. Maria degli Scalzi , come appare dalla Bolla di detto Papa, il cui originale è prelìb le Mo- nache di S. Lucia ; «Onde i io l fono ài credere , che entraffero nel Convento di S. Maria delle Scalza , le quali, come vedremo, in quei tempi ac?difiiandàvanfi lèf* Monache ; di S. Maria della Neve. Neil* Archivio :'adiinv- que di S. Agata, alla Cartapecora tg. ir fa memoria' > di quefto paffaggio così ,,1427. le Monache di S. Ghe- ,, rardo, e di S* Girolamo fi uirifcono » e fi incorporano j, col Monaftero di S; Maria degli Scalzi in Via di :Sf ,,; Gallò „ E perchè fcarfa fembràr pórrebbe quefta no- tizia Va maggior contezza di tal fatto diremo qui àf4* cunchè del Monastero di S. Maria degli Scalzi > Tpfc-- landò in queita guifa di fchiarire ogni dubbio. o V. Il detto Monaftero delle Scalze era due mi*-
glia fuori della Porta a S. Niccolòi\ nel Popolo di-SS' Margherita a Montici , luogo affai celebre per i Bagni1 anfiebi ,deV* quali con tanta lode né ha fcritto il Si- gnor. Domenico Maria Manni nel I. Libro delle Terme fièrentiné a c.; 8. e che foffe il Monaiiero antichiflimo ce lo, dimoiira il teftamento di Gianni figlio di Arni- de© efiitèntel neh* ^Archivio eli CeltellO alla lettera O, lìomerokiai^A-é dice* cèrne appfeffo ,*, danni fi. otim rìiAmiderifecit ttftamsnfom &c. Tàfcià a Giovanni Aio „ figlio pvapilo-,va$ morèndo Giovanni fenza prole ,la- ,v-{cia(a Lambertuccio ,! e Berizzono fratelli , e figli di 1 „ Pandolfino Tuo nipote per metà , et ad Andrea fi. 4. 1 tt Hh a „ glio |
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p glio di Rìnierr fuo tiipore 3 et a Amideo figlio di
» Turbio Ferraguidi per 1* altra metà , lafcia a Pagni- «a feltro ,.ret Aldobrando figliuoli di Paltónièri , lafcia » Dom. Mugnario di Canonica , & Vgoni filio di Rug- 3? gieiì Vinciguerra , lafcia al figlio di Bernardino di a Montauto , lafcia Truffe ludici fL Attizzi Ranaldi iste* » e lafcia libbre Óo, ad Altare S. Marie Difcalceata* 5J rum apud quatti Ecclejiam iujftt fepe Uri &t, AElum itt a. Domo ipfius Teflatoris in Parrocchia S. Margarite d. ss Monticis , rogò Ser Buoncambio Ruggerotu 15. KaL >9 Settembri> 1229. „ Oltre al pregio dell* antichità , trovo, che tali Suore erano foggette air Abate de' Ca- «onici Regolari di S. Agoiiino di Pulfano, parlan- done altra Cartapecora pure in S. Agata al num. 16. dc*ve fi legge, 1352- Dominat Frantifcut Ahhas Monafle* tii $. Marie Virginit Difcalceatorum mafculorum de Fa* broro Ordinis Pulfanenjts de Frifonaria n>olens prout ad *0%* focftat officium Monafterium S. Marie Dijtalccata- rum pojithm in Parrocchia S. Margarite de Monti ci s ad •vijitationem > & correBionem &c. ed ifchiarito il punto della Regola profetata dalle Monache , farà d'uopo, che cerchiamo altresì il quando dette Suore foifero trasferite in Firenze eoa la nuova appellazione di Mo- nache di Santa Maria della Neve in Via di S. Gallo , lo che fi vede in un Contratto di Donazione , che han- no i Signori Uguccioni tra le molte loro cartapeco- re , e dice come fegue : 1405. Alamannu s q. Andr.ee Ghetta Pop, S. Simonis de Fior, faci* donationem in ter *vi*vòs Domine Niccolo fé olirn Naldi Ciampoli Abbatijft'.., Monafterii S. Marie degli Scalzi recipienti prò ditto Mo» v after io unam Cafam in Platea £. Crucis, confini a . 1. Via que njocatur del Parbgio , hodie dicitur dell' Anguillaia fa aliam Cafam in Pop. S. Tetri Malorit nel Chiaffo dì 9) Meo , confinia Domus Frane ifei Uh anni s Maz%mlhf con j, patti 1.che alienando dette Cafe , vadano quelle alla 3, Compagnia di O. S. M. e con la ttefia legge, e cà- 5, ducità alio Spedale di S. Maria Nuova coti obbii- 5) go 1 che le Monache fuddetee fi chiamino di S. Ma- qui* t a .ti si na |
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j, ria della Neve ec; rogò Ser Zanòbi di Iacopo di Ser
» Santi di Domenico Naldi . ABum in PbpS* Lau* rentitTeflis Nicol aus fili olir» F rancifci de Bofcolis De* tretotum DoBor . E tale donazione app^rifce conferma- ta dal Cardinal BaldaflTar Coffa Legato Pontificio in_* Tofcana tempore Domini Domini Alejfandri Pape V. Att. i. fentif. il qual Breve leggeri aeii* Archivio di S, A- gata num. 96. r VI. E doppo sì neceflaria digreflrone ritornandoti
alle Monache di S. Gherardo , già unite dal 1427* a; quelle di S. Maria degli Scalzi dette di S. Marra del- la Neve, notar fi vuole, che nel 14J5. P une e l'al- tre Papa Eugenio IV* con bolla, che incomincia Pafta- ralis officii debitum , incorporò nel Monaitéro di S. Agata , donde abbiamo tratte quali tutte le notizie fo* praddette • E nella detta Bolla notafi, che il Pontefice Eugenio aggregò le fiiddette Monache al Convento di S. Agata , per le ottime informazioni date da Monfig. Tommafo Vefcovo Tragurienfe in quei tempi ammini- ftratore Generale della Chiefa Fiorentina vacante , o Vìfitatore de* Conventi dì Firenze , il quale riferì al Papa di avere ravvifato preflfo le Monache di S. Aga- ta una efemplare offervanza , dalla quale erano deca- dute le Monache ài S. Maria della Neve 3 come 1'at- te (i a eziandio S. Antonino nella fu a Iftoria ai 1442» aggiugnendo queili, che Eugenio defie il vacante Con- vento idi S» Maria della INeve per; Ofpizia a i Monaci della Badia di Fiefole > dove per mancanza di ' numerò di quei Religiofi mife i Canonici Regolari "di S. Ago- ilino dettif della Vergine -Maria di Frigionaia , de i qua- li parlammo di fopra , e io non fo con qua! fonda- mento il Sabellico rifeiifca » che tali Canonici aveffe- ro il loro cominciamcnto nel Cartello di Frigionaia del- la Diocefi dr Lucca- Prima però che il Convento di Si Maria della Neve drvenrarfe ufpizio de* fuddetti Mo- naci, il medefimo Pontefice nel cavar di Jì le Bene- dertine vi mife Je Terziarie di S. Domenico , le quali 6* anni dopo pallarono a S. Lucia, comeapparifce dalla lifeiiu Bolla, Vii. Frac- |
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VIL Frattanto i fTavolaecrni , detti ancora i Fanti
delRotellipo, avendo prefo poifeflb rdel comprato Mo- na^éro di S,. Gherardo , non tardarono à ridurlo ad ufo di Spedale per ibllìevo de i poveri Fratelli deMa loro Compagnia /alzandovi alle pareti le Armi del Po- polo, e del Comune di Firenze, e ne furono afìolu- ri Padronlfino al !$&>•/.quando h elezione di Pier Soderini in Gonfaloniere perpetuo della Repubblica ar*t recò una, nuova./ né ;mai penfatg moleftia alla - dému Compagnia , \Avvegnaché il Sederini etferìdo benaf- fetto alla Religione del Carmine, fé rutti quei Padri amava affai , ayea però tòlto a favorire la Congrega- zione dGÌ Carmelitani riformati detta di Mantova, come ti è raccontato da noi nella Storia di; S, ■ Maria Maggiore al Tomo III, Volendo, adunque il Gonfalo- niere introdurre in Città quella Riforma * afiegnò ai Padri la Chiefa , o fivvero Oratorio , e Spedale di 3. Cle mente de* Tavolaccini , i quali ebbero per bene^* 1* ubbidire , comecché erano itipendiati dalla. Repubbli- ca , nonn rimanendo ;Joro altra,, fperanza,! fé non dtoiaiai larga prornelTa,,, che fece il Qpnjfaloniere a i Riforma- ti di trasferirgli a]trove} squandorqnefto luogo faffe ai £j§$^"*|$S^p $R8f$P £ft^9<Wìte*:tC&b addivenne dinlì a due anni , che i Religiofi portati dal favore diu Piero nel 150S. furono introdotti in S. Barnaba., e così ri- tornò detto Spedale a i Tavolaccini uej go» drAgp- #q cìello fteffos anno ,ri ;qu4^^fQ4f§btemendoBdi fspotere Jp altra fiata perderlo, nel &yi$.< tòxendeitonp alle *Ca» noni che/Te Regolari ■ dql $l.Q#3#e;ro de Bà Brótolommea di Ancona > come rifeiireniQ, nella feconda Lezióne^ ^ |
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L E ZIO N E XXI.
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^ffDStL A CHÌÈSA DI S An' CLEMÈNTE
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DELLE MONACHE AGOSTINIANE II.
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gì Uriofe certamente non mén* che"utili
fon ]è vicende di San Clemente , le quali abbiamo rammentate finora » "e perciò non indegne a mio credere^ "della noftra* ©{fervanone faranno £a% ''recchie altre, che5s qui debbo arrogé*- l'ré alle^ giàu dette . Ìmf>lereiotchè; fa, quelle ci*' fan vedere opportubarnente i*- nomi decorofì , e la infìgne pietà degli antichi Fiorentini, quefte, che fiamo per riferire , "ci daranno eziandio lume per rav- visare nuovi religiofi Iftituti fioriti €à quefto , Conven- to , ed inoltre abbondante-materia,, onde illuftrare vie- più le -Famiglie de*^Medici , degli' SYrozzì, 'Scala.,* e_, per \ ral' * guìfav -mólte .-altre .. È facendomi" dalle Can$~ nichefle. d? Ancona. ? che nel 1513 j Troviamo entrate in S. Clemente > rie accennerò qui i* origine ,4 che fu 4o ^elo • di Paipa Leon X. di Gafa Mediai, Principe >afu fai portato- a\ moltiplicare> i > Cnioftri delle 1 Sacre Vcr~ ginfc yte* un ansiamente nella Tua* Pàtria^, dove qy^tfó |e «è annoverano da lui foulard} Leone adunque già*lappiè* no^ in forma to del lk fa n cita del le fud dette Gà no n i'ehé (fé, e defiderofo. di mettere un fomigliatìre iftitutot in- Fi- renzey né fpedi il- Breve dato^'n, Roma neivi$ig. anno *. ddi.fuo Pontificato; .dando iti efenoh; foì© 4a facoltà a?4» ,di"dette MigioJè di pafla,ré:da\Ancbna a Firenze', cn^ loro concedeva *ii Convènto$ vd pHmófto' Spedale di Si Clemente "de* TaVolaócini^," ed*i ì nomi delle Mo- nache delti nate al viaggio , e da i Fiorentin£ >òrrev&U mente ricevute fono di Suor Angelica Abbadeifòl, »»; Suor |
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Supr Ippolita Vicariaci e le Suore Giulia > e Lucrezia *
tutte''quattro dèìla famiglia degli Strozzi di Ferrara, Jeggendofi neli* Iftrumento del poflelTo, che le due pri» me «ratio figlie ài Liotìardo degli Strozzi» e le fecon- de di Tito Strozzi , le quali avendo comprato una». Cafa ivi contigua , fi fecero un ampio Convento 9 dove pretto parecchie Nobili Fiorentine Fanciulle n«L* yeiiirono i) Santo Abito , e diedero tutta la foddisfa- zione co' loro buoni efempj fino al 1518. nel cjual tem- po fuccedute elFendo in Firenze alla guerra altre cala*, jnità e dì pelle » e di careftia , intimorite quefre Mo- nache vollero ritornarfene ad Ancona » come fecero per mezzo dì un Breve di Papa Clemente VII. conte- nente la licenza àipunire , ed altresì di poter cedere, 0 fiyvero vendere il Convento alle Monache Agoftinia- ne dette della Miiuicordia a S. Marco Vecchio , ecP il Breve diretto al Vicario Generale Giovanni de Sta* t® era del tenore feguente , Diletto Fìlio Vie. Generali in Sprìtttalibns
j Vemr. Fratris Archief. Fior. 1 r ■; a r yClemens Papa VII.. Ex fonihi-mMs nuperAfeternnt dite*
Ha e in Chrifio filiae Priòrijfa , & Moni alesi Mànafterii $. Mariae de Mtferkordia Ord. Heremitani 5*. Augnfil- iti de obfer<vantia extra , & fofe mttrqs Fior» auod li* est alias dth&ae filiae in Chrifio Angelica > i& Hyppo* Ut a d§ Strozzi* Moni ale s Ord. $. Awgttfiini Canonico • rpm Regolarittm a Leone PP*'Xi Praedecejfore noftro jet Juas in forma Brevit Jitteras quoddam Orato riutn S. CU* mentis pn: Ci vitate Fior, confi fieni, ad Socie tatem fama» forum Roto Uni tunc pertinens in Monafterium dd, Mo- jwal?um erigi » et: Angelicam in Priorìffam * Hyppolitam in Vie ari am i-nftitui ibtiwerant • 'Fame» per tenuiJfimos *vel nullos redditus y& parvamj, & nnllam fubfiansiant > 0c e$ certis alìis tunf \ expreffis luclus èaufis licentiam a ditta Ci*vitate Fior* recedendo , & ad Ciwtatem noflram Anconitanam in Monafterio , ubi primo pr^fejfionem emif- fertmt % rtdettndi Ihwfiam a m,Ìis olatinuiffe ajftwerant • Pro-
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Tnoptered predì&de'Angelica > é\1 MypppUtdy ante, ?eceffumt
dipani\r, &■ intendaqt dj,Bjims MpnaJheriHm »SY. Clementi'& -
ZréOfiffàe Éj Moviajjkm4$iif&&Mdi MÌW&W'&é ftf^
fetttp.concedere'» >■ cu{ibus~ pmfeBo- plfyrJffiuffi C0W04ÌtaiJl, cgnfttlegetetr pmffertempjQfum d/fcrim^na^ pmnì^u^ tifica >4 Cfzrn igfae extra* Ci*vi$atet?2 confi[ftd%t; y È% ig& ditto* M°M /m&erip. S. Cle^enfis tutina è? qvietj,qsf di/viqi$., M*£Kft fórv j 4^ J)eQ fumnjattim praeber^ p^ffmt. y 4kRWéf&u£^< cult-us g? r ornali us ajtgemmrr. M^ i^tura a^ frasmiffit certami, notiti am^ non habentesty ^ifcrMip^%uqeì conttnifti-, p?#fyy& mandamus 5 quatjenus fi, itfiefi > Mpnufier.iumS» Clementi s huiufmodì cupi omnibus JEdificiis itt^ibus , ty domìbus } & pertinentiis fuis friorijfae y & Mpn^iaiìkus S.Mtiriae de J^fericordia^rPefua^s^fin^M^i. É*> Ì0$m
dendum auBoritate nojlra conoedas > dumoda, ad i;d An» gelicae , & Hyppolitae praedd. e,xprejfus acceJap conjen- ftts ère. Datum in Gimmttr no(ira tjrbemetana die. XVI, iVi"^/i -4s £• 152^- PoKtif. npft,riian.tì£., yi} II. Prima però che di quefto; Breve ne vediamo la
esecuzione, farà d'uopo , che djcafi chi fo0ero le Mona- che di Santa Maria della Mifericordia 5 primario ogget- to di quefta lilorJa.,effendo effe ìc:, preferiti Monache, in San Clemente, jlej quali già (opra 200. anni qui laudevolmente vivono, e ci daranno nella terza t-ezio- ne ajnplitfìma^ materia di ragionare. Per ifchiarire adun* que un tal pianto,, e più fomraariajrifnte, che ria po£- fibile > riporterò un Ricordo fc ritto in un antico Ri- dale da Peate; .Antonio Pujciati Priore, del Convento 4% San Gailq j e prime* J^irettore di quefìe Suore, e dice come jfegue..„ , . „ Francefco Tanini Cittadino Fiorentino ebbe per
„ Moglie E)pnna lacopa da Roma , dalla quale nacque, „ un Figlio maftio per nome Niccolò, chje ancor, og- n gì VW ,, ed ebbe .(pi figliole femmine , delie quali j» ne furonc» maritale t^e in Firenze , ed una in Fifa ,, con J?erfpne di eguale condizione* Una di queiie iy tre fi chiamò^ Antonia y la quale fu moglie di Ber- .abp* r. li ' „nar- |
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,5 nardo de'Pulci Gentiluomo Fiorentino, con cui viflV
», in fomrna pace anni 17. dòpo dei quali Bernardo paf- >? so ad altra vita ; E benché Niccolò Tanini fuo fra- 3, tello la perfuadeffe a contrarre le feconde nozze jl j) non orante, così infpirata da Dio , volle abbraccia- 5, re lo flato Religiofo , e con una tale risoluzione Ci «condurle il primo Martedì di Gennaro del ijoo, al „ Convento di S. Maria di S. Gallo fuori della Porta jjdi tal nome y abitato da 1 Frati Eremiti di S. Ago- ss ftino della Congregazione di Lombardia , che oggr », dimorano in S. Iacopo tra* Foffi , paifati quivi do- ti pò la demolizione di quella magnifica Fabbrica eret- », ta da Lorenzo de* Medici , feguita Tanno 1529. per », 1'imminente afifedio della Città di Firenze, in effo s> adunque prefe la devota Antonia T Abito di S. A- 5, goftino per le mani di Frate Antonio Dulciati Fio- 5) rentino Priore del Convento per fèrvire a Dio nell* „ oflervanza di queir Iftituto , e colla fua dote aven- ,, do comprata una cafa da Domenico Alamanni fuo- »:, ri della medefima Porta a S. Gallo , quafi dirimpct- „ to al Monaikro di Lapo nel Borgo di S. Marco, in 5, fulla via , che conduce a Fitfole , in efìTa cafa fi rac- » chiù fé Antonia con alcune Donne il dì 16. Febbra- 3, io del 1500. Giovedì giorno di Berlingaccio , fotto j> lo fpiritual governo di quei Religiofi , ed i nomi del- j, le Compagne fono : Suor Caterina di Domenico di yy Biagio y Suor Settimia di Luca di Domenico , Suor „ IVlatia di Gio. Pennini, Suor AlefTandra di Agoftino, ,, Suor Maria di Niccolò datti , e Maria Battiita da.. ,:, Cotignola Servigiale , e Monna di Antonio del Ca- j, micia Gonverfa . „ Altre cofe fonovi notate riguar- danti Antonia t e la di lei morte , leggendovi!! de- funta a i '26, di Settembre del 1501. in Domenica, e_» che nel dì appreflo - avelie fepoitura nella Chiefa dei fuddetti Frati nella Cappella di S. Monaca , conforme al fuo teftamento rogato da Ser Giovanni di Domeni- co di Bartolommeo da Tizzano , ma del teftamento a- vremo altrove oeeafione di favellare. Intanto notar fi, ' **»P ,x $'i. - VUO«
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vuolev che non orlante la morte,della Fondatrice pre*
fero 1'Abito di Ammantellate Agostiniane 40, altre^ Donne , e crebbe in tal guifa il numero loro , che penfarono a ridurre quel piccolo luogo ad ufo di Con- vento-, per ivi racchiuderli tutte in claufura , vivendo molte di loro nelle cafe proprie fotto V ubbidienza^ della Superiora , e per ciò fare ottennero un Breve dà Papa Giulio II, dato in Forlì}'&i. Ottobre del 1505. an. 3. del fuo Pontificato mandato alle .ftefTe Suore col titolo DileElis in Cbriflo, Filìabus Mantellatif , feu Pin* xocberis Fiorentini* Ord. S* AuguBint',, falutem > & A~ foflolicam benedi&ionem : e che comincia : Exponi Nobit uuper feciflis (bV. il detto Breve eiìfte nell* Archivio del- le Monache j le quali non tardarono a dargli efecuzio- nè , ricevendo T Abito , Regola , e Claufura dal Vica- rio Generale della Congregazione , il quale per auto- rità conceiragli dal fuddetto Breve j ammife tutte alla Profeffione deJ3. Voti > riconofcendole vere Monache dell' Ordine , e partecipi de' privilegi ? ed indulgenze concedute da* Sommi Pontefici agli Agoftiniani , E per- chè fempremai crescendo il numero delle Novizie, riu- fciva loro il Convento nuòvo affai angufto , e Scomo- do , principiarono a trattare di acquietare il Monafìe- ro di San Clemente , giacché quelle Monache pensava- no di abbandonarlo,. ìA a , -HI. E qui ritornando per l'ultima fiata alle Ca-
jionichefTe, notar fi deve ,che ai 29. di Luglio del 1528. a tenore del foprariportato Breve di Clemente Vii, effe fecero la lóro formale rinunzia > e le Suore dell* uno e dell* altro Convento vennero alla ftipulazione deli* Iftrumento , alla prefenza del fuddetto Giovanni de Statis Commiflario Apostolico , con le feguenti formo* le : Anno Domini 1528. die 29* lulii IndiHione 1. Co,- ram Venerabili, et circumfpfto Viro 0. lohanne de Sta* tis de Urbe I. U. D. ne e non Reverendijftmi in Cbnflé Patris> & Domini Domini Nicolai tit* $. Viti in Ma~ cello Martyrum Diaconi Cardinali* , <*r Archi eptfeopi Fior* Vicario in fpirittialibps, & tem^oralibns Generali in bac |
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parte UH temete gaio J ^Cò'mmifn>h kfpdtjfytstol&tl 8N«*
foì$Witet)ì-corffiÌ$ùtae: "MoniaHs Mo"nWfferi£ $& Màriae W<g>
Mfferìèòfdta Ori, Herem. Ù0U Aég. f#<? Ó^férva^tiaì'è'xtrU é1 prd'pe huros Fior, capéiularitercongrègatae '&d fonum. Camptinulae in Ecclefia earum'■, -^ baienteslittèrasApo* fioUcas prae mani bus praefentaverunt dìBoDomino zVica* Wo , ^ìr éas <re1ivetieinte°r decepit >fùbrìhuÌufModìiWmyei é^c* Qui fi tefjfcè^ii Miiità 'éel'Ethelg^moùtOyé'Mè1' nomi delle Monache, thè éttiéti 32. «Profeto vidi èamìglije no*, bili Ftdtcnnne; >ae fègué pòi T lùruinemo icBmè'hftpteÙ- "fò : Sor or Beffili e a Nicolai de <Cidtis Frio riffa e dm 1 cotifen- fu fi'urum Moni ali um expofuit■ , qualitér Soror Angelica Jìbbatijfa 1 & Sòr Or Hyfj> oli fu Vicaria MonaflertiS. Ole» nientis "de Fior. Ordinis Cdn^orìiè&rùm^egulati'itm $'.Au- guftini i'atnbo J$ororer kàrtnalès^ & filiae Lioaardi de* Strozzi? de Ferrarla , próptèr ìpfius Monaftérii pauferta- •tein > pehurìdmvi Bus £*%* famèm j quae'viget in Ci vi- tuie Fior, non pòJfunt amplius in imo vivere , éf pro- ptèrèa ab leo recedere y• W ad Monafièriuin Sì Bartholo- 'mdèi me • AncìMtìyààdé^ènér^hnt-y■■■& iprofejfae fuerdnt y*re~ "dire i^ffiiWtis kò'tibtif ftith) fropòfuèrint , & ideo confti- 'fùertlnt fatato »¥?Wtiratórem \ five Sindirum Mùbilem Vi- IrììmnMo%ofritim Angeli Honofrii de Bufimi s Givem Fior, ibi-prae fentem ad concedèndum Monaflerium S'. Clementi s cum omnibus fuis bonis , iuribus et pèrtinentiis aUcui ^alfieri JMo'nafterio > -kjeli luco EcclefiaftiCo \vfalws tameru ■*%f WèÙfrvàiis ^fià&is , & * e ondici; iénìbus fèqàènttbusì. r^i^i'Quodhif0ià^\^atftìe iLfrùretim Sóroribus de Stroz-
1%ìt de -Ferrarlo ^r e fervei ur' ' q/iarta pars ( domus gofitae prof e -Mduafierium S. Clementi s , olim> emptae per dicias Abbatijfam -, & Vicariami a Sinteane Antonii: die 22. lu* iti anni 1514, rog. manu Mèi Notarli de p'etuniis ipfa- fubz ^Lucretiae y & Ialiae ì dònec eis re'fiituanttir fioreni *}6. larghi in auro , frtì pretid foluto difàae quartae par* tis domus ,/ : -■ •:' *-V;/'*l %^ 2, Item reflituantur flòrèni %i^^. di&is Soròribus An-
gelicae , et tìyppolitae prò earum dotibus » & S&rori Cba- 's'ritati fiorétto* larg ax* in auro % o* S oro ri Helenae libra* "tk- i - 2é* |
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té-. Sèfori Mathiae librai \&& Sorori Marghitritae -"tf/fc
^7. Soro ri Elifabet Uh, 27.. MarieCtae Marci' Marucel'M fiorettos 17. largo* in <dur#ryfuatènuf eis debentur^ $. i><?/# di Bis Sororibus Angelicae' , cb1' Hyppolitàe de
$tro%%is fioretto* 95. largos in auro prò' expenfif', (p me- lior amenti* faftis in ipfo Monafierio S.Clementi*. Itera* SorariF rancifcae Amerigi de Nozzolinis de Fior, fiore* no* i^.ìauri , & Sorori Auguftinaer Bartholomaei de So* gitani s de Fiorenti a fioretto* -i%m in auro prò refiìttttione earumDoti unì r ?;.v- \.-À. :o;?U'-u*-i.*? Qui quidem Dominus Vicaria* delegatu*' Iudex *vifif
litteris Apostolici*^ ut fupra , é* wifis' folutionibu* , »r fupra faBi* per di Bum Dominum Honofriumr» confiderà' to etiam quod multa infurgunt bella quoti die', C^ *%o* pulationes a barbari* undique Italiam opprimentibus , ^ praefatae Moviale* S. Marine' de Mifericordia non fum in tuto extra muro* Ci vitati* degente* .■ IdcircoauBo- ritate Apofiolica 3 & fui Vicari atus Officio ,, Monafierium $. Clementis intra Civitatem Florenttnam Jìtum , ex quo' praedtitae Sorores' de Strozzi* recefferunt , cani omnibus' fui* i uri bus' , boni* , & aedi fidi s > Monafierio1 , & Mania- libus S. Mariae de Miferìcordia ibidem praefentibus", & acceptantibu* perpetuo poffldeudum dedit t & concejfit, dtBafque Moniales pofuit in corporalem* pojfefftonem , &*' induxit 5 cum paBo tamen quod recipiant in earum con* fortio diBam Sororem Francifcam de Koz>&olinis cumt ea- dem dote Jive eleewofinar fioremrnm..£7. attti in auro tutti qua Babat in. Monafierio S. Clementi* r quamquidem ibi- ~dem:prefentem benevolenter: acceptaverunt ,tamquam earum Momalem tum uiBa El cerno fin a , Qmbus omnibus peraBir praediBae Montale* Jic congregatae conftituerunt earuim» Capi tuli ìVrocuratoremr, & Syndacum providum Virum Fé* trum :Ser Bonaccurfi de Bonaccurfi* Civeni Fior, prue few* tem ad adipifeendam realem > Ò'corporalem poffeffionem^ Monafierìi S. Clementi* cum fuis bonis ^ iuribu* &c fo. per qmbus omnibus 5 & fingali* dtBuf Vicarius manda- vi t . AB a fuerunt in Ecclefia & Mariae' de Mi feri cor- dia extra, & prope Fortam S. Galli de Fior. Tefie* duo Fra-
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ImretS. Galli. Ego Raphael Miniati Matthiat de BaU
dcfis Cì<vit Not. fior* ■■■* . ; •> IV, E dopo un Contratto così folenne, io operava ,
che non poteffero più nafcere altre difficultà , e che^ qui terminate fodero le moltiplica vicende di quefto Sa- cro luogo, ma porci in pace il Leggitore , fé mi occor- re avvenire un impenfato accidente, per il quale in- trodotte in S. Clemente Monache di altro Iftituto > im- pedito; ;fu alle Suore di S. Maria della Mifericordia il pacifico poffedimento del nuovo loro Monaftero. Non erano panaci che pochi meli dal giorno dell' accennato frumento, quando le Monache Francefcane dette dell' Arcangiolo Raffaello qui tornarono per ordine della Repubblica Fiorentina, la quale credendo di effere pa- drona del Monaftero , franti le ragioni de* Tavola cel- ili Servitori della Signoria di Firenze, ai quali già fpet- tava il Padronato di quefto luogo, con reiterati precet* ti proibirono alle dette Monache di S. Maria delia.* Mifericordia di tornare in S. Clemente , come fi dille da noi al Tomo I. Lezione XII. pag. 164. t V. Xe Monache adunque dell' Arcangelo Raffaello
vennero nello IteiTo anno in San Clemente per modo di provvifione , e la loro dimora , per vero dire , fu breve: avvegnaché nel 1538. il Duca Gofimo Primo diede loro il vacante Convento di S. Lucia ntì Popolo di S. Fridiano , luogo, che prima era fiato Spedale del Bigallo , e pofeia Monaftero delle Monache di S. An- na, le quali nei 25. di Marzo del 1533. ne ufcirono per andare a S. Eufebio aila Porta ai Prato , e coil* tale 0Ccatione le Monache di S. Maria della Mifericor- dia ricuperarono il Monaftero di San Clemente , dove in altra Lezione le ravviferemo contentiflime di quefto foggiorno in due fecoli non mai interrotto, pallate pe* rò effondo fotto l'ubbidienza dell'Ordinario nel 1579. per bolla di Gregorio XIII. * VI. Rettaci però a dire alcuna cofa del Monafte-
ro vecchio, ed abbandonato dalle medefime Monache della Mifericordia ? del qua! Convento fornmariamente no-
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noteremo, che aggravate le Mosaache di debiti, lo ver*-
dettero per feudi Soo. alle Fanciulle della Concezio- ne, che iìavano in S, Baftiano de* Bini; per Indumento rogato da Ser Scipione di AlefTandro Braccefì ne i 15. Dicembre del 1558. eiTendo Priora Suor Mariotta di Gherardo Buondelmonti. Ma quello luogo conofciu>- to poco convenevole a Fanciulle , dai loro Governa- tori fu rivenduto , o fivvero livellato al Magistrato del- la Sanità per lir. 60. Tanno, e mifero le Fanciulle' nella Ca fa detta del Ceppo nel Gorfo de* Tintori.'. Quel Monaftero però ritiene la medefima forma dell' antico Convento con Dormentorio , Celle , Officile ec. Vi è la Chiefa con le grate in alto per fentire la Me fifa » nelle pareti veggonfi tuttavia le Croci fatte nella Sacra di erfa con all' Aitar Maggiore una tavola di noitra Donna dipinta della maniera del Grillandaio . In cima di una Scala fi vede 1' immagine della Nunziata colo- rita a frefco in una lunetta , con appiè della medefima tavola una Monaca genufleiTa , la quale credei! eiTere> il ritratto della Fondatrice . In una Stanza avvi pure dipinto a frefco un CrocifiiFo con alquanti Santi dell* Ordine Agoftiniano , e fimilmente nel Dormentorio vi è una Pietà, della qua! dipintura fé ne trova ricordo nei Libri di Entrata , e Ufcita fegnato A, a pag. 45. che dice „ adì %~ di Marzo 15.07* danari dati a Mae- „ ftro Antonio dipintore per la Pietà fatta in Dormen* „ torio feudi 18. adì 5. detto feudi 9. dati al mede- „ fimo. „ E per fine fopra una Porta fì vede un ton- do di terra cotta invetriata , lavoro di luca delJa>. Robbia, che vi effigiò noftra Signora , che tiene fottO il Manto da una parte le Monache 9 e dall' altra le Secolari genulldfe » |
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LE.
