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NOTIZIE ISTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
Divife ne* fuoi Quartieri
or e k 4
DI GIUSEPPE RICHA
DELLA COMPAGNIA DJ GESÙ
PARTE SECONDA
DEL QUA^TIE^E DI J\ GIOVANNI
Tomo Sefto,
DELLA CHIESA METROPOLITANA
DI SANTA MARIA PEI, FIORE.
IN FIRENZE MDCCLVII.
Nella Stamperia di Pietro Gaetano Viviani
in Via de'Servi, ali'infegna di Giano.
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CON LICENZA DE* SUPERIORI*
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DER RUKSUN!V£ftSfTE;ìT UTKECHt
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E mai vi fofTe alcuno, che fi
roaravigliaffe , come nel darfi
ora alla luce il VI. Tomo delle
Notizie Istoriche del*
le Chiese Fiorentine, io
fia andato talmente fpaziando
nelle memorie della Ghie fa Me*
tropolitana di Firenze, che que*
fra occupi totalmente il prefente Libro, io fono
ficuro di non avere potuto fopra di ciò in minima
parte ingannarmi, Avvegnaddiochè tanto sfavilli in
Santa Maria del Fiore lo splendore delle più anv
tnirabi-li prerogative , che fé ciafeheduna di effe-»
considerata feparatamente richiederebbe una lezio-
ne , tutte infierii e unite meritano a buona equità,
che fé ne feriva un Volume . Per la q.ual cola al-
tri f prima di me ebbero un fimighan.ee concetto,
ma, fé cercarono di ridurlo ali' atto , da niuno , che
io fappia , è flato condotto a compimentp . Ten-
tollo il Padre dell'Antichità Carlo Strozzi illuftre Se-
natore , come appare nella celebre fua Libreria al
1 lv^ -■                                     % Z                                           CO"
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tv
Codice fèghatò X. S. dove leggeri fcritto a penna
dal medefimo un Trattato della predetta Chiefa ,
divifo in alquanti Capitoli cosi brevi > che un Som-
mario piuttofto lo direi, che un' Uxoria . Tentaro-
no lo fteflb gli Editori, e Raccoglitori di memorie
Fiorentine, come fono il Vafari, il Bocchi, il Cinel-
lì,il Migliore , ed in tal guifa mole* altri, che principia-
rono da qualche Angolare pregio della naftra Metro-
politana , intralafciatine parecchi affai ; A cagiono
di efempio , il Senator Gio: Batifta Nelli foprancen-
dente dell'Opera di Santa Maria del Fiore fcrilTe
con diligenza della Fabbrica , e non più , ficcome
farà da noi con lode menzionato il Signor Clemen-
te Gio; Batifta Nelli , che con nuove , e dot-
te offervazioni ha illuftrata , ed ampliata Y Opera
del fuddetto Senatore fuo glorìofo Genitore, la qua-
le per la feconda fiata vedefi alle ftampe, riftretta
però ne i confini della fola. Architettura , nella
quale riluce affai 1* intendimento del detto Signor
Clemente, ed a lui io debbo grado di non poche
notizie , che trovanfi inferite in quefto Tomo, tratte
dalla copiofa fua Libreria, fempre aperta a piacere
degli Studiofi del difegno, e della Storia . ,•>-.,
Or venendo a dichiarare il metodo , che io
tengo in quehY Opera , divido la Storia di Santa-
Maria del Fiore nelle lolite xxx. Lezioni, facendo-
mi in primo luogo dalla fua antichità, dai varj
Santi , cui effa fu dedicata, e dalle vicende de'Ti-
toli variati nell' andar de' fecoli ora di Chiefa Cat-
tedrale , or di Pieve , ed ora di Metropolitana .
Secondariamente ragiono dell' edilìzio liupendo,
comprefovi le notizie degli Architetti > de* Pittori,
e degli
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V
è degli Scultori, che vi lafciarónò prodìgi del valor
loro: Noto fommariamente le incredibili fomme di
danaro a tal propofito contribuito da i Sommi Pon-
tefici , da i Vefcovi , dalla Repubblica , da i privati
Cittadini , dagli Ordini Reiigiofi , e più che più
dall'Arte della Lana : Confiderò i pregj delle Tri-
bune , del Coro 9 degli Altari, della Cupola , del-
le Fineftre , del Pavimento, e delle Sagreftie . Do
pure luogo alle folenni Fefte , che vi fono fiate ce-
lebrate , come i tre Concilj Generali radunati da i
Papi iti perfona , le Traslazioni di Sante Reliquie,
e le orrevoli vifite fatte- dagF Imperatori, da' Re,
e da' Principi: E porterà in pace il Leggitore fé-»
alquanto io mi fono diffufò intorno al Trono de*
Vefcovi, e degli Arcivefcovì, fedutìvi con lode non
ordinaria di fantità , di zelo , e di dottrina. Ufcen-
do poi dalla Chiefa, entro nel Magiftrato dell' Ca-
perà , nella Canonica , nella Scuola Eugeniana , fal-
lendo ancora fopra dell' ammirabile Campanile , e
per fine conchiudo la Storia colla defcrizione dell*
Epifcopio, o fia del Palazzo Arcivefcovile .
Ed addivenendo fovente a chi ferivo ne i tempi
posteriori, di aver il vantaggio di nuove, e prege- ,
voli fccperte , a mia fortuna aitribuifco 1'arricchi-
re , che ho fatto queflo Libro, di non poche fin ora
ignote notizie . Se poi pareiTe a taluno , che io mi
fia qualche volta dipartito dal comune fentimento
degli Scrittori, fpero che non farò riprefo di ardi-
mento, ma ciò piuttofto fi potrà ìnterpetrare per una
mia fincera premura di dare ai racconti chiara, e
vera intelligenza. Checché poi polla io apparire trop-
po dedico alle digreifioni f battami di non mancare
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vi
a quella Iodata legga fattami nelle paflaèe Lezioni^
quarè di non mai omettere quelle cofe, che poffo-
no cader in acconcio anche alla illuiìrazione della-j
Stona univerfale di Firenze,
j Finalmeote mi fi conceda, che qui prevenga
wn lamento di chi potrebbe redarguire la fcarfezza
<le i Rami ? che affai più richiede vanfi da così vafta
Iftoria.5 ma fé fi confiderà X abbondanza di quelli,
che con ifpkndJdezza fi fono latti incidere dal fo*
prallodato Signor Clemente Nelli nella commenda*-
tifiìma fua Opera delle Piante , ed Alzati Interiori
,e ertemi della noftra Infigne Metropolitana , ognu-
no j che fia alquanto difcreto, mi .uferà un benigno
jGQmpacimentQ.
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ti      t#»
NO'
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VII
NOTA DELLE CHIESE
.. , ;!; .;':,■'■ v ■                                                                                                                                                      ( a. ■■ ;- v ■'■». > . s '■■ » ■ v.J
DESCRITTE IN QtJESTO SESTO TOMO ♦
Li
Antichità delta Cattedrale .         Pag.
Frimipio della fabbrica di $. Ma»
ria del Fiore .
FroSeguimento della fabbrica >
Notizie di Filippo Brunellefco
Architetto della Cupola
.
Delle warie Facciate di $. Ma*
ZIONE I.
Lezione ii.
Lezione ih.
Lezione iv.
Lezione v.
Lezione vi.
Lezione vii.
Lezione viii»
Lezione ix.
Lezione x.
Lezione xi.
Lezione xn.
Lezione xiii.
Lezione xiv.
Lezione xv.
Lezione xvi.
12*
2
3 5«
ria del Fiore .
Deferitone del Campanile
Del Magiflrato dell' Opera di
Santa Maria del Fiore
Della Canonica*
Della Scuola Eugenia*!a 5 della
Compagnia di San Zanobi
> o
del Cimitero *
              * *V\
Navata di S* Maria del Fiore
Segue la Navata .
Del Coro di S» Maria del Fiore
Segue il Coro colle due.Sagreflie.
Delle Pitture della Cupola
Sopra le Tribune
Delh Reliquie*
50.
6l.
I1*
87.
Io 2.
115.
124.
13(5.
144.
154.
1*54.
176.
Le-
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Vili
Lezione «vii. Delle TrasUzhni M Corg* 4 -, (r
San Zanobi.                              'Pag. 19V.
Lezione x vii ì, £<?*' /&<? c<W/ celebrati dai fon*
tefici Romani nella Cattedrale .          212.
LEZIONE XIX. Del terzo Concilio uni<verfale>
ed Ecumenico in S, Maritu .
del Fiore .
2 2?,
Lezione xx. Fejle in Santa Maria del Fiore, ''
folennizzate dalla Repubblica ,          2:37,
Lezione xxi, Onori fatti da* Principi di Cafa
Medici alla Chiefa di Santju
Maria del Fiore,
                                  24g.
LEZIONE XXir. Principio ? privilegi >e onori del*
la Sede Vefcovile di Firenze f          2^4.
LEZIONE xxill, Vefcovi > ed Arcivefcovi Fioren-
, tini Santi ,                                      2-g#
Lezione xxiy, Fontefici Bati Vefcovi di Fi'
renze*                                               2p^„
Lezione xxv. Vefcovi Fiorentini Cardinali'.,           303.,
Lezione XXVI. Arcivescovi Fiorentini Cardi-
Lezione xxvii. p/ Vefcovi, ? degli Arcivefcovi
fiorentini Jingolarmente chiari
per le Virtù .                                  g2^t
Lezione xXVHI. Vefcovi , e Arcivefcovi che ri-
panai aro no a sì Vener* Dignità, 334»
Lezione xxix, Falamo dell' Arcivefcovo.
                  110,
Lezione xxx. peli a Chìefa di San\ Salvador e -
nell'Arcirpefcovxido, ed un Ca~
talo'go breve di tuttii Vefcovi' %
e Arcivefcovi Fiorentini,                     %\&*
NO-
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IX
APPENDICE
I A L TOMO Q^U ARTO ;
E nell* antecedente Libro io ho intralafciateu
la polita Appendice
, la cagione unica } e ve«
ra ne fu per far piacere allo Stampatore*
follecito dì non accrefcer il Volume ài qualche
foglio di più, Che fé dovejfe valere fomiglian^
te fcufa ì avrei da ometter anche, nel prefente Tomo
9 riti*
fcito di notabìl mole
> la fua Appendice , che richiedefi da
me fenza dilazione al IV. Tomo
, in grazia di amorofo Cenfom
re ì che eviene di notarci due miei sbagli ì flati però comuni
a tutti gli Storici fiorentini
, che fcriffero innanzi affai
di me : il primo sbaglio riguarda la Storia degli Umiliati t
ed il fecondo quella dello Spedale di S. Iacopo
, detto per
errore di S* Eufehio , Dell' uno
, e dell* altro fono adunque
gentilmente avvertito dal Chiarijftmo Sig. Abate
5 Dottore>
e Teologo di S* M. Imperiale il Sìg* Gio: Lami nelle fue
Novelle Letterarie del
1756. al num. 20. e 21. dove
non folamente F illujlre Autore dimoflra la verità di fua
dotta cenfura ; ma eziandio coti autorevoli cartapecore
reflituìfce a Firenze un* antica
5 e magnifica Chiefa det-
ta di S* Michele
5 e di S* Eufehio in Poggio , che to*
talmente era ita in oblivione prejfo gli Studiofi delle
antichità ; Quindi è
} che io per far noto a i Leggitori
le due Correzioni
, e per atte fi are qualche gradimento ali*
erudito Sig* Lami
} riporterò qui in extenfum le foprac-
citate Novelle
, che certamente faranno di quefle mie No*
tizie I/loriche un pregio r aggu ardevo liJflmo^ .
CONTINVAZIONÉ DELLE NOVELLE LETTERARIE.
Rum. 20, Firenze . 14. Maggio 1756,
Poiché veggo 5 che sì graziofamente in que/ìa Ap-
pendice ( il P. Richa) ha fatto ufo di qualche mia riflef.
#f                       fione
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fionc , mi piace qui di efporre, due 1* avere avvertito il
norlro P. Richa in quello Tomo delle Cbiefe Fiorentine ,
che la Chiefa di S. Lucia fu data a i Padri Vmiliati ; e
che quella Chiefa fi chiama Santa Lucia a Santo Eufe-
bio j
e che ha sbagliato Wghelli r che dilfe effe re irata
loro data la Chiefa di S. Lucia > e S. Eufebio 3 in vece di
dire 8. Lucia a S. Eufebio : mi fa invogliare di ricerca-
re due cofe , le quali vedo o non avvertite, o ignote a;*
noftri Irrorici . Vna è , che gli Vmiliati non vennero a
Firenze prima del 1230. Quetto così fi pruova. La prima
volta che vennero gli Vmiliati a Firenze , ebbero per abi-
tazione S. Donato a Torri : ma quefta abitazione fu loro
data dal noiho Vefcovo Ardingo ; che cominciò a fe-
dere nel 1230. Adunque gli Vmiliati non vennero a Fi-
renze prima di q'uell' anno . La maggiore è accordata
da tutti; la minore così Ja provo. Il Vefcovo Giovanni
Mangiadori
, che nel 125 ». diede agii Vmiliati la Chiefa
di S. Lucìa > dice efprerfamente» che la Chiefa di S. Do-
nato a Torri
fu loro data dal fuo anteceflbre Ardingo :
adunque la minore è veriiEma , e per tanto la confeguen-
za ancora . Ecco le parole della Carta del Vefcovo Gio-
vanni
predetto ? la quale io ho letta , e copiata dal fuo
originale efifteme nell'Archivio degli Vmiliati , ed è
fiata prodorta ancora dall' Fgbelli, benché un poco im-
perfetta : Nos itaque attendentes , quod ipji Fratres ad
Mcclejiam Sancii Donati ad Tttrrim
, quae dudum per fe~
liei* memorie antecejforem no f? rum g A. quondam Epifco*
fum Florentinum eorum fuerat ufibus deputata &c.
Chi
dìtióa la copia di quella Carta ali' litorico delle Chie-
fé r ingannò) perchè gliela dkda mutilata delle lettere
g A il qual g è congiunto nell'originale all'^ perchè
lignifichi Ardingum y a distinzione d' altri nomi di Ve*
feovi ,'che cominciano per A. e fono 1* anima del ne-
gozio j e il certo indizio intorno alla venuta degli V-
miliari a Firenze; e fu ingannato ancora da chi gli
diede il ricordo , quali che nel Regiftro del Vtfcovado
fi trovalTe fé ritto , che gli Vmiliati veniifero a Firenze
fotto il Vefcovo Giovanni da Valletri , che copiinciò a
>'■
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XI
federe nel 1205. e vifle fino al 1230. nulla effendo di
ciò in quel libro, detto ancora Bullettone■■• Ma che^
occorre ilare a fare argomenti , quando nel detto Ar»
chivio degli Vmiliati vi è la Carta originale della con-
cefììone di S. Donato a Torri fatta loro dal Vefcovo
Ardingo nel 1239. ed ecco l'anno appunto» in cui gli
Vmiìiari fi fiabilirono a Firenze? Io ho copiata dal
fuo originale quefta preziofa Carta j la quale così co-
mincia : In Dei omnipotenti* nomine> Amen. Anno ab I&~
camatione Domini millejìmo ducentejìmo trigejtmo nono
»
fexto Kalendas OBobris j Indi-Rione tertiadecima . Ad bo~
norem omnipotenti* Dei
? eiufque Matris Virginis glorio»
, é' beati lo anni s Baptifle 5 beatijjlmi Mi ehaeli* Ar-
cangeli
5 et omnium SanBorum ist SanBarum Dei 9 Vo*
lens Dominus Ardingus benignitate divina venerabili*
Epifcopu* Fiorentina*
, ut Ecclejia et Canonica incliti
Confejfori* et Martìris beatifflmi Donati de Turri
3 Die»
cefi* Fiorentine
> que fìcut dixit in flatu religionis de*
ditata extitit ab antiquo •
cb* e oliapfa e fi granii ter in
fpìritualibus & temporalibu*
> $t a confueta religione^
divi fa ; ulterius ad flatum religioni! meliori*
, et maio-
ri s reducatur
, & in eo confernjetur et crefeat .Et per,
njiro* pronjido* et honefios fame laudabili* de Ordine Hu+
miliatorum de Mifericordia SanBi Michaeli* de Alexan»
dria
j quorum obfequia grata effe reputantur Altiffimo >
regatur fpi rituali ter et temj/oraliter fecundum ipforum re-
gttlae d/fciplinam
} tam auBoritate ordinaria 5 quam et
propria
Igitur ex delegatione generali Domini Fape >
qua funghur > fubpofuit & conceffit eandem Mcclejìam cum
fui* pertinentiis univerji* generabili 'viro domino Amico
frepojìto Eccl'ejte prediBe SanBi Michaelis de Alexan*
dria Humiliatorttm Ordinis recipienti prò fé
, fuoque Con*
mentu
, et prò fua Ecclefia de Alexandria memorata mo*
do i é1 ordine infrafcripti*
} ita vide li ce t &c. AB a funt
bec a'pud Tlebem SanBi Saldatori* Malori*
, prefentibu*
teflibus ad hec rogati* Domino Lamberto Priore Viterr
bienfi\ Domine F Ubano Plebis SanBi Saldatori* Maio*
fi*
, Frt*biuro Giunta de Burgo , V refbit ero Pagano de
$t 2                          Ri*
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ki i
?■                                                                                                                                                                                                   
i                       .,.                         '
■Rivocomaclario . Presbitero Guiltelmo Lobardo (&* Lotte*
rio Canonico Sanili Salvatori* Maiorìs &c. Ego Iaco-
bus Imperiali &C.
Tanto baiti per ora > avendo io ico-
perta un Epoca di fiorirà Moria (lata fino a de ilo igno-
ta a tutti ; dalla quale rifulca quanta fi ila ingannato il
Roffelli , io Strozzi , ed altri , che hanno penlato eifer
venuti eli Vmiiiati a Firenze intorno al 1206. o 120S.
ìslum. 21. Firenze. 21. Maggio 175^.
L'altra oflfervazione , me la fa fare il dirfi in que-
flo Tomo , che la Chiéfa di S. Lucia fi chiama nelle_>
amiche Carte da S* Eufebio . In verità nello Strumento,
.           S,                       con cui il noltro Vefcovo Giovanni Mangiadori dà nel
1251. agli Vmiiiati quella Chiefa , così fi efprime : Da*
mas & concedimi*? fàc, Cappellani noflram Santole Lucie*
de San&o Eufebio cum fui* pertinentiis univcrjis .
Ora
quello denominar»* da S. Eufebio , indica j che qui vici-
no forfè qualche iniìgne ; e celebre luogo , che Santo
Eufebio
fi appellale . Alcuni crederanno > che folle que-
fto uno Spedale col titolo di Santo Eufebio , come ve-
do già elTere fiato pubblicato colle ilampe : ma un pic-
colo Spedale non dovea dar nome ad una Chiefa Par-
rocchiale ; piuttofìo elfo dovea prendere da quella il
nome . Di più olTervo , che non è vero che lo Speda-
le degli Infetti in quelle vicinanze efiltente foife fotto
il* titolo di Santo Eufebio ; ma era forto il titolo di S.
Iacopo
5 e fi chiamava ancora elio da Santo Eufebio per
ejTere in quelle vicinanze. Nella TaiTa imporla alle Chie-
fe di Firenze, e della fua Dìogefi nel 1299. il Catalogo
delle quali ho fatto eifrarre dalF Archivio Capitolino
con permiflione dei regnante Sommo Pontefice Benedet-
to XIV.
ecco come fi chiama quello Spedale : Domus
InfcBorum SanBi lacobi de SanBo Eufebio Ubi
30. Negli
Statuti Fiorentini ancora Lib. III. Par. I. Rubr. LV,
qual Rubrica fembra fatta nel feeoio XilJT. fi chiama^
Hofpitale Sancii lacobi ad SanBum Enfebium , Ecco il
titolo della Rubrica; De pena impedteiitis wl impetrati*
tis
%
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XIII
tis opus Smeli loannìs Eaptiftae \ <vsl Fhfpitale SanBi
Jacobi ad §anBum Eufebìum
. Nella {lubrica poi fi dice :
Multa per fona &c» audeat *vel praefumat é'c. petere } im-
petrare
? procurare , ordinare , <yel facere , quod Opera feti
Oratori un? SanBi Io anni s Baptiftae
, & Ho (pitale feu Ec- ■
clefia Sancii ìacobi ad SanBum Eufebium, ère.
E più {òt-
to : Et quod gubernatio , adminiftratio , é1 regimsn , flik
Bi Hofpitalis
, Jìwe Ecclefiae Sancì? Jacobi ad SanBurn^,
Eufebium ù'c^
Dal che chiaramente fi conofa? ?che 3. Ia-
copo
, e non S* Eufebio , è (iato fempre il titolare. di-<
quello Spedale , il quale fi è detto da Santo Eufebio , per
efiere lì preflb : e fé tal volta fi trova detto di Santo Eu*
febio
, è per denotare il luogo , non per denotare il pa-
trono . Ma già che ho detto, che S. Lucia da Santo Eufe-
bio
era ne'tempi antichi Parrocchia, vorrei che fi ofier-
vafle nella Carta di Giovanni Mangiadori fopra citata , fici
come in quella anteriore del Vescovo Filippo Fontana ,
che il dire Cappellam noflram SanBae Lucine de *S\ Euf?+
bio
, è un dichiararla baftantemente Parrocchia. Irnper-
ciocché ne* tempi medis le Parrocchie fi chiamavano an-
cora col nome di Cappelle, come fi vede pure da un fa-
mofo giudicato fatto nella Chiefa di S. Frediano di Fi-
renze nel 1199. e da me dato in luce . E di più tanto
a Pifa j che a Bologna , ancora in oggi sy indicano le_^
Parrocchie col nome di Cappelle , come fi può vedere ap^
preffo V Vghelli ., il Ghirar dacci , il Mafini ,À\ Tronti) ed
altri Scrittori ,* per tacere ad Ducange , Oltre che quei
due Vefcovi non la dicono coitantemente Cappella, ma
la chiamano ancora Chiefa . E che la bifogna parli così
ve n* è altro rifcontro chiariflìmo, poiché la Carta del
Vefcovo .Giovanni è del 125,1. e il celebre Padre FJcha
riporta in quefio Tomo IV. alla pag, 255. una delibera-
zione del Comune di Firenze a favore degli Vmiltati fat*
ta nelT anno avanti 1250. in cui fi nomina il Popolo di
S* Lucia, fegno evidente, che già in queir anno era Cu-
ra. Ma per tornare a S. Eufebio, che ha dato il nome ai
luoghi circonvicini, è da avvertirti, che qualunque vol-
ta è dato il nome ad alcun luogo da altro , che più
•a* 1
                                                                         non
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xrv
non efiite; è fegno ed argomento ficuro, eie una volta
vi è flato . Così fi trova nelle Carte del fecolo XIII. la
Chi e fa di S* Croce a Tempo ; que/ìo è fegno che ivi fu
già una Magione de* Templari , come in altra occafio-
ne dimoftrai . Così dicefi alcun luogo San Sifto \ e_*
Pozzo di S* Si fio ; fegno evidente, che ivi una volta fu
Chiefa, o Oratorio, dedicato a quel Santo . Così chia-
miamo una parte della Città Camaldoli , perchè ivi fu
già il Monaftero dì S. Salvadore de' Monaci Camaldole-
lì . Per la fteiTa ragione adunque la Chiefa Santa
Lucia, e lo Spedale di S. Iacopo, furono detti da S.Eu-
febio ,
perchè ivi fu una famofa Chiefa Collegiata dedi-
cara a SS. Michele , ed Mufebio j h quale fembra ehe_»
foffe Parrocchia » e foifogna , che fino da antichi tempi
perifle , e la fua Cura fi convertile forfè in quella di
S. Lucia L Ma come ciò fi pruova ? Ecco la pi uova cer-
rifiìma . dee fapere che anticamente il fiume Mu-
gnone metteva foce in Arno lì prefTo alla piazza d*
OgniiTanri , e col fuo corfo fcavava profondamente il
terreno, il quale di là dall' altra riva cominciava appo-
co appoco a forgere , fino a tanto } che là ove oggi fi
chiamai/ Prato, yeniva a formare una fpecie di poggio}
i di cui veftigi rimangono ancora neil* eminenza della
Chiefa di S. Luria » e nel Marciapiede delle Cafine nuo*
ve ; per non dire che ancora di prefente da Ogniflanti
in là fino alla Porta al Prato il terreno va femprè in fu •
Quella eminenza fi chiamala il foggio } e con altro no*
me Colle della Te/caia > per la Pefcaia d' Arno > che è
qui dirimpetto ; e che vi potè efTere irata fino da anti-
chiflìmi tempi j poiché di quelle Siepi d'Arno fa men-
zione fino il Re Teodorico in alcuna fua lettera ; il qual
Colle , o Poggio , fu donato al Vefcovado circa la_.
metà del fecolo XII. da un certo Pedone figliuolo df
Alberto i e Vgolino figliuolo di Gattolo , e da altri ^
onde non è maraviglia» fé anche la Chiefa di S. Lucia
fpettafle al Vefcovo , In queiio Poggio dunque forfè fi.
no dal fetìo , o fettimo iecoio -fu fondata una Chiefa 9
anzi Bafilica in onore di S. Mtibde Arcangkh , e di S*
:                                                                                          E ttm
«
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Eufebio , la qual Chiefa fi chiamò di S. Michele y e di,
S* Eufebio in Poggio y o .Pozo : circa la metà del Secolo
Xì. era logora e guaita dall' antichità ; onde il Conili-."
ne di Firenze a inftanza del fuo Vefcovo Gerardo poi,
Niccolò IL Papa la reftaurò > l5 abbellì > e la rimelle in
florido fiato 5 e ad effe era gran concorfo e devozione.
Quindi è che il detto Niccolò IL Papa nel 1059. la fé
confacrare folennemente daWefcovi di Perugia , e di
Rofelle ; e la dotò {tabilendovi un Collegio di Cano-
nici : e ficcome la Chiefa tornava predo all'Amos le
donò traile altre il Porto, e il Vetriceto . Io produr-
rò qui la Bolla di quel Papa , la quale ho copiata dall'
originale eiìfìente neir Archivio degli Vmiliati ; lo che
mi fa fofpettare , che per le vicende del mondo efifen-
do di nuovo decaduta quella Chiefa , foiTe ella in qual-
che maniera anneffa a S* Lucia > onde ivi paiTafiero an-
cora le fue Carte,, che gli Vmiliati poi portarono fé*
co > ficcome portarono quelle di S. Donato a Torri ò
vedute da me nel medefimo loro Archivio . Ecco dum-
que la Bolla , (tata finora a tutti fconofciutai, ed ec»<>
co feoperta un* antica Chiefa > di cui rimaneva il no»
me j ed era ignota 1' efiitenza .
                                  ~:..
Nicolaus Epifcopus fer<vus fernwrum Dei . Diletto in
Domino Eìlio Vetro
, Ecclejie Sancii Michaelis é' Santti
Eufehi fite in loco
3 qui nominatur Poio , Rettori } fuif*
que fuccejforibus Ganonice ibidem ordinandi?.
, omnibus
quibujcumque communi ter <vitturis imperpetuum
f, Quoniam,
omnipotentis- dignatio fuo gratuito munere ad * {
forte*
Apoftolatum) noflram bumilitatem dignata eji pro<vehere y
quotinus per nos ubique terrarum diffufe Ecclejie lumen,
ammmijlret indejìrìens
, rationabile omnino- ducimi** fpe1^
ciale regimen noftre cure commiJfe Fiorentine Ecclefa con*
gruente pronjijione impendere iugiter : fic namqw Dottori
&
genti um imi tari /valebimus falubre dncumentum prò wri-n
bus noftri? $ qui bonum impertiri omnibus iubet opus ad
dome & icq $ jidai., maxime cum prò nottris nìiribus di*vJwh
Guitti locis dicatis digna pro^tderimus abfequia
> ut inde-
fejfa laudano j# eis celebretur ptt omnia fecuJa,*. Sei
etnia
-ocr page 15-
XVI
quia lapidei panetti non ad hoc funt confiruBi ni Deo
poffìnt dignas premere laudes*, congrunm prefetto widetur
ad divini opri? perfetlionem Clericornm circa menerahìlia
loca ordinare fedulam frequentationem -, qui quidem
, nijl
terrenis corporaliter fubfiententur Bipendìis x idonei éix-
pojfunt exiftere cultibus dinjinis * cum ipfè mundi condì-
tor fecundum human am unitam Jìbi materiam dignatus Jìt
perferre Jìtìm & efuriem . Ad glori am itaque illius
, per
quem 'virvimus é" fumus
3 pretiojijjimì Michaelis Arcan-
geli atque Eufebii Bafilicam
j nojlro quidem hortamine,
Florenttnorum mero Ci<vium fumtibus 3 pulcra fpstie in-
flauratam
, Epifcoporum aggregatu cetu > propriìs manihus
Epifcoporum Perufinì & Rofellani reddidimus dedicatami
Quam nudam Jìne dote dimittere indignum <valde iudica-
*vimus AposHolkg, feduli taf e , cui praecipue competit; bo-
ne flati eludendo omnibus } nedum iniuriam patientibus
5 pia
follecitudine fubnjenire
. Afpftentium ergo Fratrum horta-
tu
} proprio quoque con/Ìlio, roborati > prefente Fiorenti-
no populo
> prò peccatis eiufdem Gioitatis Fraefulum, oh
noMram quoque denjotìonem
} denique propter totius po-
puli falutem
5 confecratìs altaribus , prediorum & omnium
fuarum rerum
, quas faltem ad prefens potsiimus , in*ve+
fiituras Apojlolicas optulimus
. Sufcipe igitur , Sanilìffì-
me Michael atque Eufebii, ti'bi iamdudum ds^uotìffimì Ta-
pe Nicolai ruoluntarinm munus
, tuarumque rerum per me
amodo èf ufque in fempìternum Jìngùlare & integrum jìne
tiUqua contro^verjìa aggredere domini um* quatenus tuo no-
mini aula dedicata r eligiofus Clerus Deo omnipotenti lati-
dum reboet cantica* Dejìgnentur autem tuapredia per fub-
ieBa *vocahula
> fellicet■'.,■ totus e ir e ut t ut adi acent ìs Ec-
tlejìe in integrum
, nec non portas & nìitrecetum j nee
non <Ùf donìcata & mnea
> que detinent filir lobannis filii
Bonize ; & *vinea
5 quam detinet Aczo Presbiteri Crefci
cum jaliilo quod detinent filii Morandi
. Mee omnia hu-
ìus Etflefa' habentur propria, é* peti a de terra pojita '"in-
capite pontis Rivi SanEli Andree
3; & manfum in Rufciano.
Haec iteroomnia fummàtenus memor animus•> ne quis
duhìtet multo ampliai%predi a barn Ecelefiam non deti*
wa
                                                                          nere*
-ocr page 16-
X V 1I
nere* TA$folmitàft*^/^?>,^/,^fcB^MJ'T?i?»e0/-
lem facum ApoHalica fàn[iionex pfrfi^emerimbémks % me -MA
ceat alieni pàrnje megneque -persone ìbidem canoniée agr
gregatps Clericos àehoneft'àrei é,"',pldX^.
a*«.J.-'ì ., infefiare
liei dehitnm trìbutum ah éìs: exìgeve \ few ali qua oct a fio*
ne^fibk,,ah,hMcihis aup ak àliquibus fideiìbus tgs conceffas
■■•>-
Ji<ve concedendas ■> invadere) fubtrabere } dìmmuere- fitquèx
immù'mtifiredìBmi'J^ei^i ah\\,fimnip>enfione
5 fuh Saàcli Mi-
cbaelésÌA&, SunB.iy Eufebii ■ t4ttiorie-> nùllitfqné.f'ubiìciatnr
dominio
, nifi fiorentino EpifcQpQ^Si jjw?x.- ergo , quod
non é^ediw^s y: facmlega mentej. quodin confpétlu Epi.fco*>
p$v Plumberti Cordinalis Silvie Candide ^ atque Ildebran*
dì SanBe Romane' Mcclefie, Archi diaconi >, nec. non Epìfco-,
p^rum" Perwfini{.9
éf Ho felloni r& Furconenfis• ,iujle ftan
hiliwìwuf1:* conatMS,:fueKt&
-ninffingere-ycentum auri librasi
prefatA %afilì-ee Gogaitir^perfnim&re
, me di e totem Epìfco*
jpo FlorentiW\H\^^
                                       eiafdem ■. Ectrkfifr
confisi entibus , defcendantque fnper eum omnes ille male-
diÈìones
t,\hifi-y^ìdùdtiff'^fii^fBtit^è^. qkas in -Denterò*
fj>ìrit® oris, '->fai\^j^t'-\Qta$tiéù%"d&i Ahkom , qmk memo*
t&rrà' d&glè£l'ititi. 'P^wemo- »«* é&0 pagina plenam- fidewLm
^^f^tU>uj^fim^^iM^ 'pMfter>i$>aBmafr ,•,. #? proprie man#À
.fuhfcriptiQf/er.i, àfUÀfsoftolici figilii m^mmimus. zmpreffiom&'k
Ego BonifaciMs cAihènenfis EpifcopmSS*                    , ni
Ego Petrus Sanele Gabinenfis Ecclefie Epifcopti s SS'
Ego Bruno Preneflinus Epifcopus SS.
Ego Stephanns Apoftolice Sedis fer<vus de ti tuia San'
eli Grifogoni Presbiter SS.
Ego Johannes Portuenfis Epifcopus SS>
Ego Petrus Peccator Monachus SS»
Ego Defiderius Presbiter Sanele Romane Ecclefie ex ti-
tulo Sanele Cecilie SS*
r"'
Datum Elorentìe XVII. KL. Febr. Anno ab Incarnatipne
Domini MLVIHI per manus Humberti Sanele Ecclefie SU-
*ve Candide Epifcopi
, & Apoftolice Sedis Bibliothecarii.
Anno primo Pontificatus Domini Pape Nicolai fecundi In-
dielione XIII.
.OM                          *tt                          Ego
-ocr page 17-
xvm
Ego Michael Ciujfardt Imperiali auBoritdtè Index è*
"Rotarius buie ex empio vite ex fuo autentico fubjcripto
fuhfcripfi .                                          \ ;i " '
Ego Mattheus olim InnBe de Lotici ano Index & No*
tarins autenticum huius exempli *vidi i$ legi
} & quicquid
in eo erat
> hic rite et per ordinem exemplatum inmenì j
ideo que fuhfcripfi. -
                      ^
' Ego Eiamus quondam Catenacci Rufticncci Imperiali attm
Borii ate Index & No tari u? buie exémplo rite ex fuo aum
tentico xxemplato fubfcripjt * i mì\w
           ^ v > vv*u«&
Ego Guido Mainetti Motarius puhlicuf autenticum huiur
exempli 'vidi éf legi nùn mtìatum
, non abrafum ,net
in aiiqna parte fui fufpeBum
j & iotum } & quicquid
in eo fèriptum inmeni
, hit mandaio & auBoritate Do*
-mini Gentilis ludicis & Àfjejforis Communi s Florentie,
& Domini lohannis de Brada Re gii Vicarii rite <& per or^
dinem exemplando tranfcripfi ideoque fubferipfi*
Vi m*
Siti qui il foprailodato Autore delle Modelle, e mio fti*
matiffimo Cenfore } né in queB*occafione mancherò qui di^pre»
gare^ chi leggerà quefio Se&o Tomo, a correggere un errore-dì
ftampa alla pag*
2#7. dove accennandofi la faddetta Ghie»
fa-» fi fono confufe le due Chic fé di S* Michele
, e di '0\
Iacopo ì leggafi adunque come fegue
« la Chiefa Collegiata
dedicata a S. Michele , e a S. Eufebio in Poggio •
x %%\i ali-J * 'i"5
NO-
V5«i
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NOTIZIE ÌSTORICHE
DELLE CHIESE FIORENTINE
TOMO SESTO.
<AR9|3b*.
;
DELLA CATTEDRALE
il
LEZIONE PRIMA.
i * t ? - -j. K
Iene finalmente la tanto defide-
rata Iftoria della Chiefa di San#i
ca Maria del Fiore» detta già*
Santa Repàrata , Chiefa Cat-;
tedrale della primaria Metro-:
poli di Tofcana , e per molti
fuoi pregj a niuno de* Templi
principali d' Italia , e forfè di
tutta 1* Europa inferiore . Ma
quanto facile , e piacevo! cofa.*
è il difcorrerne, fé ci facciamo dal 1294. in poi, altret-
tanto malagevole i^prefa farà maifempre a'più valenti
Tom. VL
         "            A                            Sem-
-ocr page 19-
ita Ccdt&draZe, £> il Campcenile, di biotto 3' vi uZaM-Lstt-ra ci* $. Sto: 4- la Colonna, cU, S. Lancili
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t
Scrittori 11 cefcàrc di èfla 1e vicende addivenute ali»*-
teriòrmente al detto anno , e più che più andando ad- ;
dietro fino alla fua origine , vale a dire al IV. fé-
colo della falute umana , non eifendo fperabile una_.
guida o di teftimonio contemporaneo , o di originale».
Scrittura ; E perciò appunto fono fiate tanto varie,
ed incerte le opinioni degli Scrittori non pochi , che
dopo il 1200. hanno principiato a ragionare di quegli
anni sì lontani } avendo pigttotto creato confusone , e
foife irnpotabilità di trovare il vero a chi aveflfe va-
ghezza di fcriverne dopo dì loro . Che fé per la gran-
de antichità, e pe'1 mancamento di fedeli prove ap-
pare dubbiofa , e fofpetta 1' autorità degli Scrittori per
altro commendatilTimi , come mai potrò fperare io d*
imprendere 1'illuftrazio,ne '^i un punto d' Ifioria cosi
ofeuro , fenza un evidente pericolo di andarmi a per-
dere in un mare , che è irato a tanti burrafeofo ? Ma
vaglia il vero 5 fé la notizia degli altrui naufragj ren-
de più cauto chi dopo s* accinge a navigare , perchè
non potrò io trar profitto per la mia Storia dal rif-
contro di quegli fcogli, nei quali urtarono fu tal pro-
pofito alcuni fioitri Storiografi ? e di tanti fcogli il
principalifiìmo fembrami elTère ftato quella naturale fran-
chezza dell* uomo in aflferir cofe , che yere non fi pof-
fono mai dimostrare > e in negar altre, perchè alla_.
loro cognizione non fono pervenute , come feorgeraifi
da quello, che accreditati Autori ci hanno lafciato ìel.
ifciiuura riguardante la noftra Metropolitana. E però io
diligentemente confiderando quanto s'è detto dsgli al-
tri ,.mi lufingo di far cammino meno infelice in quefta
Storia , proiettandomi preventivamente della mia finceri
ftima , ed umile venerazione;, che debbo , a tutti gli
Stiratori d,elk cofe Fiorentine.
il''•''jU.tDt facendomi .dai due Villani » dir fi vuole che
Giovanni al libro i^caf.^. parlando della morte de*
Saliti Zanobi Vefcovo, di Eugenio Diacono , e di Cre-
feenzio Suddiacono feppelliti in Santa Separata, dice co-
me apprfcflp fjj Ja qual Chiefa prima fu nominata Sanu
*ìhìH                                                              » Sii-
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f, Salvador, e poco dopt> fui rimofo il nome alla gran-
^ de Chiefa di San Salvadore in Santa Reparata $ e-,
,y rifatto San Salvadore in Vefeovado , come aVnofhi
dì fi vede . a E Matteo Villani > forfè per corrobo-
rare il detto di Giovanni , e farlo alquanto credi-
bile ripete il medefimo, toccando la diligenza da i Fio-
rentini fatta in cercate le antiche Scritture , che nt>
parlarono, e fcfive come fegue al libro 3. capitolo 85.
„ In quefto dì del medefimo anno ( 1353* ) vacando
., in pace il noftro Comune, i Priori vollero chiarire,,
„ perchè la Chiefa Cattedrale di Firenze era dinomi-
%) nata Santa Reparata , e perchè per antico coftume
t) in cotal dì' fi è corfo il Palio in Firenze , e trovoffi
„ per alcune Scritture , come ec. „ qui raccontamin»
émèfutà
la vittoria des Fiorentini fopra de* Gotti , <l*
fe^ue poi ?, E quefto avvenne il di della Feria della Ver-
„°gìne benedetta Santa Reparata, per la cui riveren-
„ zia lì ordinò , e fece nuova Chiefa Cattedrale alia
„ noterà Città■„ e così termina fenza far menzione,
che carte fonerò quelle, che i Priori trovarono, né
del tempo, in cui principiarono detta Chiefa. Paolo
Mini nel fuo trattato della Nobiltà di Firenze non fo*
lanterne è concorde co* due Villani , ma aggiugne di
fuo altre circofìanze poco verifimili , fervendone al-
la pag. p- come fegue „ Dal che ( la feonfitta de*
Gòtti ) Firenze grata a Iddio , e ricordevole del bo-
11 tó fatto in sì eftremo pericolo , dedicò per conceflio*
„ ne di Zofiirio Primo la Chiefa di San Salvadore su
„ Reparata Vergine, e Martire , e un palio di panno
Yj jroffo da correre ogni anno eia cavalli velocrflìmi nel
a giorno , che la Chiefa Romana celebra il Martirio di
A una tanta Vergine, per elTerfi ottenuta in cotal giofr-
r> no vittòria così grande :• „ Né io faprei dire in quale
Iftoria Fiorentina abbia trovato quel Voto fatto , e la
concelTione di Papa Zofrmo.
ÌM1 Ma veggiamo di qual maggior pefo fieno le
ragioni , che adduce Filippo Baldinucci affai inclinato
«credere, e foftenere, che la prima Chiffa di Fireiu«
*■ * * •                                                                  Jk %                                                                                «a
-ocr page 22-
4 .
fia fiata'San S il va dorè, e lé.-fue. parole Ieggonfi a car-
te 32. nella Vita di Andrea Taf! così „ Che quefta
„ Cattedrale fu (Te intitolata San'Salvador* , è chiaro per
I, cinque teftimonianze cavate dalla Vita di San Zano-
,, bi fcritta da San Simpliciano Vefcovo fucceflbre di
,, S. Ambrogio . Quella è nella Libreria di San Loren-
» zo al Banco XXVIL in un libro in cartapecora, il
3> cui titolo è Vitae SanBorum Vatrum imeni Authoris :
3» il primo adunque tetto è alla pag. i2$>. dove fi par-
M la delle Reliquie portate a Firenze da San Zanobi,
5 j Trigefìvno autem die SanBorum Corsara} quae fupra di*
li ximus , in maiori Ecchfia S* Salvator is follici te condi-
li dit
. Il fecondo nel miracolo degl* Indemoniati, dicefi
p che San Zanobi commolfo a pietà delle preghiere.»
j, della Madre loro fé cum lacrymis in óratione de dit y
j, proftratufque ante Vexillum SanBae Crucis in eadenu
93 hajilica &. S aleatori s , ab hora alci yrimae , ufque in
,> horam tertiam iacuit ; e dove fi dice , che San Zanobi
„ con S. Ambrogio diedero fepoitura a S. Eugenio de-
3, fonto Tunc SanBi Dei Ambrofius , & Zanobius tuie*
ii'tukt Corpus eius
, & honorifice fepelierunt intra Ci-
j, «vitatem in maiori Ecclejìa, quae dicitur $• Sal'vatorisi
u
il IV. tetto è, dove trattandoli della fepoitura data^
3> a San Crefcenzio -, fi dice Cuius Corpus SanBut Za»
3, nobius iuxta Eugeniutn honorifice recondit in eadem Ba-
ri filma S. S aleatori s ;
il V. finalmente circa la traslazio-
ni ne di San Zanobi dice, Cuius autem Corpus quinto
Hanno dormiiionis eius trans latum fuit VII. Kal. Feb.
» de Bajilica Ambrojiana ad maiorem Ecclejiam }quae fupra
», dicitur Salvatori*. „ Fin qui il Baidinucci , e per
vero dire , fé il fonte , donde cavò i cinque fuddet-
ti argomenti , forfè puro 3 e certo , vifparmierebbeci il
più oltre faticare nelr efame della verità: Ma ficeome la
Vita di San Zanobi non potè eflere fcritta da San Sim-
pliciano Vefcovo di Milano , cui fopravvilfe San Zano-
bi molti anni , ciafeun vede fu qual debole fuppoilo
il fuddetto Baldinucci difeorra . Né mi fi dica , che il
Monaco Biagio , e S. Antonino funtori della Vita di
e 1%                                                  S» *<a*
-ocr page 23-
WP
S* Zanobi chiamano S, Salvadore Cattedrale di Firenze ,
perchè fi può rifpondere > che anche efll reitalTero
portati dalla fama , che correva allora j e (Ter la Vita^
di San Zanobi Hata fcritta dal Vefcovo San Sernplicjaf-
po , il cui Autore per altro» chiunque fia itato , lo
crediamo antichiflìmo. Aggiugne ancora il Baldìnucci >
che la decantata Cattedrale di S. Salvadore foiTe prima
1' Oratorio , che dicefi di S« Giovanni ; ed ecco le Tue
parole alla itejflfa pag, „ Stimando io per altro cofa af.
i, fai probabile, che queiio Tempio » cioè la Cattedra-
w le , o vogliam dire 1' Oratorio di San Giovanni fuiTe
« avanti al <5oo. di noftra falute , intitolata in S. Sai-
5, vadore , e non in San Gip: Batifta : », che per altro
Ricordano Malefpini fcriiìe al Gap. 39, di fua Storia >
effer la Chiefa di San Giovanni ordinata, fatta , e fon-
data da Maeitri Romani ec, -,-,
                                   jfj,
IV. Ma ritornando a S,Reparata , notar mi giova,
che dopo la fuga , e morte di Radagafo , troppo pre-
fto Gio: Villani vuole edificata la Chiefa di S. Repa-
rata , dicendo al foprarriferito luogo ,, e poco dopo fu
a, ri mollo il nome dalla Chiefa grande di S. Salvadore
s, a S. Reparata j, alla guai cofa difficilmente m* accor-
do, imperciocché fino al principio del, fecolo Vili, non
trovafi, che fi faccia menzione di Chiefa , o di Catte-
drale di S. Reparata ; e la prima volta , che trovafi ri-
cordata j fi fu nel pregiatiifimo Diploma preiìb il Ca-
pitolo Fiorentino » fatto da Speciofo Vefcovo di Firen-
ze nel 724. nel quale leggefi infra Plebem-, & Epiffo-
fititp SanBi ìojnnis Baptiflae
, *vel San&ae Reparatae . fEd
un tal filen2Ìo di detta Chiela per tre fecali , prin-ci*
piando a contare dal 407. anno della morte di Rada-
gafo , fino al Vefcovo Reparato , rende dubbiofe le pa-
role del Villani, come le ne fono dichiarati i Padri
Eollandifti alla Vita di San Zanobi pag. 30. dove, c<»$ì
fcrivono ; Quod autetnad S.lobatmemBaptiftam addita
fuerit SanBa Reparata fufyicionem mibi frebet,
, Auttorem
tto<vaefabricaeftiijfe Efifcoj/utn Reparatum qui^nno dclxkiX*
inurfait Concilio fub Agatbone Pafaj
né pei queita opi-
nione
-ocr page 24-
£
«ione poflbnò erfere 3i falcile fondamente aretine po-
che pitale ài m mùèé Regift-ro di Ééfte ^fìitènté nelP
Opera di S. Maria ;del/Ffofé ìWtolato 'Morii ^&ii Con?
futttidinei' ~C anòdici; Fiorentine ■>
dove legge fi : .fo*0 /<?i
W<? « tfe ■ ÌSdln}at$Ms fiéfumus tfibìis <vkib%é 4. i'àmfatttft \
quia olim flèi Caput iflius Ecthjte
, debole } per vero
dire , argoménto , avvegnaché il carattere del fuddetto
libro fia del fecola XIV* K §■
          -■'>>& ':d ■ * (ujmmO 1
r l ' * Vt E iMéfcUtìéct là ulteriori critiche nofke oifetf-
Vaziorii fopra>'a!]tri nèh 'pochi Autori , che deitituti^ di
'dòcurrìentì^foifferc) fu quéfìo ofeuriitóo puntò , e pe-
'rò lontani affai dillo koigeiè il veio ; io coi? piacere
Volgo il mio ragionamento a i dortilìimi Difcorii di
«Vincenzio Bòrghini fopra là Chiefa iIFicttén tina4 ^ 'di
Ee'Ópdldo' deh Migliòre nella Firenze llljjftf àtaj amett-
due Scrittori eruditi delle antichità noirre quanto altri
mài-, i «pali poco >& n'ulladifTerOi che avvalorato non
fii di autorevoli Sèritiiirè 3 è di -originali documenti g
una fcl cofa difpiacerido in effi , cioè il modo loro di
fcrivere intralciato di periodi lunghiffimi , ed inter»
fotti frequentemente da epifodj ♦ Quindi :;id ho filmato
ài far cofa grata & ehi legge >\ di abbracciare in alquante
Proporzióni , fé non totalmente certe , almeno affai vé#
jfifiriiili, quanto CjW^ fuddetti :sf $ fcritto fu tal prosèlito,
fperando toW di porre m qualche chiarezza (fé fra pof*
fibile ) q uè'fé coli lontani riguardanti la prima Chiefa ,
0 Duomo irato in Firenze, e ila la prima Proporzione»
f.' La Chiefa. fuppcy/ta aèticJhiiljma di San Salvadórcj»
rWn fe'mbra >thè' fià< Èata mai Cattedrale, e benché triti
fé ìé prime Chiefe^da' Crittiani non fi dédicaiTero^ fé non
a Dici} ed a Crifto Salvadore, di alcuna però con tal
pàfticolìar titolò in Firenze non fé1 rie trova nelle vec-*
chie Scritture alcuri veftigio * né niai accennato di elTa
cjuéfìó riome, cornea farebbe Duomo, Canonici', Fpifcopio
di S/SàlvadWe. ^Tra le Chiefe di Firenze avvenè una ap*
jliccàta' %\U Afcivefcovado chiamata San Sàlvadòré , fìat*
iff antico Parrocchia ì ma di quefìo EdifjZio appunto
effendovi tante: e* tanfc'* particolari Scritture V in niù*
-ocr page 25-
*i
HA apparifce una fondata notizia » che favorifca U feri*
lenza di Giovanni Villani > che la crede Cattedrale. Ve*
di Boighìni a pag. .$55. e Leopoldo del Migliore a e. 1.
i: 2. San Giovanni ci pare, che pofla dirli il primo Duo-
mo , o fia Cattedrale di Firenze dal quarto fecolo, fino
al decimofecondo ; onde none maraviglia, che Dante,
il quale tanto vìdei e tanto Ceppe delle antiche cofe no.
fìre nel Paradifo Canto ié. e nell'Interno ig. chiama pro-
priflìmamente la no lira Cittadinanza 0<vile di $. Giova??*
«il, ealtrovela\ Cittàdel Batifta ; E Ricordano Male*
fpini Scrittore più antico del Villani al Capitolo 39.
chiama S. Giovanni la Chiefa maggiore, e quello, che
molto più vale fi ^ 5 che nelle rogate vetufte Scritture
pterTo il Capitolo Fiorentino trpyafijquafi in tutte Jl
■Vescovo «elativo: al, nome di Aia Qattecìrale appellato
Epifcopis S* hannis +Q S> loannis Bapiftaex Servita <j*
indigtws, Epfcopus $. loannis , e la Chiefa di S. Gio-
vanni Epfcopum S* loannis Bapiflae, come nel Diploma
del Vefcovp Specioso, che credefi una delle più antiche
Scritture di Chiejg non folo \di Firenze, ma dì $Mf$#J|?
taIla ; e ne' Privilegi pofeia degl* Imperatori pttone .,11-,,e
Ottone III. fatti a* Canonici della Chiefa Fiorentina^
quelii non vi, fono,denominati con altro titolo che Ca-
nonici S. loannis Bapiftae
fotto la cui appellazione par*
lano le Bolle de* Pontefici anche prima del mille; Ve-
di Borghini3 a p$gk\ 348, e Migliore a e*, 2.j e 84,' . r
! 3. La Chiefa di j>» sparata , checché fia; del fuo princi-
pio o nel 408. p trecento anni dopo 5 non trovali , che abbia
goduto il titolo di Cattedrale , o di Duomo prima del duo-
decimo fecolo , innanzi al qual tempo nelle vetufte carte
è folamente; chiamata Pieve, come nel privilegio del
Yefcovq Ildebrando fatto nel 1013. alla Chiefa di San
Miniato , iihe riporta V Abate Ughelli , » Italia Sa-
cra pag. 47. leggendovi!] quefte parole,:r infr^ Tcrf.
ritorinm de Plebe S* Re paratie Jìta\jn Givi tate\ Fiorentiae,*
Vedi Botghini pag. 351. Migliore pag. 4. Né lenza mo-
tivo abbiamo detto difopra, come fia affai dubbio il prin-
cipio della Chiefa di S. Reparau 1% concipflìachè chi af-
-ocr page 26-
i
ferì avere i Fiorentini fabbricato quefta Chiefa nel V.
fecolo, moflì dalla disfatta de'Goti feguita nel dì 8,
Ottobre fefta di detta'Santa, non confiderò, che i po-
chi Calendari di quel fecolo ninna memoria facevano di
S. Reparata , anziché fino al IX. fecolo non fi fono tro-
vati Calendarj) ne'quali al detto giorno fia mentovata la
detta Santa ; il cui nome manca pure in tre Caiendarj
antichifTimi efiftenti nelFArchivio dell'Opera di S. Ma*
ria del Fiore . Offe ignoto era il nome di Santa Re*
parata in quel fecolo V. come farà credibile , che la^
Città di Firenze da detta Santa riconofcelTe la fua mi-
j^àcolofa liberazione , e così fubito a lei fi dedicale la
Chiefa maggiore? Onde piuttoft-o fi dica * che ne*fecoli
fuileguénti memori màifempré i Fiorentini di sì glorio»
fa vittoria ,cèravvifat0 avendo in quel dì 8. di Ottobre
cadete il natalizio della Santa Vergine , e Martire, aj,
querta un Tempio innaizailèro per memoria di quel for-
tunatiflìmo avvenimento,,
s 'il. In che anno per l'appunto ik^ftata Santa Repa-
rata trasferita di Pieve in Duomo, non ci è autentica.,
notizia, da cui venir fé ne polla in cognizione. Il cer-
to però è, che da un contratto * rogato -ne'tempi
di Lottario del 1128. prelTo il medèfìmo Capitolo , li
Comprende che in queir anno S* Reparata era già Cat-
tedrale , leggendovifi Ioannes Archiprefbyter , & VrefOm
Jìttìs Ecclejìe \ & Canonica? $* Ke^arafae concedit in
£*»-
phìteujim &V. ìiccòme trovali , che non era tale nei
1099. per una donazione al Capitolo Fiorentino, che fa
là Contesa Matilde col Conte Guido , nella quale-*
leggeri Dum in Ciwitate Florentiae in Valatio Domus S*
loannis in iudicio rejìderet Domina Matilda
: dalle qua-
li Scritture fi può concludere legittimamente , che la
fuddetta vicenda accadefle dentro i due termini degli anni
accennati, non orlante che Giovanni Villani feguitaiTe a
chiamar nelle (ne Uxorie colla voce del popolo invecchia*
ta Duomo di S; Giovanni. Vedi Borgh. p, 3 5 3. e MigLp. 4»
VI. Né fi deve farcafo, che fi trovino in Santa Re-
parata parecchi indizi di Chiefa Cattedrale innanzi ^
i n-Jì
                                                                     tem-
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9
tempo , nel iquale ella fu poi dichiarata tale 5 corse laiit
Sjedia Epifcopak murata a fomiglianza df .quella di San
Miniato al Monte, la Vifita, che vi faceva .il Vefcovo nel
fuo poflefTo prima di andare a San Giovanni;, due Con*»
cilj quivi pure celebrati , e parecchie funzioni fattevi
dal Comune . Imperciocché o vi correvano protetti fen^
za pregiudizio delle antiche ragioni 5 e diritti, di San
Giovanni , o precedeva il confenfo de* Canonici > cjbejy
la riguardavano come Chiefa loro , e Gpncattedrale »,
che tale appare ne* Diplomi: fopra riferiti j e fi pu.ò dir
ancora , che il Pubblico riguardandola come fua Chie*
fa , la eleggeva per alcune Fefte, efTendo effa più ca*
pace , e di forma più accomodata alle folemiita > e al?
le facre cerimonie: Siccome ne* pubblici decreti fi Jeg*
gevano per eiaufula quelle parole indicanti la devozio-
ne de* Fiorentini a San Giovanni, e a Santa Separata:
ad gloriami ^T honorem $, Ioannìs Baptiflae , é1 SanBae
RejtaraPae Martyris huiu? Cin)ìtatì$ Troteftorpm &c.
JBor*
ghini pag. 355, Migliore pag. 4. .-.;-;
*i VI> 11 quinto Articolo fia una nuova opinione di
Autore per ora anonimo, il quale di buon grado fax-,
tofcrivefi ali* autorità del Borghi ni ? fi del Migliore fo«,
praccitati , per quello che riguarda il primato ^\ tem-
po della Chiefa di San Giovanni fopra tutte le altre
di Firenze; elfo però la difcorre con altri principj ,
o piuttpito con altre congetture ; vale a dire fuppone ,
che due , e non una fola, fieno jjate le Chiefe imito,
late di San; Giovanni, la più antica delle quali folle fo-,
pra terreno diverfo da quello , ove è inoggi il Battifte-
ro , ed a quella dopo la feonfitta de* Goti fi aggiugnefìe
dà i Fiorentini il titolo di S. Reparata loro liberatrice,
in quella guifa che il Baldinucci , come fi è fopra ri-
ferito , alla Chiefa di San Giovanni dà due, titoli > dot
di San iSalvadore, e di San Giovanni , Suppone poi.lp*
fteiTo anonimo , che dopo gì' Imperatori Crjitiani * ri-,
dotti i Templi degl'Idoli ad uh de' Fedeli, il noftr<%
Tempio di Marte venìtTe dedicato a San Giovanni >, nel-
la quale occafione cetTalTe a queir altra Chiefa il titolo.
uììtf*. Vt                      B                              di
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IO
San Giovanni" , ritenendo folo quello di Santa Re-
parata, con qualche dipendenza di eoa al Bartiftero di
San Giovanni , riguardato dì lì in poi come Duomo
di Firenze; Onde più facilmente vengono* ad intende-
re quelle antiche , e frequenti forinole de i Diplomi : in*
fra Tlebem, *vel Efifcopum S. Io annif
, feu &'. Reparatae P
e fin qui l'Anonimo, in grazia del quale pongo ancor
queftà opinione tra le altre ; giacché per difgrazia nò-
lira, niuna avvene cerca <
                          r.; w■.
VII. Finalmente, fé non poiframo dire più di quan-
to fi è toccato ne i cinque precedenti Articoli per ht
mancanza di autorevoli fcricture , confeiTeremo , che_,
le noitre congetture fono più favorevoli a San Giovan-
ni, che ad altre Chiefe, per riguardarla la prima fabbri-
cata da' Fedeli in Firenze. E giacché la Chiefa di Santa
Reparata, inoggi distrutta, fé non fu innanzi a.San Gio-
vanni, almeno ella è Irata antichiifima, mi fi conceda dh
ravvivarla fu querce mie carte, riportando quello , che
ne feri ve Stefano Roflelli come apprendo : „ Nel 129S,
,i :el'la era affai grande * e magnifica , avendoti per tra-
^dizione, che Santa Reparata fé'fife della lunghezza dal-
>j le prime alle feconde Porte del fianco, e poco me*
& nò di quanto tiene la Nave di mezzo della prefente
,V Ghiefa . La forma fua , e come? frelFe per appunto,
3, non è così facile rinvenire , ne io fin qui ne ho tro-
,, varo altra notizia di quello ne dice il Borghini nel
,*, Trattato della Chiefa, e de i Vefcovi Fiorentini , cioè,
„ che ella era limile alla Cattedrale di Fiefole,-e alla
,, Chiefa di San Miniaro al Monte, cavandolo da aicu-
,, ni eitratti , ne* quali è fatta menzione di alcune ceri-
„ monie, che in ella facevano gli antichi Vefcovi ài Fi-
arenze nel -pigliarne il pofiefTo . Tengo bene, che la^.
„ facciata fua folle volta , come quella di Santa Maria
,', del j Fiore , e ohe perciò folfe , come afferma ili Bor--
„ ghini , murata la Porta principale di San Giovanni,
y> che fecondo lui era anticamente verfo il Vefcova-
jj do j e dove era il Coro , e ne fu levato per farla
5, rifpondere incontro a quella di Santa Reparata, e in
-                                                                                      j, Su
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Il
„ fiia lf medetoa Piazza ♦ H© fentito cHtc dy.j perfora-
„ degria di fede", e ftuàiofa 6TeU*antichità'» che nel dhto-
j, fero di Santa Croce, fra le Storie , che vi fono di-
„ pinte de* Fidati di San Fràncefcca?, quankio veniier® ad
3, abitare in Firenze, in quella dove è ritratto il Tem-
„ pio di San Giovanni, e quello di Santa Maria del
„ Fiore , vi è anco dietro a Santa Maria del Fiore un
„ altra Chiefa > e che è l'antica Chiefa di Santa Re»
,jl, parata , della quale eflendo quefto prefente anno ió% $•■
,j dall' antichità:, e dall' umido cancellata , e guaita la
,,, maggior parte, reftando folo una porzione, che è per
v correre in breve la medefima difgrazia * e andar n|a*
„ le affa ito , mi è parlo bene pigliarne quello poco di
^ difcgno per dare alla Chiefa di Santa Reparata in-.
„ quelle carte qualche anno ancora di vita , ed è| il
Wj feguente . „ E fi avverta , che fono paflati cento an-
ni , da che il RofTelli ne cavò quello difegno , onde,
ìe non confronta quefto colla pittura di Santa Croce *
procede certamente , perchè nello fpazio di un, fé co lo
T originale ha fempre più patito . ~
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L E 2 I O N E II.
» Iv'll ';..-) f f,:. .(II'*'.-.; fi ili... ìi'i'ì.,'»£,.yjE '>: .. Ifl'ii ».Ù tilgi*? t(
►■ìli" di
IMti
* I
PRINCIPIO PI S, MARIA DEL FIORE:.
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: . ! >i
( ;
Ejguhe eiTendò le mutazioni de* titoli
delle due principali Chiefe di Firen-
ze nel lecolo XiL o in quel torno ,
venne San Giovanni nominato noru
più Duomo , ma Pieve , e Santa Re-
parata non più Pieve , ma Duomo,
cioè Cattedrale , e Seggio del Vefco-
vo : intendendoti in foiianza ad eiTa_*
derivate, cedute , e trasferite le preeminenze j e i requi-
fìti , che come a tale fi appartengono ♦ Pareva però
conveniente per efler Cattedrale di una Città capo di
Stato , e di un Principato di Repubblica independente >
che le fi dovette accompagnare iì fatto , e }a. pompa di
una Chiefa di maggior grandezza di fabbrica ^chenon^
era fiata per 1* innanzi ^ pofciachè era ella'fUta edifica-
ta in tempi molto barbari s ed infelici , comparendo
affai diflìrnile non fplo da quelle , che già fi vedevano
allora rinnovate nelle principali Città d'Italia > ma al-
tresì in Firenze , dove inuodottefi più che iti ogni al-
tro Paefe le buone regole di Architettura , ammiravano*
le belle Chiefe del Carmine j di Santa Maria Novella,
o Santa Croce . È' per vero dire iì più tardare-,
ad innovare la Cattedrale » farebbe fiato con troppo
fcapito della florida prudenza de* Fiorentini uomini per
altfo ftimati fempre ih tutte le loro azioni fagaci , e di
cuor magnanimo. Le circoftanze de* tempi pòi non po-
tevano eifere più opportune alla deliberazione di costrui-
re una Fabbrica fplendidiffima , concioiTiacofachè termi-
nate da qualche anno innanzi le discordie civili , venuta
meno. I' alterigia de* Magnati, e de'Grandi, riformato
ri
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M
il gbvérno: colla forza delle Leggi £ e. rifiorii il o^m*
mercio , falita era in e}ue' itempi ,J?ireia^e inìtóli:, erario
té' ricchezze ,'chei chiamata eira 1* erario od? Italia , aifer-
mandofi dal'Villani ,? che "le mercanzie ?« de' Fiorentini
condivano gran parte de* Criittarii, e che avrebbero iru
riguardo di quqfta potuto mettere fottofopra un Mondo
intero j non che edificare una Chicfa di pianta ; md>.era
vseramente quefto tempo ipe'.Fiorentànisi'ecà sde-lUoro,
nón^ eflendofi la Città giammai > dacché, fu tale;*; veduta in
sì florido ftatòj come lo terrificano le fupérbe fabbriche
in que* tempi a fpefe del pubblico-ordinate , ed erano il
terzo Cerchio delie Mura, il Palazzo > e la Loggia de'Si-
gnori v ed il Granaio^ oh Torre dijiQ^ SauMichele% e
lo confermò il Poliziano nelli'ifaiizione ? che? leggelì* afr
fiffa alla Porrà'della Sagrestia de* Canonici i,>iprincipian*
dO COSÌ :          fciq 0 ';■':■';■-:, : l(a'i fbl -ttll'tll Zin\'ì\l: ' ■ \'À%\ lì '■ rt
[•; ?Vi.S*i ; . :,. Ùv.^,.,,,1.) >.;|lv«|5t ìH £u£'&ift dì i i ? . \d'i£«GO> ■ ¥ t
FIORENTINI MAGNIS D1VITIIS PARTIS UjET REBVS ,
DOMI . BORISSE COMMODÉ CONSTITVTIS &C
.;fl'i.' Oili. [s'IOiìi ;.:.': ',;■ J«j'.j , ì..Ti ..;.;fH.r.l ■£■&.■ ili i* ; '':■ ; ■!.".? :>r É2
...-,.                     •                                       -                                                                                                    i         ! ; 3
IL Quéfto adunque bene ilare de* Fiorentini col
confronto della umifera condizione di Santa; Reparata f
molto dì'gr off a fot-ma , per ufaire le parole! del -Villani ,
e ficcala a xoffryarazione ài sì fatta Città , fec«h sì ehe_>
univerfale folfe il defiderio de' Cittadini di vedere là
detta Òhiefa rinnovata in maniera , che vìi fi vedette itu
frónte l'onore di sì iliuftxe* Nazione. Chiudi ndfléìàpf.
principiatofene i trattati in ; Configgo » c«nctord«m£n*£
pafsò la deliberazione, di non foio reflaurafce la^vecekia
Ghie fa , ma di falla totalmente di** pianta jcon:; magnifi-
cenza , che corrifponder do velie alla potenza » e Imaeltà
della Repubblica . In feguito di che trova fi la prima or*
dinazione a tal propofito:;colia quale ad Arnolfo.di.Lapo
accreditato Architetto per altre fu e lodate fabbriche, fi da
1* impiego di farne il diiegnoì; né da;ometterii fono le
parole di tal decreto, denotanti il grandiofp concetto dei
Governatori, e le riporto colle, parole del Migliore, che
dice così averle lette nel libro alle lliformagioni ftgnató
\ÙÌÌÌ                                                                                             I2QA.
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14
1194^ come fegue ,, Attefo che la foiifma prudenza d* ui*
,, Popolò di% origine grande ifia di procedere negli affari
,,s fuor dii ! modo v che dalle operazioni efteriori il i ri—
>, conofca nb n àimfnD ih (m'ìot ,1 che magnarumo fuo o*
„peraré , 41 ordina ad'Arnolfo Capo Maertro del no*
s> ftto Comune , che faccia un modello, o ila difegnp
& àdla rinnovazione di^Santa Reparata j con quella più;
§fèrtiti \$ he ibm mai magnirìeehza $ che invernar non 1 $
fìi pofla 'né ' maggi etae>i*b né più bella 1 dall' i od uft ria. ,-eu*
^potere degli ?ùornini , feconda *cbe da' più favjjdi
Il quefta Città è fiato detto , e con figliato km pubbli-
lj «i e privata Adunanza, non doveri! intraprendere
„ le co fé'del Comune., fé «il concetto non è di farle
{p córrifpondemi ad un cuore, che vie-n fatto grandinio
i, me* , perchè hcompofto/ dell*;animo!Iaìì x^iù, Cittadini
,, uniti in Geme in un f°l volere, molto più doverli eÌq?>
,ij confiderata la qualità di quella Cattedra . „ Parve pu-
re a* «Priori , «di cui era-allora Gonfalonier di Giuftizia
Pagno Bordoni , che prima di venire all' atto,, fé ne delTe
parte per lettera al Pontefice, che era Bonifazio Vili.
pvt la fammi amicizia?, che Jpafiava ;t.ra effo'^E lai Re-
pubblica , alia *\uàh detto Pontefice rifpofe con; lettera,
eortéfiffima elidente alle iUforroagioni , nella quàle^ loda
la'imagnificenza'del concetto di fabbricare un/incigno
Cattedrale, ed inoltre efprimefi, che il fuó *deiitJerio fa-
rebbe irato $ & pò ili b il folle , di onorare la funzione in
jperfonia 4 ma che lord prometteva fcH, rnand,aje in. fua
vece": uni Cardinal I^egatC* a latere ,■ E ?chi folle queiftq
^Jàrdinafeé, il cui nome non i fi trova negli Scrittori di
que*'tempiie.,ré $>ur bielle lapide parlanti della folen*
nità di benedirne liLprima pietra, ho io voluto cerca»
re chi fo#eU Latino Grfini fu creduto da molti , ma
no certamente,, perchè morì neh 11194, chij $)e?rp; fo(Te>
Cènibitai piuttoiro il-Cardinal Pietro Valerianii da : Piperà
aioqaciicàto Cardinale nei 1295- e nell' anno feguen,tci4
«nkndato LegatOJtin; Tofcana per importantiflìmi afe»
ri, come .appare» nella Vita di detto : Papa , al quaJ,«_>
d iFiorentini chifedevauò un* impofta fu5 beni Eccìefia^.
•IOLI                                                                                             ltICl
i
\
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*5
fttd neiìoto dominio jin aiuto di^^quélta^l>brÌGkt éeredojp
che l*ottenetìVro dal fuddetro Pontefice lóro amico yppiR
che ne i rogiti di Ser Iacopo di Rinucxio di S. Gaudenzio;
nell'Alpi air Archivio generale appare:, che nel 129^. adì,
§'i di Novembre alcuni Preti, e Cherid Rettori di Chic*
fé in que* monti della Diocefi èi Fiefore , fentendofì gra-
vati da un precetto fatto loro per Veti. Br/m Dum .-Ir*
Àngclum Eftìiin Fé fui.'de j?erfol<veiida qnadam impùfifa.Eccl^
S. Reparate de Flor, iti fubjìditifti. rió*ùi operi*'d. EccÌì.
$#r
gerunt frùeuratorem -ad affieliandum grò eis coram ladies a
III. Adì 8. adunque del mefe di Settembre del iìp&.
fi celebrò- la folenne cerimonia della benedizione della
prima pietra fatta dal Legato predetto coH'intrervemmdi
più; Vefcovi , e Prèlafi; , della Signorra;v. ìà^iMagìdfàtif '
di cai iallÒf-a era* Corifa]onier di Giuitizfa Borgo MigHo».
rati 1 è del iPodèitS:, che era il Conce Armalebnis:da^
Verona , concorrendovi con tutto il Popolo anche Si-
gnori principali venuti da molte Città /tirati dalla fplenj-.
didezza1 folka de* ^Fiorentini in- fomigliauti feftiyita ,, e3
eh quefta parlano"v ' oltre a i Diarj ,1 due lapide . anrir;
che con jferiziont ,^k prima $ì$M quali feruta cori ea*.
racteri di rilievo è affida alla parete efteriore della Ghie-
fa' addiiimpettó^ alla Torre ,' o fiai Campanile , in I verfi
antichi rozzi, e mal comporti , dicendo come apprettò^
hi
Ì4 .1
ANNO^MILLENIS CENTVM BIS OTTO'WÓGENIS.
■>%m
-, ' V-ENIT LEGATVS ,RÒMiA EÒNITA7TE ©ONATVS
j \.i 4 ■JL,
iQVI tAPIDEM F1XIT flvNDO SIMVL ÌBT: BENEDIXIX
BRESVtE FRANCSSCO DESTANTI PONTIFICATVM         È'Jtt
1STVD AB ARNVLPHO TEMPLVM FV1T EDIFICATVM
HOC OPVS INSIGNE DBCORANS FLORENTIA DIGNE
'[i:->t..
• - "i
REGINE CELI CONSTRV'XIT MENTE, FI DELI • ; «''IO :;
QVÀMTV VIRGO PIA SÈMBER \DEFENDfi MARIA W:,
Ali.
il
L* feconda ifcrizìone compofta da Àgnolo Poliziano la-
leggeremo poi collocata ad un lato: della Sagrestia* de*
Canonici. Ma fopra la prima ifcrizìone è da notar&j
1 * ,di                                                                    quan«
■«
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16
quanto fcrive jl dlllgfentiifimo Sig, Nelli, cui dobbiamo,
3 'pregiatiffimo libro intitolato 4 Vìante , ed Alzati in-
feriori
> ed 0fèrm\ dejl* .infigne Chi&fa di $anta Mari tu,
del Fiore ec.
Nella prefazione adunque alla pag. Y»i
a propofito della fuddeua * lapida fcrive cosi }, Ma per
,j alcune notizie comunicatemi dall' eruditiflìmo Signor
^Dottore Gio: «Lami il comprende» che nella foprad-
^v detta iscrizione vi può, efTer abbaglio > .poiché egli
rtVè di .opinione j 'mm fia fiata'\ funata poziormente/}
,\) e che w tempo ^ nel quale lì incominciò la Ghie fa »
,, fo0e l'anno mcclxxxxvi. Jmperciocchè il Legato dì
^ Tofcana nominato biella medefima (il di cui nome..
.;, fin ad Ojra a'fiorentini Scrittori è ftato ignoto) tro-
^Myavaft, in Firenze^nel Sopraddetto.anno » coftando ciò
w da un privilegio .concefTo dal medefimo Legato }*ili
j^-qfuale iera; il Cardinale Pietro Valeriano >, alle Mona-
^jjchetdi rS, Maria Novella -y e $. Michele dei CafteIJo di
«ics.- Croce nel Val d'Arno di lotto . La carta principia
^: così Tetrtis wiferatione JDi^ina S- Mariae Nowae Dia-
& conm Cardinali* Apft>- J$&d'ìf Legàttin l>HeEiis JStobif
y,h^f. termina poi nella] Seguente, formaJDatujn^.-fJon
„j xw* %aì. OBobris, Zwiìf,&tftf@ty..'Jàomjam J?#fae Flit,
m%y.}Wb II tìtolo» Ifnpólfto!- alla ìfifeovài Gbiefa dal; CarJ
dinal Legato nell'atto di-buttare one i fondamenti la,,
pietra § ad iitanza della Repubblica fu di Santa Maria
del Fiore , che faiJude; al nome della; > Città m ed all' ar-
me della medefima }l iqual è uni Giglio roffo m campo
bianca ? febbene'tal dir^del Villana jl Popolo durò fa-
tica a fcordarfi dell* antico tisojo 9 chiamandola anche
cent'anni dopo 5/Reparata^ ed in ultimo fu d'uopo
per levare tal denominazione , che pareva in un certo
modo oppotìa agli ordini dati da'Priori, che fi, piglia (Te
rifoluzrione, ài irirrnovarei jl: decreto » :uche la .fii chiama fife
Santa Maria del Fiore , e non altrimenti } fattofi ban-
direta4 ordine: adì 22. Td* Aprilerdel 141 i. fedendo Gon-
faloniere «JÌ Giufìlizia Giovanni Aldobtondi&i, e dar quel
temp# in. poi 6 è ita nel Popolo diminuendo la.me*
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moria di Santa Reparara , e fi farebbe del tutto Anatri--
ta , fé la Chic-fa Fiorentina non 1' avelie ottenuta per
Santa Contitolare, celebrandone ogni anno folennemen-
te la fetta con V ottava >j alla quale per contraifegno
dell' antica fua preminenza interviene tutto il Clero
con tutti i Priori, e Rettori delle-Chiefe di Firenze.
V.   Ora ritornando^ ad Arnolfo di Lapo, prima.,
che ne ©(ferviamo il mirabile difegno , notar mi piaee,
di qual Nazione foiTe quefto bravo Architetto , avve-
gnaché il Vafari lo voglia figlio di Lapo , o fia di Ia-
copo Tedefco , che fece a Frate Elia la gran Chiefa^
di San Francefco in Affili , ed altrove parecchi edifizj ♦
Ma quel} che debbo dire io fenza timor di sbagliare, fi
è, che il noltro Architetto fu figlio di un Cambio da
Colle di Valdelfa , così deferirto apparendo in un li-
bro ài Provvifioni alle Riformagioni fegnato % , con-
tenente il privilegio , che la Repubblica Fiorentina con-
cede ad Arnolfo nel dì i. d'Aprile del 1300. in or-
dine alla carica di Capo Maeitro Generale delle Fab-
briche del Comune di Firenze, aiTolvendoio da tutti i
carichi , e gravezze della Città , e lo chiama come fe-
gue : Magi[fi'er Arnolfus de Colle fìl. q. Cambii Capit
Magifler Laborerii
, & Ojteris S* Rejtarate .. Potrebbe,*
forfè dirli , che il pretefo dal Vafari padre fuo Lapo
folle veramente venuto di Germania , e (tanziatofi in,.
Colle avelie un figlio appellato Cambio , dal qual na-
to folle Arnolfo , giacche di detto Lapo veggonfi in
Firenze parecchie Fabbriche } come il Ponre a Ruba-
conte , le Pile del Ponte alla Carraia 5 e il Palazzo del
Podeità.
VI.  Fece adunque il non inai lodato a baftanza Ar->
chitetto il fuo modello uniforme e al magnifico concet-
to della Repubblica con tutte le buone regole della..
Architettura , e a quello, che comportava una nobile^
Cattedrale , che riconofeiuto da' periti ammirabile , e_,
da fuperar quanti Templi allora per fama erano feu-
pendi in Milano, in Pavia , in Napoli , ed altrove , fu
principiato a metterfi in ©pera nel fopraccennato anno
Tom. VI                         C                               1296.
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li$6. e noi per ora contentiamoci di confiderarne la
fola pianta , per poi in altre Lezioni offervarne il più
pregevole .
VII. Sopra pertanto ad un piano > o fia area di
braccia quadre 12152, alzò egli ja grande Bafilica in_
forma di Croce, piantando la Porta maggiore con due
altre a* lari verfo Ponente, e due altre per ciafcun fian-
co : Diftefe il corpo della Chiefa lungo in tutto brac-
cia léo. e divife le tre Navate con pilaftri raddoppiati,
e grotti braccia 4. e mezzo , allargoffi mlk Crociere^
braccia 166. affinchè fi riduceiTero i bracci della Croce
a figura proporzionata alla fabbrica, collocando tre
Tribune in forma ettagona ;. Oltre a' fondamenti lar-
ghiffitni , e profondi quindici braccia , fece con molta
confiderazione a ogni angolo delle orto facce que' u.
fproni di muraglie, che rinfrancano gli angoli delle tre
Tribune > e doveano afrkurare il peto della Cupola,
che lo ftetTo Arnolfo vi avea dileguata , che poi la^
voltò il Brunellefco . Un ritratto della Chiefa , e Cu-
pola fi vede di mano di Simon Menimi Sanefe nel
Capitolo di Santa Maria Novella } ricavato dal proprio
modello di legname , che fatto avea Arnolfo , ed ivi fi
vede, che egli avea penfato di voltarne immediatamen-
te la Cupola in full' ottangolo formato da* pilafhoni,
laddove Filippo Brunellefco per farla più fvelta vi ag-
giunfe, prima che cominciaiTe a voltarla, tutta queir al-
tezza , dove fono gli occhi , o fra il tamburo .
Vili. E qui fi dovrebbero riportare le mifure deU
le larghezze , lunghezze , ed altezze di ciafcun membro
dell'edifizio , ma non trovandoti concordi Je relazioni,
ed il difegno, che eia rttll* Opera , eiTendofi perduto, di
parecchi , che fcriflfero fu tal propofito , riferirò la de-
tenzione, che ne hanno fatte due de'più periti nell* Ar-
chitettura , che fono Giorgio Vafari, ed il Senator Gio:
Batiita Nelli, il quale alle feienze, che mirabilmente pof-
fedeva , unì ancora una perfetta intelligenza delle fab-
briche . E facendomi dal Vafari nella Vita di Arnolfo
alla pag. 94. dà le feguenti rnifure „ Ma perchè ognu*
» no
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\
,, no fappìa la grandezza appunto di quella maravtglìo-
>, fa fabbrica , dico » che dalla Porta infino all' ultima
„ Cappella dì San Zanobi è la lunghezza di braccia tóo.
„ è larga nelle Crociere 166, nelle tre Navi braccia^
66. La Nave dei mezzo è alta braccia 72. e V altre
„ due Navi minori bi\ 48. Il circuito di fuori di tutti
j, la Chiefa è braccia 1280. La Cupola da terra infino
„ al piano della Lanterna è braccia 154. la Lanterna
», fenza la Palla è alta braecia 36. la Palla alta braccia
3) 4. la Croce braccia S. tutta la Cupola da terra fino
,, alla fommità della Croce braccia 202.,, Ed il fopral-
lodato Senatore alla pag. 12. della fua deferizione di
Santa Maria del Fiore mifura così „ Dalla principal Por-
j, ta fino al muro interno dell* ultima Cappella fono
j, braccia Fiorentine 257. il muro in quella parte è grof-
5, fo braccia 3. foldi 18. dimodoché tutta la fua lunghez*
5) za è braccia 260. e (oìdi 18. La fua larghezza interio»
„ re nelle fue Navate è di braccia é-j. e foldi 2. e^
», comprefa la grorVezza delle mura è braccia 73. e fol*
,3 di 2. La Navata di mezzo è braccia 28. le Navata,
„ minori braccia 13. e braccia 4. e mezzo fono i Pi-
t> laltri di pietra , che foftengono la Volta . Nella Cro-
9> ce da un muro all' altro delle Cappelle di mezzo fo-
s, no braccia 154. e comprefe le mura braccia 160. e
« tutta r Area occupata da quello Tempio comprefe_»
j» le mura , afeende a braccia quadre 22152.,, né fi
tralafci di notare , che in quell'area fece Arnolfo di-
molti pozzi profondi , e dice un ricordo del foprallo-
dato Senatore, fatti a fine di garantire la fabbrica dai
terremoti .
IX. E qui fovvenendomi la Chiefa di San Pietro
in Roma , penfo , che non farò cofa importuna, fé ven-
go ad un confronto delle mifure di quella con la no-
ftra , in grazia delle contefe, che talora nafeono ne* fami-
liari ragionamenti, e però ridotti i palmi Romani alle
braccia Fiorentine , il calcolo , giuria le mifure di Francefco
Poggini Maeftrodel Collegio Eugeniano, nella fua Storia
ferma a penna > è il feguente „ La lunghezza del Tem-
Q $                                  »> pio
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20
5, pio Romano dal fodo depila/tri del Portico fino al mu-
„ ro dietro la Cattedra è di br.> 363. dalla Porta mag-
}) giore al medefimo muro è braccia 318. dunque eden-
„ do la Fiorentina di braccia 1<5o. è più corta di brac-
ai eia 5 8. La Crociata di S. Piero non comprefo il vi-
„vo degli citeriori pilaftri fi'allarga braccia 235, e tre
3, quarti , la nojira non oltrepa (fa braccia i<5o. e però
3, è minore braccia 75* e tre 4. La larghezza del cor*
è pò , o fìa delle Navate di Santa Maria del Fiore, è
» 73. e due Ioidi , quella di S. Pietro eflfendo- di 154. fu-
j> pera quetìa di braccia 80. è {oìdi 18. 46. braccia è la
j, Nave di mezzo in Roma, 28. è in Firenze, vale a
3) dire meno della Romana feti, i 8. L'alzata della Cu-
3, pola Vaticana dal pavimento fino all' ultima fommità
3> della Croce conta br« 227. e fol, 6* cioè il Tamburo
33 braccia 2%. e 6* folcii j io zoccolo braccia 4. meno
» un 4. la Volta braccia 44. e mezzo , la Lanterna brac-
3, eia 43. e ioidi 15.. la Palla braccia 4. e ioidi 12, la
n Croce braccia 7* e quali tei ioidi, ed il rimanente
j» delle braccia fino a 227. e Ioidi'-'& fono 1* altezza della
3> Chiefa , ficchè volendo confideraie tutta la mole in-
33 fieme i la noirra , che non eccede le braccia 202. è
33 fuperata dalla Vaticana braccia 25. e folcii 6. Che fé
ri alcuno fi porrà ad efaminare la fola Cupola fepara-
s> ta dalia Chiefa , o dal Tamburo, ritroverà; che le
3) quattro parti della Fiorentina , cioè Volta } Lanter-
ìì na , Palla ,'■€ Croce fommano braccia 104. e la Va-
ri ticana nelle dette 4. parti , non pattando le 100. brac-
3> eia , quella è della no/ha minore br, 4. Ma perchè
3j molti , che hanno considerata e ì* una , e V altra,
3j giurerebbero per poco, che la Cupola Fiorentina fotte
3> più alta, io mi perfuado, che dal credere così ne fia
,,'cagione la proporzione > la modanatura, e la heU
,3 tezza della noiira incomparabilmente più (ignorile , e
,> più bella , oltre le braccia , che ella ha della Volta
„ di maggiore altezza della Romana , ficcome il diame-
,, tro della noftra da angelo ad angolo è più largo
?V di 4, braccia della Vaticana . >,
-'0!f| <                                                               •■ .X. Il "*
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*><*»
;" "XJ'Il vfcro precifo valore di quitta 'gran Fabbrica
iion è punto cofa facile a rinvenire , attefe le immen-
fe voragini d' oro , che afiforbiròno le pietre , Ja quan-
tira de'0marmi, de'corniciami > del ferro , del legna-
me , e degli operarj . Le prime fpefe furono inco-
minciate dalla Repubblica , come trovai! al libro dell'
Opera detto Agnus Dei , e-dice 3, La Repubblicai,
}i 1x96. adì 6. Dicembre aiTegna aìquànri danari; per li-
•„-. ra all' Opera di S. Maria- del Fiore dalle Perfone al-
„ librate „ e nello fletto anno leggefi altr'ordinazione
del Comune v-che dà all'Opera qualche cofà per ogni
teitamento . Ma la detta Repubblica vedendo l'Arte del-
la Lana al maggior legno arricchita , la chiamò in aiu-
to , dipoi tutta quanta la: ctó Jafeiò a leim\ Vi ebbe-
ro ancora parte nelle conentiM^ioni i Capitan^ di Or
S. Michele;,r le,Maeftranze; F/orentine delie 21» Arri , le
Comunità de* Cleri fa e delle Religioni , e la pietà de*
particolari Cittadini accefa dalla libera^tà delle Indul-
genze a tal fine eoncelTe da* Sommi Pontefici . Del ri-
manente T Aretino parlando della magnificenza del Po-
polo Fiorentino ebbe a dire come fegue ,, Maggiori
,, fpefe avere fatte la Repubblica nelle fue Fabbriche »
,, e fpezialmente in quella di Santa Maria del Fiore,
„ che in tante guerre, che avea avute con tanti Prin-
,, cipi , e Monarchi . » E Crifterno Re di Dacia , che
nel 1454» pafsò per Firenze , dalla Jolayifta di quello
edilìzio arguì la gran ricchezza de* Ftòrejitlhi, e la lor
potenza , lo cfie confeiTeremo ancorarrr©^ nel profegui-
mento della Storia* >„,^., _,^ ..^ r- ,
XI. E per fine non diflìmulerò il biafimo , che al-
cuni danno a quel* gran Fabbrica , dicendo che le
Navate fieno corte a proporzione delle 160. braccia >
che occupano di fpazio;le Tribune, e anche dell* altezza
della Cupola , come dicerrfmo alta 202. e però dovrebbe-
ro eifere cinque , e non quattro gli Archi per darle
la giufta regola . Ma quando quello fia vero ; ne verrà
fempre fcufato 1' Architetto , perchè il fuo concetto fu
d* andare più avanti , e di piantare i fondamenti fino
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dove oggi fono i Forni , e l'Opera , fé non fi fo/Tero
in quei tempi pppofìe le Famiglie de i Falconieri > e
de'Bifcheri, che conteggiavano la parte di dietro co'lo-
ro Palazzi , ficchè dovendofi Jafciar conveniente fpazio
intorno intorno 3 fu Arnolfo corretto a lanciarvi que-
lla taccia d' imperfezione > fé pure tale fi ha da chia-
mare » Ed eflendofì detto , che il pefo di tirar innanzi
sì gran Ghiefa dalla Repubblica fu lafciato a* Confoli
dell'Arte della Lana , dalla feguente ifcrizione appef*
al fianco finiiko della facciata dalla medefirna # appi,
te # che tale jcommi^ìone feguì nel 1$ 31.
E
ANNO MILLENO CENTVM Ter ■ TER Q^ Q^ DENOA
CONIVNCTO P MO <^SVMV: IVNGITVR IMO K
                s -
VIRGINI MAIRE PIA DNI SPIRANTE MARIA
HOC OPVS INSIGNE STATVTT ELORENTIA DIGNE
CONSVLTB, DANDVM PRVDENT. AD HEDIFICANDVM
ARTIFICy* LANE COMPLENPyM DENIQ^ 5ANE,
LE.
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*3
L E Z IO N E III.
PROSEGUIMENTO DELLA FABBRICA.,
'MI
I- ^SilP^i^lllj L fa-pere morì rato da Arnolfo iti que-
gfc fto edifizio è flato, come dille il Va-
fari , di tale fcuola , ed ammaelìra-
mento a' Profeifori venuti dopo di
lui , che quelli non folo ridulfero 1*
Arte dell' Architettura a quella perfe-
zione , che inoggi s'ammira, ma pò*
terono
m<
rto che fu Arnolfo , profeguire la ttefìfa
Fabbrica , e terminarla con lode , ed il nome di det-
to Artefice farà fempremai immortale e in Firenze , e
ne i lontani Paefi » donde vennero gli Studiofi a cavar-
ne i dilegui 5 e modelli , che fi meifero poi in opera
nelle Città principali di Francia , d* Inghilterra , e di
altri Regni , ne' quali il murare in sì fatta maniera
era del tutto eftinto * Si morì Arnolfo nel 1300. fc
pur non più tardi , conciofiachè Giotto hon fu eletto
prima del 1331. per fuccedere ad Arnolfo ? e ciò che
muovemi a dargli qualche anno più di vita , fi è , che
da'Ricordi, da'Diarj, e da i Libri dell' Opera, ab-
biamo per cofa certa j che da Arnolfo ferrati furono
gli Archi della Navata , parendomi affai difficile , che
in meno di quattro anni , contando^ del ti$6* avelfe
egli potuto alzarli tanto nella fua Fabbrica . Ex però
vero, che tra la morte di elfo, e 1* elezione di Giotto,
palfarono alquanti anni di ripofo , leggendoti nelle me-
morie del Rondinelli ? e ne' Libri dell' Arte della Lana
così ,, 1331. fi ricominciò la fabbrica di Santa Repara-
„ ta , già da più anni fofpefa „ e poco dopo evvi queft*
altra memoria „ 1332. fi provvifiona Giotto eccellente
9, Architetto , perchè feguiti la Fabbrica di Santa Ma-
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24
3, ria del Fiore, e non parta da Firenze,;, e con vien di-
re,, che detto lavorò altre fiate ancora (offe interrotto,
rnentrechè fi legge all' Archivio dejla. rnedefima Opera
come fegue „' 1360. Vivendo in pacbi Fiorentini , fi
5) riprende a finire Santa Maria del Fiore „ e nel 1364.
leggefi ivi pure )} Si fanno i volti in Santa Maria del
5, Fiore , avendo la Signoria dati nuovi aiTegnamenti „
cioè ìì doppio de* due danari per lira dal Camarlingo
del Comune . Ed è notabile quello., che .aiTegnoffi nel
-1393. e fu la legge di foldi venti per ciafcun Jefta-
mento ,0 Codicillo da pagarfl ali* Opera del Duomo . Tan-
te poi dilazioni , e remore furono cagionate or da]Je_»
Guerre , ed or da'Conragi,e per confeguente dalla man-
canza di danaro, non dubitandoli, che dal principio , fi-
mo
al totale compimento della Cattedrale palla Aero anni
160. onde ne nacque il Proverbio., la non farà già 1*0.
fera di Santa Maria del Fiore
, quando fi voleva fpiegar
cofa da non finirti mai,,
             .                     [\
li. Una tale lunghezza ài anni diede luogo alla mu-
tazione di parecchi Architetti chiamati dalla Repubblica
a fuccedere a quei , che di mano in mano mancavano,
come Taddeo Caddi fucceduto a Giotto , Andrea Or-
eagna dopo il Gaddi , pofcia Filippo d$ Lorenzo , dei
quale alcune partite riporta il Baldinucci , che le copiò
da* Libri dell'Opera , e fono le feguenri ai Decennale 8.
pag. j©4. ,», 1384. 30. Angnjli Laurenzio Philipp Caput
Magiftro d* Operi* prò fuo falavio duorum Menfium pre-
teritorum widelicet Iulii } & Augufti florenos /turi feptem^
prò fiugujis Menfihus ■.•
e altra, che dice : die 11. Augufti
il$6. Recottduxerunt de nowo prò tempore fex menfium
initiatorum die
1. menfis Mali preteriti Laurentium Phi-
lipp* Capntwagiftrum d. Fahrice
, & Operi/ d. Cattheàralis
maioris Ecclefie prò diBo tempore cum falario fior, 0B0 de
auro prò fingulis menfihus ;
e dopo eoiiui venne Filippo
Brunelle ichi, che voltò là belljffima Cupola. M accenna-
ti i principali Architetti , che .ebbero, mano , e meri*
te. in fovrana Chiefa , ragion vuole, che non intra»,
lafciamo di notare le grazie, e le maraviglie0 che neador*
nano il di fuori.
                                                    III. E
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III. E pertanto facendoci dall' ampia Piazza , che
circonda il Tempio, rimettendo però ad altra lezione la
defcrizione della Facciata , dir fi vuole, che dove ella è
più ftretta fi slarga circa a i<5. braccia , e dalla medesi-
ma fi folleva il piano della Chiefa 4. gradini , l'opra de*
quali dalla banda di Tramontana fi ftende un marcia-
piede , che per due Porte mette in Chiefa . La prima
Porta che incontrar! venendo dal fianco della Facciata ,
comprefi i fuoi ornamenti è larga braccia io. avente a*
lati colonne fpiralì raddoppiate, che pofano fopra due
Leoni, e reggono un arco pure di marmo con una Sta-
tua di Maria in mezzo a due Angioli, lavoro di Iacopo
della Quercia , del quale fono ancora le due mandorle
piramidali, che fi innalzano dalla foglia della Porta brac-
cia 36. Alla feconda Porta, che viene quafi addirimpetto
alla Via del Cocomero , e che negli ornamenti è più vaga
della prima, mirafi nella fua mandorla Maria AMunta, che
porge a S. Tommafo la cintola , lavoro di Giovanni Pi-
fano , e fotto nella lunetta viene una Nunziata di mufai-
co fatto nel 14.90. da Domenico del Grillandaio , la quale
fu fommamente commendata da Michelagnolo . Per ve-
dere poi le due altre Porte laterali da mezzodì , artra-
verfarido la Chiqjfa ©(ferveremo quella , che guarda la Ca-
nonica , ed è la più bella di tutte quattro peJ marmi di
fino lavoro del pred. Giovanni, il quale oltre una Statua
della Vergine con Angioli , ne' contorni v* ha fatto mi-
nuti lavori di ogni maniera di rabefchi , di volatili, ài
puttini, e fenza ufare una particolare attenzione , dall'
occhio sfuggono quei bei lavori di foglie di fico, di
quercia> di ulivo, e altre piante, e Dio fa, quante
giornate vi fon volute, e che diligenze a renderle tan-
to finite; Alla quarta Porta che è contigua al Campa-
nile , feguono altre figure , tra le quali un Simolacro
di Maria col Bambino nelle braccia , il tutto lavorato ,
giuftai ricordi nell' Opera, da Niccolò Aretino, e non da
Iacopo della Quercia , come fcriffe il Vafari. Prima pe-
lò di chiudere il ragionamento delle quattro Porte,
cerchiamone la quinta inoggi rimurata ? la quale inccn-
. Tom, VI*
                           D                               trafì
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16
trafi denrro i cancelli ferro tra la Chiefa , ed il
Campanile: là fua foglia è alta da terra otto braccia,
corrifpondendone altra limile nella Torre} la qua! Por-
ta ita Tempre chiufa con catenaccio , e veggonfi di qua
e di là di tutti due gli ufci certe ftaffe di ferro, che ci
fanno fapere un* antica ufanza della Chiefa , perchè da
quefti ufci mediante un cavalcavia retto da dette ftaffe
andavano i Cherici ad efercitare 1" ufizio di fonar le
Campane , che una volta era loro proprio .
IV.   Un gradino folo da quefta banda fi fale dalla
piazza per entrare in Chiefa , ed il marciapiede è lar-
ghiflìmo a cagione delle fepolture, che occupano tutto
quello fpazio dal Campanile fino alla Tribuna in ret-
ta linea, olTervandofi fino al prefente giorno Pantichif-
fima rigorofa corrituzione Eccieiìartica di aver fuori di
Chiefa il Cimitero , il qual è feminato di Sepolture.
V.  Ma fin qui efiendoci trattenuti, dirò così , a fior
di terra , non ci difpiaccia oramai di alzare gli occhi al»
le nobili, e magnifiche eminenze efìerne dell'edifizio.
Ed in primo luogo, fé ofierviamo tutte le muraglie ve*
fìite di marmi di varj colori, e con raro artifizio com-
meflì , quai concetto di ricchezza ne formeremo , pov
fciachè impofTibile a mente umana è certamente il' da-
re un giufto calcolo del valore del marmo richiefìo a
coprire muraglie alte braccia 75. e lunghe braccia 1280,
e donde fi facefiero venire tanti marmi , chiaro fi rav-;
vifa ne* viaggi fatti, e deferirti dal chiari/fimo Sig. Dot»;
tore Targioni, che riporta diligentemente le deliberazio-
ni'degli Operai, come nel 1355» i rrjarmi roffi fi cavino
a S. Giufto a Monterantoli, 1357. Sibillino di Guarnie-
ri da Bologna faccia condurre i Marmi da Siena per 1*
Opera, 1364. il marmo bianco fi cavi dalla cava dei
Contado di Siena, 1366. Marmi fi fanno condurre da
Lavenza , n88. Marmo bianco fi fa condurre da Carra-
ra , 1389. Marmo roflb da Monfummano di Valdinie*
vole , il nero da Monferrato di Prato fu i beni dei
Guazzatoti • La graziofa poi maniera, colla quale fpor-
gonfi in fuori le tre Tribune, rende attonito ehi le guai-
* * * •■ CI«! f
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27
da j e più che più il Terrazzo di marmo bianco retto da
beccatelli , e quello ricorre nella fommità delle pareti
tutto tutto il Tempio, che vale a dire gira braccia 1280.
predando a chi vi fale un deliziofo paffeggio , che per
eflfere eminente a* Palazzi della Città, ed a tutta la Cam-
pagna fa una vaga veduta . Varie fono le figure delle
fineftre , cioè lunghe, e altre ovali co i vetri dipin-
ti, quali tutti da Francefco di Domenico da Gambaffi
Fiorentino , fatto venire di Lubeca , come appare.»
nelle deliberazioni dell'Opera agli anni 1434. e g6. con
quella lode : quod non rcyeritur in toto Orbe Magifler ma-
ior in tali arte
; alcuni vetri però fono opera di Lorenzo
Ghiberti, e di Donatello. Le fineftre , che vengono fotto
del Terrazzo fono bislunghe, e ftrette, co'loro fron-
tefpizj ornati di Statue di marmo , e di colonne fpira-
li ; le maggiori lunghe fono br. $6, e le minori br. 20* e:
gli Ovati, che illuminano le Navate , hanno di diame-
tro braccia io.
                                 ,. r :                 ,^nìì .,
VI. Che fé più in alto Affiamo lo fguardo , ravvi-
seremo la mai più veduta prodigiofa mole della Cupo-
la , circa della quale non sì facilmente potendo»* fta-
bilire fé dentro , o fuori ila più ammirabile , noi per
ora trattenendoci nell* citeriore magnificenza , principie-
lemo dal Tamburo alto braccia 21. inventato dal Bru-
Uellefco , avendolo murato >.o fivvero incatenato di tali
pezzi di macigno,che alcuni tirano quanto è la lunghez-
za di una facciata dell'ottagono: Il medefimo Tamburo
è veftito al di fuori di marmi appunto limili alle pareti,
edoveaeffere ancora più bello per un Loggiato , che avea
a formare una corona alla Cupola in quella guifa , che
una parte fi vede da Baccio d'Agnolo principiata in quella
facciata, che guarda il Palazzo de* Sigg. Guadagni ; ma que*
ilo fi trajafciò per configlio del Buonarroti , il quale diede
fegni affai fondati di temere , che il pefo di fimile log-
giato difegnato dal Brunellefco poteffe indebolire la
gran Fabbrica. Sonovi nel Tamburo otto ovati, o fie-
no fineftre, ciafeuna effendo grande di diametro br. 14,
Nella Volta della Cuppla. molti piccoli occhi fi offer.
D 2                               vano
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2S
. i
vano fparfi in tre ordini , affinchè giuochi Taria tra le
due Cupole , ed infieme fervano di còmodo per tirare
all' insù pietre , legnami } ed ogni forte di materia-
li ; di marmo bianchiflìmo fono pure gli otto Coitolo-
ni, che dal Tamburo falendo piramidalmente collega-
nò , e fortificano la Volta , ed i medefimi ristringendoli
fulla cima reggono un cornicione , che è la baie del-
la bellilfima Lanterna , che qui fi deve defcrivere , di-
fegnata dal Brunellefco, ed a lui dagli Operai data a
fabbricarli per loro deliberazione de'31. Dicembre del
143^5. ,, Deliberar! di dare la lanterna a fare a Filippo
n Brunellefco , preferito agli altri Artefici, cioè Loren-
j, 20 di Bartolo , Antonio Manetti, Bruno di Ser La-
}, pò Mazzei, e Domenico Stagnatalo, che prefentaro-
no i loro Difegni alla prefenza di Teologi , di Dot-
*, tori, di Architetti, che eleggono quello di Filippo
)> di miglior forma più forte > più luminofo , e più di-
» fefo dall'acqua . „
VII. Sopra adunque ad un piano il quale è tutto
di marmi, e di pezzi lunghi quanto ciafeun lato dell*
ottagono , colafsù fi alza la maravigliofa Lanterna, intor-
no alla quale ricorre una ringhiera con parapetto di
ferro ,- il primo ordine di quella fabbrica è formato di
otto pilaitri Corinti fcannellati ,i quali vengono con gra-
zia fiancheggiati da altrettanti fproni di marmo forati da
un arco, che dà luogo al pafiaggio delle perfone rOtto mezze
colonne dell'altezza de'pilaitri fanno ornamento alla luce
degli otto fineicroni , e fofiengono gli archi, che arrivano;
ibtto all'Architrave, il qualepofa negli Angoli fopra i fud-
detti pilaltri ; full' Architrave è collocato un fregio con
una ricca cornice diligentemente intagliata , ficcome di
belliflìmi rilievi ornato fegue il fecondo ordine della
Lanterna , vale a dire la Voltaiche muover! dalla Cor-
nice , e termina in alcune nicchie feparate 1* una dall' al-
tra da otto Candelabri, ed ingegnofa è la fcala , che
conduce all'alto, cavata ini uno de* pilaltri fatta a
pozzo con due ordini di maniglioni di bronzo , che
danno il comodo alla falita * E ritornando alla Corni-
ce*
■ ;
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2$
ce, fu queftà fi innalza I la "Pergamena , o' Cufpide* com*
pofta di otto porzioni di cono , le quali(yengono a co-
trituire una Piramide di marmo fermata di dentro da un'ar-
matura , e colìegazione ftupenda di cerchi , di./piaggio*
ni, di ftaffe di ferro, e di travi di: caftagno*. Quattro pali
di ferro paifano nella Palla per una intelaiatura di bronzo^
alla quale è raccomandato un altro palo di féìjro , che
palla nella Croce alta di tetra braccia 202. La Palla, è; di
piaftra di rame compofta- dì otto pezzi stoMegati infierne,*
e di rame dorato è il Bottone, o Ciambella, che reg-
ge la Palla , ed acciocché niuno creda fuperflua tanta
copia di ferro , e legno difpòiìo nella pergamena ',:,de-
ve fapere , che quefta Piramide fbftìene un «pelo di libbre
7174. tra ferro , e ra/me<, come appareidal calcolo feguert-
te ,, Il Bottone pela libbre 12^0^ k Palla libbre 4804.
„ e la Crocè libbre ro&ò. pefo tanto più ;confiderabile ,
„ perchè retto in un'altezza di braccia 202.
Vili. Quefta>si aita Fabbrica rendeìi ancora più me-
morabile per la gelofia, che ne haprefail glielo, percuo-
tendola fovente co' fulmini, e mi piace di qui riportare
le più gravi petcoiTe, che nelle Morie Fiorentine fono
notate come fegue ,, 1492. 5. Aprile, venne una faètta,
„ che rovinò gran parte della > Pergamena , non I fenza
„ prefagio di que? futuri mali, dice Amaddio Nicoluc-
„ ci, che vennero dipoi ..alla* Città.* nella, morte del;
„ -magnifico Lorenzo de* Medici ;ib vecchio &im tre ampi*
dopo da parecchi Diarj fi* cavav ches ne veéne unffal-*
tra \ leggendoli • còsi ,i i495. g.Jd\Àgofiò /J mn ;fulmif.>
jj ne ruppe una colonna della Lanterna ,, e nel; fecolp
ieguente di varj fimili accidenti raccóntafene uno rer-:
ribile nel Diario nella Magliabechiana , come feguet,,,
>, 1578. 3. Novembre p ore 11. fu* uno flraniffimo-te^m-
„ pò , eàicaròtìo due fulmini fulla Cupola\M Santa ÌMa-.
„ ria del Fiore', con gran rovina di Marmi, dea quali
5, uno,* che cafeò fui Canto di Via de* Martelli ,.pefava>
„ libbre 800. ,, ed otto anni dopo' ne cadde un altro'
ne'28. di Agofto , che portò i rottami della Lanterna fi-
no in Borgo di S. Lorenzo, ma quello? che fuJtrepito:.
«i.P
                                                V                 fiflimo
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3o
fiflìmo feguì ne'-i^. di Gennaio del 1600. ed il Migliore
ne ^favella alla pag., 14.' come appréilò „ Reiterovifi ful-
3, le cinque, me di notte firnile accidente con grandiifi-
j, mo ftrepito, e danno * Venne a terra la Palla , e la
(Croce con infiniti marmi, e con tal veemenza , e for-
ni za fcheggiari, che corfei^fi^^
                    la Via dei
iwServi li alle Perfone; quivL vicine abitanti, tale fu lo
& fpavento , che chi ^raccontai ih fatto , aflcnfce , che
3, refiati isbalordìtr, pajrve loro arrivata Ja fine del Mon-
„, do ; Il Bocchi ne ragguagliò Filippo Valori per mezzo
,, di quella Epiftola Latina , che ha in fronte quello ti*
»*it010'i Ruinam *jìragemqus faclae fergamenae Florentinae
ftjfàfttt&ms de}lorantis
. Di Matteo Catini Accademico
„iiEiorèntino è il feguente Ritmo fopra la ftefla ruina:
«,|*qS.|* ;'y'i44'$ Wald'e magnum Coek' ìfulmen ,.-.
e ? i i ;*i&* 1J 1 >ìyWalie ; magnum jHpyiae cu Ime ti
:.:■ ■' :■■ ■:,, IJìa \ noBe tetigit , .
«> iiìv ;; Sj Deèes Florem Flora, fiere?)
-cvyjitK, ^o'.Ìh^'E.£': conciti ri') quare quaere
             ',A<
cru.M ,«■'.}'-..; ■■ »Uf> ììa,"!'anta mole s confiditi yrr,>j-\
/,>!}, Granduca Ferdinando 1. commife la riparazione a
^Giulio Parigi, e a Gherardo Mechini con ordine di mil-
^ la rinnovare: dell'antico modello , e la fpefa pafsò 15.
„ mila feudi k Fi'nalmente facriiega chiamerò la faetta
5> caduta nel 169$, af ij.jd? Agofto, la quale andata a
„ percuotere nella Pergamena per di dentro , fece ca-
),dere molti pezzi, di marmoi, méntre, fi; celebrava all'
j, i Aitar del Coro * la rMefia cantala dal Canonico Sal-
,} «iati jiiin fempOi appunto, che;fi alzava la facrofanta
„ Giiia. Si rifolvè in un fubito d'andare a terminare la
3* Mefia altrove , e però portoflì il Sagramento fotto il
,3 Baldacchino alhALtarc allato a quello della Cfoce , ove
3, fi finlla MeUàu,, e* il fcdèettoDiàì io notaci che noq
causò danno a peMbna veruna , e quelli accidenti acca-
duti «(Tendo per la maggior, parte al Cupolino > ed alla
Pergamena, hanno Tempre lafciato intatto, ed immobile
il vallo corpo della gran Cupola , la quale fé ha fatto due
vifibili peli fopra le due Saggili© * ciò, certamente è
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3*
divenuto dà un piccoliffimo cedimento fatto fui princìpio
della Fabbrica» dopo il carico immenfo della Cupola.
Ma di quefti peli, e di pochi * {crepoli parleremo nel fi-
ne della Lezióne ; a
                                             f l: mU
IX. Defiderabile ancor farebbe il faperfi quanti fieno
flati i Personaggi ,. che lafsù vi falirono . E però dando
il primo luogo a tre Arcivefcovf Fiorentini, dir fi vuo-
le che nel 1447, dovendoli benedire la prima pietra del.
la Lanterna , con tutto il fuo Clero, vi falì S. Antoni-
no a celebrarvi tal folenne funzione g E terminata, che ne
ebbero gli Architetti la Fabbrica di sì fuperba mole, a
confacrare 1* ultimo marmo vi falì 1* Arcivescovo Ne-
roni nel 1466. e fi cantò il Te Deum. Il terzo Arcive-
fcovo fu Aleffandro de* Medici Cardinale , e poi Papa, il
quale nel 1602, con divota proceffione falendovi, vi collo-
cò due Gallette di Reliquie, acciocché i Santi la guardaf-
fero da i terribili colpi del Cielo , e lafsù fu incifa la Ifcrizio-
ne , che riporta il Migliore alla pag. 14. che è mancante di
qualche parola, né in quell'altezza è poffibile il rifcontrarlà»
- CLEMENTE Vili. PONT. MAX. (
ALEX. MEDICI EP% CARD. PRAENEST. ARCH. JLOR. ' ,
ET FERDINANDO MAGNO DVCE ETR. &
>'> SVFPLIGANTJBVS>.                      ì1i!i.J i -
IN HÀC PIXIDE SOLEMNl RlTV REPOSVIT             ... ,«
DIE XV. DECEMBRIS AN. SAI. MI3CIL.
: m": PONTIF. SVI XI. VT FLORENTIAE IN CRVCEMJ
'-''■' AENEAM IN SVMMO MAX..' TEMPLI ! ■ \\\ : <5Y n
FORNICE ERIGENDAM AD REPELLENDOSI àlìèyj a
FVLM1NVM IMPETVS JNCLVDERENTVR .
" ■■' # :.'.-                         ■ "• ' ' ■                       ,.'.' ■■'.';'                                                            -                                    . *                                                          "' .=                 '■ V \ "I                                              - 1                  .
■«••■■» -ri, (;
E dopo aver commemorati tre Prelati, rammentiamo un
Secolare, il quale fu TAmbafciàtor Cefareo al Granduca
Ferdinando Primo . Quéiti nell'anno 158:8. ne chiefcu
pèrmiffione a Ferdinando di poterli colafsù portare,-co-
me fece , fervito da molta'Nobiltà,, e per ordine del Prin*
cipè di una nobile e fplendida colazione»| in rempo del-
la quale cadde una tavola da quella altezza in Coro\% e
rup-
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ruppe due dita ali* Angiolo di marmo , che full'Altare
foiìiene Grillo morto . E per fine dichiamo un ingegno-
fa Enimma comporlo dal Malateftj Poeta del fecoio paf-
fato in lode della defcritta fin qui altiffima mòle , ed è
il feguente:,,:
- i ti ì ti1                   n„ ri
e i„ Se l'abito .ho vario;» il qual cofta un teforo,
*: j ib Se airOpra.fi riguarda, e fenza crine
;, Moftro Tempre (coperto il capo d'oro.
< :>j EoiTo entrar nelle.cofé alte , e divine,
90 ti jj E pur porto la Croce > e non 1* adoro,
;< jj Pfirchjè ali* ultimo.quelta è la mia fine . $,.
E Gio: vBatifta Stròzzi fcrifie pure della medefima così: „
-: .}, Tal fopra fallo, faflb
„ Di giro in giro eternamente io ftruflì ; a
* * ,y/Che così palio palio r t:o\nb ino
Aiii: 5> Alto girando, al Ciel mi riconduffi • „
■ o !X. Alle lodi poi fin qui riferite della Cupola, ra»
gioii volendo \ che fi tocchi qualche cofa deir Architetto
Filippo iBrunellefchi,, riporterò le parole del foprallodato
Senator Gio: Batifta Nelli alla pag. 27. come fegue : „
,, Si deve notare J che avanti al Brunellefehi non fu
3, alcuna Cupola doppia, colla quale" invenzione non fo-
,, lo fi difendono le Volte interne,, ma fi dà alia Cupo-
» la citeriormente maggiore fveltezza , ficcome non fi
5, erano anco vedute lopra quelle Volte alzarfile gran
3, macchine delle Lanterne, a riferva di quella del no-
„ ilro Tempio di S. Giovanni ài piccola mole, phe pe-
„ rò egli fi rendè fommamente ammirabile per avere-.
3, avuto 1'ardire di ergere fopra una Volta aj?<ifllma una
j, macchina così grasnde , cihe potìa; in terra uguaglia
j, le altezze delle gran Fabbriche , ficcome fu egli il pri*
# mo a dimostrare la collegazione cM quelle Cupole.;
,> doppie , ndla. quale dirrioitrò tanta cautela , e tanto,
>, ingegno, che tutte l'altre fatte dopo fono Hate rego-
» late fu quella norma, come particolarmente fi vede
» nella Cupola Vaticana , la .qfial collegazione è di tan-
5^ ta-importanza, che quella; Vòlta fi è ^mantenuta per
» tanti Jecoli, e; fi mantiene, ancora #afc>ije } e forte^
*óyi
                                                                   „ fen-
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jj.ffin^.aJcuna^ceitGbiatura dì- ferì"© > cofa appena pra*
„ ticata ; rfeìle, Qupole molto piccole.. Ne è. da paiTarfi
ìk folto filenzio quanto, hm que\teinpi pareffe frravagan-
H te la proporzione del noftro Architetto di voltar quei
)y ila Cupola fenza centine , perocché eflfendo da'Depu-
n tati fepra quefta Opera fiati chiamati—allora a con*
#J figìio con grande fpefa quanti Architetti, e quanti Ca*
„ pi Maeftfi erano iti credito nel Mondo!■>> tutti fi rifero
„ liberamente' del parere del Brunellefcfai *M alzare que-
,, fta gran macchina fenza centine.> e ne fu da loro
,, reputato uomo di poco fenno , Ma tanta fu 1* effica-
,^|cia delle fue ragioni » che finalmente i Deputati fi
ji^ifolverono di commettergli lai Fabbrica per la fola
3), altezza, di braccia j V p 14. nel qua! tempo vedutali
j,;.la felicità dell'Opera , e la forza dell* intendimento
nói lui, lo lafciaronoipoi liberamente operare , rimet-
5,^ tendo tutta r imprefa nelle fue mani,,,
XI. Sin qui l'erudito Senatore, ma perchè nel Va*
fari trova nifi altre pregevoli notizie , ed importanti per
la ftoria di così Jtupenda opera del Brunellefco, k ri-
metto alla feguente Lezione, terminando la prefente col
dire alcunché degli fcrepoli , o peli feopertifi in detta
Cupola , pe' quali fufeitoffi un tal rumore in Firenze ,
e tanto andò innanzi, che fuaffairo dai Periti , e_»
creduto per cereo, che quefta fte{fe per cadere di mo-
mento in momento , e giunferp a tanto quefti fpaven-
ti, che fu ordinata dagli Operai una catena di ferro per
cerchiarla, cofa invero degna di rifo, e di compaflìone,
come fé quel cerchio la poteGfie forreggere , quando di
vero efla cadérle.. Ma ì più fodi raziocìnj , e la fperien.
za medefima ha dimofìrato, che quello fu un timore va*
no , nato per l'opinione del: Cavalier Fontana , e per le
ciarle delle perfonc meno intelligenti . Vari furono i fen-
timenti fopra l'origine degli fcrepoli delia noftra Cu-
pola , de5 quali parla da favio critico l'Autore moderno
de* Dialoghi fopra le ire Arti del difegno ftampati in Luc-
ca nel 1754. Il vero però fiftema di quefti danni è irato
ultimamente riconefeiuto , e dimoftrato dal Padre Lio-
*'Tm. VU
                         E                               nardo
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34
«ardo Xìnienes Geografo Imperiale nella fua Opera iriti-
tolata II vecchio e nuovo Gnomone Fiorentino Libali. Gap.
V. e VI. dove con una ferie di lunghe offervazioni, e
mifure non folamente fi fi fifa lo fiato attuale della Catte-
drale, e particolarmente della Cupola , ma eziandio fc
ne afficura il vero fiftema degli fcrepoli , e la fua immo-
bile fermezza. A quefta Cupola, ed a* tatfelli incaftrati
a coda di rondine, fulia fine del fecolo paffato è ftato
fatto un acceffo formale , coli* intervento delSig. Prov-
veditore dell' Opera, dei Cancelliere , e dell' Ingegnere
della medefima , il quale accettò è pure inferito fullà fine
del Lib. II. della fuddetta Opera del P. Xinienes . Il
xifultato di quella vifita fa vedere ugualmente*e l'im-
mobilità della Cupola , ed il fano configlio di qùe'dot-
ti Fiorentini , che nella circofianza della cerchiatura fi «
oppofero validamente, tra i quali è commendato dal pre-
detto Autore de i Dialoghi alla pag, 83. un certo Bar-
tolommeo Vanni Fiorentino, il quale in voce, e iru
ifcritto dimoftrò il grave pregiudizio , che avrebbe ap-
portato alla Cupola un tale imbroglio tii cerchio*.
: ■
il
t ' ' '
!fl
LE-
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LEZIONE
NOTIZIE DI FILIPPO BRUNELLESCO
ARCHITETTO DELLA CUPOLA.
ì * .:£..'        ','' ', ' f fi * >        :            1
El fapere , e valore ftupendo di Filip-
po Bruneìlefco farà fernpremai al Mon*
do tutto, teftimonio la Cupola di San-
ta Maria del Fiore, della quale abbia-
mo di fopra ragionato ; Però mancan*
do (inora le notizie de'mezzi ufati dal
fuddetto Filippo per arrivare a sì glo-
riofo fine , opportuna co fa mi fembra il qui fervirmi
delie.memorie, che raccolfe il Vafari nella Vita del pre-
detto Artefice , e però porti in pace il mio Leggitore,
fé qui riporto parte della Storia , benché lunga , che
ne ferine il fuddetto Autore , nella quale leggefì come
appretto . k
                  ni
jv Venuto Tanno 1420. furono finalmente ragunati in
y Fiorenza tutti queftì Maeftri Oltramontani , et cosi
„ quelli della Tofcana , e tutti gl'ingegno!] Artefici di
,, difegno Fiorentini , e così Filippo tornò da Roma .
5, Ragunaronfi dunque tutti nell* Opera di Santa Maria
„ del Fiore , prefenti i Confoli , e gli Operai , infieme
i) con una fcelta di Cittadini i più ingegnofì, accioc-
5> che udito fopra quefto cafo 1' animo di ciafeuno , fi
j) rifolveffe il modo di voltare quella Cupola . Chiamati
?> dunque nell'Udienza, udirono a urto a uno l'animo
jj di tutti , e Tordine, che ciafeuno Architetto fopra di
» ciò havea penfato , et fu cofa bella il fentir le ftrane,
jì ec diverfe opinioni in tale materia ; Perciocché chi di-
„ ceva di far Pilaftri murati dal piano della terra per
i> volgervi fu gli Archi, et tenere le travate per reggere
» il pefo, altri, che egli era bene voltarla di fpugne» ac-
sj ci® fufle più leggieri il pefo : Et molti fi accordavano
r: ,-,
                                   E 2                       „ a fare
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,, a fare un piMro ]rn mezzo, et condurla a padiglfo-
j) ne, come quella di San Giovanni di Fiorenza , et
„ non mancò chi-dicefTe, che farebbe flato bene empier-
„ la di terra , et rnefcoJare quattrini fra eda , accioc-
„ che volta, delfino licenza, che chi voleva di quel ter-
„ reno, poteflì andare per elfo , et così in un fubiro il
„ popolo lo portalTe via fenza ipefa ; folo Filippo di fife ,
?, che fi poteva voltarla fenza tanti legni , e fenza pilaftri ,
„ o terra con alfai minore fpefa di tanti archi, e facilif-
5> fimamente fenza armadura . Parve a'Confoli, che fta-
n vano ad affettare qualche bel modo, et a gli Operai,
r> et a tutti que* Cittadini , che Filippo havelìe detto u-
« na cofa da fciocchi , e fé ne feciono beffe ridendo*!
& di lui , et fi volfono , er li diflbn© , che e'ragionale
,y d'altro , che quello era un modo da pazzi , come era
,, egli. Perchè parendo a Filippo fd* effìere ^offefo , dille,
» Signori, confiderai , che non è potàbile volgerla inii
« altra maniera , che in queita : et ancora che voi vii
» ridiate di me , conoscerete ( fé non volete elìere orli*
» nati ) non doveri! , né poteri! fare in idtro modo .
)> Et è necelfario volendola condurre nel modo , che io
i) ho pcnfato , che ella fi giri col fello di quarto acu*
>, to , et facciali doppia ,1* una Volta di dentro, et 1*
» altra di fuori , in modo che fra Puna , et P anitra fi
ìì cammini . Et in fu le cantonate degli angoli delle
j) otto facce con le morfe di pietra s* incateni la Fabbri-
>, ca per la grolTezza , e fimiimente con catene di le-
J5 gnami di quercia fi giri per le facce di quella, et
5> è neceflario penfare a lumi , alle fcale , et a i con-
j> dotti, dove l'acque nel piovere poffino ufeire . Et
3) nelfuno di voi ha penfato, che* bifogna avvertire , che
n fi polla fare i ponti di dentro per fare i Mufaici,
» et una infinità di cofe difficili : ma io, che la veg-
»> go volta, cònofeo, che non ci è altro modo, né al-
3> tra via da poter volgerla , che quelta, che io ragiono.
33 Et rifcaldaro nel dire , quanto e' cercava facilitare il
33 concetto fuo , acciocché eglino lo intendemmo , et
» credeflino , tanto veniva proponendo più dubbj, che
53 gU
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te
5v»glÌ ifaxreva meno; credere^-et! tenerlo "una befflaii et
tfitoam cicala?^Laonde: licenziatolo parecchi volte.j- et
ji"!4tiUi fine, non volendo partirei^; £u portato di pefo dar
jf'Donzèlli!lorbofuori dell'Udienza ^tenendolo del tut-
^ItOipazzo . .ì.».a^:/i ab* Andatofene dunque a Caia>
j, in fur un foglio fcrìfle T animo fuo* più apertamente
,y che poteva , per darlo al Magistrato in quella forma.
a Confiderato le difficultà di quelita fabbrica y Magnifici
>, Signori Operai ? trovo , che snon^fi può ;per>nefiun mo-
li do volgerla tonda perfetta :attefb.^?cheHiarebbe tanto
fy grande il piano di fopra j dove va M: lanterna > che*,
k mettendovi peib), rovinerebbe préfto * Però mi pa-
s, re , che quegli Architetti , che;miURdiaiino V: occhio
rv all' eternità: deilei Fabbriche$ *nbni habbino amore alle
»4 memorie , tiè iàfjpiano per queir, che elle ir ranno*.
« Et però mi rifoivo > girar?iéi Identro quefta Volta ,a
>y fpiechi, come stanno le facce , et darle la mifural, et
i) il fello del quarto acuto; per ciò che quello è» urr,
>j fefto, che girato tempre pigne allo in su % ieri caricatolo
5, .con Jalaai terna ,1' u noi con l'altro ria a farà durabile...
ii Et vuole eìfer groffaì nella moffa da rùè-braccia tre , e.
si tre quartiip et .'.alitiate -■ pi raàiidalmen te ftrigrifcndoii; di
ìì> fiitìra , per-feo tipveella 'fi ierraj^fe, dove ha a e ile re
sVUa lanterna ». ; Et! la Volta vuole oélicrt congiunta alja
<t) groffezza di braccio fiHO,.et un 4.; poi faraffi dal
sfiato ài fu ora un altra Voltai, schei ida pie fia grolla
5? braccia due et mezzo, per comfervaaie quella di den-
4i'*vvó -ìfaxHMpì là cpuale ;anco piramidalmente tiimi-
-W nuifca a proporzione in modo , che fi. congiunta <al
« principio della lanterna , come Kialtra, tanto che_»
m fia in cima la fua groffezza duoi terzi .Sia per ogni
>> angolo uno fprone , che faranno otto in tutto,j ?ct
n iti ogni faccia due , cioè nel mezzo ài quella , ■ che
3> vengono a effe re fedicì : et «dalla- parte di dentro ,,et
.■-»V di fuori nel mezzo di detti angoli in .ciafcheduna
4) faccia , fianó due fproni } ciafcun© groffb da pie brac-
,V eia quattro : Et lunghe vadino ihfieme le dette due_r
ì„ Volte piramidalmente murate infino alia fommità de.U"
it                                                                                                               j) OC»
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3*
>, occhio chiufo dalla" lanterna [per egual proporzione,
jj Faccianfi poi ventiquattro fproni con le dette Volte mu-.
•», rati intorno , etjfei archi di macigni'forti 9 et lunghi
■»i bene fprangati di ferro V i quali fieno ftagnati » et £o*
3> pra detti macigni catene eli ferro , che. cinghino la
>j detta Volta con loro fproni, Haifi a murare di fodo
55 fenza vano , nel principio l'altezza braccia cinque
»,iiet un quarto , et dipoi) feguitàre gli fproni » et fi eìi-
vidino le Volte . il.primo!)!et fecondo cerchio da |>iè
55 fia rinforzato per tutto: con macigni lunghi per* il
5Ì traverfo 5 ficchè V una Volta , et 1* altra delia Cupola »
5, fi pofi in fu i detti macigni. Et nell' altezza d'ogni
'jy braccia IX» delle dette Volte » fiano Voiticciuoie tra
Vi1 Vuno fprone, ìeti lf altro con catene di legno di quer-
#da groffe , che leghino i detti fproni» che reggono la
% fVolta di dentro : et fiano coperte poi dette catene-,
?& di quercia con piatire di ferro per amor delle falite.
,,tdi fproni murati tutti èi macigni , e di pietra forte,
*VV è fimilmente le: facce della Cupola tutte di pietra foi>
♦5, te > legate < con gii fproni fino ali? altezza; di braccia
%« ventiquattro , e da indi in su .fi muri di mattoni , o
Hi vero di fpugnai» fecondo che fi delibererà per chi ì*
-V» 'haverà a fare , più leggieri che ;egli potrà . Eacciafi di
», fuori un andito foptangli occhi ,: che ila di fotto bai-
», latoio con parapetti traforati d* altezza »di sbraccia 2»
?„ *aB' avenante di quelli delle tribunette di fotto ; o ve-
»! ramente due anditi i'un fopra l'altro in Air Una por-
»»nice ben ornata y et >F>andito di fopra fia feopeno.