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L E ZI O N E XXII.
. DELLA CHIESA DI SAN CLEMENTE
DEILE MONACHE AGOSTINIANE III.
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Lezioni fulle vicende eli quefto luogo,
^ venghiamo a dire alcuna cofa delle Monache, delle quali prefentemente è il Monaftero di San Clemente , fu cui abbiamo imprefo di ragionare . E perciocché di fopra fi accennò il teftamento 4i Antonia Tanini 9 che fu Madre di que- fte Suore , ragion vuole, che riportiamo un fumo del iriedefimo , che trovai] al numero 2. delie. Scrit* ture del Monaficro , dove apparifee ad evidenza effe- re ella fiata -la Fondatrice , In elfo adunque legge/i in primo luogo la condizione di fua nafeita così 3, 1501. ,, 11. Settembre Ind. IV. Nobilis & Ee/igiofa Mulìer Domina Antonia Vidua , filia olim Francifci de Taninis Ci vis Fior. & Wmv olim Bernardi lacobi de Vuhis de Mlorentja fecit tefiamentum $fc. Seguono parecchi fuoi legata pij , dofo, def quali fi dichiarano Eredi le fue Monache colle feguenti parole : in omnihtts gutem a* hit ffiù• konisì 1? imibuS) nominibus &■ a&ionibus, atnor<L* J)ei ^tq faluM anima* fuae fuos unmerfales heredes fe- ti t Sorores; Manteliatas , vi de li ce t Sor, Caper in am Do* minuj JBlafii , Sor. ferptuam tucae Dominici > SororenL. fdfir'ififn lohatws Tannini , & alias Sorores per ipfas ac* fipgndas fr cyejiicndas di&o habjtu > taf* quo iyfae fi- mal babipenp & re ligio fé vivant cnmr onere , quod iyfae de bonis fuis fonfirftant & faciant unum Monafterinm Or. àinis S^ Aaguftini > quod nuncuyetur Monaflerium S- Ma* ritte Mifericordiae in bonis diftae tefiatricis , uhi modo \ % Jtmul |
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fivnul cohabitant . Et di Bum Monaflerium flt tonflruttut*%
éf ordinatum 5 & ejur Cùnwentum , & quae ibidem pr$ tempore fleterint fuos .bereics inBituit , fecit, & effe vo- luti , in quo permanere *voluit dittar Sororer eius , èf aliar per ear in dtflo Monaflerio, *vel loco recipiendar. Et dittar Sororer in ditto Monaflerio exiftentes ad tnnjicem fubflituit . Ita quod ditta eius bona effe debeant intc* graliter pener ear \s quae in ditto Monaflerio permanfe* rint » àf re ligio fé in ditto habitu *vixermt &c. Et njolnit 4& difpofuit j quod dittae eius Sororer teneantur in ditto loco recipere gratis èf apiore Dei unam ex filiabur Bo<~ naicurfi'. rog. Ser lohannes Dominici Bartholomei de Ti~ xana • „ E nomino Efecutori Fra Antonio Dulciati „ Priore del Convento di S. Gallo > Me£s. Agoftino di 55 Lotto de* Tanini, e Francefco di Tommafo di Sta- j, gio degli Accarigi >> Come poi , e quanto ana tal fondazione fiori (Te , non faprei meglio di inoltrarlo , fé non coli* aflembrare qui le pregiatiffime Memorie , che ho trovato pretto le Monache , e maflìmamente dopo il loro pa(faggio dal Convento vecchio a S. Clemente in Via di Sr Gallo , Monaftero fino, dal 15,7.?. fogget- tato all' Arcivescovo da Papa Gregorio XIII. III. E facendomi dal novero de i Benefattori , no-
tar fi vuole» come fette anni dacché le Suore erano tornate in Firenze y Donna Fiammetta di Silveftro dì Buto di Bianco da Empoli loro lafcicV tutti i fuor be- ni per testamento rogato da Ser Tommafo di Antonio di Tommafo da Sa Miniato adì 2. di Giugno del 1545- £ ricchiffima fu l'eredità della Famiglia Scala kfeiata al Monaftero da Giulio di Giuliano Scala nipote del celebre Itterico f e Poeta Mefser Bartolommeo fta~ to Cancelliere della Repubblica r e fatto Cavaliere dar Innocenzìo V1IL nel 1484. in occafione che dalla Re- pubblica con altri Fiorentini egli fu mandato Amba- feiatore a Roma per V efalrazione al Pontificato del {addetto Innocenzo ;• Ed i beni ftabili conseguiti dal- le Monache per la morte di Giulio, confiitevano, olire *'ricchi mobili, nella Villa della Luna fotto Fiefole 9 È4Ef*. IT. K k che |
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che inoggi è de i Marchesi Guadagni da S. Spirito > e ili
quelle Cafe , che dal Canto della Via del Mandorlo andavano fino alla Porta a Pinti, comprefoil Palazzo dei Conti della Gherardefea , che dalie Monache comi- prò il Cardinal de' Medici per 7. mila feudi , e po- ieia i fudderri Signori V ebbero in dono dal Cardina- le , vedendovi ancora nella facciata 1* arme in pietra di una fcala pendente?. Quello infigne Benefattore .mori nel 15S4. avendo lafciato. di effer feppeliito nella Chie- fa di S. Clemente, dove tra poco o(ferveremo infuna gran lapida un beli'epitaffio : Enel loro Giardino vi fa- rebbe una Cappella pure da confiderarfi avente un pavi- mento di marmo, a mofaico , ed alle pareti dipinte a frefeo molte figure di Santi, ove.fi vede, T arme del- ia Scala. Né da tacerfi fono i- nomi di Ferdinando;, e eli Anna Lopex Portughefi , i , qualifi fegnalarono in beneficare il medefimo Monaftero, in fuffragio dèi qua- li fi legge un Ufizio annuo regiitrato in una tavola di obblighi perpetui in Sagreitia > oltre ad una iscrizione jal loro* Sepolcro liei pavimento della* Chiefa : né io! fa- cilmente 'credo ,1 che le oda di quefìi due Perfonaggi fieno irate - tràfportatre *n Portogallo^ .come £% "dice ,,; ma fenza documenti . Anche nel 1627* trovo* un altrb no- tabile acqui fio fatto da queite Religiofe 3 dichiarate- ete- di univerfali: della Signora Ginevra -da .Filicaia col fo- lo obbligo di una Cappellania; di 24; feudi iìn^St;Pie- tro Martire ^intitolata da: S& Nunziata »f la: riomina del- Ja quale è a vicenda nella Badeffa di r& ^Clementie tìt nella Famiglia dà Filicaia :y «avendo rogato il 1 tèltamento Ser Francefco Fiorvigna ne'^. Dicembre del ìéiji.Ma. tralafciandofi di favellare di parecchi altri i ragguardevoli legati, lafciati da 1 Perfone privata', parlerò<Mterammen- tare i benefizj ài Convento compartiti JiàlIa^Reak>CaV fa de* Medici ,i quali furono abbondévoliffimi ^i kL IV* E peu concepire il. p'fincipal motivo p/per? il
quale i Principi di Tofcana fodero sì profufi •iniaivo* lire le noftre Monache, cdnvien premettereLciè è che abbiamo in un Libro^dr3ricòidan2eide-J;Monafteio>»fe* 9UJ ., À-Mr, |*I »H(Jj|fca-
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gnato. À r a c.: 2 2f. dove fi ; legge ,i Ricordo come del
>l Mefe di Agofto del t^Bh fu-accettata la Signora^ „ Porzia de' Medici figliuola ( naturale ) di Aletfandro „ già5 Duca di Firenze , et haveffimo dalla Signora Ma- ,, ria Salviati Madre derDuca Cofimo feudi 200. di o-, „ ro a lire fette e mezza per ifeudo „ Ma molto più aggiugnere io debbo di quella Illuftre Donna, che per tanti rari pregj dello fpi rito fuo , e del corpo, potendo imparentati! con Nobili Famiglie ad imi- tazione della Sorella Donna Giulia Principerà poi di Ottaiano , preferir volle alle terrene le Nozze Cclefti » avendo ottenuta la permiffione dalla fuddetta Madre di Cofimo , che teneramente 1' amava , di veitire l'Abi- to Agolliniano in San Clemente , nel qua! Monafte- xó menò fernpre una vita efemplariffima> fino ad efle- re due volte eletta Badefla , avendo promoftb in tale dignità , e 1* oflervanza delle fue fuddite , ed il corno* do , ed ampiezza del Monaftero ; Ma quello che è più notabile in lei , fi fu l'efferfi meritata con le umili fue maniere la benevolenza non folamente di Cofimo, ma della Granducheffa Leonora di Toledo , e de i fuòi Fir gli tutti portati a lafciar pegni della loro grand' ev itimazione al Monaftero di San Clemente» E così ci fo(Te permeilo entrare in claufura , che con piacere fi ravì- viferebbero anche inoggi l'arme de' Medici f e di Tov ledo in una fonrtta , ed eziandio in un Oratorio a."t$f> reno i Ritratti de i fuddetti Reali Benefattori'.: CtyttayoL* ra per non mancare alla più pregevole notizia, qur ri- porterò quanto di queft* Oratorio ne parlauun quadei> netto di memorie predo il degniffimo Cavaliere, e PaW trizio Fiorentino il Signor Giovanni Baldovinetti, e di- ce come appreffo ,, Il più notabile ii è un divoto Ora» j, torio a terreno eretto, ove da elTe fi venera fopra V „ Altare una facra , 1 e miracolofa Immagine c|r Gesù % Crocififib ; le pareti di quello ritiro fpirituale Ci ve» ,, dono dipinte a frefeo , rapprefentanti i Miìterj prinv Yj cipali della Vita del noftro Redentore , principiane a do dalia Annunziazione fino alla Refurrezi^ne di Kki „ Cri»
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tea
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^ Crifio , tra un Mirrerò i e l'altro vi fono de'Profe*
0 ti , e delle Sibille con motti a ciafcuna figura, prefi
n dalla Sacra Scrittura, e nella, parete di faccia all' Al* ft tare vengono alcuni Ritratti de'Medici dentro Ovati v affai vaghi. Nel primo vi è efpreffo al naturale il Duca „ Oofimo con le parole ., Magnus Cofmus Fiorentine vr Dux IL nel fecondo la fua Moglie col titolo Eleo* » nora a Toleto Cofmi Uxor : nel terzo un Giovanetto j) x:ol nome Arnaìius Cofmi -Filini : quelli è Ferdinan- « do Cardinale , e poi Granduca terzo ; nel quarto « altro Giovanetto, e dice: F rancifent Cofmi Filmi , 5) che fu il Primogenito, e fucceifore al Padre . Seguo- j, no iti altri Ovati due Giovanetti co* nomi in uno ,» Gartias Cofmi fiL e ne11' altro lohannei Cofmi fiL tut- ?» ti due morti in pochi giorni , effendo il fecondo » Cardinale , e Arcivcfcovo di Pifa • Viene 1' ultimo O- éi vato , ove è dipinta una Donna velata con quefte t) lettere attorno Sorer Fonia Medicet Fiorentine Du- »5 di humìlis Sernia , & eius Progenie? . Tutta 1* ope- *, ra fu condotta a perfezione dal pennello cekbre di à, Giovanni Stradano da Bruges Pittore Fiammingo„ Sin qui jl ricordo , che feoprendoci una Galleria rap- presentante i Ritratti di quei primi Principi de' Medi- ci , denota infiememente quanti di quefta real Cafa foiTero i Benefattori del Monaitero , E per vero dire j dalla munificenza loro fu il Convento accrcfciuto » ed ampliato di Chioftri, di Sale > di Dormentori , di Stan- zoni, di Sotterranei » e di ogni altra cofa per como- da abitazione di cento Monache; che viventi nel paf- fato fecolo vi erano annoverate : Lo che tutto fi deve ai meriti della Signora Porzia » in cui riguardo , co- tanto operò la Caia de'Medici . V. Ed un1 altra Donna avente altresì relazione a i
Medici; ed al nbftro Monaitero mi fi conceda di ram- mentare > Quefta addimandavafi la Signora Artimifia Torri da Lucca , la quale aiTai ben veduta nella Cor- te di Firenze da Madama Crittina di Lorena, perfua- fa fu a xitùarfi da i pericoli del Mondo io S. Clemen^. |
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tei E come fofle dalle Monache ricevutat e fervi té
per anni 24. fi ha dal Seguente ricordo „ EfTendofi fi- 4 no fotto il dì 27. di Giugno del 1619. venuta a ,i itare in ferbo la Signora Artimifia Torri , meffavi ,, dall' Eccelléntiflìmo Signor D. Antonio de* Medici ì§ ,, e fi prefc per compiacere Ja Sereniflima Madama.. ,y Criftina , che perciò ci mandò più volte il Signor „ Vincenzio Giugni, e Monfig. Uluftriflìmo Arcivefco. 5, vo » Se gli dette per abitare il Noviziato infiemo «colla Stanza , che gli è congiunta , per infino a 3, tanto che detto Signore D* Antonio muraffe Stanze j, convenienti per lei , e non più , il quale dette pa- „ rola di murare, come la forfè rifoluta di ftarvi . Fu 0 data la prefata Signora a cura -"dei-la Madre Suor „ Artimifia Pefcioni p e di più una Servigiale , che* „ fu Suor Maria Obbedienza , che le cuocere ■/. e la „ ferviffe . Del mefe poi di Febbraio ha convenuto il „ Reverendiflìmo Signor Francefco Neri noftro Gover- „ natore col Signor Pancrazio Controni da Barga Se- „ gretario del Signor Don Antonio » che ci farebbero „ pagati a nome di Sua Eccellenza ogni mefe feudi die- ,, ci per la ferbanza di detta Signora , e per il cari- „ co 3 che ne riceve il Monaftero, e che egli mande- „ rebbegli ogni altra co fa ne ce (far ia per il fuo vivere,, E che ella morifife in S. Clemente è pur fegnato nel detto libro de'Ricordi così „ La Signora Artimifia Tor- „ ri da Lucca venne ad abitare nel noftro Monaftero ai }i 27. di Giugno del 161$. e fi morì ai 24. di Marzo 1 £43.» {VI. Venendo poi a quello, che rifguarda la Chic* fa , noteremo, che ella fu consacrata dall' Arcivefcovó » e Cardinale Aleflandro de'Medici nei 13. di Setrern. bre del 1584. come dicela feguente Ifcrizjone allaparetei. ALEX. MEDICES TIT. S. CIRIACI IN THEItMIS S. R.E^PRESB.
CARDiNALIS Et ARCH. i^LOR. EdCLÉS^AKl HANcIe^T ALTARE WA1VS IN HONOREM D. CLEMENTIS PONTIF.1 ET MA&TYTUS DEO DlCAVlt IDIBVS SEPTEMBRIS MDLXXXIV. ET"IN ANNI* VfcRSAJUO XL. DIJE&VM INDVLGENTIAM RELlQyiT . *ì; . j | Ali,
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ZÓ2
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All'Aitar maggiore Santi dt Tito vis dipinfe1 la tavo-
la ornata di ricca doratura , m cui è B. Clemente con molte figure attorno; : e IJ Jacopo j$a Bonfermo effigio il S. Agoftino alla Cappella entrando in'Ohieia aim&n*t ritta , -dovè fi vedono due putti nudi , che volano jser aria, fatti di una graziofa maniera .. Né debbonfi tra,- lafciare due infigni Reliquie collocateqin/due Taberna- coli ;yvche-i mettono i in .mezzo li Alta;r maggiore v 4rt* quello dalla .banda l del Va ngeloravvi lab Macella . eh S. Clemeintè j Reliquia» che già eflendo de< Tavolaccim;, :die^ de doro bccafione di i appellar quefta Chiefa col nome di sì grande Pontefice 5j e Martire » e dalia-banda dell* Epiftola fi venera-il Bràccio.!dir-SK Valentino Prete > e Martire;* Finalmente nei pavimentò fonovi le due;d^ noLfopraccennaté lapide , nelle quali fi lègge » corno fegue. illi';:icii':i;" si -■'sih .''.ssBai^'iidyiO i. iùM /jò^ì-ltì <> ': i}ììlu3V%*y:: :-\é^yì&td&f$.' "b- 'ioq s^>ffr'-*-)(I lv ■>:■■<■? ;-■" ,,< .; ", •> J: ) ' a 11 i 61 'ti :; E4 e -> : ti :• : ti*1 CJ '; i • ^ ii ' i ** •! ,'. ■tiòi D..> o?0- M^
V. IVLTVS SCALA - IVLIA-NI - FIL. BARTHOLOMEVM AVVM
ÌR£FERENS''"BENEFICIO PROCERVM MEDICEAE FAMILIAE « IA ^SECRETIS SVMMIS MÀGISTRATiBVS.REIP. CVIVS ETìIAM . ■4CLAVVM TENVIT DIV RETENTVM LEGATÌONE AD . VRJBEM . ; -EVNCTVMè NEPOS ALACRI INGENIO BLANDO SERMONE CELEBRIsklBI VIXIT. -DEVOTISSIMA*! AEDEM SEPVLTVRAE LOCO ELEGIT CAVENS NE AL1VS HAC HVMO SVPPONERETVR ì% OljllH;Ì0U: iì> ; HÈREDES VIRGtNES * V i£^m,l Ì h :■ »£f 'i r C'-OMbW!Ì,MENT<V,M ,ERIGEND:VM GVRAVE&E J L» V* S ; - V'IXIT Ak. LXWi Mfel. XI. DI£S< XnX.OBUT ANis&AdL MDLXXXV. *k*:*i^jS i-i , :t ir»N bibsl-fisb otba'-*f->l3 vi iti»
JÉRDINJH&DVS KIMK^ÈSEDOARDI FTL^ EQVES.S. STEPHANI
.AN^AE LQPE^f, JCONIUGI QARISSIMAE AC PIENTISSIMAE, l .* QyÀE. OBI IT ^ VI. jtò, SEPT. ÀnV SAI/. MDC. , '
SlBÌ£y,É IN bEPqSJT.VM ?1Éf CONSVRGÀM CVM. SEDERÒ IN T£N£BR1S tQyiA DOMl^yS LYX MEA istV.' *** yix Gir*
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*?■ ■ VII. Ciréa poi àlla« pianta del Mònaftero certamen^
té'fplendido , riferito. quanto ne fcriffe il Cerracchini in iin;fuo trattato fer*-c&a\à penna * ;che dice così » AL ,i Monaiierò di S. Clemente- è una fontuofa Fabbrica ,y di un ben capace * e 'regolato Monaftero s confiften- j,; te a terreno di un Salone, in volta > unito ad altra *y capacità ma*Stanza -per Jgli ufizj dell^ Monache » da j, capò: ha lino - fpazidfa Refettorio ."'fcufie in volta , , di 5y'lunghezza braccia $o. icontin fondo un fecondo gjran „ Sàjone cori altre Stanze 5 fopraài /prenominati Saloni }) e ^Refettorio , oltre molte comode abitazioni vedefì }>.u\ Dormentorio divifo*. in 30. Celle per banda tutte & uguadi y e zaffar * comode v \ Sonori idus orti-> u raot mi* J^ nore y altro, fpaziofiffimoi^.evdit aria aflài Scoperta ) e » ■ faliabre ; ^Nè, da ométter fi; è iJN^ bel Cenacolo i$n\ Ré> ,i • fettorio colorito ^afreicouda^Matteo RoiTelli ,5« fpe-> ,y fé di Sfeior Giulia ;-Fedirvi■„.„ È perone efTendofi di fo- pra accennato..un divotiffimò CrOcii5iTò, che là Fonda- trice raccomando nel*, morire alle Aie Figlie , ed in o? noie del quale ?fu, eretto l'pratorio .da noi deferitto? riporteremosuri clocumeàto aufoitevole > ili quale ' è un I* fruménto -pubblico4 dimoi sante; U gerirà 4i t quanto, fi è decito •didquèihr lmiìTaèine;,'s&)dice? come? appreflbsoj ■.?'■/ : . xArnto Incarn. : Botai 1 MDìLVv Indica 1XIV. die VL OBo* kris a \4Bkffii $kor. ifftudì xCrates. 1 Mo nafittiti Mo nialitim S\ Clemémtis r,Q&d.^SX\jÀ"ug* TefiihmMifcretts, Vìiris, famulo. q* jMe$ttPrtMjàé*b M&fubìWxErawifc<&1ùkwtlnm'Stri* nati Fior. Notum Jtt omnibus &c- qualiter inter caetera Sorores S. Mariae de Mtfericordia poffìdehant Imaginem fculptam Redempt&ris nofiri Crucifixi in Choro interiori ajfixam) quam quotannìs in feftis Vewtecoftes piblice ex- iponebant fidelium de^votìo^i .fiujn magno conctirfu Populi , quae Imago erat FuMaér'icjs'-JLnfèniae Tanini > & eius erat refugium in tribuìiftt'pnjàuf . )I]?fa morti proxima com» mendata fororibus fuis Face■", timore Dei , $? obferwantiat toto corde Imaginem Redemptoris commendanììt j ut eam cu* slodirent ì et ad eam in anguftiis recurrerent, et die 16. Sepembris anni 1501. iffa in face Chrifti requie<vit-> & *B.$ eius |
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ciùs Gadamer feputittm fMt in Ecclefta S. (Salti Wutr#m
Herem. in Catella $% Monaca*, Cum autem regreffac tjfent omnes Sorores ad habitandum nonjum Con<ventum S. Clementi* intra Civitatem Fior, fecum tulerunt e tue» feri MonaBerio Imaginem praedi&am in prioratu Vener, Sororit Mariettae de Bondelmontibus > & locum perpe* tuum decernere flàtucram > uhi jveneraretur , <vid$lteet Oratoriritn in rete fin ipfins Monafterii ab aliisùfibusfe~ gregatum s in quan,priufquam xollocaretur iimoluerént manu propria mei Notarti re cogniti o ipfius Imaginis fieri * Quapropter cum congregatae ejfent fimul omnes Sorores, inter quas multae erant9 quae cum ipfa Fundatrice fimul mixerant^ aliae mero poft ipfius mortem illius Religioni s habitum fumpferant * interrogatae fuerunt a me; omnes è? fimul & fingulatim de fupradi&is , &' fingulae eàrunu ref-pondcrunt omnia <b* fingula fuperiur expofita mera effe de certa fcientiaj omni fraude & dolo remotis, eamqut tjfe eamdem Imaginem Crucifixi > quae e rat Fundatricis, & e Conventu S. Mariae de Misericordia in Connjentum S, Clementi s translatam effe : Super quae & fingula fii dem pnblicam ddiunxi rogavi Ego Scipio q. Alexandri de \ Braccefis Not* publicus : Florentinuti. Qycita Carta - pecora originale efiite in Cafa dei Signor Marchefe Nic» colini in Via de* Servi, fra le molte Scritture » donate dal Prete e Dottore Luca Giufeppe Cerracchini alla* fuddetta Cafa. Ed il Santiflìmo Crojcififlb non fi feopre fé non di rado , e con licenza dell' Arcivefcovo . |
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LE Z I O NE XXIII.
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PEL MONASTERO DI S. AGATA
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DETTO IN ANTICO TJHITAMZKTB
DI S. AGATA , E DI fi ANDREA DI1BIBBIENA V
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Ant* Agata Vergine , e Martire, che
illuftrò col fuo fangue , e co' piodi- gj ìa Sicilia, è altresì Avvocata par- ziale de' Fiorentini s tefirnonianza di ciò facendoci quel fuo Velo , poten- tiflkno rimedio ne' gravi pericoli d? .. ..~~.™»_.~.™»™=w incendio alla Città,, il qual Velo con- fervaii nella Chiefa di S. Maria del Fiore > e fé vera- mente (la porzione di quello , che rammentano gli |
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Atti del fuo Martirio , tnlerunt Velum eius cantra ignem^
io non P ho di certo . Certiffiraa però cofa è , che.» Firenze maifempre dìvota eifendo di S. Agata , oltre Y andare gloriofa delle Reliquie di lei cu/todite in più Ghiefe , ed il fare una divota Proceffion* del Clero ogni anno ai 5. di Febbraio, ha fempre favorito un-. Monastero di Sacre Vergini alla Santa dedicato, dei quale dovendo io ragionare ; farà di uopo , che non Solamente andiamo addietro neJ fecoli lontani , fino all' undecime , ma che facciamo un lungo cammino fino a Bibbiena, Terra famofa del Cafentino . Quivi adun- que ravviferemo le ncitre Monache, le quali , giuda,, le memorie del -Senator Carlo Strozzi in un rfup Ra- gionamento di queiio Monaiìero, $ chiamavano in an- tico le Donne di.8* Andrea dì Bibbiena ? ed io fon di credere, che ferie loro Fondatore il B.Ridolfo Camal- dolese , il quale per promovete-la Regola di. S, Ro- mualdo finche nel debol fello,., .sonie & Ugge nella* |
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Aia Vita fcritra dà D. SilvanaHazzi , fondò ì Mona*
fìerj di S. Piero a Luco in Mugello , di S. Criftina in Bologna» e verifimilmente quello di S. Andrea , detto poi di S. Agata di Firenze > potendoti corroborare que* ita mia opinione con la lettera di D. Gregorio Fa- tulli fcritra nel 1708. da Pifa al Monaco degli Ange* li D. Baglio Leonardi, nella quale dice così,, Nell'Ai"- „ chivio di S. Àppollonia vi fono alcune Cartelle , che „ dimoftrano la fondazione de i Monafterj di S. Ap- 35 pollonia , e di S. Agata , che fu Tanno 1085. la j, qual cofa ancora fi ricava dai MS. che fono nella fi Libreria di Monsignore Strozzi Vicario Generale ài 5*, Fiefolerl $ r 'j ;•-. ,11. Quando poi, e perchè le dette Donne di Bibbie-
na veniilero a Firenze , e fi uniffero a quelle , che già ci erano di S. Agata , per diffalta di chiari documenti, di- rò per mia congettura, che la cagione principale follerò le guerre frequenti tra Fiorentini,.ed Aretini, nelle quali Bibbiena era fempre foggetta a graviffìme calamità, on- de, le Monache cacciare dalle miferie, fé ne -parti (I ero per tornare à Firenze ;> e fotte anche prima di queir orribii faccò ; che diedero a quella Terra gì* ingordi Soldati dell* Efercito Fiorentino dopo la celebre Vittoria di Campaldino riportata fopra gli Aretini , de' quali era Capitano Generale lo fieifo Vefcovo di Arezzo Guglìel- mino nell' anno 1289. dopo>ii qual anno fi principia- no a rifeontrare negli Archivj di Firenze memorie chia* riffìme delle Donne di Bibbiena in Via di S. Gallo , e mi giova di qui riportarle ad ifchiarimcoto di mia. congettura . Neil' Archivio adunque di S. Maria No* velia nel-_idceher.ro turchino num. 2. (e che inoggì mutato T ordine delle Scritture diremo all'anno 1291.) trovafi il Teframèmo di Filippo di Cidi de* Carini del popolo di S. Trinità fatto in detto anno ai 12. di -Febbraio , rogato da' Ser Giacomo del q. Bartolo da Sellò j ed in effó leggeri uh- legato pio jafeiato Domì^ tìabus S* Bibbiena in Via J*i Galli . Nel medefimo Ar- chivio all' anno 130©. atfvi pure altro Teitamcnto 3 che Mi' 'iti I fa. |
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fa M» Schiatta fil. #. Domini B&ccjhM fil, plim Damivi
Raineri? Ruftki de Abbai ibi*? Pop. S. Mar fini, Episcopi % rag. Ser Maffeys &api Raiverii- a1* Fiorenti^;■■$, J??èr.,, a 3co. e dice teli qui t MonìnlikM':'$• 4gatk^ in Via, S* Galli , alias *vocate' le Donne di Bibbiena- ; e così cbia- manti all'Archivio del Carmine nel £arao£p Xeilamenro di Mona Scotta Vedova n£l i|ip. E nel 13^7. J^atia Filip- pa Vedova del q. Andrea eli Cipriano de'.Cipriano' & Moglie del q. MdTer Uguccione .di Buondelrrionte fa testamento > che è preifo le Monache al nura. 4g« e ia- fcia in perpetuo Dominabus de Bibbiena fó Via S, Galli feudi 30. annui prò remedio anime fee , & cenum Uhm 6. prò cultu SS. Eucari&ie . E neji* Archivio dell' Ar- re del Cambio altro testamento fi legge come fegue ,: 13 £9.. Lemmtis clim EU. Balducti de Montecatini) ^ferca* tof Cinii-s Fior. Top. S. Mi-fifa fóeerfominoranz reliquie- Dominabus de Bibbiena *> Ji*ve Monialib^s ■,$. Agate de^ Via S. Galli prò reparatione Monajìerii &c. Ego Mannu? olim Dominici de Avellano Fior. Ciwis rog. e tralafcian- done parecchi altri di fomigliante tenore , rifletta»", che fé già dai 12pi. abbiamo queite Suore in Firenze, a chi non fembrerà credibile , che nell'anno del faccheg- gio 4elh Terra di Bibbiena. 9 jp in quel torno, effe^ © ; tutte, o in parte abbandonafrero V antico Monaitero di S. Andrea . Né deve opporli a quefF epoca , il ritro- varti la licenza , che Francefco Sai veltri da Cingoli Vefcovo Fiorentino dà a dette Monache di comprare» Bona in Cimtatt Florentic iit Pop, $. Laurentii loco iiBo CamporeggiO) XQgtta nel 1324. da Ser Benedette! di Martino Giudice } e Nptaic) , né la? comporzione > che le Suore fecero con il Capitolo di S. Lorenzo per la licenza di aprir Chiefa , e .alzar .Campanile ec* che ro- gò nel 1328. $er Pietro Paganucci Erbolotti , come appari/ce. nei!' Archivio di S. Lorenzo al num. 9. Im- perciocché le/ due Juddette licenze punto non hanno di :forza a rendere ialfo lo ir abilito, principio delle Ison- ne di (Bibbiena m Firenze,5 potendoli facilmente con- ciliare , che le dette Suore foflèro .già da più anni in 1 * Via
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Via di S. Gallo , e pofcia con licenza del Vefcovo fa-
cetTero acquifti di terreno per viepiù 'dilatarli , e pari- mente circa il Capitolo di S. Lorenzo , non farebbe il primo efempio di Conventi di Monache entrate nei limiti di una Parrocchia , ed eiTerfì tardato degli an- ni a fare i dovuti concordati col Paroco : E che la bi- sogna andaflTe in quefta guifa in riguardo al noftro Mo* naftero , conviene, che ci fi conceda , ftante la feguen- te onorevole memoria, che abbiamo di S. Agata all'anno 1314. ne'Protocolli del foprannominato Ser Benedetto di Maeilro Martino Cancelliere dei Vefcovo di Firenze , e dice come fegue : 1314. Antonius Epifcopus- Florentinus ad pre- ce* DD. Magda le ve , Bar tot e , & Panie morantiurti apud locum y qui dicitur ia Cartellina in Pop. Plebi f de Septi- 9?jo , concède la licenza di edificare un Monaitero fot- 3> tb il titolò di S. Paolo fab Regala. Ordini* $. Au*. guftint , & èie%it in Abbatijfam Dominam Ioannam Mo- fiialem in Monafterio S. Agathe de Via 8. Galli de Fio- rentia &c. e concordemente a quello documento fcri- ve il Senator Carlo Strozzi „ Al Monaitero di S. A- $f gata gli era irato unito il Convento di S# Andrea ,, di Bibbiena , chiamato- ancora di 1 Lo.n trina. Diocefl h di Arezzo*', e nel 1302. ile Monache dell' uno ,; e jj'dell'altro eleflero unitamente la Badeffa in S. Agata -, „ anziché da quella unione per molto tempo dipoi fu. 35 rono chiamate confufamente le Monache di S. A- 3} gata, e le Donne di'Bibbiena ,, e circa a tale u- nione , non debole provaiiza del vero potrebbe e (fere una cartapecora in St Agata ài «numero: 14. il lunto della quale è il feguente „ 1361* le Monache di S. fe Agata di Firenze per il loro Monaitero, e per il Mo- 35 naitero di S. Andrea di Lontrina Dioceiì di Arezzo , il membro di detto Monaiìero di S. Agata , fanno lo- 3, ro Procuratore Prete Biagio Cappellano di S. Lo-* 33 renzo , e Ser Bernardo di Giovanni Villani , rogò 35? Ser Lorenzo di Ser Tano ,, Anzi una più antica me- moria della venuta , dell'unione, e del doppio ritenuto Titolo 3 la riferifee il Sig. Manni in una delle Vite da lui ] ferir- |
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fcritte , e che ftanno attualmente fotto il torchio , pre-fa
da Ser Gnmaìdo da Pefciol-a » ed è 1303. Monlales $'. Agathe de Via S. Galli , & S. Andree de Bibbiena ìtl> eodem Monajlerio degente* . III. Ma pattando a maggiori notizie) che fono il
pregio dell' opera , dirò qui certe * e non ifpregcvo- li cofe del MonafterOj le cjuali altnmente fmarrifeon- fì , e vengon meno dal tempo. Quindi principiando dall' Archivio Generale ne* Protocolli di Ser Aldobran* dino di Ser Albizzo , oiTervo ali* anno 132^. notato un Sindacato Monafterìorum de ¥ Uremia ( e tra quelli è comprefo il Convento di S. Agata ) in occafione cuiufdam legati relicli Dominabus de Bibbiena in Via S. Galli pep nobile m Matronam Dominam lo annaffi olim Ruggerii Ben* t accordi de Bentaccordis fil. Geri Ri n ne ci de Monaldis ÌS Né q-uefìa fu Tunica moleiìia avvenuta alle Monache, di una feconda avvi memoria nel!' Archivio di Certo* fa di Firenze alla lettera C > ed è il teftamento di Briu netto del q* Andrea del Nero Dottore * e pofera No- vizio Gertofino in S. Girolamo ài Bologna . Volle e- gli innanzi della fua folenne Profeffione telare del fuo? e però lafcia ad Aldobrandino, Neri, Caroccio , e la* copo fuoi fratelli , lafcia alle Donne Goftanza , Lena, Baitolommea , e Bella fue forelle , e lafcia a Donna Niccolofa di Lapo di Bongia de* Cerretani fua Madre ABum iti Captalo dicli MonaBerii S. Hieronymi 13. Settembri* 1347. Ego Petrus olim Bitini Vincenti ; E perchè due ddìe dette Sorelle erano Monache profeffe in S. Agata , tra il Monaftero 5 e gli Eredi fuddeeti nac- quero delle liugiofe difficoltà } le quali prefto furono terminate con fodisfazione di ambe le pani } leggen- doli nel medefimo Archivio alla lettera B, num. 27. il Contratto contenente una compofizione, che è del feguente tenore : 1347. 9. Novembri? Domina Niccolo/a Vidaa Uxor olim Andree del Nero , ér* fil» olim Lap Botigie de Cerm retavi? de Florentia , & Goftanza } Lena , Bartolomea , & Bella Sorores filie q. Domini Andree del Nero , & Aldobrandino , Nerius } Caroccius > ist lacobus frater fitti
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%1° , '
filli qti. Andrei del Nero £redi$t \ mcàfiont tefiaMtJttì
conditi pr Domimim Brtwecl&m fil, q+ Andre* del Mero, luris Canonici JDoBorem Fratrem Molitium , et in fra* bationis bah'ìtu in .Monafferio, S. Hieronymi frofe Bono* ìfiam Ord. Cartuf. fanno fine con le Monache di S, ».»< Agata , ilame alcune loro pretensioni . Ego Ginus q. foannii de Ctìlenzano Mot. Fior. JV. E poiché liamo nel ragionamento di liti, ta.m+
menterò una Temenza data contra il Monaiìero dal celebre Mefs. Lapo da CafHglionohip , ed .è nella 89. del* le fue allegazioni » Aveva egli avuto commiiTione dal Vicario Generale del Vefcovo Fiorentino di giudicare fopra una caufa vertente tra :le Monache di S. Agata, e un certo Cecchino da Pefcia, il quale per fua di- vozione, ufata in que' tempi., fi era commeiTo al detto Monaiiero > vivendo al fervi zio di quelile Suore , ma avendo dipoi prefa moglie, pretendea di riavere , quan* to avea donato per efTer commeiìb . Mefs. Lapo adun- que nel 1350. feneenziò così „ Per non efferiì chieda ., dalle Monache la licenza al Vefcovo, come neceifaria 3, alla validità di fomigl.ia.nti contatti ., Cecchino farà „ libero da ogni obbligazione <oì Monastero , e V Ab- j, ba detta reiutuifea al detto Cecchino il danaro „ Più ihepitofa però ,, e più grave fu un' altra controversa , che terminò nel M43* c°fl **Pp l°do del Cardinale An* tonio da Bologna Vefcovo Cfìienfe , e piacemi riferir* la colle mejdeilme parola idei Senator Strozzi , al luo- go citarlo 6 3e ifono le feguenti „ Papa Eugenio IV. per M Bolla :del .1441,. donò ì'abbandonato Convento, Ghie* „ fa 4 e Beni di S. Maria /della Neve ( benché gli a* „ vdfe prima .dati fal Monastero ài S. Agata ) al Prio- i, i^e » e Canonici di S. Bartolommeo dì Fiefole dell* ^-Paline di S. Agoftino della Congregazione di S. Ma* w :ria Si F^ifonaria , -dal che nacque -fìerifgma lite fra w-Ja -Badia 5 « l£ Monache Mj$, Agata , 'che fu termi* „ .nata nel 144^» :daj Cardinale Antonio da Bologna , >, Vefcovo Oftienfe ( Corano ) ,dichiarando, che il Mo» » natìejo , Qhiefa > Crediti di Monte, s Beni dentro a) la
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;j la Città fi apjparteneflero alla Badia di Fiefole -, e
„ quégli, che erano fuori della Città , al- Convenro di 5y S« Agata , con obbligarlo di ricevere ancora due aU „ tre Monache dei Monastero di S. Martino a Coiano* „ quale appunto dallo fìeffo Papa era flato unito a quel- si la Badia . ,, V. E venendo oramai al punto dell' Iftoria , il più
gloriofo riguardante il Mona Aero , dir fi vuole la unio- ne di dodici Monaiterj; , che vennero ad eiTere incor- porati direttamente , o indirettamente a S. Agata in varj tempi. E che fi a il vero, Filippo dell* Antella Ve* feovo Fiorentino nel ì%6ì. giuria l'epitaffio in Duo- md } e l'Infcrizione nell* ArcivefcOvado, per rogito di Ser Lorenzo di Ser Tano di Ricco da Lutiano nel'dì 4. di Marzo di detto anno ,. unì al noftro Monand- ro il Convento di S. FranceìcO di Vicchio di Mon- te Maflì j il quale erafi ridotto a due fole Monache difeordi tra loro di chi avellerò a chiamarvi per Ba- defla 5 e però dal Prelato furono incorporate in S. A- gata , le cui Monache fino al giorno di oggi fono Pa- drone de* Beni , e della Chiefa di S. Francefco a Vic- chio . Né difdice il fare una breve digreflkme fu det> ta Chiefa di Vicchio , col foprallodato Strozzi , ed è, che foife effa fondata dalla nobililfima Famiglia de'Girolami fiel 12*9, deducendofi dall'arme de* Girolami veduta^ ivi dai noftri vecchi in urta bafe antica , e dall' inta* glio fatto in marmo fopra la Porta della Chiefa mccxxviih. i poco forto mcclxxxxi, credendoli, che il primo mii- lefimo indichi il tempo della fua Fondazione } ed il fe- condo qualche reftaux'azione • VI* Ma ritornando al Vefcovo Filippo 9 debbo
rammentare altro Monaftero detto di S. Trinità di Fi- renze , che nel mede/imo anno col rogito del fuddetto fuo Cancelliere unì al nofìro, dovendo»* però notare, che già dal 1346. al Convento di S. Trinità erano ita- te trasferite , ed unite le Monache ài S. Paolo ài Rio fecco della Diocefi di Firenze da Neri Cor/ini Pie- |»'0,fto della Cattedrale Fiorentina Sede vacante , come ;ìq*3 ne
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ne parla 1* Iftrumente rogato da Sei* Tino di Ottavia*
no da Pulicciano in Mugello, .e che trovafi nell* Ar- chivio di S. Agata al riunì. 24. E (e quefìe tre unio- ni fanno onore al Monastero in quei tempi commen- datiffimo , orto altri Conventi > che lìamo per ram- mentare , e tinti dal Vicario di Crifìo Eugenio IV. tra- fportati in 5. Agata con Bolle , i cui originali fono preiTo le Monache , punto non dubito , che non ab- biano .ad etTere un chiaro argomento del concetto gran- de della bontà, ed offervanza regolare, che fiorì mai- fempre nelle noftre Suore CamaldolenG , le quali cre- foiute di numero « ed avendo bifogno di accrefcere Dormentori , e dilatar il Monaftero 4 fupplicarono nel 1437, il detto Pontefice per la licenza di vendere un Palagetto vicino alla Chiefa di S. Orfola , ed Euge- nio IV. ne dà la cornmiflìone a Tommafo della Bor- della Dottore, e Vicario dell' Arcivescovo j con Ere* ve del 1347. in vigore del quale detto Tommafo giu- dicò confbJare le Monache col feguente Decreto : Do- wi-nus Thomas de Bordela Canonicus Fior. Decretorunu Dotlor^ et Vicarius Archiepfcop Fiorentini , dedit licen- tiam Monialihuf $. Agathe de Via S. Galli, ruendertdi uvfrm Cafam , feu Falatium $ofit. in Voy. $. Laurent ii » contiguum Ecclejìe S* Urfule , qaam Domum , fe& Pala" ti-um emere ^romittunt Sorores de Fenitentia 3. Ord. $» Framifii , que worantur ir. Domibns ditte E&clejìe S.Ur- ftile ) ,Ùf dìHe Monialejs £. Agathe dixerunt velie /o vendere diBam Domum , feu Falatium , oh mcejfitatem faciendi. Dormentorium , „ér Officinas ampli andi, foft unio- nes Monafieriorum fa&as a SanBtjfimp Domino nofiro Eu~ genio Faj/a IV. Ego Froncifcu* olim Franafei Jannini de Cnjlrofranco rogavi Non. lamio? ii 143 S» ; ;. , VII. .Or .venendo alle unioni 3 che fi dilTero fatte
da Papa «Eugenio , farà di me(ìieri, che accenniamo in primo luogo la fbUeekudine fua in rioidiinare lo irato Ecclefiailico della Città di Firenze , mollo egli a ciò fare da)!* edere la Chiefa fiorentina vacante già da. qualche anno, per la nioji-te dell' Àrc4vef«>vQ A^erig^ Cor*
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Corfini feguita nel 1433. , ne polliamo credere al Cer*
racchini, che afTegna la morte del detto Arcivescovo a*l 143ài in leggendo noi i feguènti documenti origi- nali cònfervati nell'Archivio fegreto di Palazzo Vec- chi© di Firenze) e fono: 1433. 23. Aprili* Francifcu? Andree de Qu^arate^bns comparnitcoram Renderendijfimo in Chrijìo Vatre D.D. Amerigo de Corjtnis Arcbiep. Fior* (&C. ABum in Camera falatii hàbitativrìis eiusdem Archiep, Ser lac'obus Ser Philipp Ser Laurentii, de Ltìtianà liidex & Hot. rogn Ser Bartóh? olim Ser Dottati Tannini de Fior. Index 'èfìeV Ed il fecóndo che nota la morte dell* Arci- vefcovo, ivi pure dice così ,, 1433. al 18. di Marzo, » morì quefio Arcivefeovo , feffi 1'Efequie *in S, Lipa- »i-ratal>ìé> Or tornando/! ad Eugenio , dichiarò egli Tommafo, che era Vefcòvo di Traili è che fu poi Ve- fc^vcP'di' Macerata;, per Amminifìratore dell' Arcivefco- vado di Firenze nello fpirituale 3 e nel temporale \ desinan- dolo altresì Vifitatore di tutti i Monafterj della Città, e della Diocefi, onde avendo il Papa avuto relazione, che ne' Conventi di $. Silve/tro , di S. Maria della Ne- ve j è di S. Órfòla, tutti dell' Ordine di S. Benedetto , era in gran parte mancata'l'oflervanza Regolare, e che in effi non vi era numero fufficiente di Monache per il culto Divino, fi rifolvè di Sopprimerli , come fece.» nel 1435- ec* «nifgl* al Monafiero di S. Agata cotl, una Bolla data in Firenze , che comincia ; Vajloralit vfficiì' dèbìtuèì 5 in -virtù della quale nrifervandofi il Pir pa le Ghie fé yh Claufura se gli Orti de* recettivi Conven*. ti foppiefll, dona tutti i loro Ben? a Sì Agata. Ed a- vendofi di fopra affermato, che fette furono i Coni- venti da Eugenio incorporati in S. Àgata, quattro qui ce; ne remerebbero da annoverarti , ma quelH già era- no Itati compreil in due de i tre fuddetti, imperciocché a S.i Maria della Néve: in antìco. erano entrate le Monache di S. Gherardo, e di S. Maria delle Scalze, delle quali abbiamo ragionato nelle Lezioni di S. Cle- mente , così pure a S. Orfola da i Vefcovi Fiorentini nel Secolo XIV. erano fiate unite le Monache Valom- Tom. r. Mm bro. |
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brofane di S. Mar|a Madre , e le Benedettine di S, Ma-
ria Urbana, Je quali unioni fé Ci annoverano con le foprarriferite , verificai! , che dieci appunto fiano fiati i Monafterj aggregati , ed uniti a S* Agata, che tanti ne conta lo Strozzi, la cui erudizione io venero , né intendo, che ne proceda al rnedefimo alcun torto , fé ai dieci Conventi due altri io ne aggiungo ; E il primo fu il Monaftero di S. Girolamo Valombrofano nel Po- polo di S. Giorgio di Firenze , avvegnaché le Suore di eflb non imperando di ridurre a. comoda claufur» la povera lor fabbrica fulla Cofia di S. Giorgio, ot- tennero da D* Simone Abate di S. Benedetto di Va? lonibrofa di entrare in S. Maria della Neve di Via di S» Gallo ì come fecero nei j. Picenabr e del i^Sg. pej? Iftrumento rogato da, Ser Iacopo di Piero da Brozzi, co- me al num. 12^ delle Cartapecore di S. Agata, leggendofi in detto Contratto i nomi delle Monache Valpmbxofa- ne , che entrarono in detto Monafierp , e fono le fé- guenti ,, Suor Paola di Meis. Piero di Paolo Badefla , „ Suor Niccplpfa, Suor Margherita de'Forab.ofchi, Suor >, Francefca di Romolo , Suor Ginga di Iacopo Rina!. n di , Suor Jacopa di Giovanni , Suor ; Andrea di La- iy pò , e M<ma Filippa di ;Papo ,y e V altro Convento , che compì il numero di dodici incorporati a S. Agata, fu quello di Querceto, come nella Storia dello Spedale di Bo- nifazio. E perchè in ogni tempo i Pontefici, e i Vefcovi Fio» jtentini rifguardarono quello Monafier© di S. Agata, cot me la pupilla degli occhi lorp , ed eziandio dalle Mo-. Jiachc medefirné defideravafi di cufiodirla lucentiilìrna, *idefi nel 1477* in elTe un raro efempio di umilia % ed infiememente della fanta ofiervanza del proprio Irli- ruto,qual fu Ja elezione per loro Badefla in una Monac* del Monaftero di S. Maria di Monticelli dell' Ordine di 3. Chiara , la quale chiamava!! Suor Nofria di Mi- no Borgianni , tenuta per la fua fantità molto a prò* polito ai comuni voti delle Monache ài S.Agata , on- de con licenza del Vefcovo Rinaldo .Oitini ve la intra» duiTcro per Superiora, Ja quale ravvisò nelle nuove fue l'i l,, A 1 * ■ fud»
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fudditc tali virtù, e difpotìziòfii alia perfezione, che ad
efla fu facile radicare in Convento quella offervanzsu Angolare, che fino al giorrtti di oggi germoglia , è che diede motivo a i Pontefici di farò loro quelle nuo* ve grazie 9 e fingolari benefizj r che fiamo per ram- mentare . VHI. Papa Giulio IL volendo dare uti contrafle-