„L* acque d^lIaICupola;terminin© in fu -una ratta di
»,-marmo larga? un terzo , et getti l'acqua, (ìove di
,j pietra forte farà murato fotto la ratta ; Faccianfi otto
: », jcoite di marmo agli angoli nella fuperficie della Cu-
„ pola di fuori groffi come fi richiede , et alti un brac-
,, ciò fopra la Cupola,feorniciato, e tetto, largo brac-
, „ eia due , cfoe vi fia del colmo» et della gronda da o-
„ gni parte , muovanfi piramidali dalla mofia loro, per
,, infino alla fine il Murinfi le Cùpole nel modo di fopra,
», fenza armadure , per fino a braccia trenta» et da indi
«                                                                                     55 in
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19
jf*fè i& intuii t>mòdoyichei lare cofefigl iato .per que'
,§'Maevtti * che (Imbaveranno attour-are': perchè la pratica
,yMnfègrk-quei'i Meh« fi ha- &ib^fóèvFin3ÌDav<>che^Jrcb,v
,^Ìcfox^jÉ^p#fi^^^l^éÌ#tt|é0rìfeltdi fopra % andò la rnat-
^-tirte al MagiftràtòS et dato «loro querfio foglio, fu ©on*
5Ì fi derato da loro il tutto: et àncora » che eglino rio n
„ ne fuflìnò capaci *ì vedendola prontezza dell' animo
,s di Filippo , et che. nefluno degli altri Architetti bori
3V - andava *coìtj migliar gamb|B per rnoftrare egli unauficur^
à -tà manifefta nel fuò dke), ool replicareifernpre il me*
3i defimo in sì fatto modo» che pareva; certamente vche
,^ >egìr rie havefll volte dieci ; Tiràtifi da parte i Confo-
}y li} toh fultarono^dr dargliene 3 rtìacche harebbono vo-
,*, luto vedere un poco di esperienza ^jcomis il 3 poteva
,i volger qéeila^bte lenza «armadiiira') perchè tutte lie_,
3, altre cofV approvarono .? Altfqual ^difiderio fu favore-
,, vele la fortuna v perchè Uiavendo già voluto Bartolo*.
,v?meo Barbadori far far© una Cappella .Bri Santa Feli-
ji cita , et parlatone con Filippo , egli vi haveva meiTo
,, mano , et fatto voltare fenza armaduiia quella Cappel-
3i la ì che èaeilo'entrare in Chiefa* a manritta ,; dove-,
,j è-la pila dell'acqua fanta 3 pur di iiu& mano jtetfimil-
5) mente iri què^ dì né fece voltare un'altra imS.viacopo
,$ $opr' Arno per** Stiatta Ridoìfi allato alla Cappella dell'
}} Aitar maggiore : le quali furon cagione, che gli; fu da*
,5-to più credito , che alle parole ♦ Et così aflìeurati i
j-,"Confóli , et! gli ^Operai per lo fcratto \ 'et per Tiiope^
,V ra : che hàvevano veduta y gli allogarono la Cupola*
^facendolo Capo JMàefrro principale per partitoceli fa-
,i ve é Ma non glie he ìobbligarono'fé non' braccia Jdo-,
}$ dici d* altezza : dicendoli , che volevano vedere , co*
» me riufeiva 1* Opera ,;e;che riufeendo , come egli 1 di-
,jcevaloro ijs non; mancherebbono farli allogazione del,
if refto . Parve, cofa 1 ftraha a F#ippol il 1. vedére tanta
>,• ^durezza 9 et diffidenza ne* Confbli^]iét Operai , et le
„~ non fpffe flato, che fapfevay vche" èglii era fólp per.
,, condurla } non; ci harebbe meffo: mano j pur comeu
^«defiderofo eli coafeguire quella gloria ìytW p*efe., et
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lf'ài corfdudaHaffrne pferlettalment^ fi obfcJìgò » Jfu far*
% m copiare il fyo rfogikrdn £u un lì-broi, dove ih Brov-
^dvèdiróre. teneva i |])el>§t^ri 5£fit i Cledittóide li legnar,
^lairi #bt5kfe£ morderò cbn^jif^^ii^^«^^t<feqqfa^nd|Dljt
ip#$ f&ov;vlficme ; mede^mà .opelf partito i di ^fil^Jjt??pa-"
» ghe , che riavevamo fino allora: date; agli* altri Gàpi!
3*> Maefìri^ Sapmaife^ia allogazione fatta a BHippo per.
£ gii>: Ariceficif'4 et>!pe£:è! Cittadini i & chi pareli beiie ,,
>*:?k> li etdegli : £petffi©r/atfc,» etr> dtegl> itavidiofi ...,' Merlitre /
sltlche9É faceva: leiprovvifiénie per cominciare a murare ,
j^ fi deftò fu ,una fetta, fra Art%iatóir^ é*,Qittadin,i > et
yjc fateci e teila: al i ■:-fionfolityjjH5ii^gJfc Gpejai, jdirTonp 5| che
gtift-xra carfajija \ ^ofa^yi etì chèb unxJavoro iìmile a que-
9* «ito. non 'ékwma $&fctùtìffat& Bffttìì eoufiglip d* uri,, fiilo,
y^eovcheife eglino fuifinptiyi .d5.Uom.ipi tpBfm§&lki}Jfi&.v
»vm&:-jég\ixm'os ftave^bn©^ abbondanza « ifaria;dai perde»*
„ ! nàte ikmé ; Mai che nran pailava con hjon&rej dellaGiu,
&ith$ perchè venendo qualche difgraziaj dome nelle fab.
y, bricne fuole alcunac violta avvenite $ ?$>©jtevaiiq cedere.,,
y».:t>iafimati > come perfone $ iene troppo <gcan£oajjco Jiarc
y* veffino. fdatoratin folio* fenzà confiderete: Hdaijnp h
^e k-vergogna,che, aLpiibblicoì Bn potrebbe! trifuìtaie*
»V e cbiB }|>erò^ per affienare ili Énwm^iif^lippo. era be^
yjìiue. aggiugnerli ,BnM:oomp3gniói é Ere Lorenzo- Qhiher-,
ji tiiyenuto in, molto eredito ,,. per baveri igiè^ fattocelV
,«, ipenen2a ; ed fup £n$egÌno fi èlle; &or tè • ah Santo Gio-.
39rvannij, et che •,c'.,fi*flSs amato da eertr*; che molto poter
„ #a|lom^governo V; fi dimofttò aflkj chiaramente,* >per,,
poèhèMb vedereitantotierefeeré la gloria di FUippfo, fotTc
5}tto {fpezied -amore)! m di affezione) ver fa epeIla Fabbri-.
„iea i^: operaronor^dè .taaniera la^pteflo de* 0onfoli :m£\t
„ degHcQperai^ iene fui vinto fcom$&agnot cjit Filippoini
,$? i<judtar:0peraii Inq^uafota difpertazione ^etetmaràtudi^J
,iitne5fittrova^J.FiHpri^:,ìtó          Qudbljche havemno;fajt-x
;#t»tp glàìO|rerail,t>fi (aaiioCee dasfcjusfto c3 <chet fui per? fug-, »
i% ; giriti da TFiprenza rcéÈrie -uòntifilfii ftato Donato:net,
« jLnc4:dsfllauRpbbii^^chelio >cQnforia¥a)noiyera per ,ufcir
ib 'ti -                                                      » fuor
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41
5, fuor di fé . Veramente empia) et crudel rabbia è quel-
5, la di coloro , che accecati dalla invidia , pongono a
,, pericolo gli rionori, e le belle opere per la gara del-
,j la ambizione . Da loro certo non reftò che Filippo
,, non ifpezzafle i modelli , abbruciarle i difegni } et
„ in meno di mezza hora precipitarle tutta quella fati-
_,, ca j che haveva condotta in tanti anni . Gli Operai
,, fcufatifi prima con Filippo > lo confortarono a andare
JV innanzi , che lo inventore, et autore di tal Fabbrica,
j, era egli , et non altri . Ma tutta volta fecero a Loren-
j, zo il medefimo falario , che a Filippo. Fu feguitato
„ T opera con poca voglia di lui , conofcendo bavere
3, a durare le fatiche s che ei faceva , et poi havere a
„ dividere lo honore, et la fama a mezzo con Loren-*
39 zo . Pure mefìbiì in animo, che troverebbe modo, che
3, non durerebbe troppo in queft' Opera , andava fegui.
3, tando infieme con Lorenzo nel medefimo modo5 che
„ itava lo fcritto dato agli Operai .
3, Durò quefto tormento in fu gli occhi di Filippo per
„ fino al 1426. chiamando loro Lorenzo parimente, che
3, Filippo inventori, lo qual diiiurbo era tanto potente
33 nello animo di Filippo , che egli viveva con grandif-
3, rima paflìone • Fatte adunque varie 5 et nuove immagi-
3, nazioni , deliberò al tutto di levarcelo da torno, co-
33 nofcendo quanto e'valerle poco in quella Opera. Ha-
„ veva Filippo fatto voltare già intorno la Cupola fra
3, r una Volta , et T altra dodici braccia , et quivi ha*
3, vevano a mettervi fu le Catene di pietra , et di Jegno,
3, il che per eflere cofa difficile ne volle parlare coiu
,3 Lorenzo per tentare fé egli haverTe confiderato quefta
3, difficultà . Et trovollo tanto digiuno circa lo bave-
,, re penfato a tal cofa , che e' rifpofe 9 che la rimet-
,, teva in lui, come inventore . Piacque a Filippo Ja
3, rifpofta di Lorenzo , parendoli , che quefta furie La
,, via di farlo allontanare dall' Opera , et da fcoprire ,
,, che non era di quella intelligenza , che lo tenevano
j, gli amici fuoi, et il favore, che lo haveva melTo in
« quel luogo . Dopo, eiTendo gik fermi tutti i mura
Tom. VI.
                          F                        „ latori
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42
,-, ratori dell'Opera , afpettavano di dover cominciare
,, fopra le dodici braccia» et far le Volte, et incatenar-
„ le , effendofi cominciato a ftrignere la Cupola da foni.
„ mo , per lo che fare erano forzati fare i Ponti , ac-
„ ciò che i manovali , et muratori poteffino lavorare
3, fènza pericolo : attefo che la altezza era tale » che
5, Solamente guardando allo ingiù , faceva paura , et
„ sbigottimento a ogni ficuro animo . Stavafi dunque
35 da' Muratori , et dagli altri Maeftri ad afpettare il
3) modo della catena , et de* Ponti : né rifolvcndofi
33 niente , né per Lorenzo , uè per Filippo , nacque.*
„ una mormorazione fra i muratori , et gli altri mae-
sj ftri 3 non vedendo follecitare come prima; e perchè
to' effi , che povere perfone erano, vivevano fopra le loi*
,y braccia , et dubitavano, che riè all' uno , né air aU
,, tro baftaffe 1" animo d' andare più fu con queir ope-
3, ra ; il meglio che fapevano , et potevano 5 andavano
3, trattenendo^ per la Fabbrica » riftoppando » et ripu-
3, lendo tutto quello, che era murato fino allora . Una
3, mattina infra le altre Filippo non capitò al lavoro ,
t, et falciatori il capo entrò nel letto : et continuamen-
3V te gridando fi fece fcaldare taglieri , et panni con una
j, follecitudine grande > fingendo havere mal di fianco.
3, Intefo quefto i Maeftri , che ftavano afpettando 1' or-
>, dine di quel 3 che havevano a lavorare , dimandarono
*, a Lorenzo quel che bavevano a feguire: rifpofe, che
3, T ordine era di Filippo-j et che bifognava afpettare
„ lui. Fu chi gli diffe, eh non fai tu l'animo fuo ?
j, Sì 3 diiTe Lorenzo , ma non farei niente fenza elfo :
3, Et quefto lo diffe in efeufazione fua 3 che non ha-
3, vendo vitto il modello di Filippo 3 et non gli haven-
33 do mai dimandato, che ordine e* volerle tenere , per
33 non parer ignorante , ftavà fopra di fc nel parlare di
iSi quefta cofa , et rifpondeva tutte parole dubbie, maf-
*s fi inamente fapendo effe re in quefta Opera contro la
-j, volunrà di Filippo . Al quale durato già più di due
H giorni il male , et andato a vederlo il Provveditore
33 dell* Opera , et affai capi maeftti muratori, di con-
33 ti.
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43
,, tinuo li domandavano, che dicefle quello, che havevo-
„ no a fare : E egli , Voi havete Lorenzo > faccia uru
s, poco egli : Né altro fi poteva cavare : Laonde fenten-
j, dofi quefto , nacque parlamenti, et giudizi di biafimo
„ grandi fopra quefta Opera .• Chi diceva , che Filippo
», fi era melfo nel letto per il dolore , che non gli ba-
„ flava ;!'animo di voltarla , et che il pentiva d'eiTere
,, entrato in ballo , et i fuoi amici lo difendevano , di-
„ cendo ejTer, fé pure era il dispiacere* la villania dell*
„ riavergli dato Lorenzo per compagno. Ma che il
„ fuo era mal di fianco , caufato dal molto faticali]
j, per l'Opera. Così dunque romoreggiandofi, era fer-
j, reo il lavoro , et quali tutte le opere de' muratori ,
„ et fcarpellini fi ftavano , et mormorando contro a
,5 Lorenzo , dicevano , taira che* glie buono a tirare il
„ falario , ma a dare ordine che" fi Javoji nò, O fé
,, Filippo non ci fulfe , oh fé egli haveffi mal lungo, co-
,, me farebbe egli? Che colpa ;è la fua , fé egli ita ma-
,, le. Gli Operai viitofi in vergogna) per queiia pratica,
„ deliberorono d'andare a trovar Filippo: et arrivati,
„ confortatolo prima del male., gli dicono in quanto ài-
„ fordine fi trovava la Fabbrica, et in quanto travaglio
,) egli riaverle meflb il mal fuo . Per il che Filippo con
„ parole appaffionate, et dalla finzione del male , et dall'
„ amore dell'Opera , x>h non ci .è egli » diflTe, Lorenzo?
„ che non fa egli ? Oh mi maraviglio pur di voi . Allo-
5> ra gli rifpofono gli Operai ; e* non vuol far niente
5, fenza te ; Rifpofe loro Filippo, io farei ben io fenza
„ lui . La qual rifpofta argutiffima , et doppia ballò lo-
toA Et partiti , conobbono , che egli haveva male di
„ voler far folo. Mandarono dunque amici fuoi .a cavar-
„ lo del letto con intenzione ài levar Lorenzo dell* Ope»
h ra : et -così venuto Filippo in fu la Fabbrica, veden-
,) do lo sforzo del favore in Lorenzo, et che egli ha-
„ rebbe il falario fenza far fatica alcuna , pensò a un
„ altro modo per fcomarlo , et pubblicarlo interamen-
„ te per poco intendente in quel meftiere : et fece que-
„ ilo ragionamento agli Operai, prefente Lorenzo : Su
F 2                           „ gnori
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44
35 gnorì Operai, il tempo, che ci è preirato di vivere, fé
„ egli ftefle a pofta noftra , come il poter morire , non
», è dubbio alcuno , che molte cofe , che fi cominciano
*, refterebbono finite , dove elleno rimangono imperfet-
?» te : il mio accidente del male, che ho paffàto , poteva
}j tormi la vita, et fermare quefta Opera, però accioc-
,, che fé mai io più ammalarli , o Lorenzo, che Dio ne
5) lo guardi, pofìTa 1" uno, o l'altro feguitare la Aia parte,
„ ho penfato, che così come le Signorie Voftre ci han-
j, no divifo il falario, ci dividino ancora l'opera, accioc-
,, che fpronati dal mo/trare ognuno quel che sa, poiìa
„ ficuramenre acquietare honore , et utile apprefìb quefta
3, Repubblica . Sono adunque due cofe le difficili , che
„ al prefente fi hanno a mettere in opera , I' una è i pon-
,) ti, perchè i Muratori pollino murare, che hanno a fer-
„ vire dentro , et di fuora della Fabbrica , dove è ne-
,, cedano tener fu huomini , pietre , et calcina , et che
„ vi fi pofla tener fu la burbera da tirar pefi , et fimìli
,, altri frumenti, et P altra è la catena , che s'ha a rriet-
„ tere fopra le dodici braccia , che venga legando le ot»
5, to facce della Cupola , et incatenando la fabbrica ,
V, che tutto il pefo , che di fopra fi pone , Aringa , et
,, ferri di maniera , che non sforzi , o allarghi il pefo,
„ anzi egualmente tutto 1* Edifizio redi fopra di fé . Pi-
„ gli Lorenzo adunque una di quefte parte , quale egli
,, più facilmente creda efeguire , che io P altra , fenza
,, difftcultà mi proverò di condurre,acciò non fi perda.,
„ più tempo . Ciò udito fu forzato Lorenzo non ri-
„ cufare per■ 1' honore fuo uno di quefti lavori, et an-
,, cora che mal volentieri lo facerTe , fi rifolvè a pigliar
„ la catena, come cofa più facile, fidandofi nei configli
,, dei muratori , et in ricordarfi, che nella Volta di San
», Giovanni di Fiorenza era una catena di pietra, dalla
•5, quale poteva trarre parte, fé non tutto l'ordine . Et
*j, così l'uno in e fio mano a i Ponti , l'altro alla cate-
?, ria, P uno, e P altro finì . Erano i Ponti di Filippo
,) fatti con tanto ingegno, et induftria , che fu tenu-
#, to veramente in queilo il contrario di quello, che
» per
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*5
Vi per lo addietro moki fi erano immaginati , perchè
j, così ficuramente vi lavoravano i Maeftri, et tiravono
j, pefi , et vi ftavano ficuri, come fé nella piana terra
)} furfino j et ne rimafe i modelli di detti Ponti nell*
5, Opera . Fece Lorenzo in una delle otto facce la ca-
5, tena con grandiffima difficultà , et finita fu dagli O-
J} perai fatta vedere a Filippo , il quale non diife lo-
}, ro niente , ma con certi Amici fuoi ne ragionò, di-
3, cendo , che bifognava altra legatura, che quella , et
3, metterla per altro verfo, che non avevano fatto , et
?, che al pelo, che v* andava fopra non era fufficiente,
ji perchè non ftrigneva tanto, che fuffe a baftanza . Et
5, che la provinonej che fi dava a Lorenzo, era infìeme
5? con la catena , che egli haveva fatta murare gittata
,, via , Fu intefo l'umore di Filippo, et li fu commef-
,, fò , che ei moftralTe come fi harebbe a fare , che_»
j, tal catena adoperafie . Onde havendo egli già fatto
,, difegni, et modelli, fubito gli moitrò , e veduti dagli
j, Operai, et dagli altri Maeftri , fu conofciuto in che
„ errore erano cafcati per favorire Lorenzo , et volen-
,, do morrificare quefto errore , et inoltrare , che co-
„ nofcevano il buono , feciono Filippo Governatore, et
„ Capo a vita di tutta la Fabbrica , et che non fi fa-
j, ceife di cofa alcuna in quella Opera , fé non il vo-
,, ler fuo , et per inoltrare di riconofcerlo , li dono-
„ rono cento fiorini ftanziati per i Confoli, et Operai
5, fotto dì 13. d'Agofto 1423. per mano di Lorenzo
„ Pauli Notaio delT Opera a ufeita di Gherardo di
j, MelTer Filippo Corfini > et li feciono provvifione per
V> partito di fiorini cento 1* anno per fua provvifione.»
5, a vita . Così dato ordine a far camminare la Fabbri*
„ ca, la feguitava con tanta obbedienza, e, con tantìu
„ accuratezza , che non fi farebbe murata una pietra,
>, che non 1* havelTe voluta vedere . Dall' altra parte Lo-
j, renzo trovandoti vinto, et quafi Svergognato fu da'
,, fuoi Amici favorito, et aiutato talmente , che tirò il
„ falario , moftrandó , che non poteva elTere caffo per
>, infino a tre anni dipoi • Faceva Filippo di contino-
j> VO
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46
„ vo per ogni minima cofa difegnì > et modelli di Ca*
» ftelli da murare , et edi.fizi da tirar pe.fi . Ma non per
9, quefto restavano alcune Perfone malotiche, amici di
jì Lorenzo, di farlo difperare con tutto il dì farli mo-
j, delli contro per .concorrenza 5 in tanto, che ne fece
„ uno Maeftro Antonio da Verzelli , et altri Maeftn
„ favoriti , et melfo inanzi hora da quello Cittadino,
,, et hora da quell'altro .moftrando la volubilità loro,
5) il poco fa pere , et il .manco intendere , havendo iru
„ man le cofe perfette , e mettendo inanzi le imper-
,, fette, et difutili,. *>?*;• t. £rano già fermi i rotnori,
as et venuto tuttavia confiderando nel veder volgere tan-
5, to agevolmente quella fabbrica l'ingegno di Filippo,
„ et .fi teneva già ,.per quelli, che non Riavevano paflìpne,
j, lui haver mo.ftrato.quell5 animo ,xhe forfè nefluno Ar-
3, .chketto antico, ,o ^moderno nelle opere ipro haveva
n moftro > e .quefto nacque perchè egli cavò fuori il fuo
3, modello , nel quale furono vedute per ognuno le gran-
„; diflìme cqnfideiazioni ., che egli haveva immaginatori
„ nelle fcale , ne i lumi dentro , et fuori , che non fi
„ poterle percuotere jie i bui per le paure , et quanti
3, divelli appoggiatoi di ferri , che per falùre, dove era
33 la ertezza , erano pofte epn confi de razione ordinati >
*, oltra ?che .egli haveva per tfi.n penfato ai /erri per
33 £ar.e à Ponti di dentro ', fermai fi havefTe a lavorar.
„ vi , o mu.faico , o pitture ? et firn Urne me per havere
33„melTo ne'luoghi ;meno pericolofi le diftinzioni degli
3, Smaltitoi deir acque, dove elleno andavano .coperte,
„ et dove Scoperte , et feguitando con :©rdine; buche, et
», di vèr fi apertoi^ acciocché i venti fi rompeiTino > et
>3; i ya|>9ri infieme con i tremuoti non poteflìno fot no-
3, cumento , moftrò .quanto lo ftudio nel fuo itare a^
.,> Roma tanti anni gli haveffe giovato. Appreffo , con-
33 fiderando quello , che egli haveva fatto, nelle avir
„ gnature , incaftrature , et commettiture, et legazioni
f„ di pietre , faceva tremare , et temere a penfare , che
,3 un folo ingegno fuiTe capace di tanto, quanto era
,3 diventato quel di Filippo,, il quale di co.ntinuocreb.
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il
>5 be talmente, che nefluna cofa fu, quantunque diffici-
„ le , et afpra , la quale egli non rendetfè facile , et
,, piana; et lo molerò nel tirare i pefi, per via di con-
„ trappefi , et ruote , che un fol bue tirava quanto ha-
j, rebbono a pena tirato fei paia. Era già crefciuta la
„ fabbrica tanto alto , che era uno fconcio grandinimo
„ fililo , che uno vi era , innanzi fi venifle in terra , e*
„ molto tempo perdevano i maeftri nello andare a de-
5, fìnare , et bere , et gran difàgio per il caldo del gior-
„ no pativano . Fu adunque trovato da Filippo ordine,
3, che fi apritfero Ofterie nella Cupola, con le Cucinev
„ e vi fi vendefle il vino , et così Belluno fi partiva
„ dal lavoro , fé non la fera, il che fu a loro com-
„ modità , et ali* Opera utilità grandiflìmà, Era sì ere-
„ fcìuto T animo a Filippo , vedendo 1' opera camminar
,, forte , et riufeire con felicità, che di continuo fi afTa-
„ ticava, et egli ftefifo andava alle fornaci, dove fi fpia-
,, navano i mattoni, et voleva vedere la terra , et im-
,, pattarla , et cotti che erano, gli voleva feerre di fua
,, mano con fomma diligenza . Et nelle pietre j a gli
3, fcarpellini guardava fé vi era peli dentro, fé eran
„ dure , et dava loro i modelli delle ugnature , et
„ commettiture di legname , et di nera , così fatti di
„ rape , et così faceva de* ferramenti a* fabbri . Et tro-
fr-vò il modo de' gangheri col capo , et degli arpioni,
„ et facilitò molto 1* Architettura , la quale certamen-
„ te per lui fi ridufie a quella perfezione , che forfè»»
j, ella non fu mai appretto i Tofcani ; . . . . Reitava
ri a Filippo , vedendo già cominciare a chiudere le due
,, Volte verfo 1' occhio , dove haveva a cominciare la
„ lanterna ( fé bene egli haveva fatto a Roma » et in_*
„ Fiorenza più Modelli di terra, et di legno dell'uno,
„ et dell'altro , che non fi erano veduti ) a rifolverfi
,, finalmente quale e* volefie mettere in opera . Per il
5, che deliberatoli a terminare il Ballatoio , ne fece di-
„ verfi difegni, che nell' Opera rimafono dopo la mor-
ò te fua , i quali dalla trafeurataggine di que* Miniftri
« fono hoggi fmar/riti ; Et a* tempi noftri , perchè fi fi.
i, ni (Te,
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4?
» nifTe » fi fece un pezzo'dell' una delle otto facce > ma
& perchè difuniva da quell* ordine, per configlio di Mi-
,, chelagnolo Bonarroti fu difmeflb , et non feguitato.
,, Fece anco di Aia mano Filippo un Modello della
3, lanterna a otto facce, mifurato alla proporzione del-
v la Cupola , che nel vero per; invenzione , et varietà,
„, et ornato riufd molto bello v vi fece la fcala per fali-
}, re alla Palla i che» era cofa divina » ma perchè haveva
„ turato Filippo con un poco di leggio commelTo di
„ fono , dove 5'entra, nell'uno fé non egli fapeva la
,, falita . Et ancora che e* fufle lodato, et havefle già
„ abbattuto J* invidia, et T arroganza di molti , noru
,, potè però tenere nella veduta di quello modello , che
„ tutti i Maeftri, che erano in Fiorenza non 3fi met-
j, teflero a farne in diverfi modi , ,et fino a una Don-
,, na di Cafa Caddi ardì concorrere in giudìzio con
„ quello , che havea fatto Filippo> Egli nientedimeno
„ tuttavia fi rideva della altrui profunzione ,., Et fugli
„ detto da molti amici fuoi > che e* non dove (Te mo-
9, ftrare il modello fuo a nefluno Artefice , acciocché
ii eglino da quello non imparalTero. Et etto, rifpondeva
,, loro, che non era fé non un fojo il vero Modello,
,, et gli altri erano vani.. Alcuni altri Maeftri haveva-
„ no nel loro Modello pofto delle parti di quel di Fi-
9j lippe, a i ..quali, nel ^vederlo. Filippo diceva ; quefto
s, altro. Modello ,; cl\e; eoftui farà, farà il mio proprio .
„ Era da tutti infinitamente lodato , ma folo , non ci
j,r vedendo Ja, {alita per ire alla Palla , apponevano, che
„ furie difettofo . Oonclufero nondimeno gli Operai di
„ fargli allogazione di detta Opera , con patto però;
„ che moftrajTe loro la falita:; per il che Filippo levato
„ nel modello quel ,poco di legno , che era da baffo,
„ moftrò in un pilaftro la falita , che al prefente fi ve-
„ de , in forma di una cerbottana vota , et da una
„ banda un canale con flaffe di bronzo , dove l'uru
,, piede , e poi V aluo ponendo s' afeende in alto. Et
„ perchè non hebbe tempo di vita per la vecchiezza
» di poter tal lanterna veder finita, lafciò per teftamen*
,, to
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taf, che tal con\C ftava^il modello $>urat§ fiifTc >?ct
„ còme haveva pofiò in iterino": altrimenti proteftàvaf
), che la, Fa,bJbri<;aj ruberebbe » .effendo vo^ta f in quarto
„ acuto > che havevà bilbgnO , chWil pelò1 là caricafTeper
,, farla più forte, il quale edilìzio non potè egli innanzi
j, la morte fua veder finito , ma sì bene tiratone tu
„ parecchi braccia , Fece bene lavorare , et condurrti
„ quafi tutti i marmi , che vi andavano ., de* quali nel
„ vederli Condotti » i popoli ftupivaiio} cRe fu (Te poffi-
,y. bile , che egli volelTe i che tanto pefo andane ("opra
jV '«quella Volta , Et era opinione di molti inoegnofi,
„ che ella non fuffe per reggere , et pareva loro una-.
39 gran ventura) che egli 1* havetfe condotta in fin qui-
3) vi, et che egli era u«i tentare Dio » a caricarla sì
„ forte. Filippo fempre fé ne rife } et prepaiate t»tte
„ le macchine j et tutti gli ordigni, che riavevano a ier-
3, vire a murarla , non perfe mai tempo con la men«
„ te di antivedere j preparare, gt provvedere a tutte le
33 minuterie > ?>
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L E Z »ff«.H>^ftMroS £ - V.
^ ^iVARf? FACCIALE DI S. MARIA DfeL FIORE,
i* * U>Ì .'i ! r ;.. 1 '.' ,1
■■':.y:.ìVHÌ itì>:; :>*,;* ,.
E le pareti delle Fiorem-me-tCkìefe par-
lar poteilero * io fon d' avvifo , che
igraviffime querele noi udiremmo , non
già per le irriverenze , e profanazio-
ni > efiendó do jteftimonio della divo-
zione*, e deh filenzio de* Fiorentini ne*
loro Templi : :e,i lamenti per. vero dire
farebbero , perchè trovanfi efle mutilate o nelle antiche
Navate , come San Pier Skb.ex aggio h o tronche nelle».
Crociere, come S. Iacopo tra' Foflì ; altre poi fi quere-
perebbero , che prima dipinte a frefco , inoggi veggionfi
imbiancate colla perdita di pregevoli dipinture , difgra-
zia addivenuta a Santa Croce , a San Marco , a Santo
Romolo > e a Sant* Appollinare . Inoltre piangerebbero
alcune d' efiere itale fpogliate di Marmi , di Statue,
e di Colonne, come Santa Maria del Fiore nella fua
lodatiffima , ed ornatiffima Facciata di fomiglianti pregj
già arricchita da Giotto, ma pofcia totalmente demoli-
ta , e perchè queita non fu 1*;unica deplorabile vicen-
da , che forTrìeilà Facciata, nella ^preferite Lezione im-
prenderò a d|trtie una éfarta iitoria colli guida di que*
Pittori, che in di ve i= fé maniere ci hanno ritratto il Duo*
ino, ed eziandio di quegli Scrittori , che ne hanno fa-
vellato . E però facendomi da' Pittori , dir fi vuole,
che un* immagine né'fece Simone Menimi Sanefe nel
Capitolo di Santa Maria Novella } ma avendola elfo di-
segnata di fianco , appena fi difcemcno della Facciata le
Guglie, che fono fui frontefpizio. Nella Chiefa di Santa
Croce , altro difegno avvene , fatto da un antico Pittore a
me ignoto, e la rapprefentò, come dovea eflerc, fecon-
do
P*
-ocr page 69-
do ftmoddfo'fàrGrotto pcKe tfon la fini*; il folo Ber-
nardino Pdccecti in una lanetta del primo Chìoftro dj
San Marco là1*colorì! fedelmente., cioè in Quello irato ^
che lafcioila il detto GiottoQ vale a dire , mancante ài
due terzi , che non fi pensò mai a terminarli i Quelli,
che ne hanno fcritto , fono Stefano* Rovelli , Leopoldo
del Migliore , il Signor Gioì Bati#a Clemente Nelli tìu,-
diofiflìmo dell' Architettura 5 é degno Figlio del Sena-
tor Nelli Provvedi torc dell' Opfera :dr S. Maria dei Fiore j e
parecchi altri Autori di Diarj fcritti a penna > giufta i
quali è d' uopo dire , che moltiplici fieno irate le Fae-
ciate , che in varj tempi ha avuto, Santa Mari$ del Fio-
re 4 e che io per torre ogni confusone , qui deferivo
con ordine Cronologico:;:
         nh-< -ìimi ; iiinìì
^ li. E primieramentef èda faperfi, ( ehe giurìa: Leo-i
poldo del Migliore^> e *onformémenjfei:ad; un difegne»,
che tra molti confervafi dalla Famiglia Scarlatti in un
libro contenente molte notìzie delle Chiefe Fiorentine f la
ptima Facciata di rSanta Maria del-Fiore doveaerTere in-
cìhoftata di marini di quei icolori ileflìvei%ure * che? ador-
nano da tutt'i' lati jl rimanente) d$idjHfuoxi di quefta
Chiefa ,vi fi vedevano fin eiì refi unghe* e erette ,,^ »negli
ornamenti ,.iti frontefpizi fomiglianciflìtne a&Ie laterali^ ,
corrifpondendo un occhio in alto a ciafeuna delle trer Por-
te verfo Ponente con oraatiffimefineitire limili alle laterali:
ed Arnolfo in tal guifa aveva volitai la facciata iper ragione
delia uniformità a tutta la • mole efteriore y che tanto diietta,
1* occhioved eziandio regolò coshilrfuo modello per nn
graviffimo motivo noto a. lui */blamente , e che pofeia
riferiremo • e così la Facciata a mifura ,j che cresce-
va la Fabbrica delle navate ? andava alzandoli, come ve-
defi nel fegnenre modello , Si morì frattanto Arnolfo,
cui fuecedè > Ciotto nella fopnantendenza^ dell'Opera »,:
uomo fornito di falere fenza dubbio affai maggiore
del fuo Anteceifore, e però formò ifubito.il .gran, con-
cetto di rinnovare la Facciata} iìcthè per le Statue ,
Colonne» Rilievi} Nicchie} e Logge , elfa aceompagnaf-
fe piutteiìo il bello, e ricco Campanile* che; 4'citeriore
«i& a
                              G 2                                edi-
-ocr page 70-
Jicciatw di S.J^larìa del Datore vrincipudcL da Arnolfo prima, di, atidlcu di Jtofto
"-.
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5*
edilìzio della iGhielal. Mèi gli fu cdifiicilePf ottener ne 1\
approvazione da' Signóri ,s^avvegnaché altro la Repub-
blica non ambiva, fé non di accrefeere alla Cattedrale
fempre nuove maraviglie . Onde nell* anno-13(34. atter»
rati i marmi d* Arnolfo, egli diede incominciamento al
cUiegno di sì mirabile Facciata . E poiché niun vefti-
gip.,ci è rimafo in piedi di si commendato lavoro,
fuorichè un rame in foglio , mi piace di qui ravvia
varia » col, riportarne la deferizione, che mi fono av-
venuto a trovare nella raccolta delle Scritture , che_»
fece il Rondinella e fono preflfo i Signori Scarlatti „ Era,
„ la Facciata con architettura Tedefca tirata fu, condol-
uta quali fai mezzo,; tutta piena, di belliflìme nicchie de-
„ fìinate per Statue , che ne'tempi poiteriòri fìandaro*.
)r no! collocando , parte eranoidei famofo Donatello, e
„, parte da altri Scultori artificio fa mente lavorate , corL. 1
„ belliffimo ordine difpofte, e feompartite , vi fi vede-
„ vano alcune Cappelle fparfe , divife , e foitenute da
„ belliffiine , e variate colonne, altre lifee , e altre
,r attortigliate , talmente? eli e la varietà de* marmi , de'
„ porfidi i e la diverfità delle Statue^ e delle colonne fa-
,,; eeva una molto ricca apparenza , e con maeftà em-
,,. piva.> la vifta :def riguardanti . Era la Porta principa* «
,, le me (fa in mezzo da' quattro Evangelifti a federe in
„ quattro nicchie di marmo grandi , e affai maggiori
„ del naturale y i qualiifurono, pofeia collocati nell<tj »
„ quattro Cappelle della Tiibunadel Sagramento. Sopra >
,, la detta Porta veniva una vaga, e bella Cappelletta , {
,,f nella quale era un'Immagine di noftra Donna di
„ marmo a federe con, Crirìo piccolo , che con bella
„ grazia le fedeva fopra un ginocchio , et ella aveva gli
3, occhi lucenti, che parevano veri , perchè erano di
5, vetro , ed era mefla in mezzo.da una Statua di rSan
5, ZanpbH è da un'altra di Santa Reparata, e due bel-
>, Ultimi Angioli aprivano un padiglione, che di panno
,, appariva , fé bene era di marmo . Sopra la Porta, che
„ è allato alla principale dalla finifìra mano all'entra-
„ xe di verfo alla Via de'Martelli, in altra Cappella
i
                                  3                            „ era
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n
}> era fcolpita la Natività di Nóftro Signote con molte
,, figure di Paftori , e di Animali . Sopra all'altra Por-
,t ta j che è di verfo al Campanile, era con molte
), Statue rapprefentato il Tranfito di Maria , la quale
j» fi vedeva morta giacere , e Crifio , che 1* Anima di
,5 lei {erettamente teneva in braccio, e rutti gli Apoftó-
,, li, che circondavano il corpo morta. E per tutta là
5j detta Facciata tra le molte Statue, che vi erano., altre
,5 rapprefentavaiìo alcuni Santi dèlia Ghiefa, come Santo
3Ì Stefano, San Lorenzo , San Girolamo, Sant* Ambro*-
,, gio , et altri fimili . Altre dimoftravano V effigie d*
„ Uomini illuftri di quei tempi, e tra quefte eravi quel*
„ la di Papa Bonifazio Vili, a federe col Regno Pa-
n pale in tetta , in mezzo a due Diaconi parati 9 e_*
ìi rùtt . Eravi parimente la Statua di MefTer Farinata
,, degli Uberti , che nel Gonfiglio de i Ghibellini ten-
j, ne egli folo > che Firenze non fofie diftrutta , ficeo-
j, me ancora eravi la Statua di Coluccio Salutati , di
j, Giannozzo Manetti , del Poggi , e così molte altre
„ fimili ; Che fé la detta facciata fi foiTe condotta alla
,j fua perfezione, farebbe fiata degna faccia della flu-'
,, penda Fabbrica di quel Tempio, né punto inferio-
,| re alla magnificenza del reitante di queiredifizio,, Sin
qui la relazione ioprariferita pretto il Rondinelli , la
quale oltre ad eflere affai fcarfa , può recare in chi
legge non poche dubbiezze , e però io vi fatò le fé*
glienti oflervazioni.'
III. E in primo luogo notar mi giova , che fé nel-
la fuddetta Relazione tra le Statue fi fa menzione di
Perfonaggi viffuti affai pofteriormente all' età di Giotto , e
di alcune Statue , che lavoro furono di valenti Artefici dei
fecolo XV. convien dire, che fi andaifero tali fimulacri fa»
cendo di mano in mano, e per provvigione della Repub»
blica foflero collocati nella terza loggia , o fia terzo or*
dine della facciata , ficcome quelle tra le Porte certa-
mente fono opera del bravo Donatello , onde fa^
meftieri di credere 5 che le antiche fofiero levate via ,
per restituirvi quelle di maggior pregio degli Artefici >
« **<$ it                                                                                                           e ne
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che vennero dopa ,; come il Suddetto Donatello* Iacopo,
della Quercia , Filippo Brunelkfco > e Lorenzo Gfeiberti,,
i quali cjondujfwo, al dir delVaiali» le fcui ture ^ ed altre.
Opere
, che fecero dì maniera x che conobb^m>■ :ì -Po-poli iru
quanto errore eglino erano flati infra a quel tempo , aven-
do ritrovata quefti con l' opere laro
,quel/a- mirtit% che*
era molti > e molti anni flatanafeofa,.
,.1che Andrea Pi-
fano molto vi lavor^aile;.» jeei io* sicura Jl predetto Vafa*
li nella Vùa di lui % con le Seguenti parole „ Fu ri-».
„ cerco con iitanza grandiffima di venire a lavorare a
,, Firenze per 1* Opera di Santa Maria dei Fiore , che a-
„ veva ( effendofi cominciata la Facciata dinanzi delle tre
j, Porte ) care/iia di Maeftri, che faceflero le Storie, che
n Giotto aveadifegnato nel principio di detta Fabbrica •
„ Si condurle adunque Andrea a Firenze in fervigio dell'
5, Opera .detta » e perchè desideravano in quel tempo i
n Fiorentini renderli .benevolo, e amico il Papa Bonifa*
„ zio Vili, che allora era fommo Pontefice della Chiefa
„ di Dio, vollono, che innanzi ad ogni altra cofa Andrea
„ faceile ,di marmo * e .ri trae (Te di naturale detto Ponte-,
».tfìce.« laonde mefib mano ali* Opera , non retto che,
5, non ebbe finita la figura, d3 un Papa > ed un San Pietro
,, e un San, Paolo , ,c;he lo mettono in mezzo , le quali
„j:re figure furono pofte, e fono nella facciata di Santa
„ Maria .del Fiore.. Facendo poi Andrea per la Porta
„ del mezzo di detta Cliiefa in alcuni Tabernacoli , o ve*
„ ro Nicchie certe figurine di Profèti , fi vide , che e-
,, gli àvea recato gran miglioramento aJI* Arte> e^che a-
„ ivanzava in èontà 3 e difegno tutti coloro, che infino
ii allora avevano lavorato per la detta Fabbrica . Onde
,v fu nfoluto , che tutti i fudderti lavori d'importanza fi
„ deflbno a fate a lui, e non ad altri , perchè non mol-
,jjto dopo gli furono date a fare le quattro Statue de*
„ principali Dottori delia Chiefa San Girolamo j S. Atn-
,4 brogio , S. Agallino, e S. Gregorio, et finite quefie^
„ che gli acquiftarono,grazia, e fama appreiFo gli Ope*
„ rai , anzi eppreifo tutta la Città , gli furono date a fa-'
>.> re due altre figure di marmo della medefirna grandez-
• .3                                                                                                    )j za >
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,y za * che furono ii Santo Stefano > é San Lorenzo , che
t, fónò> nella detta Facciata di Santa Maria del Fiore in
„ full* ultime cantonate i „ Sin qui il Va fari, cui per-
doniamo lb sbaglio nello feri vere che fece della Statua
di Bonifazio Vili, dicendo, che i Fiorentini volevano te-
nerli amico quefto Pontefice, che per altro era morto nel
igog. dicafi piuttoflo, che IL dettoAndrea fece la Statua
di Bonifazio , in grazia d* edere flato un Papa amico
de* Guelfi.
                                j^ìl \\ -.ili >.,
IV. E ritornando al difegno di Giotto, che ho do-
vuto diligentemente rifcontrare nella pittura della pare-
te a mezzo giorno di Santa Croce , avvertali che tra le
Porte della medefima Facciata -non folo eranvi le quattro
Nicchie de i Sacri Evangelifli , ma fopra di efle pur tra
le Porte venivano in fimiglianti Nicchie i quattro Dot-
tori della Chiefa foprannominati dal Vafari, ficcome alla
freda altezza snelle cantonate eratìvi le Statue di Davide ,
e di Ezecchia , che inoggi nella Chiefa fanno le veci di
due Apoftoli . Devefì pure illuftrare altro punto 5 qual'è
circa le quattro Statue , che ora fono tra le verzure dei
Lecci predo i Vivai fuori della Porta Romana , le quali
dal Volgo fi fpacciano per quattro Santi della fuddetta
Facciata, ivi trasferiti a far da altrettanti Poeti, metà-
morfofi che farebbe fiata degna di biafimo, quando fofle
ella vera. Ma per difcernerne la falfità , ricordili il Leg-
gitore , che fopra fi dilfe , come nel terzo ordine difegna-
to da Giotto erano desinati i Simolacri de'Cittadini fa.»
mofi o in lettere , o in arme , quindi facilmente andrà
perfuafo , che tra eflì vi fodero anche i Poeti Fiorentini
traslatati appiè del Poggio Imperiale nell* anno della de-
molizione della Facciata , che pofcia riferiremo.
* V^ E così dileguata quella erronea opinione , fco-
priamo ora la vera cagione, per cui non fi terminò mai
il difegno di Giotto , e di sì bella, e vera notizia ne
debbo grado a Raffaello Curradi infigneScultore , ed Ar-
chitetto i come lo fanno conofcere chiaramente tutte le
opere del fuo fcarpello , e che poi veftì V abito de* Cap-
puccini col nome di Fra Giovanni da Firenze. Egli a-
dun-
^
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«
dunque invitato dà Ferdinando IL come tanti altri nktn
chitettì a fate un modello di facciata alla Chiefa di San-,
ta Maria del Fiore ,' prefentò il *fuo , ed infiememente
una dotta , £ chiara Spiegazione dei fuo nobil concetta
in alcuni fogli rimafi poi f>re{fo il Rondinelli, ne* qua-
li dando sragione, perchè -nelle altezze non -poneva fé non
dodici puttini j dice come aippreflbjj La. muraglia della
ft Facciata della Chiefa >dr Santa Maria del Fiore nel-
j, la fua grolTezza fi alza formando un angolo acuto »
}5 che però non è xla nwavigliarfi fé Giotto, e Andrea
jj Pifano » che cominciarono la Facciata non la tiraro-
5) no a fine , perchè ebbero paura, che il carico dei mar>
„ mi j e delle Statue di Sopra non traboccaci innanzi,
&
mediante la debolezza .del muro , che pertanto fi è
r* da me avvertito: nel ntio difegno *, JEd ècco trovata
la propria cagione j per la quale atterriti i bravi Archi»
tetti tacciarono imperfetta 4* idea di Giotto , fenza avea:
da accufare il dettino de'Fiorentini di aver molte beU
le Fabbriche principiate , e non finite ; Debbo però qui
dar la meritata lode al foprallodato Sig. Gio. Batifta
Clemente *Melli, il quale nella fua commendatiiTima Ca-
perà della defcrizione del medefimo Duomo, tra i bel-
liflìmi rami ci lia dato anche quello della Facciata fat.
ta da Giotto , cavato da un antico modello nel!' Opera*
VI. Quefta Facciata di Giotto però , benché non
compita , durò a ilare in piedi , ed a rifenotere la fua
lode fino all' anno 1588,. quando adì 22.. di Gennaio
fi principiò a disfare , & mandare a terra per opera , e
configlio dei Provveditore Benedetto Uguccioni, il qua-
le vigilantHEmo pel decoro «della Cattedrale avea fatto
finire d* incroftraie di marmo le due Facciate di fian-
co deftro, e ifiniilro fino al tetto , e maffimamente il
fianco 1 ohe rifguarda verfo la Tramontana dove la pa-
rete poco più che mezfca era veftita marmi, né pic-
col merito fi cja acquietato prelfo Firenze con tale bcL-
la reiìaurazione , ma V ebbe a perder tutto col man-
dare a terra 4a Facciata ài Ciotto , lufingandofi di ri-
farla fecondo il guilo de' moderni Architetti y e fpecial-
*au
                                                                        men-«
f
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utente confidatofi fulle parole 'di, Bernardo Buontalenii
Ingegnere del Granduca } e Uomo di fommo valore^
ne.ll' Architettura . Avutone pertanto il confenfo dal
Granduca Francefco , s' ingegnò d' efeguire il pensiero
con quanta maggiore pre&ezza fi poteva , e volendo an-
cora far tal cola eolla minore fpefa poflìbile , chiamò a
fé molti Gapimaeftri, e loro propoita la demolizione della"
Facciata fi dichiarò , che a quello fi darebbe quefìa impre-
fa , che per minor prezzo fi offeriva di farla > Varie-,
furono le offerte , e la minore fra tutte fu di chi prò-
mife di disfare la Facciata per feudi 225. e a lui ri-
mafe T imprefa fopraddetta * Ma come fi portaffe detto
Imprefario in quefto affare) mi piace^ che lo ravvifia-
mo da un ricordo a penna, che confervafi tra le Scrit-
ture fopraceennate dei Rondioelli, che dice conxe ap-
prendo 5J Si /dette principio il idi 12. di Gennaio del
j, 1588. nel che fare non fi falvò altro che le Statue
„ tutte calate giù , prima che fi cominciaffe a rovinare»
}) quattro delle quali furono meffe. dentro nella Navo,
5; della Chiefa in cambio di quattro Apofioli di mar-
jj mo , che mancavano al numero di dodici, ed il re?
j, fiante furono tutte portate nell'Opera j e dipoi fi defc^
3; te principio a rovinare, Spezzando, e rompendo queff
j> marmi tanto ben lavorati , fenza alcun riguardo, tal-
jj che non vi fu marmo alcuno j che fi cavaffe intero,
5j fino alle colonne ideile furono /pezzate , che fu nel
„ vero un compafiìonevole fpettacolo^ principalmente
,jj nel rovinare la detta Facciata, e fecondar iamen te nel-'
», lo fpezzare quei be'marmi } e porfidi con tanto ar-
jj tifizio lavorati , che fé pure almeno fi fuffino leva»
,j ti interi, avrebbono potuto fervire per ornamento di
„ molti altri luoghi con utilità dell' Òpera , che gli a-
„ vrebbe potuti vendere qualche centinaio di feudi. Era
,, la fabbrica di detta Facciata murata con una calci-
jj■ na tanto forte, e tenace, che avea fatta una sì fal-
„ da prefa, che nel rovinarla fu difficile, come fé il tut-!
j> to fofle fiato di un pezzo folo , la qua! cofa accre*
» fceva il difpiacere , che ciafeuno fentiva, nel veder rp-
1*0m. VL
                           H                       « vinare
*
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À vinare cofa sì bella > che molti furono, a' quali noju
» pativa l'animo di veder rompere tanto fgraziatamen-
ii te ejue* marmi ec» „
'VII. Ad impedire però un finiftro concetto, che
far potrebbe!! da un fimil racconto, in pregiudizio del
buon nome del foprannominato Provveditore, notare io
debbo , che il Granduca Francefco Principe di alto
affare , e che avea quella ottima indole , e lodevole in-
clinazione ereditata da Cofimo fuo Padre in accrefcere
ornamento alla Città , è matìime alla Cattedrale , egli
fu, che volle ridurre la Facciata alla moderna, avendo
a tal fine ordinato a parecchi Architetti di far ciafcu»
no un difegno, con ànimo di adoperare quello, che folTe
itató giudicato il migliore , ma pfevaluti emendo quello
di Giovannantonio Dofi , e quello ài Bernardo Buon-
talenti , nacque in Corte sì fòrte impegnò , e contra-
ttò tra chi cercava di preferire il valore dell' uno a i
meriti dell' altro , che frattanto fi morì il Granduca ,
ed i fucceiTori Ferdinando I. e Cofimo II, occupati da
gravi accidenti , la facciata fino al i6$6. reftò imper-
fetta ì o Avvero deforme > come può òffervarfi nel Ra-
me) che Leopoldo del Migliòre ha rneflb iti fronte del-
la (ha Firenze Illuftfàta > ed il medèfitno fcrive alla pag.
13. che fi principiò la Facciata nuova col difegno deli*
Accademia , mal èfeguito dal Pieratti, fenza additarci il
tempo, ed il Granduca , che la ordina ; ma l'uno, e 1'
altro ce lo lafciò notato il Vèrzohi da Prato nel primo
Tomo dei fuOi Diarj mànofèritti còsi >, 16. Ottobre.*
,, i6$6* in quefto giórno per ordine del Granduca Fer-
ii dinando IL da Mohfignoi- Vicariò Generale dell* Arcu
,i vefcòvò Piero Niccolini fu benedetta la prima pietra >
„ che dovea metterti nella nuova Facciata di Santa Ma-
5) ria dal Fiore in aflenza dell' Arcivescovo, e dopo la,.
jj> benedizione dal detto Principe fu gettata la pietra ne*
,, fondamenti ,, Ma non dimoftrandofi il pubblico con-
tento di tal lavoro , quello retto fòfpeib , fino alle.»
nozze dei Gràri Principe Cofimo celebrateli nel 1661.
adì io. di Giugno , nella quale occafione dovendoti
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%9
adornare il Duomo , fi fece una facciata a profpettiva ,
dipinta in tela , ed appiccata alla muraglia, che pofcÌ3 vi
fi lafciò ftare fino a tanto, che da un vento gagliardo
ftrappata cadde in fulla Piazza . E giacché io mi fono
avvenuto a trovarne uno sbozzo defcritto dal Rondi-
nelli , che morì a* 30. di Gennaio del 1664. e fé non
fono forte ingannato, direi» che l'idea folle opera di
sì erudito Gentiluomo , il quale volendo applaudere al-
la Spofa Margherìra Luifa di Borbone figliuola di Gio:
Batifta Gavone Duca di Orleans , diiìnbuì opportuna-
mente nella pofticcia facciata in tre ordini Statue, Me-
daglioni , e rilievi allufivi alla Nazion Franzefe, e fono
ì feguenti „ Tra* Rilievi la Colomba , che porta la San-
,, ta Ampolla a Clodoveo, Carlo Magno, che riedifica
„ Firenze > il medefimo , che edifica la Chiefa di S. Apo-
„ Itolo, S. Zanobi , che rifufcita il Giovanetto Franzefe,
„ Gherardo Vefcovo di Firenze creduto Franzefe , ed
,, eletto Papa col nome di Niccolò II. Tra le figure ve-
„ deanfi San Lodovico Re , S. Dionifio primo Vefcovo
„ di Parigi, S* Lodovico Vefcovo di Tolofa, Santa Cro-
tilde , Santa Rudegunda Regina , e Santa Geuovefa Ver-
„ gine , S. Germano Vefcovo ài Parigi, il Conte Eieaza*
„ ro : Ed i Medaglioni rapprefentavano S. Erunone , eh?
„ fondò la Certofa , S. Ignazio di Loiola , che princi-
„ piò in Parigi il fuo Ordine , S. Aniano Vefcovo di
„ Orleans , e San Lupo Vefcovo Senonenfe . „
Vili- Rimane ora da ragionare dell* ultima vicenda di
quefta Facciata feguita nel 168$. per occafione fami-
gliarne alla predetta , imperciocché afpettandofi la Se-
reniflìma Principeifa di Baviera dichiarata Spofa del Gran
Principe Ferdinando , il Granduca Coilmo III. chiamò
da Bologna una Compagnia di bravi Pittori , affine che
coioriflero la Facciata col difegno , che di predente vi
fi vede , e dal Diario della Magliabechiana ne riporto
alcune notizie come appi-elfo : „
,, Adì 3* d' Agollo del i<583. fi cominciò a fare i
„ ponti alla facciata di Santa Maria del Fiore per unir-
1, la di mattoni > e poi dipignerla in occafione delle Noz»
■.-■«                                      . H 2                                           » ze
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6o
„ ze del noftro Gran Principe » e fu Capomaeiìro dek
» la Fabbrica Giovanni Ghelardelli.
„ Adì 12. di Ottobre falirono per la prima volta fo-
3> pra i ponti i dieci Pittori Bologne!! per dipignere la
„ Facciata del Duomo coli* Architettura di Ercole Gra-
j, ziani.
>, Adì 15. Dicembre reftò finita la Pittura della Fac-
3, data del Duomo 3 dipinta da Bartolommeo Veronefi,
5> e Compagni , e furono levati tutti i ponti , e ftili,
3, che aveano fervito a tal effetto . „
IX.  Ma venendo alla particolar deferizione ài que-
lla Facciata , che per altro non è molto ricca di figure,
ofTerveremo fulle Porte tre gran quadri rapprefentanti
i tre Concilj celebrati in diverfì tempi in Firenze da
tre fonimi Pontefici. Il più antico.?che fu fatto nel 1055,
da Papa Vittorio II. fu colorito fulla porta laterale a
manritta. Sulla finiftra Porta è figurata la Sacra Aflem-
blea di Vefcovi 349. radunati da Papa Pafquale IL nel
1106. lì terzo Concilio , la cui Storia , e ifcrizione è
delineata fopra la Porta maggiore, è quel famofo Con-
cilio Ecumenico de' Greci , e Latini Padri fotto Eugenio
IV. nel 1439. come leggeremo nella Lezione XVI. L'
Architettura di querta profpettiva è d' ordine Corinto,
ne i pilartri , neir architrave , fregio , e cornicione ; Tre
grandi occhi vi fi veggono , che illuminano le Nava-
te , 1' arme de' Granduchi è collocata fopra 1* occhio ài
mezzo, che ai lati ha due grandi figure rapprefentanti
la Carità, e la Religione.
                                               h
X.   E nient* altro recandomi da ragionare circa.,
le vicende riguardanti la Facciata di Santa Maria del
Fiore , qui per fine ricorderò , che tra i difegni della
detta Cattedrale fatti incidere nobilmente in rame dal
predetto Sig. Gio: Bati/ta Clemente Nelli, fi trova, la
veduta della prefente Facciata dipinta a frefeo , la qua-
le , fé piacque a taluno, in maniera che fece opera pref-
fo il Granduca Gofimo III. perchè ella fi vederle ridotta
in marmo , io però non fo come farebbe irata ricevu-
ta ) conciofiachè in fimjle lavoro ai più bravi Archi*
à A                               tetti
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6>i
tetti due cofe fempré fieno fiate di fuggezione*, anziché
eli* fpavento , e fono il vederfi a* fianchi il maraviglio-
fo Campanile , e al ridotto la gran mole della Chiefa >
alle quali cofe , chiunque farà r autore dr una nuova
Facciata , fa d' uopo che ben rifletta , prima che pon-
ga la mano al fuo modello . Quindi io fofpetto , che
uno de' principali motivi , pe* quali tanti fuperbi dife-
gni di quefia Facciata inutili veggionfi ncll' Opera , e
altrove , ila appunto, perchè dai Savj giudicati furo-
no alTai difeordanti dalla efteriore architettura della Chie-
fa, e della Torre. Edi nomi dei principali Autori dei
predetti difegni fono D. Gio^ de* Medici , Bernardo
Buontalenti , Giambologna , Gio: Antonio Doli, Ghe-
rardo Silvani , Lodovico Cigoli , Raffaello Curradi .
Altro trovafi nominato nei Libri del Capitolo , e fu
il Canonico Fiorentino > ed Architetto MeiTer Carlo
di Amerigo Benci.
ì!
; \ (
B.,
LE-
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LEZIONE
VI.
DESCRIZIONE DEL CAMPANILE.
X. :3T*~\^~i"'^?"*SÌÉ
wTm
Oltilfime fono le maraviglie , che dalla
fama fi celebrano fparfe per il Mon-
do , non e (Tendavi forfè Provincia , che
non ne vanti qualcuna . Niuna però
quanto i Fiorentini , fé preftiarn fede
ad un loro Proverbio > che dice quat.
tro efier le maraviglie delia Tofcana,
cioè quattro Torri , una neir acqua , la feconda per
aria, in terra la terza, e la quarta quella, che ferapre
inclinata eiTendo ^ pure non mai cade , e fono il Mar-
zocco di Livorno fondato in Mare da* Pifani, la Tor-
re del Palazzo vecchio di Firenze, che retta da bec-
catelli fermati fulla cima del Palazzo, pare che ftia per
aria , la terza è il Campanile di Fifa pendente braccia ki,
e mezzo, che da tanti fecoli fi vede in piedi, e finalmente
la quarta maraviglia è te Torre di Santa Maria del
Fiore più di ogni altra maravigiiofa , o fi voglia per
la fua altezza , o per la vaghezza de' marmi , o per la
varietà delle Statue , o per la moltitudine delle Storie.,
Scolpite in baffi rilievi nelle quattro facciate di effe.
Ed .appunto tale fu il concerto della Repubblica Fio-
xentina , allorché ne ordinò a Giotto il modello colla
Provvifione del 1314. che riporta il Migliore a pagi-
na 56. come apprellò „ Si vuole, che fuperata l'intel-
„ Vigenza etiam di chi folTe atto a darne giudizio , fi
j, coitituifea un edificio così magnifico , che per altcz-
„ za , e qualità del lavoro venga a fuperare tanti, quan-
j, ti in quel genere ne follerò flati fatti da* Greci , e
„ da* Romani ne* tempi della loro più florida poten-
a za • 3}
t !                                                                 II. Con-
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6*
II. Conformatoli adunque a sì bella idea del Pub-
blico il bravo Architetto, fi venne alla benedizione del-
la prima pietra nello iieflb ann» adì 28. di Luglio, e
le folenni cerimonie notate da'noftri Storiografi in tale
occatìone fono le feguenti . „ Si fece dal Clero , e da
„ tutti gli Ordini Regolari in detto giorno una divotifli-
j, ma proceflìone , dopo la quale adunati nella Piazza
,, di San Giovanni il Gonfaloniere di Giuftizia Mafo
„ Valori, co' Priori » e Magiftiati , dal Vefcovo France-
„ fco Salveftri da Cingoli fu benedetta la pietra> pre*
>, fente F Arcivefcovo di Pifa Fra Simone Salterelli}
„ che fuggito di Pifa abitava tra* fuoi Frati in Santa
,, Maria Novella , ed infieme colla pietra ne* fondamene
„ ti furon gettate alquante medaglie d' oro d* una lib*
„ bra 1* una , còli* impronra da una banda del Campa-
,, mie ; comefla di prefente , e dall'altra l'arme del Gi-
„ glie, e della Croce con lettere attorno , che diceano : D.L,
,, Fior. Citit. magnificentijfime P.S.F.C. A.D. mcccxxxlv%
„ che fi interpretano così : Dso Liberatori Fiorentina Ci»
,, *vitas magnìficentìfjìme progrìis f&mgtibus fieri cnra^vit. ,»
E fé ben fi confidtra il difegno , che ne feeé Giotto»
non è troppo, giufta il Vafari, il chiamarla la maggior
maraviglia della Architettura , benché effa fia di maniera Te-
de fca 3 ma non in grado eccedente. La fua forma è qua-
dra in ifola , nelle facciate dilatando^ braccia 100. vale
à dire venticinque per lato, la fua altezza arriva ab-
braccia 144. oltre alle fondamenta , delle quali Giorgio
"Vafari fcrivé nella Vita di Giotto , alla pag. 128* co-
sì ,, Il fondamento , del quale fu , efifendo fiato cavato
„ venti braccia a dentro , una platea di pietre forti in
,, quella parte , donde fi era cavata acquaie ghiaia. So-
„ pra la qual Platea fatto poi un buon getto , che ven-
„ ne alto 12. braccia dal primo fondamento , fece fare
j, il rimanente, cioè le altre otto braccia di muro a ma*
ss no . „ Nel modello era difegnata una Piramide alta $0.
braccia tralafciata da Taddeo Gaddi , che ne tirò innanzi
la Fabbrica dopo la morte di Giotto , conforme al mo-
dello da lui lafciato> e preferito. Grande appare la di-
li-
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*4
ligenza nelle intarlature , e commettiture de'marmi di
vari colori condotti per mezzo di fcttili leghe & fegno,
-che fembra fatta tutta d%un pezzo . Prima, però, che
ci inoltriamo nell' olTervare minutamente i fuoi pregj ,
piacemi di accennare qui le lodi > colie quali è com-
mendata dagli Scrittori, e da Per fon é di valore .
III. E primieramente in dua verfi Mce aliai Fra_.
Domenico da Gorella Domenicano Teologo, e Poeta da
noi più volte lodato, il quale ragionando di quello Cam-
panile fcrive così :
                                                            ,
.Qua ne quit in ferri s f^e ciò fior ulta 'videri.^
£ì
         Marmo re quo circum werficolote ni tot.
Palmieri nella fua Cronica del Mondo alPanno 1334»
il limile -nota,, dicendo ,, 1334. Marmorea Turris * fin»
gulari frtflantia fylendìdiffimi operis ad Jlefarate Tem-
flutn Jflorentìe fandari €ep4 eU
. Il Poliziano non la*
(ciò ancor egli di encomiarla nell* epitaffio fatto a Giot-
to, die alla parete -ita incifo in marmo ,, Mirar is tur-
rim egregiam /acro .aere fenantem
. Paolo Mini alla pag,
é%. dopo aver favellato della Cattedrale ài Santa Maria
del Fiore,-e del-fuo Campanile , conclude in quefra lo-
-de }, Io 1 afe io in prova tutti.gli altri Edifìcj farti dalla
j, mìa. Patria in qualsivoglia altro Tempo , perchè tutti
gU altri polfono trovar paralelli fuori di quefti due „
Ed il Biondi nella fua Italia ne fcrifle: ,, per il più bel
„ Campanile di quanti forfè ne abbia ri Mondo „ Onde
•che veduto , dice l'Ammirato , dall' Imperatore Carlo
*V. che venne .in .Firenze nel j 5g<5. gli {1 (enti fdire }
che dai Fiorentini dovea cflfer confermato in un fode-
ro , ed orna volta in molti anni feoprirfi , perchè cer-
tamente farebbero xoncor.fi molti :Foreirieri tirati dalla
-Gurioiìtà a vederlo 4 come cofa maravigliofa ; e crefeerà
-eziandio lo Stupore,, -fé pur egli è vero, ali*udire, che
alla Repubblica queito edilizio coftò undici milioni di
fiorini , fecondo il computo del Fabbri già miniitro
dell* Opera dì Santa Maria del Fiore., leggendoli ne'
libri di -ella , ohe ogni braccio quadro del Campanile^
l'uno per;1' altro ,e.prefo il vano per pieno, coftafTe mil-
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le fiorini , e per vero dire » fé con tal fuppofìo molti-
plicafìiì le 25. braccia di larghezza di ogni fronte, col-
le braccia 144. di altezza, e ripetendo un limil conteg-
giare per quattro fiate^ quanti fono gli angoli, la fom-
ma pafla non pochi milioni .
IV. E venendo ormai all' efame diligente de' lavori
belliflìmi , de* quali adorna è quefta Torre , ci faremo
da i due piani ? che non hanno fineftre } e fon quelli,
fin dove dalla Piazza può giugner 1* occhio comoda-
mente j e qui vedremo per ogni Facciata diltribuiti
fette Efagoni , fopra de' quali con bella grazia tornano
fette Mandorle contenenti , sì gli uni , come j* altre,,
ammirabili baffi rilievi , che rapprefentano nel primo
ordine di fotto le Arti , e nel fuperiore le fcienze,
virtù j e altri pregevoli {imboli . Onde cominciandoli
il giro dalla Facciata , che guarda San Giovanni , nel
primo efagono vedefi la creazione di Adamo , nel fe#
condo la formazione di Eva , e nel terzo amendue,che
lavorano j label iftitutore della vita paftorale è nel 4.
Iubal inventore dei fuoni da fiato occupa il quinto, nel
fefto avvi Tubaicain primo fabbro di ferro , e di bron.
zo , e nel fettirno Noè , che dorme accanto ad una
botte di vino , effendo flato egli il primo a fpremer
T uva delle fue vigne . E paffando alla banda di' mez-
zodì feguono altri fette efagoni con queft* ordine , al
primo un Cofmografo col quadrante, al fecondo uru
Muratore , al terzo uno Speziale , un Cavallerizzo ai
quarto, una Temtora nel quinto, un Legislatore nel
fello, e fieli* ultimo una figura volante con appiè alcuni
iiìrumenti, che lo prendiam per il tempo . Dalla parte
di Oriente fono foli cinque i rilievi per l'impedimen-
to della Porta , che mette nel Campanile , e qui veg-
giamo nel primo una Barca mandata a forza di remi,
che lignifica la Nautica , dipoi un uomo nerbuto ve-
ftito di pelle di Lione con clava in mano , ed un mor-
to a' piedi , che non faprei fpiegare ; apprelfo viene un
Bifolco coli'aratro , chiaro {imbolo dell'agricoltura;
dopo fi vede un carro tirato da cavalli , contrafìegno
Tom. VI.
                           I                                deli»
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66
dell*anticrniììmo corfo de'Cocchi» e finalmente un Vec-
chio fedente con fefte in mano appoggiato ad un Ban-
co > che tirando ad indovinare 5 direi, che foiTe la Geo-
metria j ed infin qui i confiderai efagoni fono opera
di Giotto ; Non così quei della quarta Facciata verfo
il Duomo , dove lavoro Luca della Robbia figurette.,
aitai più finite e più belle. Nel primo adunque di que-
lli è effigiato Fidia per la Scultura , nel fecondo Apel-
le per la Pittura , nel terzo Donato per la Gramma-
tica j nel quarto Platone , ed Ariltotilù per la Filofo-
fia , un Sonatore ài liuto è nel quinto ; nel fefto To-
lomeo per 1' Aerologia, e nel fettimo un Vecchio ali*
incudine con due martelli .
V. E volendo ora dichiarare quanto fi contiene nel-
le Mandorle fopraccennate , e nelle Nicchie del terzo
ordine, farà d* uopo , che ripigliamo il giro da capo? no-
tando fommariamente, come nella prima Facciata fono
fette Virtù ; nella feconda le fette Opere di Mifericor-
dia ) i fette Pianeti nella terza, e nella quarta i fette
Sagramenti , il tutto efpreflfo in piccole figure di mez-
zo rilievo fedenti col diadema in tefta > ed in mano un
dirtintivo, e fono lavoro parte di Giotto , parte di
Luca della Robbia 5 e parte di Andrea Pifano , di cui
fono pure opera alla Porta del Campanile le tre Sta-
tuette » cioè di Grifto trasfigurato in mezzo di Mosè,
e di Elia . Salendo poi coli' occhio più fu , feorgonfi
maraviglie ancor maggiori , che fono le Statue di i6.
Santi cT intero rilievo in marmo , alte più del natura-
le , che empiono altrettante nicchie . Di mano di Do-
natello fono le quattro Statue verfo la Piazza , aven-
do eiTo nella terza ritratto Francefco Soderini fuo Pro-
tettore j e nella feconda Barduccio Cherichini grandif-
iìmo fuo Amico , e quella Statua è quel famofo Zuc-
cone , che non folo gì' Intendenti , ma lo rceiTo Auto-
re fopra tutte le fue opere preferiva , fino ad adirarli
contro di quel marmo , perchè non parlatTe . I quattro
Profeti nelle altre Nicchie } che feguono 5 fono di An-
drea Pifano , benché da alcuni fi credano eiTer parto
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/
\
di Niccolò Aretino," e per quel tempo -, in cui furono
fcolpìte, fono riputate degne di ftima , e dall'alto per
vero dire fanno una ragionevole figura ; Delle quattro,
che fono fopra la Porta collocate pure nelle fue Nic-
chie , due , cioè le laterali, fono del fuddetro Niccolò,
e quelle di mezzo, che fono Abramo , ed un Profeta,
fece Donatello. Oltre poi alle dodici, che abbiamo no-
minate , renerebbero da oiTervarfi le quattro ultime Sta-
tue dalla banda di Tramontana , ma non mi fono av-
venuto a trovare Scrittore , che ne abbia notificato 1* Ar-
tefice , correndo però voce, che fieno di Luca della Rob-
bia . E quefto è quanto intorno a' rilievi j e Statue >
che adornano la Torre , ho io potuto ritrovare di no-
tizie , proiettandomi però , che fottopongo il mio giudi-
zio alla cenfura di chiunque fotte per dar meglio nel
fegno . E ne* Libri dell'Opera vi farebbero a quello
proposito ricordi varj, come per la Statua di quel Pro-
feta con un Bambino appiè v trovali ivi dati a Dona-
tello fiorini d'oro 20. adì 30. di Maggio 1421. altri
pagamenti a Niccolò Nanni Donati detto il Rotto, e
ne'MS. pregevoli del Sig. Nelli avvi un contratto degli
Operai rogato da Ser Bartolommeo di Neri da Ruffiano,
4, di Gennaio 1350. fatto con i feguenti Benoz%o di Micco*
le di Neri di Fiorawtìnte pop, S- Tetri maioris
, Nicco-
lo di Beltramo pop. $> Lanrenpii
, Alberto di Arnoldo
fop, S. Mtch. Bertelde
>> omnes Magiftri, qui conduxernns
predenti die laborerinm jiendnm ùpud Campanile S, Repa-
rate maioris Ecclefie Fior, ab Operarlis eiufdem Ecclifie,*
I Finettroni poi fono due per facciata * ne" primi due
piani , ed un folo nel terzo , onde efee fuori più libe-
ro il fuono delle Campane . Delle Colonne , de* Fron«
tefpizi , de' Cornicioni , e di cento altri finimenti io
non mi prolungo in farne parola : ficcome nulla dirò
della interna ftruttura, ne delle fcale, né de* lumi pò*
iti a' fuoi luoghi,. né de i quadrati, e puliti macigni,,
cofe , che formano una nuova 5 e non afpettata maravi*
glia'.
VI. Patterò piuttotto a rammentare alcuni notabili
h,:-ì
                                   I a                                 ac*
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6$
accidenti, che dagli Scrittori, e Diarifti fi raccontano
ri/guardanti quefto medefìmo Campanile. E principierò
da quello, che narra il Migliore alla pag. 56. come_»
appretto : „ Mentre fi fabbricava quefto Campanile paf-
„ so di li un Cittadino, non delle inferiori cafe di Ve-
„rona, il quale comprefa la qualità dell' edifizio , ed
„ a che fpefa farebbe arrivato , maravigliatoli dTiTe ,
j, che quella non era fabbrica corrispondente alle for-
„ 2e di quella Repubblica, da lui itimate tenui» e di
,» poco valore, mentre a finirla, credeva non folle fta*
„ ta baftevole la potenza varia di due gran Monarchi ;
„ Tentiteli quefte , ed altre limili parole dette con un
j, certo {trapazzo , fu fubiro fatto prigione, dove flato
3, che fu due mefi, condotto alla prefenza di Ruggieri
„ Gianni Gonfaloniere , diffe, conducete coftui a vede-
„ re il noftro Erario, acciò gì* impari a parlare , e^.
„ conofca la potenza di quefto Popolo, che non un
„ Campanile , ma tutta la Città di marmi gli baftereb-
„ be V animo di fare, e condurre a fine : allora, dice
„ Ser Ruftico Moranducci , a quel tempo Notaio della
„ Signoria, conobbe, e feppe per qua! caufa gli era
„ prigione ,, altro cafo ha pure il medefimo Migliore
a e. do. ed è il feguente : „ Volevavifi da' Signori pi-
„ gliare nel 1478. Bernando Bandioi uno de' complici
3, principali della congiura de* Pazzi , che fi era rifug-
3, gito in Campanile, credendo di efler ficuro , onde
,, la fu bella, perchè, mentre la guardia faliva fu per
3, dargli la caccia , egli fi calava giù per di fuori da-.
3, una fineftra del primo ordine, per mezzo di una fil-
ane di quelle Campane, e con quella medefima fune,
„ colla quale aveva cercato di fuggire la pena del fuo
„ gran misfatto, con quella medefima vollero i Fio»
,trentini ( rimandato, che fu in Firenze dal Gran Tur-
„ co , ove fi era fuggito ) che folTe impiccato alle fi»
„ neftre del Palazzo. „
VII. Per pòi intender bene altro accidente >
invitar debbo il mio Leggitore a falirvi fu fino alla.,
cima, dove (tanno le Campane » che fono fette, così
con*
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69
convellendo a?Chte(a Metropolitana, qbje 1* armonia 4i
tutite infìeme rifiliti concorde dalie confonfnze qeJflLot^
tava, delle o^pte^Bf^^U^^^^f^j^r;^^! i?el i^io^
accadde, che fi ruppe la Campana- maggiore, ij cui tuo-
no dicefi, che fi fentiva otto in dieci miglia lontano,*
Era ftata fatta nel 1475. come fi leggeva nella mede-
fima feolpitp, pefava 11875,^ libbre , chiamavjifi Madonna
pena dì grazie
, e oltre due 5armi dell' Arte della Lana
nel bronzo eranvi i feguenti nomi.* Antonio Loft aringhi
de BwverclUf
, loanne Nicolai D. Bettìni^ de Coyqnibt
Operarli s
, M. Gio. M. Gherardo Franciofi 1473. Men~..
tem $• Spontaneam Honorem Deo
. ? atri e Liberationemf
Iacopo dì Lorenzo di Gino Capponi Operaio., ,^
, , Vili. Ma come feguiffe la difgrazia t^fIla rottura,
e, quando fotte rinnovata la Campana, .quivi.£1 dirà col
riportare le parole del Diario della MagUabechiana ,
come fegue:
„ Adì 25. Dicembre 1704. Quella mattina Girolamo
„ Lippi Campanaio del Duomo nel fonare 1* Ave Ma-
„ ria dell' Alba conobbe , che la Campana maggiore»*
„ era rotta ; e inclinau da una parte, e però dall' ora
>, in poi non fi fuonò più, „ ,
              t;
Adì. 24. Ottobre del 1705. fi gettò la Campana mag-
„ giore nuova del Duomo , col modello di Cofimo
„ Cenni bravo Campanifta. „ Le memorie però deli*
Opera dicono, principiata dal noitro Petri, e termina-
ta dal Fonditore Brufcolini : e dal Ceremoniere Marini
fu benedetta la fornace $
,„fAdì 12. Dicembre del dettp Anno fi tirò fu al fuo
j, luogo nel Campanile di Santa Maria del Fiore di que-
5, fta Città la nuova Campana pervia di argani, la qua*
» le pefava libb. 15860. », ^
Ma troppo fuccìnta eflendo quella memoria, maflSma»
mentechè tace l'ilìuftre norne del commendatiffimo Gio:
Batifta Nelli, pe'fuoi gran meriti creato da Cofimo III.
Senatore nel 1718. e che diede tutta la direzione al
rifacimento della detta Campana , e di fua elevazione
Culla. Torre, notar mi piace, ^he per più titoli univer*
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tale lode da Firenze egli fi meritò in tale òctaCiòhè ,
e primieramente per aver dato una nuova figura alla
Campana , divaria affai dalla prima , vale a dire , di-
legnata più corta di quella , molto più larga ;• é^con
uri Battaglio di 732. libbre ài pefo , che fuori della..
Campana efee un mezzo braccio; in fecondo luogo co^
sì dono j" e favìo Gentiluomo inventò un ingegno da
prefbvarla dall'ordinaria cagione del frangerti , qual è
iì'batter del Battaglio fempre nello fteffò punto del
bronzo ; quindi trovò ^gii il5 non mài più ufato fegre-
lo di forare nella cima la Campana 5 e mediante qué-
fio foro reggerla con un fungo di bronzo , che oltre
il {ottenerla in vece della maniglia, pretta il comodo
al Campanaio ài poterla rigirare , e così1 Salvarla da'
continui pericoloil colpi del battaglio/ Anche nei £rrai>
la fui Campanile , fu ammirata la provvidenza del fo~
prallodato Soprantendente , imperciocché fece egli fer-
mare il :pako di /addoppiati .travi fui tetto del Duomo}
fui cornicione delle fineitre del primo piano della; Tor^
re , tolta via la colonnetta di marmo , che rie divide 5
ed adorna iL FineftroJie ; e vper mezzo di argani da
terra fino al palco felicemente fé -tre fall la* Campana:,
la iquale t>pofcià fui détto piano camminando entrò per
.detto tlnertrone nel Campanile , che dentro effendo fo-
rato fino .alla cima fi potè tirar fopra al fuo luogo con
.fomma facilità. Suona quella le confuete funzioni 5 e
fette della Chiefa, inoltre -a tocchi replicati , e veloci
fuona in cafq di incendio , e labilmente ogni giorno
àvvifa, cinque Avemmarie,' e fono quella della mattina 9
e della fera iftituìte da Urbano li, in occafione delia
Crociata , la feconda £ del .mezzodì ordinata da Califfo
III, nel 1455. rinnovata nel 1500. da Aieffandro VI, ma
non principiata in Firenze fé non nel 15151 "per opera
•di*Hùèpjtl Jjtì la terza è il ugno del Credo per gli Ago-
rìizanti , che fi dà un* ora r>rima della notte, che d
Cominciò nel 1644. ad iftanza- di Girolamo Canoffa da
Pontremoli con licenza dei Granduca avendo il detto
Girolamo fatto un legato ali'Opera per tal fine. Ad
un*
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un' ora di notte fuona V ultima per ^-morti incomin-
ciata adì 14. d'Ottobre del i.$A- per" un lafcito Fat-
to da Niccolò di Gio: Borgherini. Né fi deve omette-
re , che ogni Venerdì fuona pure tre ore dopo il mez-
zo giorno in memoria dell' ora 5 nella quale Gesù Cri-
ito fpirò in Croce, che fi principiò nel 1675. ad imi-
tazione della Città Milano , dove la iftituì S. Car-
lo. Sulla uvetta di quefìo Campanile attaccato ad uno
itile in moke fefte dell' anno vedefi fventolare uno Sten-
dardo coli* arme dell'Imperatore fiorirò gloriofo Sovra-
no j e fino che vi fta innalzato s' intende la franchigia
per i celiami > e debitori anche del Pubblico r Né fi
lafcino di offervare Tarmi} che fotto gli eminenti bec-
catelli fi veggono, cioè il Giglia, e la Croce rofla, le
quali pure fono fcolpite da bailo ne' cordoni delle quat-
tro cantonate *
•.:;.]
...
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(-4, ■ i. s ■.,..#■ ;
LE-
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'-fi
L È Z I ONE VII.
PELI/ ÒPERA M SANTA MARIA
DEL FIORE.
■■■---■■;'                                                     r                                                                            t.                  ■:■■ , , . i                                  % , v ■ v > ■.. . „ ■:. ,*                                     \ .■ *-,
_ rifidfione di Scipione Ammirato il
fkbnófcere una grafi prudenza de" Fio-
rentini > e per conseguenza degna di
effer tenuta a mente da coloro, i qua-
li a quel,che fanno in materia di fab-
briche 5 defideiano perpetuità, e que-
r_______ fta era , che facendo dir un qualche
nobile importante edifizio , o .ero , o profano , che
elio folte , fubito eleggevano un Magili rato con Prov-
veditore, ad effetto che per .mezzo .idi .un' attenta am-
miniftrazione dell' entrate ? ficuramente andarle innanzi
fenza più arTaticare V Erario pubblico, né la fcorfa de*
privati C ittadini'■:., ,configìio , che rifeontrafi utile più
che in altro , nella Fabbrica di Santa Maria del Fio-
re , che fin .dal 1295. principiò ad aver al fuo gover-
no l'Opera , ciò apparendo daJ libri della medefima ,
come diremo altrove, E 1'Arte della Lana , alla qua-
le dal Comune di Firenze nel 1331. come fi dille , era
fiata jaccoma ndara .la Cattedrale , affaccendata ne* prò-
prj traffichi, non comportando quella grande affiftenza
agi'intereffi della Chi eia , come il bifogno richiedeva,
dependentemente dalla Repubblica creò un Magi/irato,
che fopran tenderle non falò al profeguimento delle Fab-
briche , ma ancora alla confervazione per V avvenire
del magnifico Edifizio , e tali Ufiziali , che erano al-
cuni Cittadini eitratti dalla borfa de' Confoli di detta
Arte , aventi una pieni.rna autorità fopra gì' intere .
della Cbiefa, fi chiamarono gli Operai di Santa Maria
del Fiore ; o fivvero i Deputati della fabbrica di San*
ta
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73
tàTLeyàrata , così nominati fino dal'1331. al libro gran-
de di leggi 5 di provvifioni s e di concezioni efìflente
nella Cancelleria dell' Opera di Santa Maria del Fio-
re ■>) dove leggonfi pure altre Ordinazioni circa detti'
Operai , come alla pag. 34. 5, 1369. per deliberazione.
,, de* Confoli dell' Arte della Lana > fi ordina > che gli
„ eitratti dalle borfe , efercitino 1' ufìzio per 13. mefi }>
e nel 1392. a ì 27. di Giugno altra della Repubblica
come appretto „■ Da* Signori Priori , e Gonfaloniere di
„ Giù/tizia fu determinato a pieni voti, che per tutto;
ss il tempo avvenire gli Operai di Santa Maria del Fio-
,jcré, independentemente da-ogni altro provvedano a'
,ìj bifogni della Chiefaj e che il governo di quella in tut-
»• to^ e per tutto; appartenga ad effi:^ Onde io credo
che non farà difgradevole digreffione 3 fé ad illurtrare^
maggiormente la Storia di quelta illuft'reì\ e heneniem
ra Opera , farò la preferite Lezione „
il. E principiando dai Sommi Pontefici , i quali
approvarono , e premoflero sì laudevole Magidrato , dir
fi vuole , che nel 1407. Gregorio XII. diede loro irk
enftodia la ricca fuppellettile della Sagreftia , e Papa
Eugenio IV. portato a0ai verfo la noftra Cattedrale da
lui consacrata, ed informato di guanto abbifognava alla
mederlma per riguardo del fervizio Divino degli Al-
tari j della Sagreitia j ed in, tal guifa di cento altre-,
fpefe , giudicò il Santiflìmo Padre di accrefeere 1* au-
torità^ e iurifdizione àgli Operai , raccomandando loro
per Breve del 1437. la cura delle cofe facre , del qual
Privilegio parla Luca della Robbia nella Vita, che fcrifTe
di Bartolommco Valori efiitente ne' MS. dell' infigne-»
Libreria del Marchefe Riccardi^ e vi nota 3 che tal con^
ceflione a molti dispiacque 3 e che fi fece contra il vo-
lere della Corte Pontifìcia > ma per altro trovafs il Sud-
detto Privilegio confermato da Niccolò V. nel 1450. e
da parecchi fuoi fuccellbri} che fommamente commenda-
no l'ufo in Tofcana dell'iftituire Operai Secolari , i
quali invigilino a' vantaggi de' Sacri Templi . E fu
grande la vigilanza de i noiiri Operai? che parecchi
Tom. FI,                          K                                 fu-/
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furono i Benefattori, i quali lafciarono all' Opera plnj-
fui eredità , e notevoli legati, come apparifce ne 1 li» >.
ri dell'Archivio di detto Magiftrato . Ma non doven*
dofi intralafciare il novero de'confiderabili donativi fat»
rivi dalla Repubblica Fiorentina, mi farò dalle due fel-
ve del Cafentino , e della Romagna oggi dette la. Fai-,
terona , de* Conti di Modigliana , e di Poppi famiglia
de' Grandi della Tofcana ; V una delle quali fi trova.,
aflegnata all' Opera nel i^So, e nel 1442. il Magiara-/
to dell' Opera viene invertito deir altra , per ribellione
dall'ubbidienza della Repubblica , ch'ella Famiglia aveva
fatta'. Leggeri pure nel Migliore alla pag. 30. una legge
del 1392. colla quale a favor della fletta Opera fi ordinava
che , chi faceva teftamento» lafcia/Te ali* Opera di Sa-nta.
Maria del Fiore» fotta titolo di caritatevole fuffidio
foldi 20. ila qual legge fi corroborò nel 1477. peral-
tro decreto > che in cafo di trafgreflìone nullo dichia-
ravafi 1* iftrumento » ed inoltre il Notaio di tale ornif-
fione reo incorreva la cenfura fulminata da Innoeen^
zio Vili- Ex però qui da notarti come la fuddetta leg*;
gè del 92. inon è forfè la prima > avvegnaché fé n.£>
leggono efempj aitai più antichi 9 come nel, Teitamemo
di Chirico di Pazzino de'Pazzi rogato nel 134S. leg-
geri ,5 Item relìquit Opre S. Rej>arate de Vlorentia fot,
40. Una fomigliante legge pigliò ancora forza maggio-
re dalla rubrica 71. del libro dello Statuto Fiorentino
riporlo alle Riformagioni. Della Signoria nel 1433. tro-
vaci altra confiderabile donazione , pofciachè avendo i
Fiorentini pigliato a forza d' armi il Gaftelio di Mar*
ti, tutte le ricche fpoglie di quella famofa Pieve , tra-
fporrate che furono in Firenze , la Repubblica affc-
gnò alla nollra Opera .
III. Con quelti > ed altri copiofi afTegnarnenti creb»
bero tanto V entrate di queito luogo 3 che confideran*
dofi fcarfo eflere di Canonici il Capitolo } fi rifolvè
di fondare alcuni Canonicati , e però efifendo Gonfa»
loniere di Giufìizia Frofino da Verrazzano fi ftabilì a
pieni voti l'erezione di otto nuovi Canonici > e pofoia
fino
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n
fino à <2. atTegnafofi loro il fondo l o fia Prebenda^
fopra la Cafla degli Operai , Colla riferva dell'ius di
nominargli in perpetuo ali* Arte della Lana , e che poi
nel Principato pafsò a' Granduehi .1 perchè nelle Storie
Fiorentine leggonfi parecchi Fabbriche fatte dentro j e
fuori di Firenze da* medefìmi Operai , né fpiegherò la
cagione colle parole di Leopoldo del Migliòre alla pag.
72. della fua Firenze Illuftrata , e fono le feguenti ,,
,, Anticamente chi dovea rifedere di queflo Magiftrato,
„ ovvero Uflzial perpetuo foprantendere agi* intereflì di
„ quefta facra azienda , ricercava*! abilità eonfìderabi*
ti le , e una intelligenza in materia di murare, ail'ef-
» fetto di che tenevafi in Palazzo una borfa panico*
„ lare , in cui fi imborfavano quegli, che fi foflero ri*
,, conosciuti in ciò di qualche talento, p fèudio, o ver
„ di razzai, o parentado di Architetti, Ingegneri, p
j, ProfelTori di rnattematica, che fu la cagione, fofìTe di-
„ poi al giudizio loro raccomandata la direzione » e
,, cura di altri edilìzi confìderabili perle opportune re-
,; foluzioni del Senato, fra quelli furono la loggia di
„ Piazza , oggi chiamata de*Lanzi,la fala Papale allaro
,) al Convento di Santa Maria Novella, oggi incorpo.
», rata nel Monaftcro Nuovo , flatuita con Decreto del
3,-1418, per ricevervi Martino W nel fuo ritorno dai
,, Concilio di Coftanza, ed ogni gran Perfonaggio fo-
,, reftiere , che folle venuto in Firenze ; così a detti O-
„ perai il Comune raccomandò i laftrici delle due Piaz-
„ ze della Signoria detta oggi del Granduca > £ di quel-
„ la di Santa Maria Novella, e nel 1440. pur cofta agli
>, Operai eiTergli Hata fottopofta la fabbrica della For-
„ tezza di Pi fa , deliberata larvili per tener freno a quel
}, Popolo , e nel 1442. fi riduifero fotto la loro fcorta
„ in grado di migliore ftruttura le Cittadelle , e Roc-
„ che di Bibbiena, di S, Niccolò, e di Romena del
1, Cafentino „
IV. Or p1afTandofì alla refidenza di quefto Magiitra-
to oflerveremo (Villa Porta un Eufto di Cofimo I. fat-
tura di Giovanni dell'Opera, e ne'Diarj leggo.,, 22. di
■ìli ..                                       K z                                    „ No-
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7*
» Novembre del 1572, fi Tcoperfe il Buflo del Gran*
si duca collocato fulla Porta dell'Op era ■ ,» Nel prime*
Cortile pregevole è a coloro, che hanno buon guèo ,! e:
cognizione delle cofe antiche una mezza Colonna di
travertino antichiflìma , eflendochè effa fervi per una
ifcrizione , ò fia memoria della Via Caffia , che condu-
ceva da Chiufi a Firenze , meflavi in occaflone d* eflfe-
*e fiato reftaurato il cammino dati* Imperatore Adria?
no . Ad iftanza di Monfìgnor Borghi tri farnofo Antiqua-
rio volle Cofìmo I. che levata da; Montepulciano , do-
ve {1 era trovata, fofle condotta a Firenze, e qui foflTe
meiTa in depofito . Ebbe però le fue vicende , come
racconta il Roffelli , le cui parole fono le feguen-
ti„ dopo eiTere ftata fepoìta per lo fpazio di 70. anni
)t in circa nel fecondo Cortile dell* Opera di Santa Ma~
,, ria del Fiore fotto una marta di calcinacci:, o frani-
ci menti di altri marmi, ne fu levata Tanno pa(Tato( 164S. )
,, e pofta in quefto luogo , dopo d* avere il Sopranten-
„ dente con fatica , et amore più che mediocre fatto
„ riconofeere le lettere, che vi fono dentro intagliate,
„ quafi rofe dall'antichità, e riportate di nuovo nella
5, bafe , che vi hanno mefìTa fotto, feorgendofi effere ita-
lì la meffa da Adriano Imperatore nell'anno terzo del
U fuo Confolato , e V Ifcrizione dice come appreffo ; :
IMP. CAESAR. t>, TRAIANI PARTHICI.
' F1L. D. NERVAE i NEP. TRAIANVS .
HADRIAN. AVG* PONT. MAX. TRIB.
POT. VII. COS. III.
VIAM CASSIAM VETVSTATE COLLAPSAM           \0
A CLVS1NORVM F1NJBVS FLORENTIAM
PfcRDVXlT MILLE PASSVVM V, 1
                                      ;,
III? V.! Vi è ancora nello fteffo Cortile un San Pie-
tro , giuria il Cinelli „ abbozzato dal non mai abba-
5, itanza lodato Michelagnolo >t nel quale è maravigliofo
„ il modo di difeoprire tale figura , che V induitriofo
$> Artefice usò ; dal quale fi comprende la franchezza gran-
» de
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1 n
)y de, che egli aveva in quefto lavorìo > e con quanta
,> maeftria lo fcarpello adoperaffe , avvengachè non co^
n rne dal marmo > ma come fé dall'acqua tal figura fi
»,- cavaffe , fa apparirla in atto }; quando foloi vi «è'ra/ia
» potenza „ Vi fono ancora pendenti alla parete aìcu*
ne grandi Offa, che fi dicono effere ;di una Balena ,
delle quali il Migliore ne fofpende il fuo giudizio 5 ed
io rimetto il leggitore ali* erudita fpiegazìone > che di
limili offa» ci dà il Signor Domenico, Maria Manni ne?
fuoi*Siglili* Parte V. Sigillo XVlI
         mì®i4 Wj \ \*
VI. oViene poi nel fecondo Cortile uri* abbonde*
yolezza ài marmi 5 ne* quali avvi molto da notarfi , E
primieramente una Statua dr Maria col Bambino iru
.collo ,' avente gli: occhi ài vetrob, e dif fonile maniera
.altra Statua di San Giufeppe 5 le quali ftavano in Duo-
mo, come diremo alla Lezione XII. -Nello iieff©* Cor-
tile trovafì pure una Statua di mezzo rilievo rappraéfen>
tante Maria con Grillo Fanciullo > che è opera di Mii
chelozzo Michelozzi, euni Crillo morto del. Bandineilt noni
terminato . E tra* moltiffimi frantumi di rilievi , e Sta-
tue di marmo , non è da tacerli quello , che fopra alcu-
ni di elfi qui trafportati dal ? Monaftero di San Salvi »
fcrive il Migliore alla pag. 6j,. come fegue >,, Nel fe-
3^] condo Cortile notinfi alcune iftoriettè di figure piccò»,
j, le in marmo della Vita di S, Gio: Gualberto ordi*.
j, nate nei 1515. da' Monaci Valombrofani a Benedet-
}, to da Rovezzano fcultore , per adornamento d* una
\]$ Cappella loro in S. Trinità di Firenze > àn cui doveau*
,„S trasferire da Paffìgnano il Corpardif quel lor grarL,
>, Santo Fondatore ; quelle quanto piìH fon, belle i'imag-
„ giormente fcoprono notabili $ « difaftrofi^i "danni che
» apporta la Guerra , e come a corpo a corpo com-
„ battino gli fpiriti folle va'ti: fuori di fcherma , e^
a, quello dichiamo per vederli tutte quelle figure ;fen-
3> za te ita , ridotte in quella>guifa da^ Soldati venuti
„ all' attedio nel 1530. flaf-e però prima , direni così >
i,,; malcondotte dalle discordie di quei ec. per lé> qua-
r> li non fi effendo mejQfc in opera ferverono di mezzo
» per
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7*
» per maggiormente far rifplendere la prudenza degli
,, Operai , in aver procurato ldi faJvarle , vendute loro
„ per marmi rotti;, m. Ma donde abbia il Migliore ca*
,, varo querce notizie poco onorevoli a chi comandava*
ed a' Monaci , io non lo fo* Il vero fi è, che ne'libri
dell* Opera di quel tempo non trovar! ad ufeita aicti*
na partita impiegata in tal compra , Furono bensì que*
marmi,,giufla una, memoria del Canonico Bifcioni, tra-
sportati iteli' Opera::per ordine dì chi allora governa-
va , e de* Monaci> affinchè da 1 ProferTori; di Scultura,
che quivi facevano il loro itudio a guru di Accademia,
forièro rifarciti j e riuniti a'fuoi luoghi i pezzi, rotti
già da'Soldati per difpregio,.allorché trovandoti in cam-
po fuori della Porta alla: Croce per 1*attedi© del 1530»
fecero a'Monaci gravi infulti > lì dove ancora véde/ì il
loro antico Villaggio a forma di Palagina in luogo det-
to <#uarlone. Ben è vero, che dopo effer Hate Jafcia-
;é le dette-figure da' Monaciiri custòdia addetti Operai,
come, cofa di notabile ftima , le volle appreffo di fé il
Gran Principe Ferdinando , e da elfo furono collocate
ne' fuoi nobili Mezzanini nel palazzo de'Pitti, rimafo
jtelj' Opera non altraVche rottami,
                        &
*iì YIU Un teforo poi rariffimo trovali nella Sala, che
etiamafi la Refìdenza del Magi/Irato , e quello confitte
fri alquanti quadri di bianchiamo marmo, che rapprefen-
tano in baffi rilievi Cori di Fanciulli aventi in mano
ìcai'té di mufica > e dimo^ranti nelle loro attitudini V
azione del canto ye fono vivi, e naturali ) che a chi gli
oiTerya^ folo difplace non fendine l'armonia delle voci.
Quefti iriiràbiìj Uvoxietano a i due Organi del Duomo
facci? da Donatello, e da Loca della Robbia, i cui rio-
mi ballano per eitimargli al fommo pregevoli, e degni
di lode, Sonovì pure nell'opera i varj difegni per la
Facciata di Santa Man> del Fiore fatti da Valentuomi-
ni?, spettandoli un intendente , che tra elfi tutti belli,
«e vaghi ne giudichi del più bello, e jche venga il tem*
pò opportuno per T efecuzione di sì bell'opera, ed i
nomi de'ProfeÓòri che diedero quello faggio del lor
esci                                                                                                va-
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19
valore , fono i già da noi rammentaticeli! Toppa * Nella.,
fteffa Guardaroba poi (onovi quadri pregevoli > tra'qua-
li uno di Iacopo d'Empoli, che rapprefenta Rincon-
tro di una Spofa Ebrea , e ancora moftranfi libri Co-
rali per le miniature pregiatiffimi. Eravi ancora una_.
Libreria , come fi ravvifa da parecchi deliberazioni far--
te dal Magistrato dell'Opera, tra le quali avvene una }!
che ordina , e difpone ; che un Cappiellano di Santa Ma-
ria del Fiore Tempre ne fia il Cuftode , e altra dei pi
Dicembre dell'anno 1451. vuole che fi accrefea il nu*
mero dei Volumi , e loda Gio: Boccaccio , che donò
al Convento de* Padri S, Spinto iftioi libri colle
feguenti parole : Egregius Fior, nominis Voeta loanne?
Boccaccia* fieri
, & confimi quamdam Biblioteca^ in Con*
mentu Fravrum SanBi Spiritus Ordinis S* Auguflinì *
Cre-
defi però che la Libreria dell' Opera avelie qualche vi-
cenda , avvegnaché fi trovi trasferita per qualche tem-
po nella Canonica } come in altra Lezione fi noterà .
Siccome altrove diremo alcuna cofa della idea , datavi
una volta di fabbricare in quefto luogo un Seminario»
giufta la mente dei Padri del Santo Concilio di Trento,
ed a tal effetto fé ne era benedetta la prima Pietra dall'
Arcivescovo Iacopo Antonio Morigia ? che pofeia fu
Cardinale 5 e tale folenne funzione egli cekbrò nel
1687. adì 20. di Aprile nell* Orto dell' Opera allato ar
Forni. Da quefto Cortile entrai! in utj* Arfenale di
marmi , che vi fi confervano per le frequenti occor-
renze di reparazioni dà £mfi quali ogni ài alla grarL,
fabbrica della Cattedrale di S. Maria del Fiore , e fui
medefimo Cortile viene un Loggiato aperto , deftinato
al comodo degli Arrefki per i lavori di marmo .
Vili. Reità per fine il falire all'Archivio della ftef-
fa Opera , dove un fiero incendio divorò molti antichi,
e pieziofi Codici : tuttavolta trovano* le Scanzie piene
di libri anche antichi, contenenti gì' intereflì delia Cat-
tedrale , e le fpefe, liti , ordinazioni , entrate , com-
pre , e lafciti dell'Opera. Vi fono alcuni libri paflìo-
nali , e Sacramentarj ferità dopo il mille , e partico-
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■■
■"■"■■
larmente tra Ì Calendari uno; del5 fecola IX. riportato
dal P. Lionato Ximenes nella fua commendatiffim'a O*
pera intitolata II vecchio , è. muowo Gnomone fiorentino }
dove il foprallodato Autore , con <Totre , copiofe 5 ed
aihonomiche offervaziojii dimoiira la fuppofta età di
detto Calendario . Né io volendo privare ài sì bella
gioia la mia itfoda , qui; lo ripòrto -fedelmente copiato
dall' Originale * e) chi aveile piacete di andarne ancor'
meglio iftruito ,, vegga alla pagina IV. e feguenti della;
Introduzione Ifìorica Parte!, della fuddetta Opera, qua na-
tone fcrive il fuddetto Padre , Lettore pubblico di Geo-
grafia nelV Accademia Fiorentina .
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e A L E N D A R I p
Bel nono fé colo inferito in un Sacramentàrio } vU trowajì
tra pre%iofi Codici dell' Opera del Duomo
*
PrincipiumJani sancit tropicusé Mense numae in ""medio sol?
Capricorni .
Kal. IAN, Circumcifio Dni.
UH. N.
III. N. Anteros. Scìe Genovefe «
II.  N.
NONAS . Epiphania Xpi.
VIII. ID
VII. ]U
VI. ID
V. ID
IIII. ID Pauli primi Eremita.
                  <,
III.  ID Educìio Xpi de aegtpto .
II. ID.
IDVS . Hilarii pecìavenfis epi
XVIIII. K. Fe'bì feiÌGÌsConfcfroris.
XVIIL K.
XVII. K. Marcelli Pap?.
XVI. K. Antonii Monachi.
XV. Sol in Aquarium. Prifcae •
XIIII. K.
XIII. X. Sebaftiani, & Fabiani.
XII. K. Pallio Scìae Agnetis .
< v \i ■ j i v
XI. X. Anaftafii , & Vincenti! •
X. K. Emerentianis virg.
Villi. K. Timothei ApÌT.
VIII. K. converfio Sdii Pauli . Proiecìi.
VII. K. Policarpi epi Men Mcchir.
VI. K.
V. K. Agnetis Nativitas .
UH. K. Natalis papié romae.
III. K.
II. K.                                               j
N02 horarum XVI. Dìes Vili.          |
Ter», VI,
PISTAT SID. AQUARI.
K. febr. Brieitae virg.
IIII. N. Oblatio Xpi ad templum.
III. N.
II.  N.
NONAS. Agithae virg.
VIII. ID.
VII.ID. Veroritur ht dies xd.
VI. ID. Papiae , Yventii epi.
ì ;
V. ID.
IIII.ID.Zoticf,Herenei,Jaefnti,amanti.
III. ID.Caloceri, Parthemii. Dcfidcrii»
II. ID.
IDVS.Hic aves incipiunt cantare.Infcrn
hic facì;
XVI. K. MAR. Valèntinì pbri.
XV. K. Diabotus ad no rece/Rt.
XIIII. k. Sol in Pifces. Onefiml apli •
Juhanae virg;
XIII. K. Polocrinii.
XII. K.
XI. K, .
X. Kl                               . * '
VIIII.K.Veroritur.Cathcdra sai Pctrì t
VIII. K.
VII. K. Vigilia Scìi Mathic apli.
VI. K. Inventio capitis precurforis.
Mathiae.
V.K.Sept.acgyptiorum mentis. Famcna.
IIII. X.
III. K.
II. K.
Nox horas XTIII. Dies X.
L
                                        PRO»
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PrOCEDCNT DtfPLICES IN MARTUJRESPICIS APMtES ARIES *MXAE$
Kalendas ,
|k. aprel?
IIII. N.
III. N.                                          «^
( IÌ.N.Faclum eft diluvium. Ambrofìì epì.
NON. VLTIMA INCENSIO LVNAE .
Vili. ID
VII. ID
VI. ID                          ^
V. ID Nat. vii. Virginu.
IIII. ID Exechiel Prophetej.
III. ID Leonis^Papae.
II, ID Julii Epi.
TEMPORA PISCES*
X, MAR, David*: ni
VI. N.".%;';,:• v
V.  N.
un. n.                , ^
III. N. EndecTd. VII. Bmb.
IL N. Ofloadì III. Emb.
NON. Perpetuae & felicitatis.
Vili. ID. Prima incenfio lunae.
VI.  ID. Iti armenia XL milium (*)
VI. ID. Attale abb. in bodio .
V. ID.                                   ^
IIII. ID. Depofitio gregorii pap.
III. ID.In Gaticamilvus apparet (b) .jIDVS
XVIII.K. Tiburrii, Valcrìani, maxiraì,
XVII. K. Olimpiadis, & raaxim-.*
XVI. K.
XV. K. SOL IN TAV&.
XIIII. K.               .                 V
XIII. K. ,
XII. K.
XI. K.
X. K. Depofitio gagi pap? «
Villi. K. Georgii Martìris.
VIII. K. Melliti epi.
VII. K. Marci evangeliftae' VLTÌMV'
PASC et& , letania .
II.  ID.
IDUS.
XVII. K. APR.Scìi Cianci.
XVI. K. Patn'cii, &genethrudis VII.
XV. K. Sol in Arietem .
XIIII. K. Primus dies fcli.
XIII. K. Gutbcrti epi.
XII. K. Equinocìium .
XI. K. Sedes epaclarum,
X. K.
Villi. K. ConcLirrentìum locus*
Vili. K. Drms crucifixus.
VII. K.
VI. K. Refurrecìio Dni*
mi. k,
III.  K.,1 mtìl
. t i . i
VI. K. Cleti pap? .
■■■■.■■                                                                                                                                        -                                                                                                                                    ,', . *l- 4 ;'■■
V. K. Noe in arcam intravit •
IIII. K. Vitalis mart,
III. K.
IL K.
Nox horas X. Dies XIIII,
MA-
U) Deve dire M'dìtm . {h) Deve dite U Attica Mihìus affarti. Vedi t! Calendario
Ep«p^flìs Petavius d« doari, lemp. To. IH. P3g. 6c» ad dkm j. Mantf,
.„,.__.j^j.- ^,__
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Maius Agenore!- mirati»
GQRNUA TAtJRI . i
K. MAL Philippì apìì, & iacobi.
VLN.
               ^                                ;
V.  N. Inventio fìae.Crucis. Alexandre
pap? .'mi
uri, n.
III. N. A (cenilo Pai. .'
II.  N. S£itUfibtT a$h,
NON.                            ^
Vili. ID. Dsdicatio Sili Michah
VII. ID. Aeftatis initium xc. dics.
VI.  ID. Gordiani, & Epimachi.
V. ID.
IlIIt ID. Paàcrati. ^
III,   ID. Mariae ad man.
II. ID. Pacluimii .
Jtf NIUS AEC>||ATO& • CQELQ VIPET
K. Junii Nicpraedis Mart.
UH. N. MaKcIlini, & Petti*
III. N.
                                        .:: .v
II. N.                                      ,r ,
NON. Hic definunt aves cantare . Boni-
faci! », i, :j: . r: : »'/tj » Tì- US'I.-ìj
Vili, N.                            v „ j . .
I E)"fo»* del
VIL H. ■                           i Calendari»
VI.N. Medardi CanfrfTori-s.I N. vajet-
V, N. Primi * &felieiani • V° rfi\nr
IIII.-N.
1 v >
bae aph
Il
v
III. N.Barna
II.N. Nazari Ì
Bafilidis. Ci*
rini. & Naboris.
IDVS. VLTIMVM PENTECOSTE*? *
1DVS. PRIMVM PENTECOSTE» i f XVIII. K. fuT. Helifei Prophetac , fc
fdicuhe .
XVH. K.
XVI. K. Siri ConfefT.
XV. K. SOL IN GEMIN\
XIIII. K. Potentian? virg.
XVII. K. Viti j & Modelli mart.
XVI. K.
XV. K. SOL IN CanC&.
XIIII. K. Marci , & Marcellianaè*
XIII. K. Gervafii, & Protaiii.
XII. K. SOLSTITIVM.'
XI, X. Albani Mart.
X. K. Albini Mart<
Villi, K. Edildrude virg.
Vili. K. Precurforis dni iohiSj
VII. K.
VI. K. Johannis, & PatiRV*
V. K.                  ^
IIII. K. Vigilia aplorum petri,& Pautì)
III. K.Petri,& pauli Na)l.
II. K.
XIII. K.
v.
XII. K. Vakntis mart. & epl
XI. K. Caftr", & etóllii!»
X. K.
Villi. K. AESTAS ORITVR .
Vili» K« Urbani pape .
■•*».
VII. K. Auguftini primi anglorum ep'i •
VI. K.
V.K.DepofitiQionìsPap.GermaniConf.
IIII. K. Maximi cpi in treveris.
III. K,
lì. K. PetronìIIe virg.
Nox Hor Villi, (*)Dies XII. 0>)
Nox Holfe.....Dies XVIir.
1. ••■■) ■«! ».< Jìiìi. ìHr jv_ ^
sor.
•nrt-TS
(é)W!«« AYf V1H« (6) dorrtbbt din XVI,
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AUGUSTUM MENSEM LEO FERVI-
DVS IGNE PERURIT .
Kl. AVG. Ad Scium Petrum ad vincula.
IIII. N. Jeiunium quinti Stephani.
III. N. Gaudentii. ?
II. N. Jufti t laurentii, bartholomei.
non!
VIII.N.Xiftsfeliciulmi,
agapi ti.
VII.N.AVTVMNIINI-
TIVM . Donati.
VI.N..Ciriaci,&(Vrnlci.VD^^6/
V. N. Vigilia Sdii lau-V ID.
rentii.
IIII. N. Laurentii,
IJI.N. TiburtifjSufannae.
II. N. Macarii . juliani.
IDV3. Ypoliti.
XVIIII. K. vìg. adfumptìo mariae.
XVIII. K. Adfumprio Sclae Mariae.
XVII. K. Amalfi conf.
XVI. K.
XV. K. Agapiti mari.
XIIII. K.
XIII. K. Samuhel, & valentùriani.
XII. k.
XI. K. Thimothei.
X. K. Auturanus oritur. fortunati*
Villi. K.
VIII. K« Bartholomei apli
SOLSTITIO AR&ENTTS CANÒRI
FERTIULIU3 ASTRVAt.
K. IVLI Gaiae, & Luciac.
VI.  N. Proceifi, & Martiniani .
V.  N.
II1I. N.
III. N.                   ':ri. -
II.  N. Efaiae Oclava aplrum.
NON.
VIII. ID. Pancratii , & fareftini.
VII.  ID. Anatholie . felicitatis .
VI.  ID. Septem fra tram . r
V. ID. Translatio Benedicli abb.
ini. id.
III.  ID. ' -i:*.*; •;;'               • ,>*;•
II. ID. Dies canicul.
IDVSrf Philippi , agrippini.
XVII. K. hilarii. Pa^li,dionifii^macha,
valent.
XVI. K.
XV. K. SOL IN LEONEM.
XIIII. K. Xrifting . arfenii.
XIII. K. Sabine, vicloris, j»aul£,lueiae.
XII. K. Praxedis.
        1 :-} ,-
XI. K. Cirilli cpr, marìae nugd.
X. K, Apollinaris epi.
Villi. K.
Vili. Jacobi, Zebedei.
VII. K. Juliani, marcelli, adriaai.
VI. K. Simeonis 3 Monandri.
V. K. Nazarii , & CeHì.
Itili K. Felici*, (implicii.
III. J£. Abdon, & fennen.
II. K.
Nox ho£. VII. bics XVI.
■-.
•>,
VII. K. Anaftafìi mart.
VI- K- Rufi mart.
fi ti
V. K. heremiti mar.
*-^
IIII. K. Joinnjs bapt. & Sabiiuc.
III. K. Felici's, & audacli.
II. K. Paulini.
Nox holjt. X. Dics XIIII.
SIDE-
:
-ocr page 104-
i.
Equat et Octimber sementis
tempore ubram.
]
Kl. OCT. Remigii . ÀtuCi
VI.           Leudegarii epì }
. manca N.
V.                                      )
Irli. N. Placidi, eventici, faufti.
in.'Nl''»-1'»;"
II. N.                           **&&;/•
NON. Marci pap?. Sergii. Baehit/lV
Vili. ID. Mathei quief.
VII.  ID. Dionigi cum fociis fui*.
VI.   ID. Vicìoris mart.
V.  ID. Eufebii.
UH. ID.
III. ID.
II.  ID. Calixti pap?.
IDVS.
XVII. K. NOV. Depofitìo $?i Galli.
XVI. K. Nat. lucae evang.
XV. K.                   ^
XIIII. K. Sol. m Scor.
XIII. K. Hilarionis .
XII. K.
XI. K. Philippi. Eufebiì, Severi*!*
X. K, Severi . Dorothei •
Villi. K.Vitalis Felici* •
Vili, K.
VII.  K. Luciani. Marthiani.
VI.  K. Policarpi Vig. aplorum.
V. K. Simonis, & Judae.j
IIII. K.                  ,,,1:^:'..;:,,. ,'jju»\
III.  Kv ìi-                , .,, i : .4 m
II. K. Sci Quintini in Galli* ♦ !
Nox Ho$. XIIII. Dics X. „;.'
SlDERE V1RC30 TUO BaCCHUM
September ópimat •
XI. SEP. Prifci mart. & verene virg,
IIII. ID. A
m. id. / deve d!re N-
II.   ID. }
NON.
Vili. ID, Eleutherii • Zachariae.
VII. ID. Reginae mart.
VI. ID. Nativitas mariae. Eodemdie
Sci adriani.
V. ID. Gurgonn .
IIII. ID. Hilari , & dcccc. mart.
III. ID. Proti5Jacinti,felicis3& regulae.
II. ID.
1DVS. Amati Conf.
XVIII.K.OCT.Cornelii.Clpriani.Exal-
tatio Crucis .
'd . I
XVII. K. Nicomedis, & Valeriani.
XVI. K. Eufemiae virg.
XV. k. Sol in LibR. lanberti.
XIIII. K. Irofimi.
XIII. K.
XII. Aequìnocìium autumn.
XI. K. Mathei apÌT.
X. K. Mauricii .              li            . v
Villi. K.
Vili. K. Iocus ìndicìionum*
VII. K.
VI. K. Eufebìi conì".
V. K. Colme & damiaai.
IIII. k.                r
V-,
III. K. Dedicàtio Sci Michaeli*...,,.
II. K. Hieronimi.
Nojs HORi. XII. Dies XII.
* Ci ,.S
SCOR-
-ocr page 105-
%6
•-i
SCÓRPIUS SlBERNA PfcECEPS W*p?':
, &RE No.VEMBi ! l
SUA $I£NA; jD|ECEfliB.'.-
Kl. Nov. Omium Scorimi. jCefànepi «
mi, n. v*. embT
III. N. Primini epi.
II- -N»                                       '. *•■■ .'/ ,]
NONAS. FeIicis.Eufebii.DoraninU.Ce-
farii. Antonii .                        j:
Villi ID; Adriani. Donati, f'clicis .
VII. ID. Hiemjs injtuj.pi ht diesxcn.
VI.-ID. Quattuor Coronatqr.
V. ID. Thoraae sapìi .Theodor].
UH. ID. Demetrii . Leqnis .pape,*
ITI. ID. Martini Epi .
IL ID.
IDVS. Bricii Canfen". ;.,
Kl. Dee. Candtdulae* folcii. ;"%
IIII. Non. I. EMB,
                 ,; r
III. N. Gabrìelis archan-geli.
II.  N.                       UH. EMB.
NONAS.
Vili. ID. For4unali. ,;
VII. ID. Ambrosi .epi . ,,
VI. ID. Verone . .Zenqnis epì.
V.ID. Petri - Viaoris. Papiae. Siri epi.,
;IIII. ID. Eulaliae virg,
III.  ID. Damafi papae.
'il. ID.
IDVS . Luciae virg.
XVIIII. K. Prufi. Zofimi •
(ti
XVIII.. K. Faufti. Lucii . Candidi. ?
JXVH. K. Ignatii. Valentini.
XVI. K.
                  _
XV. K. SOL IN CAP.
XIIIL K.
XIII.*. hri
XII. K.Thomaeapli SOLSTITIVM*
XI. K.
X. K. Victoriaé, r:.iu^fK^;osi-.
Villi.K* Vtg. nati. drii.-M\r
VIII. K. NATAL. DM*
-VII. K. Stephani.
                f „n: 7
VI. K. Jokajmis.,
V. K. Innocèntunv
mi. k,           f'm l.ì-ùjì .,{ a\'
III. K. »x.-,..u ... >a ,1 > ;» .V
II. K. Sii ve Ari epi .
        y ,1 Hi;.
NOX HORA&, KYÌII. ©IES SEX;
XVIII. K. Dee. Cle'meriti'ni.
XVH. K,. Martialis. Donati .
XVL K. Qtmari.
XV.K. Sol in Sagitt. Ammonii .*Tectae
. S
             '                     .X /r ■
virs-          ,ri\ ;* . V v '.
XIIII. Karl.
XIII. Kal.
XII. Kal.
XI. 1t.
X» K. Ceciliae..
Villi. K. Clementi* i, & felicitati*.
Vili. K. Crifogoni.             »'>ì
VII. K. Hiems orìtur,-Luciani. Petti
epi.' ■                                    u?\ *.■--
•VI. K. Marcellini , & -Petti *
V^K. Marcelli. Petri... ,»JJ
UH. K. Trophimi. TheqdoltAl J
III* K^.«te-ftirnihi \ s Vigilili Andtfeae,,
II. K. Andreafr:AplÌ.!.r<: ■ ■>'.*|H : ;.
Nqx hor. XVI. Dics VIH..
f-i E«f
-ocr page 106-
Vili,
L E ZI O NE
XT
DELLA CANONICA»
U • ".«vi
#;' *
[Qvendofì nella preiente Lezione favel-
lare della vaila ifola di Cafe, fituàte
da mezzodì in fàccia a Santa Maria
del Fiore 5 e eoftituenti un* in%ne Ca-
nonica j principiata , come diremo ? nel
1340. parmi conveniente il dire prima
alcuna cofa dell'antico Ricettò, ó ila
Convento , dove viveano i Canonici in comune a re-
gola clauftrale , come i Frati; E però a bene illùftrarc
quefto punto di ftoria antichiflìmoj riporterò qui quan-
to fopra di ciò fcrifTe il Migliore, alla pag. 47. come
apprefib?: u} La prima memoria, che ne parli'f fi* cava
35 da quella medefima fcritturà del 724* ftipulàtà' n£*
"ìj tempi' di Luitprando Re de* Lorìgabàrdi , quando»
% quefto lòde vólifììmo coftume era in florido / perchè
3, quel Véfcovò donò V Canonici la Corte di Cirito-
,, ia j e vi fi legge ciò particolarizzato così ut communi*
5, ter fé reficiant . Nel 9^7. il Vefcovo Sicheilmo'niil*
atto di ratificare quello , che già donò lord Raimbai-*
do fuo anteceffóre in órdine alla Pieve Signa dif-
fé : offerrè ) atque t rader e jtronj'idi in communi 'de Ec-*
clejìa <veftra S* Io anni s Baptifle : è
nel 1058. Ttbei>
ga figliuola di Azzo j nel donare a* Canonici alcuni
Beni del Territorio di San Martino a Brozzi dice : ifu
foteflate Canoniiorum
, qui modo , ist in antea in prediBa
Canonica ad injlar primitive Ecclejie ccmmnniter eviden-
te f Keguldm SanElorum Patrum Canotiice obfer<vant
, Ù*
òbfcr<vaturi funt ;
ma più chiaramente nel 1085. il
Vefcovo Rinieri aggiunfe; Confratribus in eadem Cano-
nica Primitive Ewlejìae wam degentibus ;
ofTervifi quel-
la
-ocr page 107-
m
la parola p-imitfot EctU/te, jdbe morirà .cITervifi vitTuto
cbn quella rigida òiTervanza accennata drfoprar, la-qua-
le per deiìderio di tenerla ferma , e in vigore i Ve-
fcovi incorporarono ita3vòkiaBi proprj béinl della lor men-
fa per unirgli alla Canonica , colandone molte repli-
cate donazioni , che fi leggono nel medefimo Archivio
( de* Canonici) come Raimbaldo donò la Pieve di Si-
ena col Campo regio , già dono Imperiale fatto al Ve-
ìcpvadp;,, Pocjio donòla fiadiuqja di S. Andrea in Mer-
cato vecchio j'i-Atto la Corre ,,e la Pieve di S. Piero
in BofTolo , ed altri molti che fi tralasciano y che non
farebbe gran fatto credere, che gli fteffi Vefcovi convivef-
fero con effi loro , mentre Tufo più addietro l'avea por-
tato,» dice il Magri, cjie i Vefcovi fìelTero infieme co*
Canonici, come jor ,Q^i t'^-XDfiKettojrjf'^^i'kf|éj|B*^ ;com-
m.emora^dofi ciò , foggfugne egii , nef Concilio Roma-
no celebrato lotto Eugenio IL &éfi£i6. Ma nel io6\.
raffreddatoli forfè quel fervore* .corta che AlelTandro II.
ad iftanza di San Pier Damiano zeìantiflìmo di quefto
modo» di vivere, Io rinvigoriiTe con nuove , £ ìevere_#
coiti|u,zioni,ì(,trovandofene .nell'opere >dl detto Santo
mn- evidente documento, che è una fuaJEpiftfila;^ C/^-
rum Fior, nella ^quale ?ft raccomanda a*Canonici l'ufo
della difcipJina i) Altre coitituzioni furono, pofeia prè-
fcritte dal Vefcovo Ardmgo , e confermare da Grego-
rio IX. per Bolla data in Rieti nel 1252. con queiti
ordini, che neijuno >■ le non i Canonici, rippfaffe nel
Dormentorio loro non diviio da Cell^;? o Stanze ? ec-
cetto i loro Vicari ,ve tre o quattro ferventi per lo
faccende comuni^ e qualunque Canonico avelie c'amerà
fpeciale la reltituiiTe , ^quella del Claultro allora te-
nevafi dal Canonico Pagno, fi deputalTe per Infermeria
per chi di loro fi ammala (Te : Chi foiTe morto ab in-
ternato , i frutti di fua Prebenda , e tutto quello , che^
gli aveiTe avuto di Beni cjella Chiefa , andane in au-
mento del loro teforo : come anco i frutti della mede-
fima Prebenda del primo anno di fua elezione al Ca-
nonicato. Quella non fu dell'ultime Cattedrali d'Italia
a la-
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—^———————^^_——_—«w
a lafciar querV ufo del convivere infiemè, perchè fe-
condo P Ughelli , gli ultimi furono i Canoniei di Pe-
rugia , e di Gubbio ne* tempi di Leon X.
II. Òr venendo alla prefente Canonica , dir fi vuo-
le , che alla menfa de* Canonici era fiato donato dal!*
Imperatore Lamberto , e Ageltrude fua moglie per
carta data in Ravenna nell' Sg$. il Campo del Re, oggi
detto Camporeggi , che è tutto quel terreno , che i ffiS*
defimi Canonici pofleggono ancor di prefente di là dal-
la Via di S. Gallo , cofa , che fcorporandofi dall' Erario
Regio , e che alla Regia Camera fi appettava , fi richie-
fe, che Berengario tale donazione confermarle nel fecon-
do anno dell* Imperio , come cotta per un fuo Diplo-
ma efìftente nel Capitolo, dal quale ancora perviene in
noi notizia di averle Ottone III. nel g%6. fatto un gran
privilegio , e fimiìmenie dipoi Currado nel 1037. ad
iìlanza di fua moglie Gisla ; ed altri nomi auguiti d*
Imperatori , di Re , e di Regine ravviferemo nel catalogo
delle preziofe cartapecore del Capitolo Fiorentino j ficco-
me parecchi Pontefici, Cardinali., e Vefcovi t ì quali li-
berali furono alla Canonici , concedendo ad effà ricche^
Pievi 5 Chiefe , ed Oratorj, ed eziandio la Signoria di Ter-
re , e di Caftella, E circa il luogo della prima , ed anti-
ca Canonica , crediamo , efie forfè in quefte vicinanze > men-
trechè nelle Scritture del Capitolo al num, 115. avvene una,
ìì cui fumo è quefìo „ i«Si. l'Abate di S. Piero di Cielo
„ d'oro di Pavia concede alla Canonica Fiorentina in per-
,, petuo un pezzo di terreno, fui quale erano fabbricate
„ alcune Cale . „ e alle Riforrnagioni trovafi un Decreto dei
1340. pel quale dai Signori concedefi licenza al Vefcovo di
Firenze Francesco Salvefhi da Cingoli, di edificare que-
lla Canonica verfo la Piazza de* Bonizzi , che era quel-
la , che veniva allato alla Chiefa di San Benedetto , come
fi dirà parlando di quella Parrocchia , e conforme alla
fuddetta ordinazione io mi fono avvenuto a trovare
nell* Archivio dell' Opera una deliberazione di quel Ma-
gifirato pertinente alla Canonica , benché poiìeriore
negli anni , e dice come fegue : Die 23. menjis Augufti-
Tom. VI.                        U                               1418.
-ocr page 109-
1418. deliheratum fuit quo d fiat m'urut" fuper Tlated San*
Bi Benedici ìnter Domum heredum Domini loannis Te-
daldini , é* Turrim Bartoli Cortigiani
, qui murus clau*
dat <viam *venientem ìttxta Ecclefiatn S. Petti Celorum
,
& ditti muri yojftnt <, & debeant incaftrarì cum muris di-
flarum domuum
, ubi fient yro Canonici? Domus ,
III. Ma che quella Canonica non così pretto reltafTe
compita s o fivvero divenire Padrona di tutte le Cafe com-
prefe nel!' ìfoìa , evidentemente apparifce da una Bolla
di Papa Niccolò V. del 144S. 12. Kal. lunii, nel qual
anno per comodo maggiore de' Canonici crefciuti di
numero > il detto Pontefice incorporovvi la Chiefa di
S. Pier Celorum. iftituito avendo dell'entrate della Chie-
fa una Cappellania in Duomo ,e abolito il titolo di Par-
rocchia > che era una delie più antiche Cure di Fi-
renze j volendo il Borghini , ed il RoìTellì > che fofTe
irata fabbricata nel 722. benché non lì accordino in_.
chi ne folfe il Fondatore ; Imperciocché il Borghini la
vuol fatta dal Vefcovo Fiorentino Speciofo in detto
anno affine di renderli grato , e benevolo il Re Luitpran-
do con dedicare nell* anno XII. del Regno di lui una
Chiefa a S. Pietro , di cui fapeva eflere detto Re di-
votiffimo : dal RolTelli però credefi elfere (lata fabbri-
cata in Firenze dallo fteflb Luitprando ad imitazione
di altra Chiefa di fimil nome da elfo edificata in Pa-
via ; e favorifce quella opinione una Scrittura preflfo i
Canonici del 1081. nella quale fcorgefì la Chiefa no-
stra di S. Pier Celorum dependente da quella di Pa-
via ) poiché in quello contratto Don Benedetto Aba-
te , e Superiore del Monastero di detta Città 5 concede
a Giovanni Diacono Canonico Fiorentino terreno fpet-
fante a San Pier Celoium di Firenze col cenfo annuo
di otto danari Luccheiì nella fella di S. Piero» e leg-
gonvifi fotcofcritti i Monaci refidenti in quello luo-
go , donde fi arguifce, che anche quella forfè Badia di
quel medefimo Ordine di Canonici Regolari di S. Ago-
itino j come è la predetta di Pavia . Quella adunque
così antica Chiefa 9 e Parrocchia reitò ipoglia ta del
culto,
-ocr page 110-
9l
culto ) e ridotta ad ufo de' noftri Canonici, come cria fi
vede ftar di ptefente , ma non fenza rammarico di chi
ben fa le vifite autorevoli fattevi dai primi noftri Vefco-
vi j e come Beatrice Madre della Cernerla Matilde vi fece
leggere, e promulgare nel 1072. la donazione, che ella
faceva al Vefcovo ài Fiefole Trafmondo con la folen-
nità del porfi la Carta dell* iftrumento in full* Altare
di quella Chiefa , come dicono le parole feguenti : &
C art uhm Don at ioni s ^rediBae pofìtam fuijfe fuper Alta*
re $. Tetri Coeli Aurei Fior*
IV. E avendo ora io detto, che quella Chiefjt*
fu conceduta a* Canonici per loro maggiore como-
dità , noteremo qui a qual ufo fofle da elfi desinata >
ed il primo concetto fu di farne una Libreria confor-
me r intenzione di parecchi Benefattori , che concor-
fero a donare libri pregevoli, perchè ferviffero di pio*
fìtto a' Cittadini, né io fo indovinare, come fvanì sì bel*
la idea , che chiara trovai! in alcuni libri copiati dal Ca-
nonìco Salvino Salvini preflb il Propofto Cori, e che
riporterò qui per torre ogni dubbiezza * Al libro adun-
que fegnato H leggeri „ San Piero in Ciel d'oro nel
j, 1448, io. di Luglio fi Jevò l* ufo di Chiefa per far-
„ ne una Libreria comune a tutti gli abitanti di Fi-
„ renze » Ivi pure fi dice 5, Meffer Giovanni Spinelli-
5, ni Propodo Fiorentino s* affatica molto , perchè la
j, Libreria de i Canonici il finifea » In altro libro di
deliberazioni dai 1462, al 72, fi trova un lafcito di
parecchi libri così ,, Meffej: Niccolò di Piero del Mu-
„ gello lafcia molti libri alla Canonica Fiorentina per
„ la Libreria 3, Ed una ilmile donazione evvi al libro
dall' anno 1475. all'.82. cioè,, Monfignor Guglielmo d'
„ Antonio Becchi Vefcovo dì Fiefole dona quantità di
5» libri alla Libreria de*Canonici,, ed attualmente fonovi
ancora due fcanzie piene di varj altri libri lafciati dal
Canonico Combi , e vi dovrebbero eifere tra i molti
Volumi le pregiatiflìme Epiftole di San Paolo col co-
niente di Maritilo Ficino, per la cui confervazione in
un libro fegnato B il fuddetto Salvini trovò la feguen-
M z                                     te
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91
te memoria ,,'Adì 20. d* Agoiìo del i£oi. fpefe pe?