gno della ftima, che aveva delle «offre Suore Carnài- dolehfi , cori Bolla data in Róma nel 1507. alle Ca- lende di Ottobre , anno 4. del filo Pontificato ., tini ai Monaftero colle fue entrate le due Chiefe Parocchiali di S, Ilario a Pi figliuolo, e di 5, Criftina a Pancole ; e con fifnigliante liberalità Papa Leone X. donò pure a S. Agata la Chiefa di $. Giulio a Campi di annua., entrata feudi $6. di Cannerà , la quale era di Padrona- to della Famiglia de* Sodi, alla quaié riferbò la facol- tà, e r* jus di presentare il Vicario , e dì avere dalle Monache il convenevole foltenramento, vita fua duran- te , e la Bolla fu data in Roma nel 1520, fridie^ 'Non. SepembrU Anno 8 j» tfontif. trovandoli gli *>rigi« nali delle due fudderte Bolle nell'Archivio del Mq* nafiero a i fiumeri .58. e rn, E per nulla trala- feiare di riguardevole 9 che fia in quello Archivio al numerò 118. awi una lettera dd Cardinale Lorenzo Pucci a i Canonici di Fiefole , perchè accor- dino alle Monache di S. Agata in ewphiteufe una Ga* fa in Via di S. Gallo j -è1 del medeiìmo Cardinale al numero ipg. vi ha un'altra lettera in grazia del Mo- lìaftero di S. Agata all' Arciprete, e ài Suddecano del Capitolo di S.M.del Fiore. Della Signoria Fiorentina evvi al numero 105. un'ordinazione ai Miniftri 4i Dogana, perchè refìituife^ano ogni anno alle Monache }ir. i8o, ed una fimigliante al numero ' £1. nella quale dal Se- nato Fiorentino fi comanda àgli Ufiziali del Monto di pagare alle Monache di S. Agata lire %gy. e fòl, 6* E per fine potrei a i fuddetti favori arrogere le molte partecipazioni delle orazioni , e delle opere Spirituali M m 1 di
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di varie GkuftrM, Ragioni;m come fono lafCamaI<fqie;n-ì
fé , Ben ed et tin& jnCi#er-,ciefnfe , Celerina , Donxenicana ,, ed altre , concedute loro da i Generali j degli , Ordini,,? fc non che affai più pregevoli tefori ci iettano da of« fervajre , che faranno il fòggetto della feguente Lezio- ne . IX. Aggiungo però qui un'Appendice > che ho li-
mata non difconvenevole,, né noiofa > anziché neceuV»* a prevenire ogni poffibiljjconfufione in leggere quefi<L. i^oriche ricerche .Ella adunque farà fopra due notabi- li punti d* Iftoiia > il primo de i quali abbiamo nellf autorevole Libro detto il Bullettone già all' Arcivefcova- do , dove al numero iS. parlandofi di una rcnunzia éel Monairero di pigfipro fatta aL yefcovo Fiorenti* no dal Rettore della Chiefa. jdi S> Maria, di Lepore nei 1245. delle Donne; d^ Bibbiena {Àn Via eli S. Gallo il fjice 3 come apprettò : Mota?, qnod difra Ècclejta{ diGigno* io ) folnjit annuatìm Cenfant Epifcoyatui Fior, quinque librar ttm Cere nove , & tranjlatum e fi ditìum Mona* fierium ad locitm de Bibbiena iti Via $. Galli , ubi modo efl M&nafterium ; jfe quella^ziolfc wo/to e ade ile . fui mil- lefimo 1246. che va innanzi al ciratpf;!t^Ìto ,. per vero dire caderebbeiò tutte, le mie ( congejturA fatte di fq. pra circa l'epoca delle Donne di Bibbiena venute a Firenze , ma io fono afficurato dagl' Intendenti, e pra- tici dei detto Libro ,'che tutto altro vuol ivi notare dal fuddetto millefimq} ^ cr^e la ^parola woda riguardi il■jfieitJpò,nel quale^fju aggiunto al|Bu]iettone , facendoci in elfo menzione di, parecchie cofe attenenti a i poftq- jipri fecoli;, però;in niuna maniera il"detto anno può per- cuoteres lo? ÌUhUito da, noi principio , che fi difìfe ve* jifimilmente circa al s 2§9.-In fecondo luogo abbiamo noi incontrato nejle .memorie dare alle Monache di S. ^ga^a tlal.'dottiffmtio Monaco. Camaldolenfe D. Anfelmo Colràdonj Scrittore diligentiffimoj degli Annali del fuo Ordine 5 come nel (izjìi ne? -fiip dove oggi efifte il Mo- .nallero loro j era vuna Chiefa con Priore chiamato Pre« |
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te-di Bene-; ma quando ancora queffa feoperta dal (o-
pràllòdato Scrittore venifife corredata di quéi documenti, che egli fuol riportare affai autorevoli, de i quali fio- litiffimi fono i due primi libri, dati alle ftampe in Ve- nezia j e commendati dal Mondo Letterario, io fpero , che tale rrotizia illuitrerà bensì il Convento di S. Aga- ta j ma che non mai pofla pregiudicare al fin qui det- to da noi , che per altro intendiamo maifempre fbtro- porre al giudizio degli ftudiofi della Storia Fiorentina. |
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DEL MONASTERO Di S. AGATA
DET TO IH A NT IffO ff# ITA M E NT E
DI S. AGATA . E DI S. ANDBJEA DI BIBBIENA II,
A un funefto,e compaflionevole cafo
alle Monache di S. Agata accaduto fieli*anno 1527. giovami di principia- re quefta feconda Lezione , il quale avvenimento fé fu di graviflìmo di* (turbo e al Mona fiero , e alla Città noftra, non devefi però attribuire ad altra cagione, fé non alle difpoilzioni del Cielo , ch«L# volle per cinque anni tribolati i Fiorentini dalle guer- re , dalla fame, dalle careftie, e di più per aggiunta ., come fcrifTe Benedetto Varchi al Libro IL dal gaftigo della perle , la «juate fi fcoprì nel Convento 4i S. A- gata : e fé il detto Scrittore riferendo tal difgrazia-, confetta , che non fc «e lèppe il come , io direi 3 che avendo il Contagio rip-ulkilato pitì fiate dal 1522. fino al 27- non /offe ftata ripurgata la Città, come fi do- vea , e quindi4al contatto di gualche roba, avanzo pe- rlifero del male , fi riaccend-elTe la pefte . Comunque però la cofa andaiTe > la verità fi è, che dal Monafte- ro di S. Agata ufcì nel fuidetto anno il malore > che fece qualche danno nelle appendici di Firenze ^ e J^, Monaca a (Tal ita da tal malore addimandavaiì la Ven. Suor Giovanna de' Serri/tori, la quale conofeiuro aven- do il fuo pericolo , e andata avanti all' Immagine del- la Samiflima Vergine fece un generofo facrifizio della fua vira , chiedendo però a Maria la benedizione per tutte le fue Compagne , contentiifima fé moriva ella fo- |
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la, della qual grazia piamente 6 crede , che foflfe efaudrV-
ta » imperciocché in Convento non vi è ricordo , che altra ne moriffe, fuorché la detta Suor Giovanna, la cui memoria viverà in quefta mia Storia .E giacché fiamo entrati a rammentare di cjuefto Motiaftero una sì devota Religiofa , eccpne diverfe altre, che fioriro- no e per fantità , e per altri ragguardevoli titoli ; co- me un' altra Venerabil Suor Giovanna chiamata a dar la regola alle Monache di S. Paolo alia Castellina ; e Suor Nofria, già Monaca fantilTima dell'Ordine di S. Chiara di Monticelli, eletta per Badelfa di S. Agata , dove per quat- tordici anni avendo governato il Monaftero co* fantif- fimi fupi efempli promoffe V oflfervanza delle Coftitu- zioni Camaldoknfi ; e fé non fi fmarriva un libro an- tico di loro ricordanze} non poche altre Suore favo- rite da Dio con grazie » e vifioni fegnalatiflìme avrei qui potuto annoverare ; ma effe odo- qui viffute Mona- che per altri meriti illulhi> rammenterò due degne di fiyere immortali nelle Vite e de* Pittori, e de' Poeti y dandoli tra i primi non piccola lode dagl' Intendenti della Pittura a D. Orterifia Fedeli, che fiorì nel 1620* la quale non mediocremente efperta in sì nobile arte » lavorò parecchie Tavole efiftenti nel Monaitero, ed in Chiefa, e una fé ne vede fuila Porta, che mette iru Convento> avendo in efia effigiata S. Agata da due An- gioli porrata in Cielo, e fei lunette dipinte in Ghie» la fotto il Coro , nelle quali rapprefentò con buona invenzioni^ le più gloriofe circoftanze del Martirio del* la medefima Santa , e fon dipinture aliai mirabili per una Donna . Smilmente in Convento vide nel fé-' colo paflato Donna Maria Goftanza degli Ubaldini , che non tenne Y ultimo luogo nella Poefia, moftratafi degna Nipote di quel Curzio Marignolli , il quale fu» Poeta commendatiflìmo in Firenze, ed in Parigi , ma affai diverlb dalla Nipote nel foggetto de' componimen- ti , avendo egli con paffione talvolta amato le Mufe più impure 5 e la Goftanza fempre le più catte > e que- IU Ja tiovo nel 1616, fottofciitta con 6%. altre No* bili
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2$0
bili Monache a <3ue Contratti di locazione, nel foprao
citato libro della Carnai linga, IL E qui troncando noi il novero di alquante
di quelle moltjffime Monache nelle virtù fìngolariflìme, paleremo ali* adorabile teforo delle Reliquie? tra le quali dovendoli dare il primo luogo a quella della Beata loro Avvocata, farà aggradevole d igrerlìon e, fé ragio- niamo qualche poco del Sepolcro fuo sì gloriofo nella Città-di Catania, dove appena feppcllita la Santa Mar- tire fi videro Angioli dal Cielo feendere, e due dì eifi collocare fotto del capo di lei una tavola bianchiffìma di marmo, nella quale a caratteri d* oro leggevano* le feguenti lettere : MSSHDEPL intefe così : Men? tem fan&am fyontanearn honorem Deo, & Vatriae Ubera* tìonem , ifcrizione , che leggiamo copiata poi nelle., campane , e tnentrechè i Celeri fpiriti in s\ fatta gui» fa onoravano quel fanto Corpo, i Fedeli coprironlo di un velo, che fino da i Pagani adoperato fu a tratte- nere le fiamme del Mongibello minacciante Catania, e della fuddetta Tavola attergano tutti gli Cremonefi Scrittori, ed altri ancora , eflere toccata per buona forte a Cremona , e crederi in occafione dell' improvvifa iri- vafione della Sicilia fatta da i Saracini, i quali a Co- ftantinopoli trafportando il Corpo della Santa, e tra- - feltrando la lapida, quella prefa fu da un Prete Cre- rnonefe% e portata alla fua Patria . E fimilmènte pof- fiamo dire del Velo Santo , che da i Fedeli divifo in più parti, foife diitribuito in varie Città-, e Chiefe , tra le quali io fon di credere , che Firenze ne averle quella porzione , che nella Cattedrale è cuftodita , fa- cendoli ogni anno nel giorno di S. Agata dai Clero Fiorentino una Proccffione, la quale elfèndo antichif- fìma, e già fin da quando la Città aveva piccolo recin* to ; è molto verifimile , che nel fòprarriferito tra'" fporto in Oriente del Corpo della Santa , quella par- te di Velo venilfe a Firenze, e fé della fuddetta Prcccflìone ne parla il Giamboni nel fuo Diario, io ne riporterò qui una memoria di un Libro antico 5 del*
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della Sagreftìa di S. Reparata > contenente le fette e^
funzioni della Ciuefa , ed è la feguente >> Il dì 5. di ,, Febbraio feita di S> Agata j per effcre qucfta Santsu „ Avvocata contra il fuoco , tutto il Clero va in tal „ mattina priciffionalmente > portando una fua Imma-? „ gine , ed appicca quattro Croci di Cera benedetta in jj quattro luoghi, ove anticamente erano quattro Por-, „ te principali della Città , la prima} che è per il Quar- 5, fiere di Santa Croce } fi mette nella parete del Can- „ to de* Pazzi per entrare nel Borgo degli Albizzi » can* ,, tandofi una Antifona della Santa , eì Prior di S. Pier 5, Maggiore dice il principio dd Vangelo Cum ejfet i$- » fponfata Mater' hftì Maria Jofeph &C* Et la feconda ,5 per il Quartiere di S. Spirito fi pone fopra lo Spe«. 35 ziale , che è in fui Canto del Pontevecchio per en« J} trare in Borgo S. Iacopo 3 el Priore di S. Felicita „ canta il principio del Vangelo di S. Matteo 3 et la j; terza per il Quartiere di S. Maria Novella , fi ap- >j picca fopra il Manefcalco , che è all' entrare della j. Via del Moro , el Priore di S. Paolo dice il prin* 5> cipio del Vangelo di S, Luca » L* ultima per il Quar- >, tiere di S* Giovanni fi mette alla Colonna di mar- j> mo ricontro alla Canonica , et il Canonico , che è 55 di fettimana falico fopra un Pulpito » »> • * » manca il reftante per la carta lacera . III. E venendo ora noi alla infigne Reliquia della
Santa > che venerai! in Monaftero , ella è una parte.* della Mafcella, la quale appunto fi trovò mancante al- la tefta di lei nella recognizione, che fi fece del facro fuo Depofito neir anno 1501, dal Vefcovo di Catania D, Iacopo de Gufman , alla prefenza di quel!* illutìre Senato : Avvi nel Reliquiario un polizzino fcritto in_^ cartapecora di carattere antico , contenente il nome,* della Beata Vergine , e Martire , della quale fi confer- va altresì un Velo bianco lungo 4. palmi 3 e largo 3. coir autentica del Vefcovo Catanefè D. Andrea Reggio, confermata dall* Arcivefcovo di Firenze Monfig. della Gherardefca , leggendoli, in effa , che detto Velo fia fta* Tom. V. Nn * to'
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to per lo fpazio di ra giorni fopra la Telia ,, e Mam-
melle della .Saura ; Con quella Reliquia chiufa in uru ricco quadro le Monache fanno fare da* Preti una Pro- ceffione nel dì 5. di Febbraio , portando oltre il fa- ero Velo, tre Croci di Cera benedetta , che appicca* no una alia Porta a S. Gallo , altra alla loggia di Bo- nifazio- , e- la terza dalle divote Religiofe proceffional- mente fi effige alla muraglia dell'Orto. Di uno de'tre. Santi Re Magi confervano un dito avente la fua un- ghia; hanno due Denti biancbiffimi con un cartellino di fragno , che dice, di S. Benedetto Abate > né io fo intendere, come le Monache poffano dubitare, fé que- fti' fieno del Santo lor Patriarca , imperciocché fé foffe- IO queièi di qualche' altro S. Benedetto , vi farebbe cer- tamente qualche parola per diiifntivo del Santo di forni - gliante nome : né k> credo , che fieno della opinione di quelli, che tengono elfere fiato fempre incognito il Sepolcro del Santo loro Legislatore, quando indubitato egli è oramai, che le Olla di S. Benedetto Ab» con quelle della fua Sorella Scoi a fi ica trasferite furono in Francia, offendo fiata da moltiffimi miracoli terrificata una tale traslazione > come fcrive il Bollando a i 21. del mefe di Marzo. Oltre poi alle fuddette Reliquie veggonfi in £ei braccia d'argento di finifTimo lavoro i fucili dei Santi Martiri Artemio , Simplicio , Giufto , Benedet- to , Giofuè , e Benemerito; ficcome in dorata calTetta avvi la tetta dì una Compagna di S» Orfola , che fi crede porrata in Monaiteio , allorquando da Papa Eu- genio furono in S. Agata incorporate le Monache dette di S. Orfa . Lungo poi è il noterò delle Offa di altri Santi, le quali compongono un bel Santuario. IV. E differendo in ultimo luogo della Lezione il
favellare del Corpo di S. Teodoro Martire, che giace fotto T Aitar maggiore : di quella Chiefa mi fi conce- da una minuta oifervazione j E però facendomi dalla facciata tutta di pietra con Parme de* Pucci fopra la Porta, notar debbo, che fu fatta per Teflamenro del Senacor Lorenzo di Piero Pucci, regalo da Ser Paolo Vi Paoli
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paoli a ì 5. di Giugno del 1592. lanciando eziandio il
Teftatore una MelTa perpetua da dirfi nella fìelTa Ghie- fa ; e piacerti i ricordare a chi entra 5 che fotto il gra- dino della foglia , fu feppellita la Venerabil Monaca Serriflori morta di peite, come fopra dicemmo . Quel- lo poi che più forprende chi vi entra , è la Tavola prò* digiofa dell' Aitar maggiore , dove Aleifandro detto il Bronzino rapprefentò le Nozze di Cana , gfulta tutte le più efatte regole dell' Arte , riguardanti o fi voglia l'invenzione, o la difpofizione o l'attitudine > o il colorito , avendola elio fatta al fuddetto Senatore > ài cui è l'Altare, appiè del -quale leggeli la ifcrizione co- me apprelTo : D. O. M. - *
LAVRENTIVS PVCCFV3 PETRI FIL.
VT MONIALIVM SANCTAE HVJVS DOMVS PRECIBVS PERPETVIS VITA FVNCTVS IVVARETVR
QVAS
OB EXIMIAM EIVS RELIGIQNEM BENEFICIO SEMPER DVRATVRO
ADHVC VIVENS AFFECERAT , HIC IACET
OBI1T AN. MDLXXXXII* AETAT. SVAÉ I.XXII*
E tra i Benefattori infigni , non è da tralafciarfì Mar*
teo Rinuccini flato un buon pezzo Governatore del Monaftero , e fatto Arcivefeovo di Fifa volle eiTere_# in quella Chieia confacrato con folenne funzione nel 1577. e non orante la illuftre dignità ottenuta, fegui- iò a foprantendere alle cofe del Convento con grande utilità delle Monache. Ma ritornando all'Aitar mag- giore , védefi la Tribuna tutta dipinta a frefeo dal fud- detto Bronzino , eccettuati i due quadri laterali , che mettono in mezzo ì* Altare , i quali fono di Gio. Biz- ze Ili , che vi effigiò da una banda il Martirio della Sanra, e dall'altra la morte di lei. Di Girolamo Mao chier'ti è la lodatiffima Tavola alla Cappella dalla ban- da dell' Epiftola 5 e tutte le lunette intorno intorno al- la Chiefa rapprefentanti gli Atti del Martirio di S. A- N n 2 gata
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gata fono della foprallodata Suor Ortenfia Fedeli ♦ Avvi
fotto 1'Organo la memoria della Sacra fatta da Monfi- gnor Antonio Altoviu Arcivefcovo di Firenze agli 11. di Luglio del 1569. e di due lapide , che fono nel pa- vimento , una contiene un beli* Epitaffio della Nobil Fanciulla Luifa Mafucci da Recanati defunta in Con- vento j dove era in educazione . Neil* altra lapida avvi 1' arme della Famiglia degP Infangati con Cappello Prelatizio , ed avendo io trovato nel Libro di Sagre- itia una Cappellania fondata nel 15-71. da Giovanfran- cefco Infangati Canonico Fiorentino, ne congetturo , che quivi egli folte feppellito; Morì, gl'urta il Libro roifo fé* gnato N nell* Archivio del Capitolo Fiorentino alle ore 12. de i 29. di Maggio del 1585. E per fine è da venerarli fotto T Aitar maggiore il Corpo del Santo Martire Teo- doro, cavato nel 1640. dalle Catacombe di S. Caliito per ordine di Papa Urbano VIIL ad iltanza di Suor Maria Angelica Magalotti Monaca in S. Agata , e forelia di Donna Goftanza Cognata di detto Pontefice , il cui ifeve datnm Romae an. 19. fontif. comincia così : San- Borum Reliquia? } quorum ani-mae cum Chrijio regnare ere- lìuntur in Coelis, fa? ejl omnibus pie fancieque cenerari, uè idem CbriBus Salvator , & Redempor nofler glorificetur in illis , & nos eorum pis iugiter glori ari mereamnr uuxiliis &c* Il facro Corpo in una Gaffa ornata fplen- djdamente , fu mandato a Firenze dalla Sig. D. Clari- ce Rafponi , con iftrumento che rogò Riccardus Ra- cani Curine Apoflolicae Not. a i 15. di Settembre 1641. e riconofeiuto da Vincenzio Rabatta Vicario Generale dell'Arcivefcovo Piero Niccolini , fu confegnato aiìe^» Monache colla licenza di farne la folennità della Tra- slazione } accennata dal Verzoni nel dì 25. di Marzo dd 1644. ,, con Proceflione di Preti , Frati ; e Seco- „ lari, fu tenuto efpoito alla venerazione del Popolo 9) full* Aitar maggiore per tre giorni, e pofeia fotto il 1, medeiimo' Altare chiufo in Urna vaghiffimamente do- ,|jj rata 3) e facevafenc ogni anno pubblica , e folennc ic## il dì 15, del fuddmo mefe, nel qual giorno fi f*
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il?
fa menzione nel Martirologio Romano di S, Teodoro
Martire con le feguenti parole , Romae SanBorum Mar- tyrum Irenei , Antonii , Theodorii > Saturnini ? ViBoris , CF aliar um decem & fegtem , qui in gerfecutionè Vale- ri ani grò Chrijlo gaffi funt . V. E per fine pattando ad alquante cofe prege-
voli 5 che fono in Monaftero , oltre le foprarammen- tate , incontrafì a terreno un Corridore , il quale ha le pareti dipinte da Dello di color verde , e rapprefen- tano la vita, e il martirio di S. Agata, e fé povere fono di Architettura , d' invenzione , e di attitudini , tut- tavolta meritano rifpetto per 1* antichità , In una Cap- pella di gran venerazione , e ricca di Voti è una.. Tavola di Maria col Bambino in feno , creduta di Ci- mabue > ma ella è affai più antica,; è forfè lavoro dt que* Greci chiamati a Firenze in que* fecoli barbari, ed ignoranti, Tìccome de'medefirni Autori è una Ancona, nella quale vedefi un Crocifiiìb dipinto full* affé , è dalle bande S. Orfola colle fue Compagne Vergini, e MM. imbarcate Tulle navi, e a man manca le dette Sante martirizzate in veduta di una Città. Ma il più bello è nel Coro alto , cioè una copia della SS. Nunziata de* Servi, cavata dall' Originale con licenza del Granduca Ferdinando da Iacopo Ligozzi virtuofo della Serenif- fima Cafa , e che per divozione alle noitre Monache loro la donò , e leggefì appiè della Tavola come fegue ; lacobus Ligozzius SS* Annunc, Fiorentiae Iconem forfici» ter imitatus, Sancii? Monialibus , quartini greci bus- fé più* rimum confidare teftatur ^ tnunificentìffime largitus eft 16ip |
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L E Z I O N E XXV.
' DELLA CONGREGA MAGGIORE DE' PRETI
I K V I A D I S. G A L L O I.
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/Ella -Staria noftra , il più pregevole.*
foggetto non può negare j che egli fia il Clero Fiorentino , il quale fio- rito avendo fempremai e in fantità, e in .dottrina.) già da noi più fiate è {lato commendato f ragionandoli o fi voglia de* Santi Vefcovi , o de* Ca- nonici ? o de' Prióri, e Rettori delle Chiefe , o degl* infigni Maeftn in Divinità 5 e in tutte le Scienze ; Ma nel Tomo VI. dovè parleremo de* pregi della Catte* drale, fperiamo di abbracciare ivi , tutti i gloriofi me- riti dèlia Gerarchia Ecdefiafiica iHJ'Firenze ragguarde. vòHffim-a .. Uri faggio però ci porge la Storia dellìL, Congrega maggiore de i Preti in via di S. Gallo» del- la quale imprendendo qui il ragionamento > ne dimo- ftrerò ih due Lezioni la Tniracolofa origine , ed i mi- rabili progredì. ,£. IL E facendomi dalla prima , dir fi -Vuole -> che
parecchi fonò fiati gli Scrittori, che di effa hanno fa* velìato , come' Simone della Tofa nella Serie de' Ve- fcovi Fiorentini} fcritta da lui a penna nel 137°*' c dal Migliore ne i fuoi MSS. lodata ; inoltre ne parla- no D. Placido Puccìnelli nella fua Cronica di Badia , il Prete Filizio Pizzichi, che ne vftampò una relazione nei 1687. ed in tal -guifaì moltil alkri U i quali per ve- ro dire ) fenderò full' autorità di un libro manoferitto del Secolo XIV. che confervafi nell'Archivio della me- defima Congrega > dove in lingua latina raccontai! quan- to Jp fommariamente riporterò , traslatato in Italiana •: fa^ |
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favella qui appretto: ,, Nell'anno* 1151. un Prete di.
)} Valdipefa , appellato^ Amadio, per alcuni fuoi affari „ era venuto a Firenze 5 avendo prefo l'alloggio in ,, una Oiteiia dietro a San Piero Scheraggio , credu- „ ta da lui onorata, ma tardi avvedutoli effere piutto- „ fìo un luogo infame, cercò di parlare la notte in ,j orazione , lamentandoli amorevolmente con Dio , che j, pe' Preti non folle in Città un decente Ofpizio , ,, quando occupato dal fonno ,:fei gli jdiede a ovedere „ Ci irto , in abito di Pellegrino, che avendolo confo* „ lato, gli ordinò di andare la mattina dal Priore „ di S. Cecilia j e dirgli, che era volontà Divina, che ,, in Firenze fi deitinafle un 1 Ofpizio .ali Gherici fo- ,*j •i-eiìieri. Efeguì Amadio Ì! ordine , e dopo avere; rac« „ contaro al Priore la vifione , e celebrata: la Me,(Ta 5 j, amendue fi portarono a ragguagliare P Abate Azzo. „ ne nella Badia Fiorentina , e con fé co 1' Abate an- „ darono dal Vefcovo di Firenze Giovanni , il quale „ appena accoltili, loro narrò avere egli in fogno ve- „ duto quanto era occorfo al Prete Amadio , ed Az* «zone rifpoito avendo , rhe era. venuto appunto col 5, *medefimo Sacerdote per prender configlio : Su tale 9j affare fi fece una lunga feilìone * nella quale fi de* n terminò di convocare tutti i Rettori ddìc Chiefe in „ Badia, dove coli* intervento del Vefcovo fu decretato t ,, che Tei Rettori alle Porte della Città più vicini , ri- ,, cevelTero in avvenire i Preti Foie ft ieri , e fi nornina- ,) rono per la Porta del Duomo il Rettore di S. Ru£- », fello , per la Porta di S. Pier Maggiore , quello di » S. Pier CeJorum, il Rettore di S.Firenze per là Por- „ ta di S. Piero Scheraggio , il Rettore di S. Pier Buon» j, configlio per la Porta di S» Pancrazio , per la Porta j, di OgniiTanti il Rettore di S. Lucia , e per la Porta « del Borgo il Rettore di S. Lucia de' Magnoli, i quali ,, per fomigliante caritatevole ufizio vennero appellati j, Preti Portarj . Inoltre fi itabilì, che in tutte le ferie „ 4. dello anno fi cantarle unitamente da detti Preti la 9> Metta per la remiffione de'peccati, e le ferie 6. della 3, Cro-
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,3 Croce j ora iti una Chiefa , ed ora in un* altra > è
,V tale ufo durò fino al 1311. ficchè per tal divozio- 33 ne i Cittadini lafciavano le loro foitanze al Col- 3*, legio dei Portarj, quando ih querFanno, Crifto Sal- 3, vadore apparì altra fiata al Vefcovo Antonio d* Or- 3-j fo , e ad altri Preti , ordinando loro di fabbricare s(V uno Spedale , per ricevere i Sacerdoti Foreitieri, lo » che fu tofto efeguito , comprandoli in Via di San 33 Gallo terreno per lire 15510. e con celerità fu ter- jy minato 1'Oratorio, e lo Spedale in onore del Sal- 33 vatore3 in maniera , che nel 1513. alle Calende di 33 Agofto 3 dal fuddetto Vefcovo Antonio vi fi celebrò 33 la prima MeiTa, „ E quefto è un breve compendio del racconto) regi/tra to nel fopraddetto libro, ma per alquante incoerenze, che in erTo fi contengono , fa d* uopo, che qui noi ci fermiamo per ifchiarirle, fé fu poflàbile. E primieramente notifi , che nell* anno 1.131. non era Vefcovo di Firenze Giovanni, ma bensì Got- tifredo de9Conti Alberti, sbaglio forfè occasionato dal nome del Priore di S. Cecilia , che col Signor Man - ili crediamo, che fi chiamaffe Giovanni, trovandofi con tal nome appellato un Priore di detta Chiefa , in un Contratto del 1134. e conviene egli dire , che in- avvedutamente da chi fcriife quel libro ,'iloffe confu- fo il nome del Priore con quello del Vefcovo, fé pu- re non fi voleffe dire , che ufandofi in que' tempi da* Notai fcrìveie i nomi con abbreviature , come nota Monfignor Bergbini 3 il G. forfè male intefo , e di- poi malamente letto per Giovanni , quando doveva., leggerli Gottifredo . Il fecondo sbaglio è 1* eiferfi pollo nel novero dei Preti Portarj il Rettore di Santa Lucia alla Porta di Ogniifanti , quando in quel tempo non ci era àncora in Firenze Porta di quella appellazione. Circa poi de* legati, ed eredità, che fi vogliono la- ida te al Collegio de* Preti, è la terza cofa forte iru dubbio , avvegnaché in £ei anni, che io leggo Tefìa- menti , e carte antiche , in niuna mai mi fono avve- nuto a trovare un lafcito fattp al detto Collegio > pri- ma |
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ma del Secolo XIV. Se poi fia ragionevole il fofpetto-
di qualche moderno , il quale ftima , che di una vi* fione in quefta Storia fé ne fieno fatte due., potendoti' in una concordare il Vefcovo Antonio d'Orfd, e Az- zone fecondo Abate, che vivevano nel 13n. e che fo- no i due principali foggetti nominati nel racconto ; tuttavolta pare a me, che non vi fia luogo ad un tal dubbio, maffimamente fé diali fede a Ricordano Ma- lefpini, che mori nei 128®. il quale rammenta T Ofpi« zio de* Preti ai Gap. 1154. dicendo del Carroccio, come appreffo ,, e trainavamo un gran paio di Buoi , coperà „ ti di panno vermiglio , che folamente erano depu- „ tati a ciò, ed erano dello Spedale de* Preti. „ III. Ma rimettendoci oramai nel noliro cammino,
©{ferveremo primieramente la diversità de i nomi , co*: quali fu appellata quella Venerabiì Congrega , la quale io ho trovato in leggendo varj vcrufti Codici, ora chia- marli , il Collegio de* Portar^, ed ora la Congregazione de* Cherici Fiorentini , così pure Ofpizio , 0 Spiale di Gesù Pellegrino , e talvolta (enz' altro il Pellegrino . Dopo la feconda Vifione , con altri nomi principioflì a chiamre Tìomus Dei , perchè nella fua apparizione Gesù aveva ordinato al Vefcovo Antonio , che così 11 addimandaffe: dal luogo poi, dove fu fabbricato 1* O- fpÌ2i'o , ed al Santo Apoftolo Jacopo dedicato nel Se- colo XVI. ne viene il titolo di S. Jacopo in Via di San Gallo, che in oggi non con altro vocabolo fi ad- dita, che dicendoli S. Jacopo al Canto de* Preti ; e fìc- come ne* tre ultimi parlari Secoli , fi aumentò affai il numero del Fiorentino Clero , e tre altre Congreghe di Preti furono ìilituite , per distinguere da effe la no- àia , fogli dato il pregiatiflìmo nome di Congrega^ maggiore . . . ( IV. Chi poi volefTe un Catalogo degl* illuftri fog-
getti di quefta Congrega, dovrebbe principiare da tur-* ti i Vefeovi , ed Afcivefcovi Fiorentini; troverebbe altresì Pontefici, e Cardinali, e del Clero Uomini fla- ti intigni e per la pietà , e per la dottrina 5 i nomi * Tom. V. Oo de*
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de' quali fono in iin regìftro dell* Archivio della me-
defima Congregazione , Giovami però di far qui men- zione di due meritevoli, quanto altri mai, e più op- portuni onde dare alcune belle fcoperte, riguardanti appunto e la Ghie fa, e V Ofpizio di detti Preti. Il prw mo adunque farà Metter Simone, Rettore della Chiefa, dì S. Andrea ài Firenze , che leggefi in alcune car- tapecore di Cesello , chiamato Frior totius Congrega' tionis•■, & Cleri Fiorentini, in dette carte elfo appro- va, e conferma la nomina del Rettore ài una Chiefa di Firenze, appellata S. Maria Maddalena ài Cafaggiolo, ed accetta rinunzie de' Rettori della medefima a no- me della fua Congrega , prelfo la quale , io fon ài credere , che folle il Padronato ài detta Chiefa , co- me apparifee dalle Scritture ài Cesello, il cui fun. to qui riferìfeo: 1322. 23, Acrilis , Domina* Bonaven- tura Renaldini , in prefentia Domini Simonis ReBoris S. jfindree de Fior, & Frioris totius Congregatiouis, & Cleri Fior, qjoluntarie in manu di eli Frioris renuntiat ttdminìjlrationi Ecclejie S* Marie Maddalene de Cafag» giolo , dicens fé nolle ampliti? miniflerium tenere , feti ReBorem effe diEle Ecclefie, & ipfe Frior admifit di Barn renuntiationem é'c* A Bum in Ecclejta $, Marie Magda* lene . Qiiefto ifìrumento ita in un Libro coperto di af- fé con bullettoni di ferro , alla pag, 85. dove avvi altresì il feguente : Fofiea die 19. Aprilis eiusdem anni, Idem Dominus Simon Frior totius Congregationis , ap- froba<yit , & acceptaevit eleBìonem Domini Fé tri Mona' ti de Settimo in Re&orem , & Cujlodem fupradi&e Eccle- sìe San&e Marie Magdalene. E volendofi fapere di querta Chiefa il Fondatore, ed in che Popolo, e luogo fabbri- cata, ritorniamo all'Archivio di Ceftello, imperciocché circa il nome di chi la fondò , trovali nel fuddetto Libro alla pag. 88. come fegue: 1323. Frater Blaxius Folchieri de Fratribus de Fé zi tenti a Tertii Ordini s $, Framifci nomine fui Collegii renuntiat omni iuri, quod habet in Ecclefia-, Domibus, & Orto San&e Marie Ma- ddalene , in loto ditto Novello de Cafaggiolo > ratio no con*
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tipi
tione conteJJtonts fihì fa$e per $rdtrem Bctrtholofnesrtu
Vgonis , olim conììruBorem diEle Ecclefie , & iliam cunt omnibus pertinentiis concedìt Domino Andre e Abbati de Settimo . E circa il Popolo, ed il luogo, dove fu fab- bricata , nel raedefimo Archivio alia lettera E pag. 59, fi legge, che il Fondatore Fra Bartoloronieo d'Ugo nel 1312. dona ai Pinzocheri fuddetti la Chiefa ài Santa Maria Maddalena , che la circofcrive con le feguenci parole : Rcclejìam in Toltilo S. Michael* s Bis domini , confinì a a 1. Via publica, a 2. Hofyitale S* Pauli dc^ Tinti) a 3. Mtlioris Guadagni, a 4. Hartholomei Ughi. Onde avendo noi certo il Fondatore, il Popolo, ed a* confini lo Spedale di Pinti, venghiamo facilmente in cognizione, che la fuddetta Chiefa, o ila Oratorio, non dee confonderli con la Chiefa di S. Maria Mad» dalena di Cefìello , il cui Fondatore, come fi dlifc nel primo Tomo, fu Rinuccio di Iacopo, che la fab# bricò nel Popolo di S. Pier Maggiore sì, ma affai di- fiatile dallo Spedale di Pinti , ed in fecondo luogo fi è dimoratalo affai chiaramente , che preffo la noftra Con- grega per qualche tempo fuvvi il Padronato di Santa Maria Maddalena di Cafaggiolo. V. Dopo MerTer Simone , viene un altro Prete.*
affai famofo nel Mondo per le fue facezie , ma che noi con venerazione rammenteremo per uno degli efempla- ri Fratelli della Congrega nel Secolo XV. e quelli è il Piovano Arlotto. Ma perchè fi fono date alle itam- pe moire cofe di lui alterate, e framifchiare con le ve- re ,* io lafciando i fonti poco finceri, riferirò foluntó ciò, che trovali narrato in Autori accurati, come cer- tamente fono , una Vita del detto Piovano (rampata in Venezia nel 1538. per Bernardino Sindoni Milane- fé del Lago Maggiore, ed un Codice fcritto a penna da Giovanni Mazzuoli detto lo Stradino, il cui origi- nale conferva!! nella Lib reria Laurenziana, al Banco 42» Cod. 27. Sull* autorità adunque de' fuddetti , dir fi vuole , che il noftro Piovano, nacque adì 25. Dicem- bre, full' ora di Nona del 1^6. e fi morì a i 26. Di* O o 2 cem-
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cembre del 1483. Nei primi ventotto anni di fua vi-
ta fi occupò nell'Arte delia Lana, quando non forben- do egli le moleftie della Mercatura, e maiììmamentechè la pafiìone dell' intereffe non dominò mai nel fuo fpi- rito , fi fece Prete, e ficcome era di nafcita Civile, volendo molti Scrittori , che averte attinenza di fan- gue co* Frilli, da cui dìfcende S. Antonino, gli fu fà- cile di ottenere la Pieve di S. Crefci a Maciuolì, la qual Chiefa avendola ii nuovo Piovano restaurata a fue fpefe , T amò maifcmpre qual fua diletta Spofa , leg- gendoci nelle fuddette memorie , che non orlante F uio di quei tempi, che due , e tre Chiefe podedeva un_, Prete folo , ed a lui da Cardinali ne follerò irate of- ferte parecchie alTai più ricche, egli però contento del- la fua , con ammirabile generofità rinunziò alle gra- ziofe offerte . Inoltre da elfo 1' entrata della Pieve i era in gran parte dUlribuita a foilievo de i poveri, e de- gì' infermi del fuo Piviere . Vide anni 87. e volle ef- fer feppellito nella Chiefa di fua Congrega, con urL. Epitaffio da fé rleiTo comporto , e fatto incidere fui Sepolcro ; ma efiendpfi del tutto confumate le lettere , chi volle rinnovarlo, ne alterò le parole} con pregiu- dizio eziandio della Cronologia, i quali errori note- remo nella deferizione della Chiefa , che fi dà nella.. feguente Lezione, riportando qui per fine del fuddetto Piovano un'onorevole teitimonianza, che è un ricordo, confervato -nell* Archivio de1 Padri Domenicani di Fiefo- le, e copiato dal Dottor Giuicppe Maria Brocchi uella Vita ài S. Antonino, alla pag, 377. ed è come appreflb.* Ad pleniorem notitiam &c, SauBi Antonini Arcbiepi- feoj/i , hic quod audi<vi a qnattuar Viris ex eius linea dejcendentihus . Olim tres Viri feilieet Nantiotius , L&u* rentius, $* Cennius de Forcillionibus habitantsbus iuxta Montem Murellium , in Villa quae dicitur fiocina > itL* Tlebe Sexti, qui dimjì funt ad innjicem . Navnotius #*«• de difcejfit , & habitwvit in Plebe Cercinae, inde jpo- Jlea traxit originem Vlebanus Arlottns, hone/tus fed fa- cetus 3 ut omnibus notum e fi &c* L E*
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LE Z I O N E XXVI.
DELLA 60NGREGA MAGGIORE DE' PRETI
IN VIA DI S. GALLO IL
E la prima Vifione di Gesù Pellegri-
no fu un motivo al Clero Fiorenti- no dì iftituire la Congregazione de* Preti j i quali a ve (fero 1" ufizio di al- loggiare i Cherici Foreftieri , la fe- conda Apparizione di Crifto avveiiti,- • ^u™.——«™..-»=^i ta al Vefcovo Antonio d' Orfo , ed a parecchi Sacerdoti nel 13 n. poflìamo chiamarla 1'E- poca della Chiefa , e dell' Ofpizio de.' Preti in Via di S. Gallo . Avvegnadiochè nello fletta giorno dal fud- detto Vefcovo riabilito folle di metter fubico la mano a quanto abbisognava per adempiere il volere Divino dichiarato dal Salvatore itelTo coli' ordine di fabbricare una Cafa » che fi appellalTe Domus Dei . Ma ben cono-. feendo il Vefcovo Antonio , che niuna Cafa dì Co- munità può fperare di durare fenza l'aiuto di favic_# coftituzioni, pensò egli ancora a quelle, che fi con- ferva no in oggi nell'Archivio della Congrega , e che furono date alle flampe in carattere gotico nel feco- lo xv. delle quali alquante rammenterò s acciocché ve* dafi lo fpirito , che governava quefta pia opera. Contie- ne adunque il Libro Capitoli xxxi. con un proemio, che è una fuccinta narrazione delle due famofe appa- rizioni di Grillo, fui fine della quale Jeggefi quella effi. cace,e breve efortazione: Haec de metuslo Congregationis noftrae Codice defcripta no? docenti quanta diligenti a ad- rvigilandum e fi , ne a Salvatore nofiro conjlitutum opus male tra&emus, Male di lift* enim homo, qui opus Dei fa» tifi negligenter s hoc autem a nohis no» alit er ftet <> nifi cum
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tum non nos ipfos s ncque commoditatem nofiram > fedDeam
ipfum ifiius Domus , ifiius operi f auBorem refpexerimus, & cttm oculos ^ad eius infittita con<verterimus , 11U enìm ad pìetatis opera hanc Domum aedificari njoluit . Quin- di è che tutti i Capitoli fi raggirano neir iftruire del proprio dovere gli Ufiziali, tra* quali i principali fono un Priore, un Proporlo , tre Configlieri, tre .Operai, e tre Visitatori con un Cappellano chiamato già Spedalingo , ed inoggi detto Cuftode. V autorità del Priore è gran- de -circa 1' utilità} e decoro della Congrega, o fi voglia circa r universale provvedimento, e vigilanza delle Co» tìituzioni, o gaftigo de* trafgrelTori, fedendo fempre in primo luogo . Del Proporlo l1 ufizio è di proporre al Priore le cofe da trattari! , fupplendo egli alle veci di quello, in cafo di aflenza : Gli Operai debbono invi- filare alla economia del luogo , e ad ogni altro tem- porale interefFe . A i Visitatori è raccomandata la vi- fita, e cura de* Fratelli Infermi, leggendoli al Capitolo •Vii. le mirabili induftrie, che loro fi fuggerifeono a con- forto , ed aiuto degli Ammalati . De5 Configli eri l'ob- bligazione riguarda la puntualità in avvifare gli An* niverfarj , ed altri divini Ufizj da farfi, o nella prò* pria Chiefa , o ih quelle della Città , dovendoti da efli tenere altresì un Catalogo de* nomi, e degli Ufiziali, e de' Fratelli afcritti alla Congrega. E pofciachè il più importante Ufizio fi è quello del Cuftode , piacerai di accennare del Capitolo xvi, alquante particolarità, che fono le feguenti : Cappellanns 5 qui & guhcrnator Eccle- fiae nofirae dici tur de Colie gii noflri Fratribus a Prio- re , & Officialibus , & a tota Congregatione creari de- bet , modo ac wia > qua Camerarium creari oportere dixi- wus . ..-. . . . . . . fa lari um Cappellano in \ fingalos annos prò fé , $$ prò Clerico, qnem in fué^Minifterm ipfum ha'
i/ere n)olumus<> decernimus iibras* Fiorentina? tvonetac* centum , oleh caduw unum, idejl unum Hariiè , lignorum cataBam anam , & totum candelarum refiduum , quae in nofira Uccie fi a prò anniwerfariis accenduntur•'. Pro ha- bitat ione fua , & ftffi Domum 3 atque hortum E cele fiat HO-
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*9Ì
mftrae j de Sacrario contiguum cum fuppelleBilibus , quaè
in di Eia Domo funt ...... Eiuf offici um efi , accestir clamibus dtBae Domus, Horti, Sacrarli, Ecclejiae > <^*
Hofpitalis Prefbyterorum > lnmentarium fcribere , d»£ /ir/» ^#72? accipere omnium fupelleBilium, omniumque aliarum rerum} quae in e a Domo , Horto , Sacrario 3 Ecclejia » Jf<?- fpitali j gubernationi fttae committentur ; Eamque Do- mum j Hortum , Sacrarìum » Ecclefiam , Hofpitale , y#j>- pelleBilia, re/ omnes facras s cb* #0» facras, quae in In ^ventarlo fcripta accipet , cuBodire , gubernare , ^rome- re , recondere , ér confermare , /<?/?oj- Hofpitalis cunL, cultricis , linteis , &* ftragulis bene curatos , ^ »?#«- </o/ habere......... /£<?;# */*/ offici um eft Cleri'
cos faeculares feu Prefbyteros, qui funt Peregrini, ér P##-
^rrcf *# Hofpitali nnfiro ad dormiendum recipere , é^ /*- cundum Conftitutiones noftras benigne trattare , e que- ffco trattamento fpiegafi alla regola feguente così : ///* fuppelleBilia illis accommodet s ìgnem, mei ad coquendos abos } «uff/ contra frigoris moleftiam adminiftret, lucernam cum oleo contra noBis tenebras apponat » /ff#0J" £<?#? f#- r^/"©/ ^w , ér <&//* Hofpitalitatis officia , rf^f? <?£/?- quia fecundum Ho/pitalis noftri mires prò cuiufque grada > merito , atque indi genti a illis prudenter , ac benigne con' feret. Prima però, che chiudiamo il libro delle Co/Htu- 2Ìoni , mi giova di offervare il Capitolo xix. nel qua- le ravvifo altro caritatevole ufìzio della Congrega , che vale a dire un fecondo Spedale aperto per le Don- ne pellegrine , al cui fervizio eleggevafi uno Spedalini go, e Spedalinga con la feguente induzione : Hofpita* larium , & Hofpitalariam prò Hofpitalis noftri guberna* tione, quod excipicndis Pauperibus mulieribus aedificatum , dicatumque eft , creari molumus , Ea cura in primis Do* wini Priori s noBri, & aliorum Offici ali um erit, Vir % ttQ Mulier, £»/ legitimo Matrimonio , #0# adulterio , ##/ ro#- cubiuatu iunBi fint ad id Mtnifterium eligantur . Ut an- ni* non nimium ìumenes % fed maturi } ac potius grande- *vi > honefta mita , laudabili fama , é* Chriflianae fidei €ultu -probatì habeantar. 2* jpr/«?/> Officiali um , deindtu cae~
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taeterorum Congv e gattoni s noflrae Fratrum in numero le*
gitimi), fuffragiis ad waiorem nìgrarum fabarum numerum approbentur • atque inftituantur , eritqtie illorum inflitti* fio 5 & fkó amhorum meriti> , & prò Offici alium caete- rorumqueFratrum <volnntate , mei temporalis > *vel perpe- tua . Domus Hofpitalis noftri > qua? e fi a tergo noftri Hofpitalis Trefbyterorum , illis prò habitatione commoda- hi tur . . ih Or dall' edilìzio fpìriruale paifando al tnareria-
3e , dir fi vuole , che fu delle Cale j e' terreni in an- tico de' Cavalcanti , e pofeia comprate da i Guidi, che le donarono alla Congrega per la desinata fabbrica , fu innalzato V Oratorio, e Spedale di S« Salvadore de' Pre- ti 5 lo <he fi dimoftra co' feguenti Contratti : 13 u. 13. Aprilis B. Teodora Vìdua olim Domini Pazzi de Caval- canti bus j 4st fih olim Domini Forte guerre Domini Iacobi del Beccuto de Iandonatis, *vendidit Andree Guidi Top, S* Stephani ad Pentem , quoddam par<vum Talatium pojìtum in Top. S* Laurentii pojttum extra Muros weteres abi- tati Fior, laco di fio Campo reggi a' i% Via , que ducit ad Santium Gallum j a <2. Heredum Neri Taholacciarii', & Heredum Ghini Ugolini , a 3. Via Cafaggi de $. Marco, a 4. Neri *vocato Neri de Triore, & filiorum Rojfi Carrado- ri s prò pretio librar um Fior, mille fexcentis , <& qttin- qaagint'a &c. Ego Cante fi. olìm Domini Buona<ventvrff ro?a*vt'■'> IH. il fecondo Contratto è una clonazione dello
fuddette Terre ai Preti, documento, che ci fcuopre un altro sbaglio dell'antico Codice, nel quale narrafi l'o? rigìne delia Congrega , leggendo»* ivi che fi compraf- fero dalla Congrega le Caie in Via ài S. Gallo , quan- do apparifee efiere fiate donate dall' Iftrumento qui ap- preso : io. Marza 1311. ab Ine ar net ione , Domina Da- da Uxor Zapi Fi Hi Andree Guidi , e Domina Gaggia Fi" Ha Domini Andree donaverunt Orlando Re&ori Eccleftc^. 5V Cecilie Fior, quoddam Talatium parvurn cum 13. fta- ioris terre pojìtis in Top. S* Laurentii extra muros re- terei Ci<vitatis- Fior, a 1. Via fi*ùè Sfrata public^ , qm |
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four ad S. Galìttm ., & i > Neri Td'volaciarii 5 & Here~
dum Ghinì Ugolini , a 3. Via Cafagii ad S, Marcum > & a 4. Meri vacati Neri del Priore ,, et filiorum Jlojfi Car- radori? , fuper $uod quidem Uaiyerfit/tr } *uel Società* Si- nodi Cinjitatis Fior, ac Triorgs > et Reflores Ecclejiarum de dicla Civitate et ceteri Clerici teneantur , et debe* attt edificare , feu edificari , & confimi facere ecrum tx~ yenfis , é* denariis quamdam Ecclejìam , fé* Oratorittm + Cf quodiam Hofyitah in quo Hofpitàli deheant ho fai tariCle* ricos Tauperes Feregrinos iste, Afium Fior, in Top* S. S^ephé" ni ad Vontem % JEgo Cante fil. olim BuoKarvent?tre de J?lor,rog» IV* Su di quello terreno feceù la fabbrica della Chìe. fa ) delle Cafe, e dello Spedale colla direzione ài alquanti Veri. Preti dal Vefcovo perciò deputati » che furono Mefs. Ambrogio Priore di S. Lorenzo » Mefs, Ugolino Priore di S. Apertolo > Mefs. Orlando Rettore di S. Cecilia , e Prete Amato Rettore della Chiefa di S. An~ drea di Ripa 5 e tutto rimafe terminato nell'anno 1313» trovandoli nelle Ricordanze della medesima Congrega» come la prima Domenica di Agallo dì detto anno > il fuddetto Vefcoro vi celebrò la folenne MeiTa , e fer* maneggiò al Popolo concorfovi per la confagrazione^» della nuova Chiefa . Né debbo tralafciare di quefto infigne Prelato alcuni benefìzj, che egli fece alla Con- grega j e primieramente il privilegio a* Fratelli di ce- lebrate nel nuovo Ora torio e Mena , e Ufizj ; la eftn« zione data loro da tutti i peli preferitti dalle Leggi Sinodali» la facoltà di accettare eredità , e di amminirtrare i beni» che veni (fero da i benefattori 5 « cjueito Diploma è dato in Firenze il di 28. dì Agoito del 1-313. rogato da. Ser Benedetto, dì ; Maetìro Martino Cancelliere Vefcoviìe . Siccome avvene altro d«l medellmo Vefcovo § dal qua* le venghiamo in cognizione non folamente dell*amore- volezza » e beneficenza di» lui verfo il pio Luogo ,: ma iniìememente ne abbiamo la conferma della erezione.* della Chiefa rdi;.-Si Maria Maddalena in Cafaggiolo» della quale fopra (I è favellato , ed il fumo di sì pre- gevole cartapecora è il feguente : „ Tom. V. P p Do"
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pomiuus Antonhs Epifcopus Fiorente ad infiaritlam Do*
mini Bartolomei de UghisFratris Tertii Ordini! de Fé* nitentia $. Frane?fri , concedit lìcentiam ditto Martha* lomeo edificandi , Jt<ve edificari faciendi Ecclejìam in hono- rem S. Marie Magdalene , in loco ditto Novello pop. S. Michaelis de Bifdomini s , cum hac conditti one quo d e letti a Rettori; ditte Ecclefie femper Jtt pene* Friorem^ & Frefty- teros CongregationitS. Salvatori* . Datum Fior. ir. Jug. 1312. Bgo Benedici;us Mag. Martini . V. A sì benefico , ed amorofo Vefcovo , io po-
trei arrogere un lungo catalogo , di' Arcivefcovi , Ve-» feovi , Canonici j Piovani, Priori , Rettori , Dottori, Cavalieri, e Dame, i quali Benefattori , lafciando o cafe , o terreni , o danari dimostrarono-- quanto efti- mafTero le orazioni della Congrega, e ciafeuno di effi è nominato nel Libro intitolato Campione degli Obbli* ghi , nel quale pure accennati fono ì loro copioii la- iciti,ma non potendo io annoverar tante cofe, farò men- zione de' foli Arcivefcovi , Vefcovi , e Canonici Fioren- tini , in detto libro laudevolmente regi idrati 5 e fono come appretto: Arcivescovi e Vescovi^
Alberto Bolognctti Nunzio in Tofcana.
- Francefco Bonciani Arcivefcovo di Pifa « Piero Niccolini Arcivefcovo di Firenze* A u
! Benozzo Federighi Vefcovo di Fiefole .. Cofimo Mannucci Vefcovo di Terni.
Iacopo Aldobrandini Vefcovo di Troia •
i Gio. BatiUa Bonciani Vefcovo di Caferta *Rn; -Giuliano Tornabuoni Vefcovo di Saluzzo ■■•» -Gentile de Bechi Vefcovo di Arezzo . sviFrancxfco Minerbetti Arcivefcovo di Saffcri * e Ve* J:*i feovo di Arezzo» / ; ?• * n J-ionardo de* Medici Vefcovo dì Forlì,
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Ca*
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jìgfeg&j^^g
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Canonici di S. Maria del Fiore •
Antonio de' Medici >
Antonio Sacromoro.
Baccio Giovannino .
Bindo Altoviti .
Bartolommeo di Lorenzo Niccolini*
Currado Lorini,
Carlo de'Medici- t»,i'>
Cambio Anici mi .
Codino di Dieciaiuti dell'Amelia,
Filippo de' Bardi.
Filippo degli Aibizzi .
Filippo Alamanni,
nv-iji . Giorgio Antonio Veipuceiji i i Giovanni de' Medici ..
*' ? Jacopo Mannelli,. Iacopo di Bernardo Alamanni*
Matteo da Rabatta ,. • i
Manno Cavalcanti ,. j
Matteo Cavalcanti .. ;; )3
ii Marco di Matteo Strozzi;.' ?
Niccolò degli Albizzi., (;i i
1 Niccolò di Piero .
Niccolo Banducci.»
Niccolò"Tófinshi • tf ] - io
Orazio Pucci Suddecano»
Piero Carnefecchi i» , * ;?
Salvino Sa Ivi ni.
Raffaello de* Medici Pxopofio «'
Tommafo Arno-Idi .