„ miniature , e legature delie Epiftole di S. Paolo col
„> contento di MefTer Marfilio Ficini per la Libreria , mo-
$: rì quelli 3. d'Ottobre 1499.„ E anche gli Operai, deve
diru* , che aumentaflero queiia Librerìa , imperciocché
evvi al ,1057. nell'Opera quefìo ricordo „ I Signori O-
}y perai comprano libri congegnati alla Canonica di S*
jjj Maria del Fiore, e fono libri 35. cioè 29. contenen-
za ti materie morali* e 6. di Storie Sacre.
V. Serve ancora quefta Chiefa di Archivio del Ca-t
pitelo gelofamente guardato per contenervifi molte Scrit-
ture in cartapecora originali , e ne diamo qui una no-
ta di alquante principali > con quell'ordine di numeri■»
che vi fi trova , e fono le feguenti:
1.  Speciofo Vefcovo di* Firenze dona a'fuor Canonici
la Corte di Gintoia in fu la Greve } an. xn. Luìtp'andi
%egis
724/
2.  1037. Privilegio di Corrado Imperatore a favore del-
la; Canonica Fiorentina .-
§. Donazione fatta per Kaimbaldo Vefcovo di Firenze
alla Canonica Fiorentina della Pieve di Signóre altri beni,
corroborata col bando Imperiale , $30. anno ili. Othonis ,
4. 1063. Privilegio di Papa Aleffandro II. a favore
della Canonica Fiorentina .
6. Privilegio di Ottone III. Imperatore a favore della
Canonica r
                        ar
,7. 1076. Privilegio dì> Papa Gregorio VII. a favore del-
la med di ma Canonica. it
                     :,.
• 8. i©72. Privilegio della DuchefTa Beatrke Marchefa
di Tofcana a favore di detta Canonica .
ri. tiiS. Privilegio di Donazione ài Gottifredo Vefco-
vo di Firenze alla Pieve di S, Severo di Legri ,
12.   1*53. Privilegio di Papa Anaftafio IV- a favore
della Canonica Fiorentina.
13.  ^2©^ Privilegio di Berengario, col quale conferma
tutte le donazioni fatte alla Chiefa Fiorentina.
16. 925. Donazione fatta d'Atanaldo , et Adolfo figli
dì Roilelmo all' Oratorio , o Chitfa di Santa Maria po«
fia vicino a •. *.. fondata da loro .
                     1$,
-ocr page 112-
rtt. $83. ppg. Privilegio di Ottone II. e altro di Ot-
tone III. a favore della Canonica Fiorentina .
19. 1051. Privilegio di Papa Leone IX. a favore del-
la medeiìma Canonica *
21.  1102. Privilegio di Papa Pafquaje IL a favore del*
la iìeffa.
22.   i®6$. Altro Privilegio di Papa AlelTandro IL a
favore di e (fa .
23.  S98. Donazione di Lamberto Imperatore del Cana-
po Regio, a* preghi di Ageltrude fua moglie fatta iru
Ravenna alla Chiefa di San Giovanni di Firenze , della
quale era Vefcovo Grafulfo .•
24.  $26. Altro Privilegio di Ottone IL Imperatore &
favore della fteiTa Canonica Fiorentina .
25.  Donazione fatta per S. Poggio Vefcovo della Ba-
diola , e Chiefa di S. Andrea di Firenze al Capitolo
Fiorentino (manca Fanno, ma leggendovi!! fottofcriu
to Hugo Marchio , fi crede feguita circa il mille . )
%6. Privilegio di Lodovico imperatore figliuolo di Lot-
tano Imperatore a favore della Canonica itefifa .
2.8. 890. Andrea Vefcovo di Firenze rftituifce in S. An-
drea di Mercato vecchio la nuova Badelfa , facendovifi
memoria in quelio diploma di Lodovico Pio .
tg~ 1059. Privilegio di Papa Niccolò IL a favore del
Monaitero di Santa Felicita di Firenze „
31.   1061. Semenza di Beatrice Du hefiFi a favore del-
la Canonica Fiorentina contro alla Chiefa di S, Loren-
zo di Firenze , per la quale il dice il Campo Pregio
appartenente alia Canonica ftella .
32.  107Ó, Privilegio di Papa Gregorio VII. a favore
della me de firn a .
54. 1047. Privilegio di Corrado Imperatore a favore
ài e fifa «
37. 1271. Concordia fra il Capitolo Fiorentino , e i
Confoli de i Mercatanti per conto delie Offe (te , che
fi facevano nella Chiefa di S. Giovanni ii giorno della
fua Fella .
., 60, 1419, Bolla di Papa Innocenzio Vili» per P unio«
ne
-ocr page 113-
ne al Capitolo Fiorentino della Chiefa di S. Bartolo a
Cintoia , della Pieve di Signa , di S. Lucia a Mafia-
pagana , della Pieve di S. Giovanni di Cornacchiaia,
S. Michele di Lomena, della Prioria di £>. Giovanni di
Firenzuola , di S. Michele a Ferrano , della Pieve di S,
Giovanni di Valdebola ; e della Pieve di Caftelfalfi.
6z, ij15, Bolla di Papa Leone X. per l'unione al
Capìtolo del Monaftero di Santa Maria di Grignano di
Prato , del Monaftero di Santa Maria di pafciano, del
Priorato di S. Maria Maggiore di Firenze , del Prio-
rato di S. Paolo di Firenze , e della Pieve di Gropina,
a titolo di accrefcere l'entrate dei Canonici *
. 6$. 1483. CompromeiTo , e Lodo fra le Monache di
Santa Caterina > e quelle di Santa Lucia di Firenze .
74. -e ,96. 1333. Bolla Papa Giovanni XXII. per
la quale fi fo/pende 1' interdetto fulminato contro alia
Citta , e Pioccfi Fiorentina ad iftanza del Cardinal Gio-
vanni di S. Teodoro per conto della Pieve di Santa
Maria Impruneta ,.
#7. 1257. Bolla di Papa Aleflandro IV. per il Capito-
lo Fiorentino /opra le ragioni del Monaftero di Santa
Felicita,.
gt, io$6. Bolla di Papa Gregorio VI. per la quale con-
cede al Capitolo la Chiefa di S. Donnino a Brozzi.
#8. 1447. Bolla di Niccolò V. ,che la feita del Corpus
Domini
fi faccia nella Chiefa Cattedrale di Firenze,
$9. J45<5. Bolla di Califto III. che i Padri di S. Maria
Novella il giorno del <Corj>us Domini non vadano da per
loro in proceflìone, ma con la Cattedrale.
30®. ,1457. Bolla di Papa Califto III- che dà il modo
dell'andare a proceifione il giorno del Corpus Domini*
jn. 1435- Bolla di Papa Eugenio IV. per la quale u-
nifee ,la Chiefa rdi S, Andrea di Firenze al Capitolo Fio-
rentino,.
119.  £484. Bolla di Papa Sifto IV. per l'unione del
Monaftero di Santa Caterina delle Ruote di Firenze al
Capitolo Fiorentino.
120.   143$. Bolla di Papa Eugenio IV. per la quale
fc
                                                                                    con*
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95
concede in commenda la Ghiefa di S. Andrea in Merca-
to al Vefcovo di Sidonia.
141. 1493. Proceifo per l'unione del Monaftero di S.
Caterina di Firenze dell' Ordine di S. Agoftino al Capi-
tolo Fiorentino*
Con altra numerazione *
6%. 1038. Concefiìone fatta per Atto Vefcovo dì Firen*
ze alla Canonica, e Chiefa di S. Giovanni di Firenze del
Cartello, Corte , e Pieve di S. Piero in Bolìblo .
72. 1293. Erezione, e iftituzione della Dignità del Te-
fauriere nella Canonica Fiorentina *
109. 1201. Lodo tra la Chiefa di S* Lorenzo, e la
Chiefa di Santa Maria Maggiore per conto deJ termini
delle loro Parrocchie.
119. 1445. Teftamento di Metter Iacopo di Giovanni
Ugolini Canonico , per il quale inftituì nella Chiefa di
Santa, Reparata due Cappelle , una di S. Niccolò , e 1*
altra di S. Agnefa .
rat. igég. Teftamento di Mona Giovanna figlia del
qu. Bencivenni , e moglie del qu. Averardo de' Medici
lafcia entrate per un Cappellano in S. Maria del Fiore,
che del continuo dica Meifa, l'elezione fi a del Capito-
lo , e di MeiTer Bartolo , e Filippo fuoi Zii, e figli del
qu. Bencivenni.
180.   nSd. Privilegio di Papa Urbano III. per la Chie-
fa di S. Maria Maggiore di Firenze .
181.  1280. Fondazione di due Cappelle nella Chiefa di
Santa Reparata fondate dagli Efecutori del Teftamento
di Maeftro Ruberto Medico figlio del qu. Aldobrandino
del Popolo di S. Friano .
233. 991. Donazione della Badiola di S. Andrea di
Firenze fatta dal Marchefe Ugo a San Poggio Vefcovo
di Firenze .
243. 110S. Bonifazio , e Alberto , e altri , donano il
Padronato delle Chiefe di S* Martino, e di S. Angiolo
di Gangalandi alla Canonica Fiorentina.
251.
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MM
#6
251. 11S3. Privilegio di Lucio III. a favore della Chic-
fa di S. Maria Maggiore.
308. 1280, Elezione del Piovano della Chiefa di S.
Gio: Batifta di Firenze fatta per il Capitolo Fiorentino.
196. 1002. Guido figliuolo di Andrea vende a Rinieri
del q. Raimberto la quarta parte della Chiefa di S. Am-
brogio porla in loco detto Pietra Piana con Corte ce.
3.  1225. MelTer Chianni Proporrò Fiorentino libera da
Ogni fervitù Guidobene del cj. Manente da Solicciano, e
i-n contraccambio riceve certe terre in detto luogo.
4.   1295. CompromeiTo, e lodo fra Mefler Tebaldo
Proporlo di Firenze, e il Capitolo, e Canonici Fiore n»
tini ,
5.   1310. Coili-tuzioni di MelTer Antonio Vefcovo di
Firenze.
12. 1205. Sentenza data per MeiTer Giovanni Vefcovo
c!j Firenze tra il Propollo, e i Canonici Fiorentini.
i|« 1218. Il Propoito , e Canonici Fiorentini conce-
dono a fìtto a Prete Ruilico Canonico Fiorentino le
Terre dì Cintola , e altre .
97. 1445. Bolla Eugenio IV. al Capitolo Fior, per la
elezione di Fra Antonino Domenicano in Arciv. di Fir.
i 17- 1214. CompromeiTo > e lodo del Poterla di Firen-
ze tra il Proporlo , e i Canonici Fiorentini ,
19. 1225. Ruilico Canonico Fiorentino vende Beni
nel Popolo di S. Bartolo a Cintoia a M. Buoninfegna Ar-
cidiacono Fiorentino .
25. 1079. Giovanni del q. Bcnizo dona alla Chiefa , e
Oratorio di S. Croce 3 e S. Niccolò pollo a Bibbian© ap-
partenente alla Canonica Fiorentina Terre, e Caie polle
nel Piviere di S. Gavino di Mugeilo .
27, io4<5. Alberto Notaio figliuolo del -q, Tiberto do-
na alla Pieve di S. Piero a Sic ve, terre in detto luogo ,
con patto, che vi llia un Collegio, di Canonici Regolari,
altrimenti le dette Terre pervengano al Capitolo Fioren-
tino .
i. 29. 947. Grima figliuola del q. Alberto, e moglie fu
di un certo Guido dona alla Canonica Fiorentina be.
. ,                                                                        ni
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9 §
m pojH a Voloniano nel Pkkte dì Valdimàrina M
34. 1283. Teftamento di Madonna Lucchefe del q. Beli*
venuto Luchini, per il quale lafcia alla Canonica Fioren*
tina una* Ofa nel Popolo San Griftofano
42.          . Egidio Vefcovo di Sabina Legato Apoftolico
concede un' afpettariva per il Benefizio primo Ecclefia-
itico fpettante al Capitolo Fiorentino, che vacherà a fa-
vore di Mefler Ridolfo di Bartolo Qki Canonico Fio.
Tentino.
                                         wt-;x-;r,*taC
.43. iq66. Piero figliuolo di Vitale dona alla Chiefa , e
Oratorio di S. Maria ,e di. S. Croce di Bibiano apparte-
nente alla Chiefa, e Canonica di San Giovanni di Firen-
ze Beni polii vicino a detto Oratorio.:. > khì ^ a
1549. 11,83. Sentenza de'Confoli della Città di Firenzeh
per la quale fi confermano certe feryitù, e feudi dovu>
ti al Capitolo Fiorentinoami ^nr.tn*! :■'?:..;. ,1 .,".
55. 1220. Statuti , e Coitituzioni del Capitolpye,Ca-
nonici Fiorentini ,
                   .                       i
■60f 1025. Lamberto Vefcovo di Firenze concede a Pie-
ro Primicerio figlio di Andrea, ed a Sichelmo Cherico,
a Gherardo , ad Ildebrando, e ad altri Preti ipfam ,Ecde<-
jtam
, iff Oratbrium Ulna , quod efl in honorem & „ Andrene,
quod efl jjtunì in Gioitale Eloremiae prope arcum una cum
Cafa
j & terra 5 .qitae eB Jtta grog e iyfam Ecclejìam■,, fed
& terram illam
, quae dicitur fifcinale, éfc. col cenfo al
Monaitero di S. Miniato di danari 24. è era quelli, che B.
fottoferifiero, leggefì Ego Dawitius Vicedomm^s*y.y m,m
75.  1087. Lamberto ,^e Vuido figliuoli dei q^Tarolfo
donano alla Canonica Fiorentina Beni pofti a Biviglianoi
76.  1214. Albizzo, e Giovanni del q. Simone rinunzia-
no alla Canonica di Santa Reparata Beni a Solicciano*
. 81. 1210. Mofca dei q. Lamberto vende allo Spedale^
della Canonica maggiore della Città Firenze fabbri-
cato vicino alla Chiefa di S. Gio; Batifta Beni poiti a Etna
ai Ponte dell* Olerò. ;
                     hdtlnil
$■1., ni»?. Pagano da Roballa Cherico, e Bernardo fuo
figliuolo donano alla Canonica Fiorentina Beni pe Ter.
re luogo detto Camp Regi,_t„,
            v] Imip oi :
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Bf. 122©. ÙhiU d#Me Prebende, e CornproTnefe tra i
Canonici Fiorentini ^ e procura nel Propoào ^mantene-
m le ragioni del Capitolo1.
           : . , ■ -. ; -.;..'
91.  1258^ Pagaménto del cenlb fatto per il Monaftero
di S. Pier maggiore di Firenze Carne, Torte, Fru'tte,
Giuncate ec che ogni anno nella feita di S* Pietro e Pao-
lo dovèanfl dalle Monache dare alla Canonica,, e 'Capitolo
Tolentino ►
         *v; <*loti>v& /;•■ <uio>>ù>-i ',:.;ri
92.  io")8, Donazione fatta alla Canonica Fiorentina di
tre pezzi di terra poiftr nel Popolo della Pieve di Brozzi
da Tesberga figliuola del q.. Azzo chiamata Alberto.
100.. 1301. Lodò fra il Capitolo Fiorentino, e Me/Ter
Giovanni Macchiaveili Tefauriere , e Canonica fimilmen*
te Fiorentino per conta della detta Tefauieriaa favore-»
di detto sMaochiavelli *.
        ; e            : ;> :
ioi~ 1285.. Procura di tutto il Clero della Diocefi di
Firenze y efTendo vacante iil Yefcovado, nella quale 11
leggono i nomi di cento,, e più Preti »
; Ì04.Ì 13 2 r. Pracura d'alcuni Canonici Fiorentini a pre-
fentare relezione fatta da loro di Tefauriere della Cano»
Mca.FiorehtinarTn MeiTer Guglielma Frefeobaldi.
,iif.Jp95..: Zanohi, e Vving.ildo del q. Vvido donano
alla Canonica Fiorentina beni polli nel Piviere di San
Piero a Quarto.
ttlrj}* 1097. Guido Conte figliuolo d'un altra Guido
'Conce-cdona alla Canonica Fiorentina la metà del CaiteU
lodi Campiana conila Chiefa di Santa Maria ..
         iiut
oihaitfl'upii* Amico figliuoloJdel,q. Bonizo> e Bivigliàno
fuo figliuolo donano alla Canonica Fiorentina terre iru.
luogo detto Carripopiano *
116.108 r» L'Abate di S. Piero di Cielo d'oro Pa-
via concede alla Canonica Fiorentina in perpetuo > -men-
are pagherà il fitta , un pezzo di terra, fopra il quale ei
jano .fabbricatetGafe polle nella Città di Firenze .
118. 1076* Rolando del qv Pietro,: ed altri dottano alla
Canonica Fiorentina l'intera Corte, con Cafe» Terre ec*
luogo detto Bagnolo ? e Paterno, e la Chiefa di S. Maria
polla in quel luogo, Piviere di S. Maria in Pineta.
' «*$                                                               .V-i *« 128*
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99
12$. uso. Guido Spedalingó Sellò Spedale della Chie«
fa ,,, e Canonica di Santa Reparata concede a livello Be«
ni fuori delle mura di Firenze nel $orgo di Balla.
tig, 1099. Bando della Gontelfa Matilda fopra cetti
Beni polii a Campiano s donati alla Canonica Fioren*
tina dal Conte Guido .
131. 1244. Semenza di Ardingo Vefcovo di Firenze
tra il Capitolo Fiorentino , e V Abate di S. Pancrazio
per le preminenze , et onorevolezze , che gode il detto
Capitolo in detta Chiefa *; r
         s *>          ! .ij»
149. 1304. CQmpromefTQ e lodo fra il Propofto, e i
Canonici Fiorentini dato per MeiTer Tedice Vifdominù
151.13 21. Scrutinio del Capitolo » e de'Cai.ionici Fioren.*
tini per 1* elezione del ftuovo Vefcovo di Firenze per
la morte del Vefcovo Antonio d'Orfo, ed avvene un al-
tro più curiofo nella morte del Vefcovo Silveftri 1344.
252. 1083. Ugo figliuolo del q. Ralberto dona alla Qà*
nonica Fiorentina la duodecima parte della Chieia di
San Cri#ofano a Viciano del Piviere dì S. Alexandre»
a Giogo!i •
           -,
. 161. *2 3<5> Appello del Capitolo Fiorentino al Papa
per '{a lite, che aveva cp»n Mefler Ardingo Vefcovo di
Firenze,,^/ rj
                                  0.1 *-.>;■                        *.*ù\c
166. 1419. Indulgenza alla Chiefa di Senni nel
giorno dopo di Refurrezione, per il miracolo quivi fac-
cetto della Santiflìma Qftia , che fi attaccò alla Parena
nel volerfì comunicare una Donna , che non aveva re-
flituita la farna * , :-■,;; ■■ ^WnM fe^wrà-^vr tyiì :»l
171. %\$2* Concordia tra Mefler Andrea Vefcovo di
Firenze, eli Capitolo. Fiorentino, v. v.v t ,^t
, 178. izpv* Mcfler Orlando Propofto Fiorentino\y col
confenfo degli altri Canonici conferma il Piovano di
Signa*
§%* 3219. Lodo .tra Meifer ■ ^hianni Propella della
Canonica Fiorentina
s e certi da Pulicciàno perula fe-
deltà , chedovevano preftarev.aidect^ Canonica per con^
tp c[i ce^^'erre,.-// &K e..:: v.'a , v.<U^a x\é .% mvi
191. 1303, Procura del Capitolo Fiorentino a diverfi
Attj f ;
.j.                                  N 2                                193.
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tOO
:'!*9J. V210, l^fòrrieKTa de* Canonici Fiorentini d'ofTer-
Vàr&le cìlnfuertidini an'ticbe^deiJa Chiefa Fiorentina ,?
i^y. -ib^È. Il Conte" Guido dels Conte Giudo invefìi-
fc^f Gherardo1 Arciprete di Sanra Repàr^ca di ^tutte le
Càie j Vigne yGorte:, e Gaflello j e Ghiera di S» Maria,
di Campiano.
» ;|»:>.». Tesberga figliola della b. m. d'i Atto , o ita Azzo, e
altri Tanno $058. confermalo alla Canonica di San..
C^ovannivc^e-em? Proporlo-Martino, alcuni beni nel t?er-
litorio ài $* Martino a Brozzi con patto {che ncque Epi-
JcùpuS tregue• Frepofitus-'ulio-mbdo alienare? poffent <ìfe-d fem*
per Jint inpoteftate Canoni cor um
, qui modo , autin ante A
in *prediBa Canonica ad infiar primitive Ecclejte comuni*
ter- rmme-Mtes Regulàm S'anfBarum 'Fatrum Canonica obfer*
<éant
1 & ■obf$r<vaturi: furiti'n01;tK ov^3*j . ?V
si&g..'.I Gonfoli di Firenze-, cioè Arlotto Squarciafac*
chi j Ài Compagno* Arrigucci concedono k tenuta, e il
poiTeflbd^alcuniBeni a Pagano-ÌFl&rèntineMWt'èjfè¥repoJìt& *
:)
11220. Chiattni Frepojitus y & èlU Canonici dant} & àf-
Jìgnant Mró Boninfegne Arcidiacono
, et Upiczino Cano**
nicis
j \& Succejf&ribus fuir afe. éf fideiuffores iìiem prò
Canonici s
, qui in. alia Inflrumentà . . + Bicoccus filius
elim Belingerii promittit de rato prò Magiflro Grafia Ca*
Monica
l'anno 1220/14. Kai. OBobi V
          ? - 1 . j-
■ .litiftims- Philippi teflit* < siiu /-ili»!*-''         o-**of*
ri04* 12 3.1.. Ardingo Vefcovo Fiorentino fa le Coiìr-
tuzioni del no&ro Capitolo : e. comincia no:
In Dei Omnipotentis Nomine Amen* NosArdengus be^
nigmtiatg divina ■ Fiorenti n ut 'Epifeopus^àd.'Reformat io nera
maioris Ecclejie Jplorantine likenter cum affezione fpiritus
inttndmies
, ut 'ulterius> iChri'&i 'gtatiàfacente Sfatu eius
iaudahiliter ordinato >}\tam ipfa
5 quéni illius Canonici %
tamquam fratns habitantes in unum in pace maneant
, à?
quiete
} Statuimus de conjìlioipfius Capituli, & confenfu &c.
.491* •>• Amadeo Conte giudica in Firenze anno vi. Im-
peti? Dr Lamberti piiffimi Imperatori! in atrio ante Baji-
licam Si ìois Baptifle
, una cum Adalberto Amadeus Comes
Fai atti in hdjm refideàv fye i
bt 1 -:c:x\.-Ci «;•
. c ti i' "                                 s Vi                                     15 t
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iot
ilfci& Bolla di Papa Leon X. data in Firenze 8. di
Gennaio an. fontìf. in, nella quale fi concedono a* Ca-
nonici privilegi anche iurifdizionali.
1446. Bolla di Eugenio IV. che concede a Piero di Spi-
nello Gìrolami l'Arcidiaconato.
1459. Bolla di Pio IL che aflegna air Arcidiacono cen-
to feudi di camera fopra la Chiefa di S. Biagio .
1731. Breve di Papa Clemente XII. dato in Roma adì
2. di Gennaio del fuo Pontificato an. I. col quale con-
ferma egli k Bolla di Leon X. in favore de' Canonici > e
concede loro la Cappa magna paonazza collo ftrafei»
co , e cappuccio foderato di pelle , la fottarta lunga, e
mantelletta paonazza, cordone roffo al cappello, calze,
e goletta paonazza *
' 1617. Catalogo di tutti i Canonici Fiorentini dall'
anno 800. fino a detto anno, melTo infieme dal Cano-
nico Lorenzo Ubaldini ,
1747. Il medefimo Catalogo ampliato fino a d. anno
dal Can. Salvino Salvini 3 che di tutti i Canonici ne fcrifle
la vita*
LE*
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102
LEZIONE
1 -2v«
' ì
DELLA SCUOLA EUGENIANA, DELLA COMPAGNIA
DI S. ZANOBI, E DEL CIMITERO.
J-diante la concezione di Papa Niccolò
V, e la generofa pietà de*Fiorentini ,
co$ì ampia era divenuta la Canonica di
&. Ilaria del Fiore, che dal Capitolo
lina porzione di Cafe fu fcorporata , e
.deflinata alla Scuola de* Cherici, e al-
tva. parte alla Compagnia di S. Zanobi,
due pumi della Storia norìra affai notevoli, e che ci ri*
mangono da dichiararti, innanzi che entriamo nella Cat-
tedrak. Onde principiando dal Collegio Eugeniano, cre-
do, che non -fera difgradevok cofa , fé io mi trattengo a
ragionare minutamente di quello fegnalatiflìmo benefizio,
che fece il Pontefice Eugenio IV. al Clero Fiorentino
colla fondazione di una Scuola, dove i Cherici poflòno
forma dì ottimi Ecclefiaiiici.. Ma per intendere la fanta
intenzione di Eugenio neh1'illuni re queila famofa Scuo-
la , farà di uopo ^ che ci facciamo dall'anno della mor-
te dell' Arcivefcovo Amerigo Coifmi, e benché Ha al-
quanto dubbio preiTo gii Scrittori il quando ciò acca-
dere , diremo fenza pericolo di abbaglio, che i* Arcivefco-
vo fi morì innanzi del 1433. conciofiachè in un libro di
Ricordanze dell'Arte della Lana a quello propofito leg-
gefi così v Nell'anno 1433. venne a Firenze Eugenio IV.
,, Sommo Pontefice , ed avendo trovata vacante la no-
j, (tra Sede Archiepifcopale per la morte già feguita del
„ Corfini 9 per fé la ritenne quali due anni } ne'quali
5, molte cofe operò a decoro maggiore di efla » ed in_.
„ fpecie ifiifUì il Collegio de' Cherici 5 dal fuo nomo
,, detto Eugeniano, ?J Dalla morte adunque di detto Ar«
ci-
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civefcovo fino al 1435. anno della fondazione della Scuo-
la non volle Eugenio, che fi toccafìfero 1* entrate dell'Ar-
civefcovado , di modo che fattafe#e una fomma di fiori-
ni d'oro novemila) e novecentoT quelti affegnò per dote
del fuo Collegio > la qual cofa meglio dichiarerò» dando
qui un funto della Bolla , che fi conferva preflb 1' Atte
della Lana , e incomincia : ad exequmdum Summi Tonti»
ficis offrii dsbitum y
alla quale nel 1441^ ne aggiunfpj,
altra ancora più abbondante di grazie pe' Cherici.
II. Or per dire il contenuto di que#è Bolk fi fa
Papa Eugenio dalla convenienza di' dovere accrefcere
fempre più decoro, e flato a Santa Maria del Fiore ,
mediante la fontuofità della Fabbrica? e del concorfo di
gran Popolo ad eflà , dovendo al cultc», e alla venerazio-
ne corrifpondere il numero maggiore degli Ecclefiafticì,
che vi debbono ufiziare * Quindi di motuproprio ordina
una Scuola di Cherici> che ferva del continuo a quella
Chiefa coli* infrafcritte condizioni ; 1^ Che l'elezione de i
Cherici fia dell' Arcivefcovo di Firenze, dei fuo Capito-
lo , e de i Confoli dell'Arre della Lana » IL Che gli Elet-
ti fervano la Chiefa dall'età di 15. anni fino ai 25. Ili»
Che fiano nani di legittimo matrimonio , e oriundi delle
Città j e Diocefi di Firenze) e di Fiefole . IV. Che il nu-
mero di effi fia di 53. de'quali però i benefiziaci parti-
cipanti fieno folamente 33^ e prima d' eifere ammeiì
facciano in prova 6. mefi di fervizio alla Chiefa . V* Or-*
dina che fi mettano fui Monte Comune i fiorini 990G»
affinchè i Confoli dell' Arte delia Lana , cui lafcia la ri*
fcoflìone dey frutti j debbano di quefte rendite dare in_.
due paghe l'anno a*53. Cherici Participanti fiorini 9. per
ciafcheduno» e al Maeitro loro fiorini annui 35. oltre à
quello » che effo avrebbe partecipato dell* entrate dello
Spedale dì Santa Reparata 5 dal Pontefice fcorporato > e
difunito dalla Menfa Capitolare de'Canonici 5 ficchè la
provvifione del detto Maeftro fia di feudi cento Panno,
e con frafi efficaci raccomanda a*Confali il mantenimen-
to di tali entrate. VI. Vuole > che i Cherici benefiziaci co*
9. fiorini > fé qualcun di loro partirà fenza licenza dell*
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■■HHMHH1
'>
to4
Arcivefcovo , q, de •■Con foli., debba refìituire tutto quello»
che ne avelie participat© negli anni fcorfi, da diftribuirfi
al Maefiro, Sagieflano, ed altri: di quelli, che fenza le-
gittima cagione, o licenza di lor capriccio, o palTatern*.
f>o IteiTexo adenti dalia Scuola otto giorni , fi polla rite-
ner loro la partecipazione ; VII. Inoltre confìderando il
Papa , che il -concetto fuo di lafciare alla Chiefa Fioren-
tina quello vantaggio , fi farebbe mantenuto , ed avreb-
be avuto (labile effetto ogni volta , e quando la fpe-
ranza negli Studenti fo0e tale , da poter efli mantenerfi , e
foftentarfi dopo una faticofa fervali fatta alla Chiefa di
dieci anni continui , oltreché non pare vagli cofa beru
ordinata , che la Chiefa con fi averle a mofirar grata ver-
fo di loro fenza dare un contrafifegno , e dimoftrazione
.del ben fervito ; e però 3a volontà del Pontefice legata/]
a quelle vive confiderazioni, dichiara, che P Arcivefcovo
di Firenze debba ammettergli agli Ordini Sacri ad ti-
I                                  tulum -jiau^ertatis t giunti che follerò all'età idonea, e
ordinata da'* facri Canoni 3 e che dipoi a* medefimi fi
eonferifcano dal Capitolo di mano in mano quelle Cap-
pellanie , delle quali il Padronato fpetta aJ Canonici ,
e finalmente che giunto il Cherico all' età di 25. anni
s' intenda -e.fTere il fuo luogo vacante nella Scuola , dntum
•■"/                                  Ulorentiae anno Incarnationìs Domimene mccccxxxf. x.
Kal. Aprilis fontificatus nojlrì un. vi* Né pago il Pontefice
di quella Bolla,come fi è detto,altra ne diede nell'anno 1441.
4*-hlonat- OBobris Vontificatus xu colla quale confermò, ed
ampliò la prima. Ma Puna , e l'altra, ficcome vennero
poi ad opporfi , ed orlare fortemente alla Coiìituzione
del Concilio di Trento, cioè, che nefìun Cherico itco-
lare fi polla promovere agli Ordini facri , fé non ha il
fuo patrimonio , o benefizio Ecclefiailico , acciocché
polla vivere , e portar con decoro la dignità Sacerdo-
tale , bifognò , eoe a nome del Propollo , e Capitolo Fio-
rentino, fé ne fupplicaffè Pio V. perchè non rertalTe a-
©olita , e non cadérle in terra una grazia così cofpicua, e fia-
ta tanto tempo in ufo* ed in vantaggio di Firenze, onde
il Santo Pontefice, informato anche da Cofimo I. delle
ih
                                                                        qna*
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10$
qualità , e preminenze della Chiefa Fiorentina, e deli*
intenzione , e motivi avuti da Eugenio fuo anteceffòre-*
in beneficarla , confermò folennemente con fua Bolla de*
24. di Ottobre del 1567. anno fecondo del fuo Ponti-
ficato il fopraccitaro Privilegio Eugeniano , al quale-»
aggiunfe ancor più fermezza , e (labilità. E però alla
parete delia Scuola veggenti di quefti due Sommi Pon*
teficii Ritratti colle feguenti parole : A quello d'Eugenio;
EVG£NIVS IV. AVCTOR COLtEGlI HV1VS A. D. MCCCCXXXV.
E fotto il ritratto di San Pio:
S. PIV5 V. EVGEN. PRIVILEGII PER CONCIL. TRIDENT.
ABROGATI REST1TVT0R ANNO SALVTIS MDLXVII.
i
III. Molti fono gli Studj, che in quefto Collegio vi
s* intraprendono , ma il principale è delle Lettere d* U-
manirà 5 per le quali il Clero Fiorentino non cede a nef-
funo dell' Europa, giufta la bella lode, che ne dà 1* A»
bate Ughelli nella fua Italia Sacra . Mentre ville S. An-
tonino vi fu in quefto Collegio anche una Cattedra di
Teologia morale, la quale fi mantenne pure fotto PAr-
civefeovo Bonarli . Né effendo giammai mancati Mae-
ftri » fcelti fempre dal numero de'più valenti Letterati»
come Maeftro Pietro da Viterbo metfòvi da Eugenio IV.
qui ne darò una Serie , incominciando dal detto Mef-
fer Piero , che pofcia fu Vefcovo della fua Patria fino
al prefente , e ne debbo grado al Sig. Domenico Ma-
ria Manni, che molto fi è affaticato in radunare forni»
glianti ferie molto utili alla Storia .
Serie de* Maeftri della Senola Eugeniana
1435. Mefs. Piero da Viterbo , poi Vefcovo di Viterbo*
1452. Ser Baftiano di Ser Batifta.
1467. Mefs. Niccolò di Guido Baldovjnetti Canonico de*
SS. Apoftoli •
Tom. VI.
                           O                             1478.
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io<5
ÌÌ£J8.*'&htéQ del Comàndatore*
■' ».
1480, Clemente di Ser Filippo..
1480. Antonio di Matteo.                                           > 1
24&1. Giovanni di Francefeo Lachi *
14S1. Giovambatiita Malefcotti »
1491» Paolo da Roffiglione .
2508. Gio. Batitìa MacchiavelJi *
35.09. Gio: Piero ... .. » y
1511. Pier Francefco di Guido .
1528. Mariano Jucci» di cui il Sig. Man ni ta raccolto
beJliffime notizie &
1531. Paolo Verdiano.
JS23* Pietro da Volterra*
1539.   Domenico ; •. • ~
1540.  Lorenzo Fioretti.
1542. Bartolommeo Agati » i                              ; "
1547, Bartoiommeo Guidi ^
*j . Niccolò Guidi.
1551. Angelo Rofci *
15 5 3» Vincenzio. . . . ►
1555. Pietro Magno .
15 j(5. Andrea Fontani »
15(54. Pietro Petrei ~
2 5(5(5. Dionigi Lippi, di cui fra dell* Operette MS. ri
Sig. Manni ..
2577-Marco Cutinijche il Migliore (cambiando chiama Gio*
vanni -T Di lui fcrive la Vita ilmedefìmo Sig. Man ni ».
loop. Criftofano Palraerio .
i<5*4- Ale fifa ndro Papi r
16$
1. Giovanni Paoletti r
1633. Niccolò Pinelli .
1036. Simone Garbugli Dottore, Teologo) e Priore di
Santa Maria Alberigli.
1^50. Giovanni Paoletti per la feconda volta .
-565,2. Lorenzo Campani .
*#5 5* Filippo Miglior ucci
1658. Francefeo* Grifoni *
1655?. Lorenzo Graffi,
166Z»
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*°7
\éé%. Raffaello Pffellf.
1Ó75. Vincenzio Ciani.
1684. Gio: Iacopo jMefcoH i
1688. Giovacchino Cocchi •
1695. Paolo Antonio Paoli.
1697. Pietro Bologne!!, poi Priore di San Donnino &
Brozzi-
1713, Giovanni Bolognefì , poi Piovano di 3. Appiano,
fratello di Pietro , alla cui morte ferititi un dotto
Elogio il Sig. Dottore Andrea Pietro Giulianelli
Canonico di S. Lorenzo .
1719. Sig. Angiol Maria Ricci Accademico della Crufca,
Dottore del Collegio de* Teologi, Propofto del
Bigallo, Autore di varie Opere , e Lettore di Let-
tere Greche nello Studio Fiorentino ..
2727. Sig. Ferdinando Albizzini, oggi Priore di San»
Piero a Careggi .
1732. Giovanni Bolognefì la feconda volta.
1734. Francefco Poggini, Dottore, e Teologo.
1753. Sig. Gafpero Bertelli, già Maefìro della Infigne-*
Collegiata di Livorno .
IV. Palfandofi oramai alla Compagnia di S. Zanobi
incorporata pure nella rnedefìma Canonica , dove inog-
gi a foggia di Magistrato rifeggono i Capitani , che la
governano j avendo effi tralafciato l'ufo antico di celebra-
re gli TJfizi , e cantare le Laudi, dalle quali fu detta
la Compagnia di Santa Maria de' Laudefi, notar fi de-
ve fulla porta di effa al di fuori 1' Immagine di San
Zanobi fatta di terra invetriata della Robbia , ed alla-
to vi fono tre Sepolcri di marmo di rari intagli mu-
rati alla parete , che fono di nobili Famiglie Fioren-
tine flati però prima di que' Gentili Romani , che il
dice efiere venuti a Firenze ah Urbe condita . Ma di
quefìi Avelli parlammo nella Storia di S. Giovanni ,
donde con molti altri furono levati via nel 1292. Itl.
Chiefa fonovi tavole commendate quali per i* antichi-
tà , e quali per la eccellenza del pennello 3 eflendovi
all'Altare una Nunziata a olio con due Storie di San
*• .-
                                     O 2k                              Za-
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icS
Zanobi, cioè del fanciullo Franzefe refufcirato da luiy
ed il fiorire dell'Albero toccato dal feretro, in cui età
il Corpo del medefimo Santo » e quefte beile dipintura,
fono di Domenico Grillandaio . Evvi un* antichiffima ta-
vola di maniera greca rapprefeotante il Santo Vefcovo,
che fiede in abito Paftorale , e dalle bande i SS. Eugenio, e
Crescenzio , e fonovi coloriti 4. miracoli con quefte parole :
QUESTA TAVOLA FV FATTA FARE DELL'OLMO
DELLA PIAZZA . GENNAIO CCCCXXIX*
E acciocché meglio s'intendere la qualità della cofa, vi
iì è aggiunta la feguente Ifcrizione latina :
CVM DIVI ZENOBII CORPVS AD
IP1SCOPALEM BASILICAM TRANSFERERETVR
ARCAE QVA CONTINEBATVR CONTACTV
ARIDA VLMVS IN FRONDES FLORESQVE
ERVPIT . EX EA HANC EXTRVCTAM
TABVLAM FLORENTINI CIVES OB
TANTI MIRACVLI MEMORIAM VENERANTVR .
e circa a quell'Olmo, Ci dichiarerà il mio fentimenta
nella Lezione di Santa Maria Nepotumcofe .
V. Antichi pure fono certi quadri, ne'quali fono
dipinti i fette Fondatori dell'Ordine de'Servi di Maria,
per ricordo a chi frequenta quefta Compagnia , che_*
conofca^qual era lo fpirito > e zelo di que' primi Lau-
defi » Io però non vorrei sì facilmente fottofcrivcrmi
alla opinione del Migliore , che * pag. 66. dice, come
tali figure fi dipigneffero per abbaglio prefo dagli Scrit»
tori de* Servi , i quali dittero eflere quefta quella Com-
pagnia > dove i fuddetti fette Santi ebbero V ifpirazio-
m di abbandonare il Mondo , e di ritirarti fui Monte
Senario. E la ragione , che mi moverebbe a piuttofto fen-
tir fopra di.'ciò col Giani, ed altri illuftri Serviti, non
oftante le belle ragioni del Migliore, fi è, che la Com-
pagnia de' Laudefi principiata nel 1281* vale a direu
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48. anni dopo 1& con ver Itone de* Beati non fo (Tei una
nuova fondazione , ma una vera rinnovazione dell'
antica, che rimarla fofpefa per detto tempo dagli accidenti
delle guerre , e delle peiti , fu riaperta neir 81. per o-
pcra de i Preti di Santa Reparata folleciti di non per-,
dere una sì efemplare Compagnia ; ed il radunarli ,
che facevano i Fratelli nella Cattedrale fin fui principio
del fecolo XIV., come appare dalla Ifcrizione del lo-
ro Sepolcro , mi conferma viepiù nel medefimo fentimen-
to, leggendovi»* come fegue :
SEP. SOCJETATIS LAVDENTIVM B. M. VIRGINIS
Qyi CONGKEGANTVR IN ECCLESIA S. REPARATE
ANNO DOMINI MCCCX. DE MENSE NOVEMB.
VI. Né recandoci altro da offe r va re nel di fuori di
quello gran Tempio, fé non fé 1* antico Cimitero , e^,
benché non (ìa mio coftume di dare una intera notizia
de' Sepolcri fparfi per le Chiefe , tuttavolta in riguar-
do , o fia all'antichità loro, o al pericolo di andar
col tempo totalmente deftrutte sì belle memorie, ne ri*
porterò qui il feguente catalogo.
Allato alla porta maggiore per di fuori, quattro lapi*
de con Arme de* Falconieri , Cavalcanti, Abati , e la_*
quarta fenza Arme : Nelle fcalere vengono i feguenti :
I.  Monumento con querce lettere : fy Guidi Bizzini Cal-
deraio & fuorum            ; :
?•;*♦ F ranci fri Laurentii de $. Miniate fubtus GuhernAr
tòris Artis Torte S» Marie
.
* ■" - '■' ■<* *■ '■■-■ ■ ■■■■■■ ■■ -■ j * ,■ ;\
3.  ^ Manetto da Ponturmo & Biliorum .
4.  5. 6. e 7. fenza nulla •
8. Degli Adimari fenza nulla.
9» Senza nulla .
io. De* Guidotti Ruftichelli con Arme. s e lettere : $fr
■■;, de Guidotti $
II.  D* incerto.
12.  Senza nulla .
13.  Della Famiglia Rinaldi con quefte lettere : 0 de*
Rinaldi*                       t.
14*
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110
14. Si erède della Famiglia da Rabatta Poggerini, con
Arme fenza lettere*
15* Monumento de* Chellini coti lettere, « Arine: 0
Cheìlim lanaiuolo »
16.   Senza nulla.
17.   ^ De Tecoris*
1$. Senza nulla .
19.  De* Cecehi con Arme confumata,
20.  De* Righetti con Arme,€ Ietterei ^ Giunta guar-
di de Righetti* .
21.  ^ Fiegio<vanm.
22.   25. 24. e 25. fenza nulla*
2<5. De' Cavalcanti.
27. Degli Abati .
2*8. DeJ Tornaquinci con Arme> e lettere : jfe 4e To*«
naquinais
29. Con Arme confumata .
30» Della Famiglia de'Portinari con Arme , e lettere.
Sfa De Por ti nari .
31.  De* Buonaguiiì con Arme, e lettere : ^- De Buona-
guijìs
.
32.  Senza nulla.
33.  Della Famiglia de'Medici con Arme fenza lettere.
34.  Coli* Arme de i Migliori, e lettere : >ì<. . . Orlandi
della Lajfra & hsredum fuorum & Defcendentium.
3^, Sino al num. 46. lenza lettere , e fenz' Ai-mi.
47.  De' Gb iberti con Arme, e lettere : ^ Gbibertomm «
48.  Senza nulla .
49,. De' ik>ftegni fenza Ietterei.
50. 51* 52. e 53. fenza nulla..
54. Della Famiglia della Cafa con Arme fenza lettere*
%}* fy Tetri . * ». . Martini & Fi/,
56.  Senza nulla*:
57.   De* Coiboli con Armc,€ lettere:-^ Francefco Cor-
boli & fuorum.
5§> Senza nulla *
59. De* Fiorini con Arme, e lettere ; ^Barnaba M X«-
renzo Fiorini & fuorum* 1472.
6o*
-.
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Ili
6®. Sino a 66. fenza nulla „ : A ' ,'.          , sa. j- .- I
6-\. Con Arme , e lettere : % MarÌQtto "MigliorottL
6%.
Senza nulla.
                .Y<\ i: ■^•^uuhÌ: t*?%VVi • ■;•.
6g» Della Famiglia de*Rom* da Piftóia con Arme, e JeE-
tere : %■ Matthei Ser Ioannis de RubeisCivi* Fior.
(b* Defcendentium eiur,
70. Monumento ultimo dinanzi alla Chiefa con Arme
' confamata, e querle leìtere :■*$*- Dammi Francifci de
il -, Empoli éf fuorum*.
V. Seguono ora i Monumenti lungo la Chiefa ààì
Campanile fino alla Tribuna , che guarda la? Canonica j
è però da notai fi , che fé non tutti , almeno la mag-
gior parte aveano L'Arme propria , ma furono levate via
circa il 1600. da un Operaio*, e nel muro fi veggono
TafìTelli di marmo verde itati rkneffi in luogo di dette
Armi, rimafe però le lettere » che dicono come appreflfo.
71» •£{■* Viviani & Defcerid*
72. •>$<■ de Beni zzi ? .                                                * ^
73» -^ Domìni Alexanàrì de Vigli?*
74.  ^ De Cornacchinis.
75.  ^ Rigaietti Baldefi Speciale „-
76.  $fc Guglielmo di Barnaba di Sandro .
77.  ^ Filiorum Recenti Auvifiiis & De ferì dent tuffi, ,:3 1
78.  •)$(• Michi olim Suonaiuti Spedarli & Filiorum.,
79.  *j*r Michaelis BettuccU & filiorum.
80.  Con l'Arme di quei da Fortuna > e anticamente deN
ti da Rabbia Canina con lettere: ifc Domine Ama*
doris Indici s de Rabbia Canina (& filler* u":
£& .óriv
Si. ^ Neri Baldejt & fili or.
                            , , .,*
82- ^ Giunta Chiari & filior*                               ( «tri
83.  De'Laudefi, con quelte lettere: Sep. Societath Lau-
dentium B, Marie Virg. qui congregantur in Ecclefia
Sanile Reparate an. D.
13,19» de Menfe Novembri»
84.  Iacopo di Giovanni Guidi.*»., & Francifco di Borm
gino & filiorum <
                                             .;. , . %
$$. +fc Domini Dogi & tapi & fuorim Confortium d<L*
GrulHs de Burgo- S. Laurentii *, v;
t6, jfe Tefie & Ieri filiorum loannit & Defcendentium •
87.
*
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112
8-j. p tot tini Rubi& fillorini.
88, <0 Io. Bartholi & fuorum,         » i
8p, 0 Nìgri Benvenuti ist fil.
pò. 0 Maxetto Trebri ist filiorum.
91.  De'Ridolfi p Neri Ridolfi & Ridolfo Ridolfi & fi-
liorum ,
92,  Senza lettere con VArme della Famiglia Gigli,
91' 0 Sepoltura di Gio. Frantej"co Bianchi & fuorum.
24* Nella foglia della Porta detta del Campanile coil,
quelle parole appiè della Sepoltura; % Filiorum
$er la e obi Giachini (fa' fu0rum
,
95. 96, e #7. appiè alla detta Porta di fianco ienza nulla.
98.  Della Famiglia de'Ricci nella Soglia di detta Porta
con lettere ; ì$ Domus de Riccis,
99.  De' Bifcneri: p Lotti Bifeberi & filiorum»
100.  Senza nulla.
1.01. % Magi fi ri Ghprardi Magifiri Antonii & fil io*
rum
,
102,  fy Tofetti Buonfiglioli et filiorum ,
103,   $t Lapo del Bugliaffa &'filiorum
104.   ^ Guidi Berlini & filiorum,
105.   *£■ Ghetti Benciwenni & filiorum.
106.. -^ Barane di Martino e Mona Sandra fua Donna.
107. Senza chiufìno ; p lunfte Maffei & fil
jo8, *£ Buonaiuti Orlandini de Monte et filiorum Lo*
riniae Familìe Vrimarti metuftate fatif, re Bit. ìóati.
i09. De* Benizzi : ^ Domini de Benizis & filiorum.
ilo, p Canti/ Set Guidonis de Fu licci ano et filio -
rum,
lix. De'Lorini: p Rigaietto Martini de Monte & Fra»
truffò fuorum ,
112,  ^ Giunta Chorfi de Morello.
113,  ^ Ammannati Manetti & fuorum .
114,  $£ Benintendi Facini & Defcendentium .
115,  «#* Fruofino d% Andrea Credi & fuorum, *
itti, «jf Francesco Doni ist filiorum.
117.^ Lorenzo di Ben Amato da Ghiacceto di Ber ardi 1$
filiorum,
                                                           ... ■ ■> i--: ....
11»,
-ocr page 132-
ri3
ii§. •$(• Giani Bonjtgnori & Filiorum.
ii^. *f* Firenze Timoni Coltellinarii & FU. & Defcen-
dentium.
                                                              KH.-
120.  ^ Michele e Cecho Borghini & filiorum de Charugi
de Cavalle.
121.   # Priori Che Ili éf Filiorum.
122.  # Francesco d'Andrea da Empoli éf Filiorum fuo-
rum
.
                                                                                ,
;I2|. ■$• P^o/o Tondi Fornaio & fuorum .
124» ■$* Ghefis Beni Ghejts & fuorum .
125. *f* lohannis Vannis Binghi & Filiorum»
né, ffe Fagnus Bertini é1 Difcendentium eiusl
327. *J< JBsWo ^ Michele di Vato Funaioli da Barberina
àt Filiorum.
128, •£$* Francesco . . . •
12^. -^f- Egre gii Viri Fauli Hi eco Idi di Luco di Mugello
lurifperiti & eius Defcendentium.
130.  Della Famiglia de' Landi : +fj Buonaiuto Landi &
Filiorum
.
131.   -^ Cenni Bamhi Calderaio & fuorum,
132.   ■£(■<• Donatus Cennini Cewellerarius & FU*
I33* "$*■ Domini lacchi <& Ser Arrighi Ghirardi de Hoc»
chis & eorum Defcenden.
*3 4' tifa Marchionnis Bertini Donati Guidini lacohi de_,
Bondelmontibus
.... An. mccqlxkxviiiu
135. Lapida, e laftrone di marmo appiè della Porta del
fianco è della Famiglia dei Falcucci con arme 3 e^
la feguente Iscrizione : # Nicolao Falcuccio Cimi
Fior* Fhilofophiae
, & Medicinae LeBori } quem inter il-
luflres Fatriae miros injignem gramifflmi AuBores do*,
Biffìmaque eius Volumina teftantur An. Domini
1412,
*vitafunBo . Feregrinus Falcuccius Francifei Filius Tri*
tawo opt. ftp. refiituit an. \6\%.
i%6. Chiufmo tondo di marmo de' Fabbrini appiè del-
la medefima Porta con Ifcrizione, e quefte parole:
■$* Stefano di Ser Piero Fabbrini & fuorum .
VII. Vi farebbero ancora da notarfi le Sepolture , che
fono aflegnate a* Cherici} a i Seminarifti, a' Parrocchiani}
Tom* VI
                           P                            ai
<
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H4
aiLaudefi, e 4. de-'Fratelli della Miferfcordla> ma una
fola offèrvare ci piaccia , avente relazione ad un acci-
dente curiofo, da parecchi accreditati Scrittori riputato
verirTima , e che riferisco colle parole del Migliore alla
pag. 16. come appreffo „ Appiè di quella ( Porta dal
„ Campanile ) notifi una Sepoltura con lettera fopra al
v» Chiuiìno , che dice Bracci , avanti eravi fbpra uil
„ G, e un A grande , per contraiTegno dell'edere quel-
„ la la Sepoltura , ove V anno i%$6. fu fotterrata una
j, Ginevra degli Amievi Gentildonna di primo lignag-
5, gio ; da per fé ftefFa ne ufcì fuori , e andò a picehia-
,) re a Cafa Francefeo degli Agolanti fuo marito , che
,, allora parte di loro flava no nel Corfo d'egli Adiroa-
,j ri ) ed altri a S. Tommafo in Mercato Vecchio, ove
j, non è troppo , che fi trovò di loro una memoria anti-
j, chiffima , e perchè ella pafsò della Strada, che allora
s, chiamavafi del Campanile , per quello fi di-fife di poi,
», e ù dice ancor oggi la Via della Morte , o per cjir
» meglio la Via della Morta . ,,
LE.
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L E ZI O N E X.
, NAVATA DI S. MARIA DEL FIORE.
Vendoil oramai offervato quanto evvi
ài ragguardevole della Fabbrica di S.
Maria del Fiore nel giro fuo efterio-
re , fiamo finalmente fuiringreffo del-
la medefima Ghiefa , vale a dire fui»
la Porta di un Tempio contenente un
Mondo di maraviglie cosi varie , che
io temendo affai di confondermi tra effe , penfo a di-
fpenfarmi in quefta Iftotia dal metodo mio ordinario
feparare in claflì ì fuoi pregj , ma piuttofto andarmene
putto a palio j additando Altari, e Tavole, e Statue,
e Lapide , che s* incontrano pel cammino , il quale nella
prefente Lezione farà non più che di braccia 35. quante
contanfi dalla Porta fino a'primi pilaftri della Navata.
Dentro adunque a quello fpazio vengono in primo luogo
due Cappelle allato alla Porta maggiore , e fono della
SS. Trinità a mano manca , e della Concezione alla
delira ; e facendoci dalla prima , davanti alla quale ar-
dono tre lampane allufive al SS. Mirteto, la tavola è un
unione di quattro quadri , veggendofi nel principale un
Padre eterno colla Colomba 5 cònfueto firnbolo dello Spi-
rito Santo , a mano deftra Gesù Crifto , e alla finiitra la
Vergine , fotto venendo un drappello di piccole figure
inginocchioni , tra le quali vederi un Personaggio , che
dalla toga rolta con benda di altro colore fulla fpalla
pare , che rapprefenti un Gonfaloniere di Giufìizia , ed
il Pittore dichiara il fuo concetto con alcune paiole
fcritte in caratteri gottici , che dalla banda di Grillo
dicono-: il divin figlio all'eterno padre : padre
MIO SIENQ SALVI CHOSTORO , PE* QVALI TV VOLESTI , CHE
P 2                                          IO
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%i6
io patissi passione i è dalla parte della Vergine : dol-
cissimo FIGLIVOLO PEL LATTE , CHE IO TI DIE , ABEI MI-
SERICORDIA Dì chostoro . Quello primo quadro fatto
a olio è contornato da 2. tele dipinte a tempera < effendo-
vi nelle bande laterali il Re David , Mosè , Ifaia , e Già-
cob , aventi ciafcuno un motto prefo dalla Scrittura)
allufivo all' Incarnazione del Verbo , e nella parte in-
feriore , che è il quarto fpartimento, fi rapprefenta Cri-
ito appaffionato in mezzo a San Giovanni Evangelifta,
e la Maddalena: Belli/limo ancora è il Baldacchino,
che ferve a quelè* Altare, dove fono coloriti i quattro
Dottori deJJa Chiefa Latina > che mettono in mezzo Ge-
sù Crifto ; E merita di effere oflervata dalla banda del
Vangelo , nel baffo dell'Altare una lapida con ifcrizio-
ne a caratteri d* oro in memoria dell' antica Sepoltu-
ra 5 che qu) ha la Famiglia de' Pecori ., e dice :
SS. TR*
SEPVLCR.
ANTE CVBITOS SEX
VBI ANVLI FERREI SVB
PAVIMENTO SITVM
ALEXANDRI DE PECORIS
POSTERITATI MAIORES EXTRVXERE
VT POSTERI NOSCANT.
PETRVS PRANC. EILIVS
TITVLVM POSVIT MDCIX.
II. E parlando all'altra Cappella detta h Madonna
de5 Chetici, prima che ne confideriamo gli ornamenti,
notar devefi , che chiamava»" in antico Grattarum ]>le»
nìjfima
, e flava in grande venerazione in Santa Repa-
rata allato alla Porta verfo della Canonica, e però per
ordinazione degli Operai nel 1397. fu traslatata tra le due
porte della Facciata : La Vergine è dipinta a frefco fui mu-
ro con tavola a olio} che la contorna, avendovi effigiato
Francefco Poppi alcune Sante, tra le quali tiene il primo
luogo S. Reparata. Oltre poi alla vièta, che vi fa tut-
to
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**7
io il Clero ogni Sabato > e ogni Domenica dopo Com-
pieta , i Cherici, che la riconofcono come loro Avvo-
cata 5 ogni Sabato vi cantano una Metta, e vi celebra-
no con folennirà la fella della Concezione, recitando
uno di effi un dotto Panegirico '.' Ardono a queft* Al-
tare cinque Lampane , e nel Baldacchino è dipinto 1* A-
gnello di Dio circondato da i quattro Evangelifti, i qua-
li j fé non hanno i (oliti ufatì geroglifici, tengono però
una fafcia con parole del Vangelo , e ne* diademi do-
rati i proprj nomi. Neil'arco.della Porta merla in mez-
zo dalle due fuddette Cappelle, il Mufaico., che rappre-
fenta il Salvatore} e la Vergine , fu fatto da Gaddo
Gaddi , e fopra viene 1* Orivolo, la cui sfera Paolo Uc-
cello divife in 24. ore , che poi a*.20, di Febbraio nel
166g. fu ridetta a dodici ore ; fonovi però rimafe le fi-
gure dipinte negli angoli della sfera dal medefimo Uc-
cello i e dietro alio ltefifo Orivolo in alquante Nicchie
veggionfi Angioli aventi iftrumenti da fuono in mano
dipinti da Santi di Tito . Sono distribuiti nell* alto del-
le pareti fei quadri affai grandi , avanzo di molte altre
Tavole fatte da Valentuomini in occafione di adornare
la facciata citeriore per le nozze di Madama Criftina
nell'anno 1589. e quefte fei fono la'Nunziata di Fe-
derico Zuccheri, la Natività di Gregorio Pagani , la
Vifitazione di Gio; Naldini , V Adorazione de' Magi d'
Autore incerto , il Concilio Fiorentino di Giovambati-
fta Pagi Genovefe, e il Martirio di S. Reparata colorito
dal Palfignani , che ne chiefe feudi mille , benché ne_#
averle foli cinquecento ; e poiché in dette Nozze nella
facciata furono collocate fei Statue di Santi alte più
del naturale fatte di gerTo , e cartapefta > ne riferirò qui
gli Artefici, come iranno ne* libri dell' Opera 5 cioè San
Miniato di Batifta Lorenzi , S. Zanobi di Pietro Fran-
cavilla, S. Gio; Gualberto di Giovanni Caccini, S. Po-
dio del Francavilla , S. Andrea Corfini di Antonio di
Annibale, e S. Antonino del Lorenzi.
                           :
III. Ma per ritornare alle Porte , ©(ferveremo le
memorie affitte alle pareti di Uomini , che per mezzo
di
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di fingokri vìi'mofrffme azioni £ acquifoarono un
fatto
onore. Onde incominciando dalla Porta di ve rio
ii Campanile , e da quella mano ordinatamente cani-
minando/i, il primo, che fi veg^a, è il Buito di Filip.
pò di Ser Brunellefco in marmo effigiato dal Buggiano
fuo difcepolo per decreto del Pubblico , con epitaffio
cooipofto da Gregorio Marzuppini Cancelliere della Re*
pubblica j e dice i
QVANTVM PHILIPPVS ARCHITECTVS ARTE DAEDALEA
VAlVERIT CVM HVIVS CELEBERRIMI TEMPLI MIRA
TESTVDO ; TVM PIVRES MACHINA E DIVINO INGENIO
AB io ADINVENTE DOCVMENTO ESSE POSSVNT . QVA-
PROPTER OB EXIMIAS SVI ANIMI DOTES SINGVLARESQ.
VJRTVTES XV. KAI. MAIAS ANNO MCCCCXLIV. EIVS
S. M. CORPUS IN HAC HVMO SVPPOSITA GRATA PATRIA
SEPPEIIIRI IVSSIT .
IV. Morì d'anni 6g. nel 1444. come leggeil ne' Yu
bri dell'Opera , e non nel 46. come fcrille il Va fari,
né da tacerli è il bel titolo, che gli diede la Repubbli-
ca-in Occàfione d' un Privilegio , che Filippo ebbe da
tutto il Senato, leggendovi/i Vir ferfyivwiffimì' Intel le-
Bus , & indtiftrie
, m itwentioms admirahilis . Segue.»
altro Ritratto , che è di Giotto, pure Architetto infì-
gne, e famofo Pittore , come lo celebrano Dante , il
Boccaccio , Franco Sacchetti , e Matteo Palmieri , tao-
rt s come fi è duetto altrove, nel 1 g3e?, onorato di eie-
quié fofenni , « per deliberazione del Comune cfu ivi fe-
p&ko ; a fpéfe poi del Magnifico Lorenzo fuvvi meflb
q^uefto Bulìo, opera ài Benedetto da Maiano con ifcri-
2ione eiegantcìntate dijftefa in verfi dal Poliziano > e
dice ;
ILIE
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np
ILLE EGO SVM PER QJEM PICTVjRA EXTINCTA REVIXIT
CVI QVAM RECTA MANVS TAM FVIT ET FAGILISV
ÈJATVRAE DEERAT NìOSTRAE QVOD DEFVÉT ARTI
PL.VS LlCVEX NSIttfet PINGERE , NEC MELIVS.
J4ÌRARIS TVRREM EGREGtAM SACRO AERE SONANTEM
HAEC QVOQVE DE JSlODVIiO CREVIT AE> ASTRA MEO,
DENIQVE SVM IOTTVS Q^VTD OPVS IVl% ILLA REFERRE.
HOC NOMEN LONGI CARMINIS INSTAR ERlT ,
QBIIT AN, MGCXXXXV'I. CIVES POS.:;
B* M** MCCCCkXXXX.
uè quìi fi ometta la nodzia & un Sepolcro degli Adi-
ms&i ritrovato fetta Giotto svi reftaurariì il pavimen-
to» nell' anno. i<522., e, L* ifcriziaise della lapida, diceva
come .appteffo :. Mia iace-t firenue Nobikitatis Viv Atta*
mianui•Domini Baldhiacci de Adimaribui
, qui obiit An-
no Uomini npf r» de
\Menje "Behr. àt hoc Sejinlcrnm e fi
Fratrum) & fuorum d&J"ceudentium\ €mus Anima, requie*
fcat in pace
. E a quctkr propofito desiderava, il Sena-
tor Guido degli Adimari, che non andafle male sì; an-
tica memoria di fua Famiglia, e però fece iftanza agli
Operai di mettervi per ricordo altra Menzione, che do-
vea eiTere la feguente: Tumulum hunc ubi iacet ftrenuae
Nobilitati
> Vir A&awanus q. Baldinacci de Adimaribufy
qui ohiit Aite D.
1352. ex edacibus famae latebris delite •*
feentem
, ex eìfdem Gentilibus Senator Guidus oculis re~
fiituendum curamit an* 1622*
la deliberazione però degli
Operai, nel dì 13 d* Aprile dell*anno 1623. fu, che queita
non fi metteffe altrimenti , ma bensì le parole dell* an-
tico Sepolcro, che per altro io non l'ho ravvifate.
V. Vedefi appreflb a Giotto la prima Nicchia de-
gli Apoftoli , che finge marmo col difegno dell' Am-
mannato , e per ora fa da Apoftolo la Statua di Gian-
nozzo Manetti , che era nella facciata di fuori in me-
maria di così letterato Cittadino, allato trovali S. Tad-.
deo Apoftolo dipinto a frefeo da Lorenzo di Bicci » il
qual Santo è l'unico de* dodici non imbiancato? che e-
rano itati ordinati al detto Pittore per la Confacra-
zione della Chiefa fatta da Eugenio IV. in alto evvi
eie-
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elevata da terrà un* Àrea di marmo , in «cui è di Cor-
po del Vefcovo Antonio d' Orfo Fiorentino, di cui fa-
vellano con lode tutti gli Scrittori , raccontandoli di
lui , che folle de'primi ad armarfi col fuo Capitolo, e
correre fulle mura di Firenze in difefa della fua Patria
affediata dall'Imperatore Arrigo VII. Nel Sepolcro, ol-
tre ah fuo ritratto, vi fono tre Armi, cioè quella di Bo-
nifazio Vili, che lo confermò Vefcovo , la fua di un
Orfo in un campo fcaceato, e la terza di lille in pia-
no arme di fua Madre della Famiglia Belfadrelli, ficco-
mc non faprei dire il perchè foffe dal detto Sepolcro
levata via la Statua di lui , e pofcia nel fecolo parlato
rimeffavi, come parlano le Ricordanze dell' Opera, dal
Senatore Aleflandro Caccini . Sopra alla Porta vicina.,
a quello Sepolcro mirali Piero da Farnefe Capitano Ge-
nerale de'Fiorentini , meflfovi per provviiione del 1363.
Militando egli contro i Pifani, ne ottenne una fegna-
lata vittoria , e morì di pelle in San Miniato ne' 19. di
Giugno di detto anno : perchè Ha effigiato a cavallo di
un Mulo , trovo in parecchi Manofcritti , che così il
figurò per alludere al cafo , che uccifogli il cavallo
nella battaglia fui principio favorevole a* Pifani, falito
egli torlo fopra d'un mulo, diede tanto animo a* fuoi,
che ne fugò i quafì vincitori nemici : il Sepolcro ve-
deri tutto ornato di gigli azzurri , della Croce del Po-
polo , e dell'Aquila della Parte Guelfa, e altro Scudo,
che non ci deve sfuggir dagli occhi , pofciachè vi fi
fcorge la propria imprefa di detto Piero, ed è una Vol-
pe arrovefciata fopra l'elmo/che fi crede da molti ai-
lui! va a' Pifani da lui vinti , e dicefi, che egli pure fa-
tette
battere monete d' oro, e d' argento con una Vol-
pe fotto i pie di San Giovanni . Il difegno di queilo
Sepolcro crede fatto dall' Orcagna , benché nell'Ope-
ra diverfamente parlino le deliberazioni , come quella,
che riporta il Baldinucci nella Vita di Paolo Uccello ,
ed è come fegue ,, Circa alla Sepoltura Excellentijjìmi
'Militis Domini fieri de Farnefe olim Cayitanei Guerre
Com. j/red, qui in [ervitinw Com, Ulorcntie adeo animo
frs"
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r2i
frequenti fé hahuit contra Pifanof , é* in eodem dienL,
funm claujtt extremum &C. honorahilitìs quantum decet de-
liherawrtmt
,> che fi alloghino a difegnare ad Angelo di
„ Taddeo Gaddi , e a Giuliano di Arrigo Pittori per
j, prezzo di fiorini 30* da fard quella di MeiTer Piero
}> da Farnefe più verfo P Altare ec. „
VI. E qui fofpendo il cammino per non ufcire_»
da' limiti riabiliti in queffa Lezione , che fono i primi
Pilaftri t e però ritornando alla Porta, additerò quanto
s'incontra dalla banda di Tramontana} e primieramen-
te ofTervifi il Ritratto di Antonio Squarcialupi chiamato
degli Organi s che fi dice lavorato in marmo da Bene-
detto da Maiano per ordinazione del Magnifico Loren-
zo de* Medici > di cui è compofizione V Epitaffio feguente :
MVLTVM PRGFECTO DEBET MVSICA
ANTONIO SQVARCIALVPO ORGANISTE . IS ENIM
ITA ARTI GRATIAM CONWNXIT . VT QVARTAM
SIBI VIDERENTVR CHARITES MVSICAM ASCI VISSE SORQREM
FIORENTINA CIVITAS GRATI ANIMI OFFICIVM
RATA EIVS MEMORIAM PROPAGARE
CVIVS MANVS SEPE MORTALES
IN DVLCEM ADMIRATIONEM
ADDVXERAT . GIVI SVO
„."(] MONVM. POSY1T .
                                               -t%
■. • .,". ■>! •. •• ••;■ ' ;;■■ -, :. ' ... ... ,-.i ■ ,                                                                                     .. ;                                                                     ;
Quefto Butto col? Ifcrizione era prima Còtto 1* Organo
della Sagreftia vecchia , ma nella cacciata de* Medici
per odio della Famiglia fu disfatta quefta memoria , e
ripianato il muro , non altrimenti che fé mai fiata vi
forfè .
VII. Apprelfo fegue una Nicchia d* altro Apertolo >
fenza nome con Statua , che rapprefentava Poggio Brac-
ciolini , limile nel difegno a quella dirimpetto } ed in.*
ella fubito per le belle attitudini feorgefi efìere opera
ài Donatello , come 1* altra . Un Sepolcro elevato affai
da terra vi fi vede accanto , elfendo varie le opinioni cir-
ca chi dentro fia feppellito > alcuni , dice il Migliore a
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122
c. 36. l'hanno creduto di Currado Primogenito dell'Im-
peratore Arrigo III. e Zio di queir altro Currado Mar-
chefe di Tofcana , e dipoi Imperatore 5 di cui parla Dan-
te in perfona di Cacciaguida Cavaliere > che militò lot-
to queir Imperatore , Il noftro Sozzomeno dice , che mo-
ri in Firenze nel noi. ricoveratovi/i fuggendo la per-
fecuzione del Padre: Altri 1* ebbero per Sepolcro di queir
Aldobrandino Ottobuoni, che fu , fecondo il Villani,
fepolto in quefta Chiefa Tanno 1258. a fpefe della Re-
pubblica per fegno della Aia integerrima lealtà in trat*
tarne gli affari, anzi acerrimo talmente in difendergli,
che i Ghibellini tenendofene offerì , ritornati in Firenze
dopo la fconfitta di Montaperti , cavato dal Sepolcro
il corpo fuo morto di tre anni lo fhafcinarono per tut-
ta la Città. Si aprì una volta quello Sepolcro , dice il
Borghini , e non vi fi trovò , fé non poche olfa rinvol-
te in un drappo . Un* altra vififa a* notivi tempi vi fu
fatta , e fu trovato divifo in tre fpartimenti : Nel pri-
mo eranvi poche offa , in quel di mezzo un tefchio
dentro d' un panno, il terzo era voto ♦ Un' Urna fin-
ta di marmo mitro è pure fulla Porta, che guarda la Via
del Cocomero > e benché non vi fia Ifcrizione , fi fa
però efìTere la memoria di Don Pietro di Toledo Pa-
dre della Eleonora moglie del Duca Cofimo ; Quelli
alloggiato nella Fortezza da baffo 5 e onoratiflìmamentc
dal Genero trattato, fi morì, chi dice per aver mangia-
to dimolti beccafichi , chi per altra intemperanza , ed
altri credono di veleno ; l'Efequie per ordine del Du-
ca furono {blenni , e fu fepolto al primo pilafìro della
Tribuna della Croce, ma portando il dtfegno di mette*
re ivi una nicchia di Apostolo , fu trasferito il fuo Se-
polcro in quefìo luogo , dove veggonfi 1' arme di To-
ledo fcacchi azzurri 3 e d' argento .
Vili. E ficcome i primi pila/èri addirimpetto a que-
lle porte laterali fono il termine della Lezione, prima di
finirla , daremo un' occhiata a* due Tabernacoli , che
a detti Pilafh'i fono appiccati . Quello della deflra Na-
vata è un' amichiffima Immagine di S» Zanobi , che per
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123
la maniera di quV vetufti tempi può commendarfi per o-
pera ammirabile ; il fondo è di oro lucentiflimo con
una Cattedra Vescovile \ nella quale vedefì fedente il
Santo in età fenile, veftito degli Abiti Pontificali ricca-
mente ifìoriati, con un fermaglio fui petto quafi fomi-
gliante al Razionale del Sommo Sacerdote del vecchio
Te (lamento , ed in erto è dipinto Crifto pendente dal-
la Croce colla Vergine Madre , e S, Giovanni Evange-
lica : Tiene il Santo Vefcovo in mano il Paftorale , che
finifce in un flore 3 che fembra il Giglio > arme di Fi-
renze ; Gemono fotto i piedi di lui due vizj principa-
li , che fono la fuperbia col corno in capo , e 1' ava-
rizia che fucchia il fangue di un fanciullo . Affilienti
fono ai pie i due Santi Eugenio , e Crefcenzio co* loro
abiti di Diacono , e Suddiacono , quello tiene un li-
bro > e quefti un turribolo , e fopra pendono due An-
gioli finendo la tavola in un frontefpizio , nel quale*
avvi il Padre Eterno coli* Alfa s e 1* Omega > e fotto
celi' imbafamento del Tabernacolo da* lati fi rapprefen-
tano con vivi colori le due piccole Iftorie del Giova-
netto Franzefe refufcitato , e dell' Olmo fecco rifiorito,
ed in mezzo l'Arme de* Medici con altre cinque, che
poco fi difcernono 5 non fono però pochi i Voti ap-
petivi da'divoti per grazie ricevute. Dall'altro Pilaftro
opporrò in un confimile Tabernacolo adorali 1* effigie.,
di S. Antonino fedente anch' egli in una Cattedra^ »
che benedice il popolo j fu faggìamente qui collocato ,
acciocché i Fiorentini ricorrendo a quella Bafilica fu-
bito incentrino i due loro principali Avvocati ; la di-
pintura è di Francefco Poppi, e come fi raccontò nel-
la Storia de' Buonuomini al Tomo primo s fu fatta fare
quella Immagine da i dodici Buonuomini di S. Martino ,
che hanno per fondatore del loro Santiffimo l&uuto que*
fio gloxiofo Areivefcovo .
CLz                          LE-
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124
L EZIO K E XI.
SEGUE LA NAVATA;
El modo ) che il feguir la traccia della
paffata Lezione, ci ha facilitato V inda-
gare ciò, cl>e di più pregevole incontrafi
nel primo ingreflb di Santa Maria del
riore 5 così per confiderare altre me*
morabili cofe , che abbracciane dallìu
principale Navata , ci convìen riget-
tare qualunque altro metodo , e col folito ordine^
camminare da i primi Pilafiri fino agli Archi, che fo-
flengono la Cupola . Pertanto venendo a far prim^u
menzione del grande, e maravigliofo Pavimento , note-
remo efler quefto tutto di marmi sì ben commerli, che
a chi entra in Chiefa, fembrerà di palleggiare in uru
giardino , tale è la varietà delle figure , la finezza de*
gV intagli , e la vivezza de* colori , come fi dimoftra^,
nel rame , che diamo di quefta più nobile porzione del
pavimento . Chi poi ne fia &ato l'Artefice , per ora
che fiamo nelle Navate , notar mi giova, che il Vafari
nella Vita di Baccio d'Agnolo a lui attribuire l'in,
venzione , o fia difegno , ed altresìl5 incominciamen-
co, ma prevenuto elio dalla morte , foggiugne il fud-
detto Scrittore , che da Giuliano figliuolo di Baccio
foriero i pavimenti finiti . Il Senator Nelli , ed il Ci.
nellidiver fa mente penfarono, e credo io con più ficure
notizie j, facendo effi Autore del pavimento della Na-
vata di mezzo Francefco da ,S. Gallo : la verità però
è , che quello sì bel lavoro non fi compì , fé noru
tardiamo, e lo conferma Stefano RolTelli dicendo,, Fi*
„ nalmente a' noftri tempi , cioè dal i66o. in qua, fu
„ per la pane di dentro dato intero compimento a que*
t S                                  » ita
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■~%i fta Fabbrica > con ridurre "a fine il pavimento di e(Ta
~t, tutto di marmi di più colori ,, e devefi intendere , che
il Roflelli parli di quello della grande Navata , perchè
degli altri pavimenti fìamo afficurati dal Cambi nel fuo
Diario manoscritta, che quello intorno al Coro fu la*
vorato , e finito nel 1526. dal Buonarroti ; e degli al-
tri delle tre Tribune fcrive così,, 1526. ultimo di Lu-
„ glio fi finì il pavimento dì marmo nella Tribuna di
5> S. Zanobi , ficconie nel mefe d'Ottobre fi cominciò
,, quello della Tribuna della Croce , e in Catende di
J5 Novembre la terza Tribuna di S. Antonio.,, Ma an»
cor più autentica prova della lunga dilazione per coni-
pimento di sì bel lavoro fono- le memorie dell* Opera,
e matlìmamente la riportata da noi neli* antecedente^
lezione , che diceva ,, 1622. nel rifai fi di nuovo il pa-
5j virrrentò di inarmo quafì a rifcontro- del Ritratto di
,, Giotto, fu ritrovato fotto il vecchio un laftrone ec. „
Onde poffiamo credere , che non folo i foprannominati
Artefici, ma altri pofteriori avefTero parte in sì bel pa~
vimento . Con quanta poi diligenza, e gelofia fi cufto»
difca, baiti di rammentare i tanti Decreti, e Statuti}
che proibifcono il Seppellirvi veruna perfona per meri-
tevole j eh1 ella fia , eccettuati i Sacerdoti del Capito*.
lo j a' quali il Duca Cofano L dettino quel luogo iru
mezzo alla Chiefa , che per nove Secoli aveva culto*
dito il Corpo di S, Zanobi , di Sommi Pontefici , e
dì Vefcovi Santi Fiorentini , vale a dire il luogo più
fanto che fìa in Firenze , e fé trovami 4. lapide con.»
Ifcrizioni di cofpicui Perfonaggi , fra poco fé ne darà
ancora la ragione*
                                            '
il. Intanto voltandoci alle pareti , ripiglieremo le
noli re offervazioni dalia porta laterale del Campanile ,
iulla quale già fi confiderò il Sepolcro di Piero da Far-
nefe , dopo il quale viene dipinto un Sepolcro finto di
marmo da Lorenzo di Bicci , come fi ha dal Vafari
nella Vita di detto Lorenzo , e per decreto pubblico
fi volle molto magnifico per eternare la memoria di
Fra Luigi Marfili Agoitiniano > che vedefi quivi giacente
~*ù
                                                                          con
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1%6
con un libro fui petto » e nel dinanzi dell' Urna le tre
figure dipintevi alludono alle tre Virtù Teologali coru
{"otto la feguentc Ifcrizione ?
FIORENTINA CIVITAS OB SINGVXAREM ELOQyENTIAM
ET DOCTRINAM C.LARISSIMI VIRI MAQISTRI LVISII DE
MARSILIIS EI PVBLICO SVMPTV FACIENDVM STATVIT.
Fu quefti Filofofo , Teologo , ed Oratore tanto eccel-
lente , che la Repubblica ( come icrive 1* Aretino , e__>
riferifce altresì Fra Michele Poccianti ) foventc ricorre-
va a lui per configlio nelle occorrenze più ardue, e lo
/pedi Ambafciadore in negozi urgentilTìmi a Re 3 e ad
altri Principi.; Delle fue rare qualità fanno onorata men-
21'one il Petrarca nel libro 15. Epiftolarum Senjlìum, ed
il Poggio nel!' Orazione funebre , che fece a Niccolò
Niccoli. Cpmpofe il Marfilj molte Opere , che per in-
giuria de* tempi , e per negligenza degli uomini fi fo-
no fmarrite , rimafavi folo nella Libreria di S. Spirito
una fua Opera in yerfi fopra la Bibbia ,, e alcune tei*
tere a Guido del Palagio> che fono alle {lampe; e final-
mente alle Riformagioni in un Libro intitolato Regi&ro
di Lettere a* frincip dal
1385. al $0. trovali una let-
tera del Cancelliere Coluccio Salutati fcritta nel 1389.
a Bonifazio IX. in commendazione del noftro Luigi,
chiedendolo la Repubblica per il Vefcovado di Firen-
ze 5 vacato per la renunzia di Bartolommeo Uliari .
Uh Un Tabernacolo però non è da ometterli; che
a mano manca del fuddetto Sepolcro pende al muro ,
rapprefenuute S. Biagio fatto di maniera affai antica,
che dall' arme di onde azzurre 5 e d' oro apparifee del-
la Famiglia Fakucci , che ha pure fui Cimitero lapi,
da con lettere fòprariferite, e norifi, che il detto qua-
dro con occafione di adornarli la Chiefa per le nozze
di Madama Criftina moglie del Granduca Ferdinando J.
era iiato levato dal fuo luogo , e trafpomto nell'O.
pera , ma Pellegrino di Francefco Fakucci avendolo
riconofciutQ pei cofa de' fuoi Antenati t fece itfanza a»
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I2J
Signori Operai di rimetterlo in Chiefa> e per partito
de* medefimi , che leggefi al libro fegnato D. e. 40. gli
fu concetto . PaiTato poi Luigi .Marfili incontrar! nella
fua Nicchia di marmo a iomiglianza dell* altre, un A-
portolo fenza nome) e fi vuole» che Ma il Re Ezechia
fatto per la facciata , come addirimpetto a quefta dail*
altra Navata vedefi in fomigliante Nicchia il Santo Da-
vide , che fupplifce per altro Apoftolo , Àppreifo ad
Ezechia fegue il Depofito di Piero Corfini Vefcovo di
Firenze , e Cardinale , che vedefi in abito Vefcovile
con appiè il cappello Cardinalizio , il tutto; eflfendo
pittura del foprallodato Lorenzo , che la fece per or-
dinazione della Repubblica , che trasferito il corpo del
Cardinale dalla Città di Avignone r dove era morto
ne' 16, d'Agoìta del 1405, lo feppellì in quello luo-
go colla condizione } che nìun altro di quella Cafa fé
non era Cardinale, vi fi potelTe feppellire . I meriti
di quello Porporato fi accennano da noi alla Lezione
XIX. di quello Tomo , e qui riporto intanto il fuo Epi-
taffio , che dice come fegue ;
PETRO CORSINIO FLORENT1AE EPO ET CARD. AMPLISS,
OB FAMILIAE NOBILITATEM ET EXIMIAS
ANIMI SVI DOTES HAEC VRBS
OPT. DE SE MERITO
SEPVLCRVM HOC P. C.
E giacché alcuni anni fono, vicino a quefto Sepolcro, è
irata collocata una lodatiffima tavola, che prima flava
all'Altare della Tribuna di S. Antonio, noteremo qui
e (Ter quefta dipintura di Gio. Balducci > che vi effigiò la
deposizione di Crifto dalla Croce . E da quefta mano
•per ultimo fegue in una nicchia di marmo il Bufto di
Mariìlio Ficino Canonico Fiorentino, {colpito da Fran-
cefeo Ferrucci da Fiefole , Egli fu il primo , fcrive il
Sanfovino , de'Filofofì Latini, che traduiTe 36, libri del-
la Filofofia di Piatone , de* quali fedamente fono in lu.
ce i Comentarj (opra tre libri dell' Anima . Studiò tor-
to
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128
to la Scuola di Niccolò j Tignofo da Fuligno pubblico
hettate di Filofofìa nell' Univerfità Firenze ; godè i
favori di Cofimo , di Piero , e di Lorenzo de* Medici
gran Mecenati delle Lettere , e non fu loro ingrato
coir opere , e con gli fcntti . Mancò 1* anno 1494. e
in queito Tempio onorato fu di folenni efequie } nelle
quali recitò un* elegantiilìma Orazione Marcello Virgi-
lio Adriani Segretario della Repubblica , e querce fono
k parole dell' Epitaffio ;
EN HOSPES . HIC EST MARSIL1VS SQPHIAE PATER
PLATONICVM QVI DOGMA CVLPA TEMPORVM
„tf SITV OBRVTVJV1 ILLVSTRANS ET ATTICVM DECVS
§ERVANS J.ATIO DEDIT . FORES PRIMVS SACRAS
„;
         ^ PIVJNAE APERIEN3 MENTIS ACTVS NVMINE
VIXIT BÉATVS ANTE COSMI MVNERE
^AVRIOVE MEDICIS NVNC REVIXXT PVBLICO
,S. Pi Q^ E- AN. MDXXI.
TV. Paleremo ora dalla banda ,verfo Tramontana.,
ove la prima cofa 9 che fi prefenta da confiderare 5 è un
quadro .antico , in cui è dipinto Dante in toga roffa
alla civile } e di lauro incoronato > come è folito dipi*
gnerfi ogni famofo Poeta , dalia manritta di lui fono
figurati della fua celebre Commedia il Paradifo , il Pur-
gatorio , e p Inferno , a mano manca vi fi vede la Città
di Firenze colle mura del fecondo Cerchio } che ricor-
revano appunto dietro Santa Reparata . I verfi ferirti
fotto ii detto .quadro fono degna compofizione di Co-
luccio Salutati 5 e dicono;
Oy/I COELVM CECJNIT . MEDIVMQ^. IMVMQ^ TRIBVNAL
LVSTRA.VITQ^ ANIMO CYNCTA POETA SVO.
POCTVS ADEST DANTES SVA QVEM FLORENTIA SAEPE
-SENSIT CONSILIIS AC P1ETATE PATREM
NIL POT.VIT TANTO MORS SAEVA NOCERE POETAE
QVEM VIVVM VIRTVS, CARMEN IMAGO FACIT,                  !
y. Una
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i z p
V. Una fa era Immigrile è allato a quella ài Dai*.
te , che ìprima era appefa «ella Tribuna della Croce >
che fu qui. traslatata ne* noftri tempi % rapprefentandoviij
Crifto , che porta la Croce dipinto da Benedetto Veglio,
e apprelFo feguon© due Sepolcri equeuVri dipinta a'frefca
in onore dì due famofì Capitani: de-Fiorentinì, filprimo ,
che è di mano ^ Paolo LJccello ., è -1* effigie di Giovanni
Acuto'Inglefe detto in alcune iftorie Falcon del Eo>fco£
ed in altri Scrittori chiamato Giovanni Haucobbeda >'
ma Ida tutti commendato per un Generale nella £ua
età non Colo valorofo , ma come dice 1* Iscrizione : dvjc
AETATis svae cAVTtssiMV.s,. Militò egli jfotto la fcuola
di un fuo Zio nelle guerre tra Franze;iì > ..* grjngleE, ,e
palTato pofeia al foldo della Eepubbjica fiorentina co-
mandò per più dimpi\ anni alle; Affate xìeila raedefiV:
ma 3 meritatoti onori, che a niun altro mai furono fat-
ti ; A fermo fu per pubblico decreto alia Cirtad-inan»
za s con provvìfione annua di j. mila fiorini d' oro>,lp4&
dopo la fua morte feguita adì 17. di Maggio del 1394-7
il Comune affegnò alk: Vedova moglie mille fiorini ogni
anno £e reitava in Firenze d ed i alle due figlie per do*L
te a ciafeuna 2. mila fiorini pure d.oco v e mi piace
di quì riferire le onorevoli èfe<quie ordinategli dai Si*
gnori ) che a lungo ^deferive il Minerbètti nel fuo Dia-:»
rio» ma nel Rondìnellì con piai brevità ù raccontano tdo*t
sì „ Onoranze glandi a ^Giovanni Acuto 5 Bara ornaxat
3
, di drappi dp oro, e velluto vermiglio, itetie fulia Piaz-t
5
, za de* Signori vpieniffima Cavalieri $ levato 4i li»
,, fu portato a S, Giovanni , dove collocato fu il Ga-.
„ davere veftito di drappi d'oro filila Fonte Batteiinia-
n le, e quivi pianto da tutte le nobili Matrone di Fi-
j, renze ; Indi in Duomò^ orazione funebre , e feppel-
0, lito nel Coro per allora ; fu ordinata a Paolo iJecel-f
», lo , che lo ri trae (Te a cavallo in una facciata della
p nave , come oggi vede, e che fotto fi faceìTe un*
j, Urna di marmo coli* Arme fua di tre Nicchi, e nel.
i,. la Cada le feguerui lettere ; ;
Mom. VL                           K                                io-
é                                                                                                                                                                           ■'.£
-ocr page 149-
x
IOANNES ACVTVS EQVES BRITANNICA
!..; DVX AETATIS SVAE CAVTISSIMVS ET,. REI
MILITARIS PERITISSIMVS HABITVS EST.: ,„.:
k quale Ifcrizione , come notò il Sig. Domenico Ma-
ria Manni fu tratta da un* antica de* Romani trovata
in Firenze: e a proposto della pittura di Pàolo Uccel-
Ipuy diremo, che grandi critiche fi fono fatte»-e fi fan-
no per vederi! dipinte ie gambe del cavallo tutte due
alzate a un tratto dalla medefima banda .• Chi lo bat-
tezza uno fpropofito , chi lo fcufa per una licenza pit-
torefoa , ima; leggali il Baldinucci nella Vita detto
Artefice, che nQiì difpiaèerà la faggia Apologia , che ne
fa: coni tali ragioni, ed autorità "> che fi conchiude , che
farebbe errore il dipignere altramente il palleggio d'un
Cavallo:. 5;\ ; ':';.,,;; *:.. />„ ftjjfjj r, ^fil , l'I-ir' ;.                                .. ;■;*
VI. Viene il fecondo Sepolcro, che è quello del
Tolentino, il quale venne nel 1433. al fervizio de* Fio-
rentini , e nel giorno» in cui già fu confegnato ii ba-
itone del comando , fulla ringhiera Lionardo Aretino,
fpiego alla prefenza del Senato , e di gran Popolo i
meriti del nuo^o* Generale * E piatemi di riferire qui
imi periodo dell'Orazione dell* Aretino verfo il fine , che
dice come appretto : „ Due ehofe ha precipue il Popu-
,j lo Fiorentino ,i la nfegna del Giglio , et la feria del
j^B^ptifta , delle quali T una vi dona a perpetua me-
»,* moria delie exceliéntiifime vittù votive » dell' altra ha
„i eletto il dì folcnne, e feiiivoa queito dono per più
j^vòftra celebrità , et honore . Donavi ancora infieme
9y con queiìi altri doni chavallerefchi , cioè un elmetto
5, riccharnente ornato, et il chavallo coverto di itragu-
m la veite purpurea deaurata :'\Davifi ancora battone in
s, fegno di pieniflìma auetorità», et obbedienria. ec. „ e
quéiia orazione intera trova fi tra* Codici Riccardiani
al numi 44. S.iji. Il Tolentino però fu più valorofo,
che fortunato, poiché nel 1414. vinto da Niccolò Pic-
cinino Capitano del Duca di Milano , e fatto prigione
morì di veleno , fecondo che dice il Poggio Uh, 7. del-
fc'Oi                                        éi,                                 .'. -" ' i le
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*3*
le Storie Fiorentine : La Repubblica mandò per il fuo
Corposi e con onore lo fece qui appellile con qudìe^
parole::^. :'3i':o',c! ,:
'"--'* crf?;hsd itb •'< ~ : &§'# ,.'.'
,f:' ;■■» .:: r?;f'?b ijio :e nr.'-^àì'-ù'iiZ"' v»T'iM .'':.; oli.I ;!^!.» ;«'t
HIC QVEM SVBLTMEM IN £®yé FICTVM CERNtS- •
NICOLAVS EST TOLENTINO WCUTVS PV2T:
FtORÉNTIMI EXERCITVSi ! i„
. ': - ì ;,..:" '■
           • ?*:.:> 'd ' ; :;<* v ";>'•.-% iC '';; , u , t..ì
Vi fono ancora due Putti finti di marmo , i quali fo-
fiengono targhe, in cui fi veggono dipinte due Armi,
la prima è un gruppo di funi con 4. nodi in forma dj
corona roflfa in campo bianco , l'altra è un Leone ram-
pante in campo d' argento: E notili, che nella ordina-
zione j che fece la Repubblica per l' Efequie » fi legge,
che in onore del Magnifico Niccolò da Tolentino gli
Operai di Santa Maria del Fiore gli facciano un bel
Sepolcro di marmo, e loro prefcrive la fuddetta Iscri-
zione da inciderà* nella calTa ,
VII.  Retta da queita banda il dire alcunché d'uri
Tabernacolo antico , entrovi i SS, Cofimo , e Damiano
con appiè due fendetti con Armi, che io non ardifeo
d'affermare dì qual Famiglia effe fieno , Ma effendovi
in Capitolo un Inventario delle, {^appellarne dal Duo-
mo , nel quale fi trova nominata una così „ Cappel-
„ la in S. Cofmo , e S. Damiano fondata per ìmobum
,, de Gbezzi ?> potrebbe eifere quella l'Arme di detto Ia-
copo , Altra cofa ancor più dubbiofa è in quella tavo-
la , e fono le lettere incife nell'oro dellf due diade-
merde" Santi in caratteri gotici, in una leggeri .;.:,£#*•.
Bo Cafro Martiri
, & J)oBori ; e nell'altra parimente;:
Sanilo Damiano Martiri , & VoBori . Come quello ti-
tolo di Dottore loro competa è il noftro dubbio , non
fapcndofi , che abbiano elfi lafciato fcritti (acri per
illutazione della Chiefa Univerfale , fc dir non fi vo-
ltile , che abbiano efli riportato quel titolo dalla loro
prcfdEone di Nobili , e Santi Medica :\s
VIII.   E per fine ritornando al pavimento , intorno
a tre gran tondi fonovi lettere de* Perfonaggi , che di-
R 2                            remo
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remo appretto • II primo» che s* incontra è Salveftro de*
Medici uno de'Grandi della Repubblica figlio di MeiTer
Alamanno, di cui parlano tutte le Storie, fu afcenden*
te del lato di MefTer Cfaiariffimo , così detto a diftin-
i zione'di quello , che fi diceva di Gafaggiuolo: Fu pure fa-
mofo Soldato , avendo difefa Scarperia aflediara dall'
Arcivescovo di Milano , azione, che lo refe degno dell'
ordine di Cavaliere a Spron d* oro - Morì nel 1388.
ed alfuO Corpo quivi fu data Sepoltura, colla difpenfa
della legge5, che vietava a qualsivoglia il potervifi fep-
peilire, ed intorno al Chiufino in grandiofo cerchio fo-
no fcolpite nel marmo le feguenti lettere :
_ SILVESTER MED. H. ADQVE ITA DE REP. DOMI V
FORtSQVE MERITVS EST VT ET EQyESTRI ORDINE
ET AMPLISS. DONJSET LOCO SEPVLTVRE MAXIMO j ,
• rtjì'l
          CONSENSV CIVITATIS DECORATVS S1T .
ed in un cerchio minare più vicino al chiufino altro
fi leggono , che dicono :
OMIT AN. SAL. MCCCLXXXVlH. VIXIT AN. LXII*
                   jftrslii MENS.-VHI. DIES XII.
vbTr* .: ' «j &.*r? tìYi'j sii;" r.':rfò* : ? . :;                       -
IX. Pattato il Suddetto Sepolcro camminando per1
retta linea verfo la Cupola , nel mezzo della Chiefa al
terzo arco > troveremo altro chiufino, dal quale fi feen-
de nella Sepoltura degli Arcivefcovi, de* Canonici , e
de i'Sacerdoti di vuelta Cattedrale; Due fono i Cer-
chi aventi amendiie iferizioni1, e nel maggiore fi legge;
ZENOBIVS ÉPPSCOPVS HIC SITVS ERAT .
QyO'IN CAELITES RELATO SEPVLCRVM AD
j* ;1SACERDÒTES TEMPLI^ HVIVS' TRANSIIT jó
',omì tiì qvoD cosmVs med.n. dvx marmoreo
PAVIMENTO INSTAVRANDVM CVRAVIT .
iv".:/ " ' li """;1 '■' " ■-' ::: fa [ù:\ìh-ì i "■ : ' ;ip t ,r: '■.. , ..ìW'f
e nel Cerchio minare fono quefte brevi lettere :
4t
                                 t h                                oyuèm
_^_^________
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QyiISCIMVS DOMVM HANC CVM ADIMVS VLTIMANTv
Né ci difpiaccia di fcendere in quefto luogo rifpettaM-
le non folo per San Zanobi , come fi è detto ,• ma per
alcuni Arcivescovi , molti Canonicf , e Cappellani quivi
fepolti . Alzato adunque il tondo di marmo, trovali un
pianerottolo, dal pavimento della Chiefa baffo un brac-
cio e 2. terzi ; poi viene la fcala voltata verfo la Porta
maggiore, comoda di 7. fcalìni , ciafcuno alto un ter*
20 di braccio , poi un fecondo pianerottolo con altro
{calino della flefla altezza. Il vafo della Sepoltura è di
larghezza braccia f], lungo braccia 19. V altezza dal
pavimento alla voita retta da du« pilaftri è di braccia
4, e mezzo . Intorno intorno alle pareti ricorre un m«-
ricciuolo , fuorichè dalla banda * che guarda il Ponen-
te , dove per 12. braccia evvi un trogolone murato, e
fatto per trasferirvi le offa de* corpi disfatti , ed è to-
talmente pieno . Verfo Mezzodì giaciono gli Arcivesco-
vi , e i Canonici in caffè , pochi eccettuati , che fono
murati, come il Decano Gianni cori lapida di marmo
nel dinanzi, che dice :
; A. M. f>. Gv
IL VENERABILE
LORENZO MARIA GIANNI
DECANO FIORENTINO.
Oltre poi alla defcritta Sepoltura, fcefa la fuddetta fca-
la a manritta falendofi uno (calino , fi entra in un Cor-
ridore , il quale dopo tre paffì mette in un altro , che
va verfo Tramontana , e fmifce appiè di una fcaletta
di fette gradini , che non ha sfogo , e che io aven-
do fatto diligenti offervaziom , non ho potuto indovi-
nare a che ufo fia irata fatta tale fabbrica fotterranea >
fé non foffe, che prima la Sepoltura avefle due ingrefli ,
e quefto reitafle chiufo dal nuovo pavimento di marmo:
meno ho capito il perchè ne' due corridori fieno alcu-
ne fiaeitre ornate di pietra ferena* aventi ancora i gan*
gheii
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i$4
gheri vecchi di ferro arrugginito j a quefic rìneftrc af-
facciatomi , vi oflervai tre Stanzini alti » Junghi , e lar-
ghi tre braccia quadre , dentro effcndovi pochi avanzi
di caffè fervite a cadaveri , "ed a quefte flneitre in nu-
mero tre; forfè feendevano i Fiorentini per orare, e
raccomandarti a S» Zanobi, ed ai due SS. Eugenio , e
Crefcenzio, i cui corpi, giufta tutte le Scritture ., qua
giù furono fepokì vicini al S, Vefcovo -
X. E rifalendo in Chiefa, nel pavimento fteffo da
Tramontana £ la Sepoltura di Filippo dell' Amelia fia-
to Vefcovo di Firenze colla fua Arme d* una Squadra,
ed Ifcrizione a#ai corta, quando pe' fuoi meriti verfo
Ja Repubblica ? e verfo la Cattedrale da lui anicchita
di Reliquie , e di Cappelle, ne meritava una affai lun-
ga , Jeggeyifi adunque cosi■■;
PHILIPP!. ANTEFLENSIS EPI, FLORENT.
SEPVLCK.
OEIIT ANNO DOMINI MCCCLXI.
GENTILES ANNO POST CLXXVIII, INSTAVRARVNT .
V antico Epitaffio, che avea .quefto Vefcovo in Duomo,
ed era incifo in marmo, ora ferve di architrave ad una
porta della Cafa di queita Famiglia pofta fuììa piazza
di S. Croce > e vi fi Ugge ;
                                         »
SEP. D. DE ANTEtLENSIB. EPISCOPI FIORENTINI MCCCLXI.
Nel mezzo poi della Chiefa al quarto Arco viene 1' ulti-
ma Sepoltura da coniìdc.rarfi non frettolofamente , avve-
gnaché ella fia .d'un Perfonaggùo de*più ticchi,de'più no-
bili, e de' più one&j. d^lla Ciirà di Firenze, come fi di-
chiara dall'Ifcrizione attorno al Chiuiluo, che è quella:
verìys .mepices eqves opibvs et
gentis nobilitate cl.àrvs sed et
PROBI r AT& f.T P V B. OV'JETIS ST VpIO
CLARtOR HAC CJVIE3CIT HVMO , LOCVS
MERITI HONORIS ERGO VNr ET VIVENTI
DATVS OPTIMO GIVI • OBHT AN. SAL.
MCCCVC. VIXIT ANNOS LXXIl. M. VIII. D. XX.
*i«&                                                                    In
\
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*3S
In fu le cantonate di quefto Sepolcro cvvi 1* Arme de''
Medici » ma alquanto diverfa dalle folite j perchè a ri-
guardo d' efifere egli flato amatore della Libertà) è del-
la Pace > ricevè la Croce del Popolo collocata nella
più alta delle fei Palle Medicee, accerchiata per di fuo-
ri da una grillanda d'ulivo. Fece Vieri il fuo teftamen-
to,che trovali nell'Archivio de'Padri di S. Maria Novel-
la > e dimoiira nella fua difpofizione ereditaria , e ne*
legati , quanto ilupende follerò le fue ricchezze , e
come diramata la fua Famiglia , i cui Capi nomina ? e
chiama un dopo l'altro a ragione di ftretto fidecommiflo
alla fua eredità. E mi fi permetta riportare un folo arti-
colo parlante di fua Sepoltura così: Magnificus, & Potens
Milex Dominus Verius olim Cambii de Medici* de
jF/o-
rentia tèliquit fepyelliri apud Ecclejtam S* Mafie del Fio-*
re in Sepolcro
, feti in loco per diffum Tefiatorem iam.*
eletlo ex conceJfione Operariorum di ti e Ecclejte
> & Con*
fulum Artis Lane
, de qua apparet inBrumentum manu Ser
Antonii Set Che Ili Notarti ditle Artis
9 & reliquit fu-
pr adi Eie Ecclejte > ubi feppelliri *voluit}
50. libras in die fui
Anni ^verfar ii
. At~hum in pop S- Laurentii in domo IV-
fiatoris 12. Augufli 1345.
XI. E quello è quanto mi fembra che ila da notarli
ifelle tre defcritte Navate . Eranvi certamente altre me-
morie , che nel farfi il lodato Pavimento , o fono an-
date male , o fono reftate fotto murate , come è avve-
nuto alla Sepoltura da noi di fopra rammentata di Àt>
taviano Adimari > alla quale, giulia il RolTelli > era uru
bailo rilievo di marmo aliai bello > ma chi di quello
marmo bramarle vederne un avanzo , fappia eiferne nell"
Opera tra* marmi infranti uno lungo un braccio , che
era di quello Sepolcro , leggendovi»* in carattere goti-
co ancora quefte due parole ;
BALDINACCI DE ÀDIMARIBVS.
LE-
-ocr page 155-
IONE XII.
]L E Z
PEL CORO DJ S. MARIA DEI FIORE .
A quello 3 che abbiamo detto nelle due
antecedenti Lezioni, fi vede -quali fie-
no le Navate della Chiefa, e con quan-
ta abbondevolezza fornite di monu-
menti così nobili e gloriofì, che fé in
moltiplici Chiefe fi fpartitTèro , quelle
andrebbero commendatiffirne , ed am-
mirabili . Ma per -quanto fi fieno feoperti quivi e telo-
ìi :raritTimi , e prodigj delle tre belle Arti, uopo è 5 che;
anche altri maggiori io 4ie rammenti; poiché fluitandoli
la medefima traccia , vengono ora da ©Ifervarfi i pregj
del Coro ; ed elTendochè per entrarvi fi .pafla dalie de-
feri tte Navate fotto gli Archi de'grandi cpilaftri > che^
reggono la Cupola, a'quali in antico appiccate erano
due Cappelle , da quelle principiando adiremo , che_.
dalla banda delira vedeaiì la -Cappella della Madonna
della Neve detta talvolta la Madonna della Saetta , o*
dalla parte finiftra veniva 4a Cappella di San Giufeppe,
e perchè non fembri una cefa detta a cafo ., e ieri za
documenti alla mano , -maifimamentechè niun contraCe-
g-no, né memoria di preferite fi creva , è da fapere ? che
tra i libri dell' Opera fi legge, come tra le Poxte la-
terali ? e le Porticelle per le quali li fale alla Cupo-
la > ^ra-nvi le fudde-tte Cappelle } alle quali celebrava^
anche MeiTa , e fempre concorreva -un gran Popojo poe-
tatovi dalla divozione a due Stame dì Maria , je .di San
Giufeppe, che inoggi fono nell'Opera, .dove un libro
di Ricordi ne da una lunga notizia s ri cui funto è
ilfeguente: A cagione del luogo di quelle Cappelle trop-
po vicino alle Porte , elTendo accadute alcune irrive-
renze , era rie' Superiori una follecitudine laudevole , e
ne-
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neceOam di trasportare'q.iie£i Altari, e Simulacri al-
trove . Intanto T Arcivefcovo Piero Niccolini principiò
dal proibire il più celebrarvi le Merìe , ed il Maniera-
to dell* Opera a tal e Tempio , e dalle notizie de' di-
sordini, che alla giornata accadevano , nel 1.646, adì u
di
Novembre vi'pofe rimedip colla provvifione, per la
quale fu ordinato * die V Altare della Madonna Me
trasferito nella Tribuna di S. Antonio 4 e quello di S.
Giufeppe nella Tribuna della Croce , come vedremo a
fuo luogo , Inoltre dagli Operai fu ordinato , che fi
collocaiTero due Pile dell'acqua Santa neMuoghi ap-
punto 5 dove erano irate le d;ue Cappelle , come inogei
fi veggono , renato più libero in quella gmfa il caln-
mino forto i .due grandi Archi.
II. Prima ancora d* inoltrarci m\\e olTervazioni,
notar mi giova a ì Piknroni,, fu* quali pofa Ja Cupola,
le otto Nicchie aventi altrettante Statue de* Santi Apo-
fioli . Al deliro adunque Pilaitro dejla Tribuna di San
Zanobi evvi il Simulacro di San Piero di mano del
famofo Baccio BandinelJi rapprefearante con felicità il
naturale , .ed il vivo ; dall' oppofta Micchla viene San
Giovanni Ev angelica opera di Benedetto da Rovezza-
no bella , e di gran pregio: Nella Tribuna di S. An-
tonio lonovi S. Iacopo minore , e S. Filippo amendue
lavoro lodatiffimo di Giovanni MI' Opera Artefice mol-
to raro, nelle cui.Statue il ammira la pulitezza , atti*
tudine, bellezza; e altresì il difegno.. Seguitandoti il gi-
ro lotto y Arco della Navata di mezzo al fmjftro Pila-
to con iltupore vedremo, come Iacopo Tatti detto il
Sarsfovino abbia lavorato il S. Iacopo maggiore, cflt>
èia Statua puì ammirabile, che fia nel Duomo, e va
del pari colle Opere de' più eccellenti Artefici, o fi con.
fi eteri il dolce de' panneggiamenti , o la profondità del
difegno, o la grazia in ogni parte si acconciamente-,
fpartita , che non può efler meglio aggiuitata colla na-
tura , e col vero : addirimpetto è S.. Matteo fatto da
Vincenzio de'RoiTi in atto di volere fcrivere , metten-
do la penna nel cala maio > che gli è porto dall' Angio*
Tom. VI.                           S                                  lo^
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*38
lo ; del medefimo è pure il S. Tommafo nella Tribuna
della Croce a mano manca , ed a quefta è di colia.,
S. Andrea, che fece Andrea Ferrucci da Fiefolc , ed è
una Statua laudevole , che fa fede dei (ingoiar fapere d'
Andrea . E benché ài quefte Statue non Ti pofTa fé non
commendarle , ruttavolta mi fi concederà , che io riferifea
il parere di Raffaello Borghini nel fuo Ripofo a e. 124.
dove non per biafimare , ma per ifeoprire il vero, no-
ta le feguenti cofe : e primieramente nella belliffìma Sta-
tua di S, Iacopo maggiore , pare che quella piega,
che ha l'opra la gamba dritta , le dia disgrazia , e la
tefta, comecché univerfaìmente fia lodata , par che que-
gli dell' Arte la voleflero di più maniera . Sapeva pe-
rò il Borghini , che 1* Artefice vi avea fatto un ricco
panno , che feendevu fino a' piedi , ma nel muover la
figura fi ruppe, e di qui nafee , che ella par povera in
quella parte , e circa la tetta la critica è folo partico-
lare di detto Borghini , mentre non fi può desiderare
più finita, e delicata, giufta il parere di tutti i Profef-
iori .Ragionevole bensì è l'altra cenfura , che fi fa
dal medefimo fopra S. Andrea, che è di debol manie-
ra, ha i panni addolfo molto confufi , ed una mano è
più grande dell' altra . Il S. Piero non ottante, che ma-
Ari moltiflìma vivacità , fi conofee però, che fu fatto dal
Bandinelli, quando era giovane, e fé vedefi un pezzo di
panno rimeflb, nota il Vafari nella Vita di quello Pro-
feftbre così ,, riaveva Baccio per coftume nelle Statue,
,, che ei faceva, di mettere de' pezzi piccoli, e grandi di
»
marmo , non gli dando noia di fare ciò , e ridendo-
„ fene . „ Nella Statua di S.Giovanni chiaro fi vede , che
la tefta è troppo grande , e corte le cofee ; alle due di
Giovanni dell'Opera , cioè S. Iacopo minore, e S. Filippo
non fi fa dire fé non lodi , benché alcuno abbia det-
to , che dal gomito in fu., fopra il braccio dritto di
S. Iacopo, farebbe ftàto bene o camicia, o panno , con-
ciofiachè il braccio così nudo appreflo a tutte le altre»»
parti veftite ditnoft.fi povertà ; e finalmente di S. Mat-
teo alcuni dicono > che poli male > altri, che lo ftinco
della
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della gamba- manca fia corto , la cofcia lunga * e male
appiccata ; mia il dire è molto facile , e 1' operare è
difficiliffirno ; la fpefa di que0,e Statue colle nicchie di-
fegnate dal bravo Amman nato,» ne* libri dell'Opera*
afcende a milk feudi per ciafeuna . Vi fu pure qualche
mutazione di luogo delle dette Statue , .avendo io letto
nelle memorie della, iteiTa Opera ., che dove è oggi San
Matteo , fu me Ho S. Pietro/trasferito pofcia nel luogo
più degno , che è la manritta nella Tribuna di ,5. Za-
nobi *
III. Or venendo al Coro, dir iì vuole , che da Fi-
lippo Brunellefco ne fu lafciato il modello, fatto di le-
gno per allora in forma ettagona corrifpondenu agia-
ti, ne'quali è ripartita la circonferenza della Cupola,
la qual forma pure ineggi fi conferva ., e fi ravvifa an-
che in una medaglia coniata, dice il Vafari, da An-
tonio del Pollaiiiolo 5 .col cafo efpreiTo per l'appunto
della Congiura de' Pazzi contea Lorenzo , e Giuliano
de* Medici , che racconteremo fommariamente fui fine
di quella noftra Lezione „ innanzi però che de feri*
viamo del Coro gli adornamenti , non farà difgradevo-
le. digreUìone il toccare qui alcun poco il concetto fo-
pra quello Coro di due ragguardevoli Perfonaggi * il
primo de' quali fu il Cardinal Francesco Soderini , uo-
mo di .fino gufto , che tentò di farlo levare, ed iru
vece coitituirvi una Cappella fotterranea per il Corpo
di San Zanobi, in quella guifa > che vede fi quella ài S,
Pietro in Roma , e queir' idea .era pei" compiili ,, fe^#
Piero Soderini fratello del Cardinale , e Gonfaloniere
ài OiufKzJa perpetuo , cui fpettava il darne V ordine,
non foiTe flato privato della dignità di Principe della
Repubblica j e mandato in efilio. V altro, che penfava
al medefimo modo, fu il Cavate Vernino Romano, il
quale interrogato dal Granduca Ferdinando lì, a dire, che
cofa gli pareva della fabbrica ài S. Maria del Fiore ,
rifpofe >, che tutto era mirabile $ e fé aveiTe a dare un
„ eccezione, era quella del Coro , perchè oltre ali* im*
„ ptdire notabilmente il tranfito , apportava anche un
S 2                          » gran
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\
140
",, gran pregiudizio alla fàbbrica ^ coangufriaridone lai*
,, magnificenza, che è il maggior pregio lodevole , che
„ abbia fomigliante Edilìzio, e foggiunfe altresì, che_.
„ S. A. avrebbe potuto nobilitare gli Altari delle Tribù-
„ ne co* tanti marmi dei Coro , fecondo il difegno, che
„ ne avea fatto Gherardo Silvani.
IV. Ma fé l'idea del Sederini, e del Bernino fvanì ,
fi principiò bensì fotto Cofimo L a vederli un migliora-
mento confiderabile, avendo ordinato il medefimo Duca ,
che il Coro Ci riduce/Te a più ricca forma, con darne l'or-
dine a Giuliano di Baccio di Agnolo famofo Architet-
to , il quale nel 1547. come parlano le memorie degli
Operai, principiò fui medefimo difegno del vecchio a
lavorarne i marmi , quando feopertafi per avventura a
Seravezza una cava di marmi vaghiffimi , dal predetto
Cofimo nel 1559. fi ordinò, che de* nuovi marmi fi rin-
novante il Coro /e che le Colonne già collocatevi di
marmo bianco fi mandatTero in Via della Scala per fer-
vizio del Monafter nuovo . Quindi tutto di marmo mi-
fio fu adornato , veggendovifi ì3 imbafamento nelle fpal-
liere per di fuori copiofo di figure di marmo bian-
co , che fono SS. in baffi rilievi condotte a maravi-
gliofa fquificezza da Baccio Bandinelli , e la maggior
parte dal fuo bravo Difcepolo Giovanni dell' Opera .
Sopra ricorre attorno un ordine Ionico di Colonne di
marmò mifto co' capitelli - e foliti membri di Architra-
ve , fregio ì e cornice} e fopra di marmo una ringhie-
ra, come puòofiervarfi in due ottagoni del medefimo Co-
ro incili in Rame . SulF Altare è un Criiio morto a dìacere
fofienuto un Angiolo, e in eminenza un Dio Padre
fedente in atto di benedire il Popolo , figure tutte_»
di marmo bianchiifimo , alte molto più del naturale,
le quali fono del foprallodàto Bandinelli: un Ada**
mo, e un'Eva , fino al 1722. fono fiate dietro al
medefimo Altare col nome dell* Artefice fotto fcolpito
nel marmo a lettere d'oro . Ma ritornando al Crilto
morto , notar fi deve , che il primo abbozzo di sì bel-
lo } e divoto Simulacro fu fatto dal Bandinelli con di*
' u'l •■
                          : él                                 verfe
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ilei Coro
Quarta varte^ cLeZL kjUzoIcl
Gsìfcer
-bore.
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I4I
verfe attitudini, ed era la Sfatua già innanzi affai > ma
poi abbandonata dall'Artefice, fi vede anche inoggi con
iftupore degl*Intendenti nel Cortile dell'Opera : Il Dio
Padre , che dicemmo effer fopra ri medefimo Altare»
potrebbe aver più grazia, inoltrando più del marmo, che
dell' Arte , ma conviene qui fcufare il'Bapdi-nelli , poi-
ché dovendo egli fcol-pirlo sì grande,- e. con- molti pan-
ni attorno , non gli fu facile il darvi tutta quella g*a-
zia, che da molti fi ricerca * In luogo poi di Adamo
e d'Eva , che furono trasferiti nel Salone del Palazzo
di Piazza, vi fu fofi-ituita una Pietà fatta , ma non Sa-
nità, dal Buonarroti, come dice la Cartella di marmo
appiè delia Statua:.!
                                ;.;/..'» orrMHf**-^
POSTREMVM MICH. «ANÓElI BONARoT'AE ÓPW
QyAMVIS AB ARTIFJCE OB VITIVM MARMORIS NEGLECTVAf
,-, ' EXIMIVM TAMEN ÀRTIS CANORA
CGSMVS HI. MÀ& DVX ETRVR.
•Vi
         '*/ /' ROMA ÌAM APVECTVM UIC Vs Ir
ANNO ClDlDCCXkH.
" ; ■ ' » ■'■■ ./■',' ■ ;J '■; , tJ pi
V. Si vede ancora fopra Parco di quefto Altare^
un CrocifiiTo di legno lavorato da Benedetto da Maia-
no , che l'ha confitto con tre chiodi contra 1* ufo del-
le antiche Pitture , che fono in Roma , nella Grecia >•
ed altresì in Firenze . Queil* Ara , che è la maflìma
della Città , efifendo fiata da un colpo d* un fulmine
{pezzata, la M'enfa > e pofiavi dagli Operai la nuova »
fu confacrara dall'Arcivefcovo Aleffandro Marzimedici
negli 8. di Ottobre del 1^14, come leggefi nella qui
appreso Ifcrizione :
ALEXANDER MARTlVS MEDÌCES "'.;
ARerilEWSCOPVS FLORENTINVS
ALTARE HOC FVLAIINtS ICTV CONFRACTVM          I1
PRISTINO DECOBI RESTITVTVA1 DEI OPTIMI MAXIAII
CVLTVI DIQATVM SANCTORVM RELIQVIIS
PIETATE AVCTVM
AD SACRA PER AGENDA DEPVTAVIT
ANNO DOMINI MDCXIV. Vlfh ID. OCTOBKIS .
VIIL Di
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tip
VI. DìquefP Àifffrè jtvvi memoria » ,chc /bienne*
mente vi celebralTero MeflTa li Pontefici. Mar timo V. Euge*
dìo IV- Pio li. e Leone X. e quivi accoflatófi il Re Carlo
Vili* ratificò quel patto celebre fermato nel 1494. tra
lui , e i Fiorentini con grande folennità, ed i Solda-
ti pure condottivi dal detto Carlo, giurarono di fpar-
gertì il fangue , e por la vira in difefa della Repub-
blica ,* Né da .ometterti è il numerofo Clero, che tut-
to 1' anno in quefto Coro agli ordinar^, e ftraordinai)
Ufizj radunali , ,.contand&fi Canonici 42* colle dignità,
che fono cinque Arcidiacono , Arciprete } Propolio,
Decano » e Sudetec.ano3 che cofìituifeono un ragguar-
devoltflìmo Capitolo , dal quale s dir fi vuole, che ne fo-
Xio ufeiti due Pontefici }. che furono Giovanni oV Me-
edici Canonico Fiorentino nel 1489. e poi fui Vaticano
appellato Leon X. .1' altro fu Giulio ,deJ Medici pure_,
Canonico nel 1515. ,e pofeia detto Clemente VII, cen-
todieci fono flati i Canonici fatti Vefcovi , e 24. pure
Canonici ebbero Ponpt dèlia Porpora 5 come appare dal
feguente Catalogo di Cardinali. "
.1-342. Andrea Malpigli"*                      f f -■•.' t'-r
1^42. Rinaldo degli Orimi di Roma>
1378. Galeotto Tarlati da Pietramala .
13^4* Francefco Renzi d'^Alirre .
'1403. Currado Caracciolo xli Napoli.;:
"241.1* Alamanno Adimari ,, -ti ' ^
- 142*5, Antonio Cafrni di Siena .
1439. Alberto degli Alberti .
148.3. Giovanni Iacopo Schiafenati di Milano •
1484. Ratifta degli pruni di Roma .
1489, Ciovanni de' Medici } poi Papa.
1496. Bartolommeo Martine,? di Valenza .
1513. Lorenzo Pucci.               v
1513. Giulio de' Medici > poi Papa. (
1 517. Niccolò Pandoi^ni.
1531. Antonio Pucci.
1544. Niccolò Ardinghelli éili ,              \
1557. Taddeo Gaddi 1., : • > >■.v 1 ^tli: :. (/.&^
ki <,ii /                                                              16j5.
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*43
i#ii>. Ruberto Ubaldini •
1673. Francefco de* Nerli •
i-joé, Francefco Martelli *„.
' 1731.Il Sig. Eminentifs/Giò^ahni Antonio Guadagni,
Canonico Fiorentino ? e poi Carmelitano Scalzo,
1734, Iacopo Lanfredinf •
.1743. Raffaello Cofimo Girolami •
.VII. 1 Cappellani fono 6t. •> e fopra cento i Cherici;
e per vero dire, non fappiamo fé Clero vi fia più nobile,
e più numerofo nella noftra Italia , credendofi grande
al pari di quanti fieno nel Mondo Criftiano . Sarebbe
anche errore tralafckr qui il notabile, e facrilego av-
venimento fucceduto in queir o Coro ne1 29; d' Aprile
del 1478. che fé dimoftra 1* ardire degli uomini in con-
culcare la reverenza dovuta alla Cala dì Dio, dà an*
cora a conofeere elfere Iddio giuitiffimo Punitore delle
trifte Perfone. Celebrava in detto giorno MeiTa folenne
in quefto Coro un Canonico della Famiglia de' Corbizi t
eranvi affilienti il Cardinale Raffaello Riario , Lorenzo ?
e Giuliano de* Medici figliuoli di Piero di Cofimo 9 T;
uno Padre di Leon X.-l'altro di Clemente VII. quan-,
do nei!' atto di alzarli 1* Oiìia , fegnale accordato tra*.
Congiurati per far V orrido aiTaffinamento , rizzati fi in
arme alcuni della Famiglia de' Pazzi , dopo una graru.
barabuffa , Giuliano vi reitò morto ., e Lorenzo ferito,
leggiermente , che fu falvato da Francefco Nori a be-
nefizio della Patria . Un cafo sì atroce atterrì da prin-
cipio i Fiorentini , ma nello ftéCo giorno fattafene in-
quifizione da'Priori, furono i complici impiccati alle,
Fineftre del Palazzo , non guardandoli né alla chiarez-
za de'natali, né alla dignità Ecclefìaftica di un di lo-
ro , e quanti , e quali Itrazi fi facelTero dal Popolo, lo
racconta il Poliziano nel fuo Libro intitolato: La ven-
dicata Congiura de' Pazzi .E
qui riportiamo una Medaglia
in bronzo coniara dal Poilaiuolo, che rapprefenta da una
banda il pianto pubblico per la morte di Giuliano colla
fua effigie, e dall' altra la. fallite pùbblica per la falvezza
di Lorenzo da grave pericolo in effa pure effigiato .
LE-
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I
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*44
LEZIO NE
XIII.
SEGWE ;1L CPRO C^LEE E»p SAGRESTIE .
i'
Itorno per la feconda Hata al fopral-
lodato Coro de' Canonici } per pofcia
parlare alle due Sagrefìie, tfmmoyG V
altro necerTario per ia nojtra Iftoria...
E per farmi dal primo, non porlo
a meno di .non riportare quello > che
di detto Coro ferirle il Vafari nella
Vita -del Cavalier Bandineili ; e dice così fy, Cònfidera-
3) va Baccio ( Bandineili) che egli riavrebbe occafione
m in quefto .Coro fare molte Statue , e Storie di mar-
?? mo , e di bronzo nelT Aitar maggiore 9 e intorno al
>> -Coro » e ancor due ^Pergami , che vi doveano edere
tildi •marmo ( quefti non furono cmai fatti )e che le otto
53-faepie di fuori fi poteano nel bafamento .ornare di
5> -ànoke Ston> di ^bronzo cGmmeiFe .ne 11* ornamento di
>}' marmo ( il bronzo inon cJ è ) fopra quefìo penfava
yjUdi /are un or-dine di Colonne , e di Pite&u , che
P reggeAìno intorno intorno le Cornici , e quattro Ar-
,, chi de*-quali divifati fecondo la Crociera della Ghie*
,, «fa j afcné face/Te l' entrata principale, col quale fi ri-
,j ^contraile T-Arco dell'Aitar Maggiore pollo fopra ef-
„^fo , Jt gli altri due follino dn'lsitii fotto à quali do-
jj'vevarro -efler porti i Pergami . Sopra la Camice un
^ èr-dine di Balaiiftro m cima , che girale le otto iao
9% sce ,:'-è fopra i ^Balauftri una gtillanda di Caodellieri
t) per .quafi incoronare di lumi il Coro, fecondo i rem,-
3,1 pi , come; fi ;era fempre coturnato innanzi ,/mentre
>{ che vi fu il modello ,di legno del BruneUefco . .. ..;«
,jf Con quelli dìfegni 9 e parole morie Baccio il Duca,;
,, ficebé gì* impofe j che egli facelfe un modello di tut-
a'to il Coro * confentendo , che tal fabbrica fi. faceffe .
,, Par-
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,; Partito Baccio dal Duca fa con Giuliano di Baccio
„ d* Agnolo fuó Architetto > e conferito il tutto feco,
„ andarono in fui luogo, ed efaminata ogni cofa dili*
,, gentemente fi rifolverono di non ufcire dalla forma
,, del modello di Filippo, aggiungendoli folamente al-
„ tri ornamenti di Colonne , e di rifalti , et di arric-
„ chirlo quanto potevano più ; Ma non le cofe affai»
„ et i molti ornamenti fon quelli y che abbellirono ,
„ et arricchìfcono le Fabbriche , ma le .buone, quantun-
„ que fiano poche , fé fono pofte ne'luoghi loro , e con
„ la debita proporzione compofte infiéme : quefte piac-
„ ciono , e fono ammirate , e fatte con giudizio dall*
„ Artefice , ricevono dipoi lode da tutti gli altri . Que-
,, ito non pare , che Baccio , e Giuliano confideramV
„ no , perchè prefero un foggetto di molta j e lunga
5, fatica , ma di poca grazia., come ha Tefperienza dì*
„ moilro . Il difegno di Giuliano fu di fare nelle ean-
„ tonate (come fi vede ) di tutte le otto facce, pi.
,, laftri, che piegavano in fu gli angoli, et V Opera tut-
„ ta componimento Ionico : et quefti pilaftri, perchè
„ nella pianta venivano infieme con tutta 1* Opera su
„ diminuire verfo il centro del Coro, et non erano u-
„ guali , venivano neceifariamente ad eflfer larghi di fuo-
,, ra , e ftretti di dentro , il che è fproporzione di mi«
„ fura. E ripiegando il pilafrro fecondo l'angolo del-
„ le otto facce di dentro , le linee del centro lo di-
„ minuivano tanto , che le due colonne, le quali mec-
,, tevano in mezzo il pilaftro da'canti, lo facevano pa-
„ rere fonile , e accompagnavano con difgrazia lui , e
,, tutta quell'Opera. Fece Giuliano parimente tutto il
„ modello dello Altare, difcofto un braccio et mezzo
„ dall'ornamento del Coro, fopra del quale fece poi
„ Baccio di cera un Grillo morto a giacere con due
,> Angioli, de* quali uno gli teneva il braccio deftro,
„ et con un ginocchio gli reggeva la terra , V altro
riteneva i Mifterj della Paffione : et occupava la Sta*
,, tua di Criito tutto l'Altare , ficchè appena celebrar
vi fi farebbe potuto, et penfava di fare quefta Sta-
. Tom:Vl.                        T                    „ tua
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„ tua di circa quattro braccia e mezso *. Fece ancora^ <
„ un rifalto di piedifiall© dietro ali* Altare, fopra del
}, quale vi pofe poi un Dio Padre a federe di braccia
„ (à , che dava la benedizione , et veniva accompa-
„ gnato da due altri Angioli di braccia quattro l'uno,
„ che pofavano gmocchione fopra de' canti , et fine del-
„. la predella dell' Altare al pari dovè Dio Padre pofava
„ i piedi .Quella predella era -alta più d' un braccio ,
., nella quale erano moke Storie della Paffìone di Cri-
„ fto , che tutte doveano eiTere di bronzo . Erano gli
„ Angioli fopraddetti inginocchioni , e teneano ciafchu-
„ no in mano un Candeliere , i quali Candelièri ac-
5, compagnavano otto -Candellieri alti braccia tre , e
5,smezzo, che ornavano l'Altare , e Dio Padre era in
,1 mezzo di loro . Sotto 1* Arco dell* Altare fui bafa-
„ mento , che girava intorno , nella banda di fuora
„ haveva pofto l'Albero del peccato, al tronco del
„ quale era avvolro il Serpente con la faccia umana in
„ cima , e due figure ignude erano intorno all'Albe-
„ ro 3 che una èra Adamo , e 1' altra Eva , Dalla ban-
3, da di fuora del Coro , dove dette figure voltavano
«,ile facce , era per lunghezza un vano nell* imbafa-
,)•mento di tre braccia per farvi una Storia o di bron-
j, zo , o di marmo della loro Creazione per feguitare
5,1 ìielle facce di tutti gì' imbafa menti di tutta quell* O-
„;if>era in fino al numero di 21. Storie tutte del vecchio
«: Teftamento , e per maggior ricchezza , né' zoccoli,
r,i do#e pofavano le Colonne , et i Piìaiiti , havéva per
jt ckficuno fatta una figura o velìita , o nuda per al-
& cunji Profeti di marmo. Opera certo , et occafione
,1 grandifiìma, et* da poter inoltrare tutto l'ingegno, e
m 1* arte d* un perfetto Maeltro . Fu moftro al Duca
,, quello Modello, et ancora i doppj difegni fatti da
}3 Baccio j i quali sì per la varietà , e quantità , come
» ancora per la loro bellezza , perciocché Baccio la-
^ vorava di cera fieramente , piacquero a S» E. e ordi-
>y fio, che fubito fi mettelTe mano al lavoro di quadro.