- VI. Ed a tanta abbondevolezza di Bene fattori > aumentateti 1* entrate delia Congrega , eia i Fratelli; fi ftabilì la innovazione della Chiefa, e dello Spedale ,,lp che feguì nel fecolo XVI. avendo .elfi principiato dalli Chiefa , che pofcia fu confacrata nel dì 9. del mefe di Novembre del 15S8. dal Cardinale Arcivefcovo AleiTan- dro de' Medici j e veddefi parte dipìnta à olio, e patite & Pp 2 a fre» |
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a frefco da Giovanni Balducci detto il Cofci, Pittore
molto favorito dal fuddetto Cardinale , e che ha lafcia- to molte dipinture affai degne dì commendazione, ben- ché il Baidinucci le cenfuri , chiamandole ammanierate. Entrandoli adunque in Chiefa, full' Aitar maggiore fì. vede una tavola con Crifto in gloria , e appiè tutti gli Apoftoli, fonovi due quadri a frefco, che mettono in mezzo l'Altare, e rapprefentano l'Apparizione, e il Con- vito di Crifto coi Difcepoli di Emaus ; alle due Cap- pelle laterali fece il medefimo due tavole pure a olio , in una delle quali effigiò il Salvadore apparito alla fua Madre , e nell'altra la vocazione dei Figli di Zebe- deo . Gli fpazj intorno intorno alle pareti fono qua- dri contenenti altrettante apparizioni di Crifto, cioè a_. S Pietro folo , agli Apottoli , a S. Tommafo , a S. Pie- tro , cui raccomanda le pecorelle > agli Apertoli , che pefeano , e per ultima a1 medefimi nell' Afteniione , ve- nendo quefti Quadri framezzati dalle figure degli Apo- stoli dipinti al naturale . Avvi pure una memoria di Mi- chelagnoloj che è la Porta laterale della Chiefa da lui dilegnata ; ma primachè ne ufeiamo , oiTetvifli T Epi- taffio alla Sepoltura d^l Piovano Arlotto , che qui ri- porterò , come oggidì ita , e pofeia la vera antica Ifcri- zione » tolta via da chi la rinnovò , ma con poca fe- deltà : Sulla lapida nuova con lettere Gotiche baltarde leggefu QyESTA SEPOLTVRA IL PIOVANO ARLOTTO
LA FECE FARE PER SE E PER CHI CI VUOLE
ENTRARE • MORÌ A XXVII. DI FEBRAlO DEL
MCCCCLXXXIV.
Sulla lapida antica in carattere Longobardo era il Ce*
guente epitaffio ; QVESTA . SEPOLTVRA . A . FACTO. FARE . EL . PIOVAN .
ARLOCTO , PER . SE . ET . PER . TVCTE . QVELLE . PERSONE . LE QyAll . DRENTO • ENTRAR . VI . YOLESSINO . |
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E* morto che fu il Piovano » furono aggiunte a]l* epi-
taffio quelle paiole } che correggono il primo epitaffio: MORÌ £L DÌ XXVI. DICEMBRE A ORE XIV. DEL MCCCCLXXX1IT.
VII. Evenendo perfine »IP Ofpizio parimente ri-
fatto , ma più tardi affai della Chiefa ; memrecchè fui terminare del Secolo pattato (1 videro totalmente atter- rati i due Spedali e de* Preti , e delle Donne , corL» avervi Mie rovine di amendue fabbricato il Palazzetto, che dietro alla Chiefa =vedefi > avente e le Stanze pe' Sacerdoti Pellegrini , e per le adunanze de* Fratelli, con un ben comodo appartamento pettinato al Cuito- de . Tra le cofe più rimarcabili, che quivi efiitono, egli è ! un Bufto rapprefenuìire' Appollonio Baffetci Se- gretario della cifra del Granduca Cofìtnò IiL Né dal- la* memòria fuggir ci dee una Pittura fatta da Iacopo da Pontormo , fecondo Raifaello Borghini, fulla Porta dello Spedale de* Preti,, ma dice il Vafari fulla Porta dello Spedale delle Donne,, ed era un Salvatore in a. bito di Pellegrino,,. che cor te fé alloggia alcune Donne; dipintura fatta di chiarofcuro , e che dagl* Intendenti era molto lodata . . h v : ,| Vili. Sopra la Porta poi del Palazzo fi veggono due
Angioli , che foftengeno un Cartello, nel quale vi è la feguente Ifcrizione ì-jd |
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INGREDERE HOSPITIVM SI O^VERIS AMICE SACERDQS »
1STA DEI DOMVS EST FACTA IVBENTE D£0 . |
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L E ZI ONE' XXVII.
DI S. 610: BATATA PETTO DI BONIFAZXQ I.
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[E lo Spedale di S. Gio: Batifta di .Fi*.
renze 9 che qui imprendo ad allah ftra-re s ha moke pregevoli 5 e pelle- grine notizie , delle quali andremo cagionando ndì^c Tegnenti Lezioni ; Io periò debbo incominciare dalle lo- da dovute al fondatore* j la odi cui Famiglia tuttora fplen didame me fiorisce in Lombare dia . Quefto adunque ragguardevoliffirno Spedale de», vefi a Metter Bonifazio di Mefler Ugolotto Lupi da.» Parma * Marcheiè dì Soragnav « ^Cavalière , i eilehdone^ gH flato, giurìa il $ig* Mann* Tom. XV. de' fuoi c£i*f gilli , Fedeltà di Firenze , ed altresì Capitano del Po* polo l'anno .1362.. e perchè nella dimoia'> .che fece tra nói > r-imafe vedovo 3 nelle feconde nozze prefe_. per moglie -Caterina Figliuola di Antonio ài MeiTex Napoleone della Nobil Famiglia de1 Franzeiì della Fo* refia , già Signori -del Cartello di Staggia,. Che poi Bo- nifazio' Tn ckiicà* di Capitano \Geneiale de*.Fiorentini militailè ^eila sQuerfa di 1HÙK$iti che .«poibia, &el me» defimo grado palTaiTe al fervigio de' Veneziani, fi rica- va dagli appretto autorevoli documenti . E primiera- mente , che aveiTe dalla Repubblica il ballon di co- mando nella detta guerra , lo racconta Matteo Villa- ni nella fua Stoiia V #1 Ì4bro IJndecimo Cap, 2. così : „ MeiTer Bonifazio Lupi ior Capitano 3 huomo quali „ folitario , e di poche parole , ma di gran cucre , e „ di buono, e favio configlio } e maeitro di Guerra 5J e che la di lui condotta folle gloriofa; lo abbiamo ivi *SJ ' al |
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élCapi^.-cofwapprefirOii Ma il valente Capitano (Mefs.-BoN
y, ;nifazio) certificato;già in fimiliatti commeffì deVecchi er- ^, rori, poco pregiando nel fegretofuo, e loco voglie e con- ji figli i non havendò loro né autorità, né grandigia in dot- 3j ranza , di fuori moffrava di voler feguire il loro talento, M e nel petto tenea raccolto il fuo ,e contra la opinione di *p ogni qualunque, il Giovedì mattina adì 23,. di Giugno „ partì da Pefcia con tutta 1* offe , e venne verfo Fu- „ cecchio, e Caitelfranco , ed il feguente dì 3 il giorno 3r*di S. Giovanni ,, fi mife per lo rtretro di: Valdera, „ a pie di Marti.} certo delia impotenza de* Nemici > ,;, e corfe fino a Pecciole , e la fera combattè il Cartello „ di Chiazzano , e per la moltitudine delle buone ba- n leiìre , tanto impaurirono quelli di» dentro, che adì ii 4$, del' mefe dierono il Caftello-, falve le perfone^ 3>;il quale fu per Camera dei noftro Comune infino j, alla prefa di Pecciole, che poco appretto feguì ,, e nel Capitolo \ip affai più belle imprefe lo Storico rac- conta del noftro Capitano , conchiudendo con quefto beli' efempio di fua liberalità .•:,» Li^noltri non trqr 5, vando contrarto, fatto gran danno, e arfione al Pae- ?vfe , adì 9. di Luglio menarono al Campo xn.cen-. j, tinaia di Bufole , e poo. Vacche, Vitelle affai , ol- „ tre a mille Porci, et altro Beitiame minuto affai , il „ quale fpartito tra i Predatori, folo Mefs. Bonifazio per 5, fua correria fu iànza/ parte di; preda , lafciandola a 5> chi V avea faticata .■,-, E fé egli rinunziò il Baffone? e le Infegne di Capitano aMeis* Ridolfo,; daVarano Signor di Camerino , non fu certamente per mala fo- disfazione delia Repubblica, anziché tornato egìi a Fi- renze ebbe di moki onori, tra i quali V effere flato e- letta Procuratore del Comune per la funzione di crea- re Cavaliere del Popolo di Firenze il Conte Aldobran- dino degli Orimi 5 come leggeri al Cap. 22. del^men* defimo libro , E prima di:laiciare il Villani, mi fi con-, ceda riportare qui ài tal guerra gli augurj , che ne,* cercarono i Fiorentini dati affai alle follie degli Astro- logi ; e che minatamente fi riferifconp al .cap. 3. come |
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fcgue >) 1 Fiorentini ftrattf dal fangue Roman©dper vf*-
ti zio hereditàrio feguono i giudizj delle ftelle ,; et-tal-
5, tre ombre di angurj fovente . Et al preferite ha vendo
5, accolto lo Efercito { con tra i Pifani ) e volendo dare
% V infcgne , voliono il punto felice dallo Aftrologo^ il
„ quale fu Lunedì mattina adì xx. di Giugno , fona-
3, to terza, alla duodecima hora del dì , e ricevute 1*
5, Infegne , avacciando il viaggio , cóme cacciati,
j, giunfono errore ad eri«re , perocché fempre ch*in%
„ fegne fi dicono per guerra contro a* Pifani, date,
„ volgeano al Cantò di Porta S. Maria * e poi per Bor-
j, go S. Apoftolo „ Li Governatoli del fatto ., avendo
|i ìbfpetta la via di Borgo S. Apoitoìo , come al no-
ì) fero Comune male augurata contro ai Pifani 9 le fife»
^ cionó volgare per Mercato Nuovo > e per Porta ilof-
W-wi E come poco avvifati r non fecionò prima lè-
V, vare i Caiìagnuoli dtììe tenie de* Fondachi , onde_»
^convenne fi abbaiTàiTero le Infegne , et il corfo fu
y, ratto > perchè non paiTaile P hora data per P Alito*
"^logo a pofarle fuori della terra a S* Maria in Ver*
,j zàià ;. ^
IL E ritornando a M«fs.i Bonifazio y non poiTo
Tralasciare di qui rammentar■ £int>ak^onòie , che egli ebbe da* Fiorentini ^ j quàii nel i%6^ a* lUgi di Gen- naio con alcuni privilegj lo fecero Cittadino Fioren- tino 5 come appare dall'orrevole decreto deVSignoii, alle Riformagioni libro deli* anno &0$§&e;■:»«. riportia- mo il (unto come appreiTo % La Signorìa per beneme» ?, rehza verfò la Jlepubblica dell'egregio Mefs. Bonifa- y, zio Lupo Marchefe di Soragna j lo fa Cittadino Po- ,V polare 5 come ancJre tutti i fuoi Deicendend mafehi, ,-, con poter godere di ogni privilegio , e non fri vuole jV che fieno obbligati- a, pagare aggravio , o fazione; al* 1*,^ ciirìa ) fé non in càfó^ che godere rvoleiie.ro degli U* ,y fizj',nel qual càio debbono> pagare^ e àncora abi- urare in Firenze ì y, fcipii|.< hi -in iip ^-isiiaq, ip%» III.' E paffandó ai fervigj preftati da7 lui a* Vene-
ziani parimente ili pollo di CapìtafìO , oltreché "le me, morie
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morie di Padova ci afficurano, che colk morì Bonifa. zio , militando in diMa della Repubblica Veneta ; li ritrova altresì un Diploma Ducale di Giovanni Gra- denigo fopran nomi nato Nafone j Doge di quella Re- pubblica , e riportato dal Sig. Manni al Libro citato, ed è un Privilegio dato in Venezia del 1355. col quale 'Bonifa- zio è fatto Nobile Venero con formole dì moka fua lode, e marinamente denotanti il fuo valor militare, eia. fedel- tà verfo ii Veneto Senato , come vedremo nel fine di quefta Lezione con un altro rimile , che fu largito eziandìo nel 1385. il dì 21. Dicembre dal Doge An* conio Veniero alla fua Moglie Caterina , il cui pri- vilegio in cartapecora originale efifie mi Codice B]BB della Strozziana . Né pofTo pa/Tare in filenzjo , che il noftro Bonifazio fi guadagnò preffo l'Imperatore Car- lo tantti grazia , che fciive V Ammirato il giovane^ alla Lettera Lupo > come detto Bonifazio fi moftrò molto parziale per i Fiorentini nelle differenze avute con Ceto , dal quale era egli affai ftimato per il fuo valore,.e prudenza . Onde,è facile }'immaginari! il^ifpia- cere univerfale, che cagionò in Firenze fa nuova della fua morte feguita nel ig9o. in Padova ; fu feppellito con gran- di onori nella Chiefa di S. Antonio alia Cappeìh di S. Iacopo , in faccia a quella dei Santo, fabbricata a fue fpcfe ,;e dotata da lui di fiorini 140, annui, da pa*- garfi ai Padri Minori da certe Monache , con obbli- go di tre Me (Te quotidiane in perpetuo , lo che fi raccoglie da; un. Cartello di marmo alle pareti del- la detta Cappella , Il fuo fepolcro è di marmo rof- fo t e bianco collocato irj alto dietro all' Altare coli* appreso elogio ih - ?> » • ■. . -:* 6jI |
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PROH DOLOR ! HAC MILES tAM BELLO CLARVS ET ÀRMIS
IAM TERRA PELAGOQ.VE MICANS B7NIFACIVS ATRA MOLE IACET. QVEM PARMA TVLIT • Qyi MARCHIO VIXIT SORANAE GENTI5 DECVS HjC ET SVMMA LVPORVM GLORIA PRO LATIIS QlYI QUONDAM PLVRIMA GESSIT PRELIA D7GT0R ACRIS ET SEPE DECORA TRlVMPHlS HIC HIC CVIVS- ERAT CONSVLTA RESVMERE LETVS f , IMPERIAUS APEX . REGrQVE DOMESTICVS IDEM ASTITIT VNGARICO DOMINO Vili GRATIS VTRIOVE . QVtD NI ? CONSILIO FVIT HIC PROBITATE FIDEQ^E IVSTITIEQVE NITENS . SVPERVM DEVOTVS ET ALME RELLIGIONIS AMANS QVO NON PRAESTANTlOR ALTER RECTA SEQVI MAIORC4VE HIC DSLECTVS HONORIS. . AT QVlD FATA VIRVM TANTI PROSTRASSE IVVABIT ? gyDEHA MENS SCANDIT GELIDVM LICET OSSA SEPVLCRV2» STRINGAT ET ETEENVM SVA VIVAT FAMA PER EVVM . E nella mede/ima Cappella avvi pure il Depofìco iru
fimile marmo di Caterina Tua Moglie , con figura di Donna, e veli in terra proprj di una Monaca , e colle Armi de' Lupi , e de3 Franzcfi , leggendovi/! la^ Seguente Ifcrizione ; *•> i ;■.■<■""■' .:T""' "ài irÌi:-ì:M'l ■ ,.ì ■■.:>.'': ' .'■"'-•■.'■ :' * ": ''"ir, ■''■;■'." ' «: ; ;' .; ""■■'' ■•«*'■; ■''■■i< •' ' f.!>-*-'^
'HAC DE FRANCESIS TEGITVR CATHARINA SVE VRNA CVI NATALE SOLVM STAZiA TVSCA DEDIT.
?KVDEN3 IVSTA FV1T MORVta GRAVITATE VERENDA NORMA PVDIC1TIE: SPLENDIDA TELA BONI.
^TRENVVS INSIGNI CONI VX BONIFÀCIVS ILEI» MARCHIO SÓRANEE STIRPE SATVSQVE' LVPA .
MCCCCV. DIE XX. IVNHì r„v ì -,;,..p, ?il«' 0\,::.':m' QUA Hi OH r. . , ; ' . ' : : IV. Ed a proponto della morte di Bonifazio, in
un libro delle Deliberazioni de i Priori di Libertà della Città di Firenze dal 1390. al 1391. fi leggono ]e Efequie fatte da i Fiorentini a sì benemerito Gir- radino , come appreflb ; Die 20. Manti 1390. He re de s Domini Bonifatii Lttfi de Parma , feu Executores eius te fi amenti yoffìnt <> eifque liceat die 13. ^re/enti menfis Martit honorari t & bmotare facere } objequia} & fc* |
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funerali* diBi Dom. Botti fatti , 'vide li ce t Cera , San*
deriis , Equis , Drappi* iste. l$è fi può dubitare , che.» non follerò fatte nella Ghie/a di Santa Croce , aven- done io trovata la memoria nel Libro da me riferito, nel Tomo primo di quefte Notizie Iicoriche , col nu- mero delle targhe , fcpravveire > drappelloni , ed altre infegne di onoranza , e diamo qui il Ritratto del me- defimo Bonifazio, come vedefì in una tavola efì!lente_* nello Spedale , dove è ormai tempo, £Jhe palliamo a_i trovarne il principio gloriofo, gli u\u pendi augumenrif e'le vantaggiose innovazioni ; I Diplomi poi , che par» lano di Bonifacio, e di fua Conforte jbno i feguenti : % Isannes Gradonico T)ei Gratta Venetiarum , T)almatie %
gtque Chroatie Dux Domimi s quarte. garrì s , & di mi die t&tius Romanie &c. Vni^erjts , & Jingulis prefens, Tri* ruilegium infpeBuris falutem > é?* Jìncere dileBionis af» feBum , , '/: -t ' %g\ fy$'%i. tn ... Duealis benignità* in liberalitatis operibus folita ce*
leberrime confernjari , tanto Perfona* Magnificas, <fet di* gnitatij honore confpicua* prevenire folst honoribus > é^ dotalibus ampliare fanjoribus^ ipfarumque petitiones Jibe* ralìus ex audire, qu.anto fé no]}ro , & Ducatni deivotio? res 3 & fide j $ e lari tate laudabilium opernm oftende- rant . Vnde cum egregi U.s } & nobili s Miles Bonifatius de Lupis Marchio Sorane e natus, olim tgregii, 0 no» hilìs Militi* Vgolotti de Lupi? Ciyis Tarmsnjìs , .di le* Biffimus amicu* uojler^ de nominiss & honoris nojlri z.e- lator afftduu* , qui femper cum eiu.s frogenitoribus /c# fverum expreffìt Venetum, cb* perfeBum , de noflra grd* ti a confi fu* , ac fé pene* noflrum Ducfituw fentiens fui* meritis gratiofum, nofire magnificenti,e duxerìt ' fugplican* dum , ut ipfum , eiufque Jilios , & heredp* dignaremur filiornm Mobilium Venetorum nofirorum , & fidelinm numera gratiojius aggregare , tit henefeiis Ciftadinafius Venetid" rum dot atti? , Nobilium > & Ci*vium Venetimuni privilegi* congauderet 9 No* attendentes dileBionem ingentem % ■& Qjli gra-
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2°
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gratam devotionem , fa fidem, qndm femper prefatut Bo-
ni fatius ad nos , fa nofirnm Ducatum, fa fingulares Ter* fonas eiufdem ferventer , fa laudabiliter demonfìravit, ac- ceptorum operunz per effeEium benemeritum fipplicationem ipfius dnxìmus , digne retri butionis munere gratificabili'- ter acceptaudam , hiotum igitur fieri wolumus uni ver fis y fa Jìngulis j tam prefentibus quam futuri* , quod omnt Jurh Conciliorum > fa Ordinamentorum ìioflrorum integra folemnitate fermata j prefatum Bonifatium cum fuis filiis fa heredibus in Venetos , fa Cives nofiros• fecimus , fa facimus , fa prò Veneti; , fa Civìbus nojlris in Venetiisy fa extra ubilibst haberi tvlumus > fa traci Ari , ipfos fin* cere di le èlio ni> brachiis amplexantes 3 fa firmi ter fiat uèn* tes 5 quod eifdem libertatibus •> benefici is ygratiis ybonoribus^ fa immunitatibns quibus aliì Nob. Cinger Venetiarum gau- dent v ptefifti Bonifatius , fa fui Heredes in Vene tilt fa extra ubique gaudeant pieni {fìnte } fa utantur. Nobis quoque memoratus Bonifatius de Lupis preflitit fidelità: tis debitum iuramentum . In quorum omnium tejlimonium fa evidentiam pleniorem prefens privilegium fieri manda- *yimus j fa Bulla noflra pendente plumbea communiri . Da* ta in Nojlro Ducali Palatio An, Dom. Incarn» 1355. die 11. Decembris Ind. $* i l 4 ; ; Secondo Diploma.
Antónius Vener'tus Dei Grafia DuX Venetiarum fac.
Univerfis fa Jìngulis prefens privi legium infpe&uris } fa* 'lutem fa fine ere devotio&is affé cium . Ducali s benignitas folita> in liberalìtatif operibus ce»
leberrime confermati > tanto Perfonas magnificat » fa di- gnitatis honore confpicuat prevenire Budet bonoribus , fa dotalibus ampliare favor ib us 5 ipfarumque peti pione s l'tbe- ralius exaudire , quanto fé nojlro , fa Ducami devotio* res fide, fa ciarliate laudabilium operum oftenderant. lin- de cum egregia > fa nob. Catberina Confors egregii , fa pok Dminf Militi* Boni fatti de Lapis de Parma ? Mar* cbiom
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l®9
cVionls -SwAttec » dihBiJJìmi Cinti* rìojlri , honoris $*
tlominis tfoftrt Zelatrix affidua , que femper *veram fc* cxprefftt Venetam » & petfetlam , de nofira gratta ' confifa nojlre magnificentie duxerit fupplicandum , ut ipfam di- gnaremur JSlofirorum Venetorum Fidelium numero gratio- fius aggregare' > ut bene fidi s Cittadinatus" Vetfztiarum do- tata privilegio congauderet . Nos attendente? dileEiionem ingentem , & gratam denjotionem ,- ér fidem , quarti fem- per prefata Domina Catherina ad nos, & noflrum Duca* tum t is> Jtngulas Ferfonas eiufdem fer<venter , & lauda- biliter demon$raruit acceptorum operum per ejfeEtum bene- meritam fupplicati&ne'm ipfius duximis d'igne retributio- nìs munere gratificabiliter acceptandmn . N&tum igitur fieri eoolumus uni^verfis j $* Jtngulis , tam prefentibus , quant futuris quod etnni Iaris confitiorum , & ordinamene torum noflrorum integra folemnitat? fermata pr e fatante Dominam Catherinam in Venetam-, & Ciwem noflram re- cepimux , atque recipimus , & Venetam , & Cìmem no-* firam fecimus , & facimus fair. Datum in noftro Ducali Valatio tm* Dom. tncar,ii%%*
$t zi* Menfis De cembris Indici, $. |
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JLE*
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LEZIONE XXVIII.
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DELLO SPEDALE
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DI S. CIO, BATISTA PETTO jDI BONIFAZIO II.
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Òyendoiì in -quefta Lezione favellare,
della Fondazione dello Spedale di S. Gio. Batiita in Via di S. Oallo , fem- fbrami cofa opportuna di principiare dall' impulfoj che ebbe il foprallodato , e generofo Uomo ^Bonifazio Lupi da.. Parma per fabbricare, in Firenze un sì magnifico, ed -utile edilìzio . Né me- glio <poiTiamo comprenderne la cagione , che in leggen- do Leopoldo del Migliore nella Tua Firenze illuitrata alla pag. 105. dove fcrive come fegue .„ Mai a neiTun fi 55 è permeilo jl far fepoltura nel pavimento di quefto „ Tempio (di S.-Gioyanni ) benché molti portati da ^ran „ divozione verfo di S. Gio: Batifta ,, ne facelTero iftan- „ za alla Repubblica , * fra quelli Bonifazio Lupi da ,, Parma > che pareva oli fi facetfe un gran torto ]n_. j, riguardo della nafeita , e del titolo,9 che portava , di », Marchefe dì Soragna » e molto più refofi benemerito „ per la carica foitenuta dell'Armi, obbligandolo, ri- „ ;cevutane la repulfa » a .fare in Via ,di ,S. Gallo, fot- „ 10 il medefimo titolo dì S. Gio: Balilla lo Spedale detto dal nome fuo , di Bonifazio . Prometteva que- lli di farvi le pareti fra le Colonne di .Mufaico , e |
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j»
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di .coftituirvi quattro Cappellani perpetui ; rigore di
■queli* antica legge Canonica accennata di fopra , di eiTerfi fino agli Imperatori vietato il feppellirfi irk, Chiefa , profeguitofi anche più tenacemente dalla Re- |
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pubblica , di quel che fi abbin fatto gli Bcclefialii-
1 €Ì per il rifletto dovuto non ad un folo , ma al Co* • j) mune |
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■ ■ ir ■■■-—---■■■■.....■ ■■ ■■ ■■;•■■■■*- ■ ■■ ■ ■
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5, mune in pofftffo di que* luoghi facri , oltre di che
„ è (iato conveniente tenere quivi {opra di ciò queito ,, rigore per reverenza del Battefimo , per non conve- „ nìrfi Sepolcri, né fepolture?■ dove" vien co iti tutta la i, Fonte del Battefimo „ Per tale adunque rifiuto Bo- nifazio avendo rivoltato il fuo penfiero ad altra carita- tevole idea di fate in Firenze uno Spedale , fupplicò la Repubblica Fiorentina per la licenza di fabbricarlo, t la. ottenne per ampia deliberazione de'Signori, a i 2g* Dicembre del 1577. regiitrata neli' Archivio dello Spe- dale in cartapecora , in vigor della quale comprò egli , giuria le parole del Sig.> Manni nel predetto libro 5 al- cuni terreni in Via di S. Gallo ,• per prezzo di fiorini d' oro 300, dando nello iteffo anno principio a due> Spedali per i Poveri Infermi fatto il titolo di S. Gio. Batiita , con che da un' folo Rettóre follerò governati, in uno de i quali fi doveiTero ricevere gli Uomini , e liell' altro le Donne ; e fé non furono terminati prima del 1387. ciò- attribuir devefi alle guerre , nelle quali il Fondatore come bravo Capitano ebbe fempremai oc- tallone di moitrare il fuo valore > è la faggia condotta. Vera cofa è che per lo fine proporlo riufeì angufto alquanto il luògo , né fi poteva ampliare di più come era d' uopo fare, confinando con lo Spedale de i Broc- cardi a mezzodì , e dall' altra parte col Monaftero di Monache dell'Ordine Camaldolenfe 4 appellato Sé Maria di Querceto : i quali però ne i tempi avvenire , trove- remo anrenduc uniti, e incorporati allo Spedale di Bo- rii faz io . II. Ora erTendo fìata terminata la fabbrica nel fud-
detto anno 1387. ritornoffi dal Fondatore a fupplicare la Repubblica Fiorentina per la fua protezione , e per pri- vilegi al nuovo Spedale , come apparifee da Un Memo- riale, che Bonifazio fece a i 12. di Giugno del 1388, i\ cui Originale efiite alle Riformagioni lìb. L. e mi pia- te di qui riportarlo come contenente notizie partico- lari, e dice come apprelTo: jì 11 Cavaliere , e devotiffimo Servitore del Comune il CU
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'»>, di Firenze Bonifazio Lupi da Parma Matchefe di So-
f§ ragna , e Cittadino Fiorentino , fupplica alla Signo- 5) ria, che riavendo fa&o fabbricare in "Via di S. Gal- » lo un bonocrevole Spedale di S. Gio: Batiita per rice- >, vere , e fovyenire i .poveri Jnfermi > e P ha dotato, che j) fin bora ha d* entrata j* anno 700. fiorini d' oro j, in circa 3 e che .fin bora ,<et per la fabbrica > et per ,, guarnirlo vi ha fpefo da vantaggio di 25, mila .fiorini », cT oro , et continuamente lo va augumemando, et per- „ che fi trova più .che fettuagenario , et fa co.nto di laf- j, far .detto Spedale dopo la iua morte fono la cura >; dell' Arte, et Univerfnà di Calimala di Firenze, fup- >a plica la Signoria di concedergli molti privilegi , e| » in particolare .conforme a quelli , che gode $• Maria i? Nuova,. e E jprimo > dhe iper i Contratti, che fi faranno da lui*
*» o dalla detta Univerfità per lo Spedale , non fi de- v .va pagare gabella, ne anche di alcun, teliamento , o 9;) lafcito fatto a fuo favore , - 2. Che i Notai alleno obbligati notificare fotto gravi
„ pene, og^i tjeftamen^o , 0 lafciio fatto ili bene di 5, detto Spedale>. ., ,; , .3. Che il detto Spedale , € Spedalieri poflìno piglia^
„ re ogni heredita con benefizio di legge d*Inventario^ „ 4. Che goda ogni favore, che godono tutti gli altri 9) Spedali , et luoghi.pii,. „ 5.. Che nelle caufe di detto Spedale avanti a cpal»
V rivoglia Giudice .u\ proceda brevemente ec. 5, E fotto a quefto Memoriale leggefi la grazia con que* fie .parole : U ipttfi gli è conceduto* III. £ quelle ed altre grazie furono più fiate con^-
fejrmate dalla Signoria , come adì 2.0. di Ottobre deji 1398. ad iftanza .dell'Arte di Calimala con quelle for* mole,: Ho fattale S. lounnhs Baféifte de Borni:ffitto fip exr ewfttwi ab otnmhns im^ofiiis.' Ego Dinys q, Ser Scyry yhani SsrDoni;. efTendo Gonfaloniere Vanni di ^Miche^ le Vanni 5 e (krulmente nel 1425. ai 30. di Agoilo , nel Gonfalonieiato di Lorenzo di Piero Lonzi fé gli con» cede
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cede la efenzione da ogni preftanza » Là notizia poi
del quando3e come l'Arte di Ca limala diventale Pa- drona dello Spedale , ce la fomminiftra il Signor Gio. Batifta Dei col feguente documento }, Anno 13S0. adì 1, 4. di Settembre adunati i Confoli dell'Arte de* Mer- j, catanti di Calimala con i loro Configlieri fu efpo- 55 fio per parte del nobile , ed egregio Cavaliere Mefs, » Bonifazio , come avea fatto cominciare la fabbrica „ di uno Spedale in Firenze in Via di San Gallo per » ricevervi i poveri Mendicanti , volendo efTo Fon- j> datore , che ila governato da i Confoli di detta Ar- » te, che tempo per tempo faranno , nel modo > che fi ,, difpofe nel fuo Teftamento rogato da Ser Riftoro di ,, Ser Iacopo da Figline, e da Ser Andrea di MelTer ,, Codagnello de' Codagnelli da Parma Notai , perciò 3) fi,prega i fuddetti Confoli a volere accettare detta e- ,, fecutoria, e governo, e girato il partito fra di loro fu „ vinto con tutti i voti. Rogò Ser Goro di Ser Grifo j, da Caiiel S. Giovanni }, e fono a quefta notizia fe- gue altro Ricordo , che dice „ Mefs. Bonifazio per al- 9, no fuo teitarnento confermò, e lafciò la. difenfione , ,j e Padronaggio del fuddetto Spedale ai Confoli dell* ,, Arte fuddetta, e poco a,ppreiTò fi morì nella Città di ,, Padova . ,, Dopo la morte del Fondatore incominciò fubito 1' Arte fuddetta a governare il Luogo pio } fa- cendo ella di tempo in tempo uno Spedalingo, che ad elfo immediate prefedeiTe , e che «kggev&fi da 1 quelli , che erano aferitti a detta Arte , onde Jufingandomi j che farà gradevole una ferie di detti Spedalinghi già merla infieme dal Sig. Manni j.quì la daremo come fe- gUe . ;-„ .1; . Ci::: '. : lt£