„ Baccio ancor egli cominciò a dare principio alle»»
■;itii ti".                            I                                          . >y 'Sta-
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,, Statue, e le prime furono un Adamo» che alzava un
,a braccio , ed era alto quattro braccia in circa, quella
„ figura fu finita da Baccio , ma perchè gli riufcì eretta
„ ne* fianchi, la murò in un Bacco, il quale dette poi al
„ Duca: Aveva parimente fatto della medefima grandezf
s, za un'Eva , che fedeva , la quale condtifle fino alla rae-
,, ra , e reftò indietro per cagione dell3 Adamo , il qua-
jj le ella doyea accompagnare : et avendo dato princii-
,,, pio ad un altro Adamo di diverfa forma, et attitudine,
n gli bifognò mutare ancor Eva . Seguitò Baccio que-
w- fte due figure con grandiflìma volontà , penfando di
„ foddisfare ali* Universale , e le finì , e lufirò con tur-
..„ ta la diligenza., et affezione. MefFe poi queite figu-
3, re nelluogo loro , e fcoperte ebbero la medefima
,, fortuna , che le altre fue cofe , e furono con fo-
3, netti , e con verfi latini troppo lacerate crudelmen-
3, te , avvegnaché il fenfb d' uno dicea , che ficcome
35 Adamo , et Eva, avendo con la loro difubbidienza
3, vituperato il Paradifo , et meritarono d'efier cacciati,
„ così quelle figure vituperando la terra , meritavano
3, d'eiTer cacciate di Chiefa . Nondimeno le Statue fo-
j, no proporzionate, e hanno molto belle parti , e fé
j, non è in loro quella grazia , che altre volte s'è det-
3? to , e che egli non poteva dare alle cofe fue , han-
,, no però arre, e difegno tale, che meritano lodealTai,
„ Meflfe dipoi ^Baccio mano alla Statua di Crifto mor-
,, to, il «quale ancora non gli riufcendo, come fé l'era
,, propeso , eiTendo già innanzi affai ,; lo lafciò ftare,
,, e prefo un altro marmo , ne cominciò altro con at-
„ titudine diverfa dal primo ^ e infieme coli'Angiolo,
„ che con una gamba foftiene a Critto la tetta, e,con
,, la mano un braccio, e non refìò che 1* Una , e 1'
„ altra figura finì del tutto, e dato ordine di porlo full*
5, Altare, riufcì grande di maniera, che occupando trop-
.>-,, po del piano, non avanzava fpazio alle operazioni
,, del Sacerdote . Et ancora che quella Statua fofTe ra-
,, giovevole» e delle migliori di Baccio , nondimeno
,> non fi potea faziare il Popolo di dirne male , e di
i                                    Tz                            „ le.
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148
f, levarne i pezzi ; non meno tutta l'altra gente, eh©
$, i Preti. Per accompagnare la Statua di Criito , e fi.
„ nirfc l'Altare , fi rifolvè a fare la Statua di Dio Pa-
5, dre 5 per la quale era venuto di Carrara un marmo
93 belliffimo. Già l'aveva condotto affai innanzi , e fat-
5, to mezzo ignudo a ufo Giove , quando non pia*
3j cendo al Duca , ed a Baccio, parendo che avelie qual-
3, che difetto lo lafciò così , come fi era . Ma pure
!5> avendo mutato P Altare , e poito P imbafamento di
syifftarmo dove dovea ilare la Statua di Dio Padre, a-
3, vendone fatto altro modello, finalmente la cominciò
3, e la finì , il quale ordinò , che fi mettefTe in Ghie*
5, fa fopra la Eafa . Quefta figura è veftita , et è brac-
„ eia fei alta, e la murò, e finì del tutto. Ma per
3, non la lafciare feompagnata , fatto venire da Roma
3, Vincenzio Roflì Scultore fuo creato, volendo nelP
5, Altare tutto quello, che mancava 5 fare di terra, fi fe-
s, ce aiutare da Vincenzio a finire i due Angioli , che
3, foftengono i Candelieri in fu' canti , e la maggior
„ parte delle iftorie della Predella, e bafamento, e mef-
fo ogni cofa fopra P Altare } acciò fi vedeffe , come a*
}, veva a ftare il fine del fuo lavoro , fi sforzava, che
5, il Duca lo veniffe a vedere , innanzi che egli lo feo*
3, -priffe, ma il Duca non volle mai andare. ,, Sin qui
la Relazione del Vafari circa la corruzione di quefto
-sì nobil Coro, ma nulla dicendo del pavimento, che_»
ilo circonda , ne darò io contezza colle parole del Bocchi ,
cheJiono le iegqenti; „ Quello ,: che è intorno al Coro
^(-Pavimento ) è di Michelagnolo Buonarroti , fatto con
ricanta induftria , e con tanta bellezza, che da'mi-
,,. gliori Artefici è oltre modo ammirato nella diilinzio-
j, ne, de'marmi bianchi, e neri, per cui è dato al luo«
3, go con fovrano artifizio grandiflìmo ornamento . „
mi ; ? H. PalTando ora alle due Sagreftie , entriamo pri-
mieramente, ;in quella 3 che dicefi de'Canonici , o Sa-
grestia vecchia , nella quale appunto fu falvato dalla fu-
ria déa Congiurati il magnifico Lorenzo de*Medici. Sopra
|a Porta è da confiderarfi un'Afcenfiofle di Cxifto fatta di
«»J ,,.
                                                                  terra
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terra irivètriàta da Luca della lobbia! è?ari *Mto ?'Orga-
no lavoro di Fra'Ermenegildo di Lucchefe degl'Argen-
ti (e non Bernardo, come fcrive il Migliore ) il qualrF<r«-
te principiollo nel 1545. avendovi fatte le canne alte 20.
palmi . I molti Fanciulli di marmo in atto di cantare ,
erano un adornamento della Cantoria , ma tolti via in
occorrenza'delle nozze del Gran Principe Ferdinando,
il quale volle, che s'ampliale il palco 5 che di prefente è di
legno intagliato coìr Arme de' Medici, quelli fono inoggi
nell* Opera ben cuftoditi, infieme con quelli dell* altro
Pergamo, che fi diflero òpera di Donatello -, e della Robbia;
Dentro laSagreftia commendato è un Acquaio di marmo,
lavoro del Buggiano , e vi è uno tìupendo Arco di ma-
cigno , che dirrioftra uh piano perfetto, invenzione del
Brunellefco , còme parla uria; deliberazione degli Ope-
rai adi 15. di Ottobre del iq%6. Prefati Oprarti deli'
bera'vèrunt
, Ò' lommifernnt Philipp Ser Brunellefchi fa*
ciendi Volta* & Arconem pò ut efi ab eo defignatus ifu
Sacreflid noma
ère. Alla feconda Sagreftia , che chiamali
nuova , o delle Mede , la Porta è di bronzo divifa in
dieci quadri contenenti iftorie, e nel"filo telaio veggonfì
parimente di bronzo molte te ite di Uomini in varieL»
età : di Luca è queft' Opera lodata da Fra Domenico
da Corella in que' verfi :
Splendida quae Lucas auri percuffor , & aeris
Hosha compnit Rabbini arte pri .
III. Neil' Arco della medefima Porta viene di terra
cotta la Refurrezìone del Signore , che è pure dello
ftefìTo Robbia , e fopra di dolciflìmo fuono evvi V Or-
gano del celebre Maeftro Noferi da Cortona . Dentro
la Sagreftia ritorna un Acquaio > e V Arco piano forni*
gliante al fopra defcritto , due cofe però trovanfi quivi
aifai fingolari , e fono gli Armadj di legno infardato >
e commeflfo di varie facre Iftorie da Giuliano , e da Be-
nedetto da Maiano, ed un fregio pure di legno con fe-
lloni di fiori , e puttini difegnati da Donatello , e nota
il Migliore ne* fuoi manoferitri > come quivi alla pre-
fenza dell' Àrcivefeovo S. Awonino, di Giovanni d'An.
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giò Duca di Calabria y del Senato -Pjpronfino,' e de* Die-
ci di guerra fi fermò con; folenne contratto, e giura-
mento la pace col Re d* Aragona , e dice » che uno di
que' Dieci , cui non parevano, giurie le convenzioni,
dalle quatli per altro ne venne grande utile alla Re-
pubblica, {paventato con una occhiata , che gli diede il
Santo in vifo , fi quietò?, e non diife .altro, qua fiche egli
ammutolirle fubko . Ep^r fine eflendo alle pareti di fuori
di quelite Sagrailie Ifcrizioni in marmp,quìle riportiamo .
A manritta delia Sagreftia vecchia . :°
S •                     » C3l.kiJ .                        ;j ir ,
GB INSIGNKM MAGNIFICENTI AMC1VITATIS ET TEMPLI
EVGENIVS PP.IIIL OMNI SO£EMNXTATE ADHIBLTA DE-*;
DICA VIT DIE XXV. MARTII MGCCCXXXVI. CViyS DE-'
DICATTONIS GRAT-IA PQNS LIGNEVS INSIGNI MAGNIFI-
GENTIA ET QRNATV FACTVS EST AB ECCLESIA S. MARIE
NOVELLE VBI PAPA INHABITABAT VSQVE AD HANC
ECCLESLAM. PER QVEM VENIENS P@NTLFEX CVM Car. >
DINALIBVS ET EPISCOPIS CETERISO^. PROCERIBVS ,PON.
TIF1CALI HA3ITV AD DEDTCANDVM ACCESSIT. TANTA
' ' ENIM MVLTITVDO AD SPECTANDVM CONVENERAT VT
PRE NIMIA TVRBA VIAS OBSIDENTE NISl PER PONTEM
COMMODE TRANSIRE PONTIFEX NON POTVISSET .
A mano manca della medefimay
;'?!f:':HM'.rr''*:Ì' «ìtf.r Ijl ♦ ' ■.^.■H3-Ov.v?/i t':<-*l? ;,'if
AD PE.RBETVAM REI MEMORI AM
GENERALI CONCILIO FLORENTIE CELEBRATO POST
LONGAS DISpVTATIONES VNIO GRECORVM FAGTA*
ESTINHAC IPSA ECCLESIA DIE VI. IVLII MCCCCXXXIX.
PRESIDENTE EIDEM CONCILIO EVGENIO | PAPA CVM
LATINIS EPISCOPIS ET PRELATIS ET IMPERATORE CO-
ì STANTINOPOLITANO CVM EPISCOPIS ET PRELATIS ET
PROCERIBVS GRECORVM IN COPIOSO NVMERO . SVBLA-
TISQVE ERRORIBVS IN VNAM EANDEMQVE RECTAM
FIDEMQVAM ROMANA TENET ECCLESIA CONSENSERVNT.
"                                                        A man»
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A manritta della Sagreftm de' Canonici feguotfb due al-
tre compofle dal Pòllzianoi£ ^ ìuai» ji
\n\i[r<;^ ! ■ , Iv: ./; . ... ;;, , ,", '■;
CVM DIVI ZENÓBIÌ CORPVS IN S. LAVRENTII AEDE
COND1TVM ESSET ATQVE OB ADMIRANDA 1PSIVS
OPERA MAIORI IN DIES FREOJ/ENTIA CELEBRARETVR -
ANDREAS1 CLVI PROXtME ZENOBIÓ IN EPISCOPATI
SVCCESSERAT . EVM HONOREM ISTI PÓTISSIMVM
CVI PRAEFVERAT ECCLESIAE DEBERI ARBITRATVS
CGNVOCATIS EX VICINIS VRBIBVS EPISCÓPIS GIVI-
TATE GESTIENTE ET INSIGNE ARIDAE AREORIS IN
AREA REVIRESCENTIS FLORESQVE FVNDENTIS
MIRACVLVM OBSTVPESCENTE IN HANC LONGE QVAM
, TVNC EST HVMILIOREM BASILICAM ILLVSTRI
POMPA TRANSTVLIT. VII, KAL. FEBR. CCCCIX.
A mano manca della mede/ima Sagreftia 'iu
V/s i
11*.
II.
ANNO A CHRISTI ORTV MCCIIC.
FLÒRENTINI MAGNIS DIVITIIS ET REBVS DOMI
FORISQVE COMMODE CÒNSTITVTlS . CVM VRBEM
MOENIIÌVS AVXISSENTPVLCHERRIMISQyE AEDIFICHS
PVBLICE DECORASSENT VT REM DIVINAM QyOQVE
OPTIME ORDINARENT ET POSTERIS INSIGNIS MA-
GNIFICENTIAE ET RELIGIONIS SVAE EXEMPLVM
PRÓÒERffNf : HOC AVGV3TISSImVm TEM>LVM'- IN
DEI HONOREM E1VSQ. [MAf&&1|eMPeR/^VQtl&ftì^
MARIAE INSTITVERVNT . ET PONTIFICIO LEGATO
CARDINALE PRAESENTE PR1MVMQVE LAPIDEM
PONENTE SVMMA CVM OMNIVM LAETITIA ET,
DEVOTIONE INCHOARVNT VI. IDVS SEPTEMBRIS .
Né debbo tralafciare una moderna Ifcrizione pure irL.
marmo j comporta dal Padre Lionardoj Ximenes ,y| per
ordine dell'Imperatore Francesco I. collocata a] Pila5*
itrone della Tribuna della Croce a mano manca } e»,
dice come appreiTo :
AVSPI»
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4
■ •'. ÀVSpICHS SANCISCI ftOrtAtiOftW: IMPERATORIA ìutli il
AC MAGNI ETRVRIAEk;pVClS ,j;,;, ul.Mtt?'®: S«\ i
AD VETEREM TEMPLI HVIVS GNOMONEM A PAVLLO TVSCA*N£LLIQ
MEDIO CIRCITER SAECVLO XV. CONSTiTVTVM
INEVNTB VERO XVI. AMPLIFICATVM . LEONARDVS XIMENIVS .SOC, I.
A
              NOVAS OBSERVATIONES INSTITVIT.
PROBATA LAMINAE AENEAE PRO CENTRO, POSITAE.,
AC LOCI, TOTIVS. HAC IN RE STABILITA TE; , /
"' EJVS GNOMONIS ALTITVDO DEMI5SA CATENA ,
ACCVEATE EXPLORATÀ EST
EVASITQJE PEDVM PARIàlENSiVM — ~~ — 2?7. POL. 4. tIN. §. 68.
jLATVS HORIZONTALE A VERTICALI LINEA
AD CENTRVM SOLSTITIALIS MARM0RI3
SOL AREM IMAGINEM PRIDIEIDVS IVNII MDX. COMPLEXI
INVENTVM FVIT PEDVM —.-J--— iòi, POL. 6, LIN. £. IO-
IDEM LATVS AD SPEC1EI SOLARIS CENTRVM X, KAL. IVLII MDCCLV.
PRIOKIS LONGITVDINEM EXCESSIT *-*• '^- POL. I. LIN. 3. 8z.
VNDE ANN1S CCXLV. ELAPSIS ECLIPTICAE OBLIQVITAS
MINOR DEPREHENDITVR MINVTO VNO SECVNDIS SEXDECIM PROXIME ,
OSfVM TAMEN ANTIQVVS GNOMON IN OCCASVM M. $6,S, 41. ABERRARE!'.
NO WS EODEM CENTRO
SEADEMQVE INTRA PARISIENSEM L1NEAM ALTITUDINE t
JN VERO MERIDI.ANI, CIRCVLIl'LANOlCOjSÌSTRVCTVS EST, ,
;_: MERIDIANA LINEA IN REGVLA. METALLICA INSCVLPTA
PVNCTVM PERPENDICVLI IN AERE CONSIGNATVM
I QVOp REI NECESSITATE
INfRA MERIDIANAE LlBÈLLAM CONSTIT1T POL. 1. LIN. IO. 78,
jO^EM GNOMONEM TOTO TERRARVM ORBE MAXIMVM
AD EXJGVAS ECLIPTJCAEVARIATIONES IN POSTER V.M DIGNÒSCEINDAS
AD ANNI MENSVRAM PASCHAlIS DIEM SVBTILIVS DETERMINANDVM
AD CERTOS DKNIQVE PLANETARVM, SIDERVMCiyE MOTVS
PECVLlARI RATIONE DEFINIENDOS
MAGNVS IMPERATOR SACRARVMRER VM BONARVMQVE ARTPVM
-i'. W 6TVDIOSISSIMVS .:..;! UìQli .■':.■-.■
ITRVSCIS SVIS DEDIT ANNO A CH. N. MDCCLVI»
"i IV. Le altre ihfegne poi, che fi veggono dell' Arte
della Lana , e fopra V arco della Cappella di S. Zano-
bi, e nella bandiera pendente dal deliro pilastro della
Cupola j fono a quello Magiflrato '■giùftamenrc dovute >
VM*V ^
                                                                     tan-
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*5f
tanto qu! j che in altri luoghi dentro , e fuori della
Chiefa , e fopra la Refidenza degli Operai medefimi 5 e fo«
pra la Canonica 5 la Scuola , e ne'gradini degli Alta-
ri, e fino ne9 Codici del canto, e negli Argenti , at-
tefa quella gran parte di merito , e di ragione, che i
Confoli fino dal primo penfiero di fabbricare quella
Cattedrale hanno avuto > ed hanno tuttora di conser-
varla . Siccome frequentemente fi incontrano le fopra-
riferite Armi fparfe per la Città, e quafiin tutti gl£
Edifìzj fabbricati dal Pubblico • Né voglio omettere^
una bandiera di S. Zanobi, che per tutta I* Ottava del
Santo fi tiene pendente dall'alto della Volta nella Na-
vata di mezzo , ed il dipintore ne fu il Cavaliere Dq*
menico Paujgnanov
Tom. Vit
LE«
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m
L E Z I O NE XIV.
1 DELLE PITTURE DELLA CUPOLA . ! ° ';
^^^^ '
..■1 C'PTfeiTlfj * .'....'.> •3S'i"..>iì 'ii-ì/i^JL'E.J
! è J 1,1 .;i, ■■; «.I *'*■!■ » ■■■ t? S- * •<* i * * « •' *-J i < -»' ■' '"•              ■- '■- ■i ■■ ■-' <-* '-' ■* *•■■*               « -■*-.
$ì» quanto suoi abbiamo ©fletfvato di'
bello , e di raro per via delle varie
maraviglie d«ll* Arte in Santa Maria
del Fiore rilucenti 5 tutta volta al più
ftupendo finora non damo arrivati,
cioè a dire alle pitture della graru
Cupola, le quali Splendore, e magni-
ficenza al deferitto Coro accrefeendo , arrecano noru
ordinario ftupore : e poiché ardente è fempre ftato il
desfo degli Spettatori di avere una particolar notizia
delle invenzioni del Pittore , nella prefente Lezione ne
vengo ad una minuta dichiarazione * E alquanto va-
rio farà il ragionamento , maffimamenre dovendo io far-
mi dal prevenire il Leggitore d'alcune cofe utili, onde
più facilmente fé ne porla illuftrare la Storia . Quindi è, che
in primo luogo accennar devefi la queftione , che fuvvi
tra gì* Intendenti d'Architettura fopra il dubbio, fé fi
dovette la Cupola dipignere » o pure lafciarla in bian-
co ; e per vero dire , il più comune fentimento era,
che nulla fi innovafle , ma Giorgio Vafari invogliatoti
ói moftrare il fuo valore in quella dipintura , il quale
molto poteva nel cuor di Cofimo Granduca , vinfe il
contratto , ed a lui fu data la commifiìone di farne il
difegno , che piaciuto eflfendo al Principe , fu porlo
in efecuzione nel 1572. e come notano i Diarj , e. le
memorie dell' Opera adì 26. di Febbraio furono alzati i
Ponti , e negli undici di Giugno , giorno natalizio di
Cofimo I. fatta celebrare con folennìtà la MefTa dello
Spinto Santo in Duomo , il Vafari falì per la prima
fiata fui più alto palco a delinearne quella Corona di
-II,-.'
                                v                           ii ■ ^Saliti
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Santi Profeti , Evangeli/li , e Re che vedefi fotto la
Lanterna , Buon però per lui, che morì preilo ; ira*
perciocché troppo gli farebbero fpiaciute le maldicen-
2e, rnornioiazioni j e lamenti de1 Fiorentini contro di lui,
quando videro fcoperce le pitture, non oftantechè belliffi*
me , e degne di lode appannerò le figure , ma non per quel
luogo , che affai più piaceva nella fua antica bianchez*
za , elide ebbe a fcrivere Antonfraneefco Grazzini detto
jl Lafca- nelle fue Rime alle Madrigaleffe 44.45. come iegue:
,, Io parlo per ver dire
i> Non per odio d' alcun , né per di/prezzo ;
,) Ma ben Giorgin d* Arezzo ,
, „ Giorgin, Giorgin debb' effere incolpato >
i »? Giorgin fece il peccato......
„ Profontuofamente il primo è &®à>
i, La Cupola* a dipingere ,                                        <■
j, E Menfole, e Cornici ivi entro a fingere.... 1
,, E per tutto gridando ad alta voce
,, Giorgin d* Arezzo metterebbe in Croce .
E il Poeta conchiiipde finalmente così:
,, E M Popolo Fiorentino
„ Non farà mai di lamentarfi fianco
„ Se forfè un dì, non fé le dà di bianco •
II. E fin qui le invettive del Poeta, alle quali io
mi credo in ofabligo ài rispondere, e di ripararne le_*
ingiurie y proteitando al Mondo tutto , che non mai
Pittore fiavi fiatadel Vafari o più copiofo d'inven-
zioni, o più facile, o quello nel dipignerle , ficchè me*
iitò d'effere adoperato da' Perfonaggi in Roma , in Ve-
nezia, in Fifa, e in Bologna, e pofcia venuto a Ilare in
Firenze , quante beile opere egli faceffe e nelle Ghie-
fé, e ne' Monaflerj , e nelle Cafe de'particolari non è
fperabile il rinvenirne un ficuro novero, ma bafterà il
dire le moltiffime , che fece a3 Principi ài Tofcana , e
di quelle riporterò il Catalogo, che trovafi in Raffaello
Borghim , che del Vafajri fcriffe la Vita , dicendo alla
pag*. 447. come apprelfo „ Nel Palazzo del Sereniflìmo
3* Granduca Francefco dipinfe la Sala chiamata degli
cjui ..
                        V 2                               ,; Eie-
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156
5, Elementi, e in un terrazzò accanto a detta fala fé-
3, ce nel palco i fatti di Saturno , e di Opi , e nel
„ palco d* un* altra Camera grande tutti gli avvenimen-
ti ti dì Cerere , e di Proferpina , e nel palco d* un'
3, altra le iftorie della Dea Berecintia > e di Cibele col
3, fuo trionfo, le quattro Stagioni, e nelle facce i do-
3, dici mefi , e nel palco di un* altra il nafcimento di
>» Giove con altri iuoi fatti fc-gnalati : in un terrazzo
3, accanto alla medefima ftanza altre iftorte Giove y
3, e di Giunone , e nella Camera, che fegue , il nafcere
„ di Ercole , e tutre le fue fatiche j e fu] piano della
3, gran Saia dei Palagio dipini© otto ftanze fatt£ di
3, nuovo fra falotti , e camere , e una Cappella coil*
33 varie pitture, e ritratti di naturale de* fatti degli Uo-
3, mini Illuftri dì Cafa Medici, cominciando da Cofimo
3., vecchio, rapprefentando i più notabili fatti , e virtù
3, del medefimo , i fuor maggiori Amici , e Servido-
„ ri, e i Figliuoli ritratti dr naturale j nella fecon-
3, da con beli' ordine fegue Lorenzo vecchio , nella_*
3, terza Papa Leone > nella quarta Papa Clemente , nel*
„ la quinta il Signor Giovanni , e nella fella il Duca
3, Cofimo, e poi viene la Cappella y dove è un gran.,
3, quadro di Raffaello da Urbino in mezzo a S. Coli.
» mo ,, e S* Damiano , figure fatte da Giorgio . Nelle
„ ftanze della GranducheiTa dipinfe in quattro camere.,
3, molti fatti di Donne Illufìrr Greche , Ebree , Lati-
3, ne 3 e Tofcane , Ma che dirò io dei palco del-
3, la gran Sala, opera di tanta importanza, e degno
3, peniìero del Granduca Cofimo , in cui fono intorno
3, a 40» Iftorie grandi, e alcune di loro in quadri di
„ braccia io. per ogni verfo con figure grandiflìme in
3, tutte le maniere , con varietà di corpi , di vili , e_»
„ di veilimenti , dove fono armature diverfe , cavala
j, li 3 artiglieria di ogni forte , navigazioni , temperie >
j, navi 3 e tante altre cofe , che è una maraviglia il
„ vederle? Nella qual* opera, febbene il Vafari fu aiu-
5j tato da molti giovani, pure il tutto venne da lui;
?, e da'fuoi difegni ; nelle facciate di detta Sala, che
lt                      -ci                  3, fono
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15*7
,,  fono ottanta braccia lunghe ciafcuna , ed alte ven*
jj   ti , dipinfe a frefco molte guerre , che cola lunga fa-
   rebbe ii raccontarle . Ma fra 1J altre cofe vi è la.,
jj   prefa del Forte di Siena fatta di notte , dove fi veg-
  gono belliffimi riverberi di lumi, che efcono da lan-
,,   terne di campo . Fu in fomma il Vafari molto ec-
5,  celiente nelle fue pitture, e ancora fi dilettò dell'Ai'-
»  chitettura &c. Morì in Firenze Panno della fua età(5g.
>,  e della falute Cristiana 1574. Fu il fuo Corpo con
j,  grande onore portato ad Arezzo , e nella Pieve en-
),  tro la maggior Cappella de3 Vafari fu feppellito . So-
»  pra di lui ha fatto Pietro Bertini quefto Epitaffio:
GIRA QVì GLI OCCHI, O TV 5 CHE VARCHI, E *L PASSO
ARRESTA , Q_VÌ DI GIORGIO e' *L CARNAL VELO,
E LA FAMA EMPIE IL MONDO, E VOLA AL CIELO :
ONORA IL TEMPIO, IL NOME ) IL SPIRTO, E 'L SASSO.
III. La feconda notizia, che qui premettere fa d'
uopo j fi è , di chi fia il difegno della Pittura , che.,
comunemente s' attribuifce a Monfignor Vincenzio Bor-
ghini amico di Federigo Zuccheri , e favorifce a quefta
tradizione un quadro , che fi vede tra le pregevoli Ta-
vole del Signor Conte Pandolfini Segretario dell'Im-
periale Reggenza nel fuo Palazzo in Via di S. Gallo,
nei detto quadro fi vede effigiato il Borghini in com-
pagnia di Federigo Zuccheri , ambedue tenenti carte
di difegno nelle mani , e lo dipinfe Io fteifo Zuccheri,
che vi ritraile fé medefìmo , e D. Vincenzio . Tutta-
volta conviene ,che crediamo effere l'invenzione del Va-
fari , avvegnaché leggali chiaro ne* fuoi Dialoghi col
Gran Principe Francefco efler fuo il difegno , che egli
porge al detto Principe , perchè lo confideri j che le fcor-
gonfi nella dipinta Cupola alcune variazioni , quelle fi
attnbuifcono al configlio del Borghini , le quali furo*
no la cagione , che il Cinelli fcnvefle nelle Bellezze-.
di Firenze a pag. 55. cesi,, Non meno della Pittura
}, è bello ? e fpiritofo il penfiero, che non fu dei Zue-
» che*
.-"
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158
,, ehero ; ma bensì di D. Vincenzio Borghini „ e noi
nel defcriveme, che faremo le figure , avvertiremo quel-
le, che dal primo difegno furono tolte via , o a quello
aggiunte, ed evvi ancora da notarti V alterazione dtl
luogo 5 dove voleva il Vafari collocar ciafcuna iif eria *
IV. E premettendo un faggio del fuddetto difegno,
ne accennerò fommariamente Vordine, e la difpofìzjone
diftribuita in otto facce , nelle quali fi veggono le figure ?
che principiano dai foprallodati Evangelici,, Profeti ,
e Re ì i quali dal Vafari chiamanti Seniori , principiali
poi da un mirrerò delia Paffione di Crifto , viene uru
Coro di Angioli , una ClàtTe di Santi , e un gruppo di
figure rapprefentanti le Virtù , i Doni dello Spirito
Santo , e le Beatitudini , e pei? ultimo l'Inferno , do-
ve veggonfi tormentate fette forti di Peccatori corri-
fpondenti ai fette peccati Capitali, lo che tutto fra po-
co con diligenza defcnveremo . Ma fé nel lavoro di
tante Pitture vi aveffero alcuna parte altri Artefici , ol-
tre i due foprannominati , è altra notizia ^a non omet-
terli } dovendoli dare la lode a chi la meritò ; onde_,
col Baldinucci diremo, che Aiuto del Vafan fu un Pie-
tro Candido da Bruges , e tra quei, che aflìfterono allo
Zuccheri , annoveranti dal medefimo Autore il Paffigna-
no, Andrea Brufcoli, Bartolommeo Carducci > ed altri >
non ollantechè il confideri tutta 1* Opera efifere fcata di
Federigo , il quale , morto eiTenclo V Aretino ne' 27. di
Giugno del 1574. per invito del Granduca Francefco I.
cominciò a dipignere nell* Agoito dello fteflb anno , e
la finì in cinque anni , efiendofi fcoperta ne* 23. d*
Agofto del 1579. con iftupore di Raffaello Borghini,
che nel fuo ripofo la chiamò opera della vita intera d*
un uomo colle feguemi parole pag, 6%, „ Fede-
„ rigo Zucchero da Caftel S. Agnolo in Vado apparò
j, V arte della Pittura da fuo fratello Taddeo, e tor-
„ nato in Italia fé ne venne in Firenze , dove dal Se-
,, renifììmo Granduca Gofimo (deve dir Francefco) gli
si fu dato a fare la grandififima Opera della Cupola >
„ cominciata già da Giorgio Vafan > e per la fua mor-
,%-jj
                                                                      „ te
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*5<?
„ te poco tirata innanzi. Laonde il Zucchero 1* ha poi
3, condotta in termine, che oggi fi vede, in pochi an-
,, ni , comecché per la fua grandezza non fofle fiato
„ difconvenevole, che ella aveflfe occupato tutto lo fpa-
„ zio della vita d'un'uomo» E cosi fchiarate le fo«
praddette cofe , prima di alzare gli occhi all'interiore della
Cupola , mi fi conceda di aprire un mio concetto , quale
è , che noi ravviseremo fenza fallo in quefta sì bella
fattura un eroico Poema , e fé non fono forte ingan-
nato , fomigliante lo dirci in una gran parte alla..
divina Commedia di Dante, fcevra però dalle maldicen-
ze , e dia iogni altra cofa , che offender poteffe la mo-
deftia, come offervò il foprallodato Raffaello Borghi ni
a e. 64. dove dice ,, Ma venendo a Federigo Zucche-
„ ro , dico, che è flato molto ben fatto il dipignere
jj (nella Cupola) gli Eletti veli iti , prima per offerva-
,) ire queir* oneiìà , ehe fopra Ogni altra cofa nella Chie-
,, fa di Dio offei-var fi dee , e poi perchè gli abiti
„ diverfi dimoftrano i diverfi gradi delle Perfone , i
,, quali nelli ignudi, oltreché moftrerebbero poca dif-
» ferenza , e divozione , difficilmente fi potrebbero co-
-« nofeere . Quanto all' aver fatto i Santi d' età dìffe-
„ renti, cui vecchio , e cui giovane , comecché noru
„ fia conforme a quello > che dice la Scrittura , non mi
}> pare cofa degna di biafimo , perchè le differenti era
;, molto meglio ne danno a <:onofcere i Santi per quel-
3) iti che in altri Mifterj dipigner fi fogliono , che e£»
|/ fendo tutti di una età non fi difeernerebbono uno
3, dall' altro . U aver poi fatto i dannati neìl' Inferno
3, tutti nudi , e tormentati , molto mi piace , pofeiachè
,, non hanno d' avefe i perduti adornamento alcuno,
3,ma fpogliati d'ogni bene, e deformi apparir deono, ,*
V". Ora non reftandoci che efaminare , ci faremo
dalla facciata, che viene fopra la Tribuna di S. Zano-
bi , che fu la prima a colorirò* dallo Zucchero , e che
fenza dubbio da tutti è giudicata la più bella , e gra-
ziofa . In quefta adunque fotto i Seniori dipinti dal Va-
fari nel xecinto del Cornicione della Lanterna , princi-
piano
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x6ù
piano due Àngioli foftenenti ì titoli dati da Pilato al
Salvatore , cioè V Ecce Homo dalla loggia j e quello
IM.R.L inchiodato fulla Croce ; Viene appreflb Cri-
ilo Re de' Regi , che fiede fopra il fuo Trono , intor-
no a cui è il Coro de* Serafini figurati coli' Ali roìfe,
ed il Coro de* Cherubini coir ali azzurre, fecondo V
ufo ricevuto dalla Chiefa. A manritta è la Vergine*
Madre , ed a finiftra il principale Avvocato de* Fioren-
tini S. Gio; Batifta , e ficcome quella faccia fu defti-
nata a fpiegare il Mondo Rnko , vi fi vede un An-
giolo , che conficca un Chiodo in un globo ilellato »
rapprefentante il primo mobile , ed i Ceìefti moti . Più
a baflb vi fono le tre Virtù Teologali in fembiante di
trionfatrici per aver compiuto il loro ufizio , vedefl
ancora la Chiefa militante fpogliata dagli Angioli del-
le armi, colle quali avea combattuto , e de1 veftimenti
trionfanti è veilita : Giace in terra la Madre Natura^
colle quattro Stagioni, il Tempo pure , che è figura del
Paflìgnano , moilra nel polverino finito il fuo corfo , e
la morte tra due fanciulli lignificanti la morte violen-
ta 5 e naturale , perchè finito è il fuo Regno , fpezza
la tagliente fua falce. E qui memore della mia promef-
fa notare io debbo quante figure in quefta fola faccia
manchino di quelle , che nel fuo difegno pofe il Va-
fari, e fono il Padre Eterno , lo Spirito Santo , Ada-
mo 5 ed Eva, i Santi Zanobi , Miniato, Gio: Gualber-
to, Antonino , Cofimo , e Damiano , e Santa Repara-
ra , ficcome nella bafe fi fono tralafcìate le figure del
Giorno, e della Notte, le infermità > e i dolori , del*
le quali cofe quivi non fi veggiono veiligia ...
VI Nella feconda facciata , cui è fottopoila la Sa-
greftia nuova , fopra ogni figura è dipinto il primo
miftero di Crifto appaffionato , che è la Santa Croce
foftenuta con attitudine graziofa da due Angioli , fegue
il Coro Angelico de' Troni , che fiede fopra di una
bianchiflìma Nuvola , poi gli Apofloli , e Patriarchi,
appreflb la Beatitudine de' Pacifici, mefla in mezzo dal-
la Sapienza dono dello Spirito Santo , e dalla Virtù
detta
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i5l
detta dilezione in fembiante di Eroine : Nel più baffo
è nelP Inferno punito il peccato dell' Invidiofo per 1*
Idra figurato 3 e notifi, che quefto Simbolo dal Vafan
fu tralasciato » ficcome tutti gli altri indicanti i pec-
cati capitali •
VII.  La terza faccia » che rifponde fopra la vec-
chia Sagreftia de i Canonici, contiene nella maggiore
altezza un Angiolo , che foftiene per fecondo miftero
della Palfione la lancia 5 che aprì il coftato del Signore,
dipoi vengono gli Angioli del Coro detto delle Virtù*
armati con celate in capo , e Croci roffe fopra dell*
Armi -, fottopofti fi mirano i Martiri di ogni feifo , che
trionfarono de' Tiranni , la Beatitudine de* perfeguitati
Ha tra la Fortezza dono dello Spirito Santo, e la*.
Pazienza > così fotto di effe nell'Inferno afflitti fono
quei, che hanno il reato dell'Iracundia, dimoftrata nel!'
Orfo animale , che molto appetìfce la vendetta qui co-
lorito in aria di furiofo, ed in quefto quadro manca
il Cielo di Giove , che difegnato vi aveva il Va fari,
da cui tutti fette i Cieli erano itati diftribuiti nell* al-
tre facce ♦
VIII.  E parlando alla Tribuna della Croce, fopra di
cfla incontrai! la quarta faccia avente nella cima il
terzo miftero dolorofo, tenuto in mano da un Angio-
lo , ed è la Colonna della Flagellazione : il Coro degli
Angioli veftiti con camici bianchi rapprefenta le Pote-
rà , alle quali corrifpondono i Pontefici s Vefcovi , e
Sacerdoti, che hanno avuto il reggimento Spirituale
nella Chiefa di Dio . Quelle tre figure fedenti fopra
una nuvola fono la Beatitudine de* Manfueti 5 coli alla
deftra l'Intelletto dono del Divino Spirito , e alla fi»
niftra la Prudenza » e giù nell* Inferno è data la conve-
nevole pena a quelli , che fi fono lafciati fignoreggiare
dall' Accidia per lo Cammello indicata,
IX.   La quinta faccia, che ha fotto la Tribuna di
S. Antonio, ci rapprefenta un Angiolo tenente la Spu-
gna dell* amaro abbeveramento fatto a Crifto in Croce 3
le Dominazioni fono il Coro de' JBeati Spinti dipinti
i, Tom. VL                       X                                   con
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■gm.
eoo diademi luminosi in capo » « libri in mano»*
fonovjt éìtisàÀm Dottori della Chiefa Greca , e 'Latina
u aiti a-ah Profeti ; la Beatitudine de' fe avelie i è ì-il,
jnezzé al dono della Scienza, e «Ila Virtù della Sobiie^
tà , fotto le quali pagano le dovute pene i lafciatiu" do-
minare dalla gola , per il Cerbero fatta conofeere.
i' X. Si deve ora tornare dalla banda di Tramon-
«tao*u vale a dire alla faccia) che viene{opra la pris-
ma delle tre Navate a mano finitìra , ed in elfa fi of-
ferveva T Angiolo col quinto miftero , che fono i Sacrati
Chiodi} fotto del quale effigiati vengono gli Arcangioli
veiiti di bianco, ed inghirlandati di fiori ,feg uè odo le
Vergini, e Perfone di varie Religioni Clauftrali : la
Beatitudine di quelli, che fono di cuor puro,è accom-
pagnata dalla Pietà altro dono dello Spirito Santo ,■ è
dalla Virtù della Temperanza -, e nell'Inferno fono i
guniti j per eflfere; flati vinti dalla Luffuria figurata ira
«in immondo Animale #;.*:
XI-La faccia fopra la deftra Nave di verfo la Ca-
nonica dimortra le Spine , feggono gli Angioli chiamati
i Principati colla corona in capo , e lo feetro in ma-
no» a* quali ìrifpondono Imperatori , Re, Duchi, ed ai-
Bri. Principi Secolari ,, che hanno ben amuiiniftrato il
reggimento Joro , rettamente governando i Sudditi ,
dipoi la Beatitudine de* Mifericordiofi , cioè di quelli,,
cBe hanno Caputo colla cornpamone delle miferie uma-
ne «temperare-il rigore della giuitizja , la qua! Virtù
imita icol dono dello. Spirito Santo detto Configiio ono-
rano la detta Beatitudine : Il velenofo fmifurato Ro-
IpO; denota |il meritalo fupptizio, che ricevono nell'In-
ferno' que' vili , che fi diedero in preda air Avarizia.
XIL Neil' ultima faccia , che è folte mira dal grande
Arco della Navata di mezzo., dopo l'Angiolo tenente la
Vefte di CriAo, e dopo il Coro detto degli Angioli, ap*
parifoe il Popolo Santo di Dio efpreflò conforme la
villo ne di S. Giovanni oell' Apocaìiiìe Vidi turbam tna~
gnum ;
Quindi la Beatitudine de* Poveri , allato alla
quale fono il Timor di Dio > e if Umiltà > quello do-
no
-ocr page 184-
no dello Spirito Santo, e que/ta fondamento delle mo-
rali virtù, la cui nemica Superbia in Lucifero figurata>
patifce nell' «terno fuoco il giufìo tormento , E parendo-
mi , che altro non manchi, che aia degne» di confiderà-
zione , ritornerò al difegno del Vafari , il quale in o*
gni faccia aflegnò in alto un luogo agli Angioli, che^
aprono alcuni libri lignificanti le coicienze pure 5 ma
non pensò alla cofeienza degli empj ,v laonde il com-
mendato Borghini fuggerl allo Zuccheri, che da baffo*
,yi collocafle alquanti Moftri , da'quali fi apriifero pu-
re de'libri (imboli delle coscienze macchiate fi Né ci
debbono sfuggire dagli occhi alcune Trombe fonanti
per varie parti, e notevoli fono quella, che portano in-
verfo i Dannati il fiato, fembrando che facciano due
ufìzj , cioè rimproverare loro i vizj , ed accendere il
fuoco divoratore . E tali figure fparfe con induftria qua ,
e là dallo Zuccheri , correggono alquanto la troppa
uniformità delle otto facce , unica critica ; che potè*
va darli a quelle Pitture *
XIII. E cosi tolta la fatica altrui di fpeculare ciòst
che lignificano gli otto fpartimenti di quefla Cupola,per
facilitare altresì 1J intelligenza di chi volgerà 1' occhia
al Tamburo della medefima, noterò in ultimo , che le
fedici figure gigantesche aggiuntevi per quanto appare
dopo la pittura della Cupola , e qui difpofte tra gli
occhi ì non fono dipinte fui la parete , ma bensì in te-
la da poterli rirriovere, e rapprefentano i principali Con-
dottieri , e Re dei! Popolo Santo , affermando il Bal-
dinucci; ed altri Scrittori , che fono dipinture del Pafn
fignano , del poccetri, dell' Empoli » e di altri Valeri*
tuomini , ficcome le Vetriatc agli otto Qcchj fono dife*
gno di Lorenzo Ghiberti, e di Donatello , de] quale
è certamente 1' Incoronazione di Maria , che vedefi
peli' Occhio fopra la Tribuna .di rS» £anobi .3jl ? \
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i&4
m e z i o ne
; SOPRA LE TRIBUNE
XV.
3' Etimologia delle Tofcane dizioni, fé
dilettevole riefce a chi v* applica il pen-
derò , utile altresì ella è a chiunque
imprende a fcrivere Iftorìe ; ed efem-
pio di quefta cofa fia la voce Tribu-
na
, luogo così detto da Vitruvio al
lib. V. e. 1. dall' eflere ivi il Tribuna-
le de'Cefari , o de* loro Luogotenenti , al quale nelle
Chiefe Criitiane è fucceduta la Sedia Pontificale . Ma
fé tra le Bafiliche deferitte dal detto Autore , ve ne
fieno irate aventi non una , ma tre Tribune , io non
ne,ho trovato documento alcuno , e però checcheflìa
de'pròFani Templi , il cèrto è che ne'fecoii de* primi-
tivi Fedeli , fé crediamo a S. Paolino , come nota il
Magri , eranvi già Chiefe con tre Tribune: quae tres
Conchas
> feit Cboros habebant > maior feilieet in medio ,
& dude a lateribus . Che cofa effe fìgurafifero lo fcriffe
Anaftafio nella Vita di Germano Patriarca , dicendo ,
the té due laterali dimoftravano le due facre Spelonche \
cioè il' Prefepe di Bètlèm , dove nacque il Bambino
Gesù , ed il fallo incavato fui Calvario per fepolcro
dì Crifto morto . Or venendo alle Chiefe di Firenze \
fé quivi pure da* primi Criftiani fi ùfaflero le triplici
Tribune è cofa affai incerta , avvegnaché niun vestigio
fé* né ravviti, anziché nelle Chiefe più antiche \ che an-
cora efiftono, come di S. Miniato al Monte , e di altre
fabbricate circa del mille , ©flervafi avere effe una fola
Tribuna . Né le Crociere di Santa Maria Novella, di
S. Croce,e di altre edificate nel xm. fecolo, a tutto ri-
gor di parlare fi poffbno chiamar Tribune , pofeiachè
il foprailodato Vittuvio ci defgrive la Tribuna in figura cir.
i
                                t X                             colare..
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t^5
celare, cui cornYpondevano i acmi Ecdefiaftici di Co-
ro , endi Conche : E però il primo Tempio in Firen-
ze, e forfè T unico , che abbia le tre Tribune con-
formi all'accennata forma, ella è Santa Maria dei Fio-
re , e fopra di quelle farò parola nella prefente Lezio-
ne , ma perchè in effe fi euftodifeono copiofe , ed in-
cigni Reliquie , ad altro ragionamento differendole , qui
per ora riferirò le altre notizie iliuftranti le tre Tribune
della noftra Metropolitana , fenza le quali affai man-
cante farebbe Tlftoria .
IL Innanzi però di confiderftre ad una ad una le
Trib une i dir fi vuole , che i quindici Altari in effe_#
collocati fono tutti uniformi, lontani dal muro , giù-
ila le antiche coftituzioni , e riti Ecclefiaftici , i qua-
li volevano , che fi poteffe rigirarvi attorno con riveren-
za alle Reliquie folite a porvifi fotto, e fopra , ficco-
me pofano le Menfe degli Altari fopra di quattro Co-
lonne conformemente alle leggi delle vetufte liturgie
notate dal Cardinal Bona , I Santi , cui fono dedicate
le Cappelle, colorì a frefeo Lorenzo di Bicci Pittore^
adoperato a tal affare dal Pubblico , come Uomo di
gran valore nella pittura di que* tempi , effendo egli
itato il primo , che riduceffe a miglior perfezione il
panneggiare delle figure in quella maniera , che qui fi
veggono da lui dipinte fotto le Fineitre , che fono in
alto fopra ciafeuno Altare ; La feconda notizia da pre-
iwetterfi è il pavimento s che dentro delle Cappelle , e
fuori per tutte le tre Tribune fi vede lavorato grazio-
famente di marmi commeffi, come già fi è detto.
HI. E in sì fatta guifa sbrigatici dalla detenzione
degli Altari , ci faremo dalla Tribuna maggiore così
appellata , non perchè fia fabbrica più ampia dell' al-
tre due , effendo tutte di grandezza uguali 5 ma la
chiamiamo tale per venire effa nel mezzo della Chie-
fa , e ancora perchè vi fi conferva la Divina Euchari-
ftia , ed il Corpo di San Zanobi , in cui (grazia^,
nelle fcritture , e fulle lìngue del popolo deno-
minafi ora la Tribuna del SamiflìmQ Sacramento ^
*. v «*.                                                                                                                                                                                                 £ Ci.
fiq                                                                          ,                                      ... vv*
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*66
ed ora la Tribuna del Santo Vefcovo noftro Zano-
jbi , Quivi adunque * oltre Je due Statue degli Apo-
itoli San Pietro , e San Giovanni già da noi additare
nelle Nicchie fotto la Cupola , fono da oifervarfi ai
quattro Altari laterali Je Statue de'Sacri Evangelici, delle
quali il Diario dei fuàdetto Cambi dice come appreffo ,,
,, Ad) i. di FebbxMó fi cominciò a metter nelle Cappelle
j, della Tribuna <di S, Zanobi le quattro figure di mar-
,j, mp » che rapprefentano gli Evangelifti , che fi leva-
.„ rono dalla facciata., che fi disfece in queft* anno ijStf. ,,
t€ come fi diffe nella V, Legione, fono fatrura di Dona-
celi© j che Je fcolpì fedenti co'proprj loro geroglifici.
Nella Cappella di mezzo , Je prime cofe , che vengono
da notarti fono fette Campane grandi d* argento fatte,,
colf eredità dei Reverendo Cappellano Domenico Fai-
conefli j iJ .quale Jafciò ancora per due Viticci è* ar-
gento collocati ne* lati dejl' Altare , ma pofcia da un
ìacrilego fpezzati , ed involati, eflendo fino a* dì noflri
rimafe vififoili nel muro le incaiTaturedi elfi . Tre belliflìmi
quadri adornano le paréti , veggiendofi in facciata un
Cenàcolo colorito fui fondo d* oro da Giovanni Balduc-
ci a fpefe del Cardinale Arcivefcovo de* Mèdici nel 15S8*
ked ai iati fonovi di Bernardino poccettì i Difcepoli
di Emau.s a manritta, e dalja finiitra Gesù Crilto,
che manda i fuoi Apoitoli .alle Miifioni » V Altare è
qui pure ifolato , ma ricco'.dj marmi , d'argenti, e di
bronzi ; d'argento è iT beJJo, e grande Ciborio collo
fporreJljno , dove fi tiene ^hiufà i* Eucaristia , nel qua*
le di rilievo vedefi iJ noiìro Signore con i due Apo-
jftoli dì Emaus , ed £ opera infigne di Qiufeppe Fran*
cefco JSambi , che per foprannome era addimandato
Michel Angelo degli Argenti ? ed il modello di quefto
jaypro è prejTp aJ Sig. Andrea Bambi , Sonovi pur full*
Altare fei CandelJieri parimente d' argento fatti, come
già fi ditte con i ij. mila feudi, che lafciò a quèfta Cap-
pella il piiflìmo Cappellano Tommafo di Cado Rim-
botti, e a'Candellieri ardono Ceri giorno, e notte:
L'ornamentò de* marmi commeifi fu procurato dalla
pietà
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pietà del Prete Andrea Cenni * il cui Sepolcro , ed
Epitaffio vedremo nella Chiefa della Madonna de* Rie?
ci > a lui pure dobbiamo grado del Èalauftro tutto di
fini marmi lavorato . Di bronzo è la Gaffa di S. Za*
nobi fotto la menfa , ma non eiTendo qui luogo per
favellare delle Sante Reliquie , dirò folo , che quefta
Urna maraviglio fa per i fuoi rari rilievi , è alta brac-
cia 2. e lunga braccia 3. e mezzo , fu lavorata per or-
dine degl* Operai dal bravo Lorenzo Ghiberti , il qua-
le nel dinanzi vi rapprefentò il miracolo del FanciuIV
lo della Madre Franzefe morto -, e dal Spanto refufcjta-
to, e vi fi veggono molii-flime tette di figure in belle»
e varie attitudini, che paiono vive, ne* lati fonovi due
altre Storie di miracoli fatti dal Santo , come il di-
moftra nel Rame , e dietro due Angioli, che tengo-
no una ghirlanda di foglie d* Olmo, dentro la quale
fono intagliate lettere , che dicono efler quivi chiu-
fa la Tetta del Santo Vefcovo , e per vero dire, in an-
tico eravi {blamente il detto facrato Capo , ftatfdo
queft* Urna affilia alla parete in alto, ma dopo lr ultima
traslazione delleOffa, e delle Ceneri del Santo, che depor
ite furono nella medefima Urna, fotto all'Altare que-
fta fu collocata .• Né voglio tralafciare di riferire una
notizia, che trovo feruta da Francefco Cionacci nelle,
fue Annotazioni alla Relazione delle Reliquie del Duo-
mo ftampata dall' Arcidiacono Minerbetti , dicendo al-
la pag. 37. come fegue; ,, Quello CalTone di bronzo è
„ dorato, e Io fece dorare Meffer Vittorio idell'Anci-
„ fa ConfelTore, e Cappellano del Duomo »*$ Oggi ni uà
fegno fi vede di tale indoratura , onde o non fu efeguir
ta la volontà del Venerabil Sacerdote 9.o Toro a Fuo-
co malamente meiìbvi , fi è annerito ; parla di queiì*
antica Calta Fra Domenico da Corella Scrittore di 300,
anni fa , e dice ;
Fretto fa Caput aontìnet Arca fuhm . ,. \v
IV. E poiché fotto dell* Altare vi corrifponde un fotter-
raneo chiamato anche di prefente la.Cappella di S. Zano-
bi ) piace mi di feendwe in elfo j fd oflervare non già le
ftu«
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tSt
fiupende Reliquie , ma gli Altari , che fono tre ; a!
maggiore , che ha fotto la fua menfa , murate molte Caffé
di pietra contenenti Corpi di Santi Pontefici, e Vefco-
vi j vedefi una tavola antichiflima con cinque fpartimen-
ti , ne' quali in fondo d'oro fono effigiati i Santi Za-
nobi , Eugenio, Crescenzio, e Miniato tenente lo Scetro
per la vana tradizione , che foffe flato Re d'Armenia,
ed in mezzo a quefti Santi fiede Maria Santiffima; Due
altri Altari feguono dalle bande con fotto altre Urne
di Corpi Santi, effendovi buone congetture, che vi fieno
le Reliquie di S. Andrea Vefcovo , di S. Maurizio Ve-
fcovo , e Martire, e di San Poggio Vefcovo . Nota il
Vafari eifere ftata quefta Catacomba principiata a la-
vorare a Mufaico dal Grillandaio a fpefe del Magni-
fico Lorenzo de' Medici , per la cui morte reftò imper-
fetta^
V. Ora rifaliti in Chiefa , paflèremo alla Tribuna^
di S. Antonio Abate , così chiamata da una fua infigne
Reliquia con altre molte collocata in un Armadio, che
pofa fui principal Altare , e crederi donata dalla Par-
te Guelfa,-.j avvegnaché nella Fe/ta di detto Santo la
diftribuzione a* Preti fi {h'fpenfi a nome de* Capitani di
Parte . Papa Gregorio XIII. nei 1585. concedè a' Sa-
cerdoti quivi celebranti il Sagrifizio , la grazia {ingo-
iare di liberare un' Anima dal Purgatorio , e tal privi-
legio venne confermato da Clemente X. Un* altra rag-
guardevole memoria rifguardante la medefima Tribuna
abbiamo da Leopoldo del Migliore alla pag. 25. come
a^preflo ,, Quefto fu P Altare , fui quale folennizzoflì in
5, Firenze la prima fefta di S. Filippo Neri, canonizato
,, che fu da Gregorio XV. Lodovifi ne' 12. di Marzo
4j del 1^22. non emendo per allora eretta in Firenze.,
s, la Congregazione dell' Oratorio , ove far doveafi i*
,? efibita dello Stendardo con l'effigie di lui per degna
^, xicompenfa a quella Patria, che era ftata Madre d'
ìì un sì gran Santo , ed in quello fi riconobbe avve-
rata una delle fue Profezie, eflendochè efortato JI
» Santo a venire a Firenze 5 almeno per rivedere |una
„ volta
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\6$
,5 volta la Patria fua 5 difTe : Vi farò una tiolta ttj>pc«
cato ; il che il avverò > dice 1* Autore della fua Vita*
,, dopo la Canonizazione , attaccatone che fu lo Sten*
*,' dardo in Santa Maria del Fiore „ e fin da quel rem*
pò è qui rimafa una tavola, dove in abito Sacerdotale
è effigiato davanti alla Vergine Maria il gloriofo noftro
Concittadino.
VI. Addirimpetto a quefta Tribuna viene 3a terza
detta della Croce 5 a motivo di confervarvifi un gran
pezzo del Legno della Santa Croce, che in altra Le-
zione adoreremo . Frattanto quali nel mezzo del pavi-
mento G offervi un Tondo di marmo , fui quale vi bat*
te il Sole j paflando per un anello fermato nella Lan-
terna della Cupola » affine di conofcere il punto della
maggior altezza , che pofla aver quefto Pianeta in tutto
1' anno , vale a dire il folftizio eftivo , che accade tra
il 21. e 22, di Giugno: Oflervazione dal Migliore , e
da molti altri Scrittori fattamente attribuita a Fra Igna-
zio Danti ad iftanza di Cofimo quando per verità
ella è cofa affai più antica , mercè la bella , e certa feo-
perta fatta dal P. Lionardo Ximenes Geografo Imperia-
le ; imperciocché fi è da lui trovato effere fiata inven-
zione del celebre Fiorentino Maeftro Paolo del Pozzo
Tofcanelli, che morì nel 1482, onde convien dire 5 che
il foro nella Lanterna > ed il marmo in quefta Tribù-
na ila flato meflb poco dopo, che fu terminata la Lan-
terna, cioè nel 1465. o in quel torno, e nel 175$' dal
fopraìlodato Gefuita fu tirata la Meridiana in un re-
golone di metallo per fervire alle offervazioni eftive.»
foliliziali , la qual Meridiana fa conofcere , che 1* an-
tico tondo era fuori del vero piano del Meridiano, co-
me Jeggefi nel!* erudito Trattato , ehe il medefimo ha
dato alla ftampa ne] 1757. e tutto ciò fìa detto 3 glo-
ria non meno dell* ingegno de i Fiorentini 5 che della
Chiefa di Santa Maria del Fiore , la quale può vantare
una ibmigliante efperienza per la più vetufta, che troviti
latta da'Mattematici, eflendo non folo a quefta noftra
pofteriori di tempo quelle di Parigi, di Roma > e di Bolo-
Tom. VI.                          Y                             gna.
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gru > ma fe unìfcaniì le altitudini 1 de* Giw;otff de»./
ere fuddette, ancor più alto è il foro della noftra Lan-
terna .Per lo che appare il gran vantaggio, che da
una tale antichità ne nafee agli Studiofi d? Aftronomia,
imperciocché quanti più anni fi contano dal principio
di tal invenzione , altrettanto più utile ella è per la*,
iqueftione degli Agronomi , fé vi ila variazione dell'Eclit-
tica , la quale col paragone delle antiche , e moderne
Oflervazioni è fondamente decjfa dal P. Ximehes *,■,-,%
VII- Ora ritornando agli Altari di quefta Tribuna,
in due di e/lì fono olfervabili gli ornamenti alquanto
dirimili dagli altri , che ci aprono il campo e, alla di-
vozione) e alla erudizione della Storia « Il primo, che
viene a manritta è dedicato alla Madonna della Neve
per un Tabernacolo contenente una piccola Tavola fui
legno antiehiflìma , in cui è dipinta Maria col Bambi-
no in grembo in mezzo a S. Gio. Batiita , e S. Biagio,
i quali nomi fono feritti a caratteri gotici appiè del
■quadretto , non avendo S. Gio. Batiita altrp di più ,
che intorno al capo le feguenti parole : ego. vox cla-
mantis in deserto. Il Tabernacolo modernamente è
#ato accrefeiuto d3 adornamenti, e di facre fuppellettili
provvedute dal Sacerdote , e Cappellano Gregorio Mar-
tini Fiorentino , che vi ha fondato la Fella pe' 5. di A-
gofto , volendo,che fi folennizzi da' 33. Sacerdoti, Cap-
pellani, e Confrati della Congregazione di S. Giufeppe 3
a* quali pure per fua ultima difpofizione: confegnò le^
dette fupellettili dello àeffo Altare. Ma per andare.»
ariteli di quelli Confrati, è d* uopo , che ci voltiamo
dalla mano manca? dove addirimpetto al deferitto Al-
tare avvi la Cappella éì S. Giufeppe . Quivi incontrali
un Altare ricco di marmi di . varj colori difegnato da
Bernardino Ciurini Prole flore r e Maeftro d* Architettu-
xa . Sonavi tre belle tavole di eccellenti Pitture , cioè
il Patriarca Giufeppe > e Protettore della Tofcana effigiato
da Lorenzo di Credi, ed a i lati il fuo Spofalizio con
Maria colorito da Mauro Sederini , e nell* altro il me-!
,defìrno Santo rapprefenuto moribondo in meszo a Gesù,
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è Maria da Domenico Ferretti; e per far giuftizia al
merito della fopraddetta Congregazione de* Preti, non'
deve taeerfi > che per tìpera loro qùefta Cappella non fo«
Jo è ricca , ma dàPi "tìivpti frequentatiflìma .
Vili- Cominciò adunque quella Ven.CongregazfG-
uè nel 1686. anno ne! quale Papa Innocenzio XI. alle
preghiere di Cofirrio III. concedè la Fefta , e Ufizio
dello Sposalizio del gloriofo San Giufeppe nel dì 23,
di Gennaio :^ Gride alcuni Sacerdoti divoti del Santo
prefero motivo da qùefta nuova Solennità d* infieme_#
congregarli per celebrare un titolo così pregevole del
Santo Spolo di Maria . Il primo luogo di loro adu-
nanze fu {Ia Compagnia di San Giufeppe pofta al
Canto de'Carnefecchi dal Centauro , ma ficcome tutti
i divoti Preti erano Cappellani del Duomo, penfaro-
no a parlare nella Metropolitana } e però chiefta } ed
ottenutane la licenza j alla Cappèlla di S, Giufeppe tra*
sferirono le loro Tornate, confidenti in alcune Orazio^
ni , Meifa Votiva del Santo cantata ogni Mercoledì non
impedito , ed altre poche pratiche di pietà , che leggono
ne* primi Capitoli , e nelle Coftituzioni approvate dall*
Arcivefcovo Tommafo Bonaventura de* Conti della Ghe-
rardefca a' io. di Settembre del 1715. ed accettate da*
Fratelli, il numero de'quali primieramente fu di 12. e
poi di 33» e non piò . Nella Canonica faceVanfi le lo*
ro Adunanze in òccafione di confultare degli affari
della Congregazione , pofcia colla permiflkone de* Su-
periori adunanfi nella Sagreftia nuova . Ogni anno a
quefta Cappella fanno un nobile apparato per la Fe-
fta del Santo ; e perchè ila altresì diyotiflìma » a loro
fpefe precede uria Novena , e nella Fefta titolare della.
Congregazione , che il fa folenne } prcmettefi un Tri-
duo • Oltre poi a* 33. Con frati , che debbono eflere-t
Cappellani di Santa Maria del Fiore, fi aggregano Com-
mefli » e Commeffe , di cui grande è il numero o fia di
Nobili, 0 di Cittadini partecipanti di tutto il bene»
che fi fa nella Congregazione di fuffragj in occafio*
ne di morte > e di grandi Indulgenze songeife da Clemen»
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te XI- per fuo Breve fjpedito fpttq il dì <5f. di Febbraio
del 171^ ; .                                                         ..,;.'•,:,.-                        * :>■'■
J[X- Ma per quanto io fia giunto fino a qui a di»
moftrare 1$ (ingoiar pietà de* Cappellani per via delle^
varie notate loro lodevoli azioni : tutravolta non fono
ariivato a dichiarare il più illuftte carattere , cke in»,
efli, riluce, ed è la notizia di altra più commendata
Congregazione di tutti i Cappellani di quefta Chiefa,
f che appellali T Opera della Carità , il cui principio»
e felici progreffi qui fommariamente riferirò, come par-
lano i libri della rnedefima , ne' quali appare , come nel
1460. avvenuto eflcndo d* effe re ftato da lunga malattia
travagliato un Cappellano della Metropolitana, il quale
dopo aver confumate tutte le fue foftanze , erafi ri-
dotto a tale povertà , che farebbe infallibilmente mor-
to cU miferie, fé gli altri Cappellani non gli porgevano
aiuto , ed eifendo moltiplicati in poco tempo iomiglian-
ti cafi , da tutto il corpo de* medefimi Cappellani fi
determinò di erigere una Società tendente a provvede-
re alle neceflkà de* Socj infermi , ed in quefta manie-
ra tra elfi s'iftituì la celebre Opera di Carità, la qua-
le lodata , ed ammirata da' Fiorentini j tofto acquiftò
notabili lafciti ; Onde fu d' uopo, che fi creaflero Ufiziali,
e Miniftri per il buon governo dell' Opera , e fi for-
ma/fero coftituzioni per la confervazione di sì pio Ifti-
iuto... Alle prime leggi furono aggiunte dipoi altre, che
ne* 16, dì Maggio del 1580. fi approvarono da Seba-
iliano de' Medici Vie. generale dell' Arcivefcovo di Fi-
renze il Cardinale Aleffandro de'Medici • E perchè s*
intenda fin dove arriva la perfezione della carità di
quefta Congregazione, noterò alquante delle fuddettc
leggi , che inviolabilmente fi offervano anche di pre-
fente , e fono circa le tribolazioni del Corpo infermo
il tener provvifionato un Medico , due Ufiziali appel-
lati Vifitatori , che invigilino a'bifogni dell* Ammala-
to , una tafla di quattro lire la Settimana per ciafeun
Infermo , fé le vogliono, e intorno agli aiuti dell' Ani-
ma s' ordina , che due di loro > dato che s' abbia ali*
In*
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Ili
Infermo V Olio Santo , né giorno , né notte mai s* ab-
bandoni, e morto da tutti i feifanta Cappellani è Suf-
fragato d'una Me fifa , e dalla Gaffa detta dell'Opera di
Carità fé ne fanno celebrare .altre 4§t* oltre V Ufizio ^
Mefla folenne , ed Aflbluzione al tumulo. E per fine
riporterò qui le parole di Leopoldo del Migliore , che
di queita caritatevole Opera y e de* Cappellani » che la
coftituifeono » alla pag. 54. fcrive come appreffo „ In
„ loro ebbe principio nel t$6i.Y Opera della Carità $
„ che è una Compagnia , e Congregazione <Ja ftimarfi
„ molto per la puntualità, conia quale fi efeguifeono
„ i legati pii di que5 , che per sì farro mezzo lafciaro-
» no furTragio alle anime loro . I Cappellani Fioren-
„ tini portano per contraflegno in Coro , oltre alla
» Cotta una Pelle vaiata da loro chiamata il Gufo,
„ in vece del quale il Maeftro de* Cherici , il Corifta 3
>, ed il Cirimoniere $ che fono i tre primi Ufiziali >
s) portano il Batolo nero . „ Debbono* a quefti tre ag-
giugnere tre altri, dal fuddetto Scrittore dimenticati , e
fono il Provveditore» il Sagriita , ed il Curato; e la
nota finalmente delle Cappelle , che il godono da5 Cap-
pellani , qui fi riporta $ come trovali fegnata nelle Me-
morie della Chiefa di Santa Maria del Fiore, fcritte dal
Corifta Lionardo Mafotti nel 1^64. ed è la feguente •
Cappellani ih Santa Maria del Fiore «
Cappella di S. Caterina •
Di S. Reparata *
Di S. Iacopo . ,
Di S. Maria , e di S* Gaudenzio i
Di S. Maria , e di S. Zanobi •
Dell' Atfunta.
Di S. Matteo Apoftolo.
Della Concezione di Maria.
Di S. Tommafo Cantuarienfe * ;
Di S. Zanobi, e di S. Luca *
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in
Cappella della Madonne $
Di S. Bartolonimeo *
Della Madonna .
Di $. Vincenzi© , e di S, Antonio>$
Di S. Stefano5.                             ^i ' ;
Di S. Gio: Grifoftomo.                     «':'
Di S,<Niccolò 9 e di S. Michele.
Di S. Cecilia,.
Di S. Caterina ^
Di S. Pietro , e Paolo,
T>i S. Lorenzo ,                     I
Di S. Donato,              t
Di S. Antonio, e S. Marco ;
De* SS. Coiimo , e Damiano*                  ?r
Di S. Antonio Abate. ■"'
Della SS. Trinità .
De* SS. Cofimo, e Damiano,
Di S, Maria, e S. £ano)bi,                   rvi:
Di S. Zanobi .
Della Concezione.
Di S. Giovanni ante Tortam Latimtm t
Di S. Lorenzo.
Di S. Giuseppe.                         ; ■ ;.■;...•■
Di S. Maria Maddalena o
Di S. Caterina.
Di S. Gio: Batifta.
Di S. Bartolommeo,
Di S. Maria , e S, Zanobi *
Di S. Gio; jEvangelifta ,* - -
pi S, Niccolò,
             4i;r
Dell* Annunziazione ,
Di S> Elifabetta.
Di S. Gjo; Batifta ,
Di S. Giuliano.
Di S. Gifmondo „
Di S. Girolamo f
Di S. Piero,
, Pella Concezione;
                            I
Cap«
-
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Cappella della* Miferidordiar7 T V rT
Di S. Agnefa.
Di S. Girolamo.
Di S. Andrea , e S. Zanobi l
Di S. Gregorio .
Della Prefentazione di Maria Vergine,
Di S. Bailiano , e S. Zanobi,
Dell* Annunziazione*
Di S. Giò; Batifta .
Di S. Gregorio .
Di S. Stefano.
i Di S. Pier Celorum •
Di S. Maria > e S. Zanobi,
Di S. Lorenzo *
Di S. Stefano, e di S. Zanobf;
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1^6
L E Z I O N E • XVI.
DELLERELIQ.UIE.
Uanto ài cyrjòfità ha cagionato fio*
ora quefla Storia ài Santa Maria del
Fiore , ài altrettanta divozione farà,
come mi figuro > la feguente Lezio-
ne, nella quale fi dovrà venire in co-
gnizione delle molte Reliquie 3 che
jn riccjiiffime cuftodie fi adorano
in quefta Chiefa Metropolitana } e benché non fieno
mancati Scrittori j i quali intorno ad effe hanno occu-
pato Jo itudio j la penna } ed i torehj ; tutta volta a niu-
no j come dimoftreremo } è riufcito ài venirne intie-
ramente a capo, per la malagevolezza di rintracciare o
fi voglia il numero > o le ricchezze 5 o i Perfonaggi}
che Je donarono , o 1' età in cui pervennero } o final-
mente Je folenni fefte > colle quali da'Fiorentini furono
ricevute nella loro patria . E però facendomi dalle no-
tizie di chi ne feriale 5 tralafcerò di nominare quei , che
del racconto di qualcuna di tante Reliquie fparfero le
loro Ifiorie ? e rammenterò i foli, che ce ne hanno da-
to copipfi Catalogi 5 e Relazioni diiFufe. Ed il più
commendato tra quefii è certamente Cofimo Minerbet-
ti Arcidiacono Fiorentino ? dopo del quale viene 1* Ar«
civefeovo Piero Niccolini 3 poi Stefano RoiTelli, un al-
tro fu Leopoldo del Migliore, altro Francefco Cionacci,
ficcome Lodovico Giamboni , e per ultimo il Dottor
Poggini Cappellano Fiorentino » e Maeftro de* Cherici .
ih Or premeflb avendo i nomi di coloro ? che di
così raro adorabile teforo hanno per 1' avanti trattato»
la mia prima , e principal premura efler deve , 1* efami-
nare qui i meriti deJ medefimi Scrittori, la cui traccia
per
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per altrui avvìfo , non meno che per fiorirò f egolamento >
uopo è che,feguitiamo». E però principiando dal Miner-
betti j notar mi giova di lui , che nel 1615. fece quefta
Relazione delle Reliquie del Duomo per compiacere..*
alle iftanze del Granduca Cofimo II. e alla divozione
delle due Granducheffe Maddalena d* Auftria , e Grifti-
«a di Lorena , queita Madre , e« quella Conforme di
Cofimo , dal quale il Minerbetti aveà avuta la dignità
di Arcidiacono Fiorentino , onde effendo Capò eli sì
nobile Capitolo, potè avere tutto >il còmodo di rifeòn-
trare ogni eofa , e però non ci è lecito il dubitare^
della verità di quanto egli feri (Te : Il Granduca Fer-
dinando II. io nominò Vetcovo di Cortona > e iuò Cón-
figliere , e Compagno della nobild; Comitiva nel Viag-
gio , che detto Principe fece per 1,? Italia , e: per la.
Germania : Ma ritornando alla relazione del noftro Ar-
cidiacono 5 queita fempremai batterà per formare di
tal Prelato il giufto concerto d'Uomo verfatifllmo nel-
le Storie Ecclefiaftiche j e Fiorentine, Ghe fé pure iit
effa v' ha qualche abbaglio , quefto non percuote-1* idenj.
tità delle Reliquie ., che fono il pùnto principale da
lui diligentemente maneggiato } ma piuttofto i pochi et*
rori provengono ? dalle antiche tradizioni a* noftri tem-
pi riconolciute affai dubbie : E fé alcune poche Reli*
quie gli sfuggirono dagli occhi > forfè erano quefte fe-
polte in altri Altari , o pofteriori al tempo, in cui eglf
fece la fua per altro commendatiiFima Relazione » All'
Arcivefcovo Piero Niccolini dobbiamo grado di altra
più copiofa deferizione , conciofiachè nel i6%i* quefti,
ritornato che fu da Roma , ed avendo principiato la
vifita della Cattedrale, volle rifeontrare tutte le Reli-
quie colle particolarità de i lavori, e de i metalli, che
adornano i vafi 5 ne* quali effe fi racchiuggono , come
appare dagli atti iuridici del fuo Cancelliere , che fono
nell'archivio dell'Arcivefcovado .■■Il terzo , che he par-
lò, fu Stefano Roflelli nel fuo Sepoltuario Opera mano-
fcritta , che fa tanto onore a sì nobile Antiquario , il
quale, fé rare notizie ci ha lafciato delie Chiefe Fiorenr
Tom. Vi*
                        Z                            tiner
C:
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tine » nfuna co.fa per mmvU^ke fotte i ' oro «fé favellane
do dej.la fyì^cropoJiiu^ 3.'«si; cui. trattato inferì la Rela-
zione, fé nop ipn fone ingannato 3 del fudd. Co-fimo Mi*
pubptù .con qualche variazione > 0 avvero il iu il razione.
Segue Leopoldo,del Migliore, che fu il primo a parlar-
He tqn più i'pedito ordine, avendo diftribuita la fua nar-
razione; in tre, claflì fecondo le Tribune dsèli Ghie^-
fa i nelle quali trovanfi- i tre Tabernacoli contenenti i
grandi te fori : né ha tìralafciato il roedefinio di toccare
i punti rifguardanti la Storia , cioè il quando, e il co-
me lifia delie Reliquie fatto il pregiatiffimo acquiAo .
Dopo del Migliore {crifle Francesco Cionacci noto a*
letterati per le moke Opere > parte date da elfo alle
itarape,)© parte fcritte a pmm . Egli adunque in oc-
caiìpne , «che dal granduca Cofiroo HI, feceu* con, reale
magnificenza la traslazione del Corpo di San Zanobi ,
itarnpò in Bologna nell'anno 1685. la fcpjrallodata Re-
lazione del Minerbetri> corredata di alquante (uè ofìerva-
zìoni ,, e la dedico a Domenico Maria Corfi , che fu
poi Ca^d^lf | Anthe iLQiamboni autore del Diaria Sacro,
nel qijka^^Mn lungo indicele' Santi., chehannoReliqiuie
in Firenze, fece parimente un catalogo di quelie idi
Santa Maria del Fiore , ed ancorché , fommariamente
fcriya , ci l'icorda però il laudàbile coirume , che eravi
tì- efpprre ne i 25. Marzo; i più iqfigni Reliquiarj fo-
pra 4* un. AJrare innalzato in: mezzo^alla Chiefa. Il più
ir^odwo poi .Scrjttcire rfu la ideila materia ^ fiato il
MP&gi^k Maerlro, della ScuoiaV£:ugeniana', nella quaìs
non ?avendo l'ifpafttiiàW: diligenze, per ammaelirarè \
Cher.icf nella lingua: latina , volle ancora , che follerò eru*
diiti ^nelie : più ragguardevoli cole della Chiefa , cui efli
fervonOii dettò loro pertanto, uirti elegante, e compito
trattato : di Santa Maria dtl Fiore.., ri dove non: trafeura
di Ragionare delle Reliquie . E finalmente a'foprallo-
dati; Autori arrogere debbo un Anonimo j che fece nel
161&. un femplice minuto catalogo delle medeiìme Re-
liquie , che è preflPo di me , fcrivendo con Ortografia.,
antica , e per vero dire ha il fuo pregio, avendovi io
rifcontiato notizie dagli alt;ri omelìe.
                  III. Per-
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ìli. Pertanto coli* autorità, de'fuddetti Scrittori Fio-
rentini , potrei anche io intraprendere una Storia di tan-
te Reliquie . Ma mèglio eonfideratoavendo i pericoli ,
che per avventura mi fovrafterebberó , ho ftimàfO mi-
glior configlio il riportare anche id là Relazióne del
Minerbetti , intrecciandovi alcune annotazioni ai fuot
luoghi , non già come quelle del Cionacci , la maggior
parte delle quali mi fembrano inutili , ma piuttolìò
quelle, che mi fono avvenuto a trovare in parecchi Diarj,
e Manoscritti , affinchè tutto vi fia , di quanto richiede
la Storia , è nulla vi ila delmiò , fuorìehè P ordinanza
delle materie. Prima però, che enrrifi nella Relazióne di
sì autentiche Reliquie 5 mi fi conceda qui di riferire lo feo-
primento d'una Reliquia falfiflcata dall'aftuzia di una
Donna » e per Pivino volere*, come tale da sì venerabii
Teforo efclufa ; e quefto brutto avvenimento raccon-
tar» da Leopoldo del M'gliore aliw pag. 32, come ap-
pretto )> Volevafi (da' Fiorentini ) a quello bello ap-
j, parecchio di Reliquie decorarne la Ghiefa di una éì
5, S. Reparata j a fine fé ne foddisfaceirc la divozione
„ del Popolo , intento di lunga mano, come dicemmo *
p alla venerazione del nome fuo ; Che perciò in oc*
„eafione di dovere la Signoria mandare Ambafciatori*
jy a Napoli , aflìltenti all'Incoronazióne del Re dirigi»
,, e della Regina Giovanna , neir irruzione, che loro
3, fi dette f veduta da noi nelle Riformagioni fotto Pan-
,) no ig52. ^ordinò di chiederfi a quel Re un Brac-
„ ciò di S. Reparata, itameli trovarcene allora il Cor-
,j pò nella Città del Regtìò , detta Fiano, trasferitovi
„ dalla Paleftina > ove fu la Santa Vergine martirizza-
„ ta fotto Decio, e confegnato alla cura di certe Mo-
i, nache , Il Re fé ne compiacque » ma la BadeiTa , alla
„ quale difpiaeeva levare da quel faero Corpo un mem-
ì) ^bro così principale , penfàto all'inganno più che s*
rt àveife fatto qualfivoglia; uòTnó del Mondo , confegnò
^ àgli Ambafeiatori, in vece della Reliquia rkhiefta, un
,, Braccio di legno con ftucco talmente refo fimile al ve-
ys ro, che giunto Irì Firenze, e quivi ricevuto con folenniifi.
* '*
                                     Z i                            )) ma
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„ ma pompa dal Popolo > non vi fu neffuno , che Io
„ riconofccfie per; tale, e ftiam per dire , che faremmo
» ancor oggi in quella cecità, fé alcuni Orefici, e Gio,
n iellieri, che ebbero (dice il Villani ) incombenza di
3, ornarlo ricchìflimamente di gioie, non l'aveflero fcOm
»> perto , dopo fcorfi quattro anni , e mefi . „
IV. Vengo ora alla Relazione del? Arcidiacono Mi*
norbetti, che è come apprettò :
Relazione delle Sante Reliquie <> eh e fono nella Metropolitana
- Cbiefa di Firenze , /*W># ^ Co fimo Mìnerbetti
Arcidiacono Fiorentino , <? Vefcovo di Cortona >
/*/ Sereniamo Granduca di Toscana
Co fimo Secondo »
' • V- "'■■■">/■■:'*'? ' IT4, ''! f ',i''*-...:. ■<;■;/"';"'"*' •«>;■?■'n;* *" ' :li.-> :i\' f*'.{*•■' '■ :
- Sereniamo Signore.
NElIa Chiefa di Santa Maria del Fiore, fi ritrova-
no molte Reliquie di Santi, e quefte fono, opro-
prie antiche fue, o itatele donate, e lafciate da altri ,
delle quali io ho voluto darne piena relazione a V. A.
perchè fon fìcuro , che ella fi pregerà di poflfeder tefori
grandi, come gli altri Principi rimili a lei , a* quali
ella è per fangue , e fomiglianza di coftumi congiun-
tiflìma , fi fono gloriati più che dell* oro, e delle gem-
ine : anzi per acquifto di quelle hanno confumato i te-
fori terreni , dei che teitimonianza ne rendè tra gli an-
tichi Carlo Magno Imperatore di Roma , che di tante-»
Reliquie adornò la Cappella de* Criftianiffimi Re di
Francia , e la Città di Aquifgrana , nella quale egli
ordinariamente rifedeva , e fra i moderni il Cattolico
Don Filippo Re di Spagna, dal quale è flato arricchito
di molti Corpi, e di Reliquie Sante T Efcuriale j e poiché
V»A. col preziofo ornamento, che ella prepara al Le-
gno della Santiffima Croce , dimoftra l'affetto, e reve-
renza , che ella porta alle cofe facre , mi è parfo ri-
ferirgli non folo la quantità, e qualitVdi quelle» che
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l$t
dal fangue , 6 contatto di Crifto Signor Noftro fanti -
ficaie , divennero a noi frumenti efficaciffimi della fua
grazia , ma ancora in che termine fi trovino tutte 1*
altre Reliquie , che fono in quefta Chiefa , affinchè ella
porta impiegare in ornamento loro la fua magnificenza ,
et acquiftarfi la protezione degli Eletti di Dio in Cie-
lo , le Membra , e V Offa de' quali ella riverifce , et a-
dora in terra , che,effondo , mentre V Anima gli formò,
itati vivi templi dello Spirito Santo , e vafi colmi del
Divino Amore, faranno della lor pienezza fcaturire in V.A.
il Divino favore, con la cui virtù ella pofla lungamente re-
gnar felice j e dopo confeguire i premj de* giufti} e fantiflìmi
Principi, de* quali ella imita la pietà, e rinnuova le azioni.
Nella Cappella del Santiflìmo Sacramento fopra l'Al-
tare è riporta la Tefta di S. Zanobi Vefcovo Fiorenti-
no (deve dire parte della Tefta in un bufto di argento ,
con un cartellino di fmalto rodo con lettere di argen-
to di rilievo , che dicono Andreas de Arditi de Fior,
me fecit
, con due arme de* Girolami da i lati ) e fotto
in una Cappella minore dentro l'Altare in urna di mar-
mo è gran parte del fuo fantiffimo Corpo , quale fu
fepolto in S. Lorenzo , e traslatato in S. Reparata, che
era allora piccola Chiefa ( né piccola , né grande , per-
chè Santa Reparata non eravi ancora in quei tempi, cre-
dendo i Bollandifti, che forte fabbricata affai tardi ) e fu
pofto dove al prefente fi feppellifcono i Canonici , nella
qual traslazione feguì il miracolo celebre dell' Olmo fec-
co , che fiorì fubito , che fu tocco dal feretro, e per
memoria fu pofta in quel luogo la colonna di Grani-
to con quefta Ifcrizione ;
ANNO AB INCARNATONE DOMINI CCCCVIU. DIE XXVMA-
NVARO TEMPORE IMPERATORVM ARCADII ET HONORII ANNO
;, XI. FER V. DVM DE BASILICA SANCTI LAVRENTII AD MA-
IOREM ECCLESIAM FLORENTINAM CORPVS S, ZENOBI1 FEO-
RENTINORVM EPISCOPI FERETRO PORTARET VR . ERAT HOC IN
LOCO VLMVS ARBOR ARIDA TVNC EXISTENS QVOD CVM
• FERETRVM S. CORPORIS TETIGISSET SVBlTO FRONDES ET
FLORES MIRACVLOSE PRODVXIT IN CVIVS MIRACVLI MEMO-
RIA*! CHRISTIANI CIVESQy E FLORE NT INI IN LOCO SVBLATAE
- * ARBORIS HIC HANC CQLYMNAM CYM CRYCE IN SIGNO NOTA-
BILI EREXJEKYNT,
( Queft*
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iti
( Queft' Ifcrizione è fcorretta , e deve leggerfi come 1* ha
ftampata il Signor Manni nella Prefazione della nuova
ftampa del Borghino , e dice come apprelTo;
ANNO AB INCARNATONE DN1 CCCCXXVI11I, DIE XXVI.
IANVARII TEMPORE AKCADII ET HONORII IMPERAT.
CVM TRANSLATARETVR CORPVS SCTI Z'ENOBU FIORENTI.
NOR. EPISCOPI ET PATRIS INCLITI ERAT HOC IN LOCO '
VLMVS ARE-OR QVAM CVM FERETRVM IN QVO ERAT COR-
PVS SANCTISSIMVM TANGERET STATIM jFRONDES IT
FLORES MIRACVLOSE PRODVXIT TOTA EXINDE REPLETA .
QVE OB REVERENTIAM PQSTMODVM PER FIDELIVM MA-
NVS EST INCISA ATOJ/E REPOSITA FIDELISSIME , IN
GViyS MIRACVLI MEMORIAM CHRISTIAN! CIVESQVÉ
FLORENTINI IN LOCO SVELATE ARRORIS HIC HANC
COLVMNAM CVM CRVCE IN SIGNO NOTABILI EREXERVNT , )
Dipoi elfendo fiata rovinata la Chiefa di Santa Repa-
rata , che era pofta dove è oggi la Nave di mezzo della
nuova, fu quei Corpo da Eugenio quarto Papa transla-
tato, e pollo nell'Altare della Cappella collocata fotto quel-
la del Sagramento (meglio farebbe dire fotto Papa Euge-
nio, fecondo che parlayano Je antiche Lezioni dell'Ufìzio
di S. Zanobi, ed il Tortelli, il quale latinamente defcri-
vendo la fella di quefta traslazione » nomina 1* Imperatore
Greco , il fuo Fratello, il Patriarca , Arcivefcovi , e Ve-
feovi Greci 5 ficcome tutti i Prelati Latini, e niuna men-
zione fa della prefenza di Eugenio , il quale per altro
mandò tutta Ja fua Corte , Cardinali, e quanti erano
intervenuti al Concilio , ed inoltre lo freflTo Scrittore
defcrive l'ordine delle kdh, nel quale non trovafi il Tro-
no Pontifìcio , ) Intervenendo a sì pietofa cerimonia la
Nobiltà diquafi tutta Europa, che perla celebrazione del
Concilio Generale fi era ragunata in Firenze, e dal pon-
tefice ( in altro giorno ) fu confacrata la Chiefa con magni-
ficenza di Apparati, e fpefa grandiflìma della Città : que-
ste cofe avvennero l'anno 1439.
Cardinale di Firenze, che fu Leone XI. troyÒ il Cor-
%K\ • Ti,lh'^ ' pO
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,po di S. Zanobi nel detto luogd j e due altre Urne pic-
cole piene di Offa , che fi crede fiano di S. Andrea , e
di S. Maurizio Vefcovi Fiorentini > ma non fi sa di cer-
to , perchè non hanno fcritto il nome, come quella di
S. Zanobi ( Il Dottor Poggini aggiugne alle congettu-
re un1 altra affai buona fopra la verità 5 che quivi fie-
no i Corpi di S. Andrea } e di S. Maurizio Vefcovi Fio-
rentini} perchè, nota egli , che nella Meffa di detti San-
ti in Duomo fi dice il Credo ab immemorabili j lo che_>
non fi farebbe5 fé di ceno non vi fofTe.ro i loro Còrpi.)
Neil* ifteffa Cappella, o Catacomba , giace il Corpo
di S. Podio Vefcovo Fiorentino , che viffe V anno del
Signore g$o* in circa , e la fua feria fi celebra a i 28*
di Maggio, ( chiamali ancora queito Santo Vefcovo Podo,
o Poggio.) In due Caffette di legno me (Te a oro* e fono
foderate di piombo fono i Corpi di S. Eugenio , e Sé Cre-
fcenzio Diaconi di S. Zanobi, e le Reliquie di S. Abdon_*
e Sennen , e molte Offa diflinte dall' altre , che mofìra-
no d'effe re d'un Corpo intiero, le quali fi può veri-
firnilmente tenere , che fiano quelle di Papa Stefano IX.
della Sereniifima Cafa di Loreno 3 che regnò V anno
1058. e morì in Firenze con fama di fantità . Ma a
provare quello , bifpgna fupporre per veri alcuni fonda-
menti , che fono veriffimi , et il principale, che fuffe_*
fotterrato nella Cattedrale di Firenze , che era allora
la Chiefa di Santa Reparata. Queito 1* affermano Lio*
ne Oibenfe riferito dal Baronio nell'XI. libro, o to-
mo degli Annali l'anno 1058. il Sigonìo nell* Iftoria.»
de Regno ìtaliae Uh. g. l'Arcidiacono di Tul , nel li-
bro Stcmwatum Lotharingìae ? ac Barri Ùucum tomo 4*
Giovanni Villani lib, 4. Platina nella Vita di detto Pon-
tefice , Piero Buoninfegni nell' Ifioria Fiorentina carte
455. Vincenzio Borghini ne' Difcorfi della Chiefa, €
Vefcovj Fiorentini a e. 454. Dipoi 1* anno 1357. come
liferifee Matteo Villani li.b. 7, cavandoti* vicino all'Al-
tare di S. Zanobi per fare i fondamenti d' un pilaftrp
della Chiefa nuova, fu trovato il Sepolcro di detto Pa*
pa con la Intenzione, e dentro v'era il Corpo coru
)a Mitra» e con P Anello in dito» e con gli Abiti
Pon-
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i§4
Pontificali, et ancora ] per ufare le fte/Te parole di Mat2
teo Villani , col fermaglio Papale , e con lo ftile deli*
oro
, le quali non fi poflbno verificare , fé non nel Pal-
lio con che fi Sotterrano i Papi, i Patriarchi, e gPAr-
civefcovi, e lo Stile d'oro non fignifica altro, chele pun-
te d'argento, e d'oro , con le quali fi appunta il Pal-
lio alla Pianeta ; Soggiunge di più PiftefTo Matteo Vil-
lani , che le fue Reliquie raccolte infieme, furono date
ai Canonici, che le conferva fiero,* fi no che fé gli fabbri-
ca-fle onorevole fepoltura. Inoltre è neceifario iupporre ,
che il detto Papa , ancorché non fia canonizzato , è da-
gli Scrittori celebrato per Santo , e dicono, che per fua
interceflìone, e mezzo , noftro Signore habbia dimofirati
in vita , e doppo morte molti miracoli. Il Sigonio di-
ligente inveftigatore delle glorie, e dell'antichità d'Ita-
lia, doppo aver lungamente difcorfo delle azioni di detto
Papa , e della venuta fua in Tofcana , foggiunge que-
fte parole : haud ita multo pofl plorentiae, riempe 4. Kal-
Aprilisplurimis clarus miraculis occubuit
. Il dotto Cardinal
Baronio nel Tomo fopraccitato havendo riferita una lun-
ga narrazione di Lione Gih'enfe fopra Stefano Papa IX.
conclude di lui in quefta maniera : Haec ibi de Stepha-
no Papa
, quem obiijfe 4. KaL Aprilis Leo Hoflienjts affirmat^
ibique digno honore fepultum tradìt
, additane ifta. Ad cuins
facrum Corpus interrvenientibus meritis plurima Jtgna Chri-
ftus oftendit
. L'Arcidiacono di Tul, il Borghini, Gio-
vanni, e Matteo Villani parlano di lui, come di Ponte-
fice di fama, e religiofifiìma vita . E perchè egli fu della
Sereniflìma Cafa di Lorena, e dd ceppo de' Duchi pre-
fenti, fpero che V, A. gradirà, che con quefta occafio-
fle , gli arrechi una buona notizia di sì Santo, e Reli-
giofo Pontefice fuo maggiore , e di que' famofi Coere-
di, la fantità, e virtù dei quali adornarno 560. anni
fono il Paefe , che ella ora felicemente domina .
Né V,A. fi pregerà meno, che nella fua Chiefa fi
confervino 1* Olla fante di quello Pontefice , che fi gode
ora la Tofcana di vedere rifiorire in M il valore , e_»
la pietà di Lorena , ammirati già tanti anni fono in-
*             Papa Stefano , e ne* due GorTredi, da' quali fu con fom-
nu
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iÉf
ma virtù quefta Provincia in molte fue parti iìgnoreg*
giata , Gozellone Duca di Loreno , che per le tante
vittorie acquilo nome d'Invitto ebbe due Figliuoli, Gof-
fredo denominato il Barbato , e Federigo : Goffredo gli
fuccefìe nello Stato , e Federigo datoli alla vita Eccle-
fiafìica fu Bibliotecario, e Cancelliere della Sedia Apo-
stolica al tempo di Leone IX. e di Vettore II. Andò
Ambafciatore all' Imperatore di Costantinopoli per riu-
nire la Chiefa Greca alla Romana 9 e per altri grandi
affari . Per quella legazione , e perchè aveva maritato
Goffredo fuo fratello con Beatrice, e Goffredo fuo ni-
pote con la Conteffa Matelda , e col mezzo di quelli
matrimoni fattili Padroni d' una gran parte della Tofca-
na , e di molte Città di Lombardia , divenne fofpetto
ad Arrigo Imperatore , et in moka diffidenza di fua
Ivlaefìà , onde per mitigare la gelofìa , che Cefare ave-
va prefa di lui , fi fece Monaco di S. Benedetto , fu
fubito creato Abate di Monte Cafino, e di lì a poco da
Vittore II. eletto Cardinale , dopo la cui morte , do»
mandandogli i Cardinali , Clero , et il Popolo Roma-
no , a i quali tutti in quel tempo apparteneva 1* ele-
zione del Pontefice , chi eglino doveffero far Papa ? prò-
pofe cinque foggetti degniflìmi di quel grado, ma ri«
fpondendo eglino , che volevano far lui > fece quella ge-
nerofa , e tanto dagli Scrincri celebrata rifpofla : De me
nihil ^oteftis facere
, nifi quod jtermijferit Deus, cb* abfque
illius nutu iftud mihi^nec dare
, nec attferre ^oteftis;. Da
quella sì fama, e magnanima rifpofta infiammati mag-
giormente , i* eleffero Papa a i z. d' Agofto giorno di S.
Stefano Papa, e Martire , per il che egli prefe il nome
éi Stefano IX. Pontefice. Correlfe i coflumi molto tra-
feorfi degli Ecclefiaftìci , e riformò i Regolari , punì
feveramente i Concubinari, e doppo quattro mefi ven-
ne in Tofcana per abboccare con Goffredo fuo fratello >
et unito feco cacciare i Normanni dì Italia , che aveva-
no occupata la Sicilia , e quella parte, che oggi fi chia-
ma Regno di Napoli , perchè erano nemici , et oppref-
fori della dignità, e liberta della Chiefa Romana, Neil*
^Vkom* VL
                       A a                                 agi*
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1*6
agitazione di* quefti , et altifi r5enfieri ; e fini geheroft
indirmi rutti; all'efaitazione della Sedia Apoftolica >r e>
della libertà' d'Italia , dopo aver regnato otto mei! mori
in Firenze; fu come abbiamo detto fratello di Goffredo
Barbaro marito di Beatrice , e Zio paterno di Goffrè»
do , the ebbe per moglie la Contesa Mafelda , e di
Ida celebre per la Santità , e per il dono maraviglio-
fo, che ebbe da Dio , di preveder la fortuna, et tf£uj%$i
avvenimenti del figliuolo , come quella , che fu madre di
Goffredo liberatore , e Re di lerufalem , e Duca di Lo-
reno , e de3 Fratelli >- da' quali i Duchi di Loreno; e di
Guifa difcendona .
Ma ritornando al Corpo di Papa Stefano, ficcome chia»
riffima cofa è , che egli fu fepolto in queir a Chiefa , e
che ha fatto miracoli , così per h negligenza de* noftri
paffatr è ofcuriffimo il ritrovare in qual luogo egli fu
Iepolto nel 1357. da' Canonici , a i quali? dice il Vil-
lani, che fu confegnato , affinchè fé gli face/Te onorevole
fepokura ;< onde in cofa incerta è neceffario ricorrere alle
conietture , dalle quali io moffo, ardirei affermare, che
le fue Offa fieno in una dtììe foprannoniinate Cafferte
in luogo feparato dipinte dall' altre di S. Eugenio , e
Crefcenzio *
La coniettura , che ì ò , ne fa gran forza a creder-
la », è il Pallio Pontificale, il quale è nella detta Caf-
ietta, che è non vi riavrebbe havuto luogo, fé non fuf-
fero }' Offa di qualche Papa ,0 Arcivefcovo Santo , o
almeno aveffe avuto fama tale , perchè fé non foffe-
rp Offa di Santo , o Beato , non farebbono fiate ri-
pone in quel luogo , e fé fuffero irate d'altri , che di
chi fu (Te. fiato Papa, o Arcivefcovo, non vi farebbe in
modo alcuno il Pallio, col quale folo i Papi, e gli Ar-
civescovi fi feppellifcono;Che non poffa effer d'altro Papa
è chiariflimo, poiché non ci è memoria fé non di quefto :
(qui l'Autore sbagliò) Né anco è poffibile, che fia d' un
Arcivefcovo Santo, perchè da Amerigo Corfini, che fu il
primo Arcivefcovo creato l'anno 142©. da Martino V.
fino al prefente non ci è fiato altro Arcivefcovo Santo,
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i.
J
che S. Antonino, che fi sa dove è fepolto col Pallio, e
febbene guerre Reliquie fono frate mette indetta Cafletta,
da poco tempo in qua, cioè 1* anno 1590. dal Vicario
Bencivieni d'ordine del Cardinale éi Firenze , elle fu-
rono trovate da lui in una £afla 4i piombo con detto
pallio , e con querc* f fcrizio.ne folarnente ;
JRELIQVIAE SANCTORVM EVGENII ET CRESCENTI! ET SANCTO-
RVM ABDON ETSENNEN MARTXRVM ET ALIO&VM SANCTORVM *
Nel qual luogo non potevano effer mette fé non da* Ca-
nonici , che non potendo fabbricare il Sepolcro, per ef-
fer quefta cura dell9Opera, le vennero a riporre in queir
Altare con l'altre Reliquie, che avevano 9 e febbene non
yi pofero il nome , fi può credere, che quefto avveni/Te
per negligenza , o forfè perchè non effendo canonizzato
jSanto, non parve loro conveniente dargli quefto titolo ;
e perciò lo contratTegnarTero dal Pallio , e per i mira-
coli , e per la reverenza debita a quel Corpo , o Otta
Je poneffero fra le Reliquie di altri Santi . Qujefte fono
}e ragioni , Sereniflìmo Signore , che mi muovono a
credere, che 1' Qifadi Stefano Nono fieno in una di que-
ile Caflette, ancorché di sì fatto dubbio non fi poifa^
certezza yeruna affermare , pure egi' è lecito da quefte
.conietture in cofe ofeure , et antiche inveftigare la ve-
rità , lafciando libero ad ogni uno di giudicare} fe^
in me ha potuto più il defiderio di ritroyarle , che 1*
evidenza delle ragioni, o la forza degli argomenti ; Co*
rnunque il fatto fi (Ha, che quefte fieno, o nò, certif-
fimo è egli, che V Olla di Stefano Nono fon fepolt<s>
in Santa Maria del Fiore 5 onde V. A. e Madama Sere-
ri i flì ma, ai quali per ragione di fangue particolarmen-
te appartiene , fi poflbno gloriare} che delle Reliquie di
sì gran Principe , e di sì Santo Pontefice , refti quetfa
lor Chiefa onorata , e noi confidare, che V orazioni
noftre fiano da* meriti fuoi, e degli altri Servi di Dio>
de'quali pofieghiamo l'Offa, rendure a Sua Divina Mae-
Uà più grate > et accette ( anche Papa Niccolò Ih che
"■%ì_ìX                                                   A fr %                                                    tu
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I&8
fu Vefcovo Fiorentino, morto in Firenze \ fu quivi fep-
pellito , giurta il concorde fentimento degli Scrittori no-
Itri, e fóreftieri , fé eccettuati il Panvinio in Eptom^
Rom. Tontificum Uh,
2. pag. 66. dove aderì , che Niccolò
II. morì in Roma , e nel Vaticano fepolto . Ed il Ba-
lenio dice> che anche Vittore II. folte in Firenze fe-
polto nd 1057. 28. di Luglio.)
Le Reliquie venute di fuora fono Rate condotte di
Coftantinopoli , cioè il Legno della Sanciflìrna Croce, e
P altre collocate nella Crocetta d'oro porla nella Croce , che
V. A. vuol rinnovare, ed il Dito groffo di S. Gio. Ba-
tifta chiufo in Reliquiario d* argento : Non è lontano
dal verisimile , quando non ci haveflìmo atteftazìoni au-
tentiche > che di Coftantinopoli foflero portate a Firen-
2e Reliquie, poiché è notiffimo , che Coftantino , e gli
altri Religioni , et antichi Imperatori ve ne conduffero
in gran numero, le quali furono- in diverfi tempi, man-
cando la Religione ne* Greci, portate da* Mercanti, che
negoziavano in Coftanrinopoli, alle lor Patrie y come a
Venezia, a Raugia > a Firenze > e particolarmente nella^
prefa , e miferabil fàcco di quella Città Tanno 1452.
quando fu occupata da Maometto fecondo Re de' Tur-
chi, nel qual tempo, e molto dopo la Nazione Fioren-
tina vi ebbe commerzio , e vi teneva il Gonfolo.
Il Dito di S. Gio: Batifta fu Panno 1391. portato in
Firenze da Giovanni Codini fratello di Piero Cardina-
le , e Vefcovo di Firenze , il quale eflendo in Cottami»
iiopoli trattenuto in quella Corte con titolo di Graru
Sinifcalco di Armenia , e molto favorito dall' Impera-
trice , ottenne da lei una particella della Verte Incon-
futile , che portò noftro Signore , ed il Dito groffo d*
una delle mani di S. Gio: Batifta , che fu da lui do-
nato a Santa Maria del Fiore in un belli/Emo Vafo d'
argento , che ultimamente eflfendo per 1* antichità gua-
fio > fu dal Senator Bartolommeo Cor/ini fatto racco-
modare , e nell' Opera fi confervano letrere autentiche
fcritte in Greco da Antonio Patriarca di Cortantinopo-
U fouofcriue da lui, e da ki Metropolitani fuoi luf-
fa»
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fraga nei, nel te qualiraflerlfcei, quello "eileré- il Dito grò flb
di S. Gio:>Ba&ifta: ftato portato .d5 Antiochia in CoitaiHì-
nopoli j e conceduto a detto Corfmi , ( Nella Viiìtau
dell* Arcivefcovo Piero Niccolini lì defcrive queito Re-
liquiario così : Vafo a piramide , parte d* argento , e par-
te di rame dorato con più forti di lavori., in effomi una
cuBodia di crift allo di montagna collocatami una parte
d* un Dito del frecnrforeS* Gio, Bati&a "Protettore del-
la Città .
E nella relazione .dell' Anonimo leggo:: // Di-
to pollice di S'.Gio: Batifta bollato col fuo bollo di piom-
bo
j e Brenje fcritto in Greco . }
Le due Croci, una del Legno, fopra il quale il Figiiuol
di Diofoftenne morte, e che ha con lettere Greche ferie-
to il fuo nome, e l'altra minore d* oro , nella quale
fono rinchiufe una particella del Pane confagrato nell'
ultima Cena (non è da crederi! > che del Pane confac ra-
to di Crifto ne rimanere del fuperfìuo , onde diremo,
che il Pane di quefìo Reliquiario Ila un avanzo del pane
della Cena Pafquale . ) Altre della Spugna con la quale fu
abbeverato noitro Signore:) della Canna , della Verte pur-
purea ) della Tonaca inconfutile , et una Spina della.»
Corona furono portate in Firenze 1* anno 1454. di Lu-
glio al tempo di Cofimo de'Medici Padre della Patria, e
ricevute con grande onore dal Clero, e da i Magistrati, e
collocate nella C roce , che V. A. vuol rinnovare j furono
donati mille Fiorini di limofina a chi 1* aveva portate,
et infieme con loro fu condotto il Libro degli Evangelj
Greco, che fi conferva nella Cappella del Palazzo di V.A.
nel fine del qual libro è notato la memoria di quefto fat-
to ( il Petribuoni citato da Leopoldo del Migliore dice,
che furono portate da Marco Caftranfelmo Gentiluomo
di Costantinopoli ) et il Cardinale Ifidoro , che era nel
tempo,che fu prefa quella Città,Legato in Costantinopo-
li , e Gregorio Patriarca atterrano quelle effere itate melfe
infieme dagli antichi Imperatori, e tenute con gran re-
verenza lungo tempo nel Monaftero dì S. Silvestro,
detto altrimenti Philantrophos , e da loro medefìtm ef-
fere ftate più voice ville } e toccate » come per le Boi*
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190
le loro, che fi cOnfervano nell* Opera ^ppariice, le quu
li rffcontrano con V Jftorie di quei teitnpi, che raccon-
tano , il Cardinale Jfidoro eflervifi trovato nel facco in
Coftantinopoli» e rimafto prigione» e di lì condotto iiu
Albania » fuggendo fi libero .
Le due Crocette Soprannominate non poiTono riem-
piere (e non due ^acui della nuova Croce di V. A. ( La
Croce, cihe, fece ftre Cofimo IL è defcritta nella vi-
li ta del 163 g, come apprefTo : Una Croce di oro di pia*
fira con baffi rilievi
» favori, e fmiliti di più forte 1 lai eia
le pe;:le » i zaffiri , i diamanti, e fmeraidi, è /compar-
tita in undici mani
» collocatoci una Crocetta del
Legno della Santifftma Croce
, quattro altri pezzetti
idei me de fimo Legno
» tinsi Crocei lina d' oro di piafirà^
entrowi del Teine dell* ultima Cena del Signore
5 della Spu~
gna
» con che Crifip fu abhemeratQ , e altre piccole Reliquie p
Un mezzo nodo della Canna > che per e offe il Capo di No*
0ro Signore
» un pezzo della lapida del Sepolcro » ttiu
Chiodo
, un pezzo della Vefte inconfutile, una Spina ) per-
chè le Reliquie chiufe nella Crocetta d'oro non fi pof-
fono cavare > eiTendo di piccola quantità? Cicche fi ri-
folverebbono in polvere > Ma alla Croce del Santiflìmo
Legnp, che itarl in mezzo» et alla Crocetta d'oro > che
fi porrà in teita , fi potranno aggiugnere un'altra par-
te del Legno della Croce > un Chiodo , una Spina 3 un
nodo della panna» che percome 11 Capo di Noftro Si-
gnore 9
et una buona parte della Vefte purpurea » le.»
(quali riempiranno 4. vacui , che in tutto faranno 6, jp
febbejie le Reliquie con le due Croci fono fette > quel-
la della Canna è sì piccola 5 che bifognerà metterla con
)a Spina , o con alcuna delle, altre , come più piacerà
3 V, A. < notili che nel!' Opera , fafeettp vi, di Scrit-
ture vi £ la ftim£ ? e valuta delle gioie «di quefta Gro-
ppe fatta da Clufeppe Vanni Gioielliere 9 ed è come ap-
preso : ferie Muty, 120. fi, 3. J' una , Smeraldi num.14?
fi. %o. f ano ^ legati in fafìqni; Smeraldi num. 6,
fc 15, ì'
ptno
, Acque marine num. 2, fi» 4. /' una) Amafifte num. 4,
fi,4. J* finayjfeg&te in tafton?) due pinati,-p Grana?? num,
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34; Jìr. z? l*%mi$4rtf nelle ejlrmith della Cróci ^ é parte'
nel mezzo del 'vano della Corona di Spine .Granati
itu>
a faccette .Topazzio d India, uno, j£. 30.- iti tefla dellcL.
Croce
, altri Toj?azzi nnm. io.Calcidonj nuni* % ) Le Reli-
quie > che fi è detto poferfi mettere nella Crocè , emòU
te altre di Àpofióli, e Santi, che fi noteranno con la
lor quantità , et ornamenti, furono portate di Sicilia in
Firenze da Dori Federigo Abate di $* Maria in iofa-
fat dell* Ordine di $* $ene4£«0hji ;£4eU#Q4Mifittt& Calai
di Chiaramonte , nella quale , come fi! prova per tre
Bolle di Cardinali autentiche conferiate, nell' Opera j*
pervennero in queffa maniera .>* :
U Atitìo 1220* efTctìdo flato il Principe Don Federi*
godi Chiaramonte fatto Cavaliere da Onorio 111. eL,
fpinto a combattere contro gì* Infedeli > chiefe a Sua
Santità alcune Reliquie di Santi , con la protezione de*'
quali avvalorato poteiTe refiftere contro a*Nemici d'Id-
dio ; Pietro Cardinale Sabinenfe, Niccolo Cardinale Tu-
fculano , e Stefano Cardinale de* 12. Apoftoli con altri.
Cardinali concederono a detto Principe per la fua Re^
ligione , e perchè egli era del fangue di Carlo Magno*
moke Reliquie d* ordine di Sua Santità , le quali i det-
ti Cardinali alTerifcono averle ricevute da Goffredo » e
Baldovino Re di lerufalem , perchè eflendo in quel luo*
go il teffo della Bolla feorrettó , non fi viene bene in
chiaro, chi di quei due Re le donaiTe loro , et ancor-
ché le Bolle fieno fiate date 1* anno 1220* in Orvieto,
nel qual anno , chi era vivo, non poteva aver trattato cpn
Goffredo, né con Baldovino primi Re d*lerufalem, per-
chè l'uno morì nel iroo. e 1*altro nel 1118. Taulm Emi*,
lini de rebue geftis Francorutó
libro V. non per quefto ne
fegue , che le dette Reliquie non potettero effere ftàte
donate da uno de* foprannominati Principi alla Chiefa ì
Romana, ne è inconveniente, che i Cardinali predetti,
aflferifchino, aver ricevuto quello , c/ae effettivamente non
eglino , ma i loro Antgceffori riceverono, portando T<
ufo del parlare , che alcuni di Collegio , e di. Univerfità
dichino eiler loro ftato donato queilp, che jv^amentc fu
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ai Predeceflbri conceduto $ Si mantennero quefté Reli*
quie nella Cafa di Chiaramonte , la quale aveva Stati
in Sicilia, paifata forfè con Ruberto Guifcardo Norman-
no» quando la prima volta i Franzefi occuparono quell*
Ifola , e furono tenute con molta reverenza nella Cap-
pella del Palazzo di quefta Famiglia, fino a che emen-
do per le guerre di Martino Re d* Aragona , caccia-
ta dell' Ifola, come di fangue,e di fazione Franzefe ; En-
rigo della Famiglia di Chiaramonte portò le dette Re-
lìquie a Gaeta, che ditte effergli ftate confegnate da
fuo Padre con condizione , che egli le dette a Fede-
rigo fuo figliuolo Abate dell* Ordine di S. Benedetto *
Quefta confegna fu fatta in Gaeta alla prefenza di mol-
ti Prelati di confenfo del Papa , il quale diede facultà
all' Abate di poterle ritenere, e dare a chi volefle , e
conceflfe Indulgenze a quelli, che le vifitaflfero ne i luo-
ghi , dove foflfero collocate , delle quali cofe apparifce
iniìrumento nell'Opera dato in Gaeta Tanno 1412. ai
4. di Maggio nel Pontificato di Gregorio XII. Dipoi
effondo il predetto Abate andato al Concilio di Co-
ftanza , nel quale fu creato Martino V. fece riconofce-
re le Reliquie , e le Scritture, e da 16. Cardinali fu-
rono concetfe molte Indulgenze a chi le' vtfitafle , o
fuflTe prefente, quando fi moitraifero in qualunque luo-
go , come narra la Bolla data in Coftanza V anno pri-
mo di Martino V. nel 1417. e l'Originale autentico è
neil* Opera. In ultimo nel 1439. 1* anno nono del Pon-
tificato d'Eugenio quarto celebrando*! in Firenze il Con-
cìlio generale , v'intervenne detto Abate Don Federigo,
che fatto prima riconofcer le Reliquie , e Bolle per au«
tentìche , e fattone fare pubblico Infhumemo dato in
Firenze in Santa Maria Novella abitazione del Pontefice 9
che rogò adì 2. d'Ottobre 1439. Francefco d'Antonio
<k Pefca ( il Migliore dice Ser Francefco da Pefcia, e
Gherardo di Giovanni Mazzei da Volterra ) il detto
Abate concedè le Reliquie con le Scritture alla Chiefa
Metropolitana di Firenze , col confenfo, et autorità di
Eugenió»W^( ohe donò al Capitolo la Croce, che por.f
tava
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^93
t&va al collo l e die ora fta nel fopralioeìato Reli-
quiario . )
                                 .              ~
Leone X. confermò le Indulgenze conceife da'Ponte-
fici ,. e Cardinali fuoi predeceìTori , e concedè cinque-
mila anni di più a chi confermato vifirafle 1* Altare della
Croce 5 nella quale le Reliquie donate dal predetto Abate
fi confervano , e fono quefte :
Nel Vafo,che ferve per pie della Croce, un gran pez«
zp di Legno della Sa;miffima Croce» nella quale fu con-
fìtto Noitro Signore} lungo un quinto di braccioin circa.
Un Chiodo intiero, di queito non ci è memoria neffuna
nelle Bolle , e non fi trova 3 come fufife portato in Firenze ;
pure fi deve credere, che,effendo {tato tanto tempo ado-
rato per tale , che > chi lo mefle con quefte altre Reli-
quie j fi moverTe eon gran fondamento , la memoria di
che fi fia per accidente fmarrjjtà,
.Lina Spina* ;, r
             ;.i :
In due Caffette d* Avorio } una gran parte della Vefle
purpurea di Noftro Signore un ottavo di braccio in circa.
Un mezzo nodo della Canna} che gli percome il Capo;
le dette Reliquie fono nella nuova Croce. ;
Nelle dette CaiTette d* Avorio fi confervano queite al*
tre Reliquie avvolte in drappou
Dell' Oifa , e de;lle Ceneri di S. Donato Martire.
Un' Ampolla di Criitallo piena di Cenere di Su Ciò:
Badila .
Parte notabile d'un Braccio di S. Andrea Apofrolo.^
Due parti grandi della Tetta di S. Iacopo Apoitolo.
Un Olio lungo due terzi di un Braccio di S. Ciorgio
Martire .
Due particelle d'OITo di S. Giovanni Damafceno »
Parte notabile dell'Anca di S. Marco Evangeliita ♦
Due pezzi grandi di un Braccio di S. Stefano Proto*
martire .
Due parti d' Oifa de'SS. Cornelio fn Cipriano Martiri.'
Ofla mediocri di S. Maria Iacobi ,.e di S* Maria Salotne
forelìe della gloriofiflìma Vergine Maria Madre di Noftro
Signore.
Tom. VL                   £ b                         Parse
s
*j
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194
Parte molto grande delle Ofla di S. Urbano Papa, e M.
O0b di S. Grifogono M.
Parte non.'piccola delPIOflTa di S, Luca Evangelista.
, Alcuni fragmenti d'Olio-di S. Criitofano Martire.
Del Cranio di S. Marziale Mart.
Reliquie di S. Lodovico Re di Francia in piccola
quantità .
                              . . ,*«
Della; Pietra del SS. Sepolcro q
Della Colonna, alla quale fu flagellato Noftro Signore.
.Una ^particella della Verga di Aron •
11 Velo ; di. S. Agata; più di; ..un braccio quadro per
ogni verfo , è miracoloso contro il fuoco. ( Queito
Velo di S. Agata non è largo-più di mezzo braccio. ).;»
Una freccia , con la quale fu fenito. S; Sebaftiano M.
.Alcuni pezzi clella Graticola , fulla quale fu arrostito[*
S. Lorenzo.,
                  .£?u.:> fr.ii ajajJM?.^
Della Catena , con la quale fu legato detto S. Seba-
ftiano M. :
                           cu
Una Crocetta, che portava S. Bernardo di rame do.
rato , con la quale operò molti miracoli.
Una gran parte del Giaco di; S. Giorgio Martire , et
una parte del fuo Guanto.
                                > ^ *
In un Reliquiario grandiflìnio d' argento fono la Ma-
fcella , et un. Braccio intero di S. Girolamo. ( leggefì
nella Vi (Ita : Un Vafo grande d' argento dorato con diverjt
lavori
j e figure di rilievo , e di {malto all' antica cok due
fyartimenti \ a conferve di Crìftallo
, collocatovi la parte
inferiore; della Maiella di S. Girolamo Dottore
, la far-
te d* un OJfo del 'Braccio del medefimo
, un Anello di
OJfo bianco della cintura del Santo ,
Non fi nominano
due Denti bianchirmi del medefimo , e 1' Arme ài tre
pugnali nel Vafo d* argento, che è Arme del Canoni»
cq Iacopo Mannelli, il quale a fue fpefelo fece lavo-
rare . )
                                                                                 ?
In un altro finirle fono Reliquie di S. Antonio,
di S. Sebaftiano, e di S. Lodovico Re di Francia . ( La
defaizìone del Vafo in detta Vifrta è la feguence : Uh
Va.
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Vafo grande far te ${ argento y* fante Ài'rame .dotato.
con lavori , fmaltì , e rilievi t con. \mi Tabernacolo afa
fai vago entrovi un OJfoi di ^, Anmnh Abate > un €)ffb
di S. Baftiano
, e di S. Lodovico Re di Francia . Vi lì
aggiunga con fopra 1* Arme della Parte Guelfa i1.),
In un Vafo di Rame dorato una Cottola intera di
Santa Maria Maddalena (e nella predetta defciizion^L.
de i Va fi Ita così : Un Braccio'} o Mana naturale fopra
mia bafe di rame dorato la fatte
//' una Cojlola di Santa
Maria Maddalena
. E quelio Reliquiario ha pure i* Ar-
me di Iacopo Mannelli.)
                                '■_,
In un altro d* argento 1* Offa fottili ài un Braccio
di S. Sebailiano Martire ,.. •; \i,, -A\YT \;\
In una Cattetta di jrarae dorata t^. Ariella della Qa-t
rena, con la quale fu legato S. Pi$tr# Jipoitàìof,P^Que-.
uà- Caffé tra ha figura di,.Sepolcro ,di £ame dorato ar-
mata di vetri } con quattro Angioli di rilievo , e cre-
defi » per quel che accenna Leopoldo del Migliore > che
fodero donate dalla ConteJjfe J^atilde, shfc V ebbendi
Gerufaiemme'^ yh; ,b ^l'j.p.uD <uvj)\ -aÌ\ ili-.,:: mo:i .1
^Quede fono le, Reliquie., che il trovano ogg|r£n f£arrta
Maria del Fiore ? le quali per fe.rvire a^?|^; fono Jftate
vedute , e rifeontràte, da me con le Scritture * eccettua-ì
te però, quelle », che per eflere chjuie; neglj1 Altari^ e
Cafoni di marmoj, non fi potevano , ,né dovevano ve-
der^ j et a tutte» cip è rtato prefente il Signor Cavalìer
Vincenzio Giugni Senatore^ come operaio perpetuo, efr>
fend^O le chiavi .delle jRel^quie^fje delie.,Scritture in po-
tere dell' Opera* E perché V* A. reftaiTe,meglio fervita»
ho, domandato molti particolari a* Canonici, che eilen-
do ftati più volte Curaioli , loro appartiene ila Qura
della Chiefa .,;-.e delle Reliquie,, 5e ne potevano più ide-,
gli altri »eflere)nformari ,. n_c u] 3 t •ove:mY wVÈ
Bacio,a V; A,.,umilmente le ..Velli., e relto preorando
Dio noitro Sigqore ,,* ,e ,tutti <juei glo^io^ ,Santi , le ; Re.
liquie de i quali fi fono di fopra nominate} che tenghino
V.A. e fua Sereniffima Cafa in loio fanca «uftodia lun-
Pi                                ga.
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i$6
gamente felice ^ et alla fine la ricevino nel numero, e/
conforzio loro in. Cielo •>. •
                                , ,
Di Cafa il dì $. di Maggio i£ij.
Di V.A.S*
ma               mo                                    È
Dew, Hum. et Obhl. Ser<v,
Cofimo Minorbetti Arcidiacono •
V. Ora venendo ad altre Reliquie, notar io debbo
quelle, di cui il fopral Iodato Poggini Mae/rro della Scuola
Eugeniana più. moderno Scrittore degli altri ragiona, come
apprettò „ Nella Tribuna di S. Antonio evvi un Reliquiario
„ nuovo d'argento con ornamenti dorati, fatto a ufo di
j? piccolo Tabernacola, centinato nella parte fuperiore ,
,, fcorniciato,emaravigliofamentè distribuito in moltiflì-
„ mi fpartimenti. Devefi adunque fa pere , che Cofimo
„ III. religiofiifimo Principe quanto altro mai, per com-
»y pire una ferie di Sacre Reliquie, che mancavano an-
„ cora nella fua Reale Cappella , defiderò d'aver parte
1 d* alcune , cher fi confervavano in que/ta Chiefa , le
,V cjuali da lui avute, volle per gratitudine collocare in
,^vafo più decente quelle, che erano rimafe, e allora
», fu > che fi lavorò quefto belliflimo Tabernacolo d' ar-
jV gento , ove, oltre le Reliquie di Àbramo» di Ifacco ,
3v di Giacobbe , e de* Profeti , ne fono ripofte molte
»3 degli Apofloli, e de* Martiri principali.,, Il Cionacci
altresì ne riporta dell' altre non mentovate dal Minor*
betti , e fono „ Un Ciborio di rame dorato con di*
j, Vedi lavori , e fmalti, collocatovi in una borfa un*
j, cannellino d* Offa di S. Andrea Apoftolo , due pez.
„ zi del Capo di S. Iacopo Apoftolo , Olio di S. Bri.
3, zio Vefcovo , e della Pietra del Calvario:. Un Vaiò
fif'p* argento dofato > coti figurine, rabefchì , e fmalti
|f ali* antica cori un boflolo di Criftallò di Montagna,
j, collocatevi particelle , e framménti di Olia di Santa
», Reparata V. e M. Un Reliquiario d' argento dell'In.
*l
                                                                      „ te*
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*97
,; teriora > e Camicia ài S. Filippo* Neri . Un Bufto
„ di legno dorato con la Tefta di Santa Corduia ,
„ una delle undicimila Vergini Compagne S. Orio-
55 la . E ultimamente dal Cardinale Francefco Nerli Iti-
55 niore Arcivefcovo , donato fu il Braccio di ' S. Giufto
,5 Vefcovo di Lione 5 il quale flava nella Chiefa di S.
55 Giovanni , già de' Padri Ingefuati detti della Calza,
55 ed il detto Arcivefcovo per cornpenfazione diede a
,5 detta Chiefa la Mitra di S. Zanobd , che ha forma
55 di Cappuccio . 35
V- E circa la foprannominata Reliquia di S. Re-
parata 5 debbo grado al Sig, Domenico Maria Manni ,
di una notizia 5 cioè di chi la donò alla noftra Metro-
politana 5 lo che egli trovò in un iftrumento air Ar*
chivio generale rogato da Ser Iacopo Barni adì 7. di
Ottobre deiranno 1505. leggendovifi efìfere dono di Co-
fimo de* Conti della; Gherardefca Vefcovo di Colle , e^
prima flato Arciprete Fiorentino 5 la qual Reliquia } che
è parte di una Cottola della detta Santa s era fiata ah
immemorabili
nella Cattedrale di Colle ♦,
           ;
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Ip8
LE Z I O N E XVII
>', *? ivjj IJjJÉilÉ -;.T 1? jT^Vx ^f ZI O N I
»/.; : lì i:;i.'* f>ll: ; '/;.-. ; ' :.             : ì .... -         .--
JD IL COR PO ni S ANZANOBIp
SÈPSI ^ quella guifa 3 che le facre Reliquie
fono fonti di teneri .affetti ne* Fedeli;
iìmigiiantemente a noi motivo di di-
vozione faranno maifempre le Ferie,
che {blenni il celebrano in onore delie
jmedefime: per la *qual x,ofa fin dappri-
ma il penfiero mi venne di fare nel-
la preferite Moria un trattato delle '«magnificile Fcclefia-
niche folennità celebrate in S. Maria del Fiore ne5 fe-
coli parTati .. Aiuta ancora a confermarmi in tal prò-
pofito , che nella parfata Lezione circa le notizie d'al-
cune Reliquie, di cui mVè venuto fatto di. fornirla*
./cario mi fi ravvia, il ragionamento fopra le molte tra-
slazioni delle Offa di S. Z anobi, le quali dalla pietà de*
Fiorentini fi volle 5 che colla maggior pompa fi fefteg-
giatTero,. E però tra le moltipjici facrè folennità iru
Santa Maria del Fiore celebrate , daremo il primo luo-
go agli onori fattj .al dettp Santo . Né meglio perav-
ventura fi può eseguire .così nobile 3m$>reia., che ripor-
tando ,quì parte d'unaEeJazionedi anonimo Autore.,
data alle fiampe da^Franceico Cionacci nel i68y. Onde
io tralafciando .iquanto ivi fi dice della prima traslazio-
ne , già toccata da noi in ,altre occafioni , nelle quali feo-
primmo .vari errori > riferirò la feconda j e terza , facen-
domi.da quello, che dice l'Autore circa la fantità di sì
gran Veicolo., :ed è come appretto;:
„ Non fi ri/kinfe la venerazione verfo di lui nel fo-
j» lo alzarli .òbelifchi , e memorie ai fuoi gran fatti»
V> et al fuo nome idalla di lui Patria, e Concittadini;
„ ma anco le prime trombe della Chiefa fparfero in varj
tem*
-2J
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199
j) tempi il grido della Tua flima , e fantità , come fece
,, S. Paolino nella Vita di S. Ambrogio , ove dice :in
jj \Cìei)itate Florent. ubi nunc Vir Sitniius: Zenobius, Ep~
,, fcopus e& . E 8^ Girolamo nel primo Libro delle lue
„ Epiliole nella 55. dice così,, Ego fidei meae tejhesha*
J} beo aures tuas*'■» & Beat? Fratris Zenobii , quem t&cum
omnes , ^»/ hic fumus y falttiamùs . E più, modernamen-
,, te il-Baronio nel fecondo Tomo de* fuoi Annali par-
„ landò di Zanobia Reina de*'Palmireni^J;x1Natn'ff■■Jlvflo-
3, Uro gran Santo : Injignir Florentinomm Ej?ifcogur ; et
„ eflendo ftata Tempre così celebre la fua fama , oltre i
35 confini ancora del noftro cielo, non e maraviglia >
„ che un Luigi XI. Re di Francia moleftato dallo fpia-
55 cente male della lebbra * faceiTe ricorTo alla nobilif-
5) fi ma. Famiglia de'Girolami, con una vera fede d'im«
j, penare da Dio per mezzo di quello Santo d' elTerne
}, libero , e gli domandafle un Anello , che ancora di
s, fuo conferva , già che era imponìbile 1' avere delle_.
,) fue Reliquie, et Olla nafeofte , e cuftodite con tan-
,) ta gelofia da' Fiorentini ; et effendo compiaciuto non
3, meno da detti Conforti deli* impreflranza deir Anel-
5> lo , che dal Santo della interceffìone della grazia, con
», magnificenza propria di quella Real Cafa , voglio-
,, no, che glielo rimandafle dentro d* una C'affetta d*
j, oro maflìccio, il che non avrebbe avuto bifogno di
j, domandare , fé alcuna delle fue Sante Reliquie fi fof«
jì fé trovata in quel Regno.
„ Onde bene a ragione la Chiefa Fiorentina da ;tem«
}, pò immemorabile celebrava con ogni maggior rito >
», e culto la fu a feria, come in fpecie fi ricava da un anti-
>, chiflìmo Manofcritto intitolato: More s & consuetudine $
Canonicae Fiorentine^ : il quale fi conferva nell'Opera,
»$, ed è dettato fecondo la rozzezza di que*tempi ; e dice:
,, In Fé fio S. Zenobii pulfamus Vefperasy Vigìliam , &
j, Jéatutinntn quatuor <vicibus , Jìcut in fummis fefiis *
jj Ecclejia mnndetur yer totnmA Lampades abluantur , éF .
jj ornetur ubique in Ecclejia 5 fraeci-pue fnbtus Voltai \ &
in medio Na*vis Ecclejtac. fedes %ro Clerici* ante Volta
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2<SO
y> Ecclejiae pregar enfur . Tn Vefperi t *vero , Vigilia, <&■
yy Mijfa omnes Clerici de Cimi tatedebent intereffe
, *0-
» tum Ojfìcium 9 di urti um frilicet <> ■& noBurnum, ante
w ipjius Altare hodie , #* fer totam Q&amam facimus «
^j In mane *vero pofl di&am Mijfam Populi pulfentur om*
»V iies Campanae ad j/raedicativn-em Epifcopalem, mei alte*
$% rins yfi non ade fi Epfcopus
. Faela praeaicatione conmem
» nimus omnes in Ecclejta S. loannis, ibique dicimus Ter»
j$ ?*#«2 , interim praefaratur Epifcopus cum facris Mini*
j> flris , quibus praeparatis ? Cruce praecedente > Ò1 cereis
ss ad ultimum coram Epifcopo ordinatis procedimus de Ec-
3, -clejìa $. loannis , in Ecclefiam lancine Reparatae , ubi
„• requiefcit Corpus Beatijfimi Patris noslri Zenobii, ibi*
a que "Mijfam dicimus cantante* in Procejfione Refponfi-
3,* rium ; iam non dkam de dpoftolis yfcilicet quia ipje fuit
j3 nofter Apoftoius.