13 , Mefs. Luca Canonico di S» Lorenzo . ? *
1394. Prete Filippo di Donato da Marcialla,, cherinufl.»
., '-zìo . \ ,...,.... ...... .'»>M- »| 1 1395. prete Matteo di Giovanni £%. Bibbiena,t/?
1397* P^tejfg^njen^f di (Giovanni di Ambrogio'di Fi- renze ."• , -jf-'xlm :':hò51 t0X#». V. K x . ti.; Pre-
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imi APrete Arrigo ài . ..
140?. Ser Giovanni Pucci i
1418. Mefs. Bartolommeo di Angiolo da Vitolifio, fu
caflaro 12. Novembre 1412.
1423. Prete Bernardo ài Giovanni Fiorentino . 1427. Ser Giovanni Pucci fuddetto . 1435, Mefs. Agoitino ài . ... di Pifa. 143*5. Prete Antonio, che prima era Camarlingo". 1432. Mefs. Pace di Sandro da Empoli, cariato nel 1453. fu Spedaiingo degl'Innocenti .
1453. P*eie Lorenzo..... 1453. ^la Manan° di Braccio da Gangalandi .
1460. Mefs. Giovanni Piovano di S. Lorenzo a Miransù. 1454. Mefs. Bernardo morrò nel ^464.
1464. Mefs. Andrea di Giuliano de' Macci. 1455. Mefs. Stefano àa Prato .
1467. Mefs. Andrea fuddetto . 1469. Mefs. Franceko di Bartolommeo ; e caffo nel 1470.
1470. Sei Luca ài Biagio da Vinci , rinunziò 1472.
1472. Mefs. Iacopo di Francefco da Dicomano Piovano di S. Leolino callo nel 1477. *'
1477. Mefs. Francefco di Piero Bini Frate deli'Ofpeda-
le ài S. Maria Nuova . -
1489. Mefs. Lorenzo ài Antonio Cioni .
14^1. Mefs. Giovanni di Domenico Canon, ài Fiefoìe. 1507. Mefs. Piero ài Giovanni de Btda Teutonico Ret« 1 ìli-, o] tùie ài S. Maria a Caiano . <■ 1510. Mefs. Andrea5 di Valerio di Andrea di Berto A- i'5, ** driàni Fiorentino»' $n~ 1524. Mefs. Paolo di Sii veltro da Figline. 1524. Ser Angelo di Niccolò di Frofino di Firenze, Sa- greitano di Or S. M.
r^oi Ser^apino d*.Ulivi-eri Vannelli da Gamba (lì v 1543. Mtfs. Baiiiano di Rofàtò de' Koffi Canonico di
Montefiafcone . ^' ? 1544. Mefs. Iacopo di Bartolommeo Cinelli da* Vinci
Benefattore infione .
1570. Lorenzo di Buonaccorfo Pitti Protettore > e Spc- * ri dtìlingo. 4 B •♦H -'f^o. |
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D. Vito di Gio. Bafifta Buonavoltì Arcate di Mon»
te Oliveto, di fanta Vira. D. Ottavio Martelli Monaco Valombrofano. D. Francefco Bruni. D. Leonardo Conti. Fra Adriano Mannozzi Servita , Teologo infigne;
Gio. Batifta Buonaiuti Benefattore infigne . Monfignor Filippo Ricafoli foprintendente Gene- rale - Vincenzio Maria del Cavalier Cefare Carlini Go*
vernatore delle Mendicanti . Vittorio di Santi Pennini Benefattore infigne • Monfignor Michele Mariani Soprintendente ».- Iacopo di Bernardo Serfelli Canonico Fiorentino» Filippo di Dino Peri ? Niccolò Baldigiani. |
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1570.
1573-
1590.
1592,
1622.
1*523.
1650.
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PI S. GlOr BATISTA DETTO DI BONIFAZIO IH,
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^-^g Plendida per vero dite fu la fondaco*
ne di quello Spedale»© fi contino 24. mila fiorini d* oro per le fpefe_» dell'ampio edilìzio j o la dote lafcia- tagli di 700* fiorini annui per il fuo mantenimento. Tutravolta fé eonfide- riamo 1* entrate moltiplicate ne* tre_* fecoli pafTati , è opinione comune , che fotte ricco di 16, mila feudi, accrefcimento provenuto non folamente dai tnoltiplici Benefattori , che pofeia rammenteremo , ma.* eziandio dalle parecchie unioni di Luoghi pii con no* tabiìi fondi per difpofìzione e de' Pontefici , e della.. Repubblica Fiorentina , e de' Principi , e tali unioni andremo annoverando con alquante utili digrelTioni , che debbono piacere ad ognuno, che ha vaghezza di edere iftruito della Storia Fiorentina . E però facendo- mi dai Luoghi pii uniti in antico a Bonifazio , in pri- mo luogo dirò > che Papa Eugenio IV. nel 1436- aven- do abolito il Monastero , e la BadeìTa di S. Maria di Querceto, allo Spedale di Bonifazio donò .Chi e fa > Conven- to, Otti,Poderi , ed altre ragioni delle Monache , facendo pattar le medefime nel Monaftero di S. Agata. IL E qui non difdice fé diremo alcunché del fop-
prefib Monaftero di S. Maria di Querceto , il quale c- ra dell' Ordine Camaldolenfe , fondaro nelle Villa di Querceto fotto Monte Morello nel fecolo XIII. Sogget- to immediatamente alle Monache del Convento detto di Boldrone poco dittante da Firenze, e del medefimo liti- tuteu dicendo D. Silvano Ra^zi Scrittore delle Vite de* San*
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Santi ,c Beati del fuo Ordine nella Vita della Beata
Lifabetta Salviati U la Bade fifa di Boldroue come Superiora j, delle Monache di Querceto» andava > quando che foffe ,f bifogno» alla vifita di quel Monaflero, e vi eleggeva la jiBadefifa ,> Quelle Religiofe adunque da Querceto tor- narono a Firenze nel 1309. per una donazione fatta loro dall' illuitre Cittadino Giovanni di Migliore de* Chiaranìontefij il quale per divozione a dette Monache » loro diede Cafe * e terreno in Via di S; Gallo »< perchè ivi afeitafifcrò , come meglio intenderemo dal feguente Contratto', e fidente in Ceftello alla lettera B num* 20* come appreiTo : ^ Nubilis & Fromdus Vir Dominus ìoannes q, Milioris
de Gmaramontefìs■ Miles Fior, prò fue anime remedio do* nan)it Réligiojis Mulieribus f)omine Bartholomee■ Abbatijftt% & Sóroribus Clare \, Benedille } Bartholomee jMargari* te $ #' Evangelifte Monafterii &Y Marie de Querceto Fiori» ì)iecejìs rècipientìbus prò fé , et• Sororibus Lucia & Ah* drea cum Monialibus fuis , & di&t Monafterii , éf pr9 fuccedentihus fuis in perpetuum , locum; , & rejìduumu ip/tus- LhymittiLoannìs pofit* in. Vop. S. LaurentiiFior* in Via S* Galli j cui a 1. Sfrata publica > a 2. ManeBi Bonag iunte Gài gatti \ \\ gi ér 4^ *! Hered. Martelli Ferran* tir s é? Dom. olim Lapucci Rigatterii ad habitànduMik i& tenendum diBum locumg è?' hedificandum » &T conBruen* dum f/ipra ipfuMi Mo nafte ri am, fi<ve locum,, i& Ectlefiam Jì<ve Oratorium ad honorem Dei y istB^V».Marie Juh Rem gula et* Benedici , in-qua lamina .AbLatiJfa, -& Momti* hr ? c5* fuccedéntes\.irìà deh\eani perpètuo morari rifai ^a* bitare adx 3ji ferwitMM ) tiec poffft sdiBu$locusin aMum ufum quocùmque tran sferri ,; net ruendì\feu alienari ,. quatta do ad divi num fervi tittm debeat permujtere , Cum patii* * & conditionibus, quodin ipfo Monafterio Abbatifft', C9* Mo- ni ale* debeant tenere C appetì artum ?ad miffant ibi\ célebran- dami 5 Itemque diBus Dominus [nanne fr &. fui filii lev pittimi éf naturales tantum dabeant habe.ke iut 'Patrona* Pus 'ibidem-, hot sius ad~ :a$Ìos^k$red&f, evef. quofruisidejeerimi dentes ipjiut mei fliorumfuhpumsnallatenus tranfeat 5 net f.-lui t'à de beat |
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Meat devenir è . Itevi quoti ditta Abbatiffa , & fihi fuc*
Medentes quolibet anno in feflo ipfius loci teneatur miti* $ere ad domum diBi Domini ìoannis% eiufque heredum v & èorum De (tendenti um tantum per Uneam ,maj"culìnam dire* Barn Cerum unius libre pò cenfu , Item fi contigit di- ti um Monaflerium ad collapfum, quod abjìt, incurrere , ad- coque non remaneat in eo nifi 4. Montales , & ifta col- lapfio per fex menfes dur averi t } menfibus ìpfiselapfis yfi infra ipfum fex menfium fpatium non fuerit aliter <Mo- naflerio ipjiì provifum ; MonaBerium'ipfum five locus eo ipfo deweriiat pieno iure ad Monaflerium S. Salvat. de Carnaiuoli Florentie, ér diBi MonaBerii S. Salvatori! Ab- has ist Monachi locum ^feu Monaflerium ipfum ficut edificatum fuit ad' divinum Ojffìcium manutenere debeant•■% temporibus quibus propter guervas que prò tempore occurrent > vel propter evidentem penuriam , veli propter finiftrum fla- Sum Civit. Fior, predi Ba fieri non pojjìnt Jumt'dxat ex* teptis . Item Abbatiffa que nunc e fi \ &ì que prto tempo- re fuerit in perpet-uum in diflo Monafierio fue inftitw $ìonis die , de obfervatìone predd. corporaliter preflet in- ramèntum-$ quod fi preBare forfitan recufaret > inflitutio, eius non habeat firmitatem (&c. ABa flint predi Ba in prc fentia Domini Domini Antomi Epifcopi 'Fior, in Domi- kus Fieredum BeroBi Guadagni prefentibus Domini^ To\ diccioArchiprefb. Fiorentino { quello" fu pòi Vcfcovo. di IFieible ) ér Ser Rinuccio Sapiti Not\ Manetto q. Lot- tetii de Pop. S. Mich* Vicedom. In eodem die in clauflro Mon. de C amai dati >-de, prof* Fior. Dominus Romualdus Ab- ita* jv-fb*? alii Monachi diBi MonaBerii fuh quorum. cura, Moèufterìum ipfum .de Querceto ,»:*$* MoniaUs\ ipfius, ;di-:r $unt confiBere\ ratìficavemnt diBam donationem . Benedir Hus MagtBri Martini Hot. & fcriba Domini Bpifcopi Ah, 130$. die \2. Febr. Ini. 8. rogavi tJ. ^ l»?-'.mi'» ::> > II-Le* Monache adunque avendo nello fteflb tem- pò della donazione prefo po(Te(To delle fudd. Cafe , yi edificarono e Chiefa , e Monaftero fecondo la mente del Benefattore\\ fiorito avendo ivi più d* un fecolo > fempre^ governate dall'Abate , e dai Monaci del Monaitero di m. S. Sai- |
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S. Salvadore di Camaldoli di Firenze , come fi dimo--
ftra da varj documenti , e cartapecore , che confervanfi liegli Aichivj di CeftelJo , e degli Angioli, due de'quali qui riportiamo ; Elia la prima di Geftello alla Cadetta E) numero 19. del 1356. die è una Sentenza del Gene- rale del Sacro Eremo Fra Giovanni : colla quale com- pone una differenzia verterne tra le dette Monache e_» 3Mona:i di S. Salvadore * e dice : Cum in^venerimus qnod trefatum Monafterium de Querceto de Via S. Galli piena ivre fubejl Monafterio S. &at<vatorìs de Fior. Ordinis no- flri', & eiufdem Abbati , & qnod iyjt Abati fuit , & efl & ejfe deòitt in yojlernm iure fabieftum quoad infti* tùéndum , & deftitnendum Abbatijfam ipfius Monafterii de- Querceto \ <& quo ad ipfum Monajlenum rvijttandum, corHg^dnm , & reformandum in capite )^ in membris, $* in eo per fé , (£* per Monaci/m per ipfum ibidem pò- tiendum •> & deputandum fpiritualiter miniflrandum , licet ipfa Abbatijfa , & Consentiti recufanjerint iste, publicata fuit hec Sentenzia ad Crates diEli Monafterii in Via S% Galli .Ego Antonius fi. q. Najtni de Meglions de Ve<* %ano de Mugello 4. Ottobri? 1 $66. E nelf Archivio de* Monaci degli Angioli, in un libro legnato H avvi que» ito fecondo ricotdo „ 1394. D. Vincenzio Priore Ge- „ nerale di Camaldoli conferma l'elezione deìh Badef- j, fa del Monalicro di S. Maria di Queiceto dell' Or- „ dine di Gamaldoli in Via di S. Gallo . „ Ma per le guerre , careltie,, e pefti , eiTendofi dato nell'anno^1445. la mancanza notata nella donazione perJofpazio non che di fei v ma di diciotto mefi , il fuddetto Pomeri e conìU cede allo Spedale di Bonifazio elfo Monalhro, affinchè il potetfe slargare, ed ampliare, ed in fatti, il Cimitero ove 6 feppeìlifcono i Morti dentro lo Spedare , fidenominà tuttavia Querceto, ed il fopralloddto Rizzi (dive, che a tempoiuo ancora fi vedevano le Armi della Religio- ne Camaldqlenfe alle pareti; E. di queita vicenda avve- nuta in tempo di Eugenio IV. ne parla eziandio S. ari- «onino nella fùa Storia alla Parte 3. pag. 526. > IV. Viene poi altra confiderabik unione ,. dd^ju
QUaic
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quale fin* ora io. non mi fono avvenuto a trovare, chi
ce ne abbia notato,o il quando, o il come ella avvenif- fé , e querta unione fu dello Spedale antico detto de' Bloccai di intitolato S. Michele di Croce di Via. , dei quale certamente già da due}e più fecoli trovati, che lo Spedale di Bonifazio ne gode il poiTefTo , e come legit- timo Padrone lo ha più fiate destinato a divertì ufi , co» me nel 1543. lo cedette al Magiftrato del Bigallo per farne un ricetto di Fanciulli abbandonati , i quali ere» feiuti eiTendo affai di numero , e divenuto loro an- gufto il luogo, palTarono nel 1591. alla Commenda di S. Caterina delle Ruote comprata dal detto Magiftra- to per feudi 4440* da i Signori Covi da Brefcia Goni- mendatarj di quella , ed in quefta occafione fi conten* tarono i Superiori di Bonifazio , che nello Spedale de* Broecardi tornafTero le Fanciulle dette di S, Caterina inftituite da tre piilTirni Cavalieri Fiorentini , Fra Gui- do Zanchini Cavaliere di Malta , Fra Girolamo de' Mi- chelozzi Cavaliere di S. Stefano 5 e Gio. Bautta Botti 1 i quali le aveano primieramente meile nello Spedale sii S. Onofrio de* Tintori di lana , e; di là le trasferi- rono nel detto anno 1691. in Via di S.n Gallo nello Spedale de* Broecardi , del quale elTendofi accennate lei principali vicende, ragion vuole , che ne raccontiamo la fondazione feguita nel 1329. per mezzo della Famiglia de* Broecardi , come manifefto fi vede dall'' arme affida alla •loggia, che è una Ala bianca incrociata a traver- so epn mna. branca di Leone d* oro m campo azzurro, Siccome fnrun altro Arco della medefima loggia fi ve- de dì marmo una brocca , che crediamo di vii a parlan* te di detta Famiglia ; E fopra la Porta , oltre la de* Scritta arme t *avt»-.<incifa queita iscrizione; , ruJ « sii-; f wv-il tfuH M&baU'*.?q«>Hi hj , otrjiiip an.ar.ui • . t|h ! HlÓSEITALE DE PROCCARDI5 JEDIF1GATVM* fm'tk ì'»ì:D1£ XVII, : JAN VÀRII AfcU MCGCX&rX, «*i*;i -m '. "fi:-fà^mm 'ìq .';'..'<■ ^ m : .■•'■- t*t***i..wì ni & um
Nella Chiefa avvi il, Sepolcro di un Pietro BroccaYdi seduta, ijuffondatore , m qual cofa non poffiamo per- |
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fuaderc!, perchè nella lapida leggefi morto nel 1411*
e fé folle il Fondatore , avrebbe vivuto da centododi- ci anni , imperciocché fé nel 1329. gli diamo almeno 30. anni , età giuita per concepire sì bella, e divota idea , coli* arrivare al 1411. eomerebbonfi appunto cen- tododici anni , e le parole incife nel macigno fono le feguenti : SEP. PETRI FRANCISCI DE BROCCARDIS MCCCCXT.
V. E paflando ad altri acqui/li fatti dallo Spedale
di Bonifazio, noteremo qui, che Mefs,, Piero di Giovan- ni de Beda Teutonico Priore di S. Maria a Caiano nel 1503. rinunziò con licenza di Papa Àlelfandro VI. la Chiefa , e fue entrate , unendola in perpetuo allo Spedale , del quale il detto Priore fu fatto Spedalin- go nel 1507. Ma eifendo fin dall' anno 1734. ufeita dal Sommo Pontefice Clemente XII. una Bolla procu- rata dal Granduca Gio. Gallone ; per la quale in Bonir fazio foppritnendofi il nome, e le obbligazioni di Spe- dale , ne costituivaun Albergo di Poveri , a fimilitudi- ne di quelJi di Piemonte , e di Genova , a tal fine lo Hello Pontefice unì al medefimo quattro Monafterj di Firenze , e fono quegli di S. Miniato al Ceppo , di S. Luca , dell'Arcangelo Raffaello , ed il Convento di S. Brigida detto il Paradifo \% di quei!' ultimo , e dell' Arcangelo Raffaello ne parleremo nel Quartiere di S. Spirito: di S. Miniato in quefto Tomo ne abbiamo date due Lezioni, onde ci rimane, che delle Monache di S. Luca fu quefto fine ragioniamo qui fommariamente. VI. Militavano querte Religiofe fotto la Regola ài
S. Agoftino in Quaracchi nel Piviere di Brozzi già dal 1292. in un nobile Monaftero edificato , o in. tutto > o in parte dalla Famiglia de* Pilli , come fi dimoftra dai feguenti Contratti preflb le Monache: 1292. 28. Otto- bri* Dominus Frater Ruggerinus Ord, &'. Marie de Gau- denti fil. olim Ruggerii Ruggerini de Villi* donami* in- ter *vi<vos Do mi «e loanne Abbatijfe Monajlerii de Qua- lora* V. S f racchi |
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racchi^ recipienti prò di fio Mon after io pstiym tetre fofit
tum in Top. $. Tetri de Quaracchi fuper qatm -efi edifi* catum ipfum Monajlerium &c. AB. in Fidia Quaracchi* Ego AldobrandinusfiL olim Cambi . E Durazzo delia me- defima nobile Famiglia donò al detto Monaftero altre 4. S.taiora di terra nel 1305. come dal Contratto nell'Ar- chi vio del Convento al num. 17. il di cui finito è que- flo ; Durazzus fiL Ruggerini de Filli s de Fior, t radi di t Monaflerio , & Bomìnabus Sororibus Monialibus Mona&e- vii S* Luce de Qu araceli ^.flaiora terre pofita in pop. S. Tetri prope diBum Monajlerium. Ego Barone Allotti dc^ Signa ère. 25. Urinarii igo$. Ind. 4. ed oltre ai iud- deui , al, num. 19. legge»* altra donazione come fegue : Domina Taverna Vidua Ux. olim Marfilìi Camp , ér fiL Curradi Pop. S. Blaxii de Tetrioh Tlebatus Mrozztidona* wit Abbatijfe , & Monialibus. feu Sororibus Monafterii S. Luce de Quarac chi terram .pojttam in Top. S. Tetriì de Qua? racchi, loco diBo al Cantone . Ego Arrigus olim Benin* tendi de Fior. 4. Aug, 1309. VII, Ma (tante le guerre tra* Fiorentini, ;e j Rifani
correndo molto pencolo quelle Monache in iQuaracciii; il Vefcovo Antonio d' Orlo loro dà licenza di vanire a Firenze , e le depofita nel Monaftero, ovvero Romita rio pollo in Campo Corbolini nella Parrocchia di 3. Lo- renzo ì finché ia fabbrica dei nuovo Convento sai Via di S. Gallo fi andaile finendo , la quale traslazione è rogar ta dal Notaio Vescovile : Eg* BenediBus Magiftri Mar- tini KaL lunii 1316. E fono di credere,, cbe toiìnaife* ro in Via di £. Gallo nei 1327, neir quale mno/M Tacchetto I. Cartapecora num. 9. n4tf Archivio di S, Lorenzo trovali il Contratto folenne ftipulat© ail$ pre- lenza di teitimonj , nel quale i Canonici di S. Loren- 20 danno le fplite licenze alle Monache idi £. Luca in Via di S, Gallo , in loco ditto de Cruce Vie > con la ricognizione al Capitolo di libb. 2, di Gpsv , e rogò Tetrus olim Taganucci Erbolotti Mot. ed in quefto Mona- itero hanno durato a fiorire nella regolare pffervanza fi- no al fopraddetto 1734. anno della loto ^cotale foppref- :\ qtoe,
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{Ione , reltando tuttavia in piedi la loro Chiefa ,
facrata nel 1570. ne* 4. di Ottobre dal Vefcovo di Fiefole Franccfco Cattani da Diacceto. In quella Chiefa vedefi una Tribuna all'Aitar maggiore dorata co* pila- ftn di pietra ferena , a' quali fopra architrave , fregio , e cornice ricorre tutta la tribuna d* ordine Dorico , co- me anco fono dell* ifteflb ordine le due Cappelle late- rali » Alla Cappella Maggiore avvi tavola di Antonio Sogliani creduta erroneamente da alcuni opera dell* Al- bei tinelli , o del Frate, ma è di Antonio , che la fece per Iacopo. Salvia», il quale la donò, al Monaftero; Vi fi vede dipinta a olio la Vergine concetta 5 con alcuni Santi Dottori, che hanno parlato dì quel Mirrerò , ed è molto lodato il difegno , e la forza del colorito ; ad un Altare laterale un \Mffh\ metangere di terra invetria- ta formò Luca della Riotebia gran Maeftro in tal prò-, feffiorìe \ ed il quadro dove è effigiato S. Luca , fece il Cavaliere Lodovico Cigoli , oltre di che ripofa fotto 1* Aitar grande il Corpo intero del Martire S. Eugenio, quivi folennemente trasferito ne i 17. di Settembre del 1672. E fopra la Porta principale leggefi la IfcrÌ2Ìone della Sagra , che dice come fegue ; AN. DOMINI MDLXX. DIE IV, OCTOERIS
REVERBKDISSIMVS DOM1NVS FRANC?SCVS CATANEV5 A DIACCETO EP. FESVL. , HANC ECCLESIAM AEEATISSAE ET MONJAUVM S. LVCAE IN HONOR. EIVSDEM ET E. MARJAE SOLEMNITER CONSECRAVIT • CVM INDVLG. XXXX. DIERVM SINGVLIS ANN1S EAM VISiTANTIBVS SECVNDVM PRIVILEGIA EPISCOPORVM . Vili. E giacché il Sig. Domenico Maria Manni ha
parlato prima di noi del magnifico Spedale di Bonifazio, come in queiie Lezioni chiaro apparifce dalle frequen- ti citazioni di sì chiaro Scrittore , ci pare convenevo- liamo , che dovendoli per ultimo porre qui il novero de- gl'intigni Benefattori di Bonifazio, ritorniamo a così ficu- Sf 2 ra
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3H:
ra penna, riferendo diftefamente le Notizie riguardanti
i benefizj fatti a quefto Spedale, e pofte dal Sig. Man- ni in iftampa al Tom. XV. Sig. XII. come apprefTo,, 5, 1544. M. Iacopo di Bartoìommeo Cinelii da Vinci, j, eletto Spedaiingo 21. d* Agofto , morto 1570. Gio- 3, vanni Cinelli nelle Bellezze di Firenze fcrive , che „ Iacopo aggiunfe a quefto Spedale la Crociata , e la- jj fciolli la Fattoria che poffiede a Cerreto Guidi , in 5, memoria di che fu collocato il fuo Ritratto ivi in i) faccia a quello di Bonifazio Lupi con piccola lfcri- 3, zione> che dice : IACOBVS CINELLIVS LOCI HVIVS AMPLIATOR .