                                             ro >•■:'
3,^'Et H corhime di cantarli nella Cattedrale il giorno
.,,'-della fua feria due Meffe del medefimo Santo fi con-
9, ferva fino a quefti tempi , chiamandoli la prima del
3, Popolo j perchè , come di fopra vien detto , fi diceva
,3 la mattina avanti di fonare a predica , acciò il popò-
3,1 lo minuto j e che lavorava } poteife fenza pregiudi-
3, 2Ìo delle fae faccende foddisfare ancor elfo alla fua
j, divozione verfo di quefto gran Santo*
,3 E fi legge da tempo immemorabile 5 che Ja Signo-
„ -fra > Magiftrati , e -principali Airti di c]uelta Città an»
„ davano ogni anno a Gfftna pioccfiGonalmenre per la
3, 'Fefta al Aio Corpo ; a*izi the nel iqóé. a'22,.Mag~
>j .gio fu fatta una deliberazione, che tutti quelli, che
s^ il giorno di S. Zanobi offerivano in Santa Reparata
,j ceri , o torchietti, fuffero obbligati lafciarli allVOpe.
,j ra , fa Ivo A Conforti di S. Zanobi . E Y anno dopo,
j, r Univcrfifà de>gli Scolari per una certa differenza
3, avuta a ,conto della campana dello Studio, fu con*
33 dannata ad -offerire ogni anno 50. torchietti nel gier-
,3 no della Feria dì dttto Santo;
33 Quello coflume d'andare proceffionalmente fi con-
3, fei.va foio inoggi <&' Fratelli della Veri. Compagnia
33 detta.
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2-J9J ,
>*. detta| ;di; „S. Zanpbi delle Laudh > la quale ebbe pr i n -
,}> cipio nel ig8i. e-fi radunala, fn; Sò; Riparata », ma
3, poi in occasione di fabbricarfi, la nuova..Chiefa bjM'
» furono affegnate alcune Ca|e jiel|a^s f^n^nip^ che jera-
3, no, ove di prelente fi aduna ,j{vt gfeiqÌMMl^r-firf
v} „ Ma per moftrare, che, ir4, ogni, tèn^po^iCt, in ogni
„ forma fu fempre (colpito nei .cuprf^la generazione
„ di quefto, gran | Santo ,in< pccafiqne,* cjie; il Capito-
lilo Fiorentino , et i .Canonici £V;ey:anp una quantità.
„ di terreno fpogliato, dentro, al .terzo Qer chip ,.,d,eife/
„ mura di nuovo fabbricate?,^pe#iarcjno nell* acerete i-
„ mento della Città fabbricarvi cale? j e,t a formarvi
>, una non piccola ftrada > la quale fu denpminata > e
„ fino al giorno d'aggi fi chjan^di, ,S.|tZanpbjQ,
*fs>sE perchè qMlIlfigif^^d^&àlnl^^kMP^^ e s*
# amano y ù tengono, b£n$jt pex geìofia ijafcofie , ma, dì
„ tanto ; in tanto fi procura , ài rivederle^ , posi querce»
53 gran teforo dal 40S. che, fu, fepolfo in S* Salvatole
„ fino al giorno d* oggi quattro volte > o benigno Let-
5> tote è /tato vifitato j e riconofciuto s come ora ii
j, fon per dire , e fempre con eftrema venerazione~", e
„ pompa, La prima fu ^vlÌ3^iiB5%ol^nlm^in^
5> Iftorìa Giovanni Vjllapi.jcon ie {eguenti^ .parche, :.
? :„: A mezzpU r#efe di Gennafp l' ÀrCivefcov^dj rifa
,, Fiorentino,■« ij Vefcpvo di Èiefole» e quello di %>u-
,, leto Fiorentini, con Calonaci di Firenze^ e molti
tj, Cherici , e Prelati, feciono feoprire, 1* Altare di SarL.
i„ Zanobi, et convenne far cavar fptterra ,j^er dieci J>jrac«
5jsscia , ganzi che fi trovafle 9 e trovato ,,!£ uria JQaflfa
.,,, corame(Ta in un? Àrea di marmo,, di quello le^arpno
-j, alquanto del fuo tefchioj dei S^Pshi^n^Sr^W1^1^*
,, il fecero legare in una tetta di argento a fimilitudi«
5, ne del Vifo del detto Santo per poterlo annualmen*
3, te per la fua, fetta con gran jiolerinità raoilrare al
5, Popolo , che *1 vi fi t a ffe . Per la quai, Translazione , e
„ Indulgenza quafi , tutto r, il Popolo , e perfone di Fi-
ti renze , divoti?\uomini, ,e donne,, jpicciolj, ]e gran3i vi
» andarono, a viiìtarlo coh gran devozione ^e pfter{a V^j
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,,'Afa crefcericlò fémpire la venerazióne , et il tulto
,j verfo del Beato S. Zàridbi protettore , e Difenfore
3, del jpòpòló Fi drentirioVe' Padróne della Cfeiefà màg-
5, giòfe , per^ férvirmi Jde* rnedéfìfni térrhfni V che fono
» più volfe efprefli nelle Scritture1 a'miehiffirhe >• quaffdo
5, nominano il5 detto Santo, e cotfHnciarftfo 1* Italia > e
» particolarmente Firenze ad ufeir da quella rozzezza y
j) er ignoranza» nella quale 1* avevano làfciata i Barbari>
jj corrririciàronó altresì £tJe rifare ad otfòtàrè ì\ Marito
3». Còrpo irj miglior fòrrfiar àlfèj tfò^ ivevatì® fatto in-
jV tìno allóra1, è però héli'Indiz. fecónda di Marzo del
,, 140S. per gli òpjportuni tòr^fi|lj dèi Comune di Fi-
a renze fu deliberato > thfc fi fàcérte tifi Sepolcro óno-
1, revoleper il Carpidi;5. Za#obiV é fi fteHeffe ìrk#
A luògo idòneo j dndèfltfòfib varj 'trattati della forma* d*
ir.efeèu'ife taf decreto» Mielite«fH Ojtefai di Santa
n Maria dèi Fiòfé" ilei, 1^2$, rrfòlverbridri chS fi dóvef-
% fé fare ih quella driìefà1 in<£«&■■ .jwrft'è aildra fabbri*
3)1 càti > e tònfultati ^iù èfeeèllènti Teologi , Pittori *
5» e Scultóri ,: et altri iòvé fi dòvèffe collocare, fu af*
h fegnata al dettò Si Zétìòbi^ la Gappellà della'Tribù*.
W111 di mtfcib . E;: mi ? fervfrjfr dèli* ittéfle parole cótì le
»* rtiuàli è concertò il decretò**,^ !
                    :^ "
rl ™Wtr"Hw-<J * WMM à còrda alla Pòrta della
„ •Ch^faidi'PS? Oitìvambatiffà , s> intitoli del rìòmi} di
„ S|.: Zànóbi , WélU quale Ti faccia un Aitai- Vóto * jfot-
,} rio del quale* il ripónga il Còrpo, e Offa< di détto
n'S^ntò fn Xmà Gaffa- di bforiZo, ò marine y # ffcpra vi
,yfi mèWa uria Stàtua dell'Effigie di détto Salito di lun-
,, ghdzza èli biraccià tre , e tìiezzb della médéfirtià ma-
j, terià, è intòrrio Vi fi faccia "tiri graticolato, rier il qua-
'}, le fi poflfa vedere, e non toccare, é nel rimuovere^
V» il detto Corpo Santo ìfi faccia una folenniffima pro-
a, ceflióhe , e ..fi ! tramati il giórno $ Hie T àkra volta fu
:*ai translatàtòJ cioè il dì Ì6\ Gennaio^ W
p Si mùtaiono pòi d* opinióne 5 e penfarono di col-
'5, locare il torpò in una Cappella fòttò alla medefima,
e, cotìè chiaramente fi r^ccògife Éaliìt feguelite dèìibe*
^taziòue del 1485. »
                                   » Pa-
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5, ngj>i & fletta fg,ttp.,ia Vo|tf,jdi, detta..C^pelja; Jfglla
n tfecìa ver|o & 69SP;» »? $?! /^e^o^de^fa.QoU;» e_l
„ che èv&mzAfcMmi w^^mm $i ì#wjbi Pe^
^ sonfejryare maggior,? toziQ $tie fi jpuò:^lla parte di
», fotto, Alia^uai v^/it fjm^^emm^i* sua-
>, le >venga pa^ jo^ 1? ^l.ta^e r^(9^ ^ patterò-
„ si 'jdrìl'AtawP ^al^^^. iv^tr^i fi lft 4ur$he>zà
»5-v4fèU^|d^t^ 4ne$fa\ fia iftuantp, l^BKrVa o ipo(cp me-
„ ino» « «la'jjaugbfiz-3^ un forae,c,io^e mejzzp, q c^ìrca/.Que-
„ ?fta finora fi Infoia per 4ue tcagip,ni ,: 1* u$^ perchè là
,., Volta polla efaiaxe,, l'altra ^ejrohé ^gm^uli J ppfia
„ vedere i lumi $p$i; intorno all'Ar^a $ejl C^rpp^dji S.
fu Zaoofei per ^eyip^iQ^e ^di.deltpiS^fR* %f Ahf^e, (|| fo-
4i jpxa. fia lapide ,$i jmar^ Jn fy qua£t£p^£QJori né '., «l,
feiiSaftÒdOTSà Japide,J^ra; ^^^pnfe^t p^n^ WrCafla
„ del bronzo iOrqjnata pe^ Xp/en^p ,di Bartolueciò , »,,
j, E dopo aver detto varie cpfe Jntorno alla diipo^*
„ zione deli*aliare tfqggìqg^e:^ ., y^ $v i:
_.,. r. w
w
*„ E que&a pa^e jdin^nzijftpn a$£^anftp^e!v? lua^e/tc^
4, i re » è; ! uno ipouejlo \ per il quale fiifpofla, métter^ ,, e
„ tirare la Teftardi &£ai$obj ,> e ppcp (dopo ,, E inteìi-
„ <diamo > che :dalla $>##€ jdi sfotto., dove fata rjf Corpo
„ di S. Zanobij'vi tf ordini lampade» e devozioni con-
„ .venienti* „ -
                ì0j ;            /ì S • : :Ùl it
« Dà quefto fivconjjpren^e^^che Ja.xlflWfc Gaffa\ t\q§ fu
i, mai «fatta per mettere >il Corpo, del, vdettp i%ntp^come
)» alcuni hanno credutot» ma fplamjent|e per' ^"poryi ^la Te-
« da , e molto ?più fi comprende 4^t^w^WP-m^fe^
-j> sdeir Opera del i440* che dice : ^5              ? ;\ f. j
,j Neil' Arca di Bronzo;ordinata per la Tetta, otCa-
5, po di S. ^arjobi per la ,$arte $i ;dreto.,A; feriva ^en-
« sto una ghirlanda 1 ^infraferitte letterq:q :1K :
^capvt beati zenobii flqrentini episcopi
„ IN CViVS HONOREM flfe;C; ARCA INSIGNI'
,| ORNATV FABBRICATA FVIT . ?,
*,, et in qjaefta £or,ma.; ^pu:nrp Jj iprefente^ yede, ■
«S ti
                                 C e 2                         ,j Ftìì
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-;
304
a, Fu data S'"fare la jdetfa Gaffa nel 1432. a Lorenzo
), di Battolò , eidè al Gh/berti> come al più peritò di
„ quelle corey che in quella fi ricercavano, ma còru
3, obbligò d* averla* fornirà in 42. mefis^KS avendo a*
j) dèmpìtò a tal condizione, gli fu tolta * E'ben vero>
»> che cónofcencJo non poter trovare, chi terminafle il
i> lavorò cófn là"perfezione , che era 'cominciato } gli fu
jj di iiuovòi a' *8v Acrile del 1429* rtftituita , con cb-
j?1 blf^ò eli finirla in " ró. mèfi ,: cerne feguì . lo noru
sj ho Viéduto^qùèHbH c'hé'precifanìeme fòffe pagato que-
|i ftò belJifltmo lavoro ,fo bene*che il bronzo ì* Qpe-
5, ra lo ^ornjjrp dalr Arte della Lana , alla quale era
» iva tizdtpl[ $è}\ a1 Sfigura di SI* Stefano j1 che aveva fat-
), ro fate a' &v{MmiéìBWf èfydtèèfà$éffi&%fà&%é$2ttàSìi#
5j RjcjÈjFdo'^citffro -di ^ùe'HerB^i y o-poè^ó dopo , che è
s, nella Bèttal LibrèHi'réh&£zryéké'v">Qbk "cotto fiorini
5» 13 iV* non; diflfrnguendcV'-già'fe là fola fattura , ò pu-
V»' re' tutti la fpefeìnfieme ;1JLa qual Gafìfà dipoi fu fat-
5) ta indorare nel ,1.5.90. in -circa dalla f>ietà?4 tffd'fei/o,-
>; ziohe véYfÓ;H quello' Santo del-1>litfiì^'Sacerdòte ,;e«.
W Cappellano deMa dekta; Ghiefa- Vittorio dell' Ancifa
"& fóndatele'''delfé\'FancwlÌerv)SitaSili'té5',ift-i[''Vla della iSca-
SV1vf, E* ben vero V che"'-fuDfervkò 8cii cattivo guitò, e
5 ;V al prelVnte fi va penta dò indori ri a di nuovo Ah
„ Ridotte le fopradette cofe al luo termine , eflfen-
y|, (W l1 anno**$£§# iegin^àt'i%cò,rfda-c'elebie Tiansla-
ej,! zìpnù 'dà'l luògo'* ove' fu lafciatò ntel1 1330* e mello
'V nella Cappèlli fabbricata a po(U , pei- feehdear nella
,V Cjùate fu ordinato , ci# fi -fàcéfle una fcala traforata, ac-
3, ciò fi.vedeile lume , mentre così furie parfo a Filip-
3, pò di Scr Bruneliefco , il quale non dovette appro»
3>"vario rgiacché non fi vede in quella forma.
„ Come paffaffe^la détta funzione, fé bene ? o Letto-
3, re 3 lo vedrai nella-Narrazione , che ne fa il Mazza ?
„ nondimeno mi par bene .d'addurr per refiimonio un
3> altro Autore, cioè Giovanni Tortelli Aretino Subdia-
}> cono , della qual vita fé ne trova una in canape-
j> cora nella detta ^Libreria Strozzi, dove io ho copia-
*'■-"' *i ** ■' \iÀ            V fì :; :-i :       ■ '* *f, V»                                                                         33 tO
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%)vncx,n>: Lanfu.o/cul:
wo <s*^ WSIADI S ZAMOBF SOTTO L ALTARE BELL SACRAMENTI
■\M-..',.
**£}&■
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20 5
„ tb , quanto troverai appretto , tantopiù che egli ef*
„ fendofi trovato prefente a tal funzione > accenna mol*
„ te particolarità , et in fpecie quella del Corpo di
„ S. Podo V che morì circa al rooa. ( come d'altrove
„ ho cavato ) et era feppellito nella Chiefa vecchia
„ fotto l'Altare di San^ Tommafo Martire non molto
„ lontanò da quello di1 S. Zanobi, il che mi fa tener
,, per certo effer quel Corpo intero, che con abiti , e
,, Crocè Epifeopale f\il petto fu ritrovato nel '1*583, co-
„ me ne fa memoria il Fabbri , tanto più the fo , che
„ per trafcuraggine di chi fi trovò nel tempo della det-
,,'tà Traslazione » non fu pofta fopra alla fua Arca una
„ Ifcrizicne antica, che aveya^ nella Sepoltura vecchia»
J} non oftante che fufìfe ordinato dall'Opera con il fé*
„ gtiènte Decretò regiftrato fotto detto anno a e 8*. »
,, La Tavola di' marmo > nella quale fono fcritte certe
,, lettere , ovvero Epitafrro del Beato Podo Vefcovo di
jj Fiorenza , il Corpo del quale ripofa nella Chiefa Fio*
5» rentina , 1* Arca del quale è polla fotto le Volte nel-
,, la* CappeHa di S. Zanobi , fi metta , e muri nella
,, pariete fopra F Arca dèi Corpo del Beato Podo, che
j, da ógni uno , the farà; prefente , e voglia, polla leg,«
j> gerii. E fi vede replicato un fimil ordine allibro fé*
}, gnato B Armadio 38. e data l'incumbenza patticulare a
,, qualcuno , che per voler di Dio non folo non l* efe»
5, gùì , ma lafciò fmarrire !» detta- Tavola . E tornan-
3, do ormai a quello, che fcrive il detto Tortelli intor-
:, no alla Traslazione del 1439* cos* dice :
5, iam Eugeni us Ltido<vicnm Vata'vinum 'Cubi etti art tini*
5, junm ad Archiepfcoj>atum Elorentinum promoiiit . C«»
3, ins tempore Corpus Beati Zenobii l ex loco oh di^uer-
5, fam no'vae Ecclejìae difyojìtionem ignobili ori ad dignio-
3, rem-] aytioremque magno apparata translatum fait. Nat»
V) cum forma & difpojttio magnifcentijjlmì Temali ad com~
%i plementum redatta fuijfet
, è? Eugenius Vonttfex conci'
Vi lium grò Graecorum timone celebraret > coniìeniffentque
3, loannes Faievlogtts' Qraecorum Imperator, Dimitrius dif*
li fot us eius Frater , lófej>b Patriarca Conti antinopolim
:45R u        .                                               » té*
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to6
5) tannin $&#0M$$ Arfmepi[cop^ru^^.r^ecfi,vHm,y^ J*a"
3) timor um 3 ùtque JEpifcopptMm moltitudine
. ¥if#m fitit loannt
ìi Spinellino CathfdrafisJ&fi$leJÌae Br^epofito Viro clarìflìm
ino ij» C/tmmcifyue ^ ^ Cindhus so ^otijjimum tempora
n translatiomm Corpmir Meatiffimi Zenpìpii celebrare y0'
» conwevimti ì'Und'4 a* preparato loco difp onere.^t/ttu-
ii io igitar dp$ é> KaJ;> Maias anno filmini Jnfarnatione
a
143,9, xon*®pn#r#nt m waiprì >Bafil£e<# Cardinale/ o%ne s,
« ^qui Curiam M^fWt Papa? f&fupppes ,^d dmcilìnm pe*
5 » merant. Mt jpm&iJJÌMC in \MJieqio MccUfiae Coro n^ariis
*3 tapetis 5 é& duteit praeparato de^uram wrfus Aliare
la pstrtem Cardinales> i#fe$er,w$ ypofi $uos ffifriar,ca }iie-
0 rofùlymiiamts
a É? $0 ri arca Sradenfis , aliaqus ingens
» Anhi$ft$co$(miWid$i EpiftopQxuw Qraeyorjiw %Ì?{ Xati-
s> ,W*um ttWjktòfiuib p^hl^rr^ooridin^ dif^ofita fiaka^t^ Ad
jìniMvtm *ver& fedebat fritto. fi£kp£r£q$ fyfpp.tu* y pofi
ii qtami Legati idiewr$®rHm frwci^&m
j 4? Cpm^^^if^m
■sì turn
, frotono.taru.que La^tinae Ècclefiae > 4$t tàobilivnu
: «ti Graecorum , jatqm Latinorum mtdtitudo non pgrwa .
èy^Dunc &ndo$)ixus J[rchiep£f^pu(s in *vefle Pontificati p é*
39 Mitra ìredimitm,) zcum {ex aiiis delc&is r£pifcop£s, > &
*$ Catkonicis z IPopuJoque ìnnumejrabili ad antiquaw proce"
» deus -Catat^nìktìmi Marmarefi^ Capfuilam3 $»•\'^u4 OJfa^
m> terant ■BeatiJJìmi' Zmobii , &dj%munt 5 -.& {w hjtmeros [ex
m Uhi Vontifices fubiicentes confaquente Ludovico Archie-
m fifcapo xum <Canti$is > Ut totius Jopuli iubilo , Qrga*
*&nifque &' Tibih•■, atqne diwerfis Muficorum generi bus
jj Dei laudem jper sotam Ecclejìam refonantibus;,, magna
«j» <èwA devotione » & reverenti^ ornatiflìwo Altari wer-
»ti> dmfoftigrunt . tfy interim dum Mtffarum fols.mnja cele*
» brarentur dignijjìmi omnes FJorentinae Urbis Cwes } ac*
■■*» cénfo.s Cereos in manibus deportante s } ine e dente[que^
i> xonfpieno 0 ^affu-e ^mpìiffimo iordine > magna demotionz*.
fywenerari Meatiffìmum Corpus (àdrve#iunt
.. Atque oinnium
■ 5? primi hi fmwnt\ qui ex eadem progenie .cu». Zenohio in
>y bac Fiorentina Cirvitate perdurant Viri
, #* plurimnm
\ %i clarijfimi , é?* Nobilitimi de Hieronymis ho di emù\ tem*
*? *or^ mocitatim Vofi hoc Ci<vitatis Uriores ampliamo )
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lOf
,, ut fotent i apparate consentimi » qmf cdeteri Magi-
5, ftratitt, net non alti plerique Cime* praejlantiffimi fub*
j, fequebantur. Demum pera&isfaeris ajfumunt Capfnlam
>, iidemque illi >, qui prius Pontifices facri , & fequenti-
»! bus Arùhièpifcopo cum Canonici?$ at* innume t'abili Popu»
,, lo in HQ<vam Catatymbam'ì quae' épndprimam: eius Cap~
>j peli ani > ut bùdierna tempore nofUinatur■, fuo nomine
tottfecràtàm magno tuffi honore locaverunt * QtiO' <vide-
'lieti in loco poflpducos admodum die* marmoream Ca»
pfam cum Keliquiis integri/ Beati Vodiiiam Fioren-
ti tini Èpifcopi ì foli Canonici cum fropojtto
», & Presby*
j, terif aliquibuf ^paucifque Qi*Uibttf ■> $* me praefente tran-»
» fiulerunt,
i, E Venendo io ormai a parlare della térz^recogni*
,f, Zióné > ti dico , che per quanto fi ricada, da diverfr Ri-
,y cordi , et in fpecie da una puntuale,» e diligente^
„ memoria fatta iti que'tempi da Giovanni Fabbri Guar-
daroba dell' Òpera, che vi fi trovò p*efente, ella fe-
,, guì nel 1583, a' 3, di Novembre nell* appretto modo ;
„ L* Operaio Signor Benedetto Ugu^cioni fece parare^
,, riccamente là Cappella » Ove erano 1* Offa del detto
„ Santo , e verfo 1' un* ora di nòtte venne il Càtdina-
f, le Aleffandro de* Medici allora Aftivefcovo di Fi-
si rénze , che fu poi Papa Leone XI. ìnfieme con il
„ Vefcovo di Fiefole , e circa 12» Canonici con gli
„ Ufiziali , e manifattóri dell* Òpera 1 e levata da que-
„ fti tutta 1* incrotouradi marmi bianchi , che erano
V» molto ben commieffi » aitarono il ìaftrone dell'Alta-
„ re , óve fi celebra Mefla » e trovarono- una Gaffa gran-
„ de quanto tutto ì* Altare , la quale era commetta nel
„ mezzo con fpranghe di ferro , e circondata di fmaL
tó fortiffvmo > è apertala con fatica » viddero in effa
„ un' Umetta di marmo bianco in mezzo a due Caf-
Y, fétte tjuadré ferrate 9 e maftiettate fortemente , e dal-
„ le bande a quella dì mezfco vi erano attaccati due
3, quadretti > o lamine di piombo con la feguente Ifcri-
31 zione ;
„ HOC
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208
.-:.w «OC COREVS JBE^TI ZENOBII DE MEDIO ECCLESIAE ^
?, IN HOC X.OCO POS1.TVM EST DIE XXVI. . APRILJS .
%■■                               %uvM* CGCC. XXXIX. ! .■■. v ..■.'< ■'■/.
V> Onde 4* Arcivefcovo paratoli de' Pontificali, intonò
S11'Inno de' ConfeUbrà > dicendo in ultimo T Orazione
w del detto Santo4 se levato dagli Scalpellini il coper-
>> chio 40* Urna, che, aveva ^accennate Jamine, trova-
& rono efifer piena di Santiflime Offa del .benedetto Pa-
« dre waftro S. Zanobi beniffimo confervate , le quali
a» incensò con molta letizia , e pietà , porgendogli poi
*, calde » ed aiFettuofepreghiere , e come che la detta
recognizione era fiata fatta ad inftigazione , et, ini-
» pulfo del fopraccitato Fabbri, come ©gli medefimo
5, nella -fua memoria dice , cosi non avendo altro fine,
>j che una devota curiofità , T Arcivefcovo ordinò fubi-
„ to, che il tutto fi iimettelTe , e fi ferraiTe .come ita-
„ ,va prima , ponendovi i Sigilli dell' Opera , come fu
$, fatto .                                     fifyitj. ; >,: ■ r • .
* 3, Saputeli dal npftro wigilantiflìmp Pallore Iacopo
„ Antonio Morigia tutte le Sopraddette Notiziey dalle-»
3, quali avendo una moral certezza dell* efiftenza , et
„ «identità delle dette Sante Reliquie ;coniervare fempre
con tanta gelofia , e di tanto in -tanto j-iconofcijute,
^invogliato per fé medefimo di ricercare sì bel tefo-
9, ro , .et animato a farlo stalla Jorama pierà del £erc-
4> niflìmo Granduca Cofimo ili. concertò con il Signor
3, AleflTandro .Segni di prefentevigilantiffimo.Operaio il
.,, .tempo., et modo di fare \h quarta «cognizione »
Jj e fu deteinato il giorno 3. di Settembre di quefl'
,, anno 16S5. ;pej ,ii qua! dì reftò ornata la Capp.eila_.
„ Sotterranea del detto Santo con ricchi drappi d'oro,
„ lumiere .d* argento , e di criftalio ben difppfte j et
„ acce/e „ <e ricoperto tutto il fuolp di .finifiimi tappe-
„ ti ; terminato il Veipp fu ferrata Ja} Ghiefa per fug-
,, gire il tumulto , et andato i'Arcidiacojoo , et alcuni
j, de* Signori Canonici a quell'effetto intimati a pren-
;, dere Monfignor Arcivefcovo alla fua abitazione , fc
et                                                                                           nC
N
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wf*c tenneroqfediioi Carrozza , èr. aliar Porta della-»
,, Chiefa verfo teciGanoriica trovarono in abitoM sArci-r
„ prete eoo i Signori Canonica Curaiali\> et alcuni de*<
„ medefimi feco con il Signore ^Aleflàndra Ségjni <ppe-
,^raió j et il Signor Cavaliere e lacopov Falmerìrii<-Biovi.
,, veditore 5 et altri Miniitri ì iwm Ofiziali dell* £>pera >
„ con i /Signori. Sepator AlefTandro Sttoizl,. e Guido
,, Becori abitandl heir ìftéffa iPar^rocchiat, é chiarnati^per
,) effer tcftimonj]di'!ra4 funzianéu 3 tmqmsì ogàuf k u
i„ Fatta orazione ; al SantSflimQ Sagrarndnto: ,; fceferoe
f, nella Cappella ; ove erano oltre iliGirirnt>hiere^vefc
9v il SagieftanOj altri Venerabili Sacerdotii»;e Chetici
„ in cotta ,j diveriì Muratori*^ e: Scarpellini , e'fimili'
^ rÀftanifattóri ieoe. ;cappé turchine peri maggior lultro $
&v e^detenza di quella^ che fiderà per fàrexnE* il% A;rei«
*y vefcjov© ingjnoctbiatoiì avanti: ai medefrmo Cafloifee^
^coperto* di velluto » e teletta) iàfmo fece ! bbevv')rfe ita-
ti stesa orazione * imploxanckrr.il divino aitir© ec*n ftrji$*
,, tonare il Veni Cr e eia* Sptitus, dicendoin fineiéiiteflo
,» ile fazioni Betti) miomnecorfat^ymt.ABtonetmp
jj ^^r » vcjtìaif abianinate , fi .pofè. ar fdtatteKda *parte> ili
n una; decentiflìiriai Sedia dì broccato inerii Signori Ca?»
5* nonici con Igii; al&i Cavalieri iti; una BaccalàgginiU*
„ itaid* arazzil|g , ole..;.ri otti k : oiìj''„>' k , ? }ins&$ ^
•i,b# Brima d'ognfc cefa fi riconobbe dal (Cancelliere**
,, Borghigiani dell* Àrcivercovado, j* efler: ben ferrato;, e
fp tfpailieatatoiil CàìrTóiie i eflendoft- di <già>i legato lo fraair
Vi to che eia ifèprabcon le: laftreijdiunatrmossie dipòli 1*
\y Ateivefcovou con nftiàlj maredèina i inargentatali,diede
V, iprjncipioi cori t pochi >r\ e leggieri colpi, a fmurttrey fc-
j, guirando i manifattori coriJ j>ali;i et altriu Nutrienti
t, di ferro a levare le fpranghe» con le quali era fer-
#, mato detto Caflbne. di a marmo . Dopo- un'terzo d* ora
3, furono aperti ^oeiafeb fei nomini fi cominciò a lìfanuo-
5, vere iigraviflìmo cciofefchio j «e fi feoperfeidentr^ ali
,i elfo 1' Urna "nei rfaezzo alle *dùe Cadette qu ad né Ine Uà
„ forma » che la memoria cHceiua ave^vitlafciate nel* *$%•
*, Onde ogni uno benedicendo;Dio , fi inoltrò impazien*
5,ae i benché quafi ceno di terminar felicemente que-
Tom. VI.
                       D d                              IU
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2 IO;
,i Ita fanta Operi.Celatoli affatto il coperchia fi ved-
3r decornai idei mezzo effendi marmo di tre quarti
,, di ilunghezza^'t'lar^vcmque'tjottavc^ e fòpra »&vere ilf
s,. coperchio; rilevato 4f£ tondòi, che con effo alzava in,
», tutto due éttavi ^ e da>lle bande, le due lamine dic
9» piombò! I con \lf accennata Ifcrizione di grandi , intel»
ii ligibili, e ben formati caratteri , che rilevavano iru
fi fuora v ond« ^nòn reftava ialtro 'dubbio* fé non che
» il lungo tempo > e li umido, awlFeipotuto ridurre in>
^cenere? quelle fant3ffime^eJiq:uife parata finalmente al-
ffj largandofi:i inaftiettr Idi fera* >j fi> levò il coperchio <j
4 e fi trovarono alla rinfufa quantità di ;Venerabiliffi-
alimi Offa del inoltro; Santo Padre Zanobi Jsenifììmo con-
» ferva te * Allora; parandofìudt-Pontificali ììò Arcivefco*
}jVO,)'ir Incensò! co© grani devozione > e pietà» né; vi
»»:> fu ìalèuno;, ..■ chet m t&b difcopnnTènt©- fi * poteiTe; I con-
n 'tenere/ dal ^noti tnaftiferlare con voci « fenfibrli idi vù
j, va tenerezza §i risii il affetto J'i ri terno giubbilo , che * ne^
fjhpròvava ,ima più di tutti \1, hoftro efemplariflìmo f»a-
«siìvftore , proikaro coti gli altri in terrai proruppe iru
5) aJte.j;e.?éoriiiali iprìeghiere v fupplicandolò a >eontiriua»
^,ille ile lue benedizioni^fpprà al Sàntiflìmo comun Pa?
j, ftore InnocéiuioiXI; fopra àJla; Seref^ffima Cafa Re;?
j, gnante } al Clero , al fuo Popolo 3 alla fua Patria,,
fpé Diocefi , è fopra! lui:tnedefimo desinato a*ctMiodi-
I, tehquell^i^lTo^ìGregg3ttv€icàe^ie@^ aveva per, tanti fer
5, coli e benedetto t# e protetto. ÈS foddisfattofi la; pie*
y, taf di eia/cuno rfn; orare ^ei-benedite Iddio , é quelle
$a Sante Ofa^iii inconato dall' ;Arcivefcovo 4* Inno del
$i SantQLir 0 $lùs]<wlènde fraef^lùmy élc^ndoCi àipoj. 1*
ij> Antifona; il e da JuùlJ Orazione ul ifttó i otij^H"*j;j Ve
-ia|, Era ftatf preparata a xjuefto!effetto dalla accurata
^, attenzione;» del Signor Operaio , e Provveditore una
*> iGaffett£ di legno Soppannata dentro-, e fuori tii drap*
ììf poidi .fera bianco trinata1 d' oro » et un V&fo di me*
ìsi tallo dorato, che e l?:utóà * e 1*altro^furono benedet-
*$/>|i dall' Arcrvéfcovo.■; fiil quale* cominciò con le Aie
*jf)aJfe|$É * ttektire ledente Reliquie fopra d* un drap.
é&tjffi il&saiMitìjl IfeliiTfIS'l IO Olii.; H&tip 'idvrì^ff}.) pO :
III «c                                       b CI "                         i,V$ «ww'\
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tu
„ grandi , e dipoi i più piccoli » che in numero di
,, vo, e dell'Opera» popò adunati tutti i fragmentit
,, (ì collocarono nel]* accennato Vafo con gli fteflì Si-
,, gilli . Né volendo Monsignore paffar più oltre a ri»
t*::Conofc«r^4S»lt«ricN5e GtémayÀ figitfammmmr etfc
9f*baÈ$ due naftrigdi ieta bianchi -pfcrjciafouna > tanto
iV più che i; jmaftietti di fide..tfa&o dal tempo quafi
^ guafti , e córtcìfi> . inrfgqè'}! fei^aS ! '
* „ Patto'queftoHijLi i^c^ato JI'lTìfeiZ)^»^ » ^dicendo in
t) fine 1* ArciyeiktWiQ I*ìQrazion^ : -Agi-ìkfjf. tìU gra$i#t >
*,j-e dipòi rant&jBdQu'/1! Jt>n*Oì] p^opvsio nuovamente ^ O
„ Ffas tafanati TKttefufem sljfifa poriaTaiifopra jaitemat^a^
„ mente, da* Signori Canonici la CaflTa >?feguitati: dal
^Prelato» eh? aveva il Vafo de* fragmenti \j e da:i tutti
i^ftquelli, che vi fi ujo,vaw>no con ; jorc/hietfi ac^èfi c\fk*
,,1 mano, jet il ì tutto pérràljora^^uipo^j^-fer^^j^
-a,.-; deperii tx>: nella ^Gaffa-dlahronzQij ovfiiftcp^rjy^ Jta
^vTefta del Santo per ti afpetiare -ìiìjgàorno. ;4a ^Pir.9
■$4 pio Lettore-> tanto 4efwderatQ della ioìenne- t^àslaziq-
5, ne, desinata farfi con apparato ricchiflìmo di quefta
„ maggior Chiefa per un Triduo feftivp, cui fi diede
■j) principio nel dì 2,9. di j^ttembre * jb ■Irhot'fi^&a
'/7,'Ì
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LE ; fbjprtt&fttte ':Fcft*"J repli
caramente^
11.fatte itii onore di • S: Zanobi ; quanto
illuHraròno^il inome della Chiéfa di
Santa Reparata 5 oì iìa di Santal Maria
kleKFióre , dofà furono celebrate, al-
'^ettant^v attèrètcono ibf^lietjdòrei alla
'«otfirft lfà®tik liftl* fregando ida deferi*
vèrfen% altre rnó^ltiflìfh^^ d^lle quali fa' ra^dlofo- ieatro
la Gattèdrile t, io Ben preveggo non e/lTerè evitabile a
me utto/de*éii€ ;p.erkoÌi , o 3' avere a'ritraprefo impe-
«#no *fopedore alle deboli itòie forze > facendo di fante
•foléiiftitit parola , 6 fé le pa^b^ift fiiawzio;, di meritarnii
la grufik taccia di dare Una ^Storia Urn perfettac$ awejgna-
•thè le «obiti yr-;eifacré FUntìoniv-che fdovfeì deferive-
■ire, abbiano uttà eretta'^otinèfllone co' più celebri av-
%enirnenti dl: Firenze i li: qi#alf iti tiwaa maniera Jì
pofené e/eludere dar fuetti noftfi\ ragionamenti u A$U
effendochè di tali? Fede;--'fté tfcamattdaroa® ^memoria jl
Malefpini , i Villani , 1* Ammirato > il Borghini » l'A-
bate Ughelli , e più che più i moderni Scrittori ( chia-
mo io moderni quelli, che a* giorni ooftri hanno mef-
fo in iicrittiifa' della "Città di Firenze le pubbliche di-
vozioni , e particolarmente quelle celebrate nella Metro-
politana ) da quèfti fperàr mi giova di ritrarre aiuto ;
ed altresì ftando le cofe in sì fatta guifa , di sfuggire
il nome ài Scrittore ardito, non potendo notarli di
temerità il trattarne, ogniqualvolta fi cammini dietro il
luminofo fentiero già fatto da'fuddetti Autori . Quindi
fenz' altro preludio mi farò da tre Concilj , che i Som-
mi Pontefici aprirono in-aueiU Chiefa a benefizio deli'
Oniyerfale Griitianità. * <m
                             IL Ed
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rjl *Mt Ed il primo efletidofi fatto nell'anno 1055. da
Papa; Vittore IL. vediamo, che cofa ne ch'Aero gli Scrit-
tori .Ricordano Malefpini al Capitolo 64. fcirive come
fegue,, Al tempo di coftui (Arrigo III. Imperatore)
„ ebbe molte novità in Italia » e in Firenze: ai fuo
„ tempo fu fame > e mortalità per tutto il Mondo . Q«e-
11 fto Arrigo per fuà ifor^a lece fare Papa Vittorio nato
li dalla Magna -, il qual*Papa nella Citta di Firenze fe-
„ ce. Concilio negli anni di Crifto mille cinquantotto,
>, e molti Vefcovi difpuofe per loro peccati di: fotni-
„ cazione, e di fimonia „ GiO: Villani poco divcrfamen-
te dal Malefpini ci conferma lo fteflb al e. xv. del li-
bro; iv. dicendo „ Al tempo di coiiui hebbe molte
„ novità in Italia , et in Firenze ? -come innanzi farc-
ii mo menzione: al fuo tempo fu fame;, et mortalità
a»;f>ej: tutto il Mondo, et nel cerchio della Luna ap-
„ pario il Pianeto di Venus chiaro ■# et* a peno , che mai
„ fi vide in tale afpetto . Quefto Arrigo fece fare per
» fua forza Papa Vittorio nato in Alemagna , il qual
J} Papa nella Città, di Pirenz^ fece Concilio nelli anni
„ 1059. e moki Vefcovi depofe per loro peccata di
>j fornicazione, et di fimonia . »> Quefti due però Ifto»
rici sbagliano nell* anno , effendochè nel i©5$. e 59.
era già morto non folo Papa Vittore , ma il fuo fuc-
ceflbre ancora , che era flato Stefano XI. Seguì adun-
que quefto Concilio certamente nel 1055. fotto il qual
anno kggefi nell* Ammirato così 5J Fu queft* anno alla
«m C?ittà di Firenze , illuftre > per havere in efla il Pori-
-4 tefice ^Vittore, prefente lf Imperatore , celebrato il Coii-
„ ciiiip, ed eflendo generalmente nei Vefcovi molto
„ corrotti i precetti della Criftiana difciplina » atten-
j, dendo fenz* altro roflore a' diletti della carne s e all'
,u avarizia, molti di effi feveramente correHè , e molti
5, delle lor Chiefc fur privati Q Vincenzio Borghinjjlo
crede il primo Concilio fatto in Firenze colle fegùen-
ti parole alla pag. 45 fa della Parte 2. della Chiefa t e
Veicovi Fiorentini,,, L'anno 1055,. fi celebrò in Fi.
„ renze Concìlio Generale fotto Vittore IL che di pa.
ìt ,y
                                                                 j> recchi
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214
^ secchi nella kìè^M>l^ltlP^b^SiiifiH^m^%tfe? ». f^Xe io
5, fappia j è il primo ,yfNon *Io tacque Leopoldo del^Mli
gliore nella &a Firenze Illustrata , parlandone nobile
niente alla ipag. 45, come apprefio ,, ?Ma perchè **on è
& forfè'-Chiefa nei Moia do y ohe 'fi fia unita , e cot>for«
„ mata atìe Coitituzioni generali , ed ad ogni Apofio-
f,, lieo decreto j quanto quefta di 'Firenze , refe pef
j, quello degna dell'onore di tre Sommi Pontefici V in
9> celebrarvi tre Conci!/ Generali; Fuafto nell'anno 105p
»
fotto Vittore XI. in cui condannaci molti Vefcovi
*> Simoniaci , vietatati i* alienazione de'Beni Ecclefiafti-
^ ci,,-ed il Balenio fcrive, die V'interveniiTe rImpera»
tore Arrigo 4IL e Beatrice Madre della gran Con*
tetta Matilde j aggiug^ne tì fiorentini Lucchefei1
III. Che foffe quefto Concilio radunato nella Cat-
tedrale di Firenze in Cjue' tèmpi1 appellata S. Riparata,
ce abbiamo I* appreflfo memoria ivi affilia.*
          '**<}
.'■..'„ ì'-j.A 0'.'\r i !/.-.. Vi! -::[.., .. <>i!:■-."]ì.u ■>■..;■ 5 '. : ,• \' ;* .
CORCUIVM GENERALE
                      »» < ^ te
FIORENTINE HABÈTVR           * ■•»'> '-'f»''
fo                                 «DIFFICILLIMIS TEMPORIEVS            ^ -1 : f ,<
iil:           ERAESINT*£¥S                                   ^'^ •*
VICTOR E II. PONT. MAXIMO              ^
#T HENRICO IMPERATORE AVGVST0
t ANKO DOMINI M. LV.
i'ÉU'O Éi ..t)j K>i' . " ','. C',"n 'i^fì; t,Ml ■'!1;."-;.; Il''') t V li >J.'ì '!'!„•:; Qìì ';-;J i ' '' i
IV.JFd in onore di Vittore, die decorò Firenze col-
la Tua prefenza, e h no/Ira Chiefa di così augutìa Afiem-
blea, rifeiirò i due miracoli di queflo Pontefice » che
leggonfi nel Ciac-conio , e fono, che dal ;£uo Suddiaco-
no avvelenatogli il Calice consacrato alla MeuV> ed a-
Vutone quakne indizio , fi pofe «oì Popolo ad orare >
ed il Demonio in Vaie iubito <il reo ,* ordinò Vittore 5
che fi' figillafle quei Calice col Sangue di Crifto , e
jpofeia ritornato all'orazione', dal diabolico Spirito re-
iìb libero il Suddiacono i Ritornò Vitrore a Firenze nel
1057. dove fi morii fepolto , giuita tutti gli Scrittori >
in Santa Reparata •* $fr>3Ql,>-w£W3iu3 •....,,--.■„,. ,,,......j t>
kl^n u                                                V. Si
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*>I; i % Si! tràlaicia di riportare gli atti di quefto Con-
cilio, giacché trovanti* nelle erudite Iftorie de* Concilj,
flampate da dottiffimi Valentuomini : noterò (blamen-
te, che oltre a i fuddetti fcandali & che condannò Vit»
tore , in queft' occafione provvedde egli ancora al difli-
pamento de i beni della Chiefa , alle alienazioni, e do-
nazioni , che ne facevano i Prelati , e nuovamente con-
fermò la condanna degl' errori dì Berengario. E poiché
niuno dei nolhi Iftorkiuci dà né il inefe, ne il gior-
no* di quefto Generale Concilio , ur noterò qui una cir-
coftahàa ©fortuna a rinvenirne il principio ,; ed- lì quel-
la particolar diligenza , che tifavano gli Scrittori* di quei
tempi ,, parlando de* viaggi degl'Imperatori, non tra*
lafciando àv fegnare , dóve quefti Principi facevano le^
Pafque.» E però di* Enrico IO. nei 10^5. partito di Ger-
mania per venire a Roma*, fi legge in parecchi Storio»
grafite Italianire ForeftieH iCPsuv* L'Imperatore 1055*
„ dirizzò il cammino, vevfo l'Italia > fece la Pafqua in
„ Mantova , e. la Pen^tecoite in Firenze , e celebrando*
„ vifi dal Papa un Sinodo alla fua presenza , fi correfle»
„ ro molti abufi.))
                       <r;                          ^ u
VI. Il fecondo Concilio vi fi ragunò da Pafqua*
le li. e ne augniamo il tempo ali* anno 1-104. ben-
ché da alcuni fi itabiUfca al noj. Era Vefcovo dì
Firenze Rinieri-, e non Fluenzio > nome, che non fi
trova nella ferie de* Vefcovi Fiorentini, ma per errore
paiTato negli Scrittori foretìieri .Si vuole adunque, che
.per cagione principale ? di eoflui fi 1 adunafle dal detto
Pontefice il Concilio * imperciocché Rinieri troppo fifla
in capo fuo avendo Jf opinione altre volte nata , che
lf Univerfo fofle alla fine, fino a predicar egli, che fof-
fe nato già 1* Anticrifto, e però giudicando Pafquale IL
di far argine a sì falla opinione, chiamò in Firenze rnol-
itiflìmi Vefcovi , che fi fanno falire a 340. numero, che
pare inverifimile per le gravi turbolenze dell'Univerfo,
je, per tre Antipapi, che travagliavano in quel; tempo
Ja Chiefa . Tuttavolta notar debbo » che tanti fé ne
leggono in un moderno Cartello fopra una delle Por»
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%iS
te laterali della noftra -Metropolitana , che ha V appretto
Iscrizione£ . 1,1 ■ a . ... jìU#            ''*■• s*-"i            toiiÌ2>
>0 tu rt «KM Cai : SACER €ONVENWS ti' j. :
'V ój st>* rj :» l'PJSCOPORFMJCCCXL. i i »* *-- 3«J i . 2
FLORENTIABt                          (J          r ?'-?.?
DE GRAVISSIMA REBVS CONSVLITVR
L.-a
                  f ?A PASCHALE II.
ì>. ìi             * ùii-ìU *':;■'. *OM. VPONT.                                         C€
àil , ibi» ANNO 0OM. M; CIVY l-i;ÌOi> l-'.O
: IPii-i'u/D ót!y':J2lì O'ì ,■ 5>liii ili)..'' 2u;«?;■"-:-!0 óiì^tì.p ib.-.i»~*
VII. Ma perchè io trovo in moire Iftoriè piò del do-
vere accufato il noftro Vefcovo 3mifi conceda di ifchia-
rire un punto così importante per l'onore della Cbie-
fa Fiorentina * e ne fpero facile la difefa > folranto the
fi riporti quello, che ne'fdriflea tal propofiro 1'Ammi*
rato i le cui parole fé considereremo fén za palliò ne , fcor*
geiemo, che Rinieri non fu quel Véfcovo arrogantei va*
no., e Smoderatamente ambiziofo di farli Aurore di
novità ? come -diflc il Battagliai ,, il quale feguendo 1*
enore degli altri., lo appella Fluetizi'o . Leggefi adun*
que nel .Suddetto Jrtorico ali*anno 1104* cerne Segue 3>
$, Ma inundtindo < Pàpb PafqUalé ) che in Firenze il
j, Vtfcovo Rmieri molto arfermatamente diceva etTer
j, venuto |* Anticiifìo , fé né Né enne 1* anno 1104. vtl,
„ Firenze j colendo Saper da lui -, fé queiio egli have'a
,, per rivelazione ,0 in che guifa fel diceue , trovò e-
^ gli tilèrfi più fondato m naturai diScorfo ^ che queta
,V cog nizione in lu i da foprana ru ral 1 urne ! «(Ter di t ce fa •
ii Come < dicea linieri ) non debbo io créder % Beatiffi»
^ «10 ^acire,càe micino fia il fin idei fecole f ie in*
>, «liuna patte -:<tni volgo ,0 grande » o piccola, ohe el-
„ la fi fia , la quale non Solo fia uScita dai fuoi ordì-
ti m } ma quel ,H:he è peggio ydi enormi» e èrutte -fcc*
,y ^lt'iatez^ze non fia macchiara? Che oofa deve etfere più
„ /pura , e più Semplice della CrMiana Religióne V P
^nondimeno ella appena refpira dopo diciotto anni
%i travagliata da quattro Papi Scifmatici , e come Sofie
„ lieve fallo 1* elìca e imbrattata dalla inebediensa » e
ai
                                                                          ,, dal
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>4 *
&  èk\peccato della '.Simonia, fono talménte volti i Pia-
1,  fefsori di efsa a i diletti della carne , che fenza alcun
j,  roflbre abbiam veduto i Cherici ammogliati, non al»
,S  trimenti che fi facciano i Secolari s .Chi crederebbe,,.
j,  che -IA loffio Comneno Imperatore Greco > tendendo Jac-
3,  ciuoli ) e infidie a coloro, che fono iti a ricuperare il
3,  Sepolcro di Crifto, tacitamente non una a ma più voU
f9ì te fé la fia intefa co' Turchi ? Ma forfè nói ci poffiam
  confolare con V Imperator noftròbdì Ponente? il qua*
3,  le non contento dJ efler mal Criftiano st farebbe an<-
  cora cattivo j e malvagio Principe , quando fofTePa-
  ganO) nimico non che d'altri > del proprio Figliuoloi
,,  e dell* infelice Moglie , la quale trattata da lui peg*
3,  gio che femmina di mondo , T ha ridotta ad e (Ter lo
  fcherno, e vitupero di quetto fecoio, per le cui ve»
j,  ftigia camminando Filippo Re di'Francia, né egli il
3,  vergognò > ripudiando la Reina Berta f'ua legittima-
35  moglie , di cui avea figliuoli , di congiungerfi con la
3,  Moglie del Duca di Angiò , e tenendofela con dop-
3,  pio adulterio a guifa di propria Donna in cafa j di
3,  generarne più figliuoli, e figliuole. Ma non poflìa-
  mo con verità dire di vedere con gli occhi corporali^
,3  non che con quelli della mente , riufcire a' tempi
3,  noftri interamente tutto quello j che predille il Si-
  gnorfì della fine del Mondo , che prenderan Tarmi
3,  le genti centra le genti, i Regni contra i Regni 9 e
3,  che faranno tremuoti , peftilenze 9 fami , tenor del
,,  Cielo, e fegnì grandiffimi in tutte le cofe ? Qual fa-
  me fu mai fimile a quella, che patimmo già non fo-
3)  no ancora 20. anni paffati 9 poiché è cola certi Mi»
5,  ma, che fi trovavono molte Madri j che pofero i den-
  ti famelici ne' teneri-membri de* loro Figliuoli , e_#
35  qual petìilenza , et di che qualità afflitte in quel me-
3,  defimo anno Roma, e Italia? Et da quali parti > et
»  Provincie del Mondo non fi è injefo , che di notte
'ì}  fi fia veduto ardere il Cielo , che-da quello fi fieno
3,  vedute a migliaia cader le Stelle , e Hfe^tlè dieflje,
'3,  ove abbia percoflo , generato con ftridore acqua boi-
Te^. VI.
                       E e                         ,> lente »
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tiS
n lente, mortiti a turme i pefrì nell'acque:, èffer nati
„ parti moitruofi , et pieni di fpavento , et di horrore>
«e gli animali di noitre cafe domeiiici; fuggitili a' ho*
a
fchi , efler divenuti felvaggi , le biade per le tròppo.
5» acque corrotte , in alt ri paci! il pane eifer divenu-
4i to fanguinofo , a molti di fuoco facro elfer accefe.
j, le membra diventate come carboni ì Quanti, rinno-
*, vellamenti di erede fono itale a'noiiri tempi ? quan-.
ti ti fovvenimenti di Regni, o nuovi cominciamend
s> d*effi il fono veduti , e fi veggono? Ma non vince*
jy. tutre le maraviglie, che pochi » e poveri guerrieri
>; ufeiti di Normandia , et calati in Italia , difcaccia-
5, to un potentiflìmo Imperatore Greco > et altri Pnn?
» cipi dei Paéfe di Puglia, di Calavria , di Abruzzi,
-3, et di Terrà di Lavoro, e infino di Sicilia fi fiano
„ fatti Signori ?■ Quelle fono quelle cofe , Bea ti filmo
j, Padre, che m'hanno fatto tenere ,-et predicare fai-
,, volta, indotto dalle parole del Signore , che il fine
3, del fecolo lìa vicino , et per conseguente (la nato 1*
9, Anticrifto. Nella qual credenza fé 10 dai dogmi del-
'nria verità Criftiana mi allontano, eccomi pronto a
„ piegare il collo , er a cattivar l'intelletto a*veri , et
-j, infallibili itabilimenti della Fede noftra fantiflìma . Era
,, 1 apa 1 ai quale *•*••*«>>••«• ••••••• • • •
,,........ homo di fantiffimi cortumi , il che mo-
n ftrò con T opere , havendo ufato ogni diligenza per
,, non accettare il Pontificato , e infiememente era per
j, dottrina riguardevole, havendo confumato i fuoi an*
}, ni migliori fot to' la claufura della vita monadica ne.
3, gli ftudj delle facre lettere , e però con la bontà fu a
' j, comparendo l'errore dei VefcovoRinieri, dolcemente ,
m e con humanità nel riprefe , con la dottrina gli fece
9, vedere né dalle parole del Signore , né da tanti
ì, prodigj ',' e avvenimenti allegati da lui, poterfi far ar*
s; gumento della fine del Mondo , fopra il qual capo 3
i, perchè molto era fparfa quella opinione fra gii l)o-
j, mini di quel feeolo , fece fate in Firenze un Con-
i» eilio di 340. Vefcovi 3 da* quali tutti come falfa dot.
i
                                                                          » trina
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» trina fu dannata > dannando parifnetite, e fcomunican-
», do per la perverfa vita , che teneva in molte cofe> l*
M incorriggibile Imperatore Enrico VsjSin qui I' Àm*
mirato , e fomigliantemente parlò Leopoldo del Mìglio-
te con frafi affai mitigate di tale avvenimento alia pag.
45. dove dice ,> Il fecondo Concilio ragunovvifi nell'i io5,
„ da Pafqualè IL eoli* intervento di cencinquanita?:Ve~
jv feovi , dannando vifi la venuta dell'Antjcrifìo 9 in que*
,j tempi fparfafene la voce 9 della quale alcuni fanno
,, Autore il noftro Vefcoyo Rinieri, forfè più ìpoconr
„ driacoj che dotto nel confiderare che fece, gì'infor-
,) tunf 9 e calamità di que* tempi fuoi , per quelle the
9, preceder debbono fecondo il Vangelo all' ultimo gior-
,, no del giudizio « E fé l'ho difefo dalla taccia d'-atn»
biziofo,£ vano 9 mi perfuado 9 che anche fi polla diifipa-
re ogni dubbiezza di fua più che fufficience dottrina.*
con leggere riferitone al fuo Sepolcro in S. Giovanni :
VOS QVI TRANSJTIS CLAVSVM QVI |$RÈ yENlTlS
: JÌÓS VERSVS LÉGITÈ VOS QYl TRÀNSITIS
FLORENTINQJLV.M PASTQR POCTORQVE^ BGNORysj
JRAYNERIVS PRESVL BLORENTINORVM
VIR JBONVS ET IVSTVS SAPIENS PORMACtVE VENySTVS
ISTE fVlT PATIENS VIR BONVS ET .IVSTVS.
SEDIT IN HAC VRBE PANDENS CELESTI A TVRBE
SEXTIES SEPTENIS SEDIT IN #AC yRBE
BIS SENAM IVLIVS LVCEM^NAM SPARSERAT ORBtS
TRANSIIT ^AC VITA BIS SENAM IVLIVS
ANNO JWILLENO CENtENO TER DECIMQQV£
*UOC TEGITVR LAPIDE.
        , . m;
' Hi " '':' " '"■■■ ì& ' *•' :? '•*'• ' '"■
Vili. A queft* elogio del noflrQ Prelato arrogere
ancora fi deve , quanto riferifcc di elfo il Cerracchini
nella Serie de i Vefcovi Fiorentini alla pag. 55. *i Nei
9) 1084. è certo 9 che accrebbe deVfuoi beni la Menfa
99 a i Canonici della fua Cattedrale., donando loro ter-
9> reni nel Piviere di S. Stefano in Pane , qual dona-
99 zione poco apprefifo fi vede confermata da Pafquale
» II. e fi conferva in originale nelF Archivio del Ca«
■*f 3                               E e 2                           » PU
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,, pitolo si e pòco dopo foggfùgne ,V que* duemilacin*
\% quecenro Fiorentini Croce fegnari , i quali folto la
|i« condotta di Goffredo di Buglione andarono ali1 ao
>$ quifto di Terra Santa , a ciò fare furono moffirt»
s, perìuafi da quefto noftro Vefeovo ,> Inoltre prtilò il
Signor Giovanni Baldovinetti fonovi le fegoenci memo»
jrie „ 1086. coli'aiuto dei nolho Rinieri fi edificò il
,, Monastero di S. Feretro a Luco del Mugello : nei
,> 10^7. il medefimo donò alle Monache di S, Felici»
li* ta alcune Cafe ; nel rnedefimo anno avvi Bolla di
5> Gregorio VII. che da a Rinieri facoltà d* aiìolvere
%i il Vefcovo éi Siena dalla Scomunica, per aver trat-
>9t tato con Enrico Imperatore (comunicato : data in*
5* Roma Kal. Non). Ini. xv. Altra Bolla dello (hlfo
ìì Pontefice trovali diretta a Rinieri con' la commiflìo-
$* ne di confermare a nome fu© la elezione del Vcico-
j> vo ài Volterra nella perfona ài Bonifio Arciprete^»
j, di Mantova ; di lui fonovi molti Diplomi fottoferk-
„ ti così : Ega Raìmrius San&e Shuntine Ecdefie Z^-
rm.
1.. iv-n- •
t s d
JL£«
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}.
421
XIX,
L E ZI ONE
DEL TERZO CONCIL O UNVERSALK ED ECUMENICO
IN S. MARIA DEL FIORE,
E' Conciìj fn Firenze celebrati da ì
Sommi Pontefici viene il terzo detto
il xvii. degli Ecumenici Generali »
del quale già offervammo al lato del-
la Porta della Sagreftfa nuova una
memoria in marmo , altra per5 pia
breve fé ne fegge alla Porta maggi©*
re della Chiefa , che dice »
SACEOSANCTA OECVMEN1CA
DECIMA SEPTIMA
SYNODVS HAC IN FLORENTINA BASIUCA CELEBRATA
IN QVA TVM GRAECI TVM LATINI
IN VNAM EAMDEMQVE VERAM FIDEM CONSENSERB
CCRAM EVGENIO IV. VNIVERSALIS- ECCLESIAE PQNTIEICB
NEC NON IOANNE AVGVSTO
GRAECORVM IMPERATORE
i                   ANNO DOMINI MCD* XXXIX.
Ed effendo gli Scrittori di sì famofo Concilio molti ,'
e notiffìmi al Mondo Letterario , mi rifparrnio di dar-
ne il novero , filmando meglio di alfembrare qui le fole
notizie più principali di quello Concilio, ed importan-
ti alla noiira Utoria » come cole di fplendore grandif-
fimo alla Chiefa dì Santa Maria del Fiore.. E primie-
ramente toccheremo le cagioni , che induflTero Eugenio
IV. ad onorare di un sì famofo Concilio la Città di
Faenze .
jLI. Era già gran tempo partalo , che la Chiefa O-
oì ' a
rien-
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ttt
rie male per molte cagioni «fair Occidentale feparatafi j
Benché più fiate fi fone tentato di infieme convenire ,
non mai però ad una vera » e itabile unità di Fede il
erano condotte \ re/tando fempre alcune non leggieri
difficoltà. E cinque fra gli altri erano gli Articoli, che
facevamo , e fomentavano lo Scifma : Cioè la proceffio-
ne dello Spirito Santo dal Padre ,. e dal Figliuolo bia-
fimata da' Greci , i quali mal configliati la predicava*
no come cola incognita ai Padri del Concilio Niceno .
Il fecondo verteva circa fe Confacrazione del Corpo di
Crifto in pane iermentato ,. L'cfirlenza del Purgatorio
era il terzo , nel quale comprendeva!! , fé ]' orazione
de* vìvi giovi ,aSmorti ,„ Il quarto Articolo era, fé chi
ha purgato , vivendo, le fu e colpe ,o non mai era in-
cordo in peccati, morendo .andafle immediatamente iru
Paradifo „ E l'ultimo *di gran gelofia J|' Greci , fé il
Romano Pontefice abbia il Principato nella Chiefa Uni-
verfale , e fia vero Vicario di Griffo* A torre via dun-
que quefìe divifioni per inVbilire una perfetta concor-
dia , fi prefentò una opportuna occafione > la quale fu 1*
efiere frequentemente -battuti gì' Imperatoli Greci dal
Turco , e per confeguente lo fplendore della Chiefa O-
rientale era decadente ,* per la qual cofa il favio Im-
peratore Coftantinopolitano Giovanni Paleologo, e i
principali Prelati di quella Chiefa abbracciarono il con-
cetto di procurare 1* unione co* Latini , da i quali fi pro-
mettevano polenti faccorfi contra de i Turchi* E rian-
in tal g uìfa gì* in te reffi d'Oliente , l'Imperatore Pa-
tologo voltò T animo fuo a Papa Eugenio IV- che era
ito al Concilio a Ferrara , dove portatoti il detto Impe-
ratore con molti fuoi Vefcovi , confolò col fuo arrivo
non poco il Pontéfice , e que' Padri Latini , fulla fpe-
ranza d' un felice trattato d'unione delle due Chiefe .
Ma che? principiateti le fefliom\ e prefi quei mezzi^ che
erano necetfarj , Ja violenza deJla Perle , che travaglia-
va quella Città , coitrinfe Eugenio a trasferire il Con-
cilio a Firenze, novità che empì d* allegrezza.il Popò*
lo Fiorentino, il quale punto aon tardò a dar ordine
a tutto
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à tutto ciò, che a tanto apparecchio conveniva. E Co.
fimo Padre della Patria (limato avendo fua obbligazione
di fare dimoftrazioni di fua religione , e del fuo gene*
rofo animo fopra d'ogni altro Cittadino, a* 22. di Gen-
naio del 1438. ricevè con grandi onori il Papa accorci-
pagnato da tre Cardinali ; e da molti Pretati , fervico
alla Porta a S. Gallo da i Priori , e dal Clero fino al-
la Sala Pontificia in Santa Maria Novella. A' in di
Febbraio il mede-timo Cofimo andò ad incontrare Giu-
feppe Patriarca di Coitantinopoli , uomo e per la lun-
ga età » e per la dottrina , oltre il grado», che egli te*
neva , degno di venerazione , il quale entrò in Firen-
ze merlo in mezzo dal Cardinale Colonna » e dal Car-
dinale Fermano di Santa Maria in Via Lara; pafsò per
la Piazza de i Signori fcefi in ringhiera , a nome de*
quali parlò in Greco Lionardo Aretino , e fu il Patriar-
ca onojeyoliffimamente alloggiato nella Cafa de'Ferran*
tini in Pinti . Tre giorni dopo venne 1* Imperatore, ri-
cevuto con magnificenza conveniente alla fua dignità 1
e propria de1 Fiorentini di tenere del grande nei pub*
blici ricevimenti de i Principi , eiTendo andati tutti i
Magiftrati fino alla Porta della Città , dove il fuddetto
Lionardo pure in lingua Greca fece all'Imperatore un
elegante feimone» e per refidenza Imperiale dal Gon-
faloniere di Giuftizia Filippo Carducci gli fu data tut-
ta 1' Ifola delle Cafe de* Peruzzi » e poco dopo arrivato
ancora Demetrio Defpoto > e Fratello dell' Imperatore »
abitò il Palazzo de* Cartella ni , ed a mifura del grado
fi ordinarono a tutti i Prelati fpiendide accoglienze,
III. Per alquanti giorni datoli un poco di ripofo a i
noftri nobili Ofpiti, fi riprefero le feflìoni del Conci-
lio j e furono sì felici le difputazioni , che non dubita-
va»* della concordia > con foddisfazione particolare d' Eu-
genio j e dei Patriarca Giufeppe, il quale, prima che fi
delie 1' ultima mano al grande affare della Religione > fi
moiì di vecchiaia f undecimo gioì no di Giugno del
1439. feppellito con folenniffime Eftquie in Santa Ma-
ria Novella , come fi è detto da noi nella Storia di det-
ta
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224
ta Chiefa . E perchè alte , ed importanti erano le ma-
terie da rifolverfi , vi concorfcro i primi Uomini , che
avefTe il Mondo in que*tempi: che tutti rammenta Mat*
teo Palmieri nella-: Tua iftoria , elTendochè egli in grado
d* Oratore della Repubblica Fiorentina fuvvi prefenre a
tutte te feflìoni . Pubblicoffi finalmente la concordia il
dì 5. di Luglio nella Cattedrale: né vJ è memoria di
maggior concorfo di Popolo , quanto a sì folenne h(~
(ione , le cui cerimonie non potendoti tacere , le rife-
rirò primieramente colie parole di Paolo Petribuonj,
che le notò nel fuo commendatiflimo Priocifta, e dice
come apprettò „ Adì 6. di Luglio 1439. al tempo de*
„ detti Priori , il Lunedì mattina dì di Sancìo Romolo
^ anno nono del Pontifichato dello Illuitriflìmo Papa.,
„ Ugenio quarto perla gratia del Pontifichato , e vo-
j, Jontà di Dio fi conchiufe, e pubblkhò lunione di eiTa
„ Fede de* Greci colla Fede noitra , Et fecefi la pub-
.5, blichazione in Santa Liparata Chiefa Chattedrale mag-
giore della Cittade , dove intervenne Papa Ugenio
,5 .con tutti e (uà Frategli Cardinali , e Vefchovi ,
3j tutti i Parlati , che erano in Firenze , Elio Impe.
3, radore de'Greci con molti grandi Maeftri Religioni
,, Greci* £ Secholari- Et il detto Papa cantò MelTa fo-
,) lenne ., et il detto Filippo di Giovanni Carducci Gon-
„ faloniere di d'uftizia , chomunicandofi il Santo Pa-
j, dre alla MeiTa , colla ampolla miCie V acqua in fu il
„ Chalice , e detta la MeiTa , a un Pergamo > che era
„ nei mezzo dei Chorojvi falfe fufo il Chardinaie Cie-
„ ferino t e nno Vefchovo Greco valentiflìmo huomo^
3) et havendo in mano una Charta pecorina, per la me-
., tà per lo Jungho d^ lato ritto era iitratto in lati-
j, no gV effetti de'cinque Articholi , i quali letti tutti
» per lo detto Chardinaie , per Parlati , Cortigiani ,
j, Reiigiofi , e per chi inrendeva tale mifterio fi rifpuo-
j, fé con boce alta ejfer contenti , Dipoi ij detto Ve-
,, fchovo Greco preie la detta Charta , et in Greco la
,, lede , e tutti i Greci con boce alta rifpofero effer
j, contanti . E chosì quattro Notai Chortigiani ne_,
fu-
\                                                                                                                              "'•■■
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j, furono roghati, et altrettanti Grechi , et dipoi fi fer-
„ monoe, e durò detta cerimonia dalle dieci hore alle
5, xvi, che mai fi ricorda per una mattina il roaggio-
3> re popolo nella detta Chiefa . Et tutta quella matti*
59 na , et il giorno che venne-, fi tennono le botteghe
>, ferrate , e guardoffi come foife Domenica . ,» Sin qui
il Ricordo del Petribuoni , che per effere mancante di
molte altre notizie importanti, e principali, mi è fla-
to d* uopo di raccorle da varj Scrittori, ed in primo
luogo dall' Arduino pag. 984. dove leggo, che fui prin-
cipio della feffione fedutofi il Papa nel fuo trono , an-
daflero al bacio della mano e Greci , e Latini ; che fo-
lennemente vi fi cantante in Greco 1' Inno Veni Creator ,
dopo del quale celebrò MeiTa il Pontefice . Leopoldo
del Migliore parlando del Decreto di sì gloriofa Unio-
ne , conferma la notizia , che V originale d* elfo fia_»
nell* Archivio de' Granduchi , dicendo alla pag. 45.
>, Il digefto diftefo in carta , che venuto fottofcritto di
3, roflb di propria mano di quel!' Imperatore , e lega-
3, lizzato da più Notai , fu in una Galletta d* argento
„ portato in Palazzo dal Cardinale Cefarino a donare
,, alla Signoria , acciò reftafle memoria in Firenze d*
,, atto così degno : Oggi conferva^ fra le cofe prezio-
J5 fé , e di valuta nella celebre Guardaroba de' Gran-
,, duchi ; ne è però una Copia fimiliflìma in mano al
,, Cavaliere Zanobi Bettini , ed un* altra Tappiamo ef-
„ ferne ancora nella Libreria Vaticana) mettavi da Leo»
» ne X. citata dal Gìuliiniani , anzi diftefa pr exten-
55 fum nel trattato , che fece di quei Concilio , Ma di
5, quello di Guardaroba , che come vero Originale con.
„ fervafi qual reliquia } poco tempo fa (e ne mandò co-
5s pia a Clemente X. fatta diftendere , e puntualmente^
„ tradurre dal Cardinale Francefco Nerli. ,, Forfè que-
llo Scrittore non fapeva , che altri efemplari fono in Fi-
renze, come due in Santa Maria Novella, uno de' qua-
li , oltre la fottofcrizione del Papa , e dell* Imperatore
avea i Sigilli , il Pontificio ài piombo , e d' oro 1* Im-
periale , il quale però fu rubato , ed anche a Fiefolc
da i Padri Francefcani avvene altro •
Tom. VI                       V £                           IV,
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2l6
IV. Circa il cerimoniale tenuto ne!T ordine delle fedie
di tanti Pejfonaggi, non. avendone trovato ricordo tra'
nolìtì Scrittori , conviene che ltianio al Ciaccolilo ? che
nelle Note alla Vita di Papa Eugenio IV. ce ne diede
qualche lume , dicendo , che tolte alcune difficoltà cir-
ca il trono Pontificio inofle dall' Imperatore , ù difpo-
fero coir ordine feguenre ,, Sull'Altare tra'lumi eian*
„ vi le due tede de' Santi Apoitoli Pietro, e Paolo > por;»
s, tate feco dal Papa ,nella Tua fuga da Roma ; in mez-
5, zo a quelle era collocata la Sacra Scrittura , quattro
?paffi dittante dall'Altare , dalla banda del Vangelo
„ eravi il Soglio del Pontefice, dopo del quale un palio
}, veniva, il trono dell' Imperatore di Germania vacan-
3, te : feguivano le fedie per otto Cardinali , per due_,<
„ Patriarchi Latini, allato a* quali eranvi ! Prelati Ara»
,j bafeiadori di Re , e di Principi . Seguivano otto Ara
ss civefeovi > e 47. Vefcovi ? 4. Generali di Regolari 3
3, e 41. Abati tutti della Chiefa Latina componenti
,, un maerìofo femicircolo . Dall' altra banda , cioè dal-
j, la parte dell' Epistola, vedevatì il trono dell' Impera-
3, tor Greco di porpora , e d'oro ricchiffirno , con alia
3^ fua delira uno /gabello per il Defpoto fuo fratello ,
3, dipoi la iedia dei Patriarca di Coftantinopoli 4. pai-
3, mi inferiore alla Pontificia , ornata di rollò , e co-
5, perta di porpora , ma vacante per la morte dei
3, medefimo , feguita pochi giorni innanzi : alquanto
3, difeo/ii da quella ledevano due Vicaij de' Patriarchi
33. adenti, 18. Mettopoliti, cinque dignità Ecclefiaitiche,
33 e {ette Abati tutti della Chiefa Orientale „ E poiché
fopra fi fono accennate le due Tefte de* Santi Apo-
li j non tralafcerò di notare 3 che a quelle chiufe in-,
argento mancavano le ricche gioie 3 e pietre 3 maflima-
menfe i due balafci , uno di 4S. 1* altro di 47. carati,
ed uno zaffiro rariffimo rubati da due ladri in Ferra-
ra . Dall' Ammirato poi al libro 21. abbiamo la par-
tenza dell'Imperatore di ritorno a Coftantinopoli dopo
avere compartito molti onori ai Fiorentini , come ap-
pare dalle parole di querto Scrittore alla pag. 19. » V
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Ì2f
„ Xmperadore efìfendò poi dimorato molti dì in Firen-
,, ze , fi partì finalmente dalla Città molto ben fodi-
,, sfatto dì tutta la Repubblica a i i6. d'Agofto , ha-
„ vendo per fegno di honore , ficcome dice il Cam-
,, bi , fatto Conte di Palazzo il Gonfaloniere Carduc-
„ ci } e levato la metà di tutti i pafiaggi , e gabelle,
,, che i Fiorentini folevano pagare in Coftantinopoli ,
,, e in tutto il rimanente del fuo Imperio per conto
,, delle loro mercatanzie . Concedette , e donò ancora
5, alla Nazione Fiorentina un5 abitazione j che antica-
,, mente foleano bavere i Pifani per il Confolo loro
,j in Coftantinopoli, quando efìfendò in pie la loro li-
,, berta, in quelle parti navigavano > e altre grazie , e
3, favori difpensò a' Signori Priori in ricompenfa de-
,\ gli honori ricevuti da loro . „ Si pofero in cammi-
no nel giorno 26, d' Agofto aflbciati fino fuori di Fi-
renze da tutto il Collegio de* Cardinali , tre de' quali
vollero fervire 1' Imperatore fino a* confini del Terri-
torio Fiorentino . E circa il Patriarca di Coftantino-
poli , che era morto la fera degli 11. di Giugno , non
è da tacerti il foglio da lui fottofcritto prima di mo-
rire , dimoftrante chiara la fua fede colla Chiefa Lati-
na , e dicea come fegue ,
lofeph, miferatione Divina Archiepifcopur Conftantinò-"
■polis nome Rome
, éf Oecumenicus Tatriarcha.
Quoniam ad finem 'vite mee pernjeni , foluturus iam com-
mune debitum
, Dei grati a feri ho , & fuferibo jenteritiam
meavn aperte unimerjitati meorum filiorum
. Omnia igitur
que fenttt
■■ , è?' dogmatizat Catholica > & Apoftolica Ec-
clejìa
D, N. lefu Chrifti femori? Rome >• ipfa quoque fen-
tio
j & iis me aiquiefcentem do 3 ac dico , Vrofiteor quo-
que Beatiffitnum Patrem Patrum
, & maximum Pontijì~
cern^ & Vicarium D. N. I. Chrifti antique Rome Pafam%
nec > non .Purgatoriu:m animarum : in horum quippe Pidem"
fubfcriptum efi die Menfis lunii'nono
» Mccccxxxix, In^'
diclÌQne IL
            «? » c^'-jll"i I ti ,                                \*.
Né fap'rei dire fé maggiore fotte ne* Padri del Conci-
lio la iriftezza della morte di sì Religiofo Patriarca ,
*\i\r:iì                                F i %                                  o il
»
-ocr page 250-
11$
o il piacere nel leggere tale proreftazfone di fua Fede *
Né deve offenderci il nome di Ecumenico Patriarca ,
che leggeri in fronte del foglio , poiché non è credibi-
le , che un Uomo così divoto del Pontefice Romano
fi aiTumefTe un titolo in niuna maniera a lui dovuto,
ma con parecchi autorevoli Irrorici diremo, che da qual-
che maligno forfè inventato , ed aggiunto al titolo della
fuddetta Protetta , ed il Patriarca non ebbe tempo di fot-
tofcrivere la fua umile > e fincera confezione. Che poi i
Velcovi Greci abbandonando la giurata concordia ritor-
nati alle loro Chiefe , con difpiacere ce io accenna il
C'acconio all' anno 1445. dove leggefi come apprelfo :
Obiit Confi■untinopoli loannes Faleologrts Imperator , qui
Concilio Fiorentino interfuerat
, cui fuccejjìt Conftanti-
nns XV: fub quoyEpifcppM? Ephejinus njìx renjerfus ad
propria apoJlata<vit cum Epifcopis
} qui cum eo Florentiam
profe&i fueram ; Inde ruintt Imperii Conjlantinopolitani
,
expugnatio fequuta e& } & multa iltis ad<verfa fuccejfe-
runt ;
della quale incoilanza eflì aveano pur troppo da-
ti anticipati indizj in Firenze , dove nacque il Prover-
bio fopra de* Greci : Lafciaron il Peftello al Ponte rojfo.
Che per intenderlo conviene fapere, come il Popolo mi-
nuto Fiorentino ufava una lingua detta Gerga > nella>#
quale Piftelio incendeva*] la Fede > Pillo de' Pitti dice^
vali P Arcivcfcovo » l'Inquiiltore chiamavafi Pillo. Quin-
di in quel linguaggio P idiotifmo , lafciar il TeBello ,
lignificava rinnegar ia Fede . E però da i Vefcovi Greci,
anche dopo il Concilio rimati iofpetti in Fide , fi prin-
cipiò a dire da* ragazzi per le ftrade : ì Greci hanno la*
[ciato il ?ettdlo> al Fonte rojfo
> cioè appena partiti di
Firenze , per Bologna ufciti dalla Porta a San Gallo,
dove fubito .fi trova il Ponte rolfo , e con quefta in-
telligenza dichiarane" le parole ancora dtl Sonetto Bur-
chiellefco fatto dal Canonico Bifcioni fuile Campane
di S. Lorenzo > dove leggefi ;
             /
9, Bizanzio rinnegò il Perielio. ,,
V. Or ritornando al Concilio Fiorentino , ci rerte-
xebbe a favellare della unione degli Armeni , e degli
W
-ocr page 251-
Etiopi foggetti al Prete Ianni ; ma avendone io ragionato
nella Storia di Santa Maria Novella al Tomo- IIL mi
rimetto a quello , che ivi fi è riferito . Noteremo bensì
una memoria di quello Concilio fatta in bronzo nella
Porta maggiore della Bafilica di 3. Pietro in Roma \ do-
ve per comando di Eugenio Quarto furono fcolpite le
principali cofe del noftro Concilio } veggendovifi rappre-
ientata la pubblica feflìone de' Greci , e de1 Latini , il
Coro di Santa Reparata , il Papa colP Imperatore^ »
il DefpotO) e Vefcovi , i due Prelati fui Pulpito , che
leggono il Decreto della unione , e fotto evvi 1' arrivo
dell'Imperatore fopra galere a Coftantinopoli. Gli Arte*
fici furono Filarete , e Simone fratello dì Donatello, che
confumarono 12. anni intorno al detto lavoro > dice il
Vafari j febbene fpiega diverfamente le Storie fcolpite-
vi, e foggiugne } che fu un' opera condotta in una ma-
niera fciauraca , compatendo egli il Pontefice tradito
dai Minìftrì , che portati a favorire i fuddetti artefici j
trafcurarono di cercare Uomini ecceilentiffimi per (imil
lavoro , e viventi in que* tempi .
VI.-E quantunque per fetvire alla brevità io abbia
intralafciato di notare molte altre particolarità di que-
llo Concilio , che fi pofiTono vedere ne* dotti Scrittori
de* Concilj , pure non mi par bene di omettere un Bre-
ve di Eugenio IV. che molto ci conferma 1* incostanza
de' Greci appena finito il Concilio , comecché efifte a
penna nell'Archivio di S. Maria Novella , per il qua-
le io fo grado all' amorevolezza del P. Gìuieppe Fine»
fchi amante al fommo di quefti fludj.
Euc ENivs Éfifcofù-t Sertvus Servorum Dei y
Venerabili Fratti Criftc^horo Eptfcojjo Coronenfi Nuntlo
Jfoftalico & alutem
, & Apoftolicam
Benedillionem
*
Aoft quam eum Carijpmò in Chrifto Fili è noftro Io*
htìnne Taleologo Romanvtum Imperatore illujiri
, é" aliit
Grae*
-ocr page 252-
2
Graecis profeBionem , ter tiare sfaBi fuimus quando Mu-
tonium
, Coronami Nicropontum, &' Peloppnnenfum appli-
cuifiis
, & de gloriojìffima unione Graecorumcum Eccle-
fa Occidentali publicata illic
, é?1 /z locarum ipforum Po-
palis magna cum alacritate fufcepta
. Cum autem poftea
expeBaremus qjos curfum navigationis njejlrae
? #* cene-
rari s continuale
, tandem poB longam , molefiamque ex-
peBationem renuntiatum fuit
, Vos ultima die Jan u ari ir',
guae dies tertium , ^ dimi di atum navigai ioni $ njeftrae
diem implebat , intraffe Confi antinopolim
. Praecejferat in-
terim tyofc efiaft&i friufquam ex Venetiis folnjeretis
-, fama
anioni[f.
i & 'variantibus y prout funt hominum ingenia }
*uotts j laeti aliqui } moejli nonnulli , dubii •, éf in utram-
que partem parati giurimi de ea unione fentiebant ; quam-
obrem oportuit il lieo ■ manum apponere
, e^ ojlenfus Impe-
ratóri s
i aliorumque 5 f#i interfuerantfaBae unioni , fer-
<vor
j omnes pariter' infiamma fife t, nec fuijfet , ,qui afeli*
tentia difcremar et
j quam Principi s Germanorum , totque
Praelatorum
, cb* preftantijfimorum totius Graeciae Viro-
rum concordi afféelione
, /z/^7/<? intemione animi midiffet
fublicarì > ediBoque publico fufeipiendam proponi
, /?*/ ^fr-
nipofae na^vigationis tarditati addita e& pemkiojìor mo'
ra puhlicMtionis y quam ab, Imperatrici* morte caufantes
*videmini *vph's fior fan excufabiles
3tqnajìwero non fierit
tollerabile tantae ex tilt at ioni s rem praeponere dolori ex-
tinBae mulieris > cui yfi £am dilexit Maritus
, /W tanto
€um tropheo debuit parentare
., Mé£ #//#. <?jr potenti'ffimo-
rum oltm itt?u? Imperi ì. Principum uxori bus tantae gio-
riae funu.s habuìffet
; gfrrfi] ^^rò expeBare placu.it, # flW<?-
r/ dolenter indulger^ mifeuerunt colloquia, f#; 4/0*»* /^/.?-
ferant cum hiu, ^/ interfuerant unioni, ér /z^/-^ <?jf f0#-
tentione fermonurri, garrulità? *,difpmultatem , diflìmultas
aditim ppsrìt
} quod ..in^ recufati/i '} rzfiftendique pertina-
ciam obduru$t,*,.QmnJert$rìyqu^^
                                     } fA-.
iftimaffe Imperatorem -ConftaHtè-mplitanum deterritunt*
effe a ptèlLcatiom eius rei
; ^^^2 imuftam fenfent , é?*
populiti pernithfa^ f- Aderat ìpiergu wquam *ilh Ephejt*
■ ,6                                                                   F*
TP*
■ ■ .*
-ocr page 253-
s
*3*
perator ita prò demerito ptmiri fuiffet affenfus , quem-
admodum clarae memorine Confi'antimif Arrium Ecclefiae
^venenum caftigari permifit y multo pauciores habuiffet ad-
<verfarios
. Haec, ^venerabili* Frater , grafia ducimus , fed
ideo graziar a
> quod fimul cum tanti boni fpe tempus pe-
ri?
5 & impenfa . Itaque tuis quo ordine dixiBi in me-
mortali reffondebiwus
, de laudibus in clipticis 5 éF ac-
clamaic ioni bus in precibus
, quae., fcripfifli grata fuerunt >
ÌS', ali quid ad unionem habere <vi.dentur . Hed decreti pu-
blicationem faBam fuiffe 'vellemus
> prout certe fieri opor-
tuit
» fi Imperator debiti fui memor id animi habuiffet ,
cuius rei pojlquam fati a e fi hi e menti o ad omnia nuncrem
fpondebimus
5, quae ubiquè correfpondentia tetigifii . Nowi
placet
, nec allo- laudamns modo } .-.ut rem imperfeBam>
(& tamen ali qua habentem principia abfcindas , & penitus
defiruas
•-. > fed ipfam potius arte , itf prudenti a 'volumuf
fuslentari
, expeBando , ut tempus multa immutare confue-
tum, iaBis bene
, & laudabiiiter fundamentis extremant
manum apponi adiuwet\% & tamen caute e fi procedendum
»
ne tanta .abiiciatur impenfa ; Tu namque , ut dicis\\ noru
aliter Bali/ìariorum impenfam fecijìi
y ite facis 5 quam fi
primo acceffu$ zefiri die ad publicandam unionem fuijfet
proceffum y nec <vides id nullo de cuijfe modo > cum potius
debueris quamprimum tarditatem ìndpiendi habuifii ex-
ploratam
, tardare etiam folution.es, non enim ultra fatlam
tot millium impenfam
, duodecim alia impendi mi Ili a o-
por tuit illis tutandis
, qui ut [aliti effe ruslint nulla ter,
nus adduci pojfunt ; quare pò fi hac te cohibebis fi obftin
nate
, ut antea 5 & lente perrexerint procedere . Si n>e*
ro ad cor reverfi fé excìtabunt
, Ò* quod per negligen-
tiam pene periit
, redintegrabunt, continuare •> & prout res
exiget
5 impenfam augsre poteris \ Nam cum a Calendis Fé»
bruarii florenos mille-fingalo menfe debueris expendere^
fupereffent tibi pecuniae'in futurum Ipmuarium neceffariae
fi
quamquam dile&us filins. nobilis wir Faulus Imperialit
ajfsrit non effe nunc , nec fuiffe multis menfibus ultra
centum
, & q t'mquaginta Balìflarios ,' quod p^udenter fa*
Bum fmffe laudamns
, & fimiìiter in futurum fieri Celere
de»
_^__--                        .      .: .:
—■^na^Ha
-ocr page 254-
2$*
dìcìmus , ut fcilicet cum nullum ade fi periculum \ paucot
cum mediorre plures cum maius adhibeatis
5 Jtcque Jiet j »*■
^//flf/ in totum Februarium futurum habebas in multo?
extunc fé cut uri s menfibus paecunias slipendiorum habeas>
& Jt interim publicatio Decreti
, ut credimus , #* Impe*
rat arem
, faofque bene difpojttos intelligemus , /*//# /><? m,
gyw % Graecorum Itbertatcm \ tutelamene facere inten*
debamus
, identidem perficere effet animus , nam etjt mori
clarae memoriae Alberti Romanorum Regis
, $* fuborta pbft**
modtim in Regnis Htmgariae
, & Toloniae diffidia copias
terrejlres parandi facultatem baBenns ademerunt
, pacabun-
tur
j interim dante Domino regiones Mae , ut faltem <ve~
re no'vo copias inde pofftmus e ducere
, c#f» tamen maritti-
ma expeditio <vobis continuo Jtt in promptu Venetìs
> G<?-
nuenjibus 5 Rhodiis cum Conjlantinopolitanis quod infferi*
mus contribuere paratìffimis
3 imo ex nunc in minores
necefftctes
, quae poffunt occurrere pròfalcientes 5 a Duce la*
nnenf. & ipfo Paulo habemus
, quod in futuro nìeris prin-
cipio quottefcumque neceffarium fore iudicabis
} paratas
habebis Triremes duas
, unam apud MitHenas , alterante
àpud Chtmn
. Dolemus autem quod propter fupradicla non
potutali baclenus ad Hyberos
, prout optabamus , projicifci,
fed fperamus te i<viffe cum galeis 5 quae in principio Ah»
gujli pruefentis ex Venetiis fohverunt
, ut ad Tanaum na-
migent
; nam cum te Trapejfundam , & pojlea Caffanu
porta'verint
5 <& poteris commode Hyberiam inde traiicerè ,
èf dum illae Tanaum intrabunt ) expedientque negotia >
éf Trapejfundam renjertentur , tu ex Hyberiis re confe&a
renderfus Conflantinopolim-, poteris cum eifdem triremibus
referti
. Magna mtm , (^ multifacienda , ut nofli funt
quae in Hyberia gerì pojfunt in Chriflianae Fidei ampli*
tudinem ^ & fa&ae unionis confolidationem cum Graecis
, qjyi
apud Cwjlantinopolim funt in magna confujtone
, ac prò*
jpi? ingenti opprobrio futuri , Jt "vile ipjì •> & tenuiffimum
caput fa&am ab eorum Imperatore
, & Praelatis nobili-
kufque unionem non fatis folide tenuerint
, quam infulam
prope omnes
, & Rutheni } Hyberìque 9 ac Trapejfuntii
€ttm jflurimit ampiexentur \ front maior borum pars iam
v.l
e fi
-ocr page 255-
m
eft t enficif/ìme àmpie Xdtd 5 qufire \ ficut confidimus » #o&
pyiufquam re ver fu? fueris , *'/?/*/ accipie? : ^#0 ftf/# y?
publicatio^em fatlam indente $■ , & Imperatorem cum fui?
bene difpofitum\ fcribes ordine
5 qui equi d fit gefìum , C^*
£j»V animi habeant circa expeditionem » quamlibenter mit~
ter e fefiinaremu? •, fin autem quando ifiae' reddenturtibi
,.
#o# ivijfe? ad Hyberas 3 quo poffi? paBo> accedere } non vi*
demus
, c#z incommodo > atque , #* reputamu? , damno y fi
aliud acceffiffet continuata Imperatori? pigricie in publi*
cando
, poteri? ad No? 'venire , »o» quidem rupta y Ò* in*
ierfciffa unioni? materia
5 /tfi/ &<?#/> rationibu? » velatcu
profeBioni? tuae excufatione y
g'/W ^ Noj 'venire in*
tenda? necejfaria quaeque ad fufeepti negotii confumatio*
nem impetraturu?
. £)? Patriareha funt quae in memoriali
fequuntur
, ^^<?«2 ; & alia? bonum virum effe 5 gb* unioni y
cui) dum fiere t
, interfuit y'favere laeti audivimu? , JV^
f««z epìftola? ad no? dederit 5 datam fibi dignìtatem re*
nuntian? } aperte fibi contradicit eo in rerum
, dr fenten-
tiarum genere
, <pc*/ neque diffimulandumi$' neque contem*
pnendum y aut concedendum ducimu? y
/^#* c//»2 iS/ox Sum~
mum Pontificem
5 (^ Patrem , #«• Dominum in prima Ut ter a*
rum fronte appellet
, */<? /? pofiea dicen? , Ycumenici Patriar-
chae titulum ufurpat y & certo modo' continua»? No?
Comminislrum y Confervumque fibi parem facit
, prout e-
tiam pare? facit Venerabile? Eratre? Hoftro? SfinBae
Momanae Ecclefiae , Cardinale? in filli? lìtterì? ad Nat
fcrìptit
. £^£*0 enim modo qnem Summum Pontificem , &
Patrem
, & Dominum ajfirmaverit fibi pofiea commini"
firum velit effe nefeimu?
, & qua ratione , aut inad»
vertentia pofius
5 ne aliter dieamus, fé fé appellet Tcume*
nicum
, non intelligimu?, cum id infolen? } odiofumque ver"
kftm iam pridem a Sancii? il li? Patriarchi? Jfiae } & Jfì
fricae ) ac Europae fuerif accuratiffime repudiatuf^'y ac Bea*
tu? nofier Gregoriu? illud idem permìjfum unanimiter Ko~
mani? Pontificibu?
, ac Patribus in Synodo Galcedonettfi , cài
fexcenti fupraque interfuerunt Efìfcop ypòfiea etianu
fibi oblatum obfiinate reeufaverit
, adeo ut- multi? > vel
adulatorie
, vel. ex femplicitate cordi/ 5 dum fibi fcribe -
^£om* VL
                         G g                                  renp
-ocr page 256-
*34
stgnt illtì^ m falutahtibur^ efhetfl \^eòntendem'^-i^ fg*
%erent lex0ra<veryf%xfé';" ciitii multiplitantibvr MndiytitMiuA
rei frrpribus ali ter provider e- neqiiìret \ fé fé prò f&jltts im*
pofiti antidoto Strnjum Deiì - Str<varùmry tfuod pofleà ome-
ttes fammus fucceffo res ipjtù?
? tunc primo appellare cae~
$eri£ i pfìdét? cer&e^ & errori compatimnr
, cuius i4 *&*
Wentem reJit apfum effe mirum opimi* grjevem
, ^f- ^*
tfefitìjlicis ìnnMfitum? cui Jenni ter-prop^folipà^-eattf^q^
cjonfra&am incott/nt Goqflantiwpo Ittattam urbem^ eui^ue
paucis. fubBentandif in: contubernio pueris fuppetunP fa*
euttates
, fé Tcumenecum, quod Verhum y utno (li inhabi-
tati Orbis Terrarum completlitur Jìgnifaatum
v Fatriarcham
dicerg dejinat,, quefuwui* noflro> Confalo talia & fcribém
re fét fentire
, potiufque tewporum caeietts > àf rerunu
eonditioni
, <yei* prudentiadu&usyét hit-militate > <vel San-
ili n&Sri Gregorii exemplo irmixus fé Covflantinopolita*
nae Urbis , ut efi^ Fatriarcham
5 cb* minimum , prout om-
ner effe dehemur
, Dei appellet Sernjum . Qjiod qui de mi*
cum ab ilio- fari intelligemur., fujfìdta il li a >te pojlulata
»
& forte malora àfferemus,\ ut quod fé nane inani iati a*
tione appellat onomitts FMtriartha
:, &* tamquam fuae na~
tionisìrimarius -, rviqyere:ì & non folum fé decenter fkh-
fientare
, fed Confratribus , quoad Mitfijlrir »■ éf Scrqji^
toribus benefacere <) ac Dei pavperez alare1 pojftt
» Et fa
c.ommendanda-, ut fcripfali, beneficia ad iar prefìo non erunt y
fuppfebimu.sk eXxMarfupio\ Beati Pelvi
, # \qua - omnia per»
ci^imus,^^.^ ^at^m-futim adeo fentiat per humilitatem,
refarws^m-i
W| fine fafius , &■ luxur inquinamento opu-
hnt$m'
* Èl magna Fatriarcha dignam pofjfìt mitam tradu~
cere
, Sed\\fa Euripanti Ecclefaa qwé opfat ■> & tu feri*
bis:»., &ec; 4ecens effet y neque Venetir tollerabile
,\ non #*
nim ^^t'^^I^^^^^Cm^^'^p^^^^Air priufquam fa*
rfà 'fàffùr-a,-fifM^ì6** Ecclefia Conftantinopolitanae unitèt y
fed pofieaquani <uentum erat ad feiffuram^ Veneti cypien*
te't Fatriarcham % qui ex fuir primdì in Italia efiireatus r
habere ; unde minjeret Gafalta duo in Creta ex proprio
aonauernne * ex hitiur Ecclefiae bonir etiam auBae
• * iura^
UH a Romaft&i FfinPifae dari impstranìerutti , E fi tamert
... :                           § o                   xì <&'* /»•
-ocr page 257-
htenthnts noftràt > cum bit $^rk^0xì^p^^W^fi^è}f
*jjd& deceffum eam dimit-tèrèt BCclSfiam*>$ jftcìfàpifiòfòtwìè
ìlljtmdcwe Grmms^ quod 'optamùs ijp§ramufq%e
'tifica*#wj$t
ww* Interra ■ libentfr^ de-Gevrgio Trapeffurftiò fife W;&
dire in Graeciam\ *v&lety m^àMmiìs
»v De Tbeòlogrs' ^er&'
prjdem efl turatum ah Qrdinit- Mirìérwn \ T^àedìxdtortìmA
q&g^quibufdaw y ambiti- id negotii datum fuii* a Mobis• l
C'onflantina Biffata wpàofe< fcribimu* ,
,,##• *videbfi K\ Std
de litteris Jpofiolicis
5 quae petitfii, quo potuerimus mo-
do fatere
, non *vidimus : Ne germanos natu , & dignità-
te potjores ambrcèxernus
3 quod cum ignominia fieret > ÉP
cum dafnuo
> potes tamen illttm erigere in bonam fpem , Jt
rebus Unionis
, ut caepit, tonfianter falere perfe^eraverit
Tabellariis eft 5 ut Jcripfifli , é1 fupra fatisfaBum . Con-
jìàeramimus attente
, quae fcripfifii , & cauti erimus in
calcalo examinando
, fed Jì venie s } computa portato > *vel
■per primos
s qui occurrent 5 Jìdes mittes . Coeterum loannes
Torellus
, quem opportune in filio > è? tìliis fufcipiemus
commendatum
, nobis inter alia fcribìt, quod tàmen alias
audi'vimus Capitulum
, è? Clericos Ucciefiam SanBae So-
phiae inhabitantes
} effe pauperrimos , cum. mix habeant in
redditi bus ducatos auri tentum ^ quare wolumus experi ri
,
fi data eis fubventio } in unione reBitudinem 5 & alias
tvirtutes in illis poterit adaugere i Tibi commi ttitnus
5
Ut ipfis 5 quid fis faBurus » praemonìtìs , deputes ducatos
ducentos
} eifque in anno uno > quam primum hos accepe-
ris ) di&ribuendos -, Mone ant ur omnes } prout in nofirìs
Colle gì atis
, Cathedralibus Mcclejìif fit , ut omnibus horis
divino interfint officio $ j& qui parùerint dignitatis
j èf
offcii congruam accipiant portionem
> eis in fine msnfis 9
jaBo diligenter calculo perfiohvendam
> fa" fi in primo an«
no beneficium id noftrum promereri njoluiffe widebuntur %
opportune eis
, & fucceffonbus prouidebimus in futurum $
De te ipfo nihil e fi quod cercare •> nam & fftmus
, et
erimus laborum tuorum memores
, atque grati • Sed eo-
rum
, quae profeBurus petifìi » nulla adhuc oblata e fi oc-
cafio
, cum nec Ecclefia , nec off cium sa te petit a ^vacare
CQntingat
« Imo cum id off cium, de cuius matafione certo
*iwjSi"
-ocr page 258-
2;é
ubulludi^iridcm^dejlinatuj.            &SZZZ
h Ventnasmwoju,,, K„ cerare, faBi illieo acce,,
pan carabi™, Batum Florence alno Incarnatini,
ìTZ"i- vH **MW»*S*° A^agefimoiZ
U. Jtnùt., tonnficatm■ Noflri anno IndeciL. / .
V Tbranda.
• * . ii
tu
-1 ,
■n
LE,
-ocr page 259-
■ MOr
ni
XX
L E ZI O N E
FESTE IN SANTA MARIA DEL FIORE
SOLENNIZZATE DALLA REPUBBLICA.
li
E memorabili fono i tre Conci); Gene*
ralt celebrati nella Cattedrale di Fi-
renze j da noi nelle antecedenti Le-
zioni riferiti ; dì molti altri notevoli
avvenimenti feguiti nella; medefima_#
Chiefa dee far menzione la no(tra_r
Moria, cioè di tatti quei Sommi Pon-
tefici 9 Imperatori, Re , e Principi j i quali venuri a Fi-
renze ^ in quefto Tempio di ricchi apparati fornito
furono accolti dalla Signoria) e dal Clero. Quindi non
dovendoli omettere da me cofe sì ragguardevoli , an-
drò qui notando le principali} e folenniifime , e febbene
V inondazione de' Barbari prima del decimo Secolo cf
ha fatto frnarrire le memorie di moki illuftri Perfo*
naggi , che onorarono in antico quella Chiefa j non ef-
fendo riforto lo Audio delle Notizie de* tempi, fé non
fé dopo il mille , da quefta epoca mi farò a cercare
in primo luogo il novero de i Romani Pontefici , che
onorato avendo di lor prefenza Firenze } accrebbero al-
tresì a Santa Reparata lo fplendore .
IL II primo adunque > che fi fappia di certo, fu Papa
Vittore II. il quale 3 come fi difle , alla prefenza di Ar-
rigo Imperatore , e di Matilde Contefla fra le mura_«
di quefta Chiefa folennizzò il fopraccennafo Concilio . Di
Stefano IX« fuccefifore immediato di Vittore parlano le
Storie Fiorentine , che éi Roma vemìTe in Tofcana , do-
ve fi morì , fcrivendo il Sandini nelle Vite de* Ponte-
fici come appretto : ubi in Ecclefia maiori digno fati?
honore fepultuf efi ,
Lo che addivenne pure a Niccolò
IL
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IL fiato innanzi noftro Vefcovo còl nóme dì Gherar-
do di Savoia » e che fàlito fui Vaticano , volle fegui-
tare a governar la Chiefa Fiorentina ; anziché parlato
avendo in Faenze una gran parte del fucf breve Pon-
tificato , S. Reparata fu il Teatro delle fue Papali fun-
zioni , ed anche delle magnifiche fue Efequie, ordina-
tegli da chi governava Firenze ; fi morì Niccolò tra le
braccia de'fuoi amati Fiorentini nei 3. di Luglio , giuria
il Ciacconio ; Nic&lauf *vìr in otnni *vita probatijftmus
Jìlorentiam jtrofetlt/s , ibidem V, Non. lulii anno Domini
joói, optiwe de RowjWjci Ecclejìa tneritus
', vie quietiti Ò*
in Catledrali Ecclejìa' fefultus juit
. Per non ripetere
poi V altrove già detto, nulla rammenterò di Pafqua-
]e IL che quivi celebrò il /uo Concilio ; e però paf-
fando a Gregorio X. cui Firenze deve grado della pa-
ce tra* Guelfi , « i Ghibellini, giurata fui greto d* Arno
nel 1273. diremo , che ,eflfo corteggiato da Cardinali»
e da Balduino Imperatore di Colia n ti no poi i, e da Car«
lo Re di Napoli, a* 12. di Giugno volle in Santa Re-
parata render pubbliche grazie a Dio delia pace con-
c'ufa tra le due Fazioni , febbene l'allegrezza fu poco
durevole , riaccefi etfendofi i nuovi odj, che-obbligaro-
no il Pontefice dopo le ribenedizioni date al Popolo,
$. Jafciar la Città nuovamente jfotto j' interdetto di fie-
Xsl fcomunica ,.
Ìli. Pompofo , e divotiffimo ancora fu i' incontro»
che ebbe Martino V. nel Aio ritorno da Coftanza sl.
Firenze *
ricevuto, egli fuori di Porta a. San Gallo da
tutt* i Magistrati , $ da zoo. Giovanetti di nobili Fa-
miglie veititi riccamente > venne da tutto il Clero iru
procefiìone condotto al Duomo * dove fede fopra d'un
magnifico Trono con tanta maggiore allegrezza del Po-
polo, quantochè da parecchi anni profanato era iiato il
Pontificio Soglio dagli Antipapi A Diciotto meli fermoifi in
Firenze ,. corrifpondendo con magnanimità d'animo ali-
le conefie della Repubblica, marinamente nel dì 2. di
Maggio, quando» come appare da'Ricordi Mif, neirAr-
xe della Lana, cantata avendo Pontificale Mefla nei Co*
ro
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ro di Santa Reparata > concedè alfa medefima il prege-
volc titolo di Metropolitana, dichiarando Areivefiovo
Amerigo Corfini allora Vescovo di Firenze , dandogli
per fuffraganee Piftoia,e Fiefole , cui furono por aggiun-
te il Borgo a S, Sepolcro , Colle , e S. Miniato al Tede-
fco «, yicenda che mife in fetta per più giorni la Città tut-
ta} come leggefi nel fuddetto ricordo ,,Adì 2. di Mag-
„ gio di Venerdì Papa Mattino V. dopo la Metta iru
5> Santa Liparata fé Arcivefeovado il Vescovado Fioren-
j> tino , e feifene gran fetta ,, Ed il Coriìni ne prefe il
Pallio il dì ir* Dicembre del 1420. in Roma per maria
del Cardinale Rinaldo Brancacci per rogito1 di Ser Fi-
lippo di Bernardo Mazzei da Castelfranco Notaio Fio-
rentino; e nell'Archivio pubblico confervat! T intima-
zione per Notaio fatta a Matteo di Lazzero Diamanti
Vefcovo di Piièoia per uno de* SufFraganei della Chief#
noftra eletta in Metropolitana .
IV. Altra però novità memorabile nella nuova Cat-
tedrale feguì nel foggiorno del predetto Pontefice in Fi-
renze, e furono 1' Eiequie quivi celebrate per nove gior-
ni a Baldaifar Coda, quegli , che al dir di Leopoldo det
Migliore alla pag. 95. effendo fatto Cardinale dal*
Bonifazio Nono, e dipoi creato Papa in Bologna nel
1410. fotto nome di Giovanni XXIIL di comune con*
fenfo pofcia fu deporlo, e privato nel Concilio di Co-
ftauza f tenuto che egli ebbe quel fupremo grado 4. an-
ni , e io. tnefi , ritornato pofcia ad efler Cardinale De-
cano per grazia di Martino V-r Dignità;, che ottenuta
ad iftanza de' Fiorentini , perciò fu chiamato il Cardinal-
di Firenze « Viife dipoi foli 6, mefi t facendo cono»
fcere quanto affliggano , e nuocano le paflioni ftfteft*
ne dell'animo , mortoli , come ognuno diiTe r di do*
loie
in Firenze ne'21, Dicembre del 141^. venutovi per
umiliarli « Papa Martino V. nelle cui mani rinunziò
il Papato, chiedendo le airoluzioni dalle feomuntche, ed
il perdono di fu a contumacia- j che tutto otrenney è di
piò il Cappello Cardinalizio . Dicono, che fentira/ì dal
Papa la mone fua » dicelfe i era Jpamo Faga . ^Grandif*
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tfma fu adunque la pompa dell' Efequfe , e/TendofeneJ
decretato dal Configlio il modo da tenerfi, v'interven-
ne la Signoria , con tutti i Magistrati , i Cardinali, i
Vefcovi , e tutti ì Prelati delia Corte Pontificia , ed il
Petribuonij che vi fi trovò prefente ferito , che parve
abbruciale Santa Reparata per la grande quantità di
lumi, in S. Giovanni gli fu data onorevole fepoltura,
veggendovifi anche inoggi un Sepolcro di marmo alto
da terra , e già da noi deformo nella Storia dell' O-
ratorio di Sv Giovanni coi breve epitaffio , fui quale fé*
ce grandi lamenti Martino V. per l'ambiguità del fen-
fo, non bene efprefTo in quel quondam Papa , che pare-
va faceto pregiudizio a fé , e al grado che legittima-
mente foireneva di Pontefice : Ed in un ricordo lafcia*
to alle Riformagioni da Piero Dom* allora Notaio de*
Signori fi legge „ Comparve avanti alia Signoria uru
,5 Mandato di Papa Martino V. con iftanza , che fi le-
3, vatoro dalla lapida del Cardinale Coffa le parole.,
j, quondam Taf a , e vi ponetoro in quel cambio : Bal-
te daffar Coffa Neajtoletamts Cardinalis ;
etondo que&o
U il fuo titolo della dignità, nella quale era egli mor-
?, ro , e non la foppreffa , ed annullata da un Conci-
33 lio così univerfale , Ma i Priori rifpofero qttod feri*
v yjìmus feri^fimus }i
Avvi ancora Scrittura di Bellaccio
Scarfagni Auditore del Cardinale Soderini , la quale
elice „ Si apri una volta quefto Sepolcro, etondo Gon-
?3 falonieré perpetuo Piero Soderini, e fi trovò il Cor-
pp. intero con un occhio aperto, e rilucente , avea
p la Mitra in capo cqn, tutto il reftante degl'Abiti Pon-
33 tificali, ed era cadutogli dai dito l'Anello, che usò
3, per Sigillo , quando era Papa. „
V. Dovrebbefi ora venire coi ragionamento a Eu-
genio IV. il cui foggiorno in Firenze fu affai più lun-
go di quello del fuddetto Mattino ^ e notabilmente più
vantaggiosa, o fi confideri il trionfo della Fede nel
Concilio j o la Confecrazione > che egli fece della Chie-
fa già dichiarata Metropolitana . Ma etondochè deli3
unione tra Latini ; e Greci lungamente fé n' è favella»
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Mi
to , e della Sacra fì fece menzione particolare nella Sto-
ria di Santa Maria Novella, io pallerò à Pio IL ne125.
d'Aprile del 1458. entrato in Firenze v e nella Catte-
drale ricevuto con sì nobile , e granaiola fefta , che.»
ì' Ammirato ferivendone , dilTe „ Non fpefe mai la Re-
5, pubblica tanto profufamente „ E giacché circa la di*
mora di Pio non mi fono avvenuto a trovar notizia a
noftro propofito, io qui ricorderò la morte di $, Antoni-
no avvenuta in detto tempo, là quale intorbidò non pò»
co le allegrezze de* Fiorentini , e diede occafione di
una funebre, e folenne feria in Duomo ; Impercioc-
ché dal Papa fi ordinarono quivi a fpefe del fuo erario
pubbliche Èfequie al defunto Arcivefcovo , coir inter-
vento de* Cardinali , de' Vefcovi , e della 4ua Cortei
in maniera, che fembrò piuttofìo una Canonizzazione,
che un Funerale , eilendofi conceduta dal Pontefice un*
Indulgenza di fette anni , e d' altrettante quarantene
a tutti quelli , che fodero andati in Santa Maria del
Fiore a baciare quel Santo Corpo, che fulla fera fu
trasferito alla Chiefa di S, Marco , dove per otto gior*
ni da quei fuoi Religiofi fi replicarono V Eféquie , ed
appunto terminato ì* -Otta-vario , Pio IL che già era ar-
rivato a Bologna , donò alla Chiefa Fiorentina per nuo-
vo Arcivefcovo Orlando di Giovanni di Niccolò So-
narli , che era in quel tempo Auditore di Ruota , e
riputato Uomo di vita incorrotta > e Cittadino Fioren»
tino .
VI. U ultimo Pontefice » che Firenze vide nelle Aie
Contrade » e che molti contralfegni di venerazione }e_*
diede come a fuo gran Benefattore , fu Leone X. en-
trato per la Porta di S. Piero in Gattolino il dì 3«.
di Novembre del 1515. fefta di $♦ Andrea , e tra mil-
le viva de* fuoi Cittadini condotto alla Cattedrale, nel.
la quale da Giovanetto era flato Canonico. Di quefta
venuta anche inoggi fulla detta Porta della Città evvi
la feguente memoria:
Tom. Vt                     H h                            tio
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no "decimvs "
ti PRIMVS IN FIORENTINA GENTE
E NOBILISSIMA MEDICEORVM FAMILIÀ. !
PONT. MAX.
BONONIAM PKOFICISCENS
FIORENTINAM PATRIAM SVAM '
*IUMVM IN EO HONORE INTRAVIT
D1RVTA HVIVS MVRI PARTE
MAGNIFICENTISSiMOQVE
jRERVM OMNiVM APPARATV
ET LAETISSIMO
TOTIVS GIVITATIS PLAVSV
EXCEPTVS
. 5 </
                DIE XP, NOVEMBRIS M. D. XV.
,r;Vl,                PONTIFICATVS SVI i*
■ j >y/ì:                        >               ANNO III, .■ .,•.•■;.■■ .»
VII..Ma quelle fefte > che nel marmo appena s* ac«
cennano , vegghiamo come gli Scrittori Fiorentini le
riferirono, e tra eflj V Ammirato alla pag. 318'. ,, a'
ì, %6, di Novembre (Leone) fi condurle alia. Vergine-
3> dell' Impruneta , eiTendo il dì feguente venuro a Ma-
3, tignoìk , e fermateli in Cafa di Iacopo Gianfigliaz-
5, zi tre giorni, per dar tempo a* Fiorentini , i quali im-
j> pediti dalle continue piogge non aveano potuto por
5) fine a* loro preparamenti. GittorTi giù, V Antiporto
a di S. Pier Gattolini , e quivi levata via la Porta, lì
3> fece un nòbile , et pompofo Apparato , ficcome il
55, medefimo fu facto a S. Felice in Piazza, nell* entrare
3» di Via Maggio » e nella loggia de* Fiefcobaldi sboccan-
33 do nel Ponte a S. Trinità . Trovoifi una guglia fe-
3, condo la mifura di quella di Roma paiTato il Pon-
te in fui volgere al Ponte alla Carraia, ed una Co-
5, Jonna fimile a quella di Traiano in Mercato Nuovo
3) con moki altri Archi , .e- magnificenze in diverfi luo-
„ ghi della Città , che fu ricca , e.maravigliofa cofa a
„ vedere . Venne il Papa accompagnato da XVHI. Car-
5, dinali , intorno alla Sedia del quale era la Signo-
''                            X i>. ria
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■friili Fior. Il Baldacchino fu portato da' Collegi , ed
„ un' altra Sedia vota compartita fra cento Giovani Fio-
ji rentini tutti d' un' aflifa molto riccamente ornati . ,j
Ma perchè il Papa fermatofi per tre giorni in Firenze*.*
fi era partito per Bologna 3 dove sbrigatoti ritornò a
Firenze >; fegue 1* Ammirato a rammentar di Leone le
fplendìde grafie fatte alla fua Patria > ed al Capitolo
Fiorentino , come appreflb ,) Senza arreftarfi in alcun
5, luogo as22. Dicembre entrò in Firenze , ove cele-
,) brata la folennità del Natale con belìifiìme cerimo*
95 nie in Santa Maria del Fiore, donò il dì di Pafqua
,5 tra la celebrazione della MeflY9 come è cortume de*
5j Pontefici, la fpada , e orna berretta benedetta in mo<*
jj me di tutta la Repubblica al Gonfaloniere Ridolfo*-
,, ( Piero di Niccolò , che avea avuto per moglie la
}J forella di Papa Leone. ) Il primo giorno dell'anno
5, i$i6. elTendo il Papa coi Cardinali , e con tutta la
„ Corte andato in Santa Maria del Fiore , all'Arcidia-
cono , e Canonici s che innanzi inginocchiati gli fta-
j, vano rapprefentanri tutto il Capitolo , donò una Mi-
5i tra di tanta bellezza , e cotanto di perle , di baia-:
„*fci j di zaffiri , di fmeraldi, di diamanti, e di rubini
j, adornata , che fecondo i libri pubblici di Canonica
V) è regiftrato , che paffava il pregio di io, mila du-
j, cati . Ma il Pontefice defiderofo di fare con mag-
j, giori fegni palefe , quanta affezione, portava a quel-
,, la Ghiefa ,, e quanto per diverti rifpetti le fi con-
,5 veniva , a capo di otto giorni usò co'Canonici , e
„ Capitolo di effa dimoftrazioni maggiori . Imperocché
n magnificando con parole piene di maeftà la grandez-
n za 5 e bellezza d* efla Chiefa ; raccontando come era-
nno paifati mille anni di fua edificazione fotto il ti-
„ tolo di Santa Reparata , che non erano meno di
j, 8o^ anni quelli, da che fu ór Eugenio colle proprie
£ mani confacrata con nome di Santa Maria del' Fio-*
,.) re ; che vi erano 5. Dignità , ed oltre d1 effe 3.7. Ca-
y? nonici , più di 50. Cappelianie , ovvero benefizi fem»
« plici 5 havendo & tutte quefte cofe.riguardo,, e che.
ih
                                   Hlu                              j? il
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244
n il Cardinal Giulio ArciVefcovo d' "elfo era fecondo. 1*
„ carne fuo cugino , fi difpuofe a creare elfi Cano*
„ nici, fuoi , e della Sede Apostolica Notari » quelli, che
0gg> volgarmente Protonotai'/ fi appellano , conce-
a dendo loro , che in vece delle Cotte , e dell' Almuc-
5j ce , che ufavano prima , per 1' avvenire così in Co*
jì ro , come in proceflìoni , efequie , ed altri atti , do-
li veliero portare Roccetto , Cappa , et Abito fecondo
„ i fuoi Notarj portavano , godendo di tutti quea pri-
>, vilegj , ed onori, de i quali elfi godevano, eziandio
5, ancorché fo/7ero de* Partecipanti , dando loro oltre
5, ài più autorità, cioè a tutto il Capitolo intero in-
„ fieme, di poter creare Notarj , e legittimare baftardi.
„ Né dentro quelli fpazj fi contentò di ftar rirtretta
„ la liberalità di Leone , ma conofcendo ottimamente
>, a mantenere 1'Ecclefiaftica dignità, quanto detragga
?> il mancare degli opportuni bìfogni , effendo le pre-
5, bende de' Canonici fcarfe , e leggier molto , quelle
a, volle allargare , e come Iddio , e la fua pietà gli
5, dettò , concedè alla detta Chiefa , a'Canonici, e al Ca-
i> pitolo , oltre quelli » che haveano, tanti benefizj in
„ Prato, in Pi/roia , in Arezzo, et in Firenze iitelfa,
„ che facendo allora la rendita di preflb a 1200. fcu-
3, di , palla hoggi quel che fé ne cava il pregio di 4.
>, mila. Partì pofcia Leone di Firenze il diciannovefimo
5) di Febbraio , riavendo a lette Altari di Santa Maria
i, del Fiore Jafciato per certi giorni quelle Indulgenze ,
j, che hanno nel tempo della Quaresima Je fette Chic-
li fé di Roma . ,, Sin qui Scipione Ammirato , che ha
tralafciaro il Ponte dalla Porta maggiore della Chiefa,,
fino ai Coro alto 2. braccia > che per comodo dei Pa-
pa fecero fare gli Operai; ed ha pure taciuto, che nel-
la fteffa Chiefa dichiarò Conti Palatini i tre primi Ufi-
ziali deila Repubblica , e loro defcendenti. E cir'ca al
Capitolo omìfe di notare un altro dono, che fece il
Papa a* Canonici , piccola cofa per vero dire ; ma-*
viepiù denotante la benevolenza di Leone verfo la no-
lira Cattedrale , e furono tre Leoncini mandati prima
l\ > «
                              ili                                   di
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245*
di s partire : al Capìtolo, come leggeri ! ne* libri dell' Arr
chivio » intitolaci libri di fpefe , e di mance » ne* quali
pure vi ho rincontrate altre notizie da non ometterli»;
fìccome.al libro azzurro fegnato C leggefì „ Il Capito*;
„ lo ad imitazione di quello di S. Pietro in Roma pfe-
j, fentò al Papa per la Melìa di Natale in un borfotto
„ varie monete Fiorentine; illavoro, e ricamo della-.
„ borfa coito lire 19. e io. „ Così altra partita , che\
dice 55 8. Gennaio 1516. per Ja Mitria donata al Ca--
j, pitolo da S. S. che portolla Monfignore Adimàri Cu-
„ biculario del Papa lir. 700.^
                       ^;* k ;> ^ ,*
Vili. E venendo oramai al fecondo punto di quella
Lezione, vale a dire a* Principi > i nomi de'quali con-
fervanfì ne3farti dì S. Maria del Fiore, io pehfo di nuU;
la toccare di Carlo Magno i la cui venuta1 in Firenze-
fu efaminata da me nel quarto sforno alla Chiefa di S.
Apoftolo -, né pure parlerò degli Ottoni , né degli Ar-
righi , né degl'Imperatori Greci Balduino , e Giovanni
Paleologo 5 né di Crifterno Re di Dacia rammentati da
me in altre LezioniE però rifrangendo il difeorfo
prefente a pochi Principi , di queftì ancora fommaria-
mente riferirò le memorie , che trovanfì relative alla
Chiefa Cattedrale di Firenze ♦ V* entrò adunque Fede-
rigo Imperatore nel 1451. corteggiato da Ladislao Re_,
d' Ungheria , e da Alberto Arciduca d* Auftria venuto
a Firenze per andare a ricevere la corona Imperiale da
Niccolò V. in Roma > ed1 udita avendo la Melfa in Santa
Maria del fibre con; tutti i Magiftratt, quivi diede 1* or-
dine di Cavalleria a/tre Gentil ùbrn mi' Fiorentini j cioè a
Carlo Pandolfini , ad ÀÌéiTàndrò degli AleiTandri , ed a
Orlando de* Medici ,. Venne nel 1494. a Firenze il Re
Carlo di Francia , con.terrore de* Fiorentini , avvegna-
ché avelie egli molte mal Fondate pretenfjoni contra la
Repubblica , tuttavolta mitigatp refto 1* animo del Re
dal coraggio di Piero Capponi * il quale, in faccia del
Monarca stracciato il foglio delle gravi 5 ed ingiu-
rie domande del Franzefe. , voltando al medefirno
Re le fpalle con minaccevole tuono dille che fé i
S.M :;i
                                                              » Fran-
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,); Etkézhfi ; diianr: fiato\ alle lor Trombe J3 Firenze avea
^'.Oampan? da fonare,, E per confegucnte richiamato ^
il Capponi al eorigreiTo j il diilefe una onorevole Ca*
protezione , delja i^uaìc adì $ 7. di Novembre i dal Re,
e* da* fuoi Ufiziali, e Soldati ne fu giurata P ofTervan-
za fuiP Aitai? maggiore della Cattedrale , e fu una di-
vota, ma rinfiememente gloriofa funzione alla Repubbli-
ca,^ e >nef;libri, dell'Archivi© de* Canonici avendo io;
trovato, circa quello fKe ■ alcune notizie , qui mi piace
de »riportarlei-come apprefifo ,, 14^4. fpefi fiorini 30®. per
3, acconciare Ja Chiefa di S. Maria del Fiore, nella_»
,1 venura' di; Carlo Re di Francia „ Nel libro giallo
fegnatóA;, di due altre xircoitanzerfi fa ricordo , e fo-
no ,, j 7. Noyembre i4#4.;bMancia per la Proceflìone^
9% il dì* che entrò in Qittà il Re di' Francia ,à la ifefrJ
c&nda dice ?, a'6*. di -Febbraio; 1495,. Mancia per;Ja prò-.
,, ceflfoné }. che fi fece quando venne la njuova^ che il
ji Re ài Francia era entrato in Napoli.,, v , j
i;vi l'X. NeJ 15, di Maggio del 15 3d. alla Porta mag-
giore .della medefima* Cattedrale , 1'Arcivefcovo Andrea
Buòndelmònci con tutto il Clero vricevè P Imperatore*
Carlo Vv,venuto,«$>|Firenze dal Duca- Ak0andrO; fuo"
genero , come climoftrafi dall' Ifcrizione in ;ma,imo affifia
aHa-iPorta [Romana jcòhe ,dice;,i ?:,; I
          -          ::., u
■CAROLVS;fV,fiCAESAR AVGVSTVS. ..        ■«!?';=•• :•; i
;' .          ,CVfM INSIGNI pMN(ipx"cHRIsÌlANORVJVl BENEFICIO -
ì <ZMMANEM . ARCflIPIRATAM. REGNO ,4>£PVLJSS£T JFVGASSETQyjBi ; ,
SICVJLQ ^EAPOLITANQQ^E S^IS JREGNIS CO^STITVtIS
]:" "
                 ROMA PROFECTJS fÌoRENTIAM .
HAC PORTA CVM MAGNA POMPA ikGRESSVS
' *' PÙPV-J.Q CVNCTO PRAE LAETITIA CJESTIENTÉ
* J'f ' '             ' AB >L£XANpROf ;MEDICE: "CIVÌTATÌS ' DyCÉ" 'J
>i*1             ' CVI,MAR^RITU'Mf!FÌLUM;-DE'SI^ONDElÌAèr; "'/*';".'
1 ÌLLVSTRI' APPARAJ*V^' REtìAtlbjfE HOSPÌTIQ '
'■i^Xinì , MÈDICEAS'IN !AEt>ES; !AeCEPÌ*s E&T
''!,Ufr:;:. M'A 'é'JV:<ANNÒ MDXXJm£ilÌE>IBVÌS <MAHr;
p^ì; ^ritvLvIw posvff cosmys medicés i£ dvx heirveiae»*•
.0*1$ ce
                                                              X. Ma
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m
X; ;Ma fé incera: fia quéita Iferizfqfte , fa fortèì
rie dubito > conciófiache dica 1* Ammirato 5) V Impera-
tore^ Carlo V.) partito di Napoli , e fermatoti per
}) molti giorni a Roma fece la fila entrata in Firenze
,, a1 28. di Aprile, ricevuto con tanta magnificenza
3) dal genero nei Palazzo de* Medici , che Celare , il
3, quale haveva in Siena ricevuti molti honori , e moU
j, te cortefie da quella Città per antica coftumanza a-
„ morevoìilTima a'Foreftieri 5 e devota alla Fazione Ce-
$ fareajebbe a maravigliarli dell' avvenentezza ■ -de-^of
js fcani , della rapprefentazione de* loro fpettacoli y del-
„ lo fplendore delle tavole 3 e fopra. tutto della copia
5, delle Pitture , delle quali fopra tutti gli altri Popoli
,, abbondano)? E nel giorno confrontano eòli1 Ajmrfti-
rato i Ricordi all' Archivio del Capitolò Fiorentino ap-
parendo ne* libri come fegue „ Adi 28. Aprile 153^.
,, Mancia per la Proceffìone fatta nell* entrata della
a. Sacra Maeftà dell' Imperatore iCarlo V^ di venerdì
3, alle ore 22. >, E fnello iteffo; gi,ornp fegnata evyiaj*
tra Partita , che dice b Lire 4;òpfpefe per far parare,
3.3 h < Ghiefa noftra 5 nella venuta 4eJÌa<: fceiarea:.Maeftà
3, di Carlo V. ,> la qua! partita replicata trovai! al li-
bro nero fegnato E , dall'anno 1534.V al 1538. E con
qùefti autorevoli documenti io facilmente mi perfuado>
che l'errore fia flato dello fcarpeUino , il quale in ve-
ce di leggere jf. Kal. M^iì\:j malamente^ Ielle Idihits Maiit
e tanto più potette feguji-e lo sbaglic» 5 perchè dppo 33.
anni dall' ingreffo deli' Imperatole % fqnp,rdin,àt4 la fud-
detta Menzione*
                      -.1**^» [ìZi^nns -'■■ '\'M'i
t
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"■                 '—'---------------~~------                                                       ^VP<9"nVHP>i|Plpil|MI
■——■■———"■——■■
JL-.E. Z f O NE
-A -A, I e
ix
ONORI FATTI DA' PRINCIPI DI CASA MEDICI
ALLA CHIESA DI S. MARIA DEL FIORE.
Ercfiè il mio antecedente difcorfo è
flato una breve Iftoria delle più rag-
guardevoli Funzioni , che fi fieno ce-
lebrate in Santa Maria del Fiore da'
Pontefici S! Imperatori, Re, e Principi
in que' tempi felici della Repubblica-
Fiorentina , ragionevole cola farà, che
quivi àncora cerchiamo i Principi della Real Cafa de*
Medici, i quali riguardarono fehipre quella Bafilica non
folo qual Madre della loro pietà , ma in.fiemera-en.tc,
cóme il più faldo fondamento del trono , fu cui era-
no ialiti . Perciò moltiffime eflendo fiate le Ferie , che
qui eflì ordinarono , o fi voglia di Nozze , o d'Itico*
fonazioni ài Spofe > o di vertizione d* Abiti Militari 3
o di cento altre glbriofe folennita, io per non defrau-
dare quella gloria , ohe ne ridondò alla noftra Chiefa,
le andrò rammentando con quell' ordine , che le trovo
notate in parecqhi Diarj , o altri MSS, del Rondinel-
li , e del Verzoni , e dèi RoiTelli, e del Migliore , e_^
d'altri più .moderni Scrittori, i quali -abbracciano lo
fpazio di 200. anni 9 ne1 quali fiorì il Principato de'
Medici .
IL AlefTandro adunque fu il primo Duca , cui
fé Carlo V. donò la Corona , volle pure afiìcurarglie-
la fui capo colle Nozze di Margherita fua figlia na-
turale , la quale , gl'ulta il Rondinelli , adì 31. di Mar-
zo del 15g<5- venne a Firenze , e fece il fuo /bienne.*
ingreflb dalla Porta al Prato, ricevuta dal Clero in prò-
celfionej e leggefi all' Archivio de* Canonici „ 3i.Mag-
» gio
_____
_________
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H9
iìpxs iiiS. Mancia per la proceffione fatta nelì'incon-
}) tro dell' Illuftriffima noftra Duchefla, che entrò pec
3> la Porta al Prato , fu apparata la Chiefa con pienez-
3} za di Popolo non minore di quella , che fu nella ve-
& nuta di Cefare Padre della Spofa. ,, Ne altro trovo di
notabile in qtie£a Chiefa nel breve governo del Duca
Aleflandro , avvegnaché rimanere uccifo ilei Gennaio
dello fìeflb anno ah lncdrnarìon&•'-, e la nobile Vedovella-
parti dr Firenze nel mefe di Ottobre del 1538.
III. Viene Cofimo L nel cui Principato affai più'
frequenti furono le occafioni di rinnovare ili Duomo*
fomiglianti Fefte . E primieramente notar mi giova del-
la magnificenza ufara da detto Principe nel ricevimene
to della fua Spofa , feri vendo il Rondi nelli conile ap-
preso „ Adì 21. di Luglio del 1539. Donna Leonora
,, di Toledo figliuola di Don Pietro Viceré di Napoli
,-, entrò in Firenze ; il Capitolo Fiorentino colle lolite
3, proceffioni fu ad incontrarla alla Porta ai Prato , e
5, nel Duomo riccamente adornato entrata vi adorò la
j, Miracolofa Tavola della Madonna dell'Impruneta fatta
3, venire dal Duca ,, La feconda Fefta fu quella ? che
Cofimo volle celebrare nel Coro della medefima Catte-
drale , quando per un Araldo della Maeftà di' Cario V.
gli fu mandata la ricca, ed onorevole Collana del Tofon
è' oro 3 la quale iliu(Ire infegna degli Monarchi Auftria-
ci dair Ambafciator Cefareo negli undici d'Agofto del
1545. fu raeffa al collo del Duca dopo 1* Épiftola del-
la MerTa> cantata a più Cori di Mufici, prefente la Du-
chefla Leonora } Dame, Cavalieri, e molta Nobiltà fo-
seftiera ; ed avvertir debbo ,- che fino dal giorno di S.
Andrea era flato Cofimo onorato di sì ricco dono nel-
la perfona di Averardo Serriftori fuo Oratore preilb Ce-
fare nella Città ài Bolduc in Fiandra ,- e per non re*
plicare altrove una fomigliante cerimonia , noteremo
qui il feguente ricordo del Marucelli ,} Adì 3. di Lu-
3, glio 1585. arrivò in Firenze un mandato del Re di
Spagna, che portava il Tofon d'oro al Granduca Fran-
cefeo, e Giovedì quattro di Luglio il Granduca in Duo-
Tom, VI,                          li                            » mo
./-
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1J.O.
f, jbo prefe il detto Tofone } e dopo il Cardinale Ar-
,, civefcovo cantò una folenne Merla di S. Andrea A-
j, poftolo Protettore, di quell* .Ordine , diede al Gran-
y, duca il Tofone il Principe dì Sulmona di Cafa La-
j, noia » che partì lo fteflb giorno dopo definare . Fa
>> regalato dal Granduca di un boccale) e bacile d'o-
„ ro di feudi 3. mila j dalla GranduchefTa di una gioia.»
;, di feudi 2. mila 5 e l'Araldo ebbe feudi 500.}) Nel 1564.
altra funzione non mai afpettata } e ben rara a ve»
derfi ne' Sovrani invitò un mondo di popolo a Santa
Maria dei Fiore ,. imperciocché Cofimo aifalito frequen-
temente da dolori di fianco, e bifognofo di alleggeri-
re fé ri elfo dalle noie , concepì il penfiero di commet-
tere la cura de' pubblici affari al fuo Fig/io Primoge-
nito già da lui fperimentato per un Principe accorto,
e prudente 5 onde nel dì 30. di Maggio del 15^4. de-
liberò di lafciare il Governo , riferbandofi il fòlo ti-
tolo , e la foprantendenza nelle cofe più ardue . Que-
fìa rinunzia da Cofimo fottoferitta in Pi-fa nel detto
giorno , portò a Firenze Bartolommeo Concini fuo Se-
gretario , e la confegnò al Principe Francefco, il qua-
le volle, che fé ne facefle lettura- pubblica , e folenne
nella Cattedrale ; dove radunatofi il Senato de' 48. e
detta la Mefia dello Spirito Santo ad un immenfo pò-
Eolo 5 ì Senatori col bacio della mano preftarono ub-
idienza al nuovo Sovrano, riconofeiuto per tale con
universale foddisfazione , e da quinci innanzi incomin-
cioffi a ufare tutti gli ordini pubblici fotto il nome
del Principe D. Francefco , il quale nell'anno feguen-
te avendo pubblicato il fuo Matrimonio colla Regina
Giovanna d'Auftria, rinnovò altra non meno lieta fe-
ita tra quelle facre Mura , che principiò ne' 16, Di-
cembre per F ingreffo dell' Auguffca Spofa , la quale fé
trovò tutte le itrade di Firenze adorne d'Archi , di
Statue , e di Profpettive , afiai più di fplendore , e di
magnificenza ravvisò nella Cattedrale , che non fu ap-
parata mai con tanta pompa , e grandezza 4 con quan-
ta fu quella : le più fingolari circostanze di tale En-
trata
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trara fono nel Diario del Rondinelli , e dicono come*
appreflb „ Adì 16. Decembre in Domenica , la Spola
,, del Principe noftro Francefco entrò in Firenze per
5, la Porta al Prato ., venendo dal Poggio a Caiano ,
„ Neil' Antiporto le fu dato a baciare la Croce dal
„ Vefcovo Concini, affiliente tutto il Clero j poi MeiTer
„ Tommafo de'Medici Cavaliere di Crifto , le prefentò
„ entro un Bacile d' oro la Corona Reale, che le fu
,, meiTa in tetta da Germanico Bandini Arcivefcovo e-
,, letto di Siena , e da Bernardetto Minerbetti Vefco-
j, vo di Arezzo ; entrò fotto il Baldacchino portato a
5, vicenda da cinquanta Giovani nobili, tutti ad un affi-
,, fa , e riccamente vediti , pafsò per go. e più Archi
j, inalzati al fuo onore per le contrade ; ed entrata
j, ella in Duomo ornato di magnificentiflìme dipintu-
„ re , e drappi ricchiffimi., fece orazione al Sagramento
,, cantando più Cori di Mufici , e dal Duomo andò al
,, Palagio Ducale: poi adì 18. detto mefe , i Reali Spoiì
i, ritornarono in r-anta Maria del Fiore , dove udirò-
„ no la Metta de' congiunto colla benedizione dell'A*
„ nello , prefenti il Duca Cofimo , il Cardinale Doru
}j Pietro fuo figliuolo, e Ferdinando figliuolo del Duca
„ di Baviera , il Nunzio , gli Ambafciatori de' Princi-
,, pi , e zoo. Gentildonne riccamente veftite , Era du-
,, rato a piovere otto giorni ; £ fu giorno belliflìmo „
Di quefta Regina trovafi pure in Duomo fqlennizzata
la cerimonia della Rofa di oro mandatale dal Sommo
Pontefice, jcome fi legge nel fuddetto Diario. ,, Adì
j, ii. di Maggio del 156S» arrivò in Firenze un Man-
j, dato del Papa Pio V. con la Rofa d* oro > che egli
„ portava alla Regina Giovanna , ed adì 13. detto in_.
,, Giovedì fi cantò in Santa Maria del Fiore una fo-
„ lenniflìma Merla dal Vefcovo Guidi , vi affitte la det-
,, ta Principeffa colla fua nobiliifima Corte ài Dame »
„ e Cavalieri; e finita j il Mandato prefe di fu 1' Al-
,j tare , ove era fiata efpoita* la Rofa, la porfe al Ve-
„ fcovo , ed elfo la confegnò in mano della Regina »
,; che tenutala alquanto , la confegnò al Vefcovo , ed
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*3#
5? egli al Mandato > il quale con pòmpofa Cavalcata l£
.»• portò al Palazzo eoo trombe , e fefte. Era tutta d*
5, Orox:olle foglie a tre palchi'„ e poiché un fomiglian*
te Pontificio dono ho trovato fovente replicato ad altre
Prineipefle di Tofcana colle -folite folenni cerimonie in
Duomo, ballerà , che qui fom ma riamente fi accennino,,
ed a mia notizia fono -Leonora -de' Medici dichiarata*
Spofa di Vincenzio Duca di Mantova 15^4. alla Bianca
Cappello nel t^Bó, alla CrifHna di Loreno nel 1589. e
a Maddalena di Auftria 1628. e l'ultima fu alla Grati
Principefla Violante da Benedetto XML in S;M.Novella.
IV. Ma ritornandoli al Duca Cofimo 1. non è da
ometterà* il pregiatiffimo Breve 4i Pio V. mandatogli
col titolo di Granduca > e pubblicato in Santa Maria
del Fiore , giùfta il ricordo del fopraddetto Rondinel*
Si : „ Adì ig. Dicembre 15^. 1* Arcivefcovo Antonio
35 Altoviti cantò io Duomo una folennifiìma Meflfa per
,j ringraziamento dell' avere il Pontefice Pio V. dato il
j, titolo di Granduca di Tofcana a Gofimo, che vi afli-
5j ftè con tutti i fuoi figliuoli , il Nunzio , .gli Arnba-
w feiatori , i Quarantotto , i Magirtrati , ed i più prin-
5, cipali Uomini della Città . Venne il Duca in Sieda
j, per aver la gotta in un piede .Suonò tutto il gior-
3, no a fefta > la fera fi fecero i fuochi , e le fortez-»
w ze tirarono , Portò il Breve Michele Bonelli nipote
,) del Papa > che non volle accettare i ^grandiofi regali
.,, di S. A. così avendo avuto ordine dal £uo Zio , e
,}|' furono fpediti Ambafciadori a quafi tutti i Principi
5>-Criltiani per dar 4oro conto d!* un tale onore fatto-
,» gli dal Sommo Pontefice 5j Non tardò Cofimo a di-
sporre il fuo viaggio per Roma , sì per rendere per-
fonalmenre grazie al Papa , sì per efler dalle ^proprie
mani di Pio nel cofpetto di Roma , mellito., ed inco*
ron&to . "Né io penfo eiTere dSgradevole al Leggitore %
fé con breve digreffione ne riporterò qui h deferi*
zione degli onori } che ebbe in Roma il nuovo Grao~
duca } non ©(tante le protette degli Ambafciatori de*
Principi fatte io tale occafione >
Rem
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*53
JtsUziowe della folenne Incoronazione M Granduca
Ài Tofcana
, fatta da San Fio V* nella
r Ter fona di Cojtmo L o
Adì 4. di Marzo , Domenica 4. di Quadragefima
detta Laetare , nella quale il Papa benedice la Rofa
d5 oro j andò in Cappella Sua Santità Pontificalmente
■veftita colla detta Rofa in mano, il Granduca gli al-
zava lo ftrafcico , avente indotto una fotcana di broc-
cato riccio fopra riccio fino fui colio del piede » con
fpada d'oro, e fornimenti di gioie, il fodero era di
velluto rodo , fopra aveva una toga di velluto pure
rollo , con le maniche a campana foderate d' ermelli-
ni , e (opra una pelle de' medefirni fino a mesza Spal-
la , pendeva dal collo il Tofone d\oro , ed m tetta,
portava un tocco di velluto nero . Cantò la Melfa il
Cardinal Saveilo : finita rEpiftoiaj.il Mae/rco delle-ce-
rimonie andò dal Granduca, invitandolo ad andare^
dal Pontefice .* Andò accompagnato da Marco Antonio
Colonna , e da Paolo Giordano Orfini fuo genero*
inginocchiatoli al Papa , leile una fcrittura , e poi il
Papa alzatofi in piedi > recitò alcune Orazioni , e ri-
poltofi a federe , incoronò il Granduca di una Coro-
na lavorata in Firenze 5 -che fi difte valere 200. mila.,
lire; vi erano 75, pietre preziofe, graffe, e belliffime-,
con =una ghirlanda fopra 4i groffe perle , pofegii itu
mano lo Scet.ro d' argento , die avea in cima Palla *
e Giglio rollo . Dopo , il Granduca baciò il piede al
Pontefice, ed il ginocchio , ed il Papa chinatoli lo
baciò in faccia nell'una, e nell'altra guancia * Fatto
quello il Granduca fu riaccompagnato al luogo, dove
prima flava da due Cardinali Madruzzi , ed Alciato^
E portoli a federe , Marco Antonio Colonna gii cavò
la Corona , e H Orfini prefe lo Scetro , dipoi fi diffe
il Vangelo, e fi cantò il Credo ; e ripoftofi a federe»
gli fu da' fuddetti Signori polla in tefta la Corona , e
lo Scetto in mano „ Venuto V Offertorio , col folito
accompagnamento .ritornò al Pontefice, <e fece la fua*.
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^4
offerta, che fu un Calice à* oro fine di libbre je. la-
vorato con jbttiliflìrno magiftero da Benvenuto Celli-
ni , vi erano tre figurine delle tre Virtù Teolo-
gali pure d* oro , che fofteneyano la coppa del Cali-
ce , donolli di più una Borchia d'oro per il Piviale,
ove erano groffi diamanti , e nei mezzo il Nome di
Gesù circondato di rubini, e di pietre di gran valore :
il Pontefice baciò quel Nome di Gesù : donò ancora
un Piviale , una pianeta , due Tonacelle , un Pai ietto
col fregio d'oro, e tutto era di broccato riccio fo-
pra riccio. Sua Santità accettò il dono con lieta cera;
il Granduca di nuovo gii -baciò il piede , e ginocchio ,
e il Pontefice lo ribaciò nell'una , e nelP altra gota , e
gli diede la benedizione > Il Granduca ritornò al Tuo
luogo ò e il finì la Meifa> dopo la quale il Papa aven-
do in mano la Rofa , ritornò alle fue Stanze , Tempre
ter.endo lo itrafeico il Granduca * Nel pattar .che fe-
cero per la Sala Regia , che fera calcata di Nobiltà , e
di Popolo , fu fentito gridare ad alta voce , falle, Pal-
le
, che fu itimato affai. ;Sua Santità arrivata alla Stan-
za de i paramenti., diede la Rofa al Granduca 3 il qua-
le iì ritiiiò a dpofare snelle iStanze, che gli erano liate
prepaiate nel Palazzo Pontificio contigue a quelle dei
Papa , e fuvvi accompagnato da 35. Cardinali , ohe
tutti furono ringraziati dal Granduca , che adì 13. di
Marzo in ;Lune.dì partì sdj .Roma, avendovi lafciato te-
fori imm&nfi fpefi in regalare ciafeun ardine di perfone.
V. E dopo sì bella. fdigreffioiie , ripigliando^ la.
Storia delle Fefte in Santa Maria del Fiore , ne viene
una affai ftraordinaria , e non totalmente nota :preffo
gli Storici , quale fu Ja pubblicazione fattafi in Duo-
mo del matrimonio tra jl Duca Francefco , e la Nobi-
le Donna Bianca Cappello , .che jie'iniei Diaxj trovo
deferitta come fegue >, Adì. 18. di Giugno 1579. gior-
i> no del Corpus Domini chea, ad un'ora di notte il Gran-
„ duca di fua bocca pubblicò per la prima volta a i
„ fuoi Camerieri d'avere fpofata la Signora Bianca Cap-
,, pello,
■■■■■/-■V.:-- ■;■..„■' :.-:,':. :-:,.-■:--..:. :■■•■..',-.,.,.■■.
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*S5
yi pello » ed adi 27. detto fé ne cantò per allegrezza^
„ in Duomo la MeiTa folenne dello Spirito Santo, adi
5j 16- di Settembre entrò a ore 23. e mezzo in Firen-
„ ze Sua Eccellenza Bartolommeo Cappello Padre della
„ GranducheiTa, col Patriarca d' Aquileia , ed altri No*
„ bili Veneziani falutati nell* ingreMo dalla Fortezza da
„ baffo. Adì 2S. detto , arrivarono due Amoafciatori
„ della Repubblica di Venezia mandati' al Granduca
„ per rallegrarli del Parentado fatto colla Bianca figlia
„ di S. Marco . Adi 4. d* Ottobre , Giovedì a ore 16.
„ i fopradetti Ambafcìadori andarono con grandiflìma
;J pompa ali* Audienza del Granduca , e a' 12. detto in
„ Lunedì il Granduca andò al Duomo con tutti i Se-
j, natoti in abito rollo 5 ed i due Ambafciatori , e Gen-
„ tiluomini Veneziani , ove il Vefcovo di Fiefole can-
5, tò la folenne Meffa del congiunto , nella quale i due
,, Ambafciatori incoronarono la Spofa, la quale incoro-
M nata fé ne tornò a Palazzo in lettiga fcoperta } iru
5> mezzo a i due Ambafciatori a cavallo > i quali furo-
,, no regalati dal Granduca d* una Collana ó' oro per
j, uno di circa libbre 20. e quelli della Camerata,> che
3, vennero con efli di Venezia , che furono molti , eb-
,5 bero Collane di 500. feudi . Partirono tutti il dì 19,
„ detto, e coito il loro alloggio circa 50, mila feudi.,,
VI. Parecchi pure funzioni furono in Santa Maria
del Fiore , fatte da Ferdinando I. come delle fue Noz-
ze con Crifìina di Loreno, e la funzione dello Stoc-
co , e Berretta mandatigli dal Sommo Pontefice , e->
preiematigli in Duomo dal Nunzio Pontifìcio, ma non
trovandovi in effe Angolarità da notarli , riferirò folo
la magnificenza colla quale ria quefte facre pareti egli vol-
le onorare le Nozze di Maria figlia del Granduca Fran-
cefeo, deilinata Spofa d'Arrigo Re di Francia . Già dal
dì 23. d'Aprile del i<5oo. era irato fìipulato tra il Gran-
duca , e 1* Ambafciatore del fuddetto Re il contratto
delle Reali Nozze , datofene alla Città 1* avvilo col
fuono delle Campane , e fpari delle Fortezze : Era ar-
rivato di Roma il Cardinale Aldobrandini Legato Pon-
tificio ,
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2$6
tifici©,■ con cento muli da carriaggi, quando nef gior-
no quinto d Ottobre in giovedì fi vide aperto iì- DUo-
mo , e fuperbamente ornato, dove portofli Maria de»
Medici con feftofa Corte, maffimamente di Nobili Fran-
zeli venuti ad inchinare la loro Regina . il Granduca
Ferdinando come Procuratore eletto dal Re Spofo * die-
de 1 Anello alla Nipote fempre fervita da Monsù le
Grand Ambafciatore del Re, fece le cerimonie Eccle-
jraftiGhe al fuddetto Cardinale Legato , avendo cantata
la Mefia il Vefcovo di Fiefole Marzimedici , e termi-
nata sì lieta Funzione , eantoffi a più Cori il Te De~
nm
._ Né fi può dubitare -, che queiro giorno non foffe^
ih più glonofo del Principato di Ferdinando .
A VH. Di Cofimo II. poco abbiamo da raccontare^
ftante le fue graviffime infermità ; tu travolta fia detto
ad onore della Cattedrale, come quetfo Granduca, per-
mettendoglielo le fue forze , non mancava di folenniz-
zare la Pafqua di Refurrezione in' detta Chrefa , e ri-
marcabili fono le parole di Leopoldo del Migliore a
quello -propofito nella Firenze Illuftrafa , alla °pag. 41.
dove leggefi così' „ Soleva dire Granduca Cofinfo II.
,j non gli parere d'eflfere Granduca in altro giorno dell*
,, anno, fé non in quel di Pafqua , quando nella Catte-
„ drale in trono elevato nel Coro aflifleva colla fua_
s, Corte a i Vefpri. „
Vili. Molto però avvi da dirli dei Granduca Ferdi-
nando II. a ninno de' fuoi anteceffori inferiore nella.
ipìendidczza , e magnificenza, allorché trattoffi di ce-
rimonie da tenerli in Santa Maria dd Fiore, e in pri-
mo luogo rammentar mi piace il Regio Apparato per
le fue Nozze colla PrincipefTa Vittoria di Francefco
Maria Duca d Urbino, la quale quivi ebbe folenne-
mente 1 Anello benedetto dall'Arci vefcovo Piero Nicco-
lo» ne' 2. d> Agofìo del i534. differitali per allora la
cerimonia d incoronarla Granduchefla , funzione che mi
iono avvenuto a trovare nel Tomo I. de i Diari del
Verzoni da Prato , notata come fegue „ 5. di Luglio
,,1637. Julia Porta del Duomo, dove eralì difegnata
;5 una
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ii itì&r laccio v«ghifea f è* Ju molte Statue , opere di
»ì)jb^à Artefici » |$itlftÉS^ ft^^flf^^ iella &r.andu*
«jucheffe Vitror*** ^elja Eove^ > cui il Granimi Perdi-
„ nàndo a yifta cTinfinjip Popolo meflè in capo una rie*
5) ca corona* era la Signora feapigiiata) e così inpprona-
,, fu andò al trono^collocato aliyUrar:magg)ore ,, ^^hi*
„ pagmta da tutre )e Gentildonne s> file&ntò la Meffa >. .al-
,, la quale .& A, ; fece,]a; iua cppmunio?ie, e y* interyenne-
„ ro rum ì Principi, Jli Du£be(fè yerfpy:a q^yrbino, la
,,P^clie#a jdi Gwfe* il Druca M Parmaj ed d Qardina-
,, li bacchetti, e papponi a e aggiugnerò qui altra gran-
dipia fefta, che leggefi, nel dettp Jpiario come appreffo A»
*> 25,., Giugno 1^.45, fu battezzato in pupmp ji Gran
„ Principe Coflrno $timo%^$9'i$&k Produca ^erdijnan-
io, tenuto al jbatteifimo a; inpine del Pontefice Inno-
9i cenzio X- dal Cardinale Ludoyifio.di Bologna , Par-
tirono dal Palazzo Pitti cinque Cpnrpagnie ài Ca»
ai jvaliJHeo*ioro,ipapitani? ed il generale Borri per Via
uiMaggioi» poi yenivàiia [ C.ayalcata de' JGeAtjlppmini ,
j, jdoppLi f Sereniffej Priiifi^i Mattia^ > je JUpppJdo ,
^.Seguiva la ,Carrozza del £Uan Principe in collo del-
,, 1a pignora Prtenzia Guadagni #e\ Saldati 4; £ «centp
9, C^rrozjze pierie di JPame /ed in ^ltirnp ij |3ra.ndu-
5, ^ca, Ferdinando in muta a «otto » pon i pignori Car-
^; dinali Gio; Carlo fuo £rat»ellp *,jed il .Cardinale Lu*
n 4m$ .» La Gra,n,ducbeira colla Prindpejfc Anna e^w
„ trartpnp dalla Porta -fianco., ^d-i) granduca per
fyèfi. porta maggiore ricevuto ^all'Arpive/eovo, e Cle-
,,, ro,, il principe Mattias prete in collo jl Reale Barn-
,3 bino» jejhe lo mpftrò più yolte al Popolo , e poi lo
j, portò in Coro , dove erano -i Qanonìci , 9, Vescovi
,,, coir Arciyefcovo di JPjfa , Jl Sig. Cardinale JLiUdovifi
^principiò la funzione :} avendo poftp a federe & rie*
5, co guanciaje il Bambino ? „e /afta la funzione } fi
i> $ant£> il T> f)^«^ .a Òtto £ptj gii Mufici;. La Sere-
$y niflìma fi farti per la ;mede^ma Porta laterale } il
t, medeiimo lece il Granduca., e rieì ritorno fu olTer-
1, vato il medefimo jprdinp. Al Palazzo Pitti nel Cor*
Jom. VI.
                      K k                               tilc
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sv file vi fa una fòletfntf1 colazione1 *aìlèGentildonne di
^'numero^zoJe poi nello IteiFCMluògo fd(tin# fino alle
jr' tre ore1 della ' nòtte }?i Sfe-qaì i'1 Verzoni / chenfap*.
pone efferfi dato ài Reale Bambino il Battemmo in Duo-
mo , quando fu battezzato in S« Giovanni, come ce_^
ne affièurano tutte le relazioni di cèsi fòlenne funzio-
ne , leggendo^ nel Diario^del Magli'abechi', come ap-
piè flfo jj-Ad^ 25/, "di Giugno 164 j. in giorno di Dome-
si nica fi battezzò a S. Giovanni ^tìbblicamente il Se-
y) reniflimo Gran Principe Gofimo , è io tenne al facro
Fonte U Jiminentiffìmo Cardinale Niccolò Ludovici per
#  la Santità diNoÉro Signore Pa^pa ìnnocenzio X. e
,y io battezzò ^ònfignòr Piero < Niccólini Arcivefcovo
di Firenze5 coli'intervento di 'Scipione Delci Arcive-
a, fcévo di Pifa , e numero 6* altri Vefcovi dello Sta-
y} to } e vi concorfe gran Popolo fpetktore^ dir sì bel-
5, la Fefìa . „ Si può' non oftante fàlvàre la verità del
racconto fatto dal Verzotti, imperciocché le due "Ghie-
fe del Duòmo , è di Si Giovanni ih ] quel ' dì^ft videro
unite in maniera, "che facevano nna'Ghiefa fola per
fnezzo di un corridore àilài:i--fpa£iò&?-dalla- porta del
Duomo fitto alla porta di S; Giovanni'con colonnati di
fopra, che rendevano più magniircaV e maeftòfà la^feìta.
IX. Né pacarono più di i£. anni, che quello na-
to Gran Principe^ videi* altra'vòlta nella Cattedrale in
nuova ,e più'lieta feftaj qaklé* furono le fuè Nozze,
per cui-già inùalfctóa (Lezione 'fu da noi deferitto l^in-
gegnofo, e facrò AppataW principalmente della Facciata
3et Duomo , dove fi celebrarono gli fponfali, de* quali
parlando molti ricordi, riporterò quanto dice un libro
nella Cancelleria AreivefèOvile intitolato Memorie delle
Wefte fatte in *Eiren&é^<»
ÌAdì< 2©. Giugno 1661. fece la
^ fua folcnne entratura per la'Pòrta a Si Gallonar-
i, gherita Luifa di^Borbone , -Spòfa del Gran Principe
,;,' Cofimo di Tofcana , era figliuola di Gio: Batifta Ga-
3, ftone Duca di Orleans fratello di Luigi XlìL e? di
a. Margherita di Lorena . Roberto Stronzi Vefcovo ài
3, Fiefole foftéqne le veci dell- AlcivefcoVo aliente ,ai*
•. '.                                                           41                                         »à *■"■ i*Bi ce*
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tfVSétóiàà alk Poiita'del: Duomo? la Spola ; per la Chie^
■ 5,'- jfa il Serefriffimoi Spofo le dava ola mano *, i \ Vefcpviy
4ile Canonica Ile givano davanti, «d il. Magiarato Su-
jf^prèmo feguivi dopo*;Andavano gli Spofis per un Sej>
^ ragliè-j cheilarrivava dalla Porrà maggiore fino al Co,*,
jV io , cuftodito da milizie fotto il comando del Sarg.en-
w<te maggiore Puccini. All'Aitar maggiore fopra ricchi
ri guanciali ih Sereniffimi Spofi * dopo■■• i quali ebbene»
jV.luogo gli altri Principi . Da 12. pienìrfinii Cori d%
ti
Muftci fu cantato 1' Inno Ambrogianoo e recitato, a4
Rivendo le preci ini tale occatione confuetepil« VefcovQ:
,s, predetto ricondufl« gli Spofi alla Porta . ii
*n >■>■%, E- Seguitando ora a rammentare di Gojìmo III»
altre fokMiità , piacemi di ricordare il -dì 5* di Luglio
del zójù. nel quale voile egli) nella 'Metropolitana Ipren-,
dece, la Croce di S. Stefano dal Yen. CardinaleGregorio
Barbarigo^ klie mei due dì Luglio arrivò a Faenze* e fu ai*
loggiato ; nel Monaitero degli Angioli * Ogni cofa adun-
que difpofta con magnifica ponipa , il Granduca and&
a ricevere nella fua Carrozza il Cardinale >. che feco
c-ondufle al Duomo , accoltovi da 9. Vefcovi > le da 14*.*.
Cavalieri dell'Ordine di S. Stefano , tutta laXhieJa >era
illuminata , *fino ài tre ^ballatoi:, e tutto M. Coro j. fuo*
nando; tutte rie Campane della Città > Afififtè alla-fan*
zione la Gran du che Afa Luifa , e tra* divini Ufizj dal.
Cardinale fu Cofimo veftito di tutto punto dell* Abito
di Gran Maeftro , ed avrebbe voluto S,. A- accompa*
gnare al fuddetto Monafìero il Venerabile Porporato* ma
V umiltà di quello lo impedì j e fulla Porta: della: Me*
tropolitana fi fé palarono...
                jj : r> rf? u,. .■■< 'ir,>
eh XI. 16S8. £u Panno ? .die. dal fuddefto Cofi-
mo fi conchife il Matrimonio del fuo Primogenito
colla Prin.cip.efla- Violante, di Baviera >>£ però ne* 3*
d'Agoiio del mede fimo anno fi■- cominciarono a fare^
i Ponti alla facciata^di S. Maria del Fiore jì.per su-nir^
la di mattoni , € :poi dipigijerl^ ," come.pra effk fi vede,
e fu terminata per P ingrejFo 5.scbeaa* §* di Gennaio dej
1.6S8. fece la Reale Spofa 4 aleyne però ;folennit# £ an*
Kk %                               ticU
-ocr page 282-
r
160
ticiparono fuori della Porta a S. Gallo > dove Lodovi-
co Malefpina Vefeovo di Borgo S. Sepolcro diede 1 a..
Croce a baciare alla Spofa , indi dal Marchefe del
Monte Maeftro di Camera fu data a Lionardo<Marcii)
Arcivefcovo di Siena la Corona > die la prefentò: al
Granduca, il quale tra concerti Muficali , e tra lo Cre-
pito delle Artiglierie coronò la PrinciptiTa , la qualo
pattando per le più belle Vie della Città » venne* al Duo-
mo ricevuta folennemente ; fui la Porta dall' Arcivefcovo
Iacopo Antonio Mongis * e da 16* Vefcovi ^ Toccò pa-
rimente a quetìd Arcivefcovo la forte di dar l'Anello
nella fua Metropolitana , giurìa il Cerracehinr , con o-
gni magnificenza di preziofe tappezzerie parata yalla Prin-
ciperà Maria Anna Luifa figlia di Cofimo Ili. fpofata
all' Altezza Elettorale dì Giovanni Guglielmo di Nfeo*
burgo Palatino1 , il quale a ciò fare in. fiia aiferìza avea
fpedito carta di procura al Gran Principe Ferdinando
fratello della Spofa , e tale folenne funzione, cadde il
dì 29. d' Aprile del 1691. alla prefenza di tutti Ì Prin-
cipi , ed altre cirCo&anze nota il Diario del Magliabe-
chi > che fono le feguenti j, Si parti la SerenilTima Spo-
,| fa dal Palazzo Pitti verfo il Duomo con quello ordì-.
ft^K\ Efcirono dieci coppie di Corazze col Tamburo,
sì ito, Cavalieri a cavallo con ricchi abiti, iJ Gran.,
sì Principe Ferdinando col Fratello Gio.* Ga&oné aea-
„ vallo , dipoi la Spofa rnfieme colla Suarez nella Car-
„ rozza delia Gran Principerà Violante , e diecro alla
3j Spofa utìieguito di cento Dame in carrozzi.,)
i XÌI* E qui terminano le tante * e pregiatiiììme di-
fìinzioni di onore fatte da i Principi di Càfa Medici a
Sciita Maria del Fiore , giacché ila vita di Gio. Gallo-
ne ultimo Granduca fu privata , e piuttolio nafeofta ;
diede egli però tutta la fua mano generofa , perchè
fplendido foffe nel 1732. P ingrelfo, che fece in Firen-
ze,^ nella Cattedrale il Reale Infante Don Carlo dì
Boibòne figlio di Don Filippo Re delle Spagne , il qua!
tarlò inoggi felicemente regna nelle due Sicilie .Col-
la morte por ^Granduca Gio.rGa#onè jeAintafi la^
" "                                                 ■: A                    _                             li-
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l6i
linea Reale de* Medici $ e paflato e (Tendo il Granduca-
to di .Tofcana nella Reale Cafa di Lorena, toccò &p'
Fiorentini la bella forte di aprire le Porte di Fieerraé
A Francefco di Lorena , ed a Tefefa Auftriaca nuovi
Sovrani di quella Tofcana , che fcttecento anni' fono
era fiata fìgnoreggiata da* fafnofì Principi di' Lorena
per mezzo de* maritaggi de i due GorTredi uno con la
ContelTa Beatrice , e con Matilde 1' altro r fotti .Signori-
d'una notabile porzione di quefta felice Provincia . li.
faufio giorno adunque di tal gloriofo > e lieto avvenimen*
to fu il di 20. di Gennaio 1738. nel quale entrarono
gli Augufti Spofì : la quantità degli Archi , de'Trofei,
delle Statue , delle Pitture , e Proiettive innalzate per
ogni dove » raddoppiarono la bellezza delle Contrade^ *
e Piazze di Firenze. Ma 1' apparato della Metropoli-
tana rifcoffe univerfalmente àé tutti le maraviglie * av-
vegnaché avendo tutte le Città' dello Stato contribuiti
i loro più ricchi arazzi , e drappi , videfi 1* ampiezza
delle pareti di sì vallo Tempio non folo riccamente»,
veftita j ma col difegno dell' Architetto Bernardino Ciu-
rinì con tanta copia dt ceri illuminata, che il river-
bero dell' oro } e deir argento gareggiando co i lumi ,
i Sovrani nell* ingrerTo videro fparire la notte • E fu
quefto fine mi farà permeilo di pregare a* noihi Au-
gufti Principi la confervazione , ed aumento di quelle
benedizioni, che facile è il perfuaderci, che nell'ingreflb
di noftra Cattedrale effi ricevettero dal Beato Stefano TX.
della Cafa di Lorena , le cui ceneri quivi ripofano %t
guitta la comune afTerzione degli Scrittori .
XIII. Ed alle fuddette Felle facre , e profane mi li
conceda aggiugnerne due altre > che io mi fono avve-
nuto a trovare dopo avere terminato quelle Lezioni ,
e k; prima è una fetta più ce lette , che terrena» registrata
nell'autentica depofizione , che fece di fue vitloni Gio-
vanni Dazzi favorito dal S.Vefcovo Andrea nel 1440.
con replicate apparizioni , e leggefì quefta nel Catalo-
go dei Codici Manofcritti della Biblioteca Riccardiana 1(
dato alle iUmpe con belle r ed erudite note dal Sig,
Aba*
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1&2
Abate Dòtt. Gio: lami Teologo? Imperiala 5 e, Cuftow
de della predetta Libreria;al Codice i3.fcanz.ia O 3.
Notizie* fojpra $. Andrea Cor finì ^ ■■« idiee Jcome fegue,,!
,V Adì 12; di Maggio 1440^an- Venerdì , sì lo trovai
,* :( S. Andrea ) in (a la porta del Carmino con gran-
^ ide moltitudine di gente armata , e lo domandai
j| quel , che coleva dire quello , e egli mi rifpuofe, e;
jì-idtiffe:, che andava alla guardia della Città.,y e-fi mi
si* di fife h vieni meco , £ io andavo ,e menommi all*u
35 iPiazza de5 Signori , e in fulla piazza d vi era Saru
5$ fGk>; Bati/la con molta geme., e falutaronfi inileme,
5^ ;e poi andammo in S.. Liparata.j e giunti che noi yi
>; fummo , ufci fuori S. Pietro,, g il Fattore S. Zano*
>* ibi y£ ìq Joidòmandai , che vuol dir quello con tìan»
>5 tangente armata ? rifpuofe, vanno a dare fpaccjo ] a.
3f queile fortune .„ il refto fi darà neila Storia della*.
Chiefa del Car min e..! ? . >
XJV. V altra, fetta fu letteraria, -e legge-fi piare nel
foprailodato Codice alla pag. undici , come fegue ; 39
3") Ha veva la Città di Firenze più anni cominovamen-
,* te ricevuto affai paiììoni, e moleitie per le continue
ì4 guerre «avute con Filippo Maria Duca di Milano,.
>ji'k itili .quelle non era ancora dei tutto fuòra , quando
jyipér cònfolazione degli animi afflitti , Meffer Batiffa^
jj.-'degl-i Alberti , e Piero di • Cofimo de'Medici huo-
5,r-itomiu prudenti , amatori «faltatori della lor Patria >
?, Ceffono innalzi a* providi Ufìziali dello Studio >
3 i Che, in quel tempo erano, che doveilìn far bandire >.
,, che qualunque iiudiofo vokile fuo ingegno operare **
3,nvolgarmente , in qualunque genere di verfì neftrat**
5, vtare delJa vera amicizia , quejli follino tenuti dal dì
,j del trionfale ;bando , mandato .che fu a dì 6. d' Qt-
a tobre 4441- per infino a .tutto il di di S. Luca, che
„ vidnecadl mi detto > avere data Sua opera fuggella^a-
» a 1 loro Notai E fatto queiiò j: detti Ufficiali aveifo-
no a deputare un luogo pubblico , .dove ciafcimo fuP
v, detto recitaile ..-. E per più degno .eleffono & Maria
^ del Fiore . E perchè ciafcuno fuo intelletto più elfi-
i, ci-
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^càcemeiite adbjeraffe| ordinarono ; c%f£coIù||ti qua-
„ le gli altri precedere nel fuo trattato, folfe corona-
gli© di una corona d'argento lavorata a guifa* di lati-
}) io . É per onorare Eugenio iy. come debitamente»»
3, fi conveniva , i predetti Ufiziafi dello Studio depu-
tarono , che i Segretari del prefato Eugenio a-
ve fiero- quefio atto a giudicare , e infieme con loro
contribuire tal premio , a chi degno ne fuflfe . On~
,„, àpla. feguente Domenica) che fu adì 22. nobili/fi-
',5; ma mente fu preparata la detta Chiefa * e poi-, fubi-
'V, to dopo pranzo detti Ufiziali, e Giudicatori, e tut-
eli' gli Dicitori , ivi apprestarono , come ftatuito
}V era . E perchè V atto più degno1efler non poteva *
j^che fifolle } la Magnifica Signoria di Firenze , T Ar-
"j>* civefcóvo , 1' Ambafciadore di Venezia , infinito nu«
%,-mero di Prelati , e poi univerfalmente tutto il pò-
„ polo Fiorentino vi vennero ad onorarlo , e ciafcuno
„ attento fi pofe a udire . E gli Dicitori tutti furo-
j, no per forte, come in qiiefto per ordine leggendo
5, fi nota 5 e dopo'che tutti ebbero recitato , doven*
„dofi venire al giudizio delia coronazione , parve a*
*j> Giudicatóri alcune dell'opere recitare elfer quafi del
V> pari , il' perchè alla Chiéfa di S. Maria del Fiore^
}, predetta donarono la corona, della quale fentenza
5, comunemente furono biafimati ec. „ J nomi di alcuni
che recitarono fono in <ìetto Codice , cioè Francefcè
Alberti , Antonio Agli, Mariotto Davanzati , France*
fcò Malecarni , Benedetto Aretino ? Michele del Gì*
gante > Lionardo Dati etc
                                      1
Ì'V ; HI ì:. • ! fi'' 5
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L E Z IO N E XXII,
" '■U ;J'':.! ^.LlO-f ' f'pj'-ìll*^!'! *0U* l'iti ^ì\l > ...'r'^ '--■ !'■-.''',-• •' " j       !
PRINCIPIO ; JE pNORI DELIA ^EDE VESCOVILE
PI FIRENZE.
tì l{1'<
X principaliflìmo ^pregio di una Chiefa
Cattedrale , per Vero dire , è il Tro-
no de* Veicovi., e degli Arciyefcovi,
che Tuoi vedervi» collocato nella Tri.
jbuna j appunto così chiamata dagli
antichi Cristiani* perchè eravi il Tri-
bunale ? o fia, iCattcdra Pontificale-. •
Quindi ;è , che degno giuftatnente di cenfura io farei ,
,ie chiudeffi la Storia di Santa Maria -del Fiore* fenza
«ragionare di quella Sedia ivi innalzata da rantj iecoli ,
e dove ;ie4uto .hanno Santi , e ?dottjffimi Prelati 4 non
^ochi fonimi Pontefici j^ed jlluflri ^Cardinali , .che cer-
tamente non ù poifono Jafciare /indietro j ed a favellar-
ne a proposto > ;ben /veggo,, che indifpenfabiìc còfa, fa-
rebbe il teflere &m .ferie de'Vefbovi , .ed Arciyefcovi
fiorentini ; ma ,que#a cflfendo aitata .data alle (rampe con
fama ài erudizione 4^ Vincenzjp jBqrghjni , ^dal}* ^Abate
XJgheììi j e dal =Dott. ;Luca .Giufeppe Cerracchini ,,io
penfo rfi tentare altro cammino ffaciie per abbracciare
il $iù rimarcabile , che riguardi il Veìcovado di,Fi-
renze , ed jn/ìememente colia ^varietà Aelle notizie ren-
derne dilettevole ,que#e «Lezioni .;Onde l'idea no/tra farà
d* iM^uftrare i Tegnenti punti 9 cioè; ,i. I principi } vi-
cende , ed onori del Vefcovado fiorentino > 2. I Ve-
feovi Santi ; 3. «Quanti yefcpvi di Firenze fieno flati
condecorati delia ^Porpora J£ard in aiizia\> e quanti faliti
al Romano pontificato 5 4. jQuei , che paflati fono ad
altre Chiefe ; 5. I molti , che co' Sinodi , colla dot-
trina > colle ftampe , e con ricche donazioni hanno be-
■-■■-:■'■'■ ■:-}■:■ ,-■;.., ■■■■-.....■■-■■ ;-
mi
ne-
-ocr page 287-
nericato la Chiefa Fiorentina , e per fine daremo uru
breve Catalogo de* rnedefimi , non potendoli tacere il
nome di tanti Venerabili Padri 9 e Pallori noffri ; e
poni in pace il Leggitore , fé per neceflìtà avrò a ri-
petere per la chiarezza della Storia alcuna cofa ., già di .
ìbpra toccata .,.<- y..-;
                                                     : ■ -
ILE facendomi dal primo punto , cioè chi fofle.»
il noiho primo Vefcoyo , qui riportar mi giova V au-
torità del Borghini alla pag» 358. del fuo Trattato Dej-
la Chiefa i e de i Vefco<vì Fiorentini
, ove fc riffe come.»
appretto „ Di quegli ad.unque , che regnando la Genti-
,, lità furono noiiri Vefcovi d'intorno a 260. anni >,.
5, pigliando il termine dall'Imperio di Claudio, quan-
„ do fi cominciò a fpargere per tutto il feme delia»»
„ vera Religione , e potette prima pur nel modo, e^
„ con le diificoltà già accennate penetrare in queffe
9, Jiorìrc parti : per qualche delle fopraddettp cagioni f
5>« avvenga , non £.1 è memoria d' alcuno , che ferma-
ci mente chiara![> everta fi poffa dire. Perchè di quei !
,,« trentino , o Frontino , che ita il nome , il jqualc
„ dicono alcuni ejlere flato discepolo di S., Pietro A-
9, portolo , da lui fpeciaimeute ordinato primo nofko
3, Vefcoyo 9 e mandatoci con un Paolino fuo compa-
,j gnoi a predicare la Fede tdi Gesù Cri rio , regnando
9> Nerone r nel medefimo tempo , chea Fiefole fu in-
9, viato Santo Eoraolo » io non trovo cofa, che mi paia
j.j potere con fìcuro fondamento affermare ; non ci ef-
& fendo ( fuor di alcune poche parole di Giovanni Vil-
9, lani) né Scritture , né Autori , non che fienri, o cer-
34i »ti » ma che fieno pur rifoluti affatto àeì nome . Né
Pf vorrei in quefto caio incoxrere per troppa agevolezza
j, ih queli' errore 9 nel quale m' incjefce s quando io
9, veggo caduto un altjro, dimettere nelle litorie cofe•
3, accattate j e femsa rincontro. Ma non mi pare anche
„ da paffarfene chetamente affatto , havendo oramai,
,, ficcome fi è a più d* un proposto detto , per mol*
5, te efperienze conofeiuto , che il Villani, quantunque
9x akuna volta i£ morbi molto femplice; delle Jiiorie >
Tom. VL                    L I                           „ de*
-ocr page 288-
166
„ de' tempi amichi , non p&fàgmè è fenrpre fedele,
„ e fincero , e noni mai finge , ò trova da fé quel elle
5, dice, ma fempre d'alcnnai Moria cava quel, che n©n
3, potette vedere , fé ben talvolta pecca peravventura o
53 nel diftinguer 1* età , o nel giudicare fra le buone ,
5> e 'ficure le deboli } et iticene „ Però fé non altro fi
s, può di qui cavare» che ella fuffe in quei tempi, on-
„ de che ella fi foflfe nata? fama comune , come moire
)) volte nella Città fi veggono lungamente efiTere alcu-
jj né memorie continuate, dicendole i Padri a'figli uo.
3j li > e queiti arfuoi, e così queiti agli altri di ma-
w no in mano* ,, Sin qui il dottiamo Antiquario, che-
fodarnente c'infegna,;come ragionar fi debba di que* tre
primi fecoli cotanto oscuri per la mancanza di memo-
rie" cefte , e ficUre ; Ma avendo* il fuddetto Borghini
accennato 1* autorità di Giovanni Villani) di quefto ri-
ferirò le parole , che fono-al Kb. i. e. -yS. come fe-
gtwr- ,» Ben troviamo noi per più antiche Croniche:,. che
,y ali8 tempo di Nerone Irn pera dorè , nella noftra Città
5> di Firenze , et nella Contrada, prima fu recata \sl.
,, Fede* di lesa Griffo per Frontino, e Paolino difee- -
5f poli di Pietro, ma ciò; fu tacitamente, et in pochi
j, Fedeli per paura de* Viearj , e Propofti dell' Impe-
ci radore , che erano Idolatri, e perfeguitavanoi Cri-
„ ftiani , dovunque gli trovavano ,- e così dimorarono ;
3, infino' al tempo di Colanti no Imperatore, e di S.
3,-Siiveftro Papa . ,, E dietro al! Villani fecero pure
menzione di S. Frontino j* come primo Vefeovo nollro :
D©n^Silvano Razzi nelle Vite de*Santi , e Beati Tofcani,
l'Ammirato al libro i* delle fue Morie , ed; in tal guifa
moki altri. Ma le autorità di eoftoro* punto fiancheggiate
dà rincontri ficuri, ficcome non fodisfecero ai Borghi-
ni- pné pure movònraì a- dar loro intera fede , benché
modernamente il Dottor Brocchi nel 1. Tomo delle
Vite de* SS, e BB. Fiorentini fi sforzi con belle ragio-
ni èì avvalorare la fuddetta opinione .
Ili* il primo adunque, il quale poflìamo francamen-
me-ttte fupporre Ve/cova, e per in ad ora parlarne
''ih u '"
                            i J. '                              con
-ocr page 289-
«con -certezza, farà S. 'Felice ,'di cui abbiami ?il ledele *
jb chiamo teìiimonio di S. Optato Vefcovo) Mlevira-
Jì.O;, che tro^atofi al CondilojRomaigo fott® Màkchia-
■de.Papa nel $*§J nomina ;;£ra tmoltì .altri .Vefco.và
quella facra Adunanza Felice Vefcovo 4i ^Firenze , ,e,4e
parole di detto Vefcovo riportate nel Tomo IV. delk
Bibiiothecd Tatrum i al libro i. pag. 145. alla lettera H.
fono, Je feguenti : €um confedijfent MUtJades Mpfco^tts
Urbis Momae , i& Re ti gius
, $t Mafernus } é^ Marìnuf
Mpfcop Gallimni\.% & MerqcUs a Me titolano
> .Florianus
m Cefena
, Zoticus ,a Quintiano ? Sfemnìus ab Arimino,
ìé^ Boelix a Ilorenzia Tufcorum &c. Né dijfgradevole può
edere ai Fiorentini , che il principio del ;loro Veico-
vado fi itabilife:a circa la .fine del terzo fecojo ,5 o nelji'
incominciare del quarto , conciofiacofachè nna tale epo»
ea , benché alquanto tarda , tuttavolta 4imoft;rerà fen>
pre queito vanto gloriofo, che Firenze fia fìata Ja pri-
ma delle Città Tofcane , che avelfe il fuo Vefcovo >
imperciocché né Fifa 5 uè Siena ? «è Fiefole^ né Chiù-
fi > uè altre Città , riandò a documenti autorevoli $ non
hanno avuto un Vefcovo prima del quarto fecolo >,e
di alcune anche più tardi ;.
IV. E lo |eCo ,(Jir fi vuole degl'interrompimeli ti
addivenuti .nella Serie dei noftri Vefcovi , difgrazia per
altro comune a parecchi Chiefe, e dentro, e fuori di
Italia *> come attelta S* Gregorio Turonenfe , fcrivendo,
che la fua Chiefa 4 ette - alcun .tempo fenza governo fpi»
rituale dopo il prinio Pafìore , come accadde .ad altre/
ed inoltre nel jRegiitro ài Papa Gregorio > chiaro Vedefi >
quante Chiefe .rimaneifero in quegli infelici anni di-
fertate, e vedove de* Santi loro Vefcovi. E quel tchej
fa propriamente a noflro propofito , fi è una lettera»
che Io ftefTò Pontefice fcriife al Vefcovo di Luni , rac-
comandandogli di foccorxere con limofine la Chiefa di
Fi efole j donde ne arguifeo , che in Firenze vacaiTe^
allora il fuo Vefcovo » perchè non avrebbe Gregorio
fcritto ad uno tanto lontano « E però non e [fen-
do in noi vaghezza di fingere > come fecero alcuni)
L1 2r                             , che
-ocr page 290-
5
che per adulare la Famiglia de* Bifdomim, telTero una
Serie ài Vefcovi inventati dal capriccio loro, uria co-
pia della quale è preffb dì me : Pertanto confefleremo,
che laTofcana dagli Urini, Gotti, ed altri più beftie,che
«Omini afflitta jfpeflb rimale colle Chiefe fenza Pallore, o
col Pallore fenza Greggia .
V. Or fuppofta tal verità » noteremo la prima la*
Cuna quafi di circa too, anni , vale a dire dopo il Ve-
fcovo Andrea mancato nella metà del Secolo quinto fi-
no a S. Maurizio martirizzato da'Soldati di Totila nel
550. o in quel torno j dopo quello Martire vìqiig Iìu
feconda interruzione ancor più lunga della prima , non
trovandoli Vefcovi fino al 576. nel quale abbiamo Re-
parato fottofcritto nel Concilio Romano fotto Agatone
in tal anno } come nota Alibnfo Ciacconio nel Tomo
Xi' Ci 222. ■ Re parai ut exiguus Épifcopus SanBae Ecclefìae
Tlorenti'nae
. Ed a Reparato immediato fucceifore trovali
Speciofo nel 724. anno di quel fuo famofo Diploma
da noi più fiate lodato . Egli è ben vero , che in Gra-
ziano Decret. diftin. 34. appare un Vefcovo Fiorentino
anonimo , cui Papa Pelagio così fcrive : -EpS Fiorentino
JUraternitatis tuae relatione fufcepta
, eius latorem fecun-
iìas quidemnuptias exprtum non fuijfe didicimus
■», cafti-
tatem tamen eum priori non fer^vajfe coniugio defignafti
.
Et quamniis multa jìnt > quae in huiuftfiodi cajibus obfer'vart
€anonice iubeat fublimìtatis authoritas ^ tamen quia de*
feBus- noflrorum temporum
, quibus non folum merita ^
Jed cor por a ipfa hominum defecerunt
, diJlriBionis illius
non pati tur in omnibus manere cenfuram^ & aetas ifliut %
de quo agitur
5 futurae incontinentiae fufpcionem aufer-
re d/nofcitur
, ut ad Diaconatum poffìt pro^ehi , tempo*
rum
» ut dì Bum , contendente s defeBui > concejfijfe nos no*
*verit afe. Micenam
( Micinam ) mero Ancillam eius > de*
qua fé pofl tranjttum Uxoris filios habere confeffus eft
s
iubemus , ut tua difyofitione cuique Monafterio continentiam
frofejfura iradatur .
Se quello Pelagio fu il primo , af-
fermar polfiamo , che nel 555. v3 avefTe in Firenze Ve-
fcovo j fé poi fu il fecondo di tal nome , lo collo-
cheremo nel 580, o in quel torno . Che poi uno dei
due
^M«_
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due Pelagj (la fiato in Firenze ; non trovanfi altri do-
cumenti , che le lapide di due Chiefe da lui confava-
te , i quali marmi contengono errori circa la Cronolo-
gia , come fi è detto ne' Tomi antecedenti il
• VI. Dopo il 724. il Borghini ftabilì uno fpazio di
130. anni, ne'quali non avea egli trovato notizie di
Vefcovi Fiorentini; ma eflendo avvenuto a pofteriori
Scrittori di fcoprire per certe memorie un Tommafo
Vefcovo di Firenze , che intervenne al Concilio ài
Zaccaria in Roma nel 743* ed un Ranìbaldo pure fot-
tofcritto alla Riformazione di Papa Eugenio li. nell'
826, quefro ci fa credere» che ce ne fieno flati anche
degli altri, che non fappiamo , forfè involti nelle te-
nebre così folte di que'fecoli . E fé nei tempi di pa-
ce fonovi alcuni fpazj di pochi anni mancanti di Pa*
'fìore a* Fiorentini , ciò provenne da qualche difficoltà
nell' elezione del Vefcovo , o da diffenfione negli Elet-
tori , come qui fi dichiarerà , paffando ad illuftrare al-
tra notabile vicenda del noftro Vefcovado , qual* è >
prefTo chi frefìe l'elezione del Vefcovo «
VII. E qui è tempo di ricordare le varie maniere,'
colle quali nell'Italia fino al tempo di Clemente VL
fi coftumava di eleggere i Vefcovi, Imperciocché ora
facevafi reiezione dai Clero folo adunato nella Cat-
tedrale, talora dal Clero infierne col Popolo , ed altre
volte dal Popolo folo , né mancano efempj , che i Ve-
fcovi fteflì vicini a morte nominaflfero il Succeflbre :
Pa* Pontefici Romani finalmente efclufo reftò il Po-
polo , pofeia anche i Chetici } riftrettafi la poteftà di
eleggerfi il Paftore ai Canonici foli capitolarmente adu-
nati . Or venendo a* Vefcovi notòri, non può dubitarfi,
che unafomigliante poteftà non fia fiata ne' Canonici Fio-
rentini coll'approvazione dell* Eletto dipendente dal Papa,
come ne può dar faggio 1* elezione di Mefler Andrea de*
Mozzi, nella quale concordando unitamente il Capitolo ,
fu fubito graziofamente da Papa Onorio confermata :
e del medefimo pontefice riporta pure a tal propofito
V Abate Ugheltf un Breve > che principia Debttum O/w
-ocr page 292-
rfòji'iVóftrfì JDatum Row&e én**v,* fontìf, feèj quale ram«
meritando il Pontefice, Cjfae vacata .elfendp }per 12,* an-
ni la Sedia fiorentina > a cagione della difcprdia tra* Ca-
nonici diyifi in due paniti, uno per Schia/tta^uKaldinij
per <Lpttieri della Tofa T-altro } di coaùnripento del
Carpitolo,, r£ per rinunzia de* due Soggetti , fi dichiara
di mettere egli mano alla elezione in Vefcovp dì Fi*
lenze di
Fra Iacopo da Caftel Buono Domenicano. JE fé
(tutte le Scritture fi fodero potute Salvare dal fuoco,>o
^ajl^cque slogai jtern|>o?3 ciie ne ha confnmate molti$-
^ne , fi potrebbero ;anecare, altri efempii ciimoiiranri il
^privilegio ,ab Jmmemùrabi ti goduto da* Canonici Fio re n-
tini di eleggere il proprio Ve/covo ; ed efiendofi di
,-fopra detto, che durò prello di elfi .quella potefià fino
,*,& ^Clemente ?yi. non pòffo omettere di riferirne ri co-
/nie, e quando dal detto Pontefice fpogljato ne fpflèjil
.Rapitolo, e tanto più che-di quella vicenda niuna men*
^ione, trpiVàfi preiTo i .tanti 3 jche .hanno fermo la Serie
sàe' l^efeovi b*
Viii. Adì 2i. dr.Ottobre del -1341. morto era in
;F|ren2e il Veicovo Francefcp Silvetlri da Cingoli » al
<quale nel ^giorno vegnente fu data folenne fepolt.ura-*
cnalia; .Metropolitana 3 ed 4 Canonici •folleciti di mettere
nella Sede vacante un degno Soggetto , nel dì 24.-di
jdetto Mele .adunatili nella. Sagréitia neralai Cationic»
.elezione del SuccelTpre ., cadde quella a pieni voti in
Filippo deli* Amelia priore di S. Puro Seheraggio , e
«Canonico Fiorentino, ed il Opitpio pilervantifiìmo dei-
ile i^c^lefiaftiche Leggi, due Canonici nominò , perchè
^andaffero ajd Avignone da Papa Benedetto %ll. per la.
?Pomifk<ia; approvazione .del fatto;. Ma nelP Aprile del
1342- morto il Pontefice j cui fueeedè Clemente VI. i
due Canonici furono con grande loro difpia.cere refti-
monj ideila eilezipne fatta dal nuovo Papa di Fra An-
.giolo..lecciaiuoìi in yefcov.o di ^Firenze 9 *e della pubbli-
cazione d* una Af oftpiica Bplla > ìColia quale da Cle-
mente fi dichiarava nulla la elezione dell' Anteila, e per
fempre toglieva al Capitolo Fiorentino il Privilegio di
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eleggere^ il ho Pafor^. Questa Bollai^ fu intimato pei?*
ordine del Pontefice nella Sagre&ia* del Duomo ai Ca-
nonici > né io dèbfao^t*alafciaite di! riferirla > come fta nel
Protocollo di Ser Bùonaccorfo' di Gerino dello Scac-
ciato al pubblico Archivio e. 6%-. dove trovafi anche 1*
Iftrumento deM& elezione di Filippo* deli* Amelia y che *
rogò il medefimo Notaio, e il contenuto* dell*
dell'altra Scrittura è il feguente : ' f > ib
                                                                  '             t          ' * i
EleBio Fhilippi Antellenfis in Èpifcopum F Urenti wumJ.-
'■% In'Nomine Chrifli Amen , Sue faiuti fere Inearwapio^v
ni*$. anno McccxLi.VlndiBione x.^ fecundum eonfuepudiwem'
Florent, die xxnii, menfis OBohris Fontif SS. 'iw Chri-
fio Fatris y & Domìni No fini Dòmini Benedici Divina'
Frovidentia Papa xn.anno- vii. Bone memorie* Dòmino' .
Francifco de Cingulo olimi Epifcopo Fior, die xh&ÌLi di Eli
menfis OBohris <viam uniwerfam Carnis ingrejfo^ eiufque
torpore die x'xn. diBi menfih in >Ecclefiai Fior, folemniter
ecclefiaftice tradito'fepul ture vv, &' diferetisVìrisDomi*
nis Nerio de- Co ffinis Frepofitoiy Thomade Salterelli^ >>,
Ùf Fr ancefchino de: Jkscchis Canonici^ yFier^Tàfi Archi*
prefb. & Can. Fredo de Raynuccis Thefaur arto
>, &Can.
Bartholode Gì'amorir, & Arnaldo' de Alt orniti s Deeret,.*
DoBoribus
, & Canonici f: diBe Ecclefie Fior* con<venien-
tibus
, <&* congregatis ad; Capitulum' de mandato d* Do-v
mini Frepofiti die xxiiiu menfis- d. de mane ante1 tertiam
in JiBa' Ecclefia y videlivet in SacreBia diBe Ecclefie:
> ad
fonum Campanule Chori-i ut e fi moris y ad traBandum de^.
ele&ione futuri Fafioris', &' reformatione Ecclefie fupra-
diBe
, cb* traBationis ad inmeemi de reformatione pred,
ite li ber ave rum
- j= quia mora' in eleBionibus vonfucvit affen*.
re periculum
, fine dilatione alia ad èleBionemprocedere^ ><
fupr adi Barn ? ideoque 'voluerunt concordi ter ,, quod fiatim
decantata Mrffa Spiritus: S» Far adi ti dìBa die ante: ter,*
ti dm
j quam mandaverunt folemniter deeantari -> convenirne
debeant in eodem loco ad celebrandum èleBionem futuri
Epifcopi
, & Faftoris , quam diem r & horam cum conti*
nuathne horarum s 4$ feepuentìtim ad celsbrandum eleBio*
-ocr page 294-
nw prefdtdm $H iifte tUUiònU termimy ?màéjmhnfld-
tuunt $t« A&a fuerunt -fredi&a omnia in diBo loto p
asfen«
tifaj Ventralilibus
, jff Sapemibns Viri.s Domino Michae^
te J)omim Falconi*
} j& Gregorio Domini Bene inverni Ih*
rh Canonici
£>. D. & Forefe de Rabat t a hris Ciwilis Z),
Ci^ùibus fiorentini? tgfiibus ad prediBa .liocapif , habitis
& y.Og*tìf &$.            ìU: y\ U                                                            . t;--.j
j, Detto dì 24. Ottpbre 1^41. i foprafcritti Canoni»:.
9) ci vennero all'elezione del Vefcovo in quefìo modo.
,} Metter Neri Cor-fini Prcpoiìo acconfenrì, <et elette
9, Metter Filippo dei]' Antella Canonico Fiorentino , e
^Priore diVS, jpiero Scheraggip , Cappellano Commen*
9, fak del Papa, r '■!
             0 \ì\j«                   -Vs ;.vr-iel'L
** Metter Tommafo Salterelli Canonico Fiorentino %{\
:„ iPrimicerip di Fifa , .e Cappellano del Fapa , ordinato
99 al Suddiaconato, .acconfente in detto Metter Filippo
;, dell' Antella . ,* s ^
$.,..Metter Frcdo R in ucciTeforiere -„-e Canonico Fip-
$, rentjnp .Suddiacono perito in ragione Canonica per
,,,djùè Voci > una di Teforiere , e V altra come Qano-
9> nico , elegge il detto Metter Filippo »
„ Metter Francesco Recchi Canonico Fiorentino? «
» Suddiacono 3 elegge detto Mettex Filippo dell* Antella •
w Metter Piero Tott ( ideS Petrus T0J1) Arciprete,
3) e Canonico Fiorentino Sacerdote 9 elegge Metter
'jm'..Angiolo Vefcovo Aquilenfey
fa Metter Bartolo d'amori Suddiacono-9 e Canonico
3i Fiorentino elegge Metter Filippo dell'Amelia.
j.j Metter Arnaldo Aitoviti Pievano di Brozzi , £ Ca*
,„.'no ni co Fiorentino 9 elegge detto Metter Filippo.
9, Metter Piero Tofi Arciprete* e Canonico Fiorenti-
mPO ìcariando dalla fua -prima elezione > acconfente
$> al detto Metter Filippo dell* Antella...
94 Adì 6. Navembre J341, furono eletti per Inftrut»
j, tori al Sommo Pontefice.
w Metter Neri Corfini Proporlo 9 e
„ Metter Fredo Teforiere .                    ; > 4 ^
,1 Adì p Dicembre £ partirono detti Initmttori al*
n la Corte Pontificia •
                                              Ser
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*73
Set Buonaccorfo di Gerlno del Cacciato rogò Nòt,
>> ^ior. t - » *.-. :n ;-ì "v
5, Elezione di Fra Angiolo Domenicano in Vefcovo
,j Fiorentino } fatta da Papa Clemente VI.
O uh die ultima menjìs Tu Hi J342. ABumin SacreJlléL
Ecclejìe fiorentine prefentibus ad hec njocatis rogatis te-
Bibus Reverendi? Mobilibus
,. & Difcretis Viris Dominif
Francisco SanBorum Apoftolorum
, Michaele Sanili Lau*
rentìi
, Migliore Sanili Michaelis Bertelde , & Nicolao
S. Cecilie Ecclejjqrum Fior. Prioribtts > & Dominis Sii*
*veJìro Manetti de Baroncellis
, fa' Banco F)ardani de Ac*
ci aioli s Militibus Fior, & Dominis Recupero de S> Mi*,
mate Decretorum Do Bore
, & Andrea D. Falconis luris
Can. perito
, et multis aliis .
Fateat omnibus eiiidenter, quod Rewerendus Vir Do*
mtnus Lepnardus de Cafulis Plebanus Flebis de Micciano
Diec. Vulterranenjts
•', Vicarius, ac Procurator Ven. in Chri*
fio Patris
j é1 Domini Domini Fratris Angeli Dei Graf-
fia Episcopi Fiorentini conftitntus in predenti a Reweren*
dorum Virorum Domi no rum ìsierii de Cor finis Prepofìtt
,
France/chini de R.ec(his Canonici , Tetri de Toji Ar*
chiprefbyteri
, & Can* & Arnaldi de Alto<vitis Decr, Do*
Boris Canonici Ecclejìe Fiorentine * Vicariapus
, £& Procura*
toris nomine prò diBo Domino Episcopo prefenta<vit eifdem
prefentibus
, & ibidem publice apud diBam Ecclejiam aliis
Canoni ci s \ & Capitalo diBp EccUJìe Fior, quajdam Ut*.
tcras Ape&olicas SS. in Chrifto Tatris
, cb* Domini Do*
mini C tementi s divina pronjidentia Pape vi. cujus njerd
Bulla 'plumbea in filo canapis more Cur. F^om. pendenti
munita
j tenoris » & contìnentie er&p infra]'cripte widelicet,.
CLEMEMS Epifcopus Sernjns Sernjorum Dei,
Di le Bit' Filli s Capi tu lo Ecclejìe Fior, ad Romanam Ecclejiam
immediate fpeBantis falutem} ist ApoBolicam BenediBionem,
Quamjtt onnBa di (pendiis , quam piena periculis , quan*
taque difcrimina\ fecum trahat diutina Ecclejìarum <vacatÌ9
Tok VL                   Hm                        fol*
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274
follklt& cònfiderdtionis indagine perfcrutantèi lihenter opé*
raria? manut appónimut
, & jìudium ejficax impartìmur ,
Ut èyideatìs Ècclefiis fingali s , itf prefertim Rotti. Eccléfie
immediate fubieBit
> què funi: VaUoruni dejìitute regimi*
ne i pfout perfonarum
» tocorum , & temporum qualità*
exigit ì & Ecclèfiaruni tpfarunì itti litui perfuadet
, nunc
quod debite prowtfionif offivittm*
, cumquè *vero per miniBe*
rium tratistationis
, decomode fafiore* preficiuntur idonei \
querum eedétn Eccléfie fulcite ptèfidiis
, & fwvoribuf tom*
munite1 tvótÌtvis
, è? pfofperis , AuBore Domino , próficiant
incrementi* . Dudum fiquidem felici* fec'ordationis Bene*
diBus Papà XlL ftedecejfor nofler
, cupien* Eccléfie i>?«
Jire » cuiu* regimini bone memorie F rancifeu* Epifcopus
Fior, fune tempori* prefidebat
, cum illam quovi* moda f
& ubicumque ^vacare còntigefit
$ per ApoBolice Sèdis
pronti denti affi
y idoneam prefidere perfonam provifione ipfius
*ueflré Eccléfie e a *vice difpofitioui fu* fpecialiter refer-
Wir/V, decer ne n* ex tunc irritium> & inane fi fecu* fe-
jpér hoc per1 quofeumque quavi* duBofitate feienter * <vel
ignotantef contingerit àttempiari * Fofimoduffi 'vero ditlo
Trcdecejfore nòBro adhuc 'vigente éadem Ecclefia per obi*
tutti dit~li Francifcì
3 qui in partibu* illii debitum nature
perfol<vit
, f afiori* regimine deBitutà , Vo* huiu* refer-
cationi*
} isf decreti forfitan ignari $ di le Bum FìliunL*
Thìlippum Priorem feCularis Eccléfie SanBi tetri Scbe-
radii Fior, in Epifcopum Florentinum tic et de fa fio con*
(ordite<f
, ficut ajfefituf , elegiBi* , ac deinde diBo Pre<*
decejfore fuh lato de medio
, Mot divina facente gratta
ad dpiceni Stimmi Apofiolatu* affumpti
} dìBatn eleBio*-
neffi
, utpote pofi, (& cantra rèferwationem > & decretum
pred. attemjttatam reputante*
> prò ut èrdt 5 irritam , cb*
inanem ; & ut adpromfionem ipfiut njeflré Uccie fie adhue
premijfo modo vacanti? celereffi
, éf fé li Ceffi > paternis,
ty -Coliveliti fludiis intsndatur ", <3r cupìentes indemuitati
eiufdem Eccléfie *veflre
, ne prolixiorts wacattonis expo*
neretur incomodi*
, preca<vere s talem eidem Eccléfie <ve~
fire perfonam
» que feiret » pellet 5 & pojfet illam pre-
ferire a noxìis
, c£r ad'verfis } & in fms man utenere iu*
e... lì                         X'i, ribust
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rihttt » fa ttìaw AimgeH s per delìlerationm quam fa*
per hiis cum Eratrihus noftri? })àbuiwn$ diHgfnter
s de-*
mum ad Ven, E rat rem noftrum gngeluw fior, fune Aqui-f
Unjts Ecclejte Epifcopum ponjidergth ryirtHpuvn grandium
meritis
, & donìs multiplicium griftiarum, quibtts Ver(o*
natn fuam Altìjjtmus injtgni(vif
, Ut qnod iffe regitnini
Aquilenfi Ecclejte h attenui lauàahiliter
, $ utili ter re*
gere
, & feluiter gulpernare &c.
IX. Di quella Bolla manca il recante nel fudd«t>
io Protocollo , benché alla Storia baiti il fopra riferito ,
Ma fé rimafe il Capitolo fpogliato di così illuftre pri-
vilegio , la Repubblica Fiorentina, Tempre mai vigilante
al ferviziodi Dio > principiò a fuppìire nella mancanza de %
Vefcovj cojje fuppljchevoli rapprefentanze a* Papi per Sog-
getti nazionali , e degnifljmi , come appare alle Rifor-
magioni , dove fi confermano le copie delle Lettere del-
la Signoria , ferine in yarj tempi a*fuoi Qratpri in Ro-
ma , nelle quali caldamente Joro fi raccomanda di prò*.
curare pteifp Ja Corte Romana, che il Vefcpyp fia un
Fiorentino , o fuddito , Ed eflendo accaduta la morte
di S. Antonino , mentrechè dimorava in Firenze Pio
Ih il Gonfaloniere di Giuftizia j= che era Bernardo <3he-
rardini ) ed i Priori andarono a i piedi del Pontefice
in Santa Maria Novella per fupplieare la Santità fua-.
if un Vefcovo , che folTe Fiorentino , e 1* ottennero »
mediante il detto Gonfalonieie , uomo di marayiglioft
eloquenza , mefcplata jdi cos\ fubite , e grazjpfe facezie,
che il pontefice ., e i Cardinali i i quali T udirono, ne
fecero grandiirìma ammirazione . Tutta la conclone di
coftui » e le rifpofte di Pio fono ;'» pxtenfum riportate
dall' Alba te Ughelli alla parte 3, pag. 174, e icg* e~*
noi per darne un faggio , alcune parole ne ripottìamo,
come appretto ), Tutti i Prelati ( rifpofe il Papa all'i*
}J ftanza ) Illustri Fiorentini , npn poifpnp efiere della
„ loro Patria > S, Ambrogio fu Vefcovo di Milano ,.£
s, non fu Jylilanefe , e S, Pietro fu Vefcovp di Roma>
„ e non fu Romano f
Mm %                       j> Alle
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„ Alle quali parole rt'fpofe fubftatrìenre Bernardo : S.
„ Zahobi i Beatiffimo Padre, fu Fiorentino, e Vefcovo
5, di Fiorenza , e S. Pietro Ve'fcovo di Roma , per non
v efler Romano , fu da loro Crocifiifo .
                          .
„ Fu quafi molTo a rifo il Santo Padre , a udire la
« pronta rifpofta del Gonfaloniere, e dipoi diffe.- Voi
5) dovete jftimare, Illuftri Fiorentini} che di quefte cofe
,, ci è bifogno ancora il parere di quefti Fratelli Car-
5, dinali , e non fi può a tanto fatto così in punto darne
cxpedizione «
„ Già fi era volto Bernardo con lieta faccia a tutti
,, i Cardinali» quando diffe così: Deh, Beatiflìmo Pa-
$, dre , noi {limiamo , che quando fi metteffe a partito
jj infra quefti Reverendiflimi Cardinali) in cui abbia-
si mo grandiffima fperanza per gì* infiniti benefizi iru
,, verfo di noi , e perchè egli è degli animi preftan-
5> ti j e grandi fempre perseverare ne'benefizi, ed oltre
5, a loro, con queiti voitri Nipoti , che fono qui alla
j, prefenza , i quali ftimiamo a noi effexe in luogo di
3, Figliuoli ottimi per i loro Singolari eoflumi, e gran-
3, de efpettazione , crediamo, che per adempire la no-
„ Ara giuria petizione, non ci farebbe voce fcordante.
,, Veddefi manifeitamente il Santo Padre per alcun..
y, gefto rallegrarli nei cofpetto , fentendo nominare i
„ Tuoi cari Nipoti, e con piacevole gefto voltoflìal Con-
„ te Galeazzo , e diffe quafi ridendo : Forfè ancora il
„ Conte a quelta materia vi darebbe favore ?
„ E rifpofe Bernardo ; non che il Conte Galeazzo
j, ci volerli dare un Arcivefcovo Fiorentino , ma lui
„ vorrebbe veramente fare un Fiorentino Imperatore,
9> ed accollatoti poi con buona, e grata familiarità agli
5, orecchi del Santo Padre, .dirle : Papa fum ego : quafi
„ volerli dire : Tu folo puoi ogni cola ec.,, E per vero
dire Pio non fu giunto in Bologna , che nei primo
Conciltoro pubblicò il nuovo Arcivefcovo di Firen»
ze Orlando^ Sonarli Cittadino Fiorentino •
X- Rerta ora a dirfi in quella Lezione delle prero-
gative ) e degli onori fingolari, che gode il Vefcovado Fio-
uV-fl                                                                        ren-
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m
rontiftovv SE pnmferamente lViiluftre tìtolo comune a
tutti fVéfcovi /ed ArcivefcòVi di tirenzè , di ^Princu
pi del Sacro Romano Imperio , che meritò il primo
per fé s e fuoi SuccefTori Piero Corfini dall' Imperato-
re Carlo IV. con fuo Diploma Imperiale , che comin-
cia .- Time Romanorum exàltàtur Imfterium &c. Datunz*
Tragae anno Domini ì^é^* Indizione u. ivi Nonas Malli
Regnorum noftrorum anno xviii. Imperli mero ix. Tejles
huius rei funr Illuftres VolUmar Rex Daelae
, Rodulphus
Dux Saxonlae Princepr Elefior, & S> R, L Arcblmaref-
calcus
, loannes Marchio Morawlae &c, Signum Sereni^,
Jimi frincips
, & D. D. Caroli quarti Romanorum Impe*
rat ori s In<viBiffimi\*\ $ Qloricrfiffmì Bohemi de Rie gì s\ ìi
fecondo onore fatto alla Chiefa Fiorentina fu V efTere
fìata innalzata all' Arcivefeovado, poiché Martino V. ve-
nuto dal Concilio di Coftanza a Firenze, dove ebbe
moltiffimi contraifegni delia ftima verfo fua Perfona dal-
la Repubblica Fiorentina», volle gratiffimo corrifponder^
vi con generofirà da Principe, e però adì due di Mag-
gio > come fopfa fi è detto , nel 1420*. ereife in Arci-
vefcovado il Vefcovada di FirenzeE Papa Leon•! X.
concedè all' Arcivéfcpvo il privilegio\ d'i ve/tire porpora
in alcune folennità dell'anrio. E tra le molte altre o-
Boranze , che hanno illuftrato il Vefcovado di Firenze V
non è da ometterfi la folennità ufara nel poffeilfo de*
nuovi Vèfcovi già da noi deferiita^ nel xvjtoirio'alle Le*
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zioni di S. Pier Maggiore;*
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L E Z I O N E XXIII,
VESCOVI!? ED ARCIVE3€0VI FIORENTINI
|l già accennato nella prima Parto
delie Vite de i Sanji » e Beati Fioren-
tini feritte dal Ppttor JSrpccju > e*
ftampate nel: 1742. qualmente alcuni
Uomini Santi mandati fpiTero da San
Pietro ; Principe degli Apoftoli a trar
fuori delle: tenebre dell* gentilità.} e
ad illuminare eoi raggi dell'Evangelica luce i popoli
d^lla Tofcana* e fpeeja^mente i igimMuni* Jì quan-
tunque,
nulla ài ceftp>ie di iìcuro abbiali ài quei pri-
mi Secoli Criitiani circa jl yéfcovadP ài Firenze, co-
me fi | dichiaratp nella paflata Lezione; nulladimeno
una tale incertezzai\i cjlecihellìa della popolare tradizio-
ne", Sion* fra giammai ria impedite > che dovendoli qui
favellare de* yefcovi Santi Fiorentini, io incornine) da
San Frontino ad stempio ài molti Scrittori, ancorché
da i Savj Critici fi dubiti*fé queftp Santo iìa mai ftatp
Vefcpvo ài Firenze,
JÌ. Dir adunque fi vuole della fantita. ài S. Fron-
tino , rome adì 25. di Ottobre fi Ì$ di etto memoria
da vai) ^lartirologj, ne* quali fi celebra quello ttrepi-
tofo miracolo di a vere frontino co] jbààone di San-
Pietro Apo/tolo in que#e noltre Contrade reiufcitato
un morto } che da Francefco Maria Fiorentini Lucehe-
fe nella fua dotta Opera De Sacra Jitrurifie 4m^9
tate ;
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119
tate viene chiamato Giorgio * da Pier *fe' Natali Gre*
gorio , e così ancora dai Barónio-all'anno 74. il qua*
le però attribuii tal prodigio à.Sàti Marziale ìaltro ài*
fcepolo di San Pietro * Anzi iti memoria di tal fatto,
credefi 5 che il Sommò Pontefice iti alcune fàereL*
Funzioni non adoperi il Paftorale » come fi■■ cù&um'iw
da i Vefcovi :ji del qual rito fé ne fa menzione da Pa-
pa Innocenzio UH ne' Tefti Canonici , titolo De Sa~
era Utiflione
, leggetidóvifi non ufarfi da i Pontefici il
Pastorale f non folo per miftieo figniflcato, quanto an-
cora pel fatto della Iftoria foprannarrafa ,
IH* Or fui debole fuppoiìo ? che un Frontino fia
flato Vefcovo , diremo, che, o il primo , o il fecondo
in tale dignità farà Felice , chiamato dal detto Broc-
chi nel foo terzo Indice* al ir* Tomo delle Vite de*
Santi > e iBeati Fiorentini cosi >* Satì Felice Prete, e
„ Vefcovo Fiorentino , del quale parlano■■«• con lode S,
j, Agoftino > et Ottaio Miievitano „ Il fuddetto Broc-
chi poi al fecondo tomo ne fcrifle là Vita ufcka alla.»
luce nel 1751- in Firenze nella Stamperia di Gaeta-
no Albizzini , dedicata a San Luigi Gonzaga , t*
da quella Vita fi cavano parecchi notizie , parte cer-
te $ e parte verifimili < Fra le prime fi pone la fua na-
feita circa la metà del terzo fecolo , imperciocché tro-
vai elfo già da qualche anno Vefcovo al tempo del gran
CoftantinO) e ài Papa Melchiade, fotto del quale inter-
venne Felice al Concilio Romano celebrato contra de'
Donati/li nel 313, ed effendo la Chiefa in que* tempi
in pace i dal fiottio Vefcovo fu< àilauta. la Fede in Fi*
renze con la predicazione -, dottrina , e fantità de*fuoi
eoftumi * che gli meritarono in Cielo , \e in Terra la
bella laurea di Santo , che da tutti gli Scrittori gli è
accordata * Le cofe affai dubbie 5 che il fuddetto Broc-
chi dice del mede/imo j fono ì che da efib foffe edifi-
cata la Chic fa di S, Salvatore/ dice aftèora , ma fenza
documenti, che & S. Felice foffero erette Chiefe , quan*?
tunque inoggi non fé ne trovi vefiigio , ma forfè di-
itrutte dalle guerre > e dagP incendj p così parla delle
Re-
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&$0
Reliquie , die 'crede ripòfié nella Chiefà maggiore,-e
della iua Immagine colorita .co'" «raggi > modernamente-
collocata in ^Seminario, ira quelle de'Santi Vefcovi Fio-
rentini^ i Ifeiiìi .-■ ■!'?'.■• i jjjj (..-fi ,m^'<Ì im.B il
          ...j|
IV. A. S. Felice fuccedè immediatamente nella Cat-
tedra Vcfcovile Teodoro pure Santo , giufta 1* autorità
de* noftri Scrittori , ed altresì degli eitemi : Né fi du-
bita punto , che *S. Zanobi non \ fofTe battezzato dsu,
Teodoro, dal quale ancora il medefimo Zanobi dopo i
foditi gradi Ecclefiaitici fu fatto Arcidiacono , come par-»
iario le Lezioni di S. Zanobi , qwamohrem Theo/toro Fio*
Tentino Epifcopo in primis carus
, per omnes joriinttnt gra-
dii s ad Arcidiaconi muntis in Ecclejìa Cattedrali affum*
ptus.
Stella lucidiflkna deila Chiefa Fiorentina è chia-
mato Teodoro dal P. Ferrini nelle Vite des Sette Beati,*
fé quello Scrittore àfterì, che S. Teodoro confacraiTe
la Chieia di S. Paolo preiìb di Palazzuolo .nel-3$$, noi
nel Tomo IV,: di «quefie Notizie Itteriche abbiamo ài-
moftrato quanto fieno incerti i fondamenti di limile^
tradizione . Affai più autorevoli documenti per il cul-
to di S. Teodoro fono primierarnente gli antichi Regi-
iki del Capitolo Fiorentino, ne'quali Jeggefi : S.Thea-,
dorus' Epifcopus Florentinus ccclxi.
In fecondo luogo ve-
defi rimniagine èia. dipinta in antico nella Metropoli-
tana tra quelle degli altri Santi Vefcovi 4 cioè in una
di quelle fìneftre invetriatele colorite alla Gotica, che
fono alle .Cappelle axtorno alla gran Cupola ; eofa., che
offervò l'Abate Ughe'Jli , le cui parole fono le feguen*
ti»: S* Theodorus Epifcopus Zenobii Antecejfor in Fiorenti*
nìs Tabulis wiìwrfipur ad .an^nujn ccclxi, cuìus
1 Atta de*
Jìdemntur yfpe$latur tàtnm in Metropolitana Ecclejìa eiuf-
dèm fi,Frefulis $?mulacrum Inter poeterò s DisvosTute»
/aresj.
<Di dove poi il Giamboni, fi cavi , che quello,
Santo mota nel 370. non mu\ è noto 5 ed aVmiej Com.-*
puti} come fi dirle nella Storia della BanTica di &l Lo-
renzo , ponendoti aliai più tardi -il principio del Ve-
scovado di fi. £ar|obi , fé rubra .pei: confeguente doverfi
ritardare h morte, di Teodoro/, :ij[. cui .corpo credei],
*
-ocr page 303-
che fólte fepolto nell* antica Catacomba in mezzo alla
Cattedrale.
                    u-v
V. Viene in quarto luogo tra* Santi Vefcovi j il
nofìro infìgne Protettore San Zanobi , ma perchè ne*
cinque miei antecedenti Tomi ho avuto a parlarne più
fiate ) di eOTo riferendo le più ragguardevoli azioni ; per
non replicare il già detto , riitringerò il mio ragiona-
mento in alquanti dubbj critici fopra la Vita deì San-
to non toccati altrove. E ila il primo, fé egli fu dell*
Illuftre Famìglia dei Girolami, dubitandone fortemen-
te i Bollandifti, ed altri : Tuttavolta non parendomi con-
veniente il difprezzarne la fama > che favorevole a detta
Famiglia corre apprerTo di tutti , mi fi concederà di
rammentar qui le notizie rifguardanti quella tradizio*
ne . E primieramente notar mi giova un* opinione cir-
ca gii Àfcendenti di S. Zanobi , che c;avafi dalle Cro-
niche di S. Girolamo , e di S. Profperò , dagli Annali
del Baroni© , e del Tiilemont. I Santi adunque Giro-
lamo , e Profperò ali* anno 274. parlando della Regina
Zànobia deJ Palmireni fcrifTero, che lafeiÒ cortei de* iL;
gliuoìi, i quali prefero il nome della Madre > e che]
ve n' erano di quelli anche nei 4. Secolo in Romaft
ed ai detto anno dice il Baronio , come S. Zanobi Ve-
feovo Fiorentino polla effer defeendente da un Zanobi hV
glio di detta Regina . E il Tiilemont non lontano da.»
fomigiiante credenza , al Tomo g. degP Imperatori paga
3*9$. fommariamente riferifee , giurìa la Storia Romag-
na 5 la prigionia della Regina Zanobia , .condotta ikL$t
trionfo dall'Imperatore Aureliano} così carica di?;ca*t
rene d* oro 5 e di gioie , che le bifognò nel camtruno
più volte ripofare, la quale poicia confinata in Tivoli >
menò la fua vita in condizione di Dama Romana? an«,
zkhè maritatati con Senatore Romano , ne averTe^.
figli chiamati Zanobj dalla Madre. E venendo or*
ai Girolami } il certo il è > che Ricordano Male-
fpinj Storiografo del XIII. Secolo offerì , che • i. Giro-
lami erano Conforti per linea mafehile al Beato Mef-
fer S. Zanobi,, e come tali fono flati rifguardatj dal»,
Totn.Vh                      Un                                 la
k^________-------------»—• "" "■--________                  .-*-—-—■'.»._—.--—k... .,;■, ;... ;.,,... .^ff"
-ocr page 304-
28V
te Repubblica Fiorentina, che nella folenhe traslazione
dell' Offa del Santo Vefcovo voli - , che que' de' Giro-
lami precedeflero alla Signoria nella proceffione ; e po-
frebbonfi alle fuddette autorità arrogere i verfi di Ugo-
lino Verino nella fua Opera : De llluflr. Urb. Fior. Uh.
pi
che dice :
Hieronymi quam prima Domus fuìt, ardua Turris
- Condita Jìt teflìs
, totos iam mille per annos,
Quam facer Antiftes Tufcae Zenobius Urbis
«Tarn ci ara de Jlìrpe fatur col utJfe putatur
,
Dixere hunc merito Syllanae Gentis alumnum .
E alla Torre , che rammenta il Poeta, collocato vedefi
anche inoggi un Cartello di caratteri Gotici, dove fi
legge :;w \$\\'>
                                               \-'ì:. -, .».:*«,
LA FAMIGLIA DE* GIROLAMI IN PERPETVO DONA
EDEPVTA LE RENDITE DI QVESTA TORRE OGNI
ANNO PER METAV ALL'OFFERTA DI . S. ZANOEI
LORO CONSORTE.
Siccome alla Cafa addirimpetto alla Torre evvi una Im-
magine del Santo medefimo, che Y abitò , e fotto al-
tra ifcrizione riportata da noi altrove .
VI. Il fecondo critico punto è l'Anello del noftro
Santo , del quale parlano Agoftino Coltellini , il Mi-
gliore , il Dottor Brocchi , ed altri , ed il più moder*
ili* a fcriverne «(Tendo il detto Brocchi , riporterò in
primo luogo le fue parole alla pag. 64. „ Pofleggono.
ifj( i Giroiami)- un Anello creduto comunemente del
,, Santo , che mandato una volta come infigne Reli-
,f quia al CriftianirTimo-Re di Francia per Soddisfare
,* alla fua divozione ; fu pofcia dal medefimo rimanda-
selo -ai detti Giroiami in una catfetta d'oro tutta tem-
„*. peftata di gemme, del prezzo delle quali fu poi da*
f medeiimi eretto un Canonicato in quella .Metropoli*.
^-tana fotto il titolo di S. Zanobi , rìfervandofene il
^padronato nella loro Famiglia con edere irato fatto
„ da Francefco di Zanobi Giroiami del predetto Anel-
5, la uno iheuifiìma FidecommiiTo ne* fuoi defcenden*
n ,                               &{ , ■>, ti
■■■'■-' ■■■■*.............-                                                                                                                                       _________________________________________________________________________________*___________________________________________________________________;_____________________________________________________________,____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
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2%
$ ti mafchi per rogito di Sài Niccolp Rovai ne! i5110.
  come riferifce il Migliore , il quale però prendejsba-
  glio in afterire , che il Re, a cui fu inviato 1* Anel-
,,  lo, fotte Fra ncefco I. poiché è certiffimo , che fu in-
  viato a Luigi %L come fi ricava chiaramente dall'
j,  annetta lettera feruta al medefimo dal Magnifico Lo»
,,  renzo de* Medici *
,, Xtianiflime R. Maieftati Francorum #
. ,;•
               :.:.:■.'{■ .".i"' ■■■ ■L.'.vn.'s* t?\'-l •-;■■.,■•• j ■■, b^::s#*l/ ììjIjì-3
„ P IRE, io mi raccomando alla voftra bona .gratia de-
» 3 votiftìmamente ec» per obedire a li comandamene
3, ti di V. Maeftà ho deliberato di mandare da quella
jj Bernardo Donati mio cordiale amico, uno de* nobi-
5, li Giovani, e dele migliori Famiglie: di quefta Cit-
,, tà , perchè dia informatione a V. Maeflà di quello,
,j che mi domanda per la fua lettera , e de lo Anello
„ di Sanerò Zenobi, et dela Crocetta , et di ogni altra
„ cofa , et appretto per portare a V. Maeftà una devo*
„ zione de uno breve , el quale ha faéto in quefta Cit-
„ tà molte experientie , et miracoli > et pel pattato , et
„ di prefente,. Come epfo Bernardo, che ne ha vedu*
,, ra qualcuna , riferirà particularmente a V. Maeftà $
„ la quale prego j che accepti quefta mia diligente'cu-
a, ra in quefta cofa , eftimando quel che è vero, che io
j, ho altrettanta cura a quefta cofa , che alla fallite mia
„ propria } perchè nella fajute di V. Maeftà confitte del
„ turto la h 1 ut.e , et bene mio . Raccomandomi umi-
5, lifiìmamente a V. Maeftà . floren. die XL Febructrii
)) 1482. ì)
Anche il Migliore alla pag. 2S* porta dì quefto Anello
altra grazia come fegue „ AppreiTo a quefta Famiglia-.
55 vi è un Anello creduto del medefimo Santo , che
„ fu la falute di Raffaello Girolami ftato Gonfalonie-
j, re in quefti ultimi tempi della Repubblica , perchè
jj difefafi da lui la libertà della Patria combattuta dal-*.
», le Armi Imperiali, con troppa veemenza , e dimoftra-
N n 2                         „ zio»
-ocr page 306-
284
&< zione di affètto fi era refa contumace # e in pena di
,V perpetuo carcere nella Cittadella di Pifa , fé Doru
55 Ferrante Gonzaga > che attribuì a miracolo del San-
ata' per mezzo di queil* Anello , T e (Ter fi liberato un.,
„ fuò Figliuolo oppreflb dal mal caduco, non gli avefie
^interceduto venia apprefTo a Clemente VII. »
VII. E ringraziati i fuddetti Autori delle riporta-
te notizie » venghiamo al dubbio fé 1' Anello iia del
noftro San«o y avvegnaché due fieno gli Zanobj amendue
Santi Vefcovi , uno Fiorentino , e Fiefoiano 1' altro ,
ed ambidue Conforti de'Giroìami; e mi forprende, per
vero dire, una tal dubbiezza , che trovo ufeita dalla-,
penna del Cionacci fenza documenti, dicendo alla pag.
4§é così ,,»Ha del più probabile ( 1* Anello ) fia di S.
^Zanobi Vefcovo,di Fiefole fratello del ricordato Si-
fS chelmo , anziché di S. Zanobi Vefcovo Fiorentino.
Ma dato, che anche il Zanobi Fiefoiano fpetti a i Ci-
golami ( come crede il Capitano Cofimo della Rena ) i
Girolami faranno tenuti a sì pratico Antiquario di un
Santo di più dato alla loro Famiglia , ma non conce-
deranno mai al Cionacci deitituto di documenti 3 che
ne venga per confeguente > il miracolofo Anello norL.
etfere flato di Zanobi Vefcovo Fiorentino : e quando
anche certa cofa fia , che alcune azioni di quelli due
Vefcovi per la fomiglianza del nome fi fieno confufe.
Noi però fenza autorevole carta, che fcuopra V inganno >
fìaremo per la tradizione , che fempre ha fiorito tra
mot) efiere il facto Anello del Santo Vefcovo di Firen-
ze . E in occafione del difeorfo di quefta inflgne Re-
liquia , che propagò in Francia la divozione a S. Za-
nobi , come leggefi nella Vita di detto Santo feruta in
Franzefe , e che efifte nella Libreria Laurenziana , no-
tili di grazia, quanto debole fia il fondamento di chi
offerì efliere flato trasiatato in Francia il Corpo del San-
to Vefcovo , perchè fé colà vi folle flato , dal Re di
Francia non fi farebbe ricercato il noflro Anello man*
datogli dal Magnifico Lorenzo,
Vili, li terzo quefito fopra il medefimo S. Zanobi
i                                                                                     è la
^»__
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& la Legazione a Coftatìtifìopoli > che di luì fece S. Dà*
niafo Papa , della quale il fuddetto CionacCi ne dubi-
ta , ed al fuofolito in altra ideata fua Opera ne pro-
mette lo fcioglimenca , che per altro non ha mài pub-
blicato .La ragione di dubitare di q-uefta miffione preHó
detto Scrittore, è il filenzio di tutti gii Autori Ecde*
fiaftici si Greci , che Latini , i quali concordetnentej
tacciono un fìmile fatto. Ma poteva pur leggère egli
nel Ciacconroy corne fegue : Cum EcclèjìtX tum\ Conflati-
tinojfolita'na acerbiffìme a Valente Tyranno Imperatore■ A±
riano multi f modis affligeretur
, Damafus' Rom. Ponti-*
fex iliue mijtt 8. Zenobium.
, creatum pofléa Mpfcopum
Fior, qui Arianorum petulantiam, & infolentiameoWcui£
doBrina ufus
, & editi s miravulis . Ed è poffibile, che folte
almed^fimo ignoto il Baronio , il quale lo ftelfo racconta
all' anno 370. Quo quidem tempore' cum Eccléjta Conjlan-
tinopolitatta acerbiffìmis quateretur fluBìbus
, Damafum Ro*
manum Fontificem Ulne mifìffe $. Zenobium ,
E tra le
Vite del Santo note al Gionacci , fi può rifeontrare tal
legazione chiaramente ffpreffa da-S. Sempliciario , da Don
Biagio Monaco , e da<S. Antonino .11 medefimb Cio-
nacci vorrebbe indebolire il racconto j che fa il Miglio-
re a propofito della legazione dei Santo in Oriente ,
ma a noi paté ■, che il difeorfo del fuddetto poco con-
cluda , e la narrazione del Migliore è la feguente alla
pag. 28. j, Saprebbe fi anco molto più , fé foffe riufei-
5, tó a Bernardo Giugni (< Ambafciatore della R^pubbii-
y, ca a* Veneziani ) éa Venezia portare a Firenze un_#
5, libro fcritto in Greco, intitolato le eofe maraviglio»
w fé operate in Grecia da S. Zanobi Vefcovo di Firen-
j, ze , cofifelTando elio in un Ricordo veduto da noi>
„ di non 1* avere potuto avere per danari . „
IX. Palla ndofi oramai ad altro Santo Vefcovo Fio-
rentinoj noteremo, come S. Andrea vedefi registrato
non folo nel Martirologio Fiorentino , ma ancora nel
Romano » ove dicefi : Florentiae 26. Februarii S. Andreae
Epfcop
, & Confefforis ; aggmngendovifi dai Baroriio
nelle fuq Note, che elio fu quello, che fuccedè imme-
<
                                                                                 dia-
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%te
adiaramente a S. Zanobi mi Vefcóvado di Firenze , E
celebre fara fempre Ja memoria del gloriofo S. Andrea,
per la colonna; 0 per ja ilapida parlanti de5due miracoli
occorfi alla fua prefenza nella prima traslazione ., che fi
fece del Corpo di S. Zanobi. Egli è però vero, che da*
favj Scrittori qui fi fofpetta dì confufione del noitro
g.« Andrea v con altro ad medefimo nome , e Vefcovo
pure fiorentino nel nono fecplo ; Jra quei, che temo-
no di rqualche sbaglio ,, fuvvi il dotto Vincenzio Bór*
gbini., il quale nella Serie de' Vefcavi Fiorentini alla
pag. 390., parla cosi „ Ma fé queilo ( S- Andrea) appun-
w e* fofìe ì ed in quello tempo , parleremo alquanto
5, più largamente di fono , dove di un altro Andrea, che
$ie fiorì intorno all' anno 8$o. „ e di quello appunto favela
h> m* ibliti .ibipetti alla pag. 401. Dopo coitui ( Ar-
,,, •dingo ) troviamo Vefcovo un Andrea , ma fé quelto
j, -è quel Santo, come ne furono in queiti tempi molti
5, di fanta vita , del quale fi è tocco di fopra , e di
» cui la Chiefa notìra celebra JFefta 1* antepenultimo di
95 Febbraio , o pure fu quello il Santo ,, del quale fi
n è quivi parlato e e. ,, Or per dileguare tali timori, .ferire
branmi .argomento più che {ufficiente le due Vite ., che
abbiamo di S. Zanobi , ;qneUa fc«ita nel quinto feco-
l'o , fono nome di un S. Sempliciano, e l'altra, di cui fu
autore Lorenzo Vefcovo Amalfitano : nella prima cer-
tamente non può intenderà* altro Andrea Vefcovo, che
il Santo fucceiTore immediato al noitro San Zanobi,
e nella feconda ferina £Ìrca il mille con■ jflile fin-
cero, ;e con protette di riferire quello, che a fuo
tempo predicava la fama di S. Zanobi, chi non vede
the, fé i miracoli accaduti al primo Vefcovo Andrea,
follerò avvenuti al fecondo si vicino di tempo all' A-
rnalfnano Scrittore , ,queiti non avrebbe lafdato di no-
tarlo per dar maggior lume , e fede al racconto ? Mo-
rì S. .Andrea a* 2<5. .dì Febbraio , giorno, in cui fi cele-
bra la fua fetta , ma l'anno è inceno ; credefi, che folTe
iepolto vicino a S. Zanobi nell' antica Catacomba, don-
vde eitratti nel 1439. i Corpi de* Santi Pontefici Ro*
mani,
-ocr page 309-
2 $7
mani , e èc i Beiti Vefcovi Fiorentini, è trasferiti nella Cap-
pella fotterranea , quello ài S. Andrea fu pure trasferito,
e collocato allato a Sé Zartobì in un5 Urna fenza ifcri-
zione , che tanto fi cava da un Martirologio Laureff-
ziano : IV. Kal. Martii ipfo die apttd Civitatem Fior',
in partibus Tufciae Mutale S. Andreae eiufdem' Urbis E-
pfcopi
5 magnificat fanBitatis, <vitae laudabili? , cb* Cla»
rpfft Viri y atque fuccejforis S. Zenobii glorio fi Epifcopi)
é1 Confejforis
, cuius Corpus requiefcif in Ecclefia Cathé-1
drali praefatae Urbis iuxta Altare praed. S. Zenobii pw$
nelle antiche Lezioni folite recitarli nella Chiefa Fio-
rentina fono da confìderarfi le feguenti parole della fe-
conda Lezione: Quapropter Andrea? grò tanto beneficio
duodecim ibidem , Jìcut rèowWat
5 confi itait Clericos', qui
in honorem SS. Patris Zenobii divini
V obfequiis perpetuo
wacarent ;
dalla quale notizia iopenfo di potere, frabilire
l'epoca del Capitolo Fiorentino, principiato con i fud-
detti 12. Preti; non ottante che trovinfi anche prima nomi-
nati l'Arcidiacono , il Diacono, e Suddiacono del Vefcovo.
X. E fé da quefti cinque Santi Vefcovi, che finora
abbiamo rammentato, non può negarli erTernerifultato al
Trono Epifeopale in Firenze un grande fplendore, man-
cava però il più bel pregio, qual era in que' primi feco-
li di vederfi quella fanta Sedia tinta di porpora del fan-
gue di qualche Martire , e infieme Vefcovo , e quefto
onore finalmente gli toccò nel fefto fecolo col martirio
del Vefcovo Maurizio , la di cui immemorabile tradi-
zione tenuta per coftante fino al tempo di Giovanni
Villani fi farebbe perduta totalmente , fé il detto Vil-
lani non ne aveife fatta memoria nelle fue Iftorie Lib. i.
Capitolo I. come apprelTo „ Anni di Chrifto ccccl.
„ ( deve dire cccccl. ) nella detta Città fu morto il
„ Beato Maurizio Vefcovo di Firenze a gran tormento
„ per la gente di Tottila , ed il fuo Corpo giace in_.
„ S. Reparata . 5, Dopo al Villani molti fono gli Scrit-
tori , che ne principiarono a parlare , e con più par-
ticolari circoftanze : dicendo bh Silvano Razzi , che-,
fofle il Santo uccifo nel Teatro, e che vi fodero Chie-
-ocr page 310-
fé a S. Maurizio dedicate ; Dall' Abate Ughelli afcfc lama
il tempo del martirio , cioè il dì 28. di Giugno, che!
nel Villani è ofouro* parendo,.che vogliapiuttorto dire»
eifere Irata ih detto giorno diftrutta Firenze. Sonovi nell*
Archivio Arcivefcovile di Firenze i proceri! fatti nei
1-544. pei autorità ordinaria fopra il culto antichiflìmo ,
e fama della fantità di quello Santo Martire, la cui.
Immagine nelle feite fatte per la Canonizzazione di San
Filippo ili Roma da1 Fiorentini nel 1622* tra gli altri
Santi .della Nazione, fu efpoita alia venerazione. Al fuo
Corpo è accaduta la iteffa difgrazia dei molti altri Cor-
pi Santi nella Catacomba delia Metropolitana , mentre-
che non eifendovifi trovati i nomi , non fi fa in quale
di ^uell'Urne itripofi il Santo Martire Maurizio.
vviXI» Altri "Vefcovi, che io fappia nel novero dei*
Santi non iì trovano più fino al fecolo X. nel quale
verrebbe Sichelmo, collocato dal Brocchi nel fuo Cara*
logo de' Beati Fiorentini , che ab immemorabili hanno
ai/uto il titolo di Beati , quantunque di elfi non fi ce-
lebri feria con Meilà , e non fi trovi > vèr uh pub*
bJico cuifo alle loro Reliquie j il rnedefimo nella,.
Vita di S. Podio fcri/Te i5 Sichelmo immediato amecef-.
,v fore di S. Podio, efTendo irato ancora egli di fantini*
salila svitasse godendo ab immemorabili il titolo di Bea-
5> to ,, Ma con più moderazione ne fcrifie il Migliore
#lla pag. 141. ove leggo ,, Sichelmo , fecondo il Bor-
.5» ghini , fu uomo di fanta vita ,« trovandovi in alcune
.,, Scritture chiamato BeatiJfimns ; Noi peto l'abbiamo
,, piuttoito per un titolo comune unito alla dignità, fo»
5* 4itò darti in quei tempi a tutti Vefcovi. „ e talvol-
ta loro fi dava anche il titolo di Santo , come nel Ve-
fcovo Giovanni da Velietri, leggendoli nel fuo Deponi a :
Patria VelUtrupt Sanfli fuit iìla lohannis : Onde trala-
sciando di più favellarne , parlerò al S. Vefcoyo Podio.
-ìii^lli^Mifti è riconofciuto per Beato dalla Chkfa ,
come fi V dal Martirologio Romano : 28. Maii Floreu*
fiae
5*. Todii Epfcvpi •> & C$nfeff,ori$\ ne parlano ezian*
4ÌP i noflri Mflrtiròlogj, tra'.cjuali è notabile ciò , e ne-*
-ocr page 311-
dice fi Laurentiano : FUoreatide 28. ' Maff Ttefojitìo &
Fodii eiftfdem Ciwitatis Epfcop , qui wita ì & miraculis
gloriofus quìewt
, fefultus efl in Cathedrali Ecclefia $rae-
fata? Urbis iuxta Corpus Beati Zenobii
; ed una lunga
vita ne ha ilampato il Brocchi, facendo in etfà menzione
delle parecchi donazioni , e dei privilegi fatti dal San-
to Vefcovo al fuo Capitolo , riportate dall' Abate* Ughel-
ìi, dal Cerracchini, e da' Boìlandifti ,* Oltre alle det-
te
cartapecore fonovi le Lezioni per ìa (usl Feftìi^?
cavate da un antico Lezionario di un Codice»
MS. in cartapecora nell* Archivio deli* Opera di 3*
Maria del Fiore , e date alle ftampe dal mentovato
Dottor Brocchi, che vi ha aggiunto altra lezione tro-
vata, in
un vetiiiìo Breviario della Strozziana . Debbo
però avvertire, che fé in eifa leggefì : fiorentini '■ iffnm
■bcfl Zenobium Fafforem elegerunt 3
non averfi ad inten-
dere un Zanobi anteceflbrè immediato 3 ma bensì me-
diato , giufta i Padri d' Anverfa , tantopiù che ivi chia*
mafi S. Zanobi col titolo Defenforis noftvi, che non_#
conviene ad altri , fuorichè a S. Zanobio del quarto
fecolo . I medefimi Padri dubitano ancora della Pa«
tria di $, Podio, volendo che Golmella fia una terra
antica vicina a Firenze >giàdi iurifdizione del Marchete di
Tofcana padre del Santo ; Portanfi ancora dai fuddetd
Scrittori belle congetture per provare , che devefi ap-
pellar Podo ì e non Podio, e più il confermerebbero
in tal opinione s fé aveffero letto un litrumento ori-
ginale , ma non intero preflfo il Senatore Strozzi alla
caffetta 4. numero 275, al mazzo 28. dove dicefi;
In Nomine Domini le fu Chrìfli 3 anno ab Incanì, gius
nongentejtmo nonagefimo nono Martius Ind. Ili, fcripa &c.
Mt Ideo ego Ferius Fodo San&e Fior, Ectlefie Epfetpus
fecundum conuenìentiam nofiram
} & quia dare ad habend*
mneam & Cafas infra iB'0 Anno ìbidem lenjand. & per ho*
tninem rvejlrum ibidem referendum
, & mineam ìbidem ylan*
tandum
} laborandum , et fruendum , feu & meliorandum
provvidi tibì Ildebrando b. m. Leonis
, idefl Curtem illam
luris no&re Ecclejìe $• lohannis que eft fojttft in loco qui
Tom. VL
                         O o                                   di*
-ocr page 312-
2QO
dicitur Vadtth fimofo infra ter ri tori um de fiele S-Mar-
tini Jtto fexto &c,■-y,xu
/ knr:■•: \ v;iit'V-^'^ì y-rV ,w
E le nel fuddetto Contratto leggali Terius^ cioè Fiero ,
quefto era il nome del Santo» e tanto pare , ehe_»
fuoni il nome di Perio > non oftante la pofpofizione
della lettera I. ed il luògo di Radule enunciato nella..
donazione, ancora inoggi èdella menfa dell' Arcivefcovo.
XIII. Neil* anno loit. governava la Chiefa Fioren-
•dna il Beato Lamberto, così chiamato nelle noftre Ifto-
rie , e nelle Croniche de' Benedettini , e più che più
da S. Pier Damiano , che nella lettera iv. a papa Nic-
colò IL d'alta la rinunzia del Vescovado fatta da Lam-
berto , dicendo come; appxzffo; Lambertus veneranda?
memoriae
» qui ante njosElorentinae Freful Ecclejiae ter-
siti* jtraefuit
, fpreto Fontificatus officio , Monajlìcae fé
difetylinae ' fubi^cit
, cuius nimirum quarti fylendida fama
ora hormnum comj/leat
, quam fugavi? odor menti um nares
•afprgai
, Vefirae Sancitati* fublimitas non ignorat . Evvi
del Beato Vefcovo preflfo P Ugheili un Diploma , col
quale egli confermò le donazioni fatte dal Vefcovo II?
debrando alla Chiefa di'S. Miniato al Monte , e co-
«mincia O^ortunum <valde eft ; dato nel 1028. in Firenze,
'ài fottofcrirto da dodici Canonici , e dal Vefcovo così :
"Ego Lambertus SanBae Florentinae Ecclefiae quam<vis
immeritus Antifles
, in hac ordinatione , & confirmatione
non aliquo compilfus timore
, nec alicuius muneris dona-
■tione fuggefta a me faBa fate
. E qui notar mi pia-
ce., che m quelli tempi trovafi Vefcovo un Pietro , del
quale andando in volta varie itrane opinioni , una lira-
nìflìma ella, è quella , che vuole, che folle S. Pier Damia-
no , malamente fondata fopra le irruzioni , che det-
to Santo fcrilTe al Clero Fiorentino , e fulle parole fo-
prariferire nella lettera a Niccolò il. , cioè qui antc^
Vos Fior. Vreful Eccl. tertius paefuit
, efiendo piaciu-
to ad alcuni un Codice citato dal Borghini , dove leg-
gono qui ante Nos , vaie a dire una AZ" dal Copiita_#
rnefla in vece dell' F, Quella opinione farebbe molto
gloriofa a' Fiorentini , ma efiendo preifo i Savj più va-
ria*
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*9*
uà, che vera/diremo che Firenze vè còsi fornita ii San.
ti Vefcovi j che non ha cF uopo , come cquel mal eon-
figliato Uccello di abbellirli dell* altrui piume * ..U
XV. 1/ultimo Santo tra noitri Prelati è» l'Arci*
vefcovoS. Antonio > che per la gracilità , e picciolezza
della perfona era chiamato Frate Antonino deJl'Ordine
de'Padri Predicatori. Fu eletto Arcivefcovo da Papa Eu.
oenio IV. e trovo che la Repubblica. Fiorentina :remen«
do dell' umiltà del Santo v mando iiìruzione al fuo
Ambafciator in Roma Paolo da Diacceto » come ap-
pare alle Riformagioni } nella quale fi .ordina , che rin-
grazi il Papa del nuovo Arcìyefcovo dato a Firenze ,
che teltirkhi la comune contentezza > ma. perchè fi du-
bita che ]' umile Frate non accetti, preghi Sua Santità j
acciocché gli faccia, il ^omaudamento , e non re.fti vana
la fperanza de' Fiorentini ; e altra epistola ivi confer-
vafi fcritta dalla Signoria al Santo , in cui Jo prega -$
nome del Popolo a venire a Firenze quanto prima, per
confolare i voti de* Cittadini impazienti di vedere il
proprio Pallore . Ber e (Te re poi notiffime le grandi azió-
jìi-di S- Antonino date alle ,/rampe i:n moltiffime Vite
defcritte da' fuoi Religioni > e da.Sacerdoti Secolari) io
giudico di difpenfarmi d'alio fcriverle ,£.' folamente_,
toccando un punto principale > che non può djjTimu-
larfì da chi fcrive la Storia > vale a dire, éi qua! Fa-
miglia fofle il Santo ; molti l'hanno creduto dei pril-
li , e tale lo denominano i Padri BoJlandin'i al Tomo
XVII. dèlia loro grande Opera con quefìe parole : JSan*
Bus Antonimi* Vrìliorum Fawiliam in Ojfpido fexto eia-'
ram iure conjanguinitatis collateraliter attingit :
E Don
Placido Puccincl.li nel libro Della Nobiltà del Notaio >
bene he sbagli , chiamando ^Pierozzo Sere > che fu un al-
tro Notaio deil' Ancifa , dice ivi „ Niccolò M Ser
„ Pierozzo Frilli Genitore di S. Antonino Arcivefcovo
,, di Firenze fu Notaio nel mccclxxxv. nel Libro
dei Morti in S. Marco Jeggefi pure così ,5 Ricordo ,
j, come la Famiglia de* Frilli della Croce parenti
„ del Qloriofo Padre S. Antonino Arcivefcovo dell'
O o 2                           j, Or-
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3, Ordine de* Predicatori » fi fono ragù nati oggi due di
5> Maggio , come è loro folito > e fabbricando/! nella
„ noftra Chiefa una Cappella dalli Magnifici Salviati >
,> hanno murato una Sepoltura innanzi a detta Cappel-
la j cioè fotto le fcalere di ella 5 a ufo di detta Fa»
>? miglia y le cui lettere dicono :
FRILLI ET HI QVI DICVNTVR A CRVCE
VNA OLIM ET EADEM FAMILIA EX QVA
©RIVNDVS DOMINVS ANTONINVS ARCHIEPISC*
ELORENTINVS ECCLESIAE PLORENTINAE
SPIENDIDISSIMVM LVMEN ORBI 1LLVXIT
VNIVERSO . VNANIMES SEPVLCHRVM HOC
f COMMVNE TOT! FAMIUAE ET POSTERlS POSVERE
« V '                        ANNO DOMINI MDLXXXVI.
j, la qualFamiglia eflfendo fparfa permeiti rami, ciafeun
5, Capo fi fottoferiverà qui di fotto , come Padrone di
,, detta Sepoltura 5> e fi leggono le fottoferizioni di quin-
dici Capi di Cafa : Si vede ancora nella Curia Ar-
civefcovile fotto 1* Effigie del Santo la feguente Ifcri-
alone ;
S. ANTONINVS FRILLVS
ORDINIS PRAEDICATORVM
ARCHIEPISC- FLORENT1NVS QVINTVS
                       *;
ANNO MCCCCXLV.
É tanto ba/terebbe per render credibile 1' opinione di
chi vuole il Santo effer dei Prilli, fé non oftaffe il tro-
var!? le fottoferizioni di mano del Santo, che dicono 9
Tarate Antonino Tiero%zo, avendo prefo per fuo cogno-
me il nome dell' Avo , cafo affai frequente nelle Fami-
glie Fiorentine di prendere un nuovo cognome dal no-
me di qualche loro Antenato ; per efempio gli Alef-
fandri erano Albizzi principiati a dirfl Alelfandri da un
AlefTandro degli Albizzi ) i Marchefi Niccolini fono Si-
rigatti , mutarono il cognome da un Niccolino Sirigat-
ti . £ così venendofi alia Famiglia del noiìro Santo ,
no»
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\
ilòta il Dottor Brocchi, che alcuni fi fono chiamati de'
Niccolai 3 perchè difendenti da Ser Niccolò Padre del
Santo * e altri furono detti Pierozzi 5 per avere nel lo-
ro ramo rifatto Pierozzo , che era Avo di S. Antoni-
no figlio éi Ser Niccolò di Pierozzo . Leggafi quanto
hanno fcritto il fuddetto Dottor Brocchi } ed il Padre
Fra Serafino Maria Loddi di S. Marco , credendo a-
mendue , benché comrarj nelF opinare, di avere ifchia-
rità la genealogia del Sarìto . Due cofe poi noterò fisi
quefto fine non da tutti gli Scrittori toccate , e la pri-
ma è ciò 3 che fi ricava dai celebre Necrologio di San-
ta Maria Novella al num. 66. come apprendo :
Fr. Antoninus Ser Nichelai de Florentia : hic antequam
ingrederetur Religionem in utroqne iure yeritus erat
> &
ex magna denjotione ingrejfus eft Orditism Fraedicatorum.
Hic fuit Ambafciator Communitati s ad Callixtum
, &
Fium ; Eugenius 'vero mori woluit in manìbus
> cb* bra-
thiis iflius
, ne e permijìt ipfum a fé recedere , donec fpi-
ritum Dea redderep . Item Hn elezione nomi Fontificis
Scrutator
, & Secretarius fuit > ac etiam ipfe quinqu<t*
*voees habuit ad Fapatum,
L'altra notizia , che è più
moderna > è 1' efferfi ritrovata qual folle in Firenze la
Cafa j in cui nacque S* Antonino , eflendou* chiaramen-
te riconofeiuto 9 che ella era pofta nel Popolo di San
Piero in Ciel d* oro , ed acciocché in avvenire ne vi-
veffe la memoria , con decreto del Magiftrato dell'O-
pera di S. Maria del Fiore vi fu fatta porre la fcguente
Ifcrizione compofta dal Propofto Anton Brancefco Gori.
BOMVM HANC
OUTV . EDVCATIONE . ET . SANCTITAT1S
TYRQCINIO .
D* ANTONINI • ARCHIEPISC. FLORENT.
INSIGNEM . ESSE .
EX . ANTIQVISS. TABVE1S . COMPERTVM . EST •
AN, SAI. CID. ID. CCXXXI.
LE-
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2 94
L E ZI O N E XXIV.
PONTEFICI STATI VESCOVI 01 FIRENZE .
asuSssfci^iVSi.viB.^.fi.f
Jggg**É% il vanto più illuftre d'una Citta Càt-
* ^j tolica è 1* adorare fu gli Altari alcun
fuo Vefcovo, con ragione abbiam ce-
lebrato un fimile titolo toccato alla
,T»oftra Cattedrale, la quale conta nella
Serie de* fuor Vefcovi non uno/ mjsu
!5 iben nove tra Santi , e Beati > come-»
vedemmo , cioè S. Frontino , S, Felice , S. Teodoro »
S, Zanobì , S. Andrea, S. Maurilio Martire , il Beato
Podio , B. Lamberto > e S, Antonino . Che fé quello è
il maflìtno tra' pregj della Sedia Vefcovile di Firenze,
i5iuno però negar ci potrà , che grande ancora onore
ne Ma rifultato alla medefima da tre Papi , e da xv;
Cardinali itati parimente nolìrt Vefcovi , e Arciyefco-
vi : Privilegi j per vero dire , alla Cattedrale Fiorentina
così ragguardevoli , che un debito indifpe.nlabile fon-
dano in chi fcrive Notizie Sacre Ircoriche , di fcrTer-
roarfi in effi . Onde facendomi da que' nolhi Pa-
llori j che portati furono da' loro meriti al Trono
Papale , dito che il primo fu Gherardo Vefcoyo di
Firenze nel 1046. e che noi lo riconofciamo dì nazio-
ne Savoiardo } morti a ciò credere da due antichi , ed
autorevoli documenti 5 uno di S. Pier Damiano, il qua-
le nella elezione di Gherardo al Vefcovado univerfale
della iChiefa feri ile : Sic -nova Bethlaeis Mundo lux flu-
xit Mh ori?
; donde chiaramente ù deduce , che la Pa-
tria del nuovo Pontefice fu Betleme nella Savoia .; l'al-
tro argomento ;è ;una lapida efuiente nel Duomo di
Siena , dove i Cardinali eleifero Gherardo per nuovo fuc-
ceflfore di S. Piero > in ella leggendofi come appretto :
HIC
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l9f
WC ANNO MLIX. HILDEBRÀNDO HILtfEBRANDESCO
ARCHIDIACONO PVRPVRA CVRANTE QVI POST-
MODVM GREGORIVS VII.' OECVMENICVM COMCILIVM
CELEBRATVM VEI ANTIPAPA BENEDICTO ABROGATO
GHERARDVS ALLOBROX EPISCOPVS FLORENTINVS
ADSVMPTVS NICOL. II. APPELLATVS Qj/I STATVIT
LCD, NE AMPL1VS A POPVLO VEL A CLERO
SED A CARDINALIBVS PONTIEE& ELIGERETVR «r
ed è ben credibile , che quegli Elettori > che diedero i
voti a Gherardo, fapeffero, dove egli era nato.'
II. Ma ritornando agli anni del fuo Vefcovadó Fio-
rentino , noteremo in primo luogo il Concilio Genera-
le j che fece in Firenze Vittore II. nel 1955. «ella qua-
le occafìone Gherardo fecefi un gran merito con tutti
que* Padri', che fino da quel tempo feorfero in lui le_*
nobili qualità, che poi lo fecero degno del Papato. Seb-
bene dicali , che da S. Pier Damiano fu avvertito di un
leggiero fuo difetto , quale era il trattenerfi talora nel
giuoco der fcacchi , dal quale tofto fi aitenne , e fino
che viffe in penitenza lavò ogni dì i piedi a 12. po-
poveri , dando loro limofina , e cena , come fcrive il
detto Santo nel fuo Opufcolo de EUtmofyna , e giacché
fiamo nel ragionamento di S. Pier Damiano , riporterò
qui intero il Trittico , che compofe in occafìone della
elezione di Niccolò li. fucceiTore di Stefano IX. mor-
to , e fepolto in Firenze, ed i verfi fono i feguenti :
Varava Vìrnm Viduae debet Florentia Romae
Quae tenet extinElum , cogatur reddere 'vi'vum .
Sic no<va Bethlaeis Mando lux fluxit ah orìs .
e notinfi da chi iludia fopra il primo antico Cerchio
di Firenze le parole $ar<va Fhrentìa , che vale a dire,
affai piccola nel recinto di fue mura ne' tempi di San
Pier Damiano . Ma ripigliandoli il difcorfofdei noftro
Vefcovo , di lui avvi Carta autentica 4qì 1054. a,p,pretTo
ì Signori della Miffione di Firenze , colla quale di-
chiarò veri Padioni della Chiefa di S. Andrea a Mofcia-
no certi Canonici Regolari } ficcarne in Santa Felicita
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2$6
I
una memoria} che quello Vefcovo riedificaffe quel Con-
vento , e Chiefa » che dal medeflmo già Pontefice fu
confacrata » così dicendo una lapida rinnovatavi dal
Priore Affé tati nel 1600. ed è la qui appreffo ;
TEMPLVM HOC pEO , ET p. PELICITATI DICATVJVI ET ANNIS
IAM DCC. ET VLTRA PERACTIS SACRIS B[1SCE V1RJGINIBVS
ROM. PONT. NICOLAVS II. QlYI EARVJU MCNAST, FERJ2
PESTRVCTyM PVM EPISCOPALI MVNERE EVNGERETVR COO-
PTATO NOBILIVM SANCTlMGNlALlVAJ COLLEGIO REEDIFl-
CANDVM CVKAVERAT SVMMVS PONT. EACTVS ANNO D.
WLIX. ID. NOVEM.:QV'AE fW DIES DOMlNICA POST FESTVM
OMNIVM SS. SOLEMNITER CONSECRAVIT. CiVARVM RERVM NE
MEMORIA PEREAT SANCTES ASSETATVS EIVSDEM TEMPLI
PRIOR MON. HOC CVR. AN. O. MPC.
Che poi 1' Abate Ughelli dica , che fotto il Vefcovo
Gherardo feguiffe il tanto celebre prodigio del Braccio
dr15. Salvi j e la erezione del primo Oratorio in onore
di detto Santo , con le feguenti parole : Eo aecurrit E-
pfcopus Gherardo* 3 eiufque opera
> pjrttlorzmque pa li"
beralìtate Orfitorium D. Salcio factum excitatum efl ;
io
mi aftengo dal farne efame j avvegnaché nel primo to-
mo di quefte mie Notizie Iftoriche a lungo fé ne fia
parlato , eiTendofi ivi ^abilito con forti ragioni } che
il miracolofo avvenimento feguì nell* anno 845. vale a
dire» due fecoli prima di Gherardo . Le Bolle, che fi fap»
pia fatte da Gherardo già Papa col nome di Niccolò in
favore di nofke Chiefe , fono primieramente due ripor-
tate dal fuddetto Abate Ughelli , la prima effendo di-
retta a Tesberga Badeffa di S. Felicita, cui egli dona.»
pel Monaitero e privilegi, e beni (labili, e comincia così;
Quoniam Omniptentis Dignatio &Y. data in Firenze VL Id*
Jan, an. ah Incar. Chri&i mlix. Fontìf, an.
1. pr mantis
Humberti S. Ecclejtae $yl*vae Candidae Epfcop
5 é1 A-
fofi, jSedis Bibliothecarii
. U altra Bolla è a Giovanni
Priore di S. Andrea a Mofciano , nella quale confer-
ma al medefimo , ed ai fuoi Canonici quanto egli a-
vea loro conceffo da Vefcovo di Firenze. Una terza
ho
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2^7
ho io riportato nella tirarla della BafiKca di San Lo-
renzo enfiente in quell* Archìvio dimofcrante la confa-
orazione di detta Ghiefa fatta da Niccolò , e la dote-»
ricca) che eflbdonò a que* Preti) che viveano in comune
al fervizio della medefima Bafilka ; Altra Bolla di que»
fio Pontefice è quella > che per la prima fiata fi è pub-
blicata dall'Erudi lo Sig» Abate Gio; Lami nel 1756. al
11.21.di fue Novelle, fiata ignota finora a tutti gli Scrk»
tori , ed oltre a sì bel pregio > ella ci fctiopre un an»
tichiifima Ghiefa di Firenze dedicata fino dal fecolo vi,
a S.. Michele, e & S» Iacopo } reftaurata dopp il mille
da' Fiorentini , e nel 1059. per ordine di Niccolò IL
confacrata à ed il fuddetto Astore delle Novelle erup.
dnamente la colloca fu d'un Poggio fra 1* Arno j ed
il Mugnone fuori del fecondo Cerchio delle mura di
Firenze alla Porta Prato } ed io riporrerò quella BoU
la intera in una delle mie Appendici .
III. Dopo anni 462. venne il fecondo Pontefice
ftato Arcivescovo di Firenze , nella Perfona di Giulio
de' Medici , quel dello , che fratello cugino di Papa*
Leone X. fu prima Cavaliere ,9 e Priore éì Capua neh-
la illuftre Religione 4i Malta . Nacque egJi .da Giulia-
no } e da Fioretta di Antonio Donna ordinaria } ma^
legittima Conforte di Giuliano j quello j che nella Con-
giura de i Pazzi in Duomo fu miseramente tlucidatoi
e .della legittimità di quefto Matrimonio dopo rìgorofìj
e lunghi efami iia tale dichiarata dal fuddetto Leone
con fua Bolla preflb il Cartari m Syllab* Adwof. Con»
£ift.
che àn extt&fum la riporta . Nel 1513. fu eletto
Arcivcfcovo ài Firenze? cjome paria riferitone pofta
nel!* Arcìvefcovado ;
WL-IVS MED1CES
AIGMIEPISCOPVS rLORENTlNVS XL
'ANNO MD.XXIir. S, R. £. VICECANCELIARIVS
D£MVM CLEMENfi VII. FONT* MAX.
Ed è notabile la circoitanza del giorno, in cui feguì que-
Tom. VL
                       P p                                 fta
mmam
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V-
ita elezione , cioè in quello fteflo dì , nel quale Leoru
X. fu (biennemente incoronato in S. Giovanni lutera-
no. E nello fteflo anno adi 23. di Settembre il mede-
fimo Pontefice lo creò Cardinale , prima Diacono } indi
Prete col titolo di San Clemente , e poi con quello di
San Lorenzo in Damafo , nel 1514. io fece Legato di
Bologna } e di Tofcana . Venuto a Firenze , trovo, che
alla tefta dell' Illuftre fuo Capitolo ricevè {biennemente il
fudd. Sommo Pontefice , dandogli a baciare la S. Croce.,
neir ingreflfo alla Porrà Romana , dove è in lapida la
Ifcrizione già. da noi riportata alla pag. 242. di que-
fto Libro.
IV.  Nel 1517. celebrò il primo fuo Sinodo Provin-
ciale detto comunemente delle Lettere Rojfe , lodato u-
niverfalmence dagli Scrittori , ed approvato dal Ponte-
fice Leone , e per vero dire » da quefto famofo Con-
cilio , fommo è il vantaggio, che anche inoggi ne ri-
cava la Tofcana nello fpirituale governo . Quefto Sino-
do vedefi dato alle ftampe in Firenze Panno 1518. per
gì* Eredi di Filippo Giunta , e vi è inferita la Bolla
dì Leon X< data in Roma l'anno 1517. 15. Kal. di
Ottobre an. V. del Pontificato , e fottoferitta dal Bem-
bo ; e da Tommafo Bini .
V.  Avvi poi altra Bolla di detto Pontefice , che
concede a* Canonici Fiorentini fegnalatiflìmi onori , e
privilegi, procurata loro dal noftro Arcivefcovo, il qua-
le falito al Pontificato s accrebbe nuovi benefizj al
Capitolo , e ftabili rendite . Né da tacerfi è la ca-
rità dimoftrata da Giulio nel 1520. verfo tutta la Cit-
tà infettata in queJ tempi da un male comparfo di poco
in Italia , ficchè promofte la fondazione dello Spedale
degl* Incurabili, con una fua Bolla da Legato di Tofca-
na data in Firenze a* 25. di Marzo di detto anno , che
pofeia rinnovò da Pontefice , dichiarandolo Arcifpeda-
le j e partecipe di tutte le grazie de' primi Spedali di
Roma , e volle effere aferitto tra que' Fratelli > che affi-
ftevano a sì pia opera j e nelP ingreflb donò di limofi-
na fiorini <f oro 200. come parlano i libri dell' Archi-
vio
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199
vio di detto luogo. E trovandoti del noftro Arcivefco»
vo , coniata una piccola Moneta coli* Arme de3 Me-
dici , e col Cappello Copra da Cardinale , e lettere:
ivlivs card, MEDicES > e nel rovefcìo V effigie di San
Giovanni Batifta , io fono di credere 9 the la fa-
ceiTe battere da Legato , con licenza della Repubblica
Fiorentina , maiììmamente che trovali aver e0b avuto
parte nel governo , mediante il favore di Leon X» u-
lìito alla potenza della Famiglia de' Medici,
VI. Nel 1523. vacata la Sede Apostolica, fu aiTun-
to ad efla il noftro Cardinale , e Arcivefcovo nel di
18. di Novembre col nome di Clemente VII» che voi.
le principiare il fuo Pontificato con un atto erpico di
fua clemenza , ,qual fu il perdono dato a* fpoi nemi-
ci ) particolarmente al Cardinal Francefco Sederini >
cui liberò di Cartello, dove da) fuo AnteceiTore Adria-
no era flato chiufo , e sì bel principio faccya fptraje , che
Clemente doverle e0er uno dei più fortunati pontefici ;
ma io non faprei trovarne uno così infelice , o fi vo-
glia per Roma , che andò fa echeggiata dall' Efereito di
Carlo V* o perii medefimo pontefice fatto prigioniero , o
alla Germania per 1' infolenza di Lutero , o per l'In-
ghilterra colla apoftafia di Enrico VIIL o finalmente a
Firenze fpogliata di fua libertà j di queiia $£i& .tentò
Clemente di mitigarne la piaga con parecchi grazie,
le quali furono il dono delle intigni Reliquie > che man-
dò di Roma , Ja Libreria Laurenziana ò che aprì > i
privilegi j e le donazioni fatte a S.Maria del Fiore? col-
le unioni di Chiefe , e benefizj alla Menfa del Capìtolo
di S.Lorenzo, e .finalmente le moltiplici conceflìom* che
diede a varj Monailerj di S. Salvi , di S. Clemente , di
S. Giovannino , ed in tal guifa a molti altri » Si morì
Clemente a' 26* di Settembre del 1534. il cui Cadave-
re fu fepojto nella Batilàca -di S. Pietro > e pefeia nel
1543. a i 16. di Giugno ^trasferito, infieme colle ceneri
di Leon X. alla Chiefa dì S. Maria fÓpra Minerva.