,, i<?2?. Gio. Batifta Buonaiuti eletto 5. di Luglio;
„ il di lui ritratto è nello Scrittoio prefente , che fu j, già un Refettorio, in una Pittura a frefco ( eh'è un j, Cenacolo ) di mano di Fabbrizio Bofchi, ed in Chie- 5, fa una Ifcrizione , che accenna i benefizj compartiti » dal caritatevole Spedaiingo > e dice come fegue ; D. O* M.
IOANNIS EAPTISTAE BONAIVTI PROTON. APOSTOLICI
ATQVE HVIC NOSOCOMIO PRAKFECTI
SVB HOC MARMORE LOCATA SVNT OSSA
QyiPOSTQVAM ANNOS XXVI. MENSES V. DIES XV. HOC IPSVM
GVBERNASSET ADAVX1SSET LOCVPLETASSET .
TANDEM ANNVM AGENS LXX1I.
QVA NOCTE DEVS HOMO FACTVS EST
EADEM DISCENDENS ILLE EX HOMINIBVS
DEO ANIMAM REDDIDIT . MDCXXXXIX.
|5 i£i8. Vittorio di Santi Pennini Spedaiingo 5,mor-
„ to nel 1678. come parla la lapida in Chiefa , dove j, fi ravvifa il ringoiar bene, che egli fece al luogo 3, pio , e leggefì come appreflò ; VI-
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VlCTORIÓ PENNINI
NOSOCOMII HVIVS PRIMVM QV AESTÒRl INTEGERRIMO
POSTMODVM RECTORI VIGILANTISSIMO
HVMILI AFFABILITATE CONSPICVO
SINGOLARI CASTIMONIE FAMA VERENDO.
DEO AB INFANTIA DICATVS
QVAM SEDVLVS COELO THESAVRIZÀVERIT VIDE
CÀNONICATVM LAVRENTIANAE BASlLICAE ADIVNXIT1
QVATVOR IN HOC TEMPLO EREXIT SACELLA
NOSOCOMION EX ASSE HAEREDEM INSTITVIT
» ■ ■ ;" , tì \ i 1 '■'■■ (ii.i ■': • , ; l ■ ' ~ • '.-àì ■ iti i , " ri-»*»» »... , ■;.
-'AC TANDEM
CVM PRAESENTIS SAECVLI EXORDIO VITAM EXORSVS
IN BVTVRA EXEMPUs NOTAÈ PROBITATIS VICTVRVS
A MVNDI DONIS ET CVRIS EXPEDITVS
IN SENECTVTE BONA QyiEVIT
SEPTIMO IDVS MARTII
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r ANNO SVI RECTORATVS XIX.
ASSERTAE VERO SALVTIS MDCLXXVIH.
DISCE VIATOR DIV VÌVES Sì DEO VIVAS . '
„ Nel i6$q. Monfignor Filippo Ricafoli Spedalinga
3, di S. Maria Nuova fu eletto Prefidente Generale del „ noftro Spedale > nel di cui governo col difegno di 5, Gio. Batifta Pieratti prineipioffi la nuova Chiefa , con „ V aggiunta di altri comodi appartamenti , ma impedi» „ to elfo di compire i fuoi grandiofi benefizj dalla mor- „ te, rocco a Vincenzio Maria del Cavalier Cefar<L# „ Carlini il perfezionare la Fabbrica, e più avrebbe egli „ fatto , fé non moriva dopo cinque anni di vigilati. »i tiffimo governo , e fi feppellì in Chiefa con Pappreffo i» Epitaffio ; |
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B.i O. IVf.
VJNCENTIVS CAELINIVS I» V. D, EO^. CAES. FIL.
HOSFITALARIVS
TEMPLVM HOC NVFER A FVNDAMENTIS ERECTVM
PERFECIT EXPOLIVIT COMPLEVlT
COENOBlVM MONIALIVM COMMODITATI CONSVLENS IN AMPLlOREM FORMAM REDfcGIT AVXIT EXORNAVIT AC DEMV PIARV AEDIVM MENDIGANTIV PER DECENNIV MODERATOR
VIGILANTISSIME SVPER E.GENOS ET PAVPERES INTELUGENS
HIC È VITA MCGRAVIT
/ -: ,S,' ì,-3X1J:^j,; '..ccTeyBi GlOIDCLIIX. ■ '■■ ' *. \
MARIVS D. STEPH. E©^. AG li VVÌJM ET FRANCISCVS M. FRATKI OPTIMO
OPTIMEQVE DE PAyPflfilIìyS EGRGTISQyE MERITO MOESTISS. PP. IX. E Te delle foprarriferite memorie Tappiamo gra-
do ali* Autore de* Sigilli ^ quelle, che llamo per accen- nare, fono alquante delle moltiffime, che confervanfi nell' Archivio dello Spedale , dove avvi una copia autentica del rettamente ài Caftello Quartate fi rogato da Ser An- tonio di Bati/ta Bartolommei 21. d'Aprile del 1475. nel quale leggefi >, Trém lafcia tre poderi alio Spedale di S. „ G10: Batilta in Via di '-& Gallo detto di Bonifazio,, Trovali ivi pure infavore: del? Luogo la rinunzia nel 1500. fatta da M. Piero di Giovanni de Beda Teutonico del- la Aia Chiefa Parrocchiale di S* Maria a Caiaho , ap- provata con* Bolla' dei ^tt$Ì dà* Papa A Iellandro VI. e m è lilla nota di &#jtìtofe limbltWe in* più fiate venute dai ^^ttan^i d*'Or Si Michele * Oltre *poir a i temporali be- nr#*$ fin qui prfeHrr, non debbo tralafciare il notabi- le privilègio eli una- Indulgenza perpetua limile a quel- la della Pòrziuncoìa nella prima Domenica di Maggio conceduta da Papa Bonifazio IH, nell* anno 1402. con la grazia-al Priore', ed ai Cappellani di Bonifazio , idi potere à#ólvere in quel giorno da i cali* rifervati. E per fine tutti i Miniftri , e Serventi delio Spedale per una patente graziofilfima dell' Abate D. Giovanni Ge- nerale Camaldolenfe , partecipano delle Orazioni , e dell' altre opere fante , che fi fanno da tutto l'Ordine di -Carnali oli. X. £ |
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X. Or pàflandofra confidiate le pÌMUtté- a &$£cqì*
che fi veggono nella loggia, notar.fi «uple,crhesùna Maa donna con alcuni Santi è diì&mt^^uìk^m^lXZéSMtìi da Colle ;di Valddfa difcepolo d^ Agnolo,©addice, la ikiii tiiTima Trinità dipinga nella Vòlta1 è. di\ì Agnolo Dori* nini, del quale altresì è la dipintura allato ajìla^Porta dello Spedale , rapprefentante lo Speda Hogov*ohe acco- glie i -Mendici , e fopra a'itra Porta, che condudenell* abitazione dello Spedale già detto de? Brocbardi $ ; m $ una Santa Caterina 'con? aiìdu ne di quelle :F.andiul le at* torno v dipinta a ffefco da Niccodemo Ferrucci , opei- rà delle migliori, che. egli facelfe ; siccome è di fua mano in Chiefa la Vergine dei Rofario; nella qualChie- fa all'Aitar dirimpetto al Rofario , Fabbrizio Bofchi dù pinfe con buona maniera di colorito il martirio di S, Caterina , ed il S. Michele , che caccia i Diavoli è o- pera di Mario Balam* . XI. Quella Chiefa fi difie rinnovata da i due Speda-
linghi Filippo Ricafoli, e Vincenzio Carlini con Architet- tura vaga difegnata da Gio: Badila Pieratti, di cui pari- mente è la facciata ornata di pietre ferene ; e dentro è da oftervarfi una rara tavola di Niccolò Soggi Fio- rentino , che pretendeva , dice il Cinellij di concorrere con Andrea del Sarto . Egli fu Difcepolo di Pietro Peru- gino , fotto la fcuola del quale fi fece un eccellente-. Pittore , come lo dimoerà quello quadro , nel quaJo effigiò T Angiolo j,che fallita la friollra Donna, e vi dipinfe un Cafaniènto tiralo con tutte le regole della*. profpettiva> dove veggonil fopra i pilaftri girare gli ar- chi , e le crociere fecondo la maniera del fuo bravo Maeitro . AH* Aitar maggiore evvi un Quadro rappre- fentante S. Maria Maddalena de*Pazzi, dipinto da Mat- teo RofTelli per 1* Aitar grande della Chiefa della San- ta , qua trasferito dopo la innovazione di quella Cap- pella . Nel 1684, adì 15. di Settembre cadde un ful- mine fui Campanile di quella Chiefa » e lo demolì , dipoi entrato nelle camere del Priore abbruciò il cor- |
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tinaggio del letto > pafsò per lo Spedale > e fece un
danno di milk feudi. i;r** rXII. E per fine ritornando alla Loggia, fé il Cìnel-
li dice s che tutte le Pitture di e (fa verfo lo Spedale delle Donne iieno del Poccetti } fi deve però eccettua- re 1' effigie del Buon Ladrone > che dipinfe Mario Ba- laffi a francefeo di Raffaello Rondinellì devoto di det* to Santo,■;, come lo,dimoftrano parecchi quadri di eflb San Difma fatti colorire dal medefìmo nelle Chiefe di Fi- renze • Renderebbe poi da' dichiarai^ la nuova , e bella Riforma di; quefto Luogo fatta dipendentemente dalla Bolla di Papa Clemente XII. ma di quefta ne parlerò in altra oceafione . |
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DELLO SPEDALE DEL MELANI
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O penfo ) che farà cofa grata ai Leg-
gitori dell' Opera mia , fé a quel mol- to, che ho per illuftrare Io Spedale det- to del Metani, porrò in fronte quelloj che mi fono avvenuto a trovare imor- no alla Compagnia di San Marco Pa- drona antica di quefto luogo appella- to diverfamente nelle Scritture, come anche appare dal- le lettere , e (imboli collocati fulla facciata . E facendo- mi dalla fua antichità , trovo nell* Archivio de i Padri di S. Marco una Cartapecora del 1299. in forma di lettera , che fcriffe il Generale dei Silveftrini à i Ca- pitarsi j e Fratelli della medefima Compagnia , come ap- preso : Frater Andreas Prior Generali* Heremi Ordiniì S, Benedici de Monte fatto Camerinenjìs JOieceJts , & eius Ctifittdum Generale , Dihhlis in Chrifto ami ci s $f hene- fa&orihus, Rettori , & Captane** Societatis S, Marie imloco S. Marci de Fior, in Cafaggio * & omnibus tum marìhus , tum feminis einfdem Societatis falutem éftr. e con quefta gli fa partecipi di tutti i beni fpirituali del fuo Ordine : datum apid Montemfanum die 26. Maii an* 1299. tempre Bonifatii Pape VIIL Ind. XII. dalla qua! lette- ra feorgefi , che prima di tal anno la detta Compa- gnia efifteva in S. Marco ; e che fofle una delle pri* marie Scuole de'Fanciulli , che così chiarriavanfi anti- camente le Confraternite, fi dimorerà dai molti Privilè- gi conceduti ad effa da i Pontefici , e da i Vefcovi, a i quaH era noto 1* Iftituto di tali Fratelli j che quivi fi efercitavano in ifhuire i giovani negli obblighi di Cri- jftiano con notabile vantaggio alla Città 5 e qui-ripor* $W*. V. T t te. |
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$ìo '
teremo alquanti de i fuddetti ragguardevoli favori, coni
fcrvandofene nel Convento de' PP. di S. Marcò gli O- liginali i e fono al numero i. parecchi VefcOyi , che concedono Indulgenze alla Compagnia , come fegue ; 1338. die 19. Mali 5 Dile Bis Fratribus Societatis , Jiqj? Fratemitatis B. Marchi E<vangeli&e con<venientibus iru Ecclejta diBi S* Marchz de Fior, tum maribus, tnm mu<* Iteribus > concedimus Indnlgentiam 40. dierum . Ego F ranci fu? Epfcopus Fior. r)
Ego Frater Simon Arch. Fifanus *-
Ego Bartolns Epfcopts Spletanus.
Ego lohannes Epfco^us Cefenatenfir »
Ego Fr. Angelus Epfcoptj' AqmJam.
Di Eugenio.IV. fonovi altresì alcuni Brevi in approva- zione della Gerla Compagnia , e perchè era egli gelofo della confervazione di così pia opera , con un fuo Bre- ve dato in Firenze nel 1435. oidina , che foprinten- denti ad eMa fieno Tempre il Padre Abate di Badia, ed il Priore di S. Marco dell' Ordine Domenicano , uni- ti all' Arcivefcovo di Firenze ; ma da ometter fi fono alquante Aggregazioni concedute da varj Superiori di Religioni 4 che fono il B. Agnolo #,CmafIb , il cui Culto ab immemorabili , è flato approvato diti Regnan- te Sommo Pontefice Benedetto XIV. E0O adunque co- me Miniftro Generale de' Minóri OiTetvanti di S. Fran- ge fiso., aggrega la Compagnia della Purificazione detta 4i S. Marco a tvjtti i beni Spirituali dell' Grdin fuo,,*: con lettera data in Firenze 6. di Febbraio del 1481. ed il medcfìmo rrovafi fatto da D. Bernardo Preiiden- te della Congregazione di S. Giuttina deli' Olfervanza di S, Benedetto per Balla diretta Fr udentiffima Viro Domino powinico de Stefano^ Cattaneo ,Jt<ve Cufiodi Societatis ^rifilatimis de Florentia\ que congregatur in Ecclejta S, Marci 4. Mali 148?. E Fra Giovanni, delb' Olmo Domenicano Vicario Generale della Provin- cia di Lombardia, e di Tofcana , in occafione di vi- fita al Convento di S. Marco iimilmente fa partecipi ódìe Orazioni > .e de' Beni fpirituaii gli ltefli Fratelli; $'X con
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Ili
con fua epiftok difetta a Set Chiaro di Giovanni Guar-
diano della Compagnia 1495. L IL Conviene però dire , che poco dopo 1* ingfefìo
de' Padri Domenic-ani in S. Marco , principialTqro le vi- cende di quella Compagnia, fblita da più fecoli di adu- narli in detta Chiefa , Imperciocché impegnato Cofimo Pater fàtHnc a rinnovare , ed ingrandire a detti Reli- giofi e Chiefa , e Convento , ne orarono i Fratelli , i quali alzarono di pianta a proprio ufo una fabbrica al- lato,V Frati i concórrendovi nella fpefa il detto Cofimo, che eiTendo morto nell* anno 1464. rimale imperfetto P edificio , onde a terminarlo fu d" uopo di cercare altro efpediente , il qual fu una fupplica della Compa- gnia a Papa Paolo II. perchè voleile concedere Indul- genze a chi avelie pre/tata aiuto con limoline alla fab- brica, ed io ho preifo dime il Breve di due Cardinali, di Bernardo Vefcovo di Sabina, e di Giovanni di Tor* recremata Vefcovo di Pakitrinà , i ijuali concedono Indulgenza in alcuni giorni fra Panno a chi concor- rerà con limofine al compimento del nuovo Oratorio della Compagnia della Purificazione , datum Rome 2. De» cembri ì an. ?.. fontijìcatus Fauli IL e mi piace di no- tar qui 1' efpreffioni di lode, che danno i fuddetti Car- dinali alla Compagnia , e fono le feguenti : Cam ìtaqui Oratorium Purificationìs J5, Maria Virginis , .& S. Zenobii no<viter reparti inchoattim ; firuBuris, & hedifciis indi» geat 5 & Fide li um fofulus oh miracula^ quae imhi mentii eìufdem B. M. V, <Sf B. Zenobii maxima dietim oferantur, magnum ad dì Barn Ecclejìam gerat devozioni*'affé Bum , éf nt Ecclejia ìpfa'-., feu Qratorivm , quod nondum perfsBum exiflit 3 in fai? JìruBuris » & hedìjìciis ferficiatnr , & mani-teneatnr , & i$fi jideles lihentius de<votionis caufa confinant é'c* Concedtmus &c. Altra poi vicenda nacque a queilo luogo dall'aumento dei Religioni in S. Marco, poiché grande tiTendo il bifogno a* Padri Domenicani di dilatarli , né vedendo elfi altro mezzo 3 che di oc- cupate il ilio della nuova Chiefa della Compagnia, pro- curarono i. Frati di persuadere i Fratelli a conttnrarfi t , T t 2 di |
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53*
di un terreno in Via di S. Gallo , dove dal Conven*
to fi farebbe murata loro una Ghiefa larga 14. brac- cia , ed alcune Stanze , la quale Offerta accettata da i fuddetti, fi diede principio al nuovo Edifizio, «1 qua- le nel 1506. pafsò la Compagnia , che inaggi, oltre^ la fabbrica fatta da i Padri , vedefi notabilmente ac« crefeiuta di nobili Cafamenti, che fece il Melani, co- me qui fotto descriveremo . Ma per nulla tralafciare di pregevole riguardante la fuddetta Compagnia , al fin qui detto arroger mi giova una Bolla di Indulgen- za perpetua, data da Gregorio XIII. in Roma, 13. di Marzo Anno 9. del fuo Pontificato , ed altra di Cle- mente Vili, colla quale fi confermano a* Fratelli tut- t* i privilegi , e grazie concedute da i fuoi Antecedo- rii, Datum Roma Anno x. fui Tontificatus, e farà fem- premai gloriofa memoria di sì illustre Società Pavere avuto per direttore di fpirito il Santo Ileligiofo An- tonino , Frate allora di S. Marco-, e che Arcivefcovo come Padre amantiflìtno riguardò i Fratelli di ella , i quali confervano un libro di Coftituzioni approvate > e fortofe ritte di proprio pugno \ Antonius Archiej>ifco~ pus fiorentini;s- . Accennerò per fine un lungo litigio» che travagliò la detta Compagnia , a motivo della-, cacciata de' Medici da Firenze, e della confifeazione di tutti i loro Beni , nel quale accidente Donna AI- fonfina Orimi , fiata Moglie del Magnifico Piero de' Medici , che fi annegò nel Garigliano Panno 1503. non fapendo come riavere la fua Dote , prefe a mo- lefìare chi aveva avuto de" beni dalla famiglia de* Me- dici , e ficcome dal Vecchio Cofimo i Padri di San Marco erano fiati beneficati, contandoli, che egli a- veife fpefo in grazia loro 40. mila Ducati , ed altre- sì molto dal medefirno aveva ricevuto la Compagnia di S. Marco, Alfonfina voltò le fue azioni contra il Con- vento , e la Compagnia , né defiftette ella dalle fue»* vane , ma molefte pretensioni , fé non quando ritor- nati i Medici a Firenze, a lei furon leitituiti i Be- ai dotali ; e della iìima * e grazia > che preflb i Fio* |
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Ì3$
rentini godeva quefta illuftre Donna» ne ragiona il
Signor Dottor Giovanni Lami nella Vita di Riccardo Romolo Riccardi alla pag. 54. e fegg. III. Parlato avendo adunque noi deli' antichità »
e degli altri pregevoli titoli della Compagnia, ne Te- glie ora , che indaghiamo, come, e quando qui prin- cipiale T Ofpizio del Melani , così appellato dal no* me del Fondatore , che fu Domenico di Santi Melani braviffimo Mufìco de i fuoi tempi 5 il quale chiamato alia Corte de IT Elettor di Safifonia .Augurio I. che fu pofcia Re di Pollonia , colà fece dimolte ricchezze , oltre i di- (tinti onori 5 che ricevè da quei Principi, leggendoci in varie fcritture efilknti nell' Ofpizio , che lo chiama- no ora Marchefe , ora Conte , ed anche Marefcial della Elettrice , e più che più nel fuo teflamento , per altro pieno dì Criftiana umiltà trova fi addimandato ; Inviato dell' Eiettore a i Principi d' Italia, e dappoi- ché tornò egli ad abitare in Firenze fua Patria » non folamente applicoflì agli efercizi di (Ingoiar pietà 9 prima nell* Oratorio di S. Tommafo d* Aquino : e poi nella Compagnia di S. Marco , ma penfando a fare_, un buon ufo de i fuoi beni , fi pofe nell' animo di fabbricare un3 opera pia y con raccomandarla alla me- defìma Compagnia j maffimamentechè 1' idea fua era di unire, ed incorporare in eila il nuovo fuo Edi» fizio ) come appare da un Memoriale, che prefentò a i Cuitodi 5 e Fratelli di ella . da i quali chiedeva facoltà di comprare , ed atterrare le Cafe vicine » e fopra di quelle fabbricare itanze* per alloggio de i Pellegrini Oltramontani , e degli Eretici convertiti alla noitra Santa Fede , desiderando ancora di farvi altri comodi , per poterli da i Fratelli efercitare le Opere di Mifericordia } mediante le rendite , che egli offeri- va } fufficienti per adempiere le fuddette obbligazio- ni j non intendendo di effere in veruna maniera d* aggravio alla Compagnia ,' dava pure parte in detta fupplica di avere ottenuto il Regio confenfo dal Gran- duca Cofimo III. {otto la cui protezione metteva ii «uo*
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nuovo feo Ofpizio : Alla lettura di tal Memoriale
fettantadue furono i Fratelli , che vi intervennero , e nel partito fatto il dì 23. Dicembre del 1685. a vo- ti fegreti , da tutti fi accordò al Melani , quanto eiTo chiedeva, e così contento della grazia, non tardò pun- to a dare incominciarnento alla fabbrica, comprando le vicine cafe , abbattendo mura , ficchè col difegno del Marcellini alzò un Ofpizio , con tutti que* comò* di \ che fi potevano defiderare > e che tra poco oiTer* ve remo con a m m i razi on e, IV. Compiuto 1' Ofpizio , pensò il Fondatore al
provvedimento (Ubile di entrate, facendo il Tuo teiUmen. to diftrfo dal Dortor Francefco Maria Ambrcgi, e ro- gato da Giovanni Lapi 12. di Agofìo del 1690, e prin- cipiando dal numero de i pii legati , trovanti in elfo rimunerati tutti i Tuoi Servi , e Amici, tra quali il fuddetto Ambrogi , cui lafciò una catena d' oro , con chiave pure d' oro , e la Reliquia della Santa Croce* Erede poi univerfale volle , e dichiarò 1' Ofpizio , e prò tempore i Fratelli delia Compagnia di S. Mar- co , che gli appella : 1 Servi de i Voleri di Gesù Cri' fio , ai quali raccomanda , che fi liberino tre prigio- ni ogni Mefe , e cinque nel Venerdì Santo , fi verta un ignudo *>gni Mefe, e tre di più in alcune folen* nità , ogni Mefe parimente fi vifirino 12. Infermi , dando-fi a ciafeuno una lira 5 e pane da ditìribuirfi a' poveri , ìafcia per fcarpe , e camicie , fé ne ab- bifognallero % a i Pellegrini , ed in ogni Domenica il definare a tre Poveri , oltre a 12. nel Giovedì San- to , nella Fefta di S. Giufcppe a orni i Fratelli quat- tro crazie da darli a i poveri ; Al Rettore , e Mi- niftri , ordina , che fi dia un giuito itipendio . Né tralafciò il culto di Dio , e de i Santi , avvegnaché dichiara, che alle 40. ore di ogni anno , nelle due not- ti vi fieno 16. fiaccole accefe , ed in onore di San Giufeppe fi faccia un Oratorio in Mufica , lafciando per fine tutte le copiofe fu e Reliquie de i Santi al- ia Compagnia , che le collocò full' Altare in una va» |
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ga nicchia > copèrta ' dà un quadro , dipinto da Pier
Dandini • V. Ma tralafciando molti altri fegni di fua pietà 5 e
benemerenza verfo il fuo Ofpizio, tempo è che noi paf- fiamo a defcrivere quello, che all'occhio noftro in sì magnifico luogo fi prefenta » ed è al primo ingreffb un andito grande a volta con pitture del fucidétto Dan- dini j avendovi il bravo Artefice rapprefentato con.. belle invenzioni in fette lunette a frdco le' Opere.* di mifericordia . Viene un Vaio quadrato , e lumino- fo , avente due Cappelle con tavole pure del Dandi- ni 5 e chiamali quefto luogo la Chiefa del Melani , dalla quale fi entra nella Compagnia antica , dove lenza ar- me , e fenza ifcrizione è fepolco il fuddetto Fondatore, giurìa la fua volontà , dichiarata nel fopraecennato Te- stamento . Quefta Chiefa quafi in ifola è circondata al di fuori da una Corte con un loggiato retto da colon- ne , che fa una bella veduta , e principalmente una di- pintura di Pier Dandini , che rapprefenra la fuga di Criito in Egitto ; E rientrando neli* Ofpizio , a man- ritta incontrali il Refettorio capace di 60. commen- fali , con alle Pareti diverfi quadri , tra' quali nella te- ttata avvi la tavola di Benozzo Gozzoli , che flava pri- ma all' Altare della Compagnia , giufta la nota del Sig. Canonico Bifcioni al Ripofo di Raffaello Borghini pag. 271. Dietro ai Refettorio fonovi le Cucine} e due Stan- ze , la prima dove fi lavano i piedi a i Pellegrini , e la feconda ferve a i Fratelli per fala dell'' Udienza . Sa- lendo poi negli alti Appartamenti a mano manca yen» gono le Stanze del Rettore , ed alla delira un Dor- mentorio con 22. letta , ed una Stanza più civile per i Pellegrini nobili , o Religioiì , e più in alto trovafi la guardaroba affai ricca di arredi facri , e fopra tutto itimabiii fono un Piviale, con Pianeta , e Tonaceila di color nero , ma di una fattura fuperbiffima t fatte del Manto a bruno dell' Elettore di SalTonia , che donò al Melani ; e nella Volta di quefto Stanzone vedefi un S. Girolamo dipinto a frefco dal foprallódato Dandini* e fi.
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è finalmente notar ci piace » a lode di sì liberalie Cit-
tadino, le molte argenterie, che donò in vita a que- fta Compagnia , come Cancellieri d'argento, e tre O- flenforj uno più vago, e ricco dell' altro , non dubi- tandovi , che la. fomma totale delle fpefe qui fatte dal medefimo non parlino 70. mila Ducati * |
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Fine iella frima Tane del Quartiere di $2 Giovanni,
a cui fi è tralasciata V dfflendice pr ejfere il
Libro ajffai *volttfninofo , la quale fi darà
in altro Tomo,
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