VII. Viene ora un Arcivefcovo de' più illutiri, che
mai avelie Firenze , ed infiememente un Pontefice de i
P p z                               più
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300
più ragguardevoli, che abbia avuto la Chiefa Cattolica,
Quefti è Aleffandro de* Medici, i cui genitori furono
il Senator Ottaviano de' Medici , e Francefca cN Iaco-
po Salviati nata di Lucrezia de' Medici forelia éi Leon
X. Veftì 1' abito della Religione di San Stefano nei
i$éj> confervando/1 nel Convento de* Cavalieri in Pifa
il fuo Ritratto con quefte parole : Olim Filine , nunc
fater
. Per alquanti anni occupa in Roma il pollo dì
Ambafciatore del Granduca Cofirno I. preffo S. Pio V.
e Gregorio XlIL dal quale fu creato Vefcovo di Pi-
fìoia , e dopo pochi meli nel 1574. trasferito ali* Ar-
civefcovado di Firenze , dove però non fece il fuo fo-
hnne ingreffo, fé non 9. anni dopo, cioè nel 1583.
nella quale occafione un Poeta alludendo al Granduca
Francefco de i Medici , al noftro Arcivefcovo Aleffan-
dro , e al Vicario Generale Sebaftiano , pure de* Me-
dici 5 fcriffe quefto Diftico :
E fi Me di ce s Princeps , Trae fui, Propraeful ; An ergo
Sub Medici* poterh Flora perirà trihus ì
Le memorie 5 che abbiamo in Firenze di quefto noftro
Arcivefcovo, fono due Sinodi Diocefani , il primo ce-
lebrato nel 1589. e nel 1603. il fecondo • Confacrò
egli le Chiefe Fiorentine di S. Fridiano, di S. Clemen-
te , di S. Elifabetta delle Convertite , e nella Compa-
gnia del Gesù in Santa Croce l'Aitar maggiore.
Vili. Trovali ancora nelle memorie del nobile Mo-
naftero d* Annalena una bella Funzione , che celcbrov-
vi il noftro Arcivefcovo 3 e fu, che avendo S. Pio V,
emanata rigorofa Bolla , colla quale obbligava tutte le
Suore del Terz' Ordine di S. Domenico , che viveano
in comunità, a far la folenne profeflìone de i tre Voti
Monadici , e del quarto di perpetua claufura , ordinan-
do agli Ordinarj , che in calo dì riluttanza , fi fpe-
gnedero tali Congregazioni , nel dì 20. di Aprile dei
1586. F Arcivefcovo , e Cardinale Aleffandro de'Medi-
ci ricevè in quello Venerabile Convento la ordinata
profeffione da 47. Monache Corali , e ne* 16. di Lu-
glio da fedici altre Umilmente Corali .
IX. L'in.
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IX.  L'incumbenza però» che fece e onore , e me-
rito grandiflìmo al detto Cardinale , ed Arcivefcovo , fu
la fpedizione , che di lui fece Clemente Vili, che lo
mandò Legato Apoftolico ad Arrigo IV. Re di Fran-
cia , per iitabilire la pace tra detto Re , e Filippo IL
Re di Spagna , nella qual legazione egli talmente fi ado-
però , e con tanta grazia parlò , che gii riufcì di con-
chiuderk con foddisfazione univerfale , e pubblicarla^
in Parigi adì 21. di Giugno del 1598. e nel tempo, che
£1 trattenne in Francia, giufta il Ciacconio a e. 1918-
mediante l'efficacia di fua dottrina , ricuperò' alla Chie-
fa Romana Carlotta Caterina Principerà di Condè , ca-
duta ntgli errori di Calvino , che eoraggiofa in pub-
blico alla prefenza di Principi, e Cavalieri Franzefi ,
appiè del Cardinale finceramente abiurò . E da un au-
tentico Manoscritto nella Libreria de* Marcftefi NiccoJi-
ni, che abbraccia fedelmente tutta la Storia della Sud-
detta legazione, tra le cofe degne di confiderazione vi
lì leggono i nomi de' Prelati, che fecero al Cardinale
una nobile comitiva , e fono i feguenti :
Monf. Gonzaga Vefcovo di Mantova Nunzio Apoft.
Spinello Benci Vefcovo di Montepulciano .
Antonio Grimani Vefcovo di Torcelli.
Francefco Vefcovo di Termoli Teologo,
Aleflandro Giufti Auditore dì Ruota Datario ,
Gio. Iacopo Adorno Referendario .
Attilio Amalteo Segretario della Legazione ♦
Vittorio Ragazzoni Protonot. Apoltol.
Lazzaro Malvicino Protonotario »
Abate Bandini »
Paolo Allaleoni Maeftro di Cirimonie •
X.  Ritornato poi in Italia , effendo Clemente Vili,
in Ferrara , fuori quella Città da tutti i Cardinali
fu ricevuto , ed in pubblico Concifioro condotto , eb-
be dal Pontefice lodi, e ringraziamenti da non poterti
facilmente dichiarare . Ed omettendo non poche azio-
ni fatte da lui dopo il fuo ritorno di Francia , paflìa-
pio a venerarlo Pontefice dopo la mone del predetto
Cle-
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$01
Clemente eletto nel primo d'Aprile del i£oj, appella*
tufi Leone XI. ed in quella fuprema dignità, che gli era
(tata più fiate profetizzata da* Santi , ma breviflìma , fe-
de non più di 27. giorni ; Quindi prefago della bre-
vit^ dì tanto onore, da giovane erafi fcelta per fu**
imprefa un fafcetto di Rpfe col motto SU florui : E
chi in qucfta morte perde mohifiìmo, fu la Cattedrale
di Firenze 4 coneioflfiachè » al dir del Migliore alla pag.
152. {e così pretto Leone .non folle morto , fi farebbero
veduti gli Arcivefcovi Fiorentini alzati al grado di Pa-
triarchi, che tale fu il concetto fuo, ritrovatafegli in Ca-
mera Ja Bolla incominciata > e non finita , E per fine
nqtifi un raro efempio di fua moderazione , dato nel-
la mortale fua .malattia , imperciocché da tutti i Car-
dinali /upplicato. a far Cardinale il Nipote figliuolo di
fratello , colante egli fempre nella negativa) foio rifpon-
deva : Quae utilitas fin fànguing meo dum Jefcendo in cor-
ruptionem,.
Fu fepolto in S- Pietro di Roma , veggen-
dofegli fatto con magnificenza , e difegno di AlelTandro
Argardi un nobile Sepolcro di marmo col fuo fimu-
laero al vivo , appiè di .ella .altre .Statue > e quella Ifcri-
zione :
T>.         O.         M.
fcEONl XI. MEDICI FIORENTINO PONT. OPT. M.
CtVI AD SVMMAM ECCLESIAE .DEI FOELICITAT£M
OSTENSVS MAGIS QjTAM .DATVS
CHRISTIANVM ORBEM BREY! XXVII. DIERVM LAETITIA
ET LONGO ANNORVM MQERQRE COMFLEV1T
ROBERTVS CARDINALI» ,VB ALPINA S EX SORORE PRONEPOS
GRATI ANIMI MONYMENTVM POSVIT .
QBIIT AtfNQ AETATIS SVAE LXIX. V. KAL. MAH
MDCV.
'.                     LE.
-ocr page 325-
3°r
XXV.
LEZIONE
VESCOVI FIORENTINI CARDINALI.
Uanto augurio è il nome , e la digni-
tà di Cardinale della Santa Romana
Chiefa, altrettanto dubbio è predo gli
Scrittori Ecclefiaiìici il fuo principio,
e poiché tante, e varie fono le opi-
nioni fu di ciò , appigliandoci noi a
quella del Venerabil Cardinale Ro-
berto Bellarmino al libro r. De Clericis cap. 16, di-
remo , che quefito illuftre nome derivò dalle principali
Chiefe di Roma , dove era il Fonte battefimale , dette
Chiefe Cardinali , dalle quali il medefimo nome pafsò
a* Preti , che le governavano, principiatili a chiamare
Preti Cardinali, e per fomigliante ragione Diaconi Car-
dinali furono appellati i Diaconi, che rifedevano nelle
primarie Diaconie , ficcome dalle Diocefi , o Vefcovadi
confinanti a Roma denominati pure Cardinali ne veri-
nero i Vefcovi Cardinali, febbene affai più tardi de*
Preti, e de*Diaconi, imperciocché folamente fotto Pa-
pa Stefano IV. trovanti rammentati i fette Vefcovi Car-
dinali, a fomiglianza o di que* fette Angioli dell'Apo-
caliiTe , che aiMevano al Trono Divino , o de i fette
occhi moftrati a Zaccaria in quella pietra figurante la
Chiefa di Crifto, e di quefti fette Vefcovi, i quali oggi
non fono , che fei , ne fa menzione con lode San Pier
Damiano alla Epiftola i. del libro 2. ad Sancios Epi-
fcogos Mcclejtae Lateranenfis Cardinahs
. Crefciuto poi
da' Sommi Pontefici nell* andar dei fecoli il nume-
ro di eflì , da Siilo V. con Bolla fu riftrctto a fettan-
ta , numero allufivo a que' Seniori , che per otdine di
Dio sJ eleffe Moisè per le follecitudini al governo del
Popolo Ebraico . La Veile di Porpora fu data a i Car-
dinali
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3°4
dinali da Bonifazio Vili- Innqéenzio IV. diede loro il
Cappello rofTo , Paolo IL il Cappuccio parimente rodò,
,ed Urbano yiJL il titolo di JEminentiflìmi , tutte di-
IHnzioBÌ convenientiffime alla grandezza della dignità.
II. Or venendo aija .Storia di Santa Maria del Fio-
re 5 quindici Cardinali tra Veìcovi» ed Arcivescovi Fio-
rentini io ravvifo , che fedenti fu quel ^Trono m ac-
crebbero e fantira , e jfplendora s come già alla Regia
di Salomone queir ordine di quindici colonne ? IJnm
&ut&m or do .habebat quindecim columnas
, Ith* $* Msg. jcapj*
7- Né potandomi cùfpeiìfare dal td i/correte ài qmlìe no-
bili colonne clella Chiefa Fiorentina } mi fare» dal pri-
mo,, che fu Francefeo ■■'Atti da Todi, circa del „q uà le
accorrono da Jchiarirfi alcuni dubbj » o fieno fopra^
da fua Patria , o fopra 4*1 fuo nome 5 o intorno aì tem-
po dei fuo Vele o vado di Firenze . Dubitaiì primiera-
mente fé egli fi a dellMìluftre Famiglia degli Atti da To-
di j pofeiacnè in una lettera di Jnnocenzio :V|. alla Re-
pubblica Fiorentina chiamafi Cittadino di Firenze 5 e
umilmente nelP Epitaffio al fuo Sepolcro legge.fi : frar-
osc¥S atti cardikalis .flore &tin;vs ; ma trovando*!
quello Prelato ;da tutti gli Scrittori fatto nativo 4i To-
di , -farà d* uopo .credere piuttofto , che ne* fuddetti
dpannenu vi fia mala intelligenza. Il fecondo dubbia
è circa il tempo, in cui venne al governo di quella
Ghida , -che .certamente no*n può effer Y anno 1344. O
45. come credono il Cerracchìni , T Ughelli „, ed altri.4
ciie *ion ^videxo autentiche Scrittore dimoitrand , che
il Vefcovo anteceilqre Angiolo AcciaiuolLera ancora Ve-
fco.vo nel 1554. nel quale anno abbiamo .uqa Sentenza
del fuo Vicario Cenerate MeiTer Guidone de'Bonciaui
efiftente neir Archivio dello Spedale di §. Maria Nuo-
va , e noi nel Tomo terzo di quella Ilioria alla Chìe^
fa di S, Biagio riportammo autentica Cartapecora dei-
notante la Sacra 5 che Angiolo Accjaiuoli nel 1352. fece
in detta Chiefa della Cappella de\Bardij inoggi intitolata
San Mattia. Onde convien dke, che Francefeo degli
Atti non puma dei 1354* folle eletto Vefcovo «oltro,
e pe*
-ocr page 327-
#*
e però non da Clemente VLma da Innpcenzìq VI. che
lo fece Cardinale nel 1356. nel qual anno elio rinunziò if
Vefcovado con difpiaeere del Papa j che lo dimoftrc)
fenfibilifììmo in una fua lettera a' Fiorentini ; in terzo,
luogo potrebbe dubitarli del fuo nome, ma lo credia-
mo sbaglio di Matteo Villani) che Jo chiame) Andrea
al lib. Vili., cap. 6, dove dice come appreifò >, la Ba»?
„ dia ài Firenze havpa undici Monaci in queftp tempo
„ fanza Abate , però che la 'nzaziabile avarizia de' Pre-
,r lati hayea queito Moniftero conferito alla Menfa del
„ Cardinale, che fu Vefcovo di Firenze , Meifer An-
„ drea di Todi ,, Il Sig. Domenico Maria Manni ha fat-
to vedere , donde nacque lo sbaglio » e fu > perchè A1*?
drea fuo fratello carnale EeclefiarKco di gran talento»
governò in aflenza di lui la Diopefi Fiorentina .( Not.
al Borghinj 5 Parte li. pag. 580.) La brevità del Vefcovado
di Francefco è la vera cagione , che nulla abbiamo
di fue memorie , da Cardinale yiiTe cinque anni , £*.
forfè in detto tempo compofe un trattato de quarpiL,
Canonica>
che manoferitto confervavafi nella fua Famigliai
come feriva il P, Agoitinp Aldqvxno nelle annotazioni
al Giacconi©. Si morì in Avignone di pelle nel igtfj»
e fu fepolto nella Criiefa de i Monaci Qeleàini col fe*
guente Epitaffio ;
ci: oiioi . ;■ tyiUmi u\ ùi ì: ■ ■ Ì-. a ubi! * e im. ! i
IJlC IAGET R. IN CHRISTO PATER ET DOMINVS ,
FRANCISCVS DE ^TVDERTjQ .TITVLI Sr MARCI
         ..,.
JPRESB. CAKD, FLORENTINyS vyLGARITER NVNCVPATyS,'
FVNDATOR HVIVS MGNASTERJI Qyi FELlClTER OBUT
.,:{
              INTER MANVS FRATRVM ,ANtfO DOMINI MCCC^XI,
DIE IV, MENS1S SEPTEMBRIS
; jCyiVS ANIA1A REQylESCAT IN PACE,
- Ki ■' .fi                   ,■■•., (                         . . ,                     .' ,.■'.;■ t i [XI IISNS
» ■■ «54 ■             ;.'-.!•:>;'.. sìlfi              :, ■ , \ >i W-. ■'■ ;ì Ì
E «otinfi In quella Ifcrìzione le parole ; fvndator hv-
IVS monasteri 1, che anderebbero fcancellate , imper-
ciocché il detto Convento fu fondato dal Cardinale
Francefco Orfìm , che ivi volle eiTer fepolto nel 1312.
come notòV Abate Ughelli al Tom. 3. Italia Sacra pag. 149»
< Tom. VI.
                           <Lq                            IH.
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Uh Piero Còrfini è II fecondo Cardinale nella Se-
rie de1 Vefcovi Fiorentini, dalla Sedia Vefcovile di Vol-
terra trasferito alla noftra nei 1361. da Papa Inno-
cenzo VI. cui fucceduto effendo Urbano V. otti-
mo conofcitore della dottrina , e prudenza del tìóftro
Vefcovo $ lo dettino per ben quattro volte Nunzio irL.
Germania ,l non iblamente con fommo avvantaggio, e
decoro della Sa nta Sede , ma con piena foddisfazione
della Nazione Tedefca , che per opera del Vefcovo di
Firenze vide riuniti iti pace gli animi ài Carlo IV. Im-
peratóre , ài Ladislao Re d* Ungheria , di Ridolfo Ar-
ciduca à* Auftria , e di Giovanni Marchefe ài Boemia,
e di Moravia.-, ficchè il Corfini meritoiTi per fé , e per
tutti i Vefcovi Fiorentini fuoi fuccefìbri il titolo di Prin-
cipe del Sacro Romano Imperio per Diploma àeì fuddetto
Carlo IV. dato in Praga 3. di Gennaio del i$6q. riportato
diitefamente dalP Ughelli , e da varj altri ; ed ottenne
inoltre dallo iteìfo Imperatore il pregiatiflimo privilegio
allo Studio Fiotentino 3 che fu dichiarato Univerfità ge-
nerale , cori autorità a i Vefcovi dì addottorare in ogni
fcienza * Ritornato in Firenze dopo sì gloriofe Legazio-
ni , fu chiamato da Papa Urbano V. a Montefiafcone ,
dóve teneva la fua Corte , ed ivi nelP anno 1369. lo
creò Cardinale col titolo di S. Lorenzo in Damalo •
Il nuovo Cardinale s' affaticò poi molto a torre lo
fcifma dalla Chiefa , come appare da un fuo libro, che
compofe a tal fine , e da due lettere , che fcriffe a Car-
lo Re di Francia ih data àeì dì primo, e ottavo di
Ottobre del 1395. riportate dal Martane , e Durand al
Tomo 7. àe Monum. nelle quali dichiarali di tener fem-
pre collante l'opinione avuta fino dal principio dello
Scifma, cioè, eiTer neceifario, che fi fateiTe da tutti
i fuppofti Pontefici la renunzia del Papato , e fotto-
forivefi appiè di dette lèttere così .* Totus Vefter fetrus
Ejfifcofus Tortuenjìs Cardinalis Eloren.
ed in conferma-
zione della fua fincera volontà in tari frangente del
Mondo Cattolico, riporterò una memoria efiitente tra
i Manofcntti del Signor Giovanni di Poggio Baldovi*
pjj                               . netti,
*
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^mm*^mi^^^^~ i, , .un. ... j i......ii fmi^mmmmi^—
3°7
netti ; che dice ,» i. di Giugno 1405. il Cardinale di
„ Firenze, che è il Golfini , il Cardinale Galeotto da?
„ Pietramala dì Arezzo con altri diycrfi Cardinali yj-m
„ Vefcovi Franzefi , ed &lm Signori , e Miniftri deli
„ Re Carlo di Francia adunati in congrego nel Ga*
„ ftello di Villa nuova preiTo di Avignone » nella Cafa r
„ che fu del defunto Cardinale di Bologna , trattarono^
„ il modo di torre dalla Chiefa Univerfale lo jfcifma -, ei
„ il primo a parlare fu il Corfini , il quale diffe eflere
j, il fuo parere , che ciò non fi potejTe„ fit\uramerue_.!
„ ottenere , fé prima Benedetto XHI. e Innocenzio VII*
,, non avelTéro renunziato al Papato > la quale opinio*
„ ne fu approvata dagli altri.. I Cardinali di Saluzzo >
,ì e di Pietramala-'j che furono gli Ultimi a parlare ,.
,V dittero , che la eeflìone de* due Papi ì farebbe la vera
,, Itrada per rendere la pace alla Chiefa , giacchèi qup4
„ fta era anche 1* opinione del Re > la quale jerasitata
„ approvata nel Collegio de* Dottori , tenuto in Pari*
si gi da S. M. nel fuo Regio Palazzo , nella Camera-*
5, Verde , alla fua prefenza „ Morì Piero Cor fini in_,
Avignone nel 1405. 26. d* Agorto, e fepolto nella Ghie*
fa de* Frati AgojtHniani » che poi trasferito a Firenze,
per decreto della Repubblica fu collocato in Duomo,
dove gli fu fatto un nobile Sepolcro già da noi de4
fcritto ,. Evvi copia del fuo Tetì;amento in ,S* Gaggio,
avendo chiamato Ecedi fuoi per la metà il fratello Fi*
lippo Corfini , e il detto Monaftero fondato da Torn-
ili afo fuo Padre , £ in detto Teftarnento fi fa menzio*
ne di molti libri , che lafcia ,, e particolarmente d'al-
cuni da l.ui compofti ? come dice il Poccianti : praeterea
nonnullos Sermone? fdidit
, ut in fuo feftamento anno»
tatti?
iV. Terzo Vefcovo di ^Firenze y e Cardinale è An-
giolo Acciainoli , detto il fecondo , a diftinzione di al-
tro Vefcovo Fiorentino di ;quefta Famiglia * Dal Ve-
scovado Ripolano pafsò ,egli »ì Fiorentino nel 1384. e
pofcia Cardinale fu creato da Papa Urbano VI. nel
13S5. nel qual unno abbiamo carta autentica , che_»
Q_q 2                             foffe
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$o8
fofTe Commendatore della Badia di Firenze t I grandi
fuoi talenti, le vafte fue fcienze , e T efperienza ma-
raviglio!^ negli affari Ecclefiafìici , furono la cagione
che preftoi Pontefici lo rapinerò a Firenze per ado-
perarlo in varie legazioni tirate da eflb a fine con fe-
licità j e gloria della Chiefa . Parecchi fono gli Scrit-
tori , che ne parlano con lode , e particolarmente il
Santo Arcivefcovo Antonino nella Somma Iitoriale^
alla-Paiteì |/tic. 22. capa 3. La memoria però più glo-
riola dell'Acciaiuoli certamente farà in ogni tempo 1"
aver elfo ; governato il Regno di Napoli nella minori-
tà di Ladislao con tale deprezza, che non mai fiorì
in quel Regno la pace , e Y abbondanza , quanto fot-
10 ■ il miniftero di lui , il quale col carattere di Le-
gato Pontificio fottó Papa Bonifazio IX. incoronò fo-
knnemente in Gaeta il fuddetto Re , dappoiché ebbe
ricuperato il Regno di Ungheria. Intervenne il noftro
Cardinale ai Concilio di' Pifa , dove fi morì , variando
gli Scrittori neli' affegnarci Tanno di tal morte . L*
Ugheìli , e il Sacrario MS, lo dicono morto nel 1409.
il Cerràcchini con altri lo affegnano nel 1407. ma il
memoriale di Francefco Baldovinetti MS. preffo l'Eru-
dito Patrizio Signor Giovanni di Poggio Baldovinetti,
lo vuole morto nel 1408. Se gli diede fepoltura nella
Metropolitana di quella Città, di dove fu pofcia trasfe-
rito alla Certofa di Firenze fondata dal Gran Sinifeal-
co Niccolò Acciaiuoli. Da Donato di quefta Illuftre Fa-
miglia nel 1550. gii fu fatto reftaurare il Sepolcro con
llEfiìgie di Cardinale in baffo rilievo , che vivamen-
te lo rapprefenta , leggendovifi la feguente Ifcrizione;
•*$<?*>* '3 -V--i' • :... . \ > '' «tftj %r V& i ":•■ ,:..■.■ Vsf-HA /?!' ■.■■':'■ .V r^t
MONVMENTVM HOC ANGELO ACCIAIOLO
CARDINALI ET EPISCOPO OSTIENSI
S. R. E. VICECANCELLARIO
l»JEIVSOJ/E GERMANO FRATRI DONATO EQJflTI
f,ui|i^-"lt^|ftós '=.'
               CLARISS1MO            f|g|^ j|t ,/^vu/i
>:                e $LBI DONATI F, F. INSTAVRARVNT bt :
fy< * • J           : ANNO S ALVTIS MDU
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3°9
V. Il quarto Cardinale tra noftri Vefcovi vientJ
Bartolorameo Uliari da Padova Frate dell' Ordine de*
Minori » ma non Generale , come per isbaglio affer-
mò 1' Ughelli i e dietro di lui il Cerracchini . Dal Ve-
fcovado dr Ancona pafsò alla Sede Fiorentina circa il
1587. per elezione di Bonifazio IX. che lo creò Car-
-dinaie nel 1389. per rimunerazione de' fingolan meri*
ti fattili colla iua Angolare dottrina , ed ammirabile in-
tegrità di coftumi : che fé per la brevità del fuo go-
verno in Firenze fcarfe memorie lui il hanno > ci è
però rimala alle Riformagioni una lettera della Repub-
blica fcritta ai Veneziani da Coluccio Salutati j la.»
quale in poco contiene tale Elogio di quello Vefcovo*
che ci coftringe a credere, che egli u* faceffe de'gran
ineriti co* Fiorentini , il principio della lettera è il fé-
guente i,.
Magnìfici > é1 Bxceljt Domini fratref ì & Amici ChariJJiml •'
.„,,. Reverenda* in Chrifio F. Bartol. Epfcopis Nofter <vir~
tutibus
, é1 fanBitate fua tantum a$ud Nos claruit } a?»
atte clarét y quod univerfus Nofter Populus iyfum non fo-
lum rovere tur ut Praefulem
, fed tamquam fuum diligip
Genitorem
> & in tali , tantaqué redutidantia charitatisj
quod non contenti futnus iffum in fua fola perfona dili-
gere
) fed ex immenjttate fervori* etiam ad Jtbi coniunflas
oportet Nos huiufmodi diletìionis incendium ampliare
5 qua*
trotter &c. Datum Fior, 25. Decembri s 12. lnd. 1388.
Dai fuddetto Pontefice fu mandato 1* Uliari a Napoli
Legato ApoftoHco 5 acciocché procurale alla Chiefa la
riunione 5 ed ubbidienza di quel Regno , che fé n* era-,
feparato nello Scifma cagionato dall' Antipapa Clemen-
te VII. ma in quella legazione egli morì in Gaeta fe«
polto nella Chiefa de' fuoi Frati , con Epitaffio in la*
pida , che contiene parecchi verri }e la feguente me*
moria:
HIC
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3io
UIC IACET REVERENDA, IN CHRISTO PATER
D. BARTHOIOMAEYS DE VUARÌIS DE PAD VA
DEI CRATIA TITViO .5, PVDENTIANAE PRÀESB» CARD»
•PADVANVS
REGNI SICILIAE APQSTÓLICAE SEDIS IEGATVS
qyi OBHX DIE XVI. APRILIS ANNO MCGCXCVI.
JNDICTIONE Vh
Vh Porremo In quinto luogo il Cardinale Alaman-
no Adi mar i, benché Vincenzio Borghini non lo anno-
veri trai Vefcovi Fiorentini > penfo io, perchè noru
prefe «mai egli il po0elTo del Vefcovado , al quale fu
«Ietto dal Pontefice Bonifazio Nono nel 1401. e ne II"
anno feguente dal medefimo fu fatto Arcivefcovo di Ta-
ranto , e poi di :Pifa ,♦ Della elezione però in noftro
Paftore avvi alle Riformagioni Breve di detto Pontefice,
ctie dà parte alla Repubblica d'aver fatto loro Vefcovo
Alamanno piovano di S. Stefano a Modigliana , ficco-
me lo fte0b appare jn altra lettera di Bonifazio a Bal-
,dairarre Coffa, in que' tempi Arcidiacono di Bologna ,
cui concede la Prepofitura dell' Adimari, vacante per
la promozione di vqueito al ye.fcpy.ado di Firenze. E degli
oftacoli incontrati da tal Vefcoyo per Jo pofleiìb del-
la Chieia Fiorentina 5 ce ne \dà un cenno la Cronica
dtl Morelli itampata , ove a pag. 307. leggeii ,, Non-
„ dimeno fi partì Mefler Alamanno Adimari ? andan-
„ doiene a Roma , e impetrò il Vefcoyado di Firen-
„ ze , e non fu mai con/entità la -tenuta dai Fiorenti-
ni ni , il perchè il .Papa .dopo lungo indugio , lo per-
„ mutò (. . - ... Era flato Alamanno .complice di con-
5, giura ,, Ma non ottante il fin qui detto, Egli fi fe-
ce de'gran .meriti con la Qhiefa nelle Legazioni in^
Francia , e Spagna , e nel Concilio di Coftanza col
Cardinal Colonna , che col fuo .credito , e maneggio
lo portò al Papato. Ritornò a Roma con Martino V.
e per rimetter:»* da* difaftri , e dalle infermità } andato
a Tivoli, ivi forprefo dalla pefte , compì il corfo della
fua vita nel 1422. il dì 17. di Settembre. Di lui par-
la
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3"
la il Crefcimbeni nella Storia della Chiefa di S. Gio-
vanni an$e Portam Latina»* > il Tronci negli Annali
Pìfani dice 5 che fu Piovane» dì S. Andrea d* Empoli,
e nel celebre Decretò della Repubblica Fiorentina , Col
quale ella fi tolfe dàlia ubbidienza di Papa Gregorio XII.
1* Adimari è il primo fottofc ritto cosi : Ego ÀI amanti ut
Arcbiep. Fifanut omnia fufraferipta afflrobo
, & confirmo ,
ideo propria manti me fttbfcripji , & Jìgna'vi meo' Sigillo
fecretò
1408.
VIL Segue il ferro Vefcovo , e Cardinale, nella per-
fona di Francefco Zabarella Arciprete di Padova j e_*
Piovano deli* Impruneta > Lettor pubblico di Canoni
nello Studio Padovano > e pofeia nel Fiorentino ; e_#
quanto infigne folle nella letteratura i lo noteremo al-
trove ; Non pofifo però omettere il chiariflìmo fuo Di-
fcepolo , che fu il tanto noto Niccolò Abate Arcive-
feovo di Palermo , e Cardinale ? molto lodato dal Ven.
Cardinal Bellarmino nel lib. De Strìptoribus Ecchjìafticis
a e. 222. Cadde la fua elezione al Vefcovado di Firenze
nel 1409, o in quel tórno, e ne i <5. di Giugno del
1411. fu creato Cardinale da Papa Giovanni XXIII. da
cui fpedito Legato all'Imperatore Sigifmondo, affine
di congregare il Concilio di Coftanza per distruggere
lo Scifma , ne ottenne il bramato frutto ; Conciofiachè
apertofi il Concilio in detta Città , egli vide la depo-
fizione de i tre pretefì Papi , colla pace di tutta la_-
Chiefa : Ma principiatovi/i a trattare di eleggere un-
vero Papa , cadendo tutti i Voti degP Elettori fui no-
itro Cardinale , volle Iddio tirarlo a fé nel 1417. a'
27. d'Ottobre con univerfal difpiacere di quei Padri,
e di Sigifmondo iitefTó, il quale con tutta V Imperia-
le fua Corre onorò le Efequie del Defunto , e udin-
ne la funebre Orazione recitata dal Poggio letterato il-
luffre di que* tempi . Il Cadavere fu poi traslatato a_.
Padova nella Cattedrale , ed in un* Arca di marmo
bianco collocato, con Iscrizione che dice;
FRAN-».
ì
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312
FRANCISCO ZABARELLAE               f
ilorentiae archiep. (deve dire episcopo) viro opTIMO
VRBI ATQVE ORBI GRAT1SSIMO
DIVINI HVMANIQ. IVRIS INTERPETRI PRAESTANTISSIMO
IN CARDJNALIVM COIXEC-IVM
OB SVMMAM SAPIENTIAM COOPTATO
AC EORVMDEM ANIMIS
FDNTITICE PROPE MAXIMO IOANNE XXIII. SENATVI
ABDICATO                                         v;
ANTE MARTIN-VM V. OB SINGVIAREM PROBITATEM
IN CONSTANTIENSI CONCILIO DESTINATO
K>ANNES IACOBI V1M CIPRISSIMI PILIVs ID MONVMENTI
i>ONENDVM X2VRAVIT , VIXIT ANNOS LKKVUU
JDB11T CONSTANTIAE ANNO
MCDXVH.
Oltre a quello Epitaffio , Iacopo Filippo fommafini
nella Raccolta delle Ifcrizicni di Padova, alcune ne ri-
fenice in onore del medefimo Cardinale,) ed avvene al-
tra affai lunga fcolpita nella bafe della Statua, alzatagli
dàlia Città di Padova, e dicefi , die al fuo tempo fu°a«
peno il Sepolcro del Cardinale Zaèarella : e vi fi ofTer-
vò, che era il Corpo intero, ma e(Tendo convenuto di
trasferirlo altrove 9 andaile in polvere . >
LE-
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?IJ
L E Z I O N E XXVI.
':' Kf .. : ••
ARCIVESCOVI FIORENTINI CARDINALI,
'! ': d    '* '
In ora abbiamo favellato de'Vefcovi
Fiorentini Cardinali 5 ma falita eflen-
ào la Sedia Vefcovile di Firenze al
pregevole grado di Arcivefcovile nel
142JO. per grazia di Martino V, e noi
profeguire dovendo la Serie de* Car-
! dinali, principieremo qui ad appel-
largli Arcivefcovi » e Cardinali. Ed i primi due, che
ci fi prefentano , non Jnpxei dire fé pijù famofi nelle eo-
fe facre , o nelle armi , fé nel Paftorale , o nella Spa-
da fono Giovanni Vitellefebi , e Lodovico Scarampij
onde facendomi dal primo, notar mi giova ? che Gio-
vanni della Nobile Famiglia Vitellefcjhì di Cornetpj
già era flato Legato della Marca , Ve (covo di Aia Pa-
tria , poi di Recanati 9 e Patriarca ài Alexandria} quan-
do nel 1435,. giufta le più efacte Cronologie} venne al
noftro Arcivefcovado , tenendo tra gli Arcivefcovi il
fecondo luogo, come vedefi nella breve Iscrizione del»
la Curia npftra ;
IOANNES ^ITELLESCVS CARDINALIS
ARCHIEP, ELORENTINVS SECVNDVS
ANNO DOMINI MCCCCXXX,
Ma deve dire xxxv, poiché fino a quefto anno appa*
re AmminiJìratore della Chiefa Fiorentina Fra Tomma-
fo Vefcovo di Traguria. \ \. V
II. Il Vitellefchi adunque non ottante, che foffe $a-
to educato da giovane nelle feienze , e nel chericato,
dimoftrava il fuo animo bellicofo, anziché feroce } e_#
Tom. Vt,                         R r                            co-
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ì^4
ctfmV Mi conofciuto da Eugenio IV. dal quale fu d^
Jutato Generale delle fue armi , benché Arcivefcovo ,
e Patriarca » che con quello .ultimo nome trovai! per
lo più il Vitellefchi chiamato ; Né andarono fallite le
fperanze del Papa, imperciocché il noftro Guerriero do-
mando Tiranni, e riducendo molte Città dello Stato Ec-
clefia/Hco all' antica ubbidienza della Cbiefa, colla- raol-
tiplicità ;di fue vittorie liberò da potenti nemici Roma,
la quale tome a Liberatore '..le Padre nel 1436. gli alzò
ili CampteToglio una Statua Còri cjueltè lettere incife ;
'■•'T\                                     IOANttI VIT ELLENSt
', *' ,.*,:■                            ipATHlARCHAE ALEXANDRINO
TEKTIO A EÓMVLO ROMAMAE VRfilS !              W:
Y' ■ ' ■                  \% : PAkENTI'. :                      - ':..':-" . ■'
Ed il predetto Pontefice fri remunerazione di tanto va-
Iòre fó creò Cardinale freì 1437. à* £. d* AgoiiO . Ma
quanto è difficile cofa confervare all'aura di .favorevo-
le fortuna là moderazione , e 1' umiltà : il Vitellefchi
per le fue profferita, e per la fonìma pòteftzà comunica-
tagli da Eugenio infuperbirbi] , non folo divenne cru-
dele tiranno , ma fofpetto d'infedeltà Vi tuo Prfàdpe,
ficchè per ordine del Pontefice imprigionato , e coru
replicate ferite colpito da* faldati nell'atto della car-
ccràzititòfe in Caftel S. Angiolo j rn breve -fi "r morì , ed
il cadavere fuo fu efpodo nella Chiefa della WinerVa
nudo, come dice il Ciacconio , al ludibrio di quel
Popolo , efie il1 giorno innanzi lo acclamava qual li-
beratore di Roma : ma meglio intenderemo le circo»
tìanze di sì forano avvenimento , riportando qui le pa-
role dell'Ammirato nel libro 21. delle Storie Fioren-
tine cdrrje àppreuo „ È intanto per la diligente cura y
,) che lì tenéa da'Dieci fopra Corrieri , Staffette , Pe-
„ doni, e fimili portatori di lettere , furono in Mon-
>*, tepulciano ritrovate letfere del! Vitellefchi tmzsL*
„ confentimento del Pontefice fcrittè al Piccinino; le
;, quali portate da quel Magifìrato ad Eugenio , ben«
„ che
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ai
„ che foflero fcritte in cifra * e malagevolmente qual
,, fofTe il vero fentimento di quelle comprendere fi pò-
9j tefle , grandemente V animo del Pontefice fpavemaro*
}rnOj tardi accortoli quanto era cofa pericolofa in co-
3> sì fatti tempi ad un Miniftro audace, e grande, fic-
„ come era il ViteJlefchi, haver dato tanta autorità, $
fti reputazione > ficcome egli haveya fatto . Deliberato
>,jper quefto di aflìcurarfi di lui , fu con il configlio
di Cofimo mandato con lettere di credenza Luca Pie?
,, ti ad Antonio Rido Gabellano di S. Agnolo a Ro?
„ ma , il quale nel miglior modo, che poteffe* *' in-
„ gegnaffe d' bavere il Patriarca, q yivo> o morto nelle
sr r$ani,, così efler neceflario per quiete > e fieurezza
,f f4ella 3ede Apostolica > e dello Stato Ecclefiaftico 4
,, fu la fortuna favorevole al defider io dei Pontefice »
a,: e de i Fiorentini , perciocché volendo il Patriarca-*
„ paifare in Jofcana > e per quefto partirli di Rotna *
>, mandò a dire al Rido , che fi trovaffe la mattina fc*'
j, guente a pie della Porta del Cartello, perciocché ha-
„ vea feco alcuna cofa a trattare . Il Cartellano ordì-
„ nate le cole ^ quclto fine necerTarie, fi pofe ad aipet*
w»tare te mattina, che il Patriarca comparilfe » a; cui,
*> jyeggendol venire,, gli ufcì fubito infino a pie del Pon*
,, te tutto difarmato , e riverente all' incontro; e co*
9, me non yoleflfe delle cofe » che feco parlava da altri
„ eiTere udito, prefolo gentilmente per la briglia dei
>> Cavallo, fui, quale il Patriarca era ; così feco eden -
,, do egli a! pie pianamente ragionando ne-veniva» quali*
,, do in fui voltarli a man manca del Ponte , incon-
„ tanente fi vide calar giù la faracinefea di quella Por-
>, ta , onde s' ufeiva in Borgo , e di dietro fu alzata
„ fu una catena ben; tre braccia alta da terra > quale
), in un folchetto fatto a polla la notte innanzi era
v #ata atterrata . E|j in-quello egendo dal Caiìellano
5, detto al patriarca , che egli era prigione , compari?
;> rono fecondo il cenno dato fuor della Porta del Ca*
,, Hello molti Soldati armati, con alabarde , per accer*
;, chiarlo, e farlo prigione a man falva ; ma egli meflb
»tj\
                                 R r z                           „ ma-
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5, unno alla fpada , la quale haveva a iato , e dato di
„ fpronPal cavallo , porfe neceffità a* Soldati di ferir*
3j lo , é; tosi tutto languinofo fu per forza tratto pri-
„ gione in Cartello , dove mentre fi medica una gran
55 ferita, che havea tocco nel capo, Luca Pitti per-
„ cuotendo con la fua mano la tenta, gliela ficcò nel
3, cervello , e fubito fi mori ; „ Sin qui lo Scrittore
fopràddetto, il quale poteva mitigare sì funefto raccon-
to , con toccare alcunché dell* amore di cfUefto Cardi*
naie verfo i Fiorentini , fino a meritarti V onore della
Cittadi nanza , alla quale fu egliy e la fua Famiglia ag«
gregato per una Provvifione del Comune di Firenze nell*
anno 1435* e fé ne gloriava, chiamando alle occafioni
Firenze fua cara Patria , come attefta il Migliore pag.
14^. della Firenze illuftrata .Neil' Archiviò di Palazzo
vecchio fi trova una fua-lettera latina fermaci proprio
pugno dal Campo alla Repubblica Fiorentina , che lic-
eo fi era congratulata della promozione al Cardinala-
to , leggendovifi : Datum in Carneo felici Domini\< Noftri
Fape apud S* Agatham die 16. $ej>Petnbris
1437. Io ari-
ne* Cardinali! Fhrentinus Ayofl* Sedis Legatus
.- |J
' IIL Altro Arcivefeovo, e Cardinale fu Lodovico
Scarampi niente inferiore al Vitellefchi nel valore del-
le armi, anzi più felice , e di animo punto feroce.
Dai Vefcovado di Trau pafsò al noftro Arcivefeovado
nei 1437. e come nota un libro autenticò nell'Arte-,
dèlia. Lana;adì 25. Dicembre del 1438. ne prefe il pof-
feflò , e nel 1440. ebbe il Cappello Cardinalizio da..
Eugenio IV. molto portato verfo di lui , o fi voglia,
perchè era egli fornito di maravigliofa feienza nelle Ar-
ti liberali, maffime nella medicina, o folTe per la gran-
de efperienza dal medefimo dimoftrata nelle guerre , ed
appunto facendoli in quei tempi maggior cafo delle..
Armi , che della Toga , il noftro Arcivefeovo fi me-
ritò del Pontefice il favore , e tale , che. deputato fu
Generale delle truppe Pontificie in luogo del Vitelle-
fchi miseramente defunto . Né io faprei fé pofla effer
gloria dei Fiorentini l'aver avuto fucceifivamente due
                           *                                        Ar«
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Afcivefcovi, che k^albi&^nfèftdùe^if #aftòtal<§' per
maneggiare la Spada ^ il certo fi è prefTo degli Storf.
ci j che il tanto temuto Guerrièro di qiie* tempi -, quel
valorofo Generale di Francefeo Sforza Duca di Mila-
no > voglio dire Niccolò Piccinino , fu finalmente vin-
to , e disfatto dalP Arcivefcovo Stararti pi > il qualeU
con sì, bella vittoria liberò la Sede Apoftolica dà gra-
viiììmi difaftri > ed il Pontefice dal-più'terribil nemico.
Anche Califto III. confermatogli il bafione di coman-
do 5 lo mandò con jua buono efercito in Ungheria
contro dei Turchi, ed a Lodovico riufcì attaccar que*
Barbari fotto Belgrado; e tagliatine a pezzi feimila, ri*
portare nn groflb bottino delle fpoglfe de1 nemici* * trai-
le quali contàronfi,&o. pezzi d* artiglieria. Ma fra tan-
ti allòri, che adornarono lo Scararnpi , non hanno da
emetterlile Sacre Ecclefiaftiche fue azioni, che lo ce-
lebrarono altresì Prelato degno di eterna memoria ,e
baftetà a noi il ricordarci di quelle due fplendidiflìme
'Funzioni i che kée in Firenze nel fuo fpìrk-uale gover-
no * tfale a dite ì là. Traslazione folénne delr Corpo di
*S. ÈarioM dall'antfca Catacomba alla nuova fotterranea
Cappella nel: fondo- della' maggior Tribuna di Santa "Ma-
ria del Fiore , e Infeconda fu 1* Ecumenico Concilio
quivi celebrato» nel quale incredibili furono le fatiche
da lui fuperate per la bramata unione trai Greci *eìLa-
Jfóni i E > per vero dire , fenza notabili faggi del ■ fuo
zèlo non avrebbe elfo goduto «I più fi ngolari favori
dalla Repubblica Fiorentina . Quéfta dohogli il [ Palaz-
zo nella Via di Pàrióne già conficcato agli Ardinghel-
li , còme leggefi in una Cartapecora nell* Archivio di
S. Trinità s il qual Palazzo fu comprato nel 1649. dà*
Marchefi Confini j altro contraflegno dell* amore de* Fio-
rentini à qùefifo fuo Pallore eonfervafi pure alle Rifbr-
magioni Ilo- di Provvifioni z6Év ed è una deliberazio-
ne dei pignori del 13'4*. colla quale fi dà la Cittadi»
»ariza e ali* Arcivefcovo , ed a* fuoi Parenti , né di-
fpiacerà il leggerne il fumo » che è il feguente .
Virfitte* } & opra Reiàmndtjjìmj in Chrifio Hatris 3
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%x£
& P. I>. Sutovhi thè S- Ldurpntii U* Dawafc> j?r<?$,
Car dittali s Fatriarchae' .Aquileenfis nttfrcufrati r-t0 Beati fa
fimi Papae Eugenii Camerari}
, ^ 4pft. Sedis alggi/^*
,/T diligenper qui? confiderei , y£ rnultijilma <?w merita
in Fior., Jflemy, -qui: dinumerare <vfilip
? fi fingtilartm afa
feBionem fauni Jn qmnes fiorentino! fenfare > paefatum*
^e^Art.mdij^^0m ^. CArdinahm Viram fraeftantìjfimum^
& ,p,mm ititidi' Jignitmìae Ppttr?mmerito G^ellan'dnm ejfa
Fiorentini P optili indie aver it &c. Quayragt-fy
<£>£>. Frjo-
,resy&' Vexillifer Jufiiti4^ deliberalerjtnt ;,quod praef, Carr
dinalis
, & Domina s liieronymur q. egre gii Artium Medi-
fina? jDotforis Magi Bri' MUfii Trevifam
jg Frqt&r J, C ar-
ginali s $&ne:ficifrfu,s in JDìoecefi Papafpi%0 y & $r@mjfa#$
.olitn Andreae dt Cardinali* %epf
^ firgfre^ .^. Ciiinslibet
fipmm Eilii * & Defcenflentes pr Jin^mtmafcjilipam\intel-
Ugantur\y & habeantur mMk originarci %
$*-. ^tiquh,Cfa
sves Fior. &C
Ayyénafi però , che iti 'mplriiìlim Scrittori,
e anche nelle .lapide quefto Cardinale è appellato, Lo-
dovico Mezzarota » cognome, prefp p .dall' Arme ìwìmi$
Ja metà d'una Rota» a piiitto#p dalia madre ^fGhe cp-
j^fi vuole Angiolo Poptmm > era; della Famiglia jykz-
carota .li perchè poi J* Afeli te IJgbeUi; nella Sede de'
npiìri Arcivescovi àa cp^) ppyerp ^i notizie riguardan-
ji quello Arcivefcovo 9 :a■ .m& no§ è noto ; almenp;ifi
folle rifparrniato quel nome yituperofo,<col quale dice,
Sh$ tf# chiarnato » cioè Cardinali? Lucullu? , e ci$ noti
per.altroj perchè Cane* > é* Eauoì alebap < Poteva piutto-
lio riportale je dllufkxì lodi « colie quali stanti Scrittori
e/akanp lo Scararop^, e almeno upà delle molte Ifcrizio-
ni fcpjpite in marmi e in Roma , e altrove^ Quindi
fupplirò ip a quefta omiflione 9 CPU accennare una meda-
glia coniata in Ak> onore > avente del Cardinale il Ri-
tratto > g, ne) royeicio um Piazza con uomini a caval-
lo , cjie vanno alla volta del Tempio eon.^quelta-,,le-
genda; jEcclefitf r0it0ta ex alto * . f
. ; IV\ Il 5npnp Cardinale , ed ottavo Arciyefcpvp fio-
rentino fu Fra Pietro Ria rio dell' Ordine de* Minori >
ij guale giqvam & 25. M$i fu Gxmv Cardici? d$l
#4..
                                                                          Zio
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£9
2SISÌ Siitò IV. nel t47t„ e ffelp àtìié'-'-fegutitóe pròmòf*
fo alla Sède rioftra Arcivefcovife / come parla' i T Ifcri-
gfone nella Curia'."
FRATER PETRVS RIARIVS SÀ!VÒfrENSÌàn                         ^
ORDINIS MINORVM
""■')■*                                                                                                                                                                                                                                                                                 -                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        -                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       • "                                                                              ■'■■■■■■-
S* R. E. PRESB. CART5INALIS
> ^ »
                            fATRlARCHA CO¥JSTÀNTlNOP.> * I ÌY
t i rf ;3 ■::%t A'àcfliEP. florentfsvs vi-Hv
. MccecEXxm,}iY uUtu, • ■ ?.; I .*. $;jumI
Fece la funzione folita di fpòfarè la Badeffa di S.-:Piè?f
Maggióre nel fuo ingrefìTo in Firenze } ciò apparendo
all' Archivio 6énera-le ne' Protocolli di Sèr SimònéL»
Gràzini 1473J e Còrivien dire1, che qualche benefizio
fa'cHfe egli "al Palazzo ArciVefcòvile , rnentrechè vedefi
feyua,;Àirne di; pietra al? eàValeàvia della facciata * che
guarda il? Bórgo ài S. Lorenzo YN'è deve confonderli
quéito notòrio' Arcivefcòvo con altro Cardinale di finti*
le cognome v e Nipote pure di Siilo IV. il qiiale Ci
trovò in Ffféhze nella congiura de* Pazzi, e chiamavaiì
Raffaello* 5 feo -dà Girolamo Riariò Signore d* Imola $
e èb Forlì-, e di una fòréllà del fuddetto Piero ,'■ al
quale ^.^^d^iM^^^Mi^A]^2^ le moltiplici Ch?é-
fe donategli dal £ió , cioè i Vefcòvadi di Trevilby^di*
SinigagliàS :di Metz , di Siviglia1 } ed il Patriarcatotìi'-
Cofiàntiri'opcjH :• pòco- f&tò potè in éflì offéra^e , pov
fciatriè nòli' 'anno- > 1.474/;Wòrì ! nel'! 'ééi degli anni,« èi: di
fuè grandezze .'■ Parla di quell* ttìoìt& il Panvinio ftél^
1^"VM$iJiSi[tcY IV. cònf le fegùenti parole nCar*
„ dinal Pieró! nipote d-i Siilo , fatto ricco g*o(T£Y
„ entrate dai Zio, vivéa còsi fpìendidamente, che pa-
^ rea nato per confurnar dariari, poiché in due anni ,
5, che egli viife in queflie grandezze , vogliono, che fpcn-
5, delle top, mila feudi é3 prò, e mori (Te con do. mila feudi
„ di debito, Lrfciafo avendo gommila libbre di argenti lavo*
» Tati. Mòli di anni 28 .in Rotila da i foverchi pWer^di-
»? sfatto ^ fafepoltoai SS. Apoftòii in u^n dejf>oCco di-mar-
v mo,
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3*o
M mo) il quale ancora efifle » benché trasferito altrove
w nel 1714. in circa , nella..^quale pccafione apertofi il
M Sepolcro» fi ritrovò il Corpo fuo intero con gli abi*
w ti Sacri ,, notizia, che debbo al Signor Giovanni
di Poggio Bajdovinetti .-,- «AJS
              si:n,A.r
V. Verrebbe ora -Giulio de* Medici Arcivefcovo, e_»
Cardinale Fiorentino, che poi falito al Papato, chiamoffi
Clemente VII. del quale avendo noi ragionato nella Le-
zione de* Pontefici luti Arcivefcovi Fiorentini ,, daremo
luogo «1 Cardinale Niccolò Ridolfi, cui il detto Pon-
tefice rinunziò V Arcivefcovado nel tyzi. e di tal ri-
nunzia'conferva fi lettera idi Clemente fcritta il dì 14,
di Gennaio 9 nella quale ne dà contezza alla Repub-
blica Fiorentina , Era già. «il Ridolfi Cardinale 3, fatto
nel 1517. dà ILeon X.. come figlio della Con tellina de*.
Incelici iorella ,di Leone , e moglie di Piero Ridolfi.
Varie furono le Cattedre Vefcovili da lui tenute » cioè
di Vicenza , di .Viterbo , di Forlì , d'Imola , di Or-
vieto , e di Salerno » Prefe il poffeflb della nofìra nel
1524. per mezzo di Antonio Bonfi Vefcovo dì Terra-
Cina , giufta la Storia dell* Ammirato al libro xx>c. a-
yendo non più , che anni 16. dell' età fua.. Nel 1532. ad
Andrea Buondelmonti egli rinunziò 1' Arcivefcovado , ma
con rifervo , come allora fi consumava ,* circostanza, che
deveoflervarfi per non confondere la Cronologia , onde
a dichiarare tale vicenda porremo i' anno del pofTeiTo prefo
dal d. Andrea al 1532. poi premorto il Buondelmonti nel
1542. ritornò il Ridolfi, che tenne il governo Spirituale fi-
no al 48. in cui la feconda volta lo trasferì pure con ri-
fervo ad Antonio Altpviti , ma non potè più ripigliar*,
felo , perchè morì all' improvvifo nel 1550. adì 20. di
Gennaio. Bd all' Ughelli dobbiamo grado delle feguenti
notizie : Nella lontananza di Paolo III. da Roma > fu
il Ridolfi Vicario dello Stato Ecclefiaftico , fu pure
Cardinal Legato del Patrimonio , e foggetto così for-
nito di prudenza,*, di, umanità , e di dottrina, che i
Cardinali chiufi jn Conclave, nel dì appunto del fuo mor-
tale accidènte fi erano accordati a farlo Pontefice. Ai
fuo
1 € •-
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%l±
fuo Sepolcro in S. Agoftino di Roma non v* è Ifcrizio-
ne 3 noi però l'abbiamo all' Arcivefcovado * che dice:
NICOLAVS RODVLPHVS
S. R. E. DIACONVS CARDINALE
ARCHIEPISCOPVS FLORENTINVS
ANNO DOMINI MDXXXIT.
VI. Il nome gloriofo di Aleflfandro de' Medici Ar-
ci vefcovo j e Cardinale Fiorentino qui fi tralafcia per
avergli noi dato luogo in quella Ilèòria tra i Pontefi-
ci j chiamatofi Leon XI. e però venendo al Cardina*
le Francefco Nerli, principieremo dal pa{faggio'.» che égli
fece dal Vefcovado dì Piftoia all' Arcivefcovado di Fi-
renze j feguito il dì 16. Dicembre del 1652. Di quefto
follecito Paftore vi fono quattro Sinodi denotanti affai
chiaro PindefelTo zelo di lui . Il primo fu celebrato nel
1656. nel 6%. il fecondo , nel 66, il terzo , e l'ultimo
nel 69. il quale unito agli altri tre precedenti fi veggo-
no dati alle ftampe in Firenze da Francefco Onofrio e
altre cofe avrebbe egli fatto (limolato dalla fua paftorale
follecitudine , fé Roma s cui erano ben noti i talenti
del Nerli , non lo avelie colà chiamato , occupandolo
in varie onorevoli cariche , maffimamente in quella di
Segretario de' Brevi ad Vrinct^ss , dalla quale Clemente
IX- lo promoffe al Cardinalato nel 1669. adì 29. di No-
vembre . Ma quando Firenze credeva di rivedere il fuo
Arcivescovo già ornato della Porpora , fu corretta a pia-
gnerlo morto a' 6. dì Novembre del 1670. Gli fu data
Sepoltura in S. Giovanni de' Fiorentini nella Cappella
de'Santi Cofma , e Damiano padronato di fua Fami-
glia é Prefto però Firenze rafeiugò le lagrime per 1*
elezione del nuovo fuo Arcivescovo $ la quale cadde,*
in Francefco Nerli nipote del defunto, detto Iuniore per
differenziarlo dal foprallodato » Quefti nel 1670. fuccedè
al degniamo Zio , dopo elTere flato Canonico della Me-
tropolitana di Firenze , dipoi con fimile carica in San
Pietro di Roma . AleiTandro VII. lo fece Prelato votan-
Tom. VL                       S s                                    te
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3 22
te di Segnatura, e del Buongoverno, lo mandò Vi-
celegato in Bologna > e desinatolo alle principali Nun*
zìature di Pollonia } di Vienna , e di Francia , nelle_,
quali rifplendè il fuo gran fapere > fu nell'ultima di Pa-
rigi inclufo nella promozione de* Nunzj fatta da Cle-
mente X. ed ebbe 1* onore di ricevere la berretta Cardi-
nalizia dalle augufte mani di Maria Terefa d* Auftria
Regina di Francia in Tournay nella Chiefa de* Monaci
Benedettini , e ritornato a Roma, non gli fu poffibi-
le 1* efimerfi dalla fublime carica Segretario di Sta-
to . Cinque Pontefici lo guardarono fempre con iftima ,
ed amore , e furono Clemente X. Innocenzio Xf. AlefTan-
dro Vili. Innocenzio XII. e Clemente XF. avendo egli da
queiV ultimo ricevute varie vifire nella fua mortale infer-
mità, che gli tolfe finalmente la vita nel 1708. adì S. d*
Aprile ; e benché negli ultimi anni murarteli titolo di
S. Matteo in Merulana, tenuto per anni 31. volle pe-
rò in efla Chiefa efler Seppellito .
VII. Ed eccoci finalmente all' ultimo Cardinale ,
che trovar! nella Serie de* noftri Arcivefcovi, promoflo
alla Porpora da Innocenzio XII. a* 2. Dicembre del
1695. non però pubblicato prima del 1698. QuefH è
Iacopo Antonio Morigia Patrizio Milanefe, il quale^
avendo dedicata la fua gioventù a Dio nella Religione
de'Chetici Regolari di S, Paolo , detti Barnabiti dalla
Chiefa di S. Barnaba di Milano , ove e (fa ebbe Tori-
gine : in quevV Ordine fornitoli il Morigia delle più
làcre fcienze , fu Teologo del Granduca Cofimo III. e
Maeftro del Gran Principe Ferdinando ; alle iftanze di
Cofimo, primieramente Papa Innocenzio XI. lo fece Ve-
fcovo di S. Miniato al Tedefco , ed indi Arcivefcovo di
Firenze nel 1682. nella qua! dignità ebbe varie occa*
fioni di dare un dolce pafcolo alla fua divozione. Con-
cioffiachè dovette affiftere alle folenni traslazioni delle
adorabili Reliquie del Corpo di San Zanobi, e di San-
ta Maria Maddalena de* Pazzi già da noi altrove de-
ferine, ed altresì alla ricognizione dell' incorrotto Ca-
davere di S. Andrea Corfini per il trafporto di detto
San.
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223
Santo dalla vecchia Cappella alla nuova , e maefìofa
nel i6$8. della qual memorabile funzione ne parlere-
mo nella Storia della Chiefa del Carmine- Diede inol-
tre prova del fuo zelo in due Sinodi , e più che più
nell'idea d'aprire un Seminario, il cui principio per
allora non andò avanti, Del Morigia fonovi altre memo-
rie di feftive funzioni, che celebrò) come nella Metro-
politana benedicendo nel i<?88.1a Reale Spofa del fuddetto
Gran Principe Ferdinando Violante Beatrice di Baviera, e
dando l'Anello Nuziale nel 1691, alla PrincipelTa Maria
Anna Luifa de' Medici Spofa di Gio; Guglielmo Elet-
tor Palatino , fìccome nella Bafilica kamenzjana nel
i6gi. diede la funerale Aflbluzione al Cadavere della
Granducheffa Vittoria della Rovere . Vedefi una Meda-
glia di quello Cardinale con la Porta Santa , in me-
moria d' eflere fiata aperta da lui la Porta di g. Maria
Maggiore nell'anno dei Giubbilpo 1700. Si plori il
Morigia nel 1708, adì 8. d'Ottobre in Pavia, dove per 6,
anni, e meli 8. viffe Vefcovoj dopo la renunzia fatta dell*
Arcivefcovado di Firenze , ed in quella Cattedrale fu
fepolto con Epitaffio per «decreto del Pubblico incifogli
al Sepolcro) che dice:
IACOBVS ANTONIVS CARDINALE ^ORIGIÀ
EX SAMINIATENSI EPO
ARCHI EPISCOPVS FLORENTINVS f
ANNO IVBILEI MDCC,
LIBERIANAE BASILICA? ARCHIPRESB»
PORTAM AVREAM APERVIT ET CLAVSIT
TICINENSIS EPISCOPVS
OB1IT DIE VIII. OCTOBRIS ANNO lVlDCCVHIf
AETATIS SVA£ LXXVIf
Ss %                          £E*
-
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3M
L E
Z I O N E XXVII,
DE' VESCOVI, ED ARCIVESCOVI FIORENTINI
SINGOLARMENTE CHIARI PER LE VIRTV*.
.:.„..      ., . ...... ... ......     ;, ., . .. ..
L Carro Jaminofo veduto dal Profeta
Ezccchiel'le , fé io non fon forte in-
gannato j direi effere un chiaro Sim-
bolo di quel trono Bpifcopale, fu cui
feggono i primarj Miniftri della gloria
dì Dio , e per confluente i quattro
deftrieri , che tiravano ri carro , effer
figura di quelle virtù proprie de' Vefcovi > rincontran-
doli nell'Aquila la dottrina, .nell'Uomo- la liberalitày
lo zelo nel Lione , e V Umiltà nel Toro . Quindi è ,
che a terminare la Storia del Soglio Epifcopale- Fioren-
tino collocato in Santa Maria del Fiore , dovrei qui
dimoftrare , come tali Virtù fiorirono fempre in tutti i
noftri Vefcovi , ed Arcivefcovij fé dapprima io non mi
foffi efentato dalla obbligazione di teffere una ferie , che
già abbiamo da parecchi Scrittori data alle ftampe . E
però riftringendo il difeorfo ad alquanti , rammenterò
quei, i quali Tariffimi efempli ci lafciarono,o fi voglia di
dottrina , o di generofità , o di zelo Apostolico , o d'
umiltà ; e perchè meglio fi ammirino tali virtù fulla Cat-
tedra Fiorentina, non credo, che difdicevole cofa farà,
fé ripeterò i nomi di alcuni Vefcovi > ed Arcivefcovi già
da me fopraìlodatì , repetizione neceffaria alla chiarez-
2a dell'Ittoria .'E per incominciare da quegli itati li-
beraliffimi , maffimamente colla Cattedrale Fiorentina ,
mi farò da S. Andrea, il quale, come fi diffe di fopra
nel quinto fecolo fondò dodici Prebende per manteni-
jriento d' altrettanti Cherici nella detta Chiefa in ©no-
ie di S. Zanobi. Della generofità del Vefcovo Specio-
si' I
                             "" f :-                                    fO
_______~~^J
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3*5                                        j
io parla un Tuo diploma del 714- celebrato ùnivérfal-
mente per il più vetuito foglio, che fiavi in Firenze ,                                    \
efìftente nell' Archivio del Capitolo Fiorentino , éttt
quai Carta originale , benché fia fiata riportata da rnoK
ti Autori , una Copia non pollo negare agli amorevo
li della mia Iftoria , ed è come appreflb;                   -;                                     \
In nomine Domini , & Salvatori* noftri lefu Chrifii ,                                   j
regnante piifflmo , atque perpetuo a Deo confermando Dom.
Uiitprandò Eccellentijfimo Regè Genti? Lunguhardorane
einno feltrif/ìmo Regni eius duodecimo
, Indi&ione feptima
foeliciter
. Et idea Chrifto Autbore ego Speciofu* Epito-
mi nimis peccator
, & indignu* per prefentem > è* aeter-
                                   \
vara fic molo > & difponoqnaliter Domino adiumante de
Curte } & rebus in eis
, q>uae funt pofita? in'loco flumio
Greve
, uhi etiam Cintoria nominatur infra Rlebs <> è' &*
pfeopio Beati Ioanni* Baptifiae > mei Reparata* Martyris
,.
linde ego Epifcopu* effe mideor > feu infra Plebe y & Ter-
ritorio San&i luliam ditto Sqtimo
, qui fuerunt-Geni-
tori*
, é* 'Gènitritìi** meae exinde fieri- debeat * . . ì Ideo
confirmo
? "& ftatuo , atquù offerfionis nomine offero , &
trado) tam ftipr adi Barn Curtem•■ } quam & eum omnibus
rebus-ad ipfdm pertinentibus .
, . . Angari'ali bus , Vi nei>y
Siimi* , Frati* ) pafeuis , loci* aquariis^, mei ubicumque
ad prmdiclam1 jOurtem inmeniri potè fi pertinentibus in~ Ec-
clejia, & Canonica B. Ioanni* BaptiBae
, tam ad ipfo* Ca-
nonico*
, qui modo prò tempora funt y quam qui tum fr-
furi erutit
, ut hdbeant > firmi ter que teneant-, péffideànt,
laborare faciant , & ex ipfis frugibus comuniter fé refi*
eiant
/ è1 haec cartula offerfiloni s nomine firma , & ftabi-
li s permaneat femper
. linde precamur praediclos Canoni-
co s
j qui modo funt, aut in antea menturi erunt ., per ti-
morem Domini Sanelotumque omnium? nì~ prò me y meifque
genitoribus Dominum deprecari non cejfent >quatenus nofira
remi ttan tur" de li B a
t, & confequamurrequiem [empi te r-
nam
. Ideo nec ego quidem Speciofus Epifcopu* •> ncque ulli
Evi (coti
} qui pò fi nìeum deceffum Sedem accepturi funt
Sanele Fiorentina Ecclefig habeamu* licentiam
, & potesla-
um praefatam Curtem cum pmefatii rebus ab ilhru*» fu*
pra- ■,
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^pradiBorum Canonicorutn potevate { fpel dominio repollfm
re
» et alio rum hominum manibus deputare , nec per Car*>
tulam concambiationit yfteqnp per convenienti amlibelli
, «?-
que per ullum incoenium 5 nifi ficut fupra dìximus ad ilio-
rum Canonicorum qui modo junt
3 £#£ *# ante a futuri
fnnt ufque ad omnem fé culi > maneant pottBatem
: Et quod
fieri ,non credo
, fi forfitan quislibet ex fuccefforibtts meis
Epifcoyus y mei magna yparnjaque Ter fona fuprafcrìptam
Cnrtew fum iam diBis rebus de potevate fttpraiìBorum
Canonicorum retollere
, minuere 5 ìntentionare » litis cau-
fitionem immiti ere prefumpferint
» aut ficut fupra dixi-
pjus per Cartulam Cambiationis
, mei per conmenkntiam li»
belli ab ijlorum dominio fjibripuerint) tunc conpunituri effe
debeant poena nummo rum per argentum libras centum ipfit
Canoni cis
, Inffiper haec 5 in die magni ex amini s ante Tri-
bunal aeterni ludici s
, quando Chrifius cum omnibus An-
geli s meniet iudicare fecnlum
» mecum qui haec prò me meif-
que Genitoribus Deo •> & praediBis Canonicis obtuli
> ra»
tionem confliBurus adfiflat y.& taliter ei emeniat in hoc
fé cu lo
, 4$ in futuro} ficut quondam emenit Ananiae , &
Zaphirfie
s api defraudamerunt pretium Agri , iff pofuerunt
ante pedes Apoìlolorum
, & ficut contigit Iudae Efcariotisy
qui Cfjriftum tradidit
> fuius Animae eius Anima fociata
lnfemum fine fine pffideat
, & haec offerfionis thartula
pmni tempore in fia mane a t firmi tate k;
ABum filorentie fejiciter:>
Ego Speciofus Epfcopus kanc offerfionem ft me faBam
manu fubfcripfi ,
                         , v.,
Ego De ti fidi Arcbipresb, roga tus a D. Epifcopo fubfcripfi„
Ego Otto £rchidiaconus rogatus a Domino EpifcogQ
fipeciofo fubfcr*
Ego Àlfufus Irimicerius rogatut 4 D. Spciofo Jip<*
fcopo fubfcripfi,
                                            ^                    t-M
Ego Cillica presfr, rogatus a m Spedof9 Epifcopo fu*
fcripfi ,
Ego Ermimeo J)iac9 rogatus a JD, Speciofo Epifcojto
fubfcripfi
',
                                       :           -\.         _
Ego Nora indigmt Fresb, rog* a jD. Speùofo Epifco*
fo fubfcripfi.                                                                 Ego
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Égv G anditi e o rogatus 4 Dow. $ frettofo Epipòpo fi$&
fcripjt .
Ego Alfufo Ifcdurinó jfubfcriyfi *
Ego Reparata srogdtus a D. Sfóciofo Èpfcopó fubfcriffi *
Ego Dardanus Scri-ptór buius Cbartule fofi tejlium ró*
borationem compievi
> Ò" dedì.
II. Il Vefcovo Grafulfo nell* anno S98. per le fue?
virtù 3 ebbe in dono dall'Impefator Lamberto una gran-
quantità di terreno contiguo ali* antica Firenze dalla ban-
da di Tramontana, che era detto il Campo del Re * o fia
Camporeggio, e quefte Terre per donazione fatta a Gra-
fulfo > e de i fuoi fuccéiTorì confermata , paffarono al
dominio de* Canonici , i quali parte ne concederono a
Frati j ed a Monache per fabbricarvi le loro Chiefe ,
e Conventi 5 e parte ne desinarono a murar Cafe , che
di prefente ancora poiTeggono * Si trova quefìò Ve-
fcovo chiamato Geoulfo , così leggendoli in una carta-
pecora nell' Archivio di Siena , riportata dal Muratori
Tom. I. Antiqtf. medii Aevi pag; 497. Il Vefcovo Raim*
baldo altresì accrebbe nel 930. 1* entrate Capitolari j
colla donazione della Pieve di Signa ^ di cui fino a i
noftri tempi confervafi preiìb i Canonici il libero iiis
di padronanza} e nell' Iftrumento del loro Archivio*
benché di molto lacero > leggonvifì fottofcritti il Vefco-
vo fuddetto , e fedici Canonici , fette de* quali fono
col titolo di Preti Cardinali * La ftefla Pieve fii con-
fermata loro dal fucceflbre Sichelmo nel 967. come ap-
pare dall' Originale in detto Archìvio. Ed il Santo Ve-
fcovo Podio nientemeno generofo co* medefimi fuoi
Canonici 5 liberamente fpoglidffi della Badiola di S* An*
drea in Mercato vecchio , unendola a i Beni de* mede-
fimi per diploma di rinunzia , fottofcritto dal Marchefe
Ugo , che ne era ftato Padrone , e dalla fottofcrizione
del Vefcovo fembra, che folle quefto il fuo Teftamen-
to , poiché leggefi : Podio S* Ecclejte Fior, inutili* Èj/i*
fcopus in bac ordinatione
, & teBamenti finitione fubfcri*
tifi) é1 ad fcribendum alios curavi
990. Stupenda pure fu
ia generosità di animo, che dimoftrò il Vefcovo Ilde-
brando
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11%
brando alla Safilica di San Miniato , da Ini riedifica-
ta > e dotata. Ma ritornando a* Canonici Fiorentini, al*
tre infigni donazioni trovanfì fatte al Capitolo loro dai
Vefcovi , come Lamberto » che donò a* Canonici, beni
non folo della fua Dioeefi; ma di più la Chiefa di
S. Pietro nel Borgo di Siena . E nuove entrate a* me-
defimi furono attribuite dal Vefcovo Attone negli an*
ni 1036. e feguenti, con quel lodevole motivo di man-
tenere roffervanza di vivere i Canonici infieme } ed
avendo egli a tal fine ordinate Je abitazioni in comu-
ne , e date loro nuove entrate , ne avvisò Papa Bene-
detto Vili, detto IX. che confermò colla fua autorità
«Apostolica 5 non folo le donazioni di Attone , ma degli
altri Vefcovi fuoi Anteceifori da noi riferite, e nell'Ai
bate Ughelli fi leggono riportati in extenfum i Diplomi
del Vefcovo Attone .,, ed i Brevi Pontiiìcj , ma la più ri-
marcabile tra dette Carte , è la donazione, che lo fìeflò
Vefcovo fece alla Canonica del Caftello , della corte ,
de i Beni, e della Pieve di S. Piero in Boftòlo ? e ne
parla Scipione Ammirato al libro I. di fue lirorie , feri*
vendo così all'anno 1037. ,, A' fuoi Canonici , i qua-
„ li viveano allora collegialmente ; fece .( Atto ) libe-
,, raliffimo dono dei Cartello ài S. Piero in Bofìfolo . „
III. E perchè non paia 5 che folamente ne* fecoli
antichi fia fiorita la liberalità de i noftri Vefcovi, fpe-
cialmente in quello, che è di avvantaggio al Clero > ri-
ferirò un beli' efempio di quefta virtù in tre Arcive-
feovi a noi più vicini , e fono Iacopo Antonio Mori-
gia , Tommafo Bonaventura de*.Conti della Gherarde-
fca , e Giufeppe Maria Martelli } efiendo fiati i due
primi impegnali per la erezione di un Seminario de*
Oberici , ed il terzo lo vedremmo liberale , e magnanimo
in accrefeere di fabbriche il Palazzo Arcivefcovile . E
per farmi dal Morigia , avea eflb sì felicemente proy-
vifto a tutto il necefiario per tal fabbrica, che egli
ne benedì la prima pietra , come parlano le memorie
dell' Opera di S. Maria del Fiore, e dello Spedale di
Santa Maria Nuova , e un Diario preiTo ii Sig. Manni,
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3*9
dove léggefi come fegue fi Adì 20. d'Aprile del 16S7,
„ giorno di Domenica dopo Vefpro > 1" Arcivescovo
„ Iacopo Antonio Morigia fi trasferì proceffionalmente
„ dalla Cattedrale ali3 Orto dell* Opera di Santa Maria
„ del Fiore , allato a i Forni, e quivi benedì, e get-
,, tò folennemente la prima pietra ne* fondamenti del
„ nuovo Seminario Fiorentino, che perciò la Refidenza di
„ detta Opera fi deve trasferire nelle Cafe, Ghie fa , e
„ Piazza ai S. Benedetto . ,, Ma dipoi, inforte molte
difficoltà , sì nobil concetto refìò impedito , riferbatafi
la efecuzione , e compimento ad altro Arcivefc ovo ) che fu
ilfuddetto Tommafo Bonaventura de* Conti della Gherar» i
defea non meno forte in fuperare glioftacoli5 che generofe* »
nello sborfò di più migliaia di feudi in facilitarne 1*
edifizio , riufeito uno de* più belli Seminarj dell'Italia,
e che lo feeifo Arcìvefcovo aprì con gran folennità nel
1712,. a i 4. di Novembre giorno di San Carlo, alla
cui protezione raccomandò sì gelofa Comunità , nella-, ;
quale prefiggono Maeftri adorni di tutte quelle feienze,
che forniano un vero Ecclefiaftico ; e circa all' Areive-
feovo Martelli, mi riferbo a parlarne più fotto.
IV. Paflb alla feconda Gaffe di quei Vefcovi flati
chiarirmi nelle Scienze, nulla però ripetendo di quei*
de* quali fopra fi è fatta menzione . E daremo il pri-
mo luogo a titolo di tempo a quel Rinieri viffuto nel
Vefcovado anni 42. il quale benché cadeffe nella falfa
opinione di credere nato T Anticrifto ,* tuttavolta [è>
commendato dall' Ughelli, dal Migliore , e-da altri per-
Uomo molto feienziato , e particolarmente sì dotato di
eloquenza 3 che perfuadè di andare alla guerra della
Crociata 2500. Fiorentini ; i quali Crucefignati in Ter-
ra Santa militarono fotto Gottifredo , e nella lapida del
fuo Sepolcro in S. Giovanni , notata è la lua fapienza
con queite parole : yandens coeleftia turbae • -.. . . * Vir
fapem
, doBorqns honorum. Che fé nel Ghioftro di Santot\
Spirito di Firenze leggeri l'Epitaffio dì altro VefcovO»
vi ravviferemo un Uomo infigne Teologo Magnus Theo-
logus
, che tanto Ha incifo nella Ifcrizione al Sepolcro
Tom. FI.                         T t                                 di
«
Ma
.1'-
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di Fra Onofrio dell'Ordine Agostiniano r il quale dal.
Vefcovado ài Volterra fu trasferita a Firenze. Il Poe-
danti nei Catalogo degli Scrittori lo chiama parimen-
te : Wir nndequaque doùèijjimas■, avendo egli fcritto, giu-
fta il detto Catalogo : in Cronicarum fupplementum : Gom*
mentarios prefiantijfimos in quatuor E^vangelifias
-, in AEla
Apoftolorum
, y&£ flmrimos praeterea e di di t ferm$nes , Ma
di queiio Vefcovo ancora torneremo di nuovo; a Pagio-
rarne. Intanto daremo qui breve notizia del fapete gratin
de del Santo Arcivefcovo Fiorentino Fra Antonino, che
fi meritò luogo dal Venerabile Bellarmino tra gli Scrit-
tori Ecciefiaftici , per le. tante ammirabili opere fue,
che fi trovano annoverate in più abbondanza dal Padre
Domenico Maccarani nella recente Vita del Santo » ed
il Dottor Brocchi notò , che sì grande ftima fecero i
Sommi Pontefici della dottrina di S. Antonino , che.,
in Roma non fi udiva chi appeilau^ dalle fentenze del
Santo Arcivefcovo, fino a dire Niccolò V. che farebbe
cofa utiliffima: il regiftrare in un libro tutti i configli,
e fentenze date da quefìo dottiflìmo , e Santo Prelato,
per lo che; gli fu dal Pontefice Adriano Vii nella, Bol-
la? di; fua Canonizzazione , conferito il titolo di Dotto-
re y quali titolo, gli venne dato nell* ufizio proprio d"
ordine di; Clemente VII. il quale concedè ancora.*
alla, Mefià; del Santo il Credo , conforme, fi; pratica nel-
lej Feftei dje! Santi Dottori; no.nrfoi poi la cagione per-
chè Je;'fuddette dilUnzioni rimaneffero fofpefe * Io, fin al-
merrifer fateti unf ingrato; :ad altro fa pie n rifilino Arcive-
fcóvcttamicoì, e r Benefattore del mìo S> Padre Ignazio,
ie. ometitelfiiP elògio v che dà ad Antonio Alroviti il
Poccianti , come, atipìefio : Antonìus Altomita Archiep,.
integerrimm urbis È lori Diale&icus acutijfimm
•,. Fhìfafo-
phm' fagmiffìmum ^.Theologus per Celebris
, & Vir de ni q uè
ttndéquaque * dot~li0mus
, qui in differendo dei altiffimis qwae.
flionibus fìnse: adfkientiarum
, rv&l naturae ab dita per ti"
nentibus} non quaèab expojìtoribus
3 quìnimmo neque ab
aiiBoribus proponebantur
, [ed quae magis geritati confona
<videbantvr in fé olanda affirmabat
> acutifflmis rationibus
-ocr page 353-
Il I
facillime id towprobahat , loaec le$tt digmffìtnd pàtrio e lo»
qnio de/cripta in lucem mijrt
} nequaqaam tamen adhuc
typs exc/ijfa quae his
titalis praenotavit■ &C. e fono
quelli dottiffimi Volumi in numero di quattordici.'
V. La terza Virtù propria de i Vefcovi , è lo 2e>
lo , che riguarda il bene fpirituale della Diocefi , e>
vogliamo dire la gloria Divina; E quello zelo, che tro-
vo rilucente in tutti i noftri Pallori , fion potendo per
la brevità parlar di ciafcuno , lo ravviserò in alquanti,
che furono in quefta virtù più {ingoiati, e porrò in-,
primo luogo que' tre Prelati fommamente gelofi della
più nobile porzione del Ceto Ecclefiaftico 5 vale a di-
re de* Canonici , e furono i Vefcovi ottone, Ardingo,
e Antonio d'Orio , dai quali furono prefcritte fante
Goftituzioni per conferva re illibato così illuitre Capi*
tolo. E circa le regole fatte da Attone, già le conli-
derammo } e le vedemmo approvate da Bonifazio tIX.
quelle di Ardingo nel 1235. hanno jun-a Bolla (di '<&*-
gorio IX. in lode , ed approvazione , ed altre ne rin-
novò Antonio d* Orfo nel 131^. con quella dichiara-
zione fui principio d' effe : Ad meliorem gubernatiommL»
Capitali Fiorentini .
Vennero poi i Sinodi or Provi ri-
dali , ed ora Diocefani, ancora effi prornorTì dallo zelo
degli Arcivefcovi noftri per l'univerfaie profitto de'Fe-
deli loro foggetti . Il primo Sinodo adunque , di cui
per mezzo delle ftampe fi abbia ficura notizia, fu nel
1508. quello dell' Arcivefcovo Cofirrjo de* Pazzi ,* egli
è però vero , che nella Prefazione di quefto Sinodo il
fa menzione di uno antico celebrato da Fra Angiolo
Acciaiuoli colle feguenti parole : Cam recolendcte memo*
riae Frater Angelus Epjcopus Fior* Fraedecejfor nofler li-
hrum Confi itutiotmm Synodalium ad mores Ecclejìae Fior,
fumma fapientia
, maturitateque olim edidijfet . E doveva
ii Cerracchini aver offervato nell* Ughelli un antichifll-
ino Sinodo celebrato dal Vefcovo Gottifredo nel 1139.
ed altri Sinodi convien dire, che fi fofler fatti neiP an-
tico, poiché nel 1381. trovo, che in S. Felicita tra le pro-
mette folenni, che faceva la nuova BadeiTa > eravi quel-
T t 2                                  la
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33^
la dì mandare a i Sinodi i fuoi Preti » Or tralafcianda
i Goncilj fattifi fotto gli Areivefcovi Giulio , ed AleiTan.
dro de'Medici, prima.che falifteroal Pontificato , daremo
notizia de i Sinodi Fiorentini celebrati in quefti due,*
ultimi fecoli ; AlefTandro Marzimedici ne celebrò due,
il primo nel i<5io. e nel 19. il fecondo , due pure-*
Piero Niccolini nel 1637. e 1(545. Quattro ne celebrò
3?rancefco Nerli prima che da Clemente IX. ricevere
la Berretta Cardinalizia. Sino a tre, come fi dilTe, ne fe-
ce il Cardinale Fràncefco Nerli luniore , vengono quei
del Cardinale Iacopo Mangia , il quale fé la rinunzia
dell* Arcivefcovado non lo impediva , uguagliava lo ze-
lo del fuo AnteceiTore , e nel prefente fecolo penfaro-
110 pure a fomiglianti adunanze gli Areivefcovi Tom-
liiafo de' Conti della Gherardefca , e Giufeppe Maria..
Martelli , i cui Sinodi fono in grande (lima, sì per
le-nuove* leggi , che per la collezione de/ Sinodi degli
«tnteceìTori Areivefcovi in e(Fa conclufi .
VI. Né difgradevoìe farà qui una digreflìone a certi
aioftri Vefcovi veftiti di zelo non tutto Ecclefiaiiico,
anzi ftraordinario negli Uomini di Chiefa , e fono al-
cuni, cui piacque maneggiar la fpada, come già fi dille
degli Areivefcovi, e Cardinali Giovanni Vitelkfchi , e_,
Lodovico Scarampi 5 ma non furono foli , né i primi.
Conciofiachè nell'anno 1118. il Vefcovo Gottifredo pre-
fé T armi per difendere da' Fiorentini prepotenti le ra*
gioni , e beni del Vefcovado, afMito dalla autorità di
Papa Innocenzio XI, enmìiì anno 1306. o in quel tomo
il Vefcovo Bottieri della; Tofa, fattoli capo de* Bianchi ,
per difendergli dalla fazione de* Meri , ridurle il Palaz-
zo fuo Vefcovile ad una Piazza d* armi , riempiendolo
ó3 Armati feguaci del fuo partito , come ne fcrive.*
Giovanni Villani al libro 8. cap. 68. „ Et fecero capo
3j de'loro (Bianchi) Mettere Lottieri Vefcovo di Firen«
.„ ze , che èra de* Figliuoli della Toia dal lato Bianco,
5, con certi Bianchi, e grandi contro a* Priori , et po-
„ polo , et combattei!! la Città in più parti e più dì ,
„ et armarfi più torri , et fortezze della Città al modo
» antico j per gittarfi , e faettarfi infieme , e in fu la.,
„ torre
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.j torre del Vefcovo ù tizzo una manganella ^ gittan-
„ do a Cuoi Contradi vicini „ ed il Migliore a e. 123.
ne parla così „ Armò la Torre del Vefcovado a guifa_.
3, di Fortezza , o Rocca , rizzandovi un ediflzio a gui-
5, fa di manganella . „ Altri due Vefcovi guerrieri, ma
portati da un motivo fanto,qual era difendere, o libe-
rare la Patria , furono Antonio d' Orfo , ed Angiolo
Acciaiuoli . Quello morirò il fuo valore in molte occa-
fioni , ma Angolarmente nelP avfalto , che Arrigo VII.
diede alla Città di Firenze , come dicemmo alla Lezio-
ne X. del preferite Tomo .
VII. Il fecondo fu Angiolo liberatore della Città no.
ftra dalla tirannia del Duca d* Atene . Quefti adunque
nel 1343. nel dì feftivo di S. Anna , a cavallo per le
Vie , e Piazze di Firenze , animando i Cittadini ad ar-
mari] , e feguirlo » obbligò il Duca a fuggirfene , e re*
ftituita la libertà alla Repubblica , rimife nel fodero la
fpada fenza mai più fguainarla , tutto applicato al Sa-
cerdozio > fino all' anno della fua fpontanea rinunzia ,
come diremo qui fotto .Ma non debbo tacere il fo-
praliodaro Arcivefcovo Cofimo de' Pazzi , il quale ef-
fendo Vefcovo d'Arezzo nei 1501. coli'armi gagliar-
damente òppoftofi al Duca Valentino , che marciava^
con podcrofo efercito verfo Firenze per metterla a fac-
co , 1' obbligò a dare a dietro , divenuto in. certo
modo quefio Prelato il Padre della fua Patria , in fer-
vizio della quale non ricusò viaggi lunghi, e difpen-
dioil : Airi bafe iato re della Repubblica Fiorentina andò
alla Corte di Maifiroiliano Imperatore $ collo fteffb ca-
rattere pafsò a quella ài Francia , dove ottenne , che
Lodovico XII. rendefle la Città di Pifa a' Fiorentini ;
Fu mandato pure Ambafciatore al Viceré di Napoli
Raimondo di Gardena per la liberazione di Prato dal
formidàbile Efercito Spagnuolo e di quefto Arcivefcovo
parla il Poccianti , commendando . tra molti fuoi frudj
la Traduzione di MafTimo Filofofo di Tiro dal Greco
idioma in Latino, che poi fu tradotto in Tofcano dal
Conte Piero de* Bardi ... _
*<|                                                                         LE-
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334
LEZIONE XXVIII
VESCOVI, E ARCIVESCOVI,
CHE RINUNZIARONO.
Sfornando alle virtù de' Vefcovi , ed
Arcivefcovi Fiorentini , rettaci a da-
re notizia di quelli , A quali dopo
aver governato con lode quella Dio-
cefi ) rinunziarono sì ragguardevo-
le dignità j come fecero 5 oltre a i
promoifi al Cardinalato , e al Papa-
tto parecchi altri a che fommariamente andremo qui
rammentando . Ed in primo luogo il B. Lamberto ; che
permutò la Mitra colla cuculia Monadica nel 1033. per-
i'uafo a ciò fare dalle efonazioni del B. Teuzzone di
Badia , e per atto cosi umile commendato fu da San..
Pier D.amictno , e da' Fiorentini Iitorici . II fecondo fu
Andrea de* Mozzi affai benemerito del Vefcovado di
Firenze j avendo ricuperati i beni della Menfa, ufurpati
da' prepotenti Cittadini , vera origine delle gravi ma*
levolenze fufcitatefì contra di lui , in modo tale , che
Supplicò Celeitino V. ed ottenne -di poterne far la ri*
ppnzia , (ebbene «elio fìeiTo anno 12^4. fu promoffò
alla Sedia éi Vicenza ; né devefi preitar fede a Dante,
né a' fuoi Commentatori, che lo vogliono reo di pec*
jcatì nefandi , mentrechè ionovi in Firenze monumenti
affai autorevoli della pietà di quello Andrea , cioè 1*
Epifcopìo da lui edificato in S. Miniato al Monte , la
immunità conceffa allo Spedale di Santa Maria Nuova ,
fondato io fuo tempo da Folco di Ricovero Portinari >
« la dignità nel Capitolo Fiorentino di Teforiere a fua
iftanza confermata da Onorio IV. Rinunziò pure al
Vefcovado il foprallodato Fra Agnolo Acciaiuoli, non
già
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335
già nelP anno 1345* come falfamente- credono alcuni, mw
nel 1354. effe odo morto Vefcovo di Monte Carlino nei
1357. Circa? la renunzia* poi d'Agnolo Ricafoli > varie
effendo-le opinioni, noi ci atterremo a chifcrifle aver e(To
rinunziato ipontaneamente , avvegnaché alle Riformagioni:
apparifca una deliberazione della Repubblica, che fpedì
Gregorio Di ni Tuo Ambafciatore al Pontefice Bonifazio IX.
affine di frastornare la rinunzia del Ricafoli chiamata
nella lettera Vefcovo carilfimo al Popolo Fiorentino,
tuttavolta vinfe la fua umiltà- , e lo trovo morto nel
1403. Vefcovo d'Arezzo .- Nel Convento; di & Spirito'
di Firenze finì i fuoi giorni ReligiofO privato ìì fo-
prallodato Fra Onofrio Agoftiniano^y, che effendo Ve-
fcovo Fiorentino , donò fuoi Frati qìiét gì-Offone d*'
argento miracolofo , che nel igpiv a>* &ff di Gennaio*
in Empoli gettò fangue -d'ali' effigie di Ma-ria! ini preda -
vi , e da un facrilego Soldato trafitta . Viene ancora il*
Vefcovo Iacopo Palladini da Teramo nell* Abruzzo >*
Soggetto di meriti qualificati,- e- di rari talenti arric^
chito ; intervenne nel 1409.. al Concilio di Pi fa, radu-
natoli per toire lo Scifma , leggendovifi negli Atti fot-
tofcritto in fettimo luogo così s Ego lacobus Epìfcopus''
Elorentinus
: leggefi altresì ìì fuo nome coi carattere^
di noftro Vefcovo nel decreto, col quale Firenze fi tòl-
fe dalla ubbidienza di *Papa Gregorio XII. e fottofcnV
vefi colla ftefìfa formola del foprannom. Card. Adimari così :'
Ego Iacobus Epifcopus Elorentinus omnia fuprafcriptaàf*
proba
, & confirmo, ideo propria manti me fubfcripfi , <&■
Jigna'vi meo Jtgìllo fecreto •>
II. Poco dirò della rinunzia, die fece V Arcive'^
fcovo Rinaldo Orfini , che pafsò quafi tutti i 34. anni
del fuo governo in Roma tra cento vicende , fino ad1
efler racchiufo in Caftel S. Angelo da Papa Aletfandro?
Vie che poi riconofciuta la fua innocenza , lo rimifé'in li-
bertà , ma con poco utile della Chiefa Fiorentina v cdv
me ragiona 1* Ughelli : ex splendore opulentiflimae genti*'
fuae ita elanguit
, ut anno? argumemi 'vacuos finerit adi**
re ;
evvi però preflb il Sig. Gio: di Poggio Baldovinem una
di%
                                                                       Me*
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Ufi
Medaglia > in cui è fcolpita una tefia colla leggenda in-
torno : RAYNALDVS DE VRSINIS ARCH. FLOR. e nel 1*0VC-
fcio la figura della Fortuna a federe col cornucopia
dalla finiitra , e una verga nella delira 5 con cui bat-
te un globo di terra dal quale efcono fiamme , leggen-
dovifi attorno : benefacere et iaetari fort. red. Il
motivo di rinunziare quelle dignità» per vero dire» non
fu la umiltà , ma la neceffìtà , perchè era carico di de-
biti, onde nel 1507. principiò un trattato col Vefco-
vo di Cortona > che dalla. Repubblica fu frastornato ;
nel!* anno feguente fece nuovamente pratica col Vefco-
vo di Piftoia 5 che era forte a danari : comunque pe-
rò la bifogna andaffe , il Pontefice accettata la rinun-
zia dell' Orfini il dì 20. di Luglio del 1508. preconiz-
zò Arcivefcovo Fiorentino Cofirno de' Pazzi , racco-
mandatogli dalla Repubblica Fiorentina, che io appel-
la nella lettera al Pontefice per uomo di prudenza , d*
ingegno 5 di animo , di lettere , e di cofiumi preftan-
•tiffimo} e T Orfini nel 15 io. fi morì in Roma adì 3. Lu-
glio , ed ebbe folenni Efequie in S. Salvatore in Lauro.
111.-L'ultimo finalmente, che a'noftri tempi imi-
tò » e fuperò 1- umiltà de' foprallodati con ammirazio-
ne di tutto il Popolo Fiorentino, e con encoroj del
Regnante Pontefice Benedetto XIV, è fiato Monfignor
Giufeppc Maria Martelli , del quale reftano al pubbli-
co non poche gloriofe memorie , non folo del Tuo ze-
lo pe'l miglioramento di fua Diocefi > mediante i due.*
foprannominati Sinodi* 9 ma di fua ancora generofa ma-
gnificenza nelle fiupende fpefe fatte di fuo privato pa-
trimonio j e per non parlare della riedificazione di pianta
fatta da efìfo , della Chiefa di S. Salvadore , di cui parle-
remo lungamente in appretto, rammenterò la reftaurazio-
ne del Palazzo Arcivefcovile in Firenze col difegno di »
Bernardino Cìurini, il Cortile fu ampliato, e adorno di,
logge con colonne di pietra ferena, viene una fcala affai
nobile > e una fala dipinta a frefco, ove fi ammira uno
sfondo dipinto dal Signor Vincenzio Meucci , arric-
chito di tante , e sì belle figure , che credefi dai pe-
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Ili
riti > eiTere la pfù beli'opera di così eccellente Pitto*
te» E più ancora disegnava di fare 1*animo fplendido
del Martelli, fé l'infermità contratta per le incefTan«
ti fue folìecitjudini paftorali ? unita ali* umile concetto^
che fempre coltivò di fé ftefib , non V avellerò indot-f
to alla rinunzia dell* Arcivefcovado , fatta da elio nel
li» ài Febbraio del 1740, ab Imam, rogata dal No-
taio , e Cancelliere Domenico Maria dei q. Lorenzo:
Borghigiani, e teilimonj l'Arcidiacono Ubaldino degli
Ubaldini , e Giulio del Riccio Canonico Fiorentino ,
legalizzata nello ilefifo giorno dal Nunzio Pontificio in-
oggi Sig. Cardinale Alberigo Archinto . Né tardò Iddio di
chiamare l'umile Martelli al premio eterno di così fan-
to efempio , eflendo egli morto a* 22. di Maggio del
1741. e circa le fue folenni Eftquie in S. Michele agli
Antinori , fatte ivi, per e0ervi la Cappella, e fepoltura,
della fua illudre Famiglia, io mi rimetto alla relazione»
che fu ftampata in Firenze nel 1741, La elezione del nuovo
Arcivefcovo cadde nella Perfetta gratiifima al Pontefice.*
Benedetto XIV. e all' Imperatore Francefco 1. quale fu
Monllgnor Francefco Gaetano Vefcovo di Pefcia , nato
dall* antichifliOiàV s nobile Famiglia degl* Incontri di
Volterra : prefe egli il pofiefTo della Chiefa Fiorentina
ne' 17. di Giugno dello iteflb anno , per mezzo del
predetto Arcidiacono , e fece il fuo primo ingreiTo in
S. Maria del Fiore nel feguente Agofto adì 27* E Dio afcoi-
ti i comuni voti per la lunga yita di sì degno Pallore,
nel quale ciafcuno con maraviglia ravvili le quattro
virtù , che fin ora abbiam oiTervato divife in tanti Ve-
fcovi > ed Arcivescovi Fiorentini , vale a dire , la libe-
ralità a confolazione de* fuoi ajnatiflìmi poveri , lo ze-
lo, e la dottrina rilucente nelle molte palìorali fue let-
tere date alla luce in due pregevoli Volumi , oltre le
due altre Opere fue , che fono ia traduzione in lingua
Tofcana delle Lettere Franzefi contenenti i principa-
li motivi , che hanno determinato Federigo Duca di
due Ponti ad abbracciare la Fede Cattolica , ed un Li-
bro erudito > ed utile al Clero , che porta per titolo:
.fi*». VI.
                           V v                          Sag*
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Saggi di Dottrina , di Erudizione » e di Morale, dppìé&A
tenenti alle Sacre Ordinazioni
, ed agli Ufizj •> e donjeri
degli Ordinati
, compiati yer utile , ed iEruzione de9
Cherici della Diocejt Fiorentina dal fuo faflore
. E
per fine riluce 1' umiltà del fuo animo in tutte V Ec-
clefiaftiche > e Civili azioni luminofe sì , ma fenza fa-
tto . Ed in grazia de' Vefcovi , ed Arcivefcovi intrala-
fciati per la brevità della Storia , di tutti ne daremo
il Catalogo fui ^ine di quello libro •
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PALAZZO DELL* ARCIVESCOVO,
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Brigatici dall' Moria del Venerabile-,
Trono de* Vefcovi , ed Arcivefcovi Fio-
rentini collocato in S,Maria del Fiore,
qui fi prefenta fulla Piazza ite fifa deli-
la Cattedrale il magnifico Palazzo,
Curia ordinaria dell' Arciveicovado , il
quale nell'antico nominava!! Valatium
Sancii Io anm s
5 o Ej)ifcopum S aneli Io anni>, Jt<ye Stiri"
Bae Reparatae.
Ne'primi però quattro fecoli della Chie-
fa , ne' quali le co/e della Religione in Tofcana avea-
no ììeri perfecurori 5 fìamo certi , che i Vefcovi fenza
tetto fé ne ftavano nafcofi nelle Grotte , nelle Catacom-
be , o. nelle Selve, ed è credibile , che j' abitazione'
de* nollri primi Vefcovi fofle la Selva detta Elisbor ,,
nome forfè Etrufco , la quale occupava una gran par-
te del Monte Fiorentino detto del Re, e poi di San
Miniato , Una congettura anche dimoftrante non erTer<-
vi Irato allora Episcopio, o fia Palazzo de' Vefcovi ,
ella è la venuta di S. Ambrogio a Firenze nel 393. ef-
fendo alloggiato , come fcrive Paolino nella Vira del
Santo Arcivefcovo, in una povera cafa d'un Cittadino
Criitiano chiamato Decente , che fé vi folle fUto Pa-
lazzo , o Cafa di Vefcovo , cereamente in erto egli a-
vrebbe prefo l'alleggio. La prima adunque memoria,
che .trovati dj Ep^icopio, è nel 724. leggendoli nel fa-
mofo Diploma di Speciofo , Epfcopum S. hannis , Jì<ve
Sanftae Reparatae
, ma potendoli dubitare > fé qui fi inten-
da altra cofa , frante le varie intelligenze del Vocabo-
lo EpfcopitJM , Stabiliremo ja certa epoca, della Sede^
de'noéri Vefcovi al fecolo 0. nel quale da originale
V v 2                            Di-
1
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34°
Diploma pretto il Fiorentini Lucchefe appare 1* efiften-
za di dettò Palazzo, e le parole fono le feguenti : 897.
Amadeus Comes Palatii cum lìemjfet in dettate Fioren-
tina ,'& in Domo Ejtifeopi ipfius Gioitati s > in Atrio ante
Bajtlicam
«S\ loannis Baptiftae in iudicio refiderev una fi"
miti cum Alberto Marchiane éfc»
Inoltre ( fé crediamo a Ri-
cordano Malefpini , e a Gio, Villani ) uno de* Cerchi
delle mura* di Firenze > che non ardifco di chiamarlo
il'primoV quefto avea quattro porte maeftrali * e»»
quella da Settentrione cfaamavafi Porta del Vefeovo
dal contiguo Palazzo del medefimo, e mi giova di cre-
derlo fondato fulle rovine di qualche edifizio de* Ro-
mani Gentili j concioflìachè Vincenzio Borghini dice >
che iti occafione di rifard il Cortile, facendoli uno fca-
vo molto fatto terra > fu fcoperto un pavimento di por-
fidi , ferpenrini , e di altri marmi fini lavorato a mu-
faico , con tale perfezione, che indicava e Se re qui fia-
ta una fabbrica di que'fecoli, ne' quali fiorirono le Ar-
ti . E convien dire, che nel fecoio XII. foffe già Palazzo
di notabile ampiezza , fcrivendo Giovanni Villani al
lib* V* e. 32. come apprefib,, E 'l primo, che fu Po-
5> detta in Firenze ( 1202.) fu nel primo anno Guaita-
„ rotto da Milano , et haoitoe nel Vefcovado,, il me-
defimo al lib. VII. e. 41. dice ,, Et lo Re Carlo ( 1272. )
„ habitò al Giardino de1 Frefeobaldi, et lo Imperadore
Baldovino al Vefcovado ,, Contribuivano anche allo
fplendore della Fabbrica le Piazze-, che lo circondavano
da tutte le bande > cioè da Levante la piazza di Saru
Giovanni > da Tramontana la piazza detta al Canto alla
Paglia, da Mezzodì quella dell* Olio , e 3. Ruffillo da
IJonente , come nella Storia di oueda Ohiefa fi notò,
dove riportammo le parole feguenti : AWum in Ecclefia
San&i Rujfitli fùper ìlate-am CoWmijfariorum Domini
£-
pifccjti .
II. Parecchi ingrandimenti vi furono altresì fatti
coli' andare de' tempi e da' Vifdomini , e dagli iìefli
Vefcovi una volta ricchnlìmi per i molti ValT'alkggi
de'Magnali Fiorentini, fino a dire il Migliore alla pagi
114-
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34*
irÌ4« che il Vefcovo Ffancefco fece una larga efibizione di
danaro a* Fiorentini per la compra di Lucca . E facen-
doci da' Vifdomini » Cuftodi , e Difenfori del Vefcoya*
do > i quali accrebbero il palazzo di nuovi edifizj , j&
d1 un'altiflìma Torre* oderveremo nella facciata» che_*
guarda S, Giovanni , in lettere Longobarde la feguente
memoria .
ECCLESIA FIORENTINA PASTORE VACANTE NOBIXiES VIRI j
'ìiVdsCEDÓMINIi CVSTODE5 ET DEFENSOR ES EPISCOPATO
FIORENTINI HOC OPVS FIERI FECERVNT.
s AN. MCCLXXXV. INDr XV.
Erano quefti Vicedomini nella Sede vacante Arnmìni-
{foratori dell' entrate Vefcovili > fenza obbligazione di
rendimento de i conti j facendo per il folito delle ren-
dite della Menfa tre parti., una applicandola .all'efequie
del defunto Vefcovo , la feconda per rifarcimenri del
Palazzo , e la terza per le fpefe deil' ingrei&o del nuo-
vo Prelato , il quale da efli ricevuto alla Porta delhu
Città > e fervito per tutta la bienne Cavalcala > condot-
to finalmente era dai medefimi al Palazzo Vefcovile fi*
no alla Cappella di 5. Vincenzio , dove appiè del Ve-»
fcovo fedente facevano elfi 11 giuramento di fedeltà , 'e
di cuftodia*
III. Ma perchè ninna memoria * o veftìgio è filili!»
fo a noi di quefta Cappella , mi fi concederà il farne
qui breve menzione , acciocché viva almeno in quefte
carte * Ella adunque era antéchitfima , poiché fino dall?
anno 1199. come riferifce il Borgbini a pag. %$ì&.àÌB»
quefta Cappella alla prelenza di Piero Vefcovo Fioren.
tino it fermarono Le convenzioni tra i IFioremt-ini > e_*
Gottifredo Vefcovo di Volterra > di non. jnsuovere con-
tro il Cailello di Semifonte .> & ne giurarono T ofier*
vanza . Nel 1544. fu confacrata dal Vefcovo Fra An-
giolo Acciainoli , a riguardo che era Cappella , nella
quale varie pubbliche Funzioni facevanfi da i Vefcovi 5
e maflunameme da* Vifdomini j né faprei dire perchè
>
                                                                             così
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34*
così etelF amico iolTe dedicata! &' SanVincenzio Martin
re 3 e non piuttofto a gualche Santo Vefcovo Fiorentino:
fi giudica , che quefta- mancata fta iti occafione di nuo-
ve fabbricheò tra le quali certamente reftò incorporata*
IV. E dopo sì utile fcoperta 5 ritornandoli alle in-
novazioni del Palazzo, noteremo qui } che nel 1321.
morto il Vefcovo Antonio d* Orfo , i Vifdomìni re»
inaurarono il Cortile , collocandovi altresì due Colon-*
ne,. Che reggdTcro un ricetto ail'audienza'- delle Catìfe5
e nel 1411. dal Vefcovo.Francefco Zabarella furono nell*
efteriere fatti alcuni rifarcimenti , de* quali trovafi un
Ricordo preiTo il Signor Baldovinetti 5 che confiite in_.
un Memoriale del detto Vefcovo agli Ufiziali di Torre»
a s -quali chiedeva licenza di gettare a terra alcuni Spor-
ti, ed alzar Veroni per comodo del Palazzo , la quai
dimanda gli fu accordata , Viene ora affai più fplen-
dido aecrefcimento , che devefi grado alla Repubblica
Fiorentina > la quale coniìderato avendo , che i Vefco*
vi Fiorentini per grazia di Martino V. faiiti erano alla
dignità > e grado d* Arcivefcovi , ebbe il nobil concet-
to di migliorare la toro abitazione . Onde nel 1458.
per mezao -dellvAm!bafciator fuo a Roma Piero degli
Acciainoli > ehiefero , ed ottennero dal Pontefice Pio
M. una imposizione a tal -fine fopra gli Eccleflafb'ci di
fiorini 15, mila , come leggefi alle Riformagioni libro
di le^teie di detE* anno alla pag, So. e grati i Fioren-
tini alla liberalità di Pio» innalza ronoi nella Torre l'arme
del medefimo Pontefice, dovevi fonoaltr* Arme Pontifi»
bie; altre poi fé ne veggono alla parete del Cavalcavia per;
qualche miglioramento di fabbrica fatto dai pattati Ar*
civefcovi j ficcome moke fé ne bffervano nel Cortile , e
nelle Stanze della Curia, e queite con parecchi Ifcrizio-
ni•> che additeremo fra poco di que* noìtri Prelati impe*
gnatifi ad accrefcere fplendore a sì antico Epifcopio.
-J V^ Prima però a? inoltrarci nella narrazione di
maggiori ingrandimenti fatti da* posteriori Arcivefcovi ,
debbo qui toccare una. funerea vicenda , la quale fu 1* in-
cendio del 1525. che q.uafi *utta,sì .bella Fabbrica ab*
im'j
                                                                   bruciò,
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343
feruciò , baftando il dire , che gìiifta Benedetto Varchi
famofo Iftorico Fiorentino,' le fiamme» divoratrici arfe-
ro la parte più magnifica del Palazzo di verfo Ss Giovan-
ili i talmèntechè inceneriti recarono fine*ii fondamenti,
e piangerai per fempre dagli JErudifi la perdita fatta,.
in quelle fiamme , delle più antiche memorie di Firen-
ze , della Tafcana* e di altri Paefi , le quali nelP Ar-
chivio , come preziofi tefori fi confer vavano ? andò però
libera dal fuO;CO"Ia Cella di- S. Antonino-, ridotta itìog-
gi in un devoto ^Romitorio del vivente Arcivefcovo . i
VI. Al riparo di m grave danno rivolfe 1' animo
fuo 1' Arcivefcovo Andrea Buondelmonti } principiando
dall' Archivio , come fi deduce dall' ifcrizione in mar-
mo, che fui fine (daremo .'Quefìo efempio del Buon*
delmonti obbligò l'ànimo ^grande dell* Arcivefcovo Alef*
fandro de'Medicina*farvi cofe maggiori , con fabbrica
degna dèlia fua illuftre Famiglia , e delle fue dignità
di Cardinale j e di Pontefide ; e però fuoi fono gli
appartamenti j che rifpohdono verfo la Piazza dh SarL.
Giovanni fommamente maeftofi , con un beli* ordìn«L#
di fineftre Scorniciate , difegnate da Giovanni Antonia
Dofi , uno de' primi Architetti, di quel tempo , che_*>
preferirle il tirare avanti V Edilizio Pontifìcio $ ed il ci*
gnerne di fimiìe ;ornamento anche Y altra facciata j fé
in 27. giorni di Papato la morte non lo toglieva^
al Mondo .. Vedefi pertanto fui canto del Palazzo? 1* Ar*
Itie di Leone «XI; abbigliata de* iolki legni Papali! r; e*
<|ue#e ibi e vi lettere : a 'Jx ih k<: >n;u*;: >-f: , ti^éoi &»;n
-riB"1! minhofi ipi&tl s* ^iik?iM<■'..>;*! <*■:•■ ;<i/: ■ lìhmn.mq
1EOM XI- P. M* OE MERITA IN UCCtl FLOR» QVAM
XXXIII. ANNOS REXIT ET HAS AEDES RESTITVTAS.
Fecero pure notabili beneflzj allo fceflb Palazzo gli Ar-
civefeovi Aleflandro Marzimedici} Piero Niccolini , i
due Cardinali Francefco Nerli Iuniore, e Iacopo Mo*
ligia, ficcome ci pofe anche la mano con notabile fpe-
fa Tommafo Bonaventura de' Conti della Gherardefca ,
lo che rifconireremo nella feguente Lezione ; e qui con
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344
piacere tornando a rammentare fu quefto fine i meriti
grandiflìtni dell'.Arcivescovi Giufeppe Maria Martelli per
Ja nuova maeilo.fa aggiunta delle Fabbriche già da noi
.con iflupore riferite, e che faranno iempremai da'Fio-
rentini commendate ; £ giovami di o,uì notare la fomma
delle fpefe dal roedelìmo fatte per le fuddette innoyazio-
ni ,j e fono , fpefi nell''accomodare Mezzanini 5e feala fé*
greta per condurre ,a detti Mezzanini fc. 69$. j. 4, J
Spefi nelle Logge., Cottile 3 Scala principale , Pitture ,
Ricetto ec fa. 5zig,.£, 12. 4\% Sped nella Chiefa di S>
Salvatore tra fabbrica , e pitture fc,, 3495. 2. 13.4 in
lutto fc* ,a%i6, - jo. 4» Per la promozione al noftro
Arcivefcoyado di così illjjftrc Benefattore* eyyi una glo*
riofa memoria , ^ual'ìè Un* Accademia fatta da bravi
Letterati, e (rampata in Firenze nel 1712. nella .quale
iì leggono gli Elogj de?: moltiflìmi JJoraini illufori di
fua Famiglia , e tra ejE fi annoverano i parecchi Perso-
naggi Fcclefia#ici, come Ugolino Vefcovoprima diChan-
deya in Francia ^ poi palìat© al Vcfcovadp di Lecce , e fi-
nalmente a «quel -jdi sNarni; Lodovico yefcpyodi loppe »*&
di Chiufi , Braccio Vefcovo di Fiefole, e pofeia di Lec-
ce v Ciò: Francefco ÀbbreviatQre Apoftòlico .; /lecerne
tra i Porporati ,1's Fminentiflìmo Cardinale I Francefco
Martelli , che morto in ÌRoma., fu fepolto in S. Ago-
fti.no alla Cappella de i Martelli t dove giacciono altre-
sì le .ofla del fuddetto Monfignor GioV Francefco , il
jquale1 prima di veftir ' P abito Prelatizio 5 avea avuto
due -mogli , cioè Saracina di Qirplamo-ideila Stufisi\$ %>
poi rimafo yedpyo, fposò in Lione Maria porinieri Fran-
zefe , e da erta ebbe otto figliuoli, particolarità neceffa-
ria a faperfi , per meglio intendere 1* iferizione pofta in
detta Cappella di Roma > che dice come apprello ;
«vìM'-H'im-ìM ft stenditi ^ììs^'chiì^k-^'P fetìbiiuJ 'iati
IO-
':'"■■ ■ " 1                                                            ■•'■.■•''■'.'' '.■•■'..'■■•                                         '' ■:•'■ .: ., ■
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IO ANNI FRANCISCO MARTELLI FLORENTlNO NOBILI GENERE
ORIVNDO . APJSTOL. ABBREV. IVLIO II, PONTIF. MAX.
GRATISSIMO FOKTVNAE INGENIIQJE DONIS ABVNDE ORNATO
REPENTINA MORTE EREPTO . SEPTEM IMPVBERES LIBERI-
PARENTI PIISSIMO AC BENEMERITO . ET DVLCISSIMO FRATRI
NICOLAO NATV MAXIMO APOSTOL, SVBCOL. ET SVIS P,
SACELLVMQi CVM DOTE DD.
V Ifcrizìone al Sepolcro del Cardinale Francefco
celli in Roma , è ia qui apprelTo ;
Mar«i
D, O, M.
OSSA FRANCISCO
6. R, E, PRESBYT. CARD. MARTELLI
OBIIT IV,. KAL. OCTOBR.
£NNO REPAR. SAL. MDCCXVIJ*
AETAT. SVAE JLXXX1V,
Xx
LE.
Tom, VL
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34<S
I O N E
Y"V"V"
AAA«
t> E L L A CHIESA
DI S. SALVADORE NELL* ARCIVESCOVADO .
Ifpondendo nel cortile del Palazzo Ar-
civefcovile da noi fopra defcritto , la
Chiefa di S. Salvatore ragguardevo-
liffima , o fi considerino i pregj fuoi
antichi , o i moderni , egli è ben_.
giufto , che in queil* ultima Lezione,
ne facciamo parola > Onde cercheremo
in primo luogo, le quella Chiefa foiTe rifatta quivi in vece
d'altra di fomigliante titolo, che alcuni moderni Scrit-
tori full* autorità di Giovanni Villani decantano tffc^
re ftata la prima , e la più antica Chiefa di Firenze .
E benché nei primo Ragionamento di quefto Tomo il
Ha da noi dimoftrato il contrario , non trovandoli ìil.
quelle poche autorevoli carte rimafteci di que* fecoli
vetufti alcuna menzione di Chiefa di S. Salvadore, ma
folo di S. Giovanni , o di Santa Reparata ; tuttavolta-»
faremo qui onore a quegli argomenti, che fi fondano
fullo fiato apparente di detta Chiefa , e che fembrano
concludenti per 1' opinione affirmativa . E fia il primo
quello, che adduce il Migliore , il quale volendola alfai
antica , ma non mai il primo Duomo , fcrive così
alla pag. 138. „ Non fapeva (il Va fari ) conofcere_»
5, come Architetto, che in quefto non merita fcufa, che
„ le Colonnette ben adattate nellft facciata con archi
3, fopra girati con grazia a porzione di circolo , non
„ era fattura di que* tempi baffi , in cui il modo di
„ operare èdirTerentiflimo a quello ftato alla Tedefca Got.
„ tico , e Barbaro . „ Sbagliò per vero dire il Vafari,
in aderire principiata quefta Chiefa nel i2ar. da Lapo
Pa-
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347
Padre d* Arnolfo » mentrechè affa? prima di cortui ab-
biamo memorie ilcure , che parlano della medefima,
trovandoti in molti Strumenti circa dei mille cento;
Aflum in Mcchjta S* Salnxatoris de IBforsvtìa ; e parti-
colarmente nel Diploma del Vefcovo Gottifredo del
ng(?. col quale ci conferma la donazione della Pieve
di S. Stefano in Campo Tauli> inoggi detta Campoli »
nel quale ifinimento ieggefi ££kum\ in JSccUjta £. SaU
*vatoris iuxta Valagium Domìni Epifcop ,,
>} Ma che il
Vafari poi parlafie da inefperto Architetto <> è un tor-
to manifefto , che fi fa dal Migliojre a quello Valen-
tuomo : Concioiìkchè gì* archi mezzofondi fi fapevano
beniffimo praticare, anche da chi operava alla gortica ,
con quelto però che l'arco di fedo acuto eflendo più
forte, era più frequentemente adoperato, e fempre quan-
do 1* arco avztth dovuto fofìenere un' alta muraglia ; e
baiti per andarne perfuafi V oifervare la facciata di Sanv
Miniato al Monte fatta nel 1013. e tutto 1' citeriore.*
di Santa Maria del Fiore disegnata da Arnolfo , amen-
due opera di maniera Tedefca , e pure dove non faceva
d* uopo di foftenere gran pefo, ma fola fervile d1 ador-
namento , cento e cento fi veggono archi fatti a mezzo
circolo 1 Onde femforami ialva la. riputazione del Va«
fari, ed infiememente refo infuffiftente il primo argo-
mento .
IL Ma che diremo di que'fette Candelieri fcolpiri
nella fìeffa facciata , documento pretto gli Avverfarj evi-
dente , di eflere fiata la Chiefa di S. Salvatore Cattedrale •
Ma fé quelto numero di Candelabri forte certo contrafie-
gno di tal dignità , perchè non fi vedrebbero in S. Giovan-
ni ficuramente irato Duomo ? perchè non trovanti in tan-
ti difegni di S, Reparata pure Cattedrale ? e dovrebbe
effere ancora in Santa Maria Ughi, fé vero foiTe quel che
credè S. Antonino d'eifere ftara > il primo Duomo di Fi-
renze, (tante il privilegio antichiHìmo di fuonare ali* Alba,
ad Sabato Santo-le Campane : Ma concedafi, che tal divifa
denoti il titolo pretefo,- ciò non. oftanxe , io, fé non fon
forte ingannato 3 credo d* aver trovata un* affai diverfa
X x 2                                  ca-
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34§
cagione j e che qucfta fia la potenza, e V autorità dc'Vi-
fdomini intorno alle cofe attenenti al Vefcovado, i quali
lufingati dalla popolare tradizione , che il titolo di San
Salvatore fia flato il primo Duomo in Firenze, ordi-
nafiero , che quivi fi mettefle quello contraiTegno di Cat-
tedrale , ed aliai tardi , vale a dire , dopo che queila_»
Chiefa cefsò di effere Parrocchia , perchè gli altri Retto-
li di Chiefe non altrimenti avrebbero permeilo ad ella un
tale diftirstivo, e tanto più che fi ravvifano i marmi, che
adornano quella facciata, interi, e niente offefi dal tem-
po , in maniera che ognuno direbbe eflere elfi poile-
riori alla Fabbrica di Santa Maria del Fiore . Viene fi-
nalmente Giovanni Villani , che al libro i. cap. 61,
fcriffe , che la Chiefa di S. Salvatore, ove fu trasferi-
to il Corpo di S. Zanobi , fia la ftefifa, che poi fu de-
dicata a Santa Reparata ? e San Salvatore rifatto in_.
Vefcovado . Ma a quell'autorità rifpondefi ciò , che.,
fi èa più d' un propalilo detto , e che per molt' efpe-
rienze da tutti è flato conofciuto , cioè T elTerfi rno-
fìrato il Villani affai femplice nelle Iftorie de' tempi
da lui lontanilTimi , onde m'increfce di vedere talora
alcuni ficuramente credere alle cofe antiche , folo per*
che da quello Storiografo dette furono fenza alcun ri-
fcontro , e tra quefti ravvifo caduto il Cionacci , il qua-
le nelle QflTervazioni alla Relazione del Minorbetti alla
pag. 42. malamente così argomenta ,, Per quelle paro-
3, le Maiorem Ecclejiam Fiorentina™ , necelTariamente il
5, ha da intendere la Cattedrale, detta per ordinario il
,/ Duomo : quella Chiefa , che oggi fi dice Oratorio di
j, San Giovanni era allora il Duomo, o la Cattedrale
„ per univerfale confenfo di tutti i noli ri Scrittori :
„ Dunque il Corpo di San Zanobi fu traslatato nella
„ Chiefa , che oggi fi dice di San Giovanni : Ma que-
„ ria Chiefa , dove fu egli traslatato , è detta dal Vii-
„ lani , e da S. Sempliciano) Chiefa maggiore di San,.
3, Sal'vadore : Dunque 1* Oratorio di San Giovanni ,
j, Chiefa allora Cattedrale , avea il titolo di S. SaU
j, njadore . >j
III.
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III, Ma ormai ufcendo di sì fatta queftione , ven-
■ghiamo a fìabilire di quefta Chiefa il principio , e iìà-
{' epoca certa circa al mille per la folennità de* Con-
tratti , che leggono* ih ella celebrati in antico , come fi
è toccato di (òpra ; ed una Chiefa dove fi trovano neli*
undecimo fecolo celebri adunanze , convien dire , che
molti anni prima eiTa già folle in piedi. Arrogefi poi
un* altra prova di fua antichità > Pedere ella ftata una
delle %6. Parrocchie di Firenze , e durò ad efieiio fino
al 1441, nel qual anno EugenioIV. la fpogliò del popolo,
e del titolo per Bolla efìftente nel libro detto il Bulletto-
ne j datafene la cura dell'anime alla Chiefa di S. Ruffillo,
ed in tal gvrifa videfi la Chiefa di S. Salvatore ridotta
a femplice , ma pubblica Cappella dell' Arcivefcovado ;
ed una tal vicenda in luogo di pregiudicare a quefta
Chiefa , partorì ad ella nuovi j e Angolari vantaggi .
Imperciocché nel 1574. fu rinnovata dall' Arcivefcovo
Aieftandro de' Medici ? che la ornò dì rare pitture a
frefco colorite da Gio: Batifta Naldini , che qui mi pia-
ce di rammentare , e primieramente fece dipignere la
Tavola dell' Altare rapprefentante il Salvatore fedente»
con appiè la Città di Firenze merla in mezzo da Ma-
ria j e dal Batifta in atto di raccomandarla a Crifto ;
ed alle pareti laterali il medefimo Artefice dininfe a_»
olio il peccato de* primi noitri Parenti , e addirimpet-
to Santi di Tito fece una Nunziata con un* Arme de'
Medici in alto della Tribuna , la quale era inquartata
con quella di Gregorio XIII. da cui il detto Arcivefco-
vo aveva ricevuta la porpora . Ma nella feconda più
fplendida ancora reftaurazione , che pofcia vedremo , a
tutto fu dato di bianco . Intanto nel 1668. vi fi prin»
cipiò a ragunare una Congregazione di Sacerdoti j e
di Cherici lotto il medefimo titolo di S. Salvatore ; che
ancor di prefente fiorifce . L' iftuutore ne £u Lorenzo
degli Antinori, il quale da più anni era flato Superiore
della Compagnia di S. Benedetto Bianco , e ficcome il fine
di queilo fuo ìitituto fu P iftruire i Cherici ne i miniften Ec-
cleiiaftici di prediche, di miflìoni, e di altri ufÌ2Ì Apostolici,
utili
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utili alla Città ì e alle Campagne, ù pensò l oltre alle
frequenti tornate in detta Chiefa , di cercare una Cafa
comoda alle fante loro idee, ed atta & dare ai Seco-
lari , ed ai Oberici ordinandi gli efercizj di S. Ignazio,
ed a tal propofito fi comprò il Convento della Calza,
fiato de' Frati Gefuati ., alla Porta a S. Pier Gattolini ,
per mantenimento della quale nel iój6, il VenerabiI
Pontefice Innocenzio XI. aOTegnò in perpetuo una pen-
done di feudi dugento {opra la Pieve di S. Stefano ^
Campoli .
IV.  V Mitutore adunque di si fanta Congregazio-
ne , cioè Lorenzo Antinori, eflfendo rimafo vedovo nel
i<<5#. veftì r abito Ecclefiaftico , e fattofi Sacerdote-,
trasferì con licenza dell'Arcivefcovo, e Cardinale Fran-
cefeo Herli dalla Compagiaia di S. Benedetto bianco in
S. Sakadore un numero di Onerici s co i quali diede**
principio alla Co.ngregazjo.ne actt di Agofto del 1662,
Saviflimi fono i Capitoli , che approvò il fuddetto Car-
dinale col parere di Bartolommeo Fioravanti Priore di
S. Apoilolo, e furono diftefi dal Prete -Gio; Iacopo Me*
fcoli Maeftro deila Scuola Eugeniana, e da Jpoliro To*
nelli Cappellano di S. Maria del Fiore . Quindi credu-
to il numero des Fratelli; fi diede principio alle facro
funzioni di prediche 5 di miflìoni } di vifice agli Speda-
li , e alle carceri , fulle premure del foprallodato Lo-
renzo Antinori , il quale dopo aver veduto la fua..
Congregazione piena di nomini grandi , e privilegiata
dai Pontefici ,, e dagli Arcivefcovi , fi morì in con-
cetto di Santità nel giorno 25. ài Maggio óeì 1668*
onorato di folenni efequie con catafalco, e MeiTa can-
tata in S. Salvadore > nella cui Sagreitia anche inoggi
con fervali il fuo ritratto.
V.  Innanzi però che j fuddetti Fratelli tornaiTero
alla Calza., convien dire 5 che avendo eflì chiefto ai
Granduca Cofimo III, il luogo di S. Miniato al Monte 5
dalla bontà .di; S. A. »' ebbero la grazia per tre anni ,
come appare da lettera del Principe al fuo Provvedito-
re delle Fortezze Pier Francefco Ricci ? fotto il dì 21.
di
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35i
dì Febbraio del 1672. e trovafi nei libri di S. Salva-
dorè, che la fpefa per riparar quel luogo, falì a feudi
555. a conto della Congregazione ,• alla quale fu con-
fermata dal Granduca la grazia per altro triennio. Ma
dovendovi in S* Miniato riferrare i poveri , di lafsù
ufcirono i Fratelli, non tralafciandofi però da quelli la
direzione fpirituale di que" mendaci .
VI. Trovatafi adunque la Congregazione fenza cafa,
voltò il penfiero alla compra del luogo della Calza , che in
quei tempi era dei Frati Ofifervanti Francefcani di Fie-
fole , co i quali ne fu conchiufa la vendita ai i<5. di
Ottobre del 168$. per rogito di Ser Cofìmo q. Anto-
nio Vergei li , colla licenza del medefimo Granduca , il
quale edificato delle Apoftolrehe fatiche di così fanti
Operali, loro aflègnò .ioj. libri di varie materie per fua
lettera ad Aleflandro Segni Operaio di S. Maria del Fio-
re . Né voglio tacere 1* elogio di quefta Congregazio-
ne fatto dall'Arcìvefcovo Cardinale Francefco Nerli nel-
la fua Vifita de* Sacri Limini al Pontefice , leggendovi!!
tra le molte lodi anche quelle parole: Sodalitium Cle-
ricorum
, qui con<veniunt in Ecchfia, S. Sal'vatoris apud
F alati um Archiepifcùpi
, de quo est àliir relàtìmìbus fuit
dìBum, ita Deoy adì usuante fumpfit• incrementum
, ut iam
fruBus pertipiantur grati
, & fnà'ves . Multi enim Sa»
cerdotes
, & Clerici ex ea prodeunt ita gravitate morum ,
prudenti a » éf feientia praediti, ut ad Sacramentorum admi*
niftrationem,
, éf ad alia munta Écclefiafiica fé reddant
idoneo* Miniftrvs
, fpe concepta , ut prò<venta maiora per*
ci pian tur &c,
VII. E ritornando alla Chiefa di S. Salvatore , ra-
gion vuole, che fi favelli deli' infigne benefizio, che vi
face F Arcìvefcovo da noi fopralìodato Giufeppe Maria
Martelli , che da i fondamenti principiato avendo, rie-
dificolia con fomnia magnificenza, leggendo»* nelle me-
morie dell* Arcivefcovado come appreso „ 1737. nel me-
„ fé di Marzo d' ordine , ed a fpefe di Monfignor
3, Giufeppe Maria Martelli noftro Arcìvefcovo , è Itata
„ demolita la Chiefa di S« Salvatore per rifarla mag*.
}} gioie
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35*
« giorc di quello era»;, L'Ingegnere trovo, che fu Ber-
nardino Ciurini , che vi difegnò una Cupolina , la quale
dà grazia (ingoiare , e vaghezza alla Tribuna, Quella^
fu data a dipignerfi a frefco al Sig. Giovanni Ferretti , il
quale vi colorì all' Altare la Natività di nortro Signo-
re con Partorì in divote attitudini , e fece pure a fre-
fco i dodici Aportoli di chiarofcuro » che intorno in-
torno circondano tutta la Chiefa , in mezzo della quale >
alla parete dalla banda del Palazzo v* è una Depofizione di
Crirìo con la Vergine addolorata dipinta da Mauro Se-
deri ni ò ed addirimpetto vederi la Refurrezione dei Si-
gnore j che è una lodari/Fima opera del Sig. Vincenzio
Meticci > à^ cui parimente è lo sfondo della Volta , do-
ve rapprefemò 1* Afcenfione del Redentore di una beì-
liflìma invenzione.; Tutte Je pitture a grottefea* e l'Ar-
chitettura neija Tribuna , nelle Pareti 3 e nella Volta
fono di Pietro Anderlini * avvertendoli però , che nul-
la fi mutò dell' antica facciata e/leriore ., e fulla Por-
ta maggiore al di dentro evvi la feguente lfcrizipne ;
CHRISTO SERVATORI , .',          Ì
Hi ECCL1$IAM HANC ÀNTIqVJTVS piCATAM -4\
:; SVELATO SCLVALORE VEJVSTATIS^         -, 4\ -/n
ABSIDE FORNICE SACRISO^ PICTVRIS ORNATAMI
IOSEPH MARIA MARTELLI
ARCHIEP1SCOPVS ELORE.NTINVS,
^IMVL CVM ARA MARMOREA CON8ECRAVIT'
W, EI.DVS NOVEMBR. AN. Cip. IDCCXXXVHJ,
■■?- ^s*,H**i-V. £ 'sf *'\ *% %.$** -V /., ■' -sv'J '^ * ^ :-:*'^ ■ *■ ' ■.' * ** i'"«?'',-j * ■■■'' vi' J* ■■• * * -" 4. & * X " '■*:*' '»■ ■/'•'*.'"^ ì-'\
,; Vili» Né da ometterli è il nobile apparato fatto da
detta Congregazione de* Preti di Gesù Salvadore, che in
quefta fi adunano, ì quali memori della beneficenza dell'
Arcivefcovo Martelli verfo dì loro , dopo la morte del
medefimo fecero quivi, un magnifico'Funerale a quella
grand* Anima. : Ed ; in tale occafione ammirabile fu la
difpofizione de' lumi , non meno fopra' V Altare , e Ban-
chi , che delle lumiere pendenti da i quattro angoli
della Cupola , e della Volta: Fu cantata la gran Merla
coli*
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Mi
còli' armònìofo concerto di' fcelta % epicnìflima Cap-
pella, ed il Dott. Francefco Poggìni Maeftro del Col-
legio Eugeniano recitò le lòdi del defunto Prelato con
orazione elegantiìfima , che al pubblica ibdisfazione fu
d* uopo darla alle {lampe .
l¥i. Rimane finalmente da offervarfi la tnagnificen-'
za delle Stanze a terreno del Palazzo , aventi un am-
pio Cortile' adorno d* Jfcrizióni, e d' Armi di Vefcovi,
e dì Arcivescovi , de* Bifdomini» e degli Ughi Avvo-
cati dell' Arciyefcovado . La primaria adunque Saia ,
che ci invita ad entrarvi, è quella dell* Udienza, che non
fi dubita efiere fabbrica affai antica, fatta circa al 1300.
avvegnaché fopra fi fia notato full* autorità del Miglio-
re , che nel 1J21. elfendo morto il Vefcovo Antonio
d' Orfo , da i Bifdomini "fu* fatto aggiugnere a queflìu
Sala un ricetto fdrteriuto da due Colonne:# Ma l'Ar-
civefeovo Aleilandro Marzimedici avendo confiderato
eflere queito luogo il celebre Foro della Chiefa Fioren-
tina , lo volle più adorno ,*e però da Niccodemo Fer-
rucci fecevi'dipignere i'e lunettè: moggi ftate imbian-
cate , eccetto una , che rapprefenra Mark col fanto Barn*
bino, in mezzo a S. Zanobi , e S. Antonino , ed ac-
ciocché non* vadano in oblivione opere di eccellen-
te Pittore , qui piaeemi di accennarle , ed erano il Giu-
dizio dei Re Salamoile V; la Sentenza di Pilato ,, la Di-
fputa di Crilto co* Dottori nel Tempio, 3. Ivo, ed il
gaftigo di Anania, :e Zaifira y e fopra le due fineltre.*
due Storie di S. Antonino,,: e ne* peducci della Volta.*
veggono i Ritratti al naturale de* Vefcovi * ed Arcivefco^
vi j Sonovi altre Stanze nobili per le Udienze del Vica*
rio Generale , che inoggi con univerfale applaufo di
dottrina , e di giuftizia occupa queita; dignità il Si*
gnor Canonico Filippo della nobil Famiglia deVGon-
dé& Né deVefì imralafciare 1*.Archivio reputato , come
fi dille, dopo la di/grazia dell'incendio dei 1^33. dall'
Arcivefcovo Andrea Buondeimonti , ed ampliato anco-
ra da Piero Niccolini. Ma non orlante poco elfendo
ficuro da' pericoli di altri incendj, ed inoltre bifogno-
Tóm. VI
                           Y y                                fo
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su
£o di maggiore fpazio per la moltiplicità delle Scrittila
re, fu fatto rifabbricare con nobiltà d* Architettura nel-
la forma, che è di prefente, dall' Arcivefcovo Tomma-
fo Bonaventura de'Conti della Gherardefca nel 1711.
confluendo quefto edificio in due Stanzoni con Volta.»
fotto , e fopra , lunghi pam* 16, e larghi 16. con intor-
no i fuoi Armadj > e Palchetti , e due Tavoloni nel
mezzo , quafi della ftefla lunghezza . Ottenne il fuddet-
to Arcivefcovo dall' Ufizio della Parte un pezzo di ftra-
da per farvi la Scala , che ferve per falire al piano fu-
peiiote, riè bramofo di gloria mondana non volle egli Iscri-
zione a memoria del fuo benefizio > ma folo i feguenti
Cartelli : ,
. .;■'■*'<!■:■'.'. :&/)H o*';, ■-■( ■..>•'.■?■'.;; /,„jt f.: bo ;:-::, ... tt
\                                       ARCHI VVM
ARCHIEPISCOPAUS FLORENTtNAE GVRIAE
VTIUTATI PVEUCAE
REAEDIFICATVM AMPLJATVM
■ : ET
IN TVTIOREM FORMAM REDACTVM
ANNO DOM. CIDIDCC2CI.
E in una delle facciate fotto i Santi Tommafo , e Bo-
naventura, de' quali egli portava i nomi > fatti dipigne-
re a frefeo dal Gherardini , leggefi :
TVTELARIBVS SVIS
THOMAS BONAVENTVRA
EX COMITIEVS GHERARDESCHAE
ARCHIEPISCOPVS FLORENTINVS .
E nell'altra Facciata , dove il medefimo Dipintore ha.,
effigiato S. Zanobi , e S. Antonino , come a Tutelari
del prefente Archivio > le qui appreflo parole fi leggono;
TABVLARII SVI
CVSTODIBVS DIVIS
FIORENTINA DIOECESlS ,
I Affine
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M
Affine poi di tton defraudare f due Àateeeflbri fuof,
benemeriti dello ftelìb Archivio? volle che rimaneiTero
le Sguernì j;fcri2Ìoni ; >v> :wù ^ ?.„•' ;.,\? «.
Nella parete eftendre #
HANC SEDEM GRAVISSlMlS PEN$tONJBV$ pPPRESSAM
ANDREAS BVONPELMONTES ARCH. FLOR.
SVA PIETATE- SVAQVE jPBCVNIÀ: f
LIBERAVIT .
TVM DOMVM ISTAM: ; m. :
JIORRIE2LI INCENDIO
COLLAPSAM IN CINERES LTEM SVMPTIBVS $Vl$
A SOLO EX RELIGIONE INS^AVRAVIT
ANNO DOMINI MDXXXIII- , v            i:yùK>l
PRAESVLATVS SVI ANNO PRIMO ,
E per fine fopra Ja porta al di dentro cavata dal vec*
chio Archivio ? con V Armi della pamiglia Niccolini,
evvi T appreifo Iscrizione ;i
PETRVS NICOLINV5 ARCHIEPISCOPVS
AD TVTIOREM ACTORVM                               ,1
HVIVS CVRIAE CVSTODIAM
HOC ARCHIVIVM AVXI"E
GENERALI OECONOMO IN CELLARVM VSVM
SVPERNIS AEDIVM PARTIEVS DAT1S
A. P+MfDCXllh\.        v;*.
' .fi!1
ITI
**■ ' .,^S.I .li;, OÒUdi 1           ,Z.
Yy 2                                    CA-
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De VeUovì + e degli ArcivescoviFiorentini* '■■<
» JjUli,»'.Il,» pi') : ' ;.ì.,.'Jì ;
IL primo numero denota \\ ordine della jfucceflìone > e
il fecondo numero nota M anno certo , nel quale co-
ita j che ciafcun Vefcovo governava la Dioce/Ì , eflendofi
tralasciato Tanno o dell'elezione, o della morte, per-
chè di molti Vefcovi quefto è incerto. E ficcome di
alcuni fi dubita, fé fieno iìati Vefcovi di Firenze, nell*
Indice fi accennano ancora quefti in carattere corfivo.
S» Frontino -primo Predicatore del Vangelo in Fi'
savi : .renze an.
56; (!'Abate Ughelli Italia Sacra par. 3.
t ; pag. io. e altri. )- ii ■'; ■
          r',?j
$, Romolo Vefcovo di Volterra , di Firenze , e di
Fiefole
, martirizzato an. 90. ( Ab. Ughelli ivi ,
ed altri. ) i>
         1
I» S. Felice an. 313;
.P/Vro an. 13 20. Villani l. cap. 61, Codice Stroz*
zi ano come àppreffo
,, *JEk ««"//^ noftra Citta fi co»
,, minciò a coltivare la *vera Fede >.et abbattere^
,5 il. Paganifmo al tempo di Meffer Piero , e^o
,, ne fu Vefco<vo :di Firenze fatto per Papa Sil<ve<*
ftro . „■"
II.      S. Teodoro an. 361.
III.    S. Zanobi an. 400.
IV.      S. Andrea';an; 42^ r ,-■ ^*,f '
V.      S. Maurizio^ M-,an. 550.          ; ; s
VI.    N.N. in tempo^di.^Papa Sergio'% o IL
VII.   Reparato an.^&j'g. ty
Vili. Speciofo an, 724.
IX» Tonini a fo an. 743.
X, Rambaldo an. S2&
XL
I
«■i
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Radingo, o Ardingo an* 8$S»
Pietra, che intervenne al Concilio Romano fitto
Niccolò I, an. S6i.
( Ab. Ughelli Italia Sacra
P* 3« Pag- 2** ) -                                            ^
Andrea an. 8j6,
Grafulfo an, $06.
Raitnbaido an. 930.
Sichelmo an. 973.
S. Poggio an. 990.
Guido an. ioo<5.                                    , ì.é'i'/A'H
M. ÀT. an* 1007. Abate Ughelli t* j. pag. 45.
Ildebrando, detto anche Alibrando an. 1012.
Davi zzo Vìfdomini 1023. (Ughelli pag. 50.)
Sotto il Ritratto di cofìui evvi Ifcrizione > che
dice:
                                                                 'i VX .■'.■■•>
DAVI2VS VICEDOMINVS EPISCOP. FLÓREN3V
le quali abbreviature fono fiate mal interpetrate
da chi lefle episcopvs florentinvs » doven»
doli leggere così :
DAVIZVS VICEDOMINVS EPISCOPATVS
FIORENTINI .
Lamberto a n. 1025.                        ' •;
Attone an. 1037.
Gherardo an. 1055. che poi fu Papa col nome
di Niccolò IL an. 1059, *'                4/,]:!:
Pieno Mezzabarba Simoniaco an. 1062.
Pietro il Cattolico an. 10^3. ix
Ridolfo Vefcovo di Todi s Amminiftratore del
Vefio<vado di "Firenze an. io6g,         J
Elinando nelV Albero Valombrofano Vefconjo Fio*
Tentino 1070.
Rinieri an. 1071*
                                           :t-s {}[
Gottifredo de'Conti Alberti ad. 1113.
Attone , o ila Azzone an. 1143.
Ambrogio an. 1152.
XXVI1L
xr.
XII.
xin.
xiv.
XV.
XVI.
XVII.
XVIII.
XIX.
XX.
XXL
XXII.
XXIII.
XXIV.
XXV.
xxvi.
XXVII.
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35*
XXVIII. Giulio an. n 58.            r
Zanoht Vefcow intrudo fin, ji£if (Ughelli pag«
£>?• )
XXIX» ^Bernardo am ji8i.
Vagano nel Bullettone nS^.
XXX.      Pietro an. 1190.
XXXI.     Giovanni da Velletri an. 1106,
XXXi^ Afdingo Foraboschi an, 1231.
XXXIII.  Filippo Fontana an. 1*50.
XXXIV.  Giovanni de'Mangiadpri an. %i}u
Chiefa vacante pr 12. anni ,
XXXV.    Iacopo Aleffi an. 1285.
XXXVI.   Andrea Mp^i an. 1287.
XXXVII. Francefco Monaldefcbi an. 1295.
JCXXVIII,X-Ottieri della Tofa an. 1302.
Giovanni Vefco<vo Fiorentino an, 1309. nelP Ar«
fèi*yio fegreto sfpoglio /di Cartapecore alle Tratm
20/
XXXIX. Antonio d'Orio an. $311,
XL.          Franjcefcp Sajveftri an. 1330.
XLI.         A"giplo Acciainoli an. 134$.
XLII. Francefco Atti J35^# Cardinale an, 13 5<5,
XLIII* Filippo dell* Amelia in. 13(50.
XUV,, Piero Cor/ini an, *£<5i. fatto Cardinale nel
XLV*        Agnolo da Ricafoli an, 1370,
XLVI. agnolo Acdaiuoli an. ,1373. fatto Cardinale^
• nel .13?/.
XLVII» partolomrneo Uliari an. 1357. fatto Cardinale
nel 1389,
XLVIII, Onofrio dello Steccuto an. 1390.
Alamanno Rimari Vefco*vo eletto fin» 1401. Car-
dinale /in,
1411, ( non prefe pofleiTo. )
XLIX» Iacopo Palladini an. 1404.
L.             'Francefco £abarella an. 14io. Cardin.an. 1411*
LI,            Arnetigo Corfini ultimo Vefcovo an* 1411.
Primo Arcivescovo 1420.
LXII.
-ocr page 381-
359?
ToMMtifo Vej"conio M Tuguri a Ammlnìfiratore
an*
1434.
Ìli. Giovanni Vitellefchi II. Arcìvefcovo 143^.
Cardinale an. 1437.
LUI. Lodovico Scarampi III. Arcìvefcovo an. 1438.
Cardinale 1441.
LIV. Bartolommeo Zabarella an. 1440. Arcìvefcovo IV.
LV. S. Antonino an. 1445. Arciveicovo V.
LVI. Orlando Bonarli an. 1459. Arcìvefcovo VI.
LVII. Giovanni Neroni an. 1462. Arcìvefcovo VII.
LVIII. Pietro Riario an. 1473. Cardinale 1471. Arcìve-
fcovo VIII.
LIX. Rinaldo Orfìni an. 1474. Arcìvefcovo IX.
LX. Cofimo Pazzi an. 1508. Arcìvefcovo X.
LXI. Giulio de* Medici Arcìvefcovo XI. an. 1513.
Cardinale nello fteflb anno, e Papa nel 1523.
LXII. Niccolò Ridolfi Arcìvefcovo XII. 1524. Car-
dinale 1517.
LXIII. Andrea Buondelmomi Arcìvefcovo XIII. an.
1532. Morto che fu , ritornò Niccolò Ridol»
fi, che rinunziò I' Arcivefcovado ad
LXIV. Antonio Aitovi ti Arcìvefcovo XIV* an. 1548.
LXV. Aleffandro de* Medici Arcìvefcovo XV. an.
1574. Cardinale an. 1583. Papa nel 1605.
LXVI. AleiTandro Marzimedici Arcìvefcovo XVI. an.
1^05. .                 . ... ti .;,.;
LXVII. Cofimo Bardi Arcìvefcovo XVII. an. 1530.
LXVIII. Piero Niccolini Arcìvefcovo XVIII. an. 1632.
LXIX. Francefco Nerli Arcìvefcovo XIX. an. 1652.
Cardinale an. 166$.
LXX. Francefco Nerli luniore Arcìvefcovo XX. an.
1673. Cardinale lo (terToanno.
LXXI. Iacopo Antonio Morigia Arcìvefcovo XXI. an.
1682. Cardinale 169B.
LXXII. Leone Strozzi Arcìvefcovo XXII. an. 1700.
LXXIII. Tommafo de* Conti della Gherardefca Arcìve-
fcovo XXIII* an. 1703.
LXX1V.
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LXXlV.-Gioteppé Maria Martelli Àravefcov© XXIV. aD#
1722.
LXXVv Illuftriflìmo > e Reverendìffitno Monfig. France*
fco Gaetano Incontri Arcivescovo XXV. an.
1740. cui Iddio conceda lunga} e felice vita.
. »
Fine dèlia Storta della Chìefa dì $? Marta
del Fior?,
x:
■ %
J'ìfK.....I
'.;
IN-
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361
P E I M O
I G E
r n
J)elh $4cre Reliquie contenute nel Quinti j
s Se fio Tomo ,
*8fc«*S*
o ir,
S. Candida m. tom. j, 58.
S. Cafiìano m. tom- 5» 5°. 51. 134.
S. Caftulo m. tom.. 5. i"»
S. Cataldo VeCc. e Conf. tom. 5. 58»
S. Caterina v. e m. tom. 5. 49.
S. Chiara v. tom« 5» 49'
S. Chiara m. tom. 5. 58.
B. Chiarito fuo Corpo toro. 5. iSr.
in/                                               1 •'■■>
S. Cipriano m. tom. 5. 48. tom.■■ él
S. Clemente m. fuo Corpo tom. 5.
165.
Altro S. Clemente m. fuo Corpo
1 tom. 5. 211.
S. Concordia m,fuo Corpo tom.5,51.
S. Cordula v. e m. tom, 6. 197.
S. Cornelio rn. tom. 6. 193.
S. /k Bdon tomo <S. pag. 183.
£%, Abramo Patriarca tom. €*
S. Abundio m. tom. 5. ixx,
S. Achilleo nu tom. 5. 49.
S. Agata v. e m. tom. j. 181. fuo
Velo, ivi, tom. 6, 194.
S. Agnefe v. e m. tom. 5. 49.
S, Agoftino Vefc. e Doti. tom.5. air.
S. Agricola m. tom, 5. 4. 47.
S. AlerTandro m. tom. 5. 148.
S. Aleflìo tom, 5. introduz. tu'.
S, Amato Ab. fuo Corpo tom. 5. 51.
S. Anaftafìa m. tom. 5. $6»
S. Andrea Apoftolo tom. 5. 48, 50.
tom. 6. 193. i9<5«
S. Andrea Vefcovo. Fiorentino , fuo
Corpo toni, 6. 183.
3. Antonio Ab. tom.5. 49. tom. S. Colimo m. fuo Corpo tom. 5. itfjv
S. Coftanza tom. 5« 5*'
194.
S. Appollonia v. e m. tom. 5. 50. S. Coftanza m. fuo Corpo tom» 5,165.
Altra Si Coftanza m. con due fuoi
figliuoli mm. loro Corpi tom.5.
1*5.
S. Crefcenzìo Diacono fuo Corpo tom.
6. 183.
S. Crefcenziano tom. 5. 49.
S. Crifante m. tom. 5. 51. 57.
S. Criftina v. e m. tom. 5. 49.
S. Criftina m. fuo Corpo tom. 5. 1^5.
S« Criftofano in» tom. 5. 51. tom. 6,
194.
B
S. Barbara v. e m. tom» j. introd.
Li.
S. Barnaba Apoftolo tom. 5. 5».
S, Balìlìo m. tom. 5. 166.
S. Benedetto Ab. tom. 5. 48, 1$%,
S. Benedetto m. tom. 5. 165. 182.
S. Benemerito m. tom. 5. 181.
S» Bernardo Ab. tom. 6. 194.
S, Bernardo Cardinale di MarfiHa
toni. 5. 51.
S. Biagio v. e m. tom. 5, 51.
S. Bittriceira. fuo Corpo tom. 5, 165.
S. Bonifazio fuo Corpo tot». 5. 149.
S. Brigida Vedova tom. 5. 51.
S, Brizio Vefcovo tom. 6, 190'.
S. Baciano m« fuo Corpo tom. $*
XII.
S. Damafo Papa tom. fi 51.
S. Daria in. tom. 5. 51. 57.
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5» Diacinto m. tom. 5.49. r|
t> ìt e i m Ì la. M art\m 10 ni. 5. j 04
S. Domenico ConfefTbre tom. 5. 4S.
S. Donato m. torm 6. pag. 193. ,
S. Dorotea v. e in. tom. 5. pàg. i<?j-
E
S. Eleuterio Vefc. tom. 5. $i*
S. Erafmo m. torm 5. 234.
S. Eudochimo m. tom. s* 48.
S. Eudodimo tom. 5. jo. 51.
S. Eugenio Diacono Aio Corpo torn-
ii. 183.
S. Eugenio m. Tuo Corpo tom. 5. 3Z 3*
S.rFelice m« tom. >$* *34-            ,3.
S. Felicita m. tom- j. 165,
S. Filippo Apoftolo tom- 5. 50.
Sf Filippo Neri tom. 6. 197.
S» Francefca d'Affili tom. j. 94.
S. Francefca Romana tom. 5. ^166»
li3. ^                              :; ';-. rÀ
S» Francefco Xaverfo tomi |« an.
. . ■■ ' ■" :;; e/") ff"
S". Gallo Ah. tom. 5. jz.
S. Gennaro Fanciullo m. fuo Corpo
tom. 5. 165.
S* Gervafio m. tom> s»m* f;/i.vu'>
Gesù. Criftoi.
Delia Canna , che gli percoffe il
ma: capo..ionù -6-, ■ x#3?.a ' .'
Della Colonna tom. j. jz, tom.
6. 194.,; ,.lfl&3 on :■:.''. 5" J.ì '.)
Della Corona di Spine tom. fi
49. tom. 6. 193.
                     
Della Croce tom. 5. Introd. xLiii*
,u$3j» 9J. tom. tì« i'9j»;
Della Culla tom. 5. 50.
Iftrumenti della Patfìone tom. 5»
introd. Li. Q
Pane della Cena Pafquale tom» <*•
,| ■ 189. e
                                     ■ 1 »£
Pietra del Calvario tom. 6. 196»
Del Prefepe tom. j. 50.
Del Sepolcro tomi 6, 190,194.
Della Spugna tomi ^6, 189*?
Della Tonaca inconfutile tom. <?.
189.
Della Vefte purpurea- tom. 6, 193.
Un Chiodo tom. 6. 193,
GÌacob Patriarca tom. 6. x$6,
S. Giorgio m. tom. 6, 194.
S. Giovati Batilta dito , e mafcella
tom. 5. introd. Lv, 48. tom. 6.
188. 193. ^
S. Gio: Elemolinario tom. $. 49.
S, Giofuè m. tom. 5. 181.
S. Girolamo toni. 5. introd. Lxn.
tom. <5» 194.
S. Giuliano.m, tom. $. itf<J.
£. Giufeppe da Calafanzio tom. j,
S. Giufta m. tom. 5. itftf.
S. Gi_u.lt in a, v. e m. tom. 5. 49.
S. Giuftino fuo Corpo tom. .5. 49.
S. Giudo m. tom. 5. z8i.
S. Giulio Vefc. tom. 6. 197.
S- Graziano ra. tom. s- *34*
S» Gregorio Nazianzeno tom. _>. 51.
S. Gregorio Papa toro» 5. 48. ,s>
S. Gio. Dama/ceno tom. 6. 193.
S. Grifogouo toni. 6. 194.
S. Henna v. e m. tom. 5. 48.
■■,■■'■ ■ .■ '■■'^'■:: " '•                                                  ' If
S. Iacopo Apoftolo tom. j. Introd.
; Lti.i. 50. tom. 6. 193» 19IÌ. *
S. Ignazio di Loiola toni. 5. «ir.
S. Illuminata tom. 5. 58.
Immagine miracolofa di Gesù Cro-
cifilTo tom. 5. 9$. 100.
Indice di copiofe Reliquie della Cap-
pella de' Marchdi Riccardi tom.
5.165.
SS. Innocenti tom>Jt yz.
Si Innocenzia m. tom. 5, 166.
S. Innocenzo m. fuoCorpo to»j. x6$t
Sr I poi ito m. tom. $. jo«
Ifacco tom. 6. 196* ;
S. Ilarno Ab. tona. 5. ft*
S. Iulita m, tom. 5* 51.
, S* Xam.
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(
Z6l
L
S. Lamberto Vefc. e m. tom. \. 50.
5. Lazzaro refufcitato da Crifto tom.
5.  5r.
S. Leonardo Vefc tom. ji fi:i
S. Lodovico Re di Francia tora. 6,
194.
S. Longino m. tom. 5. 51. ziz.
S. Lorenzo m. tom. 5. 48. 51. 58.
tom. 6. 194.
S. Luca Evangelifta tom. $. jo. tom.
.: <5. 194.
S. Lucio m. Tuo Corpo tom- 5. 165.
*V M
S. Maccario Abate tom. j. ji.«
S. Marcello P. e m. tom. 5, 48.
S. Marco Evangelifta tom.5. 49. tom,
6.   193.
S. Marco P. e C. Aio Corpo tom. 5.
Si;
S. Maria Clcofe tom. 5. 50.
S. Maria Iacobi tom. 5. 50. tom. 6,
193.
S. Maria Maddalena tom. 5. 49. 51.
tom. 6. 195.
S. Maria Salome tom. 5.50. tom. 6.
193.
S. Mario rn. tom. 5. 49.
S. Marta Vergine tom. 5. 51.
S. Marta m. tom. 5. 49.
S. Martino P. e m. tom. 5. 48.
D' uno de i 40. SS. Martiri tom. 5.
Introd. Li» .
SS. Martiri Trevire/i tom. 5. 148.
S. Marziale m. tom. 6. 194.
S. Ma/Timo vefc. tom. 5. 49*
S. MaflTmo m. tom. 5. $8»
S. Maurizio , e Compagni mm, tom.
5.  14S.
S. Maurizio Vefcovo fuo Corpo tom»
6.  183.
S. Mercurio m. tom. 5. L.
S. Michele m. tom. 5. 50.
S. Miniato m. tom. 5. 134.
S, Modefto m. tom. 5. jxi 57»
J ..
:-f >■ -^                        -■ .
: lèi
S. Nereo m. tom.'j. 49.
S. Niccolò Vefcovo tom. ?. 48. $1.
S. Nichita tom. 5. 50.
S. Nunzio, e Compagni mm. toni.
5. itfj.
B. Orlando de' Medici tom. 5. &t%*
S. Orfola , e Compagne tom. J. fi*
58. 149. i5j. zSi.
S. Orfolina tom. $• 49.
p
S. Pantaleone m. tom. 5. Introd. £r.
S. Patrizio m. tom. 5. zi*.
S. Patrizio Vefcovo tom. 5. 50^ P
S. Partenio m. tom. $. 165.
S. Pelagio, ejì altri Compagni mm»
tom. $."165.
S. Pellegrino m. tom. 5. 165.
S. Perenzio m. fuo Corpo tom. s«
X34.
S. Pietro Apoftolo tom. j. 48. tom.
6. 195. fue Catene ivi*
S- Podio Vefcovo fuo Corpo, tom.
6. iSj.
S. Ponziano m. tom. 5. aix»
S. Procolo m. tom. 5. 48.
Di varj Profeti tom. 6. 196,
S. Proto m. tom. 5. 49'
S. Tudenziana v. e m. torà» J» é?»
<2_
S» Quirìco m» *om. $. $t«
R
SS. Re Magi tom. 5. 181.
Reliquie in S. Lorenzo donate da-"
Clemente VII. tom. j. 48*
S. Reparata y. e m. tom. 6. 196. fuo
braccio falsificato tora. 6. 179»
S. Rocco tom. 5. Jt*«
5. Ro'molo Vefc. e m. tom. 5. **«•
Z z a                          S. Sa?
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f^WH^W^WP
p-
1£4
S. Teodoro m. fuo Corpo tom. s.
282.
S. Teodora v. e m. tom. 5. 49.
S. Terenzio m, e Compagni fanciulli
min. tom. j. r<5j.
S. Tommafo Apoftolo tom. 5. 50.
S. Sabina m. tom. %, 49.
S. Sebaftiano m. tom. 5. 48. tom. (5.
rp4« I9J«                   ;;t ti
S. Seconda m. tom. j. 165.
S. Sennen tom. €. 1S3.
S. Severino Conf- tom. 5. $z.
S. Severino m- tom. 5. xn.
S. Severo m. e'Comp. loro Corpi
tom. 5. 149»
S. Silveftrp Papa tom. j. 49*
S- Simeone il vecchio tom. j. 51»
S. Simeone Stillita tom. 5. L» •
S. SiinpJfcia m. tom. 5. a34.
S.Simplicio m. tom. 5. 282.
S. Soffronìa ro. tom. 5. 49.
Stefano IX. Papa fuo Corpo tom. 6.
183.
S. Stefano Papa , e m. tom. 5. 49-
S. Stefano Protomartire tom. 5. Li.
46, 48. $8. tom- <?. 193.
S. Sufanna ro. tom. 5. 48.
V
S. Valentino m. tom. j. 1.34.
S. Valentino Prete , e m. tom. 5.
2.62.
S, Veneta m. fuo Corpo tom. j. i<5$.
Dejla Verga d' Aron tom. 6, 194.
S. Vincenzio m. fuo Corpo tom. j.
105.
S. Vitale- m. tom. 5. 4. 47.
S. Vita m- tom. j. 51. 57.
S. Vittore m. tom. 5. 51.
S, Urbano P« e m. tom. 6. 194.
Z:>
S. Zanobi Vefcovo tom.'5.. Lxrr.
Suo Corpo tom. 6. 197. Tua Te-
fta ivi.
S, Teodora m. tom- 5. 49. in.
JN*
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pw»
INDICE SECONDO
De1 fittovi s Scultori , Architetti , e fimi li Profejffori >
le cui Opere fi lodano in quefti due Tomi ,
*i$&*ì}&
Eandini Gio: detto Gio: dell'Opera
tom. 6. 75. 137. 140.
Fra Bartoiommeo di S. Marco tom.
j. 27.
Del Barbiere AleflTandro , vedi Fei'.
Baflfano tom. j. 145.
Benci Carlo tom. 6. 61. 137.
Benedetto da Maiano tomi» 6, 118.
ni. 141. 149*
Benedetto- da Rovezzano tom. fi. 77»
Benintendi Zanobi tom. 5. 20S.
Bertoldo tom. 5. 35.
Betto di Francefco to. $, introd. xxxr.
Bianchi Francefco tom. 5. 233.
Bicci Lorenzo tom. 6. tój.
Bizztlli Gio: Tommafo J. 283*
Tommafo tom. 5. 145. 148.
Bofchi Fabbrizio tom. j. 35. i*$.
Botti Diacinto tom. J. r48»
Botticeili Sandro tom, $• xxxti.
Brunellefchi Filippo tom. 6. t 8. 24.
5.4. 139. 149-
Brufcoli Andrea tom. fi. 158-.-
Euggiano tom- fi. 118. 149.
A
ALlorì Akflandro detto il Bron-
zino tom. j. pag. 19. 145. 283.
Agnolo tom, $. pag. 34.
Ammannati Bartolommeo tomo $*
introd. xxxix. tom. 6. 119.
Anderlini Piero tom» j. 94. tom. 6-,
il*-*
Andrea da Monte S. Savina tom. 5.
introd. xxn.
Andrea da Pi fi tom. j. introd. xx.
xxxv. tom. <5. 54. 66.
Antonio d' Annibale tom. 6. 47.
Antonio Ugolino da Parma tom. p
94.
Arditi Andrea tom. 6. r8r.
Aretino Niccolò tom» 6, 25. 6?.
Sua morte tom. 6. 158.
Argani Aleffandro tom. 6. i<yi.
Argenti FraElmenegildo tom. 6. 149.
Arnolfo tom. j. introd.x-iv. sviti.
tom. <J. 13. 51.
Suo Padre tom. 6. 17.
Sua morte tom. 6. 23.
Arrighi Gio; Batifta tom. j, ifi.
Atticciati Domenico tom. j. 146.
Buonarroti Michel' Agnolo tom.
xix. 23. 40. 41. 41. 4fi» 68
148. ifi2. 300, tom. 6<. 48.
7fi.
7^*
125. 141,
Buantalenti Bernardo tom. 5. xxvi»
fi4. tom. 6. 57. $8. 61.
Boti Lodovico tom. s« l\%*
Bacciacca tom. 5. pag. 53.
Baccio d'Agnolo tom. 6. 1x4.
Balaffi Mario tom. s« 94* 1^1- $%$-
Baldovinetti Aleffio tom. 5. introd.
XXXIV. XLlI.
Balducci Gio.- detto il Cofci tom. j.
300. tom. fi. ri?. ififi.
Bamberini tom. 5. 147. 15J..
Bambi Giufeppe Francefco tom* fi.
ififi.
Bandinelli Baccio tom. 5. ì.%, toni. <J»
77. 140
Caccfni Giovanni tom. 6, tn»
Campiglia Gio: Domenico tom. $.
147'                    fi\
Cardi Lodovico detto il Cigoli toni.
5. <?4« 523, tona, fi» 61.
Car-
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%66
Carducci Bartolommeo tom. 5. 145.
tom. 6, 158.
Cateni Gio: Cammillo tom. 5. 148.
Cecca Fraiicefco tom. j. xxxiv. Liv,
Cellini Benvenuto tom. 6. 254.
Cenni Bernardo tom. 5. xxxi,
Cennini Bartolommeo tom- 5. ni.
Cennino tom. 5,. 327.
Cerluzzi Piero tom. 5. xLvr.
Del Chiaro Gio; tom. 5. xLvi n.
Cigoli Lodovico Cavai, vedi Cardi,
d'urini Bernardino tom, 6. 170.261,
35*«
Conti Francefco tom. 5, 31.
Colei , vedi BaJducci..
Curradi Francefco Cavaliere tom. 5.
146. 148.
Raffaello tom. 6, 5$. 61.
D
pandini Ottaviano tom. 5. 27. 147.
Piero tom. j. 147. 155. 335.
Danti Vincenzio tom. 5, xxn.
Dello tom. j. 185.
Defiderio da Settignano tom. 5. *8.
Dini Lippo tom. 5. xx.
Donato detto Donatello tom. j.
xxxti. xxxvn. 3j. 37, 39. 8r.
tom. 6. 27. 52, 53. 66. 67. 78.
1x1. 149. 163,
Donnini Agnolo tom. 5. 327.
Doli Gio; Antonio tom. 6. 58. 6r.
Fìnigaerra Tommafo tom. 5. xxxxx.
Francavilla Pietro tom. 6. 117.
France/co da Gambali tom. 6. 27.
Furini Francefco tom. 5. 91.
"■■■■ V-o0;-
Caddi Agnolo tom. 5. xLn.
Gaddo tom. j. xxxiv. xL. tom.
6. 117.
Taddeo tom. 5. xLn.tom. 6. 24,
65. 122-
Da S. Gallo Francefco tom. 5. 75.
Del Garbo Raffaellino tom. 5. 24.
39-
Geri Andrea tom. 5, xxxiv.
Gherardini Aleffandro tom. 6. 354,
Ghiberti Lorenzo tom. 5. 20. tom.
6. 27. 40. 54. 163. 167, 204.
Giotto tom. 6. 23. 50, 51. *2.
Giovambologna tom. 5. 68. tom. 6.
61.
Giovanni dell' Opera , vedi Bandini .
Giovanni Pifano tom. 5. xxvi. tom.
t>. 15.
Giovanni da Udine tom. 5. 42.
Giuliano d' Arrigo tom. 6. ut,
Giuliano di Baccio tom. 6, 140.
Giuliano da Maiano tom. 6. 149.
Gozzoli Benozzo tom. 5. 335.
Graziarli Ercole tom. 6. 60.
Grillandaio Domenico tom. 5. xLir.
2jj. tom- 6. 15. 108.
Michele tom. 5. 173-
I
Iacopo da Pontormo tom» 5.19,162.
Lapi Niccolò tom. 5. pag* 26.
Ligozzi Iacopo tom. 5* 146.148. 285.
Lionardo da Venezia tom. 5. xx.
Lippi Fra Filippo tom. 5. 17. 33.
Lorenzi Batifta tom. 6. 117.
Lorenzo di Biccì tom. 6. uj. nj.
Lorenzo di Credi tom. 6. 170»
Da Empoli Iacopo fom. 5, 33. 94.
tom* 6. 79. X63.
Fedeli Donna Ortensia tom. 5. 279.
Fei Aleffandro detto del Barbiere^
tom. 5. 146,
Ferretti Domenico tom. j5, 171.
Gio: tom. 6. 3Ji.
Ferrucci Andrea tom. 6. 138.
Francefco tom. 6. 127. $$$*
Niccodemo tom s* 317.
Filarcte tom. 6. ti?.
Mac-
-ocr page 389-
Pqccetti Bernardino tom. p, 35.147,
317, tom. 6. 51. 165. t66.
Pollaiuolo Antonio tom. $* xxit,
xxxs. xxxtt. tom. 6. 139.
Da Poppi Francefco tom. 6.116. ixj,
Pugliefchi Antonio tom. 5. 147*
Q.
Della Quercia Iacopo tom-<?« stj. 54.
Della Robbia Donato tom. 6. 40*
Luca tom. 5. 40. 155. 313. tom.
6. 66. 6j, 7S. 107. 149.
Raffaello da Monte Lupo tom. j. 41.
Raffaello da Urbino tom. 6. 166.
Roffelli Cofìmo tom. 5. 28.
Matteo tom. 5» 94. 317.
Roflì Vincenzio tom. 6. 137. 148.
Del Roflb Francefco tom. 5. %\.
Ruggieri Ferdinando tom- 5. 69.
Ruttici Gio; Francefco tom. 5. xxn..
s
Salvi Antonio tom. 5. xxxr.
Santi di Tito tom. j. 140. 148, %6%*
tom. 6. 117. 349.
Sciorina Lorenzo tom. j. 149.
Silvani Gherardo tom. 5. 64. tom,
6. 61, 140.
Silvio da Fiefole tom. 5. 42.
Simone fratello di Donatello tom.-
6. $19,
Sederini Mauro tom- 6. 170. 351»
Soggi Niccolò tom. $. 317.
Sogliani Antonio tom. j. 313.
Gio: Antonio tom. 5. 33.
Iacopo tom* 5. xxxiii.
Paolo tom. 5. Li.
Sqnarcialupi Antonio tom. j.xxxrx.
Stradano Gio; tom. 5. xix. zòo»
T
Taf! Andrea tom. f« xxxiv. xxxix.
xLr*.
Appullonio tom* 5» xl.11.
Del
>i M
Macchietti Girolamo tom. 5*19.183.
Marcellinj Carlo tom. 5. 148. 334.
Marchesini Piero tom» 5. 33.
Matteo da Prato tom. 5. xxxix.
Medici Don Gio: tom. 6. 61.
Menimi Simone tom. 6. 18. 50.
Meuccì Vincenzio tom. 5. 3J. tom.
6. 351.
Michelozzi Mfchelózzo to. s.xxxvn.
161. tom' 6. 77,
Michelozzo di Bartolommeo tom. ?#
xxx 1.
Milano di Domen. Dei tom. 5. introd.
XXXI.
Montorfoli Fra Gio: Angelo tom.
J. 41.
Moreni Gio: Domenico tom. 5. 71»
Moriani Aleflandro tom. j. 94.
N
Naldini Gio.- Batift'a tom. 6. ri7> 349,
Nannetti Niccolò tom. 5. 94.
Nafini Giufeppe tom. 5. z.7. 14S*
148.
Nigetti Matteo tom. 5. <5r. 61.
Maeftro Noferi da Cortona tom. j.
zi 3. tom. 6. 149.
o
Orcagna Andrea tom. 6. %\* x%o«
P
Del Pace Ranieri tom. j. 94.
Pagani Gregorio tom. 6. 117.
Pagi Gio: Batifta tom, 6. 117,
Paflìgnani Domenico tom. 5. i4J,.
146. toni. 6. 117, 153, 158.
i<5o, 163.
Piamontini Giufeppe tom. j. xxxr.*
Pieratti Gio.- Batifta tom. 5. 315.
tom, 6. 58.
Piero di Iacopo rem. 5. xx.
Pieroni Gio: tom. 5, 64.
Pietro Candido da Bruges tom. 6.1 j8t
Pietro Perugino tom» j. 40.
* $ ?
; . -
-ocr page 390-
01
Bel Taflb Domenico tomi ji txr.
Giuliano lom. 5. lxi.
F Mario tom. 5. Lxi.
Tatti Iacopo detto ilSanfovino tom.
tf.^37.
Ticciati Girolamo tora. 5. xxxv.
H47«
Tonelli Giufeppe tom. 5. 94.
Da Turrita Fra Iacopo toso.5. xxxiv.
XLii.
Valerio Vicentino tom. j. 46.
Vafari ©ìorg-ib foflu 5. Xx. xxni
XXIII. LlV. *6. <5z. 75. tOIB»
<5. 154,
Uccello Paolo tom. 6. 117. n,$.
Veglio Benedetto tom. 6. it9.
Veracini Agoftino tom. J. 24. 147.
Veronefi Bartolommeo tona.<5, <5o.
Verrocchio Andrea tora. 5. xxxi*
31.
Zuccheri Federigo tom, *. 117.157,
,c* ..> ,hjo»
-,\, 1
IH-
-ocr page 391-
TERZO
i tf d r e e
Dtf* Sepolcri , tf Mie Jfcrimom faàicitte W qttefii
4us Tomi.
*\\**i%**
Cìkfi Antonio to». %i y
Concilio Ecumenico Fior. to. <?. Ut*
Corfini Piero Vefcovo, e Cardinale
tom, 6. i * 7.
Cofimo Pater Patriae tom. f. §«*
Cofimo Primo Granduca tom. j. jfi
66.
Cofimo Secondo Granduca tota» S*
■65»
Cofimo Terzo Granduca tom. 5. 67,
Currado Primogenito dell' Imperato!"
Arrigo Terzo tom. 6. \%%,
t>
Dante tom. <J. 128.
Donatello tom. 5, ga,
E
Eugenio IV» Papa tom. 6. 105*
A
ABati Rufrlco tom. j. pag. '*¥•
Acciaiuoli Angelo Cardinale-»
tom. 6. 308.
Adfmafi Àttaviano Tom. 6. 119.
Baldinaccio tom. 6. 119. * 3$*
Ammannati Bartolommeotom. 5.140.
Anna Maria Luifa de' Medki Elettri-
ce Palatina tom, 5. 69. 73.
Dell' Amelia Filippo Velcovo lom.
6' 134*
Antonio d'Orfo Vefcovo tom. 6. 120.
Arnaldi Grò; Domenico Marchefe
tom. \< i6*v ^ < '
Sua Cappella ivi.
Suo Sepolcro ivi ♦
■■■A
B
Bafletti Appollonio Canonico toni.
3. 74. 90.
Benedetto da Maiano tom. j. 90.
Berti Aleffandro tom. j. t6i.
Bonaiuti Gio; Eatifta tom. 5. 314.
Broccardi Pier Francesco tom, 5.
3^t. loro Spedale tom. 5. 310.
Brunellefchi Filippo tom. 6. n8.
Buonarroti Michel Angiolo tom. 6.
141»
Euondelmonti Andrea Arcivescovo
: tom. 6> 355. ìi
Fabbronì Francefco Prior di S. Lo-
, renzo tom- 5. 8j.
Da Farneie Piero Capitano tom.
no.
Federigo Re di Danimarca tom. y,
»7S-
Ferdinando Primo Granduca tom. 5.
6&.;,
Ferdinando Secondo Granduca toni.
j. 58. 66.
Francesco Primo Granduca tom. 5. 30.
FRANCESCO IMPERATORE Gran-
duca tom. 5. 67.
Francefco da Todi Cardinale tom*
6. 305%
Franztfi Caterina tom. j. 306.
frilli dalla Qoce lem. é. 191.
A a a
                                Ghe-
Carlini Vincenzio tom. 5. 3x0".
Carlu Duca di Guifa tom. 5. 83.
Carlo V. Imperatore tom. 6, 146.
Cianfogni Domenico Canonico tom.
,m f. 90. t » ••' ':'
Cinelli Iacopo tomi- f. $»4#
Tom* Vi.
-ocr page 392-
Nelle Campane nuove tom. 5. 7if
... e y^g,
                                        k
Nella Cappella de'Depofiti tom.
i* Ai**.                  :l [{
Sopra la Cafla de' Medici, chcL»
ibno fotto I' Aitar maggiore.*
tom. j, $S.
Nella Cafla d' argento , ove fon.,
collocati i Santi Marco Pw Ama-
to Abate j e Concordia M. tom.
7- SS.
Nella Medaglia mefla nei Fonda*
menti del Campanile tom. 5.
76. e feg.
Sopra la Porta della .Librerìa al
di fuori tom. 5, 76.
Sopra la detta Porta al di dentro
tom. j. 77. ,
Sotto un Quadro rapprefentantc
5.  Lorenzo tom. 5, 40.
Della Sacra di detta Chiefa toni.
5» 36.
Sopra le Statue pofte nella Cap-
pella de i Deporti de' Principi
tom. 5. 41*
Infcrizione delia. Sacra della Chiefa
di S. Luca tom- 5. 313.
Infcri/.ionÌ nella Chiefa Metropoli-
tana di S. Maria del Fiore .
Nella Campana antica tom. 6> 69,
Del Concilio fatto l'anno 1055.
»rtom> <5.. 214. ?.< ì * : et:
Del Concilio fatto l'anno 1104.;
tom. 6. 216. Nel .1439- ivi.-.
Nella Lanterna della Cupola tom.
: 6. 31. :i • ; . .;- .              . - :;;■
Alla Parete efterfore dirimpetto'
ai Campanile torn.<5. 15. -f;
Alla Parete dal fianco finiitro del-
0 la.facciata: tom*1 c>.%%.
          ..;."(
Al Pilaftro della Tribuna?! della
Croce tom. 6. tjt.
Alla Porta della Sagreftia dei
Canonici tom. e. 13.
Allato alia Sagre/Ha nuova-tom. &q
151. .,,.;-.,
Allato alla Sagrcflia vecchia tom.
Nella Tavola della SS. Trinità toni.
6,   u$. e feg. - :                 ,
.t-.v,So- .
Gherardefca Tommafo Bonaventura
Arcivefcoyo toni. 6. 3 54*:
Gherardo Vefcovo Fiorentino eletta
Papa col nome di Niccolò' II.
tom. 6, 295.
Gianni Lorenzo Maria Decano della
Cattedrale tom. 6. 133. ,.
Ginori Francefco tom. j. 25.
Pietro ivi . i. ■:,:"':
Tommafo ivi.
Zanobi ivi.
Giotto tom. 6. no,
                           f
Giovanna d' Auftria GranducheiTa^
tom. 5, 39.
Giovanni Acuto tom. 6, 129.
Giovanni da Velie-tri Vefcovo tom.
5. introd. xxxvr.
Girolami Famiglia tom. 6. 282.
.■'"'.*............;ir
loannes quond. Papa tom. j. introd.
xxxv r 1 r.
Ifcrizione nella Cafa della Congre-
ga Maggiore fopra la Porta.,
tom. 5. 301.
Sfcrizioni nel!-' Archivio del Vesco-
vado tom. 6, 354. e feqq.' ■•- -'
Ifcrizioni nella Chiefa di S. Giovati*
ni appiè dell'aitar maggiore.*
tom. 5. introd, xxxv,
. Sotto l'Aitar di S. Maria Madda-
lena tom, 5. introd. xxxiii.
.In un Arco de'Ballatoi tom. 5. x.
Nel Battiftero antico tom. J.
,) introd. xxvi. e fcq.
•Nel Battirkro moderno tom. 5.
,, introd. xxix.          * -
.Nel Dofiale d' argento tom. $.
,« <i.ntrod. xxxi.>'
Nel Pavimento tom. j. introd.
,.1 xxiv. e feg.
Ne' Peducci della Tribuna tom. 5.
introd. xxxiv.
In tun Reliquiario tom. j* intr. xlv.
Ifcrizioni nella Chiefa di S.Lorenzo.
Nelle Campane antiche tom. j.
70. e feg.
-ocr page 393-
111
Marzlmediet AIcfaMdro Areìvefcovo
tom. 6. 141.
De* Medici Alefiandro Cardinale, e
Arcivefcovo tom. $. *£i«
Braccio tóm. £. 8j,
Carlo ivi .
                                    . I
Donato tom. 5. 85.
Filippo Principe tom. 5. 58.
Giovanni tom- j. 31. 37*
Giovanni detto l'Invitto tom» $V
38.
Giulio tom. 1?. 197»
Lorenzo tom. j. 37.
Piero tom. 5. 3*. 80.*-,
Silvcftro tom. 6. 131.
Tanai tom. 5. 84.
Vieri tom. 6. 154.
Monfacchi Felice Propofto di 5. Gio*
vanni tom. j. xLiv—-
Morigia Iacopo Antonio Arcivefco-
vo, e Cardinale tom. 6. 3x3»
, N '
Nelli Antonio Prior di S. Lorenzo
tom. 5, 87.
Nello di Montecuccari tom. j. i-j.
Niccolini Pietro Arcivefcovo tom»
Niccolò Steuone Vefcovo tom. 5.8S,
Niccolò Tolentino toni. 6. 131.
D«'Nobili Anton Cammillo Sena*,
toni. 5. 161.
o
Orfìni Cammillo tom. j. 97.
Ottobuoni Aldobrandino tom, tf. zìi.
- ;F" '
Pandolci Prior di S. Lorenzo tom.
5. 8d.
Carlo tom» 5. 134.
Paolo Giovio Vefcovo tom. $. 7*,
Pecori Aleifandro tom. 6. 116,
Pietro Francefco , ivi.
Pennini Vittorio tom. 5, 314,
Petri Antonio tom. 5, 89.
Eaccio, ivi.
A a a z                            Don
Sopra- ^Sepoltura degli ÀTcìvè*
icovi , e Canonici tom. 6, iyii
Ifcrizione nella Colonna di Grani-
to , che è fu Ha Piazza di San
Giovanni tom» 6, 1S1.
Ifcrizione nella Colonua di Traver-
tino j che è nel Cortile dell'
Opera di S. Maria del Fiore^*
tom. 6, y6.
Ifcrizione in una Tavola eiìftentc^
nella Compagnia di S. Zanobi
tom. <5. xoS.
Sopra la Sepoltura di detta Com-
pagnia tom. 6. lag,
Ifcrizione nel Convento delle Mona-
che del Ceppo tom. j. 134.
1/criz.ione nel Cortile del Palazzo
del Sig. 'Marche-fé Riccardi tom.
$. 165. e f.'g.
Ifcrizione fuori della Porta a S.Gal-
, lo tom- 5. 173-
Ifcrizione della riedificazione della
ChìeCz dì S. Felicita tom. ó. %$6.
Jfcmienì a i Sepolcri elidenti fui
Cimitero di S- Maria dtl Fiore
tom, 6, io$>, e feg.
. : * L ■■^/'..... ■
Icone X. Papa tom. 6, X4i.
Leone XI. Papa tom. 6. 30*,, 345,
Loptz Anna tom. 5. %6x.
B. Luigi Gonzaga tom. 5. rja.
Lupi Bonifazio tom. 5. 306•
M
Mancini Francefco Maria Prior di S,
Lorenzo tom. j. 87.
Marfilj Fra Luigi Agoftiniano tom.
6< 116.            '*' .
Marfilio Ficìno tom. <5. iaS.
Martelli Eaccio tom. 5, acV
Francefco Cardinale torri. 6, 345.
Gio; Francefco Abbreviatore A-
potìolico tom. 6, 345.
Giufeppe Maria Arcivescovo tom.
6. 35»*
Niccolò tom. j. 81.
Marucelli Famiglia tom. 5. 84,
-ocr page 394-
\
37>"
Don Pietro di Toledo tom. S. ti&
Sua Arme , ivi.
S. Pio V. Papa tom. 6. io*.
Piovano Arlotto tom. 5. 300.
Pitti Luca tom. s- tx*.
Pucci Lorenzo Senatore tom. s» 183.
R
Riario Pietro Cardinale tom. <?. 319*
Ricci Gìo; tom. 5. introd. xix.
Ridolfi Niccolò Cardinale tom. tf.
Ranieri Veicovo Fiorentino toml £.
%19>
Tornabuo'ni Lucrezia tom. s« 14»
Torno Girolamo tom. j. 89.
Tovaglia Andrea Prior di S. Loren-
zo tom. j. 86,
Suor Tita tom. 5. 131»
Tozzi Giovanni Canonico tom. $.88..
■ ■ ■ .
Vafari Giorgio tom. 6. 157.
Ubaldini Gio: Batifta tom. s- 34-
Velluti Pietro Prior di S. Lorenzo
tom. 5. 8*5.
Vifdomini tom. 6. 341.
Vitellefchì Gio; Arciv. e Cardinale
tom. 6, 313. 314'
Uliari Bartolommeo Vefcovo , e Car*
dinaie tom- 6, 310.
x
Ximenes Ferdinando tom. s» %6%*
Salviati Maria Madre del Ducaco-
fimo T. tom. $. 38.
Scala Giulio tom. 5. 16%.
Sergrifi Francesco Maria tom. 5.
xLix.
Squarcialupi Antonio detto degli
* Organi tom. 6. tu*
Zabarella Francefco Cardinale tom*
6. 311.
S. Zanobi Arcivescovo tom. 6. 103.
' zo8.
Zipoli Domenico Canonico tom. 5.
Tartagli™ Gio. Batifta tom. $. 89*
Serafino , ivi .
Tiliman Cornelia tom. 5. 134.
Bì Toledo D. Eleonora Oranduchefl»
tom. |« 39*
ÌW
-ocr page 395-
7!
ICE GENE R ALE.
Aldobrandino loro Cappella tom. $.
88.
Iacopo Vefcovo tom. 5. 88.
Aleffandri Aleflandro toni. 6, 145.
Bandirlo tom. 5. 138.
Contefla. ivi •
Aleflandro de'Medici Duca tom. J.
zo8. 109 xt<5. 159.
Sue Efequie , e fuo Depofito tom.
j. 114. ;.
A
Acciainoli Angelo Vefcovo tom.
5. 17- 91. 177* 180. 190.
tom. 6, 304.
Donato tom. j. introd. Lxiv.
Accolti Benedetto Cardinale tom. 5.
87.
Sua morte, e Sepoltura ivi*
Michele ivi .
Acquaviva Claudio Generale de'Ge-
fuiti tom. 5. 138.
Adìmari.
Attavìano tom. 6. 119.
Baldinaccio ivi .
Boccaccio tom. j. introd. xvit.
Guido Senatore tom. 6. 119.
Adriano Imperatore tom. 6. 75,
S. Agata Monaftero di Religiofe.»
tom. 5. x<5j.
Detto ancora di S. Andrea di Bib-
biena ivi.
Quando le Donne venute di Bib-
biena tufferò unite al Conven-
to di S. Aga,ta tom. 5. zS$» «
fegg-
Chiefa di S. Agata da chi fonda-
ta tom. 5. 171.
Sacra di detta Chiefa tom. 5. Z84.
Grazie , e Benefizi fatti da divertì
Pontefici , ed altri Personaggi
al Monaftero di S. Agata tom.
5. 175. e feg.
Lìti fofferte da dette Monache.»
tom. '$. 470.
Monafteri diverfi uniti in più tem-
pi al Monaftero di S. Agata.,
tom. 5. 171. e fegg.
' Monache di detto Monaftero vene-
rabili tom. j. 179.
B. Agnolo di Civaflb tom. 5. 330.
De* Conti Alberti Gottifredo Vefcovo
tom. $. x88.
Alberto Arciduca d'Auftria to.tf. 14$.
xi. tom»
Aleflandro IL Papa tom. 5.
6. 88.
AltiTatidro IH.- Papa tom.
5.
Aleflandro VI. Papa tom.
3x1.
tom. 6. 70.
Altoviti loro Cappelle tom.
Léro Sepoltura toni. 5.
5. x8. 33.
93*
Antonio Arcivefcovo tom. S« *3»
9?,. 111. 184.
Giovanna tom. j. 33.
S. Ambrogio Arcivefcovo toro. 5.1.
Sì.
Degli Amieri Ginevra tom. 6. 114.
Ammannati Bartolommeo tom. $•
13S.
Suo accafamento tom. $. 138. 146.
Infigne Benefattore del Collegio
di S. Giovannino de'Gefuiti tora.
j. 139* e feg.
Sua morte tom. $. 140,
Ammirato Scipione tom. j. introd.
Lxvi. xi. tom. 6. 64. xi3. %i6»
117. Z4X, 147. x66. 314. 310.
3x8.
Dell' Ancifa mefs. Vittorio tom. 6»
167. X04.'
Dell' Anteila Filippo Vefcovo tom.
?• ì7ì-
Antinori Luigi Rettore de' Gefuiti
tom. 5. 144.
Lorenzo tom. d. 349.
S- Antonino Arcivefcovo tom. 5. in-
trod. xLvr. 19^. X05. Z45. 319.
331. tara. <J. 431, itdj. 149,
Suo
-ocr page 396-
Arrigo VII. Imperatore foni. rf.it».
Arte di Calimala torri. $. intr. xviir»
Detta Padrona dello Spedale di
5.  Gio: Badila detto dì Boni-
fazio,tom. y» 313.
Aftudillo Herms tom. y. 138.
Avelli intorno allàChiefa di S, Gio:
come, e quando levati tom. 5.
introd. xrv. e feg. ;
Avelli .nella Facciata della Compa-
gnia di S. Zanobì , cp.fa vi fi
rjipprefenti tom. 5. introd. xv.
e feg.
Augurio primo Elettore di Safibnia
to.m. y. 333.
Augufto Imperatore tpm. 5. latori, v.
Baldinucci Antonio Gefuita Mif»
fionarìo tom. y. x$6.
Filippo tom. $, introd. xxxrx. 61,
109. 113. riS. 120. 123. iji,
toni. 6. 3. 120. 130. 163.
Eal.dovine.tti Gio.; di Poggio tom. $.
introd. xvn. xxxu. 113.259»
toni. 6. 220. 306. 30S. 320.
BaJduino Imperatore di Coftantino>
poli tom. 6. 238.
Bambadori Bartolommeo tom. 6. 39,
Sua Cappella ivi .
Earbarigo Gregorio Cardinale tom..
Bardi Francefco tpm. 5. introd. L.
BaronceUi Famiglia tom. 5. 193.
Loro Arme tom. 5. zìi.
Simone tom. 5. 223.
Baronio Cefare Cardinale tom. 5.
introd. xxxi. 53. tom. 6, 184.
199. 214. 285.
Ba.rft.tti Gio: Carlo Dottore tpm. $•
t)6.
S. Bartolommeo a Faltignano Chie-
fa tom. 5. 15.
Balletti Appollonio Canonico tom. ,5.
74- 79'
BattìA-rra Laura Poetefla tom.5. 138.
Beatrice Cornelia tom. 5. 11. tom.
6.  91. 1*4.
De'Bccchi Antonip Vefcpvo tom.tf.pi.,
Meta.
Suo Cognome tom. ^29 tv s feg.
1 Sua morte fcd Efequie tom. 6. 2,41,
Antonio da Bologna Cardinale tom.
Mefs* Antonio di Lotto da Monte-
Apertoli , primo Maeftro de'Che-
.-, ?i rici jd;^ S,s Lorenzo .tojnv 5, 96.
Antonio d'Orfo Vcfc. tom. 6. 120.
Archivio dell'Afrtedtfl Cambio tom.
» J. 266. ,
Archivio dell'Arte dtUa tana tom.
6. 23, e Ag. • :              ,...■;
Archivio dell'Arte de' Mercatanti
tom,*. introd. x.vi,xix.xxxi 11.
tjf _;;'XLlXti:-,i-:,
Archivio del Capitolo Fiorentino
tom». .y. 284,. torcy 6. 31J, ^
Archivio del Carmine tom. $,,t66»
Certo di Certota toni. 5. 2<5p.
Detto di Ceflejlo tom. 5. 190. 31^
Detto della Curia Epifcopale tom.
6* 354*
Detto de i Domenicani di Fiefple
-,r • tom. 5. tgi.
Detto Generale tom- 5*. x6$* tom.
6. 15. 319. ;t11.:j
Detto degl' Innocenti tom, 5.167.
Detto di S. Lorenzo tom. 5. 53.
322.
Detto di S< Marco toni. 5. 319.
Detto di S. Maria Novella tom.
5, 166. tom. 6. 135.
Archivio de' Monaci degl' Angiplì
m tom. 5. 319.
Detto dell'Opera di S. Maria del
Fiore toni. 6. S. 289.
•Detto di Palazzo vecchio tom. 5,
273. tom. 6, 31(5.
Detto dello Spedale di S. Maria
Nuova tom. 6. 304.
Detto di S. Trinità tom. 6,317,
Arcidiacono di Tul. tom. 6. 184.
Arcifptdale della SS. Trinità detto
degl' Incurabili tom. 5. 216. e
Ag. 231.
Ardingo Vefcovo tom. 6. SS.
Aretino Lionardo tom. 5. introd. vr.
xxt. tom. 6. 1 30. zi3.
Arrighctti Filippo tom. 5. 144.
Arrigo III. Impera t. tom. 6.113.237.
-ocr page 397-
375
*;; allo Spedale di Bonifazio tom.
5. si5. e fegg. e 311.
Bonifazio Vili. Papa tom. 6.14. 54.
Detto IX. tom. s. introd. xxxvi.
xóp, 104. tom. d. 239,
Della Bordella Tomrnafo tom.
5. .272.
Bordoni Pagno Gonfaloniere tom. tf»
14.                 r
Borgherini Niccolò tom. 6. 70.
Borghini Raffaello tom. 5. introd.
XXirr. 24. 29, 34. tom. <5. 138.
155. rjS. 159.
Borghini Monfign. Vincenzio tom. y.
introd. vi. xi. 108. 109. 288.
tom. 6. <S. 7. 8. 75. 90. 157.
183. 213. 264. z6j.; 286", 340.
Borgianni Suor Nofria Monaca in..
4S. Maria di Monticelli fatta
Badefla del Monaftero di S. A-
gata tom. 5. 274* ;
Del Borro Penelope Marchefa tom.;
S. 149.
Botti- Gio: Battila tom- 5. 320.
Bracci Cambini loro Cappella tom./
S. 33.-.- ' ... tfj o5)
Bracciolini tom. 6. rti. ini
Brancacci Niccolò Cardinale tom. J*
• iJ3-               ;!
Suo Sepolcro ivi:.
Rinaldo Cardinale tom. 6, 239.
Stefano Nunzio tom.:.$. .153. =1 >
Suor Erigìda Monaca del Convento-
di S. Monaca., eletta Badefla di
S. Clemente tom. $.215;'
Broccardi , loro Arme tom. 5. 320.
Loro Spedale ivi «I
Fondazione di detto Spedale ivi.
il inedefimo Spedale detto S.MU
chele di Croce di Via tom. j.
-e 310. •■! uin v«9 - i ni Sii ~j
,
II medefimo fervito per le Fan-
ciulle di S. Caterina ivi.
s Unito allo Spedale di Bonifazio
ivi.,
Brocchi Giufeppe Dottore tom. $.
174. 291. tom. 6. z66. 278.
-I.ì-i82. 28S. 289. 293.
Euerì Aduardo tom. 5. 37.
Riccarda ivi - .
Del
MefSi Gentile Vefcovo to. j. 113;
De Beda-Gio: tom. 5, 327.
Pietro tom. s. $z6.
Benavermi Gregorio tom. j.nr.
Benedetto XII. Papa tom. j. 169.
Benedetto XIV. Papa tom. $,3. 330;
Berengario Imperatore tom. 6. 89.
Berindelii Orazio Propofto di S.G'io:
tom. j. introd. xLrir. hit.
Bellarmino Roberto Cardinale tom.
i* IS7* 159-
Sua morte tom. 5. 1 j8.
Cav.,Bernino tom. 6. 139. ,r
Bianca; Cappello Duchefla tom. <?.
. 154.
              ■.'-• -, .-
Pubblicazione del fuo matrimonio
, tom. 6, x$<5.
Sua Incoronazione ivi 257.
Biffali Benedetto toni. 5. 148..
Biondi tom. 6. 64,
Bifcioni Anton Maria Canonico tom,
5. 24. 17. 7S» pI# i7j, 335,
.-itomi <5. 7:8. 22 S.
Michelagnolo Canonico tom. 5. 45.
Boccaccio Giovanni tom. j. introd,
VX. XV. XXVII.; .
Bocchi Francefco tom.; fa 1. 140.
tom. 6. 30. 148.
Boilandiftitom. 5. i7j, i8x, toS.
•ìoo. tom. 6. %. i9r.
Bona Cardinale tom. 5. introd. xxx.
o:.'j tom.,<5. i<5j.,
Bonaccorfi Suor Maria Rofa Vero-
nefe tom. j. *ij.
Eonaiuti Ser Giovanni tom. 5. 47,
, Gio; Batifta rom» j. 314.
Bonifazio Spedale detto di S. Gio:-
, Batifta,da chi fondato tom. 5.
- 3°i- 310»..:■■.<.■;■ a ■;■•& ò*?*«ì
Dove fondato tom. s-vjir.
,Per chi dovefle fervire ivi. ?
Benefattori di detto Spedale tom. 5.
■3M- e. Tegg.
Catalogo degli Spedalinghi tom.
5* 3*3-
Governo di detto Spedale a chi
• dato tom. 5. 313.
Grazie, concedute al detto Speda-
^Jcrtom. j.^iz, '!,'c,:,iG '
Lunghi Prfi, e PoflclEoni unite^
-ocr page 398-
"ti6
Ì)tl Bufalo Afefòiitka Màtrcìiefa tolir.
$. iti.                      $
tuonarli Orlando Areivefeovo tom.
S* "J$» ^oni* <*, ■*©$,• i4»*
Buondelraonti Andrea Arci'tfefcovo
, , tom> j<>.:»i:*4<5.
*Bùonmfegni tom. j. iritEad- xLvi.
Piero tom. ó, iSju
Buon (ignori Lorenzo Vici tom. j>
Buti Cora^ntatorc di Dante tom. 5.
introd. xxi Xr
'«;' .■ " * Av ',: ' . .""■?■ ?(!■*■*) .uì ':; ìc-vi
» • •' i •-,;'.                 ' I \j^'.
Calderini ne' Riccardi Francefca Mar-
, che fa tom. 5. jiijti
Calidario del Secolo IX. .che eiifte
nell'Opera diS, Marta del Fio-
re tom. 6. 81. e feg.
Califlo III. Papa'jféÉkfc 5-* j J-. tom.
6, 70.
Cambi Diario tom;^; iij* 16^.
Canspaoile -di S. Lorenzo , quando
fabbricato toni. 6, 69.*
Sue Campane vecchie ivi.ù
          ;{
Baul rilievi .delle rnedefirne tom.
6. 70. e feg.
Campane nuove loro pefo» e nome
tom. 6. 7e. e ieg.
Canìgiani Anton-io tont. 5. ti ;-
Ganonica di' S. Maria dei Fiore tom.
6, S7. e fegg,'
la/citi fatti a dettaCanonica tom.
,i , ''"^r<J*'5>ii ■■ ti M5 "'.. 11. ; r>": -;
Canonici di S. Maria del Fiore con-
vivevano anticamente in comu-
ne tot». 6, 87, i»*w
Canofla Girolamo tom. ifc 70.
Cappella in S, Lorenzo dei Depo-
ni ti dei Principi fu* Pianta tom.
5, 4zì !
                         .>:.."-
Cappella in S. Lorenzo per i Sepèl-
cri dei Principi tom. 5» 62.
Quando fo(Te gettata la prima
pietra ivi .
Difegni fatti per la «detta Cappel-
la tom» fr- 64.oi
Notizie, e defedinone delia ftrut-
; i flirt il dèlta Cipptlh tèim %.
Spefe finora occorfe per detta,.
, Cappelia tom* 5. 68.
Capponi P re PO toni. 6. 4.45*' ' i
Capponi Riccardi Caflandra Marche.*
fa tom. 5, 147.
Garljni- Cefate tonis. pi V#$*
Vincenzio; Maria ivi.
S, Carlo Borromeo tom. jv 15 f.
Carlo Duca di Guifa fua morte tom.
5. 8t» . - ?
Francefco Principe di Gionville ,
,ì) ed il Principe di Gioiofa fuoi
Figli , loro morte tom. j. 8».
darifo IV. Imperatore tom. <5. 306.
Suo Diploma in favore dei Ve-
feovi Fiorentini ivi.
Carlo V. Imperatore tom. 5. 41."
tom, 6. 64- 146. 448.
Carlo Magno-'itoti!» $• introd. xLn»
..toro;. 6. 180.
Carlo Re di Francia tomV 6v W^$.
Detto V. tom» j- introd. Li.
.Detto Vili, torftvj. introd. xxxt ir.
tom. 6. 141. **
Carlo Re div Napoli Tom. ^introd,
x&tx. tom- 6. 138.
Carlotta- Caterina PrincipefTa di Con-
dè (uà abiura tom. <5. 301.
Caftdiani Vanni tom. 3. introd. Lxiv.
Da Cafliglione Cateìlini Francefco
Canonico tom. 5.•' .$ 5. 57*
Catalani Baldo tom. 5. introd. txv.
Catalogo di alcuni Ca-nonici illuftri
di S. Lorenzo tom.5. ioi, efegg.
Catalogo delle Cappellanie di S.
«? Maria dei Fiore tom. 6, 173.
Detto delle Cartapecore eiìftcnti
nella Canonica di S. Maria del
Fiore tom."<& 91, e fegg. '
'Detto dei Cardinali flati Ve/co-
vi Fiorentini tom. 6. 303. efegg.
^•Detto de i Cardinali flati Arcivo-
feovi Fiorentini tom. 315. -
Detto delle Pitture fatte da Gior-
gio Vafari a'Principi di To-
fcanà toni. 6. ^55. e fegg.'
Detto de i PonteSci, e Cardinali
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£77
Sua Regola tom. j. 190.
Lafciti flati fatti alle dette Ma-
nache tom. 5. 191.
Denominazioni diverfe date al éV
Monaflero tom. j. xpr.
Sua antichità tom. 5. 1.91.
lufpad-ronato di detto Monafte*»
tom. j. 193.
Abolizione del medefimo tom. 5,
195.
Servito di abitazione ai Frati A-
goftiniani ivi .
Unione del medesimo a quello il
S. Caterina di Cafaggio ivi*
Quando le dette Monache di Chia-
rito ritornaffero alia loro anti-
ca abitazione tom. 5. 196.
Confacrazione della Chiefa di Caia*
rito tom. j. 113.
Del Chiaro Pier Giovanni tom. 5.
.?. u%& bili- ;
Ciacconio tom. 6. a14.ntf.za8.
138. %6%. 2,85, 301.
Ciai loro Cappella tom. 5. z$;
Ciampelli tom. 5. no,
Loro Arme tom. 5. 113.
Bettino tom. 5, no.
Criftofano tom. 5- na.
Domenico tom. 5. in.
Francesca tom. 5. no.
Francefco tom. 5. \%z*
Girolamo ivi*
Lionardo ivi.
Lucrezia tom. 5. no.
Margherita ivi.
Cianfogni Pietro Canonico tom» %•
io<5.
Cinelli Giovanni tom, 5, xLr, 48»
314. tom. 6, 76. 114» 157.
Iacopo tom. 5. 314.
Ciofi Antonio tom. 5. 74*
Ciompi tom. 5. Lxn.
Cionacci Francefco tom. 6, 176.196.
19Ì, 184. 348.
S. Clemente Chiefa, e Convento di
-: Monache Agostiniane tom.. 5.
439. flato Spedale Idi S. Ghe-
rardo ivi *
.•Abitato dai Cavalieri d'Altopa-
icio toraf.|. a.40, ..,,
* b b                                          $J?Ja
'flati Canonici di S. Mari* icl
Fiore tom. 6. 141.
Detto dei Pontefici ftat> Vefcovi
di Firenze toni. 6f 194.
Detto dei Principi di Cafa Me-
.... dici fepolti in S. Lorenzo nel-
la Cappella de i Depofiti toni.
{; j. 4%, e feg.
Detto dei Priori di S. Lorenzo
tom. j. 98. e fegg.
Detto dei Propofti di S. Giovan-
ni tom. 5. introd. Lxix.
Ottani di Montecuccori Nello tom.
5. 2,8.
Catene, che fono alla Porta di S.
Giovanni , di dove levate tom.'
j. introd. xxtn.
Cattedrale di Fiefole tom. 5. intr. xr.
Cavalcanti Guido tom. 5» introd, xv.
Cavalieri fatti dalla Repubblica, do-
ve lì creaffero tpm, j. introd.
Lxn*
Celeftino III, Papa tom. 5. 11.
Cenni Andrea tom. 6* 166»
Cerracchini Luca Giufeppe Dottore
tom* j. 3173.
Di Chiaramonte Don Federigo Prin-
cipe tom. 6. 191.
Abate dell' Ordine di S. Benedet-
to tom. 6. 192*
Chiaramontefi Gio- tom» 5. 317.
B. Chiarito del Voglia tom. $. 174.
Sua nafcita tom. 5. 17J. 177.
Sua vita tom. 5. 177. e feg.
Sua iftamanea guarigione tom. j.
174.
Sue celefti vifìoni tom. $. 177.
Fondatore del Convento di Mona-
che detto Regina, C$li di Chia-
rito tom. $. 177. 190.
Sua morte tom. 5. 175. 178.
Ove fepolto tom. 5. 1S1.
Recogniziojii, e traslazioni Segui-
te delle fue O0a tom, j. iSr,
Prodigi operati dalle fue Offa tom.
j. i8z.
Chiarito Monaftero, fu quali Ca-
fe fondato tom. 5- 1S6*
Quando aveffe principio iil detto
Monaftero tom. 5« 185. e feg.
lom. Vly
-ocr page 400-
37*
Servito per le Monache Conyertì-
! te dì Fiefole tom. ,5/141.
Da io alle Monache dette di San
Gherardo tom. 5. 141.
Controversa avuta da quefte con i
Canonici dì S, Lorenzo ivi.
ritenzione delie medcfirnè dalla-,
iuggezione dell'Ordinario tom.
5. 241.
II detto Convento di S. Gherar-
do tornato ad elitre Spedale.*
detto di S. Clemente de i Ta-
volaccio tom. 5. *4z.
Detto Spedale a/legnato alla Con-
gregazione dei Carmelitani Ri-
formati di Mantova tom-5.^4^»
Quando ritornalle Spedale de i
Tavolaccini tom. ?. 147.
Il medefimo flato affegnato alle
Canonicheflè d' Ancona ivi ♦
Nomi di dette Canonicheflè tom»
5. 148.
           .-, a • :
Ritorno di dette CanonichelTe ad
Ancona ivi. : '
Detto Convento di S. Clemenre.
venduto alle Monache Agofti-
niane dette delia Mifericordia
tom. $. 14S.
Ove fu (Te il detto Convento dell'
Agostiniane, tom. 5. 249. 150.
ZJ4. e Ceg.
Da chi quefto fufTe fondato tom.
5. 149. e feg.
Detto Convento di S. Clemente
pacato nelle Monache'Fra ncefca-
fc- ire dell'Arcangelo Raffaello tom.
j. 1J4-
Quando ri torna fife alk Monache*
Agofliniane ivi.
La fa'ti flati fatti- alle dette Mo-
nache tom. j. zj7. e feg.
Il medefimo flato beneficato da
Cafa Medici toni. ■'••$■• tSo.
Sua pianta ? e flruttura tom. f.\ 16$,
Clemente III. Papa toni. 5. ij.
Detto VII. tom. j. 40. 1*4. 12.5.
148. tom. 6» 184.
Sua Prigionia tom. <S. 199.
Detto VIM. tom. 5* 33' *S7'33*»
Detto X. tom. 6, 166,
Detto XI. fom- $• 134. tom. 6,
^                     ,-.,„ ■ .,.
Detto XII. tom. 5. jit» 31S.
Colonna di S. Zanobi poflà filila Piaz-
za di S. Giovanni tom. 5. introd*
xvtr..^
Crocè efiftènte fopra la detta Co-
lonna , quando cade/Te ivi.
Colonne di Porfido , che fono alla
Porta dì S. Giovanni, quando
fi ' r'ompeflero tom. $• xxnc*
Coltellini Agoftrno tom. y. 159.
Co «ibi Canonico tom. 6* 91*
Comneno Imperatore Greco ■ tom. S.
Compagnia di S, Marco détta del/a
Purificazione , e S. Zanobi tom.
. 5- 31?- e feg§-
Sue vicende tom. J. 330. e (eg.
Indulgente alla medefima conceÌTc
ivi.
Detta di Or S. Michele tom. 5. i8<?.
Detta del Sagramento in S, Lo-
renzo tom. 5. 9,1 •
D^tta del Sangue in S Lorenzo
fila fondazione tom» 5. 91.
Detta delle Sacre Stimate di San
Francefeo tom. $. 92.
Suoi Fondatori ivi .
Sue vicende tom J. 93.
Detta dì S. Zanobi, fua residenza
tom. 6. 107.
Compre di terreni fatte dall'Arte
de i Mercatanti per fare la Piaz-
za di S.Giovanni tom. j. xvi.
Concilj celebrati in S. Maria del
Fiore tom. 6. zi%. e fegg.
Concilio dì Coftanza tom. j. xlix.
Concilio Ecumenico Fior, tom.ó. zi t.
Congiura de i Pazzi efeguita in S.
Maria del Fiore tom. 6. 143*
Congrega maggiore fuo principio
tom. $. zS5. e feg. 493.
Congregazione di S. Gìufeppe ìiu
S. Maria del Fiore tom. 6. 171.
Conte Gu;do tom. 6. 8.
Conte/fa Matilde tom- 6, S. 91. 195»
Conti di Modigliana tom. 6. 74.
Loro Beni affegnati all'Opera di
S. Maria del fiore ivi.
Con-
-ocr page 401-
Coffantin» Imperatore tom. $. in ti*.
xiir. xxx.
Coudret da Luzio P. Lodovico Gè»
fuita tom. 5* iì*. rz8. e feg.
Crefcenzio Suddiacono tom. 6. 1.
S. Crefci Pieve tom. 5. x<Jo.
Criftina di Lorena Granduchefla tom.
S. 78. 8*. tom> o". 177. 185.
Cupola di S.Giovanni dipinta a M0-1
faico tom. 5. introd- xl. e feg^
Curia Epifcopale tom. 6» j53• ;
Currado Imperatore tom» 6* &$*-
Gisla fua moglie ivi,
Conti di Poppi tom. 4. 74*
Loro Beni aflegnati all'Opera di
S. Maria del Fiore ivi.
Corbizzi Patriarca di Gerufalemme
tom. 5. introd. L.
Da Corella Fra Domenico tom. 6*
64. 149» 167.
Cornaro Flamminio Senatore Vene-
to tom. 5. 183.
Corfini Amerigo Arcivescovo tom.
5. 16. e feg. zzo. tom» 6, ioz.
1 8<5. 139.
Sua morte, ed Efequie tom. j. 173.
Giovanni tom. 6. 188.
Neri Propofto della Cattedrale
tom. 5. 471.
Piero Cardinale , e Vefeovo tom.
$. 13, 91.
Cofimo Pa^r filtrine tom. $. 19. 39.
So. 96. i6z. 33r. tom, ($.189,
CofimoI. Duca tom. 5. introd. xLvi,
z8. 33.47.62. 114. ni. 108.
Z54. tom. 6, 75,115» 140.154.
i6g. Z49. 300.
Quando fu dichiarato Granduca
tom. 6. %<$%.
Sua Incoronazione in Roma ivi.
Cofimo II. tom. 5. 35. tom. 6. 58.
177. %% 6.
Cofimo III. tom. 5. introd. xxtx.
47. 95- i47« 148' 155* ióo. 171.
333. tom. 6. 59. 60, 6$, 171.
17S. 19Ó» zo8. 31Z. 3J0.
Suo Battefimo tom. 6. 157.
Suo Spofalizio tom. 6. z$8.
Quando prendeffe l'Abito di Gran
Maeftro de i Cavalieri di San
Stefano tom. 6, 159.
porta BaldaiTar tom. j. intr. xxxin.
xiviii. e feg.
Detto Cardinale tom. 5. introd.
xxxvi. Z4J. tom. 6. Z39.
Detto fatto Papa, e fuo nome
tom. 5. introd. xxxvr.
Sua Arme tom. 5. introd. xxxvr ti
Sue lettere tom.5. intr. xxxix. %tv»
Suo Testamento toni. 5. xxxvn.
Sue Efequie tom. 6. 240,
Coftadoni Don Anfelmo Monaco Óz*
maldolenfe tom. 5. %j6»
S. Damafo Papa tom. $. xxvrii 7.
Dante tom. j. introd. v. vi.xxvii*
tom. 64 7. ove fufle coronato
tom. 5. introd. Lxvitt. n
Suo ritratto tom. 6. izS.
Danti Fra Ignazio tom. 6. i$g.
Dati Goro tom. 5. introd. Liii.
Dazzi Giovanni tom. 6. %6i9''
Sue vifioni tom. 6. ztfz. , ,
Dei Gio: Batifta tom. 5. 315-
Delci Scipione Arcivescovo di Pifa
tom. <5. zj8.
Diamanti Matteo Vefeovo di Piftoif
tom. 6, 239.
Diocleziano Imperatore tom. 5* 149.
S. Dionifio Oratorio dei Certosini
in Via S. Gallo tom. 5. Z37.
Donazioni fatte alla Canonica di S.
Maria del Fiore tom. 6. 87. e feg.
Doni Fra Gio; Vincenzio Cavaliere
di Malta tom. %• zi4»
Sua morte , e fua Sepoltura ivi,
DojTale d' Argento nella Chiefa di
S. Giovanni tom. 5- intr. xxx.
Cofa rapprefenti ivi.
Dulciati Frate Antonio tom* 5. 349*
Eleonora di Toledo Granduchefla tom.
j. 114. zzi. 114. toni. 6, Z49.
Elezione de i Vefcovi di Firenze a
chi appartenere tom. 6, %6$, e
fegg*
Bbbt
                          En-
-ocr page 402-
%¥$
Enrica Caterina di'Cioiofa Ducheffa
di, Guifa tom. ?. Sì." i ■
Eugenio i?. Papa tpm. dfj 88. ; '"
Eugenio IV. Papa tom. s» i»9* i$3«
• 143. 17,0.; *7».ì 31$. 319. tom.
6, dò, 73, i(>»>. 14*. 182. 191,
Eyodio Afleman Arci'vefcovo di A-
' ' *" pamea tom. j. 73.
-- ■■sii e:i '■■ . -, ,,. ■ ' ■' ";. ,                                                                          ' ':■ .: ■ ">■
Fabbrucci Stefano Maria Dottore tom.
5. 164.
Falcondii Domenico tom. 6. 166.
Falcucci Famìglia tom. 6* 116.
Francefco tom» 5. 27. tom* 6. 116,
Ottavio tom. 5. 27.
Pellegrino tom. 5.27. tom. 6. 116.
Famiglie che fabbricarono Cappèlle
nella Chiefa di S. Lorenzo tom.
.. 5. 18. .•' ,„•>■ ■ ■
Famiglie che hanno fepoltura ne*
*s fot terranei di S. Lorenzo tom.
5* Si.
                         -.,'J> -...w.ii
Da Farnefe Piero Capit. tom. 6, no.
Federigo Imperatore tom. 6* 24J»
Ferdinando I. Granduca tom. y. éè.
6%,
78. 144. tom. <J. 30. 38. 255.
Ferdinando,11. Granduca tom. 57.
153. 162. tom. 6, 5$. 139.177.
*$S« 257.
Ferdinando Gran Principe tom. 5.
146. tom. 5. 59. 78. 322.
Ferrantini Famìglia tom. 5. xvr.
Fefte folennizzate in S. Maria del
Fióre tom. 6* %37. e fegg. 24S.
e fegg.
Fede celebrate nella Bafilica di San
Gio. tom.5. introd. Lt n. e fegg.
Fefte fatte per la Città nella fo-
lennità di S. Giovanni tom. $.
introd. Ltv. e fegg.
FicinoMarfiiio tom, 5, intr. Lxvnr.
Figiovanni Famìglia tom. 5. xxt.
Filoteo Parriarca di Coftantinopoli
tom. 5. xLix*
Francefco Cieco mufiqo Fiorentino
tom. 5. 107.
Sua incoronazione in Venezia ivi.
Suo Sepolcro ivi .
Francefco da Cingoli Vefcovo tom,.
5. 91. 179. 176. tom. 6. 63. 89.»
Francefco I. Granduca tom. 5.
xit. di. 1 jo. 1*3. tom. «.58,,
258.
FRANCESCO I. Imperatore, e Graa*
duca tom. $. 78. i$r. >
Francefco da Todi Vefcovo tom. 5,,
112.
Francesco Vefcovo d'Acaia tòro. &
J7*.: ...                   '• ,,;:•; .
Franchigia del giorno di S. Giovan-
ni tom. 5. introd. JLxn.
Franzefi Antonio tom. 5. 302*
Fuligno Vefcovo tom. 5. 91.
Fulmine caduto in Bonifazio tom.
5. 327.
                        >
Fulmini caduti fu la Cupola di S.
Maria del Fiore tom. 6. 29. e feg,
;■ ;" ' • g
Gaddt Iacopo tom. s. introd* Lxv.
' LXVltr. , ■."■>' j:;:.f.;t .;
Galantinì Ippolito Ven. tom. j. *$$.
Galeazzo Duca di Milano tom. j.
. ; introd. -xxx.. ■
               '
.Fra Galgano Vefcovo tom. j. 91.
PP. Gemiti , ove alloggia/fero nella
loro prima venuta a Firenze
tom. j> 121.
Gherardo Vefcovo Firenze toni.
5» r 1.
Eletto Papa ivi.
Gherardefca Tommafo Bonaventura
Arci vefcovo tom. y. 281. tom,
. : & 171-
Colano Vefcovo tom. 197.
Giamboni Lodovico Antonio Diario
tom. 5. introd. iiitv >Lxi,i 45.
48. 149. aSoì
Gigli Girolamo tom. ji ìntr. xLvtti»
Gin0n loro Arme tom. 5. 31.
Loro Cappella tom- j. 24. 31.
Ginori altra Famiglia , loro Cappella
•:,? tom. j. 27. ;
Gabbriello ivi
Pietro Poteftà di Milano ivi.
Giovanna d* Auftria tòm. 6. 250»
Giovanni Marchefe di Boemia t.<s.301?.
S. Gio-
-ocr page 403-
3%
,, cazione di detta Chiefa tom-5*
k'fa.. -.'                       n"-
CompromefTo di d. controverfia ,
e lodo proferito dagl' Arbitri
tom. 5. Hi.                      { -''j7'•■
Nota di Spefe fatte per detta Chic-
fa tom. $'• ri4. e fegg.
Padronato di detta Chiefa tonvv#.
119. '•*' :■>                               ■"." '
Quanto tempo ftelTe fotto i Ret-
tori Secolari tom. 5« no.
Quando foffe conceda a i Padri
della Compagnia di Gesù tom*
5. 114, no. e fegg.
Bolla che conferma la detta con-
ceffione tom. j. 135.
Fabbrica della nuova Chiefa , e_p
fua Facciata tom. j. M*.
Chiefa di S. Giovannino gloriofa
per eflere ftata frequentata da
più Santi tom. 5. 150. e feg.
Quando confagrata , e da chi tom.
> i*5-
Struttura del Collegio tom-s. t J4.
e feg.
Gifone Rettore di S. Lorenzo tom.
5.   io.; ' O'il .-■*■•
Giugni Bernardo tom. s. Lxvr.
Filippo ivi •
Giuliauelli Canonico tom. 5. 78/91.
Giulio II. Papa tom. 5. 2jr. 17$»
Giulio HI- Papa tom. 5. 139;
Giulio Arcivefcovo promotore della
fondazione dell'Arcifpedale degl'
Incurabili tom. 6, 298.
Giufeppe Maria Martelli Arcivefco-
vo , rirìnuova da i fondamenti la
Chiefa di S. Salvadore tom» 6.
344. 3Ji. e fegg.
Adorna il palazzo di Scala, dì
Stanze, e di Pitture ivi.
Reftaura il Cortile 344*
Muore 337.
Ef'equie in S. Salvadore fattegli
dai Preti 56%. 35$.
Somma delle fpefe fatte nelle fud-
dette fabbriche 344.
Gondi Filippo Vicario Generale tom.
6.   353*
Gon-
S. Giovanni Tempio antiefii/Iìmo tom.
$. introd. iv.:
Sua Pianta tom. 5.-iv^e feg.
Quando fabbricato tom. j. ix» xir.
Per chi fabbricato tom. 5. vi.
Quando refarcito tom- $• ix.
Creduto antico Tempio di Marte
tom* 5. xr. ,
Suo Coro tom. 5. xr.
Batiftero moderno, fua figura tom.
5, xxrx.
Dove anticamente fi depofitaflero
le Creature da battezzarli tom.
5. xxx,
Suo pavimento tom. 5. xt.
Di che coftrutto tom, 5. xxrv.
Servitorper idea de i primi lavo-
ri di Drappi a opera .
Accrefcimento di detto Tempio ,
tom. 5. xr 1 r.
Critica della Pittura nella Tribu-
na ivi *
Creduta la prima Chiefa de' Cri-
ftiani in Firenze tom. $. xrv.
Quando fuffe decorata la facciata
efteriore tom. 5. xviir.
Sue Porte di Bronzo da chi fat-
te , e fuo valore tom. s* xix.
e ftgg-
.Aitar maggiore, fue vicende tom»
5.  xxxin. e feg.
Gip: Acuto tom. 6. 1x9.
Gio; d'Angiò Duca di Calabria tom.
6.   149.
Gip: Cantacuzeno Imperatore di
, Collantinopoli tom. j. xLvi.
Gio: Paleogoio Imperatore tom. 5.
,Gio: XX. Papa tom. 5. 1$.
0io;;XXII. Papa tom. 5. 12.
Gio: XXHI. Papa tom. 5. 245
Don Gio. Velafco tom. 5. 47.
Gio: da Velletri Vefcovo tora. 5.
XVI.
,, ; Suo Co/po tom. 5. xxxvi.
S. Giovannino Chiefa dei PP. Ge-
fuiti, quando fondata daiCiam-
pelli tom. 5. 108. no. ni.
Controverfia promoffa dai Capi-
tolo di S. Lorenzo per lr edifi-
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38i
Gonzaga S. Luigi fotti, p i$;
Suo alloggio in Firenze ivi.
Gori Anton Francefco Propofto tora.
6. pi. 293.
Gori Benedetto Avvocato tom. 5.
169.
Gio; fondatore della Chiefa di S.
Gio: Evangelifta , detta di San
Giovannino torn. 5. 108. e fegg.
Grazzini Anton Francefco detto il
Lafca tom. 6. 155.
Gregorio VII. Papa tom. 6. 147.
Detto IX. tom. 6. 88.
Detto X* tom. 6, 11%.
Detto XI- tom. y. xiax. 223.
Detto XII. tom. 6. 73. 192,
Detto XIII. tom. 5. 9». 106.138.
154. 157. 332. tom. 6. i68.
Ditto XV. tom. j* 148. 168,
Ladislao Ri d'Ungheria tom. *. %4%.
30(5.
Lamberto Imperatore toro. 6. 89.
Ageltrude Aia moglie ivi .
Laincz Padre Iacopo Gefuita tom. y.
120»
Suo primo alloggio in Firenze tom.
5. 124. 142.
P- Crìftofano Gefuita tom. y. 128.
Lami Gio: Dottore tom. j. 8. 60.
«53. 164. 333. tom. <5i 16. x66.
297.
Sua dotta cenfura Appendice jx.
Landinì tom. y. xxix.
Criftofano tom. .5. Lxvtn.
Lapo Abate di S. Miniato al Monte
tom. y. in.
Lapo da Caftiglionchio tom. y. 2,70,
Leone IX- Papa tom. 6. i8y-
Detto X. tom. 6. 19. 40. 44. 78.
106.3.47.175. tom. 6, 70» 142,
193, 141,
Detto XL tom. 5. 208. e feg.
Libreria dì S.Lorenzo tom.y. xxvni,
8. 77. tom, 6, 4. 284.
Sua ftrnttura tom. 5. 77.
Detta de'Marchefi Niccolini tom.
<s. 301.
Detta Palatina tom. y. Liv.
Detta del Marchefe Riccardi tom.
6. 73. 130. 2<Si.
Detta di S. Spirito tom. 6, xi6.
Detta Strozziana tom. 5. 305. tom.
6. 204 289,
Libro dell' Evangelio Greco di S. Gio-
vanni tom. 6. 189.
Lippi Bartolommeo primo Governa-
tore dejla Compagnia delie Sti-
mate tora. y. 93.
Loddi Fra Serafino Domenicano tom.
6. 293.
Lodovico Bavaro tom. y.xxxvir.
Lopez Anna tom, y. 3.5 8.
Ferdinando ivi .
Lorenzo Bafilica, in che anno, e da
chi fatta edificare tom. 5. 1.
Quando,eda chi confagrata tom.
P 5*
Sua
Immagine miracolofa del Crocififlb
}■%' -ài S. Clemente tom- 5. 163.
Immagine del Crocififlb mìracolofp
di Chiarito tom. 5. io5.
Indulgenze concefle a chi vifiu det-
ta Immagine tom. y. no.
Immagine di Maria donata dai Gre-
f ei a S. Zanobi tom. y. 58*
Incendio feguito nella Chiefa di San
Lorenzo toni, y. 17.
Incendio Seguito del Palazzo Arci-
vefcoyjle tom- <5. 343.
Indulgenze , Privilegi , e Beni con-
ce/fi alla Collegiata di S. Lo-
renzo tom. 5. 15. e feg.
Inghirami, ovvero Ingiuriami lorp
Arme tom. 5. 1$.
Loro Cappella ivi»
Iacopo Generale tom. y, 61.
Ingrefli folcimi fatti da diverfi Per-
sonaggi per la Porta a S. Gal-
lo tom. 5. 171.
Innocenzio IL Papa tom. $. 15.
Detto VII. tom» 6, 74.
Detto X. tom» |» *J4. tom. 6. x$jt
Detto XL tom. 5, 47. 145, tom.
*. 171*
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À ì ,Iaftriei della Piazza della Si»
gnoria , e di S. Maria Novella
,K, ivi,. , ,vq .. .' -
Della Fortezza di Pifa ivi,
Delle Rocche di* Bibbiena-, di S.
Niccolò, e di Romena tona. 6. 75.
Magiftrato- deli' Opera di S. Maria
del Fiore quando principiafle_j>
tom. 6. 7V:          '■■<; ;v,r .
Matori Giovanni Gefuita tom. 5. 149.
Pietro Provinciale de' Gefuiti ivi •
Malefpina Lodovica Vefcovo tom* 6*
Ricordano tom. j. vf» xin. 189.
tom. <s, j, 7. «3.13. :-8r. 340.
Malvezzi Prete Niccolò tom. $. 233.
Mancini Francefco Prior di S. Lo-
renzo tom. $. 69.
Manetti Giannozzo tom. j. ixS. tom»
6. It9»
Già. tom* j. rx8.
Manni Domenico tom. %> xnt.liir.
87. 179, 243. 268. 288., 301.
30j. 3ti. 313, 313- to«r. 6. 77«
130. i8i. 197- 305. 3*8. ';■,.
Marcello II. Papa tom. 5. ij8.
Marc' Antonio tom. ?. v.
S. Marco vecchio tom. 5. rt,
S. Maria del Fiore Chiefa Cattedrale,
primaria Metropoli di Tofcana
tom. 6. 1. 16.
Sue varie denominazioni tom 6.
J« e fegg.
Quando edificata tom. 6> 4, e fegg.
Sua rinnovazione tom. 6. «3.
Pianta della Chiefa nuova tom. 6,
18.
Affinamenti per fare la detta,,'
Fabbrica tom. 6, %t. 74.
Vicende diverfe della facciata di
detta Fabbrica tom.^ 50. e fegg.
Demolizione di detta facciata tom.
6. 57.
Defcrizione della pittura della prc-
fente facciata tom. 6. 60.
Benedizione delia prima pietra del
Campanile quando feguiflfe tom.
6. 53.
Defcrizione di- detto Campanile,
e fuo collo tom. 6> 63. e feg.
De.
Sua Pianta tom. j. %,%. e (<?g,
Reftaurazione di detta Chiefa tom»
Bolla di Niccolò fuddetto per
detta reftaurazione toni. $. 19*
e feg.
Sua Canonica da chi fatta fabbri-
care tom. j. 7*.
Sua ftruttura ivi .
S. Luca Monaftero di Religiofe, loro
Chiefa da chi cotifagrata tom.
Luca da Pannano Cav. tom. j. Lxn.
Ludovifi Niccolò Cardinale t. 6.257.
Luigi Duca d'Angiò tom. j. Li.
Luigi XI. Redi Francia tom. 6.199.
Detto XIII. tom. 5. 8i.
Luifa d'Orleans Granduchefia tom.
6, 258*
Luitprando Re de'Longobardi tom.
6. 87. 90.
Lupi mefs. Bonifazio tom. j. 3-0*.
Suoi impieghi, e onorificenze tom.
5* Ì93-
Sua morte tom* J* 30J.
Ove fepolto ivi.
Sue Efequie tom. J. 30^
Onoranze al medefimo fatte tòni.
5« 3°7'
M
Maddalena d' Auftria Granduchefla
, tom. 5» 57. 109» tom. 6, 177.
Maeftri di Mofaico , che lavorarono
nella Cupola di S. Giovanni tom.
\;$, XLl I.             ,. .
Magalotti Filippo tom, 5. Lxm.
Goftanza tom. j. iti.
Lorenzo Conte tom. $. Lxnjr»
Magiftraro dell'Arte della Lana de-
putato per affiftere alla Fabbri-
ca della Chiefa di S. Maria del
Fiore tom. 73.
Il detto Magiftrato eletto Sopran-
tendente alla Fabbrica delia-
Loggia di Piazza detta de' Lan-
zi tom. 6. 75.
Della Sala Papale incorporata rnel
Monaftero nuovo ivi .
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3*4
Detenzione della Cupola tom. €,
17. e fegg.
Quando fi comincia/Te a dipigne-
re la Cupola tom< 6. 154,
Difegno di detta Pittura tom* 6.
ij8. e feg.
Campana maggiore quando fatta ,
e quando iì rompefle tom. 6.
Campana nuova » quando, e àiu
chi fatta tom. 6. 69.
Struttura del Coro di detta Chie-
fa tom. 6. 140. T43. e feg.
Descrizione delle Tribune efiftVn-
ti in detta Chiefa tom. 6.164»
e feg.
Meridiana quivi efiftente tom. 6.
169. rinnovata ivi .
Reliquie efiftenti in detta Chiefa
tom. 6. 187. e fegg.
Quando la detta Chiefa foflfe di-
chiarata Metropolitana toni. 6,
«39,
S. Maria Maddalena de'Pazzi tom*
$. 127.
Margherita DuchefTa tom. 248.
Marignolli loro Cappella tom. 5. 34.
73*
Mariìlj Lìonardo Arcivefcovo tom.
6, 260.
Martelli loro Cappella tom. 5, 32,
Braccio tom. 6, 344.
Carlo tom. s» 81.
Francesco Cardinale tom. 6. 344.-
Oio: Franeefco Abbreviatore Apo-
stolico tom. 6. 344.
Lodovico ivi.
Luigi tom. 5. 8».
Ugolino tom. 5. 81. tom. 6. 344.
Arciv. vedi Giufeppe Maria.
Martino V. Papa tom. 5. xxxvit,
xtix. 17.141. tom. 6. 75.141.
xStf, 19*. 138.
Marueelli Suor Agata Agnola Verg.
tom. 5. a 15.
Marzimedict Aleifandro Arcivefcovo
tom. 5. 175. ao8.
Mazza Clemente tom. 5. 174.
Mazzei Suor Clarice tom. 5. 118.
Meda£lie4'oromefle sei fandànie^
ti del Campanile di 5, Maria
del Fiore tom. 6* 63,
De'Medici AleiTandro Arcivefcovo,
Cardinale, e Papa tom. $. 199*
tom. 6> 31. 171. 208. 300.
Sua legazione ad Arrigo IV. Redi
Francia tom. 6, 301.
Medici Akflandro ììt>u&%f Firen-
ze, tom. 5. 40. tom.'è. 148.
Anna Maria Luifa Elettrice Pala-
tina tom. 5. 68. xi%.
Ardingo tom. $.. ut.
Averardo tom. 5. 37. ut.
' Auretta toni. 5V81.
Bernardetto tom. 5, it&.
Buonaguida tom. 5. ni»
Cofimo Duca tom. J- 13.
Don Filippo Principe tom. $,
XII. XXVI.
Suo Battemmo tom. 5» xv. xxvi.
Francefca tom. j. iiz. tom 6:250,
Franeefco Maria Cardinale tom.
5« 94*
Giovanni tom. 5. 37. in.
Giovanni di Bicei tom. 5. 17. %i.
Gio: Carlo Cardinale tom. 6. %57.
Giovanni l'Invitto tom. 5. 28.3*.
Don Giovanni Principe tom. 5. 61.
Giovanni fatto Papa col nome di
Leone X. tom. 5. 113.
Giulia tom. 5. zi6.
Giuliano tom. 5. 32. 143. tom. <?.
197.
Giuliano Duca di Nemurs, tom»
5.   40.
Giulio Cardinale , et Arcivefcovo
flato eletto Papa col nome di
* Clemente VII. tom. %. '44. tom,
6.    29. 197.
Sua moneta fatta battere dà' Car-
dinale tom.6. 199.
Suo Sinodo detto delle Lettere.*
roffe tom. 6. 298.
Leopoldo Principe tom. 5. 144*
tom. 6. 257.
Lorenzo tom. $* §x. 143.
Lorenzo Duca d' Urbino tom. 5.
4°» % ■*:'" "
Lorenzo il Magnifico toro. 5; xxix.
fcii.*o8.tómi¥.ìr8a»i.168.283,
Mad"
-ocr page 407-
385
Rovini <?el Convento del Ceppo
• cagionata dalla Piena d'Arno
!Ji;:;tom» 5. 128.                     '■■ ■ - H'-
Ufcita di dette Monache dal det-
tò Convento per caufa della pie-
na l e ingreffo loro nell' OCpU
zio de' Certofini tom. s* ^29*
Miracolo fatto da S. Ambrogio
j Arcivefcovo tom. 5. 5.
Miracolo occorfo nella traslazione^»
dèlie Relìquie dì S. Lorenzo
' - tom. 5. 5 7»
Monache di S. Maria della Neve_*
Unite a - quelle-di S. Agata tom»
$* 244«
loro Convento divenuto Ofpizio
Aci Monaci della Badia diFie-
fole tom. j. 245.
Monaci Bafiliani detti Ermini tornì
5. 119.
Monaci di Crefpino tom. j. 15.
Monaco di S. Miniato al- Monte fua
Profezia tom. 5. xvi. e feg.ì IO
Monaldefchi Francesco Vefcovo tom.
5» 109.
Mona Idi Piero tom. $..■■'li v» * .TO
Monaftero di Religiofe dette dì S»
«;', .Maria dì Querceto dell' Ordine?
, Camaldolenfe unito aJlo Speda-
le di Bonifazio tom. 5. 316.3.
Monfacchi Felice Propofto di S. Gìq;
tom. 5. xLni.
De' Mozzi Andrea Vefcovo tom. j*
13.
Morigia Iacopo Antonio Arcivescovi
tom. 79, 208, 260»             y-
-;-•.' * -■.' <,, ■ '            * ,8 I! ;,,,:...-.\0
n * i«r
ri            ■■:•••■ ; nmtÒ: ItiihO
Nafi Lutozzo Senatore fofflt ?» 1J9J
Nelli Gio; Balilla Senatore tom. 6
>| 18. e feg. 31. ^9» 124.
Gjo; Batifta Clemente tom. j.vrrv
x 111. xxvr. xxxv. xl riv 17. *8.
« " ^3. tom- <f. Prefazione iu«t(
i<f. ji. 5<f. <Jo.
Nerli Fjhancefco' JGafdinàìe, e Ar$H
> . vefcovo tom. ó.iyj. 350. ;;ì
Neroni loro Cappella tom. fi 93.
'Carlo; ivi*;.".
               :              .' '0"
Ccc                                Dio*
Margherita DuchenY dì Parma foni.
5. Ì44I
Maria Spofa- d*'Arrigo !9JI3i,Fl,a|h
Mattias tom. 6. 2J7*
Michele tom. 5. Lxnr.
Orlando toni, 6, 24$.
Ottaviano tom. 5. 17. tomi 6> 300.
«f JHero toni, j. Li r. 24. 32. 33.:331.
Don Pietro Cardinal*-tom. 6. 251.
Porzia Monaca in S. Clemente tom.
5. 259.
                            pnV^l
Sebaftiano tom* 6. 172. 3«o«
Tanai Senatore tom. $. 33.
Mefs. Tommafo tom. 5. 87.
Mefs, Vieri} fua Arme tom, 5, 35/
Vitale tom. 5, 159.^ ;
Mèlani Domenico tom. 5* 333. efegg.
Michelozzi Fra Girolamo Cavai, tom.
S' 3*9-                         -!
Migliore Leopoldo tom. j* Vi* vir.
XXVI. XtV. Llllr LXV, 17.18.
77, 109. nò. 159. i67, ìo4.
186. 310. tom. 6. 6. 7. 8. 13.
30. 3li 51. 58. «Si. <58. 74. 7j,
0. ,->t,j^.. ig^ -io8'.'! 1 2 i.
x-j6. 179. 189. 114.
xrr 23^. ij5, 183) ì8j,
168, 173.
219* 215.
31 <j. 333^
-■c'.^i-o,- 345V-:- y ■ ■
Mefs.
Migliore Prior di S. Michele
Berteldi tom. 5. i8<5. 189.
Minerbetti Diario tom. 6. 129.
Minerbetti Cofimo Arcidiacono tom.
6. tj6,
Sua Relazione delle Reliquie dì
. Si Maria del Fiore tom. 6, 180.
e fegg.-f
Mefs. Francefco Arcidiacono' tom.
«'" |. Lxvì". •'( -
Mini Paolo tom. 6. 3. 64,
Si Miniato al Monte Chiefa tom.5. xt.
S. Miniato al Monte Convento di
Monache tom.- 5. 119*
         ' :,/
Fondazione? di détto Convento tom.
5. 220.
'Lóro- abito tour. % 211.
Denominate le dette Monache de'
Baroncelli tom. j. -iij.
Chiamato pofcia Convento del
Ceppò: tonua j-*] i^5#         &'- fl
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,<arpizi% 4,fòf j^eiftofini. in Vja^SìjGal;-
Io comprato dalle Monàctjè del
,, :.. Ceppo tom.r jv. là r..
; « j ly
Ottone II. Imp^r^tpre jtorfi.^ 7.
Detto III. torhr <5.f7r; 8g...irsi/.
Padri.Iraticefcatiii 4e{tl Amadeir^-
:'vq ri». 1:30» ■■'.;■ /., . •.■.;-;ì,i noci:-
.oil.oro.abita'ziione *1S|8^ ^l|.§c»5
Padroni antichi del Terreno,, t?ve fu
fabbricato UCauAreqttOjdielrG^p-
po tom. S,« hH} eifcg;« ' i
Palio che fi corre, per laL ^efkcdi
; 4S. Lorerwo tom- 5.. t6., ,f/;
Palio di S. Giovanni intrpd. '.xw? ■
P-alm,ieri Matteo 'Cronica tom. 6, :s^
Paiiciaitiqhi Bandino-farà- 5-.. J,xt^^;
Giovanni ivi .                ^,;. .?
8jJFatti- Cavalieri ivi ^                ;'?;
'iCeremoniasle, teiiuto in. tak/occa-
. ^oae tona, 5« l-xn^ P f«g.
pàndojfìoi Agnolotorar,.!. tóvjt.
.Carlo tom.,jj-. t*xyi%.?to!n]i- fc^4S»
PàpCovÌQ> riCuCe^tato; 4a S? AnfWogio
Vjt^t^Ìjr^lW '"Bit .<?vì. «t £,
P^àep ^ra/icefciO Canonko, e,ultimo
Rettore della Chiefa; d?( S..Gio-
^{...■'vaBni^piitof^*-..!. i-*,9<, tìà ~£ì.?hl
S,
Paoli nò Amanuenfe di; S, Ambro-
gio tom. 5. 1. Ji« tpm. <5, i9?»t
Paolo Giovio Vefc., di ^ocerar tomi/f
5* 75»
Paolo ll^Papa tom- Sc',351* "
Detto lìli'.'t^'fl' 5*. É^m ^^S* H1*
Detto IV. tom. 5. raz. . ;
i;petto,;V,;;;tpm. 5.-4.J?'9f« .r": -i.'i
Paiquale II. Papa tom. ,K *,<•. tom.
6. do.^ziS*
Paflayanti Fra Iacopo Domenicano
Pazxi Alfopfo; tcvm..(,s*ìi4:^
^ndre*. toffid'i^x^A^ / -.hP
'Chirico tom. (J. 74» .< . -,
S. Maria, Maddalena; torti. S.,!i-S*«
•'Baz«z,inOi t^niV .0., .741» ...,,; ; ■,.;., :.ì
Piero tom. 4. J&SfTiìiJ fby'.s?
Pecori ,Guido tom.^ <5. ?(0^.
Pennini Vittorio tqmwj,; 5*4»
Fé-
ii DiotifalvJ (fora.! j> iS» 33»* <;j;......
faj Qic^vaijgi Àrgivefpovo; t.o,i%it^« |j»
Niccolini Marchcfì; Ma*t^o Senatore
Piero Areivefcovo toni»,■ $, xxxn.
torri;.; 6, ^8. 137.175, 156. z58,
Niccolò II* Papà tom, 5. io.,toni.
c-i.;. t^nsji}^ .i. -,, ■ .'. ■<,;.. ■>.. hM
Detto V* tom» &f$jt$H»&|«bf>tom*
«•j>n '<St'73" 9^ MS» ...:v o:m" ;;i,lM.
«Niccolò;, Pjccim.no. tc>m, 4- mo-,
Niccolò5 Tignofo da FnHgno tom. 6.
■*..'.-'i fi ilfz S",' 4';}\) X:: ■<!' M .rf "■ ..- 5^3É!'f*iM
Niccolò Tolentino torti, oV^qj
Nierembergh Eufebio tpai. $,. i8x.
■■ ir**'* -.. v. "''' ' * ' ": ' '■■" '(l""■■■■ ;',r                       ,,."' "
oiiVj"fiÌ^;ii O' à - '       ^
©fférfcat' fcrlitai1 faxfi naJla, -jGhiefa:. ài
S. Giovannino de' PR. Geftiiti il
.giorno di. Sh:G;Ìq;v>E vangeli to'
Siisi toitì. s' ■ m"2.ì L.e i. 1 "; !vl';4
Offerta die fi fa da i Magiftrati; alla
a;.^Chiefa di S.. Lorenzo il giamo,
del Santo tom. 5. 16, »,
Offerte «beili. faatvainQr'antidimeatie.
.*; ì aìh-Meffìi 'tenti*}-5. iì.jm fls;:òM
QflbraiJzéi iaccordaiiepai Vefcoyado
-i. ; Biosfera:ino tomiii..kijfMàO feg.
Onorio Imperatoreiconi»8 j.*vri.
OjHOfià IH.. Pap^i tot», s* iì« r^Svi
160. tom. (5..19I.
PfU'iQffcaBactolóratneo,éoitu..$.' r 70»
Guidalotto. tom. $. i<58.
iy<fàéììm~Jiét:noiriàQfem foa mogliè.m *
Niccolò, tom*. 4.: r^cv .i .: : ,
Organo di S. Giovanni 1110 valore^
tom. 5, xxxr*^
Orfini Camminò Guardiano della
1.... ? Compagnia, delle Stimale tom.
y;' 5. 94- e fcg.                       a
Orfini Aldobrandino Conte top. i.
'.ix^^oMdJ ' ■ . ... > rà'ij " :« p|
Alfonilaaiton*., £| 53J*;: « i'i.#
, CardinaleXàìinoi tb tB.Si.i ci. ;tom.
o, e 4.                     .i? .*'■;■ ' ;■' ti .
^JftEfncefcp "Cardinale; ton> <$£ 3HN$^
Rinaldo Arcivefcovo ;_tttfltt'$rf 4°*
D' Orfo Antonio Vefcavo toro* $•
-aSX.
-ocr page 409-
Proceffiori^jche fi fa dal Clero Fio-
rentino il giorno di S. Agata
■. '-^'tow. i' *%&* «•■reg.;'-'* mc-.'I
Proceflìoni de'Bianchì , ioro^rneo*
tòitibia'ittétwó% 'b -lóro Iftitutj»
; torà. $. tp'9*re &%8''.'■■; "J'-': ;fl
Pucci':&r&%io Càtiéimc^ tòrti* > 5V".n.%
Lorenzo Senatore tom. j. 181.
Puccinelli Dòn Placidotòni. $. z'Stfìi
tom. tì. Ufi.
Pulpiti di S. Lorenzo tarai $. 5$.
Quaratfó' Gattello tòni. j. jft0y"5r"
«fattisi ...liiuiv!!..,- t scrii; i rj mn ' ì
Da Rabat ta Foréfe totn. *• xvr.
Radagafò toni. <>. $';■'•
Raimbaldo Vefcovp tom. 6.Wj, è feg.
Ràmaudo ^feòfifo tom. "f, jto'Ww!
Razzi Don Silvano tòmv ji 174J t^5.
31 (0 3 i 9. tòni. Sì i'6:6Ì' x 8 7.
Redi Tommafo tòm. 5. xxr v. txVl 1.
Reliquie efiftenti nella CHiefa dì S.
Lorenzo da chi donate tom. 5.
47. e feg.                               ;r
Bolla riguardante le dette Reliquie
ivi» '                       "..■"'.,",,. '.,■
Della "feeha Capit. Cófimo tom. 5,
XIII.
Reparato Vefcovò tom. 6, f. '
Refcritti di Co fimo I. a favore de*
PP. Gefuiti tom. 5. 13*.
Rettori Secolari della Chiefa dì Sari .
Giovannino tom. 6. ir3.
Riario Raffaello Cardinale tom.<5.i 43.
Rlcafoli Agnolo Vefcovo tom. $. 13*
191.
                                       " rr
Albertaccio tòmV'5. xvri. ! /
Filippo tom. 5. 3^5.
Li fa tom» s« xvei.
Riccardi Marcheft Cofìmo tom. J. 31.
Gabbriello toni. $• 149» 16*•
Palazzo ivi »
Romolo 'toni. 5; 60. 1S4.
Ricoqéfì • iiieft. Anfóiìio Maria tom.
Ridolfi Antonio tòrti, p txviìi
Ce e t
                              II*
Pefiè accaduta nel 1517/" di dovt*
efciffe tòni. 5. 178.'
Petribuonì tom. ^.'xxitì ;L!r'i."Jijc-
Piazza de*Bòhizzrtom. 6'. 8*9,• '■ »
Piazza di S.Cidvannf fua'fòrjna tom.
1 £.i:xiv.;l' '-':l '■*"■ ■',.. ''■-■' i • ■' »US
Piccolòmini Francefeo Cardinale tom.
Piene'd'Arno tom. 5» xlii. 1.11.
1x8.
Si Piero da Verona Màrtire Domew
' nibanb tòTrt. 5. xv*; I ofe^li®
Pietro4 Ailon Ceftìjta tomi ^- i^8;3
Pilli Famiglia tom. d. jzi.
Diirazzo tom. 5. jl'iiy' -!l-
Ruggierinò tòm.'^i fSfitM^ 01^
Piò Ih ;Paf3a,-''iò'mV'^.':'!xtfvffH;<-'^
170. tom. 6. 141, 141.
Detto ''"'Stili tdth;<:5. lìi.
S. Pio V. Papa tom. j. 133/ìtom.
' Jii'-}:6,- 104. Ì5'2. '300. ';''' -& 9l''*«
Piovan Arlòtto tòrti. 5) i^^eifegg.
Pitti Buonaccorfo'iòm. 5. xxv. U'~V%
Luca quando creato Cavaliere tèmi
S.-fcXv. e"iegì:'y\-y/y- hI1£f! ■' ■
Podio VeTcÓVb tom. d. 88. ' !l!
Poggini Francefco tom. <5. 19. X7<f.
i 96'. '
Poggio "lftorje tom. 6. 130.
Pènfé Vecchio caduto perula PIe,n£i
tom. j. v. .
          r
Portala S/Gallo quando futte Mira-
ta tomi. ;$.' itff. 173^ ;a
Pdf'tìnàrì Folco Fondatore dello Spe-
dale di S. Maria Nuova tom. 6.
"' 3 34-
Del Pozzo Tofcànelli Macftro Paolo
tomi '€. tÌ55f;"f''
Prattfr Gaetano* toni. 5. 9J..
Principio della dignità Cardinalizia
tòmi ó.' 303. ' ;
Numero di détti Cardinali ivi.
Loro Abitò ivi.
toro titoli ivi»
Principio del Palazzo de' Vefcovi
Fiorentini tom. 6. 33^,\ '[
' ^Accrefcimtnto ifi 34i.fi fègg. :
Privilegi còncefll ài Priore , e Cano-
, fli'ci di S. Lorenzo tom. 5. jod.
'- e kfr - *■•*■ «.
-ocr page 410-
S. Salvador© ChtefaMieli' Arcivefco-
vado fuo principio tom. ^. 349.
Sue, .vi^epde ivi, .,.,,■- ,..,-/-;» r ?- &tjfa
Fra Salveftro rFrancefco^dafj Rollano
,,. ; j CappuQcip©f.-tom,.. ;$.,■■■ 9*f g ., , ,
Salvia!i Maria Madre dei L):uca Co-
Salvini Antommaria tom. s^ix^vur.
.1 IU l^'- -, » tès8i '^^r:^' -"'"'" 15:'5
Salvino Canonico tom. t$zg
Sanfovino tom.; 5, x^v-. r; ,,t g
SaiTolini AIefì^indto \tom. $.. è$£
Scaiaj Bar|plpmmep tpm? .■.■$./ifS7«-,;<-
Giuliapq ivi:* ^jì^ìteitfel^ ì[|jc|
Giulio ivi"., _., ■ ,f-,j';, wU,;1;trj'
Loro Arme tom. 5^ l$%?j\':.\:>r.
S,c%iat|e/(ì rnefs.,^feepfdetto tprh.ì j," jjjj
Scuola di S. Amaria del Fiore, detta
Collegio Eugeniano Aio princi-
^fiintpiPss je privilegi tom. 6.' 1 q;ì. :
Serie de'Maeftr'i itati-di detìa/Scuo-
Segni .tom. 5* ,f ^4. ;/ -, ,-v iipuj( WW
S. Sempliciano tonv ,5. 8. tóm. 6. 4.
Sepoltura .vdcg^j Arcivefcoyi^ Cano*
^^riiig^V e Cappeilani di S. Maria
deì Fiore tom. 6. 131* e feg.
Sua ftri^ttura, tpin.^ <J,. ,133.,. .,. . j
Sergri'f Fr^nceìco. \u ,^aria tom,,," |^
Se-riacppi, .Cayalifijre tpm.-.s.j 41%:» j ,,>
Sichelmo Vefcovo, tom. d. 87. l
Sigismondo Traperatpre tom?S-.xxxtx.
Sigbnio tom. 6, ,183.
S. Silveftro Monaftero di Monacho
in Roma tom. j# x-Lvii.
Sìfto III. Papà tom..5r xxx* ; r
Sifto V. Papa. tpm. 5. 47. 0jjp$'..., ,...-
Soderinl, Francefqo Vèfcovo « e Car-_
dinaie toni. 5. 40. tom»^*>$$£&
Sufo
prdipazÌofie,4om. 5. 4°? * -4
Piero Gonfalonière' tom* 6* IÌ9»
P. Sottomaior G.efiiita: tom. 5. ars»
Sp^iomenoctom*.6# iti.
Speciofo Vcfcovo .tom., è[. 7. 90»
Spedarle, del Ceppo- antegnato per a*
bitaziofie, del|e.^Monache di. ;S«
" .Miniato, al, |ytp,nté tóm. $• ,.»**$•
spedale di S. Maria di SantGalla
'•'unito
Iàeopo Gonfaloniere tom. s^ftì»
; Stianta tom. rf. 39.
Loro Cabile tom. tf* #g^ 1 toni»
Itidalfà Arciduca d'Auftria jgfcr\$ 306^.
B. Ridolfo Camaldolen.fe tom..5-, j.6j.
&irabaldeje? p*ó>Ale.lTau4rC!-, G^ftìitf
(OHI. $. I4I.-..": (j ..'■     .; ,„r, l
Rtmbotri T^ommafatonv 6. 166. L \
Rinkri V.efcovo tom. j. xxxvi* tom.
.?$ djji 8.7>. 1161 .■•:;._,i ,.;• ;jjj 'mqUi%
Suo Corpo tom. 5. xxxvr.
RinuccinkMatteo^Arcivefcovo di Pi-
fa„fua confagr'azione tom. 5» 285.
PiejL«Ì!ra|K,e&p tom,f 53 i^fUn^jp
Rinuceio Farnefe Cardinale tom. T$.
in.
Della Robbia Luca tom. 6. 73,'
Romite -di S. Bartolo a pignoro Mini*
te al Moriàftero;di Chiarito tom,,
Rondinelli tpm,: <£. vi§. ja.r |f7,rj5g.t
Loro Cappella ftpm.. J#.30. ,
,, yr^cerco^tqm.j^-^fo*;,, ...j .j^g
.rjSup Testamento ivi ...■:■ ■ '".<;.jV>bJx
0 Matteo ivi.., \xù r. .....f"^j
Rofe d'Oro mandate da più ,Ppnte-
,.. Ice a Firenze,a diverfe jprinci-
peffe tom» 5. zji.
Roffelli Stefano, toni, 5. ^fpS. 105.
: ,i-3c-»-s". 119. 173- "tomi f» W* 5*.
Rpfi G*io:À Medico, alberga J Gefuiti
in Firenze tom. 5. .tzi» ix8.
Della Ròvere Vittoria Grandpchefla
tom. 6* & $7» ., ..,- •
R,ub,erto Re di Napoli toni. $A 9,4* f.
Ruggieri Arcivefcpvp d,i Pifa tpra.
,':-, |tàf«*i .■■•■ ■-. *fi ■ ",.... /,
Hufpi Arnolfo tom,,,5;. xlyj* ; ^
Lapo ivi". ;, -.,./':,. K ,-i !«{;& '■■
JPepo ivi xtytfij.: ^ ' j^T-^j
*r-».
y
Sacchetti Francesco .toro, .sf^vi^,
.,,Teramano tom. ^.LXiix. •:■.■!-v-Ji
'Salterelli Fra Simone Àtciveicovo
di Pi^ .tom* ,<5» 87. ,'". p.r'yl
'■ .*$¥'' ■                                   «san?
-ocr page 411-
3%>
.,;j',^".ìjtji.tìD>i'-a>.;-<}aelIft'degr Innocenti
■ tom. j. 169, e feg.
De Statì^ GÌQ;Go-mmUTario Apofto'r
■ lieo tom. fi 22 j. 248» ;.,
. Suor Girolama tom* 5- iJ3«
...>■'.Sua guarigione iftantanea tom.. j«
213.               t vir:.i? bla
Statua di- Maite perduta per la pie-
na d* Arno tom- J» v. • .-;
Stefano ix? Papa tenuto per Santo
33, /jtom. 6. 183.
Strozzi Cario Senatore tom. 5. xv.
xxxr r. x#xi 11. xki ti « til q. il 7»
265. 268.* 270» *7i«
Gio: Batifta tom. 6. 31,
rV-
\{wm ■■ -
(su
Valerianì Pietro Cardinale tom.6.14.
Valori Malo tom. 6. 63.
Varchi ^Benedetto; tomi jv xxt ^^Éì
'i'SjHt 4J/>»'l4^2 78»;-.'p: ' &UìttòÌ
Vafari Giorgio tom. $. 4-tii; 17.
23, 208. tom, 4, iS. 3S* J4«
114. t 38. r 391 i 44.
» Sua morte , e fepOkùra tòni* <5.
157.            .             
, Suo Elogiò ivi. ' ; 0 ? v ;,
Ubaldini loro Cappella tom. $. 34.
Dà Verrazzano Frofìno tom. 6. 74,
Verzoni Niccolò tom. j. Lit. 153.
• x 211. 2*17. 584. tom. 6.58. i:$■<?■»
Ughelli Abate tòm. 5. 7. 105. 264»
282]. 290. 296. 304. 320.
Ugo Cardinale tom. 5. r.óS.
Ugo Re di Cipri tom. 5. 107.
Ugoletti P. Elpidio Gefuita tom. $.
Uguccioui Benedetto toni»,r<& s<>*
207.             '">-',, Jjtlàqcj-liD £>10j;
Via Caffia Colonna tom. $. 7$'»'"t
Villani Giovanni tom< y. vi. Xivw
xvi 1* xvni. xix. xxv. 179,
tom. <i% 2. s* &■ 1S3. ìoi. 265»
187Ì. 3J.1. 340. 348. r
Matteo tom, 5. 302* tom.'<?.. 184»
Da Vinei B|rtoloiiimeo Vefcovo Val-
venfe tom. -5.- 87.
Violante di Baviera Gran Principeffa;
di Tofcana fuo folenne ingreiTo
in Firenze tom. $• 151.
Vifdomini Famiglia Cuftode , e Di-
fenfora del Vefcovado Fiorefr-
tino tom. 6, 341.
Vittore IL Papa toni. <5. 185. 213».
Vittorio III. Papa tom- S. 60,
Vitellefchi Gio: Cardinale fu'a pri-
gionia,, e morte tom. <5. 315. e
feg.
Uliari Bartolommeo Vefcovo tom.
j. 193.
Urbano II. Papa tom. f. 12, tom.
6, 70.                         £1t
Detto V. toni. 5, xlix.
Detto
Pazzino tom. *• Lxv» -,:
1
Roberto Vefcovo rotti? 6. M^8.
Strozzo tom. 5. xxv.
Della Stufa loro Cappella tom. J. z9.
Detti de'Lotteringhi ivi.
Lodovico ivi.
Neri ivi •
Suarez Antonio tom. 5. 138.
Taddei loro Cappella tom. 5. 33.
Tahini Antonia Fondatrice del Mo-
naftero di S. Clemente tom. 5.
•<■: -256.
Targioni Gio; Dottore, tom-.' 6. i<5.
Tedaldi Tedaldo tom. 5. L.
Teodelirida Regina tom. )-. ix-xtiii
TJdimberga Tua figlia tóm» 5. xirr.
Teoderico di Ntem. tom. $. 204.
Teodofio Imperatore tom. s* vir.
XIII. 3.                                             ;C;-'V       <H .
Tillemont tom. 5.53.
Tommafo .Vefcovo di Trau tom. 5.
a 7 3'
Tornabuoni Lucrezia tonu ?. 24.
Della Torre P. Francefco Rettore^»
de' Gefuiti tom. j. 150.
Torri Art imi ila tom. 5. 260.
Sua morte tom. 5. tòt.
Torrigiani Piero tom. 5. X.
Della Tofa Simone tom. ?. xx. iB6,
Tortelli Gio; Arciprete Aretino tom.
j. 174. tom. 6. 204.
Del Turco Pier Francefco tom» $, 150»
mam
■MMnmaBMM
-ocr page 412-
%9»
Detto Vili* toni* 5. no. ini
Ximenes P.JLionardo tom* 5. xxv»
tom. 6. 34. 80. 151. i<Jp. 170»
Sua prigionia torri, & i$r»
Suoi Figli ivi •
5.-Zanobi Vefcovo tom. «?. 174. tom-
<5. 2»                               • ■
Di che Famiglia fofTe toni. <J. 28it
: Suo aneJIo mandato al Ré di Fran-
cia tom. 6, sSz,
Sua legazione 3 Coftantinopolì
tom. 6, 284.
Ove fepolro tom. 5. S.
Traslazioni, e recognizioni fatte
•*■>'" delle (iieÒffa. tom. 6. 198. zoi.
Zofirno Papa tom. <5. 3.
Zanchitli Fra jGuido Cavaliere tom»
5. 310.
Zanobia Reina de i Palmireni tom.
t x ìlMn -r-.JSRr #£
■« .f ■! »*